1) Distintivi con decorazione e Dame Patronesse 2) Distintivi dorati
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1) Distintivi con decorazione e Dame Patronesse 2) Distintivi dorati
1) 2) 3) 4) 5) 6 7) 8) 9) Distintivi con decorazione e Dame Patronesse Distintivi dorati: piccoli, medi e grandi Portachiavi smaltato Orologio Crest grande Labaretto Emblema Araldico Cartolina, cartoncino doppio e busta Fermacarte in onice 10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) 17) Posacenere Attestato di Benemerenza Cravatta: disponibile in polyestere e seta Foulards in seta Mug Fermacarte peltro Copricapo a bustina Quadro con emblema araldico del Nastro Azzurro Tutta l’oggettistica è in vendita presso le Federazioni che, in caso di carenza di materiale, possono richiederla alla Presidenza Nazionale dell’Istituto. Le spese di spedizione saranno a carico delle Federazioni ed aggiunte al costo del materiale. PERIODICO NAZIONALE DELL’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO FRA COMBATTENTI DECORATI AL VALORE MILITARE ANNO LXXIV - N. 4 - LUG./AGO. 2013 - Bimestrale - Poste Ital. S.p.A. Sped. in abb. postale D.L. n. 353/2003 (Conv. in L. 27/2/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 MP-AT/C-CENTRO/RM PERIODICO NAZIONALE DELL’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO FRA COMBATTENTI DECORATI AL VALOR MILITARE SOMMARIO In copertina 90° Anniversario del Nastro Azzurro In questo numero: pag. 10 Festa del Decorato pag. 12 2 giugno pag. 18 Ucciso il cap. La Rosa • Sommario Pag. 2 • Editoriale: due ricorrenze importanti “” 3 • Lettere a “Il Nastro Azzurro” “” 4 • La Presidenza Nazionale comunica “” 6 • Il Congresso “” 6 • Annullate le feste di Forza Armata “” 7 • Le fosse ardeatine “” 8 • 25 maggio: Festa del Decorato “” 10 • 2 giugno: meno di così non si può “” 12 • 14 dicembre 2012: a Milano “” 14 • Napoli: Premio di studio 2013 “” 16 • Ucciso in Afghanistan il cap. La Rosa “” 18 • Il commento “” 19 • Mar Rosso 3 aprile 1941 “” 20 • Il guardiamarina Giovanni Salce “” 22 • I Caduti italiani in Sicilia orientale “” 24 • MOVM eccellenti: Luigi Ignazio Adorno “” 26 • Il 25 luglio “” 28 • La Polizia nell’alluvione del Polesine “” 30 • Le cartoline postali “” 31 • Sotto di noi l’Oceano “” 32 • Parliamone ancora “” 34 COME COLLABORARE • Notizie in Azzurro “” 36 La collaborazione a “Il Nastro Azzurro” è • Azzurri che si fanno Onore “” 37 aperta a tutti ed è a titolo gratuito. I testi possono pervenire per posta elettronica oppure pos- • Cronache delle Federazioni “” 38 sono essere inviati alla redazione su supporto • Recensioni “” 46 informatico (CD-Rom o DVD). Le immagini in formato elettronico devono essere “ad alta riso- • Consigli Direttivi “” 47 luzione”. Testi e foto, anche se non pubblicati, NON si restituiscono. • Oggettistica del Nastro Azzurro “” 48 “Il Nastro Azzurro” ha iniziato le pubblicazioni a Roma il 26 marzo 1924 - (La pubblicazione fu sospesa per le vicende connesse al secondo conflitto mondiale e riprese nel 1951) - Bimestrale - Anno LXXIV - n.° 4 - Luglio-Agosto 2013 - Poste Ital. S.p.A.: Sped. in abb. postale D.L. n. 353/2003 (Conv. in L. 27/2/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 - MP-AT/C-CENTRO/RM - Direz. e Amm.: Roma 00161 - p.zza Galeno, 1 - tel. 064402676 - fax 0644266814 - Sito internet: www.istitutonastroazzurro.org - E-mail: [email protected] - Direttore Editoriale: Carlo Maria Magnani - Presidente Nazionale dell’Istituto - Direttore Responsabile: Antonio Daniele - Comitato di Redazione: Carlo Maria Magnani, Antonio Daniele, Francesco Maria Atanasio, Graziano Maron, Anna Maria Menotti, Carlo Minchiotti, Giuseppe Picca, Federico Vido - Segretaria di Redazione: Barbara Coiante - Autorizzazione del Tribunale Civile e Penale di Roma con decreto n.° 12568 del 1969 - Progetto Grafico e stampa: Arti Grafiche San Marcello s.r.l. - v.le Regina Margherita, 176 - 00198 Roma - Finito di stampare: Luglio 2013 - C.F. 80226830588 - Il Nastro Azzurro viene inviato a tutti i soci dell’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare, ma è anche possibile, per chi non è socio dell’Istituto del Nastro Azzurro, riceverlo abbonandosi. Per abbonarsi i versamenti possono essere effettuati su C/C Postale n. 25938002 intestato a “Istituto del Nastro Azzurro”, oppure su C/C Bancario CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA - Filiale di Roma - P.zza Madonna Loreto, 24 - c/c n. 0722122-3 - CIN IT “A” - ABI 06155 - CAB 03200 - IBAN: IT69A0615503200000000002122 Abbonamenti: Ordinario: 20 Euro, Sostenitore: 25 Euro, Benemerito: 30 Euro e oltre. Associato alla Unione Stampa Periodica Italiana 2 IL NASTRO AZZURRO EDITORIALE: DUE RICORRENZE IMPORTANTI Altare della Patria Generale. Abbiamo potuto onorare gli inviti grazie è stato ancora una alla disponibilità di alcuni nostri Soci che, sebbene volta il magnifico residenti a Piacenza, Salerno e Civitavecchia, non teatro della celebraziohanno esitato ad offrire il loro contributo. Grazie e ne della Giornata del nome di tutti! Decorato e del 90° Il 2 giugno è stata celebrata la Festa della Anniversario del nostro Repubblica con la tradizionale parata militare ancor Istituto. Alla cerimonia erano stati invitati tutti i più ridotta rispetto a quella dell’anno precedente. Capigruppo dei partiti presenti in Parlamento, ma la Questa volta il pretesto (comprensibile) è stato forbella giornata di sole, il giorno prefestivo e, presunito dalla crisi economica del Paese e pertanto mo, impegni ben più importanti hanno impedito loro abbiamo di nuovo assistito al passaggio dei non solo di partecipare ma anche di inviare un breve Corazzieri appiedati, imitati dai Generali che messaggio di saluto. L’assenza comandavano i vari settori e è stata abbondantemente persino i bersaglieri, probabilcompensata dalla presenza di mente per non consumare Noto con piacere che la richiesta quattro Medaglie d’Oro al Valor troppo la gomma degli scarpodel nostro intervento a cerimonie a Militare, dai Presidenti di ni hanno effettuato di corsa un livello nazionale aumenta di anno in breve tratto di Via dei Fori numerose Federazioni anno. I raduni nazionali degli Alpini Provinciali, dagli Orfani dei Imperiali. Naturalmente è Carabinieri Caduti in servizio, mancato il sorvolo di Roma da e dei Bersaglieri hanno visto la dal Gonfalone del Comune di parte delle Frecce Tricolori, presenza del nostro Labaro Roma. La deposizione delle Nazionale; anche la Guardia Costiera forse perché erano già state corone di alloro al Sacello del impegnate il giorno dell’inseha richiesto la presenza del nostro Milite Ignoto è stata coronata diamento del Presidente della Vessillo... dalla benedizione impartita da Repubblica o perché visibili a Padre Massimo Cocci, che ha tutti nelle numerose esibizioni successivamente celebrato nei cieli d’Italia. Consentite ad una S. Messa di suffragio nella vicina Basilica un vecchio fante come lo scrivente di sottolineare dell’Aracoeli. La commozione del sacerdote seguita che un aspetto non si è mai modificato dalla fine alla lettura della preghiera del Decorato e l’applaudegli anni ‘60, quando da Allievo dell’Accademia so spontaneo riservato dai turisti in Piazza Venezia Militare ho preso parte per la prima volta alla paraal passaggio della Medaglia d’Oro Gianfranco Paglia ta: il puntuale intervento fuori tempo della banda sono stati due momenti che difficilmente dimentiche, sistemata vicino alle tribune, accompagna lo cherò: due segnali importanti, spontanei che ci sfilamento e che costringe i reparti a vere e proprie fanno capire che certi sentimenti non albergano acrobazie per mantenere il passo. unicamente nei cuori degli Azzurri ed un incentivo a Peraltro nell’ambito del contenimento delle proseguire nei nostri fini statutari. spese il Governo ha sentito la necessità di nominaNoto con piacere che la richiesta del nostro ne una commissione di 35 saggi, teorici e pratici, intervento a cerimonie a livello nazionale aumenta incaricata di fornire input nel merito delle modifiche di anno in anno. I raduni nazionali degli Alpini e dei da apportare alla Costituzione. Mi chiedo allora a Bersaglieri hanno visto la presenza del nostro cosa servano 630 deputati, 315 senatori con relative Labaro Nazionale; anche la Guardia Costiera ha commissioni ed un Consiglio di Stato! richiesto la presenza del nostro Vessillo alla ceriBuona estate a tutti monia di passaggio di consegne del Comandante Carlo Maria Magnani L’ SOTTOSCRIZIONE A FAVORE DELLE FAMIGLIE DEI MARINAI DECEDUTI A GENOVA La Presidenza Nazionale dell'Associazione Marinai d'Italia, considerata la grave sciagura che ha colpito il Corpo delle Capitanerie di Porto con la perdita di sei Marinai a Genova la notte del 7 maggio 2013, ha aperto una sottoscrizione volontaria in favore delle loro famiglie. I versamenti possono essere eseguiti come segue: Bonifico bancario Intestato: Associazione Nazionale Marinai d'Italia P.N. Istituto di Credito: UNICREDIT Agenzia Roma Ministero Marina 36041 Iban: IT 28 J 02008 05114 000400075643 Codice BIC Swift: UNCRITM1 B94 Causale: pro famiglie Marinai caduti a Genova Conto Corrente Postale: n. 26351007 Intestato: Associazione Nazionale Marinai d'Italia P.N. Piazza Randaccio n. 2 - 00195 ROMA Iban: IT 74 O 07601 03200 000026351007 Causale: pro famiglie Marinai caduti a Genova La somma totale raccolta sarà impiegata in accordo con il Comando Generale delle Capitanerie di Porto. IL NASTRO AZZURRO 3 LETTERE A “IL NASTRO AZZURRO” Risponde il generale Carlo Maria Magnani, Presidente Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare e Direttore Editoriale della rivista “Il Nastro Azzurro”. Egregio gen. Magnani, debbo ringraziarla per le sue veramente gentili espressioni nei miei riguardi e dirle di essere rimasta sorpresa per l'inaspettato articolo sul "Nastro Azzurro" del marzoaprile 2013. La verità storica richiede, però, alcune precisazioni da parte mia in quanto noi (mio fratello ed io - ndr) non siamo "entrati" nella Resistenza, ma, avendo capito il significato del messaggio di Badoglio, abbiamo deciso di fare il nostro dovere di italiani amanti della Patria e fedeli al governo legittimo. Questo fu deciso tra noi il 12 settembre 1943, quando mio fratello, sottotenente degli Alpini, Btg. "Gemona", rientrò a casa. Egli, poi, cadde in un combattimento a Tolmezzo il 25 aprile 1944 in un'azione tesa a far conoscere alle popolazioni che esisteva una formazione patriottica italiana e per l'Italia. Straordinaria non sono stata io, che ero giovane e forte, ma nostra Madre. Quando le dissi di aver accettato di compiere la missione al sud, dovetti anche dirle che Renato era Caduto tre mesi prima, ma che se fossi riuscita a portare al sud le informazioni richieste, la guerra avrebbe potuto finire per novembre secondo un progetto di Churchill, che purtroppo non ebbe seguito a causa dello sbarco nel sud della Francia. Il vantaggio per l'Italia (e soprattutto per noi italiani di questa regione) sarebbe stato grande. Nostra Madre mi disse: "Lo devi fare, sennò Renato è morto per niente." E mi aiutò, senza piangere, a prepararmi a e a partire. Non riuscii a ritornare per novembre, come le avevo promesso; quando finalmente potei lanciarmi, nella fretta di saltare per timore che mi toccasse ancora una volta tornare alla base, non mi tolsi i guanti di lana, non potei manovrare le corde e arrivai sul terreno ancora duro per il freddo a pieno carico e ... calai di statura e zoppicai, ma c'erano cosacchi in movimento. Nostra Madre era viva ed aveva fatto un periodo di prigione come ostaggio per noi due scomparsi (mio Fratello a Tomezzo non era stato riconosciuto). Il capomissione e il marconista della missione vennero feriti e catturati dai cosacchi, ma - liberati dai partigiani della zona - ebbero necessità di essere curati e posti al sicuro; inoltre bisognò recuperare una seconda trasmittente per poter entrare in contatto con la base. Nella zona c'erano due stazioni trasmittenti alle quali era necessario portare le informazioni, nonostante la zona fosse tutt'ora ben presidiata da tedeschi e fascisti non solo in città, ma anche nei paesi con cavalli di frisia e tutto il resto; inoltre cominciavano a passare le colonne di reparti in ritirata. Anche se il tempo era piovoso e il camminare non proprio agevole, fu necessario trasmettere notizie aggiornate ben oltre il giorno 25 di aprile, perché qui la guerra continuò sul territorio fino a maggio avanzato, anche se in Udine la prima colonna alleata arrivò nel pomeriggio del 1° di maggio. Non sono mai entrata nella base americana di Vicenza. Quando mi fu chiesta l'opinione da parte di giornalisti vicentini, risposi che l'intitolazione della base a mio Fratello secondo me era un onore che veniva reso contemporaneamente alla Resistenza italiana e alle Forze Armate italiane, poiché mio Fratello era stato un sottotenente effettivo ed era Caduto al grido di "W l'Italia libera, Osoppo, avanti!" Credo che oggi si siano schiusi molti armadi e si possa finalmente dire ciò che successe con la Venezia Giulia e la Dalmazia. I ragionamenti in buona fede possono essere molto più espliciti anche riguardo alla "Gladio", della quale sono socia onoraria. Non mi fu chiesto di partecipare né avrei potuto fare granché con gli impegni che avevo già a quel tempo; però "Gladio" fu dopotutto una continuazione - a livello europeo - della "O" dei tempi precedenti la firma del trattato di pace. Non so se la "O" prendesse veramente il nome dalla "Osoppo". Sta di fatto che l'impegno fu quello: difendere i nostri paesi del confine orientale. Molti osovani ne fecero parte. Al tempo io presi la patente di guida per fare da autista a mio Padre. Lascio a chiunque la libertà di criticare le mie opinioni, ma ritengo di aver guadagnato il diritto di averne di mie, perché la Libertà, di cui purtroppo tanto si abusa, è anche merito mio e dei miei familiari. Posso augurarle buona lettura? Con cordialità ed auguri di buon lavoro. Paola del Din Carnielli Gent.ma signora Del Din, sono lieto che Lei abbia gradito la pubblicazione della Sua storia su “Il Nastro Azzurro” n.° 3-2013 e credo che Lei abbia ben meritato il Suo posto nella rubrica "Medaglie d'Oro eccellenti". Le scarne note pubblicate non rendono davvero giustizia alla situazione che Lei ha vissuto in quei momenti e quindi pubblico volentieri la sua lettera che, oltre a fornire ulteriori interessanti spunti di riflessione sul periodo più tragico e difficile della storia italiana del '900, aggiunge particolari inediti e utili per capire cosa accadde davvero in quel lancio col paracadute e nei giorni successivi. Quanto Lei dovette soffrire e come, grazie soprattutto alla Sua forza d'animo ed all'indomito coraggio, Lei sia stata capace di superare quella difficile prova, compiendo una missione oggettivamente pericolosa e dall'esito molto dubbio. Ma la Sua lettera è vieppiù interessante per i richiami alla memoria della situazione confusa e contraddittoria in cui si viveva quel periodo nel nord est d'Italia: la resistenza non è stata, come oggi molti sono indotti a credere, un movimento monolitico e nazionale, ma è stata la sommatoria di un'infinità di diversi modi di opporsi alla presenza tedesca in Italia ed alla situazione creatasi dopo l'armistizio. E la Sua lettera lo chiarisce molto bene, seppure con semplici accenni a fatti e situazioni che, uno per uno, meriterebbero ampi e approfonditi 4 IL NASTRO AZZURRO studi proprio affinché "... si possa finalmente dire ciò che successe con la Venezia Giulia e la Dalmazia ...". Sappiamo di quale livello di disinformazione e di demagogia è stata fatta oggetto nei decenni trascorsi La "Gladio", alla quale Lei si riferisce col rispetto che si deve ad un'organizzazione patriottica; le Brigate Partigiane "Osoppo", che avevano il solo torto di aver aderito al CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) mentre operavano sul medesimo territorio in cui operavano le Brigate "Garibaldi", che si tenevano al di fuori del CLN ma si posero alle dipendenze del IX Korpus sloveno e, a causa delle ovvie contraddizioni che derivarono da questa scelta di campo più politica che operativa, finirono col rendersi responsabili dell'eccidio di Porzus. Fatti e situazioni di cui si parla poco e mal volentieri, ma che fanno parte della storia di quel terribile periodo. Anche l'intervista cui Lei fa cenno, oltre a ben chiarire cosa accadde quando la base americana di Vicenza venne intitolata a Suo fratello (la Sua aperta dichiarazione "... non sono mai entrata nella base americana di Vicenza ..." parla da sola), evidenzia l'atteggiamento di quei giornalisti i quali non cercavano notizie da diffondere al pubblico, ma ... il solito scoop. La ringrazio ancora per l'opportunità di approfondimento che la Sua bella lettera mi ha offerto. Gentilissimo Direttore, ho letto sul n.° 2 (mar/apr 2013) del Vostro giornale la lettera che l'ing. Presti Le ha inviato e la relativa Sua risposta. Non entro nel merito di quanto scritto dall'Ingegnere: egli ha ragione e comprendo la profonda amarezza che sta provando per quanto sia accaduto. Peraltro ritengo doveroso informarLa che all'Ingegnere è stato risposto da parte del sottoscritto (primo responsabile della spiacevole vicenda, che ha fatto personalmente ammenda) con la lettera che Le allego (la cui copia è stata estesa all'Ufficio Affari Militari della Presidenza della Repubblica, interessata anch'essa dall'Ingegnere in merito). Non vuole essere una giustificazione (l'episodio non lo permette), ma è solamente perché Ella, essendo stato direttamente coinvolto, sia portato a conoscenza di tutte le informazioni pertinenti. La informo anche che alla mia lettera l'Ingegnere non ha dato seguito, almeno fino ad ora. Colgo l'occasione per inviarLe un cordialissimo saluto C.V. Francesco Loriga (Capo Ufficio Storico - Marina Militare) Gent.mo Comandante, ritengo doveroso pubblicare la Sua corretta e puntuale precisazione affinché i nostri lettori abbiano il quadro completo di una incresciosa situazione che sembra si stia risolvendo per il meglio. Non è intenzione dell'Istituto del Nastro Azzurro mettersi in concorrenza con nessuna Forza Armata, nel caso di specie con la Marina Militare che ha dato tanti Eroi alla Patria testimoniati dalle numerose Decorazioni al Valor Militare conquistate con azioni di grande ed indomito coraggio. Ma è chiaro che adesso sarà l'ing. Presti, in piena libertà, a decidere quale museo sarà deputato a custodire i cimeli di suo padre. Qualunque sarà la Sua decisione, il Nastro Azzurro la benedirà. L'occasione è stata comunque propizia affinché, non importa per quale ragione, il tramite del nostro periodico ha consentito di sbloccare in un modo o nell'altro la possibilità che l'ing. Presti veda onorata da un pubblico più vasto la memoria del suo eroico genitore attraverso le sue Decorazioni. Ricambio il cordiale saluto. IL NASTRO AZZURRO 5 LA PRESIDENZA NAZIONALE COMUNICA NUOVO COMANDANTE DELLE CAPITANERIE DI PORTO - GUARDIA COSTIERA l 30 maggio ha avuto luogo a Civitavecchia il Cambio al vertice delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera tra l’Ammiraglio Ispettore Capo Pier Luigi Cacioppo (cedente) e l’Ammiraglio Ispettore Capo Felicio Angrisano (subentrante). Era presente il Labaro Nazionale portato dall’Alfiere sig. Giuliano Fefè. Alla cerimonia sono intervenuti tra gli altri il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, quello dell’Ambiente Orlando, il Capo di Stato Maggiore della Marina, Amm. Giuseppe De Giorgi e i vertici delle altre Forze Armate. Presentato il bilancio delle attività degli ultimi 16 mesi - ''Il Corpo è più che mai coeso. Guardiamoci dentro con coraggio per andare oltre, con la consapevolezza di crescere nel servizio e per il servizio: credibili con i fatti'' ha detto il nuovo Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, ammiraglio Felicio Angrisano. ''La sicurezza in mare - ha proseguito Angrisano -costituisce la missione delle capitanerie di Porto ... Sappiamo trarre forza dalla nostra preparazione''. l'ammiraglio Cacioppo, che cede il servizio attivo dopo quasi 40 anni, si è così espresso: ''È uno di quei momenti della vita in cui nella mente di un uomo si affollano tanti ricordi ed emozioni. Nel mio animo c'è profonda tristezza per la recente tragedia di Genova, un'assurda fatalità che ha privato della vita chi rendeva un servizio a tutela della sicurezza in mare. Il ricordo di quei ragazzi genera però anche la forza di proseguire nella nostra missione con fiducia nel futuro''. I IL CONGRESSO NAZIONALE Il XXIX Congresso Nazionale dell’Istituto verrà celebrato a Roma nei giorni 9 e 10 novembre p.v. ed il suo esito sarà fondamentale per garantire una decorosa sopravvivenza al nostro Istituto. Come già preannunciato ai Presidenti delle Federazioni Provinciali, sarà proposta all’Assemblea una revisione dello Statuto sociale che preveda, tra l’altro, un ridimensionamento degli organi direttivi nazionali e provinciali, in modo da rendere più veloce il processo decisionale a tutti i livelli. Inoltre la prevista abolizione di alcune province potrebbe consigliare la nomina tra i vari presidenti della regione di un referente con compiti di coordinamento. L’argomento però che più mi interessa è l’attività a livello provinciale e la collaborazione con la Presidenza Nazionale. Non è pensabile che alcune Federazioni, anche numericamente rilevanti non riescano a produrre iniziative autonome e si limitino alla sola presenza a cerimonie organizzate da organi istituzionali o da altre Associazioni. Non è pensabile che il Labaro Nazionale venga scortato alla Festa della Repubblica da Soci provenienti da altre città perché a Roma non c’è nessuno disponibile! La prolungata assenza dalla Presidenza Nazionale di una delle due segretarie ha avuto come conseguenza dei ritardi nel rilascio di tessere, attestati e nella spedizione di materiale dell’Istituto. Ciò ha prodotto continue lamentele, non sempre formulate nella maniera più urbana. Inviterei coloro che lo desiderino a trascorrere alcune ore nella segreteria della Presidenza in modo da provare cosa significa lavorare tra continue chiamate telefoniche, e-mail, visitatori, ecc... L’importo della quota sociale che ogni Federazione versa alla Presidenza Nazionale viene fissato dal Consiglio Nazionale. Ogni Federazione, sulla base del numero dei Soci, delle attività che deve svolgere, delle diverse realtà territoriali fissa una quota ovviamente superiore. Attualmente le quote da versare sono le seguenti: - Quota sociale annuale - Rilascio nuova tessera - Abbonamento al periodico per non iscritti euro 13.00 euro 5.00 euro 20,00 Tali importi sono al momento l’unica fonte di sostentamento dell’Istituto. È pertanto importante che vengano versate nei tempi previsti, altrimenti non saremo più in grado di pagare ad esempio gli oneri relativi alla stampa ed alla spedizione del nostro giornale, far fronte alle spese generali (telefono, luce, condominio) e così via. 6 IL NASTRO AZZURRO ANNULLATE ALL’ULTIMO MINUTO LE FESTE DELLE FORZE ARMATE on una lettera inviata il 3 maggio al Ministro dell’Interno Alfano, della Giustizia Cancellieri, dell’Economia Saccomanni, delle Politiche Agricole De Girolamo e della Difesa, Mario Mauro, il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha richiesto risparmi mediante la ridefinizione delle «modalità di organizzazione delle feste delle singole Forze armate, dei Corpi militari e del Corpi non armati dello Stato», le cui spese sono state definite «non strettamente indispensabili per la funzionalità delle Istituzioni». Risultato: le celebrazioni per il 152° Anniversario dell'Esercito Italiano, che si sarebbero dovute svolgere in tutta Italia il 4 e il 5 maggio, sono state annullate. Mesi di lavoro per organizzare e pubblicizzare l'evento sono stati vanificati il giorno prima che iniziassero le cerimonie. Non è andata meglio ai Carabinieri. Il 5 giugno, 199° Anniversario della Fondazione dell’Arma, le caserme sono rimaste chiuse. Neanche una parola fino alla vigilia sul sito del Quirinale, anche se il Capo dello Stato ha ricevuto il Comandante Generale e una rappresentanza degli allievi delle scuole di formazione. Solo alle 8.30 del giorno 5 stesso, un breve comunicato sul sito web dell’Arma ha reso noto che l'evento si sarebbe celebrato a porte chiuse in tutta Italia. E che dire della Marina? Il 10 e l’11 giugno, a festeggiare e ringraziare gli equipaggi, a Livorno sarebbe arrivato anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Ma la Festa della Marina 2013 è stata annullata. Eppure il programma della manifestazione era pronto già da aprile. Il 10 giugno, alla Terrazza Mascagni, si sarebbe esibita in concerto la Banda Militare della Marina, mentre a Villa Mimbelli era in allestimento una mostra. Il giorno dopo per le cele- C brazioni col Presidente: rassegna degli equipaggi di fronte alle unità navali della Marina, tra cui l'ammiraglia "Cavour" e la nave scuola "Vespucci". Né la Guardia di Finanza ha goduto di sorte migliore. Il 21 giugno 2013, 239° Anniversario di Fondazione, il Presidente dell'A.N.F.I. ha deposto una corona di alloro al Monumento al Finanziere in Largo XXI Aprile insieme al Comandante Generale della Guardia di Finanza, Gen. C.A. Saverio Capolupo. Quest'ultimo, poi, è stato ricevuto dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, al Palazzo del Quirinale, accompagnato da una rappresentanza di Allievi degli Istituti di formazione. L'Accademia del Corpo ha assicurato il servizio di Guardia d'Onore al Palazzo del Quirinale. Il 22 giugno, presso il Salone d'Onore della Caserma "Generale Sante Laria", si è potuta svolgere una cerimonia militare rigorosamente a "porte chiuse" alla presenza del Ministro dell'Economia e delle Finanze. A parte che le diverse Forze Armate avevano lavorato per mesi alle rispettive cerimonie, proprio per ridurre al minimo le spese, e per quei costi che non si potevano evitare, in molti casi, erano stati trovati degli sponsor privati, è lecito chiedersi se vale la pena, quando ormai è stato già organizzato tutto, a costo praticamente zero, di annullare gli eventi all’ultimo momento, a fronte di un risparmio che, forse, si traduce solo in briciole, però negando una celebrazione annuale che è innanzitutto il momento culminante del contatto tra i cittadini e le Forze Armate. Perché, se è lecito, non si applicano gli stessi criteri di controllo della spesa ad altre manifestazioni nazionali, anch'esse costose, anch'esse momenti di aggregazione sociale, anch'esse non strettamente necessarie? Forse, perché non coinvolgono le Forze Armate? CONVENZIONE CON LO STUDIO LEGALE “LIVRIERI E LOPEZ” PER L’ASSISTENZA GIUDIZIARIA AI SOCI Lo studio legale degli Avvocati Vincenzo Livrieri e Rossella Lopez ha stipulato col Nastro Azzurro una Convenzione per assistenza Stragiudiziale e Giudiziale nelle controversie in diritto civile, amministrativo e penale in base alla quale è disponibile a "consigliare" gratuitamente i soci dell'Istituto del Nastro Azzurro in ordine alle problematiche giuridiche e/o giudiziarie contenute nell'unita convenzione e a praticare tariffe ridotte al minimo caso per caso, qualora vi fosse la necessità di assistere in