La Mente: Il Campo Di Battaglia

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La Mente: Il Campo Di Battaglia
LA MENTE: IL CAMPO DI BATTAGLIA
Come vincere i pensieri negativi
e cambiare modo di pensare
di
Joyce Meyer
FREEDOM
1
A meno che non sia diversamente indicato, tutte le citazioni delle Scritture
del Vecchio Testamento sono state tratte dalla The Amplified Old
Testament copyright ©1965, 1987 della Zondervan Corporation, Grand
Rapids, Michigan. Utilizzata su concessione1.
A meno che non sia diversamente indicato, tutte le citazioni delle Scritture
del Nuovo Testamento sono state tratte dalla The Amplified New
Testament copyright ©1958, 1987 della Lockman Foundation. Utilizzata su
concessione1.
Le citazioni indicate con la sigla N.D. sono tratte da La Nuova Diodati.
Titolo Originale: Battlefield of the Mind: Winning the Battle in Your
Mind.
ISBN 0-89274-778-1 Copyright © 1995 by Joyce Meyer.
Life in the Word, Inc. P.O.Box 655 Frenton, Missouri 63026
All rights reserved under International Copyright Law. Contents and/or cover may not be
reproduced in whole or in part in any form without the express written consent of the Publisher.
This edition published by arrangement with Warner Books, Inc., New
York, New York, Usa. All rights reserved
Traduzione: Daniela Pipe (need to add address)
Revisione: Chiara Canciani
Grafica: Daniel Wilson
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1
L’autrice utilizza questa versione della Bibbia che non esiste in italiano, perciò i riferimenti sono
stati tradotti letteralmente.( n.d.e.).
2
DEDICA
Vorrei dedicare La Mente: il Campo di Battaglia a mio figlio
maggiore, David.
So che la tua personalità è così simile alla mia che anche tu hai
dovuto affrontare i tuoi problemi nel campo della mente. Ti vedo
crescere continuamente e so che adesso stai sperimentando la
vittoria che è frutto del rinnovamento della mente.
Ti amo David e sono orgogliosa di te. Persevera!
3
4
INDICE
Parte I: L’importanza della mente
1
2
3
4
5
6
7
Introduzione
La mente è il campo di battaglia
Una necessità vitale
Non arrenderti!
A poco a poco
Sii positivo
Spiriti che legano la mente
Pensa a quello che pensi
9
11
21
25
29
33
43
47
Parte II: Le condizioni della mente
Introduzione
8 Quando la mente è normale?
9 Una mente errante ed incerta
10 Una mente confusa
11 Una mente dubbiosa ed incredula
12 Una mente ansiosa e preoccupata
13 Una mente sospettosa, che giudica e critica
14 Una mente passiva
15 La mente di Cristo
57
59
65
71
79
91
103
117
125
Parte III: Le mentalità da deserto
Introduzione
149
16 “Il mio futuro è determinato dal mio passato e dal
mio presente.”
153
17 “Qualcuno lo faccia per me; non voglio responsabilità.... 159
18 “Rendi tutto facile; non ce la faccio se è troppo difficile!”167
19 “Non posso farci niente - sono abituato a brontolare,
criticare e lamentarmi.”
173
20 “Non mi fare aspettare; merito tutto immediatamente.” 181
21 “Forse il mio comportamento è sbagliato ma non è
colpa mia!”
189
22 “La mia vita è così triste e infelice che mi faccio pena.” 197
23 “Non merito le benedizioni di Dio perché non ne
sono degno.”
203
24 “Perché non dovrei essere geloso e invidioso quando gli
altri sono in una situazione migliore della mia?”
211
25 “O faccio a modo mio o niente.”
219
5
6
Parte 1:
L’importanza della mente
7
8
Introduzione
Poiché le armi della nostra battaglia non sono fisiche [armi di
carne e sangue], ma tramite Dio, hanno il potere di abbattere e
distruggere le fortezze, [nella misura in cui noi] rifiutiamo
discussioni, teorie e ragionamenti e ogni cosa orgogliosa e
altezzosa che si leva contro la [vera] conoscenza di Dio; e
sottomettiamo ogni pensiero e ogni proposito all’obbedienza di
Cristo (il Messia, l’Unto).
2 Corinzi 10:4,5
Come possiamo esprimere sufficientemente l’importanza dei nostri
pensieri allo scopo di comunicare il vero significato di Proverbi 23,7:
Come pensa nel suo cuore, così è...?
Più servo il Signore e studio la Sua Parola, più mi rendo conto
dell’importanza dei pensieri e delle parole, e mi accorgo che lo
Spirito Santo mi guida costantemente ad approfondire questo
argomento.
Ho già detto, e ne sono fermamente convinta, che finché viviamo
abbiamo bisogno di studiare il campo della mente e delle parole.
Non importa quanto già sappiamo su questo argomento: ci sono
sempre cose nuove da imparare, o quanto meno si deve
continuamente far memoria di cose imparate in precedenza.
Che cosa significa veramente Proverbi 23:7? La versione Nuova
Diodati dice: ...Come [un uomo] pensa nel suo cuore, così è....
Un’altra traduzione dice: ‘Come un uomo pensa nel suo cuore, così
diventa.’
La mente è la guida ed il precursore di tutte le azioni. Romani 8:5
spiega che quelli infatti che vivono secondo la carne e sono
guidati dai suoi empi desideri, pensano e perseguono le cose
che gratificano la carne, ma quelli che vivono secondo lo
Spirito e sono guidati dai desideri dello Spirito, cercano e si
concentrano sulle cose dello Spirito [Santo].
9
Le nostre azioni sono il risultato immediato dei nostri pensieri. Se
abbiamo una mente negativa, avremo una vita negativa.
Se, al contrario, rinnoviamo la nostra mente secondo la parola di
Dio, come ci promette Romani 12:2 faremo esperienza “della
perfetta volontà di Dio nella nostra vita, di ciò che è buono e a Lui
gradito.”
Ho suddiviso questo libro in tre parti, la prima delle quali tratta
dell’importanza dei pensieri. Desidero che tu capisca veramente e in
maniera definitiva che devi iniziare a “pensare a quello che pensi”.
I problemi di tante persone affondano le radici in modi scorretti di
pensare che, in realtà, sono la causa dei loro stessi problemi.
Satana offre a tutte le persone modi sbagliati di pensare, ma noi non
dobbiamo accettare la sua offerta. Impara, dunque, a riflettere su
quali modi di pensare sono graditi allo Spirito Santo e quali non lo
sono.
2 Corinzi 10:4,5 ci esorta a conoscere la Parola di Dio talmente bene
da poter confrontare i nostri pensieri con quelli di Dio ed essere in
grado di rigettare ed abbattere qualsiasi pensiero che impedisce la
conoscenza della Parola di Dio, sottomettendolo a Gesù Cristo.
Prego che questo libro ti aiuti a riuscirci.
La mente è il campo di battaglia. È di vitale importanza conformare i
nostri pensieri a quelli di Dio, ma questo è un processo lungo che
richiede impegno.
Non arrenderti mai, perché a poco a poco sarai trasformato. Più
cambi la tua mente in meglio, più la tua vita migliorerà e quando
inizierai a scorgere nei tuoi pensieri il piano di Dio, allora comincerai
a viverlo.
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Capitolo 1
La mente è il campo di battaglia
Poiché non combattiamo contro carne e sangue [non lottiamo
solo contro avversari fisici], ma contro i principati e le potestà,
contro [spiriti esperti] i dominatori di questo mondo di tenebra,
contro gli spiriti del male delle regioni celesti (soprannaturali).
Efesini 6:12
Da questo passo delle Scritture si evince che siamo in guerra.
Analizzando attentamente questo verso, ci rendiamo anche conto
che la nostra guerra non è contro altri esseri umani ma contro il
diavolo e i suoi demoni. Il nostro nemico, Satana, tenta di
sconfiggerci con strategie e inganni, attraverso piani accurati e
stratagemmi premeditati.
Il diavolo è bugiardo. Gesù lo chiamò bugiardo e padre della
menzogna (Giovanni 8:44). Egli mente, dicendoci cose di noi stessi,
di persone e circostanze che non sono vere; tuttavia, non ci racconta
la bugia nella sua interezza.
Inizia infatti col bombardare la nostra mente con un insieme,
accuratamente ideato, di pensieri martellanti, di sospetti, di dubbi, di
paure, di vaneggiamenti, di ragionamenti e di teorie. Si muove
lentamente e con cautela (poiché ci vuole tempo per pianificare
bene). Ricordiamoci che egli, dopo averci esaminati a lungo,
pianifica una strategia di guerra.
Conosce i nostri gusti, le nostre insicurezze, debolezze e paure. Sa
cosa ci dà fastidio più di qualunque altra cosa. Per sconfiggerci è
pronto ad investire tutto il tempo necessario, la pazienza, infatti è la
sua forza.
11
Abbattere le fortezze
Poiché le armi della nostra battaglia non sono fisiche [armi di
carne e sangue], ma tramite Dio, hanno il potere di abbattere e
distruggere le fortezze, [nella misura in cui noi] rifiutiamo
discussioni, teorie e ragionamenti e ogni cosa orgogliosa e
altezzosa che si leva contro la [vera] conoscenza di Dio; e
sottomettiamo ogni pensiero e ogni proposito all’obbedienza di
Cristo (il Messia, l’Unto).
2 Corinzi 10:4,5
Satana tenta di creare delle fortezze nella nostra mente attraverso
strategie accurate e abili inganni. La fortezza non è altro che un'area
in cui ci troviamo legati (come se fossimo in prigione) a causa di un
certo modo di pensare.
In questo passo, l’apostolo Paolo ci assicura che possediamo già le
armi di cui abbiamo bisogno per abbattere le roccaforti di Satana.
Tuttavia, parleremo di queste armi in un secondo momento, per
adesso, concentriamo ancora una volta la nostra attenzione sul fatto
che siamo in guerra, o, meglio, in un combattimento spirituale. Il
versetto cinque ci mostra chiaramente il campo in cui si svolge la
battaglia.
Il medesimo verso tratto da The Amplified Bible suggerisce che
dobbiamo
prendere
queste
armi
e
rifiutare
qualsiasi
argomentazione. Il diavolo, attraverso la nostra mente, entra in
discussione con noi, offrendoci teorie e ragionamenti.
La mente è il campo di battaglia.
Riassunto della situazione
Finora, pertanto, abbiamo visto che:
1.
Siamo coinvolti in una guerra.
2
Il nostro nemico è Satana.
3
La mente è il campo di battaglia.
12
4
Il diavolo lavora diligentemente per costruire fortezze nella
nostra mente.
5.
Il nemico agisce per mezzo di strategie e inganni (mediante
piani accurati e stratagemmi premeditati).
6.
Il diavolo non ha fretta, ma si prende tutto il tempo
necessario per realizzare i suoi piani.
Adesso esaminiamo meglio i suoi piani attraverso un esempio
pratico.
Il punto di vista di Mary
Mary e suo marito John non vivono un matrimonio felice. Litigano
continuamente, sono sempre arrabbiati, amareggiati e pieni di
risentimento. I loro due bambini soffrono dei problemi familiari a tal
punto che sia il loro comportamento che il loro rendimento scolastico
ne risentono. Uno dei bambini, inoltre, ha anche dei problemi di
stomaco a causa del nervosismo.
Il problema di Mary sta nel non permettere a John di essere il capo
famiglia. Lei è prepotente, vuole prendere tutte le decisioni,
amministrare i soldi ed educare i bambini. Vuole lavorare per essere
indipendente finanziariamente, è autonoma, sfacciata, esigente ed
assillante.
In questo momento potresti pensare: “Conosco la soluzione: Mary
ha bisogno di Gesù!”
Invece già Lo conosce! Lei ha accettato Gesù come Salvatore della
sua vita da cinque anni, tre anni dopo essersi sposata.
“Vuoi dire che non c’è stato un cambiamento in Mary da quando ha
riconosciuto Gesù come suo Salvatore?”
Sì, c’è stato un cambiamento. Mary crede che andrà in paradiso,
nonostante i suoi comportamenti negativi la facciano sentire
costantemente in colpa. Adesso ha trovato la speranza. Prima che
13
incontrasse Gesù era sempre infelice e senza speranza; ora invece
è solo infelice.
Mary sa bene che il suo atteggiamento è sbagliato e vuole cambiare.
Ha provato un paio di terapie e in ogni preghiera chiede a Dio di
poter vincere la rabbia, la ribellione, la mancanza di perdono, il
risentimento e l’amarezza. Perché dunque non ha visto nessun
miglioramento?
La risposta è in Romani 12,2: Non conformatevi a questo mondo
(questo secolo) [modellato e adattato a costumi esterni e
superficiali],
ma
trasformatevi
(cambiate)
rinnovando
[completamente] la vostra mente [con nuovi ideali e
atteggiamenti], per poter provare [personalmente] quale sia la
perfetta volontà di Dio, buona e a Lui gradita, e ciò che è buono,
a Lui gradito e perfetto [agli occhi di Dio per voi].
Mary ha delle fortezze nella mente, le ha avute per anni e non riesce
nemmeno a capire come si siano formate. Sa bene che non
dovrebbe essere ribelle, prepotente ed assillante, ma non sa cosa
fare per cambiare il suo carattere. Sembra che Mary, in certe
situazioni, reagisca in maniera del tutto inadeguata perché non
riesce a controllare le sue azioni. Mary non riesce a controllare le
sue azioni perché non riesce a controllare i suoi pensieri, e non
riesce a controllare i suoi pensieri perché ci sono fortezze nella sua
mente che il diavolo ha costruito ormai da tempo.
Satana, infatti, lavora mediante piani accurati, intesse i suoi inganni
premeditandoli durante la nostra infanzia. Nel caso di Mary, i
problemi sono iniziati molto tempo prima, quando era bambina.
Mary aveva avuto un padre estremamente autoritario che spesso la
sculacciava solo perché era di cattivo umore. Non appena faceva un
errore lui sfogava la sua rabbia su di lei. Per anni soffrì impotente
tutte le volte che il padre maltrattava sia lei che sua madre,
mancando loro di rispetto. Al contrario, il fratello di Mary non
sbagliava mai, era sempre il favorito semplicemente perché era un
maschio.
Già all’età di sedici anni Satana le aveva fatto il lavaggio del cervello
dicendole bugie del tipo: “Gli uomini si sentono sempre superiori.
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Sono tutti uguali, non ti puoi fidare di loro, ti feriranno e
approfitteranno di te. Se fossi un uomo avresti la vita facile, potresti
fare quello che vorresti, dando ordini, comandando, trattando la
gente come ti pare e nessuno (soprattutto né moglie né figli)
potrebbe impedirtelo.
Di conseguenza, Mary decise che quando sarebbe andata via di
casa, nessuno l’avrebbe più potuta comandare!
Satana le aveva dichiarato guerra nel campo di battaglia della sua
mente. Prova a ripetere questi pensieri continuamente, centomila o
più volte per dieci anni e prova a vedere se poi sei pronta a sposarti
e a diventare una moglie dolce, sottomessa e adorabile. Anche se
per miracolo vorresti esserlo, non sapresti nemmeno come fare.
Questa è la confusione in cui oggi si trova Mary. Che può fare?
Come può cambiare questa situazione?
Le armi della Parola
...Se dimorate nella mia parola [se rimanete fedeli ai miei
insegnamenti e li mettete in pratica], sarete veramente miei
discepoli, conoscerete la Verità, e la Verità vi farà liberi.
Giovanni 8:31,32
In questo passo Gesù ci dice come dobbiamo riuscire ad ottenere la
vittoria sulle bugie di Satana. Prima di tutto dobbiamo conoscere la
Verità di Dio in noi, rinnovare la nostra mente con la Sua Parola e
poi usare le armi specificate in 2 Corinzi 10:4,5 per abbattere le
fortezze ed ogni cosa altezzosa ed orgogliosa che si alza contro la
conoscenza di Dio.
Queste “armi” sono costituite dalla Parola di Dio che riceviamo
tramite predicazioni, insegnamenti, libri, CD, seminari e lo studio
personale della Bibbia. Ma dobbiamo dimorare con perseveranza
nella Parola finché diventi rivelazione dello Spirito Santo. La
perseveranza è importante. In Marco 4:24 Gesù dice: “Con la
stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi
[il pensiero e lo studio che dedicate alla verità che ascoltate,
ritornerà a voi in termini di virtù e conoscenza]”. Ripeto,
dobbiamo usare continuamente le armi della Parola.
15
Altre due armi spirituali a nostra disposizione sono la lode e la
preghiera. La lode sconfigge il diavolo più velocemente di qualsiasi
altro piano di battaglia, ma la lode dev’essere sincera, deve nascere
dal cuore e non semplicemente dalle labbra o da un metodo che si
prova per vedere se funziona. La lode e la preghiera sono a loro
volta legate alla Parola. Noi glorifichiamo Dio secondo la Sua Parola
e la Sua bontà.
La preghiera ci mette in relazione con la Trinità, consiste nel
chiedere aiuto a Dio o nel parlarGli di qualcosa che ci preoccupa.
Se vuoi avere successo nella vita di preghiera, devi sviluppare una
buona relazione personale con il Padre. Devi essere consapevole
che ti ama, che è misericordioso e che ti aiuterà. Impara a
conoscere Gesù; Lui ti è amico ed è morto per te. Impara a
conoscere lo Spirito Santo che è sempre Colui che ti assiste.
Lasciati aiutare da Lui.
Incomincia ad usare la Parola di Dio nelle tue preghiere. La Parola di
Dio e i nostri bisogni sono alla base del nostro incontro con Dio.
Pertanto la Parola, e i Suoi molteplici usi, sono la nostra arma.
Come ci dice San Paolo in 2 Corinzi, le nostre armi non sono fisiche
bensì spirituali. Abbiamo bisogno di armi spirituali per combattere
potenze demoniache, e il diavolo stesso. Persino Gesù nel deserto
ha usato la Parola come arma per sconfiggere il nemico (Luca 4:113). Ogni volta che il diavolo mentiva, Gesù rispondeva “sta scritto”,
citando proprio la Parola.
Man mano che Mary imparerà ad usare le armi inizierà ad abbattere
le fortezze che sono state costruite nella sua mente. Conoscerà la
verità che la renderà libera. Capirà che non tutti gli uomini sono
come suo padre, alcuni si, ma non tutti. Non lo è certo suo marito
John, che la ama tantissimo.
Il punto di vista di John
L’altra parte della storia riguarda John. Anche lui ha dei problemi che
sono determinanti sulla situazione matrimoniale e familiare in cui lui
e Mary si trovano.
16
John dovrebbe assumere la sua posizione di capo di famiglia. Dio
desidera che lui sia il sacerdote della sua casa. Come Mary, anche
lui è rinato (nello spirito) ed è consapevole del ruolo che dovrebbe
occupare in famiglia.
Sa che non dovrebbe permettere alla moglie di comandarlo, di
gestire la casa, le finanze ed i bambini. Ma nonostante lo sappia,
non fa nulla per cambiare le cose, si sente sconfitto e reagisce
rifugiandosi nella televisione e nello sport.
John sfugge alle proprie responsabilità perché odia confrontarsi.
Preferisce avere un atteggiamento passivo e pensare: “Se lascio
perdere forse tutto si risolverà da sé” Oppure giustifica la sua
passività dicendo: “Pregherò per questa situazione.” Naturalmente la
preghiera è importante, ma non deve essere usata come mezzo per
evitare le responsabilità.
Adesso chiarirò cosa intendo dire quando dico che John a casa
dovrebbe assumere il ruolo assegnatogli da Dio. Non dico che
dovrebbe comportarsi da “macho”, affermando la sua autorità con
ira. Efesini 5:25 ci insegna che un uomo dovrebbe amare la propria
moglie come Gesù ha amato la Sua Chiesa. John dovrebbe
assumersi le sue responsabilità e, con queste, anche l’autorità.
Dovrebbe essere deciso con la moglie, affettuoso ma determinato.
Dovrebbe rassicurare Mary che nonostante da bambina sia stata
ferita, abbandonandosi con fiducia a Dio, capirà che non tutti gli
uomini sono come suo padre.
John dovrebbe fare molte cose ma, come Mary, anche lui, con il suo
modo di pensare, apre la porta al demonio il quale lo tiene
sottomesso. Anche nella mente di John c’è una battaglia. Come
Mary, da bambino subì delle violenze verbali. Sua madre, una donna
dal temperamento autoritario, aveva una lingua tagliente e spesso
gli diceva cose che lo ferivano, come per esempio: “ John sei un
disastro, non riuscirai mai”.
John si sforzava di farle piacere perché cercava la sua approvazione
(come del resto tutti i bambini), ma più ci provava, più falliva. Era
molto impacciato e la madre non faceva altro che ripetergli che era
goffo. Di conseguenza, lui faceva continuamente cadere le cose
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perché, nel tentativo di piacere alla madre, s’innervosiva e
sbagliava.
Purtroppo, era stato anche rifiutato dai bambini con i quali avrebbe
desiderato fare amicizia.
Questo genere di cose capitano a tutti nella vita, ma nel caso di
John lo distrussero, perché lui era stato già rifiutato dalla madre.
Inoltre, nei primi anni di scuola superiore era stato anche respinto da
una ragazza, di cui era tanto innamorato. Una volta che tutte queste
cose si erano accumulate nella vita di John e il diavolo aveva agito
su di lui, costruendo per anni fortezze nella sua mente, John finì per
essere una persona silenziosa, timida e riservata.
Così, John è una persona semplice che preferisce passare
inosservato. Da anni i suoi pensieri sono simili al seguente: ”Non ha
senso dire agli altri quello che pensi, non ascolterebbero comunque.
Se vuoi che le persone ti accettino devi fare quello che vogliono
loro”.
Quelle poche volte in cui aveva provato a farsi valere in qualcosa,
aveva finito col perdere, così era arrivato alla conclusione che non
vale la pena confrontarsi.
“Alla fine non faccio altro che perdere”, diceva fra sé e sé, “quindi,
perché provarci?”
Qual’è la risposta?
Lo Spirito del Signore [è] su di Me, perché Mi ha consacrato
[come l’Unto, il Messia] per annunziare ai poveri il lieto
messaggio (Il Vangelo); per proclamare ai prigionieri la
liberazione, ridare la vista ai ciechi, rimettere in libertà gli
oppressi [coloro che sono oppressi, feriti, schiacciati, abbattuti
da tragedie], a proclamare l’anno di grazia del Signore [l’anno in
cui la salvezza e i favori gratuiti di Dio abbonderanno
copiosamente].
Luca 4:18,19
18
Non è difficile provare ad immaginare la vita familiare di John e Mary
con tutti i loro problemi. Ricorda, ho detto che c’erano molte liti, ma
questo non significa che il conflitto era sempre una guerra aperta. Al
contrario, molte volte il conflitto è come una rabbia latente di cui tutti
sono consapevoli in casa, ma nessuno l’affronta. L’atmosfera in
famiglia è terribile e il diavolo ne gioisce!
Che cosa ne sarà di John, Mary e i loro bambini? Ce la faranno?
Sono cristiani e sarebbe un peccato vedere il fallimento del loro
matrimonio e la rovina della loro famiglia. Eppure, la decisione
spetta a loro. Giovanni 8:31,32 è un passo chiave per la loro
decisione. Se continueranno a studiare la Parola di Dio,
conosceranno la Verità e agendo secondo Verità saranno liberati.
Ma ognuno di loro deve affrontare la verità su se stesso e il proprio
passato, così come gli è rivelata da Dio.
