Nella colonia penale - Istituto Gramsci Grosseto
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Nella colonia penale - Istituto Gramsci Grosseto
F. Kafka Nella colonia penale A cura di N. Muzzi Tatuaggio e tortura nello sguardo di Kafka “Il selvaggio della Papuasia si tatua la faccia, copre di tatuaggi la sua barca, il suo remo, insomma tutto quello che gli capita a portata di mano. Egli non è un delinquente. L’uomo moderno, invece, che pratica il tatuaggio sulla propria pelle è un delinquente oppure un degenerato.” Questo passo tratto da una conferenza di Alfred Loos cui sembra abbia assistito anche Kafka, si trova nel saggio Ornament und Verbrechen (Ornamento e trasgressione). Di simili passi apodittici se ne trovano molti in quel saggio, e certamente Kafka deve averne trovato il tenore alquanto interessante, anche se poco convincente. Certamente covò dentro di sé questa e simili altre frasi e le lasciò maturare dentro di sé in tutte le loro valenze. Nel 1914 egli scrive il racconto “Nella Colonia penale” e lo legge agli amici, quindi, in sede più Ufficiale, nel 1916 presso la Galleria Goltz di Monaco ad una cerchia di letterati, che non ne resta però convinta. Rilke, fra i presenti, fa notare che questo racconto non ha la stessa consequenzialità degli altri. In altri termini: in questo racconto la vittima si salva e non trionfa, così, l’ingiustizia dei padri che la voleva sacrificare. Uno dei motivi della non-vittoria della ferocia dei padri sull’innocenza delle vittime designate sta forse proprio in questa fonte piuttosto trascurata. Un Viaggiatore occidentale, una specie di reporter o forse di osservatore politico inviato dalla madrepatria in Colonia, in una Colonia di estremo oriente, forse nella stessa Cina, si trova ad assistere all’esecuzione di un Condannato attraverso un procedimento macchinoso che lo punisce uccidendolo lentamente (circa dodici ore di morte lenta) istruendolo nel contempo sulla propria pelle. La macchina infatti incide lentamente sulla schiena del Condannato, tramite una sorta di pantografo a mille punte, il paragrafo della Legge che egli ha infranto, o forse solo un comma del paragrafo, o forse solo la parola-chiave del comma, in quanto la scrittura è talmente fitta di linee intricatissime, di ghirigori e di sboffi che prende molto spazio e la schiena del Condannato potrà forse appena contenere qualche parola nel cespuglio di questo intricatissimo barocchismo grafico. Quindi, più che di una moderna legge sembra quasi trattarsi di un comandamento arcaico: il Condannato infatti sta per ricevere sulla sua schiena le parole:”Rispetta il tuo superiore”, tatuate a sangue, incise sempre più profondamente, finché la punta che scrive non sfonderà la pagina umana che ne riceve il messaggio. Morte e illuminazione: l’occhio umano –quello laico e occidentale dell’osservatore europeo- non sa decifrare dalle matrici perforate che gli vengono mostrate nemmeno una mezza sillaba, nemmeno una lettera o una zampina di lettera in cui scorreranno gli aghi del pantografo, tatuando il dorso dell’infelice, ma l’occhio sbarrato di costui alla sesta ora di esecuzione mostrerà a chiunque lo guardi che l’uomo semitrafitto dalle punte ha capito la Legge e anche chi lo guarda negli occhi può arrivare a leggervi il comandamento ormai assimilato. “Ci sono prigioni in cui l’ottanta per cento dei detenuti si tatua la pelle. I tatuati che non stanno in galera sono latenti delinquenti o degenerati aristocratici. Chi si tatua e muore in libertà significa semplicemente che è morto proprio alcuni anni prima di commettere un crimine.” La concezione di Loos si riduce ad un ridicolo trompe-l’oeil. Infatti l’abitudine di tatuarsi, come quella d’altronde d’imparare a giocare a dama…, è spesso legata al fenomeno della reclusione: prigioni, galere, collegi, non ha però nessun rapporto causale con i motivi della reclusione stessa, ovviamente. Sarebbe come sostenere che, essendo i ricoverati in sanatorio accaniti lettori di giornale e riviste, chi legge accanitamente giornali e riviste finirà presto o tardi in sanatorio. A Kafka non poteva sfuggire questo aspetto ridicolo e lo vediamo riaffiorare violento nell’acribia descrittiva del racconto, ma ne restava anche divertito e spaventato al contempo e quasi inceppato nel ductus narrativo. Nel suo esitare narrativo, nella sua sospensione drammatica, nella sua acribia descrittiva egli rifiutava la classica consequenzialità che gli altri si attendevano da lui e lui da se stesso e costruiva, forse inconsciamente, una risposta di opposizione all’asseverativa stupidità di Alfred Loos. E poi aveva un’altra fonte, dove veramente s’era abbeverato per lunghe notti insonni: “Le jardin des supplices” di Mirbeau. Si tratta di un libro scritto alla fine dell’ottocento da un sadista flaubertiano che, dotato di forte carica ironica, intellettualizza, estetizzando ed erotizzando al massimo, procedimenti di tortura di un mitico oriente raffinatissimo, di una Cina dai bordi sapienti e sbrecciati, che sta al di là delle nostre stupide, dicotomiche elucubrazioni occidentali e non distingue fra eros e thanatos, vita e morte, piacere e dolore, corpo e anima, carne e spirito e via dicendo. Una donna, Clara, guida il Viaggiatore occidentale nel giardino dei supplizi: supplizio uguale delizia. In Kafka invece l’asse viene tutto spostato verso il supplizio-conoscenza, la morte-illuminazione (tutto il racconto si svolge sotto una canicola abbacinante). Sapere e morire si danno la mano: siamo di nuovo di fronte all’albero della scienza, di ritorno nel pensiero ebraico. Da questa fonte Kafka trae il piacere di narrare e di scrivere. Certo la parola “piacere” forse non è la più adatta: in Kafka la scrittura è tortura, e la tortura per lui è anzitutto rivolta contro il soggetto che la pratica, se stesso. Ma è anche vendetta su chi legge, rivalsa sulla famiglia. Quindi crudeltà che dà piacere sì, ma un piacere-dolore intellettuale, non un godimento fisico o semplicemente estetico. Mentre quindi Kafka attingeva, rastremando al massimo in senso intellettivo, dal Jardin des supplices (in una traduzione tedesca d’inizio secolo andata perduta), teneva d’occhio Ornament und Verbrechen per rovesciarne la logica. La logica di Loos , abbiamo detto, si basa su di un trompe-l’oeil che altro non è se non un rapporto univoco fatto passare per biunivoco: nel rapporto univoco A dà B, ma B non dà A, la reclusione porta al tatuaggio, ma il tatuaggio non porta affatto alla reclusione. Ora, qui sta un punto centrale della cultura mitteleuropea, cioè l’allentamento del nesso causale. Nella cultura mitteleuropea si tende a valorizzare la pluralità delle cause, la magmaticità e poliedricità dei fenomeni, l’aspetto combinatorio e casuale, la percorribilità degli eventi da destra e sinistra e da sinistra a destra. Ci troviamo spesso immersi nella fuzzy-logic del linguaggio, che tende a interpretare la Storia sovrapponendovi le proprie regole specifiche. Anche in Loos predomina questo dato per cui l’assimilazione di certi fenomeni avviene facendo leva sul linguaggio. Alcuni fenomeni diversi come dipingersi la faccia, sporcare i muri o tracciare simboli erotici sulle pareti dei gabinetti pubblici vengono assimilati sotto il termine di ornamento, mentre la differenziazione degli stessi avviene facendo ricorso al concetto di evoluzione della civiltà, per cui al bambino come al selvaggio è permesso l’ornamento, mentre all’uomo maturo o all’epoca matura ciò non è permesso, se non a prezzo di farlo precipitare nella condizione di delinquenza o di degenerazione. Ci possiamo quindi immaginare l’effetto che questo ragionamento poteva avere sulla mente di Kafka, con quanto sospetto egli potesse accogliere questi argomenti. E allora, mentre scriveva, gli si levava dentro una sorta di sorda opposizione a quel ductus logico. E così, risalendo la corrente, sostenne faticosamente la tesi opposta: il delinquente lo si crea tatuandolo, designandolo tale. Ed ecco che tutto gli tornò più congeniale. Che cosa ha fatto di male il Condannato? Assolutamente niente. E’ un giovane Soldato che neppure conosce la lingua, un indigeno dai tratti larghi, giocherellone come un cagnolino. Egli avrebbe dovuto fare la guardia e salutare ogni ora davanti alla porta, come il cucù di un orologio a pendolo, ma si è addormentato. Il suo compito non era un incarico di sicurezza, bensì un semplice rituale ripetitivo: col suo sonno non ha messo a repentaglio l’incolumità di nessuno. Egli è talmente innocente che non sospetta neppure di cosa sia stato accusato, né di essere accusato, né tantomeno di essere stato Condannato a morte. Come un capretto trascinato al macello soffre soltanto degli strattoni e dei legacci intorno alle giunture, ma appena questi si allentano egli riprende a giocare. Il Viaggiatore chiede all’Ufficiale addetto all’esecuzione se il Condannato conosce i capi d’accusa e se ha avuto modo di replicare, di presentare una difesa. L’Ufficiale risponde che tutto ciò è inutile in quanto chi viene accusato è automaticamente già Condannato. Questa frase Kafka l’ha ripresa dal Jardin des supplices, ma dandole una valenza tutta kafkiana che si compendia nella formula: Die Schuld ist immer zweifellos (la colpa è sempre indubbia). Riprende così il gioco del potere, la sua rovinosità verso il basso: il potere della gerarchia e il potere del Passato sul Presente. La Legge arcaica inventata da un leggendario terribile Capitano sepolto nell’isola e portata avanti con rituale religioso dai suoi epigoni, suoi ammiratori e quasi adoratori, sacerdoti di una machinerie diabolica in bilico su una fossa comune, l’anonima fossa della Storia. In essa la macchina scaraventa i cadaveri tatuati a morte. Chi visita il cimitero ebraico a Praga è colpito dalla sua collinarità: i cadaveri vi sono sepolti l’uno sull’altro fino a nove strati. Ma c’è qualcuno che può fermare questa terribile Storia? Ci sono le donne che possono addolcirla. Il nuovo Capitano dell’isola è in latente conflitto con il vecchio terribile ivi sepolto, l’autore della Legge. Egli si circonda di donne, come un nuovo Cristo, di una schiera di stupide dame di carità che lo rammolliscono e che tentano di alleviare le ultime ore del Condannato rimpinzandolo di dolciumi che lui vomita regolarmente una volta disteso sulla macchina insanguinata dell’esecuzione. Ciò ritarda solo di alcuni attimi la morte, in quanto questa macchina, lucente di ottoni che abbagliano sotto la canicola, deve essere ripulita da quelle sporcizie. Ma la storia dell’esecuzione deve continuare. “Le sinfonie di Beethoven non avrebbero mai potuto essere scritte da un uomo che fosse stato solito vestirsi di seta, di velluto e di merletti. Chi oggi si aggira vestito di tuniche di velluto non è un artista, bensì un burattino o un imbianchino.” Loos parla indirettamente di Klimt che usava portare lunghe tuniche nel suo atelier di pittore. Egli non merita per ciò che l’appellativo d’imbianchino. Ma in Klimt Loos attacca anche l’artista che più di ogni altro usava la grammatica del femminile. E’ evidente la contrapposizione fra virile e femmineo nel pensiero di Loos, dove il ricorrente riferimento ad artisti come Beethoven o Wagner tende a forzare in termini napoleonici il corso della civiltà che si libera dal ciarpame ornamentale e marcia inesorabile verso la conquista dell’essenziale, trattenuta solo da alcuni degenerati che la tiranneggiano, consapevoli in fondo di venirne prima o poi travolti. Kafka, nella sua rivolta, attribuisce l’ornamento proprio all’Ufficiale, all’uomo apparentemente virile, deciso e disprezzatore di donne. E’ lui lo pseudo-artista che vive si esteriorità, che ammira la macchina del supplizio per quelli orpelli raffinatissimi, frutto di una fantasia tatuatrice. E’ lui il formalista ornamentale. Nel Jardin des supplices un vecchio cinese spiega con sadica perizia le più atroci ed astruse torture ai suoi ospiti occidentali, impazienti e insieme inorriditi di udirle, e torturati dalla lentezza e minuzia del racconto. Il vecchio cinese governa tutti questi elementi di suspence con estrema abilità di narratore e gode dei volti di chi l’ascolta, torturati da orrore e curiosità. Ogni tanto controlla di sottecchi gli effetti del suo narrare sui suoi ospiti. Il gioco è estetizzante, il fine edonistico prevale, ed è il godimento dell’esercizio della tortura, reale o narrata che sia. In Kafka il gioco si occidentalizza, acquista un aspetto etico-politico, di sistema. La machinerie kafkiana assurge subito a simbolo di una machinerie totalizzante, fondata su dei principi. Mentre le torture del Jardin des supplices sono tante e costituiscono una sorta di florilegio del supplizio, la tortura nella Colonia penale è una, unica e totale: è la tortura. Questa tortura non ha un fine né estetico né edonistico, ma etico. L’Ufficiale è un intreccio di amministratore austroungarico e di ligio Soldato di mistica devozione e obbedienza ai superiori. Egli non accenna un solo attimo a godere delle torture che infligge: tutta la sua opera è tesa a rendere onore a dei principi scritti su moderne tavole della Legge (le matrici del pantografo) meticolosamente conservate nei cassetti burocratici della macchina di tortura. Se per un attimo vediamo la macchina come materializzazione di un potere supremo, fine a se stesso, che vive della propria autogiustificazione, se per un attimo ci appare nella sua anonimità e quasi innominabilità, nella sua astrattezza tutta mitteleuropea, allora possiamo capire anche il passo ulteriore del racconto, perché la macchina può colpire anche chi la manovra. Quando, dopo svariati tentativi, l’Ufficiale si accorge che il Viaggiatore non vuole in nessun modo prestarsi al gioco, quando, anzi, esplicitamente costui gli rifiuta un qualsiasi appoggio, non foss’altro che con un suo avallo silenzioso all’esecuzione, allora e solo allora l’Ufficiale si denuda delle sue funzioni e si sacrifica, condannandosi a ricevere il tatuaggio che la macchina riserva a chi non sa giudicare e fra mille intrecci grafici racchiude la scritta: Sei gerecht (sii giusto). L’Ufficiale allora si spoglia dell’uniforme con estrema accuratezza, ripiegando giacca e pantaloni con la cura di chi intende conservarli e invece di colpo li getta nella fossa, quindi spezza la spada e la getta giù con tale violenza che i pezzi sbattendo in fondo alla fossa comune riecheggiano. Quindi si pone sotto il pantografo che comincia ad un tratto a lavorare da solo, movendosi, impazzito, in senso verticale. “Allora il Viaggiatore udì in alto, nello scrittoio, un cigolio. Levò lo sguardo. C’era dunque un ingranaggio inceppato? No, era qualcosa di diverso. Il coperchio dello scrittoio si sollevò lentamente fino a spalancarsi. Gl’ingranaggi della ruota dentata spuntarono sollevandosi, e ben presto apparve la ruota intera, come se una qualche potenza stesse premendo insieme lo scrittoio e per questa ruota non restasse più spazio: essa roteò fino all’orlo dello scrittoio, cadde giù, rotolò un pezzo nella sabbia e si fermò. Ma lassù in alto già se ne affacciava un’altra e molte altre, grandi e piccole e appena percettibili, e con tutte accadeva la stessa cosa; si pensava sempre che ormai lo scrittoio si fosse svuotato ed ecco invece uscirne un intero gruppo nuovo, particolarmente numeroso, che si affacciava, cadeva giù, rotolava nella sabbia e si fermava. (…) Era chiaro che la macchina stava andando in pezzi, il suo tranquillo procedere era un’evidente illusione.” Questa frase più di ogni altra esplicita il pensiero di Kafka sulla monarchia danubiana: una macchina che dava l’illusione di funzionare, ma che si era svuotata di significato. E particolarmente felice è l’immagine di una potenza esterna che preme il contenitore dei meccanismi e ne provoca la disgregazione lenta e inesorabile, che vede cadere uno dopo l’altro, in una loro comica e burocratica gerarchia, tutti i meccanismi grandi e minuti: ingranaggi e gruppi d’ingranaggi che ci richiamano alla mente il gigantesco apparato burocratico dell’Austria felix. Così la macchina movendosi all’impazzata in alto e in basso come una mascella meccanica trafigge il corpo dell’Ufficiale: “L’erpice allora si alzò di lato con il corpo infilzato, come faceva di solito alla dodicesima ora. Il sangue schizzò in mille rivoli, non misto ad acqua, anche i tubi dell’acqua questa volta non avevano funzionato. E neppure l’ultimo movimento funzionò, il corpo non si staccò dai lunghi aghi, sgocciolò l’ultimo sangue e rimase sospeso sulla fossa, senza cadervi”: Quando il Viaggiatore si avvicina alla testa dell’Ufficiale infilzato per staccarlo, non può impedirsi di guardarne il volto, che non ha acquistato niente di trasfigurato, di redento, conservando invece tutta la sua espressione abituale: “le labbra erano serrate, gli occhi spalancati avevano la stessa espressione che da vivi, lo sguardo era tranquillo e deciso, dalla fronte usciva la punta del lungo spunzone d’acciaio.” Da questo sguardo il Viaggiatore ottiene la riprova che l’individuo non ha trovato redenzione. Ecco un punto di attacco critico al sistema, fortissimo nel pensiero di Kafka, che anche in questo racconto rivela pur non passando dall’identificazione con la vittima la sua grande anima anarchica. Anzi, la novità della scrittura di questo racconto consiste nell’assumere il punto di vista dell’osservatore, diciamo così, fuori pericolo. Eppure anche nella figura dell’Ufficiale egli recupera l’individuo come sostanza del giudizio. Quindi non siamo alla morte del mostro e al trionfo dell’umanità sulla crudeltà. Infatti questa storia ha un epilogo. Dal momento in cui l’Ufficiale ha fatto liberare il prigioniero e si è denudato a sua volta, liberando se stesso prima dei segni del potere e quindi della propria vita, il Viaggiatore ha cominciato a notare che né il Soldato né il Condannato stanno più al proprio posto e comunque, solo dopo comandi, minacce, intimidazioni ubbidiscono appena. Dopo la morte dell’Ufficiale il Viaggiatore si reca al porto, accompagnato sempre dai due che gli scodinzolano attorno. E’ evidente che non sanno né leggere né scrivere, e appena parlare forse. Lo guidano dentro ad un locale, una specie di bettola, dove stanno seduti uomini dalle barbe lucide, santi bevitori, apostoli analfabeti, popolo umiliato. Spostando il tavolo scoprono la tomba del vecchio Capitano con la pietra tombale e una scritta. “Era una pietra semplice, abbastanza bassa tanto da stare nascosta sotto il tavolo. Portava una scritta a caratteri piccolissimi; per leggerli dovette inginocchiarsi il visitatore. Essa diceva: ‘Qui giace il vecchio comandante. I suoi seguaci che adesso non possono portare nessun nome gli hanno scavato questa fossa e posta questa lapide. Esiste una profezia per cui dopo un certo numero di anni il Capitano risusciterà e guiderà i suoi seguaci alla riconquista dell’isola, partendo da questa casa. Abbiate fede e attendete!’