text of arias - David Mimran

Transcription

text of arias - David Mimran
AUDITION ARIAS: LYRICS
David Mimran
Bass-Baritone
Baryton-Basse
Madamina, il catalogo è questo
1.
2.
3.
4.
Madamina, il catalogo è questo
delle belle che amò il padron mio;
un catalogo egli è che ho fatt’io.
osservate, leggete con me.
1.
2.
3.
4.
In Italia seicento e quaranta,
in Almagna duecento e trentuna,
cento in Francia, in Turchia novantuna,
ma in Ispagna son già mille e tre!
1.
2.
3.
4.
5.
6.
V’han fra queste contadine,
cameriere e cittadine,
v’han contesse, baronesse,
marchesane, principesse,
e v’han donne d’ogni grado,
d’ogni forma, d’ogni età.
1.
2.
3.
4.
In Italia seicento e quaranta,
in Almagna duecento e trentuna,
cento in Francia, in Turchia novantuna,
ma in Ispagna son già mille e tre!
1.
2.
3.
4.
Nella bionda egli ha l’usanza
di lodar la gentilezza,
nella bruna la costanza,
nella bianca la dolcezza.
1.
2.
3.
4.
Vuol d’inverno la grassotta,
vuol d’estate la magrotta;
è la grande maestosa,
la piccina è ognor vezzosa…
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Delle vecchie fa conquista
pel piacer di porle in lista:
sua passion predominante
è la giovin principiante.
Non si picca se sia ricca,
se sia brutta, se sia bella;
1. purché porti la gonnella,
2. voi sapete quel che fa! ecc.
3. (Parte.)
Aprite un po' quegl'occhi
Tutto è disposto: l'ora
dovrebbe esser vicina; io sento gente.
È dessa... non è alcun... buia è la notte...
ed io comincio omai,
a fare il scimunito
mestiero di marito.
Ingrata! Nel momento
della mia cerimonia
ei godeva leggendo, e nel vederlo
io rideva di me, senza saperlo.
Oh Susanna, Susanna,
quanta pena mi costi,
con quell'ingenua faccia...
con quegli occhi innocenti...
chi creduto l'avria?
Ah, che il fidarsi a donna è ognor follia.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
Aprite un po' quegl'occhi,
uomini incauti e sciocchi,
guardate queste femmine,
guardate cosa son!
Queste chiamate Dee
dagli ingannati sensi
a cui tributa incensi
la debole ragion,
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
son streghe che incantano
per farci penar,
sirene che cantano
per farci affogar,
civette che allettano
per trarci le piume,
comete che brillano
per toglierci il lume;
1.
2.
3.
4.
son rose spinose,
son volpi vezzose,
son orse benigne,
colombe maligne,
1. maestre d'inganni,
2. amiche d'affanni
3. che fingono, mentono,
4.
5.
6.
7.
8.
9.
amore non senton,
non senton pietà,
no, no, no, no!
Il resto nol dico,
già ognun lo sa!
(si ritira)
Se vuol ballare
Bravo, signor padrone! Ora incomincio
a capir il mistero... e a veder schietto
tutto il vostro progetto: a Londra è vero?
Voi ministro, io corriero, e la Susanna ...
secreta ambasciatrice.
Non sarà, non sarà. Figaro il dice.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
Se vuol ballare
Signor Contino,
il chitarrino
le suonerò.
Se vuol venire
nella mia scuola
la capriola
le insegnerò.
1.
2.
3.
4.
Saprò... ma piano,
meglio ogni arcano
dissimulando
scoprir potrò!
1.
2.
3.
4.
5.
6.
L'arte schermendo,
l'arte adoprando,
di qua pungendo,
di là scherzando,
tutte le macchine
rovescerò.
1.
2.
3.
4.
5.
Se vuol ballare
Signor Contino,
il chitarrino
le suonerò.
(parte)
Non più andrai
1.
2.
3.
4.
