guzzo venicio
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Attualità periodico indipendente hotel • ristorante • meeting Anno XXXIII - n. 10 - Ottobre 2011 - distribuzione gratuita www.ilbassoadige.it - e-mail: [email protected] - casella postale n. 8 - 37045 Legnago (Verona) PREMIO IL BASSO ADIGE - XVII EDIZIONE Sarà ancora la suggestiva Sala Troni del Castello di Bevilacqua ad ospitare la cerimonia di consegna del "Premio Il Basso Adige" giunto alla 17° edizione. La commissione esaminatrice, esperta ormai nel valutare le diverse candidature segnalate, considerati i criteri prioritari, quali cultura e innovazione tecnologica, espressi quest'anno dal nostro Consiglio Direttivo, ha formulato all'unanimità la propria scelta nelle qui elencate realtà, certa che ancora una volta i premiati contribuiranno in maniera considerevole ad accrescere il valore di questo prestigioso riconoscimento: CONSORZIO PRO LOCO - BASSO VERONESE. Costituito agli inizi del 1980, raggruppa e coordina il lavoro delle numerose Pro Loco presenti nel territorio, tutte impegnate a far conoscere e valorizzare la cultura, l'arte, le produzioni agricole ed artigianali e le attrattive naturalistiche presenti nel basso veronese, attraverso la pubblicazione di libri, depliant, brochure ed con altre efficaci modalità comunicative. Promuove corsi di formazione e manifestazioni varie di promozione turistica al fine di far emergere tradizioni e ricchezze ambientali, quale patrimonio storico della nostra comunità. FONDAZIONE FIORONI - Musei e Biblioteca Pubblica. L'istituzione della Fondazione Fioroni, avvenuta nel febbraio del 1958, realizza il sogno di Maria Fioroni per la gestione e la promozione culturale dell'immenso patrimonio archivistico e museale accumulato nei 30 anni precedenti che, continuamente incremenFondazione Fioroni Musei e Biblioteca Pubblica tato, costituisce ora il principale polo culturale dell'intera pianura veronese. Più recentemente, riconosciuto come primo museo del Risorgimento, l'Amministrazione Provinciale di Verona ha indicato la Fondazione Fioroni ente capofila dell'intero coordinamento tra i vari eventi organizzati nel territorio veronese per " Italia 150". E' di questi giorni una preziosa offerta didattica rivolta alle scuole di vari gradi, con percorsi e laboratori alla scoperta della storia millenaria della pianura veronese. TOP AGRI - A Family Group. Dal 1985 impronta la sua attività nella lavorazione e commercializzazione del cereale biologico con rilevante impiego di risorse umane ed economiche per garantire ai clienti un'elevata qualità del prodotto, attraverso l'acquisizione di importanti e qualificate certificazioni. Ha recentemente inaugurato, nella campagna veronese, il più grande frantoio italiano, il 5° in Europa, per la spremitura a freddo di semi vari. La struttura produttiva, con una ventina di qualificati collaboratori, fattura circa 75 mil. di euro di cui l'85% con clienti esteri e fa parte della family group guidata da Marzio Soave e dalla moglie Franca. Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Prima della sottoscrizione leggere attentamente il Fascicolo Informativo disponibile sul sito www.cattolicaprevidenza.com Ricordiamo che la partecipazione alla cerimonia è gratuita ed aperta a tutti, chi desidera inoltre proseguire nel festeggiamento dei premiati, gustando con loro un prelibato menù, dovrà prenotare la propria partecipazione direttamente al castello. Si auspica una numerosa presenza di pubblico per rendere maggior merito ai protagonisti di questo evento. Gianni Galetto TEATRO SALIERI Fondazione Culturale: ma che indirizzo ha preso? PIANOLIBERO www.cattolicaprevidenza.com è stato esposto in questi giorni il cartellone riportante il calendario delle manifestazioni programmate per la stagione 2011-2012 al Teatro Salieri. Diversamente dagli anni precedenti, tra i Soci di Partecipazione, con nostro stupore, non è apparso il logo dell'Associazione Culturale il Basso Adige come previsto dal" Regolamento per la partecipazione alla Fondazione Culturale Antonio Salieri". Una decisione, del tutto contestabile, del Consiglio di Indirizzo o di un suo consigliere, ha posto fine unilateralmente ad una fattiva ed apprezzata collaborazione operante dal 2004, in virtù di una convenzione, tuttora vigente ma ignorata. La qualifica di Socio Partecipante è stata acquisita con l'impegno, fra l'altro, alla pubblicazione del programma e delle serate evento da parte del nostro periodico, impegno sempre onorato con apprezzamenti e ringraziamenti pubblici. Aggiungiamo che in data 30 giugno 2010, a firma del Direttore Artistico Angelo Curtolo, ci veniva comunicata con i più vivi ringraziamenti, la conferma per il successivo triennio della presenza della nostra Associazione alla Fondazione. Ci chiediamo cosa stia succedendo alla conduzione della più significativa realtà culturale del territorio. è possibile che il Consiglio di Indirizzo ignori le proprie delibere o le calpesti senza il minimo rispetto dei propri Soci? G.G. GUZZO VENICIO LEGNAGO - Via Fiume, 13 - Tel. e Fax 0442 600788 VENDITA • LEGNAGO - Via Marsala. Garage nuova costruzione. Varie metrature. • Legnago - Porto - Casa bifamiliare con ampio giardino. • Legnago - Porto - Appartamento ampia metratura, terzo piano con ascensore, ottimo prezzo. • LEGNAGO ZONA PEDONALE - Nuovi appartamenti varie metrature. 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Grafica, impaginazione e stampa: Grafiche Stella s.r.l. - Legnago (VR) “Il Basso Adige” è portavoce dell’Associazione Culturale “Il Basso Adige”, fondata con atto notarile 6812 del 18.09.1984, reg. a Legnago il 20.09.1984 il cui Consiglio Direttivo è così composto: Presidente: Presidente Onorario: Vice Presidente: Segretario: Consiglieri: Gianni Galetto Alessandro Belluzzo Francesco Occhi Giuseppe Mutti Armandino Bocchi Renzo Peloso www.grafichestella.it - fax 0442 600578 È un po’ questo lo spirito che ha spinto i volontari dell’associazione Gabbia-No onlus di Legnago ad elaborare il progetto “Movimento e Turismo Senza Barriere che lo scorso 29 settembre è stato presentato in conferenza stampa presso il Castello di Bevilacqua. L’associazione, che ha sede in Legnago, è nata nel 2006 da un gruppo di amici che, seppur già impegnati a vario titolo in attività di volontariato, credevano che i tempi fossero maturi per un nuovo approccio al mondo della disabilità. Questi ragazzi non avevano in mente una progettualità indirizzata al mero assistenzialismo del disabile, ma volevano affrontare un tema, quello del viaggio, e dello spostamento in generale, tallone di Achille dei disabili di ogni tempo e luogo. “Il progetto Movimento e Turismo Senza Barriere” è nato proprio dalla voglia di rispondere a questo bisogno –dice il dr. Paolo Bertassello, neo-presidente dell’associazione- avendo amici portatori di diverse abilità, quella di condividere momenti e spazi diversi, slegati dalla quotidianità, era un’esigenza che sentivamo anche nostra.” “Visto che c’eravamo – spiega Mattia Garau, volontario dell’associazione- non abbiamo pensato ad un mezzo di trasporto adatto ad una persona piuttosto che ad un’altra, ma ad un camper attrezzato di tutto punto con un allestimento particolare per poter essere di supporto ad ogni tipo di disabilità.” Il camper che questi ragazzi stanno tentando di comprare, grazie anche al contributo di importanti realtà locali e alla generosità di alcuni privati, è un mezzo usato, con un allestimento quasi completo che la Camper Marostica di Carrè sta ultimando con l’installazione di un paranco a soffitto. “È dal 2006 –dice ancora Garau- che tentiamo di acquistare un camper, ma fino ad ora eravamo riusciti solo a fare alcune esperienze con mezzi a noleggio con equipaggiamenti di serie e quindi non adatti alle forme più gravi di disabilità.” Queste esperienze hanno confermato sempre più ai volontari di Gabbia-No che il loro non è un progetto rivolto solo al disabile, ma che le positività che derivano dalla possibilità di spostarsi su percorsi non preordinati, ricadano anche sulla famiglia del disabile e più in generale sulla sua sfera sociale. Nel corso della serata è stato presentato anche un altro innovativo progetto intitolato”MontagnAmica: solidarietà, nuove autonomie e accessibilità ai sentieri” che l’associazione Gabbia-No onlus realizzerà in collaborazione con la sezione di Legnago del Club Alpino Italiano, l’Associazione Nazionale Alpini provinciale di Verona e l’Accademia della Lessinia onlus. Questo progetto prevede l’accessibilità alla montagna da parte di disabili fisici, o psico-fisici, tramite l’ausilio di una particolare carrozzina denominata “Joelette” che deve essere portata da due accompagnatori. Marta Garau PARAFARMACIA DOBBIAMO STIMOLARE LE DIFESE IMMUNITARIE DELL'ORGANISMO, PER PREVENIRE IL CONTAGIO. DA NOI SI PUò Dott.ssa Caterina Girardello Piazza Garibaldi - Angolo Via G. Matteotti - Legnago - Tel. 0442 601770 ERBORISTERIA • OMEOPATIA • SANITARIA • DERMOCOSMESI PRODOTTI SERVIZI • farmaci non soggetti a prescrizione medica farmaci "da banco" (sconto 15%) • misurazione pressione (GRATUITO) • rimedi omeopatici • test intolleranze alimentari • prodotti fitoterapici • noleggio apparecchi per aerosol, bilance per neonati, tiralatte, stampelle • articoli sanitari • elettromedicali • dermocosmesi • test di autoanalisi del sangue (colesterolo, glicemia, trigliceridi) • consulenze di dermocosmesi (GRATUITO) • consulenze personalizzate per il controllo del peso (GRATUITO) • prodotti e alimenti per l'infanzia • misurazione massa grassa e magra (impedenziometria) (GRATUITO) • integratori per sportivi • foratura orecchie • prodotti per il controllo del peso • consulenza problemi prima infanzia (GRATUITO) periodico indipendente Anno XXXIII - n. 10 - Ottobre 2011 3 Marco Minghetti: il cittadino e lo stato L’evento resterà una pietra miliare nella storia dell’Istituto Scolastico “Marco Minghetti”; certamente resterà stampato nei cuori di quei giovani studenti che nella fredda mattinata di Sabato 8 Ottobre, all’interno dell’Aula Magna, hanno assistito ad un altissima lectio sulla figura di Marco Minghetti, il simbolo non solo dei ragionieri della città di Salieri ma anche della politica buona, nutrita di valori, passioni e nobiltà d’animo. Il convegno aperto dal Preside, Silvio Gandini, in occasione del 50esimo anniversario della fondazione dell’Istituto scolastico legnaghese, aveva come tema: ”Marco Minghetti, l'attualità del suo pensiero, il cittadino e lo stato». In aula, oltre a decine di studenti, presenti le massime autorità civili, il Vice Prefetto Laura Pergolizzi, esponenti della forze armate, membri degli ordini religiosi, dirigenti scolastici. “Ricordando questa figura illustre”- ha introdotto il Preside Gandini“affermiamo il vero compito della scuola: palestra di valori e conoscenze che deve forgiare cittadini responsabili e consapevoli”. Sempre nell’introduzione dei lavori, un altro intervento degno di nota è stato quello dell’Assessore comunale all'Istruzione Loris Bisighin, che ha affermato:” Queste nozze d’oro dell’Istituto scolastico con il territorio ci suggeriscono che oggi, più che mai, c’è la necessità di un secondo Risorgimento, fondato su quei valori (famiglia, scuola, solidarietà, giustizia) che da sempre costituiscono il dna della nostra società”. Serviva una figura di primissimo peso politico come il Minghetti, dunque, per definire una Scuola e più in generale un mondo istituzionale più credibile, responsabile, attento alle istanze dei giovani ma soprattutto rispondente a quel senso di dignità, compostezza ed eticità che oggi sembra un triste ricordo, nella ridondanza puerile, quasi ridicola, che la vita pubblica ci ha abituati. Il momento centrale della mattinata è stata la lettura della figura Minghetti del Monsignor Giuseppe Zenti, Vescovo di Verona e di Raffaella Gherardi, docente di Storia delle Dottrine Politiche presso l’Università di Bologna. Un politico, ma soprattutto un uomo tutto d’un pezzo, liberale (secondo solo a Cavour come peso politico), Minghetti, fu Primo Ministro nonché il Presidente del Consiglio che raggiunse il pareggio di Bilancio. “Il politico bolognese”- ha spiegato la docente universitaria“approvava l’intervento statale in specifici settori della vita pubblica (nella scuola, nei trasporti, nei servizi)”. Come uomo politico, Minghetti fu uno dei principali artefici della costruzione dello Stato nazionale. “Protagonista di primo piano della Destra di governo”- ha continuato la storica-“ egli sarà inoltre, a partire dai primi anni Ottanta, inventore del cosiddetto "trasformismo" che rappresenterà, a giudizio di molti, una delle più durature costanti della politica italiana, ben al di là dei limiti cronologici dell'età liberale”. Riforme amministrative e riforme sociali rappresenteranno le linee maestre della sua politica che faranno di quest’uomo una punta di diamante del liberalismo italiano (ed europeo) contemporaneo. Il leitmotiv delle considerazioni minghettiane sta tutto duopolio del rapporto tra il cittadino e lo Stato e dei compiti che quest'ultimo deve assumersi direttamente o, invece, lasciare alla società civile. “Egli avrà cura di ribadire”- ha concluso la relatrice-“ costantemente il postulato liberale secondo il quale lo Stato non deve sostituirsi alla iniziativa privata, ma soltanto integrarla e compierla. Laddove quella basti, l'ingerenza dello Stato è soverchia e perciò non buona. Ciò che la giustifica, e la rende opportuna è la neces- sità di provvedere ad interessi generali, ai quali non giunge l'azione dei singoli cittadini, o delle loro libere associazioni”. La necessità di studio sul Minghetti, dunque, continua a rappresentare una sfida anche per la politica del ventunesimo secolo. Della regolamentazione della Democrazia ha parlato il Monsignore Giuseppe Zenti. “La Democrazia segna uno spartiacque tra un’epoca dove i cittadini erano dei sudditi ed un’era dove invece si considerano persone, depositarie di diritti e doveri”. Oltre ai diritti e doveri un altro caposaldo sul quale si fonda la Democrazia è il rapporto tra la libertà e la corresponsabilità:”La libertà vera”- ha tuonato il Monsignore“diventa responsabilità quando si entra in solidarietà con gli altri, quando ci si mette in rete con il prossimo”. Successivamente Zenti ha delineato il metodo del confronto (contro l’omologazione) per uscire dalla palude (culturale e morale) quotidiana:” l’individualismo è il più grande male contemporaneo; è solo grazie al confronto che si identificano le nostre identità”. Occorre, in sintesi, mirare all’incontro mediante un confronto giungendo alla condivisione. In chiusura, il Vescovo ha fatto una disamina sulle principali forme statali:”il collettivismo (dove il singolo scompare nel gruppo), lo stato liberale aristocratico, quello federale, quello democratico, oligarchico (dove prevale il potere del leader), plutocratico (prevale il potere delle finanze) per giungere alla forma più luciferina: quella anarchica, senza regole né morale. Parole di speranza e di sprono, Zenti le ha riservate ai giovani:”Bisogna che il mondo adulto responsabilizzi e coinvolga maggiormente i nostri ragazzi, quest’ultimi devono operare una vera e saggia rivoluzione culturale per mostrare quello che valgono e fare sentire le loro necessità ed i loro bisogni”. Minghetti, ricorda perciò la funzione basilare del nostro vivere civile:”il cittadino come arbitro”, un insostituibile componente effettivo della vita pubblica e politica, responsabile delle sue scelte. Paolo Cecco Anno XXXIII - n. 10 - Ottobre 2011 4 periodico indipendente Muore a 56 anni il pirata di Silicon Valley Steve Jobs, tutto il mondo dell’high-tech in lutto Nella notte del 6 ottobre, a Palo Alto, si spegne il fondatore di Apple, il visionario guru dell’informatica che con le sue idee ha rivoluzionato il mondo della tecnologia e dell’informazione. A darne la notizia, un breve comunicato stampa. Poi, il sito ufficiale di Apple, allestito come un’epigrafe in memoria di Jobs. “Apple ha perso un genio visionario e creativo e il mondo un incredibile essere umano. Quelli di noi che sono stati abbastanza fortunati da conoscere e lavorare con Steve hanno perso un caro amico e una fonte di ispirazione. Steve lascia una società che solo lui potrebbe aver costruito e il suo spirito sarà sempre il fondamento di Apple.” Toccanti e profonde le parole del suo Cyber-Epitaffio. E tutto questo a pochi giorni dal lancio del nuovo Iphone 4S, dopo una presentazione che mancava di sapore, che mancava del suo leader, quasi a preannunciare il tragico fatto. Qualche anno fa, un male incurabile che neanche uno degli uomini più ricchi della terra ha potuto sconfiggere. Nel 2005 il coraggioso racconto della sua malattia davanti agli studenti dell’Università di Stanford. Poi arriva il primo ritiro dal lavoro, il ritorno, seppur non più in veste di CEO di Apple, e ancora un’ulteriore congedo per le cure mediche. Ma questa non è la storia di Jobs. La verità è che un ragazzo di Mountain View, appassionato di informatica ed elettronica, crede per primo che i computer possano essere usati anche per fini ludici ed essere piacevoli esteticamente oltre che saper funzionare bene. Un’idea semplice ma audace, un pensiero diverso. Scatta la rivoluzione e nasce il futuro. I computer entrano nelle case e nelle persone, la tecnologia diventa alla portata di tutti. E proprio lo stesso ragazzo dal look sbaraz- zino porta avanti negli anni quest’idea fino ai giorni nostri, creando prodotti rivoluzionari che raccolgono sempre più consensi e appassionati. Imac, Ipod, Iphone, Ipad. Sono tutti suoi. Sotto la guida di Jobs, Apple sovrasta Microsoft, fa notizia e fa tendenza. E anche adesso che le redini sono passate di mano all’uomo della logistica – Tim Cook, il nuovo CEO di Apple – pare che Jobs continui a metterci ancora lo zampino. Si dice che i laboratori di ricerca e sviluppo di Apple siano pieni di nuovi prodotti, ideati e progettati dallo stesso Jobs, lasciati in eredità per continuare a soddisfare il mercato e gli appassionati per i prossimi 5-6 anni. Per intanto, nei giorni della sua morte, solo un’immensa folla a Palo Alto, davanti la sede di Apple, migliaia di persone in pellegrinaggio alla villa di Cupertino, dimora del guru, messaggi e notizie sui social network e sul web, allestiti in una sorta di camera ardente in onore dell’uomo che ha sussurrato al futuro. Così i fans di Jobs salutano e ricordano