Editoriale - Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
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E Editoriale di Giangi Cretti R apportata all’umana vicenda, è una questione recente. Consegue alla Rivoluzione industriale. Prima, nella sua forma arcaica di reddito da lavoro, se si esclude una minoranza di privilegiati, poteva servire a garantire la sussistenza, appena compatibile con una stentata sopravvivenza. Per dirla con il filosofo, storico ed economista (vale anche l’ordine inverso) inglese Arnold Toynbee «non poteva fornire altro che la soddisfazione dei bisogni elementari di nutrizione, vestiario, e di misero alloggio». Non a caso la Storia sia cadenzata da battaglie per il pane. Considerato, poi, dai padri fondatori dell’economia politica (Adam Smith, Thomas Malthus e David Ricardo) come il «prezzo naturale del lavoro», non può, puntualizzava Riccardo, essere ritenuto «assolutamente fisso e costante, ma varia invece a seconda dei periodi nello stesso paese, e differisce molto sensibilmente da un paese all’altro. Essenzialmente esso dipende dalle consuetudini e dalle usanze della popolazione». In buona sostanza: si rapporta al grado di sviluppo di una società. In tal modo, si afferma la moderna concezione del salario che deve – o, meglio, dovrebbe – consentire ad ogni cittadino di godere dei diritti fondamentali che vanno al di là della primaria sussistenza: la salute, l’istruzione, la libertà, il tempo libero. In tempi più vicini a noi, negli anni del boom (fra il cinquanta e la crisi petrolifera dl ’73) di pari passo con lo sviluppo economico, sono andati via via crescendo anche i salari, consentendoci di accomodarci su standard di vita sempre più elevati, dai quali è naturalmente difficile recedere, consolidando la convinzione che il tenore di vita sarebbe continuato a crescere. La globalizzazione, le bolle speculative, le crisi cicliche (le vacche grasse e quelle magre in biblica alternanza), compresa quella attuale, con le ricadute che ne sono conseguite e ancora ne conseguono, hanno contribuito ad annullare l’impressione che le disparità salariali si fossero attenuate, moltiplicando, al contrario, i segnali che la disuguaglianza si stia ampliando di nuovo, mettendo in difficoltà un numero crescente di persone. Un fenomeno come quello degli working poors, fino a qualche tempo fa ritenuto l’invenzione un po’ snob e pretestuosa dei soliti disfattisti, è oggi una realtà che nessuno più disconosce. Il dibattito che quotidianamente s’infiamma sui salari dei manager, sui boni distribuiti nel mondo finanziario - che alle orecchie dei più suonano con cifre strabilianti -, sulle disparità regionali e di genere (in una società civile dovrebbe essere inaccettabile che, a parità di prestazione e di formazione, le donne sia meno pagate degli uomini), non possono non essere considerati il sintomo serio di un disagio che rischia di intaccare quel patto sociale generalmente ritenuto alla base della crescita. Di fronte ai danni della deregulation non è di alcun conforto appellarsi alle regole del mercato. Le cifre rese pubbliche dall’Ufficio federale di statistica, relative al panorama salariale elvetico, al di là della necessari generalizzazione, dovuta alla loro medietà, mettono a nudo dei dati di fatto. Com`è ovvio, sapientemente agghindati fanno tutto un altro effetto. [email protected] la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 1 S Sommario Editoriale 16 PRIMO PIANO 1 Nel cielo sopra Zurigo AIRBUS A380 15 Barolo Barbaresco e gli Altri I vini di Alba Langhe e Roero presentati a Zurigo 16 Il panorama salariale in Svizzera nel 2008 Rilevazione svizzera della struttura dei salari 19 Il commercio al dettaglio elvetico tra timori e speranze Retail Outlook 2010: 25 Il principio del Cassis de Dijon 25 INCONTRI Un vita per l’arte Donne in carriera: Chiara Bertola 45 Il contributo degli Italiani all’impresa di Suez A 140 anni dall’apertura dell’importante via commerciale 49 Civiltà e cultura 52 Marchiati “Svizzera” Il meglio del Made in Switzerland, 55 A Padova e a Verona due mostre di grande prestigio La grande pittura approda nel Veneto 56 IL Museo del Soldatino e della Figurina Storica, dei Ferri Taglienti, dei Ferri Chirurgici, delle Carrozze, dei Pesi e delle Misure Gli scrigni della curiosità12 55 29 Antica tradizione e terapie all’avanguardia CULTURA 29 Un’azienda al servizio dei pazienti La Clinica Schloss Mammern «Se abbandonassi la radio, sentirei un vuoto nell’anima» A colloquio con Salvatore Pinto, di Radio Onda Libera 58 62 RUBRICHE 62 2 la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 In breve Italiche Europee Internazionali Oltrefrontiera Benchmark Burocratiche Angolo Fiscale Angolo legale 4 7 9 11 13 33 35 39 41 In copertina: Manichini - fotografia di Michele Caracciolo di Brienza Convenzioni Internazionali L’elefante invisibile Scaffale Carnet Sequenze Diapason Convivio Motori 42 47 53 55 61 65 73 77 DOLCE VITA Un mosaico a colori di musica e parole La ricerca artistica di Sergio Cammariere 67 Ricetta anticrisi Consorzio per la Tutela del vino Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene 70 Quell’infuocato insaccato di maiale principe dell’hot food La ‘nduja (di Spilinga) dell’altopiano del Monte Poro 73 Per la sicurezza in motocicletta Ufficio svizzero di prevenzione infortuni 78 67 A primavera un nuovo centro logistico Primo meeting concessionari Aprilia Il rivoluzionario scooter Piaggio a 3 ruote MP3 Hybrid World Ducati Week 2010 79 IL MONDO Mostra di modernariato antichità e collezionismo IN FIERA Mercanteinfiera Primavera: Parma, 27 febbraio – 7 marzo 2010 84 L’appuntamento con la moda delle calzature MICAM ShoEvent: Milano, 2 - 5 marzo 2010, 85 Tutte le novità del modellismo italiano Model Expo Italy: Verona 6 - 7 marzo 2010 86 L’appuntamento mondiale per l’impiantistica civile e industriale MCE – Mostra Convegno Expocomfort 2010: Milano, 23 - 27 marzo 2010 87 73 Fiera internazionale della meccanica specializzata 88 MECSPE: Parma dal 25 al 27 marzo 2010 IL MONDO IN CAMERA A Ginevra il Forum BioSquare 90 Un esempio di international business school Collège du Léman Assistenza individuale agli imprenditori italiani Esportare in Svizzera Importatori e giornalisti svizzeri a Parma e Benevento Corsi di formazione gratuita nel settore edile Progetto For.i.S.ed. 91 92 Aggiornamento professionale nel settore informatico Over the Net 93 Contatti commerciali 94 Servizi camerali 96 Editore: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Direttore - Giangi CRETTI Comitato di Redazione L. ATTANASIO, G.M. BONADA, A.G. LOTTI, C. NICOLETTI, S. SGUAITAMATTI Collaboratori Ph. BERNASCONI, C. BIANCHI PORRO, M. CALDERAN, G. CANTONI, M. CARACCIOLO DI BRIENZA, V. CESARI LUSSO, P. COMUZZI, L. CORTESE, D. COSENTINO, A. CROSTI, L. D’ALESSANDRO, M. DIORIO, T. GATANI, G. GUERRA, F. Macrì, G. MERZ, A. ORSI, G. SORGE, N. TANZI, I. WEDEL La Rivista Seestrasse 123 - Cas. post. 1836 - 8027 Zurigo Tel. ++41(0)44 2892328 - Fax ++41(0)44 2015357 [email protected], www.ccis.ch Pubblicità Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123 - Casella postale - 8027 Zurigo Tel. ++41(0)44 2892323 - Fax ++41(0)44 2015357 e-mail: [email protected] Abbonamento annuo Fr. 60.- Estero: 50 euro - Gratuito per i soci CCIS 78 91 14 Le opinioni espresse negli articoli non impegnano la CCIS. La riproduzione degli articoli è consentita con la citazione della fonte. Periodico iscritto all’USPI (Unione Stampa Periodica Italiana). Aderente alla FUSIE (Federazione Unitaria Stampa Italiana all’Estero) Appare 11 volte l’anno. Progetto grafico, stampa e confezione Nastro & Nastro srl 21010 Germignaga (Va) - Italy Tel. +39 0332 531463 - Fax +39 0332 510715 www.nastroenastro.it la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 3 In breve Baia, il satellite riscopre un teatro romano Era il 1956, quando Raimondo Bucher - ufficiale pilota da caccia – scoprì durante una ricognizione aerea, a soli pochi metri dalla costa, un’intera città romana collocata sui fondali del golfo di Pozzuoli. Oggi, a poco più di 50 anni di distanza, ritornando a “sorvolare” la zona è stato possibile osservare (grazie ai moderni strumenti di telerilevamento satellitare), accanto a quelle antiche strutture d’età imperiale, resti di un’opera muraria non ancora esplorata. Nei fondali della collina del Castello Aragonese, giacciono, a pochi metri di profondità, i resti di una struttura che richiama la pianta di un antico teatro romano, in grado di ospitare fino a 5.000 spettatori. Più elementi inducono a pensare che si tratti del famoso Teatro di Cesare in quanto la struttura risulta facente parte di un più ampio complesso residenziale definito Villa di Cesare successivamente inglobato nell’attuale fortezza Aragonese. Una grandiosa villa romana dunque i cui resti e il suo teatro si conservano inalterati ancora nelle profondità del nostro mare. Il Pistacchio Verde di Bronte è DOP “Con il riconoscimento europeo di questo prodotto di qualità, l’Italia non solo mantiene il suo primato, raggiungendo la cifra di 194 riconoscimenti DOP e IGP, ma si conferma il Paese delle eccellenze e della tipicità”. Con queste parole, il ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Luca Zaia, ha commentato l’iscrizione europea come DOP del “Pistacchio Verde di Bronte”. Si tratta di una denominazione storica, di una coltura tipica del territorio del comune di Bronte, in provincia di Catania; una coltura che fin dall’antichità ha rappresentato una fonte di consistenti risorse economiche per tutta la popolazione della zona, ricoprendo anche un ruolo importante dal punto di vista storico-culturale. Le caratteristiche proprie del Pistacchio Verde di Bronte sono: colore verde intenso tipico del territorio, forma allungata, sapore aromatico forte, senza inflessione di muffa o sapori estranei, e alto contenuto in acidi grassi monoinsaturi dei frutti. Piemonte Campania e Puglia aumentano l’export alimentare In controtendenza rispetto al trend in calo dell’export, che, secondo i dati forniti dalla Federalimentare, per il settore fa segnare un -4% nei primi dieci mesi 2009, spiccano i dati positivi di Piemonte, +8,4%, Campania (+8,6%) e di Puglia 4 la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 (+5,3%). A spiegare queste dinamiche, in Puglia, è in gran parte lo spunto del molitorio e in Campania, prevalentemente grazie alla spinta del conserviero vegetale. Sintomatico il risultato di tre regioni dell’Italia centrale, Umbria, Marche e Lazio e di tre regioni del Sud: Calabria, Sicilia e Sardegna: hanno segnato tutte cali a due cifre, dovuto alla grande frammentazione aziendale che le caratterizza. Regioni leader del Paese, come la Lombardia e l’Emilia Romagna, hanno quote export attorno al 12% del proprio fatturato (16% media nazionale), per la presenza relativamente scarsa di un segmento apripista come il vino. Diverso il caso del Piemonte e del Veneto, con incidenze export/fatturato, rispettivamente, del 30 e del 20%. Libertà economica: Svizzera sesta La Svizzera figura al sesto posto nella classifica sulla libertà economica. È quanto emerge dall’abituale ricerca stilata dal Wall Street Journal e dalla Heritage Foundation. L’”indice della libertà economica” si basa su dieci parametri, applicati in più di 179 Paesi, e valuta l’eventuale presenza di ostacoli da parte dello Stato all’agire individuale e, nello specifico, all’iniziativa economica. In testa alla classifica si confermano Hong Kong, Singapore, Australia e Nuova Zelanda. Gli Stati Uniti, ottavi, perdono due posizioni rispetto all’anno scorso , e vengono superati dal Canada. L’Irlanda guida la classifica dei Paesi europei e figura al quinto posto davanti alla Svizzera, mentre il Regno Unito scende all’undicesimo posto. L’Italia è 74.esima, molto indietro rispetto alle altre grandi economie e superata da Madagascar e Armenia. Anche la Francia non fa bella figura, al 64.esimo posto, immediatamente preceduta da Portogallo e Romania. Disoccupazione record nel mondo Nel 2009 i disoccupati nel mondo hanno raggiunto la cifra record di 212 milioni con un aumento rispetto al 2007, prima della crisi, di 34 milioni (+19%). Lo riferisce il Rapporto dell’Ufficio internazionale del lavoro (ILO) sulle tendenze globali dell’occupazione 2010. Secondo il rapporto la disoccupazione globale tenderà a rimanere elevata anche nel 2010. Nelle economie avanzate e nei Paesi dell’Unione Europea si calcola per il 2010 un incremento dei disoccupati di tre milioni di persone fissandosi all’8,4% (contro il 6% del 2008 e il 5,7% del 2007). Nelle altre regioni i tassi si stabilizzeranno ai livelli attuali o diminuiranno solo lievemente. In riferimento alle cosiddette economie avanzate e all’Unione europea nel Rapporto si legge che - «nonostante rappresentino meno del 16% della forza lavoro mondiale, concorrono per oltre il 40% all’aumento della disoccupazione mondiale registrato a partire dal 2007. Secondo le previsioni, in questa area geografica la disoccupazione dovrebbe mantenersi ad un livello elevato, con una crescita del tasso regionale di disoccupazione dell’8,9% nel 2010». Dal Sud fuggono i laureati: 80mila in 5 anni L'esodo dal Mezzogiorno non si ferma, ma a cercare fortuna nelle regioni del centro nord non sono più ex braccianti e operai disoccupati, ma migliaia di giovani con un titolo di studio qualificato: tra il 2000 e il 2005, oltre 80mila laureati (l'1,2% dei residenti con tale titolo di studio) hanno abbandonato le regioni del Sud in cerca di un'opportunità lavorativa. Lo conferma una ricerca sulla mobilità del lavoro realizzata dalla Banca d'Italia. Lo studio dimostra che "il mezzogiorno diventa sempre meno capace di trattenere il proprio capitale umano, impoverendosi della dotazione di uno dei fattori chiave per la crescita socio-economica regionale". L'emigrazione dei "cervelli", può comportare "un impoverimento di capitale umano che, a sua volta, potrebbe riflettersi nella persistenza dei differenziali territoriali in termini di produttività, competitività e, in ultima analisi, di crescita economica". la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 5 www.maserati.com Consumo combinato: 14,7 l/100 km (4.2), 15,7 l/100 km (4.7) I Emissioni di CO2: 345 g/km (4.2), 365 g/km (4.7) Categoria d’efficienza energetica G I Emissioni di CO2 di tutte le vetture in vendita in Svizzera: 204 g/km THE NEW MASERATI QUATTROPORTE OPERA D’ARTE PER INTENDITORI. Maserati Quattroporte S 4,7 litri da 430 CV e Maserati Quattroporte 4,2 litri da 400 CV. Motore V8, design Pininfarina. 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Il presidente della Camera italiana, Gianfranco Fini, ha preferito non enfatizzare l’osservazione, in quanto se si utilizzasse questo metodo, potrebbe rappresentare un facile éscamotage per i Paesi ad economia stagnante, per giustificare la loro inefficienza. È famosa a tal proposito la barzelletta del manager che vedendo un pescatore in panciolle davanti al mare lo incita a darsi da fare per migliorare il suo tenore di vita. “A che pro?” Chiede costui. “Così faresti molti soldi e puoi gustarti la vita”. “E dunque ribatte - dovrei dannarmi per arrivare a quanto sto già facendo ora?” Comunque, il problema della congruenza del Pil esiste e lo evocò addirittura Keynes quando analizzò il ruolo della donna che lavora in casa rispetto a quella impiegata nella società moderna. Se io sposo la signora delle pulizie, commentò, faccio calare il Pil, il quanto l’indicatore prende in esame il lavoro dipendente e i flussi, mentre la stessa identica mansione compiuta all’interno del nucleo domestico e lì confinata, non assume rilevanza economica. La questione dell’adeguatezza o meno del Pil per misurare lo stato di un’economia, fu rilanciata da Robert Kennedy nel 1968 e dal sovrano del Bhutan qualche anno dopo, quando teorizzò che la felicità è più importante del Prodotto interno lordo. Certo è che l’utilizzo esclusivo del Pil pro capite come indicatore del benessere è oggetto di molte critiche: considerando solo elementi monetari, trascura alcuni aspetti di fondamentale importanza della vita economica e sociale. Anche il lavoro deve essere valutato in quest’ottica come contributo alla creazione del valore aggiunto della ricchezza della nazione e per questo, nella Costituzione italiana, è posto come valore fondante della società, mentre la disoccupazione costituisce un “vulnus” alla dignità delle persone. In Italia, tra l’altro, esiste un problema specifico di partecipazione femminile all’economia nazionale diffuso in tutto il territorio nazionale (solo l’Emilia-Romagna si colloca al di sopra della media europea) ed è particolarmente grave nel Mezzogiorno, dove mediamente solo il 37,2% delle donne partecipa al mercato del lavoro. Per ritornare ai dati schiettamente economici, l’Italia in questo frangente economico caratterizzato dagli effetti di una L’(in)sostenibile (in)adeguatezza del Pil difficile crisi economica, la più grave del dopoguerra, è comunque uno dei Paesi a più alta coesione sociale e tutto ciò è sorprendente se si pensa alle tensioni politiche e sociali che ne hanno invece caratterizzato l’andamento negli anni ’70. Certo, specialmente oggi i problemi non mancano, come pure non vanno sottaciuti i motivi di fiducia. Da qualche giorno, gli istituti centrali di statistica hanno comunicato che il prodotto interno lordo ha ricominciato a crescere in gran parte del mondo. In Italia, dopo cinque trimestri di ininterrotta caduta, siamo oggi ad un aumento congiunturale dello 0,6%. Valori non dissimili si registrano negli altri principali paesi europei (0,7% in Germania, 0,3 in Francia, 0,4 nella media di Eurolandia). Molto positivi sono pure gli indicatori anticipatori delle prospettive di breve termine: l’indice dell’Ocse è in crescita da alcuni mesi e sta registrando in questa fase i valori più elevati proprio per quelli rilevati nella Penisola. Commetteremmo un errore se ci considerassimo già al di fuori delle difficoltà, ha rilevato il presidente dell’Associazione bancaria italiana (Abi) Corrado Faissola, ma sarebbe altrettanto controproducente non valorizzare i segnali positivi che ci sono. Molto si dovrà riflettere, piuttosto, sulla natura di questa ripresa ciclica, per poter pensare alle migliori politiche per sostenerla e rafforzarla, specie a favore delle PMI. Il lavoro si esprime in modo particolare nella vocazione all’imprenditorialità. Secondo gli ultimi dati, in Italia si contano 66 imprese ogni mille abitanti, un valore tra i più elevati d’Europa. Dal punto di vista della distribuzione regionale la Valle D’Aosta, l’Emilia-Romagna, la Toscana, la provincia autonoma di Bolzano e le Marche si collocano al di sopra delle 76 imprese ogni mille abitanti, mentre tra le regioni del Mezzogiorno solo l’Abruzzo e il Molise superano le 58 imprese. Il tasso di imprenditorialità (numero dei lavoratori indipendenti sul totale dei dipendenti) è pari al 32,2%, un valore quasi il triplo della media europea che si situa attorno al 13%. Il minor tasso d’imprenditorialità si registra, invece, nel Lazio e in Lombardia con circa un autonomo ogni quattro lavoratori. Anche se le specializzazioni settoriali dell’economia italiana sono simili a quelli della Germania, la composizione dimensionale è molto differente: in Germania, come in tutte le economie dell’Europa continentale, prevale la grande impresa, mentre in Italia le dimensioni produttive sono assai contenute. Nel confronto europeo le imprese italiane sono mediamente di dimensioni minori, relativamente più orientate alle attività manifatturiere e servizi e specializzate nei comparti che si riassumono nel “made in Italy”. la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 7 gucci.com per informazioni 032.732.01.61 TIMELESS GUCCI CLASSIC COLLECTION EUROPEE di Philippe Bernasconi L’Europa trema Doccia fredda, anzi freddissima, sulle speranze dell’Europa di uscire in un lasso di tempo ragionevole dalla crisi innescata ormai più di un anno fa dal crollo del mercato immobiliare americano. Quando ormai si intravvedeva la luce in fondo al tunnel sul Vecchio continente è piombata la tegola dei deficit di Stato. Grecia e Islanda sono sull’orlo del fallimento e l’Irlanda non è che se la passi tanto meglio. Non è un fulmine a ciel sereno, però. Le avvisaglie di questa nuova batosta politico-economico-finanziaria erano da tempo nell’aria. Il caso più scottante è sicuramente quello della Grecia. Atene è infatti parte integrante dell’Unione europea, versione ristretta, quella cioè che – adottando l’euro come moneta unica – si è data delle ferree regole monetarie e di bilancio. Regole che, evidentemente, il governo socialista di George Papandreou (in sella da pochi mesi dopo l’era conservatrice di Costas Keramanlis) non è in grado di rispettare. E allora non bisogna sorprendersi se nelle scorse settimane è circolata la voce (subito smentita) di una possibile uscita della Grecia dall’euro. Jean-Claude Trichet, presidente della Banca centrale europea, ha definito questa ipotesi assurda. Il deterioramento dei conti greci è sì preoccupante, questo il ragionamento di Trichet, ma deve essere preso per quello che è. L’economia greca conta non più del 3 percento dell’economia di Eurolandia e dunque una sua entrata in crisi non dovrebbe mandare in rovina l’intera costruzione europea. O almeno si spera. Il piano di risanamento presentato da Atene punta a un rientro nei parameri di Maastricht già nel 2012. Ma i dubbi sono leciti, soprattutto se si considera il fatto che le condizioni economiche (disoccupazione su tutte) continueranno ad essere precarie ancora per parecchi mesi. Certo è che – pur essendo un paese membro – difficilmente la Grecia otterrà un sostegno concreto da Bruxelles. I mercati si sbagliano di grosso se pensano che gli Stati membri apriranno i portafogli, hanno fatto sapere senza troppi giri di parole i vertici della Banca centrale europea. Di natura opposta (e per certi versi paradossale) il caso dell’Islanda. Credendosi immune da qualsiasi problema di natura economica Reykiavik si è sempre rifiutata di entrare nel club dell’euro e ha puntato tutto (o quasi) sul settore finanziario (che ha sostituito la pesca quale attività principale dell’isola), investendo soprattutto in Gran Bretagna. Con il senno di poi un errore madornale. La crisi dei mutui subprime ha infatti messo in ginocchio l’Islanda, che ora – oltre che a rifiutarsi di ripagare i debiti contratti – vorrebbe adottare l’euro, e possibilmente a breve, magari già nel 2012. Ma anche in questo caso Bruxelles non è disposta a fare sconti. Prima Reykiavik rispetti gli impegni presi e poi si potrà discutere di un suo avvicinamento all’euro. E che dire dell’Irlanda? Un tempo – non troppi anni fa – Dublino era un esempio da seguire. Approfittando della disponibilità di manodopera qualificata a prezzi concorrenziali e, in particolare, grazie agli ingenti incentivi fiscali, la Repubblica irlandese si era trasformata in una Tigre, Celtica naturalmente, che non aveva nulla da invidiare in termini di crescita economica alle ben più pubblicizzate Tigri asiatiche. E ora che ne è dell’Irlanda? Un Paese in profonda crisi che fatica maledettamente ad uscire dalla crisi. Il quadro che si presenta all’Europa in questo inizio di 2010 non è certo dei più incoraggianti. Se in altre parti del mondo la crisi sembra essere quasi un ricordo nel Vecchio mondo i grattacapi non mancano. Ne sanno qualche cosa le prospettive di crescita economica e l’euro che nelle ultime settimane ha sbandato non poco, con una tendenza al ribasso per certi versi preoccupante. Jean-Claude Trichet non si fa perciò troppe illusioni. La ripresa tarderà (a differenza di quanto si poteva supporre solo poche settimane fa), la disoccupazione crescerà in modo preoccupante e i tassi di interesse rimarranno molto bassi ancora a lungo. E attenzione, ha avvertito il presidente della Banca centrale europea rivolto ai capi di Stato e di governo dei 27, non illudetevi di poter ridurre le tasse (come qualcuno vorrebbe, soprattutto per fini elettorali, ad esempio in Germania la cancelliera Merkel), prima di tutto vanno risanati i conti pubblici la cui tenuta è stata messa in dubbio dai miliardi di denaro pubblico stanziati per far fronte alla crisi economica internazionale. Misure anti crisi che – volenti o nolenti – non potranno essere completamente abbandonate. Per evitare di ripiombare nell’incubo della depressione economica globale. la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 9 INTERNAZIONALI di Michele Caracciolo di Brienza Il recente terremoto di Haiti è uno dei più letali che si sia mai registrato. All’incirca 150'000 vittime e più di un milione di persone senza tetto rappresentano una grande sofferenza improvvisa che ha mobilitato la macchina della solidarietà internazionale. Le scosse hanno colpito una zona densamente popolata e inurbata e i danni sono talmente gravi che ci vorranno decenni per ristabilire una situazione ex ante per le già scarse infrastrutture pubbliche e gli immobili. Almeno un terzo delle costruzioni della capitale Port-au-Prince sono crollate. Il 25 gennaio a Montreal in Canada s’è riunita una conferenza dei rappresentanti dei paesi impegnati negli aiuti, delle Nazioni Unite e degli istituti di finanziamento allo sviluppo quali la Banca Mondiale e la Banca Interamericana di Sviluppo. È azzardato fare stime sui fondi che saranno destinati alla ricostruzione e all’avvio d’aiuti strutturali ad Haiti, ma comunque si è nell’ordine di decine di miliardi di dollari. Gli Stati Uniti sono stati rapidissimi nell’agire, presidiando l’aeroporto e controllando lo spazio aereo. L’invio di truppe sull’isola sta avendo la funzione di garantire la sicurezza nella consegna degli aiuti e sono stati allestiti da USAID almeno tre depuratori in grado di rendere potabili 10'000 litri d’acqua al giorno. È commovente lo slancio con cui l’amministrazione americana sta guidando lo sforzo umanitario per gli aiuti! In realtà, allo stato attuale, non c’è ancora un coordinamento generale dei contributi di tutti i paesi. Il fatto poi che il 16 gennaio sia stata negata l’autorizzazione ad atterrare ad un aereo francese carico di aiuti dà adito a sospetti di competizione basata su altre logiche che nulla hanno a che vedere con la solidarietà. È un classico della politica estera americana considerare i Caraibi una zona su cui vigilare ed esercitare la propria influenza. Nel 1983 Reagan autorizzò l’invasione dell’isola di Grenada per rovesciare un governo filo-sovietico. La Repubblica Dominicana fu occupata durante la presidenza Johnson nel 1965 per ribaltare il governo eletto di Juan Bosch. Per non parlare poi della crisi dei missili di Cuba nel 1961 che per poco non fece degenerare la guerra fredda in guerra termonucleare. La stessa isola di Cuba rimane fino ad oggi oggetto di un embargo da parte degli Stati Uniti. Oggi come oggi, non è plausibile pensare che Wa- Haiti e la corsa all’aiuto shington voglia occupare Haiti a lungo, ma la grave situazione di disordine rischia di peggiorare se non c’è una presenza militare. I suoi costi però minerebbero la già debole percentuale di consenso che Obama ha registrato ad un anno dalle elezioni presidenziali. D’altro canto, la situazione di Haiti potrebbe precipitare se la popolazione non percepisse la presenza di una forza d’ordine sull’isola. Infatti, già si sono manifestati i primi casi di sciacallaggio e di saccheggi. I discorsi di queste settimane da parte dell’amministrazione americana sono chiari. Dennis McDonough, consigliere per la sicurezza nazionale e inviato personale di Barack Obama ad Haiti, ha dichiarato al Corriere della Sera del 17 gennaio che le truppe americane non sono state inviate per occupare il paese. Il governo in carica di Haiti è pienamente riconosciuto dagli Stati Uniti, così come la missione delle Nazioni Unite presente nel paese. Preoccupa in realtà la prospettiva di un impegno di lungo periodo destinato a drenare mezzi finanziari in un momento in cui l’America attacca il terrorismo su più fronti dallo Yemen all’Afghanistan. Intanto le persone delle zone devastate sono a rischio epidemia per via dei cadaveri tra le macerie. La raccolta di fondi di privati cittadini da tutti i Paesi è proseguita in maniera costante nelle ultime settimane. L’Unione Europea ha stanziato 400 milioni di euro e dà avvio ad un contingente di sicurezza da inviare sull’isola. Gli attriti tra Stati Uniti e Francia continuano sulla base di un’accusa di occupazione militare del paese. Il coordinamento degli aiuti resta difficile e la raccolta di fondi patrocinata da Bill Clinton e da George W. Bush simboleggia l’impegno che due ex presidenti possono dare come si fece nel 2004 in seguito allo Tsunami. L’Italia sarà probabilmente il paese leader del contingente di gendarmi che l’Unione Europea ha proposto alle Nazioni Unite. 2'000 militari e 1'500 poliziotti che avranno il compito principale di scortare gli aiuti umanitari. Duecento carabinieri dovrebbero essere inviati a breve per partecipare a questo compito. Il fiore all’occhiello della Marina Italiana, la portaerei Cavour è ad Haiti con funzioni di ospedale. Tutto questo ad indicare il coinvolgimento dell’Italia che, senza secondi fini, partecipa alla gara di solidarietà in una zona dove i legami coloniali e gli interessi geopolitici sono inesistenti. la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 11 5500 CINQUANT’ANNI CON TE Con te, abbiamo compiuto 50 anni. Con te cliente di ieri e di domani. Con te che scegli noi, perché sai riconoscere il valore di chi crede nelle cose belle e investe ogni giorno nel vero Made in Italy: italiano nella produzione ma anche nell’idea, nella creatività, nel design. Con te Natuzzi continuerà a scrivere la storia dello stile italiano. NATUZZI STORES: DIETIKON • DÜBENDORF • ZÜRICH ETOY •address LAUSANNE Address address address addreess Address• address addreess Address address OLTREFRONTIERA di Fabrizio Macrì «... così benedetta da Dio di bellezza di varietà di ubertà, tra questo digradare di monti che difendono, tra questo distendersi di mari che abbracciano, tra questo sorgere di colli che salutano, tra questa apertura di valli che arridono...» Con queste parole Giosuè Carducci il 29 giugno1898 salutava il centenario della nascita di Giacomo Leopardi a Recanati. Carducci ci regala tutto il fascino delle Marche, terra che gli antichi romani chiamavano Piceno situata nel cuore d’Italia tra l’Emilia Romagna, la Toscana e gli Abruzzi, sul versante del medio Adriatico tra il mare e la catena appenninica. Durante la dominazione romana che sottomise prima i Galli e poi i Piceni, il territorio fiorì economicamente e culturalmente, collegato a Roma tramite Flaminia e Salaria e aperto ai traffici marittimi che fiorirono in epoca imperiale. I Patres chiamarono Ancona “Accessum Italiae” (ingresso d’Italia), come testimonia l’iscrizione latina sull’arco di Traiano a testimonianza della collocazione strategica del capoluogo marchigiano al centro dello stivale e rivolta a oriente; ancora oggi il porto di Ancona è elemento cruciale dell’economia di questa regione con i suoi intensi traffici commerciali verso la Grecia, la Turchia e i paesi dell’ex Jugoslavia. Tradizionalmente rivolta ad oriente, la regione continua ad avere intensi rapporti economici con i Balcani, ma soprattutto con le grandi economie emergenti di Russia, Cina ed India, come testimonia il recente ampliamento dell’aeroporto di Ancona-Falconara dovuto all’introduzione di voli diretti verso importanti città dell’Est Europa. Lo dimostra anche l’intenso lavoro svolto da Ancona Promuove (l’Azienda Speciale della Camera di Commercio di Ancona) un giovane team molto dinamico e professionale con il quale la CCIS ha avuto la fortuna di collaborare nelle ultime settimane. Le Marche, infatti, si rivolgono ora anche alla Svizzera, mercato occidentale, piccolo e maturo, ma indubbiamente ricco di nicchie in cui soprattutto le specialità alimentari marchigiane possono lucrare margini interessanti presso la distribuzione svizzera. Per cui, il primo incontro che si è tenuto ad Ancona il 21 gennaio 2010, durante il quale il mercato alimentare svizzero ed i suoi canali di vendita sono stati presentati ad una platea di 30 imprese anconetane, sarà probabilmente foriero di altre attività volte a creare opportunità di incontro tra fornitori marchigiani e distribuzione specializzata svizzera. L’Italia in una regione L’impressione che si ricava dagli incontri individuali con gli imprenditori locali è umanamente stimolante e positiva; si passa dalla piccola azienda familiare, che produce con metodi artigianali il ”panettone al formaggio”, alle medie aziende di vino ed acqua minerale, o di surgelati già attive sui mercati emergenti di Asia e Medio Oriente e desiderose ora di misurarsi su mercati più maturi ed esigenti come quello elvetico. Qualcuno dei miei interlocutori mi fa notare l’understatement di questa popolazione che si traduce spesso in eccessiva modestia e mancanza di fiducia nei propri mezzi: non mi preoccupo, queste sono virtù che alla lunga emergono con la qualità superiore e l’etica del lavoro che questa terra è sicuramente in grado di esprimere. Questa regione, infatti, anche se ancora poco conosciuta all’estero, è stata protagonista di un vero e proprio miracolo economico tra gli anni ’80 e ’90 con il boom dei distretti meccanici, calzaturieri, tessili ed enogastronomici. Da non sottovalutare infine il potenziale turistico inespresso e dato dalla combinazione di mare, cultura, strutture agrituristiche e percorsi enogastronomici. Alcune importanti multinazionali simbolo del Made in Italy nel mondo come Merloni (elettrodomestici), Tod’s (calzature), Frau (arredamento), Fabriano (carta) nascono in territorio marchigiano e da sapienza artigianale ed industriale antica si trasformano in successi di competitività sui mercati internazionali. Come non emozionarsi poi di fronte allo spot commissionato dalla Regione Marche che vede protagonista Dustin Hoffman intento a leggere l’Infinito di Leopardi tra le verdi colline marchigiane e sul palcoscenico del Teatro delle Muse di Ancona, o magari ascoltando l’inno delle Marche scritto dalla giovane rivelazione della musica italiana, Gianni Allevi? Poi ti informi sulla storia patria e scopri che l’ultima battaglia per l’indipendenza e l’unità d’Italia, che permise l’unione dei territori liberati da Garibaldi al Sud con quelli redenti dai Savoia a Nord, è stata combattuta qui a Castelfidardo. E allora ti accorgi, magari proprio rileggendo quelle magiche e malinconiche strofe dell’Infinito di Leopardi che hai studiato a memoria e ripetuto sui banchi di scuola nei pomeriggi d’autunno della tua infanzia italiana, quanto sia stato appropriato lo slogan scelto anni fa dalla Regione per promuovere il suo territorio: “Marche, l’Italia in una Regione”. Vi aspetta. la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 13 AIRBUS A380 Nel cielo sopra Zurigo di Cristina Forzani C ercate di immaginare 100 elefanti che volano. Impossibile?? No, mercoledì 20 gennaio è atterrato all’aeroporto di Zurigo un aereo che ha fatto molto parlare di sé, l’Airbus A380. L’eterna gara con Boeing per questa volta è vinta da Airbus, con il suo aereo per passeggeri più grande del mondo. Infatti, ne può contenere fino a 853, a due piani, con suite e salotti, con una stazza di 560 tonnellate. Nel caso specifico, questo volo non ospitava nessun passeggero: si è trattato di un “aircraft compatibility test”, per verificare l’idoneità e la compatibilità dell’aeroporto a gestire l’accomodation di un tale aereo, in grado di trasportare un così elevato numero di passeggeri. Un test voluto dalla Singapore Airlines, in virtù dell’interesse ad allacciare il traffico aereo con Zurigo, terza destinazione europea dopo Londra Heathrow e Parigi Charles de Gaulle. I numeri sono davvero esagerati: 72,7 m di lunghezza, 24,1 m di altezza e 79,8 m di apertura alare, 845 m2 di superficie, raggiunge gli 875 km/h, ha un’autonomia di 15200 km, 20 ruote per sostenerlo all’atterraggio. Il costo si aggira intorno ai 327 milioni USD. Airbus sembra attento all’ambiente: rumore ridotto del 50% grazie all’efficiente tecnologia del motore fornito da Rolls Royce Trent 900 o Engine Alliance e consumi ridotti. Dopo alcuni ritardi nella produzione dovuta a problemi all’impianto elettrico, che ne avevano messa in discussione la vendita, dal 2007 Airbus ha iniziato, seppur a singhiozzo le consegne della nuova aeromobile. Attualmente sono già 24 gli Airbus A380 operativi nei cieli: 10 della Singapore Airlines, 7 della Emirates Airlines, 6 della Qantas e 1 di Air France. 