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Periodico della Scuola Media “Bertola” Rimini anno XIII FEBBRAIO 2007 IL BULLISMO Che scoperta! Non lo sapevate? Sfogliando il giornale”Repubblica” ci siamo accorte di un’intera pagina occupata soltanto da un articolo il cui titolo recava a grandi lettere questa scritta: “Allarme bullismo. Emergenza nelle scuole, botte al ragazzo down! ” Siamo rimaste sconcertate: come si può arrivare a malmenare e picchiare un coetaneo, specialmente se non si può difendere? Ormai questa non si chiama più solo violenza, ma anche vigliaccheria, è facile insultare e menare un compagno più debole che non si può difendere a parole, figuriamoci con le mani, ma nessuno ha il coraggio di dar da dire ad uno più grande, più grosso e forte. Il problema del bullismo c’è in molte scuole e la storia si ripete ogni volta: vittime disperate, che non osano confessare niente di tutto ciò che sta accadendo per paura di prenderle nuovamente dal bullo/ a. Sì, perché anche le ragazze lo possono diventare, ma mentre i maschi sono più violenti e minacciano con le botte il loro “bersaglio”, le femmine tendono di più ad isolare le loro vittime e parlarne male alle loro spalle, spettegolando su cose false per farle soffrire ancora di più. In Svizzera hanno persino fatto uno spot contro il bullismo femminile, ormai più frequente. Noi pensiamo che i bulli siano in realtà ragazzi che temono di non essere accettati per quello che sono dal gruppo di coetanei, per questo sono di solito soli e non riescono a guadagnarsi la fiducia delle persone che gli sono attorno, i pochi “seguaci” che hanno, stanno con loro solo per paura di diventare a loro volta vittime. Cosa si può fare per risolvere il problema? Il consiglio più logico e ragionevole che ci verrebbe da dare ai malcapitati è quello di raccontare ad adulti responsabili questo enorme disagio, denunciando l’accaduto, senza paura delle sue minacce, perché se lui vede che hai il coraggio di affrontarlo, lascerà perdere non essendo riuscito nel suo intento di spaventarti. Però di un bullo si può anche diventare amico, per esempio aiutandolo in una materia in cui è in difficoltà e poi, cosa più importante, fargli capire che c’è chi gli sta vicino e che il suo comportamento verso gli altri è violento, ingiusto e fa soffrire molte persone. Vedrete che, essendo sinceri e provando a conoscerlo di più, il bullo, che è poi un nostro compagno, un ragazzo come tutti, vi ascolterà perché in fondo l’unica cosa di cui ha bisogno anche lui è un vero amico. Silvia Carlini – Nicole Barbiani- Virginia Santarini II F FIFA DA ESAME In onore di Marilena Un ponte d’amicizia tra Rimini e Mutoko Canti risate e balli…una grande atmosfera d’amicizia in una serata in onore della dottoressa Marilena Pesaresi, che ci ha parlato del suo lavoro che permette ai bambini meno fortunati di avere un futuro come tutti gli altri. Martina, Sara e Silvia III° E UNA PROPOSTA IMPEGNATIVA La proposta di conoscere il mondo del volontariato è nata dagli alunni che frequentano la seconda media e fanno parte della redazione del Bertolino. Per la realizzazione di questa iniziativa è stata invitata la madre di Genestreti Sara, la sig. Vittoria, in quanto è Educatrice Professionale, da circa venti anni, nella struttura di riabilitazione psicomotoria “ Luci sul mare “. Abbiamo ascoltato la sua esperienza ricca di difficoltà nel costruire una relazione con coloro che hanno dei difetti fisici e psichici. Quello che ha cercato di trasmetterci Vittoria è l’ importanza dei sentimenti nel riuscire ad accettare l’ altro “diverso”, ma anche di essere capaci a farsi accettare mettendosi in gioco. Il ruolo dell’ Educatore Professionale consiste nel riattivare e educare le risorse fisiche e mentali in coloro che presentano delle disabilità e mantenere le autonomie potenziando l ‘ integrazione sociale. In un altro incontro al Bertolino è venuto a parlare del volontariato il sig. Bianchi, vicedirettore dell’ associazione “Crescere Insieme” del quale riportiamo l’ intervista. Il testo completo in seconda pagina I nostri concorsi Marilena non ha chiesto l’elemosina, ma la presa di coscienza da parte nostra che tutti gli uomini hanno il diritto di essere curati bene e di essere istruiti ai più alti livelli per il bene del mondo e, nello specifico, per aiutare il cammino democratico dello Zimbabwe. La serata è iniziata con canti del gruppo corale della “ M.P. Ceccarelli” dove si sono infiltrate anche delle prof…Poi sono arrivati i ragazzi di prima media che si sono esibiti nel recitare poesie e nel cantare per noi. Un L’ospedale di Mutoko bravissimo ragazzo di prima H di nome Alberto si è esibito in una complicatissima danza di Break Dance che ci ha lasciati a bocca aperta dallo stupore… e quindi applausi a non finire. “Il Natale continua”, così è stata intitolata questa serata molto interessante e ricca di emozioni che ha saputo donare gioia ai cuori di ogni partecipante. Abbiamo raccolto circa 1200 euro più altri 1000 al mercatino natalizio, che ha avuto molto successo. Questi soldi contribuiranno ad aiutare bambini con patologie cardiache, bambini a cui urge un trapianto immediato o un’operazione. Possiamo dire che, oltre ad essere stata divertente, questa serata è stata utile per i più sfortunati ma anche per noi. 2°F e 3°E Le paure e le gioie dei ragazzi di terza media Chi non ha paura degli esami??? E’ un problema che deprime tutti i ragazzi fin dai tempi antichi. Già dalla prima media ci pensavamo ma quest’ansia finiva con le parole “abbiamo ancora due anni”. Quando poi si arriva in terza, studiare, fare ricerche, per poi arrivare al fatidico giorno e magari non ricordarsi più niente, ci terrorizza. Ciò che ci fa veramente innervosire è che i nostri genitori e i ragazzi più grandi di noi ci dicano che è facile; fino a quando quest’incubo non sarà finito non ci crederemo. La terza in confronto alla prima e seconda media è la classe più attesa dai ragazzi, perché ci si sente i boss della scuola; però come in ogni cosa ci sono anche i lati negativi, per esempio devi dire addio a tutti i tuoi compagni che nel corso del triennio hai imparato a conoscere e con cui hai diviso i momenti felici e tristi. Un film che rispecchia queste paure è “Notte prima degli esami”, che parla di un gruppo di ragazzi che devono affrontare l’esame di maturità, ma fra paure, amori e professori ne succederanno di tutti i colori. Dopo avervi confidato le nostre ansie, facciamo un sincero augurio a tutti i ragazzi delle Bertola che quest’anno devono affrontare l’esame!!! Nasce dai giovani RICICLIAMO ! Quest’anno la classe 2°D ha deciso di darsi da fare. Siamo orgogliosi di illustrarvi il nostro progetto per riciclare la carta:chi aderirà dovrà procurarsi degli scatoloni, dove mettere la carta da riciclare ed è fatta! E non è tutto: quando lo scatolone sarà pieno, due fortunati avranno l’onore di passare di classe in classe per svuotare gli scatoloni e gettare la carta nell’apposita pattumiera posta fuori dalla scuola. Insomma, mezz’ora buona di lezione persa ed è un’occasione per muoversi liberamente nella scuola, senza il rischio di essere mandati dalla preside! E nel frattempo, divertendoci, faremo qualcosa di utile per l’ambiente e per noi. Dopotutto, come cita la rivista il “Il venerdì” di Repubblica, l’Italia sta giocando la carta giusta per salvare il pianeta. Perché dovremmo non contribuire, nel nostro piccolo, per qualcosa di grande? Noi abbiamo lanciato la sfida, speriamo siano in molti ad accettarla! LA CLASSE II°D Concorso per il miglior disegno della maglietta “ Bertola” 2007 e per il logo del giornale d’istituto. Bertola magnifica e misteriosa: Draghi mostri e luoghi strani (Consegna degli elaborati alla prof Fabbrini entro il 30 aprile 2007 ) Bertola magnifica e misteriosa: Draghi mostri e luoghi strani Concorso scrittori in erba. Anche quest’ anno il Giornale d’Istituto bandisce un concorso letterario, indirizzato ai ragazzi di 5° Elementare e di 1°-2°-3° Media della nostra scuola. L’argomento su cui i ragazzi dovranno cimentarsi è il seguente: Racconto la mia città, gli ambienti che mi sono più cari e che frequento nel tempo libero: come sono.. e come vorrei che fossero Ogni classe può concorrere con un massimo di tre testi battuti al computer . Tempo massimo per la consegna del materiale :14 Aprile I vincitori saranno premiati il giorno della festa di fine anno scolastico 2006/07 RENDICONTO DELL’UTILIZZO DEI FONDI RICAVATI DURANTE LA FESTA DI FINE ANNO SCOLASTICO 2005/06 Disponibilità residua per contributi ad alunni ( 2005/06) Introito festa di fine anno scolastico 2006 TOTALE 397,81 6.870,10 7.267,91 PROPOSTA RIPARTIZIONE FONDI FESTA FINE ANNO 2006 Dott. MARILENA PESARESI Don. GIUSEPPE VACCARIN Ass. MEDICI SENZA FRONTIERE 2.300,00 2.000,00 2.000,00 DISPONIBILITA’ PER CONTRIBUTI AD ALUNNI A.S. 2006/07 1.267,91 Attività scolastiche febbraio 2007 L’intervista 1) Lei fa parte di un’ associazione? Faccio parte dell’associazione “Crescere Insieme”, che è composta da genitori con figli colpiti dalla sindrome di down. È proprio questo problema che ci ha spinti ad unirci in un’associazione. 2) Quali sono i fini di tale associazione? Quante persone vi lavorano? In realtà non ci lavora nessuno perché essendo un’ associazione è una scelta libera partecipare alle iniziative e alle campagne di sensibilizzazione. Con noi collaborano due psicologhe, una si occupa di dare sostegno alle famiglie e l’altra sità sono una grande fonte di ricchezza. 10) Ha mai lavorato per bambini disabili? Sì, ma non in particolare. A volte a scuola, sono un insegnante. 11) Vi sono delle priorità nella sua azione umanitaria? Sì, ci sono, anche se a volte bisogna lasciarle stare per altri motivi. La mia priorità è la sensibilizzazione. 12) Prova soddisfazione in se stesso quando aiuta il prossimo? O quale altro sentimento prova nel suo animo? Bisogna stare attenti perché molto spesso fare queste cose aumenta la considerazione nei tuoi Pag2 UN’ESPERIENZA PAPALE …. Le mie palpebre si aprirono e misero a fuoco mia madre, che, con una mano, indicava il quadrante dell’orologio sul comodino. Non ero in grado di capire che ora potesse essere…. Poi lei cominciò a blaterare, “sabato, Michela! E’ tardi, il pullman! cinque e quarantacinque!” Ah già!! Era tardissimo! Ricordai tutto perfettamente! Il pullman, sabato, cinque e quarantacinque! Scattai fuori dal letto. Andai in cucina, feci la colazione, piombai a prepararmi e subito, afferrato il pesante zaino, salii in macchina con la mamma. Le strade di Rimini quel sabato mattina erano buie e deserte. In cinque minuti arrivammo al parcheggio dove il pullman stava aspettando. Quella mattina, undici marzo 2005,era stata programmata dalla mia scuola di musica, una gita a Roma per la giornata dei giovani: ogni liceo musicale d’Italia si riuniva in S. Pietro a cantare per il Papa. La partenza per Roma era prevista per le sei e alle sei partimmo. Durante il viaggio ci divertimmo con battute, canzoni, pettegolezzi…e chi più ne ha più ne metta. Intanto stavamo attraversando l’Appennino e fuori dal finestrino scorgevamo cime innevate e piccoli paesi. Dopo sei ore circa di viaggio, finalmente, eccoci … i prof. gridarono “Roma!!”e un coro di gioiosi ragazzini seguì con un “urrà!!” generale. Il paesaggio si presentava ora ai nostri occhi assai differenti: imponenti palazzi, grande vie, strade trafficate e Incontro con un missionario KUCOVA e BERAT All’inizio dell’anno scolastico, mentre svolgevamo la lezione di religione, è arrivato inaspettatamente in classe il missionario Don Giovanni Vaccarini, che lavora nella missione diocesana a Kucova e Berat. Con gioia e curiosità abbiamo fatto una bella chiacchierata ed abbiamo scoperto che svolge il suo compito di missionario in una situazione difficile sia per le condizioni economiche del paese, sia per quelle sociali. Ha dovuto costruire rapporti di fiducia e dopo 12 anni la missione ora conta numerose attività di evangelizzazione e formazione. Don Vaccarini, E tutti urlammo Roma! Alcuni dei protagonisti dell’inchiesta le classi seconde della redazione segue e valuta le persone colpite dalla sindrome. Il fine principale è di offrire sostegno alle famiglie e anche promuovere e sensibilizzare. 3) A che età ha cominciato a fare del volontariato? Io ho incominciato abbastanza presto circa alla terza superiore, quando facevo parte di una piccola associazione. 4) Cosa l’ ha spinta a fare questa scelta? La spinta è stata la consapevolezza che c’ erano molte cose da fare. Noi, associazione, ci siamo resi conto che potevamo fare un miliardo di cose che non potevamo lasciare alle istituzioni. 5) Da quanto tempo lavora? Io faccio parte di questa associazione da due anni. 6) Consiglierebbe la sua scelta ad altri? E a noi giovani? Sicuramente sì, sia ad altri che ai giovani, è importante lasciarsi coinvolgere dalla vita. 7) Tale scelta le dà soddisfazione? C’è sempre un rovescio della medaglia, perché ci sono state soddisfazioni, ma anche frustrazioni. 8) Riesce sempre ad aiutare con piacere? No, non sempre, ci sono stati dei momenti in cui ti sentivi usato. 9) Cosa pensa davanti a una persona in difficoltà? Quali sono le cose che fa per aiutarla? È una domanda difficile, dipende dalla persona. Ciò che penso è cambiato negli anni, prima avevo un pensiero di solidarietà astratta. Secondo me ognuno di noi ha una difficoltà. Io penso che la ricchezza non sia nell’uguaglianza, ma nella diversità. In genere la difficoltà e la diver- confronti e quindi ti devi sempre ricordare che lo fai per aiutare. La soddisfazione comunque è tanta. 13) Le persone che aiuta le sono riconoscenti? Le cose che facciamo non hanno contatti diretti con una persona. Un esempio è il progetto che prevede l’aiuto delle famiglie che hanno bambini la cui sindrome è stata diagnosticata prenatale. 14) Si è mai trovato in situazioni in cui, chi è sfiduciato, abbia tentato il suicidio? Onestamente no. Sono a conoscenza di una situazione familiare con un problema di anoressia. 15) Si è trovato qualche volta in particolari situazioni in cui non è riuscito a dare aiuto? Direi di sì. Il più delle volte bisogna capire cosa vuol dire aiuto alcune volte invece, ti senti senza strumenti e in quel momento ti senti molto male. 16) Cerca di comunicare le sue esperienze ad altri e cerca di coinvolgerli? Sì, l’ iniziativa principale è la giornata nazionale che, ogni anno, prevede la distribuzione di tavolette di cioccolato a forma di busta che contengono una frase di una persona affetta dalla sindrome di down o di uno dei suoi familiari. Noi, e io personalmente, vorremmo far sì che la giornata diventasse una settimana. 17) Che consigli ci può dare? Il consiglio principale che posso darvi è di non lasciarvi spaventare dalla difficoltà e dalla diversità. Io credo che tutti noi abbiamo bisogno di sentirci accolti, che ci accolgano per quello che siamo. SFORZATEVI IL PIÙ POSSIBILE DI ESSERE ACCOGLIENTI! Il teatro : un’attività divertente che aiuta a crescere copione è arrivata la parte più divertente ed entusiasmante della lezione: l’insegnate di teatro Ute ha spento le luci, creando un’atmosfera a dir poco magica, ha chiamato alcuni di noi per aiutarla a manovrare il proiettore sistemato dietro un grande telo; pochi minuti dopo, eravamo già quasi tutti davanti al cerchio di luce proiettato, a fare strane mosse. Altri, invece, sono rimasti sulla gradinata a guardare divertiti le ombre dei compagni. La maggior parte dei bambini seduti a guardare, a volte si alzavano, e correndo, si mettevano davanti al telo cercando di toccare i compagni che si trovavano dietro. A lezione ormai finita, la luci si sono riaccese e ci sono stati i commenti finali. Suonata la campanella, tristi, siamo tornati in classe. Continuando così, siamo sicure che faremo molti progressi, dato che, quando si svolge questa attività, siamo una classe più affiatata che mai. Da un po’ di tempo la nostra classe ha iniziato un laboratorio teatrale. Nel corso delle prime lezioni eravamo molto intimoriti, ma poi abbiamo iniziato ad aprirci sempre di più superando la nostra timidezza e le nostre incertezze. Questa attività la svolgiamo nell’auditorium della nostra scuola. Nelle lezioni più recenti abbiamo cominciato a preparare la recita di fine anno che presenteremo ai genitori. Sabato scorso, per esempio, siamo entrati nel vivo dello spettacolo. Dopo avere recitato il Silvia Bianchi e Anastasia Fabbri 1° F numerosissimi gruppi di buffi turisti giapponesi. Ci immettemmo in un grande viale… davanti a noi si stagliava il Vaticano: una meraviglia. Il pullman si fermò e noi tutti, imbracciati i nostri zaini, ci dirigemmo a piedi, verso la città del Vaticano. Vista l’emozione e l’interesse di noi ragazzi, i prof. decisero di lasciarci un’ora da soli in giro per la piazza, con la sola raccomandazione di non uscire dal Vaticano. Fu divertente, tra foto, panini, scherzi, un’ora passò velocissima. Arrivarono le 13,00 e cominciò la cerimonia. Tutti i licei musicali d’Italia erano riuniti nel piazzale, e, in ordine alfabetico, vennero chiamati ad uno ad uno dal coordinatore. A questo punto ogni allievo di ciascuna scuola dovette immettersi in una precisa corsia a seconda della sua classe (soprano, contralto, ecc.), per entrare in sala Nervi. La sala Nervi era enorme. Ma non ci fu tempo per osservarla attentamente, perché cominciammo subito le prove. Eravamo disposti in questo modo: le quattro sezioni canore erano disposte in quattro