Coro “Accademia degli Unisoni” (preparatrice
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Coro “Accademia degli Unisoni” (preparatrice
Coro “Accademia degli Unisoni” (preparatrice vocale: Chiung Wen Chang) Soprani: Federica Agostinelli, Manuela Bernardi, Margherita Bernardini, Annalisa Capponi, Anna Cuccunato, Maria Rosaria D’Amico, Daniela Locritani, Nicoletta Lollini, Anna Rita Occhilupo, Paola Paternoster, Rita Pecetti, Letizia Pellegrino, Aruna Santwan, Dorrie Seijffert, Chiara Sgargetta, Francesca Trampolini, Mara Zucchini. Contralti: Giovanna Ciacco, Stefania Emiliani, Maria Luisa Gatti, Giuliana Gennari, Francesca Lisetto, Nadia Marega, Valeria Mastroianni, Claudia Migliorati, Chiara Ottavi, Anna Rita Pieri, Manuela Timi. Tenori: Danilo Cicioni, Tommaso Costarelli, Alessandro Gambacorta, Luca Mariani, Giuseppino Orselli, Francesco Renzi. Bassi: Sergio Chiuchiu, Riccardo Gambacorta, Angiolo Lisetto, David Petri, Giovanni Tintori, Leo Van der Staak. L’Accademia degli Unisoni, associazione culturale musicale costituitasi a Perugia il 4 gennaio 2006, prende il nome da un’antica accademia perugina fondata nel 1561, una delle poche dell’epoca dove i propri affiliati, nobili, musici ed intellettuali di spicco della città, si dedicavano principalmente alla pratica ed allo studio della musica. Ricalcando lo spirito che animò gli accademici unisoni di allora, ha per finalità la promozione, lo sviluppo, la diffusione e la valorizzazione della passione e dell’esercizio dell’arte musicale, in primo luogo di quella corale. A tale scopo elabora e realizza periodicamente dei progetti artistico-musicali a tema e di rilevanza culturale, da proporre al grande pubblico. Il Coro “Accademia degli Unisoni”, formazione principale dell’associazione, ha già al suo attivo numerosi concerti che hanno ottenuto un grande successo di pubblico, nei quali sono stati eseguite, tra le altre, composizioni di W. A. Mozart (si ricordano in particolare i Vesperae Solennes de Dominica KV 321), J. S. Bach (Messa in si minore, brani scelti della Passione secondo Matteo ed il mottetto Lobet den Herrn), D. Scarlatti (le più importanti composizioni sacre a cappella) H. Purcell (Dido and Aeneas e vari Anthems), G. Fauré (Requiem), G. G. Gastoldi (l’integrale dei Balletti a 5 voci) ed anche prime esecuzioni (G. C. Mantovani e T. Battista). Letizia Pellegrino, soprano, ha iniziato a studiare canto all’età di quattordici anni. Nel 2009 ha studiato tecnica vocale e repertorio con Myung Jae Kho e Roberta Mattelli, successivamente si è perfezionata con Damiana Pinti. Attualmente frequenta il Conservatorio di Perugia nella classe della prof.ssa Maria Grazia Pittavini. Dal 2010 collabora come solista con il Centro Professionale di Danza Floriana Mariotti nell’interpretazione di classici del repertorio della Lirica e del Musical. Nel luglio 2014, sotto la guida di Maria Grazia Pittavini, si esibisce con l’ensemble vocale “Incroci Sonori” al Festival dei Due Mondi di Spoleto nell’opera “the little match girl passion” di David Lang. Svolge attività concertistica dedicandosi all’interpretazione del repertorio settecentesco e ottocentesco. Guido Magnani viene dalle esperienze maturate nella grande polifonia romana della chiesa cattolica tedesca di Santa Maria dell’Anima, e la sua vocazione è di conseguenza l’apertura verso il mondo della vocalità bachiana. Canta il Bach della devozione e della speranza, ma cesella anche con finezza i ruoli mozartiani (Don Alfonso, Guglielmo, Figaro e Papageno) della leggerezza, del gioco trepidante, della furtività della notte. Il suo autore di elezione è