Giocoliere un po` per gioco un po` per emozione

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Giocoliere un po` per gioco un po` per emozione
“Giocoliere
un po’ per gioco un po’ per emozione,
vivo sotto le stelle del cielo mio padrone,
teso a far girare oggetti nelle mani
di una vita senza peso ne misura,
pronto a tutto, io, giullare perso
in un giocoliere per paura”
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Saltimbanco tu che porti allegria ci fai dimenticar quanto la vita dura sia, tu vorresti il
mondo in pace ma ai potenti questo non piace,
allora usi la tua ironia per diffondere amore ed armonia,
se fai sorridere il mondo intero il tuo cuor sarà leggero.
Ma a te basta un applauso e un sol sorriso
che vai dritto in paradiso.....
....e anche quando lassù sarai..........
di giocolare non smetterai mai!
tu che sfidi le leggi di gravità e ci doni un soffio di libertà,
tu lo sai che il mondo è niente se non si sente ridere la gente,
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Indice
Storia: Storia del circo e delle giocoleria
Italiano: il vecchio saltimbanco di Charles Baudelaire
Diritto: le leggi che regolamentano l’esibizione in strada.
Psicologia: la clownterapia
Anatomia: i benefici della risata
Tecnica amministrativa: le ONLUS
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STORIA DEL CIRCO E DELLA
GIOCOLERIA!
Il circo è nato solo attorno al 1770, ma le discipline che oggi vengono definite
“circensi” sono antichissime. In numerosi paesi sono state trovate tracce della loro
esistenza sin dai primi anni della civiltà. Il reperto più antico sembra essere quello
dei graffiti rinvenuti in Egitto nella tomba di Ben Hassani, che risalgono al 2040
a.C.
Nonostante lo spettacolo popolare sia comunemente alle caratteristiche
dell’itineranza, pare che i primi giocolieri si esibissero quasi esclusivamente in siti
stabili.
Da allora illustrazioni su vasi, dipinti, affreschi, rilievi, sculture di bronzo o di pietra
hanno testimoniato la presenza di giocolieri nei vari periodi storici e l’interesse che
essi suscitavano nel popolo, negli artigiani e negli artisti.
In molte iscrizioni si sono trovati riferimenti a giocolieri, o presunti tali.
La parola “giocoliere” sembra essere entrata nell’uso corrente proprio nel
medioevo.
Deriva dallo stesso etimo di giullare, in Francia jongleur n’è addirittura sinonimo, e
in pratica dal latino joculator, termine che designava ogni tipo d’artista ambulante.
Saltimbanchi, quindi, ma anche trovatori, cantori, o menestrelli che andavano per
le piazze o per le corti ad intrattenere l’eterogeneo pubblico dell’epoca. E ancora,
in maniera generica, musicisti, poeti, mimi, cantori, ciarlatani, cavallerizzi,
acrobati e “tutti coloro che si guadagnavano la vita agendo davanti ad un
pubblico”.
Ma ben presto avvenne una separazione fra coloro che mostravano soprattutto la
loro corporeità e coloro che invece affidavano alla poesia o alla musica la loro
sopravvivenza.
I “giullari di bocca”, cantori delle vite dei santi e delle gesta degli eroi dei romanzi
d’avventura, conquistarono una buona condizione sociale, mentre giocolieri,
acrobati e saltimbanchi restavano ai margini della società.
Ma furono proprio quest’ultimi, girando fra castelli, corti e palazzi a tener viva una
tradizione già allora vecchia di millenni e a tramandare di generazione in
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generazione le tecniche della giocoleria; numerosi documenti testimoniano di
come i giocolieri del medioevo fossero già molto simili a quelli dei nostri giorni.
Dal 1500 i saltimbanchi, che per tutto il medioevo avevano percorso le strade
d’Europa soprattutto come singoli, cominciarono ad organizzarsi in compagnie
ambulanti.
Queste prime associazioni di attori potevano sfruttare le piazze dei mercati, che
nel frattempo si erano affermati come importanti momenti della vita sociale
dell’epoca.
Le fiere erano vivaci luoghi di spettacolo popolati da trovatori, ballerini di strada,
contorsionisti, lettori di tarocchi, venditori d’elisir e giocolieri, che in loro
ottenevano in qualche modo una sorta di riconoscimento della propria
professionalità.
E ottennero anche che le autorità competenti cominciassero ad essere non solo più
tolleranti nei loro confronti, ma addirittura propositive, come accadde a
Norimberga, nel 1680, quando il consiglio cittadino assoldò un “maestro di palle”
per insegnare ai giovani della città a giocolare e a camminare sulle funi.
Nella seconda metà del 1700 giocolieri e saltimbanchi che si erano esibiti fino ad
allora in strade polverose, trovarono impieghi nelle migliori piste dei circhi e sui
palcoscenici dei teatri di varietà.
I più importanti storici del settore sono concordi nell’indicare il 1852 come anno di
nascita del varietà, la cui prima dominazione viene di solito considerata quella
inglese di music-hall.
In realtà in Inghilterra erano già da molto tempo diffusi i cosiddetti pleasure
gardens, dei piccoli caffé immersi nel verde, dove si poteva sorseggiare una
bevanda, e di tanto in tanto ospitare dei saltimbanco presi in prestito dalla strada!
Ad uno di questi pleasure gardens si era esibito anche Joseph Grimaldi, il primo
clown della storia, il padre delle clownerie, del quale Charles Dickens scrisse le
“memorie”.
