Historischer Gastbetrieb des Jahres 2014 in
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Historischer Gastbetrieb des Jahres 2014 in
DER HISTORISCHE GASTBETRIEB DES JAHRES IN SÜDTIROL L’ALBERGO STORICO DELL’ANNO IN PROVINCIA DI BOLZANO Eine Auszeichnung der Stiftung Südtiroler Sparkasse in Zusammenarbeit mit dem Landesdenkmalamt und dem Hoteliers- und Gastwirteverband Un premio della Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Culturali e l’Unione albergatori e pubblici esercenti 2014 Vorwort Die Jury hat eine mutige Entscheidung getroffen, als sie mit dem Seehotel Ambach einen gerade mal 40 Jahre alten Gastbetrieb ausgezeichnet hat. Die Bezeichnung „historisch“ verdient sich ein so junges Gebäude im allgemeinen Sprachgebrauch jedenfalls nicht. Aber auf das von Architekt Othmar Barth in den Jahren 1972–1973 in rücksichtsvollem Abstand an den Kalterer See gesetzte Hotel trifft sie zu; auch wenn es um ein Vielfaches jünger ist als bisherige Preisträger, etwa das Hotel Elephant in Brixen, das seinen Namen immerhin schon 1551 erhielt, oder der Ansitz Zum Steinbock in Villanders, der schon 1515 erstmals erwähnt wurde. Die Jury hat zugleich aber auch eine konsequente Entscheidung getroffen. Denn sie hat das Historische – wie schon 2012, als die Pension Briol über Dreikirchen ausgezeichnet wurde – nicht an der Zahl der Jahre, sondern an der Qualität der Architektur und der Gastlichkeit gemessen. In diesem Sinne ist das Seehotel Ambach wahrlich ein epochales Gebäude. Ja, Othmar Barth, der leider bereits 2010 verstorbene Doyen der Südtiroler Moderne, hat mit dem Seehotel ein Stück Architekturgeschichte geschrieben. Die Bauherrin Anni Ambach hat es ermöglicht und die Familie Ambach-Weis schafft es bis heute, dass Haus und Umgebung einen grandiosen Erholungsort bilden. Das Gebäude, anfänglich als gestrandetes Schiff verspottet, ist ebenso selbstbewusst wie sensibel in die Landschaft gesetzt. Es ist gewiss ein Kind seiner Zeit und hat dies auch nicht versteckt. Im Gegenteil. Barth hat sich nie gescheut, seinen Ideen von zeitgemäßer Architektur expressiv Raum und Form zu geben. Auch beim sanft geschwungenen Seehotel Ambach mit den weißen Loggien, die sich zum glitzernden See und den Weinbergen öffnen, war das so. Und ist es noch. Denn, das ist eine weitere historische Besonderheit, der Bau ist bis heute nahezu unverändert geblieben, eine absolute Ausnahme im Tourismusland Südtirol. Vier Jahrzehnte nach der Erbauung zeigt sich schließlich, dass Barth seine Aufgabe so elegant und geschickt gelöst hat, dass wir gewiss sein dürfen, dass das Seehotel Ambach auch in ferner Zukunft noch „begeistern“ wird. Auch in diesem Sinne ist es wohl ein historischer Bau. So gratuliere ich der Jury zu ihrer Entscheidung. Auch mit der Verleihung der „besonderen Anerkennung“ an das Suite & Breakfast Ottmanngut in Meran hat sie eine gute Wahl getroffen. Dieser kleine, aber ungemein stilvolle Gastbetrieb am Fuß des Küchelbergs könnte als Kontrapunkt zum Seehotel Ambach bezeichnet werden. In der jeweiligen Klarheit und Konsequenz zeigen sich aber auch die Gemeinsamkeiten. In diesem Sinne wünsche ich beiden noch viele erfolgreiche und gastfreundliche Jahre. RA Dr. Gerhard Brandstätter Präsident der Stiftung Südtiroler Sparkasse Bozen, Oktober 2013 Prefazione Premiando il Seehotel Ambach, una struttura ricettiva di soli 40 anni, la giuria ha preso una decisione coraggiosa. L’aggettivo “storico”, infatti, nella sua accezione più comune non corrisponde affatto a un edificio così recente. Ciò nonostante tale definizione si addice perfettamente a questo hotel, realizzato tra il 1972 e il 1973 dall’architetto Othmar Barth a rispettosa distanza dal Lago di Caldaro, sebbene sia ben più giovane dei vincitori premiati fino ad oggi, come l’Hotel Elephant di Bressanone, così battezzato già nel 1551, o la Residenza Zum Steinbock di Villandro, menzionata per la prima volta nel 1515. Nel contempo la giuria ha seguito un percorso coerente assumendo come criterio di valutazione della storicità non la vetustà dell’edificio, bensì la qualità architettonica e il carattere dell’ospitalità, come accaduto già nel 2012 con la premiazione della Pensione Briol sopra Tre Chiese. In tal senso il Seehotel Ambach è davvero un immobile epocale. Sì, con il Seehotel Othmar Barth, il decano della modernità altoatesina purtroppo scomparso nel 2010, ha scritto una pagina di storia dell’architettura, coadiuvato dalla committente Anni Ambach e dalla famiglia Ambach-Weis che, ancora oggi, consente all’edificio e all’ambiente circostante di dare vita a una sontuosa oasi di relax. L’albergo, dapprima oggetto di scherno e paragonato a una nave arenata, è stato inserito nel paesaggio con grande consapevolezza e, allo stesso tempo, sensibilità: è certamente e palesemente una creatura del suo tempo. Barth, infatti, non ha mai temuto di dare spazio e forma espressiva alla propria idea di architettura contemporanea. Così è stato anche per il Seehotel Ambach con il suo profilo arcuato e le sue logge bianche che si aprono verso il lago scintillante e i vigneti. E così lo è ancora poiché, e questa è un’ulteriore peculiarità storica, la struttura è rimasta invariata fino ai giorni nostri, un’assoluta eccezione in una regione turistica come l’Alto Adige. A quattro decenni dalla sua costruzione non vi sono dubbi che Barth abbia assolto il suo compito in modo così elegante e abile da infonderci la certezza che, in futuro, il Seehotel Ambach continuerà a esercitare il proprio fascino: anche in tal senso, dunque, può essere considerato un albergo storico. Per questa decisione desidero, quindi, congratularmi con la giuria che, anche con il conferimento dello “speciale riconoscimento” al Suite & Breakfast Ottmanngut di Merano, ha compiuto un’ottima scelta. Questa piccola struttura ricettiva, incredibilmente elegante, ai piedi di Monte Benedetto, può essere considerata il contrappunto del Seehotel Ambach sebbene i due immobili nella loro chiarezza e coerenza rivelino anche delle affinità. Colgo l’occasione per augurare a entrambe le aziende un futuro di successi all’insegna dell’ospitalità. Avv. dott. Gerhard Brandstätter Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano Bolzano, ottobre 2013 Wolfgang v. Klebelsberg Zeitgeist und Geschichte Seit dem Anfang des 17. Jahrhunderts begaben sich junge, wohlhabende Söhne aristokratischer Kreise auf die grand tour, die als obligatorischer Abschluss der Erziehung durch Mitteleuropa, Spanien, Frankreich und Italien führte. Es war vor allem eine kunsthistorische Bildungsreise, auf welche die jungen Adligen gingen, um Kultur und Sitten anderer europäischer Länder kennenzulernen. Aus der grand tour ging eine große Anzahl von Reiseerzählungen hervor, wobei jene von Michel de Montaigne, Johann Wolfgang von Goethe und Heinrich Heine zu den bekanntesten zählen dürften. Alle drei Schriftsteller reisten über den Brennerpass in den Süden. De Montaigne beschrieb unter anderem die Gasthäuser entlang der Alpenüberfahrt, „in Brixen wohnten wir sehr gut im Adler […] und was Gasthäuser anging, so fand er (de Montaigne) nie eine Gegend (wie Tirol), in der sie so dicht gesät und so schön waren“; Goethe beobachtete und berichtete über Menschen, Natur und Lebensgewohnheiten, und Heine, mit spitzer Feder die Tiroler zwar nicht gerade lobend, bewunderte dafür die Landschaft, Architektur, die Schönheit Tirols und jene der Tiroler Frauen. Die von den berühmten Reisenden verfassten Reiseerzählungen, de Montaignes „Journal du voyage en Italie, par la Suisse et l’Allemagne“ von 1580/81, Goethes „Italienische Reise“ von 1786–1788 und Heines „Reisebilder“ von 1826, trugen nachhaltig zum Nachahmen bei, denn diese Reiseführer-Literatur weckte allergrößtes Interesse am Besuch der beschriebenen Orte. Die Sehnsucht nach Italien wird durch Wolfgang v. Klebelsberg Lo spirito del tempo e la storia Sin dagli inizi del XVII secolo i benestanti rampolli dell’aristocrazia partivano per il grand tour, il lungo viaggio che, quasi come una tappa obbligatoria della crescita personale, li portava attraverso l’Europa centrale, toccando Spagna, Francia e Italia. Si trattava soprattutto di un itinerario formativo storico-artistico grazie al quale i giovani nobili potevano conoscere usi e costumi di altri Paesi europei e ampliare così i loro orizzonti culturali. Da questo grand tour, ben diverso da un pellegrinaggio, traevano origine innumerevoli racconti; tra i più famosi quelli di Michel de Montaigne, Johann Wolfgang von Goethe e Heinrich Heine. Nel loro viaggio verso sud questi tre scrittori hanno attraversato il passo del Brennero che, insieme al Sempione, rappresenta uno dei più importanti valichi delle Alpi. De Montaigne ha descritto, tra l’altro, le strutture ricettive incontrate lungo il cammino, sostenendo nel suo racconto di non aver mai visto un territorio così densamente disseminato di alberghi tanto belli come il Tirolo e di avere soggiornato egregiamente all’Adler di Bressanone. Goethe scriveva delle persone, della natura e degli usi e i costumi, mentre Heine, con penna affilata e parole non precisamente lodevoli nei confronti dei tirolesi, celebrava il paesaggio, l’architettura e le bellezze di questa regione come anche quella delle sue donne. I racconti dei più famosi viaggiatori, come il “Giornale di viaggio in Italia attraverso la Svizzera e la Germania” (1580-1581) di Michel de Montaigne, “Il viaggio in Italia” (1786-1788) di Johann Wolfgang von Goethe e “Impressioni di viaggio” (1826) di Heinrich Heine diedero spunto a innumerevoli imitazioni, dato che la letteratura di viaggio risvegliava nei lettori l’interesse di visitare i luoghi descritti. La nostalgia dell’Italia viene ulteriormente enfatizzata da Goethe ne “Gli anni d’apprendistato di Goethe in „Wilhelm Meisters Lehrjahre“ in dem Lied und Lockruf, „Kennst du das Land, wo die Zitronen blühn“ nochmals unterstrichen und trug maßgeblich zum Italienmythos bei, der nördlich der Alpen entstand. Kennst du das Land, wo die Zitronen blühn, Im dunklen Laub die Goldorangen glühn, Ein sanfter Wind vom blauen Himmel weht, Die Myrte still und hoch der Lorbeer steht, Kennst du es wohl? Dahin! Dahin möcht ich mit dir, O mein Geliebter, ziehn! Seit nun gut zwei Jahrhunderten erfährt der letztendlich aus der grand tour entstandene Tourismus kontinuierlichen Aufschwung. Die Beherbergung