parti della sala, al centro stava un enorme palco con il direttore d’orchestra, subito sotto di esso si trovava la sezione delle cosiddette “voci bianche”. In mezzo alla sala vi era un lungo corridoio dove sarebbe passato il Papa. Al di là di esso, invece, vi era il posto riservato al pubblico. Fu un’emozione unica. La “cerimonia” cominciò circa alle 15,00 e furono fatti entrare anche gli spettatori. Il Papa, invece, arrivò alle 18,00, fino a quel momento vennero eseguiti canti e pezzi orchestrali per il pubblico. All’ingresso del Santo Padre tutti si accalcarono per poterlo toccare, baciare, fotografare…. come se fossero impazziti; anche i “grandi” salivano in piedi sulle sedie per vederlo. Benedetto 16° fece il suo discorso, intervallato dai canti, che durò fino alle 19,30….Alla fine eravamo tutti stanchissimi, ma emozionantissimi. Un’occasione del genere non capiterà mai più. con alcune “sorelle” della comunità di Montetauro, svolge esperienza di formazione in particolar modo rivolte ai giovani: un corso per artigiano doratore, un corso di alfabetizzazione per i ragazzi svantaggiati ed abbandonati a se stessi , un corso di sartoria che è di aiuto alla formazione professionale ed alla promozione umana della donna che vive in una situazione molto difficile, progetti per sostenere lo studio di alcuni universitari ed aiuto alle famiglie che si trovano in difficoltà..Anche la nostra scuola aiuta da diversi anni la missione in Albania Santarini Virginia 2° F Mancuso Gabriele2°F Barbini Nicole 2°F CAOS NEL LABORATORIO DI SCIENZE Nonostante tutte le prof. cerchino di “sbloccare” la faccenda, la situazione nel laboratorio di MICHELA CAPARRINI 3° H scienze, condiviso con educazione artistica, rimane precaria. In ogni normalissimo laboratorio c’è un armadio con provette, sostanze chimiche e lavandino. Nel caso del nostro laboratorio, tutto è in un caos totale: provette alla rinfusa negli scatoloni, lavagne per terra, scheletri, mappamondi sparsi, tempere e piedistalli per le tele da disegno in giro, ma soprattutto non abbiamo il lavandino. Il lavandino in realtà c’è, ma giace smontato in un angolo. Gli operai del Comune non sono venuti ancora a sistemarlo e, dato che la scuola è un edificio pubblico, non può intervenire un idraulico privato. Nelle condizioni in cui si trova non siamo in grado di usarlo ed è impossibile fare esperimenti. Con questa lettera aperta speriamo di “smuovere le acque” (possibilmente anche quelle del lavandino). La 1° E Attività scolastiche febbraio 2007 L’uscita didattica a Valliano Il giorno 2 dicembre 2006, la mia classe ed io, siamo andati a Valliano per l’uscita programmata da tempo. Dopo la prima ora di inglese, è giunto il pullman e, dopo mezz’ora, siamo arrivati alla meta,un luogo di campagna con campi arati e coltivati. C’era una stradina che portava ad una chiesa e, man mano che ci avvicinavamo, si riusciva a vedere anche il museo. All’entrata ci aspettava un signore anziano, il custode, che ci ha invitato ad entrare. Inizia subito a parlare dei primi oggetti: una macchina per setacciare il grano, una morsa per fare le ostie, una campana per l’inizio della messa… Finiti i primi oggetti, ci porta nella stanza a fianco dove ci sono delle botticine per mantenere il Vinsanto, un imbuto in legno, per travasare il vino e una grande botte per tenerlo. Al piano superiore troviamo oggetti già studiati a scuola: seghe, martelli, fucili. Proseguendo il giro, ci mostra tanti tipi di vasi creati con il tornio, anche questi tutti diversi, attrezzi per i contadini, un aratro, le mezzelune per tagliare l’erba e i setacci. Poi ci mostra i giocattoli: un aeroplano, una ruspa, un trattore, una barca a vela, un cavallo a dondolo tutti di legno, due bambole di pezza, uno schioppetto, una tombola. Troviamo poi tre oggetti a noi sconosciuti: il prete e la suora, una culla, una ciotola per l’acqua calda. Successivamente osserviamo gli oggetti per l’apicoltura come lo smielatore e le case per le api. Per finire, ci mostra il telaio e le tovaglie a stampate a ruggine. Il custode, usciti dal museo, ci porta in una chiesa accanto, dove alle pareti ci sono molti quadri di persone importanti e santi. Di fianco all’altare sono appesi gli ex voto, cioè ringraziamenti alla Madonna per aver esaudito il desiderio di chi andava a pregare. Sul pavimento ci sono botole in cui ci stavano le bare dei defunti. Usciti dalla chiesa, ci aspetta un banchetto di bibite e ciambelle del forno di Montescudo. Al ritorno sul pullman, musica e baccano ci accompagnano fino a scuola. Le proff.sse accompagnatrici sono Biotti e Di Massa. Luca Urbinati 1° L Un paese piccino, piccino SAN DONATO San Donato è un piccolo, anzi piccolissimo paesino che fa parte del comune di Sant’AgataFeltria, in provincia di Pesaro Urbino. Mio babbo è originario di quel piccolo paesino, dal quale provengono anche i suoi genitori e quindi i miei nonni, che entrambi vengono da una famiglia molto numerosa. Io vado spesso lì perché mi diverto ad “andare a funghi e a castagne” con la mia famiglia e i parenti che ho là: il cugino di mio babbo, Gianni, le sue figlie Giulia e Alessia e sua moglie Patrizia. A Sant’Agata Feltria, nelle domeniche di Ottobre si svolge la Fiera del Tartufo dove si mangiano a volontà tartufi , funghi porcini, tagliatelle e così via. A San Donato la nostra casa è su due piani ed è la stessa in cui mio babbo e i suoi genitori vissero anni addietro; essa è stata recentemente ristrutturata e sistemata. Questi posti sono paradisiaci,pensate,sono solo a 10 minuti di macchina, e a 20 chilometri dal monte Fumaiolo! In questo momento mi sto preparando per partire, domani, infatti, andrò a passare due giorni a San Donato. Federico Severi II H Rientro a scuola Nel tragitto percorso per arrivare alla scuola, tutto mi sembrava cambiato, nuovo, ma anche molto grigio, infatti avevo la consapevolezza che da quel giorno la mia vita sarebbe cambiata: stava iniziando un nuovo anno molto faticoso e duro, pieno di sacrifici e scelte importanti, che avrebbero definito il mio futuro. Tutto mi sembrava fuori dal normale, percorsi quella strada come per la prima volta. Durante i tre mesi di vacanza non l’avevo più attraversata e avevo completamente cancellato tutto dalla mente. Camminai molto piano per godermi quello che mi stava intorno e che, da quel giorno, mi avrebbe accompagnata ogni mattina; ero tesa e cercavo di fare dei respiri lunghi per darmi coraggio. I cinguettii degli uccellini sugli alberi fortunatamente mi tranquillizzavano e mi davano allegria. Alla tristezza di dover ricominciare un lungo, faticoso anno scolastico, si contrapponeva una profonda felicità e soprattutto curiosità di rivedere i miei compagni di scuola che non sentivo da molto tempo. Non vedevo l’ora di chiedere a tutti come avevano trascorso i loro mesi di riposo, se avevano fatto viaggi, campeggi oppure se erano rimasti a Rimini a godersi il caldo sole e il fresco mare. Mi mancavano le chiacchierate e le risate durante la ricreazione e soprattutto la tensione che prende tutti, prima dei compiti in classe. Mentre camminavo, riflettevo su quello che sarebbe potuto accadere: avevo voglia di scoprire le novità dell’anno che si stava aprendo, i nuovi professori e i cambiamenti effettuati nella scuola. Piena di voglia di ricominciare, arrivai alla scuola. Quando varcai la soglia del cancello, vedendo intorno a me ragazzi più piccoli, sentii un grande brivido scorrermi lungo il corpo: ero cambiata,da quel momento ero grande, “una di terza”. E come un flash mi ritornò in mente il mio primo giorno alle scuole medie: avevo paura e mi sentivo piccola vedendo tutti quei ragazzi grandi. Il tempo era volato: è ora di fare una scelta che cambierà la mia vita. Ed è proprio la scelta delle scuole superiori che mi mette paura, anche perché non ho ancora le idee molto chiare e so che dovrò riflettere a lungo prima di decidere. Quando vidi le mie compagne di classe, subito mi affrettai ad andare loro incontro. Iniziammo a raccontarci le nostre avventure e le nostre impressioni sulle vacanze. Con loro tutti i miei timori e timidezze, come per magia, volarono altrove e mi sentii tranquilla e serena. Pag.3 Intervista a un edicolante Per due settimane, noi ragazzi di 2E , abbiamo “lavorato” sul quotidiano le Repubblica. Durante le lezioni abbiamo imparato a distinguere i vari componenti della prima pagina, a riassumere e criticare un articolo a nostra scelta e magari a saper di piu’ su cio’ che accade nel mondo. Dopo aver terminato questo progetto abbiamo deciso di intervistare un edicolante … Quanti quotidiani vende al giorno? 130 quotidiani indicativamente. Quando espone ben in vista la prima pagina di un quotidiano o di una rivista ne vende piu’ copie? I quotidiani attirano maggiormente l’attenzione se contengono in prima pagina un titolo caldo;riguardo il riviste solo se è il primo numero. Qual è il quotidiano che lei vende di più? Perché? Vendo soprattutto Il Resto del Carlino perchè c’e la cronaca locale ed è il piu’ vecchio. Che fine fanno le copie che non vende? Le copie che non vendo vengono rese alla distribuzione Nella settimana c’è un giorno in cui vende più quotidiani?Perché? Di solito il sabato e la domenica perché la gente ha più tempo libero e quindi legge di più. Secondo lei perché in Italia si legge il quotidiano meno che negli altri paesi europei? Secondo me,perché la gente è troppo impegnata sia nel lavoro che nella vita privata e quindi non trova il tempo per leggere il quotidiano. Secondo lei, la televisione favorisce o scoraggia la lettura dei quotidiani? La favorisce, però a volte dice cose non veritiere. Secondo lei,i quotidiani costano troppo? No,secondo me è un prezzo giusto. Secondo lei , che cosa bisognerebbe fare per convincere gli italiani a leggere di più il quotidiano? Secondo me, bisognerebbe capire l’importanza di essere informati di ciò che accade nel mondo. I suoi clienti comprano quotidiani diversi a seconda se sono maschi o femmine? O a seconda dell’età, del titolo di studio, della professione, ecc.?Può fare qualche esempio? I miei clienti comprano a seconda dell’età, gli anziani comprano il Resto del Carlino, mentre i giovani i quotidiani sportivi. Vende molti quotidiani ai giovani ? Sì, soprattutto sportivi. Pensa che i ragazzi della nostra età dovrebbero leggere il quotidiano? Penso che i ragazzi dovrebbero leggere e approfondire gli articoli del quotidiano insieme alle prof, per poter capire meglio.E’ un bene prendere quest’abitudine fin da piccoli. 2° E Linda ciabattoni III A STRALUNATEZZE IN 1°G UN GIORNO DI SCUOLA Caro Diario, è la prima volta che ti scrivo. Sono alla scuola “A.Bertola” dove, sembrerà strano, ma la vita è divertente, mi piace Ti racconto la giornata di oggi: sono le 7:30, vedo arrivare parecchi bambini, come al solito, alcuni aspettano fuori dal cancello i propri amici, altri entrano nel vialetto; oggi ci sono solo due bici parcheggiate, infatti piove e si vedono tanti ombrelli colorati. Arrivano anche alcuni prof. che passano e dicono: “Buongiorno”, e in un certo senso è come se lo dicessero a me, così io rispondo, ma nessuno mi sente perchè c’è troppo rumore. Il rumore ormai fa parte della nostra vita e penso che ogni tanto ci si dovrebbe fermare un attimo e lasciare dietro di sé la vita frenetica della città, chiudere gli occhi e ascoltare il silenzio della notte è bellissimo; a me capita di fare ciò di sera verso le 22:00, quando sono in casa e ho le luci spente. Chiudo gli occhi e ascolto il silenzio: è una sensazione stranissima. Comunque torniamo a noi, sono le 7:50 e suona la prima campanella. Questa mattina alla prima ora ci sarà geografia, materia che odio, la lezione prosegue bene con una interrogazione e con la correzione dei compiti; l’ora successiva ci attende la lezione di inglese, questa già mi piace di più, anche qui tutto liscio, e poi l’ora che aspettavo quella di italiano, oggi ci sarà la verifica con tema in classe dal titolo: “Dal diario di……” Sposto il mio sguardo nell’aula di arte, dove si terrà la mia materia preferita! Mi piace perché puoi vedere i disegni che realizzano gli altri ragazzi. Suona la campanella della ricreazione, ne è passato di tempo!! I ragazzi corrono fuori dalle aule e si ricaricano di energia. Un’altra campanella indica la fine della ricreazione, tutti rientrano nelle aule e la lezione riprende. Suona un’ altra campanella, ormai ho perso il conto di quante ne suonano: è ora di tornare a casa! Stranucci Lucrezia 2°A LA MIA PRIMA SETTIMANA DI SCUOLA Primo giorno: sto morendo di paura, non mi sembra vero di andare in un’altra scuola, è davvero eccitante! All’inizio pensavo che forse non mi sarei trovato bene, e mi dispiaceva anche andarmene dalla mia vecchia scuola, ma si sa, prima o poi si deve crescere, andare avanti, per questo è importante studiare. Mio babbo mi dice sempre che vorrebbe tornare bambino e andare a scuola, ma io non lo capisco: è più bello essere grandi, no?!? Secondo giorno: comincio a conoscere nuovi compagni, molti sono simpatici, altri tristi, alcuni impauriti, ma pian piano ci conosciamo tutti. Io di solito sono un po’ solitario, ma per cogliere tutto il valore della gioia bisogna condividerlo con qualcuno. Terzo giorno: conosciamo diverse insegnanti, “sembrano” buone, ma sai, a volte l’apparenza inganna… Quarto giorno: cominciano a girare le note e ad aumentare i compiti. Quinto giorno: mi dimentico il quaderno a casa e mi becco una bella sgridata. Sesto giorno: conosco il mio prof preferito, si chiama Stefano Ronci ed insegna arte… mi ha detto che gli artisti usano le bugie per dire la verità, mentre i bugiardi per nasconderla. Settimo giorno: ovvero è cominciata la seconda settimana, forse la più bella, perché la mia prof. di religione mi ha fatto capire una cosa: ognuno di noi è sulla terra per una missione ben precisa piccola o grande, ma l’importante è scoprire che c’è e usare ciascuno i propri talenti per compierla. Alberto Cecchini I H FACCIAMO L’APPELLO! Davide Lanzetti, professore di sostegno, è l’insegnante ideale di tutti noi ragazzi. E’ simpaticissimo e ha la passione per il pianoforte, infatti lui è un pianista ed è anche molto bravo. E guardate cosa ha combinato con i nostri cognomi!!! “Attento Disha! C’è una biscia che striscia proprio sopra i tuoi Zoffoli nuovi Vabbè vorrai dire che li laverai nei Ruscelli che ci sono qui. Peccato però, perché così ti si rovineranno tutti;chissà che ORROre! Ricordo ancora chi te li aveva Donati, in cambio di un piatto di Maccherozzi conditi con del Khouribech e di alcune confezioni di Merluzzi. Credo fossero Del Prete che abitava qua vicino dietro quei Torrasi alti, con quei Frisoni davanti. Eh sì; lui sì che era un buon Samaritani. Però è stato un cambio alla Pari e comunque erano altri tempi. Ne sono Passatine di anni; adesso con voi Giovagnoli è solo un dare senza ricevere. Siete un po’ Mazzocchi eh? E a volte pure un po’ Pallanti. Si lo so che vi annoio un po’ con le mie Filippi che Piolanti, però quando ci vuole, ci vuole. Comunque è stato bello rivedervi dopo tutti questi anni ognuno coi propri figli. Che carini i tuoi, sono così…Vannuci. I tuoi invece sono ormai grandi, sono dei Vannoni. Guarda che teneri questi, così piccoli. Si chiamano tutti Gianni? Ma allora sono dei Giannini!” Grazie Davide per essere come sei:divertente,simpatico, allegro. Durante le tue lezioni impariamo a conoscere i nostri limiti ad accettare gli altri, ad essere noi stessi. Maccherozzi Laura 1°G Giulia Ruscelli 1°G Khouribech Jedning 1°G Poesie... racconti... recensioni febbraio 2007 I CAMBIAMENTI DALL’800 AD OGGI Come spiega Piero Angela nel suo articolo l’ Italia dal 1800 ad oggi cambia totalmente. Nonostante la <<grande depressione>> di inizio secolo, lo sviluppo industriale non si ferma e si avvia un nuovo periodo di espansione chiamato “Seconda rivoluzione industriale”. Volti noti di questa epoca sono quelli di Henry Bessmer (l’acciaio), Gottlieb Daimler (il motore a benzina), John Rockefeller (il petrolio). Nascono le banche moderne che permettono anche a piccoli imprenditori di usufruirne. Nella seconda metà dell’ 800 si sviluppano le città, i mezzi di trasporto sono migliorati, aumentano le comodità e le case diventano più confortevoli. Nascono gli aerei, il telefono, il telegrafo, la fotografia, il cinematografo e vengono fatti ampi progressi nel campo della chimica, della fisica e della medicina. Queste scoperte hanno, a mio parere, portato a quella che oggi gli storici denominano Età Moderna, ma non credo che questo abbia portato solo benefici. Molte persone sono favorevoli allo sviluppo perché ci ha dato quello che oggi è di uso comune, ma altri pensano che esso abbia portato molti problemi come l’inquinamento, il buco nell’ ozono, il surriscaldamento, le piogge acide e l’effetto serra. È anche vero che non avremmo avuto computer, automobili, medicine e altre cose da noi reputate spesso di estrema importanza; ma di certo non avremmo dovuto fronteggiare l’imminente collasso del pianeta di cui si sta parlando spesso nelle ultime settimane. Io sono dell’opinione che lo sviluppo industriale abbia portato svantaggi e vantaggi in parti uguali. Chi la pensa così ha davanti a sè un grosso punto interrogativo: da che parte stare? Tornare al Medioevo o vedere l’apocalisse? Sono convinto che ci sia un solo modo per andare avanti ed è quello di sviluppare ancora di più la tecnologia per reperire i mezzi necessari a risolvere questi problemi. Forse mi direte che