Non più andrai, farfallone amoroso,
notte e giorno d'intorno girando;
delle belle turbando il riposo
Narcisetto, Adoncino d'amor.
1.
2.
3.
4.
Non più avrai questi bei pennacchini,
quel cappello leggero e galante,
quella chioma, quell'aria brillante,
quel vermiglio donnesco color.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Tra guerrieri, poffar Bacco!
Gran mustacchi, stretto sacco.
Schioppo in spalla, sciabla al fianco,
collo dritto, muso franco,
un gran casco, o un gran turbante,
molto onor, poco contante!
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
Ed invece del fandango,
una marcia per il fango.
Per montagne, per valloni,
con le nevi e i sollioni.
Al concerto di tromboni,
di bombarde, di cannoni,
che le palle in tutti i tuoni
all'orecchio fan fischiar.
1. Cherubino alla vittoria:
2. alla gloria militar.
(Partono tutti alla militare.)
Per questa bella mano
1.
2.
3.
4.
Per questa bella mano
Per questi vaghi rai
Giuro, mio ben, che mai
Non amero che te
1.
2.
3.
4.
L'aure, le piante, i sassi
Che i miei sospir ben sanno
A te qual sia diranno
La mia costante fe
1.
2.
3.
4.
5.
Volgi lieti o fieri sguardi
Dimmi pur che m'odo o m'ami
Sempre accesc ai dolci dardi
Sempre tuo vo' che mi chiami cielo
Quel desio che vive in me
Un baccio di mano
1.
2.
3.
4.
Un bacio di mano
Vi fa maraviglia,
E poi bella figlia,
Volete sposar.
1.
2.
3.
4.
Voi siete un po' tondo,
Mio caro Pompeo,
L'usanze del mondo
Andate a studiar.
1.
2.
3.
4.
Un uom, che si sposa
Che giovin vezzosa,
A certi capricci,
De pria rinunciar.
La calunnia
No? Uditemi e tacete.
1.
2.
3.
4.
5.
La calunnia e’ un venticello,
un’auretta assai gentile
che insensibile, sottile,
leggermente, dolcemente
incomincia a sussurrar.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Piano piano, terra terra,
sottovoce, sibilando,
va scorrendo, va ronzando;
nelle orecchie della gente
s’introduce destramente
e le teste ed i cervelli
fa stordire e fa gonfiar.
1.
2.
3.
4.
Dalla bocca fuori uscendo
lo schiamazzo va crescendo
prende forza a poco a poco,
vola gia’ di loco in loco;
5.
6.
7.
8.
sembra il tuono, la tempesta
che nel sen della foresta
va fischiando, brontolando
e ti fa d’orror gelar.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Alla fin trabocca e scoppia,
si propaga, si raddoppia
e produce un’esplosione
come un colpo di cannone,
un tremuoto, un temporale,
un tumulto generale,
che fa l’aria rimbombar.
1.
2.
3.
4.
E il meschino calunniato,
avvilito, calpestato,
sotto il pubblico flagello
per gran sorte ha crepar.
Ah! che ne dite?
Vi ravviso
Il mulino... il fonte... il bosco...
E vicin la fattoria!...
1.
2.
3.
4.
Vi ravviso, o luoghi ameni,
In cui lieti, in cui sereni
Sì tranquillo i dì passai
Della prima gioventù!
1. Cari luoghi, io vi trovai,
2. Ma quei dì non trovo più!)
...
1.
2.
3.
4.
Tu non sai con quei begli occhi
Come dolce il cor mi tocchi,
Qual richiami ai pensier miei
Adorabile beltà.
1. Era dessa, qual tu sei,
2. Sul mattino dell'età.
Ah! Un foco insolito
Non c'è ma, volate,
o casco morto qua.
(gli tura la bocca e lo spinge via)
1.
2.
3.
4.
Un foco insolito
mi sento addosso,
omai resistere
io più non posso.
1.
2.
3.
4.
Dell'età vecchia
scordo i malanni,
mi sento giovine
come a vent'anni.
1.
2.
3.