202 sono gli ordini ancora pendenti da 17 compagnie. L’obiettivo della Airbus era quello di costruire un aereo sicuro, con tecnologia d’avanguardia, lussuoso, e confortevole per i passeggeri che sostengono lunghi viaggi. Uno dei due piloti, che hanno effettuato il volo di prova su Zurgio, Hugo Perez, che vanta ben 14000 ore di volo, ci racconta che è molto confortevole anche per i piloti: una cabina di pilotaggio con un’ottima visuale e spaziosa, con interfacce chiare e semplici. Inoltre, ci confida che non è assolutamente vero che gli aerei più grandi sono più difficili da pilotare: l’Airbus è dotato di sofisticati simulatori e traffic controller. Difficile riuscire ad immaginarsi le suite e le poltrone di velluto, che su questo velivolo sono sostituite da sedili simili a quelli dei treni interregionali! Questo perché l’esemplare atterrato a Zurigo ospita solo tecnici di volo e ingegneri per test e simulazioni. Infatti, tutto il piano superiore è occupato da cisterne che vengono riempite d’acqua per simulare il peso e la gravità anche in assenza di passeggeri. La cabina di pilotaggio ospita i due piloti e un fly test engineer. L’evento, perché tale è stato, si è rivelato un successo, attirando un folto numero di giornalisti e una folla di adulti, bambini di tutte le età, desiderosi di partecipare ad un avvenimento che segnerà Zurigo per prossimi anni, rafforzando ancora di più la sua importanza a livello internazionale. la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 15 I vini di Alba Langhe e Roero presentati a Zurigo Barolo Barbaresco e gli Altri S i è svolta a Zurigo lo scorso 25 gennaio, nei saloni del Baur au lac, la presentazione delle nuove annate di Barolo e Barbaresco in procinto di entrare sul mercato. Un appuntamento che è ormai diventata una consuetudine: per conoscere le caratteristiche di quelli che sono tradizionalmente considerati i due rappresentanti nobili dell’enologia italiana, e, al contempo, per degustare gli altri vini di una regione particolarmente vocata com’è quella di Alba Langhe e Roero. Voluta dal Consorzio di Tutela e organizzata dalla Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, la presentazione si è articolata in due momenti ben circoscritti: la presentazione e la degustazione per la stampa, curata direttamente dal Presidente del Consorzio, Claudio Rosso; l’incontro fra i produttori, gli importatori e una nutrita schiera di appassionati. Un flusso costante di persone che nel corso della giornata hanno discusso, degustato e, senza dubbio, apprezzato i vini proposti. Barolo e Barbaresco, naturalmente, ma anche Roero, Dolcetto, Nebbiolo, Barbera fra i rossi e Arneis, principe indiscusso fra i bianchi. Se di Barolo e Barbaresco è scontato usare aggettivi di segno positivo, con legittime attese confermate nell’andamento delle ultime annate, comprese quelle che usciranno fra due (per il Barbaresco) o tre anni (per il Barolo) dall‘ultima vendemmia, per 16 la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 tutti gli Altri (13 sono i vini a tutela del Consorzio) il riscontro è dato dai segnali di un mercato che, seppur inevitabilmente toccato dalla crisi, vanno letti con ragionevole ottimismo. Se per il Dolcetto si conferma la tendenza ad un consumo circoscritto all’ambito nazionale, in modo particolare dentro quello che una volta si chiamava il Triangolo industriale delimitato da Torino Milano e Genova, per il Roero e gli altri vini a denominazione Nebbiolo si registra un incremento della produzione. In un contesto di irreversibile globalizzazione e di conseguente serrata concorrenza, la regione di Alba Langhe e Roero, a fronte di un tendenza che si accomoda sull’omologazione di vitigni cosiddetti internazionali, sceglie di puntare sul carattere identitario della sua produzione. Che si esplicita attraverso la valorizzazione di quelle uve, segnatamente il nebbiolo, barbera e arneis che tradizionalmente sono coltivate e danno i migliori risultati (fatte rare rispettabili eccezioni in altre zone del Piemonte, come Gattinara, e in Valtellina) su queste tondeggianti colline. Una scelta che se perseguita con una strategia di lungo respiro, ha le carte in regola per risultare vincente, in modo particolare in Svizzera, Paese che al territorio delle Langhe guarda da sempre con particolare interesse. Il presidente del Consorzio Claudio Rosso ed il segretario generale della CCIS durante la presentazione alla stampa. la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 17 Rilevazione svizzera della struttura dei salari Il panorama salariale in Svizzera nel 2008 Nel 2008, in Svizzera il salario lordo mediano ammontava a 5823 franchi. Per gli impieghi più qualificati, gli scarti salariali sono aumentati, mentre sono rimasti stabili per i posti poco qualificati. I salari dei top manager hanno conosciuto una notevole crescita, in particolare nel settore finanziario. Dal 2000 la percentuale di impieghi a basso salario continua a diminuire. Questo è quanto emerge dai primi risultati della rilevazione svizzera della struttura dei salari 2008 realizzata dall’Ufficio federale di statistica (UST) N el 2008, il salario lordo mediano ammontava a 5823 franchi al mese. Il 10 per cento dei dipendenti con i salari più bassi guadagnava mensilmente meno di 3848 franchi, mentre il 10 per cento delle persone meglio remunerate beneficiava di un salario superiore a 10’538 franchi. Se la distribuzione dei salari tra i lavoratori dipendenti non ha subito grandi cambiamenti rispetto al 2006, dal 2002 negli impieghi più qualificati gli scarti salariali non hanno cessato di crescere. Il panorama salariale varia notevolmente in funzione dell’attività economica. Gli scarti salariali sono più accentuati rispetto al 2006, in particolare a causa degli aumenti salariali importanti registrati nel settore finanziario e nelle attività produttive a forte valore aggiunto. I salari superano così di gran lunga il salario mediano nei rami dell’industria chimica (7774 franchi), della ricerca e dello sviluppo (8061 franchi) come pure delle banche (9127 franchi). Sul lato opposto della scala salariale troviamo l’industria tessile (5026 franchi), l’industria del cuoio e delle calzature (4259 franchi) e i servizi personali (3683 franchi). In aumento la parte dei bonus In Svizzera, più di 1 dipendente su 4 (27,6%) riceve dei bonus, ossia dei pagamenti annuali che vanno ad aggiungersi al salario fisso di base. Da 10 anni, il valore medio di questi bonus è aumentato progressivamente, passando da 6852 franchi lordi nel 1998 a 13’068 franchi nel 2008. La quota dei dipendenti che percepiscono dei bonus, nonché l’ammontare di questa componente variabile del salario variano notevolmente a seconda dell’attività economica svolta e del livello di qualifica richiesto dal posto di lavoro. Nel 2008, quasi 3 dipendenti su 4 operanti nel settore bancario hanno beneficiato di un bonus annuo pari a 45’300 franchi in media (posti più qualificati: 139’500 franchi); nelle assicurazioni è stato il 67,7 per cento dei dipendenti a ricevere un bonus, il cui ammontare medio era di 19’380 franchi (posti più qualificati: 55’020 franchi). Queste proporzioni cambiano considerevolmente, ad esempio, nel commercio al dettaglio dove il 17,1 per cento dei dipendenti ha ricevuto un bonus del valore medio di 5280 franchi (posti più qualificati: 21’144 franchi). Sull’insieme dei settori economici, tale valore ammontava a 2820 franchi per i dipendenti che occupavano i posti meno qualificati. Grossi divari salariali tra i top manager Nel 2008, per l’insieme dei rami economici, il salario lordo dei top manager (ossia il 10 per cento dei quadri superiori meglio retribuiti) ammontava la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 19 La nuova pasta integrale Barilla. Ricca di fibre e sostanze nutritive. 100% di gusto. Tipicamente Barilla. Pasta al dente, con tutto il gusto dell’italianità, di una bontà senza compromessi. La nuova pasta Barilla Integrali nasce con un procedimento di macinatura esclusivo, è ricca di fibre naturali e contiene preziose sostanze nutritive. Barilla Integrali esiste in quattro formati di pasta classici: gli Spaghetti no. 5, le Pennette Rigate, i Fusilli o le Pipe Rigate. Barilla Integrali: l’alimentazione sana diventa anche varia e gustosa! No 1 in Italia 1. TABELLA SALARI: AREE GEOGRAFICHE (SETTORE PRIVATO) Impieghi più Impiegati meno qualificati qualificati Svizzeri Zurigo Nord-Ovest Lago Lemano Svizzera Centrale Svizzera Orientale Ticino 10’828.12’667.11’651.10’833.10’084.9’257.8’667.- 4’422.4’384.4’570.4’550.4’384.4.333.3’901.- 2. TABELLA SALARI: SECONDO LIVELLI DI FORMAZIONE Università Scuole superiori Apprendistato Impieghi più qualificati 13’001.11’091.8’122.- Impieghi meno qualificati 5’614.5’707.4’799.- 3. TABELLA SALARI: TOP MANAGERS Hotelleria Ristorazione Costruzioni M acchine Amministrazione federale Chimica Banche 9’965.13’585.20’988.19’523.38’073.58’333.- ad almeno 23’942 franchi mensili. Tuttavia, esso varia marcatamente a seconda del settore economico. I quadri superiori meglio remunerati hanno tutti beneficiato di un salario superiore a 38’073 franchi al mese nell’industria chimica, a 47’469 franchi nei servizi finanziari e assicurativi e superiore a 58’333 franchi nel settore bancario. Considerando sempre i top manager, i salari più bassi sono stati versati invece nei settori dell’amministrazione pubblica (19’523 franchi), del commercio al dettaglio (14’707 franchi), delle costruzioni (13’585 franchi) e delle attività alberghiere e di ristorazione (9965 franchi). Tra il 2006 e il 2008, la crescita salariale maggiore è stata rilevata nel settore bancario, dove i salari dei top manager sono progrediti mediamente del 38,8 per cento, a fronte di una crescita dell’11,5 per cento nell’insieme dei settori economici. Continua il calo del numero di posti di lavoro a basso salario La quota di dipendenti con salari inferiori a 3500 franchi lordi mensili per un posto a tempo pieno è diminuita anche nel 2008, scendendo al 5,4 per cento (2006: 6,2%). Nello stesso periodo è calata anche la quota di posti di lavoro con un salario inferiore a 4000 franchi al mese (2006: 14,1%; 2008: 12,4%). Il volume di posti di lavoro a basso salario, ossia quelli con un salario lordo inferiore a 3500 franchi, varia fortemente secondo i settori RILEVAZIONE SVIZZERA DELLA STRUTTURA DEI SALARI (RSS) 2008 La rilevazione svizzera della struttura dei salari è realizzata a intervalli di due anni nel mese di ottobre mediante un questionario inviato alle imprese. Nel 2008 ha coinvolto quasi 45’000 imprese. Con circa 1,7 milioni di dipendenti, la RSS fornisce un quadro rappresentativo della situazione salariale delle persone che lavorano nell’industria e nei servizi a livello svizzero e a livello delle Grandi Regioni. Per consentire un raffronto tra i salari versati per gli impieghi a tempo pieno e quelli a tempo parziale, gli importi rilevati sono convertiti in redditi mensili standardizzati, e cioè calcolati sulla base di una durata unitaria del lavoro di 4 1/3 settimane di 40 ore. La mediana è il valore al di sotto del quale si trova esattamente la metà dei salari e al di sopra del quale si trova l’altra metà. la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 21 economici: costituisce l’8,5 per cento degli impieghi nel commercio al dettaglio, il 23,1 per cento nelle attività alberghiere e di ristorazione e fino al 40,6 per cento nei servizi personali, mentre è del 4,0 per cento nella fabbricazione di strumenti di precisione e nell’orologeria, del 2,9 per cento nel settore sanitario e dello 0,7 per cento nelle assicurazioni. Tra il 2006 e il 2008, in Svizzera, il numero di persone con un posto di lavoro a basso salario è sceso da 199’300 a 182’600. La domanda di manodopera straniera altamente qualificata spinge i salari verso l’alto I dipendenti di nazionalità straniera che occupano i posti di lavoro che richiedono le qualifiche più elevate guadagnano in media più dei loro colleghi svizzeri, ossia 11’765 franchi contro 10’777 franchi. La differenza salariale tra stranieri e svizzeri per i posti altamente qualificati varia tuttavia fortemente a seconda del tipo di permesso di soggiorno: i titolari del permesso di domicilio (permesso C) guadagnano mediamente 861 franchi in più dei loro colleghi svizzeri. Lo scarto salariale raggiunge 1235 franchi per gli stranieri con permesso L (dimoranti temporanei) e 2256 franchi per coloro in possesso del permesso B (permesso di dimora). Unicamente i titolari di un permesso G (permesso per frontalieri) guadagnano leggermente meno dei loro colleghi svizzeri. Per i posti poco qualificati, i salari dei dipendenti svizzeri sono invece sistematicamente più elevati rispetto a quelli dei loro colleghi stranieri. Così, gli svizzeri guadagnano mensilmente 279 franchi in più dei loro colleghi stranieri con permesso G (permesso per frontalieri), 616 franchi in più rispetto a quelli con permesso B (permesso di dimora) e 1045 franchi in più rispetto ai dimoranti temporanei (permesso L). La gerarchia regionale dei salari: Zurigo al primo posto Il panorama salariale in Svizzera varia anche da un punto di vista geografico. Per gli impieghi maggiormente qualificati, i salari più elevati sono pagati nella Grande Regione di Zurigo (12’667 franchi), nella Svizzera nordoccidentale (11’651 franchi; BS, BL, AG) nonché nella Regione del Lemano (10’833 franchi; VD, VS, GE). Il fanalino di coda è rappresentato dal Ticino, dove i salari sono i più bassi a prescindere dalla qualifica richiesta dal posto di lavoro (8667 franchi per i posti altamente qualificati e 3901 franchi per i posti meno qualificati). Queste disparità regionali possono essere spiegate in parte con la concentrazione dei settori a forte valore aggiunto in determinati bacini economici e con l’esistenza di differenze strutturali in relazione ai livelli di qualifica richiesti dai posti di lavoro sui mercati regionali. 4. TABELLA SALARI: BASSI % impieghi con meno di 3’500.% impieghi con meno di 3’500.- 2002 8,8% 17, 9% 2004 7,1% 15,8% 2006 6,2% 14,1% 2008 5,4% 12,4 Nel 2008, erano 138’900 i posti di lavoro con un retribuzione inferiore a 3’500.- mensili Nel 2008, erano 318’500 i posti di lavoro con un retribuz ione inferiore a 4’000.- mensili 5. TABELLA SALARI: SVIZZERI/STRANIERI Categorie Più qualificati Svizzeri 10’777.Stranieri (totale) 11’765.Domiciliati (C) 11’638.Dimoranti (B) 13’033.Corta durata (L) 12’030.Frontalieri (G) 10’526.6. TABELLA SALARI: UOMINI / DONNE Uomini Totale 6’248.Quadri superiori 10’821.Impieghi Meno qualificati 4’868.Anni di servizio (10-19) 6’305 Meno qualificati 4’632.4’320.4’487.4’016.3’587.4’353.- Donne 5’040.- (-19,3%) 7’377.- (-31,8%) 4’131.- (-15,1%) 5’661.- (-10,2%) la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 23 Retail Outlook 2010: commercio al dettaglio elvetico tra timori e speranze Nel 2010 i fatturati del commercio al dettaglio svizzero dovrebbero ridursi dello 0,5% circa, come mostra lo studio annuale sul commercio al dettaglio realizzato dal Credit Suisse e dalla società di consulenza Fuhrer & Hotz. Per quanto l’esclusivo sondaggio svolto tra i decisori del commercio al dettaglio e dell’industria indichi anche per il 2010 un ininterrotto ottimismo nel settore, con solo un intervistato su dieci che prevede per il nuovo anno una flessione dei fatturati e degli utili, gli economisti del Credit Suisse invitano tuttavia alla prudenza. Nel 2010 l’aumento della disoccupazione peserà sull’umore dei consumatori. L’immigrazione in ulteriore calo, inoltre, fornirà impulsi sì positivi, ma meno incisivi, per il commercio al dettaglio. Negli anni precedenti aveva dato un contributo significativo alla crescita del settore, salvaguardandolo nel 2009 da un possibile andamento negativo dei fatturati N onostante l'ottimismo tra i rappresentanti del settore, gli economisti del Credit Suisse prevedono per il 2010 una flessione dei fatturati e un calo dell'occupazione nel commercio al dettaglio elvetico. Alla base di questa attesa diminuzione dei fatturati dovrebbe esserci il ristagno dei budget delle economie domestiche alla luce dei modesti aumenti salariali e della crescita dei premi delle casse malati, nonché il generale incremento della disoccupazione e il calo dell'immigrazione. In particolare i beni di consumo ciclici, la cui durata di vita è piuttosto lunga, quali mobili, abbigliamento, gioielli e orologi, potrebbero continuare a risentire dell'avversione ai consumi. Vista la maggiore sensibilità dei consumatori ai prezzi, gli autori dello studio prevedono un ristagno dei fatturati reali nei generi alimentari. Opportunità si ravvisano invece nel settore convenience, protagonista di un vero e proprio boom. Lo studio illustra inoltre gli effetti dell'introduzione del principio del «Cassis de Dijon» sulla Svizzera, isola dei prezzi alti. I rappresentanti del settore mostrano grande ottimismo Nell'autunno 2009 la società di consulenza Fuhrer & Hotz ha svolto un sondaggio tra 149 decisori del commercio al dettaglio elvetico e dei suoi fornitori dell'industria svizzera. Nel 2009, anno della crisi, l'incertezza era grande e la pianificazione di conseguenza risultava difficile. Il 48% degli intervistati resterà infatti al di sotto del budget per quanto riguarda il fatturato, il 29% per quanto riguarda gli utili. Nonostante le prospettive fosche, l'89% degli intervistati si attende per il 2010 un aumento dei fatturati e il 74% una crescita degli utili rispetto al 2009. Nella ripartizione del budget destinato al marketing, così com'era già avvenuto nel 2009, una maggiore quantità di fondi dovrebbe confluire nella promozione delle vendite, mentre la la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 25 Se i fatturati dei prodotti per la salute e la cura del corpo evidenziano da anni una crescita ininterrotta, il commercio di mobile… … e il commercio al dettaglio di abbigliamento, hanno registrato una chiara flessione dei fatturati. leva dei costi sarà applicata molto probabilmente nel budget destinato a pubblicità e PR. Da notare che, nonostante la saturazione del mercato e la recessione, il 34% dei commercianti intervistati ha in programma un'espansione della superficie di vendita, in media del 10%, mentre solo un commerciante prevede una riduzione. La superficie di vendita pro capite, che in Svizzera raggiunge già un valore record nel raffronto europeo, continua dunque a crescere, circostanza che, complice la saturazione del mercato, si ripercuote negativamente sulla produttività delle superfici. Migrazione come colonna portante della crescita settoriale In considerazione della più pesante recessione dagli anni Settanta, il 2009 si è dimostrato un buon anno per il settore. Sono due i fattori che nel 2009 hanno sostenuto notevolmente il commercio al dettaglio. Dopo una tornata salariale soddisfacente, molte economie domestiche disponevano di un maggior potere d'acquisto e oltretutto i prezzi erano orientati al ribasso. Il potenziale di clientela dei dettaglianti, inoltre, è tornato a crescere grazie a un'immigrazione netta ancora robusta pari a circa 70’000 persone. Se ne deduce che, a fronte di una moderata eccedenza delle nascite e di una solo debole crescita delle spese di consumo per ciascuna economia domestica, la migrazione è un importante fattore di domanda. Per la prima volta gli economisti del Credit Suisse hanno cercato 26 la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 di stimare questo «effetto migrazione». La valutazione giunge alla conclusione che nel periodo 2003–2007 l'immigrazione netta è stata responsabile di oltre la metà della crescita del commercio al dettaglio di generi alimentari. I fatturati dei gruppi di merci mostrano chiari cicli di consumo I fatturati dei vari comparti mostrano chiaramente che nel 2009 il commercio al dettaglio di generi alimentari è stato la colonna portante della congiuntura del settore. Anche i fatturati dei prodotti per la salute e la cura del corpo evidenziano da anni una crescita ininterrotta. Più deboli sono stati nel 2009 gli affari nel restante settore «non food». In particolare il commercio di mobili, il commercio al dettaglio di abbigliamento, nonché le orologerie e le gioiellerie hanno registrato una chiara flessione dei fatturati. Un'analisi approfondita dei risultati per gruppi di merci mostra cicli di consumo prossimi alla perfezione teorica. I prodotti di uso quotidiano mostrano ad esempio una scarsa volatilità e tengono bene anche in tempi di crisi. I prodotti di maggiore durata vitale quali orologi e gioielli, mobili, elettronica e – in misura leggermente minore – l'abbigliamento seguono per contro cicli decisamente più marcati. L'analisi degli andamenti tendenziali mostra inoltre che questi beni anticipano fino a tre trimestri il fatturato totale del commercio al dettaglio. Cresce la produttività, si riduce l'occupazione Come conseguenza delle razionalizzazioni e dell'aumento della superficie di vendita per ciascun occupato, negli ultimi anni il commercio al dettaglio, tradizionalmente caratterizzato da una scarsa produttività, ha guadagnato notevolmente terreno rispetto alla media dell'economia elvetica. Dal 1999 la produttività del lavoro è cresciuta in media del 3,3% all'anno. Con la recessione il settore tornerà a scontrarsi con la dura realtà in tema di occupazione. Mentre per il 2009 quest'ultima dovrebbe far segnare una moderata flessione dell'1%, per il 2010 gli economisti del Credit Suisse si attendono un calo più accentuato del 2,5% nel settore. Cassis de Dijon: un importante passo verso la liberalizzazione, ma non una panacea Si nutrono grandi speranze di riuscire a far vacillare l'isola elvetica dei prezzi alti con l'introduzione unilaterale del principio del «Cassis de Dijon» nel 2010. Soprattutto nel commercio al dettaglio di generi alimentari le differenze di prezzo rispetto ai vicini paesi stranieri sono ancora molto elevate. Nella loro analisi, tuttavia, gli economisti del Credit Suisse giungono alla conclusione che queste speranze potrebbero in parte essere deluse. Regolamentazioni speciali nel settore dei generi alimentari e un elevato standard di qualità dei dettaglianti in merito alla dichiarazione di origine dei prodotti riducono l'impatto del principio del «Cassis de Dijon». Ciononostante gli economisti ritengono che questa misura rappresenti un tassello importante nei progetti di liberalizzazione della Confederazione. Altre misure quali la soppressione del divieto di importazioni parallele di prodotti protetti da brevetto o un eventuale accordo di libero scambio nel settore agricolo con l’UE possono sortire pienamente il loro effetto solo se le importazioni non vengono complicate da ostacoli tecnici al commercio. I decisori intervistati nel quadro del sondaggio di Fuhrer & Hotz hanno comunque pareri divergenti sugli effetti del principio del «Cassis de Dijon», poiché solo la metà prevede un sensibile calo dei prezzi nel commercio al dettaglio di generi alimentari. Il 61% degli intervistati è inoltre del parere che saranno soprattutto i discount a beneficiarne. Boom del mercato convenience: opportunità intatte Il mercato retail del convenience elvetico sta vivendo da anni un vero e proprio boom e al momento detiene una quota di mercato del 10% circa sul commercio al dettaglio di generi alimentari. Nella loro analisi gli autori dello studio constatano che, per effetto di sviluppi socio-economici, le opportunità di questo mercato si mantengono intatte. Modelli di lavoro flessibili, l'elevata quota di occupazione femminile e la tendenza a un acquisto più frequente e spontaneo sono importanti motori del mercato. Cresce inoltre ininterrottamente il numero dei nuclei familiari composti da una o due persone, considerati il classico target per il mercato convenience. Le economie domestiche più piccole sono anche quelle che negli anni passati hanno incrementato maggiormente le proprie spese per generi alimentari e voluttuari, dando così un importante contributo alla crescita del commercio al dettaglio di generi alimentari nel suo complesso. Gli esperti vedono potenziali rischi per il settore convenience nell'andamento demografico, nonché nell'eventualità che, sulla scia della liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi, anche molti supermercati decidano di restare aperti fino a tarda sera, privando così i convenience store di questo vantaggio concorrenziale. Un raffronto con l'importante mercato convenience britannico mostra che in Svizzera, per effetto del quadro normativo, la percentuale dei negozi presso le stazioni di servizio è estremamente elevata. In Gran Bretagna, dove poche sono le restrizioni agli orari di apertura, da anni l'importanza dei negozi presso le stazioni di servizio sta diminuendo a favore di singoli negozi situati in posizione centrale. *La pubblicazione «Suisse Issues Settori – Retail Outlokk 2010, fatti e tendenze» è disponibile in internet in italiano, francese e tedesco, all’indirizzo: www.credit-suisse.com/research (economia svizzera/settori) IL PRINCIPIO DEL CASSIS DE DIJON È un principio che garantisce la libera circolazione delle merci nel grande mercato europeo. In pratica: se un prodotto può essere venduto in Francia o in Italia deve poter essere smerciato anche in Svizzera senza essere sottoposto a ulteriori controlli o certificazioni. Questa apertura dovrebbe portare a una maggiore concorrenza e a una riduzione dei prezzi. Il principio del Cassis de Dijon scaturisce da una decisione presa nel 1979 dalla Corte di giustizia delle comunità europee chiamata a esprimersi sulla distribuzione in Germania dell’omonimo liquore francese. A quell’epoca la Germania vietava l’importazio- ne del Cassis de Dijon in quanto non rispondeva esattamente alle prescrizioni legali in vigore nello stato tedesco. In seguito a un ricorso da parte francese la Corte europea aveva stabilito che i prodotti importati da un altro stato membro, fabbricati secondo le prescrizioni nazionali dello stato esportatore (dove sono legalmente in commercio), possono in linea di massima circolare liberamente in tutta l’Unione Europea. Sono ammesse limitazioni solo se assolutamente necessarie per ragioni di interesse pubblico, quali la tutela della salute. la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 27 La Clinica Schloss Mammern Un’azienda al servizio dei pazienti Un castello rinascimentale che si affaccia sul lago di Costanza, immerso in un parco, attorniato da vigneti e frutteti. La clinica Schloss Mammern offre ai suoi ospiti un'atmosfera mediterranea, ideale per la convalescenza e il riposo. Dal 1994 - dopo importanti esperienze professionali maturate nel settore alberghiero di alta gamma - la dirige con competenza e rigore E. Roger Gutersohn, giovane manager poliglotta con radici nordiche, ma ticinese (è nato a Lugano) e svizzero per nascita studi ed esperienze professionali. Con lui ci siamo intrattenuti per parlare di questa particolare struttura ospedaliera e delle modalità che riguardano il ricovero e la degenza L a clinica Schloss Mammern è una ospedale privato iscritta nelle liste ospedaliere del Cantone Turgovia. Ciò significa che l'accesso è garantito a tutti coloro che in quel cantone risiedono e che sono in possesso di un'assicurazione medica di base, che d’altronde è obbligatoria. "Il 22% dei nostri ospiti – ci racconta il direttore - proviene dal Cantone. Lavoriamo in collaborazione con gli ospedali e siamo specializzati in terapie post-operatorie e in riabilitazioni". Ne dobbiamo desumere che la maggioranza dei pazienti, che Gutersohn preferisce, con elegante sensibilità, chiamare ospiti, non risiede nel Cantone. Costoro sono soprattutto persone che godono di un’assicurazione privata, il cui ricovero avviene tramite prescrizione medica previo assen- so dell’assicurazione stessa. Fra questi figura anche una quota di pazienti stranieri, generalmente provvisti di una copertura assicurativa privata di validità internazionale. Generalmente si tratta di professionisti, costretti spesso all'estero per motivi di lavoro e che naturalmente necessitano di questo genere di copertura per potersi garantire l’assistenza medica di cui dovessero aver bisogno. La qualità del servizio offerto e l'alta competenza professionale dello staff medico sono i punti di forza della clinica. È in questo che trova giustificazione anche il livello delle tariffe: "Si passa dai 600 ai 1200 CHF al giorno – ci dice Gutersohn – molto dipende anche dal tipo di camera scelta, della privacy richiesta durante i trattamenti e dalla complessità delle terapie necessarie". Alla clinica, come ci conferma il direttore, non si effettuano operazioni. “Noi siamo specializzati in diagnostica, nelle cure post-operatorie e nella riabilitazione”, offrendo una vasta gamma di terapie nei reparti di Cardiologia, Reumatologia (ossa e muscoli), delle affezioni polmonari e riabilitazioni dovute a diagnosi di cancro. Un reparto è dedicato anche alla cosiddetta medicina palliativa, che si occupa dell’accompagnamento dei pazienti terminali (medicina palliativa). Gestione imprenditoriale e servizio personalizzato La famiglia Fleisch gestisce la clinica da quattro generazioni, conciliando lo spirito imprenditoriale con il valore di un servizio personalizzato. Con 250 dipendenti, compresa l’amministrazione, la clinica, ci spiega Gutersohn, è “un’azienda a la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 29 tutti gli effetti”. “Non riceviamo nessun sussidio dallo stato svizzero (cosa che invece succede per gli ospedali pubblici) nemmeno per i pazienti residenti nel Cantone. Paghiamo le tasse (gli ospedali cantonali ne sono esentati)”. “Il nostro scopo - oltre a quello primario del massimo di serietà ed efficienza delle prestazioni offerte ai nostri pazienti - da un punto di vista economico, è quello di realizzare un profitto, assicurando il massimo della qualità e cercando di limitare i costi”. In quest’ottica, vanno letti anche i puntuali investimenti effettuati con costante regolarità: "Lo scorso anno abbiamo investito due milioni e mezzo di franchi per la ristrutturazione delle stanze della clinica e quest'anno abbiamo deciso di continuare a investire nella manutenzione della struttura e dei macchinari e nell'acquisto di nuove attrezzature per le terapie". In questo periodo in cui si dibatte su una sorta tariffario da imporre alle cliniche e agli ospedali, la clinica Schloss Mammern sta studiando nuove strategie per affrontare un eventuale blocco sui costi, mantenendo inalterati gli standard raggiunti finora e la qualità dei servizi. “Le nostre prestazioni, oltre che cliniche, come naturale che sia, vogliono garantire un elevato standard al soggiorno dei nostri pazienti. Per questa ragione, particolare attenzione è posta all'arredo delle camere: funzionale e al contempo ricercato, all'ampia offerta di attività di intrattenimento, alla cura della gastronomia: sana, ma creativa e raffinate, alla biblioteca che offre opere in tre lingue diverse." È un modo anche questo di garantire un presente di prestigio, guardando ad un futuro (verosimilmente targato 2012) in cui nel settore medico ospedaliero si andrà profilando una specie di omologazio- ANTICA TRADIZIONE E TERAPIE ALL’AVANGUARDIA La Clinica Schloss Mammern propone una vasta gamma di prestazioni mediche. Essendo un ospedale di Medicina Interna per malattie acute con un'unità di riabilitazione integrata, tratta ogni disturbo nella sfera della medicina interna offrendo assistenza ospedaliera postoperatoria in caso di malattie di particolare gravità. La proposta comprende tutte le forme di riabilitazione insieme ad una varietà di programmi per la prevenzione. La Clinica Schloss Mammern, fondata nel 1866, si trova immersa in un paesaggio idilliaco ed è gestita da ormai quattro generazioni dalla Famiglia Fleisch. Là, dove un tempo regnavano i cavalieri di Mammern, prima di diventare la residenza degli abati di Rheinau, la storia e la tradizione continuano a vivere. La clinica, con i suoi 125 letti, è stata infatti ricavata da una profonda ristrutturazione del Castello di 30 la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 Mammern, edificato nell’anno 1621, e oggi la struttura dispone di fabbricati annessi moderni e camere dei pazienti arredate con tutti i comfort. Il paziente ha l’impressione di trovarsi in un suntuoso edificio di classe, e non in un ospedale convenzionale. Alla lunga tradizione, si affiancano i metodi più