sede giudiziaria presso i Tribunali, Le Corti d'Appello, il TAR e la Corte dei Conti, anche di altre città di residenza dei soci. I dettagli della Convenzione sono pubblicati sul nuovo sito web dell'istituto. ANNO CONTRIBUTO ORDINARIO DEL TESORO 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 IL NASTRO AZZURRO 18.990 14.990 14.990 14.990 14.990 13.350 9.993 CONTRIBUTO STRAORDINARIO DIFESA 49.998 49.998 42.063 24.490 2.990 2.798 2.798 7 L E F O S S E A R D E AT I N E opo l'8 settembre 1943 e l'ingresso delle truppe tedesche in Roma, i nazisti assunsero il controllo effettivo della città. Fin dai primi giorni dell'occupazione tedesca di Roma si costituirono nella capitale gruppi di resistenza, in particolar modo il Fronte Militare Clandestino ("Centro X") diretto dal colonnello Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo e nuclei comunisti. Roma, sottoposta pro forma alla sovranità della RSI, con lo status di "città aperta", era in realtà governata solo dai comandi germanici, e lo divenne anche formalmente dopo lo sbarco di Anzio, il 22 gennaio 1944, quando l'intera provincia romana venne dichiarata "zona di operazioni". Il feldmaresciallo Albert Kesselring, comandante del fronte meridionale, nominò capo della Gestapo di Roma l'ufficiale delle SS Herbert Kappler, già resosi protagonista il 16 ottobre 1943 della razzia del ghetto ebraico e della successiva deportazione di 1.023 ebrei romani verso i Campi di sterminio, conferendogli direttamente il controllo dell'ordine pubblico in città. Il 23 marzo 1944 un gruppo di partigiani dei Gruppi di Azione Patriottica delle brigate Garibaldi, guidato da Rosario Bentivegna (Paolo), Franco Calamandrei (Cola), Carla Capponi (Elena) e Carlo Salinari (Spartaco) effettuò un attentato in Via Rasella contro una compagnia del III battaglione dell'SS-Polizei-Regiment "Bozen", utilizzando una bomba a miccia ad alto potenziale, collocata in un carrettino per la spazzatura urbana, confezionata con 18 kg di esplosivo misto a spezzoni di ferro e dopo l'esplosione furono lanciate alcune bombe a mano. Vennero uccisi 32 militari e un altro soldato morì il giorno successivo (altri nove sarebbero deceduti in seguito). L'esplosione uccise anche due civili italiani, Antonio Chiaretti, partigiano della formazione Bandiera Rossa, ed il tredicenne Piero Zuccheretti. Alla notizia dell'attentato, il generale Kurt Mälzer comandante della piazza di Roma, accorso sul posto, parlò inizialmente di una rappresaglia molto grave; successivamente vari ragionamenti lo portarono alla decisione di fucilare 10 ostaggi per ogni tedesco ucciso. Nonostante tutti fossero a conoscenza che l’attentato avrebbe prodotto una rappresaglia, nessuno dei responsabili, non chiamandosi Salvo D’Acquisto o Vincenzo Giudice, si presentò alle autorità tedesche. Ma furono ugualmente decorati al Valor Militare! La sera dello stesso 23 marzo il questore di Roma Caruso ebbe dal comando tedesco la richiesta di consegnare cento nominativi di persone arrestate; il Caruso ridusse la richiesta a cinquanta. La mattina del successivo 24 tenne nel suo gabinetto una breve e segreta riunione con i suoi più fidi e diretti collaboratori, con i quali preparò una nota di D 8 50 detenuti da consegnare sollecitamente al comando tedesco per la fucilazione. Nell’elenco furono inclusi tutti i nomi degli esponenti e gregari del Partito d’Azione e di altri arrestati dalle squadre speciali e dai fascisti. L’elenco, sottoscritto dal Caruso, venne inviato all’Ufficio Matricola delle carceri dal dott. Alianello. Il comando tedesco prelevò dal terzo braccio e da Via Tasso, complessivamente altre 270 persone fermate dalle SS, nella scelta delle vittime, furono privilegiati criteri di connessione con la resistenza militare monarchica e coi i partigiani, e di appartenenza alla religione ebraica. Le vittime, ammanettate ed a mezzo di autocarri coperti, vennero condotte in una zona che non fu fatta conoscere a nessuno e che solo in seguito si seppe fossero le Fosse Ardeatine. Il desolato campo nel quale sorgono le tragiche grotte di Domitilla si trova a poche centinaia di metri dal luogo dove la Via Appia Antica si tripartisce per proseguire in tre diverse direzioni: l’una verso l’Appia Pignatelli; l’altra verso Via Ardeatina e la terza in prosecuzione dell’Appia Antica. Le tristi fosse sorgono in una zona sottostante alla Via Ardeatina e sono costituite da tre cunicoli longitudinali e paralleli, lunghi circa 100 metri, coperti in un ricco terrapieno e congiunti alla loro estremità superiore da un braccio trasversale attraverso un grande foro circolare, al sommo del terreno, delle dimensioni di circa tre metri di diametro. Ai tre cunicoli si accede attraverso due aperture delle dimensioni di circa 4 metri di diametro. Gli automezzi giunti dinanzi alla cava eseguivano una manovra circolare, in modo da far capitare all’imboccatura di essa la parte munita di sportelli; le persone che si trovavano nell’automezzo ne discendevano e venivano avviate nell’interno e propriamente in fondo alla cava, dove venivano uccise a mezzo di un fucile mitragliatore. Scaricato il loro triste carico gli automezzi tornavano indietro a rifornirsene e così, per tutta la giornata, e fino alle ore 14 del giorno successivo. I tedeschi, dopo un paio di esecuzioni facevano esplodere, sempre nell’interno della galleria delle mine il cui terriccio copriva, di volta in volta, le decine di cadaveri di patrioti ammucchiatevi alla rinfusa. I tre bracci della galleria verso il fondo furono così in breve sommersi sotto l’azione delle mine. La successiva identificazione delle 335 salme consentì di stabilire che il Fronte Militare Clandestino di ispirazione monarchica guidato dal Col. Giuseppe Cordero di Montezemolo venne letteralmente decapitato. Altri gruppi numerosi riguardarono aderenti alle formazioni del Partito d'Azione e di Giustizia e Libertà, a Bandiera Rossa, un'organizzazione comunista trockijsta non legata al CLN, ed infine 75 di religione ebraica. Carlo Maria Magnani IL NASTRO AZZURRO 46 VITTIME DELL’ECCIDIO ERANO DECORATE MEDAGLIE D’ORO AL VALOR MILITARE - Albertelli Pilo - Professore di filosofia; partigiano combattente (Partito d'Azione) Artale Vito - Tenente Generale d'artiglieria (Fronte Militare Clandestino) Aversa Raffaele - Capitano dei Carabinieri Reali (Fronte Militare Clandestino) Azzarita Manfredi - Capitano di cavalleria (Fronte Militare Clandestino) Bussi Armando - Impiegato delle Ferrovie dello Stato (Partito d'Azione) Butera Gaetano - Pittore; soldato carrista (Fronte Militare Clandestino) Chiesa Romualdo - Studente; partigiano combattente (Movimento dei Cattolici comunisti) Cozzi Alberto - Meccanico; partigiano combattente De Carolis Ugo - Maggiore dei Carabinieri Reali (Fronte Militare Clandestino) De Grenet Filippo - Impiegato; tenente di complemento (Fronte Militare Clandestino) Eluisi Aldo - Pittore; partigiano combattente (Partito d'Azione) Fantacone Alberto - Dottore in legge; partigiano combattente (Partito d'Azione) Fenulli Dardano - Maggior Generale (Fronte Militare Clandestino) Fontana Genserico - Tenente dei Carabinieri Reali (Fronte Militare Clandestino) Forte Gaetano - Commerciante; partigiano combattente Frignani Giovanni - Tenente colonnello dei Carabinieri Reali (Fronte Militare Clandestino) Gelsomini Manlio - Medico (Fronte Militare Clandestino) Gesmundo Gioacchino - Professore di Filosofia; partigiano combattente (PCI) Giglio Maurizio Cervo - Tenente di P.S. dei "Metropolitani" di Roma (OSS) Giordano Calcedonio - Corazziere (Fronte Militare Clandestino) Govoni Aladino - Figlio del poeta Corrado Govoni; Capitano dei granatieri; partigiano combattente (Bandiera Rossa Roma) Lo Presti Giuseppe - Dottore in legge; partigiano combattente (PSIUP) Lordi Roberto - Generale della Regia Aeronautica (Fronte Militare Clandestino) Lusena Umberto - Maggiore del Regio Esercito (Fronte Militare Clandestino) Manca Candido - Brigadiere dei Carabinieri Reali (Fronte Militare Clandestino) Marchesi Alberto - Commerciante, ex ardito bersagliere; partigiano combattente (PCI) Martelli Castaldi Sabato - Generale della Regia Aeronautica (Fronte Militare Clandestino) Martini Placido - Avvocato; partigiano combattente Montezemolo Giuseppe - Colonnello del Regio Esercito (Fronte Militare Clandestino) Pepicelli Francesco - Maresciallo dei Carabinieri Reali (Fronte Militare Clandestino) Renzini Augusto - Carabiniere Rodriguez Pereira Romeo - Tenente dei Carabinieri Reali (Fronte Militare Clandestino) Simoni Simone - Generale (Fronte Militare Clandestino) Talamo Manfredi - Tenente colonnello dei Carabinieri Reali (Fronte Militare Clandestino) Villoresi Renato - Capitano del Regio Esercito (Fronte Militare Clandestino) Zaccagnini Carlo - Avvocato (Fronte Militare Clandestino) Zambelli Ilario - Telegrafista (Fronte Militare Clandestino) Ayroldi Antonio - Maggiore del Regio Esercito (Fronte Militare Clandestino) MEDAGLIE D’ARGENTO AL VALOR MILITARE - Bendicenti Donato - Avvocato; partigiano combattente (PCI) Coen Saverio - Commerciante; partigiano combattente De Angelis Gerardo - Regista cinematografico; partigiano combattente (Centro informazioni) Napoleone Agostino - Sottotenente di vascello della Regia Marina (Fronte Militare Clandestino) Orlandi Posti Orlando - Studente; partigiano combattente (Partito d'Azione) Semini Fiorenzo - Sottotenente di vascello della Regia Marina (Fronte Militare Clandestino) Stame Nicola Ugo - Artista lirico; partigiano combattente (Bandiera Rossa Roma) Zironi Augusto - Sottotenente di vascello della Regia Marina (Fronte Militare Clandestino) L’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO APRIRÀ IL XXIX CONGRESSO NAZIONALE CON LA DEPOSIZIONE DI UNA CORONA DI ALLORO AL MAUSOLEO DELLE FOSSE ARDEATINE ACCOMUNANDO NEL MEMORE RICORDO TUTTE LE VITTIME DELL’ECCIDIO AI 46 DECORATI AL VALOR MILITARE IL NASTRO AZZURRO 9 25 MAGGIO: FESTA DEL DECORATO Ebbene si! Quel che più conta e che, nonostante la aleggiante e difficile situazione generale tutti hanno apprezzato, è il senso di condivisione e di sincera partecipazione che si respirava dentro e fuori il Sacrario. Sicché, ai lati del Sacello del Milite Ignoto erano schierati il Labaro Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro fra Decorati al Valor Militare, affiancato dai Vessilli delle Federazioni Provinciali di Roma, Bari, Cosenza, Grosseto, Siena, Sondrio, Teramo (accompagnati dai rispettivi Presidenti); il Gonfalone della Città di Roma, il Medagliere Nazionale delle Medaglie d’Oro al Valor Militare e quello dell’Associazione Nazionale Bersaglieri; il Labaro Nazionale dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon; il Labaro della Sezione di Roma dell’ANCFARGL (Associazione Nazionale Combattenti Forze Armate Regolari Guerra di Liberazione). Un colpo d’occhio, insomma, da grande evento. Tra i tanti anche i meravigliosi ragazzi dell’ONAOMAC (Opera Nazionale di Assistenza per gli Orfani dei Militari dell’Arma dei Carabinieri Caduti per servizio), connotati dall’inconfondibile uniforme e dal baschettino rosso/bleu. L’ONAOMAC: una realtà pulsante e viva, si propone di assistere, fino al conseguimento della laurea, gli orfani dei militari dell’Arma dei Carabinieri di qualsiasi grado. Accompagnati dal Gen. C.A. Cesare Vitale e dai loro Tutor alla fin fine sono stati proprio essi, i Cadetti dell’ONAOMAC, i più coccolati e fotografati. Bravi! Il Gen. Umberto Rocca, Presidente del Gruppo Medaglie d’Oro ed il Gen. Carlo Maria Magnani, Presidente dell'Istituto del Nastro Azzurro, accompagnato quest’ultimo dai Vice Presidenti Nazionali Gen. Giuseppe Picca e cav. Stefano Mangiavacchi, hanno, quindi, deposto corone di alloro, avvolte nel Tricolore, al cospetto del Sacello del Milite Ignoto. Le corone sono state traslate da due coppie di Carabinieri in alta uniforme e benedette dal Padre Massimo Cocci francescano che ha poi celebrato la Santa Messa all’Ara Coeli. Per la cronaca, mentre sul lato sinistro dell’enclave erano schierate le autorità e i Decorati e loro congiunti, nonché la MOVM Col. Paglia; sul lato destro con il Roma: deposizione della corona all’Altare della Gonfalone della Città di Patria da parte del Nastro Azzurro e del Gruppo Roma e il Labaro delle Medaglie d’Oro Nazionale dell’Istituto abato 25 maggio 2013 è stata celebrata la “Giornata del Decorato”: cerimonia nata per onorare tutti i Decorati al Valor Militare, che il Gruppo delle Medaglie d’Oro al Valor Militare e l’Istituto del Nastro Azzurro fra Decorati al Valor Militare, da anni solennizzano con una cerimonia comune all’Altare della Patria. Un’occasione dagli altissimi significati che, quindi, e come tradizione vuole, ha avuto contesto e location d’obbligo nella stupenda cornice che solamente il Vittoriano: il Mausoleo Nazionale dell’Altare della Patria, sa offrire. Tutt’intorno era movimento ed un gran brusio. Finché, allo squillar della tromba che, sulle note del “Silenzio”, ha invitato tutti - nessuno escluso - al raccoglimento, su quel marmo … e sulla scalinata e giù … giù per Piazza Venezia, è calata un’aura di sentimento. Favorito da una splendida mattinata assolutamente primaverile, l’evento è stato concelebrato alla presenza delle Associazioni d’Arma e della folla delle grandi occasioni a cui ha, stavolta, fatto da coreografia e sfondo, un’insolita gran platea di turisti. E mentre una via lattea di “stellette” muoveva su e giù per le marmoree gradinate, in tanti si sono ammassati oltre la cancellata per raccogliere e chiedere lumi, notizie ed informazioni, ma anche per sapere di che cosa si … trattava. Mentre tutti hanno interiorizzato e la gran parte ha riflettuto sul senso e sulla simbologia dell’Onor militare che, in quella mattinata e con quella cerimonia, si voleva rendere alla Memoria di coloro che si sono immolati per la Patria - “… chi per la Patria muor, è vissuto assai …” - in molti hanno chinato il capo in segno di reverenza. S 10 IL NASTRO AZZURRO del Nastro Azzurro scortato dal Col. Alberino Mazzuca di Cosenza, dal Gen. Antonio Daniele e dal Col (r-cri) Giancarlo Martini nella duplice veste di rappresentante della Federazione Provinciale del Nastro Azzurro di Rieti e Sabina Romana e rappresentante dell’ “ONorMil – Salvo D’Acquisto”, garriva il Medagliere Nazionale dell’Associazione Nazionale Bersaglieri scortato da due soci piumati. Presente anche il Medagliere dell’ANCFARG, Sezione di Roma, scortato dai Vice Presidenti Gen. C. A. Alberto Zignani, Gen. B. Nicola Luisi, Col. G. Giulio Martini e Franco Mari; il Labaro Nazionale dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon. Presenti, inoltre, il Presidente dell’Associazione Fiamme d’Argento (Carabinieri in congedo), Maresciallo CC. (c) Roma: Dopo la S. Messa nella Elio Rocca, il Presidente dell’Associazione Basilica dell’Ara Coeli Icaro Onlus, Sig. Pietro Lupia, il Segretario Generale dell'Istituto del Nastro Azzurro, lettura della Preghiera del Decorato magistraldott.ssa Anna Maria Menotti, il Responsabile della mente eseguita dal Presidente della Federazione Protezione Civile della Icaro Onlus, Sig. Michelino di Siracusa, avv. Francesco Atanasio. Pacella ed il Tenente Guardie d’Onore Mausoleo di È anche così che si onorano i “Nostri” Eroi. Mentana G. Levatino; il Presidente della Federazione Provinciale del Nastro Azzurro di Col. CC Giancarlo Giulio Martini Roma, ing. Guido Lanzara, il Presidente del (segretario della Federazione di Rieti) Collegio provinciale dei Sindaci, ing. Camillo Pariset, e il consigliere cav. Mario Fascetti, le Dame prof.ssa Maria Divari Greco, con due nipoti, la dott.ssa Maria Coculo Satta e la sig.ra Maria Zamarion Anelli. Il Labaro della Federazione Provinciale era portato dall’Alfiere sig. Giuliano Fefè. A sintesi dell’evento, il Generale MOVM Umberto Rocca ha invitato tutti in via dell’Amba Aradam a far visita alla sede Nazionale delle Medaglie d’Oro. Dopo la cerimonia, tutti i convenuti dell'Istituto del Nastro Azzurro si sono spostati alla vicina chiesa dell'Ara Coeli dove la Santa Messa in suffragio dei Caduti, celebrata nella cappella laterale della Basilica dove i labari provenienti dalle Federazioni di tutta Italia hanno fatto ala all'altare, è stata conclusa dalla NUMEROSI I MESSAGGI PERVENUTI ALLA PRESIDENZA NAZIONALE DELL’ISTITUTO PER LA GIORNATA DEL DECORATO. TRA ESSI, SPICCANO PER RILEVANZA, QUELLO AUTOGRAFO DEL MINISTRO DELLA DIFESA (riquadro accanto), QUELLO DEL CONSIGLIERE MILITARE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, GENERALE ROLANDO MOSCA MOSCHIN, QUELLO DI S.A.R. IL DUCA AMEDEO D’AOSTA, E QUELLO DEL PRESIDENTE NAZIONALE DELL’ASSOCIAZIONE PARTIGIANI D’ITALIA. IL NASTRO AZZURRO 11 2 GIUGNO: MENO DI COSÌ NON SI PUÒ del Fuoco sul Colosseo ... che negli ultimi anni aveva olo grazie alla saggezza del Presidente Giorgio dato originalità e colore alla parata, e tanto altro. Napolitano, unico nella breve storia della nostra Con tutto ciò, la parata, conclusasi dopo oltre un'ora Repubblica ad essere stato eletto Capo dello Stato di spettacolo, nonostante tutto, bello e godibile, ha visto per due mandati consecutivi, la tradizionale parata militransitare sulla via dei Fori Imperiali circa 3.400 persotare di via dei Fori Imperiali si è svolta anche in questo ne, 2060 delle quali militari. Il costo è stato ridotto di 2013, anno della crisi economica, anno della crisi istituoltre 400.000 Euro rispetto all'edizione del 2012, che già zionale, anno del pessimismo diffuso tra l'italica gente, era stata notevolmente più sobria di quella dell'anno generalmente allegra, socievole e fiduciosa nel futuro. prima, 150° Anniversario dell'Unità d'Italia. Ma nonostante la sua saggezza lo abbia portato a dire Ma c'è qualcosa che continua a non persuadere. che la parata si doveva fare perché non si tratta di una Sembra sempre che la Festa della Repubblica debba "... esibizione muscolare ..." ma del giusto omaggio dei essere "giustificata". Ogni anno c'è una ragione per cui cittadini in uniforme alle istituzioni alle quali hanno giuchi vorrebbe abolire questa unica manifestazione naziorato fedeltà, ricambiato dall'omaggio della nazione tutta nale di coesione tra il popolo e le sue Forze Armate deve al loro diuturno impegno a difesa dei Valori e dell'Onore essere blandito, ascoltato, convinto, quanto meno "condella Patria, la parata è risultata appena un dignitoso siderato". simulacro di quella che sarebbe dovuta essere. Sinceramente non se ne può più. Una manifestazioSolo di fronte alle considerazioni espresse dal ne più ridotta di questa non può davvero essere svolta Presidente della Repubblica, che in altri contesti sarebsenza scadere nel ridicolo ... e già questa lo ha sfiorato, bero così ovvie da apparire perfino banali e inutili, a quando ancora una volta i Corazzieri hanno dovuto muodenti un po' stretti, data la sua militanza in un partito versi a piedi, indossando la loro scintillante uniforme da che non fa mistero di essere anti militarista a tutto parata, disegnata apposta per andare "a cavallo"; quancampo, la Presidente della Camera on. Laura Boldrini do si è abolito il passaggio delle Frecce Tricolori (l'unico ha ammesso che la parata ormai "... fa parte della stopassaggio istituzionale dell'anno rimarrà quello del 4 ria della Repubblica, e la sua abolizione non aiuterebbe novembre ... speriamo); quando con parossistico masoa risolvere i problemi del Paese ..." chismo si fanno sfilare i reparti militari ad altissima Potremmo gioire, quindi, prendendo atto che la specializzazione senza i loro mezzi, lasciando nel dubparata anche quest'anno, ad onta dei suoi detrattori sia bio gli spettatori circa l'effettiva necessità e persino l'estorici sia dell'ultima ora, si è potuta svolgere e che sia sistenza di tale "altissima specializzazione". il pubblico che si è dato convegno a via dei Fori Imperiali, Questo modo di non mostrare chi si è e ciò che si ha sia quello che la ha seguita nella diretta televisiva andaè decisamente contrario ai più elementari dettami della ta in onda su RAI 1, la ha apertamente apprezzata. promozione dell'immagine. Qualcuno obietterà che le E come sarebbe potuto essere il contrario? Forze Armate hanno un'immagine ben consolidata e Con tutti i vincoli di risparmio imposti, l'impeccabile fortemente positiva, nonostante i loro detrattori non si organizzazione del Comando Militare della Capitale è diano mai tregua nell'attaccarle; ma esse rappresentariuscito a dare lo stesso un bello spettacolo di forza, no la nazione più di ogni altra struttura istituzionale. compostezza, capacità e virtuosa partecipazione. Mostrarle così, al ribasso, quasi vergognandosi di averTecnicamente, si è rinunciato ad ogni originalità. Il le, scusandosi del fatto che, pur tra mille ristrettezze, copione dei sette diversi settori in cui è stata articolata esse devono avere mezzi sofisticati e costosi, devono la parata era sempre lo stesso: il comandante di settore potersi addestrare ad usarli al massimo delle loro preapriva, seguito immediatamente dalla Banda Militare stazioni, evitando di dire che esse devono essere della Forza Armata, o dalla fanfara, alla quale era dedi"amate" e rispettate per quelcato il settore, poi le scuole lo che sono e soprattutto per militari, gli istituti di formaquello che fanno, da realmenzione, una ridotta ma signifite ragione a chi oggi abolirebcativa rappresentanza dei be la parata del 2 giugno, reparti operativi. domani deciderebbe di non Non faceva eccezione l'ulacquistare più il ridottissimo timo dei settori, quello dei numero di cacciabombardieri corpi armati e non dello Stato. F-35 ancora previsto dall'ultiCosa è mancato? ma versione del nuovo Innanzitutto la Pattuglia modello di difesa, dopodomaAcrobatica Nazionale, che ni vorrebbe che l'Italia si tradizionalmente tingeva di disarmasse proprio. Tanto, le Tricolore il cielo di Roma, poi i controversie internazionali si mezzi speciali, non solo quelrisolvono col ... dialogo. li militari, ma anche quelli, E infatti, l'efficacia del fino allo scorso anno conside"dialogo" è stata ampiamente rati "politically correct", dei dimostrata con l'India, nel cui Vigili del Fuoco, i cavalli, anivertice politico peraltro c'è mali che nelle guerre del pasuna leader di origine italiana. sato rappresentavano la forza Massimiliano La Torre e di sfondamento più significaSalvatore Girone dopo tutti i tiva e che oggi rappresentano “dialoghi” instaurati ... stanno la tradizione storica delle gloancora lì, non si sa perché. rie militari nazionali, la banRoma: il Labaro Nazionale dell’Istituto Per questo motivo ritengo diera gigante stesa dai Vigili sfila in parata del 2 giugno S sfila in parata del 2 giugno 12 IL NASTRO AZZURRO che sia giunto il momento di smetterla con le ipocrisie e decidere una volta per tutte cosa farà l'Italia da grande: avrà una sua capacità militare? Vorrà e saprà spenderla dove serve? Sarà in grado di farlo "alla luce del sole"? Oppure lascerà lentamente morire di asfissia le sue Forze Armate? Si condannerà ad uscire da quel contesto internazionale occidentale avanzato di cui oggi, pur arrancando faticosamente, fa ancora parte? Finirà con l'appaltare la sua difesa al "Padrino" del momento (oggi gli USA, domani chissà) dovendo però subire tutti i suoi diktat senza battere ciglio? Senza neppure un minimo di credibilità internazionale, finirà col non avere più nemmeno uno straccio di politica estera? Peggio, vorrà condannarsi addirittura ad una possibile invasione da parte di altri che troveRoma: tutti reparti hanno sfilato a piedi ranno facile e comodo "farlo" in Italia? Queste cose non vengono mai messe sul realistiche e meno distanti da quelle che usano i militapiatto della bilancia da parte dei detrattori delle Forze ri delle altre nazioni presenti nelle medesime attività Armate, eppure sono la contropartita ovvia ed inesorainternazionali. Ricordo ancora il coro di proteste dalla bile che dovremmo considerare, nel caso volessimo solita parte politica. "accontentarli". Ma questi argomenti raramente vengoMa il danno maggiore di questo atteggiamento schino sfiorati sui giornali e nei dibattiti dei talk show, siczofrenico della solita minoranza, che però è talmente ché si è diffuso tra la gente uno strano sentimento per rumorosa da condizionare fortemente la maggioranza cui le Forze Armate sono considerate utili quando inter... silenziosa, ricade sulla credibilità internazionale vengono a favore della popolazione civile in caso di caladell'Italia come nazione cooperante in ambito NATO, mità naturali o altre occasioni analoghe, ma quasi se ne ONU, UE, eccetera. disconosce la funzione ed il ruolo di sostegno armato In nessun altro paese del mondo le esigenze militaalla politica estera. Quando qualcuno accenna a tale ri sono dibattute in questa maniera esclusivamente ruolo lo fa con mille distinguo e con una tale circospeziodemagogica. Le decisioni sono sempre prese analizzanne da risultare quasi incomprensibile nella sostanza del do le esigenze di sicurezza nazionale e di capacità di suo messaggio, salvo apparire, questo si, fortemente integrazione con gli altri paesi alleati. La popolazione imbarazzato nel dover parlare di qualcosa che, in un partecipa al dibattito in maniera democratica e civile, discorso a carattere politico, sembra avere quasi la come da noi, ma non è assolutamente imbottita di slostessa valenza di una parolaccia pronunciata a tavola in gan e di luoghi comuni banalmente anti militaristi, quinpresenza delle signore. di può seguire con serena compartecipazione il dibattito Tutto questo si ripercuote in maniera fortemente e dire la sua in maniera utilmente costruttiva. negativa sulle Forze Armate stesse, poiché, per tacitare Solo da noi si è riusciti a far credere che l'F-35 è un o almeno ridurre questi continui attacchi, sono ormai aborto perché, udite, udite, durante la sperimentazione decenni che i militari non hanno certezze nel loro futudei suoi prototipi, peraltro ancora in corso, sono "sorti ro: non sanno se e quando i mezzi (che non abbiamo dei problemi tecnici". Che sorgano problemi tecnici visto a via dei Fori Imperiali, ma ci sono e comunque durante la sperimentazione di un prototipo è cosa norcostano) saranno aggiornati, rinnovati e come lo saranmalissima. Solo da noi si è riusciti (con molta facilità) a no, in quale numero, con quale tipo; non sanno con presentarla in maniera così distorta da far mettere in quale continuità ed intensità potranno addestrarsi e dubbio la validità di un progetto tra i più avanzati del mantenersi allenati all'utilizzo migliore di quei mezzi e mondo. delle tattiche oggi disponibili; non sanno come saranno Mentre ciò avveniva, nessuno si è domandato a chi impiegati, in quale contesto politico e con quali "regole gioverebbe che l'Italia, dopo aver perso una capacità d'ingaggio", non sanno, in pratica, come programmare il militare faticosamente costruita dalle nostre Forze loro aggiornamento perché non viene dato loro di sapeArmate, perderebbe anche di conseguenza una capacità re quale sarà lo scenario in cui l'Italia le vorrà impiegadi influenza politica faticosamente ricostruita da quei re. pochi personaggi istituzionali che hanno sufficiente Su quest'ultimo aspetto è doveroso un approfondilevatura internazionale per