Il numero di Maggio 2008

Transcription

Il numero di Maggio 2008
La Redazione
risponde
Acquistare
un immobile nell’Istria
oggi slovena
A cura dell’Avv.
Vipsania Andreicich
A pagina 5
periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
anno XIV - n° 5
Maggio 2008
Centro Studi padre Flaminio Rocchi
Elezioni 2008: il documento inviato
dalla FedEsuli alle forze politiche
indennizzi, restituzioni, riscatti
agevolati, anagrafe, pensioni:
indicate le priorità al prossimo Governo
Nel documento diffuso
dalla Federazione
delle Associazioni
uno degli otto punti
riguarda la liquidazione
delle domande di indennizzo
per i beni abbandonati
giacenti al Ministero
dell’Economia
Nei dolorosi anni dell’esilio dalle
terre natali da cui siamo stati strappati
a forza dalla follia della guerra, ci siamo ripetutamente rivolti ai rappresentanti della politica per ottenere giustizia per il nostro popolo. Con decisione eleviamo ancora una volta la nostra voce rivolgendoci ai Partiti Politici
impegnati alle elezioni 2008 per chiedere attenzione ai problemi e agli interessi di cui sono portatrici le Associazioni dell’esilio istriano, fiumano e
dalmata. Se è vero che il “Giorno del
Ricordo” delle foibe e dell’esodo, che
rende finalmente giustizia alla nostra
storia, è stato istituito dal Parlamento
con voto bipartisan appena nel 2004,
è altrettanto vero che alla comunità
degli esuli deve essere ancora resa giustizia. Chiediamo che tra i primi atti
del Governo che andrà ad insediarsi
Valle d’Istria, uno scorcio
nei prossimi mesi, sia istituito un nuo- della cittadina. Ancora aperta la
vo “tavolo di concertazione” con le questione dei risarcimenti per gli
Associazioni degli esuli allo scopo di
immobili perduti
dare definitiva soluzione ai numerosi
dagli esuli giuliano-dalmati
problemi che da più di sessant’anni
a seguito della cessione dei
territori orientali all’ex Jugoslavia
preoccupano la nostra gente.
segue a pagina 2
Le Comunità Istriane rientrano
nella Federazione delle Associazioni
Trieste. L’Assemblea dell’Associazione delle Comunità Istriane ha
votato ai primi di aprile il rientro
nel sodalizio nell’ambito della Federazione delle Associazioni degli
Esuli Istriani Fiumani e Dalmati.
Con questo ulteriore passo, proposto dal presidente Rovis, la
FederEsuli amplierà la sua composizione a 4 delle principali associazioni della diaspora: ANVGD, Libero Comune di Fiume in Esilio,
Dalmati nel Mondo, Associazione
Comunità Istriane.
Panorama di Buie in primavera
The 2008 Elections: the FedEsuli
document sent to the political parties
Compensations, repayments, assisted indemnities, official registry, pensions:
Let’s show the next Government our priorities
In english language to page 14
Elecciones 2008: el documento enviado
por FedEsuli a las fuerzas políticas
indemnizaciones, devoluciones, recuperaciones favorables,
registro de habitantes, pensiones: indicad las prioridades al próximo Gobierno
En lengua española en la página 15
Poste Italiane SpA - Spedizione in
Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in
L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB - Roma
Proposto un Commissario “ad acta”
per indennizzi equi e definitivi
Settimana significativa
per la Federazione degli Esuli. Dopo l’incontro con
Renzo Tondo e l’annuncio
del rientro nella sue file dell’Associazione delle Comunità Istriane, nel Salotto Azzurro del Municipio di Trieste, il Vicepresidente della
Commissione Europea Franco Frattini che, accompagnato dal Sindaco Roberto
Dipiazza, ha ricevuto una
delegazione della Federazione delle Associazioni
degli Esuli istriani, fiumani e
dalmati guidata dal presidente Renzo Codarin e composta
inoltre dal presidente dell’Associazione delle Comunità
Istriane Lorenzo Rovis con il vice Niccolò Novacco, Guido Brazzoduro sindaco del Libero Comune di Fiume in
esilio, Renzo de Vidovich rappresentante del Libero Comune di Zara, e Simone Peri consigliere nazionale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia nonché
presidente della Famiglia Montonese.
Erano presenti anche diversi parlamentari triestini uscen-
ti, il presidente del Consiglio
comunale, assessori e consiglieri comunali.
Ha introdotto l’incontro
il Sindaco Dipiazza che ha
ribadito l’impegno della città affinché venga portata finalmente a conclusione in
termini equi e definitivi la
questione degli indennizzi
dovuti agli Esuli che hanno
pagato con i propri beni il
debito di guerra del regime.
Una situazione che si
trascina ormai da oltre 60
anni, per cui, ha ribadito
Dipiazza «oggi esistono, finalmente, anche con la caduta
dei confini, le migliori condizioni affinché il nuovo Governo che si insedierà a Roma possa effettivamente avviare la
fase conclusiva di questa lunga partita.
Il mio mandato scadrà fra tre anni e avrei un forte desiderio di vedere, entro questo tempo, almeno delinearsi,
con fatti concreti, la soluzione definitiva, in termini di reale giustizia, di tutti i contenziosi e le pendenze derivanti da
quel tragico Esodo».
segue a pagina 2
A Milano la presentazione
del romanzo di Lucio Toth
La casa di Calle San Zorzi
Si è svolta il 21 aprile, nella prestigiosa sede del Circolo
dei Lettori in Palazzo Serbelloni – Corso Venezia, 16 – la
presentazione del romanzo La casa di Calle San Zorzi di
Lucio Toth, pubblicato da Sovera Editore in Roma. Sono
intervenuti gli onn. Carlo Giovanardi e Roberto Mazzotta.
Era presente Toni Concina.
Un affresco di ampio respiro, questo romanzo che – si
legge nel risvolto di copertina – «si propone di narrare
l’odissea delle genti dalmate attraverso le tempeste del
Novecento: dal crollo dell’impero austro-ungarico alla dissoluzione dell’ex Jugoslavia». Un affresco a tutto tondo che
ha il suo inizio con l’arrivo dell’Italia a Zara, nel novembre
1918, e la sua conclusione nelle guerre balcaniche degli
anni Novanta del Novecento e la disintegrazione della
Repubblica Federativa di Tito.
Nelle pagine della storia e del romanzo rivivono dunque le vicende individuali e collettive degli italiani di
Dalmazia nei frangenti tragici dell’8 settembre 1943, dei
bombardamenti alleati e dell’occupazione jugoslava di Zara,
infine dell’esodo. E l’Autore segue le generazioni attraverso
gli anni Settanta in Europa, a Parigi come in Grecia, in
Vietnam come a Belgrado, fino all’esplosione dei conflitti
interetnici nei Balcani, che riesumano gli orrori e le
intolleranze tra serbi e croati già sperimentate nella seconda guerra mondiale dalla popolazione italiana costretta allora alla fuga.
La casa di Calle San Zorzi, che dà titolo al romanzo, è
la cornice entro la quale si susseguono nel tempo eventi e
individui, testimone muta di sacrifici, di speranze e di scelte di inquilini diversi per lingua, sentimenti, destini che soltanto la narrazione, nutrita di pietas, può dipanare dando
loro un senso.
d.a.
Milano,
Palazzo Serbelloni
(XVIII sec.),
sede del Circolo
della Stampa
nel quale è stato
presentato
il romanzo
di Lucio Toth
Ricordo 2008,
un bilancio
tutto positivo
Insenature nell’isola di Lussino
A dati oramai quasi completati, il censimento delle località che hanno istituzionalmente celebrato il Giorno del
Ricordo quest’anno, ha riscontrato un ulteriore passo in
avanti su tutto il territorio nazionale.
Sono più di 260 le città interessate e circa 150 quelle
con la presenza attiva dell’ANVGD, che ha prestato il proprio contributo in mezzi, uomini e idee.
Dalle cronache giunte in queste settimane si registra
alle oltre 600 manifestazioni la presenza stimata complessiva di circa 250.000 cittadini, a cui vanno aggiunti alcuni
milioni di spettatori che hanno assistito ai vari programmi
televisivi.
Sono numeri che rappresentano ogni anno con maggior chiarezza la strada da percorrere affinché la nostra storia entri finalmente a pieno titolo nella coscienza nazionale.
Un particolare merito e ringraziamento va ai Comitati,
ai dirigenti, ai delegati, agli uomini e alle donne dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, che in ogni
angolo d’Italia hanno donato gratuitamente il loro tempo e
il loro impegno per testimoniare la loro presenza e
la loro storia a beneficio di tutti gli italiani.
F.R.
2
DIFESA ADRIATICA
Maggio 2008
fatti e commenti
continua dalla prima pagina
continua dalla prima pagina
Elezioni 2008: il documento inviato
dalla FedEsuli alle forze politiche
indennizzi, restituzioni, riscatti
agevolati, anagrafe, pensioni:
indicate le priorità al prossimo Governo
Chiediamo una rinnovata attenzione sui seguenti argomenti:
1) l’approvazione di una legge che sancisca l’equo e definitivo indennizzo
per i beni degli esuli in Istria, Fiume e Dalmazia con i quali lo Stato
italiano ha pagato alla ex Jugoslavia i danni di guerra dovuti dall’intero
Paese. È l’aspettativa più sentita dalla stragrande maggioranza degli esuli;
2) la revisione del Trattato di Roma tra Italia e Jugoslavia e la restituzione dei
beni ai profughi ancora nella disponibilità degli Stati di Slovenia e Croazia
oltre alla non discriminazione delle legislazioni interne di questi Paesi
nei confronti dei cittadini italiani;
3) problematiche in materia di anagrafe, documenti di identità, patenti,
tessere sanitarie, posizioni pensionistiche, codici fiscali, dati gli ancora
numerosi casi di alterazione dei luoghi di nascita degli esuli,
4) l’approvazione di una legge permanente a favore delle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati in Italia, per la tutela del patrimonio
storico, artistico e delle tradizioni culturali italiane;
5) l’approvazione di una legge permanente a favore delle attività delle Comunità degli Italiani nell’ex Jugoslavia;
6) la salvaguardia per le tombe e monumenti civili con scritte in lingua
italiana in Istria, Fiume e Dalmazia;
7) la soluzione alle problematiche ancora in sospeso con riguardo al settore delle Case Popolari;
8) l’approvazione di una legge sulla cittadinanza da estendere alle persone
di nazionalità italiana residenti nei comuni della Dalmazia, che non
appartenevano all’Italia al momento del Trattato di Pace del 1947. La
rinascita delle comunità italiane in Croazia, Slovenia e Dalmazia meridionale si è rivelata uno strumento essenziale di presenza italiana e di
collaborazione culturale con gli enti locali e le università croate, slovene
e montenegrine.
La soluzione delle problematiche sopra evidenziate consentirebbe finalmente di chiudere quel contenzioso che addolora il nostro popolo che si
sente ancora poco e male considerato non avendo dopo tanti anni ancora
ottenuto quelli che ritiene i suoi giusti diritti.
Roma – Trieste, 31 marzo 2008
Il Presidente
Renzo Codarin
Il Vicepresidente
Lucio Toth
Uto Ughi a RAITRE
Il grande violinista di origine
istriana è stato ospite, domenica 13
aprile, della trasmissione «Che tempo che fa» condotta da Fabio Fazi su
RaiTre. Accompagnato dai suoi Filarmonici di Roma, il musicista ha
citato, tra i compositori prediletti, il
piranese Giuseppe Tartini.
Poco tempo addietro il Maestro
Ughi aveva espresso la sua partecipazione ideale al Giorno del Ricordo. A proposito delle Foibe e dell’esodo aveva detto all’ANSA: «Una tragedia, che io conosco bene.
I miei genitori erano infatti di
Pirano, in Istria, e dovettero andare,
via perdendo tutto. Sono tristi avvenimenti, ingiustizie di ogni campo e
di ogni guerra.
Ha fatto bene il presidente
Napolitano a parlarne, perché in Italia se ne sono accorti in ritardo».
Il compositore piranese
Giuseppe Tartini
(Pirano 1692-Padova 1770)
in un ritratto giovanile.
A Padova, presso la basilica
antoniana, diede vita
tra il 1727 e il 1728
alla famosa scuola di violino
(detta «Scuola delle Nazioni»)
alla quale affluivano
studenti provenienti
da tutta Europa
Proposto un Commissario “ad acta”
per indennizzi equi e definitivi
Il presidente della Federazione, Renzo Codarin, ha ricordato come gli Esuli siano una componente importante
di quell’area adriatica che grazie all’Europa si sta
ricomponendo nel rispetto della storia e dell’intreccio di
culture. Importante quindi operare affinché anche il nuovo
Governo, «attivi il tavolo di lavoro con gli Esuli e porti a
risultati concreti, a partire da un indennizzo serio e soprattutto definitivo, a una giusta restituzione dei beni abbandonati laddove ciò è possibile. L’incredibile lentezza degli uffici competenti, anche in questa fase transitoria, ha contribuito notevolmente ad inasprire gli animi e quindi a rendere più difficili i rapporti dell’Italia con la Slovenia e con la
Croazia».
Concetti sottolineati anche dagli altri rappresentanti delle
Associazioni della Federazione hanno infine rimarcato il
vivo interesse anche per la conservazione delle testimonianze della memoria storica e culturale delle popolazioni
dell’Esodo, nonché per forme di sviluppo della cultura stessa di un popolo sparso che anela a costruire un proprio
futuro.
Ha risposto a tutti il Vicepresidente della Commissione
Europea condividendo in primo luogo la richiesta di quanto più immediata possibile riapertura del «tavolo» Governo-Esuli per affrontare tre temi: «erogare subito quanto già
previsto per legge – anche attraverso l’eventuale nomina di
un “commissario ad acta” che proceda in via d’urgenza a
tali liquidazioni –; quindi, per valutare forme di ulteriori
risarcimenti e giuste rivalutazioni degli indennizzi, mentre
d’altra parte si può riaprire un dialogo con Croazia e Slovenia
(soprattutto dopo le elezioni politiche slovene del prossimo autunno) per riesaminare la partita delle possibili
restituzioni (sembrerebbe esistere in tal senso una disponibilità, in particolare croata, per quanto riguarda specialmente i beni abbandonati in località rimaste col tempo via
via sempre meno abitate); piena apertura infine ad attivare
iniziative importanti, anche in chiave europea, per un
rilancio della cultura della civiltà istriana e dalmata.
«Sono molto sensibile a questo argomento – ha sottolineato –. Credo che questa regione, ma soprattutto la città
di Trieste possa aiutarvi a promuovere in modo continuo,
con la collaborazione del governo centrale, delle iniziative
per tenere viva questa cultura e queste tradizioni in una
vera chiave europea. Che cosa significa? Che va esclusa
ogni rivendicazione conflittuale, nella consapevolezza che
quelle di questo territorio sono le culture fondanti di questa
regione. Ed è una cosa sulla quale noi potremmo lavorare
concretamente».
L’ultimo intervento è stato quello del direttore dell’IRCI
per sostenere, dal diversificato punto di vista dell’Unione
degli Istriani, la necessità della «restituzione, e non
riacquisto, dei beni degli esuli, secondo quanto previsto
dal Trattato di Pace del 1947», seguendo in ciò – ha detto –
una “via europea” avendo finora l’Italia ben poco soddisfatto le aspettative degli esuli».
rtg
(da www.arcipelagoadriatico.it)
Resa ora pubblica a qualche mese dalla morte dell’autore
Nel 2007 la lettera personale del presidente
sloveno Drnovsek a Napolitano:
«il Giorno del Ricordo, ricordo unilaterale»
A qualche mese dalla scomparsa
per malattia dell’ex Presidente sloveno
Janez Drnovsek il quotidiano
“Dnevnik” pubblica la lettera privata
inviata al Capo dello Stato Napolitano
nel febbraio 2007, nei giorni seguenti
la commemorazione del Giorno del
Ricordo al Quirinale, nel corso della
quale Napolitano pronunciò quel discorso che fece uscire di senno il presidente croato Mesic.
«Con il ricordo unilaterale della storia stimoliamo di continuo i revanscismi, gli odi ed il revisionismo storico –
scriveva tra l’altro Drnovsek […] – Sono
profondamente convinto che in questo modo non riusciremo a superare il
ricordo di un triste passato. Riporteremo invece nella nostra quotidianità lo
spirito dei tempi tragici che hanno segnato la prima metà del secolo scorso
e hanno portato l’Europa alla sua più
grande tragedia. Non servono revisioni, c’è bisogno di fatti, anche se cono-
scerli fa male. Sembra che oggi si cerchi di dimenticare la dichiarazione di
rammarico e riconoscimento che l’allora presidente del governo italiano
Alcide De Gasperi fece all’inizio della
Conferenza di Parigi. Sono conscio
Aperto il processo all’Aja contro
l’ex generale croato Gotovina
Si è aperto l’11 marzo scorso all’Aja, davanti al Tribunale internazionale
per i crimini commessi nella ex Jugoslavia (TPI), il processo all’ex generale
croato Ante Gotovina, accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. «Questo processo riguarda l’eliminazione forzata dei serbi della regione croata della Krajina e la distruzione della loro comunità nell’agosto del
1995», ha detto il procuratore del TPI Alan Tieger. Gotovina, 52 anni, considerato per lungo tempo un eroe da parte della popolazione croata, viene
processato insieme ad altri due generali, Ivan Cermak e Mladen Markac, 52
anni, che devono rispondere delle stesse accuse. A Gotovina viene contestato in particolare il ruolo avuto in un’offensiva militare che ha obbligato
all’esodo almeno 200 mila serbi nel corso del 1995. L’operazione dell’esercito croato, denominata Tempesta, aveva l’obiettivo di riconquistare la regione di Krajina, tenuta dai serbi di Croazia.
Gotovina è stato messo sotto imputazione dal TPI nel 2001. Per anni è
riuscito a sfuggire alla cattura usando diverse false identità e spostandosi di
continuo. Infine venne arrestato in Spagna, nelle Isole Canarie, nel dicembre del 2005. Il processo viene trasmesso in diretta dalla televisione croata.
d.a.
che tutto, con l’ eccezione della vostra cortesia, è contro di me».
Nella missiva Drnovsek faceva presente a Napolitano che le dichiarazioni da questi rilasciate in merito a Foibe
ed esodo erano un precedente mai
udito prima.
«In tale occasione, da un Presidente della Repubblica, mi sarei aspettato
un ricordo equilibrato sulle tragedie e
gli errori compiuti su entrambi i lati del
confine da due brutali regimi. Sono
avvenuti fatti che devono essere condannati e biasimati. Nel valutare gli
avvenimenti storici che non causarono dolore solamente a italiani e istriani,
bensì pure a sloveni e croati, dovremmo fare lo sforzo necessario per spiegare i fatti nel loro contesto. […]».
La risposta di Napolitano alla lettera è giunta due giorni dopo, concentrata, pare, in ventisei righe contro le
due pagine di Drnovsek. Il Capo dello
Stato italiano spiegava che nel suo discorso aveva inteso sottolineare quei
valori che sono patrimonio comune
dell’Unione Europea, e che voler guardare alla storia, anche ai suoi aspetti
più tragici, significa voler realmente ricercare la costruzione di un futuro di
pace. Ovviamente, oltreconfine i contenuti della risposta del presidente
Napolitano non sono piaciuti. Secondo i commentatori, la risposta conterrebbe una rinnovata offesa e non una
risposta alla riflessione «eticamente e
storicamente fondata di Drnovsek»,
come ha scritto l’opinionista Hladnik
Milharcic.
Si ricorderà che mentre il presidente
croato Mesic si scagliò con parole di
fuoco contro l’omologo italiano, riuscendo ad ottenere la censura dell’Unione Europea per i suoi toni,
Drnovsek aveva optato per una lettera
personale, che non volle rendere pubblica.
p.c.h.
Maggio 2008
3
DIFESA ADRIATICA
cultura e libri
Il saggio di Daria Garbin, Salona negli scavi di Francesco Carrara
Storia di una città romana
in Dalmazia e del suo scopritore
pensiero romantico.
Sono molti i motivi di interesse che
L’opera per eccellenza di Carrara è
si rinvengono in questo volume di Daria
tuttavia dedicata agli scavi della “sua”
Garbin dedicato alla storia di FranceSalona (Topografia e scavi di Salona),
sco Carrara (Spalato, 1812-1854), archeapparsa a Trieste nel 1850, una ricostruologo dalmata al quale si devono le
zione a tutto tondo della storia di
campagne di scavo della città illiricoDalmazia a partire dalle fonti allora cogreca e romana di Salona, «uno dei più
nosciute. Dal testo si ricava la notizia di
grandi e stimati studiosi della Dalquanto antico fosse lo stato di abbanmazia», come è definito dall’Autrice. Il
dono della città, se ancora nel 1550 il
saggio, edito a cura del Centro Ricersenatore veneto Gianbattista Giustiniani
che Dalmate di Spalato, colma anzitutnotava la quantità di resti sparsi, ma
to due lacune, entrambe significative:
ancora leggibili, e poco più di un secola scarsa o nulla conoscenza, almeno
lo dopo altri viaggiatori non vi trovaropresso il grande pubblico anche mediano che desolate e scarse rovine. Per armente colto, della romanità in Dalrivare alla fine degli anni Venti dell’Otmazia, e di Salona in particolare; quintocento, quando non era più visibile
di del reale scopritore della grande città
alcunché. Nel 1804 ebbero inizio i priillirico-greca e romana, la cui biografia
mi scavi, ad opera di Gian Luca
umana e scientifica, qui ricostruita, perTorino, Circolo dei Lettori.
Garagnin, di antica famiglia dalmata di
mette di leggere al contempo anche la
A destra, l’autrice del volume
Traù, ma è soltanto con Carrara che, nel
storia dell’archeologia e della storia pasu Francesco Carrara,
1846, hanno inizio le indagini condottria dalmate. E ciò grazie alla sua corriDaria Garbin,
te in maniera scientifica. L’Autrice ne
spondenza con illustri conterranei, quali
durante la presentazione
Pier Antonio Paravia, Niccolò Tom- nell’ambito della «Bancarella». segue le diverse campagne di scavi con
ricchezza di riferimenti e di documenmaseo, Francesco Dall’Ongaro ed altri
Accanto a lei
tazione.
ancora; espistolari custoditi nel Museo
Rosanna Turcinovich Giuricin
Ed è proprio a partire dal “racconArcheologico di Spalato, nel Museo (foto www.arcipelagoadriatico.it)
to” degli scavi che la Garbin ricostruiCorrer di Venezia e nella Biblioteca
sce il profilo straordinario dell’antica
Nazionale Centrale di Firenze.
Lo studio della Garbin ci introduce al contempo nel città, la seconda dell’impero romano tra il III e il VI secolo d.
complesso concetto di “patria” quale era inteso dal Sette- C., come emblematicamente raffigurata sul bassorilievo rafcento al secolo successivo. Un concetto, questo, al quale figurante la dea Fortuna, identificata con la stessa Salona, il
gli ultimi due secoli hanno attribuito significati, valori e con- cui braccio poggia su una botte di vino e su spighe d’orzo.
L’intesa attività di scavo di Carrara non mancò di suscitenuti inediti, intorno ai quali – se si vuole studiarli sotto il
profilo giuridico e storico – si sono sviluppate le moderne tare nel suo ambiente invidie e diffidenze, avendo a preteconcezioni della cittadinanza e dei suoi diritti. Un’idea, sto anche i suoi sentimenti liberali, il suo rapporto con Vequella di “patria” riferita alla nazione dalmata nel corso del nezia, città e civiltà di riferimento per Carrara, accusato nel
XIX secolo, che si presenta sfaccettata e complessa, e che 1848, anno fatidico, di essere «fanatico partigiano di Venerinvia all’autonomismo dalmata dell’Ottocento, un movi- zia e conteso coi rivoltosi italiani», proprio nel momento in
mento che si mosse lungo la direttrice indicata alle rivolu- cui, a metà marzo, Manin proclamava la RepubblicaVeneta
di San Marco. Licenziato dall’insegnamento al Seminario
zioni liberal-nazionali del biennio 1848-’49.