un genio, consapevoli che nessuno sarà mai più affamato (vivo) e folle come lui. Matteo Zanetti Nel dolce silenzio d'una scia autunnale, Torretta, minuscola capitale del grande regno delle valli, è lieta di ospitare per la seconda volta la FISORCHESTRA C.E.A. diretta dal maestro Roberto Quaglia (con la partecipazione straordinaria di Guido Masin, giovane trombettista di Villa Bartolomea) SABATO 22 OTTOBRE ORE 20 nella chiesa parrocchiale. Alla manifestazione musicale con 20 fisarmoniche del Centro di Educazione Artistica di Verona, farà seguito, alle ore 21,30, una cena a scopo benefico, con raccolta fondi a favore dell'As. Co.M. (Associazione per la cooperazione missionaria, già Premio Il Basso Adige) per le varie iniziative intraprese in Burundi. Tel. 044226391/042581207 LEGNAGO - Via Matteotti, 94 - Tel. e Fax 0442 601749 Anno XXXIII - n. 10 - Ottobre 2011 periodico indipendente 5 MAL D'AMORE: CHE DOLORE! Stare male perché ci si sente rifiutati da una persona cara che ha deciso di rompere i rapporti con noi e scottarsi con una tazzina di caffè bollente possono sembrare situazioni assai diverse. In realtà l'espressione “essere rimasti scottati” è molto di più di una semplice metafora ed il fatto di usarla sia per il dolore fisico che per una delusione prettamente psicologica ha profonde radici biologiche. Soffrire per una relazione finita in malo modo attiva le stesse aree cerebrali di quando si prova un dolore fisico. Ciò è dimostrato da diversi studi scientifici fra i quali quello dell'Università del Michigan. Un gruppo di volontari “piantati in asso” dai rispettivi patner da non più di sei mesi è stato sottoposto ad un monitoraggio cerebrale con risonanza magnetica funzionale. In tutte queste persone, la visione di una foto dell'ex provocava l'attivazione di alcuni circuiti cerebrali che entravano in funzione anche quando venivano sottoposti ad un leggero stimolo fisico doloroso. Tali circuiti, invece, non si attivavano se veniva mostrata la foto di un amico o di uno sconosciuto. I ricercatori hanno constatato che , quando si vien “scaricati” dall'amato/a, non si attivano solo le aree del cervello che presiedono alle emozioni ma anche la corteccia somato sensoriale, quella che esamina e controlla le sensazioni che vengono dal nostro corpo. Questa scoperta permette di aggiungere un tassello importante alla spiegazione dell'origine delle somatizzazioni e delle malattie psicosomatiche che, ben lontane dall'essere malattie immaginarie, dimostrano quanto il corpo e la psiche siano inestricabilmente connessi. Inoltre la natura ci fa sentire questi “pugni nello stomaco” emotivi per due ragioni. La prima è che, in tal modo, si attiva il nostro sistema di allarme biologico che ci sprona a fare qualcosa per stare meglio e ci spinge ad agire. La seconda è che, attraverso questo sistema, si stimola un meccanismo d'apprendimento basilare fondato sul bastone e sulla carota; se i tentativi di recuperare la situazione vanno male e dobbiamo tenerci la scottatura impareremo, in futuro, a vagliare più attentamente le persone in modo da scegliere quella che fa per noi. Ma la natura ci viene in soccorso anche in un altro modo : quando vi sono stati di allarme e sofferenza si attivano meccanismi che stimolano la produzione nel cervello dei ricettori delle endorfine, sostanze prodotte dall'organismo che hanno la capacità di lenire il dolore. Il loro aumento determina il naturale progressivo superamento delle pene di un amore infranto. Purtroppo, però, in alcuni soggetti l'attivazione dei circuiti del dolore è molto più marcata e i meccanismi che, di solito, trasformano la sofferenza psicologica in esperienza di vita non funzionano bene. E' facile così scivolare verso una stato depressivo oppure sviluppare quella che si chiama paura d'amare. Chi ne soffre non riesce più ad innamorarsi davvero e quando una persona si avvicina troppo e richiede un coinvolgimento affettivo fugge ed erige un muro tra sè e l'altro. Oppure, in altri casi, subentra una vera e propria sindrome ansiosa, con attacchi di tachi- cardia, difficoltà respiratorie, sudorazione. Si è scoperto che questi individui hanno una ridotta capacità di produzione di un ormone, l'ossitocina, i cui livelli aumentano quando all'innamoramento acuto (caratterizzato dall'aumento di serotonina e dopamina che inducono euforia e gratificazione) subentra la fase di consolidamento della relazione, basata sull'empatia, la fiducia e la fedeltà. L'ossitocina infatti, detta anche l'ormone dell'amore, ha un ruolo fondamentale nella stabilità di una coppia: quando i suoi livelli sono alti si è portati ad essere più empatici, più fiduciosi e più fedeli al patner. In realtà ricerche più recenti hanno dimostrato che tale ormone funziona da leva dei sentimenti. Pertanto se siamo ben disposti verso una persona l'ossitocina avrà gli effetti che le sono stati attribuiti, ma se l'atteggiamento mentale e i sentimenti che nutriamo verso di essa sono negativi saranno proprio questi a venire esaltati. Nel caso di una coppia se i livelli di questo ormone sono alti nel momento in cui avviene una rottura l'atteggiamento di vicinanza ed empatia con l'altro rischia di trasformarsi nel suo opposto. La capacità di produrre ossitocina dipende in parte da fattori genetici ma , come hanno dimostrato alcuni studi, anche da un fattore più controllabile. Infatti le persone che hanno livelli di ossitocina elevati sono quelle che, nella prima infanzia, hanno potuto godere di un intenso e prolungato contatto fisico con la madre. Chi, invece, ha avuto un'infanzia difficile, trascurata, povera di contatto fisico e affettivo, fatica ad apprendere, sia psicologicamente sia biologicamente, la fiducia. Mariapia De Carli BIBLIO FILIA - ALLA SCOPERTA DEI LIBRI di Sergio Bissoli - Parte 8 I GRANDI SCRITTORI ITALIANI DIMENTICATI Mario Borsa è un grande descrittore di ambienti e panorami campestri. Ma non solo. L’autore è anche un fine analista di stati d’animo, emozioni, sensazioni. Tutto il mondo interiore scorre sotto la sua penna di osservatore acuto e profondo. MARIO BORSA Somaglia (MI) 1870 Milano 1952. Dal romanzo: LA CASCINA SUL PO Editrice Risorgimento 1920. Ci sono virtù e vizi, sentimenti e passioni fondamentali che non variano nè coi secoli, nè con le latitudini, nè col colore della pelle, nè con la repubblica, nè col socialismo. Questa è una amara constatazione per uno che ha viaggiato mezzo mondo. Valeva dunque la pena di muoversi da Ronco? Per conoscere l’uomo non occorrono nè viaggi, nè libri. Occorre un certo intuito. C’è o non c’è. Se io non mi fossi mai mosso dalla vecchia poltrona di nonno Battista, e se invece di far girare le gambe avessi fatto girare il cervello! Chissà? Forse ne saprei più di adesso! Il mio paese, Ronco, ora che ricordo, era un microcosmo interessantissimo. Avrei potuto studiare l’anima dei miei contadini e scrivere un trattato di filosofia universale. Multiservice Via Maestri del Lavoro, 8 - 37045 S. PIETRO DI LEGNAGO (VR) - Tel. 0442 603373 - Fax 0442 628274 - Cell. 347 5586373 - E-mail: [email protected] Anno XXXIII - n. 10 - Ottobre 2011 6 Italia - Germania non è sempre 4-3… Oggi parliamo dei nostri amici tedeschi. Amici… beh, certo, quando pensiamo ai turisti che, sulle orme di Goethe, vengono a farci visita per ammirare la bellezza delle nostre città o per prendere il sole sulle rive del Garda, ci stanno decisamente simpatici. Il discorso cambia quando calano dalle Alpi brandendo le asce di guerra o quando minacciano di cacciarci a pedate dall’Europa se non mettiamo i conti pubblici a posto. Il fatto è che con loro abbiamo un rapporto tutto speciale, diverso da quello – che so? - con gli spagnoli, i croati, gli svizzeri o gli albanesi. Il mondo tedesco è per noi la pietra di paragone, il nero che fa risaltare il bianco, la metà che ci manca e completa, o per meglio dire ci completerebbe, se fossimo capaci di compensarci reciprocamente pregi e difetti; se l’elasticità mentale dell’italiano è complementare alla rigidezza germanica, la loro organizzazione potrebbe supplire alla sciatteria italica, e così via. Leggende metropolitane? Vecchie superstizioni prive di fondamento? Forse. Ma raramente pregiudizi così tenaci nascono dal nulla. Che quella gente del Nord facesse sul serio, l’abbiamo capito subito, quando Gaio Mario, a cavallo del I secolo a. C. ha dovuto ammazzarne una caterva e Cesare mostrargli in faccia le aquile, per farli ragionare; poi, loro si sono rifatti con gli interessi mettendo fine all’Impero romano. Da quel momento, il tedesco è stato il nemico per eccellenza, il nemico “altro” da noi: ecco allora i tedeschi ghiottoni e ubriaconi di Dante (e come là tra li Tedeschi lurchi/lo bivero s'assetta a far sua guerra, Inferno, Canto XVII); la tedesca rabbia e il bavarico inganno del Petrarca, l’irto increscioso alemanno del Berchet, il martellante e non vogliam tedeschi del Giusti, (Scriva: vogliam che ogni figlio di Adamo,/conti per uno: e non vogliam, Tedeschi;/ vogliamo i capi col capo; vogliamo/leggi e governo: e non vogliam Tedeschi./Scriva: vogliamo tutti quanti siamo,/ l'Italia, Italia e non vogliam Tedeschi./Vogliam pagare di borsa e di cervello:/ e non vogliamo Tedeschi e a rivedello...) per non parlare di tutta la retorica risorgimentale. Che poi, ad essere pignoli, quelli con cui ce l’avevano i nostri patrioti erano austriaci, ma la suggestione di quella parola “tedesco” era troppo forte e radicata per sprecarla con sottigliezze lessicali. Ed invece è da qui che partiremo noi, perché anche il termine tedesco ha una sua storia, che merita di essere brevemente richiamata. Quando alludevano a se stessi, gli antichi germani dovevano impiegare una parola tipo theudiskaz, composto di thudo, a sua volta derivato dalla radice indoeuropea *teuta- che in molti idiomi stava ad indicare “il popolo”, “la cittadinanza” o simili. Un termine analogo (touto) adoperavano Autoservizi - Pullman di Tavellin Angelo DITTA PREMIATA CON IL “CESARE D’ORO” GITE VIAGGI GRAN TURISMO AIR CONDITIONED COMFORT Legnago - Tel. e Fax 0442 20648 anche gli antichi cittadini di Gubbio nelle loro Tavole, di epoca romana, esposte al Palazzo dei Consoli, e ricorre nel venetico, nel miceneo e in celtico. Da qui deriva il sostantivo germanico latinizzato theodiscus, da cui l'italiano tedesco, ma anche il tedesco diutisc e poi Deutsch. Altri popoli confinanti identificarono le genti di lingua germanica col nome dell'etnia particolare con cui vennero a contatto per prima, come gli Alamanni, popolo dell'attuale Svizzera, che per i francesi (e gli spagnoli) divennero i tedeschi in generale (allemand, alemàn); nel medioevo, invalse l'uso di chiamarli anche con l’antico nome di teutoni, che ci riporta, per vie traversissime, a quella famosa teuta da cui avevamo preso le mosse. In ogni caso, che fossero austriaci, bavaresi o prussiani, agli occhi delle persone che vivevano al di qua delle Alpi erano i tedeschi e basta, anzi, il soldato trevigiano Giovanni Boldrin scrisse un divertente Libretto intitolato le battaglie che se stato di todeschi e taliani del 66 coi prussiani, come a dire che gli austriaci, nel cui esercito militavano i veneti come lui, erano i veri tedeschi; quanto ai prussiani… bah, chissà chi erano. Questa quasi-identificazione di tedeschi con austriaci spiega lo stupore degli italiani per il fatto che nel 1916, dopo che da oltre un anno eravamo in guerra con l’Impero Austro-ungarico, il nostro Governo si decise finalmente a dichiarare guerra anche ai tedeschi, intendendo la Germania di Guglielmo II. Sempre durante la prima guerra mondiale, nacque il nomignolo spregiativo “crucco”, derivato dal fatto che gli affamati militari dell'Imperial Regio Esercito austriaco, catturati dagli italiani, chiedevano con insistenza kruk, kruk, che significa pane. In tedesco? No, in slavo… Comunque, anche dopo la vittoria del 1918, il termine “tedesco” mantenne un’accezione così sgradevole, che Mussolini preferì designare i nuovi alleati come “camerati germanici”. Insomma, chiamiamoli germanici, alemanni, teutonici o tedeschi, ma noi europei dobbiamo adattarci a fare i conti con loro, con la rassegnata certezza che, se non esistessero, ne sentiremmo la mancanza. Il problema è, caso mai, se ci vogliono loro. E soprattutto come ci vogliono. Immaginiamo dunque così, per gioco, che un giorno la Merkel o chi per lei si stanchi di noi e ci butti fuori dall’Europa, magari assieme agli spagnoli ed ad altri reprobi. Un bel guaio, indubbiamente, e per un sacco di buoni motivi; ma comunque, qualcosa dovremmo inventarci. Proviamo a sfogliare i libri di storia e geografia, alla ricerca di qualche idea per costruire una casa nuova se venissimo sfrattati da Eurolandia Felix. Si potrebbero ricostruire i domini degli Asburgo ante 1713, con l’eredità spagnola più o meno intatta: Austria, Ungheria, Croazia, Slovenia, Boemia, Slovacchia, periodico indipendente Italia, Spagna. Magari, chissà, gli austriaci sarebbero contenti di non finire tedeschi, che non è mai stato un grande affare per loro, e di riavere a Vienna la capitale di un Impero danubiano – mediterraneo. Oppure potremmo offrire a Putin, oltre tutto in ottimi rapporti con il nostro Premier, il punto d’appoggio nel Mediterraneo che la Santa Russia cerca dai tempi dello Zar Pietro il Grande. O diventare il Cavallo di Troia della Cina. In ogni caso, io non ne capisco molto di economia, ma con una Nuova Lira supersvalutata e un Euro alle stelle, credo che la Germania non venderebbe più un bullone in Italia; in compenso, la Padania inonderebbe i tedeschi di prodotti ad alta tecnologia e a prezzi insostenibili per l’industria di lassù. Presumibilmente, quindi i tedeschi sceglieranno un’altra strada, e qui una pulce nell’orecchio me l’ha messa un articolo tratto da uno studio tedesco, letto alcuni anni fa in tempi molto più tranquilli, che parlava di un possibile scenario futuro, in cui la Renania avrebbe esteso la sua influenza economica sull’area francese, la Baviera sull’Italia settentrionale e l’ex Germania Est su Polonia e Cecoslovacchia. Ora, è sicuramente una coincidenza, ma negli ultimi vent’anni, spesso con l’esplicita benedizione della Germania, molti degli stati che circondavano l’area germanofona si sono frammentati in entità minori, fortemente penetrate dagli interessi tedeschi: l’URSS ha partorito cinque o sei staterelli di dimensioni medio-piccole, la Cecoslovacchia si è divisa, per non parlare della Iugoslavia. Non solo, ma il Belgio è in crisi perpetua per l’insanabile ostilità fra valloni e fiamminghi e la sua unità nazionale è appesa a un filo; quanto all’Italia, preferisco non pronunciarmi, perché siamo nell’anno del 150°, ma a mio parere, e per i motivi sopra indicati, se la Germania si stancasse di sostenere le aree depresse, è sicuro che non permetterebbe mai la nascita di una Padania indipendente, a meno di poterla controllare. Non sto dicendo che con il loro fare sornione da primi della classe, i tedeschi stiano dando vita al IV Reich, ma certe dinamiche si sviluppano indipendentemente dalla volontà dei governanti e dei popoli, per cui, sulla base della “Lotaringia industriale”, come la chiamava Ronchey, e di un euro sorvegliato da Francoforte, non sarebbe strano che rinascesse un moderno Sacro Romano Impero più o meno con gli stessi confini di quello ottoniano, guidato con mano vellutatamente ferrea da Berlino. Pertanto, se mi posso permettere di dare un consiglio non richiesto, inviterei fin d’ora i nostri ragazzi di applicarsi allo studio del tedesco. Con molta, molta diligenza. Alberto Costantini periodico indipendente Anno XXXIII - n. 10 - Ottobre 2011 7 INTERVISTA DI ALBERTO COSTANTINI A GIUSEPPE LIPPI Giuseppe Lippi è sicuramente la persona che più di ogni altro, in Italia, è in grado di parlarci di fantascienza, per il suo curricolo di traduttore e redattore, ma soprattutto per la vastissima conoscenza di quello che si è prodotto e si produce in Italia e all’estero; dal 1990 è curatore della più antica e prestigiosa collana di fantascienza della Mondadori, Urania. Abbiamo avuto la fortuna di incontrarlo, di passaggio, a Cerea. Caro Giuseppe, una volta una signora, intervenendo ad una conferenza sulla fantascienza, mi ha detto papale papale che a lei non piace “perché racconta cose che non sono vere”. Le ho fatto osservare che anche l’Odissea e gli dei dell’Olimpo non sono “veri”, ma la perplessità le è rimasta. Secondo te, perché questo ritornello delle “cose impossibili”, “cose inventate” torna solo con la fantascienza? Io credo invece che torni sempre, quando si è di fronte a coloro "che non sanno quel che fanno" (o quel che leggono). Ma il Padre ascolta l'invocazione del Figlio e li perdona, perché dei poveri è il regno dei cieli, e specialmente dei poveri di spirito. Non ho usato a caso la parafrasi religiosa: infatti, l'unico argomento su cui gli amanti del vero non hanno dubbi è la fede nell'aldilà. La fantascienza, evidentemente, non ha saputo instillare in costoro la stessa fiducia, non ha fatto le stesse promesse: è troppo sincera nel proclamarsi "fanta", mentre la gente vuole certezze e un posto in paradiso. A quella signora che non ha mai letto nulla del genere, cosa consiglieresti, tanto per cominciare? Consigli non he ho, probabilmente la signora farebbe meglio a leggere un po' di Cartesio, Newton e Darwin per farsi un'idea dell'universo e subito dopo metterla in dubbio con Freud, Jung e quel tuo omonimo, Albert... come si chiamava? Solo dopo tale dieta potrebbe accostarsi alla fantascienza. Se ripasserà da me, le darò il mio suggerimento in tutta franchezza. In rapida sintesi, com’è la situazione della fantascienza del nuovo millennio, in particolare in Italia? E' impossibile fare una rapida sintesi della vexata quaestio. Posso solo dirti che non è rosea: si è scoperto, dal 2000 in qua, che la fantascienza letteraria non fa più incassare soldi. E in tal caso, dicono gli uomini dal pelo sul cuore, a cosa serve? La mia risposta è: vadano pure ad abbrutirsi al cinema o in una sala giochi. A noi, senza pelo, un po' di fantascienza serve ancora. A Poe-tare. Un amico mi diceva che, secondo lui, la fantascienza si è giocata la sua credibilità sballando alcune previsioni. Quali sono secondo te le cose che gli autori hanno saputo prevedere in modo sorprendente e quelle dove effettivamente hanno preso delle cantonate? Non sono d'accordo con l'amico: ma quali cantonate? Siamo nel 2011 e già questo basta a farci vedere che la