. Quando il Viaggiatore l’ebbe letta e si fu alzato, si guardò attorno e vide gli uomini in piedi che ridacchiavano, come se avessero letto la scritta assieme a lui, l’avessero trovata ridicola e lo incitassero a condividere la loro opinione. Il Viaggiatore fece finta di non averlo notato, distribuì delle monete, attese finché il tavolo non fu rimesso sulla tomba, lasciò la Casa del Thè e si diresse al porto”. Anche questo popolo dalla camicia a brandelli non sa leggere, forse non sa neanche parlare: esso comunica i suoi sentimenti tramite l’espressione del volto, come in un film muto o in un sogno, dove le figure parlano uno slang incomprensibile mentre la loro fisicità ti accerchia e ammiccamenti strani tendono a coinvolgerti in una tacita intesa. Il Viaggiatore –che sa leggere- ha capito esattamente la profezia, come chi sa decriptare capisce un vecchio rotolo sacro. Attorno a lui un popolo analfabeta sta solo mimando delle reazioni che vogliono adeguarsi alla “sua” reazione. Se il Viaggiatore sorridesse loro e si sedesse a bere una tazza di thè al tavolo con loro, ne potrebbe diventare il capo e complice sulla base di quella vecchia scritta. Solo a questo punto il Viaggiatore ha capito la potenza della scrittura e se ne ritrae. Il suo ritrarsene consiste nel non esternare sentimenti e opinioni su quella scritta che rischierebbe di diventare un patto silenzioso. Ogni patto si fonda su una scrittura e suggella la Storia successiva: chi l’accetta si muove in questo sigillo, come in una traccia. Kafka ha capito come si può fuggire da questa impronta, come si può evitare di stringere questo patto. Egli l’ha capito proprio vedendo la materializzazione della scrittura: la macchina infernale. Se mai avesse avuto un qualche dubbio sulla potenza soggiogante e mortifera della scrittura, questa materializzazione, questo suo divenire Storia, glielo ha tolto definitivamente. Bisogna rifuggire dalla scrittura-patto, dalla scrittura-suggello, dalla scrittura-tatuaggio. Eccezionalmente… in quanto Kafka è normalmente un torturatore, vittima e boia al contempo,come lo era tanta cultura mitteleuropea. Questa eccezione forse la dobbiamo a Loos, al suo sistemare in uno schema banale quello che invece Kafka sentiva come intimo e segreto, e da trattare con circospezione. Forse fu proprio questa impudica semplificazione del fenomeno grafico, ridotto a viva forza nella categoria dell’ornato, che lo fece ribellare: egli rovesciò lo schema e, avendo capito le ragioni della scrittura, non vi aderì. L’acribia descrittiva lo dimostra. Egli ripercorre scritturalmente con minuzia la materialità dei fenomeni e vi si sofferma, testardo. Tutto quanto descrive assurge a eguale importanza, come se un sensore, tastando un paesaggio scabro, ne rivelasse accuratamente tutte le asperità, lasciandoci però l’impressione dello squallore e dell’indifferenza, ché se una scrittura non si abbandona a certe preferenze, non posa l’accento su certune più che su cert’altre asperità, rende tutto uguale come la superficie di una spugna. “Ich… las dort meine schmutzige Geschichte in vollständiger Gleichgültigkeit, kein leeres Ofenloch kann kälter sein“ (Ho letto la mia sporca storia con totale indifferenza, non ci poteva essere bocca di forno vuoto più fredda della mia). Ma la mia sporca storia è anche la mia visione della Storia ed io sono aperto ad essa con la stessa indifferenza di un forno vuoto. Un forno aperto e gelido, totalmente indifferente a ciò che vi verrà gettato dentro. L’insensibile ruvidità che ci colpisce nella prosa di questo racconto è totale disamoramento, disincanto e disinganno da qualsiasi scrittura che sia complice della Legge fatta Storia o della Storia fatta Legge (questo sì che è un rapporto biunivoco!). Kafka ha capito come la grande diatriba umana consista da sempre nell’aderire ad una piuttosto che ad un’altra scrittura della Storia. Il vecchio Capitano è appena sotto terra ed è già un mito, e la sua scrittura “cieca” ne moltiplica e ne eternizza l’operato. Tutto ciò spaventa enormemente Kafka. Lo spaventa l’idea che ci siano uomini pronti ad adorare o a denigrare il vecchio sepolto, lo spaventa l’idea che su quella lapide qualsiasi ribaldo può appoggiarsi per rilanciare la Storia. E per questo il Viaggiatore aspetta, vigile e circospetto, finché il tavolo non venga rimesso a coprire completamente la pietra tombale con la scritta profetica, e poi scappa via da quel luogo di materializzazioni della scrittura. Ma i due lo seguono lungo la scalinata che conduce al porto. Egli sale rapido sulla barca e i due vogliono, anch’essi, saltarvi dentro “…ma il Viaggiatore sollevò un pesante canape coperto di nodi e con esso li minacciò, e li trattenne così dal salto.” Un canape adorno di nodi: ein schweres geknotetes Tau (un pesante canape tutto nodi). Tau come tatuaggio. Egli li minaccia con un tatuaggio. Franz Kafka In der Strafkolonie Franz Kafka Nella Colonia penale »Es ist ein eigentümlicher Apparat«, sagte der Offizier zu dem Forschungsreisenden und überblickte mit einem gewissermaßen bewundernden Blick den ihm doch wohlbekannten Apparat. Der Reisende schien nur aus Höflichkeit der Einladung des Kommandanten gefolgt zu sein, der ihn aufgefordert hatte, der Exekution eines Soldaten beizuwohnen, der wegen Ungehorsam und Beleidigung des Vorgesetzten verurteilt worden war. Das Interesse für diese Exekution war wohl auch in der Strafkolonie nicht sehr groß. Wenigstens war hier in dem tiefen, sandigen, von kahlen Abhängen ringsum abgeschlossenen kleinen Tal außer dem Offizier und dem Reisenden nur der Verurteilte, ein stumpfsinniger breitmäuliger Mensch mit verwahrlostem Haar und Gesicht, und ein Soldat zugegen, der die schwere Kette hielt, in welche die kleinen Ketten ausliefen, mit denen der Verurteilte an den Fußund Handknöcheln sowie am Hals gefesselt war und die auch untereinander durch Verbindungsketten zusammenhingen. Übrigens sah der Verurteilte so hündisch ergeben aus, daß es den Anschein hatte, als könnte man ihn frei auf den Abhängen herumlaufen lassen und müsse bei Beginn der Exekution nur pfeifen, damit er käme. Der Reisende hatte wenig Sinn für den Apparat und ging hinter dem Verurteilten fast sichtbar unbeteiligt auf und ab, während der Offizier die letzten Vorbereitungen besorgte, bald unter den tief in die Erde eingebauten Apparat kroch, bald auf eine Leiter stieg, um die oberen Teile zu untersuchen. Das waren Arbeiten, die man eigentlich einem Maschinisten hätte überlassen können, aber der Offizier führte sie mit einem großen Eifer aus, sei es, daß er ein besonderer Anhänger dieses Apparates war, sei es, daß man aus anderen Gründen die Arbeit sonst niemandem anvertrauen konnte. »Jetzt ist alles fertig!« rief er endlich und stieg von der Leiter hinunter. Er war ungemein ermattet, atmete mit weit offenem Mund und hatte zwei zarte Damentaschentücher hinter den Uniformkragen gezwängt. »Diese Uniformen sind doch für die Tropen zu schwer«, sagte der Reisende, statt sich, wie es der Offizier erwartet hatte, nach dem Apparat zu »Si tratta di un apparato speciale« disse l’Ufficiale al Viaggiatore in esplorazione e abbracciò con sguardo alquanto ammirato quell’attrezzo, sebbene a lui ben noto. Pareva che il Viaggiatore avesse accolto solo per cortesia l’esortazione del Comandante ad assistere all’esecuzione di un Soldato, Condannato per disobbedienza e oltraggio al proprio superiore. L’interesse per questa esecuzione anche nel resto dell’isola non era certo molto grande. Quanto meno qui, in questa profonda valletta sabbiosa, stretta tutt’intorno da pareti brulle, oltre all’Ufficiale e al Viaggiatore non era presente che il Condannato, un uomo dalla bocca larga e l’aria idiota, la capigliatura e la faccia sconvolte, e un Soldato che teneva in mano la pesante catena da cui si diramavano le catenelle che andavano a stringere il Condannato alle caviglie e ai polsi, come pure al collo, ed erano connesse l’una all’altra da altre catene di collegamento. D’altronde il Condannato sembrava così arrendevole come un cane che desse l’impressione di poterlo lasciar correre libero in qua e là per poi richiamarlo con un semplice fischio a presentarsi all’atto dell’esecuzione. Il Viaggiatore non aveva curiosità per l’apparato e camminava avanti e indietro alle spalle del Condannato con un’indifferenza quasi evidente, mentre l’Ufficiale si dedicava agli ultimi preparativi, ora strisciando sotto l’apparato profondamente impiantato nel terreno, ora salendo su di una scala per ispezionarne le parti superiori. Si trattava di lavori che per la verità avrebbero dovuti essere affidati ad un meccanico, ma l’Ufficiale li eseguiva con estrema solerzia, sia perché era un grande entusiasta di quell’apparato, sia perché per altri motivi il lavoro non poteva essere affidato a nessuno. »Ora è tutto in ordine!« esclamò finalmente e ridiscese dalla scala. Era stremato, respirava a bocca spalancata e aveva infilato due fazzoletti da signora dietro il colletto dell’uniforme. »Queste uniformi sono troppo pesanti per i Tropici«, disse il Viaggiatore, invece d’informarsi sullo stato dell’apparato, come si sarebbe aspettato l’Ufficiale. erkundigen. »Gewiß«, sagte der Offizier und wusch sich die von Öl und Fett beschmutzten Hände in einem bereitstehenden Wasserkübel, »aber sie bedeuten die Heimat; wir wollen nicht die Heimat verlieren. - Nun sehen Sie aber diesen Apparat«, fügte er gleich hinzu, trocknete die Hände mit einem Tuch und zeigte gleichzeitig auf den Apparat. »Bis jetzt war noch Händearbeit nötig, von jetzt aber arbeitet der Apparat ganz allein.« Der Reisende nickte und folgte dem Offizier. Dieser suchte sich für alle Zwischenfälle zu sichern und sagte dann: »Es kommen natürlich Störungen vor; ich hoffe zwar, es wird heute keine eintreten, immerhin muß man mit ihnen rechnen. Der Apparat soll ja zwölf Stunden ununterbrochen im Gang sein. Wenn aber auch Störungen vorkommen, so sind sie doch nur ganz kleine, und sie werden sofort behoben sein.« »Wollen Sie sich nicht setzen?« fragte er schließlich, zog aus einem Haufen von Rohrstühlen einen hervor und bot ihn dem Reisenden an; dieser konnte nicht ablehnen. Er saß nun am Rande einer Grube, in die er einen flüchtigen Blick warf. Sie war nicht sehr tief. Zur einen Seite der Grube war die ausgegrabene Erde zu einem Wall aufgehäuft, zur anderen Seite stand der Apparat. »Ich weiß nicht«, sagte der Offizier, »ob Ihnen der Kommandant den Apparat schon erklärt hat.« Der Reisende machte eine ungewisse Handbewegung; der Offizier verlangte nichts Besseres, denn nun konnte er selbst den Apparat erklären. »Dieser Apparat«, sagte er und faßte eine Kurbelstange, auf die er sich stützte, »ist eine Erfindung unseres früheren Kommandanten. Ich habe gleich bei den allerersten Versuchen mitgearbeitet und war auch bei allen Arbeiten bis zur Vollendung beteiligt. Das Verdienst der Erfindung allerdings gebührt ihm ganz allein. Haben Sie von unserem früheren Kommandanten gehört? Nicht? Nun, ich behaupte nicht zu viel, wenn ich sage, daß die Einrichtung der ganzen Strafkolonie sein Werk ist. Wir, seine Freunde, wußten schon bei seinem Tod, daß die Einrichtung der Kolonie so in sich geschlossen ist, daß sein Nachfolger, und habe er tausend neue Pläne im Kopf, wenigstens während vieler Jahre nichts von dem Alten wird abändern können. Unsere Voraussage ist auch eingetroffen; der neue Kommandant hat es erkennen müssen. Schade, daß Sie den früheren Kommandanten nicht »Certo« disse l’Ufficiale e si lavò le mani sporche d’olio e di grasso in un secchio d’acqua lì pronto, »ma sono il simbolo della Patria, noi non vogliamo perderla, la Patria. – Ora guardi però quest’apparato«, aggiunse subito, si asciugò le mani con un canovaccio e indicò al contempo l’apparato. »Finora è stato necessario un intervento manuale, da ora in poi però l’apparato lavorerà da solo.« Il Viaggiatore annuì e seguì l’Ufficiale. Costui cercò di mettersi al sicuro per ogni eventuale contrattempo e disse quindi: »Ovviamente succedono dei guasti, ma spero che oggi non ne capitino, anche se bisogna sempre metterli nel conto. In effetti questo apparato deve stare in funzione per dodici ore ininterrottamente. Comunque se Capitano dei guasti, si tratta di cose minime e si eliminano subito. Non si vuol sedere?« chiese alla fine; da un mucchio di sedie di bamboo ne estrasse una e la offrì al Viaggiatore, che non poté rifiutare. Si sedette quindi al bordo di una fossa nella quale gettò uno sguardo di sfuggita. Non era molto profonda. Da un lato della fossa la terra scavata era ammucchiata in terrapieno, dall’altro lato stava in piedi l’apparato. »Non so«, disse l’Ufficiale, »se il Comandante Le ha già spiegato l’apparato.« Il Viaggiatore fece un gesto vago con la mano; l’Ufficiale non si aspettava niente di meglio, così adesso poteva spiegare lui l’apparato. »Questo apparato«, disse agguantando una manovella sulla quale si appoggiò, »è un’invenzione del nostro precedente Comandante. Io ho collaborato subito, fin dai primissimi tentativi, e ho sempre preso parte a tutti i lavori fino alla conclusione. Però il merito della scoperta veramente spetta solo a lui. Non ha sentito parlare del nostro precedente Comandante? No? Bene, non mi sembra di esagerare affermando che tutto l’ordinamento dell’intera isola è opera sua. Noialtri, amici suoi, sapevamo già alla sua morte che l’ordinamento della Colonia è talmente in sé concluso che il suo successore, anche se avesse mille nuovi progetti in testa, non sarebbe in grado di cambiar niente del Vecchio, almeno per molti anni a venire. La nostra predizione infatti si è avverata; il nuovo Comandante lo ha dovuto riconoscere. E’ peccato che Lei non abbia gekannt haben! - Aber«, unterbrach sich der Offizier, »ich schwätze, und sein Apparat steht hier vor uns. Er besteht, wie Sie sehen, aus drei Teilen. Es haben sich im Laufe der Zeit für jeden dieser Teile gewissermaßen volkstümliche Bezeichnungen ausgebildet. Der untere heißt das Bett, der obere heißt der Zeichner, und hier der mittlere, schwebende Teil heißt die Egge.« »Die Egge?« fragte der Reisende. Er hatte nicht ganz aufmerksam zugehört, die Sonne verfing sich allzu stark in dem schattenlosen Tal, man konnte schwer seine Gedanken sammeln. Um so bewundernswerter erschien ihm der Offizier, der im engen, parademäßigen, mit Epauletten beschwerten, mit Schnüren behängten Waffenrock so eifrig seine Sache erklärte und außerdem, während er sprach, mit einem Schraubendreher noch hier und da an einer Schraube sich zu schaffen machte. In ähnlicher Verfassung wie der Reisende schien der Soldat zu sein. Er hatte um beide Handgelenke die Kette des Verurteilten gewickelt, stützte sich mit der Hand auf sein Gewehr, ließ den Kopf im Genick hinunterhängen und kümmerte sich um nichts. Der Reisende wunderte sich nicht darüber, denn der Offizier sprach französisch, und Französisch verstand gewiß weder der Soldat noch der Verurteilte. Um so auffallender war es allerdings, daß der Verurteilte sich dennoch bemühte, den Erklärungen des Offiziers zu folgen. Mit einer Art schläfriger Beharrlichkeit richtete er die Blicke immer dorthin, wohin der Offizier gerade zeigte, und als dieser jetzt vom Reisenden mit einer Frage unterbrochen wurde, sah auch er, ebenso wie der Offizier, den Reisenden an. »Ja, die Egge«, sagte der Offizier, »der Name paßt. Die Nadeln sind eggenartig angeordnet, auch wird das Ganze wie eine Egge geführt, wenn auch bloß auf einem Platz und viel kunstgemäßer. Sie werden es übrigens gleich verstehen. Hier auf das Bett wird der Verurteilte gelegt. - Ich will nämlich den Apparat zuerst beschreiben und dann erst die Prozedur selbst ausführen lassen. Sie werden ihr dann besser folgen können. Auch ist ein Zahnrad im Zeichner zu stark abgeschliffen; es kreischt sehr, wenn es im Gang ist; man kann sich dann kaum verständigen; Ersatzteile sind hier leider nur schwer zu beschaffen. - Also hier ist das Bett, wie ich sagte. Es ist ganz und gar mit einer Watteschicht bedeckt; den Zweck dessen werden Sie noch erfahren. Auf diese Watte wird potuto conoscere il vecchio Comandante! – Ma«, s’interruppe l’Ufficiale, »io mi perdo in chiacchiere e il suo apparato sta qui in piedi di fronte a noi. Esso, come vede, consiste di tre parti. Nel corso del tempo sono state coniate per ciascuna di queste parti delle definizioni popolari. La parte bassa si chiama il letto, la parte alta si chiama lo scrittoio e qui la parte intermedia , sospesa, si chiama l’erpice.« »L’erpice?« chiese il Viaggiatore. Non aveva ascoltato con la dovuta attenzione, il sole si addensava troppo forte in quella valle senz’ombra, non si riusciva bene a raccogliere i pensieri. E tanto più stupefacente gli appariva l’Ufficiale che, stretto nella sua giubba militare, appesantita dalle spalline, e con tutti quei cordoni appesi, stava spiegando la cosa con tanta solerzia e inoltre, mentre parlava, con una chiave inglese si dava da fare qua e là con dei bulloni. Dello stesso stato d’animo del Viaggiatore sembrava essere anche il Soldato. Aveva avvolto intorno ai polsi la catena del Condannato, si appoggiava al fucile, teneva piegata indietro la testa sulla nuca e non si preoccupava di niente. Il Viaggiatore non se ne stupiva, in quanto l’Ufficiale parlava in francese, e il Soldato non conosceva certo il francese e neppure il Condannato. E tanto più stupefacente perciò era il fatto che il Condannato, invece, si sforzasse di seguire le spiegazioni dell’Ufficiale. Con una sorta di sonnolente perseveranza drizzava lo sguardo sempre proprio là dove l’Ufficiale accennava e quando costui veniva interrotto da una domanda del Viaggiatore, anche lui, come l’Ufficiale, volgeva lo sguardo al Viaggiatore. »Già, l’erpice«, disse l’Ufficiale, »il nome è adatto. Gli aghi stanno in ordine erpicale, e tutto l’insieme viene guidato come un erpice, anche se solo sullo stesso punto e con molta più arte. Per altro lo capirà fra poco lei stesso. Qui sul letto viene disteso il Condannato. - Prima voglio descrivere appunto l’apparato e solo dopo dar luogo alla procedura stessa. Allora la potrà seguire meglio. C’è anche un ingranaggio nello scrittoio che è troppo consumato; cigola molto quando è in moto; in quei momenti ci si può capire appena; pezzi di ricambio qui son difficili da avere. – Allora: qui, come dicevo, c’è il letto. Esso è completamente coperto da uno strato di cotone, poi saprà a quale scopo. Su questo der Verurteilte bäuchlings gelegt, natürlich nackt; hier sind für die Hände, hier für die Füße, hier für den Hals Riemen, um ihn festzuschnallen. Hier am Kopfende des Bettes, wo der Mann, wie ich gesagt habe, zuerst mit dem Gesicht aufliegt, ist dieser kleine Filzstumpf, der leicht so reguliert werden kann, daß er dem Mann gerade in den Mund dringt. Er hat den Zweck, am Schreien und am Zerbeißen der Zunge zu hindern. Natürlich muß der Mann den Filz aufnehmen, da ihm sonst durch den Halsriemen das Genick gebrochen wird.« »Das ist Watte?« fragte der Reisende und beugte sich vor. »Ja, gewiß«, sagte der Offizier lächelnd, »befühlen Sie es selbst.« Er faßte die Hand des Reisenden und führte sie über das Bett hin. »Es ist eine besonders präparierte Watte, darum sieht sie so unkenntlich aus; ich werde auf ihren Zweck noch zu sprechen kommen.