sono pazzo a perseverare nell’errore, ma ormai l’abbiamo commesso e sono più che sicuro che non si possa tornare indietro. Antolini Nicolò IIIA ERAGON: UN LIBRO DAVVERO MAGICO All’inizio dell’anno scolastico, non avevo nessun libro da leggere e in quel momento non mi preoccupavo, perché avevo altro a cui pensare: la scuola media, nella quale tengo a fare bella figura, e il calcio, visto che ho dovuto affrontare il cambiamento di squadra. E’ stato un momento delicato della mia vita, perché dovevo essere accettato dai miei nuovi compagni, se no, non sarebbe stato un bell’anno. Ho iniziato a leggere solo quando avevo solo quando un bel giorno la prof Santino ha portato dei libri e io ne ho scelto uno di una serie che si chiama “Deltora”. Questo non è il libro di cui vi voglio parla5re, ma devo dire che grazie ad esso mi è tornata la voglia di leggere, la stessa che ho avuto quando ho letto “Le Cronache di Narnia”, un libro di letteratura inglese del novecento. In quei giorni avevo sentito parlare di un libro chiamato Eragon, ascoltando qualche commento ho creduto che fosse bello e ho deciso di leggerlo. Non l’ho comperato perché non ce ne era motivo, visto che mio cugino lo aveva già e gliel’ ho chiesto. C’è stata una lunga attesa nella quale chiedevo sempre a mia madre “Quando arriva? Ho voglia di leggere!” La mia attesa finì quando, in uno dei tanti piacevoli pranzi in famiglia, nella tavernetta di mia nonna, mio cugino Michael, non arrivò con il libro. Il giorno dopo ho annunciato alla prof che avrei letto Eragon e lei, con mia grande felicità ha detto che potevo. L’ho iniziato quel pomeriggio stesso. Il libro è stato scritto da Cristopher Paolini nel 2000, quando aveva ap- Recensione LE NOSTRE PAURE DIVENTANO FIABE “ Le streghe” IL VECCHIO QUADRO C’era una volta……una bambina di nome Lusy di cinque anni che aveva tanta paura, ma proprio una terribile paura di un vecchio quadro dipinto da suo babbo prima che lei nascesse. Il quadro raffigurava un vecchio signore con i capelli molto corti e grigi, fronte spaziosa e alta con una grossa ruga che l’attraversava. Aveva gli occhi fissi, un po’ infossati, di ghiaccio, le sopracciglia folte e marcate, naso aquilino e due folti baffi che coprivano la bocca la quale sosteneva una piccola pipa. Dovunque lei andasse in camera, in cucina, in salotto, in bagno, insomma, in tutte le stanze il vecchio signore continuava a guardarla. Quel quadro la intimidiva molto. Anche Lusy lo guardava sempre severa e seria, credendo che l’anziano signore si sarebbe stancato di fissarla e non le avrebbe più dato fastidio. Ma ogni sera prima di andare a dormire dava un’occhiata veloce a quel quadro, impaurita, pensava che durante la notte quell’uomo uscisse dal quadro per andare a disturbarla nei suoi sogni. Una sera, Lusy era tanto stanca e si era addormentata subito; stranamente il suo ultimo pensiero non era stato per il quadro. Proprio quella notte la bambina, accanto al suo lettino vide proprio l’oggetto delle sue paure l’anziano signore del quadro. Lusy era pietrificata, gli occhi sbarrati e dalla sua bocca non usciva un fiato. Il vecchio signore la salutò e l’invitò ad andare con lui. Aprendo la porta si accorse che si trovava davanti al museo. All’interno c’erano saloni pieni di quadri, alcuni grandi da coprire una parete intera, altri più piccoli, alcuni vivaci e pieni di colore, e altri cupi e scuri di epoche diverse e autori diversi, ma tutti bellissimi. Lusy rimase meravigliata. Prese per mano il signore e gli disse che non aveva più paura di lui, anzi lo sentiva ora più vicino quasi un amico. Il mattino seguente Lucy si svegliò felice, si alzò, e correndo in salotto sorrise per la prima volta al signore del quadro. L’anziano in cambio del suo sorriso le fece l’occhiolino! Anna Agarri 1° I AUTORE: “ Roald Dahl” CASA EDITRICE: “Salani/ Gli istrici” LUOGO: “ la storia si svolge in Norvegia e presso l’hotel Magnificent di Bornemounth nel sud dell’ Inghilterra. TEMPO: “ il racconto si sviluppa ai giorni d’oggi” GENERE LETTERARIO: “ fantasy” PERSONAGGI: “ il protagonista, un bambino di otto anni,la nonna norvegese,Bruno Jenkins Conoscente del protagonista, la strega suprema”. SINTESI: “ il protagonista, un bambino inglese,perde i genitori in un tragico pena 17 anni. E’ stato scritto con grande immaginazione e con un linguaggio bellissimo. Parla di un ragazzo che viveva nel regno di Alagaesia insieme a suo zio e suo cugino. Questo ragazzo di nome Eragon non aveva mai conosciuto sua madre che, quando partorì, scappò e non si seppe più nulla di lei. Eragon cresceva normalmente, come tutti, ma aveva un dono: riusciva a cacciare nella, tanto temuta “Grande Dorsale”, dove trovò un uovo di drago. Lo allevò e scoprì che che il drago era una femmina di nome Saphira. Finchè un giorno come un altro arrivarono i Ra’zac creature mostruose, che erano al comando del re Galbatorix, un cavaliere, cioè una persona che sa usare la magia e cavalcare un suo drago personale. I Ra’zac uccisero la famiglia di Eragon e scapparono. Eragon, arrabbiato per la perdita, decise di cercare e uccidere gli oppressori. Un cantastorie di nome Brom, che si rivelò essere un cavaliere senza drago decise di seguirlo e durante il viaggio, gli insegnò l’arte della scherma e della magia. Durante il viaggio, Brom morì, Eragon non fu per tanto tempo solo, perché arrivò Murghat. In questo viaggio si FUOCO Fuoco, tu, che quando brilli; spegni l’oscurità dal mio cuore. Fuoco, tu che con la tua luce Spegni l’amaro della morte. Fuoco allegro, vivace, rossastro, scoppiettante, caldo, caloroso. Fuoco, tuo col tuo calore, scalda i “cuori di ghiaccio” dei tiranni di questo mondo. Mulazzi Federico 2°H LA PRIMAVERA Sono fresca e leggera porto fiori come ori mando via il freddo e le foglie dove no ci sono alberi spogli mi indossi alla sera……. E sono la primavera !!! “LEGGERA CADUTA” Un fiocco di neve, mosso dal vento, s’innalza e vola lungo la strada alberata. L’aria gelata delicatamente lo segue, lo precede e lo circonda. Quel fiocco volteggia come un ballerino durante una coreografia. Folleggia nell’aria come una colomba sopra un ulivo. procurarono un altro nemico: uno spettro potentissimo di nome Durza. La storia non finisce perché continua nel secondo libro: Eldest. Questi libri mi affascineranno per sempre, perchè sono di avventura e sono il mio passatempo preferito. Non vedo l’ora di andare a vedere il film che uscirà. LUCA SANTINELLO I A incidente d’auto e va a vivere in Norvegia con la nonna. Ma la sua non è una nonna come tutte le altre; da giovane era cacciatrice di streghe, donne all’apparenza umane, ma con poteri straordinari ed un odio sviscerato per i bambini. Durante l’estate trascorrono insieme una vacanza a Bournemouth ed il bambino si trova, per sbaglio, nel concilio mondiale delle Streghe che trasformeranno lui e l’amico Bruno in topi. La storia sembra indirizzarsi verso un tragico epilogo, ma il coraggio del protagonista porterà ad una evoluzione imprevista. Lasciamo a voi il piacere di scoprire il finale e buona lettura a tutti”. MANCA VIOLA E LOMBARDI NICOLE 3°E LA BAMBOLA MERAVIGLIOSA C’era una volta una bambina di nome Sindy molta povera, non aveva nessun gioco e le sarebbe tanto piaciuto avere un bambola. Un giorno, passeggiando con una sua amica, vide una vetrina piena di bambole, una più bella dell’altra. La sua amica aveva i soldi per comprarne una, così entrarono nel negozio e lei scelse una bambola, Sindy la guardò con un interminabile desiderio di averne una, ma purtroppo lei potè soltanto continuare a sognare. La sua amica vide Sindy soffrire così decise di darle il carillon che aveva a casa e che non usava più. Appena Sindy lo prese, lui si aprì e ne uscì una bambola meravigliosa, con un tutù tutto rosa e con una voce da usignolo. Era proprio una bella ballerina. Sindy, giorno dopo giorno iniziò a legarsi sempre più a questa bambola, tanto che Pag4 iniziò a considerarla la sua migliore amica. Un giorno mentre era distratta dai suoi pensieri fece cadere il carillon che si ruppe in mille pezzi. Quando Sindy si rese conto che la sua bambola giaceva a terra completamente distrutta, le dispiacque talmente tanto che incominciò a piangere e a disperarsi, come se avesse perduto una persona a lei molto cara. Quando ad un tratto, come per magia, quella meravigliosa bambola, che sembrava essere perduta per sempre, si trasformò in un’incantevole dama dai capelli biondi, occhi azzurri e tutù da favola. Sindy rimase a bocca aperta, era davvero bellissima ed era diventata vera per lei, solamente per lei. Sara Brugnettini 1° I Il cielo si scopre il venticello si calma e viene il sole ad illuminare la terra. Il fiocco di neve si ferma cade a terra ed insieme agli altri forma un manto soffice al suolo. Allegra Moro 2 I AUTUNNO Vento che soffia e che urla tra i rami, dimmi: che tempo farà domani? Acqua che scorre nel ruscello ghiacciato, dimmi: arriva il temporale infuriato? Foglie che danzano allegre e felici son le più allegre e fan da cornici, a questa lenta morte dell’anno. Cadono in fretta, rumore non fanno, le castagne, sul tappeto di foglie e di caldarroste arrivan le voglie. Se parlo col caro, mio anziano vicino mi dice: “E’ l’autunno, l’inverno è vicino!” Nadia Barbiani I H NATALE Natale, Natale, si parla solo di lui; Natale, Natale, dividilo con chi vuoi. Solo Natale, Natale di soldi, Solo Natale, Natale di saldi Ma basta Natale di saldi e soldoni Per fare il Natale baste essere più buoni! Basta esser dolci per far l’amicizia, basta esser svegli, non aver pigrizia. Basta creare una festa d’amore, dove la gente ragiona col cuore. Basta agire in un modo speciale: e allora sì, sarà un vero Natale! BARBIANI NADIA I H febbraio 2007 Poesie... racconti... recensioni IN RIVA AL MARE Il mistero della bici scomparsa L’INVERNO Sta arrivando l’inverno. Tutto si ricopre di tristezza. Per le vie del sole Volavano a frotte i Gabbiani …. Solo in primavera, al momento di usarla, Giulio si accorse che la sua bici non era più in cantina. In un primo momento non si preoccupò più di tanto, pensava di trovarla in garage tra le moto da cross di Paolo (suo fratello maggiore), ma anche lì non c’era. Andava a scuola in bici dalle elementari dato che la scuola era poco distante da casa sua, quindi la bici, all’età di 12 anni, era per lui come l’acqua per il fiume, come il miele per l’ape e Giulio non riusciva a darsi pace. Anche se ora usava la bicicletta di Paolo e quindi non era appiedato, non riusciva a spiegarsi la scomparsa della sua bici, finché un giorno si decise ad andare a denunciare alla Polizia il misfatto. “Faccia pure la denuncia” disse il poliziotto, “… per quello che può servire. Ne facciamo almeno venti al giorno da due mesi a questa parte, ma di biciclette scomparse nemmeno l’ombra. Con la sua, fanno 1201 biciclette scomparse o rubate”. Scompaiono i fiori Dai petali colorati E le farfalle che svolazzavano qua e là Come leggiadre fanciulle. Il mare chiude Nella sua rete d’ oro Pensieri infiniti e mille Voci. Il guizzo d’ argento Emerge dalle onde Poi un altro e Un altro ancora. L’aria ricca di gioia Si espandeva per le vie dei borghi E quella stella infuocata Meravigliosa e sfavillante Riscaldava tutta la Terra Sulla sabbia dorata Una conchiglia rivela I suoi segreti. Ora è tutto silenzioso si sente solo il rumore del vento tra le case Gli alberi sembrano fantasmi, solo rami secchi si muovono nel cielo, cupo e mesto. L’inverno, stagione fredda, dipinge la Terra di colori malinconici. Jeanine Khouribech 1°G Il sole… Orme sospette. Una sera, dopo cena, Giulio e Paolo escono in giardino e vedono brillare qualcosa tra le foglie. Sono orme luminescenti e fosforescenti che dal garage escono verso l’esterno, ma non sono solo orme di piedi strani, c’è anche la riga della ruota lasciata dalla bicicletta. Le tracce vanno avanti per un centinaio di metri, Paolo e Giulio le seguono fino al centro del campo di erba medica poi, improvvisamente, scompaiono e non si capisce dove siano finite. “Sembra quasi che abbiano preso il volo” dice Paolo girandosi verso il fratello, insieme alzano il mento per guardare in alto ma, appena inclinano la testa all’indietro, parte un urlo agghiacciante da tutti e due: “AAAAA HHHHHHH!!!” Improvvisamente sopra di loro appare un’astronave arancione, grandissima, grande quanto tutta la Piazza Tre Martiri, solo che era appena un metro sopra la loro testa. Si apre uno sportello dal quale esce un marziano arancione come la sua astronave, scende la Nel mondo c’è odio e distruzione ma domani il sole sorgerà. Nel mondo c’è fame e dolore ma domani il sole sorgerà. Nel mondo c’è mafia e malavita ma domani il sole sorgerà. Nel mondo c’è fumo e droga ma domani il sole sorgerà. Nel mondo ci sarà pace e libertà perché il sole sorgerà! Grandi Lorenzo IIIG Pensieri Autunnali Il giallo tramonto di inizio Ottobre, Fa capolino tra le foglie. Quel tramonto che ora è rosso E tra nubi di tristezza Scorre all’orizzonte. Lascia la natura sbalordita Con il ricordo dell’ estate ancora in mente. Intorno a me ancora profumo di pesche o… Forse no… no, no… Devo convincermi oramai che è lontano Anche il sapore dell’amato mare. Tosi Sofia II B scaletta e arriva davanti a Giulio e Paolo e lasciamo immaginare a voi come restano impietriti i due fratelli. “Tsalve, tsio tsono tsil tmarziano Graziano, tse vengo tsdal tspianeta Marte”. I nostri amici rimangono senza parole e Graziano continua a raccontare perché si trova lì, proprio come se qualcuno glielo avesse chiesto: “Tsle tsvostre tsbiciclette tsnon tsvanno tsbene tsu Marte, tsperchè i tscopertoni delle tsruote tsnon tsono tscompatibili con il tsnostro tsasfalto, tsinfatti tsappena le smettiamo a tsterra le tsruote si sciolgono. Ve le tsabbiamo tsriportate e non ci tsrivedremo tsper un tsbel tspò. Tsciao tsterrestri.” Finito di parlare Graziano sale sulla sua astronave arancione e via che se ne va facendo ciao ciao dal finestrino. ZZZZZZZ HHHHH e vola via velocissimo e silenziosamente. I nostri molto scossi restano nel prato a guardarsi negli occhi come a dirsi: “Hai visto anche tu quello che ho visto io?” “Che paura appena abbiamo visto l’astronave, ma che simpatico Graziano!” Cominciano finalmente a riprendersi dalla paura e a rilassarsi e si trovano nel prato che prima era una distesa di erba ed ora è diventato una vera e propria distesa di biciclette. Sì, proprio così, tutte le bici scomparse le aveva prese Graziano, ma le aveva riportate sulla terra perché su Marte non potevano circolare, ed ora le aveva lasciate tutte 1201, compresa quella di Giulio. Mario Goffredo Cardini III D Bullari Amanda I L Pag 5 LA NEVE, L’ALBERO IL SOLSTIZIO D’INVERNO. Tanto tempo fa il dio Eolo discusse con Zeus perché non voleva i fulmini con il vento. Zeus gli diede ragione ed Eolo si calmò. Egli continuò però a fargli dei torti come rubargli il suo cavallo, spaccare i vetri delle finestre e dare fuoco alla sua casa. Tutto avveniva perché a Zeus non andava bene che Eolo sposasse sua figlia. Dopo poco tempo, Eolo chiamò a sé tutti venti freddi dei Poli e, tendendo una trappola a Zeus, lo fece circondare dall’ aria fredda e così si congelò. Eolo era giovane e inesperto, infatti non sapeva che gli dei non morivano mai definitivamente e che Zeus sarebbe risorto! Quando Eolo lo seppe, si mise le mani nei capelli e , poichè i poteri di Zeus erano divenuti più forti, decise di scappare con sua figlia . Mentre salivano sul cavallo, Zeus lanciò contro di loro un fulmine e li polverizzò. Il suo piano era fallito. Passato un mese, a Eolo arrivò una lettera di Zeus con scritto: Caro Eolo,ti scrivo dalla mia reggia e ti consiglio di lasciar perdere, perché io morirei solo se la terra venisse distrutta, ed io so che tu non ne hai i poteri. Tanti saluti dal tuo acerrimo “nemico”. Eolo per alcuni giorni rifletté su cosa avesse voluto dire sottolineando la parola “nemico”, e si convinse che bisognava eliminarlo. Si diresse alla reggia, preparò una sfera bianca e quando Zeus arrivò, Eolo scagliò la sfera contro la terra. Per salvarsi e salvare la terra, scagliò dei fulmini incastrati tra loro e quando la sfera li colpì, si trasformarono in candidi chicchi bianchi che da Eolo vennero chiamati “chicchi di neve” perché la sua sposa, figlia di Zeus, si chiamava Neve. Meneghini Fabio 1° L L’amicizia L’amicizia è come la musica: due corde uguali nel suono che vibrano insieme anche se ne si tocca una sola. IL GELO Gli uccellini smettono di cantare, il sole splendente non riscalda più le foglie verdeggianti degli alberi cadono e ricoprono tutto il suolo… Il vento soffia forte e tutto si “rinchiude”… Gli animali vanno in letargo… e pian piano arriva, con la sua tristezza: il Gelo. GIULIA T. & GIULIA F. II H NASCE UN MITO: LA NEVE Molto tempo fa nel mondo, a Natale, non nevicava mai, ma grandinava. La gente diventava triste, furiosa e malata, non aveva più voglia di ridere e amare e il Natale si spegneva. La grandine faceva male, e le persone avevano la testa fasciata, le braccia rotte e i lividi sulla schiena. Persino gli animali erano feriti: i cagnolini avevano il muso schiacciato e i piccioni delle piazze le ali spezzate. C’era un’isola nell’Oceano Indiano, con pochi abitanti, fatta solo di steppe, deserti e praterie. In quest’isola abitava un ragazzo che faceva l’esploratore e si chiamava Leo. Stava studiando da anni il modo per salvare il Natale da quella tortura. Un giorno, mentre pensava, buttò un’occhiata alla sua lampadina ed ebbe un’idea