La Verità è sempre rivelata dalla Parola; purtroppo però non sempre
riusciamo a capirla. È doloroso confrontarsi con i propri errori. In
genere, si tende a giustificare i cattivi comportamenti, permettendo
al proprio passato e al modo in cui si è cresciuti di avere un’influenza
negativa sulla propria vita.
Il nostro passato ci fa capire perché stiamo soffrendo, ma non
dobbiamo usarlo come scusa per rimanere legati. Nessuno può
giustificarsi, Gesù infatti è sempre pronto a realizzare la Sua
promessa e a liberare “i prigionieri”. Ci accompagnerà al traguardo
della vittoria in qualsiasi campo, purché siamo disposti a camminare
con Lui fino alla fine.
La via di uscita
Poiché nessuna tentazione (nessuna prova che induce al
peccato, non importa da dove viene e dov’è diretta) vi ha
sorpresi se non umana [cioè non avete avuto nessuna
tentazione o prova che va al di là della sopportazione umana,
che non sia adeguata, adattata e appartenga all’esperienza
umana, e tale da essere sopportabile all’uomo]. Ma Dio è fedele
[alla Sua Parola e alla Sua natura misericordiosa], ed Egli [ci si
può fidare] non permetterà che siate tentati e provati oltre le
vostre forze e la vostra capacità di sopportazione, ma con la
19
tentazione vi darà [sempre] anche la via d’uscita (i mezzi per
rifugiarvi al sicuro), affinché possiate avere la capacità, la forza
e il potere di sopportarla pazientemente.
1 Corinzi 10:13
Spero che da questa storia, presa come esempio, tu possa vedere
come Satana usi le nostre circostanze per costruire fortezze nella
nostra vita e come dichiari guerra nel campo di battaglia della nostra
mente. Ma grazie a Dio, noi possediamo le armi per abbattere le
fortezze. Dio non ci abbandona, non ci lascia senza aiuto. La prima
lettera ai Corinzi nei versetti 10:13 ci promette che Dio non
permetterà che siamo tentati più di quanto possiamo sopportare, ma
ci darà la soluzione, la via d’uscita ad ogni tentazione.
Chiunque si può identificare in Mary e John. Sono certa che la
maggior parte di noi può rivedersi in questa situazione. I loro
problemi sono interiori, nei loro pensieri e atteggiamenti, e il loro
comportamento esterno è solo il risultato della loro vita interiore.
Satana sa bene che se può controllare i nostri pensieri, può anche
gestire le nostre azioni.
Potrebbero esserci delle fortezze enormi nella tua vita che hanno
bisogno di essere demolite. Lascia che ti incoraggi col dirti che Dio è
dalla tua parte. C’è una guerra in corso e la tua mente è il campo di
battaglia. Ma la buona notizia è che Dio combatte al tuo fianco.
20
Capitolo 2
Una Necessità Vitale
Come pensa nel suo animo, cosi è…
Proverbi 23:7
Questo passo delle Scritture ci fa capire quanto sia importante
pensare positivamente. I pensieri infatti hanno un certo potere che,
secondo l’autore del libro dei Proverbi, è potere creativo. Se i nostri
pensieri influenzano il nostro modo di essere è quindi di
fondamentale importanza pensare correttamente.
É necessario allora allineare il nostro modo di pensare con quello di
Dio.
Non possiamo avere una vita positiva e una mente negativa.
La mente della carne
contro la mente dello spirito
Quelli infatti che vivono secondo la carne e sono dominati dai
suoi empi desideri, pensano e perseguono le cose che
gratificano la carne, ma quelli che vivono secondo lo Spirito e
sono guidati dai desideri dello spirito cercano e si concentrano
sulle cose che soddisfano lo Spirito [Santo].
Romani 8:5
Nella versione della Bibbia King James all’ottavo capitolo della
lettera ai Romani leggiamo che se “ci preoccupiamo” delle cose
della carne vivremo secondo la carne; ma se “ci preoccupiamo” delle
cose dello Spirito, vivremo secondo lo Spirito.
In altre parole, se abbiamo pensieri carnali, sbagliati e negativi non
possiamo vivere secondo lo Spirito. È come se un modo nuovo di
pensare, simile a quello di Dio, sia una necessità vitale per una vita
cristiana di successo.
21
Ci sono momenti in cui trascuriamo certe cose perché ne
sottovalutiamo l’importanza, ma quando poi ci rendiamo conto che
tralasciandole ci procureranno dei problemi, le rivalutiamo e ce ne
occupiamo.
Supponiamo per esempio che la banca ci contatti per informarci che
abbiamo uno debito di 500 euro. Immediatamente, ci occupiamo del
problema. Probabilmente scopriamo che abbiamo dimenticato di
fare un versamento che invece credevamo di aver effettuato. Così
andiamo di corsa in banca a saldare il conto per evitare ulteriori
complicazioni.
Con un processo molto simile dovremmo rinnovare la nostra mente.
La nostra vita, infatti, potrebbe essere in uno stato di disordine
poiché per anni abbiamo pensato in maniera errata. Se così fosse, è
importante rendersi conto che le cose non si risolveranno finché non
mettiamo a posto la nostra mente.
Questo è un processo di fondamentale importanza. Considera
seriamente di abbattere le fortezze che Satana ha costruito nella tua
mente. Usa le armi della Parola, della lode e della preghiera.
Per lo Spirito
…Non per forza ne per potenza, ma per il Mio Spirito, dice il
Signore degli eserciti.
Zaccaria 4:6
Il modo migliore per ottenere la libertà è chiedere aiuto a Dio, e
chiederlo spesso.
La preghiera (petizione) è una delle armi a tua disposizione. Non
puoi superare la tua situazione solo con la determinazione. La
determinazione è necessaria, ma solo se è determinazione nello
Spirito Santo, non nello sforzo della carne. Lo Spirito Santo è il tuo
aiuto; cercaLo e confida in Lui, non puoi farcela da solo.
22
Una necessità vitale
Per il credente pensare in modo giusto è una necessità vitale,
qualcosa di così importante di cui non si può fare a meno. Come per
esempio sono vitali il battito del cuore o la pressione del sangue,
senza i quali non ci sarebbe vita.
Alcuni anni fa il Signore mi convinse di questa verità, cioè di quanto
sia necessaria un'amicizia personale con Lui, basata sulla preghiera
e sulla Parola. Fino ad allora mi era molto difficile, finché Egli mi
mostrò che è una necessità vitale. Così come la mia vita fisica
dipende dai parametri vitali, la mia vita spirituale dipende dal
trascorrere costantemente tempo prezioso con Dio. Quando ho
capito che la Sua compagnia era indispensabile, l’ho messa al primo
posto nella mia vita.
Allo stesso modo, quando ho capito che un giusto modo di pensare
è fondamentale per una vita vittoriosa, sono diventata molto più
seria nel riflettere su quello che penso e ho iniziato a scegliere i miei
pensieri molto più attentamente.
Come pensi così sei
Se prendi un albero buono (in buona salute) anche il suo frutto
sarà buono, se prendi un albero marcio (cattivo e malato) anche
il suo frutto sarà marcio; dal frutto infatti si riconosce l’albero.
Matteo 12:33
La Bibbia dice che l’albero si riconosce dal frutto.
Lo stesso vale per la nostra vita: i pensieri portano frutto. Se hai
pensieri buoni, i frutti nella tua vita saranno buoni. Se hai pensieri
cattivi, i frutti nella tua vita saranno cattivi.
Infatti, osservando l’atteggiamento di una persona possiamo intuire
che tipo di pensieri prevalgono nella sua vita. Come una persona
dolce e gentile non ha pensieri cattivi e di vendetta; allo stesso
modo, una persona cattiva non ha pensieri buoni e affettuosi.
23
Ricorda Proverbi 23:7 e lascia che questa parola trasformi la tua
vita: come pensi nel tuo animo così sei.
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Capitolo 3
Non Arrenderti
E non scoraggiamoci, né stanchiamoci di agire correttamente e
di fare il bene perché a suo tempo e nella stagione giusta
mieteremo, se non ci perdiamo di coraggio e non desistiamo.
Galati 6:9
Per quanto sia difficile la condizione in cui ti trovi, non arrenderti!
Riconquista i territori che ti sono stati rubati dal diavolo. Se
necessario, riconquistali centimetro per centimetro, confidando nella
grazia di Dio e non nelle tue forze.
In Galati 6:9 l’apostolo Paolo ci incoraggia a perseverare! Non
lasciatevi scoraggiare! Non abbiate il “vecchio spirito arrendevole”.
Dio cerca persone, che con Lui, sono pronte ad andare fino in fondo.
Attraversa
Se dovrai attraversare le acque sarò con te, i fiumi non ti
sommergeranno; se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti
brucerai o scotterai, la fiamma non ti potrà bruciare. Isaia 43:2
Qualsiasi cosa stai affrontando nella tua vita in questo momento, ti
esorto a superarla, senza arrenderti!
Nel libro di Abacuc 3:19 leggiamo che avremo piedi di gazzelle (la
gazzella è un animale che scala le montagne agilmente) per
camminare [non immobilizzarci nel terrore, ma camminare] e
avanzare [spiritualmente] sulle alture [dei problemi, della
sofferenza o della responsabilità]!
Dio ci aiuta a progredire spiritualmente standoci vicini, fortificandoci
e incoraggiandoci a perseverare nei momenti difficili.
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È facile arrendersi, per perseverare, invece, ci vuole fede. La
scelta è tua.
Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho
posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione;
scegli dunque la vita tu e la tua discendenza.
Deuteronomio 30:19
Ogni giorno ci si presentano migliaia e migliaia di pensieri, la mente
ha bisogno di rinnovarsi per seguire lo Spirito e non la carne. La
nostra mente carnale (influenzata dal mondo) ha agito liberamente
per così tanto tempo che non è per niente difficile circondarsi di
pensieri negativi.
Dobbiamo, dunque, scegliere deliberatamente di pensare
positivamente e, una volta deciso di avere una mente simile a quella
di Dio, dobbiamo costantemente scegliere di scegliere i pensieri
giusti.
Quando iniziamo a percepire che la battaglia della mente si fa
difficile e abbiamo l’impressione di non farcela, dobbiamo essere in
grado di rigettare quei pensieri e scegliere di pensare che ci
riusciremo! Non solo dobbiamo convincerci che ce la faremo ma
dobbiamo anche decidere di non arrenderci. Non appena siamo
bombardati da dubbi e paure, dobbiamo fermarci e ripetere a noi
stessi: “Non mi arrenderò mai! Dio è al mio fianco, mi ama e mi
aiuta!”
Nella vita avremo tante decisioni da prendere. In Deuteronomio
30:19 il Signore dice al Suo popolo che gli aveva posto dinanzi la
morte e la vita e lo esortava a scegliere la vita. E in Proverbi 18:21
leggiamo che “morte e vita sono in potere della lingua e chi ad
esse si abbandona ne mangerà il frutto...”
Poiché i pensieri si concretizzano nelle parole è di vitale importanza
scegliere pensieri che generano vita; se così faremo le parole giuste
seguiranno.
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Non arrenderti!
Quando la battaglia ti sembra interminabile e hai la sensazione di
non farcela, devi ricordarti che stai riprogrammando, sul modello
della mente divina, una mente che è molto carnale e influenzata dal
mondo.
Impossibile? No!
Difficile? Sì!
Ma ricorda che Dio è dalla tua parte. Credo che Lui sia il miglior
“programmatore di computer” che esista (la tua mente è come un
computer che ha accumulato una vita di spazzatura). Dio sta
lavorando su di te con costanza, o meglio Lui lo fa se è stato invitato
ad avere controllo sui tuoi pensieri. Sta riprogrammando la tua
mente, devi solo collaborare e non arrenderti!
Ci vorrà tempo e non sarà facile, ma se scegli il Suo modo di
pensare sei sicuramente nella giusta direzione. Dopotutto, dobbiamo
usare il tempo in qualche modo; perché, dunque, non scegliere di
usarlo per andare avanti, anziché rimanere nella confusione per il
resto della nostra vita.
Voltati e prendi possesso!
Il Signore nostro Dio ci disse sull’Oreb: “Avete dimorato troppo
a lungo su questa montagna. Voltatevi, riprendete il vostro
viaggio e andate verso le montagne degli Amorrei ... Ecco, vi ho
posto il paese dinanzi, entrate e prendete in possesso il paese
che il Signore ha giurato di dare ai vostri padri, Abramo, Isacco
e Giacobbe e ai loro discendenti dopo di loro”.
Deuteronomio 1: 6-8
In Deuteronomio 1:2 Mosè fa notare agli Israeliti che era un viaggio
di soli undici giorni, quello fino alla frontiera di Canaan (la Terra
Promessa), eppure loro impiegarono quarant’anni. Nel verso 6 disse
loro: “Il Signore Dio dice: “avete dimorato troppo a lungo su questa
montagna””.
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E tu, hai dimorato abbastanza sulla stessa montagna? Hai impiegato
quarant’anni a fare un viaggio di undici giorni?
Nella vita, mi sono dovuta svegliare e rendermi conto che non stavo
concludendo nulla. Ero una cristiana senza vittoria. Come Mary e
John, anch’io avevo una mentalità sbagliata e tante fortezze che
erano state costruite negli anni. Il diavolo mi aveva mentito e io gli
avevo creduto, vivendo così nell’inganno.
Ero rimasta troppo a lungo sulla stessa montagna. Avevo impiegato
quarant’anni a fare un viaggio che sarebbe potuto essere molto più
breve se solo avessi saputo la verità sulla Parola di Dio.
Dio mi mostrò che gli Israeliti erano rimasti nel deserto perché
avevano una “mentalità da deserto“, un modo di pensare sbagliato
che li aveva tenuti schiavi. Tuttavia, affronteremo questo argomento
in un altro capitolo, per adesso lascia che ti esorti a prendere la
ferma decisione di rinnovare la tua mente e di scegliere con cura i
tuoi pensieri. Deciditi a non desistere o arrenderti fin quando avrai la
vittoria completa e avrai preso possesso dell’eredità che ti spetta.
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Capitolo 4
A poco a poco
Il Signore tuo Dio scaccerà a poco a poco quelle nazioni dinanzi
a te, tu non le potrai distruggere velocemente, altrimenti le
bestie selvatiche si moltiplicheranno tra di voi.
Deuteronomio 7:22
Il rinnovamento della mente avviene a poco a poco, non c’è da
scoraggiarsi se si progredisce lentamente.
Proprio prima che gli Israeliti entrassero nella Terra Promessa, il
Signore disse loro che avrebbe mandato via i nemici dinanzi a loro a
poco a poco, per timore che “le bestie selvatiche aumentassero tra
di loro”.
Personalmente, credo che la “bestia“ sia l’orgoglio, quell’orgoglio
che ci consumerebbe se ricevessimo troppa libertà, troppo in fretta.
È meglio essere liberati gradualmente, in questo modo apprezziamo
di più la libertà e la consideriamo un dono di Dio, piuttosto che
qualcosa che possiamo conquistarci da soli.
La sofferenza precede la liberazione
E dopo una breve sofferenza, il Dio di ogni grazia [che concede
ogni benedizione e favore] il quale vi ha chiamati alla Sua gloria
eterna in Cristo Gesù, Egli stesso vi completerà secondo il Suo
piano, vi confermerà saldi, dandovi forza e stabilità.
1 Pietro 5:10
Perché dobbiamo soffrire per un po’? Credo che sia perché dal
momento in cui ci rendiamo conto che abbiamo un problema, al
momento in cui Gesù ci libera, passiamo attraverso una fase di
sofferenza, di conseguenza quando avviene la liberazione la gioia è
ancora più grande. Inoltre, quando proviamo ad essere
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autosufficienti e sbagliamo, ci rendiamo conto che dobbiamo sperare
nel Signore e non appena Egli compie ciò che non possiamo fare da
soli, i nostri cuori si colmano di gratitudine e lode.
Nessuna condanna
Non c’è, dunque, più nessuna condanna per quelli che sono in
Cristo Gesù che vivono non secondo la carne ma secondo lo
Spirito.
Romani 8:1
Non abbatterti nelle difficoltà o nei giorni storti; rialzati, scuoti la
polvere e ricomincia. Quando un bambino impara a camminare,
prima di diventare sicuro di sé, cade tantissime volte e nonostante
pianga dopo la caduta, è sempre pronto ad alzarsi e a riprovare.
Il diavolo ce la metterà tutta per fermarti in questo processo di
rinnovamento della mente. Sa bene che, una volta che hai imparato
a scegliere i pensieri corretti e a rigettare quelli sbagliati, non avrà
più nessun potere su di te. Proverà a fermarti scoraggiandoti,
facendoti sentire in colpa e condannandoti.
E quando il senso di colpa arriva, usa la Parola come “arma“. Cita
Romani 8:1, ricordando a Satana e a te stesso che non vivi secondo
la carne ma secondo lo Spirito. Vivere secondo la carne significa
confidare in se stessi, vivere secondo lo Spirito significa confidare in
Dio.
Quando sbagli (perché ti succederà) non crederti un fallito, pensa
semplicemente che non tutto quello che fai è sempre giusto.
Dobbiamo accettare le nostre forze e le nostre debolezze. Lascia
che Cristo sia forte nella tua debolezza e che sia la tua forza nei
giorni della tua debolezza.
Ripeto: non accettare nessuna condanna. Ci vorrà tempo ma la
vittoria arriverà “a poco a poco”.
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Non Scoraggiarti
Perché ti rattristi, anima mia? Perché in me gemi e ti inquieti?
Spera in Dio, attendilo fiduciosamente, poiché ancora lo loderò,
mio aiuto e mio Dio.
Salmo 42:5
Lo scoraggiamento distrugge la speranza, è normale quindi che il
diavolo provi sempre a scoraggiarci. Senza la speranza ci
arrendiamo e il diavolo spera proprio in questo. La Bibbia ci invita
continuamente a non lasciarci scoraggiare o confondere. Dio lo sa
che non possiamo essere vittoriosi se ci scoraggiamo, ecco perché
non appena intraprendiamo qualcosa Egli ci incoraggia sempre e ci
ripete: “Non temere, coraggio”. Dio ci vuole incoraggiati, non
scoraggiati.
Quando ti senti assalire dallo scoraggiamento o da un senso di
colpa, esamina quello che pensi. Che tipo di pensieri affollano la tua
mente? Pensieri come per esempio: “Non ce la farò; è troppo
difficile. Sbaglio sempre, è sempre così, non cambierà mai nulla.
Sono sicuro che per gli altri non è così difficile rinnovare la loro
mente. Non ce la faccio più, sono stanco di provarci. Prego, ma è
come se Dio non mi sentisse. Forse Dio non ascolta le mie
preghiere perché è troppo deluso di me”.
Se hai pensieri simili, non mi meraviglia che ti scoraggi e ti senti
oppresso. Ricordati che “diventi quello che pensi”. Se hai pensieri di
scoraggiamento, allora ti scoraggerai. Se hai pensieri che ti
colpevolizzano, allora ti sentirai in colpa. Cambia il tuo modo di
pensare e sarai libero!
Invece di pensare negativamente, pensa in questo modo: “Le cose
si muovono lentamente, ma grazie a Dio qualcosa progredisce.
Sono contentissimo di essere sulla strada giusta che mi conduce
alla libertà. Ieri ho avuto una giornataccia, non ho fatto altro che
avere pensieri negativi tutto il giorno. Padre, perdonami e aiutami a
perseverare. Ho sbagliato, ma almeno in futuro non rifarò lo stesso
errore. È un nuovo giorno e Tu mi ami, la Tua misericordia si rinnova
ogni mattina”.
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“Mi rifiuto di scoraggiarmi e di sentirmi in colpa. Padre, la Bibbia mi
assicura che Tu non mi condanni. Hai mandato Gesù a morire per
me. Starò bene, oggi sarà un grande giorno, Tu mi aiuterai a
scegliere pensieri positivi.”
Sono sicura che in questo modo di pensare allegro e positivo, simile
a quello di Dio, puoi già sentire la vittoria.
Noi vorremmo che tutto accadesse immediatamente. Il frutto della
pazienza è già in noi, ma deve essere elaborato e fatto affiorare.
Certe volte Dio impiega tempo nel condurci alla piena liberazione.
Usa lunghi periodi di attesa allo scopo di provare la nostra fede e
permettere alla pazienza di perfezionarci (Giacomo 1:4, KJV). Ma i
tempi di Dio sono perfetti, Egli non è mai in ritardo.
Ecco un altro modo positivo di pensare: “Ho fiducia, mio Dio. Credo
che Tu stia operando in me sebbene io non ti senta e nonostante le
apparenze. Hai iniziato la Tua opera in me e la completerai”
(Filippesi 1:6; 2:13).
È proprio in questo modo che puoi usare efficacemente la Parola
come arma per abbattere le fortezze. Ti raccomando non solo di
scegliere di proposito pensieri positivi, ma di fare uno sforzo ulteriore
e proclamandoli ad alta voce come confessione.
Ricordati che Dio ti sta liberando a poco a poco, non ti scoraggiare
quindi e non abbatterti quando sbagli.
Sii paziente con te stesso!
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Capitolo 5
Sii positivo
...Sia fatto secondo la tua fede...
Matteo 8:13
Una mente positiva genera una vita positiva, così come una mente
negativa genera una vita negativa. I pensieri positivi sono impregnati
di fede e speranza. I pensieri negativi sono sempre pieni di paure e
dubbi.
Ci sono persone che sono state così ferite nella vita che hanno
paura di sperare. Hanno avuto talmente tante delusioni che pensano
di non avere la forza di sopportarne un’altra. Dunque, si rifiutano di
sperare per non rimanere delusi.
Evitano di sperare per proteggersi da ulteriori ferite. La delusione
ferisce! Molti, dunque, preferiscono rifiutare di sperare o persino
credere che possa capitare loro qualcosa di buono, piuttosto che
lasciarsi ferire di nuovo. Questo tipo di comportamento genera uno
stile di vita negativo. Tutto diventa negativo perché i pensieri sono
negativi. Ricorda Proverbi 23,7: come (una persona) pensa nel suo
cuore, così è...
In passato, ero estremamente pessimista. Dico sempre che se mi
fosse capitato di avere due pensieri positivi, uno dietro l’altro, mi
sarebbero venuti i “crampi” alla mente! Avevo la seguente filosofia:
“Se non ti aspetti nulla di buono, quando non accadrà niente, non
resterai deluso”.
Avevo avuto così tante delusioni nella vita, così tanti fatti
sconvolgenti, che temevo di pensare che mi potesse accadere
qualcosa di buono. Avevo una visione incredibilmente negativa di
tutto. E dal momento che sia i miei pensieri che le mie parole erano
negativi, lo era anche la mia vita.
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Quando iniziai a studiare veramente la Parola di Dio e a credere che
il Signore mi avrebbe ristabilita, mi resi conto che la prima cosa da
eliminare era questa mentalità negativa.
In Matteo 8:13 Gesù ci dice che ci sarà fatto secondo la nostra fede.
La Versione di King James dice: “...come hai creduto, ti sarà
fatto...”. Io credevo solo in cose negative, quindi mi succedevano
solo cose negative.
Tuttavia, questo non significa che otterremo tutto quello che
vogliamo semplicemente perché lo pensiamo. Dio ha un piano
perfetto per ognuno di noi e non possiamo controllarlo né con i
pensieri né con le parole, dobbiamo invece pensare e parlare
secondo il Suo volere e il Suo piano per noi.
Se non hai idea di quello che sia il piano di Dio per te in questo
momento, inizia almeno col pensare: “Beh, non so quale sia il piano
di Dio, ma so che mi ama e qualsiasi cosa farà sarà buona e una
benedizione per me”.
Inizia a pensare positivamente della tua vita.