fantascienza aveva ragione (non ci sono un sacco di romanzi ambientati nel 2011? Sono sicuro di sì). Dunque le previsioni di calendario si sono avverate tutte, almeno finora, e il prossimo anno sarà il 2012 con nuovi fasci di eventi precògniti in fase di attuazione... Basta guardarsi intorno per vedere che il mondo intero è cambiato in senso fantascientifico. A casa mia persino la caffettiera è futuristica. E ho una sveglietta che se la Anche Poste Italiane prendono parte ai festeggiamenti per il mezzo secolo del Circolo filatelico “Sergio Rettondini” di Legnago. E lo fanno con l’apertura, sabato 24 settembre al Museo Fioroni, di un ufficio postale che bollerà la corrispondenza mediante uno speciale annullo sul quale, oltre alla scritte rievocative, sono rappresentati i ritratti di Sergio Rettondini e di Maria Fioroni. A volere il “circolo”, in ciò incoraggiato da Maria Fioroni che nella sua casa-museo ospitò più di una riunione dei sodalizio, fu Sergio Rettondini. L’avventura cominciò nel 1961, il 19 aprile, quando l’allora giovane insegnante riunì in quello che allora era il bar Isaia di via Bezzecca, un gruppo di appassionati del dentello postale assieme ai quali decise di dar vita al Circolo filatelico. Nell’aprile del 1963, alla vigilia di una mostra filatelica che si stava preparando, Sergio Rettondini perse la vita in un incidente stradale. La mostra venne comunque portata a buon fine e i soci del Circolo, riconoscenti per l’entusiastico impegno del proprio presidente – fondatore, decisero di intitolare il sodalizio a Sergio Rettondini. Il cui volto, per la seconda volta, figura su annullo postale. La prima volta fu il 22 settembre 2001, nell’ambito quindi punto alle 6,00 suona alle 5,45, in anticipo sul futuro! Non capisco cosa si pretenda di più. Ti presentano un autore di fantascienza promettente. Cosa cerchi in lui, principalmente: la novità, l’originalità dell’idea di partenza, o ti va bene anche la ripresa di un filone tradizionale? Non mi va bene niente, in quell'autore. Se me lo presentano è perché me lo vorranno raccomandare, ma con me fa palla corta. A meno che non abbia un'idea veramente buona e originale... L'idea è tutto, per questo lettore. A proposito, quali sono i “filoni” della fantascienza che hanno ancora qualcosa da dire e quali invece danno segno di esaurimento? Tutti hanno qualcosa da dire, ma il mio prediletto è la storia di mostri. In un monster yarn c'è sempre un friccico di brivido e il brivido è un'emozione, perdiana, un fatto umano. Da cosa pensi derivi l’attuale “lupo/vampiromania”, soprattutto fra i giovani? Dal fatto che Essi Sono Suggestionabili e che, Non Avendo Gusto Proprio, vanno in libreria per Comprare ciò che Passa il Convento. Mi raccomando, tenetemi le maiuscole! Approfitto del fatto di averti a Cerea per una domanda un po’ personale. Sai che ho ambientato proprio qui, nel basso Veronese, il mio romanzo Stella cadente. Secondo te, un autore dovrebbe privilegiare ambienti “suggestivi”, esotici o consacrati dalla tradizione, oppure qualsiasi luogo può diventare scenario per una storia di fantascienza? Qualsiasi luogo. Tu sei riuscito molto bene nell'operazione, come ricordi giustamente a proposito di Stella cadente, ma nel veronese, anzi proprio qui a Cerea, c'è un altro grande scrittore che mi onoro di essere venuto a trovare, Sergio Bissoli. Anche lui ambienta le sue storie nei paesi della bassa e ottiene risultati perfetti: che si svolgano a Minerbe, a Veronella o nelle fiere del contado. Alberto Costantini dei festeggiamenti per il quarantennale del Circolo. In questo mezzo secolo il Circolo ha operato su due livelli. Quello locale, attraverso mostre, incontri e periodiche riunioni, mentre a livello nazionale è riuscito a far sì che Legnago, attraverso i suoi illustri cittadini, oppure eventi legati alla vita culturale della città, entrasse nel grande album della filatelia mondiale. Nel 1997 col francobollo chiamato a celebrare il secolo della morte di Giovan Battista Cavalcaselle, l’importante storico dell’arte raffigurato su 3 milioni di manifesti dentellati da 800 lire. A seguire, il 30 settembre 2000, il francobollo che, uscito alla vigilia dell’introduzione dell’euro, pota l’indicazione del doppio valore: in lire (4.000) e in euro (2.48). C’è, poi, di San Marino, lo splendido foglietto nel quale sono raggruppati tre esemplari da 1,50 euro, chiamato, il 12 novembre 2004, a celebrare la riapertura del Teatro alla Scala di Milano. Assieme al Teatro milanese, i restanti francobolli raffigurano Antonio Salieri e il maestro Riccardo Muti, cittadino onorario di Legnago. Da non dimenticare, sempre di San Marino, il francobollo - anch’esso da 1,50 euro – che nel 2007 festeggiò la venticinquesima edizione del Premio internazionale d’arte filatelica San Gabriele, che da alcuni anni ha per sede Legnago. Proprio il 25 settembre, al Museo Fioroni dove il Circolo filatelico organizza la tradizionale mostra filatelica particolarmente dedicata ai sette legnaghesi che seguirono Garibaldi nella spedizione dei Mille, viene assegnato il “San Gabriele” numero 29. Destinato a premiare i migliori francobolli a soggetto religioso del mondo. Danilo Bogoni Anno XXXIII - n. 10 - Ottobre 2011 8 periodico indipendente CINQUANT’ANNI DI AERMEC: TRA VALORI FAMILIARI E PROGRESSO CONTINUO Nata nel 1961 da un’intuizione di Giordano Riello, che con il sostegno dei suoi familiari ha deciso di staccarsi dall’industria di famiglia per camminare con le proprie gambe, l’Aermec ha festeggiato Mercoledì 14 Settembre, con una messa celebrata da Monsignor Zenti Vescovo di Verona, i suoi primi cinquant’anni. Una realtà concreta, quella che sorge nel comune di Bevilacqua, che negli anni è progredita per rimanere al passo del veloce evolversi del mercato, ma che allo stesso tempo è rimasta legata a quei valori familiari e territoriali che sono nel dna dell’Azienda e di chi l’ha vista nascere e fatta crescere. Nella mattinata organizzata per celebrare questo importante traguardo, Giordano Riello, visibilmente commosso, ha parlato agli oltre seicento dipendenti e ha voluto fare dei ringraziamenti. “Sono stato fortunato perché ho avuto una famiglia che mi è sempre stata vicina nel condividere le gioie e le amarezze, e di questa famiglia io vado orgoglioso” sono state le sue prime parole. Ha poi aggiunto: “Sono stato fortunato anche perché nel corso degli anni amici e collaboratori mi sono stati alleati veri e sinceri e sono riusciti a darmi il meglio di sé sia sotto il profilo umano sia nell’impegno del lavoro”. Un ringraziamento particolare il presidente dell’Aermec lo ha voluto riservare a suo padre Raffaello e a suo zio Pilade che nel 1960, quando l’Aermec era solo nei pensieri del giovane Riello, lo hanno incoraggiato e aiutato a dar vita a questa impresa. La famiglia, quindi, nelle parole di Giordano Riello, poi riprese dal sindaco di Bevilacqua Valentino Girlanda e da Monsignor Zenti, come luogo dove si trovano le nostri radici, il patrimonio genetico al quale le imprese non possono rinunciare, perché danno la forza, il ritmo e una costante motivazione a quello che si fa. La famiglia anche come modello dove i più vecchi, coloro che hanno già sperimentato, insegnano ai più giovani come fare. Non li lasciano soli ad affrontare le difficoltà, ma li responsabilizzano con il tempo aiutandoli, sostenendoli e incoraggiandoli, ma anche facendogli capire che non si può avere tutto e subito, che ci vuole tempo per ottenere i risultati che si sono prefissati. Questo devono fare i genitori e questo è stato l’esempio che ha avuto Giordano Riello, che poi ha portato la sua positiva esperienza familiare all’interno della realtà lavorativa permettendo all’Aermec di essere un’azienda leader nel suo settore, superando le difficoltà che si è trovata davanti nel corso degli anni. La celebrazione e la soddisfazione dei risultati raggiunti e del modo in cui sono stati ottenuti non hanno oscurato lo spirito d’iniziativa e la voglia di pensare al futuro. “Bisogna che ci impegniamo per mantenere e consolidare il successo che abbiamo ottenuto con grande fatica” ha detto Giordano Riello nel suo discorso, facendo riflettere i presenti sul cambiamento del mondo del lavoro e sulla maggiore competitività dei mercati. Oggi infatti si usa delocalizzare molto, ma lo stesso Giordano ha voluto sottolineare come questa azienda, che è nata italiana, sia rimasta italiana nel corso degli anni e che nei suoi progetti per il futuro dovrà rimanere tale. Un’azienda italiana proiettata, però, verso un mercato internazionale. La Giordano Riello Intenational, con le aziende Aermec e Sierra, si è aggiudicata infatti un’importante commessa in Ucraina dove dovrà con- E’ il presidente dell’Ospitale Civile di Legnago Giovanni Tebon che così lo descrive nel verbale che invia in Municipio per la denuncia di nascita: “.. alle ore nove pomeridiane del 22 corrente (22 Luglio 1886) è entrato in questo istituto un fanciullo di sesso maschile dell’età di giorni due il quale era involto in cuffia … una medaglia d’ottone appesa ad un filo di cotone bianco. Al detto fanciullo ho posto il nome di Apollinare ed il cognome di Granforte”. Nasce a Legnago il 20 luglio 1886 uno dei più grandi baritoni di tutti i tempi. E’ “adottato” dai coniugi Gaetano Brigo e Rosa Uccelli di Noventa Vicentina. A nove anni è garzone ciabattino e si diverte a recitare e cantare al teatrino dell’oratorio. A 16 anni ha una parte tenorile in Lucia di Lammermoor, opera proposta in paese da una compagnia girovaga che recita sulle piazze. Il 5 ottobre 1905 sposa la diciottenne Amabile Frison, ha una figlia e nello stesso anno raggiunge con la famigliola il fratellastro Erminio Brigo, emigrato a Buenos Aires in Argentina l’anno prima. Continua a fare il suo lavoro di calzolaio, e la domenica canta in italiano per gli emigrati nelle osterie di periferia. Lo ascolta un appassionato benestante, certo Pedro Valmagia e lo fa studiare al Conservatorio della Prensa di Buenos Aires. Passa poi al Conservatorio di Santa Cecilia con i maestri Nicolò Guerrera e Guido Capocci. E’ un giovane di bell’aspetto che piace a prima vista, simpatico e comunicativo e molto modesto. Nel 1913 a 27 anni debutta come baritono a Rosario di Sante Fe nel ruolo di Germont ne La Traviata sotto la direzione del m° Mazzanti. E’ un successo clamoroso, la romanza “Di Provenza il mare e il suol” viene bissata tre volte. La voce è spontanea e vigorosa, sul palcoscenico è un attore. Canta quindi in tutti i teatri Argentini ed in altri di Brasile ed Uruguay. Nel 1915, scoppiata la prima guerra mondiale, torna con la famiglia in Italia per arruolarsi granatiere a Parma. Nel frattempo si ammala e non è idoneo alla vita del fronte sul Carso, (dove il suo reggimento sarà annientato), per cui partecipa agli “Spettacoli per i soldati”. Terminata la guerra è conteso da tutti i teatri. Emma Carelli, direttrice del Teatro Costanzi di Roma, manda il Granforte a perfezionarsi a Milano dai Maestri Luigi Lucenti e Voghera. A Napoli nel 1919 incontra e conquista Pietro Mascagni, di cui diventa inseparabile amico fraterno. Mascagni lo vorrà sempre protagonista delle sue opere da lui dirette. Nel 1921 l’impresario Lusardi lo introduce al Teatro alla Scala di Milano. Sarà Toscanini ad affidargli la parte di Anfortas nel Parsifal di Wagner. Nello stesso anno è il Gran Sacerdote nel Sansone e Dalila all’Arena di Verona. Nel 1922 è Svarga nella prima de La figlia del re di Lualdi al Regio di Torino. A Mantova è Boris Godunov. Nel 1923 alla Fenice di Venezia ed al Filarmonico di Verona ha uno dei ruoli principali ne I misteri gaudiosi di Nino segnare 10 chiller di grande potenza e 20 condensatori remoti che assicurano la climatizzazione del Terminal n.2 del nuovo aeroporto di Kiev che sarà inaugurato nel giugno 2012 per l’inizio dei Campionati Europei di calcio. Il valore del contratto si aggira sul milione e mezzo di euro. L’azienda di Bevilacqua già in passato ha avuto a che fare con il mondo dello sport, ha dotato infatti con le proprie apparecchiature per la climatizzazione l’ardita copertura del campo centrale di Wimbledon, oltre ai numerosi altri impianti sportivi tra cui il villaggio olimpico di Atene. Oggi il fatturato dell’azienda è realizzato all’estero per il cinquanta per cento e la scommessa è quella di spingere sempre di più verso la strada dell’internazionalizzazione. Cercare di portare avanti i valori familiari e allo stesso tempo industriarsi per stare al passo con i tempi, sono alla base del successo ottenuto da Aermec. Tutto questo si mescola con l’attenzione ai giovani, un altro punto importante per il successo dell’azienda di Bevilacqua, verso cui bisogna guardare come a dei figli da coltivare, instradando il loro entusiasmo e sfruttando l’inevitabile vento di novità che portano con sé. “I giovani della nostra famiglia dovranno studiare e realizzare strategie e tecniche sempre più adeguate ai tempi che cambiano, e cambiano molto velocemente” ha voluto concludere Giordano Riello “Guai ad adagiarci sui risultati fin qui raggiunti, illudendoci di poter mantenere senza sacrifici il successo che abbiamo ottenuto in questi cinquant’anni.” (Emanuele Sarria) LEGNAGHESI FAMOSI - APOLLINARE GRANFORTE (APOLLO in arte) - BARITONO Cattozzo. Al Filarmonico canta con l’ affascinante soprano legnaghese Linda Cannetti. Ancora al Filarmonico nel 1923 è Sergio Gratico ne La nave di Italo Montemezzi. E’ in seguito apprezzato interprete wagneriano in Lohengrin,Tristano e Isotta, Siegfried, Tannhauser, Crepuscolo degli Dei e Parsifal. A Parigi è diretto dal Maestro Tullio Serafin. Negli anni 1924 con Nellie Melba, 1928 e 1932 fa tre famose tournèe in Australia. Nel 1929 è alla Scala ne La Forza del Destino e canta con Aureliano Pertile. Gatti Casazza lo vuole al Metropolitan di New York, dove Granforte, per contrasti tra impresari, non approda. Nel 1933 Mascagni lo vuole alla Scala interprete di Cavalleria Rusticana da lui diretta. Nel 1935 sempre con Mascagni è Menecrate in Nerone in prima mondiale alla Scala di Milano. Il personaggio di Menecrate sempre con il maestro Mascagni è portato anche nei più importanti teatri italiani. Dopo una trentennale carriera, nel 1942 Granforte dà le sue ultime recite al Regio di Parma con Lo Straniero e Antigone e al Teatro Verdi di Trieste è Teseo in Fedra di Pizzetti. Nel 1943, a 57 anni, si ritira improvvisamente dalle scene (si dice dopo circa 1800 recite) quando voce e fisico sono ancora in perfette condizioni, e si dà all’insegnamento del canto. E’ alla Scala di Milano, poi al Conservatorio di Ankara quindi di Praga. Tra gli allievi famosi Leyla Gencer, Flaviano Labò, Raffaele Ariè. Lascia una ricca discografia incisa nel periodo di maggiore splendore della sua magistrale e “tonante” voce. Ha quattro figlie e vive molto agiato. Muore a Gorgonzola vicino a Milano l’11 giugno 1975. Ivano Zanoli periodico indipendente Anno XXXIII - n. 10 - Ottobre 2011 9 Frutta e verdura - Il crollo delle quotazioni danneggia l'agricoltura Appello ai consumatori ed alla grande distribuzione - Campagna amica... A dire il vero, purtroppo, non è una novità che l'agricoltore esca profondamente deluso ed economicamente colpito da situazioni umilianti, che vanno ripetendosi annualmente in ogni settore produttivo della lavorazione della terra. Stagionalmente parlando, il tema si ripropone, ogniqualvolta la campagna immette sul mercato qualsiasi prodotto agricolo, anche di pregio. Partendo da gennaio, la triste considerazione della bassissima remunerazione, che va nelle tasche dell'agricoltore, riguarda il magnifico radicchio rosso di Verona, l'eburneo asparago, il verde pisello, il fagiolo, la ciliegia, ecc., per arrivare alla mela (notizia altamente sconsolante: mele vendute cedute, nell'ottobre scorso, a sette centesimi al chilo) ed alla patata. Esperienza, lavoro e sacrificio tanti, tantissimi – bisogna andare direttamente nel campo, per rendersi conto delle cure e delle fatiche, che esso richiede – ma incasso molto modesto, quasi nullo. Al punto che, spesso, si rinuncia a raccogliere il prodotto, visto che l'operazione non ne vale la pena. Accade perfino che, avendo già raccolto e lavorato il prodotto per la vendita, ovviamente, con relativa e pesante spesa, non valga neanche la pena di cederlo, per la scarsa, scarsissima sua quotazione. Solo portarlo alla vendita, inoltre, è pure un costo. Per le pesche veronesi di qualità extra, d'ottima presentazione e di calibro validissimo, il prezzo all'agricoltore è stato, quest'anno, di soli 20, massimo 30, centesimi al kg., e tale da non permettere nemmeno la copertura dei pesanti costi di produzione. Risultato che fa dolorosamente riflettere e che fa temere, ed a ragione, che i già pochi giovani, ancora legati alla campagna, l'abbandonino definitivamente. In questo quadro sconsolante, riunioni varie si sono tenute per esaminare quali soluzioni possano essere prese per fare fronte al "crollo del mercato", nel nostro caso, di frutta e di verdura di Verona. Ma, trovare soluzioni è emblematico, perché, se la cosa era difficile in passato, è più diffice oggi, a seguito della maggiore produzione e dell'agguerrita e sol- lecita concorrenza estera: basta una telefonata e, per fare un esempio, un carico di pesche è in Italia in brevissimo tempo, a prezzo di estrema concorrenza. Ogni prodotto agricolo ha la sua caratteristica: sebbene l'annata in corso abbia registrato una produzione scarsa di pesche, il fatto non è stato in grado di incidere positivamente sulla remunerazione al produttore, perché le pesche, quest'anno, si sono maturate contemporaneamente in ogni zona di produzione (in altri anni, la maturazione avveniva nell'arco di due mesi), hanno trovato i mercati tedesco e russo chiusi, a seguito del batterio "Escherichia coli" e hanno risentito di un calo generalizzato dei consumi, che tocca anche gli ortofrutticoli (che, probabilmente, a prezzi più contenuti, avrebbero trvato più consumatori). Il grave è che, solo per la pesca veronese, lavorano, su 2000 ettari, fra agricoltori e collaboratori, 40.000 persone, le quali traggono, appunto, parte del sostentamento, dalla coltivazione del dolce e colorato frutto, che, per fortuna, ma sempre a prezzi non certo favorevoli, viene anche esportato. Una coltivazione, quella della pesca – parliamo di questa, ma estendiamo gli stessi concetti per le altre produzioni –, quindi, che arrischia di scomparire, nonostante la qualità straordinaria