Nella colonia penale - Istituto Gramsci Grosseto

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Nella colonia penale - Istituto Gramsci Grosseto
F. Kafka
Nella colonia penale
A cura di N. Muzzi
Tatuaggio e tortura nello sguardo di Kafka
“Il selvaggio della Papuasia si tatua la faccia, copre di tatuaggi la sua barca, il suo remo,
insomma tutto quello che gli capita a portata di mano. Egli non è un delinquente. L’uomo moderno,
invece, che pratica il tatuaggio sulla propria pelle è un delinquente oppure un degenerato.”
Questo passo tratto da una conferenza di Alfred Loos cui sembra abbia assistito anche Kafka, si
trova nel saggio Ornament und Verbrechen (Ornamento e trasgressione).
Di simili passi apodittici se ne trovano molti in quel saggio, e certamente Kafka deve averne
trovato il tenore alquanto interessante, anche se poco convincente. Certamente covò dentro di sé
questa e simili altre frasi e le lasciò maturare dentro di sé in tutte le loro valenze.
Nel 1914 egli scrive il racconto “Nella Colonia penale” e lo legge agli amici, quindi, in sede più
Ufficiale, nel 1916 presso la Galleria Goltz di Monaco ad una cerchia di letterati, che non ne resta
però convinta. Rilke, fra i presenti, fa notare che questo racconto non ha la stessa consequenzialità
degli altri. In altri termini: in questo racconto la vittima si salva e non trionfa, così, l’ingiustizia dei
padri che la voleva sacrificare.
Uno dei motivi della non-vittoria della ferocia dei padri sull’innocenza delle vittime designate sta
forse proprio in questa fonte piuttosto trascurata.
Un Viaggiatore occidentale, una specie di reporter o forse di osservatore politico inviato dalla
madrepatria in Colonia, in una Colonia di estremo oriente, forse nella stessa Cina, si trova ad
assistere all’esecuzione di un Condannato attraverso un procedimento macchinoso che lo punisce
uccidendolo lentamente (circa dodici ore di morte lenta) istruendolo nel contempo sulla propria
pelle.
La macchina infatti incide lentamente sulla schiena del Condannato, tramite una sorta di pantografo
a mille punte, il paragrafo della Legge che egli ha infranto, o forse solo un comma del paragrafo, o
forse solo la parola-chiave del comma, in quanto la scrittura è talmente fitta di linee intricatissime,
di ghirigori e di sboffi che prende molto spazio e la schiena del Condannato potrà forse appena
contenere qualche parola nel cespuglio di questo intricatissimo barocchismo grafico.
Quindi, più che di una moderna legge sembra quasi trattarsi di un comandamento arcaico: il
Condannato infatti sta per ricevere sulla sua schiena le parole:”Rispetta il tuo superiore”, tatuate a
sangue, incise sempre più profondamente, finché la punta che scrive non sfonderà la pagina umana
che ne riceve il messaggio.
Morte e illuminazione: l’occhio umano –quello laico e occidentale dell’osservatore europeo- non sa
decifrare dalle matrici perforate che gli vengono mostrate nemmeno una mezza sillaba, nemmeno
una lettera o una zampina di lettera in cui scorreranno gli aghi del pantografo, tatuando il dorso
dell’infelice, ma l’occhio sbarrato di costui alla sesta ora di esecuzione mostrerà a chiunque lo
guardi che l’uomo semitrafitto dalle punte ha capito la Legge e anche chi lo guarda negli occhi può
arrivare a leggervi il comandamento ormai assimilato.
“Ci sono prigioni in cui l’ottanta per cento dei detenuti si tatua la pelle. I tatuati che non stanno in
galera sono latenti delinquenti o degenerati aristocratici. Chi si tatua e muore in libertà significa
semplicemente che è morto proprio alcuni anni prima di commettere un crimine.” La concezione di
Loos si riduce ad un ridicolo trompe-l’oeil. Infatti l’abitudine di tatuarsi, come quella d’altronde
d’imparare a giocare a dama…, è spesso legata al fenomeno della reclusione: prigioni, galere,
collegi, non ha però nessun rapporto causale con i motivi della reclusione stessa, ovviamente.
Sarebbe come sostenere che, essendo i ricoverati in sanatorio accaniti lettori di giornale e riviste,
chi legge accanitamente giornali e riviste finirà presto o tardi in sanatorio.
A Kafka non poteva sfuggire questo aspetto ridicolo e lo vediamo riaffiorare violento nell’acribia
descrittiva del racconto, ma ne restava anche divertito e spaventato al contempo e quasi inceppato
nel ductus narrativo.
Nel suo esitare narrativo, nella sua sospensione drammatica, nella sua acribia descrittiva egli
rifiutava la classica consequenzialità che gli altri si attendevano da lui e lui da se stesso e costruiva,
forse inconsciamente, una risposta di opposizione all’asseverativa stupidità di Alfred Loos.
E poi aveva un’altra fonte, dove veramente s’era abbeverato per lunghe notti insonni: “Le jardin
des supplices” di Mirbeau.
Si tratta di un libro scritto alla fine dell’ottocento da un sadista flaubertiano che, dotato di forte
carica ironica, intellettualizza, estetizzando ed erotizzando al massimo, procedimenti di tortura di un
mitico oriente raffinatissimo, di una Cina dai bordi sapienti e sbrecciati, che sta al di là delle nostre
stupide, dicotomiche elucubrazioni occidentali e non distingue fra eros e thanatos, vita e morte,
piacere e dolore, corpo e anima, carne e spirito e via dicendo.
Una donna, Clara, guida il Viaggiatore occidentale nel giardino dei supplizi: supplizio uguale
delizia.
In Kafka invece l’asse viene tutto spostato verso il supplizio-conoscenza, la morte-illuminazione
(tutto il racconto si svolge sotto una canicola abbacinante). Sapere e morire si danno la mano: siamo
di nuovo di fronte all’albero della scienza, di ritorno nel pensiero ebraico.
Da questa fonte Kafka trae il piacere di narrare e di scrivere. Certo la parola “piacere” forse non è la
più adatta: in Kafka la scrittura è tortura, e la tortura per lui è anzitutto rivolta contro il soggetto che
la pratica, se stesso. Ma è anche vendetta su chi legge, rivalsa sulla famiglia. Quindi crudeltà che dà
piacere sì, ma un piacere-dolore intellettuale, non un godimento fisico o semplicemente estetico.
Mentre quindi Kafka attingeva, rastremando al massimo in senso intellettivo, dal Jardin des
supplices (in una traduzione tedesca d’inizio secolo andata perduta), teneva d’occhio Ornament und
Verbrechen per rovesciarne la logica.
La logica di Loos , abbiamo detto, si basa su di un trompe-l’oeil che altro non è se non un rapporto
univoco fatto passare per biunivoco: nel rapporto univoco A dà B, ma B non dà A, la reclusione
porta al tatuaggio, ma il tatuaggio non porta affatto alla reclusione.
Ora, qui sta un punto centrale della cultura mitteleuropea, cioè l’allentamento del nesso causale.
Nella cultura mitteleuropea si tende a valorizzare la pluralità delle cause, la magmaticità e
poliedricità dei fenomeni, l’aspetto combinatorio e casuale, la percorribilità degli eventi da destra e
sinistra e da sinistra a destra. Ci troviamo spesso immersi nella fuzzy-logic del linguaggio, che tende
a interpretare la Storia sovrapponendovi le proprie regole specifiche. Anche in Loos predomina
questo dato per cui l’assimilazione di certi fenomeni avviene facendo leva sul linguaggio.
Alcuni fenomeni diversi come dipingersi la faccia, sporcare i muri o tracciare simboli erotici sulle
pareti dei gabinetti pubblici vengono assimilati sotto il termine di ornamento, mentre la
differenziazione degli stessi avviene facendo ricorso al concetto di evoluzione della civiltà, per cui
al bambino come al selvaggio è permesso l’ornamento, mentre all’uomo maturo o all’epoca matura
ciò non è permesso, se non a prezzo di farlo precipitare nella condizione di delinquenza o di
degenerazione.
Ci possiamo quindi immaginare l’effetto che questo ragionamento poteva avere sulla mente di
Kafka, con quanto sospetto egli potesse accogliere questi argomenti.
E allora, mentre scriveva, gli si levava dentro una sorta di sorda opposizione a quel ductus logico. E
così, risalendo la corrente, sostenne faticosamente la tesi opposta: il delinquente lo si crea
tatuandolo, designandolo tale. Ed ecco che tutto gli tornò più congeniale.
Che cosa ha fatto di male il Condannato? Assolutamente niente. E’ un giovane Soldato che neppure
conosce la lingua, un indigeno dai tratti larghi, giocherellone come un cagnolino.
Egli avrebbe dovuto fare la guardia e salutare ogni ora davanti alla porta, come il cucù di un
orologio a pendolo, ma si è addormentato. Il suo compito non era un incarico di sicurezza, bensì un
semplice rituale ripetitivo: col suo sonno non ha messo a repentaglio l’incolumità di nessuno. Egli è
talmente innocente che non sospetta neppure di cosa sia stato accusato, né di essere accusato, né
tantomeno di essere stato Condannato a morte. Come un capretto trascinato al macello soffre
soltanto degli strattoni e dei legacci intorno alle giunture, ma appena questi si allentano egli
riprende a giocare.
Il Viaggiatore chiede all’Ufficiale addetto all’esecuzione se il Condannato conosce i capi d’accusa
e se ha avuto modo di replicare, di presentare una difesa. L’Ufficiale risponde che tutto ciò è inutile
in quanto chi viene accusato è automaticamente già Condannato.
Questa frase Kafka l’ha ripresa dal Jardin des supplices, ma dandole una valenza tutta kafkiana che
si compendia nella formula: Die Schuld ist immer zweifellos (la colpa è sempre indubbia).
Riprende così il gioco del potere, la sua rovinosità verso il basso: il potere della gerarchia e il
potere del Passato sul Presente.
La Legge arcaica inventata da un leggendario terribile Capitano sepolto nell’isola e portata avanti
con rituale religioso dai suoi epigoni, suoi ammiratori e quasi adoratori, sacerdoti di una machinerie
diabolica in bilico su una fossa comune, l’anonima fossa della Storia. In essa la macchina
scaraventa i cadaveri tatuati a morte.
Chi visita il cimitero ebraico a Praga è colpito dalla sua collinarità: i cadaveri vi sono sepolti l’uno
sull’altro fino a nove strati.
Ma c’è qualcuno che può fermare questa terribile Storia?
Ci sono le donne che possono addolcirla. Il nuovo Capitano dell’isola è in latente conflitto con il
vecchio terribile ivi sepolto, l’autore della Legge. Egli si circonda di donne, come un nuovo Cristo,
di una schiera di stupide dame di carità che lo rammolliscono e che tentano di alleviare le ultime ore
del Condannato rimpinzandolo di dolciumi che lui vomita regolarmente una volta disteso sulla
macchina insanguinata dell’esecuzione. Ciò ritarda solo di alcuni attimi la morte, in quanto questa
macchina, lucente di ottoni che abbagliano sotto la canicola, deve essere ripulita da quelle sporcizie.
Ma la storia dell’esecuzione deve continuare.
“Le sinfonie di Beethoven non avrebbero mai potuto essere scritte da un uomo che fosse stato solito
vestirsi di seta, di velluto e di merletti. Chi oggi si aggira vestito di tuniche di velluto non è un
artista, bensì un burattino o un imbianchino.”
Loos parla indirettamente di Klimt che usava portare lunghe tuniche nel suo atelier di pittore. Egli
non merita per ciò che l’appellativo d’imbianchino. Ma in Klimt Loos attacca anche l’artista che più
di ogni altro usava la grammatica del femminile.
E’ evidente la contrapposizione fra virile e femmineo nel pensiero di Loos, dove il ricorrente
riferimento ad artisti come Beethoven o Wagner tende a forzare in termini napoleonici il corso della
civiltà che si libera dal ciarpame ornamentale e marcia inesorabile verso la conquista
dell’essenziale, trattenuta solo da alcuni degenerati che la tiranneggiano, consapevoli in fondo di
venirne prima o poi travolti.
Kafka, nella sua rivolta, attribuisce l’ornamento proprio all’Ufficiale, all’uomo apparentemente
virile, deciso e disprezzatore di donne. E’ lui lo pseudo-artista che vive si esteriorità, che ammira la
macchina del supplizio per quelli orpelli raffinatissimi, frutto di una fantasia tatuatrice. E’ lui il
formalista ornamentale.
Nel Jardin des supplices un vecchio cinese spiega con sadica perizia le più atroci ed astruse torture
ai suoi ospiti occidentali, impazienti e insieme inorriditi di udirle, e torturati dalla lentezza e
minuzia del racconto. Il vecchio cinese governa tutti questi elementi di suspence con estrema abilità
di narratore e gode dei volti di chi l’ascolta, torturati da orrore e curiosità. Ogni tanto controlla di
sottecchi gli effetti del suo narrare sui suoi ospiti. Il gioco è estetizzante, il fine edonistico prevale,
ed è il godimento dell’esercizio della tortura, reale o narrata che sia.
In Kafka il gioco si occidentalizza, acquista un aspetto etico-politico, di sistema. La machinerie
kafkiana assurge subito a simbolo di una machinerie totalizzante, fondata su dei principi. Mentre le
torture del Jardin des supplices sono tante e costituiscono una sorta di florilegio del supplizio, la
tortura nella Colonia penale è una, unica e totale: è la tortura.
Questa tortura non ha un fine né estetico né edonistico, ma etico. L’Ufficiale è un intreccio di
amministratore austroungarico e di ligio Soldato di mistica devozione e obbedienza ai superiori.
Egli non accenna un solo attimo a godere delle torture che infligge: tutta la sua opera è tesa a
rendere onore a dei principi scritti su moderne tavole della Legge (le matrici del pantografo)
meticolosamente conservate nei cassetti burocratici della macchina di tortura.
Se per un attimo vediamo la macchina come materializzazione di un potere supremo, fine a se
stesso, che vive della propria autogiustificazione, se per un attimo ci appare nella sua anonimità e
quasi innominabilità, nella sua astrattezza tutta mitteleuropea, allora possiamo capire anche il passo
ulteriore del racconto, perché la macchina può colpire anche chi la manovra.
Quando, dopo svariati tentativi, l’Ufficiale si accorge che il Viaggiatore non vuole in nessun modo
prestarsi al gioco, quando, anzi, esplicitamente costui gli rifiuta un qualsiasi appoggio, non
foss’altro che con un suo avallo silenzioso all’esecuzione, allora e solo allora l’Ufficiale si denuda
delle sue funzioni e si sacrifica, condannandosi a ricevere il tatuaggio che la macchina riserva a chi
non sa giudicare e fra mille intrecci grafici racchiude la scritta: Sei gerecht (sii giusto).
L’Ufficiale allora si spoglia dell’uniforme con estrema accuratezza, ripiegando giacca e pantaloni
con la cura di chi intende conservarli e invece di colpo li getta nella fossa, quindi spezza la spada e
la getta giù con tale violenza che i pezzi sbattendo in fondo alla fossa comune riecheggiano. Quindi
si pone sotto il pantografo che comincia ad un tratto a lavorare da solo, movendosi, impazzito, in
senso verticale.
“Allora il Viaggiatore udì in alto, nello scrittoio, un cigolio. Levò lo sguardo. C’era dunque un
ingranaggio inceppato? No, era qualcosa di diverso. Il coperchio dello scrittoio si sollevò
lentamente fino a spalancarsi. Gl’ingranaggi della ruota dentata spuntarono sollevandosi, e ben
presto apparve la ruota intera, come se una qualche potenza stesse premendo insieme lo scrittoio e
per questa ruota non restasse più spazio: essa roteò fino all’orlo dello scrittoio, cadde giù, rotolò
un pezzo nella sabbia e si fermò. Ma lassù in alto già se ne affacciava un’altra e molte altre, grandi
e piccole e appena percettibili, e con tutte accadeva la stessa cosa; si pensava sempre che ormai lo
scrittoio si fosse svuotato ed ecco invece uscirne un intero gruppo nuovo, particolarmente
numeroso, che si affacciava, cadeva giù, rotolava nella sabbia e si fermava. (…) Era chiaro che la
macchina stava andando in pezzi, il suo tranquillo procedere era un’evidente illusione.”
Questa frase più di ogni altra esplicita il pensiero di Kafka sulla monarchia danubiana: una
macchina che dava l’illusione di funzionare, ma che si era svuotata di significato. E particolarmente
felice è l’immagine di una potenza esterna che preme il contenitore dei meccanismi e ne provoca la
disgregazione lenta e inesorabile, che vede cadere uno dopo l’altro, in una loro comica e burocratica
gerarchia, tutti i meccanismi grandi e minuti: ingranaggi e gruppi d’ingranaggi che ci richiamano
alla mente il gigantesco apparato burocratico dell’Austria felix.
Così la macchina movendosi all’impazzata in alto e in basso come una mascella meccanica trafigge
il corpo dell’Ufficiale:
“L’erpice allora si alzò di lato con il corpo infilzato, come faceva di solito alla dodicesima ora. Il
sangue schizzò in mille rivoli, non misto ad acqua, anche i tubi dell’acqua questa volta non
avevano funzionato. E neppure l’ultimo movimento funzionò, il corpo non si staccò dai lunghi aghi,
sgocciolò l’ultimo sangue e rimase sospeso sulla fossa, senza cadervi”:
Quando il Viaggiatore si avvicina alla testa dell’Ufficiale infilzato per staccarlo, non può impedirsi
di guardarne il volto, che non ha acquistato niente di trasfigurato, di redento, conservando invece
tutta la sua espressione abituale: “le labbra erano serrate, gli occhi spalancati avevano la stessa
espressione che da vivi, lo sguardo era tranquillo e deciso, dalla fronte usciva la punta del lungo
spunzone d’acciaio.”
Da questo sguardo il Viaggiatore ottiene la riprova che l’individuo non ha trovato redenzione.
Ecco un punto di attacco critico al sistema, fortissimo nel pensiero di Kafka, che anche in questo
racconto rivela pur non passando dall’identificazione con la vittima la sua grande anima anarchica.
Anzi, la novità della scrittura di questo racconto consiste nell’assumere il punto di vista
dell’osservatore, diciamo così, fuori pericolo. Eppure anche nella figura dell’Ufficiale egli recupera
l’individuo come sostanza del giudizio.
Quindi non siamo alla morte del mostro e al trionfo dell’umanità sulla crudeltà. Infatti questa storia
ha un epilogo.
Dal momento in cui l’Ufficiale ha fatto liberare il prigioniero e si è denudato a sua volta, liberando
se stesso prima dei segni del potere e quindi della propria vita, il Viaggiatore ha cominciato a notare
che né il Soldato né il Condannato stanno più al proprio posto e comunque, solo dopo comandi,
minacce, intimidazioni ubbidiscono appena.
Dopo la morte dell’Ufficiale il Viaggiatore si reca al porto, accompagnato sempre dai due che gli
scodinzolano attorno. E’ evidente che non sanno né leggere né scrivere, e appena parlare forse. Lo
guidano dentro ad un locale, una specie di bettola, dove stanno seduti uomini dalle barbe lucide,
santi bevitori, apostoli analfabeti, popolo umiliato.
Spostando il tavolo scoprono la tomba del vecchio Capitano con la pietra tombale e una scritta.
“Era una pietra semplice, abbastanza bassa tanto da stare nascosta sotto il tavolo. Portava una
scritta a caratteri piccolissimi; per leggerli dovette inginocchiarsi il visitatore. Essa diceva: ‘Qui
giace il vecchio comandante. I suoi seguaci che adesso non possono portare nessun nome gli hanno
scavato questa fossa e posta questa lapide. Esiste una profezia per cui dopo un certo numero di
anni il Capitano risusciterà e guiderà i suoi seguaci alla riconquista dell’isola, partendo da questa
casa. Abbiate fede e attendete!’. Quando il Viaggiatore l’ebbe letta e si fu alzato, si guardò attorno
e vide gli uomini in piedi che ridacchiavano, come se avessero letto la scritta assieme a lui,
l’avessero trovata ridicola e lo incitassero a condividere la loro opinione. Il Viaggiatore fece finta
di non averlo notato, distribuì delle monete, attese finché il tavolo non fu rimesso sulla tomba,
lasciò la Casa del Thè e si diresse al porto”.
Anche questo popolo dalla camicia a brandelli non sa leggere, forse non sa neanche parlare: esso
comunica i suoi sentimenti tramite l’espressione del volto, come in un film muto o in un sogno,
dove le figure parlano uno slang incomprensibile mentre la loro fisicità ti accerchia e ammiccamenti
strani tendono a coinvolgerti in una tacita intesa. Il Viaggiatore –che sa leggere- ha capito
esattamente la profezia, come chi sa decriptare capisce un vecchio rotolo sacro. Attorno a lui un
popolo analfabeta sta solo mimando delle reazioni che vogliono adeguarsi alla “sua” reazione. Se il
Viaggiatore sorridesse loro e si sedesse a bere una tazza di thè al tavolo con loro, ne potrebbe
diventare il capo e complice sulla base di quella vecchia scritta. Solo a questo punto il Viaggiatore
ha capito la potenza della scrittura e se ne ritrae. Il suo ritrarsene consiste nel non esternare
sentimenti e opinioni su quella scritta che rischierebbe di diventare un patto silenzioso. Ogni patto si
fonda su una scrittura e suggella la Storia successiva: chi l’accetta si muove in questo sigillo, come
in una traccia. Kafka ha capito come si può fuggire da questa impronta, come si può evitare di
stringere questo patto. Egli l’ha capito proprio vedendo la materializzazione della scrittura: la
macchina infernale.
Se mai avesse avuto un qualche dubbio sulla potenza soggiogante e mortifera della scrittura, questa
materializzazione, questo suo divenire Storia, glielo ha tolto definitivamente. Bisogna rifuggire
dalla scrittura-patto, dalla scrittura-suggello, dalla scrittura-tatuaggio.