meravigliosa. Uscì di casa e corse a comprare tante lampadine diverse: tonde, quadrate, colorate, flebili e accecanti. Poi le attaccò fuori dalla sua casa e alle case di tutto il suo paese e di tutta l’isola. Quando arrivò il Natale,con la sua grandine, non colpì l’isola di Leo: le lampadine scaldarono così tanto da ammorbidire la grandine e renderla soffice. Tanti fiocchi bianchi caddero dal cielo e vennero chiamati neve. Leo telefonò ai paesi di tutto il mondo per dare la grande notizia: da quel giorno a Natale tutto il mondo s’illuminò di lucine e dal cielo cadde la neve. Asia Mancini 1° L RE ARTU’ E I CAVALIERI DELLA TAVOLA ROTONDA… A MODO MIO C’era una volta in un regno molto lontano chiamato regno di Logres (Bretagna Azzurra) un cavaliere giovane di nome Piermaria. Questo cavaliere aveva compiuto grandi imprese con l’aiuto dei suoi amici, i più coraggiosi di questi erano il grande Federico e il mitico Sergio. Insieme avevano eliminato enormi e pericolosi draghi lottando fianco a fianco. Le loro gesta erano famose in tutto il regno tanto che un bel giorno il re li convocò a corte. Seduti intorno alla mitica tavola i cavalieri bevvero e mangiarono insieme al re e raccontarono delle loro gesta, il re era molto orgoglioso dei suoi cavalieri tanto che diede loro un nuovo importante e difficile incarico…ma questo lo racconteremo nella prossima puntata. PIERMARIA CELLAROSI II H LA COPERTA MAGICA Alcuni anni fa mi trovavo in vacanza con i miei genitori in un piccolo e sperduto paesino vicino a Mosca. Stavamo facendo un giro turistico della zona quando ci trovammo in un vicolo stretto e angusto,molto inquietante,costellato di tanti negozietti di antiquariato.Uno di questi ci attirò e vi entrammo.Vidi delle strane lampade ad olio in bronzo e terracotta,un mappamondo tutto d’oro, una lente d’ingrandimento fatta d’ottone e ricoperta di false pietre preziose;ma la mia attenzione fu colpita da una vecchia e usurata coperta, ricoperta da almeno due dita di polvere e dai colori tutti sbiaditi.La negoziante mi spiegò che si trattava di un oggetto unico e a suo dire fatato , appartenuto secoli prima ad una fattucchiera conosciuta in tutta Mosca per le sue “pozioni”miracolose.La chiesi in regalo ai miei genitori come souvenir ed essi, anche se meravigliati, non fecero obiezioni e me la acquistarono. Quando tornammo a casa, subito dopo averla lavata, la misi nel mio letto;era tanta la gioia di aver ricevuto quel regalo,che andai a dormire prima del solito. Il mattino seguente mia mamma venne a svegliarmi ma, non riuscì a trovarmi e si mise a urlare tanto forte il mio nome che mi svegliai. Inizialmente credevo stesse scherzando poi, assieme, appurammo che la coperta era in grado di farmi diventare invisibile! Così feci innumerevoli scherzi ai miei amici e nessuno di loro si accorse mai di nulla.Mi divertivo ad osservare le persone per la strada senza essere visto, potevo entrare al cinema senza pagare il biglietto,sollevavo oggetti lasciando tutti attoniti.Potevo fare qualunque cosa senza che nessuno se ne accorgesse! Quando però un giorno un gatto mi guardò e si mise a soffiare verso di me e un cane mi abbaiò, capii che gli animali potevano percepire la mia presenza o addirittura vedermi. Non detti peso alla cosa finchè un giorno non mi trovai faccia a faccia con un enorme pitbull che mi si scagliò contro strappando la coperta a morsi e infine portandosela via. Non la ritrovai più ma fui contento di essere vivo. L’anno seguente tornammo in vacanza in Russia e andammo a vedere in quello stesso negozietto, che però era stato demolito. Inizialmente rimasi deluso, poi pensai di essre stato molto fortunato a possedere,anche se per breve tempo, un souvenir così unico. Fazi Davide 2 I febbraio 2007 A SCUOLA SOLO BOTTE DA ORBI? CERTAMENTE NO ANCHE TANTI BACI E CAREZZE!! Ci chiediamo perché la ‘fama’ di questa scuola si debba diffondere solamente perché ci sono alcuni ( per fortuna pochi) nostri amati amici bulli che fanno a botte un giorno no e tre sì!!! Ci piacerebbe anche che un giorno comparisse un titolo in prima pagina su un quotidiano qualsiasi, del tipo: “Alle “Bertola” di Rimini si è registrato il un numero più elevato di coppie di innamorati di tutta la Romagna!!!”. Non sarebbe bellissimo!?!? Pensateci un po’, infatti alle ‘Bertola’ abbiamo innamorati di tutti i tipi. Ci sono coppiette, con due alunni di classi diverse, che attendono l’intervallo per potersi vedere; ci sono quelle che all’apparenza sembrano tre metri sopra il cielo, ma che in realtà hanno un po’ di problemi amorosi; e ci sono invece una marea di amori che durano poco, dove dopo la fine dalla loro storia gli innamorati non si possono nemmeno vedere!!!! Pensiamo che ormai anche voi vi siate stufati di sentire parlare di questa specie di “gladiatori” del 2006, e che vi piaccia sentire le voci dei “piccioncini modello 2006”, quelli che inventano scuse di tutti i tipi, anche le più banali, per potersi vedere tutti i pomeriggi con il proprio innamorato, o innamorata (e chi non l’ha mai fatto?). Insomma l’amore è una cosa bellissima, soprattutto alla nostra età, quando i sentimenti iniziano ad essere dei veri sentimenti ‘cotte’ da medie!! GIULIA F. 2°H & YLENIA N. 2°C LE MIE GIORNATE Io, come tutte le ragazze della mia età, ho giornate colme d’impegni e di divertimenti. La mattina mi sveglio presto in modo da fare una doccia per rinfrescarmi per poi partire da casa, andare a scuola pronta per affrontare una giornata piena e stancante. Salgo in bici e, dopo essere passata a prendere tutte le mie amiche, mi avvio verso scuola. Dopo cinque ore stancanti e noiose, arricchite da alcune risate e qualche parola nelle ore più leggere, esco da scuola soddisfatta e colma di gioia pensando che c’è un intero pomeriggio che mi aspetta. Vado a casa, mangio in fretta e furia per andare a fare i compiti, altrimenti non farei a tempo ad uscire con gli amici e, successivamente, ad andare all’allenamento di pallavolo. Dopo avere studiato tutto ed essermi avvantaggiata per i giorni successivi, mi preparo per esser pronta quando i miei amici mi passeranno a prendere. Così finalmente è ora di prendere la bici ed andarsi a divertire ridendo e scherzando con persone che conosco da una vita, alle quali sono sempre stata affezionata e a cui voglio veramente bene. Dopo avere fatto una bella biciclettata ci andiamo solitamente a riposare da chi abita più vicino al punto in cui ci troviamo e dopo avere riempito lo stomaco e riposato la mente, ripartiamo e di solito arriviamo alla nostra meta. Ora, però, arriva il brutto,infatti dobbiamo tornare indietro. Ma grazie a due o tre elementi troppo simpatici e sempre con la battuta pronta che ci fanno ridere, riusciamo ad arrivare sempre belli freschi a casa. Dopo essermi data un’altra sciacquata sotto la doccia , preparo la borsa per l’allenamento. Con giornate così, quando si arriva a sera, tutti si è un po’ stanchi e poi dopo tutte quelle “rullate” e tutti quegli scatti che ci fa fare il nostro allenatore quando facciamo errori banali…… Appena finisco di cenare, mi vado a sdraiare nel letto e finalmente la mia mente non ha più impegni. Morolli Elisa 3°G Io... Io... e Pag.6 NON E’ FACILE ESSERE ADOLESCENTI Io in famiglia ho molti problemi e i principali derivano dal rapporto con i miei genitori a causa dell’ incomprensione, della poca fiducia e della continua colpa che mi attribuiscono ogni volta che succede qualcosa. Io vorrei che mi ascoltassero e mi comprendessero, invece partono subito con conclusioni affrettate, ripensando a quanto facevo da piccolo. Io ormai sono un adolescente cresciuto e maturato. I miei professori a volte mi capiscono e mi comprendono mentre altre volte sembra che mi escludano e mi ignorano. Quando mi comprendono, sento che mi danno attenzione e quindi cerco di non deluderli, invece con quelli che mi escludono che “mi vengono contro” sento che non riuscirò a impegnarmi a fondo e quindi con loro ho un atteggiamento di rifiuto. VIOLENZA AD UN BAMBINO DOWN Il fenomeno dilagante del bullismo di oggi Si è molto parlato in questi giorni di come un gruppo di 4 ragazzi poco più grandi di me abbiano picchiato un loro compagno, più debole e incapace di difendersi. Che ci siano ragazzi che hanno un atteggiamento aggressivo,questo si sa ,ma di solito la loro aggressività la sfogano solo su ragazzi più deboli di carattere,che li temono e loro si sentono forti anche solo nello spaventarli. Qui a Rimini però non è mai successo un episodAio come quello di Torino. Che cos’è che rende aggressive queste persone? Non è certamente in questo modo che dimostrano di essere dei “duri”; lo sarebbero veramente se avessero il coraggio di misurarsi con gente più forte di loro, ma così dimostrano solo di essere dei codardi,perché il coraggio non ce l’hanno, comportandosi da vigliacchi che si fanno forza solo in mezzo al gruppo. Sono convinto che, una volta riconosciuti colpevoli, davanti ai carabinieri si siano messi a piangere per la paura. Questo perché, sicuramente, fino ad allora non si erano resi conto della gravità del loro atto che consideravano una cosa di poco conto, una bravata. Ma persone che si comportano così, in che famiglie vivono? Possibile che in casa siano sempre bravi ragazzi? Il fatto poi che una persona presente abbia filmato il fatto e abbia poi pensato di trasmetterlo su internet, mi fa capire in quale considerazione tenessero la vita di quel ragazzo diverso sì, ma non per sua scelta. Probabilmente trovano comico uno spettacolo in cui un debole soccombe alla violenza di gruppo! Ma la cosa più grave è che il ragazzino debole è anche un ragazzo afflitto dalla sindrome di Down. I genitori di questo ragazzo erano all’oscuro del fatto avvenuto e penso che la cosa li abbia resi ancora più tristi visto che il figlio ha dei problemi e che i compagni, invece di aiutarlo a inserirsi nella società, lo usano per macabri giochi. VANNUCCI RICCARDO III F Quando sono rifiutato, non mi impegno come dovrei perché vedo che non mi comprendono. Se alzo la mano per partecipare alla lezione, pensano sempre che devo andare al bagno e, se devo andare veramente al bagno, mi controllano. Riguardo agli amici, ho molte cose da dire. I miei migliori amici sono quelli con cui vengo a scuola.Li conosco dalle elementari quindi ci sono più legato. Quelli che ho in classe, in prima non mi apprezzavano molto e mi consideravano un po’ matto e così mi escludevano. L’ anno scorso ho imparato a farmi apprezzare e ora mi considerano parte del gruppo. MONTI STEFANO III H Bulli e pupe…… Cos’è il bullismo?? Il termine bullismo è la traduzione italiana dell’inglese bullying e si intende un insieme di comportamenti aggressivi messi in atto da una persona nei confronti di un’altra. Alla base di questo fenomeno c’è un forte desiderio di intimidire con parole o azioni una persona fragile e indifesa, la cui sofferenza provoca una certa soddisfazione. Il bullismo si manifesta in tre forme: l’aggressione fisica, verbale (minacce, insulti, intimidazioni, disprezzo per differenze razziali o sociali) e una serie di violenze indirette (diffusione di storie offensive o di pettegolezzi, esclusione dai gruppi di amici….) Al contrario di quanto pensano molti, si tratta di un fenomeno sociale molto diffuso la cui gravità viene spesso sottovalutata. Questo problema è di grande importanza, non solo per le persone direttamente coinvolte (il bullo, cioè il persecutore, e la vittima), ma anche per le rispettive famiglie e per gli insegnanti, i coetanei e i compagni di scuola. Se è vero infatti che il bullismo propriamente detto nasce in ambienti chiusi, come la scuola, non sono rari gli episodi di violenze anche al di fuori. ( chi dipinge sui muri, chi impenna in motorino, chi compie piccole rapine ai danni dei più deboli). Lo scopo? Farsi vedere, magari apparire sul giornale della città, per essere eroi per un giorno. Per fare in modo che tutto questo non avvenga, io penso che si dovrebbe affrontare in classe l’argomento, favorendo l a discussione tra noi ragazzi. Anche i nostri genitori dovrebbero essere coinvolti nel tentativo di risolvere eventuali conflitti pacificamente, con la discussione ed il confronto Secondo me, il bullismo è come un ”abito” già pronto, facilmente indossabile da chi non ha altre risorse o non trova altri modi per diventare visibile. . GIADA MURATORI 3°C BABBO, TI VOGLIO BENE Mio babbo é una persona molto gentile però, quando si arrabbia, fa delle urla che fanno tremare la casa. E’ abbastanza alto ed ha gli occhi castani come i capelli, mossi come il mare in burrasca. Posso dire che quando ero piccola piccola ero identica a lui: stessa carnagione e stessi lineamenti. Lavora in una carrozzeria e torna a casa alle 7:00 di sera; é una sua abitudine, quando rientra, andare a curiosare nel frigo per cercare da mangiare e mia mamma lo sgrida sempre poiché dice che ceneremo subito dopo. Una passione di mio babbo é il calcio; lui va tutti i Sabati a vedere le partite del Rimini, qualche volta con me altre invece con mio fratello. Lui non si limita a guardare solo le partite ma gioca anche, nonostante tutti gli acciacchi che ha…. e forse questo spiega da chi ho preso la passione per gli sport. Mio babbo é una persona positiva e quando sta con noi é sempre sorridente, a parte quando lo facciamo arrabbiare, però ogni 15 Aprile dell’anno si immalinconisce perché si ricorda di sua madre che non c’é più e ci soffre tanto. Il sabato e la domenica, quando non abbiamo impegni particolari lui é tutto per noi e con la sua fantasia inventa tanti gioco per farci divertire. Io quando sto con lui mi sento protetta. Mio babbo dice sempre che sono la sua principessa e, siccome sono nata per prima, lui mi porterà sempre nel cuore con una gioia particolare e infinita. LINDA PIGOZZI 1^ C PERSONE IMPORTANTI PER NOI RAGAZZI I MIEI NONNI I miei nonni materni si chiamano Rita, soprannominata “Nonnina”, e Benito, soprannominato “Benny”, Quelli paterni sono la nonna Irene ed il nonno Enzo, che però è deceduto quando io non ero ancora nato. Mia nonna Rita fa la casalinga, ma riesce a lavorare con fatica e dolore a causa del tendine rotto in una spalla. Il nonno Benny è pensionato, ma lavora sempre molto, a casa, aiutando la nonna nei lavori domestici; di solito è lui che si occupa di cucinare le cose alla griglia, come il pesce o la carne, che spesso cucina anche per noi. E’ bravo anche in tanti lavori manuali: come quelli da falegname, meccanico, tant’è che spesso è lui che ci aggiusta le biciclette; se serve fa anche il giardiniere. Mia nonna Rita, che ha il pollice verde, ama piantare fiori e piante nel suo giardino, questo ci crea dei problemi perché quando andiamo da lei ci “tormenta”dicendoci di non giocare con la palla per paura che le pinte si possano rompere. Ora che si è trasferita nell’appartamento al piano di sopra, e ci sono due balconi, li ha riempiti con cosi tanti fiori che sembra una casa di montagna. La nonna Irene ha sempre fatto la sarta, ed ancora oggi, che ha settantadue anni, confeziona gli abiti per le sue clienti, anche se sono un po’ diminuite perché la nonna ha avuto dei problemi di salute, come il mal di schiena, problemi alla vista e ad una gamba. Mi piace comunque andare da lei, perché ha sempre qualche “pensierino dolce” da offrire a me e a mio fratello e quando ci invita a pranzo o a cena a casa sua, ci prepara sempre le patatine fritte; noi in cambio le offriamo un po’ di coccole e compagnia perché è sempre da sola. I miei nonni sono come degli amici-compagni di gioco con i quali mi diverto, sono sempre per me dei consiglieri dei confidenti, dei testimoni della storia passata e dei fatti accaduti nella nostra famiglia e nel mondo; sono una fonte di aiuto e di rifugio in caso di bisogno, sono una fonte di amore e di affetto che ti aiuta quando sei in difficoltà. Avevo anche una bisnonna paterna, Norina, che è morta non molto tempo fa. Abitava S. Arcangelo di Romagna, ma purtroppo non riusciva più a capire certi ragionamenti a causa della sua avanzata età. Noi potevamo trascorrere poco tempo con lei, a causa anche della distanza della sua casa dalla nostra, ma quest’anno non mancherò di andare a trovarla al cimitero con la mamma ed i nonni. Questi sono i miei nonni, e non vorrei mai perderli ! LUCA GENGHINI II°H Io... Io... e febbraio 2007 Il parente che preferisco Io ho tantissimi parenti. Li ho di tutti i tipi: magri, grassi, belli, buffi, simpatici,antipatici,grandi,piccoli; c’è chi fa gli incidenti con il motore, ci sono quelli che invece preferiscono andare in bicicletta, chi fa la permanente, chi va a caccia di uccellini… Il parente di cui sto per raccontare, è lo zio Raffaele. Lo zio Raffaele è tra i parenti che preferisco, perché è una persona simpatica, divertente e buffa. E’ il marito della sorella del mio papà. Ha una faccia tonda con le guance un po’ paffute. Non ha molti capelli sulla testa, ne ha soprattutto sui lati; sono di colore castano come i suoi occhi. E’ abbastanza nervoso e mangia molto. Quando io e la mia famiglia andiamo a mangiare insieme alla famiglia dello zio, di piadine io ne prendo solo una con del salame, mentre lui si riempie il piatto con tre o quattro piadine ripiene di insalata, prosciutto e formaggio o farcita di pomodorini, radicchio e stracchino. Come lavoro fa l’infermiere insieme alla sorella del mio papà, la zia Roberta. Loro hanno due figli; uno che ha la mia età e Francesca che ha tre anni in più di me. Tra poco ne avranno tre, perché la zia è incinta. Lo