Historischer Gastbetrieb des Jahres 2014 in

Transcription

Historischer Gastbetrieb des Jahres 2014 in
DER HISTORISCHE
GASTBETRIEB DES JAHRES
IN SÜDTIROL
L’ALBERGO STORICO
DELL’ANNO IN
PROVINCIA DI BOLZANO
Eine Auszeichnung der
Stiftung Südtiroler Sparkasse in
Zusammenarbeit mit dem
Landesdenkmalamt und dem
Hoteliers- und Gastwirteverband
Un premio della Fondazione
Cassa di Risparmio di Bolzano in
collaborazione con la Soprintendenza
ai Beni Culturali e l’Unione albergatori
e pubblici esercenti
2014
Vorwort
Die Jury hat eine mutige Entscheidung getroffen,
als sie mit dem Seehotel Ambach einen gerade mal
40 Jahre alten Gastbetrieb ausgezeichnet hat. Die
Bezeichnung „historisch“ verdient sich ein so junges Gebäude im allgemeinen Sprachgebrauch jedenfalls nicht. Aber auf das von Architekt Othmar
Barth in den Jahren 1972–1973 in rücksichtsvollem
Abstand an den Kalterer See gesetzte Hotel trifft
sie zu; auch wenn es um ein Vielfaches jünger ist
als bisherige Preisträger, etwa das Hotel Elephant
in Brixen, das seinen Namen immerhin schon 1551
erhielt, oder der Ansitz Zum Steinbock in Villanders, der schon 1515 erstmals erwähnt wurde. Die Jury hat zugleich aber auch
eine konsequente Entscheidung getroffen. Denn sie hat das Historische – wie
schon 2012, als die Pension Briol über Dreikirchen ausgezeichnet wurde – nicht
an der Zahl der Jahre, sondern an der Qualität der Architektur und der Gastlichkeit gemessen.
In diesem Sinne ist das Seehotel Ambach wahrlich ein epochales Gebäude. Ja,
Othmar Barth, der leider bereits 2010 verstorbene Doyen der Südtiroler Moderne, hat mit dem Seehotel ein Stück Architekturgeschichte geschrieben. Die Bauherrin Anni Ambach hat es ermöglicht und die Familie Ambach-Weis schafft es
bis heute, dass Haus und Umgebung einen grandiosen Erholungsort bilden.
Das Gebäude, anfänglich als gestrandetes Schiff verspottet, ist ebenso selbstbewusst wie sensibel in die Landschaft gesetzt. Es ist gewiss ein Kind seiner Zeit
und hat dies auch nicht versteckt. Im Gegenteil. Barth hat sich nie gescheut, seinen Ideen von zeitgemäßer Architektur expressiv Raum und Form zu geben. Auch
beim sanft geschwungenen Seehotel Ambach mit den weißen Loggien, die sich
zum glitzernden See und den Weinbergen öffnen, war das so. Und ist es noch.
Denn, das ist eine weitere historische Besonderheit, der Bau ist bis heute nahezu
unverändert geblieben, eine absolute Ausnahme im Tourismusland Südtirol.
Vier Jahrzehnte nach der Erbauung zeigt sich schließlich, dass Barth seine Aufgabe so elegant und geschickt gelöst hat, dass wir gewiss sein dürfen, dass das
Seehotel Ambach auch in ferner Zukunft noch „begeistern“ wird. Auch in diesem Sinne ist es wohl ein historischer Bau.
So gratuliere ich der Jury zu ihrer Entscheidung. Auch mit der Verleihung der
„besonderen Anerkennung“ an das Suite & Breakfast Ottmanngut in Meran hat
sie eine gute Wahl getroffen. Dieser kleine, aber ungemein stilvolle Gastbetrieb
am Fuß des Küchelbergs könnte als Kontrapunkt zum Seehotel Ambach bezeichnet werden. In der jeweiligen Klarheit und Konsequenz zeigen sich aber
auch die Gemeinsamkeiten.
In diesem Sinne wünsche ich beiden noch viele erfolgreiche und gastfreundliche Jahre.
RA Dr. Gerhard Brandstätter
Präsident der Stiftung Südtiroler Sparkasse
Bozen, Oktober 2013
Prefazione
Premiando il Seehotel Ambach, una struttura ricettiva di soli 40 anni, la giuria ha
preso una decisione coraggiosa. L’aggettivo “storico”, infatti, nella sua accezione
più comune non corrisponde affatto a un edificio così recente. Ciò nonostante
tale definizione si addice perfettamente a questo hotel, realizzato tra il 1972 e
il 1973 dall’architetto Othmar Barth a rispettosa distanza dal Lago di Caldaro,
sebbene sia ben più giovane dei vincitori premiati fino ad oggi, come l’Hotel Elephant di Bressanone, così battezzato già nel 1551, o la Residenza Zum Steinbock
di Villandro, menzionata per la prima volta nel 1515.
Nel contempo la giuria ha seguito un percorso coerente assumendo come criterio di valutazione della storicità non la vetustà dell’edificio, bensì la qualità
architettonica e il carattere dell’ospitalità, come accaduto già nel 2012 con la
premiazione della Pensione Briol sopra Tre Chiese.
In tal senso il Seehotel Ambach è davvero un immobile epocale. Sì, con il Seehotel Othmar Barth, il decano della modernità altoatesina purtroppo scomparso
nel 2010, ha scritto una pagina di storia dell’architettura, coadiuvato dalla committente Anni Ambach e dalla famiglia Ambach-Weis che, ancora oggi, consente
all’edificio e all’ambiente circostante di dare vita a una sontuosa oasi di relax.
L’albergo, dapprima oggetto di scherno e paragonato a una nave arenata, è stato
inserito nel paesaggio con grande consapevolezza e, allo stesso tempo, sensibilità: è certamente e palesemente una creatura del suo tempo. Barth, infatti, non
ha mai temuto di dare spazio e forma espressiva alla propria idea di architettura
contemporanea. Così è stato anche per il Seehotel Ambach con il suo profilo
arcuato e le sue logge bianche che si aprono verso il lago scintillante e i vigneti.
E così lo è ancora poiché, e questa è un’ulteriore peculiarità storica, la struttura
è rimasta invariata fino ai giorni nostri, un’assoluta eccezione in una regione
turistica come l’Alto Adige.
A quattro decenni dalla sua costruzione non vi sono dubbi che Barth abbia assolto il suo compito in modo così elegante e abile da infonderci la certezza che,
in futuro, il Seehotel Ambach continuerà a esercitare il proprio fascino: anche in
tal senso, dunque, può essere considerato un albergo storico.
Per questa decisione desidero, quindi, congratularmi con la giuria che, anche con
il conferimento dello “speciale riconoscimento” al Suite & Breakfast Ottmanngut di Merano, ha compiuto un’ottima scelta. Questa piccola struttura ricettiva,
incredibilmente elegante, ai piedi di Monte Benedetto, può essere considerata il
contrappunto del Seehotel Ambach sebbene i due immobili nella loro chiarezza
e coerenza rivelino anche delle affinità.
Colgo l’occasione per augurare a entrambe le aziende un futuro di successi
all’insegna dell’ospitalità.
Avv. dott. Gerhard Brandstätter
Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano
Bolzano, ottobre 2013
Wolfgang v. Klebelsberg
Zeitgeist und Geschichte
Seit dem Anfang des 17. Jahrhunderts begaben sich junge, wohlhabende Söhne aristokratischer Kreise auf die grand tour, die als
obligatorischer Abschluss der Erziehung
durch Mitteleuropa, Spanien, Frankreich
und Italien führte. Es war vor allem eine
kunsthistorische Bildungsreise, auf welche
die jungen Adligen gingen, um Kultur und
Sitten anderer europäischer Länder kennenzulernen. Aus der grand tour ging eine große Anzahl von Reiseerzählungen hervor, wobei jene von Michel de
Montaigne, Johann Wolfgang von Goethe und Heinrich Heine zu den
bekanntesten zählen dürften. Alle drei Schriftsteller reisten über den
Brennerpass in den Süden. De Montaigne beschrieb unter anderem
die Gasthäuser entlang der Alpenüberfahrt, „in Brixen wohnten wir
sehr gut im Adler […] und was Gasthäuser anging, so fand er (de Montaigne) nie eine Gegend (wie Tirol), in der sie so dicht gesät und so
schön waren“; Goethe beobachtete und berichtete über Menschen,
Natur und Lebensgewohnheiten, und Heine, mit spitzer Feder die
Tiroler zwar nicht gerade lobend, bewunderte dafür die Landschaft,
Architektur, die Schönheit Tirols und jene der Tiroler Frauen. Die
von den berühmten Reisenden verfassten Reiseerzählungen, de Montaignes „Journal du voyage en Italie, par la Suisse et l’Allemagne“
von 1580/81, Goethes „Italienische Reise“ von 1786–1788 und Heines
„Reisebilder“ von 1826, trugen nachhaltig zum Nachahmen bei, denn
diese Reiseführer-Literatur weckte allergrößtes Interesse am Besuch
der beschriebenen Orte. Die Sehnsucht nach Italien wird durch
Wolfgang v. Klebelsberg
Lo spirito del tempo e la storia
Sin dagli inizi del XVII secolo i benestanti rampolli dell’aristocrazia
partivano per il grand tour, il lungo viaggio che, quasi come una tappa obbligatoria della crescita personale, li portava attraverso l’Europa
centrale, toccando Spagna, Francia e Italia. Si trattava soprattutto di
un itinerario formativo storico-artistico grazie al quale i giovani nobili
potevano conoscere usi e costumi di altri Paesi europei e ampliare
così i loro orizzonti culturali. Da questo grand tour, ben diverso da
un pellegrinaggio, traevano origine innumerevoli racconti; tra i più
famosi quelli di Michel de Montaigne, Johann Wolfgang von Goethe
e Heinrich Heine. Nel loro viaggio verso sud questi tre scrittori hanno attraversato il passo del Brennero che, insieme al Sempione, rappresenta uno dei più importanti valichi delle Alpi. De Montaigne ha
descritto, tra l’altro, le strutture ricettive incontrate lungo il cammino,
sostenendo nel suo racconto di non aver mai visto un territorio così
densamente disseminato di alberghi tanto belli come il Tirolo e di
avere soggiornato egregiamente all’Adler di Bressanone. Goethe scriveva delle persone, della natura e degli usi e i costumi, mentre Heine,
con penna affilata e parole non precisamente lodevoli nei confronti
dei tirolesi, celebrava il paesaggio, l’architettura e le bellezze di questa
regione come anche quella delle sue donne. I racconti dei più famosi
viaggiatori, come il “Giornale di viaggio in Italia attraverso la Svizzera e la Germania” (1580-1581) di Michel de Montaigne, “Il viaggio
in Italia” (1786-1788) di Johann Wolfgang von Goethe e “Impressioni
di viaggio” (1826) di Heinrich Heine diedero spunto a innumerevoli imitazioni, dato che la letteratura di viaggio risvegliava nei lettori
l’interesse di visitare i luoghi descritti. La nostalgia dell’Italia viene
ulteriormente enfatizzata da Goethe ne “Gli anni d’apprendistato di
Goethe in „Wilhelm Meisters Lehrjahre“ in dem Lied und Lockruf,
„Kennst du das Land, wo die Zitronen blühn“ nochmals unterstrichen und trug maßgeblich zum Italienmythos bei, der nördlich der
Alpen entstand.
Kennst du das Land, wo die Zitronen blühn,
Im dunklen Laub die Goldorangen glühn,
Ein sanfter Wind vom blauen Himmel weht,
Die Myrte still und hoch der Lorbeer steht,
Kennst du es wohl? Dahin!
Dahin möcht ich mit dir,
O mein Geliebter, ziehn!
