Il numero di Maggio 2008
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Il numero di Maggio 2008
La Redazione risponde Acquistare un immobile nell’Istria oggi slovena A cura dell’Avv. Vipsania Andreicich A pagina 5 periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia anno XIV - n° 5 Maggio 2008 Centro Studi padre Flaminio Rocchi Elezioni 2008: il documento inviato dalla FedEsuli alle forze politiche indennizzi, restituzioni, riscatti agevolati, anagrafe, pensioni: indicate le priorità al prossimo Governo Nel documento diffuso dalla Federazione delle Associazioni uno degli otto punti riguarda la liquidazione delle domande di indennizzo per i beni abbandonati giacenti al Ministero dell’Economia Nei dolorosi anni dell’esilio dalle terre natali da cui siamo stati strappati a forza dalla follia della guerra, ci siamo ripetutamente rivolti ai rappresentanti della politica per ottenere giustizia per il nostro popolo. Con decisione eleviamo ancora una volta la nostra voce rivolgendoci ai Partiti Politici impegnati alle elezioni 2008 per chiedere attenzione ai problemi e agli interessi di cui sono portatrici le Associazioni dell’esilio istriano, fiumano e dalmata. Se è vero che il “Giorno del Ricordo” delle foibe e dell’esodo, che rende finalmente giustizia alla nostra storia, è stato istituito dal Parlamento con voto bipartisan appena nel 2004, è altrettanto vero che alla comunità degli esuli deve essere ancora resa giustizia. Chiediamo che tra i primi atti del Governo che andrà ad insediarsi Valle d’Istria, uno scorcio nei prossimi mesi, sia istituito un nuo- della cittadina. Ancora aperta la vo “tavolo di concertazione” con le questione dei risarcimenti per gli Associazioni degli esuli allo scopo di immobili perduti dare definitiva soluzione ai numerosi dagli esuli giuliano-dalmati problemi che da più di sessant’anni a seguito della cessione dei territori orientali all’ex Jugoslavia preoccupano la nostra gente. segue a pagina 2 Le Comunità Istriane rientrano nella Federazione delle Associazioni Trieste. L’Assemblea dell’Associazione delle Comunità Istriane ha votato ai primi di aprile il rientro nel sodalizio nell’ambito della Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati. Con questo ulteriore passo, proposto dal presidente Rovis, la FederEsuli amplierà la sua composizione a 4 delle principali associazioni della diaspora: ANVGD, Libero Comune di Fiume in Esilio, Dalmati nel Mondo, Associazione Comunità Istriane. Panorama di Buie in primavera The 2008 Elections: the FedEsuli document sent to the political parties Compensations, repayments, assisted indemnities, official registry, pensions: Let’s show the next Government our priorities In english language to page 14 Elecciones 2008: el documento enviado por FedEsuli a las fuerzas políticas indemnizaciones, devoluciones, recuperaciones favorables, registro de habitantes, pensiones: indicad las prioridades al próximo Gobierno En lengua española en la página 15 Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB - Roma Proposto un Commissario “ad acta” per indennizzi equi e definitivi Settimana significativa per la Federazione degli Esuli. Dopo l’incontro con Renzo Tondo e l’annuncio del rientro nella sue file dell’Associazione delle Comunità Istriane, nel Salotto Azzurro del Municipio di Trieste, il Vicepresidente della Commissione Europea Franco Frattini che, accompagnato dal Sindaco Roberto Dipiazza, ha ricevuto una delegazione della Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati guidata dal presidente Renzo Codarin e composta inoltre dal presidente dell’Associazione delle Comunità Istriane Lorenzo Rovis con il vice Niccolò Novacco, Guido Brazzoduro sindaco del Libero Comune di Fiume in esilio, Renzo de Vidovich rappresentante del Libero Comune di Zara, e Simone Peri consigliere nazionale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia nonché presidente della Famiglia Montonese. Erano presenti anche diversi parlamentari triestini uscen- ti, il presidente del Consiglio comunale, assessori e consiglieri comunali. Ha introdotto l’incontro il Sindaco Dipiazza che ha ribadito l’impegno della città affinché venga portata finalmente a conclusione in termini equi e definitivi la questione degli indennizzi dovuti agli Esuli che hanno pagato con i propri beni il debito di guerra del regime. Una situazione che si trascina ormai da oltre 60 anni, per cui, ha ribadito Dipiazza «oggi esistono, finalmente, anche con la caduta dei confini, le migliori condizioni affinché il nuovo Governo che si insedierà a Roma possa effettivamente avviare la fase conclusiva di questa lunga partita. Il mio mandato scadrà fra tre anni e avrei un forte desiderio di vedere, entro questo tempo, almeno delinearsi, con fatti concreti, la soluzione definitiva, in termini di reale giustizia, di tutti i contenziosi e le pendenze derivanti da quel tragico Esodo». segue a pagina 2 A Milano la presentazione del romanzo di Lucio Toth La casa di Calle San Zorzi Si è svolta il 21 aprile, nella prestigiosa sede del Circolo dei Lettori in Palazzo Serbelloni – Corso Venezia, 16 – la presentazione del romanzo La casa di Calle San Zorzi di Lucio Toth, pubblicato da Sovera Editore in Roma. Sono intervenuti gli onn. Carlo Giovanardi e Roberto Mazzotta. Era presente Toni Concina. Un affresco di ampio respiro, questo romanzo che – si legge nel risvolto di copertina – «si propone di narrare l’odissea delle genti dalmate attraverso le tempeste del Novecento: dal crollo dell’impero austro-ungarico alla dissoluzione dell’ex Jugoslavia». Un affresco a tutto tondo che ha il suo inizio con l’arrivo dell’Italia a Zara, nel novembre 1918, e la sua conclusione nelle guerre balcaniche degli anni Novanta del Novecento e la disintegrazione della Repubblica Federativa di Tito. Nelle pagine della storia e del romanzo rivivono dunque le vicende individuali e collettive degli italiani di Dalmazia nei frangenti tragici dell’8 settembre 1943, dei bombardamenti alleati e dell’occupazione jugoslava di Zara, infine dell’esodo. E l’Autore segue le generazioni attraverso gli anni Settanta in Europa, a Parigi come in Grecia, in Vietnam come a Belgrado, fino all’esplosione dei conflitti interetnici nei Balcani, che riesumano gli orrori e le intolleranze tra serbi e croati già sperimentate nella seconda guerra mondiale dalla popolazione italiana costretta allora alla fuga. La casa di Calle San Zorzi, che dà titolo al romanzo, è la cornice entro la quale si susseguono nel tempo eventi e individui, testimone muta di sacrifici, di speranze e di scelte di inquilini diversi per lingua, sentimenti, destini che soltanto la narrazione, nutrita di pietas, può dipanare dando loro un senso. d.a. Milano, Palazzo Serbelloni (XVIII sec.), sede del Circolo della Stampa nel quale è stato presentato il romanzo di Lucio Toth Ricordo 2008, un bilancio tutto positivo Insenature nell’isola di Lussino A dati oramai quasi completati, il censimento delle località che hanno istituzionalmente celebrato il Giorno del Ricordo quest’anno, ha riscontrato un ulteriore passo in avanti su tutto il territorio nazionale. Sono più di 260 le città interessate e circa 150 quelle con la presenza attiva dell’ANVGD, che ha prestato il proprio contributo in mezzi, uomini e idee. Dalle cronache giunte in queste settimane si registra alle oltre 600 manifestazioni la presenza stimata complessiva di circa 250.000 cittadini, a cui vanno aggiunti alcuni milioni di spettatori che hanno assistito ai vari programmi televisivi. Sono numeri che rappresentano ogni anno con maggior chiarezza la strada da percorrere affinché la nostra storia entri finalmente a pieno titolo nella coscienza nazionale. Un particolare merito e ringraziamento va ai Comitati, ai dirigenti, ai delegati, agli uomini e alle donne dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, che in ogni angolo d’Italia hanno donato gratuitamente il loro tempo e il loro impegno per testimoniare la loro presenza e la loro storia a beneficio di tutti gli italiani. F.R. 2 DIFESA ADRIATICA Maggio 2008 fatti e commenti continua dalla prima pagina continua dalla prima pagina Elezioni 2008: il documento inviato dalla FedEsuli alle forze politiche indennizzi, restituzioni, riscatti agevolati, anagrafe, pensioni: indicate le priorità al prossimo Governo Chiediamo una rinnovata attenzione sui seguenti argomenti: 1) l’approvazione di una legge che sancisca l’equo e definitivo indennizzo per i beni degli esuli in Istria, Fiume e Dalmazia con i quali lo Stato italiano ha pagato alla ex Jugoslavia i danni di guerra dovuti dall’intero Paese. È l’aspettativa più sentita dalla stragrande maggioranza degli esuli; 2) la revisione del Trattato di Roma tra Italia e Jugoslavia e la restituzione dei beni ai profughi ancora nella disponibilità degli Stati di Slovenia e Croazia oltre alla non discriminazione delle legislazioni interne di questi Paesi nei confronti dei cittadini italiani; 3) problematiche in materia di anagrafe, documenti di identità, patenti, tessere sanitarie, posizioni pensionistiche, codici fiscali, dati gli ancora numerosi casi di alterazione dei luoghi di nascita degli esuli, 4) l’approvazione di una legge permanente a favore delle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati in Italia, per la tutela del patrimonio storico, artistico e delle tradizioni culturali italiane; 5) l’approvazione di una legge permanente a favore delle attività delle Comunità degli Italiani nell’ex Jugoslavia; 6) la salvaguardia per le tombe e monumenti civili con scritte in lingua italiana in Istria, Fiume e Dalmazia; 7) la soluzione alle problematiche ancora in sospeso con riguardo al settore delle Case Popolari; 8) l’approvazione di una legge sulla cittadinanza da estendere alle persone di nazionalità italiana residenti nei comuni della Dalmazia, che non appartenevano all’Italia al momento del Trattato di Pace del 1947. La rinascita delle comunità italiane in Croazia, Slovenia e Dalmazia meridionale si è rivelata uno strumento essenziale di presenza italiana e di collaborazione culturale con gli enti locali e le università croate, slovene e montenegrine. La soluzione delle problematiche sopra evidenziate consentirebbe finalmente di chiudere quel contenzioso che addolora il nostro popolo che si sente ancora poco e male considerato non avendo dopo tanti anni ancora ottenuto quelli che ritiene i suoi giusti diritti. Roma – Trieste, 31 marzo 2008 Il Presidente Renzo Codarin Il Vicepresidente Lucio Toth Uto Ughi a RAITRE Il grande violinista di origine istriana è stato ospite, domenica 13 aprile, della trasmissione «Che tempo che fa» condotta da Fabio Fazi su RaiTre. Accompagnato dai suoi Filarmonici di Roma, il musicista ha citato, tra i compositori prediletti, il piranese Giuseppe Tartini. Poco tempo addietro il Maestro Ughi aveva espresso la sua partecipazione ideale al Giorno del Ricordo. A proposito delle Foibe e dell’esodo aveva detto all’ANSA: «Una tragedia, che io conosco bene. I miei genitori erano infatti di Pirano, in Istria, e dovettero andare, via perdendo tutto. Sono tristi avvenimenti, ingiustizie di ogni campo e di ogni guerra. Ha fatto bene il presidente Napolitano a parlarne, perché in Italia se ne sono accorti in ritardo». Il compositore piranese Giuseppe Tartini (Pirano 1692-Padova 1770) in un ritratto giovanile. A Padova, presso la basilica antoniana, diede vita tra il 1727 e il 1728 alla famosa scuola di violino (detta «Scuola delle Nazioni») alla quale affluivano studenti provenienti da tutta Europa Proposto un Commissario “ad acta” per indennizzi equi e definitivi Il presidente della Federazione, Renzo Codarin, ha ricordato come gli Esuli siano una componente importante di quell’area adriatica che grazie all’Europa si sta ricomponendo nel rispetto della storia e dell’intreccio di culture. Importante quindi operare affinché anche il nuovo Governo, «attivi il tavolo di lavoro con gli Esuli e porti a risultati concreti, a partire da un indennizzo serio e soprattutto definitivo, a una giusta restituzione dei beni abbandonati laddove ciò è possibile. L’incredibile lentezza degli uffici competenti, anche in questa fase transitoria, ha contribuito notevolmente ad inasprire gli animi e quindi a rendere più difficili i rapporti dell’Italia con la Slovenia e con la Croazia». Concetti sottolineati anche dagli altri rappresentanti delle Associazioni della Federazione hanno infine rimarcato il vivo interesse anche per la conservazione delle testimonianze della memoria storica e culturale delle popolazioni dell’Esodo, nonché per forme di sviluppo della cultura stessa di un popolo sparso che anela a costruire un proprio futuro. Ha risposto a tutti il Vicepresidente della Commissione Europea condividendo in primo luogo la richiesta di quanto più immediata possibile riapertura del «tavolo» Governo-Esuli per affrontare tre temi: «erogare subito quanto già previsto per legge – anche attraverso l’eventuale nomina di un “commissario ad acta” che proceda in via d’urgenza a tali liquidazioni –; quindi, per valutare forme di ulteriori risarcimenti e giuste rivalutazioni degli indennizzi, mentre d’altra parte si può riaprire un dialogo con Croazia e Slovenia (soprattutto dopo le elezioni politiche slovene del prossimo autunno) per riesaminare la partita delle possibili restituzioni (sembrerebbe esistere in tal senso una disponibilità, in particolare croata, per quanto riguarda specialmente i beni abbandonati in località rimaste col tempo via via sempre meno abitate); piena apertura infine ad attivare iniziative importanti, anche in chiave europea, per un rilancio della cultura della civiltà istriana e dalmata. «Sono molto sensibile a questo argomento – ha sottolineato –. Credo che questa regione, ma soprattutto la città di Trieste possa aiutarvi a promuovere in modo continuo, con la collaborazione del governo centrale, delle iniziative per tenere viva questa cultura e queste tradizioni in una vera chiave europea. Che cosa significa? Che va esclusa ogni rivendicazione conflittuale, nella consapevolezza che quelle di questo territorio sono le culture fondanti di questa regione. Ed è una cosa sulla quale noi potremmo lavorare concretamente». L’ultimo intervento è stato quello del direttore dell’IRCI per sostenere, dal diversificato punto di vista dell’Unione degli Istriani, la necessità della «restituzione, e non riacquisto, dei beni degli esuli, secondo quanto previsto dal Trattato di Pace del 1947», seguendo in ciò – ha detto – una “via europea” avendo finora l’Italia ben poco soddisfatto le aspettative degli esuli». rtg (da www.arcipelagoadriatico.it) Resa ora pubblica a qualche mese dalla morte dell’autore Nel 2007 la lettera personale del presidente sloveno Drnovsek a Napolitano: «il Giorno del Ricordo, ricordo unilaterale» A qualche mese dalla scomparsa per malattia dell’ex Presidente sloveno Janez Drnovsek il quotidiano “Dnevnik” pubblica la lettera privata inviata al Capo dello Stato Napolitano nel febbraio 2007, nei giorni seguenti la commemorazione del Giorno del Ricordo al Quirinale, nel corso della quale Napolitano pronunciò quel discorso che fece uscire di senno il presidente croato Mesic. «Con il ricordo unilaterale della storia stimoliamo di continuo i revanscismi, gli odi ed il revisionismo storico – scriveva tra l’altro Drnovsek […] – Sono profondamente convinto che in questo modo non riusciremo a superare il ricordo di un triste passato. Riporteremo invece nella nostra quotidianità lo spirito dei tempi tragici che hanno segnato la prima metà del secolo scorso e hanno portato l’Europa alla sua più grande tragedia. Non servono revisioni, c’è bisogno di fatti, anche se cono- scerli fa male. Sembra che oggi si cerchi di dimenticare la dichiarazione di rammarico e riconoscimento che l’allora presidente del governo italiano Alcide De Gasperi fece all’inizio della Conferenza di Parigi. Sono conscio Aperto il processo all’Aja contro l’ex generale croato Gotovina Si è aperto l’11 marzo scorso all’Aja, davanti al Tribunale internazionale per i crimini commessi nella ex Jugoslavia (TPI), il processo all’ex generale croato Ante Gotovina, accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. «Questo processo riguarda l’eliminazione forzata dei serbi della regione croata della Krajina e la distruzione della loro comunità nell’agosto del 1995», ha detto il procuratore del TPI Alan Tieger. Gotovina, 52 anni, considerato per lungo tempo un eroe da parte della popolazione croata, viene processato insieme ad altri due generali, Ivan Cermak e Mladen Markac, 52 anni, che devono rispondere delle stesse accuse. A Gotovina viene contestato in particolare il ruolo avuto in un’offensiva militare che ha obbligato all’esodo almeno 200 mila serbi nel corso del 1995. L’operazione dell’esercito croato, denominata Tempesta, aveva l’obiettivo di riconquistare la regione di Krajina, tenuta dai serbi di Croazia. Gotovina è stato messo sotto imputazione dal TPI nel 2001. Per anni è riuscito a sfuggire alla cattura usando diverse false identità e spostandosi di continuo. Infine venne arrestato in Spagna, nelle Isole Canarie, nel dicembre del 2005. Il processo viene trasmesso in diretta dalla televisione croata. d.a. che tutto, con l’ eccezione della vostra cortesia, è contro di me». Nella missiva Drnovsek faceva presente a Napolitano che le dichiarazioni da questi rilasciate in merito a Foibe ed esodo erano un precedente mai udito prima. «In tale occasione, da un Presidente della Repubblica, mi sarei aspettato un ricordo equilibrato sulle tragedie e gli errori compiuti su entrambi i lati del confine da due brutali regimi. Sono avvenuti fatti che devono essere condannati e biasimati. Nel valutare gli avvenimenti storici che non causarono dolore solamente a italiani e istriani, bensì pure a sloveni e croati, dovremmo fare lo sforzo necessario per spiegare i fatti nel loro contesto. […]». La risposta di Napolitano alla lettera è giunta due giorni dopo, concentrata, pare, in ventisei righe contro le due pagine di Drnovsek. Il Capo dello Stato italiano spiegava che nel suo discorso aveva inteso sottolineare quei valori che sono patrimonio comune dell’Unione Europea, e che voler guardare alla storia, anche ai suoi aspetti più tragici, significa voler realmente ricercare la costruzione di un futuro di pace. Ovviamente, oltreconfine i contenuti della risposta del presidente Napolitano non sono piaciuti. Secondo i commentatori, la risposta conterrebbe una rinnovata offesa e non una risposta alla riflessione «eticamente e storicamente fondata di Drnovsek», come ha scritto l’opinionista Hladnik Milharcic. Si ricorderà che mentre il presidente croato Mesic si scagliò con parole di fuoco contro l’omologo italiano, riuscendo ad ottenere la censura dell’Unione Europea per i suoi toni, Drnovsek aveva optato per una lettera personale, che non volle rendere pubblica. p.c.h. Maggio 2008 3 DIFESA ADRIATICA cultura e libri Il saggio di Daria Garbin, Salona negli scavi di Francesco Carrara Storia di una città romana in Dalmazia e del suo scopritore pensiero romantico. Sono molti i motivi di interesse che L’opera per eccellenza di Carrara è si rinvengono in questo volume di Daria tuttavia dedicata agli scavi della “sua” Garbin dedicato alla storia di FranceSalona (Topografia e scavi di Salona), sco Carrara (Spalato, 1812-1854), archeapparsa a Trieste nel 1850, una ricostruologo dalmata al quale si devono le zione a tutto tondo della storia di campagne di scavo della città illiricoDalmazia a partire dalle fonti allora cogreca e romana di Salona, «uno dei più nosciute. Dal testo si ricava la notizia di grandi e stimati studiosi della Dalquanto antico fosse lo stato di abbanmazia», come è definito dall’Autrice. Il dono della città, se ancora nel 1550 il saggio, edito a cura del Centro Ricersenatore veneto Gianbattista Giustiniani che Dalmate di Spalato, colma anzitutnotava la quantità di resti sparsi, ma to due lacune, entrambe significative: ancora leggibili, e poco più di un secola scarsa o nulla conoscenza, almeno lo dopo altri viaggiatori non vi trovaropresso il grande pubblico anche mediano che desolate e scarse rovine. Per armente colto, della romanità in Dalrivare alla fine degli anni Venti dell’Otmazia, e di Salona in particolare; quintocento, quando non era più visibile di del reale scopritore della grande città alcunché. Nel 1804 ebbero inizio i priillirico-greca e romana, la cui biografia mi scavi, ad opera di Gian Luca umana e scientifica, qui ricostruita, perTorino, Circolo dei Lettori. Garagnin, di antica famiglia dalmata di mette di leggere al contempo anche la A destra, l’autrice del volume Traù, ma è soltanto con Carrara che, nel storia dell’archeologia e della storia pasu Francesco Carrara, 1846, hanno inizio le indagini condottria dalmate. E ciò grazie alla sua corriDaria Garbin, te in maniera scientifica. L’Autrice ne spondenza con illustri conterranei, quali durante la presentazione Pier Antonio Paravia, Niccolò Tom- nell’ambito della «Bancarella». segue le diverse campagne di scavi con ricchezza di riferimenti e di documenmaseo, Francesco Dall’Ongaro ed altri Accanto a lei tazione. ancora; espistolari custoditi nel Museo Rosanna Turcinovich Giuricin Ed è proprio a partire dal “racconArcheologico di Spalato, nel Museo (foto www.arcipelagoadriatico.it) to” degli scavi che la Garbin ricostruiCorrer di Venezia e nella Biblioteca sce il profilo straordinario dell’antica Nazionale Centrale di Firenze. Lo studio della Garbin ci introduce al contempo nel città, la seconda dell’impero romano tra il III e il VI secolo d. complesso concetto di “patria” quale era inteso dal Sette- C., come emblematicamente raffigurata sul bassorilievo rafcento al secolo successivo. Un concetto, questo, al quale figurante la dea Fortuna, identificata con la stessa Salona, il gli ultimi due secoli hanno attribuito significati, valori e con- cui braccio poggia su una botte di vino e su spighe d’orzo. L’intesa attività di scavo di Carrara non mancò