Eccezionalmente… in quanto Kafka è normalmente un torturatore, vittima e boia al contempo,come
lo era tanta cultura mitteleuropea. Questa eccezione forse la dobbiamo a Loos, al suo sistemare in
uno schema banale quello che invece Kafka sentiva come intimo e segreto, e da trattare con
circospezione. Forse fu proprio questa impudica semplificazione del fenomeno grafico, ridotto a
viva forza nella categoria dell’ornato, che lo fece ribellare: egli rovesciò lo schema e, avendo capito
le ragioni della scrittura, non vi aderì. L’acribia descrittiva lo dimostra. Egli ripercorre
scritturalmente con minuzia la materialità dei fenomeni e vi si sofferma, testardo. Tutto quanto
descrive assurge a eguale importanza, come se un sensore, tastando un paesaggio scabro, ne
rivelasse accuratamente tutte le asperità, lasciandoci però l’impressione dello squallore e
dell’indifferenza, ché se una scrittura non si abbandona a certe preferenze, non posa l’accento su
certune più che su cert’altre asperità, rende tutto uguale come la superficie di una spugna.
“Ich… las dort meine schmutzige Geschichte in vollständiger Gleichgültigkeit, kein leeres Ofenloch
kann kälter sein“ (Ho letto la mia sporca storia con totale indifferenza, non ci poteva essere bocca
di forno vuoto più fredda della mia).
Ma la mia sporca storia è anche la mia visione della Storia ed io sono aperto ad essa con la stessa
indifferenza di un forno vuoto. Un forno aperto e gelido, totalmente indifferente a ciò che vi verrà
gettato dentro. L’insensibile ruvidità che ci colpisce nella prosa di questo racconto è totale
disamoramento, disincanto e disinganno da qualsiasi scrittura che sia complice della Legge fatta
Storia o della Storia fatta Legge (questo sì che è un rapporto biunivoco!). Kafka ha capito come la
grande diatriba umana consista da sempre nell’aderire ad una piuttosto che ad un’altra scrittura
della Storia.
Il vecchio Capitano è appena sotto terra ed è già un mito, e la sua scrittura “cieca” ne moltiplica e
ne eternizza l’operato. Tutto ciò spaventa enormemente Kafka. Lo spaventa l’idea che ci siano
uomini pronti ad adorare o a denigrare il vecchio sepolto, lo spaventa l’idea che su quella lapide
qualsiasi ribaldo può appoggiarsi per rilanciare la Storia.
E per questo il Viaggiatore aspetta, vigile e circospetto, finché il tavolo non venga rimesso a coprire
completamente la pietra tombale con la scritta profetica, e poi scappa via da quel luogo di
materializzazioni della scrittura.
Ma i due lo seguono lungo la scalinata che conduce al porto. Egli sale rapido sulla barca e i due
vogliono, anch’essi, saltarvi dentro
“…ma il Viaggiatore sollevò un pesante canape coperto di nodi e con esso li minacciò, e li
trattenne così dal salto.” Un canape adorno di nodi: ein schweres geknotetes Tau (un pesante
canape tutto nodi). Tau come tatuaggio. Egli li minaccia con un tatuaggio.
Franz Kafka
In der Strafkolonie
Franz Kafka
Nella Colonia penale
»Es ist ein eigentümlicher Apparat«, sagte der
Offizier zu dem Forschungsreisenden und
überblickte
mit
einem
gewissermaßen
bewundernden
Blick
den
ihm
doch
wohlbekannten Apparat.
Der Reisende schien nur aus Höflichkeit der
Einladung des Kommandanten gefolgt zu sein,
der ihn aufgefordert hatte, der Exekution eines
Soldaten beizuwohnen, der wegen Ungehorsam
und Beleidigung des Vorgesetzten verurteilt
worden war. Das Interesse für diese Exekution
war wohl auch in der Strafkolonie nicht sehr groß.
Wenigstens war hier in dem tiefen, sandigen, von
kahlen Abhängen ringsum abgeschlossenen
kleinen Tal außer dem Offizier und dem
Reisenden nur der Verurteilte, ein stumpfsinniger
breitmäuliger Mensch mit verwahrlostem Haar
und Gesicht, und ein Soldat zugegen, der die
schwere Kette hielt, in welche die kleinen Ketten
ausliefen, mit denen der Verurteilte an den Fußund Handknöcheln sowie am Hals gefesselt war
und
die
auch
untereinander
durch
Verbindungsketten zusammenhingen. Übrigens
sah der Verurteilte so hündisch ergeben aus, daß
es den Anschein hatte, als könnte man ihn frei auf
den Abhängen herumlaufen lassen und müsse bei
Beginn der Exekution nur pfeifen, damit er käme.
Der Reisende hatte wenig Sinn für den Apparat
und ging hinter dem Verurteilten fast sichtbar
unbeteiligt auf und ab, während der Offizier die
letzten Vorbereitungen besorgte, bald unter den
tief in die Erde eingebauten Apparat kroch, bald
auf eine Leiter stieg, um die oberen Teile zu
untersuchen. Das waren Arbeiten, die man
eigentlich einem Maschinisten hätte überlassen
können, aber der Offizier führte sie mit einem
großen Eifer aus, sei es, daß er ein besonderer
Anhänger dieses Apparates war, sei es, daß man
aus anderen Gründen die Arbeit sonst niemandem
anvertrauen konnte.
»Jetzt ist alles fertig!« rief er endlich und stieg
von der Leiter hinunter. Er war ungemein
ermattet, atmete mit weit offenem Mund und hatte
zwei zarte Damentaschentücher hinter den
Uniformkragen gezwängt.
»Diese Uniformen sind doch für die Tropen zu
schwer«, sagte der Reisende, statt sich, wie es der
Offizier erwartet hatte, nach dem Apparat zu
»Si tratta di un apparato speciale« disse
l’Ufficiale al Viaggiatore in esplorazione e
abbracciò con sguardo alquanto ammirato
quell’attrezzo, sebbene a lui ben noto.
Pareva che il Viaggiatore avesse accolto solo
per cortesia l’esortazione del Comandante ad
assistere all’esecuzione di un Soldato,
Condannato per disobbedienza e oltraggio al
proprio superiore. L’interesse per questa
esecuzione anche nel resto dell’isola non era
certo molto grande. Quanto meno qui, in questa
profonda valletta sabbiosa, stretta tutt’intorno da
pareti brulle, oltre all’Ufficiale e al Viaggiatore
non era presente che il Condannato, un uomo
dalla bocca larga e l’aria idiota, la capigliatura e
la faccia sconvolte, e un Soldato che teneva in
mano la pesante catena da cui si diramavano le
catenelle che andavano a stringere il
Condannato alle caviglie e ai polsi, come pure al
collo, ed erano connesse l’una all’altra da altre
catene di collegamento. D’altronde il
Condannato sembrava così arrendevole come un
cane che desse l’impressione di poterlo lasciar
correre libero in qua e là per poi richiamarlo con
un semplice fischio a presentarsi all’atto
dell’esecuzione.
Il Viaggiatore non aveva curiosità per l’apparato
e camminava avanti e indietro alle spalle del
Condannato con un’indifferenza quasi evidente,
mentre l’Ufficiale si dedicava agli ultimi
preparativi, ora strisciando sotto l’apparato
profondamente impiantato nel terreno, ora
salendo su di una scala per ispezionarne le parti
superiori. Si trattava di lavori che per la verità
avrebbero dovuti essere affidati ad un
meccanico, ma l’Ufficiale li eseguiva con
estrema solerzia, sia perché era un grande
entusiasta di quell’apparato, sia perché per altri
motivi il lavoro non poteva essere affidato a
nessuno.
»Ora è tutto in ordine!« esclamò finalmente e
ridiscese dalla scala. Era stremato, respirava a
bocca spalancata e aveva infilato due fazzoletti
da signora dietro il colletto dell’uniforme.
»Queste uniformi sono troppo pesanti per i
Tropici«, disse il Viaggiatore, invece
d’informarsi sullo stato dell’apparato, come si
sarebbe aspettato l’Ufficiale.
erkundigen.
»Gewiß«, sagte der Offizier und wusch sich die
von Öl und Fett beschmutzten Hände in einem
bereitstehenden Wasserkübel, »aber sie bedeuten
die Heimat; wir wollen nicht die Heimat verlieren.
- Nun sehen Sie aber diesen Apparat«, fügte er
gleich hinzu, trocknete die Hände mit einem Tuch
und zeigte gleichzeitig auf den Apparat.
»Bis jetzt war noch Händearbeit nötig, von jetzt
aber arbeitet der Apparat ganz allein.« Der
Reisende nickte und folgte dem Offizier. Dieser
suchte sich für alle Zwischenfälle zu sichern und
sagte dann: »Es kommen natürlich Störungen vor;
ich hoffe zwar, es wird heute keine eintreten,
immerhin muß man mit ihnen rechnen. Der
Apparat soll ja zwölf Stunden ununterbrochen im
Gang sein. Wenn aber auch Störungen
vorkommen, so sind sie doch nur ganz kleine, und
sie werden sofort behoben sein.« »Wollen Sie
sich nicht setzen?« fragte er schließlich, zog aus
einem Haufen von Rohrstühlen einen hervor und
bot ihn dem Reisenden an; dieser konnte nicht
ablehnen. Er saß nun am Rande einer Grube, in
die er einen flüchtigen Blick warf. Sie war nicht
sehr tief. Zur einen Seite der Grube war die
ausgegrabene Erde zu einem Wall aufgehäuft, zur
anderen Seite stand der Apparat.
»Ich weiß nicht«, sagte der Offizier, »ob Ihnen
der Kommandant den Apparat schon erklärt hat.«
Der
Reisende
machte
eine
ungewisse
Handbewegung; der Offizier verlangte nichts
Besseres, denn nun konnte er selbst den Apparat
erklären. »Dieser Apparat«, sagte er und faßte
eine Kurbelstange, auf die er sich stützte, »ist eine
Erfindung unseres früheren Kommandanten. Ich
habe gleich bei den allerersten Versuchen
mitgearbeitet und war auch bei allen Arbeiten bis
zur Vollendung beteiligt. Das Verdienst der
Erfindung allerdings gebührt ihm ganz allein.
Haben Sie von unserem früheren Kommandanten
gehört? Nicht? Nun, ich behaupte nicht zu viel,
wenn ich sage, daß die Einrichtung der ganzen
Strafkolonie sein Werk ist. Wir, seine Freunde,
wußten schon bei seinem Tod, daß die
Einrichtung der Kolonie so in sich geschlossen
ist, daß sein Nachfolger, und habe er tausend neue
Pläne im Kopf, wenigstens während vieler Jahre
nichts von dem Alten wird abändern können.
Unsere Voraussage ist auch eingetroffen; der neue
Kommandant hat es erkennen müssen. Schade,
daß Sie den früheren Kommandanten nicht
»Certo« disse l’Ufficiale e si lavò le mani
sporche d’olio e di grasso in un secchio d’acqua
lì pronto, »ma sono il simbolo della Patria, noi
non vogliamo perderla, la Patria. – Ora guardi
però quest’apparato«, aggiunse subito, si
asciugò le mani con un canovaccio e indicò al
contempo l’apparato.
»Finora è stato necessario un intervento
manuale, da ora in poi però l’apparato lavorerà
da solo.«
Il Viaggiatore annuì e seguì l’Ufficiale. Costui
cercò di mettersi al sicuro per ogni eventuale
contrattempo e disse quindi:
»Ovviamente succedono dei guasti, ma spero
che oggi non ne capitino, anche se bisogna
sempre metterli nel conto. In effetti questo
apparato deve stare in funzione per dodici ore
ininterrottamente. Comunque se Capitano dei
guasti, si tratta di cose minime e si eliminano
subito. Non si vuol sedere?« chiese alla fine; da
un mucchio di sedie di bamboo ne estrasse una e
la offrì al Viaggiatore, che non poté rifiutare. Si
sedette quindi al bordo di una fossa nella quale
gettò uno sguardo di sfuggita. Non era molto
profonda. Da un lato della fossa la terra scavata
era ammucchiata in terrapieno, dall’altro lato
stava in piedi l’apparato.
»Non so«, disse l’Ufficiale, »se il Comandante
Le ha già spiegato l’apparato.« Il Viaggiatore
fece un gesto vago con la mano; l’Ufficiale non
si aspettava niente di meglio, così adesso poteva
spiegare lui l’apparato.
»Questo apparato«, disse agguantando una
manovella sulla quale si appoggiò, »è
un’invenzione
del
nostro
precedente
Comandante. Io ho collaborato subito, fin dai
primissimi tentativi, e ho sempre preso parte a
tutti i lavori fino alla conclusione. Però il merito
della scoperta veramente spetta solo a lui. Non
ha sentito parlare del nostro precedente
Comandante? No? Bene, non mi sembra di
esagerare affermando che tutto l’ordinamento
dell’intera isola è opera sua. Noialtri, amici suoi,
sapevamo già alla sua morte che l’ordinamento
della Colonia è talmente in sé concluso che il
suo successore, anche se avesse mille nuovi
progetti in testa, non sarebbe in grado di
cambiar niente del Vecchio, almeno per molti
anni a venire. La nostra predizione infatti si è
avverata; il nuovo Comandante lo ha dovuto
riconoscere. E’ peccato che Lei non abbia
gekannt haben! - Aber«, unterbrach sich der
Offizier, »ich schwätze, und sein Apparat steht
hier vor uns. Er besteht, wie Sie sehen, aus drei
Teilen. Es haben sich im Laufe der Zeit für jeden
dieser Teile gewissermaßen volkstümliche
Bezeichnungen ausgebildet. Der untere heißt das
Bett, der obere heißt der Zeichner, und hier der
mittlere, schwebende Teil heißt die Egge.«
»Die Egge?« fragte der Reisende. Er hatte nicht
ganz aufmerksam zugehört, die Sonne verfing
sich allzu stark in dem schattenlosen Tal, man
konnte schwer seine Gedanken sammeln. Um so
bewundernswerter erschien ihm der Offizier, der
im engen, parademäßigen, mit Epauletten
beschwerten,
mit
Schnüren
behängten
Waffenrock so eifrig seine Sache erklärte und
außerdem, während er sprach, mit einem
Schraubendreher noch hier und da an einer
Schraube sich zu schaffen machte. In ähnlicher
Verfassung wie der Reisende schien der Soldat zu
sein. Er hatte um beide Handgelenke die Kette des
Verurteilten gewickelt, stützte sich mit der Hand
auf sein Gewehr, ließ den Kopf im Genick
hinunterhängen und kümmerte sich um nichts.
Der Reisende wunderte sich nicht darüber, denn
der Offizier sprach französisch, und Französisch
verstand gewiß weder der Soldat noch der
Verurteilte. Um so auffallender war es allerdings,
daß der Verurteilte sich dennoch bemühte, den
Erklärungen des Offiziers zu folgen. Mit einer Art
schläfriger Beharrlichkeit richtete er die Blicke
immer dorthin, wohin der Offizier gerade zeigte,
und als dieser jetzt vom Reisenden mit einer
Frage unterbrochen wurde, sah auch er, ebenso
wie der Offizier, den Reisenden an.
»Ja, die Egge«, sagte der Offizier, »der Name
paßt. Die Nadeln sind eggenartig angeordnet,
auch wird das Ganze wie eine Egge geführt, wenn
auch bloß auf einem Platz und viel kunstgemäßer.
Sie werden es übrigens gleich verstehen. Hier auf
das Bett wird der Verurteilte gelegt. - Ich will
nämlich den Apparat zuerst beschreiben und dann
erst die Prozedur selbst ausführen lassen. Sie
werden ihr dann besser folgen können. Auch ist
ein Zahnrad im Zeichner zu stark abgeschliffen;
es kreischt sehr, wenn es im Gang ist; man kann
sich dann kaum verständigen; Ersatzteile sind hier
leider nur schwer zu beschaffen. - Also hier ist
das Bett, wie ich sagte. Es ist ganz und gar mit
einer Watteschicht bedeckt; den Zweck dessen
werden Sie noch erfahren. Auf diese Watte wird
potuto conoscere il vecchio Comandante! –
Ma«, s’interruppe l’Ufficiale, »io mi perdo in
chiacchiere e il suo apparato sta qui in piedi di
fronte a noi. Esso, come vede, consiste di tre
parti. Nel corso del tempo sono state coniate per
ciascuna di queste parti delle definizioni
popolari. La parte bassa si chiama il letto, la
parte alta si chiama lo scrittoio e qui la parte
intermedia , sospesa, si chiama l’erpice.«
»L’erpice?« chiese il Viaggiatore. Non aveva
ascoltato con la dovuta attenzione, il sole si
addensava troppo forte in quella valle
senz’ombra, non si riusciva bene a raccogliere i
pensieri. E tanto più stupefacente gli appariva
l’Ufficiale che, stretto nella sua giubba militare,
appesantita dalle spalline, e con tutti quei
cordoni appesi, stava spiegando la cosa con
tanta solerzia e inoltre, mentre parlava, con una
chiave inglese si dava da fare qua e là con dei
bulloni. Dello stesso stato d’animo del
Viaggiatore sembrava essere anche il Soldato.
Aveva avvolto intorno ai polsi la catena del
Condannato, si appoggiava al fucile, teneva
piegata indietro la testa sulla nuca e non si
preoccupava di niente.
Il Viaggiatore non se ne stupiva, in quanto
l’Ufficiale parlava in francese, e il Soldato non
conosceva certo il francese e neppure il
Condannato. E tanto più stupefacente perciò era
il fatto che il Condannato, invece, si sforzasse di
seguire le spiegazioni dell’Ufficiale. Con una
sorta di sonnolente perseveranza drizzava lo
sguardo sempre proprio là dove l’Ufficiale
accennava e quando costui veniva interrotto da
una domanda del Viaggiatore, anche lui, come
l’Ufficiale, volgeva lo sguardo al Viaggiatore.
»Già, l’erpice«, disse l’Ufficiale, »il nome è
adatto. Gli aghi stanno in ordine erpicale, e tutto
l’insieme viene guidato come un erpice, anche
se solo sullo stesso punto e con molta più arte.
Per altro lo capirà fra poco lei stesso. Qui sul
letto viene disteso il Condannato. - Prima voglio
descrivere appunto l’apparato e solo dopo dar
luogo alla procedura stessa. Allora la potrà
seguire meglio. C’è anche un ingranaggio nello
scrittoio che è troppo consumato; cigola molto
quando è in moto; in quei momenti ci si può
capire appena; pezzi di ricambio qui son difficili
da avere. – Allora: qui, come dicevo, c’è il letto.
Esso è completamente coperto da uno strato di
cotone, poi saprà a quale scopo. Su questo
der Verurteilte bäuchlings gelegt, natürlich nackt;
hier sind für die Hände, hier für die Füße, hier für
den Hals Riemen, um ihn festzuschnallen. Hier
am Kopfende des Bettes, wo der Mann, wie ich
gesagt habe, zuerst mit dem Gesicht aufliegt, ist
dieser kleine Filzstumpf, der leicht so reguliert
werden kann, daß er dem Mann gerade in den
Mund dringt. Er hat den Zweck, am Schreien und
am Zerbeißen der Zunge zu hindern. Natürlich
muß der Mann den Filz aufnehmen, da ihm sonst
durch den Halsriemen das Genick gebrochen
wird.«
»Das ist Watte?« fragte der Reisende und beugte
sich vor.
»Ja, gewiß«, sagte der Offizier lächelnd,
»befühlen Sie es selbst.« Er faßte die Hand des
Reisenden und führte sie über das Bett hin. »Es ist
eine besonders präparierte Watte, darum sieht sie
so unkenntlich aus; ich werde auf ihren Zweck
noch zu sprechen kommen.«
Der Reisende war schon ein wenig für den
Apparat gewonnen; die Hand zum Schutz gegen
die Sonne über den Augen, sah er an dem Apparat
in die Höhe. Es war ein großer Aufbau. Das Bett
und der Zeichner hatten gleichen Umfang und
sahen wie zwei dunkle Truhen aus. Der Zeichner
war etwa zwei Meter über dem Bett angebracht;
beide waren in den Ecken durch vier
Messingstangen verbunden, die in der Sonne fast
Strahlen warfen. Zwischen den Truhen schwebte
an einem Stahlband die Egge.
Der Offizier hatte die frühere Gleichgültigkeit des
Reisenden kaum bemerkt, wohl aber hatte er für
sein jetzt beginnendes Interesse Sinn; er setzte
deshalb in seinen Erklärungen aus, um dem
Reisenden zur ungestörten Betrachtung Zeit zu
lassen. Der Verurteilte ahmte den Reisenden
nach; da er die Hand nicht über die Augen legen
konnte, blinzelte er mit freien Augen zur Höhe.
»Nun liegt also der Mann«, sagte der Reisende,
lehnte sich im Sessel zurück und kreuzte die
Beine.
»Ja«, sagte der Offizier, schob ein wenig die
Mütze zurück und fuhr sich mit der Hand über das
heiße Gesicht, »nun hören Sie! Sowohl das Bett
als auch der Zeichner haben ihre eigene
elektrische Batterie; das Bett braucht sie für sich
selbst, der Zeichner für die Egge. Sobald der
Mann festgeschnallt ist, wird das Bett in
Bewegung gesetzt. Es zittert in winzigen, sehr
schnellen Zuckungen gleichzeitig seitlich wie
cotone il Condannato viene disteso bocconi,
naturalmente nudo; qui ci sono le cinghie per le
mani, qui per i piedi, qui per il collo, per tenerlo
allacciato stretto. Qui alla testa del letto, dove
l’uomo, come ho detto, viene disteso sulla
faccia, troviamo questo piccolo tampone di
feltro che si può regolare così facilmente da
potersi inserire esattamente nella bocca
dell’uomo. Il suo scopo è quello d’impedirgli di
gridare e di maciullarsi la lingua. Naturalmente
l’uomo deve prendere in bocca il feltro,
altrimenti gli si spezzerebbe per via della
cinghia l’osso del collo.«
»E’ cotone questo?« chiese il Viaggiatore e si
piegò in avanti.
