giornale A4 vers2 - "Guglielmo Marconi" San Giovanni Suergiu

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giornale A4 vers2 - "Guglielmo Marconi" San Giovanni Suergiu
Direttore Generale:
Maria Beatrice Pisu
Co-Direttori:
Gaetano Scibetta
Cinzia Fanais
Edizione e Stampa
Laboratorio di Informatica
Redattori:
Sara Gannau, Gianluca Nuscis,
Daniele Steri, Simone Basciu,
Alessandro Loru, Alessandro
Bullegas, Stefano Candelargiu,
Alessia Pusceddu, Michela Scano, Enrico Spina, Danilo Locci,
Fabio Matteu, Mirko Tidu, Alessio
Zanza, Vincenzo Feudale, Nicola
Milia, Jakub Orlowski, Nicolò
Porceddu, Matteo Locci, Federica
Pilliu, Claudia Pisu, Valentina
Pisu, Sara Usai, Filippo Matta
EDITORIALE
"Area Scolastica 51" nasce da un'idea
illuminata avvenuta all'interno degli
smisurati meandri del segretissimo Laboratorio d'Informatica della Scuola Secondaria di 1° grado situata nel misterioso villaggio di San Giovanni Suergiu, nel
South Sardinia.
Il suo nome è opera di uno dei suoi più
solerti redattori Vincenzo Feudale e potrebbe ispirarsi al nome della segretissima base militare che sorge nel bel mezzo
del deserto del Nevada.
Infatti così come, tale base militare dagli
anni cinquanta ad oggi, ha suscitato una
curiosità sempre crescente, altrettanto
sembra dimostrare questa nascente testata giornalistica piena zeppa di importanti
ed esplicative testimonianze da parte dei
suoi sapienti redattori, comunque supportati egregiamente dagli altrettanto enigmatici studenti del sopraccitato e impenetrabile Istituto Scolastico "G. Marconi".
Anche la Nasa ieri, ha riconosciuto ufficialmente la nascita di "Area Scolastica
51", secretandone immediatamente il fascicolo per paura di possibili ripercussioni per la sicurezza mondiale internazionale.
Non stupitevi se all'interno di questo
giornale troverete la summa dello scibile
umano mondiale e non sorprendetevi se
le strabilianti rivelazioni in esso contenute potrebbero turbare le vostre menti e i
vostri animi. Mettetevi comodi e leggete
tutto d'un fiato questo stupefacente notiziario informativo top secret.
Una nuova dimensione culturale tra
poco investirà tutta la
vostra esistenza con
la sublime fantasia
dei nostri cari redattori... Questa è la
magica realtà di "Area scolastica 51"!
Se vuoi contattarci scrivi e-mail: [email protected]
Prof. Gaetano Scibetta
Quest’anno i laboratori sono cominciati molto tardi a causa della
ristrettezza dei fondi. Tuttavia dopo alcuni mesi di attesa, in seguito
a tante riunioni e alla determinazione dei docenti, si è riusciti a
farli partire.
Ma si è deciso di risparmiare sugli esperti. Pertanto, rispetto agli
anni precedenti, ci sono diverse
novità, come emerso dalle interviste fatte ai professori e agli alunni
dei vari laboratori, attraverso cui
si
si è riusciti a ricostruire la tipica giornata trascorsa
dagli studenti della Scuola
Secondaria di I grado dell’Istituto Comprensivo “G. Marconi” di San Giovanni
Suergiu tutti i mercoledì pomeriggio. I Laboratori dell’anno scolastico in corso
sono nove: Laboratorio di Atletica, Ceramica, Comenius 1-2, Creatività, Fotografia, Informatica, Musica, Pittura. Quanto alle attività del Laboratorio di Atletica, tutto ha inizio alle 15:45 quando i ragazzi partono per recarsi al campo
sportivo di Carbonia e dopo essersi riscaldati e aver fatto un giro di corsa gli
vengono assegnati i vari esercizi. Nel laboratorio di Ceramica si lavora
l’argilla. Anche quest’anno si usa la tecnica del colombino con lo studio e
l’elaborazione di motivi floreali per i manufatti. I ragazzi alla fine dell’anno
allestiscono l’atrio della scuola con i loro lavori che comprendono: vasi, piatti,
ecc. Nuovo il Laboratorio Comenius che si suddivide in due sotto-laboratori:
Comenius 1 e Comenius 2. L’idea di questo laboratorio nasce dal Progetto di
partneriato tra la nostra Scuola e altre 5 scuole europee, dal titolo “It’s fun to
be IN and GREEN”. Comenius 1 si occupa del tema dell’arte e del riciclo attraverso la creazione di abiti con materiali di scarto: carta, plastica, raffia,
ecc… Gli abiti sono stati presentati nel corso di una sfilata di moda in occasione dell’accoglienza delle scuole europee. In Comenius 2 invece, i ragazzi, hanno allestito uno spettacolo teatrale dal titolo “La potenza malefica” tratto da
alcune novelle di Grazia Deledda. Lo spettacolo è stato messo in scena l’8 Aprile per l’accoglienza delle delegazioni delle scuole cipriote, bulgare, lituane,
slovacche e maltesi venute qui in Sardegna. Il laboratorio di creatività collabora col laboratorio di Comenius per il quale ha preparato delle maschere, e dei
cappelli di cartapesta. Nel laboratorio di fotografia, invece, oltre alla teoria si
fanno delle foto, sia digitali sia col rullino, e una volta sviluppato il negativo
del rullino, grazie a degli acidi speciali si può sviluppare il positivo. Le foto
sviluppate alla fine dell’anno vengono affisse nell’ atrio della scuola per una
mostra. Nel laboratorio di informatica si usano i computer per sviluppare softwere dell'area multimediale e alla fine di maggio si progetta di stampare un
giornalino scolastico. Nel laboratorio di musica i ragazzi si esercitano a cantare
e suonare dei brani per poi fare un saggio per tutto l’Istituto. Nel laboratorio di
pittura tutto inizia da una foto o da una cartolina, da cui nasce il disegno che
viene riportato nella tela attraverso l’uso di matite e carboncini e colori. Insomma, anche senza esperti, i laboratori piacciono a tutti e ognuno ci mette del
suo per renderli comunque efficienti, professori compresi!
Federica Bellanti, Sara Dessì,Vincenzo Feudale, Martina Lecca
Noi ragazzi del laboratorio Comenius,
dell’Istituto comprensivo di San Giovanni Suergiu, abbiamo lavorato a questo progetto che ha
permesso di ospitare alcuni studenti della Bulgaria, Cipro, Lituania, Malta e Slovacchia. Noi ragazzi del laboratorio Comenius abbiamo deciso
di far visitare i posti migliori che offre il nostro
territorio, dividendolo in tre tappe. Questa è la
cronaca delle tre giornate di incontro:
Lunedì: Col laboratorio Comenius abbiamo preparato un’accoglienza nella nostra palestra, dove
ci siamo esibiti in uno spettacolo a dir poco magnifico, parlato in dialetto sardo, in italiano e in
inglese, con costumi e maschere sarde. Naturalmente, i testi in sardo dello spettacolo sono stati
anch'essi tradotti in lingua inglese. C’è stata poi,
una sfilata di vestiti creati da noi utilizzando esclusivamente materiale riciclabile. Ogni vestito
era accompagnato da una descrizione in inglese e
ognuno di questi aveva un suo fascino. Tra gli
abiti più belli, ce n'era uno che rappresentava la
bandiera d’Italia. Abbiamo allora cantato l’Inno
d’Italia e abbiamo fatto vedere dei video relativi
alle nostre attrattive più belle, del nostro angolo
di Sardegna. Durante il pomeriggio, insieme ai
ragazzi della Bulgaria, Cipro, Lituania, Malta e
della Slovacchia, siamo andati a visitare la località di Is Loccis Santus, dove, ognuno di noi faceva da guida durante il percorso e traduceva in inglese ogni monumento visitato.
Martedì: Noi e i ragazzi stranieri siamo partiti
per visitare altri luoghi molto interessanti tra cui:
Sant’Antioco e la Grande Miniera di Serbariu a
Carbonia. Anche qui, ci siamo immedesimati in
vere e proprie guide in modo da descrivere in inglese, ogni singolo monumento visitato.