del prodotto, che, in fatto di fitofarmaci, è il più controllato al mondo. Gli agricoltori, quindi, chiedono ai consumatori ed ai supermeracati che venga privilegiato il prodotto locale e quello che la stagione in corso offre. Esso, infatti, è fresco, perché raggiunge rapidissimamente i punti-vendita; appena raccolto, è apportatore – come sottolinea l'assessore provcinciale all'Agricoltura, Luigi Frigotto – di vitamine e di sostanze salutari e permette un'alimentazione priva di grassi; dato il breve tragitto, dal luogo di produzione a quello di consumo, il suo trasporto non crea che modesto inquinamento. Cosa fare? Una proposta, non certamente salvatrice della situazione e strettamente locale: durante la presenza della delegazione bavarese, lo scorso anno, in piazza Bra, una ditta tedesca vendeva confezioni di patate da 1 kg al prezzo di 1€... Interpellato il venditore, questi si dichiarò soddisfatto delle vendite, al punto, che ad un certo momento, prima della chiusura della mnanifestazione, di patate da vendere non ce n'erano più, mentre la richiesta continuava... Il venditore bavarese si augurava che l'operazione avvenisse anche l'anno seguente... Ebbene, perché non istituire in piazza Bra ed in altre piazze veronesi, un grande banco ben visibile, "offerto" gratuitamente alla benemerita Agricoltura – “a“ grande, per tale settore del lavoro – da Comune e da Provincia, ed esente da tasse ed imposte, ch – non solo e vendesse, a prezzo prefissato e contenuto, sempre per esempio, i pèrseghi, a 60/80 centesimi al chilo o anche a meno, ricordando che il prezzo di vendita è tutto, per ottenere buoni risultati. La gente giustamente confronta qualità e valuta la spesa... Questo vale per ogni prodotto agricolo, si potrebbe dire anche per il verde ed insostituibile prezzemolo! L'agricoltura va aiutata, essendo l'unica nostra fornitrice di alimenti – non solo ortofrutta, ma anche formaggi e carne –, in natura o lavorati, e fonte di occupazione. La cosa modestamente suggerita potrebbe essere adattata, norme permettendo e a seconda della stagione, a qualsiasi prodotto agricolo. Favorisce oggi il Lettore e mira a creare reddito diretto all'Agricoltore l'iniziativa, lodevole, di Coldiretti, che ha istituito in tutta la provincia (come avviene in tutte le altre provincie) un'ampia rete di punti-vendita, con apertura in giorni prestabiliti, denominati "Campagna Amica", nuovo modello distributivo (bene regolamentato) del prodotto della terra genuino e fresco, a prezzo controllato e senz'altro favorevole al consumatore. Sosteniamo la nostra campagna ed i nostri agricoltori, usando i prodotti che ci offrono, e compiamo, nello stesso tempo, un atto socialmente utile, perché campagna significa anche occupazione e custodia del paesaggio, il cui verde sta venendo sempre meno. Pierantonio Braggio L’ALZHEIMER QUALE MALATTIA DELLA DOMANDA METABOLICA: BENEFICI DELL’ESERCIZIO FISICO E CEREBRALE Si è tenuto mercoledì 21 settembre a Castagnaro nella Sala Ex Consorzio all’interno del progetto “Laura Sperandio” con relatore Ginetto Bovo, il “World Alzheimer's Day”, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer. Un incontro di grande importanza dove l’argomento principe era l’Alzheimer con il tema: “Quale malattia della domanda metabolica: benefici dell’esercizio fisico e cerebrale ed il ruolo della politica sportiva pubblica”. Con il patrocinio dell’Amministrazione comunale, il relatore Bovo ha analizzato alcuni documenti secondo cui gli studi di importanti neuro scienziati americani (G. Perry, M.A. Smith, C.W. Cotman, ecc...) hanno evidenziato come lo sbilanciamento del sistema ossido riduttivo causato dell’eccessivo consumo di ossigeno del cervello, costituisce la causa principale delle malattie neurodegene- rative tra cui l’Alzheimer. La conoscenza dei vari componenti del sistema anti ossidante ci permette oggi di prescrivere dei programmi appropriati di attività fisica in termini di sviluppo di potenza, quantità e frequenza in grado di ridurre lo stress ossidativo. Una formula un po’ particolare ma molto efficace che dice: Co > Ca (Co capacità ossidante, Ca capacità antiossidante) e che spiega come sia indispensabile passare dalle conoscenze scientifiche all’applicazione dei risultati tramite nuove politiche istituzionali in materia sportiva che prevedono l’attivazione dei corsi pubblici di attività fisica innovativa nella prevenzione primaria dell’Alzheimer. Solo in questo modo sarà possibile ridurre nel futuro più immediato i nuovi casi di Alzheimer i cui dati e previsioni attuali e nei prossimi 20 anni sono quelli sotto indicati. I dati infatti dicono che nel mondo si registra 1 nuovo caso ogni sette secondi ed in Italia 800 mila sono i casi stimati. Le previsioni per i prossimi 20 anni prevedono un raddoppio dei casi attuali. “Oggi –spiega Bovo- è possibile intervenire intelligentemente con un modello scientificamente evoluto di applicazione dell’esercizio fisico, appunto l’esercizio fisico appropriato o innovativo, su un punto cruciale nella nascita e nella progressione della malattia di Alzheimer: lo stress ossidativo a livello cerebrale. La combinazione ottimale di questi due fattori dovrebbe determinare dei risultati eccellenti, in ogni caso il massimo attualmente ottenibile. Considerato l’andamento epidemiologico della malattia di Alzheimer nei prossimi 20 anni, è necessario mettere in atto urgenti politiche sportive atte a contrastare la diffusione dell’ Alzheimer nel nostro Paese”. Francesco Occhi 10 Anno XXXIII - n. 10 - Ottobre 2011 periodico indipendente il nuovo Battistero della Chiesa parrocchiale di Terranegra Un Battistero tutto nuovo è pronto per la comunità di Terranegra. Ad inaugurare uno dei luoghi simbolo d’iniziazione della vita cristiana, il Vescovo Mons. Giuseppe Zenti che Sabato 8 Ottobre ha presieduto la Santa Messa delle ore 18.30 mentre, il giorno seguente, è avvenuta l’inaugurazione “operativa” con la celebrazione del Battesimo di due bambini alla S. Messa delle ore 10. E’ un fiume in piena Don Alessandro Pendini, il parroco che da otto anni accudisce con amore e passione l’energica comunità religiosa della frazione di Legnago. “L'erezione di un nuovo Battistero con il fonte battesimale”- ha introdotto il sacerdote- “è di grande importanza nella vita spirituale della comunità cristiana perché il Battesimo, e il fonte che ne è il segno, è l'inizio di tutta la vita cristiana”. Successivamente Don Alessandro ha fatto un breve, ma intenso, excursus storico della Chiesa, della quale ne è custode e pastore. “Il 30 Ottobre 1953 la rettoria di Terranegra fu costituita parrocchia, smembrandosi così da quella madre di S. Martino di Legnago. Successivamente si avviò la costruzione di un'ampia e moderna chiesa, l'attuale, aperta al culto il 27 dicembre 1970”. La nuova chiesa, dalle linee moderne, fu concepita secondo l’ispirazione delle novità portate dal Concilio Vaticano II°, proponendo nell’impianto architettonico il concetto assembleare della liturgia, e anticipando gli indirizzi della immediata riforma liturgica. Nei decenni successivi sono state realizzate diverse opere di rifinitura, approntata la cappella per la conservazione dell’Eucaristia con l’artistico Tabernacolo, e il 17 dicembre 1995 consacrati chiesa e altare per mano del Vescovo Mons. Nicora. Sempre Don Alessandro ha ricordato che “nel 30° anniversario si è operato il rifacimento dell’ingresso della scala, comprendente la grande vetrata artistica e la “porta dei neofiti” che si affaccia ai piedi dell’area del Battistero”. Il progetto originario infatti aveva già previsto, alla sinistra del presbiterio, un’ampia area circolare destinata ad ospitare il Battistero, che non fu però fino ad oggi realizzato, suscitando così un senso di incompiutezza a motivo degli spazi vuoti. Ora, finalmente, si è giunti a dotare la Chiesa del Battistero e la comunità, per prepararsi a questo straordinario evento è stata invitata a ritrovarsi nella serata di Mercoledì 5 Ottobre alla presentazione architettonica e all' illustrazione teologica dell’opera con l’architetto Paolo Giarola ed il parroco. Venendo alle notizie tecniche, Il Fonte Battesimale è un elemento cilindrico composto da due strati di pietra concentrici, poggiante su pavimento in pietra chiara e diviso in otto simbolici spicchi, alla stessa quota della pavimentazione circostante preesistente. “Sulla sinistra del Battistero”- ha concluso il parroco-“è collocata la Custodia degli Oli Santi, racchiusa in una sporgenza in muratura, con nicchia protetta da una porticina a chiave in acciaio inox spazzolato. Sulla destra è invece collocato il Cero Pasquale su un apposito basamento cilindrico rimovibile in pietra rossa, incastrato su un cerchio di pietra chiara a filo del pavimento, come il fonte battesimale”. Sullo sfondo, in armonia con gli altri elementi già presenti in parete nella Chiesa (Cristo absidale, Tabernacolo, statua della Madonna), un simbolo battesimale: la colomba dello Spirito Santo, da cui scendono sette raggi a rappresentare i doni dello Spirito, realizzati in forma stilizzata con lamine d’acciaio leggermente staccate dalla parete per dare un’idea di leggerezza. Paolo Cecco ASSEGNATI I “PREMI DI STUDIO DEL ROTARY E DI CEREABANCA 1897” A FAVORE DEGLI STUDENTI DELL’ISTITUTO “LEONARDO DA VINCI” E DEL CENTRO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE ALBERGHIERO DON CALABRIA DI CEREA Si è svolta giovedì 29 settembre nell’aula magna dell’Istituto Statale Leonardo da Vinci di Cerea, la cerimonia di consegna dei “Premi Studio” in favore degli studenti meritevoli dell’Istituto d’Istruzione Leonardo da Vinci di Cerea e del Centro di Formazione Professionale Alberghiero sezione di Cerea, due realtà di grande spessore nel mondo della scuola. Un appuntamento che prosegue un progetto iniziato quattro anni fa volto a premiare quei giovani che si siano particolarmente distinti nel corso dell’anno scolastico appena concluso. Il premio è stato voluto dal Rotary Club di Legnago in collaborazione con CereaBanca 1897 che con il loro sostegno aiutano anche economicamente, chi si sia maggiormente distinto con una media che ha visto i giovani essere ammessi alle classi superiori voti eccellenti. Alla presenza del segretario del Rotary club di Legnago Lucio Brangian, del presidente Francesco Occhi, del direttore della filiale di Cerea di CereaBanca 1897 Gianni Tavella che ha patrocinato l’iniziativa, dell’assessore alla cultura del comune di Cerea Rosetta Salmaso e dei rappresentanti dell’Istituto Leonardo da Vinci di Cerea, la dirigente scolastica professoressa Luisa Zanettin ed il preside d’Area del Centro di Formazione professionale Alberghiero don Calabria, sede di Cerea, Giovanni Corradi, dalle 11 in poi si è svolta, alla presenza di numerosi allievi e dei genitori, la cerimonia di consegna per i 13 giovani maggiormente meritevoli nell’anno scolastico 2009/2010. “Anche per il 2010/2011 si è rinnovato questo importante premio che vede queste istituzioni vicine al mondo della scuola –ha esordito il dirigente Zanettin- sono riconoscimenti che vanno a giovani meritevoli e al loro impegno nello studio. Un grazie alla generosità di chi ci sostiene e che vede nelle nuove generazioni una risorsa da valorizzare”. “Grazie a Rotary e CereaBanca 1897 è possibile premiare chi i sia impegnato nello studio per un intero anno –ha ricordato il presidente del Rotary di Legnago Francesco Occhi- il nostro club è particolarmente attento sia al mondo giovanile che al mondo della scuola per aiutare nella crescita i giovani che sono il nostro futuro”. “CereaBanca 1897 ha sin dall’inizio sostenuto questo premio proprio per essere vicina alla gente –ha ricordato il direttore della filiale di Cerea Giovanni Tavella. Un’attenzione che ci concretizza in una nostra fattiva collaborazione con l’istituto. Bravi ragazzi e complimenti per il vostro impegno”. “Anche il comune si sente vicino ai giovani e al mondo della scuola –ha concluso l’assessore comunale Rosetta Salmaso- iniziative come queste sono senza dubbio da lodare e da incentivare per dare ulteriore qualità a chi studia”. Il premio ha coinvolto tutte le classi con un aiuto economico per gli studenti che andava ad aumentare con l’aumentare della classe frequentata. La media dei voti dei giovani premiati oscillava da un minimo di 9,00 fino ad un massimo di 100/100 con la lode. A vincere sono stati per l’Istituto Tecnico Commerciale: per la classe prima Giorgia Rossetti, per la seconda Sara Turazza, per la terza Silvio Santini, per la quarta Eleonora Furiani e per la quinta Alice Ambrosi. Per il Liceo Scientifico invece per la prima Federica Veghini, per la seconda Michele Venturi, per la terza Irene Panziera, per la quarta Francesca Marangoni, per la quinta Nicola Renso. Infine per il Centro di Formazione professionale Alberghiero don Calabria il premio è andato per la prima a Irene Galantini, per la seconda Carlo Sambugaro e per la terza a Majda Chiabi. Gianni Galetto periodico indipendente Anno XXXIII - n. 10 - Ottobre 2011 11 PREMIO ALL’ARTE IN MEMORIA DI DANILO CESTARI II° EDIZIONE In tempi in cui si sente forte ogni giorno la protesta degli operatori della cultura, in cui teatri di tradizione rischiano di essere chiusi (si vedano le vicissitudini del Teatro Valle di Roma o del Duse di Bologna), c’è ancora e forse ancora piu’ forte la volontà di FARE cultura. Sabato 10 settembre il Teatro A. Salieri di Legnago, ha visto protagoniste di una serata assai speciale la musica e la pittura. Una serata ricca di ospiti e di emozioni che si è aperta con il saluto delle autorità presenti, ovvero l’Assessore provinciale alla cultura Marco Ambrosini, il consigliere comunale di Legnago con delega alla cultura Ester Bonfante e, insieme a loro, la prof.ssa Manuela Mattioli rappresentante dell’Associazione scuola d’ istrumenti ad arco “Antonio Salieri”. Sul palcoscenico, adorno di fiori freschi, giganteggiava l’autoritratto di Danilo Cestari, celebre tenore scomparso da pochi anni, che fu anche valente e apprezzato pittore. La serata dunque, organizzata in ricordo del Cestari, proponeva un connubio tra le sue due forme artistiche predilette. Subito dopo i saluti di rito, si è entrati subito nel vivo della serata presentando il primo ospite d’onore a ricevere il “Premio all’Arte “Danilo Cestari”, ovvero il celebre soprano di fama internazionale Francesca Patane’. Un’artista raffinata che ha saputo conquistarsi nell’arco della sua brillante carriera, che l’ha portata nei teatri più importanti del mondo, un posto di grande rispetto nell’Olimpo dei grandi del melodramma. Indimenticabile la sua Salome’ all’Opera di Roma, con la regia di Giorgio Albertazzi, che la vide prima interprete italiana ad affrontare il difficile ruolo in lingua originale, a 80 anni dall’ ultima interpretazione dell’opera di Strauss, che però era in italiano (era difatti uso e costume dell’epoca quello di tradurre i libretti in lingua straniera in italiano). Dopo una breve intervista, si è proceduto alla consegna del premio e si è dato così ufficial- mente il via alla musica. Ad aprire il concerto, il brano “Oci ciornie” eseguito al violino dal Maestro Alberto De Meis accompagnato al pianoforte dal Maestro Roberto Rossetto, che ha scaldato l’atmosfera e gli animi del pubblico in platea. Si sono poi esibiti il baritono Marco Chingari con “Di provenza il mar, il suol” dalla Traviata di Verdi e il soprano Cristina Park con “Un bel dì vedremo” dalla Madama Butterfly di Puccini accompagnati al pianoforte dal Maestro Marco Balderi, che ha accompagnato tutti i cantanti nell’arco dell’intensa serata. Subito dopo è stata la volta del tenore Maurizio Saltarin con “Non piangere Liu’” dalla Turandot di Puccini, che oltre ad esibirsi in tutta la sua, ormai consolidata, bravura è stato anche una delle anime di questo evento. A seguire ancora il magico violino del Maestro De Meis con “Ciocarlia” di Dinicu. Dopo questa prima parte in compagnia della musica, è toccato alla pittura essere protagonista grazie alla figura di Vinicio Boscaini, stimatissimo pittore veneto, che è stato invitato sul palcoscenico a ricevere anch’egli il “Premio all’Arte “Danilo Cestari”. Sul palcoscenico, insieme al sopracitato autoritratto del Cestari, avevano fatto mostra di sé anche due suoi dipinti, assaggio di una sua personale che rimarrà in esposizione a palazzo Zuckermann a Padova fino al 4 di ottobre. L’artista, visibilmente emozionato, ha ricevuto il premio e, dopo aver parlato della sua particolarissima vita da artista che l’ha portato anche per anni in America, e della sua personale concezione di arte, ha lasciato il posto di nuovo alla musica. Hanno chiuso la prima parte del concerto il tenore Maurizio Saltarin e il soprano Francesca Patane’, con una splendida interpretazione del celebre duetto dal I atto di Tosca. La seconda parte del concerto si è aperta con la consegna di una targa di riconoscimento al basso Gastone Baratella, primo allievo di Danilo Cestari. A premiarlo il giovane nipote Michele Cestari, a sua volta allievo di Baratella. E poi ancora tutti gli artisti sopra menzionati si sono avvicendati sul palcoscenico in un crescendo di emozioni che hanno lasciato il pubblico in visibilio. Il baritono Marco Chingari e il soprano Cristina Park hanno dato vita all’ammiccante duetto dal Don Giovanni di Mozart “Là ci darem la mano”. Il Maestro Alberto De Meis al violino, vera perla della serata con il suo virtuosismo e le sue accattivanti interpretazioni, accompagnato dal Maestro Roberto Rossetto, ha eseguito un meraviglioso Libertango di Astor Piazzolla. Il soprano Cristina Park ha continuato con l’aria “Chi il bel sogno di Doretta” da La Rondine di Puccini, dimostrando particolare raffinatezza espressiva, soprattutto nell’esecuzione delle filature. A seguire il baritono Marco Chingari e il tenore Maurizio Saltarin si sono cimentati nel duetto “Invano Alvaro” da La forza del destino di Verdi di grande impatto emotivo sul pubblico che ha calorosamente applaudito i due interpreti. A chiudere una splendida Francesca Patanè che ha toccato momenti di magia interpretativa nel suo “Voi lo sapete o mamma” dalla Cavalleria rusticana di Mascagni. A presentare la serata l’attrice Cristina Chinaglia, impegnata in questo periodo in teatro con il Maestro Giorgio Albertazzi, ormai consolidata nel suo ruolo di conduttrice di eventi culturali. In conclusione, un applauso lunghissimo da parte di un pubblico entusiasta, che gremiva il