der Reisenden erforderte Bauwerke verschiedenster Art, die die Bedürfnisse der Gäste bedienten. Herbergen, Pensionen, Spelunken, Poststationen, Gasthöfe, Hospize und Hotels entstanden unter Berücksichtigung der Wünsche der Gäste und siedelten sich an den logistisch und strategisch günstigsten Orten an. An der Nahtstelle, an der aus Angebot und Nachfrage eine geglückte Synthese entstehen soll, steht der Gastbetrieb, das Gebäude, das die Anforderungen der Reisenden je nach deren Erwartungen erfüllen soll. Dazu benötigt es Auftraggeber und Architekten. Der Auftrag entsteht aus Erfahrung, Erkenntnis und Investitionsfähigkeit und muss klar definiert sein, damit der Architekt imstande ist, die interpretative Umsetzung im Sinne des Initiators zu bewältigen. Die architektonische Interpretation muss das harmonische Zusammenwirken verschiedenster Kräfte und Gedanken in Verbindung mit dem Ort und dem Material berücksichtigen und muss einhergehen mit der Fähigkeit, die geistige Atmosphäre des Ortes, den genius loci, zu erfassen und ihm eine Form zu geben. Zugleich sollte die Architektur und die Gestaltung bei Hotelbauten und Gastbetrieben der Realität auch etwas Traumhaftes, etwas Entrücktes geben: Denn „der Architekt ist in einem gewissen Sinne jene Person, welche die Aufgabe hat, etwas zu vermitteln, jemand, der etwas zu träumen beginnt und alle zu seiner Verfügung stehenden Mittel verwendet, um daraus Realität zu schaffen. Der Traum ist immer der Grund und Vorwand für diese Passage. Wenn Wilhelm Meister” con la ode elogiativa “Conosci il paese dove fioriscono i limoni?”, determinante per la nascita del mito dell’Italia tra le popolazioni d’Oltralpe. Conosci il paese dove fioriscono i limoni? Nel verde fogliame splendono arance d’oro Un vento lieve spira dal cielo azzurro Tranquillo è il mirto, sereno l’alloro Lo conosci bene? Laggiù, laggiù Vorrei con te, o mio amato, andare! Da più di due secoli il turismo nato dall’esperienza del grand tour ha vissuto una crescita costante: l’accoglienza dei viaggiatori richiedeva strutture di vario genere, contribuendo a gettare le basi di una ricettività e di una villeggiatura adeguata alle diverse possibilità. Locande, pensioni, osterie, stazioni postali, alberghi, ricoveri e hotel si sono sviluppati in conformità alle esigenze degli ospiti sorgendo in luoghi logisticamente e strategicamente ben studiati. Il gran numero di viaggiatori e turisti ha portato, e porta tuttora con sé, un’enorme varietà di richieste e di esigenze, che i bravi imprenditori e albergatori cercavano, e cercano tuttora, di soddisfare. Nell’esatto punto d’incontro in cui richiesta e offerta danno origine a una fortunata sintesi, sorge la struttura adeguata, l’azienda ricettiva perfetta in grado di rispondere a tutte le aspettative dei suoi ospiti. A questo scopo è necessaria la collaborazione tra committenti e architetti. Il progetto deve essere definito in modo chiaro e deve trarre origine dall’esperienza, dalla conoscenza tecnica e dalla disponibilità economica. Da parte sua l’architetto deve essere in grado di portare a compimento l’esecuzione interpretativa di tale progetto, deve possedere l’abilità di catturare l’essenza dell’atmosfera spirituale e del “genius loci” e ricreare successivamente l’interazione armonica tra varie energie e pensieri legati al luogo e ai materiali da utilizzare. Allo stesso tempo l’architettura e l’allestimento di alberghi e strutture ricettive devono donare alla realtà l’idea di sogno, di estaticità: “In un certo senso, l’architetto è colui che ha il compito di comunicare qualcosa, è colui che inizia a sognare e che impiega tutti i mezzi a sua disposizione per trasformare tale sogno in realtà. Proprio il sogno è la ragione e der Architekt etwas träumt, muss er sich immer fragen, wie man es bewerkstelligen kann, dass auch die anderen davon Nutzen ziehen können, wie er den Traum auf die andere Seite bringen kann.“ (Jean Nouvel). Bei den für das Jahr 2014 prämierten Gastbetrieben – als Preisträger das Seehotel Ambach am Kalterer See, mit besonderer Auszeichnung das Suite & Breakfast Ottmanngut in Meran – trifft das Zitat des großen französischen Architekten Jean Nouvel in hohem Maße zu. Dazu bedarf es einer Auftraggeberin mit dem Blick für das Schöne und das Anmutige sowie mit jener besonderen Intuition für Gestaltung, Stil und guten Geschmack. Das Seehotel Ambach zeichnet sich durch Architektur, Lage und Einbettung in die Landschaft aus. Dies gilt auch für das Ottmanngut in Meran, wobei die – im Vergleich zum Ambach eher im Hintergrund bleibende – Architektursprache vom älteren zeitlichen Rahmen erzählt: Man feiert dort heuer den 100. Geburtstag. Beiden Betrieben aber ist eine ihnen innewohnende besondere Ausstrahlungskraft zuzuschreiben. Mit großer Sensibilität und mit viel Feingefühl für den Ort beeindrucken beide Gastbetriebe, obwohl sehr verschieden in ihrer Gesamtkonzeption und zeitlichen Entstehung. Das Seehotel Ambach überzeugt Besucher und Gast durch seine großen architektonischen, plastischen und räumlichen Qualitäten. Es ist ein seltenes Beispiel eines Gastbetriebes aus den frühen 1970-er Jahren, der sich im absolut originalen Zustand befindet. Dessen Erhalt wurde durch das besondere und fortwährende Engagement der Bauherrin sowie durch die Verbindung mit dem Architekten Othmar Barth und die gegenseitige Wertschätzung ermöglicht. Das Suite & Breakfast Ottmanngut in Meran ist ein äußerst idyllischer, ein „verwunschener“ Ort. Er wurde geschaffen – in diesem Falle vor allem von den Eigentümern –, um den Ansprüchen von Gästen, Reisenden und Menschen gerecht zu werden, die Architektur vor allem in Verbindung mit Natur genießen können. Das räumliche Angebot im Ottmanngut berücksichtigt und bedient diese Ansprüche sozusagen im raffinierten Taschenformat. In der Verschmelzung dieser beiden Entitäten mittels eines kultivierten Außen- und Innenraumangebots findet jeder Gast sein persönliches Elixier, seinen Zaubertrank, und dies in einem Haus, dessen vor hundert Jahren entstandener Rahmen, nun zeitgemäße und dem Zeitgeist entsprechende Gastlichkeit anbietet. il pretesto di questo passaggio. Quando l’architetto ha un sogno, deve sempre chiedersi come sarà possibile realizzarlo, in modo che altre persone possano trarre vantaggio dal modo in cui lui lo trasporrà in questa dimensione” (Jean Nouvel). Le strutture ricettive premiate nel 2014, il Seehotel Ambach sul Lago di Caldaro (vincitore) e il Suite & Breakfast Ottmanngut di Merano (speciale riconoscimento), rispecchiano perfettamente la citazione del grande architetto francese Jean Nouvel, alla quale è opportuno aggiungere che l’apporto dei committenti con gli input necessari ha contribuito in modo determinante all’ottenimento di una sintesi perfettamente riuscita. A tale scopo è necessario un mix di dedizione, stile, grazia e bellezza accompagnato da una particolare predisposizione innata per il buon gusto. Il Seehotel Ambach si distingue per l’architettura, la posizione e l’inserimento nel paesaggio; lo stesso vale per l’Ottmanngut di Merano, sebbene in questo caso il linguaggio architettonico di fondo illustri una cornice temporalmente più antica, tanto da festeggiare quest’anno il centesimo anniversario. Entrambe queste strutture ricettive sono dotate di un intrinseco potere d’attrazione. Con grande sensibilità ed estremo rispetto per il luogo in cui sorgono, entrambi questi edifici, sebbene molto diversi nella loro concezione generale e temporale, non mancano di ammaliare i loro ospiti. Il Seehotel Ambach seduce con le sue grandi qualità architettoniche, plastiche e spaziali e rappresenta un raro esempio di uno stato di conservazione assolutamente originale dei primi anni ’70, dovuto alla particolare e continua cura della titolare, oltre che al legame con l’architetto Othmar Barth e alla loro reciproca stima. Il Suite & Breakfast Ottmanngut, ai piedi del Monte Benedetto a Merano, è un luogo eccezionalmente idilliaco e “incantato”, creato apposta dai proprietari per tutti gli ospiti e i viaggiatori alla continua ricerca di situazioni in grado di soddisfare le loro aspettative di trovare un armonico connubio tra architettura e natura. L’offerta spaziale dell’Ottmanngut tiene conto e soddisfa queste condizioni, per così dire, in un raffinato “formato tascabile”. Nella fusione di queste due entità, grazie agli ambienti interni ed esterni molto curati, ogni ospite ritrova il suo personale elisir, la sua bevanda magica, rappresentata dalla particolare essenza dell’Ottmanngut, in un edificio il cui contesto risale a un secolo fa ma che oggi offre una ricettività adeguata ai tempi moderni. Zeitgeist sollte als in den Lauf der Zeit und Geschichte eingebettete Denk- und Empfindungsweise interpretiert werden. Bei Othmar Barth und seinem Seehotel Ambach bedeutet Zeitgeist eine abgeschlossene architektonische Ausdrucksweise, jene der 1970er-Jahre, die sich noch an die späten 1920er-, 1930er- und 1940er-Jahre anlehnt. Es ist Barths „erstarrte“ Interpretation von Ort, Raum und Zeit, die noch heute erfahrbar und erlebbar ist, und das, obwohl seine Wahrnehmung des Zeitgeistes bereits ein Eintrag im Buch der (jungen) Geschichte ist. Auch wenn das Werk von Othmar Barth aus einem präzise umrissenen Zeitgeist heraus entstand, so ist das Seehotel doch ein Gebäude, das jenseits von ephemeren Tendenzen und kurzlebigen Moden steht, das seine Besucher in den Bann zieht und seinen festen Platz in der (Architektur-)Geschichte gefunden hat. Das Ottmanngut hatte bereits seinen Platz in der Geschichte und durch die letzte, sehr gelungene, dem aktuellen Zeitgeist entsprechende Umgestaltung, hat es sich jetzt einen Platz in der zeitgenössischen Architektur erobert, der wiederum bald in die allgemeine Geschichte übergehen wird. Geschichte und Zeitgeist, ein Bündnis der Widersprüche, de facto aber ein paradigmatisches Zusammenwirken, eine Schnittstelle zwischen dem Jetzt und der Vergangenheit, zwischen werdenden und gewordenen Denkmälern. Wann wird ein Bauwerk zum Geschichtsobjekt, könnte die Gretchenfrage lauten. Der Versuch einer Antwort soll durch ein Zitat von Jurymitglied Dr. Leo Andergassen gegeben werden; es stammt aus dem Geleitwort zur Ausstellungseröffnung der „Reiseskizzen aus Tirol“ von Paul Clemen auf Schloss Tirol im Jahre 2013: „Möge in den Besuchern jene Neugier erwachen, die letztlich Clemen umtrieb und anschob, aus den Denkmälern selbst ein gerütteltes Maß an Selbstverständnis zu schöpfen, das uns heute mehr denn je Not tut. Nur wer einen verantwortlichen Umgang mit Kultur pflegt, wird auch an sich selbst nicht die Qualitäten brachliegen lassen, die alles Menschliche zutiefst berühren. Dass im intensiven und kreativen Umgang mit den Denkmälern vor allem der Aspekt der Erinnerung liegt, fordert gerade diese immer wieder heraus und hebt die Geschichte in den Raum menschlicher Selbstdarstellung im positiven Sinn.