1) Distintivi con decorazione e Dame Patronesse 2) Distintivi dorati

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1) Distintivi con decorazione e Dame Patronesse 2) Distintivi dorati
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9)
Distintivi con decorazione e Dame Patronesse
Distintivi dorati: piccoli, medi e grandi
Portachiavi smaltato
Orologio
Crest grande
Labaretto
Emblema Araldico
Cartolina, cartoncino doppio e busta
Fermacarte in onice
10)
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13)
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15)
16)
17)
Posacenere
Attestato di Benemerenza
Cravatta: disponibile in polyestere e seta
Foulards in seta
Mug
Fermacarte peltro
Copricapo a bustina
Quadro con emblema araldico del Nastro Azzurro
Tutta l’oggettistica è in vendita presso le Federazioni che, in caso di carenza di materiale, possono richiederla alla Presidenza
Nazionale dell’Istituto. Le spese di spedizione saranno a carico delle Federazioni ed aggiunte al costo del materiale.
PERIODICO
NAZIONALE
DELL’ISTITUTO
DEL NASTRO
AZZURRO FRA
COMBATTENTI
DECORATI
AL VALORE
MILITARE
ANNO LXXIV - N. 4 - LUG./AGO. 2013 - Bimestrale - Poste Ital. S.p.A. Sped. in abb. postale D.L. n. 353/2003 (Conv. in L. 27/2/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 MP-AT/C-CENTRO/RM
PERIODICO NAZIONALE DELL’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO
FRA COMBATTENTI DECORATI AL VALOR MILITARE
SOMMARIO
In copertina
90° Anniversario del Nastro Azzurro
In questo numero:
pag. 10
Festa del Decorato
pag. 12
2 giugno
pag. 18
Ucciso il cap. La Rosa
• Sommario
Pag.
2
• Editoriale: due ricorrenze importanti
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3
• Lettere a “Il Nastro Azzurro”
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• La Presidenza Nazionale comunica
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• Il Congresso
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6
• Annullate le feste di Forza Armata
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• Le fosse ardeatine
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• 25 maggio: Festa del Decorato
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10
• 2 giugno: meno di così non si può
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12
• 14 dicembre 2012: a Milano
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14
• Napoli: Premio di studio 2013
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16
• Ucciso in Afghanistan il cap. La Rosa
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18
• Il commento
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• Mar Rosso 3 aprile 1941
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• Il guardiamarina Giovanni Salce
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22
• I Caduti italiani in Sicilia orientale
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24
• MOVM eccellenti: Luigi Ignazio Adorno
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• Il 25 luglio
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• La Polizia nell’alluvione del Polesine
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• Le cartoline postali
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• Sotto di noi l’Oceano
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32
• Parliamone ancora
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COME COLLABORARE
• Notizie in Azzurro
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La collaborazione a “Il Nastro Azzurro” è • Azzurri che si fanno Onore
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aperta a tutti ed è a titolo gratuito. I testi possono pervenire per posta elettronica oppure pos- • Cronache delle Federazioni
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sono essere inviati alla redazione su supporto
•
Recensioni
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informatico (CD-Rom o DVD). Le immagini in
formato elettronico devono essere “ad alta riso- • Consigli Direttivi
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luzione”. Testi e foto, anche se non pubblicati,
NON si restituiscono.
• Oggettistica del Nastro Azzurro
“”
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“Il Nastro Azzurro” ha iniziato le pubblicazioni a Roma il 26 marzo 1924 - (La pubblicazione fu sospesa per le vicende connesse al secondo conflitto mondiale e riprese nel 1951) - Bimestrale - Anno LXXIV - n.° 4 - Luglio-Agosto 2013 - Poste Ital. S.p.A.: Sped.
in abb. postale D.L. n. 353/2003 (Conv. in L. 27/2/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 - MP-AT/C-CENTRO/RM - Direz. e Amm.: Roma 00161 - p.zza
Galeno, 1 - tel. 064402676 - fax 0644266814 - Sito internet: www.istitutonastroazzurro.org - E-mail:
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Responsabile: Antonio Daniele - Comitato di Redazione: Carlo Maria Magnani, Antonio Daniele, Francesco Maria Atanasio,
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Militare, ma è anche possibile, per chi non è socio dell’Istituto del Nastro Azzurro, riceverlo abbonandosi. Per abbonarsi i
versamenti possono essere effettuati su C/C Postale n. 25938002 intestato a “Istituto del Nastro Azzurro”, oppure su C/C
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Associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
2
IL NASTRO AZZURRO
EDITORIALE: DUE RICORRENZE
IMPORTANTI
Altare della Patria
Generale. Abbiamo potuto onorare gli inviti grazie
è stato ancora una
alla disponibilità di alcuni nostri Soci che, sebbene
volta il magnifico
residenti a Piacenza, Salerno e Civitavecchia, non
teatro della celebraziohanno esitato ad offrire il loro contributo. Grazie e
ne della Giornata del
nome di tutti!
Decorato e del 90°
Il 2 giugno è stata celebrata la Festa della
Anniversario del nostro
Repubblica con la tradizionale parata militare ancor
Istituto. Alla cerimonia erano stati invitati tutti i
più ridotta rispetto a quella dell’anno precedente.
Capigruppo dei partiti presenti in Parlamento, ma la
Questa volta il pretesto (comprensibile) è stato forbella giornata di sole, il giorno prefestivo e, presunito dalla crisi economica del Paese e pertanto
mo, impegni ben più importanti hanno impedito loro
abbiamo di nuovo assistito al passaggio dei
non solo di partecipare ma anche di inviare un breve
Corazzieri appiedati, imitati dai Generali che
messaggio di saluto. L’assenza
comandavano i vari settori e
è stata abbondantemente
persino i bersaglieri, probabilcompensata dalla presenza di
mente per non consumare
Noto con piacere che la richiesta
quattro Medaglie d’Oro al Valor
troppo la gomma degli scarpodel nostro intervento a cerimonie a
Militare, dai Presidenti di
ni hanno effettuato di corsa un
livello nazionale aumenta di anno in breve tratto di Via dei Fori
numerose
Federazioni
anno. I raduni nazionali degli Alpini
Provinciali, dagli Orfani dei
Imperiali. Naturalmente è
Carabinieri Caduti in servizio,
mancato il sorvolo di Roma da
e dei Bersaglieri hanno visto la
dal Gonfalone del Comune di
parte delle Frecce Tricolori,
presenza del nostro Labaro
Roma. La deposizione delle Nazionale; anche la Guardia Costiera forse perché erano già state
corone di alloro al Sacello del
impegnate il giorno dell’inseha richiesto la presenza del nostro
Milite Ignoto è stata coronata
diamento del Presidente della
Vessillo...
dalla benedizione impartita da
Repubblica o perché visibili a
Padre Massimo Cocci, che ha
tutti nelle numerose esibizioni
successivamente celebrato
nei cieli d’Italia. Consentite ad
una S. Messa di suffragio nella vicina Basilica
un vecchio fante come lo scrivente di sottolineare
dell’Aracoeli. La commozione del sacerdote seguita
che un aspetto non si è mai modificato dalla fine
alla lettura della preghiera del Decorato e l’applaudegli anni ‘60, quando da Allievo dell’Accademia
so spontaneo riservato dai turisti in Piazza Venezia
Militare ho preso parte per la prima volta alla paraal passaggio della Medaglia d’Oro Gianfranco Paglia
ta: il puntuale intervento fuori tempo della banda
sono stati due momenti che difficilmente dimentiche, sistemata vicino alle tribune, accompagna lo
cherò: due segnali importanti, spontanei che ci
sfilamento e che costringe i reparti a vere e proprie
fanno capire che certi sentimenti non albergano
acrobazie per mantenere il passo.
unicamente nei cuori degli Azzurri ed un incentivo a
Peraltro nell’ambito del contenimento delle
proseguire nei nostri fini statutari.
spese il Governo ha sentito la necessità di nominaNoto con piacere che la richiesta del nostro
ne una commissione di 35 saggi, teorici e pratici,
intervento a cerimonie a livello nazionale aumenta
incaricata di fornire input nel merito delle modifiche
di anno in anno. I raduni nazionali degli Alpini e dei
da apportare alla Costituzione. Mi chiedo allora a
Bersaglieri hanno visto la presenza del nostro
cosa servano 630 deputati, 315 senatori con relative
Labaro Nazionale; anche la Guardia Costiera ha
commissioni ed un Consiglio di Stato!
richiesto la presenza del nostro Vessillo alla ceriBuona estate a tutti
monia di passaggio di consegne del Comandante
Carlo Maria Magnani
L’
SOTTOSCRIZIONE A FAVORE DELLE FAMIGLIE DEI MARINAI DECEDUTI A GENOVA
La Presidenza Nazionale dell'Associazione Marinai d'Italia, considerata la grave sciagura che ha
colpito il Corpo delle Capitanerie di Porto con la perdita di sei Marinai a Genova la notte del 7
maggio 2013, ha aperto una sottoscrizione volontaria in favore delle loro famiglie. I versamenti
possono essere eseguiti come segue:
Bonifico bancario Intestato: Associazione Nazionale Marinai d'Italia P.N.
Istituto di Credito: UNICREDIT Agenzia Roma Ministero Marina 36041
Iban: IT 28 J 02008 05114 000400075643
Codice BIC Swift: UNCRITM1 B94
Causale: pro famiglie Marinai caduti a Genova
Conto Corrente Postale: n. 26351007 Intestato: Associazione Nazionale Marinai d'Italia P.N.
Piazza Randaccio n. 2 - 00195 ROMA
Iban: IT 74 O 07601 03200 000026351007
Causale: pro famiglie Marinai caduti a Genova
La somma totale raccolta sarà impiegata in accordo con il Comando Generale delle Capitanerie
di Porto.
IL NASTRO AZZURRO
3
LETTERE A “IL NASTRO AZZURRO”
Risponde il generale Carlo Maria Magnani, Presidente Nazionale dell’Istituto
del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare e Direttore
Editoriale della rivista “Il Nastro Azzurro”.
Egregio gen. Magnani,
debbo ringraziarla per le sue veramente gentili espressioni nei miei riguardi e dirle
di essere rimasta sorpresa per l'inaspettato articolo sul "Nastro Azzurro" del marzoaprile 2013. La verità storica richiede, però, alcune precisazioni da parte mia in quanto noi (mio fratello ed io - ndr) non siamo "entrati" nella Resistenza, ma, avendo capito il significato del messaggio di Badoglio, abbiamo deciso di fare il nostro dovere di italiani amanti della
Patria e fedeli al governo legittimo.
Questo fu deciso tra noi il 12 settembre 1943, quando mio fratello, sottotenente degli Alpini, Btg.
"Gemona", rientrò a casa. Egli, poi, cadde in un combattimento a Tolmezzo il 25 aprile 1944 in un'azione tesa
a far conoscere alle popolazioni che esisteva una formazione patriottica italiana e per l'Italia. Straordinaria
non sono stata io, che ero giovane e forte, ma nostra Madre. Quando le dissi di aver accettato di compiere la
missione al sud, dovetti anche dirle che Renato era Caduto tre mesi prima, ma che se fossi riuscita a portare al sud le informazioni richieste, la guerra avrebbe potuto finire per novembre secondo un progetto di
Churchill, che purtroppo non ebbe seguito a causa dello sbarco nel sud della Francia. Il vantaggio per l'Italia
(e soprattutto per noi italiani di questa regione) sarebbe stato grande. Nostra Madre mi disse: "Lo devi fare,
sennò Renato è morto per niente." E mi aiutò, senza piangere, a prepararmi a e a partire.
Non riuscii a ritornare per novembre, come le avevo promesso; quando finalmente potei lanciarmi, nella
fretta di saltare per timore che mi toccasse ancora una volta tornare alla base, non mi tolsi i guanti di lana,
non potei manovrare le corde e arrivai sul terreno ancora duro per il freddo a pieno carico e ... calai di statura e zoppicai, ma c'erano cosacchi in movimento. Nostra Madre era viva ed aveva fatto un periodo di prigione come ostaggio per noi due scomparsi (mio Fratello a Tomezzo non era stato riconosciuto). Il capomissione e il marconista della missione vennero feriti e catturati dai cosacchi, ma - liberati dai partigiani della
zona - ebbero necessità di essere curati e posti al sicuro; inoltre bisognò recuperare una seconda trasmittente per poter entrare in contatto con la base. Nella zona c'erano due stazioni trasmittenti alle quali era
necessario portare le informazioni, nonostante la zona fosse tutt'ora ben presidiata da tedeschi e fascisti
non solo in città, ma anche nei paesi con cavalli di frisia e tutto il resto; inoltre cominciavano a passare le
colonne di reparti in ritirata. Anche se il tempo era piovoso e il camminare non proprio agevole, fu necessario trasmettere notizie aggiornate ben oltre il giorno 25 di aprile, perché qui la guerra continuò sul territorio fino a maggio avanzato, anche se in Udine la prima colonna alleata arrivò nel pomeriggio del 1° di maggio.
Non sono mai entrata nella base americana di Vicenza. Quando mi fu chiesta l'opinione da parte di giornalisti vicentini, risposi che l'intitolazione della base a mio Fratello secondo me era un onore che veniva reso
contemporaneamente alla Resistenza italiana e alle Forze Armate italiane, poiché mio Fratello era stato un
sottotenente effettivo ed era Caduto al grido di "W l'Italia libera, Osoppo, avanti!" Credo che oggi si siano
schiusi molti armadi e si possa finalmente dire ciò che successe con la Venezia Giulia e la Dalmazia. I ragionamenti in buona fede possono essere molto più espliciti anche riguardo alla "Gladio", della quale sono
socia onoraria. Non mi fu chiesto di partecipare né avrei potuto fare granché con gli impegni che avevo già
a quel tempo; però "Gladio" fu dopotutto una continuazione - a livello europeo - della "O" dei tempi precedenti la firma del trattato di pace. Non so se la "O" prendesse veramente il nome dalla "Osoppo". Sta di fatto
che l'impegno fu quello: difendere i nostri paesi del confine orientale. Molti osovani ne fecero parte. Al
tempo io presi la patente di guida per fare da autista a mio Padre.
Lascio a chiunque la libertà di criticare le mie opinioni, ma ritengo di aver guadagnato il diritto di averne di mie, perché la Libertà, di cui purtroppo tanto si abusa, è anche merito mio e dei miei familiari.
Posso augurarle buona lettura? Con cordialità ed auguri di buon lavoro.
Paola del Din Carnielli
Gent.ma signora Del Din,
sono lieto che Lei abbia gradito la pubblicazione della Sua storia su “Il Nastro Azzurro” n.° 3-2013 e credo che
Lei abbia ben meritato il Suo posto nella rubrica "Medaglie d'Oro eccellenti". Le scarne note pubblicate non
rendono davvero giustizia alla situazione che Lei ha vissuto in quei momenti e quindi pubblico volentieri la sua
lettera che, oltre a fornire ulteriori interessanti spunti di riflessione sul periodo più tragico e difficile della storia italiana del '900, aggiunge particolari inediti e utili per capire cosa accadde davvero in quel lancio col paracadute e nei giorni successivi. Quanto Lei dovette soffrire e come, grazie soprattutto alla Sua forza d'animo ed
all'indomito coraggio, Lei sia stata capace di superare quella difficile prova, compiendo una missione oggettivamente pericolosa e dall'esito molto dubbio.
Ma la Sua lettera è vieppiù interessante per i richiami alla memoria della situazione confusa e contraddittoria in cui si viveva quel periodo nel nord est d'Italia: la resistenza non è stata, come oggi molti sono indotti a
credere, un movimento monolitico e nazionale, ma è stata la sommatoria di un'infinità di diversi modi di opporsi alla presenza tedesca in Italia ed alla situazione creatasi dopo l'armistizio. E la Sua lettera lo chiarisce molto
bene, seppure con semplici accenni a fatti e situazioni che, uno per uno, meriterebbero ampi e approfonditi
4
IL NASTRO AZZURRO
studi proprio affinché "... si possa finalmente dire ciò che successe con la Venezia Giulia e la Dalmazia ...".
Sappiamo di quale livello di disinformazione e di demagogia è stata fatta oggetto nei decenni trascorsi La
"Gladio", alla quale Lei si riferisce col rispetto che si deve ad un'organizzazione patriottica; le Brigate
Partigiane "Osoppo", che avevano il solo torto di aver aderito al CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) mentre operavano sul medesimo territorio in cui operavano le Brigate "Garibaldi", che si tenevano al di fuori del
CLN ma si posero alle dipendenze del IX Korpus sloveno e, a causa delle ovvie contraddizioni che derivarono
da questa scelta di campo più politica che operativa, finirono col rendersi responsabili dell'eccidio di Porzus.
Fatti e situazioni di cui si parla poco e mal volentieri, ma che fanno parte della storia di quel terribile periodo.
Anche l'intervista cui Lei fa cenno, oltre a ben chiarire cosa accadde quando la base americana di Vicenza
venne intitolata a Suo fratello (la Sua aperta dichiarazione "... non sono mai entrata nella base americana di
Vicenza ..." parla da sola), evidenzia l'atteggiamento di quei giornalisti i quali non cercavano notizie da diffondere al pubblico, ma ... il solito scoop.
La ringrazio ancora per l'opportunità di approfondimento che la Sua bella lettera mi ha offerto.
Gentilissimo Direttore,
ho letto sul n.° 2 (mar/apr 2013) del Vostro giornale la lettera che l'ing. Presti Le ha inviato e la relativa Sua
risposta.
Non entro nel merito di quanto scritto dall'Ingegnere: egli ha ragione e comprendo la profonda amarezza che sta provando per quanto sia accaduto.
Peraltro ritengo doveroso informarLa che all'Ingegnere è stato risposto da parte del sottoscritto (primo
responsabile della spiacevole vicenda, che ha fatto personalmente ammenda) con la lettera che Le allego
(la cui copia è stata estesa all'Ufficio Affari Militari della Presidenza della Repubblica, interessata anch'essa dall'Ingegnere in merito).
Non vuole essere una giustificazione (l'episodio non lo permette), ma è solamente perché Ella, essendo
stato direttamente coinvolto, sia portato a conoscenza di tutte le informazioni pertinenti.
La informo anche che alla mia lettera l'Ingegnere non ha dato seguito, almeno fino ad ora.
Colgo l'occasione per inviarLe un cordialissimo saluto
C.V. Francesco Loriga
(Capo Ufficio Storico - Marina
Militare)
Gent.mo Comandante,
ritengo doveroso pubblicare la
Sua corretta e puntuale precisazione affinché i nostri lettori
abbiano il quadro completo di una
incresciosa situazione che sembra si stia risolvendo per il
meglio.
Non è intenzione dell'Istituto
del Nastro Azzurro mettersi in
concorrenza con nessuna Forza
Armata, nel caso di specie con la
Marina Militare che ha dato tanti
Eroi alla Patria testimoniati dalle
numerose Decorazioni al Valor
Militare conquistate con azioni di
grande ed indomito coraggio. Ma
è chiaro che adesso sarà l'ing.
Presti, in piena libertà, a decidere
quale museo sarà deputato a
custodire i cimeli di suo padre.
Qualunque sarà la Sua decisione, il Nastro Azzurro la benedirà.
L'occasione è stata comunque
propizia affinché, non importa per
quale ragione, il tramite del
nostro periodico ha consentito di
sbloccare in un modo o nell'altro
la possibilità che l'ing. Presti veda
onorata da un pubblico più vasto
la memoria del suo eroico genitore attraverso le sue Decorazioni.
Ricambio il cordiale saluto.
IL NASTRO AZZURRO
5
LA PRESIDENZA NAZIONALE COMUNICA
NUOVO COMANDANTE DELLE CAPITANERIE DI PORTO - GUARDIA COSTIERA
l 30 maggio ha avuto luogo a Civitavecchia il Cambio al vertice delle Capitanerie di Porto – Guardia
Costiera tra l’Ammiraglio Ispettore Capo Pier Luigi Cacioppo
(cedente) e l’Ammiraglio Ispettore Capo Felicio Angrisano
(subentrante). Era presente il Labaro Nazionale portato
dall’Alfiere sig. Giuliano Fefè.
Alla cerimonia sono intervenuti tra gli altri il Ministro delle
Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, quello dell’Ambiente
Orlando, il Capo di Stato Maggiore della Marina, Amm. Giuseppe De
Giorgi e i vertici delle altre Forze Armate. Presentato il bilancio
delle attività degli ultimi 16 mesi - ''Il Corpo è più che mai coeso.
Guardiamoci dentro con coraggio per andare oltre, con la consapevolezza di crescere nel servizio e per il servizio: credibili con i fatti''
ha detto il nuovo Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie
di Porto-Guardia Costiera, ammiraglio Felicio Angrisano.
''La sicurezza in mare - ha proseguito Angrisano -costituisce
la missione delle capitanerie di Porto ... Sappiamo trarre forza
dalla nostra preparazione''.
l'ammiraglio Cacioppo, che cede il servizio attivo dopo quasi
40 anni, si è così espresso: ''È uno di quei momenti della vita in
cui nella mente di un uomo si affollano tanti ricordi ed emozioni.
Nel mio animo c'è profonda tristezza per la recente tragedia di
Genova, un'assurda fatalità che ha privato della vita chi rendeva
un servizio a tutela della sicurezza in mare. Il ricordo di quei
ragazzi genera però anche la forza di proseguire nella nostra
missione con fiducia nel futuro''.
I
IL CONGRESSO NAZIONALE
Il XXIX Congresso Nazionale dell’Istituto verrà celebrato a Roma nei giorni 9 e 10 novembre p.v. ed il suo
esito sarà fondamentale per garantire una decorosa sopravvivenza al nostro Istituto.
Come già preannunciato ai Presidenti delle Federazioni Provinciali, sarà proposta all’Assemblea una revisione dello Statuto sociale che preveda, tra l’altro, un ridimensionamento degli organi direttivi nazionali e
provinciali, in modo da rendere più veloce il processo decisionale a tutti i livelli. Inoltre la prevista abolizione di alcune province potrebbe consigliare la nomina tra i vari presidenti della regione di un referente con
compiti di coordinamento.
L’argomento però che più mi interessa è l’attività a livello provinciale e la collaborazione con la Presidenza
Nazionale. Non è pensabile che alcune Federazioni, anche numericamente rilevanti non riescano a produrre iniziative autonome e si limitino alla sola presenza a cerimonie organizzate da organi istituzionali o da
altre Associazioni. Non è pensabile che il Labaro Nazionale venga scortato alla Festa della Repubblica da
Soci provenienti da altre città perché a Roma non c’è nessuno disponibile! La prolungata assenza dalla
Presidenza Nazionale di una delle due segretarie ha avuto come conseguenza dei ritardi nel rilascio di tessere, attestati e nella spedizione di materiale dell’Istituto. Ciò ha prodotto continue lamentele, non sempre
formulate nella maniera più urbana. Inviterei coloro che lo desiderino a trascorrere alcune ore nella segreteria della Presidenza in modo da provare cosa significa lavorare tra continue chiamate telefoniche, e-mail,
visitatori, ecc...
L’importo della quota sociale che ogni Federazione versa alla Presidenza Nazionale viene fissato dal
Consiglio Nazionale. Ogni Federazione, sulla base del numero dei Soci, delle attività che deve svolgere, delle
diverse realtà territoriali fissa una quota ovviamente superiore. Attualmente le quote da versare sono le
seguenti:
- Quota sociale annuale
- Rilascio nuova tessera
- Abbonamento al periodico per non iscritti
euro 13.00
euro 5.00
euro 20,00
Tali importi sono al momento l’unica fonte di sostentamento dell’Istituto. È pertanto importante che vengano
versate nei tempi previsti, altrimenti non saremo più in grado di pagare ad esempio gli oneri relativi alla stampa ed alla spedizione del nostro giornale, far fronte alle spese generali (telefono, luce, condominio) e così via.
6
IL NASTRO AZZURRO
ANNULLATE ALL’ULTIMO MINUTO LE
FESTE DELLE FORZE ARMATE
on una lettera inviata il 3 maggio al Ministro
dell’Interno Alfano, della Giustizia Cancellieri,
dell’Economia Saccomanni, delle Politiche
Agricole De Girolamo e della Difesa, Mario Mauro, il
Presidente del Consiglio Enrico Letta ha richiesto
risparmi mediante la ridefinizione delle «modalità
di organizzazione delle feste delle singole Forze
armate, dei Corpi militari e del Corpi non armati
dello Stato», le cui spese sono state definite «non
strettamente indispensabili per la funzionalità delle
Istituzioni».
Risultato: le celebrazioni per il 152° Anniversario dell'Esercito Italiano, che si sarebbero dovute
svolgere in tutta Italia il 4 e il 5 maggio, sono state
annullate. Mesi di lavoro per organizzare e pubblicizzare l'evento sono stati vanificati il giorno prima
che iniziassero le cerimonie.
Non è andata meglio ai Carabinieri. Il 5 giugno,
199° Anniversario della Fondazione dell’Arma, le
caserme sono rimaste chiuse. Neanche una parola
fino alla vigilia sul sito del Quirinale, anche se il
Capo dello Stato ha ricevuto il Comandante
Generale e una rappresentanza degli allievi delle
scuole di formazione. Solo alle 8.30 del giorno 5
stesso, un breve comunicato sul sito web dell’Arma
ha reso noto che l'evento si sarebbe celebrato a
porte chiuse in tutta Italia.
E che dire della Marina? Il 10 e l’11 giugno, a
festeggiare e ringraziare gli equipaggi, a Livorno
sarebbe arrivato anche il Presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano. Ma la Festa della
Marina 2013 è stata annullata.
Eppure il programma della manifestazione era
pronto già da aprile. Il 10 giugno, alla Terrazza
Mascagni, si sarebbe esibita in concerto la Banda
Militare della Marina, mentre a Villa Mimbelli era in
allestimento una mostra. Il giorno dopo per le cele-
C
brazioni col Presidente: rassegna degli equipaggi di
fronte alle unità navali della Marina, tra cui l'ammiraglia "Cavour" e la nave scuola "Vespucci".
Né la Guardia di Finanza ha goduto di sorte
migliore. Il 21 giugno 2013, 239° Anniversario di
Fondazione, il Presidente dell'A.N.F.I. ha deposto
una corona di alloro al Monumento al Finanziere in
Largo XXI Aprile insieme al Comandante Generale
della Guardia di Finanza, Gen. C.A. Saverio
Capolupo. Quest'ultimo, poi, è stato ricevuto dal
Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, al Palazzo del
Quirinale, accompagnato da una rappresentanza di
Allievi degli Istituti di formazione. L'Accademia del
Corpo ha assicurato il servizio di Guardia d'Onore al
Palazzo del Quirinale. Il 22 giugno, presso il Salone
d'Onore della Caserma "Generale Sante Laria", si è
potuta svolgere una cerimonia militare rigorosamente a "porte chiuse" alla presenza del Ministro
dell'Economia e delle Finanze.
A parte che le diverse Forze Armate avevano
lavorato per mesi alle rispettive cerimonie, proprio
per ridurre al minimo le spese, e per quei costi che
non si potevano evitare, in molti casi, erano stati
trovati degli sponsor privati, è lecito chiedersi se
vale la pena, quando ormai è stato già organizzato
tutto, a costo praticamente zero, di annullare gli
eventi all’ultimo momento, a fronte di un risparmio
che, forse, si traduce solo in briciole, però negando
una celebrazione annuale che è innanzitutto il
momento culminante del contatto tra i cittadini e le
Forze Armate. Perché, se è lecito, non si applicano
gli stessi criteri di controllo della spesa ad altre
manifestazioni nazionali, anch'esse costose,
anch'esse momenti di aggregazione sociale,
anch'esse non strettamente necessarie? Forse,
perché non coinvolgono le Forze Armate?
CONVENZIONE CON LO STUDIO LEGALE “LIVRIERI E LOPEZ” PER L’ASSISTENZA GIUDIZIARIA AI SOCI
Lo studio legale degli Avvocati Vincenzo Livrieri e Rossella Lopez ha stipulato col Nastro Azzurro una
Convenzione per assistenza Stragiudiziale e Giudiziale nelle controversie in diritto civile, amministrativo e
penale in base alla quale è disponibile a "consigliare" gratuitamente i soci dell'Istituto del Nastro Azzurro
in ordine alle problematiche giuridiche e/o giudiziarie contenute nell'unita convenzione e a praticare tariffe
ridotte al minimo caso per caso, qualora vi fosse la necessità di assistere in sede giudiziaria presso i
Tribunali, Le Corti d'Appello, il TAR e la Corte dei Conti, anche di altre città di residenza dei soci.
I dettagli della Convenzione sono pubblicati sul nuovo sito web dell'istituto.
ANNO CONTRIBUTO ORDINARIO DEL TESORO
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
IL NASTRO AZZURRO
18.990
14.990
14.990
14.990
14.990
13.350
9.993
CONTRIBUTO STRAORDINARIO DIFESA
49.998
49.998
42.063
24.490
2.990
2.798
2.798
7
L E F O S S E A R D E AT I N E
opo l'8 settembre 1943 e l'ingresso delle truppe tedesche in Roma, i nazisti assunsero il
controllo effettivo della città. Fin dai primi
giorni dell'occupazione tedesca di Roma si costituirono nella capitale gruppi di resistenza, in particolar modo il Fronte Militare Clandestino ("Centro X")
diretto dal colonnello Giuseppe Cordero Lanza di
Montezemolo e nuclei comunisti.
Roma, sottoposta pro forma alla sovranità della
RSI, con lo status di "città aperta", era in realtà
governata solo dai comandi germanici, e lo divenne
anche formalmente dopo lo sbarco di Anzio, il 22
gennaio 1944, quando l'intera provincia romana
venne dichiarata "zona di operazioni". Il feldmaresciallo Albert Kesselring, comandante del fronte
meridionale, nominò capo della Gestapo di Roma
l'ufficiale delle SS Herbert Kappler, già resosi protagonista il 16 ottobre 1943 della razzia del ghetto
ebraico e della successiva deportazione di 1.023
ebrei romani verso i Campi di sterminio, conferendogli direttamente il controllo dell'ordine pubblico
in città.