Ben presto in tutta Europa furono costruiti nuovi edifici teatrali (chiamati teatri di
varietà) dedicati solo a tali rappresentazioni, che nel frattempo stavano però
cambiando il proprio sistema produttivo, non più basato sulla compagnia, ma sul
singolo artista, scritturato di volta in volta!
Fu proprio in queste sale che a cavallo tra l’800 e il’900 trovarono il maggior
successo di pubblico e di critica!
Dopo lo scoppio della guerra del 1914, considerata da Lenin “acceleratore della
storia”, e tre anni di stentato governo, nel 1917 avvennero le più importanti
rivoluzioni del 900 (quella borghese e quella del lavoratori).
Il 26 agosto del 1919 Lenin, seguendo la proposta del commissario all’istruzione e
alla cultura, Anatolij Vasileviic Lunaciarsky, promulgò il decreto sulla
nazionalizzazione dei teatri e dei circhi stabili p itineranti esistenti sul territorio
sovietico, nonché quello di tutti i lavoratori del settore, ad un solo organo
direttivo: il Soyuzgoscyrk, il cui primo responsabile fu il giocoliere austriaco Darlè.
Nel 1927 fu inaugurata a Mosca la scuola delle arti del circo e del varietà, dove la
giocoleria era materia obbligatoria ed insegnata sin dai primi anni di corso
L’arte del circo fiorì: i 15 circhi nazionali diventano 86 e nacque la figura del
regista di circo!
Ma la più importante novità rispetto allo sviluppo della giocoleria è la nascita dei
primi veri e propri metodi moderni d’insegnamento.
Altro importante fenomeno per lo sviluppo della giocoleria è stato la nascita del
nouveau cirque.
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Le motivazioni di tale movimento sono da ricercarsi nei moti che attorno al 1968
contribuirono un po’ ovunque allo sviluppo del nuovo teatro; che cercando di
rompere i vecchi schemi, attingeva la propria linfa vitale da forme di spettacolo più
genuine, come la commedia dell’arte e il mimo, accostandosi al circo.
L’artista di circo presente delle analogie con l’attore della commedia dell’arte
nell’essere allo stesso tempo attore, autore e, regista e capocomico.
Il giocoliere deve allenarsi, costruire propri esercizi, impostarli in maniera tale da
rendere fluida la propria rappresentazione, creare una sorta di drammaturgia del
numero tenendo conto del gusto del pubblico e delle tendenze del momento,
trovare la musica adatta e ad accompagnare le proprie evoluzioni e disegnare i
propri costumi in modo tale da soddisfare sia le esigenze estetiche che quelle
pratiche legate alla corporeità della propria esibizione.
Molti i film, libri, poesie,quadri, dipinti, canzoni, anche di personaggi famosi… che
fanno riferimenti, esaltano e prendono spunto questo mondo!!!
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Il vecchio saltimbanco
Dappertutto si spandeva il popolo in vacanza. Si metteva in mostra, se la godeva.
Era una di quella festività sulle quali da sempre fanno conti i saltimbanchi, i
giocolieri, gli ammaestratori di animali e i venditori ambulanti per compensare i
periodi magri dell’anno.
In quei giorni ho l’impressione che il popolo si dimentichi di tutto, sia del dolore sia
del lavoro,
e che diventi come un bambino.
Per i più piccoli è un giorno di vacanza, è l’orrore della scuola che viene rimandato
di ventiquattrore.
Per i grandi è un armistizio concluso con le potenze malefiche della vita,
una tregua nella contesa e nella lotta universali.
Neppure l’uomo di mondo e l’uomo occupato in lavori spirituali sfuggono
facilmente all’influenza di questo giubileo popolare.
Assorbono senza volerlo la loro parte di atmosfera spensierata.
Quanto a me, io non manco mai, da vero parigino, di passare in rassegna tutte le
bancarelle che vantano le loro offerte in queste ricorrenze festive.
La concorrenza che si facevano era davvero formidabile: strillavano, muggivano.
Era un miscuglio di grida, un fragore di ottoni, un esplosione di razzi.
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Maschere e buffoni storcevano le facce cotte dal sole, raggrinzite dalla pioggia. E
dal vento;
con l’imperturbabile aplomb di attori sicuri del loro effetto, lanciavano le loro
battute e le loro beffe, robuste e grevi come la comicità di molière.
Gli ercoli, fieri dell’enormità delle loro membra, il cranio senza fronte come
scimmioni, si esibivano in pose statuarie dentro le loro maglie lavate la sera prima
per l’occasione.
Le danzatrici, belle come fate, come principesse, facevano salti e capriole alla luce
fiammeggiante dei fanali che riempivano di scintille le loro vesti.
Tutto era luce, polvere, grida, tumulto; gli uni spendevano, gli altri guadagnavano,
gli uni e gli altri ugualmente felici.
I bambini si attaccavano alle gonne materne per avere qualche bastoncino di
zucchero filato, o salivano sulle spalle dei loro padri per vedere meglio un
giocoliere risplendere come un Dio.
E dovunque, dominante su tutti i profumi, circolava un odore di frittura, che era
l’incenso particolare di quella festa.
In fondo, all’estremità della fila di bancarelle, come se per vergogna fosse esiliato
da tutti questi splendori, vidi un povero saltimbanco, curvo, cadente, decrepito, un
rudere d’uomo, addossato a uno dei pali della sua baracca: una baracca più
miserabile di quella del selvaggio più abbruttito, e la cui miseria era fin troppo
illuminata da due mozziconi di candela sgocciolanti e fumosi.
Dovunque gioia, guadagno, sfrenatezza;
dovunque, la certezza del pane per l’indomani;
dovunque, un’esplosione frenetica di vitalità.