Alla «nostra patria comune» fa riferimento Paravia in di Spalato, negatigli dall’Accademia di Vienna ulteriori
una sua lettera a Carrara. In un’altra missiva, del 1844, lo finanziamenti per la prosecuzione della campagna di scastesso Paravia gli esprimeva il compiacimento per il suo vi, fu costretto nel settembre del 1850 a lasciare la sua
lavoro: «Mi fa gran piacere ch’Ella mi scrive intorno agli Dalmazia, recandosi dapprima a Monaco, quindi a Praga.
studi Dalmati, che sono affidati al suo sapere e al suo pa- La sua ultima residenza è Venezia, dove si spense stremato
triottismo, io la predico sempre ai veneziani: per quei po- da malattia polmonare, e fu sepolto in Santa Maria Formosa.
poli che hanno perduto il massimo de’ beni, che è la nazio- La sua salma venne più tardi traslata a Spalato, nell’antico
nalità, e che hanno la massima delle sventure, che è di cimitero di Santo Stefano, dove riposò sino agli anni 1959servir lo straniero, non resta altro rifugio che le lettere [...]». ’60, quando le autorità cittadine jugoslave ne decisero con
Ed alla produzione saggistica di Carrara è dedicato il inaudita empietà la distruzione. Lo scopritore delle antiche
capitolo Opere, tra le quali figura La Dalmazia descritta, 24 vestigia di Salona fu, per quanto paradossale possa sembradispense stampate tra il 1846 ed il ’48 dalla tipografia dei re alla sensibilità di chiunque, vittima del disegno di canFratelli Battara, una sorta di “enciclopedia” – così la defini- cellazione della memoria posto in essere da un regime tosce la ricercatrice – che ebbe molta fortuna editoriale. Ma talitario. Opportunamente lo sottolinea nel suo libro la
Carrara, partecipe dellla sensibilità ottocentesca per le espres- Garbin, stigmatizzando la devastazione operata allora da
sioni della cultura popolare, si occupò anche dei canti quanti «volevano seppellire una storia millenaria», «per
dell’entroterra dalmato, sulla scia di quel clima di interesse volontà di un tempo intento a riscrivere la storia», così come
per l’uomo non corrotto dall’evoluzione sociale inaugura- la città di Salona, per la sua posizione geografica posta sul
to dalla filosofia di Rousseau e recepito ampiamente dal limes orientale dell’impero, fu naturalmente più esposta alle
incursioni e alle invasioni barbariche.
Questo libro ci narra della dalmata e romana Salona e
ci offre molte e notevoli fonti di conoscenza: un libro del
quale dobbiamo essere grati e che dà corpo e nuova, fresca
parola ad uno scavo archeologico, perché nulla va perduto, a dispetto dei tempi e degli uomini.
Patrizia C. Hansen
Sopra:
Salona, come appare oggi ai visitatori
A destra:
una cartolina
degli scavi di Salona,
stampata a Spalato
a fine Ottocento
Marino Zorzi nuovo presidente
della Società Dalmata di Storia Patria
Succede al prof. Sante Graciotti
Lo scorso 5 aprile, nella Sala
“Francesco Baracca” della Casa dell’Aviatore in Roma, s’è svolta l’assemblea della Società Dalmata di
Storia Patria, fondata in Zara nel
1926, insignita della Medaglia dei
benemeriti della cultura. L’occasione è stata colta per salutare il prof.
Sante Graciotti, professore emerito
dell’Università La Sapienza di Roma,
che dopo 17 anni ha lasciato l’incarico di Presidente della prestigiosa
Società Dalmata.
La cerimonia di saluto, diretta dal
dott. Crevato Selvaggi, si è aperta con
l’intervento della Segretaria accademica, prof.ssa Rita Tolomeo, che ha
ripercorso le tappe salienti della Società negli anni della presidenza del
prof. Graciotti; successivamente l’on.
Toth ha passato in rassegna la storia
della cultura dalmata nei secoli passati ed il prof. Zorzi ha tenuto una
prolusione sulla storia dalmata alla
luce delle fonti documentarie conservate dalla Biblioteca Marciana di
Venezia.
Il prof. Graciotti, cui la Società
Dalmata di Storia Patria ha donato
una medaglia d’oro con lo stemma
sociale in ricordo della sua presiden-
za, ha chiuso la cerimonia con una
lectio magistralis sulla Dalmazia, il
suo sviluppo storico fra due culture
nell’ambito di un’unica koiné
dell’Homo Adriaticus e le prospettive di studio future.
Nel pomeriggio dello stesso 5
aprile si è tenuta l’assemblea dei Soci
della SDDSP che ha parzialmente rinnovato il consiglio direttivo ed ha trattato le questioni della vita della Società nel prossimo futuro.
Il nuovo presidente è il prof. Marino Zorzi, fino a pochi giorni fa direttore della Biblioteca Marciana di
Venezia, mentre il nuovo consiglio
direttivo della SDDSP vede l’on. Toth
come vicepresidente, la prof.ssa
Tolomeo Segretaria accademica, il
ten. col. Carlo Cetteo Cipriani tesoriere; consiglieri i dott. Bruno Crevato
Selvaggi e Marino Micich, i proff.
Ester Capuzzo e Fulvio Salimbeni.
Sono stati nominati: socio onorario il prof. Elio Lodolini, Archivista
emerito, soci ordinari i proff.
Giraudo e Ferraccioli dell’Università di Venezia e Antonio Fares di
Pescara. Il prof. Sante Graciotti è stato eletto, per acclamazione presidente onorario della SDDSP.
Il numero 7-12
di luglio-dicembre 2007
della rivista di studi adriatici
“Fiume”, edita a cura
della Società di Studi Fiumani
di Roma, presenta in elegante
veste editoriale il secondo
volume del Dizionario
del dialetto fiumano (G-P),
comprensivo dello stradario
cittadino del 1939, meritoria
ristampa del Dizionario stilato
da Salvatore Samani nel 1978.
Il primo volume comprensivo
delle lettere A-F, è uscito mesi
addietro, allegato sempre ad
un numero di “Fiume”.
PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI (D. Lgs. 30 giugno 2003 n. 196)
La seguente informativa le viene resa ai sensi e per gli effetti del Decreto Legislativo 30 giugno 2003 n. 196 in materia di protezione dei dati
personali e concerne i dati forniti all’Associazione Nazionale Venezia
Giulia e Dalmazia, in relazione agli abbonamenti alla rivista “Difesa
Adriatica”.
lità indicate sub c) nel precedente paragrafo sono invece facoltativi.
Conseguentemente, la mancata prestazione del consenso al trattamento comporterà l’impossibilità per l’Associazione Nazionale Venezia
Giulia e Dalmazia, di svolgere le attività ivi indicate, e pertanto, di
fornire i beni e/o servizi ivi indicati.
Categorie di dati personali
oggetto di trattamento, scopi e modalità del trattamento stesso.
Le finalità del trattamento dei Dati Personali sono le seguenti:
a) permettere la corretta esecuzione delle obbligazioni contrattuali da
noi assunte nei confronti degli abbonati e viceversa, nonché degli
adempimenti contabili e fiscali seguenti,
b) permettere l’adempimento agli obblighi previsti da leggi, regolamenti e normative comunitarie, ovvero a disposizioni impartite da
autorità a ciò legittimate della legge e da organi di vigilanza e controllo,
c) permettere di svolgere attività di informazione circa nostri ulteriori
prodotti e/o servizi, nonché attività promozionali, commerciali e di
marketing; attività di rilevazione del grado di soddisfazione degli
abbonati.
Il trattamento avverrà mediante supporti sia telematici che cartacei,
entrambi eventualmente organizzati anche come banche dati o archivi, e comporterà, ove necessario, l’uso di comunicazioni postali, telefoniche e telematiche.
I Dati Personali verranno gestiti dal personale addetto che, nominato
responsabile e/o incaricato del trattamento secondo la vigente organizzazione aziendale, è preposto al loro trattamento al fine del
raggiungimento degli scopi precedentemente indicati.
I Dati personali verranno posti a conoscenza dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia – Via Leopoldo Serra 32, Roma - di
Caterini Editore Società a.s. – Via Ambrogio Traversari n. 72, Roma nonché di Spedis S.r.l. – Via dell’Omo n. 128 Roma, nominate responsabili del trattamento, che sono preposte al loro trattamento in
outsourcing nel rispetto delle finalità come sopra elencate.
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non è in alcun modo prevista la comunicazione dei Dati Personali a
terzi, ovvero la loro diffusione.
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L’art 7 del codice le garantisce i seguenti diritti:
1. ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati personali a Lei
relativi ed ottenere la comunicazione in forma leggibile;
2. ottenere l’indicazione dell’origine dei Dati Personali; delle finalità e
delle modalità del trattamento; della logica applicata in caso di trattamento effettuato con l’ausilio di strumenti elettronici; degli estremi indicativi del titolare del trattamento e dei responsabili del trattamento; dei soggetti, o delle categorie dei soggetti ai quali i dati
Personali possono essere comunicati o che possono venirne a conoscenza in qualità di responsabili del trattamento o di persone
incaricate del trattamento;
3. ottenere l’aggiornamento, la rettifica o l’integrazione dei Dati Personali, la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il
blocco dei dati trattati in violazione di legge; l’attestazione che le
operazioni indicate in precedenza sono state portate a conoscenza,
anche per quanto riguarda il loro contenuto, di coloro ai quali i
Dati Personali sono stati comunicati o diffusi;
4. opporsi, in tutto o in parte, al trattamento di dati per motivi legittimi,
anche se i dati sono pertinenti allo scopo della raccolta; al trattamento di dati ai fini di invio di materiale pubblicitario, di vendita
diretta, per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale.
Natura obbligatoria dei conferimenti
dei Dati Personali e conseguenze in caso di mancata risposta
Il conferimento dei Dati Personali ed il relativo trattamento per le finalità indicate sub a) e sub b) nel precedente paragrafo sono strettamente
funzionali alla ricezione della Rivista “Difesa Adriatica” e pertanto costituiscono condizione necessaria per poter dar seguito alla spedizione
della rivista indicata.
Il conferimento dei Dati Personali ed il relativo trattamento per le fina-
Titolare del trattamento
e disponibilità della lista
dei responsabili del trattamento
Il titolare del trattamento dei Dati Personali è ll’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia con sede in Roma, Via Leopoldo Serra,
32, nella persona del Direttore Responsabile, D.ssa Patrizia C. Hansen.
Qualsiasi comunicazione o atto ufficiale potrà essere inviato presso la
sede dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, nella
persona del Direttore Responsabile, D.ssa Patrizia C. Hansen, nominato responsabile del trattamento anche per consentire agli interessati
l’esercizio dei diritti di cui all’articolo 7 del codice.
Una lista completa dei responsabili del trattamento dei Dati Personali è
disponibile presso la sede dellAssociazione Nazionale Venezia Giulia
e Dalmazia, Via Leopoldo Serra, 32 Roma.
Il modello di consenso sarà spedito a tutti gli abbonati per posta ordinaria o come supplemento a “Difesa Adriatica”.
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DIFESA ADRIATICA
Maggio 2008
La «Bancarella» a Torino, tra libri,
musiche e sapori d’Istria e di Dalmazia
Un’anticipazione
dell’edizione 2008 prevista
a Trieste in settembre
L’elegante atrio del Circolo
dei Lettori di Torino, che ha ospitato
le tre serate di letteratura, musica
e sapori giuliano-dalmati
(foto www.arcipelagoadriatico.it)
Pieno successo di pubblico per la prima edizione della «Bancarella»-Salone del libro dell’Adriatico orientale fuori da Trieste, nella colta
Torino che ha ospitato, su invito dell’Assessorato
alla Cultura della Regione Piemonte, dal 27 al
29 marzo, nella sede del Circolo dei Lettori –
nello splendido Palazzo Graneri della Roccia –,
una “tre giorni” tutta dedicata ad autori, libri,
musiche e sapori istriani e dalmati promossa dal
Centro di Documentazione Multimediale (CDM).
Un’ampia esposizione editoriale allestita all’ingresso del Circolo ha accolto il pubblico composto da esuli residenti nel capoluogo piemontese e da torinesi. A disposizione i migliori titoli
della più recente editoria di argomento giulianodalmata nei settori della letteratura, della storia,
della storia dell’arte, del turismo, della memorialistica, e i “classici” costituiti dagli autori considerati dalla critica specialistica esponenti della
migliore narrativa di area giuliana del Novecento.
La rassegna editoriale, sia pure in formato
necessariamente ridotto rispetto alle dimensioni
della «Bancarella» di Trieste, ha fornito un’idea
significativa della vitalità dell’universo giuliano e
dalmato in ogni suo aspetto: dal romanzo alla
poesia, dalla ricerca storica alla narrativa di viaggio, dalle testimonianze di guerra e di esodo ai
percorsi d’arte che provano l’antico e irriducibile volto dell’Istria e della Dalmazia venete. Quanti
hanno affollato l’esposizione libraria, le letture e
il bel concerto del Mitteleuropa Ensemble
Chamber Quartet hanno avuto modo di apprendere la ricchezza suggestiva e complessa della
cultura di confine, di quel confine così particolare quale è emerso dal saggio offerto su due autori in particolare, Pier Antonio Quarantotti
Gambini e Franco Vegliani, dei quali ha parlato
Patrizia C. Hansen.
Di Pier Antonio Quarantotti Gambini molto
e autorevolmente è stato scritto. Gli studiosi hanno rinvenuto il nucleo centrale della sua ispirazione narrativa nel tema dell’infanzia, della dura
e dolorosa maturazione; ma altro tema così presente in Quarantotti Gambini fu il tema della
patria perduta, che egli sentì fortemente essendo
nato a Pisino. Nello scrittore istriano il ricordo
dell’infanzia e dell’adolescenza è insieme, in-
dissolubilmente, ricordo dei paesaggi cari e della memoria dei giorni lontani, che si tinge dello
strazio per i luoghi perduti.
In Vegliani, invece, è la «geografia dell’anima» che muove i personaggi e la loro inquieta
ricerca del vero attraverso i dissidi della storia e
della coscienza; è il tema dell’esilio esistenziale,
della frattura, dell’imprevedibilità di una frontiera che investe gli individui e che, trasposta nella
vita, diventa intima, luogo di rottura delle convenzioni, nazionali, politiche o morali che siano. Nella fine tessitura dei romanzi di Vegliani
esperienze storicamente drammatiche e intimamente laceranti acquistano forma e senso. La
lettura di brani dai due autori, affidata all’attrice
Lorena Senestro ha dato modo al pubblico di
apprezzarne la scrittura fine e incisiva.
Un significativo saluto è stato portato dal sindaco del Libero Comune di Fiume in Esilio, Guido Brazzoduro, presentato da Rosanna Giuricin,
responsabile Stampa del CDM e motore della
«Bancarella». Brazzoduro ha rimarcato, come
sempre, il valore della memoria quale oggi è finalmente riconosciuta dalle istituzioni. «Uno sforzo – ha sottolineato –, quello nato con la ricorrenza nazionale del 10 Febbraio, del quale è giusto parlare nelle scuole, nei circoli e nelle piazze, in ambito locale e nazionale. Bisogna operare culturalmente perché la verità si riaffermi e
diventi condivisa».
Nel pomeriggio del 29 marzo è stato presentato, quale anticipazione della «Bancarella» prevista a Trieste il prossimo settembre, il volume di
Daria Garbin Salona negli scavi di Francesco
Carrara, il primo saggio organico sulla figura e
l’opera dell’archeologo spalatino che fu lo
scopritore della città greco-illirica e quindi romana di Salona, in Dalmazia. Per la recensione
rinviamo alla pagina 3 di questo numero.
Applausi e richieste di bis hanno premiato
l’esecuzione del Mitteleuropa Ensemble
Chamber Quartet nel concerto letterario «Histria
ed oltre», nel quale il trombettista Mario
Fragiacomo e il compositore, direttore d’orchestra e pianista Roberto Favilla – unitamente alla
soprano Sabrina Sparti e all’attrice Laura Bagarella
Il Sindaco del Libero Comune di Fiume,
Guido Brazzoduro, porta il suo saluto.
Alla sua destra Rosanna Turcinovich Giuricin (CDM di Trieste) e Patrizia C. Hansen
(foto www.arcipelagoadriatico.it)
Sapori d’Istria a Torino
Non solo letteratura, alla “tre giorni” curata dal CDM a Torino. A conclusione delle tre serate il Circolo
Istria ha offerto al numeroso pubblico presente una degustazione di formaggi, miele e vini istriani, conclusa
dall’assaggio dei migliori distillati prodotti dall’azienda Luxardo. Formaggi saporiti, vini di grande eleganza,
miele e «Sangue Morlacco» hanno
trasferito sul piano della cultura del
territorio i pomeriggi letterari e musicali, incontrando grande favore e
unanime apprezzamento.
Enogastronomia
istriana a Torino.
Quando sapori e sentori –
apprezzatissimi
dal pubblico presente –
sono storia e cultura
(foto www.arcipelagoadriatico.it)
Sopra: una piccola parte
del folto pubblico
che ha riempito la sala
del Circolo dei Lettori
(foto www.arcipelagoadriatico.it)
A destra: un momento
del raffinato concerto
tenuto dal «Mitteleuropa
Ensemble», il cui
programma prevedeva
musiche popolari
istrovenete rivisitate
in sonorità jazz
e contemporanee
di grande suggestione
(foto www.arcipelagoadriatico.it)
Ben rappresentata
alla edizione torinese
della «Bancarella» la produzione
editoriale giuliana
(foto www.arcipelagoadriatico.it)
– hanno eseguito musica popolare istroveneta
riveduta all’interno di sonorità contemporanee
raggiungendo esiti di grande suggestione ed originalità, in un connubio inedito di note e recitazione che ha incontrato il favore dell’attento pubblico. Nel programma del concerto anche brani
di noti esecutori come Sergio Endrigo e Piero
Soffici. Di grande forza vocale la soprano, Sabrina
Sparti, e splendida voce recitante quella di Laura
Bagarella. Il Mitteleuropa Ensemble ha recentemente ricevuto la Targa Mazars nell’ambito del
Premio internazionale dell’Università Bocconi di
Milano.
Ma gli incontri letterari e musicali sono stati
“conditi”, a fine serata, con un’originale selezione di prodotti dell’enogastronomia istriana e
dalmata, che hanno portato nelle austere sale
del Palazzo Graneri della Roccia i sentori e il
gusto della cultura del cibo e del vino di qualità.
Più che lusinghiero riscontro, dunque, a questa prima “uscita” del Salone del libro dell’Adriatico orientale; una scommessa che merita di essere riproposta in altre città italiane, com’è in effetti nelle intenzioni del CDM. Perché sarà nella
parola scritta più pregnante, nella linea dipinta
dell’arte e scolpita dell’architettura, nella musica
evocata, nei paesaggi di mare e di terra, che il
futuro raccoglierà l’eredità di storia e di cultura
accumulata nei secoli nei territori orientali.
Red.
Maggio 2008
5
DIFESA ADRIATICA
La Redazione risponde
Acquistare un immobile nell’Istria oggi slovena
A cura dell’Avv.
Vipsania Andreicich
Desidererei acquistare una casa nella Repubblica di Slovenia. Ci sono dei divieti per i
cittadini italiani? Quali problemi potrei incontrare?
Lettera firmata
In seguito alla proclamazione dell’indipendenza della Repubblica di Slovenia, nel giugno del 1991, si è assistito, in questo nuovo
Stato, ad un periodo di transizione, caratterizzato dalla trasformazione da un sistema socialista ad un sistema democratico.
Il primo passo verso l’Europa si avuto con
la firma dell’Accordo “europeo” di Associazione (di seguito A.A.), firmato il 10 giugno 1996
ed entrato in vigore il 1° febbraio 1999.
Tale Accordo include uno specifico allegato (l’Allegato XIII) che ha recepito i contenuti
del cosiddetto “Piano Solana”, ponendo fine
al contenzioso tra Italia e Slovenia che aveva
ritardato l’entrata in vigore dell’Accordo stesso
Questa rubrica riporta:
le elargizioni a “Difesa Adriatica”
di importo superiore all’abbonamento ordinario;
- le elargizioni dirette alla Sede nazionale ANVGD;
- eventuali elargizioni di altra natura;
- gli abbonamenti ordinari sottoscritti a “Difesa Adriatica”;
All’interno di ogni gruppo, i nominativi sono elencati in ordine alfabetico. In rispetto della normativa
sulla privacy non vengono citate le
località di residenza degli offerenti.
Ringraziamo da queste pagine tutti
coloro che, con il loro riconoscimento, ci inviano il segno del loro apprezzamento e del loro sostegno. Le offerte qui indicate non comprendono le
elargizioni ricevute dai singoli Comitati provinciali dell’ANVGD.
-
ABBONAMENTI
CON ELARGIZIONI
A “DIFESA ADRIATICA”
(ccp. 32888000)
Le elargizioni si concentrano maggiormente tra fine e inizio anno, in
occasione del rinnovo dell’abbonamento. L’elenco comprende gli abbonati sostenitori o che hanno versato
comunque una quota maggiore dell’ordinario.
FEBBRAIO Adamic Liliana € 80,
Allazetta Annalisa € 50, Andretti
Vanni € 50, Angelini Alida € 50,
ANVGD Modena € 50, Babic Annabella € 60, Barni Cardoni Sandra
€ 50, Becich Simonetta, Benfatto Olga
€ 50, Berné Eleonora € 50, Bertoli
Alfonso € 50, Bertossa Giovanni €
40, Biasi Tuscano Nora € 50, Borghesi Mario € 100 in memoria di Alice
Roman da parte dei cugini Mario e
Nucci Borghesi, Cattaro Maria,
Colucci Domenico Italo € 50, Concina Antonio € 50, Condominio Via
Alciati 1-Milano € 180 in memoria di
Alice Roman ved. Roman, Corazza
Marta € 50, De Furegoni Almerico €
50, Della Porta Antonino € 60 in
memoria di Aristide Della Porta e Arno
Devescovi, Devescovi Segariol Flora
€ 50, Duiella Matteo € 50, Dussi
Mariagrazia € 40, Fabris Mariangela
€ 50, Fatutta Claudia € 60, Gazzari
Piero € 60, Germanis Famiglia € 50,
Giachin Silvana € 35, Gigliofiorito
Antonio € 50, Giusepponi Luigi € 32
in memoria della mamma Augusta
Juretich e della nonna Romana
Bernelich, Gliubich Caterina € 50,
Gospodnetich Paolo € 60, Kniffitz
Wally € 50, La Grasta Giovanni € 60,
introducendo il concetto di “reciprocità essenziale”, secondo il quale viene riconosciuto ai
cittadini che abbiano risieduto permanentemente tre anni nell’attuale Repubblica di
Slovenia il diritto di acquistare proprietà a decorrere al 1/2/1999 solo nel caso in cui nei
paesi di provenienza di costoro vengano riconosciuti gli stessi diritti ai cittadini sloveni.
Il 6 gennaio 2000 il Governo sloveno aveva ricevuto la prima Relazione sull’attuazione
dell’Atto sulla Reciprocità dalla quale emergeva che, fino al 1 dicembre 1999, il Ministero
della Giustizia sloveno aveva ricevuto 34 richieste di acquisto: 16 dalla Germania, 7 dall’Austria, 6 dall’Italia e 1 dalla Grecia; 3 di queste erano state sin da subito respinte per mancanza di base legale.
La legislazione che disciplina l’acquisto
degli immobili in Slovenia da parte di persone
fisiche e giuridiche straniere è molto recente.
Fino al 1998, la legge slovena non consentiva
alle persone fisiche e giuridiche straniere l’acquisto di immobili situati nel territorio sloveno,
esclusi i casi di eredità, successioni, ecc.