Il 23 marzo 1944 un gruppo di partigiani dei
Gruppi di Azione Patriottica delle brigate Garibaldi,
guidato da Rosario Bentivegna (Paolo), Franco
Calamandrei (Cola), Carla Capponi (Elena) e Carlo
Salinari (Spartaco) effettuò un attentato in Via
Rasella contro una compagnia del III battaglione
dell'SS-Polizei-Regiment "Bozen", utilizzando una
bomba a miccia ad alto potenziale, collocata in un
carrettino per la spazzatura urbana, confezionata
con 18 kg di esplosivo misto a spezzoni di ferro e
dopo l'esplosione furono lanciate alcune bombe a
mano. Vennero uccisi 32 militari e un altro soldato
morì il giorno successivo (altri nove sarebbero
deceduti in seguito). L'esplosione uccise anche due
civili italiani, Antonio Chiaretti, partigiano della formazione Bandiera Rossa, ed il tredicenne Piero
Zuccheretti.
Alla notizia dell'attentato, il generale Kurt
Mälzer comandante della piazza di Roma, accorso
sul posto, parlò inizialmente di una rappresaglia
molto grave; successivamente vari ragionamenti lo
portarono alla decisione di fucilare 10 ostaggi per
ogni tedesco ucciso. Nonostante tutti fossero a
conoscenza che l’attentato avrebbe prodotto una
rappresaglia, nessuno dei responsabili, non chiamandosi Salvo D’Acquisto o Vincenzo Giudice, si
presentò alle autorità tedesche. Ma furono ugualmente decorati al Valor Militare!
La sera dello stesso 23 marzo il questore di
Roma Caruso ebbe dal comando tedesco la richiesta
di consegnare cento nominativi di persone arrestate; il Caruso ridusse la richiesta a cinquanta. La
mattina del successivo 24 tenne nel suo gabinetto
una breve e segreta riunione con i suoi più fidi e
diretti collaboratori, con i quali preparò una nota di
D
8
50 detenuti da consegnare sollecitamente al
comando tedesco per la fucilazione. Nell’elenco
furono inclusi tutti i nomi degli esponenti e gregari
del Partito d’Azione e di altri arrestati dalle squadre
speciali e dai fascisti. L’elenco, sottoscritto dal
Caruso, venne inviato all’Ufficio Matricola delle carceri dal dott. Alianello. Il comando tedesco prelevò
dal terzo braccio e da Via Tasso, complessivamente
altre 270 persone fermate dalle SS, nella scelta
delle vittime, furono privilegiati criteri di connessione con la resistenza militare monarchica e coi i partigiani, e di appartenenza alla religione ebraica.
Le vittime, ammanettate ed a mezzo di autocarri
coperti, vennero condotte in una zona che non fu
fatta conoscere a nessuno e che solo in seguito si
seppe fossero le Fosse Ardeatine. Il desolato campo
nel quale sorgono le tragiche grotte di Domitilla si
trova a poche centinaia di metri dal luogo dove la Via
Appia Antica si tripartisce per proseguire in tre
diverse direzioni: l’una verso l’Appia Pignatelli; l’altra verso Via Ardeatina e la terza in prosecuzione
dell’Appia Antica. Le tristi fosse sorgono in una zona
sottostante alla Via Ardeatina e sono costituite da
tre cunicoli longitudinali e paralleli, lunghi circa 100
metri, coperti in un ricco terrapieno e congiunti alla
loro estremità superiore da un braccio trasversale
attraverso un grande foro circolare, al sommo del
terreno, delle dimensioni di circa tre metri di diametro. Ai tre cunicoli si accede attraverso due aperture delle dimensioni di circa 4 metri di diametro.
Gli automezzi giunti dinanzi alla cava eseguivano
una manovra circolare, in modo da far capitare
all’imboccatura di essa la parte munita di sportelli;
le persone che si trovavano nell’automezzo ne
discendevano e venivano avviate nell’interno e propriamente in fondo alla cava, dove venivano uccise a
mezzo di un fucile mitragliatore. Scaricato il loro
triste carico gli automezzi tornavano indietro a
rifornirsene e così, per tutta la giornata, e fino alle
ore 14 del giorno successivo.
I tedeschi, dopo un paio di esecuzioni facevano
esplodere, sempre nell’interno della galleria delle
mine il cui terriccio copriva, di volta in volta, le decine di cadaveri di patrioti ammucchiatevi alla rinfusa. I tre bracci della galleria verso il fondo furono
così in breve sommersi sotto l’azione delle mine.
La successiva identificazione delle 335 salme
consentì di stabilire che il Fronte Militare
Clandestino di ispirazione monarchica guidato dal
Col. Giuseppe Cordero di Montezemolo venne letteralmente decapitato. Altri gruppi numerosi riguardarono aderenti alle formazioni del Partito d'Azione
e di Giustizia e Libertà, a Bandiera Rossa, un'organizzazione comunista trockijsta non legata al CLN,
ed infine 75 di religione ebraica.
Carlo Maria Magnani
IL NASTRO AZZURRO
46 VITTIME DELL’ECCIDIO ERANO DECORATE
MEDAGLIE D’ORO AL VALOR MILITARE
-
Albertelli Pilo - Professore di filosofia; partigiano combattente (Partito d'Azione)
Artale Vito - Tenente Generale d'artiglieria (Fronte Militare Clandestino)
Aversa Raffaele - Capitano dei Carabinieri Reali (Fronte Militare Clandestino)
Azzarita Manfredi - Capitano di cavalleria (Fronte Militare Clandestino)
Bussi Armando - Impiegato delle Ferrovie dello Stato (Partito d'Azione)
Butera Gaetano - Pittore; soldato carrista (Fronte Militare Clandestino)
Chiesa Romualdo - Studente; partigiano combattente (Movimento dei Cattolici comunisti)
Cozzi Alberto - Meccanico; partigiano combattente
De Carolis Ugo - Maggiore dei Carabinieri Reali (Fronte Militare Clandestino)
De Grenet Filippo - Impiegato; tenente di complemento (Fronte Militare Clandestino)
Eluisi Aldo - Pittore; partigiano combattente (Partito d'Azione)
Fantacone Alberto - Dottore in legge; partigiano combattente (Partito d'Azione)
Fenulli Dardano - Maggior Generale (Fronte Militare Clandestino)
Fontana Genserico - Tenente dei Carabinieri Reali (Fronte Militare Clandestino)
Forte Gaetano - Commerciante; partigiano combattente
Frignani Giovanni - Tenente colonnello dei Carabinieri Reali (Fronte Militare Clandestino)
Gelsomini Manlio - Medico (Fronte Militare Clandestino)
Gesmundo Gioacchino - Professore di Filosofia; partigiano combattente (PCI)
Giglio Maurizio Cervo - Tenente di P.S. dei "Metropolitani" di Roma (OSS)
Giordano Calcedonio - Corazziere (Fronte Militare Clandestino)
Govoni Aladino - Figlio del poeta Corrado Govoni; Capitano dei granatieri; partigiano combattente
(Bandiera Rossa Roma)
Lo Presti Giuseppe - Dottore in legge; partigiano combattente (PSIUP)
Lordi Roberto - Generale della Regia Aeronautica (Fronte Militare Clandestino)
Lusena Umberto - Maggiore del Regio Esercito (Fronte Militare Clandestino)
Manca Candido - Brigadiere dei Carabinieri Reali (Fronte Militare Clandestino)
Marchesi Alberto - Commerciante, ex ardito bersagliere; partigiano combattente (PCI)
Martelli Castaldi Sabato - Generale della Regia Aeronautica (Fronte Militare Clandestino)
Martini Placido - Avvocato; partigiano combattente
Montezemolo Giuseppe - Colonnello del Regio Esercito (Fronte Militare Clandestino)
Pepicelli Francesco - Maresciallo dei Carabinieri Reali (Fronte Militare Clandestino)
Renzini Augusto - Carabiniere
Rodriguez Pereira Romeo - Tenente dei Carabinieri Reali (Fronte Militare Clandestino)
Simoni Simone - Generale (Fronte Militare Clandestino)
Talamo Manfredi - Tenente colonnello dei Carabinieri Reali (Fronte Militare Clandestino)
Villoresi Renato - Capitano del Regio Esercito (Fronte
Militare Clandestino)
Zaccagnini Carlo - Avvocato (Fronte Militare Clandestino)
Zambelli Ilario - Telegrafista (Fronte Militare Clandestino)
Ayroldi Antonio - Maggiore del Regio Esercito (Fronte
Militare Clandestino)
MEDAGLIE D’ARGENTO AL VALOR MILITARE
-
Bendicenti Donato - Avvocato; partigiano combattente (PCI)
Coen Saverio - Commerciante; partigiano combattente
De Angelis Gerardo - Regista cinematografico; partigiano
combattente (Centro informazioni)
Napoleone Agostino - Sottotenente di vascello della Regia
Marina (Fronte Militare Clandestino)
Orlandi Posti Orlando - Studente; partigiano combattente (Partito d'Azione)
Semini Fiorenzo - Sottotenente di vascello della Regia Marina (Fronte Militare Clandestino)
Stame Nicola Ugo - Artista lirico; partigiano combattente (Bandiera Rossa Roma)
Zironi Augusto - Sottotenente di vascello della Regia Marina (Fronte Militare Clandestino)
L’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO APRIRÀ IL XXIX CONGRESSO NAZIONALE CON LA DEPOSIZIONE DI UNA CORONA DI ALLORO AL MAUSOLEO DELLE
FOSSE ARDEATINE ACCOMUNANDO NEL MEMORE RICORDO TUTTE LE VITTIME DELL’ECCIDIO AI 46 DECORATI AL VALOR MILITARE
IL NASTRO AZZURRO
9
25 MAGGIO: FESTA DEL DECORATO
Ebbene si! Quel che più conta e che, nonostante
la aleggiante e difficile situazione generale tutti
hanno apprezzato, è il senso di condivisione e di
sincera partecipazione che si respirava dentro e
fuori il Sacrario. Sicché, ai lati del Sacello del Milite
Ignoto erano schierati il Labaro Nazionale
dell’Istituto del Nastro Azzurro fra Decorati al
Valor Militare, affiancato dai Vessilli delle
Federazioni Provinciali di Roma, Bari, Cosenza,
Grosseto, Siena, Sondrio, Teramo (accompagnati
dai rispettivi Presidenti); il Gonfalone della Città di
Roma, il Medagliere Nazionale delle Medaglie
d’Oro al Valor Militare e quello dell’Associazione
Nazionale Bersaglieri; il Labaro Nazionale
dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle
Reali Tombe del Pantheon; il Labaro della Sezione
di Roma dell’ANCFARGL (Associazione Nazionale
Combattenti Forze Armate Regolari Guerra di
Liberazione). Un colpo d’occhio, insomma, da
grande evento.
Tra i tanti anche i meravigliosi ragazzi
dell’ONAOMAC (Opera Nazionale di Assistenza per
gli Orfani dei Militari dell’Arma dei Carabinieri
Caduti per servizio), connotati dall’inconfondibile
uniforme e dal baschettino rosso/bleu. L’ONAOMAC: una realtà pulsante e viva, si propone di assistere, fino al conseguimento della laurea, gli orfani dei militari dell’Arma dei Carabinieri di qualsiasi grado. Accompagnati dal Gen. C.A. Cesare Vitale
e dai loro Tutor alla fin fine sono stati proprio essi,
i Cadetti dell’ONAOMAC, i più coccolati e fotografati. Bravi! Il Gen. Umberto Rocca, Presidente del
Gruppo Medaglie d’Oro ed il Gen. Carlo Maria
Magnani, Presidente dell'Istituto del Nastro
Azzurro, accompagnato
quest’ultimo dai Vice
Presidenti
Nazionali
Gen. Giuseppe Picca e
cav.
Stefano
Mangiavacchi, hanno,
quindi, deposto corone
di alloro, avvolte nel
Tricolore, al cospetto del
Sacello del Milite Ignoto.
Le corone sono state
traslate da due coppie di
Carabinieri
in
alta
uniforme e benedette
dal Padre Massimo
Cocci francescano che
ha poi celebrato la Santa
Messa all’Ara Coeli. Per
la cronaca, mentre sul
lato sinistro dell’enclave
erano schierate le autorità e i Decorati e loro
congiunti, nonché la
MOVM Col. Paglia; sul
lato destro con il
Roma: deposizione della corona all’Altare della
Gonfalone della Città di
Patria da parte del Nastro Azzurro e del Gruppo
Roma e il Labaro
delle Medaglie d’Oro
Nazionale dell’Istituto
abato 25 maggio 2013 è stata celebrata la
“Giornata del Decorato”: cerimonia nata per
onorare tutti i Decorati al Valor Militare, che il
Gruppo delle Medaglie d’Oro al Valor Militare e
l’Istituto del Nastro Azzurro fra Decorati al Valor
Militare, da anni solennizzano con una cerimonia
comune all’Altare della Patria.
Un’occasione dagli altissimi significati che,
quindi, e come tradizione vuole, ha avuto contesto
e location d’obbligo nella stupenda cornice che
solamente il Vittoriano: il Mausoleo Nazionale
dell’Altare della Patria, sa offrire. Tutt’intorno era
movimento ed un gran brusio. Finché, allo squillar
della tromba che, sulle note del “Silenzio”, ha invitato tutti - nessuno escluso - al raccoglimento, su
quel marmo … e sulla scalinata e giù … giù per
Piazza Venezia, è calata un’aura di sentimento.
Favorito da una splendida mattinata assolutamente primaverile, l’evento è stato concelebrato alla
presenza delle Associazioni d’Arma e della folla
delle grandi occasioni a cui ha, stavolta, fatto da
coreografia e sfondo, un’insolita gran platea di
turisti. E mentre una via lattea di “stellette” muoveva su e giù per le marmoree gradinate, in tanti si
sono ammassati oltre la cancellata per raccogliere
e chiedere lumi, notizie ed informazioni, ma anche
per sapere di che cosa si … trattava. Mentre tutti
hanno interiorizzato e la gran parte ha riflettuto
sul senso e sulla simbologia dell’Onor militare che,
in quella mattinata e con quella cerimonia, si voleva rendere alla Memoria di coloro che si sono
immolati per la Patria - “… chi per la Patria muor,
è vissuto assai …” - in molti hanno chinato il capo
in segno di reverenza.
S
10
IL NASTRO AZZURRO
del Nastro Azzurro scortato dal Col.
Alberino Mazzuca di Cosenza, dal Gen.
Antonio Daniele e dal Col (r-cri) Giancarlo
Martini nella duplice veste di rappresentante della Federazione Provinciale del Nastro
Azzurro di Rieti e Sabina Romana e rappresentante dell’ “ONorMil – Salvo D’Acquisto”,
garriva
il
Medagliere
Nazionale
dell’Associazione Nazionale Bersaglieri
scortato da due soci piumati. Presente
anche il Medagliere dell’ANCFARG, Sezione
di Roma, scortato dai Vice Presidenti Gen.
C. A. Alberto Zignani, Gen. B. Nicola Luisi,
Col. G. Giulio Martini e Franco Mari; il
Labaro Nazionale dell’Istituto Nazionale per
la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del
Pantheon. Presenti, inoltre, il Presidente
dell’Associazione
Fiamme
d’Argento
(Carabinieri in congedo), Maresciallo CC. (c)
Roma: Dopo la S. Messa nella
Elio Rocca, il Presidente dell’Associazione
Basilica dell’Ara Coeli
Icaro Onlus, Sig. Pietro Lupia, il Segretario
Generale dell'Istituto del Nastro Azzurro,
lettura della Preghiera del Decorato magistraldott.ssa Anna Maria Menotti, il Responsabile della
mente eseguita dal Presidente della Federazione
Protezione Civile della Icaro Onlus, Sig. Michelino
di Siracusa, avv. Francesco Atanasio.
Pacella ed il Tenente Guardie d’Onore Mausoleo di
È anche così che si onorano i “Nostri” Eroi.
Mentana G. Levatino; il Presidente della
Federazione Provinciale del Nastro Azzurro di
Col. CC Giancarlo Giulio Martini
Roma, ing. Guido Lanzara, il Presidente del
(segretario
della Federazione di Rieti)
Collegio provinciale dei Sindaci, ing.
Camillo Pariset, e il consigliere cav.
Mario Fascetti, le Dame prof.ssa Maria
Divari Greco, con due nipoti, la dott.ssa
Maria Coculo Satta e la sig.ra Maria
Zamarion Anelli. Il Labaro della
Federazione Provinciale era portato
dall’Alfiere sig. Giuliano Fefè.
A sintesi dell’evento, il Generale
MOVM Umberto Rocca ha invitato tutti in
via dell’Amba Aradam a far visita alla
sede Nazionale delle Medaglie d’Oro.
Dopo la cerimonia, tutti i convenuti
dell'Istituto del Nastro Azzurro si sono
spostati alla vicina chiesa dell'Ara Coeli
dove la Santa Messa in suffragio dei
Caduti, celebrata nella cappella laterale
della Basilica dove i labari provenienti
dalle Federazioni di tutta Italia hanno
fatto ala all'altare, è stata conclusa dalla
NUMEROSI I MESSAGGI PERVENUTI
ALLA PRESIDENZA NAZIONALE DELL’ISTITUTO PER LA GIORNATA DEL
DECORATO. TRA ESSI, SPICCANO PER
RILEVANZA, QUELLO AUTOGRAFO DEL
MINISTRO DELLA DIFESA (riquadro
accanto), QUELLO DEL CONSIGLIERE
MILITARE DEL PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA, GENERALE ROLANDO
MOSCA MOSCHIN, QUELLO DI S.A.R. IL
DUCA AMEDEO D’AOSTA, E QUELLO
DEL PRESIDENTE NAZIONALE DELL’ASSOCIAZIONE PARTIGIANI D’ITALIA.
IL NASTRO AZZURRO
11
2 GIUGNO: MENO DI COSÌ NON SI PUÒ
del Fuoco sul Colosseo ... che negli ultimi anni aveva
olo grazie alla saggezza del Presidente Giorgio
dato originalità e colore alla parata, e tanto altro.
Napolitano, unico nella breve storia della nostra
Con tutto ciò, la parata, conclusasi dopo oltre un'ora
Repubblica ad essere stato eletto Capo dello Stato
di spettacolo, nonostante tutto, bello e godibile, ha visto
per due mandati consecutivi, la tradizionale parata militransitare sulla via dei Fori Imperiali circa 3.400 persotare di via dei Fori Imperiali si è svolta anche in questo
ne, 2060 delle quali militari. Il costo è stato ridotto di
2013, anno della crisi economica, anno della crisi istituoltre 400.000 Euro rispetto all'edizione del 2012, che già
zionale, anno del pessimismo diffuso tra l'italica gente,
era stata notevolmente più sobria di quella dell'anno
generalmente allegra, socievole e fiduciosa nel futuro.
prima, 150° Anniversario dell'Unità d'Italia.
Ma nonostante la sua saggezza lo abbia portato a dire
Ma c'è qualcosa che continua a non persuadere.
che la parata si doveva fare perché non si tratta di una
Sembra sempre che la Festa della Repubblica debba
"... esibizione muscolare ..." ma del giusto omaggio dei
essere "giustificata". Ogni anno c'è una ragione per cui
cittadini in uniforme alle istituzioni alle quali hanno giuchi vorrebbe abolire questa unica manifestazione naziorato fedeltà, ricambiato dall'omaggio della nazione tutta
nale di coesione tra il popolo e le sue Forze Armate deve
al loro diuturno impegno a difesa dei Valori e dell'Onore
essere blandito, ascoltato, convinto, quanto meno "condella Patria, la parata è risultata appena un dignitoso
siderato".
simulacro di quella che sarebbe dovuta essere.
Sinceramente non se ne può più. Una manifestazioSolo di fronte alle considerazioni espresse dal
ne più ridotta di questa non può davvero essere svolta
Presidente della Repubblica, che in altri contesti sarebsenza scadere nel ridicolo ... e già questa lo ha sfiorato,
bero così ovvie da apparire perfino banali e inutili, a
quando ancora una volta i Corazzieri hanno dovuto muodenti un po' stretti, data la sua militanza in un partito
versi a piedi, indossando la loro scintillante uniforme da
che non fa mistero di essere anti militarista a tutto
parata, disegnata apposta per andare "a cavallo"; quancampo, la Presidente della Camera on. Laura Boldrini
do si è abolito il passaggio delle Frecce Tricolori (l'unico
ha ammesso che la parata ormai "... fa parte della stopassaggio istituzionale dell'anno rimarrà quello del 4
ria della Repubblica, e la sua abolizione non aiuterebbe
novembre ... speriamo); quando con parossistico masoa risolvere i problemi del Paese ..."
chismo si fanno sfilare i reparti militari ad altissima
Potremmo gioire, quindi, prendendo atto che la
specializzazione senza i loro mezzi, lasciando nel dubparata anche quest'anno, ad onta dei suoi detrattori sia
bio gli spettatori circa l'effettiva necessità e persino l'estorici sia dell'ultima ora, si è potuta svolgere e che sia
sistenza di tale "altissima specializzazione".
il pubblico che si è dato convegno a via dei Fori Imperiali,
Questo modo di non mostrare chi si è e ciò che si ha
sia quello che la ha seguita nella diretta televisiva andaè decisamente contrario ai più elementari dettami della
ta in onda su RAI 1, la ha apertamente apprezzata.
promozione dell'immagine. Qualcuno obietterà che le
E come sarebbe potuto essere il contrario?
Forze Armate hanno un'immagine ben consolidata e
Con tutti i vincoli di risparmio imposti, l'impeccabile
fortemente positiva, nonostante i loro detrattori non si
organizzazione del Comando Militare della Capitale è
diano mai tregua nell'attaccarle; ma esse rappresentariuscito a dare lo stesso un bello spettacolo di forza,
no la nazione più di ogni altra struttura istituzionale.
compostezza, capacità e virtuosa partecipazione.
Mostrarle così, al ribasso, quasi vergognandosi di averTecnicamente, si è rinunciato ad ogni originalità. Il
le, scusandosi del fatto che, pur tra mille ristrettezze,
copione dei sette diversi settori in cui è stata articolata
esse devono avere mezzi sofisticati e costosi, devono
la parata era sempre lo stesso: il comandante di settore
potersi addestrare ad usarli al massimo delle loro preapriva, seguito immediatamente dalla Banda Militare
stazioni, evitando di dire che esse devono essere
della Forza Armata, o dalla fanfara, alla quale era dedi"amate" e rispettate per quelcato il settore, poi le scuole
lo che sono e soprattutto per
militari, gli istituti di formaquello che fanno, da realmenzione, una ridotta ma signifite ragione a chi oggi abolirebcativa rappresentanza dei
be la parata del 2 giugno,
reparti operativi.
domani deciderebbe di non
Non faceva eccezione l'ulacquistare più il ridottissimo
timo dei settori, quello dei
numero di cacciabombardieri
corpi armati e non dello Stato.
F-35 ancora previsto dall'ultiCosa
è
mancato?
ma versione del nuovo
Innanzitutto la Pattuglia
modello di difesa, dopodomaAcrobatica Nazionale, che
ni vorrebbe che l'Italia si
tradizionalmente tingeva di
disarmasse proprio. Tanto, le
Tricolore il cielo di Roma, poi i
controversie internazionali si
mezzi speciali, non solo quelrisolvono col ... dialogo.
li militari, ma anche quelli,
E infatti, l'efficacia del
fino allo scorso anno conside"dialogo" è stata ampiamente
rati "politically correct", dei
dimostrata con l'India, nel cui
Vigili del Fuoco, i cavalli, anivertice politico peraltro c'è
mali che nelle guerre del pasuna leader di origine italiana.
sato rappresentavano la forza
Massimiliano La Torre e
di sfondamento più significaSalvatore Girone dopo tutti i
tiva e che oggi rappresentano
“dialoghi” instaurati ... stanno
la tradizione storica delle gloancora lì, non si sa perché.
rie militari nazionali, la banRoma: il Labaro Nazionale dell’Istituto
Per questo motivo ritengo
diera gigante stesa dai Vigili
sfila in parata del 2 giugno
S
sfila in parata del 2 giugno
12
IL NASTRO AZZURRO
che sia giunto il momento di smetterla con le
ipocrisie e decidere una volta per tutte cosa farà
l'Italia da grande: avrà una sua capacità militare? Vorrà e saprà spenderla dove serve? Sarà in
grado di farlo "alla luce del sole"? Oppure
lascerà lentamente morire di asfissia le sue
Forze Armate? Si condannerà ad uscire da quel
contesto internazionale occidentale avanzato di
cui oggi, pur arrancando faticosamente, fa ancora parte? Finirà con l'appaltare la sua difesa al
"Padrino" del momento (oggi gli USA, domani
chissà) dovendo però subire tutti i suoi diktat
senza battere ciglio? Senza neppure un minimo
di credibilità internazionale, finirà col non avere
più nemmeno uno straccio di politica estera?
Peggio, vorrà condannarsi addirittura ad una
possibile invasione da parte di altri che troveRoma: tutti reparti hanno sfilato a piedi
ranno facile e comodo "farlo" in Italia?
Queste cose non vengono mai messe sul
realistiche e meno distanti da quelle che usano i militapiatto della bilancia da parte dei detrattori delle Forze
ri delle altre nazioni presenti nelle medesime attività
Armate, eppure sono la contropartita ovvia ed inesorainternazionali. Ricordo ancora il coro di proteste dalla
bile che dovremmo considerare, nel caso volessimo
solita parte politica.
"accontentarli". Ma questi argomenti raramente vengoMa il danno maggiore di questo atteggiamento schino sfiorati sui giornali e nei dibattiti dei talk show, siczofrenico della solita minoranza, che però è talmente
ché si è diffuso tra la gente uno strano sentimento per
rumorosa da condizionare fortemente la maggioranza
cui le Forze Armate sono considerate utili quando inter... silenziosa, ricade sulla credibilità internazionale
vengono a favore della popolazione civile in caso di caladell'Italia come nazione cooperante in ambito NATO,
mità naturali o altre occasioni analoghe, ma quasi se ne
ONU, UE, eccetera.
disconosce la funzione ed il ruolo di sostegno armato
In nessun altro paese del mondo le esigenze militaalla politica estera. Quando qualcuno accenna a tale
ri sono dibattute in questa maniera esclusivamente
ruolo lo fa con mille distinguo e con una tale circospeziodemagogica. Le decisioni sono sempre prese analizzanne da risultare quasi incomprensibile nella sostanza del
do le esigenze di sicurezza nazionale e di capacità di
suo messaggio, salvo apparire, questo si, fortemente
integrazione con gli altri paesi alleati. La popolazione
imbarazzato nel dover parlare di qualcosa che, in un
partecipa al dibattito in maniera democratica e civile,
discorso a carattere politico, sembra avere quasi la
come da noi, ma non è assolutamente imbottita di slostessa valenza di una parolaccia pronunciata a tavola in
gan e di luoghi comuni banalmente anti militaristi, quinpresenza delle signore.
di può seguire con serena compartecipazione il dibattito
Tutto questo si ripercuote in maniera fortemente
e dire la sua in maniera utilmente costruttiva.
negativa sulle Forze Armate stesse, poiché, per tacitare
Solo da noi si è riusciti a far credere che l'F-35 è un
o almeno ridurre questi continui attacchi, sono ormai
aborto perché, udite, udite, durante la sperimentazione
decenni che i militari non hanno certezze nel loro futudei suoi prototipi, peraltro ancora in corso, sono "sorti
ro: non sanno se e quando i mezzi (che non abbiamo
dei problemi tecnici". Che sorgano problemi tecnici
visto a via dei Fori Imperiali, ma ci sono e comunque
durante la sperimentazione di un prototipo è cosa norcostano) saranno aggiornati, rinnovati e come lo saranmalissima. Solo da noi si è riusciti (con molta facilità) a
no, in quale numero, con quale tipo; non sanno con
presentarla in maniera così distorta da far mettere in
quale continuità ed intensità potranno addestrarsi e
dubbio la validità di un progetto tra i più avanzati del
mantenersi allenati all'utilizzo migliore di quei mezzi e
mondo.
delle tattiche oggi disponibili; non sanno come saranno
Mentre ciò avveniva, nessuno si è domandato a chi
impiegati, in quale contesto politico e con quali "regole
gioverebbe che l'Italia, dopo aver perso una capacità
d'ingaggio", non sanno, in pratica, come programmare il
militare faticosamente costruita dalle nostre Forze
loro aggiornamento perché non viene dato loro di sapeArmate, perderebbe anche di conseguenza una capacità
re quale sarà lo scenario in cui l'Italia le vorrà impiegadi influenza politica faticosamente ricostruita da quei
re.
pochi personaggi istituzionali che hanno sufficiente
Su quest'ultimo aspetto è doveroso un approfondilevatura internazionale per riuscirci.
mento: le Forze Armate italiane, quando operano fuori
Ecco perché sono dell'idea che presentare all'occhio
area insieme a quelle di altri paesi nell'ambito di operadi commentatori politici internazionali molto smaliziati
zioni internazionali, sono quelle che hanno le regole
una parata del 2 giugno, pur dignitosa, ma che non
d'ingaggio più restrittive, talmente restrittive che spesrende davvero omaggio alle nostre Forze Armate, signiso i nostri militari sono esposti a rischi ben maggiori
fica dare a quei commentatori un messaggio preoccudegli altri. Ciò in genere vorrebbe soddisfare la spasmopante: l'Italia mostra di non gradire abbastanza che le
dica ricerca di quel "politically correct" che consentirebproprie Forze Armate esistano, siano militarmente effibe di impiegare le Forze Armate in tali operazioni senza
cienti e preparate e che siano disponibili ad operare in
che gli anti militaristi di professione trovino da eccepire.
maniera militare, quindi non è politicamente in grado di
Intanto essi eccepiscono comunque ... in Italia, mentre i
reggere le difficoltà di una sfida internazionale.
nostri soldati ... fuori area ... rischiano molto di più di
Pertanto, non si può contare sul suo appoggio se una
altri, dovendo sempre attendere che siano fatti oggetto
coalizione militare internazionale, di cui farebbe
di fuoco per rispondere, naturalmente, solo a scopo
anch'essa parte, venisse coinvolta in una situazione
meramente difensivo. Nessuna azione "preventiva" è
davvero difficile.
stata loro permessa fino all'estate del 2011, quando il
Ministro della Difesa pro tempore, On. Ignazio La Russa,
Antonio Daniele
riuscì a far modificare tali regole rendendole un po' più
IL NASTRO AZZURRO
13
14 DICEMBRE 2012: A MILANO PER IL
DECORATO AL V.M.