Qui, la miseria assoluta, la miseria (per colmo d’orrore) agghindata di comici
stracci,
contrasto inventato dalla necessità più che dall’arte. Non rideva il disgraziato!
Non piangeva, non ballava, non gesticolava, non gridava; non cantava nessuna
canzone, né allegra né triste, non implorava. Era muto e immobile. Aveva
rinunciato, abdicato.
Il suo destino era compiuto.
Ma che sguardo profondo, indimenticabile mandava in giro sulla folla e le luci, su
quel flusso che si fermava solo a qualche passo dalla sua repulsiva miseria! Mi
sentii la gola afferrata dalla stretta terribile dell’isteria, e mi sembrò che i miei
sguardi fossero offuscati da quelle lacrime ribelli che non vogliono scorrere. Che
fare? A che scopo allo sventurato quale curiosità, quale meraviglia avesse da
mostrare in quelle tenebre maleodoranti, dietro la sua sbrindellata?
In verità, non osavo chiedere; e anche se la ragione della mia timidezza dovesse
farvi ridere, devo confessare che temevo di umiliarlo.
Alla fine, m’ero appena deciso a posare, passando, un paio di monete su una delle
sue tavole sperando che indovinasse la mia intenzione, quando un gran flusso di
folla provocato da non so quale scompiglio mi trascinò lontano da lui.
E mentre rientravo, ossessionato da questa visione, tentai di analizzare il mio
improvviso dolore, e mi dissi: Ho appena visto l’immagine del vecchio uomo di
lettere sopravvissuto alla generazione di cui fu il brillante animatore; del vecchio
poeta senza amici, senza famiglia, senza figli, degradato dalla povertà e
dall’ingratitudine pubblica, e nella cui baracca la gente immemore non vuole più
entrare.
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Il vecchio saltimbanco da lo spleen di Parigi
Charles Baudelaire
Charles Baudelaire nasce il 9 aprile del 1821 a Parigi.
La madre, in seguito alla morte prematura del marito, sposa un aitante tenente
colonnello, il quale, a causa della propria freddezza e rigidità (nonché del perbenismo
borghese di cui era intriso), si guadagnerà l'odio del figliastro.
Nel nodo doloroso dei rapporti con la famiglia e, in primo luogo, con la madre, si gioca
gran parte dell'infelicità e del disagio esistenziale che accompagnerà Baudelaire per tutta
la vita. Dopotutto, come fra l'altro testimonia l'intenso epistolario rimasto, egli chiederà
sempre aiuto e amore alla madre, quell'amore che crederà mai ricambiati, perlomeno
rispetto all'intensità della domanda.
Nel 1833 entra al Collège Royal per volontà del patrigno.
Nel giro di poco tempo, però, la fama di dissoluto e scavezzacollo prende a circolare
all'interno del collège fino ad arrivare, inevitabilmente, alle orecchie dell'odiato patrigno il
quale, per ripicca, lo obbliga ad imbarcarsi sul Paquebot des Mers du Sud, una nave che
faceva rotta nelle Indie.
Questo viaggio ha su Charles un effetto inaspettato: gli fa conoscere altri mondi e culture,
lo pone a contatto con gente di tutte le razze, facendogli scoprire una dimensione lontana
dalla pesante decadenza mondana e culturale che grava sull'Europa. Da questo, dunque,
nasce il suo grande amore per l'esotismo, lo stesso che filtra dalle pagine della sua opera
maggiore, i celeberrimi "Fiori del male.
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Ad ogni modo, dopo appena dieci mesi interrompe il viaggio per fare ritorno a Parigi,
dove, oramai maggiorenne, entra in possesso dell'eredità paterna, che gli permette di
vivere per qualche tempo in grande libertà.
Nel 1842, dopo aver conosciuto un grande poeta come Gerard de Nerval, si avvicina
soprattutto a Gautier, e gli si affeziona in maniera estrema. La simbiosi tra i due è totale e
Charles vedrà nel più anziano collega una sorta di guida morale e artistica. Sul fronte
degli amori femminili, invece, dopo aver conosciuto la mulatta Jeanne Duval, si scatena
con lei un'intensa e appassionata relazione. Contrariamente a quanto spesso succede agli
artisti di quegli anni, il rapporto è solido e dura a lungo. Charles trae linfa vitale da
Jeanne: lei è tutrice e amante ma anche musa ispiratrice, non solo per ciò che riguarda
l'aspetto "erotico" e amoroso della produzione baudeleriana, ma anche per quel timbro
intensamente umano che traspare da molte sue poesie. In seguito, poi, con il
sopraggiungere della vecchiaia, sarà amorevole e presente nei momenti tormentosi della
paralisi che colpirà il poeta.
Intanto, la vita che Baudelaire conduce a Parigi non è certo all'insegna della parsimonia.
Quando la madre, infatti, scopre che ha già speso circa la metà del lascito paterno,
consigliata dal secondo marito intraprende una procedura per poter ottenere un curatore
a cui venga affidato il compito di amministrare con maggiore accuratezza il resto
dell'eredità. Da ora in avanti, Baudelaire sarà costretto a chiedere al proprio tutore
persino i soldi per comprarsi i vestiti.
Il 1845 segna il suo esordio come poeta, con la pubblicazione di "A una signora creola",
mentre, per vivere, è costretto a collaborare a riviste e giornali con articoli e saggi che
furono poi raccolti in due libri postumi, "L'Arte romantica" e "Curiosità estetiche".