La modifica legislativa si è resa indispensabile a fronte dell’adesione della Slovenia all’Unione Europea.
L’entrata della Slovenia nell’Unione Europea, avvenuta il 1° maggio 2004, ha consentito l’applicazione integrale dei principi del mercato interno: eliminazione delle frontiere interne e parità di trattamento per tutti i cittadini
europei. Pertanto attualmente non vi è più alcun limite alla possibilità di acquisto, da parte
di cittadini italiani, di immobili nel territorio
sloveno.
Il sistema tavolare di trascrizione, cos’è
Riguardo al sistema giuridico sloveno, bisogna precisare che gli immobili situati nel territorio della Repubblica slovena sono sottoposti al c. d. sistema tavolare di trascrizione. Tale
sistema è improntato su base reale, ciò sta a
significare che non è sufficiente raggiungere
l’accordo per trasferire la proprietà o altro diritto reale, perché l’accordo costituisce solo il titolo per ottenere l’intavolazione, ovvero l’iscrizione della proprietà stessa a proprio nome. La
trascrizione nell’estratto tavolare ha quindi efficacia costitutiva e produce i suoi effetti dalla
data in cui la stessa viene effettuata.
Altro aspetto da non sottovalutare nell’acquisto di immobili in Slovenia è la questione
della “denazionalizzazione” degli immobili.
Con l’indipendenza della Slovenia dalla
Jugoslavia è venuto meno il principio della proprietà che è unicamente dello Stato.
A questo scopo chi era in grado di poter
vantare diritti su un determinato immobile (la
legge slovena dispone che tale diritto spetti solo
ai cittadini sloveni) ha presentato domanda di
denazionalizzazione al fine di poter riottenere
la restituzione dei beni precedentemente
espropriati. La denazionalizzazione, nella maggior parte dei casi, richiede pratiche molto lunghe.
A tutt’oggi, quindi, potrebbero esserci degli immobili, la cui proprietà risulti essere in
una situazione di incertezza, per non essersi
ancora conclusa una eventuale pratica di
denazionalizzazione. Per tale motivo bisogna
prestare ad ogni caso la dovuta attenzione.
ELARGIZIONI E ABBONAMENTI
Lasagna Campovecchi Fatma € 50,
Lori Rimo Aladino € 60, Maietta
Alfonso € 50, Maisani Eugenio € 50,
Manzoni Di Chiosca Giuseppe € 35,
Marcich Patricia € 50, Martinoli Don
Nevio € 100, Milani Ermanno € 50,
Missaglia Amedeo € 50, Mouton
Marisa € 50 in memoria dei cari Nini,
Nives, Laura Mouton e nonni Gremese, Nerini Fiammetta € 50, Orlini
Bruno € 50, Otmarich Lidia € 50,
Pace Tullia € 40, Padovan Marina €
50, Palmich Maria € 50, Panella Luigi
€ 40, Patelli Tullio € 50, Pelletti Giuseppe € 35, Persi Roberto € 50, Pertot
Delise Gianna € 40, Pogliani Mauro
€ 100, Raggi Secondo € 60, Rubbi
Celso € 50, Rusich Francesco € 50,
Saule Carlo Alberto € 50, Sette Teresa
€ 50, Simicich Giuseppe € 60, Skull
Petrelli Diana € 50, Suffi Claudio €
50, Susani Ezio € 60, Tabacchi Artusi
€ 50, Tentardini Enrico € 55, Torre
Salvatore € 60, Ugussi Gianfranco €
50, Valdemarin Franco € 50, Vani
Carlo € 50, Varglien Cuoghi Bruna €
50, Vlacancich Tarcisia € 50, Zannier
Giancarlo € 50, Zuppi Pompeo € 60,
Zustovich Annamaria € 50.
ELARGIZIONI
ALLA SEDE NAZIONALE ANVGD
(ccp 52691003)
FEBBRAIO Condominio Via
Alciati 1-Milano € 296, VG PD MU
€ 125, E.R. € 65.
ABBONAMENTI ORDINARI
A “DIFESA ADRIATICA”
(ccp. 32888000)
Il rinnovo degli abbonamenti si
concentra maggiormente tra fine e inizio anno, quando i lettori ricevono
insieme al giornale il bollettino postale precompilato. L’elenco comprende
solo coloro che hanno versato la quota ordinaria di abbonamento.
GENNAIO (continua dal numero
precedente) Candela Silvio, Candutti
M. Luisa, Cappellari Alfredo,Capurso
Ceccherini Ida, Caravello Franco,
Carlich Domenica, Carlini Giovanni,
Casagrande Ada, Casalaz Livia, Casali
Maria, Casanova Bani Esperia, Castagna Agnese, Castellani Berri Ines,
Cavallarin Leo, Ceccherini Massimo,
Celligoi Iginio, Cenci Annamaria, Cenci Luigina, Cendak A.Maria, Cergna
Plinio, Cergna Virginia, Cerlenizza
Maria, Cervai Antonio, Cervai Maria,
Cervai Mario, Cesarello Giuliana,
Cesari Zuccon Maria, Cesarin Mario,
Cherbavaz Silvio, Chersi Loreta, Chersi
Manfredini Estella, Chighine Liliana,
Chitrizza Natale, Chizzola Francesco,
Cimolino Beatrice, Ciurcovich Bruno,
Clapci Ricci Adriana, Clari fam., Clima Elio Marcello, Climi Silvana,
Codazzi Paucovich Mirella, Cofanelli
Ilio, Cogliati Lionello, Colussi Fabio,
Colussi Gianfranco, Coos Guglielmo,
Copetti Annamaria, Corich Clara,
Corich Nevio, Cormun Silli Caterina,
Corselli Grillo Licia, Corva Guido,
Cosatto Melita, Coslovich Cristina,
Coslovich Gioconda, Coslovich
Silvano, Cosoli Giuliano, CostaTibiletti
Clelia, Costantini Rota Licia, Cova
Fulvio, Covacci Felice, Covacich Giorgio, Cozza Luisa, Crasti Silvana, Creglia
Antonio, Crevato-Selvaggi Gracco,
Crisman Mons. Egidio, Crovato Bruno, Cucci Caterina, Cusino Claudio,
Cuttich Vito, D’Accardi Elena, D’Ambrosi Oliviero, D’Ambrosi Marcellini
Ida, Damiani Giulio, D’Ancona Bruno, D’Ancona Lidia, Dandri Edda,
Dapas Franca, Dapretto Arrigo,
Dazzara Gianfranco, De Carli Rino,
De Cleva Guido, De Domiziani
Giulia, Deffar Ennio, De Francesco
Giorgio, De Francesco Maria, De
Lazzarini Battiala Lavinia, Del Bello
M.Grazia, Delcaro Ferruccio, Dellaia
M.Grazia, Dell’Arti Enrico, Delise Lucia, Dellavia Vanna, Deltin Ermanno,
Deltin Silvano, Delton Giovanni, Del
Treppo Clara, Delzotto Domenico, De
Marchi Francesco, Demari Lidia,
Demarin Lidia, De Mayer Antonia,
Demarin Bonetta, Deotto Annamaria,
Depicolzuane Pietro, D’Eredità Maria
Scala, de Schönfeld Ludovica, Descovi
Antonio, Descovich Natalia Bozzo,
Dessanti Oreste, De Toma Marini Bianca, Devescovi Omero, Diacci Renato, Di Giusto Maria, Dinarich Deanna,
Dinelli Fulvia, Dionisio Enrico, Dirce
David, Di Sandro Lovrovich Rosa, Divari Greco Maria, Diviacchi Marino,
Dobrich Bruno, Dolci Renato, Doimi
Nicolò, Dolenti Livio, Donaggio
Carmela, Donaggio Gianfranco, Donati Palmira, Doplicher Semizzi Maria, Dovier Marini Maddalena, Dragagna Michele, Draghicchio Ennio,
Draghiccio Sergio, Draghicchio Sonia,
Drandi Beatrice, Dubani Maria, Dubs
Renata, Duda Liliana, Dugan Gemma,
Durin Evelino, Einhorn Laura Ricotti,
Fabi Luciano, Fabich Vincenzo,
Fabretto Lilia, Fabris Elsa, Fabris
Massimiliano, Fabrizio Michele,
Fabulich Nora, Facchini Roberto, Facci Luigi, Faccini Miranda, Falk Federico, Faraguna Ferruccio, Felicetti Roberto, Felician M. Pia, Fermo Anita, Ferrari
Giuseppe, Ferri Giuliana, Ferro Renato, Filippi Maria, Filippi Tullio, Fiore
Dario, Fiorentin Antonio, Fiorespino
Selmi Nirvana, Fioretti Elio, Fiorido
Marino, Fischer Laura, Fisichella Giovanna, Flacio Cante Maria, Flego Licia,
Fonda Bruno, Fonda Lino, Fonda Narciso, Fonda Nerina, Fonovich Lucia,
Fontanive Lucy, Fornasar Luciano,
Fornasaro Umberto, Francin Tocchio
Alice, Franco Giovanni (eredi), Franco Giuseppe, Franco Teresa, Franco
Franolich Duilio, Franichievich Sergio,
Franzelli M.Luisa, Franzutti Pier
Nicolò, Frighetto Annamaria, Furlani
Strolego Maria, Gallessi Emilio,
Gallovich Marcello, Gambaletta Lino,
Gambino Lidia, Gardina Bruno,
Gasperini Giovanni, Gatti Rosa,
Gazzari Piero, Gelleni Lidia, Gherdovich Sonia e Irma, Gherghetta Giovanni, Ghersi Loretta Basciutti,
Ghersini Gigliola, Giachin Antonio,
Giachin Luciano, Giachin Ruiu Maria, Giacich Tullio, Gianesini Ines, Gini
Gianfranco, Giorgi Anna, Giorgi Mario, Giorgi Vittorio, Giorgini Ireneo,
GiormaniVirgilio, Giovannelli Francesca, Giraldi Mario, Gironcoli Ielo
Marcella, Giuppani Pietro, Giuriceo
Leonia, Giuricich Mario, Giurini
Mariella, Giurissich Flora, Giusti
Anteo, GobboVittorio, Gorlato Maria,
Gorlato Mario, Gortan Anita, Gortan
Ermanno, Gortan Natalina, Grabelli
Fiorenti Maria, Graber Regina, Grandi Duilio, Grebaz Dino, Greblo Franco, Gremese Livia, Grion Cussar Wally,
Grohovaz Luciano, Gropallo Carlo,
Gropuzzo Alida, Grossi Enrico,
Grubessi Mattei Nives, Guidoni Silva,
Harzarich Giuseppina, Herlinger Romano, Hervatin Edda Martini, Hess
Walter, Horvat Rodizza Edda, Host
Micheli Caterina, Iacobacci Giulia,
Iacopacci Annamaria, Iurman Giovanni, Ivessa Lidia, Jankovits Enrico,
Jurassich Emilio, Krebelj Marino,
Kresina Zlatka, Krivitz Aldo, Kucich
Arnaldo, Ladava Adelma, La Grasta
Giovanni, Laszloczky Paolo, Laube
Sergio, Lazzarini Livia, Lazzarini Tullio
Giuseppe, Lechich Elsa, Leidi Franco,
Leonardi M.Luisa, Leone Domenico,
Ligovic Norma, Linardi Andrea, Lion
Lanza Laura, Locatelli Cesare, Lonati
Alessandra, Longo Biancamaria,
Lubiana Aquilino, Luciani Laura
Giulia, Lupieri Pietro, Maburzio Armando, Madrussani Emilia, Malusà
Bruno, Malusà Domenico, Malusà
Gianfranco, Mandich Virgilio, Manente Mario, Manni Dario, Manolà
Vittorio, Manoni Alceo, Manzoni
Gianna, Maracchi Astorre, Maracich
Giuseppe, Maracich Renato, Maracich
Stefano, Marampon Licia, Maraston
Mariano, Marconi Lucio, Maresca
M.Laura, Marin Lauro, Marini Franco,
Marinuzzo Gemma, Mariotto Craincevich Bruna, Marozzi Renato,
Marussi Luisa, Marussi Nunziante Paola, Marussich Ettore, Marzola Mario,
Massidda Paolico, Matassi Roccabella
M.Rosa, Matcovich Antonia Livilla,
Matcovich Claudia, Matessich Giuseppe, Matessich Mario, Mattiassich
Annamaria, Mattiazzi Vincenzo,
Mattioli Rita, Mattossi Dario, Mattossi
Pietro, Matulich Walter, Maurini
Mariano, Maurovic Stelio, Maurovich
Sergio, Medelin Francesco, Medvescek Alda, Mengaziol Licia, Mersich
Mario, Meschini Stelio, Mezzacasa
M.Elisa, Michicich Maria, Miglia
Nereo, Mihalich Annamaria, Mihich
Jonny, Mikulich Serenella, Milanovich
Aldo, Milinovich Nerina, Millevoi
Arreghini Elda, Milli Guglielmo,
Milliava Ireo, Millo Pavan Nerina,
Miraglia Maria, Miss Nella, Mogioni
Silvana, Montanari Maria, Monteneri
Erica, Momi Giovanni, Morbelli Enrico, Moscarda Maria, Moscolin Bruno,
Mosetti Rubinich Sonia, Mottica Giacomo, Mottino Pietro, Murgia Nivea,
Muscardin Isacco, Musich Antonio,
Musich Maria Russo, Mussap Emilio,
Nacinovich Mario, Nasazio De Pol
Silvana, Nebel Olga ved. Lorenzini,
Negovetich Boris, Negroni Serdoz
Bianca, Nesi Arrigo, Nesi Giuseppe,
Nicolich Don Giovanni, Nicolich Federica, Nizzoli Vitaliano, Novelli
Eugenia, Nutrizio Luigi, Orselli
Antonella, Ostovich Aldo, Ostovich
Luciano, Palazzolo Carmela, Palci
Nella, Palin Augusta, Palumbo Vargas
Maria, Pallavicini Antonio, Pallavicini
Marino, Pamich Abdon, Paoli Bruna,
Papo Antonio, Parisi Marco, Paronuzzi
Arnalda, Parovel Silvio, Pasquali Sergio, Passelli Gabriella, Paulini Elpidio,
Paulovatz Ileana, Pauluzzi Silvio, Pavan
Urbano, Pavan Tosetto Marcella,
Pechini Giuseppe, Pellegrini Paolo,
Peloso Gianpaola, Penna Tullio, Pen(segue)
so Paolo, Penzo Italo, [...]
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DIFESA ADRIATICA
dai comitati
DELEGAZIONE DI BARLETTA
COMITATO DI BRESCIA
Dibattito pubblico giovedi 28 febbraio, presso il Liceo Scientifico
“Leonardo da Vinci” di Cassano (Bari)
con il quale l’Amministrazione comunale si propone di ricordare l’esodo di
350mila nostri connazionali, costretti
dall’occupazione jugoslava della Venezia Giulia ad abbandonare le proprie case. Si è voluto rendere omaggio alla memoria di quanti sono stati
uccisi nelle Foibe. «Abbiamo deciso
di ricordare la tragedia delle Foibe –
ha rimarcato l’assessore alla Cultura,
Silvio Missoni - perché siamo convinti che sia necessario promuovere
un’occasione di profonda riflessione
e sensibilizzare alla conoscenza di una
drammatica fase del nostro recente
passato».
Il programma prevedeva l’ascolto
dell’Inno nazionale e del “Silenzio”,
la videoproiezione del discorso del
Presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano, il saluto del Sindaco e l’introduzione della prof.ssa Irene Cavalli. La relazione, alla quale è seguito il
dibattito, è stata affidata al prof. Giuseppe Di Cuonzo, Delegato ANVGD, il
quale ha coordinato le iniziative
pugliesi per il Giorno del Ricordo .
Dopo le manifestazioni del Giorno del Ricordo, continua l’impegno
del Comitato bresciano per la diffusione della nostra Storia. Il 4 aprile in
Pralboino (BS) alle 20.30, nella Sala
Cinema del Comune, il presidente
dell’ANVGD di Brescia, Luciano Rubessa, ha tenuto una conferenza sul
tema «Foibe, Esodo e confine orientale». Lo stesso presidente il 14 aprile
ha inaugurato nella Sala Mostre del
Comune di Darfo Boario T. (BS) la
Mostra «Istria, Fiume, Dalmazia», che
fino al 18 aprile ha visto le mattinate
impegnate con le scolaresche in una
serie di lezioni-conferenze. Il 20 aprile, invece, il Comitato ha riunito soci
e simpatizzanti alla “Festa di Primavera”. Il presidente Rubessa accompagnerà poi dal 14 maggio i 50 partecipanti al viaggio nei luoghi storici
(Redipuglia, Parenzo, Pisino, Montona,
Trieste). Fra essi gli studenti vincitori
del concorso provinciale «Foibe ed
Esodo».
COMITATO DI BOLZANO
Quest’anno tre sono stati gli appuntamenti ufficiali organizzati nelle province di Forlì-Cesena e Rimini in occasione del Giorno del Ricordo nelle
quali la nostra Associazione è stata
protagonista. Si tratta senza dubbio di
un importante risultato se consideriamo il fatto che fino a qualche anno fa,
a livello locale, vi era una scarsissima
conoscenza, se non nulla, della storia
e delle problematiche proprie degli
esuli giuliano-dalmati.
Da segnalare la nota polemica intercorsa tra il sottoscritto e l’Amministrazione del Comune di Forlì, la quale, a dispetto delle rassicurazioni verbali avute da un rappresentante della
Municipalità nel corso della manifestazione del 10 febbraio 2007 e dei
cordiali rapporti epistolari (via e-mail)
tenuti con alcuni dipendenti comunali,
non ha avuto la sensibilità né morale
né politica di invitare, in qualità di
relatore, alle manifestazioni promosse a livello comunale, alcun rappresentante delle associazioni degli esuli. Questo spiacevole “inconveniente”
ha suscitato la mia più viva protesta
che è stata raccolta anche dalla stampa locale, in particolar modo dal quotidiano “LaVoce di Romagna” con un
articolo pubblicato il 9 febbraio 2008.
A dispetto di queste “incomprensioni” con il Comune di Forlì e i
suoi amministratori, ha ottenuto un
autentico successo l’incontro con gli
studenti del Liceo Classico “G.B.
Morgagni” di Forlì, tenutosi sabato 9
febbraio 2008 dalle ore 8.10 alle ore
11.00 presso la sala “Icaro” della sede
forlivese dell’Università di Bologna, sul
tema dell’esodo giuliano-dalmata e
delle foibe. Era presente alla cerimonia l’esule fiumana residente a Forlì,
la signora Edda Marchese Melini, che
ha portato la propria viva testimonianza agli studenti del triennio lasciando
più di 200 ragazzi e ragazze attoniti e
allo stesso tempo commossi per le tristi vicende che hanno colpito gli esuli
giuliano-dalmati e che la signora Edda
ha saputo magistralmente raccontare
e trasmettere non solo alle menti ma
anche ai cuori di tutti i presenti. Grande interesse è stato mostrato da parte
di studenti ed insegnanti per l’introduzione storica che chi scrive ha tenuto
durante la prima parte dell’incontro
sulla storia istriana e giuliana tendente
a dimostrare come le vicende del confine orientale, per essere pienamente
comprese, abbiano necessità di una
Dopo l’istituzione del Giorno del
Ricordo e l’inaugurazione del cippo,
dedicato dal Comune di Bolzano gli
esuli che con la loro opera hanno
contribuito alla crescita della città nel
secondo dopoguerra, siamo per così
dire “venuti allo scoperto” con intensa partecipazione a cerimonie e dibattiti, e con un forte desiderio di far conoscere la civiltà, le tradizioni, le bellezze artistiche e naturali dell’Istria e
Dalmazia, un mondo oggi disperso,
ma sempre vivace e deciso a non farsi
dimenticare.
Sabato 9 febbraio, presso il cippo
posto sul LungoTalvera destro, si è svolta una cerimonia ufficiale a cui hanno
preso parte Autorità civili e militari, una
numerosa rappresentanza di ex combattenti con i loro labari e delle
Crocerossine. Esuli e cittadini in gran
numero. Mai avvertito tanto interesse
e consenso intorno a noi.
Dopo la deposizione di due corone e l’allocuzione del sindaco Luigi
Spagnolli e dell’arch. Giovanni
Benussi, presidente del Comitato
ANVGD, i convenuti si sono trasferiti
nella vicina EURAC per assistere alla
proiezione del film “Ritorno a casa”,
molto apprezzato dal pubblico.
Inoltre lunedì 11, su invito della
Biblioteca “Claudia Augusta”, in cui è
disponibile un Fondo “Istria Fiume
Dalmazia”, con libri di storia, arte e
narrativa, si è rinnovata la commemorazione del Giorno del Ricordo con
una conferenza a più voci. Dopo il
saluto dell’assessore Luigi Cigolla e del
nostro presidente arch. Giovanni
Benussi, che ha spiegato il significato
di questa giornata a sessant’anni dagli
eventi della sponda orientale, si è dato
inizio all’esposizione delle vicende
personali dell’ing. Alvaro Soppa di
Pola, ai ricordi commossi del prof.
Luciano DeVescovi, mentre la prof.ssa
Erica Migliorini di Fiume ha scelto di
presentare un excursus sulla “memorialistica femminile”, ricca di storie
dolorose, citando le scrittrici Milani,
Mori, Madieri, Vukusa, Nemec ed
altre.Il pubblico, tra cui la direttrice ed
il personale della biblioteca, ha seguito con attenta partecipazione e molti
interventi successivi, apprezzando
anche la proiezione di un film sui tesori artistici ed architettonici dell’Istria,
proiettato a conclusione dell’incontro.
Maggio 2008
DELEGAZIONE
DI FORLÌ E CESENA
profondità storica molto più ampia di
quella che viene loro generalmente
attribuita. Un sincero ringraziamento
va alla Preside prof.ssa Iris Tognon che
ha reso possibile questo splendido
evento e che ci ha ospitato ed accolto
in una maniera assolutamente egregia.
Altrettanta straordinaria partecipazione si è potuta riscontrare per la S.
Messa, organizzata da ANVGD ForlìCesena, ADES ed Unione degli Istriani,
che è stata celebrata in memoria dei
caduti delle Foibe da Mons. Agostino
Pasquini, Cancelliere vescovile, domenica 10 febbraio nella Chiesa di San
Francesco Saverio (detta del Suffragio)
a Rimini. Sono state portate e disposte
vicino all’altare sulla balaustra le bandiere dell’Istria, di Fiume e della
Dalmazia oltre che il gonfalone
dell’ANVGD. Era inoltre presente un rappresentante della Guardia di Finanza
con il vessillo del proprio Corpo. Toccante la musica d’organo che ha accompagnato tutta la Messa e che ha
donato alla cerimonia un’atmosfera
unica ed irripetibile. In tale occasione
ho avuto il piacere di incontrare assieme alla famiglia l’esule fiumana Idea
Tamaro Chiari che attualmente vive a
Marebello di Rimini con la quale ho
intrattenuto una breve, ma piacevole
chiacchierata.
La serie delle manifestazioni organizzate per il Giorno del Ricordo non
si è conclusa con la data che ricorda
la firma del trattato di pace, ma è proseguita anche il giorno successivo.
Alle ore 18.00 di lunedì 11 febbraio a Bellaria, presso la sala delVecchio Macello (Via Ferrarin), si è infatti
tenuto un incontro sull’esodo giulianodalmata e le Foibe organizzato dal
Comune di Bellaria Igea Marina e dall’Istituto per la storia della Resistenza
e dell’Italia contemporanea della provincia di Rimini. È intervenuto il prof.
Costantino Di Sante, presidente dell’Istituto Storico della Resistenza di
Ascoli Piceno, che ha tenuto la sua
relazione sulla scia del diffuso paradigma fascismo-foibe-esodo. In questo senso il mio intervento, che è seguito a quello del professore, ha voluto allargare l’analisi dell’orizzonte storico, ribadendo la necessità di una lettura temporalmente più ampia e decisamente più approfondita di tutta la
vicenda politico-sociale ed economica che ha caratterizzato la sponda
orientale dell’Adriatico dall’inizio del
Medioevo in avanti.