La Fedrazione di Milano ha comunicato alla redazione il resoconto di questa bella manifestazione soltanto il 9
maggio u.s. - Pur tenendo conto della periodicità bimestrale de “Il Nastro Azzurro”, appare evidente che il ritardo di informazione, ovviamente non dipendente dalla volontà della redazione, ne avrebbe sconsigliato la pubblicazione, però, tenendo conto della rilevanza dell’evento e della sua contiguità ideale con l’analogo evento nazionale
che si celebra annualmente a fine maggio all’Altare della Patria (vds. servizio alle pagg.10 e 11), l’articolo trova
comunque utile spazio di pubblicazione.
Milano: un momento della cerimonia
a Federazione di Milano dopo aver partecipato a
circa 50 eventi, con il suo Presidente e con il
Labaro portato dall’onnipresente Alfiere, nonché
Vice Presidente della Federazione Ten. Cav. Carlo
Maddalone, ha chiuso la sua l’attività nel mese di
dicembre dell’anno 2012 con due importanti avvenimenti, di cui uno certamente farà parte della storia di
Milano, cioè l’intitolazione di una Via della città alla
M.O.V.M. Col. R.O. Vincenzo Capelli, effigiato nella
“Galleria degli Eroi” milanese; l’altro, il giorno dello
scambio degli Auguri natalizi tra gli Azzurri milanesi
e le Autorità locali, dedicato questa volta ai Decorati al
V.M., soci della Federazione.
L’evento ha avuto luogo il 14 dicembre u.s. e ha
assunto una particolare importanza con una cerimonia proposta dal Consiglio Direttivo della Federazione
e organizzata dal suo Presidente, che hanno voluto
ricordare e commemorare tutti coloro che non sono
più fra noi, ma soprattutto per rendere merito e
festeggiare i Decorati viventi (i pochi superstiti hanno
una età non inferiore agli 85 anni) rendendo loro i
dovuti onori per gli atti di eroismo compiuti per fare
dell’Italia una Patria unita, libera e democratica.
A tale scopo la Federazione aveva fatto approntare
dalla Presidenza Nazionale un “Attestato di
Benemerenza” che sarebbe stato consegnato, in
quella occasione, a loro e alle Città di Milano, Sesto
San Giovanni, Decorate di M.O.V.M. e alla Città di
Legnano, Decorata di M.B.V.M.
Nonostante che la neve fosse caduta già sin dalla
notte e continuasse a nevicare abbondantemente
nella mattinata, rendendo molto difficoltoso il traffico
urbano e interurbano, e causando alcune defezioni
specie nelle fila dei Decorati, benché una ventina su
L
14
36 iscritti avessero confermato la propria
presenza, la cerimonia si è svolta regolarmente e ha ottenuto un enorme successo.
Infatti erano presenti o rappresentate
tutte le Autorità civili, militari e religiose
cittadine unitamente alla significativa presenza
del
Presidente
Nazionale
dell’Istituto del Nastro Azzurro Gen. Carlo
Maria Magnani.
A suggellare la maestosa cornice del
Salone d’Onore ”Antonio Valente” erano
presenti i Gonfaloni delle Città sopracitate
Decorate al V.M. e i Gonfaloni della Regione
Lombardia e della Provincia di Milano.
Inoltre hanno voluto rendere omaggio agli
Azzurri milanesi i Labari delle Federazioni
Azzurre lombarde fra cui Brescia, Como,
Sondrio, Bergamo, Cremona e quello della
lontana Bologna, accompagnati dai loro
Presidenti, così ugualmente dicasi per
tutte le Associazioni Combattentistiche e
d’Arma locali presenti con i loro Labari e Bandiere.
Ai Gonfaloni e ai Labari ha reso gli onori la Fanfara
del Comando della 1^ Regione Aerea di Milano.
Presenti il Col. Vignocchi, Comandante del Rgt.
Art. a Cavallo - Decorato di M.O.V.M. - Socio d’onore
della Federazione, e il Col. Eusepi, Com.te del 1° Rgt.
Trasmissioni.
In rappresentanza del Presidente del Tribunale di
Milano, Dott.ssa Livia Pomodoro, era presente il
Presidente di Corte d’Appello Dott. Gamacchio.
Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale Angelo
Scola, Arcivescovo di Milano, dispiaciuto di non poter
essere presente per concomitanti impegni già assunti, ha fatto pervenire con lettera la sua paterna e apostolica benedizione.
Presente Mons. Gonzino, della Diocesi di Vercelli e
Cappellano militare della P.S., socio simpatizzante e
assistente spirituale della Federazione milanese.
Vestivano la grande uniforme i militari delle quattro Forze Armate, dei Corpi Armati dello Stato, delle
Forze di Polizia e dei VV.FF.
Un centinaio i Soci presenti, fra i quali la socia
Sig.ra Elisa, figlia del Cap. Giorgi Luigi Decorato di 2
M.O.V.M. e la Sig.ra Giuseppina, Consigliere della
Federazione, figlia del Col. R.O.Vincenzo Capelli
M.O.V.M.. Molto apprezzata la presenza di due classi
dell’ITSOS milanese “Albe Steiner” con i loro
Insegnanti e Dirigente Scolastico. A questi ultimi,
prima dell’inizio della cerimonia, il Gen.Cassano ha
appuntato sul petto una coccarda tricolore.
Tutti i presenti hanno potuto cogliere le motivazioni profonde della cerimonia dedicata alla celebrazione della Giornata del Decorato al V.M. attraverso gli
IL NASTRO AZZURRO
interventi delle Autorità presenti, ad iniziaMilano: parla il
re proprio dall’intervento del Presidente
Presidente
della Federazione e Vice Presidente
Nazionale, gen.
Nazionale Vicario Gen. Arnaldo Cassano,
Magnani
seguito da quello del Presidente Nazionale
dell’Istituto Gen. Carlo Maria Magnani, del
Vice Comandante della 1^ Regione Aerea
Gen. B.A. Italo De Marchi e del Com.te della
Regione Militare Esercito Lombardia Gen.
B. Antonio Pennino, i quali hanno ricostruito il percorso umano e delineato la figura di
tutti quegli uomini e soldati, che fedeli al
giuramento prestato non vennero mai
meno al senso del dovere e affrontarono
senza esitazioni sofferenze indicibili e
orrende mutilazioni, fino all’estremo sacrificio della propria vita, additandoli agli studenti avendo avuto questi l’opportunità di
guardare negli occhi gli Eroi presenti, i
quali proprio a loro desiderano trasmettere la fiaccola che allora ad essi fu affidata
Al termine degli interventi il Gen. Cassano ha conperché arda e splenda e illumini dai loro cuori il destisegnato gli Attestati di Benemerenza, ai rappresenno di una Italia sempre più bella, unita e libera.
tanti delle città di Milano e Sesto S.Giovanni, quindi ai
In particolare il Gen. Cassano ha concluso il suo
Decorati, soci della Federazione: Gen. B.A. (T.O.) Egeo
intervento con parole già scritte che invitano le nuove
Broccolino, MAVM - Avanz. M.G.; Cav. Attilio Barbieri,
leve ad approfondire e rivedere, sotto una luce diverCGVM; il Comm. OMRI Arch. Francesco Gnecchi
sa e più nitida, episodi della Storia Patria; in tal modo
Ruscone, MBVM; il Magg. Pio Bruni, MAVM - CGVM;
si renderanno conto di quale messe di sacrifici, di
l’Art. Luigi Pace, CGVM; il Cap. Dr. Vittorio Marzorati,
sangue – sempre offerto ma sovente versato – di soliMAVM, i quali con la fierezza e l’orgoglio di sempre
darietà e di altruismo risplendono le motivazioni delle
hanno rifiutato l’uso di bastoni, stampelle e l’aiuto dei
Medaglie dei loro bisnonni, nonni e padri e che da
famigliari nel recarsi a ritirare l’Attestato. Ai famigliaquesto sappiano trarre esempi da imitare, o perfino
ri degli assenti: il sommergibilista Carlo Pracchi,
superare, nell’osservanza delle leggi dell’Onore e del
CGVM; dei deceduti nell’arco dell’anno: Col. Angelo
Dovere in ogni atto della vita pubblica e privata.
Castoldi, CGVM; Cap. Magg. Vittorio Romualdi, CGVM.
Hanno, poi, preso la parola il Gen. Giovannelli,
Indi l’Attestato a un Decorato dei nostri tempi: il
Assessore alla Sicurezza della Regione Lombardia; il
Gen. D. Bruno Tosetti, Bersagliere, al quale sono state
dott. Dapei, Presidente del Consiglio Provinciale di
concesse le Decorazioni di Cavaliere dell’Ordine
Milano; il dott. Fanzago, Vice Presidente del Consiglio
Militare d’Italia e la M.A. al Valore dell’Esercito
Comunale di Milano; il dott. Zucchi, Vice Sindaco di
Italiano, distintosi quale Com.te del 1° Contingente
Sesto S. Giovanni, tutti concordi nel sottolineare il
Militare Italiano nella prima operazione di pace in
Valore Militare prima, poi il grande impegno civile
Libano (1982).
dimostrato dai Decorati nell’arco della loro vita nelUna breve cerimonia di gemellaggio ha avuto
l’offrire esempio di serenità, di coraggio e di speranza
luogo, subito dopo, fra la Federazione Azzurra milaai propri famigliari e a tutti gli altri che hanno avuto
nese e l’Associazione Nazionale “Nastro Verde” –
modo di conoscerli, e a testimoniare con la loro preDecorati di Medaglia d’Oro Mauriziana – Sezione
senza l’affettiva vicinanza delle Istituzioni.
Regionale di Legnano presieduta dal Col.
CC(r) Gianfranco Corsini.
Infine la Fanfara del Comando della 1^
Regione Aerea di Milano ha concluso la
solenne giornata celebrativa esibendosi in
un apprezzatissimo e applauditissimo concerto con brani di musiche militari e
moderne.
Al termine del concerto, Mons. Gonzino
ha dato la benedizione natalizia agli Eroi
effigiati nella Galleria e a tutti i presenti,
mentre il socio Barbieri dava lettura della
preghiera del Decorato sulle note del
Silenzio.
Ha fatto seguito lo scambio degli Auguri
natalizi nel clima di un sobrio vino d’onore.
Milano: Consegna dell’Attestato al comm. OMRI Francesco
Gnecchi Ruscone
IL NASTRO AZZURRO
Gen. B. (r) Arnaldo Cassano
(Presidente della Federazione di Milano
e Vice presidente Nazionale Vicario)
15
NAPOLI: PREMIO DI STUDIO 2013
INTITOLATO A FRANCESCO PAGA E ALL’ECCIDIO DI KINDU
arlare di Francesco Paga, l’Eroe per il quale tra
vennero accerchiati e malmenati. Il Tenente medico
non molto deporremo la corona di alloro, comRemotti, giunto in Congo con quel volo, fu ucciso
porta inesorabilmente ricordare l’eccidio di
immediatamente mentre, gli altri dodici furono traKindu accaduto l’11 novembre 1961, evento sconvolsportati nel vicino carcere e sottoposti a orrende
gente che ebbe la capacità di infondere negli italiani,
sevizie e torture.
non solo commozione ma un alto sentimento di soliI resti di quegli Eroi poterono tornare in Italia nel
darietà per cui si strinsero, tutti, intorno alle fami1962, solo perché un graduato in servizio presso il
glie dei trucidati.
carcere, di religione cattolica, al quale era stato dato
Appartenevano
alla
46^
Aerobrigata
ordine di gettare i corpi nel fiume in pasto ai coccodell’Aeronautica Militare ed era la prima missione
drilli, con l’aiuto di due detenuti, di notte, scavò due
italiana all’estero effettuata sotto l’egida dell’ONU.
fosse dove ripose i corpi dei 13 Caduti.
Oggi la denomineremmo “peace keeping”.
Le salme ora riposano presso il Sacrario di Kindu
Operavano in un territorio dilaniato da
eretto nelle vicinanze dell’aeroporto
conflitti etnici, interni e vendette tridi Pisa costruito con la sottoscrizione
bali; erano consapevoli dei rischi, ma
di tutti i cittadini Italiani indetta all’infiduciosi di riuscire e sicuri che la
domani della notizia, ed una stele a
popolazione conoscesse la loro funloro Memoria è innalzata nei pressi
zione e le loro intenzioni pacifiche.
dell’Aeroporto “Leonardo da Vinci” di
Il Congo, terra immensa, aveva
Fiumicino. Nel 1994 ai 13 Caduti, ai
ottenuto l’indipendenza il 30 giugno
quali si aggiungono altri quattro morti
1960, dopo 80 anni di dominazione
per un atterraggio di emergenza finito
belga e varie forme di adattamento
male di un C- 119, venne concessa
alle spinte rivoluzionarie e popolari.
“alla Memoria” la Medaglia d’Oro al
Basti ricordare l’esperienza della
Valor Militare. La Missione di pace
Comunità Belga – Congolese creata
della 46^ Aerobrigata in Congo si conda Re Leopoldo I nel 1955 e la parteciclude il 19 giugno 1962 ma
pazione della popolazione alle elezioL’Aeronautica Militare vi ritorna sotto
ni dei rappresentanti del Governo di
l’Egida dell’“Unione Europea” nel
cui avrebbero fatto parte anche espo2006 per vigilare sullo svolgimento
nenti locali – inutile dire che gli espodelle prime elezioni democratiche in
nenti locali prevalsero - il paese era Pietrelcina (BN): Monume-nto
Congo.
sconvolto dalle lotte di potere, a a Francesco Paga
Francesco Paga aveva sognato sin
seguito della decolonizzazione conseda ragazzo di essere Aviatore. Quando
guente agli esiti della 2a Guerra Mondiale, tra le
la sua domanda di arruolamento fu accolta, era conmilizie o sodataglie di Gizenka, Josepf Kasavubu e i
tento: si avverava il suo sogno.
katanghesi di Moise Ciombe. Già dal 1959 le milizie
L’equipaggio del C-119 India-6049 (nominativo
di Lumumba, fondatore del “Movimento Nazionale
radio “Lyra33”), di cui egli faceva parte è il seguenCongolese” avevano creato disordini. La lotta era alite: Cap. pilota Giorgio Gonelli, S.Ten. pilota Giulio
mentata, nell’ombra, dai due blocchi: quello facente
Garbati, M.llo motorista Filippo De Giovanni, S.Mag.
riferimento agli Stati Uniti e quello Orientale capegNicola Stigliani, S.Mag. Armando Fabi, Sgt.
giato dall’Unione Sovietica, entrambi interessati
Marconista Francesco Paga.
all’enorme ricchezza del territorio: miniere di
Le Relazioni
Diamanti, Uranio, e tanto altro. Anche le Nazioni
Unite erano alle loro prime armi e non furono attenSono pervenute quattro relazioni redatte dagli
te alla dislocazione logistica del contingente italiano
studenti dell’Istituto Comprensivo “san Pio da
che fu acquartierato in diverse palazzine, poste in
Pietrelcina” diretto dal Dirigente Scolastico Lidia
periferia e distanti dal centro oltre un chilometro ma
Vanda Denza, coordinati per le 3e classi dalla
soprattutto senza una difesa efficiente. Infatti, i
Prof.ssa Maria Colomba Simolo e per la 2a dalla
nostri, le armi le lasciavano a bordo degli aerei proProf.ssa Carmela Minnitto.
prio per non creare dubbi nella popolazione.
La traccia della ricerca sull’Eroe Francesco Paga
Gli equipaggi dei due C-119 italiani giunti a Kindu
è stata unica per tutti i concorrenti, sia per la loro
vennero accusati di fornire armi ai secessionisti e
giovane età ed anche per non creare differenziazioni
verso di loro si scatenò una furibonda violenza. La
nelle metodologie d’indagine e di approfondimento
piccola scorta armata malese venne annientata da
affidate alla specifica capacità del singolo o del
circa settanta uomini della soldataglia katanghese
gruppo: Francesco Paga – Nel corso della Storia
mentre altri duecento erano pronti ad intervenire in
molti sono stati gli Uomini che con alto senso del
caso necessità. Gli uomini brandivano armi tra le più
dovere, hanno sacrificato la loro esistenza per riporvarie, dalle lance, agli archi con frecce ai moderni
tare la concordia e l’armonia nei paesi tormentati
mitra del tempo ed immediatamente gli equipaggi
dalle guerre: Francesco Paga è stato uno di loro.
dei due C -119 che avevano portato fino a quel
Delinea il suo profilo umano e militare evidenziando
momento vettovaglie e quanto occorreva alla popoil gesto eroico che lo nobilita
lazione, radunati in una palazzina, adibita a mensa,
La relazione redatta da Teresa Pia Santucci e
per consumare il pasto al rientro dalla spedizione,
Francesco Mastrogiacomo della 3a A è ricca di con-
P
16
IL NASTRO AZZURRO
alla libertà degli altri popoli» e sottolineano la
tenuti e pone in risalto le molte pagine di storia che
ricordano il sacrificio dei nostri Eroi, tanto da sentinecessità che tutti compiano sforzi affinché nel
re il bisogno di una memoria estensibile come quelmondo regni la pace. Significativa è la loro convinziola dei moderni cellulari. I nostri giovani che, andanne, attestata nell’ultima parte della relazione, che
do a scuola, transitano accanto alla stele dell’Eroe,
bisogna rafforzare la cultura della pace con il dialosi chiedono: ma chi è quest’Uomo? Viene fuori in tal
go tra i popoli affinché sparisca il concetto di nemimodo la curiosità intellettiva d’indagare, scaturisce
co. Descrivono il monumento al Nostro Eroe come
l’analisi della situazione politica nell’ex Congo belga
monito per tutti, voluto dall’Ufficiale dell’Aeronautica
che, ottenuta l’indipendenza, non era pronto ad
Cosimo Scrafa, costituito dal grosso masso erratico
autogovernarsi dopo quasi un secolo di colonizzazioche simboleggia la terra dell’Eroe, la sua
ne. Sottolineano anche le tensioni tra i vari capi che
Aeronautica dall’Aquila Turrita, dai simboli dell’ONU
aspiravano al governo dell’immenso Stato. Il caos e
e dalla pala del C119, l’aereo del suo ultimo volo.
la violenza divamparono in ogni luogo fino all’assasGrazie ragazzi avete svolto relazioni eccellenti.
sinio di Lumumba che portò il Congo alla guerra civiDesidero aggiungere solo alcune considerazioni. È
le, e poi rifulse l’eroismo italiano.
importante che il monumento sia stato innalzato
La relazione di Erica Marrone, ancora della 3a A,
nelle vicinanze della vostra scuola ed è significativo
inizia esaltando l’eroismo di chi muore per un’opera
l’aver rappresentato la figura dell’Eroe vanto ed
di pace perché non solo è di alto valore morale ed
onore per la cittadina che gli ha dato i natali e che s’ietico ma offre alla terra che lo ha generato gloria e
dentifica in lui. Cade a proposito il dialogo tra il maerispetto perché s’identifica in lui. Partendo dalla
stro e l’allievo nella “Vita di Galileo” di Bertold
constatazione che le generazioni passate si sono
Brecht allorché il discepolo Andrea dice al maestro:
sempre legate alla guerra a danno del progresso,
«sventurata quella Terra che non ha Eroi» ed il
precisa che il concetto di pace oggi non è più una
maestro risponde: «No, sventurata quella Terra che
metafora, un sogno ideale ma è giunto il momento in
ha bisogno di Eroi». Questa è la memoria che abbiacui la Pace sia una realtà: occorre solo che gli uomimo e che ognuno di noi, pietrelcinese, napoletano,
ni la vogliano. E riportandosi al Nostro Eroe chiariitaliano nel sangue, nell’indole, nel cuore, nel coragsce che, spesso, il percorso per raggiungere la Pace
gio, ha il dovere di preservare dall’oblio del tempo il
è lastricato da atti di eroismo dei tanti che offrono
Serg. Marconista Francesco Paga MOVM. Il suo e il
anche la loro vita per essa. Conclude con orgoglio,
nome degli altri Eroi italiani, con il loro martirio
che la sua terra deve potersi gloriare di aver espresavvenuto nelle “Missioni di Pace”, ci fanno sentire
so un tale campione di abnegazione, eroismo e
orgogliosi.
senso della solidarietà.
Vi auguro un cammino felice ma sappiate che la
Il gruppo di undici allievi della 3a B pone, domanconquista di qualsiasi meta, anche quella che può
de, interrogativi, perplessità, soprattutto a noi adulrappresentarsi molto semplice da raggiungere, e
ti, e lo fa con riferimenti letterari e storici di alto
qualsiasi progresso è e sarà solo frutto della vostra
rilievo, e con alte capacità logiche e metodologiche,
intelligenza, capacità volontà e lealtà. Siate dei nuovi
evidenziando come la storia sia costellata da guerre
Ulisse, tesi alla ricerca, squarciate i vostri orizzonti,
tanto che anche tra i testi letterari dei nostri studi ci
andate più in alto e più lontano.
avvaliamo, per esempio, dell’Iliade un poema epico
Onore alle Forze Armate, Onore all’Eroe
guerresco citato a proposito perché, oltre ad essere
Francesco Paga.
opera letteraria e poetica, ci narra di una guerra, dei
suoi stratagemmi e delle sofferenze, devastazioni e
Pasquale Campo
lutti che sparge in ogni luogo ed in ogni individuo. Ed
il Gruppo si domanda: E
perché mai gli Uomini
Pietrelcina (BN): le relazioni vincitrici vengono lette al pubblico
vogliono la Pace e fanno
la Guerra? Ed ancora ci
ricordano che a seguito
della 2a guerra mondiale
nacque l’ONU con lo
scopo precipuo di rendere
vivibili e pacifici molti
Paesi nel Mondo. E per
adesione intima, sentita,
il Nostro partecipò alle
“missioni di pace” e realizzò i sentimenti di fratellanza, altruismo, solidarietà che animavano il
suo cuore ed il Suo sogno
di bambino di aprirsi a
nuovi orizzonti.
La quarta relazione
redatta dai 15 studenti
della 2a Media ci porta a
riflettere sull’art. 11 della
Costituzione che recita
«L’Italia ripudia la guerra
come strumento di offesa
IL NASTRO AZZURRO
17
UCCISO IN AFGHANISTAN IL CAP. GIUSEPPE LA ROSA
(IL FATTO)
abato 8 giugno ore 10.30 locali (07.00 italiane) il
pace per la Pace", composta proprio per i Caduti
capitano Giuseppe La Rosa, siciliano di
nelle missioni di pace. Presenti il Presidente della
Barcellona Pozzo di Gotto, è stato ucciso in
Repubblica Giorgio Napolitano, i Presidenti di
Afghanistan vicino a Farah. Aveva 31 anni. È morto
Camera e Senato Boldrini e Grasso, il vicepremier
sul colpo a bordo del Lince, su cui viaggiava insieme
Angelino Alfano, il capo della polizia Pansa e, natuad altri militari, dentro il quale è stata lanciata una
ralmente, i genitori del militare, mamma Concetta e
granata. La Rosa ha interposto il proprio corpo tra la
papà Biagio, entrambi provatissimi.
granata e i tre commilitoni a bordo del VTLM con lui,
"Non possiamo tirarci indietro, proprio nelle
che sono rimasti feriti in modo non grave. Era effettisituazioni di maggiore dolore". Ha detto monsignor
vo dal dicembre del 2012 al 3° regVincenzo Pelvi, ordinario militare,
gimento Bersaglieri della Brigata
nel corso dell'omelia. "Sosteniamo
Sassari di stanza a Capo Teulada.
ogni tentativo che può condurre
Celibe, lascia i genitori e due fraalla sicurezza e alla pace dei popotelli.
li, bisognosi di cooperazione e soliL'attentato è stato subito rivendarietà. I nostri giovani militari
dicato dai talebani con un comunicercano di promuovere la riconcicato in cui hanno parlato dell'azioliazione e la pace in paesi in cui si
ne compiuta da un "ragazzino di 11
sparge ancora tanto sangue, in
anni".
guerre che sono sempre una folSuccessivamente si saprà che
lia".
l'attentatore è un ventenne che si è
Dopo la cerimonia, il feretro è
macchiato di altri delitti, uno dei
stato portato in volo in Sicilia dove,
quali, compiuto lunedì, è stato
nel pomeriggio dello stesso giorcausa del suo arresto.
no, nella natia Barcellona Pozzo di
La salma del capitano La Rosa
Gotto si sono ripetuti i funerali.
è giunta in Italia con un C-130
Tutta la popolazione, a partire dal
dell'Aeronautica Militare atterrato
sindaco Maria Teresa Collica, si è
a Ciampino alle 9,35 del 9 giugno.
stretta attorno ai familiari mentre
Ad attenderlo il Presidente del
sulla città piovigginava rendendo
Consiglio Enrico Letta, il Ministro
ancora più triste l’addio a Giuseppe
della Difesa Mario Mauro e i famiLa Rosa
liari del bersagliere. Il feretro è
“In questi giorni è stata sottolistato portato al Policlinico
neata spesso che la scelta della
Umberto I e poi nella camera
pace e della giustizia hanno un
ardente allestita all'Ospedale
costo." Ha detto Mons. Calogero La
Militare del Celio.
Piana, Vescovo di Messina
''La morte di un collega ci
"Giuseppe, facendo da scudo, ha
segna dentro." Ha detto il tenente
manifestato l’amore più grande; il
colonnello Stefano Sbaccanti, porsuo gesto è stato spontaneo e
tavoce dell'Ufficio del Capo di Stato
coraggioso. È stato testimonianza
Maggiore del Comando ISAF. "Noi
del vero amore per i suoi compatutti siamo consapevoli dei rischi e
gni. La sua morte lascia una ferita
avendo scelto questa vita abbiamo
nella nostra vita e nessuno riumesso in preventivo il sacrificio
scirà a dare risposte ai perché dei
per valori come lealtà, senso delle
genitori. Ma invito i familiari a racistituzioni, cameratismo, Onore,
cogliere la testimonianza che
fedeltà alla Patria. Nonostante ciò,
Giuseppe ci lascia: voglia di servire
quando uno di noi Cade lascia un
la pace e la giustizia, consapevole
vuoto tangibile''. Per queste ragiodel sacrificio.”
ni ogni domenica mattina, al
Presenti alla funzione il
Comando della missione ISAF, si
Prefetto di Messina, Stefano
tiene una cerimonia di commemoTrotta, ed il presidente della
razione ''per tutti i Caduti della
Regione, Rosario Crocetta.
settimana". A turno, i loro nomi
Giovedì 14 giugno a Capo
vengono scanditi da un rappresenTeulada
in Sardegna i militari della
Il capitano Giuseppe La Rosa
tante nazionale. Pronunciare quelBrigata Sassari, con la partecipalo di Giuseppe è spettato al colonzione di personale del Comando
nello dei Bersaglieri Cosimo Orlando.
Militare Autonomo della Sardegna, del 1°
La solenne cerimonia funebre è stata celebrata la
Reggimento corazzato e dell'Associazione Nazionale
mattina di lunedì 10 giugno nella basilica di Santa
Brigata Sassari, hanno "virtualmente" rivolto al
Maria degli Angeli a Roma. Il feretro, avvolto nel
maggiore Giuseppe La Rosa, l'ultimo saluto con una
Tricolore, è entrato portato a spalla da sei bersagliemessa officiata dai cappellani militari don Giancarlo
ri sulle note della marcia funebre di Fulvio Creux, "In
Caria e don Gianmario Piga.
S
18
IL NASTRO AZZURRO
IL COMMENTO
talebani hanno subito rivendicato l'attentato attribuendo l'azione a un "coraggioso, eroico ragazzino
afgano di 11 anni che ha lanciato la granata". Versione smentita dal Ministro degli Esteri Emma Bonino,
che ha liquidato come "propaganda" l'ipotesi che l'attentatore fosse un ragazzino, e poi dal Ministro della
Difesa, Mario Mauro, nel corso dell'informativa urgente del Governo alla Camera il 12 giugno quando, constatando la quasi totale assenza dei parlamentari si è rivolto all'onorevole Laura Boldrini dicendo: "Mi consenta presidente di non poter non sottolineare l'amarezza profonda, a fronte di quello che è accaduto, nel
vedere quest'aula vuota ... Mi consenta di sottolineare come la vita di Giuseppe La Rosa sia quel fatto a cui
siamo tutti chiamati a guardare se un po' di più vogliamo comprendere il nostro compito e il senso della
nostra missione. ... A chi dovrebbe guardare la politica in Italia se non a un uomo come Giuseppe La Rosa
per ricomprendere l'ampiezza e la profondità delle proprie ambizioni e la grandezza della vocazione a cui
siamo chiamati?", si è chiesto il ministro, che in precedenza aveva sollecitato la "indispensabilità di una
presa di coscienza da parte del Parlamento nella sua integrità".
La Presidente Boldrini ha spiegato che "... la mattina erano previsti i lavori di più commissioni ..." (sic!).