Nel 1848 partecipa ai moti rivoluzionari di Parigi mentre, nel 1857, pubblica presso
l'editore Poulet-Malassis i già citati "I fiori del male", raccolta che comprende un centinaio
di poesie.
La rivelazione di questo capolavoro assoluto sconcerta il pubblico del tempo. Il libro viene
indubbiamente notato e fa parlare di sè, ma più che di successo letterario vero e proprio,
forse sarebbe più giusto parlare di scandalo e di curiosità morbosa. Sull'onda della
chiacchera confusa e del pettegolezzo che circonda il testo, il libro viene addirittura
processato per immoralità e l'editore si vede costretto a sopprimere sei poesie.
Baudelaire è depresso e la sua mente sconvolta. Nel 1861, tenta il suicidio.
Nel 1864, dopo un fallito tentativo di farsi ammettere all'Acadèmie francaise, lascia Parigi
e si reca a Bruxelles, ma il soggiorno nella città belga non modifica la sua difficoltà di
rapporti con la società borghese.
Malato, cerca nell'hashish, nell'oppio e nell'alcol il sollievo alla malattia che nel 1867, dopo
la lunga agonia della paralisi, lo ucciderà a soli quarantaquattro anni.
A quelle esperienze, e alla volontà di sfuggire alla realtà, sono ispirati i "Paradisi
artificiali". È sepolto nel cimitero di Montparnasse, insieme alla madre e al detestato
patrigno.
Le opere :
- Fiori del male .è una raccolta poetica (1821-1867) che comprendeva cento poesie
divise in cinque sezioni: "Spleen et ideal", "Les fleurs du mal", "La revolte", "Le vin" e "La
mort". L’'opera fu immediatamente censurata perché la forma poetica e i temi trattati
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fecero scandalo, così come il primo titolo dell'opera "Les lesbiennes". Nel 1861 uscì in
1530 esemplari la versione aggiornata dell'opera dove Baudelaire rimosse le sei liriche
accusate e le sostituì con altre 35 dividendo l'opera diversamente e aggiungendo la
sezione "Tableaux Parisiens".
- A una signora Creola
- L’arte romantica (raccolta di articoli e saggi).
- I paradisi artificiali
- Lo spleen di Parigi
- Curiosità estetiche (raccolta di articoli e saggi).
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Il valore di un sorriso
Un sorriso non costa nulla,
ma vale molto.
Arricchisce chi lo riceve e chi lo dona.
Non dura che un istante,
ma il suo valore è talora eterno.
Nessuno è tanto ricco da poterne fare a meno,
e nessuno è talmente povero da non poterlo dare.
In casa porta felicità,
nella fatica infonde coraggio.
Un sorriso è un segno di amicizia,
un bene che non si può comprare,
ma solo donare.
Se voi incontrerete chi un sorriso non vi sa dare,
donatelo voi.
Perché nessuno ha tanto bisogno di un sorriso
come colui che ad altri darlo non sa
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Clownterapia
….con le scarpe grosse, ma in punta di piedi!
Un po’ di storia…
Arte strana e antica che di fatto risveglia la necessità sociale di giocare insieme
divertendosi.
Si stimolano la creatività e la comicità innate in ognuno di noi.
I clown-medici imparano a conoscere la sofferenza e ad avvicinarla con un altro
approccio: sorriso e dolcezza!
Le clownerie strumento spontaneo e naturale che ci confronta con un bisogno
innato in noi, la necessità di giocare, privataci dai primi anni di crescita, all’insegna
del vivere da “persone serie”.
coloro che la praticavano sono stati chiamati in vari modi:dal giullare al
cantastorie fino al clown, ma di fondo non è altro che la necessità sociale di
giocare, di ritrovare la nostra infanzia!
I primi dottori-clown appaiono negli anni ‘80 a New York: nel 1986 Michael
Christenes, clown professionista e Paul Binder fondarono la prima unità di clownterapia per lavorare negli ospedali pediatrici. La comicoterapia oggi ha raggiunto
un altissimo grado di popolarità, anche grazie al film “Patch Adams” interpretato
da Robin Williams: la storia vera di un medico che avrebbe voluto essere un
clown, ma adorava anche fare il medico. Mettendo insieme i diversi aspetti della
sua personalità egli divenne l’uno e l’altro.
In Italia questo modello terapeutico è introdotto per primo all’ospedale Meyer di
Firenze.
Oggi sono numerose le associazioni di clown: ridere per vivere, medicus comicus,
dottori del sorriso…e tante altre, ma quella che più mi appartiene e su cui mi
baserò per descrivere questa attività è VIP (viviamo in positivo) di cui sono una
volontaria.
Dove andiamo….
Il nostro “compito” è andare in qualunque posto ci sia bisogno di un sorriso, dagli
ospedali, dai disabili, in case di riposo, in comunità, nelle ambulanze, nelle scuole,
in missioni all’estero...
..E noi andiamo.. . con le scarpe grosse, ma in punta di piedi!
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La Preparazione…
Prima di prestare servizio c’è bisogno di una minima preparazione, in fondo si
devono comunque affrontare situazioni di tristezza, seppur anche minime, c’è
quindi un corso di formazione preparatorio, per parteciparvi basta dimenticare la
timidezza ed essere pronti a mettersi in gioco. Essere clown implica innanzitutto
lavorare su sé stessi per tirare fuori la propria innata comicità e sensibilità, per
poterla mettere al servizio degli altri.