»Sì, certo«, disse l’Ufficiale sorridendo, »lo
senta Lei stesso.« Prese la mano del Viaggiatore
e la passò sul letto. »Si tratta di un cotone
appositamente trattato, per questo sembra così
irriconoscibile; tornerò in seguito a parlare della
sua funzione.«
Il Viaggiatore era già un po’ conquistato dalla
scoperta dell’apparato; con la mano sugli occhi
per proteggersi dal sole guardò l’apparato di
sotto in su. Era una grande struttura. Il letto e lo
scrittoio avevano le stesse dimensioni e
sembravano due cassettoni scuri. Lo scrittoio
era situato a circa due metri sopra il letto;
ambedue erano collegati agli angoli da quattro
colonne di ottone che nel sole lanciavano quasi
dei raggi. Fra i due cassettoni stava sospeso ad
un cavo d’acciaio l’erpice.
L’Ufficiale aveva appena notato in precedenza
l’indifferenza del Viaggiatore, ma adesso
sentiva in lui un interesse crescente, per questo
interruppe la spiegazione per lasciar tempo al
Viaggiatore di osservare indisturbato. Il
Condannato imitava il Viaggiatore; siccome
però non poteva mettersi la mano alla fronte,
guardava in alto strizzando gli occhi.
«Dunque, l’uomo giace disteso», disse il
Viaggiatore, si appoggiò alla sedia e incrociò le
gambe.
«Sì», disse l’Ufficiale, spinse un po’ indietro il
berretto e si passò la mano sul viso accaldato,
«dunque, ascolti! Sia il letto che lo scrittoio
hanno una propria batteria: il letto ne ha bisogno
per se stesso, lo scrittoio per l’erpice. Non
appena l’uomo viene stretto con le cinghie, il
letto si mette in movimento. Si muove a scatti
impercettibili e rapidissimi sia orizzontali che
auch auf und ab. Sie werden ähnliche Apparate in
Heilanstalten gesehen haben; nur sind bei
unserem Bett alle Bewegungen genau berechnet;
sie müssen nämlich peinlich auf die Bewegungen
der Egge abgestimmt sein. Dieser Egge aber ist
die eigentliche Ausführung des Urteils
überlassen.«
»Wie lautet denn das Urteil?« fragte der Reisende.
»Sie wissen auch das nicht?« sagte der Offizier
erstaunt und biß sich auf die Lippen: »Verzeihen
Sie, wenn vielleicht meine Erklärungen
ungeordnet sind; ich bitte Sie sehr um
Entschuldigung. Die Erklärungen pflegte früher
nämlich der Kommandant zu geben; der neue
Kommandant aber hat sich dieser Ehrenpflicht
entzogen; daß er jedoch einen so hohen Besuch« der Reisende suchte die Ehrung mit beiden
Händen abzuwehren, aber der Offizier bestand auf
dem Ausdruck - »einen so hohen Besuch nicht
einmal von der Form unseres Urteils in Kenntnis
setzt, ist wieder eine Neuerung, die -«, er hatte
einen Fluch auf den Lippen, faßte sich aber und
sagte nur: »Ich wurde nicht davon verständigt,
mich trifft nicht die Schuld. Űbrigens bin ich
allerdings am besten befähigt, unsere Urteilsarten
zu erklären, denn ich trage hier« -er schlug auf
seine
Brusttasche
»die
betreffenden
Handzeichnungen des früheren Kommandanten.«
»Handzeichnungen des Kommandanten selbst?«
fragte der Reisende: »Hat er denn alles in sich
vereinigt? War er Soldat, Richter, Konstrukteur,
Chemiker, Zeichner?«
»Jawohl«, sagte der Offizier kopfnickend, mit
starrem, nachdenklichem Blick. Dann sah er
prüfend seine Hände an; sie schienen ihm nicht
rein genug, um die Zeichnungen anzufassen; er
ging daher zum Kübel und wusch sie nochmals.
Dann zog er eine kleine Ledermappe hervor und
sagte:
»Unser Urteil klingt nicht streng. Dem
Verurteilten wird das Gebot, das er übertreten hat,
mit der Egge auf den Leib geschrieben. Diesem
Verurteilten zum Beispiel« - der Offizier zeigte
auf den Mann - »wird auf den Leib geschrieben
werden: Ehre deinen Vorgesetzten!«
Der Reisende sah flüchtig auf den Mann hin; er
hielt, als der Offizier auf ihn gezeigt hatte, den
Kopf gesenkt und schien alle Kraft des Gehörs
anzuspannen, um etwas zu erfahren. Aber die
Bewegungen
seiner
wulstig
aneinander
gedrückten Lippen zeigten offenbar, daß er nichts
verticali. Di simili apparecchi ne avrà visti in
qualche casa di cura, solo che nel caso del
nostro letto tutti i movimenti sono calcolati
esattamente, devono essere perfettamente in
armonia coi movimenti dell’erpice. Però è a
questo erpice che viene demandata la vera e
propria esecuzione del verdetto.»
«E qual è il verdetto?» chiese il Viaggiatore.
«Non conosce neppure questo?» disse
l’Ufficiale stupefatto e si morse le labbra »mi
scusi se le mie spiegazioni sono forse
disordinate, me ne scuso profondamente. Prima
infatti era il Comandante che si occupava delle
spiegazioni, ma il nuovo Comandante si è
sottratto a questo incarico onorifico; che
comunque un ospite di tanto riguardo« -il
Viaggiatore cercò di schermirsi con ambedue le
mani di fronte a tanta onorificenza, ma
l’Ufficiale insistette sul termine - »un ospite di
tanto riguardo non venga portato a conoscenza
della forma del nostro verdetto, è un’altra
innovazione, che -«, e aveva una imprecazione
sulle labbra, però si trattenne e disse soltanto:«io
non ne sono stato messo al corrente, non ne ho
colpa. D’altronde sono io in effetti quello che è
più in grado di spiegare le nostre forme di
verdetto, ché qui porto« -e si batté la mano sul
taschino- »i relativi disegni eseguiti a mano dal
vecchio Capitano.«
»Disegni a mano dello stesso Comandante?«
chiese il Viaggiatore: «Allora riassumeva in sé
tutto? Era Soldato, giudice, costruttore, chimico,
disegnatore?«
»Certamente«, disse l’Ufficiale inclinando la
testa, con sguardo fisso, pensoso. Poi dette
un’occhiata alle sue mani; non gli sembrarono
abbastanza pulite per toccare i disegni, perciò
andò al secchio e se le lavò un’altra volta.
Quindi tirò fuori una piccola cartella in pelle e
disse:
»Il nostro verdetto non suona severo. Al
Condannato viene scritto sul corpo, per mezzo
dell’erpice, il comandamento che lui ha
trasgredito. A questo Condannato, per
esempio,« -e l’Ufficiale accennò all’uomo»verrà scritto sul corpo: Rispetta il tuo
superiore!«
Il Viaggiatore lanciò all’uomo un’occhiata
furtiva; costui, non appena l’Ufficiale lo ebbe
indicato, tenne la testa bassa e sembrava
impegnare tutta la forza dell’udito per riuscire a
verstehen
konnte.
Der
Reisende
hatte
verschiedenes fragen wollen, fragte aber im
Anblick des Mannes nur:
»Kennt er sein Urteil?«
»Nein«, sagte der Offizier und wollte gleich in
seinen Erklärungen fortfahren, aber der Reisende
unterbrach ihn:
»Er kennt sein eigenes Urteil nicht?«
»Nein«, sagte der Offizier wieder, stockte dann
einen Augenblick, als verlange er vom Reisenden
eine nähere Begründung seiner Frage, und sagte
dann:
»Es wäre nutzlos, es ihm zu verkünden. Er erfährt
es ja auf seinem Leib.« Der Reisende wollte
schon verstummen, da fühlte er, wie der
Verurteilte seinen Blick auf ihn richtete; er schien
zu fragen, ob er den geschilderten Vorgang
billigen könne. Darum beugte sich der Reisende,
der sich bereits zurückgelehnt hatte, wieder vor
und fragte noch:
»Aber daß er überhaupt verurteilt wurde, das weiß
er doch?« »Auch nicht«, sagte der Offizier und
lächelte den Reisenden an, als erwarte er nun von
ihm noch einige sonderbare Eröffnungen.
»Nein«, sagte der Reisende und strich sich über
die Stirn hin, »dann weiß also der Mann auch jetzt
noch nicht, wie seine Verteidigung aufgenommen
wurde?«
»Er hat keine Gelegenheit gehabt, sich zu
verteidigen«, sagte der Offizier und sah abseits,
als rede er zu sich selbst und wolle den Reisenden
durch Erzählung dieser ihm selbstverständlichen
Dinge nicht beschämen.
»Er muß doch Gelegenheit gehabt haben, sich zu
verteidigen«, sagte der Reisende und stand vom
Sessel auf.
Der Offizier erkannte, daß er in Gefahr war, in der
Erklärung des Apparates für lange Zeit
aufgehalten zu werden; er ging daher zum
Reisenden, hing sich in seinen Arm, zeigte mit
der Hand auf den Verurteilten, der sich jetzt, da
die Aufmerksamkeit so offenbar auf ihn gerichtet
war, stramm aufstellte - auch zog der Soldat die
Kette an -, und sagte:
»Die Sache verhält sich folgendermaßen. Ich bin
hier in der Strafkolonie zum Richter bestellt.
Trotz meiner Jugend. Denn ich stand auch dem
früheren Kommandanten in allen Strafsachen zur
Seite und kenne auch den Apparat am besten. Der
Grundsatz, nach dem ich entscheide, ist: Die
Schuld ist immer zweifellos. Andere Gerichte
sapere qualcosa. Ma i movimenti delle sue
labbra rigonfie, pressate insieme, dimostravano
chiaramente che non riusciva a capire niente. Il
Viaggiatore avrebbe voluto sapere diverse cose,
ma alla vista dell’uomo chiese soltanto:
»Lui lo conosce il verdetto?«
»No«, disse l’Ufficiale e voleva subito
continuare con le sue spiegazioni, ma il
Viaggiatore lo interruppe:
»Non conosce il suo verdetto?«
»No«, disse l’Ufficiale di nuovo, poi si fermò un
attimo come se pretendesse dal Viaggiatore una
più specifica motivazione della sua domanda, e
quindi disse:
«Sarebbe inutile comunicarglielo. Lo apprende
sul proprio corpo». Il Viaggiatore voleva ormai
tacere, in quanto sentiva come il Condannato
rivolgeva a lui lo sguardo; sembrava chiedere se
lui potesse approvare quel procedimento. Per
questo il Viaggiatore, che si era appena
appoggiato, si piegò ancora in avanti e chiese:
»Ma che lui è stato Condannato, almeno lo sa?«
»Neppure questo«, disse l’Ufficiale e sorrise al
Viaggiatore, come se da lui si aspettasse ancora
delle strane dichiarazioni.
»No«, disse il Viaggiatore e si passò la mano
sulla fronte, »allora dunque l’uomo non sa
ancora com’è stata accolta la sua difesa?«
»Non ha avuto modo di difendersi«, disse
l’Ufficiale e distolse lo sguardo, come se
parlasse per se stesso e non volesse umiliare il
Viaggiatore con la spiegazione di queste cose
così ovvie per lui.
»Ma deve aver avuto pur modo di difendersi«,
disse il Viaggiatore e si alzò dalla sedia.
L’Ufficiale si accorse di correre il rischio di
venire interrotto per un bel pezzo nella
spiegazione dell’apparato; si diresse perciò
verso il Viaggiatore, gli si appese al braccio,
indicò con la mano il Condannato, il quale,
adesso che l’attenzione era chiaramente diretta
su di lui, si mise rigido sull’attenti – anche
perché il Soldato aveva tirato la catena -, e
disse:
»La faccenda si pone in questi termini. Io sono
stato nominato Giudice, qui nella Colonia
penale. Malgrado la mia giovane età. In effetti
io assistevo il vecchio Comandante in tutti gli
affari penali e conosco anche l’apparato meglio
di tutti. Io decido secondo questo principio: la
colpa è sempre indubbia. Altri tribunali possono
können diesen Grundsatz nicht befolgen, denn sie
sind vielköpfig und haben auch noch höhere
Gerichte über sich. Das ist hier nicht der Fall,
oder war es wenigstens nicht beim früheren
Kommandanten. Der neue hat allerdings schon
Lust gezeigt, in mein Gericht sich einzumischen,
es ist mir aber bisher gelungen, ihn abzuwehren,
und wird mir auch weiter gelingen. - Sie wollten
diesen Fall erklärt haben; er ist so einfach wie
alle. Ein Hauptmann hat heute morgens die
Anzeige erstattet, daß dieser Mann, der ihm als
Diener zugeteilt ist und vor seiner Türe schläft,
den Dienst verschlafen hat. Er hat nämlich die
Pflicht, bei jedem Stundenschlag aufzustehen und
vor der Tür des Hauptmanns zu salutieren. Gewiß
keine schwere Pflicht und eine notwendige, denn
er soll sowohl zur Bewachung als auch zur
Bedienung frisch bleiben. Der Hauptmann wollte
in der gestrigen Nacht nachsehen, ob der Diener
seine Pflicht erfülle. Er öffnete Schlag zwei Uhr
die Tür und fand ihn zusammengekrümmt
schlafen. Er holte die Reitpeitsche und schlug ihm
über das Gesicht. Statt nun aufzustehen und um
Verzeihung zu bitten, faßte der Mann seinen
Herrn bei den Beinen, schüttelte ihn und rief:
›Wirf die Peitsche weg, oder ich fresse dich.‹ Das ist der Sachverhalt. Der Hauptmann kam vor
einer Stunde zu mir, ich schrieb seine Angaben
auf und anschließend gleich das Urteil. Dann ließ
ich dem Mann die Ketten anlegen. Das alles war
sehr einfach. Hätte ich den Mann zuerst
vorgerufen und ausgefragt, so wäre nur
Verwirrung entstanden. Er hätte gelogen, hätte,
wenn es mir gelungen wäre, die Lügen zu
widerlegen, diese durch neue Lügen ersetzt und so
fort. Jetzt aber halte ich ihn und lasse ihn nicht
mehr. - Ist nun alles erklärt? Aber die Zeit
vergeht, die Exekution sollte schon beginnen, und
ich bin mit der Erklärung des Apparates noch
nicht fertig.« Er nötigte den Reisenden auf den
Sessel nieder, trat wieder zu dem Apparat und
begann: »Wie Sie sehen, entspricht die Egge der
Form des Menschen; hier ist die Egge für den
Oberkörper, hier sind die Eggen für die Beine. Für
den Kopf ist nur dieser kleine Stichel bestimmt.
Ist Ihnen das klar?« Er beugte sich freundlich zu
dem Reisenden vor, bereit zu den umfassendsten
Erklärungen.
Der Reisende sah mit gerunzelter Stirn die Egge
an. Die Mitteilungen über das Gerichtsverfahren
hatten ihn nicht befriedigt. Immerhin mußte er
non seguire questo principio, ché sono a più
teste e hanno ancora altri tribunali sopra di loro.
Ma questo non è il nostro caso, o almeno non lo
è stato sotto il vecchio Comandante. Il nuovo, è
vero, ha già dato segno di volersi immischiare
nel mio tribunale, finora però son riuscito a
tenerlo lontano, e ci riuscirò anche in seguito. –
Lei desidera una spiegazione per questo caso; è
semplice come tutti gli altri. Un Capitano
stamane ha denunciato il fatto che quest’uomo,
che gli era stato assegnato come inserviente e
dorme di fronte alla sua porta, si è addormentato
in servizio. In particolare aveva l’ordine di
alzarsi allo scoccare di ogni ora e di mettersi
sull’attenti dinanzi alla porta del Capitano.
Certo non si trattava di un compito gravoso, ma
di un compito necessario a restare sveglio sia
per fare la guardia, sia per servire. Il Capitano
nella notte di ieri volle controllare se
l’inserviente eseguisse il suo compito. Allo
scoccare delle due di notte aprì la porta e lo
trovò tutto raggomitolato che dormiva. Prese la
frusta da fantino e lo colpì sulla faccia. Invece di
alzarsi e chiedere scusa, l’uomo afferrò il suo
padrone alle gambe, lo scosse e gridò:
»Butta via la frusta o ti divoro« - ecco come
sono andati i fatti. Il Capitano è venuto da me
un’ora fa, io ho registrato le sue dichiarazioni e
quindi, di seguito, il verdetto. Poi ho fatto
mettere l’uomo in catene. Tutto questo è stato
molto semplice. Se io avessi convocato l’uomo
e lo avessi interrogato, ne sarebbe nato solo un
pasticcio. Avrebbe mentito, e se mi fosse
riuscito di controbattere alle sue bugie, lui le
avrebbe sostituite con nuove bugie e così via.
Ora invece lo tengo e non me lo faccio più
scappare. – E’ tutto chiaro ora? Ma il tempo
corre, l’esecuzione avrebbe già dovuto avere
inizio, e io non ho ancora finito di spiegare
l’apparato.« Fece mettere a sedere di nuovo il
Viaggiatore sulla sedia, sia riaccostò
all’apparato e cominciò: »Come vede, l’erpice
corrisponde alla forma dell’uomo; qui c’è
l’erpice per il dorso, qui ci sono gli erpici per le
gambe. Per la testa è stato destinato solo questo
spunzone. Le risulta chiaro?« Si piegò
amichevolmente sul Viaggiatore, pronto a dare
le più esaurienti spiegazioni.
Il Viaggiatore guardò l’erpice con fronte
corrugata. Le comunicazioni relative al
procedimento giudiziario non lo avevano
sich sagen, daß es sich hier um eine Strafkolonie
handelte, daß hier besondere Maßregeln
notwendig waren und daß man bis zum letzten
militärisch vorgehen mußte. Außerdem aber setzte
er einige Hoffnungen auf den neuen
Kommandanten, der offenbar, allerdings langsam,
ein neues Verfahren einzuführen beabsichtigte,
das dem beschränkten Kopf dieses Offiziers nicht
eingehen konnte. Aus diesem Gedankengang
heraus fragte der Reisende:
»Wird der Kommandant der Exekution
beiwohnen?«
»Es ist nicht gewiß«, sagte der Offizier, durch die
unvermittelte Frage peinlich berührt, und seine
freundliche Miene verzerrte sich:
»Gerade deshalb müssen wir uns beeilen. Ich
werde sogar, so leid es mir tut, meine Erklärungen
abkürzen müssen. Aber ich könnte ja morgen,
wenn der Apparat wieder gereinigt ist - daß er so
sehr beschmutzt wird, ist sein einziger Fehler -,
die näheren Erklärungen nachtragen. Jetzt also
nur das Notwendigste. - Wenn der Mann auf dem
Bett liegt und dieses ins Zittern gebracht ist, wird
die Egge auf den Körper gesenkt. Sie stellt sich
von selbst so ein, daß sie nur knapp mit den
Spitzen den Körper berührt; ist diese Einstellung
vollzogen, strafft sich sofort dieses Stahlseil zu
einer Stange.
Und nun beginnt das Spiel. Ein Nichteingeweihter
merkt äußerlich keinen Unterschied in den
Strafen. Die Egge scheint gleichförmig zu
arbeiten. Zitternd sticht sie ihre Spitzen in den
Körper ein, der überdies vom Bett aus zittert. Um
es nun jedem zu ermöglichen, die Ausführung des
Urteils zu überprüfen, wurde die Egge aus Glas
gemacht.
Es
hat
einige
technische
Schwierigkeiten verursacht, die Nadeln darin zu
befestigen, es ist aber nach vielen Versuchen
gelungen. Wir haben eben keine Mühe gescheut.
Und nun kann jeder durch das Glas sehen, wie
sich die Inschrift im Körper vollzieht. Wollen Sie
nicht näherkommen und sich die Nadeln
ansehen?«
Der Reisende erhob sich langsam, ging hin und
beugte sich über die Egge.
»Sie sehen«, sagte der Offizier, »zweierlei Nadeln
in vielfacher Anordnung. Jede lange hat eine
kurze neben sich. Die lange schreibt nämlich, und
die kurze spritzt Wasser aus, um das Blut
abzuwaschen und die Schrift immer klar zu
erhalten. Das Blutwasser wird dann hier in kleine
soddisfatto. Tuttavia dovette dire a se stesso che
qui si trattava di una Colonia penale, che qui
erano necessarie misure particolari e che si
doveva applicare il regime militare fino in
fondo. Detto questo però egli ripose una qualche
speranza nel nuovo Comandante, che secondo
tutte le apparenze, anche se lentamente, aveva in
progetto
l’introduzione
di
un
nuovo
procedimento che non poteva entrare nella testa
ottusa dell’Ufficiale. Partendo da questa
riflessione il Viaggiatore chiese:
»Il Comandante assisterà all’esecuzione?«
»Non è sicuro«, disse l’Ufficiale, contristato da
questa improvvisa domanda, e la sua
espressione amichevole si contrasse:
»Proprio per questo dobbiamo affrettarci. E per
quanto mi dispiaccia, dovrò addirittura limitare
le mie spiegazioni. Comunque domani, quando
l’apparato sarò ripulito – il fatto che si sporchi
molto è il suo unico difetto-, potrei sopperire
con spiegazioni più approfondite. Adesso quindi
solo l’essenziale. – Quando l’uomo è disteso sul
letto e il letto è entrato in vibrazione, l’erpice
viene calato sul corpo. Esso si adatta da solo, in
tal modo che con le sue punte tocca il corpo
appena ; non appena questa sistemazione si è
completata, quel cavo d’acciaio s’irrigidisce
subito in una sbarra.