Al Ministro della Difesa quindi non è rimasto altro che continuare la sua relazione chiarendo l’esatta dinamica dell’attentato. L’azione è iniziata quando, in prossimità di un incrocio, il convoglio italiano, composto da
tre veicoli Lince diretti alla base di Farah, sono stati rallentati da un’autocisterna che procedeva in senso
inverso. Poi l’autocisterna si allontanava, mentre una vettura Toyota, favorita dalla conformazione stradale,
si portava in mezzo alla carreggiata fermandosi e provocando l’arresto del convoglio, una seconda Toyota
agiva da blocco in coda al convoglio. A questo punto, un giovane di circa 20 anni, barba corta, vestito in abiti
marroni, che stava parlando con un poliziotto afghano, al lato della strada, è salito velocemente sul mezzo
in testa al convoglio e ha lanciato un ordigno nella botola superiore, dandosi poi alla fuga e confondendosi
nella folla. “La granata,” ha continuato il ministro, “cadeva nella parte posteriore del veicolo occupata dal
capitano La Rosa. L’ufficiale gridava tre volte ‘Granata’ e, valutata l’inutilità di evacuare il mezzo, si interponeva fra l’ordigno ed i commilitoni," assorbendo sul suo corpo gli effetti dell’esplosione. Il ministro Mauro
ha poi evidenziato come "la strategia terroristica è inoltre confermata dall'attentato di ieri mattina, quando
sempre nel centro di Farah, a circa 300 metri dal luogo dell'attentato di sabato scorso, un elemento ostile
ha lanciato una granata da una distanza di circa 10 metri contro un nostro VTLM inserito in un convoglio. In
questo caso”, ha proseguito, “c'è stato il ferimento di alcuni civili afgani. L'uomo è stato arrestato e interrogato dalla polizia e avrebbe reso piena confessione, in ordine non solo all'attentato che è stato visto compiere, ma anche a quello del giorno precedente.” Si tratta del ventenne Walick Ahmad che è stato riconosciuto da uno dei militari italiani coinvolti nell’attentato in cui è stato ucciso il capitano La Rosa.
Il Ministro della Difesa ha concluso l’informativa urgente perorando la necessità di non abbandonare il
campo afgano prima del raggiungimento degli obiettivi della missione. Ma questa volta, è necessario sottolineare un profondo cambiamento registrato nell'atteggiamento delle forze politiche e dell'opinione pubblica nel merito della vicenda. La richiesta da parte dei soliti noti di uscire dalla missione ISAF anzitempo è
stata regolarmente presentata, come da copione, ma in maniera stanca, distaccata, quasi come si trattasse
di pura routine: "Hanno ucciso un nostro militare in Afghanistan, che aspettiamo ad andarcene?"
In realtà, ciò che si è percepito è ancora più spaventoso: la totale indifferenza. L'aula di Montecitorio
semivuota; i commenti all'informativa del Ministro Mauro relegati nelle pagine interne dei quotidiani; neppure un simulacro delle roventi polemiche che leader politici del calibro di Antonio Di Pietro scatenavano
fino all'anno scorso in analoghe occasioni.
Ci si deve chiedere quindi una cosa: ma gli italiani sanno cosa si sta facendo in Afghanistan? Perché
abbiamo una forza multinazionale schierata lì dal 2004? Qual'è l'obiettivo per cui stiamo pagando anche un
notevole tributo in vite umane?
Questa terribile indifferenza per una tragedia umana che ci colpisce non solo per la perdita fisica di un
nostro giovane militare di appena trentun anni di età, ma anche per il significato politico dell'attentato contro la nostra presenza in Afghanistan, non si giustifica in nessuna maniera. E non mi riferisco solo al parlamento vuoto, ma anche, soprattutto, alla scarsa partecipazione nazionale al lutto che ha colpito le nostre
Forze Armate. Prendo solo atto che le polemiche interne al “Movimento cinque stelle” relative ai rimborsi
spese dei parlamentari fanno più notizia!
Il generale Mario Arpino, già Capo di Stato Maggiore della Difesa, ha commentato questo fatto con un
articolo pubblicato su "Il Quotidiano Nazionale" del 13 giugno u.s. dove, in particolare, afferma: "...
Riterremmo questo disinteresse offensivo, se non ci rendessimo conto che si tratta degli effetti perversi di
un veleno sottile che ci è stato iniettato per sessant'anni.
È successo a scuola, in famiglia, nella società: ovunque c'erano dei valori da distruggere, si è proceduto. Con lentezza, è vero, ma con diabolica sistematicità. Chi si opponeva, veniva deriso, accusato di non capire, e così molti si sono ritirati dalla lotta, rinchiudendosi nella quotidianità.
Ora stiamo raccogliendo ciò che è stato seminato. Né possiamo lamentarci, perché viviamo in un tipo di
democrazia che permette queste ed altre aberrazioni. Questa vergognosa squalifica del Parlamento l'abbiamo votata noi, ma è solo una conseguenza ... Bertold Brecht diceva «Beati quei popoli che non hanno
bisogno di Eroi». C'è della verità. Ma, senza pretesa alcuna, vorremmo poter aggiungere: «Sciagurati quei
popoli che hanno degli Eroi, ma si vergognano di onorarli».
Forse l’Italia ha cessato di essere quel “faro di civiltà che illuminava il mondo”.
I
Antonio Daniele
IL NASTRO AZZURRO
19
MAR ROSSO 3 APRILE 1941
MISSIONE SENZA RITORNO
el 1989, la Capitaneria di Porto
Le vicende della Marina in mar
di Trieste è stata intitolata a un
Rosso si dipanarono in un alone di
valoroso ufficiale triestino
sacrifici e di dedizione nel giro di poco
Decorato di Medaglia d'Oro al Valor
meno di un anno. Le condizioni geo
Militare: il tenente di vascello (comstrategiche dell'area non favorirono
plemento) Armando Crisciani Caduto
le iniziative delle nostre unità.
durante una drammatica operazione
Corridoio di acque insidiose, lungo e
navale in Mar Rosso nella sua qualità
stretto, il Mar Rosso avrebbe potuto
di comandante in seconda dal caccia
favorire una forza navale posta al centorpediniere "Daniele Manin". Il gesto
tro del corridoio stesso come in realtà
con cui ottenne il Massimo
erano dislocate le nostre navi se da
Riconoscimento alla memoria accadparte avversaria non si fosse goduto
de il 3 aprile 1941 quando, in un'aziodel controllo di entrata e uscita da
ne disperata di attacco a base navale
quel mare agli estremi dell'asse lonnemica, il caccia fu ripetutamente
gitudinale, se le forze nemiche non
attaccato da aerei avversari fino far
fossero state superiori e soprattutto
decidere il comandante della Terza
non godessero di una certa supremaSquadriglia
Cacciatorpediniere,
zia aerea e se da parte nostra non si
Armando Crisciani MOVM
Capitano di Fregata Araldo Fadin
fosse stati costretti ad impiegare in
imbarcato sul ''Manin", per l'auquelle acque unità vetuste e quindi
toaffondamento dell'unità. Questa, dopo l'abbandoconsiderate sacrificabili stante l'isolamento di quelno da parte dell'equipaggio, non mostrò rapidi segni
l'area e la pratica impossibilità di avviarvi rinforzi e
di cedimento per cui il Tenente di Vascello Crisciani
attrezzature logistiche. A questo quadro negativo
decise il rientro a bordo per accelerare la fine della
andava sommata la difficoltà ambientale e tecnica
nave prima che cadesse in mani nemiche. Crisciani
per alcuni tipi di unità come i sommergibili. La trascomparve con il "Manin" sotto il continuato attacco
sparenza delle acque e la sua fosforescenza tradiaereo nemico. In questa lontana vicenda di setvano facilmente di giorno come di notte la presenza
tant'anni fa c'è tutta l'epopea della Marina italiana.
dei battelli immersi. Ma soprattutto la cattiva quaNell'eroico gesto di Armando Cristiani si rivela la
lità dei condizionatori d'aria delle unità con esalacontinuità di tradizione e di sacrificio che i nostri
zioni di gas tossico (cloruro di metile) produssero
marinai hanno saputo spendere soprattutto nei
gravi intossicazioni a gran parte degli equipaggi.
momenti avversi come nelle drammatiche operaQueste circostanze e queste carenze provocarono la
zioni condotte in Mar Rosso con prospettive prive di
perdita di quattro battelli su otto presenti, cioè il 50
ogni semplice possibilità. La Marina dell'Africa
Orientale manifestò con uomini come Armando
Crisciani tutta la sua dedizione alla Bandiera e la
fedeltà al giuramento.
Il riconoscimento che la Capitaneria di Porto di
Trieste ha voluto offrire a questo Eroe che lo accomuna al tenente del Genio Navale Danilo Stiepovich,
Caduto a bordo di un sommergibile in missione in
Atlantico, cui è stata intitolata un'altra installazione
della Guardia Costiera, ha risvegliato in una commossa e sentita partecipazione di autorità e invitati
gli aspetti dimenticati dell'epopea del Mar Rosso. A
questa ha fatto accenno il contrammiraglio Basile,
Comandante della Capitaneria e Direttore Marittimo
dopo che la figlia della Medaglia d'Oro Crisciani,
signora Edda Crisciani in Di Cesare, ha scoperto la
targa che intitola la sede al nome dell'Eroe triestiUn momento della cericerino.
monia
N
MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE AL TEN. VASC. ARMANDO CRISCIANI
"Ufficiale in Seconda di cacciatorpediniere dislocato in mari lontani dalla Patria, prendeva parte al disperato
tentativo di attacco a base navale avversaria durante il quale l'unità veniva sottoposta ad incessanti attacchi
aerei che la danneggiavano gravemente fino a renderla inerme relitto in fiamme.
Durante disperate ore di lotta coadiuvava efficacemente il comandante gravemente ferito ed abbandonava
tra gli ultimi la nave. Assillato dal timore che l'ordine di affondare la nave non avesse ancora esecuzione, tornava a bordo - malgrado il mitragliamento di aerei che la sorvolavano - per affrettarne la fine e scompariva
in mare con essa nel generoso tentativo. Esempio di elevate virtù militari e profondo senso del dovere."
(Mar Rosso, 3 aprile 1941)
20
IL NASTRO AZZURRO
per cento, nel giro di solo dieci giorni
dall'inizio delle ostilità. Nel Mar Rosso
impiegammo le seguenti unità subacquee: "Galvani", "Guglielmotti",
"Archimede", "Torricelli", "Galilei",
"Ferraris", "Perla" e "Macallé".
A fianco delle forze subacquee che
operarono soprattutto nel Golfo di
Aden e si spinsero nell'Oceano
Indiano, si allinearono le unità di
superficie composte da due squadriglie di cacciatorpediniere di costruzione datata come "Pantera", "Tigre" e
"Leone" e i più piccoli "Nullo",
"Sauro", "Manin" e "Battisti", nonché dalle più vetuste torpediniere "Orsini" ed "Acerbi", da una squadriglia di cinque vecchi Mas realizzati oltre vent'anni prima e dalla nave coloniale "Eritrea" eletta a
sede comando della forza navale. Infine tre navi
bananiere della classe "Ramb" furono attrezzate
due ad incrociatori ausiliari e la terza a nave ospedale.
Dopo alcuni contrasti a convogli inglesi in movimento dallo Stretto di Bal El Mandeb verso Suez e
dopo i modesti risultati che furono ottenuti con i
sommergibili e i Mas, la vigilia della fine dell'Africa
Orientale vide il sacrificio collettivo della Marina in
un'impresa disperata che, forse, costituisce l'esempio più fulgido dei nostri equipaggi durante la
seconda guerra mondiale. Le siluranti superstiti
divise in due gruppi furono disposte per due missioni senza ritorno, una contro la base di Suez, l'altra
contro Port Sudan. La prima abortì a causa della
perdita per incaglio del caccia "Leone" quindi si
decise di impiegare tutte le rimanenti unità nell'attacco a Port Sudan e cioè "Sauro", "Manin",
"Battisti", "Pantera" e "Tigre". Da Massaua, base di
partenza delle nostre unità, a Port Sudan la distanza è di trecento miglia per la rotta più breve. Ma in
quella fase del conflitto ormai il Mar Rosso era
completamente dominato dalle forze aero-navali
britanniche e la nostra squadriglia di caccia fu presto avvistata ed attaccata: soprattutto dal cielo. A
causa di un'avaria il "Battisti" fu costretto ad
autoaffondarsi davanti alla costa araba mentre la
stessa sorte fu eseguita dal gruppo "Pantera" e
"Tigre" data l'impossibilità di portare a termine l'at-
Il cacciatorpediniere “Daniele Manin”
tacco alla base di Port Sudan. Rimase operativo solo
il gruppo "Manin" - "Sauro", peraltro sottoposto ad
attacchi persistenti dall'aria. La conclusione non
poteva che essere tragica: all'affondamento del
"Sauro" seguì per ultima la fine del "Manin" a bordo
del quale sacrificò la vita, come si è visto, il Tenente
di Vascello Armando Crisciani, uno degli ultimi
Caduti della nostra Marina nel Mar Rosso.
Il sacrificio di tutte queste unità ed equipaggi
non fu dovuto ad una scelta temeraria ma fu decisione scelta e consapevole. Con la caduta dell'Africa
Orientale non esisteva più alcuna possibilità per le
navi militari di superficie di sfuggire alla cattura.
Solo quattro sommergibili e alcune unità mercantili, oltre all'"Eritrea", riuscirono a passare lo stretto
di Bab El Mandeb per sfociare in oceano, mentre il
Mas 213 (guardiamarina Valenza) ottenne l'ultimo
successo con il siluramento dell'incrociatore britannico "Capetown".
Ai nostri caccia ormai non restava che la cattura
o l'autoaffondamento ma per la dignità di marinai e
di combattenti essi accettarono l'ultima battaglia,
sfortunata come fu sfortunata tutta la nostra vicenda militare dell'epoca. Da quelle tragiche vicende
sono emersi uomini come il Tenente di Vascello
Armando Crisciani, un eroe non più dimenticato
perché uomini come lui non hanno solo offerto il
proprio Valore ma lo hanno dato anche alla Marina
che hanno servito con la loro stessa vita.
Fulvio FUMIS
(giornalista, scrittore, socio dell’ANMI)
ARMANDO CRISCIANI
acque a Trieste il 18 marzo 1902. Dopo aver conseguito il diploma di Capitano Marittimo presso
l'Istituto Nautico di Trieste, chiamato alle armi per l'obbligo di leva nel 1922, frequentò il corso ufficiali di complemento presso l'Accademia Navale di Livorno e nel 1923, conseguita la nomina a
Guardamarina, si imbarcò su navi della Squadra Navale. Posto in congedo per fine ferma nel novembre dello
stesso anno ed iscritto nella Riserva Navale, nel 1931 conseguì la nomina a Sottotenente di Vascello e quattro anni dopo, per esigenze eccezionali, venne richiamato in servizio. Partecipò poi alle operazioni militari
in Spagna ed alla Campagna d'Albania dell'aprile 1939 conseguendo, nello stesso mese, la promozione a
Tenente di Vascello.
L’entrata in guerra dell'Italia il 10 giugno 1940 lo trovò imbarcato, nell'incarico di Ufficiale in Seconda,
sul cacciatorpediniere "Daniele Manin" dislocato in Mar Rosso.
Il 3 aprile 1941 l'unità, in azione con l'intera Squadriglia e nella previsione dell'imminente caduta della
Base Navale di Massaua, compì un'ultima disperata missione contro Porto Sudan, ma fu ripetutamente
attaccata e colpita dall'azione area nemica, cosicchè in preda alle fiamme ed immobilizzata, ne venne deciso l'autoaffondamento. Il Crisciani, già salvo su uno zatterino, assalito dal timore che le cariche predisposte avessero subìto delle interruzioni nei punti di accensione, cosciente del rischio, tornò a bordo per affrettarne la fine e scomparve in mare nel capovolgimento dell'unità, nuovamente colpita da offesa aerea.
Alla Sua memoria oltre la Capitaneria di Porto di Trieste sono intitolate due vie ubicate nelle città di
Trieste e Roma.
N
IL NASTRO AZZURRO
21
IL GUARDIAMARINA GIOVANNI SALCE
La torpediniera Castore nel 1939 salpa per l’Albania
lle ore 1,45 del 2 giugno 1943 un piccolo convoglio partito circa 30 ore prima da Taranto e
diretto a Messina e composto da due piroscafi
porta-munizioni, il “Postumia” e il “Vragnizza”, con
la scorta della torpediniera “Castore”, viene attaccato al largo della costa calabra, circa all’altezza di
Capo Spartivento, da due Cacciatorpediniere nemici, l’inglese “Jervis” e il greco “Vasilissa Olga”, con
appoggio aereo. Mentre i due piroscafi si vanno ad
arenare per sfuggire all’affondamento, la “Castore”
si lancia con coraggio verso gli avversari, attirando
su di sé il fuoco nemico. Alle 3,15, dopo un’ora e
mezzo di impari lotta, colpita in più parti ed ormai
immobilizzata, la torpediniera cola a picco nel Mar
Ionio.
Con lei perisce oltre il 75% dell’equipaggio, che
fino all’ultimo si è difeso con estremo eroismo e
senso del dovere. I pochi fortunati che sopravvivono
alle cannonate nemiche, al successivo infame
mitragliamento dei naufraghi, alle ferite riportate e,
non ultimo, alle gelide correnti di quel tratto di
mare, hanno narrato episodi di tale coraggio e di
tale umanità che rendono questo evento un vero
spaccato di storia che non potrà mai ridursi, per chi
l’ha vissuto e per chi l’ha poi conosciuto attraverso
le loro parole, ad un semplice “fatto di cronaca”.
Tra coloro che perdono la vita in quella tragica
notte c’è anche il Guardiamarina Giovanni Salce,
Ufficiale Direttore del Tiro della “Castore”, un gio-
A
vane ventiquattrenne padovano
che, lasciate le
aule della locale
Università dove
frequenta
la
Facoltà
di
Giurisprudenza,
si arruola in
Marina
come
volontario
nel
1941. Dopo un
breve
corso
p r e s s o
l’A c c a d e m i a
Navale di Livorno
e un’altrettanto
breve apprendistato sulla nave
scuola “Amerigo
Vespucci”, egli
viene
imbarcato
sull’incrociatore
leggero
“Garibaldi” sul quale partecipa allo “Scontro di
Pantelleria” nel giugno ’42, per poi essere trasferito nel novembre dello stesso anno, su sua richiesta,
sulla torpediniera “Castore”, operante come nave
scorta ai convogli da e per i porti italiani. Su di essa
egli porta a termine oltre 20 missioni, sino a quella
tragica e ultima nella quale perde la vita insieme a
tanti suoi amici e commilitoni
Una monografia dedicata a Giovanni Salce e a
tutti i caduti della “Castore”, presentata in occasione dell’inaugurazione della nuova sede della sezione padovana dell’ANMI a lui intitolata, vuole essere
l’occasione per ricordarne la figura, ripercorrerne
la breve vita, capire quali ragioni lo abbiano portato
ad imbarcarsi su quella nave e ricostruire, infine,
quanto accaduto quel 2 giugno di 70 anni fa.
Le testimonianze fornite dai sopravvissuti a
quell’evento, i documenti, le lettere, le fotografie
che si è riusciti a recuperare anche con l’aiuto dei
parenti dei Caduti, hanno fatto emergere dal passato, e rivivere, una storia altrimenti destinata fatalmente, vista l’età dei pochi superstiti ancora in vita,
ad essere dimenticata: una storia che nel tragico
contesto della seconda guerra mondiale può essere
forse considerata “marginale”, ma che per coloro
che l’hanno vissuta, direttamente o indirettamente,
resta certamente unica e importante perché propria.
MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALOR MILITARE “ALLA MEMORIA”
AL GUARDIAMARINA GIOVANNI SALCE
“Direttore del tiro di torpediniera di scorta a convoglio, attaccata in ore notturne da soverchiante formazione navale appoggiata da aerei, reagiva immediatamente con i cannoni e le mitragliere proseguendo il tiro sotto l’infuriare del fuoco di armi di ogni calibro finché, divisa la sorte
degli armamenti decimati e delle armi inutilizzate, cadeva da valoroso e si inabissava con la nave
che nell’impari lotta aveva salvato col proprio sacrificio i piroscafi scortati. Esempio di alte virtù
militari.”
Mare Ionio - 2 giugno 1943
22
IL NASTRO AZZURRO
«(…) non allarmarti se ti dico che sono abbastanza preparato a lasciarci la pelle, ma
cerco di non dare troppa importanza alla
cosa confermandomi nell’idea che di questi
tempi non sarà che un “fatto di cronaca”…»
(dalla lettera scritta da Giovanni Salce alla famiglia
il 13 aprile 1943)
Di seguito riportiamo qui due brevi brani tratti da
questa monografia: nel primo si evidenziano le tremende condizioni nelle quali si trovavano ad operare i marinai imbarcati sulle torpediniere; nel seconIl guardiamarina Giovanni Salce
do il drammatico epilogo dello scontro navale di
Capo Spartivento.
tutte le armi ancora efficienti e lanciando due siluri,
«… Certamente la vita su questo tipo di unità non
che purtroppo mancano di pochissimo i loro bersadoveva essere facile, come si desume da quanto
gli. E mentre la nave viene ormai investita da tiri di
accadeva all’inizio del ‘43 nel Canale di Sicilia (la
ogni calibro, gli atti di eroismo si moltiplicano (…).
c.d. “Rotta della Morte” più volte affrontata anche
Il bagliore ed il frastuono delle cannonate e delle
dalla stessa “Castore” nel gennaio di quell’anno).
esplosioni illumina e scuote la notte, svegliando la
(…) Le torpediniere dovettero assumersi quasi la
popolazione della costa che assiste impotente alla
totalità delle scorte ai convogli: (…) se non erano
terribile battaglia. Poco dopo le 3,00 il Sottotenente
affondate o danneggiate, letteralmente “vivevano”
Carletti ordina infine di abbandonare la nave, ormai
nel Canale di Sicilia, e in quelle tremende condizioimmobilizzata e colpita da nuove avarie, incendi e
ni di contrasto, vi svolgevano 27-28 giorni di scorta
distruzioni. Alle 03,15 la torpediniera si rovescia e si
al mese durante i quali i comandanti quasi non
inabissa nelle acque dello Ionio spezzandosi in due
scendevano dalla plancia, e tutti a bordo, anche
tronconi.
nelle brevi soste in porto sotto i bombardamenti,
Qui finisce il martirio della Castore ed inizia
erano impegnati in una lotta sfibrante e mortale,
quello, se possibile ancor più tragico, dei naufraghi
giorno e notte, con il rischio di saltare in aria, con i
(…).
ponti sforacchiati da schegge, i macchinari rattopIl Guardiamarina Gianni Salce, probabilmente
pati alla meglio, le mitragliere sempre roventi, gli
già ferito, dopo aver controllato che ciascuno dei
occhi gonfi di stanchezza e di sonno …» ( )
quattro Cannonieri che gli sono più vicini (Mario
E ancora:
Furlani, Carlo Gregnanin, Dario Ghersi e l’ultimo
«(…) non vi è stata né vi è in tutta la nostra guerforse identificabile col monzese Luigi Villa) abbia il
ra, linea di combattimento più esposta, più pericosuo salvagente, si lancia con loro nelle gelide acque
losa, più insidiata, più battuta di quella tenuta dai
del mare: ma lui ne è privo perché non ve se sono
convogli marittimi. (…). Che cosa ha preparato l’inaltri disponibili. Prima di scomparire tra i flutti, sfidomani a questi valorosi? (…) Forse ricompense,
nito, chiede a Furlani, di salutare per lui i suoi genicitazioni, riconoscimenti personali, universale plautori …”»
so? No, semplicemente una nuova e ancora più
La Marina Militare riconoscerà l’eroismo del
pericolosa traversata!...»( )”
sacrificio della torpediniera “Castore” assegnando
«… Purtroppo le bordate del nemico sono estreal personale imbarcato ben 9 Medaglie al Valor
mamente precise anche perché guidate dai radar
Militare “alla memoria”, una d’Oro (al Comandante
utilizzati per il puntamento sia di cannoni che di
Marino Fasan) e 8 d’Argento, nonché 9 Medaglie di
mitraglie. La plancia comando è subito raggiunta da
Bronzo “sul campo”.
un proiettile: il Comandante Fasan è ferito mortalmente e viene subito sostituito al comando dal
Antonio Salce
Sottotenente di Vascello Mario Carletti.
(Nipote dell’Eroe)
Contemporaneamente un’altra
cannonata arriva a poppa, sfiorando il cannone superiore ma colpendo purtroppo la sala dinamo:
così l’impianto elettrico è messo
fuori uso e con esso viene meno la
possibilità di orientare il proprio
fuoco ed effettuare contromanovre. A nulla valgono gli strenui
sforzi di meccanici, elettricisti e
motoristi per riparare le diverse e
numerose avarie a motrici e caldaie.
Nonostante questo la “Castore”
La torpediniera Castore parte per l’ultima missione
si difende come può, sparando con
IL NASTRO AZZURRO
23
Ricordo dei Caduti italiani nella Sicilia orientale nel
70° Anniversario dello sbarco alleato del luglio 1943
uella notte d’estate
siciliana
dalla calura stagnante, frammista a
folate di brezza pungente, sarebbe stata
l’ultima di snervante
attesa per i fanti con le
fasce mollettiere alle
caviglie ed il moschetto
in mano rannicchiati
attorno alle mitragliatrici e dentro i fossati
tra le dune soffici di
Punta delle Formiche,
M a r z a m e m i ,
Calabernardo e Capo
Ognina. Quando dal
mare scuro la fiumana
di uomini dell’VIII
Armata britannica di
Montgomery, già preceduta da ingenti lanci
di paracadutisti ed
aliantisti nell’entroterra (assai imprecisi quanto determinanti sotto il profilo
psicologico) si sarebbe mossa contro di loro, ben poco
avrebbe potuto opporre una così esile prima linea
difensiva. Era la notte tra il 9 ed il 10 luglio 1943: l’invasione della Sicilia, tanto temuta, tanto attesa, era
iniziata.
Gli inglesi prendono terra tra la cuspide della
Sicilia orientale e la costa a sud di Siracusa: il XIII
Corpo tra Capo Ognina e Calabernardo su un fronte di
34 km; il XXX Corpo tra Marzamemi e Punta
Castelluzzo su un fronte di 20 km. Laddove la resistenza di qualche batteria e di gruppi di fanti costieri è più
ostinata, lì si accendono gli scontri più duri e si contano i primi morti tra i quali non pochi siciliani. Tra i
primi a cadere combattendo è uno di quelli che hanno
voluto restare al proprio posto sulla spiaggia di
Marzamemi: il Sottotenente Vincenzo Barone, che con
la mitraglia e le bombe a mano aveva contrastato sul
bagnasciuga, è falciato dalle raffiche degli inglesi della
Brigata “Malta”. Cadono i Finanzieri di Portulisse che
affrontano i nemici che dai mezzi da sbarco si riversano verso le loro postazioni sulla spiaggia: sono l’indomabile Brigadiere Greco ed i finanzieri Bianca, Giunta
e Nuvoletta. Il primo, subito dopo la battaglia, è sepolto dal nemico assieme all’ultimo soldato canadese
caduto per conquistare la posizione.
I serventi delle batterie costiere della penisola
Maddalena di fronte Siracusa non hanno scampo dai
coltelli e dalla raffiche dei mitra degli uomini dello
Special Raiding Squadron che li hanno travolti d’improvviso, giunti dal mare nella notte buia dopo avere
scalato gli alti costoni rocciosi delle postazioni. Più
tardi, quando il sole di luglio fiammeggia e sbianca la
campagna arsa, al caposaldo di Santa Venerina, vicino
Noto, cade un altro giovane ufficiale, il Sottotenente
Luigi Adorno, non prima di avere lanciato una bomba a
mano contro un automezzo della 151.a Brigata inglese.
Più in là, al lido di Avola, uno sconosciuto fante, il
mitragliere Giuseppe Borbone, trent’anni, moglie ed
un figlio lasciati nella natia Raddusa, tiene in scacco da
solo per decine di minuti la colonna meccanizzata
nemica che cerca di entrare nella città da quella parte.
Q
24
Fanti della Brigata “Napoli”
Alla fine quel risoluto difensore non avrebbe avuto
scampo, circondato, stanato ed ucciso nella sua posizione. Più in là, nel centro abitato, quattro fanti si
difendono ostinatamente sino quando le armi di un
anfibio li falcia senza scampo. Altrettanto non avrebbe
avuto scampo quel sergente, Cesare Pellegrino, che,
dall’altra parte del fronte, al pontile di Gela, rimasto
solo dentro una casamatta aveva continuato a sparare
contro i Rangers americani che sbarcavano dal mare
falcidiandone una trentina: poi, alle prime luci dell’alba, era infine caduto, pugnalato da un energumeno
nemico, sotto gli occhi dei civili del lungomare sgomenti.
Dove c’è chi resiste si combatte ed in alcuni punti la
lotta si fa aspra ed ostinata. Al Ponte di Pietra, sulla via
tra Canicattini Bagni e Siracusa, cade alla testa di un
manipolo di artiglieri tra i cannoni della sua batteria il
Tenente Guido Signorelli, sotto il fuoco dei paracadutisti e dei carri armati. Soltanto dopo un furioso scontro
il nemico riesce a superare il caposaldo di Villa
Petrosa, dove cadranno numerosi dei fanti difensori,
entrando infine a Noto. Sulla via di Siracusa si combatte duramente attorno al Ponte sull’Anapo dove gli
inglesi arrivati dal cielo vengono dapprima fermati e
soverchiati dai fanti costieri frammisti ad un aliquote di
marinai giunti dalla vicina Augusta e dalle prime aliquote della Divisione “Napoli” che raggiungono la
linea del fuoco. Poi, i difensori vengono sopraffatti, riuscendo solo in parte a sganciarsi ed arretrare. Su quel
ponte cadono tragicamente in un fulmineo ed impari
scontro con gli aliantisti inglesi anche due siracusani,
il Vice Brigadiere delle Guardie di P.S. Calisto Calcagno
ed il coraggioso milite dell’UNPA Nunzio Formisano.
Anche nei giorni successivi gli scontri in alcune
località sarebbero stati assai cruenti. Si sacrificano
quattro piccoli carri R-35 sul rettifilo Solarino-Floridia,
l’ultimo dei quali dopo avere attaccato con successo
una colonna nemica, con il comandante della sezione
Sottotenente Adamo Profico aggrappato alla torretta,
veniva fermato infine da un mastodontico Sherman. Si
consuma l’epopea nelle contrade appena fuori
Solarino del Colonnello Ronco e della colonna del 75°
IL NASTRO AZZURRO
Rgt. Fanteria della Divisione “Napoli” contraddistinta
con il suo nome: luoghi quali Ponte Diddino ed ancor
più i combattimenti di Contrada Trigona; l’eroica morte
del Sottotenente Santangelo Fulci, catanese, alla testa
dei suoi artiglieri, uno per tutti, sono episodi divenuti
oramai un’indelebile pagina di storia.
