Dumbo - Liceo Classico Statale "Francesco Scaduto"

Transcription

Dumbo - Liceo Classico Statale "Francesco Scaduto"
Liceo classico “F.Scaduto”- Bagheria- Storia del cinema –prof .D. Aiello
SCHEDA DI ANALISI DEL FILM
Classe
II C
alunno/a Stefania Giannusa
data……………………
1. Il film
1.1.
Compila la seguente scheda riassuntiva delle informazioni più importanti che
servono per precisare le varie componenti del film che devi analizzare.
Componenti
Titolo
Altri titoli
Regista
Genere
Musica
Soggetto
Sceneggiatura
Informazioni
Dumbo
Dumbo l’elefante volante
Walt Disney
Animazione
Ken Darby, Ned Washington, Oliver Wallace, Frank Churchill
Harold Pearl, Helen Alberson
Gorge Stallings, Webb Smith, Joe Rinaldi, Bill Peet, Dick
Huemer, Joe Grant, Otto Englander, Aurelius Battaglia
Scenografia
Don Dagradi, Dick Kelsey, Ernie Nordli, Charles Payzant,
Herbert Ryman, Terrell Stapp, Al Zinnen Zinnen, Kendall O’
Connor
Data di produzione
1941
Durata
64 minuti
Paese/i di produzione USA
Produzione
Walt Disney Pictures
Distribuzione
RKO
Note particolari
-Supervisione alla regia: Ben Sharpsteen
-Regia sequenze: Norman Ferguson, W. Jackson, B. Roberts,
J. Kinney , S. Amstrong
- Animazione: V. Tytla, F. Moore, W. Kimball, J. Lounsbery, A.
Rabbit, Wolfgang Reitherman
1
Premi
Vince a Cannes nel 1947 il premio come miglior film
d’animazione
Premio Oscar 1941:
-Miglior colonna sonora film commedia o musicale (premio)
Frank Churchill
-Miglior colonna sonora film commedia o musicale (premio)
Oliver G. Wallace
-Miglior canzone (nomination) Frank Churchill
-Miglior canzone (nomination) Ned Washington
1.2– La sceneggiatura del film è originale oppure è tratta dalla letteratura o da qualche
libro-inchiesta,saggio,biografia, ecc.?
La sceneggiatura è originale.
2. La storia,la struttura narrativa e i personaggi
.1 – Riassumi brevemente la storia che il film racconta, badando a indicare l’inizio ( la
situazione iniziale e le condizioni che rendono possibile lo svolgimento delle vicende
successive), lo svolgimento ( sintesi delle vicende principali attraverso le quali si passa
dalla situazione iniziale a quella finale) e il finale ( come si concludono le vicende).
a) Inizio
L'arrivo di Dumbo, cucciolo di elefante, è atteso
con ansia. Serve proprio un nuovo elefantino da
aggiungere a quelli adulti del circo... Un bel giorno,
una cicogna portò alla signora Jumbo,
un'elefantessa che viveva in un circo, un grazioso
elefantino. La mamma decise di chiamarlo Dumbo.
Lo trovava molto bello, nonostante le enormi
orecchie. "Come sono buffe!" ridevano le altre
elefantesse, ma lei non se ne curava e coccolava
il suo piccino. Anche alcuni ragazzi in visita al circo
iniziarono a prendere in giro Dumbo: "Avete mai
visto nulla di più buffo?" La signora Jumbo,
arrabbiata, incominciò a cacciarli con la proboscide. I ragazzini urlavano e scappavano
terrorizzati. "Legatela, è impazzita!" gridò il direttore del circo. L'elefantessa fu messa in
isolamento in un carrozzone recante la scritta: "elefante pazzo"!, e così Dumbo rimase
solo. Le elefantesse con le quali vive lo escludono totalmente per la sua diversità e per il
comportamento di sua madre.
b)svolgimento
Dumbo era molto triste senza la sua mamma. Per
fortuna strinse amicizia con un simpatico topolino
di nome Timoteo. Un complicatissimo numero
acrobatico degli elefanti venne compromesso dal
piccolo a causa delle sue orecchie e così, per
punizione, Dumbo venne trasformato in un clown!
Il poverino, travestito e truccato, doveva saltare da
un edificio in fiamme a mollo in una tinozza. Il
pubblico rideva a crepapelle, ma Dumbo aveva
tanta paura e piangeva. Una sera, Timoteo lo
portò a trovare la mamma. Catene troppo corte,
per giunta, e lei non arrivava alla finestrella che le
2
consentirebbe di vedere suo figlio. In una struggente sequenza la proboscide della
Signora Jumbo sfiora quella di Dumbo, accarezza il volto del piccolo, solleva l'elefantino
da terra e lo culla sulle note di "Bimbo Mio" scritta da Ned Washington e Frank Churchill,
che lo colmò di amore e felicità. Tornando a casa, però,
l'elefantino era triste. Timoteo allora lo consolò e lo invitò a bere
dell’acqua di una tinozza che, però era stata miscelata,
involontariamente, con dello champagne dai clown. Dopo aver
bevuto i due cominciarono ad immaginare tanti elefanti che
suonavano e ballavano e cominciarono a giocare e a ballare
con loro, fino ad addormentarsi. La mattina dopo si svegliarono
sopra un albero, qui incontrano uno stormo di corvi. Una rapida
chiacchierata e il ramo si spezzò, lasciando precipitare Dumbo e Timoteo al suolo, fra le
risate dei corvi. Una nuova umiliazione per Dumbo, ma Timoteo non ci sta e spiegò loro
quali tremende cose aveva sopportato l'elefantino finora.