riuscirci. mento: le Forze Armate italiane, quando operano fuori Ecco perché sono dell'idea che presentare all'occhio area insieme a quelle di altri paesi nell'ambito di operadi commentatori politici internazionali molto smaliziati zioni internazionali, sono quelle che hanno le regole una parata del 2 giugno, pur dignitosa, ma che non d'ingaggio più restrittive, talmente restrittive che spesrende davvero omaggio alle nostre Forze Armate, signiso i nostri militari sono esposti a rischi ben maggiori fica dare a quei commentatori un messaggio preoccudegli altri. Ciò in genere vorrebbe soddisfare la spasmopante: l'Italia mostra di non gradire abbastanza che le dica ricerca di quel "politically correct" che consentirebproprie Forze Armate esistano, siano militarmente effibe di impiegare le Forze Armate in tali operazioni senza cienti e preparate e che siano disponibili ad operare in che gli anti militaristi di professione trovino da eccepire. maniera militare, quindi non è politicamente in grado di Intanto essi eccepiscono comunque ... in Italia, mentre i reggere le difficoltà di una sfida internazionale. nostri soldati ... fuori area ... rischiano molto di più di Pertanto, non si può contare sul suo appoggio se una altri, dovendo sempre attendere che siano fatti oggetto coalizione militare internazionale, di cui farebbe di fuoco per rispondere, naturalmente, solo a scopo anch'essa parte, venisse coinvolta in una situazione meramente difensivo. Nessuna azione "preventiva" è davvero difficile. stata loro permessa fino all'estate del 2011, quando il Ministro della Difesa pro tempore, On. Ignazio La Russa, Antonio Daniele riuscì a far modificare tali regole rendendole un po' più IL NASTRO AZZURRO 13 14 DICEMBRE 2012: A MILANO PER IL DECORATO AL V.M. La Fedrazione di Milano ha comunicato alla redazione il resoconto di questa bella manifestazione soltanto il 9 maggio u.s. - Pur tenendo conto della periodicità bimestrale de “Il Nastro Azzurro”, appare evidente che il ritardo di informazione, ovviamente non dipendente dalla volontà della redazione, ne avrebbe sconsigliato la pubblicazione, però, tenendo conto della rilevanza dell’evento e della sua contiguità ideale con l’analogo evento nazionale che si celebra annualmente a fine maggio all’Altare della Patria (vds. servizio alle pagg.10 e 11), l’articolo trova comunque utile spazio di pubblicazione. Milano: un momento della cerimonia a Federazione di Milano dopo aver partecipato a circa 50 eventi, con il suo Presidente e con il Labaro portato dall’onnipresente Alfiere, nonché Vice Presidente della Federazione Ten. Cav. Carlo Maddalone, ha chiuso la sua l’attività nel mese di dicembre dell’anno 2012 con due importanti avvenimenti, di cui uno certamente farà parte della storia di Milano, cioè l’intitolazione di una Via della città alla M.O.V.M. Col. R.O. Vincenzo Capelli, effigiato nella “Galleria degli Eroi” milanese; l’altro, il giorno dello scambio degli Auguri natalizi tra gli Azzurri milanesi e le Autorità locali, dedicato questa volta ai Decorati al V.M., soci della Federazione. L’evento ha avuto luogo il 14 dicembre u.s. e ha assunto una particolare importanza con una cerimonia proposta dal Consiglio Direttivo della Federazione e organizzata dal suo Presidente, che hanno voluto ricordare e commemorare tutti coloro che non sono più fra noi, ma soprattutto per rendere merito e festeggiare i Decorati viventi (i pochi superstiti hanno una età non inferiore agli 85 anni) rendendo loro i dovuti onori per gli atti di eroismo compiuti per fare dell’Italia una Patria unita, libera e democratica. A tale scopo la Federazione aveva fatto approntare dalla Presidenza Nazionale un “Attestato di Benemerenza” che sarebbe stato consegnato, in quella occasione, a loro e alle Città di Milano, Sesto San Giovanni, Decorate di M.O.V.M. e alla Città di Legnano, Decorata di M.B.V.M. Nonostante che la neve fosse caduta già sin dalla notte e continuasse a nevicare abbondantemente nella mattinata, rendendo molto difficoltoso il traffico urbano e interurbano, e causando alcune defezioni specie nelle fila dei Decorati, benché una ventina su L 14 36 iscritti avessero confermato la propria presenza, la cerimonia si è svolta regolarmente e ha ottenuto un enorme successo. Infatti erano presenti o rappresentate tutte le Autorità civili, militari e religiose cittadine unitamente alla significativa presenza del Presidente Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro Gen. Carlo Maria Magnani. A suggellare la maestosa cornice del Salone d’Onore ”Antonio Valente” erano presenti i Gonfaloni delle Città sopracitate Decorate al V.M. e i Gonfaloni della Regione Lombardia e della Provincia di Milano. Inoltre hanno voluto rendere omaggio agli Azzurri milanesi i Labari delle Federazioni Azzurre lombarde fra cui Brescia, Como, Sondrio, Bergamo, Cremona e quello della lontana Bologna, accompagnati dai loro Presidenti, così ugualmente dicasi per tutte le Associazioni Combattentistiche e d’Arma locali presenti con i loro Labari e Bandiere. Ai Gonfaloni e ai Labari ha reso gli onori la Fanfara del Comando della 1^ Regione Aerea di Milano. Presenti il Col. Vignocchi, Comandante del Rgt. Art. a Cavallo - Decorato di M.O.V.M. - Socio d’onore della Federazione, e il Col. Eusepi, Com.te del 1° Rgt. Trasmissioni. In rappresentanza del Presidente del Tribunale di Milano, Dott.ssa Livia Pomodoro, era presente il Presidente di Corte d’Appello Dott. Gamacchio. Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano, dispiaciuto di non poter essere presente per concomitanti impegni già assunti, ha fatto pervenire con lettera la sua paterna e apostolica benedizione. Presente Mons. Gonzino, della Diocesi di Vercelli e Cappellano militare della P.S., socio simpatizzante e assistente spirituale della Federazione milanese. Vestivano la grande uniforme i militari delle quattro Forze Armate, dei Corpi Armati dello Stato, delle Forze di Polizia e dei VV.FF. Un centinaio i Soci presenti, fra i quali la socia Sig.ra Elisa, figlia del Cap. Giorgi Luigi Decorato di 2 M.O.V.M. e la Sig.ra Giuseppina, Consigliere della Federazione, figlia del Col. R.O.Vincenzo Capelli M.O.V.M.. Molto apprezzata la presenza di due classi dell’ITSOS milanese “Albe Steiner” con i loro Insegnanti e Dirigente Scolastico. A questi ultimi, prima dell’inizio della cerimonia, il Gen.Cassano ha appuntato sul petto una coccarda tricolore. Tutti i presenti hanno potuto cogliere le motivazioni profonde della cerimonia dedicata alla celebrazione della Giornata del Decorato al V.M. attraverso gli IL NASTRO AZZURRO interventi delle Autorità presenti, ad iniziaMilano: parla il re proprio dall’intervento del Presidente Presidente della Federazione e Vice Presidente Nazionale, gen. Nazionale Vicario Gen. Arnaldo Cassano, Magnani seguito da quello del Presidente Nazionale dell’Istituto Gen. Carlo Maria Magnani, del Vice Comandante della 1^ Regione Aerea Gen. B.A. Italo De Marchi e del Com.te della Regione Militare Esercito Lombardia Gen. B. Antonio Pennino, i quali hanno ricostruito il percorso umano e delineato la figura di tutti quegli uomini e soldati, che fedeli al giuramento prestato non vennero mai meno al senso del dovere e affrontarono senza esitazioni sofferenze indicibili e orrende mutilazioni, fino all’estremo sacrificio della propria vita, additandoli agli studenti avendo avuto questi l’opportunità di guardare negli occhi gli Eroi presenti, i quali proprio a loro desiderano trasmettere la fiaccola che allora ad essi fu affidata Al termine degli interventi il Gen. Cassano ha conperché arda e splenda e illumini dai loro cuori il destisegnato gli Attestati di Benemerenza, ai rappresenno di una Italia sempre più bella, unita e libera. tanti delle città di Milano e Sesto S.Giovanni, quindi ai In particolare il Gen. Cassano ha concluso il suo Decorati, soci della Federazione: Gen. B.A. (T.O.) Egeo intervento con parole già scritte che invitano le nuove Broccolino, MAVM - Avanz. M.G.; Cav. Attilio Barbieri, leve ad approfondire e rivedere, sotto una luce diverCGVM; il Comm. OMRI Arch. Francesco Gnecchi sa e più nitida, episodi della Storia Patria; in tal modo Ruscone, MBVM; il Magg. Pio Bruni, MAVM - CGVM; si renderanno conto di quale messe di sacrifici, di l’Art. Luigi Pace, CGVM; il Cap. Dr. Vittorio Marzorati, sangue – sempre offerto ma sovente versato – di soliMAVM, i quali con la fierezza e l’orgoglio di sempre darietà e di altruismo risplendono le motivazioni delle hanno rifiutato l’uso di bastoni, stampelle e l’aiuto dei Medaglie dei loro bisnonni, nonni e padri e che da famigliari nel recarsi a ritirare l’Attestato. Ai famigliaquesto sappiano trarre esempi da imitare, o perfino ri degli assenti: il sommergibilista Carlo Pracchi, superare, nell’osservanza delle leggi dell’Onore e del CGVM; dei deceduti nell’arco dell’anno: Col. Angelo Dovere in ogni atto della vita pubblica e privata. Castoldi, CGVM; Cap. Magg. Vittorio Romualdi, CGVM. Hanno, poi, preso la parola il Gen. Giovannelli, Indi l’Attestato a un Decorato dei nostri tempi: il Assessore alla Sicurezza della Regione Lombardia; il Gen. D. Bruno Tosetti, Bersagliere, al quale sono state dott. Dapei, Presidente del Consiglio Provinciale di concesse le Decorazioni di Cavaliere dell’Ordine Milano; il dott. Fanzago, Vice Presidente del Consiglio Militare d’Italia e la M.A. al Valore dell’Esercito Comunale di Milano; il dott. Zucchi, Vice Sindaco di Italiano, distintosi quale Com.te del 1° Contingente Sesto S. Giovanni, tutti concordi nel sottolineare il Militare Italiano nella prima operazione di pace in Valore Militare prima, poi il grande impegno civile Libano (1982). dimostrato dai Decorati nell’arco della loro vita nelUna breve cerimonia di gemellaggio ha avuto l’offrire esempio di serenità, di coraggio e di speranza luogo, subito dopo, fra la Federazione Azzurra milaai propri famigliari e a tutti gli altri che hanno avuto nese e l’Associazione Nazionale “Nastro Verde” – modo di conoscerli, e a testimoniare con la loro preDecorati di Medaglia d’Oro Mauriziana – Sezione senza l’affettiva vicinanza delle Istituzioni. Regionale di Legnano presieduta dal Col. CC(r) Gianfranco Corsini. Infine la Fanfara del Comando della 1^ Regione Aerea di Milano ha concluso la solenne giornata celebrativa esibendosi in un apprezzatissimo e applauditissimo concerto con brani di musiche militari e moderne. Al termine del concerto, Mons. Gonzino ha dato la benedizione natalizia agli Eroi effigiati nella Galleria e a tutti i presenti, mentre il socio Barbieri dava lettura della preghiera del Decorato sulle note del Silenzio. Ha fatto seguito lo scambio degli Auguri natalizi nel clima di un sobrio vino d’onore. Milano: Consegna dell’Attestato al comm. OMRI Francesco Gnecchi Ruscone IL NASTRO AZZURRO Gen. B. (r) Arnaldo Cassano (Presidente della Federazione di Milano e Vice presidente Nazionale Vicario) 15 NAPOLI: PREMIO DI STUDIO 2013 INTITOLATO A FRANCESCO PAGA E ALL’ECCIDIO DI KINDU arlare di Francesco Paga, l’Eroe per il quale tra vennero accerchiati e malmenati. Il Tenente medico non molto deporremo la corona di alloro, comRemotti, giunto in Congo con quel volo, fu ucciso porta inesorabilmente ricordare l’eccidio di immediatamente mentre, gli altri dodici furono traKindu accaduto l’11 novembre 1961, evento sconvolsportati nel vicino carcere e sottoposti a orrende gente che ebbe la capacità di infondere negli italiani, sevizie e torture. non solo commozione ma un alto sentimento di soliI resti di quegli Eroi poterono tornare in Italia nel darietà per cui si strinsero, tutti, intorno alle fami1962, solo perché un graduato in servizio presso il glie dei trucidati. carcere, di religione cattolica, al quale era stato dato Appartenevano alla 46^ Aerobrigata ordine di gettare i corpi nel fiume in pasto ai coccodell’Aeronautica Militare ed era la prima missione drilli, con l’aiuto di due detenuti, di notte, scavò due italiana all’estero effettuata sotto l’egida dell’ONU. fosse dove ripose i corpi dei 13 Caduti. Oggi la denomineremmo “peace keeping”. Le salme ora riposano presso il Sacrario di Kindu Operavano in un territorio dilaniato da eretto nelle vicinanze dell’aeroporto conflitti etnici, interni e vendette tridi Pisa costruito con la sottoscrizione bali; erano consapevoli dei rischi, ma di tutti i cittadini Italiani indetta all’infiduciosi di riuscire e sicuri che la domani della notizia, ed una stele a popolazione conoscesse la loro funloro Memoria è innalzata nei pressi zione e le loro intenzioni pacifiche. dell’Aeroporto “Leonardo da Vinci” di Il Congo, terra immensa, aveva Fiumicino. Nel 1994 ai 13 Caduti, ai ottenuto l’indipendenza il 30 giugno quali si aggiungono altri quattro morti 1960, dopo 80 anni di dominazione per un atterraggio di emergenza finito belga e varie forme di adattamento male di un C- 119, venne concessa alle spinte rivoluzionarie e popolari. “alla Memoria” la Medaglia d’Oro al Basti ricordare l’esperienza della Valor Militare. La Missione di pace Comunità Belga – Congolese creata della 46^ Aerobrigata in Congo si conda Re Leopoldo I nel 1955 e la parteciclude il 19 giugno 1962 ma pazione della popolazione alle elezioL’Aeronautica Militare vi ritorna sotto ni dei rappresentanti del Governo di l’Egida dell’“Unione Europea” nel cui avrebbero fatto parte anche espo2006 per vigilare sullo svolgimento nenti locali – inutile dire che gli espodelle prime elezioni democratiche in nenti locali prevalsero - il paese era Pietrelcina (BN): Monume-nto Congo. sconvolto dalle lotte di potere, a a Francesco Paga Francesco Paga aveva sognato sin seguito della decolonizzazione conseda ragazzo di essere Aviatore. Quando guente agli esiti della 2a Guerra Mondiale, tra le la sua domanda di arruolamento fu accolta, era conmilizie o sodataglie di Gizenka, Josepf Kasavubu e i tento: si avverava il suo sogno. katanghesi di Moise Ciombe. Già dal 1959 le milizie L’equipaggio del C-119 India-6049 (nominativo di Lumumba, fondatore del “Movimento Nazionale radio “Lyra33”), di cui egli faceva parte è il seguenCongolese” avevano creato disordini. La lotta era alite: Cap. pilota Giorgio Gonelli, S.Ten. pilota Giulio mentata, nell’ombra, dai due blocchi: quello facente Garbati, M.llo motorista Filippo De Giovanni, S.Mag. riferimento agli Stati Uniti e quello Orientale capegNicola Stigliani, S.Mag. Armando Fabi, Sgt. giato dall’Unione Sovietica, entrambi interessati Marconista Francesco Paga. all’enorme ricchezza del territorio: miniere di Le Relazioni Diamanti, Uranio, e tanto altro. Anche le Nazioni Unite erano alle loro prime armi e non furono attenSono pervenute quattro relazioni redatte dagli te alla dislocazione logistica del contingente italiano studenti dell’Istituto Comprensivo “san Pio da che fu acquartierato in diverse palazzine, poste in Pietrelcina” diretto dal Dirigente Scolastico Lidia periferia e distanti dal centro oltre un chilometro ma Vanda Denza, coordinati per le 3e classi dalla soprattutto senza una difesa efficiente. Infatti, i Prof.ssa Maria Colomba Simolo e per la 2a dalla nostri, le armi le lasciavano a bordo degli aerei proProf.ssa Carmela Minnitto. prio per non creare dubbi nella popolazione. La traccia della ricerca sull’Eroe Francesco Paga Gli equipaggi dei due C-119 italiani giunti a Kindu è stata unica per tutti i concorrenti, sia per la loro vennero accusati di fornire armi ai secessionisti e giovane età ed anche per non creare differenziazioni verso di loro si scatenò una furibonda violenza. La nelle metodologie d’indagine e di approfondimento piccola scorta armata malese venne annientata da affidate alla specifica capacità del singolo o del circa settanta uomini della soldataglia katanghese gruppo: Francesco Paga – Nel corso della Storia mentre altri duecento erano pronti ad intervenire in molti sono stati gli Uomini che con alto senso del caso necessità. Gli uomini brandivano armi tra le più dovere, hanno sacrificato la loro esistenza per riporvarie, dalle lance, agli archi con frecce ai moderni tare la concordia e l’armonia nei paesi tormentati mitra del tempo ed immediatamente gli equipaggi dalle guerre: Francesco Paga è stato uno di loro. dei due C -119 che avevano portato fino a quel Delinea il suo profilo umano e militare evidenziando momento vettovaglie e quanto occorreva alla popoil gesto eroico che lo nobilita lazione, radunati in una palazzina, adibita a mensa, La relazione redatta da Teresa Pia Santucci e per consumare il pasto al rientro dalla spedizione, Francesco Mastrogiacomo della 3a A è ricca di con- P 16 IL NASTRO AZZURRO alla libertà degli altri popoli» e sottolineano la tenuti e pone in risalto le molte pagine di storia che ricordano il sacrificio dei nostri Eroi, tanto da sentinecessità che tutti compiano sforzi affinché nel re il bisogno di una memoria estensibile come quelmondo regni la pace. Significativa è la loro convinziola dei moderni cellulari. I nostri giovani che, andanne, attestata nell’ultima parte della relazione, che do a scuola, transitano accanto alla stele dell’Eroe, bisogna rafforzare la cultura della pace con il dialosi chiedono: ma chi è quest’Uomo? Viene fuori in tal go tra i popoli affinché sparisca il concetto di nemimodo la curiosità intellettiva d’indagare, scaturisce co. Descrivono il monumento al Nostro Eroe come l’analisi della situazione politica nell’ex Congo belga monito per tutti, voluto dall’Ufficiale dell’Aeronautica che, ottenuta l’indipendenza, non era pronto ad Cosimo Scrafa, costituito dal grosso masso erratico autogovernarsi dopo quasi un secolo di colonizzazioche simboleggia la terra dell’Eroe, la sua ne. Sottolineano anche le tensioni tra i vari capi che Aeronautica dall’Aquila Turrita, dai simboli dell’ONU aspiravano al governo dell’immenso Stato. Il caos e e dalla pala del C119, l’aereo del suo ultimo volo. la violenza divamparono in ogni luogo fino all’assasGrazie ragazzi avete svolto relazioni eccellenti. sinio di Lumumba che portò il Congo alla guerra civiDesidero aggiungere solo alcune considerazioni. È le, e poi rifulse l’eroismo italiano. importante che il monumento sia stato innalzato La relazione di Erica Marrone, ancora della 3a A, nelle vicinanze della vostra scuola ed è significativo inizia esaltando l’eroismo di chi muore per un’opera l’aver rappresentato la figura dell’Eroe vanto ed di pace perché non solo è di alto valore morale ed onore per la cittadina che gli ha dato i natali e che s’ietico ma offre alla terra che lo ha generato gloria e dentifica in lui. Cade a proposito il dialogo tra il maerispetto perché s’identifica in lui. Partendo dalla stro e l’allievo nella “Vita di Galileo” di Bertold constatazione che le generazioni passate si sono Brecht allorché il discepolo Andrea dice al maestro: sempre legate alla guerra a danno del progresso, «sventurata quella Terra che non ha Eroi» ed il precisa che il concetto di pace oggi non è più una maestro risponde: «No, sventurata quella Terra che metafora, un sogno ideale ma è giunto il momento in ha bisogno di Eroi». Questa è la memoria che abbiacui la Pace sia una realtà: occorre solo che gli uomimo e che ognuno di noi, pietrelcinese, napoletano, ni la vogliano. E riportandosi al Nostro Eroe chiariitaliano nel sangue, nell’indole, nel cuore, nel coragsce che, spesso, il percorso per raggiungere la Pace gio, ha il dovere di preservare dall’oblio del tempo il è lastricato da atti di eroismo dei tanti che offrono Serg. Marconista Francesco Paga MOVM. Il suo e il anche la loro vita per essa. Conclude con orgoglio, nome degli altri Eroi italiani, con il loro martirio che la sua terra deve potersi gloriare di aver espresavvenuto nelle “Missioni di Pace”, ci fanno sentire so un tale campione di abnegazione, eroismo e orgogliosi. senso della solidarietà. Vi auguro un cammino felice ma sappiate che la Il gruppo di undici allievi della 3a B pone, domanconquista di qualsiasi meta, anche quella che può de, interrogativi, perplessità, soprattutto a noi adulrappresentarsi molto semplice da raggiungere, e ti, e lo fa con riferimenti letterari e storici di alto qualsiasi progresso è e sarà solo frutto della vostra rilievo, e con alte capacità logiche e metodologiche, intelligenza, capacità volontà e lealtà. Siate dei nuovi evidenziando come la storia sia costellata da guerre Ulisse, tesi alla ricerca, squarciate i vostri orizzonti, tanto che anche tra i testi letterari dei nostri studi ci andate più in alto e più lontano. avvaliamo, per esempio, dell’Iliade un poema epico Onore alle Forze Armate, Onore all’Eroe guerresco citato a proposito perché, oltre ad essere Francesco Paga. opera letteraria e poetica, ci narra di una guerra, dei suoi stratagemmi e delle sofferenze, devastazioni e Pasquale Campo lutti che sparge in ogni luogo ed in ogni individuo. Ed il Gruppo si domanda: E perché mai gli Uomini Pietrelcina (BN): le relazioni vincitrici vengono lette al pubblico vogliono la Pace e fanno la Guerra? Ed ancora ci ricordano che a seguito della 2a guerra mondiale nacque l’ONU con lo scopo precipuo di rendere vivibili e pacifici molti Paesi nel Mondo. E per adesione intima, sentita, il Nostro partecipò alle “missioni di pace” e realizzò i sentimenti di fratellanza, altruismo, solidarietà che animavano il suo cuore ed il Suo sogno di bambino di aprirsi a nuovi orizzonti. La quarta relazione redatta dai 15 studenti della 2a Media ci porta a riflettere sull’art. 11 della Costituzione che recita «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa IL NASTRO AZZURRO 17 UCCISO IN AFGHANISTAN IL CAP. GIUSEPPE LA ROSA (IL FATTO) abato 8 giugno ore 10.30 locali (07.00 italiane) il pace per la Pace", composta proprio per i Caduti capitano Giuseppe La Rosa, siciliano di nelle missioni di pace. Presenti il Presidente della Barcellona Pozzo di Gotto, è stato ucciso in Repubblica Giorgio Napolitano, i Presidenti di Afghanistan vicino a Farah. Aveva 31 anni. È morto Camera e Senato Boldrini e Grasso, il vicepremier sul colpo a bordo del Lince, su cui viaggiava insieme Angelino Alfano, il capo della polizia Pansa e, natuad altri militari, dentro il quale è stata lanciata una ralmente, i genitori del militare, mamma Concetta e granata. La Rosa ha interposto il proprio corpo tra la papà Biagio, entrambi provatissimi. granata e i tre commilitoni a bordo del VTLM con lui, "Non possiamo tirarci indietro, proprio nelle che sono rimasti feriti in modo non grave. Era effettisituazioni di maggiore dolore". Ha detto monsignor vo dal dicembre del 2012 al 3° regVincenzo Pelvi, ordinario militare, gimento Bersaglieri della Brigata nel corso dell'omelia. "Sosteniamo Sassari di stanza a Capo Teulada. ogni tentativo che può condurre Celibe, lascia i genitori e due fraalla sicurezza e alla pace dei popotelli. li, bisognosi di cooperazione e soliL'attentato è stato subito rivendarietà. I nostri giovani militari dicato dai talebani con un comunicercano di promuovere la riconcicato in cui hanno parlato dell'azioliazione e la pace in paesi in cui si ne compiuta da un "ragazzino di 11 sparge ancora tanto sangue, in anni". guerre che sono sempre una folSuccessivamente si saprà che lia". l'attentatore è un ventenne che si è Dopo la cerimonia, il feretro è macchiato di altri delitti, uno dei stato portato in volo in Sicilia dove, quali, compiuto lunedì, è stato nel pomeriggio dello stesso giorcausa del suo arresto. no, nella natia Barcellona Pozzo di La salma del capitano La Rosa Gotto si sono ripetuti i funerali. è giunta in Italia con un C-130 Tutta la popolazione, a partire dal dell'Aeronautica Militare atterrato sindaco Maria Teresa Collica, si è a Ciampino alle 9,35 del 9 giugno. stretta attorno ai familiari mentre Ad attenderlo il Presidente del sulla città piovigginava rendendo Consiglio Enrico Letta, il Ministro ancora più triste l’addio a Giuseppe della Difesa Mario Mauro e i famiLa Rosa liari del bersagliere. Il feretro è “In questi giorni è stata sottolistato portato al Policlinico neata spesso che la scelta della Umberto I e poi nella camera pace e della giustizia hanno un ardente allestita all'Ospedale costo." Ha detto Mons. Calogero La Militare del Celio. Piana, Vescovo di Messina ''La morte di un collega ci "Giuseppe, facendo da scudo, ha segna dentro." Ha detto il tenente manifestato l’amore più grande; il colonnello Stefano Sbaccanti, porsuo gesto è stato spontaneo e tavoce dell'Ufficio del Capo di Stato coraggioso. È stato testimonianza Maggiore del Comando ISAF. "Noi del vero amore per i suoi compatutti siamo consapevoli dei rischi e gni. La sua morte lascia una ferita avendo scelto questa vita abbiamo nella nostra vita e nessuno riumesso in preventivo il sacrificio scirà a dare risposte ai perché dei per valori come lealtà, senso delle genitori. Ma invito i familiari a racistituzioni, cameratismo, Onore, cogliere la testimonianza che fedeltà alla Patria. Nonostante ciò, Giuseppe ci lascia: voglia di servire quando uno di noi Cade lascia un la pace e la giustizia, consapevole vuoto tangibile''. Per queste ragiodel sacrificio.” ni ogni domenica mattina, al Presenti alla funzione il Comando della missione ISAF, si Prefetto di Messina, Stefano tiene una cerimonia di commemoTrotta, ed il presidente della razione ''per tutti i Caduti della Regione, Rosario Crocetta. settimana". A turno, i loro nomi Giovedì 14 giugno a Capo vengono scanditi da un rappresenTeulada in Sardegna i militari della Il capitano Giuseppe La Rosa tante nazionale. Pronunciare quelBrigata Sassari, con la partecipalo di Giuseppe è spettato al colonzione di personale del Comando nello dei Bersaglieri Cosimo Orlando. Militare Autonomo della Sardegna, del 1° La solenne cerimonia funebre è stata celebrata la Reggimento corazzato e dell'Associazione Nazionale mattina di lunedì 10 giugno nella basilica di Santa Brigata Sassari, hanno "virtualmente" rivolto al Maria degli Angeli a Roma. Il feretro, avvolto nel maggiore Giuseppe La Rosa, l'ultimo saluto con una Tricolore, è entrato portato a spalla da sei bersagliemessa officiata dai cappellani militari don Giancarlo ri sulle note della marcia funebre di Fulvio Creux, "In Caria e don Gianmario Piga. S 18 IL NASTRO AZZURRO IL COMMENTO talebani hanno subito rivendicato l'attentato attribuendo l'azione a un "coraggioso, eroico ragazzino afgano di 11 anni che ha lanciato la granata". Versione smentita dal Ministro degli Esteri Emma Bonino, che ha liquidato come "propaganda" l'ipotesi che l'attentatore fosse un ragazzino, e poi dal Ministro della Difesa, Mario Mauro, nel corso dell'informativa urgente del Governo alla Camera il 12 giugno quando, constatando la quasi totale assenza dei parlamentari si è rivolto all'onorevole Laura Boldrini dicendo: "Mi consenta presidente di non poter non sottolineare l'amarezza profonda, a fronte di quello che è accaduto, nel vedere quest'aula vuota ... Mi consenta di sottolineare come la vita di Giuseppe La Rosa sia quel fatto a cui siamo tutti chiamati a guardare se un po' di più vogliamo comprendere il nostro compito e il senso della nostra missione. ... A chi dovrebbe guardare la politica in Italia se non a un uomo come Giuseppe La Rosa per ricomprendere l'ampiezza e la profondità delle proprie ambizioni e la grandezza della vocazione a cui siamo