La medesima manifestazione si è
ripetuta la sera stessa a Novafeltria (PU)
alle ore 21.30 presso il teatro sociale
per iniziativa della Comunità Montana Alta Valmarecchia e della Provincia di Pesaro ed Urbino. Nonostante
la conferenza sia terminata poco prima della mezzanotte abbiamo potuto
contare su un discreto numero di partecipanti che hanno seguito sino alla
fine con vivo interesse sia la relazione
del prof. Di Sante che l’intervento di
chi scrive.
Sebbene i punti di vista espressi
fossero spesso non collimanti, con Di
Sante abbiamo convenuto sul fatto che
questi sono momenti di confronto fondamentali ed indispensabili su una
materia che comunque è ancora necessariamente oggetto di dibattito e
che abbisogna di ulteriori approfondimenti e studi per essere correttamente
compresa.
In questo senso, a mio modo di
vedere, questa riflessione ci porta alla
inevitabile conclusione che siamo solo
all’inizio di un lungo percorso di riflessione storica che porterà finalmente
la storiografia corrente ad abbandonare progressivamente la vulgata politica postbellica che ancora impera in
tanti luoghi di confronto ed in tante
pubblicazioni sul tema dell’esodo
giuliano-dalmata e delle Foibe per
abbracciare infine una ricostruzione
degli eventi contestualizzata in una
storia europea geograficamente e
temporalmente di più ampio respiro.
Axel Famiglini
Delegato provinciale
per Forlì-Cesena ANVGD
COMITATO DI GORIZIA
Il Comitato goriziano è stato presente anche quest’anno in Largo 27
Marzo per ricordare, come tradizione, le grandi manifestazioni di piazza
del 26 e 27 marzo 1946. In quei giorni, infatti, i cittadini affluirono nelle vie
e piazze, per affermare l’identità italiana di Gorizia davanti alla Commissione interalleata giuntavi per definire
i confini tra Italia e Jugoslavia. Gorizia
esplose di tricolori: uomini e donne
con coccarde verdi, bianche e rosse e
balconi delle case con la bandiera italiana. Nella circostanza fu decisivo
l’apporto dell’Associazione Giovanile Italiana e della Lega Nazionale. Proprio per ricordare questi accadimenti
è stato intitolato il Largo 27 Marzo, che
congiunge le vie Oberdan e Mameli,
dietro il Palazzo dell’INPS. Proprio sotto la targa è stato depositato nell’occasione un omaggio floreale.
*
*
*
In occasione della visita in Friuli
Venezia Giulia del Presidente della
Repubblica Napolitano, il nostro Comitato di Gorizia ha salutato come di
seguito la più alta carica dello Stato.
«Gli istriani, fiumani e dalmati residenti nella provincia di Gorizia salutano con stima e riconoscenza il
Capo dello Stato, Giorgio Napolitano,
Presidente di tutti gli italiani. Lo ringraziano per le parole forti e coraggiose con cui lo scorso anno e quest’anno, in occasione delle celebrazioni del
Giorno del Ricordo dell’esodo e delle
foibe, ha affermato ciò che i giulianodalmati andavano affermando inascoltati da 60 anni, ovvero che il nostro popolo è stato oggetto di pulizia
etnica da parte del maresciallo Tito e
delle sue milizie. Certamente tra gli
infoibati vi sono stati anche dei fascisti, sebbene sia assai facilmente intuibile che chi si era macchiato di reati
durante il regime fascista avesse già
abbandonato le città ben prima dell’occupazione titina. Nelle foibe, strumento di morte e di persecuzione, ma
anche minaccia da brandire contro gli
italiani affinché scappassero dalle loro
terre, sono finiti uomini che nulla avevano a che spartire con il fascismo,
donne e giovani, sacerdoti, e chi poteva rappresentare un pericolo per la
slavizzazione veloce ed integrale delle terre occupate. Tra questi anche comunisti, rei solo di essere italiani. La
legge istitutiva del Giorno dei Ricordo
prima e le belle parole del Capo dello
Stato dopo, hanno riconosciuto finalmente il dramma delle popolazioni
giuliano-dalmate, il loro Calvario, le
loro sofferenze. Con sentimenti di gratitudine, pertanto, gli istriani, fiumani
e dalmati salutano Giorgio Napolitano,
orgogliosi della sua determinazione a
voler far sì che la Verità si imponga su
quella ragion di Stato che ha imposto
60 anni di colpevole silenzio ed omissioni, certi di averlo al loro fianco anche nell’impedire che possa germogliare quel negazionismo di chi vorrebbe oggi, nonostante tutto, negare
che i fatti siano mai accaduti, oppure
minimizzarli o giustificarli».
COMITATO DI MILANO
Intitolato a Fiume un tratto
dei Bastioni di Porta Venezia
«Il Comune di Milano compie
oggi, nella Giornata del Ricordo, un
atto doveroso. La città di Fiume è legata alla storia del nostro Paese e della
nostra città, perché molti furono i
fiumani che anche a Milano trascorsero gli anni dell’esilio».
Così il vice Sindaco Riccardo De
Corato che in rappresentanza del Comune, ha intitolato alla città di Fiume
il tratto dei Bastioni di Porta Venezia,
da Piazza della Repubblica fino all’ingresso dei giardini pubblici “Indro
Montanelli”. Alla cerimonia hanno
preso parte l’assessore alla Cultura,
Vittorio Sgarbi, il sindaco del Libero
Comune di Fiume in esilio, Guido
Brazzoduro, e il presidente del Comitato milanese dell’A NVGD, Piero
Tarticchio.
«Cinquantamila fiumani – ha ricordato De Corato – e circa 250 mila
istriani e dalmati furono costretti a lasciare in massa la propria terra per non
soccombere alla sopraffazione. Una
tragedia che per anni è rimasta nel silenzio, aggiungendo ai soprusi subiti
da quei tanti italiani anche la sofferenza di essere dimenticati».
«Nella zona 2 – ha aggiunto il
vicesindaco – abbiamo già intitolato
due piazze all’Istria e ai Martiri delle
Foibe. E presso i giardini di Via Gonin
è stato piantato l’albero del Ricordo.
Oggi anche questa intitolazione. Piccoli gesti che testimoniano la ferma
volontà di questa Amministrazione di
rendere il giusto tributo agli italiani
spariti nelle Foibe e a tutti gli esuli». «Il
nostro dovere – ha concluso– non è
solo quello di ricordare, ma soprattutto di riesaminare criticamente i fatti e
chiamare le istituzioni ad una maggiore attenzione, affinché si promuovano
iniziative culturali e commemorative.
Perché troppi italiani, e i giovani in
particolare, ancora non sentono, non
ricordano, non riconoscono questo
pezzo di storia come patrimonio storico e spirituale del nostro Paese».
(Fonte Ufficio Cerimoniale
del Comune di Milano)
Milano, il momento dell’inaugurazione del Viale Città di Fiume
Maggio 2008
dai comitati
COMITATO DI NOVARA
Il presidente dell’ANVGD di Novara,
Antonio Sardi, comunica che il Comitato provinciale della nostra Associazione ha chiesto all’AgenziaTerritoriale
per la Casa di Novara di aprire un bando di concorso per l’assegnazione di
alloggi siti in Novara – Villaggio
Dalmazia -, costruiti con i finanziamenti della Legge 137/52 e destinati ai profughi. Detta richiesta è stata
accolta e il periodo per le domande di
ammissione al concorso va dal 1° aprile 2008 al 16 maggio 2008.
COMITATO DI PALERMO
Il capoluogo siciliano ha ospitato
la nascita di un nuovo Comitato provinciale della nostra Associazione.
Durante l’assemblea costitutiva, è stato eletto presidente Gino Zambiasi,
vicepresidente Paolo Guagenti, consiglieri Giuseppe Salamone e F. Paolo
Calvaruso. Il prossimo Esecutivo nazionale ANVGD provvederà alle dovute verifiche e alla ratifica di questo
nuovo momento di crescita, dovuto
sia all’“onda lunga” del Giorno del
Ricordo, sia alla linea di equilibrio dimostrata da sempre dalla nostra Associazione nella trattazione storica, culturale ed assistenziale della nostra
Comunità.
COMITATO DI PADOVA
Più il tempo passa e più noi, del
Comitato provinciale di Padova, ci sentiamo responsabilmente coinvolti nel
compito importante di mantenere vivo
il ricordo delle nostre terre, della nostra storia, della nostra cultura e di coinvolgere con testimonianze coloro che
ancora non sanno. Perciò i Giorni del
Ricordo di quest’anno sono stati ancora più significativi e numerosi e non
poco ha contribuito la mostra fotografica realizzata dall’ANVGD e curata dal
prof .Guido Rumici, mostra inaugurata dal docente di Storia dell’Europa
Orientale Egidio Ivetic, venerdì, 8 febbraio, alle Scuderie di Palazzo Moroni
in Padova, in un ambiente di grande
bellezza architettonica. L’assessore
Monica Balbinot, intervenuta in rappresentanza del Sindaco, di cui ci ha
portato i saluti, ha introdotto l’argomento riassumendo il significato della legge istitutiva del Giorno del Ricordo. La mostra ha riscosso molto successo per la chiarezza, organicità e
completezza della parte scritta, oltre
che per la ricchezza di foto e grafici
che illustrano il contenuto.
Sabato 9 febbraio, a Saonara (Padova), nell’atrio della Scuola Media
“Marco Fanno” c’è stato un incontro
7
DIFESA ADRIATICA
Padova, Giorno del Ricordo 2008.
Un’istantanea del palco delle autorità
con gli alunni delle classi terze che
hanno seguito con attenzione il discorso intenso e commosso della nostra
presidente, prof.ssa Italia Giacca, cui
ha fatto seguito la cerimonia di
intitolazione della via ai Martiri
Giuliani e Dalmati. Sono intervenuti il
vicesindaco, gli assessori alle Politiche
Sociali, Cultura e Pubblica Istruzione,
il parroco. Doveroso un ringraziamento al dott. Dario Odoni, esule da Pola
e per tanti anni medico di base di
Saonara, per la sua tenacia nel farsi
promotore di questa iniziativa che lascia futura memoria dei nostri martiri
e del nostro sacrificio.
Naturalmente il momento più
intenso e toccante per noi esuli è stato
quello di domenica 10 febbraio, davanti a Palazzo Moroni, durante la
cerimonia ufficiale del Giorno del Ricordo, organizzata dal Comune di
Padova, presenti le autorità civili e
militari. L’atmosfera solenne e vibrante, creata anche dalle struggenti note
della fanfara dei bersaglieri, che hanno intonato l’Inno nazionale, La canzone del Piave e Le campane di S.
Giusto, ci ha dato una grande commozione. Come pure ci siamo sentiti
travolgere dal pregnante discorso della nostra presidente, soprattutto quando ha ricordato i nostri genitori «ai
quali va la nostra riconoscenza per
averci trasmesso valori autentici e per
averci insegnato, con l’esempio, che,
mantenere la propria dignità di uomini tra soprusi di ogni genere, per amore di libertà e di verità, è qualcosa di
prezioso».
Durante la cerimonia hanno parlato l’assessore comunale Marco Carrai, in rappresentanza del Sindaco, e il
Vicepresidente della Provincia Marco
Verza che hanno ricordato il significato della cerimonia evidenziando «che
è necessario ricostruire una verità storica al di là delle ideologie e dei colori
politici». Il Prefetto Paolo Padoin ha
consegnato medaglia al valore e di-
Comune di Due Carrare (Padova), 9 marzo 2008.
Omaggio al cippo posto nella piazza dedicata a Norma Cossetto Martire delle foibe. Da sin. Italia Giacca, Franca Dapas, l’assessore
alla cultura di Due Carrare e Giorgio Zac
ploma a Giorgio Barbasetti, figlio di
Paolo, vittima delle Foibe, quindi la
cerimonia si è conclusa con le deposizione di una corona sulla lapide che
ricorda il sacrificio di tanti giuliani e
dalmati, in via Oberdan, dietro al
Municipio.
Alle ore 11.30, nella bella Chiesa
di S. Lucia-Corpus Domini, è stata celebrata una S. Messa solenne, in suffragio dei nostri martiri, accompagnata dal coro G.P. Palestrina di Noventa
Padovana alle cui voci abbiamo unito
le nostre nel coinvolgente “Va’ Pensiero” conclusivo. Ha officiato il rito
don Alberto Celeghin, Rettore delTempio Nazionale dell’Internato Ignoto, a
Terranegra di Padova, che con grande
sensibilità ha saputo interpretare i
nostri sentimenti e le nostre emozioni, sottolineando «che il debito d’onore
che abbiamo con i nostri martiri è quello di una giusta valutazione storica e
morale della loro tragedia».
Lunedì, 11 febbraio, nella sala
Paladin di Palazzo Moroni, durante il
Convegno dal titolo “Venezia Giulia
e Dalmazia, ieri e oggi”. Hanno parlato il prof. Egidio Ivetic e lo storico
prof. Guido Rumici; il primo ha affrontato il tema delle infinite dinamiche che
hanno coinvolto l’Adriatico orientale
nel passato, il secondo ha approfondito i momenti tragici della nostra tragedia attraverso i risultati delle sue ricerche.
Venerdi 15 febbraio alle ore 21.00,
nel Quartiere Padova 1, sala Nassiriya,
è stato proiettato il filmato Ritorno a
casa diretto da Simone Damiani, prodotto dalla Venice Film e realizzato
dall’ANVGD. È stato un percorso di
grande interesse e di emozionante
coinvolgimento attraverso le città
istriane che due giovani, Sandro e Laura, nipoti di esuli istriani, hanno realizzato alla ricerca della loro identità
e delle loro radici. Il film è stato presentato al pubblico dal prof. Mario
Grassi, che fa parte del nostro Comitato.
Sabato, 23 febbraio, nella sala
dell’Auditorium “Giovanni Paolo II” di
Piove di Sacco, affollata da studenti e
cittadini, si è svolta una bella e significativa cerimonia commemorativa con
la partecipazione di Rossana Mondoni, insegnante di ruolo alle superiori di storia e filosofia, che ha presentato il libro su Norma Cossetto, di cui è
autrice La verità per la Riconciliazione, alla presenza anche della sorella
signora Licia Cossetto, che ha fatto una
breve e toccante testimonianza; quindi il musicista dignanese, M.o Luigi
Donorà, ha accompagnato al pianoforte, con sue composizioni, la prof.ssa
Loredana Gioseffi di Verona che ha
recitato commossa alcune poesie tratte dall’album dei ricordi istriani del
Maestro. La cerimonia è stata introdotta dai saluti dell’assessore alla Cultura
di Piove, cui ha fatto seguito il discorso, sempre carico di emozione, della
nostra presidente, infine la prof.ssa
Franca Dapas, consigliere del Comitato di Padova, ha concluso l’incontro
con una presentazione chiara e sintetica della Mostra fotografica, trasferita
da Padova a Piove.
Da qui, il 7 marzo, è stata portata
a Due Carrare, dove, dopo i saluti del
Sindaco, Sergio Vason e dell’assessore alla Cultura, prof.ssa Pierangela
Negrisolo, la mostra è stata presentata
egregiamente dal nostro vicepresidente, Gen. Elio Ricciardi. Promotori e
fautori di questo incontro, ma soprattutto della intitolazione dell’ex piazza
del Mercato a Norma Cossetto, sono
stati il Generale Manià, di Fiume, il
quale ha presentato la ricca personalità di questa giovane donna che per
la sua tragica fine rappresenta il simbolo di tutti gli infoibati, e l’assessore
alle Politiche Sociali, Mario Romanato,
per tanto tempo memore della promessa fatta, prima della loro morte, al
presidente Remigio Dario e al consigliere Dario Righetti
Domenica, 9 marzo, sempre a
Due Carrare. alla S. Messa in memoria dei nostri Martiri, ha fatto seguito la
cerimonia di intitolazione della Piazza a «Norma Cossetto, martire delle
Foibe». Sono stati momenti di intensa
commozione e di sentita partecipazione da parte della cittadinanza. Alla
presenza delle autorità civili e religiose e al suono della Banda Musicale
cittadina, dopo il discorso molto chiaro e significativo sulla nostra tragedia
del Sindaco e quello toccante sull’esodo della nostra presidente, si è proceduto allo scoprimento, prima del cippo di pietra carsica, che ricorda la nostra terra, e poi della targa intitolata alla
giovane martire. Il nostro valido consigliere prof.ssa Adriana Ivanov, con il
patrocinio dell’Amministrazione Provinciale, ha tenuto conferenze serali a
Campodoro, Noventa Padovana, Battaglia Terme, Pernumia, Agna, Treponti
di Teolo, sempre con buona affluenza
di pubblico ed è stata invitata a fare
testimonianza dall’emittente privata
Telenordest.
Come ormai da tre anni, gli insegnanti del gruppo hanno curato interventi in molte scuole della città e della
provincia, proseguiti ancora fino ai
primi di aprile, per portare un contributo di conoscenza su un pezzo di
storia che manca nei libri di testo o, se
c’è, è presentata in maniera incompleta e distorta. Il nostro ricco programma è stato degnamente concluso il 27
marzo con il Concerto celebrativo del
Giorno del Ricordo nell’Auditorium
del Conservatorio “Cesare Pollini” a
Padova, realizzato con il Patrocinio
della Provincia e del Comune di Padova, in collaborazione con la Società Dante Alighieri.
L’evento è stato presentato dalla
nostra Presidente, affiancata dal prof.
Pisani, rappresentante del Comune e
dal dott. Verza, rappresentante della
Provincia. L’Orchestra della Camerata
Musicale Vicentina, è stata diretta dal
Maestro Alessandro Boris Amisich
(istriano, per parte materna e dalmata
da quella paterna). Il programma ha
compreso quattro secoli di musica, che
vanno dal primo Seicento dell’istriano
Sponga, al Settecento diTartini (Pirano)
e Sorgo (Ragusa), all’Ottocento, per
raggiungere il suo culmine con la prima esecuzione assoluta del Concerto
per pianoforte e orchestra del musicista Luigi Donorà, che ha presentato la
sua opera dedicata a Chiara Bertoglio.
La giovane pianista torinese ha confermato la sua eccezionale bravura
accompagnando al pianoforte l’orchestra in quest’opera attuale e interessante
del Maestro dignanese che ha saputo
darci grandi emozioni.
Franca Dapas
COMITATO DI ROMA
Venerdì 14 marzo, alle ore 16.30,
presso il Teatro S. Marco, in Piazza
Giuliani e Dalmati, si è svolto un incontro culturale “Rovigno: poesia e
musica”. Si è esibito il “Trio Benussi”
di Rovigno, che da molti anni diffonde il ricco repertorio musicale istriano
in Italia e all’estero.
Nell’occasione sono stati presentati gli Atti del Convegno VeneziaGiulia dalla terra al mare. Dialoghi
sulla frontiera tra passato e presente,
svoltosi a Roma il 19 giugno 2007 a
cura del Comitato capitolino nella sede
della Libera Università S. Pio V (si veda
“Difesa” di marzo 2008).
COMITATO DI SASSARI
Il 29 marzo la città di Alghero
(Sassari) ha ricordato i suoi Caduti nell’ultimo conflitto mondiale. Alla manifestazione era presente anche il Comitato ANVGD di Sassari col proprio
labaro. La cerimonia ha avuto un particolare significato per i giulianodalmati, in quanto per Madrina è stata
scelta Lidia Sotgiu, esule da Fiume. che
l’anno scorso ha ricevuto dal presidente Napolitano il riconoscimento in
memoria del padre Francesco Sotgiu,
maresciallo maggiore della Guardia di
Finanza, infoibato.
COMITATO DI TORINO
A seguito dell’ingiusta interpretazione data dalla Legge Finanziaria
2008 alla perequazione INPS per gli
Esuli, il Comitato ANVGD di Torino ha
pubblicato la delibera della Corte
d’Appello del capoluogo piemontese
che rinvia alla Corte Costituzionale la
disamina della questione. Tale nuovo
passo, avviato in diversi tribunali su
Torino, sede della Prefettura 10 febbraio.
Un momento della cerimonia
di consegna delle Medaglie ai familiari
degli Infoibati e degli Scomparsi.
8
DIFESA ADRIATICA
Maggio 2008
dai comitati
I labari dell’A NVGD di Torino
al Cimitero monumentale per la cerimonia religiosa
Grugliasco (Torino) la cerimonia al Giardino “Vittime delle Foibe”,
presente il labaro del Comitato provinciale A NVGD
tutto il territorio nazionale e già annunciato in occasione dell’approvazione dell’iniquo provvedimento, farà
da battistrada per tutte le cause già in
corso e anche per coloro che non hanno avviato un procedimento giudiziario. Ringraziamo il Comitato di Torino
per il testo fornito, che leggete qui di
seguito.
«Visti gli artt 134 Cost. e 23 l.
11.3.1953 n.876 dichiara rilevante
non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale
dell’art 2 comma 505 della legge 24
dicembre 2007 , n.244 in relazione
all’art.3 Costituzione; dispone l’immediata trasmissione degli atti alla Corte
Costituzionale; ordina che, a cura della
cancelleria, la presente ordinanza sia
notificata alle parti nonchè al Presidente del Consiglio dei Ministri, e sia comunicata ai Presidenti della Camera
dei Deputati e del Senato della Repubblica; sospende il giudizio in corso.
Così deciso all’udienza del 29.1.2008.
Il Presidente Estensore, Dott.ssa Rita
Sanlorenzo».
cultura delle genti istriane, fiumane e
dalmate sta riscuotendo notevoli consensi ed apprezzamenti come ha sottolineato nel suo intervento la presidente del Comitato veronese dell’ANVGD, avv. Francesca Briani.
La presidente della Giuria, prof.ssa
Loredana Gioseffi, ha quindi presentato la tipologia delle opere in concorso nell’attuale edizione, opere di notevole livello qualitativo, che sono state assai numerose e suddivise nelle
seguenti sezioni:
Cinema e Teatro – Narrativa – Poesia – Storia dell’arte – Storia e Nuove
Ricerche.
La premiazione è stata effettuata
dai componenti della giuria: Tullia
Manzin, Donatella Veronesi, Dolores
Ribaudo, Giuseppe Piro.
Il tutto si è svolto in un’atmosfera
toccante e coinvolgente, complice
l’esecuzione al violino di brani musicali che hanno accompagnato la lettura di alcuni passi delle opere pre-
miate in prosa e poesia.
Sono stati assegnati 8 Premi agli
autori che si sono segnalati per le seguenti opere:
Premio per la miglior opera della
Sezione Cinema e Teatro: Alessandro
Cuk per Il cinema di frontiera – Il confine orientale; Primo premio per la
miglior opera della Sezione Narrativa:
Tullio Binaghi per El Gomitolo – Storie de vita a Pola e dintorni, dal 1930
in avanti; Primo premio ex aequo della Sezione Narrativa: Cristiano Caracci
per La luce di Ragusa; Secondo premio della Sezione Narrativa: Marianna
Deganutti per Il Bronzo di Lussino;
Secondo premio ex aequo della Sezione Narrativa: FrancescoTromba per
Pola cara, Istria, Nostra Terra, addio!;
Premio per la miglior opera della Sezione Poesia: Mariella Potocco
Barbato per Istria salve, Memorie sempre vive; Premio per la migliore opera
della Sezione Storia dell’Arte: Pina
Ferro Mosca per Testimonianze pittoriche dell’Istria veneta; Premio per la
migliore opera della Sezione Storia e
Nuove Ricerche: Maria Luisa Molinari
per Villaggio S. Marco Via Remesina
32 Fossoli di Carpi. Storia di un Villaggio per Profughi Giuliani.
Sono state inoltre rilasciate numerose menzioni di merito, per opere
comunque meritevoli, tra cui due alla
memoria: Luigi Sacha Courir per Canzoniere zaratino e Laura Guerra
Parolini per Ricordi.