Seit nun gut zwei Jahrhunderten erfährt der letztendlich aus der
grand tour entstandene Tourismus kontinuierlichen Aufschwung. Die
Beherbergung der Reisenden erforderte Bauwerke verschiedenster
Art, die die Bedürfnisse der Gäste bedienten. Herbergen, Pensionen,
Spelunken, Poststationen, Gasthöfe, Hospize und Hotels entstanden
unter Berücksichtigung der Wünsche der Gäste und siedelten sich an
den logistisch und strategisch günstigsten Orten an. An der Nahtstelle, an der aus Angebot und Nachfrage eine geglückte Synthese entstehen soll, steht der Gastbetrieb, das Gebäude, das die Anforderungen
der Reisenden je nach deren Erwartungen erfüllen soll. Dazu benötigt es Auftraggeber und Architekten. Der Auftrag entsteht aus Erfahrung, Erkenntnis und Investitionsfähigkeit und muss klar definiert
sein, damit der Architekt imstande ist, die interpretative Umsetzung
im Sinne des Initiators zu bewältigen. Die architektonische Interpretation muss das harmonische Zusammenwirken verschiedenster
Kräfte und Gedanken in Verbindung mit dem Ort und dem Material
berücksichtigen und muss einhergehen mit der Fähigkeit, die geistige Atmosphäre des Ortes, den genius loci, zu erfassen und ihm eine
Form zu geben. Zugleich sollte die Architektur und die Gestaltung bei
Hotelbauten und Gastbetrieben der Realität auch etwas Traumhaftes,
etwas Entrücktes geben: Denn „der Architekt ist in einem gewissen
Sinne jene Person, welche die Aufgabe hat, etwas zu vermitteln, jemand, der etwas zu träumen beginnt und alle zu seiner Verfügung
stehenden Mittel verwendet, um daraus Realität zu schaffen. Der
Traum ist immer der Grund und Vorwand für diese Passage. Wenn
Wilhelm Meister” con la ode elogiativa “Conosci il paese dove fioriscono i limoni?”, determinante per la nascita del mito dell’Italia tra
le popolazioni d’Oltralpe.
Conosci il paese dove fioriscono i limoni?
Nel verde fogliame splendono arance d’oro
Un vento lieve spira dal cielo azzurro
Tranquillo è il mirto, sereno l’alloro
Lo conosci bene?
Laggiù, laggiù
Vorrei con te, o mio amato, andare!
Da più di due secoli il turismo nato dall’esperienza del grand tour ha
vissuto una crescita costante: l’accoglienza dei viaggiatori richiedeva
strutture di vario genere, contribuendo a gettare le basi di una ricettività e di una villeggiatura adeguata alle diverse possibilità. Locande,
pensioni, osterie, stazioni postali, alberghi, ricoveri e hotel si sono
sviluppati in conformità alle esigenze degli ospiti sorgendo in luoghi
logisticamente e strategicamente ben studiati. Il gran numero di viaggiatori e turisti ha portato, e porta tuttora con sé, un’enorme varietà di
richieste e di esigenze, che i bravi imprenditori e albergatori cercavano, e cercano tuttora, di soddisfare.
Nell’esatto punto d’incontro in cui richiesta e offerta danno origine
a una fortunata sintesi, sorge la struttura adeguata, l’azienda ricettiva
perfetta in grado di rispondere a tutte le aspettative dei suoi ospiti.
A questo scopo è necessaria la collaborazione tra committenti e architetti. Il progetto deve essere definito in modo chiaro e deve trarre
origine dall’esperienza, dalla conoscenza tecnica e dalla disponibilità
economica. Da parte sua l’architetto deve essere in grado di portare a
compimento l’esecuzione interpretativa di tale progetto, deve possedere l’abilità di catturare l’essenza dell’atmosfera spirituale e del “genius loci” e ricreare successivamente l’interazione armonica tra varie
energie e pensieri legati al luogo e ai materiali da utilizzare. Allo stesso
tempo l’architettura e l’allestimento di alberghi e strutture ricettive
devono donare alla realtà l’idea di sogno, di estaticità: “In un certo
senso, l’architetto è colui che ha il compito di comunicare qualcosa, è
colui che inizia a sognare e che impiega tutti i mezzi a sua disposizione per trasformare tale sogno in realtà. Proprio il sogno è la ragione e
der Architekt etwas träumt, muss er sich immer fragen, wie man es
bewerkstelligen kann, dass auch die anderen davon Nutzen ziehen
können, wie er den Traum auf die andere Seite bringen kann.“ (Jean
Nouvel).
Bei den für das Jahr 2014 prämierten Gastbetrieben – als Preisträger
das Seehotel Ambach am Kalterer See, mit besonderer Auszeichnung
das Suite & Breakfast Ottmanngut in Meran – trifft das Zitat des großen französischen Architekten Jean Nouvel in hohem Maße zu. Dazu
bedarf es einer Auftraggeberin mit dem Blick für das Schöne und das
Anmutige sowie mit jener besonderen Intuition für Gestaltung, Stil
und guten Geschmack.
Das Seehotel Ambach zeichnet sich durch Architektur, Lage und Einbettung in die Landschaft aus. Dies gilt auch für das Ottmanngut in
Meran, wobei die – im Vergleich zum Ambach eher im Hintergrund
bleibende – Architektursprache vom älteren zeitlichen Rahmen erzählt: Man feiert dort heuer den 100. Geburtstag. Beiden Betrieben
aber ist eine ihnen innewohnende besondere Ausstrahlungskraft zuzuschreiben. Mit großer Sensibilität und mit viel Feingefühl für den
Ort beeindrucken beide Gastbetriebe, obwohl sehr verschieden in
ihrer Gesamtkonzeption und zeitlichen Entstehung. Das Seehotel
Ambach überzeugt Besucher und Gast durch seine großen architektonischen, plastischen und räumlichen Qualitäten. Es ist ein seltenes
Beispiel eines Gastbetriebes aus den frühen 1970-er Jahren, der sich
im absolut originalen Zustand befindet. Dessen Erhalt wurde durch
das besondere und fortwährende Engagement der Bauherrin sowie
durch die Verbindung mit dem Architekten Othmar Barth und die
gegenseitige Wertschätzung ermöglicht.
Das Suite & Breakfast Ottmanngut in Meran ist ein äußerst idyllischer,
ein „verwunschener“ Ort. Er wurde geschaffen – in diesem Falle vor
allem von den Eigentümern –, um den Ansprüchen von Gästen, Reisenden und Menschen gerecht zu werden, die Architektur vor allem in
Verbindung mit Natur genießen können. Das räumliche Angebot im
Ottmanngut berücksichtigt und bedient diese Ansprüche sozusagen
im raffinierten Taschenformat. In der Verschmelzung dieser beiden
Entitäten mittels eines kultivierten Außen- und Innenraumangebots
findet jeder Gast sein persönliches Elixier, seinen Zaubertrank, und
dies in einem Haus, dessen vor hundert Jahren entstandener Rahmen, nun zeitgemäße und dem Zeitgeist entsprechende Gastlichkeit
anbietet.
il pretesto di questo passaggio. Quando l’architetto ha un sogno, deve
sempre chiedersi come sarà possibile realizzarlo, in modo che altre
persone possano trarre vantaggio dal modo in cui lui lo trasporrà in
questa dimensione” (Jean Nouvel).
Le strutture ricettive premiate nel 2014, il Seehotel Ambach sul Lago
di Caldaro (vincitore) e il Suite & Breakfast Ottmanngut di Merano
(speciale riconoscimento), rispecchiano perfettamente la citazione
del grande architetto francese Jean Nouvel, alla quale è opportuno
aggiungere che l’apporto dei committenti con gli input necessari ha
contribuito in modo determinante all’ottenimento di una sintesi perfettamente riuscita. A tale scopo è necessario un mix di dedizione, stile, grazia e bellezza accompagnato da una particolare predisposizione
innata per il buon gusto.
Il Seehotel Ambach si distingue per l’architettura, la posizione e
l’inserimento nel paesaggio; lo stesso vale per l’Ottmanngut di Merano, sebbene in questo caso il linguaggio architettonico di fondo
illustri una cornice temporalmente più antica, tanto da festeggiare
quest’anno il centesimo anniversario. Entrambe queste strutture ricettive sono dotate di un intrinseco potere d’attrazione.
Con grande sensibilità ed estremo rispetto per il luogo in cui sorgono, entrambi questi edifici, sebbene molto diversi nella loro concezione generale e temporale, non mancano di ammaliare i loro ospiti.
Il Seehotel Ambach seduce con le sue grandi qualità architettoniche, plastiche e spaziali e rappresenta un raro esempio di uno stato
di conservazione assolutamente originale dei primi anni ’70, dovuto
alla particolare e continua cura della titolare, oltre che al legame con
l’architetto Othmar Barth e alla loro reciproca stima.
Il Suite & Breakfast Ottmanngut, ai piedi del Monte Benedetto a Merano, è un luogo eccezionalmente idilliaco e “incantato”, creato apposta dai proprietari per tutti gli ospiti e i viaggiatori alla continua
ricerca di situazioni in grado di soddisfare le loro aspettative di trovare un armonico connubio tra architettura e natura. L’offerta spaziale
dell’Ottmanngut tiene conto e soddisfa queste condizioni, per così
dire, in un raffinato “formato tascabile”. Nella fusione di queste due
entità, grazie agli ambienti interni ed esterni molto curati, ogni ospite
ritrova il suo personale elisir, la sua bevanda magica, rappresentata
dalla particolare essenza dell’Ottmanngut, in un edificio il cui contesto risale a un secolo fa ma che oggi offre una ricettività adeguata ai
tempi moderni.
Zeitgeist sollte als in den Lauf der Zeit und Geschichte eingebettete Denk- und Empfindungsweise interpretiert werden. Bei Othmar
Barth und seinem Seehotel Ambach bedeutet Zeitgeist eine abgeschlossene architektonische Ausdrucksweise, jene der 1970er-Jahre,
die sich noch an die späten 1920er-, 1930er- und 1940er-Jahre anlehnt.
Es ist Barths „erstarrte“ Interpretation von Ort, Raum und Zeit, die
noch heute erfahrbar und erlebbar ist, und das, obwohl seine Wahrnehmung des Zeitgeistes bereits ein Eintrag im Buch der (jungen) Geschichte ist. Auch wenn das Werk von Othmar Barth aus einem präzise umrissenen Zeitgeist heraus entstand, so ist das Seehotel doch ein
Gebäude, das jenseits von ephemeren Tendenzen und kurzlebigen
Moden steht, das seine Besucher in den Bann zieht und seinen festen
Platz in der (Architektur-)Geschichte gefunden hat. Das Ottmanngut
hatte bereits seinen Platz in der Geschichte und durch die letzte, sehr
gelungene, dem aktuellen Zeitgeist entsprechende Umgestaltung, hat
es sich jetzt einen Platz in der zeitgenössischen Architektur erobert,
der wiederum bald in die allgemeine Geschichte übergehen wird.
Geschichte und Zeitgeist, ein Bündnis der Widersprüche, de facto
aber ein paradigmatisches Zusammenwirken, eine Schnittstelle zwischen dem Jetzt und der Vergangenheit, zwischen werdenden und
gewordenen Denkmälern. Wann wird ein Bauwerk zum Geschichtsobjekt, könnte die Gretchenfrage lauten. Der Versuch einer Antwort
soll durch ein Zitat von Jurymitglied Dr. Leo Andergassen gegeben
werden; es stammt aus dem Geleitwort zur Ausstellungseröffnung der
„Reiseskizzen aus Tirol“ von Paul Clemen auf Schloss Tirol im Jahre
2013: „Möge in den Besuchern jene Neugier erwachen, die letztlich
Clemen umtrieb und anschob, aus den Denkmälern selbst ein gerütteltes Maß an Selbstverständnis zu schöpfen, das uns heute mehr
denn je Not tut. Nur wer einen verantwortlichen Umgang mit Kultur pflegt, wird auch an sich selbst nicht die Qualitäten brachliegen
lassen, die alles Menschliche zutiefst berühren. Dass im intensiven
und kreativen Umgang mit den Denkmälern vor allem der Aspekt
der Erinnerung liegt, fordert gerade diese immer wieder heraus und
hebt die Geschichte in den Raum menschlicher Selbstdarstellung im
positiven Sinn.“
Il concetto di “spirito del tempo” deve essere interpretato come il
modo di pensare e la tendenza culturale predominante in una determinata epoca. Per Othmar Barth e il Seehotel Ambach è la compiuta
espressione architettonica degli anni ’70 che si rifà ai tardi anni ’20,
’30 e ’40, un’interpretazione cristallizzata di luogo, spazio e tempo.