Dal cielo, sin dalle prime fasi dello sbarco, interviene anche la Regia Aeronautica, affiancandosi agli aviatori tedeschi, più numerosi ed onnipresenti. Stretti
dentro gli abitacoli di pochi ed usurati velivoli, decimati dagli implacabili caccia alleati e dal tiro antiaereo
della flotta d’invasione, i nostri piloti decollano dalle
strisce costiere calabresi e dalla Puglia per attaccare
con coraggio le navi nemiche al largo tra Avola,
Siracusa ed Augusta. Cadono in tanti sui loro
“Picchiatelli” Ju.87, tedeschi di fabbrica ma con la
Croce bianca di Savoia sul timone di coda, sui RE.2002
“Ariete” e G.50 “Freccia”; sui trimotori Cant.Z.1007
“Alcione”, sugli SM.84 ed S.79 “Sparviero”; sui rari e
maestosi quadrimotori P.108 che scendono verso la
Sicilia dagli aeroporti del centro Italia. Le acque del
siracusano sarebbero divenute l’ultima dimora per
tanti di questi piloti appartenenti ai “tuffatori”, ai bombardieri, alla caccia: Colonnello Nobili, Capitani Priolo
e Corti; Tenenti Canibus, Mirossevich, Vetrano, Tarini,
D’Alò; Sottotenenti Bertolucci e Vidulis; Maresciallo
Lucifora e tanti altri, caduti come loro o feriti, precipitati e naufraghi in mare, protagonisti di atterraggi di
fortuna e miracolosi rientri alle basi lontane.
Anche sul mare si lotta e si muore. Vengono affondati in quei giorni dal nemico al largo tra Catania ed
Augusta mentre tentato di attaccare le navi della flotta
d’invasione, i sommergibili Flutto (con il suo comandante T.V. Caprile e l’intero equipaggio) Nereide ed
Ascianghi. Un altro sommergibile, il Bronzo, è catturato dagli inglesi al largo di Siracusa quando viene in
superficie, non senza il tributo di sangue tra l’equipaggio con la morte del comandante T.V. Gherardi ed alcuni uomini. Nelle notti scure, al largo della costa orientale della Sicilia, alcune risolute motosiluranti della
Regia Marina ridislocatesi da Messina a Giarre, tentano la sortita verso le navi nemiche che affollano le
acque antistanti Augusta. Nell’impari scontro contro
due cacciatorpediniere nemici, sulla MS 21 devastata
dagli incendi ma non affondata e riportata alla base
dall’unità sezionarla, muore lo stesso comandante
C.C. Castagnacci assieme a gran parte dell’equipaggio.
A fronte di tutto questo, la caduta della Piazzaforte
di Augusta, rimane una pagina del doloroso capitolo
della sconfitta, sulla quale molto inchiostro è stato
versato, spesso tuttavia, ingiustamente. Al di là delle
reiterate, gravi quanto sbrigative censure derivanti
dall’oggettiva assenza di difesa per via dell’autodistruzione del suo imponente sistema di batterie, è però
possibile concludere, con meditato esame di quel che
accadde, che sotto il profilo tattico la caduta della
Piazzaforte sarebbe stata comunque inevitabile quanto ugualmente rapida.
Tanti gli elementi da rivedere in proposito. A monte
di tutto c’erano un Comando Piazza non sempre in
grado di orientarsi e decidere adeguatamente nelle
fasi cruciali delle operazioni, e l’ordine preventivo da
questo inviato alle batterie (riconfermato peraltro a
distanza di poche ore) dalla più che equivoca possibilità di interpretazione, di predisporre cioè il sabotaggio
dei pezzi ove non fosse stata possibile la difesa dal
nemico. Il contagio dell’autodistruzione finì così per
essere incontrollato e progressivamente generalizzato. Le batterie erano inoltre principalmente antiaree
(quelle antinave erano in numero inferiore) con la
quasi totalità dei pezzi di tipo superato ed in grado di
battere comunque soltanto il fronte a mare e non l’entroterra (da dove il grosso delle forze nemiche poi
IL NASTRO AZZURRO
giunse, eccezion fatta per un modesto sbarco dal mare
il 12 luglio di aliquote di Commando). Il personale della
DICAT e della MILMART era costituito quasi tutto da
attempati richiamati locali e con famiglia, generosi
artiglieri ma, di certo, non addestrati ed adeguatamente armati per fronteggiare l’avanzata delle migliori fanterie scozzesi. Le stesse considerazioni valgono
più che mai per gli avieri dell’idroscalo, mentre equivaleva ad un suicidio tentare il decollo per gli equipaggi dei lenti, vulnerabili ed oramai assai poco offensivi
idrovolanti rimasti in acqua e sugli scivoli; anche i
marinai dei servizi della base o sbarcati da unità dipartimentali non potevano ragionevolmente ritenersi una
forza combattente su cui contare efficacemente. Anche
il presidio di marina tedesco aveva lasciato la base
navale, sabotando carburanti e quanto non poteva portarsi dietro, ovviamente senza nulla concordare con
l’alleato italiano, aumentando così smarrimento ed
indecisioni. In tutti, infine, serpeggiava un senso consolidato di scoramento ed impotenza di fronte ad un
nemico oggettivamente dilagante e sempre più forte in
mezzi ed uomini, le cui navi riempivano alla vista il
mare sottocosta per intere miglia.
Di fronte a tutti questi elementi di oggettivo rilievo,
la caduta del settore di Augusta può allora certamente
essere riletta e compresa con più attenuato senso critico, al di là di ogni generica ed affrettata conclusione
sul crollo di una piazzaforte che, forse, tale non poteva
perfettamente considerarsi alla luce dei rilievi sopra
esposti.
Eppure, nella piazzaforte che si è sfaldata, c’è stato
chi in quei giorni tra i fanti della “Napoli”, quelli costieri ed i marinai aggregati ai caposaldi, ha pagato con la
vita la fedeltà alla Bandiera ed all’uniforme. Così, dopo
i fanti che hanno lottato con vigore a Luogo Grande
sotto Melilli ed al Ponte Marcellino verso Augusta, le
contrade che da Brucoli portano verso Agnone sono il
teatro di commoventi sacrifici. Cade sotto il fuoco
nemico il 2° Capo Stampanone e resta ferito il parigrado Cangianelli mentre, assieme ad altri marinai, escono allo scoperto dai rovi e dai carrubi delle curve di
Arcile attaccando con le bombe a mano i blindati britannici. Il T.V. Ettari muore poco più avanti sullo stesso
stradone pugnalato durante uno scontro con paracadutisti inglesi. Sul vicino pianoro di Pietrerosse cinque
ragazzi in grigioverde sono annientati dal tiro navale
nella buca del loro mortaio con il quale continuavano a
sparare verso il nemico che avanzava. A Cozzo
Telegrafo, a ridosso di Arcile, lo sparuto stuolo di fanti
costieri in ritirata assieme ad un pugno di marinai, tutti
animati dal Colonnello Damiano, si arroccano tra le
balze della montagnola sagomata dai fortini in calcestruzzo difendendosi per ore, sino all’ultimo, sotto il
sole cocente, con le Breda, i “91” e le “Balilla”, prima
di arrendersi soltanto dinanzi ai lanciafiamme.
Questi e tanti altri furono i Caduti italiani nel siracusano nei giorni dell’invasione, alla cui memoria vennero tributate, così come a tanti sopravvissuti, una
messe di Decorazioni al Valor Militare. Oggi nel 70°
anniversario della Battaglia di Sicilia, si impone il
dovere di non disperdere la memoria e l’importanza di
tanti sacrifici. Sfaldati i monocorde luoghi comuni, cari
ad affrettati commentatori disinformati o faziosi, che in
Sicilia nel 1943 non si combatté e che gli Alleati invasero facilmente l’isola, è necessario che quel che è
stato veramente non venga sminuito e che non sia cancellato il sacrificio di quanti, da Soldati, combatterono
contro il legittimo avversario, rispondendo soltanto al
più puro richiamo del Dovere.
Avv. Antonello Forestiere
(V. Pres. Fed. Prov.le Siracusa
Direttore “Museo della Piazzaforte”- Augusta)
25
MOVM ECCELLENTI:
LUIGI IGNAZIO ADORNO
ell’ambito dell’operazione di
campo di volo, spingendosi poi verso
invasione della Sicilia del luglio
l’interno. La 231a brigata iniziò una
1943 all’esercito di Montgomarcia veloce di circa 15 miglia verso
mery (4 divisioni, 1 brigata indipennord per unirsi al XIII corpo a Noto,
dente e 1 unità di commando) fu risermentre la 5a divisione britannica
vato il compito di sbarcare su cinque
“Northumbria” attaccò con successo
spiagge del golfo di Noto e intorno alla
le spiagge a nord di Avola, il cui centro
penisola di Pachino per un fronte di
abitato venne conquistato alle ore 12
circa 160 km: obiettivo occupare
dopo aver vinto la resistenza del 374°
Siracusa e Augusta, conquistare i
battaglione costiero al Lido di Avola,
campi di volo orientali e avanzare
Villa di Noto e Serra la Guardia.
rapidamente su Catania e Messina.
Il 230° battaglione del magg.
La difesa dell’area costiera da
Giovanni Elena dopo aver contrattacpunta Braccetto (nei pressi di S. Croce
cato nella zona tra Avola e Noto
Camerina) a Capo Ognina (vicino
subendo dolorose perdite, si spostò ad
Siracusa), venne assegnata alla 206a
ovest dove raggiunse la divisione
Divisione costiera (con comando a
Livorno, ma purtroppo il maggiore e i
Luigi Ignazio Adorno
Modica), di cui faceva parte la 18a brisuperstiti finirono arsi vivi dai lanciagata costiera, dislocata fra Licata e
fiamme nemici.
Siracusa, impiegata nella difesa della costa meridioCon sede ad Avola, alle dipendenze della 206a
nale della Sicilia, al comando del generale netino
divisione vi era la compagnia autonoma del 4° ragOrazio Mariscalco. Si trattava di formazioni il cui
gruppamento fanteria; vi era schierato anche il
compito doveva essere quello di attutire l’urto iniziaGruppo Mobile F, comandato dal magg. Umberto
Fontemaggi.
le dell’attacco alleato per consentire poi alle truppe
di fanteria di respingere gli invasori. Esse erano però
La “leggenda” che parla di una resistenza blanda
formate da uomini con un’età media abbastanza alta,
e quasi inesistente opposta da parte dei soldati italiain gran parte sposati, guidati in genere da ufficiali
ni nei confronti delle forze alleate, specie nella zona
della riserva, e dotati di un armamento obsoleto e
sud orientale della Sicilia, è smentita dal fatto che
spesso inadeguato.
nell’isola vi fu una reale resistenza confermata da ben
La mattina del 10 luglio 1943 il nemico sbarcava su
38 giorni di lotta (i vertici militari alleati prevedevano
tutti e tre i lati della penisola di Pachino: la 231a briuna conquista del territorio siciliano in pochi giorni).
gata fanteria “Malta” sulla costa orientale con il comFra gli episodi di estremo coraggio e di eroismo, volupito di proteggere il fianco destro del corpo d’armata,
tamente sminuiti e spesso dimenticati, va annoverato
la 51a divisione fanteria scozzese “Highland” sulle
quello del S. Ten. Luigi Adorno.
Nato a Noto il 17 agosto 1917 in una famiglia di vive
spiagge intorno alla punta sud e la 1a divisione canatradizione militari: il padre Giacomo (che lo vide per la
dese nella baia ad est della punta, il 40° e il 41° comprima volta solo un anno dopo la sua nascita) aveva
mando dei Royal Marines, facenti parte della 1a brigacombattuto sul Carso col grado di Tenente, mentre lo
ta servizio speciale, a punta Castellazzo. La 1a e la 2a
zio, il Col. Gigi Muré, era stato Decorato di M.A.V.M.
brigata canadese, assieme al 40° e al 41° commando,
sempre durante la Grande Guerra. Luigi, educato al
conquistarono rapidamente Pachino e alle ore 9 il suo
culto della Patria, conseguita la
maturità classica presso il LiceoGinnasio "Antonio Di Rudinì" di
Noto, si iscrisse alla Facoltà di
Giurisprudenza dell'Università di
Catania con l'intenzione di intraprendere la professione forense
sulle orme del nonno materno e
del padre, ma non fece in tempo
a completare gli studi e a laurearsi per le esigenze belliche.
Frequentato il Corso di Allievo
Ufficiale, venne assegnato al 6°
Reggimento
Fanteria.
Successivamente, in forza al
374° Battaglione del 146°
Reggimento fanteria costiero
(206a Divisione costiera), fu
assegnato al posto di blocco n.
458 di S. Venerina, nei dintorni di
Avola, al comando di 22 uomini.
N
Le truppe inglesi avanzano in Sicilia
26
IL NASTRO AZZURRO
MEDAGLIA D'ORO AL VALOR MILITARE (ALLA MEMORIA)
AL S.TEN. LUIGI IGNAZIO ADORNO
“Comandante di un posto di blocco costiero, benché circondato per varie ore da preponderanti nuclei di paracadutisti ed attaccato dopo da colonne nemiche, fedele alla consegna di resistere sino all'ultimo, combatté
strenuamente senza lasciarsi sgomentare dalle gravi perdite del plotone, infliggendone assai gravi al nemico, finché più volte colpito mortalmente, cadde al grido di "Viva l'Italia", immolando la sua giovane vita.”
Sicilia, Luglio 1943
Nella notte precedente il 10 luglio il S. Ten.
Adorno ricevette un fonogramma dal Magg.
Fontamaggi che gli imponeva una resistenza ad
oltranza (e si sa bene che per "resistenza ad oltranza" si intendeva inevitabilmente fino alla fine...),
mentre paracadutisti nemici cominciavano a scendere nei pressi di Avola e un inferno di fuoco si scatenava sulla cittadina siciliana.
Nonostante ci si rendesse conto della soverchiante forza nemica, il giovane ufficiale fermo nei suoi
principi, pur vedendo cadere uno dopo l'altro i suoi
uomini nell'eroica resistenza, mantenne la sua posizione in un atto eroico estremo, nel tentativo di fermare l'avanzata delle truppe da sbarco alleate. Ferito
mortalmente, resistette all'attacco con la pistola in
mano, mentre con una mano si teneva il petto sanguinante, come racconterà un suo fante, Corrado
Rametta, del posto di blocco di Santa Venerina.
Il cappellano del 146° Reggimento costiero, autorizzato dagli inglesi a seppellire i caduti, contò 105
salme inglesi e nell’interno del caposaldo 14 salme di
italiani, poco più della metà del presidio: queste cifre
fanno comprendere come dovette essere aspra la
resistenza dei nostri fanti e incessante l’attacco del
nemico.
Grande sarà il lutto nella famiglia Adorno, che
perdeva l’unico figlio, e il Prof. Giuseppe Lombardo
ricordò “la solenne manifestazione di simpatia e di
cordoglio” che le Autorità Alleate e la Cittadinanza
tutta resero a questo eroico figlio di Noto accompagnandone la salma all'ultima dimora nella tomba di
famiglia, costruita per i nonni materni Muré Ruiz.
Il 15 aprile 1947 il Capo provvisorio dello Stato con
suo decreto conferì all'Adorno la Medaglia d'Oro al
Valor Militare (alla memoria).
Quella conferita all’Adorno costituì la seconda
IN MEMORIA DELLA
MEDAGLIA D'ORO
ADORNO LUIGI IGNAZIO DI GIACOMO
SOTTOTENENTE 146 REGGIMENTO COSTIERO
NOTO
ALLO EROICO FIGLIO FOLGORATO DI GLORIA
________
QUALE COMANDANTE DI UN POSTO DI BLOCCO
BENCHÉ CIRCONDATO PER VARIE ORE
DA PREPONDERANTI NUCLEI NEMICI
COMBATTÉ STRENUAMENTE FINCHÉ
PIÚ VOLTE COLPITO IL X VII MCMXLIII
CADDE AL GRIDO DI "VIVA L'ITALIA"
IMMOLANDO LA SUA GIOVANE VITA.
_______
IV XII MCMXLIX
IL NASTRO AZZURRO
Massima Decorazione al Valor Militare concessa ad
un giovane figlio di Noto nel corso del secondo conflitto mondiale, dopo quella ottenuta dal giovane Av.
Sc. Fot. Francesco Maiore a seguito dell’eroica azione
aerea condotta otto mesi prima sui cieli dell’Algeria.
In occasione della cerimonia di conferimento della
Medaglia d’Oro concessa alla memoria dell’Adorno,
preannunciata alla cittadinanza dal Sindaco Avv.
Corrado Sallicano con un pubblico manifesto e svoltasi domenica 4 dicembre 1949 in piazza Municipio,
vennero consegnate pure la Medaglia di Bronzo al
netino Ten. Col. Cav. Salvatore Dejean, e la Medaglia
d’Argento al Gen. Oreste De Litala da Siracusa. Per
Adorno, su deliberazione della giunta comunale della
città al fine di onorare e perpetuare la memoria del
giovane Caduto con un segno tangibile di riconoscenza e di gratitudine, venne scoperta una lapide collocata sotto gli archi del palazzo municipale a sinistra
dell’ingresso, recante il testo redatto dal Cav.
Domenico Russo, Bibliotecario della Biblioteca
comunale di Noto (vds. riquadro in basso - ndr).
Quella mattina un'atmosfera densa di ricordi
faceva vibrare i cuori: furono le note della “Canzone
del Piave” a chiamare a raccolta la cittadinanza.
Risposero all'invito le autorità civili, religiose e militari di Noto e Siracusa, nonchè associazioni combattentistiche e rappresentanze scolastiche con bandiere e labari sociali, tutte schierate nella piazza assieme agli istituti di istruzione e di educazione al completo. Un numeroso pubblico gremiva la scalea della
Cattedrale. Un religioso silenzio tratteneva gli animi
dei presenti e le lacrime rigavano il volto di quanti
avevano perduto i loro cari in guerra.
Dopo il rito di benedizione della lapide officiato
dal Vescovo Calabretta e un breve intervento del
Sindaco, il Col. Morattini diede lettura dei decreti di
conferimento, consegnando le decorazioni al Dejean
e al De Litala.
La Medaglia d’Oro dell’Adorno, invece, venne
appuntata al petto della sorella Carmela Adorno in
Perricone, per volere del padre, l’avv. Giacomo, che
presenziava alla cerimonia. Il prof. Francesco
Toscano, in qualità di oratore ufficiale, con un linguaggio altamente poetico rievocò la figura dell’eroe,
suo allievo, esaltandone le virtù e il sacrificio spogliato da ogni materialità e temporalità per assurgere ad eterno motivo di gloria. Subito dopo, un corteo,
al suono dell’inno di Mameli, si portò al monumento
ai Caduti per deporre una corona di fiori. Una compagnia di fanteria, giunta da Siracusa, rese gli onori
militari.
L'Università degli Studi di Catania conferì
all'Adorno la laurea in Giurisprudenza honoris causa.
Cav. uff. Francesco Maiore
(Presidente della Sezione di Noto)
27
IL 25 LUGLIO
gli italiani di difendere ad
otto l'incalzare di
ogni costo l'unità, l'indipeneventi negativi come la
denza, la libertà della
perdita definitiva del
Patria, i frutti dei sacrifici e
nord Africa, lo sbarco alleadegli sforzi di quattro geneto in Sicilia, il bombardarazioni dal Risorgimento ad
mento del quartiere di San
oggi, la vita e l'avvenire del
Lorenzo a Roma, Benito
popolo italiano; affermata
Mussolini convocò il Gran
la necessità dell'unione
Consiglio del fascismo. La
morale e materiale di tutti
decisione, sollecitata dai
gli italiani in quest'ora
collaboratori di governo più
grave e decisiva per i destistretti e, egli riteneva, più
ni della Nazione; dichiara
fidati, si rivelò un tremendo
che a tale scopo è necessaboomerang per il Duce,
rio l'immediato ripristino di
messo in minoranza e
tutte le funzioni statali,
costretto a presentare le
attribuendo alla Corona, al
dimissioni al Re che nominò
Gran Consiglio, al Governo,
capo del governo il generaal
Parlamento,
alle
le Pietro Badoglio.
Corporazioni i compiti e le
L'Italia venne a sapere
responsabilità
stabilite
della caduta di Mussolini
dalle nostre leggi statutarie
dopo che i giornali spagnoli
e costituzionali; invita il
e svizzeri avevano ricevuto
Capo del Governo a pregare
un comunicato reso noto da
la Maestà del Re, verso la
Dino Grandi, triumviro del
quale si rivolge fedele e
Fascismo e Presidente
fiducioso il cuore di tutta la
della Camera dei Fasci e
Nazione, affinché egli
delle Corporazioni, direttaDino Grandi
voglia, per l'onore e per la
mente agli ambasciatori dei
salvezza della Patria, assudue paesi. Il testo è questo:
mere con l'effettivo coman"Il 24 luglio 1943 si è riudo delle Forze Armate di terra, di mare e dell'aria,
nito a Palazzo Venezia il Gran Consiglio del
secondo l'articolo 5 dello Statuto del Regno, quelFascismo, che non era stato più convocato dal 7
la suprema iniziativa di decisione che le nostre
dicembre 1939, cioè da prima dell'entrata in gueristituzioni a lui attribuiscono e che sono sempre
ra dell'Italia. Erano presenti: Mussolini, De Bono,
state in tutta la nostra storia nazionale il retaggio
De Vecchi, Suardo, Grandi, Sforza, De Marsico,
glorioso della nostra Augusta Dinastia di Savoia».
Acerbo, Biggini, Pareschi, Gianotti, Polverelli,
Il Presidente della Camera, Grandi, domandava
Federzoni, Triogali-Casanova, Balella, Frattari,
sull'ordine del giorno la votazione per appello
Gottardi, Bignardi, De Stefani, Rassoni, Bottai,
nominale.
Farinacci, Marinelli, Alfieri, Ciano, Buffarini,
Un secondo ordine del giorno era successivaAlbini, Galbiati, Bastianini.
mente presentato dal Segretario del Partito, Carlo
All'inizio della riunione, che è cominciata alle
Scorza, ed un terzo ordine del giorno da Roberto
ore 17, il Capo del Governo ha fatto una relazione
Farinacci.
sulla situazione politica e militare. Dopo di che il
La discussione che ha seguito è durata ininterpresidente della Camera, Grandi, ha presentato
rottamente dieci ore, cioè fino alle ore tre antimeed illustrato il seguente ordine del giorno che porridiane del 25 luglio. Alla fine di essa l'ordine del
tava, oltre la firma di Grandi, quelle di Federzoni,
giorno presentato da Grandi ha avuto 19 voti favoDe Bono, De Vecchi, De Marsico, Acerbo, Pareschi,
revoli, contrari 7, ed uno astenuto".
Cianetti, Ciano, Bottai, Balella, Gottardi, Bignardi,
De Stefani, Rossoni, Marinelli, Alfieri, Albini,
Il testo dell'ordine del giorno approvato dal
Bastianini:
Gran Consiglio è molto vago e sarebbe di difficile
«II Gran Consiglio, riunendosi in questi giorni di
interpretazione se non ci fossero i comunicati del
supremo cimento, volge innanzi tutto il suo pen25 sera sulle dimissioni di Mussolini (non ancora
siero agli eroici combattenti d'ogni arma, che,
sull'arresto) e sull'incarico a Badoglio di guidare
fianco a fianco con la fiera gente di Sicilia, in cui
un nuovo governo. Ma è soprattutto un testo che
più alta risplende l'univoca fede del popolo italiamanca di molti punti importanti che caratterizzano, rinnovano le nobili tradizioni di strenuo valore
vano la versione che Grandi aveva progettato e in
ed indomito spirito di sacrificio delle nostre gloun primo tempo discusso con i camerati a lui più
riose Forze Armate. Esaminata la situazione
vicini. In quel testo si diceva che il Capo del
interna ed internazionale e la condotta politica e
Governo doveva esercitare le funzioni nei limiti fismilitare della guerra, proclama il dovere per tutti
sati dallo Statuto e date a tutti i partiti e che dove-
S
28
IL NASTRO AZZURRO
sono avere fiducia in lui". Grandi ha dato dei buoni
vano essere garantite a tutti i cittadini indistintamente la loro uguaglianza di diritti e di doveri di
nomi anche per la composizione del governo:
fronte alla legge.
Alberto Pirelli, l'industriale, agli esteri (è persona
È questa l'intenzione di Badoglio, dei militari e
stimata da inglesi e americani) e poi, fra gli altri,
del re? Il nuovo governo si riunì il giorno 27 per la
Alcide De Gasperi, Paolo Cappa, Luigi Gasparotto,
prima volta nel palazzo del Viminale. Diciassette
Giuseppe Paratore, personaggi, insomma, non
ministri, nessun politico o rappresentante dell'ancompromessi col fascismo.
tifascismo; tutti tecnici, burocrati e militari; tutti,
I militari, e il re con loro, hanno invece altre
ovviamente, con la tessera del Partito Fascista.
idee: il loro obiettivo è di tenere in mano il potere
Ministro degli esteri era Raffaele Guariglia, ambae tirare avanti il più possibile senza problemi di
sciatore in Turchia arriverà a Roma due giorni
democrazia; chiedere la pace agli Alleati e salvare
dopo, il 29. Agli interni era Bruno Fornaciari, già
la monarchia. Badoglio vuole fare tutto da sé;
prefetto di Trieste e poi di Milano. Alla giustizia
anche il suo consiglio dei ministri si riunirà una
Gaetano Azzariti, un magistrato, già Direttore
seconda volta il 5 agosto, e poi mai più.
Generale dello stesso ministero. Alle finanze
Nella sua prima riunione del 27 luglio il goverDomenico Bartolini, Provveditore Generale dello
no ha deliberato lo scioglimento del partito fascistato, agli scambi e valute Giovanni Acanfora,
sta e della “Camera dei Fasci e delle Corporazioni”
Direttore Generale della Banca d'Italia. Alle corpoe la soppressione del “Gran Consiglio del fascirazioni, un istituto voluto da Mussolini, Leopoldo
smo” e dei tribunali speciali. Tutte decisioni ovvie
Piccardi, Consigliere di Stato. All'educazione
(ma non ancora è decisa l'abrogazione delle leggi
nazionale Leonardo Severi, docente universitario,
razziali); meno ovvio, ma significativo, è il seguito,
già Direttore Generale dello stesso ministero. Ai
cioè il divieto di costituire associazioni politiche,
lavori pubblici Domenico Romano, Capo Gabinetto
cioè i partiti, e addirittura di portare una qualsiasi
del suo predecessore fascista. Alla cultura popoinsegna politica di partito all'occhiello della giaclare (il famigerato "Minculpop") Guido Rocco, dal
ca.
1936 Direttore della Stampa Estera allo stesso
Già il giorno prima un telegramma è stato indiministero. All'agricoltura Alessandro Brizi, già
rizzato ai prefetti dal Ministero degli Interni: i loro
Capo Gabinetto del ministro fascista Acerbo. Alla
poteri sono demandati alle autorità militari, alle
Guerra, alla marina e all'aviazione tre militari: il
quali viene impartito l'ordine di "considerare i
generale Antonio Sorice, l'ammiraglio Raffaele De
dimostranti come ribelli" e di far "sparare contro
Courten e il generale Renato Sandalli. Alle colonie
di loro senza preavviso"; sono proibite le riunioni
e Africa italiana (che non ci sono più) il generale
di più di tre persone, sono considerati decaduti
Melchiade Gabba. Un altro generale, Federico
tutti i permessi di porto d'arme, i portoni delle
Amoroso, alle comunicazioni e un altro, Carlo
case devono essere tenuti aperti e illuminati giorFavagrossa, lo stesso dell'ultimo governo
no e notte.
Mussolini, alla produzione
Una circolare, che viene
bellica. Capo della Polizia
attribuita al Capo di Stato
viene nominato Carmine
Maggiore
dell'Esercito,
Senise; era Capo della
vieta gli assembramenti e
Polizia fino a tre mesi
le dimostrazioni e impartiprima, con Mussolini quansce disposizioni draconiane
do, il 14 aprile, è stato cacsulle tecniche da utilizzare
ciato con l'accusa di non
per disperdere eventuali
aver represso col dovuto
trasgressori: nessuna limirigore gli scioperi di marzo
tazione nell'uso delle armi,
a Torino e a Milano.
anche pesanti.
Anche su tutto questo
La gravità di queste
Dino Grandi non è d'accordisposizioni la si vedrà
do. Alla guida del governo
subito il giorno 28 a Bari,
ha suggerito, nel colloquio
nell'episodio che forse è il
col duca Acquarone la notte
più pesante di quel periodo,
tra il 25 e il 26, il generale
anche per le personalità
Caviglia, che contribuì al
coinvolte.
successo di Vittorio Veneto
Un centinaio di giovani
alla fine della prima guerra
dimostranti si scontrano, in
mondiale e mise fine nel
piazza Umberto, con un
1920 all'impresa dannunreparto del 9° Reggimento
ziana di Fiume. "Badoglio"
Autieri.
Improvvisamente si senha detto Dino Grandi "è
tono alcuni colpi di pistola.
stato per quasi vent'anni il
La sparatoria durò pochi
capo di stato maggiore di
minuti. Sul selciato una
Mussolini. Lo era quando
sessantina di corpi: cinque i
Mussolini ha dichiarato
morti.
guerra all'Inghilterra e alla
Francia. Gli alleati non posPietro Badoglio
IL NASTRO AZZURRO
29
La Polizia nell’alluvione del Polesine
alluvione del Polesine del novembre 1951 fu
causata dall’esondazione del Po e colpì parte
del territorio delle provincie di Rovigo e di
Venezia, causando 84 vittime e oltre 184.000 senzatetto, oltre ad ingentissimi danni a 100.000 ettari di
territorio, prevalentemente adibito ad agricoltura e
allevamento.