Coglie nel segno, i corvi cambiarono atteggiamento e
cercarono di rendersi utili. Si fece largo un'idea bizzarra: se
quelle enormi orecchie servissero per volare? Altrimenti come
spiegare il risveglio sopra un albero? Timoteo e i corvi decisero
di provare a convincere Dumbo.... Questi diedero a Dumbo un
piuma, dicendogli che aveva il potere di far volare. Dumbo non
era molto convinto, ma afferrò la piuma con la proboscide,
stese le orecchie e chiuse gli occhi. Quando li riaprì... sorpresa! Stava
davvero volando!
c)finale
Decisero quindi che quella sera, al circo, Dumbo non sarebbe
caduto nella tinozza, ma avrebbe volato, lasciando tutti a bocca
aperta. Ma proprio sul più bello, la piuma gli sfuggì e Dumbo
cominciò a precipitare. Timoteo allora gli gridò: "Apri quelle
orecchie, la piuma magica era un pretesto... puoi volare, dico
davvero! Fa' presto, ti prego..." Timoteo aveva ragione:
l'elefantino cominciò a battere le orecchie come se fossero delle
ali e riprese il volo. "Evviva!" esultò il topolino, mentre gli
spettatori applaudivano nel vedere Dumbo che volteggiava in aria. Terrorizzò al suo
passaggio il direttore del circo e, dopo essersi riempito la
proboscide di noccioline, le sparò come se fosse un aereo da
caccia, sulle antipaticissime elefantesse snob. Il successo fu
enorme: Dumbo divenne l'attrazione del circo e una stella
dello spettacolo. I giornali parlavano di lui e tutti accorrevano
per poterlo vedere e applaudire. La signora Jumbo fu subito
liberata e così riabbracciò il suo piccolo. Dal quel momento
stettero sempre insieme e viaggiarono in un vagone
riservato a Dumbo, l'elefantino volante.
2.2– Analizza la struttura narrativa completando il seguente schema:
° TEMPO E AMBIENTE
a) Periodo storico delle vicende narrate:
La storia non è ambientata in un periodo storico ben preciso, poiché, essendo una favola,
è al di fuori del tempo e dello spazio, divenendo sempre attuale.
3
b) Ambienti e luoghi principali:
Il luogo principale dove sono raccontati i fatti è il circo con i
suoi grandi tendoni rossi e bianchi e le sue variopinte
gabbie-vagoni degli animali. Un altro luogo importante è il
trenino che, prendendo vita, trasporta le stelle del circo da
una tappa all’altra del loro tour.
c) Arco di tempo in cui si sviluppa la storia:
La storia si sviluppa nel giro di alcuni mesi (dall’arrivo del cucciolo di elefante fino a
quando diviene una star del circo) ma i fatti principali e anche più intensi si susseguono
nell’arco di 3-4 giorni.
° PERSONAGGI
Protagonista:
Dumbo è un piccolo elefantino, molto amato
dalla mamma, ma non dalle altre elefantesse
che disprezzano le sue eccessivamente lunghe
e sproporzionate orecchie e lo deridono.
Dumbo è un elefantino dall’aspetto dolce e
mansueto, proprio di un cucciolo che ha ancora
bisogno delle cure, dei consigli e delle
avvertenze di una mamma. Ma il susseguirsi di
sfavorevoli eventi lo costringono a rimanere privo
della sua roccia di salvezza, la sua mamma, che
per proteggerlo ha terrorizzato gli spettatori e per
questo è stata chiusa dentro una gabbia, come
tutti gli altri animali considerati pazzi. Ma Dumbo è ancora troppo piccolo per ribellarsi e
rimane solo e triste ed anche quando stringe amicizia con il topo Timoteo mette in risalto
la parte più timida e triste del suo carattere, sostituendo la proboscide della madre con la
coda di Timoteo, facendone la sua ancora d’appoggio.
Altri personaggi importanti:
1. La signora Jumbo
La signora Jumbo rappresenta un po’ tutte le mamme
che desiderano moltissimo il loro figlio e, una volta
ottenuto tra le sue braccia, lo ama così com’è,
proteggendolo a costo della propria vita, in questo caso
a costo della propria libertà. Ma questo e altro! Cosa
non farebbe una madre per il proprio figlio! La signora
Jumbo con la sua cuffietta da notte sulla testa, che la
fa sembrare più una nonna che una mamma, ha tutti gli
atteggiamenti dolci, affettuosi, amorevoli e di
protezione di una madre, ma ha anche la forza
necessaria per sculacciare uno sciocco ragazzino che prende in giro Dumbo, e la capacità
di non dar alcun peso ai discorsi futili delle altre vecchie comare, che più che elefantesse
sembrano galline.
4
2. Il topo Timoteo
Come in tutte le favole c’è sempre un aiutante che aiuta il
protagonista a superare le difficoltà, un grillo parlante.
Timoteo ha proprio questo compito; deve infondere coraggio
a Dumbo che non è consapevole della sua capacità di
volare, e deve tirarlo su, facendolo un po’ divertire. La figura
di Timoteo è un colpo di genio perchè è una parodia della
stereotipata avversione degli elefanti per i topi, infatti Dumbo
è l’unico a non scappare alla sua vista ma si ci lega subito
alla coda. Timoteo è un topo molto furbo e sa farsi temere,
ma è intenerito dalla “piccola” e triste figura di Dumbo e incomincia a nutrire per lui un
senso di protezione anche sul campo lavorativo divenendo il suo manager, condividendo
con il mitico elefantino volante il successo. Come ogni grande amico Timoteo cerca di
aiutare Dumbo, facendolo incontrare con la mamma, realizzando così il suo desiderio.
3. Significato globale del film
3.1 – Sapresti indicare brevemente qual è il messaggio più significativo del film?
Un film sul tema della diversità che si sviluppa senza formalismi o compatimenti di sorta.
L'esclusione dell'elefantino dalle grandi orecchie e la sua rivincita, giunta nel momento in
cui segue una strada diversa da quella degli altri, sono storie che, in fondo, accadono tutti i
giorni. Walt Disney, nel suo mondo di fantasia, di fatto racconta molte verità. Le fiabe e le
favole sono nate per questo. Walt Disney le onora. Inoltre in un periodo di sconforto
dell’umanità intera, dato dalla grande guerra, Dumbo riesce a riportare negli animi degli
spettatori un esempio di intenso ed eterno amore, che sconfigge tutte le barriere che il
mondo ci pone di davanti. Dumbo è la speranza di un amore che perdura anche durante le
guerre ed è la certezza della profondità dell’amore, che vi è tra madre e figlio, e
dell’amicizia, ma quella vera e sincera, che poco si cura dei giudizi dell’altra gente.