L’insegnamento passa da giochi di fiducia ai giochi di comunicazione, da momenti
in cui si vivono forti emozioni ad improvvisazioni teatrali, momenti di
interiorizzazione attraverso la danza gestuale, e poi ancora tecniche di mimo,
pantomima, gags, tecniche di clownerie, sculture di palloncini.. ecc…
Durante il corso si crea un’atmosfera magica e di forte unione del gruppo, si
instaurano amicizie intime, perché in tre giorni si vivono veramente insieme
momenti indimenticabili!
Gli effetti della clownterapia…
Quando entriamo negli ospedali si crea un atmosfera bellissima, positiva,
coloratissimi e buffi claun
(scritto proprio così! ) portano con sé palloncini,
trombette e oggetti vari per trasformare lo sterile ambiente ospedaliero in stanze
colorate, in cui si può giocare e divertirsi assieme. Cambia l’energia, serenità e
gioia, rigenerano e purificano l’aria, e possono davvero aiutare i pazienti,
specialmente i più piccoli e gli anziani, ad accettare il ricovero; per troppo tempo
la medicina si è limitata a prendere in esame solo la parte malata del bambino, noi
ci preoccupiamo invece di valorizzare la parte sana e giochiamo con essa. Quando
i dottori-clown arrivano in corsia, si respira un clima fiabesco, sono i bambini a
venire da noi e diventare i veri protagonisti, il tutto nel rispetto dell’ambiente,
senza intralciare il lavoro dei medici, né le terapie!
Il clown dottore non AIUTA solo il paziente, ma anche chi lo cura, e soprattutto
i familiari a ritornare ad un atteggiamento più positivo.
Attraverso la comicità:
Nel paziente:
•
si sdrammatizzano i trattamenti medici e si riducono paura e ansia,
associate alla degenza.
•
Ridere calma il dolore, in quanto distrae l'attenzione da esso (calma
temporanea) e quando lo stesso dolore riappare non ha più la stessa
intensità.
•
Miglioramento nella qualità del sonno in bambini che sono stati visitati
periodicamente da clown
Le figure professionali:
•
anche loro si distraggono per un po’, scaricando cosi la tensione
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•
facilitazioni nello svolgimento per esempio di punture, somministrazione
medicinali o visite mediche, in quanto con l’aiuto del Claun essi si lasciano
fare
I familiari:
•
distrazione e svago
•
vedono il loro figlio per un po’ sollevato e quindi di risposta anche loro
•
hanno modo poi di parlare di altro una volta che il clown è andato via,
cosicché continua la distrazione alla malattia
In generale:
•
Effetto di ringiovanimento e maggior durata della vita (i ricercatori finlandesi
del National Public Health Institute hanno dimostrato che esiste una stretta
relazione tra durata della vita e pensiero positivamente orientato).
•
Sviluppo della personalità e della propensione alla leadership
•
Miglioramento della capacità di lavorare in team.
•
Miglioramento delle relazioni interpersonali e maggiore consapevolezza di
sé.
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Pratica Operativa:
Anche la risata ha la sua fonetica!
VOCALI DA RIDERE
Il modo di ridere è un'importante via di comunicazione: a seconda delle vocali che
usiamo, la risata comunica stati d'animo differenti, modi diversi di essere. Cambiano
anche gli effetti su di noi e sugli altri, possiamo trovare la vocale più adatta a
rappresentare il nostro modo di ridere più autentico:
- la risata "ah, ah, ah": la "a" è la vocale delle risate di vero cuore, vitale, aperta e
solare come la personalità di chi ride in questo modo. Fa bene al cuore apre la
respirazione e aiuta la circolazione; è quindi utilissima per stress a stati d'ansia.
- la risata "oh, oh, oh": caratteristica di chi apprezza la buona cucina e si sente a
proprio agio soprattutto in una tavolata di amici. La risata in "o" è grassa o di pancia,
risuona nel ventre e dà benefici all'apparato digerente
- la risata "uh, uh, uh": è la più profonda , più vicina agli istinti. E' preziosa per
sciogliere la tensione, soprattutto quando si accumula nella schiena.
- la risata "eh, eh, eh" : risuona nella gola, che fa da ponte tra la testa e il cuore, tra le
emozioni e la razionalità. E' la risata caratteristica di chi privilegia la razionalità nel lavoro
e nelle relazioni. Sarcastica e pungente ha spesso per bersaglio qualcosa o qualcuno. Può
esprimere cinismo, difficoltà di contatto affettivo, tendenza a fuggire le emozioni.
Attenzione a non controllare troppo con la testa; lasciate andare un po' di più la vostra
parte emozionale, ne trarranno beneficio mente e corpo.
- la risata "ih, ih, ih": vibra nel naso e nella testa, ed è piuttosto mentale e controllata.
Così è la risata del sarcastico, di chi sta reprimendo l'aggressività. Sembra più una scarica
nervosa che un atto piacevole. Comunica spesso disagio, tensione o nervosismo, e può
significare un'aggressività repressa che sceglie questo modo per esprimersi
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I mezzi utilizzati!
Prima di tutto, cosa essenziale:
il SORRISO e la VOGLIA DI METTERSI IN GIOCO LIBERANDO IL CLAUN CHE E’
DENTRO OGNUNO DI NOI!
Dopodiché i mezzi impiegati all’interno delle varie stanze di degenza sono:
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•
•
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•
•
•
•
palloncini
trucchi di micro-magia
gags
scherzi
pupazzi e marionette
giocoleria
disegni
fantasia e creatività …e chi più ne ha più ne metta!