chiamati?", si è chiesto il ministro, che in precedenza aveva sollecitato la "indispensabilità di una presa di coscienza da parte del Parlamento nella sua integrità". La Presidente Boldrini ha spiegato che "... la mattina erano previsti i lavori di più commissioni ..." (sic!). Al Ministro della Difesa quindi non è rimasto altro che continuare la sua relazione chiarendo l’esatta dinamica dell’attentato. L’azione è iniziata quando, in prossimità di un incrocio, il convoglio italiano, composto da tre veicoli Lince diretti alla base di Farah, sono stati rallentati da un’autocisterna che procedeva in senso inverso. Poi l’autocisterna si allontanava, mentre una vettura Toyota, favorita dalla conformazione stradale, si portava in mezzo alla carreggiata fermandosi e provocando l’arresto del convoglio, una seconda Toyota agiva da blocco in coda al convoglio. A questo punto, un giovane di circa 20 anni, barba corta, vestito in abiti marroni, che stava parlando con un poliziotto afghano, al lato della strada, è salito velocemente sul mezzo in testa al convoglio e ha lanciato un ordigno nella botola superiore, dandosi poi alla fuga e confondendosi nella folla. “La granata,” ha continuato il ministro, “cadeva nella parte posteriore del veicolo occupata dal capitano La Rosa. L’ufficiale gridava tre volte ‘Granata’ e, valutata l’inutilità di evacuare il mezzo, si interponeva fra l’ordigno ed i commilitoni," assorbendo sul suo corpo gli effetti dell’esplosione. Il ministro Mauro ha poi evidenziato come "la strategia terroristica è inoltre confermata dall'attentato di ieri mattina, quando sempre nel centro di Farah, a circa 300 metri dal luogo dell'attentato di sabato scorso, un elemento ostile ha lanciato una granata da una distanza di circa 10 metri contro un nostro VTLM inserito in un convoglio. In questo caso”, ha proseguito, “c'è stato il ferimento di alcuni civili afgani. L'uomo è stato arrestato e interrogato dalla polizia e avrebbe reso piena confessione, in ordine non solo all'attentato che è stato visto compiere, ma anche a quello del giorno precedente.” Si tratta del ventenne Walick Ahmad che è stato riconosciuto da uno dei militari italiani coinvolti nell’attentato in cui è stato ucciso il capitano La Rosa. Il Ministro della Difesa ha concluso l’informativa urgente perorando la necessità di non abbandonare il campo afgano prima del raggiungimento degli obiettivi della missione. Ma questa volta, è necessario sottolineare un profondo cambiamento registrato nell'atteggiamento delle forze politiche e dell'opinione pubblica nel merito della vicenda. La richiesta da parte dei soliti noti di uscire dalla missione ISAF anzitempo è stata regolarmente presentata, come da copione, ma in maniera stanca, distaccata, quasi come si trattasse di pura routine: "Hanno ucciso un nostro militare in Afghanistan, che aspettiamo ad andarcene?" In realtà, ciò che si è percepito è ancora più spaventoso: la totale indifferenza. L'aula di Montecitorio semivuota; i commenti all'informativa del Ministro Mauro relegati nelle pagine interne dei quotidiani; neppure un simulacro delle roventi polemiche che leader politici del calibro di Antonio Di Pietro scatenavano fino all'anno scorso in analoghe occasioni. Ci si deve chiedere quindi una cosa: ma gli italiani sanno cosa si sta facendo in Afghanistan? Perché abbiamo una forza multinazionale schierata lì dal 2004? Qual'è l'obiettivo per cui stiamo pagando anche un notevole tributo in vite umane? Questa terribile indifferenza per una tragedia umana che ci colpisce non solo per la perdita fisica di un nostro giovane militare di appena trentun anni di età, ma anche per il significato politico dell'attentato contro la nostra presenza in Afghanistan, non si giustifica in nessuna maniera. E non mi riferisco solo al parlamento vuoto, ma anche, soprattutto, alla scarsa partecipazione nazionale al lutto che ha colpito le nostre Forze Armate. Prendo solo atto che le polemiche interne al “Movimento cinque stelle” relative ai rimborsi spese dei parlamentari fanno più notizia! Il generale Mario Arpino, già Capo di Stato Maggiore della Difesa, ha commentato questo fatto con un articolo pubblicato su "Il Quotidiano Nazionale" del 13 giugno u.s. dove, in particolare, afferma: "... Riterremmo questo disinteresse offensivo, se non ci rendessimo conto che si tratta degli effetti perversi di un veleno sottile che ci è stato iniettato per sessant'anni. È successo a scuola, in famiglia, nella società: ovunque c'erano dei valori da distruggere, si è proceduto. Con lentezza, è vero, ma con diabolica sistematicità. Chi si opponeva, veniva deriso, accusato di non capire, e così molti si sono ritirati dalla lotta, rinchiudendosi nella quotidianità. Ora stiamo raccogliendo ciò che è stato seminato. Né possiamo lamentarci, perché viviamo in un tipo di democrazia che permette queste ed altre aberrazioni. Questa vergognosa squalifica del Parlamento l'abbiamo votata noi, ma è solo una conseguenza ... Bertold Brecht diceva «Beati quei popoli che non hanno bisogno di Eroi». C'è della verità. Ma, senza pretesa alcuna, vorremmo poter aggiungere: «Sciagurati quei popoli che hanno degli Eroi, ma si vergognano di onorarli». Forse l’Italia ha cessato di essere quel “faro di civiltà che illuminava il mondo”. I Antonio Daniele IL NASTRO AZZURRO 19 MAR ROSSO 3 APRILE 1941 MISSIONE SENZA RITORNO el 1989, la Capitaneria di Porto Le vicende della Marina in mar di Trieste è stata intitolata a un Rosso si dipanarono in un alone di valoroso ufficiale triestino sacrifici e di dedizione nel giro di poco Decorato di Medaglia d'Oro al Valor meno di un anno. Le condizioni geo Militare: il tenente di vascello (comstrategiche dell'area non favorirono plemento) Armando Crisciani Caduto le iniziative delle nostre unità. durante una drammatica operazione Corridoio di acque insidiose, lungo e navale in Mar Rosso nella sua qualità stretto, il Mar Rosso avrebbe potuto di comandante in seconda dal caccia favorire una forza navale posta al centorpediniere "Daniele Manin". Il gesto tro del corridoio stesso come in realtà con cui ottenne il Massimo erano dislocate le nostre navi se da Riconoscimento alla memoria accadparte avversaria non si fosse goduto de il 3 aprile 1941 quando, in un'aziodel controllo di entrata e uscita da ne disperata di attacco a base navale quel mare agli estremi dell'asse lonnemica, il caccia fu ripetutamente gitudinale, se le forze nemiche non attaccato da aerei avversari fino far fossero state superiori e soprattutto decidere il comandante della Terza non godessero di una certa supremaSquadriglia Cacciatorpediniere, zia aerea e se da parte nostra non si Armando Crisciani MOVM Capitano di Fregata Araldo Fadin fosse stati costretti ad impiegare in imbarcato sul ''Manin", per l'auquelle acque unità vetuste e quindi toaffondamento dell'unità. Questa, dopo l'abbandoconsiderate sacrificabili stante l'isolamento di quelno da parte dell'equipaggio, non mostrò rapidi segni l'area e la pratica impossibilità di avviarvi rinforzi e di cedimento per cui il Tenente di Vascello Crisciani attrezzature logistiche. A questo quadro negativo decise il rientro a bordo per accelerare la fine della andava sommata la difficoltà ambientale e tecnica nave prima che cadesse in mani nemiche. Crisciani per alcuni tipi di unità come i sommergibili. La trascomparve con il "Manin" sotto il continuato attacco sparenza delle acque e la sua fosforescenza tradiaereo nemico. In questa lontana vicenda di setvano facilmente di giorno come di notte la presenza tant'anni fa c'è tutta l'epopea della Marina italiana. dei battelli immersi. Ma soprattutto la cattiva quaNell'eroico gesto di Armando Cristiani si rivela la lità dei condizionatori d'aria delle unità con esalacontinuità di tradizione e di sacrificio che i nostri zioni di gas tossico (cloruro di metile) produssero marinai hanno saputo spendere soprattutto nei gravi intossicazioni a gran parte degli equipaggi. momenti avversi come nelle drammatiche operaQueste circostanze e queste carenze provocarono la zioni condotte in Mar Rosso con prospettive prive di perdita di quattro battelli su otto presenti, cioè il 50 ogni semplice possibilità. La Marina dell'Africa Orientale manifestò con uomini come Armando Crisciani tutta la sua dedizione alla Bandiera e la fedeltà al giuramento. Il riconoscimento che la Capitaneria di Porto di Trieste ha voluto offrire a questo Eroe che lo accomuna al tenente del Genio Navale Danilo Stiepovich, Caduto a bordo di un sommergibile in missione in Atlantico, cui è stata intitolata un'altra installazione della Guardia Costiera, ha risvegliato in una commossa e sentita partecipazione di autorità e invitati gli aspetti dimenticati dell'epopea del Mar Rosso. A questa ha fatto accenno il contrammiraglio Basile, Comandante della Capitaneria e Direttore Marittimo dopo che la figlia della Medaglia d'Oro Crisciani, signora Edda Crisciani in Di Cesare, ha scoperto la targa che intitola la sede al nome dell'Eroe triestiUn momento della cericerino. monia N MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE AL TEN. VASC. ARMANDO CRISCIANI "Ufficiale in Seconda di cacciatorpediniere dislocato in mari lontani dalla Patria, prendeva parte al disperato tentativo di attacco a base navale avversaria durante il quale l'unità veniva sottoposta ad incessanti attacchi aerei che la danneggiavano gravemente fino a renderla inerme relitto in fiamme. Durante disperate ore di lotta coadiuvava efficacemente il comandante gravemente ferito ed abbandonava tra gli ultimi la nave. Assillato dal timore che l'ordine di affondare la nave non avesse ancora esecuzione, tornava a bordo - malgrado il mitragliamento di aerei che la sorvolavano - per affrettarne la fine e scompariva in mare con essa nel generoso tentativo. Esempio di elevate virtù militari e profondo senso del dovere." (Mar Rosso, 3 aprile 1941) 20 IL NASTRO AZZURRO per cento, nel giro di solo dieci giorni dall'inizio delle ostilità. Nel Mar Rosso impiegammo le seguenti unità subacquee: "Galvani", "Guglielmotti", "Archimede", "Torricelli", "Galilei", "Ferraris", "Perla" e "Macallé". A fianco delle forze subacquee che operarono soprattutto nel Golfo di Aden e si spinsero nell'Oceano Indiano, si allinearono le unità di superficie composte da due squadriglie di cacciatorpediniere di costruzione datata come "Pantera", "Tigre" e "Leone" e i più piccoli "Nullo", "Sauro", "Manin" e "Battisti", nonché dalle più vetuste torpediniere "Orsini" ed "Acerbi", da una squadriglia di cinque vecchi Mas realizzati oltre vent'anni prima e dalla nave coloniale "Eritrea" eletta a sede comando della forza navale. Infine tre navi bananiere della classe "Ramb" furono attrezzate due ad incrociatori ausiliari e la terza a nave ospedale. Dopo alcuni contrasti a convogli inglesi in movimento dallo Stretto di Bal El Mandeb verso Suez e dopo i modesti risultati che furono ottenuti con i sommergibili e i Mas, la vigilia della fine dell'Africa Orientale vide il sacrificio collettivo della Marina in un'impresa disperata che, forse, costituisce l'esempio più fulgido dei nostri equipaggi durante la seconda guerra mondiale. Le siluranti superstiti divise in due gruppi furono disposte per due missioni senza ritorno, una contro la base di Suez, l'altra contro Port Sudan. La prima abortì a causa della perdita per incaglio del caccia "Leone" quindi si decise di impiegare tutte le rimanenti unità nell'attacco a Port Sudan e cioè "Sauro", "Manin", "Battisti", "Pantera" e "Tigre". Da Massaua, base di partenza delle nostre unità, a Port Sudan la distanza è di trecento miglia per la rotta più breve. Ma in quella fase del conflitto ormai il Mar Rosso era completamente dominato dalle forze aero-navali britanniche e la nostra squadriglia di caccia fu presto avvistata ed attaccata: soprattutto dal cielo. A causa di un'avaria il "Battisti" fu costretto ad autoaffondarsi davanti alla costa araba mentre la stessa sorte fu eseguita dal gruppo "Pantera" e "Tigre" data l'impossibilità di portare a termine l'at- Il cacciatorpediniere “Daniele Manin” tacco alla base di Port Sudan. Rimase operativo solo il gruppo "Manin" - "Sauro", peraltro sottoposto ad attacchi persistenti dall'aria. La conclusione non poteva che essere tragica: all'affondamento del "Sauro" seguì per ultima la fine del "Manin" a bordo del quale sacrificò la vita, come si è visto, il Tenente di Vascello Armando Crisciani, uno degli ultimi Caduti della nostra Marina nel Mar Rosso. Il sacrificio di tutte queste unità ed equipaggi non fu dovuto ad una scelta temeraria ma fu decisione scelta e consapevole. Con la caduta dell'Africa Orientale non esisteva più alcuna possibilità per le navi militari di superficie di sfuggire alla cattura. Solo quattro sommergibili e alcune unità mercantili, oltre all'"Eritrea", riuscirono a passare lo stretto di Bab El Mandeb per sfociare in oceano, mentre il Mas 213 (guardiamarina Valenza) ottenne l'ultimo successo con il siluramento dell'incrociatore britannico "Capetown". Ai nostri caccia ormai non restava che la cattura o l'autoaffondamento ma per la dignità di marinai e di combattenti essi accettarono l'ultima battaglia, sfortunata come fu sfortunata tutta la nostra vicenda militare dell'epoca. Da quelle tragiche vicende sono emersi uomini come il Tenente di Vascello Armando Crisciani, un eroe non più dimenticato perché uomini come lui non hanno solo offerto il proprio Valore ma lo hanno dato anche alla Marina che hanno servito con la loro stessa vita. Fulvio FUMIS (giornalista, scrittore, socio dell’ANMI) ARMANDO CRISCIANI acque a Trieste il 18 marzo 1902. Dopo aver conseguito il diploma di Capitano Marittimo presso l'Istituto Nautico di Trieste, chiamato alle armi per l'obbligo di leva nel 1922, frequentò il corso ufficiali di complemento presso l'Accademia Navale di Livorno e nel 1923, conseguita la nomina a Guardamarina, si imbarcò su navi della Squadra Navale. Posto in congedo per fine ferma nel novembre dello stesso anno ed iscritto nella Riserva Navale, nel 1931 conseguì la nomina a Sottotenente di Vascello e quattro anni dopo, per esigenze eccezionali, venne richiamato in servizio. Partecipò poi alle operazioni militari in Spagna ed alla Campagna d'Albania dell'aprile 1939 conseguendo, nello stesso mese, la promozione a Tenente di Vascello. L’entrata in guerra dell'Italia il 10 giugno 1940 lo trovò imbarcato, nell'incarico di Ufficiale in Seconda, sul cacciatorpediniere "Daniele Manin" dislocato in Mar Rosso. Il 3 aprile 1941 l'unità, in azione con l'intera Squadriglia e nella previsione dell'imminente caduta della Base Navale di Massaua, compì un'ultima disperata missione contro Porto Sudan, ma fu ripetutamente attaccata e colpita dall'azione area nemica, cosicchè in preda alle fiamme ed immobilizzata, ne venne deciso l'autoaffondamento. Il Crisciani, già salvo su uno zatterino, assalito dal timore che le cariche predisposte avessero subìto delle interruzioni nei punti di accensione, cosciente del rischio, tornò a bordo per affrettarne la fine e scomparve in mare nel capovolgimento dell'unità, nuovamente colpita da offesa aerea. Alla Sua memoria oltre la Capitaneria di Porto di Trieste sono intitolate due vie ubicate nelle città di Trieste e Roma. N IL NASTRO AZZURRO 21 IL GUARDIAMARINA GIOVANNI SALCE La torpediniera Castore nel 1939 salpa per l’Albania lle ore 1,45 del 2 giugno 1943 un piccolo convoglio partito circa 30 ore prima da Taranto e diretto a Messina e composto da due piroscafi porta-munizioni, il “Postumia” e il “Vragnizza”, con la scorta della torpediniera “Castore”, viene attaccato al largo della costa calabra, circa all’altezza di Capo Spartivento, da due Cacciatorpediniere nemici, l’inglese “Jervis” e il greco “Vasilissa Olga”, con appoggio aereo. Mentre i due piroscafi si vanno ad arenare per sfuggire all’affondamento, la “Castore” si lancia con coraggio verso gli avversari, attirando su di sé il fuoco nemico. Alle 3,15, dopo un’ora e mezzo di impari lotta, colpita in più parti ed ormai immobilizzata, la torpediniera cola a picco nel Mar Ionio. Con lei perisce oltre il 75% dell’equipaggio, che fino all’ultimo si è difeso con estremo eroismo e senso del dovere. I pochi fortunati che sopravvivono alle cannonate nemiche, al successivo infame mitragliamento dei naufraghi, alle ferite riportate e, non ultimo, alle gelide correnti di quel tratto di mare, hanno narrato episodi di tale coraggio e di tale umanità che rendono questo evento un vero spaccato di storia che non potrà mai ridursi, per chi l’ha vissuto e per chi l’ha poi conosciuto attraverso le loro parole, ad un semplice “fatto di cronaca”. Tra coloro che perdono la vita in quella tragica notte c’è anche il Guardiamarina Giovanni Salce, Ufficiale Direttore del Tiro della “Castore”, un gio- A vane ventiquattrenne padovano che, lasciate le aule della locale Università dove frequenta la Facoltà di Giurisprudenza, si arruola in Marina come volontario nel 1941. Dopo un breve corso p r e s s o l’A c c a d e m i a Navale di Livorno e un’altrettanto breve apprendistato sulla nave scuola “Amerigo Vespucci”, egli viene imbarcato sull’incrociatore leggero “Garibaldi” sul quale partecipa allo “Scontro di Pantelleria” nel giugno ’42, per poi essere trasferito nel novembre dello stesso anno, su sua richiesta, sulla torpediniera “Castore”, operante come nave scorta ai convogli da e per i porti italiani. Su di essa egli porta a termine oltre 20 missioni, sino a quella tragica e ultima nella quale perde la vita insieme a tanti suoi amici e commilitoni Una monografia dedicata a Giovanni Salce e a tutti i caduti della “Castore”, presentata in occasione dell’inaugurazione della nuova sede della sezione padovana dell’ANMI a lui intitolata, vuole essere l’occasione per ricordarne la figura, ripercorrerne la breve vita, capire quali ragioni lo abbiano portato ad imbarcarsi su quella nave e ricostruire, infine, quanto accaduto quel 2 giugno di 70 anni fa. Le testimonianze fornite dai sopravvissuti a quell’evento, i documenti, le lettere, le fotografie che si è riusciti a recuperare anche con l’aiuto dei parenti dei Caduti, hanno fatto emergere dal passato, e rivivere, una storia altrimenti destinata fatalmente, vista l’età dei pochi superstiti ancora in vita, ad essere dimenticata: una storia che nel tragico contesto della seconda guerra mondiale può essere forse considerata “marginale”, ma che per coloro che l’hanno vissuta, direttamente o indirettamente, resta certamente unica e importante perché propria. MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALOR MILITARE “ALLA MEMORIA” AL GUARDIAMARINA GIOVANNI SALCE “Direttore del tiro di torpediniera di scorta a convoglio, attaccata in ore notturne da soverchiante formazione navale appoggiata da aerei, reagiva immediatamente con i cannoni e le mitragliere proseguendo il tiro sotto l’infuriare del fuoco di armi di ogni calibro finché, divisa la sorte degli armamenti decimati e delle armi inutilizzate, cadeva da valoroso e si inabissava con la nave che nell’impari lotta aveva salvato col proprio sacrificio i piroscafi scortati. Esempio di alte virtù militari.” Mare Ionio - 2 giugno 1943 22 IL NASTRO AZZURRO «(…) non allarmarti se ti dico che sono abbastanza preparato a lasciarci la pelle, ma cerco di non dare troppa importanza alla cosa confermandomi nell’idea che di questi tempi non sarà che un “fatto di cronaca”…» (dalla lettera scritta da Giovanni Salce alla famiglia il 13 aprile 1943) Di seguito riportiamo qui due brevi brani tratti da questa monografia: nel primo si evidenziano le tremende condizioni nelle quali si trovavano ad operare i marinai imbarcati sulle torpediniere; nel seconIl guardiamarina Giovanni Salce do il drammatico epilogo dello scontro navale di Capo Spartivento. tutte le armi ancora efficienti e lanciando due siluri, «… Certamente la vita su questo tipo di unità non che purtroppo mancano di pochissimo i loro bersadoveva essere facile, come si desume da quanto gli. E mentre la nave viene ormai investita da tiri di accadeva all’inizio del ‘43 nel Canale di Sicilia (la ogni calibro, gli atti di eroismo si moltiplicano (…). c.d. “Rotta della Morte” più volte affrontata anche Il bagliore ed il frastuono delle cannonate e delle dalla stessa “Castore” nel gennaio di quell’anno). esplosioni illumina e scuote la notte, svegliando la (…) Le torpediniere dovettero assumersi quasi la popolazione della costa che assiste impotente alla totalità delle scorte ai convogli: (…) se non erano terribile battaglia. Poco dopo le 3,00 il Sottotenente affondate o danneggiate, letteralmente “vivevano” Carletti ordina infine di abbandonare la nave, ormai nel Canale di Sicilia, e in quelle tremende condizioimmobilizzata e colpita da nuove avarie, incendi e ni di contrasto, vi svolgevano 27-28 giorni di scorta distruzioni. Alle 03,15 la torpediniera si rovescia e si al mese durante i quali i comandanti quasi non inabissa nelle acque dello Ionio spezzandosi in due scendevano dalla plancia, e tutti a bordo, anche tronconi. nelle brevi soste in porto sotto i bombardamenti, Qui finisce il martirio della Castore ed inizia erano impegnati in una lotta sfibrante e mortale, quello, se possibile ancor più tragico, dei naufraghi giorno e notte, con il rischio di saltare in aria, con i (…). ponti sforacchiati da schegge, i macchinari rattopIl Guardiamarina Gianni Salce, probabilmente pati alla meglio, le mitragliere sempre roventi, gli già ferito, dopo aver controllato che ciascuno dei occhi gonfi di stanchezza e di sonno …» ( ) quattro Cannonieri che gli sono più vicini (Mario E ancora: Furlani, Carlo Gregnanin, Dario Ghersi e l’ultimo «(…) non vi è stata né vi è in tutta la nostra guerforse identificabile col monzese Luigi Villa) abbia il ra, linea di combattimento più esposta, più pericosuo salvagente, si lancia con loro nelle gelide acque losa, più insidiata, più battuta di quella tenuta dai del mare: ma lui ne è privo perché non ve se sono convogli marittimi. (…). Che cosa ha preparato l’inaltri disponibili. Prima di scomparire tra i flutti, sfidomani a questi valorosi? (…) Forse ricompense, nito, chiede a Furlani, di salutare per lui i suoi genicitazioni, riconoscimenti personali, universale plautori …”» so? No, semplicemente una nuova e ancora più La Marina Militare riconoscerà l’eroismo del pericolosa traversata!...»( )” sacrificio della torpediniera “Castore” assegnando «… Purtroppo le bordate del nemico sono estreal personale imbarcato ben 9 Medaglie al Valor mamente precise anche perché guidate dai radar Militare “alla memoria”, una d’Oro (al Comandante utilizzati per il puntamento sia di cannoni che di Marino Fasan) e 8 d’Argento, nonché 9 Medaglie di mitraglie. La plancia comando è subito raggiunta da Bronzo “sul campo”. un proiettile: il Comandante Fasan è ferito mortalmente e viene subito sostituito al comando dal Antonio Salce Sottotenente di Vascello Mario Carletti. (Nipote dell’Eroe) Contemporaneamente un’altra cannonata arriva a poppa, sfiorando il cannone superiore ma colpendo purtroppo la sala dinamo: così l’impianto elettrico è messo fuori uso e con esso viene meno la possibilità di orientare il proprio fuoco ed effettuare contromanovre. A nulla valgono gli strenui sforzi di meccanici, elettricisti e motoristi per riparare le diverse e numerose avarie a motrici e caldaie. Nonostante questo la “Castore” La torpediniera Castore parte per l’ultima missione si difende come può, sparando con IL NASTRO AZZURRO 23 Ricordo dei Caduti italiani nella Sicilia orientale nel 70° Anniversario dello sbarco alleato del luglio 1943 uella notte d’estate siciliana dalla calura stagnante, frammista a folate di brezza pungente, sarebbe stata l’ultima di snervante attesa per i fanti con le fasce mollettiere alle caviglie ed il moschetto in mano rannicchiati attorno alle mitragliatrici e dentro i fossati tra le dune soffici di Punta delle Formiche, M a r z a m e m i , Calabernardo e Capo Ognina. Quando dal mare scuro la fiumana di uomini dell’VIII Armata britannica di Montgomery, già preceduta da ingenti lanci di paracadutisti ed aliantisti nell’entroterra (assai imprecisi quanto determinanti sotto il profilo psicologico) si sarebbe mossa contro di loro, ben poco avrebbe potuto opporre una così esile prima linea difensiva. Era la notte tra il 9 ed il 10 luglio 1943: l’invasione della Sicilia, tanto temuta, tanto attesa, era iniziata. Gli inglesi prendono terra tra la cuspide della Sicilia orientale e la costa a sud di Siracusa: il XIII Corpo tra Capo Ognina e Calabernardo su un fronte di 34 km; il XXX Corpo tra Marzamemi e Punta Castelluzzo su un fronte di 20 km. Laddove la resistenza di qualche batteria e di gruppi di fanti costieri è più ostinata, lì si accendono gli scontri più duri e si contano i primi morti tra i quali non pochi siciliani. Tra i primi a cadere combattendo è uno di quelli che hanno voluto restare al proprio posto sulla spiaggia di Marzamemi: il Sottotenente Vincenzo Barone, che con la mitraglia e le bombe a mano aveva contrastato sul bagnasciuga, è falciato dalle raffiche degli inglesi della Brigata “Malta”. Cadono i Finanzieri di Portulisse che affrontano i nemici che dai mezzi da sbarco si riversano verso le loro postazioni sulla spiaggia: sono l’indomabile Brigadiere Greco ed i finanzieri Bianca, Giunta e Nuvoletta. Il primo, subito dopo la battaglia, è sepolto dal nemico assieme all’ultimo soldato canadese caduto per conquistare la posizione. I serventi delle batterie costiere della penisola Maddalena di fronte Siracusa non hanno scampo dai coltelli e dalla raffiche dei mitra degli uomini dello Special Raiding Squadron che li hanno travolti d’improvviso, giunti dal mare nella notte buia dopo avere scalato gli alti costoni rocciosi delle postazioni. Più tardi, quando il sole di luglio fiammeggia e sbianca la campagna arsa, al caposaldo di Santa Venerina, vicino Noto, cade un altro giovane ufficiale, il Sottotenente Luigi Adorno, non prima di avere lanciato una bomba a mano contro un automezzo della 151.a Brigata inglese. Più in là, al lido di Avola, uno sconosciuto fante, il mitragliere Giuseppe Borbone, trent’anni, moglie ed un figlio lasciati nella natia Raddusa, tiene in scacco da solo per decine di minuti la colonna meccanizzata nemica che cerca di entrare nella città da quella parte. Q 24 Fanti della Brigata “Napoli” Alla fine quel risoluto difensore non avrebbe avuto scampo, circondato, stanato ed ucciso nella sua posizione. Più in là, nel centro abitato, quattro fanti si difendono ostinatamente sino quando le armi di un anfibio li falcia senza scampo. Altrettanto non avrebbe avuto scampo quel sergente, Cesare Pellegrino, che, dall’altra parte del fronte, al pontile di Gela, rimasto solo dentro una casamatta aveva continuato a sparare contro i Rangers americani che sbarcavano dal mare falcidiandone una trentina: poi, alle prime luci dell’alba, era infine caduto, pugnalato da un energumeno nemico, sotto gli occhi dei civili del lungomare sgomenti. Dove c’è chi resiste si combatte ed in alcuni punti la lotta si fa aspra ed ostinata. Al Ponte di Pietra, sulla via tra Canicattini Bagni e Siracusa, cade alla testa di un manipolo di artiglieri tra i cannoni della sua