Prova ad essere positivo in ogni situazione che ti capita. Anche se
quello che ti sta succedendo in questo momento non è buono,
aspettati che Dio ne tragga del bene come ha promesso nella Sua
Parola.
Tutto concorre al bene
Noi sappiamo e ne abbiamo la certezza che [essendo Dio nostro
compagno] tutto concorre [adattandosi ad un piano] al bene di
coloro che amano Dio e sono stati chiamati secondo il suo
disegno e il suo fine.
Romani 8:28
Questo passo delle Scritture non dice che tutto è buono, ma che
tutto concorre al bene.
Supponiamo che hai intenzione di andare a fare shopping. Sali in
macchina, ma l’auto non si mette in moto. Di fronte a questa
situazione potresti reagire in due modi, dicendo: “Lo sapevo! Va tutto
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bene, ma ogni volta che voglio fare qualcosa non funziona nulla.
Sapevo che sarebbe andato tutto storto: è sempre così con i miei
programmi!” Oppure, potresti dire: “Beh, avrei voluto fare shopping,
ma sembrerebbe che ora non posso andarci. Andrò più tardi,
quando la macchina sarà aggiustata. Nel frattempo, credo che
questo cambiamento di programma concorrerà al mio bene. Forse
oggi dovrò rimanere a casa per qualche ragione, quindi mi godrò
questo momento.”
In Romani 12:16 l’apostolo Paolo ci invita ad adattarci prontamente
sia alle persone che alle cose. Dobbiamo imparare a diventare come
quelle persone che pianificano le cose ma che non si lasciano
abbattere se i piani falliscono.
Di recente ho avuto proprio occasione di sperimentare questo
principio. Mi trovavo con Dave sul lago Worth, in Florida. Avevo
predicato lì per tre giorni e ci stavamo preparando per andare
all’aeroporto per tornare a casa. Avevo pensato di mettermi dei
pantaloni larghi con una camicia e delle scarpe basse per stare
comoda durante il viaggio.
Iniziai a prepararmi, ma non trovavo i pantaloni. Guardammo
dappertutto e alla fine li trovammo in fondo all’armadio. Erano
scivolati dalla gruccia ed erano tutti sgualciti. Avevamo con noi uno
ferro da stiro portatile a vapore, così cercai di togliere le pieghe dai
pantaloni. Quando li indossai però capii che non andavano. L’unica
alternativa era mettermi un vestito e dei tacchi alti.
Intuivo già che la situazione mi stava infastidendo. Infatti, ogni volta
che non otteniamo quello che vogliamo, le nostre emozioni si
agitano e ci vorrebbero portare al vittimismo e ad un atteggiamento
negativo. Capii immediatamente che dovevo fare una scelta. Avrei
potuto essere irritata perché le cose non stavano andando a modo
mio, o mi sarei potuta adattare alla situazione, andare avanti e
godermi il viaggio di ritorno.
Persino a chi ha un atteggiamento veramente positivo le cose non
andranno sempre diritte. La persona positiva, tuttavia, decide di
andare avanti e godersi la giornata qualunque cosa succeda. La
persona negativa, invece non si gode mai nulla.
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Stare con una persona negativa non è nemmeno piacevole. Ha un
modo sempre pessimistico di vedere le cose. In lei c’è sempre una
certa “pesantezza“. È una persona che non fa altro che lamentarsi,
brontolare e criticare tutto. Non importa quante cose vanno bene,
trova sempre ciò che potrebbe essere un potenziale problema.
Durante i miei giorni di estremo pessimismo, sarei potuta entrare in
una casa appena ristrutturata e, invece di vedere la bellezza dei
nuovi ambienti e fare degli apprezzamenti, mi sarei accorta
dell’angolo in cui la carta da parati non era incollata bene, o della
finestra sporca. Sono così contenta che Gesù mi ha dato la libertà di
godermi tutte le cose belle della vita! Ora sono libera di credere che,
se confidiamo e speriamo in Lui, tutto il male può essere trasformato
in bene.
Se sei una persona negativa, non sentirti condannata! La condanna
è negativa. Voglio condividere queste cose con te, non per
deprimerti a proposito della tua negatività, ma affinché tu possa
accorgerti di essere pessimista e iniziare a credere che Dio può
rinnovarti.
Il cammino verso la libertà inizia quando affrontiamo il problema
senza cercare scuse. Sono sicura che se sei una persona negativa
c’è una ragione - ce n’è sempre una. Ma ricordati che, secondo la
Bibbia, in quanto Cristiano, adesso sei una creatura nuova.
Un nuovo giorno!
Quindi se uno è [trapiantato] in Cristo (il Messia) è una nuova
creazione (una nuova creatura completamente); le cose vecchie
sono passate [la condizione spirituale e morale precedente].
Ecco, ne sono nate di nuove!
2 Corinzi 5:17
In quanto “nuova creatura“, non devi permettere alle cose vecchie
che ti sono successe in passato di influenzare la tua nuova vita in
Cristo. Sei una nuova creatura con una vita nuova in Cristo. La tua
mente può essere rinnovata dalla Parola di Dio. Ti accadranno cose
buone.
Rallegrati! È un nuovo giorno!
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L'opera dello Spirito Santo
Comunque, dico solo la verità quando dico che è opportuno
(buono, conveniente, vantaggioso) per voi che io me ne vada.
Perché, se non me ne vado, il Consolatore (Consigliere,
Avvocato, Intercessore, Colui che dà forza e aiuto) non verrà a
voi [in comunione con voi]; ma se me ne vado, ve lo manderò
[per essere in comunione con voi]. E quando Egli sarà venuto,
convincerà il mondo in quanto al peccato, alla giustizia (la
rettitudine di cuore, l’integrità davanti a Dio) e al giudizio.
Giovanni 16:7,8
La cosa più difficile in questo processo di liberazione dalla
negatività, è affrontare la realtà e dire: “Sono una persona negativa
e voglio cambiare. Non posso cambiare me stesso, ma credo che
Dio mi cambierà perché pongo la mia fiducia in Lui. Lo so che ci
vorrà tempo ma non mi scoraggerò. Dio ha incominciato in me
un’opera buona e la porterà a compimento! (Filippesi 1:6)”.
Chiedi allo Spirito Santo di contestarti ogni volta che stai per essere
negativo. Questo fa parte del Suo lavoro. Giovanni 16:7,8 ci insegna
che lo Spirito Santo ci convincerà quanto al peccato e alla giustizia.
Quando la convinzione arriva, chiedi a Dio di aiutarti. Non pensare di
farcela da solo. Conta su di Lui.
Anche se io ero estremamente negativa, Dio mi fece capire che, se
avessi riposto la mia fiducia in Lui, mi avrebbe cambiata. Fu molto
difficile mantenere un atteggiamento mentale positivo. Adesso, non
sopporto chi è negativo. Un po’ come un fumatore che quando
smette di fumare non sopporta più il fumo. È successo anche a me,
fumai per tanti anni e quando smisi non potevo sopportare
nemmeno l’odore del fumo.
Mi è successo lo stesso a proposito della negatività. Ero una
persona molto negativa, adesso non sopporto affatto la negatività; la
trovo quasi offensiva. Credo sia dovuto al fatto che ho visto così tanti
grandi cambiamenti nella mia vita da quando sono stata liberata dal
pessimismo, che adesso sono contraria a tutto ciò che è negativo.
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Io affronto la realtà ed esorto anche te a fare lo stesso. Se sei
ammalato non dire: “Non sono ammalato”, perché non è vero; ma
puoi dire: “Credo che Dio mi stia guarendo”. Non devi dire:
“Probabilmente sto peggiorando e andrò a finire all’ospedale”;
proclama, invece: “Il potere di guarigione di Dio sta operando in me
proprio ora, e ce la farò”.
Ci dev’essere equilibrio in tutto. Non devi moderare la negatività con
un po’ di positività, ma devi avere una mente pronta ad affrontare
tutto quello che ti succede, sia le cose positive che quelle negative.
Una mente pronta
Questi erano più nobili di quelli di Tessalonica, nel senso che
accolsero la Parola con prontezza di mente, esaminando le
Scritture ogni giorno per vedere se le cose stavano davvero
così.
Atti 17:11 KJV
La Bibbia dice che dobbiamo avere una mente pronta, cioè la nostra
mente dev’essere aperta alla volontà di Dio per noi, qualunque essa
sia.
Per esempio, di recente una giovane donna di mia conoscenza ha
vissuto la triste esperienza della rottura di un fidanzamento ufficiale.
Lei e il suo compagno pregavano per capire se era volontà di Dio
che continuassero a vedersi o meno, tuttavia avevano già deciso
che non era ora di sposarsi. La ragazza voleva che la relazione
continuasse, pensava e sperava che il fidanzato l’avrebbe chiamata
per dirle che lui la pensava allo stesso modo.
Le consigliai di avere una “mente pronta“ nel caso le cose non
fossero andate in quel modo. Lei mi disse: “Beh, non è questo
essere negativi?”
No!
Sarebbe negativo pensare: “La mia vita è finita, nessuno mi vorrà
mai più, ho fallito, ora sarò infelice per sempre!”
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Sarebbe, invece, positivo dire: “Mi dispiace che sia successo questo,
ma porrò la mia fiducia in Dio. Spero che continueremo ad uscire
insieme. Pregherò e chiederò che la nostra relazione si risani, ma
più di qualsiasi altra cosa voglio la perfetta volontà di Dio. Se le cose
non dovessero risolversi come io spero sopravviverò, perché Gesù
vive in me. Probabilmente sarà difficile all’inizio, ma ho fiducia nel
Signore. Credo che qualunque cosa succeda sarà per il mio bene”.
Questo significa affrontare la realtà, avere una mente pronta e
rimanere positivi.
Questo è equilibrio.
La forza della speranza
[Poiché Abramo] svanita ogni speranza, ebbe fede di diventare
padre di molte nazioni, come gli era stato promesso: “così
[innumerevole] sarà la tua discendenza”. Non si indebolì nella
fede nel considerare l’impotenza [totale] del proprio corpo, che
era come morto perché aveva già circa cento anni, o [quando
considerò] la sterilità del grembo [morto] di Sara. Né
l’incredulità, né la sfiducia lo fecero vacillare (con domande
dubbiose) a proposito della promessa di Dio, ma si rafforzò e
per la fede, guadagnò potere dando lode e gloria a Dio.
Romani 4:18-21
Io e David siamo convinti che il nostro ministero nel Corpo di Cristo
crescerà ogni anno. Vogliamo aiutare sempre più persone, tuttavia ci
rendiamo conto che se Dio ha un piano diverso e alla fine dell’anno
non c’è stata nessuna crescita (tutto è come quando abbiamo
iniziato), non permetteremo che la situazione controlli la nostra gioia.
Noi crediamo in tante cose, ma ancor più, crediamo in Qualcuno, e
questo qualcuno è Gesù. Non sappiamo mai quello che succederà,
solo sappiamo che tutto concorre al nostro bene.
Più diventiamo positivi, più siamo nel flusso di Dio. Dio è
sicuramente positivo, e per fluire in Lui anche noi dobbiamo essere
positivi.
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Se ti trovi in circostanze molto difficili, potresti pensare: “Joyce se
sapessi la mia situazione, non ti aspetteresti di vedermi positiva”.
Ti esorto a leggere Romani 4:18-20 in cui ci viene detto che dopo
che Abramo valutò la sua situazione (senza ignorare i fatti) e
considerò (rifletté brevemente) l’impotenza del suo corpo e la
sterilità del grembo di Sara, sperò per fede in quanto la ragione
umana aveva perso ogni speranza.
Abramo fu molto positivo, in una situazione molto negativa.
In Ebrei 6:19 leggiamo che la speranza è l’ancora dell’anima. La
speranza è quella forza che ci mantiene saldi nel tempo della prova.
Non smettere mai di sperare, se lo farai, avrai una vita infelice. Se
hai già una vita infelice perché sei senza speranza, inizia a sperare.
Non temere. Non posso prometterti che tutto si risolverà come speri,
ma posso prometterti che non rimarrai deluso. E persino nei
momenti di delusione, se dovessero arrivare, puoi continuare a
sperare e rimanere positivo. Entra nel Regno miracoloso di Dio.
Aspettati un miracolo nella vita. Spera in cose buone!
Aspettati di ricevere!
Preparati a ricevere!
Eppure il Signore aspetta [attende, brama] [con ardore] per farvi
grazia; per questo sorge per avere pietà di voi e mostrarvi il Suo
favore. Perché il Signore è un Dio giusto. Benedetti [beati,
fortunati, degni di invidia] sono coloro che [ardentemente]
sperano in Lui, che attendono, cercano e bramano [la Sua
vittoria, il Suo favore, il Suo amore, la Sua pace, la Sua gioia, la
Sua ineguagliabile e perfetta compagnia]!
Isaia 30:18
Questo passo delle Scritture è uno dei miei preferiti. Meditandolo ti
sentirai riempito di speranza. Dio dice che sta cercando qualcuno
per fargli grazia (del bene), non può essere però qualcuno pieno di
amarezza o con una mente negativa, ma qualcuno che si aspetta
qualcosa (che con brama attende che Dio gli faccia del bene).
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Presentimenti cattivi
Che cosa sono i “cattivi presentimenti“?
Durante i primi tempi in cui iniziai a studiare la Parola di Dio, una
mattina mentre ero in bagno che mi pettinavo, mi resi conto che
l’atmosfera attorno a me aveva qualcosa di vagamente minaccioso,
come se qualcosa di brutto stesse per accadere. Fu allora che mi
resi conto che avevo avuto quasi sempre quella sensazione.
Chiesi al Signore: “Che cos’è questa sensazione che ho sempre?”
“Cattivi presentimenti”, Egli rispose.
Non avevo idea di cosa significasse, né l’avevo mai sentito prima.
Successivamente, trovai in Proverbi 15:15 la seguente frase: “Tutti i
giorni sono brutti per colui che è abbattuto e afflitto [a causa di
pensieri e presentimenti pieni d’ansia] ma per un cuore felice è
sempre festa [a prescindere dalle circostanze].”
In quel momento mi resi conto che ero stata infelice per la maggior
parte della mia vita a causa di brutti pensieri e presentimenti cattivi.
È vero che le mie circostanze erano molto difficili, ma io ero sempre
triste, anche quando non lo erano, perché i miei pensieri
avvelenavano il mio modo di vedere le cose e mi privavano della
possibilità di godermi la vita e vedere giorni felici.
Bada a non parlare male
Chi vuole godersi la vita e vedere giorni felici trattenga la lingua
dal male e le sue labbra dall’inganno (slealtà, falsità).
1 Pietro:3:10
Questo verso ci dice chiaramente che godersi la vita, vedere giorni
felici e avere mente e bocca positive sono strettamente legati.
Non importa quando sei negativo o per quanto tempo lo sei stato; so
che anche tu, come me, puoi cambiare. C’è voluto tempo e molto
aiuto da parte dello Spirito Santo, ma ne è valsa la pena.
41
Ne varrà la pena anche per te.
Qualsiasi cosa succeda, abbi fiducia nel Signore e sii positivo!
42
Capitolo 6
Spiriti che legano la mente
Non preoccupatevi di nulla; ma in ogni cosa esponete a Dio le
vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la
pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri
cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.
Filippesi 4:6,7 KJV
Una volta, ad un certo punto del mio cammino di fede, mi accadde di
trovare difficile credere a cose che avevo creduto in precedenza.
Non capivo cosa mi stesse succedendo e mi sentivo confusa. Più
questa situazione perdurava, più aumentava la confusione.
L’incredulità sembrava ingigantirsi. Iniziai a dubitare della mia
chiamata, pensai di perdere il desiderio che Dio mi aveva dato per il
ministero e diventai infelice (l’incredulità genera sempre tristezza).
Per due giorni consecutivi sentii dentro di me questa frase: “spiriti
che legano la mente”. Il primo giorno non ci feci molto caso.
Tuttavia, il secondo giorno, durante un momento di intercessione, la
sentii di nuovo, una quarta e poi una quinta volta: “spiriti che legano
la mente”.
Tramite le persone che avevo aiutato attraverso il ministero, avevo
capito che un gran numero di credenti ha problemi con la mente.
Pensai che lo Spirito Santo mi suggeriva di pregare per il Corpo di
Cristo contro uno spirito chiamato “colui che lega la mente”. Così
iniziai a pregare nel nome di Gesù e a combattere contro spiriti che
legano la mente. Dopo un paio di minuti di preghiera provai
un’incredibile liberazione della mente. Fu un’esperienza molto forte.
Liberata da spiriti che legano la mente
Quasi tutte le liberazioni che il Signore ha effettuato nella mia vita
sono state progressive e sono avvenute credendo e professando la
Parola di Dio.
43
Giovanni 8:31 e il Salmo 107:20 mi rendono testimonianza. In
Giovanni 8:31,32 Gesù dice: “Se dimorate (continuate) nella Mia
parola, ...sarete veramente Miei discepoli. Conoscerete la verità,
e la verità vi farà liberi”. Il Salmo 107:20 dice che il Signore
“manda la Sua parola e li guarisce, li salva dalla fossa e dalla
distruzione”.
Ma questa volta avevo sentito e capito immediatamente che
qualcosa era successa nella mia mente. In pochi minuti mi ero
ritrovata a credere in cose di cui dubitavo prima di iniziare la
preghiera.
Ti faccio un esempio. Prima che questi demoni che legano la mente
mi attaccassero, credevo che, secondo la Parola di Dio, il fatto che
io ero una donna proveniente da Fenton in Missouri e che nessuno
conosceva, non avrebbe fatto nessuna differenza nella mia vita o nel
ministero (Galati 3:28), e che quando Dio fosse stato pronto,
avrebbe aperto porte che nessuno poteva chiudere (Apocalisse
3:28) e io avrei predicato in tutto il mondo i messaggi pratici e di
liberazione che Lui mi aveva dato.
Credevo che avrei avuto il privilegio di condividere il Vangelo con
tutta la nazione attraverso la radio (non per merito mio ma
nonostante ciò che sono). Avevo la consapevolezza che, secondo le
Scritture, Dio sceglie gli stolti e i deboli per confondere i sapienti (1
Corinzi 1:27). Ero convinta che il Signore mi avrebbe usata per
guarire gli ammalati, che i nostri figli sarebbero stati coinvolti nel
ministero e credevo in molte altre cose meravigliose che il Signore
mi aveva messo nel cuore.
Ciò nonostante, quando questi spiriti che legano la mente mi
attaccarono, mi sembrò di non credere più a niente. Pensavo cose
come per esempio: “Forse mi sono inventata tutto. Ho creduto in
tutto questo semplicemente perché lo desideravo tanto, ma
probabilmente non succederà mai”. Quando gli spiriti mi lasciarono,
però, la capacità di credere ritornò presto.
44
Decidi di credere
Così allo stesso modo lo Spirito [Santo] tiene duro e viene in
aiuto alla nostra debolezza; perché noi non sappiamo né che
preghiera offrire né come offrirla degnamente, ma lo Spirito
stesso intercede e supplica per noi con bramosie indescrivibili
e gemiti inesprimibili.
Romani 8:26
Come Cristiani, dobbiamo decidere di credere. Spesso Dio ci dà la
fede (che è prodotto dello Spirito) in cose che la nostra mente trova
difficile accettare. La mente vuole capire tutto: il perché, il quando e
il come di tutto. Spesso, quando questa comprensione non c’è data
da Dio, la mente si rifiuta di credere in ciò che non può capire.
Sovente succede che il credente con il cuore (l’uomo interiore) crede
a qualcosa, alla quale però la mente resiste.
Molto tempo prima avevo deciso di credere in ciò che dice la Parola
e credere nel rhema (la Parola rivelata) che Dio mi aveva dato (le
cose che mi aveva detto o le promesse che mi aveva fatto
personalmente), anche se non capivo perché, come e quando si
sarebbero realizzate nella mia vita.
Ma ciò che combattevo adesso era diverso; andava al di là della
decisione. Ero legata da questi spiriti (che legano la mente) e non
riuscivo più a credere.
Grazie a Dio lo Spirito Santo mi mostrò come pregare e il Suo potere
prevalse, sebbene all’inizio non fossi consapevole di pregare per me
stessa.
Sono sicura che in questo momento stai leggendo questo libro
perché sei stato guidato a farlo. Può essere che anche tu hai
problemi in questo campo. Se è così, ti invito a pregare nel nome di
Gesù. Col potere del Suo sangue, affronta questi spiriti che legano
la mente. Prega in questo modo non una volta sola, ma tutte le volte
che hai problemi.
Il diavolo non esaurisce mai i dardi infuocati che usa contro di noi
quando proviamo ad andare avanti. Solleva lo scudo della fede e
45
ricorda che in Giacomo 1:2-8 ci viene insegnato che nelle prove
possiamo chiedere sapienza a Dio, Egli ce la darà e ci mostrerà
cosa fare.
Avevo un problema, mi ero imbattuta in un dardo infuocato che non
avevo sperimentato in precedenza, ma Dio mi mostrò come pregare
e fui liberata.
Lo sarai anche tu.
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Capitolo 7
Pensa a quello che pensi
Mediterò i tuoi precetti e avrò rispetto delle tue vie [i sentieri
della vita segnati dalla tua legge].
Salmo 119:15
La Parola di Dio ci insegna cosa dovremmo pensare.
Il salmista dice che pensava, o meglio meditava i precetti di Dio. Ciò
significa che spendeva molto tempo meditando e riflettendo sulle
cose di Dio, le Sue istruzioni e i Suoi insegnamenti. Il Salmo 1:3
afferma che colui che fa questo “...sarà come albero [coltivato]
piantato fermamente lungo corsi d’acqua, pronto a portare
frutto nella stagione giusta; le sue foglie non sbiadiranno o
appassiranno; riusciranno [matureranno] tutte le sue opere”.
È un beneficio meditare la Parola di Dio. Più tempo passiamo
meditando la Parola, più frutti raccoglieremo dalla Parola.
Attento a quello che pensi!
...State attenti a quello che udite. Con la stessa misura con la
quale misurate, sarà misurato anche a voi [il pensiero e lo
studio che dedicate alla verità ritornerà a voi in termini di virtù e
conoscenza] - e più [inoltre] sarà dato a chi ascolta. Marco 4:24
Che passo meraviglioso! Ci dice che più tempo passiamo riflettendo
sulla Parola che leggiamo e ascoltiamo, più riceveremo il potere e la
capacità di farlo, più rivelazione avremo su ciò che abbiamo letto e
sentito. In altre parole, riceveremo dalla Parola di Dio tanto quanto
gli abbiamo dato.
Notiamo in particolar modo la promessa che l’attenzione e lo studio
che dedichiamo alla Parola determineranno la quantità di virtù e
conoscenza che acquisteremo.
47
Il Vine's Expository Dictionary of Biblical Word afferma che in certe
Scritture della Versione di King James la parola greca dunamis che
significa “potere” è tradotta “virtù1”. Secondo il The New Strong’s
Exhaustive Concordance of the Bible, un’altra traduzione di dunamis
è “abilità2”. La maggior parte delle persone non approfondiscono la
parola di Dio, ecco perché non riescono a spiegarsi per quale motivo
sono Cristiani senza potere e senza vittoria nella vita.
La verità è che la maggior parte di loro non si sforza di studiare la
Parola. Probabilmente vanno ad udire altri che la insegnano e la
predicano, magari ascoltano seminari su CD o leggono
occasionalmente la Bibbia, ma non si impegnano a mettere la Parola
al centro della loro vita e a passare del tempo a meditarla.