di suscitenuti inediti, intorno ai quali – se si vuole studiarli sotto il profilo giuridico e storico – si sono sviluppate le moderne tare nel suo ambiente invidie e diffidenze, avendo a preteconcezioni della cittadinanza e dei suoi diritti. Un’idea, sto anche i suoi sentimenti liberali, il suo rapporto con Vequella di “patria” riferita alla nazione dalmata nel corso del nezia, città e civiltà di riferimento per Carrara, accusato nel XIX secolo, che si presenta sfaccettata e complessa, e che 1848, anno fatidico, di essere «fanatico partigiano di Venerinvia all’autonomismo dalmata dell’Ottocento, un movi- zia e conteso coi rivoltosi italiani», proprio nel momento in mento che si mosse lungo la direttrice indicata alle rivolu- cui, a metà marzo, Manin proclamava la RepubblicaVeneta di San Marco. Licenziato dall’insegnamento al Seminario zioni liberal-nazionali del biennio 1848-’49. Alla «nostra patria comune» fa riferimento Paravia in di Spalato, negatigli dall’Accademia di Vienna ulteriori una sua lettera a Carrara. In un’altra missiva, del 1844, lo finanziamenti per la prosecuzione della campagna di scastesso Paravia gli esprimeva il compiacimento per il suo vi, fu costretto nel settembre del 1850 a lasciare la sua lavoro: «Mi fa gran piacere ch’Ella mi scrive intorno agli Dalmazia, recandosi dapprima a Monaco, quindi a Praga. studi Dalmati, che sono affidati al suo sapere e al suo pa- La sua ultima residenza è Venezia, dove si spense stremato triottismo, io la predico sempre ai veneziani: per quei po- da malattia polmonare, e fu sepolto in Santa Maria Formosa. poli che hanno perduto il massimo de’ beni, che è la nazio- La sua salma venne più tardi traslata a Spalato, nell’antico nalità, e che hanno la massima delle sventure, che è di cimitero di Santo Stefano, dove riposò sino agli anni 1959servir lo straniero, non resta altro rifugio che le lettere [...]». ’60, quando le autorità cittadine jugoslave ne decisero con Ed alla produzione saggistica di Carrara è dedicato il inaudita empietà la distruzione. Lo scopritore delle antiche capitolo Opere, tra le quali figura La Dalmazia descritta, 24 vestigia di Salona fu, per quanto paradossale possa sembradispense stampate tra il 1846 ed il ’48 dalla tipografia dei re alla sensibilità di chiunque, vittima del disegno di canFratelli Battara, una sorta di “enciclopedia” – così la defini- cellazione della memoria posto in essere da un regime tosce la ricercatrice – che ebbe molta fortuna editoriale. Ma talitario. Opportunamente lo sottolinea nel suo libro la Carrara, partecipe dellla sensibilità ottocentesca per le espres- Garbin, stigmatizzando la devastazione operata allora da sioni della cultura popolare, si occupò anche dei canti quanti «volevano seppellire una storia millenaria», «per dell’entroterra dalmato, sulla scia di quel clima di interesse volontà di un tempo intento a riscrivere la storia», così come per l’uomo non corrotto dall’evoluzione sociale inaugura- la città di Salona, per la sua posizione geografica posta sul to dalla filosofia di Rousseau e recepito ampiamente dal limes orientale dell’impero, fu naturalmente più esposta alle incursioni e alle invasioni barbariche. Questo libro ci narra della dalmata e romana Salona e ci offre molte e notevoli fonti di conoscenza: un libro del quale dobbiamo essere grati e che dà corpo e nuova, fresca parola ad uno scavo archeologico, perché nulla va perduto, a dispetto dei tempi e degli uomini. Patrizia C. Hansen Sopra: Salona, come appare oggi ai visitatori A destra: una cartolina degli scavi di Salona, stampata a Spalato a fine Ottocento Marino Zorzi nuovo presidente della Società Dalmata di Storia Patria Succede al prof. Sante Graciotti Lo scorso 5 aprile, nella Sala “Francesco Baracca” della Casa dell’Aviatore in Roma, s’è svolta l’assemblea della Società Dalmata di Storia Patria, fondata in Zara nel 1926, insignita della Medaglia dei benemeriti della cultura. L’occasione è stata colta per salutare il prof. Sante Graciotti, professore emerito dell’Università La Sapienza di Roma, che dopo 17 anni ha lasciato l’incarico di Presidente della prestigiosa Società Dalmata. La cerimonia di saluto, diretta dal dott. Crevato Selvaggi, si è aperta con l’intervento della Segretaria accademica, prof.ssa Rita Tolomeo, che ha ripercorso le tappe salienti della Società negli anni della presidenza del prof. Graciotti; successivamente l’on. Toth ha passato in rassegna la storia della cultura dalmata nei secoli passati ed il prof. Zorzi ha tenuto una prolusione sulla storia dalmata alla luce delle fonti documentarie conservate dalla Biblioteca Marciana di Venezia. Il prof. Graciotti, cui la Società Dalmata di Storia Patria ha donato una medaglia d’oro con lo stemma sociale in ricordo della sua presiden- za, ha chiuso la cerimonia con una lectio magistralis sulla Dalmazia, il suo sviluppo storico fra due culture nell’ambito di un’unica koiné dell’Homo Adriaticus e le prospettive di studio future. Nel pomeriggio dello stesso 5 aprile si è tenuta l’assemblea dei Soci della SDDSP che ha parzialmente rinnovato il consiglio direttivo ed ha trattato le questioni della vita della Società nel prossimo futuro. Il nuovo presidente è il prof. Marino Zorzi, fino a pochi giorni fa direttore della Biblioteca Marciana di Venezia, mentre il nuovo consiglio direttivo della SDDSP vede l’on. Toth come vicepresidente, la prof.ssa Tolomeo Segretaria accademica, il ten. col. Carlo Cetteo Cipriani tesoriere; consiglieri i dott. Bruno Crevato Selvaggi e Marino Micich, i proff. Ester Capuzzo e Fulvio Salimbeni. Sono stati nominati: socio onorario il prof. Elio Lodolini, Archivista emerito, soci ordinari i proff. Giraudo e Ferraccioli dell’Università di Venezia e Antonio Fares di Pescara. Il prof. Sante Graciotti è stato eletto, per acclamazione presidente onorario della SDDSP. Il numero 7-12 di luglio-dicembre 2007 della rivista di studi adriatici “Fiume”, edita a cura della Società di Studi Fiumani di Roma, presenta in elegante veste editoriale il secondo volume del Dizionario del dialetto fiumano (G-P), comprensivo dello stradario cittadino del 1939, meritoria ristampa del Dizionario stilato da Salvatore Samani nel 1978. Il primo volume comprensivo delle lettere A-F, è uscito mesi addietro, allegato sempre ad un numero di “Fiume”. PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI (D. Lgs. 30 giugno 2003 n. 196) La seguente informativa le viene resa ai sensi e per gli effetti del Decreto Legislativo 30 giugno 2003 n. 196 in materia di protezione dei dati personali e concerne i dati forniti all’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, in relazione agli abbonamenti alla rivista “Difesa Adriatica”. lità indicate sub c) nel precedente paragrafo sono invece facoltativi. Conseguentemente, la mancata prestazione del consenso al trattamento comporterà l’impossibilità per l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, di svolgere le attività ivi indicate, e pertanto, di fornire i beni e/o servizi ivi indicati. Categorie di dati personali oggetto di trattamento, scopi e modalità del trattamento stesso. 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Natura obbligatoria dei conferimenti dei Dati Personali e conseguenze in caso di mancata risposta Il conferimento dei Dati Personali ed il relativo trattamento per le finalità indicate sub a) e sub b) nel precedente paragrafo sono strettamente funzionali alla ricezione della Rivista “Difesa Adriatica” e pertanto costituiscono condizione necessaria per poter dar seguito alla spedizione della rivista indicata. Il conferimento dei Dati Personali ed il relativo trattamento per le fina- Titolare del trattamento e disponibilità della lista dei responsabili del trattamento Il titolare del trattamento dei Dati Personali è ll’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia con sede in Roma, Via Leopoldo Serra, 32, nella persona del Direttore Responsabile, D.ssa Patrizia C. Hansen. Qualsiasi comunicazione o atto ufficiale potrà essere inviato presso la sede dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, nella persona del Direttore Responsabile, D.ssa Patrizia C. Hansen, nominato responsabile del trattamento anche per consentire agli interessati l’esercizio dei diritti di cui all’articolo 7 del codice. Una lista completa dei responsabili del trattamento dei Dati Personali è disponibile presso la sede dellAssociazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Via Leopoldo Serra, 32 Roma. Il modello di consenso sarà spedito a tutti gli abbonati per posta ordinaria o come supplemento a “Difesa Adriatica”. 4 DIFESA ADRIATICA Maggio 2008 La «Bancarella» a Torino, tra libri, musiche e sapori d’Istria e di Dalmazia Un’anticipazione dell’edizione 2008 prevista a Trieste in settembre L’elegante atrio del Circolo dei Lettori di Torino, che ha ospitato le tre serate di letteratura, musica e sapori giuliano-dalmati (foto www.arcipelagoadriatico.it) Pieno successo di pubblico per la prima edizione della «Bancarella»-Salone del libro dell’Adriatico orientale fuori da Trieste, nella colta Torino che ha ospitato, su invito dell’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte, dal 27 al 29 marzo, nella sede del Circolo dei Lettori – nello splendido Palazzo Graneri della Roccia –, una “tre giorni” tutta dedicata ad autori, libri, musiche e sapori istriani e dalmati promossa dal Centro di Documentazione Multimediale (CDM). Un’ampia esposizione editoriale allestita all’ingresso del Circolo ha accolto il pubblico composto da esuli residenti nel capoluogo piemontese e da torinesi. A disposizione i migliori titoli della più recente editoria di argomento giulianodalmata nei settori della letteratura, della storia, della storia dell’arte, del turismo, della memorialistica, e i “classici” costituiti dagli autori considerati dalla critica specialistica esponenti della migliore narrativa di area giuliana del Novecento. La rassegna editoriale, sia pure in formato necessariamente ridotto rispetto alle dimensioni della «Bancarella» di Trieste, ha fornito un’idea significativa della vitalità dell’universo giuliano e dalmato in ogni suo aspetto: dal romanzo alla poesia, dalla ricerca storica alla narrativa di viaggio, dalle testimonianze di guerra e di esodo ai percorsi d’arte che provano l’antico e irriducibile volto dell’Istria e della Dalmazia venete. Quanti hanno affollato l’esposizione libraria, le letture e il bel concerto del Mitteleuropa Ensemble Chamber Quartet hanno avuto modo di apprendere la ricchezza suggestiva e complessa della cultura di confine, di quel confine così particolare quale è emerso dal saggio offerto su due autori in particolare, Pier Antonio Quarantotti Gambini e Franco Vegliani, dei quali ha parlato Patrizia C. Hansen. Di Pier Antonio Quarantotti Gambini molto e autorevolmente è stato scritto. Gli studiosi hanno rinvenuto il nucleo centrale della sua ispirazione narrativa nel tema dell’infanzia, della dura e dolorosa maturazione; ma altro tema così presente in Quarantotti Gambini fu il tema della patria perduta, che egli sentì fortemente essendo nato a Pisino. Nello scrittore istriano il ricordo dell’infanzia e dell’adolescenza è insieme, in- dissolubilmente, ricordo dei paesaggi cari e della memoria dei giorni lontani, che si tinge dello strazio per i luoghi perduti. In Vegliani, invece, è la «geografia dell’anima» che muove i personaggi e la loro inquieta ricerca del vero attraverso i dissidi della storia e della coscienza; è il tema dell’esilio esistenziale, della frattura, dell’imprevedibilità di una frontiera che investe gli individui e che, trasposta nella vita, diventa intima, luogo di rottura delle convenzioni, nazionali, politiche o morali che siano. Nella fine tessitura dei romanzi di Vegliani esperienze storicamente drammatiche e intimamente laceranti acquistano forma e senso. La lettura di brani dai due autori, affidata all’attrice Lorena Senestro ha dato modo al pubblico di apprezzarne la scrittura fine e incisiva. Un significativo saluto è stato portato dal sindaco del Libero Comune di Fiume in Esilio, Guido Brazzoduro, presentato da Rosanna Giuricin, responsabile Stampa del CDM e motore della «Bancarella». Brazzoduro ha rimarcato, come sempre, il valore della memoria quale oggi è finalmente riconosciuta dalle istituzioni. «Uno sforzo – ha sottolineato –, quello nato con la ricorrenza nazionale del 10 Febbraio, del quale è giusto parlare nelle scuole, nei circoli e nelle piazze, in ambito locale e nazionale. Bisogna operare culturalmente perché la verità si riaffermi e diventi condivisa». Nel pomeriggio del 29 marzo è stato presentato, quale anticipazione della «Bancarella» prevista a Trieste il prossimo settembre, il volume di Daria Garbin Salona negli scavi di Francesco Carrara, il primo saggio organico sulla figura e l’opera dell’archeologo spalatino che fu lo scopritore della città greco-illirica e quindi romana di Salona, in Dalmazia. Per la recensione rinviamo alla pagina 3 di questo numero. Applausi e richieste di bis hanno premiato l’esecuzione del Mitteleuropa Ensemble Chamber Quartet nel concerto letterario «Histria ed oltre», nel quale il trombettista Mario Fragiacomo e il compositore, direttore d’orchestra e pianista Roberto Favilla – unitamente alla soprano Sabrina Sparti e all’attrice Laura Bagarella Il Sindaco del Libero Comune di Fiume, Guido Brazzoduro, porta il suo saluto. Alla sua destra Rosanna Turcinovich Giuricin (CDM di Trieste) e Patrizia C. Hansen (foto www.arcipelagoadriatico.it) Sapori d’Istria a Torino Non solo letteratura, alla “tre giorni” curata dal CDM a Torino. A conclusione delle tre serate il Circolo Istria ha offerto al numeroso pubblico presente una degustazione di formaggi, miele e vini istriani, conclusa dall’assaggio dei migliori distillati prodotti dall’azienda Luxardo. Formaggi saporiti, vini di grande eleganza, miele e «Sangue Morlacco» hanno trasferito sul piano della cultura del territorio i pomeriggi letterari e musicali, incontrando grande favore e unanime apprezzamento. Enogastronomia istriana a Torino. Quando sapori e sentori – apprezzatissimi dal pubblico presente – sono storia e cultura (foto www.arcipelagoadriatico.it) Sopra: una piccola parte del folto pubblico che ha riempito la sala del Circolo dei Lettori (foto www.arcipelagoadriatico.it) A destra: un momento del raffinato concerto tenuto dal «Mitteleuropa Ensemble», il cui programma prevedeva musiche popolari istrovenete rivisitate in sonorità jazz e contemporanee di grande suggestione (foto www.arcipelagoadriatico.it) Ben rappresentata alla edizione torinese della «Bancarella» la produzione editoriale giuliana (foto www.arcipelagoadriatico.it) – hanno eseguito musica popolare istroveneta riveduta all’interno di sonorità contemporanee raggiungendo esiti di grande suggestione ed originalità, in un connubio inedito di note e recitazione che ha incontrato il favore dell’attento pubblico. Nel programma del concerto anche brani di noti esecutori come Sergio Endrigo e Piero Soffici. Di grande forza vocale la soprano, Sabrina Sparti, e splendida voce recitante quella di Laura Bagarella. Il Mitteleuropa Ensemble ha recentemente ricevuto la Targa Mazars nell’ambito del Premio internazionale dell’Università Bocconi di Milano. Ma gli incontri letterari e musicali sono stati “conditi”, a fine serata, con un’originale selezione di prodotti dell’enogastronomia istriana e dalmata, che hanno portato nelle austere sale del Palazzo Graneri della Roccia i sentori e il gusto della cultura del cibo e del vino di qualità. Più che lusinghiero riscontro, dunque, a questa prima “uscita” del Salone del libro dell’Adriatico orientale; una scommessa che merita di essere riproposta in altre città italiane, com’è in effetti nelle intenzioni del CDM. Perché sarà nella parola scritta più pregnante, nella linea dipinta dell’arte e scolpita dell’architettura, nella musica evocata, nei paesaggi di mare e di terra, che il futuro raccoglierà l’eredità di storia e di cultura accumulata nei secoli nei territori orientali. Red. Maggio 2008 5 DIFESA ADRIATICA La Redazione risponde Acquistare un immobile nell’Istria oggi slovena A cura dell’Avv. Vipsania Andreicich Desidererei acquistare una casa nella Repubblica di Slovenia. Ci sono dei divieti per i cittadini italiani? Quali problemi potrei incontrare? Lettera firmata In seguito alla proclamazione dell’indipendenza della Repubblica di Slovenia, nel giugno del 1991, si è assistito, in questo nuovo Stato, ad un periodo di transizione, caratterizzato dalla trasformazione da un sistema socialista ad un sistema democratico. Il primo passo verso l’Europa si avuto con la firma dell’Accordo “europeo” di Associazione (di seguito A.A.), firmato il 10 giugno 1996 ed entrato in vigore il 1° febbraio 1999. Tale Accordo include uno specifico allegato (l’Allegato XIII) che ha recepito i contenuti del cosiddetto “Piano Solana”, ponendo fine al contenzioso tra Italia e Slovenia che aveva ritardato l’entrata in vigore dell’Accordo stesso Questa rubrica riporta: le elargizioni a “Difesa Adriatica” di importo superiore all’abbonamento ordinario; - le elargizioni dirette alla Sede nazionale ANVGD; - eventuali elargizioni di altra natura; - gli abbonamenti ordinari sottoscritti a “Difesa Adriatica”; All’interno di ogni gruppo, i nominativi sono elencati in ordine alfabetico. In rispetto della normativa sulla privacy non vengono citate le località di residenza degli offerenti. Ringraziamo da queste pagine tutti coloro che, con il loro riconoscimento, ci inviano il segno del loro apprezzamento e del loro sostegno. Le offerte qui indicate non comprendono le elargizioni ricevute dai singoli Comitati provinciali dell’ANVGD. - ABBONAMENTI CON ELARGIZIONI A “DIFESA ADRIATICA” (ccp. 32888000) Le elargizioni si concentrano maggiormente tra fine e inizio anno, in occasione del rinnovo dell’abbonamento. L’elenco comprende gli abbonati sostenitori o che hanno versato comunque una quota maggiore dell’ordinario. FEBBRAIO Adamic Liliana € 80, Allazetta Annalisa € 50, Andretti Vanni € 50, Angelini Alida € 50, ANVGD Modena € 50, Babic Annabella € 60, Barni Cardoni Sandra € 50, Becich Simonetta, Benfatto Olga € 50, Berné Eleonora € 50, Bertoli Alfonso € 50, Bertossa Giovanni € 40, Biasi Tuscano Nora € 50, Borghesi Mario € 100 in memoria di Alice Roman da parte dei cugini Mario e Nucci Borghesi, Cattaro Maria, Colucci Domenico Italo € 50, Concina Antonio € 50, Condominio Via Alciati 1-Milano € 180 in memoria di Alice Roman ved. Roman, Corazza Marta € 50, De Furegoni Almerico € 50, Della Porta Antonino € 60 in memoria di Aristide Della Porta e Arno Devescovi, Devescovi Segariol Flora € 50, Duiella Matteo € 50, Dussi Mariagrazia € 40, Fabris Mariangela € 50, Fatutta Claudia € 60, Gazzari Piero € 60, Germanis Famiglia € 50, Giachin Silvana € 35, Gigliofiorito Antonio € 50, Giusepponi Luigi € 32 in memoria della mamma Augusta Juretich e della nonna Romana Bernelich, Gliubich Caterina € 50, Gospodnetich Paolo € 60, Kniffitz Wally € 50, La Grasta Giovanni € 60, introducendo il concetto di “reciprocità essenziale”, secondo il quale viene riconosciuto ai cittadini che abbiano risieduto permanentemente tre anni nell’attuale Repubblica di Slovenia il diritto di acquistare proprietà a decorrere al 1/2/1999 solo nel caso in cui nei paesi di provenienza di costoro vengano riconosciuti gli stessi diritti ai cittadini sloveni. Il 6 gennaio 2000 il Governo sloveno aveva ricevuto la prima Relazione sull’attuazione dell’Atto sulla Reciprocità dalla quale emergeva che, fino al 1 dicembre 1999, il Ministero della Giustizia sloveno aveva ricevuto 34 richieste di acquisto: 16 dalla Germania, 7 dall’Austria, 6 dall’Italia e 1 dalla Grecia; 3 di queste erano state sin da subito respinte per mancanza di base legale. La legislazione che disciplina l’acquisto degli immobili in Slovenia da parte di persone fisiche e giuridiche straniere è molto recente. Fino al 1998, la legge slovena non consentiva alle persone fisiche e giuridiche straniere l’acquisto di immobili situati nel territorio sloveno, esclusi i casi di eredità, successioni, ecc. La modifica legislativa si è resa indispensabile a fronte dell’adesione della Slovenia all’Unione Europea. L’entrata della Slovenia nell’Unione Europea, avvenuta il 1° maggio 2004, ha consentito l’applicazione integrale dei principi del mercato interno: eliminazione delle frontiere interne e parità di trattamento per tutti i cittadini europei. Pertanto attualmente non vi è più alcun limite alla possibilità di acquisto, da parte di cittadini italiani, di immobili nel territorio sloveno. Il sistema tavolare di trascrizione, cos’è Riguardo al sistema giuridico sloveno, bisogna precisare che gli immobili situati nel territorio della Repubblica slovena sono sottoposti al c. d. sistema tavolare di trascrizione. Tale sistema è improntato su base reale, ciò sta a significare che non è sufficiente raggiungere l’accordo per trasferire la proprietà o altro diritto reale, perché l’accordo costituisce solo il titolo per ottenere l’intavolazione, ovvero l’iscrizione della proprietà stessa a proprio nome. La trascrizione nell’estratto tavolare ha quindi efficacia costitutiva e produce i suoi effetti dalla data in cui la stessa viene effettuata. Altro aspetto da non sottovalutare nell’acquisto di immobili in Slovenia è la questione della “denazionalizzazione” degli immobili. Con l’indipendenza della Slovenia dalla Jugoslavia è venuto meno il principio della proprietà che è unicamente dello Stato. A questo scopo chi era in grado di poter vantare diritti su un determinato immobile (la legge slovena dispone che tale diritto spetti solo ai cittadini sloveni) ha presentato domanda di denazionalizzazione al fine di poter riottenere la restituzione dei beni precedentemente espropriati. La denazionalizzazione, nella maggior parte dei casi, richiede pratiche molto lunghe. A tutt’oggi, quindi, potrebbero esserci degli immobili, la cui proprietà risulti essere in una