3.2 – Prova ad indicare quali sono i temi che il film affronta, aiutandoti con quelli proposti e
aggiungendone eventualmente degli altri:
x l’amore □ la guerra □ la giustizia □ la giovinezza □ la vecchiaia x l’incomprensione □ il
desiderio di successo □ il destino □ la natura □ l’ambizione personale □ la violenza x la
famiglia □ il futuro □ le istituzioni sociali □ il lavoro x l’amicizia x discriminazione
4. Giudizio personale
4.1 – Spiega se e perché ti è piaciuto il film (o non ti è piaciuto) tenendo conto del modo in
cui è stato realizzato (interesse per la storia narrata, fotografia,costumi,musica ecc..)
Devo ammettere che avevo un ricordo di Dumbo non molto bello, da piccola non era il mio
film d’animazione Disney preferito, e non mi piaceva perché era molto scuro e triste, ma,
dopo averlo rivisto tanti anni dopo, l’ho rivalutato. Senza dubbio rimane sempre una storia,
anche se a lieto fine, triste, che porta lo spettatore a versare lacrime, anche a chi, come
me, poco si commuove davanti ad un film. Ma penso sia normale piangere vedendo
questo film, e soprattutto la scena della ninna-nanna, nella quale Dumbo può finalmente
rincontrare la mamma, perché proprio questa scena è una tempesta di dolcezza, felicità,
amore, tanto che lo spettatore ne viene spiazzato ed essendo preso alla sprovvista ne
“subisce” i suoi effetti, aprendo completamente le barriere del proprio cuore. E’ questo il
5
motivo per il quale questo film d’animazione mi piace, oltre per il fatto che è sempre
straordinaria la bravura di Walt Disney e del suo staff.
4.2 – A tuo parere,è un film adatto ai ragazzi della tua età? Motiva la risposta.
Alla luce di ciò che ho già detto, penso che questo film sia da una parte destinato ai
bambini, ma lo è ancor di più ai grandi. Da piccoli si vede come un qualsiasi altro cartone,
ma da grande si presta più attenzione alle parole, ai sentimenti, comprendendo meglio il
valore intrinseco del film ed apprezzandolo molto di più. Inoltre, come tutte le favole non
ha età e può essere adatto a tutti, dai piccoli agli over – cento, soprattutto se, come questa
favola di Dumbo, tratta argomenti ancora oggi molto attuali e sentiti.
5. Il Linguaggio del cinema
5.1 Riconosci se il narratore è
□ Interno__________ x esterno__________ □ assente
5.2 Il ritmo del montaggio è
Lento
rapido
x alternato
5.3 Considera gli effetti di luce e l’uso del colore. Rivestono particolare importanza? Quali
scene ne risultano poste in evidenza?
Gli effetti di luce che rivestono maggiore importanza
sono quelli notturni, che si possono notare soprattutto
nei primi minuti del film, dove tutte le scene risultano
illuminate dalla luce della luna, e le danze degli elefanti
rosa, i quali sonno irradiati e vestiti di sola luce colorata
che rende profonda e variopinta la scena.
5.4 Prendi in esame la colonna sonora e in particolare:
-la funzione del commento musicale:
La musica è un elemento importante che
accompagna la storia nel suo svolgersi durante
tutto il film. Dalla ninna-nanna, al jazz, come
quello intonato dai corvi, al salsa e al
merenghe, la musica segna e scandisce i ritmi
della storia e ci immerge in essa,
“bombardandoci” di emozioni e infondendoci
tenerezza ed energia, ma anche felicità, quella
felicità che nasce nei cuori dei bambini che
sentono il famosissimo ritornello circense che
inonda le strade quando giunge il circo nelle
nostre città.
-gli effetti sonori:
Non vi sono molti effetti sonori particolari, tranne in alcune scene dove è simulato il rumore
del fuoco, e le urla delle persone e i barriti degli elefanti imbizzarriti e i ruggiti degli altri
animali, naturalmente registrati durante il doppiaggio.
6
5.5 Rintraccia le scene in cui gli effetti sonori,musicali e di luce e colore sono
complementari e funzionali ad ottenere particolari risultati:
La scena dove avviene la più perfetta fusione tra
musica, luce e colore è quella degli “Elefanti Rosa”,
dove sono le immagini che seguono la musica nel suo
evolversi e mutarsi in vari ritmi e non il contrario. Le
immagini degli elefanti, che alla fine si riducono in
semplici linee colorate proiettate su un fondale nero,
sono in funzione della stessa musica che le guida con
le sue note, conducendole in conturbanti e sfrenate
danze, dando un effetto finale spettacolare.
5.6 Parla della sequenza , a tuo avviso, importante e/o particolarmente significativa,
indimenticabile…
La scena senza dubbio più bella e intensa di significato
è quella dell’incontro tra Dumbo e la signora Jumbo
che, anche se divisa dal proprio cucciolo dalle grate del
vagone, riesce ad accarezzarlo e cullarlo con la sua
lunga proboscide, infondendogli tutto il suo amore e la
sua forza, per poi lasciarlo andare dopo un lungo
abbraccio e con la tristezza nel cuore, propria di una
mamma che vede allontanare il suo tanto desiderato
figlio. E’ una scena d’amore che raramente riusciamo a
vedere nei film moderni, un amore puro, forte ed
indistruttibile, che sta per sparire non solo nelle sale
cinematografiche ma anche nel mondo.
6 Storia del cinema
6.1 Chi è il regista? Aggiungi altre informazioni e la filmografia essenziale
Supervisione alla regia: Ben Sharpsteen
Biografia:
Nel 1959 ha vinto 2 Oscar per la produzione di "Artico
selvaggio" e di "Ama Girls". Ha debuttato nella regia nel
1918 con "Dr. Jekyll and Mr. Zip". Ha poi diretto "Topolino
meccanico" (1935), "Pinocchio" (1940), "Dumbo, l'elefante
volante" (1941), solo per citarne alcuni. E' stato anche
produttore.
Filmografia:
1937 Bianca neve e i sette nani(motatore)
1948 Dumbo (regia)
1940 Fantasia (regia)
1940 Pinocchio (regia)
7
Regia: Walt Disney: Biografia e Filmografia
Il 5 Dicembre del 1901, nasce a Chicago il quarto figlio di
Elias Disney e Flora Call.