è da poco e non si sa se il bimbo è maschio o femmina; il bimbo che nascerà sarà il mio decimo cugino. Lo zio Raffaele ci copia anche tantissimi DVD, soprattutto di cartoni animati e i film che escono da poco, infatti a Natale dell’anno scorso mi ha regalato “Alla ricerca di Nemo”, mi ha copiato anche “Madagascar”,“Le cronache di Narnia”,“Spiderman 2”, “Cars” e molti altri. Lo zio Raffaele è uno dei miei parenti preferiti, perché è gioviale e divertente. SARTI VALERIA I l Pag7 Consigli per un look “ da sogno” Tutte le ragazze vestono alla moda per piacere e farsi piacere. Anche il centro di Rimini è ricco di vetrine di negozi d’accessori. Il nostro più grande passatempo, come potete immaginare, è lo shopping. Per comprare e spendere soldi nell’ambito della moda occorrono solo due magnifici occhi dolci : i genitori non resistono ai nostri occhioni così grandi e pieni di amore . Mamma e papà non sapranno rinunciarci e quando gli chiederemo dei soldi sarà inevitabile ricevere qualche spicciolo, si fa per dire. Così inizia la strada verso una giornata di puro shopping. I vestiti più IN portano firme ovunque e sono splendidi. A noi adolescenti un nuovo look può conferire un’autonomia maggiore,ma tutto ciò ha un prezzo : le firme più popolari, che fanno tendenza, mostrano cartellini che fanno paura a tutti. Però in questo articolo fingiamo di essere come Paris Hilton : molto ricche. Un paio di Jeans con gli strass sono irresistibili e ancor di più a vita bassa. Consiglio n°1 : cercate la taglia che si addice perfettamente al tuo corpo. Finalmente puoi indossare qualcosa che ti sta a pennello. Consiglio n°2 : guardate più canali possibili sulla moda, prendete spunto e create il vostro look perfettamente in sintonia con l’abbigliamento del momento. Consiglio n°3 : più che un consiglio è un avvertimento, non mostrate il guardaroba a vostra sorella o fratello, lo dico per esperienza vi ruberanno il look. Gli effetti collaterali saranno più persistenti se i vostri “adorabili” fratellini sono più piccoli : cercherà di corrompere i genitori, e questo è un trucco che usate voi e nessun altro. Consiglio n°4 : gli accessori come anelli e braccialetti luccicanti attireranno gli occhi di un possibile ammiratore. Attenzione in questo articolo ci potrebbero essere effetti collaterali : non siamo Paris Hilton e i vostri genitori non vi faranno mai indossare una minigonna da urlo. Viola Fraternali 3°A 123456789012345678901234567890121234567890123456789012345 123456789012345678901234567890121234567890123456789012345 123456789012345678901234567890121234567890123456789012345 123456789012345678901234567890121234567890123456789012345 LA SCUOLA MEDIA timori e realtà Alle elementari le mie insegnanti mi dicevano che la scuola media era un luogo dove gli insegnanti si arrabbiavano facilmente per qualche errore, perché hai dimenticato per la prima volta un libro, quando hai fatto male un esercizio o quando non hai risposto a della domande. Invece ho scoperto che si arrabbiano molto solo quando fai errori veramente grandi, tipo quando hai dimenticato molti libri e non è la prima volta, quando non hai fatto tutti i compiti e sono parecchie volte che non li fai. All’inizio io credevo a quello che dicevano e il primo giorno di scuola alle medie ero agitatissimo. In quel giorno ho conosciuto il professore di Educazione fisica, la mia professoressa di tecnologia e di disegno tecnico e il mio professore di Educazione artistica, insieme ai miei nuovi compagni di scuola. Ora sto facendo amicizia con tutti loro . I compiti sembrano difficili ma in verità, se ti metti di impegno e studi, li fai in pochissimo tempo e a scuola prendi anche buoni voti. Io sino ad ora sono sempre andato bene,a parte qualche insufficiente in tedesco e in musica. Nel giardino non ci fanno mai andare perché dicono che siamo in troppi e ciò è vero perché in classe siamo ventiquattro, la nostra è la 1° più numerosa della scuola. Io continuerò a dare il meglio di me e chiederò l’appoggio dei professori, dei miei parenti e dei miei amici per andare bene in questi tre anni di scuola di scuola media , ma lo chiederò anche negli anni di studio successivi. In conclusione sono soddisfatto di frequentare la scuola media, perché questo vuol dire anche che sto diventando più grande VALERIANI MATTIA 1° C. LA MODA DI IERI E DI OGGI MIO FRATELLO MATTEO Ciao, mi chiamo Martina e ho 12 anni, oggi vi voglio descrivere mio fratello Matteo che ha cinque anni e mezzo. Matteo è abbastanza alto, magro, ha gli occhi azzurri, i capelli castani, le orecchie piccole, la bocca sottile con la quale fa molte smorfie e il naso a patatina. Di solito la mia mamma lo veste con dei pantaloncini e delle magliette che lo rendono molto bellino e carino. Lui è socievole, simpatico, generoso e a volte con le persone che non conosce è timido. E’ anche molto coraggioso perché ogni 20 giorni fa una puntura per lo streptococco che è una malattia che ha avuto un anno fa. Di solito mi fa arrabbiare o perché prende le mie cose e poi le rompe o anche perché, quando faccio i compiti, viene nella mia camera e mi disturba, infatti in quei casi mi verrebbe voglia di ucciderlo!!! A Settembre ha iniziato la scuola elementare e sembra che gli piaccia frequentarla, soltanto che non ha voglia di fare i compiti a casa. Quando la mia mamma di pomeriggio, esce, i compiti a quel monello glieli devo far fare io, a me piace perché così faccio un po’ la maestra, ma lui, invece, sbaglia apposta a scrivere le paroline, così io mi arrabbio e lui comincia a ridere. Però devo dire che con lui mi diverto molto perché giochiamo insieme a palla, in bicicletta e quando è arrabbiato mi fa morire dal ridere perché fa una faccina cattiva. Matteo ha molti amici come Alex, Thomas e Gianluca con i quali si diverte a fare la lotta come i “POWERS RANGER” che è il suo cartone preferito. Tutte le mattine la mamma, per alzarlo glieli deve fare vedere, così si distrae e la mamma gli dà la colazione. Infine dico che è bello avere un fratellino, anche se a volte mi fa proprio arrabbiare!!! Capitaneo Martina II H La moda al giorno d’oggi è molto cambiata rispetto agli anni 60 e 70, ad esempio, i capelli a caschetto, i vestiti con i fiorellini e con il colletto che ti arrivano fino alle ginocchia ,non vanno più di moda; oggi, invece, ai capelli si fanno le mesches di tutti i colori, rosse, gialle, verdi, viola,ecc. e invece di tenere i pantaloni a vita alta, adesso sono tutti a vita molto bassa, non solo in estate ma anche in inverno, non rendendosi conto che in questa stagione ci si può ammalare molto facilmente tenendo la pancia di fuori.. Non parliamo solo di questo, ma anche delle scarpe. Ormai per fare questa scelta , bisogna rimanere dentro a un negozio più di un’ora, per vedere quali sono le più comode, le più belle , le più trendy e, soprattutto, quelle che sono più alla moda; prima non si faceva caso a quanto fossero belle, ma a quanto fossero comode e a quanto si risparmiasse, invece oggi con l’uscita delle All Star,tutte decorate come alberi di Natele,il prezzo non conta, ma basta solo calzarle per fare una bella figura. Il problema però non è solo questo, ma anche degli zaini, infatti, oltre alle scarpe, adesso bisogna avere anche lo z a i n o fashion.Usciti quelli dell’Eastpak,infatti tutti, come una mandria impazzita sono andati a comprarli e, in men che non si dica,dopo neanche mezz’ora vedevi già questa moda . Ma tutto questo per noi è niente, perché vogliamo ancora e ancora di più perché siamo molto viziati, in particolare se paragonati con tanti bambini che lavorano dalla mattina alla sera solo per un pezzo di pane, in tante parti del mondo, Il mio consiglio è quello di non spendere i soldi in delle stupidaggini, ma di usare la testa. Simona M.III H Elisabeth E. III A SE UN GIORNO IN DISCOTECA… Chi alla nostra età non freme dalla voglia di andare in discoteca ???? Entrare nel mondo dei più grandi ti fa salire l’adrenalina e la voglia di ballare si impadronisce di te. Entri, in quella sala immensa decine e decine di coetanei si divertono con gli amici, le ragazze ballano e i ragazzi si aggirano per le piste in cerca della ragazza “giusta”. Questa prima immagine può far pensare di essere entrata in una sottospecie di zoo, ma poi decidi di “buttarti” ed iniziare quella serata che hai sognato per molto tempo e che vorresti fosse magica e indimenticabile. In quei momenti ti senti splendida e nessuno può abbattere il tuo orgoglio; ti guardi allo specchio e pensi com’eri qualche anno prima con le tue guance paffute e la tua statura poco elevata e quasi non riconosci la bella ragazza che sei diventata. Dopo un po’ la musica ti è entrata in testa e muori dalla voglia di sederti un attimo per riprendere fiato ma, proprio quando ti stai dirigendo verso i divanetti, una serie di luci si accendono e lampeggiano velocemente facen- do sembrare tutti dei robot che si muovono a scatti. Questa visione ti crea ancora più confusione del dovuto, ma non puoi tirarti indietro proprio adesso….. quello carino è appena entrato in pista!!! Quindi… si aprano le danze!!! Cerchi di incrociare lo sguardo del tipo, mentre lo studi nei minimi particolari: moro,occhi azzurri,alto 1,75 e naturalmente… firmato dalla testa ai piedi!!! Cerchi di non essere incantata su quella figura giudicata “perfetta” e continui a ballare, ma proprio quando il tipo ti è passato di mente ecco che alzi lo sguardo e lo vedi proprio lì: davanti a te. Se prima avevi cercato di incrociare il suo sguardo ora hai la sensazione di trovarti nel posto sbagliato al momento sbagliato. Canzone dopo canzone balli con quel ragazzo, come se lo conoscessi già da molto tempo; in lontananza vedi le tue amiche che si divertono e ti riprometti di ballare solo un’altra canzone in compagnia di quel bel ragazzo per poi tornare dalle altre a bordo pista. Tutte le tue amiche iniziano a riempirti di domande chiedendoti Mia nonna Wally Per me, mia nonna Wally, è una persona speciale; oltre a volere bene e a curare suo marito e la sua famiglia, aiuta altre persone: portando le comunioni agli ammalati, presentando servizio in chiesa, andando a trovare le sue amiche quando sono in momento difficile e, loro si fidano di lei e, molto spesso, chiamano mia nonna, anche solo per scambiare due chiacchere tranquillizzanti. Mia nonna è sposata con mio nonno da ben quarantotto anni!!! Lei mi dice sempre che per mandare avanti un matrimonio così a lungo, bisogna avere molta pazienza e lei dice che con mio nonno, di pazienza ce ne vuole fin troppa!!! Mia nonna non è più tanto giovane, ma lei non sta mai ferma un minuto e, con la suo bici, va a destra e a sinistra, su e giù, a fare la spesa, in chiesa, a trovare sua mamma (di 98 anni!!! Che è la mia bisnonna ) fa visita a sua sorella, insomma sembra una ragazzina tutto pepe. Altro grande pregio di mia nonna (e questo mi interessa molto da vicino) è la sua cucina, ottima, superba, prelibata, inimitabile. I suoi piatti tipici sono dell’Emilia-Romagna, tagliatelle, lasagne, ravioli. E poi ci sono i secondi o cotolette o coniglio o pollo che mi fanno esaltare le papille gustative. Ma la cosa che le riesce meglio ai fornelli sono le patate arrosto, sono le migliori dell’universo!!! Fisicamente ha un po’ di pancia, ma si può accettare visto i piatti che prepara. In altezza è piccolina visto che è più bassa di me di un centimetro. Ma questo non cambia il mio affetto, lei è una super-nonna e le vorrò sempre un mare di bene!!! Federico Mulazzani II° H dove sei stata tutto quel tempo… Finito “l’interrogatorio” ti rendi conto di non sapere niente del ragazzo con cui hai ballato prima…Giusto il nome… ti sembra si chiamasse Filippo, ma anche di questo non ne sei sicura. Pensi a quanto sei stata stupida per non avergli chiesto il numero di telefono quindi ti dai alla ricerca di questo famoso Filippo. Proprio quando ti stai dando per vinta ecco che lo scorgi di sfuggita, ti ostini a seguirlo, provi a chiamarlo ma la musica è troppo forte perché ti senta. Inizi a correre ma senza risultati, fino a che lo perdi completamente di vista. Abbattuta ritorni dalle solite amiche ma poi ripensi ai bei momenti passati e quindi ti viene da sorridere. Vorresti stare lì in pista ancora molto tempo ma guardi l’orologio…è diventato troppo tardi!!! Sicuramente i tuoi genitori ti stanno già aspettando fuori dal locale. Chiami le tue amiche e le inviti ad avviarsi verso il guardaroba per poi uscire tutte insieme, felici e con un bel ricordo. Giulia e Cecilia IIIC Io... Io... e febbraio 2007 UN’AVVENTURA INASPETTATA Era una domenica pomeriggio e mi trovai sull’auto dei miei genitori. Questa era una gita, non ne facevo molte, anzi mai: le gite non mi entusiasmavano affatto, anzi preferivo restare comodo sul divano a vedere la televisione. Arrivati ad uno strano parcheggio, dopo aver superato un serpentone di curve, vidi davanti a me tanti alberi, con in mezzo una piccola stradina serrata. Ogni tanto, nel tragitto, mi giravo perché mi sembrava di essere osservato da quelle mura verdi. Inaspettatamente il bosco finì e mi si mostrò davanti un grandissimo castello con torri alte fino al cielo, protetto da mura ciclopiche. Quando lo vidi, l’emozione prese il sopravvento e i miei occhi s’illuminarono come lampioni. Mi affrettai ad entrare, un portone gigante era spalancato, dietro a questo ci attendeva un signore che ci disse di entrare: era la nostra guida. Pag.8 E’ARRIVATO IL MOMENTO DI PRENDERSI DELLE RESPONSABILITA’ Bisogna riconoscere che l’adolescenza è molto diversa dall’infanzia: i litigi diventano sempre più frequenti e, mentre prima la casa era il nostro “rifugio”, ora è solo un luogo come un altro, forse anche meno importante. Oppure, spesso, a casa ci sfoghiamo con in nostri genitori e fratelli per quelle che, secondo noi, sono vere e proprie “ingiustizie del mondo”. E ancora, tutto ad un tratto, misteriosamente, incominciamo a mangiare sempre di meno, sostenendo che avere una buona forma è diventato, ormai, di moda; a preoccuparci per due o tre brufoli sul naso che, fino a qualche giorno prima non esistevano e a lamentarci col farmacista, incapace di dare i prodotti “che funzionano veramente”. E, tra tutte queste cose, prima, la responsabilità! Una parola che, detta così, sembra un nonnulla ma che poi ti accorgi che diventa un fardello sempre più pesante da sostenere. La responsabilità: molti, probabilmente, non ne hanno mai sentito parlare, altri, invece, non ne possono già più perché, ogni volta che viene fatto qualcosa di sbagliato, ritorna quella parola, ogni volta più tagliente. La responsabilità: la gestione di tutto ciò che fai, il prendersi le sgridate ogni volta che qualcosa non è andato come volevamo noi, qualcosa di imprevedibile. Molto spesso nei film e, a volte, anche nella realtà sentiamo dire:”Mi prendo io questa responsabilità”. Certo, all’apparenze, una frase da nulla ma che, sotto, sotto cela mille segreti di ogni tipo pronti ad essere svelati quando diventi adolescente. Allora riesci a gestirti da solo, ad organizzarti, e a fare in sole due settimane, quello che, solo poco tempo prima, non saresti riuscito a fare nemmeno in un mese. Ecco, a quel punto, potrei dire: “Ora sono davvero pronto per affrontare il mondo, con tutti i suoi ostacoli e i suoi imprevisti, sono pronto a trasformare la mia vita in un’avventura, avvicinandomi, gradino dopo gradino, alla meta: diventare una persona con scopi ben precisi e sempre consapevole di ciò che fa e di ciò che l’aspetta”, ecco spiegato il concetto di “responsabilità”. Quindi ora, ragazzi, fatevi avanti e cercate un modo per dimostrare a tutti, e non solo a voi stessi, che siete cresciuti, finalmente, scavate dentro di voi e tirate fuori quella parte pronta a diventare “adolescente”. TRE GIORNI INDIMENTICABILI Grande emozione e forte tensione sulla pista da ballo Tre volte alla settimana, sin da quando eravamo piccole, io e Federica andiamo a danza . E’ una passione che è iniziata per gioco, poi però, é diventata un’attività sempre più impegnativa. L’anno scorso in primavera i nostri insegnanti, Daniela e Ferdy, ci hanno comunicato che ad ottobre avremmo partecipato al concorso: “Danza SI’” a Roma. Passata l’estate ad allenarci, finalmente è arrivato il momento di partire, così , il 6 ottobre , tutto il nostro gruppo si è ritrovato alla stazione ferroviaria, con armi e bagagli, pronti per partire. DESTINAZIONE ROMA: ELISA BRUSCHI 3°H COME VORREI ESSERE MAGGIORENNE! UNA DIFFICILE ADOLESCENZA C’erano corridoi, scale, porte dappertutto; la guida si affrettò a dirci di non addentrarci nel castello da soli perché era molto pericoloso, ma io non lo ascoltai e imboccai il primo corridoio che trovai. Con la curiosità che ardeva come fuoco e il cuore che si era bloccato per l’emozione, esplorai un corridoio: c’erano tanti ritratti dai mille colori che stavano appesi non con chiodi, ma con l’amore per la pittura. Continuando a camminare per quel corridoio ebbi la stessa sensazione di essere in una foresta; ma ce n’era anche un’altra: ovvero che le pareti si stessero stringendo sempre di più, allora con il groppo in gola corsi fino alle scale più vicine. Lì era tutto buio, ma avevo una torcia, la accesi e appena la luce gialla si mostrò mi consolò. Subito dopo però mi accorsi di essere in una prigione, la paura mi esplose dentro come un fuoco di artificio; però la curiosità mi spinse a rimanere. La torcia era puntata sulle sbarre e dentro la cella vidi un diario, la porta era aperta e ci entrai presi lo scritto e incominciai a leggerlo. Girai la prima pagina e mi accorsi che il tempo aveva cancellato le parole allora provai a immaginarmi la storia del carcerato. Era un nobile guerriero, il suo popolo lo stimava molto. Un giorno, però, lui e il suo popolo furono attaccati dalla potente forza militare del castello. Fra piogge di frecce e fiumi di sangue il nobile perse e tutta la sua città venne annientata. Osservando il diario vidi che era tutto giallo, era molto sporco, però notai anche una parola in neretto, l’unica, il nome del carcerato: JACK. Siccome quel testo era lì da tempo decisi di prenderlo e di portarlo con me a casa; però dovevo ritrovare anche i miei genitori, allora presi il cellulare e chiamai mia mamma, lei era disperata e anche arrabbiata mi chiese subito dove fossi, io glielo dissi subito e dopo dieci minuti arrivarono. I miei genitori mi misero in punizione, ma io mi ero divertito troppo per essere triste. Luca Olivieri I° A CON PARENTI APPICCICOSI! -Come vorrei essere maggiorenne!