Le iniziative
per il Giorno del Ricordo
Anche quest’anno, in occasione
del Giorno del Ricordo, la sezione
veronese dell’ANVGD ha voluto organizzare una serie di iniziative aperte
alla cittadinanza e volte ad illuminare, ciascuna in modo diverso, i vari
aspetti che rendono così importante
questa data: la memoria, innanzitutto,
ma anche la cultura, la testimonianza, l’informazione, il dibattito che gli
eventi ricordati ancora suscitano e che
diviene di anno in anno più ricco e
partecipato. Molteplici occasioni di
ritrovo, confronto e approfondimento, per una pagina di storia al tempo
stesso vecchia di sessant’anni, ma che
si offre ai nostri occhi ancora giovane
ed inesplorata, troppo di rado interpellata e “lasciata parlare”, piuttosto invece “fatta parlare”, costretta a dar voce
ad istanze opposte, in bilico tra le verità che di volta in volta si pretendeva
di farle dire e che solo recentemente
si avvia a diventare un oggetto di conoscenza reale e completa. Proprio per
aggiungere qualche tassello al mosaico complesso di questa storia, la settimana dedicata al 10 febbraio si è aperta presso il Circolo Ufficiali di
Castelvecchio aVerona con la presentazione di un libro, «Capuozzo, accontenta questo ragazzo», opera del
giornalista di “Avvenire” Angelo
Picariello e dedicato alla vita di Gio-
COMITATO DI VERONA
Presso il Foyer delTeatro Nuovo di
Verona ha avuto luogo la premiazione
delle opere in concorso della VII edizione del premio letterario “Loris
Tanzella” istituito dal Comitato provinciale Verona su iniziativa della sig.ra
Maria Silvi vedova Tanzella. Presente
un folto pubblico di esuli e loro discendenti, ma anche di simpatizzanti
e di cittadini veronesi che hanno voluto partecipare ad un importante
evento culturale che, anno dopo anno,
si sta affermando a livello nazionale.
Il Premio, finalizzato a divulgare e
salvaguardare il patrimonio storico e
linguistico che contraddistingue la
Verona, Premio “Loris Tanzella”, i premiati della edizione 2008
Verona, Cimitero monumentale.Un’inquadratira della cerimonia
di omaggio al Cippo posato in memoria delle vittime delle Foibe
Verona, Cimitero monumentale. Il corteo delle rappresentanze
civili e militari si avvia a rendere omaggio al Cippo
vanni Palatucci, ultimo questore di Fiume, che sfruttò il proprio ruolo influente non per prevaricare ed opprimere –
come spesso accade quando il potere
viene esercitato in tempi di guerra –
ma anzi per aiutare gli altri in ogni
modo possibile, fino a pagare con la
vita per questa sua scelta. Un personaggio che si staglia sugli orrori della
Seconda guerra mondiale e sulle agonie patite dalla stessa città di Fiume
quale grande esempio di umanità,
coraggio e coerenza con i propri valori, tanto più difficili da mantenere saldi nel tormentato e confuso mondo
che era il confine orientale d’Italia negli anni ‘30 e ‘40. Oltre all’Autore, sono
intervenuti Stefano Filippi, inviato de
“Il Giornale”, in qualità di moderatore, e don Alberto Margoni, direttore di
“Verona Fedele”. Ad aprire l’incontro,
significativamente, le parole del questore di Verona, Luigi Merolla, a testimonianza di come la figura di Palatucci costituisca un grande modello
professionale, oltre che umano, per chi
sul lavoro debba affrontare l’eterno
dilemma sofocleo fra le leggi stabilite
per il mantenimento dell’ordine e le
leggi non scritte dell’etica personale.
Un’altra prestigiosa sede veronese, la bouvette del Palazzo della Gran
Guardia, ha ospitato quello che si può
definire l’evento clou di quest’anno,
ossia l’allestimento di una mostra fotografica, dal titolo «Dedicato al ricordo», ideata e curata dal Comitato provinciale ANVGD di Verona, con la consulenza dello storico Guido Rumici.
Fotografie accompagnate da pannelli
esplicativi, quasi un libro da sfogliare
con la mente, riguardo la storia recente delle terre giuliano-dalmate; un album di ricordi per chi ha vissuto o già
conosceva gli eventi, ma soprattutto
un modo chiaro ed organico per ricostruirli agli occhi di chi poco ne sapeva, o vi si avvicinava per la prima volta. All’inaugurazione, la mattina di
domenica 10 febbraio, erano presenti
Autorità quali il vicesindaco Alfredo
Meocci, il presidente della Provincia
prof. Elio Mosele, il questore Luigi
Merolla e una rappresentanza di
Confoter, ma particolarmente gradita
è stata soprattutto la partecipazione
cittadina, che ha accompagnato numerosa i membri della nostra Associazione anche durante la S. Messa presso il Cimitero Monumentale, seguita
dall’omaggio al cippo posato in memoria delle vittime delle Foibe. Una
cerimonia profondamente sentita, condivisa dagli esuli e dai loro discendenti con militari e comuni cittadini; uno
di quei preziosi, rari momenti in cui
sembra che, dopo oltre mezzo secolo
di dispute estenuanti e memorie contrapposte, si possa finalmente raccogliersi in un silenzio che unisce; in una
preghiera che, commemorando i morti, conceda anche un po’ di tregua ai
vivi.
La mostra è rimasta aperta tre giorni ed ha visto un notevole afflusso di
visitatori, ma la più grande soddisfazione, riguardo l’affluenza di pubblico, ce l’ha data sicuramente la mattina del 12 febbraio, durante la quale,
nell’Auditorium della Gran Guardia,
abbiamo accolto gli studenti delle
scuole veronesi che hanno deciso di
aderire alla nostra proposta. Se già nel
2007 l’analoga iniziativa aveva avuto
un positivo riscontro in termini di adesioni, quest’anno abbiamo persino
dovuto fronteggiare la difficoltà – in
ogni caso graditissima – di trovare posto per tutte le persone presenti in sala,
molte delle quali si sono dovute sistemare in piedi vicino alle pareti. Agli
studenti si sono rivolti gli interventi del
Sindaco di Verona Flavio Tosi, del nostro presidente ANVGD di Verona avv.
Francesca Briani, nonché del presidente di Assoarma nel Veneto, gen.
Edgardo Pisani; erano presenti in sala
anche il prefetto di Verona, Italia Fortunati, ed il questore, Luigi Merolla.
Le più importanti autorità cittadine
hanno manifestato, con la loro partecipazione, l’interesse e la vicinanza
che la città diVerona esprime oggi agli
esuli ed alle loro famiglie, proprio
come fece ieri con i profughi giuliani
che vi arrivarono e trovarono un con-
Maggio 2008
testo perlopiù aperto e generoso, non
soltanto in termini concreti ma anche
a livello di comprensione umana ed
accoglienza priva di pregiudizi. Alla
proiezione del film La città dolente –
splendido, ma senz’altro piuttosto lungo e descrittivo – i ragazzi si sono dimostrati attenti e pieni di interesse, segno che il linguaggio del cinema –
quando il cinema è di qualità elevata
– riesce sempre ad essere una formula
attraente per la sensibilità dei più giovani. Sperando che, dalla visione di
un film, scaturisca la curiosità per un
libro, l’attenzione per proposte future
riguardanti lo stesso tema, o se non
altro la consapevolezza che la storia
non si esaurisce in quello che la vulgata
comune decide di far entrare in un
manuale scolastico.
Veronica Santoro
COMITATO DI TRENTO
In memoria di Don Angelo Tarticchio
e dei “Curati di campagna”
Dal presidente del Comitato
trentino, Anna Maria Marcozzi Keller,
ci perviene il testo del suo intervento
letto a Palazzo Geremia, in occasione
della commemoriazione ufficiale del
Giorno del Ricordo, ed a memoria dei
tantissimi sacerdoti scomparsi. Volentieri ne pubblichiamo un estratto.
[...] Il silenzio che ha sempre accompagnato il nostro destino, prima e
dopo l’Esodo, diventa assordante per
quanto attiene alle esperienze del Clero in Istria e Dalmazia. In un contesto
politico e militare composito e confuso in mille rivoli fra italiani, tedeschi,
fascisti, partigiani comunisti slavi, partigiani non comunisti, i domobranzi,
gli ustascia, i cetnici, si vanno a collocare i “curati di campagna”, unici punti
fermi e di riferimento della popolazione italiana, slovena e croata; poveri
cristi nella bufera di una guerra che
dopo l’8 settembre diventa feroce, crudele nei confronti degli italiani, e dei
sacerdoti che hanno spesso fatto da
collante fra la gente locale e gli occupanti che, a turno, si alternavano nel
vessare la popolazione.
Erano, i curati di campagna, quasi
sempre appartenenti al clero locale
che ben conosceva l’attaccamento
della gente di paese alle proprie tradizioni, alla propria lingua, al cerimoniale religioso, ai loro cori religiosi e
9
DIFESA ADRIATICA
dai comitati
non, che mi incantavano così tanto
quando bambina e da sfollata ascoltavo le loro Messe; ma erano proibite
e pertanto puniti i sacerdoti che non
obbedivano alle leggi che il Ventennio
imponeva, e soprattutto puniti dopo
l’8 settembre 1943 dai partigiani comunisti di Tito, atei per l’ideologia che
li distingueva.
[...] Padre Rocchi denuncia la sparizione di circa duecento sacerdoti di
cui, in Istria, hanno avuto un nome
soltanto 37 preti, ma si sa che sono
stati vuotati conventi di preti, frati e
suore, finiti in fondo ad una foiba o
persi nei vari campi di concentramento e di loro nulla si saprà mai.
Oggi ricordiamo don Angelo
Tarticchio, di Gallesano, parroco per
11 anni diVilla Rovigno. Aveva 36 anni
quando venne prelevato a casa sua dai
partigiani di Tito, presente la sorella
Edina che nulla poté fare; fu malmenato, torturato ed infoibato nella foiba
di Lindaro assieme ad altri 31 sventurati: era il 19 settembre 1943.
Ai famigliari di Don Angelo
Tarticchio viene concessa quest’anno
la Medaglia alla Memoria.
È in corso la beatificazione per don
Francesco Bonifacio, parroco di Villa
Gardossi, aveva 34 anni, ammazzato
di botte e gettato nella foiba di
Grisignana. Don Miroslavo Bulesich
da Zabroni, di anni 27, sgozzato a
Lanischie per aver accompagnato
mons.Ukmar nella cresima a 237 ragazzi. Il Vescovo Ukmar, violentemente picchiato, si salvò perché lo credettero morto. Don Marco Zelco impiccato dai tedeschi a Canfanaro il 9 febbraio 1944; ed i tedeschi parimenti
uccisero sette preti di cui uno, il
francescano padre Emanuele Ongaro
che si era frapposto fra i tedeschi ed i
fedeli rifugiatisi in Chiesa. Di un furioso pestaggio è stato vittima mons.
Santin, Vescovo di Trieste, per aver
voluto celebrare la S. Messa a Capodistria e così per tanti e tanti altri.
Raccontava don Dapiran di essere
rimasto sconvolto e non essere più riuscito a dormire per anni, dopo aver
visto disseppellire e dovuto riconoscere i 94 infoibati di Parenzo, paese ove
era parroco. Descrive bene la situazione mons.Rensi, trentino, parroco di
Pedena, nel suo diario ripreso dallo
storico Guido Rumici: egli racconta le
difficoltà e spesso l’impossibilità di
conciliare razionalità, sentimento e
paura nel gestire situazioni estreme,
Trento, sede del Commissario del Governo, 10 Febbraio 2008.
I riconoscimenti conferiti dal Presidente della Repubblica e consegnati
dal Commissario governativo dott. Michele Mazza nella ricorrenza
del Giorno del Ricordo. È stata insignita la signora Edina Tarticchio
in memoria del fratello don Angelo Tarticchio, sacerdote nato
a Gallesano (Pola). Egli, parroco a Villa di Rovigno, fu prelevato
il 17.09.43, alla presenza della sorella Edina, dai partigiani titini.
Il cadavere venne ritrovato 40 giorni dopo nella cava di bauxite
di Lindaro (Pola). A nome della signora Regina Tarticchio,
recentemente scomparsa, anch’ella sorella di don Angelo Tarticchio,
ha ritirato l’onorificenza Mariangela Fabris (nella foto)
figlia della signora Tarticchio.
Mia madre era stata insignita in memoria del marito
Biagio Fabris nato a Gallesano (Pola).
Prelevato dai partigiani di Tito il 12 maggio ’45, non fu mai ritrovato
della religiosità invocata o contrastata
dalla popolazione locale ed il suo Credo a volte difficile da accettare o da
far accettare.
E, per l’ideologia comunista, l’inutilità dell’essere, come racconta Carlo
Sgorlon nel suo libro La Foiba Grande, ove riporta la concezione che i
comunisti jugoslavi avevano del Clero, per giustificare l’uccisione dei preti: «non producevano nulla, soltanto
chiacchiere e superstizioni, perciò non
avevano diritti di alcun genere». [...]
COMITATO DI VENEZIA
Il Comitato veneziano dell’ANVGD
ha organizzato ben 25 iniziative nell’ambito del Giorno del Ricordo 2008
che si sono sviluppate tra febbraio e
marzo. Conferenze, dibattiti, presentazioni di libri, mostre, proiezioni, incontri con le scuole che sono state realizzate sia nel Comune diVenezia che
in altre località della provincia come
Chioggia, Spinea, Dolo e San Donà
di Piave. Le iniziative hanno avuto
grande consenso e partecipazione e
hanno messo in evidenza i temi collegati alle foibe, all’esodo e alla storia e
alla cultura giuliano-dalmata. Queste
alcune delle manifestazioni che sono
state realizzate.
Si è iniziato il 6 febbraio a Spinea
con la presentazione del libro «Capuozzo, accontenta questo ragazzo –
La vita di Giovanni Palatucci» di Angelo Picariello con la partecipazione
dell’autore, di Delia Strano, assessore
alla Cultura di Spinea, di Alessandro
Cuk, Consigliere Nazionale ANVGD e
di Antonio Zett, consigliere ANVGD di
Venezia.
Il 7 febbraio a Venezia, alla Libreria Mondadori, proiezione del documentario della Regione Veneto «Le
radici del ricordo», cui è seguito un
dibattito con interventi del prof. Giuseppe Goisis, del prof. Daniele Spero,
di Luigi Tomaz, consigliere nazionale
ANVGD e di Tullio Vallery, Presidente
Comitato ANVGD di Venezia.
Il 9 febbraio a Mestre presso il
Duomo San Lorenzo S. Messa in suffragio dei Caduti e degli Infoibati celebrata da mons. Fausto Bonini. Corone
sono state deposte sul cippo nel Cimitero di Mestre e a Marghera sul Piazzale Martiri giuliano-dalmati delle
Foibe.
L’11 febbraio a Chioggia è stato
presentato il libro «Il confine d’Italia
in Istria e Dalmazia» di Luigi Tomaz,
vicepresidente ANVGD di Venezia.
Il 12 febbraio presso il Centro Culturale Candiani di Mestre vi è stata la
presentazione del libro «Il cinema di
frontiera – Il confine orientale» di Alessandro Cuk, a seguire la proiezione del
film «La città dolente» di Mario
Bonnard.
Il 19 febbraio presso la Prefettura
di Venezia cerimonia di conferimento
dei riconoscimenti ai discendenti delle vittime delle foibe, alla presenza del
Prefetto di Venezia Guido Nardone,
del Questore di Venezia, del Comandante Provinciale dei Carabinieri, del
Sindaco di Portogruaro e dei consiglieri
del Comitato A NVGD di Venezia
Sigovini, Gazzari, Belussi e Chiappetta.
Il 21 febbraio a Venezia, presso
l’Ateneo Veneto, presentazione del libro «Guida della Dalmazia» di Alberto Rizzi.
Il 23 febbraio a Spinea, presso Villa Simion, inaugurazione della Mostra
«Istria, sentieri della memoria - Rustici
istriani in miniatura» di Giancarlo Stival
che è proseguita fino al 2 marzo.
Il 3 marzo a Venezia, presso la
Scuola Grande San Teodoro, presentazione del libro «Architettura adriatica tra le due sponde» di Luigi Tomaz
con proiezioni e interventi di Nicola
Mestre (Venezia) Duomo di S. Lorenzo, 9 febbraio.
Un’immagine della cerimonia religiosa
in suffragio dei Caduti e degli Infoibati
Venezia,3 marzo, Scuola Grande San Teodoro.
Presentazione del libro «Architettura adriatica
tra le due sponde» di Luigi Tomaz
Funari, assessore alla Cultura della Provincia di Venezia, di Renato Boraso,
presidente del Consiglio Comunale di
Venezia, del prof. Fulvio Salimbeni e
di Lucio Toth, Presidente nazionale
ANVGD. A seguire vi è stata l’inaugurazione della Mostra sull’Architettura
dell’Istria e della Dalmazia che è proseguita fino al 10 marzo.
Numerosi interventi sono stati effettuati presso scuole diVenezia e della provincia con l’intervento di Regina Cimmino, Antonio Zett, Flavio Asta,
Alessandro Cuk, del Comitato ANVGD
di Venezia, con incontri, conferenze e
la proiezione del documentario «Esodo – la memoria negata».
A. C.
Periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
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Finito di stampare il 28 aprile 2008
10
DIFESA ADRIATICA
Studenti liguri
in visita alla CNI
a Fiume e a Rovigno
Dirigenti e funzionari del Consiglio regionale della Liguria e il presidente della Consulta ligure ANVGD
Fulvio Mohoratz hanno accompagnato gli studenti degli istituti di secondo
grado, vincitori della settima edizione
del concorso dedicato al Giorno del
Ricordo, nella visita alla Comunità
degli Italiani di Fiume. La delegazione
di studenti e dirigenti è stata ricevuta
dalla presidente della CI di Palazzo
Modello e vicepresidente dell’Assemblea di Unione Italiana, Agnese
Superina, che ha rilevato l’impegno
profuso nella conservazione della lingua, della cultura e dell’identità italiane, ed ha voluto sottolineare i costanti
rapporti e lo spirito di collaborazione
tra i connazionali della CI di Fiume e
le associazioni degli esuli e le città italiane dall’altro.
Il presidente del Consiglio regionale della Liguria, Giacomo Ronzitti,
ha rimarcato il legame che unisce
Genova al capoluogo quarnerino. «Ci
sentiamo particolarmente legati a Fiume della quale apprezziamo la vitalità e la storia. Soprattutto apprezziamo
la vitalità della Comunità italiana che
sa far vivere un’antica tradizione nei
tempi del presente promuovendo
un’intensa attività culturale e sociale.
Ci sentiamo inoltre legati a Fiume anche per quanto Genova, che rappresenta il confine occidentale, ha in comune con le vicende del confine
orientale, nonché per le vicende della
portualità che ha contraddistinto en-
trambe. Ci sentiamo infine legati a Fiume – ha concluso Ronzitti – anche per
le vicende recenti vissute dalla popolazione. Proprio a queste si lega il concorso dedicato al Giorno del Ricordo,
un concorso che vuole riaprire una riflessione collettiva su pagine della storia rimaste a lungo bianche e che vanno scritte con coerenza, con coraggio,
con quella forza che deriva dalla dignità. Indagare la storia significa comprenderne le ragioni ed evitare che i
drammi si ripetano».
Maggio 2008
dai comitati
A Fiume studenti e accompagnatori hanno reso vitita alla Scuola Media Superiore e quindi sono stati ricevuti dal console generale d’Italia Fulvio
Rustico. Sempre accompagnati dal
presidente del Consiglio regionale Giacomo Ronzitti, e dai rappresentanti
dell’ANVGD Mohoratz e Gianfranco
Aresca, gli studenti liguri si sono recati
a Rovigno, dove hanno incontrato i
dirigenti della Scuola Media Superiore italiana e il presidente della CI, Elio
Privileggio.
Al Centro di Ricerche Storiche i
giovani sono stati accolti dal direttore,
prof. Giovanni Radossi, che ha tracciato un profilo storico del Centro, sorto nel 1968.
Il viaggio premio degli studenti ha
previsto, nella tappa di Trieste, la visita
alla Foiba di Basovizza.
d.a.
Il Presidente del Consiglio regionale Ronzitti con i ragazzi
che hanno partecipato al concorso indetto per il Giorno del Ricordo
(fonte Consiglio regionale Liguria)
COMITATO
PROVINCIALE DI ANCONA
Genova, Teatro della Gioventù,
la commemorazione del Giorno del Ricordo
(fonte Consiglio regionale Liguria)
Ancona, 10 febbraio 2008. Il discorso dell’Ammiraglio Trevisani,
sullo sfondo il labaro del Comitato provinciale di Ancona
Pola, no al coro in italiano nella Chiesa di S. Antonio
Il presidente dell’UI Furio Radin: «Pola è per statuto una città bilingue»
Pola. Un lancio dell’ANSA del 17
aprile scorso dava notizia delle «tensioni interetniche tra alcuni fedeli italiani e il parroco croato [di San Antonio] dopo che questi avrebbe proibito al coro della chiesa la pluridecennale tradizione di eseguire un
canto liturgico in lingua italiana durante le celebrazioni della messa
domenicale». «I dirigenti dell’Unione italiana (UI) dell’Istria e di Fiume
– si legge ancora nella nota ANSA –
in una conferenza stampa a Pola
hanno espresso la loro solidarietà
con i sei membri del coro parrocchiale che si sono rivolti al vescovo
della diocesi di Pola e Parenzo perché intervenisse presso il parroco
Tomislav Hrstic e permettesse il ripristino della tradizione. Padre
Hrstic [...] avrebbe escluso il canto
liturgico in italiano con la spiegazione che “la messa va celebrata
nella lingua del popolo” (ovvero
quella croata) e che la sua non è
una parrocchia bilingue. Il presidente dell’UI Furio Radin si è detto amareggiato dal comportamento del
Pola, il Municipio e il Tempio di Augusto
parroco [...] ricordando che Pola è
per statuto una città bilingue e che
la Chiesa, quale istituzione che vuole operare nella società, “dovrebbe
rispettare le varie e diverse realtà che
la circondano”».
«La Chiesa – ha detto tra l’altro
l’on. Radin – oggi si pronuncia in
merito ai problemi sociali perché i
fedeli sono appartenenti dell’ambiente sociale a pari diritto. La Chiesa agisce pubblicamente e per questo gode dell’appoggio statale e giustamente si esprime in maniera critica in merito a tutti i problemi sociali, in altre parole è anche passibile di pubblico giudizio, quando
un tanto si rende necessario. Credo
che ci troviamo di fronte ad un caso
del genere e la nostra protesta non
è indirizzata solo a fra’ Tomislav
Hrstiæ, che evidentemente non
comprende la nostra realtà, ma anche alla gerarchia ecclesiastica che
lo sostiene fino innanzi alle porte
vescovili».
La notizia d’agenzia riporta che
«Padre Hrstic [...] ha [...] sottolineato che “le lingue liturgiche in
Croazia sono il croato, il latino e il
paleoslavo, mentre le altre lingue
non hanno uno status regolare nelle celebrazioni liturgiche”».
Dunque, tal Padre Hrstic, degno
erede della storica sensibilità di quel
clero verso le anime e la storia che
non siano di puro sangue croato,
trova finalmente sconveniente che
i fedeli di lingua italiana possano celebrare le funzioni in una lingua
spuria come quella italiana, la lingua di secoli di celebrazioni religiose e di vita sociale nella città di Pola,
notoriamente croata ab origine.
Quel clero custode della più
pura croaticità fa sì che finalmente
appaia in tutta la sua inaudita temerarietà e insolenza la pretesa
invereconda dei fedeli italiani di seguire la Messa una tantum nella lingua madre, pretesa che scaturisce
dalla altrettanto intollerabile presunzione di costituire una comunità
autoctona, erede della latinitas
insediata nella città e nella regione,
a suo dire, ab antiquo. Quando è
risaputo che la storia della città e
della regione è squisitamente croata
ed è ben anteriore ai successivi e
del tutto trascurabili insediamenti romani e alla dominazione straniera
veneziana che tanto hanno stravolto il puro volto croato di quei luoghi.
p.c.h.