teatro, ovazioni e richieste di bis hanno portato gli artisti ad un’esecuzione di un beneaugurante “O’sole mio”, tutti insieme, col pubblico festante che cantava anch’esso. Commozione e divertimento in una serata come se ne dovrebbero vedere sempre in un Paese che è culla dell’arte. Questa è l’arte che riscalda i cuori, in una bella sera di fine estate, nella splendida cornice del Teatro Salieri. C. C. COME ERAVAMO… ALLA PIEVE DI SAN VITO VANNO IN SCENA PAROLE IN MUSICA Nella suggestiva cornice della restaurata Pieve di San Vito o Corte Bozzolin, giovedì 29 settembre, parole e musica si sono fuse in un’emozionante serata organizzata dall’Associazione Il Basso Adige con il titolo…come eravamo…la canzone d’autore tra ‘800 e ‘900. Protagonista dell’evento il trio d’interpreti composto dal baritono Davide Bazzani, Danira Raimondi al flauto e Daniele Ganzarolli al pianoforte. I tre musicisti hanno allietato i presenti con le note di brani famosi introdotte dalla presentazione di Renata Nalin, vice presidente dell’Associazione Lettori ABC. Nel corso della serata sono stati eseguiti diversi brani della tradizione. Lo spettacolo è iniziato con “Vaga luna che inargenti” composta da Vincenzo Bellini e “Occhi di fata” di Luigi Denza, prose- guendo poi con “Malia” e “Ideale” di Paolo Tosti e “Sonata” di Gaetano Donizetti. Non solo brani della tradizione italiana, ma anche la raffinata e malinconica “Serenata” di Schubert, “Sulle ali del vento” di Mendelssohn e “Habanera”, ovvero una danza popolare di origine spagnola che si diffuse nei secoli soprattutto nell’isola di Cuba. Dopo la parentesi internazionale, la serata si è conclusa con un ritorno alla tradizione italiana, e in particolare a quella napoletana, con i brani “Dicitencello Vuie”, “Fenesta ca lucive” e “Torna a Surriento”. È curioso ricordare che quest’ultimo brano fu dedicato da De Curtis al Presidente Giuseppe Zanardelli che nel 1902 si recò a Sorrento in visita ufficiale. In quei tempi la situazione della città era catastrofica. Così De Curtis scrisse per lui questo canto, esortandolo a ritornare e a fare qualcosa per ridare a Sorrento un nuovo volto. A concludere la serata due celebri brani di Cesare Andrea Bixio: “Parlami d’amore Marilù” e “La strada nel bosco”. Tutte melodie cantabili e orecchiabili che vestono di musica i versi di quei poeti che sono stati fonte di ispirazione per gli autori dei brani eseguiti. Le grandi musiche e le grandi poesie si sposano senza alcuno sforzo. Protagonista la musica da salotto, la romanza da salotto, che da sempre seduce e ammalia intere generazioni e non solo i professionisti del pentagramma. Tutto il repertorio proposto durante la serata ha avuto come filo conduttore il sentimento inteso come condizione affettiva intima e prolungata rispetto alle emozioni e alle passioni più passeggere. Quel sentimento evocato dalle parole messe in musica, da quei capolavori che fanno parte della storia del nostro paese e non solo. Motivi che portiamo nel cuore perché sono spezzoni di vita privata e fotogrammi di un’epoca. Ogni volta che li ascoltiamo avvertiamo tra le note le malinconie e le gioie dei compositori e le nostre. Emanuele Sarria Concorso di poesia in dialetto veneto “ANGIOLO POLI” Villa Bartolomea (Verona) In data odierna viene indetta per l’anno 2011 l’edizione n. 19 del concorso di poesia in dialetto veneto “Angiolo Poli”, libero e aperto a tutti. I componimenti poetici dovranno essere indirizzati alla segreteria del Concorso di poesia dialettale “Angiolo Poli” via Giuseppe Verdi n. 18 37049 Villa Bartolomea (Verona), entro e non oltre le ore 12 di sabato 15 ottobre 2011, e fa testo l’indicazione del timbro postale di partenza. La manifestazione ufficiale di premiazione si terrà a Villa Bartolomea (Verona), nel pomeriggio di domenica 13 novembre 2011 alle ore 15.30, all’interno del Teatro Sociale. Anno XXXIII - n. 10 - Ottobre 2011 12 periodico indipendente I VIRTUOSI ITALIANI: PRENDE IL VIA IL 20 OTTOBRE LA XIII STAGIONE CONCERTISTICA foto di Maki Galimberti ALDO SISILLO NUOVO DIRETTORE ARTISTICO E PAVEL BERMAN DIRETTORE OSPITE E SOLISTA Prende il via giovedì 20 ottobre la XIII Stagione Concertistica de I Virtuosi Italiani, 20 appuntamenti di cui 18 la domenica mattina alle ore 11 e 2 di sera alle ore 20 in Sala Maffeiana e al Teatro Filarmonico di Verona. Fino al 15 aprile 2012 sono molti i grandi nomi del panorama musicale internazionale che tornano o arrivano per la prima volta a Verona ospiti de I Virtuosi Italiani, come Ramin Bahrami, Andrea Griminelli, Sergej Krylov, Pavel Berman, Pavel Vernikov, Uri Caine, Federico Mondelci, Giuliano Carella, Giuseppe Albanese, Ilia Kim, Nicolas Altstaedt, Cinzia Forte. La nuova stagione è caratterizzata da un’offerta artistica di alto livello con omaggi ai centenari di Mahler e Debussy, prime esecuzioni tra cui quella di un lavoro della compositrice Silvia Colasanti, una tripla lettura di Bach, in chiave tradizionale e jazz e il consueto spazio che I Virtuosi Italiani dedicano ai nuovi talenti emergenti. Tra le novità la nomina a nuovo direttore artistico de I Virtuosi Italiani di Aldo Sisillo,compositore, direttore d’orchestra e attualmente direttore artistico della Fondazione Teatro Comunale di Modena, del Festival delle Nazioni di Città di Castello e docente presso il Conservatorio Arrigo Boito di Parma. «Nell’ottica di non volersi chiudere a riccio, ma anzi di cercare un confronto stimolante aumentando e allargando sempre più la qualità delle nostre proposte artistiche, dal punto di vista degli interpreti, della varietà della programmazione musicale e della trasversalità delle proposte, abbiamo deciso di affidare la direzione artistica de I Virtuosi Italiani ad Aldo Sisillo, di cui abbiamo grande stima e con cui collaboriamo già da diversi anni». Così commenta Alberto Martini nel passare il testimone, precisando che la sua non sarà un’uscita di scena: «Continuerò a collaborare con il nuovo direttore e a ricoprire il ruolo di konzertmeister dell’orchestra». I Virtuosi Italiani avranno da questa stagione anche un nuovo solista e direttore principale ospite,che si affianca nella conduzione dell’orchestra a Corrado Rovaris. Si tratta di Pavel Berman, virtuoso ed enfant prodige del violino, figlio dell’indimenticabile pianista Lazar. Il numero di concerti non è diminuito rispetto allo scorso anno nonostante le difficoltà economiche che il mondo della cultura italiana attraversa, come racconta il primo violino Alberto Martini: «Non nascondo che le ristrettezze di bilancio hanno rischiato di condizionare la programmazione. Tuttavia, con il presidente Alberto Ambrosini, siamo riusciti a costruire un cartellone che mantiene i livelli qualitativi e di eccellenza ai quali il pubblico che ci segue è abituato. È stato possibile grazie ad un meticoloso e non semplice lavoro che porterà i nostri concerti anche fuori Verona, in Italia e all'estero, in un’ottica oggi sempre più necessaria di imprenditorialità della musica». Ad aprire la XIII Stagione Concertistica sarà giovedì 20 ottobre (Sala Maffeiana ore 20) la straordinaria presenza del pianista Ramin Bahrami, definito l’erede di Glenn Gould ed oggi considerato uno dei più promettenti interpreti del repertorio bachiano. E proprio del Kantor di Lispia, sua guida spirituale in ricordo del padre, ingegnere dello Scià incarcerato e ucciso dagli ayatollah, il pianista iraniano interpreterà i “Concerti BWV 1052 e BWV 1054” per pianoforte e orchestra d’archi. (Roberto Tirapelle) La nuova stagione del Salieri Jazz Club Per l’inizio di questa nuova stagione in evidenza Caterina Palazzi, un talento emergente della scena jazzistica italiana del contrabbasso. Ruth Young è una cantante statunitense, sulla scena internazionale fin dagli anni ‘70, a lungo al fianco del mitico Chet Baker, creando un duo straordinario, immortalato anche dal film “Let’s Get Lost”. Kyle Gregory, un grande trombettista e direttore di Big Band. Attualmente guida la University Big Band. EVENTI DELL’ANNO 2011 • Martedì 18 ottobre alle ore 21.30 presso Ristorante “LA COLOMBARA” CATERINA PALAZZI QUARTET AGENTE ESCLUSIVO IMPIANTI GPL CON SERBATOIO FISSO E MOBILE AD USO: AVICOLO (allevamenti di qualsiasi genere) BARBIERI DINO (Deposito Combustibili) CIVILE (ristoranti, condomini, mense aziendali, comunità) Pane Al mattino che c'è di meglio di un panino, Con burro o marmellata, entra bene nella pancia. Anche il latte puoi mangiare, e con lui puoi cantare. C'è pure quello integrale, che non è proprio male. Dino Barbieri INDUSTRIALE LEGNAGO (VR) - Viale F.lli Bandiera, 11 - Tel. 0442 22229 - Tel. abit. 0442 26626 - Tel. e Fax 0442 601210 • Mercoledì 28 ottobre alle ore 21.30 presso Ristorante “LA COLOMBARA” RUTH YOUNG • Domenica 27 novembre alle ore 18.00 Presso Libreria FERRARIN “Un americano a Verona” KYLE GREGORY Sostieni le nostre iniziative: diventa socio o rinnova l’iscrizione al più presto! Le tessere, valide per tutte le 10 serate della stagione sono in distribuzione presso ELIOGRAFICA LEGNAGHESE in via Matteotti 85 Legnago, Libreria Azimut di via Roma Legnago e prima di ogni concerto. Per iscriversi gratuitamente alla nostra mailing list, inviare una e-mail a info@salierijazzclub. Così facendo vi comunicheremo tramite mail le nostre iniziative. www.salierijazzclub.it Roberto Tirapelle Anno XXXIII - n. 10 - Ottobre 2011 periodico indipendente 13 Donatella Finocchiaro, attrice mediterranea Una carriera che corre tra cinema e teatro E’ stata la protagonista di punta del cinema italiano a Venezia quest’anno dove ha portato la sua Giulietta nel film “Terraferma” di Emanuele Crialese (la pellicola in questi giorni è stata candidata all’Oscar come miglior film “in lingua non inglese”) e ha presentato il suo documentario “Andata e ritorno”, esordio da regista. E’ l’ attrice più premiata del nostro cinema (25 premi, 3 Nastri d’argento, 2 David di Donatello) ma a Venezia non ha vinto... niente. Eppure la ricorderemo con quel suo sguardo tra l’immaginario e il reale, sgomento e determinato che s’infrange sul mare grosso. La seguiamo dai tempi di “Angela” e poi “Il regista di matrimoni”, “Baària”, “Sorelle mai”, per citare alcuni dei suoi ventitre film. Forse qualche predilezione, Roberta Torre, Battiato, Andò, Bellocchio, De Matteo. In Salus NOI teatro l’abbiamoCentro seguitaGiovanile meno, un vero pecCineforum Legnago cato perché le sue diciassette produzioni sono uno squarcio tra classico e 2011 contemporaneo. Stagione - 2012 Del resto, la sua è un'esistenza che corre tra un set cinematografico, un palcoscenico teatrale, uno studio televisivo, ed è impervio seguirla. Troviamo Donatella in una pausa negli studi televisivi di Napoli dove sta recitando una nuova versione per la Rai di “Questi fantasmi” di Eduardo De Filippo, con Massimo Ranieri. Ogni volta, ripercorrendo la sua attività cinematografica e teatrale mi scuotono storie, testi, figure femminili. Quali sono state le molle che Le hanno permesso di conciliare tanto cinema e tanto teatro? “E’ vero, faccio tanto cinema e teatro. In questi ultimi due anni non mi sono mai fermata. Vede, ci sono tempi diversi per fare l’uno e l’altro. Smetto di lavorare in un film e comincio a recitare in teatro. Credo che per un attore sia un ottimo allenamento recitare nei due ambiti, riesci ad avvalorarne la preparazione.” Quest’anno ha portato a teatro “La Ciociara”, il testo di Moravia. Quale nuova valenza pensa di aver apportato ai risultati raggiunti dal film di De Sica? “Né io, né Roberta Torre (regista, nda) ci eravamo poste questo obiettivo. Innanzitutto, non era possibile confrontarsi con l’interpretazione di Sophia Loren, il paragone non poteva reggere. Roberta aveva un altro concept da seguire, quello di portare sul palcoscenico un tema attualissimo: due figure femminili, la famiglia d’origine, la guerra, la violenza fisica. Che cosa c’è di più contemporaneo di questi aspetti.?Guardiamo le guerre che stiamo facendo… Durante la sua tournée ha potuto verificare un interesse da parte dei giovani? “La rilettura de “La Ciociara” in chiave teatrale ha toccato molte città e ho notato un buona presenza delle nuove generazioni e, quindi, il messaggio è sicuramente arrivato anche a loro.” Sia in “Terraferma” che nel suo documentario “Andata e Ritorno”, noto un desiderio di lasciare il proprio paese d’origine: più immaginario nel primo, più reale nel secon- CINEFORUMLEGNAGO presso il Cinema Teatro Salus il Giovedì ore 21.00 - Venerdì ore 15.30 e 21.00 Primo Ciclo diSalus 16 film Centro Giovanile NOI Cineforum Legnago Stagione 2011 - 2012 CINEFORUMLEGNAGO presso Cinema Teatro Salus ThE il TREE OF LIFE CIRkUS COLUMbIa NON LaSCIaRMI di Terrence Malick di Danis Tanovic di Mark Romanek 22-23 Settembre 29-30 Settembre 6-7 Ottobre 13-14 Ottobre LE dONNE dEL 6 PIaNO il Giovedì ore 21.00 - Venerdì ore 15.30 e 21.00 Primo Ciclo di 16 film di Philippe Le Guay 20-21 Ottobre 27-28 Ottobre 3-4 Novembre 10-11 Novembre MR. bEavER NOTIzIE daGLI SCavI ThE CONSPIRaTOR LE dONNE dEL 6 PIaNO ThE TREE OF LIFE IL RaGazzO CON Ottobre La 6-7 bICICLETTa CIRkUS COLUMbIa di Jean-Pierre e Luc 22-23 Settembre di Jodie Foster 29-30 Settembre di Emidio Greco di Terrence Malick di Philippe Le Guay di Danis Tanovic Dardenne 13-14 Ottobre di Robert Redford NON LaSCIaRMI di Mark Romanek Film di prossima uscita Biglietto d'ingresso: 5 € Abbonamenti: 8 film: 20 € - 16 film: 35 € - 32 film: 65 € La tessera di abbonamento Cinema Salus permette l'ingresso alle proiezioni di Cineforum e ANCHE a tutte le altre proiezioni serali. 17/18 Nov | 24/25 Nov | 1/2 dic 8/9 dic | 15/16 dic | 22/23 dic 12/13 Gen | 19/20 Gen aTTENzIONE: Le proiezioni di Cineforum inizieranno puntuali agenzia Tecnodue 349.5899329 - tecnodueonline.it INFO: 335.6159841 20-21 Ottobre 27-28 Ottobre 3-4 Novembre 10-11 Novembre MR. bEavER NOTIzIE daGLI SCavI di Emidio Greco IL RaGazzO CON La bICICLETTa ThE CONSPIRaTOR di Jodie Foster di Jean-Pierre e Luc Dardenne di Robert Redford do. Migranti dell’anima e dell’arte? “Prima di tutto c’è sempre un rapporto conflittuale con il posto in cui sei nato. In particolare gli artisti o gli aspiranti artisti, quasi tutti, cercano di migrare. Andarsene fa parte del percorso dell’essere umano, la fuga e l’eterno ritorno. Per crescere bisogna uscire. Allora io sono andata e tornata continuamente, come per quei personaggi/artisti che ho incontrato nel documentario. Inoltre a Catania ci sono dei sentimenti che legano molto la città ai suoi artisti.” Torniamo al suo documentario. Una bella occasione per riscoprire Catania. Mi ha colpito un profondo senso della musica. Un nuovo interesse o una vecchia passione? “La musica è un vecchio amore. Ho cominciato studiando canto lirico. Catania è una città caratterizzata da una grande formazione musicale. A Catania sono arrivati per primi in Italia i dischi dei R.E.M. C’è sempre stata una forte vivacità. Il discografico Francesco Virlinzi ha scoperto Carmen Consoli, poi ci sono stati i Denovo, poi Franco Battiato e via dicendo.” Quanta è durata la lavorazione di “Andata e ritorno”? “Due anni di lavorazione, perché ho girato tra una pausa e l’altra dei miei impegni. L’aspetto più faticoso è stata la reperibilità del materiale di repertorio.” Quando ritornerà sul set , dopo “Questi fantasmi”? A febbraio del 2012 comincerò le riprese del nuovo film di De Matteo “Gli equilibristi”, con Valerio Mastandrea. Raccontiamo gli equilibri che regolano una coppia, una storia vera.” Intervista raccolta da Roberto Tirapelle (Si ringrazia il Sig. Gianni Galli) Anno XXXIII - n. 10 - Ottobre 2011 14 periodico indipendente Centre Pompidou. “Edvard Munch, l'oeil moderne (1900-1944)” Il Centre Pompidou presenta una collezione fino ad oggi inedita in Francia - sono un'ottantina i dipinti, 30 le opere su carta, le rare sculture, 50 fotografie e, ancora, filmati, a scandire le tappe, il colpo d'occhio variegato, sulla produzione del famoso pittore norvegese (1853-1944). Fotografia, cinema, stampa illustrata, bozzetti di scenografia teatrale, raccolgono la testimonianza unica di un molteplice applicarsi alle più diverse forme artistiche del tempo, da cui Munch attinse quel bagaglio di esperienze che ingloberà nella sua pittura, con un inconfondibile tratto di incisivo, drammatico realismo, ben consapevole del passaggio epocale. “ Ho appreso moltissimo dalla fotografia. Mi piace, con il mio vecchio apparecchio, riguardare tra le centinaia di autoscatti. Sono sempre ricorrenti le mie buffe pose, irriverenti, pensose, esageratamente allegre...Verrà il tempo, per me, da dedicare solo alla raccolta delle mie memorie. Così tutti quei ritratti, quelle istantanee, vedranno la luce di un altro giorno...