E a questo punto comincia il gioco. Un profano
non nota dall’esterno nessuna differenza fra le
varie pene. L’erpice sembra lavorare
uniformemente. Tremando infila le sue punte
nel corpo, che a sua volta trema a causa del
letto. Per permettere a ciascuno di controllare
l’esecuzione del verdetto, l’erpice è stato fatto di
vetro. Ciò ha causato alcune difficoltà tecniche
per fissarvi gli aghi, però dopo molti tentativi ci
siamo riusciti. In effetti non ci siamo risparmiati
fatiche di sorta. E adesso ognuno può vedere
attraverso il vetro come si esegue la scritta sul
corpo. Non vuole accostarsi ancora un po’ per
osservare gli aghi?«
Il Viaggiatore si alzò lentamente, si avvicinò e
si piegò sull’erpice.
»Vede«, disse l’Ufficiale, » due tipi di aghi in
diversi ordini. Ogni ago lungo ne ha uno corto
accanto. Il lungo scrive, appunto, e il corto
schizza acqua per dilavare il sangue e mantenere
la scritta sempre chiara. L’acqua sanguinolenta
Rinnen geleitet und fließt endlich in diese
Hauptrinne, deren Abflußrohr in die Grube führt.«
Der Offizier zeigte mit dem Finger genau den
Weg, den das Blutwasser nehmen mußte. Als er
es, um es möglichst anschaulich zu machen, an
der Mündung des Abflußrohres mit beiden
Händen förmlich auffing, erhob der Reisende den
Kopf und wollte, mit der Hand rückwärts tastend,
zu seinem Sessel zurückgehen. Da sah er zu
seinem Schrecken, daß auch der Verurteilte gleich
ihm der Einladung des Offiziers, sich die
Einrichtung der Egge aus der Nähe anzusehen,
gefolgt war. Er hatte den verschlafenen Soldaten
an der Kette ein wenig vorgezerrt und sich auch
über das Glas gebeugt. Man sah, wie er mit
unsicheren Augen auch das suchte, was die zwei
Herren eben beobachtet hatten, wie es ihm aber,
da ihm die Erklärung fehlte, nicht gelingen wollte.
Er beugte sich hierhin und dorthin. Immer wieder
lief er mit den Augen das Glas ab. Der Reisende
wollte ihn zurücktreiben, denn, was er tat, war
wahrscheinlich strafbar. Aber der Offizier hielt
den Reisenden mit einer Hand fest, nahm mit der
anderen eine Erdscholle vom Wall und warf sie
nach dem Soldaten. Dieser hob mit einem Ruck
die Augen, sah, was der Verurteilte gewagt hatte,
ließ das Gewehr fallen, stemmte die Füße mit den
Absätzen in den Boden, riß den Verurteilten
zurück, daß er gleich niederfiel, und sah dann auf
ihn hinunter, wie er sich wand und mit seinen
Ketten klirrte.
»Stell ihn auf!« schrie der Offizier, denn er
merkte, daß der Reisende durch den Verurteilten
allzusehr abgelenkt wurde. Der Reisende beugte
sich sogar über die Egge hinweg, ohne sich um
sie zu kümmern, und wollte nur feststellen, was
mit dem Verurteilten geschehe.
»Behandle ihn sorgfältig!« schrie der Offizier
wieder. Er umlief den Apparat, faßte selbst den
Verurteilten unter den Achseln und stellte ihn, der
öfters mit den Füßen ausglitt, mit Hilfe des
Soldaten auf.
»Nun weiß ich schon alles«, sagte der Reisende,
als der Offizier wieder zu ihm zurückkehrte.
»Bis auf das Wichtigste«, sagte dieser, ergriff den
Reisenden am Arm und zeigte in die Höhe: »Dort
im Zeichner ist das Räderwerk, welches die
Bewegung der Egge bestimmt, und dieses
Räderwerk wird nach der Zeichnung, auf welche
das Urteil lautet, angeordnet. Ich verwende noch
die Zeichnungen des früheren Kommandanten.
poi viene incanalata qui in piccoli solchi e sgora
infine in questa scanalatura principale il cui tubo
di scolo scarica nella fossa.« L’Ufficiale indicò
col dito esattamente il percorso che doveva
esser fatto dall’acqua sanguinolenta. Quando,
per rendere il più possibile visibile la cosa, alla
fine del canale di scarico con le due mani fece
l’atto di raccoglierla, il Viaggiatore sollevò la
testa e volle tornare alla sedia, tastando con le
mani dietro di sé. A questo punto vide con
spavento che il Condannato come lui aveva
seguito l’invito dell’Ufficiale a osservare da
vicino la struttura dell’erpice. Aveva un po’
stiracchiato per la catena il Soldato
addormentato e si era piegato sul vetro anche
lui. Si vedeva come anche lui cercasse con
occhio insicuro ciò che i due uomini avevano
appena osservato, ma non ci riuscisse, in quanto
gli era mancata la spiegazione. Si piegava ora di
qua ora di là, scorrendo sempre di nuovo sul
vetro con lo sguardo. Il Viaggiatore voleva
tirarlo indietro, ché quel che faceva era,
probabilmente,
passibile di condanna. Ma
l’Ufficiale trattenne il Viaggiatore con una
mano e con l’altra raccattò una zolla di terra dal
terrapieno e la lanciò sul Soldato. Costui aprì gli
occhi di soprassalto, vide cosa aveva osato il
Condannato, lasciò cadere il fucile, appuntò i
piedi con i talloni nel terreno, tirò indietro il
Condannato, sicché questo cadde per terra, e si
mise a guardarlo dall’alto, mentre si voltava e
faceva tintinnare le catene.
»Rimettilo in piedi!« gridò l’Ufficiale, in quanto
notò come il Viaggiatore venisse troppo
distratto dal Condannato. Il Viaggiatore si era
piegato addirittura al di là dell’erpice, senza
preoccuparsene, per constatare cosa succedesse
con il Condannato.
»Trattalo con cura!« gridò ancora l’Ufficiale.
Girò intorno all’apparato, afferrò lui stesso il
Condannato sotto le ascelle e con l’aiuto del
Soldato lo depose sopra, mentre lui talvolta
scivolava coi piedi.
»Ormai so già tutto«, disse il Viaggiatore,
mentre l’Ufficiale ritornava verso di lui.
»Salvo l’essenziale«, disse quest’ultimo, lo
afferrò per il braccio e gli accennò in lato:»
Lassù nello scrittoio c’è il complesso
d’ingranaggi che regola il movimento
dell’erpice, e questo complesso d’ingranaggi si
regola sul disegno che riproduce il verdetto. Io
Hier sind sie« - er zog einige Blätter aus der
Ledermappe -, »ich kann sie Ihnen aber leider
nicht in die Hand geben, sie sind das Teuerste,
was ich habe. Setzen Sie sich, ich zeige sie Ihnen
aus dieser Entfernung, dann werden Sie alles gut
sehen können.« Er zeigte das erste Blatt. Der
Reisende hätte gerne etwas Anerkennendes
gesagt, aber er sah nur labyrinthartige, einander
vielfach kreuzende Linien, die so dicht das Papier
bedeckten, daß man nur mit Mühe die weißen
Zwischenräume erkannte.
»Lesen Sie«, sagte der Offizier.
»Ich kann nicht«, sagte der Reisende.
»Es ist doch deutlich«, sagte der Offizier.
»Es ist sehr kunstvoll«, sagte der Reisende
ausweichend, »aber ich kann es nicht entziffern.«
»Ja«, sagte der Offizier, lachte und steckte die
Mappe wieder ein, »es ist keine Schönschrift für
Schulkinder. Man muß lange darin lesen. Auch
Sie würden es schließlich gewiß erkennen. Es darf
natürlich keine einfache Schrift sein; sie soll ja
nicht sofort töten, sondern durchschnittlich erst in
einem Zeitraum von zwölf Stunden; für die
sechste Stunde ist der Wendepunkt berechnet. Es
müssen also viele, viele Zieraten die eigentliche
Schrift umgeben; die wirkliche Schrift umzieht
den Leib nur in einem schmalen Gürtel; der
übrige Körper ist für Verzierungen bestimmt.
Können Sie jetzt die Arbeit der Egge und des
ganzen Apparates würdigen? - Sehen Sie doch!«
Er sprang auf die Leiter, drehte ein Rad, rief
hinunter: »Achtung, treten Sie zur Seite!«, und
alles kam in Gang. Hätte das Rad nicht gekreischt,
es wäre herrlich gewesen. Als sei der Offizier von
diesem störenden Rad überrascht, drohte er ihm
mit der Faust, breitete dann, sich entschuldigend,
zum Reisenden hin die Arme aus und kletterte
eilig hinunter, um den Gang des Apparates von
unten zu beobachten. Noch war etwas nicht in
Ordnung, das nur er merkte; er kletterte wieder
hinauf, griff mit beiden Händen in das Innere des
Zeichners,
glitt
dann,
um
rascher
hinunterzukommen, statt die Leiter zu benutzen,
an der einen Stange hinunter und schrie nun, um
sich im Lärm verständlich zu machen, mit
äußerster Anspannung dem Reisenden ins Ohr:
»Begreifen Sie den Vorgang? Die Egge fängt zu
schreiben an; ist sie mit der ersten Anlage der
Schrift auf dem Rücken des Mannes fertig, rollt
die Watteschicht und wälzt den Körper langsam
auf die Seite, um der Egge neuen Raum zu bieten.
utilizzo ancora i disegni del vecchio
Comandante. Eccoli« - tirò fuori alcuni fogli
dalla cartella di pelle -, »purtroppo non posso
farglieli toccare, sono la cosa più cara che abbia.
Si sieda e io glieli mostro da questa distanza,
così potrà avere una buona visione del tutto.«
Gli mostrò il primo foglio. Il Viaggiatore
avrebbe volentieri dato un cenno di assenso, ma
non vedeva che linee labirintiche che
s’incrociavano a più riprese e coprivano così
fittamente la carta che si potevano scorgere solo
a fatica gli spazi bianchi fra linea e linea.
»Legga«, disse l’Ufficiale.
»Non posso«, disse il Viaggiatore.
»Ma è chiaro«, disse l’Ufficiale.
»E’ molto artistico«, disse il Viaggiatore tanto
per divagare, »ma io non so decifrarlo.«
»Sì«, disse l’Ufficiale, rise e ripose la cartella,
»non è un esercizio di calligrafia per scolaretti.
Bisogna starci molto lì a decifrare. Anche Lei
alla fine ci arriverebbe senz’altro. Non deve
trattarsi di una scrittura semplice; non deve
uccidere immediatamente, bensì di media in un
lasso di tempo di dodici ore; si calcola il punto
di svolta alla sesta ora. Molti, molti ornamenti
devono circondare la vera e propria scritta; la
vera scritta copre il corpo solo in una stretta
fascia, il resto del corpo è destinato agli
ornamenti. Si sente adesso in grado di
apprezzare il lavoro dell’erpice e dell’intero
apparato? – Stia a vedere!«
Saltò sulla scala, girò una ruota, gridò rivolto in
basso: »Attenzione, si faccia da parte!«, e tutto
si mise in moto. Sarebbe stato magnifico, se la
ruota non avesse cigolato. Come se l’Ufficiale
fosse stupito da questa ruota fastidiosa, la
minacciò con il pugno, poi, scusandosi, allargò
le braccia verso il Viaggiatore e si precipitò giù
per la scala per osservare dal basso l’andamento
dell’apparato. C’era ancora qualcosa che non
era in ordine e che solo lui notò, salì di nuovo in
alto, affondò le due mani nell’interno dello
scrittoio, si lasciò scivolare poi giù, per fare più
in fretta, lungo una colonnetta, invece di usare la
scala, e gridò quindi, per farsi intendere in
mezzo al fracasso, con estrema tensione
nell’orecchio al Viaggiatore:
»Capisce il procedimento? L’erpice comincia a
scrivere e quando ha finito con la prima stesura
della scritta sul dorso dell’uomo, lo strato di
cotone scorre e gira lentamente il corpo
Inzwischen legen sich die wundbeschriebenen
Stellen auf die Watte, welche infolge der
besonderen Präparierung sofort die Blutung stillt
und zu neuer Vertiefung der Schrift vorbereitet.
Hier die Zacken am Rande der Egge reißen dann
beim weiteren Umwälzen des Körpers die Watte
von den Wunden, schleudern sie in die Grube,
und die Egge hat wieder Arbeit. So schreibt sie
immer tiefer die zwölf Stunden lang. Die ersten
sechs Stunden lebt der Verurteilte fast wie früher,
er leidet nur Schmerzen. Nach zwei Stunden wird
der Filz entfernt, denn der Mann hat keine Kraft
zum Schreien mehr. Hier in diesen elektrisch
geheizten Napf am Kopfende wird warmer
Reisbrei gelegt, aus dem der Mann, wenn er Lust
hat, nehmen kann, was er mit der Zunge erhascht.
Keiner versäumt die Gelegenheit. Ich weiß
keinen, und meine Erfahrung ist groß. Erst um die
sechste Stunde verliert er das Vergnügen am
Essen. Ich knie dann gewöhnlich hier nieder und
beobachte diese Erscheinung. Der Mann schluckt
den letzten Bissen selten, er dreht ihn nur im
Mund und speit ihn in die Grube. Ich muß mich
dann bücken, sonst fährt er mir ins Gesicht. Wie
still wird dann aber der Mann um die sechste
Stunde! Verstand geht dem Blödesten auf. Um die
Augen beginnt es. Von hier aus verbreitet es sich.
Ein Anblick, der einen verführen könnte, sich mit
unter die Egge zu legen. Es geschieht ja weiter
nichts, der Mann fängt bloß an, die Schrift zu
entziffern, er spitzt den Mund, als horche er. Sie
haben gesehen, es ist nicht leicht, die Schrift mit
den Augen zu entziffern; unser Mann entziffert
sie aber mit seinen Wunden. Es ist allerdings viel
Arbeit; er braucht sechs Stunden zu ihrer
Vollendung. Dann aber spießt ihn die Egge
vollständig auf und wirft ihn in die Grube, wo er
auf das Blutwasser und die Watte niederklatscht.
Dann ist das Gericht zu Ende, und wir, ich und
der Soldat, scharren ihn ein.«
Der Reisende hatte das Ohr zum Offizier geneigt
und sah, die Hände in den Rocktaschen, der
Arbeit der Maschine zu. Auch der Verurteilte sah
ihr zu, aber ohne Verständnis. Er bückte sich ein
wenig und verfolgte die schwankenden Nadeln,
als ihm der Soldat, auf ein Zeichen des Offiziers,
mit einem Messer hinten Hemd und Hose
durchschnitt, so daß sie von dem Verurteilten
abfielen; er wollte nach dem fallenden Zeug
greifen, um seine Blöße zu bedecken, aber der
Soldat hob ihn in die Höhe und schüttelte die
dell’uomo di lato per offrire nuovo spazio
all’erpice. Nel frattempo le parti trafitte si
posano sul cotone, che, reso emostatico grazie
ad
uno
speciale
preparato,
arresta
immediatamente il sanguinamento e lo prepara
ad un nuovo approfondimento della scritta. Qui
poi i denti al lato dell’erpice, girandosi ancora il
corpo, strappano il cotone dalle ferite, lo
lanciano nella fossa, e l’erpice può rimettersi al
lavoro. In tal modo esso scrive sempre più in
profondità, per dodici ore di seguito. Nelle
prime sei ore il Condannato vive quasi come
prima, solo che soffre dolore. Dopo due ore il
tampone viene rimosso, ché l’uomo non ha più
la forza di gridare. Qui alla testata del letto in
questa ciotola riscaldata elettricamente viene
posta una pappa di riso calda, di cui l’uomo può
mangiare quel che raccatta con la lingua.
Nessuno si priva di questa occasione. Non ne
conosco neppure uno, eppure la mia esperienza
è notevole. Solo alla sesta ora egli perde il
piacere al cibo. Allora io m’inginocchio e
osservo il fenomeno. L’uomo ingoia raramente
l’ultimo boccone, se lo rigira in bocca e lo sputa
nella fossa. In quel momento mi devo abbassare
altrimenti mi viene in faccia. Ma come diventa
calmo poi l’uomo alla sesta ora! Anche il più
stupido riacquista giudizio. Inizia intorno agli
occhi. Da qui si diffonde. E’ una visione da cui
uno potrebbe essere invogliato a mettersi sotto
l’erpice. Non accade nient’altro, solo che
l’uomo comincia a decifrare la scritta, appunta
le labbra come se ascoltasse. Lei ha visto che
non è facile decifrare la scrittura,ma il nostro
uomo la decifra con le sue ferite. Si tratta certo
di un lavoro lungo, abbisogna di sei ore per
eseguirlo. Poi l’erpice lo perfora completamente
e lo lancia nella fossa, dove va a spiaccicarsi
sopra l’acquiccia sanguinolenta e il cotone. A
quel punto l’esecuzione è terminata, ed io con il
Soldato lo seppelliamo.«
Il Viaggiatore aveva accostato l’orecchio
all’Ufficiale e si mise a guardare, con le mani
nelle tasche della giacca,
il lavoro della
macchina. Anche il Condannato la guardava,
però senza capire. Egli si piegò leggermente e si
mise a seguire gli aghi sospesi, quando, ad un
cenno dell’Ufficiale, da dietro il Soldato con un
coltello gli tagliò in due camicia e pantaloni, di
modo che al Condannato caddero giù a terra;
questo cercò di afferrare quegli indumenti caduti
letzten Fetzen von ihm ab. Der Offizier stellte die
Maschine ein, und in der jetzt eintretenden Stille
wurde der Verurteilte unter die Egge gelegt. Die
Ketten wurden gelöst und statt dessen die Riemen
befestigt; es schien für den Verurteilten im ersten
Augenblick fast wie eine Erleichterung zu
bedeuten. Und nun senkte sich die Egge noch ein
Stück tiefer, denn es war ein magerer Mann. Als
ihn die Spitzen berührten, ging ein Schauer über
seine Haut; er streckte, während der Soldat mit
seiner rechten Hand beschäftigt war, die linke aus,
ohne zu wissen wohin; es war aber die Richtung,
wo der Reisende stand. Der Offizier sah
ununterbrochen den Reisenden von der Seite an,
als suche er von seinem Gesicht den Eindruck
abzulesen, den die Exekution, die er ihm nun
wenigstens oberflächlich erklärt hatte, auf ihn
mache.
Der Riemen, der für das Handgelenk bestimmt
war, riß; wahrscheinlich hatte ihn der Soldat zu
stark angezogen. Der Offizier sollte helfen, der
Soldat zeigte ihm das abgerissene Riemenstück.
Der Offizier ging auch zu ihm hinüber und sagte,
das Gesicht dem Reisenden zugewendet:
»Die Maschine ist sehr zusammengesetzt, es muß
hie und da etwas reißen oder brechen; dadurch
darf man sich aber im Gesamturteil nicht beirren
lassen. Für den Riemen ist übrigens sofort Ersatz
geschafft; ich werde eine Kette verwenden; die
Zartheit der Schwingung wird dadurch für den
rechten Arm allerdings beeinträchtigt.« Und
während er die Ketten anlegte, sagte er noch:
»Die Mittel zur Erhaltung der Maschine sind jetzt
sehr eingeschränkt. Unter dem früheren
Kommandanten war eine mir frei zugängliche
Kassa nur für diesen Zweck bestimmt. Es gab hier
ein Magazin, in dem alle möglichen Ersatzstücke
aufbewahrt wurden. Ich gestehe, ich trieb damit
fast Verschwendung, ich meine früher, nicht jetzt,
wie der neue Kommandant behauptet, dem alles
nur zum Vorwand dient, alte Einrichtungen zu
bekämpfen. Jetzt hat er die Maschinenkassa in
eigener Verwaltung, und schicke ich um einen
neuen Riemen, wird der zerrissene als
Beweisstück verlangt, der neue kommt erst in
zehn Tagen, ist dann aber von schlechterer Sorte
und taugt nicht viel. Wie ich aber in der
Zwischenzeit ohne Riemen die Maschine
betreiben soll, darum kümmert sich niemand.«
Der Reisende überlegte: Es ist immer bedenklich,
in fremde Verhältnisse entscheidend einzugreifen.
per coprire le sue nudità, ma il Soldato li alzò in
alto e strappò via gli ultimi stracci dal suo
corpo. L’Ufficiale mise a punto la macchina, e
nel silenzio che stava subentrando il
Condannato venne sistemato sotto l’erpice. Le
catene vennero sciolte e al loro posto si strinsero
le cinghie; questo per il Condannato in un primo
momento sembrò significare quasi un sollievo.
E ora l’erpice si abbassò ancora di un pezzo, in
quanto si trattava di un uomo magro. Quando gli
aghi lo toccarono, un brivido gli scorse sulla
pelle; mentre il Soldato era occupato con la sua
mano destra, allungò la sinistra senza sapere
dove, ma era la direzione in cui si trovava il
Viaggiatore.
L’Ufficiale
guardava
ininterrottamente il Viaggiatore di schisi, come
se cercasse di leggere nel suo volto
l’impressione che gli faceva l’esecuzione il cui
procedimento gli aveva spiegato almeno
sommariamente.
La cinghia destinata al polso si strappò; forse il
Soldato l’aveva serrata troppo forte. L’Ufficiale
dovette correre ai ripari, mentre il Soldato gli
mostrava il pezzo di cinghia rotto.
L’Ufficiale si avvicinò a lui dall’altra parte della
macchina e disse, con la faccia rivolta al
Viaggiatore:
»La macchina è molto complessa, ogni tanto
qualcosa si deve strappare o rompere: ma non è
questo che ci deve fuorviare nel giudizio
complessivo. Per quanto riguarda la cinghia c’è
subito rimedio, adoprerò una catena; la
delicatezza dell’oscillazione certo ne verrà
compromessa per quanto riguarda il braccio
destro.« E mentre applicava la catena,
aggiunse:» I mezzi per la manutenzione della
macchina attualmente sono molto limitati. Sotto
il precedente Comandante potevo attingere
liberamente
ad
una
cassa
prevista
esclusivamente a tal fine. Qui c’era un
magazzino in cui si conservavano tutti i
possibili pezzi di ricambio. Lo confesso, io ne
facevo quasi spreco, voglio dire prima, non ora,
come afferma il nuovo Comandante, che cerca
tutte le scuse per combattere contro le vecchie
istituzioni. Adesso tiene lui la cassa della
macchina sotto personale controllo e se io
mando a prendere una cinghia di ricambio, si
esige la cinghia rotta come pezza d’appoggio e
la nuova cinghia non arriva prima di dieci giorni
ed è di qualità inferiore e non vale un gran che.
