l`inverno di erbil

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l`inverno di erbil
CRISTIANI IN ORIENTE
CRONACHE DAL KURDISTAN
L’INVERNO DI ERBIL
DIECI ANNI FA, IN IRAQ VIVEVANO
UN MILIONE E MEZZO DI CRISTIANI.
OGGI SONO POCO PIÙ DI TRECENTOMILA.
UNA FUGA IN MASSA, UN ESODO BIBLICO.
IL RACCONTO DI IMAN, UNA GIOVANE
DONNA SFUGGITA ALLE MILIZIE DELL’IS.
‘VORREI CHE CHI CHIEDE DI RESISTERE
PROVASSE A VIVERE SOLO UNA SETTIMANA QUI’.
fotografie di Linda Dorigo testo di Bianca Brien
TURCHIA, le rovine
armene di Ani
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PALESTINA, tra Ghilo e Arghilo,
due insediamenti israeliani. Messa sotto gli ulivi.
‘è
come se la mia vita si fosse fermata’, raconta Iman, una giovane donna di 23 anni che da quattro mesi vive, se cosi si può
dire, nella sala proiezioni della chiesa di san Giuseppe assieme
ad altre venticinque persone. e loro sono tra i fortunati: la maggior parte
degli oltre quattrocento sfollati cattolici che hanno trovato rifugio nei giardini della chiesa è accampata in tende che a ogni acquazzone si riempiono
di acqua. vivono tra le aiuole della parrocchia, ma a pregare in chiesa oggigiorno ci vanno in pochi.
Una famiglia raccolta davanti alla tenda barcollante dove vivono accalcati,
mi accoglie con cortesia e un po’ di diffidenza. Non sono la prima a essere passata a vedere come vivono gli sfollati cristiani. ci sono tanti bambini di tutte le età e anziani con il volto cupo. la nonna alza le braccia e
indicando il cielo chiede con rabbia: ‘che fine ha fatto?!’.
sono circa centomila i cristiani che, dal giugno scorso, hanno trovato rifugio a erbil, la capitale della regione autonoma del Kurdestan Iracheno.
Molti vivono accampati intorno alle chiese di ainkawa, il quartiere cristiano, tanti altri hanno trovato rifugi di fortuna nelle scuole o in edifici
non completati, centinaia hanno occupato quello che doveva diventare un
supermercato.
Il recente esodo delle minoranze presenti in Iraq è cominciato dopo che
Mosul era stata occupata dall’IsIs. I combattenti salafisti avevano concesso un giorno alle minoranze cristiane per scegliere tra tre opzioni: convertirsi all’islam, pagare la jizya, la tassa di protezione, o morire. In agosto
l’offensiva si era estesa al resto della zona costringendo l’intera comunità
alla fuga verso zone piu sicure. si erano uniti nella fuga decine di migliaia
IRAN,
chiesa di San Taddeo
GERUSALEMME,
antica Bibbia etiope
di Yazidi considerati politeisti, turkmeni e shiiti ritenuti eretici.
Nella chiesa di san Giuseppe di ainkawa, sono tutti di Qarakosh, un paese
a est di Mosul dove la comunità è presente dal primo secolo. Nel 2003, vi
erano un milione e mezzo di cristiani fra caldei, siriaci e armeni. erano il
5% della popolazione irachena. oggi sono meno di trecentomila. sotto saddam i cristiani non avevano sofferto particolari persecuzioni ed erano stati
trattati alla stessa stregua dei sunniti. I guai per loro erano cominciati con
l’invasione americana del 2003 quando erano stati visti come complici di
una nuova crociata contro l’Islam.
‘siamo fuggiti abbandonando tutto - racconta Iman - e mano mano che passano i giorni ci accorgiamo che é sempre piu improbabile che possiamo tornare a casa: siamo ora rifugiati nel nostro stesso paese’. Quello che doveva
essere una soluzione temporanea di emergenza si é trasformata in una situazione definitiva.
‘In quattro mesi non è cambiato nulla. ogni tanto passa qualcuno della
chiesa a fare domande, altre volte sono giornalisti, ma poi rimane tutto
uguale”. Il marito di Iman, un poliziotto con gravi dolori alla schiena, non
vede uno stipendio da mesi. Hanno due figli e ora Iman è nuovamente incinta. ‘Qui ci danno del cibo, della pasta del riso, un po’ di olio’. apre uno
dei cartoni che delimita il territorio delle tre famiglie che condividono lo
spazio. ‘Il resto, le verdure, i pannolini, persino il gas per fare andare i fornelli dobbiamo comprarlo noi. Io, come tanti altri, ho gia venduto tutto l’oro
che avevo’.
Uno dei suoi vicini mi mostra sullo schermo del suo cellulare una serie di riprese di un bel cortile con fontana. scherzando con un misto tristezza accetto
il suo invito ad andarlo a trovare un giorno nella sua bella casa di alquosh,
inshallah.
‘e poi guarda quanti bambini, nessuno di loro va a scuola’, racconta ancora
Iman. sono solo quattro a erbil le scuole che offrono un’educazione in
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cristiani in oriente
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GIORDANIA, cimitero a Smakieh
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arabo, una lingua che i curdi oramai parlano sempre più raramente e non posso assorbire l’ondata di ragazzi.
Il governo curdo ha accolto la comunità cristiana con generosità, ma ha chiarito che non si sarebbe accollato nessun onere. Il
Kurdestan ospita piu della metà del milione e ottocentomila sfollati in Iraq e continua a non ricevere i fondi promessi da Baghdad. la risposta umanitaria delle organizzazioni internazionali
é stata finora molto lenta, sono pochi i campi di accoglienza
completati e gli operatori sul terreno non sono sufficienti.
l’arcivescovo Warda, oltre a denunciare la discriminazione nella
distribuzione degli aiuti da parte del governo centrale, ha sottolineato come finora le autorità religiose islamiche del paese
‘hanno mancato di condannare inequivocabilmente la violenza
perpetuata in nome dell’Islam e l’espulsione dei cristiani dalla
loro terra biblica’.