“ Il concetto di “spirito del tempo” deve essere interpretato come il modo di pensare e la tendenza culturale predominante in una determinata epoca. Per Othmar Barth e il Seehotel Ambach è la compiuta espressione architettonica degli anni ’70 che si rifà ai tardi anni ’20, ’30 e ’40, un’interpretazione cristallizzata di luogo, spazio e tempo. Il suo spirito del tempo è già stato inserito nel libro della storia (più recente), archiviato e sistemato in questo misterioso contenitore chiamato passato, pur rimanendo percepibile e vivibile in modo molto realistico. Anche se l’opera di Othmar Barth ha tratto origine da un preciso spirito del tempo, oggi la percepiamo come un edificio ormai al di là delle tendenze, dello spirito del tempo, delle mode, ecc. È un edificio capace di ammaliare i suoi visitatori e che ha trovato un posto fisso nella storia (dell’architettura). L’Ottmanngut, invece, aveva già la sua collocazione storica e, dopo l’ultima ben riuscita ristrutturazione in base allo spirito del tempo, si è momentaneamente conquistato un posto nella storia contemporanea e, ben presto, entrerà a far parte di quella più in generale, occupando una posizione adeguata al proprio spirito del tempo. Storia e spirito del tempo: un connubio imprescindibile di contrasti, ma di fatto un’interazione paradigmatica, un’interfaccia tra tempo e passato, tra monumenti in evoluzione ed evoluti. La questione cruciale potrebbe essere quella di stabilire quando un oggetto diventi storico. Per risolvere questa questione bisogna ricollegarsi alla storicizzazione dello spirito del tempo. Il tentativo di dare una risposta può essere ritrovato nella prefazione redatta nel 2013 dal membro della giuria dottor Leo Andergassen, in occasione di una mostra dedicata a Paul Clemen e ai suoi “Schizzi di viaggio dal Tirolo”, a Castel Tirolo nei pressi di Merano: “Mi auguro che nei visitatori si desti quella stessa curiosità che ha tormentato e stimolato Clemen ad attingere dalle opere d’arte una buona dose di autoconsapevolezza di cui oggi abbiamo più che mai bisogno. Solo chi ha un approccio responsabile alla cultura non lascerà cadere nel vuoto quelle qualità che riescono a scuotere nel profondo tutto ciò che vi sia di più umano. Il fatto che il rapporto intenso e creativo con le opere d’arte si basi soprattutto sul ricordo, porta a sfidare in continuazione quest’ultimo, elevando la storia in senso positivo nell’ambito dell’autorappresentazione umana”. Die Jury setzt sich aus dem Präsidenten und Vizepräsidenten der Stiftung Südtiroler Sparkasse, Dr. Gerhard Brandstätter und Dr. Ing. Carlo Costa, dem Landeskonservator von Südtirol Dr. Leo Andergassen, den Denkmalpflegern Dr. Franz Caramelle, Innsbruck, Dr. Arch. Roland Flückiger-Seiler, Bern, und Dr. Helmut Stampfer, Völs, dem Vertreter der Architektenkammer der Provinz Bozen, Arch. Christian Schwienbacher und dem Präsidenten des Südtiroler Hoteliers- und Gastwirteverbandes Walter Meister zusammen. Die beiden Letzteren wurden von der Stiftung aus einem Dreiervorschlag der Architektenkammer und des Südtiroler Hoteliers- und Gastwirteverbandes ausgewählt. Der Wettbewerb ist vorderhand für weitere drei Kalenderjahre vorgesehen, die Jury bleibt für diesen Zeitraum im Amt, das Urteil der Jury ist nicht anfechtbar. Kriterien für die Beurteilung der Hotels und Restaurants: Das historische Hotel oder Restaurant kann aus dem Zeitraum zwischen dem Mittelalter und dem 20. Jahrhundert stammen. Seine Räume sind öffentlich zugänglich. Beurteilt wird der gesamte Betrieb (Gebäudekomplex mit allen Einzelbauten) sowie die Gestaltung der Umgebung (Zufahrt, Gartenanlage, Park). Beim einzelnen Bau werden Äußeres, Inneres sowie die originale Typologie und Erschließung sowie dessen gesamte Ausstattung bewertet. Die Einheitlichkeit des Stils ist nicht Voraussetzung. Ein in mehreren Etappen gewachsener und weitergebauter Komplex ist ebenso auszeichnungswürdig. Ergänzungen, Erweiterungen und Annexbauten, aber auch Ausstattungsteile können in qualitätvoller zeitgenössischer Architektursprache gebaut oder gestaltet sein. Die Kultur eines Betriebes muss aber auf der originalen historischen Substanz aufbauen. Gut gestaltete Infrastrukturbauten und -anlagen beeinträchtigen in aller Regel die Preiswürdigkeit eines Objektes nicht. Der Erlebnischarakter der Gesamtanlage sowie die Präsentation des historischen Erbes für den Gast sind wichtige Kriterien für die historische Authentizität. Der historische Bestand des Gebäudes / der Gebäude sollte in der Unternehmensphilosophie als besonderes Marketinginstrument hervorgehoben werden. Auch in einem historischen Hotel / Restaurant sind die Sicherheit der Gäste und Mitarbeiter sowie sinnvolle betriebliche Abläufe (Organisation im Übernachtungs- und Foodbereich) gewährleistet. La giuria è composta dal presidente e vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano, dott. Gerhard Brandstätter e dott. ing. Carlo Costa, dal soprintendente ai Beni Culturali della Provincia di Bolzano, dott. ing. Leo Andergassen, dai conservatori dott. Franz Caramelle, Innsbruck, dott. arch. Roland Flückiger-Seiler, Berna e dott. Helmut Stampfer, Fiè, del rappresentante dell’Ordine degli architetti della Provincia di Bolzano, arch. Christian Schwienbacher e dal presidente dell’Unione albergatori e pubblici esercenti altoatesini, Walter Meister. Gli ultimi due sono stati scelti dalla Fondazione tra una terna proposta dall’Ordine degli architetti e dall’Unione albergatori e pubblici esercenti altoatesini. Lo svolgimento del concorso è previsto per altri tre anni. In tale periodo la giuria rimane in carica, il verdetto della giuria è inoppugnabile. Criteri per la valutazione degli alberghi e dei ristoranti: L’albergo o ristorante storico risale al periodo tra il Medioevo e il Novecento. I locali sono aperti al pubblico. Si giudica l’intero esercizio (complesso d’edifici con tutti i corpi singoli) nonché la sistemazione dell’ambiente circostante (accesso, giardino, parco). In ogni singolo edificio si giudica l’esterno, l’interno, la tipologia e la distribuzione originale, nonché l’arredo completo. L’unità dello stile non costituisce un presupposto. Allo stesso modo è degno di premiazione un complesso cresciuto e ampliato nel tempo. Aggiunte, ampliamenti e costruzioni annesse, come pure elementi dell’arredo, possono essere realizzati e sistemati in un linguaggio architettonico contemporaneo di qualità. La “cultura” dell’esercizio deve però basarsi sulla struttura storica originale. Costruzioni e impianti di infrastrutture realizzati bene, di regola, non pregiudicano l’idoneità alla premiazione. Il carattere emotivo del complesso e la presentazione del patrimonio storico sono criteri importanti per l’autenticità storica. Nella filosofia dell’impresa si dovrebbe porre in risalto la dimensione storica dell’edificio / degli edifici come speciale strumento di marketing. Anche in un albergo / ristorante storico è garantita la sicurezza degli ospiti e dei collaboratori come pure lo svolgimento razionale dei lavori (organizzazione dei pernottamenti e della cucina). Christian Schwienbacher Der historische Gastbetrieb in Südtirol 2014 Seehotel Ambach, Kalterer See Dass ein junges Gebäude zum „Historischen Gastbetrieb des Jahres“ gewählt wird und nicht andere, viel ältere, traditionsreichere Betriebe, ist zuallererst einmal bemerkenswert. Das Seehotel Ambach am Kalterer See ist gerade einmal 40 Jahre alt! Es gehört zu den Hauptwerken des Architekten Othmar Barth (1927–2010) und man kann – vielleicht das erste Mal bei diesem Wettbewerb – nicht über dieses Hotel sprechen, ohne auch etwas über dessen Erbauer zu sagen. Das Seehotel Ambach ist nämlich ein Gesamtkunstwerk wie es nur wenige gibt; es entstand aus einer modernen Architektursprache heraus. Christian Schwienbacher L’Albergo storico dell’anno in Provincia di Bolzano 2014 Seehotel Ambach, Lago di Caldaro Innanzitutto degno di nota è il fatto che per il concorso “Albergo storico dell’anno” sia stato selezionato un edificio recente anziché uno fra i più antichi e storici. Il Seehotel Ambach sul Lago di Caldaro infatti ha solo 40 anni! Essendo una delle principali opere dell’architetto Othmar Barth (1927-2010), in questa sede non è possibile parlare di questo hotel senza accennare al suo celebre ideatore. Il Seehotel Ambach è un’opera completa come ne esistono poche, un’icona del settore alberghiero altoatesino, derivata da un linguaggio architettonico moderno. L’edificio sviluppa temi quali la regionalità e Der Bau setzt sich auch mit den Themen Regionalität und Tradition auseinander, hält aber an einer eigenständigen Position fest und tritt damit eine Stellung an, die ihresgleichen sucht, die oft zitiert und nachgeahmt, aber nie erreicht wurde. Das Seehotel Ambach ist ein seltenes Beispiel eines Gastbetriebes, der nicht nur in sehr gutem Zustand ist, sondern auch Architekturgeschichte geschrieben hat – auch oder gerade wegen der besonderen Verbindung zwischen der Bauherrin Anna Ambach-Weis und dem Architekten. Die Besitzer haben es immer als eine Selbstverständlichkeit gesehen, dass das geistige Eigentum ihres Hauses beim Architekten bleibt und dass er sich um sein Werk auch zeitlebens kümmern sollte. Was er dann auch tat. Othmar Barth hat alle anfallenden Erhaltungsmaßnahmen begleitet und auch regelmäßig selbst seinen Urlaub im Seehotel Ambach verbracht. Dadurch ist es erst möglich geworden, dass das Haus mitsamt seiner Einrichtung in einem seltenen Originalzustand vollständig erhalten geblieben ist. la tradizione mantenendo tuttavia una posizione indipendente e assumendo un ruolo senza pari, spesso citato e imitato ma mai eguagliato. Il Seehotel Ambach è un raro esempio di azienda ristoratrice in eccellente stato di conservazione che ha contribuito a scrivere la storia dell’architettura, anche