PS: c’è una nuova disciplina che si dedica allo studio
sistematico
del
ridere, del buonumore e del pensiero
positivo in funzione terapeutica come rimedio psicofisico:
GELONTOLOGIA (dal greco ghelos = riso, logos = scienza;
scienza della risata! )
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Il riso è uno starnuto mentale in grado di liberare
la mente e di creare unità tra mente e corpo,
che è poi la chiave della nostra salute!
(S.Freud).
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I benefici della risata!
Ridere fa buon sangue, dice un vecchio proverbio!
E ricerche scientifiche hanno confermato ciò!
È un vero e proprio farmaco, con tanto di indicazioni!
Dosaggio: una somministrazione di 15 minuti al giorno
Effetti: miglioramento della circolazione del sangue e prevenzione delle malattie
cardiovascolari.
Controindicazioni: nessuna!
Tutto ha inizio dal cervello, dove si trovano particolari strutture legate a circuiti
emozionali atti a trasmettere i segnali: il limbo e l’ippocampo.
Si attivano poi anche i nuclei grigi della base encefalica, il talamo, che sovrintende
la risata come centro sensoriale, e il corpo striato che induce le reazioni motorie.
Il cervello contiene più di 10 miliardi di cellule nervose; moltissime connessioni si
agganciano ad altri neuroni per portare notizie. Ogni neurone ha una sua
specializzazione. Quando la membrana di un neurone viene stimolata da un
impulso elettrico,la cellula produce una variazione di potenziale che eccita la sua
membrana e permette il passaggio dell’impulso ad una cellula vicina.
Molti gli organi coinvolti in questa attività, poiché il riso può essere considerato
tale, è equiparato infatti ad un esercizio di jogging! Vediamoli uno per volta:
Respirazione: il primo beneficio provocato da una risata lo riceve la
respirazione, che grazie ad essa diviene più profonda. L’aria nei polmoni è
rinnovata attraverso le fasi di espirazione ed inspirazione, tre volte più efficace che
in stato di riposo.
Le alterazioni del ritmo respiratorio intervengono sull’ossigenazione del sangue;
grazie all’aumento degli scambi polmonari tende ad abbassare il tasso di grasso
nel sangue, promuovendo un effetto benefico sul colesterolo; e,oltretutto
provocando il rilassamento muscolare delle fibre lisce dei bronchi, per azione del
sistema parasimpatico, può far cessare una crisi di asma!
Ormoni: il riso fa aumentare la produzione di quegli ormoni, quali adrenalina e
dopamina, che hanno il compito di liberare le nostre morfine naturali: endorfine,
encefaline e simili.
Endorfine: provocano una diminuzione del dolore e della tensione,
permettendo il
raggiungimento di uno stato di relax e tranquillità!
Gli effetti dell’endorfina scatenata dal ridere sono quattro: calmante,
antidolorifico, euforizzante e immunostimolante.
Encefaline: esaltano il sistema immunitario, aiutando a meglio combattere
le malattie.
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Muscolatura: per ridere si utilizzano oltre sessanta muscoli, tra pellicciai,
mimici, cervicali, ecc… mentre per piangere solo una ventina… Solo nel viso
vengono si attivano ben 15 muscoli.
La risata si riflette dall’espressione facciale ai muscoli del torace, degli arti
superiori e dell’addome, che alternativamente si contrae e si rilassa e innesca una
ginnastica addominale che migliora le funzioni del fegato e dell’intestino, sino agli
sfinteri; aiuta così a ridurre anche la stitichezza!
Non a caso dopo una risata a crepapelle si sentono i muscoli della pancia
doloranti, come pure le costole.
Circolazione sanguigna: la risata è capace di stimolare l’espansione
dell’endotelio, il rivestimento interno dei vasi sanguigni, favorendo così il
passaggio del sangue (esattamente come succede con l’esercizio fisico).
L’endotelio è il punto di partenza dei processi che portano all’ateriosclerosi, cioè
all’indurimento delle arterie e al loro restringimento, situazioni che aumentano il
rischio di infarto e di ictus. E se è vero che la risata aiuta a mantenere un
endotelio sano, è immaginabile che possa ridurre il rischio di malattie
cardiovascolari.
Con la risata il flusso sanguineo aumenta del 22%, mentre diminuisce del 35%
durante uno stress mentale!
Cuore: durante una risata, il cuore aumenta le pulsazioni anche fino a 120 battiti
al minuto
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Sorridi sempre anche se è un sorriso triste, perché non c’è nulla di più triste
della tristezza di non saper sorridere!
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….. far cappello!!!
Lavorare non significa necessariamente uscire di casa
alle 8 di mattina in giacca e cravatta, ma riuscire a
vivere di ciò che si ama fare: ecco perchè chi vive sulla
strada altro non è che un artista!
Che strano pensare che un innocuo e semplice esercizio che propone un giocoliere
sulla strada, è in molte zone d'Italia illegale e preso di mira.
Molti comuni forse non vogliono capire, o più semplicemente accettare l'idea che
un'artista possa esprimersi senza essere considerato un mendicante.
Non in tutto il territorio nazionale è possibile esibirsi in strada, mettendo il
cappello per la ricompensa dello spettacolo visto da parte della gente, ogni
comune sceglie la sua regolamentazione in questo ambito, e l’artista deve
richiedere dei permessi per poi potersi esibire.
Nel 2005 l’istanza presentata al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali dalla
FNAS (federazione nazionale arte di strada) diviene un Decreto e lo Spettacolo di
Strada entra a pieno titolo tra le attività dello spettacolo viaggiante.
E' stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n° 79 del 6 Aprile 2005, il
Decreto Ministeriale 28 Febbraio 2005, che riprende il contenuto di un’istanza che
la FNAS ha presentato al ministero e sulla quale ha insistito per oltre 3 anni, lo
spettacolo di strada se esercitato con un'apposita licenza rilasciata dal comune di
residenza (che si ottiene in modo davvero semplice e senza alcun costo), può
rientrare a tutti gli effetti nella legislazione dello spettacolo viaggiante (assieme a
Giostre e Circhi).
Questo ad esempio fa in modo che chi esercita con la propria licenza e partita Iva
(come artista singolo) non sia più soggetto ENPALS ( ente nazionale di previdenza
e assistenza per i lavoratori dello spettacolo) ma INPS (istituto nazionale
previdenza sociale) e possa pagare i contributi a forfait, contributi che gli verranno
riconosciuti a prescindere dalle giornate lavorative svolte.
Per le associazioni culturali, i soci (che si qualificano come co-titolari della licenza)
non dovranno più ottenere nessun "nulla osta" dall'ENPALS per l'attività svolta
dall'associazione stessa, se e in quanto amatoriale.
In oltre, come forse saprete, lo spettacolo viaggiante riserva moltissimi vantaggi
sotto il profilo normativo per quanto riguarda trasporti, contabilità,
sbigliettamento, regime contributivo ecc...
Tra l'altro il Ministero ha accolto l'idea di configurare una nuova sezione apposita
per questa nuova categoria, la sesta dell'Elenco relativo alle varie forme di
spettacolo viaggiante. Le limitazioni (imposte) sul numero degli scritturati (che
deve essere inferiore a 8) e sul numero delle repliche annue (inferiori a 150), sono
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state necessarie per attribuire all’esercizio un carattere strettamente legato all’
“artigianato dello spettacolo” e per distinguerlo dal resto delle attività dello
spettacolo viaggiante.
Gazzetta Ufficiale N. 79 del 6 Aprile 2005
MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
DECRETO 28 febbraio 2005
Inserimento di una nuova attrazione nell'elenco delle attività spettacolari, dei trattenimenti e delle attrazioni
dello spettacolo viaggiante, ai sensi dell'articolo 4 della legge 18 marzo 1968, n. 337.
IL DIRETTORE GENERALE
per lo spettacolo dal vivo e lo sport
del Ministero per i beni e le attività culturali
di concerto con
IL CAPO DELLA POLIZIA
direttore generale della pubblica sicurezza del
Ministero dell'interno
Vista la legge 18 marzo 1968, n. 337, che reca disposizioni sui
circhi equestri e sullo spettacolo viaggiante;
Visto l'art. 4 della predetta legge che prevede l'istituzione
dell'elenco delle attività spettacolari, dei trattenimenti e delle
attrazioni dello spettacolo viaggiante, con l'indicazione delle
particolarità tecnico costruttive, delle caratteristiche funzionali
e della denominazione delle medesime;
Visto l'art. 3 del decreto ministeriale 23 maggio 2003, recante
disciplina relativa alla tenuta ed all'aggiornamento del predetto
elenco;
Visto il decreto ministeriale 27 settembre 2004, di conferma del
decreto ministeriale 23 maggio 2003;
Visto il decreto interministeriale 23 aprile 1969 con cui e' stato
istituito l'elenco delle attività spettacolari, dei trattenimenti e
delle attrazioni ai sensi del citato art. 4;
Visti i decreti interministeriali 22 luglio 1981, 10 gennaio 1985,
1° giugno 1989, 10 novembre 1990, 10 aprile 1991, 9 aprile 1993,
23 luglio 1997, 8 maggio 2001, 7 gennaio 2002, 20 marzo 2003 e
29 ottobre 2003 con i quali si e' provveduto agli aggiornamenti del
predetto elenco;
Considerato che occorre procedere ad ulteriore aggiornamento dello
stesso con l'inserimento di una nuova attrazione nell'ambito di una
ulteriore sezione dell'elenco stesso;
Visto l'art. 4, comma 2 del decreto legislativo 8 gennaio 1998, n.
3;
Sentito il parere favorevole espresso nelle sedute del 28 ottobre
2004 dalla Commissione consultiva per le attività circensi e lo
spettacolo viaggiante di cui all'art. 1 n. 59 del decreto-legge 23
ottobre 1996 convertito nella legge 23 dicembre 1996, n. 650;
Decreta:
L'elenco delle attività spettacolari, dei trattenimenti e delle
attrazioni di cui all'art. 4 della legge 18 marzo 1968, n. 337, e'
integrato con la creazione di una nuova sezione e l'inserimento della
seguente nuova attrazione:
Sezione VI Spettacolo di strada Attività spettacolare svolta sul
territorio nazionale senza l'impiego di palcoscenico, di platea e
apprezzabili attrezzature, con il pubblico disposto in cerchio,
ovvero svolta in modo itinerante con il pubblico in movimento, grazie
alle sole capacità attoriali degli artisti, ovvero attraverso
l'impiego di «minimi» strumenti ad uso esclusivo degli artisti. Il
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numero degli addetti scritturati nell'attività' deve essere inferiore
ad 8 e il numero delle rappresentazioni eseguite nell'arco dell'anno
deve essere inferiore a 150".