Il suo spirito del tempo è già stato inserito nel libro della storia (più
recente), archiviato e sistemato in questo misterioso contenitore chiamato passato, pur rimanendo percepibile e vivibile in modo molto
realistico. Anche se l’opera di Othmar Barth ha tratto origine da un
preciso spirito del tempo, oggi la percepiamo come un edificio ormai
al di là delle tendenze, dello spirito del tempo, delle mode, ecc. È un
edificio capace di ammaliare i suoi visitatori e che ha trovato un posto
fisso nella storia (dell’architettura). L’Ottmanngut, invece, aveva già la
sua collocazione storica e, dopo l’ultima ben riuscita ristrutturazione
in base allo spirito del tempo, si è momentaneamente conquistato un
posto nella storia contemporanea e, ben presto, entrerà a far parte di
quella più in generale, occupando una posizione adeguata al proprio
spirito del tempo.
Storia e spirito del tempo: un connubio imprescindibile di contrasti,
ma di fatto un’interazione paradigmatica, un’interfaccia tra tempo e
passato, tra monumenti in evoluzione ed evoluti. La questione cruciale potrebbe essere quella di stabilire quando un oggetto diventi
storico. Per risolvere questa questione bisogna ricollegarsi alla storicizzazione dello spirito del tempo. Il tentativo di dare una risposta può
essere ritrovato nella prefazione redatta nel 2013 dal membro della
giuria dottor Leo Andergassen, in occasione di una mostra dedicata
a Paul Clemen e ai suoi “Schizzi di viaggio dal Tirolo”, a Castel Tirolo nei pressi di Merano: “Mi auguro che nei visitatori si desti quella
stessa curiosità che ha tormentato e stimolato Clemen ad attingere
dalle opere d’arte una buona dose di autoconsapevolezza di cui oggi
abbiamo più che mai bisogno. Solo chi ha un approccio responsabile
alla cultura non lascerà cadere nel vuoto quelle qualità che riescono a
scuotere nel profondo tutto ciò che vi sia di più umano. Il fatto che il
rapporto intenso e creativo con le opere d’arte si basi soprattutto sul
ricordo, porta a sfidare in continuazione quest’ultimo, elevando la storia in senso positivo nell’ambito dell’autorappresentazione umana”.
Die Jury setzt sich aus dem Präsidenten und Vizepräsidenten der
Stiftung Südtiroler Sparkasse, Dr. Gerhard Brandstätter und Dr. Ing.
Carlo Costa, dem Landeskonservator von Südtirol Dr. Leo Andergassen, den Denkmalpflegern Dr. Franz Caramelle, Innsbruck, Dr. Arch.
Roland Flückiger-Seiler, Bern, und Dr. Helmut Stampfer, Völs, dem
Vertreter der Architektenkammer der Provinz Bozen, Arch. Christian
Schwienbacher und dem Präsidenten des Südtiroler Hoteliers- und
Gastwirteverbandes Walter Meister zusammen. Die beiden Letzteren
wurden von der Stiftung aus einem Dreiervorschlag der Architektenkammer und des Südtiroler Hoteliers- und Gastwirteverbandes
ausgewählt. Der Wettbewerb ist vorderhand für weitere drei Kalenderjahre vorgesehen, die Jury bleibt für diesen Zeitraum im Amt, das
Urteil der Jury ist nicht anfechtbar.
Kriterien für die Beurteilung der Hotels
und Restaurants:
Das historische Hotel oder Restaurant kann aus dem Zeitraum zwischen dem
Mittelalter und dem 20. Jahrhundert stammen. Seine Räume sind öffentlich
zugänglich.
Beurteilt wird der gesamte Betrieb (Gebäudekomplex mit allen Einzelbauten)
sowie die Gestaltung der Umgebung (Zufahrt, Gartenanlage, Park). Beim einzelnen Bau werden Äußeres, Inneres sowie die originale Typologie und Erschließung sowie dessen gesamte Ausstattung bewertet.
Die Einheitlichkeit des Stils ist nicht Voraussetzung. Ein in mehreren Etappen
gewachsener und weitergebauter Komplex ist ebenso auszeichnungswürdig.
Ergänzungen, Erweiterungen und Annexbauten, aber auch Ausstattungsteile können in qualitätvoller zeitgenössischer Architektursprache gebaut oder
gestaltet sein. Die Kultur eines Betriebes muss aber auf der originalen historischen Substanz aufbauen.
Gut gestaltete Infrastrukturbauten und -anlagen beeinträchtigen in aller Regel die Preiswürdigkeit eines Objektes nicht.
Der Erlebnischarakter der Gesamtanlage sowie die Präsentation des historischen Erbes für den Gast sind wichtige Kriterien für die historische Authentizität.
Der historische Bestand des Gebäudes / der Gebäude sollte in der Unternehmensphilosophie als besonderes Marketinginstrument hervorgehoben
werden.
Auch in einem historischen Hotel / Restaurant sind die Sicherheit der Gäste
und Mitarbeiter sowie sinnvolle betriebliche Abläufe (Organisation im Übernachtungs- und Foodbereich) gewährleistet.
La giuria è composta dal presidente e vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano, dott. Gerhard Brandstätter e dott.
ing. Carlo Costa, dal soprintendente ai Beni Culturali della Provincia
di Bolzano, dott. ing. Leo Andergassen, dai conservatori dott. Franz
Caramelle, Innsbruck, dott. arch. Roland Flückiger-Seiler, Berna e
dott. Helmut Stampfer, Fiè, del rappresentante dell’Ordine degli architetti della Provincia di Bolzano, arch. Christian Schwienbacher e
dal presidente dell’Unione albergatori e pubblici esercenti altoatesini,
Walter Meister. Gli ultimi due sono stati scelti dalla Fondazione tra
una terna proposta dall’Ordine degli architetti e dall’Unione albergatori e pubblici esercenti altoatesini. Lo svolgimento del concorso è
previsto per altri tre anni. In tale periodo la giuria rimane in carica, il
verdetto della giuria è inoppugnabile.
Criteri per la valutazione degli alberghi
e dei ristoranti:
L’albergo o ristorante storico risale al periodo tra il Medioevo e il Novecento. I
locali sono aperti al pubblico.
Si giudica l’intero esercizio (complesso d’edifici con tutti i corpi singoli) nonché la sistemazione dell’ambiente circostante (accesso, giardino, parco). In
ogni singolo edificio si giudica l’esterno, l’interno, la tipologia e la distribuzione originale, nonché l’arredo completo.
L’unità dello stile non costituisce un presupposto. Allo stesso modo è degno di
premiazione un complesso cresciuto e ampliato nel tempo.
Aggiunte, ampliamenti e costruzioni annesse, come pure elementi dell’arredo,
possono essere realizzati e sistemati in un linguaggio architettonico contemporaneo di qualità. La “cultura” dell’esercizio deve però basarsi sulla struttura
storica originale.
Costruzioni e impianti di infrastrutture realizzati bene, di regola, non pregiudicano l’idoneità alla premiazione.
Il carattere emotivo del complesso e la presentazione del patrimonio storico
sono criteri importanti per l’autenticità storica.
Nella filosofia dell’impresa si dovrebbe porre in risalto la dimensione storica
dell’edificio / degli edifici come speciale strumento di marketing.
Anche in un albergo / ristorante storico è garantita la sicurezza degli ospiti e
dei collaboratori come pure lo svolgimento razionale dei lavori (organizzazione dei pernottamenti e della cucina).
Christian Schwienbacher
Der historische Gastbetrieb
in Südtirol 2014
Seehotel Ambach, Kalterer See
Dass ein junges Gebäude zum „Historischen Gastbetrieb des Jahres“
gewählt wird und nicht andere, viel ältere, traditionsreichere Betriebe, ist zuallererst einmal bemerkenswert. Das Seehotel Ambach am
Kalterer See ist gerade einmal 40 Jahre alt! Es gehört zu den Hauptwerken des Architekten Othmar Barth (1927–2010) und man kann –
vielleicht das erste Mal bei diesem Wettbewerb – nicht über dieses
Hotel sprechen, ohne auch etwas über dessen Erbauer zu sagen. Das
Seehotel Ambach ist nämlich ein Gesamtkunstwerk wie es nur wenige gibt; es entstand aus einer modernen Architektursprache heraus.
Christian Schwienbacher
L’Albergo storico dell’anno in Provincia
di Bolzano 2014
Seehotel Ambach, Lago di Caldaro
Innanzitutto degno di nota è il fatto che per il concorso “Albergo storico dell’anno” sia stato selezionato un edificio recente anziché uno fra
i più antichi e storici. Il Seehotel Ambach sul Lago di Caldaro infatti
ha solo 40 anni! Essendo una delle principali opere dell’architetto
Othmar Barth (1927-2010), in questa sede non è possibile parlare di
questo hotel senza accennare al suo celebre ideatore.
Il Seehotel Ambach è un’opera completa come ne esistono poche,
un’icona del settore alberghiero altoatesino, derivata da un linguaggio
architettonico moderno. L’edificio sviluppa temi quali la regionalità e
Der Bau setzt sich auch mit den Themen Regionalität und Tradition
auseinander, hält aber an einer eigenständigen Position fest und tritt
damit eine Stellung an, die ihresgleichen sucht, die oft zitiert und
nachgeahmt, aber nie erreicht wurde. Das Seehotel Ambach ist ein
seltenes Beispiel eines Gastbetriebes, der nicht nur in sehr gutem Zustand ist, sondern auch Architekturgeschichte geschrieben hat – auch
oder gerade wegen der besonderen Verbindung zwischen der Bauherrin Anna Ambach-Weis und dem Architekten. Die Besitzer haben
es immer als eine Selbstverständlichkeit gesehen, dass das geistige
Eigentum ihres Hauses beim Architekten bleibt und dass er sich um
sein Werk auch zeitlebens kümmern sollte. Was er dann auch tat.
Othmar Barth hat alle anfallenden Erhaltungsmaßnahmen begleitet
und auch regelmäßig selbst seinen Urlaub im Seehotel Ambach verbracht. Dadurch ist es erst möglich geworden, dass das Haus mitsamt
seiner Einrichtung in einem seltenen Originalzustand vollständig erhalten geblieben ist.
la tradizione mantenendo tuttavia una posizione indipendente e assumendo un ruolo senza pari, spesso citato e imitato ma mai eguagliato.
Il Seehotel Ambach è un raro esempio di azienda ristoratrice in eccellente stato di conservazione che ha contribuito a scrivere la storia
dell’architettura, anche grazie al particolare legame tra la committente Anna Ambach-Weis e l’architetto. La titolare non ha mai messo in
discussione il fatto che la proprietà intellettuale dell’edificio rimanesse a Othmar Barth e che fosse lui a occuparsi della sua opera per
tutta la vita, cosa che peraltro ha sempre fatto. Barth infatti ha seguito
personalmente tutti gli interventi manutentivi necessari, trascorrendo
periodicamente le sue ferie nell’hotel e permettendo di mantenere
completamente inalterata la struttura originaria, così come i suoi arredi.