Dopo Herbert, Raymond e Roy Oliver, è Walter Elias Disney
Junior a venire al mondo.
Nel 1903 nasce sua sorella Ruth Flora. Non è però a Chicago
che Walt cresce; la sua famiglia, infatti, si trasferisce a
Marceline, nel Missouri. Qui Walt vive la sua infanzia in un
mondo rurale il che non significa che passa le giornate a
giocare nei campi ma, al contrario, che deve lavorare
duramente. L'infanzia dorata che Disney amava citare nelle
sue opere nasceva forse più dai suoi sogni che dai suoi
ricordi. Nell'Autunno del 1909 Herbert e Raymond lasciarono la fattoria, col risultato di
aumentare il carico di lavoro di Roy e Walt. Quello stesso Inverno, una febbre tifoide colpì
papà Disney, convincendolo a vendere la fattoria e a trasferirsi. Ora i Disney vivevano a
Kansas City. Walt era forse libero di giocare per le strade adesso? Forse! Il piccolo però,
accompagnato da Roy, doveva alzarsi a notte fonda perchè Elias, suo padre, aveva
ottenuto l'appalto per la consegna di due giornali: il Morning Times e l' Evening and
Sunday Star, e qualcuno doveva pur consegnarli. La biografia di Walt Disney comprende
qualche pisolino agli angoli delle strade; minuti rubati al lavoro per prepararsi alla giornata
di scuola. Eh già, perché dopo aver consegnato tutti i giornali, si doveva andare a scuola.
Nel 1919 Walt non era più un bambino, si era allontanato dalle imposizioni paterne al
punto da aver lavorato fuori dalle varie imprese avviate e terminate da suo padre. Il
giovane Walt si era anche arruolato per la guerra, la prima guerra mondiale, contro il
parere di papà, anche se di fatto non combattè mai. Ormai era un uomo a sé stante, non
Figura 1solo il figlio di Elias.
Nel '19, si diceva, lavorò per un mese alla Pressmann-Rubin,
una agenzia pubblicitaria. È qui che conobbe un certo Ubbe Ert
Iwerks, uno straordinario disegnatore. Allora nessuno lo sapeva,
ma Walt e Ub avevano un appuntamento con la storia. In
seguito Walt trovò lavoro presso la Kansas City Ad che si
occupava di animazione, anche se ad un livello inferiore rispetto
ai cartoni prodotti a New York in quegli anni. Si trattava in
sostanza di immagini ritagliate su carta. Walt vedeva in questo
una sorta di magia, ne era affascinato.
Ottenne in prestito dalla società una vecchia cinepresa con la
quale fece degli esperimenti in un garage. Il genio Disney
Ubbe Ert Iwerks
iniziava a prendere forma. I risultati che ottenne insieme a Ub
Iwerks erano più che incoraggianti. Walt e Ub lavoravano insieme alla Kansas City Ad e
poi anche nel loro garage, ma è in quest'ultimo luogo che facevano meglio. Nei primi anni
venti, grazie al denaro dell'onnipresente Roy, aprirono un studio tutto loro e tentarono
diverse cose. Impossibile non citare almeno i Laugh-o-Grams (in cui si diede prova di
grande inventiva e di capacità narrativa), la serie delle Alice Comedies (in cui Disney mise
una bimba vera in un mondo creato sui tavoli da disegno) e Oswald The Lucky Rabbit,
(oggi ritenuto una sorta di anello di congiunzione tra Felix The Cat di Otto Messmer e il
celeberrimo Topolino). Trovarono un distributore nella Universal. Furono i loro primi
successi. Per un po' di tempo le cose funzionarono. Ma un successo è una cosa, e il MITO
è un'altra. Una serie di circostanze sfortunate mandò tutto all'aria e Walt era di nuovo
spiantato. La Universal era di proprietà di una donna: Margareth Winkler. La signorina in
8
questione aveva un modo di gestire gli affari che consentiva a Disney e Iwerks di ritenersi
soddisfatti; discreti guadagni e la certezza di una simpatia personale. In quel breve
periodo Walt e Ub assunsero diverse persone, alcuni amici che lavoravano nel campo
dell'animazione e qualche persona nuova. Avevano uno studio di animazione! Quando la
Winkler prese marito le cose cambiarono brutalmente. La Universal divenne di fatto del
suo sposo, Charles Mintz, il quale ritenne opportuno ridurre i pagamenti e trattare tutti con
pugno di ferro. I creatori di Oswald erano alle strette. A nulla valsero le discussioni che ne
seguirono: legalmente Oswald apparteneva alla Universal e, quel che è peggio Mintz
aveva intrappolato Disney. La produzione dei cartoni avveniva grazie ad un gruppo di
animatori che Walt e Ub pagavano col denaro portato dai cartoni stessi, una volta tagliati i
pagamenti non fu difficile per Mintz sottrarre forza lavoro a Disney. I soli a rifiutare di
tradire Walt furono gli amici degli esordi: Les Clark, Johhny Cannon, Hamilton Lusky e,
naturalmente Ub. Nel campo lavorativo Walt affrontava la defezione dei suoi ragazzi. Il
contratto con Mintz prevedeva la realizzazione di altri short prima della sua conclusione,
quindi i traditori erano tenuti a restare con Disney e Iwerks per ancora qualche tempo.
Durante l'orario di lavoro, tutto era normale (salvo una certa elettricità nell'aria, si
presume), ma quando tutti se ne andavano a casa, il lavoro diventava frenetico per Walt,
Ub e i fedelissimi. Avevano deciso di reagire al ricatto, cercarono di creare un personaggio
tutto loro. Scoprirono che bastava accorciare le orecchie di Oswald, trasformargli la coda e
ritoccare qualcosa qua e là per avere...... un TOPO. Walt era grande nell'ideare gag e
situazioni interessanti, Ub realizzò tutto su carta al ritmo impensabile di 700 disegni al
giorno. Se si pensa che ciò avveniva solo nel dopolavoro, allora è una specie di miracolo.
Quel miracolo fu intitolato "Plane Crazy". Il protagonista era un
certo Mickey Mouse.