4.
Deh! cara, affrettati,
dolce sposina!
Ecco di bamboli
mezza dozzina
1.
2.
3.
4.
veggo già nascere,
veggo già crescere,
a me d'intorno
veggo scherzar.
1.
2.
3.
4.
Vieni vieni
chè un foco insolito
mi sento adosso
o casco morto qua
Son rinato. Or si parli al nipotino.
A fare il cervellino
veda che si guadagna.
(guarda nelle scene)
Eccolo appunto.
Udite, udite, o rustici
Il dottore Dulcamara in piedi sopra un carro dorato, avendo in
mano carte e bottiglie. Dietro ad esso un servitore, che suona la
tromba. Tutti i paesani lo circondano.
1. Udite, udite, o rustici
2. attenti non fiatate.
3. Io già suppongo e immagino
4. che al par di me sappiate
5. ch'io sono quel gran medico,
6. dottore enciclopedico
7. chiamato Dulcamara,
8. la cui virtù preclara
9. e i portenti infiniti
10.
son noti all'universo... e in altri siti.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
Benefattor degli uomini,
riparator dei mali,
in pochi giorni io sgombero
io spazzo gli spedali,
e la salute a vendere
per tutto il mondo io vo.
Compratela, compratela,
per poco io ve la do.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
È questo l'odontalgico
mirabile liquore,
dei topi e delle cimici
possente distruttore,
i cui certificati
autentici, bollati
toccar vedere e leggere
a ciaschedun farò.
1. Per questo mio specifico,
2. simpatico prolifico,
3. un uom, settuagenario
4. e valetudinario,
5. nonno di dieci bamboli
6. ancora diventò.
7. Per questo Tocca e sana
8. in breve settimana
9. più d'un afflitto giovine
10.
di piangere cessò.
1. O voi, matrone rigide,
2. ringiovanir bramate?
3. Le vostre rughe incomode
4. con esso cancellate.
5. Volete voi, donzelle,
6. ben liscia aver la pelle?
7. Voi, giovani galanti,
8. per sempre avere amanti?
9. Comprate il mio specifico,
10.
per poco io ve lo do.
1. Ei move i paralitici,
2. spedisce gli apopletici,
3. gli asmatici, gli asfitici,
4. gl'isterici, i diabetici,
5. guarisce timpanitidi,
6. e scrofole e rachitidi,
7. e fino il mal di fegato,
8. che in moda diventò.
9. Comprate il mio specifico,
10.
per poco io ve lo do.
11. Avanti, avanti vedove
12.avanti, avanti bamboli,
13.comprate il mio specifico
14.per poco io ve lo do
1. L'ho portato per la posta
2. da lontano mille miglia
3. mi direte: quanto costa?
4. quanto vale la bottiglia?
5. Cento scudi?... Trenta?... Venti?
6. No... nessuno si sgomenti.
7. Per provarvi il mio contento
8. di sì amico accoglimento,
9. io vi voglio, o buona gente,
10.
uno scudo regalar.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
Ecco qua: cosi stupende
si balsamico elisire
tutta Europe sa ch'io vendo
niente men di nove lire:
ma siccome è pur palese
ch'io son nato nel paese
per tre lire a voi lo cedo,
sol tre lire a voi richiedo.
1.
2.
3.
4.
5.
Cosi chiaro come il sole
che a ciascuno che lo vuole
une scudo bello e netto
in saccoccia io faccio entrar
Ecco. Tre lire. Avanti. Avanti.
1. Ah di patria il caldo affetto
2. gran miracoli puo far
Miei rampolli femminini
1.
2.
3.
4.
Miei rampolli femminini,
Vi ripudio; mi vergogno!
Un magnifico mio sogno
Mi veniste a sconcertar.
(ricusando di dar loro a baciar la mano.
Clorinda e Tisbe ridono quando non le guarda.)
(da sé, osservandole)
1.
2.
3.
4.
Come son mortificate!
Degne figlie d’un Barone!
Via: silenzio ed attenzione.