Othmar Barth non è stato solo uno dei più autorevoli architetti altoatesini a partire dagli anni ’50 ma è anche uno degli artisti più
Othmar Barth war einer der prägenden Architekten Südtirols ab den
Fünfzigern bis in die heutige Zeit herauf; er war Protagonist an vorderster Front und hat uns eine imposante Werkliste hinterlassen, die
zu den herausragendsten Beispielen moderner Architektur in Südtirol und darüber hinaus zählen. Hier eine Auswahl der wichtigsten
Bauten:
Cusanus-Akademie in Brixen, 1961/62
Sitz der Firma Durst Phototechnik in Brixen, 1963/64
Postgebäude in Brixen
Geschäftshaus Athesia-Buch in Bruneck, 1967
Schule und Knabenseminar Salern, 1968–1972
Freibad und Restaurant „Gretl am See“, 1969–1971
Wissenschaftliches Lyzeum in Brixen
Stuhlfabrik Plank in Auer, 1970
Staatliches Lehramt für Frauenberufe in Pairdorf bei Brixen, 1971
Altersheim für Missionare „Herberthaus“ in Brixen, 1971
Seehotel Ambach am Kalterer See, 1972/73
Kindergarten in Milland, 1972
Siedlung Haslach (Anfang mit Arch. Helmut Maurer) mit Pfarrzentrum,
1974–1984
Internatsschule für Skisportler in Stams, 1977–1982
Siedlungsanlage Zinggen-Rosslauf, 1981–1995
Diözesanzentrum in Pordenone, 1984–1988
Pastoralzentrum in Bozen, 1996
prolifici; ci ha lasciato infatti un’imponente serie di opere annoverate
tra i più straordinari esempi di architettura moderna in Alto Adige e
oltre i suoi confini. Di seguito un elenco dei suoi progetti più importanti:
Accademia Cusano a Bressanone, 1961/62
Sede della ditta Durst Phototechnik a Bressanone, 1963/64
Edificio delle Poste a Bressanone
Edificio libreria Athesia a Brunico, 1967
Istituto e seminario maschile a Salern, 1968-1972
Lido e ristorante Gretl am See, 1969-1971
Liceo scientifico a Bressanone
Sede della ditta produttrice di sedie Plank a Ora, 1970
Istituto Scuola Statale per Mestieri Femminili a Pairdorf presso Bressanone, 1971
Casa di riposo per missionari “Herberthaus” a Bressanone, 1971
Seehotel Ambach sul Lago di Caldaro, 1972/73
Scuola materna a Millan, 1972
Complesso abitativo Aslago (dapprima in collaborazione con l’architetto
Helmut Maurer) con centro parrocchiale a Bolzano, 1974-1984
Collegio per sciatori a Stams, 1977-1982
Zona residenziale Zinggen-Rosslauf, 1981-1995
Centro diocesano a Pordenone, 1984-1988
Centro pastorale a Bolzano, 1996
Natürlich kommen zu dieser Werkliste noch viele weitere Bauten hinzu, besonders im privaten Wohnbau.
Aber Othmar Barth war nicht nur Architekt, er war auch Lehrer. Generationen von Architekten haben bei ihm studiert. Seine Vorlesungen, so leise, dass man die Augen zusammenkneifen musste, um überhaupt etwas zu hören, waren an der Universität in Innsbruck etwas
Besonderes, erzählte er doch nicht nur von einer einfachen Holzverbindung bei einem besonders gelungenen Stuhl, sondern auch von
skandinavischen Wohnbaumodellen. Vom Großen und vom Kleinen
wusste er seinen Studenten zu berichten, sie zu begeistern und ihnen
wirklich etwas beizubringen. Er war ein Lehrer im besten Sinne des
Wortes. Noch heute geistern die Geschichten in den Köpfen mancher nicht mehr ganz junger Architekten herum und werden so an
andere weitergegeben. So entstehen Legenden.
Doch kehren wir zurück zum Architekten und zu seiner Arbeitsweise.
Bauen in der Landschaft, so könnte der Titel für viele seiner Bauten
sein, wie das Herberthaus in Brixen, oder die Schule in Pairdorf zeigen. Aber nirgends trifft das mehr zu als auf das Seehotel Ambach am
Kalterer See. Der Ort an und für sich ist schon ein besonderer, ist das
Hotel doch mitten in den Weinbergen und alten Obstwiesen direkt
am Nordufer des Kalterer Sees gelegen. Genauer: am nordöstlichen
Eck des Sees. An so einem Ort ein Hotel zu bauen, gehört wohl zu
den schwierigsten Aufgaben für einen Architekten, aber sicher auch
A questi, si aggiungono molti altri progetti, in particolare nel settore
privato.
Ma Othmar Barth non è stato solo un architetto bensì anche un docente. Generazioni di giovani architetti hanno seguito i suoi corsi
tenuti all’Università di Innsbruck in tono talmente pacato da dover
allungare le orecchie per sentire le sue parole. Durante le sue lezioni
amava illustrare non solo i modelli abitativi scandinavi ma anche i
semplici sistemi di giunzione del legno in una sedia particolarmente
ben riuscita. Ai suoi studenti sapeva spiegare grandi e piccoli progetti,
entusiasmandoli e donando loro preziosi distillati di conoscenza. Era
un insegnante nel senso più profondo del termine. Ancora oggi architetti ormai non più giovani ricordano e raccontano qualche aneddoto
che lo riguarda: ed è così che nascono le leggende!
Ma torniamo all’architetto e al suo modus operandi. “Costruire nel
paesaggio” potrebbe essere il titolo di numerosi suoi progetti, come
l’Herberthaus di Bressanone o l’istituto scolastico di Pairdorf. Ma
nessuno corrisponde perfettamente a questa definizione come il Seehotel Ambach sul Lago di Caldaro. Già solo l’ubicazione, nel cuore
dei vigneti e di antichi frutteti sulla riva settentrionale del lago più
precisamente nell’angolo nord-est, è di per sé speciale. Costruire un
edificio in una tale posizione non è solo una delle imprese più difficili
per un architetto ma sicuramente una delle più affascinanti. Dopo
svariati tentativi e la domanda di tutela dell’area rivierasca, l’architetto
zu den faszinierendsten. Nach mehreren Versuchen und der Unterschutzstellung der Uferzone ist der Architekt auf die heutige Form
gekommen. Sie besteht aus einer Komposition aus klaren geometrischen Formen und Linien:
Ein gleichseitiges Dreieck, das nach Norden zeigt, bildet den Grundstein der Form. In diesem Dreieck finden wir das Restaurant und
darüber eine Terrasse, beide öffnen sich zum See hin. Die Verlängerung des rechten Schenkels des Dreiecks bildet eine starke Achse,
an die sich zu beiden Seiten jeweils ein Kreissegment anschmiegt,
zueinander versetzt und unterschiedlich groß. Jenes Kreissegment,
das dem Dreieck direkt gegenüberliegt, birgt den Eingang, die Küche im Untergeschoss und darüber die Personalzimmer und schaut
nach Nordosten. Das zweite und wesentlich größere Segment schaut
nach Südwesten und ist vier Geschosse hoch. Hier befinden sich das
offene Treppenhaus und die Gästezimmer, die sich in die Landschaft
hinausorientieren. Der Innenraum ist durch das offene Treppenhaus
mit seinen langen, geraden Treppenläufen eine konsequente Fortführung der Landschaft im kleinen Maßstab. Ein langes Fensterband,
das den Grundformen des Hauses folgt, bringt Tageslicht in den gebäudehohen Innenraum, und die Schattenspiele an der Wand und
im Treppenhaus kann man auch als große Sonnenuhr lesen, ein dreidimensionales Schauspiel, das das Fortschreiten der Tageszeit in das
Gebäude hineinzeichnet. Die Zimmer sind fast alle gleich groß und
è approdato alla soluzione attuale che consiste in una composizione
di forme e linee geometriche ben definite.
Un triangolo equilatero, che punta verso nord, costituisce la base formale che accoglie il ristorante e, sopra di esso, la terrazza, entrambi
aperti verso il lago. Il prolungamento dell’ala destra dà origine a un
asse robusto su cui poggiano, uno per lato, due segmenti circolari di
diverse dimensioni, sfasati tra loro. Rivolto a nord-est, il segmento
antistante il triangolo cela l’ingresso, la cucina al piano interrato e,
sopra questa, gli alloggi del personale. Il secondo segmento, notevolmente più ampio, guarda a sud-ovest, si articola in quattro piani e
comprende la tromba della scala aperta e le camere degli ospiti, tutte
orientate verso il paesaggio. Lo spazio interno, grazie alla scala aperta
con le sue lunghe passatoie rettilinee, è la coerente prosecuzione del
paesaggio in dimensioni ridotte. Una lunga serie di finestre che segue
le forme di base della struttura fa penetrare la luce nell’alto ambiente
interno creando giochi d’ombre sulle pareti. La scala può essere vista
anche come un’enorme meridiana, un affascinante spettacolo tridimensionale che segna il trascorrere delle ore nell’edificio. Le camere
presentano quasi tutte le stesse dimensioni e, con la loro pianta quasi
impercettibilmente cuneiforme, si aprono verso il paesaggio. I balconi
fungono da confine dell’edificio. La smussatura a destra e sinistra e il
parapetto più alto sul bordo destro inducono lo sguardo a spostarsi
sul lago, escludendo la vista dei balconi vicini. Laddove, in due camere
wachsen mit ihrem kaum wahrnehmbaren keilförmigen Grundriss
geradezu in die Landschaft hinaus. Die Balkone bilden die Begrenzung des Gebäudes. Rechts und links abgeschrägt und am rechten
Rand mit einer höheren Brüstung versehen, wird der Blick auf den
See fast erzwungen und ein Einblick von und zu benachbarten Balkonen ausgeklammert. Immer dort, wo bei zwei benachbarten Zimmern
die Bäder direkt beieinanderliegen, wurden diese mit einem Halbrund in den „öffentlichen“ Raum hinaus verlängert. Die konsequente
Wiederholung dieses Spiels spürt man im Treppenhaus, wo die nebeneinander aufgereihten Halbrunden über alle Geschosse sichtbar
werden, wie Orgelpfeifen. Dieses Serielle, das ständige Wiederholen
ist dabei eine typische Geste, die sich in vielen Bauten von Architekt
Barth immer wieder findet, manchmal nur in der statischen Struktur,
manchmal aber auch in der rein formalen Umsetzung wie in unserem
Fall. Vielleicht ist es ein Relikt aus seinen Lehrjahren in Rom, unter
anderem bei Pier Luigi Nervi.
Die serielle Wiederholung von kleineren Formen, eingebettet in eine
größere übergeordnete Struktur führt manchmal zu unausweichlichen Verknotungen, etwa wenn das letzte Bad als Halbrund aus der
Hauptfassade ragt, im nächsten Geschoss dann das Eck eines Zimmers. Aber genau diese räumlichen Verwicklungen nehmen der Fassade die Strenge und das Licht zeichnet wunderbare geometrische
Schatten an die Außenfassade.
adiacenti, i bagni sono direttamente affiancati, sono stati allungati a
semicerchio verso gli spazi “comuni”. La continua ripetizione di questa soluzione architettonica si percepisce sulla scala, dove i semicerchi
allineati sono visibili su tutti i piani come le “canne di un organo”.
Questa ripetizione seriale è una peculiarità che si ritrova in molti edifici dell’architetto Barth; a volte solo nella struttura statica, altre anche
nella pura esecuzione formale, come in questo caso. Potrebbe essere
un’eredità dei suoi anni di studio a Roma durante i quali è stato allievo del grande ingegnere Pier Luigi Nervi. E proprio la ripetizione di
piccole forme inserita in una struttura più ampia e superiore dà origine a inevitabili, interessanti orditi; per esempio nel punto in cui il
semicerchio dell’ultimo bagno fuoriesce dalla facciata principale e, al
piano superiore, lo stesso accade allo spigolo di una camera. Ma proprio questi intrecci spaziali tolgono severità alla facciata consentendo
alla luce di dipingere meravigliose ombre geometriche al suo esterno.