moderni in fatto di trattamento e terapia, e un servizio accurato e amorevole nella permanente assistenza medica. I locali di soggiorno arredati con buon gusto sono in grado di soddisfare anche le massime esigenze. Per l’intrattenimento degli ospiti sono disponibili una sala per conferenze, una biblioteca generosamente rifornita con opere in tre lingue, biliardo, pingpong, scacchi e molto altro. L’offerta è completata da un Internet Corner, dal servizio di lavanderia e pulitura a secco, dal salone di parrucchiere e da quello di estetica e pedicure. E. Roger Gutersohn dirige la clinica sin dal 1994. ne, con le varie casse malati che, per quanto concerne l’assicurazione di base, si adegueranno su dei costi di base prefissati (esemplificando: ci sarà una tariffa per un‘operazione all’anca, un'altra per un intervento al cuore e così via). Di converso, un maggior raggio d’azione resterà nell’offerta che dovranno garantire le assicurazioni private. Nella definizione di quella che potremmo definire un valore aggiunto, determinanti risulteranno anche le prestazioni che, in termini La stupenda cappella barocca, realizzata nel 1749, è un ambiente pieno di stile per concerti d’organo e di musica classica. Essa è inoltre un locale ideale per trovare la pace e dedicarsi alla meditazione. I collaboratori, selezionati con una lunga esperienza nella direzione e nel settore medico, sono una garanzia di qualità e progresso, ma anche di continuità nella gestione. La clinica può contare su sette internisti, il cui compito è offrire un’accurata assistenza medica ai pazienti. Grazie alla frequenza dei corsi aggiuntivi di specializzazione e al perfezionamento continuo dei medici viene garantita una vasta e accurata esperienza specialistica. L’attrezzatura del reparto medico è conforme ai requisiti più moderni e si colloca ai massimi livelli di una struttura ospedaliera di media grandezza. Il vitto vario e moderno in un ambiente ricco di fasci- di qualità del trattamento, di professionalità e di grado di esperienza dello staff medico e infermieristico, potranno offrire le cliniche private. In questo scenario la Clinica Schloss Mammerm intende continuare a svolgere un ruolo da protagonista. Parola di direttore. A pag 29: una veduta aerea della Clinica Schloss Mammerm, che si affaccia sul lago di Costanza, immersa in un parco, attorniato da vigneti e frutteti. no e stile trasforma i pasti quotidiani in un’esperienza speciale. La cucina è largamente apprezzata per i piatti equilibrati, moderni e di altissimo livello. Consulenti esperti dietisti redigono un piano alimentare personalizzato senza rinunciare al piacere del gusto. Attraverso la combinazione di una dieta personalizzata e l’esercizio fisico, si possono ottenere rapidi risultati nel dimagrimento. I menu di alto valore, sani e ricchi di energia rafforzano i pazienti che necessitano di un’alimentazione ricostituente. Anche chi ama semplicemente mangiare bene, trova nella gamma di piatti ricca di varianti il menu che soddisfa alla perfezione i gusti personali.Anche chi ama semplicemente mangiare bene, trova nella gamma di piatti ricca di varianti il menu che soddisfa alla perfezione i gusti personali. la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 31 Cio’ che pratichiamo dal 1958 ha oggi un nome: Fair-Relationship-Banking. Tutte le pubblicazioni bancarie affermano che il cliente è il «centro dell’attenzione»: cosa signica concretamente questa frase? E come fare per non perdere di vista questo «centro dell’attenzione», fra i tantissimi impegni di un’azienda moderna? Da più di 50 anni Finter Bank Zurich, banca svizzera di qualità, percorre la propria strada in autonomia: la nostra presenza sul mercato è sempre stata molto riservata, ma chi ha voluto conoscerci meglio ha presto scoperto che da noi il concetto di «valori» assume un’importanza molto rilevante. Fair-Relationship-Banking è ciò che i clienti possono chiederci e che noi dobbiamo dare loro: per tutti i clienti che non si accontentano di promesse, ma che desiderano provare davvero quanto possa essere diverso il Private Banking. Per ulteriori informazioni > www.finter.ch Fair-Relationship-Banking Sede centrale: Finter Bank Zürich S.A. Claridenstrasse 35 CH-8002 Zurigo Sedi e Affiliata: Lugano, Chiasso, Nassau Bahamas Assicurazione vita: FinterLife Vaduz Liechtenstein BENCHMARK di Nico Tanzi Da anni usiamo il termine “interattivo” per qualsiasi atto di comunicazione che preveda la possibilità per l’utente di interagire con il messaggio ricevuto. Fra non molto ricorderemo l’interattività come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi come una serie di tentativi un po’ naïf. Me ne sono convinto quando poche settimane fa ho assistito ad una presentazione della mia amica Nicole Yershon, responsabile dell’area Innovative solutions di una delle maggiori agenzie pubblicitarie, la OgilvyOne, che ha messo in piedi un fantascientifico “laboratorio creativo” in cui si intravvede davvero il prossimo futuro. Immersi come siamo nel mondo virtuale creato grazie alle “nuove tecnologie” (una definizione che comincia a suonare un po’ troppo generica e forse già obsoleta), siamo abituati ormai a performance, possibilità e strumenti sempre più nuovi e sofisticati. Ma il prossimo passo sarà un po’ più “pesante” di quelli che abbiamo percorso finora. Se la chiave di volta della nuova rivoluzione sarà – appunto – l’interattività, gli strumenti che sempre più ne saranno protagonisti sono, paradossalmente, due fra gli oggetti più familiari nella storia dell’uomo, a partire dalla seconda parte del secolo scorso: il telefono e il televisore. Cosa succederebbe – si chiede in un video dell’Ogilvy Digital Innovation Lab – se il tuo telefonino potesse vedere cose che il tuo occhio non può vedere? Se conoscesse i tuoi gusti e ti offrisse dei consigli? Se su un cartellone pubblicitario, nel momento in cui ci passi davanti, apparisse un messaggio rivolto espressamente a te? Il cellulare si è trasformato in pochi anni da “semplice” oggetto per telefonare a strumento multiuso per scambiare messaggi, navigare in rete, usare la posta elettronica, scattare fotografie, ascoltare musica, girare filmati; lavorare, giocare. La prossima trasformazione lo renderà un’autentica protesi virtuale, in grado di interagire con l’ambiente circostante, offrendo al suo possessore indicazioni, suggerimenti e possibilità personalizzate fino all’inverosimile. (Il video della Ogilvy è facilmente reperibile in rete: vi consiglio di andare a guardarlo). Da parte sua, il televisore (o meglio: il mondo della televisione) in questi anni è rimasto tutto sommato a guardare. Rispetto alla vera e propria trasformazione antropologica avvenuta grazie alla diffusione del personal computer e di tutto ciò che ne è seguito, il ruolo di quello che un tempo si chiamava “piccolo schermo” è mutato sì, ma non più di Fra cellulari intelligenti e internet sulla tv si prepara la prossima rivoluzione tanto. È vero, siamo passati dal bianco e nero all’alta definizione; guardiamo dvd, registriamo programmi, compriamo film e sport on demand; e alla tv di casa colleghiamo anche la Playstation o la Wiii. Ma di fatto, almeno per la gran parte degli utenti, l’abitudine di sedersi davanti alla tv per guardare il telegiornale o i programmi serali, o di tenerla accesa mentre si fanno i lavori domestici, è più o meno la stessa oggi rispetto a trenta o quaranta anni fa. Si era intuito fin dagli anni Novanta che la vera rivoluzione, per la tv, sarebbe avvenuta nel momento in cui sullo schermo domestico fossero confluiti i contenuti di Internet. La convergenza di televisore e personal computer, sotto il profilo tecnologico, è possibile da tempo. Di fatto però è solo ora che si comincia a fare sul serio. Probabilmente perché il consumo di video, un tempo terreno esclusivo della televisione, oggi si è diffuso massicciamente sugli altri schermi che fanno parte della nostra quotidianità: quelli del computer e del telefonino. Il 2010, come ha scritto Alessandro Longo sull’Espresso, sembra essere l’anno della svolta. I principali produttori di apparecchi tv hanno lanciato sul mercato modelli che consentono la possibilità di collegarsi non solo a siti di informazione e portali video, YouTube sopra tutti, ma anche a social network come Facebook, MySpace e Twitter. Si tratta per ora di accordi parziali fra i produttori e i gestori dei contenuti web. Non è ancora il momento, cioè, di navigare liberamente in rete davanti al televisore del salotto di casa. O meglio: con alcuni modelli (quelli che utilizzano il sistema Net Tv della Philips) la cosiddetta “Internet aperta” è possibile, ma la visualizzazione delle pagine sullo schermo e la velocità di caricamento sono ancora piuttosto approssimative. Quando anche questo problema sarà risolto, l’interattività potrà davvero dirsi compiuta. Facile immaginare quale offensiva pubblicitaria si prepari per allora: “Vediamo in tivù un film ambientato alle Antille – scrive lo stesso Longo – e ci viene una voglia irresistibile di una settimana al mare e al sole. Schiacciamo un tasto del telecomando ed ecco, sempre in tv, i voli low cost per le spiagge esotiche. Un altro tasto e vediamo se dal nostro aeroporto i voli sono regolari. Ma perché non coinvolgere gli amici? Entriamo in un social network, e scriviamo: parto la prossima settimana, chi viene con me?”. Ed è solo l’inizio. la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 33 Una seconda opinione di prima scelta. Il portatore può incassare questo assegno per una consulenza e un’analisi sul portafoglio del valore fino a IN LETTERE: CINQUE MILA/OO FRANCHI SVIZZERI Offerta valida fino al 31 dicembre 2009. Nessun rimborso in contanti né possibilità di accumulo. 300309LR La invitiamo a incassare questo assegno per ottenere una consulenza specialistica sulla struttura del suo portafoglio. Potrà così beneficiare delle fondate informazioni di ricerca della nostra istituzione come pure della nostra presenza globale e delle nostre relazioni di lungo periodo con i gruppi di clienti privati più esigenti al mondo. Staccate il presente annuncio e speditelo unitamente al vostro biglietto da visita ad ABN AMRO BANK (Svizzera), Beethovenstrasse 33, CH-8002 Zurigo. Potete inoltre visitare il nostro sito web all’indirizzo: www.abnamro.ch e cliccare sull’assegno che appare nella finestra pop-up oppure telefonarci al: +41 44 631 41 11. Abbiamo uffici anche a Basilea, Ginevra e Lugano. BUROCRATICHE di Luigi Cortese Ritorna la bolla fiscale accompagnatoria La parola del pubblico ufficiale vale di più Obbligatorio esibire il permesso di soggiorno È tornato l’obbligo del documento di accompagnamento dei beni viaggianti. Tutti i trasporti conto terzi devono infatti essere scortati dalla scheda di trasporto, che deve essere compilata a cura del committente e conservata a bordo del veicolo, oppure da un documento equipollente. Se si sgarra, scatta il fermo amministrativo del mezzo. Sono esonerati soltanto i trasporti che hanno per oggetto più partite di merci, di peso inferiore a 50 quintali, per conto di committenti diversi, ma a condizione che siano accompagnati da altra idonea documentazione. Non proprio la vecchia bolla accompagnatoria fiscale, dunque, ma qualcosa di molto simile sul piano pratico e di altrettanto terribile sul piano sanzionatorio. Iscrizione anagrafica e idoneità per stranieri L’iscrizione anagrafica con riserva di verifiche sull’idoneità dei locali in particolare per gli stranieri. Ronde sotto stretta osservazione e attive solo con il pieno gradimento dei sindaci. Stretta su writers, vandali, pirati stradali ed extracomunitari. Ma anche via all’addizionale notturna sulle multe e modifiche in materia di occupazione abusiva di suolo pubblico. Sono queste alcune delle numerose novità di interesse per gli enti locali introdotte dal pacchetto sicurezza (legge 94/2009) approvato lo scorso anno. Sarà difficile mantenere l’iscrizione anagrafica in ambienti non adeguati, specialmente nei comuni che prenderanno sul serio la nuova previsione dell’art. 3/38° della legge 94/2009. Questa disposizione, riscritta e resa più leggera rispetto alla previsione iniziale, prevede ora che «l‘iscrizione e la richiesta di variazione anagrafica possano dar luogo alla verifica, da parte dei competenti uffici comunali, delle condizioni igienico sanitarie dell‘immobile in cui il richiedente intende fissare la propria residenza». In buona sostanza nulla di nuovo rispetto al passato, almeno sulla carta. Le novità per i Comuni: l’iscrizione anagrafica di tutti i cittadini: possibilità di contestare più efficacemente l’uso abitativo di locali non idonei con regolamenti comunali ad hoc; il congiungimento familiare stranieri: saltando il riferimento alle disposizioni regionali viene lasciato spazio ai Comuni per disciplinare l’idoneità abitativa; le ronde al via solo se gradite al Sindaco: spetta al primo cittadino decidere l’attivazione del servizio volontario di controllo del territorio urbano per le ronde; città più pulite e stretta sul writers: multe salate per i commercianti che venderanno bombolette ai minorenni e punizioni più severe per vandali e writers; il tesoretto comunale sulle multe serali: attenzione a non violare il codice stradale tra le 22 e le 7 di mattina: certe infrazioni aumenteranno del 33%. La tessera del tifoso avviata dalla Direttiva del Ministro Maroni non subirà slittamenti. Dall’avvio della stagione calcistica 2009-2010, pertanto, le società calcistiche devono garantire il rilascio della tessera del tifoso a chiunque la richiederà, contestualmente all’acquisto di un biglietto o all’esibizione dell’abbonamento. In ciascun settore degli impianti con capienza superiore a 7.500 spettatori devono essere previste «corsie dedicate» per i possessori della tessera e dei loro familiari o accompagnatori. Le società che non si sono adeguate a queste prescrizioni, nei casi più gravi, potranno subire la chiusura forzata dell’impianto sportivo. Stop alla circolazione affiancata nelle rotonde Le rotatorie devono infatti essere organizzate in modo da costringere i veicoli a circolare accodati e non per file parallele. Lo ha chiarito il Ministero dei Trasporti con il parere n. 50966. La circolazione dei veicoli all’interno di questi manufatti è spesso oggetto di controversie anche per evidenti errori di progettazione dell’impianto come la previsione di due corsie di marcia nell’anello. Questo tipo di realizzazione non è conforme alle regole tecniche approvate con il dm 19 aprile 2006, evidenzia innanzitutto il parere centrale. I conducenti che occupano la rotatoria, prosegue la nota, devono sempre circolare per accoramento, l’uno di seguito all’altro. Circa le regole di guida, specifica il Ministero, la precedenza normalmente spetta a chi ha già occupato l’anello. Inoltre, «durante la circolazione sull‘anello interno, che non può essere equiparata a una manovra, non ricorre l‘impiego dell‘indicatore di direzione; questo deve essere usato, in coerenza con quanto previsto dall‘art. 154 del codice stradale, per segnalare le manovre di ingresso e di uscita nel/dal flusso di circolazione». Dallo scorso 1° ottobre per conseguire o rinnovare il certificato di idoneità alla guida dei ciclomotori, non è più sufficiente una certificazione medica generica. Da la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 35 quella data viene infatti richiesta la stessa visita specialistica prevista per il conseguimento della normale patente. Lo ha chiarito il Ministero dei Trasporti con la circolazione n. 77410. La disciplina della circolazione dei ciclomotori è stata modificata con l’entrata in vigore del pacchetto sicurezza che ha disposto, tra l’altro, la parificazione del patentino alla normale licenza di guida anche per quanto riguarda la revisione, sospensione, revoca del titolo e sistema dei punti. Per questo motivo, a decorrere dal prossimo 1° ottobre, i requisiti psico fisico richiesti per la guida dei cinquantini saranno gli stessi richiesti per la patente di categoria A. Ma il quadro normativo risultante dalla riforma non sembra coerente con le intenzioni del legislatore. Perlomeno in riferimento ai conducenti minorenni che secondo quanto indicato dal Ministero dell’Interno con la circolare del 7 agosto 2009 risultano affrancati non solo dalle sanzioni amministrative pecuniarie ma anche dalla stessa decurtazione di punteggio. Quando l’etilometro non serve Non serve a nulla bere alcolici davanti alla polizia stradale per tentare di invalidare il successivo controllo strumentale con l’etilometro. Lo ha stabilito la Corte di 36 la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 Cassazione, sez. IV penale, con la sentenza n. 19950. Il trucco escogitato dall’automobilista è ingegnoso. Prima della verifica alcolica il conducente beve una bevanda alcolica nella speranza di condizionare il controllo della polizia. Nel caso esaminato dal collegio l’autista ha tamponato violentemente un veicolo e nonostante l’immediato intervento della polizia municipale che ha subito riscontrato evidenti sintomi di alterazione del comportamento, l’interessato non ha ritenuto di attendere l’avvio dell’etilometro preferendo rinfrescarsi le idee davanti a un alcolico nel bar vicino. Contro la conseguente denuncia per guida in stato di ebbrezza l’interessato ha quindi proposto ricorso fino in Cassazione ma inutilmente. Specifica infatti il collegio che «pur in assenza di alcun elemento che la confermi, l‘indimostrata tesi difensiva dell‘assunzione postuma di bevande alcoliche non rileva, comunque, ai fini della sussistenza della responsabilità, posto che quest‘ultima è stata ritenuta sulla scorta anche di elementi sintomatici dell‘ebbrezza di sicura affidabilità, quale la testimonianza resa al dibattimento dal vigile urbano che ebbe a constatare de visu le condizioni dell‘imputato subito dopo avere egli tamponato violentemente un furgone fermo al semaforo e procurato lesioni al suo conducente». In pratica già al momento del sinistro l’autista presentava tutti i sintomi della guida alterata dall’alcol ovvero alito vinoso e difficoltà di espressione e di movimento. E questo riscontro è già sufficiente a sostenere l’imputazione per guida in stato di ebbrezza alcolica. Verbale delle violazioni del codice della strada quasi infallibile. È infatti valido fino a querela di falso nel senso che per smentire la parola del vigile, che potrebbe aver mal percepito infrazioni come la mancanza della cintura di sicurezza, bisogna instaurare una lunga e complessa procedura nella quale la parola dell’automobilista non ha lo stesso peso di quella del pubblico ufficiale. Le sezioni unite della Cassazione, con la sentenza n. 17335 (2009), sono intervenute ad appianare le oscillazioni giurisprudenziali e a risolvere una questione «di massima importanza». «Nel giudizio di opposizione a ordinanza ingiunzione», ecco il nuovo principio affermato dal Collegio esteso, «del pagamento di una sanzione amministrativa è ammessa la contestazione e la prova unicamente delle circostanze di fatto della violazione che non sono state attestate nel verbale di accertamento come avvenute alla presenza del pubblico ufficiale o rispetto alle quali l‘atto non è suscettibile di fede privilegiata per una sua irrisolvibile oggettiva contraddittorietà, mentre è riservato al giudizio di querela di falso, nel quale non sussistono limiti di prova e che è diretto anche a verificare la correttezza dell‘operato del pubblico ufficiale, la proposizione e l‘esame di ogni questione concernente l‘alterazione del verbale, pur se involontario o dovuta a cause accidentali, della realtà degli accadimenti e dell‘effettivo svolgersi dei fatti». Permesso di soggiorno a pagamento Chi entra e soggiorna illegalmente nel territorio italiano commette un reato punibile con l’ammenda da 5.000 a 1.000 euro. Si pagherà per avere il permesso di soggiorno e chi vorrà stare un lungo periodo in Italia dovrà superare un test sulla nostra lingua. Chi non denuncia di essere stato vittima di estorsioni, non potrà partecipare a gare per affidamento di appalti di lavoro, forniture, servizi e concessioni di lavori pubblici. I beni mobili dei mafiosi andranno allo Stato, che potrà utilizzarli per operazioni di polizia giudiziaria e agli altri enti pubblici non economici per interventi di protezione civile e tutela ambientale. Tutto questo entra in vigore per effetto della legge n. 94/2009, al centro della circolare del Ministero dell’Interno n. 557, diffusa proprio in preparazione dell’entrata in vigore della normativa. …E SOPRATTUTTO Viene quindi, introdotto il reato di ingresso e di soggiorno illegale nel territorio dello Stato che consiste in una contravvenzione, punita con l’ammenda, applicabile allo straniero (cittadino non residente in paesi Ue) che entra o si trattiene sul territorio nazionale. A prescindere dal motivo per il quale lo straniero si trova in Italia, il rinnovo del permesso di soggiorno è richiesto dallo stesso al Questore della provincia in cui dimora, almeno sessanta giorni prima della scadenza, ed è sottoposto alla verifica delle condizioni previste per il rilascio dal Tulps. Sulla commissione del reato, la legge indica che è il Giudice di Pace competente per territorio a doversi pronunciare. È possibile sostituire la condanna con l’espulsione con accompagnamento immediato alla frontiera (deve pronunciarsi, però, il Giudice di Pace). Si evidenzia che il nuovo reato è contestato allo straniero che entra o si trattiene in Italia. Gli stranieri dovranno portare sempre con sé il permesso di soggiorno. Infatti, è ora punibile lo straniero che, a richiesta degli ufficiali o agenti di pubblica sicurezza, non esibisce, senza giustificato motivo, oltre al passaporto o altro documento di identificazione, anche il permesso di soggiorno o altro documento attestante la regolare permanenza in Italia. Non è applicabile, quindi, nei confronti dello straniero respinto alla frontiera. Nel caso in cui lo straniero che entra o si trattiene sul territorio nazionale chieda la protezione internazionale, il procedimento penale è sospeso fino alla decisione sulla domanda di asilo. Quindi, lo straniero è sanzionabile qualora, pur esibendo un suo documento identificativo, non esibisca, senza giustificato motivo, anche il titolo che lo legittima a soggiornare regolarmente sul territorio nazionale. Entra in vigore l’obbligo, per lo straniero che richiede il permesso di soggiorno, di versare un contributo, compreso tra gli 80 e i 200 euro, il cui importo e le relative modalità di versamento saranno determinate con decreto interministeriale. Infine, chi vuole stare più tempo nel nostro paese, dovrà dimostrare di saper parlare l’italiano. Sono esenti dal versamento gli stranieri che chiedono il rilascio o il rinnovo per asilo politico, per protezione sussidiaria e per motivi umanitari. Ecco perché la legge sulla sicurezza ha introdotto una nuova disposizione, quella secondo cui, i soggiornanti «di lungo periodo», ai fini del rilascio, dovranno superare un test di conoscenza della lingua italiana, secondo criteri che saranno definiti da un apposito decreto ministeriale. la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 37 Ernst & Young, il vostro partner competente per: Assurance Tax Legal Transactions Advisory www.ey.com/ch ANGOLO FISCALE di Tiziana Marenco Libera circolazione dei capitali, scambio di informazioni e dividendi transfrontalieri all’interno dello spazio europeo (prima parte) Sentenza della Corte "Commissione vs. Repubblica Italiana" In una recente sentenza, la Corte di giustizia delle Comunità europee (Corte) ha deciso che il regime italiano d'imposizione dei dividendi che assoggetta utili versati a beneficiari residenti all'estero a un'imposizione meno favorevole di quelli versati a residenti italiani non è compatibile con la libera circolazione dei capitali prevista all'art. 56 del Trattato che istituisce la Comunità Europea (Trattato CE; cfr. art. 63 del nuovo Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea). La stessa libertà di circolazione dei capitali vale anche nei confronti di Stati terzi ed è inoltre prevista all'art. 40 dell'Accordo sullo Spazio economico europeo del 2 maggio 1992 (Accordo SEE). In mancanza di una normativa generale che regola la collaborazione (scambio d'informazioni), si giustifica però in quest'ambito un diverso trattamento fiscale dei dividendi qualora tra lo Stato di residenza della società che distribuisce un'utile e quello del beneficiario dello stesso non esista una convenzione che garantisca lo scambio delle informazioni rilevanti. In questo caso, infatti, il motivo imperativo della lotta contro la frode fiscale giustifica una restrizione della libertà di circolazione dei capitali quale per esempio l'emanazione di normative diverse a dipendenza dello Stato di residenza del beneficiario dei dividendi. Anche se il caso, che era pendente dal 2007, fa in parte riferimento a normative nel frattempo emendate, non manca certo di attualità. Qui di seguito ne commentiamo, dopo un breve riassunto della sentenza, il suo possibile impatto sui rapporti italo-svizzeri. Libera circolazione di capitali e Stati terzi Delle quattro libertà fondamentali (libertà delle merci; libertà delle persone, che include anche la libertà di stabilimento; libertà di prestazione dei servizi; libera circolazione dei capitali) solo il principio della libera circolazione dei capitali ha in forza del principio erga omnes validità anche nei confronti di Stati terzi. L'art. 40 Accordo SEE statuisce inoltre a sua volta che fra le parti contraenti dell'accordo non possono sussistere né restrizioni ai movimenti di capitali appartenenti a persone residenti degli Stati membri della Comunità o negli stati EFTA, né discriminazione di trattamento. Concorrenza tra libertà di stabilimento e libera circolazione dei capitali Come già deciso in più occasioni dalla Corte, la libera circolazione dei capitali si applica solo qualora la libertà di stabilimento non abbia il sopravvento. Nel caso di partecipazioni, la libera circolazione di capitali può essere invocata a mente della Corte solo se la partecipazione in oggetto non conferisce a chi la detiene una sicura influenza sulle decisioni della società interessata e non consente quindi di indirizzarne le attività. Mentre un tale influsso è sempre dato se la partecipazione è uguale o superiore al 50%, anche una quota inferiore, per esempio del 25% può essere sufficiente qualora il detentore della stessa in virtù di altri fattori sia di fatto in grado di controllare la società partecipata. Nel caso di una classica partecipazione minoritaria si applicherà invece il principio della libera circolazione dei capitali, che non ha però validità nei confronti di Stati non membri della CE. Violazione della libera circolazione dei capitali Nel caso concreto, la normativa italiana sulla tassazione dei dividendi prevede per società beneficiarie italiane un'esenzione del 95% e una tassazione dei restanti 5% al tasso normale del 33% (imposizione effettiva del 1.65%), mentre dividendi versati all'estero sono assoggettati ad un'imposta del 27% che può essere rimborsata su domanda sino a un massimo di 4/9, con un'onero finale del 15%. Pure in presenza di una Convenzione e di una riduzione al 5% o al tasso del 10%, si rileva quindi un onere fiscale superiore a quello dei dividendi versati a soggetti residenti in Italia. Contrariamente all'opinione della Repubblica italiana, questa differenza di trattamento non può essere giustificata facendo riferimento ai sistemi di imputazione d'imposta vigenti nello Stato del beneficiario del dividendo. Tale imputazione dipende infatti da una normativa straniera la cui applicazione non può essere garantita dalla Repubblica italiana. La Corte giunge quindi alla conclusione preliminare che una tale differenza di imposizione degli utili versati è idonea a dissuadere società stabilite in altri stati dall'effettuare investimenti in Italia, ragion per cui essa costituisce una restrizione alla libera circolazione di capitali incompatibile con le libertà del trattato di cui all'art. 56 del Trattato CE. (continua) [email protected] la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 39 ANGOLO LEGALE di Massimo Calderan Class action in Italia Con la legge finanziaria 2008 era stata introdotta in Italia “l’azione collettiva risarcitoria”, la cui disciplina è stata ripresa e profondamente rivista con la legge del luglio 2009. Essa ha rinominato tale azione come “azione di classe”. Tale azione risarcitoria era stata immediatamente ribattezzata, soprattutto dai media, come class action. La class action tuttavia è tipica dell’ordinamento anglosassone. Negli USA sono state promosse cause che hanno coinvolto cifre di rilievo: anche migliaia di soggetti promotori dell’azione processuale, risarcimenti molto alti con guadagni elevati dei studi legali per un’unica causa. In Italia la nascita di tale istituto processuale è legato alla volontà di offrire un’adeguata forma di tutela risarcitoria ai consumatori. Fonte di regolamentazione dell’azione collettiva prima e dell’azione di classe poi si trova nel Codice del Consumo. La class action all’italiana, come inizialmente introdotta, non era la copia perfetta della class action americana. Era volta ad accertare il diritto al risarcimento del danno che derivi da una condotta lesiva degli interessi di una complessiva categoria di individui, e che implica la difesa di un interesse qualificato come collettivo perché posto a tutela di un bene con una rilevanza per un’intera “classe” di persone. Si realizzava un’ipotesi ben diversa da quella in cui una serie di singoli individui ritiene opportuno aderire ad un’iniziativa cui potrebbero di diritto partecipare essendo in possesso di una serie di caratteristiche (l’aver subito danni ben determinati a causa di un prodotto x dell’impresa y). Il giudice italiano avrebbe dovuto invece prima di tutto pronunciarsi su diversi presupposti preliminari alla prosecuzione del procedimento e, tra questi, vi sarebbe stata la verifica dell’esistenza o meno di un interesse collettivo suscettibile di tutela. In mancanza di questo requisito l’azione non avrebbe avuto seguito e la domanda sarebbe stata dichiarata inammissibile. La legittimazione a proporre l’azione spetta ora - diversamente da quanto previsto nella prima disposizione legislativa - a ciascun componente appartenente alla classe anche mediante associazioni cui dà mandato o comitati. La lontananza fra i sistemi giuridici fa sì che in Italia si siano poste diverse questioni in ordine alla legittimità di tale azione ed alla sua fattibilità pratica. In particolare in merito all’accertamento in un unico provvedimento del diritto al risarcimento in capo ad un soggetto, ma con un effetto che si estende a tutti coloro che hanno aderito all’azione. Alcuni aspetti critici erano legati alla definizione dell’ammontare del risarcimento dovuto oltre che alla relativa liquidazione. Peculiarità tutta italiana era la previsione di una procedura in camera di conciliazione per la determinazione della somma da corrispondere: una fase in cui sarebbe avvenuta una sorta di soluzione transattiva della controversia. Alcuni rilievi sono stati sollevati anche rispetto all’impatto economico ed ai costi che l’esperimento di tali azioni potrà comportare. Ad esempio nel caso di azione poi non accolta, con spese poste a carico delle associazioni riconosciute, tali costi andrebbero poi a ricadere sul contribuente. Qualche perplessità è legata anche all’effettiva rapidità della procedura. La nuova formulazione e disciplina dell’azione collettiva, denominata ora “azione di classe”, è sicuramente molto più vicina al modello originale americano: si parla, infatti, non più di interesse collettivo, ma di “diritti identici” e di “situazioni identiche” dei singoli consumatori che hanno subito danno o pregiudizio da parte di un’impresa. Ulteriore novità importante è proprio l’eliminazione della fase in camera di conciliazione; ora il giudice pronuncia sentenza definitiva di condanna con cui liquida le somme definitive dovute o stabilisce un criterio omogeneo di calcolo per la liquidazione. Nella sua ultima forma, quella entrata in vigore dal 1° gennaio 2010, l’azione di classe, quindi, assomiglia molto di più alla class action americana. L’introduzione di tale azione rappresenta comunque un segnale molto forte. L’azione, infatti, costituisce uno strumento che è pensato esclusivamente per l’interesse dei consumatori e vuole un riequilibrio fra le forze in gioco. È chiaro fin d’ora come l’importanza e la reale efficacia di tale strumento vadano tenute attentamente in considerazione. È fatto recente la richiesta di centinaia di milioni di euro di danni a UniCredit Banca S.p.A. e Banca Intesa S.p.A. da parte di Codacons (“Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori”) fondata sulla presunta violazione delle regole di massimo scoperto. La class action rischia di diventare in Italia uno strumento potenzialmente in grado di influenzare fortemente gli equilibri finanziari di determinati settori. [email protected] la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 41 CONVENZIONI INTERNAZIONALI di Paolo Comuzzi La Cassazione ed i criteri di collegamento previsti nelle convenzioni contro le doppie imposizioni È chiaro che lo scopo (importante ma non unico come abbiamo scritto in numerose occasioni) delle convenzioni contro le doppie imposizioni è anche quello di limitare la tassazione1 che i singoli stati possono applicare ma, e proprio qui è il punto, si deve vedere quando uno degli Stati contraenti ha il diritto di applicare una qualsiasi imposizione in merito al reddito che parte dallo stesso (stato della fonte) per giungere nell’altro Stato contraente (stato del percettore). Si tratta di determinare quelli che sono i criteri di collegamento2 tra lo stato della fonte ed il reddito e quindi di concludere in merito al diritto del primo dei due Stati di applicare una qualsiasi forma di tassazione (ie mediante una ritenuta alla fonte e/o la richiesta di una dichiarazione dei redditi). Assume quindi interesse vedere quale posizione abbia assunto nel corso del tempo la nostra Corte di Cassazione con riferimento al tema specifico dei criteri di collegamento necessari per concludere in merito alla tassazione di una determinata erogazione reddituale. Questa problematica del criterio di collegamento, vogliamo ripeterlo ancora, è una condizione essenziale per definire la tassazione di un determinato reddito ed assume importanza fondamentale. Le norme interne in materia Lo schema di azione dell’ordinamento italiano non è di grande complessità e possiamo facilmente riassumerlo nei seguenti passaggi metodologici: • Determinazione della condizione fiscale del soggetto percettore e quindi appurato che trattasi di soggetto non residente applicazione della tassazione sui soli redditi prodotti in Italia; • Determinazione se il quantum percepito dal soggetto estero può essere inquadrato nell’ambito dei redditi prodotti nel territorio dello Stato e quindi determinazione se allo stesso sia applicabile una qualche forma di tassazione in ragione della norma interna (che se così non fosse la disamina dovrebbe fermarsi a questo punto in quanto non 1 sarebbe necessario capire se esiste una esenzione di carattere convenzionale); • Determinazione dell’inquadramento del quantum percepito in termini di convenzioni contro le doppie imposizioni (di fatto si tratta di capire in quale norma convenzionale possa essere inquadrato quanto viene erogato); • Determinazione della tassazione che deve essere applicata (ovvero della aliquota di imposta che deve essere applicata al reddito che viene erogato al soggetto non residente). In questo schema di azione e sempre che ammettiamo la mera funzione di limitazione prevista dalle convenzioni contro le doppie imposizioni è chiaro che una eventuale mancanza di qualsiasi norma fiscale interna in tema di tassazione e/o la presenza di una esplicita norma di esenzione (come è quella che vedremo invocata nel seguito e riferita al reddito di lavoro dipendente) consente di sostenere che nessuna tassazione può essere applicata in quanto la norma convenzione non può mai giungere ad allargare il presupposto di imposizione ma solo a stringere lo stesso quando esso sia previsto in una norma interna. Possiamo dire che ormai si ritiene consolidata questa funzione limitativa delle convenzioni contro le doppie imposizioni, ma si deve anche dire che in alcune sentenze del 2008 e del 2009 la nostra Corte di Cassazione non sembra tesa ad accettare questo principio ma possiamo dire che la stessa procede su una strada diversa che andiamo a delineare nel paragrafo che segue. La Cassazione nelle sentenze 2008/2009 Le sentenze delle quali parliamo (proprio riferite al rapporto tra Italia e Svizzera3) prendono in esame il caso di un cittadino Italiano che svolge una attività di lavoro dipendente all’estero e che riceve una remunerazione da azienda italiana. Questa persona fisica invocava la applicazione di una norma (oggi non più vigente) che stabiliva una esenzione per il reddito di lavoro dipendente prestato all’estero in via continuativa e come Questo appare chiaro in una precisa sentenza della Corte della Cassazione richiamata nell’articolo da cui questo contributo trae spunto (vedasi nota che segue). 