Mercoledì: L’ultimo giorno del meeting, l'abbiamo
dedicato alla visita di Barumini in mattinata e l'altra metà della giornata a Cagliari. Siamo partiti alle
8:00 del mattino, prima tappa: Nuraghe di Barumini. Durante il viaggio ci siamo divertiti molto, in
quanto abbiamo fatto subito amicizia con il gruppo
di ragazzi sordo-muti della delegazione Lituana. Ci
hanno insegnato il loro linguaggio dei segni ed è
stato bellissimo impararlo. Durante la visita al Nuraghe, questa volta, c’erano delle vere e proprie
guide a presentare il monumento. Subito dopo aver
lasciato Barumini, ci siamo messi in viaggio per
Cagliari. Durante il percorso, abbiamo deciso di
animare un po’ la giornata, sedendoci tutti insieme
negli ultimi posti del pullman vicino ai ragazzi
stranieri, in modo da fare amicizia con loro e ci sono sembrati subito molto simpatici e amichevoli.
Arrivati a Cagliari, il vice-sindaco insieme a una
guida ci hanno accolto in un'enorme aula del Municipio di Cagliari. Il vice-sindaco ci ha fatto così
visitare svariate stanze del Palazzo comunale, descrivendone le particolarità presenti in ognuna di
esse. C’erano tantissimi dipinti, statue e tante altri
oggetti che, hanno incuriosito i ragazzi stranieri.
Dopo esser usciti siamo andati in un’altra stanza,
per vedere un filmato sulla storia della nostra Isola
sarda, per poi salutarci con un brindisi.
Le professoresse hanno dato poi la possibilità ad
ognuno di noi, di andare in giro per i negozi insieme ai ragazzi stranieri in modo da aiutarli a scegliere dei souvenir. Così ci siamo trattenuti fino alle 18:00 per poi riprendere il viaggio di rientro, durante il quale, abbiamo continuato a far amicizia
con gli allievi delle delegazioni straniere.
Arrivati a San Giovanni, verso le 20:00, ci siamo
ritrovati in una pizzeria in modo da poter cenare
tutti insieme e stare ancora un po’ di tempo in
compagnia. Alcuni però, dopo cena, sono dovuti
partire, altri sono tornati a Cagliari e pertanto, c’è
stato il momento del saluto. Qualche lacrima, ma
sicuramente, per tutti, è stata un’esperienza bellissima, direi... indimenticabile.
Camilla Loi
Il giorno 19 Maggio dell’anno 2013 io (Nicolò), Alessia, Giacomo, Mauro, Arianna e Anna insieme con
Prof. Scibetta, la Signora Preside, Maestra Chiara e la
Prof.ssa Portas siamo partiti dall’aeroporto di Cagliari
alle 6:30 del mattino verso Malta. Abbiamo fatto il
check-in e ci siamo imbarcati verso la prima tappa:
l’aeroporto di Fiumicino. Atterrati a Fiumicino abbiamo aspettato più di tre ore, tre lunghe, anzi lunghissime, ore. Con Prof. Scibetta abbiamo fatto il giro di
quell’enorme aeroporto. Finalmente arrivò la tanto attesa ora di partire per Malta. Era bellissimo,
un’emozione indescrivibile che aspettavamo da tanto
tempo. All’arrivo dell'aeroporto di Malta, ci hanno accolto calorosamente, ma l’accoglienza migliore è stata
quella data e ricevuta dal Prof. Scibetta; lui ci disse che
non sapendo parlare correttamente l’inglese avrebbe
adottato questa tecnica: "Risponderò con le stesse parole che mi rivolgeranno all'accoglienza! Così non
sbaglio!!!". Ma il delegato maltese indovinate un po’
come lo accolse... con un bel "Benvenuto!" e lui cose
rispose? "Benvenuto!!!"... (che figura!!! N.d.R.). Dopo
aver aspettato l’arrivo dei Cipressi (così come li chiamavamo noi, in realtà trattavasi dei Ciprioti) siamo andati insieme all’ostello dove alloggiavamo a Sliema. E
poi avendo il pomeriggio libero abbiamo girovagato
per il lungomare di Sliema fino a raggiungere San Giuliano. La mattina del 20 Maggio ci siamo recati al Saint
Theresa College nella cittadina di Birkirkara. Per
l’accoglienza all’esterno e all’interno del college abbiamo trovato moltissimi bambini tutti in fila che sventolavano delle bandierine raffiguranti le bandiere dei
vari stati che hanno partecipato al progetto Comenius.
In seguito abbiamo conosciuto il preside, Alexander e
il vice-preside Mark che, hanno fatto una breve descrizione della scuola e delle sue svariate attività. Poco dopo ci hanno fatto visitare la scuola e nelle varie classi
abbiamo potuto partecipare alle lezioni. Dopo la breve
pausa siamo andati via dal college e abbiamo visitato la
bellissima Basilica di Sant’Elena. Verso le 12:30 siamo
rientrati al college dove abbiamo pranzato. Alle 14.00
siamo saliti sul pullman che ci ha condotti alla Valletta
(capitale di Malta). Durante la visita alla Valletta, accompagnati dalla guida, abbiamo visitato vari monumenti tra cui la Cattedrale di St. Jhon's che custodisce
due bellissimi dipinti del famoso pittore
Michelandelo Merisi detto il Caravaggio, inoltre abbiamo avuto due ore di tempo libero per visitare la città. Alle 19:00 siamo rientrati in hotel per una breve sosta per poi riuscire a cena fuori. Il 21 Maggio siamo
andati di nuovo al college dove si è svolta l’assemblea
di benvenuto dove i ragazzi delle altre nazioni e tre del
nostro gruppo si sono esibiti. Dopo le esibizioni i bambini del college sono venuti a chiederci gli autografi
credendo che fossimo persone famose. In quel momento ci sentivamo delle vere star per sole 24 ore. Dopo
l’assemblea siamo andati dal sindaco di Birkirkara che
tramite delle diapositive ci ha illustrato il territorio di
Malta. Subito dopo questa presentazione c’è stato un
piccolo rinfresco. Qui, io per sbaglio ho mangiato un
dolce a base di crema di piselli e per tutto il giorno avevo paura di morire, in quanto fabico. Subito dopo
siamo ritornati al college e qui abbiamo svolto varie
attività con i ragazzi della scuola. Alle 13.00 abbiamo
mangiato a scuola dei piatti tipici di Malta, alcuni dei
quali anch'essi a base di piselli che, mi son guardato
bene di non mangiare!!! Dopo il pranzo siamo saliti
sull’Hop On Hop Off (tipico autobus scoperto a due
piani) per visitare la parte nord dell’isola. Alle 17:30
siamo ritornati all’ostello e subito dopo siamo usciti a
cena fuori.
Il 22 Maggio siamo andati per l’ultima volta al college
e qui abbiamo partecipato a varie attività con i bambini. Dopo aver pranzato abbiamo circumnavigato l’isola
di Malta a bordo dell’Harbour Cruise (un barcone che
permette di effettuare il tour dell'isola), ma un fortissimo vento di scirocco ha rovinato solo in parte il tour.
Scesi dalla barca siamo tornati a Sliema dove abbiamo
avuto del tempo libero. Alle 19:00 siamo stati portati a
Mdina, la bellissima città del silenzio, dove abbiamo
cenato insieme alle altre delegazioni per l’ultima volta
in un locale al centro di questo storico borgo medioevale. Alle 22:00 siamo ritornati all'ostello.
Il 23 Maggio era il giorno del rientro a casa, è stato
molto faticoso ed anche molto triste. Mi è dispiaciuto
lasciare quella splendida isola, ma ero anche felice di
poter tornare dai miei. Non dimenticherò mai questa
bellissima esperienza nell'isola dei Cavalieri di Malta
che, probabilmente, data la natura cavalleresca, mi ha
nobilitato lo spirito e anche l'anima.
Nicolò Trullu e Alessia Pusceddu
Caro diario, vorrei raccontarti di una nuova esperienza che abbiamo fatto quest’anno a scuola. Abbiamo invitato degli studenti provenienti da Cipro, Malta, Bulgaria, Lituania e Slovacchia per fare conoscere la nostra
cultura, cucina, lingua (dialetto) e il nostro paese… Il giorno che sono arrivati, li abbiamo accolti con uno
spettacolo per presentarci. Dopo lo spettacolo c’è stato un rinfresco. Durante questo momento abbiamo avuto l’occasione di parlare e conoscere meglio i nostri ospiti. nonostante le difficoltà di comunicazione siamo
riusciti nell'intento con i gesti e attraverso le espressioni del viso, che la nostra accoglienza è stata gradita.
E’ stata molto bella anche la giornata trascorsa con loro a Cagliari e a Barumini! Abbiamo condiviso tante
cose: le passeggiate, il pranzo, il viaggio in pullman…è stata una bella esperienza e alla fine ho avuto la
sensazione di conoscere tutti da tanto tempo. Ma questa giornata non si è conclusa qui, siamo tornati a S.