Pola, la parrocchia di S. Antonio
Maggio 2008
11
DIFESA ADRIATICA
L’Italia e il suo confine orientale:
la lunga strada di un’idea
Il confine d’Italia in Istria e in
Dalmazia è il titolo del volume di
Luigi Tomaz pubblicato per l’ANVGD
dalle Edizioni Think Adv
(www.thinkadv.it), nel quale lo studioso rievoca e analizza l’idea e
l’evoluzione storica del confine
orientale dalla romanità alla dissoluzione della Jugoslavia di Tito. Un
percorso impegnativo, evidentemente, per il quale l’autore attinge
alla conoscenza maturata attraverso anni di studi e di ricerche.
Dal volume pubblichiamo parte
del capitolo dedicato a Cavour e il
principio del paragrafo successivo,
nel quale si fa accenno alla Repubblica Italiana di San Giusto, nella
delicata fase del processo di definizione dell’assetto politico e statuale
italiano.
CAVOUR
ED IL CONFINE ORIENTALE
Come vedeva Cavour, il grande
tessitore, le aspirazioni risorgimentali di Trieste, dell’Istria e della
Dalmazia?
Precisiamo che Trieste non significava solo la Città, ma anche l’Istria
e la Dalmazia costiere che ne formavano ormai la regione morale ed
economica. Trieste era, all’estremo
suo limite, l’aggancio alla terraferma italiana, dell’Istria e della
Dalmazia.
Sempre più lo sarà dopo il 1867,
con la divisione da Venezia. Per un
cinquantennio (1867-1918) Trieste
assumerà la funzione adriatica già
di Venezia. E sarà il cinquantennio
del grande progresso marittimo
mondiale.
Cavour conosceva bene Trieste,
non tanto perché circondato da mille informatori triestini istriani e
dalmati bene organizzati, con una
efficace centrale a Torino diretta dal
colto e attento Tommaso Luciani,
patriota, storico, già podestà di
Albona d’Istria, ma perché ci aveva
soggiornato in gioventù, nel 1836.
Carlo Ilarione conte Petitti di
Roreto, consigliere di Stato del Re-
gno di Sardegna, aveva pubblicato
nel 1845 il libro Delle strade ferrate
italiane, chiamando astrazione d’impossibile pratica applicazione l’unità
politica d’Italia, sogno di menti esaltate. Sosteneva, nel suo vago federalismo d’affari dalla visuale ancor
piemontese, le tre linee ferroviarie
Torino-Genova-Lago Maggiore e
considerava che il solo scalo naturale dell’alta Italia non poteva che
essere Genova. Il vigile Lloyd di Trieste era insorto decisamente.
Cavour in Revue nouvelle del 1
maggio 1846 aveva replicato con
Des chemins des fer in Italie... (per
forza si stizziva il Tommaseo, venuto da Sebenico a purificare e imporre la lingua italiana!) rimarcando
l’assenza di una visuale Lombardoveneta -triestina, cioè adriatica, oltre che tirrenica, e auspicando, da
quel volpone che era, anche il sollecito collegamento di Trieste con
Vienna.
Commenta nel 1955 Giuseppe
Stefani in Cavour e la Venezia Giulia:
Non ci sembra di poter mettere in
dubbio che con queste parole
Cavour abbia voluto fissare la funzione esercitata in quegli anni da
Trieste quale anello di collegamento non solo economico, ma anche
Odoardo Borrani, Cucitrici di camicie rosse, 1863
spirituale, tra l’Italia e l’Europa centrale.
Nel 1848, il 22 ottobre, nel clima esaltante della Costituzione imperiale, concessa per frenare i moti
rivoluzionari di quell’anno, era uscita La Gazzetta di Trieste animata dal
patriota dalmata di Spalato Giulio
Solitro che nel primo numero aveva
scritto: «Quanto all’affetto all’Italia
– [...] – sfidiamo anima al mondo a
sentirne più di quanto ce ne sentiamo nell’anima noi [...]. All’affetto
nostro per l’Austria voi fate appello!
Non abbiamo orecchi per voi. La
nostra fede politica è una come la
nostra fede religiosa: esse ci rendono bollente il cuore, ardimentoso il
pensiero, sereno il dolore, viva, lieta ed eterna come Iddio la nostra
speranza». [...] E altrove egli solennemente proclama: «Siamo [...] austriaci, dico per leggi e per armi: siamo oggi austriaci, ma delle più accese nostre memorie e de’ nostri
amori più santi, più grandi, delle
nostre gioie, de’ nostri lutti, di tutta
quanta l’anima nostra, siamo italiani, italiani».
Cavour, fondatore e direttore a
Torino del Risorgimento dove nulla
si scriveva che lui non condividesse
essendo il foglio della sua politica
lungimirante e, quando occorreva,
provocatrice, il successivo 17 novembre ’48, aveva pubblicato e sottolineato il seguente commento entusiasta: «Un fatto notabilissimo accade nella stampa italiana. Il Giornale di Trieste, profittando delle libertà strappate all’Austria dall’insurrezione di Vienna, lavora assiduo al
ristoramento dell’opinione italiana
in quella città, dove gli interessi
commerciali parevano averne assorbito ogni altra.
Questa lotta, che ferve da gran
tempo negli animi dei triestini contro un dominio creduto protettore da
molti, dai veraci italiani stimato per
innaturale e tirannico, può condurre ad importanti effetti. Trieste era fin
qui l’appoggio delle idee del gabinetto di Vienna che, favorendo con
Nella stampa d’epoca Daniele Manin,
alla testa di una numerosa folla, in Piazza S. Marco,
issatosi su un tavolo del caffè Florian,
proclama il 23 marzo 1848 la Repubblica di Venezia
ogni possa gl’interessi materiali del
paese, si argomentava di toglierne i
pensieri di nazionalità. Ora questi
risorgono più forti e minacciosi con
la libertà della stampa; eccone di
segni innegabili [...]
Quest’ attitudine della stampa triestina vuol essere grandemente applaudita ed incoraggiata, perché
queg!i scrittori, come chè sotto
l’egida della legge, stanno sotto la
minaccia di un nemico irritato, potente e facile a romper patti, che gli
tornino funesti. [...] Lo scioglimento
del grande dilemma è vicino. Onore agli scrittori italiani di Trieste!»
II Feld-Maresciallo Radetzski col
governatore di Trieste Giulay dichiararono che il giornale è ultra radicale italiano con gli immancabili
incitamenti alla rivolta.
Il 15 gennaio 1849 il giornale
non uscì più: nessun tipografo l’aveva voluto stampare.
La Costituzione era stata aggirata. Poi fu abolita e fu instaurato
l’assolutismo.
1848: CONFINE TERRESTRE
DAL BRENNERO A FIUME
E AL QUARNARO
II 22 marzo ’48 Manin e Tommaseo avevano proclamato la Re-
pubblica italiana di San Marco. La
rivolta degli arsenalotti li aveva fortunatamente fatti padroni dell’enorme armeria dell’Arsenale e la forte
guarnigione absburgica era stata ordinatamente evacuata. Nella sua
laguna Venezia era – allora – imprendibile se non per fame. [...]
II 23 marzo ’48 un gruppo di
Mazziniani capeggiati da Giovanni
Orlandini aveva proclamato la Repubblica Italiana di San Giusto inalberando la bandiera azzurra con la
cosiddetta Alabarda triestina d’oro
ed il tricolore italiano. Dal Carso
imminente erano state puntate le
artiglierie ma la manifestazione era
stata fatta. La gioventù triestina, con
l’istriana e la dalmata, era accorsa a
Venezia e l’Orlandini si era distinto
combattendo a Cavanella d’Adige.
[...]
Nel 1848 la guardia civica di
Roma proclamatasi repubblica di
cui sarà triumviro e dittatore Mazzini
aveva dichiarato al mondo con un
suo famoso proclama: La pace non
ci sarà finché le Alpi nopn sengino
da ogni banda i confini, dal Varo al
Brennero e da questo al Quarnaro.
[...]
Nel disegno di L. Tomaz i confini del Regno d’Italia al 1866.
Con la Terza guerra d’indipendenza il Veneto e parte del Friuli vengono annessi
Luigi Tomaz
12
DIFESA ADRIATICA
IL RICONOSCIMENTO
AI CONGIUNTI DEGLI INFOIBATI
Su esplicita sollecitazione della Commissione governativa competente, ricordiamo che è disponibile la modulistica utile
alla richiesta di riconoscimento per i congiunti degli infoibati e degli uccisi a seguito delle note vicende del nostro confine
orientale, così come previsto dalla Legge
istitutiva del Giorno del Ricordo.
Ogni anno, il 10 febbraio, tali riconoscimenti vengono consegnati in cerimonie
al Quirinale e presso le Prefetture interessate.
Per evidenti motivi anagrafici, le richieste possono essere fatte anche dai discendenti delle vittime, fino al sesto grado di
parentela.
Riportiamo di seguito gli estremi essenziali della Legge n. 92/2004.
Art. 3
1. Al coniuge superstite, ai figli, ai nipoti, e in loro mancanza, ai congiunti fino
al sesto grado di coloro che, dall’8 settembre 1943 al 10 febbraio 1947 in Istria, a
Fiume, in Dalmazia o nelle province dell’attuale confine orientale, sono stati soppressi e infoibati, nonché ai soggetti di cui
al comma 2, è concessa, a domanda e a
titolo onorifico senza assegni,una apposita insegna metallica con relativo diploma
nei limiti dell’autorizzazione di spesa all’articolo 7, comma 1.
2. Agli infoibati sono assimilati, a tutti
gli effetti, gli scomparsi e quanti, nello stesso periodo e nelle stesse zone, sono stati
soppressi mediante annegamento, fucilazione, massacro, attentato, in qualsiasi
modo perpetrati. Il riconoscimento può
essere concesso anche ai congiunti dei cittadini italiani che persero la vita dopo il 10
febbraio 1947, ed entro l’anno 1950, qualora la morte sia sopravvenuta in conseguenza di torture, deportazione e prigionia, escludendo quelli che sono morti in
combattimento.
3. Sono esclusi dal riconoscimento
coloro che sono stati soppressi nei modi e
nelle zone di cui ai commi 1 e 2 mentre
facevano volontariamente parte di formazioni nona servizio dell’Italia.
Art. 4
1. Le domande, su carta libera, dirette
alla Presidenza del Consiglio dei Ministri,
devono essere corredate da una dichiarazione sostitutiva di atto notorio con la de-
scrizione del fatto, della località, della data
in cui o si ritiene sia avvenuta la soppressione o la scomparsa del congiunto, allegando ogni documento possibile, eventuali
testimonianze, nonché riferimenti a studi,
pubblicazioni e memorie sui fatti.
2. Le domande devono essere presentate entro il termine di dieci anni dalla data
di entrata in vigore della presente legge.
Dopo il completamento dei lavori della
commissione di cui all’articolo 5, tutta la
documentazione raccolta viene devoluta
all’Archivio Centrale dello Stato.
Art. 6
1. L’insegna metallica e il diploma a
firma del Presidente della Repubblica sono
consegnati annualmente con cerimonia
collettiva.
La domanda con tutta la documentazione necessaria va inviata a:
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Commissione per la concessione
di un riconoscimento
ai congiunti degli Infoibati – L. 92/2004
Piazza Colonna, 370
00186 Roma
Per ogni informazione si può consultare il sito http://www.anvgd.it/documenti/
leggegiornoricordo.pdf, o telefonare ai
nostri numeri: 06.58 16 852 – 06.58 94
900 nei consueti orari d’ufficio.
Un commento all’emissione del francobollo sul Liceo Combi
Francobollo «ingegnoso»
Il quotidiano di lingua italiana pubblicato a Fiume, “La Voce
del Popolo”, ha pubblicato il 5 aprile scorso un commento di Kristjan
Knez sulla emissione, da parte di Poste Italiane, del francobollo
dedicato al Liceo Carlo Combi di Capodistria: emissione che, come
riportato dalla stampa nazionale e naturalmente da “Difesa” nei
precedenti numeri, è stato presentato l’8 marzo avendo suscitato le
proteste degli ambienti governativi sloveni. Scrive tra l’altro Knez:
«[...] Come ben ricordiamo il medesimo – come quello precedente concernente Fiume – ha “surriscaldato” gli animi di taluni, e
abbiamo nuovamente assistito ad inutili, quanto puerili, polemichette
dal sapore anacronistico. Poiché alla guida della presidenza dell’Unione Europea vi è la Slovenia, qualcuno ha suggerito di procrastinare l’uscita del già ricordato francobollo, per evitare, questo si è
capito, di tangere la sensibilità slovena. [...] In realtà le Poste italiane non hanno fatto nient’altro che dedicare un francobollo ad una
istituzione scolastica di notevole importanza, sorta già nel XVII secolo, come Collegio dei Nobili. In un Paese come l’Italia che sovente ignora l’esistenza di una presenza italiana, che ha espresso
una civiltà anche in territori che non rientrano nei suoi confini, tale
iniziativa non può considerarsi che positiva, anche perché sempre
più di frequente si nota perfino la dimenticanza dei toponimi italici.
Malgrado in quell’“edificio” giustinopolitano si siano formati inge-
Invio questa mia nella speranza che Claudio possa riceverla. Non conoscendolo mi è un po’ difficile iniziare un discorso.
Mi piacerebbe poter avviare una corrispondenza per poter
parlare di molte cose con una persona descritta così meravigliosa.
Figlia di esuli, che non hanno mai parlato del loro passato,
lasciando noi figli “nell’ignoranza” di quanto è successo veramente, ma soprattutto di quanto hanno sofferto in silenzio, ho
perso tutti e due i miei genitori. Sto cercando di ricostruire un
minimo di albero genealogico (difficilissimo) per sapere come
era fatta la mia famiglia ma soprattutto per capire il dolore, la
sofferenza che i nostri genitori non ci hanno raccontato per
risparmiarci dolore e non scatenare forse odio. Se Claudio
vorrà scrivermi sarei molto contenta. Un abbraccio,
Silvana
Passo dopo passo ci si cerca inesorabilmente per abbattere
quel muro di ostracismo verso se stessi. Sì, riconosciamo il nostro
dolore ma dobbiamo prendere atto che anche i profughi erano
giovani e pieni di speranze, che sono state falciate da un dolore
inspiegabile (non razionalizzato ma vissuto con motivazioni
ben precise), seppellito poi per decenni in una memoria ostile.
Cara nuova amica Silvana, sapessi quante volte anch’io ho
tentato di ricostruire le origini della mia famiglia… Magari fosse stato un prestante albero genealogico! Sembrava una fragile
piantina con diversi rami rotti o privi di germogli…
Una volta la mia vita era condita da una tristezza che compariva e spariva in modo incerto, solo perché la mia testa non
gni come Giuseppe Tartini, Gianrinaldo Carli, ossia personaggi di
rilievo europeo, studiosi come Pietro Kandler e Antonio Madonizza,
scienziati della statura di Domenico Lovisato, o uomini d’arme
come Elio Italico Vittorio Zupelli, generale di brigata, ministro della
guerra e successivamente senatore e vicepresidente del Senato, sia
stato espressione culturale di notevole importanza, e fucina di patrioti (ahimé italiani!), determinati ambienti politici sloveni, evidentemente, avevano ritenuto inopportuno che nel Bel Paese si ricordasse siffatto Liceo. Lo stop, inoltre, può venir letto anche da
un’angolazione diversa, cioè il francobollo cita Carlo Combi, erudito, professore, politico e patriota capodistriano, allontanato dall’Austria per le sue posizioni irredentistiche. Come è noto dalle
nostre parti la parola “irredentismo” viene ancora colta come il
“male” per antonomasia, e la “damnatio memoriae” applicata
dall’intellighenzia jugoslava non è ancora venuta meno. Di conseguenza talune pagine “scomode” dei tempi andati si preferisce
accantonarle a casa propria e al contempo si impedisce che anche
gli altri le rammentino. Il francobollo non “rivendica le terre perdute” – questo è l’alibi degli accusatori – bensì è un’attenzione volta a
valorizzare il retaggio storico-culturale di matrice italiana, e, di conseguenza, una presenza etnica, che l’Italia ufficiale, e sbadata, per
troppo tempo ha dimenticato o, addirittura, celato!».
CLAUDIO PER VOI
riusciva a decifrare le risposte dei miei amati genitori. Da molto
tempo mi reputo un privilegiato. Ricerco i miei simili. E meno
male che il mio cuore sfugge alle trappole dell’odio e del rancore.
Mi auguro di poterti rileggere ancora. E grazie ancora per il
tuo contatto molto gradito. Una sincera stretta di mano.
• • •
Salve carissimo Claudio. Ti chiedo scusa se ti porto via del
tempo ma vedi anch’io sono un Istriano come te, uno dei tanti
sparsi nel mondo a cui hanno portato via la patria Italiana,
anch’io sinceramente negli anni caldi ho subito dei grossi torti
da parte dell’OZNA, la famigerata polizia segreta di Tito.
Ma ormai non serve neanche parlare. Penso che tu sei della
mia stessa classe, o là vicino. Io sono del ‘42 e nativo di Pirano.
Adesso sono in pensione dopo aver lavorato 36 anni; ora mi
dedico a parlare con delle persone Istriane come te. Mi fa piacere sentire delle persone che certe cose le capiscono.
Tu sei di Pola: con me lavorava un Polesano, un certo Aldo,
che i suoi genitori avevano una trattoria. Adesso anche lui abita
a Trieste, quasi vicino a me: una brava persona. Penso che ormai sia in pensione: ci siamo persi nel vederci.
Maggio 2008
Notizie liete...
Laurea Luigi Bari
«I modelli di management efficati», questo l’impegnativo titolo della tesi con la quale Luigi Bari si è laureato presso il Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università “La Sapienza” di
Roma.
Al dott. Bari, istriano, i complimenti e gli auguri di “Difesa
Adriatica”.
Note dolorose...
Le figlie e il marito comunicano la scomparsa di
Luciana Cattich
avvenuta a Milano il 14 novembre 2007. Era nata a Zara nel
1924, figlia di Antonio Cattich, vittima delle tragiche vicende del
1943, che costrinsero la famiglia ad abbandonare tutto e cercare
rifugio in Italia. Per tutta la vita, sino allultimo, la memoria vivissima
di quegli anni e l´affetto per quei luoghi l´hanno tenuta legata alla
sua città dalmata. Riposa nel cimitero di Gavirate dove aveva trovato ospitalità come profuga negli anni della guerra e dove si era
sposata.
In Suo ricordo la famiglia offre un’elargizione a “Difesa Adriatica”.
• • •
Sabato 15 marzo 2008, presso l’Ospedale “S. Giovanni Bosco” di Torino è venuta a mancare la signora
Esperia Alacevich
di anni 92, essendo nata nel 1916.
Era figlia di quel Pompeo Alacevich, irredentista di Zara, sorella di Ausonio ed Enotrio.
La fine è venuta a seguito di un breve malore susseguente il
ricovero del marito Adriano che
si è spento due giorni prima
nello stesso Ospedale.
Ne danno notizia le figlie
Gianna e Adriana Bovolenta, i
nipoti Antonio, Bruno e Claudio Alacevich, che ricordano
un episodio di cui era orgogliosa: uno scultore la prese a modella per una statua intitolata
«Testa di ragazza dalmata»
esposta nel Museo di Palazzo
Pitti a Firenze.
Carissimo Claudio, ti chiedo scusa di questo mio invaso
spazio, ma qualche volta serve, no? Ora caro Claudio ti mando
tanti cari saluti. Spero che mi capirai e aspetto un tuo riscontro:
mi farà piacere. Ciao alle prossime.
Mario
Quando leggo messaggi della nostra gente, provo un’emozione profonda e ho l’impressione che si crei finalmente un
dialogo, un confronto sincero tra simili. Molte le cose in comune, troppo il silenzio accumulato in questi decenni, poche le
confidenze, i valori pacifici trasmessi alle nuove generazioni,
la voglia di ascoltarle, di costruire con loro qualcosa di nuovo.
Non dimenticare, carissimo amico Mario, che la nostra gente
è protagonista di un frammento di storia, dolorosamente contraddittorio. Bene, tiriamo fuori la nostra umanità e non comportiamoci come alieni. Abbiamo ancora molto da dire e da
dare. Donami, se te la senti, qualche tuo pensiero. Un sincero
abbraccio.
P.S. E non sottovalutiamo le nuove generazioni. Loro ci osservano e valutano il nostro presente. Ma anche noi abbiamo
molto da imparare da loro, confrontandoci con serenità e senza pregiudizi.
• • •
Chi volesse scrivere a Claudio può inviare una lettera a
Claudio c/o ANVGD, Via Leopoldo Serra 32, Roma 00153; o
una mail a [email protected]; o un fax a 06.58 16 852.
Claudio risponderà nella sua rubrica sul nostro sito internet
e gli interenti verranno poi pubblicati sul nostro giornale.
Maggio 2008
Storia in Rete
gennaio 2008
Come ti scippo (sul web)
il personaggio storico
di Emanuele Mastrangelo
Navigando in rete, e soprattutto su
quella enorme raccolta di dati enciclopedici che è Wikipedia, scopriamo
che per gli internettiani di mezzo mondo gli italiani celebri di Dalmazia…
non sono più italiani! “Croatizzati d’ufficio”, hanno cambiato nazionalità
poeti, matematici, teologi, filosofi,
medici di italianissime origini, lingua
e cultura. Tutti personaggi, però che la
nostra memoria storica ha rinunciato
a rivendicare. E come è ben noto, dopo
un po’ di anni, scatta inevitabilmente
l’usucapione…
“Marco Antonio de Dominis, filosofo, fisico e vescovo croato”. “Anselmo Banduri, storico croato”. “Marino Ghetaldi, matematico croato”…
potremmo continuare (e continueremo) a lungo. [...] La cancellazione
scientifica e sistematica delle vestigia
italiche in quel lembo di terra perduto
dopo mille anni di dominio veneziano, non si arresta solo la pulizia etnica
[...], alla distruzione di monumenti e
vestigia storiche, alla slavizzazione dei
toponimi. [...]
Questo è ciò che è accaduto agli
illustri dalmati dei secoli passati, moltissimi dei quali “croatizzati d’ufficio”
da un drappello di Wikipediani della
Pannonia, agguerrito e determinato a
far sparire ogni traccia di una scomoda presenza non slava oltre Adriatico.
Un drappello altamente efficiente, tanto che la negazione dell’italianità di
importanti personaggi finisce per contagiare anche pagine provenienti da
altre nazioni. [...] E in quella inglese
Cerva viene segnalato prima come
“Croatian poet” e solo dopo come
“Italian poet”. E ancora: Marc’Antonio
de Dominis (1560-1624), singolarissimo personaggio originario dell’isola
di Arbe, teologo, scienziato e soprattutto due volte apostata e inveterato
polemista, diviene nella pagina croata
un “Markantun de Dominis” (tradendo proprio nella venetizzazione del
nome le sue origini non slave). [...] Stessa sorte tocca al povero Ruggero Giuseppe Boscovich (1711-1787, matematico, fisico, astronomo e poeta
raguseo), il quale per colmo della beffa aveva per padre un serbo e madre
un’italiana di Ragusa, che viene considerato croato in praticamente tutte
le pagine di Wikipedia a lui dedicato,
tranne che in quelle italiana e francese. E il suo arruolamento coatto nella
repubblica zagrebina è tale che per
quattro anni, dal 1990 al 1994 sulle
banconote di dinaro croato di ogni
taglio era rappresentato Boscovich (ovviamente col nome slavo di Ruder
Boskovic). [...]
Marc’Antonio de Dominis
(1560-1624)
in una stampa del XVII sec.
13
DIFESA ADRIATICA
RASSEGNA
dedicato alla tragedia delle foibe e all’esodo degli italiani dall’Istria e dalla
Dalmazia. Il cambio di governo a
Varsavia ha facilitato il varo del provvedimento, anche se da parte polacca
permane il rifiuto a collaborare ufficialmente all’iniziativa.