Un elemento particolare nell’ampia varietà di ambienti del Seehotel
Ambach è senza dubbio la scala esterna che conduce alla terrazza sul
tetto sopra il ristorante e verso l’angolo sud-ovest del triangolo di
cui si è accennato, fino a raggiungere una grande pedana che regala
una meravigliosa vista sul lago, prima di svoltare ed arrivare, appunto,
sulla terrazza. Una messa in scena perfetta! Visionaria in egual modo
è anche la “sempre attuale” area wellness; il lago, con tutta la sua
ricchezza, l’ampio parco con antichi alberi da frutto, i salici e non
Ein besonderes Element in der großen Raumvielfalt des Hotels aber
ist zweifellos die Außentreppe, die auf die Dachterrasse über dem Restaurant führt und am südwestlichen Eck des oben erwähnten Dreiecks liegt. Die Treppe steigt zum See hin an, man erreicht ein großes
Podest, das einen wunderbaren Ausblick auf den See zulässt, bevor
sie sich wendet und die Dachterrasse erreicht. Eine perfekte Inszenierung!
Visionär war auch der zeitlos moderne „Wellnessbereich“, der See
mit seinem gesamten Reichtum: die großzügige Gartenanlage mit den
alten Obstbäumen, die Weiden und nicht zu vergessen der wunderbare Steg, der durch das Schilf auf den See hinausführt.
Auch die Materialwahl ist wohldurchdacht: So ist das ganze Gebäude mit einem groben, weißen Putz versehen, sowohl im Inneren wie
auch außen, das gibt dem Gebäude die nötige Erdung.
Othmar Barth hat mit dem Seehotel Ambach eines seiner Meisterstücke geschaffen. Es sticht heraus aus seinem Werk, es ist üppiger
in seiner Formensprache, man kann fast sagen frohsinniger, ohne jedoch die Haltung zu verlieren. Das Geheimnis könnte in der gelungenen Verbindung von strenger Wiederholung und weichen, runden
Formen liegen. Natürlich spielen das Licht und vor allem die Landschaft
ultimo il meraviglioso pontile che sfocia in riva al lago attraversando
il canneto.
Anche la scelta dei materiali è ben studiata: sia all’interno che
all’esterno l’intero edificio è stato rivestito con un intonaco bianco
grezzo che conferisce all’insieme il necessario radicamento alla terra.
Con il Seehotel Ambach Barth ha dato certamente vita a uno dei suoi
capolavori che si distingue dalle altre opere, opulento nel suo linguaggio formale, quasi gioioso, senza tuttavia perdere nulla del suo
contegno. Il segreto potrebbe celarsi nel riuscito connubio tra rigide ripetizioni e morbide forme arrotondate. Naturalmente anche la
luce svolge il suo ruolo significativo, insieme al paesaggio. L’architetto
Barth ha inserito nell’edificio un’incredibile varietà di situazioni spaziali, introducendo al suo interno un continuo rapporto con il paesaggio, come se lo stabile fosse il soggetto principale di questa topografia.
In relazione a ciò il grande critico architettonico austriaco Friedrich
Achleitner ha affermato durante un discorso di encomio su Othmar
Barth: “Con il Seehotel Ambach l’architetto è riuscito a creare una
nuova qualità nella problematica dell’architettura turistica oltremodo difficile che non consiste nell’interpretazione, per quanto raffinata,
di un’aspettativa dell’ospite nei confronti del paesaggio culturale,
ebenfalls eine bedeutende Rolle. Barth hat hier eine unglaubliche
Vielfalt an räumlichen Situationen in einem einzigen Gebäude untergebracht und die Beziehung zur Landschaft immer wieder ins Haus
getragen, so als wäre das Gebäude der wichtigste Ort in dieser Topografie.
Friedrich Achleitner, der große österreichische Architekturkritiker,
sagte in diesem Zusammenhang anlässlich einer Laudatio auf Othmar Barth: „So gelingt es etwa beim Hotel Ambach, eine neue Qualität in die überaus schwierige Problematik der Tourismusarchitektur
einzuführen. Sie besteht nicht in der, wenn auch noch so raffinierten
Interpretation einer klischeehaften Erwartungshaltung des Gastes
gegenüber einer Kulturlandschaft, sondern im räumlich akzentuierten Erlebnis des Ortes. Sie macht den Ort zum Brennpunkt eines
belebten Umfeldes, den Aufenthalt im Haus zu einer auch räumlich
akzentuierten Zeit. Der Bau steht nicht dem Ort im Wege, sondern
ermöglicht ihm eine besondere Darstellung seiner Merkmale, sich
selbst als eine aktiven Teil dieses Erlebnisses verstehend.“ Besser
kann man das Hotel nicht beschreiben. Es ist sich seiner Wirkung
durchaus bewusst und bleibt doch bescheiden.
Dass dieses Haus entstanden ist, ist aber sicher nicht nur ein Verdienst des Architekten, sondern in erster Linie jenes der Bauherrin,
Frau Anna Ambach-Weis. Dass dieses Haus nach 40 Jahren den Verlockungen des Marktes widersteht, und konsequent und stolz jeder
Wiederbesichtigung seine Unverbrauchtheit zeigt, das ist ein besonderes Verdienst der Besitzerin, Frau Anna Ambach, und sicher auch
der durch die Bauerfahrung entstandenen besonderen Verbundenheit der Bauherrin mit dem Architekten. Die Qualität des Bauwerks
ist eine Sache, die im Verantwortungsbereich des Architekten liegt,
die Pflege desselben aber ist die Aufgabe der Eigentümer. In diesem
Fall ist die Erhaltung dieses architektonischen Meister- und Gesamtkunstwerkes in besonderem Maße Verpflichtung und Verantwortung.
Mit diesem Bewusstsein hat die Jury dieses Hotel zum „Historischen
Gastbetrieb des Jahres 2014 in Südtirol“ gewählt.
Seehotel Ambach
Klughammer 3
I-39052 Kaltern / Caldaro
www.seehotel-ambach.com
fatta di cliché, ma in un’esperienza ‘spaziale accentuata’ del luogo,
trasformandolo in punto focale di un ambiente vivace e rendendo lo
stesso soggiorno un periodo ‘spaziale accentuato’. L’immobile non è
d’intralcio alla sua ubicazione ma consente una particolare rappresentazione delle sue caratteristiche, percependosi come elemento attivo
di quest’esperienza”. Non è possibile descrivere il Seehotel Ambach
in modo migliore: consapevole del suo effetto, rimane comunque modesto.
La nascita di questa struttura non è solo merito dell’architetto ma
anche della committente, Anna Ambach-Weis. Il fatto che, dopo 40
anni, l’opera abbia resistito alle fluttuazioni del mercato e mostri orgogliosamente la sua freschezza a ogni rivisitazione è reso possibile grazie al lavoro della proprietaria e al suo speciale legame, nato durante
l’esperienza della costruzione, con l’architetto. La qualità dell’edificio
è un aspetto che rientra nelle responsabilità dell’architetto ma averne
cura in quelle del titolare. La conservazione di un tale capolavoro richiede impegno e grande consapevolezza. E per dare il giusto riconoscimento a questa responsabilità la giuria ha selezionato questo hotel
come “Albergo storico dell’anno 2014 in Alto Adige”.
Helmut Stampfer
Besondere Auszeichnung 2014
Ottmanngut Suite and Breakfast, Meran
Verlässt man die Altstadt von Meran durch das Vinschger Tor, beginnt
rechter Hand die Verdistraße, früher „Unterm Berg“ genannt, da sie
am Fuß des Küchelberges verläuft. Erst im frühen 20. Jahrhundert
wurden die landwirtschaftlich genutzten Gründe als westliche Stadterweiterung zusehends mit Wohnhäusern bebaut.
Die Hausnummer 18 bezeichnet ein behäbiges Gebäude, das sich auf
den ersten Blick als Landsitz eines wohlsituierten Meraner Bürgers
zu erkennen gibt.
Tatsächlich wurde der alte, bereits 1290 „Psorengütl“ genannte Bauernhof Ottmanngut 1850 vom Meraner Kaufmann Alois Kirchlechner erworben. Ob für den Ankauf wirtschaftliche Überlegungen oder
persönliche Vorlieben ausschlaggebend waren, lässt sich heute nicht
mehr feststellen. Die den Kaufleuten aller Zeiten gemeinsame Sorge,
das dem Auf und Ab der Geschäfte unterworfene Einkommen in sicherem Grundbesitz anzulegen, mag ebenso beigetragen haben wie
der mehr als verständliche Wunsch, den beengten Wohnraum in der
Altstadt wenigstens zeitweise mit einem vorstädtischen Platz im Grünen zu tauschen. Wie Cölestin Stampfer in seiner Häusergeschichte
von Meran schreibt, hat Kirchlechner einen neuen Stall und Stadel
sowie zwei Türme dazu gebaut, somit die Landwirtschaft verbessert
und das alte Wohnhaus um die zwei turmartigen Anbauten im Südosten beziehungsweise Nordwesten erweitert. 1914 ließ sein Enkel
Tobias Kirchlechner den Bau nach Plänen von Baumeister Johann
Pittoni herrschaftlich umgestalten. Dieser hatte ein Jahr zuvor die
Villa „Tappeiner Schlössl“ entworfen, die Anna Pixner Pertoll als
ansitzartige Reformarchitektur einstuft, eine Bezeichnung, die auch
auf den Umbau des Ottmanngutes zutrifft. Die Zinnenmauer und die
Balkone mit Eisengeländern im Norden, die beiden Erker und die
Doppelbogenfenster an der Westfassade verleihen dem Haus tatsächlich
Helmut Stampfer
Premio speciale 2014
Ottmanngut Suite and Breakfast, Merano
Lasciando la città di Merano da Porta Venosta sulla destra s’imbocca
via Verdi, un tempo chiamata Unterm Berg (Sottomonte, ndt) poiché
si snodava ai piedi di Monte Benedetto. Solo agli albori del XX secolo
i terreni a vocazione agricola furono rapidamente edificati per ampliare la città verso ovest. Il civico 18 segnala un imponente edificio
che, a prima vista, potrebbe sembrare la residenza di campagna di un
benestante cittadino meranese.
In effetti quest’antico maso, che nel 1290 portava il nome di Psorengütl, cambiato poi in Ottmanngut, nel 1850 fu acquistato dal commerciante meranese Alois Kirchlechner. A oggi non è dato sapere se
le motivazioni di tale investimento fossero puramente commerciali
o dettate da una predilezione personale. Potrebbe sicuramente aver
inciso la preoccupazione dei commercianti di ogni epoca di mettere
den Charakter eines adeligen Ansitzes. Ein Plan von Pittoni sah eine
Holzveranda anstelle des rechten Erkers vor, den ein Oval der Heiligen Familie, seit der Barockzeit Vorbild christlichen Familienlebens,
schmückt. Das ältere, aus dem Jahr 1736 datierte Fresko mit Maria
zwischen den himmlischen Schutzpatronen Florian und Johannes
Nepomuk wurde pietätvoll in die Neugestaltung der Fassade einbezogen. Der größere Erker links zeigt den Weinpatron Papst Urban und
den heiligen Nikolaus, dem die Stadtpfarrkirche von Meran geweiht
ist, dazwischen, in neubarockem Ornament, die Jahreszahl 1914. Die
Doppelbogenfenster aus rotem Trientner Marmor in der Mittelachse
der Straßenseite greifen das Leitmotiv der Südtiroler Adelsarchitektur des 16. und 17. Jahrhunderts auf. Deren kunsthistorische Erforschung führte nach 1900 zur Wiederverwendung einzelner Bauformen im Sinne einer lokal gefärbten Neorenaissance. Vergleicht man
den Umbau mit dem im gleichen Jahr 1914 nach Plänen des Wiener
Architekten Friedrich Ohmann errichteten Neuen Kurhaus in Meran,
einem Prachtbau in reinstem Wiener Jugendstil, so wird die Spannung
al sicuro la rendita flottante degli affari investendola nell’acquisto di
una proprietà fondiaria; così come il desiderio più che comprensibile
di poter alternare, almeno temporaneamente, l’angusto alloggio nel
centro storico con una sistemazione in periferia immersa nel verde.