Giovanni e abbiamo deciso di fare una pizzata: noi ragazzi ci siamo seduti tutti insieme in un'unica tavolata… Alla fine è giunto il momento di salutarci…era ora di riposarsi, li aspettava il lungo viaggio di rientro…
mentre ci salutavamo sentivo che un po’ mi sarebbero mancati, ripensavo a tutti i giorni passati insieme e mi
rendevo conto che erano stati simpaticissimi e molto socievoli. Sarebbe bello, un giorno, poter andare nel loro Paese per poterli rincontrare. Ora , caro diario, ti devo lasciare perché è pronta la cena, ciao!
Erica Bratzu
I ragazzi della scuola media di San Giovanni Suergiu, ogni mercoledì sera, iniziano dei laboratori in cui possono sfogare la loro creatività il loro talento e le loro passioni. “Ogni anno è difficile racimolare e ricevere
soldi per dar inizio all’attività” racconta una professoressa della scuola…”E poi abbiamo bisogno di specialisti per molti laboratori” conclude la prof. La Regione Sarda e il Comune finanziano come possono questi
laboratori. “È come un piccolo svago per i nostri ragazzi, dove comunque imparano cose nuove, è proprio
un diverso modo per imparare” racconta il sindaco del paese. Ci sono diversi laboratori, da quello di atletica
a quello di creatività, da quello di musica a quello dell’informatica, e ancora dalla fotografia alla musica. I
ragazzi di atletica al suono della campana si dirigono fuori dalla scuola verso l’autobus, che li porterà al
campo, dove si alleneranno per le gare scolastiche tra cui corsa, salto in lungo e salto con gli ostacoli. Nel
laboratorio di creatività i ragazzi possono appunto esprimere la loro creatività, “distruggendo” e ricreando
oggetti nuovi utilizzando molta colla e alcuni di questi ci dicono: "Con la colla puoi attaccare ogni cosa,
creare oggetti strani… è proprio questo, quando incolliamo e ricreiamo che esce... fuori la nostra creatività”. Tutto questo si svolge in una stanza apposita, dipinta con un vivace color mela. Il laboratorio di fotografia è scelto da molti, per questo è molto difficile entrare a farne parte infatti, la fotografia è una passione
molto presente tra i giovani della scuola. “Scegliamo 14 persone, il laboratorio è molto piccolo non abbiamo
abbastanza spazio per accoglienza più di un certo numero questa è la pecca del laboratorio di fotografia”
conclude la prof. responsabile del laboratorio. Al 1° piano, è stata allestita una stanza dove fare pittura, i ragazzi, ognuno con la propria tela, dipingono fiori e paesaggi, che verranno esposti nell’andito della scuola. Il
laboratorio di musica si trova al piano terra ed è una stanza apposita, insonorizzata, dove i ragazzi del laboratorio suonano e cantano e lo scopo finale è di creare un piccolo concerto per la scuola. Il laboratorio di informatica si trova anch’esso al piano primo, in cui si approfondisce la conoscenza e l’utilizzo del PC e si
prepara il giornale scolastico. Tutti i laboratori della scuola sono, quindi, interessanti e belli. Ognuno a modo
Federica Pinna
suo.
Il bullismo è un fenomeno diffuso soprattutto negli ambienti scolastici e adolescenziali. Il termine bullismo deriva dal termine inglese “bully”. In genere il bullo è un ragazzo grande, che si
vuole far notare dagli altri compagni, così umilia, picchia e insulta i ragazzini più piccoli di lui
e più deboli. Il bullo può manifestare la sua forza in varie forme: violenza fisica: come aggressioni con calci, pugni, schiaffi; violenza verbale: come insulti, prese in giro; violenza relazionale: come la diffusione di cose non vere nei confronti altrui allo scopo di emarginare qualcuno più debole e indifeso. La persona che subisce azioni di violenza da parte del bullo, si chiama “vittima”. La vittima dopo aver subito molte violenze ha paura di passare da una certa
strada, e può arrivare al punto di non volere neanche più andare a scuola. Se qualcuno assiste
ad un atto di bullismo dovrebbe subito dirlo ad un adulto, invece nella maggior parte dei casi il
ragazzo che assiste a una scena di bullismo, sta zitto, così da diventare un complice del bullo.
Di solito i ragazzini che non dicono niente, lo fanno per non passare anch’essi guai con il bullo. Il bullismo va eliminato, perché genera sofferenza da chi la subisce ma anche perché nelle
scuole si dovrebbe insegnare il rispetto per gli altri, perciò negli ambienti scolastici non si dovrebbero manifestare scene di violenza.
Manuela Serventi
Il tempo degli esami si avvicina e gli studenti, come
sempre, sono in preda al panico. Sappiamo tutti, ormai,
che l’esame è un test finale
che si fa nelle terze di ogni
scuola media dello Stato Italiano e sappiamo anche che è
una trappola da cui puoi uscirne soltanto se hai preso la
sufficienza. Tutti gli studenti,
compresi i soliti ‘asini’ della
classe, preparano il proprio
argomento per presentarlo
all’esame. Ovviamente, alcuni ragazzi presentano quelli
più sconci e insignificanti tipo il calcio o i Green Day,
oppure sempre i soliti come
la Seconda Guerra mondiale
o quelli meno impegnativi
come l’adolescenza. I professori, dopo aver alzato gli occhi al cielo, cercano di dare
consigli, per l’ennesima volta, ai propri alunni. Finalmente, dopo tante minacce,
l’argomento spunta fuori da
chissà dove, come se fosse un
fungo nel periodo autunnale.
Allunga il tempo di studio
perciò: (mi rivolgo a te, che
stai leggendo) spegni la tivù
da dove stavi guardando
Spongebob e spegni anche
Facebook, prendi un libro,
prepara l’evidenziatore e inizia a sottolineare. Aumentano
anche i voti alle interrogazioni (speriamo!!!) e i professori
cambiano il proprio motto:
“Su bellisceddu, fra un paio
di giorni ce sta l’esame quindi studia!”. Dopo ore passate
sui libri è arrivato, finalmente, il giorno dell’esame, si ha
una propria tesina e non bisogna fare altro che esporla
in ‘quella stanza’. Beh il risultato si può vederlo solo alla fine quindi. In bocca al lupo per l’esame. Possa la buona sorte essere dalla tua parte.
Tania Argiolas
San Giovanni Suergiu si trova nel sulcis a circa 70 Km a ovest di Cagliari e cinque a sud di Carbonia. Il territorio è
pianeggiante, il comune si trova nella piana che termina nella laguna di Sant’Antioco, li, sorgono alcune frazioni tra cui
Matzaccara e Santa Caterina. San Giovanni Suergiu è un
comune di 70,63 Km quadrati. Il nome degli abitanti è “sangiovannesi”, il loro patrono è San Giovanni Battista e il
giorno festivo è il 24 giugno. I rilievi presenti nel territorio si
trovano a nord-est dell’abitato e, la punta maggiore è quella
del monte San Giovanni di 332 m, il Pizzo Bianco con
un’altezza di 315 m e Punta ‘e Mesu con i suoi 276 m.
Tra i fiumi c’è il Rio Palmas che sfocia vicino alle saline di
Sant’Antioco. San Giovanni Suergiu ha diverse frazioni ma
tre sono le più importanti, queste sono: Is Urigus; una località confinante con Is Gannaus, a 3 Km da San Giovanni;
Matzaccara distante dal centro abitato 8 Km e vicino a Punta ‘e Trettu; Palmas sorto negli anni 60, si trova a 3 Km dal
centro principale. L’economia del paese è basata soprattutto sull’agricoltura e sull’allevamento. Rivestono un piccolo
ruolo anche la piccola industria e il settore terziario basato sui servizi pubblici. Nel nostro paese possiamo trovare varie architetture religiose tra cui c’è la chiesa di San Giovanni Battista del 1959, costruita nella piazza IV Novembre
dall’architetto A. Tomassi. Inoltre possiamo trovare la chiesa di Santa Maria di Palmas del XII secolo costruita
nell’area di Palmas Vecchia. Infine la vecchia chiesa di San Giovanni Battista situata in via Garibaldi, di essa rimangono solo una facciata e un muro. Oltre ad architetture religiose ci sono anche quelle militari tra cui il castello di Palmas del quale restano i resti. Poi troviamo anche le postazioni contraeree,resti di fortificazioni utilizzate nella guerra
mondiale. Tra le aree naturali troviamo Punta ‘e Trettu, dotato di un’ampia pineta. Il territorio sangiovannese fu abitato, già in età prenuragica come dimostrano siti e reperti presenti nella zona. Molto interessanti sono le domus de Janas,
sul colle che si affaccia nella laguna. Sono visibili anche le tracce della civiltà nuragica, presenti a Is Meurras e a
Craminalana. In quest’ultimo sito sono presenti,anche le tombe dei giganti. A Sa Guardiedda nel periodo feniciopunico fu costruito, un attracco, oggi visibile. Nel periodo bizantino arrivarono tre comunità di monaci che si insediarono, a Palmas, a Suergiu e a Matzaccara. Il primo documento esistente è stato quello del 1066 che attestò la presenza
dei monaci. In quell’anno, Vera, moglie di Tortitorio offrì ai monaci sei chiese. Tra queste c’era anche la chiesa di
Santa Maria di Palmas che fu, donata da Costantino ai monaci di San Vittore. Nel 1258 la villa passò a Ugolino della
Gherardesca. Dopo essersi ripopolata, dal Settecento nella vecchia Palmas sorsero i merau. Il territorio continuò a popolarsi fino a quando nel 1583 diventò comune. In questa zona era grande la presenza di toponimi come “su campu
santu de santu Perdu” abbandonato nel 1900. Dopo il ripopolamento si formava il centro cittadino, dove il re nell’11
marzo del 1863 stabilì il comune. Da allora si chiamò Palmas Suergiu. Nel dopoguerra, nel 1952 fu dato al comune, il
toponimo di San Giovanni Suergiu, che unisce il nome del patrono con quello di Suergiu, uno dei merau attorno al
quale si era formato il centro della città. Oggi a San Giovanni Suergiu, troviamo diverse associazioni sportive e culturali; per esempio troviamo due palestre di ballo, una chiamata “Magalenha Ro-dance” e l’altra detta “Fuego Latino”.