Per la verità il ruolo principale, secondo Walt, sarebbe dovuto
andare a "Mortimer Mouse" che altri non era se non lo stesso
Mickey. Lillian, la moglie, obiettò che il nome scelto non era poi
granché; troppo sdolcinato, troppo da signorino. Perché non
provare il più sbarazzino Mickey? Quale che fosse il suo nome, a
quel tempo nessuno lo conosceva, quindi non fu facile trovare un
distributore che, come a suo tempo la Winkler, avesse fiducia in
quei due anonimi animatori. Anzi, fu impossibile. Urgeva una soluzione.
Tutto ciò accadeva a metà del 1928, a quel tempo l'industria del cinema era sconvolta da
una grande novità: il sonoro. Ecco l'idea giusta: Mickey avrebbe parlato! Un altro periodo
di intensa attività e il prosciugamento di tutte le sostanze del loro piccolo studio portò
Disney e Iwerks al loro appuntamento con la storia. Il 18 Novembre del 1928 al Colony
Theater di New York era previsto un film di guerra, al termine un piccolo short animato
avrebbe concluso la serata. Fu un successo straordinario, la gente non parlava d'altro, i
giornali ne riportarono la notizia in prima pagina. MICKEY MOUSE
SPEAK!, TOPOLINO PARLA! Il 18 Novembre del 1928 è preso
spesso come punto di partenza nella biografia di Disney, non a torto.
Quello è il momento in cui tra tutti gli studios di animazione grandi e
piccoli, uno si erge sugli altri e il mondo lo vede. Il Disney che resta
nelle pagine d'oro del libro di Hollywood nasce qui. Il nuovo
distributore dei film Disney era Pat Powers, un tipo losco in verità,
ma comunque un distributore. Grazie a lui, all'amico di sempre Ub, e
a Carl Stalling, che si occupava delle musiche degli short, si
riesumarono ben due cartoni nati muti (il "Plane Crazy" già citato e
"Galopping Gaucho" creato sperando di venderlo al posto del primo) e li si riempì di
musica. Al pubblico piacquero. Inoltre si produssero altri cartoon del topo, nacque
addirittura una serie nuova, quella delle leggendarie "Silly Simphonies", che darà grandi
9
soddisfazioni a Disney. Ma arriva una grande delusione per Walt: Powers riesce a
convincere Ub a lavorare per lui, la sua diabolica idea era di lasciarlo in realtà al suo
posto, in cambio però di un contratto che avrebbe legato Disney e tutti i suoi prodotti al
nome di Pat Powers. Disney non accettò, quando lo aveva fatto con Oswald si era visto
chiudere la porta del successo. Ub lo lasciò. Ub il grande disegnatore, Ub l'animatore
straordinario, Ub l'amico, lo aveva tradito. In realtà Ub non aveva fatto altro che lasciare un
lavoro per uno che riteneva migliore, tra l'altro Powers gli promise che i cartoni che
avrebbe realizzato avrebbero portato la sua firma, cosa che con Disney non succedeva.
Per Walt era invece solo un tradimento. Quando Ub lasciò Walt lo studio era già in
crescita. Col suo selezionato gruppo di persone Disney produceva spesso opere
memorabili. Certe Silly Simphonies sono godibilissime ancora oggi. Sul piano tecnico si
cercava sempre l'ultimo ritrovato. Se Steamboat Willie era stato il primo cartoon sonoro, va
a "Fiori e Alberi" del 1932 la palma di primo cartoon a colori. La sfida de "I Tre Porcellini"
era nel creare personaggi simili nell'aspetto ma diversi di carattere. Questo film fu un
enorme successo e la celebre canzone di Stalling è uno dei classicissimi della musica
disneyana. "Il Vecchio Mulino" del 1937 propone una "carrellata" mozzafiato merito di una
nuova colossale macchina da ripresa: la Multiplane Camera, che consentirà poi effetti
tridimensionali già in "Biancaneve e i Sette Nani" e soprattutto in "Pinocchio".
Sensazionale in quest'ultimo la sequenza d'apertura. Ma con Pinocchio siamo già nel
1940. Va anche ricordato che durante la lavorazione di "Pinocchio" ci fu un grande ritorno
alla Disney: Ub Iwerks si rifece vivo. Non ci è dato sapere cosa sarebbe successo se non
avesse mai lasciato Walt, sappiamo che avendolo lasciato rientrò come valente tecnico,
non come amico di vecchia data di Disney. Era un dipendente, adesso. Gli fu affidato il
reparto per lo sviluppo delle nuove tecnologie. Fece un lavoro egregio iniziando proprio
dalla Multiplane Camera. Ma la coppia Walt e Ub non esisteva più. Peccato. Non furono
solo creature disegnate ad allietare il terzo decennio del secolo nella vita di Walt: il 19
Dicembre 1933, sua moglie Lillian diede alla luce Diane
Marie, prima figlia di Disney, giunta a otto anni dal
matrimonio. A questo punto una curiosità: il 31 Dicembre
1936 arrivò la seconda figlia di Walt e Lillian, Sharon Mae,
ma non fu Lillian a metterla al mondo. La piccola fu adottata
e la cosa non venne rivelata per molto tempo. Complice il
fatto che Lillian non aveva praticamente vita pubblica,
nessuno si accorse che non era stata incinta prima
dell'arrivo della bimba. Ancora oggi, in realtà, non c'è
certezza assoluta sull'adozione o sulla reale maternità di
Lillian. Dopo il successo straordinario di "Biancaneve", lo
storico Studio di Hiperion Avenue fu lasciato in favore di una
nuova, modernissima costruzione a Burbank. Era la prova
concreta che Disney ce l'aveva fatta. Nell'Autunno del 1939
ebbe luogo l'inaugurazione. Non solo notizie liete, purtroppo. Sul finire del 1938, il 29
Novembre, nella casa che Walt aveva scelto e acquistato per i suoi genitori, fu trovata
morta Flora Call Disney: sua madre. Le circostanze reali non furono mai davvero chiarite.
Si trattò probabilmente di un incidente, ma l'ipotesi di un suicidio non fu mai del tutto
smantellata. Il primo lungometraggio d'animazione fu un enorme successo, il secondo
aveva tutte le carte per esserlo, ma non tutto filò liscio. Ancora una volta Walt non
ammetteva compromessi e i costi passavano sempre in secondo piano, "Pinocchio"
doveva essere straordinario. In effetti lo è, ma ciò non ne garantì il successo. In America il
film piacque, ma i costi spropositati ne facevano la pellicola più costosa della storia.