Come scrive Cölestin Stampfer nella sua storia degli edifici di Merano, Kirchlechner aveva costruito una nuova stalla, un fienile e due torri; ha migliorato quindi l’azienda agricola e ampliato la parte abitativa
aggiungendo le due strutture turriformi negli angoli sud-est e nordovest. Nel 1914, il nipote Tobias Kirchlechner fece ristrutturare signorilmente l’immobile in base ai disegni del costruttore Johann Pittoni
che l’anno precedente aveva progettato la villa Tappeiner Schlössl citata da Anna Pixner Pertoll come un esempio di architettura riformista
con elementi di residenza nobiliare. Descrizione, questa, adatta anche
alla ristrutturazione dell’Ottmanngut. I merli e i balconi con ringhiere in ferro a nord, i due bovindi e le bifore sulla facciata occidentale
effettivamente conferiscono all’immobile il carattere di residenza nobiliare. Un disegno di Pittoni prevedeva una veranda di legno invece
del bovindo di destra che è decorato da un ovale raffigurante la Sacra
Famiglia, modello esemplare sin dall’epoca barocca di una vita familiare cristiana. L’affresco più antico, datato 1736, con Maria tra i santi
Floriano e Giovanni Nepomuceno è stato rispettosamente integrato
nella ristrutturazione della facciata. Il bovindo più grande di sinistra
mostra invece il protettore dei viticoltori Sant’Urbano e San Nicola,
cui è dedicata la chiesa parrocchiale di Merano. Tra i due santi è posto
un ornamento neobarocco e la data 1914. Le bifore in marmo rosso
di Trento sull’asse centrale del lato stradale riprendono il leitmotiv
dell’architettura nobiliare altoatesina del XVI e XVII secolo; la ricerca
architettonica, infatti, dopo il 1900 ha portato al riutilizzo di alcuni
dei loro caratteristici elementi nell’ambito di un neorinascimento con
caratteri locali. Se si paragona questa ristrutturazione con il nuovo
Kurhaus di Merano, un lussuoso edificio in puro stile Liberty viennese eretto lo stesso anno (1914) su progetto dell’architetto Friedrich
Ohmann di Vienna, la tensione tra principi edili innovativi e legati
alla tradizione, locali e internazionali si fa palpabile.
Con la rettifica stradale vennero spostati in un secondo momento
anche i pilastri del portone dell’edificio ad uso agricolo, situato a nord
dell’ala residenziale parallelamente alla strada, e vennero rifatti con
muro a vista in porfido. Le nicchie degli antichi pilastri intonacati
zwischen traditionsgebundener und innovativer, lokaler und internationaler Baugesinnung sichtbar.
Mit der Straßenbegradigung wurden zu einem späteren Zeitpunkt
auch die Pfeiler des Tores zum Wirtschaftshof des Ottmanngutes
nördlich des Wohnhauses parallel zur Straße in Sichtmauerwerk
aus Porphyr neu aufgemauert. Die Nischen in den alten verputzten
Pfeilern erhielten 1961 zwei ansprechende Wandmalereien von Hans
Prünster, den heiligen Aloisius und die heilige Klara von Assisi, zur
Erinnerung an die Namenspatrone von Alois und Klara Kirchlechner.
Im Verlauf des vorläufig letzten, 2011/12 unter der Leitung von Georg,
Clemens und Martin Kirchlechner erfolgten Umbaues des Hauses,
auf den noch zurückzukommen sein wird, wurden die Fassaden sehr
schonend behandelt. Dass man dabei die Kastenfenster von 1914 mit
weitgehend alter Verglasung beibehalten hat, ist eine Seltenheit, die
es gerade hierzulande verdient hervorgehoben zu werden.
Der Gastbetrieb im Ottmanngut, dem heutigen „Ottmanngut Suite and Breakfast“, begann als Buschenschank, der wie viele andere
Weinhöfe im südlichen Tirol frisch gekelterten Wein aus eigener Produktion kredenzte. Während im „Nachweis der in Meran-Mais befindlichen Hotels, Pensionen und möblierten Fremdenwohnungen“ von
1897 das Ottmanngut nicht aufscheint, wird es im Baedeker-Reiseführer „Südbayern, Tirol, Salzburg“ von 1914 unter den Pensionen
erwähnt, wobei für ein Zimmer mit Verpflegung zwischen 5 und 8
Kronen veranschlagt wird. Noch vor dem Umbau von 1914 wies die
Aufschrift „Restauration Ottmanngut“ auf den Ausschank von Wein,
Bier und Kaffee hin.
Ein prominenter Gast, der Hamburger Maler Friedrich Wasmann,
der in der Passerstadt seine zweite Heimat gefunden hatte, lässt sich
aber bereits in der ersten Hälfte des 19. Jahrhunderts nachweisen.
Er wohnte zeitweise im Ottmanngut, war mit Alois und Klara Kirchlechner befreundet, die er auch porträtiert hatte, und hinterließ uns
zwei stimmungsvolle Bilder des Gartens aus den Jahren 1831 beziehungsweise um 1840. War es damals noch ein häuslicher Nutz- und
Blumengarten, der auf Wasmanns Bildern biedermeierliche Behaglichkeit verströmt, so entspricht der Garten heute mit Zypressen,
Palmen, Oleandern und anderen mediterranen Gewächsen der Vorstellung von Meran als Kurort mit ausgesprochen südlichem Klima.
Beeindruckend wirken zwei Palmen, die ursprünglich in Kübeln zu
furono decorati nel 1961 con due gradevoli affreschi di Hans Prünster
raffiguranti Sant’Aloisio e Santa Chiara d’Assisi, in omaggio ai patroni di Alois e Klara Kirchlechner.
Nel corso dell’ultima ristrutturazione dell’edificio, avvenuta nel
2011/12 per mano di Georg, Clemens e Martin Kirchlechner, gli interventi sulle facciate sono stati di natura conservativa e sono state
mantenute le doppie finestre del 1914 con la quasi completa vetratura
originale, cosa che qui in Alto Adige può essere considerata addirittura una rarità.
L’attività ricettiva dell’Ottmanngut ebbe inizio sotto forma di “fiaschetteria” che, come molti altri masi vinicoli del Tirolo meridionale,
offriva vino di produzione propria. Se l’Ottmanngut non è inserito
nel Nachweis der in Meran-Mais befindlichen Hotels, Pensionen und
möblierten Fremdenwohnungen (Registro degli hotel, delle pensioni e degli appartamenti ammobiliati per turisti a Merano e Maia) del
1897, nel Baedeker per la Baviera meridionale, il Tirolo e Salisburgo
beiden Seiten des Hochaltars der Meraner Pfarrkirche standen. Sie
wurden von Tobias Kirchlechner hierher verpflanzt, als ihr Gedeihen
ein weiteres Verbleiben in der Kirche nicht mehr erlaubte. Damals
wie heute stellt der erhöht über der Straße angelegte Garten, der im
Norden vom Haus, an der Ostseite von einem Anbau und von der
Orangerie schützend umfangen wird, keineswegs eine nebensächliche Ergänzung, sondern gewissermaßen den Festsaal des Hauses
dar. Ja selbst der Zugang zum Haus erfolgt nicht unmittelbar von der
Straße, sondern von einem Vorplatz auf Gartenniveau, sodass sich
jeder Besucher nach Vorliebe und Wetter entscheiden muss, ob er
sich zuerst dem Haus oder dem Garten zuwenden soll. Die Kieswege
führen in ein paradiesisches Gartenreich, das aufgrund seiner räumlichen Beschränktheit und abgehobenen Lage besonders intim wirkt.
Am Schnittpunkt zwischen dem Anbau und der Orangerie führen
drei Granitstufen zu einem höheren Gartenniveau, von dem sich der
Blick auf die ansteigenden Weinberge sowie der Rückblick auf das
Haus und die Berge der Texelgruppe mit jedem Schritt verändern
und öffnen.
Die breite Haustür mit zwei massiven, historistisch verzierten Holzflügeln führt in einen Flur mit altem Terrazzoboden. Rechter Hand
geht es in den Aufenthalts- und Frühstücksraum, wo gleich hinter der Schwelle eine Glasplatte den Schritt hemmt. Im Zuge der
del 1914 viene invece menzionato tra le pensioni in cui per pernottamento e pasto venivano chieste da 5 a 8 corone. Ancora prima della
ristrutturazione del 1914, l’insegna Restauration Ottmanngut indicava la mescita di vino, birra e caffè.
Nella prima metà del XIX secolo si registra già un ospite autorevole,
il pittore amburghese Friedrich Wasmann che considerava la città sul
Passirio la sua seconda patria e che ha scelto, per qualche tempo, di
soggiornare all’Ottmanngut. Amico di Alois e Klara Kirchlechner, da
lui anche ritratti, ha lasciato due suggestive vedute del giardino negli
anni 1831 e 1840. Se allora era ancora un luogo d’uso domestico e
ricco di fiori, come emerge dalle opere in stile Biedermeier di Wasmann, il giardino oggi con i cipressi, le palme, gli oleandri e le altre
piante mediterranee riflette l’idea di Merano quale luogo di cura dal
marcato clima mite. Particolarmente degne di nota sono le due palme;
posizionate un tempo in vasi ai lati dell’altare maggiore della chiesa
parrocchiale di Merano vennero ospitate da Tobias Kirchlechner nel
suo giardino quando la crescita non consentì più la loro permanenza
all’interno del sacro edificio. Oggi come allora il giardino in posizione
sopraelevata rispetto alla strada, circondato e protetto a nord dalla
casa e a est da un’ala annessa e dall’orangerie, non dà l’impressione
di un complemento di secondo piano bensì rappresenta, in un certo senso, il salone delle feste della casa. L’accesso all’immobile non
avviene direttamente dalla strada bensì da uno spiazzo antistante a
livello del giardino, cosicché ogni visitatore possa decidere, in base
alle preferenze personali e alle condizioni atmosferiche, se entrare
direttamente in casa o accedervi passando dal giardino. I sentieri di
ghiaia conducono attraverso un regno paradisiaco che, grazie ai limiti
spaziali e alla posizione sopraelevata, infonde un senso d’intimità. Nel
punto d’intersezione tra ala annessa e orangerie, tre gradini in granito
danno accesso a un livello del giardino ancora più elevato, da cui si
può godere una splendida vista, sempre mutevole a ogni passo, sui
vigneti digradanti e, voltandosi, sull’edificio abitativo e sulle cime del
Gruppo di Tessa.
L’ampio portone massiccio a doppio battente, ricco di decorazioni in
stile eclettico, conduce a un corridoio con un antico pavimento alla
veneziana. A destra si apre la sala d’intrattenimento e della colazione
dove, appena oltrepassata la soglia, un pannello di vetro blocca il passo. Durante gli interventi di ristrutturazione è stata trovata in questo
Umbauarbeiten wurde an dieser Stelle ein vergittertes Kellerfenster
samt Luftschacht gefunden, ein Hinweis, dass die bergseitige Außenmauer des Hauses ursprünglich anstelle der rechten Flurmauer verlief. Der baugeschichtliche Befund sollte gezeigt, der Blick auf die Vergangenheit des Hauses fokussiert werden. Ein Klavier, Bücher, Bilder,
alles aus Familienbesitz, und die zum Verweilen einladenden Sitzgarnituren vermitteln das Gefühl, auf Besuch im alten Wohnhaus der
Familie Kirchlechner und nicht so sehr Gast eines Beherbergungsbetriebes zu sein. Nach Süden springt der Raum über die Hausfront vor,
öffnet sich zum Garten und bildet einen lichtdurchfluteten Bereich,
wie geschaffen zum Frühstücken. Die anschließende, etwas erhöhte
Orangerie wird im Sommer für Veranstaltungen, in der kalten Jahreszeit nach wie vor zum Überwintern empfindlicher südländischer
Pflanzen genutzt. Die neugotisch gestaltete Verglasung und der originale Bodenbelag aus Keramikplatten stammen aus dem Baujahr 1875.