Altre associazioni sportive sono: la Fermassenti in cui si pratica il calcio, il campo per il tennis e la palestra per basket
e pallavolo. Come associazioni culturali troviamo la Proloco; Le mani amiche, che costruiscono prodotti artigianali
come gioielli, tegole e cesti; l’Auser; la Misericordia; l’Aias; S’arrius de is fainas che organizza feste e giochi per
bambini e tante altri. In questo paese si parla sopratutto il sardo; i piatti tipici sono: i maloreddus, i ravioli fritti, ecc…
In questo paese, però ci sarebbe qualcosa da cambiare: per esempio dovrebbero fare dei marciapiedi più grandi, perché quando qualche signora passa
con il passeggino deve scendere in strada. Se fossi il sindaco, darei
un’aggiustatina alla scuola e farei in modo di non fare entrare i ragazzi delinquenti nel parco giochi a distruggere tutto. Questo è San Giovanni Suergiu o come dicono in tanti “Sant’Uanni Suerxiu”.
Alexia Waggershauser
La festa patronale di Tratalias è una delle feste per cui si hanno delle testimonianze scritte, una delle quali è datata 21 luglio 1486. Questo dimostra che la festa era già celebrata prima
del 1503 e nel tempo ha mantenuto i suoi riti abituali. Ogni
anno, nel giovedì dell’ Ascensione, una famiglia di Tratalias ,o
dei paesi vicini , si incarica del trasporto del simulacro da Iglesias. Dal 1503 al 1946 il trasporto del simulacro veniva effettuato con il carro a buoi detto "Su Coggiu" dove il simulacro veniva deposto in una cassa chiusa. La partenza era prevista per l’alba del martedì e si faceva sosta ad Iglesias fino al
giovedì mattina quando il corteo partiva alla volta di Tratalias.
Ancora oggi questa festa segue gli stessi riti anche se con qualche innovazione dovuta al cambiare dei tempi.
In particolare il trasporto del simulacro viene effettuato con i trattori e il simulacro è posto al centro del carro
in piedi, a disposizione della vista dei fedeli che l’omaggiano con dei fiori, circondato dalle bambine di Tratalias vestite di bianco. Il mezzo di trasporto utilizzato è il trattore “vestito a festa” per l’occasione ossia abbellito con coperte, lenzuola o tappeti rigorosamente bianchi e pregiati, fiori e altri elementi decorativi. Diversi sono i carri che partecipano al viaggio: uno si occupa unicamente del trasporto della Santa; un altro accompagna
"Is Orberas" cioè le donne vestite in costume sardo, tra nubili e sposate, cha accompagnano "S’Orbera Manna", che rappresenta la famiglia che si incarica del trasporto del simulacro. Nella tarda serata del giovedì il
simulacro arriva in paese con al seguito tutti i devoti. All’arrivo in paese si usa accendere nelle vicinanze della
cattedrale un grande fuoco, "Su Fogaroni", che richiama gli abitanti dei paesi vicini. Il lunedì, giorno culmine
dei festeggiamenti religiosi, la Santa viene ornata dall’oro e dai gioielli delle famiglie devote e anche il velo
con i ricami d’argento viene sostituito da uno con ricami in filo d’oro, con cui il simulacro è condotto, in solenne processione, lungo le vie del paese, con la partecipazione dei gruppi folkloristici della Sardegna come
"Is Massaius Suerginus" di San Giovanni Suergiu. Conseguentemente al trasferimento della popolazione nel
nuovo centro il simulacro viene custodito non solo nell’antica cattedrale ma anche nell’avveniristica chiesa del
paese nuovo ed anche la processione ha subito un allungamento del percorso. Il martedì nel pomeriggio il simulacro lascia il paese per dirigersi a Iglesias: durante il viaggio, il simulacro, fa sosta a Gonnesa. Nel 1968 la
Madonna di Tratalias fu proclamata Regina del Sulcis ed è per questo che ogni anno accorrono tantissime perMichela Scano
sone del Sulcis e della Sardegna.
Santa Maria di Monserrato a Tratalias, rappresenta uno degli edifici più importanti nel panorama romanico sardo. La
sua storia si lega alle vicende della diocesi del Sulcis, di cui Tratalias fu sede entro il 1218 dopo Sant'Antioco, a seguito
dello spopolamento del sito costiero, e prima del trasferimento a Iglesias nel 1503. Dopo la caduta del giudicato di Cagliari nel 1258, la "villa" di Tratalias passò alla famiglia pisana dei signori della Gherardesca, che ne mantennero la proprietà, come feudo concesso dai sovrani catalano-aragonesi, anche dopo il 1324. Due iscrizioni (1213 e 1282) segnano
l'inizio e la fine dei lavori di costruzione della cattedrale: la prima è all'interno dell'abside e la seconda è riferibile al pulpito scomparso, anticamente addossato al terzo pilastro a sinistra. La chiesa , in pietra sedimentaria e vulcanica locale, ha
pianta a tre navate divise da arcate a tutto sesto impostate su pilastri quadrangolari sagomati agli spigoli. L'abside è
a Nord/Ovest. La copertura è lignea. La facciata si articola in due ordini. Il primo è diviso in tre specchi: i laterali sono
lisci, se si eccettua la presenza di due rombi scolpiti in negativo, mentre quello centrale è occupato dal portale, con stipiti
che reggono un architrave e un arco di scarico a tutto sesto concluso da un sopracciglio scolpito con motivi vegetali. Lo
schema si ripete nei portali laterali: quello Nord si segnala per l'arco di scarico a sesto acuto e soprattutto per l'architrave
in cui campeggiano due leoni affrontati in rilievo. Il secondo ordine di facciata conta un solo specchio nel quale si apre il
rosone lobato. Un frontone liscio e forato da una luce a croce conclude il prospetto absidale. A sinistra e
a destra entrando nell'aula, sono murate nella controfacciata due epigrafi, una delle quali reca il nome di Guantino CavalStefano Candelargiu
lino. Nella navatella Nord è appeso un trittico pittorico cinquecentesco.
Un concorso di poesie promosso dal nostro Istituto Scolastico in ricordo del compianto Dirigente Scolastico Antonio
Massimo Mulas ad un anno dalla sua scomparsa. Un grande coro poetico dei nostri alunni per celebrare una persona
che nella scuola ha profuso con grande impegno e dedizione gran parte delle sue forze.
G.S.
La classe ha realizzato una raccolta di componimenti in versi attraverso un’attività di tipo laboratoriale di scrittura creativa, secondo la modalità
dell’apprendimento cooperativo di gruppo.
La scelta prevalente dell’endecasillabo e del sonetto si pone in linea col programma svolto che ha
visto gli alunni cimentarsi nello studio e nell’analisi dei testi poetici della Scuola Poetica Siciliana
e di quella Toscana del 1200-1300.
Sull’onda dei ricordi e delle emozioni, facendo
leva sulle potenzialità inventive dei ragazzi e insieme proponendo input per l'invenzione di componimenti poetici si è cercato di stimolare la loro
fantasia e di forzare nello stesso tempo la loro adolescenziale reticenza ad esternare i loro sentimenti. Da una parte si è puntato dunque ad attivare l’immaginazione e le capacità creative, dall'altra si è proposto un esercizio metrico-ritmico e retorico, fornendo ai ragazzi degli input. Tali input
sono serviti ad “iniziare” il ragazzo alla scrittura,
ponendolo in una condizione di confronto con i
grandi autori e con i compagni. Ciò ha induttivamente sollecitato l'acquisizione di abilità di produzione scritta e di analisi del testo.