La carne è fondamentalmente pigra e tanti vogliono ottenere risultati
senza nessuno sforzo (senza impegno da parte loro); ma non
funziona così. Lo ripeto, si riceve dalla Parola quello che si è
investito in essa.
Medita la Parola
Benedetto (beato, fortunato, ricco, invidiabile) l’uomo che non
(cammina) vive seguendo il consiglio degli empi [seguendo il
loro parere, i loro piani e scopi], né indugia [sottomesso e
passivo] nella via dei peccatori, né siede [a rilassarsi e
riposare] dove gli stolti [e i canzonatori] si riuniscono. Ma il cui
diletto e desiderio sono nella legge del Signore, e la Sua legge (i
precetti, le istruzioni e gli insegnamenti di Dio) medita (pondera
e studia) regolarmente giorno e notte.
Salmo 1:1,2
Secondo il Dizionario Webster, la parola meditare significa: “1.
Riflettere, ponderare; 2. Pianificare o intendere nella mente,
partecipare alla contemplazione3”.
W.E. Vine, Merrill Unger, Wiliam White Jr, eds Vine's Expository dictionary of Biblical Words
(Nashville: Thomas Nelson, Inc. Publishers, 1985) p. 662
2
James Strong “The New Strong’s Exhaustive Concordance of the Bible” (Nashville: Thomas
Nelson, Publishers, 1984), Greek Dictionary of the New Testament p. 24
3
Webster's II New Riverside University University Dictionary “meditate” 4 vedere 1 sopra p 400
48
Il Vine's Expository Dictionary of New Testament Words dice che
meditare significa “...principalmente prendersi cura di, partecipare,
praticare, essere diligente in qualcosa; il senso della parola è
essenzialmente praticare, ponderare, immaginare, premeditare”.
Proverbi 4:20 dice: “Figlio mio, fai attenzione alle mie parole,
acconsenti e sottomettiti ai miei detti”. Se colleghiamo questo
verso di Proverbi 4:20 alle definizioni della parola ‘meditare’
suddette, ci rendiamo conto che si ascolta la Parola di Dio
meditandola, ponderandola, contemplandola, provandola e
praticandola col pensiero. L’idea fondamentale è che se vogliamo
fare quello che la Parola di Dio ci dice, dobbiamo passare del tempo
riflettendo su di essa.
Ricordi il vecchio detto “la pratica rende perfetto” Nessuno nella vita
si aspetta di essere esperto in qualcosa senza molta pratica; perché,
dunque, aspettarsi che sia diverso per il Cristiano?
La meditazione porta al successo
Non si allontani dalla tua bocca il libro di questa legge, ma
meditalo giorno e notte, affinché osservi e agisci secondo
quanto vi è scritto. Poiché allora le tue imprese riusciranno,
sarai saggio e avrai successo.
Giosuè 1:8
La Bibbia dice che se vogliamo avere successo e prosperare
dobbiamo meditare la Parola di Dio giorno e notte.
Quanto tempo passi meditando la parola di Dio? Se stai avendo
problemi in qualche campo della vita, una risposta sincera a questa
domanda te ne farà capire la ragione.
Avevo passato la maggior parte della mia vita, senza “pensare a
quello che pensavo”. Accettavo semplicemente qualsiasi cosa mi
venisse in mente. Non mi era stato rivelato che Satana può mettere
pensieri nella nostra mente. Così, buona parte delle cose che avevo
in mente erano bugie che mi diceva Satana o semplicemente
stupidaggini, cose per le quali non valeva la pena sprecare il mio
tempo. Il diavolo aveva controllo sulla mia vita perché aveva
controllo su i miei pensieri.
49
Pensa a quello che pensi!
Tra questi siamo vissuti anche noi un tempo vivendo e
seguendo le passioni della carne [il nostro comportamento era
governato dalla nostra natura corrotta e sensuale], obbedendo
agli impulsi della carne e ai pensieri della mente.
Efesini 2:3
In questo passo Paolo ci ammonisce a non farci dominare da una
natura sensuale, dagli impulsi della carne o dai pensieri della nostra
mente carnale.
Nonostante fossi una cristiana, avevo problemi perché non avevo
imparato a controllare i miei pensieri. Pensavo a cose che mi
tenevano la mente occupata ma che non erano produttive.
Era necessario cambiare il mio modo di pensare!
Quando il Signore iniziò a istruirmi sul campo di battaglia della
mente, mi disse qualcosa che per me costituì una svolta decisiva. Mi
disse: “Pensa a quello che pensi”. Non appena iniziai a farlo, non ci
misi molto tempo a capire perché avevo così tante difficoltà nella
vita.
La mia mente era un disastro!
Pensavo solo a cose sbagliate.
Andavo in chiesa, l’avevo fatto per anni, ma senza mai pensare
veramente a quello che sentivo; entrava, per così dire, da un
orecchio e usciva dall’altro. Leggevo le Scritture ogni giorno, ma
senza mai riflettere su quello che leggevo. Non prestavo attenzione
alla Parola. Non meditavo o studiavo quello che sentivo. Di
conseguenza, non ottenevo né virtù né conoscenza.
Medita sulle opere di Dio
Nel tuo tempio, o Dio, meditiamo sul tuo amore immutabile.
Salmo 48:9
50
Il salmista Davide parlava spesso di meditare sulle opere
meravigliose del Signore e sui Suoi prodigi. Dice che rifletteva sul
nome del Signore, la misericordia di Dio e cose simili.
In un momento di depressione scrisse il Salmo 143, dove ai versetti
4 e 5 leggiamo: “Il mio spirito, dunque, è sopraffatto [avvolto
nella tristezza] e viene meno; il mio cuore nel petto si è
intorpidito. Ricordo i giorni antichi, medito tutte le tue opere,
rifletto sul lavoro delle Tue mani”.
È chiaro, da questo passo, che la reazione di Davide ai sentimenti di
depressione e tristezza che lo pervadono non consiste nel meditare
sul problema. Al contrario, gli si oppone, scegliendo di ricordare le
cose buone del tempo passato, meditando sulle opere di Dio e il
lavoro delle Sue mani. In altre parole, il suo pensiero si sofferma su
qualcosa di buono e questo lo aiuta a superare la depressione.
Non dimenticare mai che la tua mente gioca una parte importante
nella tua vittoria.
So bene che è il potere dello Spirito Santo che, operando attraverso
la Parola di Dio, ci fa ottenere la vittoria nella nostra vita. Ma buona
parte del lavoro che deve essere fatto consiste nell’allineare il nostro
pensiero a quello di Dio e alla sua Parola. Se ci rifiutiamo di farlo o
scegliamo di sottovalutarlo, non faremo mai esperienza della vittoria.
Lasciati trasformare dal rinnovamento della mente
Non conformatevi a questo mondo (questo secolo), [modellato
e adattato a costumi esterni e superficiali], ma trasformatevi
(cambiate) rinnovando [interamente] la vostra mente [con nuovi
ideali e atteggiamenti], per poter provare [voi stessi] quale sia la
perfetta volontà di Dio, buona e a Lui gradita, e ciò che buono, a
lui gradito e perfetto [agli occhi di Dio per voi].
Romani 12:2
In questo passo l’apostolo Paolo afferma che è possibile, se
vogliamo, vedere in opera nella nostra vita la buona e perfetta
volontà di Dio: basta rinnovare la nostra mente.
51
In che senso rinnovare? Rinnovare secondo il modo di pensare di
Dio. Questo processo di pensare in maniera nuova, ci rinnoverà e
trasformerà secondo il piano di Dio. Gesù ha permesso questa
trasformazione con la Sua morte e risurrezione. Essa diventerà una
realtà nella nostra vita attraverso questo processo di rinnovamento
della mente.
A questo punto, per evitare confusione, voglio chiarire che il giusto
modo di pensare non ha niente a che fare con la salvezza. La
salvezza è fondata unicamente sul Sangue di Gesù, la Sua morte di
Croce e la Sua resurrezione. Molti saranno in paradiso perché
hanno accettato veramente Gesù come loro Salvatore; ma, allo
stesso tempo, molti di questi stessi non avranno fatto esperienza
della vittoria, o non si saranno goduti i benevoli piani di Dio per loro,
perché non hanno rinnovato la loro mente secondo la Sua Parola.
Per anni anch’io fui come loro. Ero rinata nello Spirito. Ero salvata.
Andavo in chiesa e seguivo la mia fede, ma non avevo nessuna
vittoria nella vita perché mi soffermavo sulle cose sbagliate.
Pensa a queste cose
In conclusione, fratelli, tutto quello che è vero, degno di
reverenza, onorabile, decoroso, giusto, puro, bello, amabile,
gentile, attraente, affabile, quello che è virtù ed eccellenza,
quello che è degno di lode, valutatelo, stimatelo e prendetelo in
considerazione [su queste cose fissate la vostra mente].
Filippesi 4:8
La Bibbia ci presenta una lista dettagliata di ciò che dovremmo
pensare. Tu stesso puoi vedere che ci viene ordinato di pensare
cose buone, cose che ci tirano su anziché abbatterci.
I nostri pensieri sicuramente hanno un effetto sui nostri
atteggiamenti e i nostri umori. Tutto quello che il Signore ci dice è
per il nostro bene. Egli sa cosa ci rende felici e cosa tristi. Quando
una persona ha tanti pensieri sbagliati è infelice e, per esperienza
personale, posso dire che di solito finisce col rendere infelici anche
gli altri.
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Dovresti fare regolarmente un inventario e chiederti: “Che cosa ho
pensato?”. Passa un po' di tempo esaminando i tuoi pensieri.
Riflettere su quello che si pensa è molto importante perché Satana
di solito inganna le persone facendogli credere che la causa della
loro infelicità e dei loro problemi è qualcosa che non ha niente a che
vedere con la vera causa. Li vuole convincere a credere che la loro
infelicità è dovuta a quello che succede attorno a loro (le loro
circostanze) ma in realtà la vera ragione è dentro di loro (nei loro
pensieri).
Per tanto tempo credetti veramente di essere infelice a causa di
quello che gli altri facevano o omettevano di fare. Incolpavo mio
marito e i miei figli. Pensavo che se solo fossero stati diversi, se solo
avessero avuto più considerazione nei miei confronti, se mi
avessero aiutata di più nelle faccende domestiche, allora sarei stata
felice. Per anni, ci fu sempre qualcosa. Alla fine affrontai la verità,
cioè che nessuna di queste cose mi avrebbe più resa infelice se solo
io avessi scelto il giusto atteggiamento. Ciò che veramente mi
rendeva infelice erano i miei pensieri.
Lasciamelo dire ancora una volta: pensa a quello che pensi. Potrai
così comprendere la ragione di alcuni dei tuoi problemi e
velocemente incamminarti verso la libertà.
53
54
Parte 2:
Le condizioni della mente
55
56
Introduzione
…Ma noi abbiamo la mente di Cristo (il Messia) e i pensieri
(sentimenti e propositi) del suo cuore.
Corinzi 2:16
In che condizione è la tua mente?
Hai mai notato che la condizione della tua mente cambia? Certe
volte sei calmo e rilassato, altre volte ansioso e preoccupato. O
magari hai preso una decisione e ne sei convinto, ma dopo un po’ ti
ritrovi confuso su quella stessa cosa sulla quale in precedenza
pensavi di avere le idee chiare.
Ci sono stati momenti nella mia vita in cui ho fatto esperienza di
queste ed altre cose. Momenti, inoltre, in cui non ho avuto nessun
problema nel credere in Dio, e momenti in cui sono stata tormentata
fino all’esasperazione dal dubbio e dall’incredulità.
A causa di queste svariate condizioni in cui si può trovare la mente,
incominciai a chiedermi quando la mia mente si trovasse in uno
stato di normalità. Volevo capire che cosa significasse “normale” per
imparare immediatamente a gestire i modi di pensare “anormali” non
appena si fossero presentati.
Per esempio, per un credente non è normale avere una mente
critica, sospettosa e che giudica. Eppure, per me, lo era stato per
buona parte della mia vita, anche se non avrebbe dovuto essere
così. Era diventata una consuetudine, e nonostante questo modo di
pensare fosse sbagliato e mi causasse problemi, non sapevo che
fosse errato.
Non sapevo di poter essere in grado di cambiare il mio modo di
pensare. Ero credente da anni, eppure non mi era stato insegnato
nulla a proposito del modo di pensare o di come la mente di un
credente dovesse agire.
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Quando sperimentiamo la Rinascita nello Spirito la nostra mente non
è coinvolta – deve allora cominciare ad essere rinnovata (Romani
12:2). Come ho già detto tante altre volte, il processo di
rinnovamento della mente richiede tempo. Non ti lasciare
scoraggiare quando, leggendo la seconda parte di questo libro,
scoprirai che la tua mente è quasi sempre in uno stato anormale,
anche se riconosci Cristo come tuo Salvatore. Individuare il
problema è il primo passo verso la guarigione.
Nel mio caso, molti anni fa, quando iniziai a prendere molto più
seriamente la mia relazione con il Signore, Egli iniziò a rivelarmi che
la maggior parte dei miei problemi erano legati a questo modo errato
di pensare. La mia mente era nella confusione più assoluta! Dubito
che si fosse mai trovata nello stato in cui avrebbe dovuto essere – e
se anche lo fosse stata, non era per lungo tempo.
Quando mi resi conto di come ero dipendente da questo modo
sbagliato di pensare, mi sentii oppressa. Provavo a bandire dalla
mia mente questi pensieri negativi ma ritornavano con insistenza.
Fin quando, a poco a poco, arrivarono la libertà e la liberazione.
Satana combatterà aggressivamente contro il rinnovamento della
tua mente, ma è di fondamentale importanza che tu vada avanti,
continui con la preghiera e lo studio finché otterrai la vera vittoria.
Quando è normale la tua mente? Dovrebbe vagare qua e la o
dovresti essere in grado di tenerla concentrata su quello che stai
facendo? Dovresti essere triste e confuso o in pace e consapevole
della direzione da prendere nella vita? Dovresti essere dubbioso e
incredulo, ansioso, preoccupato e tormentato dalla paura? O è
privilegio dei figli di Dio gettare su di Lui ogni preoccupazione?
(1 Pietro 5:7)
La Parola di Dio ci insegna che abbiamo la mente di Cristo. Come
pensi che sia stata la Sua mente mentre era sulla terra, non solo
come Figlio di Dio ma anche come Figlio d’uomo?
Mentre continui a leggere la seconda parte di questo libro, assumi
un atteggiamento di preghiera, scoprirai quali sono i modi di pensare
normali e anormali per chi è discepolo di Gesù ed è determinato a
vivere vittoriosamente.
58
Capitolo 8
Quando la mente è normale?
[Perché prego sempre che] il Dio del Signore nostro Gesù
Cristo, il Padre della Gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di
rivelazione [di comprensione di misteri e segreti] per una [più
profonda e più intima] conoscenza di Lui. Illuminando gli occhi
del vostro cuore, per farvi comprendere a quale speranza vi ha
chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i
santi (i suoi prescelti).
Efesini 1:17,18
Notate come san Paolo preghi affinché noi otteniamo la sapienza
con l’illuminazione degli occhi del cuore. Attraverso i miei studi sono
arrivata alla conclusione che “gli occhi del cuore” siano “gli occhi
della mente”.
Come Cristiani, in che condizione dovremmo avere la nostra mente?
In altre parole, quale dovrebbe essere per il credente lo stato
normale della mente? Per potere rispondere a questa domanda,
dobbiamo considerare le diverse funzioni della mente e dello spirito.
Secondo la parola di Dio, la mente e lo spirito co-operano: questo è
ciò che definisco il principio della “mente che aiuta lo spirito”.
Per meglio comprendere questo principio, vediamo come funziona
questo nella vita del credente.
Il principio Mente-Spirito
Chi percepisce (conosce e comprende) quello che passa
attraverso i pensieri dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è
in lui? Così nessuno discerne (conosce e comprende) i pensieri
di Dio se non lo Spirito di Dio.
1 Corinzi 2:11
59
Quando una persona riceve Cristo come Salvatore personale, lo
Spirito Santo viene a dimorare in lei. La Bibbia c’insegna che lo
Spirito Santo conosce le mente di Dio. Come lo spirito di una
persona è il solo a conoscere i propri pensieri, così lo Spirito di Dio è
l’unico a conoscere la mente di Dio.
E poiché lo Spirito Santo dimora in noi e conosce la mente di Dio,
uno dei Suoi obiettivi è mostrarci la sapienza e la rivelazione di Dio.
La sapienza e la rivelazione sono trasmesse al nostro spirito, il
quale, a sua volta, illumina gli occhi del cuore, o meglio, la nostra
mente. Lo scopo dello Spirito Santo è di farci capire a livello pratico
quello che ci è stato impartito spiritualmente.
Normale o Anormale
Noi credenti siamo esseri sia spirituali che carnali. La carne non
sempre comprende le cose spirituali; di conseguenza è necessario
che la nostra mente sia illuminata riguardo ciò che avviene nello
spirito. Lo Spirito Santo desidera che riceviamo questa
illuminazione, ma la mente spesso fallisce nel percepire ciò che lo
Spirito ci vuole rivelare perché è troppo impegnata. Una mente
troppo impegnata è anormale, la mente è normale quando è a riposo
– non vuota, ma a riposo –.
La mente non dovrebbe essere piena di ragionamenti,
preoccupazioni, ansietà, paure e cose simili, ma calma, silenziosa e
serena. Man mano che procediamo con questa seconda parte del
libro, scoprirai diversi stati anormali della mente e probabilmente
riconoscerai che sono condizioni ricorrenti nella tua mente.
È molto importante capire che la mente deve essere tenuta nella
condizione “normale” descritta in questo capitolo. Facendo un
confronto con la condizione usuale della nostra mente ci
accorgeremo perché spesso lo Spirito Santo ci rivela pochissimo e
perché, troppo spesso, manchiamo di sapienza e di rivelazione.
Ricorda che lo Spirito Santo prova ad illuminare la mente del
credente. Egli trasferisce l’informazione da Dio allo spirito della
persona e se lo spirito e la mente collaborano, allora questa vive
della sapienza e rivelazione divina. Ma se la mente è troppo
60
impegnata, non coglierà ciò che il Signore prova a rivelarle
attraverso il suo spirito.
Una Vocina Tranquilla
E disse: vai avanti, e fermati sul monte alla presenza del
Signore. E, ecco, il Signore passò e un vento forte e impetuoso
lacerò le montagne, spezzò le rocce davanti al Signore; ma il
Signore non era nel vento. Dopo il vento un terremoto; ma il
Signore non era nel terremoto. E dopo il terremoto un fuoco;
ma il Signore non era nel fuoco; e dopo il fuoco una vocina
tranquilla.
1 Re 19:11,12 KJV
Per anni pregai per la rivelazione, chiedendo a Dio di darmi delle
rivelazioni attraverso il Suo Spirito che viveva in me. Sapevo che
questa richiesta si conformava a cosa dicono le Scritture. Credevo
nella Parola ed ero sicura che avrei dovuto chiedere e ricevere.
Eppure, la maggior parte del tempo mi sentivo “una somara
spirituale”. Allora compresi che non intuivo molto di ciò che lo Spirito
Santo voleva rivelarmi, semplicemente perché la mia mente era così
fuori controllo e occupata che non intendevo ciò che mi veniva detto.
Prova ad immaginare due persone insieme in una stanza. Una prova
a sussurrare un segreto all’altra. Se nella stanza c’è molto rumore,
anche se il messaggio è comunicato non sarà afferrato dalla
persona che aspetta l’informazione segreta, semplicemente perché
non può sentirlo a causa del rumore. Inoltre, se la persona non
presta veramente attenzione, potrebbe anche non rendersi conto
che qualcuno sta parlando.
La comunicazione tra lo Spirito di Dio e il nostro spirito funziona
proprio allo stesso modo. Lo Spirito Santo ha modi gentili; spesso ci
parla come parlò al profeta in questo passo delle Scritture, con “una
vocina tranquilla”. È dunque fondamentale mantenerci in una
condizione d’ascolto.
61
Lo Spirito e La Mente
Che fare dunque? Pregherò col mio spirito [con lo Spirito Santo
che è in me], ma pregherò anche [con l’intelligenza] con la
mente e la comprensione…
1Corinzi 14:15
Il modo migliore forse per capire questo principio della “mente che
aiuta lo spirito” è pensare alla preghiera. In questo verso l’apostolo
Paolo dice che pregava sia con lo spirito che con la mente.
Capisco quello che Paolo ci vuole dire perché mi capita di fare la
stessa cosa. Spesso prego nello spirito (in una lingua sconosciuta);
e dopo aver pregato per un po’ in quel modo, mi succede che mi
viene in mente qualcosa e continuo a pregare in inglese (la mia
lingua conosciuta). Credo che così la mente collabori con lo spirito,
lavorando insieme per trasmettermi la conoscenza e la sapienza di
Dio in un modo a me comprensibile.
Può succedere anche il contrario. Certe volte, volendo pregare, mi
metto a disposizione di Dio con la preghiera. Se non sento qualcosa
di particolare nel mio spirito, inizio semplicemente a pregare con
quello che mi viene in mente. Prego per cose e situazioni di cui sono
a conoscenza. A volte queste preghiere sembrano monotone (non
c’è nessun aiuto da parte del mio spirito ed essendo difficile scelgo
di intercedere per ciò che conosco).
Continuo in questo modo finché lo Spirito Santo che è in me, inizia
insieme a me a prendersi cura di determinate situazioni. Così
facendo, so che mi sono soffermata su qualcosa per cui Lui vuole
pregare, e non è semplicemente qualcosa per cui io voglio pregare.
In questo modo, la mente e lo spirito lavorano insieme, collaborano
nel realizzare la volontà di Dio.
Lingue ed interpretazione
Perciò, chi parla in lingue [sconosciute] preghi [per il potere] di
interpretare e spiegare ciò che dice. Perché se prego in lingue
[sconosciute], il mio spirito [con lo Spirito Santo che è in me]
prega, ma la mia intelligenza rimane senza frutto [non porta
frutto e non aiuta nessuno].
1 Corinzi 14:13,14
62
Un altro esempio della collaborazione tra lo spirito e la mente è il
dono delle lingue e la loro interpretazione.
Quando parlo in lingue, la mia mente non è produttiva finché Dio dà
a me o qualcun altro la comprensione di ciò che sto dicendo, allora
la mia mente porta frutto.
Ricorda che i doni non consistono nelle lingue e nella loro
traduzione. Poiché la traduzione è un reso conto, parola per parola,
del messaggio; mentre nell’interpretazione una persona comunica la
comprensione di ciò che ha detto qualcun altro, ma usando il suo
stile personale.
Faccio un esempio: la sorella Smith si alza in chiesa è dà un
messaggio in una lingua sconosciuta. Viene dal suo spirito e
nessuno, nemmeno lei, sa cosa ha detto. Dio può ispirarmene
l’interpretazione, ma in generale. Così, per fede, inizio ad
interpretare quello che è stato detto e rendo comprensibile a tutti il
messaggio, ma io lo esprimo a modo mio.
Pregare nello spirito (in una lingua sconosciuta) e interpretarne il
messaggio (di quella lingua sconosciuta) è un modo meraviglioso di
capire il principio della “mente che aiuta lo spirito”. Lo spirito dice
qualcosa e alla mente ne è data la comprensione.
Adesso rifletti su questo: se la sorella Smith parla in una lingua
sconosciuta, e Dio sta cercando qualcuno che ne dia
l’interpretazione, dovrà ignorarmi se la mia mente è fuori controllo e
troppo occupata per l’ascolto. E anche se prova a darmene la
comprensione, io non sarò in grado di riceverla.