batteria il Tenente Guido Signorelli, sotto il fuoco dei paracadutisti e dei carri armati. Soltanto dopo un furioso scontro il nemico riesce a superare il caposaldo di Villa Petrosa, dove cadranno numerosi dei fanti difensori, entrando infine a Noto. Sulla via di Siracusa si combatte duramente attorno al Ponte sull’Anapo dove gli inglesi arrivati dal cielo vengono dapprima fermati e soverchiati dai fanti costieri frammisti ad un aliquote di marinai giunti dalla vicina Augusta e dalle prime aliquote della Divisione “Napoli” che raggiungono la linea del fuoco. Poi, i difensori vengono sopraffatti, riuscendo solo in parte a sganciarsi ed arretrare. Su quel ponte cadono tragicamente in un fulmineo ed impari scontro con gli aliantisti inglesi anche due siracusani, il Vice Brigadiere delle Guardie di P.S. Calisto Calcagno ed il coraggioso milite dell’UNPA Nunzio Formisano. Anche nei giorni successivi gli scontri in alcune località sarebbero stati assai cruenti. Si sacrificano quattro piccoli carri R-35 sul rettifilo Solarino-Floridia, l’ultimo dei quali dopo avere attaccato con successo una colonna nemica, con il comandante della sezione Sottotenente Adamo Profico aggrappato alla torretta, veniva fermato infine da un mastodontico Sherman. Si consuma l’epopea nelle contrade appena fuori Solarino del Colonnello Ronco e della colonna del 75° IL NASTRO AZZURRO Rgt. Fanteria della Divisione “Napoli” contraddistinta con il suo nome: luoghi quali Ponte Diddino ed ancor più i combattimenti di Contrada Trigona; l’eroica morte del Sottotenente Santangelo Fulci, catanese, alla testa dei suoi artiglieri, uno per tutti, sono episodi divenuti oramai un’indelebile pagina di storia. Dal cielo, sin dalle prime fasi dello sbarco, interviene anche la Regia Aeronautica, affiancandosi agli aviatori tedeschi, più numerosi ed onnipresenti. Stretti dentro gli abitacoli di pochi ed usurati velivoli, decimati dagli implacabili caccia alleati e dal tiro antiaereo della flotta d’invasione, i nostri piloti decollano dalle strisce costiere calabresi e dalla Puglia per attaccare con coraggio le navi nemiche al largo tra Avola, Siracusa ed Augusta. Cadono in tanti sui loro “Picchiatelli” Ju.87, tedeschi di fabbrica ma con la Croce bianca di Savoia sul timone di coda, sui RE.2002 “Ariete” e G.50 “Freccia”; sui trimotori Cant.Z.1007 “Alcione”, sugli SM.84 ed S.79 “Sparviero”; sui rari e maestosi quadrimotori P.108 che scendono verso la Sicilia dagli aeroporti del centro Italia. Le acque del siracusano sarebbero divenute l’ultima dimora per tanti di questi piloti appartenenti ai “tuffatori”, ai bombardieri, alla caccia: Colonnello Nobili, Capitani Priolo e Corti; Tenenti Canibus, Mirossevich, Vetrano, Tarini, D’Alò; Sottotenenti Bertolucci e Vidulis; Maresciallo Lucifora e tanti altri, caduti come loro o feriti, precipitati e naufraghi in mare, protagonisti di atterraggi di fortuna e miracolosi rientri alle basi lontane. Anche sul mare si lotta e si muore. Vengono affondati in quei giorni dal nemico al largo tra Catania ed Augusta mentre tentato di attaccare le navi della flotta d’invasione, i sommergibili Flutto (con il suo comandante T.V. Caprile e l’intero equipaggio) Nereide ed Ascianghi. Un altro sommergibile, il Bronzo, è catturato dagli inglesi al largo di Siracusa quando viene in superficie, non senza il tributo di sangue tra l’equipaggio con la morte del comandante T.V. Gherardi ed alcuni uomini. Nelle notti scure, al largo della costa orientale della Sicilia, alcune risolute motosiluranti della Regia Marina ridislocatesi da Messina a Giarre, tentano la sortita verso le navi nemiche che affollano le acque antistanti Augusta. Nell’impari scontro contro due cacciatorpediniere nemici, sulla MS 21 devastata dagli incendi ma non affondata e riportata alla base dall’unità sezionarla, muore lo stesso comandante C.C. Castagnacci assieme a gran parte dell’equipaggio. A fronte di tutto questo, la caduta della Piazzaforte di Augusta, rimane una pagina del doloroso capitolo della sconfitta, sulla quale molto inchiostro è stato versato, spesso tuttavia, ingiustamente. Al di là delle reiterate, gravi quanto sbrigative censure derivanti dall’oggettiva assenza di difesa per via dell’autodistruzione del suo imponente sistema di batterie, è però possibile concludere, con meditato esame di quel che accadde, che sotto il profilo tattico la caduta della Piazzaforte sarebbe stata comunque inevitabile quanto ugualmente rapida. Tanti gli elementi da rivedere in proposito. A monte di tutto c’erano un Comando Piazza non sempre in grado di orientarsi e decidere adeguatamente nelle fasi cruciali delle operazioni, e l’ordine preventivo da questo inviato alle batterie (riconfermato peraltro a distanza di poche ore) dalla più che equivoca possibilità di interpretazione, di predisporre cioè il sabotaggio dei pezzi ove non fosse stata possibile la difesa dal nemico. Il contagio dell’autodistruzione finì così per essere incontrollato e progressivamente generalizzato. Le batterie erano inoltre principalmente antiaree (quelle antinave erano in numero inferiore) con la quasi totalità dei pezzi di tipo superato ed in grado di battere comunque soltanto il fronte a mare e non l’entroterra (da dove il grosso delle forze nemiche poi IL NASTRO AZZURRO giunse, eccezion fatta per un modesto sbarco dal mare il 12 luglio di aliquote di Commando). Il personale della DICAT e della MILMART era costituito quasi tutto da attempati richiamati locali e con famiglia, generosi artiglieri ma, di certo, non addestrati ed adeguatamente armati per fronteggiare l’avanzata delle migliori fanterie scozzesi. Le stesse considerazioni valgono più che mai per gli avieri dell’idroscalo, mentre equivaleva ad un suicidio tentare il decollo per gli equipaggi dei lenti, vulnerabili ed oramai assai poco offensivi idrovolanti rimasti in acqua e sugli scivoli; anche i marinai dei servizi della base o sbarcati da unità dipartimentali non potevano ragionevolmente ritenersi una forza combattente su cui contare efficacemente. Anche il presidio di marina tedesco aveva lasciato la base navale, sabotando carburanti e quanto non poteva portarsi dietro, ovviamente senza nulla concordare con l’alleato italiano, aumentando così smarrimento ed indecisioni. In tutti, infine, serpeggiava un senso consolidato di scoramento ed impotenza di fronte ad un nemico oggettivamente dilagante e sempre più forte in mezzi ed uomini, le cui navi riempivano alla vista il mare sottocosta per intere miglia. Di fronte a tutti questi elementi di oggettivo rilievo, la caduta del settore di Augusta può allora certamente essere riletta e compresa con più attenuato senso critico, al di là di ogni generica ed affrettata conclusione sul crollo di una piazzaforte che, forse, tale non poteva perfettamente considerarsi alla luce dei rilievi sopra esposti. Eppure, nella piazzaforte che si è sfaldata, c’è stato chi in quei giorni tra i fanti della “Napoli”, quelli costieri ed i marinai aggregati ai caposaldi, ha pagato con la vita la fedeltà alla Bandiera ed all’uniforme. Così, dopo i fanti che hanno lottato con vigore a Luogo Grande sotto Melilli ed al Ponte Marcellino verso Augusta, le contrade che da Brucoli portano verso Agnone sono il teatro di commoventi sacrifici. Cade sotto il fuoco nemico il 2° Capo Stampanone e resta ferito il parigrado Cangianelli mentre, assieme ad altri marinai, escono allo scoperto dai rovi e dai carrubi delle curve di Arcile attaccando con le bombe a mano i blindati britannici. Il T.V. Ettari muore poco più avanti sullo stesso stradone pugnalato durante uno scontro con paracadutisti inglesi. Sul vicino pianoro di Pietrerosse cinque ragazzi in grigioverde sono annientati dal tiro navale nella buca del loro mortaio con il quale continuavano a sparare verso il nemico che avanzava. A Cozzo Telegrafo, a ridosso di Arcile, lo sparuto stuolo di fanti costieri in ritirata assieme ad un pugno di marinai, tutti animati dal Colonnello Damiano, si arroccano tra le balze della montagnola sagomata dai fortini in calcestruzzo difendendosi per ore, sino all’ultimo, sotto il sole cocente, con le Breda, i “91” e le “Balilla”, prima di arrendersi soltanto dinanzi ai lanciafiamme. Questi e tanti altri furono i Caduti italiani nel siracusano nei giorni dell’invasione, alla cui memoria vennero tributate, così come a tanti sopravvissuti, una messe di Decorazioni al Valor Militare. Oggi nel 70° anniversario della Battaglia di Sicilia, si impone il dovere di non disperdere la memoria e l’importanza di tanti sacrifici. Sfaldati i monocorde luoghi comuni, cari ad affrettati commentatori disinformati o faziosi, che in Sicilia nel 1943 non si combatté e che gli Alleati invasero facilmente l’isola, è necessario che quel che è stato veramente non venga sminuito e che non sia cancellato il sacrificio di quanti, da Soldati, combatterono contro il legittimo avversario, rispondendo soltanto al più puro richiamo del Dovere. Avv. Antonello Forestiere (V. Pres. Fed. Prov.le Siracusa Direttore “Museo della Piazzaforte”- Augusta) 25 MOVM ECCELLENTI: LUIGI IGNAZIO ADORNO ell’ambito dell’operazione di campo di volo, spingendosi poi verso invasione della Sicilia del luglio l’interno. La 231a brigata iniziò una 1943 all’esercito di Montgomarcia veloce di circa 15 miglia verso mery (4 divisioni, 1 brigata indipennord per unirsi al XIII corpo a Noto, dente e 1 unità di commando) fu risermentre la 5a divisione britannica vato il compito di sbarcare su cinque “Northumbria” attaccò con successo spiagge del golfo di Noto e intorno alla le spiagge a nord di Avola, il cui centro penisola di Pachino per un fronte di abitato venne conquistato alle ore 12 circa 160 km: obiettivo occupare dopo aver vinto la resistenza del 374° Siracusa e Augusta, conquistare i battaglione costiero al Lido di Avola, campi di volo orientali e avanzare Villa di Noto e Serra la Guardia. rapidamente su Catania e Messina. Il 230° battaglione del magg. La difesa dell’area costiera da Giovanni Elena dopo aver contrattacpunta Braccetto (nei pressi di S. Croce cato nella zona tra Avola e Noto Camerina) a Capo Ognina (vicino subendo dolorose perdite, si spostò ad Siracusa), venne assegnata alla 206a ovest dove raggiunse la divisione Divisione costiera (con comando a Livorno, ma purtroppo il maggiore e i Luigi Ignazio Adorno Modica), di cui faceva parte la 18a brisuperstiti finirono arsi vivi dai lanciagata costiera, dislocata fra Licata e fiamme nemici. Siracusa, impiegata nella difesa della costa meridioCon sede ad Avola, alle dipendenze della 206a nale della Sicilia, al comando del generale netino divisione vi era la compagnia autonoma del 4° ragOrazio Mariscalco. Si trattava di formazioni il cui gruppamento fanteria; vi era schierato anche il compito doveva essere quello di attutire l’urto iniziaGruppo Mobile F, comandato dal magg. Umberto Fontemaggi. le dell’attacco alleato per consentire poi alle truppe di fanteria di respingere gli invasori. Esse erano però La “leggenda” che parla di una resistenza blanda formate da uomini con un’età media abbastanza alta, e quasi inesistente opposta da parte dei soldati italiain gran parte sposati, guidati in genere da ufficiali ni nei confronti delle forze alleate, specie nella zona della riserva, e dotati di un armamento obsoleto e sud orientale della Sicilia, è smentita dal fatto che spesso inadeguato. nell’isola vi fu una reale resistenza confermata da ben La mattina del 10 luglio 1943 il nemico sbarcava su 38 giorni di lotta (i vertici militari alleati prevedevano tutti e tre i lati della penisola di Pachino: la 231a briuna conquista del territorio siciliano in pochi giorni). gata fanteria “Malta” sulla costa orientale con il comFra gli episodi di estremo coraggio e di eroismo, volupito di proteggere il fianco destro del corpo d’armata, tamente sminuiti e spesso dimenticati, va annoverato la 51a divisione fanteria scozzese “Highland” sulle quello del S. Ten. Luigi Adorno. Nato a Noto il 17 agosto 1917 in una famiglia di vive spiagge intorno alla punta sud e la 1a divisione canatradizione militari: il padre Giacomo (che lo vide per la dese nella baia ad est della punta, il 40° e il 41° comprima volta solo un anno dopo la sua nascita) aveva mando dei Royal Marines, facenti parte della 1a brigacombattuto sul Carso col grado di Tenente, mentre lo ta servizio speciale, a punta Castellazzo. La 1a e la 2a zio, il Col. Gigi Muré, era stato Decorato di M.A.V.M. brigata canadese, assieme al 40° e al 41° commando, sempre durante la Grande Guerra. Luigi, educato al conquistarono rapidamente Pachino e alle ore 9 il suo culto della Patria, conseguita la maturità classica presso il LiceoGinnasio "Antonio Di Rudinì" di Noto, si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Catania con l'intenzione di intraprendere la professione forense sulle orme del nonno materno e del padre, ma non fece in tempo a completare gli studi e a laurearsi per le esigenze belliche. Frequentato il Corso di Allievo Ufficiale, venne assegnato al 6° Reggimento Fanteria. Successivamente, in forza al 374° Battaglione del 146° Reggimento fanteria costiero (206a Divisione costiera), fu assegnato al posto di blocco n. 458 di S. Venerina, nei dintorni di Avola, al comando di 22 uomini. N Le truppe inglesi avanzano in Sicilia 26 IL NASTRO AZZURRO MEDAGLIA D'ORO AL VALOR MILITARE (ALLA MEMORIA) AL S.TEN. LUIGI IGNAZIO ADORNO “Comandante di un posto di blocco costiero, benché circondato per varie ore da preponderanti nuclei di paracadutisti ed attaccato dopo da colonne nemiche, fedele alla consegna di resistere sino all'ultimo, combatté strenuamente senza lasciarsi sgomentare dalle gravi perdite del plotone, infliggendone assai gravi al nemico, finché più volte colpito mortalmente, cadde al grido di "Viva l'Italia", immolando la sua giovane vita.” Sicilia, Luglio 1943 Nella notte precedente il 10 luglio il S. Ten. Adorno ricevette un fonogramma dal Magg. Fontamaggi che gli imponeva una resistenza ad oltranza (e si sa bene che per "resistenza ad oltranza" si intendeva inevitabilmente fino alla fine...), mentre paracadutisti nemici cominciavano a scendere nei pressi di Avola e un inferno di fuoco si scatenava sulla cittadina siciliana. Nonostante ci si rendesse conto della soverchiante forza nemica, il giovane ufficiale fermo nei suoi principi, pur vedendo cadere uno dopo l'altro i suoi uomini nell'eroica resistenza, mantenne la sua posizione in un atto eroico estremo, nel tentativo di fermare l'avanzata delle truppe da sbarco alleate. Ferito mortalmente, resistette all'attacco con la pistola in mano, mentre con una mano si teneva il petto sanguinante, come racconterà un suo fante, Corrado Rametta, del posto di blocco di Santa Venerina. Il cappellano del 146° Reggimento costiero, autorizzato dagli inglesi a seppellire i caduti, contò 105 salme inglesi e nell’interno del caposaldo 14 salme di italiani, poco più della metà del presidio: queste cifre fanno comprendere come dovette essere aspra la resistenza dei nostri fanti e incessante l’attacco del nemico. Grande sarà il lutto nella famiglia Adorno, che perdeva l’unico figlio, e il Prof. Giuseppe Lombardo ricordò “la solenne manifestazione di simpatia e di cordoglio” che le Autorità Alleate e la Cittadinanza tutta resero a questo eroico figlio di Noto accompagnandone la salma all'ultima dimora nella tomba di famiglia, costruita per i nonni materni Muré Ruiz. Il 15 aprile 1947 il Capo provvisorio dello Stato con suo decreto conferì all'Adorno la Medaglia d'Oro al Valor Militare (alla memoria). Quella conferita all’Adorno costituì la seconda IN MEMORIA DELLA MEDAGLIA D'ORO ADORNO LUIGI IGNAZIO DI GIACOMO SOTTOTENENTE 146 REGGIMENTO COSTIERO NOTO ALLO EROICO FIGLIO FOLGORATO DI GLORIA ________ QUALE COMANDANTE DI UN POSTO DI BLOCCO BENCHÉ CIRCONDATO PER VARIE ORE DA PREPONDERANTI NUCLEI NEMICI COMBATTÉ STRENUAMENTE FINCHÉ PIÚ VOLTE COLPITO IL X VII MCMXLIII CADDE AL GRIDO DI "VIVA L'ITALIA" IMMOLANDO LA SUA GIOVANE VITA. _______ IV XII MCMXLIX IL NASTRO AZZURRO Massima Decorazione al Valor Militare concessa ad un giovane figlio di Noto nel corso del secondo conflitto mondiale, dopo quella ottenuta dal giovane Av. Sc. Fot. Francesco Maiore a seguito dell’eroica azione aerea condotta otto mesi prima sui cieli dell’Algeria. In occasione della cerimonia di conferimento della Medaglia d’Oro concessa alla memoria dell’Adorno, preannunciata alla cittadinanza dal Sindaco Avv. Corrado Sallicano con un pubblico manifesto e svoltasi domenica 4 dicembre 1949 in piazza Municipio, vennero consegnate pure la Medaglia di Bronzo al netino Ten. Col. Cav. Salvatore Dejean, e la Medaglia d’Argento al Gen. Oreste De Litala da Siracusa. Per Adorno, su deliberazione della giunta comunale della città al fine di onorare e perpetuare la memoria del giovane Caduto con un segno tangibile di riconoscenza e di gratitudine, venne scoperta una lapide collocata sotto gli archi del palazzo municipale a sinistra dell’ingresso, recante il testo redatto dal Cav. Domenico Russo, Bibliotecario della Biblioteca comunale di Noto (vds. riquadro in basso - ndr). Quella mattina un'atmosfera densa di ricordi faceva vibrare i cuori: furono le note della “Canzone del Piave” a chiamare a raccolta la cittadinanza. Risposero all'invito le autorità civili, religiose e militari di Noto e Siracusa, nonchè associazioni combattentistiche e rappresentanze scolastiche con bandiere e labari sociali, tutte schierate nella piazza assieme agli istituti di istruzione e di educazione al completo. Un numeroso pubblico gremiva la scalea della Cattedrale. Un religioso silenzio tratteneva gli animi dei presenti e le lacrime rigavano il volto di quanti avevano perduto i loro cari in guerra. Dopo il rito di benedizione della lapide officiato dal Vescovo Calabretta e un breve intervento del Sindaco, il Col. Morattini diede lettura dei decreti di conferimento, consegnando le decorazioni al Dejean e al De Litala. La Medaglia d’Oro dell’Adorno, invece, venne appuntata al petto della sorella Carmela Adorno in Perricone, per volere del padre, l’avv. Giacomo, che presenziava alla cerimonia. Il prof. Francesco Toscano, in qualità di oratore ufficiale, con un linguaggio altamente poetico rievocò la figura dell’eroe, suo allievo, esaltandone le virtù e il sacrificio spogliato da ogni materialità e temporalità per assurgere ad eterno motivo di gloria. Subito dopo, un corteo, al suono dell’inno di Mameli, si portò al monumento ai Caduti per deporre una corona di fiori. Una compagnia di fanteria, giunta da Siracusa, rese gli onori militari. L'Università degli Studi di Catania conferì all'Adorno la laurea in Giurisprudenza honoris causa. Cav. uff. Francesco Maiore (Presidente della Sezione di Noto) 27 IL 25 LUGLIO gli italiani di difendere ad otto l'incalzare di ogni costo l'unità, l'indipeneventi negativi come la denza, la libertà della perdita definitiva del Patria, i frutti dei sacrifici e nord Africa, lo sbarco alleadegli sforzi di quattro geneto in Sicilia, il bombardarazioni dal Risorgimento ad mento del quartiere di San oggi, la vita e l'avvenire del Lorenzo a Roma, Benito popolo italiano; affermata Mussolini convocò il Gran la necessità dell'unione Consiglio del fascismo. La morale e materiale di tutti decisione, sollecitata dai gli italiani in quest'ora collaboratori di governo più grave e decisiva per i destistretti e, egli riteneva, più ni della Nazione; dichiara fidati, si rivelò un tremendo che a tale scopo è necessaboomerang per il Duce, rio l'immediato ripristino di messo in minoranza e tutte le funzioni statali, costretto a presentare le attribuendo alla Corona, al dimissioni al Re che nominò Gran Consiglio, al Governo, capo del governo il generaal Parlamento, alle le Pietro Badoglio. Corporazioni i compiti e le L'Italia venne a sapere responsabilità stabilite della caduta di Mussolini dalle nostre leggi statutarie dopo che i giornali spagnoli e costituzionali; invita il e svizzeri avevano ricevuto Capo del Governo a pregare un comunicato reso noto da la Maestà del Re, verso la Dino Grandi, triumviro del quale si rivolge fedele e Fascismo e Presidente fiducioso il cuore di tutta la della Camera dei Fasci e Nazione, affinché egli delle Corporazioni, direttaDino Grandi voglia, per l'onore e per la mente agli ambasciatori dei salvezza della Patria, assudue paesi. Il testo è questo: mere con l'effettivo coman"Il 24 luglio 1943 si è riudo delle Forze Armate di terra, di mare e dell'aria, nito a Palazzo Venezia il Gran Consiglio del secondo l'articolo 5 dello Statuto del Regno, quelFascismo, che non era stato più convocato dal 7 la suprema iniziativa di decisione che le nostre dicembre 1939, cioè da prima dell'entrata in gueristituzioni a lui attribuiscono e che sono sempre ra dell'Italia. Erano presenti: Mussolini, De Bono, state in tutta la nostra storia nazionale il retaggio De Vecchi, Suardo, Grandi, Sforza, De Marsico, glorioso della nostra Augusta Dinastia di Savoia». Acerbo, Biggini, Pareschi, Gianotti, Polverelli, Il Presidente della Camera, Grandi, domandava Federzoni, Triogali-Casanova, Balella, Frattari, sull'ordine del giorno la votazione per appello Gottardi, Bignardi, De Stefani, Rassoni, Bottai, nominale. Farinacci, Marinelli, Alfieri, Ciano, Buffarini, Un secondo ordine del giorno era successivaAlbini, Galbiati, Bastianini. mente presentato dal Segretario del Partito, Carlo All'inizio della riunione, che è cominciata alle Scorza, ed un terzo ordine del giorno da Roberto ore 17, il Capo del Governo ha fatto una relazione Farinacci. sulla situazione politica e militare. Dopo di che il La discussione che ha seguito è durata ininterpresidente della Camera, Grandi, ha presentato rottamente dieci ore, cioè fino alle ore tre antimeed illustrato il seguente ordine del giorno che porridiane del 25 luglio. Alla fine di essa l'ordine del tava, oltre la firma di Grandi, quelle di Federzoni, giorno presentato da Grandi ha avuto 19 voti favoDe Bono, De Vecchi, De Marsico, Acerbo, Pareschi, revoli, contrari 7, ed uno astenuto". Cianetti, Ciano, Bottai, Balella, Gottardi, Bignardi, De Stefani, Rossoni, Marinelli, Alfieri, Albini, Il testo dell'ordine del giorno approvato dal Bastianini: Gran Consiglio è molto vago e sarebbe di difficile «II Gran Consiglio, riunendosi in questi giorni di interpretazione se non ci fossero i comunicati del supremo cimento, volge innanzi tutto il suo pen25 sera sulle dimissioni di Mussolini (non ancora siero agli eroici combattenti d'ogni arma, che, sull'arresto) e sull'incarico a Badoglio di guidare fianco a fianco con la fiera gente di Sicilia, in cui un nuovo governo. Ma è soprattutto un testo che più alta risplende l'univoca fede del popolo italiamanca di molti punti importanti che caratterizzano, rinnovano le nobili tradizioni di strenuo valore vano la versione che Grandi aveva progettato e in ed indomito spirito di sacrificio delle nostre gloun primo tempo discusso con i camerati a lui più riose Forze Armate. Esaminata la situazione vicini. In quel testo si diceva che il Capo del interna ed internazionale e la condotta politica e Governo doveva esercitare le funzioni nei limiti fismilitare della guerra, proclama il dovere per tutti sati dallo Statuto e date a tutti i partiti e che dove- S 28 IL NASTRO AZZURRO sono avere fiducia in lui". Grandi ha dato dei buoni vano essere garantite a tutti i cittadini indistintamente la loro uguaglianza di diritti e di doveri di nomi anche per la composizione del governo: fronte alla legge. Alberto Pirelli, l'industriale, agli esteri (è persona È questa l'intenzione di Badoglio, dei militari e stimata da inglesi e americani) e poi, fra gli altri, del re? Il nuovo governo si riunì il giorno 27 per la Alcide De Gasperi, Paolo Cappa, Luigi Gasparotto, prima volta nel palazzo del Viminale. Diciassette Giuseppe Paratore, personaggi, insomma, non ministri, nessun politico o rappresentante dell'ancompromessi col fascismo. tifascismo; tutti tecnici, burocrati e militari; tutti, I militari, e il re con loro, hanno invece altre ovviamente, con la tessera del Partito Fascista. idee: il loro obiettivo è di tenere in mano il potere Ministro degli esteri era Raffaele Guariglia, ambae tirare avanti il più possibile senza problemi di sciatore in Turchia arriverà a Roma due giorni democrazia; chiedere la pace agli Alleati e salvare dopo, il 29. Agli interni era Bruno Fornaciari, già la monarchia. Badoglio vuole fare tutto da sé; prefetto di Trieste e poi di Milano. Alla giustizia anche il suo consiglio dei ministri si riunirà una Gaetano Azzariti, un magistrato, già Direttore seconda volta il 5 agosto, e poi mai più. Generale dello stesso ministero. Alle finanze Nella sua prima riunione del 27 luglio il goverDomenico Bartolini, Provveditore Generale dello no ha deliberato lo scioglimento del partito fascistato, agli scambi e valute Giovanni Acanfora, sta e della “Camera dei Fasci e delle Corporazioni” Direttore Generale della Banca d'Italia. Alle corpoe la soppressione del “Gran Consiglio del fascirazioni, un istituto voluto da Mussolini, Leopoldo smo” e dei tribunali speciali. Tutte decisioni ovvie Piccardi, Consigliere di Stato. All'educazione (ma non ancora è decisa l'abrogazione delle leggi nazionale Leonardo Severi, docente universitario, razziali); meno ovvio, ma significativo, è il seguito, già Direttore Generale dello stesso ministero. Ai cioè il divieto di costituire associazioni politiche, lavori pubblici Domenico Romano, Capo Gabinetto cioè i partiti, e addirittura di portare una qualsiasi del suo predecessore fascista. Alla cultura popoinsegna politica di partito all'occhiello della giaclare (il famigerato "Minculpop") Guido Rocco, dal ca. 1936 Direttore della Stampa Estera allo stesso Già il giorno prima un telegramma è stato indiministero. All'agricoltura Alessandro Brizi, già rizzato ai prefetti dal Ministero degli Interni: i loro Capo Gabinetto del ministro fascista Acerbo. Alla poteri sono demandati alle autorità militari, alle Guerra, alla marina e all'aviazione tre militari: il quali viene impartito l'ordine di "considerare i generale Antonio Sorice, l'ammiraglio Raffaele De dimostranti come ribelli" e di far "sparare contro Courten e il generale Renato Sandalli. Alle colonie di loro senza preavviso"; sono proibite le riunioni e Africa italiana (che non ci sono più) il generale di più di tre persone, sono considerati decaduti Melchiade Gabba. Un altro generale, Federico tutti i permessi di porto d'arme, i portoni delle Amoroso, alle comunicazioni e un altro, Carlo case devono essere tenuti aperti e illuminati giorFavagrossa, lo stesso dell'ultimo governo no e notte. Mussolini, alla produzione Una circolare, che viene bellica. Capo della Polizia attribuita al Capo di Stato viene nominato Carmine Maggiore dell'Esercito, Senise; era Capo della vieta gli assembramenti e Polizia fino a tre mesi le dimostrazioni e impartiprima, con Mussolini quansce disposizioni draconiane do, il 14 aprile, è stato cacsulle tecniche da utilizzare ciato con l'accusa di non per disperdere eventuali aver represso col dovuto trasgressori: nessuna limirigore gli scioperi di marzo tazione nell'uso delle armi, a Torino e a Milano. anche pesanti. Anche su tutto