Questo tipo di approccio ha consentito la libera
espressione tanto delle capacità creative quanto la
riflessione su temi quali il distacco, la Morte,
l’Altruismo e la Generosità. Nello stesso tempo
gli alunni, ciascuno in relazione alle proprie capacità, hanno provato a pensare e progettare un testo
poetico, a porsi il problema della sua efficacia sia
in ordine alla coerenza complessiva, sia in relazione alla forma metrica con cui è stato proposto
il messaggio poetico.
Il ragazzo, divenendo autore e confrontando poi il
suo prodotto con quello di veri poeti, ha avuto
modo di entrare nell’ ”Officina del poeta” comprendendone i trucchi, i segreti e le difficoltà e
superando quel distacco che spesso prova nei confronti di un testo letterario.
Prof.ssa Barbara Cao
Il condottiero
Ritornando indietro all’anno scorso
una grande persona abbiamo incontrato.
Sul tuo aiuto abbiamo contato
e col tuo braccio ci hai soccorso.
Come un condottiero nel suo corso,
tu che con noi non hai mai gridato,
tu che con noi hai sì collaborato,
l’esercito ad un buon fine hai condotto.
Tu che non hai mai conosciuto ira,
Tu, anima pura, leggera e libera,
il cui pensiero arriva e sospira.
Sola e pensosa l’anima serena,
le calamità del tuo mondo attira.
Ha messo le ali l’anima leggera.
Valentina Pilliu
La tua luce
Tu, luce blu vieni bianca e splendente
Nel mare il tuo bagliore risplende
Ed in cuor mio bellezza nascente
Mi travolge, mi salva e ormai mi prende.
La tua luce si spegne e poi si accende,
Come un sicuro faro imponente,
Guida in porto la nave che lo attende
Col carico del tuo amor crescente.
Tu, luce blu fortissimo bagliore
Dal cielo illumini l’altrui oscurità
Tu che hai vissuto senza rancore.
Tu che hai donato il tuo calore,
Tu hai regalato felicità,
Tu che hai aperto agli altri il tuo cuore.
Matteo Bachis, Federico Lisci, Francesco Floris,
Sara Dessì
Un anno fa tu sei volato via
Un uomo come pochi
Un anno fa tu sei volato via.
Navigo nei miei ricordi immensi,
mi arriva un mare di malinconia
laddove i ricordi restano immersi.
Tornando indietro nei nostri pensieri,
ci ricordiamo benissimo com’eri:
dolce, calmo, tranquillo e sorridente;
sempre umano e clemente.
Tu che la tristezza portavi via.
Pensieri dolci sono riemersi
che ispirano ora questa mia poesia
e questi miei risentiti versi.
Tu che eri generoso,
e degli altri rispettoso,
a tutti i bambini amor donavi
e tanto li aiutavi.
Ricordare te è felicità,
poter pensare a cose belle e care,
e imparare la generosità.
Tu che tanto hai condiviso
e dal tuo viso non hai mai tolto il sorriso,
eri molto disponibile
di sicuro per niente temibile.
Hai insegnato disponibilità,
ad aiutar sempre gli altri ad amare,
a restare uniti in serenità.
Sara Dessì e Davide Gambula
Quando un cavallo
lontano da noi ti ha portato,
abbiamo patito mille dolori,
ma rimarrai per sempre nei nostri cuori.
Federica Bellanti e Martina Lecca
Un piccolo bimbo
Un piccolo bimbo dal dolce suono,
Tu con il tuo fare assai educato
Come un gran leone ben addestrato
A tante persone hai dato un dono.
Tu che con noi sei sempre stato buono,
Tu qua tante lacrime hai lasciato
E in modi stupendi sei ricordato.
Tu ti sei distinto come Patrono.
Tu che brilli come piccola stella
Tu che il cielo illumini ogni notte
Hai lasciato il mondo da una sella.
Tu hai guidato nelle giuste rotte,
Tu hai reso questa Terra più bella,
come angelo ci proteggi la notte.
Giorgia Cani, Sara Corrias, Sara Pusceddu,
Anna Scano
A te che ci vedi dall’alto
Riguardando all’anno passato
ci ricordiamo i sorrisi indimenticati
che in questi anni sono cambiati.
Tu per noi eri un uomo aggraziato.
Il nostro faro ci ha lasciato
Con te tutti sono mutati.
Ma noi siamo stati fortunati,
per tutto quello che ci hai donato.
Tu hai conosciuto tante scuole.
Noi siamo stata forse la peggiore
Eppure ancor tanta gente ti vuole.
Quando sei caduto ti abbiamo atteso ore e ore.
E adesso abbiamo un dardo che ci duole,
Guardando a te con animo migliore.
Alessandro Massa, Emanuele Locci
Un uomo tranquillo
Era bravo bello e potente
E l’amava tutta la gente.
Era una persona tranquilla
E si fidava della famiglia
Sembrava una angelo sceso in terra
E rispettava i doveri di madre terra.
Lui non si limitava ad amare noi ragazzini,
pensava anche ai poveri bambini
Ma ci fu un giorno
Che più buio non si può
In cui per la passione dei cavalli
Cadde dal suo destriero
E divenne tutto nero.
E mentre oggi ricordiamo lui
Cerchiamo di dimenticare i suoi giorni bui.
Nicola Milia, Vincenzo Feudale
A te che non ci sei più
Scorrendo un po’ indietro nei ricordi,
noi ritroviamo una gran bella persona,
così tanto pacata e molto buona
che ci ha donato emozioni forti.
Coll’’esempio in giusta via ci porti.
La tua figura alla carità s’intona.
Il donare ogni peccato perdona
e i tuoi sogni non sono ancor morti.
Il tuo cuore era puro e pieno d’amore,
Uomo stracolmo di voglia di vivere,
ora sommerso in un mar di dolore.
Sebbene lontano per un errore,
non hai perso la voglia di ridere,
Uomo speciale senz’alcun timore.
Alessia Frau, Arianna Carta
Il bambino al cioccolato
Ora, grazie a te
il bambino al cioccolato
ride contento.
Giorgia Cani, Sara Corrias, Sara Pusceddu,
Anna Scano
Haiku
(componimento giapponese composto di 3
versi: quinario, settenario, quinario)
Quando suona l’ultima campanella
L’ineguagliabile allegria umana per la vita…
talvolta può essere spezzata… in un istante
dal suono inaspettato di un’ultima campanella
che rintocca quando meno te lo aspetti…
squarciando… con tutta la sua riverberante
onda
in un mare che è l'immagine dell'inafferrabile
fantasma di una vita… sommergendoti
con tutta la forza innaturale
di un cavallo imbizzarrito
in un mondo eterno e indefinito.
Eppure quel rintocco quotidiano
che distrattamente noi ascoltiamo
neanche immaginiamo che è
un presagio proveniente da lontano.
Un messaggio che ci avverte
che è la fine di un momento
quando termina un evento
che mai più ritornerà.
Ma quell’ermetico segnale…
che ti ha separato dalla vita…
allo stesso tempo ti ha riunito
al gioioso tuo ricordo…
tutti i giorni che… quel rintocco
ognuno di noi… nella mente ascolterà
Prof. Gaetano Scibetta
È dicembre, siamo in pieno inverno, il mio nome è Kataleia, mia madre adorava le orchidee, allora mi
ha chiamato come la specie di orchidee selvatiche da lei preferite, queste crescono in Argentina
nell’altopiano del Condor. Da piccola sognavo di andarci, ma adesso che ho ventiquattro anni, questo
sogno non l’ho ancora esaudito. A ottobre la vita mi sorrideva, ero una ragazza felice, fino a quando il
mio fidanzato Nicolas, diventò un ragazzo violento, causa di una dipendenza, per il mio bene e i miei
amici e i miei parenti mi suggerirono di lasciarlo. È stato molto difficile, ma adesso che sta per arrivare
Natale, sono single, ancora un po’ rattristita ma libera dalla sua violenza. Lux, la mia migliore amica, mi
è stata vicina in questo periodo, sono cose che succedono e bisogna comunque andare avanti. Lux ha la
mia età, siamo molto in sintonia, lei adora tingersi i capelli e lavora come make-up artist in un famoso salone. Questo pomeriggio dobbiamo andare al museo delle cere, qui a Londra rinnovano le statue ogni
anno e oggi c’è l’inaugurazione di nuove cere, ma Lux mi deve dire qualcosa di importante e sono curiosa da ciò! Sono le sei non c’è nessuno qui in piazza, anzi adesso vedo Lux, mi viene incontro, ha una
faccia strana ma è felice. Ci avviamo verso il museo, e intanto mi rivela il ‘’segreto’’. A primo impatto
non ci credo,e scoppio in lacrime, Lux sta esaudendo il mio sogno! A gennaio partirò per l’Argentina,
anzi partiremo. Siamo arrivate al museo, entriamo, nel primo salone come sempre c’è la famiglia reale, i
grandi della musica come i Beatles, atleti olimpionici e attori e poi in una sala che non avevo mai visto
c’è una famiglia circense. Stranamente oggi al museo non c’è nessuno, ma io e Lux ci godiamo il pomeriggio lo stesso. Anita, la madre di cera della famiglia, è davvero realistica, come Capitan Italia che da
un’aria di sicurezza. Sono realistici, ma hanno un aria misteriosa, troppo misteriosa! Passano le vacanze
natalizie, capodanno e arriva finalmente gennaio.