grazie al particolare legame tra la committente Anna Ambach-Weis e l’architetto. La titolare non ha mai messo in discussione il fatto che la proprietà intellettuale dell’edificio rimanesse a Othmar Barth e che fosse lui a occuparsi della sua opera per tutta la vita, cosa che peraltro ha sempre fatto. Barth infatti ha seguito personalmente tutti gli interventi manutentivi necessari, trascorrendo periodicamente le sue ferie nell’hotel e permettendo di mantenere completamente inalterata la struttura originaria, così come i suoi arredi. Othmar Barth non è stato solo uno dei più autorevoli architetti altoatesini a partire dagli anni ’50 ma è anche uno degli artisti più Othmar Barth war einer der prägenden Architekten Südtirols ab den Fünfzigern bis in die heutige Zeit herauf; er war Protagonist an vorderster Front und hat uns eine imposante Werkliste hinterlassen, die zu den herausragendsten Beispielen moderner Architektur in Südtirol und darüber hinaus zählen. Hier eine Auswahl der wichtigsten Bauten: Cusanus-Akademie in Brixen, 1961/62 Sitz der Firma Durst Phototechnik in Brixen, 1963/64 Postgebäude in Brixen Geschäftshaus Athesia-Buch in Bruneck, 1967 Schule und Knabenseminar Salern, 1968–1972 Freibad und Restaurant „Gretl am See“, 1969–1971 Wissenschaftliches Lyzeum in Brixen Stuhlfabrik Plank in Auer, 1970 Staatliches Lehramt für Frauenberufe in Pairdorf bei Brixen, 1971 Altersheim für Missionare „Herberthaus“ in Brixen, 1971 Seehotel Ambach am Kalterer See, 1972/73 Kindergarten in Milland, 1972 Siedlung Haslach (Anfang mit Arch. Helmut Maurer) mit Pfarrzentrum, 1974–1984 Internatsschule für Skisportler in Stams, 1977–1982 Siedlungsanlage Zinggen-Rosslauf, 1981–1995 Diözesanzentrum in Pordenone, 1984–1988 Pastoralzentrum in Bozen, 1996 prolifici; ci ha lasciato infatti un’imponente serie di opere annoverate tra i più straordinari esempi di architettura moderna in Alto Adige e oltre i suoi confini. Di seguito un elenco dei suoi progetti più importanti: Accademia Cusano a Bressanone, 1961/62 Sede della ditta Durst Phototechnik a Bressanone, 1963/64 Edificio delle Poste a Bressanone Edificio libreria Athesia a Brunico, 1967 Istituto e seminario maschile a Salern, 1968-1972 Lido e ristorante Gretl am See, 1969-1971 Liceo scientifico a Bressanone Sede della ditta produttrice di sedie Plank a Ora, 1970 Istituto Scuola Statale per Mestieri Femminili a Pairdorf presso Bressanone, 1971 Casa di riposo per missionari “Herberthaus” a Bressanone, 1971 Seehotel Ambach sul Lago di Caldaro, 1972/73 Scuola materna a Millan, 1972 Complesso abitativo Aslago (dapprima in collaborazione con l’architetto Helmut Maurer) con centro parrocchiale a Bolzano, 1974-1984 Collegio per sciatori a Stams, 1977-1982 Zona residenziale Zinggen-Rosslauf, 1981-1995 Centro diocesano a Pordenone, 1984-1988 Centro pastorale a Bolzano, 1996 Natürlich kommen zu dieser Werkliste noch viele weitere Bauten hinzu, besonders im privaten Wohnbau. Aber Othmar Barth war nicht nur Architekt, er war auch Lehrer. Generationen von Architekten haben bei ihm studiert. Seine Vorlesungen, so leise, dass man die Augen zusammenkneifen musste, um überhaupt etwas zu hören, waren an der Universität in Innsbruck etwas Besonderes, erzählte er doch nicht nur von einer einfachen Holzverbindung bei einem besonders gelungenen Stuhl, sondern auch von skandinavischen Wohnbaumodellen. Vom Großen und vom Kleinen wusste er seinen Studenten zu berichten, sie zu begeistern und ihnen wirklich etwas beizubringen. Er war ein Lehrer im besten Sinne des Wortes. Noch heute geistern die Geschichten in den Köpfen mancher nicht mehr ganz junger Architekten herum und werden so an andere weitergegeben. So entstehen Legenden. Doch kehren wir zurück zum Architekten und zu seiner Arbeitsweise. Bauen in der Landschaft, so könnte der Titel für viele seiner Bauten sein, wie das Herberthaus in Brixen, oder die Schule in Pairdorf zeigen. Aber nirgends trifft das mehr zu als auf das Seehotel Ambach am Kalterer See. Der Ort an und für sich ist schon ein besonderer, ist das Hotel doch mitten in den Weinbergen und alten Obstwiesen direkt am Nordufer des Kalterer Sees gelegen. Genauer: am nordöstlichen Eck des Sees. An so einem Ort ein Hotel zu bauen, gehört wohl zu den schwierigsten Aufgaben für einen Architekten, aber sicher auch A questi, si aggiungono molti altri progetti, in particolare nel settore privato. Ma Othmar Barth non è stato solo un architetto bensì anche un docente. Generazioni di giovani architetti hanno seguito i suoi corsi tenuti all’Università di Innsbruck in tono talmente pacato da dover allungare le orecchie per sentire le sue parole. Durante le sue lezioni amava illustrare non solo i modelli abitativi scandinavi ma anche i semplici sistemi di giunzione del legno in una sedia particolarmente ben riuscita. Ai suoi studenti sapeva spiegare grandi e piccoli progetti, entusiasmandoli e donando loro preziosi distillati di conoscenza. Era un insegnante nel senso più profondo del termine. Ancora oggi architetti ormai non più giovani ricordano e raccontano qualche aneddoto che lo riguarda: ed è così che nascono le leggende! Ma torniamo all’architetto e al suo modus operandi. “Costruire nel paesaggio” potrebbe essere il titolo di numerosi suoi progetti, come l’Herberthaus di Bressanone o l’istituto scolastico di Pairdorf. Ma nessuno corrisponde perfettamente a questa definizione come il Seehotel Ambach sul Lago di Caldaro. Già solo l’ubicazione, nel cuore dei vigneti e di antichi frutteti sulla riva settentrionale del lago più precisamente nell’angolo nord-est, è di per sé speciale. Costruire un edificio in una tale posizione non è solo una delle imprese più difficili per un architetto ma sicuramente una delle più affascinanti. Dopo svariati tentativi e la domanda di tutela dell’area rivierasca, l’architetto zu den faszinierendsten. Nach mehreren Versuchen und der Unterschutzstellung der Uferzone ist der Architekt auf die heutige Form gekommen. Sie besteht aus einer Komposition aus klaren geometrischen Formen und Linien: Ein gleichseitiges Dreieck, das nach Norden zeigt, bildet den Grundstein der Form. In diesem Dreieck finden wir das Restaurant und darüber eine Terrasse, beide öffnen sich zum See hin. Die Verlängerung des rechten Schenkels des Dreiecks bildet eine starke Achse, an die sich zu beiden Seiten jeweils ein Kreissegment anschmiegt, zueinander versetzt und unterschiedlich groß. Jenes Kreissegment, das dem Dreieck direkt gegenüberliegt, birgt den Eingang, die Küche im Untergeschoss und darüber die Personalzimmer und schaut nach Nordosten. Das zweite und wesentlich größere Segment schaut nach Südwesten und ist vier Geschosse hoch. Hier befinden sich das offene Treppenhaus und die Gästezimmer, die sich in die Landschaft hinausorientieren. Der Innenraum ist durch das offene Treppenhaus mit seinen langen, geraden Treppenläufen eine konsequente Fortführung der Landschaft im kleinen Maßstab. Ein langes Fensterband, das den Grundformen des Hauses folgt, bringt Tageslicht in den gebäudehohen Innenraum, und die Schattenspiele an der Wand und im Treppenhaus kann man auch als große Sonnenuhr lesen, ein dreidimensionales Schauspiel, das das Fortschreiten der Tageszeit in das Gebäude hineinzeichnet. Die Zimmer sind fast alle gleich groß und è approdato alla soluzione attuale che consiste in una composizione di forme e linee geometriche ben definite. Un triangolo equilatero, che punta verso nord, costituisce la base formale che accoglie il ristorante e, sopra di esso, la terrazza, entrambi aperti verso il lago. Il prolungamento dell’ala destra dà origine a un asse robusto su cui poggiano, uno per lato, due segmenti circolari di diverse dimensioni, sfasati tra loro. Rivolto a nord-est, il segmento antistante il triangolo cela l’ingresso, la cucina al piano interrato e, sopra questa, gli alloggi del personale. Il secondo segmento, notevolmente più ampio, guarda a sud-ovest, si articola in quattro piani e comprende la tromba della scala aperta e le camere degli ospiti, tutte orientate verso il paesaggio. Lo spazio interno, grazie alla scala aperta con le sue lunghe passatoie rettilinee, è la coerente prosecuzione del paesaggio in dimensioni ridotte. Una lunga serie di finestre che segue le forme di base della struttura fa penetrare la luce nell’alto ambiente interno creando giochi d’ombre sulle pareti. La scala può essere vista anche come un’enorme meridiana, un affascinante spettacolo tridimensionale che segna il trascorrere delle ore nell’edificio. Le camere presentano quasi tutte le stesse dimensioni e, con la loro pianta quasi impercettibilmente cuneiforme, si aprono verso il paesaggio. I balconi fungono da confine dell’edificio. La smussatura a destra e sinistra e il parapetto più alto sul bordo destro inducono lo sguardo a spostarsi sul lago, escludendo la vista dei balconi vicini. Laddove, in due camere wachsen mit ihrem kaum wahrnehmbaren keilförmigen Grundriss geradezu in die Landschaft hinaus. Die Balkone bilden die Begrenzung des Gebäudes. Rechts und links abgeschrägt und am rechten Rand mit einer höheren Brüstung versehen, wird der Blick auf den See fast erzwungen und ein Einblick von und zu benachbarten Balkonen ausgeklammert. Immer dort, wo bei zwei benachbarten Zimmern die Bäder direkt beieinanderliegen, wurden diese mit einem Halbrund in den „öffentlichen“ Raum hinaus verlängert. Die konsequente Wiederholung dieses Spiels spürt man im Treppenhaus, wo die nebeneinander aufgereihten Halbrunden über alle Geschosse sichtbar werden, wie Orgelpfeifen. Dieses Serielle, das ständige Wiederholen ist dabei eine typische Geste, die sich in vielen Bauten von Architekt Barth immer wieder findet, manchmal nur in der statischen Struktur, manchmal aber auch in der rein formalen Umsetzung wie in unserem Fall. Vielleicht ist es ein Relikt aus seinen Lehrjahren in Rom, unter anderem bei Pier Luigi Nervi. Die serielle Wiederholung von kleineren Formen, eingebettet in eine größere übergeordnete Struktur führt manchmal zu unausweichlichen Verknotungen, etwa wenn das letzte Bad als Halbrund aus der Hauptfassade ragt, im nächsten Geschoss dann das Eck eines Zimmers. Aber genau diese räumlichen Verwicklungen nehmen der Fassade die Strenge und das Licht zeichnet wunderbare geometrische Schatten an die Außenfassade. adiacenti, i bagni sono direttamente