State il sogno a meditar.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Mi sognai fra il fosco e il chiaro
Un bellissimo somaro.
Un somaro, ma solenne.
Quando a un tratto, oh che portento!
Sulle spalle a cento a cento
Gli spuntarono le penne
Ed in alto, sciù, volò!
1.
2.
3.
4.
5.
Ed in cima a un campanile
Come in trono si fermò.
Si sentivano per di sotto
Le campane a dindonar.
Din, don, din, don.
1. Col cì cì, ciù ciù di botto
2. Mi faceste risvegliar.
1. Ma d’un sogno sì intralciato
2. Ecco il simbolo spiegato.
3. La campana suona a festa?
4. Allegrezza in casa è questa.
5. Quelle penne? Siete voi.
6. Quel gran volo? Plebe addio.
7. Resta l’asino di poi.
8. Ma quell’asino son io.
9. Chi vi guarda vede chiaro
10.
Che il somaro è il genitor.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
Fertilissima regina
L’una e l’altra diverrà;
Ed il nonno una dozzina
Di nipoti abbraccerà.
Un re piccolo di qua.
Servo, servo, servo, servo.
Un re bambolo di là.
Servo, servo, servo, servo.
E la gloria mia sarà.
Dans les rôles d'amoureux langoureux
1.
2.
3.
4.
Dans les rôles d'amoureux langoureux,
Je sais que je suis pitoyable;
Mais j'ai de l'esprit comme un diable,
Comme un diable!
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Mes yeux lancent des éclairs,
J'ai dans tout le physique,
J'ai dans tout le physique
Un aspect satanique
Qui produit sur les nerfs
L'effet d'une pile électrique!
1.
2.
3.
4.
5.
Par les nerfs j'arrive au coeur;
Je triomphe par la peur,
Je triomphe par la peur,
Je triomphe par la peur,
par le peur!
1. Oui, chère Primadonna,
2. Quand on a la beauté parfaîte
3. On doit dédaigner un poète, un poète!
1. De ce boudoir parfumé
2. Que le diable m'emporte,
3.
4.
5.
6.
Si je n'ouvre pas la porte!
Mon rival est aimé,
Je ne le suis pas,
Que m'importe, que m'importe, que m'importe!
1.
2.
3.
4.
Sans parler du positif
Je suis vieux, mais je suis vif,
Je suis vieux, mais je suis vif,
Je suis vieux, mais je suis vif, je suis vif!
J'ai des yeux
1. J'ai des yeux, de vrais yeux,
2. Des yeux vivants, des yeux de flamme,
3. Des yeux merveilleux
4. Qui vont jusques au fond de l'âme
5. Et qui même dans bien des cas
6. En peuvent prêter une à ceux qui n'en ont pas.
7. J'ai des yeux, de vrais yeux vivants, des yeux de flamme,
8. J'ai des yeux,
9. De beaux yeux!
10.
Oui!
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
Veux-tu voir le cœur d'une femme?
S'il est pur ou s'il est infâme!
Ou bien préfères-tu le voir
Le voir tout blanc quand il est noir?
Prends et tu verras
Ce que tu voudras.
Prenez mes yeux, mes yeux vivants, me yeux de flamme,
Mes yeux qui percent l'âme.
Prenez mes yeux!
Scintille diamant
Allez! ... pour te livrer combat
Les yeux de Giulietta sont une arme certaine.
Il a fallu que Schlemil succombât ...
Foi de diable et de capitaine!
Tu feras comme lui.
Je veux que Giulietta t'ensorcelle aujourd'hui.
1. Scintille, diamant, fascine, attire-la ...
2. L'alouette ou la femme
3. A cet appât vainqueur
4. Vont de l'aile ou du cœur;
5. L'une y laisse sa vie et l'autre y perd son âme.
1.
2.
3.
4.
5.
Ah scintille diamant,
Miroir où se prend l'alouette.
Scintille, diamant attire-la.
Beau diamant, attire-la
Beau diamant scintille, attire-la.