2 Il contributo trae spunto da un articolo di Paola Tarigo, Doppia imposizione e criteri di collegamento, Rassegna Tributaria N.6/2009. 42 la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 oggetto esclusivo del rapporto. Di fatto questi cittadini italiani, residenti fiscali all’estero ma a libro paga di aziende italiane, sostenevano che nessuna tassazione poteva applicarsi in Italia a quanto gli stessi percepivano in ragione della norma interna ed indipendentemente da una eventuale tassazione nello Stato estero [stato nel quale non si applicava alcuna forma di tassazione in quanto era la Convenzione contro le doppie imposizioni in essere ad impedire che una qualsiasi forma di tassazione potesse applicarsi]. In questa situazione la Corte di Cassazione stabilisce invece un principio diverso in quanto indica con chiarezza che: a) la norma invocata si applica in assenza di convenzione contro le doppie imposizioni; b) la norma si applica se nello Stato in cui si trova il percettore il reddito viene tassato; c) la riappropriazione (da parte italiana) del diritto di tassare alla luce della norma convenzionale (articolo 19 della convenzione tra Italia e Svizzera). E’ questo il punto critico del ragionamento: dire che la norma consente una riappropriazione del diritto di tassare senza che questa norma possa essere qualificata come norma specifica votata a tale scopo espone a critiche che la dottrina non manca di porre in grande evidenza. Una norma specifica in questo senso è contenuta nella convenzione tra Italia e Francia nella quale si afferma che una esenzione [da tassazione nello Stato della fonte] viene accordata in tanto quanto vi sia tassazione nello stato in cui si trova il percettore. Questa norma è esplicita e chiaramente rimette in gioco il diritto di imposizione dello Stato della fonte quando manca una qualsiasi norma interna che consenta allo Stato del percettore di tassare il reddito che viene percepito. Anche nella convenzione tra Italia e Polonia è prevista una normativa similare con riferimento alle remunerazioni erogate da enti pubblici e possiamo dire che si ha un criterio di collegamento esclusivo con lo stato che eroga la retribuzione sempre e solo quando detto Stato tassi in modo effettivo il reddito che viene ad erogare (cosa che il contribuente sosteneva essere illecita nel ricorso che aveva presentato in vigenza dell’ormai abrogato articolo 3 della normativa fiscale interna). Questa norma di collegamento sussidiario non esiste in alcun modo nella convenzione tra Italia e Svizzera e comunque una sua interpretazione a favore dello Stato italiano sarebbe comunque illecita. Se questa norma esistesse nel testo convenzionale e / o nel protocollo non vi sarebbe alcun diritto di tassazione in Italia (rectius non vi sarebbe stato alcun diritto di tassazione) ma questo diritto sarebbe rinato in capo alla Svizzera stato nel quale i percettori erano residenti fiscali e quindi tenuti a pagare le imposte. Siamo in presenza di norme che consentono di evitare una doppia non imposizione ma queste non sono norme che consentono allo Stato della fonte di prendere nuovamente un potere di tassazione che la norma interna gli nega (la norma della convenzione con la Polonia è esplicita in questo senso) e questo perché la norma convenzionale non è una norma che stabilisce chi deve tassare ma chi non deve tassare e nel caso in cui non vi siano altre norme il principio della non tassazione per norma interna resta certamente fermo e prevalente. In questa situazione non è lecito dire che lo Stato della fonte viene a riprendersi un qualsiasi diritto di tassazione in quanto lo stesso ha rinunciato a quel diritto in ragione di una norma interna (sempre invocabile dal contribuente) e non è la convenzione che consente un recupero di questo potere. Di nuovo va posto in evidenza che questa potestà consente all’altro Stato contraente di procedere con la tassazione prevista dalla sua norma interna e questo per evitare che si produca una doppia non imposizione. La nostra Corte di Cassazione ha dato per scontato che la doppia non tassazione sia un qualche cosa che deve essere escluso a priori ma non sembra che questo assunto (almeno per la dottrina) sia stato dimostrato in modo compiuto in quanto la Corte fa leva solo sul diritto interno affermando che non possono essere introdotte esenzioni in spregio della capacità contributiva. Sembra che la corte abbia voluto affermare un principio di giustizia sostanziale certamente da condividere se guardiamo allo scopo delle convenzioni ma criticabile se guardiamo alla normativa in quanto tale. Conclusione A nostro modo di vedere la impostazione della Corte di Cassazione si presta a critiche importanti che possono essere riassunte dicendo che la stessa non ha compiutamente tenuto presente che la materia della imposizione del reddito è regolata dalla sola norma interna (ovvero da TUIR che stabilisce cosa sia reddito ed in quale categoria lo stesso debba essere inquadrato). Non sussiste alcuna norma convenzionale che consente di sostenere che una certa fattispecie deve essere oggetto di tassazione in assenza di una norma che venga a stabilire una qualsiasi regola in materia (ie la norma convenzionale potrebbe stabilire anche il criterio di tassazione del danno emergente che per norma interna non è reddito) in quanto è sola la norma interna che stabilisce le regole in materia. Infine va posto in evidenza che in presenza di una norma di collegamento sussidiario non è lo Stato della fonte che si riprende il diritto di tassare ma quello del percettore che viene a riprendersi il suo di diritto (prima compresso dalla convenzione). Di questi elementi avrebbe dovuto certamente tenere conto la Corte di Cassazione nella sentenza che abbiamo riportato come commento prima di concludere in merito al diritto dello Stato di sottoporre ad imposta quanto erogato al cittadino Italiano residente all’estero. 3 Si tratta di una situazione strana in quanto le persone fisiche italiane facevano leva sulla norma interna per sostenere che nessuna tassazione fosse dovuta in Italia e sulla norma convenzione per sostenere che nessuna tassazione era dovuta nello stato in cui si trovavano ad essere residente fiscali. Una situazione palesemente abusiva in quanto dalla prevenzione della doppia imposizione si giungeva alla non imposizione del reddito mediante l’utilizzo di questa asimmetria normativa. la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 43 di Ingeborg Wedel Donne in carriera: Chiara Bertola Un vita per l’arte hiara Bertola è nata a Torino il 12 maggio 1961, ma vive e lavora ormai da vent’anni tra Venezia e Milano. E’ veramente un personaggio nell’ambiente artistico internazionale ed è stato molto impegnativo catturare la sua attenzione per il tempo di questa intervista, interessante specialmente per il lettore che ama l’arte! Si è laureata in Storia dell’Arte Contemporanea all’Università Cà Foscari di Venezia, con una tesi sull’Informale Italiano e ha successivamente frequentato i corsi di specializzazione in Storia dell’Arte e Archeologia all’Università di Siena. Divorziata, senza figli, si dedica anima e corpo a questa attività che di seguito, per esigenze di spazio riduciamo ad un rapido elenco di incarichi, Responsabile per l’arte contemporanea della Fondazione QUERINI Stampalia di Venezia. “Avere cura dell’arte per me significa cercare in qualche modo di partecipare al processo di creazione dell’opera insieme all’artista, sperando ogni volta di offrirgli le condizioni e gli stimoli per creare un nuovo lavoro”, ci confida Chiara. “Sono inoltre convinta di quanto l’incredibile ricchezza artistica italiana possa diventare “materia” stimolante di confronto per un artista contemporaneo che nel disegnare il presente tenga conto anche della memoria. Per accreditare il ruolo di luogo contemporaneo in una Fondazione che era principalmente una biblioteca, inizialmente ho costruito un programma invitando quasi unicamente artisti internazionali riconosciuti a cui chiedevo un progetto nuovo da presentare durante la Biennale, consapevole della forte visibilità che Venezia acquista in quei giorni”. Curatrice artistica della Fondazione FURLA di Bologna dal 2007 – ideatrice del premio FURLA per l’arte contemporanea, alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, realizzato in collaborazione con la Fondazione Querini Stampalia di Venezia, dedicato al sostegno di giovani artisti italiani. Direttrice artistica dell’Hangar Bicocca di Milano dal 2008. Nel 2007 è stata curatrice (con Angelo Valtese e Luca Massimo Barbero) del Padiglione Venezia per la 32° Biennale Internazionale d’Arte di Venezia – Curatrice (con altri collaboratori) della XVa edizione della Quadriennale di Roma nel 2008. Dal 2002 è membro del comitato scientifico dell’archivio VIAFARINI di Milano. È inoltre socio fondatore (anno 2001) di LOVE DIFFERENTE, insieme a Michelangelo Pistoletto e altri del Movimento Artistico per una politica del Mediterraneo. Nel 1996 è stata membro del gruppo dei curatori fondatori del Progetto ARS AEVI per la costituzione del nuovo Museo di Arte Contemporaneo di SARAJEVO. Collaboratrice della Rivista d’Arte Contemporanea Flash Art Italia dal 1990, ha al suo attivo molte pubblicazioni, C sempre riferite all’arte, di cui citiamo solamente un titolo: Curare l’Arte, edito da Mondadori/Electa nel 2008 ! È anche docente di Storia dell’Arte contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Venezia e Palermo. Nonostante i suoi pressanti impegni, con risultati positivi, ci ha confermato, molto semplicemente che – per farsi apprezzare – non basta una vita, mentre le difficoltà che si possono incontrare sono agevolmente superabili solamente rendendo credibile il proprio operato. La diffidenza verso la donna, a capo di un’attività, viene debellata agevolmente, presentando ottimi risultati. Gli ostacoli che incontra la nostra donna in carriera sono gli stessi che deve affrontare il manager maschile: sono tutti superabili con un impegno serio, credibile, nel proprio lavoro. Chiara afferma altresì che nella sua attività di donna manager non ha rilevato particolari vantaggi o svantaggi. Per quanto riguarda le intuizioni femminili, dice che non sa se siano superiori a quelli maschili, ma precisa: “il mio intuito mi ha sempre guidato nelle scelte; mi sono fidata e non mi ha mai delusa”. Per quanto riguarda la seduzione afferma che non è lei che seduce, ma resta sedotta dall’arte! Inoltre la maggiore soddisfazione per la nostra donna in carriera consiste nel realizzare i progetti e riuscire, poi, a creare interessi. I collaboratori femminili e maschili alle sue dipendenze sono praticamente trattati alla pari, senza alcuna concessione particolare per le donne. Le rinunce per Chiara, come donna in carriera – sono relative alla sua vita privata, che viene ridimensionata, non in termini qualitativi, piuttosto nella quantità di tempo da dedicare agli affetti, mentre per quanto riguarda gli hobby, per lei è molto importante e piacevole frequentare i giovani artisti da “lanciare” - che poi diventano amici -, ascoltare musica, sia classica che leggera, visitare mostre, viaggiare per approfondire la conoscenza dell’arte nel mondo. la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 45 Lucasdesign.ch BANCHIERI SVIZZERI DAL 1873 La magia esiste. Violino: Guarneri del Gesù, Panette, 1737. Ci sono istanti nella vita in cui avviene qualcosa di speciale. Come quando uno strumento unico incontra un interprete straordinario. Come quando incontrate la vostra banca. BSI AG Niederlassung Zürich, Schützengasse 31 CH-8022 Zürich Tel. +41 44 205 83 10 Fax +41 44 206 53 47 www.bsibank.com L di Vittoria Cesari Lusso L’ Elefante invisibile 1 San Valentino: vecchie leggende e nuove delusioni Il 14 febbraio, festa di San Valentino, è ormai diventata una data altrettanto popolare che il 25 dicembre. Si stima che ogni anno vengano spediti intorno alla metà febbraio un miliardo di biglietti di auguri. Numero non molto lontano da quello dei biglietti inviati per le feste di fine anno. Come si spiega un così grande successo? Confesso che personalmente fino a poco tempo fa credevo che all’origine dell’immenso traffico di pensieri e omaggi amorosi per la festività di San Valentino vi fossero soprattutto strategie commerciali alla costante ricerca di nuove occasioni di festa allo scopo di incrementare i consumi. Come succede per altre feste più o meno di recente invenzione o importazione. Mi sono documentata, e con mia sorpresa ho scoperto che invece San Valentino è una festa assai antica, anche se con il passare dei secoli il contenuto della festività è alquanto cambiato. Nell’antica Grecia, il periodo intorno alla metà di febbraio era associato all’amore e alla fertilità e dedicato al ricordo del matrimonio sacro tra Zeus ed Era. Durante l’impero romano, il 15 febbraio era consacrato a Lupercus, dio della fertilità, tradizionalmente raffigurato vestito di una pelle di capra. Il rituale prevedeva che i sacerdoti gli sacrificassero delle capre e che, dopo aver tracannato alcuni calici di vino, corressero nelle strade di Roma toccando i passanti con pezzi di pelle degli animali sacrificati. Le giovani donne si avvicinavano volentieri a loro per farsi toccare credendo che ciò favorisse la fertilità e facilitasse il parto. Si trattava quindi di riti dedicati non tanto all’amore romantico, quanto piuttosto alla fertilità. Fu Papa Gelasio I nel 496 a cristianizzare la festività decretando che il 14 febbraio sarebbe stato dedicato al santo e martire Valentino. Chi era Valentino? Ci sono almeno tre santi, tutti e tre martiri che portano il nome di Valentino. I due più conosciuti sono Valentino da Roma e, soprattutto, Valentino da Terni, vescovo dal 197 al 273 e venerato come santo, oltreché dalla chiesa cattolica, da quelle ortodossa e anglicana. La leggenda narra che Valentino si conquistò i “galloni” di patrono degli innamorati grazie ad alcuni episodi che gli conferirono la fama di grande specialista nell’alimentare le fiamme amorose. Secondo una narrazione, un giorno, passeggiando, Valentino vide una giovane e un giovane che stavano litigando e andò loro incontro porgendo una rosa e invitandoli a tenerla unita nelle loro mani: i giovani si allontanarono riconciliati. Un’altra versione racconta che il santo riuscì a instillare amore nei due giovani facendo volteggiare intorno a loro alcune coppie di piccioni che si scambiavano dolci effusioni di affetto. Da questo episodio si crede possa derivare il termine “piccioncini”. La successiva evoluzione storica della ricorrenza è assai incerta. Si ritiene che in un primo tempo San Valentino sia stato festeggiato come la festa dei celibi e delle nubili. Il rito prevedeva una sorta di gioco a nascondino: le figlie da marito si nascondevano nei dintorni del loro villaggio e attendevano che i candidati le trovassero. Le coppie così formate erano destinate a sposarsi entro l’anno. Sovente il gioco era truccato per aiutare quanto bastava il “caso” ad accoppiare le “persone giuste”. La pratica moderna di celebrazione della festa, centrata sullo scambio di messaggi d’amore e regali tra innamorati risale probabilmente al basso medioevo. Dato curioso, il 14 febbraio 1400 fu fondato a Parigi l’Alto Tribunale dell’Amore, un’istituzione ispirata ai principi dell’amor cortese. Il tribunale aveva lo scopo di decidere su controversie legate alle promesse d’amore non mantenute, ai tradimenti e ai litigi. I giudici venivano selezionati sulla base della loro familiarità con la poesia amorosa. (Peccato che oggi tale tribunale non esista più!!). A partire dal XIX secolo, soprattutto nei paesi anglosassoni, e poi per imitazione anche altrove, il tratto più caratteristico della festa di San Valentino fu costituito lo scambio di valentines, bigliettini d’amore spesso sagomati in forma di cuori e o ispirati ad altre immagini tipiche della rappresentazione popolare dell’amore romantico: Cupido con arco e frecce, colombi tubanti, rose purpuree, ecc. Ai tempi nostri la tradizione risente inesorabilmente dell’evoluzione dei costumi. Le società del benessere in cui viviamo hanno bisogno di un continuo incremento dei consumi e contribuiscono a creare il diffondersi di nuove esigenze: gli innamorati moderni non si accontentano più di uno scambio di romantiche valentines, ma si aspettano che queste siano accompagnate da prove d’amore più tangibili e materiali: mazzi di rose, inviti a cena, gioielli di ogni tipo, a seconda dei mezzi di cui dispongono gli innamorati. Va poi detto che la festa di San Valentino rischia talvolta di trasformarsi nella “giornata delle delusioni”. In effetti, la produzione televisiva e cinematografica confronta i “comuni innamorati” a modelli irraggiungibili quanto alla maniera di celebrare il giorno di San Valentino. Quale innamorato potrà mai competere con gli eroi delle soap-opere o dei romantici film di Hollywood nello stupire la propria innamorata? Chi sarà mai all’altezza di tali innamorati ideali, che ti fanno trovare un raro diamante in fondo a una coppa di champagne, oppure fanno scrivere “ti amo” a caratteri cubitali in cima a un grattacielo, oppure ancora ti fanno trovare, appena aperta la porta di casa, non una, non dieci, ma mille rose rosse!? L’elefante invisibile è allora costituito dalle potenziali piccole o grandi delusioni che incombono sulla festa di San Valentino. La delusione per qualcosa di straordinario che in particolare lei si aspettava per il fatidico 14 febbraio e che non è successo! Come evitare tali fatali frustrazioni? Io personalmente preferisco pensare che ogni giorno dell’anno possa essere un possibile San Valentino! 1 Una vecchia leggenda indiana narra di un elefante che pur muovendosi tra le folle con la sua imponente mole passava comunque inosservato. Come se fosse invisibile… la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 47 A 140 anni dall’apertura dell’importante via commerciale Il contributo degli Italiani all’impresa di Suez di Tindaro Gatani Il taglio dell’Istmo di Suez per il collegamento tra il Mar Mediterraneo e il Mar Rosso non sarebbe stato possibile senza la ferma determinazione dei Francesi, che ne furono i principali ideatori e realizzatori. Quel progetto, tanto ambito dai Faraoni, dai Persiani, e dai Romani che, in diverse epoche, avevano compiuto dei tentativi di congiungere i due mari, era rimasto per secoli un sogno. Fu solo dopo la spedizione napoleonica in Egitto (1798), allora sotto il dominio dell’Impero Ottomano, che quell’antica idea venne rilanciata con forza, soprattutto da Claude-Henri de Rouvroy, meglio conosciuto come conte di Saint-Simon (Parigi 1760-1825), che avviò una serie di contatti ad altissimo livello per l’elaborazione di studi che portassero all’apertura di quella via di comunicazione tanto necessaria ai commerci internazionali La Società di studi del Canale di Suez Fu un suo allievo, Barthélemy Prosper Enfantin, detto Père Enfantin (Parigi 1796-1864), a mettere insieme una schiera di ingegneri, geologi, disegnatori per studiarne la fattibilità. La spedizione di Enfantin, arrivata in Egitto nel mese di settembre del 1833, trovò un forte sostegno anche da parte di Ferdinand-Marie visconte de Lesseps, allora console francese al Cairo. I tempi non erano tuttavia ancora maturi ed Enfantin fu costretto a far ritorno in Francia senza aver raggiunto risultati concreti. A far desistere i sansimonisti dall’impresa, oltre ai traballanti equilibri politici nell’Europa della Restaurazione, fu anche la tiepida accoglienza riservata a quel progetto dal Khedivè (viceré) egiziano Mohammed Ali, il quale seppe comunque sfruttare la competenza degli ingegneri francesi, giunti in Egitto al seguito 48 la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 di Enfantin, per grandi opere di irrigazione e sbarramenti lungo tutto il bacino del Nilo. Mohammed Ali aveva compreso l’importanza dell’opera, ma aveva rimandato ogni trattativa fino a quando non avesse avuto sicure garanzie che il Canale sarebbe appartenuto all’Egitto e sarebbe rimasto aperto sempre a tutte le Nazioni. Quando, grazie alla sua capillare opera di propaganda, i tempi gli sembrarono mutati, Enfantin costituì a Parigi, il 27 novembre 1846, una Società di studi del Canale di Suez, formata da tre gruppi: uno francese, capeggiato dallo stesso Enfantin; uno tedesco, diretto dall’ingegnere Luigi Negrelli, in rappresentanza dell’Austria; uno inglese, presieduto da Robert Stephenson, considerato il più esperto ingegnere ferroviario del suo tempo, che aveva condiviso con il famoso padre George la progettazione della celebre locomotiva Rocket. Le rivolte del ’48, che investirono tutta l’Europa, e la forte opposizione dell’Inghilterra, favorevole ad un collegamento ferroviario e non marittimo tra i due mari, fecero però fallire l’iniziativa. Il progetto di Luigi Negrelli Dagli studi delle spedizioni di Enfantin scaturirono i progetti dei fratelli Émile e Alexis Barrault, di Paulin François Talabot e di Linant de Bellefonds (progetto Linant-Bey e Mougel-Bey). Il progetto dei fratelli Barrault prevedeva in pratica la costruzione di un canale suddiviso in tre tronchi collegati tra loro: il primo da Suez a Damietta, il secondo da Damietta a Rosetta e il terzo, infine, da Rosetta ad Alessandria, alimentati con l’acqua del Nilo attraverso un complesso reticolo di altri canali. Secondo il progetto Talabot, il canale, che avrebbe unito Suez ad Alessandria, doveva essere costruito a due versanti il cui punto di spartizione era situato a monte del delta del Nilo. I due progetti, basati sulla falsa tesi del dislivello delle acque dei due mari, presentavano grosse difficoltà di realizzazione nell’attraversamento del grande fiume, erano troppo lunghi e richiedevano grandi investimenti per la manutenzione. Per questi motivi iniziò a farsi strada l’idea di un canale diretto basato sugli studi dell’idrografo francese Jean-Pierre-Hippolyte-Aristide Lieussou (1815-1858), riguardanti lo sbocco del canale nel Mediterraneo e del suo connazionale Adrien-Paul Bourdaloue (1798-1868), che dimostrò, senza dubbio alcuno, l’uguaglianza di livello tra le acque dei due mari, una tesi già scientificamente provata nel 1820 dall’ingegnere bolognese Gaetano Ghedini. Una volta falliti tutti i tentativi della Società di studi del Canale di Suez, fu Ferdinand de Lesseps a lanciare un nuovo progetto. Sfruttando le conoscenze, che aveva acquisito nel corso della sua lunga brillante carriera diplomatica, egli riuscì a costruire una fitta rete europea favorevole all’impresa. Il suo compito fu facilitato quando, a Mohammed Ali, succedette il giovane figlio Said-pascià, un sovrano progressista e grande amico di de Lesseps, il quale ne approfittò per farsi invitare ufficialmente al Cairo. Già il 30 novembre 1854, Said-pascià rilasciò a de Lesseps «un atto di concessione» per stabilire una via navigabile tra i due mari, con l’espressa «riserva dell’approvazione del sultano». Ma questi, soprattutto «per istigazione» inglese, si rifiutò di ratificare l’atto. Dopo un anno di intense trattative, il 5 gennaio 1856, de Lesseps, riusciva a farsi accordare da Said-pascià un secondo atto di concessione, sempre con la clausola del superiore consenso del sultano, e ad ottenere l’approvazione degli statuti della Compagnia universale del Canale di Suez, da lui stesso fondata in vista della grande impresa. Prima di firmare il secondo atto di concessione, Saidpascià volle che una Commissione internazionale di esperti esaminasse tutti gli studi fino ad allora elaborati e si pronunciasse in modo definitivo sul progetto da adottare. Dopo aver escluso i progetti a tracciato indiretto, la Commissione internazionale, riunitasi a Parigi il 23 giugno 1856, prese in esame solo i due a collegamento diretto — uno di Linante Mougel-Bey e l’altro di Luigi Negrelli, nato a Fiera di Primiero (Trentino) il 25 gennaio 1799 —, adottando quello di quest’ultimo perché soddisfaceva «il più pienamente possibile tutte le esigenze, sotto ogni punto di vista». Il progetto dell’ingegnere trentino, oltre che per lo sbocco sul Mediterraneo spostato più ad ovest, si differenziava da quello dei due francesi soprattutto per l’assenza delle chiuse alle due imboccature, i cui «vantaggi» erano stati giudicati dalla Commissione internazionale «più apparenti che reali». Negrelli alla direzione tecnica superiore Determinante per l’avvio dell’impresa fu il riavvicinamento su molte questioni europee tra Francia e Inghilterra, divenute convinte alleate della Turchia contro la Russia zarista nella guerra di Crimea. In seguito al mutato quadro internazionale si attenuarono sia l’opposizione inglese che la riluttanza dell’Impero ottomano al taglio dell’Istmo di Suez. All’improvviso tutti, Francesi, Inglesi, Austriaci, Turchi e naturalmente Egiziani, si trovarono d’accordo sull’immediato avvio dei lavori. I preparativi si fecero allora sempre più spediti. Il 27 agosto 1858, Luigi Negrelli veniva chiamato dal viceré Said-pascià alla Presidenza della direzione tecnica superiore dell’impresa del Canale di Suez. Ma dopo alcune settimane, il 1° ottobre 1858, l’ingegnere trentino moriva a Vienna per una grave malattia ai reni. Tutti i fatti storicamente conosciuti avvalorano l’ipotesi che de Lesseps sia venuto in possesso dei progetti e delle carte di Negrelli attraverso un comportamento discutibile soprattutto sul piano morale. Secondo l’accusa, egli avrebbe approfittato della buona fede della vedova, Karoline (Lotti) Weiss von Starkenfels, carpendole con destrezza quelle carte subito dopo la morte del marito. Il processo, intentato dalla figlia Maria Negrelli in Grois a de Lesseps e alla Compagnia del Canale Particolare di uno studio per il Canale di Suez di Luigi Negrelli. la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 49 di Suez, si protrasse per decenni ma non riuscì a fare del tutto chiarezza sull’intricata vicenda. Un ruolo particolare in questo affare lo svolse Victor Weiss von Starkenfels, consigliere d’ambasciata austriaco, fratello di Karoline Weiss von Starkenfels, e quindi cognato dell’ingegnere trentino, che alla sua morte, rivolse l’attenzione ai suoi studi per il Canale. Scomparso l’ingegnere trentino, Victor Weiss si mise in contatto telegrafico con Pasquale Revoltella, incaricato imperiale per l’impresa, a Trieste, per trattare delle volontà e delle disposizioni del defunto e soprattutto della consegna «delle carte concernenti l’affare di Suez». Con le carte del cognato in mano, egli entrò in relazione diretta e riservata anche con il principe Klemens von Metternich, il potente cancelliere austriaco. Con telegramma del 19 gennaio 1859, de Lesseps annunciava a Revoltella: «Affaire Negrelli arrangé». E quell’affare era stato «arrangiato», almeno ufficialmente, pagando la somma di 20.000 franchi alla vedova e di 5.000 al cognato. Pasquale Revoltella Pasquale Revoltella (Venezia, 1795 – Trieste,1869), apparteneva ad una famiglia di agiati commercianti, che si era trasferita dalla Laguna a Trieste due anni dopo la caduta della Serenissima Repubblica sotto la furia napoleonica (1797). A Trieste, Revoltella cominciò a lavorare a partire dal 1808, a soli 13 anni, presso una delle tante aziende svizzere, che si erano insediate in quella città. Nel 1817 fu assunto dalla ditta di Teodoro Necker, console di Svizzera e grande mediatore commerciale, divenendone procuratore. Nel 1835 aprì una serie di proprie attività, divenendo ben presto tanto ricco da poter acquisire sostanziose partecipazioni azionarie in molte società. Fu, tra l’altro, uno dei primi grossi azionisti delle Assicurazioni Generali e consigliere d’amministrazione del Lloyd Austriaco, del quale era presidente il barone Carlo Ludovico von Bruck, suo amico e poi ministro del Commercio e delle Finanze dell’Impero. Revoltella fu grande mecenate e mise a disposizione della sua città ingenti risorse finanziarie per iniziative caritatevoli, educative e filantropiche: fece erigere un altare nella Chiesa di S. Maria Maggiore, il monumentale edificio “Ferdinandeo”, il Teatro Armonia e fondò l’Istituto Superiore di Istruzione nelle Scienze e Materie commerciali. Nel 1857 fu anche fondatore e direttore dello Stabilimento Tecnico Triestino, che si occupava della costruzione di macchine e manufatti di ferro. Egli era anche proprietario dell’Hotel de la Ville, il più lussuoso albergo di Trieste. Nel 1860, fu accusato di illeciti relativi alle forniture belliche durante la guerra italo-austriaca del 1859 ed imprigionato, ma fu presto scagionato e successivamente nominato barone dall’imperatore Francesco Giuseppe, mentre il suo amico ministro von Bruck, coinvolto in quella stessa vicenda, si era suicidato. Il nome di Pasquale Revoltella è strettamente legato al taglio dell’Istmo di Suez, perché riuscì a 50 la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 Pasquale Revoltella. convincere l’Austria ad appoggiare l’impresa, da lui ritenuta determinante al futuro sviluppo economico della sua città. Nel 1858, Revoltella andò a Parigi per discutere per conto dell’Impero «gli affari di Suez» con de Lesseps. Nel febbraio 1859, de Lesseps si recò a Trieste, dove, nei saloni del Palazzo Revoltella, incontrò i rappresentanti della città e l’arciduca Massimiliano d’Asburgo, fratello dell’imperatore ed allora governatore del Lombardo-Veneto, per concordare il contributo austriaco all’impresa. Fu in quell’occasione che de Lesseps volle a vice presidente della Compagnia Revoltella, che, nel 1861, compì un lungo viaggio in Egitto e, al suo ritorno, fece una puntuale relazione alla Camera di Commercio triestina, sostenendo con entusiasmo l’ambizioso progetto nel quale impegnò anche un suo cospicuo capitale. Grazie al suo attivismo, Trieste divenne in pratica la sede finanziaria del grande progetto. Revoltella si spense l’8 settembre 1869 poco prima dell’inaugurazione del Canale, che si tenne nel successivo mese di novembre. Scapolo e privo di eredi, egli destinò tutte le sue cospicue ricchezze alla sua città, alla quale lasciò, tra l’altro, il palazzo divenuto poi il Museo che porta il suo nome e una villa di campagna in località Cacciatore. Pietro Paleocapa Tra i tanti Italiani, che contribuirono al successo del taglio dell’Istmo di Suez, va ricordato anche Pietro Paleocapa, nato a Nese (Alzano Lombardo), provincia di Bergamo, l’11 novembre 1788 e morto a Torino il 13 febbraio 1869. Paleocapa fu un rinomato ingegnere e uomo politico del suo tempo. Dopo essersi distinto negli studi in Legge e matematica presso l’università di Padova, frequentò i corsi di formazione all’Accademia Militare di Modena, conseguendo il grado di tenente del Genio militare. Con questa carica si distinse al servizio del Regno italico fondato da Napoleone Bonaparte. Al seguito delle truppe francesi, fu che amava definirlo un uomo «ricco di accortezza e malizia ellenica». A Paleocapa si deve il grande sviluppo delle reti stradali e l’intensificazione delle costruzioni ferroviarie in Piemonte. Nel corso della sua carriera «torinese», egli progettò, tra l’altro, anche il traforo del Frejus e ricoprì le cariche di ispettore del genio civile e di presidente del consiglio di amministrazione della Società ferroviaria dell’Alta Italia. Pietro Paleocapa. quindi in Germania, dove nel corso della battaglia di Lipsia, detta dei Giganti o delle Nazioni (16-19 ottobre 1813), conclusasi con la sconfitta di Napoleone, fu fatto prigioniero. Dopo essere riuscito ad evadere fece ritorno in Italia e collaborò alle fortificazioni di Peschiera. Caduto il Regno italico e con la definitiva sconfitta di Napoleone accettò di entrare a far parte del “Corpo degli Ingegneri di Acque e Strade” del Lombardo-Veneto, con