« Der Reisende war schon ein wenig für den Apparat gewonnen; die Hand zum Schutz gegen die Sonne über den Augen, sah er an dem Apparat in die Höhe. Es war ein großer Aufbau. Das Bett und der Zeichner hatten gleichen Umfang und sahen wie zwei dunkle Truhen aus. Der Zeichner war etwa zwei Meter über dem Bett angebracht; beide waren in den Ecken durch vier Messingstangen verbunden, die in der Sonne fast Strahlen warfen. Zwischen den Truhen schwebte an einem Stahlband die Egge. Der Offizier hatte die frühere Gleichgültigkeit des Reisenden kaum bemerkt, wohl aber hatte er für sein jetzt beginnendes Interesse Sinn; er setzte deshalb in seinen Erklärungen aus, um dem Reisenden zur ungestörten Betrachtung Zeit zu lassen. Der Verurteilte ahmte den Reisenden nach; da er die Hand nicht über die Augen legen konnte, blinzelte er mit freien Augen zur Höhe. »Nun liegt also der Mann«, sagte der Reisende, lehnte sich im Sessel zurück und kreuzte die Beine. »Ja«, sagte der Offizier, schob ein wenig die Mütze zurück und fuhr sich mit der Hand über das heiße Gesicht, »nun hören Sie! Sowohl das Bett als auch der Zeichner haben ihre eigene elektrische Batterie; das Bett braucht sie für sich selbst, der Zeichner für die Egge. Sobald der Mann festgeschnallt ist, wird das Bett in Bewegung gesetzt. Es zittert in winzigen, sehr schnellen Zuckungen gleichzeitig seitlich wie cotone il Condannato viene disteso bocconi, naturalmente nudo; qui ci sono le cinghie per le mani, qui per i piedi, qui per il collo, per tenerlo allacciato stretto. Qui alla testa del letto, dove l’uomo, come ho detto, viene disteso sulla faccia, troviamo questo piccolo tampone di feltro che si può regolare così facilmente da potersi inserire esattamente nella bocca dell’uomo. Il suo scopo è quello d’impedirgli di gridare e di maciullarsi la lingua. Naturalmente l’uomo deve prendere in bocca il feltro, altrimenti gli si spezzerebbe per via della cinghia l’osso del collo.« »E’ cotone questo?« chiese il Viaggiatore e si piegò in avanti. »Sì, certo«, disse l’Ufficiale sorridendo, »lo senta Lei stesso.« Prese la mano del Viaggiatore e la passò sul letto. »Si tratta di un cotone appositamente trattato, per questo sembra così irriconoscibile; tornerò in seguito a parlare della sua funzione.« Il Viaggiatore era già un po’ conquistato dalla scoperta dell’apparato; con la mano sugli occhi per proteggersi dal sole guardò l’apparato di sotto in su. Era una grande struttura. Il letto e lo scrittoio avevano le stesse dimensioni e sembravano due cassettoni scuri. Lo scrittoio era situato a circa due metri sopra il letto; ambedue erano collegati agli angoli da quattro colonne di ottone che nel sole lanciavano quasi dei raggi. Fra i due cassettoni stava sospeso ad un cavo d’acciaio l’erpice. L’Ufficiale aveva appena notato in precedenza l’indifferenza del Viaggiatore, ma adesso sentiva in lui un interesse crescente, per questo interruppe la spiegazione per lasciar tempo al Viaggiatore di osservare indisturbato. Il Condannato imitava il Viaggiatore; siccome però non poteva mettersi la mano alla fronte, guardava in alto strizzando gli occhi. «Dunque, l’uomo giace disteso», disse il Viaggiatore, si appoggiò alla sedia e incrociò le gambe. «Sì», disse l’Ufficiale, spinse un po’ indietro il berretto e si passò la mano sul viso accaldato, «dunque, ascolti! Sia il letto che lo scrittoio hanno una propria batteria: il letto ne ha bisogno per se stesso, lo scrittoio per l’erpice. Non appena l’uomo viene stretto con le cinghie, il letto si mette in movimento. Si muove a scatti impercettibili e rapidissimi sia orizzontali che auch auf und ab. Sie werden ähnliche Apparate in Heilanstalten gesehen haben; nur sind bei unserem Bett alle Bewegungen genau berechnet; sie müssen nämlich peinlich auf die Bewegungen der Egge abgestimmt sein. Dieser Egge aber ist die eigentliche Ausführung des Urteils überlassen.« »Wie lautet denn das Urteil?« fragte der Reisende. »Sie wissen auch das nicht?« sagte der Offizier erstaunt und biß sich auf die Lippen: »Verzeihen Sie, wenn vielleicht meine Erklärungen ungeordnet sind; ich bitte Sie sehr um Entschuldigung. Die Erklärungen pflegte früher nämlich der Kommandant zu geben; der neue Kommandant aber hat sich dieser Ehrenpflicht entzogen; daß er jedoch einen so hohen Besuch« der Reisende suchte die Ehrung mit beiden Händen abzuwehren, aber der Offizier bestand auf dem Ausdruck - »einen so hohen Besuch nicht einmal von der Form unseres Urteils in Kenntnis setzt, ist wieder eine Neuerung, die -«, er hatte einen Fluch auf den Lippen, faßte sich aber und sagte nur: »Ich wurde nicht davon verständigt, mich trifft nicht die Schuld. Űbrigens bin ich allerdings am besten befähigt, unsere Urteilsarten zu erklären, denn ich trage hier« -er schlug auf seine Brusttasche »die betreffenden Handzeichnungen des früheren Kommandanten.« »Handzeichnungen des Kommandanten selbst?« fragte der Reisende: »Hat er denn alles in sich vereinigt? War er Soldat, Richter, Konstrukteur, Chemiker, Zeichner?« »Jawohl«, sagte der Offizier kopfnickend, mit starrem, nachdenklichem Blick. Dann sah er prüfend seine Hände an; sie schienen ihm nicht rein genug, um die Zeichnungen anzufassen; er ging daher zum Kübel und wusch sie nochmals. Dann zog er eine kleine Ledermappe hervor und sagte: »Unser Urteil klingt nicht streng. Dem Verurteilten wird das Gebot, das er übertreten hat, mit der Egge auf den Leib geschrieben. Diesem Verurteilten zum Beispiel« - der Offizier zeigte auf den Mann - »wird auf den Leib geschrieben werden: Ehre deinen Vorgesetzten!« Der Reisende sah flüchtig auf den Mann hin; er hielt, als der Offizier auf ihn gezeigt hatte, den Kopf gesenkt und schien alle Kraft des Gehörs anzuspannen, um etwas zu erfahren. Aber die Bewegungen seiner wulstig aneinander gedrückten Lippen zeigten offenbar, daß er nichts verticali. Di simili apparecchi ne avrà visti in qualche casa di cura, solo che nel caso del nostro letto tutti i movimenti sono calcolati esattamente, devono essere perfettamente in armonia coi movimenti dell’erpice. Però è a questo erpice che viene demandata la vera e propria esecuzione del verdetto.» «E qual è il verdetto?» chiese il Viaggiatore. «Non conosce neppure questo?» disse l’Ufficiale stupefatto e si morse le labbra »mi scusi se le mie spiegazioni sono forse disordinate, me ne scuso profondamente. Prima infatti era il Comandante che si occupava delle spiegazioni, ma il nuovo Comandante si è sottratto a questo incarico onorifico; che comunque un ospite di tanto riguardo« -il Viaggiatore cercò di schermirsi con ambedue le mani di fronte a tanta onorificenza, ma l’Ufficiale insistette sul termine - »un ospite di tanto riguardo non venga portato a conoscenza della forma del nostro verdetto, è un’altra innovazione, che -«, e aveva una imprecazione sulle labbra, però si trattenne e disse soltanto:«io non ne sono stato messo al corrente, non ne ho colpa. D’altronde sono io in effetti quello che è più in grado di spiegare le nostre forme di verdetto, ché qui porto« -e si batté la mano sul taschino- »i relativi disegni eseguiti a mano dal vecchio Capitano.« »Disegni a mano dello stesso Comandante?« chiese il Viaggiatore: «Allora riassumeva in sé tutto? Era Soldato, giudice, costruttore, chimico, disegnatore?« »Certamente«, disse l’Ufficiale inclinando la testa, con sguardo fisso, pensoso. Poi dette un’occhiata alle sue mani; non gli sembrarono abbastanza pulite per toccare i disegni, perciò andò al secchio e se le lavò un’altra volta. Quindi tirò fuori una piccola cartella in pelle e disse: »Il nostro verdetto non suona severo. Al Condannato viene scritto sul corpo, per mezzo dell’erpice, il comandamento che lui ha trasgredito. A questo Condannato, per esempio,« -e l’Ufficiale accennò all’uomo»verrà scritto sul corpo: Rispetta il tuo superiore!« Il Viaggiatore lanciò all’uomo un’occhiata furtiva; costui, non appena l’Ufficiale lo ebbe indicato, tenne la testa bassa e sembrava impegnare tutta la forza dell’udito per riuscire a verstehen konnte. Der Reisende hatte verschiedenes fragen wollen, fragte aber im Anblick des Mannes nur: »Kennt er sein Urteil?« »Nein«, sagte der Offizier und wollte gleich in seinen Erklärungen fortfahren, aber der Reisende unterbrach ihn: »Er kennt sein eigenes Urteil nicht?« »Nein«, sagte der Offizier wieder, stockte dann einen Augenblick, als verlange er vom Reisenden eine nähere Begründung seiner Frage, und sagte dann: »Es wäre nutzlos, es ihm zu verkünden. Er erfährt es ja auf seinem Leib.« Der Reisende wollte schon verstummen, da fühlte er, wie der Verurteilte seinen Blick auf ihn richtete; er schien zu fragen, ob er den geschilderten Vorgang billigen könne. Darum beugte sich der Reisende, der sich bereits zurückgelehnt hatte, wieder vor und fragte noch: »Aber daß er überhaupt verurteilt wurde, das weiß er doch?« »Auch nicht«, sagte der Offizier und lächelte den Reisenden an, als erwarte er nun von ihm noch einige sonderbare Eröffnungen. »Nein«, sagte der Reisende und strich sich über die Stirn hin, »dann weiß also der Mann auch jetzt noch nicht, wie seine Verteidigung aufgenommen wurde?« »Er hat keine Gelegenheit gehabt, sich zu verteidigen«, sagte der Offizier und sah abseits, als rede er zu sich selbst und wolle den Reisenden durch Erzählung dieser ihm selbstverständlichen Dinge nicht beschämen. »Er muß doch Gelegenheit gehabt haben, sich zu verteidigen«, sagte der Reisende und stand vom Sessel auf. Der Offizier erkannte, daß er in Gefahr war, in der Erklärung des Apparates für lange Zeit aufgehalten zu werden; er ging daher zum Reisenden, hing sich in seinen Arm, zeigte mit der Hand auf den Verurteilten, der sich jetzt, da die Aufmerksamkeit so offenbar auf ihn gerichtet war, stramm aufstellte - auch zog der Soldat die Kette an -, und sagte: »Die Sache verhält sich folgendermaßen. Ich bin hier in der Strafkolonie zum Richter bestellt. Trotz meiner Jugend. Denn ich stand auch dem früheren Kommandanten in allen Strafsachen zur Seite und kenne auch den Apparat am besten. Der Grundsatz, nach dem ich entscheide, ist: Die Schuld ist immer zweifellos. Andere Gerichte sapere qualcosa. Ma i movimenti delle sue labbra rigonfie, pressate insieme, dimostravano chiaramente che non riusciva a capire niente. Il Viaggiatore avrebbe voluto sapere diverse cose, ma alla vista dell’uomo chiese soltanto: »Lui lo conosce il verdetto?« »No«, disse l’Ufficiale e voleva subito continuare con le sue spiegazioni, ma il Viaggiatore lo interruppe: »Non conosce il suo verdetto?« »No«, disse l’Ufficiale di nuovo, poi si fermò un attimo come se pretendesse dal Viaggiatore una più specifica motivazione della sua domanda, e quindi disse: «Sarebbe inutile comunicarglielo. Lo apprende sul proprio corpo». Il Viaggiatore voleva ormai tacere, in quanto sentiva come il Condannato rivolgeva a lui lo sguardo; sembrava chiedere se lui potesse approvare quel procedimento. Per questo il Viaggiatore, che si era appena appoggiato, si piegò ancora in avanti e chiese: »Ma che lui è stato Condannato, almeno lo sa?« »Neppure questo«, disse l’Ufficiale e sorrise al Viaggiatore, come se da lui si aspettasse ancora delle strane dichiarazioni. »No«, disse il Viaggiatore e si passò la mano sulla fronte, »allora dunque l’uomo non sa ancora com’è stata accolta la sua difesa?« »Non ha avuto modo di difendersi«, disse l’Ufficiale e distolse lo sguardo, come se parlasse per se stesso e non volesse umiliare il Viaggiatore con la spiegazione di queste cose così ovvie per lui. »Ma deve aver avuto pur modo di difendersi«, disse il Viaggiatore e si alzò dalla sedia. L’Ufficiale si accorse di correre il rischio di venire interrotto per un bel pezzo nella spiegazione dell’apparato; si diresse perciò verso il Viaggiatore, gli si appese al braccio, indicò con la mano il Condannato, il quale, adesso che l’attenzione era chiaramente diretta su di lui, si mise rigido sull’attenti – anche perché il Soldato aveva tirato la catena -, e disse: »La faccenda si pone in questi termini. Io sono stato nominato Giudice, qui nella Colonia penale. Malgrado la mia giovane età. In effetti io assistevo il vecchio Comandante in tutti gli affari penali e conosco anche l’apparato meglio di tutti. Io decido secondo questo principio: la colpa è sempre indubbia. Altri tribunali possono können diesen Grundsatz nicht befolgen, denn sie sind vielköpfig und haben auch noch höhere Gerichte über sich. Das ist hier nicht der Fall, oder war es wenigstens nicht beim früheren Kommandanten. Der neue hat allerdings schon Lust gezeigt, in mein Gericht sich einzumischen, es ist mir aber bisher gelungen, ihn abzuwehren, und wird mir auch weiter gelingen. - Sie wollten diesen Fall erklärt haben; er ist so einfach wie alle. Ein Hauptmann hat heute morgens die Anzeige erstattet, daß dieser Mann, der ihm als Diener zugeteilt ist und vor seiner Türe schläft, den Dienst verschlafen hat. Er hat nämlich die Pflicht, bei jedem Stundenschlag aufzustehen und vor der Tür des Hauptmanns zu salutieren. Gewiß keine schwere Pflicht und eine notwendige, denn er soll sowohl zur Bewachung als auch zur Bedienung frisch bleiben. Der Hauptmann wollte in der gestrigen Nacht nachsehen, ob der Diener seine Pflicht erfülle. Er öffnete Schlag zwei Uhr die Tür und fand ihn zusammengekrümmt schlafen. Er holte die Reitpeitsche und schlug ihm über das Gesicht. Statt nun aufzustehen und um Verzeihung zu bitten, faßte der Mann seinen Herrn bei den Beinen, schüttelte ihn und rief: ›Wirf die Peitsche weg, oder ich fresse dich.‹ Das ist der Sachverhalt. Der Hauptmann kam vor einer Stunde zu mir, ich schrieb seine Angaben auf und anschließend gleich das Urteil. Dann ließ ich dem Mann die Ketten anlegen. Das alles war sehr einfach. Hätte ich den Mann zuerst vorgerufen und ausgefragt, so wäre nur Verwirrung entstanden. Er hätte gelogen, hätte, wenn es mir gelungen wäre, die Lügen zu widerlegen, diese durch neue Lügen ersetzt und so fort. Jetzt aber halte ich ihn und lasse ihn nicht mehr. - Ist nun alles erklärt? Aber die Zeit vergeht, die Exekution sollte schon beginnen, und ich bin mit der Erklärung des Apparates noch nicht fertig.« Er nötigte den Reisenden auf den Sessel nieder, trat wieder zu dem Apparat und begann: »Wie Sie sehen, entspricht die Egge der Form des Menschen; hier ist die Egge für den Oberkörper, hier sind die Eggen für die Beine. Für den Kopf ist nur dieser kleine Stichel bestimmt. Ist Ihnen das klar?« Er beugte sich freundlich zu dem Reisenden vor, bereit zu den umfassendsten Erklärungen. Der Reisende sah mit gerunzelter Stirn die Egge an. Die Mitteilungen über das Gerichtsverfahren hatten ihn nicht befriedigt. Immerhin mußte er non seguire questo principio, ché sono a più teste e hanno ancora altri tribunali sopra di loro. Ma questo non è il nostro caso, o almeno non lo è stato sotto il vecchio Comandante. Il nuovo, è vero, ha già dato segno di volersi immischiare nel mio tribunale, finora però son riuscito a tenerlo lontano, e ci riuscirò anche in seguito. – Lei desidera una spiegazione per questo caso; è semplice come tutti gli altri. Un Capitano stamane ha denunciato il fatto che quest’uomo, che gli era stato assegnato come inserviente e dorme di fronte alla sua porta, si è addormentato in servizio. In particolare aveva l’ordine di alzarsi allo scoccare di ogni ora e di mettersi sull’attenti dinanzi alla porta del Capitano. Certo non si trattava di un compito gravoso, ma di un compito necessario a restare sveglio sia per fare la guardia, sia per servire. Il Capitano nella notte di ieri volle controllare se l’inserviente eseguisse il suo compito. Allo scoccare delle due di notte aprì la porta e lo trovò tutto raggomitolato che dormiva. Prese la frusta da fantino e lo colpì sulla faccia. Invece di alzarsi e chiedere scusa, l’uomo afferrò il suo padrone alle gambe, lo scosse e gridò: »Butta via la frusta o ti divoro« - ecco come sono andati i fatti. Il Capitano è venuto da me un’ora fa, io ho registrato le sue dichiarazioni e quindi, di seguito, il verdetto. Poi ho fatto mettere l’uomo in catene. Tutto questo è stato molto semplice. Se io avessi convocato l’uomo e lo avessi interrogato, ne sarebbe nato solo un pasticcio. Avrebbe mentito, e se mi fosse riuscito di controbattere alle sue bugie, lui le avrebbe sostituite con nuove bugie e così via. Ora invece lo tengo e non me lo faccio più scappare. – E’ tutto chiaro ora? Ma il tempo corre, l’esecuzione avrebbe già dovuto avere inizio, e io non ho ancora finito di spiegare l’apparato.« Fece mettere a sedere di nuovo il Viaggiatore sulla sedia, sia riaccostò all’apparato e cominciò: »Come vede, l’erpice corrisponde alla forma dell’uomo; qui c’è l’erpice per il dorso, qui ci sono gli erpici per le gambe. Per la testa è stato destinato solo questo spunzone. Le risulta chiaro?« Si piegò amichevolmente sul Viaggiatore, pronto a dare le più esaurienti spiegazioni. Il Viaggiatore guardò l’erpice con fronte corrugata. Le comunicazioni relative al procedimento giudiziario non lo avevano sich sagen, daß es sich hier um eine Strafkolonie handelte, daß hier besondere Maßregeln notwendig waren und daß man bis zum letzten militärisch vorgehen mußte. Außerdem aber setzte er einige Hoffnungen auf den neuen Kommandanten, der offenbar, allerdings langsam, ein neues Verfahren einzuführen beabsichtigte, das dem beschränkten Kopf dieses Offiziers nicht eingehen konnte. Aus diesem Gedankengang heraus fragte der Reisende: »Wird der Kommandant der Exekution beiwohnen?« »Es ist nicht gewiß«, sagte der Offizier, durch die unvermittelte Frage peinlich berührt, und seine freundliche Miene verzerrte sich: »Gerade deshalb müssen wir uns beeilen. Ich werde sogar, so leid es mir tut, meine Erklärungen abkürzen müssen. Aber ich könnte ja morgen, wenn der Apparat wieder gereinigt ist - daß er so sehr beschmutzt wird, ist sein einziger Fehler -, die näheren Erklärungen nachtragen. Jetzt also nur das Notwendigste. - Wenn der Mann auf dem Bett liegt und dieses ins Zittern gebracht ist, wird die Egge auf den Körper gesenkt. Sie stellt sich von selbst so ein, daß sie nur knapp mit den Spitzen den Körper berührt; ist diese Einstellung vollzogen, strafft sich sofort dieses Stahlseil zu einer Stange. Und nun beginnt das Spiel. Ein Nichteingeweihter merkt äußerlich keinen Unterschied in den Strafen. Die Egge scheint gleichförmig zu arbeiten. Zitternd sticht sie ihre Spitzen in den Körper ein, der überdies vom Bett aus zittert. Um es nun jedem zu ermöglichen, die Ausführung des Urteils zu überprüfen, wurde die Egge aus Glas gemacht. Es hat einige technische Schwierigkeiten verursacht, die Nadeln darin zu befestigen, es ist aber nach vielen Versuchen gelungen. Wir haben eben keine Mühe gescheut. Und nun kann jeder durch das Glas sehen, wie sich die Inschrift im Körper vollzieht. Wollen Sie nicht näherkommen und sich die Nadeln ansehen?« Der Reisende erhob sich langsam, ging hin und beugte sich über die Egge. »Sie sehen«, sagte der Offizier, »zweierlei Nadeln in vielfacher Anordnung. Jede lange hat eine kurze neben sich. Die lange schreibt nämlich, und die kurze spritzt Wasser aus, um das Blut abzuwaschen und die Schrift immer klar zu erhalten. Das Blutwasser wird dann hier in kleine soddisfatto. Tuttavia dovette dire a se stesso che qui si trattava di una Colonia penale, che qui erano necessarie misure particolari e che si doveva applicare il regime militare fino in fondo. Detto questo però egli ripose una qualche speranza nel nuovo Comandante, che secondo tutte le apparenze, anche se lentamente, aveva in progetto l’introduzione di un nuovo procedimento che non poteva entrare nella testa ottusa dell’Ufficiale. Partendo da questa riflessione il Viaggiatore chiese: »Il Comandante assisterà all’esecuzione?