Durante la produzione si contava, ovviamente, su una distribuzione su scala mondiale, ma
l'uscita nel Febbraio 1940 la rese impossibile. Il mondo era in guerra, la gente aveva altro
10
a cui pensare. Il 13 Novembre 1940 uscì anche "Fantasia" e fu il disastro totale. Tutto ciò
che a Disney pareva geniale durante la lavorazione non piacque né al pubblico né alla
critica. Ancora una volta è bene ricordare che un cartoon è
carissimo in produzione e che se anche i cinema si riempiono di
gente, ci vuole tempo per rientrare dei costi. "Fantasia" ha un mare
di effetti speciali, un'orchestra sinfonica, un migliaio di persone che
ci hanno lavorato. Uno sproposito in termini economici. In più
Disney aveva voluto e ottenuto dai suoi tecnici (Ub in testa) un
innovativo sistema sonoro. Hanno inventato il suono stereofonico.
Gran cosa, ma chi se ne sarebbe accorto se le sale non erano
attrezzate? Walt cercò degli accordi per le installazioni, ma alla fine
le spese furono tutte a carico della Walt Disney Production, il che
aumentò il deficit. Questo avveniva mentre i dipendenti erano
irrequieti. Il tempo avrebbe dato ragione a Walt, il suo folle progetto
di unire immagini e musica in un concerto creò dapprima uno dei
momenti più difficili della storia Disney, poi uno dei suoi capolavori assoluti. Disney
precorreva i tempi. Lo straordinario lavoro degli artisti che crearono "Biancaneve",
"Fantasia" e tutti i prodotti della "Factory" di Walt era uno dei vanti dell'azienda, ma i loro
nomi sparivano sotto la sigla "Walt Disney Presents" all'inizio dei film. Lo stipendio di un
animatore, di un inchiostratore o di chiunque desse un contributo alla nascita di una
pellicola era molto basso. Questo era motivo di discussioni all'interno degli Studios. Le
voci che arrivavano all'orecchio di Disney non erano ascoltate. Secondo lui tutto andava
bene così come era. Successe però che le voci si coalizzarono, cominciarono ad avere dei
volti, dei nomi. I sindacati entrarono nel regno di Walt trovando terreno fertile. Si era alla
guerra. Ci furono azioni di disturbo alla prima di "Pinocchio" e ancora di più a quella di
"Fantasia". Dopo anni di parole si passava ai fatti. Il 28 Maggio 1941 la Disney affrontò lo
sciopero che avrebbe cambiato la sua storia e, secondo alcuni, quella dell'animazione in
genere. Furono giorni bui. Disney perse più volte la calma in pubblico. Davanti ai cancelli
degli Studi di Burbank c'erano centinaia di persone con i picchetti, molte più di quelle che
lavoravano per Walt. La faccenda era grossa. Gli scioperanti chiedevano cose legittime
come la presenza ufficiale e libera di un sindacato nell'azienda, aumenti salariali,
riconoscimenti per il lavoro, impossibilità di licenziare a piacimento, etc... Walt riteneva che
i dipendenti fossero una vera e propria famiglia. Allora perché lasciare che una famiglia
fosse regolata dall'esterno? Quindi di sindacati neanche a parlarne, e senza sindacati tutto
il resto non esisteva. Non se ne veniva a capo. Alla fine, grazie a Roy Disney, lo Studio
cedette e lasciò da parte le sue posizioni più dure, scendendo a patti con gli scioperanti.
Walt era stato diplomaticamente allontanato dalla California e quindi non potè opporsi alla
firma di Roy. Il 9 Settembre lo sciopero finì. Walt era profondamente deluso e amareggiato
per la "perdita" dello Studio. Secondo alcuni critici non raggiunse più le vette artistiche di
"Biancaneve", "Pinocchio" e "Fantasia". Nel 1940 Disney era diventato informatore ufficiale
dell'FBI. Conosceva da anni J. Edgar Hoover che la dirigeva e quell'anno strinse con lui un
accordo. Si dice che questa fu un'arma con cui Disney si vendicò degli
scioperanti. Si era aperta la guerra ai comunisti e l'accusa di un
informatore ufficiale poteva stroncare una carriera. Fu davvero così? O è
una voce di chi non amava Disney? Mistero! Ad un anno da dimenticare
sul piano lavorativo, Walt dovette aggiungere anche un lutto: nel 1941 suo
padre venne a mancare mentre lui era lontano. "Pinocchio" non rientrò
delle spese, "Fantasia" meno che mai, in più lo sciopero e il lutto familiare.
Povero grande Walt Disney. Negli anni a seguire la vita artistica e privata
di Walter Elias Disney si assestò. Negli anni quaranta si produssero
diversi classici e anche qualche semi-sconosciuto film d'animazione di lunga durata. Se "I
11
Racconti Dello Zio Tom" è splendido, "Musica Maestro" e "Lo Scrigno Delle Sette Perle"
sono prodotti piuttosto ordinari. "Bambi" è un capolavoro, ma ci sono voluti anni prima che
iniziasse a guadagnare qualcosa. Alcuni prodotti furono dettati dalle circostanze. Era in
atto la seconda guerra mondiale quando il governo americano
chiese a Walt di realizzare qualcosa volto a cercare simpatie
nell'America del Sud (offrendosi di pagarne i costi); è la genesi di
"Saludos Amigos" e "I Tre Caballeros". Ma il più grande e
rivitalizzante successo dai tempi di "Biancaneve" arrivò nel 1950 con
"Cenerentola". Un'altra favola classica, ancora tanta musica
splendida. Un film ispirato. Il 1950 è anche l'anno di una svolta
importante, dato che esce "L'Isola del Tesoro" il primo film
interamente girato dal vivo, senza nessuna sequenza in animazione.