affiancati, sono stati allungati a semicerchio verso gli spazi “comuni”. La continua ripetizione di questa soluzione architettonica si percepisce sulla scala, dove i semicerchi allineati sono visibili su tutti i piani come le “canne di un organo”. Questa ripetizione seriale è una peculiarità che si ritrova in molti edifici dell’architetto Barth; a volte solo nella struttura statica, altre anche nella pura esecuzione formale, come in questo caso. Potrebbe essere un’eredità dei suoi anni di studio a Roma durante i quali è stato allievo del grande ingegnere Pier Luigi Nervi. E proprio la ripetizione di piccole forme inserita in una struttura più ampia e superiore dà origine a inevitabili, interessanti orditi; per esempio nel punto in cui il semicerchio dell’ultimo bagno fuoriesce dalla facciata principale e, al piano superiore, lo stesso accade allo spigolo di una camera. Ma proprio questi intrecci spaziali tolgono severità alla facciata consentendo alla luce di dipingere meravigliose ombre geometriche al suo esterno. Un elemento particolare nell’ampia varietà di ambienti del Seehotel Ambach è senza dubbio la scala esterna che conduce alla terrazza sul tetto sopra il ristorante e verso l’angolo sud-ovest del triangolo di cui si è accennato, fino a raggiungere una grande pedana che regala una meravigliosa vista sul lago, prima di svoltare ed arrivare, appunto, sulla terrazza. Una messa in scena perfetta! Visionaria in egual modo è anche la “sempre attuale” area wellness; il lago, con tutta la sua ricchezza, l’ampio parco con antichi alberi da frutto, i salici e non Ein besonderes Element in der großen Raumvielfalt des Hotels aber ist zweifellos die Außentreppe, die auf die Dachterrasse über dem Restaurant führt und am südwestlichen Eck des oben erwähnten Dreiecks liegt. Die Treppe steigt zum See hin an, man erreicht ein großes Podest, das einen wunderbaren Ausblick auf den See zulässt, bevor sie sich wendet und die Dachterrasse erreicht. Eine perfekte Inszenierung! Visionär war auch der zeitlos moderne „Wellnessbereich“, der See mit seinem gesamten Reichtum: die großzügige Gartenanlage mit den alten Obstbäumen, die Weiden und nicht zu vergessen der wunderbare Steg, der durch das Schilf auf den See hinausführt. Auch die Materialwahl ist wohldurchdacht: So ist das ganze Gebäude mit einem groben, weißen Putz versehen, sowohl im Inneren wie auch außen, das gibt dem Gebäude die nötige Erdung. Othmar Barth hat mit dem Seehotel Ambach eines seiner Meisterstücke geschaffen. Es sticht heraus aus seinem Werk, es ist üppiger in seiner Formensprache, man kann fast sagen frohsinniger, ohne jedoch die Haltung zu verlieren. Das Geheimnis könnte in der gelungenen Verbindung von strenger Wiederholung und weichen, runden Formen liegen. Natürlich spielen das Licht und vor allem die Landschaft ultimo il meraviglioso pontile che sfocia in riva al lago attraversando il canneto. Anche la scelta dei materiali è ben studiata: sia all’interno che all’esterno l’intero edificio è stato rivestito con un intonaco bianco grezzo che conferisce all’insieme il necessario radicamento alla terra. Con il Seehotel Ambach Barth ha dato certamente vita a uno dei suoi capolavori che si distingue dalle altre opere, opulento nel suo linguaggio formale, quasi gioioso, senza tuttavia perdere nulla del suo contegno. Il segreto potrebbe celarsi nel riuscito connubio tra rigide ripetizioni e morbide forme arrotondate. Naturalmente anche la luce svolge il suo ruolo significativo, insieme al paesaggio. L’architetto Barth ha inserito nell’edificio un’incredibile varietà di situazioni spaziali, introducendo al suo interno un continuo rapporto con il paesaggio, come se lo stabile fosse il soggetto principale di questa topografia. In relazione a ciò il grande critico architettonico austriaco Friedrich Achleitner ha affermato durante un discorso di encomio su Othmar Barth: “Con il Seehotel Ambach l’architetto è riuscito a creare una nuova qualità nella problematica dell’architettura turistica oltremodo difficile che non consiste nell’interpretazione, per quanto raffinata, di un’aspettativa dell’ospite nei confronti del paesaggio culturale, ebenfalls eine bedeutende Rolle. Barth hat hier eine unglaubliche Vielfalt an räumlichen Situationen in einem einzigen Gebäude untergebracht und die Beziehung zur Landschaft immer wieder ins Haus getragen, so als wäre das Gebäude der wichtigste Ort in dieser Topografie. Friedrich Achleitner, der große österreichische Architekturkritiker, sagte in diesem Zusammenhang anlässlich einer Laudatio auf Othmar Barth: „So gelingt es etwa beim Hotel Ambach, eine neue Qualität in die überaus schwierige Problematik der Tourismusarchitektur einzuführen. Sie besteht nicht in der, wenn auch noch so raffinierten Interpretation einer klischeehaften Erwartungshaltung des Gastes gegenüber einer Kulturlandschaft, sondern im räumlich akzentuierten Erlebnis des Ortes. Sie macht den Ort zum Brennpunkt eines belebten Umfeldes, den Aufenthalt im Haus zu einer auch räumlich akzentuierten Zeit. Der Bau steht nicht dem Ort im Wege, sondern ermöglicht ihm eine besondere Darstellung seiner Merkmale, sich selbst als eine aktiven Teil dieses Erlebnisses verstehend.“ Besser kann man das Hotel nicht beschreiben. Es ist sich seiner Wirkung durchaus bewusst und bleibt doch bescheiden. Dass dieses Haus entstanden ist, ist aber sicher nicht nur ein Verdienst des Architekten, sondern in erster Linie jenes der Bauherrin, Frau Anna Ambach-Weis. Dass dieses Haus nach 40 Jahren den Verlockungen des Marktes widersteht, und konsequent und stolz jeder Wiederbesichtigung seine Unverbrauchtheit zeigt, das ist ein besonderes Verdienst der Besitzerin, Frau Anna Ambach, und sicher auch der durch die Bauerfahrung entstandenen besonderen Verbundenheit der Bauherrin mit dem Architekten. Die Qualität des Bauwerks ist eine Sache, die im Verantwortungsbereich des Architekten liegt, die Pflege desselben aber ist die Aufgabe der Eigentümer. In diesem Fall ist die Erhaltung dieses architektonischen Meister- und Gesamtkunstwerkes in besonderem Maße Verpflichtung und Verantwortung. Mit diesem Bewusstsein hat die Jury dieses Hotel zum „Historischen Gastbetrieb des Jahres 2014 in Südtirol“ gewählt. Seehotel Ambach Klughammer 3 I-39052 Kaltern / Caldaro www.seehotel-ambach.com fatta di cliché, ma in un’esperienza ‘spaziale accentuata’ del luogo, trasformandolo in punto focale di un ambiente vivace e rendendo lo stesso soggiorno un periodo ‘spaziale accentuato’. L’immobile non è d’intralcio alla sua ubicazione ma consente una particolare rappresentazione delle sue caratteristiche, percependosi come elemento attivo di quest’esperienza”. Non è possibile descrivere il Seehotel Ambach in modo migliore: consapevole del suo effetto, rimane comunque modesto. La nascita di questa struttura non è solo merito dell’architetto ma anche della committente, Anna Ambach-Weis. Il fatto che, dopo 40 anni, l’opera abbia resistito alle fluttuazioni del mercato e mostri orgogliosamente la sua freschezza a ogni rivisitazione è reso possibile grazie al lavoro della proprietaria e al suo speciale legame, nato durante l’esperienza della costruzione, con l’architetto. La qualità dell’edificio è un aspetto che rientra nelle responsabilità dell’architetto ma averne cura in quelle del titolare. La conservazione di un tale capolavoro richiede impegno e grande consapevolezza. E per dare il giusto riconoscimento a questa responsabilità la giuria ha selezionato questo hotel come “Albergo storico dell’anno 2014 in Alto Adige”. Helmut Stampfer Besondere Auszeichnung 2014 Ottmanngut Suite and Breakfast, Meran Verlässt man die Altstadt von Meran durch das Vinschger Tor, beginnt rechter Hand die Verdistraße, früher „Unterm Berg“ genannt, da sie am Fuß des Küchelberges verläuft. Erst im frühen 20. Jahrhundert wurden die landwirtschaftlich genutzten Gründe als westliche Stadterweiterung zusehends mit Wohnhäusern bebaut. Die Hausnummer 18 bezeichnet ein behäbiges Gebäude, das sich auf den ersten Blick als Landsitz eines wohlsituierten Meraner Bürgers zu erkennen gibt. Tatsächlich wurde der alte, bereits 1290 „Psorengütl“ genannte Bauernhof Ottmanngut 1850 vom Meraner Kaufmann Alois Kirchlechner erworben. Ob für den Ankauf wirtschaftliche Überlegungen oder persönliche Vorlieben ausschlaggebend waren, lässt sich heute nicht mehr feststellen. Die den Kaufleuten aller Zeiten gemeinsame Sorge, das dem Auf und Ab der Geschäfte unterworfene Einkommen in sicherem Grundbesitz anzulegen, mag ebenso beigetragen haben wie der mehr als verständliche Wunsch, den beengten Wohnraum in der Altstadt wenigstens zeitweise mit einem vorstädtischen Platz im Grünen zu tauschen. Wie Cölestin Stampfer in seiner Häusergeschichte von Meran schreibt, hat Kirchlechner einen neuen Stall und Stadel sowie zwei Türme dazu gebaut, somit die Landwirtschaft verbessert und das alte Wohnhaus um die zwei turmartigen Anbauten im Südosten beziehungsweise Nordwesten erweitert. 