l’incarico di occuparsi soprattutto di idraulica con particolare riguardo al settore dei canali navigabili e dei porti. Accanto a Negrelli, a Carlo de Ghega e ad Ermenegildo Francesconi, Paleocapa è considerato uno dei quattro grandi tecnici di origine italiana che servirono l’Impero austriaco nel campo delle costruzioni stradali e ferroviarie. Collaborò infatti alla realizzazione della ferrovia di Budweis (in Boemia). Tecnico di chiara fama, nel 1840 fu promosso direttore generale delle Pubbliche costruzioni. Tra i suoi studi ed i suoi lavori, eseguiti nel periodo «austriaco» della sua carriera, basta ricordare quelli per la regolazione del Brenta, del Bacchiglione, dell’Adige, del Tibisco, delle bonifiche delle zone paludose nei pressi di Verona, della costruzione di una diga nel porto di Malamocco. Nel ‘48 fu tra i primi a passare dalla parte dei rivoluzionari e a partecipare all’insurrezione repubblicana contro la dominazione asburgica e, da patriota convinto, entrò a far parte del governo provvisorio di Venezia insieme a Daniele Manin e a Niccolò Tommaseo. In qualità di autorevole membro del Governo veneziano fu inviato in missione alla corte di Torino, dove ebbe un caloroso e cordiale incontro con lo stesso re Carlo Alberto e ne tornò convinto fautore dell’unione di Venezia al Piemonte. Con il ritorno degli Austriaci in Laguna, Paleocapa si trasferì a Torino, dove fu prima eletto deputato al Parlamento subalpino e nominato poi ministro del Lavori pubblici nel ministero Casati. Nel novembre 1849 entrò con lo stesso titolo nel ministero d’Azeglio e fu quindi riconfermato in quelli successivi di Cavour, Lo studio sugli insabbiamenti Nel corso della sua carriera nel Veneto e in Piemonte, Paleocapa aveva maturato sul campo una così vasta conoscenza degli studi idrografici da farne uno dei massimi esponenti scientifici europei del settore ed il primo, in assoluto, per quanto concerneva l’insabbiamento delle foci dei fiumi e dei canali che sboccavano al mare. Suo principale campo di battaglia erano stati i lavori condotti sulle rive lungo il litorale adriatico. La sua vasta esperienza era stata poi documentata scientificamente in alcune opere che fanno parte, ancora oggi, del bagaglio di conoscenze di un buon ingegnere idraulico. Per la sua chiara fama e la sua grande competenza, Paleocapa fu chiamato a far parte della Commissione Internazionale per la realizzazione del taglio dell’Istmo di Suez. De Lesseps lo avrebbe addirittura voluto a presidente di quella stessa Commissione, ma egli non aveva potuto accettare a causa di una grave malattia che lo avrebbe portato alla cecità, obbligandolo a lasciare anche l’incarico di ministro dei Lavori pubblici sin dal 1857. Su richiesta di de Lesseps, il Paleocapa elaborò uno studio sull’insabbiamento dei porti che servisse di base per l’inizio dei lavori del Canale. I risultati di quegli studi sono contenuti nelle sue Considerazioni sul protendimento delle spiagge e sull’insabbiamento dei porti dell’Adriatico applicate allo stabilimento di un porto nella rada di Pelusio, osservazioni scientifiche che, tra l’altro, confermarono la tesi del Negrelli che il canale dovesse essere «incassato e liberamente in comunicazione da ambi i capi del mare». Paleocapa sostenne infatti la tesi che lo sbocco del canale nella rada di Pelusio, situata all’estremo nordest del delta del Nilo, fosse sicuro contro gli insabbiamenti sia da quelli provenienti dal mare sia da quelli originati dalle alluvioni del Nilo, a patto tuttavia che se ne mutasse la condizione con l’aprirvi un grande porto. Prima della seduta inaugurale della Commissione internazionale, de Lesseps sottopose alla sua attenzione un minuzioso questionario che, in 14 punti essenziali, contemplava tutte le opere necessarie a Suez, lungo la traversata dell’Istmo, nel lago Timsah e nella rada di Pelusio. E le sue osservazioni contribuirono in modo determinante all’approvazione del progetto definitivo del Canale. A pag. 48: Primiero, paese natale di Luigi Negrelli in una rara veduta della fine dell’Ottocento la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 51 Civiltà e cultura La qualità civile di uno stato o di una nazione dipende dal carattere di cultura sul quale poggia e dal quale trae la sua fisionomia etico-politica di Paolo Gir L a cultura, intesa come l’insieme di cognizioni tecnico-scientifiche, non forma da sola la personalità umana nel senso della “humanitas”, ma provoca - rimasta segregata dalla formazione della mente e dell’animo - lo squilibrio psichico e fisico dell’uomoChe cos’è allora la cultura nel significato piu’ verticale della parola? Essa non è soltanto il processo e il risultato di una moltitudine e di una specificazione di indirizzi tecnologici e di discipline naturalistiche atte al rendimento economico e volte a mantenere le potenze politiche di uno stato, ma essa è anche - e in modo preponderante - la formazione dell’individuo e la sua maturazione etico-spirituale, affinché sia capace di uno sguardo critico che abbracci le cose nelle loro reciproche relazioni. “Competenze specifiche, abilità particolari, destrezza e precisione nell’uso di strumenti, materiali o concettuali, sono cose utili, anzi indispensabili alla vita del singolo nella società e della società nel suo complesso; ma non costituiscono neppure lontanamente il surrogato di una cultura intesa come formazione equilibrata e armonica dell’uomo come tale”. (Nicola Abbagnano nel Grande Dizionario della Lingua Italiana di Pietro Fedele, Nuova Tipografia Editrice Torinese, 1956). Quantunque civiltà e cultura abbiano le stesse radici - la perenne formazione dell’individuo - non sempre convergono l’una verso l’altra in modo da esserne un’unità spirituale. La civiltà designa, in modo particolare, forme e attività dello spirito costituenti il carattere e l’ideologia politica di uno stato, di una nazione, di un popolo o di un gruppo etnico. Essa va, per tale ragione, connessa a un aggettivo che la qualifichi e che la renda identica con la nazione o con lo stato in cui vive e a cui dà l’emblema storico e tradizionale. Si potrà, ciò premesso, parlare di una civiltà egizia, di una civiltà romana, europea, asiatica, araba e così via. Ma l’aggettivo può anche spostarsi sulla disciplina sociale, sulla tradizione di governo, sul credo religioso-politico, sui costumi mentali e sulla posizione fisico-geografica di una popolazione qualsiasi. Vista da un angolo visuale più acuto, la civiltà designa le forme più alte dell’esistenza di un popolo, cioè la religione, l’arte, le scienze e altro ancora, ritenute particolarmente indispensabili per il grado di formazione 52 la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 umana e spirituale del popolo stesso. Essa è stata definita come un “sistema storicamente derivato di espliciti e impliciti progetti di vita, che tendono ad essere partecipati da tutti i membri di un gruppo o da quelli specialmente qualificati” (R. Linton, The Science of Man, New York, 1952, pag. 98). Abbagnano commenta: “… così la civiltà deve essere definita come l’aspetto tecnologico-simbolico di una cultura determinata”. Da quanto ora detto, la qualità civile di uno stato o di una nazione dipende dal carattere di cultura sul quale poggia e dal quale trae la sua fisionomia etico-politica. È dunque certo che la qualità di una civiltà scade e risorge a seconda del suo grado di cultura piu’ o meno coltivato e aperto. Non va dimenticato a questo riguardo che a differenza della civiltà - che per sua natura tende alla stabilità e a conservare aspetti e qualità acquisita nella storia la cultura vive del cambiamento continuo, condizionato dal suo movimento critico e dalle nuove vedute spirituali del mondo e della tecnica. L’osservazione è giustificata per il fatto che spesse volte (si vedano i regimi totalitari) la civiltà viene identificata e strumentalizzata mediante un aspetto e un lavoro tipicamente culturale. Certe idee di Nietzche sono servite a giustificare e a saldare principi volti ad affermare l’estremismo politico e anticulturale di una nazione. L’indebolimento della cultura come attività della ragione critica e come risorsa perenne dello spirito, toglie allo stato (alla civiltà) la sua presenza di vita e quindi la sua funzione collaboratrice tra i popoli. La tesi di Oswald Spengler, espresse nella sua opera “Il tramonto dell’Occidente”, mantiene, nonostante le critiche ad essa mosse, il valore di un ammonimento di grande portata per l’introspezione critica dell’esistenza mentale di una nazione. Malgrado la generalizzazione dei concetti di civiltà e di cultura, l’opera del sociologo tedesco punta il dito sulla crisi dello spirito occidentale e, pertanto, sulla civiltà intesa come “civiltà delle macchine, civiltà industriale, civiltà di un populismo dittatorico etc…”. È dunque indispensabile che la cultura, come sguardo universale della mente, nutra la civiltà, affinché questa possa essere portatrice di un umanesimo capace di ridare all’uomo la possibilità di cercare il vero nella libertà. Scaffale di Liber Etienne Piguet Matteo Pelli L’immigrazione in Svizzera Sessant’anni con la porta semiaperta 900 metri Che la festa cominci Einaudi Stile Libero pp.332 - € 18.00 Casagrande pp. 144 € 18.00 - CHF 28.– Niccolò Ammaniti Nel cuore di Roma, il palazzinaro Sasà Chiatti organizza nella sua nuova residenza di Villa Ada una festa che dovrà essere ricordata come il più grande evento mondano nella storia della nostra Repubblica. Tra cuochi bulgari, battitori neri reclutati alla stazione Termini, chirurghi estetici, attricette, calciatori, tigri, elefanti, il grande evento vedrà il noto scrittore Fabrizio Ciba e le Belve di Abaddon, una sgangherata setta satanica di Oriolo Romano, inghiottiti in un’avventura dove eroi e comparse daranno vita a una grandiosa e scatenata commedia umana. L’irresistibile comicità di Ammaniti sa cogliere i vizi e le poche virtù della nostra epoca. E nel sorriso che non ci abbandona nel corso di tutta la lettura annegano ideali e sentimenti. E soli, alla fine, galleggiano i resti di una civiltà fatua e sfiancata. Incapace di prendere sul serio anche la propria rovina. Niccolò Ammaniti è nato a Roma. Ha pubblicato da Mondadori Nel nome del figlio, un saggio sull’adolescenza scritto insieme al padre (1995), Fango (1996) e Ti prendo e ti porto via (1999). Presso Einaudi sono usciti un suo racconto nell’antologia Gioventù cannibale (1996), i romanzi Branchie (1997), Io non ho paura (2001) e Che la festa cominci (2009) e la raccolta di storie a fumetti Fa un po’ male (2004), sceneggiata da Daniele Brolli e disegnata da Davide Fabbri. Dai suoi libri sono stati tratti film di successo, di importanti registi. È pubblicato in quarantaquattro Paesi e il suo sito ufficiale è all’indirizzo www.niccoloammaniti.com. Edizioni Casagrande pp.128 €15.00 - CHF 22.– «Quali sono state le scelte politiche svizzere riguardo all’immigrazione? Per quali motivi? Quali sono state le loro conseguenze? Com’è cambiata la situazione dell’immigrazione e quali sono gli interessi attuali? Questo libro intende fornire elementi utili per rispondere a questi interrogativi». L’immigrazione concerne tutti i paesi europei, ma in Svizzera ha assunto un’importanza sempre maggiore e costituisce uno dei temi principali del dibattito politico. Questo libro, basato sulle ricerche più recenti, offre una chiara visione d’insieme del fenomeno, delle politiche adottate per controllarlo e delle loro conseguenze. Dopo aver constatato che un terzo della popolazione elvetica proviene direttamente dalle migrazioni, l’autore suddivide l’atteggiamento della Svizzera nei confronti degli stranieri in vari periodi: porte “spalancate” alla manodopera nel dopoguerra, ondate xenofobe a partire dagli anni Sessanta, crisi del petrolio e partenze in massa, nuovi afflussi di lavoratori e di rifugiati, crisi dell’asilo, accordi di libera circolazione con l’Unione Europea. Sotto la pressione congiunta dell’economia e dell’opinione pubblica, la Confederazione ha cercato e cerca tuttora soluzioni in un contesto che si estende ormai al di là dei propri confini. Queste pagine analizzano e quantificano, anche con l’aiuto di numerose tabelle e grafici, il fenomeno dell’immigrazione in Svizzera, evidenziandone le implicazioni di maggiore attualità. Jack non crede nell’amore. Giorgia vive fino alle sette come una svizzera e dalle sette come una spagnola. Julian è sicuro di aver trovato “quella giusta”. Giampi ha mangiato una zuppa d’armadillo. Jack è un trentenne che vive confinato nel perimetro del suo quartiere, ossia nei novecento metri che separano il suo bilocale dalla “caffetteria” in cui lavora, un piccolo ritrovo tra il bar e la rivendita di miscele e macchine del caffè. È un abitudinario incallito, con una grande passione per la musica e poche sfortunate storie d’amore alle spalle (compresa quella per il pesce rosso Zeno, forse la più straziante). Del resto, Jack ormai nell’amore non ci crede più, e non può che ironizzare sulle ripetute storie d’amore dei suoi amici e compiangere la sorella con i suoi patetici problemi di cuore. Ma, come prevede il genere della commedia romantica, Cupido è già appostato dietro l’angolo (o meglio dietro il bancone), pronto a scoccare la sua fatidica freccia... E così il confine invalicabile chiederà di essere valicato, e i nodi più profondi chiederanno di essere risolti, perché la circonferenza del mondo è molto, ma molto più lunga di novecento metri. Una spassosa commedia romantica con la colonna sonora raccontata in appendice dal rapper Emilio “Vez” Vezzini. Accluso al volume il CD con la canzone originale del romanzo con Matteo Pelli e Bassi Maestro. Etienne Piguet è professore all’Università di Neuchâtel, titolare della cattedra di Geografia delle mobilità. I suoi campi di ricerca riguardano le politiche e i movimenti migratori, l’integrazione, l’asilo e la geografia delle popolazioni in generale. Matteo Pelli (1978) ha frequentato l’Accademia di Brera ed è poi diventato conduttore della televisione svizzera. Alla passione per l’arte e per la musica si sono aggiunte negli anni quelle per la cucina e la scrittura. È autore del romanzo Johnny Pio (Casagrande, 2008) prefato da Mina. la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 53 Scegliete chi sa scegliere. Direzione Generale e Agenzia di Città Via Giacomo Luvini 2a, CH–6900 Lugano Tel. +41 58 855 32 00 Sede Principale Via Maggio 1, CH–6900 Lugano Tel. +41 58 855 31 00 Succursali ed Agenzie Chiasso, Mendrisio, Lugano-Cassarate, Paradiso, Bellinzona, Biasca, Locarno, San Gallo, Basilea, Berna, Zurigo, St. Moritz, Celerina, Poschiavo, Castasegna, Pontresina, Coira, Davos, MC-Monaco Abbiamo scelto la trasparenza, la prudenza, la qualità del servizio. Fate anche voi la scelta giusta: scegliete BPS(SUISSE). 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Gli oggetti esposti hanno l’obiettivo di raccontare una cultura del vivere quotidiano svizzero, impostata sui sentimenti di durata, solidità ed efficienza. Nell’epoca moderna l’artigianato e l’industria elvetica si sono distinte nel mondo per la loro eccellenza produttiva tanto che il marchio di produzione svizzera, è ormai diventato sinonimo di qualità e perfezione, in particolare nelle produzioni meccaniche dell’orologeria e ottiche della fotografia, ma non solo. Il marchio di produzione è riconoscibile dai simboli quali la croce della bandiera, oppure la balestra o la dicitura “costruito in Svizzera”, spesso accompagnati dal numero di brevetto. La mostra, presentata da BSI, espone manufatti di uso comune, generalmente oggetti “d’uso finale”, quali ferri da stiro, bilance e macchine da cucire, giochi per bambini ma anche scarponi e slitte in legno; tutti oggetti che esprimono il caratteristico stile di vita svizzero e che oggi, nell’epoca della globalizzazione, sono del tutto scomparsi dagli scaffali delle grandi catene di distribuzione che hanno sostituito i negozi locali. La raccolta di questi oggetti ha avuto per il collezionista, Riccardo Blumer, la funzione di determinare la conoscenza diretta della formazione culturale e storica svizzera al di là di qualsiasi scopo nostalgico o revisionista. Da diversi anni BSI organizza mostre dedicate a preziose collezioni, esposte nelle vetrine delle sue sedi in Svizzera, che rientrano nel progetto BSI Album; gli Album sintetizzano il concetto di catalogazione e vogliono dare la possibilità di immergersi nelle collezioni passeggiando lungo le vetrine, come sfogliando un album di altri tempi. Per ognuna delle esposizioni esiste sempre un catalogo didattico e documentario bilingue, riccamente illustrato. Il progetto BSI Album si esprime in tre filoni distinti: culture e memoria (archeologia e affini), viaggi e avventure dello spirito (etnologia e civiltà) e tesori privati Sopra: Triciclo - Metallo, prod. Wisa-Gloria-Werke AG, dal 1970. © Franco Mattei, Claro A lato: Asse per lavare Legno e metallo, prod. Herkules, marchio di qualità. Sapone di Marsiglia Prod. Migros, marchio di qualità. (orologi, gioielli e simili). La collezione Marchiati “Svizzera” rientra nel primo filone. Attraverso la raccolta di oggetti d’uso comune sviluppati dall’uomo per facilitare le attività quotidiane, la collezione “Marchiati Svizzera” racconta la storia dell’evoluzione tecnologica dettata dall’ambiente etno-culturale nel quale l’uomo vive e lavora, come afferma nella prefazione dell’Album Luigi Zanzi, Docente di metodologia delle scienze storiche presso l’Università di Pavia. In questo contesto, il marchio “Svizzera” attesta l’origine ambientale degli strumenti stessi e concorre a fissare una precisa identità e uno stile di lavorazione finalizzato alla precisione, alla durevolezza e alla funzionalità. Riccardo Blumer opera sia nel campo dell’architettura che del design collaborando con aziende di fama internazionale quali Alias, Artemide, Desalto, Poliform, Ycami, B&B e Flou e progettando interni pubblici e privati tra cui quelli del Teatro alla Scala di Milano e allestimenti per esposizioni alla Triennale di Milano e al 700 Musèe du Président Jacques Chirac. È inoltre Docente di progettazione architettonica e design presso l’USI – Accademia di Architettura di Mendrisio. La collezione esposta da BSI è il risultato di un percorso personale di riflessione storico-culturale che ha portato Blumer a ricercare, studiare e selezionare oggetti e strumenti capaci di dare conoscenza diretta del proprio essere svizzero. la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 55 La grande pittura approda nel Veneto A Padova e a Verona due mostre di grande prestigio di G. Mario Bonada Si traggono talvolta delle conclusioni distorte basate su luoghi comuni, su considerazioni superficiali, su informazioni incomplete. È quanto mi è accaduto viaggiando e visitando uno degli angoli più suggestivi del nostro paese: le terre che si estendono al sud del Garda toccando Verona, Vicenza, Padova fino a Treviso S iamo nel Nord-Est dell’Italia, con un tessuto industriale costituito da piccole e medie aziende, spesso familiari, dove il lavoro, l’iniziativa personale, l’impegno sono religione dell’esistenza, voglia di riuscire in un ambiente estremamente competitivo. Tuttavia, a parte Venezia, città d’arte al di là di ogni discussione, mi ero convinto che il resto del Veneto, distratto da materialistiche mire di guadagno e di riuscita in tutti i settori produttivi, avesse relegato la cultura in secondo piano. Ebbene, la mia era dabbenaggine, banale accettazione di un luogo comune. Pensate a cosa accade in questo momento in quelle zone. Padova propone una favolosa mostra sui Macchiaioli, dedicata al toscano Telemaco Signorini. Verona, con 56 la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 geniale intuizione, propone una mostra su Corot e l’arte moderna e a Castelfranco Veneto, in occasione dei 500 anni dalla morte, si è inaugurata una esposizione su Giorgione, il più enigmatico e affascinante pittore del Rinascimento, cui sono affiancati lavori di Bellini, Dürer, Tiziano. Ho avuto modo di visitare le mostre di Padova e di Verona: Giorgione è una chicca prelibata che tengo in serbo per la primavera prossima. Telemaco Signorini a Padova – Palazzo Zabarella Cominciamo da Padova, che delle città mediopiccole della regione appare come la più dimessa. Ma non lasciamoci trarre in inganno! Basterà ricordare i palazzi che ospitano l’Università, la Basilica del Santo, il Gattamelata di Donatello, la cappella degli Scrovegni e il genio di Giotto, il piacere di due passi sotto i portici antichi, per terminare con l’affascinante spazio aperto del Caffè Pedrocchi, uno di quei posti che trasmettono il piacere dell’incontro, il garbo del conversare, il fascino antico, di goldoniana memoria, della lettura del giornale. Palazzo Zabarella offre uno spazio museale funzionale, anche con sale di dimensioni modeste. La struttura è compatta e il visitatore ne ricava un gradevole senso di volumi ben utilizzati. Il percorso didascalico permette di comprendere rapi- damente lo spirito che animava l’artista. Telemaco Signorini e la pittura in Europa indica di primo acchito come l’artista abbia voluto porsi in confronto con i capolavori dei maestri europei con cui scopre affinità di temi e di stile. Questa mostra contribuisce a dare una dimensione nuova, inaspettata di questo raffinato intellettuale, scrittore e pittore tra i più apprezzati. Signorini macchiaiolo accanito, frequentatore del caffè Michelangelo a Firenze, compagno di Martelli, di Cecioni, di Fattori, ma anche spirito cosmopolita. Nei suoi frequenti viaggi a Parigi stringe amicizia con Corot, Zola, frequenta Degas e Manet e viaggia in Europa, dove espone le sue opere con successo. Seppure brillante frequentatore di salotti mondani, Signorini sente e interpreta i drammi sociali che all’inizio del 900 sono messi in evidenza dalle idee anarchiche e socialiste di Marx, Bakunin, Proudhon. Alcune tele sono inquietanti, come il realismo de La sala delle agitate nell’ospedale di San Bonifacio, dove il dramma dell’alienazione ha una sua forma plastica agghiacciante. Ma l’arte deve esprimersi anche a fronte di realtà scandalose. L’alzaia è una tela emblematica, che ti ferisce e ti sconvolge con la forza della denuncia sociale. Opera del 1864, quando l’Italia è fatta da poco, questi uomini, trascinanti una pesante chiatta sull’Arno, sono il drammatico monumento alla fatica, all’abbrutimento umano, senza scopo se non quella figura con cilindro che sottolinea una sconfitta umana. Le opere esposte sono oltre un centinaio, molte difficilmente rivisitabili perché provenienti da collezioni private. Le sorprese culturali di gran livello in terra veneta continuano. Corot a Verona – Palazzo della Gran Guardia Verona propone al Palazzo della Gran Guardia fino al marzo 2010 Corot e l’arte moderna Souvenirs et Impressions. Questo palazzo neoclassico, dopo un recente restauro, si rivela sede artistica spaziosa e capace di mettere in valore le opere esposte. La Gran Guardia ha un’ubicazione eccezionale: piazza Bra, l’ovale perfetto dell’Arena, aiuole ordinate e fiorite, el Liston, con i suoi caffè adorati ENRICO MENTANA OSPITE A ZURIGO Invitato dall’Asri di Zurigo, l’Associazione svizzera per i rapporti culturali ed economici con l’Italia, presieduta dall’Avv. Paolo Solari Bozzi, in noto giornalista italiano Enrico Mentana, lunedì 8 febbraio alle ore 18°°, terrà una terrà una conferenza dal titolo: Fare giornalismo oggi in Italia. La conferenza avrà luogo nell’edificio principale dell’ETH (Rämistr. 101) nell’aula HG G 60. Jean Baptiste Corot: Paesaggio (1867). dai turisti e l’inizio di via Mazzini, elegante salotto di pettegolezzi veronesi. All’ingresso, una scalinata monumentale, degna di Juvarra, porta alle sale di esposizione. La prima mostra dedicata al Mantegna ed alla sua Pala di S.Zeno vi fu allestita nel 2007. Ma questa volta accade un fatto sorprendente. Non so come gli organizzatori veronesi abbiano potuto sedurre le Musée du Louvre, al punto da ottenere il prestito raro di 100 tele di Corot ed allestire così un avvenimento diportata europea. Jean-Baptiste Camille Corot è stato uno dei maggiori artisti francesi nel secolo degli Impressionisti. I viaggi in Italia hanno contribuito alla sua formazione, facendo di lui, secondo un’affermazione dei critici “l’ultimo dei classici e il primo dei moderni”. Da Poussin a Picasso, la formazione e l’influenza di Corot attraversa quattro secoli. Il suo concetto di paesaggio parte dal naturalismo europeo del Seicento. Far paesaggi diventa una necessità, quasi un respirare la Natura. La mostra si apre appunto con una sezione dedicata al paesaggio come genere. Poi, si dimostra che Corot, dopo aver assimilato la tradizione classica, la rigeneri anticipando l’evoluzione della pittura dell’inizio del XX secolo. Ed è spettacolare il confronto tra opere di Corot e opere di Sisley, Monet, Cézanne, Braque e Picasso. Usciamo quando la piazza si illumina a festa all’imbrunire, mentre una pioggerellina insistente rimanda appunto ad uno di quei paesaggi di cui ci ha gratificato le “père Corot.” A pag precedente in alto: Telemaco Signorini: L’alzaia (1864). la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 57 Gli scrigni delle curiosità12 IL Museo del Soldatino e della Figurina Storica, dei Ferri Taglienti, dei Ferri Chirurgici, delle Carrozze, dei Pesi e delle Misure di LuCor Museo del Soldatino e della Figurina Storica Il museo nasce nel 1981, in seguito al successo conseguito da una Mostra del figurino storico, organizzata dall'Amministrazione comunale di Calenzano (FI) insieme ad un Club storico locale. Attualmente il museo è in contatto con altri musei storici italiani, in particolare con il museo Stibbert di Firenze, e si avvale della collaborazione di più associazioni, specializzate nel campo del modellismo e dell'archeologia ricostruttiva in scala. Attraverso il modellismo e l'archeologia ricostruttiva il Museo intende offrire l'occasione per avviare riflessioni e nuovi processi conoscitivi tanto tra gli operatori culturali che tra lo specifico mondo della scuola. I pezzi esposti nelle vetrine del Museo, che propongono lo sfolgorio dei colori, l'illusoria morbidezza delle fattezze, la travolgente avanzata di immobili schiere, intendono proporre quindi un percorso per comprendere quei fattori diversi quali il modo di pensare, la religiosità, le abitudini produttive e di vita di chi combatte tenendo sempre al centro della narrazione l'uomo perché ogni guerra, in qualunque modo sia combattuta è sempre la negazione dell'umanità. Il Museo propone al visitatore un viaggio attraverso il mondo dei soldatini e del modellismo. Punto di partenza è naturalmente la conoscenza dell'oggetto-soldatino: eccone quindi una breve storia, esempi dei diversi tipi e dei diversi utilizzi che se ne possono fare, gli strumenti del modellista. Dopo questa parte, per così dire, propedeutica si aprono le sezioni "storiche". Naturalmente, considerati i monumenti che caratterizzano il territorio di Calenzano, il nucleo della collezione museale riguarda il Medioevo ed in particolare l'età comunale che ruota intorno ai pezzi della mostra "Guerra e Assoldati in Toscana 1260-1364" progettata agli inizi degli anni '80 dal Museo Stibbert in collaborazione con i maggiori esperti del panorama modellistico italiano ed europeo e con l'Istituto d'Arte di Firenze. Tale collezione è progressivamente completata a cura del Museo ed aggiornata nei testi e nei pezzi. Le altre sezioni riguardano Roma e i popoli italiaci, il Medioevo, l'Europa di Napoleone, l’Italia dell’Ottocento, la Grande Guerra 1915-1918, La Linea Gotica (1944-1945). Il museo 58 la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 è attualmente ospitato presso la sede dell'Associazione Turistica di Calenzano. Museo dei Ferri Taglienti La Mostra si articola in due momenti diversi e sotto certi aspetti complementari, la produzione di coltelli tradizionale italiana e non, raccolta da un grande esperto e studioso di coltelli che ha collaborato per anni con il Comune di Scarperia e il Centro di Ricerca Ferri Taglienti e la prospettiva dell'innovazione. La prima parte della mostra dal titolo: La passione di un collezionista: i coltelli di Luciano Salvatici, espone più di cento coltelli tra pieghevoli e a lama fissa rappresentativi delle più importanti produzioni italiane ed europee, con alcuni esemplari anche extraeuropei, raccolti da Luciano Salvatici nel corso di una vita ed esemplificativi della sua più vasta collezione. tra i coltelli esposti, una serie di coltelli fatti interamente a mano da Luciano Salvatici, riproduzioni fedeli di coltelli tradizionali. L'altra parte della mostra dal titolo: Le forme del coltello: ricerca, design, arte contemporanea, curata da Kore Arte contemporanea, e inserita nel circuito regionale TRA ART (circuito regionale arte contemporanea) documenta il processo d'innovazione, frutto del lavoro di più competenze. Produzioni nel campo del design e dell'arte che hanno contribuito a ridisegnare la forma del coltello per partecipare alla creazione di un plusvalore necessario alle imprese come unica variabile competitiva da proporre sui mercati internazionali. Museo dei Ferri Chirurgici Fondato nel 1277, lo Spedale degli Infermi, detto di Santa Maria del Ceppo, a Pistoia è uno dei più antichi ospedali della Toscana. Il Museo dei Ferri Chirurgici, allestito in un'antica saletta dell'Ospedale, raccoglie ferri urologici, ostetrici e ortopedico-tramautologici databili principalmente tra il Settecento e i primi anni dell'Ottocento. Gli strumenti sono di fabbricazione pistoiese, nazionale (Bologna) e internazionale (Inghilterra e Francia). Il Museo conserva, inoltre, una raccolta di testi medici. Nel giardino dell'Ospedale si trova il restaurato anfiteatro anatomico del Seicento. Il la- boratorio di farmacia, infine, conserva vari reperti databili dal XVIII al XX secolo: banchi per la preparazione dei prodotti galenici, vetreria farmaceutica, una raccolta di vasi e armadi per la conservazione delle essenze officinali. Attualmente è in fase di realizzazione il Museo Storico della ASL 3 di Pistoia, che comprenderà anche le collezioni del Museo dei Ferri Chirurgici. Museo delle Carrozze Il Museo delle Carrozze è ospitato nell’ala laterale nord di Palazzo Pitti a Firenze e fa parte del percorso museale del Giardino di Boboli. Sono qui esposti le carrozze ed altri mezzi di locomozione appartenuti alla corte granducale, specialmente risalenti al periodo tra il fine del Settecento e l’Ottocento. Alcuni esemplari sono magistralmente decorati, non solo da intagli e dorature, ma anche da pannelli dipinti con fini paesaggi tipici della moda dell’epoca. Alcune carrozze venivano utilizzate solo in occasioni di massimo risalto, come nozze o parate ufficiali, fra le quali spicca la cosiddetta “Carrozza d’Oro”, sormontata da una corona dorata a simboleggiare l’altissimo rango degli occupanti. Sono qui esposte anche tenebrose carrozze funebri e, oltre alla collezione granducale, carrozze appartenute al Sovrano del Regno delle Due Sicilie, all’Arcivescovo e ad altri dignitari fiorentini. Museo dei Pesi e delle Misure Monterchi, prov. Arezzo, è il tipico paese dell'alta Valtiberina, equidistante da Sansepo1cro e da Città di Castello, e proprio al confine tra Toscana e Umbria. Un piccolo gioiello è poi il Museo di pesi e misure, ospitato nel cinquecentesco palazzo Massi: si tratta di una straordinaria e numerosissima raccolta di strumenti di tutte le epoche per la misurazione dei più svariati pesi. Si va dalle gigantesche stadere dei secoli passati alle bilance di precisione per gli esperimenti scientifici, illustrati da esaurienti didascalie, per uno dei musei più curiosi di tutto il Centro Italia. la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 59 Zurigo Brindisi Lamezia Terme Palermo Palermo Catania Piano di volo festivo 2009 / 2010 Destinazioni da/per Zurigo Gennaio 2010 Dicembre 2009 18 19 20 Ve Sa Do 21 22 23 24 25 26 27 Lu Ma Me Gi Ve Sa Do 28 29 30 31 1 Lu Ma Me Gi Ve 2 3 Sa Do 4 5 6 Lu Ma Me 7 8 Gi Ve 10 11 Sa Do 9 Lu Brindisi Lamezia Terme Catania Palermo Con Helvetic Airways avrete modo di godervi il Vostro volo nonstop in un ambiente personale. Vi porteremo da Zurigo alle Vostre destinazioni in Italia e Macedonia senza alcuno scalo. Prenotate su www.helvetic.com o al +41 (0)44 270 85 00. Sequenze di Jean de la Mulière A SERIOUS MAN di Ethan e Joel Cohen SHERLOCK HOLMES di Guy Ritchie Il film racconta la storia della ricerca di chiarezza da parte di un uomo comune che vive in un’epoca accompagnata dalla musica dei Jefferson Airplane. Siamo nel 1967, e Larry Gopnik, professore di fisica in una tranquilla università del Mid West, è appena saputo che sua moglie ha deciso di lasciarlo. Il fratello disoccupato dorme sul divano di casa loro, il figlio ha seri problemi disciplinari e non combina nulla alla scuola ebraica, la figlia Sarah gli ruba costantemente i soldi per potersi rifare il naso. E mentre sua moglie progetta allegramente la sua nuova vita, e suo fratello diventa un peso sempre più insostenibile, un anonimo gli scrive lettere minacciose e ostili che mettono a repentaglio la sua cattedra all’Università e uno studente tenta di corromperlo per ottenere la promozione minacciandolo al contempo di denunciarlo per diffamazione. A peggiorare le cose, c’è anche la bella vicina di casa che gli infligge insopportabili tormenti prendendo il sole nuda. Alla ricerca del perduto equilibrio, Larry chiede consiglio a tre rabbini diversi. Sherlock Holmes si è costruito una reputazione per la sua capacità di svelare anche i misteri più complessi. Con l’aiuto del fido Dr. John Watson, è ineguagliabile nel dare la caccia a criminali di ogni genere, basandosi sulla sua straordinaria capacità di osservazione, sulla sua abilità deduttiva e anche sulla rude forza dei pugni. Ma ora su Londra si sta addensando una tempesta, una minaccia diversa da tutte le altre e che Holmes non ha mai affrontato… proprio la sfida che cercava. Dimostrando di possedere capacità di lotta pari al suo intelletto, Holmes applica i suoi singolari metodi per arrivare alla soluzione di un caso e scoprire quello che gli altri non riescono a vedere. Anche se il film è ambientato nel periodo vittoriano, la sensibilità e l’approccio nuovo di Guy al materiale non riescono a conservare l’alone di mistero e di drammaticità che ci si aspetta Restano le scene d’azione, inaspettate se si pensa alla fonte letteraria, e un pizzico d’ironia. Quel tanto che basta a rendere Sherlock