questo La gravità di queste Dino Grandi non è d'accordisposizioni la si vedrà do. Alla guida del governo subito il giorno 28 a Bari, ha suggerito, nel colloquio nell'episodio che forse è il col duca Acquarone la notte più pesante di quel periodo, tra il 25 e il 26, il generale anche per le personalità Caviglia, che contribuì al coinvolte. successo di Vittorio Veneto Un centinaio di giovani alla fine della prima guerra dimostranti si scontrano, in mondiale e mise fine nel piazza Umberto, con un 1920 all'impresa dannunreparto del 9° Reggimento ziana di Fiume. "Badoglio" Autieri. Improvvisamente si senha detto Dino Grandi "è tono alcuni colpi di pistola. stato per quasi vent'anni il La sparatoria durò pochi capo di stato maggiore di minuti. Sul selciato una Mussolini. Lo era quando sessantina di corpi: cinque i Mussolini ha dichiarato morti. guerra all'Inghilterra e alla Francia. Gli alleati non posPietro Badoglio IL NASTRO AZZURRO 29 La Polizia nell’alluvione del Polesine alluvione del Polesine del novembre 1951 fu causata dall’esondazione del Po e colpì parte del territorio delle provincie di Rovigo e di Venezia, causando 84 vittime e oltre 184.000 senzatetto, oltre ad ingentissimi danni a 100.000 ettari di territorio, prevalentemente adibito ad agricoltura e allevamento. Nelle due settimane precedenti l’inondazione si verificarono intensissime ed ininterrotte piogge su ampie parti del bacino imbrifero del Po, sia nel lato appenninico che alpino. Il 12, 13 e 14 novembre avvenne il maggior carico idraulico del fiume che, nel tratto della provincia di Rovigo, nonostante i preventivi ed immediati interventi delle popolazioni rivierasche per realizzare dei rialzi arginali, la sera del 14 tracimò l’argine sinistro a Canaro e Occhiobello. Le acque esondate furono impedite per più settimane nello sfogo verso l’Adriatico dalle opere artificiali (canali, rialzi, argini, strade ferrate e rotabili...) e depositarono sui terreni agricoli strati di poco fertili sedimenti sabbiosi o limosi, compromettendone la fertilità. Di conseguenza, negli anni successivi, la quasi totale distruzione delle attività produttive e le compromesse condizioni del terreno comportò l’ab- L’ La copertina del periodico istituzionale della P.S. del novembre 1951 30 bandono di circa il 20% della popolazione residente. In assenza di un’Istituzione statale con specifici compiti di protezione civile, il soccorso alle popolazioni colpite da calamità, disastri ed eventi naturali era garantito dai Corpi statali: Vigili del Fuoco, Forze dell’Ordine, Forze Armate e Croce Rossa Italiana. L’intervento delle Guardie di Pubblica Sicurezza fu: tempestivo, generoso ed efficace. Appena tracimato il fiume, i Reparti dislocati sul territorio colpito, preventivamente allertati, intervennero nel cuore della notte, sostenuti successivamente da altri numerosi Reparti di P.S. provenienti anche da altre regioni. Complessivamente giunsero nelle aree alluvionate 7.580 tra guardie, sottufficiali e ufficiali, 587 automezzi e 347 motomezzi. Le Autorità di P.S. trovarono in quei poliziotti una forza tenace ed efficace per il soccorso e l’assistenza ai sinistrati, che furono immediatamente evacuati in aree sicure e, successivamente, nei campi di assistenza della Croce Rossa. Le Guardie salvarono o sfollarono 25.000 persone, 11.922 capi di bestiame, 30.478 quintali di masserizie, distribuirono 42.500 razioni di viveri, recuperarono oltre 60.000 quintali di zucchero, grano e masserizie, 122 macchine agricole, e dislocarono 35.000 sacchi di terra per l’arginatura delle sponde del Po e dei suoi canali. L’attività dei poliziotti fu generosa e infaticabile. Scortarono bestiame, istituirono posti di pronto soccorso, piantonarono magazzini e centri abitati abbandonati, stesero chilometri di linee telefoniche, impiantarono stazioni radio per le comunicazioni tra i paesi isolati e irraggiungibili via terra. Furono evitati disordini e atti di sciacallaggio, fu possibile il recupero di numerose salme. Laddove mancarono i mezzi anfibi o altre attrezzature adatte, i poliziotti affrontarono le difficoltà con generosità e altruismo, esponendosi anche a gravi rischi personali al limite delle umane e materiali risorse e possibilità. Per l’opera della Polizia nel Polesine, con Decreto del 5 maggio 1953, la Bandiera del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza fu insignita della Medaglia d’Oro al Valor Civile. Nel dopoguerra si ebbe una recrudescenza degli interventi repressivi della Polizia, spesso chiamata a contrastare tumulti nelle piazze agitate da fermenti politici e da disastrose condizioni economiche di larga parte della popolazione. Seppur dettati dalle necessità del momento, tra i quali contrastare alcune spinte sovversive che minacciavano la neonata Repubblica, quegli interventi adombrarono la considerazione pubblica dell’Istituzione che, in breve, dovette elaborare una nuova immagine pubblica aderente al reale potenziale di umanità e disponibilità dei suoi uomini nel servire lo Stato e i cittadini in difficoltà. In tal senso, il più alto riconoscimento alla Bandiera conferito per l’intervento nel Polesine dà continuità storica all’azione di soccorso pubblico, compito preminente della Polizia italiana, già riconosciuta con le prime due Medaglie d’Oro IL NASTRO AZZURRO al Corpo, guadagnate rispettivamente per l’enorme contributo offerto dal Corpo delle Guardie di Città nel 1908 per il sisma Calabro siculo e nel 1915 per quello della Marsica. Quelle due Decorazioni inaugurano un lungo elenco di riconoscimenti alla Bandiera della Polizia italiana per altrettanti interventi di soccorso pubbli- co, suggellati dalle numerosissime Decorazioni individuali che brillano al petto di moltissimi poliziotti. Sovrintendente Fabio Ruffini Sostituito commissario Giulio Quintavalli (Ufficio Storico della Polizia di Stato) LE CARTOLINE POSTALI I vertici della Pubblica Sicurezza intesero rappresentare pubblicamente la Medaglia d’Oro alla Bandiera del Corpo con una tempera di Vittorio Pisani, noto illustratore de “La Tribuna Illustrata” e di Corpi dello Stato. La memoria iconografica e artistica dei fatti del Polesine fu affidata alla grande sensibilità artistica del Pisani che vantò una collaborazione decennale con la Polizia. L’autore, infatti, realizzò alcuni quadri e numerose tempere celebrative. Molti di questi soggetti furono stampati in formato cartolina postale per le esigenze di comunicazione dei singoli appartenenti e in formati più grandi per arredare gli Uffici e le Caserme del Corpo. IMMAGINE: Polesine1951-1 In particolare, della cartolina celebrativa i fatti del Polesine, edita dalla Editrice Universale di B.M.C. – Roma, colpisce la forza espressiva dell’autore nel conferire dinamismo all’immagine contrapponendo il virtuosismo delle Guardie di P.S. alla staticità dei soggetti soccorsi: donne, anziane, bambini, suore. Nel retro: “L’ardita e generosa opera di soccorso del Corpo delle Guardie di P.S. durante l’alluvione del Polesine (novembre-dicembre 1951)”. IMMAGINE: Polesine1951-2 Di diversa fattura grafica ed intensità espressiva questa seconda cartolina di autore ignoto, edita dalla Organizzazione Gallo – Roma, in cui si evidenzia la generosità e la solidarietà dei poliziotti mentre soccorrono donne, bambini, anziani, e portano al sicuro i loro beni. Nel retro della cartolina il fregio del Corpo che sormonta una legenda con scritto “Sub Lege Libertas”, il motto della Polizia, e la motivazione della Medaglia d’oro al Valor Civile – “In occasione delle alluvioni verificatesi nel Polesine e nelle altre zone dell’Italia settentrionale, il Corpo delle Guardie di P.S., confermando le sue tradizioni di valore e abnegazione, si prodigava, fino all’estremo delle proprie possibilità, nell’ardua e complessa opera di soccorso alle popolazioni colpite. Ufficiali, sottufficiali e guardie, animati da un elevato sentimento di umana solidarietà,e di generoso altruismo, affrontavano, ovunque presenti in nobile ed ardimentosa gara, situazioni di estremo pericolo e riuscivano a trarre in salvo migliaia di persone ed a recuperare ingenti quantitativi di materiale e di bestiame. Per tale comportamento dei suoi gregari, il Corpo suscitava la meritata riconoscenza della popolazione e la unanime gratitudine del Paese. (Polesine, novembre-dicembre 1951)” IMMAGINE: Polesine1951-3 Di autore ignoto questa ulteriore cartolina postale della Editrice Universale di B.M.C. – Roma che riproduce la Bandiera con le decorazioni concesse fino a quel momento. Nel retro, il fregio del Corpo, “Corpo delle Guardie di P.S. – Sub Lege Libertas ”e un prospetto riepilogativo delle stesse Decorazioni: “5 giugno 1910 – Medaglia d’oro di benemerenza per l’opera prestata in occasione del terremoto calabro-siculo. 8 Marzo 1917 - Medaglia d’oro di benemerenza per l’opera prestata in occasione del terremoto di Avezzano. 4 aprile 1949 – medaglia di Bronzo al V.M. (2^ guerra mondiale). 8 maggio 1953 – Medaglia d’oro al V.C per l’opera prestata in occasione dell’alluvione del Polesine” IL NASTRO AZZURRO 31 sotto di noi l’oceano 80 anni fa la trasvolata del nord atlantico ra i più significativi raid aeronautici degli anni venti e trenta, sono da annoverare le due trasvolate atlantiche di massa condotte da Italo Balbo. La seconda ed ultima di tali imprese, denominata "Crociera del Decennale" per celebrare i dieci anni dell'istituzione della Regia Aeronautica come Forza Armata autonoma, vide protagonisti venticinque Savoia Marchetti S.55 X che, decollando dall'idroscalo di Orbetello, attraversarono l’Oceano Atlantico settentrionale alla volta di Chicago e New-York. Mai prima era stata tentata una traversata con una formazione così imponente. Da allora sono trascorsi ottant’anni. L’S.55 X era un idrovolante con doppio scafo parallelo unito superiormente da una grande ala, sopra la quale erano installati in tandem due motori Isotta Fraschini Asso 750 da 930 CV dotati di elica tripala a passo variabile. La struttura, interamente in legno, era rivestita con tela e successivamente impermeabilizzata. Dopo la crociera del Mediterraneo occidentale del 1928 e quella della parte orientale del 1929, Italo Balbo, cogliendo l'occasione della consegna di dodici S.55 al Brasile, che li aveva acquistati, aveva condotto la prima crociera atlantica sorvolandone l'area meridionale nel 1930-31. Dopo questa impresa, si apprestò ad una ben più grande crociera, quella dell’Oceano Atlantico settentrionale. L’impresa venne preparata meticolosamente e il 1° luglio 1933 alle ore 05.00 decollarono dalla laguna di Orbetello venticinque S.55X con a bordo quattro persone di equipaggio per ciascuno. In totale, saranno cento uomini a traversare l’Oceano, da qui il titolo del libro scritto da Italo Balbo, “La Centuria Alata“. Traversando T 32 l’Europa e le Alpi nello stesso giorno, raggiunsero Amsterdam dove, purtroppo, si registrò un incidente con il cappottamento di un aereo in ammaraggio e la perdita di un membro dell’equipaggio. La seconda tappa li portò in Inghilterra, a Londonderry e la terza in Islanda, a Reykjavik. A supporto della trasvolata furono impegnate molte navi appoggio che effettuavano anche rilevamenti meteorologici che non si dimostrarono favorevoli per diverso tempo. Dopo alcuni giorni e nella speranza che il tempo migliorasse, i trasvolatori fecero i preparativi per decollare verso il continente Americano e il 12 luglio, nonostante le non ottimali condizioni climatiche, i ventiquattro aerei decollarono verso Cartwright nel Labrador. Per dodici ore volarono tra nubi, piovaschi e nebbia, senza mai vedere l’Oceano, ancora una volta dovettero fare ricorso alla strumentazione e all’esperienza. In alcuni momenti, sembrava loro che il mare fosse a pochi metri, in altri addirittura che vi fossero entrati. Nessun guasto funestò la traversata: giungendo in vista delle coste del Labrador tirarono un sospiro di sollievo e dopo poco ammararono a Cartwright. Avevano raggiunto il Canada! Le tappe successive furono Shediac e Montreal, poi i ventiquattro S.55X raggiunsero gli Stati Uniti d'America, ammarando nel lago Michigan a Chicago: era il 15 luglio e fu un grande trionfo per la giovane Aeronautica Italiana. Molti furono i festeggiamenti e, per l’occasione, fu inaugurata la Balbo Avenue e fu eretta una colonna romana in memoria di Cristoforo Colombo. L'ultima tappa del viaggio vide gli S.55 ammarare nella rada di New-York uno dopo l’altro. Anche IL NASTRO AZZURRO in questa città, l’impresa dei trasvolatori atlantici ebbe grande risalto. In quel periodo i rapporti diplomatici con l’Italia erano ottimi e Roosevelt invitò Balbo come ospite d’onore alla Casa Bianca. Dopo la deposizione di una corona al monumento del Milite Ignoto Americano ad Arlington, il 21 luglio, la città di New York festeggia i trasvolatori con un'imponente parata. Il 26 luglio la "Centuria" riprende la via del ritorno, decollando per Shediac e da lì per Shoal Harbour. Attesero a lungo che le condizioni meteo migliorassero e finalmente l’8 agosto i ventiquattro S.55 decollarono alla volta delle isole Azzorre. Dopo circa dieci ore di volo ininterrotto le raggiunsero e, divisi in gruppi, ammararono in varie località. La sosta fu breve, una sola notte e al mattino nuovamente pronti per la partenza. Il decollo fu particolarmente difficile a causa delle onde lunghe oceaniche e forse fu quella la causa del cappottamento dell’idrovolante I-RANI in cui trovò la morte il tenete Squaglia. La zona si cosparse di detriti galleggianti e benzina, e gli ultimi tre velivoli dovettero attende diverse ore prima che la zona fosse sgombrata, per poter decollare. La tappa si concluse a Lisbona dove i primi 20 aerei furono raggiunti dagli ultimi tre dopo qualche ora. La cerimonia di benvenuto a Lisbona si svolse sotto il segno del lutto per il Caduto ma fu anche l'occasione per Decorare i piloti con l'aquila dotata della “A” di Atlantici, mentre al rimanente personale degli equipaggi di volo, marconista e motorista, venne consegnato lo stemma con la “ A” senza ali d'aquila. Fu deciso di saltare la tappa in Francia e di dirigere direttamente per Roma e, il 12 agosto alle ore 07.00, i ventitré aerei decollarono. La formazione sorvolò a metà giornata, prima le Baleari e poi la Sardegna. I primi S.55X avvistarono la costa Laziale verso le 17 e, dopo averla raggiunta, rimasero in circolo su di essa in attesa che la formazione si completasse. Appena i ventitré idrovolanti furono riuniti, sorvolarono il Tevere e ammararono in parata all’idroscalo di Ostia. Si era concluso il più grande raid che la storia ricordasse, percorrendo circa 20.000 Km in quasi 100 ore di volo. Tutto questo fu reso possibile grazie alla grande capacità ed esperienza accumulata da Balbo e dai suoi equipaggi nel corso delle precedenti tre Crociere Aeree di massa. La meticolosa preparazione, l'addestramento estremo e la grande determinazione di quei formidabili trasvolatori comunque non sarebbe bastato per condurre a termine con successo l'impresa se non vi fosse stata la grande capacità organizzativa e la lungimirante mentalità di Italo Balbo a gestirla. Egli, conoscendo bene le insidie del volo senza visibilità, aveva ordinato lo schieramento di numerose navi appoggio lungo la rotta atlantica col compito di fornire rilievi meteorologici e IL NASTRO AZZURRO rilevamenti radiogoniometrici ai velivoli, affinché potessero condurre con la dovuta sicurezza e con l'adeguata accuratezza il loro volo. Un'esperienza di così vasta portata non poteva andare dispersa dopo l'epopea delle trasvolate, ormai necessariamente conclusa. Sicché, Italo Balbo decise l'istituzione della "Scuola di Volo senza Visibilità", con base sull’idroscalo di Orbetello. In questa scuola si tennero i primi corsi tesi ad insegnare ai piloti dell'intera Regia Aeronautica le tecniche per mantenere l'assetto e i parametri corretti di volo col solo ausilio degli strumenti utilizzando attrezzature innovative per l’epoca, come l’orizzonte artificiale, il girodirezionale, il radiogoniometro e le comunicazioni radiotelegrafiche in codice "Morse". Queste tecniche, nei due anni di attività della "Scuola di Volo", vennero trasmesse ai piloti esperti di tutti i reparti della Regia Aeronautica, i quali, tornati ai rispettivi Gruppi di Volo, le insegnavano a loro volta agli altri colleghi. Dopo due anni di attività della “Scuola VSV”, Italo Balbo si trovò di nuovo di fronte al dilemma di cosa fare di questo reparto che raccoglieva un'esperienza di primissimo ordine e però aveva completamente assolto alla sua funzione. La decisione fu di trasformarlo in un reparto operativo e nacque così il 31° Stormo "Bombardamento marittimo", che fu anche il primo reparto italiano ad entrare in azione nella seconda guerra mondiale, la sera stessa del 10 giugno 1940 con un bombardamento notturno sul porto di Ajaccio. Italo Balbo, a seguito delle imprese atlantiche, aveva acquisito una popolarità ed un apprezzamento tali da divenire involontariamente il rivale di Mussolini. Sebbene, in realtà Balbo non aspirasse assolutamente a soppiantare il "Duce", quest'ultimo, dando corpo ai suoi timori, decise di allontanarlo dal governo assegnandogli l’incarico di "Governatore della Libia". Italo Balbo non smise mai di volare ma la sua grande passione per il volo gli fu fatale. Dopo pochi gironi dall'inizio della seconda guerra mondiale, rientrando a Tobruk da una missione di bombardamento da lui condotta personalmente, ai comandi del velivolo SM.79 leader della sua formazione, venne fatto segno dal tiro della stessa contraerea italiana. Infatti, pochi minuti prima l’aeroporto libico era stato attaccato da cacciabombardieri inglesi. L'SM.79 di Italo Balbo fu colpito in pieno mentre giungeva l'ordine di "cessate il fuoco": i velivoli italiani erano stati riconosciuti ... troppo tardi. Antonio Daniele Il Savoia Marchetti S.55X 33 PARLIAMONE ANCORA Risponde il gen. Antonio Daniele, direttore responsabile de “Il Nastro Azzurro” Eg. Generale Antonio Daniele, ho letto (sul n.° 3/2012 - ndr) ... “il Commento” e l’antefatto al commento che non è solo cronaca dettagliata, luttuosa che spesso, con tristezza ed angoscia apprendiamo dalla TV ma, è, anche una attenta descrizione dei luoghi, del servizio che si espleta, delle operazioni e condizioni in cui agiscono i militari delle “Missioni di Pace”. Condivido per buona parte l’intero articolo e pienamente la impreparazione che il Popolo intero ha delle questioni di politica estera. In verità sono quasi certo che anche sulla politica interna gli Italiani non sappiano ... Prendo i mezzi pubblici per portarmi al centro di Napoli ed alla sede del Nastro azzurro, tra cui un treno, la circumflegrea, e Le dico che è un avvilimento per gli argomenti trattati e per il lessico adoperato. Non ascolto, dai giovani, proferire parole in italiano, ma quasi sempre espressioni in dialetto, ... dalle donne parlare di quanto avviene in TV e degli eventi di cronaca nera e rosa e, dagli uomini, quasi sempre di calcio. È un avvilimento! È stato diffuso in tal modo “l’oppio” per addormentare la mente e le coscienze e quindi occorreranno ancora molti decenni affinché l’italiano si svegli. ... Condivido pienamente sull’espressione “ignoranza istruita” anche se da Lei è riferita “alla politica estera” credo che possa essere estesa a tutte le attività politiche: tutti sanno di tutto e ... affrontano la discussione su qualsiasi argomento pur mancando della fondamentale conoscenza, anche se minima ... La critica nel modo di utilizzare la Storia nel periodo studentesco ed anche successivamente non mi trova d’accordo perché non ho, come non l’hanno molti di noi, l’”aureola”, ma non credo che studiavamo solo per l’ottenimento del “sei” ovvero del minimo. Non è colpa del singolo né dello studente ma del gruppo che detiene il “potere” lasciare tutti nell’”ignoranza istruita” ovvero volutamente far ignorare la Storia per manovrare le masse e non solo i meno istruiti. La Sua efficace espressione “ignoranza istruita” è causa della voluta mancanza d’informazione su quanto realmente e veramente avviene nel nostro Paese. La Storia ci viene offerta, quando ci viene offerta, non in maniera acritica ma solo ed esclusivamente a beneficio di una ideologia o a servizio delle tesi di un partito. Oggi, che le ideologie ed i partiti non esistono più, le informazioni che dovrebbero apparire come storia vengono impartite per meri scopi di benessere del gruppo dominante e bisognerebbe anche accertarsi se quella cronaca possiamo chiamarla Storia. La Storia che abbiamo studiato e alla quale oggi, in bene o in male, coscientemente o inconsapevolmente partecipiamo e costruiamo, è la nostra Storia di cui siamo orgogliosi. In particolare per me che, sebbene piccolo – circa dieci anni – ho vissuto e partecipato alla gloriosa Resistenza, trovandomi i nazisti in casa con mitra spianati contro ... e i partigiani in casa che sparavano contro i tedeschi, e le rappresaglie di questi ultimi che ad ogni tedesco morto uccidevano 10 italiani (abitavo alla via case puntellate, luogo dove si sono svolti vari episodi della lotta Partigiana, vicino all’allora “campo Littorio” oggi stadio Collana). Ho assistito a scene cruente di fuoco e di morti ed il ricordo non svanisce mai dalla mia mente. La Storia, la Storia vera che è la vita dell’Uomo, che è la fonte vera per sapere quanto si è fatto e quant’altro si potrà ancora fare, è il saper ragionare. Sciascia in «una storia semplice» ci dice: «l’italiano, non è l’italiano ma il saper ragionare» ed io credo che tale espressione si adatti alla STORIA, anzi che STORIA E ITALIANO siano il saper ragionare ovvero la nostra intelligenza, la nostra capacità critica da non abbandonare mai. ... ... ho scritto anche in forma disordinata ma, non ho inteso limarlo, perché è quanto ho scritto di getto al termine della lettura dei suoi articoli. Grazie. Cordiali saluti Arch. Preside Pasquale Campo (Federazione di Napoli) Gent.mo architetto Pasquale Campo, innanzitutto mi scuso per aver ripreso una sua lettera di oltre un anno fa e, oltretutto, per averla riproposta in forma notevolmente ridotta, sebbene credo di averne salvato il senso ed il significato generale. Ma ritengo che gli argomenti da lei trattati siano sempre di attualità, anzi penso che un approfondimento sul tema di cosa si intenda per "politica" in Italia valga davvero la pena. Quando ascoltiamo un telegiornale o leggiamo un quotidiano non possiamo fare a meno di notare la differenza di spessore tra la politica internazionale espressa da altre nazioni al confronto di quella italiana: perfino paesi emergenti come il Brasile o la Cina prendono decisioni di evidente valenza politica, mentre l'Italia sembra sempre oscillare in un eterno dubbioso bilico tra il fare e il non fare ... che cosa? Non si capisce. L'evidenza della mancanza di politica è minore in altri settori solo perché non ci è dato modo di confrontarli immediatamente e direttamente con l'analoga politica di altri paesi, ma se perdessimo un po' di tempo a farlo, il confronto sarebbe illuminante. In pratica l'Italia non è che non abbia una politica estera chiara e definita, l'Italia semplicemente non fa politica ... in nessun settore! Per questo le famose "riforme" sono sbandierate da decenni come imminenti e non si fanno mai, il debito pubblico è sempre fuori controllo, le poche scelte che si fanno, sono tutte scelte di tipo "tecnico" e quindi trovano sempre commenti "politici" negativi (solo i commenti, naturalmente), gli stessi uomini politici, se interrogati su argomenti per i quali occorrono scelte politiche chiare, nette e definite, sembra sempre che cadano dalle nuvole. La scelta di partecipare alle missioni di pace dell'ONU è una decisione di squisito carattere politico, compiuta 34 IL NASTRO AZZURRO da diverse nazioni con obiettivi politici molto importanti e ... evidenti. La nostra partecipazione a quelle missioni quali obiettivi ha? Oltre al generico proposito di "pacificare l'area" sembra che non ve ne siano altri. E allora, a molte persone appare giusto chiedersi perché non lasciamo che a farlo siano paesi che hanno idee politiche più chiare. Gli Stati Uniti per esempio intervengono in alcune aree di crisi perché, per la loro sicurezza nazionale, è importante mantenere pacifica quell'area e mantenere al governo quel gruppo dirigente a loro favorevole, il tutto in una duplice ottica di controllo geo strategico del mondo intero e di apertura e mantenimento di canali economici e commerciali privilegiati. Lo stesso fanno la Gran Bretagna e la Francia. La Germania non interviene volentieri con le truppe perché sa che comunque la sua capacità di penetrazione economica è garantita dalla qualità superiore dei propri prodotti e dalla raffinatezza dei propri servizi. Intendiamoci: è interesse del mondo intero che l'Afghanistan torni ad essere un paese stabile e sicuro e che i talebani non abbiano modo di influire più sulla sua politica nazionale, ma non per questo la forza multinazionale ivi presente è composta da militari di tutte le nazioni del mondo. Infatti, il quesito non riguarda la necessità o l'opportunità di pacificare e stabilizzare tale paese, riguarda l'Italia: qual'è l'obiettivo politico italiano della partecipazione ad ISAF? Sinceramente non lo so e forse non c'è. Forse c'è solo una sorta di tentativo di far sapere al resto del mondo che anche l'Italia esiste, ha delle forze Armate e le usa, con mille distinguo, con regole d'ingaggio ridicole e pericolose per i propri militari, ma anche l'Italia "partecipa". Il vantaggio che deriverà dal successo della missione ISAF sarà senz'altro l'abbassamento del livello di rischio terroristico, ma se si fosse trattato solo di questo, bastava dare un supporto politico certo ed affidabile nel tempo agli altri paesi militarmente impegnati nell’operazione anche senza la presenza materiale delle nostre Forze Armate. E qui sta il nocciolo della politica vera. La politica interna non deve pesare minimamente su quella estera. La confusione tra i due campi politici è pericolosa, eppure l'Italia fa troppo spesso questo genere di confusione, e lo fa, cosa ancora più deleteria, sui giornali, nei talk show televisivi, al bar, in campagna elettorale, nelle aule dei tribunali, ben raramente nelle corrette sedi istituzionali: il parlamento e il governo. La partecipazione a ISAF venne decisa per compiacere un'opinione pubblica inorridita dalla tragedia delle Torri Gemelle ... ma adesso, a dodici anni di distanza, chi se ne ricorda più? Gli italiani non si accorgono ormai più del fatto che argomenti di estrema delicatezza internazionale vengono banalizzati in questa maniera perché da anni hanno "staccato la spina" alla classe politica. I colloqui che lei sente in treno sono ritenuti molto più interessanti dalla gente non perché essa sia volutamente menefreghista nei confronti della politica o ignorante delle sue segrete cose, ma semplicemente perché la politica ha abdicato da decenni alla sua vera funzione di indicare le possibili alternative di scelta per il miglioramento della vita sociale nazionale, rifugiandosi in riti di palazzo dei quali si compiace, senza rendersi conto che il popolo, cioè il destinatario dell'esistenza stessa della