Una pazzia! Ma di nuovo ebbe ragione lui. "Alice nel Paese Delle
Meraviglie" e "Peter Pan" ebbero un riscontro limitato (in relazione ai
costi). Così anche "Lilli e il Vagabondo". "Lilli e il Vagabondo " uscì
nel 1955, un anno fondamentale nella storia della Disney non solo per questo film. Il 17
Luglio 1955 prese vita un altro dei cosiddetti deliranti sogni di Walt: fin da quando le sue
figlie erano bambine e lui le accompagnava nei parchi, Walt iniziò ad immaginare un luogo
dove i bambini potessero giocare, i grandi tornare bambini, dove tutto fosse pulito e
perfetto. Tutto questo era già nei suoi film, ma non era possibile creare un posto così?
Negli anni '50 Disney cedette alle lusinghe della TV, che aveva sempre respinto, per
finanziare quell'idea. Si mise di nuovo contro tutto e tutti per rischiare di buttare tutto
all'aria. Roy non voleva, le banche non volevano. Ma lui voleva e niente poteva fermarlo.
Nel 1955 aprì finalmente "Disneyland" ad Anaheim in California. La più grande fonte di
guadagno degli studi fin dalla sua nascita. Disney era pazzo? Forse sì, ma alla fine aveva
ragione lui.
Il 1959 è l'anno de "La Bella Addormentata nel Bosco", un insieme fascinoso di elementi
classici quali re, regine, principi, principesse, fate, streghe e draghi. Uno dei personaggi
cattivi più affascinanti di tutta la storia Disney, un'entusiasmante sequenza finale,
animazioni ormai perfette, ottimi momenti musicali tratti dichiaratamente da Tchaikowsky.
Il più fiabesco dei film Disney fu un fiasco totale. La strada percorsa è quella di "Fantasia":
un film costosissimo e poca gente interessata a vederlo. Siamo arrivati agli anni sessanta.
Disney ormai non seguiva più con troppa attenzione le produzioni animate, gli interessava
di più occuparsi di Disneyland dato che non era mai terminata. Un film non si può toccare
una volta uscito nelle sale, un parco, invece si lascia continuamente modificare, si
possono aggiungere o togliere attrazioni in ogni momento. C'è sempre da fare.In questi
anni Walt è finalmente ricco. Lui non aveva mai cercato la ricchezza, ma una oculata
gestione dei guadagni del parco si tramutò in denaro sonante. L'azienda era libera dalle
banche per la prima volta da anni. Il suo allontanamento a favore del parco non l'aveva
fermata. Era il successo? No, era la sconfitta! Walt cominciava a credersi quasi di troppo.
Lo Studio che aveva creato dal nulla con Ub e Roy non aveva più bisogno di lui. Il parco
era il suo divertimento, ma il lavoro a cui aveva dedicato la vita era un
altro.Gli Studi produssero film che a Walt non piacevano e che invece
guadagnavano. Era inconcepibile. "La Carica dei 101" e "La Spada
Nella Roccia" erano a detta di Walt solo abbozzi, i disegni erano troppo
semplici, ma uscirono così. E piacquero. Walt sentiva il bisogno di
dimostrare a chi aveva seguito i film degli esordi che lui era ancora
Walt Disney, sentiva il bisogno di creare qualcosa che conquistasse le
nuove generazioni. Sentiva il bisogno di dimostrare a sè stesso chi era.
A quel tempo era in corso una lunga trattativa con Pamela Lyndon
Travers, autrice di una serie di libri per l'infanzia con protagonista una
12
tata volante. Walt Disney si recò di persona dalla Travers per sbloccare le trattative. Ci
riuscì. Questo successo lo rivitalizzò facendolo tornare quello di un tempo. Walt tornò a
dirigere tutti gli stadi produttivi con un entusiasmo che non provava da anni. Mise parola
sulla sceneggiatura, sul cast, sulle musiche, persino sugli arredamenti che sarebbero
apparsi nel film. Stava nascendo "Mary Poppins", una cartolina del mondo di Walt. Fu Walt
stesso a pretendere che la magica governante avesse il
volto di Julie Andrews. La Andrews in un primo momento
rifiutò preferendo il ruolo di Eliza Dolittle in "My Fair Lady".
Il caso volle che quella parte venisse invece affidata, a
sorpresa, a Audrey Hepburn. Julie Andrews divenne allora
Mary Poppins. Secondo alcuni, in questo film c'è tanto di
Disney, delle sue emozioni, dei suoi ricordi. Ma quello che
interessa al pubblico dei fan di Walt è che "Mary Poppins"
fu non solo un grande successo, ma il più grande
successo che la Disney avesse mai conosciuto. Tutto quello che Disney intendeva
dimostrare con questo film, lo dimostrò. Era sempre lui, era sempre grande. "Mary
Poppins" uscì il 28 Ottobre 1964. L'anno seguente si mise in produzione un film
d'animazione tratto dal romanzo di Rudyard Kipling "Il Libro della Giungla". Disney non lo
seguì granchè, di nuovo tornò a pensare che il suo Studio, ormai, camminava da solo.
Tornò all'idea dei parchi a tema pensando di crearne un secondo ad Orlando in Florida e
ne pose in effetti le basi, ma il tempo stringeva. Purtroppo. Nel 1965 si cominciò a lavorare
al "Libro della Giungla" e al parco di "Walt Disney World". Disney presenziava ancora con
piacere alle cerimonie che si organizzavano in suo onore, ma ormai erano per lui una
fatica enorme. Il fisico era debilitato. Nel 1966 una serie di esami rivelò la presenza di
noduli nei polmoni. Il 7 Novembre Walt Disney venne ricoverato al Saint Joseph Hospital,
che si trova proprio davanti ai suoi Studios. Gli venne asportato un polmone. Non si
poteva fare di più. Walt tornò a casa, ma a fine mese un grave malore lo riportò in
ospedale. Dalla sua stanza poteva vedere gli edifici della "Walt Disney Production", il
centro del suo impero. Roy Disney aveva dato disposizioni perché si lasciassero le luci
accese di notte, così che Walt vedesse il simbolo di tutta la sua vita. Si fece così anche la
sera del 14 Dicembre. La mattina del 15 Dicembre 1966, un collasso cardiocircolatorio
pose fine alle sofferenze e ai sogni di Walter Elias Disney Junior, in arte Walt Disney. In
tutto il mondo si diede grande risonanza alla notizia. Si ricorda spesso il commento del
governatore della California, il futuro presidente Ronald Reagan: "Da oggi il mondo è più
povero".