Oggi, 13 gennaio, dobbiamo partire, non ci credo ancora, il mio sogno si sta realizzando! Lux non è mai
uscita dall’Europa ed è agitata all’idea di farlo. Sono passate sette ore, il viaggio è andato bene, rilassante,
ma è ovvio che sono molto stressata. In aeroporto le persone sono molto gentili, aspettiamo il taxi sedute in una panchina, e all’improvviso vedo un enorme cartellone che attira la mia attenzione, c’è scritto:
Spettacoli da Dios, Anita e Capitan Italia sono qui! Venite, spettacoli per bambini adulti e anziani! Non ci faccio
molto caso, anche perché Lux è già seduta sul taxi, e non voglio perderla. Siamo arrivate in albergo,
dormiamo, tutto non m’importa, ho sonno! Finalmente è mattina, e io e Lux ci stiamo avviando verso
piazza Alende, in questa piazza non lontano c’è il circo, il circo che avevo visto pubblicizzato
all’aeroporto. Prendiamo i biglietti, e due bambini molto simili alle cere del museo di Londra, si avvicinano da noi, entrambi hanno un aria misteriosa e anche qua al circo ci siamo solo io e Lux, ma il fatto
non mi preoccupa. Esce Capitan Italia, e ora che ci ripenso, coincide il nome con quello della cera,e anche la somiglianza è immensa! Tutta la famiglia Dios è uguale! Sono molto turbata, vengo in Argentina
per le orchidee, per rilassarmi e invece sono ansiosa e preoccupata. Anita, la donna del fuoco, sa il mio
nome, sa tutto! Capitan Italia mi dice una frase con tono inquietante, e dopo questa non so più cosa
pensare a cosa credere, era la stessa frase che mi ripeteva mia madre: Kataleia il tuo cuore è cupo, torna,
torna, torna da me! È un fatto sconvolgente, il circo, la famiglia circense uguale alle cere, la frase, loro
che sanno il mio nome. A fine esibizione inizio a piangere senza motivo, ma il motivo c’era ed era ben
valido. Dissi a Lux: <<Portami via, via, non voglio sapere nulla>>. Questa è la mia storia, la storia di
Kataleia, non so e non ho voluto sapere e interessarmi al circo, alle cere, ma chiudo gli occhi e sento e
vedo quella famiglia ansiosa, la famiglia circense. Vivo nell’ansia e aspetto qualcosa che non succederà
mai! e se quella famiglia ansiosa e misteriosa fosse la mia?!
Federica Pinna
Durante una lezione nel laboratorio di informatica, accadde un fatto strano. Proprio da quel giorno i
ragazzi avrebbero dovuto incominciare a scrivere il giornale scolastico, che non era mai stato scritto
nella nostra scuola, ora vorrei raccontare quello che accadde quello strano mercoledì alle tre e mezza.
Appena entrati in aula accendemmo il computer e dopo un poco il professore copiò dalla sua chiavetta USB un file contenente un test preparato in precedenza sulla geometria, in questo test vi erano delle
domande con tre risposte ciascuna e di queste, due erano sbagliate. Il nostro compito era quello inserire suoni negativi nelle risposte sbagliate e suoni positivi in quelle giuste. Dopo che tutti ebbero finito, il professore copiò nei computer un altro file che però non era un test ma una bozza di giornale
scolastico scritta dal professore. Passato un minuto il professore ci disse di proporre dei nomi per il
giornale da realizzare e alla fine ne saltarono fuori sei, dei quali non si sapeva quale scegliere; allora
si decise che si sarebbe dovuto votare per effettuare la scelta. Tutti nel laboratorio votarono e rimasero due nomi con dieci voti ciascuno; il primo era: "Area scolastica 51" e il secondo "T. V. B. scuola".
Non sapendo quale scegliere il professore passò a chiedere ai ragazzi dei 9 laboratori quale secondo
loro era il più adatto. Alla fine il nome Area scolastica 51 vinse 9 a 0. Come rientrammo in aula il
professore ci disse di ritirare perché stava per suonare le campanella. Quindi da quel giorno prese vita
il giornale scolastico con lo stano nome "AREA SCOLASTICA 51".
Alessandro Bullegas
Facebook è un servizio di rete
sociale lanciato nel febbraio
2004 posseduto e gestito dalla
corporation ‘’facebook Inc.’’.
Il sito, fondato da Mark Zuckerberg, era originariamente
stato progettato per gli studenti
dell’ università di Harvard.
Successivamente fu aperto anche agli studenti delle scuole
superiori e poi a chiunque dichiarasse di avere più di 13
anni. Da allora facebook raggiunse un enorme successo: è
diventato il secondo sito più
visitato al mondo, dopo Google. Il nome "Facebook" prende spunto da un elenco con
nome e fotografia degli studenti, che alcune università
statunitensi
distribuiscono
all'inizio dell'anno accademico
per aiutare gli iscritti a socializzare tra loro. Nel gennaio
2004 Zuckerberg cominciò a
programmare un nuovo sito
web, che vide la luce il 4 febbraio 2004, anche grazie all'aiuto di Andrew McCollum,
che contribuì alla programmazione, e a Eduardo Saverin,
che ne curò gli aspetti aziendali. Sei giorni dopo altri tre studenti di Harvard, accusarono
Zuckerberg di averli truffati,
in quanto avrebbe promesso
loro di aiutarli a creare un servizio di rete sociale chiamato
"HarvardConnection.com"
mentre era intenzionato a rubargli
bargli l'idea per creare un sito
concorrente. L'accusa si tradusse successivamente in una
causa legale. Tra aprile e agosto del 2005 venne registrato il
dominio
attuale,
facebook.com, per la cifra di 200.000
dollari. Col tempo, persone
con un indirizzo di posta elettronica con dominio universitario acquisiscono i diritti per
diventare utenti. Il 27 febbraio
2006 il servizio fu aperto anche ai licei e ad alcune grandi
compagnie, tra cui Apple e
Microsoft. Dal 26 settembre
2006 chiunque abbia più di 13
anni può parteciparvi!!!
Alessio Matteu, Daniele Portas
Internet è uno strumento di comunicazione, oltre ai cellulari e i computer, molto diffuso in molti paesi e in via di diffusione in altri, inoltre è diventato, o quasi, il centro della nostra vita. Può essere utilizzato nel lavoro, nello studio e nel
tempo libero. Internet è un grande passo avanti sia nel mondo tecnologico sia in quello lavorativo. Questo nuovo strumento innovativo e moderno si sta diffondendo sempre di più anche all’interno delle aziende, dentro uffici e segreterie.
Non solo, anche i più piccoli artigiani, bottegai hanno un loro sito personale, dove pubblicizzano il loro lavoro e la loro
piccola azienda; Internet sta avvantaggiando anche il mondo della scrittura e della lettura, basta pensare al nuovo modo
di leggere i libri con gli e-book, o agli scrittori. I più ‘antichi’ scrivono i loro romanzi, novelle ecc. ancora a mano e per
mandare i loro testi alle case editrici utilizzano ancora la posta, che ci può impiegare giorni e giorni, altri definiti più
‘moderni’ scrivono i loro libri al computer, e inviano i loro testi attraverso e-mail, la posta elettronica, che con un semplice click su "invia”, e mandano i loro testi alle case editrici in pochi secondi.
Internet è molto utilizzata nella scuola e durante lo studio ed è un modo più pratico per "fare" delle ricerche scolastiche.