Nelle due settimane precedenti l’inondazione si
verificarono intensissime ed ininterrotte piogge su
ampie parti del bacino imbrifero del Po, sia nel lato
appenninico che alpino. Il 12, 13 e 14 novembre
avvenne il maggior carico idraulico del fiume che,
nel tratto della provincia di Rovigo, nonostante i
preventivi ed immediati interventi delle popolazioni
rivierasche per realizzare dei rialzi arginali, la sera
del 14 tracimò l’argine sinistro a Canaro e
Occhiobello.
Le acque esondate furono impedite per più settimane nello sfogo verso l’Adriatico dalle opere artificiali (canali, rialzi, argini, strade ferrate e rotabili...)
e depositarono sui terreni agricoli strati di poco fertili sedimenti sabbiosi o limosi, compromettendone
la fertilità. Di conseguenza, negli anni successivi, la
quasi totale distruzione delle attività produttive e le
compromesse condizioni del terreno comportò l’ab-
L’
La copertina del periodico istituzionale
della P.S. del novembre 1951
30
bandono di circa il 20% della popolazione residente.
In assenza di un’Istituzione statale con specifici
compiti di protezione civile, il soccorso alle popolazioni colpite da calamità, disastri ed eventi naturali
era garantito dai Corpi statali: Vigili del Fuoco,
Forze dell’Ordine, Forze Armate e Croce Rossa
Italiana. L’intervento delle Guardie di Pubblica
Sicurezza fu: tempestivo, generoso ed efficace.
Appena tracimato il fiume, i Reparti dislocati sul
territorio colpito, preventivamente allertati, intervennero nel cuore della notte, sostenuti successivamente da altri numerosi Reparti di P.S. provenienti
anche da altre regioni.
Complessivamente giunsero nelle aree alluvionate 7.580 tra guardie, sottufficiali e ufficiali, 587
automezzi e 347 motomezzi.
Le Autorità di P.S. trovarono in quei poliziotti una
forza tenace ed efficace per il soccorso e l’assistenza ai sinistrati, che furono immediatamente evacuati in aree sicure e, successivamente, nei campi di
assistenza della Croce Rossa. Le Guardie salvarono
o sfollarono 25.000 persone, 11.922 capi di bestiame, 30.478 quintali di masserizie, distribuirono
42.500 razioni di viveri, recuperarono oltre 60.000
quintali di zucchero, grano e masserizie, 122 macchine agricole, e dislocarono 35.000 sacchi di
terra per l’arginatura delle sponde del Po e dei
suoi canali.
L’attività dei poliziotti fu generosa e infaticabile. Scortarono bestiame, istituirono posti di
pronto soccorso, piantonarono magazzini e centri abitati abbandonati, stesero chilometri di
linee telefoniche, impiantarono stazioni radio
per le comunicazioni tra i paesi isolati e irraggiungibili via terra. Furono evitati disordini e atti
di sciacallaggio, fu possibile il recupero di numerose salme.
Laddove mancarono i mezzi anfibi o altre
attrezzature adatte, i poliziotti affrontarono le
difficoltà con generosità e altruismo, esponendosi anche a gravi rischi personali al limite delle
umane e materiali risorse e possibilità.
Per l’opera della Polizia nel Polesine, con
Decreto del 5 maggio 1953, la Bandiera del
Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza fu
insignita della Medaglia d’Oro al Valor Civile.
Nel dopoguerra si ebbe una recrudescenza
degli interventi repressivi della Polizia, spesso
chiamata a contrastare tumulti nelle piazze agitate da fermenti politici e da disastrose condizioni economiche di larga parte della popolazione.
Seppur dettati dalle necessità del momento,
tra i quali contrastare alcune spinte sovversive
che minacciavano la neonata Repubblica, quegli
interventi adombrarono la considerazione pubblica dell’Istituzione che, in breve, dovette elaborare una nuova immagine pubblica aderente al
reale potenziale di umanità e disponibilità dei
suoi uomini nel servire lo Stato e i cittadini in difficoltà.
In tal senso, il più alto riconoscimento alla
Bandiera conferito per l’intervento nel Polesine
dà continuità storica all’azione di soccorso pubblico, compito preminente della Polizia italiana,
già riconosciuta con le prime due Medaglie d’Oro
IL NASTRO AZZURRO
al Corpo, guadagnate rispettivamente per l’enorme
contributo offerto dal Corpo delle Guardie di Città
nel 1908 per il sisma Calabro siculo e nel 1915 per
quello della Marsica.
Quelle due Decorazioni inaugurano un lungo
elenco di riconoscimenti alla Bandiera della Polizia
italiana per altrettanti interventi di soccorso pubbli-
co, suggellati dalle numerosissime Decorazioni
individuali che brillano al petto di moltissimi poliziotti.
Sovrintendente Fabio Ruffini
Sostituito commissario Giulio Quintavalli
(Ufficio Storico della Polizia di Stato)
LE CARTOLINE POSTALI
I vertici della Pubblica Sicurezza intesero rappresentare pubblicamente la Medaglia d’Oro alla Bandiera del
Corpo con una tempera di Vittorio Pisani, noto illustratore de “La Tribuna Illustrata” e di Corpi dello Stato.
La memoria iconografica e artistica dei fatti del Polesine fu
affidata alla grande sensibilità artistica del Pisani che vantò
una collaborazione decennale con la Polizia. L’autore, infatti,
realizzò alcuni quadri e numerose tempere celebrative. Molti
di questi soggetti furono stampati in formato cartolina postale per le esigenze di comunicazione dei singoli appartenenti e
in formati più grandi per arredare gli Uffici e le Caserme del
Corpo.
IMMAGINE: Polesine1951-1
In particolare, della cartolina celebrativa i fatti del Polesine,
edita dalla Editrice Universale di B.M.C. – Roma, colpisce la
forza espressiva dell’autore nel conferire dinamismo all’immagine contrapponendo il virtuosismo delle Guardie di P.S.
alla staticità dei soggetti soccorsi: donne, anziane, bambini,
suore. Nel retro: “L’ardita e generosa opera di soccorso del
Corpo delle Guardie di P.S. durante l’alluvione del
Polesine (novembre-dicembre 1951)”.
IMMAGINE: Polesine1951-2
Di diversa fattura grafica ed intensità espressiva questa
seconda cartolina di autore ignoto, edita dalla
Organizzazione Gallo – Roma, in cui si evidenzia la generosità e la solidarietà dei poliziotti mentre soccorrono
donne, bambini, anziani, e portano al sicuro i loro beni.
Nel retro della cartolina il fregio del Corpo che sormonta una legenda con scritto “Sub Lege Libertas”, il motto
della Polizia, e la motivazione della Medaglia d’oro al
Valor Civile – “In occasione delle alluvioni verificatesi
nel Polesine e nelle altre zone dell’Italia settentrionale,
il Corpo delle Guardie di P.S., confermando le sue tradizioni di valore e abnegazione, si prodigava, fino all’estremo delle proprie possibilità, nell’ardua e complessa
opera di soccorso alle popolazioni colpite.
Ufficiali, sottufficiali e
guardie, animati da un elevato sentimento di umana solidarietà,e di generoso altruismo, affrontavano, ovunque presenti in nobile ed ardimentosa
gara, situazioni di estremo pericolo e riuscivano a trarre in salvo migliaia
di persone ed a recuperare ingenti quantitativi di materiale e di bestiame.
Per tale comportamento dei suoi gregari, il Corpo suscitava la meritata
riconoscenza della popolazione e la unanime gratitudine del Paese.
(Polesine, novembre-dicembre 1951)”
IMMAGINE: Polesine1951-3
Di autore ignoto questa ulteriore cartolina postale della Editrice Universale
di B.M.C. – Roma che riproduce la Bandiera con le decorazioni concesse
fino a quel momento.
Nel retro, il fregio del Corpo, “Corpo delle Guardie di P.S. – Sub Lege
Libertas ”e un prospetto riepilogativo delle stesse Decorazioni:
“5 giugno 1910 – Medaglia d’oro di benemerenza per l’opera prestata in
occasione del terremoto calabro-siculo.
8 Marzo 1917 - Medaglia d’oro di benemerenza per l’opera prestata in occasione del terremoto di Avezzano.
4 aprile 1949 – medaglia di Bronzo al V.M. (2^ guerra mondiale).
8 maggio 1953 – Medaglia d’oro al V.C per l’opera prestata in occasione dell’alluvione del Polesine”
IL NASTRO AZZURRO
31
sotto di noi l’oceano
80 anni fa la trasvolata del nord atlantico
ra i più significativi raid aeronautici degli anni
venti e trenta, sono da annoverare le due trasvolate atlantiche di massa condotte da Italo Balbo.
La seconda ed ultima di tali imprese, denominata
"Crociera del Decennale" per celebrare i dieci anni dell'istituzione della Regia Aeronautica come Forza
Armata autonoma, vide protagonisti venticinque Savoia
Marchetti S.55 X che, decollando dall'idroscalo di
Orbetello, attraversarono l’Oceano Atlantico settentrionale alla volta di Chicago e New-York. Mai prima
era stata tentata una traversata con una formazione
così imponente. Da allora sono trascorsi ottant’anni.
L’S.55 X era un idrovolante con doppio scafo parallelo unito superiormente da una grande ala, sopra la
quale erano installati in tandem due motori Isotta
Fraschini Asso 750 da 930 CV dotati di elica tripala a
passo variabile. La struttura, interamente in legno, era
rivestita con tela e successivamente impermeabilizzata.
Dopo
la
crociera
del
Mediterraneo occidentale del
1928 e quella della parte orientale
del 1929, Italo Balbo, cogliendo
l'occasione della consegna di
dodici S.55 al Brasile, che li aveva
acquistati, aveva condotto la prima
crociera atlantica sorvolandone
l'area meridionale nel 1930-31.
Dopo questa impresa, si apprestò
ad una ben più grande crociera,
quella dell’Oceano Atlantico settentrionale.
L’impresa venne preparata
meticolosamente e il 1° luglio
1933 alle ore 05.00 decollarono
dalla laguna di Orbetello venticinque S.55X con a bordo quattro persone di equipaggio per ciascuno.
In totale, saranno cento uomini a
traversare l’Oceano, da qui il titolo
del libro scritto da Italo Balbo, “La
Centuria Alata“. Traversando
T
32
l’Europa e le Alpi nello stesso giorno, raggiunsero
Amsterdam dove, purtroppo, si registrò un incidente
con il cappottamento di un aereo in ammaraggio e la
perdita di un membro dell’equipaggio.
La seconda tappa li portò in Inghilterra, a
Londonderry e la terza in Islanda, a Reykjavik. A supporto della trasvolata furono impegnate molte navi
appoggio che effettuavano anche rilevamenti meteorologici che non si dimostrarono favorevoli per diverso
tempo. Dopo alcuni giorni e nella speranza che il
tempo migliorasse, i trasvolatori fecero i preparativi
per decollare verso il continente Americano e il 12
luglio, nonostante le non ottimali condizioni climatiche,
i ventiquattro aerei decollarono verso Cartwright nel
Labrador. Per dodici ore volarono tra nubi, piovaschi e
nebbia, senza mai vedere l’Oceano, ancora una volta
dovettero fare ricorso alla strumentazione e all’esperienza. In alcuni momenti, sembrava loro che il mare fosse a
pochi metri, in altri addirittura che
vi fossero entrati. Nessun guasto
funestò la traversata: giungendo
in vista delle coste del Labrador
tirarono un sospiro di sollievo e
dopo poco ammararono a
Cartwright. Avevano raggiunto il
Canada!
Le tappe successive furono
Shediac e Montreal, poi i ventiquattro S.55X raggiunsero gli Stati
Uniti d'America, ammarando nel
lago Michigan a Chicago: era il 15
luglio e fu un grande trionfo per la
giovane Aeronautica Italiana. Molti
furono i festeggiamenti e, per l’occasione, fu inaugurata la Balbo
Avenue e fu eretta una colonna
romana in memoria di Cristoforo
Colombo.
L'ultima tappa del viaggio vide
gli S.55 ammarare nella rada di
New-York uno dopo l’altro. Anche
IL NASTRO AZZURRO
in questa città, l’impresa dei trasvolatori atlantici ebbe
grande risalto. In quel periodo i rapporti diplomatici
con l’Italia erano ottimi e Roosevelt invitò Balbo come
ospite d’onore alla Casa Bianca.
Dopo la deposizione di una corona al monumento
del Milite Ignoto Americano ad Arlington, il 21 luglio, la
città di New York festeggia i trasvolatori con un'imponente parata.
Il 26 luglio la "Centuria" riprende la via del ritorno,
decollando per Shediac e da lì per Shoal Harbour.
Attesero a lungo che le condizioni meteo migliorassero e finalmente l’8 agosto i ventiquattro S.55 decollarono alla volta delle isole Azzorre. Dopo circa dieci ore di
volo ininterrotto le raggiunsero e, divisi in gruppi,
ammararono in varie località. La sosta fu breve, una
sola notte e al mattino nuovamente pronti per la partenza. Il decollo fu particolarmente difficile a causa
delle onde lunghe oceaniche e forse fu quella la causa
del cappottamento dell’idrovolante I-RANI in cui trovò
la morte il tenete Squaglia. La zona si cosparse di
detriti galleggianti e benzina, e gli ultimi tre velivoli
dovettero attende diverse ore prima che la zona fosse
sgombrata, per poter decollare.
La tappa si concluse a Lisbona dove i primi 20 aerei
furono raggiunti dagli ultimi tre dopo qualche ora. La
cerimonia di benvenuto a Lisbona si svolse sotto il
segno del lutto per il Caduto ma fu anche l'occasione
per Decorare i piloti con l'aquila dotata della “A” di
Atlantici, mentre al rimanente personale degli equipaggi di volo, marconista e motorista, venne consegnato lo stemma con la “ A” senza ali d'aquila.
Fu deciso di saltare la tappa in Francia e di dirigere
direttamente per Roma e, il 12 agosto alle ore 07.00, i
ventitré aerei decollarono. La formazione sorvolò a
metà giornata, prima le Baleari e poi la Sardegna. I
primi S.55X avvistarono la costa Laziale verso le 17 e,
dopo averla raggiunta, rimasero in circolo su di essa in
attesa che la formazione si completasse. Appena i ventitré idrovolanti furono riuniti, sorvolarono il Tevere e
ammararono in parata all’idroscalo di Ostia.
Si era concluso il più grande raid che la storia ricordasse, percorrendo circa 20.000 Km in quasi 100 ore di
volo. Tutto questo fu reso possibile grazie alla grande
capacità ed esperienza accumulata da Balbo e dai suoi
equipaggi nel corso delle precedenti tre Crociere Aeree
di massa.
La meticolosa preparazione, l'addestramento
estremo e la grande determinazione di quei formidabili trasvolatori comunque non sarebbe bastato per condurre a termine con successo l'impresa se non vi fosse
stata la grande
capacità organizzativa e la
lungimirante
mentalità di Italo
Balbo a gestirla.
Egli, conoscendo
bene le insidie
del volo senza
visibilità, aveva
ordinato
lo
schieramento di
numerose navi
appoggio lungo
la rotta atlantica
col compito di
fornire
rilievi
meteorologici e
IL NASTRO AZZURRO
rilevamenti radiogoniometrici ai velivoli, affinché
potessero condurre con la dovuta sicurezza e con l'adeguata accuratezza il loro volo.
Un'esperienza di così vasta portata non poteva
andare dispersa dopo l'epopea delle trasvolate, ormai
necessariamente conclusa. Sicché, Italo Balbo decise
l'istituzione della "Scuola di Volo senza Visibilità", con
base sull’idroscalo di Orbetello. In questa scuola si tennero i primi corsi tesi ad insegnare ai piloti dell'intera
Regia Aeronautica le tecniche per mantenere l'assetto
e i parametri corretti di volo col solo ausilio degli strumenti utilizzando attrezzature innovative per l’epoca,
come l’orizzonte artificiale, il girodirezionale, il radiogoniometro e le comunicazioni radiotelegrafiche in
codice "Morse". Queste tecniche, nei due anni di attività della "Scuola di Volo", vennero trasmesse ai piloti
esperti di tutti i reparti della Regia Aeronautica, i quali,
tornati ai rispettivi Gruppi di Volo, le insegnavano a loro
volta agli altri colleghi.
Dopo due anni di attività della “Scuola VSV”, Italo
Balbo si trovò di nuovo di fronte al dilemma di cosa fare
di questo reparto che raccoglieva un'esperienza di primissimo ordine e però aveva completamente assolto
alla sua funzione. La decisione fu di trasformarlo in un
reparto operativo e nacque così il 31° Stormo
"Bombardamento marittimo", che fu anche il primo
reparto italiano ad entrare in azione nella seconda
guerra mondiale, la sera stessa del 10 giugno 1940 con
un bombardamento notturno sul porto di Ajaccio.
Italo Balbo, a seguito delle imprese atlantiche,
aveva acquisito una popolarità ed un apprezzamento
tali da divenire involontariamente il rivale di Mussolini.
Sebbene, in realtà Balbo non aspirasse assolutamente
a soppiantare il "Duce", quest'ultimo, dando corpo ai
suoi timori, decise di allontanarlo dal governo assegnandogli l’incarico di "Governatore della Libia".
Italo Balbo non smise mai di volare ma la sua grande passione per il volo gli fu fatale. Dopo pochi gironi
dall'inizio della seconda guerra mondiale, rientrando a
Tobruk da una missione di bombardamento da lui condotta personalmente, ai comandi del velivolo SM.79
leader della sua formazione, venne fatto segno dal tiro
della stessa contraerea italiana. Infatti, pochi minuti
prima l’aeroporto libico era stato attaccato da cacciabombardieri inglesi. L'SM.79 di Italo Balbo fu colpito in
pieno mentre giungeva l'ordine di "cessate il fuoco": i
velivoli italiani erano stati riconosciuti ... troppo tardi.
Antonio Daniele
Il Savoia Marchetti S.55X
33
PARLIAMONE ANCORA
Risponde il gen. Antonio Daniele, direttore
responsabile de “Il Nastro Azzurro”
Eg. Generale Antonio Daniele,
ho letto (sul n.° 3/2012 - ndr) ... “il Commento” e l’antefatto al commento che non è
solo cronaca dettagliata, luttuosa che spesso, con tristezza ed angoscia apprendiamo
dalla TV ma, è, anche una attenta descrizione dei luoghi, del servizio che si espleta,
delle operazioni e condizioni in cui agiscono i militari delle “Missioni di Pace”.
Condivido per buona parte l’intero articolo e pienamente la impreparazione che il
Popolo intero ha delle questioni di politica estera. In verità sono quasi certo che anche
sulla politica interna gli Italiani non sappiano ... Prendo i mezzi pubblici per portarmi
al centro di Napoli ed alla sede del Nastro azzurro, tra cui un treno, la circumflegrea,
e Le dico che è un avvilimento per gli argomenti trattati e per il lessico adoperato.
Non ascolto, dai giovani, proferire parole in italiano, ma quasi sempre espressioni in
dialetto, ... dalle donne parlare di quanto avviene in TV e degli eventi di cronaca nera
e rosa e, dagli uomini, quasi sempre di calcio. È un avvilimento! È stato diffuso in tal
modo “l’oppio” per addormentare la mente e le coscienze e quindi occorreranno ancora molti decenni affinché
l’italiano si svegli. ... Condivido pienamente sull’espressione “ignoranza istruita” anche se da Lei è riferita “alla
politica estera” credo che possa essere estesa a tutte le attività politiche: tutti sanno di tutto e ... affrontano la
discussione su qualsiasi argomento pur mancando della fondamentale conoscenza, anche se minima ...
La critica nel modo di utilizzare la Storia nel periodo studentesco ed anche successivamente non mi trova
d’accordo perché non ho, come non l’hanno molti di noi, l’”aureola”, ma non credo che studiavamo solo per l’ottenimento del “sei” ovvero del minimo. Non è colpa del singolo né dello studente ma del gruppo che detiene il
“potere” lasciare tutti nell’”ignoranza istruita” ovvero volutamente far ignorare la Storia per manovrare le
masse e non solo i meno istruiti. La Sua efficace espressione “ignoranza istruita” è causa della voluta mancanza d’informazione su quanto realmente e veramente avviene nel nostro Paese. La Storia ci viene offerta, quando ci viene offerta, non in maniera acritica ma solo ed esclusivamente a beneficio di una ideologia o a servizio
delle tesi di un partito. Oggi, che le ideologie ed i partiti non esistono più, le informazioni che dovrebbero apparire come storia vengono impartite per meri scopi di benessere del gruppo dominante e bisognerebbe anche
accertarsi se quella cronaca possiamo chiamarla Storia. La Storia che abbiamo studiato e alla quale oggi, in
bene o in male, coscientemente o inconsapevolmente partecipiamo e costruiamo, è la nostra Storia di cui siamo
orgogliosi. In particolare per me che, sebbene piccolo – circa dieci anni – ho vissuto e partecipato alla gloriosa
Resistenza, trovandomi i nazisti in casa con mitra spianati contro ... e i partigiani in casa che sparavano contro i
tedeschi, e le rappresaglie di questi ultimi che ad ogni tedesco morto uccidevano 10 italiani (abitavo alla via case
puntellate, luogo dove si sono svolti vari episodi della lotta Partigiana, vicino all’allora “campo Littorio” oggi stadio Collana). Ho assistito a scene cruente di fuoco e di morti ed il ricordo non svanisce mai dalla mia mente. La
Storia, la Storia vera che è la vita dell’Uomo, che è la fonte vera per sapere quanto si è fatto e quant’altro si potrà
ancora fare, è il saper ragionare. Sciascia in «una storia semplice» ci dice: «l’italiano, non è l’italiano ma il saper
ragionare» ed io credo che tale espressione si adatti alla STORIA, anzi che STORIA E ITALIANO siano il saper
ragionare ovvero la nostra intelligenza, la nostra capacità critica da non abbandonare mai. ...
... ho scritto anche in forma disordinata ma, non ho inteso limarlo, perché è quanto ho scritto di getto al termine della lettura dei suoi articoli. Grazie.
Cordiali saluti
Arch. Preside Pasquale Campo
(Federazione di Napoli)
Gent.mo architetto Pasquale Campo,
innanzitutto mi scuso per aver ripreso una sua lettera di oltre un anno fa e, oltretutto, per averla riproposta in
forma notevolmente ridotta, sebbene credo di averne salvato il senso ed il significato generale. Ma ritengo che gli
argomenti da lei trattati siano sempre di attualità, anzi penso che un approfondimento sul tema di cosa si intenda per "politica" in Italia valga davvero la pena.
Quando ascoltiamo un telegiornale o leggiamo un quotidiano non possiamo fare a meno di notare la differenza di spessore tra la politica internazionale espressa da altre nazioni al confronto di quella italiana: perfino paesi
emergenti come il Brasile o la Cina prendono decisioni di evidente valenza politica, mentre l'Italia sembra sempre oscillare in un eterno dubbioso bilico tra il fare e il non fare ... che cosa? Non si capisce. L'evidenza della mancanza di politica è minore in altri settori solo perché non ci è dato modo di confrontarli immediatamente e direttamente con l'analoga politica di altri paesi, ma se perdessimo un po' di tempo a farlo, il confronto sarebbe illuminante. In pratica l'Italia non è che non abbia una politica estera chiara e definita, l'Italia semplicemente non fa
politica ... in nessun settore!
Per questo le famose "riforme" sono sbandierate da decenni come imminenti e non si fanno mai, il debito pubblico è sempre fuori controllo, le poche scelte che si fanno, sono tutte scelte di tipo "tecnico" e quindi trovano
sempre commenti "politici" negativi (solo i commenti, naturalmente), gli stessi uomini politici, se interrogati su
argomenti per i quali occorrono scelte politiche chiare, nette e definite, sembra sempre che cadano dalle nuvole.
La scelta di partecipare alle missioni di pace dell'ONU è una decisione di squisito carattere politico, compiuta
34
IL NASTRO AZZURRO
da diverse nazioni con obiettivi politici molto importanti e ... evidenti. La nostra partecipazione a quelle missioni
quali obiettivi ha? Oltre al generico proposito di "pacificare l'area" sembra che non ve ne siano altri. E allora, a
molte persone appare giusto chiedersi perché non lasciamo che a farlo siano paesi che hanno idee politiche più
chiare. Gli Stati Uniti per esempio intervengono in alcune aree di crisi perché, per la loro sicurezza nazionale, è
importante mantenere pacifica quell'area e mantenere al governo quel gruppo dirigente a loro favorevole, il tutto
in una duplice ottica di controllo geo strategico del mondo intero e di apertura e mantenimento di canali economici e commerciali privilegiati. Lo stesso fanno la Gran Bretagna e la Francia. La Germania non interviene volentieri con le truppe perché sa che comunque la sua capacità di penetrazione economica è garantita dalla qualità
superiore dei propri prodotti e dalla raffinatezza dei propri servizi.
Intendiamoci: è interesse del mondo intero che l'Afghanistan torni ad essere un paese stabile e sicuro e che i
talebani non abbiano modo di influire più sulla sua politica nazionale, ma non per questo la forza multinazionale
ivi presente è composta da militari di tutte le nazioni del mondo. Infatti, il quesito non riguarda la necessità o l'opportunità di pacificare e stabilizzare tale paese, riguarda l'Italia: qual'è l'obiettivo politico italiano della partecipazione ad ISAF? Sinceramente non lo so e forse non c'è. Forse c'è solo una sorta di tentativo di far sapere al resto
del mondo che anche l'Italia esiste, ha delle forze Armate e le usa, con mille distinguo, con regole d'ingaggio ridicole e pericolose per i propri militari, ma anche l'Italia "partecipa".
Il vantaggio che deriverà dal successo della missione ISAF sarà senz'altro l'abbassamento del livello di rischio
terroristico, ma se si fosse trattato solo di questo, bastava dare un supporto politico certo ed affidabile nel tempo
agli altri paesi militarmente impegnati nell’operazione anche senza la presenza materiale delle nostre Forze
Armate.
E qui sta il nocciolo della politica vera. La politica interna non deve pesare minimamente su quella estera. La
confusione tra i due campi politici è pericolosa, eppure l'Italia fa troppo spesso questo genere di confusione, e lo
fa, cosa ancora più deleteria, sui giornali, nei talk show televisivi, al bar, in campagna elettorale, nelle aule dei
tribunali, ben raramente nelle corrette sedi istituzionali: il parlamento e il governo.
La partecipazione a ISAF venne decisa per compiacere un'opinione pubblica inorridita dalla tragedia delle
Torri Gemelle ... ma adesso, a dodici anni di distanza, chi se ne ricorda più?
Gli italiani non si accorgono ormai più del fatto che argomenti di estrema delicatezza internazionale vengono
banalizzati in questa maniera perché da anni hanno "staccato la spina" alla classe politica. I colloqui che lei sente
in treno sono ritenuti molto più interessanti dalla gente non perché essa sia volutamente menefreghista nei confronti della politica o ignorante delle sue segrete cose, ma semplicemente perché la politica ha abdicato da
decenni alla sua vera funzione di indicare le possibili alternative di scelta per il miglioramento della vita sociale
nazionale, rifugiandosi in riti di palazzo dei quali si compiace, senza rendersi conto che il popolo, cioè il destinatario dell'esistenza stessa della sua attività, vive per altro, pensa ad altro e non considera più né utile, né interessante osservare la politica.
Oggi è estremamente diffusa l’idea che l'unico interesse perseguibile in politica sia quello "personale" e ciò
ha portato ad una cosa ben più grave della semplice disaffezione di cui parlano molti commentatori. Oggi, in
realtà, si è creata una spaccatura sociale che suddivide il popolo italiano in due categorie: chi fa politica e chi ritiene che di politica non sia neppure necessario interessarsene, e sono la maggioranza!
Da tale spaccatura scaturisce per naturale conseguenza che le persone più integre, serie, oneste, intelligenti
e capaci, non si sentono attratte dall'agone politico, non si vedono proiettati in un mondo nel quale sparirebbero
sommersi dalla generale mediocrità, non pensano che sia più possibile portare a compimento un progetto realmente politico di miglioramento della vita sociale, e infine non si sentono invogliati a partecipare a qualcosa che,
quando meno se lo aspettano, li porterebbe in contatto quasi certo col malaffare, o almeno li farebbe sospettare
di collusione con esso.
Per contro, sono proprio le persone prive di scrupoli quelle che si sentono più attratte da un mondo nel quale
tutto sembra possibile, un mondo in cui la gestione "politica" delle risorse pubbliche può essere piegata a piacimento ad esigenze ben lontane da quelle della collettività, un mondo nel quale si acquisisce tanto più potere
quanto più si dimostra la capacità di gestire tali risorse a sostegno di questo o quell'amico in cambio di questo o
quel favore.
Si capisce che una situazione politica così degenerata non si può risollevare da sola. Occorrerebbe una forte
spinta popolare in senso innovativo e, quando qualcuno ci si prova ... ti scappa fuori una specie di movimento che
pensa solo a vessare i propri eletti sul piano delle idee e del portafoglio.
Quali speranze abbiamo di uscirne?
La speranza nel futuro riguarda soprattutto i giovani nei riguardi dei quali sorge spontanea un'altra amara
constatazione: la scuola non insegna più nulla di utile, soprattutto evita accuratamente di insegnare a ragionare
in termini utili a quanto sopra.
Queste amare riflessioni mi portano ad apprezzare veramente molto la sua centrata citazione di Leonardo
Sciascia. Ma quanti oggi si pongono il banale problema di essere almeno "comprensibili" quando scrivono?
Qualche anno fa fece notizia quel candidato al concorso in magistratura che scrisse la parola "xke" nel compito d'esame di Italiano. Fu bocciato, ma nessuno si preoccupò di spiegargli che la parola "perché", come le altre
parole italiane, va scritta per intero sempre, salvo quando la si abbrevia in un sms telefonico in cui vige il limite
di centosessanta caratteri, compresi gli spazi vuoti tra le parole. L'ignoranza di quel giovane candidato non si
limitava all'uso scorretto della lingua italiana, ma anche alla non conoscenza dei motivi tecnici che ci sono dietro
all'utilizzo di determinate abbreviazioni con i nuovi strumenti di comunicazione.