sua attività, vive per altro, pensa ad altro e non considera più né utile, né interessante osservare la politica. Oggi è estremamente diffusa l’idea che l'unico interesse perseguibile in politica sia quello "personale" e ciò ha portato ad una cosa ben più grave della semplice disaffezione di cui parlano molti commentatori. Oggi, in realtà, si è creata una spaccatura sociale che suddivide il popolo italiano in due categorie: chi fa politica e chi ritiene che di politica non sia neppure necessario interessarsene, e sono la maggioranza! Da tale spaccatura scaturisce per naturale conseguenza che le persone più integre, serie, oneste, intelligenti e capaci, non si sentono attratte dall'agone politico, non si vedono proiettati in un mondo nel quale sparirebbero sommersi dalla generale mediocrità, non pensano che sia più possibile portare a compimento un progetto realmente politico di miglioramento della vita sociale, e infine non si sentono invogliati a partecipare a qualcosa che, quando meno se lo aspettano, li porterebbe in contatto quasi certo col malaffare, o almeno li farebbe sospettare di collusione con esso. Per contro, sono proprio le persone prive di scrupoli quelle che si sentono più attratte da un mondo nel quale tutto sembra possibile, un mondo in cui la gestione "politica" delle risorse pubbliche può essere piegata a piacimento ad esigenze ben lontane da quelle della collettività, un mondo nel quale si acquisisce tanto più potere quanto più si dimostra la capacità di gestire tali risorse a sostegno di questo o quell'amico in cambio di questo o quel favore. Si capisce che una situazione politica così degenerata non si può risollevare da sola. Occorrerebbe una forte spinta popolare in senso innovativo e, quando qualcuno ci si prova ... ti scappa fuori una specie di movimento che pensa solo a vessare i propri eletti sul piano delle idee e del portafoglio. Quali speranze abbiamo di uscirne? La speranza nel futuro riguarda soprattutto i giovani nei riguardi dei quali sorge spontanea un'altra amara constatazione: la scuola non insegna più nulla di utile, soprattutto evita accuratamente di insegnare a ragionare in termini utili a quanto sopra. Queste amare riflessioni mi portano ad apprezzare veramente molto la sua centrata citazione di Leonardo Sciascia. Ma quanti oggi si pongono il banale problema di essere almeno "comprensibili" quando scrivono? Qualche anno fa fece notizia quel candidato al concorso in magistratura che scrisse la parola "xke" nel compito d'esame di Italiano. Fu bocciato, ma nessuno si preoccupò di spiegargli che la parola "perché", come le altre parole italiane, va scritta per intero sempre, salvo quando la si abbrevia in un sms telefonico in cui vige il limite di centosessanta caratteri, compresi gli spazi vuoti tra le parole. L'ignoranza di quel giovane candidato non si limitava all'uso scorretto della lingua italiana, ma anche alla non conoscenza dei motivi tecnici che ci sono dietro all'utilizzo di determinate abbreviazioni con i nuovi strumenti di comunicazione. La terribile deduzione quindi è che l'ignoranza dei giovani italiani prescinde dalle tradizionali materie oggetto di insegnamento scolastico, ed è trasversale ormai ad ogni attività umana, anche a quelle attività ora rese possibili dalle nuove tecnologie di comunicazione, che, manco a dirlo, sono tutte nate all'estero. Il fatto che poi questi giovani ottengono comunque il Diploma e la Laurea mi ha fatto parlare di “ignoranza i struita”. Ma la colpa non è loro, è di chi glielo consente. IL NASTRO AZZURRO 35 NOTIZIE IN AZZURRO - NOTIZIE IN AZZURRO USA-CINA: LA GUERRA (IM)POSSIBILE L'11 febbraio 2013 il Centro Studi Militari Aeronautici "Giulio Douhet” (CESMA), dell'Associazione Arma Aeronautica ha organizzato a Roma, presso la Casa dell'Aviatore, in collaborazione con l'Associazione Romana di Studi e Solidarietà (ARSS) una conferenza tenuta dal dott. Lucio Caracciolo, Direttore della nota rivista italiana di geopolitica LlMES, sul tema "Usa contro Cina: la guerra (im)possibile". Ne è scaturito che l'ipotetico scenario di guerra mondiale che, col crollo dell'Unione Sovietica, sembrava essere ormai relegato nei testi di storia, potrebbe rinnovarsi tra USA e Cina alla luce di considerazioni estremamente interessanti e pertinenti di carattere politico, economico e geo strategico. In tutto questo l'Europa gioca un ruolo sempre più marginale. DONIAMO UN SORRISO La Federazione di Cremona, conscia della situazione in cui molte famiglie si sono venute a trovare in particolare nell’ultimo anno, ha lanciato una proposta alle Associazioni d’ Arma presenti su Cremona: “Doniamo un Sorriso”. Grazie alla immediata operatività del Col. (ris) Cav. Adolfo Cocchetti (Consigliere di Federazione e Coordinatore delle Associazioni d’Arma) hanno immediatamente risposto, ed a loro va il mio personale grazie. La cifra raccolta, e consegnata nelle mani del Parroco di Borgo Loreto (custode delle spoglie di Cappellani Militari Decorati e non) don Giuseppe, è servita veramente per donare un sorriso a chi è in sofferenza. Quindi grazie Associazione Nazionale Alpini, grazie UNUCI (Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia) di Cremona, grazie UNSI (Unione Nazionale Sottufficiali d’Italia) di Cremona, grazie Associazione Nazionale Bersaglieri di Cremona, grazie Associazione Nazionale Finanzieri di Cremona, grazie Associazione Nazionale Paracadutisti di Cremona, grazie Associazione Nazionale Carabinieri di Cremona, grazie Associazione Nazionale Divisione Acqui, grazie Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra e, per ultimi ma non ultimi, grazie iscritti alla Federazione di Cremona dell’Istituto Nastro Azzurro. Per eventuali ulteriori, e spero copiose, donazioni che saranno totalmente devolute a chi soffre (l’Istituto del Nastro Azzurro svolge solo il ruolo di collettore), contattare il Col. (ris) Cav. Adolfo Cocchetti (338 9972690) Consigliere di Federazione o il Cav. Claudio Mantovani (338 7310911) Presidente di Federazione. COMMEMORATO A MODENA IL MARTIRIO DI CIRO MENOTTI E VINCENZO BORELLI Il 26 maggio 2013 in Piazza I° Maggio a Modena, il Presidente dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano - Comitato di Modena, Prof. Giorgio Montecchi, ha promosso, in collaborazione con l’Associazione Mazziniana e l’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini-Federazione Emilia-Romagna, con il patrocinio del Comune di Modena e di Carpi, la cerimonia di commemorazione del martirio di Ciro Menotti e di Vincenzo Borelli, nel 182° anniversario. Modena torna a rendere omaggio ai due Martiri del Risorgimento con la deposizione, da parte di due Cadetti dell’Accademia Militare di Modena, di una corona di alloro davanti al monumento eretto sul luogo dove Menotti e Borelli offersero la vita alla liberà e alla Patria. Tra i presenti, oltre i pronipoti Vittorio, Maria Pia e Anna Maria Menotti, il Comandante dell’Accademia Militare di Modena, Generale Giuseppe Nicola Tota, il Colonnello f. (G.) Massimo Meinero, il vicesindaco di Modena, Giuseppe Boschini, il dott. Giovanni Taurasi, Presidente del Consiglio Comunale di Carpi e il dott. Pierluigi Poli, pronipote di Manfredo Fanti. LABARO DI CHICAGO CUSTODITO DALL’ANARTI Il Vice Presidente Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro, cav. Stefano Mangiavacchi, partecipando a Prato al raduno nazionale dell'Anarti, ha visitato il piccolo museo della casa del Combattente e, con viva e piacevole sorpresa, vi ha trovato l’antico Labaro della Sezione di Chicago (USA) del nostro Istituto. 36 IL NASTRO AZZURRO AZZURRI CHE SI FANNO ONORE LA FEDERAZIONE DI NAPOLI ESPRIME COMPIACIMENTO AL M.LLO PIETRO CAPUTO Con immenso piacere la Federazione Provinciale di Napoli esprime il Suo compiacimento al M.llo Pietro Caputo, Consigliere Nazionale dell’UNSI per il Sud nonché Consigliere della Federazione con l’incarico di Segretario – Tesoriere, per l’organizzazione esemplare del XVIII Congresso Nazionale dell’UNSI svoltosi a Caserta, dal 9 al 12 aprile, nella struttura Militare della Scuola Specialisti dell’Aeronautica Militare e la Tavola Rotonda presso il Circolo Ufficiali dell’Aeronautica. Al Consigliere Caputo, il Presidente della Federazione Provinciale di Napoli del “NASTRO AZZURRO” Col. Pasquale Parente aveva offerto la disponibilità sua, dell’intero Consiglio morale e di alcuni Soci ad affiancarlo nell’adempimento di un così alto incarico, in riferimento alla specificità professionale dei suoi iscritti. Il Cons. preside arch. Pasquale Campo ha illustrato, ai congressisti ed ai loro familiari, nella escursione a Napoli la storia della città di Napoli dalla sua nascita ad oggi; la prof.ssa Pace ha illustrato la storia e le vicende della antica città di Pompei sepolta dalla cenere dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.; il prof. Giuseppe Schettino con l’ausilio del dott. Lucio Esposito ha guidato gli escursionisti nella visita alla cittadina di Sorrento, inoltrandoli anche in luoghi storici e paesaggistici di esclusiva pertinenza privata (Hotel Tramontano ed altri). Gli escursionisti sono stati guidati nei vari trasferimenti dal preside Campo che ha offerto loro l’illustrazione dei luoghi in cui transitavano ed in particolare della penisola sorrentina evidenziando che già dal 1700 tali mete erano indicate come pregevoli e facenti parte del “Gran Tour”. Le escursioni si sono concluse con la visita alla Reggia di Caserta ed al suo parco. Il gruppo, composto da oltre 120 persone provenienti da Gemona, Padova, Udine, e dal Friuli, ha espresso il proprio compiacimento e ringraziamento al “Nastro Azzurro” ed a quanti si sono prodigati ed offerti nell’accompagnamento per rendere la loro visita più agevole ed interessante. IL PREFETTO GIUSEPPE ADOLFO AMELIO CI HA LASCIATI Nato a Catanzaro, il 6 febbraio 1950, laureato in Giurisprudenza con Lode, presso la facoltà di Giurisprudenza dell'Università "La Sapienza" di Roma, il Prefetto dott. Giuseppe Adolfo Amelio, vincitore del concorso di Consigliere di Prefettura, nel 1979 viene assegnato dal Ministero dell'Interno a svolgere il suo primo incarico presso la Prefettura di Asti. Nel 1982 viene trasferito alla Prefettura di Torino dove ha rivestito l'incarico di Capo di Gabinetto dal 1987 al 1993. Dal 1993 al 1998 è stato chiamato a prestare servizio presso L'Ufficio degli Affari Interni della Presidenza della Repubblica. Nel 1998 è stato Vice Prefetto Vicario di Torino. È stato componente del Comitato di Sicurezza dei Trafori Autostradale e Ferroviario del Frejus, Commissario Prefettizio del Comune di Carmagnola, Responsabile della Protezione Civile di Torino e Provincia. Nel settembre 2003 è stato nominato Vicedirettore Generale dell'Agenzia di Torino per le Olimpiadi Invernali 2006. Nel dicembre del 2005, è stato nominato Prefetto della Repubblica. Dal 2 gennaio 2008 al 2 maggio 2012 ha svolto l'incarico di Prefetto di Novara. Dal 3 maggio 2012 al 10 luglio 2012 è stato Prefetto di Alessandria. Recentemente scomparso e socio Benemerito dell' Istituto del Nastro Azzurro, era coniugato con la Sig.ra Caterina La Manna Amelio, consigliere della Federazione Provinciale di Novara e VCO dell'Istituto del Nastro Azzurro. RICORDO DI UN ILLUSTRE AVIATORE Il gen. B.A. pilota Mario Martucci nato a Salerno il 20 giugno 1892, inizia la carriera militare nel Regio Esercito in Artiglieria. Durante la guerra 1915-18 combatte come ufficiale aviatore Comandante di Squadriglia con il grado di capitano. Viene Decorato di Medaglia di Bronzo e di Medaglia d'Argento al Valor Militare per numerose missioni di ricognizione e direzione del tiro di artiglieria in territorio nemico. Nel 1920-21 frequenta, presso il Politecnico di Torino, il Corso "Costruzioni Aeronautiche" conseguendo il Certificato di "Costruttore Aeronauta". Dal 16 ottobre 1923 passa nella Regia Aeronautica e frequenta il Corso biennale di qualificazione. Il 17 ottobre 1925 è inviato alla Scuola di Guerra con il grado di Maggiore. Promosso Tenente Colonnello nel 1926 prende servizio presso il 30° Stormo il 31 dicembre 1927. Promosso Colonnello nel 1929, viene nominato Comandante del 30° Stormo dal 10 giugno 1930. Partecipa alla Crociera dell’Atlantico meridionale ed a numerose altre imprese aeronautiche all'estero. Comandante della Regia Accademia Aeronautica dal 15 ottobre 1932, viene promosso generale il 15 maggio 1933 all'età di 41 anni. In predicato per la nomina a Sottocapo di Stato Maggiore della Regia Aeronautica, il 26 settembre 1933 muore per malattia. È insignito dell'Ordine della Corona d'Italia e di SS. Maurizio e Lazzaro, della Medaglia di Lunga Navigazione e di onorificenze di paesi esteri in riconoscimento della sua attività e dei contributi dati per lo sviluppo dell'aviazione. IL NASTRO AZZURRO 37 CRONACHE DELLE FEDERAZIONI AREZZO Il Consiglio Comunale di Montevarchi (AR) riunitosi il 29 aprile 2013, su proposta del Consigliere Comunale Luciano Bucci, ha deliberato all’unanimità di intitolare un luogo significativo della Città, ivi comprese alcune strutture interne del “Centro nazionale di documentazione sulle Missioni di pace di Ricasoli” alla memoria del sottotenente dell'8º Reggimento "Lancieri di Montebello" Andrea Millevoi, Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria, per l'eroico comportamento tenuto nel corso della “battaglia del pastificio” (Mogadiscio 2 luglio 1993) nella quale persero la vita anche il paracadutista di leva Pasquale Baccaro e il sergente maggiore Stefano Paolicchi. Il fatto d'arme è descritto nella pagina del mese di dicembre del Calendario Azzurro 2013. BRESCIA La Federazione di Brescia, negli ultimi mesi, ha partecipato alle seguenti cerimonie ed attività: – il 9 aprile, 39 studenti dell'Istituto per Geometri di Verona, accompagnati da 3 docenti, hanno visitato il Museo Storico di Salò; – il 13 aprile, la Signora Lucia Franchini, di Salò, ha donato al Museo, in memoria di suo padre Lorenzo, un revolver "da tasca", epoca fine '800; – sempre il 13 aprile, alcuni componenti dei "Cadetti d'Italia", hanno continuato l'inventario del Museo; – il 14 aprile, visita al Museo di 30 Soci della Sezione di Brescia dell'Istituto Nazionale Guardie d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon, guidati dal loro Presidente, dott. Valter Luigi Cotti Cometti; – il 20 aprile, la Prof.ssa Alessia Biasiolo, Vicepresidente della Sezione di Brescia, ha tenuto una lezione sulle "Dieci Giornate di Brescia", presso la Scuola Media Statale "G. Verga" di Trenzano (Bs). Erano presenti con gli alunni le docenti responsabili della biblioteca, Prof.sse Paola Martini e Lorella Bertoli. Al termine dell'incontro, il Presidente della Federazione ha donato a ciascun alunno il libro: "Le Dieci Giornate di Brescia, raccontate ai ragazzi da un tamburino", inserendo in ogni testo copia del Regio Decreto Umberto I, marzo 1898, con cui si concedeva una Medaglia d'Oro commemorativa delle Dieci giornate (23 marzo - 2 aprile 1849). BRESCIA Sez. Desenzano Il Labaro della Sezione, con l'Alfiere Sig. Gino Covini, accompagnato dal Commissario Straordinario, dott. Tobia Lazzari, ha partecipato alla commemorazione del 25 aprile. Sez. Molinetto Alla commemorazione del 25 aprile presso il monumento ai Caduti del Comune di Mazzano il Labaro della Sezione, scortato dal Commissario Straordinario e Vice 38 Presidente della Federazione comm. Annibale Gabusi, era portato dall'Alfiere Sig. Giacomo Spranzi. Sez. Montichiari Il 3 marzo, il Presidente della Federazione ha partecipato alla cerimonia di riapertura del Museo Storico del Risorgimento, accompagnato dal Presidente della Sezione dott. Gabriele Ferri. Il Museo fu fondato nel 1934 e riordinato nel 1968 dal Decorato Agostino Bianchi, padre dell'attuale Vicepresidente della Sezione, dott. Renato Bianchi che, presso il teatro civico, ha illustrato l'esposizione. Tra le numerose rarità esposte spiccano cinque originali macchine piche per la visione, in alta qualità, di trecento immagini storiche dei campi di battaglia della prima guerra mondiale sul sito www.montichiarimusei.it . Sez. Pisogne Il 10 aprile, nella chiesa Parrocchiale di Fraine Pisogne (Bs), si sono svolti i funerali della Sig.ra Irma Giudici, vedova di Giovanni Pe, Combattente Decorato con CGVM per la partecipazione ad azioni belliche in terra africana. Alla cerimonia hanno preso parte, con il Labaro, i rappresentanti della Sezione di Pisogne che hanno voluto essere vicini in particolar modo, ad uno dei figli, con la moglie, membri del Gruppo di nuova formazione. Sez. Salò Il Labaro della Sezione, dedicata al Decorato Erculiano Cobelli, scortato dal Vice Presidente dott. Piero Fiaccavento (Alfiere sig. Roberto Don), ha partecipato alle manifestazioni per la Festa della Liberazione. Salò (BS): celebrazione del 25 aprile BRINDISI Il 28 febbraio 2013, preso la sede del Gruppo A.N.M.I. di Brindisi, gentilemnte messa a disposizione dal Presidente, Comandante Alessandro Schirone, si è svolta l'Assemblea Ordinaria della Federazione durante la quale il Presidente, comm. Vincenzo Cafaro, ha esposto la sua relazione annuale. IL NASTRO AZZURRO CATANZARO Il 25 marzo è stato celebrato il Precetto Pasquale per il personale militare e civile delle Forze Armate e le loro famiglie. La cerimonia, organizzata dal Generale di Brigata Adelmo Lusi comandante della Legione Carabinieri “Calabria”, si è tenuta presso la Basilica dell'Immacolata. Alla Santa Messa, concelabrata dall'Arcivescovo di Catanzaro-Squillace Mons. Vincenzo Bertolone, e dai Cappellani militari, hanno partecipato le massime autorità militari e civili della provincia nonché i rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma. Presente il Labaro della Federazione “Azzurri dei Due Mari” presieduto dall'avv. Giuseppe Palaja. Numerosi gli azzurri presenti accanto al Segretario Antonio Palaja di Tocco (Alfiere). COMO Nel corso del 2012 la Federazione di Como ha organizzato diverse manifestazioni alcune delle quali hanno avuto una notevole rilevanza nella stampa locale e precisamente: – Ciclo di quattro conferenze dal titolo “Viaggio nella nostra storia” tenute rispettivamente in data 1320-27 aprile e 11 maggio; – Benedizione del nuovo Labaro con la partecipazione delle Autorità civili e militari e dei rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche di Esercito, Marina ed Aviazione con le loro Bandiere, il 16 giugno; – Santa Messa in memoria di tutti i Decorati deceduti alla presenza dei loro familiari e delle varie Associazioni combattentistiche, il 24 novembre. La Federazione ha partecipato con il Labaro alle seguenti cerimonie, ricorrenze e commemorazioni: – Vittime dei Campi di concentramento nazisti, il 27 gennaio a Como; – Vittime delle Foibe, il 10 febbraio ad Albate; – 29° della morte di S.M. il Re Umberto II, il 21 marzo ad Altacomba (Svizzera); – Precetto Pasquale del Militare, il 23 marzo a Como; – XXV aprile, il 13 aprile ad Arosio; – 58° della battaglia di Capo Matapan, Orsa Minore e Monte Serra, il 15 aprile a Garzola; – Liberazione, il 25 aprile a Como; – 160° della fondazione della Polizia, il 26 maggio a Como; – Unità Nazionale, il 2 giugno a Como; – Fante Severino Cappelletti, morto nel campo di concentramento di Braunschweigh, le cui spoglie sono rientrate in Italia, l’8 giugno a Casnate con Bernate; – 238° della fondazione del Corpo della Guardia di Finanza, il 28 giugno a Como; – M.llo dei Carabinieri Sebastiano D’Immè, il 6 luglio a Locate Varesino; – Carabiniere Manuele Braj, ucciso in Afganistan, l’11 luglio a Lurago d’Erba; – Brigadiere di P.S. Luigi Carluccio, il 16 luglio a Como; – 112° della morte di S.M. il Re Umberto I, il 21 luglio a Monza; – 67° del bombardamento atomico su Hiroschima e Nagasaki, l’8 agosto a Como; – Corteo INTERARMA, il 7 ottobre a Como; – 140° della costituzione del Corpo degli Alpini, il 27 IL NASTRO AZZURRO ottobre a Como; – Cimitero Monumentale per tutti i Militari deceduti, il 2 novembre a Como; – al Monumento ai Caduti di tutte le guerre, il 4 novembre a Como; – 58° della battaglia di Montelungo, il 16 dicembre a Como; – Decorati al Valor Militare, il 14 dicembre a Milano. ed alle seguenti manifestazioni organizzate da: – Unione Nazionale Mutilati per Servizio, il 21 febbraio a Como; – Ass. Naz. Combattenti e Reduci, il 29 marzo ad Olgiate Comasco; – Ass. Naz. Alpini, il 17 giugno ad Albese con Cassano; – Ass. Naz. Genieri e Trasmettitori, il 15 luglio a San Fedele d’Intelvi; – Ass. Naz. del Fante, il 2 settembre a Torino; – Ass. Naz. Autieri, il 22 settembre ad Alzate Brianza; – Comando Prov. Carabinieri, il 21 novembre a Como; – Ass. Naz. Artiglieri, il 2 dicembre a Como; – Ass. Naz. Arma Aeronautica, il 15 dicembre a Como; – Ass. Naz. Autieri, il 16 dicembre a Como. È anche intervenuta ai seguenti incontri, senza però esposizione del Labaro: – Sostegno ai Marò detenuti in India, il 14 aprile a Como; – Mostra presso il Sacrario sport nautici, l’11 ottobre a Garzola; – Mostra degli Alpini nella Caserma De Cristoforis, il 4 novembre a Como; – Mostra per gli ex alunni Caduti nel corso della prima guerra mondiale, il 5 novembre a Como; – Tavola rotonda presso la Casa Militare Umberto I, il 17 novembre a Turate; – Assemblee INTERARMA tenute a Como il 3 marzo, 9 giugno, 29 settembre e 15 dicembre. FERRARA La Federazione di Ferrara, negli ultimi mesi, ha partecipato alle seguenti cerimonie ed attività: – il 28 marzo, il Labaro della Federazione, con una rappresentanza, è stato presente alla cerimonia per il 90° Anniversario della fondazione dell’Aeronautica Militare organizzata dal Comando Operazioni Aeree di Poggio Renatico; Ferrara: 90° Anniversario dell’Aeronautica Militare – l’8 aprile, Nell’approssimarsi della “Festa della Liberazione”, presso la Sala dell’Arengo della 39 Residenza Municipale di Ferrara, il Presidente della Federazione ha presentato alle Autorità e ai rappresentanti della altre Associazioni il Power Point “Le Forze Armate Italiane nella Guerra di Liberazione 1ª Parte - Il Regio Esercito Italiano”, che, in DVD, sarà distribuito alle scuole ferraresi; – il 25 aprile, col Labaro e una rappresentanza di soci, alla deposizione delle corone d’alloro ai Caduti, una delle quali offerta dalla Federazione con le altre Associazioni. Per un accordo tra le Associazioni, tutti i Labari e le Bandiere erano ornati con un nastro giallo simbolo della solidarietà ai nostri due Marò trattenuti in India. Durante la C e r i m o n i a Ufficiale, in Pazza Trento e Trieste, il Socio Decorato Dante Leoni è intervenuto ricordando il “Suo 25 aprile e l’impegno della Regia Marina Ferrara: intervento di nella Guerra di Liberazione”. Dante Leoni il 25 aprile LATINA Il 22 dicembre 2012, presso i locali della "Casa del Combattente", sede della Federazione di Latina, è stata organizzata una semplice cerimonia in occasione del 100° compleanno della Dama d'Onore, Caterina Folino La Salvia. Oltre ad una nutrita schiera di parenti ed amici della festeggiata, era presente il Presidente provinciale Luigi Casalvieri, componenti del Consiglio Direttivo e tanti soci. Durante l'evento, dal coro dell'Associazione MIR, simpatizzante del Nastro Azzurro, è stato conferito alla Signora Caterina un Attestato di Benemerenza. Latina: 100° compleanno della Dama Caterina Folino La salvia CREMONA La Federazione di Cremona ha partecipato alle seguenti cerimonie ed attività: – il 25 Aprile ha partecipato, col Labaro (Alfiere Ferrari Agradi) a tre cerimonie: una al Cimitero cittadino dove sono stati ricordati i Nostri Militari che hanno donato la Vita per l’Italia di oggi, presenti anche il Cav. Dugo, cerimoniere, e il Col. (ris) Cocchetti; le altre due, in cui sono state deposte corone ai Monumenti ai Caduti di Genivolta e di Acquanegra, era presente anche il Cav. Cattaneo; – il 27 aprile a Soncino, cerimonia di consegna delle Croci al Merito di guerra, Alfiere Ferrari Agradi, affiancato dal Cav. Cattaneo e dal Vice Presidente Col (ris) Angelo Vasta; – il 28 Aprile ha partecipato col Labaro, Alfiere Ferrari Agradi affiancato dal cav. Cattaneo, al Raduno Combattenti e Reduci, con corteo e deposizione di una corona al monumento ai Caduti a Sesto Cremonese. FROSINONE Sez. Cassino Il 29 aprile, la Sezione ha partecipato col Labaro, Alfiere il sig. Osvaldo Volante, alla commemorazione a Cassino dell’anniversario della morte del Magg. Secondino Pagano. MESSINA La Federazione di Messina, negli ultimi mesi, ha partecipato alle seguenti cerimonie ed attività: – il 1 marzo, alla cerimonia commemorativa dei Caduti della battaglia di Adua, presso il monumento della Batteria Masotto che ricorda le gesta degli eroici artiglieri in terra d’Africa; dopo lo schieramento del 24° Rgt. ”Peloritani”, erede delle batterie Siciliane, e le allocuzioni del comandante del Reggimento, Col. Aldo Maria Vergano, e del Comandante della Brigata “Aosta”, Gen. B. Michele Pellegrino, che hanno rievocato i tragici eventi del 1 marzo del 1986, è seguita l’alza bandiera con la deposizione di una corona d’alloro; – il 3 marzo, all’inaugurazione del monumento commemorativo “Fiore della Memoria della Speranza” realizzato dal Rotaract Club di Messina, per ricordare l’eroico ing. Luigi Costa che, per tentare di salvare una ragazza, perse la vita insieme alle 37 vittime dell’alluvione del 1 ottobre 2009; – il 13 marzo, per il 90° Anniversario dell’Istituto del Nastro Azzurro e per il 2° anno della ricostituzione del Comitato delle Dame della Federazione, con Messina: Commemorato il 90° Anniversario dell’Istituto Cassino (FR): commemorazione del magg. Secondino Pagano 40 IL NASTRO AZZURRO la collaborazione dell’Associazione Marinai, alla presenza delle massime autorità ed associazioni combattentistiche, il Prof. Dott. Biagio Ricciardi ha tenuto, al Circolo ufficiali della Marina Militare, una conferenza sull’eroe messinese M.O.V.M. Salvatore Todaro comandante di sommergibili della regia Marina durante la seconda guerra mondiale. Nell’occasione sono stati consegnati attestati alla prof.ssa Italia De Simone Santoro alla Sig.ra Giusi Napoli Scarcella al sig. Antonino Palella figlio di Carmelo M.O.V.M. per l’appartenenza alla famiglia azzurra da oltre venticinque anni; consegnato un attestato al prof. Ricciardi per l’impegno profuso a favore della Federazione mentre è stato consegnato il crest dell’Istituto al C.V. Santo Giacomo Le Grottaglie per l’attenzione e la disponibilità mostrata da sempre verso l’Istituto; – il 10 marzo, 152° Anniversario dell’eroica difesa della Real Cittadella di Messina, alla S. Messa in suffragio dei Caduti, con deposizione di corone al bastione S. Stefano nei resti della Cittadella; – il 26 marzo, Precetto Pasquale interforze, una rappresentanza dei soci della Federazione e del Comitato delle Dame, ha preso parte, in Cattedrale, alla S. Messa officiata dall’Arcivescovo Metropolita, Mons. Calogero La Piana; – il 12 aprile, nella caserma “E. Ainis”, sede del 24° regg. Art. “Peloritani”, alla presenza del Gen.B. Michele Pellegrino Comandante la brigata “Aosta”, si è tenuta la cerimonia di avvicendamento del comandante Col. Aldo Maria Vergano e il subentrante Col. Luigi Lisciandro; il gen. Pellegrino ha espresso parole di elogio al 24° per i risultati conseguiti in questi due anni nelle