Gli studenti vanno su Google (il motore di ricerca più diffuso e utilizzato in rete) digitano nella casella di ricerca
l’argomento che interessa loro e dopo pochi secondi, appaiono migliaia di siti che trattano tutti lo stesso argomento. Un
buono studente sa che deve visitare più siti per accertare le informazioni trovate. Altri studenti utilizzano il famoso metodo del "copia e incolla" e finiscono la ricerca in pochi minuti. Di conseguenza la gran parte degli insegnanti sconsiglia
fortemente l’uso di internet senza leggere e riflettere attentamente su quanto è scritto. Internet rimane comunque un aiuto a scopo didattico, infatti, facilita l’insegnamento e l’apprendimento delle informazioni. Al di fuori della scuola o degli
uffici gli studenti e i lavoratori utilizzano internet anche durante il tempo libero. Chi mai non vorrebbe andare su un social network e messaggiare o parlare con i propri amici illimitatamente e gratis? Oppure cosa fare per entusiasmare ancora di più il tempo libero? Sicuramente puoi scaricare migliaia di giochi per il tuo pc direttamente da internet. Internet è
la soluzione a tutto e si può usare appunto senza limiti ma attenzione! Bisogna stare attenti, perché non tutte le persone
sono affidabili, specialmente se non sono conosciute di persona. Nonostante tutti i rischi che si possono correre tantissime persone, giovani e non, passano il loro tempo su internet, diventandone totalmente dipendenti. Una ricerca ha dimostrato che i quozienti intellettivi della ‘generazione digitale’, quelli nati dal 1991 in poi, sono addirittura più alti di
quelli delle generazioni precedenti. Internet dunque è un grande aiuto per la società di oggi, ma non bisogna usarlo in
modo eccessivo e scorretto.
Tania Argiolas, Federica Pinna
Oggi in Sardegna si aspetta l’ok per l’informatizzazione delle scuole,l’idea è partita lo scorso anno. Questa idea consisteva nel fornire di tablet alle scuole medie e elementari.
L’uso di questi dispositivi faciliterebbe l’apprendimento e
diminuirebbero il carico dei libri, infatti la Sardegna ha una
percentuale molto alta di malattie alla schiena. In quanto secondo alle nuove normative,dal prossimo anno scolastico
scomparirà l’uso del libro cartaceo e vera sostituito da quello
digitale. Tuttavia ancora oggi di questi dispositivi non ce n’è
traccia. Dove sono i soldi? ,dove sono i tablet?, queste sono
le domande che fanno tutte le madri degli alunni, disperate
per i vari problemi alla schiena dei propri figli causati dal
peso eccessivo dei libri. Ma non solo si lamentano di questo
grande disagio dei libri ma anche quello di far frequentare al
proprio figlio una scuola vecchia e cadente. Alcune scuole
dell’isola specialmente le più remote non possono permettersi neanche dei computer e in altre scuole neanche il servizio
mensa fondamentale per i rientri pomeridiani. Questo è cauNicola Milia
sato dai vari tagli al fondo d’istituto.
La Samsung ruba l’immaginazione alla Apple. La
Apple sta creando un nuovo cellulare. Ma in fatto di
tempo la Samsung batte la Apple con l'S4, un modello ad alta tecnologia, che è molto simile all’S3
ma con funzioni nuove. È uscito a maggio, al prezzo
di 699.00 €, con un sistema operativo Android. Il
presidente della Apple, Phil Schiller, afferma che
l’android non è al livello del sistema operativo
dell’iphone ios. Al di là delle polemiche, lo smartphone S4 sta riscuotendo grande successo per le sue
illusioni ottiche e per la sua nuova caratteristica che
permette di spostarsi da un programma all’altro o di
fermare un video con gli occhi.
Matteo Bacchis
La Sardegna gode indubbiamente di una splendida ricchezza. La natura, che è rimasta inalterata e variopinta nei
secoli grazie all’isolamento di cui gode. Potremmo classificare il paesaggio sardo, per la sua diversità, in tre differenti ambienti: le spiagge e il mare cristallino, la zona interna montagnosa e gli stagni costieri. Iniziando
dall’habitat costiero e marino si può riscontrare tutta la
gamma di uccelli marini mediterranei nonché una varietà
di mammiferi acquatici e pesci. Tra gli uccelli il falco pellegrino e il grifone. Il Falco pellegrino rappresenta uno
dei più belli e meravigliosi esponenti della famiglia dei
Falconidi. Nidifica prevalentemente sulle rocce scoscese
e spesso sui nidi abbandonati da altri rapaci. Tra i mammiferi acquatici, sono da ricordare i delfini, le balenottere,
ma soprattutto la foca monaca, uno dei mammiferi più rari del pianeta. Quest’ultima rappresentava fino agli anni
novanta un simbolo della fauna selvatica dell’isola. Purtroppo è stata perseguitata a lungo dai pescatori che la accusavano di rubare il pesce rompendo le reti, ma anche il
turismo ha contribuito a scacciarla, con le invasioni delle
spiagge e delle grotte nelle quali si riproduceva. Si pensa
che sia ormai estinta ma ogni tanto vengono fatti avvistamenti. I paesaggi sommersi sono molto complessi e
ricchi di colori e richiamano sull’isola schiere di appassionati di immersioni subacquee, per ammirare, in ambienti straordinari,cernie, dentici e ricciole. A tali animali
vanno aggiunte più specie di tartarughe che frequentano
le acque costiere e una delle quali si riproduce ancora
lungo le coste dell’isola. La tartaruga marina comune
rappresenta la tartaruga più diffusa nel Mediterraneo, con
una stima di circa 3000 femmine riproduttive presenti.
Per quanto concerne la zona interna montuosa, tra le foreste di aceri, lecci, agrifogli e castagni, è molto comune
scoprire il passaggio dei numerosi cinghiali che la popolano. E' presente su quasi tutto il territorio, dalle zone costiere a quelle interne montane. Rispetto alla specie nominale, il cinghiale sardo è più piccolo. Molto diffusi in
queste terre sono anche i gatti selvatici, le martore,
le lepri, le donnole e i tassi. Altro animale tipico di questi
territori è la volpe sarda, sottospecie della volpe rossa europea, più piccola di quest’ultima.
Ha la testa triangolare, il muso appuntito, le orecchie e gli
occhi grandi, il tronco allungato e snello. La coda è lunga
di un colore bruno-rossastro o fulvo-grigiastro; le zampe
sono biancastre. Il muflone, un ungulato di ridotte dimensioni, con folto mantello marrone-rossiccio sul dorso e
biancastro sul ventre, sul muso e sulle zampe, si è perfettamente adattato a questi luoghi, così come l’aquila reale,
la varietà sarda dell'astore, il cervo sardo, il daino. Queste
ultime due specie hanno rischiato l’estinzione e sono sopravvissute solo grazie ad una proficua campagna di ripopolamento. Una particolarità della fauna di quest’isola è
che determinate specie animali, sono caratterizzate dal
"nanismo", ossia presentano delle dimensioni ridotte rispetto alle loro "sorelle" d'oltremare. Si tratta probabilmente del carattere morfologico più comune che contraddistingue le specie o le sottospecie sarde o sardo-corse dai
tipi corrispondenti del continente. L'esempio più eclatante
è quello dei famosi cavallini della Giara di Gesturi, una
razza selvatica del cavallo di origine sconosciuta, considerato un vero e proprio fossile vivente in quanto mantiene alcuni caratteri ancestrali della scala evolutiva di questa specie. Nell’isola dell’ Asinara sono presenti allo stato
brado i caratteristici asinelli bianchi, esclusivi dell’isola.
La loro colorazione è dovuta ad una mutazione che si è
conservata grazie all'isolamento a cui sono stati sottoposti. Un ambiente molto interessante e' costituito dagli stagni che racchiudono in se stessi un bellissimo ecosistema,
caratterizzato dall'ormai famoso fenicottero rosa, che sceglie ogni anno la Sardegna fra le sue tappe preferite e dove, a volte, depone le uova. Il nido viene costruito con
materiale fangoso, su argini, penisole o isolotti. Ricordiamo le anatre, le folaghe, la cicogna, il pollo sultano, il
cormorano e il cavaliere d’Italia che è facilmente riconoscibile anche a distanza grazie alle lunghe e rosate zampe,
da 35 a 40 cm, su un esile corpo, ed inoltre per il lungo e
dritto becco nero. Il piumaggio del petto e della coda invece è bianco, mentre sul dorso e sulle ali è nero. Una
volta definito un territorio, i cavalieri costruiscono il nido
sull’erba in prossimità dell’acqua, incrociando dei rametti
secchi o dei vegetali.