Qui donc élève ici la voix?
1.
2.
3.
4.
Qui donc élève ici la voix?
Encor ce vil troupeau d'esclaves,
Osant toujours braver nos lois
Et voulant briser leurs entraves!
1.
2.
3.
4.
Cachez vos soupirs et vos pleurs
Qui lassent notre pateince;
Invoquez plutôt la clémence
De ceux qui furent vos vainqueurs!
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
Ce Dieu que votre voix implore
Est demeuré sourd à vos cris,
Et vous l'osez prier encore,
Quand il vous livre à nos mépris?
Si sa puissance n'est pas vaine,
Qu'il montre sa divinité!
Qu'il vienne briser votre chaîne;
Qu'il vous rende la liberté!
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
Croyez-vous ce Dieu comparable à Dagon,
Le plus grand des Dieux,
Guidant de son bras redoutable
Nos guerriers victorieux?
Votre divinité craintive,
Tremblante fuyait devant lui,
Comme la colombe plaintive
Fuit la vautour qui la poursuit!
...
1. Arrête! Insensé téméraire,
2. Ou crains d'exciter ma colère!
3.
Le tribunal révolutionnaire
1.
2.
3.
4.
Le tribunal révolutionnaire
expose que les ex-religieuses carmélites
demeurant à Compiègne
département de l'Oise
1.
2.
3.
4.
Madeleine Lidoine, Anne Pellerat,
Madeleine Touret, Marie-Anne Hanniset,
Marie Anne Piedcourt, Marie-Anne Brideau,
Marie-Cyprienne Brare,
1.
2.
3.
4.
5.
Rose Chrétien, Marie Dufour,
Angélique Roussel, Marie-Gabrielle Trézelle,
Marie-Geneviève Meunier,
Catherine Soiron, Thérèse Soiron,
Elisabeth Vezolot,
1.
2.
3.
4.
ont formé des rassemblements
et conciliabules, contre-révolutionnaires,
entretenu des correspondances fanatiques,
conservé des écrits liberticides,
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Ne forment qu'une réunion de rebelles, de séditieuses,
qui nourrissent dans leur coeur le désir
et l'espoir criminel de voir le peuple français
remis aux fers de ses tyrans et la liberté
engloûtie dans des flots de sang que leurs infâmes
machinations ont fait répandre au nom du ciel
1. Le tribunal révolutionnaire déclare en conséquence
2. que toutes les prévenues sus-nommées sont
3. condamnées à mort.
O ruddier than the cherry
I rage, I melt, I burn!
The feeble god has stabb’d me to the heart.
Thou, trusty pine,
Prop of my god-like steps, I lay thee by!
Bring me a hundred reeds of decent growth,
To make a pipe for my capacious mouth;
In soft enchanting accents let me breathe
Sweet Galatea’s beauty, and my love.
1.
2.
3.
4.
5.
O ruddier than the cherry,
O sweeter than the berry,
O nymph more bright
Than moonshine night,
Like kidlings blithe and merry!
1.
2.
3.
4.
5.
Ripe as the melting cluster,
No lily has such lustre;
Yet hard to tame
As raging flame
And fierce as storms that bluster!
1. O ruddier ...
Fair Lady, gracious gentlemen
1. Fair Lady, gracious gentlemen,
2. a servant begs you pardon for your time
3. but there is much to tell.
1.
2.
3.
4.
5.
Tom Rakewell had an uncle,
one long parted from his native land.
Him I served many years.
Served him in the many trades he served in turn;
and all to his profit.
1. Yes profit was perpetually his.
2. It was indeed, his family, his friends,
3. his hour of amusement, his life.
1.
2.
3.
4.
5.
But all his brilliant progeny of gold
could not caress him when he lay dying
Sick from his home, sick for a memory
of pleasure or of love,
his thoughts were but of England.
1.
2.
3.
4.
There at last, he felt, his profit could be pleasure
to an eager youth; for such
by counting years upon his fumbling fingers,
he knew that you must be, good sir.