situazione di incertezza, per non essersi ancora conclusa una eventuale pratica di denazionalizzazione. Per tale motivo bisogna prestare ad ogni caso la dovuta attenzione. ELARGIZIONI E ABBONAMENTI Lasagna Campovecchi Fatma € 50, Lori Rimo Aladino € 60, Maietta Alfonso € 50, Maisani Eugenio € 50, Manzoni Di Chiosca Giuseppe € 35, Marcich Patricia € 50, Martinoli Don Nevio € 100, Milani Ermanno € 50, Missaglia Amedeo € 50, Mouton Marisa € 50 in memoria dei cari Nini, Nives, Laura Mouton e nonni Gremese, Nerini Fiammetta € 50, Orlini Bruno € 50, Otmarich Lidia € 50, Pace Tullia € 40, Padovan Marina € 50, Palmich Maria € 50, Panella Luigi € 40, Patelli Tullio € 50, Pelletti Giuseppe € 35, Persi Roberto € 50, Pertot Delise Gianna € 40, Pogliani Mauro € 100, Raggi Secondo € 60, Rubbi Celso € 50, Rusich Francesco € 50, Saule Carlo Alberto € 50, Sette Teresa € 50, Simicich Giuseppe € 60, Skull Petrelli Diana € 50, Suffi Claudio € 50, Susani Ezio € 60, Tabacchi Artusi € 50, Tentardini Enrico € 55, Torre Salvatore € 60, Ugussi Gianfranco € 50, Valdemarin Franco € 50, Vani Carlo € 50, Varglien Cuoghi Bruna € 50, Vlacancich Tarcisia € 50, Zannier Giancarlo € 50, Zuppi Pompeo € 60, Zustovich Annamaria € 50. ELARGIZIONI ALLA SEDE NAZIONALE ANVGD (ccp 52691003) FEBBRAIO Condominio Via Alciati 1-Milano € 296, VG PD MU € 125, E.R. € 65. ABBONAMENTI ORDINARI A “DIFESA ADRIATICA” (ccp. 32888000) Il rinnovo degli abbonamenti si concentra maggiormente tra fine e inizio anno, quando i lettori ricevono insieme al giornale il bollettino postale precompilato. L’elenco comprende solo coloro che hanno versato la quota ordinaria di abbonamento. GENNAIO (continua dal numero precedente) Candela Silvio, Candutti M. Luisa, Cappellari Alfredo,Capurso Ceccherini Ida, Caravello Franco, Carlich Domenica, Carlini Giovanni, Casagrande Ada, Casalaz Livia, Casali Maria, Casanova Bani Esperia, Castagna Agnese, Castellani Berri Ines, Cavallarin Leo, Ceccherini Massimo, Celligoi Iginio, Cenci Annamaria, Cenci Luigina, Cendak A.Maria, Cergna Plinio, Cergna Virginia, Cerlenizza Maria, Cervai Antonio, Cervai Maria, Cervai Mario, Cesarello Giuliana, Cesari Zuccon Maria, Cesarin Mario, Cherbavaz Silvio, Chersi Loreta, Chersi Manfredini Estella, Chighine Liliana, Chitrizza Natale, Chizzola Francesco, Cimolino Beatrice, Ciurcovich Bruno, Clapci Ricci Adriana, Clari fam., Clima Elio Marcello, Climi Silvana, Codazzi Paucovich Mirella, Cofanelli Ilio, Cogliati Lionello, Colussi Fabio, Colussi Gianfranco, Coos Guglielmo, Copetti Annamaria, Corich Clara, Corich Nevio, Cormun Silli Caterina, Corselli Grillo Licia, Corva Guido, Cosatto Melita, Coslovich Cristina, Coslovich Gioconda, Coslovich Silvano, Cosoli Giuliano, CostaTibiletti Clelia, Costantini Rota Licia, Cova Fulvio, Covacci Felice, Covacich Giorgio, Cozza Luisa, Crasti Silvana, Creglia Antonio, Crevato-Selvaggi Gracco, Crisman Mons. Egidio, Crovato Bruno, Cucci Caterina, Cusino Claudio, Cuttich Vito, D’Accardi Elena, D’Ambrosi Oliviero, D’Ambrosi Marcellini Ida, Damiani Giulio, D’Ancona Bruno, D’Ancona Lidia, Dandri Edda, Dapas Franca, Dapretto Arrigo, Dazzara Gianfranco, De Carli Rino, De Cleva Guido, De Domiziani Giulia, Deffar Ennio, De Francesco Giorgio, De Francesco Maria, De Lazzarini Battiala Lavinia, Del Bello M.Grazia, Delcaro Ferruccio, Dellaia M.Grazia, Dell’Arti Enrico, Delise Lucia, Dellavia Vanna, Deltin Ermanno, Deltin Silvano, Delton Giovanni, Del Treppo Clara, Delzotto Domenico, De Marchi Francesco, Demari Lidia, Demarin Lidia, De Mayer Antonia, Demarin Bonetta, Deotto Annamaria, Depicolzuane Pietro, D’Eredità Maria Scala, de Schönfeld Ludovica, Descovi Antonio, Descovich Natalia Bozzo, Dessanti Oreste, De Toma Marini Bianca, Devescovi Omero, Diacci Renato, Di Giusto Maria, Dinarich Deanna, Dinelli Fulvia, Dionisio Enrico, Dirce David, Di Sandro Lovrovich Rosa, Divari Greco Maria, Diviacchi Marino, Dobrich Bruno, Dolci Renato, Doimi Nicolò, Dolenti Livio, Donaggio Carmela, Donaggio Gianfranco, Donati Palmira, Doplicher Semizzi Maria, Dovier Marini Maddalena, Dragagna Michele, Draghicchio Ennio, Draghiccio Sergio, Draghicchio Sonia, Drandi Beatrice, Dubani Maria, Dubs Renata, Duda Liliana, Dugan Gemma, Durin Evelino, Einhorn Laura Ricotti, Fabi Luciano, Fabich Vincenzo, Fabretto Lilia, Fabris Elsa, Fabris Massimiliano, Fabrizio Michele, Fabulich Nora, Facchini Roberto, Facci Luigi, Faccini Miranda, Falk Federico, Faraguna Ferruccio, Felicetti Roberto, Felician M. Pia, Fermo Anita, Ferrari Giuseppe, Ferri Giuliana, Ferro Renato, Filippi Maria, Filippi Tullio, Fiore Dario, Fiorentin Antonio, Fiorespino Selmi Nirvana, Fioretti Elio, Fiorido Marino, Fischer Laura, Fisichella Giovanna, Flacio Cante Maria, Flego Licia, Fonda Bruno, Fonda Lino, Fonda Narciso, Fonda Nerina, Fonovich Lucia, Fontanive Lucy, Fornasar Luciano, Fornasaro Umberto, Francin Tocchio Alice, Franco Giovanni (eredi), Franco Giuseppe, Franco Teresa, Franco Franolich Duilio, Franichievich Sergio, Franzelli M.Luisa, Franzutti Pier Nicolò, Frighetto Annamaria, Furlani Strolego Maria, Gallessi Emilio, Gallovich Marcello, Gambaletta Lino, Gambino Lidia, Gardina Bruno, Gasperini Giovanni, Gatti Rosa, Gazzari Piero, Gelleni Lidia, Gherdovich Sonia e Irma, Gherghetta Giovanni, Ghersi Loretta Basciutti, Ghersini Gigliola, Giachin Antonio, Giachin Luciano, Giachin Ruiu Maria, Giacich Tullio, Gianesini Ines, Gini Gianfranco, Giorgi Anna, Giorgi Mario, Giorgi Vittorio, Giorgini Ireneo, GiormaniVirgilio, Giovannelli Francesca, Giraldi Mario, Gironcoli Ielo Marcella, Giuppani Pietro, Giuriceo Leonia, Giuricich Mario, Giurini Mariella, Giurissich Flora, Giusti Anteo, GobboVittorio, Gorlato Maria, Gorlato Mario, Gortan Anita, Gortan Ermanno, Gortan Natalina, Grabelli Fiorenti Maria, Graber Regina, Grandi Duilio, Grebaz Dino, Greblo Franco, Gremese Livia, Grion Cussar Wally, Grohovaz Luciano, Gropallo Carlo, Gropuzzo Alida, Grossi Enrico, Grubessi Mattei Nives, Guidoni Silva, Harzarich Giuseppina, Herlinger Romano, Hervatin Edda Martini, Hess Walter, Horvat Rodizza Edda, Host Micheli Caterina, Iacobacci Giulia, Iacopacci Annamaria, Iurman Giovanni, Ivessa Lidia, Jankovits Enrico, Jurassich Emilio, Krebelj Marino, Kresina Zlatka, Krivitz Aldo, Kucich Arnaldo, Ladava Adelma, La Grasta Giovanni, Laszloczky Paolo, Laube Sergio, Lazzarini Livia, Lazzarini Tullio Giuseppe, Lechich Elsa, Leidi Franco, Leonardi M.Luisa, Leone Domenico, Ligovic Norma, Linardi Andrea, Lion Lanza Laura, Locatelli Cesare, Lonati Alessandra, Longo Biancamaria, Lubiana Aquilino, Luciani Laura Giulia, Lupieri Pietro, Maburzio Armando, Madrussani Emilia, Malusà Bruno, Malusà Domenico, Malusà Gianfranco, Mandich Virgilio, Manente Mario, Manni Dario, Manolà Vittorio, Manoni Alceo, Manzoni Gianna, Maracchi Astorre, Maracich Giuseppe, Maracich Renato, Maracich Stefano, Marampon Licia, Maraston Mariano, Marconi Lucio, Maresca M.Laura, Marin Lauro, Marini Franco, Marinuzzo Gemma, Mariotto Craincevich Bruna, Marozzi Renato, Marussi Luisa, Marussi Nunziante Paola, Marussich Ettore, Marzola Mario, Massidda Paolico, Matassi Roccabella M.Rosa, Matcovich Antonia Livilla, Matcovich Claudia, Matessich Giuseppe, Matessich Mario, Mattiassich Annamaria, Mattiazzi Vincenzo, Mattioli Rita, Mattossi Dario, Mattossi Pietro, Matulich Walter, Maurini Mariano, Maurovic Stelio, Maurovich Sergio, Medelin Francesco, Medvescek Alda, Mengaziol Licia, Mersich Mario, Meschini Stelio, Mezzacasa M.Elisa, Michicich Maria, Miglia Nereo, Mihalich Annamaria, Mihich Jonny, Mikulich Serenella, Milanovich Aldo, Milinovich Nerina, Millevoi Arreghini Elda, Milli Guglielmo, Milliava Ireo, Millo Pavan Nerina, Miraglia Maria, Miss Nella, Mogioni Silvana, Montanari Maria, Monteneri Erica, Momi Giovanni, Morbelli Enrico, Moscarda Maria, Moscolin Bruno, Mosetti Rubinich Sonia, Mottica Giacomo, Mottino Pietro, Murgia Nivea, Muscardin Isacco, Musich Antonio, Musich Maria Russo, Mussap Emilio, Nacinovich Mario, Nasazio De Pol Silvana, Nebel Olga ved. Lorenzini, Negovetich Boris, Negroni Serdoz Bianca, Nesi Arrigo, Nesi Giuseppe, Nicolich Don Giovanni, Nicolich Federica, Nizzoli Vitaliano, Novelli Eugenia, Nutrizio Luigi, Orselli Antonella, Ostovich Aldo, Ostovich Luciano, Palazzolo Carmela, Palci Nella, Palin Augusta, Palumbo Vargas Maria, Pallavicini Antonio, Pallavicini Marino, Pamich Abdon, Paoli Bruna, Papo Antonio, Parisi Marco, Paronuzzi Arnalda, Parovel Silvio, Pasquali Sergio, Passelli Gabriella, Paulini Elpidio, Paulovatz Ileana, Pauluzzi Silvio, Pavan Urbano, Pavan Tosetto Marcella, Pechini Giuseppe, Pellegrini Paolo, Peloso Gianpaola, Penna Tullio, Pen(segue) so Paolo, Penzo Italo, [...] 6 DIFESA ADRIATICA dai comitati DELEGAZIONE DI BARLETTA COMITATO DI BRESCIA Dibattito pubblico giovedi 28 febbraio, presso il Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” di Cassano (Bari) con il quale l’Amministrazione comunale si propone di ricordare l’esodo di 350mila nostri connazionali, costretti dall’occupazione jugoslava della Venezia Giulia ad abbandonare le proprie case. Si è voluto rendere omaggio alla memoria di quanti sono stati uccisi nelle Foibe. «Abbiamo deciso di ricordare la tragedia delle Foibe – ha rimarcato l’assessore alla Cultura, Silvio Missoni - perché siamo convinti che sia necessario promuovere un’occasione di profonda riflessione e sensibilizzare alla conoscenza di una drammatica fase del nostro recente passato». Il programma prevedeva l’ascolto dell’Inno nazionale e del “Silenzio”, la videoproiezione del discorso del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il saluto del Sindaco e l’introduzione della prof.ssa Irene Cavalli. La relazione, alla quale è seguito il dibattito, è stata affidata al prof. Giuseppe Di Cuonzo, Delegato ANVGD, il quale ha coordinato le iniziative pugliesi per il Giorno del Ricordo . Dopo le manifestazioni del Giorno del Ricordo, continua l’impegno del Comitato bresciano per la diffusione della nostra Storia. Il 4 aprile in Pralboino (BS) alle 20.30, nella Sala Cinema del Comune, il presidente dell’ANVGD di Brescia, Luciano Rubessa, ha tenuto una conferenza sul tema «Foibe, Esodo e confine orientale». Lo stesso presidente il 14 aprile ha inaugurato nella Sala Mostre del Comune di Darfo Boario T. (BS) la Mostra «Istria, Fiume, Dalmazia», che fino al 18 aprile ha visto le mattinate impegnate con le scolaresche in una serie di lezioni-conferenze. Il 20 aprile, invece, il Comitato ha riunito soci e simpatizzanti alla “Festa di Primavera”. Il presidente Rubessa accompagnerà poi dal 14 maggio i 50 partecipanti al viaggio nei luoghi storici (Redipuglia, Parenzo, Pisino, Montona, Trieste). Fra essi gli studenti vincitori del concorso provinciale «Foibe ed Esodo». COMITATO DI BOLZANO Quest’anno tre sono stati gli appuntamenti ufficiali organizzati nelle province di Forlì-Cesena e Rimini in occasione del Giorno del Ricordo nelle quali la nostra Associazione è stata protagonista. Si tratta senza dubbio di un importante risultato se consideriamo il fatto che fino a qualche anno fa, a livello locale, vi era una scarsissima conoscenza, se non nulla, della storia e delle problematiche proprie degli esuli giuliano-dalmati. Da segnalare la nota polemica intercorsa tra il sottoscritto e l’Amministrazione del Comune di Forlì, la quale, a dispetto delle rassicurazioni verbali avute da un rappresentante della Municipalità nel corso della manifestazione del 10 febbraio 2007 e dei cordiali rapporti epistolari (via e-mail) tenuti con alcuni dipendenti comunali, non ha avuto la sensibilità né morale né politica di invitare, in qualità di relatore, alle manifestazioni promosse a livello comunale, alcun rappresentante delle associazioni degli esuli. Questo spiacevole “inconveniente” ha suscitato la mia più viva protesta che è stata raccolta anche dalla stampa locale, in particolar modo dal quotidiano “LaVoce di Romagna” con un articolo pubblicato il 9 febbraio 2008. A dispetto di queste “incomprensioni” con il Comune di Forlì e i suoi amministratori, ha ottenuto un autentico successo l’incontro con gli studenti del Liceo Classico “G.B. Morgagni” di Forlì, tenutosi sabato 9 febbraio 2008 dalle ore 8.10 alle ore 11.00 presso la sala “Icaro” della sede forlivese dell’Università di Bologna, sul tema dell’esodo giuliano-dalmata e delle foibe. Era presente alla cerimonia l’esule fiumana residente a Forlì, la signora Edda Marchese Melini, che ha portato la propria viva testimonianza agli studenti del triennio lasciando più di 200 ragazzi e ragazze attoniti e allo stesso tempo commossi per le tristi vicende che hanno colpito gli esuli giuliano-dalmati e che la signora Edda ha saputo magistralmente raccontare e trasmettere non solo alle menti ma anche ai cuori di tutti i presenti. Grande interesse è stato mostrato da parte di studenti ed insegnanti per l’introduzione storica che chi scrive ha tenuto durante la prima parte dell’incontro sulla storia istriana e giuliana tendente a dimostrare come le vicende del confine orientale, per essere pienamente comprese, abbiano necessità di una Dopo l’istituzione del Giorno del Ricordo e l’inaugurazione del cippo, dedicato dal Comune di Bolzano gli esuli che con la loro opera hanno contribuito alla crescita della città nel secondo dopoguerra, siamo per così dire “venuti allo scoperto” con intensa partecipazione a cerimonie e dibattiti, e con un forte desiderio di far conoscere la civiltà, le tradizioni, le bellezze artistiche e naturali dell’Istria e Dalmazia, un mondo oggi disperso, ma sempre vivace e deciso a non farsi dimenticare. Sabato 9 febbraio, presso il cippo posto sul LungoTalvera destro, si è svolta una cerimonia ufficiale a cui hanno preso parte Autorità civili e militari, una numerosa rappresentanza di ex combattenti con i loro labari e delle Crocerossine. Esuli e cittadini in gran numero. Mai avvertito tanto interesse e consenso intorno a noi. Dopo la deposizione di due corone e l’allocuzione del sindaco Luigi Spagnolli e dell’arch. Giovanni Benussi, presidente del Comitato ANVGD, i convenuti si sono trasferiti nella vicina EURAC per assistere alla proiezione del film “Ritorno a casa”, molto apprezzato dal pubblico. Inoltre lunedì 11, su invito della Biblioteca “Claudia Augusta”, in cui è disponibile un Fondo “Istria Fiume Dalmazia”, con libri di storia, arte e narrativa, si è rinnovata la commemorazione del Giorno del Ricordo con una conferenza a più voci. Dopo il saluto dell’assessore Luigi Cigolla e del nostro presidente arch. Giovanni Benussi, che ha spiegato il significato di questa giornata a sessant’anni dagli eventi della sponda orientale, si è dato inizio all’esposizione delle vicende personali dell’ing. Alvaro Soppa di Pola, ai ricordi commossi del prof. Luciano DeVescovi, mentre la prof.ssa Erica Migliorini di Fiume ha scelto di presentare un excursus sulla “memorialistica femminile”, ricca di storie dolorose, citando le scrittrici Milani, Mori, Madieri, Vukusa, Nemec ed altre.Il pubblico, tra cui la direttrice ed il personale della biblioteca, ha seguito con attenta partecipazione e molti interventi successivi, apprezzando anche la proiezione di un film sui tesori artistici ed architettonici dell’Istria, proiettato a conclusione dell’incontro. Maggio 2008 DELEGAZIONE DI FORLÌ E CESENA profondità storica molto più ampia di quella che viene loro generalmente attribuita. Un sincero ringraziamento va alla Preside prof.ssa Iris Tognon che ha reso possibile questo splendido evento e che ci ha ospitato ed accolto in una maniera assolutamente egregia. Altrettanta straordinaria partecipazione si è potuta riscontrare per la S. Messa, organizzata da ANVGD ForlìCesena, ADES ed Unione degli Istriani, che è stata celebrata in memoria dei caduti delle Foibe da Mons. Agostino Pasquini, Cancelliere vescovile, domenica 10 febbraio nella Chiesa di San Francesco Saverio (detta del Suffragio) a Rimini. Sono state portate e disposte vicino all’altare sulla balaustra le bandiere dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia oltre che il gonfalone dell’ANVGD. Era inoltre presente un rappresentante della Guardia di Finanza con il vessillo del proprio Corpo. Toccante la musica d’organo che ha accompagnato tutta la Messa e che ha donato alla cerimonia un’atmosfera unica ed irripetibile. In tale occasione ho avuto il piacere di incontrare assieme alla famiglia l’esule fiumana Idea Tamaro Chiari che attualmente vive a Marebello di Rimini con la quale ho intrattenuto una breve, ma piacevole chiacchierata. La serie delle manifestazioni organizzate per il Giorno del Ricordo non si è conclusa con la data che ricorda la firma del trattato di pace, ma è proseguita anche il giorno successivo. Alle ore 18.00 di lunedì 11 febbraio a Bellaria, presso la sala delVecchio Macello (Via Ferrarin), si è infatti tenuto un incontro sull’esodo giulianodalmata e le Foibe organizzato dal Comune di Bellaria Igea Marina e dall’Istituto per la storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea della provincia di Rimini. È intervenuto il prof. Costantino Di Sante, presidente dell’Istituto Storico della Resistenza di Ascoli Piceno, che ha tenuto la sua relazione sulla scia del diffuso paradigma fascismo-foibe-esodo. In questo senso il mio intervento, che è seguito a quello del professore, ha voluto allargare l’analisi dell’orizzonte storico, ribadendo la necessità di una lettura temporalmente più ampia e decisamente più approfondita di tutta la vicenda politico-sociale ed economica che ha caratterizzato la sponda orientale dell’Adriatico dall’inizio del Medioevo in avanti. La medesima manifestazione si è ripetuta la sera stessa a Novafeltria (PU) alle ore 21.30 presso il teatro sociale per iniziativa della Comunità Montana Alta Valmarecchia e della Provincia di Pesaro ed Urbino. Nonostante la conferenza sia terminata poco prima della mezzanotte abbiamo potuto contare su un discreto numero di partecipanti che hanno seguito sino alla fine con vivo interesse sia la relazione del prof. Di Sante che l’intervento di chi scrive. Sebbene i punti di vista espressi fossero spesso non collimanti, con Di Sante abbiamo convenuto sul fatto che questi sono momenti di confronto fondamentali ed indispensabili su una materia che comunque è ancora necessariamente oggetto di dibattito e che abbisogna di ulteriori approfondimenti e studi per essere correttamente compresa. In questo senso, a mio modo di vedere, questa riflessione ci porta alla inevitabile conclusione che siamo solo all’inizio di un lungo percorso di riflessione storica che porterà finalmente la storiografia corrente ad abbandonare progressivamente la vulgata politica postbellica che ancora impera in tanti luoghi di confronto ed in tante pubblicazioni sul tema dell’esodo giuliano-dalmata e delle Foibe per abbracciare infine una ricostruzione degli eventi contestualizzata in una storia europea geograficamente e temporalmente di più ampio respiro. Axel Famiglini Delegato provinciale per Forlì-Cesena ANVGD COMITATO DI GORIZIA Il Comitato goriziano è stato presente anche quest’anno in Largo 27 Marzo per ricordare, come tradizione, le grandi manifestazioni di piazza del 26 e 27 marzo 1946. In quei giorni, infatti, i cittadini affluirono nelle vie e piazze, per affermare l’identità italiana di Gorizia davanti alla Commissione interalleata giuntavi per definire i confini tra Italia e Jugoslavia. Gorizia esplose di tricolori: uomini e donne con coccarde verdi, bianche e rosse e balconi delle case con la bandiera italiana. Nella circostanza fu decisivo l’apporto dell’Associazione Giovanile Italiana e della Lega Nazionale. Proprio per ricordare questi accadimenti è stato intitolato il Largo 27 Marzo, che congiunge le vie Oberdan e Mameli, dietro il Palazzo dell’INPS. Proprio sotto la targa è stato depositato nell’occasione un omaggio floreale. * * * In occasione della visita in Friuli Venezia Giulia del Presidente della Repubblica Napolitano, il nostro Comitato di Gorizia ha salutato come di seguito la più alta carica dello Stato. «Gli istriani, fiumani e dalmati residenti nella provincia di Gorizia salutano con stima e riconoscenza il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, Presidente di tutti gli italiani. Lo ringraziano per le parole forti e coraggiose con cui lo scorso anno e quest’anno, in occasione delle celebrazioni del Giorno del Ricordo dell’esodo e delle foibe, ha affermato ciò che i giulianodalmati andavano affermando inascoltati da 60 anni, ovvero che il nostro popolo è stato oggetto di pulizia etnica da parte del maresciallo Tito e delle sue milizie. Certamente tra gli infoibati vi sono stati anche dei fascisti, sebbene sia assai facilmente intuibile che chi si era macchiato di reati durante il regime fascista avesse già abbandonato le città ben prima dell’occupazione titina. Nelle foibe, strumento di morte e di persecuzione, ma anche minaccia da brandire contro gli italiani affinché scappassero dalle loro terre, sono finiti uomini che nulla avevano a che spartire con il fascismo, donne e giovani, sacerdoti, e chi poteva rappresentare un pericolo per la slavizzazione veloce ed integrale delle terre occupate. Tra questi anche comunisti, rei solo di essere italiani. La legge istitutiva del Giorno dei Ricordo prima e le belle parole del Capo dello Stato dopo, hanno riconosciuto finalmente il dramma delle popolazioni giuliano-dalmate, il loro Calvario, le loro sofferenze. Con sentimenti di gratitudine, pertanto, gli istriani, fiumani e dalmati salutano Giorgio Napolitano, orgogliosi della sua determinazione a voler far sì che la Verità si imponga su quella ragion di Stato che ha imposto 60 anni di colpevole silenzio ed omissioni, certi di averlo al loro fianco anche nell’impedire che possa germogliare quel negazionismo di chi vorrebbe oggi, nonostante tutto, negare che i fatti siano mai accaduti, oppure minimizzarli o giustificarli». COMITATO DI MILANO Intitolato a Fiume un tratto dei Bastioni di Porta Venezia «Il Comune di Milano compie oggi, nella Giornata del Ricordo, un atto doveroso. La