(dall'intervista ad Hans Tørsleff, 1930)”. La rassegna espositiva - a seguire, alla Schirn Kunsthalle, Francoforte (9 Febbraio - 13 Magggio 2012) e alla Tate Modern, Londra (28 Giugno - 12 Ottobre 2012 ) -, viene ospitata in 12 stanze, offrendo l'intima, spaziale visualizzazione di un “chamber drama”, che intercorre tra spettatore e motivo pittorico. Prestiti opere: Munch e National Museum, Oslo; The Bergen Museum of Art e importanti collezioni private estere. Curatori: Angela Lampe e Clément Chéroux del Centre Pompidou. Biglietto: da 12 ad 8 euro. Orario (tranne martedì) ore 11-21 (chiusura biglietteria h 20). Musée d'Orsay. Bellezza, morale e voluttà nell'Inghilterra di Oscar Wilde. Fino al 9 Gennaio 2012. Questa mostra (già a Londra, Victoria & Albert Museum, e prossima a San Francisco, Fine Arts Museums, dal 18 febbraio al 17 giugno 2012) esplora l'"aesthetic movement" che, nell'Inghilterra della seconda metà del XIX secolo, si prefigge lo scopo di sfuggire alla bruttura e al materialismo dell'epoca, tramite una nuova idealizzazione dell'arte e della bellezza. Pittori, poeti, decoratori e autori enunciano una nuova concezione di un'arte liberata dai principi di obbedienza e dalla moralità vittoriana e non priva di sensualità. Dagli anni sessanta del XIX secolo all'ultimo decennio decadente del regno della regina Vittoria, che si spegne nel 1901, questa corrente è oggetto di studio a cominciare proprio dalle opere emblematiche di Dante Gabriel Rossetti, Edward Burne-Jones e William Morris, James McNeill Whistler, Oscar Wilde e Aubrey Beardslaey. Tutti gli artisti appena menzionati portano avanti la medesima ricerca che unisce la creazione artistica all'arte di vivere e che trova fecondi terreni di espressione nel campo della fotografia, in quello delle arti decorative, dell'abbigliamento e della letteratura. Alla ricerca di una nuova bellezza (1860-70).Alla metà del XIX secolo, nel Regno Unito, una cacofonia di stili e di teorie sconvolge il mondo dell'arte e delle arti applicate. Tuttavia, da questa babele che si è venuta a creare, emerge un ideale chiaro e rivoluzionario: la ricerca di una nuova bellezza. Gli artisti che aderiscono al gruppo che verrà successivamente chiamatoAesthetic Movement non cercano nient'altro che una forma d'arte libera dai precetti della Royal Academy e affrancata dalle convenzioni sociali. È l'avvento dell'arte per l'arte, di un'arte la cui unica vocazione è la bellezza. I quadri dipinti dagli "esteti" non hanno intenti narrativi, né tantomeno morali; le loro sculture sono semplicemente una fonte di delizia, evocatrice di piaceri sensuali, per occhi e mani; la loro poesia ha la pretesa di essere "pura". La stessa tendenza si propaga anche ad altre discipline quali l'incisione, la rilegatura, la moda e perfino la fotografia investendo, in particolare, tutte le forme di arti decorative. L'obiettivo è quello di trasformare l'arredamento banale e pretenzioso delle case della classe media vittoriana introducendovi mobili degni di essere chiamati "mobili d'arte", di produrre ceramiche, tessuti, carte da parati e altri oggetti talmente raffinati da meritarsi un posto nella casa degli "esteti": il Movimento è costituito da due gruppetti abbastanza omogenei che intrattengono tra di loro strette e complesse relazioni. Il gruppo di Holland Park , in un primo tempo, si dà appuntamento a Little Holland House, luogo di residenza della famiglia Prinsep, che costituisce uno dei poli della vita artistica, letteraria e intellettuale della Londra vittoriana. Attorno a Frederic Leighton e George Frederic Watts le due figure di spicco del gruppo, si riuniscono altri personaggi illustri come Tennyson e Julia Margaret Cameron. Nel secondo gruppo confluiscono - almeno per un periodo - bohémiens romantici come Dante Gabriel Rossetti e i suoi discepoli preraffaelliti, tra cui William Morris e Edward Burne-Jones; figure ribelli come James McNeill Whistler, appena tornato da Parigi da dove ha riportato un nuovo modo di concepire la pittura moderna giudicato pericoloso; alcuni "olympiens" o tardo- neoclassici , pittori di grandiosi soggetti classici, che fanno capo alla cerchia di Leighton e Watts. I pittori "esteti ", nel raffigurare modelle che, come nel caso di Lizzie Siddal, musa russa di Rossetti e dei preraffaelliti o della statuaria italiana Nanna Risi, prediletta da Leighton, non corrispondono ai canoni vittoriani di una femminilità discreta, propongono una nuova visione della bellezza femminile dalla consapevole sensualità. Anche alcuni scrittori e critici gravitano attorno a questo circolo - da William Michael, fratello di Rossetti, e il giovane Algernon Swinburne -. Entrambi cercheranno di illustrare i principi letterali e artistici dell'estetismo e di svelare i legami che uniscono opere apparentemente eteroclite. Comitato: Stephen Calloway, conservatore, Victoria & Albert Museum. Lynn Federle Orr, conservatrice, Fine Arts Museum, San Francisco. Yves Badetz, conservatore, museo d'Orsay. Orario: (tranne lunedì), ore 9.30-18.00; giovedi fino ore 21.45. Biglietti: da 8.00 a 5.50 euro. Federica Tirapelle A CASETTE L'INAUGURAZIONE DEL NUOVO ORGANO “CARLI” C'è fermento ed euforia in questi giorni a Casette per l'avvicinarsi di un grande evento. E' infatti prevista per sabato 15 ottobre nella parrocchiale l' inaugurazione del prestigioso organo della "Bottega O r g a n a r i a Giorgio Carli " di Pescantina. Un evento unico ed imperdibile che sarà il primo di una serie di concerti inaugurali che avranno luogo il terzo sabato di ogni mese fino a maggio 2012. Una grande serata quindi dove assoluta protagonista sarà la musica con brani di Johann Sebastian Bach, Dieterich Buxtheude, Georg Böhm e Nicolaus Bruhns a cui parteciperà il Vescovo di Verona monsignor Zenti per la benedizione inaugurale. A tenere il concerto l'organista Emanuele Cardi, un musicista di fama internazionale diplomatosi con il massimo dei voti e la lode in Organo e Composizione Organistica con Wijnand van de Pol presso il conservatorio F. Morlacchi di Perugia. Cardi è inoltre diplomato in Musica Corale e Direzione di Coro, Pianoforte e Clavicembalo. Dal 1996 è organista titolare di Santa Maria della Speranza in Battipaglia (Salerno) agli organi Ghilardi (1996) e Carli (2004), nonché direttore dell’omonima cappella musicale. Interessato alle problematiche di restauro degli organi antichi, conduce da diversi anni studi specifici sulla musica e sull'arte organaria napoletana, redigendo in più occasioni articoli per riviste specializzate, partecipando a convegni in qualità di relatore e svolgendo opera di consulenza nell’ambito del recupero di organi storici e realizzazione di nuovi strumenti. Recentemente è stato nominato consulente per il ripristino del Grande Organo Tamburini dell’Auditorium della sede RAI di Napoli e per la realizzazione del nuovo organo Mascioni in stile Cavaille-Coll della chiesa dei Santi Cosma e Damiano in Vairano (Caserta). Quale docente, svolge corsi estivi e masterclasses sulla musica organistica rinascimentale e barocca, ed è spesso membro di giuria in concorsi organistici internazionali. Come organista ha eseguito concerti in tutto il mondo, suonando alcuni dei più noti strumenti tra cui quelli di St. Thomas a New York, San Francisco (USA), Monaco, Bonn (Germania) Losanna (Svizzera) Londra, Edimburgo e Mosca. Docente ospite all’Università del Kansas (USA) e del conservatorio di Mosca e di S. Pietroburgo, ha suonato nelle principali istituzioni concertistiche russe. Ha svolto inoltre numerosi concerti inaugurali, tra cui quello del grande organo della chiesa dei Redentoristi a Belfast e della First Unitarian Church a Worcester (MA) negli Stati Uniti. Docente di Lettura della Partitura presso il Conservatorio Statale “A. Corelli” di Messina, incide regolarmente per le case discografiche “La Bottega Discantica”, per la quale registrerà nel mese di ottobre 2011 l’opera organistica di P. A. Yon presso la cattedrale di Helena (Montana, USA) e l’inglese “Priory Records”. Francesco Occhi periodico indipendente Anno XXXIII - n. 10 - Ottobre 2011 15 Verona, Circolo Ufficiali di Castelvecchio Il Nordico eclettismo dell'arte. Nella sede del Circolo Ufficiali a Castelvecchio, la curatrice Fiorenza Canestrari ("ApertoArte") e il noto gallerista di Innsbruck Bertrand Kass festeggiano il triennio di un importante sodalizio aprendo la stagione 2012 con ben due kermesse a immediata rotazione. Ancora una volta si tratta di eventi sinergici tra pittura scultura ed intermezzi musicali di sempre maggiore significato per quel proficuo interscambio culturale tra Verona (tempio della lirica e protagonista della musica tutta nonchè riferimento museale in Europa), Austria, Germania, Lussemburgo, per infine includere anche la lontana Svezia. Di certo, questo è l' ulteriore omaggio alla creatività di artisti famosi che guardano a Verona (e, dunque, all' Italia) con rinnovato, partecipe interesse. Sette gli autori, più di una cinquantina le opere, per uno scenario emozionionante: nell'ordine espositivo – Jeannette Bremin, Hilly Kessler, Tania Kremer-Sossong, Hannelore Klimitsch, Rosita Sengphiel, Van Graedde, Hans–Werner Stahl – uniti dal profondo rispetto delle culture e dall'intendere l'arte ricchezza comune. Libera espressione di un sentire unico... Bremin. Natura naturans...Inconsueta traslitterazione tra profonda religiosità del paesaggio e certezza del nostro divenire esistenziale affidata ad un concreto astrattismo 'per gradus'. L'umanità sofferente è espressa metafora nel continuo congiungersi di linee essenziali, modulate per piani aggettanti da morbide ellissi - l' espiazione vista nella montagna sacra da scalare senza fretta, lo sguardo rivolto al cielo -... Il fine, integrità riconquistata di sentimento, sta nella dolce simmetria, nello slancio prospettico di ciascuna di queste sette grandi tele (l'eredità del design è, per Jeannette, matrice del procedere artistico) basata sul sapiente assemblage cromatico tono su tono. Opere (illuminante è il titolo) rivolte alle leggi dell'universo - il moto degli astri, il ricorrere stagionale, il prodigio del concepimento, l'umile quotidiana fatica dell'uomo -. Omaggio alla nostra capacità di intraprendere, nella fede, un nuovo cammino, riscoprendo l'importanza degli affetti affranti da terribili prove e poi ritrovati più saldi...In serena aspettativa, per la certezza dell'estrema riconciliazione. Kessler. Universo Donna. Dodici opere, un solo sospiro...Sensazione ormai rara, lo stupore per una galleria di ritratti, di fronte alla Bellezza multiforme che si apre ad ogni potenzialità, ad ogni possibile identificazione. Perchè no, un ritratto, un tipo, una situazione da assaporare o rivivere, per ogni donna? Dove il colore, impreziosito dall'effetto 'craquelure', si limita a pochi incisivi tocchi. Cromie a netto contrasto, nei volti – l'elegante pallore dell'incarnato, la corvina ala di rondine dei capelli 'à la garconne', le labbra sensuali dipinte in nuance con l'abito - e nel flettersi armonioso degli arti sullo sfondo di preziosi arabeschi, null'altro se non coreografie per un balletto colmo di grazia.... Donne dominae, dive di una quotidiana scenografia, prove di vita nello svolgersi prodigioso dell'incedere 'stagionale'. Parentesi che scorrono tra sofferenza, compiacimento, vendetta, narcisistica contemplazione, sono solo attimi - affidati essenzialmente al candido tocco dell' innocenza, al rosso fecondo, al nero della raggiunta, appagante sensualità -, l'eco di una metafora che fa coesistere le due facce della luna. Quella fluttuante psicologia solo muliebre, tra sfera razionale e sensibile, informante uno stato d'animo (la malinconica introspedizione). Note infinite, in crescendo sul pentagramma del sottile confine tra evocazione onirica e l'armoniosa bellezza di un volto o di un corpo...Coscienza di una 'reale' dimensione. Kremer-Sossong. Tre le opere, lignee installazioni a verticale trascendenza (luminosità d'effetto, il bianco) che privilegiano una ricerca improntata sul potere evocativo del segno grafico, quel deciso graffito nero che senza esitazione si addentra nel tessuto, nella metamorfosi ascritta dal compiersi del destino. Il corso delle umane storie, in un percorso criptico di ideogrammi intrecciati in apparente casualità per liberi piani di identificazione -. Le soste, pause riflessive dopo il dubbio, sono le uniche isole affidate al colore (rosso giallo verde scuro blue di Prussia) per l'incipit di un percorso di meditazione e preghiera. Non c'è inizio prestabilito né una fine in questo viaggio della mente e del cuore ma soltanto un desiderio unificatore, così che la volontà - il protendersi della sete creativa dell'artista in piani ad intersezione cruciforme – tende a un solo anelito: ritrovarsi, nella forza della fede (Maria canta Gesù). Klimitsch. Un più ampio contesto concettuale in questa pittura catarsica – il canto della Madre Terra vivificato nei suoi elementi (intersersezioni di sabbia legno carta terra). L' umana metafora del dissidio fra tentazione e riscatto – per l' eterno divenire - si fa quindi testimone ed icona di presenze possibili. L'astratto rivisitarsi nella lettura dell'opera di Hannelore tocca il tema della Creazione, sondando il profondo mistero insito nelle viscere della materia. Silloge tra Bene e Male, tra follia e libero arbitrio, in una profondità insondabile, è il calore (Glut no.3). Il rosso in infinita variazione tonale, bagliore di vita (Komposition in rot) benchè nelle fiamme del fuoco eterno o nello scorrere senza meta del mare lavico che trascina con sé la rovina conseguente alla colpa (Lava e Inferno no. 2). Eppure, la voce della Natura apre alla speranza di una nuova via, in uno spiraglio luminoso, il lirico volo dell' argentea meteora (Nacht im Vulkan) o la pacata visione di uno scorcio veneziano (Venedig, Kuppeln).... Sengphiel. Il modo di essere un'artista completa. Poiché lo sperimentare nuove forme, il sondare nuove vie tramite inconsueti apporti materici (tracce di muschio sabbia pietruzze...), aprendo prospettive indefinite e indefinibili verso nuovi mondi in perenne movimento, non conosce confini né rispetta le imposizioni volte ad effimeri traguardi....Ma, unicamente, vuole liberare dai lacci la propria espressività.”Cercare la propria pazzia. Questo è il mio punto di partenza”. Eppure, la prima riflessione di fronte all'opera di Rosita parte dall'apporto affidato all' analisi della consistenza materica. Soltanto e apparentemente 'indisturbato' è il vortice total– color del sentire compositivo (Dispersion Farbe: bianco; giallo, o quale cangiante entità grazie alle note cromatiche verde blue grigio). Apporto, in realtà, informatore di una struttura pregna di emozione 'logica', tanto da far presuppore che nulla, proprio nulla, resti affidato al Caso... (Baum, l'albero della conoscenza, libera, oltre il reticolo prigioniero della mente, la delicata sinfonia di quella spirale di luce. Tra rosso argento indaco blue, è perfetta simbiosi. Van Graedde (Andreas Maucher). Un fluire continuo della matericità per un insieme che si coniuga ad effetti di sorprendente cristallizzazione. La superficie, magma acrilico, evocando tracce di mondi ormai scomparsi porta alla luce, oltre il valore della riscoperta, la coscienza dell'esistere. Il colpo d'occhio, il grande impatto, in otto incredibili tele, potenti scorci di una sorale palette. Così, anche un raro nero lacerto indica il cuore pulsante in remoti anfratti di universo - il nostro sentire interiore, forza inarrestabile di quel ' da dove veniamo...., chi siamo' -...L'eterno dilemma. Stahl. “Dare forma alla Vita...”. Scultura di pura emozione, opere racchiuse in uno sguardo che avvolge il cuore. Il canone primo dell'espressività “dinamica”, nel connubio tra materia e resa plastica, nasce dalla duttile anima del legno o dalla calda guaina affiliata al bronzo: da impronta, a scenario mobile, scrigno aperto che racchiude e irradia la luce della potenzialità formale. Sezioni di tronco, vive, talvolta rese ancor più palpitanti da preziosi inserti o da un tocco di colore, divengono dischiuse cornici, le quinte metafora di uno stato d'animo. A noi, il sottile enigmatico piacere di riuscire a decifrare l'entità di quel bagliore - costernazione (In sich gefangen), raccolto meditare (Konzentration), ricerca di un nuovo tracciato (Die Weg Bronze), metafisica del mistero (Die Geheimnisvolle) o, ancora, il battito magico -. Sensuale (Lippen), ieratica bellezza (FrauenKopf). Caterina Berardi Anno XXXIII - n. 10 - Ottobre 2011 16 Considerando Capo Verde un angolo di paradiso non lontano da casa nostra, dedichiamo un apposito spazio a chi intende periodico indipendente Capo Verde Corner contribuire alla miglior conoscenza delle sue isole, inviando all'indirizzo e-mail in calce, articoli - report - resoconto di viaggi etc. ([email protected]). Oceanario de Cabo Verde L'impresa che fornirà le attrezzature per l'acquario - oceanario è un importante gruppo italiano che collabora con gli acquari di Genova, Lisbona, Livorno e altri. Questa società garantirà la protezione degli animali presenti fornendo i macchinari e le strutture adeguate a ricostruire l'ambiente marino. I biologi consulenti garantiranno che tutto venga fatto per la salute e il benessere dei pesci. Una vita semplice e più libera è possibile. Capo Verde... realizza il tuo sogno. Isola di Sal, Santa Maria, Aparthotel Ponta Preta www.pontapreta.info - [email protected] - speciale gruppi - tel. 338.6561723 periodico indipendente Anno XXXIII - n. 10 - Ottobre 2011 17 UN NUOVO PARCO FOTOVOLTAICO A TERRAZZO È stato inaugurato il nuovo parco fotovoltaico a Terrazzo. Alla presenza di autorità civili e religiose tra cui vari amministratori dei comuni limitrofi, il sindaco di Terrazzo Sabrina Chinaglia, ha presentato questa nuova grande struttura posta nella zona artigianale “Torrano” del territorio comunale. L'impianto fotovoltaico si estende su di un'area di 12.700 metri quadrati ed è di tipo non integrato fisso a terra con potenza nominale. È composto da 3.100 moduli fotovoltaici in silicio policristallino e dal momento in cui è stato legato alla rete, ha già prodotto 300.000 kW atti a soddisfare il fabbisogno energetico di circa 200 famiglie. “Questo nuovo parco può definirsi strategico e dal valore inestimabile dal punto di vista storico, economico, ed affettivo per il nostro paese -ha dichiarato il sindaco di Terrazzo Sabrina Chinaglia- l'impianto permetterà di investire ampliando la zona residenziale del nostro capoluogo oggi esaurita e di dare avvio a vari lavori come l'ampliamento del cimitero di Terrazzo ed il potenziamento dei servizi già esistenti. Il progetto ha una doppia valenza: la prima ambientale che ci permetterà la riduzione delle emissioni di CO2 nell'atmosfera con la produzione di energia pulita da fonte rinnovabile, un obiettivo importante per il nostro pianeta e per il nostro futuro, la seconda economica. In un momento di crisi congiunturale gravissimo per le amministrazioni pubbliche e le imprese, il nostro Comune avrà la garanzia di un'entrata economica annua di 70.000 euro provenienti dalla vendita dell'energia prodotta da questo impianto. La zona artigianale è stata scelta per ottimizzare il nostro patrimonio, una risorsa ferma dal 2003. Con tale progetto abbiamo garantito un utile al nostro Comune per i prossimi vent'anni termini dei quali si deciderà se tenere l'impianto versando il valore simbolico di un centesimo, o chiedere all'azienda di riconsegnare il bene nella sua forma originaria. Il Comune rimarrà proprietario del terreno che ritornerà patrimonio disponibile e potrà venderlo al valore reale del bene”. Francesco Occhi Si organizzano feste di compleanno, addio al celibato e nubilato e altro ancora... Nel rinnovato Giardino Estivo potrai gustare le nostre favolose pizze, i piatti tipici della nostra tavola, succulenta carne d'Angus Irlandese alla griglia oltre a tante altre specialità. La nuova gestione propone tutti i giovedì serata speciale pizza. Pizza + bevanda piccola + caffè e 7,00. Via Batorcolo, 46 - Legnago - uscita Legnago Nord della S.S. 434 Transpolesana - Tel. 0442 621448 STORIE, LEGGENDE E MISTERI AL CASTELLO Anno XXXI - n. 9 - Settembre Anno 2009XXXIII - n. 