Enrico Spina
La Fermassenti è la squadra di calcio di San Giovanni Suergiu che gioca attualmente in II categoria (promossa in I per la
vincita del campionato). Prima che nascesse la squadra della Fermassenti, c’era il San Giovanni, squadra che è stata
sciolta nel 2005. La società nacque nel 1993 (come si può notare nello stemma), ha varie categorie di calciatori: i primi
calci, che comprende i bambini dai 3-5 anni che iniziano a giocare a calcio, poi ci sono i pulcini, dai 6-10 anni, che iniziano già a giocare partite agonistiche e gli allenamenti diventano molto più duri, poi gli esordienti, i giovanissimi e gli
allievi, che iniziano a fare i campionati provinciali, poi quelli regionali e infine quelli nazionali. I risultati delle partite
dei giovanissimi si possono consultare sul giornale sardo più famoso L'Unione Sarda. Se si è bravi si può entrare a far
parte dei Juniores e dopo 2 anni obbligatori ti potrebbero chiamare in prima squadra, ma se non sei ancora adatto per
giocare nella massima categoria puoi giocare diversi anni come fuori quota. Se si riesce a entrare in Prima squadra, non
ci saranno da affrontare più le provinciali, ma militerai nelle categorie Dilettanti ma puoi sempre sperare di arrivare in
Serie A con la tua squadra!Chi si occupa del settore giovanile della squadra dai primi calci agli esordienti è Maria Tiralongo la moglie del Presidente della società che si chiama Antonio Massenti, il presidente che per la società c’è sempre
stato ed è molto amato sia dai tifosi sia dai giocatori.
UNA PARTITA DIFFICILE: FERMASSENTI-TRATALIAS
Mancano 3 giornate alla fine del campionato, e la Fermassenti affronta in casa, una squadra che si ritrova prima in classifica, dopo tanto tempo a mezza classifica. La Fermassenti dovrebbe vincere per tentare il sorpasso, un’impresa non
tanto facile. Inizia la partita, la Fermassenti si trova davanti delle persone che non sono lì per caso, ma per vincere e dire
“SIAMO PRIMI”. Ma nel primo tempo non ci sono tante emozioni, le squadre sono equilibrate e non si sporgono più di
tanto, si potrebbe dire che si studiano. L’arbitro fa il duplice fischio 0-0 e le squadre vanno negli spogliatoi per
l’intervallo. Inizia il secondo tempo. Tutto procede con molta lentezza, ma c'è una ripartenza inaspettata della Fermassenti, che sfortunatamente non riesce a realizzare, anche se riceve il premio di consolazione: il calcio d’angolo. Pallone
che spiove in area dopo il corner e il numero 7 insacca di testa e il pubblico riunitosi per la partita va in delirio, tutti gli
“Ultras” (io partecipante) non stanno più nella pelle per il goal magnifico. La Fermassenti si dimostra però ingenuamente troppo sicura del vantaggio, per un errore difensivo, molto clamoroso, il Tratalias segna e riprende le redini della partita: 1-1. Ormai la partita sta finendo, non c’è più tempo, nella tre quarti viene assegnata una punizione per la Fermassenti. Parte il numero 7 ed è GOAL! 2-1 incredibilmente la Fermassenti risupera sia nella partita che nel campionato il
Tratalias. Loro rimangono con l’amaro in bocca e devono rinunciare a passare direttamente in I categoria (poi passati nei
play-off).
Fabio Matteu
PORTOSCUSO. Il Portoscuso s’inchina a un S. Giovanni Suergiu stellare che vince al Portoscuso stadium per 8 a 2 a favore degli
ospiti. La partita. I sangiovannesi partono subito forte: nemmeno 4’ di gioco e Daniele B., servito splendidamente da Antonio, realizza un gol spettacolare in rovesciata. I padroni di casa sembrano abbattuti e non riescono a ripartire con convinzione, al 5’ Nicola trova
un varco per Marco che con freddezza piazza la palla in rete, nell’angolo lontano. Il Portoscuso non riesce ad opporsi, inevitabilmente
il ritmo cala e il S. Giovanni Suergiu colpisce ancora: 3-0, gol di Nicola. La partita potrebbe finire qui, anche se il Portoscuso, con
orgoglio e incitati dal loro allenatore, accorciano le distanze. Il ritmo di entrambe le squadre cala, ma una fiammata di Daniele per Nicola porta al risultato di 5 a 1. Il S.G.S ha dominato nel campo e il risultato gli ha reso merito. La partita si è conclude con un secco 2
a 8 con doppietta personale di Francesco e Marco.
Daniele Bratzu
SANTADI. I ragazzi entrarono nella palestra pieni di fiducia, illudendosi di una probabile vittoria. L’inizio della partita sembrava
confermare un risultato positivo, visto che la squadra della scuola “G. Marconi” di S.Giovanni Suergiu” passa subito in vantaggio con
un gol di Marco. Sapevano però che i loro avversari erano molto forti e alcuni minuti dopo la squadra di Santadi prese il comando
della partita iniziando a mettere il risultato al sicuro. In pochi minuti erano già 3-1. Negli ulteriori tempi la partita non cambiò, infatti
ci fu un continuo dominio del Santadi, che concluse la partita con il risultato di 11-4. I ragazzi di S. Giovanni uscirono dal campo delusi e con una dura sconfitta alle spalle.
Daniele Bratzu, Nicola Carrus
Alcune settimane fa sono iniziati i lavori nella piazza di San Giovanni Suergiu, le ruspe che prime dei lavori erano parcheggiati in
loco hanno acceso i motori e hanno cominciato a demolire. In realtà, i segnali che preanunciano il cambiamento della piazza
c’erano già sati: in primo luogo erano state tagliate le chiome degli alberi, poi era stata recintata e infine l’hanno chiusa al pubblico.
Ed ecco che la piazza è diventata irriconoscibile niente più panchine, niente più alberi, niente bambini, che giocano… solo un mucchio di macerie che fanno da cornice alla chiesa. Ancora non si sa per quanto continueranno i lavori e quando riavremmo la nostra
piazza, fatto sta che molto probabilmente la piazza non sarà pronta per la festa patronale, che si terrà il ventiquattro giugno, e
nemmeno per le vicine comunioni, il due giugno. I progetti della piazza non sono ancora chiari, c’è chi dice che la chiesa verrà unita al comune in una grande e unica piazza, c’è chi dice invece che la piazza nuova avrà i sanpietrini… insomma, il futuro della nostra “agorà” resta un grande punto interrogativo per molti di noi compaesani sangiovannesi. A noi cittadini non piace tanto l’idea di
un cambiamento così radicale nella nostra piazza, che ha accolto per più di 50 anni tantissimi avvenimento e cerimonie importanti
le proteste continuano e si divulgano anche nel web, soprattutto nei social network tanto usati dai giovani (facebook, twitter, istagram) per cercare di sensibilizzare e informare gli abitanti di altri, territori su questo nostro disagio ma i problemi non stanno solo
nella piazza: infatti due o tre anni fa nell’interno della chiesa è caduto un pezzo di intonaco dal soffitto. In un primo momento hanno solo ripitturato, ma è ricaduto tutto di nuovo, così la messa si è svolta nell’oratorio per circa uno o due mesi. Siamo poi ritornati
nella nostra chiesa ma i fedeli hanno avuto una brutta sorpresa: tutto il soffitto era ricoperto da dei teli. Ancora oggi i teli non sono
stati rimossi. Insomma, il problema non è solo la piazza. Noi cittadini chiediamo che venga riaperta al più presto e che questi lavori
creino il meno disagio possibile.
Roberta Lampis, Chiara Milia, Alessia Dongu, Daniela Petzeu
Gli alunni della 2°C della Scuola Secondaria di I grado
dell’Istituto Comprensivo “G. Marconi” di San Giovanni
Suergiu vogliono denunciare un fatto che persiste da molti anni. Tra XIII e XIV secolo è stata eretta, in stile romano gotico, una chiesa che fu il primo nucleo del piccolo centro abitato di San Giovanni Suergiu. Sull’ estremità
della facciata è ancora ben visibile una croce a otto punte
incisa su una pietra, forse un’indicazione della sua origine
templare. La chiesa e l’area circostante, passate nelle mani di un privato, sono diventate un ricovero per animali
prima, un rudere poi.
L’indignazione degli alunni nasce in seguito alla partecipazione alla manifestazione “Monumenti Aperti” del 29 e
il 30 Settembre 2012. Gli studenti chiedono a che punto
siano le pratiche per l’esproprio, che cosa stia facendo
l’Amministrazione Comunale per salvare questo bene di
tutti. Domandano perché questo monumento sia ridotto ad
un ammasso di pietre. Attualmente restano in piedi per
miracolo la facciata e parte dei muri laterali. Esigono delle risposte e al più presto! Rivolgono l’ultimo disperato
appello alla Soprintendenza ai Beni Archeologici, prima
della scomparsa definitiva di un importante tassello del
puzzle della storia del Basso Sulcis.
Giorgia Cani, Sara Pusceddu,
Anna Scano, Federico Lisci