‘Non si vede la fine di questa situazione - dice ancora Iman non c’è lavoro, non ci sono soldi. la gente è depressa, la tensione sale, si litiga per un nonnulla. Per l’acqua, per i bagni sporchi, per le coperte. ci sono state consegnate due coperte per
famiglia e chi dorme in tenda di notte ha freddo’. le latrine sono
insufficienti e sporche, messe su rapidamente in un angolo del
giardino della diocesi, una delle cinque doccie disponibili ha la
porta sfondata. ‘Non tutti capiscono che l’igiene é importante
ma come si fa a convincere la gente a dare una mano?’. Nel
campo improvvisato manca chiaramente una gestione esperta e
i problemi si aggravano man mano che passa il tempo e si abbassa la temperatura.
a Iman mancava un anno per qualificarsi come infermiera. “vorrei tanto finire gli studi e poi cominciare a lavorare e si che
avremmo bisogno di un entrata. Ma qui non conosco nessuno,
non so come muovermi, non capisco nemmeno la lingua.”
‘Il mio sogno è andare un giorno a roma e vedere san Pietro’,
mi confessa. Iman vorrebbe emigrare ma solo chi è benestante
è finora riuscito a partire. I numeri degli allievi della scuola elementare privata gestita dalle suore sono diminuiti. chi ha i mezzi
ha anche famigliari che facilitano l’emigrazione, nonché risorse
per ottenere visti. ‘Io non ho nemmeno il passaporto’, si lamenta
Iman. alcuni incantati dalle promesse dei paesi occidentali
hanno venduto quel poco che avevano e sono andati a registrarsi
come rifugiati in turchia: passate alcune settimane, dopo aver
speso una fortuna in alberghi si sono sentiti dare un appunta-
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IRAN, convertito al Cristianesimo
BAGHDAD,
chiesa di santa Maria
BETLEMME,
chiesa della Natività
GIORDANIA,
Maktass il giorno
della prima
comunione
KURDISTAN
SIRIANO (ROJAVA)
GHARDUKA,
chiesa distrutta
dai combattenti
di Jabat al Nusra
IRAN, SALMAS, chiesa ricavata da una
vecchia stalla tra i boschi
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mento per il 2019 e sono tornati in Iraq.
I vertici della chiesa spingono affinché la comunità resista e rimanga ma la gente è sempre piu’ disillusa, solo il
consolato francese ha ricevuto decine di migliaia di richieste di visti dopo aver rilasciato dichiarazioni ventilando l’offerta di asilo politico. ‘Mi piacerebbe che chi
parla di resistere venisse a trascorrere non un anno, non
un mese, ma solo una settimana qui’ mi dice il parroco di
una chiesa a Kirkuk divenuta ormai l’ultima frontiera a
sud del Kurdestan.
‘Nella periferia di Kirkuk ci sono interi villaggi cristiani
in vendita’ racconta Marilyn un’infermiera che lavora nell’opedale principale della citta. Il valore delle case è precipitato. tutti sognano di vendere e poi andare all’estero.’
con tutti gli sfollati che arrivato dalle zone di conflitto e
che fuggono dai bombardamenti delle forze governative
e quelli piu recenti della coalizione occidentale, gente interessata a stabilirsi nelle nostre case non manca. Ma il
problema è che i potenziali acquirenti sono arabi sunniti
e una legge creata per proteggere gli insediamenti cristiani in questa zona impedisce a chi è di un’altra fede di
stabilirsi qui’.
Marilyn, che ha famiglia in canada, si prepara a partire a
gennaio per la Giordania dove sono oltre quattromila i
cristiani che si sono già trasferiti nella speranza di ottenere un giorno un visto per un paese occidentale che li
accolga. ‘ci vorranno un paio di anni, spiega Marilyn che
non potrà lavorare durante il suo soggiorno. ‘Noi iracheni
in Giordania non possiamo ottenere il permesso per lavorare. Non so come farò a resistere, ma questo è il
prezzo da pagare per una vita futura’.
Il vescovo greco ortosso Gattham Hazim ha di recente dichiarato che di seicento famiglie che vivevano a Baghdad
ne rimangono solo trenta e meno di dieci famiglie resistono a Mosul ormai sotto controllo dell’IsIs. ‘Io non
credo che questa sia una campagna diretta contro i cristiani. l’Islam è una religione che racchiude forme molto
diverse e che è anch’essa minacciata’, avverte Hazim che
teme che ‘è l’eredità culturale di tutta la regione ad essere a rischio’.
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BIANCA BRIEN, 27 anni, giornalista free
lance, ha lavorato e vissuto in Medio
Oriente. In Iraq da qualche mese osserva,
impotente, l'evolversi di una catastrofe.
LINDA DORIGO, friulana, 31 anni, fotografa, giornalista e documentarista. Si occupa di minoranze etniche e religiose, questioni di genere, in
Medio Oriente. Collabora con numerose testate internazionali (Marie
Claire, Der Spiegel, Le Monde, L’Espresso, Figaro) e con l’associazione Kineo per la ricerca e lo sviluppo audiovisivo. Ha realizzato il film
“Safar-e-sabz” dedicato all’Iran contemporaneo. Nella prossima primavera uscirà il libro fotografico “Rifugio” (Schilt Publishing): è il racconto
di tre anni di ricerche sulle comunità cristiane del Medio Oriente. Nata
a Tolmezzo, oggi vive tra Roma e la città irachena di Sulaimaniya.