« »Non è sicuro«, disse l’Ufficiale, contristato da questa improvvisa domanda, e la sua espressione amichevole si contrasse: »Proprio per questo dobbiamo affrettarci. E per quanto mi dispiaccia, dovrò addirittura limitare le mie spiegazioni. Comunque domani, quando l’apparato sarò ripulito – il fatto che si sporchi molto è il suo unico difetto-, potrei sopperire con spiegazioni più approfondite. Adesso quindi solo l’essenziale. – Quando l’uomo è disteso sul letto e il letto è entrato in vibrazione, l’erpice viene calato sul corpo. Esso si adatta da solo, in tal modo che con le sue punte tocca il corpo appena ; non appena questa sistemazione si è completata, quel cavo d’acciaio s’irrigidisce subito in una sbarra. E a questo punto comincia il gioco. Un profano non nota dall’esterno nessuna differenza fra le varie pene. L’erpice sembra lavorare uniformemente. Tremando infila le sue punte nel corpo, che a sua volta trema a causa del letto. Per permettere a ciascuno di controllare l’esecuzione del verdetto, l’erpice è stato fatto di vetro. Ciò ha causato alcune difficoltà tecniche per fissarvi gli aghi, però dopo molti tentativi ci siamo riusciti. In effetti non ci siamo risparmiati fatiche di sorta. E adesso ognuno può vedere attraverso il vetro come si esegue la scritta sul corpo. Non vuole accostarsi ancora un po’ per osservare gli aghi?« Il Viaggiatore si alzò lentamente, si avvicinò e si piegò sull’erpice. »Vede«, disse l’Ufficiale, » due tipi di aghi in diversi ordini. Ogni ago lungo ne ha uno corto accanto. Il lungo scrive, appunto, e il corto schizza acqua per dilavare il sangue e mantenere la scritta sempre chiara. L’acqua sanguinolenta Rinnen geleitet und fließt endlich in diese Hauptrinne, deren Abflußrohr in die Grube führt.« Der Offizier zeigte mit dem Finger genau den Weg, den das Blutwasser nehmen mußte. Als er es, um es möglichst anschaulich zu machen, an der Mündung des Abflußrohres mit beiden Händen förmlich auffing, erhob der Reisende den Kopf und wollte, mit der Hand rückwärts tastend, zu seinem Sessel zurückgehen. Da sah er zu seinem Schrecken, daß auch der Verurteilte gleich ihm der Einladung des Offiziers, sich die Einrichtung der Egge aus der Nähe anzusehen, gefolgt war. Er hatte den verschlafenen Soldaten an der Kette ein wenig vorgezerrt und sich auch über das Glas gebeugt. Man sah, wie er mit unsicheren Augen auch das suchte, was die zwei Herren eben beobachtet hatten, wie es ihm aber, da ihm die Erklärung fehlte, nicht gelingen wollte. Er beugte sich hierhin und dorthin. Immer wieder lief er mit den Augen das Glas ab. Der Reisende wollte ihn zurücktreiben, denn, was er tat, war wahrscheinlich strafbar. Aber der Offizier hielt den Reisenden mit einer Hand fest, nahm mit der anderen eine Erdscholle vom Wall und warf sie nach dem Soldaten. Dieser hob mit einem Ruck die Augen, sah, was der Verurteilte gewagt hatte, ließ das Gewehr fallen, stemmte die Füße mit den Absätzen in den Boden, riß den Verurteilten zurück, daß er gleich niederfiel, und sah dann auf ihn hinunter, wie er sich wand und mit seinen Ketten klirrte. »Stell ihn auf!« schrie der Offizier, denn er merkte, daß der Reisende durch den Verurteilten allzusehr abgelenkt wurde. Der Reisende beugte sich sogar über die Egge hinweg, ohne sich um sie zu kümmern, und wollte nur feststellen, was mit dem Verurteilten geschehe. »Behandle ihn sorgfältig!« schrie der Offizier wieder. Er umlief den Apparat, faßte selbst den Verurteilten unter den Achseln und stellte ihn, der öfters mit den Füßen ausglitt, mit Hilfe des Soldaten auf. »Nun weiß ich schon alles«, sagte der Reisende, als der Offizier wieder zu ihm zurückkehrte. »Bis auf das Wichtigste«, sagte dieser, ergriff den Reisenden am Arm und zeigte in die Höhe: »Dort im Zeichner ist das Räderwerk, welches die Bewegung der Egge bestimmt, und dieses Räderwerk wird nach der Zeichnung, auf welche das Urteil lautet, angeordnet. Ich verwende noch die Zeichnungen des früheren Kommandanten. poi viene incanalata qui in piccoli solchi e sgora infine in questa scanalatura principale il cui tubo di scolo scarica nella fossa.« L’Ufficiale indicò col dito esattamente il percorso che doveva esser fatto dall’acqua sanguinolenta. Quando, per rendere il più possibile visibile la cosa, alla fine del canale di scarico con le due mani fece l’atto di raccoglierla, il Viaggiatore sollevò la testa e volle tornare alla sedia, tastando con le mani dietro di sé. A questo punto vide con spavento che il Condannato come lui aveva seguito l’invito dell’Ufficiale a osservare da vicino la struttura dell’erpice. Aveva un po’ stiracchiato per la catena il Soldato addormentato e si era piegato sul vetro anche lui. Si vedeva come anche lui cercasse con occhio insicuro ciò che i due uomini avevano appena osservato, ma non ci riuscisse, in quanto gli era mancata la spiegazione. Si piegava ora di qua ora di là, scorrendo sempre di nuovo sul vetro con lo sguardo. Il Viaggiatore voleva tirarlo indietro, ché quel che faceva era, probabilmente, passibile di condanna. Ma l’Ufficiale trattenne il Viaggiatore con una mano e con l’altra raccattò una zolla di terra dal terrapieno e la lanciò sul Soldato. Costui aprì gli occhi di soprassalto, vide cosa aveva osato il Condannato, lasciò cadere il fucile, appuntò i piedi con i talloni nel terreno, tirò indietro il Condannato, sicché questo cadde per terra, e si mise a guardarlo dall’alto, mentre si voltava e faceva tintinnare le catene. »Rimettilo in piedi!« gridò l’Ufficiale, in quanto notò come il Viaggiatore venisse troppo distratto dal Condannato. Il Viaggiatore si era piegato addirittura al di là dell’erpice, senza preoccuparsene, per constatare cosa succedesse con il Condannato. »Trattalo con cura!« gridò ancora l’Ufficiale. Girò intorno all’apparato, afferrò lui stesso il Condannato sotto le ascelle e con l’aiuto del Soldato lo depose sopra, mentre lui talvolta scivolava coi piedi. »Ormai so già tutto«, disse il Viaggiatore, mentre l’Ufficiale ritornava verso di lui. »Salvo l’essenziale«, disse quest’ultimo, lo afferrò per il braccio e gli accennò in lato:» Lassù nello scrittoio c’è il complesso d’ingranaggi che regola il movimento dell’erpice, e questo complesso d’ingranaggi si regola sul disegno che riproduce il verdetto. Io Hier sind sie« - er zog einige Blätter aus der Ledermappe -, »ich kann sie Ihnen aber leider nicht in die Hand geben, sie sind das Teuerste, was ich habe. Setzen Sie sich, ich zeige sie Ihnen aus dieser Entfernung, dann werden Sie alles gut sehen können.« Er zeigte das erste Blatt. Der Reisende hätte gerne etwas Anerkennendes gesagt, aber er sah nur labyrinthartige, einander vielfach kreuzende Linien, die so dicht das Papier bedeckten, daß man nur mit Mühe die weißen Zwischenräume erkannte. »Lesen Sie«, sagte der Offizier. »Ich kann nicht«, sagte der Reisende. »Es ist doch deutlich«, sagte der Offizier. »Es ist sehr kunstvoll«, sagte der Reisende ausweichend, »aber ich kann es nicht entziffern.« »Ja«, sagte der Offizier, lachte und steckte die Mappe wieder ein, »es ist keine Schönschrift für Schulkinder. Man muß lange darin lesen. Auch Sie würden es schließlich gewiß erkennen. Es darf natürlich keine einfache Schrift sein; sie soll ja nicht sofort töten, sondern durchschnittlich erst in einem Zeitraum von zwölf Stunden; für die sechste Stunde ist der Wendepunkt berechnet. Es müssen also viele, viele Zieraten die eigentliche Schrift umgeben; die wirkliche Schrift umzieht den Leib nur in einem schmalen Gürtel; der übrige Körper ist für Verzierungen bestimmt. Können Sie jetzt die Arbeit der Egge und des ganzen Apparates würdigen? - Sehen Sie doch!« Er sprang auf die Leiter, drehte ein Rad, rief hinunter: »Achtung, treten Sie zur Seite!«, und alles kam in Gang. Hätte das Rad nicht gekreischt, es wäre herrlich gewesen. Als sei der Offizier von diesem störenden Rad überrascht, drohte er ihm mit der Faust, breitete dann, sich entschuldigend, zum Reisenden hin die Arme aus und kletterte eilig hinunter, um den Gang des Apparates von unten zu beobachten. Noch war etwas nicht in Ordnung, das nur er merkte; er kletterte wieder hinauf, griff mit beiden Händen in das Innere des Zeichners, glitt dann, um rascher hinunterzukommen, statt die Leiter zu benutzen, an der einen Stange hinunter und schrie nun, um sich im Lärm verständlich zu machen, mit äußerster Anspannung dem Reisenden ins Ohr: »Begreifen Sie den Vorgang? Die Egge fängt zu schreiben an; ist sie mit der ersten Anlage der Schrift auf dem Rücken des Mannes fertig, rollt die Watteschicht und wälzt den Körper langsam auf die Seite, um der Egge neuen Raum zu bieten. utilizzo ancora i disegni del vecchio Comandante. Eccoli« - tirò fuori alcuni fogli dalla cartella di pelle -, »purtroppo non posso farglieli toccare, sono la cosa più cara che abbia. Si sieda e io glieli mostro da questa distanza, così potrà avere una buona visione del tutto.« Gli mostrò il primo foglio. Il Viaggiatore avrebbe volentieri dato un cenno di assenso, ma non vedeva che linee labirintiche che s’incrociavano a più riprese e coprivano così fittamente la carta che si potevano scorgere solo a fatica gli spazi bianchi fra linea e linea. »Legga«, disse l’Ufficiale. »Non posso«, disse il Viaggiatore. »Ma è chiaro«, disse l’Ufficiale. »E’ molto artistico«, disse il Viaggiatore tanto per divagare, »ma io non so decifrarlo.« »Sì«, disse l’Ufficiale, rise e ripose la cartella, »non è un esercizio di calligrafia per scolaretti. Bisogna starci molto lì a decifrare. Anche Lei alla fine ci arriverebbe senz’altro. Non deve trattarsi di una scrittura semplice; non deve uccidere immediatamente, bensì di media in un lasso di tempo di dodici ore; si calcola il punto di svolta alla sesta ora. Molti, molti ornamenti devono circondare la vera e propria scritta; la vera scritta copre il corpo solo in una stretta fascia, il resto del corpo è destinato agli ornamenti. Si sente adesso in grado di apprezzare il lavoro dell’erpice e dell’intero apparato? – Stia a vedere!« Saltò sulla scala, girò una ruota, gridò rivolto in basso: »Attenzione, si faccia da parte!«, e tutto si mise in moto. Sarebbe stato magnifico, se la ruota non avesse cigolato. Come se l’Ufficiale fosse stupito da questa ruota fastidiosa, la minacciò con il pugno, poi, scusandosi, allargò le braccia verso il Viaggiatore e si precipitò giù per la scala per osservare dal basso l’andamento dell’apparato. C’era ancora qualcosa che non era in ordine e che solo lui notò, salì di nuovo in alto, affondò le due mani nell’interno dello scrittoio, si lasciò scivolare poi giù, per fare più in fretta, lungo una colonnetta, invece di usare la scala, e gridò quindi, per farsi intendere in mezzo al fracasso, con estrema tensione nell’orecchio al Viaggiatore: »Capisce il procedimento? L’erpice comincia a scrivere e quando ha finito con la prima stesura della scritta sul dorso dell’uomo, lo strato di cotone scorre e gira lentamente il corpo Inzwischen legen sich die wundbeschriebenen Stellen auf die Watte, welche infolge der besonderen Präparierung sofort die Blutung stillt und zu neuer Vertiefung der Schrift vorbereitet. Hier die Zacken am Rande der Egge reißen dann beim weiteren Umwälzen des Körpers die Watte von den Wunden, schleudern sie in die Grube, und die Egge hat wieder Arbeit. So schreibt sie immer tiefer die zwölf Stunden lang. Die ersten sechs Stunden lebt der Verurteilte fast wie früher, er leidet nur Schmerzen. Nach zwei Stunden wird der Filz entfernt, denn der Mann hat keine Kraft zum Schreien mehr. Hier in diesen elektrisch geheizten Napf am Kopfende wird warmer Reisbrei gelegt, aus dem der Mann, wenn er Lust hat, nehmen kann, was er mit der Zunge erhascht. Keiner versäumt die Gelegenheit. Ich weiß keinen, und meine Erfahrung ist groß. Erst um die sechste Stunde verliert er das Vergnügen am Essen. Ich knie dann gewöhnlich hier nieder und beobachte diese Erscheinung. Der Mann schluckt den letzten Bissen selten, er dreht ihn nur im Mund und speit ihn in die Grube. Ich muß mich dann bücken, sonst fährt er mir ins Gesicht. Wie still wird dann aber der Mann um die sechste Stunde! Verstand geht dem Blödesten auf. Um die Augen beginnt es. Von hier aus verbreitet es sich. Ein Anblick, der einen verführen könnte, sich mit unter die Egge zu legen. Es geschieht ja weiter nichts, der Mann fängt bloß an, die Schrift zu entziffern, er spitzt den Mund, als horche er. Sie haben gesehen, es ist nicht leicht, die Schrift mit den Augen zu entziffern; unser Mann entziffert sie aber mit seinen Wunden. Es ist allerdings viel Arbeit; er braucht sechs Stunden zu ihrer Vollendung. Dann aber spießt ihn die Egge vollständig auf und wirft ihn in die Grube, wo er auf das Blutwasser und die Watte niederklatscht. Dann ist das Gericht zu Ende, und wir, ich und der Soldat, scharren ihn ein.« Der Reisende hatte das Ohr zum Offizier geneigt und sah, die Hände in den Rocktaschen, der Arbeit der Maschine zu. Auch der Verurteilte sah ihr zu, aber ohne Verständnis. Er bückte sich ein wenig und verfolgte die schwankenden Nadeln, als ihm der Soldat, auf ein Zeichen des Offiziers, mit einem Messer hinten Hemd und Hose durchschnitt, so daß sie von dem Verurteilten abfielen; er wollte nach dem fallenden Zeug greifen, um seine Blöße zu bedecken, aber der Soldat hob ihn in die Höhe und schüttelte die dell’uomo di lato per offrire nuovo spazio all’erpice. Nel frattempo le parti trafitte si posano sul cotone, che, reso emostatico grazie ad uno speciale preparato, arresta immediatamente il sanguinamento e lo prepara ad un nuovo approfondimento della scritta. Qui poi i denti al lato dell’erpice, girandosi ancora il corpo, strappano il cotone dalle ferite, lo lanciano nella fossa, e l’erpice può rimettersi al lavoro. In tal modo esso scrive sempre più in profondità, per dodici ore di seguito. Nelle prime sei ore il Condannato vive quasi come prima, solo che soffre dolore. Dopo due ore il tampone viene rimosso, ché l’uomo non ha più la forza di gridare. Qui alla testata del letto in questa ciotola riscaldata elettricamente viene posta una pappa di riso calda, di cui l’uomo può mangiare quel che raccatta con la lingua. Nessuno si priva di questa occasione. Non ne conosco neppure uno, eppure la mia esperienza è notevole. Solo alla sesta ora egli perde il piacere al cibo. Allora io m’inginocchio e osservo il fenomeno. L’uomo ingoia raramente l’ultimo boccone, se lo rigira in bocca e lo sputa nella fossa. In quel momento mi devo abbassare altrimenti mi viene in faccia. Ma come diventa calmo poi l’uomo alla sesta ora! Anche il più stupido riacquista giudizio. Inizia intorno agli occhi. Da qui si diffonde. E’ una visione da cui uno potrebbe essere invogliato a mettersi sotto l’erpice. Non accade nient’altro, solo che l’uomo comincia a decifrare la scritta, appunta le labbra come se ascoltasse. Lei ha visto che non è facile decifrare la scrittura,ma il nostro uomo la decifra con le sue ferite. Si tratta certo di un lavoro lungo, abbisogna di sei ore per eseguirlo. Poi l’erpice lo perfora completamente e lo lancia nella fossa, dove va a spiaccicarsi sopra l’acquiccia sanguinolenta e il cotone. A quel punto l’esecuzione è terminata, ed io con il Soldato lo seppelliamo.« Il Viaggiatore aveva accostato l’orecchio all’Ufficiale e si mise a guardare, con le mani nelle tasche della giacca, il lavoro della macchina. Anche il Condannato la guardava, però senza capire. Egli si piegò leggermente e si mise a seguire gli aghi sospesi, quando, ad un cenno dell’Ufficiale, da dietro il Soldato con un coltello gli tagliò in due camicia e pantaloni, di modo che al Condannato caddero giù a terra; questo cercò di afferrare quegli indumenti caduti letzten Fetzen von ihm ab. Der Offizier stellte die Maschine ein, und in der jetzt eintretenden Stille wurde der Verurteilte unter die Egge gelegt. Die Ketten wurden gelöst und statt dessen die Riemen befestigt; es schien für den Verurteilten im ersten Augenblick fast wie eine Erleichterung zu bedeuten. Und nun senkte sich die Egge noch ein Stück tiefer, denn es war ein magerer Mann. Als ihn die Spitzen berührten, ging ein Schauer über seine Haut; er streckte, während der Soldat mit seiner rechten Hand beschäftigt war, die linke aus, ohne zu wissen wohin; es war aber die Richtung, wo der Reisende stand. Der Offizier sah ununterbrochen den Reisenden von der Seite an, als suche er von seinem Gesicht den Eindruck abzulesen, den die Exekution, die er ihm nun wenigstens oberflächlich erklärt hatte, auf ihn mache. Der Riemen, der für das Handgelenk bestimmt war, riß; wahrscheinlich hatte ihn der Soldat zu stark angezogen. Der Offizier sollte helfen, der Soldat zeigte ihm das abgerissene Riemenstück. Der Offizier ging auch zu ihm hinüber und sagte, das Gesicht dem Reisenden zugewendet: »Die Maschine ist sehr zusammengesetzt, es muß hie und da etwas reißen oder brechen; dadurch darf man sich aber im Gesamturteil nicht beirren lassen. Für den Riemen ist übrigens sofort Ersatz geschafft; ich werde eine Kette verwenden; die Zartheit der Schwingung wird dadurch für den rechten Arm allerdings beeinträchtigt.« Und während er die Ketten anlegte, sagte er noch: »Die Mittel zur Erhaltung der Maschine sind jetzt sehr eingeschränkt. Unter dem früheren Kommandanten war eine mir frei zugängliche Kassa nur für diesen Zweck bestimmt. Es gab hier ein Magazin, in dem alle möglichen Ersatzstücke aufbewahrt wurden. Ich gestehe, ich trieb damit fast Verschwendung, ich meine früher, nicht jetzt, wie der neue Kommandant behauptet, dem alles nur zum Vorwand dient, alte Einrichtungen zu bekämpfen. Jetzt hat er die Maschinenkassa in eigener Verwaltung, und schicke ich um einen neuen Riemen, wird der zerrissene als Beweisstück verlangt, der neue kommt erst in zehn Tagen, ist dann aber von schlechterer Sorte und taugt nicht viel. Wie ich aber in der Zwischenzeit ohne Riemen die Maschine betreiben soll, darum kümmert sich niemand.« Der Reisende überlegte: Es ist immer bedenklich, in fremde Verhältnisse entscheidend einzugreifen. per coprire le sue nudità, ma il Soldato li alzò in alto e strappò via gli ultimi stracci dal suo corpo. L’Ufficiale mise a punto la macchina, e nel silenzio che stava subentrando il Condannato venne sistemato sotto l’erpice. Le catene vennero sciolte e al loro posto si strinsero le cinghie; questo per il Condannato in un primo momento sembrò significare quasi un sollievo. E ora l’erpice si abbassò ancora di un pezzo, in quanto si trattava di un uomo magro. Quando gli aghi lo toccarono, un brivido gli scorse sulla pelle; mentre il Soldato era occupato con la sua mano destra, allungò la sinistra senza sapere dove, ma era la direzione in cui si trovava il Viaggiatore. L’Ufficiale guardava ininterrottamente il Viaggiatore di schisi, come se cercasse di leggere nel suo volto l’impressione che gli faceva l’esecuzione il cui procedimento gli aveva spiegato almeno sommariamente. La cinghia destinata al polso si strappò; forse il Soldato l’aveva serrata troppo forte. L’Ufficiale dovette correre ai ripari, mentre il Soldato gli mostrava il pezzo di cinghia rotto. L’Ufficiale si avvicinò a lui dall’altra parte della macchina e disse, con la faccia rivolta al Viaggiatore: »La macchina è molto complessa, ogni tanto qualcosa si deve strappare o rompere: ma non è questo che ci deve fuorviare nel giudizio complessivo. Per quanto riguarda la cinghia c’è subito rimedio, adoprerò una catena; la delicatezza dell’oscillazione certo ne verrà compromessa per quanto riguarda il braccio destro.