città di Fiume è legata alla storia del nostro Paese e della nostra città, perché molti furono i fiumani che anche a Milano trascorsero gli anni dell’esilio». Così il vice Sindaco Riccardo De Corato che in rappresentanza del Comune, ha intitolato alla città di Fiume il tratto dei Bastioni di Porta Venezia, da Piazza della Repubblica fino all’ingresso dei giardini pubblici “Indro Montanelli”. Alla cerimonia hanno preso parte l’assessore alla Cultura, Vittorio Sgarbi, il sindaco del Libero Comune di Fiume in esilio, Guido Brazzoduro, e il presidente del Comitato milanese dell’A NVGD, Piero Tarticchio. «Cinquantamila fiumani – ha ricordato De Corato – e circa 250 mila istriani e dalmati furono costretti a lasciare in massa la propria terra per non soccombere alla sopraffazione. Una tragedia che per anni è rimasta nel silenzio, aggiungendo ai soprusi subiti da quei tanti italiani anche la sofferenza di essere dimenticati». «Nella zona 2 – ha aggiunto il vicesindaco – abbiamo già intitolato due piazze all’Istria e ai Martiri delle Foibe. E presso i giardini di Via Gonin è stato piantato l’albero del Ricordo. Oggi anche questa intitolazione. Piccoli gesti che testimoniano la ferma volontà di questa Amministrazione di rendere il giusto tributo agli italiani spariti nelle Foibe e a tutti gli esuli». «Il nostro dovere – ha concluso– non è solo quello di ricordare, ma soprattutto di riesaminare criticamente i fatti e chiamare le istituzioni ad una maggiore attenzione, affinché si promuovano iniziative culturali e commemorative. Perché troppi italiani, e i giovani in particolare, ancora non sentono, non ricordano, non riconoscono questo pezzo di storia come patrimonio storico e spirituale del nostro Paese». (Fonte Ufficio Cerimoniale del Comune di Milano) Milano, il momento dell’inaugurazione del Viale Città di Fiume Maggio 2008 dai comitati COMITATO DI NOVARA Il presidente dell’ANVGD di Novara, Antonio Sardi, comunica che il Comitato provinciale della nostra Associazione ha chiesto all’AgenziaTerritoriale per la Casa di Novara di aprire un bando di concorso per l’assegnazione di alloggi siti in Novara – Villaggio Dalmazia -, costruiti con i finanziamenti della Legge 137/52 e destinati ai profughi. Detta richiesta è stata accolta e il periodo per le domande di ammissione al concorso va dal 1° aprile 2008 al 16 maggio 2008. COMITATO DI PALERMO Il capoluogo siciliano ha ospitato la nascita di un nuovo Comitato provinciale della nostra Associazione. Durante l’assemblea costitutiva, è stato eletto presidente Gino Zambiasi, vicepresidente Paolo Guagenti, consiglieri Giuseppe Salamone e F. Paolo Calvaruso. Il prossimo Esecutivo nazionale ANVGD provvederà alle dovute verifiche e alla ratifica di questo nuovo momento di crescita, dovuto sia all’“onda lunga” del Giorno del Ricordo, sia alla linea di equilibrio dimostrata da sempre dalla nostra Associazione nella trattazione storica, culturale ed assistenziale della nostra Comunità. COMITATO DI PADOVA Più il tempo passa e più noi, del Comitato provinciale di Padova, ci sentiamo responsabilmente coinvolti nel compito importante di mantenere vivo il ricordo delle nostre terre, della nostra storia, della nostra cultura e di coinvolgere con testimonianze coloro che ancora non sanno. Perciò i Giorni del Ricordo di quest’anno sono stati ancora più significativi e numerosi e non poco ha contribuito la mostra fotografica realizzata dall’ANVGD e curata dal prof .Guido Rumici, mostra inaugurata dal docente di Storia dell’Europa Orientale Egidio Ivetic, venerdì, 8 febbraio, alle Scuderie di Palazzo Moroni in Padova, in un ambiente di grande bellezza architettonica. L’assessore Monica Balbinot, intervenuta in rappresentanza del Sindaco, di cui ci ha portato i saluti, ha introdotto l’argomento riassumendo il significato della legge istitutiva del Giorno del Ricordo. La mostra ha riscosso molto successo per la chiarezza, organicità e completezza della parte scritta, oltre che per la ricchezza di foto e grafici che illustrano il contenuto. Sabato 9 febbraio, a Saonara (Padova), nell’atrio della Scuola Media “Marco Fanno” c’è stato un incontro 7 DIFESA ADRIATICA Padova, Giorno del Ricordo 2008. Un’istantanea del palco delle autorità con gli alunni delle classi terze che hanno seguito con attenzione il discorso intenso e commosso della nostra presidente, prof.ssa Italia Giacca, cui ha fatto seguito la cerimonia di intitolazione della via ai Martiri Giuliani e Dalmati. Sono intervenuti il vicesindaco, gli assessori alle Politiche Sociali, Cultura e Pubblica Istruzione, il parroco. Doveroso un ringraziamento al dott. Dario Odoni, esule da Pola e per tanti anni medico di base di Saonara, per la sua tenacia nel farsi promotore di questa iniziativa che lascia futura memoria dei nostri martiri e del nostro sacrificio. Naturalmente il momento più intenso e toccante per noi esuli è stato quello di domenica 10 febbraio, davanti a Palazzo Moroni, durante la cerimonia ufficiale del Giorno del Ricordo, organizzata dal Comune di Padova, presenti le autorità civili e militari. L’atmosfera solenne e vibrante, creata anche dalle struggenti note della fanfara dei bersaglieri, che hanno intonato l’Inno nazionale, La canzone del Piave e Le campane di S. Giusto, ci ha dato una grande commozione. Come pure ci siamo sentiti travolgere dal pregnante discorso della nostra presidente, soprattutto quando ha ricordato i nostri genitori «ai quali va la nostra riconoscenza per averci trasmesso valori autentici e per averci insegnato, con l’esempio, che, mantenere la propria dignità di uomini tra soprusi di ogni genere, per amore di libertà e di verità, è qualcosa di prezioso». Durante la cerimonia hanno parlato l’assessore comunale Marco Carrai, in rappresentanza del Sindaco, e il Vicepresidente della Provincia Marco Verza che hanno ricordato il significato della cerimonia evidenziando «che è necessario ricostruire una verità storica al di là delle ideologie e dei colori politici». Il Prefetto Paolo Padoin ha consegnato medaglia al valore e di- Comune di Due Carrare (Padova), 9 marzo 2008. Omaggio al cippo posto nella piazza dedicata a Norma Cossetto Martire delle foibe. Da sin. Italia Giacca, Franca Dapas, l’assessore alla cultura di Due Carrare e Giorgio Zac ploma a Giorgio Barbasetti, figlio di Paolo, vittima delle Foibe, quindi la cerimonia si è conclusa con le deposizione di una corona sulla lapide che ricorda il sacrificio di tanti giuliani e dalmati, in via Oberdan, dietro al Municipio. Alle ore 11.30, nella bella Chiesa di S. Lucia-Corpus Domini, è stata celebrata una S. Messa solenne, in suffragio dei nostri martiri, accompagnata dal coro G.P. Palestrina di Noventa Padovana alle cui voci abbiamo unito le nostre nel coinvolgente “Va’ Pensiero” conclusivo. Ha officiato il rito don Alberto Celeghin, Rettore delTempio Nazionale dell’Internato Ignoto, a Terranegra di Padova, che con grande sensibilità ha saputo interpretare i nostri sentimenti e le nostre emozioni, sottolineando «che il debito d’onore che abbiamo con i nostri martiri è quello di una giusta valutazione storica e morale della loro tragedia». Lunedì, 11 febbraio, nella sala Paladin di Palazzo Moroni, durante il Convegno dal titolo “Venezia Giulia e Dalmazia, ieri e oggi”. Hanno parlato il prof. Egidio Ivetic e lo storico prof. Guido Rumici; il primo ha affrontato il tema delle infinite dinamiche che hanno coinvolto l’Adriatico orientale nel passato, il secondo ha approfondito i momenti tragici della nostra tragedia attraverso i risultati delle sue ricerche. Venerdi 15 febbraio alle ore 21.00, nel Quartiere Padova 1, sala Nassiriya, è stato proiettato il filmato Ritorno a casa diretto da Simone Damiani, prodotto dalla Venice Film e realizzato dall’ANVGD. È stato un percorso di grande interesse e di emozionante coinvolgimento attraverso le città istriane che due giovani, Sandro e Laura, nipoti di esuli istriani, hanno realizzato alla ricerca della loro identità e delle loro radici. Il film è stato presentato al pubblico dal prof. Mario Grassi, che fa parte del nostro Comitato. Sabato, 23 febbraio, nella sala dell’Auditorium “Giovanni Paolo II” di Piove di Sacco, affollata da studenti e cittadini, si è svolta una bella e significativa cerimonia commemorativa con la partecipazione di Rossana Mondoni, insegnante di ruolo alle superiori di storia e filosofia, che ha presentato il libro su Norma Cossetto, di cui è autrice La verità per la Riconciliazione, alla presenza anche della sorella signora Licia Cossetto, che ha fatto una breve e toccante testimonianza; quindi il musicista dignanese, M.o Luigi Donorà, ha accompagnato al pianoforte, con sue composizioni, la prof.ssa Loredana Gioseffi di Verona che ha recitato commossa alcune poesie tratte dall’album dei ricordi istriani del Maestro. La cerimonia è stata introdotta dai saluti dell’assessore alla Cultura di Piove, cui ha fatto seguito il discorso, sempre carico di emozione, della nostra presidente, infine la prof.ssa Franca Dapas, consigliere del Comitato di Padova, ha concluso l’incontro con una presentazione chiara e sintetica della Mostra fotografica, trasferita da Padova a Piove. Da qui, il 7 marzo, è stata portata a Due Carrare, dove, dopo i saluti del Sindaco, Sergio Vason e dell’assessore alla Cultura, prof.ssa Pierangela Negrisolo, la mostra è stata presentata egregiamente dal nostro vicepresidente, Gen. Elio Ricciardi. Promotori e fautori di questo incontro, ma soprattutto della intitolazione dell’ex piazza del Mercato a Norma Cossetto, sono stati il Generale Manià, di Fiume, il quale ha presentato la ricca personalità di questa giovane donna che per la sua tragica fine rappresenta il simbolo di tutti gli infoibati, e l’assessore alle Politiche Sociali, Mario Romanato, per tanto tempo memore della promessa fatta, prima della loro morte, al presidente Remigio Dario e al consigliere Dario Righetti Domenica, 9 marzo, sempre a Due Carrare. alla S. Messa in memoria dei nostri Martiri, ha fatto seguito la cerimonia di intitolazione della Piazza a «Norma Cossetto, martire delle Foibe». Sono stati momenti di intensa commozione e di sentita partecipazione da parte della cittadinanza. Alla presenza delle autorità civili e religiose e al suono della Banda Musicale cittadina, dopo il discorso molto chiaro e significativo sulla nostra tragedia del Sindaco e quello toccante sull’esodo della nostra presidente, si è proceduto allo scoprimento, prima del cippo di pietra carsica, che ricorda la nostra terra, e poi della targa intitolata alla giovane martire. Il nostro valido consigliere prof.ssa Adriana Ivanov, con il patrocinio dell’Amministrazione Provinciale, ha tenuto conferenze serali a Campodoro, Noventa Padovana, Battaglia Terme, Pernumia, Agna, Treponti di Teolo, sempre con buona affluenza di pubblico ed è stata invitata a fare testimonianza dall’emittente privata Telenordest. Come ormai da tre anni, gli insegnanti del gruppo hanno curato interventi in molte scuole della città e della provincia, proseguiti ancora fino ai primi di aprile, per portare un contributo di conoscenza su un pezzo di storia che manca nei libri di testo o, se c’è, è presentata in maniera incompleta e distorta. Il nostro ricco programma è stato degnamente concluso il 27 marzo con il Concerto celebrativo del Giorno del Ricordo nell’Auditorium del Conservatorio “Cesare Pollini” a Padova, realizzato con il Patrocinio della Provincia e del Comune di Padova, in collaborazione con la Società Dante Alighieri. L’evento è stato presentato dalla nostra Presidente, affiancata dal prof. Pisani, rappresentante del Comune e dal dott. Verza, rappresentante della Provincia. L’Orchestra della Camerata Musicale Vicentina, è stata diretta dal Maestro Alessandro Boris Amisich (istriano, per parte materna e dalmata da quella paterna). Il programma ha compreso quattro secoli di musica, che vanno dal primo Seicento dell’istriano Sponga, al Settecento diTartini (Pirano) e Sorgo (Ragusa), all’Ottocento, per raggiungere il suo culmine con la prima esecuzione assoluta del Concerto per pianoforte e orchestra del musicista Luigi Donorà, che ha presentato la sua opera dedicata a Chiara Bertoglio. La giovane pianista torinese ha confermato la sua eccezionale bravura accompagnando al pianoforte l’orchestra in quest’opera attuale e interessante del Maestro dignanese che ha saputo darci grandi emozioni. Franca Dapas COMITATO DI ROMA Venerdì 14 marzo, alle ore 16.30, presso il Teatro S. Marco, in Piazza Giuliani e Dalmati, si è svolto un incontro culturale “Rovigno: poesia e musica”. Si è esibito il “Trio Benussi” di Rovigno, che da molti anni diffonde il ricco repertorio musicale istriano in Italia e all’estero. Nell’occasione sono stati presentati gli Atti del Convegno VeneziaGiulia dalla terra al mare. Dialoghi sulla frontiera tra passato e presente, svoltosi a Roma il 19 giugno 2007 a cura del Comitato capitolino nella sede della Libera Università S. Pio V (si veda “Difesa” di marzo 2008). COMITATO DI SASSARI Il 29 marzo la città di Alghero (Sassari) ha ricordato i suoi Caduti nell’ultimo conflitto mondiale. Alla manifestazione era presente anche il Comitato ANVGD di Sassari col proprio labaro. La cerimonia ha avuto un particolare significato per i giulianodalmati, in quanto per Madrina è stata scelta Lidia Sotgiu, esule da Fiume. che l’anno scorso ha ricevuto dal presidente Napolitano il riconoscimento in memoria del padre Francesco Sotgiu, maresciallo maggiore della Guardia di Finanza, infoibato. COMITATO DI TORINO A seguito dell’ingiusta interpretazione data dalla Legge Finanziaria 2008 alla perequazione INPS per gli Esuli, il Comitato ANVGD di Torino ha pubblicato la delibera della Corte d’Appello del capoluogo piemontese che rinvia alla Corte Costituzionale la disamina della questione. Tale nuovo passo, avviato in diversi tribunali su Torino, sede della Prefettura 10 febbraio. Un momento della cerimonia di consegna delle Medaglie ai familiari degli Infoibati e degli Scomparsi. 8 DIFESA ADRIATICA Maggio 2008 dai comitati I labari dell’A NVGD di Torino al Cimitero monumentale per la cerimonia religiosa Grugliasco (Torino) la cerimonia al Giardino “Vittime delle Foibe”, presente il labaro del Comitato provinciale A NVGD tutto il territorio nazionale e già annunciato in occasione dell’approvazione dell’iniquo provvedimento, farà da battistrada per tutte le cause già in corso e anche per coloro che non hanno avviato un procedimento giudiziario. Ringraziamo il Comitato di Torino per il testo fornito, che leggete qui di seguito. «Visti gli artt 134 Cost. e 23 l. 11.3.1953 n.876 dichiara rilevante non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell’art 2 comma 505 della legge 24 dicembre 2007 , n.244 in relazione all’art.3 Costituzione; dispone l’immediata trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale; ordina che, a cura della cancelleria, la presente ordinanza sia notificata alle parti nonchè al Presidente del Consiglio dei Ministri, e sia comunicata ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica; sospende il giudizio in corso. Così deciso all’udienza del 29.1.2008. Il Presidente Estensore, Dott.ssa Rita Sanlorenzo». cultura delle genti istriane, fiumane e dalmate sta riscuotendo notevoli consensi ed apprezzamenti come ha sottolineato nel suo intervento la presidente del Comitato veronese dell’ANVGD, avv. Francesca Briani. La presidente della Giuria, prof.ssa Loredana Gioseffi, ha quindi presentato la tipologia delle opere in concorso nell’attuale edizione, opere di notevole livello qualitativo, che sono state assai numerose e suddivise nelle seguenti sezioni: Cinema e Teatro – Narrativa – Poesia – Storia dell’arte – Storia e Nuove Ricerche. La premiazione è stata effettuata dai componenti della giuria: Tullia Manzin, Donatella Veronesi, Dolores Ribaudo, Giuseppe Piro. Il tutto si è svolto in un’atmosfera toccante e coinvolgente, complice l’esecuzione al violino di brani musicali che hanno accompagnato la lettura di alcuni passi delle opere pre- miate in prosa e poesia. Sono stati assegnati 8 Premi agli autori che si sono segnalati per le seguenti opere: Premio per la miglior opera della Sezione Cinema e Teatro: Alessandro Cuk per Il cinema di frontiera – Il confine orientale; Primo premio per la miglior opera della Sezione Narrativa: Tullio Binaghi per El Gomitolo – Storie de vita a Pola e dintorni, dal 1930 in avanti; Primo premio ex aequo della Sezione Narrativa: Cristiano Caracci per La luce di Ragusa; Secondo premio della Sezione Narrativa: Marianna Deganutti per Il Bronzo di Lussino; Secondo premio ex aequo della Sezione Narrativa: FrancescoTromba per Pola cara, Istria, Nostra Terra, addio!; Premio per la miglior opera della Sezione Poesia: Mariella Potocco Barbato per Istria salve, Memorie sempre vive; Premio per la migliore opera della Sezione Storia dell’Arte: Pina Ferro Mosca per Testimonianze pittoriche dell’Istria veneta; Premio per la migliore opera della Sezione Storia e Nuove Ricerche: Maria Luisa Molinari per Villaggio S. Marco Via Remesina 32 Fossoli di Carpi. Storia di un Villaggio per Profughi Giuliani. Sono state inoltre rilasciate numerose menzioni di merito, per opere comunque meritevoli, tra cui due alla memoria: Luigi Sacha Courir per Canzoniere zaratino e Laura Guerra Parolini per Ricordi. Le iniziative per il Giorno del Ricordo Anche quest’anno, in occasione del Giorno del Ricordo, la sezione veronese dell’ANVGD ha voluto organizzare una serie di iniziative aperte alla cittadinanza e volte ad illuminare, ciascuna in modo diverso, i vari aspetti che rendono così importante questa data: la memoria, innanzitutto, ma anche la cultura, la testimonianza, l’informazione, il dibattito che gli eventi ricordati ancora suscitano e che diviene di anno in anno più ricco e partecipato. Molteplici occasioni di ritrovo, confronto e approfondimento, per una pagina di storia al tempo stesso vecchia di sessant’anni, ma che si offre ai nostri occhi ancora giovane ed inesplorata, troppo di rado interpellata e “lasciata parlare”, piuttosto invece “fatta parlare”, costretta a dar voce ad istanze opposte, in bilico tra le verità che di volta in volta si pretendeva di farle dire e che solo recentemente si avvia a diventare un oggetto di conoscenza reale e completa. Proprio per aggiungere qualche tassello al mosaico complesso di questa storia, la settimana dedicata al 10 febbraio si è aperta presso il Circolo Ufficiali di Castelvecchio aVerona con la presentazione di un libro, «Capuozzo, accontenta questo ragazzo», opera del giornalista di “Avvenire” Angelo Picariello e dedicato alla vita di Gio- COMITATO DI VERONA Presso il Foyer delTeatro Nuovo di Verona ha avuto luogo la premiazione delle opere in concorso della VII edizione del premio letterario “Loris Tanzella” istituito dal Comitato provinciale Verona su iniziativa della sig.ra Maria Silvi vedova Tanzella. Presente un folto pubblico di esuli e loro discendenti, ma anche di simpatizzanti e di cittadini veronesi che hanno voluto partecipare ad un importante evento culturale che, anno dopo anno, si sta affermando a livello nazionale. Il Premio, finalizzato a divulgare e salvaguardare il patrimonio storico e linguistico che contraddistingue la Verona, Premio “Loris Tanzella”, i premiati della edizione 2008 Verona, Cimitero monumentale.Un’inquadratira della cerimonia di omaggio al Cippo posato in memoria delle vittime delle Foibe Verona, Cimitero monumentale. Il corteo delle rappresentanze civili e militari si avvia a rendere omaggio al Cippo vanni Palatucci, ultimo questore di Fiume, che sfruttò il proprio ruolo influente non per prevaricare ed opprimere – come spesso accade quando il potere viene esercitato in tempi di guerra – ma anzi per aiutare gli altri in ogni modo possibile, fino a pagare con la vita per questa sua scelta. Un personaggio che si staglia sugli orrori della Seconda guerra mondiale e sulle agonie patite dalla stessa città di Fiume quale grande esempio di umanità, coraggio e coerenza con i propri valori, tanto più difficili da mantenere saldi nel tormentato e confuso mondo che era il confine orientale d’Italia negli anni ‘30 e ‘40. Oltre all’Autore, sono intervenuti Stefano Filippi, inviato de “Il Giornale”, in qualità di moderatore, e don Alberto Margoni, direttore di “Verona Fedele”. Ad aprire l’incontro, significativamente, le parole del questore di Verona, Luigi Merolla, a testimonianza di come la figura di Palatucci costituisca un grande modello professionale, oltre che umano, per chi sul lavoro debba affrontare l’eterno dilemma sofocleo fra le leggi stabilite per il mantenimento dell’ordine e le leggi non scritte dell’etica personale. Un’altra prestigiosa sede veronese, la bouvette del Palazzo della Gran Guardia, ha ospitato quello che si può definire l’evento clou di quest’anno, ossia l’allestimento di una mostra fotografica, dal titolo «Dedicato al ricordo», ideata e curata dal Comitato provinciale ANVGD di Verona, con la consulenza dello storico Guido Rumici. Fotografie accompagnate da pannelli esplicativi, quasi un libro da sfogliare con la mente, riguardo la storia recente delle terre giuliano-dalmate; un album di ricordi per chi ha vissuto o già conosceva gli eventi, ma soprattutto un modo chiaro ed organico per ricostruirli agli occhi di chi poco ne sapeva, o vi si avvicinava per la prima volta. All’inaugurazione, la mattina di domenica 10 febbraio, erano presenti Autorità quali il vicesindaco Alfredo Meocci, il presidente della Provincia prof. Elio Mosele, il questore Luigi Merolla e una rappresentanza di Confoter, ma particolarmente gradita è stata soprattutto la partecipazione cittadina, che ha accompagnato numerosa i membri della nostra Associazione anche durante la S. Messa presso il Cimitero Monumentale, seguita dall’omaggio al cippo posato in memoria delle vittime delle Foibe. Una cerimonia profondamente sentita, condivisa dagli esuli e dai loro discendenti con militari e comuni cittadini; uno di quei preziosi, rari momenti