Quando ero giovane nel cammino di fede, e venivo istruita sui doni
spirituali, pregavo quasi esclusivamente in lingue. Dopo un po’ di
tempo, cominciai a trovare la mia vita di preghiera monotona.
Quando ne parlai al Signore, Egli mi fece capire che ero annoiata
perché non capivo quello per cui pregavo. Mi rendo conto che non
sempre devo capire ciò che dico quando prego nello spirito; tuttavia,
ho anche capito che questo tipo di preghiera è squilibrata e non
sempre fruttuosa se non ne ricevo mai la comprensione.
63
Una Mente Sveglia e Pacifica
Tu custodirai e manterrai nella pace perfetta e perenne, colui la
cui mente [la cui inclinazione e il cui temperamento] rimane in
te, perché a te si affida e appoggia, in te spera con fiducia.
Isaia 26:3
Spero che da questi esempi, tu possa vedere chiaramente come la
mente e lo spirito collaborano. È quindi di fondamentale importanza
che la tua mente si mantenga in una condizione normale, altrimenti
non può essere d’aiuto al tuo spirito.
Questo, Satana, naturalmente lo sa, ecco perché attacca la tua
mente, ti dichiara guerra nel campo di battaglia della mente. Vuole
sovraccaricarla e stressarla, riempiendola con ogni sorta di pensieri
negativi così da non lasciarla libera e disponibile allo Spirito Santo
che lavora attraverso lo spirito umano.
La mente dovrebbe essere tenuta nella pace. Come dice il profeta
Isaia: quando la mente si sofferma sulle cose giuste troverà riposo.
Allo stesso tempo la mente dovrebbe stare in allerta e questo
diventa impossibile quando è appesantita da cose di cui non
dovrebbe farsi carico.
Rifletti: per quanto tempo la tua mente è normale?
64
Capitolo 9
Una mente errante ed incerta
Perciò rimboccate le maniche della vostra mente…
1Pietro1:13 KJV
Nel capitolo precedente abbiamo detto che una mente troppo
impegnata è una mente anormale. Un’altra condizione anormale per
la mente è quella di una mente che vaga dappertutto. L’incapacità di
concentrazione indica un attacco mentale da parte del diavolo.
Molte persone, per anni, hanno permesso alla loro mente di vagare
perché non hanno mai applicato principi di disciplina nel campo del
loro pensiero.
Spesso succede che chi non riesce a concentrarsi pensa di avere
una deficienza mentale. Tuttavia, l’incapacità a concentrarsi può
essere spesso il risultato di aver lasciato la mente libera di fare
quello che vuole, e quando lo vuole, per anni. La mancanza di
concentrazione può anche essere dovuta ad una mancanza di
vitamine. Certe vitamine del gruppo B aumentano la concentrazione;
se ti viene dunque difficile concentrarti, devi chiederti se mangi
correttamente e hai una dieta equilibrata.
Anche l’eccessiva fatica può influenzare la mancanza di
concentrazione. Mi rendo conto che quando sono particolarmente
stanca, Satana prova ad attaccarmi mentalmente perché sa che in
questi momenti è più difficile resistergli. Il diavolo vuole farci credere
che abbiamo una carenza mentale così da non tentare nemmeno di
creargli problemi. Vuole che accettiamo passivamente tutte le bugie
che ci racconta.
Una delle nostre figlie ebbe problemi di concentrazione durante
l’adolescenza. Le risultava difficile leggere perché la concentrazione
e la comprensione vanno di pari passo. Molti bambini, e certe volte
65
anche gli adulti, non capiscono quello che leggono. I loro occhi
passano in revisione le parole, ma la loro mente, in realtà, non
capisce quello che leggono.
Spesso non si capisce quello che si legge per mancanza di
concentrazione. Lo so, personalmente, perché mi capita di leggere
un capitolo della Bibbia o di un libro e tutto ad un tratto mi rendo
conto di non sapere affatto quello che ho letto. Ritorno a leggerlo ed
è come se lo leggessi per la prima volta perché anche se i miei occhi
avevano visto le parole, la mente si era distratta. Non avevo capito
cosa avevo letto perché non ero rimasta concentrata su quello che
facevo.
Il vero problema che si nasconde dietro la mancanza di
comprensione è spesso la mancanza di attenzione dovuta ad una
mente che vaga.
Una Mente errante
State con i piedi per terra [fate attenzione a ciò che fate]…
Ecclesiaste 5:1
Credo che l’espressione “stare con i piedi per terra” significhi “non
perdere l’equilibrio o andare fuori strada”. L’estensione di questa
frase suggerisce che chi si concentra su quello che fa rimane sulla
giusta strada.
Anch’io avevo una mente che vagava e ho dovuto imparare a
disciplinarla. Non è stato facile e ancora, certe volte, mi capita di
avere qualche ricaduta. Mi succede che mentre provo a completare
un progetto, mi ritrovo all’improvviso con la mente impegnata su
qualcosa che non ha niente a che fare con quello che sto facendo.
Ancora non ho raggiunto un livello di concentrazione perfetto, ma
almeno ora capisco l’importanza di non lasciare vagare la mente
dove e quando vuole.
Il dizionario Webster definisce il termine ‘vagare’ come: 1. muoversi
senza meta: errare. 2. andare per una via indiretta o ad un ritmo non
definito: camminare senza fretta. 3. procedere irregolarmente:
vagare. 4 pensare o esprimersi confusamente o incoerentemente.
66
Se sei come me, ti può succedere di essere seduto in chiesa
ascoltando un oratore, godendoti e apprezzando ciò che viene detto,
quando tutto ad un tratto la tua mente inizia a vagare. Dopo un poco
ti “svegli” e ti rendi conto di non ricordare nulla di quello che è
successo. Anche se con il corpo eri in chiesa, con la mente eri al
centro commerciale a guardare le vetrine o a casa in cucina a
preparare la cena.
Ricorda che nella guerra spirituale la mente è il campo di battaglia.
Ed è lì che il nemico sferza il suo attacco. Lui sa che il semplice
andare in chiesa, senza prestare attenzione a ciò che viene detto,
non giova a nulla. Sa pure che, se non si disciplina la mente e la si
tiene concentrata su ciò che si fa, non si avrà la disciplina
necessaria per completare un progetto.
La mente può vagare anche durante una conversazione. Ci sono
momenti in cui mio marito David mi parla ed io lo ascolto per un po’
di tempo, poi, all’improvviso mi rendo conto che non ho più prestato
attenzione a quello che stava dicendo. Perché? Perché ho
permesso alla mia mente di vagare. Il mio corpo era lì, dando
l’impressione di ascoltare, ma in realtà non aveva sentito niente.
Per molti anni, in momenti del genere, facevo finta di sapere
esattamente quello che David diceva. Adesso, mi fermo e dico:
“Puoi tornare indietro e ripetere? Mi sono lasciata distrarre e non ho
sentito niente di quello che hai detto.”
In questo modo almeno penso di affrontare il problema. Credo che
confrontare le situazioni sia l’unico modo per superarle!
Sono arrivata alla conclusione che se il diavolo si è preso la
preoccupazione di attaccare la mia mente facendola vagare, forse si
stava dicendo qualcosa che avevo bisogno di sentire.
Un modo di combattere il nemico in questo processo è fare uso dei
CD che sono disponibili in molte chiese. Quindi, se non hai ancora
imparato a disciplinare la tua mente e a tenerla concentrata su ciò
che viene detto in chiesa, compra il CD del sermone e ascoltalo fino
a quando ne avrai recepito il messaggio.
Il diavolo si arrenderà quando vedrà che tu non cedi.
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Ricorda che Satana vuole farti credere che c’è un problema con la
tua mente – che c’è qualcosa che non va. La verità è che devi
iniziare a disciplinare la tua mente. Non lasciarla vagare dappertutto,
permettendole di fare ciò che le pare. Inizia oggi “a tenere i piedi per
terra” e a concentrarti su quello che fai. Devi solo fare un po' di
pratica. Abbattere cattive abitudini e acquisirne di nuove è sempre
un processo lungo, ma alla fine ne sarà valsa la pena.
Una mente incerta
In verità vi dico, chi dice a questo monte, levati e gettati nel
mare, senza dubitare nel suo cuore ma credendo che quanto
dice avverrà, gli sarà fatto. Per questo vi dico: tutto quello che
domandate nella preghiera (abbiate fede e siate sicuri) credete
che vi sarà concesso e lo otterrete.
Marco 11:23,24
Dovendo affrontare ora una cosa, ora un’altra, spesso mi sono
ritrovata a dire: “Mi chiedo...”
Per esempio:
“Mi chiedo che tempo farà domani?”
“Mi chiedo cosa dovrei indossare alla festa?”
“Mi chiedo che voti Danny (mio figlio) avrà sulla pagella?”
“Mi chiedo quante persone parteciperanno al seminario?”
Il dizionario in parte definisce il termine meraviglia, stupore come “un
sentimento di confusione o dubbio” e, nella forma verbale, “essere
pieno di curiosità o dubbio”.
Sono arrivata alla conclusione che è meglio per me fare qualcosa di
positivo piuttosto che farmi sempre domande su ogni cosa
immaginabile. Invece di chiedermi che voti avrà Danny sulla pagella,
posso credere che avrà ottimi voti. Piuttosto di chiedermi che cosa
indosserò alla festa, posso decidere che cosa mettere. Anziché
chiedermi che tempo farà o quante persone ci saranno in una delle
mie riunioni, posso mettere tutto nelle mani del Signore e fidarmi che
qualsiasi cosa succeda Egli trasformerà tutto in bene.
Il farsi domande lascia l’uomo nell’indecisione e l’indecisione causa
confusione. Il farsi domande, l’indecisione e la confusione ci
68
impediscono di ricevere da Dio, tramite la fede, la risposta alla
nostra preghiera o ai nostri bisogni.
Nota che in Marco 11:23,24 Gesù non dice: “Qualsiasi cosa
chiederai in preghiera, domandati se la riceverai”. Invece afferma:
“qualsiasi cosa chiederai in preghiera, credi che la riceverai – e
l’avrai!”
Come Cristiani, come credenti, dobbiamo credere – non dubitare!
69
70
Capitolo 10
Una mente confusa
Se qualcuno di voi manca di sapienza, la domandi a Dio [che
dona] che dà a tutti generosamente e non a malincuore, senza
rimproverare o trovare da ridire, e gli sarà data. La domandi
però con fede, senza titubare (senza esitare né dubitare).
Perché chi è titubante (esita, dubita) è come l’onda del mare che
si leva, mossa di qua e di là ed agitata dal vento. Perché
veramente, non pensi una persona simile di ricevere qualcosa
(che chiede) dal Signore. [Essendo così] una persona indecisa
(che esita, dubita, titubante), [è] instabile, inaffidabile e insicura
in tutto [quello che pensa, sente e decide].
Giacomo 1:5-8
Abbiamo scoperto che porsi domande continuamente e la
confusione sono collegati. Interrogarsi sempre, anziché essere
decisi nel pensare, provoca dubbio e confusione.
Il passo di Giacomo 1:5-8 è perfetto per aiutarci a capire come
superare le domande, il dubbio e la confusione per poter ricevere da
Dio ciò di cui abbiamo bisogno. Secondo me, l’uomo indeciso, dalla
doppia opinione (la King James Version lo chiama “l’uomo dalla
doppia mente”) rappresenta la confusione perché quest’uomo va
sempre avanti e indietro, senza mai decidersi. Non appena pensa di
avere preso una decisione, ritorna a farsi domande e così, preso di
nuovo dal dubbio e dalla confusione, si ritrova fra due opinioni.
Costui è insicuro in tutto.
Io ho passato la maggior parte della mia vita in questo modo, senza
rendermi conto che il diavolo mi aveva dichiarato guerra e che la mia
mente era il campo di battaglia. Ero confusa su tutto e non ne capivo
il perché.
71
Il ragionamento porta alla confusione
...Perché uomini di poca fede, ragionate fra di voi?
Matteo 16:8 KJV
Fino ad ora, abbiamo parlato delle conseguenze del porsi domande,
nel prossimo capitolo affronteremo il problema del dubbio, adesso
voglio approfondire un po' di più il discorso sulla confusione.
Dobbiamo ammettere che un’altissima percentuale di credenti è
confusa. Perché? Come abbiamo notato, una delle ragioni è il farsi
domande. Un’altra è il ragionare. Il dizionario definisce in parte la
parola ragione, intesa come sostantivo, come un “fatto basilare o
motivo che fornisce un senso logico ad una premessa o ad un fatto”
e nella forma verbale come “l’uso della facoltà della ragione:
pensare logicamente”.
Per dirlo in maniera semplice, una persona ragiona quando prova a
trovare il perché di qualcosa. Ragionare induce la mente a ruotare
attorno ad una situazione, un problema o un evento cercando di
capirlo nella sua complessità. Noi ragioniamo quando smontiamo,
pezzo dopo pezzo, un’affermazione o un insegnamento per vedere
se ha una logica, e lo rigettiamo se non ne ha.
Troppo spesso Satana, a causa del ragionamento, ci deruba della
volontà di Dio. Il Signore potrebbe guidarci a fare una certa cosa, ma
se questa non ha senso per noi, se non è logica, abbiamo la
tentazione di scartarla. Ciò che Dio ci guida a fare non ha sempre un
senso logico nella mente dell’uomo. Il suo spirito può accettarlo, ma
la mente rigettarlo, specialmente perché si tratta di una cosa insolita,
sgradevole o che richiede sacrificio e implica disagio.
Non ragionare con la mente,
Obbedisci solo allo Spirito
L’uomo naturale non comprende però le cose dello Spirito di
Dio: esse sono follia per lui e non può intenderle, perché si
possono solo discernere tramite lo Spirito.
1 Corinzi 2:14
72
Ecco un esempio personale che spero ti aiuti a comprendere questo
problema del ragionare della mente, in contrapposizione
all’obbedienza allo Spirito.
Una mattina, mentre mi vestivo per andare a predicare ad una
riunione settimanale, che tenevo vicino alla mia città, iniziai a
pensare alla donna che si occupava del ‘ministero di assistenza’ e
alla sua fedeltà. Mi venne allora il desiderio di benedirla in qualche
modo.
Pregavo: “Padre, Ruth Ann è stata di tale aiuto per noi in questi anni,
che cosa posso fare per benedirla?”
Immediatamente i miei occhi si posarono su un nuovo vestito rosso
che era appeso nel mio armadio, e sentii nel cuore che il Signore mi
sollecitava a regalarlo a Ruth Ann, nonostante l’avessi comprato tre
mesi prima e non l’avessi mai indossato (era, infatti, ancora nella
confezione con cui l’avevo acquistato). Mi piaceva veramente tanto,
ma ogni volta che pensavo di indossarlo, per qualche ragione, non
avevo il desiderio di metterlo.
Ricordati che ho detto che, quando il mio sguardo si posava sul
vestito rosso, sapevo che avrei dovuto darlo a Ruth Ann. Ciò
nonostante, non intendevo regalarlo, così iniziai immediatamente a
pensare che Dio non poteva chiedermi di darglielo perché era
nuovo, mai indossato, costoso e avevo persino comprato degli
orecchini rossi e argentati da abbinare!
Se avessi ascoltato Dio nel mio intimo e fatto tacere la mia mente
carnale in questa situazione, tutto si sarebbe risolto nel migliore dei
modi, ma noi abbiamo la capacità di lasciarci ingannare dai
ragionamenti quando non vogliamo fare quello che Dio ci chiede. In
pochi minuti, ritornai alle mie faccende, dimenticando tutto. La verità
era che non volevo regalare il vestito perché era nuovo e mi
piaceva. La mente suggeriva che l’impulso che sentivo non poteva
venire da Dio ma, al contrario, che il diavolo stava provando a
togliermi qualcosa che mi piaceva.
Qualche settimana dopo, mi stavo preparando per un’altra riunione
nello stesso posto e come prima, ancora una volta, il nome di Ruth
Ann emerse nel mio cuore. Iniziai a pregare per lei. Ci fu la stessa
73
identica scena della volta precedente e dissi: “Padre, Ruth Ann è
stata di tale aiuto per noi, cosa posso fare per benedirla?”
Immediatamente, vidi di nuovo il vestito rosso e sentii come un
senso di vuoto nello stomaco perché mi ricordai subito dell’episodio
passato (che avevo completamente dimenticato).
Questa volta non avevo scuse: dovevo affrontare quello che Dio mi
mostrava di fare ed obbedire, o semplicemente dire: “Signore, so
cosa mi vuoi dire ma non lo farò.” In realtà, voglio troppo bene al
Signore per disubbidirgli intenzionalmente e consapevolmente, così
iniziai a parlarGli del vestito rosso.
In pochi minuti mi resi conto che la volta precedente c’era voluto
solo un momento per sfuggire alla volontà di Dio con il mio
ragionamento. Avevo pensato che non poteva essere la voce del
Signore perché il vestito era nuovo. Eppure, adesso, mi rendevo
conto che la Bibbia non dice nulla a proposito di dar via solo le cose
vecchie! Per me sarebbe stato un sacrificio più grande regalare il
vestito perché era nuovo, ma sarebbe stata anche una benedizione
più grande per Ruth Ann.
Non appena aprii il mio cuore a Dio, Egli mi mostrò che, in verità, sin
dall’inizio avevo comprato quel vestito per Ruth Ann; ecco perché
non ero mai riuscita ad indossarlo. In tutto questo tempo il Signore
voleva usarmi come Sua agente per benedirla. Ma io avevo il mio
piano personale per quel vestito e finché non ci rinunciavo, non
potevo essere guidata dallo Spirito.
Questo particolare episodio mi ha insegnato molto. La
consapevolezza di come possiamo essere facilmente guidati dalla
nostra mente e di come i ragionamenti ci possono tenere lontani
dalla volontà di Dio, mi hanno indotto a sviluppare un timore
“reverenziale” del ragionamento.
Ricorda che, secondo 1 Corinzi 2:14, l’uomo naturale non
comprende l’uomo spirituale. La mia mente carnale (il mio uomo
naturale) non poteva capire di regalare il vestito nuovo che non
avevo mai indossato, ma il mio spirito (il mio uomo spirituale) lo
comprendeva perfettamente.
Spero che questo esempio ti aiuti a capire meglio questo argomento
e a vivere secondo la volontà di Dio come non hai mai fatto prima.
74
(A proposito, so che probabilmente ti starai chiedendo se ho mai
dato il vestito rosso a Ruth Ann. Sì, e adesso lei lavora nel nostro
ufficio a tempo pieno e ancora, ogni tanto, se lo mette).
Sii uno che mette in pratica la Parola!
Siate di quelli che mettono in pratica la Parola [obbediscono al
messaggio], e non soltanto ascoltatori, tradendo voi stessi
[illudendovi col ragionamento contrario alla Verità].
Giacomo 1:22
Ogni volta che ascoltiamo ciò che ci dice la Parola e ci rifiutiamo di
farlo, la nostra ragione viene coinvolta in qualche modo,
ingannandoci e facendoci credere in qualcosa che non è la Verità.
Non possiamo passare troppo tempo a cercare di capire
(mentalmente) tutto quello che dice la Parola. Se abbiamo la
testimonianza dello spirito in noi, possiamo andare avanti e farlo.
Ho scoperto che Dio vuole che Gli obbedisco, che mi piaccia o no,
che ne abbia voglia o pensi che sia una buona idea o meno.
Quando Dio ci parla, attraverso la Sua Parola o il nostro uomo
interiore, noi non dobbiamo ragionare, discutere o chiederci se
quello che Egli dice sia logico.
Quando Dio parla, noi dobbiamo darci da fare – non razionalizzare.
Fidati di Dio, non della ragione umana
Appoggiati, abbi fiducia e confida nel Signore con tutto il cuore
e con tutta la mente, non confidare sulla tua intuizione o
comprensione.
Proverbi 3:5
In altre parole, non ti fidare dei ragionamenti: essi aprono la porta
all’inganno e generano confusione.
Una volta chiesi al Signore perché così tante persone sono confuse
ed Egli mi rispose: “Dì loro di smetterla di provare a capire tutto, così
la finiranno di essere confusi.” Ho scoperto che è incredibilmente
vero. I ragionamenti e la confusione vanno di pari passo.
75
Noi possiamo meditare qualcosa nel nostro cuore, presentarlo al
Signore e vedere se desidera darcene la comprensione, ma se
iniziamo a sentirci confusi vuol dire che siamo andati oltre.
I ragionamenti sono pericolosi per molti motivi, uno dei quali è
questo: possiamo ragionare e comprendere qualcosa che sembra
avere senso per noi, ma quello che riteniamo corretto con la ragione
può invece essere scorretto.
Alla mente umana piacciono la logica, l’ordine e la ragione. Essa
ama avere a che fare con ciò che comprende. Di conseguenza, noi
abbiamo la tendenza a sistemare le cose in piccoli contenitori nei
diversi scomparti della nostra mente, pensando: “Dev’essere così
perché sta bene qui”. Può esserci qualcosa che trovi posto nella
nostra mente ma che, tuttavia, sia completamente inadeguata.
L’apostolo Paolo in Romani 9:1 dice: “Dico la verità in Cristo, non
mento, e la mia coscienza [illuminata e sollecitata] dallo Spirito
Santo me ne dà testimonianza. Paolo sapeva di fare la cosa
giusta, non perché il suo ragionamento gli diceva di essere nel
giusto, ma perché portava la testimonianza nel suo spirito.
Come abbiamo visto, certe volte, la mente viene in aiuto allo spirito.
La mente e lo spirito lavorano insieme, ma lo spirito è l’organo più
nobile e dovrebbe essere sempre onorato al di sopra della mente.
Se nel nostro spirito sappiamo che qualcosa è sbagliata, non
dovremmo permettere alla ragione di convincerci a farla. Allo stesso
modo, se sappiamo che qualcosa è giusta, non dobbiamo
permettere alla ragione di dissuaderci.
Dio ci concede di capire molte cose, ma noi non dobbiamo capire
tutto per camminare col Signore e nell’obbedienza alla Sua volontà.
Ci sono momenti in cui Dio lascia nella nostra vita grossi punti
interrogativi come mezzi per aumentare la nostra fede. Le domande
senza risposta crocifiggono la vita della carne. È molto difficile per gli
uomini smetterla di ragionare e fidarsi semplicemente di Dio, ma una
volta che il processo è avvenuto, la mente trova riposo.
76
Ragionare è una delle “attività” della mente che impedisce il
discernimento e la conoscenza rivelata. C’è una grossa differenza
tra la conoscenza mentale e la conoscenza rivelata.
Non so che ne pensi, ma io voglio che sia Dio a rivelarmi le cose
affinché sappia nel mio spirito che quello che è stato rivelato alla mia
mente è corretto. Non voglio ragionare, razionalizzare ed essere
logica, ruotando la mia mente attorno ad un problema finché è
distrutta e confusa. Io voglio fare esperienza di quella pace del cuore
e della mente che scaturisce dal fidarsi di Dio, non dall’intuizione o
dalla comprensione umana.
Dobbiamo addentrarci fin dove avremo la gioia di incontrare Colui
che ha la conoscenza, anche se noi manchiamo di questa.
Decidi di non conoscere altro, se non Cristo
Per quanto riguarda me, fratelli, quando sono venuto tra voi,
non sono venuto ad annunziarvi la testimonianza, l’evidenza, il
mistero o il segreto di Dio [per quanto riguarda ciò che Egli ha
fatto per la salvezza degli uomini attraverso Cristo] con sublimi
parole di eloquenza o filosofia e sapienza umana. Poiché io
decisi di non conoscere altro (essere a conoscenza di niente,
mostrare di non sapere niente ed essere consapevole di niente)
tra voi se non Gesù Cristo (il Messia) e questi crocifisso.