1914 ließ sein Enkel Tobias Kirchlechner den Bau nach Plänen von Baumeister Johann Pittoni herrschaftlich umgestalten. Dieser hatte ein Jahr zuvor die Villa „Tappeiner Schlössl“ entworfen, die Anna Pixner Pertoll als ansitzartige Reformarchitektur einstuft, eine Bezeichnung, die auch auf den Umbau des Ottmanngutes zutrifft. Die Zinnenmauer und die Balkone mit Eisengeländern im Norden, die beiden Erker und die Doppelbogenfenster an der Westfassade verleihen dem Haus tatsächlich Helmut Stampfer Premio speciale 2014 Ottmanngut Suite and Breakfast, Merano Lasciando la città di Merano da Porta Venosta sulla destra s’imbocca via Verdi, un tempo chiamata Unterm Berg (Sottomonte, ndt) poiché si snodava ai piedi di Monte Benedetto. Solo agli albori del XX secolo i terreni a vocazione agricola furono rapidamente edificati per ampliare la città verso ovest. Il civico 18 segnala un imponente edificio che, a prima vista, potrebbe sembrare la residenza di campagna di un benestante cittadino meranese. In effetti quest’antico maso, che nel 1290 portava il nome di Psorengütl, cambiato poi in Ottmanngut, nel 1850 fu acquistato dal commerciante meranese Alois Kirchlechner. A oggi non è dato sapere se le motivazioni di tale investimento fossero puramente commerciali o dettate da una predilezione personale. Potrebbe sicuramente aver inciso la preoccupazione dei commercianti di ogni epoca di mettere den Charakter eines adeligen Ansitzes. Ein Plan von Pittoni sah eine Holzveranda anstelle des rechten Erkers vor, den ein Oval der Heiligen Familie, seit der Barockzeit Vorbild christlichen Familienlebens, schmückt. Das ältere, aus dem Jahr 1736 datierte Fresko mit Maria zwischen den himmlischen Schutzpatronen Florian und Johannes Nepomuk wurde pietätvoll in die Neugestaltung der Fassade einbezogen. Der größere Erker links zeigt den Weinpatron Papst Urban und den heiligen Nikolaus, dem die Stadtpfarrkirche von Meran geweiht ist, dazwischen, in neubarockem Ornament, die Jahreszahl 1914. Die Doppelbogenfenster aus rotem Trientner Marmor in der Mittelachse der Straßenseite greifen das Leitmotiv der Südtiroler Adelsarchitektur des 16. und 17. Jahrhunderts auf. Deren kunsthistorische Erforschung führte nach 1900 zur Wiederverwendung einzelner Bauformen im Sinne einer lokal gefärbten Neorenaissance. Vergleicht man den Umbau mit dem im gleichen Jahr 1914 nach Plänen des Wiener Architekten Friedrich Ohmann errichteten Neuen Kurhaus in Meran, einem Prachtbau in reinstem Wiener Jugendstil, so wird die Spannung al sicuro la rendita flottante degli affari investendola nell’acquisto di una proprietà fondiaria; così come il desiderio più che comprensibile di poter alternare, almeno temporaneamente, l’angusto alloggio nel centro storico con una sistemazione in periferia immersa nel verde. Come scrive Cölestin Stampfer nella sua storia degli edifici di Merano, Kirchlechner aveva costruito una nuova stalla, un fienile e due torri; ha migliorato quindi l’azienda agricola e ampliato la parte abitativa aggiungendo le due strutture turriformi negli angoli sud-est e nordovest. Nel 1914, il nipote Tobias Kirchlechner fece ristrutturare signorilmente l’immobile in base ai disegni del costruttore Johann Pittoni che l’anno precedente aveva progettato la villa Tappeiner Schlössl citata da Anna Pixner Pertoll come un esempio di architettura riformista con elementi di residenza nobiliare. Descrizione, questa, adatta anche alla ristrutturazione dell’Ottmanngut. I merli e i balconi con ringhiere in ferro a nord, i due bovindi e le bifore sulla facciata occidentale effettivamente conferiscono all’immobile il carattere di residenza nobiliare. Un disegno di Pittoni prevedeva una veranda di legno invece del bovindo di destra che è decorato da un ovale raffigurante la Sacra Famiglia, modello esemplare sin dall’epoca barocca di una vita familiare cristiana. L’affresco più antico, datato 1736, con Maria tra i santi Floriano e Giovanni Nepomuceno è stato rispettosamente integrato nella ristrutturazione della facciata. Il bovindo più grande di sinistra mostra invece il protettore dei viticoltori Sant’Urbano e San Nicola, cui è dedicata la chiesa parrocchiale di Merano. Tra i due santi è posto un ornamento neobarocco e la data 1914. Le bifore in marmo rosso di Trento sull’asse centrale del lato stradale riprendono il leitmotiv dell’architettura nobiliare altoatesina del XVI e XVII secolo; la ricerca architettonica, infatti, dopo il 1900 ha portato al riutilizzo di alcuni dei loro caratteristici elementi nell’ambito di un neorinascimento con caratteri locali. Se si paragona questa ristrutturazione con il nuovo Kurhaus di Merano, un lussuoso edificio in puro stile Liberty viennese eretto lo stesso anno (1914) su progetto dell’architetto Friedrich Ohmann di Vienna, la tensione tra principi edili innovativi e legati alla tradizione, locali e internazionali si fa palpabile. Con la rettifica stradale vennero spostati in un secondo momento anche i pilastri del portone dell’edificio ad uso agricolo, situato a nord dell’ala residenziale parallelamente alla strada, e vennero rifatti con muro a vista in porfido. Le nicchie degli antichi pilastri intonacati zwischen traditionsgebundener und innovativer, lokaler und internationaler Baugesinnung sichtbar. Mit der Straßenbegradigung wurden zu einem späteren Zeitpunkt auch die Pfeiler des Tores zum Wirtschaftshof des Ottmanngutes nördlich des Wohnhauses parallel zur Straße in Sichtmauerwerk aus Porphyr neu aufgemauert. Die Nischen in den alten verputzten Pfeilern erhielten 1961 zwei ansprechende Wandmalereien von Hans Prünster, den heiligen Aloisius und die heilige Klara von Assisi, zur Erinnerung an die Namenspatrone von Alois und Klara Kirchlechner. Im Verlauf des vorläufig letzten, 2011/12 unter der Leitung von Georg, Clemens und Martin Kirchlechner erfolgten Umbaues des Hauses, auf den noch zurückzukommen sein wird, wurden die Fassaden sehr schonend behandelt. Dass man dabei die Kastenfenster von 1914 mit weitgehend alter Verglasung beibehalten hat, ist eine Seltenheit, die es gerade hierzulande verdient hervorgehoben zu werden. Der Gastbetrieb im Ottmanngut, dem heutigen „Ottmanngut Suite and Breakfast“, begann als Buschenschank, der wie viele andere Weinhöfe im südlichen Tirol frisch gekelterten Wein aus eigener Produktion kredenzte. Während im „Nachweis der in Meran-Mais befindlichen Hotels, Pensionen und möblierten Fremdenwohnungen“ von 1897 das Ottmanngut nicht aufscheint, wird es im Baedeker-Reiseführer „Südbayern, Tirol, Salzburg“ von 1914 unter den Pensionen erwähnt, wobei für ein Zimmer mit Verpflegung zwischen 5 und 8 Kronen veranschlagt wird. Noch vor dem Umbau von 1914 wies die Aufschrift „Restauration Ottmanngut“ auf den Ausschank von Wein, Bier und Kaffee hin. Ein prominenter Gast, der Hamburger Maler Friedrich Wasmann, der in der Passerstadt seine zweite Heimat gefunden hatte, lässt sich aber bereits in der ersten Hälfte des 19. Jahrhunderts nachweisen. Er wohnte zeitweise im Ottmanngut, war mit Alois und Klara Kirchlechner befreundet, die er auch porträtiert hatte, und hinterließ uns zwei stimmungsvolle Bilder des Gartens aus den Jahren 1831 beziehungsweise um 1840. War es damals noch ein häuslicher Nutz- und Blumengarten, der auf Wasmanns Bildern biedermeierliche Behaglichkeit verströmt, so entspricht der Garten heute mit Zypressen, Palmen, Oleandern und anderen mediterranen Gewächsen der Vorstellung von Meran als Kurort mit ausgesprochen südlichem Klima. Beeindruckend wirken zwei Palmen, die ursprünglich in Kübeln zu furono decorati nel 1961 con due gradevoli affreschi di Hans Prünster raffiguranti Sant’Aloisio e Santa Chiara d’Assisi, in omaggio ai patroni di Alois e Klara Kirchlechner. Nel corso dell’ultima ristrutturazione dell’edificio, avvenuta nel 2011/12 per mano di Georg, Clemens e Martin Kirchlechner, gli interventi sulle facciate sono stati di natura conservativa e sono state mantenute le doppie finestre del 1914 con la quasi completa vetratura originale, cosa che qui in Alto Adige può essere considerata addirittura una rarità. L’attività ricettiva dell’Ottmanngut ebbe inizio sotto forma di “fiaschetteria” che, come molti altri masi vinicoli del Tirolo meridionale, offriva vino di produzione propria. Se l’Ottmanngut non è inserito nel Nachweis der in Meran-Mais befindlichen Hotels, Pensionen und möblierten Fremdenwohnungen (Registro degli hotel, delle pensioni e degli appartamenti ammobiliati per turisti a Merano e Maia) del 1897, nel Baedeker per la Baviera meridionale, il Tirolo e Salisburgo beiden Seiten des Hochaltars der Meraner Pfarrkirche standen. Sie wurden von Tobias Kirchlechner hierher verpflanzt, als ihr Gedeihen ein weiteres Verbleiben in der Kirche nicht mehr erlaubte. Damals wie heute stellt der erhöht über der Straße angelegte Garten, der im Norden vom Haus, an der Ostseite von einem Anbau und von der Orangerie schützend umfangen wird, keineswegs eine nebensächliche Ergänzung, sondern gewissermaßen den Festsaal des Hauses dar. Ja selbst der Zugang zum Haus erfolgt nicht unmittelbar von der Straße, sondern von einem Vorplatz auf Gartenniveau, sodass sich jeder Besucher nach Vorliebe und Wetter entscheiden muss, ob er sich zuerst dem Haus oder dem Garten zuwenden soll. Die Kieswege führen in ein paradiesisches Gartenreich, das aufgrund seiner räumlichen Beschränktheit und abgehobenen Lage besonders intim wirkt. Am Schnittpunkt zwischen dem Anbau und der Orangerie führen drei Granitstufen zu einem höheren Gartenniveau, von dem sich der Blick auf die ansteigenden Weinberge sowie der Rückblick auf das Haus und die Berge der Texelgruppe mit jedem Schritt verändern und öffnen. Die breite Haustür mit zwei massiven, historistisch verzierten Holzflügeln führt in einen Flur mit altem Terrazzoboden. Rechter Hand geht es in den Aufenthalts- und Frühstücksraum, wo gleich hinter der Schwelle eine Glasplatte den Schritt hemmt. Im Zuge der del 1914 viene invece menzionato tra le pensioni in cui per pernottamento e pasto venivano chieste da 5 a 8 corone. Ancora prima della ristrutturazione del 1914, l’insegna Restauration Ottmanngut indicava la mescita di vino, birra e caffè. Nella prima metà del XIX secolo si registra già un ospite autorevole, il pittore amburghese Friedrich Wasmann che considerava la città sul Passirio la sua seconda patria e che ha scelto, per qualche tempo, di soggiornare all’Ottmanngut. Amico di Alois e Klara Kirchlechner, da lui anche ritratti, ha lasciato due suggestive vedute del giardino negli anni 1831 e 1840. Se allora era ancora un luogo d’uso domestico e ricco di fiori, come emerge dalle opere in stile Biedermeier di Wasmann, il giardino oggi con i cipressi, le palme, gli oleandri e le altre piante mediterranee riflette l’idea di Merano quale luogo di cura dal marcato clima mite. Particolarmente degne di nota sono le due palme; posizionate un tempo in vasi ai lati dell’altare maggiore della chiesa parrocchiale di Merano vennero ospitate da Tobias Kirchlechner nel suo giardino quando la crescita non consentì più la loro permanenza all’interno del sacro edificio. Oggi come allora il giardino in posizione sopraelevata rispetto alla strada, circondato e protetto a nord dalla casa e a est da un’ala annessa e dall’orangerie, non dà l’impressione di un complemento di secondo piano bensì rappresenta, in un certo senso, il salone delle feste della casa. L’accesso all’immobile non avviene direttamente dalla strada bensì da uno spiazzo antistante a livello del giardino, cosicché ogni visitatore possa decidere, in base alle preferenze personali e alle condizioni atmosferiche, se entrare direttamente in casa o accedervi passando dal giardino. I sentieri di ghiaia conducono attraverso