« E mentre applicava la catena, aggiunse:» I mezzi per la manutenzione della macchina attualmente sono molto limitati. Sotto il precedente Comandante potevo attingere liberamente ad una cassa prevista esclusivamente a tal fine. Qui c’era un magazzino in cui si conservavano tutti i possibili pezzi di ricambio. Lo confesso, io ne facevo quasi spreco, voglio dire prima, non ora, come afferma il nuovo Comandante, che cerca tutte le scuse per combattere contro le vecchie istituzioni. Adesso tiene lui la cassa della macchina sotto personale controllo e se io mando a prendere una cinghia di ricambio, si esige la cinghia rotta come pezza d’appoggio e la nuova cinghia non arriva prima di dieci giorni ed è di qualità inferiore e non vale un gran che. Er war weder Bürger der Strafkolonie, noch Bürger des Staates, dem sie angehörte. Wenn er die Exekution verurteilen oder gar hintertreiben wollte, konnte man ihm sagen: Du bist ein Fremder, sei still. Darauf hätte er nichts erwidern, sondern nur hinzufügen können, daß er sich in diesem Falle selbst nicht begreife, denn er reise nur mit der Absicht, zu sehen, und keineswegs etwa, um fremde Gerichtsverfassungen zu ändern. Nun lagen aber hier die Dinge allerdings sehr verführerisch. Die Ungerechtigkeit des Verfahrens und die Unmenschlichkeit der Exekution war zweifellos. Niemand konnte irgendeine Eigennützigkeit des Reisenden annehmen, denn der Verurteilte war ihm fremd, kein Landsmann und ein zum Mitleid gar nicht auffordernder Mensch. Der Reisende selbst hatte Empfehlungen hoher Ämter, war hier mit großer Höflichkeit empfangen worden, und daß er zu dieser Exekution eingeladen worden war, schien sogar darauf hinzudeuten, daß man sein Urteil über dieses Gericht verlangte. Dies war aber um so wahrscheinlicher, als der Kommandant, wie er jetzt überdeutlich gehört hatte, kein Anhänger dieses Verfahrens war und sich gegenüber dem Offizier fast feindselig verhielt. Da hörte der Reisende einen Wutschrei des Offiziers. Er hatte gerade, nicht ohne Mühe, dem Verurteilten den Filzstumpf in den Mund geschoben, als der Verurteilte in einem unwiderstehlichen Brechreiz die Augen schloß und sich erbrach. Eilig riß ihn der Offizier vom Stumpf in die Höhe und wollte den Kopf zur Grube hindrehen; aber es war zu spät, der Unrat floß schon an der Maschine hinab. »Alles Schuld des Kommandanten!« schrie der Offizier und rüttelte besinnungslos vorn an den Messingstangen, »die Maschine wird mir verunreinigt wie ein Stall.« Er zeigte mit zitternden Händen dem Reisenden, was geschehen war. »Habe ich nicht stundenlang dem Kommandanten begreiflich zu machen gesucht, daß einen Tag vor der Exekution kein Essen mehr verabfolgt werden soll. Aber die neue milde Richtung ist anderer Meinung. Die Damen des Kommandanten stopfen dem Mann, ehe er abgeführt wird, den Hals mit Zuckersachen voll. Sein ganzes Leben hat er sich von stinkenden Fischen genährt und muß jetzt Zuckersachen essen! Aber es wäre ja möglich, ich Ma di come io possa mandare avanti la macchina nel frattempo senza cinghie nessuno se ne preoccupa.« Il Viaggiatore si mise a riflettere: è sempre dubbioso intervenire in affari estranei in modo deciso. Lui non era né cittadino della Colonia penale, né cittadino dello Stato da cui essa dipendeva. Se lui avesse voluto condannare od ostacolare l’esecuzione, gli si sarebbe potuto dire: “tu sei straniero, taci.” A questo lui non avrebbe potuto ribattere niente, avrebbe semmai potuto solo aggiungere che in questo caso specifico non comprendeva il suo proprio atteggiamento, in quanto lui viaggiava solo come osservatore e non per apportare cambiamenti di sorta ai procedimenti giudiziari di altri. Solo che però qui le cose erano davvero molto invitanti. L’ingiustizia del procedimento e l’inumanità dell’esecuzione non potevano essere messe in dubbio. Nessuno poteva presupporre un qualche interesse privato del Viaggiatore, ché il Condannato era un uomo a lui estraneo, non era un suo conterraneo e non ispirava affatto pietà. Il Viaggiatore stesso aveva ricevuto raccomandazioni di alte cariche, era stato accolto qui con grande cerimoniosità, e il fatto di essere stato invitato a questa esecuzione gli sembrava addirittura accennare ad una richiesta di giudizio da parte sua su questo tribunale. Tutto ciò era tanto più verosimile in quanto il Comandante, com’egli adesso aveva sentito più che chiaramente, non era un sostenitore di questo procedimento e si comportava quasi ostilmente nei confronti dell’Ufficiale. A questo punto il Viaggiatore udì un grido rabbioso da parte dell’Ufficiale. Aveva appena finito, non senza fatica, d’introdurre in bocca al Condannato il tampone di feltro, che questi in un irreprimibile conato di vomito aveva chiuso gli occhi e aveva vomitato. Svelto l’Ufficiale lo strappò dal tampone sollevandolo verso l’alto e tentò di girargli il capo in direzione della fossa, ma, troppo tardi: un fiotto di vomito inondò la macchina. »Tutta colpa del Comandante!« gridò l’Ufficiale e si mise a scrollare dissennatamente le colonne di ottone di fronte della macchina »la macchina mi viene sporcata come una stalla.« Mostrò con mani tremanti al Viaggiatore quello che era successo. würde nichts einwenden, aber warum schafft man nicht einen neuen Filz an, wie ich ihn seit einem Vierteljahr erbitte. Wie kann man ohne Ekel diesen Filz in den Mund nehmen, an dem mehr als hundert Männer im Sterben gesaugt und gebissen haben?« Der Verurteilte hatte den Kopf niedergelegt und sah friedlich aus, der Soldat war damit beschäftigt, mit dem Hemd des Verurteilten die Maschine zu putzen. Der Offizier ging zum Reisenden, der in irgendeiner Ahnung einen Schritt zurücktrat, aber der Offizier faßte ihn bei der Hand und zog ihn zur Seite. »Ich will einige Worte im Vertrauen mit Ihnen sprechen«, sagte er, »ich darf das doch?« »Gewiß«, sagte der Reisende und hörte mit gesenkten Augen zu. »Dieses Verfahren und diese Hinrichtung, die Sie jetzt zu bewundern Gelegenheit haben, hat gegenwärtig in unserer Kolonie keinen offenen Anhänger mehr. Ich bin ihr einziger Vertreter, gleichzeitig der einzige Vertreter des Erbes des alten Kommandanten. An einen weiteren Ausbau des Verfahrens kann ich nicht mehr denken, ich verbrauche alle meine Kräfte, um zu erhalten, was vorhanden ist. Als der alte Kommandant lebte, war die Kolonie von seinen Anhängern voll; die Überzeugungskraft des alten Kommandanten habe ich zum Teil, aber seine Macht fehlt mir ganz; infolgedessen haben sich die Anhänger verkrochen, es gibt noch viele, aber keiner gesteht es ein. Wenn Sie heute, also an einem Hinrichtungstag, ins Teehaus gehen und herumhorchen, werden Sie vielleicht nur zweideutige Äußerungen hören. Das sind lauter Anhänger, aber unter dem gegenwärtigen Kommandanten und bei seinen gegenwärtigen Anschauungen für mich ganz unbrauchbar. Und nun frage ich Sie: Soll wegen dieses Kommandanten und seiner Frauen, die ihn beeinflussen, ein solches Lebenswerk« - er zeigte auf die Maschine - »zugrunde gehen? Darf man das zulassen? Selbst wenn man nur als Fremder ein paar Tage auf unserer Insel ist? Es ist aber keine Zeit zu verlieren, man bereitet schon etwas gegen meine Gerichtsbarkeit vor; es finden schon Beratungen in der Kommandantur statt, zu denen ich nicht zugezogen werde; sogar Ihr heutiger Besuch scheint mir für die ganze Lage bezeichnend; man ist feig und schickt Sie, einen Fremden, vor. - Wie war die Exekution anders in »Non ho forse cercato di spiegare per ore ed ore al Comandante che il giorno prima dell’esecuzione deve essere sospeso qualsiasi nutrimento? Ma la nuova linea morbida è di parere diverso. Le Dame del Comandante, prima che l’uomo venga tradotto qui, gli riempiono lo stomaco di dolciumi. Tutta la vita si è nutrito di pesce puzzolente e ora deve mangiare dolciumi! Ma si potrebbe anche fare, io non avrei niente in contrario, se si procurasse un tampone nuovo, come chiedo da tre mesi. Come si può prendere in bocca senza esserne stomacato un tampone che hanno succhiato e morso morendo più di cento uomini?« Il Condannato aveva abbassato la testa e manteneva un aspetto tranquillo, il Soldato era occupato a pulire la macchina con la camicia del Condannato. L’Ufficiale si avvicinò al Viaggiatore che, preso da un qualche sospetto, fece un passo indietro, ma l’Ufficiale lo afferrò per un braccio e lo tirò da parte. »Voglio scambiare due parole con Lei, in confidenza«, disse, »me lo permette, no?« »Certo«, disse il Viaggiatore e si mise in ascolto con gli occhi bassi. »Questo procedimento e questa esecuzione, che Lei adesso ha occasione di ammirare, attualmente nella nostra Colonia non ha più nessun sostenitore. Io sono il suo unico rappresentante e al contempo l’unico rappresentante dell’eredità del vecchio Comandante. Ad un ulteriore completamento del procedimento ormai ho rinunciato a pensare, consumo tutte le mie energie nel mantenere quello che già esiste. Quando era in vita il vecchio Comandante la Colonia era piena di suoi sostenitori; io, in parte, possiedo la sua capacità di persuasione, ma mi manca completamente il suo potere, è per questo che i suoi sostenitori si sono rintanati, ce ne sono ancora molti, ma nessuno lo confessa. Se Lei oggi, che è un giorno di esecuzione, entra nella Casa del The e si mette a sentire qua e là, probabilmente ascolterà solo delle opinioni ambigue. Sono tutti sostenitori, ma sotto l’attuale Comandante e con le sue attuali opinioni per me del tutto inutilizzabili. E ora Le chiedo: Può l’opera di una vita – e indicò la macchina- andare in rovina a causa di questo Comandante e delle sue donne che lo influenzano? Si può permettere tutto ciò? Anche früherer Zeit! Schon einen Tag vor der Hinrichtung war das ganze Tal von Menschen überfüllt; alle kamen nur um zu sehen; früh am Morgen erschien der Kommandant mit seinen Damen; Fanfaren weckten den ganzen Lagerplatz; ich erstattete die Meldung, daß alles vorbereitet sei; die Gesellschaft - kein hoher Beamte durfte fehlen - ordnete sich um die Maschine; dieser Haufen Rohrsessel ist ein armseliges Überbleibsel aus jener Zeit. Die Maschine glänzte frisch geputzt, fast zu jeder Exekution nahm ich neue Ersatzstücke. Vor Hunderten Augen - alle Zuschauer standen auf den Fußspitzen bis dort zu den Anhöhen - wurde der Verurteilte vom Kommandanten selbst unter die Egge gelegt. Was heute ein gemeiner Soldat tun darf, war damals meine, des Gerichtspräsidenten, Arbeit und ehrte mich. Und nun begann die Exekution! Kein Mißton störte die Arbeit der Maschine. Manche sahen nun gar nicht mehr zu, sondern lagen mit geschlossenen Augen im Sand; alle wußten: jetzt geschieht Gerechtigkeit. In der Stille hörte man nur das Seufzen des Verurteilten, gedämpft durch den Filz. Heute gelingt es der Maschine nicht mehr, dem Verurteilten ein stärkeres Seufzen auszupressen, als der Filz noch ersticken kann; damals aber tropften die schreibenden Nadeln eine beizende Flüssigkeit aus, die heute nicht mehr verwendet werden darf. Nun, und dann kam die sechste Stunde! Es war unmöglich, allen die Bitte, aus der Nähe zuschauen zu dürfen, zu gewähren. Der Kommandant in seiner Einsicht ordnete an, daß vor allem die Kinder berücksichtigt werden sollten; ich allerdings durfte kraft meines Berufes immer dabeistehen; oft hockte ich dort, zwei kleine Kinder rechts und links in meinen Armen. Wie nahmen wir alle den Ausdruck der Verklärung von dem gemarterten Gesicht, wie hielten wir unsere Wangen in den Schein dieser endlich erreichten und schon vergehenden Gerechtigkeit! Was für Zeiten, mein Kamerad!« Der Offizier hatte offenbar vergessen, wer vor ihm stand; er hatte den Reisenden umarmt und den Kopf auf seine Schulter gelegt. Der Reisende war in großer Verlegenheit, ungeduldig sah er über den Offizier hinweg. Der Soldat hatte die Reinigungsarbeit beendet und jetzt noch aus einer Büchse Reisbrei in den Napf geschüttet. Kaum merkte dies der Verurteilte, der sich schon vollständig erholt zu haben schien, als er mit der se uno da straniero si trova solo un paio di giorni su quest’isola? Ma non c’è tempo da perdere, stanno già preparando qualcosa contro la mia giurisdizione, stanno già avendo luogo delle consultazioni presso l’ufficio di comando alle quali io non vengo invitato; addirittura la Sua visita di oggi mi sembra sintomatica di tutta questa situazione; sono vili e quindi mandano Lei, uno straniero, in avanscoperta. – Com’era diversa l’esecuzione nei primi tempi! Già alla vigilia dell’esecuzione tutto il vallone era pieno di gente, tutti venivano solo per vedere; al mattino presto faceva la sua comparsa il Capitano con le sue signore; delle fanfare destavano tutto il bivacco; io davo l’annuncio che tutto era pronto; la società si schierava intorno alla macchina – nessun Ufficiale superiore doveva mancare; questo mucchietto di sedie di vimini ne sono un miserevole resto di quel tempo. La macchina risplendeva, lucidata di fresco, quasi ad ogni esecuzione impiegavo nuovi pezzi di ricambio. Dinanzi a centinaia di occhi – tutti gli spettatori stavano in punta di piedi giù giù fino ai piedi delle colline- il comandante in persona deponeva il Condannato sotto l’erpice. Quel oggi vien fatto da un comune Soldato, a quel tempo era compito mio, come Presidente del Tribunale, e mi conferiva onore. Ed ecco che cominciava l’esecuzione! Nessun rumore sgradevole disturbava il lavorio della macchina. Alcuni avevano smesso di guardare e stavano sdraiati nella sabbia ad occhi chiusi; tutti sapevano: adesso si compie un atto di giustizia. Nel silenzio si udiva soltanto il gemito del Condannato, attutito dal tampone di feltro. Oggi la macchina non riesce più a strappare al Condannato un gemito maggiore di quello che può venir attutito col tampone; perché allora dagli aghi scriventi stillava un liquido mordente che oggi non è più permesso adoperare. Dunque, e poi arrivava la sesta ora! Era impossibile esaudire la preghiera di tutti quelli che volevano poter assistere allo spettacolo. Il Comandante nella sua perspicacia aveva fatto sì che soprattutto i bambini dovessero essere presi in considerazione; io, poi, in base al mio incarico, dovevo sempre essere presente; spesso stavo accovacciato là con due bambini in braccio a destra e a sinistra. Come assorbivamo tutti l’espressione d’illuminazione del volto martoriato, tendendo le nostre guance Zunge nach dem Brei zu schnappen begann. Der Soldat stieß ihn immer wieder weg, denn der Brei war wohl für eine spätere Zeit bestimmt, aber ungehörig war es jedenfalls auch, daß der Soldat mit seinen schmutzigen Händen hineingriff und vor dem gierigen Verurteilten davon aß. Der Offizier faßte sich schnell. »Ich wollte Sie nicht etwa rühren«, sagte er, »ich weiß, es ist unmöglich, jene Zeiten heute begreiflich zu machen. Im übrigen arbeitet die Maschine noch und wirkt für sich. Sie wirkt für sich, auch wenn sie allein in diesem Tal steht. Und die Leiche fällt zum Schluß noch immer in dem unbegreiflich sanften Flug in die Grube, auch wenn nicht, wie damals, Hunderte wie Fliegen um die Grube sich versammeln. Damals mußten wir ein starkes Geländer um die Grube anbringen, es ist längst weggerissen.« Der Reisende wollte sein Gesicht dem Offizier entziehen und blickte ziellos herum. Der Offizier glaubte, er betrachte die Öde des Tales; er ergriff deshalb seine Hände, drehte sich um ihn, um seine Blicke zu erfassen, und fragte: »Merken Sie die Schande?« Aber der Reisende schwieg. Der Offizier ließ für ein Weilchen von ihm ab; mit auseinandergestellten Beinen, die Hände in den Hüften, stand er still und blickte zu Boden. Dann lächelte er dem Reisenden aufmunternd zu und sagte: »Ich war gestern in Ihrer Nähe, als der Kommandant Sie einlud. Ich hörte die Einladung. Ich kenne den Kommandanten. Ich verstand sofort, was er mit der Einladung bezweckte. Trotzdem seine Macht groß genug wäre, um gegen mich einzuschreiten, wagt er es noch nicht, wohl aber will er mich Ihrem, dem Urteil eines angesehenen Fremden aussetzen. Seine Berechnung ist sorgfältig; Sie sind den zweiten Tag auf der Insel, Sie kannten den alten Kommandanten und seinen Gedankenkreis nicht, Sie sind in europäischen Anschauungen befangen, vielleicht sind Sie ein grundsätzlicher Gegner der Todesstrafe im allgemeinen und einer derartigen maschinellen Hinrichtungsart im besonderen, Sie sehen überdies, wie die Hinrichtung ohne öffentliche Anteilnahme, traurig, auf einer bereits etwas beschädigten Maschine vor sich geht - wäre es nun, alles dieses zusammengenommen (so denkt der Kommandant), nicht sehr leicht möglich, daß Sie mein Verfahren nicht für richtig alla luce di questa giustizia finalmente raggiunta e già fuggitiva! Che tempi, camerata!» L’Ufficiale aveva chiaramente dimenticato chi si trovava davanti a lui; aveva abbracciato il Viaggiatore e posato la testa sulla sua spalla. Il Viaggiatore era entrato in grande imbarazzo e guardava impaziente al di là delle spalle dell’Ufficiale. Il Soldato aveva terminato il lavoro di pulizia e ora già metteva nella ciotola la pappa di riso versandola da un barattolo di latta. Non appena l’ebbe notato il Condannato, che intanto sembrava completamente rinfrancato, si mise a leccare il riso con la lingua. Il Soldato lo ricacciò di nuovo indietro, perché il riso era destinato ovviamente ad un momento successivo, ma apparve inopportuno comunque che il Soldato vi mettesse dentro le sue mani sporche e ne mangiasse. L’Ufficiale abbreviò rapidamente: «Non è che io La voglia in qualche modo commuovere – disse– lo so, è impossibile oggi far capire quei tempi. Del resto la macchina funziona ancora e fa effetto in sé. Fa effetto anche quando si erge solitaria in questa valle. E il cadavere alla fine cade ancora nella fossa con un volo stranamente morbido, anche se non ci sono le centinaia che si affollano come mosche intorno ad essa. All’epoca fummo costretti a sistemarvi un robusto parapetto tutt’intorno che oggi è stato completamente divelto.» Il Viaggiatore volle sottrarre il suo sguardo all’Ufficiale e si guardò intorno senza meta. L’Ufficiale credette che stesse osservando la desolazione della valle; afferrò perciò le sue mani, si volse a lui per catturarne lo sguardo e chiese: «Non notate la vergogna? » Ma il Viaggiatore tacque. L’Ufficiale per un momento non si occupò di lui; guardava silenzioso il terreno con le gambe divaricate e le mani sui fianchi. Poi si rivolse al Viaggiatore con un sorriso d’incoraggiamento e disse: «Ieri mi trovavo non lontano da Lei quando il comandante La invitò. Io lo conosco il comandante. Capii subito a cosa mirava con quell’invito. Malgrado il suo potere sia abbastanza grande da poter procedere contro di me, ancora non osa, certo però che vuole espormi al Suo giudizio, al giudizio di uno straniero stimato. Il suo calcolo è minuzioso; Lei si trova da due giorni sull’isola, non ha halten? Und wenn Sie es nicht für richtig halten, werden Sie dies (ich rede noch immer im Sinne des Kommandanten) nicht verschweigen, denn Sie vertrauen doch gewiß Ihren vielerprobten Überzeugungen. Sie haben allerdings viele Eigentümlichkeiten vieler Völker gesehen und achten gelernt, Sie werden daher wahrscheinlich sich nicht mit ganzer Kraft, wie Sie es vielleicht in Ihrer Heimat tun würden, gegen das Verfahren aussprechen. Aber dessen bedarf der Kommandant gar nicht. Ein flüchtiges, ein bloß unvorsichtiges Wort genügt. Es muß gar nicht Ihrer Überzeugung entsprechen, wenn es nur scheinbar seinem Wunsche entgegenkommt. Daß er Sie mit aller Schlauheit ausfragen wird, dessen bin ich gewiß. Und seine Damen werden im Kreis herumsitzen und die Ohren spitzen; Sie werden etwa sagen: ›Bei uns ist das Gerichtsverfahren ein anderes‹, oder ›Bei uns wird der Angeklagte vor dem Urteil verhört‹, oder ›Bei uns gab es Folterungen nur im Mittelalter‹. Das alles sind Bemerkungen, die ebenso richtig sind, als sie Ihnen selbstverständlich erscheinen, unschuldige Bemerkungen, die mein Verfahren nicht antasten. Aber wie wird sie der Kommandant aufnehmen? Ich sehe ihn, den guten Kommandanten, wie er sofort den Stuhl beiseite schiebt und auf den Balkon eilt, ich sehe seine Damen, wie sie ihm nachströmen, ich höre seine Stimme - die Damen nennen sie eine Donnerstimme -, nun, und er spricht: ›Ein großer Forscher des Abendlandes, dazu bestimmt, das Gerichtsverfahren in allen Ländern zu überprüfen, hat eben gesagt, daß unser Verfahren nach altem Brauch ein unmenschliches ist. Nach diesem Urteil einer solchen Persönlichkeit ist es mir natürlich nicht mehr möglich, dieses Verfahren zu dulden. Mit dem heutigen Tage also ordne ich an - und so weiter.