Er war weder Bürger der Strafkolonie, noch
Bürger des Staates, dem sie angehörte.
Wenn er die Exekution verurteilen oder gar
hintertreiben wollte, konnte man ihm sagen: Du
bist ein Fremder, sei still. Darauf hätte er nichts
erwidern, sondern nur hinzufügen können, daß er
sich in diesem Falle selbst nicht begreife, denn er
reise nur mit der Absicht, zu sehen, und
keineswegs
etwa,
um
fremde
Gerichtsverfassungen zu ändern. Nun lagen aber
hier die Dinge allerdings sehr verführerisch. Die
Ungerechtigkeit des Verfahrens und die
Unmenschlichkeit der Exekution war zweifellos.
Niemand konnte irgendeine Eigennützigkeit des
Reisenden annehmen, denn der Verurteilte war
ihm fremd, kein Landsmann und ein zum Mitleid
gar nicht auffordernder Mensch.
Der Reisende selbst hatte Empfehlungen hoher
Ämter, war hier mit großer Höflichkeit
empfangen worden, und daß er zu dieser
Exekution eingeladen worden war, schien sogar
darauf hinzudeuten, daß man sein Urteil über
dieses Gericht verlangte. Dies war aber um so
wahrscheinlicher, als der Kommandant, wie er
jetzt überdeutlich gehört hatte, kein Anhänger
dieses Verfahrens war und sich gegenüber dem
Offizier fast feindselig verhielt.
Da hörte der Reisende einen Wutschrei des
Offiziers. Er hatte gerade, nicht ohne Mühe, dem
Verurteilten den Filzstumpf in den Mund
geschoben, als der Verurteilte in einem
unwiderstehlichen Brechreiz die Augen schloß
und sich erbrach. Eilig riß ihn der Offizier vom
Stumpf in die Höhe und wollte den Kopf zur
Grube hindrehen; aber es war zu spät, der Unrat
floß schon an der Maschine hinab.
»Alles Schuld des Kommandanten!« schrie der
Offizier und rüttelte besinnungslos vorn an den
Messingstangen, »die Maschine wird mir
verunreinigt wie ein Stall.«
Er zeigte mit zitternden Händen dem Reisenden,
was geschehen war.
»Habe ich nicht stundenlang dem Kommandanten
begreiflich zu machen gesucht, daß einen Tag vor
der Exekution kein Essen mehr verabfolgt werden
soll. Aber die neue milde Richtung ist anderer
Meinung. Die Damen des Kommandanten stopfen
dem Mann, ehe er abgeführt wird, den Hals mit
Zuckersachen voll. Sein ganzes Leben hat er sich
von stinkenden Fischen genährt und muß jetzt
Zuckersachen essen! Aber es wäre ja möglich, ich
Ma di come io possa mandare avanti la
macchina nel frattempo senza cinghie nessuno
se ne preoccupa.«
Il Viaggiatore si mise a riflettere: è sempre
dubbioso intervenire in affari estranei in modo
deciso. Lui non era né cittadino della Colonia
penale, né cittadino dello Stato da cui essa
dipendeva. Se lui avesse voluto condannare od
ostacolare l’esecuzione, gli si sarebbe potuto
dire: “tu sei straniero, taci.” A questo lui non
avrebbe potuto ribattere niente, avrebbe semmai
potuto solo aggiungere che in questo caso
specifico non comprendeva il suo proprio
atteggiamento, in quanto lui viaggiava solo
come osservatore e non per apportare
cambiamenti di sorta ai procedimenti giudiziari
di altri. Solo che però qui le cose erano davvero
molto invitanti. L’ingiustizia del procedimento e
l’inumanità dell’esecuzione non potevano essere
messe in dubbio. Nessuno poteva presupporre
un qualche interesse privato del Viaggiatore,
ché il Condannato era un uomo a lui estraneo,
non era un suo conterraneo e non ispirava
affatto pietà.
Il
Viaggiatore
stesso
aveva
ricevuto
raccomandazioni di alte cariche, era stato
accolto qui con grande cerimoniosità, e il fatto
di essere stato invitato a questa esecuzione gli
sembrava addirittura accennare ad una richiesta
di giudizio da parte sua su questo tribunale.
Tutto ciò era tanto più verosimile in quanto il
Comandante, com’egli adesso aveva sentito più
che chiaramente, non era un sostenitore di
questo procedimento e si comportava quasi
ostilmente nei confronti dell’Ufficiale.
A questo punto il Viaggiatore udì un grido
rabbioso da parte dell’Ufficiale. Aveva appena
finito, non senza fatica, d’introdurre in bocca al
Condannato il tampone di feltro, che questi in
un irreprimibile conato di vomito aveva chiuso
gli occhi e aveva vomitato. Svelto l’Ufficiale lo
strappò dal tampone sollevandolo verso l’alto e
tentò di girargli il capo in direzione della fossa,
ma, troppo tardi: un fiotto di vomito inondò la
macchina.
»Tutta colpa del Comandante!« gridò l’Ufficiale
e si mise a scrollare dissennatamente le colonne
di ottone di fronte della macchina »la macchina
mi viene sporcata come una stalla.«
Mostrò con mani tremanti al Viaggiatore quello
che era successo.
würde nichts einwenden, aber warum schafft man
nicht einen neuen Filz an, wie ich ihn seit einem
Vierteljahr erbitte. Wie kann man ohne Ekel
diesen Filz in den Mund nehmen, an dem mehr
als hundert Männer im Sterben gesaugt und
gebissen haben?«
Der Verurteilte hatte den Kopf niedergelegt und
sah friedlich aus, der Soldat war damit
beschäftigt, mit dem Hemd des Verurteilten die
Maschine zu putzen. Der Offizier ging zum
Reisenden, der in irgendeiner Ahnung einen
Schritt zurücktrat, aber der Offizier faßte ihn bei
der Hand und zog ihn zur Seite.
»Ich will einige Worte im Vertrauen mit Ihnen
sprechen«, sagte er, »ich darf das doch?«
»Gewiß«, sagte der Reisende und hörte mit
gesenkten Augen zu.
»Dieses Verfahren und diese Hinrichtung, die Sie
jetzt zu bewundern Gelegenheit haben, hat
gegenwärtig in unserer Kolonie keinen offenen
Anhänger mehr. Ich bin ihr einziger Vertreter,
gleichzeitig der einzige Vertreter des Erbes des
alten Kommandanten. An einen weiteren Ausbau
des Verfahrens kann ich nicht mehr denken, ich
verbrauche alle meine Kräfte, um zu erhalten, was
vorhanden ist. Als der alte Kommandant lebte,
war die Kolonie von seinen Anhängern voll; die
Überzeugungskraft des alten Kommandanten habe
ich zum Teil, aber seine Macht fehlt mir ganz;
infolgedessen haben sich die Anhänger
verkrochen, es gibt noch viele, aber keiner gesteht
es ein.
Wenn Sie heute, also an einem Hinrichtungstag,
ins Teehaus gehen und herumhorchen, werden Sie
vielleicht nur zweideutige Äußerungen hören. Das
sind lauter Anhänger, aber unter dem
gegenwärtigen Kommandanten und bei seinen
gegenwärtigen Anschauungen für mich ganz
unbrauchbar. Und nun frage ich Sie: Soll wegen
dieses Kommandanten und seiner Frauen, die ihn
beeinflussen, ein solches Lebenswerk« - er zeigte
auf die Maschine - »zugrunde gehen? Darf man
das zulassen? Selbst wenn man nur als Fremder
ein paar Tage auf unserer Insel ist? Es ist aber
keine Zeit zu verlieren, man bereitet schon etwas
gegen meine Gerichtsbarkeit vor; es finden schon
Beratungen in der Kommandantur statt, zu denen
ich nicht zugezogen werde; sogar Ihr heutiger
Besuch scheint mir für die ganze Lage
bezeichnend; man ist feig und schickt Sie, einen
Fremden, vor. - Wie war die Exekution anders in
»Non ho forse cercato di spiegare per ore ed ore
al Comandante che il giorno prima
dell’esecuzione deve essere sospeso qualsiasi
nutrimento? Ma la nuova linea morbida è di
parere diverso. Le Dame del Comandante, prima
che l’uomo venga tradotto qui, gli riempiono lo
stomaco di dolciumi. Tutta la vita si è nutrito di
pesce puzzolente e ora deve mangiare dolciumi!
Ma si potrebbe anche fare, io non avrei niente in
contrario, se si procurasse un tampone nuovo,
come chiedo da tre mesi. Come si può prendere
in bocca senza esserne stomacato un tampone
che hanno succhiato e morso morendo più di
cento uomini?«
Il Condannato aveva abbassato la testa e
manteneva un aspetto tranquillo, il Soldato era
occupato a pulire la macchina con la camicia del
Condannato. L’Ufficiale si avvicinò al
Viaggiatore che, preso da un qualche sospetto,
fece un passo indietro, ma l’Ufficiale lo afferrò
per un braccio e lo tirò da parte.
»Voglio scambiare due parole con Lei, in
confidenza«, disse, »me lo permette, no?«
»Certo«, disse il Viaggiatore e si mise in ascolto
con gli occhi bassi.
»Questo procedimento e questa esecuzione, che
Lei adesso ha occasione di ammirare,
attualmente nella nostra Colonia non ha più
nessun sostenitore. Io sono il suo unico
rappresentante e al contempo l’unico
rappresentante
dell’eredità
del
vecchio
Comandante. Ad un ulteriore completamento
del procedimento ormai ho rinunciato a pensare,
consumo tutte le mie energie nel mantenere
quello che già esiste. Quando era in vita il
vecchio Comandante la Colonia era piena di
suoi sostenitori; io, in parte, possiedo la sua
capacità di persuasione, ma mi manca
completamente il suo potere, è per questo che i
suoi sostenitori si sono rintanati, ce ne sono
ancora molti, ma nessuno lo confessa.
Se Lei oggi, che è un giorno di esecuzione, entra
nella Casa del The e si mette a sentire qua e là,
probabilmente ascolterà solo delle opinioni
ambigue. Sono tutti sostenitori, ma sotto
l’attuale Comandante e con le sue attuali
opinioni per me del tutto inutilizzabili. E ora Le
chiedo: Può l’opera di una vita – e indicò la
macchina- andare in rovina a causa di questo
Comandante e delle sue donne che lo
influenzano? Si può permettere tutto ciò? Anche
früherer Zeit! Schon einen Tag vor der
Hinrichtung war das ganze Tal von Menschen
überfüllt; alle kamen nur um zu sehen; früh am
Morgen erschien der Kommandant mit seinen
Damen; Fanfaren weckten den ganzen Lagerplatz;
ich erstattete die Meldung, daß alles vorbereitet
sei; die Gesellschaft - kein hoher Beamte durfte
fehlen - ordnete sich um die Maschine; dieser
Haufen Rohrsessel ist ein armseliges Überbleibsel
aus jener Zeit. Die Maschine glänzte frisch
geputzt, fast zu jeder Exekution nahm ich neue
Ersatzstücke. Vor Hunderten Augen - alle
Zuschauer standen auf den Fußspitzen bis dort zu
den Anhöhen - wurde der Verurteilte vom
Kommandanten selbst unter die Egge gelegt. Was
heute ein gemeiner Soldat tun darf, war damals
meine, des Gerichtspräsidenten, Arbeit und ehrte
mich. Und nun begann die Exekution!
Kein Mißton störte die Arbeit der Maschine.
Manche sahen nun gar nicht mehr zu, sondern
lagen mit geschlossenen Augen im Sand; alle
wußten: jetzt geschieht Gerechtigkeit. In der Stille
hörte man nur das Seufzen des Verurteilten,
gedämpft durch den Filz. Heute gelingt es der
Maschine nicht mehr, dem Verurteilten ein
stärkeres Seufzen auszupressen, als der Filz noch
ersticken kann; damals aber tropften die
schreibenden Nadeln eine beizende Flüssigkeit
aus, die heute nicht mehr verwendet werden darf.
Nun, und dann kam die sechste Stunde! Es war
unmöglich, allen die Bitte, aus der Nähe
zuschauen zu dürfen, zu gewähren. Der
Kommandant in seiner Einsicht ordnete an, daß
vor allem die Kinder berücksichtigt werden
sollten; ich allerdings durfte kraft meines Berufes
immer dabeistehen; oft hockte ich dort, zwei
kleine Kinder rechts und links in meinen Armen.
Wie nahmen wir alle den Ausdruck der
Verklärung von dem gemarterten Gesicht, wie
hielten wir unsere Wangen in den Schein dieser
endlich erreichten und schon vergehenden
Gerechtigkeit! Was für Zeiten, mein Kamerad!«
Der Offizier hatte offenbar vergessen, wer vor
ihm stand; er hatte den Reisenden umarmt und
den Kopf auf seine Schulter gelegt. Der Reisende
war in großer Verlegenheit, ungeduldig sah er
über den Offizier hinweg. Der Soldat hatte die
Reinigungsarbeit beendet und jetzt noch aus einer
Büchse Reisbrei in den Napf geschüttet. Kaum
merkte dies der Verurteilte, der sich schon
vollständig erholt zu haben schien, als er mit der
se uno da straniero si trova solo un paio di
giorni su quest’isola? Ma non c’è tempo da
perdere, stanno già preparando qualcosa contro
la mia giurisdizione, stanno già avendo luogo
delle consultazioni presso l’ufficio di comando
alle quali io non vengo invitato; addirittura la
Sua visita di oggi mi sembra sintomatica di tutta
questa situazione; sono vili e quindi mandano
Lei, uno straniero, in avanscoperta. – Com’era
diversa l’esecuzione nei primi tempi! Già alla
vigilia dell’esecuzione tutto il vallone era pieno
di gente, tutti venivano solo per vedere; al
mattino presto faceva la sua comparsa il
Capitano con le sue signore; delle fanfare
destavano tutto il bivacco; io davo l’annuncio
che tutto era pronto; la società si schierava
intorno alla macchina – nessun Ufficiale
superiore doveva mancare; questo mucchietto di
sedie di vimini ne sono un miserevole resto di
quel tempo. La macchina risplendeva, lucidata
di fresco, quasi ad ogni esecuzione impiegavo
nuovi pezzi di ricambio. Dinanzi a centinaia di
occhi – tutti gli spettatori stavano in punta di
piedi giù giù fino ai piedi delle colline- il
comandante in persona deponeva il Condannato
sotto l’erpice. Quel oggi vien fatto da un
comune Soldato, a quel tempo era compito mio,
come Presidente del Tribunale, e mi conferiva
onore. Ed ecco che cominciava l’esecuzione!
Nessun rumore sgradevole disturbava il lavorio
della macchina. Alcuni avevano smesso di
guardare e stavano sdraiati nella sabbia ad occhi
chiusi; tutti sapevano: adesso si compie un atto
di giustizia. Nel silenzio si udiva soltanto il
gemito del Condannato, attutito dal tampone di
feltro. Oggi la macchina non riesce più a
strappare al Condannato un gemito maggiore di
quello che può venir attutito col tampone;
perché allora dagli aghi scriventi stillava un
liquido mordente che oggi non è più permesso
adoperare. Dunque, e poi arrivava la sesta ora!
Era impossibile esaudire la preghiera di tutti
quelli che volevano poter assistere allo
spettacolo. Il Comandante nella sua perspicacia
aveva fatto sì che soprattutto i bambini
dovessero essere presi in considerazione; io, poi,
in base al mio incarico, dovevo sempre essere
presente; spesso stavo accovacciato là con due
bambini in braccio a destra e a sinistra. Come
assorbivamo tutti l’espressione d’illuminazione
del volto martoriato, tendendo le nostre guance
Zunge nach dem Brei zu schnappen begann. Der
Soldat stieß ihn immer wieder weg, denn der Brei
war wohl für eine spätere Zeit bestimmt, aber
ungehörig war es jedenfalls auch, daß der Soldat
mit seinen schmutzigen Händen hineingriff und
vor dem gierigen Verurteilten davon aß.
Der Offizier faßte sich schnell. »Ich wollte Sie
nicht etwa rühren«, sagte er, »ich weiß, es ist
unmöglich, jene Zeiten heute begreiflich zu
machen. Im übrigen arbeitet die Maschine noch
und wirkt für sich. Sie wirkt für sich, auch wenn
sie allein in diesem Tal steht. Und die Leiche fällt
zum Schluß noch immer in dem unbegreiflich
sanften Flug in die Grube, auch wenn nicht, wie
damals, Hunderte wie Fliegen um die Grube sich
versammeln. Damals mußten wir ein starkes
Geländer um die Grube anbringen, es ist längst
weggerissen.«
Der Reisende wollte sein Gesicht dem Offizier
entziehen und blickte ziellos herum. Der Offizier
glaubte, er betrachte die Öde des Tales; er ergriff
deshalb seine Hände, drehte sich um ihn, um
seine Blicke zu erfassen, und fragte: »Merken Sie
die Schande?«
Aber der Reisende schwieg. Der Offizier ließ für
ein
Weilchen
von
ihm
ab;
mit
auseinandergestellten Beinen, die Hände in den
Hüften, stand er still und blickte zu Boden. Dann
lächelte er dem Reisenden aufmunternd zu und
sagte:
»Ich war gestern in Ihrer Nähe, als der
Kommandant Sie einlud. Ich hörte die Einladung.
Ich kenne den Kommandanten. Ich verstand
sofort, was er mit der Einladung bezweckte.
Trotzdem seine Macht groß genug wäre, um
gegen mich einzuschreiten, wagt er es noch nicht,
wohl aber will er mich Ihrem, dem Urteil eines
angesehenen
Fremden
aussetzen.
Seine
Berechnung ist sorgfältig; Sie sind den zweiten
Tag auf der Insel, Sie kannten den alten
Kommandanten und seinen Gedankenkreis nicht,
Sie sind in europäischen Anschauungen befangen,
vielleicht sind Sie ein grundsätzlicher Gegner der
Todesstrafe im allgemeinen und einer derartigen
maschinellen Hinrichtungsart im besonderen, Sie
sehen überdies, wie die Hinrichtung ohne
öffentliche Anteilnahme, traurig, auf einer bereits
etwas beschädigten Maschine vor sich geht - wäre
es nun, alles dieses zusammengenommen (so
denkt der Kommandant), nicht sehr leicht
möglich, daß Sie mein Verfahren nicht für richtig
alla luce di questa giustizia finalmente raggiunta
e già fuggitiva! Che tempi, camerata!»
L’Ufficiale aveva chiaramente dimenticato chi
si trovava davanti a lui; aveva abbracciato il
Viaggiatore e posato la testa sulla sua spalla. Il
Viaggiatore era entrato in grande imbarazzo e
guardava impaziente al di là delle spalle
dell’Ufficiale. Il Soldato aveva terminato il
lavoro di pulizia e ora già metteva nella ciotola
la pappa di riso versandola da un barattolo di
latta. Non appena l’ebbe notato il Condannato,
che
intanto
sembrava
completamente
rinfrancato, si mise a leccare il riso con la
lingua. Il Soldato lo ricacciò di nuovo indietro,
perché il riso era destinato ovviamente ad un
momento successivo, ma apparve inopportuno
comunque che il Soldato vi mettesse dentro le
sue mani sporche e ne mangiasse.
L’Ufficiale abbreviò rapidamente: «Non è che
io La voglia in qualche modo commuovere –
disse–
lo so, è impossibile oggi far capire quei tempi.
Del resto la macchina funziona ancora e fa
effetto in sé. Fa effetto anche quando si erge
solitaria in questa valle. E il cadavere alla fine
cade ancora nella fossa con un volo stranamente
morbido, anche se non ci sono le centinaia che
si affollano come mosche intorno ad essa.
All’epoca fummo costretti a sistemarvi un
robusto parapetto tutt’intorno che oggi è stato
completamente divelto.»
Il Viaggiatore volle sottrarre il suo sguardo
all’Ufficiale e si guardò intorno senza meta.
L’Ufficiale credette che stesse osservando la
desolazione della valle; afferrò perciò le sue
mani, si volse a lui per catturarne lo sguardo e
chiese: «Non notate la vergogna? »
Ma il Viaggiatore tacque. L’Ufficiale per un
momento non si occupò di lui; guardava
silenzioso il terreno con le gambe divaricate e le
mani sui fianchi. Poi si rivolse al Viaggiatore
con un sorriso d’incoraggiamento e disse:
«Ieri mi trovavo non lontano da Lei quando il
comandante La invitò. Io lo conosco il
comandante. Capii subito a cosa mirava con
quell’invito. Malgrado il suo potere sia
abbastanza grande da poter procedere contro di
me, ancora non osa, certo però che vuole
espormi al Suo giudizio, al giudizio di uno
straniero stimato. Il suo calcolo è minuzioso;
Lei si trova da due giorni sull’isola, non ha
halten? Und wenn Sie es nicht für richtig halten,
werden Sie dies (ich rede noch immer im Sinne
des Kommandanten) nicht verschweigen, denn
Sie vertrauen doch gewiß Ihren vielerprobten
Überzeugungen. Sie haben allerdings viele
Eigentümlichkeiten vieler Völker gesehen und
achten gelernt, Sie werden daher wahrscheinlich
sich nicht mit ganzer Kraft, wie Sie es vielleicht
in Ihrer Heimat tun würden, gegen das Verfahren
aussprechen.