Roma, 28 febbraio 2005
Il direttore generale
per lo spettacolo dal vivo e lo sport
del Ministero per i beni e le attività culturali
Nastasi
Il capo della Polizia
direttore generale della Pubblica sicurezza
del Ministero dell'interno
De Gennaro
Nella pagina successiva è riportata la cartina dell’ Italia con segnati tutti i paesi dove ci si può
esibire, e a susseguirsi la fotocopia del regolamento sull’arte di strada di Bassano del Grappa:
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Le ONLUS
(organizzazioni non lucrative di utilità
sociale)
Tra le varie tipologie di associazioni onlus, vi sono anche quelle di clownterapia; e
una tra le tante è VIP PADOVA facente parte di VIP ITALIA.
VIP (Viviamo In Positivo) Italia è una federazione ONLUS (organizzazione non
lucrativa di utilità sociale) è nata il 16 maggio 2003 raggruppa 31 associazioni
italiane di volontari claun (circa 1600 volontari).
In Italia la prima associazione VIP nasce a Torino il 15 febbraio 1997. E dal 2000
le associazioni VIP sono presenti in molti ospedali italiani dove i volontari clown
prestano servizio settimanalmente in corsia con adulti e bambini!
Ma vediamo un po’ cosa sono queste associazioni….
Le ONLUS fanno parte del settore delle aziende non profit, denominato anche
terzo settore, è costituito da aziende private che non hanno fine di lucro.
I promotori delle aziende non profit possono essere essi stessi fruitori dei servizi
prodotti (ad esempio nelle associazioni musicali o sportive) o possono agire per
spirito filantropico e solidaristico, senza trarne alcun beneficio personale dalla
gestione svolta e con reinvesti mento nella stessa dei mezzi ottenuti da eventuali
prestazioni effettuate a pagamento.
I soggetti operanti nel terzo settore possono essere:
-famiglie
-enti della pubblica amministrazione
-imprese
Il loro diffondersi è legato a contrastanti fenomeni,quali:
- la crisi dello stato sociale, con conseguante riduzione dei servizi collettivi offerti
dagli enti pubblici.
- l’accentuarsi di situazioni di disagio e povertà.
- l’incremento della ricchezza e del tempo libero di una parte della popolazione, in
grado
di
sviluppare
in forma associata sia attività ricreative e culturali sia attività assistenziali e di
solidarietà.
Sono dunque considerate ONLUS le associazioni, i comitati,le fondazioni, le società
cooperative e gli altri enti di carattere privato, con o senza personalità giuridica,i
cui statuti o atti costitutivi, redatti in forma pubblica o privata, prevedono
espressamente lo svolgimento di attività in uno o più di questi settori:
- Assistenza sociale e sociosanitaria
- Assistenza sanitaria
- beneficenza
- istruzione
- formazione
- Sport dilettantistico
- Tutela e valorizzazione di cose di interesse storico e artistico
- Tutela e valorizzazione dell’ambiente
- Promozione della cultura e dell’arte
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- Tutela dei diritti civili
- Ricerca scientifica di particolare interesse sociale
Le ONLUS devono svolgere la loro attività non a beneficio dei soci, ma in
prevalenza di soggetti esterni all’organizzazione che si trovino in condizioni
svantaggiate sotto l’aspetto fisico, fisico, psichico, economico, sociale o familiare.
Possono ricorrere all’autofinanziamento attraverso l’esercizio di attività lucrative
svolte negli stessi settori in cui operano, prescindendo dalle condizioni de soggetti
destinatari. L’esercizio di queste attività connesse è consentito a condizione che
non si tratti di attività prevalenti e che i proventi che ne derivano non superano i
due terzi (66%) delle spese complessive di gestione.
In
caso
di
scioglimento,esiste
l’obbligo
di
devolvere
il
patrimonio
dell’organizzazione ad altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale o a fini di
pubblica utilità.
Le ONLUS beneficiano di un ampia gamma di agevolazioni:
- Esclusione dalle imposte sui redditi delle attività istituzionale o ad esse
connesse
- Esenzione dal campo di applicazione dell’Iva
- Esenzione da imposte in caso di donazioni e successioni e di bollo
- Detrazioni fiscali a chi entro determinati limiti effettua erogazioni
liberali a favore delle ONLUS.
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30
---------------Bibliografia--------------•
Luci della Giocoleria, di Alessandro Serena e Karl-Heinz Ziethen. Stampa
alternativa.
•
Lo Zen del juggling, di Dave Finningan. Stampa alternativa.
•
Divertirsi diventando Clown, di Paolo michelotto. Troll edizioni.
•
Willeford W. (1969), Il Fool e il suo scettro.
Viaggio nel mondo dei clown, dei buffoni e dei giullari, Moretti & Vitali,
Bergamo 1998).
•
Mussoni L. (2003), Miloud. Il volto non comune di un clown, Fara,
Sant'Arcangelo di Romagna.
•
l'autobiografia di Buster Keaton Memorie a rotta di collo.
E’ la vita di uno dei più grandi clown dei giorni nostri!
•
Serie di libri sul circo di Giancarlo Pretini.
•
"La medicina del sorriso",di Caroline Simonds, Bernie Warren.
•
Juggling l’arte della giocoleria, di Adolfo Rossomando.
31
----------------------
film
------------------------
• Federico Fellini “i clowns”
• Clown in Kabul
• Charlie Chaplin “il circo”
• Federico Fellini “la strada”
• Patch Adams diretto da Tom Shadyac
• Ratataplan di Maurizio Nichetti
• Noviembre di Achero Manas (solo in spagnolo)
• Cirque du Soleil nei vari spettacoli
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________ Siti Internet ________
ddii rriiffeerriim
meen
nttoo
www.giocoleria.org
www.clownterapia.it
www.circostanza.org
www.margherito.com
www.jugglingmagazine.it
www.vippadova.org
www.fnas.org
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