un regno paradisiaco che, grazie ai limiti spaziali e alla posizione sopraelevata, infonde un senso d’intimità. Nel punto d’intersezione tra ala annessa e orangerie, tre gradini in granito danno accesso a un livello del giardino ancora più elevato, da cui si può godere una splendida vista, sempre mutevole a ogni passo, sui vigneti digradanti e, voltandosi, sull’edificio abitativo e sulle cime del Gruppo di Tessa. L’ampio portone massiccio a doppio battente, ricco di decorazioni in stile eclettico, conduce a un corridoio con un antico pavimento alla veneziana. A destra si apre la sala d’intrattenimento e della colazione dove, appena oltrepassata la soglia, un pannello di vetro blocca il passo. Durante gli interventi di ristrutturazione è stata trovata in questo Umbauarbeiten wurde an dieser Stelle ein vergittertes Kellerfenster samt Luftschacht gefunden, ein Hinweis, dass die bergseitige Außenmauer des Hauses ursprünglich anstelle der rechten Flurmauer verlief. Der baugeschichtliche Befund sollte gezeigt, der Blick auf die Vergangenheit des Hauses fokussiert werden. Ein Klavier, Bücher, Bilder, alles aus Familienbesitz, und die zum Verweilen einladenden Sitzgarnituren vermitteln das Gefühl, auf Besuch im alten Wohnhaus der Familie Kirchlechner und nicht so sehr Gast eines Beherbergungsbetriebes zu sein. Nach Süden springt der Raum über die Hausfront vor, öffnet sich zum Garten und bildet einen lichtdurchfluteten Bereich, wie geschaffen zum Frühstücken. Die anschließende, etwas erhöhte Orangerie wird im Sommer für Veranstaltungen, in der kalten Jahreszeit nach wie vor zum Überwintern empfindlicher südländischer Pflanzen genutzt. Die neugotisch gestaltete Verglasung und der originale Bodenbelag aus Keramikplatten stammen aus dem Baujahr 1875. Die Zimmer verteilen sich auf das Hochparterre und das zweite Obergeschoss, ein besonders originelles hat im Dachgeschoss des Südostturmes Platz gefunden, während der erste Stock nach wie vor dem privaten Wohnbereich der Eigentümer vorbehalten ist. Diese Form der gemischten Nutzung trägt ebenfalls zum spontan sich einstellenden Eindruck bei, man befinde sich in einem Wohnhaus. Wertvolles altes Mobiliar aus Familienbesitz, vermehrt um qualitätsvolle neue Stücke, und die dezenten Badeinbauten ergänzen sich zu einem punto la finestra inferriata di una cantina, completa di bocca di lupo, a indicare che il muro esterno sul lato della montagna della casa si snodava un tempo al posto del muro destro dell’attuale corridoio. Si è pensato di rendere visibile questo reperto storico-architettonico e di focalizzare in questo modo lo sguardo verso il passato dell’edificio. Un pianoforte, libri, dipinti di proprietà della famiglia, insieme a poltrone, che invitano a una pausa, suscitano la sensazione di essere in visita nell’antica casa della famiglia Kirchlechner e non di essere ospiti di una struttura ricettiva. Verso sud, il locale si allunga oltre la facciata della casa, aprendosi sul giardino che dà vita a un’area inondata di luce, luogo perfetto per la colazione. L’annessa orangerie, un po’ più in alto, in estate è sede di eventi mentre nelle stagioni fredde viene impiegata per lo svernamento delle piante mediterranee particolarmente delicate. La vetrata in stile neogotico e il rivestimento originale del pavimento in lastre di ceramica risalgono all’anno di costruzione, il 1875. Le camere sono distribuite tra il piano rialzato e il secondo piano. Una stanza particolarmente originale è stata ricavata nel sottotetto della torre di sud-est, mentre il primo piano è rimasto a disposizione degli alloggi privati dei proprietari. Questa forma di destinazione d’uso combinata contribuisce ad accrescere l’impressione di trovarsi all’interno di un’abitazione. Il prezioso mobilio antico di proprietà familiare è stato arricchito e completato con nuovi elementi di pregio e con sobri arredi sanitari, dando origine a una immagine complessiva di crescita organica. Nella camera Wasmann un soffitto con una semplice cornice di stucco e un cavalletto da pittore costituiscono gli omaggi decorativi posti in ricordo del grande ritrattista e paesaggista. Una moderna scala a chiocciola dà accesso al sottotetto che, sotto il soffitto mansardato, offre spazio a un piccolo angolo per la lettura e alla camera della torre collocata ancora più in alto. La fatica della salita lungo la scala viene ripagata dall’incantevole vista sul giardino. Con lo speciale premio del concorso “Albergo storico dell’anno 2014 in Alto Adige” trovano meritato riconoscimento gli sforzi che hanno portato alla riapertura dell’Ottmanngut nella sua nuova veste. Dopo la chiusura forzata durante le due guerre, pensione e ristorante hanno continuato la loro attività fino al 2010. L’accorto intervento sull’edificio storico e le nuove, accurate integrazioni sottolineano il wie selbstverständlich gewachsenen Gesamtbild. Im Wasmannzimmer schmückt nicht nur ein schlichter Stuckrahmen die Decke, eine Malerstaffelei erinnert an den großen Porträtisten und Landschafter. Eine moderne Wendeltreppe erschließt das Dachgeschoss, das unter der Schräge eine kleine Leseecke aufnimmt, und das hoch gelegene Turmzimmer. Für die Mühe des Aufstieges entschädigt der zauberhaft schöne Blick auf den Garten. Mit der besonderen Auszeichnung des Wettbewerbes „Der historische Gastbetrieb des Jahres 2014 in Südtirol“ finden die Bemühungen um das in veränderter Form wiedereröffnete Ottmanngut gebührende Anerkennung. Nach unfreiwilliger Schließung während der beiden Weltkriege wurden Pension und Restaurant weitergeführt bis zum Herbst 2010. Der behutsame Umgang mit dem Altbestand und die gediegenen neuen Ergänzungen betonen das einzigartige Ensemble von Haus und Garten, das sich seit 163 Jahren im Eigentum der Familie Kirchlechner befindet. Bürgerliches Wohnen im einstmals vorstädtischen Grünen verbindet sich zwanglos mit einem neu konzipierten Gastbetrieb, der seinerseits auf eine über hundertjährige Geschichte zurückblicken kann. In Merans Goldener Zeit als Pension gegründet, kommt dem neu gestalteten Ottmanngut heute weit größere Bedeutung zu als damals, hat sich doch in Meran bei allem Fortschritt die Zahl von Häusern mit einer solchen kulturellen Dimension in besorgniserregender Weise verringert. Dass es ohne Verluste und magere Ersatzbauten durchaus möglich ist, Meraner Tourismuskultur zeitgemäß und auf hohem Niveau weiterzuschreiben, ist als Hoffnungsschimmer zu werten, der öffentlichen Dank verdient. Ottmanngut Suite & Breakfast Verdistraße 18 / Via Verdi 18 I-39012 Meran / Merano www.ottmanngut.it complesso straordinario di casa e giardino, da 163 anni nelle mani della famiglia Kirchlechner. Una storica residenza borghese nel verde, un tempo poco fuori città, si coniuga in modo disinvolto con un’azienda ricettiva di nuova concezione, che a sua volta può vantare una sua storia. Inaugurato come pensione durante l’epoca d’oro di Merano, il ristrutturato Ottmanngut ha acquisito oggi maggiore significato rispetto al passato, vista la preoccupante riduzione di edifici con una tale dimensione culturale a Merano, nonostante tutto il progresso. La possibilità di continuare a scrivere la storia del turismo culturale meranese in modo moderno e ad alto livello, senza perdite o ricostruzioni approssimative, deve essere vista come un bagliore di speranza che merita pubblica riconoscenza. Der historische Gastbetrieb in Südtirol 2013 Hotel Pragser Wildsee, Prags L’Albergo storico dell’anno in Provincia di Bolzano 2013 Hotel Lago di Braies, Braies Hotel Pragser Wildsee / Hotel Lago di Braies St. Veit 27 / Frazione S. Vito 27 I-39030 Prags / Braies www.lagodibraies.com Der historische Gastbetrieb in Südtirol 2012 Pension Briol, Barbian / Dreikirchen L’Albergo storico dell’anno in Provincia di Bolzano 2012 Pension Briol, Barbiano / Tre Chiese Pension Briol I-39040 Barbian / Dreikirchen – Barbiano / Tre Chiese www.briol.it Der historische Gastbetrieb in Südtirol 2011 Hotel Elephant, Brixen L’Albergo storico dell’anno in Provincia di Bolzano 2011 Hotel Elephant, Bressanone Hotel Elephant Weißlahnstraße 4 / Via Rio Bianco 4 I-39042 Brixen / Bressanone www.hotelelephant.com Der historische Gastbetrieb in Südtirol 2010 ex aequo: Zirmerhof, Radein, Parkhotel Laurin, Bozen L’Albergo storico dell’anno in Provincia di Bolzano 2010 ex aequo: Zirmerhof, Redagno, Parkhotel Laurin, Bolzano Zirmerhof Parkhotel Laurin Oberradein 59 / Redagno di Sopra 59 I-39040 Radein / Redagno www.zirmerhof.it Laurinstraße 4 / Via Laurino 4 I-39100 Bozen / Bolzano www.laurin.it Der historische Gastbetrieb in Südtirol 2009 Ansitz zum Steinbock, Villanders L’Albergo storico dell’anno in Provincia di Bolzano 2009 Ansitz zum Steinbock, Villandro Ansitz zum Steinbock Franz-von-Defregger-Gasse 14 / Vicolo Franz von Defregger 14 I-39040 Villanders / Villandro www.zumsteinbock.com Der historische Gastbetrieb in Südtirol 2008 Parkhotel Holzner, Oberbozen L’Albergo storico dell’anno in Provincia di Bolzano 2008 Parkhotel Holzner, Soprabolzano Parkhotel Holzner Dorf 18 / Via Paese 18 I-39059 Oberbozen / Soprabolzano www.parkhotel-holzner.com Der historische Gastbetrieb in Südtirol 2007 Hotel Drei Zinnen, Sexten Moos L’Albergo storico dell’anno in Provincia di Bolzano 2007 Hotel Tre Cime, Sesto Moso Hotel Drei Zinnen / Hotel Tre Cime St.