Schubert, il musicista del vagare, del circoscrivere la propria esperienza umana a un interrogarsi sul “dove” e sul come il nostro cammino si indirizzi verso una meta. Nell’ambito dell’Oratorio il suo repertorio spazia dal periodo barocco romano (Carissimi, Jephte – Historicus), per arrivare a due autentici capolavori della musica sacra di fine Ottocento (Brahms, Ein Deutsches Requiem, Faurè, Requiem), passando per le cantate di Bach e gli oratori da Händel. Carlo Segoloni. Dopo aver compiuto gli studi classici si è dedicato esclusivamente allo studio della musica diplomandosi in pianoforte nel 1982 con il massimo dei voti presso il Conservatorio “F. Morlacchi” di Perugia, dove ha studiato Musica corale e Composizione. Ha poi anche il diploma di Direzione d’orchestra presso il Conservatorio “L. Cherubini” di Firenze. Ha frequentato corsi di perfezionamento in pianoforte con Paul Badura-Skoda e Carlo Zecchi e in Direzione d’orchestra con Piero Bellugi e Gheorgi Dimitrov. Premiato e finalista in concorsi di esecuzione musicale, svolge da tempo una duplice attività come pianista e come direttore di ensemble vocali e strumentali. Ha pubblicato per la Ut Orpheus di Bologna la revisione delle “Litanie della Beata Vergine” di P. Francesco Passarini ofm. conv. (1636-1694), curandone anche una prima esecuzione moderna. Ha inoltre realizzato le giornate di studio su Teotimo e Alessandro Anniballi (Cagli 2005) e il convegno su Girolamo Diruta (Deruta 2011) che lo ha visto anche in veste di relatore. Le sue ricerche d’archivio condotte in occasione di questo convegno, i cui atti sono pubblicati a cura della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria e della sezione di Musicologia dell’Università di Perugia, hanno riscritto la biografia del musicista umbro. Vincitore dei concorsi nazionali per titoli ed esami per il ruolo di Accompagnatore al pianoforte, Esercitazioni corali e di Direzione di coro e repertorio corale, ha insegnato nei Conservatori di Musica di Sassari, Palermo e Foggia. Dal 2008 al 2012 è stato direttore della Scuola Comunale di Musica di Todi. Attualmente è titolare della cattedra di Direzione di coro e repertorio corale presso il Conservatorio “Guido Cantelli” di Novara. Stefano Ragni è musicista di formazione umanistica. Laureato in filosofia e diplomato in pianoforte, composizione, musica corale e direzione di coro svolge attività di docente al Conservatorio e all’Università per Straneri di Perugia. La sua attività di concertista, conferenziere e didatta lo caratterizzano come un attento e propulsivo divulgatore del repertorio musicale italiano. Autore di dodici volumi di musicografia è anche autore di un manuale di storia della musica italiana diffuso in tutto il mondo. Nel 2005 è stato consulente del Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Bicentenario della nascita di Giuseppe Mazzini. Nel 2013 è stato componente della commissione scientifica delle Celebrazioni dell’ anno Verdiano insediata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Leonardo Lollini si è diplomato in Pianoforte, in Musica Corale e Direzione di Coro e in Composizione presso il Conservatorio Statale di Musica di Perugia. Dopo aver seguito corsi di perfezionamento sulla direzione corale e sulla didattica musicale, ha tenuto numerosi concerti alla guida di varie formazioni corali – anche di voci bianche – complessi vocali da camera e gruppi strumentali, in collaborazione con famosi solisti. Ha eseguito repertori di vario genere, spaziando dal Medioevo ai nostri giorni, con particolare attenzione ai periodi rinascimentale e barocco, curando anche la