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
Biancaneve e i Sette Nani
Pinocchio
Fantasia
Dumbo
Bambi
Saludos Amigos
I tre Caballeros
Musica Maestro
Bongo e i Tre Avventurieri
13
10. Lo Scrigno delle Sette Perle
11. Le Avventure di Ichaboad & Mister Toad
12. Cenerentola
13. Alice nel Paese delle Meraviglie
14. Le Avventure di Peter Pan
15. Lilli e il Vagabondo
16. La Bella Addormentata nel Bosco
17. La Carica dei 101
18. La Spada nella Roccia
19. Il Libro della Giungla
20. Gli Aristogatti
21. Robin Hood
22. Le Avventure di Winnie Pooh
23. Le Avventure di Bianca e Bernie
24. Red e Toby Nemiciamici
25. Taron e la Pentola Magica
26. Basil, l'Investigatopo
27. Oliver & Company
28. La Sirenetta
29. Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri
30. La Bella e la Bestia
31. Aladdin
32. Il Re Leone
33. Pocahontas
34. Il Gobbo di Notre Dame
35. Hercules
36. Mulan
37. Tarzan
38. Fantasia 2000
39. Le Follie dell'Imperatore
40. Atlantis - L'Impero Perduto
41. Lilo & Stitch
42. Il Pianeta del Tesoro
43. Koda, Fratello Orso
44. Mucche alla Riscossa
Sono state escluse le pellicole in "scrittura mista", nel caso in cui la parte in animazione
sia ristretta a qualche minuto. Questo significa mietere subito vittime eccellenti, dato che il
capolavoro "Mary Poppins" non rientrerebbe nella lista così come "Pomi d'Ottone e Manici
di Scopa". Inoltre, chi segue Disney sa che negli anni '40 la sua produzione si è molto
diversificata e, forse, non è corretto definire "Classici" prodotti semi-sconosciuti come "Il
Drago Riluttante", che è una serie di cartoni brevi uniti da sequenze filmate. Una volta
escluso, però, dovremmo fare lo stesso con "Saludos Amigos" e "I tre
Caballeros" che, invece, sono a pieno diritto nella lista pur essendo
anch'essi film a episodi. Questo concetto aiuta la compilazione fino agli
anni novanta, ma poi si riapre la discussione.
In quel periodo torna un certo caos nella numerazione con "Zio
Paperone alla Ricerca della Lampada Perduta". Un film d'animazione,
ma non si tratta di un "Classico". Perché? Intanto perché i personaggi
sono praticamente tutti già esistenti da molto prima del film, poi, più in
generale, guardando il prodotto è chiaro che gli obiettivi, le tecniche e
14
perfino il target di pubblico lo differenzia dai film d'animazione storici della Walt Disney
Company. Probabilmente va considerato come l'anello di congiunzione tra la serie TV
(Duck Tales) e il mondo dei Classici con la "C" maiuscola. Nel 1994, con "Il Ritorno di
Jafar" usciva il primo film d'animazione realizzato esclusivamente per l'Home Video. Un
Classico? No! E nemmeno vuole esserlo. L'abitudine di creare sequel in videocassetta e
DVD aggiunge titoli su titoli alla filmografia Disney, ma nessuna pagina nuova al libro dei
Classici."Toy Story" aprì nel 1995 una nuova frontiera dell'animazione, ma tanto diversa
da quella classica da meritare una definizione specifica: animazione digitale. La computer
grafica di "Toy Story" e "Dinosauri" è diversa dall'animazione come l'animazione è diversa
dai film con attori. Semplicemente un altro genere. Un ultimo piccolo appunto riguarda
"Winnie Pooh", entrato a far parte dei Classici col film del 1977 mai uscito nei cinema
italiani ed europei, creato inoltre unendo alcuni "special" già esistenti.Difficile dire se sia
davvero un Classico, ma ormai è accettato come tale.
6.2 Aggiungi informazioni sul contesto produttivo e/o autoriale, e altre notizie sul film
Nel 1941, alla vigilia dell'attacco giapponese a Pearl Harbor, e
appena dopo la chiusura dello sciopero allo studio Disney, un
piccolo elefante in grado di volare, diede alla Factory disneyana
una boccata di ossigeno. Dopo gli esigui incassi di "Pinocchio" e
"Fantasia", finalmente un lungometraggio animato dal successo
fulmineo. Dumbo fu realizzato in buona parte durante lo
sciopero dagli artisti che non vi avevano aderito e, per la prima
volta, in buona parte senza Walt. La parte creativa dell'opera fu
lasciata agli sceneggiatori, agli animatori e all'intero staff,
mentre Disney si occupava della presentazione e distribuzione.
Walt effettuò in quel periodo alcuni viaggi diplomatici in Sud
America e il ritorno agli Studi era dominato dallo sciopero. Il suo
staff ebbe quindi poche occasioni di comunicazione con lui, ma
questo non impedì al lavoro di progredire. L'assenza di Walt si
sente nel film per la mancanza di scene tecnicamente avanzate
("Biancaneve", "Pinocchio" e "Fantasia" avevano segnato tre passi avanti nella tecnica) e
per la ripetizione, a detta dei critici, di cose già fatte. Dumbo si muove forse con la stessa
goffaggine di Pinocchio, il topolino che lo accudisce
sembra una riedizione del Grillo Parlante, gli elefanti
rosa riprendono l'astrattismo di "Fantasia" e cose di
questo genere. Il pubblico, di contro, si divertì un
mondo alla sequenza degli elefanti rosa che Dumbo
vede dopo aver bevuto champagne, e si commosse
fino alle lacrime nel vedere Dumbo e sua madre, divisi
dalle sbarre di ferro, che si toccano con le loro
proboscidi.Anche grazie ad un investimento
relativamente ridotto, "Dumbo" fu un grande successo.
Anche se in qualche modo va considerato un film di
secondo piano, di fatto convive a pieno titolo nel
Pantheon dell'animazione accanto a "Biancaneve e i
Sette Nani", non fosse altro che per le emozioni che
sa regalare.
15