-Josef-Straße 28 / Via San Giuseppe 28 I-39030 Sexten Moos / Sesto Moso www.hotel-drei-zinnen.com www.hoteltrecime.it Besondere Auszeichnung 2013 Wirtshaus Löwengrube, Bozen Riconoscimento 2013 Wirtshaus Löwengrube, Bolzano Wirtshaus Löwengrube Zollstange 3 / Piazza Dogana 3 I-39100 Bozen / Bolzano www.loewengrube.it Besondere Auszeichnung 2012 Wirtshaus Vögele, Bozen Riconoscimento 2012 Wirtshaus Vögele, Bolzano Wirtshaus Vögele Goethestraße 3 / Via Goethe 3 I-39100 Bozen / Bolzano www.voegele.it Besondere Auszeichnung 2011 Wirtshaus Zur Blauen Traube, Algund Riconoscimento 2011 Ristorante Zur Blauen Traube, Lagundo Wirtshaus Zur Blauen Traube / Ristorante Zur Blauen Traube Alte Landstraße 44 / Strada Vecchia 44 I-39022 Algund / Lagundo www.blauetraube.it Besondere Auszeichnung 2009 Hotel Dolomitenhof & Alte Post, Sexten Riconoscimento 2009 Hotel Dolomitenhof & Alte Post, Sesto Hotel Dolomitenhof & Alte Post Fischleintal-Straße 33 / Via Val Fiscalina 33 I-39030 Sexten / Sesto www.dolomitenhof.com Besondere Auszeichnung 2007 Gasthaus Krone, Laas Riconoscimento 2007 Locanda alla Corona, Lasa Gasthaus Krone / Locanda alla Corona Hauptplatz 10 / Via Nazionale 10 I-39023 Laas / Lasa www.krone-laas.it Gastbetriebe in der Endauswahl Alberghi partecipanti alla selezione finale 2007–2014 Hotel Post Hirsch Hotel Monte Sella Spondinig 7 / Spondigna 7 I-39026 Prad am Stilfserjoch / Prato allo Stelvio www.posthirsch.com Catarina-Lanz-Straße 7 / Via Catarina Lanz 7 I-39040 St. Vigil in Enneberg / San Vigilio di Marebbe www.monte-sella.com Gasthaus Lamm Gasthof Saaler Wirt Dorfstraße 36 / Via Villaggio 36 I-39010 St. Martin in Passeier / San Martino in Passiria www.gasthaus-lamm.it Saalen 4 / Sares 4 I-39030 St. Lorenzen / San Lorenzo di Sebato www.saalerwirt.it Gasthof Sandwirt Saxifraga Cafè-Restaurant Stub’n Passeirerstraße 72 / Via Passiria 72 I-39015 St. Leonhard in Passeier / San Leonardo in Passiria www.sandwirt.bz Zenobergstraße 33 / Via Monte San Zeno 33 I-39012 Meran/Merano www.saxifraga.it Gastbetriebe in der Endauswahl Alberghi partecipanti alla selezione finale 2007–2014 Gasthof Turmwirt Hotel Westend Gufidaun 50 / Gudon 50 I-39043 Klausen / Chiusa www.turmwirt-gufidaun.com Speckbacherstraße 9 / Via Speckbacher 9 I-39012 Meran / Merano www.westend.it Hotel Figl Albergo Figl Hotel Goldener Adler Kornplatz 9 / Piazza del Grano 9 I-39100 Bozen / Bolzano www.figl.net Villa Waldkönigin, Hotel Residence Waldweg 17 / Via del Bosco 17 I-39027 St. Valentin a. d. Haide / San Valentino alla Muta www.waldkoenigin.com Adlerbrückengasse 9 / Vicolo Ponte Aquila 9 I-30042 Brixen / Bressanone www.goldener-adler.com Hotel Schwarzer Adler Albergo Aquila Nera Stadtplatz 1 / Piazza Città 1 I-39045 Sterzing / Vipiteno www.schwarzeradler.it Gastbetriebe in der Endauswahl Alberghi partecipanti alla selezione finale Hotel Restaurant Lilie Neustadt 49 / Città Nuova 49 I-39045 Sterzing / Vipiteno www.hotellilie.it 2007–2014 Gasthof zum grünen Baum Albergo Albero Verde Stadtplatz 7 / Piazza Città 7 I-39020 Glurns / Glorenza www.gasthofgruenerbaum.it Batzenhäusl Ca’ de Bezzi Gasthof Schwarzer Adler Albergo Aquila Nera Andreas-Hofer-Straße 30 / Via A. Hofer 30 I-39100 Bozen / Bolzano www.batzen.it St.-Urban-Platz 4 / Piazza S. Urbano 4 I-39010 Andrian / Andriano www.schwarzeradler-andrian.net Gastbetriebe in der Endauswahl Alberghi partecipanti alla selezione finale 2007–2014 Finsterwirt Oste Scuro Hotel Schloss Sonnenburg Hotel Castelbadia Domgasse 3 / Vicolo del Duomo 3 I-39042 Brixen / Bressanone www.finsterwirt.com Sonnenburg 38 / Loc. Castelbadia 38 I-39030 St. Lorenzen / San Lorenzo di Sebato www.sonnenburg.com Ansitz Romani Hotel Grauer Bär Andreas-Hofer-Straße 23 / Via A. Hofer 23 I-39040 Tramin / Termeno www.ansitzromani.com P.-Rainer-Straße 2 / Via P. Rainer 2 I-39038 Innichen / San Candido www.orsohotel.it Richtlinien und Teilnahmebedingungen Norme e modalità del concorso Der Zweck der Auszeichnung besteht darin, bei Eigen- Il premio ha l’obiettivo di favorire presso proprietari tümern von Hotelbauten und Restaurants sowie bei Ho- e gestori di alberghi e ristoranti la conservazione del- teliers und Gastwirten die Erhaltung des historischen le strutture storiche di alberghi e ristoranti in Provin- Bestandes von Hotels und Restaurants in Südtirol zu cia di Bolzano, nonché di richiamare pubblicamente fördern und das Bewusstsein für die Erhaltung und l’attenzione su conservazione e manutenzione di alber- Pflege historischer Hotels und Restaurants in die breite ghi e ristoranti storici. Öffentlichkeit zu tragen. Il premio è promosso dalla Fondazione Cassa di RisDie Trägerschaft der Auszeichnung bildet die Stiftung parmio di Bolzano in collaborazione con la Ripartizione Südtiroler Sparkasse in Zusammenarbeit mit der Abtei- tutela dei Beni Culturali della Provincia Autonoma di lung Denkmalpflege der Südtiroler Landesverwaltung. Bolzano. Die Auszeichnung wird an gastwirtschaftliche Bauten Il premio è conferito a edifici di tipo alberghiero o di verliehen, die hauptsächlich der Öffentlichkeit zugäng- ristoro principalmente accessibili al pubblico (esclusi lich sind (keine betriebsinternen Verpflegungs- und mense interne di uffici, ditte o istituti di formazione). Weiterbildungsstätten). Im Vordergrund stehen dabei Importanza primaria ha la conservazione e la manuten- die Erhaltung und die Pflege von historischen Gebäu- zione di edifici storici secondo i criteri della tutela dei den nach denkmalpflegerischen Grundsätzen. Ausge- beni culturali. Possono essere premiati sia interventi zeichnet werden können sowohl konservatorische Maß- conservativi sia ristrutturazioni, aggiunte e ampliamen- nahmen als auch Um-, An- und Erweiterungsbauten ti di alberghi o ristoranti esistenti. Di regola si premia bestehender Hotels und Restaurants. In der Regel wird un’albergo per anno. Il premio è conferito come ricono- pro Jahr ein Objekt ausgezeichnet. Der Preis wird im scimento per l’anno successivo. Voraus als Auszeichnung für das nächstfolgende Jahr Il modulo di partecipazione può essere ritirato presso la verliehen. Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano, via Talvera 18, presso la Ripartizione Beni Culturali, Bolzano, via A. Das Teilnahmeformular ist bei der Stiftung Südtiro- Diaz 8 e presso l’Unione Albergatori e Pubblici esercen- ler Sparkasse, Bozen, Talfergasse 18, bei der Abteilung ti, Bolzano, via Delai 16/1. Il modulo compilato e corre- Denkmalpflege, Bozen, A.-Diaz-Str. 8, bei der Architek- dato dai seguenti allegati va presentato alla Fondazione tenkammer, Bozen, Sparkassenstr. 15, und beim HGV, Cassa di Risparmio di Bolzano: Bozen, Delaistr. 16/1, erhältlich. Das ausgefüllte Formu- • situazione esistente (estratto mappa) lar ist mit folgenden Unterlagen bei der Stiftung Südti- • foglio A4 con breve descrizione dell’oggetto e adegua- roler Sparkasse einzureichen: ta documentazione (almeno 3 foto a colori, 1 esterno, 2 • Lageplan (Katasterauszug), interni) • A4-Blatt mit Kurzbeschreibung des Objektes und ei- • foglio A4 con progetto (planimetria, facciate, ev. se- ner geeigneten Dokumentation (mindestens 3 Farbfotos zioni) e breve descrizione dell’intervento realizzato (al auf Papier, 1 außen, 2 innen), massimo 3 fogli) • A4-Blatt mit Plänen (Grundriss, Fassaden, evtl. Schnitte) und einer Kurzbeschreibung von ausgeführten Bau- Il modulo e gli allegati non si restituiscono. Alberghi maßnahmen (maximal 3 Blätter). non premiati possono concorrere un’altra volta. Die Unterlagen verbleiben abschließend bei den Veran- Gli alberghi presentati al concorso sono giudicati da una staltern. Eine erneute Bewerbung nicht ausgezeichneter commissione. Qualora non ci fossero alberghi idonei alla Objekte ist möglich. premiazione, la commissione può aggiudicare il premio su propria iniziativa. La commissione può aggiudicare Die Beurteilung der eingereichten Bewerbungen erfolgt altri premi. durch eine Jury. Sollten keine geeigneten Bewerbungen vorliegen, kann die Jury von sich aus den Preis vergeben. L’aggiudicazione avviene in due fasi. Nella prima fase Die Jury kann weitere Auszeichnungen zuerkennen. tutti gli alberghi presentati al concorso sono giudicati dalla commissione. Domande incomplete sono escluse Die Jurierung erfolgt in zwei Stufen. In der ersten Stufe dall’aggiudicazione. Per gli alberghi scelti in seguito alla werden alle eingereichten Bewerbungen durch die Jury prima cernita possono essere richieste informazioni più beurteilt. Unvollständige Dossiers werden von der Be- dettagliate. Gli alberghi giudicati nella seconda fase sa- urteilung ausgeschlossen. Für die nach der ersten Vor- ranno visitati da almeno due membri della commissione. ausscheidung ausgewählten Objekte können detaillier- La decisione della commissione è definitiva e insinda- tere Unterlagen angefordert werden. Die in der zweiten cabile. Runde beurteilten Objekte werden von mindestens zwei Mitgliedern der Jury besucht. Die Entscheidung der La premiazione, consistente in un documento e in Jury ist endgültig und unanfechtbar. una targa, avviene nell’autunno dell’anno precedente nell’ambito di una manifestazione con conferenza stam- Die Verleihung der Auszeichnung (eine Urkunde und eine Tafel) erfolgt jeweils im Herbst des vorangehenden Jahres bei einer Veranstaltung mit Medienkonferenz. pa. Teilnahmeformular Modulo di partecipazione Name und Adresse des Betriebes / Nome e indirizzo dell’esercizio: Telefon / telefono E-Mail Fax vertreten durch / rappresentato da: (Name und Adresse / nome e indirizzo): O Grand Hotel O Hotel, Pension O Restaurant Sitzplätze im Speisesaal / posti nella sala pranzo: Sitzplätze im Restaurant / posti nel ristorante: Sitzplätze in weiteren Lokalen / posti in altri locali: Eingeschränkte Öffnungszeiten (Tage oder Monate) / periodo di chiusura temporanea (giorni o mesi): Datum der letzten Bauarbeiten / data degli ultimi interventi edilizi: Architekt / architetto (Name und Adresse / nome e indirizzo): Bewerbung für / partecipazione per: O Erhaltung / Konservierung des historischen Gebäudes ohne größere Umbaumaßnahmen / Manutenzione / conservazione dell’edificio storico senza grandi trasformazioni O Restaurierung eines Teils oder des ganzen Gebäudes / Restauro di una parte o dell’intero edificio O An- oder Erweiterungsbauten / Aggiunte o ampliamenti Von den Richtlinien und Teilnahmebedingungen haben wir Kenntnis genommen. Abbiamo preso visione delle norme e delle modalità di partecipazione. Ort und Datum: Luogo e data: Unterschrift Eigentümer oder Betreiber: Firma del proprietario o del gestore: Teilnahmeformular und Unterlagen sind bis zum 16. Mai 2014 (Datum des Poststempels) einzureichen an Stiftung Südtiroler Sparkasse, Talfergasse 18, 39100 Bozen www.historischergastbetrieb.it Il modulo e gli allegati sono da presentare entro il 16 maggio 2014 (data del timbro postale) alla Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano, via Talvera 18, 39100 Bolzano www.albergostorico.it Impressum Colophon Herausgeber/Editore © Stiftung Südtiroler Sparkasse © Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano Koordination/Coordinatore Wolfgang v. Klebelsberg Grafik und Layout/Progetto grafico Dall’O & Freunde Redaktion/Redazione Edition Rætia Übersetzung/Traduzione Lorenza Bonetti & Stefano Peroni Fotos/Fotografie René Riller Annette Fischer Günther Richard Wett Wolfgang v. 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