trascrizione di manoscritti o di stampe originali. Direttore artistico e musicale dell’Accademia degli Unisoni, ne è stato uno dei fondatori. È docente di Direzione di Coro e Composizione Corale presso il Conservatorio Statale di Musica “G. B. Martini” di Bologna. PROGRAMMA Johannes Brahms EIN DEUTSCHES REQUIEM (Un Requiem tedesco), op. 45 (1833 – 1897) versione dell’autore per soprano, baritono, coro e pianoforte a 4 mani 1. Selig sind, die da Leid tragen (Beati coloro che sono afflitti) – Coro Ziemlich langsam und mit Ausdruck (Abbastanza lento e con espressione) 2. Denn alles Fleisch, es ist wie Gras (Poiché la carne è come l’erba) – Coro Langsam, marschmässig (Lento, tempo di marcia) – Etwas bewegter (Un po’ più mosso) – Tempo I – Poco sostenuto – Allegro non troppo 3. Herr, lehre doch mich (Signore, fammi conoscere) – Baritono e Coro Andante moderato 4. Wie lieblich sind deine Wohnungen (Come sono dolci le tue dimore) – Coro Mässig bewegt (Moderatamente mosso) 5. Ihr habt nun Traurigkeit (Ora siete nella tristezza) – Soprano e Coro Langsam (Lento) 6. Denn wir haben hie keine bleibende Statt (Non abbiamo quaggiù dimore permanenti) Baritono e Coro Andante – Vivace – Allegro 7. Selig sind die Toten (Beati i morti) – Coro Feierlich (Solenne) Testo e traduzione 1. Selig sind, die da Leid tragen, denn sie sollen getröstet werden. Die mit Tränen säen, werden mit Freuden ernten. Sie gehen hin und weinen, und tragen edlen Samen, und kommen mit Freuden und bringen ihre Garben. 1. Beati coloro che sono afflitti, perché saranno consolati. (Matteo V, 4) Coloro che seminano con lacrime, raccoglieranno con gioia. Chi è andato piangendo, portando seme da gettare, tornerà con gioia, recando i suoi covoni. (Salmo CXXVI, 5-6) 2. Denn alles Fleisch, es ist wie Gras und alle Herrlichkeit des Menschen wie des Grases Blumen. Das Gras ist verdorret und die Blume abgefallen. So seid nun geduldig, liebe Brüder, bis auf die Zukunft des Herrn. Siehe, ein Ackermann wartet auf die köstliche Frucht der Erde, und ist geduldig darüber, bis er empfahe den Morgenregen und Abendregen. So seid geduldig. Denn alles Fleisch, es ist wie Gras und alle Herrlichkeit des Menschen wie des Grases Blumen. Das Gras ist verdorret und die Blume abgefallen. Aber des Herrn Wort bleibet in Ewigkeit. Die Erlöseten des Herrn werden wiederkommen und gen Zion kommen mit Jauchzen; Freude, ewige Freude, wird über ihrem Haupte sein; Freude und Wonne werden sie ergreifen, und Schmerz und Seufzen wird weg müssen. 2. Poiché la carne è come l’erba e tutta la gloria dell’uomo è come il fiore dell’erba. L’erba si dissecca e il fiore appassisce. (Ep. I San Pietro l, 24) Così dunque, cari fratelli, siate pazienti fino al ritorno del Signore. Guardate il seminatore: egli attende il prezioso frutto della terra, ed è tranquillo nell’aspettare la pioggia del mattino e della sera. Siate pazienti. (Ep. San Giacomo V, 7) Poiché la carne è come l’erba e tutta la gloria dell’uomo è come il fiore dell’erba. L’erba si dissecca e il fiore appassisce. Ma la parola del Signore resta per l’eternità. (Ep. l San Pietro l, 24-25) I redenti del Signore torneranno e saliranno verso Sion, con possenti grida di gioia; gioia, gioia eterna scenderà sul loro capo; avranno gioia ed esultanza, e dolore e tristezza spariranno. (Isaia XXXV, 10) 3. Herr, lehre doch mich, dass ein Ende mit mir haben muss, und mein Leben ein Ziel hat, und ich davon muss. Siehe, meine Tage sind einer Hand breit von Dir, und mein Leben ist wie nichts vor Dir. Ach, wie gar nichts sind alle Menschen, die doch so sicher leben. Sie gehen daher wie ein Schemen, und