Die Zimmer verteilen sich auf das Hochparterre und das zweite Obergeschoss, ein besonders originelles hat im Dachgeschoss des Südostturmes Platz gefunden, während der erste Stock nach wie vor dem
privaten Wohnbereich der Eigentümer vorbehalten ist. Diese Form
der gemischten Nutzung trägt ebenfalls zum spontan sich einstellenden Eindruck bei, man befinde sich in einem Wohnhaus. Wertvolles altes Mobiliar aus Familienbesitz, vermehrt um qualitätsvolle
neue Stücke, und die dezenten Badeinbauten ergänzen sich zu einem
punto la finestra inferriata di una cantina, completa di bocca di lupo,
a indicare che il muro esterno sul lato della montagna della casa si
snodava un tempo al posto del muro destro dell’attuale corridoio. Si è
pensato di rendere visibile questo reperto storico-architettonico e di
focalizzare in questo modo lo sguardo verso il passato dell’edificio. Un
pianoforte, libri, dipinti di proprietà della famiglia, insieme a poltrone, che invitano a una pausa, suscitano la sensazione di essere in visita
nell’antica casa della famiglia Kirchlechner e non di essere ospiti di
una struttura ricettiva. Verso sud, il locale si allunga oltre la facciata
della casa, aprendosi sul giardino che dà vita a un’area inondata di
luce, luogo perfetto per la colazione. L’annessa orangerie, un po’ più
in alto, in estate è sede di eventi mentre nelle stagioni fredde viene
impiegata per lo svernamento delle piante mediterranee particolarmente delicate. La vetrata in stile neogotico e il rivestimento originale
del pavimento in lastre di ceramica risalgono all’anno di costruzione,
il 1875.
Le camere sono distribuite tra il piano rialzato e il secondo piano.
Una stanza particolarmente originale è stata ricavata nel sottotetto
della torre di sud-est, mentre il primo piano è rimasto a disposizione degli alloggi privati dei proprietari. Questa forma di destinazione
d’uso combinata contribuisce ad accrescere l’impressione di trovarsi
all’interno di un’abitazione. Il prezioso mobilio antico di proprietà
familiare è stato arricchito e completato con nuovi elementi di pregio
e con sobri arredi sanitari, dando origine a una immagine complessiva di crescita organica. Nella camera Wasmann un soffitto con una
semplice cornice di stucco e un cavalletto da pittore costituiscono gli
omaggi decorativi posti in ricordo del grande ritrattista e paesaggista.
Una moderna scala a chiocciola dà accesso al sottotetto che, sotto il
soffitto mansardato, offre spazio a un piccolo angolo per la lettura
e alla camera della torre collocata ancora più in alto. La fatica della
salita lungo la scala viene ripagata dall’incantevole vista sul giardino.
Con lo speciale premio del concorso “Albergo storico dell’anno 2014
in Alto Adige” trovano meritato riconoscimento gli sforzi che hanno portato alla riapertura dell’Ottmanngut nella sua nuova veste.
Dopo la chiusura forzata durante le due guerre, pensione e ristorante
hanno continuato la loro attività fino al 2010. L’accorto intervento
sull’edificio storico e le nuove, accurate integrazioni sottolineano il
wie selbstverständlich gewachsenen Gesamtbild. Im Wasmannzimmer schmückt nicht nur ein schlichter Stuckrahmen die Decke, eine
Malerstaffelei erinnert an den großen Porträtisten und Landschafter.
Eine moderne Wendeltreppe erschließt das Dachgeschoss, das unter
der Schräge eine kleine Leseecke aufnimmt, und das hoch gelegene
Turmzimmer. Für die Mühe des Aufstieges entschädigt der zauberhaft
schöne Blick auf den Garten.
Mit der besonderen Auszeichnung des Wettbewerbes „Der historische Gastbetrieb des Jahres 2014 in Südtirol“ finden die Bemühungen um das in veränderter Form wiedereröffnete Ottmanngut gebührende Anerkennung. Nach unfreiwilliger Schließung während der
beiden Weltkriege wurden Pension und Restaurant weitergeführt bis
zum Herbst 2010. Der behutsame Umgang mit dem Altbestand und
die gediegenen neuen Ergänzungen betonen das einzigartige Ensemble von Haus und Garten, das sich seit 163 Jahren im Eigentum der
Familie Kirchlechner befindet. Bürgerliches Wohnen im einstmals
vorstädtischen Grünen verbindet sich zwanglos mit einem neu konzipierten Gastbetrieb, der seinerseits auf eine über hundertjährige
Geschichte zurückblicken kann. In Merans Goldener Zeit als Pension gegründet, kommt dem neu gestalteten Ottmanngut heute weit
größere Bedeutung zu als damals, hat sich doch in Meran bei allem
Fortschritt die Zahl von Häusern mit einer solchen kulturellen Dimension in besorgniserregender Weise verringert. Dass es ohne Verluste und magere Ersatzbauten durchaus möglich ist, Meraner Tourismuskultur zeitgemäß und auf hohem Niveau weiterzuschreiben, ist
als Hoffnungsschimmer zu werten, der öffentlichen Dank verdient.
Ottmanngut Suite & Breakfast
Verdistraße 18 / Via Verdi 18
I-39012 Meran / Merano
www.ottmanngut.it
complesso straordinario di casa e giardino, da 163 anni nelle mani
della famiglia Kirchlechner. Una storica residenza borghese nel verde, un tempo poco fuori città, si coniuga in modo disinvolto con
un’azienda ricettiva di nuova concezione, che a sua volta può vantare
una sua storia.
Inaugurato come pensione durante l’epoca d’oro di Merano, il ristrutturato Ottmanngut ha acquisito oggi maggiore significato rispetto al
passato, vista la preoccupante riduzione di edifici con una tale dimensione culturale a Merano, nonostante tutto il progresso. La possibilità
di continuare a scrivere la storia del turismo culturale meranese in
modo moderno e ad alto livello, senza perdite o ricostruzioni approssimative, deve essere vista come un bagliore di speranza che merita
pubblica riconoscenza.
Der historische Gastbetrieb in Südtirol 2013
Hotel Pragser Wildsee, Prags
L’Albergo storico dell’anno in Provincia di Bolzano 2013
Hotel Lago di Braies, Braies
Hotel Pragser Wildsee / Hotel Lago di Braies
St. Veit 27 / Frazione S. Vito 27
I-39030 Prags / Braies
www.lagodibraies.com
Der historische Gastbetrieb in Südtirol 2012
Pension Briol, Barbian / Dreikirchen
L’Albergo storico dell’anno in Provincia di Bolzano 2012
Pension Briol, Barbiano / Tre Chiese
Pension Briol
I-39040 Barbian / Dreikirchen – Barbiano / Tre Chiese
www.briol.it
Der historische Gastbetrieb in Südtirol 2011
Hotel Elephant, Brixen
L’Albergo storico dell’anno in Provincia di Bolzano 2011
Hotel Elephant, Bressanone
Hotel Elephant
Weißlahnstraße 4 / Via Rio Bianco 4
I-39042 Brixen / Bressanone
www.hotelelephant.com
Der historische Gastbetrieb in Südtirol 2010
ex aequo: Zirmerhof, Radein, Parkhotel Laurin, Bozen
L’Albergo storico dell’anno in Provincia di Bolzano 2010
ex aequo: Zirmerhof, Redagno, Parkhotel Laurin, Bolzano
Zirmerhof
Parkhotel Laurin
Oberradein 59 / Redagno
di Sopra 59
I-39040 Radein / Redagno
www.zirmerhof.it
Laurinstraße 4 / Via Laurino 4
I-39100 Bozen / Bolzano
www.laurin.it
Der historische Gastbetrieb in Südtirol 2009
Ansitz zum Steinbock, Villanders
L’Albergo storico dell’anno in Provincia di Bolzano 2009
Ansitz zum Steinbock, Villandro
Ansitz zum Steinbock
Franz-von-Defregger-Gasse 14 / Vicolo Franz von Defregger 14
I-39040 Villanders / Villandro
www.zumsteinbock.com
Der historische Gastbetrieb in Südtirol 2008
Parkhotel Holzner, Oberbozen
L’Albergo storico dell’anno in Provincia di Bolzano 2008
Parkhotel Holzner, Soprabolzano
Parkhotel Holzner
Dorf 18 / Via Paese 18
I-39059 Oberbozen / Soprabolzano
www.parkhotel-holzner.com
Der historische Gastbetrieb in Südtirol 2007
Hotel Drei Zinnen, Sexten Moos
L’Albergo storico dell’anno in Provincia di Bolzano 2007
Hotel Tre Cime, Sesto Moso
Hotel Drei Zinnen / Hotel Tre Cime
St.-Josef-Straße 28 / Via San Giuseppe 28
I-39030 Sexten Moos / Sesto Moso
www.hotel-drei-zinnen.com
www.hoteltrecime.it
Besondere Auszeichnung 2013
Wirtshaus Löwengrube, Bozen
Riconoscimento 2013
Wirtshaus Löwengrube, Bolzano
Wirtshaus Löwengrube
Zollstange 3 / Piazza Dogana 3
I-39100 Bozen / Bolzano
www.loewengrube.it
Besondere Auszeichnung 2012
Wirtshaus Vögele, Bozen
Riconoscimento 2012
Wirtshaus Vögele, Bolzano
Wirtshaus Vögele
Goethestraße 3 / Via Goethe 3
I-39100 Bozen / Bolzano
www.voegele.it
Besondere Auszeichnung 2011
Wirtshaus Zur Blauen Traube, Algund
Riconoscimento 2011
Ristorante Zur Blauen Traube, Lagundo
Wirtshaus Zur Blauen Traube /
Ristorante Zur Blauen Traube
Alte Landstraße 44 / Strada Vecchia 44
I-39022 Algund / Lagundo
www.blauetraube.it
Besondere Auszeichnung 2009
Hotel Dolomitenhof & Alte Post, Sexten
Riconoscimento 2009
Hotel Dolomitenhof & Alte Post, Sesto
Hotel Dolomitenhof & Alte Post
Fischleintal-Straße 33 / Via Val Fiscalina 33
I-39030 Sexten / Sesto
www.dolomitenhof.com
Besondere Auszeichnung 2007
Gasthaus Krone, Laas
Riconoscimento 2007
Locanda alla Corona, Lasa
Gasthaus Krone / Locanda alla Corona
Hauptplatz 10 / Via Nazionale 10
I-39023 Laas / Lasa
www.krone-laas.it
Gastbetriebe in der Endauswahl
Alberghi partecipanti alla selezione finale
2007–2014
Hotel Post Hirsch
Hotel Monte Sella
Spondinig 7 / Spondigna 7
I-39026 Prad am Stilfserjoch / Prato allo Stelvio
www.posthirsch.com
Catarina-Lanz-Straße 7 / Via Catarina Lanz 7
I-39040 St. Vigil in Enneberg / San Vigilio di Marebbe
www.monte-sella.com
Gasthaus Lamm
Gasthof Saaler Wirt
Dorfstraße 36 / Via Villaggio 36
I-39010 St. Martin in Passeier / San Martino in Passiria
www.gasthaus-lamm.it
Saalen 4 / Sares 4
I-39030 St. Lorenzen / San Lorenzo di Sebato
www.saalerwirt.it
Gasthof Sandwirt
Saxifraga Cafè-Restaurant Stub’n
Passeirerstraße 72 / Via Passiria 72
I-39015 St. Leonhard in Passeier / San Leonardo
in Passiria
www.sandwirt.bz