in cui sembra che, dopo oltre mezzo secolo di dispute estenuanti e memorie contrapposte, si possa finalmente raccogliersi in un silenzio che unisce; in una preghiera che, commemorando i morti, conceda anche un po’ di tregua ai vivi. La mostra è rimasta aperta tre giorni ed ha visto un notevole afflusso di visitatori, ma la più grande soddisfazione, riguardo l’affluenza di pubblico, ce l’ha data sicuramente la mattina del 12 febbraio, durante la quale, nell’Auditorium della Gran Guardia, abbiamo accolto gli studenti delle scuole veronesi che hanno deciso di aderire alla nostra proposta. Se già nel 2007 l’analoga iniziativa aveva avuto un positivo riscontro in termini di adesioni, quest’anno abbiamo persino dovuto fronteggiare la difficoltà – in ogni caso graditissima – di trovare posto per tutte le persone presenti in sala, molte delle quali si sono dovute sistemare in piedi vicino alle pareti. Agli studenti si sono rivolti gli interventi del Sindaco di Verona Flavio Tosi, del nostro presidente ANVGD di Verona avv. Francesca Briani, nonché del presidente di Assoarma nel Veneto, gen. Edgardo Pisani; erano presenti in sala anche il prefetto di Verona, Italia Fortunati, ed il questore, Luigi Merolla. Le più importanti autorità cittadine hanno manifestato, con la loro partecipazione, l’interesse e la vicinanza che la città diVerona esprime oggi agli esuli ed alle loro famiglie, proprio come fece ieri con i profughi giuliani che vi arrivarono e trovarono un con- Maggio 2008 testo perlopiù aperto e generoso, non soltanto in termini concreti ma anche a livello di comprensione umana ed accoglienza priva di pregiudizi. Alla proiezione del film La città dolente – splendido, ma senz’altro piuttosto lungo e descrittivo – i ragazzi si sono dimostrati attenti e pieni di interesse, segno che il linguaggio del cinema – quando il cinema è di qualità elevata – riesce sempre ad essere una formula attraente per la sensibilità dei più giovani. Sperando che, dalla visione di un film, scaturisca la curiosità per un libro, l’attenzione per proposte future riguardanti lo stesso tema, o se non altro la consapevolezza che la storia non si esaurisce in quello che la vulgata comune decide di far entrare in un manuale scolastico. Veronica Santoro COMITATO DI TRENTO In memoria di Don Angelo Tarticchio e dei “Curati di campagna” Dal presidente del Comitato trentino, Anna Maria Marcozzi Keller, ci perviene il testo del suo intervento letto a Palazzo Geremia, in occasione della commemoriazione ufficiale del Giorno del Ricordo, ed a memoria dei tantissimi sacerdoti scomparsi. Volentieri ne pubblichiamo un estratto. [...] Il silenzio che ha sempre accompagnato il nostro destino, prima e dopo l’Esodo, diventa assordante per quanto attiene alle esperienze del Clero in Istria e Dalmazia. In un contesto politico e militare composito e confuso in mille rivoli fra italiani, tedeschi, fascisti, partigiani comunisti slavi, partigiani non comunisti, i domobranzi, gli ustascia, i cetnici, si vanno a collocare i “curati di campagna”, unici punti fermi e di riferimento della popolazione italiana, slovena e croata; poveri cristi nella bufera di una guerra che dopo l’8 settembre diventa feroce, crudele nei confronti degli italiani, e dei sacerdoti che hanno spesso fatto da collante fra la gente locale e gli occupanti che, a turno, si alternavano nel vessare la popolazione. Erano, i curati di campagna, quasi sempre appartenenti al clero locale che ben conosceva l’attaccamento della gente di paese alle proprie tradizioni, alla propria lingua, al cerimoniale religioso, ai loro cori religiosi e 9 DIFESA ADRIATICA dai comitati non, che mi incantavano così tanto quando bambina e da sfollata ascoltavo le loro Messe; ma erano proibite e pertanto puniti i sacerdoti che non obbedivano alle leggi che il Ventennio imponeva, e soprattutto puniti dopo l’8 settembre 1943 dai partigiani comunisti di Tito, atei per l’ideologia che li distingueva. [...] Padre Rocchi denuncia la sparizione di circa duecento sacerdoti di cui, in Istria, hanno avuto un nome soltanto 37 preti, ma si sa che sono stati vuotati conventi di preti, frati e suore, finiti in fondo ad una foiba o persi nei vari campi di concentramento e di loro nulla si saprà mai. Oggi ricordiamo don Angelo Tarticchio, di Gallesano, parroco per 11 anni diVilla Rovigno. Aveva 36 anni quando venne prelevato a casa sua dai partigiani di Tito, presente la sorella Edina che nulla poté fare; fu malmenato, torturato ed infoibato nella foiba di Lindaro assieme ad altri 31 sventurati: era il 19 settembre 1943. Ai famigliari di Don Angelo Tarticchio viene concessa quest’anno la Medaglia alla Memoria. È in corso la beatificazione per don Francesco Bonifacio, parroco di Villa Gardossi, aveva 34 anni, ammazzato di botte e gettato nella foiba di Grisignana. Don Miroslavo Bulesich da Zabroni, di anni 27, sgozzato a Lanischie per aver accompagnato mons.Ukmar nella cresima a 237 ragazzi. Il Vescovo Ukmar, violentemente picchiato, si salvò perché lo credettero morto. Don Marco Zelco impiccato dai tedeschi a Canfanaro il 9 febbraio 1944; ed i tedeschi parimenti uccisero sette preti di cui uno, il francescano padre Emanuele Ongaro che si era frapposto fra i tedeschi ed i fedeli rifugiatisi in Chiesa. Di un furioso pestaggio è stato vittima mons. Santin, Vescovo di Trieste, per aver voluto celebrare la S. Messa a Capodistria e così per tanti e tanti altri. Raccontava don Dapiran di essere rimasto sconvolto e non essere più riuscito a dormire per anni, dopo aver visto disseppellire e dovuto riconoscere i 94 infoibati di Parenzo, paese ove era parroco. Descrive bene la situazione mons.Rensi, trentino, parroco di Pedena, nel suo diario ripreso dallo storico Guido Rumici: egli racconta le difficoltà e spesso l’impossibilità di conciliare razionalità, sentimento e paura nel gestire situazioni estreme, Trento, sede del Commissario del Governo, 10 Febbraio 2008. I riconoscimenti conferiti dal Presidente della Repubblica e consegnati dal Commissario governativo dott. Michele Mazza nella ricorrenza del Giorno del Ricordo. È stata insignita la signora Edina Tarticchio in memoria del fratello don Angelo Tarticchio, sacerdote nato a Gallesano (Pola). Egli, parroco a Villa di Rovigno, fu prelevato il 17.09.43, alla presenza della sorella Edina, dai partigiani titini. Il cadavere venne ritrovato 40 giorni dopo nella cava di bauxite di Lindaro (Pola). A nome della signora Regina Tarticchio, recentemente scomparsa, anch’ella sorella di don Angelo Tarticchio, ha ritirato l’onorificenza Mariangela Fabris (nella foto) figlia della signora Tarticchio. Mia madre era stata insignita in memoria del marito Biagio Fabris nato a Gallesano (Pola). Prelevato dai partigiani di Tito il 12 maggio ’45, non fu mai ritrovato della religiosità invocata o contrastata dalla popolazione locale ed il suo Credo a volte difficile da accettare o da far accettare. E, per l’ideologia comunista, l’inutilità dell’essere, come racconta Carlo Sgorlon nel suo libro La Foiba Grande, ove riporta la concezione che i comunisti jugoslavi avevano del Clero, per giustificare l’uccisione dei preti: «non producevano nulla, soltanto chiacchiere e superstizioni, perciò non avevano diritti di alcun genere». [...] COMITATO DI VENEZIA Il Comitato veneziano dell’ANVGD ha organizzato ben 25 iniziative nell’ambito del Giorno del Ricordo 2008 che si sono sviluppate tra febbraio e marzo. Conferenze, dibattiti, presentazioni di libri, mostre, proiezioni, incontri con le scuole che sono state realizzate sia nel Comune diVenezia che in altre località della provincia come Chioggia, Spinea, Dolo e San Donà di Piave. Le iniziative hanno avuto grande consenso e partecipazione e hanno messo in evidenza i temi collegati alle foibe, all’esodo e alla storia e alla cultura giuliano-dalmata. Queste alcune delle manifestazioni che sono state realizzate. Si è iniziato il 6 febbraio a Spinea con la presentazione del libro «Capuozzo, accontenta questo ragazzo – La vita di Giovanni Palatucci» di Angelo Picariello con la partecipazione dell’autore, di Delia Strano, assessore alla Cultura di Spinea, di Alessandro Cuk, Consigliere Nazionale ANVGD e di Antonio Zett, consigliere ANVGD di Venezia. Il 7 febbraio a Venezia, alla Libreria Mondadori, proiezione del documentario della Regione Veneto «Le radici del ricordo», cui è seguito un dibattito con interventi del prof. Giuseppe Goisis, del prof. Daniele Spero, di Luigi Tomaz, consigliere nazionale ANVGD e di Tullio Vallery, Presidente Comitato ANVGD di Venezia. Il 9 febbraio a Mestre presso il Duomo San Lorenzo S. Messa in suffragio dei Caduti e degli Infoibati celebrata da mons. Fausto Bonini. Corone sono state deposte sul cippo nel Cimitero di Mestre e a Marghera sul Piazzale Martiri giuliano-dalmati delle Foibe. L’11 febbraio a Chioggia è stato presentato il libro «Il confine d’Italia in Istria e Dalmazia» di Luigi Tomaz, vicepresidente ANVGD di Venezia. Il 12 febbraio presso il Centro Culturale Candiani di Mestre vi è stata la presentazione del libro «Il cinema di frontiera – Il confine orientale» di Alessandro Cuk, a seguire la proiezione del film «La città dolente» di Mario Bonnard. Il 19 febbraio presso la Prefettura di Venezia cerimonia di conferimento dei riconoscimenti ai discendenti delle vittime delle foibe, alla presenza del Prefetto di Venezia Guido Nardone, del Questore di Venezia, del Comandante Provinciale dei Carabinieri, del Sindaco di Portogruaro e dei consiglieri del Comitato A NVGD di Venezia Sigovini, Gazzari, Belussi e Chiappetta. Il 21 febbraio a Venezia, presso l’Ateneo Veneto, presentazione del libro «Guida della Dalmazia» di Alberto Rizzi. Il 23 febbraio a Spinea, presso Villa Simion, inaugurazione della Mostra «Istria, sentieri della memoria - Rustici istriani in miniatura» di Giancarlo Stival che è proseguita fino al 2 marzo. Il 3 marzo a Venezia, presso la Scuola Grande San Teodoro, presentazione del libro «Architettura adriatica tra le due sponde» di Luigi Tomaz con proiezioni e interventi di Nicola Mestre (Venezia) Duomo di S. Lorenzo, 9 febbraio. Un’immagine della cerimonia religiosa in suffragio dei Caduti e degli Infoibati Venezia,3 marzo, Scuola Grande San Teodoro. Presentazione del libro «Architettura adriatica tra le due sponde» di Luigi Tomaz Funari, assessore alla Cultura della Provincia di Venezia, di Renato Boraso, presidente del Consiglio Comunale di Venezia, del prof. Fulvio Salimbeni e di Lucio Toth, Presidente nazionale ANVGD. A seguire vi è stata l’inaugurazione della Mostra sull’Architettura dell’Istria e della Dalmazia che è proseguita fino al 10 marzo. Numerosi interventi sono stati effettuati presso scuole diVenezia e della provincia con l’intervento di Regina Cimmino, Antonio Zett, Flavio Asta, Alessandro Cuk, del Comitato ANVGD di Venezia, con incontri, conferenze e la proiezione del documentario «Esodo – la memoria negata». A. C. Periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Centro studi padre Flaminio Rocchi DIRETTORE RESPONSABILE Patrizia C. Hansen Editrice: ASSOCIAZIONE NAZIONALE VENEZIA GIULIA E DALMAZIA Via Leopoldo Serra, 32 00153 Roma - 06.5816852 Abbonamenti: Annuo 30 euro Socio Sostenitore 50 euro Solidarietà a piacere Estero 40 euro (non assegni stranieri) Una copia 1 euro - Arretrati 2 euro C/c postale n° 32888000 Intestato a “Difesa Adriatica” Con il contributo della legge 72/2001 Redazione e amministrazione Via Leopoldo Serra, 32 00153 Roma - 06.5894900 Fax 06.5816852 Grafica e impianti: CATERINI EDITORE (Roma) Servizi Integrati per l’Editoria e la Comunicazione Tel. 06.58332424 Fax 06.97255609 E-mail: [email protected] Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 91/94 dell’11 marzo 1994 Spedizione in abbonamento Postale di ROMA Stampa: Beta Tipografica Srl (Roma) Finito di stampare il 28 aprile 2008 10 DIFESA ADRIATICA Studenti liguri in visita alla CNI a Fiume e a Rovigno Dirigenti e funzionari del Consiglio regionale della Liguria e il presidente della Consulta ligure ANVGD Fulvio Mohoratz hanno accompagnato gli studenti degli istituti di secondo grado, vincitori della settima edizione del concorso dedicato al Giorno del Ricordo, nella visita alla Comunità degli Italiani di Fiume. La delegazione di studenti e dirigenti è stata ricevuta dalla presidente della CI di Palazzo Modello e vicepresidente dell’Assemblea di Unione Italiana, Agnese Superina, che ha rilevato l’impegno profuso nella conservazione della lingua, della cultura e dell’identità italiane, ed ha voluto sottolineare i costanti rapporti e lo spirito di collaborazione tra i connazionali della CI di Fiume e le associazioni degli esuli e le città italiane dall’altro. Il presidente del Consiglio regionale della Liguria, Giacomo Ronzitti, ha rimarcato il legame che unisce Genova al capoluogo quarnerino. «Ci sentiamo particolarmente legati a Fiume della quale apprezziamo la vitalità e la storia. Soprattutto apprezziamo la vitalità della Comunità italiana che sa far vivere un’antica tradizione nei tempi del presente promuovendo un’intensa attività culturale e sociale. Ci sentiamo inoltre legati a Fiume anche per quanto Genova, che rappresenta il confine occidentale, ha in comune con le vicende del confine orientale, nonché per le vicende della portualità che ha contraddistinto en- trambe. Ci sentiamo infine legati a Fiume – ha concluso Ronzitti – anche per le vicende recenti vissute dalla popolazione. Proprio a queste si lega il concorso dedicato al Giorno del Ricordo, un concorso che vuole riaprire una riflessione collettiva su pagine della storia rimaste a lungo bianche e che vanno scritte con coerenza, con coraggio, con quella forza che deriva dalla dignità. Indagare la storia significa comprenderne le ragioni ed evitare che i drammi si ripetano». Maggio 2008 dai comitati A Fiume studenti e accompagnatori hanno reso vitita alla Scuola Media Superiore e quindi sono stati ricevuti dal console generale d’Italia Fulvio Rustico. Sempre accompagnati dal presidente del Consiglio regionale Giacomo Ronzitti, e dai rappresentanti dell’ANVGD Mohoratz e Gianfranco Aresca, gli studenti liguri si sono recati a Rovigno, dove hanno incontrato i dirigenti della Scuola Media Superiore italiana e il presidente della CI, Elio Privileggio. Al Centro di Ricerche Storiche i giovani sono stati accolti dal direttore, prof. Giovanni Radossi, che ha tracciato un profilo storico del Centro, sorto nel 1968. Il viaggio premio degli studenti ha previsto, nella tappa di Trieste, la visita alla Foiba di Basovizza. d.a. Il Presidente del Consiglio regionale Ronzitti con i ragazzi che hanno partecipato al concorso indetto per il Giorno del Ricordo (fonte Consiglio regionale Liguria) COMITATO PROVINCIALE DI ANCONA Genova, Teatro della Gioventù, la commemorazione del Giorno del Ricordo (fonte Consiglio regionale Liguria) Ancona, 10 febbraio 2008. Il discorso dell’Ammiraglio Trevisani, sullo sfondo il labaro del Comitato provinciale di Ancona Pola, no al coro in italiano nella Chiesa di S. Antonio Il presidente dell’UI Furio Radin: «Pola è per statuto una città bilingue» Pola. Un lancio dell’ANSA del 17 aprile scorso dava notizia delle «tensioni interetniche tra alcuni fedeli italiani e il parroco croato [di San Antonio] dopo che questi avrebbe proibito al coro della chiesa la pluridecennale tradizione di eseguire un canto liturgico in lingua italiana durante le celebrazioni della messa domenicale». «I dirigenti dell’Unione italiana (UI) dell’Istria e di Fiume – si legge ancora nella nota ANSA – in una conferenza stampa a Pola hanno espresso la loro solidarietà con i sei membri del coro parrocchiale che si sono rivolti al vescovo della diocesi di Pola e Parenzo perché intervenisse presso il parroco Tomislav Hrstic e permettesse il ripristino della tradizione. Padre Hrstic [...] avrebbe escluso il canto liturgico in italiano con la spiegazione che “la messa va celebrata nella lingua del popolo” (ovvero quella croata) e che la sua non è una parrocchia bilingue. Il presidente dell’UI Furio Radin si è detto amareggiato dal comportamento del Pola, il Municipio e il Tempio di Augusto parroco [...] ricordando che Pola è per statuto una città bilingue e che la Chiesa, quale istituzione che vuole operare nella società, “dovrebbe rispettare le varie e diverse realtà che la circondano”». «La Chiesa – ha detto tra l’altro l’on. Radin – oggi si pronuncia in merito ai problemi sociali perché i fedeli sono appartenenti dell’ambiente sociale a pari diritto. La Chiesa agisce pubblicamente e per questo gode dell’appoggio statale e giustamente si esprime in maniera critica in merito a tutti i problemi sociali, in altre parole è anche passibile di pubblico giudizio, quando un tanto si rende necessario. Credo che ci troviamo di fronte ad un caso del genere e la nostra protesta non è indirizzata solo a fra’ Tomislav Hrstiæ, che evidentemente non comprende la nostra realtà, ma anche alla gerarchia ecclesiastica che lo sostiene fino innanzi alle porte vescovili». La notizia d’agenzia riporta che «Padre Hrstic [...] ha [...] sottolineato che “le lingue liturgiche in Croazia sono il croato, il latino e il paleoslavo, mentre le altre lingue non hanno uno status regolare nelle celebrazioni liturgiche”». Dunque, tal Padre Hrstic, degno erede della storica sensibilità di quel clero verso le anime e la storia che non siano di puro sangue croato, trova finalmente sconveniente che i fedeli di lingua italiana possano celebrare le funzioni in una lingua spuria come quella italiana, la lingua di secoli di celebrazioni religiose e di vita sociale nella città di Pola, notoriamente croata ab origine. Quel clero custode della più pura croaticità fa sì che finalmente appaia in tutta la sua inaudita temerarietà e insolenza la pretesa invereconda dei fedeli italiani di seguire la Messa una tantum nella lingua madre, pretesa che scaturisce dalla altrettanto intollerabile presunzione di costituire una comunità autoctona, erede della latinitas insediata nella città e nella regione, a suo dire, ab antiquo. Quando è risaputo che la storia della città e della regione è squisitamente croata ed è ben anteriore ai successivi e del tutto trascurabili insediamenti romani e alla dominazione straniera veneziana che tanto hanno stravolto il puro volto croato di quei luoghi. p.c.h. Pola, la parrocchia di S. Antonio Maggio 2008 11 DIFESA ADRIATICA L’Italia e il suo confine orientale: la lunga strada di un’idea Il confine d’Italia in Istria e in Dalmazia è il titolo del volume di Luigi Tomaz pubblicato per l’ANVGD dalle Edizioni Think Adv (www.thinkadv.it), nel quale lo studioso rievoca e analizza l’idea e l’evoluzione storica del confine orientale dalla romanità alla dissoluzione della Jugoslavia di Tito. Un percorso impegnativo, evidentemente, per il quale l’autore attinge alla conoscenza maturata attraverso anni di studi e di ricerche. Dal volume pubblichiamo parte del capitolo dedicato a Cavour e il principio del paragrafo successivo, nel quale si fa accenno alla Repubblica Italiana di San Giusto, nella delicata fase del processo di definizione dell’assetto politico e statuale italiano. CAVOUR ED IL CONFINE ORIENTALE Come vedeva Cavour, il grande tessitore, le aspirazioni risorgimentali di Trieste, dell’Istria e della Dalmazia? Precisiamo che Trieste non significava solo la Città, ma anche l’Istria e la Dalmazia costiere che ne formavano ormai la regione morale ed economica. Trieste era, all’estremo suo limite, l’aggancio alla terraferma italiana, dell’Istria e della Dalmazia. Sempre più lo sarà dopo il 1867, con la divisione da Venezia. Per un cinquantennio (1867-1918) Trieste assumerà la funzione adriatica già di Venezia. E sarà il cinquantennio del grande progresso marittimo mondiale. Cavour conosceva bene Trieste, non tanto perché circondato da mille informatori triestini istriani e dalmati bene organizzati, con una efficace centrale a Torino diretta dal colto e attento Tommaso Luciani, patriota, storico, già podestà di Albona d’Istria, ma perché ci aveva soggiornato in gioventù, nel 1836. Carlo Ilarione conte Petitti di Roreto, consigliere di Stato del Re- gno di Sardegna, aveva pubblicato nel 1845 il libro Delle strade ferrate italiane, chiamando astrazione d’impossibile pratica applicazione l’unità politica d’Italia, sogno di menti esaltate. Sosteneva, nel suo vago federalismo d’affari dalla visuale ancor piemontese, le tre linee ferroviarie Torino-Genova-Lago Maggiore e considerava che il solo scalo naturale dell’alta Italia non poteva che essere Genova. Il vigile Lloyd di Trieste era insorto decisamente. Cavour in Revue nouvelle del 1 maggio 1846 aveva replicato con Des chemins des fer in Italie... (per forza si stizziva il Tommaseo, venuto da Sebenico a purificare e imporre la lingua italiana!) rimarcando l’assenza di una visuale Lombardoveneta -triestina, cioè adriatica, oltre che tirrenica, e auspicando, da quel volpone che era, anche il sollecito collegamento di Trieste con Vienna. Commenta nel 1955 Giuseppe Stefani in Cavour e la Venezia Giulia: Non ci sembra di poter mettere in dubbio che con queste parole Cavour abbia voluto fissare la funzione esercitata in quegli anni da Trieste quale anello di collegamento non solo economico, ma anche Odoardo Borrani, Cucitrici di camicie rosse, 1863 spirituale, tra l’Italia e l’Europa centrale. Nel 1848, il 22 ottobre, nel clima esaltante della Costituzione imperiale, concessa per frenare i moti rivoluzionari di quell’anno, era uscita La Gazzetta di Trieste animata dal patriota dalmata di Spalato Giulio Solitro che nel primo numero aveva scritto: «Quanto all’affetto all’Italia – [...] – sfidiamo anima al mondo a sentirne più di quanto ce ne sentiamo nell’anima noi [...]