machen ihnen viel vergebliche Unruhe: sie sammeln und wissen nicht, wer es kriegen wird. Nun, Herr, wes soll ich mich trösten? Ich hoffe auf Dich. Der Gerechten Seelen sind in Gottes Hand, und keine Qual rühret sie an. 3. Signore, fammi conoscere il mio destino, il fine della mia vita e perché dovrò partire. Guarda, i mìei giorni sono lo spazio di un istante per Te, e la mia vita è come niente per Te. Ah, Come sono nulla tutti gli uomini che vivono così sicuri. Ma essi spariranno come ombre, e tutto il loro affannarsi sarà stato vano: poiché essi accumulano, ma non sanno chi ne approfitterà. Ora, Signore, chi potrà consolarmi? lo spero in Te. (Salmo XXXIX, 5-8) Le anime dei giusti sono nelle mani del Signore e senza sofferenza sono ora in pace. (Libro della Sapienza III, 1) 4. Wie lieblich sind Deine Wohnungen, Herr Zebaoth! Meine Seele verlanget und sehnet sich nach den Vorhöfen des Herrn; mein Leib und Seele freuen sich in dem lebendigen Gott. Wohl denen, die in deinem Hause wohnen, die loben dich immerdar. 4. Come sono dolci le tue dimore Signore, Dio degli eserciti! La mia anima langue e sospira nel desiderio del Signore; il mio cuore e la mia carne lodano il Signore. Beati coloro che abitano le tue dimore e che ti lodano continuamente. (Salmo LXXXIV, 2-3-5) 5. Ihr habt nun Traurigkeit; aber ich will euch wiedersehen, und euer Herz soll sich freuen, und eure Freude soll niemand von euch nehmen. Ich will euch trösten, wie einen seine Mutter tröstet. Sehet mich an: ich habe eine kleine Zeit Mühe und Arbeit gehabt und habe grossen Trost gefunden. 5. Ora siete nella tristezza; ma io vi rivedrò ancora, e il vostro cuore tornerà gioioso, la vostra gioia nessuno potrà togliervela. (Giovanni XVI, 22) Io vi consolerò come ognuno soltanto sua madre può consolare. (Isaia LXVI, 13) Guardatemi: per voi io volli provare pene, fatiche e dolori ed ora ho trovato una grande consolazione. (Siracide LI, 35) 6. Denn wir haben hie keine bleibende Statt, sondern die zukünftige suchen wir. Siehe, ich sage euch in Geheimnis: wir werden nicht alle entschlafen, aber alle verwandelt werden; und dasselbige plötzlich in einem Augenblick, zu der Zeit der letzten Posaune. Denn es wird die Posaune schallen und die Toten werden auferstehen unverweslich und wir werden verwandelt werden. Dann wird erfüllet werden das Wort, das geschrieben steht. Der Tod ist verschlungen in den Sieg. Tod, wo ist dein Stachel? Hölle, wo ist dein Sieg? Herr, du bist würdig zu nehmen Preis und Ehre und Kraft, denn du hast alle Dinge erschaffen und durch deinen Willen haben sie das Wesen und sind geschaffen. 6. Non abbiamo quaggiù dimore permanenti, ma cerchiamo la nostra casa futura. (Ep. agli Ebrei XIII, 14) Ora io vi svelo un gran mistero: non morremo tutti, ma saremo tutti trasformati; in un attimo, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba. Poiché quando squillerà la tromba i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati. Allora si compirà la Parola che fu scritta. La morte è stata sconfitta. Morte, dov’è il tuo dardo? Inferno, dov’è il tuo trionfo? (Ep. I San Paolo ai Corinzi XV, 51-52-54-55) Signore, Tu sei degno di ricevere gloria, onore e potenza, poiché dal nulla tutto hai creato e con la tua volontà hai dato a tutto essenza e vita. (Apocalisse IV, 11) 7. Selig sind die Toten, die in dem Herrn sterben, von nun an. Ja, der Geist spricht, dass sie ruhen von ihrer Arbeit; denn ihre Werke folgen ihnen nach. 7. Beati i morti che muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, affinché riposino dalla loro fatica; poiché le loro opere lì seguiranno. (Apocalisse XIV, 13)