- Questa è un’affermazione che sorge tra molti adolescenti quando si sentono grandi ma sono trattati da bimbi piccoli. Anche a me capita spesso, infatti, quando sono entusiasta di qualcosa che ho fatto, che mi richiama l’essere grandi (come un compito in classe andato bene, un’azione sportiva molto bella…), che arrivano i parenti a congratularsi dicendomi: -Pucci, pucci! Com’è stata brava la nostra stellina!!!. Poi mi riempiono di baci, lasciando sulle mie guance segni disgustosi di rossetto al profumo d’arancia, di fragola, di ciliegia…;questo succede per le zie e le nonne, ma con i loro mariti è ancora peggio: mi punzecchiano con le loro lunghe barbe puntigliose lasciandomi puntini per tutta la faccia. In questo modo loro si divertono, almeno credo, mentre non si accorgono che distruggono drasticamente il mio orgoglio: difatti si comportano come fossi una bambina di 2 anni. Cosa vorrei fare a 18 anni? Beh ecco: vorrei essere autonoma, senza parenti appiccicosi che mi sbaciucchiano per ogni cosa che faccio. Vorrei divertirmi con i miei coetanei. Studiare per diventare maestra d’asilo. Vorrei aiutare i più bisognosi (i poveri, i down) della mia parrocchia, facendo volontariato. Sicuramente non vorrei fumare, andare in discoteca come fanno molti che si lasciano prendere dalla moda. Però a pensarci bene, non sono molto pronta per queste decisioni dato che ancora non so che liceo scegliere, devo prepararmi fisicamente e psicologicamente. Credo che se un giorno mi troverò in mano una bacchetta magica, penserò due volte prima di trasferirmi nel futuro, ma farò sparire i parenti appiccicosi. Una guardatina nella sfera magica per veder cosa farò quando avrò 18 anni la darò sicuramente; ma quando tornerò alla realtà, cioè a 13 anni, penserò che è molto meglio vivere nel presente, senza anticipare i tempi. Anna Zavatta III C COME DISTRUGGERE UNO ZIO Ha i capelli corti, pettinati all’indietro, luccicanti di brillantina e di creme speciali per la cute. Il collo, le guance e le basette sono sempre rasate con la massima cura, precisione e cosparse da pomate per ammorbidire la pelle. I suoi denti sono scintillanti, bianchi e regolari. È alto, asciutto, con la pelle scura che lo rende simile ad un’aringa affumicata. L’aspetto, secondo il suo parere, è fondamentale. Trascorre ore a spalmarsi unguenti, a pettinarsi, a controllare che ogni singola parte del suo corpo risplenda di pulizia e candore. Questo signor perfezione è mio zio, che quest’estate era venuto a trascorrere un week end a casa mia, insieme al figlio e a quintali di barattoli, contenitori, tubetti, accatastati nel mio piccolo bagno, diventato identico ad un negozio di cosmetici. Mio cugino, invece, è completamente diverso dal padre. Non si cura del proprio aspetto fisico, non si spalma litri di creme. È un ragazzo magro, esile, alto per i suoi nove anni, con braccia simili a steli e il corpo ad un fuscello di un giunco. Sa camminare a passi felpati, si muove con la leggerezza di un felino ed è abile nel trovare i posti migliori per nascondersi. Ama architettare scherzi e, quando mette in pratica i suoi progetti, non si ferma davanti a nulla. Era proprio la persona di cui avevo bisogno per realizzare il piano che tramavo da qualche tempo, per rovinare la perfezione dello zio. Quando glielo esposi, fu subito d’accordo e si offrì di svolgerlo lui stesso. La sera, si diresse a passi leggeri verso il bagno, chiuse la porta e,dopo qualche minuto uscì con un ghigno stampato sul viso. Al sorgere del sole, l’ospite, ignaro, andò verso i suoi prodotti per lavarsi ed ungersi di balsami. Per primo estrasse il dentifricio e si accinse a spremerlo sullo spazzolino. Dal tubetto, al posto di uscire la solita pasta alla menta, scaturì un getto di schiuma da barba che lo centrò in pieno petto. Stupito, si guardò intorno, poi, con circospezione, riprese la sua opera. Aprì il barattolo di brillantina ,se ne passò un’abbondante dose tra i capelli e si guardò allo specchio, per vedere l’effetto. Si accorse subito che la crema non era scintillante, ma opaca, piena di bolle ed emanava un forte odore di sapone. Con orrore vide la sua cute piena di Saugella, non di gel. Mio cugino, infatti, aveva sostituito la brillantina con il sapone liquido, il dentifricio con la crema da barba e il collutorio con lo spray nasale. Dopo poco tempo mio zio emerse dal bagno in uno stato pietoso. Mulinava le braccia e saltellava come un uccello sul trespolo. Aveva i capelli unti e grondanti, la bocca da cui uscivano rivoli di spray nasale e le narici rosse di collutorio. C’era un abisso tra l’uomo preciso che avevo sempre conosciuto e quell’individuo gocciolan GUIDO RUINETTI 3° C TEATRO ORIONE! Già in treno, c’erano grandi preparativi, c’era chi si truccava, chi si pettinava, chi ascoltava il CD con il pezzo per l’ennesima volta. Insomma un gran fermento e tanta adrenalina. Sapevamo che avremmo dovuto affrontare 40 gruppi, che provenivano da tutta la penisola e che sarebbero stati agguerritissimi. Giunte in teatro, dopo aver preso la metropolitana, ci tremavano le ginocchia e la paura faceva novanta; ci siamo vestite con i nostri costumi neri e arancione e siamo salite sul palco. La sala era buia e il pubblico in silenzio ci stava osservando, non sentivamo più niente solo la musica, gambe e braccia andavano da sole ed eseguivano perfettamente la coreografia provata mille volte. La preoccupazione più grande, era la riuscita delle “prese”, se si sbagliano infatti, si compromette tutto il pezzo e perciò è una grande responsabilità. Per fortuna, tutto è filato liscio e alla fine ci hanno applaudito fragorosamente e il sipario si è chiuso. Poco dopo, ci hanno comunicato che il CENTRO DANZA FUTURA ERA PASSATO IN FINALE. Tutta la tensione accumulata nei momenti precedenti il verdetto si è sciolta e, spossate, siamo ritornate in albergo. Il giorno dopo, però, dato che la finale sarebbe stata di sera, ne abbiamo approfittato per visitare il Colosseo, il Panteon e Montecitorio. Roma è bellissima! Alla sera, ci aspettava ancora il teatro Orione per la finalissima, eravamo stanche, ma cariche e grintose, soprattutto la leader del gruppo, Susi, soprannominata all’unanimità Ringhio, per la carica che ci mette e la passione per il ballo. Arrivato il nostro turno, abbiamo ballato con molta determinazione e alla fine abbiamo atteso il verdetto finale sdraiate sulle poltroncine del teatro. Io mi ero addirittura tolta le scarpe e parlottavo con la mia amica accanto, quando ad un certo punto hanno annunciato, che il nostro gruppo si era classificato al secondo posto. Siamo scattate dalle poltrone come delle saette per correre verso il palco, dove ci attendevano i giurati, che ci hanno stretto la mano, fatto le congratulazioni e consegnato una ballerina in ferro battuto come trofeo. Abbiamo festeggiato tutta la serata, pianto, riso, eravamo eccitatissime! Questo concorso ci ha regalato molte emozioni, dato molta carica per continuare a ballare e, non ultimo, ci ha permesso di visitare Roma, insomma tre giorni indimenticabili! Sofia e Federica 2 C Amici Animali febbraio 2007 IL PANDA GIGANTE “ UNA SPECIE IN VIA D’ESTINZIONE ” Il panda gigante è un orso tozzo, che salta all’ occhio per il pelo, esso infatti è bianco e nero. Quest’orso bizzarro ama arrampicarsi sugli alberi, si nutre di bambù e a volte anche di animali già morti, le così dette carogne. Il panda gigante ha sei dita per ogni zampa anteriore e cinque per ogni zampa posteriore. Questo animale, ormai simbolo della Cina, viene anche chiamato con due nomi cinesi “ Daxiongmao” (orso- gatto gigante) e “Baixiong” (orso bianco). Il panda gigante è purtroppo caratterizzato anche da un fatto terribile: è in via d’estinzione. Questo accade anche perché si stanno costruendo sempre più centri urbani, allora ci sono meno canneti di bambù, ed è chiaro che il panda muoia di fame. Pag.9 STORIA DI UN UCCELLINO SFORTUNATO Salvate quelle povere creature Al mondo c’è un sacco di cattiveria, e abbiamo bisogno di qualcuno che ci sia amico oltre ai parenti, ma chi? Noi ragazzi lo sappiamo: gli animali! Tutti dicono che gli animali sono i migliori amici dell’uomo, ma noi li abbandoniamo. I canili e i gattili sono pieni di animali perché i padroni li lasciano per strada. Cani e gatti hanno bisogno di attenzioni, ma noi li ignoriamo, e ciò non è giusto, perché, se sono nostri amici, noi dovremmo dare loro tanto quanto loro danno a noi: ma non è così!!! Aiutiamoli, non ci vuole molto. Ora vi faremo leggere la storia di Timmy: un gattino davvero speciale. Ciao, mi chiamo Timmy, sono un certosino maschio, grigio con una piccola macchia bianca sul collo. Vivo in una casa con la mia padroncina Francesca. Fino a qualche tempo fa vivevo nel gattile comunale, abbandonato, insieme ai miei amici. Mangiavo una volta al giorno e dormivo quasi sempre in un’aiuola sotto un albero. Incontravo giornalmente tanti bambini che mi portavano cibo e scatolette, però nessuno mi adottava. Sono molto birichino e giocherellone e a volte attraverso la strada. Un giorno fortunato viene da me una bambina simpatica e buona che vedo per la prima volta. Mi porta da mangiare e gioca con me. Dopo qualche giorno la rivedo e mi porta a casa sua mi sono abituato subito alla vita domestica, perchè coccolato da tutti. Dormo in un cestino caldo in cantina o in uno scatolone pieno di vecchi giornali in giardino perché talvolta mi piace stare all’aria aperta. Di giorno faccio lunghe passeggiate e a volte gioco con i gatti del vicinato. Mi piace tanto giocare con una pallina di gomma colorata. Sono molto contento di essere in questa famiglia. Sono proprio un gatto fortunato!!! Daniele Olivieri, Filippo Tamagnini, Francesca Succi I E STORIE DI ANIMALI Per aiutare l’orsetto bianco e nero del bambù, oltre cento di loro vengono tenuti in cattività, ma, solo il 30 % dei piccoli che nascono, sopravvive. Gran parte di questi animali vive in piccoli gruppi sparpagliati e in cattive condizioni. Loro vengono cacciati abusivamente, nonostante le leggi restrittive. Creare dei grandi parchi naturali potrebbe essere l’unica risposta per la sopravvivenza del panda gigante. CARLOTTA SEMPRINI 1 H VITA DA CONIGLI Ciao! Mi chiamo Cuffietta e sono una coniglietta. Visto che il mio nome è un po’ lungo tutti i componenti della famiglia in cui vivo e i loro amici mi chiamano Ciufy. Vivo in un giardinetto recintato dove si trova una casettina. In questo cortile convivo con Carotino, il mio sposo. Ogni mattina mi sveglio presto e comincio a guardarmi attorno: c’è sempre quella rete che rimpicciolisce il mio campo di gioco e di vita. Così comincio a scavare una buca per arrivare dall’altra parte della rete. Di solito mi sporco tutta di terra e ciò mi infastidisce molto. Quando il resto della casa si sveglia mi vedo sempre arrivare dalla finestra una buonissima carota: me la mangio con gusto, rosicchiandola fino alla fine. Quando è arrivata l’ora di andare a scuola e al lavoro c’è sempre un gran trambusto, pieno di saluti e auguri per una buona giornata. Verso l’ora di pranzo tutti tornano da scuola ed io mi infilo nella casetta e mangio i mie squisiti croccantini con contorno di fieno. Il pomeriggio mi sdraio sempre di fianco alla casetta e faccio un sonnellino. La sera è il momento più rilassante della giornata: aria fresca e poca luce, l’ideale per dormire! I giorni in cui piove e mi bagno, Elena e suo babbo mi asciugano, anche se non mi piace mi sento molto meglio di quando sono bagnata. Mi piace molto vivere qui ! Elena Piolanti I G Molti anni fa, quando avevo circa quattro anni, ho avuto una brutta esperienza con un cane di grossa taglia del quale non ricordo né la razza né il colore. Stavo giocando e correndo liberamente in Piazza Ferrari quando un gigantesco ammasso di muscoli e carne mi si è piazzato davanti; sono caduto ho battuto la testa contro il marciapiede e mi hanno portato d’urgenza al Pronto Soccorso! Quel giorno erano con me i miei nonni, i quali, si sono presi un bello spavento, tanto che mia nonna ancora oggi ha una paura matta dei cani, come li chiama lei, “grossi.” Per fortuna, la vicenda, si è conclusa nel migliore dei modi. Un’altra mia disavventura con un cane è stata quella riguardante Ketty, il cane di grossa taglia della zia di mia mamma. L’animale è bianco e nero, di indole docile e gentile, ma quel giorno... Ero di ritorno con i miei genitori, Ketty e la zia, dalle autoscontro al mare. Stavo tenendo io la cagna al guinzaglio, quando, dal nulla, è saltato fuori un gatto, lei gli è corsa dietro e io, ancora attaccato al guinzaglio, mi sono ritrovato lungo steso a terra piangente. Ero talmente ricoperto di graffi e ferite, che sembravo di ritorno da una giungla fittissima e piena di rovi. Fortunatamente le ferite si sono rimarginate in breve tempo. Una storia che ancora oggi, ripensandoci suscita in me una grande tenerezza, riguarda un cane di grossa taglia, più precisamente un labrador. Ero al giardino pubblico con un mio amico e stavamo tranquillamente passeggiando e parlando dei fatti nostri. All’improvviso vediamo spuntare da dietro un labrador di colore nero e dagli occhi azzurro cielo. Ha iniziato a girarci attorno, a saltarci addosso, a scodinzolare e dal suo viso molto espressivo si intuivano la sua gioia e la voglia di giocare. Subito dopo è arrivata la sua padrona che lo ha portato via perchè credeva ci stesse importunando. Lui però non siè lasciato scoraggiare ed è tornato subito alla carica. La donna allora, più arrabbiata di prima, è tornata a prenderlo nonostante le avessimo spiegato che non ci dava alcun fastidio anzi, con la sua giocosità ci met- teva di buon umore. Un istante dopo, l’animale, ha ripetuto nuovamente l’azione e la proprietaria, questa volta, non si è limitata a portarlo via di forza ma ha iniziato a “riempirlo di schiaffoni”. Più lui cercava di venirci incontro più lei aumentava la dose. Alla fine si è rassegnato ma ha iniziato a guardarci con uno sguardo triste e malinconico, che sembrava chiedesse aiuto ed era come se piangesse senza lacrime. Ancora oggi mi pento di non avere rimproverato alla donna quelle azioni, a mio parere, veramente stupide e crudeli. Una storia più recente, avvenuta circa un mese fa, riguarda Skippino, una cavia peruviana lasciataci in custodia, per qualche tempo, da alcuni amici di famiglia. La bestiolina è di colore nero e marroncino e, il suo pelo scarmigliato, sembrea sia stato pettinato con un compressore. Inizialmente era un po’ diffidente poi, però, si è affezionato moltissimo. Noi lo tenevamo in braccio e lui ci ripagava con un verso simile a delle fusa. La cosa che mangiava più volentieri di ogni altra era l’insalata di mio nonno, che reclamava a tutte le ore e, quella che riceveva, non gli bastava mai. Non lo lasciavamo mai libero di girare per casa perchè, essendo quella la sua indole, rischiavamo ci mordesse i cavi del telefono, del televisore o del computer. Purtroppo è rimasto con noi solo due settimane e, quando i suoi proprietari sono venuti a riprenderlo, ci è dispiaciuto moltissimo. Spero proprio che la prossima volta che i nostri amici andranno in vacanza, vorranno lasciarci ancora il dolcissimo Skippino. Nonostante le mie disavventure con i cani io amo molto loro e tutti gli altri animali. Nutro, infatti, verso di loro un forte interesse e amo molto la loro compagnia. Davide Fazi 2 I UNA STORIA VERA Da molti mesi vive insieme a noi un uccellino australiano che ci è capitato fra capo e collo. Tutto incominciò quando mamma disse a mio fratello Stefano di andare ad aprire la finestra. Stefano lo fece e ritornò subito dicendo <<” Mamma è entrato un uccellino” >>. Dopo un po’ di parapiglia, a causa del gatto, mettemmo il tapino in una gabbia improvvisata. Da un libro scoprimmo che era un Diamante di Gould , e per di più in una rara colorazione della testa ( gialla-arancio ). Mio fratello giura che prima che entrasse c’era stato un gran frullo d’ali: era sicuramente inseguito, forse dal fantomatico falco che sembra vivere nel nostro quartiere? Stefano fece cosi tante false promesse che mamma e papà gli comprarono una gabbia. Da allora il nostro gatto Pepe sta schiaffato davanti alla porta della sala in attesa di prendere la sua preda. Ce la farà? LORENZO TARRONI III E L’ora di scienze, domande curiose sul bizzarro mondo animale Sono un giovane studente appassionato di biologia e mi sono accorto che molti dei miei compagni non lo sono, oppure non hanno voglia di esserle