1.
2.
3.
4.
Well, he is dead. And I am here
with this commission: to tell Tom Rakewell
that an unloved and forgotten uncle
loved and remembered. You are a rich man.
Der Vogelfänger bin ich ja
( Papageno kommt einen Fußteig herunter, hat auf dem
Rücken eine große Vogelsteige, worin Verschiedene Vögel
sind. In der Hand hat er eine kleine Waldflöte.)
1.
2.
3.
4.
Der Vogelfänger bin ich ja
Stets lustig, heisa, hopsassa!
Ich Vogelfänger bin bekannt
Bei Alt und Jung im ganzen Land.
1.
2.
3.
4.
Weiß mit dem Locken umzugehn
Und mich auf’s Pfeifen zu verstehn.
Drum kann ich froh und lustig sein,
Denn alle Vögel sind ja mein.
1.
2.
3.
4.
Der Vogelfänger bin ich ja,
Stets lustig, heisa, hopsassa!
Ich Vogelfänger bin bekannt
Bei Alt und Jung im ganzen Land.
1.
2.
3.
4.
Ein Netz für Mädchen möchte ich,
Ich fing sie dutzendweis für mich;
Dann sperrte ich sie bei mir ein,
Und alle Mädchen wären mein.
1.
2.
3.
4.
Wenn alle Mädchen wären mein,
So tauschte ich brav Zucker ein.
Die, welche mir am liebsten wär’,
Der gäb’ ich gleich den Zucker her.
1.
2.
3.
4.
Und küßte sie mich zärtlich dann,
Wär’ sie mein Weib und ich ihr Mann,
Sie schlief’ an meiner Seite ein,
Ich wiegte wie ein Kind sie ein.
(Pfeift, will nach der Arie nach der Pforte gehen.)
Ein Mädchen oder Weibchen
After drinking a glass of wine which magically appeared,
Papageno sings (accompanied by magic bells) of what he really wants
which is a wife.
1.
2.
3.
4.
Ein Mädchen oder Weibchen
Wünscht Papageno sich!
O so ein sanftes Täubchen
Wär’ Seligkeit für mich!
1.
2.
3.
4.
Dann schmeckte mir Trinken und Essen,
Dann könnt’ ich mit Fürsten mich messen,
Des Lebens als Weiser mich freun,
Und wie im Elysium sein!
1.
2.
3.
4.
Ein Mädchen oder Weibchen
Wünscht Papageno sich!
O so ein sanftes Täubchen
Wär’ Seligkeit für mich!
1.
2.
3.
4.
Ach, kann ich denn keiner von allen
Den reizenden Mädchen gefallen?
Helf’ eine mir nur aus der Not,
Sonst gräm’ ich mich wahrlich zu Tod!
1.
2.
3.
4.
Ein Mädchen oder Weibchen
Wünscht Papageno sich!
O so ein sanftes Täubchen
Wär’ Seligkeit für mich!
1.
2.
3.
4.
Wird keine mir Liebe gewähren,
So muß mich die Flamme verzehren!
Doch küßt mich ein weiblicher Mund,
So bin ich schon wieder gesund!
Papagena!Weibchen, Täubchen!
1.
2.
3.
4.
Papagena! Papagena! Papagena!
Weibchen! Täubchen! meine Schöne!
Vergebens! Ach, sie ist verloren!
Ich bin zum Unglück schon geboren!
1. Ich plauderte – und das war schlecht,
2. Und drum geschieht es mir schon recht!
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6.
Seit ich gekostet diesen Wein,
Seit ich das schöne Weibchen sah,
So brennt’s im Herzenskämmerlein,
So zwickt’s hier, so zwickt’s da.
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Papagena! Herzensweibchen!
Papagena, liebes Täubchen!
’s ist umsonst, es ist vergebens!
Müde bin ich meines Lebens!
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Sterben macht der Lieb’ ein End’,
Wenn’s im Herzen noch so brennt.