. All’affetto nostro per l’Austria voi fate appello! Non abbiamo orecchi per voi. La nostra fede politica è una come la nostra fede religiosa: esse ci rendono bollente il cuore, ardimentoso il pensiero, sereno il dolore, viva, lieta ed eterna come Iddio la nostra speranza». [...] E altrove egli solennemente proclama: «Siamo [...] austriaci, dico per leggi e per armi: siamo oggi austriaci, ma delle più accese nostre memorie e de’ nostri amori più santi, più grandi, delle nostre gioie, de’ nostri lutti, di tutta quanta l’anima nostra, siamo italiani, italiani». Cavour, fondatore e direttore a Torino del Risorgimento dove nulla si scriveva che lui non condividesse essendo il foglio della sua politica lungimirante e, quando occorreva, provocatrice, il successivo 17 novembre ’48, aveva pubblicato e sottolineato il seguente commento entusiasta: «Un fatto notabilissimo accade nella stampa italiana. Il Giornale di Trieste, profittando delle libertà strappate all’Austria dall’insurrezione di Vienna, lavora assiduo al ristoramento dell’opinione italiana in quella città, dove gli interessi commerciali parevano averne assorbito ogni altra. Questa lotta, che ferve da gran tempo negli animi dei triestini contro un dominio creduto protettore da molti, dai veraci italiani stimato per innaturale e tirannico, può condurre ad importanti effetti. Trieste era fin qui l’appoggio delle idee del gabinetto di Vienna che, favorendo con Nella stampa d’epoca Daniele Manin, alla testa di una numerosa folla, in Piazza S. Marco, issatosi su un tavolo del caffè Florian, proclama il 23 marzo 1848 la Repubblica di Venezia ogni possa gl’interessi materiali del paese, si argomentava di toglierne i pensieri di nazionalità. Ora questi risorgono più forti e minacciosi con la libertà della stampa; eccone di segni innegabili [...] Quest’ attitudine della stampa triestina vuol essere grandemente applaudita ed incoraggiata, perché queg!i scrittori, come chè sotto l’egida della legge, stanno sotto la minaccia di un nemico irritato, potente e facile a romper patti, che gli tornino funesti. [...] Lo scioglimento del grande dilemma è vicino. Onore agli scrittori italiani di Trieste!» II Feld-Maresciallo Radetzski col governatore di Trieste Giulay dichiararono che il giornale è ultra radicale italiano con gli immancabili incitamenti alla rivolta. Il 15 gennaio 1849 il giornale non uscì più: nessun tipografo l’aveva voluto stampare. La Costituzione era stata aggirata. Poi fu abolita e fu instaurato l’assolutismo. 1848: CONFINE TERRESTRE DAL BRENNERO A FIUME E AL QUARNARO II 22 marzo ’48 Manin e Tommaseo avevano proclamato la Re- pubblica italiana di San Marco. La rivolta degli arsenalotti li aveva fortunatamente fatti padroni dell’enorme armeria dell’Arsenale e la forte guarnigione absburgica era stata ordinatamente evacuata. Nella sua laguna Venezia era – allora – imprendibile se non per fame. [...] II 23 marzo ’48 un gruppo di Mazziniani capeggiati da Giovanni Orlandini aveva proclamato la Repubblica Italiana di San Giusto inalberando la bandiera azzurra con la cosiddetta Alabarda triestina d’oro ed il tricolore italiano. Dal Carso imminente erano state puntate le artiglierie ma la manifestazione era stata fatta. La gioventù triestina, con l’istriana e la dalmata, era accorsa a Venezia e l’Orlandini si era distinto combattendo a Cavanella d’Adige. [...] Nel 1848 la guardia civica di Roma proclamatasi repubblica di cui sarà triumviro e dittatore Mazzini aveva dichiarato al mondo con un suo famoso proclama: La pace non ci sarà finché le Alpi nopn sengino da ogni banda i confini, dal Varo al Brennero e da questo al Quarnaro. [...] Nel disegno di L. Tomaz i confini del Regno d’Italia al 1866. Con la Terza guerra d’indipendenza il Veneto e parte del Friuli vengono annessi Luigi Tomaz 12 DIFESA ADRIATICA IL RICONOSCIMENTO AI CONGIUNTI DEGLI INFOIBATI Su esplicita sollecitazione della Commissione governativa competente, ricordiamo che è disponibile la modulistica utile alla richiesta di riconoscimento per i congiunti degli infoibati e degli uccisi a seguito delle note vicende del nostro confine orientale, così come previsto dalla Legge istitutiva del Giorno del Ricordo. Ogni anno, il 10 febbraio, tali riconoscimenti vengono consegnati in cerimonie al Quirinale e presso le Prefetture interessate. Per evidenti motivi anagrafici, le richieste possono essere fatte anche dai discendenti delle vittime, fino al sesto grado di parentela. Riportiamo di seguito gli estremi essenziali della Legge n. 92/2004. Art. 3 1. Al coniuge superstite, ai figli, ai nipoti, e in loro mancanza, ai congiunti fino al sesto grado di coloro che, dall’8 settembre 1943 al 10 febbraio 1947 in Istria, a Fiume, in Dalmazia o nelle province dell’attuale confine orientale, sono stati soppressi e infoibati, nonché ai soggetti di cui al comma 2, è concessa, a domanda e a titolo onorifico senza assegni,una apposita insegna metallica con relativo diploma nei limiti dell’autorizzazione di spesa all’articolo 7, comma 1. 2. Agli infoibati sono assimilati, a tutti gli effetti, gli scomparsi e quanti, nello stesso periodo e nelle stesse zone, sono stati soppressi mediante annegamento, fucilazione, massacro, attentato, in qualsiasi modo perpetrati. Il riconoscimento può essere concesso anche ai congiunti dei cittadini italiani che persero la vita dopo il 10 febbraio 1947, ed entro l’anno 1950, qualora la morte sia sopravvenuta in conseguenza di torture, deportazione e prigionia, escludendo quelli che sono morti in combattimento. 3. Sono esclusi dal riconoscimento coloro che sono stati soppressi nei modi e nelle zone di cui ai commi 1 e 2 mentre facevano volontariamente parte di formazioni nona servizio dell’Italia. Art. 4 1. Le domande, su carta libera, dirette alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, devono essere corredate da una dichiarazione sostitutiva di atto notorio con la de- scrizione del fatto, della località, della data in cui o si ritiene sia avvenuta la soppressione o la scomparsa del congiunto, allegando ogni documento possibile, eventuali testimonianze, nonché riferimenti a studi, pubblicazioni e memorie sui fatti. 2. Le domande devono essere presentate entro il termine di dieci anni dalla data di entrata in vigore della presente legge. Dopo il completamento dei lavori della commissione di cui all’articolo 5, tutta la documentazione raccolta viene devoluta all’Archivio Centrale dello Stato. Art. 6 1. L’insegna metallica e il diploma a firma del Presidente della Repubblica sono consegnati annualmente con cerimonia collettiva. La domanda con tutta la documentazione necessaria va inviata a: Presidenza del Consiglio dei Ministri Commissione per la concessione di un riconoscimento ai congiunti degli Infoibati – L. 92/2004 Piazza Colonna, 370 00186 Roma Per ogni informazione si può consultare il sito http://www.anvgd.it/documenti/ leggegiornoricordo.pdf, o telefonare ai nostri numeri: 06.58 16 852 – 06.58 94 900 nei consueti orari d’ufficio. Un commento all’emissione del francobollo sul Liceo Combi Francobollo «ingegnoso» Il quotidiano di lingua italiana pubblicato a Fiume, “La Voce del Popolo”, ha pubblicato il 5 aprile scorso un commento di Kristjan Knez sulla emissione, da parte di Poste Italiane, del francobollo dedicato al Liceo Carlo Combi di Capodistria: emissione che, come riportato dalla stampa nazionale e naturalmente da “Difesa” nei precedenti numeri, è stato presentato l’8 marzo avendo suscitato le proteste degli ambienti governativi sloveni. Scrive tra l’altro Knez: «[...] Come ben ricordiamo il medesimo – come quello precedente concernente Fiume – ha “surriscaldato” gli animi di taluni, e abbiamo nuovamente assistito ad inutili, quanto puerili, polemichette dal sapore anacronistico. Poiché alla guida della presidenza dell’Unione Europea vi è la Slovenia, qualcuno ha suggerito di procrastinare l’uscita del già ricordato francobollo, per evitare, questo si è capito, di tangere la sensibilità slovena. [...] In realtà le Poste italiane non hanno fatto nient’altro che dedicare un francobollo ad una istituzione scolastica di notevole importanza, sorta già nel XVII secolo, come Collegio dei Nobili. In un Paese come l’Italia che sovente ignora l’esistenza di una presenza italiana, che ha espresso una civiltà anche in territori che non rientrano nei suoi confini, tale iniziativa non può considerarsi che positiva, anche perché sempre più di frequente si nota perfino la dimenticanza dei toponimi italici. Malgrado in quell’“edificio” giustinopolitano si siano formati inge- Invio questa mia nella speranza che Claudio possa riceverla. Non conoscendolo mi è un po’ difficile iniziare un discorso. Mi piacerebbe poter avviare una corrispondenza per poter parlare di molte cose con una persona descritta così meravigliosa. Figlia di esuli, che non hanno mai parlato del loro passato, lasciando noi figli “nell’ignoranza” di quanto è successo veramente, ma soprattutto di quanto hanno sofferto in silenzio, ho perso tutti e due i miei genitori. Sto cercando di ricostruire un minimo di albero genealogico (difficilissimo) per sapere come era fatta la mia famiglia ma soprattutto per capire il dolore, la sofferenza che i nostri genitori non ci hanno raccontato per risparmiarci dolore e non scatenare forse odio. Se Claudio vorrà scrivermi sarei molto contenta. Un abbraccio, Silvana Passo dopo passo ci si cerca inesorabilmente per abbattere quel muro di ostracismo verso se stessi. Sì, riconosciamo il nostro dolore ma dobbiamo prendere atto che anche i profughi erano giovani e pieni di speranze, che sono state falciate da un dolore inspiegabile (non razionalizzato ma vissuto con motivazioni ben precise), seppellito poi per decenni in una memoria ostile. Cara nuova amica Silvana, sapessi quante volte anch’io ho tentato di ricostruire le origini della mia famiglia… Magari fosse stato un prestante albero genealogico! Sembrava una fragile piantina con diversi rami rotti o privi di germogli… Una volta la mia vita era condita da una tristezza che compariva e spariva in modo incerto, solo perché la mia testa non gni come Giuseppe Tartini, Gianrinaldo Carli, ossia personaggi di rilievo europeo, studiosi come Pietro Kandler e Antonio Madonizza, scienziati della statura di Domenico Lovisato, o uomini d’arme come Elio Italico Vittorio Zupelli, generale di brigata, ministro della guerra e successivamente senatore e vicepresidente del Senato, sia stato espressione culturale di notevole importanza, e fucina di patrioti (ahimé italiani!), determinati ambienti politici sloveni, evidentemente, avevano ritenuto inopportuno che nel Bel Paese si ricordasse siffatto Liceo. Lo stop, inoltre, può venir letto anche da un’angolazione diversa, cioè il francobollo cita Carlo Combi, erudito, professore, politico e patriota capodistriano, allontanato dall’Austria per le sue posizioni irredentistiche. Come è noto dalle nostre parti la parola “irredentismo” viene ancora colta come il “male” per antonomasia, e la “damnatio memoriae” applicata dall’intellighenzia jugoslava non è ancora venuta meno. Di conseguenza talune pagine “scomode” dei tempi andati si preferisce accantonarle a casa propria e al contempo si impedisce che anche gli altri le rammentino. Il francobollo non “rivendica le terre perdute” – questo è l’alibi degli accusatori – bensì è un’attenzione volta a valorizzare il retaggio storico-culturale di matrice italiana, e, di conseguenza, una presenza etnica, che l’Italia ufficiale, e sbadata, per troppo tempo ha dimenticato o, addirittura, celato!». CLAUDIO PER VOI riusciva a decifrare le risposte dei miei amati genitori. Da molto tempo mi reputo un privilegiato. Ricerco i miei simili. E meno male che il mio cuore sfugge alle trappole dell’odio e del rancore. Mi auguro di poterti rileggere ancora. E grazie ancora per il tuo contatto molto gradito. Una sincera stretta di mano. • • • Salve carissimo Claudio. Ti chiedo scusa se ti porto via del tempo ma vedi anch’io sono un Istriano come te, uno dei tanti sparsi nel mondo a cui hanno portato via la patria Italiana, anch’io sinceramente negli anni caldi ho subito dei grossi torti da parte dell’OZNA, la famigerata polizia segreta di Tito. Ma ormai non serve neanche parlare. Penso che tu sei della mia stessa classe, o là vicino. Io sono del ‘42 e nativo di Pirano. Adesso sono in pensione dopo aver lavorato 36 anni; ora mi dedico a parlare con delle persone Istriane come te. Mi fa piacere sentire delle persone che certe cose le capiscono. Tu sei di Pola: con me lavorava un Polesano, un certo Aldo, che i suoi genitori avevano una trattoria. Adesso anche lui abita a Trieste, quasi vicino a me: una brava persona. Penso che ormai sia in pensione: ci siamo persi nel vederci. Maggio 2008 Notizie liete... Laurea Luigi Bari «I modelli di management efficati», questo l’impegnativo titolo della tesi con la quale Luigi Bari si è laureato presso il Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università “La Sapienza” di Roma. Al dott. Bari, istriano, i complimenti e gli auguri di “Difesa Adriatica”. Note dolorose... Le figlie e il marito comunicano la scomparsa di Luciana Cattich avvenuta a Milano il 14 novembre 2007. Era nata a Zara nel 1924, figlia di Antonio Cattich, vittima delle tragiche vicende del 1943, che costrinsero la famiglia ad abbandonare tutto e cercare rifugio in Italia. Per tutta la vita, sino allultimo, la memoria vivissima di quegli anni e l´affetto per quei luoghi l´hanno tenuta legata alla sua città dalmata. Riposa nel cimitero di Gavirate dove aveva trovato ospitalità come profuga negli anni della guerra e dove si era sposata. In Suo ricordo la famiglia offre un’elargizione a “Difesa Adriatica”. • • • Sabato 15 marzo 2008, presso l’Ospedale “S. Giovanni Bosco” di Torino è venuta a mancare la signora Esperia Alacevich di anni 92, essendo nata nel 1916. Era figlia di quel Pompeo Alacevich, irredentista di Zara, sorella di Ausonio ed Enotrio. La fine è venuta a seguito di un breve malore susseguente il ricovero del marito Adriano che si è spento due giorni prima nello stesso Ospedale. Ne danno notizia le figlie Gianna e Adriana Bovolenta, i nipoti Antonio, Bruno e Claudio Alacevich, che ricordano un episodio di cui era orgogliosa: uno scultore la prese a modella per una statua intitolata «Testa di ragazza dalmata» esposta nel Museo di Palazzo Pitti a Firenze. Carissimo Claudio, ti chiedo scusa di questo mio invaso spazio, ma qualche volta serve, no? Ora caro Claudio ti mando tanti cari saluti. Spero che mi capirai e aspetto un tuo riscontro: mi farà piacere. Ciao alle prossime. Mario Quando leggo messaggi della nostra gente, provo un’emozione profonda e ho l’impressione che si crei finalmente un dialogo, un confronto sincero tra simili. Molte le cose in comune, troppo il silenzio accumulato in questi decenni, poche le confidenze, i valori pacifici trasmessi alle nuove generazioni, la voglia di ascoltarle, di costruire con loro qualcosa di nuovo. Non dimenticare, carissimo amico Mario, che la nostra gente è protagonista di un frammento di storia, dolorosamente contraddittorio. Bene, tiriamo fuori la nostra umanità e non comportiamoci come alieni. Abbiamo ancora molto da dire e da dare. Donami, se te la senti, qualche tuo pensiero. Un sincero abbraccio. P.S. E non sottovalutiamo le nuove generazioni. Loro ci osservano e valutano il nostro presente. Ma anche noi abbiamo molto da imparare da loro, confrontandoci con serenità e senza pregiudizi. • • • Chi volesse scrivere a Claudio può inviare una lettera a Claudio c/o ANVGD, Via Leopoldo Serra 32, Roma 00153; o una mail a [email protected]; o un fax a 06.58 16 852. Claudio risponderà nella sua rubrica sul nostro sito internet e gli interenti verranno poi pubblicati sul nostro giornale. Maggio 2008 Storia in Rete gennaio 2008 Come ti scippo (sul web) il personaggio storico di Emanuele Mastrangelo Navigando in rete, e soprattutto su quella enorme raccolta di dati enciclopedici che è Wikipedia, scopriamo che per gli internettiani di mezzo mondo gli italiani celebri di Dalmazia… non sono più italiani! “Croatizzati d’ufficio”, hanno cambiato nazionalità poeti, matematici, teologi, filosofi, medici di italianissime origini, lingua e cultura. Tutti personaggi, però che la nostra memoria storica ha rinunciato a rivendicare. E come è ben noto, dopo un po’ di anni, scatta inevitabilmente l’usucapione… “Marco Antonio de Dominis, filosofo, fisico e vescovo croato”. “Anselmo Banduri, storico croato”. “Marino Ghetaldi, matematico croato”… potremmo continuare (e continueremo) a lungo. [...] La cancellazione scientifica e sistematica delle vestigia italiche in quel lembo di terra perduto dopo mille anni di dominio veneziano, non si arresta solo la pulizia etnica [...], alla distruzione di monumenti e vestigia storiche, alla slavizzazione dei toponimi. [...] Questo è ciò che è accaduto agli illustri dalmati dei secoli passati, moltissimi dei quali “croatizzati d’ufficio” da un drappello di Wikipediani della Pannonia, agguerrito e determinato a far sparire ogni traccia di una scomoda presenza non slava oltre Adriatico. Un drappello altamente efficiente, tanto che la negazione dell’italianità di importanti personaggi finisce per contagiare anche pagine provenienti da altre nazioni. [...] E in quella inglese Cerva viene segnalato prima come “Croatian poet” e solo dopo come “Italian poet”. E ancora: Marc’Antonio de Dominis (1560-1624), singolarissimo personaggio originario dell’isola di Arbe, teologo, scienziato e soprattutto due volte apostata e inveterato polemista, diviene nella pagina croata un “Markantun de Dominis” (tradendo proprio nella venetizzazione del nome le sue origini non slave). [...] Stessa sorte tocca al povero Ruggero Giuseppe Boscovich (1711-1787, matematico, fisico, astronomo e poeta raguseo), il quale per colmo della beffa aveva per padre un serbo e madre un’italiana di Ragusa, che viene considerato croato in praticamente tutte le pagine di Wikipedia a lui dedicato, tranne che in quelle italiana e francese. E il suo arruolamento coatto nella repubblica zagrebina è tale che per quattro anni, dal 1990 al 1994 sulle banconote di dinaro croato di ogni taglio era rappresentato Boscovich (ovviamente col nome slavo di Ruder Boskovic). [...] Marc’Antonio de Dominis (1560-1624) in una stampa del XVII sec. 13 DIFESA ADRIATICA RASSEGNA dedicato alla tragedia delle foibe e all’esodo degli italiani dall’Istria e dalla Dalmazia. Il cambio di governo a Varsavia ha facilitato il varo del provvedimento, anche se da parte polacca permane il rifiuto a collaborare ufficialmente all’iniziativa. Nuove rivelazioni dagli archivi storici inglesi sulla strage impunita di Vergarolla, un attentato di cui fu subito sospettata l’OZNA, la polizia segreta di Tito Il Piccolo 9 marzo 2008 Archivi inglesi: un fiumano dell’OZNA autore della strage di Vergarolla di Pietro Spirito La strage di Vergarolla, a Pola, che il 18 agosto del 1946 causò la morte di settanta persone e un centinaio di feriti, tutti civili, smembrando intere famiglie che quel giorno avevano affollato la spiaggia per assistere alla gara natatoria organizzata dalla «Pietas Julia», non fu un incidente ma un attentato organizzato dall’OZNA, la polizia segreta di Tito. E uno dei sospetti attentatori adesso ha un nome e cognome: Giuseppe Kovacich, fiumano, che veniva spesso a Trieste, in via Cicerone 2, dove c’era una delle basi dell’ OZNA. Non solo, ma già nel 1946, in Italia, il SIM, il servizio segreto militare italiano, era perfettamente al corrente di come erano andate le cose, e anzi furono loro a informare i servizi alleati. [...] La nuova verità suVergarolla è contenuta nelle carte dei National Archives di Kew Gardens, vicino Londra, gli stessi documenti che hanno permesso la realizzazione dei quattro volumi del «Piccolo» «Top Secret» su «Trieste e il confine orientale tra guerra e dopoguerra». [...] Il documento scoperto dagli autori della collana, Fabio Amodeo e Mario J. Cereghino, è datato 19 dicembre 1946 e ha come titolo «Sabotage in Pola». È un’informativa che riporta come fonte la sigla CS, dietro la quale si cela una delle formazioni di spionaggio più attive in Italia nel dopoguerra: il Battaglione 808° per il controspionaggio, con sede a Roma, composto tutto da Carabinieri e dipendente dal SIM, il Servizio segreto militare, che allora – dopo l’8 settembre ’43 – collaborava con gli Alleati. [...] Altre indagini e pochi giorni dopo, il 19 dicembre, l’intelligence alleata segnala ancora una volta ai suoi superiori una notizia di fonte italiana: «La seguente informazione – si legge nel documento archiviato con la sigla War Office 204/12765 Secret – è stata ricevuta dal CS (il controspionaggio italiano, ndr) e proviene da una fonte attendibile, in relazione al sabotaggio di Vergarolla a Pola, compiuto con mine e che ha causato la morte di 63 persone. Si segnala che uno dei sabotatori è Kovacich Giuseppe. Si presume che la sua descrizione corrisponda con quella divulgata dagli Alleati, ovvero: alto, magro, capelli castani, naso aquilino, occhi blu. Si segnala – è scritto ancora nel report – che Kovacich è uno specialista in atti terroristici nonché responsabile di numerosi crimini. In passato si recava regolarmente da Trieste a Fiume tre volte alla settimana, a bordo di un’automobile targata “R”: agiva come messaggero per l’OZNA e riferiva in via Cicerone 2 a Trieste. Dopo l’esplosione non è stato più visto in città». corriere.it 17 marzo 2008 Milano verso il gemellaggio con Zagabria Milano e Zagabria sulla strada del gemellaggio: il sindaco Letizia Moratti ha firmato lunedì a Palazzo Marino con il collega Milan Bandic un protocollo di collaborazione, prima tappa di un’intesa per lo scambio di buone pratiche che potrebbe diventare duratura. L’accordo si sviluppa su più fronti: dall’ecologia e la gestione urbana del traffico, all’agricoltura, dalla cultura al marketing territoriale. L’intesa durerà due anni ma già il prossimo anno sarà sottoposta a una verifica di metà percorso. «Scambiare esperienze in settori importanti per la vita delle città – ha spiegato Letizia Moratti – è un arricchimento sempre più necessario in un momento in cui le città si trovano ad affrontare sfide globali a cui devono dare rapidamente risposte concrete. L’anno prossimo faremo una prima verifica del percorso di collaborazione con Zagabria: il nostro obiettivo è rafforzare sempre di più questa intesa o con un nuovo accordo o con un gemellaggio». [...] ilvelino.it 20 marzo 2008 A Berlino memoriale dei profughi tedeschi e istriani di Enzo Piergianni Il governo federale guidato da Angela Merkel ha approvato oggi il provvedimento per la costruzione a Berlino di un Centro di documentazione sull’esodo forzato dei profughi tedeschi dalla loro terra alla fine della Seconda guerra mondiale. La realizzazione del progetto, che prevede una spesa di 29 milioni di euro, è stata a lungo ostacolata dalle autorità di Varsavia nel timore di una rappresentazione distorta degli avvenimenti culminati nella fuga dall’Europa orientale di milioni di tedeschi sopraffatti dall’avanzata dell’Armata Rossa. Il provvedimento odierno deliberato su proposta del ministro della Cultura Bernd Neumann (CDU) prevede l’allestimento di un’esposizione permanente per fornire “un segno visibile contro la fuga e l’espulsione”. La gestione del Centro sarà affidata al Deutsches Historisches Museum di Berlino e avrà un finanziamento statale annuo di 2,4 milioni di euro. “È pensabile che nel Centro berlinese la documentazione del fenomeno abbia una dimensione internazionale, per cui potrebbe venire illustrato in tale sede anche il dramma degli italiani che dovettero abbandonare l’Istria e la Dalmazia”, ha dichiarato al Velino Walter Stratmann, portavoce della Lega dei Profughi che, con l’appoggio della Cancelleria, è stata la principale sostenitrice dell’iniziativa. Nella mostra organizzata l’anno scorso proprio dalla Lega dei Profughi, e che prefigurava il nuovo Centro di documentazione, un settore era La Voce del Popolo 21 marzo 2008 Il degrado del convento benedettino di Daila di Franco Sodomaco Paesaggisticamente parlando, Daila è un paradiso terrestre. Se a pochi chilometri da Cittanova, si gira a destra, arriviamo all’ex convento dei Padri benedettini [...]