La terribile deduzione quindi è che l'ignoranza dei giovani italiani prescinde dalle tradizionali materie oggetto
di insegnamento scolastico, ed è trasversale ormai ad ogni attività umana, anche a quelle attività ora rese possibili dalle nuove tecnologie di comunicazione, che, manco a dirlo, sono tutte nate all'estero.
Il fatto che poi questi giovani ottengono comunque il Diploma e la Laurea mi ha fatto parlare di “ignoranza i
struita”. Ma la colpa non è loro, è di chi glielo consente.
IL NASTRO AZZURRO
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NOTIZIE IN AZZURRO - NOTIZIE IN AZZURRO
USA-CINA: LA GUERRA (IM)POSSIBILE
L'11 febbraio 2013 il Centro Studi Militari Aeronautici "Giulio
Douhet” (CESMA), dell'Associazione Arma Aeronautica ha
organizzato a Roma, presso la Casa dell'Aviatore, in collaborazione con l'Associazione Romana di Studi e Solidarietà (ARSS)
una conferenza tenuta dal dott. Lucio Caracciolo, Direttore
della nota rivista italiana di geopolitica LlMES, sul tema "Usa
contro Cina: la guerra (im)possibile".
Ne è scaturito che l'ipotetico scenario di guerra mondiale che,
col crollo dell'Unione Sovietica, sembrava essere ormai relegato nei testi di storia, potrebbe rinnovarsi tra USA e Cina alla
luce di considerazioni estremamente interessanti e pertinenti
di carattere politico, economico e geo strategico.
In tutto questo l'Europa gioca un ruolo sempre più marginale.
DONIAMO UN SORRISO
La Federazione di Cremona, conscia della situazione in cui molte famiglie si sono venute a trovare in particolare nell’ultimo anno, ha lanciato una proposta alle Associazioni d’ Arma presenti su Cremona: “Doniamo un Sorriso”.
Grazie alla immediata operatività del Col. (ris) Cav. Adolfo Cocchetti (Consigliere di Federazione e Coordinatore delle
Associazioni d’Arma) hanno immediatamente risposto, ed a loro va il mio personale grazie. La cifra raccolta, e consegnata nelle mani del Parroco di Borgo Loreto (custode delle spoglie di Cappellani Militari Decorati e non) don
Giuseppe, è servita veramente per donare un sorriso a chi è in sofferenza.
Quindi grazie Associazione Nazionale Alpini, grazie UNUCI (Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia) di
Cremona, grazie UNSI (Unione Nazionale Sottufficiali d’Italia) di Cremona, grazie Associazione Nazionale
Bersaglieri di Cremona, grazie Associazione Nazionale Finanzieri di Cremona, grazie Associazione Nazionale
Paracadutisti di Cremona, grazie Associazione Nazionale Carabinieri di Cremona, grazie Associazione
Nazionale Divisione Acqui, grazie Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra e, per ultimi ma non
ultimi, grazie iscritti alla Federazione di Cremona dell’Istituto Nastro Azzurro.
Per eventuali ulteriori, e spero copiose, donazioni che saranno totalmente devolute a chi soffre (l’Istituto del
Nastro Azzurro svolge solo il ruolo di collettore), contattare il Col. (ris) Cav. Adolfo Cocchetti (338 9972690)
Consigliere di Federazione o il Cav. Claudio Mantovani (338 7310911) Presidente di Federazione.
COMMEMORATO A MODENA IL MARTIRIO DI CIRO MENOTTI E VINCENZO BORELLI
Il 26 maggio 2013 in Piazza I° Maggio a Modena, il Presidente dell’Istituto per la Storia del Risorgimento
Italiano - Comitato di Modena, Prof. Giorgio Montecchi, ha promosso, in collaborazione con l’Associazione
Mazziniana e l’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini-Federazione Emilia-Romagna, con il
patrocinio del Comune di Modena e di Carpi, la cerimonia di commemorazione del martirio di Ciro Menotti e di
Vincenzo Borelli, nel 182° anniversario.
Modena torna a rendere omaggio ai due Martiri del Risorgimento con la deposizione, da parte di due Cadetti
dell’Accademia Militare di Modena, di una corona di alloro davanti al monumento eretto sul luogo dove Menotti
e Borelli offersero la vita alla liberà e alla
Patria.
Tra i presenti, oltre i pronipoti Vittorio,
Maria Pia e Anna Maria Menotti, il
Comandante dell’Accademia Militare di
Modena, Generale Giuseppe Nicola Tota,
il Colonnello f. (G.) Massimo Meinero, il
vicesindaco di Modena, Giuseppe
Boschini, il dott. Giovanni Taurasi,
Presidente del Consiglio Comunale di
Carpi e il dott. Pierluigi Poli, pronipote di
Manfredo Fanti.
LABARO DI CHICAGO CUSTODITO
DALL’ANARTI
Il Vice Presidente Nazionale dell’Istituto
del Nastro Azzurro, cav. Stefano
Mangiavacchi, partecipando a Prato al
raduno nazionale dell'Anarti, ha visitato
il piccolo museo della casa del
Combattente e, con viva e piacevole sorpresa, vi ha trovato l’antico Labaro della
Sezione di Chicago (USA) del nostro
Istituto.
36
IL NASTRO AZZURRO
AZZURRI CHE SI FANNO ONORE
LA FEDERAZIONE DI NAPOLI ESPRIME COMPIACIMENTO AL M.LLO PIETRO CAPUTO
Con immenso piacere la Federazione Provinciale di Napoli esprime il Suo compiacimento al M.llo Pietro
Caputo, Consigliere Nazionale dell’UNSI per il Sud nonché Consigliere della Federazione con l’incarico di
Segretario – Tesoriere, per l’organizzazione esemplare del XVIII Congresso Nazionale dell’UNSI svoltosi a
Caserta, dal 9 al 12 aprile, nella struttura Militare della Scuola Specialisti dell’Aeronautica Militare e la
Tavola Rotonda presso il Circolo Ufficiali dell’Aeronautica.
Al Consigliere Caputo, il Presidente della Federazione Provinciale di Napoli del “NASTRO AZZURRO” Col.
Pasquale Parente aveva offerto la disponibilità sua, dell’intero Consiglio morale e di alcuni Soci ad affiancarlo nell’adempimento di un così alto incarico, in riferimento alla specificità professionale dei suoi iscritti.
Il Cons. preside arch. Pasquale Campo ha illustrato, ai congressisti ed ai loro familiari, nella escursione a
Napoli la storia della città di Napoli dalla sua nascita ad oggi; la prof.ssa Pace ha illustrato la storia e le
vicende della antica città di Pompei sepolta dalla cenere dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.; il prof.
Giuseppe Schettino con l’ausilio del dott. Lucio Esposito ha guidato gli escursionisti nella visita alla cittadina di Sorrento, inoltrandoli anche in luoghi storici e paesaggistici di esclusiva pertinenza privata (Hotel
Tramontano ed altri). Gli escursionisti sono stati guidati nei vari trasferimenti dal preside Campo che ha
offerto loro l’illustrazione dei luoghi in cui transitavano ed in particolare della penisola sorrentina evidenziando che già dal 1700 tali mete erano indicate come pregevoli e facenti parte del “Gran Tour”. Le escursioni si sono concluse con la visita alla Reggia di Caserta ed al suo parco. Il gruppo, composto da oltre 120
persone provenienti da Gemona, Padova, Udine, e dal Friuli, ha espresso il proprio compiacimento e ringraziamento al “Nastro Azzurro” ed a quanti si sono prodigati ed offerti nell’accompagnamento per rendere la
loro visita più agevole ed interessante.
IL PREFETTO GIUSEPPE ADOLFO AMELIO CI HA LASCIATI
Nato a Catanzaro, il 6 febbraio 1950, laureato in Giurisprudenza con Lode, presso
la facoltà di Giurisprudenza dell'Università "La Sapienza" di Roma, il Prefetto dott.
Giuseppe Adolfo Amelio, vincitore del concorso di Consigliere di Prefettura, nel
1979 viene assegnato dal Ministero dell'Interno a svolgere il suo primo incarico
presso la Prefettura di Asti. Nel 1982 viene trasferito alla Prefettura di Torino dove
ha rivestito l'incarico di Capo di Gabinetto dal 1987 al 1993. Dal 1993 al 1998 è stato
chiamato a prestare servizio presso L'Ufficio degli Affari Interni della Presidenza
della Repubblica. Nel 1998 è stato Vice Prefetto Vicario di Torino. È stato componente del Comitato di Sicurezza dei Trafori Autostradale e Ferroviario del Frejus,
Commissario Prefettizio del Comune di Carmagnola, Responsabile della
Protezione Civile di Torino e Provincia.
Nel settembre 2003 è stato nominato Vicedirettore Generale dell'Agenzia di Torino
per le Olimpiadi Invernali 2006. Nel dicembre del 2005, è stato nominato Prefetto
della Repubblica. Dal 2 gennaio 2008 al 2 maggio 2012 ha svolto l'incarico di
Prefetto di Novara. Dal 3 maggio 2012 al 10 luglio 2012 è stato Prefetto di
Alessandria.
Recentemente scomparso e socio Benemerito dell' Istituto del Nastro Azzurro, era coniugato con la Sig.ra
Caterina La Manna Amelio, consigliere della Federazione Provinciale di Novara e VCO dell'Istituto del
Nastro Azzurro.
RICORDO DI UN ILLUSTRE AVIATORE
Il gen. B.A. pilota Mario Martucci nato a Salerno il 20 giugno 1892, inizia la carriera militare nel Regio
Esercito in Artiglieria. Durante la guerra 1915-18 combatte come ufficiale aviatore Comandante di
Squadriglia con il grado di capitano. Viene Decorato di Medaglia di Bronzo e di Medaglia d'Argento al Valor
Militare per numerose missioni di ricognizione e direzione del tiro di artiglieria in territorio nemico. Nel
1920-21 frequenta, presso il Politecnico di Torino, il Corso "Costruzioni Aeronautiche" conseguendo il
Certificato di "Costruttore Aeronauta". Dal 16 ottobre 1923 passa nella Regia Aeronautica e frequenta il
Corso biennale di qualificazione. Il 17 ottobre 1925 è inviato alla Scuola di Guerra con il grado di Maggiore.
Promosso Tenente Colonnello nel 1926 prende servizio presso il 30° Stormo il 31 dicembre 1927. Promosso
Colonnello nel 1929, viene nominato Comandante del 30° Stormo dal 10 giugno 1930. Partecipa alla
Crociera dell’Atlantico meridionale ed a numerose altre imprese aeronautiche all'estero. Comandante della
Regia Accademia Aeronautica dal 15 ottobre 1932, viene promosso generale il 15 maggio 1933 all'età di 41
anni. In predicato per la nomina a Sottocapo di Stato Maggiore della Regia Aeronautica, il 26 settembre 1933
muore per malattia. È insignito dell'Ordine della Corona d'Italia e di SS. Maurizio e Lazzaro, della Medaglia
di Lunga Navigazione e di onorificenze di paesi esteri in riconoscimento della sua attività e dei contributi dati
per lo sviluppo dell'aviazione.
IL NASTRO AZZURRO
37
CRONACHE DELLE FEDERAZIONI
AREZZO
Il Consiglio Comunale di Montevarchi (AR) riunitosi
il 29 aprile 2013, su proposta del Consigliere Comunale
Luciano Bucci, ha deliberato all’unanimità di intitolare
un luogo significativo della Città, ivi comprese alcune
strutture interne del “Centro nazionale di documentazione sulle Missioni di pace di Ricasoli” alla memoria
del sottotenente dell'8º Reggimento "Lancieri di
Montebello" Andrea Millevoi, Medaglia d'Oro al Valor
Militare alla memoria, per l'eroico comportamento
tenuto nel corso della “battaglia del pastificio”
(Mogadiscio 2 luglio 1993) nella quale persero la vita
anche il paracadutista di leva Pasquale Baccaro e il
sergente maggiore Stefano Paolicchi. Il fatto d'arme è
descritto nella pagina del mese di dicembre del
Calendario Azzurro 2013.
BRESCIA
La Federazione di Brescia, negli ultimi mesi, ha
partecipato alle seguenti cerimonie ed attività:
– il 9 aprile, 39 studenti dell'Istituto per Geometri di
Verona, accompagnati da 3 docenti, hanno visitato il
Museo Storico di Salò;
– il 13 aprile, la Signora Lucia Franchini, di Salò, ha
donato al Museo, in memoria di suo padre Lorenzo,
un revolver "da tasca", epoca fine '800;
– sempre il 13 aprile, alcuni componenti dei
"Cadetti d'Italia", hanno continuato l'inventario
del Museo;
– il 14 aprile, visita al Museo di 30 Soci della Sezione
di Brescia dell'Istituto Nazionale Guardie d'Onore
alle Reali Tombe del Pantheon, guidati dal loro
Presidente, dott. Valter Luigi Cotti Cometti;
– il 20 aprile, la Prof.ssa Alessia Biasiolo,
Vicepresidente della Sezione di Brescia, ha tenuto
una lezione sulle "Dieci Giornate di Brescia", presso la Scuola Media Statale "G. Verga" di Trenzano
(Bs). Erano presenti con gli alunni le docenti
responsabili della biblioteca, Prof.sse Paola Martini
e Lorella Bertoli. Al termine dell'incontro, il
Presidente della Federazione ha donato a ciascun
alunno il libro: "Le Dieci Giornate di Brescia, raccontate ai ragazzi da un tamburino", inserendo in
ogni testo copia del Regio Decreto Umberto I, marzo
1898, con cui si concedeva una Medaglia d'Oro commemorativa delle Dieci giornate (23 marzo - 2 aprile 1849).
BRESCIA
Sez. Desenzano
Il Labaro della Sezione, con l'Alfiere Sig. Gino
Covini, accompagnato dal Commissario Straordinario,
dott. Tobia Lazzari, ha partecipato alla commemorazione del 25 aprile.
Sez. Molinetto
Alla commemorazione del 25 aprile presso il monumento ai Caduti del Comune di Mazzano il Labaro della
Sezione, scortato dal Commissario Straordinario e Vice
38
Presidente della Federazione comm. Annibale Gabusi,
era portato dall'Alfiere Sig. Giacomo Spranzi.
Sez. Montichiari
Il 3 marzo, il Presidente della Federazione ha partecipato alla cerimonia di riapertura del Museo Storico
del Risorgimento, accompagnato dal Presidente della
Sezione dott. Gabriele Ferri. Il Museo fu fondato nel
1934 e riordinato nel 1968 dal Decorato Agostino
Bianchi, padre dell'attuale Vicepresidente della
Sezione, dott. Renato Bianchi che, presso il teatro civico, ha illustrato l'esposizione. Tra le numerose rarità
esposte spiccano cinque originali macchine piche per la
visione, in alta qualità, di trecento immagini storiche
dei campi di battaglia della prima guerra mondiale sul
sito www.montichiarimusei.it .
Sez. Pisogne
Il 10 aprile, nella chiesa Parrocchiale di Fraine Pisogne (Bs), si sono svolti i funerali della Sig.ra Irma
Giudici, vedova di Giovanni Pe, Combattente Decorato
con CGVM per la partecipazione ad azioni belliche in
terra africana. Alla cerimonia hanno preso parte, con il
Labaro, i rappresentanti della Sezione di Pisogne che
hanno voluto essere vicini in particolar modo, ad uno
dei figli, con la moglie, membri del Gruppo di nuova formazione.
Sez. Salò
Il Labaro della Sezione, dedicata al Decorato
Erculiano Cobelli, scortato dal Vice Presidente dott.
Piero Fiaccavento (Alfiere sig. Roberto Don), ha partecipato alle manifestazioni per la Festa della
Liberazione.
Salò (BS): celebrazione
del 25 aprile
BRINDISI
Il 28 febbraio 2013, preso la sede del Gruppo
A.N.M.I. di Brindisi, gentilemnte messa a disposizione
dal Presidente, Comandante Alessandro Schirone, si è
svolta l'Assemblea Ordinaria della Federazione durante la quale il Presidente, comm. Vincenzo Cafaro, ha
esposto la sua relazione annuale.
IL NASTRO AZZURRO
CATANZARO
Il 25 marzo è stato celebrato il Precetto Pasquale
per il personale militare e civile delle Forze Armate
e le loro famiglie. La cerimonia, organizzata dal
Generale di Brigata Adelmo Lusi comandante della
Legione Carabinieri “Calabria”, si è tenuta presso la
Basilica dell'Immacolata. Alla Santa Messa, concelabrata dall'Arcivescovo di Catanzaro-Squillace Mons.
Vincenzo Bertolone, e dai Cappellani militari, hanno
partecipato le massime autorità militari e civili della
provincia nonché i rappresentanti delle Associazioni
Combattentistiche e d'Arma. Presente il Labaro
della Federazione “Azzurri dei Due Mari” presieduto
dall'avv. Giuseppe Palaja. Numerosi gli azzurri presenti accanto al Segretario Antonio Palaja di Tocco
(Alfiere).
COMO
Nel corso del 2012 la Federazione di Como ha
organizzato diverse manifestazioni alcune delle quali
hanno avuto una notevole rilevanza nella stampa locale e precisamente:
– Ciclo di quattro conferenze dal titolo “Viaggio nella
nostra storia” tenute rispettivamente in data 1320-27 aprile e 11 maggio;
– Benedizione del nuovo Labaro con la partecipazione delle Autorità civili e militari e dei rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche di
Esercito, Marina ed Aviazione con le loro Bandiere,
il 16 giugno;
– Santa Messa in memoria di tutti i Decorati deceduti alla presenza dei loro familiari e delle varie
Associazioni combattentistiche, il 24 novembre.
La Federazione ha partecipato con il Labaro alle
seguenti cerimonie, ricorrenze e commemorazioni:
– Vittime dei Campi di concentramento nazisti, il 27
gennaio a Como;
– Vittime delle Foibe, il 10 febbraio ad Albate;
– 29° della morte di S.M. il Re Umberto II, il 21
marzo ad Altacomba (Svizzera);
– Precetto Pasquale del Militare, il 23 marzo a
Como;
– XXV aprile, il 13 aprile ad Arosio;
– 58° della battaglia di Capo Matapan, Orsa Minore e
Monte Serra, il 15 aprile a Garzola;
– Liberazione, il 25 aprile a Como;
– 160° della fondazione della Polizia, il 26 maggio a
Como;
– Unità Nazionale, il 2 giugno a Como;
– Fante Severino Cappelletti, morto nel campo di
concentramento di Braunschweigh, le cui spoglie
sono rientrate in Italia, l’8 giugno a Casnate con
Bernate;
– 238° della fondazione del Corpo della Guardia di
Finanza, il 28 giugno a Como;
– M.llo dei Carabinieri Sebastiano D’Immè, il 6 luglio
a Locate Varesino;
– Carabiniere Manuele Braj, ucciso in Afganistan,
l’11 luglio a Lurago d’Erba;
– Brigadiere di P.S. Luigi Carluccio, il 16 luglio a
Como;
– 112° della morte di S.M. il Re Umberto I, il 21 luglio
a Monza;
– 67° del bombardamento atomico su Hiroschima e
Nagasaki, l’8 agosto a Como;
– Corteo INTERARMA, il 7 ottobre a Como;
– 140° della costituzione del Corpo degli Alpini, il 27
IL NASTRO AZZURRO
ottobre a Como;
– Cimitero Monumentale per tutti i Militari deceduti,
il 2 novembre a Como;
– al Monumento ai Caduti di tutte le guerre, il 4
novembre a Como;
– 58° della battaglia di Montelungo, il 16 dicembre a
Como;
– Decorati al Valor Militare, il 14 dicembre a Milano.
ed alle seguenti manifestazioni organizzate da:
– Unione Nazionale Mutilati per Servizio, il 21 febbraio a Como;
– Ass. Naz. Combattenti e Reduci, il 29 marzo ad
Olgiate Comasco;
– Ass. Naz. Alpini, il 17 giugno ad Albese con
Cassano;
– Ass. Naz. Genieri e Trasmettitori, il 15 luglio a San
Fedele d’Intelvi;
– Ass. Naz. del Fante, il 2 settembre a Torino;
– Ass. Naz. Autieri, il 22 settembre ad Alzate
Brianza;
– Comando Prov. Carabinieri, il 21 novembre a
Como;
– Ass. Naz. Artiglieri, il 2 dicembre a Como;
– Ass. Naz. Arma Aeronautica, il 15 dicembre a
Como;
– Ass. Naz. Autieri, il 16 dicembre a Como.
È anche intervenuta ai seguenti incontri, senza
però esposizione del Labaro:
– Sostegno ai Marò detenuti in India, il 14 aprile a
Como;
– Mostra presso il Sacrario sport nautici, l’11 ottobre
a Garzola;
– Mostra degli Alpini nella Caserma De Cristoforis, il
4 novembre a Como;
– Mostra per gli ex alunni Caduti nel corso della
prima guerra mondiale, il 5 novembre a Como;
– Tavola rotonda presso la Casa Militare Umberto I,
il 17 novembre a Turate;
– Assemblee INTERARMA tenute a Como il 3 marzo,
9 giugno, 29 settembre e 15 dicembre.
FERRARA
La Federazione di Ferrara, negli ultimi mesi, ha
partecipato alle seguenti cerimonie ed attività:
– il 28 marzo, il Labaro della Federazione, con una
rappresentanza, è stato presente alla cerimonia
per il 90° Anniversario della fondazione
dell’Aeronautica Militare organizzata dal Comando
Operazioni Aeree di Poggio Renatico;
Ferrara: 90° Anniversario dell’Aeronautica Militare
– l’8 aprile, Nell’approssimarsi della “Festa della
Liberazione”, presso la Sala dell’Arengo della
39
Residenza Municipale di Ferrara, il Presidente
della Federazione ha presentato alle Autorità e ai
rappresentanti della altre Associazioni il Power
Point “Le Forze Armate Italiane nella Guerra di
Liberazione 1ª Parte - Il Regio Esercito Italiano”,
che, in DVD, sarà distribuito alle scuole ferraresi;
– il 25 aprile, col Labaro e una rappresentanza di
soci, alla deposizione delle corone d’alloro ai
Caduti, una delle quali offerta dalla Federazione
con le altre Associazioni. Per un accordo tra le
Associazioni, tutti i Labari e le Bandiere erano
ornati con un
nastro giallo simbolo della solidarietà ai nostri due
Marò trattenuti in
India. Durante la
C e r i m o n i a
Ufficiale, in Pazza
Trento e Trieste, il
Socio
Decorato
Dante Leoni è
intervenuto ricordando il “Suo 25
aprile e l’impegno
della Regia Marina
Ferrara: intervento di
nella Guerra di
Liberazione”.
Dante Leoni il 25 aprile
LATINA
Il 22 dicembre 2012, presso i locali della "Casa del
Combattente", sede della Federazione di Latina, è stata
organizzata una semplice cerimonia in occasione del
100° compleanno della Dama d'Onore, Caterina Folino
La Salvia. Oltre ad una nutrita schiera di parenti ed
amici della festeggiata, era presente il Presidente provinciale Luigi Casalvieri, componenti del Consiglio
Direttivo e tanti soci. Durante l'evento, dal coro
dell'Associazione MIR, simpatizzante del Nastro
Azzurro, è stato conferito alla Signora Caterina un
Attestato di Benemerenza.
Latina: 100° compleanno della
Dama Caterina Folino La salvia
CREMONA
La Federazione di Cremona ha partecipato alle
seguenti cerimonie ed attività:
– il 25 Aprile ha partecipato, col Labaro (Alfiere
Ferrari Agradi) a tre cerimonie: una al Cimitero cittadino dove sono stati ricordati i Nostri Militari che
hanno donato la Vita per l’Italia di oggi, presenti
anche il Cav. Dugo, cerimoniere, e il Col. (ris)
Cocchetti; le altre due, in cui sono state deposte
corone ai Monumenti ai Caduti di Genivolta e di
Acquanegra, era presente anche il Cav. Cattaneo;
– il 27 aprile a Soncino, cerimonia di consegna delle
Croci al Merito di guerra, Alfiere Ferrari Agradi,
affiancato dal Cav. Cattaneo e dal Vice Presidente
Col (ris) Angelo Vasta;
– il 28 Aprile ha partecipato col Labaro, Alfiere
Ferrari Agradi affiancato dal cav. Cattaneo, al
Raduno Combattenti e Reduci, con corteo e deposizione di una corona al monumento ai Caduti a Sesto
Cremonese.
FROSINONE
Sez. Cassino
Il 29 aprile, la Sezione ha partecipato col Labaro,
Alfiere il sig. Osvaldo Volante, alla commemorazione a
Cassino dell’anniversario della morte del Magg.
Secondino Pagano.
MESSINA
La Federazione di Messina, negli ultimi mesi, ha
partecipato alle seguenti cerimonie ed attività:
– il 1 marzo, alla cerimonia commemorativa dei
Caduti della battaglia di Adua, presso il monumento
della Batteria Masotto che ricorda le gesta degli
eroici artiglieri in terra d’Africa; dopo lo schieramento del 24° Rgt. ”Peloritani”, erede delle batterie
Siciliane, e le allocuzioni del comandante del
Reggimento, Col. Aldo Maria Vergano, e del
Comandante della Brigata “Aosta”, Gen. B. Michele
Pellegrino, che hanno rievocato i tragici eventi del 1
marzo del 1986, è seguita l’alza bandiera con la
deposizione di una corona d’alloro;
– il 3 marzo, all’inaugurazione del monumento commemorativo “Fiore della Memoria della Speranza”
realizzato dal Rotaract Club di Messina, per ricordare l’eroico ing. Luigi Costa che, per tentare di salvare una ragazza, perse la vita insieme alle 37 vittime
dell’alluvione del 1 ottobre 2009;
– il 13 marzo, per il 90° Anniversario dell’Istituto del
Nastro Azzurro e per il 2° anno della ricostituzione del Comitato delle Dame della Federazione, con
Messina: Commemorato il
90° Anniversario dell’Istituto
Cassino (FR): commemorazione del
magg. Secondino Pagano
40
IL NASTRO AZZURRO
la collaborazione dell’Associazione Marinai, alla
presenza delle massime autorità ed associazioni
combattentistiche, il Prof. Dott. Biagio Ricciardi ha
tenuto, al Circolo ufficiali della Marina Militare,
una conferenza sull’eroe messinese M.O.V.M.
Salvatore Todaro comandante di sommergibili
della regia Marina durante la seconda guerra
mondiale. Nell’occasione sono stati consegnati
attestati alla prof.ssa Italia De Simone Santoro alla
Sig.ra Giusi Napoli Scarcella al sig. Antonino
Palella figlio di Carmelo M.O.V.M. per l’appartenenza alla famiglia azzurra da oltre venticinque
anni; consegnato un attestato al prof. Ricciardi per
l’impegno profuso a favore della Federazione
mentre è stato consegnato il crest dell’Istituto al
C.V. Santo Giacomo Le Grottaglie per l’attenzione e
la disponibilità mostrata da sempre verso
l’Istituto;
– il 10 marzo, 152° Anniversario dell’eroica difesa
della Real Cittadella di Messina, alla S. Messa in
suffragio dei Caduti, con deposizione di corone al
bastione S. Stefano nei resti della Cittadella;
– il 26 marzo, Precetto Pasquale interforze, una rappresentanza dei soci della Federazione e del
Comitato delle Dame, ha preso parte, in Cattedrale,
alla S. Messa officiata dall’Arcivescovo Metropolita,
Mons. Calogero La Piana;
– il 12 aprile, nella caserma “E. Ainis”, sede del 24°
regg. Art. “Peloritani”, alla presenza del Gen.B.
Michele Pellegrino Comandante la brigata “Aosta”,
si è tenuta la cerimonia di avvicendamento del
comandante Col. Aldo Maria Vergano e il subentrante Col. Luigi Lisciandro; il gen. Pellegrino ha
espresso parole di elogio al 24° per i risultati conseguiti in questi due anni nelle operazioni di soccorso
alle popolazione alluvionate del messinese, nelle
operazioni Strade Sicure in Calabria e nella Sicilia
orientale e nelle missioni all’estero come l’operazione Leonte X nel Libano del Sud;
Messina: Cambio di Consegne al Comando
della caserma “Ainis”
– il 25 aprile, una rappresentanza della Federazione
Messina: 68° Anniversario della Liberazione
IL NASTRO AZZURRO
provinciale, col Presidente e il Labaro, ha partecipato alla cerimonia del 68° Anniversario della
Liberazione, in Piazza dell’Unione Europea a
Messina, durante la quale sono state deposte corone di alloro al Monumento ai Caduti.
NAPOLI
La Federazione di Napoli, negli ultimi mesi, ha svolto le seguenti attività:
– il 28 marzo il Presidente Col. Pasquale Parente ha
partecipato alla cerimonia del 90° Anniversario
della costituzione dell’Aeronautica Militare svoltasi
in piazza del Plebiscito con l’intervento delle più alte
cariche dello Stato e delle Autorità Civili, Militari e
Religiose. La Federazione è stata anche rappresentata dal Labaro issato dalla MAVM STen. Luigi
Sabella con la scorta formata dall’Aiutante Nicola
Liccardo, dal M.llo Pietro Caputo e dal M.llo Nicola
Maraglino. Su invito dell’Aeronautica Militare, la
sede della Federazione, sita in piazza del Plebiscito,
ha costituito base logistica e di accreditamento dei
Giornalisti;
– i Consiglieri Pasquale Campo e Pietro Caputo, il 13
aprile, hanno presenziato con il Labaro, alla
Commemorazione a Castellamare dell’Ammiraglio
di Squadra Franco Papili. I Gonfaloni e i Labari, delle
Autorità e delle Associazioni Combattentisti-che,
sfilando nelle vie cittadine, sono giunti nella
Cattedrale dove è stata celebrata la S. Messa.