10 - Ottobre 2011 Al Relais Castello Bevilacqua un novembre ricco di eventi da non perdere. Venerdì 4 Novembre, alle ore 20.30, vi attendiamo alla serata “Spettacoli di mistero” Festival dei luoghi misteriosi del Veneto, per un’affascinante visita al maniero: un percorso che vi farà scoprire le sale nobili ed i musei del Castello, accompagnati dalle antiche leggende narrate da attori in costume medievale. A seguire, un piacevole intrattenimento musicale ed un appetitoso buffet all’insegna dei sapori del territorio con prodotti tipici e vini locali (prezzo a persona € 5,00). L’atmosfera dei tempi passati sarà la protagonista anche Sabato 12 Novembre, sempre alle 20.30, alla Cena Medievale: scoprirete e proverete un menù speciale dagli antichi sapori, mentre attori professionisti vi allieteranno con un’animazione in stile medievale (prezzo a persona € 49,00 bevande incluse). Per chi ama invece, l’intrigo ed il mistero, anche questo mese appuntamento con la “Cena con Delitto”, Venerdì 18 Novembre, alle ore 20.30 (prezzo a persona € 49,00 bevande incluse). Un’occasione per mettere alla prova il proprio intuito, e riuscire a smascherare per primi il colpevole. Indizi, sospetti, false piste ed una cena che, come sempre, conquisterà i palati più fini. E se siete appassionati di teatro, non potete lasciarvi sfuggire “La locandiera è servita”, il nuovo appuntamento del Castello Bevilacqua! Venerdì 25 Novembre alle 20.30 vi proponiamo una cena (prezzo a persona € 49,00 bevande incluse), durante la quale sarete coinvolti in un divertente spettacolo che alcuni attori rappresenteranno per voi, il tutto rigorosamente in costume settecentesco! Scegliete di stare in compagnia, scegliete il vostro evento, scegliete il Castello Bevilacqua. Cena Medievale Sabato 12 novembre 2011 ore 20.30 Antipasto Soppressa nostrana con panunto al rosmarino, pancetta con spuma di crescenza e dadini di crudo Primo piatto Minestra di farro al profumo di bosco Gnocchetti di zucca con castagne e pesto di salame fresco Secondo piatto Braciola di cinghiale con salsa alla rosa canina Finocchio alle spezie medievali Dessert Torta spugnosa dolce servita con Vin santo Caffé Acqua gassata e naturale, vino Costo a persona € 49,00, compresi acqua e vino (su prenotazione) Venerdì 4 Novembre, ore 20.30, “Spettacoli di mistero” Festival dei luoghi misteriosi del Veneto Sabato 12 Novembre, ore 20.30, Cena Medievale Venerdì 18 Novembre, ore 20.30, Cena con Delitto Venerdì 25 Novembre ore 20.30, La locandiera è servita Il Relais Castello Bevilacqua è la vostra nuova destinazione nel cuore della storia. Regalatevi un soggiorno in una delle 7 splendide junior suite, e scoprite i nostri pacchetti Classic, Romance, Wellness e Gourmet. Il ristorante “All’Antica Ala” vi aspetta tutti i giorni dal lunedì sera alla domenica, per un viaggio nel gusto attraverso i sapori e le tipicità della tradizione locale, in un’ottica di valorizzazione dei prodotti del territorio. Per informazioni e prenotazioni: tel. 0442 93655 – [email protected] – www.castellobevilacqua.com periodico indipendente Anno XXXIII - n. 10 - Ottobre 2011 19 VILLA BEVILACQUA - UNA SCELTA DI CLASSE Villa Bevilacqua apre le porte ai suoi ospiti per banchetti, ricevimenti e cerimonie. Ampi spazi, sale luminose ed un parco che circonda tutta la struttura, la rendono una piccola oasi di tranquillità ed armonia. A pochi passi dall'incantevole Castello Bevilacqua, e a breve distanza da Verona, Vicenza, Padova e Rovigo, una location che accoglierà voi e i vostri invitati in un ambiente conviviale, regalandovi il piacere di trascorrere uno dei giorni più importanti della vostra vita avvolti da un’atmosfera piacevole ed accogliente. Villa Bevilacqua, Via Roma, 63, Bevilacqua (Verona), Tel. 0442/93324, www.villabevilacqua.com, [email protected] Il Basso Adige alla Lectio Magistralis del Cardinale Bertone Educare alla coscienza sociale, ad un nuovo “umanesimo delle responsabilità” ed alla ''spiritualità cristiana'' come “ stile di vita che si conforma a quello di Gesù, mediante l’azione dello Spirito Santo, da cui ne corrisponde la responsabilità etica nei confronti del prossimo''. Questo il profondo messaggio lanciato dal Segretario di Stato Vaticano, Cardinale Tarcisio Bertone, in occasione della Lectio Magistralis “La spiritualità cristiana come modo di essere nel mondo per cambiarlo'; annunciata Domenica 18 Settembre presso la Sala Conferenze del Palazzo della Gran Guardia di Verona. La “dimensione spirituale”, per il Cardinale Bertone, abbraccia, teologicamente, una duplice prospettiva: verticale ed orizzontale. ''Verticale perché nasce dall’incontro con Dio”- ha introdotto il nobile relatore-“orizzontale, perché si traduce in senso relazionale, sociale nonché comuni- tario. Incontrando Cristo nella mia vita, sono responsabile del mio prossimo come di me stesso: quindi, anche lo sconosciuto diventa un mio fratello''. Gesù, dunque, con la sua esistenza ed il suo modo di essere nel mondo; è venuto a cambiare radicalmente l’esistente con l’onnipotenza dell’amore. La dottrina sociale della Chiesa, dunque, ''contiene una spiritualità che è portatrice di un messaggio di rinnovamento della società”. Questa spiritualità ha, da un lato, un carattere immutabile, intrinseco alla spiritualità cristiana; dall’altro, riflette i molteplici contesti storici e geografici nei quali si colloca la Chiesa. È un cardinale raggiante ed ampiamente soddisfatto quello che si è presentato nella città scaligera poiché ”aver realizzato un festival di questo tipo, significa non solo una profonda apertura da parte della società italiana alle proposte etiche della Chiesa; ma anche che la dottrina sociale della Chiesa sta conoscendo un rinnovato interesse''. Successivamente il religioso ha citato giganti del pensiero cristiano (Giovanni xxiii, Paolo VI, Giovanni Paolo II e Papa Ratzinger) nel definire le coordinate della dimensione sociale della cristianità. Altresì, l'arcivescovo, ha analizzato l’apporto dei laici alla diffusione e all'approfondimento della dottrina sociale della Chiesa ed il loro ''ruolo primario'' che rivestono ''nell'impegno diretto e concreto in campo sociale e politico''. A ragione di ciò, è stato citato un commento di Benedetto XVI: ''il cristiano, mosso dallo Spirito Santo, sia reso capace 'di evangelizza- re il mondo del lavoro, dell’economia, della politica, che necessita di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile'''. Il porporato s è soffermato sul contributo del mondo laicale nella vita quotidiana che rappresenta un “elemento importante dell’opera della nuova evangelizzazione, alla quale siamo oggi chiamati''. Dal mondo laico e dalla sua spiritualità, dunque, “dipende la nuova evangelizzazione del mondo sociale, economico, lavorativo nonché la sua trasformazione in ottica completamente cristiana e valoriale”. Un altro punto focale della conferenza è stato il “valore” del lavoro ed il suo messaggio cristiano. “Il lavoro, che dev’essere vissuto come una vocazione umana e mezzo di salvezza”- ha affermato Bertone-“ deve produrre forme di alta spiritualità e solidarietà”. L’ Essere presente, dunque, nel mondo come cristiano richiede una massiccia responsabilità verso Dio e verso il mio prossimo. Da qui quegli “elementi della spiritualità” per una vita cristiana matura, armonica e piena d’amore: “la partecipazione sociale, la collaborazione, la conversione perenne, la preghiera,l’ incarnazione della condivisione,l’ adesione alla croce di Cristo”. Il vero cristiano, allora, è “colui che è divenuto veramente umano e libero” sorretto dalla Chiesa “ autentica scuola di partecipazione e di piena collaborazione”. Paolo Cecco Anno XXXIII - n. 10 - Ottobre 2011 20 periodico indipendente Presentata oggi a Verona la nuova edizione del meeting della distribuzione ABITARE IL TEMPO 100% PROJECT: UN NUOVO FORMAT CHE PARTE DALLA CONOSCENZA E DALLA FORMAZIONE Ettore Riello e Giovanni Mantovani spiegano le caratteristiche del nuovo evento, cui hanno aderito circa 200 aziende e in programma da lunedì 17 a mercoledì 19 ottobre. Verona, 11 ottobre - E’ stata presentata oggi a Verona la nuova edizione di Abitare il Tempo 100% Project, meeting della distribuzione per le Soluzioni d’Interni (Veronafiere, 17-19 ottobre, padiglioni 10 e 11, ingresso da porta Re Teodorico). Il nuovo format della manifestazione, che parte dalla conoscenza e non dal prodotto, presenta ben 40 seminari e workshop specializzati finalizzati allo sviluppo delle abilità distintive della distribuzione, due grandi convegni, una dozzina di eventi spettacolari pensati per dare formazione e informazione ai visitatori presenti, e circa duecento aziende desiderose di fare networking con i rivenditori specializzati attraverso lo scambio di buone pratiche, storie eccellenti e informazioni strategiche sul mercato e sulle sue prospettive. Alla presentazione sono intervenuti, fra gli altri, il Presidente di Veronafiere, Ettore Riello e il Direttore Generale, Giovanni Mantovani. «Veronafiere – ha detto Riello – avverte l’importanza e l’urgenza, oggi più che mai, di un ruolo attivo a fianco di quelle migliaia di imprese, soprattutto piccole e medie – del territorio ma non solo -, che guardano a organismi come il nostro nella speranza di ottenerne non solo servizi di qualità ma anche e soprattutto una partnership strategica finalizzata alla comprensione e allo sviluppo del mercato». «Abitare il Tempo 100% Project – ha ribadito Mantovani – si presenta in una veste profondamente rinnovata, un vero e proprio format fieristico innovativo, che mette al centro del suo concept non tanto il prodotto quanto la conoscenza. E’ sulla intelligenza puntuale e tempestiva dei meccanismi che regolano e muovono oggi il mercato che le imprese, produttive e commerciali, fanno affidamento per trovare il proprio posto nel mondo ‘post crisi.» «Il mercato dell’arredamento – ha detto dal canto suo l’art director di Abitare il Tempo 100% Project Giulio Cappellini in un intervento videoregistrato – sta cambiando profondamen- te, modificando quelli che erano gli equilibri consolidati fra canali distributivi, tipologie di prodotto, aspirazioni dei consumatori. Una mostra come Abitare il Tempo 100% Project è stata pensata come momento di approfondimento di questi temi, assolutamente decisivi, e per ridare agli attori della filiera produzione-distribuzione-consumo un ruolo attivo e moderno, in linea con il mercato di oggi.» Il vice presidente di Federmobili, Mauro Mamoli, ha ricordato che la filiera della distribuzione indipendente, con il 70% del mercato, è ancora largamente prevalente nell’incontro con il consumatore finale. «Si pone tuttavia oggi – ha detto Mamoli – un forte problema di sviluppo delle abilità e delle competenze distintive dei punti vendita, così da adeguarli al nuovo e sempre più aprirli al mercato. Verona con Abitare il Tempo 100% Project intende diventare il riferimento di queste tematiche, e per questo Federmobili ha dato tutto il suo appoggio al nuovo progetto.» Appuntamenti, protagonisti, interviste, informazioni, sul sito www.abitareiltempo.com LE PRO LOCO VERONESI RIUNITE ALLA QUINTA EDIZIONE DEL CONCORSO “RISOTTO D’ORO DELLE PRO LOCO VERONESI” AD ISOLA DELLA SCALA Ha raggiunto l’importante traguardo dei 5 anni la manifestazione che non solo riunisce i 6 consorzi della provincia di Verona, ma soprattutto valorizza oltre al riso Vialone Nano, i prodotti tipi della nostra terra preparati e cucinati da “volontari della cucina” che di giorno lavorano e di sera o in occasione delle varie manifestazioni organizzate nei propri paesi, cucinano prelibati e gustosi piatti. Un concorso in piena regola che di anno in anno aumenta in qualità e professionalità e che ha visto sabato 17 settembre darsi battaglia 13 cuochi non professionisti nel concorso "Risotto d'oro delle Pro Loco veronesi". Un evento di grande spessore per la prima volta ospitato nel nuovo Pala Riso grazie all’Ente Fiera di Isola della Scala e che ha visto, accanto ai 13 risotti in concorso, quello tradizionale di Isola servito a tutti gli oltre 250 giudici popolari. Il concorso, inserito all’interno della 45ma Fiera del Riso, è stato organizzato dal Consorzio Le Risorgive d’intesa con la Pro Loco di Isola della Scala e la collaborazione del Consorzio del Basso Veronese, dell’Ente Fiera di Isola e con il coordinamento organizzativo dell’Unpli Pro Loco provinciale di Verona. Così sabato 17 settembre dalle 20.30 in poi, 13 cuochi non professionisti che da regolamento non potevano né essere ristoratori, né esperti nel settore della ristorazione ma semplici appassionati ed “artisti del risotto”, si sono dati appuntamento nella grande nuova struttura per “combattere” a suon di riso ed ingredienti tipici. Dalla sua istituzione ad oggi per decretarne il vincitore, è stato stilato un regolamento rigorosamente seguito nelle preselezioni, che nei vari Consorzi delle Pro Loco: Verona Est, Baldo Garda, Valpolicella, Lessinia, Basso Veronese, Le Risorgive, vedeva come elementi identificativi della pietanza la tipicità, la qualità, la bontà e l’aspetto del risotto. Due i premi da assegnare, il primo riservato alla giuria popolare ed un altro, il più ambito, quello riservato alla giuria tecnica. A vigilare sulla regolarità del lavoro dei cuochi, una Commissione coordinata da Giovanni Renoffio, che ha previsto l’uscita dei risotti e ne ha controllato la loro esecuzione. Alla serata erano presenti molte personalità e vari presidenti di Pro Loco, vari amministratori e primi cittadini, il presidente provinciale Pro Loco Lucia Baltieri, i presidenti dei Consorzi, il sindaco di Isola della Scala nonché presidente della Provincia Giovanni Miozzi,l’assessore provinciale alla cultura ed identità veneta Marco Ambrosini e a circa 250 “assaggiatori” membri della giuria popolare. La giuria tecnica era invece presieduta dallo chef Antonio Gioco e composta da Bruno Zilio Delegato Associazione italiana Sommeliers del Veneto, Armando Arzenton direttore dei corsi dell’associazione Sommeliers, dal vincitore della scorsa edizione Silvano Pintanti, e dai rappresentanti Unpli Nicola Mirandola e Roberto Masetto presidente delle Pro Loco veneziane e dal rappresentante dell’organizzazione del concorso Luciano Bersani. A contendersi la quarta edizione erano le Pro Loco di Caldiero, Belfiore, Palù, Roveredo di Guà, Breonio, Ferrara di Monte Baldo, Pastrengo, Casaleone, Terrazzo, Nogara, Mozzecane, Bovolone e Buttapietra. A vincere l’ambito premio della giuria popolare è stato il risotto con le rane della Pro Loco di Mozzecane con cuoco Giuliano Mirandola mentre il premio più ambito che gli è valso il titolo di “Risotto d’oro delle Pro Loco veronesi” per il 2011, è stato il risotto con “Craterellus, porcini e zucca” della Pro Loco di Roveredo di Guà cucinato da Davide Sinico. “Questa quinta edizione ha ancora una volta ribadito la qualità ed il valore dei nostro volontari che riescono con i loro piatti a far apprezzare e non il riso Vialone Nano, ma soprattutto prodotti tipici genuini, sani e locali –hanno rimarcato il presidente provinciale Unpli Lucia Baltieri e il presidente del Consorzio le Risorgive Luciano Ferrarini- non nascondiamo la nostra grande tradizione sia in cucina che nella coltivazione dei tanti prodotti tipici che contraddistinguono una provincia variegata ma di grande spessore come quella veronese”. L’appuntamento è per il 2012 e per la sesta edizione per un’altra “scorpacciata” di riso vialone nano. Francesco Occhi Anno XXXIII - n. 10 - Ottobre 2011 periodico indipendente Tè VERDE Il tè si ricava dai germogli delle foglie e dalle foglie giovani della pianta arbustiva conosciuta come “ camelia sinensis “, della famiglia delle Teacee, le cui origini si perdono nel tempo. In Cina si narra che l’imperatore Shen Nung fu il primo bevitore di tè verso il 2700 a.C., mettendo le foglie di questa pianta dentro una brocca di acqua bollente e dando così inizio a questa usanza. Coltivata, poi, in Cina e in Giappone fra il IV e l’ VIII d.C., si diffuse in India,Indonesia e Ceylon. Nell’VIII secolo la cerimonia del tè fu assunta dai taoisti quale simbolo dell’armonia e dell’ordine dell’universo. Esistono tre tipi di tè: nero,oolong e verde, così classificati secondo il metodo di lavorazione.Essi differiscono per la durata della fermentazione delle foglie: quello nero viene essiccato e fermentato, l’oolong parzialmente fermentato, mentre quello verde viene solamente” lavato” a vapore e subito seccato per impedirne la fermentazione. Il tè verde è un concentrato di sostanze preziose. Contiene prevalentemente catechine, tra cui la più importante è l’epigallocatechina, potenti antiossidanti coinvolti nella prevenzione dei tumori e nella protezione delle membrane lipidiche del cervello. Contiene, poi, vitamine (B, E, K e soprattutto vitamina C), tannini, con proprietà astringenti e antinfiammatorie, saponine, sali minerali e oligoelementi. PROPRIETà Il tè verde è una bevanda alcalina e neutralizza l’acidità di stomaco. Regola il metabolismo, riduce l’assorbimento degli zuccheri e induce un’importante attività lipolitica che facilita l’eliminazione dei grassi. E’ rimineralizzante ( utile per pelle, capelli e ossa). Rallenta i processi di invecchiamento e combatte gli effetti negativi del fumo. IMPIEGHI Il tè viene consumato soprattutto per la sua azione antiossidante e perché in grado di aiutare ridurre colesterolo e trigliceridi. E’ usato nelle diete dimagranti, per gli effetti tonici e ipoglicemizzanti. Aiuta a diminuire la perdita di facoltà cognitive, dando un contributo prezioso nella prevenzione di malattie come Parkinson e Alzheimer. E’ ottimo nella menopausa, aumentando la densità ossea. La moderna tecnologia estrattiva consente oggi la disponibilità di estratti secchi di tè verde in capsule (di circa 100-200 mg), da assumere quotidianamente per cicli di almeno 2 mesi, da ripetere più volte durante l’anno. In alternativa si possono assumere 3-4 tazze al giorno di infuso, preparato versando una tazza di acqua calda su un cucchiaino di foglie e filtrando dopo 3 minuti. Dott. Adamo Feriotto Dott.ssa Chiara Feriotto Dott.ssa Giulia Marabese Dott.ssa Erica Mori La Galassia di Andromeda Eccoci giunti ad un’altra puntata della rubrica di Astronomia del Basso Adige. Oggi continueremo il nostro viaggio alla scoperta delle galassie. Dalla nostra Via Lattea ci spostiamo ora alla nostra vicina: la Galassia di Andromeda. Ricordo che questa galassia, insieme