Holmes quello che, tutto sommato, vuol essere: una pellicola tutto di intrattenimento divertente. UP IN THE AIR di Jason Reitman Un “cacciatore di teste” in apparenza privo di scrupoli con un unico obiettivo: collezionare un numero record di miglia aeree. È Ryan Bingham, un esperto manager che viene pagato per licenziare impiegati da un’azienda all’altra in giro per gli States. Viaggiatore professionista è abituato a vivere tra aeroporti, alberghi e automobili in affitto, portandosi dietro tutto ciò di cui ha bisogno in una valigia a rotelle. Tuttavia, alle soglie dell’ambito traguardo di 10 milioni di miglia, l’incontro con due donne metterà scompiglio in una vita che si misura sul numero di carte fedeltà. Natalie è la giovane collega assunta con il compito di introdurre un nuovo sistema di licenziamento da effettuarsi online. Alex è l’attraente globetrotter che lo induce ad accarezzare l’idea di un lavoro meno febbrile e di una casa che non sia l’aeroporto. Reitman punta sul personaggio di Ryan Bingham e sul contesto in cui si muove per descrivere la società attuale priva di qualsiasi rapporto personale. Usiamo i telefoni cellulari, inviamo sms e sembriamo molto ‘collegati’ mentre, in realtà, non ci guardiamo neanche più negli occhi. la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 61 A colloquio con Salvatore Pinto, in arte Dj Salvi, conduttore e fondatore della trasmissione radiofonica «Onda Libera» «Se abbandonassi la radio, sentirei un vuoto nell’anima» di Luca D’Alessandro Un’ora di svago – un attimo in cui possiamo rilassarci e sentirci veramente italiani, spiega Salvatore Pinto, in arte Dj Salvi, conduttore e fondatore della trasmissione radiofonica «Onda Libera». Fin dal primo giorno dell’esistenza di radio RaBe, la radio culturale di Berna, Dj Salvi si presenta dal vivo ogni domenica, dalle ore 13 alle 14. «Se abbandonassi la radio, sentirei un vuoto nell’anima.» ci confida durante il nostro incontro Dj Salvi, la tua trasmissione quindi è come una seconda casa per gli italiani a Berna? Si, è un punto di riferimento di italianità. La mia trasmissione ha provocato una specie di risveglio della natura. Le altre emittenti dedicano pochissima attenzione alla musica italiana – al massimo propongono di tanto in quanto qualche hit di Eros, Pausini o Zucchero – quindi, la mia trasmissione trae beneficio da questa carenza di musica italiana; riesce a colmare una lacuna. Con la nascita di Onda Libera nel 1996 pare che l'Italia si sia avvicinata un po' di più. In Onda Libera propongo quasi tutte le canzoni che cavalcano le classifiche italiane accompagnandole con una moderazione del tutto italiana. Gli ascoltatori possono intervenire in diretta e fare da protagonisti. Questo ha suscitato una forte emozione e quindi un forte legame a questa ora di italianità. Si sentono molto più vicini al loro paese d'origine. Accanto alla musica però hai avuto diversi contatti con artisti di fama. Sì, certo. Penso che questa sia la prima cosa da fare, se si rappresenta un format radiofonico. Per capire lo stato d'animo, il loro approccio filosofico, e la loro idea, bisogna avvicinarsi agli artisti. Io ho avuto modo di intervistare i grandi della musica Italiana: Jovanotti, Vasco, Pausini, Nek, Articolo 31, Tozzi, Gigi D'Alessio, Nino D'Angelo e persino Gian Piero Reverberi, che – come molti sapranno – è il più grande arrangiatore e musicista d'Italia. Che cosa ti danno questi artisti? Ognuno di loro mi lascia qualcosa di suo; qualcosa che giorno per 62 la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 giorno porto in me. Spesso è la grande disponibilità che mi sorprende. A dire il vero è quasi disarmante. Questa è la prerogativa dei grandi artisti. Tutto questo non fa che arricchire il tuo bagaglio musicale, che per noi dj radiofonici è importante. Ti senti anche tu famoso? Tempo fa hai ospitato in studio dei giornalisti di Telebärn, la rete televisiva locale di Berna. Non direi di essere famoso, ma quando fai il dj automaticamente sei in contatto con molte persone. Molta gente mi conosce anche per via del mio lavoro primario: sono un commesso di moda. Ovviamente ho accolto con molto piacere l'interesse di Telebärn. È stata una sorpresa: un'ora prima di andare in onda, mi avvisarono che sarebbero venuti. Ovviamente avrei gradito un po' di tempo in più, ma in fin dei conti è andata bene com'è andata. Le riprese e l'intervista si sono svolte durante lo show. Volevano riprendere l'atmosfera del momento. Infatti! Era proprio quello che volevano mostrare al pubblico, il mio modo di moderazione e cosa succede dietro le quinte di una radio. Dopo quella apparizione televisiva, Onda Libera è conosciuta anche da molta gente svizzero tedesca che ama la musica italiana. Si è quindi aggiunto un nuovo pubblico e questo mi fa piacere. Il contatto con il pubblico per me è quasi come un bisogno fisico: mi fa sentire vivo. Tu fai moltissime serate dal vivo? Si. Sono molto impegnato. Mi piace! Visto che con il pubblico ho un buon rapporto, ci ritroviamo spesso nelle serate durante le quali vengo ingaggiato come dj. Tra me e il pubblico è nato qualcosa di bello, si riconosce nella musica che gli propongo, spesso tocco le emozioni e i problemi. Riesco a combinare il vissuto durante le feste con la mia trasmissione radiofonica, creando un'unità. Penso che tutto questo sia una forma di amore per la musica e lo stare insieme, comunicando le nostre emozioni. Hai avuto anche momenti di interesse politico o sociale? Mah, la politica la curo solo in parte. Anche temi sociali, li porto, ma cerco di non esagerare. Voglio liberare la mia trasmissione dalla retorica politica. Quando c'è un problema serio, uno che è di interesse per il pubblico italofono di Berna, allora va bene. Ma il mio obiettivo principale e di fare rilassare la gente per fare dimenticare per un'ora i problemi e farsi sollazzare dalla musica. Infatti, Onda Libera, come nome, suggerisce proprio quello. Hai un'audience molto ampia. Cosa fai per staccare gli italiani dai loro televisori per ascoltare te? Questa è una bella domanda, perché non è semplice dare una risposta. Chiunque viva in un paese straniero, ha sempre bisogno di sentire le sue radici, i suoi odori, il suo clima e il modo di parlare. Onda Libera ha creato un punto di incontro, se vogliamo dirlo così, «virtuale» tra italiani che ogni domenica si ritrovano tutti sulla stessa frequenza per ascoltare un format dedicato pro- prio a loro. Non agli italiani che stanno in Italia o quelli che sono di transito. Ma proprio quelli che vivono qui, e s'identificano con il proprio modo di vivere all'estero. Loro si identificano con te, come portatore delle loro radici e tradizioni, e questo accade tramite la musica e dei temi emotivi. Ci sono un paio di aneddoti che ti voglio raccontare: una fedele ascoltatrice ogni domenica litiga – scherzosamente – con il marito perché all'ora di pranzo lei si sintonizza su Onda Libera al posto di apparecchiare la tavola: «io senza la musica di Dj Salvi non riesco a mangiare.» Spesso d'estate, mi ha raccontato, porta la radio sul balcone a volume a palla, tanto forte da far lamentare i vicini. Un'altra ragazza la domenica non esce di casa, se prima non finisce di ascoltare la mia trasmissione – e questo me lo hanno riferito i genitori. I miei ascoltatori si identificano con Onda Libera; quindi sarà quello il motivo che li fa staccare dalle trasmissioni televisive italiane. Allora continuerai con il tuo lavoro? Ma certamente! Come potrei smettere, anzi, dovrei fare i conti con gli ascoltatori. Poi devo dire che Onda Libera per me è come un figlio. Un figlio creato da me e che non abbandonerei… mai! Finché esisterà Radio RaBe, Onda Libera vivrà, per me e per gli ascoltatori e le ascoltatrici. Se un domani per motivi sconosciuti Onda Libera non dovesse più esistere, gli ascoltatori ricorderanno quel dj di nome Salvi, che la domenica portava l'italianità nei loro cuori. ONDA LIBERA - RADIO RABE Ogni domenica, dalle ore 13 alle ore 14 Ascolto: Berna e dintorni Frequenza antenna: 95.6 MHz Frequenza via cavo: 104.6 MHz Internet: www.djsalvi.com Per diventare soci di Radio RaBe chiamare lo 031 330 99 90 la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 63 s m l xl, Bäckerstrasse 51, 8004 Zürich, Telefon 044 240 11 11 WWW.SMLXL-FASHIONSTORE.CH Diapason di Luca D’Alessandro Gianni Morandi - Canzoni da non perdere (Sony Music) Canzoni da non perdere s’intitola Il nuovo disco di Gianni Morandi: un classico album da cantautore con un ricettario semplice e affermato. L’opera si ispira allo show che dall’8 al 29 novembre 2009 è stato trasmesso in quattro puntate su Rai 1 dedicato alle più importanti canzoni italiane. Uno spettacolo, nel quale Morandi ha ripercorso gli ultimi quarant’anni sul piano storico e culturale, partendo dalla conquista della luna, per arrivare alle canzoni più conosciute dei giorni d’oggi. L’album contiene per la maggior parte brani noti, tra cui A Te di Jovanotti, Tu sei l’unica donna per me di Alan Sorrenti e Ogni Volta di Antonello Venditti. Come novità Morandi duetta con Alessandra Amoroso, vincitrice dell’ultima edizione di Amici – trasmissione a puntate dedicata alla danza e al canto presentata da Maria De Filippi su Canale 5 – e che al momento, con il suo album Senza Nuvole, si trova ai vertici delle classifiche discografiche. Siculounge Project - Sciuri Sciuri (Roccascina / Halidon) Trasportare le classiche canzoni popolari siciliane in tutto il mondo: questa la missione del gruppo jazz catanese Siculounge Project, che, con il debutto Sciuri Sciuri - dice il produttore artistico Marco Di Dio – «intende riprodurre in chiave jazz fusion le musiche di una terra solare, piena di vita quanto afflitta da mali secolari.» Sciuri Sciuri a prima vista potrebbe sembrare il passatempo di cinque sperimentatori appena evasi dal conservatorio. Chi, però, presta ascolto al contenuto sonoro del disco rileverà il canto caldo e appassionante di Cristina Russo, accompagnata da un ritmo funky e al contempo distensivo. «Sono canzoni emblematiche che per la loro bellezza meritano di essere riascoltate, canti di dolore, fame, amore e emigrazione», spiega la giovane cantante. Di fatto, i titoli Signuruzzu, Amuri Ca Di Notti, Acidduzzu e la canzone che fa da copertina così reinterpretati, ci conducono in una Sicilia che si affanna per distaccarsi dalle tradizioni arcaiche ponendosi all’epicentro del jazz contemporaneo. S-Tone Inc. - Moon In Libra (Schema) S-Tone Inc. è il titolo di uno dei progetti più rinomati del musicista milanese Stefano Tirone. Un produttore, che da ben diciotto anni si afferma con successo in quel mestiere; il suo primo brano risale al 1992, epoca in cui l’acid jazz era di moda. Il suono si unisce con il soul, jazz e il latinoamericano, talora il produttore si avventura a scoprire le sfaccettature della musica house e di quella da discoteca degli anni ottanta. I testi sono cantati in lingua inglese, dando così alle produzioni un carattere cosmopolita. Stefano Tirone non ha mai abbandonato la sua passione per i suoni della world music, in prima linea per i ritmi del Brasile, facendoli trapelare anche nell’ultimo disco intitolato Moon In Libra. L’autore è maturato di molto rispetto alle edizioni precedenti. Il disco è pieno di sperimenti acustici, traspaiono armonie tipiche del jazz vocale degli anni Cinquanta, ispirate alle opere del compositore cinematografico Piero Umiliani. Papik - Rhythm Of Life (Irma) Musica dal gusto transatlantico: specchio di una metropoli dove la vita palpita non solo di giorno. È il battito della vita urbana, The Rhythm Of Life, come viene avvertito dal compositore romano Nerio Poggi. Stare dietro le quinte, arrangiare e progettare: queste le doti di Poggi, straordinario musicista, che negli ultimi tre anni ha collaborato con Mario Biondi per i due dischi Handful Of Soul e I Love You More agevolando l’ascesa alle cime delle classifiche italiane. Non stupisce quindi la forte vicinanza allo stile di Biondi, ad un soul e jazz vigoroso, interpretato dalla voce rigogliosa di Alan Scaffardi; che in Rhythm Of Life viene assecondato dalla jazz-vocalist Ely Bruna, dal pianista Fabrizio Foggia, dal sassofonista Fabio Tullio, e dal trombettista Massimo Guerra. Un debutto che – dopo la gloriosa era di Mario Biondi – non apporta nulla di nuovo, ma dà rilievo all’esuberanza di un «dolce stil novo jazzistico», che negli ultimi 4 anni si è propagato in un’Italia impregnata dalla musica elettronico-commerciale. la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 65 È IL MARCHIO CHE DISTINGUE LA MIGLIORE OSPITALITÀ ITALIANA. CERCATELO E TROVERETE ACCOGLIENZA DI QUALITÀ. Lo espongono alberghi, ristoranti, agriturismo, camping e stabilimenti balneari che hanno ottenuto la certificazione rilasciata dalle Camere di Commercio d’Italia. 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Un viaggio che il cantautore e pianista calabrese ha intrapreso in collaborazione di Roberto Kunstler, autore dei testi e della canzone «Carovane» che dà il titolo all’album uscito il 30 ottobre dello scorso anno, e che da febbraio porterà in tournee C on Carovane rispetto ai suoi precedenti album, Sergio Cammariere si è avventurato assieme ai suoi musicisti di sempre in una ricerca musicale che lo ha portato alla scoperta di suoni affascinanti, o, detto con parole sue, «che aprono il cuore a nuove sonorità». Al fianco di strumenti a noi familiari, come il suo pianoforte, le chitarre, il violino e percussioni di ogni tipo, la tromba, il sax e un'orchestra d'archi, si ritrovano strumenti etnici come la tabla, il sitar, e la tampura. «Strumenti – confida nel corso dell’intervista che ci ha concesso - per me hanno un significato particolare. Racchiudono qualcosa di mistico, che porto dentro di me, e trasportano il mio messaggio spirituale. Probabilmente come prossimo album ne farò uno completamente strumentale, proprio per dare sfogo alla mia spiritualità. Starò a vedere, ma prima di intraprendere nuovi progetti, vado in tournée.» Sergio Cammariere, dopo aver ascoltato le canzoni del tuo nuovo disco Carovane, noi lo definiamo «un mosaico colorato di musica e parole». Come lo definisci tu? Penso che ogni canzone, ogni frammento di questo disco faccia parte di un mosaico, proprio come avete detto voi, attraverso il quale s'immaginano le Carovane come il senso della civiltà, della storia dell'umanità. Cosa o chi ha influito nella tua ricerca musicale che, usando le tue parole «apre il cuore a nuove sonorità»? Per la ricerca del suono mi sono immaginato un luogo di pace e contemplazione. Mi piaceva molto l'idea di sperimentare e creare una contaminazione World, quindi aggiungendo al mio jazz anche l'etnico. la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 67 Puoi precisare? Io vengo dal sud dell'Italia, sono nato nel Mediterraneo, circondato da un mare che ha ispirato i poeti e i grandi scrittori del passato, e quindi avevo voglia di creare un filo conduttore con la memoria del nostro passato, penso per esempio alla Magna Grecia, aggiungendo al suono di quintetto e di orchestra, degli strumenti tipicamente orientali come il Sitar, la Tabla, la Tampura, la Vina e l'Hang. Quest'ultimo è uno strumento creato dieci anni fa proprio in Svizzera! Da dove ti è venuta la volontà di introdurre degli elementi World? La voglia l'ho sempre avuta. Sono stato sempre affascinato dai suoni etnici. Aver ascoltato tanta musica che veniva dal mondo arabo, dal mondo indiano, mi ha aiutato a raggiungere l'obiettivo di allargare le prospettive della mia musica e avvicinarmi ad un suono più contemporaneo. In Italia c'è ultimamente una tendenza che va in questa direzione. Artisti come Ludovico Einaudi o Cesare Picco hanno pubblicato degli album che contengono tanta spiritualità. Assolutamente, questo vale per tutti i pianisti. Principalmente sono un musicista e per me tutto ciò che la musica ha espresso con il pianoforte è stata la mia scuola. Penso a Ludwig van Beethowen, ma anche a Chopin. Penso all'evoluzione del pianoforte nella musica di Maurice Ravel, di Claude Debussy o Satie. Credo che ci sia anche un'anima nascosta dentro coloro che fanno musica strumentale solo pianistica. Che significato ha per te il tuo pianoforte? Il pianoforte è uno strumento completo con cui riesco ad esprimere un'orchestra intera. Non escludo in futuro di fare un album solo col pianoforte, perché mi dà la possibilità di esprimere la mia 68 la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 anima con la musica. In Italia abbiamo avuto una scuola di grandi interpreti pianistici, cito Maurizio Pollini, e ovviamente non posso non citare colui che è stato il più grande pianista classico italiano di tutti i tempi, Arturo Benedetto Michelangeli. Accosti a questi nomi la divinità? E come non farlo, è evidente! Per esempio nell'overture del Tannhäuser di Wagner, lì c'è proprio qualcosa di divino, che agisce sul compositore facendolo diventare un medium. Opere che esaltano il nostro senso musicale, che ispirano. Io ci sento «l'armonia delle sfere». Da dove proviene questo tuo congiungerti idealmente ad un'entità soprannaturale che interagisce? Con la ricerca della mia spiritualità - la mia conversione. E come la ricerchi? Suonando! Suonare uno strumento con umiltà è come dedicarsi alla musica e alla verità. Proviene dalla ricerca della mia fede. La mia avventura musicale è iniziata suonando l'organo della chiesa. Durante l'eucarestia, quando cantavamo tutti in coro, la musica raggiungeva l'apice. Si sentiva un'atmosfera divina; si avvertiva proprio il passaggio del Signore in quel momento. La musica era il collante giusto. Tu c’inviti a cercare la «vera essenza delle cose». Tu dove l’hai trovata? Nell'antroposofia per esempio! Rudolf Steiner nei primi anni del Novecento in un libro intitolato L'essenza della musica, spiega la purezza stessa della musica, come un corpo astrale che si trasferisce nel mondo dei sogni. In un momento di dormiveglia, arriva l'essenza della musica, e la musica che c'è nel reale non è altro che una vibrazione di quest'essenza musicale che i compositori ascoltano nel mondo astrale. A chi è indirizzato il tuo nuovo album? Roberto Kunstler ed io, prima di metterci all'opera, facciamo una ricerca del senso delle cose da dire, oltre al suono che deve avere la parola. In questo nuovo album ci siamo detti di avere la necessità di parlare oltre dell'amore anche di temi ecologici, dell'ambiente, della sociologia e anche di etica. Quindi gli argomenti sono omologati verso la divulgazione di un concetto spirituale. C'è qualcosa che musicalmente non hai mai fatto e vorresti assolutamente fare? Guarda, ho dato concerti con orchestre sinfoniche, ho suonato in tournée in quasi tutta Europa, ora mi piacerebbe fare qualcosa che forse ha meno attinenza con la musica come ad esempio la regia di un documentario o di un film, ma sono hobby (ride). Osserviamo un attimo la scena musicale in Italia. Un musicista ha ancora tempo e spazio per fare degli esperimenti? Purtroppo c'è un'omologazione generale. C'è un po' d'impoverimento nei contenuti e nella qualità, per esempio della TV. Oggi è il momento dei Reality Show che creano miti di poche settimane. Sono cambiati i parametri. Una volta esisteva il vinile come prodotto discografico e ricordo che attraverso le foto, i testi e i suoi 33 giri spiegava ancora di più l'artista. Nei giorni nostri la musica sta diventando sempre più liquida. Si è passati al CD, ma anch'esso è destinato a scomparire in breve tempo. Ci sarà solo il download dal punto di vista discografico. Nel live è tutto un altro discorso, perché i concerti sono quel legame che s'instaura col pubblico, facendo nascere così il contatto e la simbiosi tra l'artista e chi lo ascolta. Questa simbiosi la trovi di più in Italia o nel resto d'Europa? In Europa c'è una cultura maggiore rispetto all'Italia. Mi rincresce dirlo ma è così! Purtroppo in Italia è più importante apparire che imparare uno strumento. In Germania c'è molta più attenzione verso la musica classica, e ci sono più conservatori musicali. In Italia abbiamo ancora il problema della pedagogia. Insegnare la musica ai bambini è fondamentale perché la musica nutre l'anima. Sarebbe bello insegnare loro la differenza che c'è tra una Fuga di Bach e una Sonata di Beethowen. Chi o cosa potrebbe colmare questo vuoto? Relativamente a questo tema, personalmente ho fatto un appello al Ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Germini, la quale mi ha già risposto e ci sarà un incontro in cui si parlerà di queste tematiche. L'obiettivo: inserire la musica nei programmi d'insegnamento dalla primissima età. Un altro nostro grande problema è oltretutto quello di dimenticare spesso quelli che sono stati i nostri grandi maestri. Abbiamo avuto persone come, Fabrizio De André, Sergio Endrigo, Luigi Tenco, per citar- ne alcuni. Persone scomparse che non dovremmo dimenticare mai, perché ci hanno lasciato canzoni meravigliose che rimarranno sempre vive. In essenza: cosa ti aspetti e cosa vuoi trasmettere con queste nuove sonorità in Carovane? Mi aspetto che la musica sposti le persone, che vengano ad un mio concerto da tutte le parti. Quando suoniamo dal vivo, noi improvvisiamo e trasformiamo la canzone che è stata fotografata sul CD. La band ed io inventiamo ogni volta una musica nuova e questo fa sì, che le persone ritornino ad ascoltare lo stesso concerto, perché sanno di trovarlo diverso. Cosa voglio trasmettere con questo suono? Beh, dietro a questo suono porgo un messaggio universale, dove si parla di tematiche importanti della società, della vita, cercando anche l'appiglio mistico e spirituale. Sergio, quando verrai a trovarci in Svizzera? Mi auguro presto! DISCOGRAFIA DI SERGIO CAMMARIERE 1993: I ricordi e le persone (con Roberto Kunstler) 2002: Dalla pace del mare lontano 2003: Dalla pace del mare lontano (Seconda versione, include il brano Tutto quello che un uomo - Sanremo 2003) 2004: Sul sentiero 2006: Il pane, il vino e la visione 2009: Carovane 2 CD in palio La Rivista mette in palio due CD del nuovo album «Carovane» di Sergio Cammariere tra i lettori che invieranno un›e-mail a: [email protected] indicando l’anno in cui l’artista ha partecipato al festival di Sanremo. la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 69 Consorzio per la Tutela del vino Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene Ricetta anticrisi Presentati i dati 2003 - 2008: + 45% della produzione e tenuta del valore sono risultati che dimostrano un made in Italy in salute Il Distretto? Ricetta anticrisi. È quanto emerge dai dati economici del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, recentemente riconosciuto DOCG, contenuti nell’annuale rapporto dedicato a tutti i numeri di questo fenomeno Made in Italy T ra il 2003 e il 2008 la produzione è cresciuta di oltre il 40%, grazie ai nuovi impianti, molti dei quali hanno riguardato il recupero di aree di alta collina, un tempo dedicate alla viticoltura, difficili da coltivare quanto qualitative. Parallelamente alla crescita in volume, la denominazione è cresciuta in fatturato, passando da un giro di affari di 250.000.000 a 370.000.000 di euro. L’incremento è confermato dalla crescita dello spumante, tipologia a maggiore valore aggiunto, che ha raggiunto l’86% della produzione totale. In un momento difficile come l’attuale, il prosecco di Conegliano Valdobbiadene dimostra anche nel 2008 di mantenere le posizioni, grazie all’export, rappresentato oggi da oltre 50 paesi, e al rafforzamento delle posizioni sul mercato nazionale. Come dimostra l’anteprima dati 2009 nel canale GDO, il prosecco è lo spumante più venduto in assoluto, con una crescita di fatturato annua superiore al 14%. Vende 5 volte di più del Pinot, supera l’intera tipologia del “Classico”, e fattura più dell’intero comparto degli Champagne. Tutto positivo, dunque? Certamente non mancano le criticità, perché l’ottenimento della DOCG, risultato tanto importante per il territorio, coincide con la più grave crisi dei consumi del secondo dopoguerra. Una realtà con la quale fare i conti. La crisi, soprattutto nell’alta gamma, è profonda, perché il consumatore non è più disposto a pagare un prezzo troppo elevato solo per uno status symbol. E questa nuova tendenza non sarà limitata al periodo di crisi: non si tornerà più, anche una volta superato il momento di criticità, alla situazione degli “anni d’oro”. Il consumatore 70 la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 però non rinuncia alla qualità, anzi, ritiene che la denominazione di origine e il consorzio di tutela siano elementi di garanzia imprescindibili. Chi sa offrire qualità e garanzia è quindi vincente a condizione che i prezzi si mantengano equilibrati. I produttori, quindi, devono stare attenti ai rincari. Già nel 2008, d’altro canto, iniziavano i primi segnali. Dopo anni di crescita a due cifre, nell’ultimo anno si è registrata una stasi e nel 2009 la leggera crescita vi era stata solo sui prodotti con prezzi stabili o leggermente in discesa. UnCalvino segnale importante, quindi, che i produttori diinConegliano un ritratto Valdobbiadene dovranno saper leggere. d’epoca. Se il loro vino ha in questi anni registrato un crescente successo è grazie anche al corretto rapporto valore e qualità. I produttori, avverte il Consorzio di Tutela, dovranno quindi evitare l’automatismo DOCG = maggiore prezzo. Per mantenere l’equilibrio un ruolo importante sarà giocato proprio dal Distretto come sistema territoriale capace di definire progetti di lungo termine e strategia condivisa. Un altro strumento per promuovere la DOCG sarà poi fare conoscere il territorio. Se fino ad oggi il vino è stato attrazione turistica, nel futuro la prospettiva potrà essere ribaltata, ovvero il turismo potrà divenire elemento di conoscenza del vino. In quest’ottica si inserisce anche il progetto per il riconoscimento delle colline di Conegliano Valdobbiadene a Patrimonio Unesco che, proprio recentemente, ha fatto un nuovo e importante passo avanti con il parere positivo della Regione Veneto e con l’interessamento ministeriale per questo progetto. E se il turismo può essere un utile strumento di promozione della DOCG, il primo passo sarà creare un linguaggio comune a tutti i produttori. “Abbiamo definito una strategia di comunicazione grazie ad una delle più importanti agenzie di comunicazione, Robilant & associati. Ora il lavoro maggiore sarà interpretare questa strategia attraverso la sensibilità di ogni produttore. - Afferma il presidente del Consorzio Franco Adami - Per questo abbiamo scelto di organizzare a partire da inizio anno una serie di incontri per informare i diretti interessati perché, per comunicare la nuova identità DOCG, il primo passo sarà adottare da parte di tutti i produttori una comunicazione condivisa nel messaggio”. Tutti i numeri del distretto Nel rapporto annuale si evidenzia una denominazione in buono stato di salute che, nonostante il momento congiunturale difficile, conserva le proprie posizioni. I volumi sono stati pari a 57,4 milioni di bottiglie per un valore complessivo al consumo di oltre 370 milioni di euro. La suddivisione del mercato vede per lo spumante il mercato nazionale al 69,1% e l’export al 30,9%, mentre per il frizzante il mercato nazionale rappresenta il 72,4% e l’estero è al 27,6% con il mercato europeo, che rimane comunque il principale sbocco (76,6%). Nell’ambito dei mercati extra europei, aumenta la quota di spumante con un’incidenza pari al 23,4% dei volumi in bottiglia e risulta il significativo incremento del Nord America con il 15,8% delle esportazioni totali. Con riferimento alla condotta delle imprese sul mercato interno dello spumante si evidenzia un aumento del peso delle vendite verso il Nord Ovest (+2,3%), mentre nel Nord Est si riscontra una crescita per il Superiore di Cartizze (+8,3%). Diminuisce invece, in termini relativi, il ruolo delle vendite della denominazione verso le regioni centro-meridionali del Paese. Dall’analisi dei canali di sbocco in Italia, si rileva la generale crescita della Grande Distribuzione Organizzata, che si attesta al di sopra dei 3 punti percentuali per gli spumanti e assume un peso rilevante per il frizzante (+13%). Il canale Ho.Re.Ca, tuttavia, si conferma come canale di riferimento del mix delle versioni a Denominazione, con un ruolo prevalente nel caso dello spumante (34,9% delle vendite). Le vendite al pubblico si rafforzano per tutte le tipologie, con un’interessante crescita per il Superiore di Cartizze (+1,3%), che sfiora i 10 punti percentuali delle vendite sul mercato domestico. In termini di volumi esportati, si conferma il ruolo della Germania come mercato driver delle vendite rispetto a tutte le tipologie della denominazione, con il 37,5%. Per lo spumante, va segnalato anche l’aumento significativo delle vendite destinate a Svizzera e Regno Unito, corrispondenti rispettivamente al 18,7% (si pensi al numero di abitanti della Confederazione e si capisce quanto importante sia questo mercato!) al 6,2% dei volumi commercializzati sui mercati internazionali. Sulla scia di questi cambiamenti, si assiste alla forte crescita dei mercati extra europei (+9,2%), che vedono l’interessante crescita delle quote esportate verso il mercato nordamericano, che raggiungono il 15,7%. In quest’ambito gli Stati Uniti detengono la maggioranza del market share con il 9,6%. Il Victoria Albergo Romano di primissima classe • costruito nel 1899 • Ristrutturato rispettando stile e opere d’arte • Situazione calma nel centro storico, di fronte al Parco di Villa Borghese a due passi dalle vie più famose per lo «shopping» • Rinomato per il suo ristorante italiano classico, il BELISARIO • Il VIC’S-BAR come punto d’incontro • Roof-garden romantico per cocktails e cene estive • Sale conferenze funzionali • Garage 24 ore • Servizio tempestivo, cortese e multilingue • R.H. Wirth - H. Hunold Amministratori delegati Via Campania 41 | oo187 Roma Tel. oo39 o6 42 37 o1 Fax oo39 o6 48 71 89o E-mail: [email protected] Internet: www.hotelvictoriaroma.com la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 71 Zurigo Lunedì, 8 marzo 2010 ore 14.00-19.00 Hotel Baur au Lac Talstrasse 1 – 8001 Zurigo www.bauraulac.ch I prodotti enogastronomici di qualità sono sempre espressione diretta del territorio che li produce. È con questa consapevolezza che il Trentino si presenta agli appassionati, nel cuore della città di Zurigo, con un grande wine tasting. TRENTODOC, Trentino D.O.C. Marzemino, Teroldego rotaliano D.O.C. e Trentino Grappa saranno gli ambasciatori del territorio. Due gli incontri di degustazione guidati: il primo alle 15, con il giornalista Jens Priewe, è dedicato al TRENTODOC, ed è intitolato “Dal Blanc de Blanc al Rosé”. Il secondo, alle 17, punterà i riflettori sui vini rossi e sulla grappa: “Elegante e Corposo: Vino rosso e Trentino Grappa direttamente dalle montagne”, degustazione curata da Richard Grosche, giornalista di “Meininger Verlag”. In collaborazione con Organizzazione Trentino S.p.A. Società di Marketing Territoriale via Romagnosi 11 I – 38122 Trento Tel. +39 0461 887 132 Fax +39 0461 887 145 [email protected] www.visittrentino.it/trentinowineontour Iscrizioni e informazioni Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123 Postfach 8027 Zurigo Tel. 044 289 23 23 Fax 044 201 53 57 [email protected] www.ccis.ch C di Domenico Consentino Convivio La ‘nduja (di Spilinga) dell’altopiano del Monte Poro o Quell’infuocato insaccato di maiale principe dell’hot food A ll’incontro con la stampa “La Calabria nel menù”, svoltasi a Milano all’interno del Palazzo Giureconsulti, sede della locale Camera di Commercio, il 18 novembre 2009, non si è parlato solo di extravergini d’oliva Dop dell’Alto Crotonese, della terra di Bruzi , di Lamezia o di quello di Gioia Tauro. Oltre agli oli e ai vini, ai giornalisti presenti, a fine incontro con i dirigenti del settore della regione Calabria , è stato offerto un menù (appunto La Calabria nel menù) composto da prodotti tipici calabresi, arrivati direttamente dalla Calabria: “Le acciughe e le sardelle al peperoncino(dette anche “Caviale calabrese”), il tonno sott’olio, l’asparago selvatico, il caciocavallo silano Dop, la cipolla rossa di Tropea, la patata silana, il pecorino crotonese, quello del Pollino e quello del Monte Poro. E poi i salumi, veri gioielli, tutti insaccati con carne di porco: La salsiccia di Calabria Dop, la soppressata ,che si ottiene da carni di maiale prevalentemente di razza calabrese e “large White”, la pancetta calabrese Dop, il Capicollo di Calabria Dop e La ‘nduja detta di Spilinga. Quest’ultimo è il più infuocato, saporito e odoroso insaccato di maiale del panorama mondiale che gode di un circuito confidenziale (e internazionale) di estimatori. Il suo comune d’elezione è Spilinga, ma l’area di produzione è estesa anche a pochi centri agricoli dell’altopiano del Poro, il grande promontorio affacciato sul Tirreno di Tropea e Capo Vaticano, Zungri, San Calagero, Caria, Brattirò, Zaccanopoli, Vena, Piscopio, Badia e Limbadi. In Calabria, artigiani-modello, osterie e ottimi ristoratori lo propongono sia cucinato con rigore filologico, sia come aromatico ripieno di cioccolatini provocatori. Un salame provocante Il viaggiatore goloso, calabrese da infinite generazioni e cresciuto a pane e soppressata piccante, deve confessare che la prima volta – ma questo è successo tanti anni fa – è stato tratto in inganno dall’aspetto tenero, accattivante e dalla consistenza, morbida fino alla spalmabilità della ‘nduja. E deve ammettere d’essersi fatto fuorviare dall’appeal intenso di aromi e cromatismi, ma in definitiva pacioso. Quel primo assaggio, però – ricorda ancora bene il viaggiatore goloso – si era rivelato ‘nduja su bruschetta. con perentoria nettezza un insospettabile, sorprendente potenza: deflagrante, una Bomba! Una volta in bocca, infatti, una scossa sensoriale aveva investito sia il gusto del viaggiatore goloso, per il complesso di odori e sapori animali e vegetali, sia il tatto, per via degli effetti della sensazione piccante che si era sviluppato sulla lingua e sul palato. Al primo impatto, dunque, può provocare immancabilmente un brivido, naturale e, quasi per tutti, piacevole. E di sicuro può lasciare senza fiato questo piccante, odoroso e saporito insaccato di maiale, ma col tempo, praticandolo, conoscendolo meglio e degustandolo spesso (è solo questione di esercizio!), si deve riconoscere che è il vero principe dell’hot food. Peperoncino essiccato a “naso di cane” O almeno così