. Il convento, che oggi versa nel più completo abbandono, per molti anni ha ospitato gli anziani del Buiese, in condizioni però di estremo degrado [...]. Da convento, a ospizio, a rovina. In mezzo secolo gli eventi e gli uomini hanno deciso il destino del convento. Tuttavia a chi piace l’Istria e chi apprezza il passato, troverà l’area del convento ancora oggi, e nonostante l’abbandono di una rara bellezza. Lo spazio antistante al cortile-giardino è delimitato da due edifici lunghi e bassi sul mare, cui si accede da un elegante portale. Davanti si espande tutto l’arco del piccolo golfo di Carigador, mentre a sinistra c’è la secca e dopo la boa, il mare aperto. La denominazione di San Giovanni di Daila e il rinvenimento di sarcofagi e tombe, testimoniano la presenza dei monaci greci Calogeri, giunti nel VI secolo e scomparsi assieme al dominio bizantino. Le terre, fertili e meravigliose, passarono poi ai vescovi di Cittanova e quindi a quelli di Capodistria. Dopo l’estinzione di questa famiglia, il feudo passò verso la metà del Settecento, ai conti Grisoni di Capodistria, parenti diretti dei Sabini. La loro signoria, superata la bufera napoleonica, scomparve dopo la morte di Pompeo Grisoni, tenente della cavalleria austriaca ed unico erede del conte Francesco, avvenuta a Milano nel 1833, in seguito a un duello. Egli, dopo la disgrazia forse per un’esigenza morale, e di espiazione o per suffragare l’anima del figlio, cui era stata negata la sepoltura ecclesiastica, nominò eredi i Padri benedettini. [...] Daila e San Lorenzo oggi hanno cambiato volto, a causa del cosiddetto “mattone selvaggio” che gradualmente sta portando alla nascita di decine e decine di nuovi appartamenti per il turismo. Per questa ragione, val la pena di godersi questi ultimi scampoli di storia, e visitare quello che resta del convento dei benedettini, prima che sparisca anche quello. La Voce del Popolo 22 marzo 2008 Mailing List Histria il 1° giugno a Fiume Abbiamo appreso in questi giorni che la settima edizione del tradizionale Raduno dei membri di “Mailing list Histria”, gruppo di discussione in internet di cui fanno parte esuli e rimasti e loro simpatizzanti nato nell’aprile del 2000 con lo scopo di preservare e tutelare l’identità culturale istriana, fiumana, quarnerina e dalmata di carattere italiano, si terrà a Fiume il prossimo 1.mo giugno. Dopo gli appuntamenti di Cesenatico, Roma, Pirano, Rovigno, Albona e l’anno scorso Pola, questa sarà dunque la volta del capoluogo quarnerino. Ad ospitare l’incontro, durante il quale anche questa volta avrà luogo la premiazione dei ragazzi vincitori della settima edi- zione del Concorso letterario bandito dalla ML, sarà la Comunità degli Italiani di Fiume. [...] Vaccari News 28 marzo 2008 Saluti da Fiume: la città in cartolina Città recentemente…travolta dal francobollo che richiama la presenza italiana, ora è protagonista di un libro firmato da Milovan Cemovic. Intitolato Moj grad Rijeka-Fiume - Na starim razglednicama 1890-1920 primorskogoranska zupanija, ne propone una lettura attraverso le cartoline stampate nel trentennio 1890-1920. L’impostazione è analoga ad un altro lavoro dell’autore, in quel caso riguardante il Montenegro: pagine di grande formato e a colori per valorizzare le immagini, testi introduttivi multilingue (anche in italiano), attenzione ai passaggi storici, sociali ed economici che la città e il suo territorio hanno subìto nel periodo considerato. E una consapevolezza… postale, sottolineata nell’introduzione da Aleksandar Lecovic, il quale scrive: “Indipendentemente dalle vicissitudini storiche che hanno visto il susseguirsi di vari governi, di vari stati, dall’asburgico al croato, dall’ungherese all’italiano, la lingua parlata dalla gente, le espressioni culturali, la documentazione amministrativa ufficiale sono fondamentalmente italiane”. Ed è così anche per le cartoline riprodotte nella raccolta: “quasi tutte hanno le diciture in italiano”. La Voce del Popolo 5 aprile 2008 “Rivista dalmatica”: un secolo di cultura La Comunità degli Italiani “Don F. Carrara” di Spalato ha ospitato nei giorni scorsi il prof. Fulvio Salimbeni, dell’Università di Udine, che ha tenuto una conferenza dal titolo Cent’anni di cultura dalmata: un secolo (18991999) di “Rivista Dalmatica”. Alla serata – l’evento è stato organizzato dalla CI in collaborazione con l’Unione Italiana e l’Università Popolare di Trieste –, oltre a un folto pubblico, ha presenziato pure il Console generale d’Italia a Spalato, dott. Augusto Vaccaro. Il prof. Salimbeni ha illustrato, nella sua esposizione, la “Rivista Dalmatica”, pubblicazione trimestrale dell’Associazione Nazionale Dalmata, facendo una rassegna storico-letteraria brillante. Salimbeni ha ricordato gli scritti più rappresentativi di carattere letterario, filosofico e filologico pubblicati in cent’anni di attività. Fondata a Zara nel 1899 da Roberto Ghiglianovich e Luigi Ziliotto, la rivista ha proposto durante più di un secolo di esistenza i commenti, le ricerche, i saggi e articoli di vario genere di autori italiani della Dalmazia, da NicolòTommaseo fino a Enzo Bettiza, da Diego de Castro a Claudio Magris. Ansa 9 aprile 2008 Cossiga: sempre avuti contatti coi Servizi jugoslavi “Anche durante i Governi democristiani abbiamo sempre avuto contatti con Tito e con i servizi segreti jugoslavi”: lo ha detto oggi, a Gorizia, il Presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga. Cossiga, in risposta ad alcune critiche di Roberto Menia, vicepresidente dei deputati di AN, ha aggiunto tuttavia “di non essere mai venuto da queste parti per innalzare statue a Tito”. Cossiga ha voluto ricordare che “Tito e la Jugoslavia, dopo la rottura con il Comintern e Stalin, erano divenuti una ‘cerniera’ tra Urss e Nato. Non potevamo dirlo – ha concluso – ma avevamo contatti diretti con Tito e con i servizi segreti di Belgrado”. 14 DIFESA ADRIATICA Maggio 2008 The 2008 Elections: the FedEsuli document sent to the political parties Compensations, repayments, assisted indemnities, official registry, pensions: Let’s show the next Government our priorities In the painful years of exile, after having been torn from our birthplaces in the aftermath of the folly of war, we have endlessly sought out political representatives in order to obtain justice for our people. Decisively, we once again raise our voices to the Political Parties running in this year’s elections to ask for their attention regarding the problems and interests at the heart of the Istrian, Fiume and Dalmatian Exiles’ Associations. If it is true that the Day of Remembrance, which has finally rendered justice to our history, was instituted by bipartisan vote only in 2004, it is also true that the community of Exiles is still waiting for real justice to be bestowed upon them. We ask that, among the first acts carried out by the new Government in the next few months, there be constituted a “coordination desk” with the Associations of Exiles, with the goal of finding definitive solutions to the numerous problems that, for over sixty years now, have plagued our people. We ask for renewed attention regarding the following areas: 1) the approval of a law that sanctions the equal and definitive compensation for the properties of the Exiles in Istria, Fiume and Dalmatia which Italy used to pay for war damages that should have been sustained by the entire country. This is the expectation most strongly felt by the majority of the exiles. 2) The revision of the Treaty of Rome between Italy and the return of exile properties still within the availability of the governments of Slovenia and Croatia, and the nondiscrimination, on the part of internal legislatures, of these Countries towards Italian citizens. 3) Problem areas in official registries, identity cards, licenses, health care cards, pension details, social security numbers: there are still many cases of alteration regarding the place of birth of exiles. 4) The approval of a permanent law that favors the associations of the Istrian, Fiume and Dalmatian exiles in Italy, for the protection and patronage of Italian historical, artistic, and cultural traditions. 5) The approval of a permanent law that favors the activities of the Italian Communities in the former Yugoslavia. 6) The safeguarding of tombs and civilian monuments written in Italian in Istria, Fiume and Dalmatia. 7) The solution of yet unsolved problems regarding Popular Housing. 8) The approval of a law regarding citizenship to be extended to people of Italian nationality who are residents in those areas of Dalmatia which did not belong to Italy at the time of the 1947 peace treaty. The rebirth of Italian communities in Croatia, Slovenia and southern Dalmatia has shown itself to be a vital instrument of Italian presence and cultural collaboration with local associations and Croatian, Slovenian and Montenegrin universities. The solution of these problem would finally consent to a closure of those contentious areas so painful to our people who still feel very poorly considered, after so many years of never obtaining rights which should justly be theirs. Rome - Trieste, March 31st, 2008 President Renzo Codarin Vice President Lucio Toth An “ad acta” Superintendent is proposed for definitive and just compensations It was an important week “put into practice what is for the Federation of Exiles. already law, if necessary by After a meeting with Renzo means of an “ad acta” superTondo and the announcement intendent, to act in haste that the Association of the regarding compensations, Istrian Communities would be while on the other side we can re-entering its ranks, in the “saopen talks with Croatia and lotto azzurro” of the Trieste Slovenia (especially after the City Hall, the European ComSlovenian elections, which will mission Vice President Frantake place in the Fall) to reco Frattini, accompanied by examine possible property Mayor Roberto Dipiazza, returns (there seems to exist, at received a delegation from the least in Croatia, quite an Federation of the Exiles Assoopenness, especially when ciations: Association of the dealing with properties in areas Istrian Communities President that are losing population), and Trieste, City Hall. The European Commission Lorenzo Rovis and Vice Prefull cooperation in promoting sident Niccolò Novacca, the Vice President Franco Frattini, on the left, with important activities, also in a Mayor of the City of Fiume in the President of the Federation of Istrian, Fiume European context, to re-launch and Dalmatian Exiles’ Associations, Renzo exile, Guido Brazzoduro, the the culture of Istrian and Codarin, during an institutional meeting Representative of the Free City Dalmatian culture and civiliof Zara in exile, Renzo de’ Vidovich, the Trieste-Adriatic area which, thanks zation. and A NVGD national councilman to Europe, is being renewed in its “I am very sensitive to this topic,” Simone Peri, who is also President of respect to multiculturalism and history. he emphasized. “I think that because It is important therefore to act with this of this, but especially the city of Triethe Montonese Family. Also present were several out- new Government so that it will ste, can help your promotion of going members of Parliament fromTri- “activate ties with the Exiles in order initiatives to help keep these cultures este, the City Council President, and to achieve concrete results, beginning and traditions alive, in a true European with serious, just, and definitive context. What does this mean? That any various City Council members. Mayor Dipiazza opened the mee- compensations, with good end results conflicting claims must be excluded, ting, underlining the city’s commitment wherever possible. The incredible in the knowledge that the cultures of to bring to fulfilment, in a just and de- slowness of government offices, even this area are the founding cultures of finitive manner, the matters of com- in this transition period, has created this entire region. This is a point that pensation towards the Exiles, who paid bitterness and difficulty in the rela- we can work on, in a concrete the entire nation’s war debts with their tionship that Italy has with Slovenia ad manner.” own properties. Dipiazza mentioned Croatia”. The final speaker was the director These concepts were also ex- of the IRCI who sustained, from the this problem’s being dragged on for over sixty years, stating that “now, pressed by the other representatives of diversified point of view of the Union finally, with the borders having begun the Associations of the Federation, who of Istrians, the necessity of “the return, to come down, better conditions exist also showed vivid interest in the and not the re-purchasing, of the Exiles’ for the new Government in Rome to preservation of witnessing of historical properties, as stated in the 1947 peace come to a definitive close regarding and cultural memory of the Exile treaty.” these matters. My tenure as mayor will populations, and the development of He made it clear that a “European end in three years’ time, and I have a these populations’ culture in its own solution should be found and folstrong desire to see a solid, definitive right, for the construction of its future. lowed, since Italy, up to now, has The Vice President of the European hardly satisfied the Exiles’ expecsolution, in terms of real justice, of all Commission answered all questions, tations.” the derivatives of this tragic Exile”. Federation President Renzo Co- agreeing fully with the idea of opening, darin reminded those present that the as soon as possible, the Governmentrtg (from www.arcipelagoadriatico.it) Exiles are an important component of Exiles “desk”, to take on three themes: European Commission Vice President Frattini agrees with the request of the Federation of Associations to reopen the Government-Exiles “Coordination Desk” in order to deal with the eight points outlined in the document put out by the Federation RECOGNITION OF FOIBE VICTIMS’FAMILIES We would like to remind our readers that, upon explicit request to the specific government office named below, forms are available for the recognition of family members of victims killed, whether in the foibe or in other ways, during the events on our eastern border, as specified in the institutional law of the Day of Remembrance. Every year, on the 10th of February, this official recognition is extended in ceremonies, either at the Quirinale Presidential Palace or in local government offices. For obvious reasons, the requests can be made by the victims’ descendents, up to the 6th degree of parentage. Following is a synthesis of Italian Law 92/2004. Article 3 1. To the surviving spouse, children, grandchildren and, in their absence, to relatives up to the sixth degree of parentage, of those who, from the 8th of September, 1943 to the 10th of February, 1947 in Istria, Fiume and Dalmatia or in the provinces of the current eastern border, were killed in the foibe, as well as those treated under Paragraph 2 of this Article, all shall be given, upon request and as an honor without monetary compensation, a special metal plaque and a commemorative certificate within the limits of expense authorized in Article 7, section 1. 2. With the foibe victims we associate, to all effects, those who disappeared and those who, in the same period and in the same geographical areas, were killed by drowning, gunshot, massacre, assassination, no matter how these were perpetrated. Recognition can also be given to relatives of Italian citizens who lost their lives after February 10th, 1947, and through 1950, if death occurred as a result of torture, deportation and imprisonment, with the exclusion of those who died in combat. 3. Excluded from this recognition shall be those who lost their lives in the conditions described in Paragraphs 1 and 2, if they were voluntarily involved in formations not in the service of Italy. Article 4 1. The requests, in letter form, addressed to the President of the Council of Ministers, must be supplemented by a declaration which substitutes a notary’s act, and must declare a description of the fact, place and date in which the death or disappearance occurred, or is presumed to have occurred, attaching every possible document, any witnesses’ reports, and any or all references to studies, publications, and documented memories of the fact. 2. The requests must be presented within 10 years of the Law’s coming into effect. At the end of the commission’s work, as defined in Article 5, all the documentation collected will become part of the Central State Archives. Article 6 1. The metal plaque and commemorative certificate signed by the President of the Italian Republic, are presented every year in a collective ceremony. The request, with all necessary documentation attached, should be sent to the following address: Presidenza del Consiglio dei Ministri Commissione per la concessione di un riconoscimento ai congiunti degli Infoibati – L. 92/2004 Piazza Colonna, 370 00186 Roma Italy For information, please refer to our website: http://www.anvgd.it/documenti/leggegiornoricordo.pdf (Traduzioni di Lorie Ballarin) Maggio 2008 Elecciones 2008: el documento enviado por FedEsuli a las fuerzas políticas Indemnizaciones, devoluciones, recuperaciones favorables, registro de habitantes, pensiones: indicad las prioridades al próximo Gobierno En los dolorosos años del exilio de las tierras natales de las que hemos sido arrancados a fuerza de la locura de la guerra, nos hemos dirigido repetidamente a los representantes de la política para obtener justicia para nuestro pueblo. Con decisión alzamos otra vez nuestra voz dirigiéndonos a los Partidos Políticos implicados en las elecciones del 2008 para pedir atención a los problemas y a los intereses de los que son portadoras las Asociaciones del exilio istriano, fiumano y dalmata. Si es verdad que el “Día del Recuerdo” de las foibe y del éxodo, que rinde finalmente justicia a nuestra historia, ha sido instituido por el Parlamento con voto bipartido en el 2004, además es verdad que a la comunidad de los desterrados todavía se le debe rendir justicia. Pidamos que entre los primeros actos del Gobierno que tome posesión en los próximos meses, sea instituida una nueva “mesa de concertación” con las Asociaciones de los desterrados con el objetivo de dar una solución definitiva a los numerosos problemas que desde hace más de sesenta años preocupan a nuestra gente. Entre lo 8 puntos presentados por la Federación de las Asociaciones de los Desterrados el primero concierne la aprobación de una ley que sancione la justa y definitiva indemnización por los bienes de los desterrados en Istria, Fiume y Dalmazia con los cuales el Estado italiano ha pagado a la ex Yugoslavia los daños de guerra debidos por el País entero. La última ley salida en orden de tiempo en favor de cuantos han perdido sus bienes inmuebles y muebles se remonta al 2001, y el Estado italiano todavía no ha terminado de liquidar lo previsto por aquella disposición Pidamos una renovada atención a los siguientes argumentos: 1) La aprobación de una ley que sancione la justa y definitiva indemnización de los bienes de los desterrados de Istria, Fiume y Dalmazia con los cuales el Estado italiano ha pagado a la ex Yugoslavia los daños de guerra debidos por el País entero. Es la expectativa más sentida por la grande mayoría de los desterrados; 2) la revisión delTratado de Roma entre Italia y Yugoslavia y la devolución de los bienes a los prófugos que están todavía en las manos de los Estados de Eslovenia y Croacia además de la no discriminación de las legislaciones internas de estos Países de cara a los ciudadanos italianos; 3) problemáticas en materia de registro de habitantes, documentos de identidad, carnés, tarjetas sanitarias, posiciones de pensiones, códigos fiscales, dados los todavía numerosos casos de alteración de los lugares de nacimiento de los desterrados, 4) la aprobación de una ley permanente