1Corinzi 2:1,2
Questo era l’atteggiamento di Paolo verso la conoscenza e il
ragionamento, e io sono riuscita a capirlo ed apprezzarlo. Ci è voluto
molto tempo, ma finalmente, in tante occasioni, mi sono resa conto
che meno so, meglio è. Certe volte scoprire troppe cose ci rende
tristi.
Io ero sempre stata una persona curiosa a cui piace sapere tutto.
Per essere contenta dovevo avere tutto chiaro. Dio iniziò a
mostrarmi che il mio costante ragionare era la causa della mia
confusione e che mi impediva di ricevere quello che Lui mi voleva
dare. Mi disse: “Joyce, devi mettere da parte i tuoi ragionamenti
carnali se vuoi avere discernimento.”
77
Adesso, mi rendo conto che avere tutto chiaro mi faceva sentire più
sicura. Non volevo avere cose irrisolte nella mia vita. Volevo avere il
controllo di tutto e quando non capivo le cose, mi sentivo
disorientata, terrorizzata. Ma mi mancava qualcosa. Non avevo
serenità ed ero fisicamente logorata dai ragionamenti.
Questo tipo di attività mentale è sbagliato e ti stancherà anche
fisicamente, lasciandoti esausto!
Dio mi chiese di smetterla e suggerisco la stessa cosa a chiunque
sia dipendente dai ragionamenti. Sì, ho proprio detto dipendente dai
ragionamenti perché possiamo diventare dipendenti da questa
attività mentale scorretta, così come si diventa dipendenti dalla
droga, all’alcool o dal fumo. Io ero talmente dipendente dai
ragionamenti che quando smisi avevo sintomi di astinenza. Mi
sentivo confusa, spaventata perché non capivo cosa stesse
succedendo, e persino annoiata.
Avevo trascorso così tanto tempo ragionando, che quando smisi,
dovetti abituarmi ad una mente piena di pace. All’inizio mi sembrò
quasi noioso ma adesso mi piace da morire. Mentre prima filtravo
sempre tutto attraverso la mia mente, adesso non tollero il fastidio e
lo sforzo di ragionare continuamente.
Ragionare non è la condizione normale in cui Dio vuole che risieda
la nostra mente.
Devi essere consapevole che non è normale avere la mente piena di
ragionamenti, almeno non lo è per il cristiano che vuole essere
vittorioso, per il credente che vuole vincere la guerra che si combatte
nel campo di battaglia della mente.
78
Capitolo 11
Una mente dubbiosa
ed incredula
...Uomo di poca fede perché hai dubitato?
E si meravigliava a causa della loro incredulità...
Matteo 14:31
Marco 6:6
Normalmente parliamo del dubbio e dell’incredulità come se fossero
un’unica cosa. In realtà, anche se possono essere collegati, sono
due cose molto diverse.
Il An Expository Dictionary of New Testament Words di Vine in parte
definisce dubitare nella forma verbale come “...lo stare tra due
strade, sottintendendo l’incertezza di quale via prendere - a
proposito di credenti di poca fede -, l’essere ansiosi - attraverso uno
stato mentale distratto-, oscillare tra la speranza e la paura...1”
Lo stesso dizionario nota che una delle due parole greche tradotte
come incredulità “è sempre presentata come “disobbedienza” nella
R.V.” (La versione riveduta della traduzione di King James) 2.
Considerando, dunque, questi due strumenti potenti del nemico,
vediamo che il dubbio fa oscillare la persona tra due opinioni, mentre
l’incredulità porta alla disobbedienza.
Ci sarà d’aiuto poter riconoscere esattamente con che cosa il
diavolo prova ad attaccarci. Siamo di fronte al dubbio o
all’incredulità?
1.Vine, W.E. An Expository Dictionary of Old and New Testament Words. (Old Tappan:
Fleming H. Revell 1981) Vol A: A-Dys p.335.
2.Vine, W.E. An Expository Dictionary of Old and New Testament Words. (Old Tappan:
Fleming H. Revell 1981) Vol 4: Set-Z p.165.
79
Il dubbio
...Fino a quando vi fermerete e zoppicherete tra due opinioni?
1Re 18:21
Ho sentito una storia che farà luce sull’argomento del dubbio.
C’era un uomo ammalato che proclamava la Parola per la
guarigione del proprio corpo, citando Scritture di guarigione e
credendo nella sua manifestazione. Mentre faceva questo, però, era
attaccato ad intervalli dal dubbio.
Dopo avere attraversato un periodo difficile, iniziò a scoraggiarsi e
Dio Gli aprì gli occhi sul mondo spirituale. Ecco ciò che vide: un
demone che gli raccontava menzogne, che gli diceva che non
sarebbe guarito e che affermava che proclamare la Parola non
avrebbe funzionato. Ma vide anche che ogni volta che proclamava la
Parola una luce, come una spada, veniva fuori dalla sua bocca e il
demone si rannicchiava e cadeva all’indietro.
Non appena Dio gli mostrò questa visione, l’uomo capì perché era
così importante proclamare la Parola. Vide anche che aveva fede,
ecco perché il demone lo faceva dubitare.
Il dubbio non viene da Dio. La Bibbia afferma che Dio dà a ciascun
uomo una “...misura di fede” (Romani 12:3 KJV). Dio ha riversato
la fede nel nostro cuore, ma il diavolo prova a negarla con il dubbio.
Il dubbio si presenta in forma di pensieri contrari alla Parola di Dio.
Ecco perché è importante conoscere la Parola di Dio. Se
conosciamo la Parola, possiamo riconoscere quando il diavolo ci sta
mentendo. Ti assicuro che egli mente per rubarci quello che Gesù
ha conquistato per noi con la Sua morte e resurrezione.
80
Dubbio e Incredulità
[Poiché Abrahamo] svanita ogni speranza, ebbe fede di
diventare padre di molte nazioni, come gli era stato promesso:
così [innumerevole] sarà la tua discendenza. Non si indebolì
nella fede nel considerare l’impotenza [totale] del proprio corpo,
che era come morto perché aveva già circa cento anni, o
[quando considerò] la sterilità del grembo [morto] di Sara. Né
l’incredulità, né la sfiducia lo fecero vacillare (con domande
dubbiose) a proposito della promessa di Dio, ma si rafforzò e
per la fede guadagnò potere dando lode e gloria a Dio.
Romani 4:18-20
Quando mi trovo in battaglia, sapendo cosa Dio ha promesso e
tuttavia sono attaccata dal dubbio e dall’incredulità, mi piace leggere
e meditare questo passo.
Dio aveva fatto la promessa ad Abrahamo che gli avrebbe dato un
erede generato dal suo corpo. Erano passati molti anni, eppure
nessun bambino era nato dalla relazione tra Abrahamo e Sara.
Abrahamo rimaneva fedele, credendo che quanto Dio aveva
promesso si sarebbe realizzato. Nell’attesa, tuttavia, era attaccato
dal dubbio e lo spirito d’incredulità lo spingeva a disubbidire Dio.
La disubbidienza, in una situazione del genere, può semplicemente
consistere nell’arrendersi, mentre Dio invece ci invita a perseverare.
La disubbidienza è ignorare la voce del Signore o qualsiasi cosa Dio
ci dica personalmente, e non solamente trasgredire i dieci
comandamenti.
Abrahamo continuò ad essere saldo, a lodare e dare gloria a Dio. La
Bibbia afferma che così facendo, crebbe nella fede.
Quando Dio ci dice o chiede qualcosa, la fede per crederci o per
farla viene dalla Sua Parola. Sarebbe ridicolo che Dio si aspettasse
che facessimo qualcosa senza che Lui ci abbia dato la capacità di
crederci. Satana sa bene quanto siamo pericolosi con un cuore
pieno di fede, allora ci attacca con il dubbio e l’incredulità.
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Non è che noi non abbiamo fede, è che Satana prova a distruggere
la nostra fede con la menzogna.
Ti faccio un esempio che riguarda il periodo in cui ricevetti la
chiamata per il ministero. Era una mattina come tutte le altre, eccetto
per il fatto che tre settimane prima ero stata toccata dallo Spirito
Santo. Avevo appena finito di ascoltare il mio primo insegnamento
registrato su un’audiocassetta: dal titolo “Passa all’altro lato” del
ministro Ray Mossholder. Mi ero sentita toccata nel profondo del
cuore e meravigliata che qualcuno potesse insegnare per un’ora su
un solo passo della Scrittura e, per giunta, risultare interessante.
Mentre facevo il letto, all’improvviso sentii un intenso desiderio di
insegnare la Parola di Dio. Allora la voce del Signore mi disse:
“Andrai dappertutto a insegnare la mia Parola e i tuoi insegnamenti
avranno una grande diffusione via audio”
Non c’era affatto nessuna circostanza che mi portasse a credere che
Dio mi avesse veramente parlato o che io avessi potuto fare quello
che pensavo di aver sentito. Avevo tanti problemi interiori, non
sembravo “adatta al ministero”. Ma Dio sceglie i deboli e gli stolti del
mondo per confondere i saggi (1 Corinzi 1:27 KJV). Egli guarda al
cuore non alla carne (1 Samuele 16:7) e se il cuore ha la giusta
predisposizione, Dio può cambiare la carne.
Nonostante non ci fosse nulla di concreto che mi portasse a credere
a ciò, quando in me emerse tale desiderio, ebbi anche la fede che
potevo fare quello che il Signore mi chiedeva. Quando Dio chiama,
ci dà il desiderio, la fede e la capacità di fare il lavoro. Ma, voglio
anche dirti che, durante gli anni di pratica e attesa, il diavolo mi ha
attaccato regolarmente col dubbio e l’incredulità.
Dio mette sogni e visioni nel cuore della sua gente che cominciano
come piccoli semi. Proprio come la donna incinta ha un “seme”
piantato nel grembo, così anche noi siamo in “attesa”, per così dire,
delle cose che Dio ci dice e promette. Durante questa gravidanza
Satana ce la mette tutta per fare abortire i nostri sogni. Uno dei
mezzi che usa è il dubbio, un altro è l’incredulità. Entrambi agiscono
contro la mente.
La fede è frutto dello spirito; è una forza spirituale. Il nemico non
vuole che la mente sia in accordo con lo spirito. Lui sa che, se Dio ci
82
dà la fede di fare qualcosa e noi siamo ottimisti e crediamo
fermamente di poterla fare, creeremo un danno considerevole al suo
regno.
Continua a camminare sull’acqua!
La barca ormai era a largo, distante da terra, sbattuta e agitata
dalle onde, a causa del vento contrario. All’ora quarta della
notte [tra le tre e le sei del mattino] Gesù venne verso di loro,
camminando sul mare. Quando i discepoli lo videro camminare
sul mare, terrorizzati dissero: “È un fantasma!” E si misero a
gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo:
“Coraggio! Sono Io! Non abbiate paura!” Pietro rispose:
“Signore, se sei Tu, comanda che io venga da Te sulle acque.”
Egli disse: “Vieni!” Allora Pietro, scendendo dalla barca, si mise
a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma quando sentì
la violenza del vento, ebbe paura e cominciando ad affondare
gridò: “Signore, salvami [dalla morte].” Immediatamente Gesù
stese la mano, afferratolo lo trattenne e disse: “Uomo di poca
fede, perché hai dubitato?” E quando salirono sulla barca, il
vento cessò.
Matteo 14:24-32
Ho messo in evidenza l’ultimo verso perché voglio attirare la tua
attenzione sul piano organizzato dal nemico in questo passo. Pietro
scese dalla barca al comando di Gesù di fare qualcosa che non
aveva mai fatto prima. In realtà, nessuno l’aveva mai fatto, eccetto
Gesù.
Ci voleva fede!
Pietro fece un errore; passò troppo tempo a guardare la tempesta ed
ebbe paura. Il dubbio e l’incredulità fecero pressione e lui iniziò ad
affondare, gridò a Gesù di salvarlo ed Egli lo fece.
Nota come la tempesta cessa non appena Pietro risale sulla barca!
Ti ricordi che in Romani 4:18 -21 Abrahamo non esitò quando
considerò la sua situazione impossibile?
Abrahamo era consapevole della sua condizione ma, al contrario di
Pietro, credo che non stesse sempre a pensarci o parlarne.
83
Noi possiamo essere consapevoli delle nostre circostanze, tuttavia
possiamo scegliere deliberatamente di pensare a qualcosa che ci
arricchisca ed edifichi la nostra fede.
Ecco perché Abrahamo rimase impegnato a lodare e dare gloria a
Dio. Noi glorifichiamo Dio quando continuiamo a fare ciò che
riteniamo giusto persino in circostanze avverse. Efesini 6:14 ci
insegna che nei momenti di combattimento spirituale, dobbiamo
stringere attorno a noi la cintura della verità.
Quando nella tua vita arriva la tempesta, punta i piedi, fatti la faccia
tosta e sii determinato a rimanere fuori dalla barca con lo Spirito
Santo! Molto spesso la tempesta cessa non appena ti fermi e ti ritiri
al sicuro.
Il diavolo causa tempeste nella tua vita per intimidirti. Durante una
tempesta, ricorda che la mente è il campo di battaglia. Non prendere
decisioni fondate sulle tue riflessioni o sulle tue emozioni, ma
vagliale con lo Spirito e quando lo farai, troverai lo stesso piano che
era lì prima della tempesta.
Non è permessa nessuna esitazione!
Se qualcuno di voi manca di sapienza, la domandi a Dio [che
dona] che dà a tutti generosamente e non a malincuore, senza
rimproverare o trovare da ridire e gli sarà data. La domandi però
con fede senza titubare (senza esitare né dubitare). Perché chi è
titubante (esita, dubita) è come l’onda del mare che si leva,
mossa di qua e di là ed agitata dal vento. Perché veramente,
non pensi una persona simile di ricevere qualcosa (che chiede)
dal Signore.
Giacomo 1:5-7
Il mio pastore, Rick Shelton, ci racconta come era confuso quando,
finita la scuola biblica, doveva decidere cosa fare. Dio gli aveva
messo nel cuore un forte desiderio di ritornare a St Louis, nel
Missouri, e iniziare una chiesa, cosa che intendeva fare. Tuttavia, al
momento di partire, aveva circa cinquanta dollari in tasca, una
moglie, un bambino e un secondo figlio in arrivo. Le circostanze,
ovviamente, non erano delle migliori.
84
E mentre provava a prendere una decisione, ricevette due ottime
offerte di unirsi a dei ministeri piuttosto grossi e ben affermati, dove
lo stipendio sarebbe stato buono. Erano due opportunità molto
allettanti e, se non altro, l’orgoglio di lavorare per uno di questi
ministeri avrebbe rinforzato il suo “io”. Più prendeva tempo a
decidere, più si confondeva. (Sembra che il Signor Dubbio gli
avesse fatto una visita, vero?)
C’era stato un momento in cui sapeva benissimo cosa fare, ma
adesso oscillava tra le diverse scelte. E dal momento che le sue
circostanze non erano a favore del suo ritorno a St Louis, era tentato
di accettare una delle due offerte, ma la cosa non lo faceva sentire
in pace. Alle fine, chiese consiglio ad uno dei pastori che gli aveva
offerto il lavoro, il quale saggiamente disse: “Vai da qualche parte in
silenzio, smetti di pensare, guarda nel tuo cuore, vedi cosa c’è e
fallo!”
Quando seguì il consiglio del pastore, scoprì presto che dentro il suo
cuore c’era la chiesa a St Louis. Non sapeva come ce l’avrebbe
fatta, ma procedette in obbedienza e i risultati furono meravigliosi.
Oggi, Rick Shelton è il fondatore e il pastore superiore del Life
Christian Center a St Louis, nel Missouri. Al momento è una chiesa
di circa tremila persone con una missione internazionale. Attraverso
questo ministero, negli anni migliaia di vite sono state benedette e
trasformate. Io sono stata pastore associato lì per cinque anni e il
mio ministero. “Life in the Word”, iniziò durante quel periodo.
Pensate a quanto il diavolo avrebbe rubato attraverso il dubbio e
l’incredulità, se il pastore Shelton si fosse lasciato guidare dalla testa
piuttosto che dal cuore.
Il dubbio è una scelta
Alle prime ore dell’alba la mattina dopo, mentre rientrava in
città, ebbe fame. Vedendo un fico pieno di foglie sulla strada, gli
si avvicinò ma non trovò altro che foglie [sapendo che
nell’albero di fico, il frutto compare allo stesso tempo delle
foglie]. E gli disse: “Non nasca mai più frutto da te!” E subito
quel fico si seccò. Al vedere questo, i discepoli rimasero stupiti
e dissero: “Come mai il fico si è seccato immediatamente?”
85
Gesù rispose, in verità vi dico: “Se avrete fede (una ferma
fiducia) e non dubiterete, non solo potrete fare quello che ho
fatto al fico, ma anche se direte a questo monte: “Levati e
gettati nel mare”, avverrà. E tutto quello che chiederete nella
preghiera con fede e credendo [veramente] lo otterrete!
Matteo 21:18 – 22
Quando i Suoi discepoli si stupirono e chiesero a Gesù come avesse
fatto morire il fico con una sola parola, egli, usando altre parole,
rispose loro: “Se avete fede e non dubitate, potrete fare la stessa
cosa e anche cose più grandi di questa” (Giovanni 14:12).
Abbiamo già chiarito che la fede è dono di Dio, quindi sappiamo di
avere fede (Romani 12:3). Ma il dubbio è una scelta, è la tattica di
guerra del diavolo contro la nostra mente.
Dal momento che noi scegliamo i nostri pensieri, quando il dubbio
sopraggiunge, dovresti imparare a riconoscerlo e dire: “No, grazie” e
continuare a credere!
La scelta è tua!
L’incredulità è disobbedienza
E quando ritornarono tra la folla, un uomo si avvicinò a Lui e
inginocchiatosi disse: “Signore abbi pietà di mio figlio, ha
problemi mentali, soffre molto e spesso cade nel fuoco e anche
nell’acqua. L’ho portato ai tuoi discepoli, ma non hanno potuto
guarirlo”. Allora Gesù rispose: “O generazione incredula e
perversa, fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò
sopportarvi? Portatemelo”. Gesù rimproverò il diavolo che uscì
da lui; da quel momento il ragazzo guarì. Allora vennero i
discepoli che in disparte chiesero a Gesù: “Perché non
abbiamo potuto scacciarlo?” Gesù rispose: “A causa della
vostra incredulità...”
Matteo 17:14–20 KJV
Ricorda che l’incredulità porta alla disobbedienza.
Forse Gesù aveva già insegnato ai Suoi discepoli cosa fare in casi
simili, ma loro Gli disubbidirono a causa della loro incredulità, di
conseguenza fallirono.
86
In ogni caso, la verità è che l’incredulità, come il dubbio, ci
impedisce di fare quello che Dio ci ha chiamati e consacrati a
realizzare nella vita. Ci impedirà anche di fare esperienza di quella
pace che Egli vorrebbe che noi avessimo quando la nostra anima
trova riposo in Lui. (Matteo 11:28,29 KJV).
Il riposo del Sabato Ebraico
Siamo, dunque, zelanti; sforziamoci e cerchiamo diligentemente
di entrare in quel riposo [di Dio, conoscerlo e sperimentarlo
personalmente] affinché nessuno cada e perisca per lo stesso
tipo di incredulità e disobbedienza [in cui caddero quelli nel
deserto].
Ebrei 4:11
Se leggi l’intero capitolo della lettera agli Ebrei, scoprirai che parla
del riposo del Sabato ebraico a disposizione del popolo di Dio. Nel
Vecchio Patto, si osservava il Sabato come giorno di riposo. Nel
Nuovo Patto, si parla del riposo del Sabato come di un luogo
spirituale di riposo. È prerogativa di ogni credente rifiutare di
preoccuparsi ed essere ansioso. Noi, in quanto credenti, possiamo
entrare nel riposo di Dio.
Un’attenta analisi di Ebrei 4:11 ci rivela che noi non entreremo mai
nel riposo di Dio se non crediamo, e allo stesso modo ne saremo
privati a causa dell’incredulità e della disobbedienza.
L’incredulità renderà la “nostra vita deserta”; Gesù, invece, ci ha
dato un luogo di riposo permanente in cui ci si può insidiare solo se
si vive con fede.
Vivere di fede in fede
È in esso che si rivela la giustizia di Dio di fede in fede, come
sta scritto: “Il giusto vivrà mediante la fede”. Romani 1:17 KJV
Ricordo un episodio che può spiegare ancora meglio questo
concetto. Una sera, mentre sbrigavo delle faccende domestiche, ero
molto triste, non avevo nessuna gioia e non c’era pace nel mio
cuore. Continuai a chiedere al Signore: “Cosa c’è che non va con
me?” Mi sentivo spesso in quel modo e sinceramente volevo capire
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quale era il problema. Provavo a mettere in pratica tutto quello che
avevo imparato facendo un cammino di fede, ma sembrava che
mancasse qualcosa.
A quel punto squillò il telefono e, andando a rispondere, inciampai in
una scatola piena di carte su cui erano appoggiati versetti delle
Scritture che qualcuno mi aveva mandato. Non mi soffermai a
guardarli, mi limitai a sfogliarli mentre parlavo al telefono. Quando
riattaccai la cornetta, decisi di sceglierne uno a caso per vedere se
potevo trarne qualche incoraggiamento.
Lessi Romani 15:13: “Possa il Dio della speranza riempirvi di
ogni gioia e pace nel credere [attraverso l’esperienza della fede]
affinché abbondiate e siate ricolmi (sprizzate) di speranza per
mezzo dello Spirito Santo.”
Trovai la risposta!
Il mio problema era causato dal dubbio e dall’incredulità. Mi rendevo
infelice credendo alle menzogne del diavolo. Ero negativa. Non
potevo avere né gioia né pace perché non credevo. E’ impossibile
vivere nell’incredulità e avere gioia e pace.
Prendi la decisione di credere in Dio e non al diavolo!
Impara a vivere di fede in fede. Secondo Romani 1:17 questo è il
modo in cui si rivela la giustizia di Dio.
Il Signore dovette rivelarmi che invece di vivere di fede in fede, io
spesso vivevo dalla fede al dubbio e dal dubbio all’incredulità. In
certi momenti ritornavo alla fede, per poi passare di nuovo al dubbio
e all’incredulità. Andavo avanti e indietro, oscillando dall’uno all’altro.
Ecco perché ero infelice e avevo tanti problemi nella vita.
Ricorda che secondo Giacomo 1:7,8 (KJV), l’uomo incerto, dalla
doppia opinione, è instabile in tutte le sue cose e non riceve mai dal
Signore quello che desidera. Deciditi a non essere incerto e a non
vivere nel dubbio.
Dio ha un piano meraviglioso per te, non permettere al diavolo di
rubartelo con le sue bugie! Invece, “...rifiutiamo discussioni,
88
teorie e ragionamenti e ogni cosa orgogliosa e altezzosa che si
leva contro la [vera] conoscenza di Dio; e assoggettiamo ogni
pensiero e proposito all’obbedienza di Cristo (il Messia, l’Unto)”
2 Corinzi 10:4,5
89
90
Capitolo 12
Una mente ansiosa
e preoccupata
...non agitarti in nessun modo...
Salmo 37:8 KJV
L’ansia e la preoccupazione sono attacchi alla mente che intendono
distrarci dal servire il Signore. Il nemico usa entrambi questi tormenti
per soffocare la nostra fede così che questa non emerga e ci aiuti a
vivere nella vittoria.
Per certe persone, la preoccupazione è un tale problema, che sono
persino dipendenti da essa. Se non hanno qualcosa di personale di
cui preoccuparsi, si preoccupano delle situazioni altrui. Avendo
avuto lo stesso problema, sono ben qualificata a descriverne la
condizione.