Zenobergstraße 33 / Via Monte San Zeno 33
I-39012 Meran/Merano
www.saxifraga.it
Gastbetriebe in der Endauswahl
Alberghi partecipanti alla selezione finale
2007–2014
Gasthof Turmwirt
Hotel Westend
Gufidaun 50 / Gudon 50
I-39043 Klausen / Chiusa
www.turmwirt-gufidaun.com
Speckbacherstraße 9 / Via Speckbacher 9
I-39012 Meran / Merano
www.westend.it
Hotel Figl
Albergo Figl
Hotel Goldener Adler
Kornplatz 9 / Piazza del Grano 9
I-39100 Bozen / Bolzano
www.figl.net
Villa Waldkönigin, Hotel Residence
Waldweg 17 / Via del Bosco 17
I-39027 St. Valentin a. d. Haide / San Valentino
alla Muta
www.waldkoenigin.com
Adlerbrückengasse 9 / Vicolo Ponte Aquila 9
I-30042 Brixen / Bressanone
www.goldener-adler.com
Hotel Schwarzer Adler
Albergo Aquila Nera
Stadtplatz 1 / Piazza Città 1
I-39045 Sterzing / Vipiteno
www.schwarzeradler.it
Gastbetriebe in der Endauswahl
Alberghi partecipanti alla selezione finale
Hotel Restaurant Lilie
Neustadt 49 / Città Nuova 49
I-39045 Sterzing / Vipiteno
www.hotellilie.it
2007–2014
Gasthof zum grünen Baum
Albergo Albero Verde
Stadtplatz 7 / Piazza Città 7
I-39020 Glurns / Glorenza
www.gasthofgruenerbaum.it
Batzenhäusl
Ca’ de Bezzi
Gasthof Schwarzer Adler
Albergo Aquila Nera
Andreas-Hofer-Straße 30 / Via A. Hofer 30
I-39100 Bozen / Bolzano
www.batzen.it
St.-Urban-Platz 4 / Piazza S. Urbano 4
I-39010 Andrian / Andriano
www.schwarzeradler-andrian.net
Gastbetriebe in der Endauswahl
Alberghi partecipanti alla selezione finale
2007–2014
Finsterwirt
Oste Scuro
Hotel Schloss Sonnenburg
Hotel Castelbadia
Domgasse 3 / Vicolo del Duomo 3
I-39042 Brixen / Bressanone
www.finsterwirt.com
Sonnenburg 38 / Loc. Castelbadia 38
I-39030 St. Lorenzen / San Lorenzo di Sebato
www.sonnenburg.com
Ansitz Romani
Hotel Grauer Bär
Andreas-Hofer-Straße 23 / Via A. Hofer 23
I-39040 Tramin / Termeno
www.ansitzromani.com
P.-Rainer-Straße 2 / Via P. Rainer 2
I-39038 Innichen / San Candido
www.orsohotel.it
Richtlinien und
Teilnahmebedingungen
Norme e modalità del
concorso
Der Zweck der Auszeichnung besteht darin, bei Eigen-
Il premio ha l’obiettivo di favorire presso proprietari
tümern von Hotelbauten und Restaurants sowie bei Ho-
e gestori di alberghi e ristoranti la conservazione del-
teliers und Gastwirten die Erhaltung des historischen
le strutture storiche di alberghi e ristoranti in Provin-
Bestandes von Hotels und Restaurants in Südtirol zu
cia di Bolzano, nonché di richiamare pubblicamente
fördern und das Bewusstsein für die Erhaltung und
l’attenzione su conservazione e manutenzione di alber-
Pflege historischer Hotels und Restaurants in die breite
ghi e ristoranti storici.
Öffentlichkeit zu tragen.
Il premio è promosso dalla Fondazione Cassa di RisDie Trägerschaft der Auszeichnung bildet die Stiftung
parmio di Bolzano in collaborazione con la Ripartizione
Südtiroler Sparkasse in Zusammenarbeit mit der Abtei-
tutela dei Beni Culturali della Provincia Autonoma di
lung Denkmalpflege der Südtiroler Landesverwaltung.
Bolzano.
Die Auszeichnung wird an gastwirtschaftliche Bauten
Il premio è conferito a edifici di tipo alberghiero o di
verliehen, die hauptsächlich der Öffentlichkeit zugäng-
ristoro principalmente accessibili al pubblico (esclusi
lich sind (keine betriebsinternen Verpflegungs- und
mense interne di uffici, ditte o istituti di formazione).
Weiterbildungsstätten). Im Vordergrund stehen dabei
Importanza primaria ha la conservazione e la manuten-
die Erhaltung und die Pflege von historischen Gebäu-
zione di edifici storici secondo i criteri della tutela dei
den nach denkmalpflegerischen Grundsätzen. Ausge-
beni culturali. Possono essere premiati sia interventi
zeichnet werden können sowohl konservatorische Maß-
conservativi sia ristrutturazioni, aggiunte e ampliamen-
nahmen als auch Um-, An- und Erweiterungsbauten
ti di alberghi o ristoranti esistenti. Di regola si premia
bestehender Hotels und Restaurants. In der Regel wird
un’albergo per anno. Il premio è conferito come ricono-
pro Jahr ein Objekt ausgezeichnet. Der Preis wird im
scimento per l’anno successivo.
Voraus als Auszeichnung für das nächstfolgende Jahr
Il modulo di partecipazione può essere ritirato presso la
verliehen.
Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano, via Talvera
18, presso la Ripartizione Beni Culturali, Bolzano, via A.
Das Teilnahmeformular ist bei der Stiftung Südtiro-
Diaz 8 e presso l’Unione Albergatori e Pubblici esercen-
ler Sparkasse, Bozen, Talfergasse 18, bei der Abteilung
ti, Bolzano, via Delai 16/1. Il modulo compilato e corre-
Denkmalpflege, Bozen, A.-Diaz-Str. 8, bei der Architek-
dato dai seguenti allegati va presentato alla Fondazione
tenkammer, Bozen, Sparkassenstr. 15, und beim HGV,
Cassa di Risparmio di Bolzano:
Bozen, Delaistr. 16/1, erhältlich. Das ausgefüllte Formu-
• situazione esistente (estratto mappa)
lar ist mit folgenden Unterlagen bei der Stiftung Südti-
• foglio A4 con breve descrizione dell’oggetto e adegua-
roler Sparkasse einzureichen:
ta documentazione (almeno 3 foto a colori, 1 esterno, 2
• Lageplan (Katasterauszug),
interni)
• A4-Blatt mit Kurzbeschreibung des Objektes und ei-
• foglio A4 con progetto (planimetria, facciate, ev. se-
ner geeigneten Dokumentation (mindestens 3 Farbfotos
zioni) e breve descrizione dell’intervento realizzato (al
auf Papier, 1 außen, 2 innen),
massimo 3 fogli)
• A4-Blatt mit Plänen (Grundriss, Fassaden, evtl. Schnitte) und einer Kurzbeschreibung von ausgeführten Bau-
Il modulo e gli allegati non si restituiscono. Alberghi
maßnahmen (maximal 3 Blätter).
non premiati possono concorrere un’altra volta.
Die Unterlagen verbleiben abschließend bei den Veran-
Gli alberghi presentati al concorso sono giudicati da una
staltern. Eine erneute Bewerbung nicht ausgezeichneter
commissione. Qualora non ci fossero alberghi idonei alla
Objekte ist möglich.
premiazione, la commissione può aggiudicare il premio
su propria iniziativa. La commissione può aggiudicare
Die Beurteilung der eingereichten Bewerbungen erfolgt
altri premi.
durch eine Jury. Sollten keine geeigneten Bewerbungen
vorliegen, kann die Jury von sich aus den Preis vergeben.
L’aggiudicazione avviene in due fasi. Nella prima fase
Die Jury kann weitere Auszeichnungen zuerkennen.
tutti gli alberghi presentati al concorso sono giudicati
dalla commissione. Domande incomplete sono escluse
Die Jurierung erfolgt in zwei Stufen. In der ersten Stufe
dall’aggiudicazione. Per gli alberghi scelti in seguito alla
werden alle eingereichten Bewerbungen durch die Jury
prima cernita possono essere richieste informazioni più
beurteilt. Unvollständige Dossiers werden von der Be-
dettagliate. Gli alberghi giudicati nella seconda fase sa-
urteilung ausgeschlossen. Für die nach der ersten Vor-
ranno visitati da almeno due membri della commissione.
ausscheidung ausgewählten Objekte können detaillier-
La decisione della commissione è definitiva e insinda-
tere Unterlagen angefordert werden. Die in der zweiten
cabile.
Runde beurteilten Objekte werden von mindestens zwei
Mitgliedern der Jury besucht. Die Entscheidung der
La premiazione, consistente in un documento e in
Jury ist endgültig und unanfechtbar.
una targa, avviene nell’autunno dell’anno precedente
nell’ambito di una manifestazione con conferenza stam-
Die Verleihung der Auszeichnung (eine Urkunde und
eine Tafel) erfolgt jeweils im Herbst des vorangehenden
Jahres bei einer Veranstaltung mit Medienkonferenz.
pa.
Teilnahmeformular
Modulo di partecipazione
Name und Adresse des Betriebes / Nome e indirizzo dell’esercizio:
Telefon / telefono
E-Mail
Fax
vertreten durch / rappresentato da:
(Name und Adresse / nome e indirizzo):
O Grand Hotel
O Hotel, Pension
O Restaurant
Sitzplätze im Speisesaal / posti nella sala pranzo:
Sitzplätze im Restaurant / posti nel ristorante:
Sitzplätze in weiteren Lokalen / posti in altri locali:
Eingeschränkte Öffnungszeiten (Tage oder Monate) /
periodo di chiusura temporanea (giorni o mesi):
Datum der letzten Bauarbeiten / data degli ultimi interventi edilizi:
Architekt / architetto (Name und Adresse / nome e indirizzo):
Bewerbung für / partecipazione per:
O Erhaltung / Konservierung des historischen Gebäudes ohne größere
Umbaumaßnahmen / Manutenzione / conservazione dell’edificio storico
senza grandi trasformazioni
O Restaurierung eines Teils oder des ganzen Gebäudes / Restauro di una parte
o dell’intero edificio
O An- oder Erweiterungsbauten / Aggiunte o ampliamenti
Von den Richtlinien und Teilnahmebedingungen haben wir Kenntnis genommen.
Abbiamo preso visione delle norme e delle modalità di partecipazione.
Ort und Datum:
Luogo e data:
Unterschrift Eigentümer oder Betreiber:
Firma del proprietario o del gestore:
Teilnahmeformular und Unterlagen sind bis zum 16. Mai 2014 (Datum des Poststempels)
einzureichen an Stiftung Südtiroler Sparkasse, Talfergasse 18, 39100 Bozen
www.historischergastbetrieb.it
Il modulo e gli allegati sono da presentare entro il 16 maggio 2014 (data del timbro postale)
alla Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano, via Talvera 18, 39100 Bolzano
www.albergostorico.it
Impressum
Colophon
Herausgeber/Editore
© Stiftung Südtiroler Sparkasse
© Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano
Koordination/Coordinatore
Wolfgang v. Klebelsberg
Grafik und Layout/Progetto grafico
Dall’O & Freunde
Redaktion/Redazione
Edition Rætia
Übersetzung/Traduzione
Lorenza Bonetti & Stefano Peroni
Fotos/Fotografie
René Riller
Annette Fischer
Günther Richard Wett
Wolfgang v. Klebelsberg
Josef Pernter
Druck/Stampa
Longo AG, Bozen/Bolzano