Nuove rivelazioni dagli archivi storici inglesi sulla strage impunita di Vergarolla,
un attentato di cui fu subito sospettata l’OZNA, la polizia segreta di Tito
Il Piccolo
9 marzo 2008
Archivi inglesi:
un fiumano dell’OZNA
autore della strage di Vergarolla
di Pietro Spirito
La strage di Vergarolla, a Pola, che
il 18 agosto del 1946 causò la morte
di settanta persone e un centinaio di
feriti, tutti civili, smembrando intere
famiglie che quel giorno avevano affollato la spiaggia per assistere alla gara
natatoria organizzata dalla «Pietas
Julia», non fu un incidente ma un attentato organizzato dall’OZNA, la polizia segreta di Tito. E uno dei sospetti
attentatori adesso ha un nome e cognome: Giuseppe Kovacich, fiumano,
che veniva spesso a Trieste, in via Cicerone 2, dove c’era una delle basi
dell’ OZNA. Non solo, ma già nel 1946,
in Italia, il SIM, il servizio segreto militare italiano, era perfettamente al corrente di come erano andate le cose, e
anzi furono loro a informare i servizi
alleati. [...]
La nuova verità suVergarolla è contenuta nelle carte dei National Archives
di Kew Gardens, vicino Londra, gli
stessi documenti che hanno permesso la realizzazione dei quattro volumi
del «Piccolo» «Top Secret» su «Trieste
e il confine orientale tra guerra e dopoguerra». [...] Il documento scoperto dagli autori della collana, Fabio
Amodeo e Mario J. Cereghino, è datato 19 dicembre 1946 e ha come titolo
«Sabotage in Pola». È un’informativa
che riporta come fonte la sigla CS, dietro la quale si cela una delle formazioni di spionaggio più attive in Italia nel
dopoguerra: il Battaglione 808° per il
controspionaggio, con sede a Roma,
composto tutto da Carabinieri e dipendente dal SIM, il Servizio segreto militare, che allora – dopo l’8 settembre
’43 – collaborava con gli Alleati. [...]
Altre indagini e pochi giorni dopo,
il 19 dicembre, l’intelligence alleata
segnala ancora una volta ai suoi superiori una notizia di fonte italiana: «La
seguente informazione – si legge nel
documento archiviato con la sigla War
Office 204/12765 Secret – è stata ricevuta dal CS (il controspionaggio italiano, ndr) e proviene da una fonte attendibile, in relazione al sabotaggio di
Vergarolla a Pola, compiuto con mine
e che ha causato la morte di 63 persone. Si segnala che uno dei sabotatori è
Kovacich Giuseppe. Si presume che
la sua descrizione corrisponda con
quella divulgata dagli Alleati, ovvero:
alto, magro, capelli castani, naso
aquilino, occhi blu. Si segnala – è scritto ancora nel report – che Kovacich è
uno specialista in atti terroristici nonché responsabile di numerosi crimini.
In passato si recava regolarmente da
Trieste a Fiume tre volte alla settimana, a bordo di un’automobile targata
“R”: agiva come messaggero per
l’OZNA e riferiva in via Cicerone 2 a
Trieste. Dopo l’esplosione non è stato
più visto in città».
corriere.it
17 marzo 2008
Milano verso il gemellaggio
con Zagabria
Milano e Zagabria sulla strada del
gemellaggio: il sindaco Letizia Moratti
ha firmato lunedì a Palazzo Marino
con il collega Milan Bandic un protocollo di collaborazione, prima tappa
di un’intesa per lo scambio di buone
pratiche che potrebbe diventare duratura. L’accordo si sviluppa su più fronti: dall’ecologia e la gestione urbana
del traffico, all’agricoltura, dalla cultura al marketing territoriale. L’intesa
durerà due anni ma già il prossimo
anno sarà sottoposta a una verifica di
metà percorso. «Scambiare esperienze in settori importanti per la vita delle
città – ha spiegato Letizia Moratti – è
un arricchimento sempre più necessario in un momento in cui le città si
trovano ad affrontare sfide globali a cui
devono dare rapidamente risposte
concrete. L’anno prossimo faremo una
prima verifica del percorso di collaborazione con Zagabria: il nostro
obiettivo è rafforzare sempre di più
questa intesa o con un nuovo accordo o con un gemellaggio». [...]
ilvelino.it
20 marzo 2008
A Berlino memoriale
dei profughi tedeschi e istriani
di Enzo Piergianni
Il governo federale guidato da Angela Merkel ha approvato oggi il provvedimento per la costruzione a Berlino di un Centro di documentazione
sull’esodo forzato dei profughi tedeschi dalla loro terra alla fine della Seconda guerra mondiale. La realizzazione del progetto, che prevede una
spesa di 29 milioni di euro, è stata a
lungo ostacolata dalle autorità di
Varsavia nel timore di una rappresentazione distorta degli avvenimenti culminati nella fuga dall’Europa orientale di milioni di tedeschi sopraffatti dall’avanzata dell’Armata Rossa. Il provvedimento odierno deliberato su proposta del ministro della Cultura Bernd
Neumann (CDU) prevede l’allestimento di un’esposizione permanente per
fornire “un segno visibile contro la fuga
e l’espulsione”. La gestione del Centro sarà affidata al Deutsches Historisches Museum di Berlino e avrà un
finanziamento statale annuo di 2,4
milioni di euro. “È pensabile che nel
Centro berlinese la documentazione
del fenomeno abbia una dimensione
internazionale, per cui potrebbe venire illustrato in tale sede anche il dramma degli italiani che dovettero abbandonare l’Istria e la Dalmazia”, ha dichiarato al Velino Walter Stratmann,
portavoce della Lega dei Profughi che,
con l’appoggio della Cancelleria, è stata la principale sostenitrice dell’iniziativa. Nella mostra organizzata l’anno
scorso proprio dalla Lega dei Profughi, e che prefigurava il nuovo Centro
di documentazione, un settore era
La Voce del Popolo
21 marzo 2008
Il degrado del convento
benedettino di Daila
di Franco Sodomaco
Paesaggisticamente parlando,
Daila è un paradiso terrestre. Se a pochi chilometri da Cittanova, si gira a
destra, arriviamo all’ex convento dei
Padri benedettini [...]. Il convento, che
oggi versa nel più completo abbandono, per molti anni ha ospitato gli anziani del Buiese, in condizioni però di
estremo degrado [...]. Da convento, a
ospizio, a rovina. In mezzo secolo gli
eventi e gli uomini hanno deciso il
destino del convento. Tuttavia a chi
piace l’Istria e chi apprezza il passato,
troverà l’area del convento ancora
oggi, e nonostante l’abbandono di una
rara bellezza. Lo spazio antistante al
cortile-giardino è delimitato da due
edifici lunghi e bassi sul mare, cui si
accede da un elegante portale. Davanti
si espande tutto l’arco del piccolo golfo di Carigador, mentre a sinistra c’è la
secca e dopo la boa, il mare aperto.
La denominazione di San Giovanni di
Daila e il rinvenimento di sarcofagi e
tombe, testimoniano la presenza dei
monaci greci Calogeri, giunti nel VI
secolo e scomparsi assieme al dominio bizantino.
Le terre, fertili e meravigliose, passarono poi ai vescovi di Cittanova e
quindi a quelli di Capodistria. Dopo
l’estinzione di questa famiglia, il feudo
passò verso la metà del Settecento, ai
conti Grisoni di Capodistria, parenti
diretti dei Sabini. La loro signoria, superata la bufera napoleonica, scomparve dopo la morte di Pompeo
Grisoni, tenente della cavalleria austriaca ed unico erede del conte Francesco, avvenuta a Milano nel 1833,
in seguito a un duello. Egli, dopo la
disgrazia forse per un’esigenza morale, e di espiazione o per suffragare l’anima del figlio, cui era stata negata la
sepoltura ecclesiastica, nominò eredi
i Padri benedettini. [...]
Daila e San Lorenzo oggi hanno
cambiato volto, a causa del cosiddetto “mattone selvaggio” che gradualmente sta portando alla nascita di decine e decine di nuovi appartamenti
per il turismo. Per questa ragione, val
la pena di godersi questi ultimi scampoli di storia, e visitare quello che resta del convento dei benedettini, prima che sparisca anche quello.
La Voce del Popolo
22 marzo 2008
Mailing List Histria
il 1° giugno a Fiume
Abbiamo appreso in questi giorni
che la settima edizione del tradizionale Raduno dei membri di “Mailing
list Histria”, gruppo di discussione in
internet di cui fanno parte esuli e rimasti e loro simpatizzanti nato nell’aprile del 2000 con lo scopo di preservare e tutelare l’identità culturale
istriana, fiumana, quarnerina e dalmata
di carattere italiano, si terrà a Fiume il
prossimo 1.mo giugno. Dopo gli appuntamenti di Cesenatico, Roma,
Pirano, Rovigno, Albona e l’anno scorso Pola, questa sarà dunque la volta
del capoluogo quarnerino. Ad ospitare l’incontro, durante il quale anche
questa volta avrà luogo la premiazione
dei ragazzi vincitori della settima edi-
zione del Concorso letterario bandito
dalla ML, sarà la Comunità degli Italiani di Fiume. [...]
Vaccari News
28 marzo 2008
Saluti da Fiume:
la città in cartolina
Città recentemente…travolta dal
francobollo che richiama la presenza
italiana, ora è protagonista di un libro
firmato da Milovan Cemovic. Intitolato Moj grad Rijeka-Fiume - Na starim
razglednicama 1890-1920 primorskogoranska zupanija, ne propone una
lettura attraverso le cartoline stampate
nel trentennio 1890-1920.
L’impostazione è analoga ad un
altro lavoro dell’autore, in quel caso
riguardante il Montenegro: pagine di
grande formato e a colori per valorizzare le immagini, testi introduttivi
multilingue (anche in italiano), attenzione ai passaggi storici, sociali ed
economici che la città e il suo territorio hanno subìto nel periodo considerato. E una consapevolezza… postale, sottolineata nell’introduzione da
Aleksandar Lecovic, il quale scrive:
“Indipendentemente dalle vicissitudini storiche che hanno visto il susseguirsi di vari governi, di vari stati,
dall’asburgico al croato, dall’ungherese all’italiano, la lingua parlata dalla
gente, le espressioni culturali, la documentazione amministrativa ufficiale sono fondamentalmente italiane”.
Ed è così anche per le cartoline riprodotte nella raccolta: “quasi tutte hanno le diciture in italiano”.
La Voce del Popolo
5 aprile 2008
“Rivista dalmatica”:
un secolo di cultura
La Comunità degli Italiani “Don F.
Carrara” di Spalato ha ospitato nei giorni scorsi il prof. Fulvio Salimbeni, dell’Università di Udine, che ha tenuto
una conferenza dal titolo Cent’anni di
cultura dalmata: un secolo (18991999) di “Rivista Dalmatica”. Alla serata – l’evento è stato organizzato dalla CI in collaborazione con l’Unione
Italiana e l’Università Popolare di Trieste –, oltre a un folto pubblico, ha
presenziato pure il Console generale
d’Italia a Spalato, dott. Augusto
Vaccaro. Il prof. Salimbeni ha illustrato, nella sua esposizione, la “Rivista
Dalmatica”, pubblicazione trimestrale
dell’Associazione Nazionale Dalmata,
facendo una rassegna storico-letteraria brillante. Salimbeni ha ricordato gli
scritti più rappresentativi di carattere
letterario, filosofico e filologico pubblicati in cent’anni di attività.
Fondata a Zara nel 1899 da Roberto Ghiglianovich e Luigi Ziliotto, la
rivista ha proposto durante più di un
secolo di esistenza i commenti, le ricerche, i saggi e articoli di vario genere di autori italiani della Dalmazia, da
NicolòTommaseo fino a Enzo Bettiza,
da Diego de Castro a Claudio Magris.
Ansa
9 aprile 2008
Cossiga: sempre avuti contatti
coi Servizi jugoslavi
“Anche durante i Governi democristiani abbiamo sempre avuto contatti con Tito e con i servizi segreti jugoslavi”: lo ha detto oggi, a Gorizia, il
Presidente emerito della Repubblica,
Francesco Cossiga. Cossiga, in risposta ad alcune critiche di Roberto
Menia, vicepresidente dei deputati di
AN, ha aggiunto tuttavia “di non essere mai venuto da queste parti per innalzare statue a Tito”. Cossiga ha voluto ricordare che “Tito e la Jugoslavia, dopo la rottura con il Comintern e
Stalin, erano divenuti una ‘cerniera’ tra
Urss e Nato. Non potevamo dirlo – ha
concluso – ma avevamo contatti diretti con Tito e con i servizi segreti di
Belgrado”.
14
DIFESA ADRIATICA
Maggio 2008
The 2008 Elections: the FedEsuli document sent to the political parties
Compensations, repayments, assisted
indemnities, official registry, pensions:
Let’s show the next Government our priorities
In the painful years of exile, after
having been torn from our birthplaces
in the aftermath of the folly of war, we
have endlessly sought out political
representatives in order to obtain
justice for our people. Decisively, we
once again raise our voices to the
Political Parties running in this year’s
elections to ask for their attention
regarding the problems and interests
at the heart of the Istrian, Fiume and
Dalmatian Exiles’ Associations.
If it is true that the Day of Remembrance, which has finally rendered
justice to our history, was instituted by
bipartisan vote only in 2004, it is also
true that the community of Exiles is still
waiting for real justice to be bestowed
upon them.
We ask that, among the first acts
carried out by the new Government
in the next few months, there be
constituted a “coordination desk” with
the Associations of Exiles, with the goal
of finding definitive solutions to the
numerous problems that, for over sixty
years now, have plagued our people.
We ask for renewed attention
regarding the following areas:
1) the approval of a law that
sanctions the equal and definitive
compensation for the properties of the
Exiles in Istria, Fiume and Dalmatia
which Italy used to pay for war
damages that should have been
sustained by the entire country. This is
the expectation most strongly felt by
the majority of the exiles.
2) The revision of the Treaty of
Rome between Italy and the return of
exile properties still within the
availability of the governments of
Slovenia and Croatia, and the nondiscrimination, on the part of internal
legislatures, of these Countries towards
Italian citizens.
3) Problem areas in official registries, identity cards, licenses, health
care cards, pension details, social
security numbers: there are still many
cases of alteration regarding the place
of birth of exiles.
4) The approval of a permanent
law that favors the associations of the
Istrian, Fiume and Dalmatian exiles in
Italy, for the protection and patronage
of Italian historical, artistic, and cultural
traditions.
5) The approval of a permanent
law that favors the activities of the
Italian Communities in the former
Yugoslavia.
6) The safeguarding of tombs and
civilian monuments written in Italian
in Istria, Fiume and Dalmatia.
7) The solution of yet unsolved
problems regarding Popular Housing.
8) The approval of a law regarding
citizenship to be extended to people
of Italian nationality who are residents
in those areas of Dalmatia which did
not belong to Italy at the time of the
1947 peace treaty. The rebirth of Italian
communities in Croatia, Slovenia and
southern Dalmatia has shown itself to
be a vital instrument of Italian presence
and cultural collaboration with local
associations and Croatian, Slovenian
and Montenegrin universities.
The solution of these problem
would finally consent to a closure of
those contentious areas so painful to
our people who still feel very poorly
considered, after so many years of
never obtaining rights which should
justly be theirs.
Rome - Trieste,
March 31st, 2008
President
Renzo Codarin
Vice President
Lucio Toth
An “ad acta” Superintendent is proposed
for definitive and just compensations
It was an important week
“put into practice what is
for the Federation of Exiles.
already law, if necessary by
After a meeting with Renzo
means of an “ad acta” superTondo and the announcement
intendent, to act in haste
that the Association of the
regarding compensations,
Istrian Communities would be
while on the other side we can
re-entering its ranks, in the “saopen talks with Croatia and
lotto azzurro” of the Trieste
Slovenia (especially after the
City Hall, the European ComSlovenian elections, which will
mission Vice President Frantake place in the Fall) to reco Frattini, accompanied by
examine possible property
Mayor Roberto Dipiazza,
returns (there seems to exist, at
received a delegation from the
least in Croatia, quite an
Federation of the Exiles Assoopenness, especially when
ciations: Association of the
dealing with properties in areas
Istrian Communities President
that are losing population), and
Trieste, City Hall. The European Commission
Lorenzo Rovis and Vice Prefull cooperation in promoting
sident Niccolò Novacca, the Vice President Franco Frattini, on the left, with important activities, also in a
Mayor of the City of Fiume in the President of the Federation of Istrian, Fiume European context, to re-launch
and Dalmatian Exiles’ Associations, Renzo
exile, Guido Brazzoduro, the
the culture of Istrian and
Codarin, during an institutional meeting
Representative of the Free City
Dalmatian culture and civiliof Zara in exile, Renzo de’ Vidovich, the Trieste-Adriatic area which, thanks zation.
and A NVGD national councilman to Europe, is being renewed in its
“I am very sensitive to this topic,”
Simone Peri, who is also President of respect to multiculturalism and history. he emphasized. “I think that because
It is important therefore to act with this of this, but especially the city of Triethe Montonese Family.
Also present were several out- new Government so that it will ste, can help your promotion of
going members of Parliament fromTri- “activate ties with the Exiles in order initiatives to help keep these cultures
este, the City Council President, and to achieve concrete results, beginning and traditions alive, in a true European
with serious, just, and definitive context. What does this mean? That any
various City Council members.
Mayor Dipiazza opened the mee- compensations, with good end results conflicting claims must be excluded,
ting, underlining the city’s commitment wherever possible. The incredible in the knowledge that the cultures of
to bring to fulfilment, in a just and de- slowness of government offices, even this area are the founding cultures of
finitive manner, the matters of com- in this transition period, has created this entire region. This is a point that
pensation towards the Exiles, who paid bitterness and difficulty in the rela- we can work on, in a concrete
the entire nation’s war debts with their tionship that Italy has with Slovenia ad manner.”
own properties. Dipiazza mentioned Croatia”.
The final speaker was the director
These concepts were also ex- of the IRCI who sustained, from the
this problem’s being dragged on for
over sixty years, stating that “now, pressed by the other representatives of diversified point of view of the Union
finally, with the borders having begun the Associations of the Federation, who of Istrians, the necessity of “the return,
to come down, better conditions exist also showed vivid interest in the and not the re-purchasing, of the Exiles’
for the new Government in Rome to preservation of witnessing of historical properties, as stated in the 1947 peace
come to a definitive close regarding and cultural memory of the Exile treaty.”
these matters. My tenure as mayor will populations, and the development of
He made it clear that a “European
end in three years’ time, and I have a these populations’ culture in its own solution should be found and folstrong desire to see a solid, definitive right, for the construction of its future. lowed, since Italy, up to now, has
The Vice President of the European hardly satisfied the Exiles’ expecsolution, in terms of real justice, of all
Commission answered all questions, tations.”
the derivatives of this tragic Exile”.
Federation President Renzo Co- agreeing fully with the idea of opening,
darin reminded those present that the as soon as possible, the Governmentrtg
(from www.arcipelagoadriatico.it)
Exiles are an important component of Exiles “desk”, to take on three themes:
European Commission Vice President Frattini agrees
with the request of the Federation of Associations to reopen
the Government-Exiles “Coordination Desk” in order to deal with
the eight points outlined in the document put out by the Federation
RECOGNITION
OF FOIBE VICTIMS’FAMILIES
We would like to remind our readers that, upon explicit request to the
specific government office named below, forms are available for the
recognition of family members of victims killed, whether in the foibe or in
other ways, during the events on our eastern border, as specified in the
institutional law of the Day of Remembrance.
Every year, on the 10th of February, this official recognition is extended
in ceremonies, either at the Quirinale Presidential Palace or in local
government offices.
For obvious reasons, the requests can be made by the victims’
descendents, up to the 6th degree of parentage.
Following is a synthesis of Italian Law 92/2004.
Article 3
1. To the surviving spouse, children, grandchildren and, in their absence,
to relatives up to the sixth degree of parentage, of those who, from the 8th of
September, 1943 to the 10th of February, 1947 in Istria, Fiume and Dalmatia
or in the provinces of the current eastern border, were killed in the foibe, as
well as those treated under Paragraph 2 of this Article, all shall be given,
upon request and as an honor without monetary compensation, a special
metal plaque and a commemorative certificate within the limits of expense
authorized in Article 7, section 1.
2. With the foibe victims we associate, to all effects, those who
disappeared and those who, in the same period and in the same geographical
areas, were killed by drowning, gunshot, massacre, assassination, no matter
how these were perpetrated. Recognition can also be given to relatives of
Italian citizens who lost their lives after February 10th, 1947, and through
1950, if death occurred as a result of torture, deportation and imprisonment,
with the exclusion of those who died in combat.
3. Excluded from this recognition shall be those who lost their lives in
the conditions described in Paragraphs 1 and 2, if they were voluntarily
involved in formations not in the service of Italy.
Article 4
1. The requests, in letter form, addressed to the President of the Council
of Ministers, must be supplemented by a declaration which substitutes a
notary’s act, and must declare a description of the fact, place and date in
which the death or disappearance occurred, or is presumed to have occurred,
attaching every possible document, any witnesses’ reports, and any or all
references to studies, publications, and documented memories of the fact.
2. The requests must be presented within 10 years of the Law’s coming
into effect. At the end of the commission’s work, as defined in Article 5, all
the documentation collected will become part of the Central State Archives.
Article 6
1. The metal plaque and commemorative certificate signed by the
President of the Italian Republic, are presented every year in a collective
ceremony.
The request, with all necessary documentation attached, should be
sent to the following address:
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Commissione per la concessione di un riconoscimento
ai congiunti degli Infoibati – L. 92/2004
Piazza Colonna, 370
00186 Roma
Italy
For information, please refer to our website:
http://www.anvgd.it/documenti/leggegiornoricordo.pdf
(Traduzioni di Lorie Ballarin)
Maggio 2008
Elecciones 2008: el documento enviado por FedEsuli a las fuerzas políticas
Indemnizaciones, devoluciones, recuperaciones favorables,
registro de habitantes, pensiones:
indicad las prioridades al próximo Gobierno
En los dolorosos años del exilio de
las tierras natales de las que hemos sido
arrancados a fuerza de la locura de la
guerra, nos hemos dirigido repetidamente a los representantes de la
política para obtener justicia para
nuestro pueblo.
Con decisión alzamos otra vez
nuestra voz dirigiéndonos a los Partidos
Políticos implicados en las elecciones
del 2008 para pedir atención a los
problemas y a los intereses de los que
son portadoras las Asociaciones del
exilio istriano, fiumano y dalmata.
Si es verdad que el “Día del
Recuerdo” de las foibe y del éxodo,
que rinde finalmente justicia a nuestra
historia, ha sido instituido por el Parlamento con voto bipartido en el 2004,
además es verdad que a la comunidad
de los desterrados todavía se le debe
rendir justicia.
Pidamos que entre los primeros
actos del Gobierno que tome posesión
en los próximos meses, sea instituida
una nueva “mesa de concertación”
con las Asociaciones de los desterrados
con el objetivo de dar una solución
definitiva a los numerosos problemas
que desde hace más de sesenta años
preocupan a nuestra gente.
Entre lo 8 puntos presentados
por la Federación de las
Asociaciones de los Desterrados
el primero concierne la aprobación
de una ley que sancione la justa
y definitiva indemnización por los
bienes de los desterrados en Istria,
Fiume y Dalmazia con los cuales
el Estado italiano ha pagado a la ex
Yugoslavia los daños de guerra debidos
por el País entero. La última ley salida
en orden de tiempo en favor de cuantos
han perdido sus bienes inmuebles
y muebles se remonta al 2001,
y el Estado italiano todavía no ha
terminado de liquidar lo previsto
por aquella disposición
Pidamos una renovada atención a
los siguientes argumentos:
1) La aprobación de una ley que
sancione la justa y definitiva indemnización de los bienes de los
desterrados de Istria, Fiume y Dalmazia
con los cuales el Estado italiano ha
pagado a la ex Yugoslavia los daños
de guerra debidos por el País entero.