Io non mi godevo mai la pace che Gesù mi aveva guadagnato con la
Sua morte perché ero costantemente preoccupata di qualcosa.
È assolutamente impossibile preoccuparsi e vivere in pace allo
stesso tempo.
La pace non è qualcosa che si può inculcare ad una persona; è un
frutto dello Spirito (Galati 5:22), e il frutto nasce quando si rimane
nella vite (Giovanni 15:4 KJV). Il concetto di rimanere si rifà
all’entrare nella “pace di Dio” di cui si parla nel quarto capitolo della
lettera agli Ebrei e in altri passi della Parola di Dio.
Ci sono diversi passi nella Bibbia che si riferiscono alla
preoccupazione, dipende da quale tipo di traduzione si sceglie. La
King James Version non usa la parola “preoccupazione”. Oltre a
“non agitarsi” (Salmo 37:8), troviamo altre espressioni che ci
mettono in guardia contro la preoccupazione, come per esempio
“non affannatevi” (Matteo 6:25), “non angustiatevi per nulla”
91
(Filippesi 4:6) e “gettando ogni vostra preoccupazione” (1 Pietro
5:7). Generalmente io uso The Amplified Bible che include diverse
traduzioni e altre frasi relative a questo argomento. Tuttavia, per
semplificare l’insegnamento nel resto di questo capitolo, userò
l’espressione “preoccupazione” per riferirmi a questa condizione.
Definizione di Preoccupazione
Il dizionario Webster definisce la parola preoccupazione nel
seguente modo:
1. (Verbo intransitivo) Sentirsi preoccupato o turbato.
(Verbo transitivo) Provocare ansia, stress o agitazione.
2. (Sostantivo) Fonte di apprensione martellante.
Io ho anche sentito definirla come “tormentarsi con pensieri che
disturbano”.
Quando vidi la definizione ‘tormentarsi con pensieri che disturbano’
decisi immediatamente che ero troppo intelligente per accettare
quella situazione e credo che ogni Cristiano possa fare lo stesso.
Penso proprio che i credenti siano tanto saggi da non restare seduti
e tormentarsi.
Preoccuparsi sicuramente non migliora le cose, perché, quindi, non
smetterla?
Un’altra definizione mi ha fatto luce sull’argomento: “Afferrare per la
gola con i denti e scuotere o massacrare, come un animale fa ad un
altro, o tartassare mordendo e spezzando ripetutamente”.
Meditando questa definizione, arrivai alla seguente conclusione: il
diavolo usa la preoccupazione per farci provare ciò che descrive
quest’ultima definizione. Quando abbiamo avuto una crisi di
preoccupazione anche per poche ore, ci sentiamo proprio in questo
modo, cioè come se qualcuno ci avesse preso per la gola e scossi
fino ad essere totalmente sfiniti e distrutti. Il ripetersi dei pensieri che
non accenna a diminuire è come il continuo mordere e spezzare,
descritto nella definizione.
92
La preoccupazione è decisamente un attacco di Satana nella mente.
Il credente ha ricevuto istruzioni di fare determinate cose con la sua
mente, ma il nemico vuole assicurarsi che questo non avvenga. Il
diavolo, allora cerca di tenere la nostra mente impegnata con il
genere sbagliato di pensieri affinché questa non venga usata
secondo il disegno di Dio.
In un altro capitolo, parleremo di cosa sia giusto fare con la mente,
per adesso continuiamo con lo studio della preoccupazione fin che
abbiamo la piena consapevolezza di quanto questa sia inutile.
Il passo di Matteo 6:25-34 rappresenta una lettura ideale per il
sopraggiungere di un “attacco di preoccupazione”. Consideriamo
ciascuno di questi versi separatamente per capire cosa il Signore ci
voglia dire su questo argomento di vitale importanza.
Non è la vita più importante delle cose?
Perciò vi dico, smettetela di essere costantemente inquieti
(ansiosi e preoccupati) della vostra vita, di quello che
mangerete o berrete, o del vostro corpo, di quello che
indosserete. Non vale la vita più del cibo [qualitativamente], e il
corpo [di gran lunga superiore] più del vestito?
Matteo 6:25
La qualità della vita è talmente meravigliosa che merita di
essere goduta appieno. In Giovanni 10:10, Gesù disse: “Il ladro
viene solo per rubare, uccidere e distruggere. Io sono venuto
perché abbiano e si godano la vita, e l’abbiano in abbondanza
(pienamente fino a traboccare).” Satana prova a rubarci la vita in
molti modi, uno di questi è la preoccupazione.
In Matteo 6:25 ci viene detto che non c’è niente nella vita di cui
preoccuparsi, per nessun motivo! La qualità della vita donataci da
Dio è buona abbastanza da includere tutte le cose elencate, ma se
noi ce ne preoccupiamo, allora le perderemo; così come perderemo
la vita per come il Signore l’aveva intesa.
93
Non conti più di un uccello?
Guardate gli uccelli del cielo; non seminano, né mietono né
ammassano nei granai, eppure il Padre vostro celeste li nutre,
non contate voi forse più di loro?
Matteo 6:26
Ci farebbe bene passare del tempo ad osservare gli uccelli, come il
Signore suggerisce.
Anche se non lo facciamo ogni giorno, ti tanto in tanto dobbiamo
fermarci ad osservare i nostri amici piumati e rammentarci di come
sono accuditi bene.
Loro non sanno da dove verrà il pasto successivo; eppure,
personalmente, non ho mai visto un uccello seduto su un ramo in
preda ad una crisi di nervi per la troppa preoccupazione.
Il punto del Maestro qui è veramente molto semplice: Non vali più di
un uccello?
Anche se hai poca stima di te stesso, sicuramente non avrai
problemi a credere che vali più di un uccello, guarda allora quanta
cura il Padre celeste ha di loro.
Che cosa guadagni preoccupandoti?
E chi di voi preoccupandosi o con l’essere ansioso può
aggiungere un’ unità di misura (cubito) alla sua statura o alla
sua vita?
Matteo 6:27
Il significato è subito chiaro, la preoccupazione è inutile. Non serve a
nulla di buono e se è così, perché allora preoccuparsi, perché
essere così ansiosi?
Perché essere così ansiosi?
“E perché vi preoccupate dei vestiti? Considerate i gigli del
campo, imparate come crescono; non lavorano né filano.
Eppure vi dico che neanche Salomone in tutto il suo splendore
(eccellenza, dignità e grazia) vestiva come uno di loro. Ora, se
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Dio veste così l’erba del campo, che oggi è viva e verde e
domani verrà gettata nel forno, non vestirà sicuramente ancor
più voi, gente di poca fede?”
Matteo 6:28-30
Usando un’immagine della Sua creazione, il Signore ci fa capire che
se un fiore, che non fa niente, può essere così ben curato e apparire
talmente bello da sorpassare in splendore persino Salomone in tutta
la sua maestà, allora possiamo credere con certezza che il Signore
avrà cura di noi e ci darà ciò di cui abbiamo bisogno.
Pertanto, non ti preoccupare e non essere ansioso!
Pertanto non preoccupatevi e non siate ansiosi, dicendo: “Che
mangeremo? Che berremo? O, che indosseremo?”
Matteo 6:31
Vorrei qui ampliare questo versetto, aggiungendo un'ulteriore
domanda: “Che faremo?”
Credo che Satana ci invii demoni che hanno solo il compito di
ripetere tutto il giorno questa frase all’orecchio del credente. Questi
demoni ci bombardano con domande difficili, alle quali il credente
prova a dare una risposta sprecando tempo prezioso. Il diavolo ci
dichiara continuamente guerra nel campo di battaglia della mente,
sperando di coinvolgere il Cristiano in un combattimento lungo e
dispendioso.
Nota che nel verso 31 il Signore ci invita a non preoccuparci o
essere ansiosi. Ricorda pure che la bocca parla dalla pienezza del
cuore (Matteo 12,34 KJV). Il nemico sa bene che ci può riempire la
mente di pensieri sbagliati, alla fine questi inizieranno anche ad
essere proclamati dalla nostra bocca. Le nostre parole sono di
fondamentale importanza per confermare la nostra fede o, in certi
casi, la mancanza di fede.
Cerca Dio non i doni
Poiché i gentili (pagani) si preoccupano, desiderano e cercano
diligentemente tutte queste cose, il Padre vostro celeste sa
bene che ne avete bisogno. Cercate (mirate e aspirate) invece
95
prima il Regno di Dio e la Sua giustizia (il suo modo di fare
giustizia ed essere giusto) e allora tutte queste cose vi saranno
date in aggiunta.
Matteo 6:32,33
È chiaro che i figli di Dio non devono adattarsi al mondo! Il mondo
cerca le cose, noi dobbiamo cercare il Signore, il quale ci ha
promesso che se lo faremo, ci darà tutte queste cose di cui sa che
abbiamo bisogno.
Dobbiamo però imparare a cercare il volto di Dio e non la Sua mano!
Il nostro Padre celeste ha piacere di dare ai Suoi figli cose buone,
ma solo se noi non le cerchiamo.
Dio sa di che
chiediamo. Se
(Filippesi 4:6
preoccupazione
lo intralcia.
cosa abbiamo bisogno prima ancora che Glielo
semplicemente gli esponiamo le nostre richieste
KJV), al Suo tempo Egli le realizzerà. La
non aiuta per niente il nostro cammino, al contrario,
Prendi un giorno alla volta
Non preoccupatevi e non siate ansiosi per il domani, perché il
domani avrà già le sue preoccupazioni e ansie. A ciascun
giorno basta la sua pena.
Matteo 6:34
A me piace descrivere la preoccupazione e l’ansia come un modo di
trascorrere il tempo presente per risolvere il futuro. Impariamo ad
impiegare il tempo che Dio ci ha dato secondo la Sua intenzione.
La vita deve essere vissuta – qui e adesso!
Purtroppo, pochissime persone sanno vivere pienamente ogni
giorno. Tu potresti essere una di queste. Gesù ha detto che il
nemico, Satana, viene a rubare la vita (Giovanni 10:10). Non glielo
permettere più! Non passare l’oggi preoccupandoti per il domani. Ci
sono abbastanza cose oggi di cui preoccuparsi e tutte hanno
bisogno della tua attenzione. La grazia di Dio è con te per far fronte
a qualsiasi cosa ti succeda oggi, la grazia di domani non arriverà fin
che il domani non arriva, quindi non sciupare l’oggi!
96
Non essere inquieto o ansioso
Non siate inquieti o ansiosi per nulla; ma in ogni circostanza e
in ogni cosa, esponete a Dio le vostre richieste con preghiere,
petizioni (richieste ben chiare) e ringraziamenti.
Filippesi 4:6
Questo è un altro passo utile da prendere in considerazione quando
sopraggiunge un “attacco di preoccupazione”.
Ti raccomando vivamente di proclamare la Parola di Dio con la
bocca. Questa è la spada a doppio taglio che deve essere esercitata
contro il nemico (Ebrei 4:12; Efesini 6:17 KJV). La spada tenuta nel
fodero durante un attacco non serve a nulla.
Dio ci ha dato la sua Parola, usala! Impara a memoria passi come
questo e quando il nemico attacca, vai al contrattacco con la stessa
arma usata da Gesù: la Parola!
Abbatti le immaginazioni
...rifiutiamo discussioni, teorie e ragionamenti e ogni cosa
orgogliosa e altezzosa che si leva contro la [vera] conoscenza
di Dio; e assoggettiamo ogni pensiero e proposito
all’obbedienza di Cristo (il Messia, l’Unto).
Corinzi 10: 5
Quando ti vengono offerti pensieri che non sono in accordo con la
Parola di Dio, il modo migliore per fare zittire il diavolo è proclamare
la Parola.
La Parola pronunciata dalla bocca del credente e sostenuta dalla
fede è l’arma più efficace che si possa usare per vincere la guerra
contro la preoccupazione e l’ansia.
Getta su di Lui le tue preoccupazioni
Umiliatevi dunque [moderate, diminuite la stima che avete di voi
stessi] sotto la potente mano di Dio perché vi esalti al tempo
opportuno. Gettando su di Lui ogni vostra preoccupazione
[tutte le tue ansie, inquietudini e preoccupazioni una volta per
tutte] perché Egli si cura e preoccupa di voi con affetto.
1Pietro 5:6,7
97
Quando il nemico vuole crearci un problema, noi abbiamo il
privilegio di poterlo affidare a Dio. La parola “affidare” in realtà
significa lanciare, gettare. Io e te possiamo gettare, lanciare i nostri
problemi a Dio e, credimi, Egli li può afferrare, sapendo cosa farne.
Questo passo ci fa capire che umiliarsi significa non preoccuparsi.
Una persona che si preoccupa è ancora convinta che in qualche
modo può risolvere il suo problema. La preoccupazione è come una
mente che fa a gara per provare a trovare una soluzione alla sua
situazione. L’uomo orgoglioso è pieno di sé, l’uomo umile è pieno di
Dio. L’uomo orgoglioso si preoccupa; l’uomo umile attende.
Solo Dio ci può liberare, Egli vuole che lo sappiamo, così che in ogni
situazione la nostra prima reazione sarà di appoggiarci a Lui ed
entrare nel Suo riposo.
Il riposo di Dio
O Dio nostro, non ci farai giustizia nei loro riguardi? Poiché noi
non abbiamo la forza di opporci contro questa grande
moltitudine che ci viene contro. Non sappiamo cosa fare, ma i
nostri occhi sono rivolti a Te.
2 Cronache 20:12
Amo questo verso! La gente qui descritta era riuscita sicuramente a
rendersi conto di tre cose:
1
Non avevano forza contro i loro nemici.
2
Non sapevano cosa fare.
3
Avevano bisogno di fissare i loro occhi su Dio.
Nei versi 15 e 17 dello stesso passo, vediamo cosa risponde loro il
Signore una volta che arrivano a questa conclusione e liberamente
Glielo fanno sapere:
...Non temete e non spaventatevi davanti a questa grande
moltitudine; poiché la battaglia non è vostra ma di Dio... Non
dovrete combattere questa battaglia; prendete i vostri posti,
state fermi e vedrete la liberazione del Signore...
98
Qual’è il nostro posto? È quello di dimorare in Gesù ed entrare nel
riposo di Dio. È l’attendere continuamente il Signore con lo sguardo
fisso su di Lui, facendo quello che Lui ci suggerisce e avendo un
“timore reverenziale” di agire nella carne.
A proposito del riposo di Dio, vorrei aggiungere che non c’è “riposo
in Dio” senza contrasto.
Per renderti l’idea, ti racconterò una storia che ho sentito a proposito
di due artisti ai quali era stato chiesto di dipingere un quadro sulla
pace per come la interpretavano loro. Uno dipinse un lago silenzioso
e calmo in mezzo alle montagne. L’altro dipinse una cascata furiosa
che precipitava con una betulla protesa su di essa sul cui ramo si
posava un uccello che riposava nel suo nido.
Quale dei due rappresenta veramente la pace? Sicuramente il
secondo perché non ci può essere pace senza contrasto. Il primo
quadro rappresenta una situazione di ristagno. La scena che ci è
presentata è serena, può far venire la voglia di andarci per ristorarci.
È un bel quadro ma non riflette “il riposo di Dio”.
Gesù ha detto: “Vi lascio la pace, vi do e trasmetto la mia pace
[personale]. Non come la dà il mondo, Io la do a voi…” (Giovanni
14:27). La Sua pace è spirituale, è il suo riposo che agisce nel
mezzo di una tempesta, non in sua assenza. Gesù non è venuto ad
eliminare i contrasti dalla nostra vita, ma piuttosto a darci un modo
nuovo di far fronte alle tempeste della vita. Dobbiamo prendere il
suo giogo su di noi e imparare da Lui (Matteo 11:29), cioè imparare i
suoi modi per affrontare la vita come ha fatto Lui.
Gesù non si preoccupava e noi non dobbiamo preoccuparci!
Se aspetti di non avere nulla di cui preoccuparti per smetterla,
probabilmente dovrei dirti che dovrai aspettare molto tempo perché
quel momento potrebbe non arrivare mai. Non sono negativa ma
semplicemente realista!
Matteo 6:34 suggerisce che non dovremmo preoccuparci del domani
perché ogni giorno ha la sua pena. Gesù stesso l’ha detto e
sicuramente Lui non era pessimista. Rimanere nella pace, godersi il
riposo di Dio nel mezzo della tempesta, rende gloria al Signore
perché dimostra che i Suoi modi funzionano.
99
Preoccupazione, Preoccupazione, Preoccupazione!
Io sciupai molti anni della mia vita preoccupandomi di cose che non
potevo risolvere. Mi piacerebbe avere quegli anni indietro per poterli
affrontare in modo completamente diverso. Tuttavia, una volta
trascorso il tempo che Dio ti ha dato, è impossibile riaverlo indietro e
fare le cose diversamente.
Mio marito, al contrario non si preoccupava mai. Ci fu un periodo in
cui io ero solita arrabbiarmi con lui perché non si preoccupava come
me, e non discuteva con me le conseguenze terribili che avremmo
avuto se Dio non fosse venuto incontro ai nostri bisogni. Mi sedevo
in cucina, per esempio, tirando fuori bollette e assegni,
rattristandomi sempre di più perché le bollette erano più dei soldi
che avevamo nel nostro conto. Dave stava nella stanza accanto a
giocare con i bambini, guardando la televisione mentre loro
saltavano su e giù dalle sue spalle, mettendo bigodini nei suoi
capelli.
Ricordo che gli dicevo in malo modo: “Perché non vieni qui a far
qualcosa invece di giocare, mentre io provo a risolvere questo
disastro?” E quando lui mi rispondeva: “Che vuoi che faccia?” Non
riuscivo a rispondergli; e mi faceva arrabbiare l’idea che lui si stesse
divertendo mentre io dovevo far fronte ad una situazione finanziaria
disperata.
Dave mi tranquillizzava ricordandomi che Dio aveva sempre risposto
ai nostri bisogni, che noi dovevamo fare la nostra parte (dando la
decima, le offerte, pregando e fidandoci) e che il Signore avrebbe
continuato a fare la Sua. (Devo chiarire che Dave aveva fiducia
mentre io mi preoccupavo). Entravo nella stanza dove erano lui e i
bambini e dopo poco i pensieri si insinuavano di nuovo nella mia
mente: “Ma che faremo? Come pagheremo le bollette? E se...”
E poi, sullo schermo del cinema della mia immaginazione, mi
figuravo disastri, l’incapacità di estinguere il mutuo, la perdita della
macchina, l’imbarazzo davanti alla nostra famiglia e agli amici nel
caso avessimo dovuto chiedere aiuti finanziari, e così via. Hai mai
visto “film” del genere o hai mai avuto pensieri simili passarti
100
costantemente nella mente? Naturalmente sì, altrimenti non staresti
leggendo questo libro.
Dopo avere meditato per un po' sui i pensieri che mi offriva il diavolo,
rientravo in cucina, tiravo fuori le bollette, la calcolatrice, il libretto
degli assegni e ritornavo nella confusione di prima. Più lo facevo, più
mi deprimevo. Poi ripetevamo la stessa scena! Gridavo a Dave e ai
bambini che si divertivano, mentre io mi caricavo di tutta la
“responsabilità!”
In realtà, la mia non era responsabilità ma ansietà, quell’ansietà che
Dio chiede chiaramente di gettare su di Lui.
Adesso, quando guardo indietro, mi rendo conto che non feci altro
che sciupare tutte quelle serate che Dio mi aveva dato nei primi anni
di matrimonio. Il tempo che Egli ci dà è un dono prezioso. Ma io
allora lo diedi al diavolo. Il tempo è tuo, usalo saggiamente, non
passerai per questa strada un’altra volta.
Dio venne sempre incontro ai nostri bisogni e lo fece in modi diversi.
Non ci delude mai, nemmeno per una volta, Dio è fedele!
Non ti preoccupare - Fidati di Dio
Sia il vostro temperamento o disposizione morale libero
dall’amore per i soldi [incluse cupidigia, avarizia, lussuria,
brama di cose terrene] accontentatevi del vostro presente [delle
circostanze e di ciò che avete] perché Egli [Dio] stesso ha
detto: “Non vi deluderò in nessun modo, non vi abbandonerò
né vi lascerò senza aiuto. No, no, non vi lascerò senza aiuto, né
vi dimenticherò né vi deluderò (non lascerò andare la mia presa
su di voi)! [Certamente no!]
…Ebrei 13:5
Questo passo straordinario è ideale da usare per incoraggiarti
quando sei preoccupato e ti chiedi se Dio ti verrà incontro o meno
nei tuoi bisogni.
In questo passo il Signore ci fa capire che non dobbiamo
preoccuparci dei soldi, domandandoci: “Come faremo?”, perché è
101
Lui che si prende cura di queste cose al posto nostro. Egli ha
promesso che non ci deluderà mai, né ci dimenticherà.
Fai la tua parte, ma non provare a fare quella di Dio. Il carico è
troppo pesante da sopportare, e, se non stai attento, ti frantumerai
sotto il suo peso.
Non preoccuparti. Abbi fiducia (appoggiati, confida e sii sicuro)
nel Signore e fai il bene; dimorerai nella terra e ti nutrirai della
Sua fedeltà, e veramente sarai nutrito (Salmo 37:3).
E questa è una promessa!
102
Capitolo 13
Una mente sospettosa che giudica e critica
Non giudicare e non sarai giudicato.
Matteo 7:1 KJV
Nella vita della gente molte ferite sono causate dai giudizi, dalle
critiche e dai sospetti degli altri. Moltissime relazioni sono distrutte
da questi nemici. Ancora una volta, la mente è il campo di battaglia.
I pensieri – semplicemente “io penso” – possono essere lo
strumento che il diavolo usa per isolare una persona. Alle persone
non piace essere circondate da chi vuole sempre dire la sua in ogni
cosa.
Mi spiego meglio. Conoscevo una signora sposata con un uomo
d’affari molto ricco. Quest’uomo generalmente era molto silenzioso,
mentre lei avrebbe preferito che parlasse di più. Era una persona
molto preparata, tuttavia quando si trovava in gruppo e qualcuno
cominciava una conversazione su un argomento di sua competenza,
anziché dire quello che sapeva, non diceva nulla, irritando così la
moglie.
Una sera, dopo che ritornarono da una festa, lei lo accusò dicendo:
“Perché non hai detto agli altri quello che sapevi sull’argomento di
cui parlavano? Eri lì seduto, comportandoti come se non sapessi
nulla!”
“Già so quello che so”, rispose lui, “quindi provo a stare in silenzio e
ad ascoltare quello che sanno gli altri.”
Suppongo che sia stato precisamente questo il motivo della sua
ricchezza. Era saggio! Poche persone si arricchiscono senza la
sapienza. E poche persone hanno amici se non usano la sapienza
nelle relazioni.
103
Dare giudizi, fare supposizioni e criticare sono tre cose che portano
al fallimento delle relazioni.
Satana, naturalmente vuole farci rimanere da soli e farci sentire
esclusi, ecco perché attacca la nostra mente in questo campo.
Spero che questo capitolo ti aiuti a riconoscere i modi sbagliati di
pensare e ad imparare, allo stesso tempo, a cambiare la mentalità
sospettosa.
Definizione di giudicare
Il dizionario An Expository Dictionary of New Testament Words di
Vine, definisce, in parte, una delle parole greche tradotta con
giudizio come “decisione presa sulle colpe degli altri” e l’associa alla
parola condanna1. Secondo la stessa fonte, una delle parole greche
tradotta con giudicare è in parte definita come “crearsi un’opinione”
ed è associata alla parola emettere sentenze2.