alle galassie vicine (la Via Lattea e la Galassia del Triangolo), fa parte del Gruppo Locale, un piccolo gruppo di circa 35 galassie e che il Gruppo Locale, a sua volta, fa parte del Superammasso della Vergine. La Galassia di Andromeda, conosciuta anche come M31 o con il suo vecchio nome “Grande Nebulosa di Andromeda”, è una galassia a spirale gigante. La Galassia dista dal nostro pianeta circa 2,54 anni luce nella direzione della costellazione di Andromeda, da cui prende il nome. È anche visibile ad occhio nudo in un cielo molto scuro e si tratta dell’oggetto più lontano visibile senza l’ausilio di strumenti di osservazione. La Galassia di Andromeda fu osservata per la prima volta nel 905 dall’astronomo arabo Abd Al-Rahman Al Sufi, ma la prima descrizione basata su osservazioni telescopiche fu data solo nel 1612 dall’astronomo tedesco Simon Marius. La Galassia di Andromeda è la più grande galassia del Gruppo Locale ma pare non sia la più massiccia; infatti alcuni studi suggeriscono che la Via Lattea contenga più materia oscura e quindi sarebbe la nostra Galassia ad avere la massa più grande del gruppo. Secondo gli ultimi studi la Galassia di Andromeda conterrebbe circa mille miliardi di stelle, un numero molto superiore di circa il 20% rispetto a quello della Via Lattea. Inoltre la luminosità di Andromeda è 21 doppia rispetto a quella della nostra Galassia. Tuttavia, il tasso di formazione stellare della Via Lattea è molto più alto: infatti la Galassia di Andromeda produce stelle per circa una massa solare all’anno, mentre la nostra ne produce 3-5 all’anno. Gli astronomi pensano, grazie ad osservazioni sulla velocità molto elevata delle stelle nei dintorni del centro di Andromeda, che in mezzo alla Galassia sia presente un gigantesco buco nero supermassiccio. La Galassia possiede una struttura leggermente allungata, il che implica che si potrebbe trattare di una galassia spirale barrata con l’asse della barra disposto quasi esattamente lungo la nostra linea di vista. Il diametro attualmente stimato di Andromeda è di circa 220.000 anni luce ed è inclinata di 77° rispetto alla linea di vista della Terra. La velocità di rotazione in prossimità del nucleo, a una distanza di 1.300 anni luce, raggiunge un picco di 225 km/s; successivamente decresce fino a 50 km/s a 7.000 anni luce di distanza dal centro galattico; più all’esterno la velocità aumenta e raggiunge picchi di 250 km/s a 33.000 anni luce e a 80.000 anni luce dal nucleo si stabilizza sui 200 km/s. Infine una notizia bomba: secondo le ultime osservazioni la Galassia di Andromeda è in rotta di collisione con la nostra Via Lattea! Infatti le due galassie si avvicinerebbero ad una velocità di 140 chilometri al secondo e l’impatto, secondo i calcoli, è previsto fra 2,5 miliardi di anni. Da questa collisione si formerà probabilmente una galassia ellittica gigante. Nel prossimo numero descriveremo un’altra importante galassia vicino a noi: la Galassia del Triangolo. Arrivederci al prossimo galattico numero. Gianluigi Viviani Apertura serale dell’Osservatorio dell’AAL Dopo il grandissimo successo del 3° StarParty delle Grandi Valli Veronesi avvenuto il 2 e 3 Settembre, l’Associazione Astrofili Legnago (AAL), “associazione no profit di base scientifica attiva nel campo dell’astronomia, dedita all’osservazione diretta del cielo, all’insegnamento ed alla divulgazione astronomica”, apre il suo Osservatorio delle Grandi Valli Veronesi al pubblico!!! La sede, che si trova presso l’agriturismo “Corte Oliani” in via Val Bianchi, 3 Villabartolomea - località San Zeno In Valle, resterà aperta al pubblico tutti i venerdì del mese a partire dalle ore 21.00. Si potrà osservare il bellissimo cielo delle Grandi Valli Veronesi tramite i propri telescopi, ma verrà anche messo a disposizione al pubblico, per gentile concessione del Segretario Lorenzo Daccordo, il bellissimo Newton 200 di sua proprietà, per dare la possibilità a tutti gli appassionati astrofili e non, di poter osservare le meraviglie del cielo. Per chi volesse maggiori informazioni sulla nuova associazione, desiderasse iscriversi o solo dare un’occhiate alle iniziative proposte dall’associazione, può collegarsi al nuovo sito: http://www.astrofililegnago. it. Vi aspettiamo numerosi. G.V. Anno XXXIII - n. 10 - Ottobre 2011 22 periodico indipendente IL GRAND PRIX GIOVANI 2011 è NOSTRO! La Squadra del PATTINAGGIO SIME LEGNAGO ha conquistato il PRIMO POSTO nella classifica riservata alle squadre del GRAND PRIX GIOVANI 2011. E’ un risultato eccezionale, perché raggiunto tappa per tappa, con momenti esaltanti e momenti talvolta sofferti; è un risultato clamoroso anche perché abbiamo strappato il titolo a “squadroni” che avevano sempre dominato e vinto questa speciale classifica. Quest’anno, i più forti, i più costanti, siamo stati noi. Vogliamo ricordare i nostri atleti che hanno contribuito a questa vittoria di squadra; In primo luogo: FACCINI Martina, Giovanissimi F. I anno, PRIMA classificata nella sua Categoria, PIZZOLI Gionata (Esordienti M. II anno, PRIMO classificato nella sua categoria, PAVAN Alessia, Ragazzi F. I anno, seconda in classifica generale, PARISI Maria, quinta tra i Rag.F. I anno, ROSSI Claudia, Rag. F. II anno, seconda in classifica generale, RUFFO Leonardo sesto tra gli Es.1 Maschi, BOVOLON Maria, quinta tra le Es. F. II anno e poi ancora, NICCHIO Luca, Rag.M II anno, sesto in classifica generale, FRACCAROLO Andrea, settimo tra gli allievi M. e Giulia GASPARINI sesta tra gli Allievi Femmine. Questi atleti sono stati convocati per la FINALE DEI CIRCUITI (Nord-Est, NordOvest, Centro-Sud), che si terrà a Forli nei giorni 23 e 24 di ottobre nella rappresentanza del Grand Prix Giovani. Vogliamo citare poi anche tutti gli altri piccoli-grandi atleti che hanno gareggiato: BECCALETTO Enrico e Linda, MANTOVANI Erika, LARENZA MARIA, PARISI Giovanni, PRECIVALE Marco e Jessica, MORATELLO Nicola, FACCINI Nicolò, SPAGNOLO Evelin., PIZZOLI Jacopo e Leonardo, BERTOLASO Alex, BATTILANA Nicola. Bravi, proprio bravi, direte voi! Ma, cos’è questo GRAND PRIX GIOVANI? E’ una gara a tappe: 11 tappe in Veneto più altre due aggiuntive, una in Lombardia (Circuito NordOvest) ed una nelle Marche (Circuito del CentroSud). Un paio di tappe sono saltate a causa di diluvi simil-universali che ne hanno impedito lo svolgimento. Lo scopo di questa esaltante manifestazione è di favorire la conoscenza e la diffusione di questo sport e dare la possibilità ai più giovani di divertirsi, misurandosi con altri ragazzi della propria età e di diversi luoghi geografici. Le categorie interessate, femmine e maschi, partono dai Giovanissimi (7 anni) sino agli Allievi (15 anni). Tutti i nostri ragazzi hanno contribuito al successo di squadra, ci hanno messo l’anima, hanno stretto i denti, hanno gioito e talvolta pianto di rabbia o delusione; anche chi non è riuscito ad avere successi personali di classifica, vuoi per problemi fisici, vuoi per altri motivi, ha riportato il grande successo di avere messo in campo la voglia di riuscire, di combattere, di non rinunciare, di tentare ancora ed ancora. Non è questo lo scopo dello sport? Non è questo che i genitori dovrebbero desiderare per i propri figli? Carattere, carattere ed ancora carattere. Tutto facile? Per niente! Come abbiamo avuto modo di scrivere in altro momento, questo successo è il risultato di allenamenti su allenamenti, di fatica, di sacrifici, di rinunce, dei ragazzi prima di tutto, poi degli allenatori, Graziano e Denis Pietro e chi con loro due collabora, ed infine, ma non ultimi dei genitori, che si sobbarcano l’impegno quotidiano per gli allenamenti e le “trasferte” alla domenica per accompagnare i ragazzi alle varie gare. Ed è questo il bello: il pattinaggio NON è uno sport per “scaricare” i figli a qualcun altro per andarsene per i fatti propri (ti mollo il figlio ed io me ne vado a fare shopping!); il pattinaggio è uno sport “partecipato”, le famiglie sono parte integrante di questo progetto educativo, che tende a fare crescere i figli sani nel corpo, forti nella mente, a formare un carattere sereno, ad abituare a saper reagire agli insuccessi (gente mia!, nella vita nessuno regala niente, oggi meno di ieri e se non offriamo ai nostri figli la possibilità di “allenarsi” a conquistarsi, anche con i sacrifici, i propri risultati, sicuramente non rendiamo loro un buon servizio) e a sapere gestire anche i propri successi, con lealtà e rispetto. Certo, può anche non funzionare, certo questo è solo uno degli strumenti che abbiamo a disposizione, ma è altrettanto certo che è uno strumento “completo”, perché coniuga lo sviluppo fisico con quello caratteriale, imparando a socializzare ed a divertirsi con gli altri ragazzi, della loro e delle altre squadre. Questa annata di competizioni è terminata: c’è stato questo importante successo di squadra, c’è stata la conferma di alcuni ragazzi, che, in modo costante, si sono mantenuti nelle primissime posizioni, manifestando carattere, capacità di gestire le gare, doti tecniche e fisiche, salendo quasi sempre sul podio e spesso sul gradino più alto, ma c’è pure stato l’insoddisfacente risultato nei Campionati Italiani, su cui lo staff tecnico e gli atleti dovranno riflettere. Non tutto è, quindi, colorato di rosa. Certamente, nella preparazione atletica, incidono negativamente lo stato dell’anello stradale delle Casette, molto ruvido e, quindi, faticoso e …costoso (le ruote durano pochissimo, costano e quando sono consumate rischiano di diventare pericolose). La mancanza di un pista sopralevata impedisce la preparazione adeguata alle competizioni che si svolgono su tale tipologie di percorsi (ad esempio i Campionati Regionali ed Italiani su PISTA), un luogo coperto, non troppo lontano, per l’attività invernale. Il nostro grazie va sicuramente a quanti hanno fatto, fanno e faranno il possibile per venirci incontro a risolvere o, perlomeno, ad attenuare queste difficoltà. Gradiremmo, poi, invitare, chiunque ci legga, a visitare il sito Web del PATTINAGGIO SIME LEGNAGO (http://www.pattinaggiolegnago.it/forum/default.asp), per conoscerci, ma anche per comunicarci il proprio parere (non necessariamente positivo!: se lo fosse ne saremmo certo felici!); sarebbe, comunque, un sostegno ed un incoraggiamento a questo nostro tentativo di offrire un contributo alla crescita della nostra società di Legnago. Niceno periodico indipendente Anno XXXIII - n. 10 - Ottobre 2011 23 La partita del cuore n. 3 al Sandrini Vincono gli ex giallobù grazie ad un gran gol di Nico Penzo La squadra degli ex giallobù del Verona ha vinto sabato 1 ottobre allo stadio "Sandrini" di Legnago il quadrangolare di calcio denominato "la partita del cuore n.3" organizzato dall'Associazione sclerosi multipla, in collaborazione con il Comune di Legnago e il Legnago Salus per raccogliere fondi per i malati. Dopo il calcio d'inizio di Fabio Testi, gli ex gialloblù del tandem Maioli- Savoia hanno battuto nella prima gara per 2 a 1 la squadra del cuore formata da medici dell' ospedale "Mater Salutis" di Legnago (reti di Ribul e rimonta giallobù con Luppi e Nico Penzo). Nico Penzo, a 57 anni, si è confermato ancora una vecchia volpe dell'area di rigore realizzando anche il gol della vittoria nella finalissima con le vecchie glorie del Legnago Salus incornando in rete un assist di Pusceddu. Maurizio Moschetta, portiere degli ex biancazzurri e preparatore dei portieri del Legnago ha commentato" Solo un campione poteva battermi..." Il Legnago ha impegnato severamente il portiere giallobù Mosconi, autore di pregevoli interventi. Risultati partite: Squadra del cuore- ex gialloblù 1-2; Vecchie glorie Legnago- Agenzia delle entrate dell'Emilia Romagna "2-0 (reti Soardo e mister Andrea Orecchia dopo che Moreno Moschetta si era fatto ribattere un penalty). Agenzia delle entrate - Squadra del cuore 6-6 (dopo calci di rgore, 1-1 il risultato dopo il tempo regolare); Ex giallobluì- Vecchie glorie Legnago Salus 1-0. Queste le formazioni: Ex giallobù Verona: Mosconi, Nanni, Marangon, Rossi, Cazzola, Venturini, Pusceddu, Sacchetti, Penzo, Calamita, Luppi (Roveda, Rebonato, Bissoli, Cinquetti, Grigolato) All. Maioli-Savoia. Vecchie glorie Legnago Salus : Moschetta M. , Sillo E:, Prisciantelli, Berardo P., Mezzacasa, Turati, Tamagnini, Orecchia, Bezzan, Romanato, Fazion (Berado M:, Fraccaro, Curti, Grigolo, Moschetta Moreno, Soardo). All. Stefano Michelazzi. Squadra del Cuore 2011: Serafini, Bellocco, Tartaglia, Sandrini R:, Bubola, Bertoldi, Coraini, Ribul, Polo, Ruzza, Turazzini (Riefoli, Coletta, Moretto, Galati, Ortombina, Bernabei). Agenzia delle entrate Emilia Romagna: Turci, Cetrullo, Calegiuri, Sanna, Albertini, Miletta, De Falco, Minnucci, Di Mola, Mossi, Stellacci (Vanigli, De Luca, Cosentini, Di Stasio, Di Luccio, Di Mattia). Premiati a fine gara tutti i partecipanti e il direttore generale del Legnago Mario Preto da Marisa Lupi, presidentre della sezione AISM di Legnago sorta nel 2003. Molto apprezzati i fuochi d'artificio a fine manifestazione. (A.N.) Nella foto Navarro: le squadre finaliste. GRANDE PARTITA DI CALCIO PRO LOCO - SINDACI E L’ARMA DEI CARABINIERI PRESSO IL CAMPO SPORTIVO DI CHERUBINE IN CEREA PER RICORDARE ROBERTO CARRA’ E LORIS ROMANO E’ stato un incontro piacevole dove a vincere è stato lo sport non certo l’agonismo, l’amicizia non certo l’ardore competitivo. In campo a Cerea, per l’undicesima edizione e per contendersi il Trofeo Roberto Carrà e Loris Romano anno 2011, c’erano la Pro Loco ed i sindaci ed amministratori da un lato e l’arma dei Carabinieri dall’altro. E, dopo il pareggio dello scorso anno, l’Arma ha superato e con merito, la rappresentativa di amministratori e di Pro Loco ma di sicuro l’evento, organizzato quest’anno a Cerea, è stato motivo di unione, amicizia, sport ma soprattutto di divertimento tra chi opera nel nostro territorio con passione e dedizione. L’appuntamento era il campo sportivo di Cherubine in Cerea dove il presidente della Pro Loco di Cerea Piergiorgio Merlin, con il direttivo ed i componenti della propria Pro Loco, ha accolto i vari atleti. Il fischio d’inizio (i cambi potevano essere effettuati senza limitazione di sostituzioni) ha visto il folto pubblico applaudire e partecipare ad i vari interventi non su progetti urbanistici o sociali oppure su eventi e manifestazioni da un lato o su contravvenzioni e controlli sui documenti dall’altro, ma su calci di testa, rinvii, colpi di tacco e potenti tiri in porta. Alla fine l’hanno sputata i carabinieri che hanno dilagato man mano che il tempo passava. Al temine tutti assieme hanno vissuto un momento conviviale dove sono stati consegnati i trofei e dove le squadre si sono date appuntamento all’edizione 2012 a Castagnaro. “Ancora una volta si è rinnovato questo appuntamento che vuole ricordare due grandi persone sia per il mondo delle Pro Loco che per i sindaci – ha ricordato il presidente del Consorzio Pro Loco Basso Veronese Maurizio Favazza- lo sport accomuna le persone e noi con questa manifestazione cerchiamo di non dimenticare chi si è dato proprio per il nostro territorio. Ringraziamo anche l’arma dei carabinieri che già da qualche anno vive con noi questo importante evento”. Parole di elogio anche da parte dell’amministrazione comunale di Cerea presente sia con il vice sindaco Vittorio Facchinetti alla cerimonia di consegna, sia con l’assessore Marco Frazoni in campo assieme a Stefano Brendaglia a dare il proprio contributo, sia da parte della Pro Loco di Cerea che ha organizzato l’evento. A presenziare naturalmente sia il sindaco di Terrazzo Sabrina Chinaglia che ha consegnato il trofeo, custodito in comune a Terrazzo al temine della passata edizione, sia il sindaco di Isola Rizza Elisa De Berti, e l’assessore di Villa Bartolomea Lauro Gasparini a rappresentare i comuni dove Carrà e Romano vivevano. Ad essere presenti naturalmente anche le due signore, Ivana Carrà e Cinzia Romano che hanno ricevuto un mazzo di fiori dagli organizzatori. La sfida quindi ha cominciato a diventare itinerante e di anno in anno ha toccato buona parte dei comuni girovagando da paese a paese con una costante presenza di pro loco ed amministratori. Nel 2009 è stato presentato in quell’occasione uno splendido trofeo che di anno in anno, troverà dislocazione presso l’amministrazione che ospiterà l’evento; un trofeo realizzato dagli artisti Eugenio Tavella ed Antonino Burgio che rappresenta “L’albero della Vita” con un libro aperto e con un pallone realizzato con il materiale della nostra terra: legno e ferro. Per il 2011 la sede prescelta è stata Cerea dove la partita ha visto per il secondo anno consecutivo l’unione di pro loco ed amministratori in un’unica squadra contro la formazione dei Carabinieri. Le precedenti edizioni hanno visto coinvolti i paesi di Concamarise, Gazzo Veronese, Sanguinetto, Isola Rizza, Legnago, Villabartolomea, Bonavigo, Minerbe, Isola Rizza, Terrazzo e Cerea. Ma chi erano Roberto Carrà e Loris Romano. Roberto Carrà era figura importante del Consorzio Pro loco Basso Veronese scomparso prematuramente nel 1998 residente ad Isola Rizza. Si è sempre impegnato nel volontariato quale fondatore del Consorzio, presidente della Pro Loco di Isola Rizza e vice presidente provinciale UNPLI Pro Loco. Figura determinata, decisa teneva i vari contatti con le associazioni e le forze politiche provinciali o locali poiché è stato anche in consiglio comunale di Isola Rizza. Appassionato, inoltre, di calcio e componente del direttivo Calcio di Isola Rizza. Loris Romano sindaco di Villabartolomea scomparso nel 2006 in tragiche circostanze durante il proprio lavoro nel suo ufficio in comune, pubblico dipendente, è stato sindaco esemplare per Villabartolomea, impegnato anche nello sport quale il calcio è stato uomo impegnato nel sociale e nel volontariato. Ha sempre partecipato alle varie iniziative delle Pro Loco ed ha accolto nel 2005 il trofeo in origine Intitolato A Roberto Carrà. “Un grazie particolare agli amministratori presenti e anche alle pro loco –riprende Favazza- ma soprattutto all’Ama dei Carabinieri da sempre sensibile a questi appuntamenti. Non dimentichiamo poi che non sono voluti mancare all’appuntamento l’assessore provinciale al turismo e all’identità veneta Marco Ambrosini che ringraziamo sentitamente e molti amministratori del territorio vicini a chi fa volontariato e grazie ai quali riusciamo a dare vita a molti eventi e manifestazioni di qualità e di spessore”. Francesco Occhi