Aber
dessen
bedarf
der
Kommandant gar nicht. Ein flüchtiges, ein bloß
unvorsichtiges Wort genügt. Es muß gar nicht
Ihrer Überzeugung entsprechen, wenn es nur
scheinbar seinem Wunsche entgegenkommt. Daß
er Sie mit aller Schlauheit ausfragen wird, dessen
bin ich gewiß. Und seine Damen werden im Kreis
herumsitzen und die Ohren spitzen; Sie werden
etwa sagen: ›Bei uns ist das Gerichtsverfahren ein
anderes‹, oder ›Bei uns wird der Angeklagte vor
dem Urteil verhört‹, oder ›Bei uns gab es
Folterungen nur im Mittelalter‹. Das alles sind
Bemerkungen, die ebenso richtig sind, als sie
Ihnen selbstverständlich erscheinen, unschuldige
Bemerkungen, die mein Verfahren nicht antasten.
Aber wie wird sie der Kommandant aufnehmen?
Ich sehe ihn, den guten Kommandanten, wie er
sofort den Stuhl beiseite schiebt und auf den
Balkon eilt, ich sehe seine Damen, wie sie ihm
nachströmen, ich höre seine Stimme - die Damen
nennen sie eine Donnerstimme -, nun, und er
spricht: ›Ein großer Forscher des Abendlandes,
dazu bestimmt, das Gerichtsverfahren in allen
Ländern zu überprüfen, hat eben gesagt, daß unser
Verfahren nach altem Brauch ein unmenschliches
ist. Nach diesem Urteil einer solchen
Persönlichkeit ist es mir natürlich nicht mehr
möglich, dieses Verfahren zu dulden. Mit dem
heutigen Tage also ordne ich an - und so weiter.‹
Sie wollen eingreifen, Sie haben nicht das gesagt,
was er verkündet, Sie haben mein Verfahren nicht
unmenschlich genannt, im Gegenteil, Ihrer tiefen
Einsicht entsprechend, halten Sie es für das
menschlichste und menschenwürdigste, Sie
bewundern auch diese Maschinerie – aber es ist
zu spät; Sie kommen gar nicht auf den Balkon,
der schon voll Damen ist; Sie wollen sich
bemerkbar machen; Sie wollen schreien; aber eine
Damenhand hält Ihnen den Mund zu - und ich und
das Werk des alten Kommandanten sind
verloren.«
Der Reisende mußte ein Lächeln unterdrücken; so
conosciuto il vecchio comandante e il suo
circolo d’idee, siete preso da un modo di vedere
europeo, forse siete un oppositore di principio
della pena di morte in generale e di questo
procedimento meccanico in particolare., d’altra
parte Lei vede come l’esecuzione procede
tristemente, senza partecipazione della folla,
usando una macchina già mezzo guasta – e
allora non sarebbe possibilissimo, considerato
tutto (così pensa il comandante), che Lei non
ritenga giusto il mio procedimento? E se Lei
non lo ritiene giusto (parlo sempre nell’ottica
del comandante) non lo passerà sotto silenzio,
ché Lei ha certo piena fiducia nelle proprie
comprovate convinzioni. D’altronde avrà visto
tante caratteristiche specifiche di molti popoli e
imparato a rispettarle, per ciò è probabile che
Lei non si pronunci con tutta la Sua forza contro
questo procedimento, come farebbe forse nel
Suo Paese. Ma di questo il comandante non ha
affatto bisogno. A lui basta una parola di
sfuggita, una parola semplicemente incauta.
Non deve corrispondere affatto alle Sue
convinzioni, basta che solo in apparenza venga
incontro al desiderio di lui. Sono sicuro che lui
La interrogherà usando tutta la sua astuzia. E le
sue signore siederanno in cerchio tutt’intorno e
drizzeranno le orecchie; Lei potrà dire
all’incirca: «Da noi il procedimento giudiziario
è diverso» oppure: «Da noi l’accusato viene
sentito prima della sentenza» oppure: «Da noi
c’era la tortura solo nel Medioevo». Queste son
tutte osservazioni che sono giuste in quanto a
Lei sembrano ovvie, ingenue osservazioni che
non intaccano il mio procedimento. Ma come le
prenderà il comandante? Lo vedo già, il buon
comandante, come ad un tratto sposta la sedia
da parte e si precipita al balcone e vedo le sue
dame come gli sciamano dietro, sento la sua
voce – quella che le dame chiamano una voce
tuonante- ecco, e si mette a parlare: «Un grande
studioso occidentale, incaricato di controllare i
procedimenti giudiziari in tutti i Paesi, ha
appena detto che il nostro procedimento
tradizionale è disumano. Seguendo questo
giudizio di siffatta personalità non mi è
naturalmente più possibile tollerarlo più a lungo.
A partire da oggi quindi ordino che…etcetera».
Lei vorrebbe intervenire, Lei non ha detto quello
che lui annuncia, Lei non ha dichiarato
disumano il mio procedimento, al contrario,
leicht war also die Aufgabe, die er für so schwer
gehalten hatte. Er sagte ausweichend: »Sie
überschätzen meinen Einfluß; der Kommandant
hat mein Empfehlungsschreiben gelesen, er weiß,
daß ich kein Kenner der gerichtlichen Verfahren
bin. Wenn ich eine Meinung aussprechen würde,
so wäre es die Meinung eines Privatmannes, um
nichts bedeutender als die Meinung eines
beliebigen anderen, und jedenfalls viel
bedeutungsloser
als
die
Meinung
des
Kommandanten, der in dieser Strafkolonie, wie
ich zu wissen glaube, sehr ausgedehnte Rechte
hat. Ist seine Meinung über dieses Verfahren eine
so bestimmte, wie Sie glauben, dann, fürchte ich,
ist allerdings das Ende dieses Verfahrens
gekommen, ohne daß es meiner bescheidenen
Mithilfe bedürfte.«
Begriff es schon der Offizier? Nein, er begriff
noch nicht. Er schüttelte lebhaft den Kopf, sah
kurz nach dem Verurteilten und dem Soldaten
zurück, die zusammenzuckten und vom Reis
abließen, ging ganz nahe an den Reisenden heran,
blickte ihm nicht ins Gesicht, sondern
irgendwohin auf seinen Rock und sagte leiser als
früher: »Sie kennen den Kommandanten nicht;
Sie stehen ihm und uns allen - verzeihen Sie den
Ausdruck - gewissermaßen harmlos gegenüber;
Ihr Einfluß, glauben Sie mir, kann nicht hoch
genug eingeschätzt werden. Ich war ja glückselig,
als ich hörte, daß Sie allein der Exekution
beiwohnen sollten. Diese Anordnung des
Kommandanten sollte mich treffen, nun aber
wende ich sie zu meinen Gunsten. Unabgelenkt
von falschen Einflüsterungen und verächtlichen
Blicken - wie sie bei größerer Teilnahme an der
Exekution nicht hätten vermieden werden können
- haben Sie meine Erklärungen angehört, die
Maschine gesehen und sind nun im Begriffe, die
Exekution zu besichtigen. Ihr Urteil steht gewiß
schon fest; sollten noch kleine Unsicherheiten
bestehen, so wird sie der Anblick der Exekution
beseitigen. Und nun stelle ich an Sie die Bitte:
helfen Sie mir gegenüber dem Kommandanten!«
Der Reisende ließ ihn nicht weiterreden. »Wie
könnte ich denn das«, rief er aus, »das ist ganz
unmöglich. Ich kann Ihnen ebensowenig nützen,
als ich Ihnen schaden kann.«
»Sie können es«, sagte der Offizier. Mit einiger
Befürchtung sah der Reisende, daß der Offizier
die Fäuste ballte. »Sie können es«, wiederholte
der Offizier noch dringender. »Ich habe einen
secondo la Sua profonda convinzione, Lei lo
ritiene il più giusto e il più umano, Lei ammira
anche questo meccanismo – ma ormai è troppo
tardi, Lei non riesce a giungere fino al balcone
che è già affollato di dame; Lei vuol farsi
notare; Lei vuole gridare, ma la mano di una
signora le tappa la bocca – ed io e tutta l’opera
del vecchio comandante siamo perduti.»
Il Viaggiatore dovette reprimere un sorriso: era
dunque così facile il compito che lui riteneva
così difficile. Disse svicolando: «Lei
sopravvaluta la mia influenza; il comandante ha
letto la mia lettera di raccomandazione e sa che
non sono un conoscitore di procedimenti
giudiziari. Se io pronunciassi un qualche parere,
sarebbe il parere di un uomo privato, in niente
più importante del parere di un qualsiasi altro
uomo, e comunque molto meno significativo di
quello del comandante, che in questa Colonia,
per quanto mi sembra di capire, possiede diritti
molto ampi. Se il suo parere riguardo a questo
procedimento fosse così definitivo, come Lei
crede, allora, temo, sarebbe giunta la fine del
procedimento stesso senza che ci fosse bisogno
del mio aiuto».
Lo capiva già l’Ufficiale? No, non lo capiva.
Scosse energicamente la testa, lanciò un breve
sguardo al Condannato e al Soldato, che
trasalirono e smisero di mangiare il riso, si
accostò vicinissimo al Viaggiatore, lo guardò
non in faccia, ma su un qualche punto della
giacca e disse più piano di prima: «Lei non
conosce il comandante; Lei di fronte a lui e a
noi tutti –scusate l’espressione- ma si trova nella
posizione dell’ingenuo; la Sua influenza, mi
creda, non può essere sottovalutata. Io ero felice
quando ho sentito che lei doveva assistere
all’esecuzione da solo. Questa disposizione del
comandante era destinata a colpire me, ma ora
la volgo a mio vantaggio. Non distratto da falsi
suggerimenti e sguardi sdegnosi -che in caso di
una larga partecipazione all’esecuzione non
avrebbero potuto essere evitati- Lei ha sentito la
mia spiegazione, osservato la macchina e adesso
sta per assistere all’esecuzione. Il Suo giudizio
si è certo già formato, ma se dovessero
sussistere ancora piccole incertezze, la vista
dell’esecuzione le eliminerà. Ed ora Le rivolgo
una preghiera: interceda per me presso il
comandante!» Il Viaggiatore non lo fece parlare
oltre. «Come potrei essere in grado di farlo -
Plan, der gelingen muß. Sie glauben, Ihr Einfluß
genüge nicht. Ich weiß, daß er genügt. Aber
zugestanden, daß Sie recht haben, ist es dann
nicht notwendig, zur Erhaltung dieses Verfahrens
alles, selbst das möglicherweise Unzureichende
zu versuchen? Hören Sie also meinen Plan. Zu
seiner Ausführung ist es vor allem nötig, daß Sie
heute in der Kolonie mit Ihrem Urteil über das
Verfahren möglichst zurückhalten. Wenn man Sie
nicht geradezu fragt, dürfen Sie sich keinesfalls
äußern; Ihre Äußerungen aber müssen kurz und
unbestimmt sein; man soll merken, daß es Ihnen
schwer wird, darüber zu sprechen, daß Sie
verbittert sind, daß Sie, falls Sie offen reden
sollten, geradezu in Verwünschungen ausbrechen
müßten. Ich verlange nicht, daß Sie lügen sollen;
keineswegs; Sie sollen nur kurz antworten, etwa:
›Ja, ich habe die Exekution gesehen‹, oder ›Ja, ich
habe alle Erklärungen gehört‹. Nur das, nichts
weiter. Für die Verbitterung, die man Ihnen
anmerken soll, ist ja genügend Anlaß, wenn auch
nicht im Sinne des Kommandanten. Er natürlich
wird es vollständig mißverstehen und in seinem
Sinne deuten. Darauf gründet sich mein Plan.
Morgen findet in der Kommandantur unter dem
Vorsitz des Kommandanten eine große Sitzung
aller höheren Verwaltungsbeamten statt. Der
Kommandant hat es natürlich verstanden, aus
solchen Sitzungen eine Schaustellung zu machen.
Es wurde eine Galerie gebaut, die mit Zuschauern
immer besetzt ist. Ich bin gezwungen, an den
Beratungen teilzunehmen, aber der Widerwille
schüttelt mich. Nun werden Sie gewiß auf jeden
Fall zu der Sitzung eingeladen werden; wenn Sie
sich heute meinem Plane gemäß verhalten, wird
die Einladung zu einer dringenden Bitte werden.
Sollten Sie aber aus irgendeinem unerfindlichen
Grunde doch nicht eingeladen werden, so müßten
Sie allerdings die Einladung verlangen; daß Sie
sie dann erhalten, ist zweifellos. Nun sitzen Sie
also morgen mit den Damen in der Loge des
Kommandanten. Er versichert sich öfters durch
Blicke nach oben, daß Sie da sind. Nach
verschiedenen gleichgültigen, lächerlichen, nur
für
die
Zuhörer
berechneten
Verhandlungsgegenständen - meistens sind es
Hafenbauten, immer wieder Hafenbauten! kommt auch das Gerichtsverfahren zur Sprache.
Sollte es von seiten des Kommandanten nicht
oder nicht bald genug geschehen, so werde ich
dafür sorgen, daß es geschieht. Ich werde
esclamò- è astutamente impossibile. Io Le posso
tanto poco giovare quanto poco La posso
danneggiare.»
«Lei lo può» disse l’Ufficiale. Con una certa
apprensione vide il Viaggiatore che l’Ufficiale
serrava i pugni. «Lei lo può» ripeté l’Ufficiale
in modo più pressante. « Io ho un piano che
deve funzionare per forza. Lei crede che la Sua
influenza non sia sufficiente. Io so che è
sufficiente. Ma ammesso che Lei abbia ragione
non è allora necessario tentare di tutto per
mantenere in vita questo procedimento, anche se
probabilmente non basta? Senta dunque il mio
piano per la cui realizzazione è necessario
soprattutto che Lei oggi nella Colonia si
trattenga in ogni modo da esprimere un Suo
giudizio sul procedimento. Se non Le viene
chiesto esplicitamente, Lei non deve esprimersi
in alcun modo; comunque le Sue affermazioni
devono essere brevi e vaghe; si deve vedere che
Lei ha difficoltà a parlarne, che Lei è
amareggiato, che Lei, se mai dovesse parlare,
esploderebbe addirittura in imprecazioni. Non
pretendo che Lei menta; per niente al mondo;
Lei deve solo dare risposte brevi, del tipo: “Sì,
ho visto l’esecuzione” oppure “Sì, ho sentito
tutte le spiegazioni”. Soltanto questo, niente di
più. Per l’amareggiamento che si deve leggere
sul Suo volto, ci sono abbastanza occasioni,
anche se non nel senso del comandante. Lui lo
fraintenderà completamente, è ovvio, e lo
interpreterà nel suo senso. Su questo si basa il
mio piano. Domani avrà luogo presso il
comando sotto la presidenza del comandante
una grande seduta di tutte le più alte cariche
amministrative.
Il
comandante
intende
naturalmente fare di queste sedute un’occasione
di spettacolo. È stata approntata una galleria che
sarà sempre affollata di spettatori. Io sono
costretto a prender parte alle sedute di
consulenza, ma la ripugnanza mi dà i brividi.
Dunque Lei verrà senz’altro invitato a quella
seduta; se Lei si attiene al mio piano, l’invito
diventa una pressante preghiera. Se comunque
per un qualsiasi recondito motivo Lei non
venisse invitato, allora dovrebbe pretenderlo
l’invito, e in quel caso è certo che lo riceverà.»
Ed ecco che Lei domani sta seduto nella loggia
del comandante assieme alle dame. Lui si
assicura ogni tanto lanciando sguardi in alto che
Lei si trovi là. Dopo diversi temi all’ordine del
aufstehen und die Meldung von der heutigen
Exekution erstatten. Ganz kurz, nur diese
Meldung. Eine solche Meldung ist zwar dort nicht
üblich, aber ich tue es doch. Der Kommandant
dankt mir, wie immer, mit freundlichem Lächeln,
und nun, er kann sich nicht zurückhalten, erfaßt er
die gute Gelegenheit. ›Es wurde eben‹, so oder
ähnlich wird er sprechen, ›die Meldung von der
Exekution erstattet. Ich möchte dieser Meldung
nur hinzufügen, daß gerade dieser Exekution der
große Forscher beigewohnt hat, von dessen unsere
Kolonie so außerordentlich ehrendem Besuch Sie
alle wissen. Auch unsere heutige Sitzung ist durch
seine Anwesenheit in ihrer Bedeutung erhöht.
Wollen wir nun nicht an diesen großen Forscher
die Frage richten, wie er die Exekution nach altem
Brauch und das Verfahren, das ihr vorausgeht,
beurteilt?‹
Natürlich überall Beifallklatschen, allgemeine
Zustimmung, ich bin der Lauteste. Der
Kommandant verbeugt sich vor Ihnen und sagt:
›Dann stelle ich im Namen aller die Frage.‹ Und
nun treten Sie an die Brüstung. Legen Sie die
Hände für alle sichtbar hin, sonst fassen sie die
Damen und spielen mit den Fingern. - Und jetzt
kommt endlich Ihr Wort. Ich weiß nicht, wie ich
die Spannung der Stunden bis dahin ertragen
werde. In Ihrer Rede müssen Sie sich keine
Schranken setzen, machen Sie mit der Wahrheit
Lärm, beugen Sie sich über die Brüstung, brüllen
Sie, aber ja, brüllen Sie dem Kommandanten Ihre
Meinung, Ihre unerschütterliche Meinung zu.
Aber vielleicht wollen Sie das nicht, es entspricht
nicht Ihrem Charakter, in Ihrer Heimat verhält
man sich vielleicht in solchen Lagen anders, auch
das ist richtig, auch das genügt vollkommen,
stehen Sie gar nicht auf, sagen Sie nur ein paar
Worte, flüstern Sie sie, daß sie gerade noch die
Beamten unter Ihnen hören, es genügt, Sie
müssen gar nicht selbst von der mangelnden
Teilnahme an der Exekution, von dem
kreischenden Rad, dem zerrissenen Riemen, dem
widerlichen Filz reden, nein, alles Weitere
übernehme ich, und, glauben Sie, wenn meine
Rede ihn nicht aus dem Saale jagt, so wird sie ihn
auf die Knie zwingen, daß er bekennen muß:
Alter Kommandant, vor dir beuge ich mich. - Das
ist mein Plan; wollen Sie mir zu seiner
Ausführung helfen? Aber natürlich wollen Sie,
mehr als das, Sie müssen.«
Und der Offizier faßte den Reisenden an beiden
giorno, insignificanti, ridicoli, pensati solo per il
pubblico –in genere si tratta di opere portuali,
sempre di nuovo opere portuali!- si arriva anche
al dibattito sul procedimento giudiziario. Se non
dovesse accadere per iniziativa del comandante
ovvero se non dovesse accadere per tempo,
allora ci penserò io a che avvenga. Mi alzerò in
piedi e darò l’annuncio dell’esecuzione odierna.
Nella
maniera
più
stringata,
solo
quest’annuncio. Un annuncio del genere in
quella sede non è abituale, ma io lo farò
comunque. Il comandante mi ringrazia, come
sempre, con un sorriso amichevole, e quindi,
non se ne potrà esimere, coglie l’occasione
buona. “È stata or ora annunciata” con queste o
simili parole comincerà il suo discorso “la
notizia
dell’avvenuta
esecuzione.
A
quest’annuncio vorrei solo aggiungere che è
stato presente a tale esecuzione il nostro grande
studioso la cui visita onora enormemente la
nostra Colonia, come tutti sapete. Anche la
nostra odierna seduta grazie alla sua presenza
acquista maggior significato. Non vogliamo
rivolgere a questo grande studioso la domanda
su come ha trovato l’esecuzione secondo l’uso
antico con i preparativi che la precedono?”
Naturalmente da ogni parte applausi e assenso
generale, e la mia sarà la voce più sonora. Il
comandante s’inchina di fronte a Lei e dice:
“Quindi pongo la domanda a nome di tutti”. E a
questo punto Lei si avvicina alla balaustra della
loggia. Ma vi appoggi le mani ben visibili per
tutti, altrimenti ve Le afferrano le dame e si
mettono a giocherellare con le Sue dita. –E qui
finalmente si fa sentire la Sua voce. Non so
come sopporterò la tensione di quelle ore fino a
quel momento. Nel Suo discorso Lei non si deve
porre dei limiti, faccia un gran rumore con la
verità, si pieghi in avanti dalla balaustra, urli,
ma sì, urli al comandante la Sua opinione, la
Sua incrollabile opinione. Ma forse non vuole
far così, ciò non risponde al Suo carattere, nel
Suo Paese ci si comporta forse in modo diverso
in simili occasioni; anche questo è giusto, anche
questo basta e avanza, non si alzi affatto, dica
solo un paio di parole, le sussurri così che le
sentano solo i funzionari seduti sotto di Lei,
basterà. Lei non deve far accenno alla mancata
partecipazione all’esecuzione, alla ruota che
cigola, alle cinghie strappate, al tampone di
feltro ripugnante, no, di tutto questo me ne
Armen und sah ihm schwer atmend ins Gesicht.
Die letzten Sätze hatte er so geschrien, daß selbst
der Soldat und der Verurteilte aufmerksam
geworden waren; trotzdem sie nichts verstehen
konnten, hielten sie doch im Essen inne und sahen
kauend zum Reisenden hinüber.
Die Antwort, die er zu geben hatte, war für den
Reisenden von allem Anfang an zweifellos; er
hatte in seinem Leben zu viel erfahren, als daß er
hier hätte schwanken können; er war im Grunde
ehrlich und hatte keine Furcht. Trotzdem zögerte
er jetzt im Anblick des Soldaten und des
Verurteilten einen Atemzug lang. Schließlich aber
sagte er, wie er mußte:
»Nein.«
Der Offizier blinzelte mehrmals mit den Augen,
ließ aber keinen Blick von ihm.
»Wollen Sie eine Erklärung?« fragte der
Reisende. Der Offizier nickte stumm.