(Er den Strick von seiner Mitte)
Diesen Baum da will ich zieren,
Mir an ihm den Hals zuschnüren,
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Weil das Leben mir mißfällt;
Gute Nacht, du falsche Welt.
Weil du böse an mir handelst,
Mir kein schönes Kind zubandelst,
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6.
So ist’s aus, so sterbe ich;
Schöne Mädchen, denkt an mich,
- Will sich eine um mich Armen,
Eh’ ich hänge, noch erbarmen,
Nun, so laß ich’s diesmal sein!
Rufet nur, ja oder nein. -
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(Sieht sich um.)
Keine hört mich; alles stille!
Also ist es euer Wille?
Papageno, frisch hinauf!
Ende deinen Lebenslauf!
(Sieht sich um.)
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9.
Nun, ich warte noch, es sei,
Bis man zählet: eins, zwei, drei.
(Pfeift.)
Eins!
(Sieht sich um, pfeift)
Zwei!
(Sieht sich um, pfeift)
Drei!
(Sieht sich um)
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Nun, wohlan, es bleibt dabei,
Weil mich nichts zurücke hält,
Gute Nacht, du falsche Welt!
(Will sich hängen.)
O Isis und Osiris
As Papageno and Tamino enter the trials to join their holy order,
Sarastro prays that they will be watched over during the trials.
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O Isis und Osiris, schenket
der Weisheit Geist dem neuen Paar!
Die ihr der Wandr’er Schritte lenket,
Stärkt mit Geduld sie in Gefahr.
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Laßt sie der Prüfung Früchte sehen,
Doch sollen sie zu Grabe gehen,
So lohnt der Tugend kühnen Lauf,
Nehmt sie in euren Wohnsitz auf.
In diesen Heilgen Hallen
After Pamina pleads with Sarastro to have mercy on her scheming
mother,
Sarastro sings of the ideals of his Brotherhood.
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In diesen heil’gen Hallen
Kennt man die Rache nicht,
Und ist ein Mensch gefallen,
Führt Liebe ihn zur Pflicht.
Dann wandelt er an Freundes Hand
Vergnügt und froh in’s bess’re Land.
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In diesen heil’gen Mauern,
Wo Mensch den Menschen liebt,
Kann kein Verräter lauern,
Weil man dem Feind vergibt.
Wen solche Lehren nicht erfreun,
Verdienet nicht ein Mensch zu sein.
(Gehen beide ab.)
Hat man nicht auch Gold beineben
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Hat man nicht auch Gold beineben,
Kann man nicht ganz glücklich sein;
Traurig schleppt sich fort das Leben,
Mancher Kummer stellt sich ein.
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Doch wenns in der Tasche fein klingelt und rollt,
Da hält man das Schicksal gefangen,
Und Macht und Liebe verschafft dir das Gold
Und stillet das köhnste Verlangen.
1. Das Glück dient wie ein Knecht für Sold,
2. Es ist ein schönes Ding, das Gold.
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Wenn sich nichts mit nichts verbindet,
Ist und bleibt die Summe klein;
Wer bei Tisch nur Liebe findet,
Wird nach Tische hungrig sein.
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Drum lächle der Zufall euch gnädig und hold
Und segne und lenk euer Streben;
Das Liebchen im Arme, im Beutel das Gold,
So mögt ihr viel Jahre durchleben.
1. Das Glück dient wie ein Knecht für Sold,
2. Es ist ein schönes Ding, das Gold.
Hieher! Dorthin! Hehe! Hoho!
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Hieher! Dorthin! Hehe! Hoho!
Träges Heer, dort zu Hauf schichtet den Hort!
Du da, hinauf! Willst du voran?
Schmähliches Volk, ab das Geschmeide!
Soll ich euch helfen? Alle hieher!
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He! Wer ist dort? Wer drang hier ein?
Mime, zu mir, schäbiger Schuft!
Schwatztest du gar mit dem schweifenden Paar?
Fort, du Fauler!