en favor de las asociaciones de los desterrados istrianos, fiumanos y dalmatos en Italia, para la tutela del patrimonio histórico, artístico y de las tradiciones culturales italianas; 5) la aprobación de una ley permanente en favor de las actividades Propuesto un Comisario “ad acta” para indemnizaciones justas y definitivas Semana significativa para la Federación de los Desterrados. Después del encuentro con Renzo Tondo y el anuncio de la vuelta a sus filas de la Asociación de las Comunidades Istrianas, en el Salón Azul del Municipio de Trieste, el Vicepresidente de la Comisión Europea Franco Frattini que, acompañado por el Alcalde Roberto Dipiazza, ha recibido una delegación de la Federación de las Asociaciones de los Desterrados istrianos, fiumanos y dalmatos guiada por el presidente Renzo Codarin y compuesta además por el presidente de las Asociaciones de las Comunidades Istrianas Lorenzo Rovis con el vice Niccolò Novacco, Guido Brazzoduro alcalde del Libre Comune de Fiume en exilio, Renzo de Vidovich representante del Libre Comune de Zara, y Simone Peri consejero nacional de la Asociación Nacional Venezia Giulia e Dalmazia además de presidente de la Familia Montonese. Estaban presentes también diversos parlamentarios triestinos salientes, el presidente del Consejo comunal, asesores y consejeros comunales. Ha introducido el encuentro el Alcalde Dipiazza que ha rebatido el compromiso de la ciudad a fin de que sea llevada a una conclusión en términos justos y definitivos la cuestión de las indemnizaciones debidas a los Desterrados que han pagado con los propios bienes la deuda de guerra del régimen. Una situación que se arrastra ya desde hace más de 60 años, por lo que, ha repetido Dipiazza «hoy existen, finalmente, también con la caída de los confines, las mejores condiciones para que el nuevo Gobierno que tome posesión en Roma pueda efectivamente encaminar la fase conclusiva de esta larga partida. Mi mandato acabará dentro de tres años y tengo un grande deseo de ver, en este tiempo, por lo menos delinearse, con hechos concretos, la solución definitiva, en términos de real justicia, de todas las querellas y los asuntos derivados de aquel trágico Éxodo». El presidente de la Federación, 15 DIFESA ADRIATICA Casas abandonadas por los prófugos italianos de Istria en el momento de la ocupación de los partidarios de Tito. El vicepresidente de la Comisión Europea, Frattini, ha declarado la voluntad de estudiar formas de ulterior resarcimiento y justas reevaluaciones de las indemnizaciones por los bienes inmuebles perdidos Renzo Codarin, ha recordado como los Desterrados son una componente importante de aquella área adriática que gracias a Europa se esta recomponiendo en el respeto de la historia y del cruce de culturas. Es importante entonces trabajar para que el nuevo Gobierno, «active la mesa de trabajo con los Desterrados y lleve a resultados concretos, a partir de una indemnización seria y sobretodo definitiva, a una justa devolución de los bienes abandonados allí donde sea posible. La increíble lentitud de las oficinas competentes, también en esta fase transitoria, ha contribuido notablemente a exasperar los ánimos y por tanto a hacer más difíciles las relaciones de Italia con Eslovenia y con Croacia». Conceptos subrayados también por los otros representantes de las Asociaciones de la Federación han por fin remarcado el vivo interés también por la conservación de los testimonios de la memoria histórica y cultural de las poblaciones del Éxodo, además de formas de desarrollo de la cultura misma de un pueblo esparcido que anhela construir un propio futuro. Ha contestado a todos el Vicepresidente de la Comisión Europea con dividiendo en primer lugar la petición de cuanto más inmediata posible reabertura de la «mesa» GobiernoDesterrados para afrontar tres temas: «erogar de inmediato cuanto ya previsto por ley – también a través del eventual nombramiento de un “comisario ad acta” que proceda en vía de urgencia a tales liquidaciones –; por tanto, para evaluar formas de ulterior resarcimiento y justas reevaluaciones de las indemnizaciones, mientras por otra parte se puede abrir de nuevo un dialogo con Croacia y Eslovenia (sobretodo después de las elecciones políticas eslovenas del próximo otoño) para reexaminar la partida de las posibles restituciones (parece existir en este sentido una disponibilidad, en particular croata, por lo relacionado especialmente con los bienes abandonados en localidades que se han quedado con el tiempo cada vez menos habitadas); plena abertura en fin a activar iniciativas importantes, también en clave europea, para un lanzamiento de la cultura de la civilización istriana y dalmata. «Soy muy sensible a este argumento – ha subrayado –. Creo que esta región, pero sobretodo la ciudad de Trieste pueda ayudaros a promover de modo continuo, con la colaboración del gobierno central, las iniciativas para tener viva esta cultura y estas tradiciones en una verdadera clave europea. ¿Qué significa? Que se excluye toda reivindicación conflictiva, con el conocimiento de que las de este territorio son las culturas fundacionales de esta región. Y es una cosa sobre la que nosotros podremos trabajar concretamente». La última intervención ha sido la director del IRCI para sostener, desde el diversificado punto de vista del la Unión de los Istrianos, la necesidad de la «restitución, y no readquisición, de los bienes de los Desterrados, según lo previsto por el Tratado de Paz del 1947», siguiendo en esto – ha dicho – una “vía europea” habiendo hasta ahora Italia bien poco satisfecho las expectativas de los Desterrados». rtg (de www.arcipelagoadriatico.it) de las Comunidades de los desterrados Italianos en la ex Yugoslavia; 6) la salvaguardia de las tumbas y monumentos civiles con escritos en lengua italiana en Istria, Fiume y Dalmazia; 7) la solución a las problemáticas todavía detenidas en relación al sector de las Casas Populares; 8) la aprobación de una ley sobre la ciudadanía que se extienda a las personas de nacionalidad italiana residentes en Dalmazia, que no pertenecían a Italia en el momento del Tratado de Paz del 1947. El renacimiento de las comunidades italianas en Croacia, Eslovenia y Dalmazia meridional se ha revelado un in-strumento esencial de presencia italiana y de colaboración cultural con los entes locales y las universidades croatas, eslovenas y montenegrinas. La solución de las problemáticas evidenciadas arriba consentiría finalmente el cerrar aquella querella que adolora a nuestro pueblo que se siente todavía poco y mal considerado no habiendo conseguido aún, después de tantos años los que retiene sus justos derechos. Roma – Trieste, 31 marzo 2008 El Presidente Renzo Codarin El Vicepresidente Lucio Toth EL RECONOCIMIENTO A LOS ALLEGADOS DE LOS ENFOIBADOS Bajo explícita solicitud de la Comisión gobernativa competente, recordamos que están disponibles los formularios útiles para la petición de reconocimiento para los allegados de los enfoibados y de los asesinados a continuación de las sabidas calamidades de nuestro confín oriental, así como previsto por la Ley institucional del Día del Recuerdo. Cada año, el 10 de febrero, tales reconocimientos son conferidos en ceremonias en el Quirinale y en las Prefecturas interesadas. Por evidentes motivos de registro, las peticiones peden ser hechas también por los descendientes de las victimas, hasta el sexto grado de parentela. Mostramos a continuación los fragmentos esenciales de la Ley n. 92/ 2004. Art. 3 1. Al cónyuge sobreviviente, a los hijos, a los nietos/sobrinos, y en su falta, a los parientes hasta el sexto grado de aquellos que, desde el 8 de septiembre de 1943 al de 10 febrero de 1947 en Istria, en Fiume, en Dalmazia o en las provincias del actual confín oriental, han sido eliminados y enfoibados, así como a los sujetos de los cuales en el párrafo 2, es concedida, a petición y a título honorífico sin cheques, una conveniente insignia metálica con relativo diploma en los límites de la autorización de gasto en el articulo 7, párrafo 1. 2. A los enfoibados son asimilados, a todos los efectos, los desaparecidos y cuantos, en el mismo periodo y en las mismas zonas, han sido eliminados mediante anegamiento, fusilamiento, masacre, atentado, de alguna manera perpetrados. El reconocimiento puede ser concedido también a los allegados de los ciudadanos italianos que perdieron la vida después del 10 de febrero de 1947, y hasta el año 1950, cuando la muerte se haya dado como consecuencia de torturas, deportaciones y cautividad, excluyendo aquellos que han muerto en combate. 3. Están excluidos del reconocimiento quienes han sido eliminados en los modos y en las zonas de las cuales en los párrafos 1 y 2 mientras hacían voluntariamente parte de formaciones no en servicio de Italia. Art. 4 1. Las peticiones, en carta libre, dirigidas a la Presidencia del Consejo de Ministros, deben estar acompañadas de una declaración sustitutiva de acto notorio con la descripción del hecho, de la localidad, de la fecha en la cual se sostiene haya ocurrido la eliminación o la desaparición del familiar, adjuntando todos los documentos posibles, eventuales testimonios, así como referencias a estudios, publicaciones y memorias de los hechos. 2. Las peticiones deben ser presentadas antes del final del décimo año desde la entrada en vigor de la presente ley. Después de la conclusión del trabajo de la comisión del cual el artículo 5, toda la documentación recogida será devuelta al Archivo Central del Estado. Art. 6 1. La insignia metálica y el diploma firmados por el Presidente de la República son entregados anualmente con ceremonia colectiva. La petición con toda la documentación necesaria debe enviarse a: Presidenza del Consiglio dei Ministri Commissione per la concessione di un riconoscimento ai congiunti degli Infoibati – L. 92/2004 Piazza Colonna, 370 00186 Roma Para cualquier información se puede consultar la página http:// www.anvgd.it/documenti/leggegiornoricordo.pd (Traduzioni di Marta Cobian) 16 Pubblichiamo alcune delle notizie apparse in tempi recenti sul nostro sito www.anvgd.it, così da rendere edotti e aggiornati anche coloro che non utilizzano internet per avere informazioni dalla nostra Associazione. Dal Brasile una ricerca di zaratini giovedì 13 marzo 2008 Elena Mase Duca, esule zaratina in Brasile, ci informa che sta cercando notizie su alcune persone, di cui vi forniamo l’elenco: Nade Domini di Zara, le sorelle Nirve e Naia Vianello di Zara, Maria Domini di Zara, Italia Carini di Zara, Serena Mastrovich di Zara, Lili Candia di Córteno-Brescia, Cologero di Marco diVenezia, Cermeli Boy di Trani, Gilda Nestola di Zara, Tiziano Vibona di Cortina D’Ampezzo. Chi potesse aiutarla, può utilizzare i seguenti contatti. Elena Mase Duca, Rua Clelia 210 – 04, São Paulo – Brasile. Tel 0055-11-38013758. Mail [email protected] FederEsuli: Napolitano scrive a Codarin martedì 18 marzo 2008 Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della visita a fine mese a Trieste, ha inviato una missiva a Renzo Codarin, Presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli, sottolineando come «il programma prevede una serie di eventi intesi a mettere in luce e valorizzare le nuove prospettive di una città e di una regione che sono divenute crocevia di scambi umani, economici e culturali e che hanno saputo farsi punto di riferimento di iniziative rivolte al futuro della scienza e della ricerca in una proiezione sempre più internazionale» Quasi a ribadire – commenta Renzo Codarin – «che questa vocazione all’innovazione e alla scienza non è solo una questione che riguarda Trieste e il Friuli Venezia Giulia ma investe, di fatto, l’intero Paese e ci pone tutti di fronte a nuove responsabilità, anche come Associazioni degli Esuli». Nella seconda parte della lettera, infatti, il Presidente ribadisce concetti già espressi in occasione del suo discorso al Quirinale del 10 Febbraio scorso, Giorno del Ricordo. E infatti, scrive: «Colgo questa occasione per sottolineare la coerenza fra la salvaguardia di una memoria che non vogliamo e non dobbiamo dimenticare e la capacità di guardare ad un futuro di collaborazione per vincere insieme le sfide del mondo globale. A tale proposito, ricordo che nelle scorse settimane ho, a più riprese, espresso il mio memore pensiero nei confronti delle vittime di allora e, al contempo, ho voluto constatare con compiacimento come i valori condivisi della pace, dell’amicizia e della fruttuosa collaborazione caratterizzino oggi le relazioni fra i popoli della regione». Il bisogno di darsi nuove direttrici di sviluppo, è uno dei temi di fondo che la Federazione sta affrontando negli ultimi anni, non senza sofferenze e divisioni, ma decisa più che mai a delineare un nuovo ruolo per genti che portano in sé il seme di culture ricche di scambi e processi osmotici nel corso della storia dell’Adriatico orientale. Ricordato eccidio Carabinieri a Malga Bala mercoledì 26 marzo 2008 Si è svolta il 25 marzo a Tarvisio (Udine), la cerimonia commemorativa dell’eccidio dei 12 Carabinieri trucidati il 25 marzo 1944 in località Malga Bala, in Slovenia. Nella chiesa Ss. Pietro e Paolo il parroco di Tarvisio e il Cappellano militare della Regione Carabinieri Friuli Venezia Giulia hanno concelebrato la S. Messa, al termi- DIFESA ADRIATICA Maggio 2008 La rubrica di “Difesa” www.anvgd.it Momiano, piccolo borgo con un ricco passato storico, a pochi chilometri dalla riviera di Umago e Cittanova ne della quale il comandante della Regione Carabinieri, generale di Brigata Nedo Lavagi, ha deposto una corona d’alloro all’interno del tempietto adiacente alla chiesa, contenente sette delle dodici spoglie dei Carabinieri trucidati. Gli onori ai Caduti sono stati resi da un picchetto di Carabinieri in grande uniforme, sulle note del Silenzio. Claudia e Marco cercano notizie sulle loro origini di Momiano mercoledì 26 marzo 2008 La mamma di Claudia e Marco si chiamava Ada Stopar ed era di Momiano. Entrambi vorrebbero sapere qualcosa di più delle loro origini. Sanno solo che la mamma era venuta in Italia con i genitori e con i fratelli e che tutti quanti erano a Massa Carrara. Non ricordano altri nomi, anche a causa del sofferto distacco con le loro origini. Chi è in grado di aiutarli può scrivere a [email protected] o interpellare la Sede nazionale allo 06.58 16 852, anche per fax. Carbonia: nella toponomastica anche le vittime delle foibe giovedì 27 marzo 2008 Il Consiglio comunale di Carbonia, neo Provincia sarda, ha votato la delibera di dedicazione di una via in onore delle vittime delle Foibe. Dopo un acceso dibattito, la proposta ha ottenuto l’unanimità dei voti, facendo particolare riferimento a quanto stabilito dalla legge istitutiva del Giorno del Ricordo. L’unanimità raccolta rappresenta, anche in questo caso, un segno della maturazione politica del nostro Paese, avviato verso una totale condivisione al nostro impegno e il riconoscimento di una verità storica finora occultata. Viaggio a Fiume e in Istria a giugno giovedì 27 marzo 2008 L’indomabile fiumano Gino Zambiasi organizza un lungo tour estivo nei luoghi cari a tanti esuli dal 12 al 20 giugno prossimi. La partenza in pullman toccherà diversi centri: l’ae- roporto di Verona, la stazione di Padova, l’aeroporto di Venezia. L’itinerario e le visite prevedono: Abbazia, Fiume, Tersatto, Veglia, Postumia, Monte Maggiore, Laurana, Cosala, Plitvice, Pola, Rovigno, Canale di Lemme, Fasana, Dignano, Medolino, Palmanova, con rientro agli originari punti di partenza. Per ogni informazione chiamare Gino Zambiasi allo 091.532 459 oppure 328.33 18 408. A Mestre il Congresso straordinario ANVGD domenica 30 marzo 2008 Si tiene il 10 maggio a Mestre il Congresso straordinario dell’ANVGD. Sarà un Congresso prettamente tecnico, dedicato ad alcune modifiche statuarie destinate a rendere più dinamica l’attività sociale. Lo scopo è anche quello di arrivare al Congresso ordinario del 2009 con uno Statuto già aggiornato alle necessità dei tempi. Al Congresso straordinario avranno diritto di voto gli attuali Consiglieri nazionali e i rappresentanti dei Comitati provinciali. I francescani di Padova abbandonano i giuliano-dalmati di Roma domenica 30 marzo 2008 Il Capitolo della Provincia patavina dell’Ordine francescano dei Minori Conventuali, che da cinquant’anni ha in cura le anime della parrocchia di San Marco a Roma, ha deciso di ritirarsi dalla comunità che fa capo al Quartiere giuliano-dalmata della capitale. La sofferta decisione è stata motivata dalla crisi vocazionale che impone la cessione dei conventi non considerati “strategici”, ovvero quelli fuori dal proprio territorio di competenza. I frati francescani della Provincia religiosa di Padova furono assegnati a San Marco proprio per dare agli Esuli punti di riferimento che avessero, nella cultura, nella tradizione e nella lingua, una comunanza di sentimenti con i profughi che giungevano a Roma e dare così loro un conforto il più adeguato possibile. Il ritiro formale dalla comunità avrà decorrenza dall’estate 2009. Un’incantevole veduta di Laurana Sciolto a Trieste il più antico Reggimento dell’Esercito lunedì 31 marzo 2008 È stato sciolto oggi a Trieste il Primo Reggimento “San Giusto”, il più antico d’Italia in quanto custode della storia e della bandiera del Primo Reggimento Fanteria “Re”, le cui origini risalgono al 1624. La solenne cerimonia di chiusura del Reggimento si è svolta nella caserma “Vittorio Emanuele III”, destinata a diventare un grande polo scolastico-educativo. Il Reggimento, strettamente legato alla vita di Trieste tanto da esserne diventato il 26 ottobre 2004 cittadino onorario, era inquadrato dal primo luglio 2005 nell’ambito del Raggruppamento Unità Addestrative dell’Esercito italiano, con sede a Capua (Caserta). Il 2 aprile la Bandiera del Primo Reggimento sarà riconsegnata al Museo del Risorgimento di Roma, insieme alla Bandiera del 78/mo Reggimento “Lupi di Toscana” che è stato sciolto il 28 marzo scorso, e alla Bandiera del 157/mo “Liguria”, che era custodita presso la caserma “F. Gonzaga” di Firenze. Le mostrine del Primo Reggimento “S. Alfredo, fiumano, in stato di necessità martedì 1° aprile 2008 Sottoponiamo all’attenzione di tutti il caso di Alfredo M., 69 anni, profugo da Fiume. Durante la vita lavorativa è stato disegnatore tecnico, spesso però senza il versamento di contributi. Residente a Napoli fino al 1993 con la madre, alla morte di lei si è trovato solo e con una misera pensione. Ha peregrinato per oltre un decennio cercando una sistemazione abitativa, purtroppo sempre provvisoria. Dopo aver vissuto a Cassino negli ultimi due anni, sistemato in una malconcia locanda, ne è uscito con una broncopolmonite che lo ha obbligato a lasciare quella malsana dimora. Ora vaga tra Roma e Napoli alla ricerca di una sistemazione che continua a non trovare. Ha l’invalidità del 100% ma è autosufficiente. Ha la qualifica di profugo. Chi aves- se indicazioni su come trovargli una sistemazione abitativa, anche in convivenza e in qualsiasi località, può contattare la nostra Sede nazionale ([email protected] indirizzo e-mail protetto dal bots spam, deve abilitare Javascript per vederlo, o tel. e fax 06.58 16 852) o direttamente l’interessato al 333. 52 19 039. Chi invece desiderasse dargli un sostegno economico, può effettuare un versamento sul conto corrente postale 52691003, intestato Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, indicando come causale pro-Alfredo. Toth: «Da Milano-Expo una lezione per Trieste» Comunicato stampa della Presidenza nazionale ANVGD mercoledì 2 aprile 2008 L’assegnazione a Milano dell’Expo 2015 è una grande vittoria per il nostro Nord e per l’Italia intera. È il risultato di una coesione nazionale tra maggioranza e opposizione e di un’attenta e tenace sinergia tra il Ministero degli Esteri, la Regione Lombardia e il Comune di Milano. Potrebbe essere il segnale della ripresa dell’Italia. A tutta Italia è bruciata la sconfitta di Trieste nel 2004 e la scelta di Saragozza, città importante, ma che non ha certo la bellezza né il passato mercantile di Trieste. È bruciata particolarmente a noi, esuli istriani, fiumani e dalmati, che nel capoluogo giuliano vediamo il nostro più forte legame tra le terre perdute e la Madrepatria. Si sbagliò allora a puntare su una visione strategica deformata: la deriva neo-asburgica, che lega il destino dell’Alto Adriatico alla Mitteleuropa. Non ci si accorse che questo richiamo non valeva nulla in un pianeta globalizzato. All’Africa, all’America Latina, all’Asia non interessava un bel niente la nostalgia per l’Europa centrale austroungarica. Preferirono Saragozza, città bruttina, ma emblema della “latini-dad”, che riscuote molte più simpatie anche nei Paesi africani e asiatici. Con Milano è stato il contrario. Sono stati proprio questi Paesi, non l’Europa centrale a determinare la vittoria italiana. Chi cerca euroregioni transalpine, che soffocano la nostra identità veneta e latina, non vuole il bene di Trieste e del Friuli, perché le nostre sono terre adriatiche e mediterranee. Il ruolo giuliano di cerniera Giusto” tra Nord e Sud, tra Est e Ovest, funziona se il baricentro dell’euroregione viene spostato verso il Sud, come nel progetto di Eurore-gione adriatica, che non solleva problemi di sovranità per Slovenia e Croazia e non comporta supremazie politiche e sudditanze economiche. Slovenia e Croazia sono Stati sovrani giovani e non accettano di entrare in un nesso che li riporti in una condizione di “federati”. D’altro canto una Euroregione a cavallo delle Alpi Orientali spezza l’unità del Nord italiano, motore di traino di tutta l’economia nazionale e centro propulsivo da millenni per tutta l’Europa. Sarebbe una scelta contro la logica geo-economica e contro l’unità della nazione, che per noi esuli giuliano-dalmati è il bene più prezioso. Una scelta particolaristica e pericolosa, che ricaccia Trieste nell’angolo da cui deve uscire.
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