operazioni di soccorso alle popolazione alluvionate del messinese, nelle operazioni Strade Sicure in Calabria e nella Sicilia orientale e nelle missioni all’estero come l’operazione Leonte X nel Libano del Sud; Messina: Cambio di Consegne al Comando della caserma “Ainis” – il 25 aprile, una rappresentanza della Federazione Messina: 68° Anniversario della Liberazione IL NASTRO AZZURRO provinciale, col Presidente e il Labaro, ha partecipato alla cerimonia del 68° Anniversario della Liberazione, in Piazza dell’Unione Europea a Messina, durante la quale sono state deposte corone di alloro al Monumento ai Caduti. NAPOLI La Federazione di Napoli, negli ultimi mesi, ha svolto le seguenti attività: – il 28 marzo il Presidente Col. Pasquale Parente ha partecipato alla cerimonia del 90° Anniversario della costituzione dell’Aeronautica Militare svoltasi in piazza del Plebiscito con l’intervento delle più alte cariche dello Stato e delle Autorità Civili, Militari e Religiose. La Federazione è stata anche rappresentata dal Labaro issato dalla MAVM STen. Luigi Sabella con la scorta formata dall’Aiutante Nicola Liccardo, dal M.llo Pietro Caputo e dal M.llo Nicola Maraglino. Su invito dell’Aeronautica Militare, la sede della Federazione, sita in piazza del Plebiscito, ha costituito base logistica e di accreditamento dei Giornalisti; – i Consiglieri Pasquale Campo e Pietro Caputo, il 13 aprile, hanno presenziato con il Labaro, alla Commemorazione a Castellamare dell’Ammiraglio di Squadra Franco Papili. I Gonfaloni e i Labari, delle Autorità e delle Associazioni Combattentisti-che, sfilando nelle vie cittadine, sono giunti nella Cattedrale dove è stata celebrata la S. Messa. Successivamente, è stata deposta una corona di fiori sulla tomba nel locale cimitero. La Cerimonia commemorativa, presenziata anche dalla moglie e dai parenti del defunto, voluta dall’Associazione Nazionale Marinai d’Italia Gruppo “MOVM Luigi Longobardi” di Castellammare di Stabia, è stata organizzata dal dott. Antonio Cimmino, Sindaco della Federazione. L’Ammiraglio Forlani ha tenuto l’elogio funebre; – Il Presidente della Federazione col. Pasquale Parente, l’intero Consiglio Direttivo ed i Soci hanno ben collaborato col Consigliere Segretario Tesoriere M.llo Pietro Caputo che in qualità di Cons. Nazionale per il Sud Italia, dell’UNSI, che ha organizzato il Congresso Nazionale a Caserta, presso la Scuola Specialisti dell’Aeronautica Militare, riscuotendo oltre ad un più che lusinghiero successo anche il plauso personale, del Presidente Nazionale Cav. Domenico Malagutti, dal Presidente del Congresso Cav. Domenico Balducci e di tutti i congressisti. Per le escursioni dei familiari dei congressisti hanno offerto la loro collaborazione i Soci del Nastro azzurro la prof.ssa Paola Pace che ha illustrato gli “Scavi di Pompei”, il Preside Pasquale Campo per l’illustrazione storico artistica della città di Napoli e dei suoi Monumenti nonché del “gran tour” nella penisola Sorrentina, il prof. Giuseppe Schettino e il col dott. Lucio Esposito per l’illustrazione della cittadina di Sorrento; – Il 20 aprile, nella Cattedrale di Napoli si è svolto il Precetto Pasquale 2013. L’Eucarestia è stata celebrata dal Parroco mons. Papa. Il Presidente Col. Pasquale Parente ha ringraziato il celebrante per la disponibilità e l’aiuto morale. Dopo la Messa il Socio Sandro Carrozzo ha illustrato le opere d’arte della Cattedrale. Hanno partecipato, oltre al Presidente Parente e Sig.ra, la Sig.ra Adriana Toscano Perrella moglie del compianto Presidente Gennaro, la Sig.ra Lucia Toscano, il Vice Presidente M.llo Gennaro La 41 Rana, i Consiglieri Preside Pasquale Campo, M.llo Pietro Caputo e Sig.ra, il dott. Ciro Cerutti, l’Aiutante Nicola Liccardo e Sig.ra, il Presidente dei Sindaci Cav. Pasquale Arfè, il Socio Sindaco Sandro Carrozzo, i nuovi Soci prof. Eustachio Miraglia, Primario Emerito di Ematologia, il dott. Gennaro Perrotta, l’avv. Gesualdo Imparato e tra i “veterani” il cap. Antonio Spiezia, il Sig. Rocco Pace e Sig.ra, il Sig. Pietro Milone, il Brig. Antonio Doria, il Brig. Francesco D’Alessandro, il Col. Trevisani e Sig.ra, i Coniugi Renato e Amalia Comes, il M.llo Giuseppe Avitabile e Sig.ra, il Sig. Ferdinando Tammaro e Sig.ra, il Sig. Raffaele Puzzi e Sig.ra; – il S.T. Luigi Sabella MAVM, il M.llo Nicola Maraglino e l’Aiutante Nicola Liccardo, con il Labaro, hanno partecipato alla Cerimonia del 25 aprile svoltasi al Monumento a Salvo D’Acquisto in piazza Carità a Napoli, dove il Sindaco De Magistris ha deposto una corona d’alloro. Bellarmino in Piazza Ungheria, a Roma, è stata celebrata la S. Messa in suffragio dei Caduti nella Campagna di Russia. La Cerimonia, voluta dalla Sig.ra Giuliana Martini, Vice Presidente dell’UNIRR, ha visto una sentita e commossa partecipazione. La Federazione di Roma era rappresentata dal gen. Valerio De Blais e dalle sorelle Menotti; Roma: S. Messa per i Caduti e Dispersi in Russia PESCARA La celebrazione del 25 aprile a Pescara si è svolta in piazza Garibaldi, sede del Monumento ai Caduti per la Patria, dove sono confluite le Autorità militari, civili e religiose, le Rappresentanze delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma e la cittadinanza. Sono state deposte corone di alloro ai Caduti e il Sindaco, avv. Luigi Albore Mascia, ha pronunciato il discorso celebrativo. PRATO La Federazione di Prato, negli ultimi mesi, ha svolto le seguenti attività: – il giorno 16 marzo, alla cerimonia in onore dei Bersaglieri con la Presidente Anna Cecconi, Il Labaro, portato dall'Alfiere marinaio Boris Bassi e molti soci. Dopo la deposizione di una corona d’alloro al Monumento ai Caduti pratesi, il corteo, aperto dal Labaro della Federazione, è entrato nel cortile d'onore del Collegio "Cicognini" in cui studiò Gabriele D'Annunzio. Alla presenza delle massime Autorità e delle Associazioni d'Arma, il prof. Mario Battiato Musumeci ha illustrato la storia dei Bersaglieri d'Italia dal fondatore gen. Alessandro La Marmora ai giorni ai giorni di oggi; – il 14 aprile la Presidente della Federazione, Anna Cecconi, ha presenziato col Labaro alla S. Messa celebrata nella chiesa del Sacro Cuore per il 25° Anniversario della fondazione dell'Associazione Arma Aeronautica di Prato, ad opera del cav. Oscar Bassi, Decorato al V.M.. Il Presidente AAA, Franco Farina, ha parlato degli aviatori che si sono distinti in pace e in guerra ed ha letto la Preghiera dell'Aviatore, seguita da un momento di silenzio per i Caduti dell'aria. Erano presenti anche il gen. Franco Nieri, il col. Pierluigi Giorgino, il ten. col. Antonio Grilli, comandante del 2° Gruppo Volo di Pisa, il capo nucleo Aeronautica di Monte Murlo, Meraldo Cipriani, e altri. ROMA La Federazione di Roma, negli ultimi mesi, ha svolto le seguenti attività: – il 19 aprile, nella Parrocchia di S.Roberto 42 – il 21 aprile, Natale di Roma si è svolta presso il Giardino Caduti e Dispersi sul Fronte Roma: Alzabandiera “per Russo, sulla via non dimenticare” Cassia in Roma, l’Alzabandiera “Per non dimenticare”. La semplice cerimonia, organizzata dall’ Associazione Nazionale Alpini – Sez. di Roma e dal Comitato di ha Nikolajewka visto una grande partecipazione. Per la Federazione di Roma le sorelle Anna Maria ed Elena Polissena Menotti; – il 23 aprile, presso il Sacrario delle Bandiere al Vittoriano, è stata inaugurata dal Sottocapo di Stato Maggiore dell'Esercito, Gen. C.A. Enzo Stefanini, una mostra di cimeli storici organizzata in occasione del 152° anniversario della costituzione dell’Esercito Italiano. L’esposizione, resterà aperta fino al 15 settembre. Hanno partecipato, in rappresentanza della Federazione di Roma, la Sig.ra Palma Viola di Cà Tasson, vedova del gen. M.O.V.M.O.M.S. Ettore Viola di Cà Tasson, socio fondatore dell’Istituto del Nastro Azzurro, la dott.ssa Anna Maria Menotti, nipote del S.Ten. Alp. Ciro Menotti M.O.V.M. ”alla memoria” disperso in Russia, il Sig. Gabriele Gigliotti nipote dell’Azzurro gen. Med. Roma: Inaugurazione Francescantonio Mostra storica al Gigliotti; Vittoriano IL NASTRO AZZURRO – il 30 aprile, presso il Mausoleo Ossario Gianicolense l’Istituto Internazionale di Studi “Giuseppe Garibaldi” in collaborazione con la Società di Mutuo Soccorso “Giuseppe Garibaldi”, l’Associazione Nazionale “Cacciatori delle Alpi”, l’Associazione Nazionale Garibaldina, i Garibaldini per l’Italia e gli Amici di Righetto, ha voluto ricordare la Battaglia del 30 aprile 1849 in difesa della Repubblica Romana con una cerimonia alla presenza delle Associazioni d’Arma, Risorgimentali e di studenti e docenti di scuole romane. La Federazione di Roma era rappresentata dalla dott.ssa Anna Maria Menotti. Tra i partecipanti Francesca Romana e Flaminia le piccole pronipoti di Goffredo Mameli. Roma: Commemorazione della battaglia del 30 aprile 1849 maggiore Renna, autore anche del libro “Ring Road: sei mesi con gli alpini in Afghanistan”, ha parlato del complesso impegno NATO per la regione afghana occidentale soffermandosi sulla specificità dell’intervento italiano, fondato su un lavoro di comprensione, mediazione e persuasione, a sostegno delle autorità locali e nell’interesse della popolazione. “Oggi – ha concluso Renna – l’Afghanistan è un posto migliore di dieci anni fa”. Molte le domande dei presenti. SIENA Il Pellegrinaggio organizzato ad aprile dalla Sezione A.N.P.d’I. di Monza, ha portato ad El Alamein circa quaranta persone, tra cui alcuni soci della Federazione per ricordare tutti coloro che da quelle sabbie non fecero ritorno. Sono stati visitati i luoghi dove infuriò più aspra la battaglia: da Deir Alinda, dove trovò la morte il magg. Aurelio Rossi a Deir el Munassib, da Quota 105 dove si immolò al grido di “Folgore!” l’eroe senese Roberto Bandini, alla depressione di Qattara e Naqb Rala, passando dall’Himeimat per arrivare fino al Passo del Cammello. In ognuno di questi luoghi è stata letta la motivazione di un Decorato al Valor Militare e una preghiera ai Caduti. Nella giornata dei Sacrari la mattina è stato visitato quello del Commonwealth e quello tedesco, nel pomeriggio il Sacrario Italiano di Quota 33 dove si è svolta la cerimonia per i Caduti italiani. SIRACUSA ROVIGO Il 16 marzo, all’hotel Cristallo, la Federazione, in collaborazione col Rotary club di Rovigo, ha organizzato una conferenza sul tema “Guerra e Pace in Afghanistan”, presenti i soci di altri cinque Rotary club (Badia - Lendinara - Alto Polesine, Porto Viro – Delta del Po, Ferrara-Este e Legnago), la Fellowship “Alpini Rotariani”, il Rotaract rodigino e le varie Associazioni d’Arma Provinciali. Dopo l’osservazione di un minuto di silenzio per i Caduti in missione di pace, il presidente del Rotary club, Gianfranco Dalla Pietra, ha presentato i due relatori, definendoli “Uomini di poche parole, ma di grande umanità”. Si tratta del cap. Michele Agostinetto, rodigino, in forza al comando delle truppe alpine di Bolzano come addetto all’addestramento dell’esercito afghano e del magg. Mario Renna, parmense, in servizio alla brigata alpina “Taurinense”, ha curato la pubblica informazione, come portavoce del contingente NATO di Herat. Alla presenza di circa centocinquanta, tra soci, autorità ed ospiti, tra cui il gen. Lorenzo Zaffarano, il col. Quintiliano Ferri, il col. Carlo Libanori e i genitori di Mauro Gigli e Massimo Ranzani, Caduti in missione, il La Federazione di Siracusa, negli ultimi mesi, ha svolto le seguenti attività: – il 17 febbraio, su iniziativa della Federazione Provinciale e della Delegazione prov. GG.OO.RR.TT. Pantheon, i rev.di mons. Rohr, priore del Vicariato OO.DD.SS. di Siracusa, don Isidoro Iacono, cappellano della Delegazione, e don Salemi, parroco della chiesa dell’Immacolata, è stato celebrato a Lentini un solenne rito religioso in memoria delle Venerabili Serve di Dio Maria Cristina ed Elena di Savoia e dei militari italiani Caduti in guerra. Dopo il rito, che ha visto l’intervento del Sindaco di Lentini, Alfio Mangiameli, che aveva disposto l’invio del gonfalone comunale scortato dalla Polizia Municipale, delle Autorità militari della Provincia, dei Soci Unuci, ANCR, ANAC, del Convegno Maria Cristina e delle GG.OO. di Siracusa, Ragusa, Catania e Messina, è stata raggiunta in corteo piazza Regina Elena, dove per iniziativa dei due istituti è stata inaugurata e benedetta una targa commemorativa della seconda Regina d’Italia; Rovigo: Conferenza col Rotary Club sull’Afghanistan Lentini (SR): cerimonia in onore dei Caduti e della regina Elena IL NASTRO AZZURRO 43 – Il 3 marzo la Federazione ha patrocinato a Carlentini la cerimonia promossa dalla Sezione cittadina dell’Ass. Naz. Combattenti e Reduci, presieduta dal socio m.d.l. Alfio Caltabiano, per la consegna delle medaglie commemorative 1940-1943 e 1943-1945 a dieci Combattenti della II guerra mondiale, individuati grazie all’iniziativa del Cav. Uff. Ivan Grancagnolo, Presidente della Sezione di Lentini dell’Istituto del Nastro Azzurro. Dopo la deposizione di un serto d’alloro al Monumento ai Caduti, presso la sala di rappresentanza del palazzo comunale, alla presenza delle autorità civili e militari della città, ha avuto luogo l’austero rito che, dopo 70 anni, ha riconosciuto l’eroismo dei “giovani” Combattenti. Carlentini (SR): consegnate le medaglie d’onore a 10 Combattenti Campionati Sciistici delle Truppe Alpine. – ha presenziato col Presidente, il Segretario ed il Consigliere Mattiussi alla consegna delle Medaglie IMI presso la Prefettura di Sondrio, attivandosi per la raccolta di numerose altre richieste che, veicolate attraverso la Presidenza Nazionale, sono state trasmesse alla competente Commissione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. – il 10 marzo 2013, in collaborazione con il Gruppo Alpini di Aprica, ha organizzato il 4° Trofeo di Sci alla memoria del Magg. dott. Gino Azzola C.G.V.M., presente la figlia. Alla competizione hanno partecipato nel complesso oltre 400 concorrenti. Per il Nastro Azzurro erano in gara i Soci Alberto Zulian e Mauro Biancotti, oltre ad alcuni Soci della Sezione di Carate Brianza; Sondrio: 4° Trofeo di sci “MBVM Gino Azzola” SONDRIO La Federazione di Sondrio, negli ultimi mesi, ha svolto le seguenti attività: – il giorno 19 gennaio, ha partecipato a Morbegno (SO) alle cerimonie commemorative della battaglia di Warwarowka con il Segretario unitamente ad altri soci; – ha collaborato in data 2 aprile all'organizzazione della cerimonia commemorativa dei Caduti del Vallone dello Scerscen (SO) presso il Sacrario Militare di Sondrio, ricordando in particolare la figura dell'Alpino Andrea Battaglia, Decorato di Medaglia di Bronzo al Valor Militare per l'abnegazione e o spirito di sacrificio con cui nella primavera dell'anno 1917 si prodigava per salvare i commilitoni del 5° Reggimento Alpini travolti da una valanga durante un'esercitazione. Alle diverse manifestazioni hanno presenziato, il Presidente, il Segretario, l'Alfiere Franco Silva ed i Soci Mauro Biancotti, Alberto Zulian e Maristella Ravelli. TARANTO La Federazione di Taranto ha svolto le seguenti attività e cerimonie: – il 24 aprile, Autorità Civili e Militari, Associazioni d’Arma e studenti hanno partecipato nella Sala degli Specchi di Palazzo di Città a un Convegno sul tema “La Libertà: un valore tra generazioni per Sondrio: commemorazione della battaglia di Warwarowka Taranto: donato quadro in argento al sindaco – ha contribuito ad organizzare ed ha presenziato il giorno 27 gennaio 2013 con il Presidente, il Segretario ed il Gruppo Labaro con l’Alfiere Mattiussi ed il Socio Salvatore Tambaro in uniforme, i Soci Maristella Ravelli, Alessandro Negrini, Massimo Corrado e Dario Bormolini, alla cerimonia commemorativa del 70° anniversario della Battaglia di Nikolajewka, tenutasi nel Convento dei Frati Minori Cappuccini di Colda (SO); – ha visto il proprio Sindaco Revisore dei Conti Ten. CM CRI Fausto Giugni, il Socio S.Ten. CRI Pierangelo Leoni, il Socio Antonio Cao ed il Socio Giorgio Gobbo richiamati per prestare servizio in occasione dei 65i 44 IL NASTRO AZZURRO mantenere l’unità nazionale". Il Presidente della Federazione di Terra Jonica, C.F. Luca Bellone de Grecis, al termine del suo applauditissimo ed apprezzato intervento, ha donato al Sindaco di Taranto, dott. Ippazio Stefàno, un quadro in argento, da lui stesso realizzato con incisi i nomi delle 17 Medaglie d’Oro al V.M. di cui si fregia il Labaro della Federazione. Il quadro verrà ubicato nel Salone del Palazzo di Città; – il 25 Aprile 2013, il Labaro con Alfiere il Vice Presidente della Federazione Sig. Francesco Monopoli e la Scorta Segretario del Alessandro Cilo ha presenziato alla deposizione della Corona al Taranto: celebrazione Monumento ai del 25 aprile Caduti. Vice Presidente Cav. Franco Provero, i Sindaci Giovanna Cresta e Sandra Mollicone, il Segretario Alida D'Amico e molti altri Soci. Un mazzo di fiori è stato deposto sulla tomba del Re, mentre il Labaro rendeva gli onori con una scorta di eccezione: il Presidente del Consiglio Comunale di Torino, ing. Giovanni Maria Ferraris, con fascia Tricolore; Hautecombe (Francia): 30° annianniversario della morte di Umberto II Il 26 gennaio 2013, gli alunni dell’Istituto Comprensivo di Bellante hanno commemorato il Giorno della memoria con una suggestiva e toccante cerimonia, promossa dal socio della Federazione di Teramo Mauro Loretone con la collaborazione del Gruppo ANA di Bellante, iniziata con la lettura, da parte di alcuni allievi dell’Istituto, di poesie di Primo Levi e di deportati nei campi di sterminio. Sono stati anche ascoltati coinvolgenti brani musicali. Nell’aula magna dell’Istituto, le classi terze della Scuola Media hanno partecipato ad un incontro sul tema dei Caduti della guerra e dell’Olocausto. Infine, è stato osservato un minuto di silenzio per le vittime della Shoah. – il 7 aprile, l'U.N.M.S. di Torino, con una cerimonia al monumento presso il Palazzo di Giustizia alla presenza delle maggiori autorità cittadine, ha ricordato i servitori dello Stato che hanno dato la vita durante il loro Servizio. Tra le rappresentanze delle Associazioni anche il Labaro della Federazione di Torino del Nastro Azzurro; – il 24 aprile, il Labaro della Federazione (Alfiere Paolo Ridolfi, scorta il Vice Presidente cav. Franco Provero e il Sindaco Giovanna Cresta) ha presenziato alla celebrazione della Giornata in onore delle Medaglie d'Oro al Valor Militare presso la storica Caserma “Cernaia” svoltasi in concomitanza col “Conferimento degli Alamari” ed il “Giuramento” degli Allievi Carabinieri del 135° Corso, intitolato all’Appuntato Sabato De Vita M.O.V.M. alla memoria. Presenti i familiari degli Allievi, il Gonfalone della Città di Torino, Decorato di M.O.V.M., e le Autorità tra cui il Gen. B. Antonio Bacile, comandante la Legione Allievi Carabinieri di Roma, e il Comandante la Scuola Col. Franco Frasca. TORINO VITERBO La Federazione di Torino, nel bimestre, ha partecipato alle seguenti cerimonie ed attività: – il 3 febbraio, col Labaro, Alfiere Paolo Ridolfi, alla commemorazione dei Caduti e dispersi sul fronte russo, nel 70° Anniversario della Battaglia di Nicolajewka. Una breve cerimonia alla lapide che li ricorda sulla facciata della Real Chiesa di San Lorenzo ha preceduto la Santa Messa officiata dal Rettore della Chiesa Can. Franco Martinacci; – col Labaro (Alfiere Paolo Ridolfi, scorta il Vice Presidente Cav. Franco Provero e il Sindaco Giovanna Cresta), alla celebrazione della Pasqua interforze, il 21 marzo, officiata dal Cardinale Severino Poletto con numerosi Cappellani Militari presso il Santuario di Maria Ausiliatrice, presenti le Autorità militari, civili e religiose della Regione e le Associazioni Combattentistiche e d'Arma; – il 16 marzo 2013, alla solenne cerimonia svoltasi per il 30° Anniversario della scomparsa di Re Umberto II di Savoia, nell’Abbazia di Hautecombe in Francia, con l'Alfiere Paolo Ridolfi con il Labaro, il La Federazione di Viterbo ha partecipato alle seguenti cerimonie ed attività: – col Labaro della Sezione di Viterbo alla festa del 4 novembre 2012 durante la quale è stata deposta una corona di alloro al Monumento ai Caduti di Viterbo alla presenza delle più alte cariche civili e militari; TERAMO IL NASTRO AZZURRO Viterbo: il Labaro sfila il 4 novembre 2012 – col Labaro all'anniversario della Liberazione 2013. 45 RECENSIONI LA GUERRA DI COREA, 60 ANNI DOPO di Claudio De Felici - Di Virgilio Editore, Roma - pagine 224 Prezzo Euro 30,00 - ISBN 978-88-97971-00-9 La guerra di Corea (195053) provocò estreme condizioni di terrore, miseria e abbandono nella popolazione coreana. La fame e le malattie contribuirono ad accrescere il numero delle vittime delle azioni belliche. Per fronteggiare questa drammatica situazione la Croce Rossa internazionale si attivò per inviare aiuti umanitari. Il 20 settembre 1951, la Repubblica Italiana, pur non facendo ancora parte delle Nazioni Unite, mise a disposizione del Segretario Generale dell’ONU un ospedale del Corpo Militare della Croce Rossa, completo di equipaggiamento e personale, che operò in Corea dal novembre ‘51 al dicembre ‘54. Si trattò della prima operazione fuori area di una nostra unità militare dopo la Seconda guerra mondiale. Questo volume, nel ripercorrere le commemorazioni per il 60° anniversario della guerra di Corea, celebrate sia Italia sia nella Repubblica di Corea, rende finalmente onore alla memoria dei veterani ormai scomparsi e alle gesta dei pochissimi reduci ancora in vita. L’autore ricostruisce in modo scrupoloso, puntuale e rigoroso le vicende del conflitto bellico in tutte le sue declinazioni, riferendo in particolare episodi e figure che fanno parte della memoria storica del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana. Il libro di grande formato, con capitoli redatti in lingua inglese, è arricchito da un’accurata e inedita documentazione fotografica, attuale e dell’epoca. Riporta, inoltre, un interessante aggiornamento con gli ultimi atti ostili verificatisi fra le due Coree e una doviziosa bibliografia. TRENT'ANNI DI ACROBAZIE TRICOLORI di Luigino Caliaro - DUEGI Editrice - 160 pagine - Illustrato a colori - ISBN 88-95096-05-03 - Fuori commercio: può essere richiesto direttamente alla casa editrice Ancora un libro fotografico sulle diverse formazioni militari che hanno fatto la storia dell'acrobazia aerea in Italia. Questo libro, pubblicato nel 2010 in occasione dei 50 anni della PAN, pur essendo di lettura piacevole ed interessante, va in realtà a sommarsi ai tantissimi altri dello stesso genere senza aggiungere o togliere nulla a quanto già visto. Certo, i super appassionati lo avranno divorato, ma 46 è il classico: ne vedi uno li hai visti tutti. La veste grafica giustamente sontuosa, è adeguata allo spirito dell'opera. AL GALOPPO NEL CIELO di Maurizio Lanza e Rosellina Piano - Umberto Soletti Editore - 96 pagine - 17 x 24 cm. - Illustrato a colori - ISBN 978-88956280-8-0 - Prezzo 18,00 Euro Si tratta della biografia di Giulio Palma di Cesnola, cavaliere, nobiluomo e pioniere del volo. Apparteneva a quella ristretta cerchia di ufficiali di Cavalleria che, affascinato dal nuovo mezzo aereo, scelse la rischiosa vita del pilota e lo fece proprio alla prima esperienza bellica: la guerra italo-turca, per poi continuare le sue gesta nella grande guerra. I coniugi Lanza disegnano la biografia di un uomo dalla vita appassionante e coinvolgente come quella del protagonista di un romanzo d'avventura. Lo stile è coinvolgente ed incalzante. La veste grafica, leggera, ma arricchita da numerose foto a colori, agevola la lettura. AL LUPO! AL LUPO! di Gregory Alegi e Alessandro Cornacchini - Aviator Edizioni/Edizioni Rivista Aeronautica - 226 pagine - 28,5 x 25 cm. - foto B/N e a colori - ISBN 978-88-96723-01-2 - Prezzo 49,00 Euro Il 4° Stormo Caccia si inserisce a pieno titolo tra la storia della nostra aeronautica e la leggenda. Si tratta dello Stormo a cui appartennero Francesco Baracca e Amedeo d'Aosta, entrambi ricordati dallo stemma col cavallino rampante circondato dalla corda che si chiude nel nodo "Savoia" sotto la corona ducale. Due capitoli di questo ennesimo bel libro dedicato al più prestigioso dei reparti da caccia del-l'Aeronautica Militare sono per i due grandi padrini del reparto. La storia è narrata dai due curatori e da numerosi altri ex appartenenti al reparto, che vi hanno aggiunto il loro contributi di memoria rendendo la lettura del testo avvincente e piacevole non solo per i cultori della storia del 4° Stormo, ma soprattutto per il gran numero di appassionati delle vicende aeronautiche. Bella la veste grafica, interessanti le fotografie, alcune delle quali inedite. IL NASTRO AZZURRO CONSIGLI DIRETTIVI Fed. POTENZA Presidente: Prof. Rocco GALASSO Vice Presidente: Vincenzo MATASSINI Segretario-Tesoriere: Ivan LEONE Consiglieri: Marco BELLETTA, Giuseppe D'ETTORRE, Saverio PAGGI e Bartolomeo SANTORO Fed. LA SPEZIA Presidente: Cav. Renzo PEDRIGI Vice Presidente: Dott. Domenico RUSSO Segretario-Tesoriere: Giovanni GABRIELLI Consiglieri: Giuseppe DI FRAIO, Carlo Maria SCENA, Maria BORDONARO, Alberto BOSCAGLIA ed Eugenio BIAGGINI Fed. GORIZIA Presidente: Leone PORTELLI Vice Presidente: Loris MEDEOT Segretario-Tesoriere: Renato OPPIERI Consiglieri: Fulvio PEGHINELLI, Mario SANSON Fed. NOVARA Presidente: Ass.San.Cav.Uff. Maria Lucia TAGLIONI Vice Presidente: Prof.ssa Silvana MOSCATELLI Segretario-Tesoriere: Dott. Antonio POGGI Consiglieri: Vincenzo GUGLIELMI Sindaci: Michele D'ALONZO, Mauro CARDONE, Antonio GERUNDINI Fed. RIETI Presidente: Cav. Alberto BERNARDINI Vice Presidente: Ellenio FORMICHETTI Segretario-Tesoriere: dott. Giancarlo MARTINI Consiglieri: Vespasiano PAOLUCCI, Filippo PALLERINI, Anna SFOZA, Mario LEACCHE, Giuseppe ANGELINI Fed. ROMA Presidente: dott. ing. Guido LANZARA Vice Presidente: dott. Stefano PIGHINI Segretario-Tesoriere: dott. Stefano PIGHINI ERRATA CORRIGE N.° 3-2013 Pag. 18 - Nel servizio a firma del Gen. Arnaldo Cassano, sull’intitolazione a Milano di una via cittadina alla MOVM Vincenzo Capelli, è stata pubblicata una foto “di repertorio”, raffigurante alcuni soldati Decorati di MOVM nel corso di una Cerimonia svoltasi ad Assisi nel 1941. Il “quinto” di essi da sinistra è il soldato Vincenzo Capelli, ma, per un errore di “taglio tipografico” dell’immagine, essa rappresentava il soldato Giuseppe Pressato MOVM, “terzo” da sinistra nella foto. La signora Giuseppina Capelli, figlia di Vincenzo Capelli MOVM, ci ha segnalato con estremo garbo e cortesia l’errore, pertanto pubblichiamo di nuovo la fotografia tagliata in maniera corretta, in modo da far apparire il “quinto” da sinistra, appunto Vincenzo Capelli, mentre, sull’altro lato, ne pubblichiamo una foto più recente, che la signora Giuseppina Capelli ha voluto gentilmente inviarci. Pag. 44 e 45 - Nelle “Cronache” della Federazione di Torino, nel sintetizzare le attività svolte il giorno 2 novembre, non è apparso ben chiaro che i soci della Federazione stessa hanno partecipato a due cerimonie distinte: una presso il “Cimitero Monumentale” della città, percorrendone i viali e soffermandosi presso i punti più significativi, l’altra, nello stesso giorno, presso il Monumento eretto in onore dei Caduti di Nassirya. IL NASTRO AZZURRO 47