informati su vita e abitudini di animali meravigliosi. Per loro esistono solo il cane e il gatto quando invece ce ne sono un’infinità. Ecco tre delle più comuni domande a cui darò una spiegazione. MA I CONIGLI SONO PARENTI DEI TOPI ? Lontanamente. Infatti non sono roditori. Le lepri, i conigli e i pica ( detti anche “lepri fischianti” per via del loro verso a fischio) sono in realtà Lagomorfi, distinguibili per la seconda serie di incisivi e la struttura cranica più leggera. Sono in assoluto i mammiferi più cacciati in natura. MA CHE COS’E’ LA PANTERA NERA ? A lungo considerata una specie a sè la pantera nera è in realtà un leopardo melanico, ovvero un leopardo a macchie nere su fondo nero. CHE COS’E’ UN BRADIPO? I bradipi, i formichieri e gli armadilli, benché non siano imparentati tra loro, sono stati raggruppati in un unico gruppo gli xenartri . I bradipi meglio conosciuti sono due: il bradipo bidattilo e il bradipo tridattilo del Brasile. Quest’ ultimo, il più singolare e il più a rischio dei due, ha alghe, zecche, acari, coleotteri e falene che gli vivono in mezzo al pelo irsuto. Inoltre, se attaccato, prima si finge morto, ma, se non funziona, aggredisce l’avversario con i lunghi artigli. E’ il mammifero con più vertebre del collo. LORENZO TARRONI III E febbraio 2007 Amici Animali Un cane per amico Ho un cane di nome Scotty. Ha sette anni, ma in realtà ne ha quarantanove, perché un anno per i cani ne vale sette. Non è un cane di razza, infatti è un incrocio tra un bastardino e un Labrador. E’ di colore marrone chiaro, beige e ha la coda bianca solamente nella parte inferiore. Il suo musino, per me, è il più dolce di tutti, perché i suoi occhi teneri ti fanno capire che ha bisogno di dolcezza. Ciò si capisce anche quando uno dei famigliari entra in casa e lui si butta subito per terra a pancia in sue aspetta che gli facciano le coccole. Subito dopo chiede di uscire in giardino per appostarsi al cancello e fare la festa ai passanti. E’ un cane molto amichevole e curioso, infatti a volte esce dal cancello, che qualcuno lascia aperto per andare a prendere le bici, e noi dobbiamo uscire per cercarlo. Il gioco che gli piace di più è quello in cui lui scappa e noi lo dobbiamo rincorrere, ma difficilmente riusciamo a prenderlo. Diversamente dagli altri cani non gli piace giocare con la pallina, ma preferisce quando noi gli tiriamo i biscotti a forma di osso, che poi lui si mangia in giardino. Purtroppo da piccolo non lo abbiamo addestrato e lui crede che i letti siano di sua proprietà e così ci sale spesso sopra. La stessa cosa fa con le poltrone. L’unica cosa che sono riuscito ad insegnargli è giocare a calcio; riesce a far avanzare la palla con il muso, però ancora non ha imparato a calciare. La cosa che preferisce è stare in porta, infatti riesce a parare abbastanza tiri. A volte lo disegno e lui prende il foglio e se lo porta nella sua cuccia, poi gli si siede sopra e sembra che non voglia farsi rubare il ritratto. Nel giardino ha un posto tutto suo, dove ha fatto una buca in cui seppellisce gli ossi. Si rifugia lì quando ha paura di qualcosa, ma il posto che predilige è la cucina, infatti quando si sentono i botti dei fuochi d’artificio o dei petardi, si mette a cuccia vicino al muro tremando. Quando qualcuno deve uscire, lui lo supplica di portarlo a spasso e quando ci riesce vuole andare al mare. Quando ritorniamo dal giro salta sul divano e guarda la TV insieme a me. Un giorno, mentre eravamo a spasso, due cani lupo sono usciti dal cancello di una casa e lo hanno aggredito. E’ stato ferito in più punti e ha dovuto subire un’operazione. I padroni dei cani, oltre ad aver lasciato aperto il cancello, li hanno richiamati solo dopo che Scotty era già stato azzannato più volte e non si sono neppure preoccupati di accompagnarci dal veterinario, visto che eravamo a piedi e che Scotty sanguinava. Purtroppo ci sono delle persone che tengono gli animali senza veramente occuparsi di loro, tanto che non si preoccupano neanche se fanno del male alle persone o ad altri animali. Per fortuna ultimamente è uscita un’ordinanza che vieta il taglio delle orecchie e della coda ai cani così come l’uso dei collari elettrici, che danno la scossa agli animali se non ubbidiscono. Queste infatti sono crudeltà che rendono gli animali più aggressivi. Chi vuole tenere animali in casa deve conoscerli e trattarli con rispetto. L’ordinanza ha stabilito anche che ci sono diciassette razze pericolose e che i padroni di questi animali devono portarli a spasso con guinzaglio e museruola. Quello che bisogna ricordare sempre, però, è che ogni animale ha delle esigenze che bisogna rispettare e che i cani in modo particolare sanno essere dei veri amici, che non dobbiamo tradire, né maltrattare. Samuele Tomasini - I° C Tommy: un gattino esuberante Tommy è un gattino, che ho da circa 5 mesi; inizialmente era calmo, tanto che il suo padrone precedente, lo aveva scambiato per una femmina. Ma dopo pochi giorni, abbiamo scoperto inaspettatamente che è un maschio sono rimasta sbalorAdita, perché ormai mi ero abituata all’idea di avere una femmina tranquilla e placida. Invece, adesso, mi ritrovo a combattere ogni giorno con un gatto che ne combina di tutti i colori. Volete sapere che guai provoca solitamente? Bene, dovete sapere che all’ora di pranzo, mentre io mangio, dopo aver passato una lunga mattinata, inizia a darmi di morso ai piedi come se non avesse mangiato a sazietà, eppure prima che io arrivi in due minuti si finisce una razione abbondante di cibo. Proprio per questo ha sempre una pancia colma. A volte, fa un sonnellino (cosa rara), invece frequentemente va alla scoperta della casa, le stanze le ha già esplorate tutte nei primi giorni; ora si è affezionato a due in particolare: la mia cameretta e il bagno. In camera, si diverte a nascondersi nel tappeto, a ribaltare qualche soprammobile e rincorrerlo nel corridoio, oppure, siccome appeso al letto ho un campanellino, lo suona armoniosamente! In bagno, è normale vederlo entrare nella vasca e scivolare con le unghie tese, ogni tanto si affaccia alla finestra e riesce a non cadere aggrappandosi ai bordi, inoltre gli piace srotolare i rotoli di carta igienica , (ovviamente dopo non la uso). Nello studio mordicchia i fili del computer, mentre in salotto cammina a passo felpato, come un fantasma, tra le tende. Oltre a queste abitudini, ne ha molte altre, per questo lo considero un gatto birichino, ma gli voglio comunque molto bene, infatti si fa apprezzare quando accarezzo il suo manto morbido,tinto di rosso e bianco e inizia a fare le fusa. Solitamente mi guarda con occhi furbi e curiosi, come per dire :-Chi è quella? :-Forse la mia padroncina spietata? DEBORA MELUZZI I G Il Mondo a scuola 2006, ANNO DEL CALDO RECORD, ANCHE IL 2007 SARA’ BOLLENTE Il 2006,dicono gli esperti, è stato il sesto anno più caldo dal 1880 e il 2007 non si preannuncia diverso per quanto riguarda le temperature bollenti mentre l’estensione dei ghiacciai polari artici continua a ridursi al ritmo del 9% ogni decennio. L’allarme arriva da due dei più importanti centri di previsione internazionali: il servizio Meteorologico britannico e gli esperti del Noaa, l’Agenzia statunitense che si occupa del monitoraggio delle temperature in atmosfera e della situazione degli oceani. Dai primi studi è emerso che nel 2006 la Terra ha trascorso il sesto anno all’insegna dell’innalzamento delle temperature ; l’anno appena trascorso ha avuto un aumento di 0,52°C della temperatura media globale, superiore alla temperatura media del secolo. L’emisfero nord del pianeta è stato leggermente più caldo di quello sud e gli oceani sia dell’emisfero nord che dell’emisfero sud sono stati più caldi dei continenti. Il maggior riscaldamento si è verificato nell’area artica, nel nord America ed in particolare nel Canada nord orientale, nel nord Europa e nella parte più continentale dell’Asia centrale. I ghiacciai polari artici continuano a ridurre la loro estensione ad un ritmo che secondo gli esperti è preoccupante: la riduzione dei ghiacciai è controllata dal 1978, da quando sono disponibili dati satellitari. Per quanto riguarda le precipitazioni il 2006 è stato un anno globalmente molto piovoso, tra i più piovosi degli ultimi 50 anni, ma con una distribuzione molto disomogenea. Particolarmente piovose sono risultate le aree del centro America e quelle dell’America meridionale nord occidentale, l’India ed il sud est asiatico e l’Africa meridionale. Invece, particolarmente siccitose sono risultate l’area nord occidentale dell’America del nord, di parte della Groenlandia, di gran parte del Mediterraneo, di quasi tutta l’Asia centrale continentale, di parte dell’America meridionale ed in particolare l’Argentina e, infine, di quasi tutta l’Australia, soprattutto nella parte orientale. Ci sono stati rilevanti eventi climatici nel 2006. Il riscaldamento del pianeta, che ha provocato tali cambiamenti meteorologici, deriva in gran parte dal fenomeno dell’effetto serra che sta aumentando in modo spropositato a causa della grande concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera. Per il 2007 il Servizio Meteorologico britannico non prevede cambiamenti ed ha emesso il bollettino delle previsioni meteo a lunga scadenza dalle quali risulta che l’inverno 2006-2007 (da dicembre a febbraio) sarà particolarmente caldo nell’Europa occidentale e nella parte occidentale dell’Area mediterranea. Sarà invece più freddo del normale nella parte orientale dell’area mediterranea e nel vicino oriente. L’inizio della primavera 2007, invece si prospetta piuttosto freddo e piovoso per l’Italia e tutta l’area mediterranea orientale compresi i Balcani. Per il bene del nostro pianeta occorre che tutti i paesi, in particolare quelli più industrializzati, trasformino il proprio sistema energetico e che inizialmente puntino sull’utilizzo di combustibili a basso impatto ambientale. E’ importante che ciò avvenga altrimenti parecchie città e paesi che si affacciano sul mare con lo scioglimento dei ghiacci dei poli rischierebbero di rimanere sommersi sotto il livello del mare e quindi di scomparire. ERMINIA SANTAGADA 3° C Pag.10 Pag.9 IMMIGRAZIONE “Un incontro” Oggi la popolazione italiana aumenta non per la natalità, ma, grazie agli immigrati che arrivano da ogni parte del mondo: albanesi, cinesi, russi, ecc…, che ci portano dai loro paesi le loro tradizioni, le loro lingue, le loro religioni, la loro cucina. Molti vengono in cerca di lavoro proprio perché il nostro è uno tra i paesi più ricchi, purtroppo poi fanno i lavori più umili, quelli che non vogliono fare gli italiani. Oggi l’Italia è un paese di immigrazione, mentre nel XIX secolo ci fu una grande emigrazione italiana verso altri paesi alla ricerca di lavoro e di benessere, tanto è vero che circa 50 milioni di europei emigrarono nell’America settentrionale. Nella mia classe ci sono due ragazzi che provengono da un’altra nazione non europea, un ucraino e una cinese ed entrambi parlano bene la nostra lingua. Ci hanno spiegato alcune delle loro tradizioni, che non sono cosi tanto diverse dalle nostre. A mio avviso ciò che sta succedendo è una cosa molto bella e l’incontro con tutte queste culture rompe le barriere che esistono fra popoli diversi, presupposto per sperare in un mondo più libero e più giusto. EUGENIO RAVAGLI II H Capodanno in Romania Il Capodanno in Romania si festeggia tradizionalmente in un modo particolare: i bambini verso il pomeriggio si radunano e formano dei gruppetti che vanno alle porte delle case dei vicini ad augurare, con brevi canzoni, un buon anno nuovo, ricevendoA come ringraziamento piccoli regali tra cui dolcetti soldi e caramelle. E così continua per tutto il pomeriggio. I ragazzi più grandi si mascherano e girano la notte per le strade, facendo giochi tradizionali e imitando, nel gioco, diversi animali: orsi e capre e cavalli. Battono alle porte, poi i ragazzi entrano e iniziano a recitare la loro parte e, in cambio, dopo aver finito di dire la “battuta” e fare gli auguri, il proprietario della casa dà una ricompensa in denaro, raccolta da uno dei ragazzi più piccoli. A mezzanotte tutti si radunano in piazza: là continua la festa. Allo scoccare della mezzanotte, iniziano a scoppiettare in cielo i fuochi d’ artificio sfa- villanti e multicolori, rendendo la notte più speciale e spettacolare, fra luci, danze popolari e canzoni suonate da strumenti musicali molto rumorosi come tamburi e armoniche … I bambini piccoli nella mattina di San Silvestro si alzano presto per andare a fare gli auguri di anno nuovo ai parenti e agli amici, con una manciata di riso da gettare nella case mentre dicono: “SALUTE NUOVA E SALUTE ANCHE PER IL PROSSIMO ANNO!!!” E cosi si continua fino a pranzo quando con l’aroma del maiale grigliato, delle immancabili polpette e, assieme di altre deliziose pietanze, c’è il profumo del panettone fatto in casa, con noci e dolci scaglie di cioccolato e zucchero velato. Poi tutto torna come prima dopo una giornata tanto indimenticabile. MADALINA MOSCU I° H febbraio 2007 Il Mondo a scuola La scuola in Polonia Qualche anno fa, in Polonia frequentavo le elementari. Quasi tutti i giorni andavo a scuola alle ore 8 ma, qualche volta, anche alle 9 di mattina dal lunedì al venerdì. Avevo ogni giorno lezione di Polacco, qualche giorno per due ore. Il lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì avevo studiavo la matematica, mentre le altre materie, come storia, scienze, geografia ecc… le avevo altri giorni, due volte in una settimana. La mia materia preferita era matematica, ma mi piaceva anche molto ginnastica. La ricreazione, che durava 10 minuti, era possibile nell’ intervallo tra le diverse materie e ogni lezione durava 45 minuti. C’ era anche una ricreazione che durava 20 minuti per i bambini che mangiavano a scuola. Dopo le 6 ore di lezione, tornavo a casa alle ore 13:40. Qui mangiavo il pranzo, perché non volevo farlo a scuola, e poi riposavo mezz’ ora. Prima di pranzare, salutavo il mio topolino. Si chiamava Puntina (in polacco kropka). Era bianca con la coda e le orecchie punteggiati di grigio. Quando avevo riposato, iniziavo a fare i compiti. Di solito mi rimanevano due ore libere, così prima della cena potevo andare a trovare un’ amica. Quando tornavo a casa cenavo e poi andavo a dormire. Tutti gli anni, alla fine di gennaio avevo due settimane di vacanza, perché in quel periodo, di solito, c’è molta neve, mentre le vacanze estive erano di due mesi e quelle natalizie terminavano prima che in Italia (normalmente sono di una sola settimana). La scuola in Polonia, oltre all’ insegnamento organizza anche delle feste riservate ai bambini ed ai ragazzi (in orari diversi). Si festeggia la giornata dei nonni, il giorno di San Valentino e il carnevale. In queste ultime due ricorrenze si organizzano feste in cui si balla. Un’altra bella festa è quella di fine elementari. Sylwia Marcinkowska 1° C Una ricetta Tempo libero HIGH SCHOOL MUSICAL Appassionati di Dragonball eccovi il benservito. Arriva il tanto atteso Dragonball z Budokai tenkaichi 2. A confronto della prima versione di tenkaichi sono stati apportati diversi miglioramenti fra cui la grafica che ha subito un grosso scalo, che si nota maggiormente sui lineamenti del viso e sulle articolazioni, ma sono purtroppo rimaste quelle odiose dita quadrate! La storia ha una struttura del tutto diversa; per completare le saghe si vaga per la terra in cerca dell’obbiettivo principale (pallino rosso), ma per allenare il proprio personaggio si possono completare anche gli obbiettivi secondari Durante una vacanza di fine anno, il teen-ager campione di basket Troy Bolton e la studiosa Gabriella Montez, due adolescenti che vivono in mondi completamente diversi, si incontrano in una gara di karaoke. Qui si accorgono della loro passione per il canto e dell’interesse che (pallino giallo) . Gli oggetti z si possono comprare al negozio di Baba o semplicemente trovare durante i combattimenti. A nostra disposizione ci sono molti personaggi come per esempio Androide n.13, Tarles o Jogirobye, nuove versioni sono invece state aggiunte a Broly, Cooler, Janenba e tanti altri. Alcune mosse si possono caricare e per gli impeti non c’è più il monotono sfondo blu, ma si vede il paesaggio retrostante. Oltre tutto sono state aggiunte nuove modalità di combattimento: TAG e la LIBERO. Ed ora: il piatto forte di questo spettacolare “picchiatutto”. Come nelle vecchie versioni durante il combattimento si possono eseguire trasformazioni e fusioni, è un bellissimo spettacolo poter rivivere le mutazioni dei nostri personaggi preferiti. Questo gioco, pieno di adrenalina e azione, rispecchia completamente il cartone animato tanto amato dai ragazzi di diverse età. L’unico difetto è forse il prezzo che si aggira sui 60 €, ma del resto quasi tutti i giochi appena usciti costano così! Mattia Vangelisti I E Bertolino giornalino Educativo che Riunisce Tutti gli articoli Originali degLi alunni pIù bravi Nello scrivere cOn fantasia e simpatia Alessia Ticchi II° H MUSICAL ANCORA UN BEL FILM DI WALT DISNEY Troy Bolton, capitano della squadra di basket dei Wildcats, e l’affascinante cervellona e componente del club accademico Gabriella Montez, decidono di partecipare insieme al musical scolastico. Per ottenere le due parti, entrambi i ragazzi, dovranno superare diversi ostacoli, tra i quali anche Ryan e Sharpay Evans, i loro avversari. Troy (ZAC EFRON) e Gabriella (VANESSA ANNE HUDGENS) partecipano