Successivamente, è stata deposta una corona di fiori
sulla tomba nel locale cimitero. La Cerimonia commemorativa, presenziata anche dalla moglie e dai
parenti del defunto, voluta dall’Associazione
Nazionale Marinai d’Italia Gruppo “MOVM Luigi
Longobardi” di Castellammare di Stabia, è stata
organizzata dal dott. Antonio Cimmino, Sindaco
della Federazione. L’Ammiraglio Forlani ha tenuto
l’elogio funebre;
– Il Presidente della Federazione col. Pasquale
Parente, l’intero Consiglio Direttivo ed i Soci hanno
ben collaborato col Consigliere Segretario
Tesoriere M.llo Pietro Caputo che in qualità di Cons.
Nazionale per il Sud Italia, dell’UNSI, che ha organizzato il Congresso Nazionale a Caserta, presso la
Scuola Specialisti dell’Aeronautica Militare, riscuotendo oltre ad un più che lusinghiero successo
anche il plauso personale, del Presidente Nazionale
Cav. Domenico Malagutti, dal Presidente del
Congresso Cav. Domenico Balducci e di tutti i congressisti. Per le escursioni dei familiari dei congressisti hanno offerto la loro collaborazione i Soci del
Nastro azzurro la prof.ssa Paola Pace che ha illustrato gli “Scavi di Pompei”, il Preside Pasquale
Campo per l’illustrazione storico artistica della città
di Napoli e dei suoi Monumenti nonché del “gran
tour” nella penisola Sorrentina, il prof. Giuseppe
Schettino e il col dott. Lucio Esposito per l’illustrazione della cittadina di Sorrento;
– Il 20 aprile, nella Cattedrale di Napoli si è svolto il
Precetto Pasquale 2013. L’Eucarestia è stata celebrata dal Parroco mons. Papa. Il Presidente Col.
Pasquale Parente ha ringraziato il celebrante per la
disponibilità e l’aiuto morale. Dopo la Messa il Socio
Sandro Carrozzo ha illustrato le opere d’arte della
Cattedrale. Hanno partecipato, oltre al Presidente
Parente e Sig.ra, la Sig.ra Adriana Toscano Perrella
moglie del compianto Presidente Gennaro, la Sig.ra
Lucia Toscano, il Vice Presidente M.llo Gennaro La
41
Rana, i Consiglieri Preside Pasquale Campo, M.llo
Pietro Caputo e Sig.ra, il dott. Ciro Cerutti, l’Aiutante
Nicola Liccardo e Sig.ra, il Presidente dei Sindaci
Cav. Pasquale Arfè, il Socio Sindaco Sandro
Carrozzo, i nuovi Soci prof. Eustachio Miraglia,
Primario Emerito di Ematologia, il dott. Gennaro
Perrotta, l’avv. Gesualdo Imparato e tra i “veterani”
il cap. Antonio Spiezia, il Sig. Rocco Pace e Sig.ra, il
Sig. Pietro Milone, il Brig. Antonio Doria, il Brig.
Francesco D’Alessandro, il Col. Trevisani e Sig.ra, i
Coniugi Renato e Amalia Comes, il M.llo Giuseppe
Avitabile e Sig.ra, il Sig. Ferdinando Tammaro e
Sig.ra, il Sig. Raffaele Puzzi e Sig.ra;
– il S.T. Luigi Sabella MAVM, il M.llo Nicola Maraglino
e l’Aiutante Nicola Liccardo, con il Labaro, hanno
partecipato alla Cerimonia del 25 aprile svoltasi al
Monumento a Salvo D’Acquisto in piazza Carità a
Napoli, dove il Sindaco De Magistris ha deposto una
corona d’alloro.
Bellarmino in Piazza Ungheria, a Roma, è stata
celebrata la S. Messa in suffragio dei Caduti nella
Campagna di Russia. La Cerimonia, voluta dalla
Sig.ra Giuliana Martini, Vice Presidente dell’UNIRR,
ha visto una sentita e commossa partecipazione. La
Federazione di Roma era rappresentata dal gen.
Valerio De Blais e dalle sorelle Menotti;
Roma: S. Messa per i Caduti e
Dispersi in Russia
PESCARA
La celebrazione del 25 aprile a Pescara si è svolta in
piazza Garibaldi, sede del Monumento ai Caduti per la
Patria, dove sono confluite le Autorità militari, civili e
religiose, le Rappresentanze delle Associazioni
Combattentistiche e d’Arma e la cittadinanza. Sono
state deposte corone di alloro ai Caduti e il Sindaco, avv.
Luigi Albore Mascia, ha pronunciato il discorso celebrativo.
PRATO
La Federazione di Prato, negli ultimi mesi, ha svolto le seguenti attività:
– il giorno 16 marzo, alla cerimonia in onore dei
Bersaglieri con la Presidente Anna Cecconi, Il
Labaro, portato dall'Alfiere marinaio Boris Bassi e
molti soci. Dopo la deposizione di una corona d’alloro al Monumento ai Caduti pratesi, il corteo, aperto
dal Labaro della Federazione, è entrato nel cortile
d'onore del Collegio "Cicognini" in cui studiò
Gabriele D'Annunzio. Alla presenza delle massime
Autorità e delle Associazioni d'Arma, il prof. Mario
Battiato Musumeci ha illustrato la storia dei
Bersaglieri d'Italia dal fondatore gen. Alessandro
La Marmora ai giorni ai giorni di oggi;
– il 14 aprile la Presidente della Federazione, Anna
Cecconi, ha presenziato col Labaro alla S. Messa
celebrata nella chiesa del Sacro Cuore per il 25°
Anniversario della fondazione dell'Associazione
Arma Aeronautica di Prato, ad opera del cav. Oscar
Bassi, Decorato al V.M.. Il Presidente AAA, Franco
Farina, ha parlato degli aviatori che si sono distinti
in pace e in guerra ed ha letto la Preghiera
dell'Aviatore, seguita da un momento di silenzio per
i Caduti dell'aria. Erano presenti anche il gen.
Franco Nieri, il col. Pierluigi Giorgino, il ten. col.
Antonio Grilli, comandante del 2° Gruppo Volo di
Pisa, il capo nucleo Aeronautica di Monte Murlo,
Meraldo Cipriani, e altri.
ROMA
La Federazione di Roma, negli ultimi mesi, ha svolto le seguenti attività:
– il 19 aprile, nella Parrocchia di S.Roberto
42
– il 21 aprile, Natale di Roma si è svolta presso il
Giardino Caduti e
Dispersi sul Fronte Roma: Alzabandiera “per
Russo, sulla via non dimenticare”
Cassia in Roma,
l’Alzabandiera “Per
non dimenticare”.
La semplice cerimonia, organizzata
dall’ Associazione
Nazionale Alpini –
Sez. di Roma e dal
Comitato
di
ha
Nikolajewka
visto una grande
partecipazione.
Per la Federazione
di Roma le sorelle
Anna Maria ed
Elena Polissena Menotti;
– il 23 aprile, presso il Sacrario delle Bandiere al
Vittoriano, è stata inaugurata dal Sottocapo di Stato
Maggiore dell'Esercito, Gen. C.A. Enzo Stefanini,
una mostra di cimeli storici organizzata in occasione del 152° anniversario della costituzione
dell’Esercito Italiano. L’esposizione, resterà aperta
fino al 15 settembre. Hanno partecipato, in rappresentanza della Federazione di Roma, la Sig.ra
Palma Viola di Cà Tasson, vedova del gen.
M.O.V.M.O.M.S.
Ettore Viola di Cà
Tasson, socio fondatore dell’Istituto del
Nastro Azzurro, la
dott.ssa Anna Maria
Menotti, nipote del
S.Ten.
Alp.
Ciro
Menotti
M.O.V.M.
”alla
memoria”
disperso in Russia, il
Sig. Gabriele Gigliotti
nipote dell’Azzurro
gen.
Med.
Roma: Inaugurazione
Francescantonio
Mostra storica al
Gigliotti;
Vittoriano
IL NASTRO AZZURRO
– il 30 aprile, presso il Mausoleo Ossario Gianicolense
l’Istituto Internazionale di Studi “Giuseppe
Garibaldi” in collaborazione con la Società di Mutuo
Soccorso “Giuseppe Garibaldi”, l’Associazione
Nazionale “Cacciatori delle Alpi”, l’Associazione
Nazionale Garibaldina, i Garibaldini per l’Italia e gli
Amici di Righetto, ha voluto ricordare la Battaglia
del 30 aprile 1849 in difesa della Repubblica
Romana con una cerimonia alla presenza delle
Associazioni d’Arma, Risorgimentali e di studenti e
docenti di scuole romane. La Federazione di Roma
era rappresentata dalla dott.ssa Anna Maria
Menotti. Tra i partecipanti Francesca Romana e
Flaminia le piccole pronipoti di Goffredo Mameli.
Roma: Commemorazione della battaglia
del 30 aprile 1849
maggiore Renna, autore anche del libro “Ring Road: sei
mesi con gli alpini in Afghanistan”, ha parlato del complesso impegno NATO per la regione afghana occidentale soffermandosi sulla specificità dell’intervento italiano, fondato su un lavoro di comprensione, mediazione e persuasione, a sostegno delle autorità locali e nell’interesse della popolazione. “Oggi – ha concluso
Renna – l’Afghanistan è un posto migliore di dieci anni
fa”. Molte le domande dei presenti.
SIENA
Il Pellegrinaggio organizzato ad aprile dalla Sezione
A.N.P.d’I. di Monza, ha portato ad El Alamein circa quaranta persone, tra cui alcuni soci della Federazione per
ricordare tutti coloro che da quelle sabbie non fecero
ritorno. Sono stati visitati i luoghi dove infuriò più aspra
la battaglia: da Deir Alinda, dove trovò la morte il magg.
Aurelio Rossi a Deir el Munassib, da Quota 105 dove si
immolò al grido di “Folgore!” l’eroe senese Roberto
Bandini, alla depressione di Qattara e Naqb Rala, passando dall’Himeimat per arrivare fino al Passo del
Cammello. In ognuno di questi luoghi è stata letta la
motivazione di un Decorato al Valor Militare e una preghiera ai Caduti. Nella giornata dei Sacrari la mattina è
stato visitato quello del Commonwealth e quello tedesco, nel pomeriggio il Sacrario Italiano di Quota 33 dove
si è svolta la cerimonia per i Caduti italiani.
SIRACUSA
ROVIGO
Il 16 marzo, all’hotel Cristallo, la Federazione, in
collaborazione col Rotary club di Rovigo, ha organizzato una conferenza sul tema “Guerra e Pace in
Afghanistan”, presenti i soci di altri cinque Rotary club
(Badia - Lendinara - Alto Polesine, Porto Viro – Delta
del Po, Ferrara-Este e Legnago), la Fellowship “Alpini
Rotariani”, il Rotaract rodigino e le varie Associazioni
d’Arma Provinciali. Dopo l’osservazione di un minuto di
silenzio per i Caduti in missione di pace, il presidente
del Rotary club, Gianfranco Dalla Pietra, ha presentato
i due relatori, definendoli “Uomini di poche parole, ma
di grande umanità”. Si tratta del cap. Michele
Agostinetto, rodigino, in forza al comando delle truppe
alpine di Bolzano come addetto all’addestramento dell’esercito afghano e del magg. Mario Renna, parmense,
in servizio alla brigata alpina “Taurinense”, ha curato
la pubblica informazione, come portavoce del contingente NATO di Herat.
Alla presenza di circa centocinquanta, tra soci,
autorità ed ospiti, tra cui il gen. Lorenzo Zaffarano, il
col. Quintiliano Ferri, il col. Carlo Libanori e i genitori di
Mauro Gigli e Massimo Ranzani, Caduti in missione, il
La Federazione di Siracusa, negli ultimi mesi, ha
svolto le seguenti attività:
– il 17 febbraio, su iniziativa della Federazione
Provinciale e della Delegazione prov. GG.OO.RR.TT.
Pantheon, i rev.di mons. Rohr, priore del Vicariato
OO.DD.SS. di Siracusa, don Isidoro Iacono, cappellano della Delegazione, e don Salemi, parroco della
chiesa dell’Immacolata, è stato celebrato a Lentini
un solenne rito religioso in memoria delle
Venerabili Serve di Dio Maria Cristina ed Elena di
Savoia e dei militari italiani Caduti in guerra. Dopo il
rito, che ha visto l’intervento del Sindaco di Lentini,
Alfio Mangiameli, che aveva disposto l’invio del gonfalone comunale scortato dalla Polizia Municipale,
delle Autorità militari della Provincia, dei Soci
Unuci, ANCR, ANAC, del Convegno Maria Cristina e
delle GG.OO. di Siracusa, Ragusa, Catania e
Messina, è stata raggiunta in corteo piazza Regina
Elena, dove per iniziativa dei due istituti è stata
inaugurata e benedetta una targa commemorativa
della seconda Regina d’Italia;
Rovigo: Conferenza col Rotary Club
sull’Afghanistan
Lentini (SR): cerimonia in onore
dei Caduti e della regina Elena
IL NASTRO AZZURRO
43
– Il 3 marzo la Federazione ha patrocinato a Carlentini
la cerimonia promossa dalla Sezione cittadina
dell’Ass. Naz. Combattenti e Reduci, presieduta dal
socio m.d.l. Alfio Caltabiano, per la consegna delle
medaglie commemorative 1940-1943 e 1943-1945 a
dieci Combattenti della II guerra mondiale, individuati grazie all’iniziativa del Cav. Uff. Ivan
Grancagnolo, Presidente della Sezione di Lentini
dell’Istituto del Nastro Azzurro. Dopo la deposizione
di un serto d’alloro al Monumento ai Caduti, presso
la sala di rappresentanza del palazzo comunale, alla
presenza delle autorità civili e militari della città, ha
avuto luogo l’austero rito che, dopo 70 anni, ha riconosciuto l’eroismo dei “giovani” Combattenti.
Carlentini (SR): consegnate le medaglie
d’onore a 10 Combattenti
Campionati Sciistici delle Truppe Alpine.
– ha presenziato col Presidente, il Segretario ed il
Consigliere Mattiussi alla consegna delle Medaglie
IMI presso la Prefettura di Sondrio, attivandosi per
la raccolta di numerose altre richieste che, veicolate attraverso la Presidenza Nazionale, sono state
trasmesse alla competente Commissione presso la
Presidenza del Consiglio dei Ministri.
– il 10 marzo 2013, in collaborazione con il Gruppo
Alpini di Aprica, ha organizzato il 4° Trofeo di Sci
alla memoria del Magg. dott. Gino Azzola C.G.V.M.,
presente la figlia. Alla competizione hanno partecipato nel complesso oltre 400 concorrenti. Per il
Nastro Azzurro erano in gara i Soci Alberto Zulian e
Mauro Biancotti, oltre ad alcuni Soci della Sezione
di Carate Brianza;
Sondrio: 4° Trofeo di sci “MBVM Gino Azzola”
SONDRIO
La Federazione di Sondrio, negli ultimi mesi, ha
svolto le seguenti attività:
– il giorno 19 gennaio, ha partecipato a Morbegno
(SO) alle cerimonie commemorative della battaglia
di Warwarowka con il Segretario unitamente ad
altri soci;
– ha collaborato in data 2 aprile all'organizzazione
della cerimonia commemorativa dei Caduti del
Vallone dello Scerscen (SO) presso il Sacrario
Militare di Sondrio, ricordando in particolare la figura dell'Alpino Andrea Battaglia, Decorato di
Medaglia di Bronzo al Valor Militare per l'abnegazione e o spirito di sacrificio con cui nella primavera dell'anno 1917 si prodigava per salvare i commilitoni del 5° Reggimento Alpini travolti da una valanga durante un'esercitazione.
Alle diverse manifestazioni hanno presenziato, il
Presidente, il Segretario, l'Alfiere Franco Silva ed i Soci
Mauro Biancotti, Alberto Zulian e Maristella Ravelli.
TARANTO
La Federazione di Taranto ha svolto le seguenti attività e cerimonie:
– il 24 aprile, Autorità Civili e Militari, Associazioni
d’Arma e studenti hanno partecipato nella Sala
degli Specchi di Palazzo di Città a un Convegno sul
tema “La Libertà: un valore tra generazioni per
Sondrio: commemorazione della
battaglia di Warwarowka
Taranto: donato quadro in argento
al sindaco
– ha contribuito ad organizzare ed ha presenziato il
giorno 27 gennaio 2013 con il Presidente, il
Segretario ed il Gruppo Labaro con l’Alfiere
Mattiussi ed il Socio Salvatore Tambaro in uniforme, i Soci Maristella Ravelli, Alessandro Negrini,
Massimo Corrado e Dario Bormolini, alla cerimonia
commemorativa del 70° anniversario della
Battaglia di Nikolajewka, tenutasi nel Convento dei
Frati Minori Cappuccini di Colda (SO);
– ha visto il proprio Sindaco Revisore dei Conti Ten.
CM CRI Fausto Giugni, il Socio S.Ten. CRI Pierangelo
Leoni, il Socio Antonio Cao ed il Socio Giorgio Gobbo
richiamati per prestare servizio in occasione dei 65i
44
IL NASTRO AZZURRO
mantenere l’unità nazionale". Il Presidente della
Federazione di Terra Jonica, C.F. Luca Bellone de
Grecis, al termine del suo applauditissimo ed
apprezzato intervento, ha donato al Sindaco di
Taranto, dott. Ippazio Stefàno, un quadro in argento,
da lui stesso realizzato con incisi i
nomi delle 17
Medaglie d’Oro al
V.M. di cui si fregia
il Labaro della
Federazione.
Il
quadro verrà ubicato nel Salone del
Palazzo di Città;
– il 25 Aprile 2013, il
Labaro con Alfiere il
Vice
Presidente
della Federazione
Sig.
Francesco
Monopoli e la Scorta
Segretario
del
Alessandro Cilo ha
presenziato
alla
deposizione della
Corona
al
Taranto: celebrazione
Monumento
ai
del 25 aprile
Caduti.
Vice Presidente Cav. Franco Provero, i Sindaci
Giovanna Cresta e Sandra Mollicone, il Segretario
Alida D'Amico e molti altri Soci. Un mazzo di fiori è
stato deposto sulla tomba del Re, mentre il Labaro
rendeva gli onori con una scorta di eccezione: il
Presidente del Consiglio Comunale di Torino, ing.
Giovanni Maria Ferraris, con fascia Tricolore;
Hautecombe
(Francia): 30° annianniversario della morte
di Umberto II
Il 26 gennaio 2013, gli alunni dell’Istituto
Comprensivo di Bellante hanno commemorato il
Giorno della memoria con una suggestiva e toccante
cerimonia, promossa dal socio della Federazione di
Teramo Mauro Loretone con la collaborazione del
Gruppo ANA di Bellante, iniziata con la lettura, da parte
di alcuni allievi dell’Istituto, di poesie di Primo Levi e di
deportati nei campi di sterminio. Sono stati anche
ascoltati coinvolgenti brani musicali. Nell’aula magna
dell’Istituto, le classi terze della Scuola Media hanno
partecipato ad un incontro sul tema dei Caduti della
guerra e dell’Olocausto. Infine, è stato osservato un
minuto di silenzio per le vittime della Shoah.
– il 7 aprile, l'U.N.M.S. di Torino, con una cerimonia al
monumento presso il Palazzo di Giustizia alla presenza delle maggiori autorità cittadine, ha ricordato
i servitori dello Stato che hanno dato la vita durante
il loro Servizio. Tra le rappresentanze delle
Associazioni anche il Labaro della Federazione di
Torino del Nastro Azzurro;
– il 24 aprile, il Labaro della Federazione (Alfiere
Paolo Ridolfi, scorta il Vice Presidente cav. Franco
Provero e il Sindaco Giovanna Cresta) ha presenziato alla celebrazione della Giornata in onore delle
Medaglie d'Oro al Valor Militare presso la storica
Caserma “Cernaia” svoltasi in concomitanza col
“Conferimento degli Alamari” ed il “Giuramento”
degli Allievi Carabinieri del 135° Corso, intitolato
all’Appuntato Sabato De Vita M.O.V.M. alla memoria.
Presenti i familiari degli Allievi, il Gonfalone della
Città di Torino, Decorato di M.O.V.M., e le Autorità
tra cui il Gen. B. Antonio Bacile, comandante la
Legione Allievi Carabinieri di Roma, e il
Comandante la Scuola Col. Franco Frasca.
TORINO
VITERBO
La Federazione di Torino, nel bimestre, ha partecipato alle seguenti cerimonie ed attività:
– il 3 febbraio, col Labaro, Alfiere Paolo Ridolfi, alla
commemorazione dei Caduti e dispersi sul fronte
russo, nel 70° Anniversario della Battaglia di
Nicolajewka. Una breve cerimonia alla lapide che li
ricorda sulla facciata della Real Chiesa di San
Lorenzo ha preceduto la Santa Messa officiata dal
Rettore della Chiesa Can. Franco Martinacci;
– col Labaro (Alfiere Paolo Ridolfi, scorta il Vice
Presidente Cav. Franco Provero e il Sindaco
Giovanna Cresta), alla celebrazione della Pasqua
interforze, il 21 marzo, officiata dal Cardinale
Severino Poletto con numerosi Cappellani Militari
presso il Santuario di Maria Ausiliatrice, presenti le
Autorità militari, civili e religiose della Regione e le
Associazioni Combattentistiche e d'Arma;
– il 16 marzo 2013, alla solenne cerimonia svoltasi
per il 30° Anniversario della scomparsa di Re
Umberto II di Savoia, nell’Abbazia di Hautecombe in
Francia, con l'Alfiere Paolo Ridolfi con il Labaro, il
La Federazione di Viterbo ha partecipato alle
seguenti cerimonie ed attività:
– col Labaro della Sezione di Viterbo alla festa del 4
novembre 2012 durante la quale è stata deposta una
corona di alloro al Monumento ai Caduti di Viterbo
alla presenza delle più alte cariche civili e militari;
TERAMO
IL NASTRO AZZURRO
Viterbo: il Labaro sfila il 4 novembre 2012
– col Labaro all'anniversario della Liberazione 2013.
45
RECENSIONI
LA GUERRA DI COREA, 60 ANNI DOPO di Claudio De
Felici - Di Virgilio Editore, Roma - pagine 224 Prezzo Euro 30,00 - ISBN 978-88-97971-00-9
La guerra di Corea (195053) provocò estreme condizioni di terrore, miseria e
abbandono nella popolazione coreana. La fame e le
malattie contribuirono ad
accrescere il numero delle
vittime delle azioni belliche. Per fronteggiare questa drammatica situazione
la Croce Rossa internazionale si attivò per inviare
aiuti umanitari. Il 20 settembre 1951, la Repubblica
Italiana, pur non facendo
ancora parte delle Nazioni
Unite, mise a disposizione
del Segretario Generale
dell’ONU un ospedale del Corpo Militare della Croce
Rossa, completo di equipaggiamento e personale,
che operò in Corea dal novembre ‘51 al dicembre
‘54. Si trattò della prima operazione fuori area di
una nostra unità militare dopo la Seconda guerra
mondiale.
Questo volume, nel ripercorrere le commemorazioni per il 60° anniversario della guerra di Corea,
celebrate sia Italia sia nella Repubblica di Corea,
rende finalmente onore alla memoria dei veterani
ormai scomparsi e alle gesta dei pochissimi reduci
ancora in vita. L’autore ricostruisce in modo scrupoloso, puntuale e rigoroso le vicende del conflitto
bellico in tutte le sue declinazioni, riferendo in particolare episodi e figure che fanno parte della
memoria storica del Corpo Militare della Croce
Rossa Italiana.
Il libro di grande formato, con capitoli redatti in lingua inglese, è arricchito da un’accurata e inedita
documentazione fotografica, attuale e dell’epoca.
Riporta, inoltre, un interessante aggiornamento con
gli ultimi atti ostili verificatisi fra le due Coree e una
doviziosa bibliografia.
TRENT'ANNI DI ACROBAZIE TRICOLORI di Luigino
Caliaro - DUEGI Editrice - 160 pagine - Illustrato a
colori - ISBN 88-95096-05-03 - Fuori commercio:
può essere richiesto direttamente alla casa editrice
Ancora un libro fotografico sulle diverse formazioni
militari che hanno fatto la storia dell'acrobazia
aerea in Italia. Questo libro, pubblicato nel 2010 in
occasione dei 50 anni
della
PAN,
pur
essendo di lettura
piacevole ed interessante, va in realtà a
sommarsi ai tantissimi altri dello stesso
genere
senza
aggiungere o togliere
nulla a quanto già
visto. Certo, i super
appassionati
lo
avranno divorato, ma
46
è il classico: ne vedi uno li hai visti tutti. La veste
grafica giustamente sontuosa, è adeguata allo spirito dell'opera.
AL GALOPPO NEL CIELO di Maurizio Lanza e
Rosellina Piano - Umberto Soletti Editore - 96 pagine - 17 x 24 cm. - Illustrato a colori - ISBN 978-88956280-8-0 - Prezzo 18,00 Euro
Si tratta della biografia di
Giulio Palma di Cesnola,
cavaliere, nobiluomo e pioniere del volo. Apparteneva
a quella ristretta cerchia di
ufficiali di Cavalleria che,
affascinato
dal
nuovo
mezzo aereo, scelse la
rischiosa vita del pilota e lo
fece proprio alla prima
esperienza bellica: la guerra italo-turca, per poi continuare le sue gesta nella
grande guerra. I coniugi
Lanza disegnano la biografia di un uomo dalla vita
appassionante e coinvolgente come quella del protagonista di un romanzo d'avventura. Lo stile è coinvolgente ed incalzante. La veste grafica, leggera,
ma arricchita da numerose foto a colori, agevola la
lettura.
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Cornacchini - Aviator Edizioni/Edizioni Rivista
Aeronautica - 226 pagine - 28,5 x 25 cm. - foto B/N
e a colori - ISBN 978-88-96723-01-2 - Prezzo 49,00
Euro
Il 4° Stormo Caccia si inserisce a pieno titolo tra la
storia della nostra aeronautica e la leggenda. Si
tratta dello Stormo a cui appartennero Francesco
Baracca e Amedeo d'Aosta, entrambi ricordati dallo
stemma
col
cavallino rampante circondato
dalla
corda che si
chiude
nel
nodo "Savoia"
sotto la corona
ducale.
Due
capitoli di questo ennesimo
bel libro dedicato al più prestigioso
dei
reparti da caccia del-l'Aeronautica Militare sono per i due grandi
padrini del reparto. La storia è narrata dai due curatori e da numerosi altri ex appartenenti al reparto,
che vi hanno aggiunto il loro contributi di memoria
rendendo la lettura del testo avvincente e piacevole
non solo per i cultori della storia del 4° Stormo, ma
soprattutto per il gran numero di appassionati delle
vicende aeronautiche.
Bella la veste grafica, interessanti le fotografie,
alcune delle quali inedite.
IL NASTRO AZZURRO
CONSIGLI DIRETTIVI
Fed. POTENZA
Presidente: Prof. Rocco GALASSO
Vice Presidente: Vincenzo MATASSINI
Segretario-Tesoriere: Ivan LEONE
Consiglieri: Marco BELLETTA, Giuseppe D'ETTORRE, Saverio PAGGI e Bartolomeo SANTORO
Fed. LA SPEZIA
Presidente: Cav. Renzo PEDRIGI
Vice Presidente: Dott. Domenico RUSSO
Segretario-Tesoriere: Giovanni GABRIELLI
Consiglieri: Giuseppe DI FRAIO, Carlo Maria SCENA,
Maria BORDONARO, Alberto BOSCAGLIA ed
Eugenio BIAGGINI
Fed. GORIZIA
Presidente: Leone PORTELLI
Vice Presidente: Loris MEDEOT
Segretario-Tesoriere: Renato OPPIERI
Consiglieri: Fulvio PEGHINELLI, Mario SANSON
Fed. NOVARA
Presidente: Ass.San.Cav.Uff. Maria Lucia TAGLIONI
Vice Presidente: Prof.ssa Silvana MOSCATELLI
Segretario-Tesoriere: Dott. Antonio POGGI
Consiglieri: Vincenzo GUGLIELMI
Sindaci: Michele D'ALONZO, Mauro CARDONE,
Antonio GERUNDINI
Fed. RIETI
Presidente: Cav. Alberto BERNARDINI
Vice Presidente: Ellenio FORMICHETTI
Segretario-Tesoriere: dott. Giancarlo MARTINI
Consiglieri: Vespasiano PAOLUCCI, Filippo PALLERINI, Anna SFOZA, Mario LEACCHE, Giuseppe
ANGELINI
Fed. ROMA
Presidente: dott. ing. Guido LANZARA
Vice Presidente: dott. Stefano PIGHINI
Segretario-Tesoriere: dott. Stefano PIGHINI
ERRATA CORRIGE
N.° 3-2013
Pag. 18 - Nel servizio a firma del Gen. Arnaldo Cassano, sull’intitolazione a Milano di una via cittadina alla MOVM Vincenzo
Capelli, è stata pubblicata una foto “di repertorio”, raffigurante alcuni soldati Decorati di MOVM nel corso di una Cerimonia
svoltasi ad Assisi nel 1941. Il “quinto” di essi da
sinistra è il soldato Vincenzo Capelli, ma, per un
errore di “taglio tipografico” dell’immagine,
essa rappresentava il soldato Giuseppe Pressato
MOVM, “terzo” da sinistra nella foto.
La signora Giuseppina Capelli, figlia di Vincenzo
Capelli MOVM, ci ha segnalato con estremo
garbo e cortesia l’errore, pertanto pubblichiamo
di nuovo la fotografia tagliata in maniera corretta, in modo da far apparire il “quinto” da sinistra,
appunto Vincenzo Capelli, mentre, sull’altro
lato, ne pubblichiamo una foto più recente, che la
signora Giuseppina Capelli ha voluto gentilmente inviarci.
Pag. 44 e 45 - Nelle “Cronache” della
Federazione di Torino, nel sintetizzare le attività
svolte il giorno 2 novembre, non è apparso ben
chiaro che i soci della Federazione stessa hanno partecipato a due cerimonie distinte: una presso il “Cimitero Monumentale” della città, percorrendone i viali e soffermandosi presso i punti più significativi, l’altra, nello stesso giorno, presso il
Monumento eretto in onore dei Caduti di Nassirya.
IL NASTRO AZZURRO
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