‹ Sie wollen eingreifen, Sie haben nicht das gesagt, was er verkündet, Sie haben mein Verfahren nicht unmenschlich genannt, im Gegenteil, Ihrer tiefen Einsicht entsprechend, halten Sie es für das menschlichste und menschenwürdigste, Sie bewundern auch diese Maschinerie – aber es ist zu spät; Sie kommen gar nicht auf den Balkon, der schon voll Damen ist; Sie wollen sich bemerkbar machen; Sie wollen schreien; aber eine Damenhand hält Ihnen den Mund zu - und ich und das Werk des alten Kommandanten sind verloren.« Der Reisende mußte ein Lächeln unterdrücken; so conosciuto il vecchio comandante e il suo circolo d’idee, siete preso da un modo di vedere europeo, forse siete un oppositore di principio della pena di morte in generale e di questo procedimento meccanico in particolare., d’altra parte Lei vede come l’esecuzione procede tristemente, senza partecipazione della folla, usando una macchina già mezzo guasta – e allora non sarebbe possibilissimo, considerato tutto (così pensa il comandante), che Lei non ritenga giusto il mio procedimento? E se Lei non lo ritiene giusto (parlo sempre nell’ottica del comandante) non lo passerà sotto silenzio, ché Lei ha certo piena fiducia nelle proprie comprovate convinzioni. D’altronde avrà visto tante caratteristiche specifiche di molti popoli e imparato a rispettarle, per ciò è probabile che Lei non si pronunci con tutta la Sua forza contro questo procedimento, come farebbe forse nel Suo Paese. Ma di questo il comandante non ha affatto bisogno. A lui basta una parola di sfuggita, una parola semplicemente incauta. Non deve corrispondere affatto alle Sue convinzioni, basta che solo in apparenza venga incontro al desiderio di lui. Sono sicuro che lui La interrogherà usando tutta la sua astuzia. E le sue signore siederanno in cerchio tutt’intorno e drizzeranno le orecchie; Lei potrà dire all’incirca: «Da noi il procedimento giudiziario è diverso» oppure: «Da noi l’accusato viene sentito prima della sentenza» oppure: «Da noi c’era la tortura solo nel Medioevo». Queste son tutte osservazioni che sono giuste in quanto a Lei sembrano ovvie, ingenue osservazioni che non intaccano il mio procedimento. Ma come le prenderà il comandante? Lo vedo già, il buon comandante, come ad un tratto sposta la sedia da parte e si precipita al balcone e vedo le sue dame come gli sciamano dietro, sento la sua voce – quella che le dame chiamano una voce tuonante- ecco, e si mette a parlare: «Un grande studioso occidentale, incaricato di controllare i procedimenti giudiziari in tutti i Paesi, ha appena detto che il nostro procedimento tradizionale è disumano. Seguendo questo giudizio di siffatta personalità non mi è naturalmente più possibile tollerarlo più a lungo. A partire da oggi quindi ordino che…etcetera». Lei vorrebbe intervenire, Lei non ha detto quello che lui annuncia, Lei non ha dichiarato disumano il mio procedimento, al contrario, leicht war also die Aufgabe, die er für so schwer gehalten hatte. Er sagte ausweichend: »Sie überschätzen meinen Einfluß; der Kommandant hat mein Empfehlungsschreiben gelesen, er weiß, daß ich kein Kenner der gerichtlichen Verfahren bin. Wenn ich eine Meinung aussprechen würde, so wäre es die Meinung eines Privatmannes, um nichts bedeutender als die Meinung eines beliebigen anderen, und jedenfalls viel bedeutungsloser als die Meinung des Kommandanten, der in dieser Strafkolonie, wie ich zu wissen glaube, sehr ausgedehnte Rechte hat. Ist seine Meinung über dieses Verfahren eine so bestimmte, wie Sie glauben, dann, fürchte ich, ist allerdings das Ende dieses Verfahrens gekommen, ohne daß es meiner bescheidenen Mithilfe bedürfte.« Begriff es schon der Offizier? Nein, er begriff noch nicht. Er schüttelte lebhaft den Kopf, sah kurz nach dem Verurteilten und dem Soldaten zurück, die zusammenzuckten und vom Reis abließen, ging ganz nahe an den Reisenden heran, blickte ihm nicht ins Gesicht, sondern irgendwohin auf seinen Rock und sagte leiser als früher: »Sie kennen den Kommandanten nicht; Sie stehen ihm und uns allen - verzeihen Sie den Ausdruck - gewissermaßen harmlos gegenüber; Ihr Einfluß, glauben Sie mir, kann nicht hoch genug eingeschätzt werden. Ich war ja glückselig, als ich hörte, daß Sie allein der Exekution beiwohnen sollten. Diese Anordnung des Kommandanten sollte mich treffen, nun aber wende ich sie zu meinen Gunsten. Unabgelenkt von falschen Einflüsterungen und verächtlichen Blicken - wie sie bei größerer Teilnahme an der Exekution nicht hätten vermieden werden können - haben Sie meine Erklärungen angehört, die Maschine gesehen und sind nun im Begriffe, die Exekution zu besichtigen. Ihr Urteil steht gewiß schon fest; sollten noch kleine Unsicherheiten bestehen, so wird sie der Anblick der Exekution beseitigen. Und nun stelle ich an Sie die Bitte: helfen Sie mir gegenüber dem Kommandanten!« Der Reisende ließ ihn nicht weiterreden. »Wie könnte ich denn das«, rief er aus, »das ist ganz unmöglich. Ich kann Ihnen ebensowenig nützen, als ich Ihnen schaden kann.« »Sie können es«, sagte der Offizier. Mit einiger Befürchtung sah der Reisende, daß der Offizier die Fäuste ballte. »Sie können es«, wiederholte der Offizier noch dringender. »Ich habe einen secondo la Sua profonda convinzione, Lei lo ritiene il più giusto e il più umano, Lei ammira anche questo meccanismo – ma ormai è troppo tardi, Lei non riesce a giungere fino al balcone che è già affollato di dame; Lei vuol farsi notare; Lei vuole gridare, ma la mano di una signora le tappa la bocca – ed io e tutta l’opera del vecchio comandante siamo perduti.» Il Viaggiatore dovette reprimere un sorriso: era dunque così facile il compito che lui riteneva così difficile. Disse svicolando: «Lei sopravvaluta la mia influenza; il comandante ha letto la mia lettera di raccomandazione e sa che non sono un conoscitore di procedimenti giudiziari. Se io pronunciassi un qualche parere, sarebbe il parere di un uomo privato, in niente più importante del parere di un qualsiasi altro uomo, e comunque molto meno significativo di quello del comandante, che in questa Colonia, per quanto mi sembra di capire, possiede diritti molto ampi. Se il suo parere riguardo a questo procedimento fosse così definitivo, come Lei crede, allora, temo, sarebbe giunta la fine del procedimento stesso senza che ci fosse bisogno del mio aiuto». Lo capiva già l’Ufficiale? No, non lo capiva. Scosse energicamente la testa, lanciò un breve sguardo al Condannato e al Soldato, che trasalirono e smisero di mangiare il riso, si accostò vicinissimo al Viaggiatore, lo guardò non in faccia, ma su un qualche punto della giacca e disse più piano di prima: «Lei non conosce il comandante; Lei di fronte a lui e a noi tutti –scusate l’espressione- ma si trova nella posizione dell’ingenuo; la Sua influenza, mi creda, non può essere sottovalutata. Io ero felice quando ho sentito che lei doveva assistere all’esecuzione da solo. Questa disposizione del comandante era destinata a colpire me, ma ora la volgo a mio vantaggio. Non distratto da falsi suggerimenti e sguardi sdegnosi -che in caso di una larga partecipazione all’esecuzione non avrebbero potuto essere evitati- Lei ha sentito la mia spiegazione, osservato la macchina e adesso sta per assistere all’esecuzione. Il Suo giudizio si è certo già formato, ma se dovessero sussistere ancora piccole incertezze, la vista dell’esecuzione le eliminerà. Ed ora Le rivolgo una preghiera: interceda per me presso il comandante!» Il Viaggiatore non lo fece parlare oltre. «Come potrei essere in grado di farlo - Plan, der gelingen muß. Sie glauben, Ihr Einfluß genüge nicht. Ich weiß, daß er genügt. Aber zugestanden, daß Sie recht haben, ist es dann nicht notwendig, zur Erhaltung dieses Verfahrens alles, selbst das möglicherweise Unzureichende zu versuchen? Hören Sie also meinen Plan. Zu seiner Ausführung ist es vor allem nötig, daß Sie heute in der Kolonie mit Ihrem Urteil über das Verfahren möglichst zurückhalten. Wenn man Sie nicht geradezu fragt, dürfen Sie sich keinesfalls äußern; Ihre Äußerungen aber müssen kurz und unbestimmt sein; man soll merken, daß es Ihnen schwer wird, darüber zu sprechen, daß Sie verbittert sind, daß Sie, falls Sie offen reden sollten, geradezu in Verwünschungen ausbrechen müßten. Ich verlange nicht, daß Sie lügen sollen; keineswegs; Sie sollen nur kurz antworten, etwa: ›Ja, ich habe die Exekution gesehen‹, oder ›Ja, ich habe alle Erklärungen gehört‹. Nur das, nichts weiter. Für die Verbitterung, die man Ihnen anmerken soll, ist ja genügend Anlaß, wenn auch nicht im Sinne des Kommandanten. Er natürlich wird es vollständig mißverstehen und in seinem Sinne deuten. Darauf gründet sich mein Plan. Morgen findet in der Kommandantur unter dem Vorsitz des Kommandanten eine große Sitzung aller höheren Verwaltungsbeamten statt. Der Kommandant hat es natürlich verstanden, aus solchen Sitzungen eine Schaustellung zu machen. Es wurde eine Galerie gebaut, die mit Zuschauern immer besetzt ist. Ich bin gezwungen, an den Beratungen teilzunehmen, aber der Widerwille schüttelt mich. Nun werden Sie gewiß auf jeden Fall zu der Sitzung eingeladen werden; wenn Sie sich heute meinem Plane gemäß verhalten, wird die Einladung zu einer dringenden Bitte werden. Sollten Sie aber aus irgendeinem unerfindlichen Grunde doch nicht eingeladen werden, so müßten Sie allerdings die Einladung verlangen; daß Sie sie dann erhalten, ist zweifellos. Nun sitzen Sie also morgen mit den Damen in der Loge des Kommandanten. Er versichert sich öfters durch Blicke nach oben, daß Sie da sind. Nach verschiedenen gleichgültigen, lächerlichen, nur für die Zuhörer berechneten Verhandlungsgegenständen - meistens sind es Hafenbauten, immer wieder Hafenbauten! kommt auch das Gerichtsverfahren zur Sprache. Sollte es von seiten des Kommandanten nicht oder nicht bald genug geschehen, so werde ich dafür sorgen, daß es geschieht. Ich werde esclamò- è astutamente impossibile. Io Le posso tanto poco giovare quanto poco La posso danneggiare.» «Lei lo può» disse l’Ufficiale. Con una certa apprensione vide il Viaggiatore che l’Ufficiale serrava i pugni. «Lei lo può» ripeté l’Ufficiale in modo più pressante. « Io ho un piano che deve funzionare per forza. Lei crede che la Sua influenza non sia sufficiente. Io so che è sufficiente. Ma ammesso che Lei abbia ragione non è allora necessario tentare di tutto per mantenere in vita questo procedimento, anche se probabilmente non basta? Senta dunque il mio piano per la cui realizzazione è necessario soprattutto che Lei oggi nella Colonia si trattenga in ogni modo da esprimere un Suo giudizio sul procedimento. Se non Le viene chiesto esplicitamente, Lei non deve esprimersi in alcun modo; comunque le Sue affermazioni devono essere brevi e vaghe; si deve vedere che Lei ha difficoltà a parlarne, che Lei è amareggiato, che Lei, se mai dovesse parlare, esploderebbe addirittura in imprecazioni. Non pretendo che Lei menta; per niente al mondo; Lei deve solo dare risposte brevi, del tipo: “Sì, ho visto l’esecuzione” oppure “Sì, ho sentito tutte le spiegazioni”. Soltanto questo, niente di più. Per l’amareggiamento che si deve leggere sul Suo volto, ci sono abbastanza occasioni, anche se non nel senso del comandante. Lui lo fraintenderà completamente, è ovvio, e lo interpreterà nel suo senso. Su questo si basa il mio piano. Domani avrà luogo presso il comando sotto la presidenza del comandante una grande seduta di tutte le più alte cariche amministrative. Il comandante intende naturalmente fare di queste sedute un’occasione di spettacolo. È stata approntata una galleria che sarà sempre affollata di spettatori. Io sono costretto a prender parte alle sedute di consulenza, ma la ripugnanza mi dà i brividi. Dunque Lei verrà senz’altro invitato a quella seduta; se Lei si attiene al mio piano, l’invito diventa una pressante preghiera. Se comunque per un qualsiasi recondito motivo Lei non venisse invitato, allora dovrebbe pretenderlo l’invito, e in quel caso è certo che lo riceverà.» Ed ecco che Lei domani sta seduto nella loggia del comandante assieme alle dame. Lui si assicura ogni tanto lanciando sguardi in alto che Lei si trovi là. Dopo diversi temi all’ordine del aufstehen und die Meldung von der heutigen Exekution erstatten. Ganz kurz, nur diese Meldung. Eine solche Meldung ist zwar dort nicht üblich, aber ich tue es doch. Der Kommandant dankt mir, wie immer, mit freundlichem Lächeln, und nun, er kann sich nicht zurückhalten, erfaßt er die gute Gelegenheit. ›Es wurde eben‹, so oder ähnlich wird er sprechen, ›die Meldung von der Exekution erstattet. Ich möchte dieser Meldung nur hinzufügen, daß gerade dieser Exekution der große Forscher beigewohnt hat, von dessen unsere Kolonie so außerordentlich ehrendem Besuch Sie alle wissen. Auch unsere heutige Sitzung ist durch seine Anwesenheit in ihrer Bedeutung erhöht. Wollen wir nun nicht an diesen großen Forscher die Frage richten, wie er die Exekution nach altem Brauch und das Verfahren, das ihr vorausgeht, beurteilt?‹ Natürlich überall Beifallklatschen, allgemeine Zustimmung, ich bin der Lauteste. Der Kommandant verbeugt sich vor Ihnen und sagt: ›Dann stelle ich im Namen aller die Frage.‹ Und nun treten Sie an die Brüstung. Legen Sie die Hände für alle sichtbar hin, sonst fassen sie die Damen und spielen mit den Fingern. - Und jetzt kommt endlich Ihr Wort. Ich weiß nicht, wie ich die Spannung der Stunden bis dahin ertragen werde. In Ihrer Rede müssen Sie sich keine Schranken setzen, machen Sie mit der Wahrheit Lärm, beugen Sie sich über die Brüstung, brüllen Sie, aber ja, brüllen Sie dem Kommandanten Ihre Meinung, Ihre unerschütterliche Meinung zu. Aber vielleicht wollen Sie das nicht, es entspricht nicht Ihrem Charakter, in Ihrer Heimat verhält man sich vielleicht in solchen Lagen anders, auch das ist richtig, auch das genügt vollkommen, stehen Sie gar nicht auf, sagen Sie nur ein paar Worte, flüstern Sie sie, daß sie gerade noch die Beamten unter Ihnen hören, es genügt, Sie müssen gar nicht selbst von der mangelnden Teilnahme an der Exekution, von dem kreischenden Rad, dem zerrissenen Riemen, dem widerlichen Filz reden, nein, alles Weitere übernehme ich, und, glauben Sie, wenn meine Rede ihn nicht aus dem Saale jagt, so wird sie ihn auf die Knie zwingen, daß er bekennen muß: Alter Kommandant, vor dir beuge ich mich. - Das ist mein Plan; wollen Sie mir zu seiner Ausführung helfen? Aber natürlich wollen Sie, mehr als das, Sie müssen.« Und der Offizier faßte den Reisenden an beiden giorno, insignificanti, ridicoli, pensati solo per il pubblico –in genere si tratta di opere portuali, sempre di nuovo opere portuali!- si arriva anche al dibattito sul procedimento giudiziario. Se non dovesse accadere per iniziativa del comandante ovvero se non dovesse accadere per tempo, allora ci penserò io a che avvenga. Mi alzerò in piedi e darò l’annuncio dell’esecuzione odierna. Nella maniera più stringata, solo quest’annuncio. Un annuncio del genere in quella sede non è abituale, ma io lo farò comunque. Il comandante mi ringrazia, come sempre, con un sorriso amichevole, e quindi, non se ne potrà esimere, coglie l’occasione buona. “È stata or ora annunciata” con queste o simili parole comincerà il suo discorso “la notizia dell’avvenuta esecuzione. A quest’annuncio vorrei solo aggiungere che è stato presente a tale esecuzione il nostro grande studioso la cui visita onora enormemente la nostra Colonia, come tutti sapete. Anche la nostra odierna seduta grazie alla sua presenza acquista maggior significato. Non vogliamo rivolgere a questo grande studioso la domanda su come ha trovato l’esecuzione secondo l’uso antico con i preparativi che la precedono?” Naturalmente da ogni parte applausi e assenso generale, e la mia sarà la voce più sonora. Il comandante s’inchina di fronte a Lei e dice: “Quindi pongo la domanda a nome di tutti”. E a questo punto Lei si avvicina alla balaustra della loggia. Ma vi appoggi le mani ben visibili per tutti, altrimenti ve Le afferrano le dame e si mettono a giocherellare con le Sue dita. –E qui finalmente si fa sentire la Sua voce. Non so come sopporterò la tensione di quelle ore fino a quel momento. Nel Suo discorso Lei non si deve porre dei limiti, faccia un gran rumore con la verità, si pieghi in avanti dalla balaustra, urli, ma sì, urli al comandante la Sua opinione, la Sua incrollabile opinione. Ma forse non vuole far così, ciò non risponde al Suo carattere, nel Suo Paese ci si comporta forse in modo diverso in simili occasioni; anche questo è giusto, anche questo basta e avanza, non si alzi affatto, dica solo un paio di parole, le sussurri così che le sentano solo i funzionari seduti sotto di Lei, basterà. Lei non deve far accenno alla mancata partecipazione all’esecuzione, alla ruota che cigola, alle cinghie strappate, al tampone di feltro ripugnante, no, di tutto questo me ne Armen und sah ihm schwer atmend ins Gesicht. Die letzten Sätze hatte er so geschrien, daß selbst der Soldat und der Verurteilte aufmerksam geworden waren; trotzdem sie nichts verstehen konnten, hielten sie doch im Essen inne und sahen kauend zum Reisenden hinüber. Die Antwort, die er zu geben hatte, war für den Reisenden von allem Anfang an zweifellos; er hatte in seinem Leben zu viel erfahren, als daß er hier hätte schwanken können; er war im Grunde ehrlich und hatte keine Furcht. Trotzdem zögerte er jetzt im Anblick des Soldaten und des Verurteilten einen Atemzug lang. Schließlich aber sagte er, wie er mußte: »Nein.