Es la expectativa más sentida por la
grande mayoría de los desterrados;
2) la revisión delTratado de Roma
entre Italia y Yugoslavia y la devolución
de los bienes a los prófugos que están
todavía en las manos de los Estados
de Eslovenia y Croacia además de la
no discriminación de las legislaciones
internas de estos Países de cara a los
ciudadanos italianos;
3) problemáticas en materia de
registro de habitantes, documentos de
identidad, carnés, tarjetas sanitarias,
posiciones de pensiones, códigos
fiscales, dados los todavía numerosos
casos de alteración de los lugares de
nacimiento de los desterrados,
4) la aprobación de una ley permanente en favor de las asociaciones
de los desterrados istrianos, fiumanos
y dalmatos en Italia, para la tutela del
patrimonio histórico, artístico y de las
tradiciones culturales italianas;
5) la aprobación de una ley permanente en favor de las actividades
Propuesto un Comisario “ad acta”
para indemnizaciones justas y definitivas
Semana significativa para la
Federación de los Desterrados. Después del encuentro con Renzo Tondo y el anuncio de la vuelta a sus filas
de la Asociación de las Comunidades
Istrianas, en el Salón Azul del Municipio de Trieste, el Vicepresidente de la
Comisión Europea Franco Frattini que,
acompañado por el Alcalde Roberto
Dipiazza, ha recibido una delegación
de la Federación de las Asociaciones
de los Desterrados istrianos, fiumanos
y dalmatos guiada por el presidente
Renzo Codarin y compuesta además
por el presidente de las Asociaciones
de las Comunidades Istrianas Lorenzo Rovis con el vice Niccolò Novacco,
Guido Brazzoduro alcalde del Libre
Comune de Fiume en exilio, Renzo
de Vidovich representante del Libre
Comune de Zara, y Simone Peri
consejero nacional de la Asociación
Nacional Venezia Giulia e Dalmazia
además de presidente de la Familia
Montonese. Estaban presentes también
diversos parlamentarios triestinos
salientes, el presidente del Consejo
comunal, asesores y consejeros
comunales. Ha introducido el encuentro el Alcalde Dipiazza que ha
rebatido el compromiso de la ciudad
a fin de que sea llevada a una
conclusión en términos justos y definitivos la cuestión de las indemnizaciones debidas a los Desterrados
que han pagado con los propios bienes
la deuda de guerra del régimen. Una
situación que se arrastra ya desde hace
más de 60 años, por lo que, ha repetido
Dipiazza «hoy existen, finalmente,
también con la caída de los confines,
las mejores condiciones para que el
nuevo Gobierno que tome posesión
en Roma pueda efectivamente encaminar la fase conclusiva de esta larga
partida. Mi mandato acabará dentro
de tres años y tengo un grande deseo
de ver, en este tiempo, por lo menos
delinearse, con hechos concretos, la
solución definitiva, en términos de real
justicia, de todas las querellas y los
asuntos derivados de aquel trágico
Éxodo».
El presidente de la Federación,
15
DIFESA ADRIATICA
Casas abandonadas por los prófugos
italianos de Istria en el momento de la
ocupación de los partidarios de Tito.
El vicepresidente de la Comisión
Europea, Frattini, ha declarado
la voluntad de estudiar formas
de ulterior resarcimiento y justas
reevaluaciones de las indemnizaciones
por los bienes inmuebles perdidos
Renzo Codarin, ha recordado como
los Desterrados son una componente
importante de aquella área adriática
que gracias a Europa se esta recomponiendo en el respeto de la historia y
del cruce de culturas. Es importante
entonces trabajar para que el nuevo
Gobierno, «active la mesa de trabajo
con los Desterrados y lleve a resultados
concretos, a partir de una indemnización seria y sobretodo definitiva,
a una justa devolución de los bienes
abandonados allí donde sea posible.
La increíble lentitud de las oficinas
competentes, también en esta fase
transitoria, ha contribuido notablemente a exasperar los ánimos y por
tanto a hacer más difíciles las relaciones de Italia con Eslovenia y con
Croacia».
Conceptos subrayados también
por los otros representantes de las
Asociaciones de la Federación han por
fin remarcado el vivo interés también
por la conservación de los testimonios
de la memoria histórica y cultural de
las poblaciones del Éxodo, además de
formas de desarrollo de la cultura
misma de un pueblo esparcido que
anhela construir un propio futuro.
Ha contestado a todos el Vicepresidente de la Comisión Europea con
dividiendo en primer lugar la petición
de cuanto más inmediata posible
reabertura de la «mesa» GobiernoDesterrados para afrontar tres temas:
«erogar de inmediato cuanto ya previsto por ley – también a través del
eventual nombramiento de un “comisario ad acta” que proceda en vía de
urgencia a tales liquidaciones –; por
tanto, para evaluar formas de ulterior
resarcimiento y justas reevaluaciones
de las indemnizaciones, mientras por
otra parte se puede abrir de nuevo un
dialogo con Croacia y Eslovenia
(sobretodo después de las elecciones
políticas eslovenas del próximo otoño)
para reexaminar la partida de las
posibles restituciones (parece existir en
este sentido una disponibilidad, en
particular croata, por lo relacionado
especialmente con los bienes abandonados en localidades que se han
quedado con el tiempo cada vez
menos habitadas); plena abertura en
fin a activar iniciativas importantes,
también en clave europea, para un
lanzamiento de la cultura de la
civilización istriana y dalmata.
«Soy muy sensible a este argumento – ha subrayado –. Creo que esta
región, pero sobretodo la ciudad de
Trieste pueda ayudaros a promover de
modo continuo, con la colaboración
del gobierno central, las iniciativas para
tener viva esta cultura y estas tradiciones en una verdadera clave europea.
¿Qué significa? Que se excluye toda
reivindicación conflictiva, con el
conocimiento de que las de este territorio son las culturas fundacionales de
esta región. Y es una cosa sobre la que
nosotros podremos trabajar concretamente».
La última intervención ha sido la
director del IRCI para sostener, desde el
diversificado punto de vista del la
Unión de los Istrianos, la necesidad
de la «restitución, y no readquisición,
de los bienes de los Desterrados, según
lo previsto por el Tratado de Paz del
1947», siguiendo en esto – ha dicho –
una “vía europea” habiendo hasta
ahora Italia bien poco satisfecho las
expectativas de los Desterrados».
rtg
(de www.arcipelagoadriatico.it)
de las Comunidades de los desterrados
Italianos en la ex Yugoslavia;
6) la salvaguardia de las tumbas
y monumentos civiles con escritos en
lengua italiana en Istria, Fiume y
Dalmazia;
7) la solución a las problemáticas
todavía detenidas en relación al sector
de las Casas Populares;
8) la aprobación de una ley sobre
la ciudadanía que se extienda a las
personas de nacionalidad italiana
residentes en Dalmazia, que no
pertenecían a Italia en el momento del
Tratado de Paz del 1947. El renacimiento de las comunidades italianas
en Croacia, Eslovenia y Dalmazia
meridional se ha revelado un in-strumento esencial de presencia italiana
y de colaboración cultural con los
entes locales y las universidades
croatas, eslovenas y montenegrinas.
La solución de las problemáticas
evidenciadas arriba consentiría finalmente el cerrar aquella querella que
adolora a nuestro pueblo que se siente
todavía poco y mal considerado no
habiendo conseguido aún, después de
tantos años los que retiene sus justos
derechos.
Roma – Trieste, 31 marzo 2008
El Presidente
Renzo Codarin
El Vicepresidente
Lucio Toth
EL RECONOCIMIENTO
A LOS ALLEGADOS
DE LOS ENFOIBADOS
Bajo explícita solicitud de la Comisión gobernativa competente,
recordamos que están disponibles los formularios útiles para la petición de
reconocimiento para los allegados de los enfoibados y de los asesinados a
continuación de las sabidas calamidades de nuestro confín oriental, así
como previsto por la Ley institucional del Día del Recuerdo.
Cada año, el 10 de febrero, tales reconocimientos son conferidos en
ceremonias en el Quirinale y en las Prefecturas interesadas.
Por evidentes motivos de registro, las peticiones peden ser hechas
también por los descendientes de las victimas, hasta el sexto grado de
parentela.
Mostramos a continuación los fragmentos esenciales de la Ley n. 92/
2004.
Art. 3
1. Al cónyuge sobreviviente, a los hijos, a los nietos/sobrinos, y en su
falta, a los parientes hasta el sexto grado de aquellos que, desde el 8 de
septiembre de 1943 al de 10 febrero de 1947 en Istria, en Fiume, en
Dalmazia o en las provincias del actual confín oriental, han sido eliminados
y enfoibados, así como a los sujetos de los cuales en el párrafo 2, es
concedida, a petición y a título honorífico sin cheques, una conveniente
insignia metálica con relativo diploma en los límites de la autorización de
gasto en el articulo 7, párrafo 1.
2. A los enfoibados son asimilados, a todos los efectos, los
desaparecidos y cuantos, en el mismo periodo y en las mismas zonas, han
sido eliminados mediante anegamiento, fusilamiento, masacre, atentado,
de alguna manera perpetrados. El reconocimiento puede ser concedido
también a los allegados de los ciudadanos italianos que perdieron la vida
después del 10 de febrero de 1947, y hasta el año 1950, cuando la muerte
se haya dado como consecuencia de torturas, deportaciones y cautividad,
excluyendo aquellos que han muerto en combate.
3. Están excluidos del reconocimiento quienes han sido eliminados
en los modos y en las zonas de las cuales en los párrafos 1 y 2 mientras
hacían voluntariamente parte de formaciones no en servicio de Italia.
Art. 4
1. Las peticiones, en carta libre, dirigidas a la Presidencia del Consejo
de Ministros, deben estar acompañadas de una declaración sustitutiva de
acto notorio con la descripción del hecho, de la localidad, de la fecha en la
cual se sostiene haya ocurrido la eliminación o la desaparición del familiar,
adjuntando todos los documentos posibles, eventuales testimonios, así como
referencias a estudios, publicaciones y memorias de los hechos.
2. Las peticiones deben ser presentadas antes del final del décimo año
desde la entrada en vigor de la presente ley. Después de la conclusión del
trabajo de la comisión del cual el artículo 5, toda la documentación recogida
será devuelta al Archivo Central del Estado.
Art. 6
1. La insignia metálica y el diploma firmados por el Presidente de la
República son entregados anualmente con ceremonia colectiva.
La petición con toda la documentación necesaria debe enviarse a:
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Commissione per la concessione di un riconoscimento
ai congiunti degli Infoibati – L. 92/2004
Piazza Colonna, 370
00186 Roma
Para cualquier información se puede consultar la página http://
www.anvgd.it/documenti/leggegiornoricordo.pd
(Traduzioni di Marta Cobian)
16
Pubblichiamo alcune delle notizie
apparse in tempi recenti sul nostro sito
www.anvgd.it, così da rendere edotti
e aggiornati anche coloro che non utilizzano internet per avere informazioni
dalla nostra Associazione.
Dal Brasile una ricerca di zaratini
giovedì 13 marzo 2008
Elena Mase Duca, esule zaratina
in Brasile, ci informa che sta cercando
notizie su alcune persone, di cui vi
forniamo l’elenco: Nade Domini di
Zara, le sorelle Nirve e Naia Vianello
di Zara, Maria Domini di Zara, Italia
Carini di Zara, Serena Mastrovich di
Zara, Lili Candia di Córteno-Brescia,
Cologero di Marco diVenezia, Cermeli
Boy di Trani, Gilda Nestola di Zara,
Tiziano Vibona di Cortina D’Ampezzo.
Chi potesse aiutarla, può utilizzare i seguenti contatti. Elena Mase Duca,
Rua Clelia 210 – 04, São Paulo – Brasile. Tel 0055-11-38013758. Mail
[email protected]
FederEsuli:
Napolitano scrive a Codarin
martedì 18 marzo 2008
Il Presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano, in occasione della
visita a fine mese a Trieste, ha inviato
una missiva a Renzo Codarin, Presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli, sottolineando come
«il programma prevede una serie di
eventi intesi a mettere in luce e valorizzare le nuove prospettive di una città
e di una regione che sono divenute
crocevia di scambi umani, economici e culturali e che hanno saputo farsi
punto di riferimento di iniziative rivolte al futuro della scienza e della ricerca in una proiezione sempre più internazionale»
Quasi a ribadire – commenta
Renzo Codarin – «che questa vocazione all’innovazione e alla scienza
non è solo una questione che riguarda Trieste e il Friuli Venezia Giulia ma
investe, di fatto, l’intero Paese e ci pone
tutti di fronte a nuove responsabilità,
anche come Associazioni degli Esuli».
Nella seconda parte della lettera,
infatti, il Presidente ribadisce concetti
già espressi in occasione del suo discorso al Quirinale del 10 Febbraio
scorso, Giorno del Ricordo. E infatti,
scrive: «Colgo questa occasione per
sottolineare la coerenza fra la salvaguardia di una memoria che non vogliamo e non dobbiamo dimenticare
e la capacità di guardare ad un futuro
di collaborazione per vincere insieme
le sfide del mondo globale. A tale proposito, ricordo che nelle scorse settimane ho, a più riprese, espresso il mio
memore pensiero nei confronti delle
vittime di allora e, al contempo, ho
voluto constatare con compiacimento come i valori condivisi della pace,
dell’amicizia e della fruttuosa collaborazione caratterizzino oggi le relazioni fra i popoli della regione».
Il bisogno di darsi nuove direttrici
di sviluppo, è uno dei temi di fondo
che la Federazione sta affrontando
negli ultimi anni, non senza sofferenze e divisioni, ma decisa più che mai
a delineare un nuovo ruolo per genti
che portano in sé il seme di culture
ricche di scambi e processi osmotici
nel corso della storia dell’Adriatico
orientale.
Ricordato eccidio Carabinieri
a Malga Bala
mercoledì 26 marzo 2008
Si è svolta il 25 marzo a Tarvisio
(Udine), la cerimonia commemorativa
dell’eccidio dei 12 Carabinieri trucidati il 25 marzo 1944 in località Malga
Bala, in Slovenia. Nella chiesa Ss. Pietro e Paolo il parroco di Tarvisio e il
Cappellano militare della Regione
Carabinieri Friuli Venezia Giulia hanno concelebrato la S. Messa, al termi-
DIFESA ADRIATICA
Maggio 2008
La rubrica di “Difesa”
www.anvgd.it
Momiano, piccolo borgo con un ricco passato storico, a pochi chilometri dalla riviera di Umago e Cittanova
ne della quale il comandante della
Regione Carabinieri, generale di Brigata Nedo Lavagi, ha deposto una
corona d’alloro all’interno del tempietto adiacente alla chiesa, contenente sette delle dodici spoglie dei Carabinieri trucidati. Gli onori ai Caduti
sono stati resi da un picchetto di Carabinieri in grande uniforme, sulle note
del Silenzio.
Claudia e Marco
cercano notizie
sulle loro origini di Momiano
mercoledì 26 marzo 2008
La mamma di Claudia e Marco si
chiamava Ada Stopar ed era di
Momiano. Entrambi vorrebbero sapere qualcosa di più delle loro origini.
Sanno solo che la mamma era venuta
in Italia con i genitori e con i fratelli e
che tutti quanti erano a Massa Carrara.
Non ricordano altri nomi, anche a
causa del sofferto distacco con le loro
origini. Chi è in grado di aiutarli può
scrivere a [email protected] o interpellare
la Sede nazionale allo 06.58 16 852,
anche per fax.
Carbonia: nella toponomastica
anche le vittime delle foibe
giovedì 27 marzo 2008
Il Consiglio comunale di Carbonia,
neo Provincia sarda, ha votato la delibera di dedicazione di una via in onore delle vittime delle Foibe. Dopo un
acceso dibattito, la proposta ha ottenuto l’unanimità dei voti, facendo particolare riferimento a quanto stabilito
dalla legge istitutiva del Giorno del
Ricordo. L’unanimità raccolta rappresenta, anche in questo caso, un segno
della maturazione politica del nostro
Paese, avviato verso una totale
condivisione al nostro impegno e il riconoscimento di una verità storica finora occultata.
Viaggio a Fiume
e in Istria a giugno
giovedì 27 marzo 2008
L’indomabile fiumano Gino Zambiasi organizza un lungo tour estivo
nei luoghi cari a tanti esuli dal 12 al
20 giugno prossimi. La partenza in
pullman toccherà diversi centri: l’ae-
roporto di Verona, la stazione di Padova, l’aeroporto di Venezia. L’itinerario
e le visite prevedono: Abbazia, Fiume,
Tersatto, Veglia, Postumia, Monte Maggiore, Laurana, Cosala, Plitvice, Pola,
Rovigno, Canale di Lemme, Fasana,
Dignano, Medolino, Palmanova, con
rientro agli originari punti di partenza.
Per ogni informazione chiamare Gino
Zambiasi allo 091.532 459 oppure
328.33 18 408.
A Mestre il Congresso
straordinario ANVGD
domenica 30 marzo 2008
Si tiene il 10 maggio a Mestre il
Congresso straordinario dell’ANVGD.
Sarà un Congresso prettamente tecnico, dedicato ad alcune modifiche
statuarie destinate a rendere più dinamica l’attività sociale. Lo scopo è anche quello di arrivare al Congresso
ordinario del 2009 con uno Statuto già
aggiornato alle necessità dei tempi. Al
Congresso straordinario avranno diritto di voto gli attuali Consiglieri nazionali e i rappresentanti dei Comitati provinciali.
I francescani di Padova
abbandonano i giuliano-dalmati
di Roma
domenica 30 marzo 2008
Il Capitolo della Provincia patavina
dell’Ordine francescano dei Minori
Conventuali, che da cinquant’anni ha
in cura le anime della parrocchia di
San Marco a Roma, ha deciso di ritirarsi dalla comunità che fa capo al
Quartiere giuliano-dalmata della capitale. La sofferta decisione è stata
motivata dalla crisi vocazionale che
impone la cessione dei conventi non
considerati “strategici”, ovvero quelli
fuori dal proprio territorio di competenza. I frati francescani della Provincia religiosa di Padova furono assegnati
a San Marco proprio per dare agli Esuli
punti di riferimento che avessero, nella cultura, nella tradizione e nella lingua, una comunanza di sentimenti con
i profughi che giungevano a Roma e
dare così loro un conforto il più adeguato possibile. Il ritiro formale dalla
comunità avrà decorrenza dall’estate
2009.
Un’incantevole
veduta
di Laurana
Sciolto a Trieste
il più antico Reggimento
dell’Esercito
lunedì 31 marzo 2008
È stato sciolto oggi a Trieste il Primo Reggimento “San Giusto”, il più
antico d’Italia in quanto custode della
storia e della bandiera del Primo Reggimento Fanteria “Re”, le cui origini
risalgono al 1624. La solenne cerimonia di chiusura del Reggimento si è
svolta nella caserma “Vittorio Emanuele III”, destinata a diventare un grande
polo scolastico-educativo. Il Reggimento, strettamente legato alla vita di
Trieste tanto da esserne diventato il 26
ottobre 2004 cittadino onorario, era
inquadrato dal primo luglio 2005 nell’ambito del Raggruppamento Unità
Addestrative dell’Esercito italiano, con
sede a Capua (Caserta). Il 2 aprile la
Bandiera del Primo Reggimento sarà
riconsegnata al Museo del Risorgimento di Roma, insieme alla Bandiera del
78/mo Reggimento “Lupi di Toscana”
che è stato sciolto il 28 marzo scorso,
e alla Bandiera del 157/mo “Liguria”,
che era custodita presso la caserma “F.
Gonzaga” di Firenze.
Le mostrine
del Primo Reggimento “S.
Alfredo, fiumano,
in stato di necessità
martedì 1° aprile 2008
Sottoponiamo all’attenzione di tutti
il caso di Alfredo M., 69 anni, profugo
da Fiume. Durante la vita lavorativa è
stato disegnatore tecnico, spesso però
senza il versamento di contributi. Residente a Napoli fino al 1993 con la
madre, alla morte di lei si è trovato solo
e con una misera pensione. Ha peregrinato per oltre un decennio cercando una sistemazione abitativa, purtroppo sempre provvisoria. Dopo aver vissuto a Cassino negli ultimi due anni,
sistemato in una malconcia locanda,
ne è uscito con una broncopolmonite
che lo ha obbligato a lasciare quella
malsana dimora. Ora vaga tra Roma e
Napoli alla ricerca di una sistemazione che continua a non trovare. Ha l’invalidità del 100% ma è autosufficiente. Ha la qualifica di profugo. Chi aves-
se indicazioni su come trovargli una
sistemazione abitativa, anche in convivenza e in qualsiasi località, può
contattare la nostra Sede nazionale
([email protected] indirizzo e-mail protetto dal bots spam, deve abilitare
Javascript per vederlo, o tel. e fax 06.58
16 852) o direttamente l’interessato al
333. 52 19 039.
Chi invece desiderasse dargli un
sostegno economico, può effettuare un
versamento sul conto corrente postale 52691003, intestato Associazione
Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia,
indicando come causale pro-Alfredo.
Toth: «Da Milano-Expo
una lezione per Trieste»
Comunicato stampa
della Presidenza nazionale ANVGD
mercoledì 2 aprile 2008
L’assegnazione a Milano dell’Expo
2015 è una grande vittoria per il nostro Nord e per l’Italia intera.
È il risultato di una coesione nazionale tra maggioranza e opposizione e di un’attenta e tenace sinergia tra
il Ministero degli Esteri, la Regione
Lombardia e il Comune di Milano.
Potrebbe essere il segnale della ripresa dell’Italia.
A tutta Italia è bruciata la sconfitta
di Trieste nel 2004 e la scelta di
Saragozza, città importante, ma che
non ha certo la bellezza né il passato
mercantile di Trieste.
È bruciata particolarmente a noi,
esuli istriani, fiumani e dalmati, che
nel capoluogo giuliano vediamo il
nostro più forte legame tra le terre perdute e la Madrepatria.
Si sbagliò allora a puntare su una
visione strategica deformata: la deriva
neo-asburgica, che lega il destino dell’Alto Adriatico alla Mitteleuropa.
Non ci si accorse che questo richiamo non valeva nulla in un pianeta globalizzato.
All’Africa, all’America Latina, all’Asia non interessava un bel niente la
nostalgia per l’Europa centrale austroungarica.
Preferirono Saragozza, città bruttina, ma emblema della “latini-dad”,
che riscuote molte più simpatie anche
nei Paesi africani e
asiatici.
Con Milano è stato il contrario. Sono
stati proprio questi
Paesi, non l’Europa
centrale a determinare la vittoria italiana.
Chi cerca euroregioni transalpine, che
soffocano la nostra
identità veneta e latina, non vuole il bene
di Trieste e del Friuli,
perché le nostre sono
terre adriatiche e mediterranee. Il ruolo
giuliano di cerniera
Giusto”
tra Nord e Sud, tra Est
e Ovest, funziona se
il baricentro dell’euroregione viene
spostato verso il Sud, come nel progetto di Eurore-gione adriatica, che
non solleva problemi di sovranità per
Slovenia e Croazia e non comporta supremazie politiche e sudditanze economiche. Slovenia e Croazia sono Stati
sovrani giovani e non accettano di entrare in un nesso che li riporti in una
condizione di “federati”.
D’altro canto una Euroregione a
cavallo delle Alpi Orientali spezza
l’unità del Nord italiano, motore di traino di tutta l’economia nazionale e
centro propulsivo da millenni per tutta l’Europa.
Sarebbe una scelta contro la logica geo-economica e contro l’unità
della nazione, che per noi esuli
giuliano-dalmati è il bene più prezioso. Una scelta particolaristica e pericolosa, che ricaccia Trieste nell’angolo da cui deve uscire.