usa definire la sua ‘nduja Salvatore Pugliese, titolare insieme al fratello Felice del salumificio artigianale Sap, situato nella piccola frazione di Calimiera, San Calogero, a pochi chilometri dal mare, ma anche dal monte Poro, una zona con un microclima ideale per la stagionatura dei salumi. Il viaggiatore goloso aveva assaggiato i prodotti di Salvatore durante una degustazione di salumi organizzata dalla condotta di Slow food la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 73 di Soverato l’estate scorsa. “Non sono solo io a definire la mia ‘nduja principe degli insaccati di carne di maiale piccante – racconta Salvatore al viaggiatore goloso nel suo laboratorio di Calimiera -, ma in primo luogo i nostri clienti: ristoratori, osti, alimentari di alta gastronomia, amatori e stimatori della ‘nduja. Tutti sono entusiasti della qualità del nostro salume. Forse perché i salumi li sappiamo fare: l’accurata scelta delle carni, provenienti solo da suini alimentati in modo naturale, la lavorazione artigianale, l’impiego solo di pregiati aromi naturali e di quel peperoncino, che qui viene chiamato a “naso di cane” che, secondo la scala empirica istituita dal chimico Wilbur Scoville nel 1912 ,ha il “bruciore”, causato dalla capsaicina, di un tipico peperoncino calabrese e come tale non deve superare i 15.000 gradi Scoville. Si tratta di una varietà con delle caratteristiche del tutto peculiari, che conferiscono ai salumi, nel giusto dosaggio, aromi inconfondibili”. Insaccati secondo una solida tradizione familiare “O forse perché sappiamo fare bene tutti i salumi: salsiccia catena, salsiccia girella, pancetta arrotolata, capicollo, soppressata crespone, soppressata cularina, i “diavoletti”, che sono salsicciotti al peperoncino, oltre naturalmente alla ‘nduja e al ‘ndujotto, ultima nostra creazione questa, sia per la forma tonda che per il sapore leggermente piccante – continua a raccontare Salvatore esprimendo un pizzico di sciovinismo campanilistico - avendo alle spalle una solida tradizione familiare. Già papà era ottimo macellaio, un “norcino”, lo avrebbero chiamato in Toscana, uno che sapeva “scannare i porci” (sgozzare i maiali) per farne poi ottimi salumi da venderei. E così, quando si è trattato di decidere cosa avremmo fatto in futuro, nel 1988 io e mio fratello Felice, abbiamo aperto il salumificio e abbiamo iniziato a riprendere antiche ricette e ricostruire quel procedimento d’impasto e d’insaccamento che si usava anticamente nelle nostre case. Perché, sarà anche vero che salsicce, soppressate, capicolli, salami e pancette possono venire bene ovunque in Calabria, ma la ‘nduja no! Quella davvero buona si può fare – oltre naturalmente che a Spilinga – in tutto l’altopiano del Poro con un preparato di finissime carni scelte di suino. Il tutto passa più volte al tritacarne nella trafila più fine. La carne macinata viene aromatizzata sapientemente con salsa di peperoncino dal profumo intenso. Quei peperoncini, detti “naso di cane”, da noi coltivati e che nella nostra azienda non vengono fatti seccare alla luce diretta del sole, perché potrebbero danneggiarsi, ma vengono sottoposti a una lenta asciugatura in apposite serre in policarbonato. Infine, si aggiunge il sale in ragione di 30 grammi per chilo di carne. Completato l’amalgama, si insacca nel budello grasso, detto orba, pressato e chiuso all’apice con lo spago, oppure in budelli più piccoli. E non è finita. Qualche giorno dopo l’insaccatura, infatti, comincia l’esposizione al calore e al fumo di essenze legnose aromatiche, che si protrae per almeno 15-20 giorni. Così facendo, l’insaccato “matura”, perde buona parte della percentuale di acqua e si favorisce lo sviluppo degli aromi. In seguito, i minuscoli edifici rustici che accolgono la ‘nduja per la stagionatura, devono avere prese d’aria 74 la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 ‘nduje in stagionatura. e il tetto di tegole per far circolare meglio la brezza notturna di tramontana, che giova alla qualità del prodotto. Lì dentro la stagionatura delle orbe si protrae per circa 5-6 mesi, fino all’arrivo del caldo estivo quando il grasso si scioglie amalgamandosi al peperoncino. A questo punto- ha concluso Salvatore - le qualità sensoriali della ‘nduja sono all’apice e tradizione vuole che le prime ‘nduje vengano aperte a giugno, spalmate su crostini e degustate subito dopo la mietitura”. Dalle “Candele” di Gragnano con ’nduja, ai cioccolatini ripieni Anche se tra gli anni Cinquanta e Sessanta, la ‘nduja del Poro aveva corso rischi d’estinzione, oggi è considerato e apprezzato come uno degli insaccati fra i più antichi e pregiati del Mezzogiorno. E, come tutti i prodotti tipici che hanno qualche “marcia in più” – storia, tradizione e sentimenti collettivamente condivisi –, non poteva non stuzzicare anche la fantasia di osti, cuochi e pasticcieri più attenti, preparati e impegnati a interpretare il terroir. Ecco allora i fratelli Alia della Locanda Alia di Castrovilleri realizzare con l’”oro rosso” di Spilinga un primo piatto di raro equilibrio, le Candele di Gragnano con ‘nduja di Spilinga e pecorino crotonese. Poco più a sud, sempre nella provincia di Cosenza, nel palazzetto cinquecentesco, che ospita il suo raffinato Pantagruel-Vecchia Rende, lo Chef Tonino Napoli, rende omaggio alla ‘nduja con un primo di pesce: Paccheri alla ‘nduja con n denso sughetto di pescespada. Ma è nella terra d’elezione della ‘nduja, nella città di Vibo Valentia, che questo straordinario insaccato viene inter- LA RICETTA Candele con ragù piccante di ‘nduja di Spilinga e pecorino crotonese Ingredienti per 4 persone 320-350 g di pasta candele di Gragnano, 100 g di ‘nduja, 40 g di pecorino crotonese, 500 g di pomodori San Marzano freschi, 2 peperoni piccoli, rossi e verdi, una piccola cipolla rossa di Tropea, 40 g di olio extravergine d’oliva, uno spicchio d’aglio, un ciuffetto di basilico, 3 foglie di alloro, sale. Come la preparo quando sono in vacanza a Pietragrande Spezzetto a mano le candele lunghi 10 cm. Mondo i pomodori, scarto la buccia e i semi; taglio la polpa a cubetti. Mondo i due peperoni e li taglio a falde. Sbuccio, infine, la cipolla e l’affetto grossolanamente. Preparo la salsa: riunisco in una padella bassa l’olio, i cubetti di pomodoro, l’aglio, i peperoni, la cipolla, le foglie di basilico, l’alloro e pochissimo sale. Faccio cuocere per circa 10 minuti, poi aggiungo la ‘nduja, amalgamo bene e proseguo la cottura per altri 3 minuti. Faccio cuocere la pasta al dente, la scolo, la verso nella padella con la sua salsa, salto il tutto e servo con una spolverata di pecorino crotonese grattugiato grosso (quasi scagliette!) Il Vino: Alaei, Greco bianco DOC della Cantina Senatore Vini, Cirò Marina. LA GASTRONOMIA ITALIANA IN SVIZZERA preto con rigore filologico e proposto anche in una veste sorprendente. Lo fa giornalmente Pino Lo Preiato, proprietario del ristorante l’Approdo di Vibo Marina. Qui, il viaggiatore goloso, ha potuto gustare i classici crostini di pane e casa, spalmati di ‘nduja con cipolla di Tropea, ha mangiato le costolette d’agnello disossate, accompagnate da melanzane, ‘nduja e Pecorino del Poro (un piatto che secondo il sommelier, va abbinato col Greco di Cirò Alaei della Società Agricola Senatore Vini, uno dei bianchi calabresi più interessanti, “vinificato” con pressatura soffice e controllo termico della fermentazione), e, sul finale, sbalordendo il viaggiatore goloso, è arrivata a tavola un’alzatina argentata colma di cioccolatini fondenti e, incredibilmente, ripieni di ‘nduja ma in armonico equilibrio con un tocco delicato di Cointreau e crema di latte. Viva Italia Cucina tradizionale! Da noi apprezzerete la vera italianità con le nostre specialità tipiche, che normalmente solo in Italia potete apprezzare. Lasciatevi incantare dal nostro ambiente mediterraneo e da un servizio impeccabile, dalle nostre eccellenti pizze, preparate secondo le ricette originali del campione del mondo di pizzaioli e con il marchio «Vera Pizza napoletana DOC», dalle tipiche pietanze a base di carne o di pesce, nonché dalla nostra prelibata pasta fresca e dai succulenti dolci. E se amate le tradizioni culinarie del bel Paese, da noi troverete consiglio sui migliori, eccellenti vini selezionati da tutte le regioni italiane. «Buon appetito!» Il team Molino si fara piacere di accoglierla alla sua prossima visita con un cordiale «benvenuto»! Nei 16 Ristoranti MOLINO in Svizzera, Lei è un’ospite sempre gradito durante tutti i 365 giorni dell’anno: MOLINO Berna Waisenhausplatz 13 3011 Berna Telefono 031/ 311 21 71 MOLINO Uster Poststrasse 20 8610 Uster Telefono 044 / 940 18 48 MOLINO Dietikon Badenerstrasse 21 8953 Dietikon Telefono 044 / 740 14 18 MOLINO Wallisellen Glattzentrum 8304 Wallisellen Telefono 044 / 830 65 36 MOLINO Friborgo 93, rue de Lausanne 1700 Friborgo Telefono 026 / 322 30 65 MOLINO Winterthur Marktgasse 45 8400 Winterthur Telefono 052 / 213 02 27 MOLINO Ginevra Place du Molard 7 1204 Ginevra Telefono 022 / 307 99 88 MOLINO Zurigo Limmatquai 16 8001 Zurigo Telefono 044 / 261 01 17 MOLINO Ginevra Centre La Praille 1227 Carouge Telefono 022 / 307 84 44 MOLINO Zurigo Stauffacherstrasse 31 8004 Zurigo Telefono 044 / 240 20 40 LE LACUSTRE Ginevra Quai Général-Guisan 5 1204 Ginevra Telefono 022 / 317 40 00 FRASCATI Zurigo Bellerivestrasse 2 8008 Zurigo Telefono 043 / 443 06 06 MOLINO Montreux Place du Marché 6 1820 Montreux Telefono 021/ 965 13 34 SEILERHAUS MOLINO Zermatt Bahnhofstrasse 52 3920 Zermatt Telefono 027 / 966 81 81 MOLINO S. Gallo Bohl 1 9000 S. Gallo Telefono 071/ 223 45 03 Neu ab Frühjahr 2010 MOLINO Vevey MOLINO Thônex 106, Rue de Genève 1226 Thônex Telefono 022 / 860 88 88 la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 www.molino.ch 75 M di Graziano Guerra Motori Fiat 500C 1.3 Multijet Lounge Cabriolet Chic e funzionale anche d’inverno Dopo le prove estive ho voluto verificare se il fenomeno 500 C (dove C sta per Cabriolet) sapesse rispondere anche d’inverno alle attese di una clientela esigente I l riscaldamento funziona a dovere, e ci si sente parecchio chic a girare su strade innevate, immersi in paesaggi da sogno, a tetto aperto, proprio come facevano i Vip negli anni ‘50 e ’60, con gli sci o lo snowboard in bell’evidenza. Di profilo la 500C spicca per la linea inconfondibile, che la capote rende molto particolare: più slanciata rispetto alla berlina. Sulla capote piace l’elemento che funge da spoiler e contiene la luce di stop (anche a capote ribassata). In prova d’inverno, il modello Lounge motorizzato turbodiesel 1.3 Multijet da 75 CV ha calamitato sguardi e invidie. Per quanto riguarda i consumi, nel ciclo combinato, il più piccolo e avanzato tra i diesel a iniezione diretta “Common Rail” di seconda generazione, consuma, per 100 chilometri, 5,3 litri nel ciclo urbano e 3,6 nell’extraurbano, 4,2 su percorso misto. Monta di serie il filtro DPF antiparticolato e consente di raggiungere una velocità massima di 165 km/h. Si passa da 0 a 100 all’ora in circa 13 secondi. La frenata è efficace, buona la ripresa e il comportamento stradale è sempre fedele agli impulsi del pilota. Sulla neve è uno spasso. Alla voce sicurezza attiva, sul notes ho, tra l’altro, ritrovato i dispositivi ABS con EBD; ESP + ASR con Hill Holder, che assiste nelle partenze in salita (Opzione) e HBA (Hydraulic Brake Assistance) che aiuta nelle frenate di emergenza. La capote (tre colori per ventuno combinazioni) è ad azionamento automatico e si può comandare sia con i pulsanti sulla plafoniera interna, sia con un telecomando. Si apre e si chiude in 15 secondi. Si può muovere l’area orizzontale fino alla posizione “spoiler” a qualsiasi velocità, l’area verticale invece è azionabile solo sotto i 60 km/h. Le dimensioni sono quelle del modello base (Lunga 355 cm, larga 165, alta 149). La 500 C Lounge offre molti dispositivi di lusso, finora riservati ad automobili di segmenti superiori. Molti di serie, per esempio l’airbag guidatore e passeggero con sistema dual stage e gli attacchi Isofix per sedili bambini, i retrovisori esterni in colore vettura con regolazione elettrica e poi: sbrinamento e sensore temperatura esterna, fendinebbia, volante regolabile in altezza in pelle con comandi autoradio, sedile posteriore sdoppiato e abbattibile (50/50), cristalli atermici, servosterzo elettrico dualdrive™, alzacristalli elettrici anteriori, chiusura centralizzata con telecomando, dispositivo luci follow me home, tappo combustibile con chiave, lunotto termico, trip computer, autoradio con lettore CD MP3, 4 altoparlanti + 2 tweeter; sistema vivavoce Blue&MeTM con tecnologia BluetoothR, riconoscimento vocale, comandi al volante e lettore file audio digitali con porta USB e inoltre il kit cromo: guarnizioni vetri laterali con inserto cromato, scarico, inserti su paraurti e corona su leva cambio tutti cromati. Altri dispositivi sono in opzione. Presso i concessionari svizzeri Fiat, la 500 C è disponibile nelle versioni Pop, Lounge e Rock, con un ventaglio prezzi da 22’000 a 30’500 franchi. Le Lounge costano fra i 25’000 e i 27’500 franchi, la Multijet in test presentava di listino un prezzo base di 27’500, ai quali si aggiungevano 700.- per i cerchi in lega 16” Rock, altri 900.- per la verniciatura con effetto perla; 600.- per il climatizzatore automatico mono-zona con filtro antipolline, 180.- per il retrovisore con anti abbagliamento automatico e 700.- per il sistema di stabilità ESP con ASR, con assistente di frenata e Hill Holder. 70.- i franchi sono necessari per il rivestimento di pelle della leva del cambio. Il totale: 30’650. Compresi nel prezzo base i sensori di aiuto parcheggio. la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 77 Ufficio svizzero di prevenzione infortuni Per la sicurezza in motocicletta La motocicletta è un mezzo di trasporto sempre più apprezzato, ma comporta anche certi pericoli. Basti pensare che 3 su 10 vittime della strada sono centauri. Il rischio, per chilometro percorso di subire lesioni gravi o mortali è circa 20 volte più elevato per i motociclisti che per chi viaggia in automobile D urante l’11° Forum sulla sicurezza tenuto dall’upi in chiusura 2009, l’ufficio ha confermato che i risultati migliori in termini di prevenzione si ottengono con misure efficaci, economiche, facilmente realizzabili e basate su una conoscenza approfondita del problema. Nei prossimi anni, in collaborazione con i suoi partner, l’upi intende dedicarsi maggiormente alla sicurezza del traffico motociclistico lanciando un programma prioritario Dossier sicurezza «Traffico motociclistico» Il dossier sicurezza «Traffico motociclistico» (2009) è un’analisi scientifica che descrive i fattori di rischio, spiega come si potrebbe migliorare la sicurezza dei motociclisti nel traffico stradale con una serie di misure concrete. Degli incidenti motociclistici gravi circa un ter- zo avviene a veicolo isolato e spesso sono riconducibili a velocità inadeguata o eccessiva. Le collisioni invece, due volte più frequenti sono dovute soprattutto all’inosservanza delle regole di precedenza, gli automobilisti hanno almeno una parte di colpa in due casi su tre. Per ridurre sensibilmente gli incidenti non bastano certo misure rivolte solo ai motociclisti. Per questo, l’upi ha formulato una serie di raccomandazioni concrete in sei aree problematiche (motociclisti, motociclette, conducenti dei veicoli antagonisti, veicoli antagonisti, infrastrutture ed equipaggiamento protettivo). Strutture e controlli ma soprattutto sensibilizzazione Migliorare le infrastrutture e adeguare la frequenza dei controlli, ma è fondamentale sensibilizzare, sostengono gli esperti. La seconda fase della campagna di prevenzione «Slow Down. Take it Easy», che sarà lanciata la prossima primavera, sarà rivolta in modo mirato ai motociclisti. L’angelo Franky Slow Down non punterà il dito contro i centauri, ma li inviterà simpaticamente a scalare di marcia. wIl messaggio della campagna – adeguare la velocità alle condizioni stradali, alla circolazione, alla visibilità e alle proprie capacità di guida – è sostenuto attivamente anche da motosuisse, l’associazione svizzera degli importatori di motociclette e scooter. PRIMO MEETING CONCESSIONARI APRILIA A primavera un nuovo centro logistico I concessionari svizzeri di Aprilia, al Centro Paul Klee di Berna in occasione del loro meeting annuale, per la prima volta sotto la nuova bandiera dell’importatore OFRAG Vertriebsgesellschaft, hanno avuto modo di ammirare la nuova Aprilia RSV4 R. Con questo modello, la Casa italiana propone una nuova moto nella classe Superbike al prezzo molto interessante di 20'990.- franchi. OFRAG importa ufficialmente in Svizzera anche i marchi Piaggio, Vespa e Gilera. Al Centro Paul Klee, dopo una retrospettiva sulla stagione 2009, è stata presentata un’analisi di mercato e la strategia futura. Moreno Stiz, responsabile vendite Aprilia, ha avuto parole di ottimismo, raccomandando “malgrado la situazione abbastanza tesa, di investire la maggiore energia possibile per continuare a sviluppare Aprilia”. Stiz ha inoltre ricordato come OFRAG, da parte sua, stia mettendo in campo molto delle sue capacità. Alla fine della prossima prima- 78 la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 vera, sarà inaugurato un nuovo edificio, concepito esclusivamente per Aprilia, presso la sede sociale a Lupfig. Con i suoi scooter e con le sue motociclette, la Casa italiana è orientata agli appassionati sportivi che amano prestazioni ed estetica. Il rivoluzionario scooter Piaggio a 3 ruote MP3 Hybrid I 2 motori, uno elettrico l’altro a scoppio, sono integrati tra loro meccanicamente ed elettronicamente. Quello a benzina funziona come un normale quattro tempi catalizzato, con ottime prestazioni, emissioni ridotte, bassi consumi e ampia autonomia. Il cambio automatico, l’avviamento elettrico e il sistema di acceleratore elettronico Rideby-Wire, per la prima volta in uno scooter, garantiscono vivacità e facilità d’uso. Nel normale funzionamento, il motore termico consente la ricarica delle batterie che alimentano l’anima elettrica del veicolo. La “collaborazione” tra i due motori entra in funzione ogni volta che è richiesta un’accelerazione vivace, come nelle partenze da fermo. Il propulsore elettrico entra in azione e supporta quello termico, con prestazioni superiori fino all’85%, che danno al veicolo quella prontezza nei primi metri che serve nella guida cittadina. La sinergia consente anche un notevole risparmio di benzina e le emissioni di CO2 scendono a 40 g/km (90 g/km in media per i tradizionali scooter termici). Mp3 Hybrid può funzionare solo elettricamente, basta premere un pulsante sul manubrio per trasformarlo in uno “Zero Emission Vehicle” che può circolare nelle zone interdette ai motori a scoppio. Si ricarica dalla rete elettrica, con un normale cavo, da inserire a quadro spento nell’apposita presa. Si ricarica in circa 3 ore, ma si raggiunge l’85% in soli 120 minuti. World Ducati Week 2010 L l E ING ,EAS ENTI M ZIA NAN in vendita, hanno i seguenti prezzi: il pass per 4 giorni costa euro 70 pro biker, 45 passeggero/visitatore, 40 per socio DOC se acquistato prima del 30 aprile. I pass one day saranno in vendita dal 9 giugno solo presso il circuito. Tutti i partecipanti da Paesi extraeuropei avranno diritto all’ingresso omaggio. A AND DOM AGG VANT U I ZIOD ,gINI IONE S S A NAP I a 6a edizione del grande evento è programmata dal 10 al 13 giugno 2010 al Misano World Circuit. Sono previsti quattro giorni spettacolari con prove su pista, stuntman, concerti, visite guidate a musei e alla Fabbrica Ducati, esposizioni di moto d’epoca e altro ancora, sempre all’insegna del divertimento. I biglietti, già )LPARTNERSICUROPER LEASINGElNANZIAMENTI 2ICHIEDETEUNgOFFERTALEASINGALPIáVICINO CONCESSIONARIOOPPURETELEFONATECI :àRCHERSTRASSE 3CHLIEREN 4EL &AX WWWlDISlNANCECH la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 79 Starbene Difficile recuperare il debito di sonno è cronico Ecco come lo sport frena l’invecchiamento Uno studio condotto da Daniel Cohen del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston dimostra che dormire poco (non più di 6 ore a notte) per molti giorni di seguito, a recuperare non basterà una dormita di 10 ore consecutive. Lo studio attesta che effetti da debito cronico di sonno sono diversi e più gravi di quelli da perdita di sonno acuta. Secondo quanto riferito sulla rivista Science Translational Medicine, il debito cronico di sonno è molto più insidioso per le performance cognitive, perché il recupero, sempre che sia possibile, è lento e difficile. Cohen, ha spiegato all’agenzia Ansa, che l’insidia del debito cronico di sonno potrebbe risiedere nel nostro cervello: l’adenosina, una molecola che si attiva quando dormiamo poco e, se il debito di sonno diventa cronico, invia un segnale “assordante” per il cervello e difficilmente lo si può “spegnere”. Quando dormiamo il cervello fa ordine tra tutte le informazioni inglobate durante il giorno, catalogandole e scremando il superfluo. La perdita di sonno lede le nostre capacità mnemoniche e di apprendimento. Finora, non era chiara la differenza tra gli effetti di una singola notte in bianco e il cronico dormire poco (che è poi l’abitudine che più caratterizza l’odierna società dell’efficienza). L’esperto ha confrontato cosa succede restando svegli per 24 ore di seguito o invece dormendo una media di 5,6 ore a notte per tre settimane. Nel primo caso, alla maggior parte delle persone basta una dormita di 10 ore per recuperare la notte in bianco, cosa non sufficiente al recupero del debito cronico. Lo studio non rivela quanto tempo serva per recuperare un debito cronico, di certo non bastano dei giorni. In questi periodi le palestre registrano un boom di iscrizioni. A inizio anno si parte con i buoni propositi, salvo perderli rapidamente strada facendo. In caso di carenza di motivazioni a perseverare - se non bastasse il fatto arcinoto che l’attività fisico aiuta a mantenere in salute mente e corpo -, dai ricercatori della Saarland University (Germania), che l’hanno pubblicata sulla rivista Circulation, arriva una prova scientifica su come lo sport abbia un effetto anti-invecchiamento. Gli esperti si sono focalizzati sullo studio dei telomeri: la parte finale dei cromosomi che si comporta come un «cappuccio» protettivo e che mantiene stabile il Dna delle cellule, ma che con l’avanzare dell’età tende ad accorciarsi. Dalle rilevazioni effettuate su campioni di sangue di alcuni volontari è emerso che i telomeri delle cellule immunitarie degli atleti professionisti, abituati dunque a lunghi e costanti allenamenti, si consumano meno velocemente rispetto a quelli di coloro che, pur in salute, non praticano sport regolarmente. E sembra che questo effetto anti-accorciamento, messo in moto dall’attivazione dell’enzima telomerasi che aiuta a stabilizzare i telomeri stessi, sia più pronunciato a mano a mano che aumenta la quantità di corse, bracciate o saltelli effettuati durante la propria vita. Insomma, in questo caso più sport si fa e più a lungo, più si allontana il momento in cui il fisico inizia a risentire dell’età. Ulrich Laufs, autore dell’indagine, sottolinea: «Questa è la prima evidenza diretta mai ottenuta per provare l’effetto anti-invecchiamento dell’esercizio fisico, che può ridurre l’impatto delle malattie legate all’età». Il sesso da giovanissime raddoppia il rischio di tumore alla cervice uterina Sesso in giovane età? Un’abitudine pericolosa, non solo per il rischio di gravidanze indesiderate. Uno studio pubblicato dal British Journal of Cancer, sostiene che un’attività sessuale troppo precoce raddoppia il pericolo di cancro alla cervice uterina. Determinante, pare, il numero di anni che il virus Hpv, principale responsabile di questa neoplasia, avrebbe a disposizione per degenerare in caso di infezione. I risultati della ricerca, realizzata dall’International for Research on Cancer e condotta su circa 20 mila donne, dimostrano che il rischio di cancro della cervice è maggiore anche nelle donne che hanno avuto il primo rapporto sessuale a 20 anni rispetto 80 la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 a quelle che avevano vissuto la loro prima volta a 25. I ricercatori hanno considerato anche il reddito, poiché è già noto che l’incidenza del cancro della cervice è più alta tra le meno abbienti. È appurato, infatti, che i tassi di infezione da Hpv sono omogenei tra tutte le donne, ma il cancro colpisce di più le indigenti. Cercandone il motivo, gli studiosi hanno scoperto che le meno abbienti in media fanno sesso prima (circa 4 anni) rispetto alle coetanee benestanti. Finora questo divario, comune alle donne di ogni angolo del pianeta, era attribuito alla scarsa attenzione ai test per stanare la malattia tra le classi sociali meno abbienti. Secondo il nuovo studio, il fattore più importante sarebbe invece l’età in cui si inizia a far sesso. Rilevante anche l’età della prima maternità e, in parte, il Pap-test, mentre nessun legame è stato riscontrato con il numero di partner avuti o col fatto di essere fumatrice. Il Mango: indicato in una dieta sana I farmaci contro l’ipertensione possono ridurre il rischio demenza Seguire una dieta sana, ricca di frutta e verdura è una delle scelte più semplici per mantenersi in salute. Se poi questa dieta la integriamo con cibi ricchi di antiossidanti, allora offriamo a noi stessi una protezione in più. Diversi sono i frutti ricchi di queste sostanze utili nel combattere gli agenti nocivi e i radicali liberi che sono causa d’invecchiamento precoce e tutta una serie di altri problemi. Tra questi, la melagrana (il frutto del melograno), i mirtilli e il mango che, anche se tra i tre è quello che probabilmente ne contiene meno, secondo un nuovo studio avrebbe comunque effetti positivi sui tumori del seno e del colon. Nello studio, condotto per conto della Texas AgriLife Research food dalla dr.ssa Susanne Talcott e il dr. Steve Talcott, suo marito, sono stati testati gli effetti di estratti polifenoli del mango sulle cellule tumorali in vitro. Le cellule erano rispettivamente cellule del cancro al polmone, cancro alla prostata, cancro al seno, cancro al colon e leucemia. Risultato: pur dimostrando un certo impatto sul polmone, leucemie e tumori della prostata, il mango è stato più efficace sui più comuni tumori del seno e del colon. Comuni farmaci per controllare la pressione del sangue sono efficaci nel ridurre la frequenza e la progressione dei disturbi da demenza e da malattie come l’Alzheimer. Sono i farmaci inibitori dei recettori dell’angiotensina (ARB) che, secondo i ricercatori della Boston University School of Medicine (BUSM), avrebbero queste potenzialità, giungendo a queste conclusioni analizzando dati che riguardavano persone che assumevano i farmaci ARB, confrontandoli con dati di soggetti, con un analogo stato di salute, che assumevano farmaci diversi. I risultati sono stati sorprendenti: nei soggetti che curavano l’ipertensione con i farmaci ARB il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer o la demenza era ridotto del 50%, mentre in coloro che assumevano sia i farmaci ARB che i farmaci ACE (convertitori dell’enzima angiotensina) si mostrava una riduzione del rischio del 55%. Lo studio, pubblicato dal British Medical Journal, ha evidenziato che, tra le persone già sofferenti di demenza o Alzheimer, l’assunzione di questi farmaci ha ridotto del 67% la necessità di ricovero in casa di cura. la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 81 Dall’apprezzatissimo furgone Daily al peso massimo Stralis: Grazie agli innumerevoli modelli disponibili, la nuovissima gamma di mezzi Iveco offre soluzioni specifiche, dalla convenienza ideale, per ogni incarico di trasporto. IVECO (Svizzera) SA, Oberfeldstrasse 16, 8302 Kloten, tel. 044 804 73 73 Il programma completo di Iveco: conveniente su tutta la linea. www.iveco.ch Il Mondo in fiera Mercanteinfiera Primavera: Parma, 27 febbraio - 7 marzo 2010 Mostra di modernariato antichità e collezionismo MICAM ShoEvent: Milano, 2 - 5 marzo 2010 L’appuntamento con la moda delle calzature Model Expo Italy: Verona, 6 - 7 marzo 2010 Tutte le novità del modellismo italiano MCE - Mostra Convegno Expocomfort 2010: Milano, 23 - 27 marzo 2010 L’appuntamento mondiale per l’impiantistica civile e industriale MECSPE: Parma, 25 - 27 marzo 2010 Fiera internazionale della meccanica specializzata FIERE Mercanteinfiera Primavera: Parma, 27 febbraio - 7 marzo 2010 Mostra di modernariato antichità e collezionismo Due grandi appuntamenti in primavera e autunno a Parma, nel cuore dell’Emilia e dell’Italia, a due passi dal mondo per scegliere tra migliaia di pezzi di stili diversi, verificare le tendenze del mercato, scoprire nuove filiere collezionistiche, conciliare gli affari con un piacevole soggiorno nella capitale della Food Valley, la città della cucina ma anche della musica e dell’arte. Mercanteinfiera è una vera e propria città antiquaria nella quale più di mille espositori, provenienti da tutte le maggiori piazze antiquarie europee, esibiscono le proprie scoperte a decine di migliaia di visitatori professionali, collezionisti e cacciatori della memoria. Mercanteinfiera è la più importante rassegna antiquariale d’Europa. Gli espositori sono 1.200, provenienti da tutta Italia e da diversi paesi europei; gli oggetti messi in mostra (arredi, dipinti, ceramiche, argenti, tappeti e bijoux, di ogni tipologia e periodo), danno vita ad un pittoresco “alveare” di stands che occupano quattro padiglioni del quartiere fieristico per un’area complessiva di 60 mila metri quadrati, nell’ordinato rincorrersi e intersecarsi di corridoi, per un fronte espositivo di ben 11 chilometri. I visitatori (tradizionalmente costituiti da collezionisti, architetti, designer, scenografi, ma anche da buyers delle più importanti case d’aste d’Europa e da titolari di blasonati negozi d’arte di Francia, Germania e 84 la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 Inghilterra, nonché personaggi del mondo dello spettacolo e semplici curiosi) nelle scorse edizioni sono stati più di 60 mila. Proprio come nel gioco di carte “Mercante in fiera “ (da cui l’ormai tradizionale doppia rassegna di Parma prende il nome), scambi ed acquisti si succedono a ritmo frenetico, per un giro d’affari complessivo il cui valore raggiunge, puntualmente, cifre nell’ordine di svariati milioni di Euro. Nel fantastico universo di Mercanteinfiera sono presenti tutti i generi di collezionismo: da quello storico a quello d’avanguardia. Accanto ad oggetti antichi di fine Settecento (veri e propri pezzi d’arte), sono esposte collezioni inedite che vanno dagli anni Cinquanta agli anni Settanta e che spaziano dagli arredi ai dipinti, dai libri ai dischi in vinile, dagli orologi alle penne. È un susseguirsi di argenti pregiati, gioielli, vetri, pizzi, tessuti: tutto quanto fa “revival”. PER INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123, 8027 Zurigo Tel. 0044 289 23 23, Fax 0044 201 53 57 e-mail: [email protected], www.ccis.ch MICAM ShoEvent: Milano, 2 - 5 marzo 2010 L’appuntamento con la moda delle calzature È in calendario dal 2 al 5 marzo 2010, presso Fiera Milano Rho, l’appuntamento fieristico più importante al mondo dedicato alle calzature della gamma medio alta e alta, MICAM ShoEvent. L’evento è atteso dai buyer di ogni continente che, di semestre in semestre, pianificano gli ordini dopo avere visionato a MICAM le collezioni moda dedicate alle calzature. Al salone, organizzato dall’Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani-ANCI, saranno in mostra i modelli per l’autunno/inverno 2010-2011 destinati ad essere protagonisti delle più importanti vetrine, e a dettare così le tendenze della stagione a livello internazionale. Per la prossima edizione di MICAM Shoevent, punto di riferimento indiscusso per gli addetti che operano nelle gamme più alte del mercato, hanno già dato conferma quasi 1.600 aziende espositrici che andranno ad occupare circa 70.000 metri quadrati netti. Accanto agli espositori italiani, rappresentanti della migliore tradizione del calzaturiero made-in-Italy che garantiscono contenuto stilistico, alta qualità dei materiali e delle lavorazioni e design innovativo, è significativa la presenza delle quasi 600 aziende straniere, frutto di un’attenta attivi- tà di scouting da parte degli organizzatori. Particolarmente interessanti le partecipazioni già confermate da Spagna, Inghilterra, Francia, Portogallo e Brasile che, assieme agli altri operatori d’oltre confine, siglano il riconoscimento del valore internazionale della manifestazione milanese. Grazie alla strategia fieristica coerente con i bisogni del mercato, MICAM ShoEvent consolida quindi ulteriormente la sua leadership rispetto ai competitor internazionali e si conferma una grande opportunità di business per le aziende, che hanno dato una nuova dimostrazione della loro fiducia investendo, con la loro presenza, nella promozione del prodotto attraverso la più grande fiera di scarpe di alta gamma. Il sito web della fiera è il seguente: www.micamonline.com PER INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123, 8027 Zurigo Tel. 044 289 23 23, Fax 044 201 53 57 e-mail: [email protected], www.ccis.ch la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 85 MODEL EXPO ITALY: Veronafiere 6 - 7 marzo 2010 Tutte le novità del modellismo italiano in un’unica grande fiere specializzata La rassegna è la più grande esposizione italiana, e la seconda in Europa, dedicata al modellismo in tutte le sue forme: aereo, automobilistico, ferroviario, navale e statico. Il classico appuntamento di marzo, si presenta per tutte le aziende del settore, italiane ed estere come un’occasione commerciale da non perdere, con la possibilità di presentare a tutti gli operatori italiani le novità che appariranno sul mercato nel corso del 2010. A Model Expo Italy gli oltre 35 mila metri quadri di superficie all’interno dei 5 padiglioni espositivi e i 5 mila mq all’esterno si trasformeranno in un immenso centro commerciale, dove gli appassionati troveranno oltre 250 tra associazioni, aziende produttrici, tra le quali diverse big dalla Germania, importatori e grossisti italiani ed europei. Saranno inoltre presenti oltre 160 dettaglianti da cui acquistare direttamente i migliori componenti e le ultimissime novità del mercato. La rassegna pensa anche ai neofiti, con dimostrazioni, laboratori ed eventi speciali dedicati in particolare ai più giovani. Bambini e ragazzi (fino a 12 anni l’ingresso è