« Der Offizier blinzelte mehrmals mit den Augen, ließ aber keinen Blick von ihm. »Wollen Sie eine Erklärung?« fragte der Reisende. Der Offizier nickte stumm. »Ich bin ein Gegner dieses Verfahrens«, sagte nun der Reisende, »noch ehe Sie mich ins Vertrauen zogen - dieses Vertrauen werde ich natürlich unter keinen Umständen mißbrauchen -, habe ich schon überlegt, ob ich berechtigt wäre, gegen dieses Verfahren einzuschreiten, und ob mein Einschreiten auch nur eine kleine Aussicht auf Erfolg haben könnte. An wen ich mich dabei zuerst wenden müßte, war mir klar: an den Kommandanten natürlich. Sie haben es mir noch klarer gemacht, ohne aber etwa meinen Entschluß erst befestigt zu haben, im Gegenteil, Ihre ehrliche Überzeugung geht mir nahe, wenn sie mich auch nicht beirren kann.« Der Offizier blieb stumm, wendete sich der Maschine zu, faßte eine der Messingstangen und sah dann, ein wenig zurückgebeugt, zum Zeichner hinauf, als prüfe er, ob alles in Ordnung sei. Der Soldat und der Verurteilte schienen sich miteinander befreundet zu haben; der Verurteilte machte, so schwierig dies bei der festen Einschnallung durchzuführen war, dem Soldaten Zeichen; der Soldat beugte sich zu ihm; der Verurteilte flüsterte ihm etwas zu, und der Soldat nickte. Der Reisende ging dem Offizier nach und sagte: »Sie wissen noch nicht, was ich tun will. Ich werde meine Ansicht über das Verfahren dem Kommandanten zwar sagen, aber nicht in einer Sitzung, sondern unter vier Augen; ich werde auch nicht so lange hier bleiben, daß ich irgendeiner Sitzung beigezogen werden könnte; faccio carico io, e, mi creda, se il mio discorso non lo caccia via dalla sala, allora si piegherà sulle ginocchia ravveduto: Vecchio comandante, di fronte a te m’inginocchio. Questo è il mio piano, vuole aiutarmi a metterlo in atto? Ma certo che Lei vuole, anzi di più, Lei deve». E l’Ufficiale afferrò il Viaggiatore a tutt’e due le braccia e lo guardò in faccia col respiro grosso. Le ultime frasi le aveva pronunciate urlando a tal punto che il Soldato e il Condannato si erano fatti attenti e malgrado non potessero capire niente smisero di mangiare e guardarono il Viaggiatore, masticando. La risposta che doveva dare non lasciava dubbi al Viaggiatore, fin dall’inizio; in vita sua aveva fatta tanta esperienza che in questa occasione non poteva essere titubante, era onesto di fondo e non aveva paura. Malgrado ciò adesso di fronte al Soldato e al Condannato esitò un attimo. Alla fine però disse, come doveva: «No». L’Ufficiale sbatté ripetutamente gli occhi, senza comunque distogliere lo sguardo da lui. «Vuole una spiegazione?» chiese il Viaggiatore. L’Ufficiale annuì muto. «Io sono un oppositore di questo procedimento», disse allora il Viaggiatore, «prima ancora che Lei mi concedesse la Sua fiducia –che io non tradirò in nessun casoavevo già riflettuto, chiedendomi se mai fossi legittimato ad argomentare contro tale procedimento e se mai le mie argomentazioni potessero avere un pur minimo barlume di successo. A chi avrei dovuto rivolgermi per primo mi era chiaro: al comandante, naturalmente. Lei me lo ha reso ancor più chiaro, senza comunque aver rafforzato la mia decisione, al contrario, la Sua onesta convinzione mi tocca, ma non può farmi deviare.» L’Ufficiale restò muto, si volse alla macchina, si afferrò ad una colonna di ottone e guardò in alto, piegandosi leggermente, verso lo scrittoio, come per verificare se tutto fosse in ordine. Il Soldato e il Condannato sembravano aver fatto amicizia; il condananto, per quanto fosse difficile per via dei legacci stretti, fece cenno al Soldato; il Soldato si piegò verso di lui; il Condannato gli sussurrò qualcosa all’orecchio e il Soldato annuì. Il Viaggiatore andava dietro ich fahre schon morgen früh weg oder schiffe mich wenigstens ein.« Es sah nicht aus, als ob der Offizier zugehört hätte. »Das Verfahren hat Sie also nicht überzeugt«, sagte er für sich und lächelte, wie ein Alter über den Unsinn eines Kindes lächelt und hinter dem Lächeln sein eigenes wirkliches Nachdenken behält. »Dann ist es also Zeit«, sagte er schließlich und blickte plötzlich mit hellen Augen, die irgendeine Aufforderung, irgendeinen Aufruf zur Beteiligung enthielten, den Reisenden an. »Wozu ist es Zeit?« fragte der Reisende unruhig, bekam aber keine Antwort. »Du bist frei«, sagte der Offizier zum Verurteilten in dessen Sprache. Dieser glaubte es zuerst nicht. »Nun, frei bist du«, sagte der Offizier. Zum erstenmal bekam das Gesicht des Verurteilten wirkliches Leben. War es Wahrheit? War es nur eine Laune des Offiziers, die vorübergehen konnte? Hatte der fremde Reisende ihm Gnade erwirkt? Was war es? So schien sein Gesicht zu fragen. Aber nicht lange. Was immer es sein mochte, er wollte, wenn er durfte, wirklich frei sein und er begann sich zu rütteln, soweit es die Egge erlaubte. »Du zerreißt mir die Riemen«, schrie der Offizier, »sei ruhig! Wir öffnen sie schon.« Und er machte sich mit dem Soldaten, dem er ein Zeichen gab, an die Arbeit. Der Verurteilte lachte ohne Worte leise vor sich hin, bald wendete er das Gesicht links zum Offizier, bald rechts zum Soldaten, auch den Reisenden vergaß er nicht. »Zieh ihn heraus«, befahl der Offizier dem Soldaten. Es mußte hiebei wegen der Egge einige Vorsicht angewendet werden. Der Verurteilte hatte schon infolge seiner Ungeduld einige kleine Rißwunden auf dem Rücken. Von jetzt ab kümmerte sich aber der Offizier kaum mehr um ihn. Er ging auf den Reisenden zu, zog wieder die kleine Ledermappe hervor, blätterte in ihr, fand schließlich das Blatt, das er suchte, und zeigte es dem Reisenden. »Lesen Sie«, sagte er. »Ich kann nicht«, sagte der Reisende, »ich sagte schon, ich kann diese Blätter nicht lesen.« »Sehen Sie das Blatt doch genau an«, sagte der Offizier und trat neben den Reisenden, um mit ihm zu lesen. Als auch das nichts half, fuhr er mit dem kleinen Finger in großer Höhe, als dürfe das all’Ufficiale e diceva: «Lei non sa ancora cosa farò. Io dirò certo il mio parere sul procedimento al comandante, ma non in una seduta Ufficiale, bensì a quattr’occhi e non resterò qui tanto tempo da dover essere trascinato in una qualche seduta; parto già domani o per lo meno m’imbarco». Sembrava che l’Ufficiale non avesse ascoltato. «Quindi il procedimento non L’ha convinta» disse fra sé e sorrise come sorride un vecchio delle sciocchezze di un bambino, mantenendo dietro il sorriso la sua vera riflessione. «Quindi è tempo», disse infine e guardò ad un tratto il Viaggiatore con degli occhi chiari che contenevano un qualche incitamento, un qualche richiamo alla partecipazione. «Tempo di cosa?» chiese il Viaggiatore inquieto, senza ricevere però nessuna risposta. «Sei libero», disse l’Ufficiale al Condannato nella lingua di costui. Questi non lo credette all’inizio. «Allora, libero sei», disse l’Ufficiale. Per la prima volta il volto del Condannato si animò davvero. Era vero? Era solo un capriccio dell’Ufficiale che poteva essere passeggero? Era stato il Viaggiatore straniero che gli aveva dato la grazia? Cosa succedeva? Il suo volto sembrava espreimere queste domande. Ma non durò a lungo. Qualsiasi cosa fosse, lui voleva, se poteva, veramente essere libero e cominciò a scuotersi, per quanto lo concedeva l’erpice. «Mi logori le cinghie», gridò l’Ufficiale, «sta’ buono! Ora le slacciamo». E si mise all’opra con il Soldato al quale aveva fatto un cenno. Il Condannato rideva fra sé senza parole, ora volgeva la faccia a sinistra verso l’Ufficiale, ora a destra verso il Soldato, senza dimenticare però neppure il Viaggiatore. «Tiralo fuori», ordinò l’Ufficiale al Soldato. Si dovette mettere in atto alcune precauzioni a causa dell’erpice. Il Condannato a causa della sua impazienza si era già procurato alcuni piccoli graffi sulla schiena. A partire da quel momento però l’Ufficiale non si occupò quasi più di lui. Si avvicinò al Viaggiatore, tirò fuori di nuovo la piccola cartella di cuoio, frugò sfogliando in essa, infine trovò la matrice che cercava e la mostrò al Viaggiatore. «Legga», disse. «Non sono in grado», disse il Viaggiatore, «ho Blatt auf keinen Fall berührt werden, über das Papier hin, um auf diese Weise dem Reisenden das Lesen zu erleichtern. Der Reisende gab sich auch Mühe, um wenigstens darin dem Offizier gefällig sein zu können, aber es war ihm unmöglich. Nun begann der Offizier die Aufschrift zu buchstabieren und dann las er sie noch einmal im Zusammenhang. »›Sei gerecht!‹ - heißt es«, sagte er, »jetzt können Sie es doch lesen.« Der Reisende beugte sich so tief über das Papier, daß der Offizier aus Angst vor einer Berührung es weiter entfernte; nun sagte der Reisende zwar nichts mehr, aber es war klar, daß er es noch immer nicht hatte lesen können. »›Sei gerecht!‹ - heißt es«, sagte der Offizier nochmals. »Mag sein«, sagte der Reisende, »ich glaube es, daß es dort steht.« »Nun gut«, sagte der Offizier, wenigstens teilweise befriedigt, und stieg mit dem Blatt auf die Leiter; er bettete das Blatt mit großer Vorsicht im Zeichner und ordnete das Räderwerk scheinbar gänzlich um; es war eine sehr mühselige Arbeit, es mußte sich auch um ganz kleine Räder handeln, manchmal verschwand der Kopf des Offiziers völlig im Zeichner, so genau mußte er das Räderwerk untersuchen. Der Reisende verfolgte von unten diese Arbeit ununterbrochen, der Hals wurde ihm steif, und die Augen schmerzten ihn von dem mit Sonnenlicht überschütteten Himmel. Der Soldat und der Verurteilte waren nur miteinander beschäftigt. Das Hemd und die Hose des Verurteilten, die schon in der Grube lagen, wurden vom Soldaten mit der Bajonettspitze herausgezogen. Das Hemd war entsetzlich schmutzig, und der Verurteilte wusch es in dem Wasserkübel. Als er dann Hemd und Hose anzog, mußte der Soldat wie der Verurteilte laut lachen, denn die Kleidungsstücke waren doch hinten entzweigeschnitten. Vielleicht glaubte der Verurteilte, verpflichtet zu sein, den Soldaten zu unterhalten, er drehte sich in der zerschnittenen Kleidung im Kreise vor dem Soldaten, der auf dem Boden hockte und lachend auf seine Knie schlug. Immerhin bezwangen sie sich noch mit Rücksicht auf die Anwesenheit der Herren. Als der Offizier oben endlich fertiggeworden war, überblickte er noch einmal lächelnd das Ganze in allen seinen Teilen, schlug diesmal den Deckel già detto che non riesco a leggere queste matrici». «Ma guardi bene la matrice», disse l’Ufficiale e si avvicinò al Viaggiatore per leggerla con lui. Ma anche questo non aiutò, seguì col dito mignolo il tracciato sulla matrice a distanza come se questa non dovesse essere toccata in alcun modo, per facilitarne così la lettura al Viaggiatore, il quale si sforzò pure, tanto per compiacere l’Ufficiale, ma gli restò impossibile. L’Ufficiale cominciò allora a sillabare la scritta e quindi la lesse tutta intera. «”Sii giusto!” ci sta scritto», disse, «ora riesce a leggerlo?» Il Viaggiatore si curvò tanto sulla matrice che l’Ufficiale per paura che la toccasse gliela allontanò di nuovo; allora il Viaggiatore non disse più nulla, ma era chiaro che aveva continuato a non poterci leggere niente. «”Sii giusto!” ci sta scritto», disse l’Ufficiale ancora una volta. «Può essere», disse il Viaggiatore, «ci credo che ci stia scritto così.» «Bene», disse l’Ufficiale, almeno in parte soddisfatto, e salì con la matrice sulla scala; adagiò la matrice nello scrittoio con gran cura e riordino complessivamente il meccanismo a ingranaggi. Era un lavoro molto penoso, si doveva anche trattare d’ingranaggi abbastanza piccoli, talvolta la testa dell’Ufficiale spariva completamente nello scrittoio, tanta era la precisione che doveva impiegare nell’analisi del meccanismo. Il Viaggiatore seguiva da sotto ininterrottamente questo lavorio, il collo gli diventava rigido e gli occhi gli facevano male per il cielo inondato di luce solare. Il Soldato e il Condannato s’intrattenevano soltanto l’uno con l’altro. La camicia e i pantaloni del Condannato, che giacevano già nella fossa, furono tirati fuori dal Soldato con la punta della baionetta. La camicia era orribilmente sudicia e il Condannato la lavò nel secchio dell’acqua. Quando indossò la camicia e i pantaloni il Condannato e il Soldato dovettero mettersi a ridere forte, chè i due capi di vestiario erano spaccati in due di dietro. Forse il Condannato credeva di essere in dovere di divertire il Soldato, si girava in tondo coi vestiti spaccati davanti al Soldato che stava accovacciato al suolo e rideva battendosi le mani sui ginocchi. Comunque si limitavano per des Zeichners zu, der bisher offen gewesen war, stieg hinunter, sah in die Grube und dann auf den Verurteilten, merkte befriedigt, daß dieser seine Kleidung herausgenommen hatte, ging dann zu dem Wasserkübel, um die Hände zu waschen, erkannte zu spät den widerlichen Schmutz, war traurig darüber, daß er nun die Hände nicht waschen konnte, tauchte sie schließlich - dieser Ersatz genügte ihm nicht, aber er mußte sich fügen - in den Sand, stand dann auf und begann seinen Uniformrock aufzuknöpfen. Hierbei fielen ihm zunächst die zwei Damentaschentücher, die er hinter den Kragen gezwängt hatte, in die Hände. »Hier hast du deine Taschentücher«, sagte er und warf sie dem Verurteilten zu. Und zum Reisenden sagte er erklärend: »Geschenke der Damen.« Trotz der offenbaren Eile, mit der er den Uniformrock auszog und sich dann vollständig entkleidete, behandelte er doch jedes Kleidungsstück sehr sorgfältig, über die Silberschnüre an seinem Waffenrock strich er sogar eigens mit den Fingern hin und schüttelte eine Troddel zurecht. Wenig paßte es allerdings zu dieser Sorgfalt, daß er, sobald er mit der Behandlung eines Stückes fertig war, es dann sofort mit einem unwilligen Ruck in die Grube warf. Das letzte, was ihm übrigblieb, war sein kurzer Degen mit dem Tragriemen. Er zog den Degen aus der Scheide, zerbrach ihn, faßte dann alles zusammen, die Degenstücke, die Scheide und den Riemen, und warf es so heftig weg, daß es unten in der Grube aneinanderklang. Nun stand er nackt da. Der Reisende biß sich auf die Lippen und sagte nichts. Er wußte zwar, was geschehen würde, aber er hatte kein Recht, den Offizier an irgend etwas zu hindern. War das Gerichtsverfahren, an dem der Offizier hing, wirklich so nahe daran, behoben zu werden möglicherweise infolge des Einschreitens des Reisenden, zu dem sich dieser seinerseits verpflichtet fühlte -, dann handelte jetzt der Offizier vollständig richtig; der Reisende hätte an seiner Stelle nicht anders gehandelt. Der Soldat und der Verurteilte verstanden zuerst nichts, sie sahen anfangs nicht einmal zu. Der Verurteilte war sehr erfreut darüber, die Taschentücher zurückerhalten zu haben, aber er durfte sich nicht lange an ihnen freuen, denn der Soldat nahm sie ihm mit einem raschen, nicht vorherzusehenden Griff. Nun versuchte wieder rispetto alla presenza dei due signori. Quando finalmente lassù sopra l’Ufficiale ebbe terminato, gettò sorridente ancora un sguardo d’insieme al tutto in ogni suo dettaglio, chiuse stavolta il coperchio dello scrittoio che fino ad allora era rimasto aperto, scese giù, guardò la fossa e poi il Condannato, notò soddisfatto che quest’ultimo aveva recuperato i suoi vestiti, si avvicinò quindi al secchio dell’acqua per lavarcisi le mani, si accorse troppo tardi della sporcizia ripugnante, si dispiacque di non potersi lavare le mani, le affondò nella sabbia questa alternativa non gli bastava, ma dovette adeguarcisi- quindi si alzò e cominciò a sbottonarsi la giacca dell’uniforme. In quell’atto gli caddero in mano i due fazzoletti da donna che si era infilato nel colletto. «Ecco i tuoi fazzoletti», disse e li buttò al Condannato. Poi, rivolto al Viaggiatore, aggiunse a mo’ di spiegazione: «Regali delle dame». Malgrado l’apparente fretta con cui si era tolta l’uniforme, denudandosi poi completamente, trattava ogni capo di vestiario con molta cura; sugli alamari d’argento della sua giubba passò le proprie dita e scosse per metterla in ordine una nappola ingarbugliata. Poco si addiceva veramente a questa precisione il fatto che appena terminato il trattamento del singolo capo di vestiario questo venisse subito scaraventato nella fossa con gesto indifferente. L’ultimo pezzo che gli restava era lo spadino con le sue cinture. Lo estrasse dalla guaina, lo spezzò, raccolse poi tutto insieme, lo spadino, la guaina e le cinghie, e gettò via tutto con tanta forza che giù nella fossa ne risuonò il tintinnio. Ora stava nudo là in piedi. Il Viaggiatore si morse le labbra e non disse niente. Sapeva certo cosa sarebbe accaduto, ma non si sentiva in diritto d’impedire all’Ufficiale una qualsiasi cosa. Se il procedimento giudiziario a cui l’Ufficiale tanto teneva era davvero in procinto di essere abolito –possibilmente in seguito all’intervento del Viaggiatore che da parte sua lo sentiva come un obbligo- , allora l’Ufficiale agiva adesso in modo assolutamente giusto: il Viaggiatore al suo posto non avrebbe agito diversamente. Il Soldato e il Condannato all’inizio non capivano niente, all’inizio veramente non guardavano neppure. Il Condannato si era molto der Verurteilte, dem Soldaten die Tücher hinter dem Gürtel, hinter dem er sie verwahrt hatte, hervorzuziehen, aber der Soldat war wachsam. So stritten sie in halbem Scherz. Erst als der Offizier vollständig nackt war, wurden sie aufmerksam. Besonders der Verurteilte schien von der Ahnung irgendeines großen Umschwungs getroffen zu sein. Was ihm geschehen war, geschah nun dem Offizier. Vielleicht würde es so bis zum Äußersten gehen. Wahrscheinlich hatte der fremde Reisende den Befehl dazu gegeben. Das war also Rache. Ohne selbst bis zum Ende gelitten zu haben, wurde er doch bis zum Ende gerächt. Ein breites lautloses Lachen erschien nun auf seinem Gesicht und verschwand nicht mehr. Der Offizier aber hatte sich der Maschine zugewendet. Wenn es schon früher deutlich gewesen war, daß er die Maschine gut verstand, so konnte es jetzt einen fast bestürzt machen, wie er mit ihr umging und wie sie gehorchte. Er hatte die Hand der Egge nur genähert, und sie hob und senkte sich mehrmals, bis sie die richtige Lage erreicht hatte, um ihn zu empfangen; er faßte das Bett nur am Rande, und es fing schon zu zittern an; der Filzstumpf kam seinem Mund entgegen, man sah, wie der Offizier ihn eigentlich nicht haben wollte, aber das Zögern dauerte nur einen Augenblick, gleich fügte er sich und nahm ihn auf. Alles war bereit, nur die Riemen hingen noch an den Seiten herunter, aber sie waren offenbar unnötig, der Offizier mußte nicht angeschnallt sein. Da bemerkte der Verurteilte die losen Riemen, seiner Meinung nach war die Exekution nicht vollkommen, wenn die Riemen nicht festgeschnallt waren, er winkte eifrig dem Soldaten, und sie liefen hin, den Offizier anzuschnallen. Dieser hatte schon den einen Fuß ausgestreckt, um in die Kurbel zu stoßen, die den Zeichner in Gang bringen sollte; da sah er, daß die zwei gekommen waren; er zog daher den Fuß zurück und ließ sich anschnallen. Nun konnte er allerdings die Kurbel nicht mehr erreichen; weder