»Ich bin ein Gegner dieses Verfahrens«, sagte nun
der Reisende, »noch ehe Sie mich ins Vertrauen
zogen - dieses Vertrauen werde ich natürlich unter
keinen Umständen mißbrauchen -, habe ich schon
überlegt, ob ich berechtigt wäre, gegen dieses
Verfahren einzuschreiten, und ob mein
Einschreiten auch nur eine kleine Aussicht auf
Erfolg haben könnte. An wen ich mich dabei
zuerst wenden müßte, war mir klar: an den
Kommandanten natürlich. Sie haben es mir noch
klarer gemacht, ohne aber etwa meinen Entschluß
erst befestigt zu haben, im Gegenteil, Ihre
ehrliche Überzeugung geht mir nahe, wenn sie
mich auch nicht beirren kann.«
Der Offizier blieb stumm, wendete sich der
Maschine zu, faßte eine der Messingstangen und
sah dann, ein wenig zurückgebeugt, zum Zeichner
hinauf, als prüfe er, ob alles in Ordnung sei. Der
Soldat und der Verurteilte schienen sich
miteinander befreundet zu haben; der Verurteilte
machte, so schwierig dies bei der festen
Einschnallung durchzuführen war, dem Soldaten
Zeichen; der Soldat beugte sich zu ihm; der
Verurteilte flüsterte ihm etwas zu, und der Soldat
nickte. Der Reisende ging dem Offizier nach und
sagte:
»Sie wissen noch nicht, was ich tun will. Ich
werde meine Ansicht über das Verfahren dem
Kommandanten zwar sagen, aber nicht in einer
Sitzung, sondern unter vier Augen; ich werde
auch nicht so lange hier bleiben, daß ich
irgendeiner Sitzung beigezogen werden könnte;
faccio carico io, e, mi creda, se il mio discorso
non lo caccia via dalla sala, allora si piegherà
sulle ginocchia ravveduto: Vecchio comandante,
di fronte a te m’inginocchio.
Questo è il mio piano, vuole aiutarmi a metterlo
in atto? Ma certo che Lei vuole, anzi di più, Lei
deve».
E l’Ufficiale afferrò il Viaggiatore a tutt’e due le
braccia e lo guardò in faccia col respiro grosso.
Le ultime frasi le aveva pronunciate urlando a
tal punto che il Soldato e il Condannato si erano
fatti attenti e malgrado non potessero capire
niente smisero di mangiare e guardarono il
Viaggiatore, masticando.
La risposta che doveva dare non lasciava dubbi
al Viaggiatore, fin dall’inizio; in vita sua aveva
fatta tanta esperienza che in questa occasione
non poteva essere titubante, era onesto di fondo
e non aveva paura. Malgrado ciò adesso di
fronte al Soldato e al Condannato esitò un
attimo. Alla fine però disse, come doveva:
«No».
L’Ufficiale sbatté ripetutamente gli occhi, senza
comunque distogliere lo sguardo da lui.
«Vuole una spiegazione?» chiese il Viaggiatore.
L’Ufficiale annuì muto.
«Io
sono
un
oppositore
di
questo
procedimento», disse allora il Viaggiatore,
«prima ancora che Lei mi concedesse la Sua
fiducia –che io non tradirò in nessun casoavevo già riflettuto, chiedendomi se mai fossi
legittimato ad argomentare contro tale
procedimento e se mai le mie argomentazioni
potessero avere un pur minimo barlume di
successo. A chi avrei dovuto rivolgermi per
primo mi era chiaro: al comandante,
naturalmente. Lei me lo ha reso ancor più
chiaro, senza comunque aver rafforzato la mia
decisione, al contrario, la Sua onesta
convinzione mi tocca, ma non può farmi
deviare.»
L’Ufficiale restò muto, si volse alla macchina, si
afferrò ad una colonna di ottone e guardò in
alto, piegandosi leggermente, verso lo scrittoio,
come per verificare se tutto fosse in ordine. Il
Soldato e il Condannato sembravano aver fatto
amicizia; il condananto, per quanto fosse
difficile per via dei legacci stretti, fece cenno al
Soldato; il Soldato si piegò verso di lui; il
Condannato gli sussurrò qualcosa all’orecchio e
il Soldato annuì. Il Viaggiatore andava dietro
ich fahre schon morgen früh weg oder schiffe
mich wenigstens ein.«
Es sah nicht aus, als ob der Offizier zugehört
hätte. »Das Verfahren hat Sie also nicht
überzeugt«, sagte er für sich und lächelte, wie ein
Alter über den Unsinn eines Kindes lächelt und
hinter dem Lächeln sein eigenes wirkliches
Nachdenken behält.
»Dann ist es also Zeit«, sagte er schließlich und
blickte plötzlich mit hellen Augen, die irgendeine
Aufforderung, irgendeinen Aufruf zur Beteiligung
enthielten, den Reisenden an. »Wozu ist es Zeit?«
fragte der Reisende unruhig, bekam aber keine
Antwort.
»Du bist frei«, sagte der Offizier zum Verurteilten
in dessen Sprache.
Dieser glaubte es zuerst nicht.
»Nun, frei bist du«, sagte der Offizier. Zum
erstenmal bekam das Gesicht des Verurteilten
wirkliches Leben. War es Wahrheit? War es nur
eine Laune des Offiziers, die vorübergehen
konnte? Hatte der fremde Reisende ihm Gnade
erwirkt? Was war es? So schien sein Gesicht zu
fragen. Aber nicht lange. Was immer es sein
mochte, er wollte, wenn er durfte, wirklich frei
sein und er begann sich zu rütteln, soweit es die
Egge erlaubte.
»Du zerreißt mir die Riemen«, schrie der Offizier,
»sei ruhig! Wir öffnen sie schon.«
Und er machte sich mit dem Soldaten, dem er ein
Zeichen gab, an die Arbeit. Der Verurteilte lachte
ohne Worte leise vor sich hin, bald wendete er das
Gesicht links zum Offizier, bald rechts zum
Soldaten, auch den Reisenden vergaß er nicht.
»Zieh ihn heraus«, befahl der Offizier dem
Soldaten. Es mußte hiebei wegen der Egge einige
Vorsicht angewendet werden. Der Verurteilte
hatte schon infolge seiner Ungeduld einige kleine
Rißwunden auf dem Rücken.
Von jetzt ab kümmerte sich aber der Offizier
kaum mehr um ihn. Er ging auf den Reisenden zu,
zog wieder die kleine Ledermappe hervor,
blätterte in ihr, fand schließlich das Blatt, das er
suchte, und zeigte es dem Reisenden.
»Lesen Sie«, sagte er.
»Ich kann nicht«, sagte der Reisende, »ich sagte
schon, ich kann diese Blätter nicht lesen.«
»Sehen Sie das Blatt doch genau an«, sagte der
Offizier und trat neben den Reisenden, um mit
ihm zu lesen. Als auch das nichts half, fuhr er mit
dem kleinen Finger in großer Höhe, als dürfe das
all’Ufficiale e diceva: «Lei non sa ancora cosa
farò. Io dirò certo il mio parere sul
procedimento al comandante, ma non in una
seduta Ufficiale, bensì a quattr’occhi e non
resterò qui
tanto tempo da dover essere
trascinato in una qualche seduta; parto già
domani o per lo meno m’imbarco».
Sembrava che l’Ufficiale non avesse ascoltato.
«Quindi il procedimento non L’ha convinta»
disse fra sé e sorrise come sorride un vecchio
delle sciocchezze di un bambino, mantenendo
dietro il sorriso la sua vera riflessione.
«Quindi è tempo», disse infine e guardò ad un
tratto il Viaggiatore con degli occhi chiari che
contenevano un qualche incitamento, un qualche
richiamo alla partecipazione.
«Tempo di cosa?» chiese il Viaggiatore
inquieto, senza ricevere però nessuna risposta.
«Sei libero», disse l’Ufficiale al Condannato
nella lingua di costui. Questi non lo credette
all’inizio.
«Allora, libero sei», disse l’Ufficiale. Per la
prima volta il volto del Condannato si animò
davvero. Era vero? Era solo un capriccio
dell’Ufficiale che poteva essere passeggero? Era
stato il Viaggiatore straniero che gli aveva dato
la grazia? Cosa succedeva? Il suo volto
sembrava espreimere queste domande. Ma non
durò a lungo. Qualsiasi cosa fosse, lui voleva, se
poteva, veramente essere libero e cominciò a
scuotersi, per quanto lo concedeva l’erpice.
«Mi logori le cinghie», gridò l’Ufficiale, «sta’
buono! Ora le slacciamo».
E si mise all’opra con il Soldato al quale aveva
fatto un cenno. Il Condannato rideva fra sé
senza parole, ora volgeva la faccia a sinistra
verso l’Ufficiale, ora a destra verso il Soldato,
senza dimenticare però neppure il Viaggiatore.
«Tiralo fuori», ordinò l’Ufficiale al Soldato. Si
dovette mettere in atto alcune precauzioni a
causa dell’erpice. Il Condannato a causa della
sua impazienza si era già procurato alcuni
piccoli graffi sulla schiena.
A partire da quel momento però l’Ufficiale non
si occupò quasi più di lui. Si avvicinò al
Viaggiatore, tirò fuori di nuovo la piccola
cartella di cuoio, frugò sfogliando in essa, infine
trovò la matrice che cercava e la mostrò al
Viaggiatore.
«Legga», disse.
«Non sono in grado», disse il Viaggiatore, «ho
Blatt auf keinen Fall berührt werden, über das
Papier hin, um auf diese Weise dem Reisenden
das Lesen zu erleichtern. Der Reisende gab sich
auch Mühe, um wenigstens darin dem Offizier
gefällig sein zu können, aber es war ihm
unmöglich. Nun begann der Offizier die
Aufschrift zu buchstabieren und dann las er sie
noch einmal im Zusammenhang.
»›Sei gerecht!‹ - heißt es«, sagte er, »jetzt können
Sie es doch lesen.«
Der Reisende beugte sich so tief über das Papier,
daß der Offizier aus Angst vor einer Berührung es
weiter entfernte; nun sagte der Reisende zwar
nichts mehr, aber es war klar, daß er es noch
immer nicht hatte lesen können.
»›Sei gerecht!‹ - heißt es«, sagte der Offizier
nochmals.
»Mag sein«, sagte der Reisende, »ich glaube es,
daß es dort steht.«
»Nun gut«, sagte der Offizier, wenigstens
teilweise befriedigt, und stieg mit dem Blatt auf
die Leiter; er bettete das Blatt mit großer Vorsicht
im Zeichner und ordnete das Räderwerk scheinbar
gänzlich um; es war eine sehr mühselige Arbeit,
es mußte sich auch um ganz kleine Räder
handeln, manchmal verschwand der Kopf des
Offiziers völlig im Zeichner, so genau mußte er
das Räderwerk untersuchen.
Der Reisende verfolgte von unten diese Arbeit
ununterbrochen, der Hals wurde ihm steif, und die
Augen schmerzten ihn von dem mit Sonnenlicht
überschütteten Himmel. Der Soldat und der
Verurteilte waren nur miteinander beschäftigt.
Das Hemd und die Hose des Verurteilten, die
schon in der Grube lagen, wurden vom Soldaten
mit der Bajonettspitze herausgezogen. Das Hemd
war entsetzlich schmutzig, und der Verurteilte
wusch es in dem Wasserkübel. Als er dann Hemd
und Hose anzog, mußte der Soldat wie der
Verurteilte laut lachen, denn die Kleidungsstücke
waren doch hinten entzweigeschnitten. Vielleicht
glaubte der Verurteilte, verpflichtet zu sein, den
Soldaten zu unterhalten, er drehte sich in der
zerschnittenen Kleidung im Kreise vor dem
Soldaten, der auf dem Boden hockte und lachend
auf seine Knie schlug. Immerhin bezwangen sie
sich noch mit Rücksicht auf die Anwesenheit der
Herren.
Als der Offizier oben endlich fertiggeworden war,
überblickte er noch einmal lächelnd das Ganze in
allen seinen Teilen, schlug diesmal den Deckel
già detto che non riesco a leggere queste
matrici».
«Ma guardi bene la matrice», disse l’Ufficiale e
si avvicinò al Viaggiatore per leggerla con lui.
Ma anche questo non aiutò, seguì col dito
mignolo il tracciato sulla matrice a distanza
come se questa non dovesse essere toccata in
alcun modo, per facilitarne così la lettura al
Viaggiatore, il quale si sforzò pure, tanto per
compiacere l’Ufficiale, ma gli restò impossibile.
L’Ufficiale cominciò allora a sillabare la scritta
e quindi la lesse tutta intera.
«”Sii giusto!” ci sta scritto», disse, «ora riesce a
leggerlo?»
Il Viaggiatore si curvò tanto sulla matrice che
l’Ufficiale per paura che la toccasse gliela
allontanò di nuovo; allora il Viaggiatore non
disse più nulla, ma era chiaro che aveva
continuato a non poterci leggere niente.
«”Sii giusto!” ci sta scritto», disse l’Ufficiale
ancora una volta.
«Può essere», disse il Viaggiatore, «ci credo che
ci stia scritto così.»
«Bene», disse l’Ufficiale, almeno in parte
soddisfatto, e salì con la matrice sulla scala;
adagiò la matrice nello scrittoio con gran cura e
riordino complessivamente il meccanismo a
ingranaggi. Era un lavoro molto penoso, si
doveva anche trattare d’ingranaggi abbastanza
piccoli, talvolta la testa dell’Ufficiale spariva
completamente nello scrittoio, tanta era la
precisione che doveva impiegare nell’analisi del
meccanismo.
Il Viaggiatore seguiva da sotto ininterrottamente
questo lavorio, il collo gli diventava rigido e gli
occhi gli facevano male per il cielo inondato di
luce solare. Il Soldato e il Condannato
s’intrattenevano soltanto l’uno con l’altro. La
camicia e i pantaloni del Condannato, che
giacevano già nella fossa, furono tirati fuori dal
Soldato con la punta della baionetta. La camicia
era orribilmente sudicia e il Condannato la lavò
nel secchio dell’acqua. Quando indossò la
camicia e i pantaloni il Condannato e il Soldato
dovettero mettersi a ridere forte, chè i due capi
di vestiario erano spaccati in due di dietro. Forse
il Condannato credeva di essere in dovere di
divertire il Soldato, si girava in tondo coi vestiti
spaccati davanti al Soldato che stava
accovacciato al suolo e rideva battendosi le
mani sui ginocchi. Comunque si limitavano per
des Zeichners zu, der bisher offen gewesen war,
stieg hinunter, sah in die Grube und dann auf den
Verurteilten, merkte befriedigt, daß dieser seine
Kleidung herausgenommen hatte, ging dann zu
dem Wasserkübel, um die Hände zu waschen,
erkannte zu spät den widerlichen Schmutz, war
traurig darüber, daß er nun die Hände nicht
waschen konnte, tauchte sie schließlich - dieser
Ersatz genügte ihm nicht, aber er mußte sich
fügen - in den Sand, stand dann auf und begann
seinen Uniformrock aufzuknöpfen. Hierbei fielen
ihm zunächst die zwei Damentaschentücher, die
er hinter den Kragen gezwängt hatte, in die
Hände.
»Hier hast du deine Taschentücher«, sagte er und
warf sie dem Verurteilten zu. Und zum Reisenden
sagte er erklärend: »Geschenke der Damen.«
Trotz der offenbaren Eile, mit der er den
Uniformrock auszog und sich dann vollständig
entkleidete,
behandelte
er
doch
jedes
Kleidungsstück sehr sorgfältig, über die
Silberschnüre an seinem Waffenrock strich er
sogar eigens mit den Fingern hin und schüttelte
eine Troddel zurecht. Wenig paßte es allerdings
zu dieser Sorgfalt, daß er, sobald er mit der
Behandlung eines Stückes fertig war, es dann
sofort mit einem unwilligen Ruck in die Grube
warf. Das letzte, was ihm übrigblieb, war sein
kurzer Degen mit dem Tragriemen. Er zog den
Degen aus der Scheide, zerbrach ihn, faßte dann
alles zusammen, die Degenstücke, die Scheide
und den Riemen, und warf es so heftig weg, daß
es unten in der Grube aneinanderklang.
Nun stand er nackt da. Der Reisende biß sich auf
die Lippen und sagte nichts. Er wußte zwar, was
geschehen würde, aber er hatte kein Recht, den
Offizier an irgend etwas zu hindern. War das
Gerichtsverfahren, an dem der Offizier hing,
wirklich so nahe daran, behoben zu werden möglicherweise infolge des Einschreitens des
Reisenden, zu dem sich dieser seinerseits
verpflichtet fühlte -, dann handelte jetzt der
Offizier vollständig richtig; der Reisende hätte an
seiner Stelle nicht anders gehandelt.
Der Soldat und der Verurteilte verstanden zuerst
nichts, sie sahen anfangs nicht einmal zu. Der
Verurteilte war sehr erfreut darüber, die
Taschentücher zurückerhalten zu haben, aber er
durfte sich nicht lange an ihnen freuen, denn der
Soldat nahm sie ihm mit einem raschen, nicht
vorherzusehenden Griff. Nun versuchte wieder
rispetto alla presenza dei due signori.
Quando finalmente lassù sopra l’Ufficiale ebbe
terminato, gettò sorridente ancora un sguardo
d’insieme al tutto in ogni suo dettaglio, chiuse
stavolta il coperchio dello scrittoio che fino ad
allora era rimasto aperto, scese giù, guardò la
fossa e poi il Condannato, notò soddisfatto che
quest’ultimo aveva recuperato i suoi vestiti, si
avvicinò quindi al secchio dell’acqua per
lavarcisi le mani, si accorse troppo tardi della
sporcizia ripugnante, si dispiacque di non
potersi lavare le mani, le affondò nella sabbia questa alternativa non gli bastava, ma dovette
adeguarcisi- quindi si alzò e cominciò a
sbottonarsi la giacca dell’uniforme. In quell’atto
gli caddero in mano i due fazzoletti da donna
che si era infilato nel colletto.
«Ecco i tuoi fazzoletti», disse e li buttò al
Condannato. Poi, rivolto al Viaggiatore,
aggiunse a mo’ di spiegazione: «Regali delle
dame».
Malgrado l’apparente fretta con cui si era tolta
l’uniforme, denudandosi poi completamente,
trattava ogni capo di vestiario con molta cura;
sugli alamari d’argento della sua giubba passò le
proprie dita e scosse per metterla in ordine una
nappola ingarbugliata. Poco si addiceva
veramente a questa precisione il fatto che
appena terminato il trattamento del singolo capo
di vestiario questo venisse subito scaraventato
nella fossa con gesto indifferente. L’ultimo
pezzo che gli restava era lo spadino con le sue
cinture. Lo estrasse dalla guaina, lo spezzò,
raccolse poi tutto insieme, lo spadino, la guaina
e le cinghie, e gettò via tutto con tanta forza che
giù nella fossa ne risuonò il tintinnio.
Ora stava nudo là in piedi. Il Viaggiatore si
morse le labbra e non disse niente. Sapeva certo
cosa sarebbe accaduto, ma non si sentiva in
diritto d’impedire all’Ufficiale una qualsiasi
cosa. Se il procedimento giudiziario a cui
l’Ufficiale tanto teneva era davvero in procinto
di essere abolito –possibilmente in seguito
all’intervento del Viaggiatore che da parte sua
lo sentiva come un obbligo- , allora l’Ufficiale
agiva adesso in modo assolutamente giusto: il
Viaggiatore al suo posto non avrebbe agito
diversamente.
Il Soldato e il Condannato all’inizio non
capivano niente, all’inizio veramente non
guardavano neppure. Il Condannato si era molto
der Verurteilte, dem Soldaten die Tücher hinter
dem Gürtel, hinter dem er sie verwahrt hatte,
hervorzuziehen, aber der Soldat war wachsam. So
stritten sie in halbem Scherz. Erst als der Offizier
vollständig nackt war, wurden sie aufmerksam.
Besonders der Verurteilte schien von der Ahnung
irgendeines großen Umschwungs getroffen zu
sein. Was ihm geschehen war, geschah nun dem
Offizier. Vielleicht würde es so bis zum
Äußersten gehen. Wahrscheinlich hatte der
fremde Reisende den Befehl dazu gegeben. Das
war also Rache. Ohne selbst bis zum Ende
gelitten zu haben, wurde er doch bis zum Ende
gerächt. Ein breites lautloses Lachen erschien nun
auf seinem Gesicht und verschwand nicht mehr.
Der Offizier aber hatte sich der Maschine
zugewendet. Wenn es schon früher deutlich
gewesen war, daß er die Maschine gut verstand,
so konnte es jetzt einen fast bestürzt machen, wie
er mit ihr umging und wie sie gehorchte. Er hatte
die Hand der Egge nur genähert, und sie hob und
senkte sich mehrmals, bis sie die richtige Lage
erreicht hatte, um ihn zu empfangen; er faßte das
Bett nur am Rande, und es fing schon zu zittern
an; der Filzstumpf kam seinem Mund entgegen,
man sah, wie der Offizier ihn eigentlich nicht
haben wollte, aber das Zögern dauerte nur einen
Augenblick, gleich fügte er sich und nahm ihn
auf. Alles war bereit, nur die Riemen hingen noch
an den Seiten herunter, aber sie waren offenbar
unnötig, der Offizier mußte nicht angeschnallt
sein. Da bemerkte der Verurteilte die losen
Riemen, seiner Meinung nach war die Exekution
nicht vollkommen, wenn die Riemen nicht
festgeschnallt waren, er winkte eifrig dem
Soldaten, und sie liefen hin, den Offizier
anzuschnallen. Dieser hatte schon den einen Fuß
ausgestreckt, um in die Kurbel zu stoßen, die den
Zeichner in Gang bringen sollte; da sah er, daß die
zwei gekommen waren; er zog daher den Fuß
zurück und ließ sich anschnallen. Nun konnte er
allerdings die Kurbel nicht mehr erreichen; weder
der Soldat noch der Verurteilte würden sie
auffinden, und der Reisende war entschlossen,
sich nicht zu rühren. Es war nicht nötig; kaum
waren die Riemen angebracht, fing auch schon die
Maschine zu arbeiten an; das Bett zitterte, die
Nadeln tanzten auf der Haut, die Egge schwebte
auf und ab. Der Reisende hatte schon eine Weile
hingestarrt, ehe er sich erinnerte, daß ein Rad im
Zeichner hätte kreischen sollen; aber alles war
rallegrato per avere ricevuto indietro i fazzoletti,
ma non dovette durare a lungo la sua gioia, in
quanto il Soldato glieli prese con un gesto
rapido e imprevedibile. Adesso il Condannato
tentava di nuovo di sfilare al Soldato i fazzoletti
da sotto la cintura, dove gli aveva riposti, ma il
Soldato era guardingo. Così litigavano mezzo
scherzando. Solo quando l’Ufficiale fu tutto
nudo, si fecero attenti. Soprattutto il Condannato
sembrò colpito dall’intuizione di un grande
mutamento: quel che stava accadendo a lui,
adesso accadeva all’Ufficiale. Forse sarebbe
arrivato fino all’estremo limite. Probabilmente
era stato il Viaggiatore a dare l’ordine. Si
trattava dunque di vendetta. Senza aver sofferto
fino in fondo, lui stesso, veniva fino in fondo
vendicato. Un sorriso ampio e silenzioso si
spanse allora sul suo volto e non scomparve più.