Willst du gleich schmieden und schaffen?
1. He! An die Arbeit!
2. Alle von hinnen! Hurtig hinab!
3. Aus den neuen Schachten schafft mir das Gold!
4. Euch grüßt die Geißel, grabt ihr nicht rasch!
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Daß keiner mir müßig, bürge mir Mime,
sonst birgt er sich schwer meiner Geißel Schwunge!
Daß ich überall weile, wo keiner mich wähnt,
das weiß er, dünkt mich, genau!
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Zögert ihr noch? Zaudert wohl gar?
Zittre und zage, gezähmtes Heer!
Rasch gehorcht des Ringes Herrn!
(zu Wotan und Loge)
Was wollt ihr hier?
Bin ich nun frei?
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Bin ich nun frei? Wirklich frei?
So grüß' euch denn
meiner Freiheit erster Gruß! Wie durch Fluch er mir geriet,
verflucht sei dieser Ring!
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Gab sein Gold mir Macht ohne Maß,
nun zeug' sein Zauber Tod dem, der ihn trägt!
Kein Froher soll seiner sich freun,
keinem Glücklichen lache sein lichter Glanz!
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Wer ihn besitzt, den sehre die Sorge,
und wer ihn nicht hat, den nage der Neid!
Jeder giere nach seinem Gut,
doch keiner genieße mit Nutzen sein!
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Ohne Wucher hüt' ihn sein Herr;
doch den Würger zieh' er ihm zu!
Dem Tode verfallen, feßle den Feigen die Furcht:
solang er lebt, sterb' er lechzend dahin,
des Ringes Herr als des Ringes Knecht:
bis in meiner Hand den geraubten wieder ich halte! -
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So segnet in höchster Not
der Nibelung seinen Ring!
Behalt' ihn nun, hüte ihn wohl:
meinem Fluch fliehest du nicht!
Mein Vater
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Ja, wehe, wehe! Weh' ueber mich!
So ruf' ich willig mit euch,
williger naehm' ich von euch den Tod,
der Suende mildeste Suehne!
(Der Sarg wird geoeffnet - Beim Anblick der Leiche Titurels bricht
alles in
einen jaehen Wehruf aus. Amfortas richtet sich hoch von seinem
Lager
und wendet sich zur Leiche.)
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Mein vater!
Hochgesegneter der Helden!
Du Reinster, dem einst die Engel sich neigten;
der einzig ich sterben sollt',
dir - gab ich den Tod!
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O! Der du jetzt in goettlichen Glanz
den Erloeser selbst erschaust,
erflehe von ihm, dass sein heiliges Blut,
wenn noch einmal heut sein Segen
die Brueder soll erquicken,
wie ihnen neues Leben
mir endlich spende - den Tod!
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7.
Tod! Sterben!
Einz'ge Gnade!
Die schreckliche Wunde, das Gift, ersterbe,
das es zernagt, erstarre das Herz!
Mein Vater! Dich - ruf' ich,
rufe du ihm es zu;
Erloeser, gib meinem Sohne Ruh'!
Pensa a chi geme
Ora rivesti tutte pria l'arme usate;
ma taci con Alcina, e fingi
il primo amore, il primo volto.
Mostra desio di caccia,
cosi fuga e salute a te procaccia.
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Pensa a chi geme
d'amor piagata,
e sempre teme abbandonata
crudel, da te.
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Torna ad amarla, e la consola,
Né mesta e sola così lasciarla
Senza mercè.
Pensa a chi geme, ecc.
Sorge infausta
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Sorge infausta una procella,
che oscurar fa il cielo e mare
splende fausta poi la stella
che ogni cor ne fa goder.
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Può talor il forte errare,
ma risorto dall’errore,
quel che pria gli diè dolore,
causa immenso il suo piacer.
Tu sei il cor di questo core
1. Tu sei il cor di questo core,
2. sei il mio ben, non t'adirar!
1. Per amor io chiedo amore,
2. più da te non vo' bramar.
3. Tu sei ecc.