gratuito) potranno provare l’emozione di realizzare in prima persona e collaudare aeromodelli nello spazio allestito dalla Federazione italiana di aeromodellismo, radiocomandare auto elettriche in pista (7 le gare sportive previste), così come pilotare via radio una barca a vela sotto la guida di istruttori specializzati, alla quale si aggiunge- 86 la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 ranno due vasche per gli scafi elettrici. Sarà aumentata ulteriormente l’area dei plastici ferroviari e l’area dedicata al modellismo statico che vedrà, fra l’altro esposto uno dei più grandi diorama di Europa., mentre come ulteriore novità sarà organizzato per la prima volta un grande concorso riservato ai soldatini. Nel sito della manifestazione www.modelexpoitaly.it troverete l’elenco di tutti gli eventi collaterali in programma. Al suo 6° anno Model Expo Italy è ormai il vero polo del modellismo italiano, con tutti i numeri per diventare la più importante fiera Europea del settore. PER INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123, 8027 Zurigo Tel. 044 289 23 23, Fax 044 201 53 57 e-mail: [email protected], www.ccis.ch MCE - Mostra Convegno Expocomfort 2010: Milano, 23 - 27 marzo 2010 L’appuntamento mondiale per l’impiantistica civile e industriale Un’edizione all’insegna dello sviluppo del mercato Favorire l’incontro tra domanda e offerta in Fiera, promuovendo la partecipazione di tutte le componenti dei mercati/target sia tradizionali che emergenti. Rafforzare la leadership internazionale attraverso azioni mirate su Paesi Esteri di forte interesse. Ampliare l’offerta contenutistica, attraverso partner scientifici forti e accreditati, progettare iniziative finalizzate ad offrire strumenti concreti. Offrire chiavi di lettura trasversali alla manifestazione per valorizzare l’offerta più innovativa. Semplificare e snellire l’accesso ai servizi, attraverso piattaforme web-based. Sono queste le strategie che hanno guidato la preparazione della 37a edizione di MCE - Mostra convegno Exopocomfort, tutte focalizzate a favorire la ripresa del business. MCE - Mostra Convegno Exopocomfort è la manifestazione più importante al mondo per il mercato del riscaldamento, delle energie rinnovabili, del condizionamento e della refrigerazione, delle tecnologie sanitarie, della componentistica, del trattamento delle acque e del mondo del bagno. L’appuntamento biennale, che vede il confronto fra l’offerta mondiale delle tecnologie impiantistiche di punta e la domanda rappresentata da un vasto pubblico di operatori professionali, metterà in scena un’edizione particolarmente ricca che affiancherà alle aree espositive eventi speciali, percorsi di visita e sessioni convegnistico-seminariali per una panoramica completa sui settori caldo, freddo, acqua ed energia. La sostenibilità ambientale, l’efficienza e il risparmio energetico, driver di un mercato che vede una sempre più stretta correlazione tra impianti ed edificio, saranno uno dei focus di MCE 2010. Innovazione ed eccellenza di quanto prodotto a livello mondiale in campo impiantistico sono al centro delle due speciali iniziative Next Energy: “Percorso efficienza & Innovazione” e “Verso la classe 2010”. Ricchissimo il programma di convegni che vede filo conduttore 2010 il Social Housing Zero Emissioni, una sfida importante, dal punto di vista sia scientifico che economico e politico, e un tema di grande attualità per il comparto dell’impiantistica e dell’intera progettazione edilizia. La progettualità 2010 vede una particolare attenzione a proporre eventi ed iniziative che offrano reali strumenti al mercato, per aggiornarsi professional- mente, per scoprire nuove opportunità di ridurre costi, ottimizzare processi, innovare le modalità di comunicazione e di promozione dei prodotti. Nasce con questo spirito Showroom Stereo3D, evento di forte impatto emozionale che coniugando tecnologie tridimensionali stereoscopiche e marketing emozionale, propone un modo nuovissimo per cambiare volto ai tradizionali allestimenti delle Showroom. Fra le altre iniziative, Welding Days®: eventi progettati e organizzati con lo scopo di fornire a imprenditori, artigiani, saldatori e a tutti gli operatori dei settori metalmeccanico-impiantistico, un’opportunità per approfondire le proprie conoscenze sul processo speciale di saldatura e sulle tecnologie ad esso legate. I Welding Days® saranno allestiti all’interno del padiglione 9, e proporranno corsi formativi pratici e gratuiti,momenti di incontro con li specialisti e presentazioni delle ultime novità tecnologiche inerenti alla saldatura. MCE – Mostra Convegno Exopocomfort 2010 lancia il primo Osservatorio del mercato idrotermosanitario, un’indagine qualitativa che partendo da dati e studi già esistenti fornirà, per la prima volta, un monitoraggio omogeneo per tutta la filiera. Tutte le informazioni sulla manifestazione sono disponibili su: www.mcexpocomfort.it PER INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123, 8002 Zurigo Tel. 044 289 23 23, Fax 044 201 53 57 e-mail: [email protected], www.ccis.ch la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 87 MECSPE: Parma dal 25 al 27 marzo 2010 Fiera internazionale della meccanica specializzata La nautica d’eccellenza approda a MECSPE: la prima barca ecologica al 100% e la progettazione dell’imbarcazione a vela vincitrice della Volvo Ocean Race 2008-09 Coerentemente con l’obiettivo posto dagli organizzatori, MECSPE attraverso il modello espositivo delle Piazze dell’eccellenza vuole dare visibilità a quelle filiere produttive che possono rappresentare un esempio e uno stimolo per gli operatori del comparto. Al centro di ogni piazza verrà infatti posizionato il prodotto finito di un´azienda che eccelle in una particolare produzione o che si caratterizza per innovazioni di processo e intorno ad esso verranno presentati i subfornitori che con i loro prodotti innovativi consentono all´impresa di primeggiare nella sua attività. Tra le novità dell’edizione 2010 si segnala la Piazza della Nautica e del trasferimento tecnologico un’area di incontro e di confronto per le aziende che operano nel settore della cantieristica navale, della nautica e nel settore delle tecnologie ad essa collegate. Questa vetrina d’eccellenza vedrà come protagonisti Future Project Hydrogen, un progetto avveniristico che ha portato alla realizzazione della prima imbarcazione elettrica al mondo alimentata con celle a combustibile di idrogeno, e lo studio ABstructures responsabile della progettazione strutturale dell’imbarcazione che ha vinto l’ultima Volvo Ocean Race. La Piazza dei Compositi punta l’attenzione sui settori Aerospace, Nautica ed Automotive. Il trasferimento tecnologico sarà il protagonista della Piazza dei Compositi di MECSPE. I materiali compositi stanno trovando negli ultimi anni un massiccio impiego in molti settori industriali, creando una domanda informativa sulle loro applicazioni e sui fornitori di materiali, attrezzature, software. Inoltre, grazie all’accordo tra Senaf e MEC - Marine Engineering Conference, il convegno sui compositi ormai giunto alla sesta edizione, verrà sviluppato un programma di incontri formativi per approfondire alcuni tematiche d’interesse per i settori Aerospace, Nautica ed Automotive. Grazie alla presentazione di indagini di mercato e attraverso le testimonianze di alcune aziende della filiera produttiva sarà possibile infatti mettere in luce le opportunità di applicazione dei materiali compositi e di sviluppo del trasferimento tecnologico relativamente a questi tre comparti industriali. 88 la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 Agenda appuntamenti: Giovedì 25 Marzo 2010 - Indagine di mercato sul settore Aerospace, testimonianza di un OEM/subfornitore della filiera produttiva Aerospace, presentazione di 4-5 società fornitrici attive nei processi di stampaggio . Venerdì 26 Marzo 2010 - Indagine di mercato sul settore Nautica, testimonianza di un Cantiere Nautico, presentazione di 4-5 società fornitrici attive nei processi di verniciatura e assemblaggio . Sabato 27 Marzo 2010 - Indagine di mercato sul settore Automotive, testimonianza di una Casa Automobilistica/subfornitore della filiera produttiva Automotive, presentazione di 4-5 società fornitrici attive nei processi di modelleria e di produzione. PER INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123, 8027 Zurigo Tel. 044 289 23 23, Fax 044 201 53 57 e-mail: [email protected], www.ccis.ch Il Mondo in Camera A Ginevra il Forum BioSquare Collège du Léman Un esempio di international business school Esportare in Svizzera Assistenza individuale agli imprenditori italiani Importatori e giornalisti svizzeri a Parma e Benevento Progetto For.i.S.ed. Corsi di formazione gratuita nel settore edile Over the Net Aggiornamento professionale nel settore informatico Contatti Commerciali Servizi camerali Il mondo in camera A Ginevra il Forum BioSquare Si è svolto a Ginevra, lo scorso 2 febbraio, presso l’Hôtel Crowne Plaza il BioSquare – forum per le scienze della vita, uno dei principali eventi a livello internazionale (www.biosquare.com) (32 nazionalità rappresentate), che riunisce, negli anni pari a Ginevra in quelli dispari a Lione, i principali dirigenti delle imprese biotecnologiche, gli AD dei grandi gruppi farmaceutici e gli investitori. L’intento di BioSquare 2010 è quella di valorizzare la Svizzera quale luogo di incontro internazionale anche grazie alla presenza di Steven Burrill, investitore americano di primo piano e CEO di Burrill & Company, banca d’affari basata a San Francisco e specializzata in attività di venture capital e private equity. All’interno di BioSquare, la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, in collaborazione con ICE – Istituto per il Commercio Estero e Assobiotec – Associazione Nazionale per lo Sviluppo delle Biotecnologie, ha organizzato la presentazione di 6 start up italiane del settore farmaceutico agli investitori e alle imprese. In contemporanea ICE e Assobiotec sono intervenute per presentare il settore a livello italiano. Presentazione del Collège du Léman Un esempio di international business school La Camera di Commercio Italiana per la Svizzera – Ufficio di Ginevra, in collaborazione con il Comune di Courmayeur, organizza a Courmayeur un cocktail per presentare ad un pubblico selezionato di imprenditori italiani l’istituto internazionale Le Collège du Léman (CdL). La manifestazione si propone di fornire al pubblico italiano un esempio di formazione scolastica professionale in grado di preparare i giovani ad accedere alle università di management più prestigiose al mondo. Il CdL offrirà gentilmente agli invitati un cocktail dînatoire. L’appuntamento è fissato Domenica 14 Febbraio, alle ore 18.00 presso l’Hôtel Le Pavillon Strada Regionale 62, 11013 Courmayeur (IT) PER MAGGIORI INFORMAZIONI CCIS – Ufficio di Ginevra, Marilena Berardo, Marianna Valle, tel.: 022 9068595, fax: 022 9068599, e-mail: [email protected] ESPORTARE IN SVIZZERA? Assistenza individuale agli imprenditori italiani Per tutto il 2009 la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera ha consolidato una modalità di intervento nelle province italiane che soddisfa le esigenze di concretezza delle PMI esportatrici interessate a vendere sul mercato elvetico, sesto bacino al mondo per le esportazioni italiane. Il pacchetto offerto prevede: - una giornata di presentazione del mercato svizzero con le sue opportunità - incontri individuali di consulenza commerciale - avvio delle attività di promozione commerciale (ricerca individuale o evento collettivo) 90 la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 - incontri individuali di verifica dei risultati ottenuti in seguito all’intervento della CCIS ed eventuale riorientamento strategico. Il tutto in partnership con le CCIAA o le Aziende Speciali delle CCIAA italiane alla ricerca di formule promozionali meno onerose e più vicine alle esigenze di riscontro commerciale a breve delle aziende esportatrici italiane. Informazioni Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Fabrizio Macrì tel: +41 (0)44 289 23 23 E-Mail: [email protected] Viaggio gratuito per importatori svizzeri di generi alimentari a Benevento (Campania) Buongiorno Svizzera Dal 10 al 13 marzo sarà possibile per aziende svizzere, attive nell’importazione e distribuzione di generi alimentari, partecipare gratuitamente ad un viaggio organizzato dalla Camera di Commercio Italiana per la Svizzera a Benevento allo scopo di degustare le specialità enogastronomiche lo- cali e visitare alcune aziende produttrici. I costi di viaggio e soggiorno e l’organizzazione sono interamente a carico della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera e dei suoi partner. INFORMAZIONI Fabrizio Macrì - CCIS Tel. 044 289 23 23 E-mail: [email protected] Eccellenze di Parma - 2010 Dal 24 al 27 marzo una delegazione dalla Svizzera nella città emiliania 5 importatori alimentari svizzeri, 3 operatori turistici specializzati in enogastronomia e cultura, 2 giornalisti sono invitati dalla CCIS a partecipare ad una delegazione di operatori svizzeri che si terrà a Parma dal 24 al 27 marzo 2010. Parma che racchiude nel suo territorio eccellenze produttive, culturali turistiche è città simbolo dell'Italia nel mondo e della qualità che questo paese è in grado di offrire al pubblico mondiale. La Svizzera, nota per l'alto potere d'acquisto ed il gusto per la qualità dei suoi consumatori e turisti, si candida ad essere mercato target principale per l'offerta turistica ed enogastronomica di questa ricca provincia italiana. Questa delegazione è l'occasione per entrare in contatto con uno dei territori più interessanti della tradizione turistica ed enogastromica italiana. I posti sono limitati, contattateci al più presto. INFORMAZIONI Fabrizio Macrì Tel. 0041 44 289 23 23 - Fax. 0041 44 201 5357 [email protected] Università di San Gallo: L’italiano nel mondo del lavoro (livello B2/C1) Quando: venerdì 5, 12 e 19 marzo 2010 dalle 13.30 alle 16.45 sabato 6, 13 e 20 marzo 2010 dalle 08.45 alle 12.00 (24 lezioni) Lo Sprachenzentrum dell’Università di San Gallo popone un nuovo corso intensivo su tre fine settimana (venerdì pomeriggio e sabato mattina) per l’apprendimento del linguaggio giuridico italiano destinato a tutti colore che, già esperti del diritto nella loro lingua, abbiano l’esigenza di approfondire con il massimo profitto e in breve tempo, anche la terminologia tecnica in italiano in ambito professionale. Costi: CHF 528.Materiali didattici ca. CHF 50.PER MAGGIORI INFORMAZIONI Lara Francesca Cucinotta CCIS, tel. 044 289 23 23 E-Mail: [email protected] AVVISO DI ASSUNZIONE DI UN IMPIEGATO A CONTRATTO È indetta una procedura di selezione per l’assunzione di un impiegato a contratto da adibire ai servizi di autista/ commesso/centralinista. Informazioni: Consolato Generale d’Italia in Basilea Schaffhauserrheinweg 5 4058 BASILEA la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 91 Progetto For.i.S.ed. Corsi di formazione gratuita per Italiani in Svizzera attivi nel settore edile Il 16 febbraio ’10 sarà avviato il primo corso di For.i.sed., il programma di formazione nel settore edile per gli italiani residenti in Svizzera. Il progetto prevede cinque corsi formativi completamente gratuiti, in lingua italiana, con l’obiettivo di trasferire delle competenze di base nel settore edile. Unico requisito: essere cittadini italiani residenti nel cantone di Zurigo. Favorire e rendere competitiva l’occupabilità degli italiani nel settore Edile, rafforzare la presenza attiva e l’incidenza delle collettività italiane nel settore edile in Svizzera e contestualmente accrescere le dinamiche di sviluppo locale nel settore edile aumentando le performance locali e le interazioni transnazionali. Questi gli obiettivi dell’iniziativa, finanziata dalla Comunità Europea e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e promossa da Associazione Opra formazione in partnership con Mater, Scuole Edili di Lecce e Taranto, Emmecinque Promotion srl e da Logos Knowledge Network. Il progetto, che si avvale anche della collaborazione della Camera di Commercio Italiana in Svizzera, è supportato nell’attività dagli enti professionali ECAP ed ENAIP. Il primo corso “Formazione di base”, durata 396 ore, si rivolge a 12 cittadini disoccupati, inoccupati o occupati, con basso livello di istruzione ed una scarsa conoscenza della lingua locale, che hanno difficoltà nell’inserimento nel contesto lavorativo locale; l’obiettivo è di trasferire agli allievi una conoscenza di base generale. Verranno approfondite conoscenze linguistiche, informatiche, matematiche e socio-storico economiche. Il secondo corso “Tecnico superiore per il restauro conservativo e architettonico”, durata 632 ore, si rivolge a 12 cittadini disoccupati, con basso livello di istruzione ed una scarsa conoscenza della lingua locale, che non ha un titolo di studio superiore alla licenza di scuola dell’obbligo. L’obiettivo del corso è di formare personale qualificato nel campo del recupero e del restauro architettonico, artistico e della bioarchitettura. Il terzo corso “Gestione integrata d’azienda in regime di qualità, sicurezza e ambiente”, durata 216 ore, si rivolge ad ultraquarantenni che svolgono professioni obsolete, 92 la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 con basso livello di istruzione, con scarsa conoscenza della lingua locale e ai lavoratori occupati privi di qualifica o di un titolo di istruzione di scuola secondaria superiore o titolari di azienda e lavoratori autonomi. Obiettivo del corso è formare personale qualificato nella gestione integrata di azienda in termini di sicurezza del posto di lavoro, qualità del lavoro e rispetto dell’ambiente. Il quarto corso “Management d’impresa e gestione procedure tecniche amministrative nell’edilizia”, durata 216 ore, si rivolge agli ultraquarantenni che svolgono professioni obsolete, con basso livello di istruzione, con scarsa conoscenza della lingua locale ai lavoratori occupati privi di qualifica o di un titolo di istruzione di scuola secondaria superiore. Obiettivo del corso è di formare persone qualificate nella gestione generale dell’ impresa. Il quinto corso “Autoimprenditorialità”, durata 267 ore, si rivolge agli ultraquarantenni che svolgono professioni obsolete, con basso livello di istruzione, con scarsa conoscenza della lingua locale ai lavoratori occupati privi di qualifica o di un titolo di istruzione di scuola secondaria superiore. Obiettivo del corso è promuovere la cultura imprenditoriale al fine di guidare gli allievi lungo un percorso formativo orientato alla creazione di una nuova impresa. I corsi si terranno presso le sedi ECAP ed ENAIP di Zurigo. Per maggiori informazioni contattare la sede ENAIP di Zurigo allo 043 3221080. Over the Net: aggiornamento professionale nel settore informatico Corsi gratuiti per i lavoratori e le lavoratrici italiani/e nella circoscrizione consolare di Berna FORMAZIONE sede regionale della Fondazione ECAP, in partenariato con Ass.For.Seo e la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, ha visto approvato un progetto di formazione per gli italiani residenti nella circoscrizione consolare di Berna. I corsi verranno finanziati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali italiano nell’ambito degli “Interventi per la formazione degli italiani residenti in Paesi non appartenenti all’Unione Europea”, questo significa che saranno completamente GRATUITI per quanti vorranno partecipare a questa azione formativa. Over the Net prevede la realizzazione di un corso di base di informatica, per permettere ai destinatari l’acquisizione di conoscenze di base, e la successiva acquisizione di competenze specialistiche legate a due specifiche figure professionali sempre più richieste sul mercato del lavoro: Web Master ed Esperto Reti Locali. Nel corso di Alfabetizzazione informatica verranno acquisite competenze e conoscenze immediatamente spendibili nel proprio contesto lavorativo e assolutamente necessarie al lavoro in un’organizzazione innovativa e tecnologicamente avanzata. I partecipanti ai moduli di “Alfabetizzazione informatica” avranno la possibilità di conseguire la patente europea del computer (ECDL) e eventualmente di partecipare ai successivi percorsi di qualificazione. Il corso “Esperto di reti locali fornisce invece competenze e conoscenze tecniche legate al disegno, progettazione, installazione e gestione di reti LAN (Local Area Network). Le competenze acquisite da questa figura professionale consistono nella conoscenza dei principali programmi applicativi presenti oggi sul mercato, nella conoscenza dei fondamenti teorici dell’organizzazione di un sistema informatico, nella capacità di intervenire a livello hardware per installazioni, manutenzioni, e piccole riparazioni, nella capacità di installare e utilizzare i collegamenti in rete locale e in rete remota. L’altra figura professionale che andremo a formare è quella del Web Master, caratterizzata non solo da una notevole competenza tecnica, ma anche da una spicca- ta creatività. Le attività di un web master si basano sulla progettazione, sullo sviluppo e la gestione di siti web, pertanto non deve solo possedere delle conoscenze di tipo tecnico ma anche competenze più trasversali che lo mettono in condizione di rispondere alle esigenze tecnico-concettuali degli utenti. Accanto ai percorsi formativi nel settore informatico offriremo dei corsi di Lingua tedesca e francese professionale. Riteniamo che una buona padronanza della lingua locale sia alla base del processo di integrazione dei lavoratori e lavoratrici italiani/e immigrati e si pone come requisito indispensabile per l’inserimento in percorsi formativi locali. I corsi di lingua permetteranno agli utenti italofoni di approfondire le proprie conoscenze della lingua locale e di acquisire una maggiore sicurezza espressiva sia a livello parlato che scritto. Tutti i corsi Over the Net si svolgeranno in modalità blended, vale a dire intrecciando le attività d’aula con l’apprendimento a distanza. La Formazione a Distanza (FaD) favorirà la flessibilità nell’apprendimento e la condivisione delle risorse: sulla piattaforma online verranno depositati materiali didattici, strumenti audiovisivi, test, corsi interattivi ed esercizi. Per informazioni potete contattarci ai seguenti recapiti: [email protected]; Numero Verde: 0800 001 007. Giuliana Tedesco-Manca Coordinamento Progetti MdL la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 93 Contatti Commerciali DAL MERCATO ITALIANO Offerte di merci e servizi Piante Vivai Santo Stefano Contrada Santo Stefano I - 70043 Monopoli (BA) Tel. e Fax +39 0809374852 E-mail: [email protected] Ombrelli Pasotti Ombrelli snc via Roma 77 I - 46014 Castellucchio MN Tel: +39 0376 438791 Fax +39 0376 438927 E-mail: [email protected] www.pasottiombrelli.com Sale e spezie Parco della Salina di Cervia srl via Salara 6 I - 48015 Cervia RA Tel: +39 0544971765 Fax: +39 0544978016 E-mail: [email protected] www.salinadicervia.it Abbigliamento in pelle Winter snc via G. Cesare 87/A I - 47838 Riccione (RN) Tel: +39/0541 644674 Fax: +39/0541 663322 E-mail: [email protected] www.bubizagara.it Funghi sott’olio Galfrè antipasti d’Italia Srl V.le Torino 13 I - 12032 BARGE (CN) Tel: 0039/0175.346286 Fax: 0039/0175.343358 E-mail: [email protected] www.galfreantipasti.it Scorniciatrici Futura srl via C. Pavese 30 I - 47853 Cerasolo Ausa di Coriano (RN) Tel.: +39 0541 756063 Fax: +39 0541 756220 [email protected] www.futura-woodmac.com 94 la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 Impianti di perforazione Massenza Impianti di perforazione srl V. Emilia 58/E/F I - 43012 Parola (PR) Tel. +39 0521 825284 Fax: +39 0521 825353 E-mail: [email protected] www.massenzarigs.it Caffè Mokador srl Via Provinciale Granarolo 139 I - 48018 Faenza (RA) Tel.: +39 0546 22422 Fax: +39 0546 646975 E-mail: [email protected] www.mokador.it Salumi Zaffagnini srl via Galvani 9/A I - 48018 Faenza (RA) Tel: +39 0546 620140 Fax +39 0546 620607 E-mail: [email protected] www.zaffagnini.it Ceramiche artistiche Signora Silvia Diana via della Dogana, 4 I - 51027 Pracchia PT Tel: +39 0573 490531 E-mail: [email protected] www.silviadiana.com Detersivi Madel srl Via Torricelli, 3 I - 48010 Cotignola (RA) Tel: +39 0545 908511 Fax: +39 0545 992259 E-mail: [email protected] www.madel.net Abbigliamento donna Hartex Time Sas Via Torre d’Agera I - 70032 Bitonto BA Tel: +39 0803718247 Fax: +39 0803718890 E-mail: [email protected] www.melacerba.com Impianti eolici CCLG Spa Via E. Benini 4 - I - 47121 Forlì Tel. +39 0543 84173 Fax +39 0543 83272 E-mail: [email protected] www.cclg.it Calzature Calzaturificio Grazia srl Via Baglio Vitale 16 I - 90125 Palermo Tel. +39 091 447927 [email protected] www.calzaturificiograzia.com Lavorazioni meccaniche Prometal srl Via Albettoniera 38/C I - 35030 Bastia di Rovolon (PD) Tel. +39 049 9914085 Fax +39 049 9913441 E-Mail: [email protected] www.prometalsrl.it Forniture per esterni Five Stars Italy Via Mareno 51 I - 31025 S. Lucia di Piave TV Tel. +39 0438460161 Fax +39 0438460480 E-Mail: [email protected] www.fivestarsitaly.it Abbigliamento bambino Baby cross Srl Via Campagna 3 I - 36073 Cereda di Cornedo VI Tel. +39 0445952318 Fax.+39 0445952819 E-Mail: [email protected] www.babycross.com Facciate in vetro per edifici VetroVentilato srl Via L. Longo 105 I - 47023 Cesena Tel. +39 0547 331317 Fax.+39 0547 601209 E-Mail: [email protected] www.vetroventilato.it Prodotti cosmetici Athena’s srl Via del Lavoro 32 I - 40065 Pianoro BO Tel. +39 051777202 Fax.+39 051774101 E-Mail: [email protected] www.athenas.it Richieste di ricerca agenti-rappresentanti • La società IGB opera nel settore del packaging per l’industria cosmetica e farmaceutica. IGB realizza astucci in cartoncino per mezzo delle migliori tecnologie esistenti e sotto certificazione ISO. IGB gradirebbe entrare in rapporti d’affari con produttori di prodotti cosmetici e farmaceutici interessati a reinventare il look dei propri prodotti. • Azienda produttrice del Fitness Caffè, cerca in Svizzera Importatore già introdotto nel settore. Offriamo prodotti innovativi brevettati con marchi registrati già esportati in molti Paesi. www.fitnesscoffee.com www.sensualcaffe.com www.espressoprimaclasse.com. • La società Gamba srl di Milano attiva nel settore delle lavorazioni di subfornitura meccanica per produttori di macchine e articoli industriali. La società Gamba srl opera nel settore delle lavorazioni meccaniche per conto terzi e con l’ausilio di stazioni CAD progetta e realizza articoli e lavorazioni in metallo di sicura qualità ed affidabilità per qualsiasi tipo di applicazione industriale. • L'azienda Lisap SpA di Milano, specializzata nella produzione di articoli per la cura e il trattamento dei capelli destinati a centri estetici, parrucchieri e saloni di bellezza. L'azienda è attiva dal 1952 ed è presente in tutto il mondo ed è alla ricerca di nuovi parner e collaboratori soprattutto nella Svizzera italiana e francese; Lisap sarebbe interessata ad effettuare un incontro conoscitivo per presentare i propri prodotti direttamente presso la Vostra sede. Vi invitiamo a visitare il sito www.lisapitalia.com per scoprire il mondo Lisap e la varietà dei prodotti che l'azienda è in grado di offrire. Per le richieste di cui sopra rivolgersi a: Per ulteriori informazioni rivolgersi alla: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, Seestr. 123, casella postale, 8027 Zurigo, Tel. 044/289 23 23, Fax 044/201 53 57, e-mail: [email protected], www.ccis.ch Destrosio Confiserie Michel AG Im Grund 12 CH - 5405 Baden-Dättwil Tel. 0041 564930377 Fax 0041 564930378 [email protected] www.confiseriemichel.ch Coriandoli Peter Bossart und Marianne Pulver CH - 4123 Allschwil Tel. 0041 613124418 [email protected] www.pulver-bossart.ch Offerte di merci e servizi DAL MERCATO SVIZZERO Ricerca di merci e servizi Macchine industriali per la bigiotteria OPTOMA rte d'Allaman 36 Pf 99 1163 Etoy Tel. 0041/21 8071333 Fax 0041/21 8071334 [email protected] Articoli in argento Signora Susanne Wenger Route de la Croix 140 CH-1095 Lutry Tel. 0041/0794801016 [email protected] Articoli religiosi Signor Tiziano Matteo De Gasperi PO Box 4149 CH - 6904 Lugano Tel. +41 792240202 [email protected] Design aziendale KIRCHER DESIGN CORPORATE DESIGN AND MORE Hagenholzstrasse 70 CH - 8050 Zürich Tel.: ++41 432680053 Fax: ++41 432680052 [email protected] www.kircherdesign.com Trasporti internazionali Martin Transports SA Iles Falcon CH - 3960 Sierre Tel: +41 274518080 Fax +41 274518089 E-mail: [email protected] www.martin-transports.ch Per ulteriori informazioni rivolgersi alla: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, Seestr. 123, casella postale, 8027 Zurigo, Tel. 044/289 23 23, Fax 044/201 53 57, e-mail: [email protected], www.ccis.ch Tagliando d’abbonamento Nome ............................................................................................ Cognome ....................................................................................... Indirizzo ........................................................................................ Tel. .................................... e-mail ............................................. Intendo sottoscrivere un abbonamento annuo (11 copie) a La Rivista al costo di 60CHF (estero: 50 euro) Data e firma .................................................................................. la Rivista Ritagliare ed inviare a: La Rivista, Seestrasse 123, Postfach, 8027 Zurigo - Oppure inviare un eA-mail a: [email protected] n. 2 - Febbraio 2010 95 ATTIVITÀ E SERVIZI Con i suoi circa 800 Soci la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, fondata nel 1909, è un‘associazione indipendente ai sensi del Codice Civile Svizzero. Il suo compito precipuo consiste nella assistenza alle imprese dedite all‘interscambio tra Italia, Svizzera ed il Principato del Liechtenstein. La gamma dei suoi servizi, certificati ISO 9001, è molto variegata e comprende tra l‘altro: - Ricerche su banche dati di produttori, importatori, grossisti, commercianti, agenti/rappresentanti dei seguenti Paesi: Italia e Svizzera - Informazioni riservate su aziende italiane: visure, bilanci, assetti societari, protesti, bilanci, rapporti commerciali, ecc. (disponibili on-line in giornata) - Segnalazioni di potenziali fornitori ed acquirenti - Ricerca e mediazione di partners commerciali italiani e svizzeri - Organizzazione di incontri e workshop tra operatori, con l‘ausilio di servizi di interpretariato e segretariato - Recupero di crediti commerciali, con particolare riguardo alla ricerca di soluzioni amichevoli e extragiudiziali PUBBLICAZIONI - La Rivista periodico ufficiale mensile (11 edizioni all‘anno) Calendario delle Fiere italiane Annuario Soci Indicatori utili Italia-Svizzera Agevolazioni speciali per i Soci Seestrasse 123, Casella postale, 8027 Zurigo Tel. ++41 44 289 23 23, Fax ++41 44 201 53 57 http://www.ccis.ch, e-mail: [email protected] IVA-Nr. 326 773 - Recupero dell‘IVA svizzera in favore di operatori italiani, nonché dell‘IVA italiana per imprese elvetiche - Consulenza ed assistenza legale in materia di diritto commerciale, societario e fiscale - Assistenza e consulenza in materia doganale - Informazioni statistiche ed import/esport - Informazioni finanziarie e riservate sulla solvibilità di imprese italiane e svizzere - Ricerca di prodotti, marchi di fabbricazione e reperimento di brevetti - Azioni promozionali e di direct marketing - Arbitrato internazionale - Informazioni relative all‘interscambio, normative riguardanti gli insediamenti in Svizzera ed in Italia - Seminari e manifestazioni su temi specifici di attualità - Traduzioni - Viaggi di Studio - Certificato di Italiano Commerciale rilasciato in collaborazione con la Società Dante Alighieri di Roma - Swiss Desk Porti italiani - La CCIS fornisce informazioni su Fiere e Mostre italiane. Rappresentanza ufficiale di Fiera Milano e di VeronaFiere - Recupero crediti in Svizzera - Regolamento di Arbitrato e di Conciliazione della Camera Arbitrale della CCIS - Compra-vendita di beni immobili in Italia - Costituzione di società affiliate di imprese estere in Italia - Il nuovo diritto societario italiano - Servizi camerali Rue du Cendrier 12-14, Casella postale, 1211 Ginevra 1 Tel. ++41 22 906 85 95, Fax ++41 22 906 85 99 e-mail: [email protected] IVA-Nr. 326 773 RECUPERO IVA ITALIANA RECUPERO IVA SVIZZERA Il servizio, offerto a condizioni molto vantaggiose, è rivolto sia alle imprese svizzere che recuperano l’IVA pagata in Italia che alle imprese italiane che recuperano l’IVA pagata in Svizzera. Grazie agli accordi di reciprocità tra Italia e Svizzera la legislazione svizzera consente agli imprenditori italiani il rimborso dell’IVA svizzera. Grazie agli accordi di reciprocità tra l’Italia e la Svizzera, la legislazione italiana consente agli imprenditori svizzeri di ottenere il rimborso dell’IVA italiana. La CCIS: •ä fornisce la necessaria documentazione; • äesamina la documentazione compilata; ä recapita l’istanza di rimborso in Italia all’Autorità fiscale competente; • avvia e controlla l’iter della Vostra pratica tramite il suo ufficio di Pescara; • fornisce assistenza legale La CCIS: • fornisce un servizio di informazione e prima consulenza; • diventa il Vostro rappresentate fiscale; • esamina la completezza della Vostra documentazione; • invia la documentazione alle autorità svizzere e segue l’iter della vostra pratica. Informazioni più dettagliate contattare la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera +41 (0)44 289 23 23 RICERCA DI PARTNER COMMERCIALI 96 la Rivista n. 2 - Febbraio 2010 Grazie alla propria rete di contatti e alla conoscenza delle esigenze e dei bisogni del mercato elvetico e di quello italiano, la Camera di Commercio offre ad imprese sia svizzere che italiane intenzionate ad esportare i propri servizi e prodotti all’estero un’accurata ricerca di controparti commerciali. Attraverso un’analisi sistematica del mercato obiettivo ed identificati i partner commerciali ritenuti più idonei per le imprese a diventare affidabili interlocutori nel settore di riferimento, viene organizzato un incontro presso le aziende target così selezionate permettendo alle imprese italiane o svizzere un rapido ed efficace ingresso sui rispettivi mercati di riferimento. Per ulteriori informazioni ed un preventivo sul servizio, potete contattarci al seguente indirizzo mail [email protected]