alle audizioni del musical in segreto, una scelta che cambierà completamente le loro vite. Tutta la storia è accompagnata da canzoni, spettacoli e coreografie eseguite dai giovani allievi dell’High School. In particolare hanno colpito molto le canzoni, e soprattutto le coreografie, che arricchivano le scene e non erano tutte uguali, c’erano: la salsa, la samba, il jazz, l’hip hop, la danza moderna..... Questo film prodotto da Walt Disney, si trova, al momento, al primo posto di tutte le classifiche, per la spettacolare produzione di una storia vera e originale, ricca di sentimenti, emozioni e passioni, ma anche di melodiose canzoni e ritmatici passi di danza. Khouribech Jeanine 1°G Bertola Forever Ex alunni ci scrivono DRAGONBALL Z BUDOKAI TENKAICHI Il “Chlibez” A metà dicembre, più precisamente il 19, in Ucraina si festeggia S. Nicola e il dolce tipico che si prepara per questa festa è il Chlibez. E’ una specie di pane dolce che seguendo la leggenda, è stato spezzato dal Santo stesso per dividerlo con tutti i poveri, i bisognosi e gli affamati. Anche al giorno d’oggi si prepara questo dolce e si divide tra i famigliari in gesto di amore per il prossimo e di benevolenza. Per fare il dolce occorre: - 500 g. di farina; - 3 uova; - 100 g. di burro o 3 cucchiai di olio; - 20 g. di lievito di birra. Preparazione: Sciogliere il lievito nel latte tiepido, aggiungere un pizzico di sale e mettere lo zucchero con la farina in modo da ottenere un composto non molto denso. Lasciare a lievitare per circa mezz’ora in un posto tiepido. Riprendere con l’aggiunta di uova del burro e della farina rimasta. A piacere nell’impasto si possono mettere la frutta secca, noccioline…. Mettere l’impasto dando la forma di una pagnotta in una teglia imburrata e cuocere nel forno a 200° per circa 45 minuti. Lasciare raffredare e servire ricoperta di zucchero a velo. BUON APPETITO Borakovskyy Sergio II H Pag.11 provano l’uno verso l’altro. Terminata la vacanza Troy scopre che Gabriella è la nuova studentessa nella sua scuola e insieme decidono di partecipare all’audizione per il musical organizzato dal loro liceo. Il migliore amico di Troy, Chad e la nuova amica di Gabriella, Taylor, cercano di scoraggiarli affinché non partecipino al musical. Ma saranno più che altro Ryan e Sharpay, considerati i più grandi talenti teatrali della scuola, ad ostacolare i due ragazzi, cambiando il giorno del musical con il giorno in cui Troy ha il campionato di basket e Gabriella la gara di decatlon. Nonostante questo, il campionato viene vinto dalla squadra di Troy, i Wildcats, la gara di dechatlon d quella di Gabriella, e i due riescono a realizzare il loro sogno: cantare nel Musical della scuola. A noi questo film ci è piaciuto molto e lo consigliamo a bambini, adolescenti e adulti. Mi raccomando guardatelo! Elisa Alessandrini, Giulia Benedetti e Chiara Guerrini 3 E CONSIGLI PER GLI ACQUISTI PLAYSTATION 2 PREDATOR La razza di cacciatori extraterrestri sceglie ancora una volta la terra come teatro del suo nuovo safari umano. Questa volta l’obiettivo è la testa dei componenti di un’organizzazione criminale che ha messo i bastoni tra le ruote all’ET sbagliato. I Predator giungeranno a Chicago negli anni ’30 e dovranno vedersela con un esercito di gangster armati di mitra. Ma il gioco non si interrompe qui: la storia farà un balzo di cento anni in avanti fino ad arrivare al 2030: armi ad alta tecnologia, oggetti per le azioni furtive, ambientazioni immense ed esplorazione libera. Predator rimane una vera e propria icona tra i mostri comparsi nei film di tutti i tempi:un alieno rigonfio di muscoli, con il dono dell’invisibilità, dotato di un incredibile arsenale di armi da fuoco ad altissima tecnologia e, come se non bastasse, intriso di un sottile senso dell’umorismo, questo killer spietato uccide solo chi ritiene essere alla sua altezza. Queste caratteristiche fanno di Predator una….preda appetitosa. Ansidei e Davide Calcinari 1° E Barzellette Cosa fa un legale con indosso la maglia di Nesta? -L’avvocato della…difesa! Perché gli arbitri amano tanto viaggiare in treno? -Perché anchè i treni…fischiano. Qual è il calciatore con le idee più confuse? -Quello…che ha la testa nel pallone. Qual è il colmo per un dottore? -Influenzare i suoi pazienti. Che cosa fa un gallo sull’acqua? -Galleggia! Cosa ci fa una tv sull’acqua? -Va in onda. Qual è il colmo per un gatto? -Guardarti in cagnesco! Jessica Lazzaretti e Matilde Amadio IA È bello portare il sorriso nel cuore degli altri! Avete mai visto il sorriso di una anziana che con altre amiche gioca a tombola ogni giovedì nella sala di una parrocchia ridendo e divertendosi tra un numero non capito bene, un acciacco alla schiena e una fetta di torta? Oppure un gruppo di bambini correre e cadere sull’erba, urlare e scherzare, improvvisamente abbracciarti e sedersi sulle tue ginocchia? Oppure fare fatica e sudare a spostare mattoni, travi, calcinacci in una giornata assolata e calda e poi con la polvere sui vestiti e le braccia indolenzite fermarti con altri a rigenerarti con un gelato consapevole di aver lavorato per una struttura che accoglierà delle persone? Oppure cucinare per una trentina di piccole bocche fameliche in una casa durante un campeggio di una settimana immersi nella natura meravigliosa del nostro Appennino? Oppure ancora, mettersi a disposizione per ore e ore a sparecchiare, pulire, sistemare i tavoli e le bancarelle per le vie del borgo Sant’Andrea durante la festa del patrono? Ci sarà tra voi chi sa di cosa sto parlando, chi ha nel suo bagaglio esperienze diverse dalle mie, chi invece non si è mai fermato a riflettere su ciò di cui il mondo ha bisogno e ciò che può regalare ad ognuno di noi. Bene, dovrebbe farlo qualche volta! Cosa intendo? Intendo spingerli a chiedersi quale sia il potenziale di ogni individuo nel mondo. Cosa significhi spendersi per qualcosa che sta fuori di noi e che non ci porta alcun interesse personale, ma è finalizzato al bene degli altri. Mi riferisco al “servizio”. Sono una scout, lo sono da tantissimi anni e per questo nel mio zaino conservo gelosamente parecchie esperienze di servizio che mi hanno fatto crescere e che ora continuano a spingermi verso sempre nuove occasioni di condivisione di amore e divertimento con chi ha bisogno del mio tempo e senza che lo chieda sa apprezzarmi. Mettersi al servizio degli altri è essere disponibili a condividere le proprie capacità, le proprie conoscenze, le proprie forze e la propria vitalità. È necessità di scoprire nuovi aspetti del mondo, è amare la propria vita! Ed è questo che mi rende una persona ridente, piena di soddisfazioni, insomma una persona felice! Ciò che davanti alle difficoltà delle vita non mi fa sbandare è la consapevolezza di essere importante per le mie idee, la mia forza di volontà, il mio impegno nella società. È sapere che il mio sorriso può far nascere in tante altre persone un altro sorriso! Sara Bonvicini (ex alunna, ultimo anno Liceo Classico) DALLE MEDIE ALLE SUPERIORI… Prendere un ”ottimo”, i litigi con i compagni di classe, le altrettante riconciliazioni, le risse con i bulli della scuola, il dialogo con i prof. in tre stupendi anni scolastici ormai alle spalle alla scuola media A. BERTOLA… ormai sembra solo un bel ricordo che anno dopo anno è sempre più lontano da noi……. Ora siamo in un mondo parallelo, lontano dalla vecchia realtà che ci circondava: prof. meno comprensibili, compagni di classe più disuniti dei quali però, appena conosciuti bene, non se ne può più fare a meno. Possiamo dire che questo nuovo tipo di vita ha i suoi lati negativi, ma anche quelli positivi come, per esempio, provare nuove esperienze, conoscere materie fino ad ora sconosciute, nuovi compagni di banco con cui stringere legami (anche amorosi!!) che dureranno si “spera” almeno fino alla quinta..! Per quanto riguarda gli aspetti negativi c’è il fatto che ci sono nuove materie tra cui alcune più complesse che vanno studiate con molta attenzione e che le interrogazioni non durano più dieci minuti come alle medie, ma bensì un’ora. Ci vuole un buon metodo di studio: se per esempio a voi bastava leggere per poi ripetere, alle superiori non è così, bisogna stare attenti durante le lezioni, perché gli insegnanti durante queste ore, aggiungono termini specifici che vogliono si utilizzino nei successivi interventi orali. Comunque vogliamo farvi capire che quello che conta veramente è l’impegno con cui affrontate la scuola scelta, è questo che farà la differenza; quindi se continuerete a studiare con impegno, i voti buoni saranno dalla vostra, e non solo, ma anche i professori. Un consiglio: dare una buona impressione già dalle prime interrogazioni o durante i primi compiti in classe, è fondamentale. Con affetto due ex alunni di 3° F Arianna Vannucci, Lucio Bove Liceo S. Einstein febbraio 2007 BASEBALL “IL RIMINI E’ CAMPIONE D’ITALIA” Dopo quattro anni, lo scudetto ritorna finalmente al Rimini Baseball. La finale contro il Grosseto si è disputata sabato sera sul diamante riminese davanti ad un pubblico numeroso e particolarmente entusiasta. La partita è stata una cavalcata trionfale conclusasi con la vittoria del Rimini per cinque a due. Tutti i giocatori riminesi si sono espressi ad ottimo livello e tra questi vanno ricordati : Francesco Trevo, miglior lanciatore e Mario Chiarini ,miglior battitore, che con i suoi tre su tre, tra cui un fuori campo da due punti, si è aggiudicato anche il trofeo come miglior battitore del campionato. La squadra, assieme ai numerosi tifosi, ha festeggiato allo stadio dei Pirati il meritato scudetto con musica, champagne e fuochi d’artificio. Fin dall’inizio la partita è stata è stata molto tirata, quindi con molta ansia noi tifosi abbiamo assistito alla gara con il cuore che batteva ai tremila. Solo alla fine siamo riusciti a portare a casa la vittoria, anche se di pochi punti. Come si dice” nel baseball non è finita finchè non è finita” III F Vorrei assomigliare al… SPORT § SPORT RIMINI “ una partita memorabile” UNA STRANA PASSIONE UNA FEMMINA E IL KARATE : RIMINI – JUVENTUS. Una partita storica per la città romagnola, la prima di un nuovo campionato di serie B che si preannuncia fiammeggiante Eravamo tutti lì, l’atmosfera era tesa, lo stadio era pieno, non solo per vedere i giocatori del Rimini ma anche i campioni della Juve: Del Piero, Nedved, Buffon e altri. I giocatori entrano in campo e la folla esplode con cori sfrenati. La partita comincia, e la folla si scatena, subito con una haola Il Rimini riesce a tenere a bada la Juve nel primo tempo con il risultato parziale di 0-0. Nel secondo tempo inizia la vera e propria partita. Poco dopo il fischio di inizio, un calcio d ’angolo a favore della Juventus causa varie ribattute in area e la palla capita sul piede di Paro che con un tiro da fuori area segno un bel goal. La situazione è poi aggravata ulteriormente dall’espulsione di un giocatore riminese. La situazione è disperata, la sconfitta sembra ormai prossima di fronte al pubblico riminese ammutolito dalla situazione. Ma per fortuna Ricchiuti, il capitano del Rimini, con una delle sue solite fantasie, frega due difensori bianconeri e Buffon con un tiro preciso al millimetro. La folla riminese è in delirio e Adrian festeggia col pubblico. La partita termina 1-1 e tutto Rimini festeggia il pareggio meritato. Questa sarà ricordata da tutti come una partita storica e indimenticabile. ENRICO VANNONI FABIO BACCHINI 3°E Grande Buffon Fin da quando avevo pochi anni desideravo tanto essere come Gigi Buffon, il famoso portiere della Juventus e dell’Italia, campione del mondo. Lui è uno dei “personaggi” sportivi che preferisco e di cui vorrei avere la tenacia, i suoi invidiabili riflessi e il suo stile acrobatico. Con la sua figura imponente e le sue manone da gigante copre tutta la porta e cerca di non fare passare nessun pallone. Hanno detto al “FIFA world player” che nella classifica dei giocatori più bravi è arrivato secondo su una trentina di serie A e B, battuto per pochissimo dal difensore della nostra nazionale Fabio Cannavaro. Per Gigi è stato comunque un bel passo avanti perché fino a quest’anno i vincitori sono stati tutti attaccanti, per i loro goal più belli e mozzafiato. Vorrei tanto assomigliare a lui, anche se il calcio non è il mio sport preferito, per le sue qualità sportive e per i suoi salti slanciati con cui protegge la rete. Io, quando vado ai giardinetti insieme al mio amico Nicola, provo a imitarlo, ma mi sono reso conto che come lui non sarò mai, però ogni tanto, nella mia cameretta, fantastico un po’ e , indossando la maglia di Buffon, faccio finta di giocare una importantissima partita dove alla fine, naturalmente, vinco sempre io. Adesso la Juventus è nei primi posti della classifica di serie B, ma Buffon se ne vuole andare perché dice che i suoi compagni di squadra non si impegnano come dovrebbero. Alcuni giocatori, per varie vicissitudini se ne sono già andati, ma io sono sicuro che la Juventus tornerà ad essere la squadra importante di un tempo e con un buon gioco rimonterà e ritornerà in serie A dove si disputa la “Champion League”. Uno dei miei sogni più grandi è quello di incontrarlo durante un allenamento, di parlare con lui e , perché no, di scattare una foto sul campo che mi immortala insieme al grande Buffon. Bignardi Lorenzo Classe 1° F Una mia passione Il classico sport da neve Una mia passione è da sempre quella di sciare. Ho iniziato a 4 anni in vacanza sulle Dolomiti, in particolare a Canazei , un paesino che comprende un vasto comprensorio di piste sciistiche. Quand’ero piccola, non capivo che sciare era un piacere, lo facevo perché i miei genitori mi iscrivevano alla scuola sci che dovevo frequentare ogni mattina per quella settimana di vacanza. Invece a 7 anni mi piaceva tantissimo sciare, a 10 anni ho smesso di andare alla scuola sci e ho iniziato a sciare tutta la giornata dalle 8:00 del mattino fino alle 16:00 del pomeriggio. Praticamente le vacanze che erano riposanti, sono diventate una specie di allenamento sciistico, che per me si traducono in divertimento sfrenato. Quando scio il mio scopo è essere più veloce possibile , sono momenti in cui penso solo a questo. Mi attraggono le piste in cui ci sono molti salti , ad esempio la pista del “Lupo Bianco”a Canazei ne ha molti che si sono formati per il passaggio di molti sciatori. Da qualche tempo mi piacciono le piste nere,chiamate così per la forte pendenza: sono pericolose ma è divertente scenderle. E’ troppo appassionante sciare sarebbe un sogno poterlo fare sempre, ma qui da noi c’è il mare!!!! Debora Meluzzi 1 G Lo sport che pratico a livello regionale è il karate. Sono una femmina e quindi quando mi chiedono che sport pratico, tutti pensano che faccio danza o roba simile e molti rimangono di stucco quando rispondo “faccio karate”. Forse mi crederete pazza, ma mi aiuta a sfogarmi ed è divertente menare i maschi ! Questa bizzarra passione è nata grazie a mia mamma che mi ha quasi costretta a iniziare; ormai sono 3 anni che ci sono dentro e ho preso l’abitudine di misurarmi anche con le cinture NERE, che sono le più forti. Ha una gara regionale a Cattolica infatti sono arrivata SECONDA. Le gare si svolgono con diverse fasi, prima “il percorso”, che serve per riscaldarsi e varia per età; “il kata”, che vuol dire combattimento immaginario,che può essere inventato o di stile; “il combattimento”, una specie di gioco che consiste in un palloncino appeso, al quale vanno portati colpi con determinate tecniche senza mai toccarlo. La mia insegnante Renata, una santa per mio parere, è stata lei a insegnarmi tutto e a spingermi a continuare anche quelle volte che volevo smettere karate per provare qualcos’altro. Se avete letto questo articolo e state ridendo io sono contenta, perché vuol dire che vi è piaciuto!!! ROSSI ELENA Pag.12 LA PALLAVOLO CHE BELLO VINCERE! Io sono un ragazzo di 1C, pratico baseball e la pallavolo. Nella nostra squadra di pallavolo siamo in nove, ci alleniamo il lunedì alle 18.00 alla palestra dei “Geometri” e il giovedì sempre alle 18.00 alla palestra “G. Rodari”. Giovedì 10 gennaio ha avuto luogo la nostra prima partita del campionato UNDER 13, contro L’ATLETHIC VOLLEY RIMINI. Una partita di pallavolo di UNDER 13 si svolge in 3 set. Per vincere un set bisogna segnare 25 punti quando si è sul 24 pari, bisogna avere due punti di distacco ( 26 a 24, 27 a 25 ecc.). La rete è alta 2 metri e 25 centimetri , ogni set vinto, si passa nella panchina opposta. Al primo set la partita è stata povera di emozione, ho incominciato a battere io e ho segnato 2 punti, poi c’è stato un lungo scambio di battute. Dopo 20 minuti di gioco il primo set si è concluso con 25 punti per noi e 17 per gli altri. Anche il secondo set si è concluso con la nostra vittoria 25 a 20. Il terzo set è stato molto difficile da conquistare, siamo partiti sempre in vantaggio, poi quasi all’ultimo punto siamo andati sotto pressione e gli avversari hanno potuto recuperarci. Sul 24 a 24 l’allenatore ha effettuato dei cambi, ( per far giocare tutti); la formazione non era la migliore ma abbiamo vinto 27 a 25. Sul punto decisivo abbiamo lanciato le bottiglie in aria e ci siamo abbracciati a vicenda. Il momento della partita che mi è piaciuto di più è stato quando in salto mi sono allungato per salvare una palla e per mandarla di là e ho fatto punto con un pallonetto. La pallavolo è uno sport molto entusiasmante e consiglio a tutti di venire a provar Lorenzo Fabbri 1° C