L’Ufficiale però si era rivolto alla macchina. Se
già prima era stato chiaro che lui ci capiva bene
in quella macchina, ora si poteva restare quasi
attoniti nel vedere come lui se ne serviva e
com’essa ubbidiva. Appena ci accostò la mano,
l’erpice si alzò e abbassò più volte, finché non
raggiunse la giusta posizione per accoglierlo; lui
afferrò il bordo del letto che già cominciò a
vibrare; il tampone di feltro gli si accostò alla
bocca, si vide che l’Ufficiale veramente non lo
voleva, ma quell’incertezza durò solo un attimo,
si adattò subito e lo accolse. Tutto era pronto,
solo le cinghie pendevano ancora ai lati, ma
erano chiaramente inutili, non era necessario
allacciarle all’Ufficiale. Allora il Condannato
notò le cinghie sciolte e pensò che l’esecuzione
non sarebbe stata completa se non fossero state
allacciate le cinghie, fece subito cenno al
Soldato e si precipitarono ad allacciare
l’Ufficiale. Questi aveva già sporto un piede per
spingere la leva destinata a mettere in moto lo
scrittoio, quando vide che i due erano arrivati,
ritirò il piede e si fece allacciare. Ora però non
poteva più arrivare alla leva; né il Soldato, né il
Condannato l’avrebbero trovata e il Viaggiatore
era deciso a non muoversi. Non fu necessario:
appena le cinghie furono allacciate, la macchina
cominciò a lavorare; il letto vibrava, gli aghi
danzavano sulla pelle, l’erpice volteggiava su e
giù. Il Viaggiatore aveva già osservato da un
certo tempo prima di ricordarsi che un
ingranaggio nello scrittoio avrebbe dovuto
cigolare, ma tutto era silenzioso, non si udiva il
still, nicht das geringste Surren war zu hören.
Durch diese stille Arbeit entschwand die
Maschine förmlich der Aufmerksamkeit. Der
Reisende sah zu dem Soldaten und dem
Verurteilten hinüber. Der Verurteilte war der
Lebhaftere, alles an der Maschine interessierte
ihn, bald beugte er sich nieder, bald streckte er
sich, immerfort hatte er den Zeigefinger
ausgestreckt, um dem Soldaten etwas zu zeigen.
Dem Reisenden war es peinlich. Er war
entschlossen, hier bis zum Ende zu bleiben, aber
den Anblick der zwei hätte er nicht lange
ertragen. »Geht nach Hause«, sagte er.
Der Soldat wäre dazu vielleicht bereit gewesen,
aber der Verurteilte empfand den Befehl geradezu
als Strafe. Er bat flehentlich mit gefalteten
Händen, ihn hier zu lassen, und als der Reisende
kopfschüttelnd nicht nachgeben wollte, kniete er
sogar nieder.
Der Reisende sah, daß Befehle hier nichts halfen,
er wollte hinüber und die zwei vertreiben. Da
hörte er oben im Zeichner ein Geräusch. Er sah
hinauf. Störte also das Zahnrad doch? Aber es war
etwas anderes. Langsam hob sich der Deckel des
Zeichners und klappte dann vollständig auf. Die
Zacken eines Zahnrades zeigten und hoben sich,
bald erschien das ganze Rad, es war, als presse
irgendeine große Macht den Zeichner zusammen,
so daß für dieses Rad kein Platz mehr übrigblieb,
das Rad drehte sich bis zum Rand des Zeichners,
fiel hinunter, kollerte aufrecht ein Stück im Sand
und blieb dann liegen. Aber schon stieg oben ein
anderes auf, ihm folgten viele, große, kleine und
kaum zu unterscheidende, mit allen geschah
dasselbe, immer glaubte man, nun müsse der
Zeichner jedenfalls schon entleert sein, da
erschien eine neue, besonders zahlreiche Gruppe,
stieg auf, fiel hinunter, kollerte im Sand und legte
sich. Über diesem Vorgang vergaß der Verurteilte
ganz den Befehl des Reisenden, die Zahnräder
entzückten ihn völlig, er wollte immer eines
fassen, trieb gleichzeitig den Soldaten an, ihm zu
helfen, zog aber erschreckt die Hand zurück, denn
es folgte gleich ein anderes Rad, das ihn,
wenigstens im ersten Anrollen, erschreckte.
Der Reisende dagegen war sehr beunruhigt; die
Maschine ging offenbar in Trümmer; ihr ruhiger
Gang war eine Täuschung; er hatte das Gefühl, als
müsse er sich jetzt des Offiziers annehmen, da
dieser nicht mehr für sich selbst sorgen konnte.
Aber während der Fall der Zahnräder seine ganze
minimo fruscio.
Grazie a questo lavorio silenzioso la macchina
si era formalmente sottratta all’attenzione. Il
Viaggiatore lanciò uno sguardo al Soldato e al
condananto dall’altra parte. Il Condannato era il
più vivace, della macchina tutto lo interessava,
ora si piegava, ora si allungava, stava sempre
con l’indice puntato per indicare qualcosa al
Soldato. Per il Viaggiatore era una cosa penosa.
Era deciso a restar lì fino alla fine, ma la vista di
quei due non l’avrebbe sopportata più a lungo.
«Andate a casa», disse.
Il Soldato sarebbe stato forse disposto a farlo,
ma il Condannato sentì il comando addirittura
come una punizione. Si mise a pregare,
piangendo, a mani giunte di lasciarlo là e
quando il Viaggiatore scuotendo la testa non
volle cedere, lui si mise addirittura in ginocchio.
Il Viaggiatore vide che i comandi qui non
servivano a niente, volle andare di là per
scacciarli via. Allora udì in alto, nello scrittoio,
un cigolio. Levò lo sguardo. C’era dunque un
ingranaggio inceppato? No, era qualcosa di
diverso. Il coperchio dello scrittoio si sollevò
lentamente fino a spalancarsi. Gl’ingranaggi
della ruota dentata spuntarono sollevandosi, e
ben presto apparve la ruota intera, come se una
qualche potenza stesse premendo insieme lo
scrittoio e per questa ruota non restasse più
spazio: essa roteò fino all’orlo dello scrittoio,
cadde giù, rotolò un pezzo nella sabbia e si
fermò. Ma lassù in alto già se ne affacciava
un’altra e molte altre, grandi e piccole e appena
percettibili, e con tutte accadeva la stessa cosa;
si pensava sempre che ormai lo scrittoio si fosse
svuotato ed ecco invece uscirne un intero
gruppo nuovo, particolarmente numeroso, che si
affacciava, cadeva giù, rotolava nella sabbia e si
fermava. Preso da questo svolgimento il
Condannato dimenticò del tutto il comando del
Viaggiatore, le ruote dentate lo affascinavano
totalmente, ne voleva sempre afferrare una,
spingeva al contempo il Soldato ad aiutarlo,
però ritirava la mano spaventato, ché un nuovo
ingranaggio ne veniva subito dietro, che lo
impauriva, almeno nel suo primo rotolare.
Il Viaggiatore invece era molto preoccupato: era
chiaro che la macchina stava andando in pezzi,
il suo tranquillo procedere era un’evidente
illusione; ebbe la sensazione di doversi a questo
punto occupare completamente dell’Ufficiale, in
Aufmerksamkeit beanspruchte, hatte er versäumt,
die übrige Maschine zu beaufsichtigen; als er
jedoch jetzt, nachdem das letzte Zahnrad den
Zeichner verlassen hatte, sich über die Egge
beugte, hatte er eine neue, noch ärgere
Überraschung. Die Egge schrieb nicht, sie stach
nur, und das Bett wälzte den Körper nicht,
sondern hob ihn nur zitternd in die Nadeln hinein.
Der Reisende wollte eingreifen, möglicherweise
das Ganze zum Stehen bringen, das war ja keine
Folter, wie sie der Offizier erreichen wollte, das
war unmittelbarer Mord. Er streckte die Hände
aus. Da hob sich aber schon die Egge mit dem
aufgespießten Körper zur Seite, wie sie es sonst
erst in der zwölften Stunde tat. Das Blut floß in
hundert Strömen, nicht mit Wasser vermischt,
auch die Wasserröhrchen hatten diesmal versagt.
Und nun versagte noch das Letzte, der Körper
löste sich von den Nadeln nicht, strömte sein Blut
aus, hing aber über der Grube, ohne zu fallen. Die
Egge wollte schon in ihre alte Lage zurückkehren,
aber als merke sie selbst, daß sie von ihrer Last
noch nicht befreit sei, blieb sie doch über der
Grube. »Helft doch!« schrie der Reisende zum
Soldaten und zum Verurteilten hinüber und faßte
selbst die Füße des Offiziers. Er wollte sich hier
gegen die Füße drücken, die zwei sollten auf der
anderen Seite den Kopf des Offiziers fassen, und
so sollte er langsam von den Nadeln gehoben
werden. Aber nun konnten sich die zwei nicht
entschließen zu kommen; der Verurteilte drehte
sich geradezu um; der Reisende mußte zu ihnen
hinübergehen und sie mit Gewalt zu dem Kopf
des Offiziers drängen. Hierbei sah er fast gegen
Willen das Gesicht der Leiche. Es war, wie es im
Leben gewesen war; kein Zeichen der
versprochenen Erlösung war zu entdecken; was
alle anderen in der Maschine gefunden hatten, der
Offizier fand es nicht; die Lippen waren fest
zusammengedrückt, die Augen waren offen,
hatten den Ausdruck des Lebens, der Blick war
ruhig und überzeugt, durch die Stirn ging die
Spitze des großen eisernen Stachels.
Als der Reisende, mit dem Soldaten und dem
Verurteilten hinter sich, zu den ersten Häusern der
Kolonie kam, zeigte der Soldat auf eins und sagte:
»Hier ist das Teehaus.«
Im Erdgeschoß eines Hauses war ein tiefer,
niedriger, höhlenartiger, an den Wänden und an
der Decke verräucherter Raum. Gegen die Straße
zu war er in seiner ganzen Breite offen. Trotzdem
quanto costui ormai non poteva più pensare a se
stesso. Ma mentre la caduta degl’ingranaaggi
aveva attratto tutta la sua attenzione, gli era
mancato di osservare il resto della macchina, ma
quando, lasciato
lo scrittoio l’ultimo
ingranaggio, lui si era piegato sull’erpice, aveva
avuto un’altra sgradevole sorpresa. L’erpice non
scriveva, trafiggeva soltanto, e il letto non
faceva oscillare il corpo, ma lo sollevava
soltanto vibrando contro gli aghi. Il Viaggiatore
voleva
intervenire,
magari
bloccando
semplicemente il tutto, in quanto non si tratatva
di una tortura come avrebbe voluto ottenere
l’Ufficiale, bensì di una diretta uccisione.
Allungò le mani. A quel punto però l’erpice si
alzò già di lato con il corpo infilzato, come
faceva di solito alla dodicesima ora. Il sangue
schizzò in mille rivoli, non misto ad acqua,
anche i tubi dell’acqua questa volta non avevano
funzionato. E neppure l’ultimo movimento
funzionò, il corpo non si staccò dai lunghi aghi,
sgocciolò l’ultimo sangue e rimase sospeso sulla
fossa, senza cadervi. L’erpice avrebbe voluto
rimettersi sulla vecchia posizione, ma come
sentì da solo che non era libero dal peso, rimase
sospeo sulla fossa.
«Suvvia, aiutate!» gridò il Viaggiatore al
Soldato e al Condannato e afferrò lui stesso i
piedi dell’Ufficiale. Voleva spingere via i piedi,
mentre i due dall’altra parte dovevano tenere
stretta la testa dell’Ufficiale così che questo
venisse lentamente sfilato dagli aghi. Ma i due
non volevano decidersi a venire; il Condannato
adirittura si girò dall’altra parte; il Viaggiatore
dovette andare dall’altra parte da loro per
cotringerli con la forza ad afferrare la testa
dell’Ufficiale. In quell’atto lui vide quasi contro
voglia il volto del cadavere. Era come era stato
in vita; non si notava nessun segno della
promessa redenzione: quel che tutti gli altri
avevavo trovato nella amcchina, l’ufficile non
ce l’aveva trovato; le labbra erano serrate, gli
occhi spalancati avevano la stessa espressione
che da vivi, lo sguardo era tranquillo e deciso,
dalla fronte usciva la punta del lungo spunzone
d’acciaio.
Quando il Viaggiatore con dietro di sè il Soldato
e il Condannato giunse alle prime case della
Colonia, il Soldato accennò ad una di esse e
disse:«Ecco la Casa del Thè».
A pianterreno di una casa c’era un locale
sich das Teehaus von den übrigen Häusern der
Kolonie, die bis auf die Palastbauten der
Kommandantur alle sehr verkommen waren,
wenig unterschied, übte es auf den Reisenden
doch den Eindruck einer historischen Erinnerung
aus, und er fühlte die Macht der früheren Zeiten.
Er trat näher heran, ging, gefolgt von seinen
Begleitern, zwischen den unbesetzten Tischen
hindurch, die vor dem Teehaus auf der Straße
standen, und atmete die kühle, dumpfige Luft ein,
die aus dem Innern kam.
»Der Alte ist hier begraben«, sagte der Soldat,
»ein Platz auf dem Friedhof ist ihm vom
Geistlichen verweigert worden. Man war eine
Zeitlang unentschlossen, wo man ihn begraben
sollte, schließlich hat man ihn hier begraben.
Davon hat Ihnen der Offizier gewiß nichts erzählt,
denn dessen hat er sich natürlich am meisten
geschämt. Er hat sogar einigemal in der Nacht
versucht, den Alten auszugraben, er ist aber
immer verjagt worden.« »Wo ist das Grab?«
fragte der Reisende, der dem Soldaten nicht
glauben konnte. Gleich liefen beide, der Soldat
wie der Verurteilte, vor ihm her und zeigten mit
ausgestreckten Händen dorthin, wo sich das Grab
befinden sollte. Sie führten den Reisenden bis zur
Rückwand, wo an einigen Tischen Gäste saßen.
Es waren wahrscheinlich Hafenarbeiter, starke
Männer mit kurzen, glänzend schwarzen
Vollbärten. Alle waren ohne Rock, ihre Hemden
waren zerrissen, es war armes, gedemütigtes
Volk. Als sich der Reisende näherte, erhoben sich
einige, drückten sich an die Wand und sahen ihm
entgegen. »Es ist ein Fremder«, flüsterte es um
den Reisenden herum, »er will das Grab
ansehen.« Sie schoben einen der Tische beiseite,
unter dem sich wirklich ein Grabstein befand. Es
war ein einfacher Stein, niedrig genug, um unter
einem Tisch verborgen werden zu können. Er trug
eine Aufschrift mit sehr kleinen Buchstaben, der
Reisende mußte, um sie zu lesen, niederknien. Sie
lautete: ›Hier ruht der alte Kommandant. Seine
Anhänger, die jetzt keinen Namen tragen dürfen,
haben ihm das Grab gegraben und den Stein
gesetzt. Es besteht eine Prophezeiung, daß der
Kommandant nach einer bestimmten Anzahl von
Jahren auferstehen und aus diesem Hause seine
Anhänger zur Wiedereroberung der Kolonie
führen wird. Glaubet und wartet!‹ Als der
Reisende das gelesen hatte und sich erhob, sah er
rings um sich die Männer stehen und lächeln, als
profondo, basso, a forma di caverna, tutto
annerito dal fumo alle pareti e al soffitto. Nella
parte rivolta alla strada era aperto in tutta la sua
ampiezza. Malgrado la Casa del Thè non si
distinguesse dal resto delle case Coloniali, che
fatta eccezione delle palazzine del comando
erano tutte molto scalcinate, esercitò sul
Viaggiatore comunque l’impressione di una
memoria storica, e lui percepì la forza delle
epoche trascorse. Si avvicinò ancora, seguito dai
suoi accompagnatori, passando fra i tavoli vuoti
che stavano sulla strada di fronte alla Casa del
Thè e respirò l’aria di fresco rinchiuso che
proveniva dall’interno.
«Il vecchio è sepolto qui», disse il Soldato,«un
posto al cimitero gli è stato negato dai sacerdoti.
Per un certo tempo sono stati incerti su dove
seppellirlo, infine lo hanno sepolto qui. Di
questo l’Ufficiale non Le ha certo raccontato
niente, perché lui è stato quello che se n’è
vergognato più di tutti. Ha tentato addirittura
qualche volta di notte di riesumare il Vecchio,
ma ne è sempre stato cacciato».
«Dov’è la tomba?» chiese il Viaggiatore che
non poteva credere al Soldato. Subito il Soldato
e il condananto lo precedettero a corsa e gli
mostrarono con le mani tese il luogo dove si
doveva trovare la tomba. Lo condussero alla
parete d’appoggio dove degli avventori
sedevano ad alcuni tavoli. Si trattava
probabilmente di lavoratori del porto, uomini
forti con barbe corte nere e lucenti. Erano tutti
senza giacca, le loro camicie erano lacere, si
tarttava di gente del popolo, povera e
rassegnata. Appena il Viaggiatore si accostò,
alcuni si alzarono, si addossarono alla parete e si
misero ad osservarlo. «È uno straniero», si
mormorava intorno al Viaggiatore, «vuole
vedere al tomba». Spostarono da parte uno dei
tavoli sotto il quale veramente si trovava la
pietra tombale. Era una semplice lapide
abbastanza bassa tanto da stare nascosta sotto il
tavolo. Portava una scritta a caratteri
piccolissimi; per leggerli dovette inginocchiarsi
il visitatore. Essa diceva: ‘Qui giace il vecchio
comandante. I suoi seguaci che adesso non
possono portare nessun nome gli hanno scavato
questa fossa e posta questa lapide. Esiste una
profezia per cui dopo un certo numero di anni il
Capitano risusciterà e guiderà i suoi seguaci alla
riconquista dell’isola, partendo da questa casa.
hätten sie mit ihm die Aufschrift gelesen, sie
lächerlich gefunden und forderten ihn auf, sich
ihrer Meinung anzuschließen. Der Reisende tat,
als merke er das nicht, verteilte einige Münzen
unter sie, wartete noch, bis der Tisch über das
Grab geschoben war, verließ das Teehaus und
ging zum Hafen.
Der Soldat und der Verurteilte hatten im Teehaus
Bekannte gefunden, die sie zurückhielten. Sie
mußten sich aber bald von ihnen losgerissen
haben, denn der Reisende befand sich erst in der
Mitte der langen Treppe, die zu den Booten
führte, als sie ihm schon nachliefen. Sie wollten
wahrscheinlich den Reisenden im letzten
Augenblick zwingen, sie mitzunehmen. Während
der Reisende unten mit einem Schiffer wegen der
Überfahrt zum Dampfer unterhandelte, rasten die
zwei die Treppe hinab, schweigend, denn zu
schreien wagten sie nicht. Aber als sie unten
ankamen, war der Reisende schon im Boot, und
der Schiffer löste es gerade vom Ufer. Sie hätten
noch ins Boot springen können, aber der Reisende
hob ein schweres, geknotetes Tau vom Boden,
drohte ihnen damit und hielt sie dadurch von dem
Sprunge ab.
Abbiate fede e attendete!’. Quando il
Viaggiatore l’ebbe letta e si fu alzato, si guardò
attorno e vide gli uomini in piedi che
ridacchiavano, come se avessero letto la scritta
assieme a lui, l’avessero trovata ridicola e lo
incitassero a condividere la loro opinione. Il
Viaggiatore fece finta di non averlo notato,
distribuì delle monete, attese finché il tavolo
non fu rimesso sulla tomba, lasciò la Casa del
Thè e si diresse al porto.
Il Soldato e il Condannato avevano trovato alla
Casa del Thè dei conoscenti che li trattennero.
Dovettero staccarsi però ben presto da loro, in
quanto il Viaggiatore si trovava appena a metà
della scala che conduceva alle imbarcazioni
quando loro già lo stavano seguendo.
Probabilmente
volevano
costringere
il
Viaggiatore all’ultimo momento a prenderli con
sé. Mentre il Viaggiatore giù sotto contrattava
con il barcaiolo per il traghetto fino alla nave a
vapore, i due si precipitarono giù per la scala,
silenziosi, ché non osavano farsi sentire. Ma
quando arrivarono in fondo, il Viaggiatore era
già salito nella barca e il barcaiolo si stava
staccando da riva. Avrebbero potuto ancora
saltare in barca, ma il Viaggiatore sollevò un
pesante canape coperto di nodi e con esso li
minacciò, e così li trattenne dal salto.