der Soldat noch der Verurteilte würden sie auffinden, und der Reisende war entschlossen, sich nicht zu rühren. Es war nicht nötig; kaum waren die Riemen angebracht, fing auch schon die Maschine zu arbeiten an; das Bett zitterte, die Nadeln tanzten auf der Haut, die Egge schwebte auf und ab. Der Reisende hatte schon eine Weile hingestarrt, ehe er sich erinnerte, daß ein Rad im Zeichner hätte kreischen sollen; aber alles war rallegrato per avere ricevuto indietro i fazzoletti, ma non dovette durare a lungo la sua gioia, in quanto il Soldato glieli prese con un gesto rapido e imprevedibile. Adesso il Condannato tentava di nuovo di sfilare al Soldato i fazzoletti da sotto la cintura, dove gli aveva riposti, ma il Soldato era guardingo. Così litigavano mezzo scherzando. Solo quando l’Ufficiale fu tutto nudo, si fecero attenti. Soprattutto il Condannato sembrò colpito dall’intuizione di un grande mutamento: quel che stava accadendo a lui, adesso accadeva all’Ufficiale. Forse sarebbe arrivato fino all’estremo limite. Probabilmente era stato il Viaggiatore a dare l’ordine. Si trattava dunque di vendetta. Senza aver sofferto fino in fondo, lui stesso, veniva fino in fondo vendicato. Un sorriso ampio e silenzioso si spanse allora sul suo volto e non scomparve più. L’Ufficiale però si era rivolto alla macchina. Se già prima era stato chiaro che lui ci capiva bene in quella macchina, ora si poteva restare quasi attoniti nel vedere come lui se ne serviva e com’essa ubbidiva. Appena ci accostò la mano, l’erpice si alzò e abbassò più volte, finché non raggiunse la giusta posizione per accoglierlo; lui afferrò il bordo del letto che già cominciò a vibrare; il tampone di feltro gli si accostò alla bocca, si vide che l’Ufficiale veramente non lo voleva, ma quell’incertezza durò solo un attimo, si adattò subito e lo accolse. Tutto era pronto, solo le cinghie pendevano ancora ai lati, ma erano chiaramente inutili, non era necessario allacciarle all’Ufficiale. Allora il Condannato notò le cinghie sciolte e pensò che l’esecuzione non sarebbe stata completa se non fossero state allacciate le cinghie, fece subito cenno al Soldato e si precipitarono ad allacciare l’Ufficiale. Questi aveva già sporto un piede per spingere la leva destinata a mettere in moto lo scrittoio, quando vide che i due erano arrivati, ritirò il piede e si fece allacciare. Ora però non poteva più arrivare alla leva; né il Soldato, né il Condannato l’avrebbero trovata e il Viaggiatore era deciso a non muoversi. Non fu necessario: appena le cinghie furono allacciate, la macchina cominciò a lavorare; il letto vibrava, gli aghi danzavano sulla pelle, l’erpice volteggiava su e giù. Il Viaggiatore aveva già osservato da un certo tempo prima di ricordarsi che un ingranaggio nello scrittoio avrebbe dovuto cigolare, ma tutto era silenzioso, non si udiva il still, nicht das geringste Surren war zu hören. Durch diese stille Arbeit entschwand die Maschine förmlich der Aufmerksamkeit. Der Reisende sah zu dem Soldaten und dem Verurteilten hinüber. Der Verurteilte war der Lebhaftere, alles an der Maschine interessierte ihn, bald beugte er sich nieder, bald streckte er sich, immerfort hatte er den Zeigefinger ausgestreckt, um dem Soldaten etwas zu zeigen. Dem Reisenden war es peinlich. Er war entschlossen, hier bis zum Ende zu bleiben, aber den Anblick der zwei hätte er nicht lange ertragen. »Geht nach Hause«, sagte er. Der Soldat wäre dazu vielleicht bereit gewesen, aber der Verurteilte empfand den Befehl geradezu als Strafe. Er bat flehentlich mit gefalteten Händen, ihn hier zu lassen, und als der Reisende kopfschüttelnd nicht nachgeben wollte, kniete er sogar nieder. Der Reisende sah, daß Befehle hier nichts halfen, er wollte hinüber und die zwei vertreiben. Da hörte er oben im Zeichner ein Geräusch. Er sah hinauf. Störte also das Zahnrad doch? Aber es war etwas anderes. Langsam hob sich der Deckel des Zeichners und klappte dann vollständig auf. Die Zacken eines Zahnrades zeigten und hoben sich, bald erschien das ganze Rad, es war, als presse irgendeine große Macht den Zeichner zusammen, so daß für dieses Rad kein Platz mehr übrigblieb, das Rad drehte sich bis zum Rand des Zeichners, fiel hinunter, kollerte aufrecht ein Stück im Sand und blieb dann liegen. Aber schon stieg oben ein anderes auf, ihm folgten viele, große, kleine und kaum zu unterscheidende, mit allen geschah dasselbe, immer glaubte man, nun müsse der Zeichner jedenfalls schon entleert sein, da erschien eine neue, besonders zahlreiche Gruppe, stieg auf, fiel hinunter, kollerte im Sand und legte sich. Über diesem Vorgang vergaß der Verurteilte ganz den Befehl des Reisenden, die Zahnräder entzückten ihn völlig, er wollte immer eines fassen, trieb gleichzeitig den Soldaten an, ihm zu helfen, zog aber erschreckt die Hand zurück, denn es folgte gleich ein anderes Rad, das ihn, wenigstens im ersten Anrollen, erschreckte. Der Reisende dagegen war sehr beunruhigt; die Maschine ging offenbar in Trümmer; ihr ruhiger Gang war eine Täuschung; er hatte das Gefühl, als müsse er sich jetzt des Offiziers annehmen, da dieser nicht mehr für sich selbst sorgen konnte. Aber während der Fall der Zahnräder seine ganze minimo fruscio. Grazie a questo lavorio silenzioso la macchina si era formalmente sottratta all’attenzione. Il Viaggiatore lanciò uno sguardo al Soldato e al condananto dall’altra parte. Il Condannato era il più vivace, della macchina tutto lo interessava, ora si piegava, ora si allungava, stava sempre con l’indice puntato per indicare qualcosa al Soldato. Per il Viaggiatore era una cosa penosa. Era deciso a restar lì fino alla fine, ma la vista di quei due non l’avrebbe sopportata più a lungo. «Andate a casa», disse. Il Soldato sarebbe stato forse disposto a farlo, ma il Condannato sentì il comando addirittura come una punizione. Si mise a pregare, piangendo, a mani giunte di lasciarlo là e quando il Viaggiatore scuotendo la testa non volle cedere, lui si mise addirittura in ginocchio. Il Viaggiatore vide che i comandi qui non servivano a niente, volle andare di là per scacciarli via. Allora udì in alto, nello scrittoio, un cigolio. Levò lo sguardo. C’era dunque un ingranaggio inceppato? No, era qualcosa di diverso. Il coperchio dello scrittoio si sollevò lentamente fino a spalancarsi. Gl’ingranaggi della ruota dentata spuntarono sollevandosi, e ben presto apparve la ruota intera, come se una qualche potenza stesse premendo insieme lo scrittoio e per questa ruota non restasse più spazio: essa roteò fino all’orlo dello scrittoio, cadde giù, rotolò un pezzo nella sabbia e si fermò. Ma lassù in alto già se ne affacciava un’altra e molte altre, grandi e piccole e appena percettibili, e con tutte accadeva la stessa cosa; si pensava sempre che ormai lo scrittoio si fosse svuotato ed ecco invece uscirne un intero gruppo nuovo, particolarmente numeroso, che si affacciava, cadeva giù, rotolava nella sabbia e si fermava. Preso da questo svolgimento il Condannato dimenticò del tutto il comando del Viaggiatore, le ruote dentate lo affascinavano totalmente, ne voleva sempre afferrare una, spingeva al contempo il Soldato ad aiutarlo, però ritirava la mano spaventato, ché un nuovo ingranaggio ne veniva subito dietro, che lo impauriva, almeno nel suo primo rotolare. Il Viaggiatore invece era molto preoccupato: era chiaro che la macchina stava andando in pezzi, il suo tranquillo procedere era un’evidente illusione; ebbe la sensazione di doversi a questo punto occupare completamente dell’Ufficiale, in Aufmerksamkeit beanspruchte, hatte er versäumt, die übrige Maschine zu beaufsichtigen; als er jedoch jetzt, nachdem das letzte Zahnrad den Zeichner verlassen hatte, sich über die Egge beugte, hatte er eine neue, noch ärgere Überraschung. Die Egge schrieb nicht, sie stach nur, und das Bett wälzte den Körper nicht, sondern hob ihn nur zitternd in die Nadeln hinein. Der Reisende wollte eingreifen, möglicherweise das Ganze zum Stehen bringen, das war ja keine Folter, wie sie der Offizier erreichen wollte, das war unmittelbarer Mord. Er streckte die Hände aus. Da hob sich aber schon die Egge mit dem aufgespießten Körper zur Seite, wie sie es sonst erst in der zwölften Stunde tat. Das Blut floß in hundert Strömen, nicht mit Wasser vermischt, auch die Wasserröhrchen hatten diesmal versagt. Und nun versagte noch das Letzte, der Körper löste sich von den Nadeln nicht, strömte sein Blut aus, hing aber über der Grube, ohne zu fallen. Die Egge wollte schon in ihre alte Lage zurückkehren, aber als merke sie selbst, daß sie von ihrer Last noch nicht befreit sei, blieb sie doch über der Grube. »Helft doch!« schrie der Reisende zum Soldaten und zum Verurteilten hinüber und faßte selbst die Füße des Offiziers. Er wollte sich hier gegen die Füße drücken, die zwei sollten auf der anderen Seite den Kopf des Offiziers fassen, und so sollte er langsam von den Nadeln gehoben werden. Aber nun konnten sich die zwei nicht entschließen zu kommen; der Verurteilte drehte sich geradezu um; der Reisende mußte zu ihnen hinübergehen und sie mit Gewalt zu dem Kopf des Offiziers drängen. Hierbei sah er fast gegen Willen das Gesicht der Leiche. Es war, wie es im Leben gewesen war; kein Zeichen der versprochenen Erlösung war zu entdecken; was alle anderen in der Maschine gefunden hatten, der Offizier fand es nicht; die Lippen waren fest zusammengedrückt, die Augen waren offen, hatten den Ausdruck des Lebens, der Blick war ruhig und überzeugt, durch die Stirn ging die Spitze des großen eisernen Stachels. Als der Reisende, mit dem Soldaten und dem Verurteilten hinter sich, zu den ersten Häusern der Kolonie kam, zeigte der Soldat auf eins und sagte: »Hier ist das Teehaus.« Im Erdgeschoß eines Hauses war ein tiefer, niedriger, höhlenartiger, an den Wänden und an der Decke verräucherter Raum. Gegen die Straße zu war er in seiner ganzen Breite offen. Trotzdem quanto costui ormai non poteva più pensare a se stesso. Ma mentre la caduta degl’ingranaaggi aveva attratto tutta la sua attenzione, gli era mancato di osservare il resto della macchina, ma quando, lasciato lo scrittoio l’ultimo ingranaggio, lui si era piegato sull’erpice, aveva avuto un’altra sgradevole sorpresa. L’erpice non scriveva, trafiggeva soltanto, e il letto non faceva oscillare il corpo, ma lo sollevava soltanto vibrando contro gli aghi. Il Viaggiatore voleva intervenire, magari bloccando semplicemente il tutto, in quanto non si tratatva di una tortura come avrebbe voluto ottenere l’Ufficiale, bensì di una diretta uccisione. Allungò le mani. A quel punto però l’erpice si alzò già di lato con il corpo infilzato, come faceva di solito alla dodicesima ora. Il sangue schizzò in mille rivoli, non misto ad acqua, anche i tubi dell’acqua questa volta non avevano funzionato. E neppure l’ultimo movimento funzionò, il corpo non si staccò dai lunghi aghi, sgocciolò l’ultimo sangue e rimase sospeso sulla fossa, senza cadervi. L’erpice avrebbe voluto rimettersi sulla vecchia posizione, ma come sentì da solo che non era libero dal peso, rimase sospeo sulla fossa. «Suvvia, aiutate!» gridò il Viaggiatore al Soldato e al Condannato e afferrò lui stesso i piedi dell’Ufficiale. Voleva spingere via i piedi, mentre i due dall’altra parte dovevano tenere stretta la testa dell’Ufficiale così che questo venisse lentamente sfilato dagli aghi. Ma i due non volevano decidersi a venire; il Condannato adirittura si girò dall’altra parte; il Viaggiatore dovette andare dall’altra parte da loro per cotringerli con la forza ad afferrare la testa dell’Ufficiale. In quell’atto lui vide quasi contro voglia il volto del cadavere. Era come era stato in vita; non si notava nessun segno della promessa redenzione: quel che tutti gli altri avevavo trovato nella amcchina, l’ufficile non ce l’aveva trovato; le labbra erano serrate, gli occhi spalancati avevano la stessa espressione che da vivi, lo sguardo era tranquillo e deciso, dalla fronte usciva la punta del lungo spunzone d’acciaio. Quando il Viaggiatore con dietro di sè il Soldato e il Condannato giunse alle prime case della Colonia, il Soldato accennò ad una di esse e disse:«Ecco la Casa del Thè». A pianterreno di una casa c’era un locale sich das Teehaus von den übrigen Häusern der Kolonie, die bis auf die Palastbauten der Kommandantur alle sehr verkommen waren, wenig unterschied, übte es auf den Reisenden doch den Eindruck einer historischen Erinnerung aus, und er fühlte die Macht der früheren Zeiten. Er trat näher heran, ging, gefolgt von seinen Begleitern, zwischen den unbesetzten Tischen hindurch, die vor dem Teehaus auf der Straße standen, und atmete die kühle, dumpfige Luft ein, die aus dem Innern kam. »Der Alte ist hier begraben«, sagte der Soldat, »ein Platz auf dem Friedhof ist ihm vom Geistlichen verweigert worden. Man war eine Zeitlang unentschlossen, wo man ihn begraben sollte, schließlich hat man ihn hier begraben. Davon hat Ihnen der Offizier gewiß nichts erzählt, denn dessen hat er sich natürlich am meisten geschämt. Er hat sogar einigemal in der Nacht versucht, den Alten auszugraben, er ist aber immer verjagt worden.« »Wo ist das Grab?« fragte der Reisende, der dem Soldaten nicht glauben konnte. Gleich liefen beide, der Soldat wie der Verurteilte, vor ihm her und zeigten mit ausgestreckten Händen dorthin, wo sich das Grab befinden sollte. Sie führten den Reisenden bis zur Rückwand, wo an einigen Tischen Gäste saßen. Es waren wahrscheinlich Hafenarbeiter, starke Männer mit kurzen, glänzend schwarzen Vollbärten. Alle waren ohne Rock, ihre Hemden waren zerrissen, es war armes, gedemütigtes Volk. Als sich der Reisende näherte, erhoben sich einige, drückten sich an die Wand und sahen ihm entgegen. »Es ist ein Fremder«, flüsterte es um den Reisenden herum, »er will das Grab ansehen.« Sie schoben einen der Tische beiseite, unter dem sich wirklich ein Grabstein befand. Es war ein einfacher Stein, niedrig genug, um unter einem Tisch verborgen werden zu können. Er trug eine Aufschrift mit sehr kleinen Buchstaben, der Reisende mußte, um sie zu lesen, niederknien. Sie lautete: ›Hier ruht der alte Kommandant. Seine Anhänger, die jetzt keinen Namen tragen dürfen, haben ihm das Grab gegraben und den Stein gesetzt. Es besteht eine Prophezeiung, daß der Kommandant nach einer bestimmten Anzahl von Jahren auferstehen und aus diesem Hause seine Anhänger zur Wiedereroberung der Kolonie führen wird. Glaubet und wartet!‹ Als der Reisende das gelesen hatte und sich erhob, sah er rings um sich die Männer stehen und lächeln, als profondo, basso, a forma di caverna, tutto annerito dal fumo alle pareti e al soffitto. Nella parte rivolta alla strada era aperto in tutta la sua ampiezza. Malgrado la Casa del Thè non si distinguesse dal resto delle case Coloniali, che fatta eccezione delle palazzine del comando erano tutte molto scalcinate, esercitò sul Viaggiatore comunque l’impressione di una memoria storica, e lui percepì la forza delle epoche trascorse. Si avvicinò ancora, seguito dai suoi accompagnatori, passando fra i tavoli vuoti che stavano sulla strada di fronte alla Casa del Thè e respirò l’aria di fresco rinchiuso che proveniva dall’interno. «Il vecchio è sepolto qui», disse il Soldato,«un posto al cimitero gli è stato negato dai sacerdoti. Per un certo tempo sono stati incerti su dove seppellirlo, infine lo hanno sepolto qui. Di questo l’Ufficiale non Le ha certo raccontato niente, perché lui è stato quello che se n’è vergognato più di tutti. Ha tentato addirittura qualche volta di notte di riesumare il Vecchio, ma ne è sempre stato cacciato». «Dov’è la tomba?» chiese il Viaggiatore che non poteva credere al Soldato. Subito il Soldato e il condananto lo precedettero a corsa e gli mostrarono con le mani tese il luogo dove si doveva trovare la tomba. Lo condussero alla parete d’appoggio dove degli avventori sedevano ad alcuni tavoli. Si trattava probabilmente di lavoratori del porto, uomini forti con barbe corte nere e lucenti. Erano tutti senza giacca, le loro camicie erano lacere, si tarttava di gente del popolo, povera e rassegnata. Appena il Viaggiatore si accostò, alcuni si alzarono, si addossarono alla parete e si misero ad osservarlo. «È uno straniero», si mormorava intorno al Viaggiatore, «vuole vedere al tomba». Spostarono da parte uno dei tavoli sotto il quale veramente si trovava la pietra tombale. Era una semplice lapide abbastanza bassa tanto da stare nascosta sotto il tavolo. Portava una scritta a caratteri piccolissimi; per leggerli dovette inginocchiarsi il visitatore. Essa diceva: ‘Qui giace il vecchio comandante. I suoi seguaci che adesso non possono portare nessun nome gli hanno scavato questa fossa e posta questa lapide. Esiste una profezia per cui dopo un certo numero di anni il Capitano risusciterà e guiderà i suoi seguaci alla riconquista dell’isola, partendo da questa casa. hätten sie mit ihm die Aufschrift gelesen, sie lächerlich gefunden und forderten ihn auf, sich ihrer Meinung anzuschließen. Der Reisende tat, als merke er das nicht, verteilte einige Münzen unter sie, wartete noch, bis der Tisch über das Grab geschoben war, verließ das Teehaus und ging zum Hafen. Der Soldat und der Verurteilte hatten im Teehaus Bekannte gefunden, die sie zurückhielten. Sie mußten sich aber bald von ihnen losgerissen haben, denn der Reisende befand sich erst in der Mitte der langen Treppe, die zu den Booten führte, als sie ihm schon nachliefen. Sie wollten wahrscheinlich den Reisenden im letzten Augenblick zwingen, sie mitzunehmen. Während der Reisende unten mit einem Schiffer wegen der Überfahrt zum Dampfer unterhandelte, rasten die zwei die Treppe hinab, schweigend, denn zu schreien wagten sie nicht. Aber als sie unten ankamen, war der Reisende schon im Boot, und der Schiffer löste es gerade vom Ufer. Sie hätten noch ins Boot springen können, aber der Reisende hob ein schweres, geknotetes Tau vom Boden, drohte ihnen damit und hielt sie dadurch von dem Sprunge ab. Abbiate fede e attendete!’. Quando il Viaggiatore l’ebbe letta e si fu alzato, si guardò attorno e vide gli uomini in piedi che ridacchiavano, come se avessero letto la scritta assieme a lui, l’avessero trovata ridicola e lo incitassero a condividere la loro opinione. Il Viaggiatore fece finta di non averlo notato, distribuì delle monete, attese finché il tavolo non fu rimesso sulla tomba, lasciò la Casa del Thè e si diresse al porto. Il Soldato e il Condannato avevano trovato alla Casa del Thè dei conoscenti che li trattennero. Dovettero staccarsi però ben presto da loro, in quanto il Viaggiatore si trovava appena a metà della scala che conduceva alle imbarcazioni quando loro già lo stavano seguendo. Probabilmente volevano costringere il Viaggiatore all’ultimo momento a prenderli con sé. Mentre il Viaggiatore giù sotto contrattava con il barcaiolo per il traghetto fino alla nave a vapore, i due si precipitarono giù per la scala, silenziosi, ché non osavano farsi sentire. Ma quando arrivarono in fondo, il Viaggiatore era già salito nella barca e il barcaiolo si stava staccando da riva. Avrebbero potuto ancora saltare in barca, ma il Viaggiatore sollevò un pesante canape coperto di nodi e con esso li minacciò, e così li trattenne dal salto.