Dio è l’unico che ha il diritto di condannare ed emettere sentenze, e
quando quindi giudichiamo qualcuno, in un certo senso, ci mettiamo
al posto di Dio nella vita di quella persona.
Non so che ne pensi, ma in me questo suscita un certo “timore di
Dio”. Anche se sono una persona coi nervi saldi, non sono
interessata ad occupare il posto di Dio! In passato questi problemi
erano aspetti gravissimi della mia personalità, spero quindi di aiutarti
condividendo con te quello che Dio mi ha insegnato in proposito.
Dal momento che criticare, dare opinioni e giudizi sembrano far
parte della stessa famiglia, ne parleremo come di un unico, grosso,
problema.
In passato, ero solita criticare tutto perché tendevo sempre a vedere
quello che era sbagliato invece di quello che era giusto. Certe
persone sembrano avere questa tendenza più di altre. La persona
con una personalità gioviale guarda solo alle cose “allegre o
divertenti” della vita, ignorando tutto quello che potrebbe rovinarne il
1.Vine, W.E. An Expository Dictionary of Hebrew and Greek Words. (Old Tappan: Fleming H.
Revell Company, 1981),Vol 2 E-Li, p281
2.Vine, W.E. An Expository Dictionary of Hebrew and Greek Words. (Old Tappan: Fleming H.
Revell Company, 1981),Vol 2 E-Li, p280
104
suo godimento. Al contrario, la persona con una personalità più
melanconica o con la tendenza a dominare, è spesso più portata a
guardare prima alle cose “sbagliate” e, generalmente, le persone
con questo tipo di personalità sono molto generose nel condividere
con gli altri le loro opinioni e i loro modi di vedere.
Dobbiamo renderci conto che ognuno ha un modo personale di
vedere le cose. A noi piace dire alla gente quello che pensiamo – ed
è questo esattamente l’errore – ma quello che io penso sia giusto
per me, non è necessariamente giusto per qualcun altro, e
viceversa. Tutti sappiamo, naturalmente, che non rubare è giusto
per tutti, ma quello a cui mi riferisco sono le migliaia di cose che ci
capitano ogni giorno le quali non sono necessariamente giuste o
sbagliate, ma sono semplicemente il frutto di scelte personali. Voglio
anche aggiungere che ogni persona ha il diritto di fare le proprie
scelte senza influenze esterne.
Io e mio marito abbiamo modi estremamente diversi di affrontare le
cose. Per esempio, decorare la casa è una di queste. Non nel senso
che non ci piace mai quello che l’altro sceglie, ma se usciamo
insieme per comprare qualcosa per la casa, sembra che a Dave
piaccia qualcosa e a me sempre qualcos’altro. Perché?
Semplicemente perché siamo due persone diverse. La sua opinione
è valida tanto quanto la mia e la mia tanto quanto la sua, sono
solamente diverse.
Ho impiegato anni per capire che non c’era niente che non andava
con Dave solo perché era in disaccordo con me. Naturalmente, io
ero solita fargli sapere che c’era qualcosa che non andava con lui
dal momento che non condivideva la mia opinione. Il mio
atteggiamento era ovviamente causa di contrasto tra noi e feriva la
nostra relazione.
Orgoglio: il problema dell’Io.
Vi avverto di non valutarvi e considerarvi superiori a quanto
dovreste [di non avere un opinione esagerata della propria
importanza], ma di dare una valutazione realistica alle vostre
capacità, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha
dato.
Romani 12:3
105
Il giudizio e la critica sono frutto di un problema molto più profondo:
l’orgoglio. Quando l’Io in noi è più grande di quanto dovrebbe
essere, causerà sempre questo genere di problemi di cui stiamo
discutendo. La Bibbia ci avverte ripetutamente a proposito
dell’arroganza.
Tutte le volte che primeggiamo in qualcosa è solo perché Dio ci ha
dato il dono della grazia per farlo. Se siamo arroganti o abbiamo
un'opinione esagerata di noi stessi, tendiamo a guardare agli altri
dall’alto in basso e a considerarli “inferiori” a noi. Questo tipo di
atteggiamento o modo di pensare è in abominio al Signore, e nella
nostra vita apre molte porte al nemico.
Un santo timore
Fratelli, se uno viene sorpreso in una cattiva condotta o in
qualsiasi tipo di colpa, voi che siete spirituali [che siete
sensibili e guidati dallo Spirito] dovreste correggerlo, ristabilirlo
e reintegrarlo con dolcezza e nessun senso di superiorità,
vegliando su voi stessi, così da non essere tentati anche voi.
Portate (sopportate) i pesi gli uni degli altri e le fastidiose colpe
morali, in questo modo adempirete e osserverete perfettamente
la legge di Cristo (il Messia) e completerete ciò che manca [alla
vostra obbedienza alla legge]. Se infatti uno pensa di essere
qualcuno [troppo importante per abbassarsi a sostenere il
carico di qualche altro] mentre non è nessuno [in superiorità
eccetto nella stima di se stesso], inganna, illude e imbroglia se
stesso.
Galati 6:1-3
Un attento esame di questo passo delle Scritture ci rivela
chiaramente come dobbiamo reagire alla debolezza altrui. Ci
presenta l’atteggiamento mentale che dovremmo mantenere.
Dobbiamo avere un “ santo timore” dell’orgoglio e stare attenti al
giudizio e alla critica degli altri.
106
Chi siamo noi per giudicare?
Chi sei tu per giudicare e biasimare il servo di un altro? Che stia
in piedi o cada, riguarda il suo padrone. Starà in piedi e sarà
sorretto perché il padrone (il Signore) ha il potere di sostenerlo
e tenerlo in piedi.
Romani 14:4
Faccio un esempio: supponiamo che la tua vicina di casa venga a
casa tua e inizi a darti ordini su quello che i tuoi figli dovrebbero
indossare per la scuola o che materie dovrebbero scegliere. Come
reagiresti? Oppure, supponiamo che la tua vicina venga a dirti che
non le piace il modo in cui la tua domestica (della quale tu sei
abbastanza soddisfatto) ti ha pulito la casa. Che le diresti?
Questo è esattamente il punto fatto qui dalla Scrittura. Ognuno di noi
appartiene a Dio ed Egli è in grado di sollevarci e giustificarci
nonostante le nostre debolezze. Noi dobbiamo rendere conto a Dio
e non gli uni agli altri, perciò non dobbiamo giudicarci e criticarci a
vicenda.
Il diavolo è molto impegnato ad affidare ai suoi demoni il compito di
mettere pensieri critici e giudizi nella mente della gente. Ricordo
bene il tempo in cui trovavo divertente sedere al parco o al centro
commerciale e guardare la gente passare, criticandola per il loro
abbigliamento, acconciatura, amici, e via dicendo. Non sempre
possiamo evitare di farci delle opinioni, tuttavia possiamo evitare di
esprimerle. Credo, inoltre, che potremmo arrivare al punto di non
avere più tante opinioni, ma solo poche e che non siano di natura
critica.
Spesso mi ripeto: “Joyce non sono affari tuoi”. Un grosso problema
inizia a lievitare nella nostra mente quando meditiamo la nostra
opinione finché questa diventa giudizio. Più pensi al problema, più il
problema cresce finché inizi a parlarne anche agli altri o persino alla
persona che stai giudicando. A questo punto è diventato esplosivo e
ha la capacità di fare un danno notevole sia a livello pratico (per
quanto riguarda la relazione) sia a livello spirituale. In futuro potresti
risparmiarti dei problemi semplicemente imparando a dire “non sono
affari miei”.
107
Nella mia famiglia giudizi e critiche dilagavano a tal punto che si può
dire che “sono cresciuta con loro”. E quando è così - come potrebbe
essere anche per te – è come provare a giocare a calcio con la
gamba rotta. Provavo a “giocare a palla” con Dio, volevo fare le cose
a modo Suo, pensare e agire a modo Suo, ma non ci riuscivo. Ho
impiegato tanti anni di sofferenza prima di capire che dovevo
occuparmi delle fortezze della mente per cambiare il mio
comportamento.
Ricorda che le tue azioni non cambieranno finché non cambierà
prima la tua mente.
In Matteo 7:1-6 troviamo degli esempi classici su questi argomenti di
giudizio e critica. Quando la tua mente si trova in difficoltà in questo
campo, leggi questi passi delle Scritture. Leggili, poi rileggili ad alta
voce e usali come armi contro il diavolo che sta provando ad erigere
una fortezza nella tua mente. Quest’ultimo potrebbe anche agire da
una fortezza che è già lì da anni.
Diamo insieme un’occhiata a questo passo che io commenterò
versetto per versetto.
Il giudizio di seminare e mietere
Non giudicate, criticate e condannate gli altri, per non essere
giudicati, criticati e condannati anche voi. Perché con la misura
con la quale giudicate, criticate e condannate, sarete giudicati,
criticati e condannati anche voi.
Matteo 7:1,2
Queste Scritture ci dicono apertamente che mieteremo quanto
avremo seminato (Galati 6:7). Non si semina e miete solo nel campo
dell’agricoltura o in quello finanziario, ma anche nel campo della
mente. Possiamo seminare e mietere un atteggiamento, così come
si fa con un raccolto o con un investimento.
Un pastore di mia conoscenza, dice spesso che quando sente dire
che qualcuno l’ha giudicato o ha parlato di lui in maniera poco
cortese, si chiede: “Sono loro che seminano, o sono io che mieto?”
Molte volte raccogliamo nella nostra vita ciò che abbiamo seminato
in precedenza nella vita di qualche altro.
108
Medico, guarisci te stesso!
Perché osservi il granello che è nell’occhio di tuo fratello e non
consideri la trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire a
tuo fratello permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio,
mentre nel tuo c’è una trave? Ipocrita, togli prima la trave dal
tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza
dall’occhio di tuo fratello.
Matteo 7.3-5
Il diavolo adora tenerci mentalmente impegnati a giudicare le colpe
degli altri. In questo modo non vediamo mai né affrontiamo ciò che
non va in noi!
Noi non possiamo cambiare gli altri, solo Dio può farlo, né possiamo
cambiare noi stessi, ma possiamo collaborare con lo Spirito Santo
permettendoGli di operare. Il primo passo verso qualsiasi tipo di
libertà è comunque affrontare la verità che il Signore tenta di farci
vedere.
Quando ci facciamo delle opinioni e commentiamo quello che non va
negli altri, normalmente ci stiamo ingannando sulla nostra stessa
condotta. Gesù, infatti, ci comandò di non preoccuparci dei difetti
degli altri: ce ne sono cosi tanti in noi stessi. Permetti a Dio di
operare in te prima e poi imparerai il modo scritturale di aiutare tuo
fratello a crescere nel cammino cristiano.
Amatevi gli uni gli altri
Non date le cose sante (cose sacre) ai cani, e non gettate le
vostre perle ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe
e poi si voltino per sbranarvi.
Matteo 7:6
Credo che queste Scritture si riferiscano alla capacità dataci da Dio
di amarci a vicenda.
Se ci è stata data la capacità e l’ordine da parte di Dio di amare gli
altri, ma invece di farlo, li giudichiamo e critichiamo, non abbiamo
fatto altro che prendere la cosa santa (l’amore) e buttarla ai cani e ai
porci (gli spiriti demoniaci). Abbiamo aperto loro una porta per
calpestare cose sante, voltarsi e sbranarci.
109
È necessario capire che “il cammino d’amore” è per noi protezione
contro gli attacchi demoniaci. Non credo che il diavolo possa
nuocere a chi veramente fa un cammino d’amore.
Quando rimasi incinta del mio quarto figlio, ero una cristiana,
battezzata nello Spirito Santo, chiamata a servire nel ministero e che
studiava seriamente la Bibbia. Avevo imparato a pregare con fede
per la guarigione, ciò nonostante, durante i primi tre mesi di
gravidanza stetti molto male. Avevo perso peso e mi sentivo senza
forze. Passavo il tempo sdraiata sul divano, avevo la nausea, ed ero
talmente stanca che riuscivo appena a muovermi.
La cosa mi stupì molto dal momento che durante le altre tre
gravidanze ero stata benissimo. Allora non conoscevo la Parola di
Dio, anche se andavo in chiesa e non usavo attivamente la mia
fede. Adesso, conoscevo molto bene le promesse di Dio, eppure
stavo molto male e né le preghiere a Dio, né rigettare il diavolo
bastavano a rimuovere il problema.
Un giorno mentre ero coricata a letto e sentivo mio marito e i
bambini divertirsi fuori, chiesi con ardore a Dio: “Che cosa c’è che
non va in me? Perché sto così male? E perché non miglioro?”
Lo Spirito Santo mi spinse a leggere Matteo 7. Chiesi al Signore che
cosa quel passo aveva a che fare con me e con la mia salute.
Intuivo che dovevo rileggere il brano più volte e, alla fine, mi fece
ricordare un episodio accaduto alcuni anni prima.
Una volta tenni un corso biblico a casa, al quale partecipava una
giovane donna, che chiameremo Jane. Jane frequentava
assiduamente il corso finché rimase incinta, da quel momento fu
difficile per lei partecipare regolarmente perché era sempre stanca e
non si sentiva bene.
Quel giorno, mentre ero coricata nel mio letto, ricordai che avevo
parlato, giudicato e criticato Jane con un’altra “sorella cristiana”,
ritenendo che lei non faceva nessuno sforzo per superare le sue
circostanze e frequentare il corso biblico con serietà. Noi non le
offrimmo mai nessun tipo di aiuto, eravamo dell’idea che non aveva
carattere e usava la gravidanza come scusa per la sua pigrizia e per
il fatto che era indulgente con se stessa.
110
Ora, mi ritrovavo nelle stesse circostanze in cui Jane era stata due
anni prima. Dio, allora, mi fece capire che nonostante fossi stata
bene durante le mie tre gravidanze precedenti, criticando e
giudicando, avevo aperto una enorme porta al diavolo. Avevo preso
le perle, le cose sante (la mia capacità di amare Jane) e le avevo
gettate ai cani e ai porci, e ora si erano voltati e mi stavano
sbranando. Ti assicuro che fui veloce a pentirmi e, non appena lo
feci, la mia salute si ristabilì e durante i mesi successivi stetti bene.
Da questo episodio ho imparato una lezione importante a proposito
del pericolo di giudicare e criticare gli altri. Mi piacerebbe poter dire
che dopo quella esperienza non ho fatto più errori simili, ma mi
dispiace ammettere che da allora ne ho ancora fatti tanti. E ogni
volta Dio mi ha dovuto riprendere e gliene sono grata.
Tutti facciamo errori. Tutti abbiamo debolezze. La Bibbia dice che
non dobbiamo avere uno spirito severo e critico verso gli altri, ma di
perdono, e avere misericordia come Dio ha fatto per noi per amore
di Cristo (Efesini 4:32).
Il giudizio porta condanna
Sei dunque inescusabile, senza difesa o giustificazione, o
uomo, chiunque tu sia, che giudichi e condanni gli altri. Perché
nel giudicare ed emettere sentenze sugli altri, condanni te
stesso perché tu che giudichi fai di solito le medesime cose
[che biasimi e denunci].
Romani 2:1
In altre parole, noi facciamo le stesse cose per le quali giudichiamo
gli altri.
Una volta il Signore mi fece un ottimo esempio per capire questo
principio. Riflettevo sul perché se facciamo una cosa noi, pensiamo
che vada bene; ma se la fa qualche altro, lo giudichiamo. Egli mi
disse: “Joyce, tu ti vedi attraverso occhiali con le lenti rosa, ma
guardi gli altri con la lente d’ingrandimento!”
Noi troviamo scuse per i nostri comportamenti, ma se qualche altro
fa quello che facciamo noi, spesso siamo spietati. Fare agli altri
quello che vorremmo facessero a noi (Matteo 7:12) è un ottimo
principio di vita che se seguito evita tante critiche e giudizi.
111
Una mente che giudica è l’espressione di una mente negativa:
pensare cioè quello che è sbagliato in un individuo invece di quello
che è giusto.
Devi essere positivo e non negativo!
Gli altri ne trarranno beneficio, ma tu più di chiunque altro.
Vigila sul tuo cuore
Custodisci e vigila sul cuore con ogni cura, proteggilo
soprattutto, perché da esso scorre la sorgente della vita.
Proverbi 4:23
Se vuoi che la vita scorra in te e da te, vigila sul tuo cuore.
Certi modi di pensare sono “inaccettabili” per un credente, tra questi
ci sono anche il giudizio e la critica. Tutto quello che Dio prova ad
insegnarci è per il nostro bene e la nostra felicità. Seguire le Sue vie
porta frutto; seguire le vie del diavolo porta marciume.
Sii sospettoso del sospetto
L’amore sopporta tutto ed è sempre pronto a credere al meglio
di ogni persona.
1 Corinzi 13:7
Devo ammettere onestamente che mi è sempre stato difficile
obbedire a questo passo delle Scritture. Sono stata educata ad
essere sospettosa. In realtà, mi era stato insegnato a non fidarmi di
nessuno, specialmente di quelli che fanno finta di essere gentili
perché “sicuramente vogliono qualcosa in cambio”.
Oltre ad avere imparato ad essere sospettosa degli altri e delle loro
motivazioni, avevo avuto delle brutte delusioni con delle persone,
non solo prima di diventare una cristiana attiva ma anche dopo.
Meditare sui diversi aspetti dell’amore e arrivare alla conclusione
che l’amore crede sempre al meglio, mi ha aiutata tantissimo a
sviluppare un modo nuovo di pensare.
112
Quando la mente ti è stata avvelenata, o quando Satana ha
conquistato fortezze nella tua mente, questa deve essere rinnovata
secondo la Parola di Dio. E lo si può fare imparando la Parola e
meditandola (ponderandola, ripetendola e riflettendo su di essa).
Abbiamo in noi il meraviglioso Spirito Santo che ci ricorda quando i
nostri pensieri stanno andando nella direzione sbagliata. Il Signore
lo fa con me non appena inizio ad avere pensieri di sospetto
piuttosto che d’amore. L’uomo naturale pensa: “Se mi fido delle
persone, loro ne approfitteranno.” Forse, ma i benefici saranno di
gran lunga superiori a qualsiasi esperienza negativa.
Fiducia e fede portano gioia nella vita e aiutano le relazioni a
raggiungere il loro massimo potenziale.
I pensieri sospettosi danneggiano una relazione e di solito la
distruggono.
La verità è che i modi di Dio funzionano, quelli degli uomini no. Dio
condanna i giudizi, le critiche e i pensieri sospettosi e noi dovremmo
fare lo stesso. Ama ciò che Dio ama, odia ciò che Egli odia. Permetti
quello che Egli permette, non permettere quello che Egli non
permette.
La soluzione migliore è avere un atteggiamento equilibrato. Questo
non significa che non dobbiamo usare sapienza e discernimento
nelle relazioni con gli altri. Non dobbiamo aprire la nostra vita a tutti
quelli che incontriamo, dando la possibilità a chiunque incontriamo di
ferirci. Allo stesso tempo però, non dobbiamo guardare tutti con
occhi sospettosi e negativi, aspettandoci sempre che ne
approfitteranno di noi.
Fidati di Dio completamente e dell’uomo cautamente
Mentre era a Gerusalemme, per la festa della Pasqua, molti
credettero nel suo nome [si identificarono con la sua fazione]
vedendo i segni che faceva (meraviglie e miracoli). Gesù però
[da parte sua] non si confidava con loro, perché li conosceva
tutti [gli uomini]; e non aveva bisogno che qualcuno gli desse
testimonianza su un altro [non aveva bisogno di nessuna prova
113
degli uomini sugli uomini], poiché conosceva la natura umana.
[Poteva leggere il cuore degli uomini].
Giovanni 2:23,25
Una volta, dopo un episodio che mi amareggiò molto all’interno di
una comunità cristiana, il Signore attirò la mia attenzione su
Giovanni 2:23,25.
Questo passo parla della relazione di Gesù con i Suoi discepoli e
dice chiaramente che Lui non si confidava con loro. Non dice che
sospettava di loro o che non aveva fiducia in loro; spiega
semplicemente che non si affidava a loro in maniera squilibrata
perché conosceva la natura umana (che abbiamo tutti).
Io imparai una bella lezione. Mi ero lasciata ferire molto in quella
situazione in chiesa perché mi ero lasciata coinvolgere troppo da un
gruppo di donne, fino a perdere il giusto equilibrio. Tutte le volte che
perdiamo quest’equilibrio, apriamo la porta al diavolo.
La prima lettera di Pietro al capitolo 5:8 dice: Siate equilibrati
(temperanti e ragionevoli), sempre vigilanti e cauti; perché il
vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro [con
una fame feroce] cercando di afferrare e divorare qualcuno.
Compresi che mi ero appoggiata troppo sulle donne di
riponendo in loro quella fiducia che appartiene solo
relazioni umane possiamo arrivare fino ad un certo
spingiamo oltre la sapienza, sorgeranno problemi e
lasciarci ferire.
quel gruppo,
a Dio. Nelle
punto, se ci
finiremo col
Riponi sempre fiducia assoluta solo nel Signore. Così facendo
aprirai la porta allo Spirito Santo ed Egli ti farà sapere quando stai
varcando la soglia dell’equilibrio.
C’è chi pensa di avere discernimento, quanto invece è
semplicemente sospettoso. Uno dei doni dello Spirito Santo è il
discernimento degli spiriti (1 Corinzi 12:10 KJV). Esso consiste nel
discernere il bene e il male, non solo il male. Il sospetto viene da
una mente non rinnovata, il discernimento da uno spirito rinnovato.
Prega per i doni veri – non la carne che si traveste di doni dello
Spirito. Il vero discernimento spirituale porta alla preghiera, non al
pettegolezzo. Quando si discerne un problema vero attraverso un
114
dono autentico, per poterlo affrontare si segue una procedura
scritturale e non modi carnali che non fanno altro che ingrandirlo e
aggravarlo.
Le parole gradevoli sono dolcezza e refrigerio
La mente del saggio istruisce la sua bocca e sulle sue labbra
aumenta la dottrina e la persuasione. Le parole gentili sono
come un favo di miele, dolcezza per l’anima e refrigerio per il
corpo.
Proverbi:23,24
Le parole e i pensieri sono come le ossa e il midollo, talmente uniti
che è quasi impossibile dividerli (Ebrei 4:12).
I nostri pensieri sono come parole silenziose che solo noi e il
Signore conosciamo; eppure, quelle parole influenzano il nostro
uomo interiore, la nostra salute, la nostra gioia e il nostro
comportamento. Spesso le cose che pensiamo vengono fuori dalla
nostra bocca e, sfortunatamente, certe volte ci fanno apparire stolti. I
giudizi, le critiche e i sospetti non conducono mai alla gioia.
Gesù ha detto che è venuto affinché possiamo avere la vita e
godercela (Giovanni 10:10). Inizia ad agire con la mente di Cristo ed
entrerai in un regno della vita completamente nuovo.
115
116
Capitolo 14
Una mente passiva
Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza…
Osea 4:6
Questa affermazione è sicuramente vera per quanto riguarda il
campo della passività. La maggior parte dei Cristiani non hanno
dimestichezza con questo termine, né sanno riconoscerne i sintomi.
Essere passivi è l’opposto dell’essere attivi. Questo è un problema
pericoloso in quanto la parola di Dio ci insegna chiaramente che
dobbiamo vigilare, essere cauti, attivi (1 Pietro 5:8) e dobbiamo
ravvivare la fiamma e il dono di Dio che è in noi (2 Timoteo 1:6).
Ho letto diverse definizioni della parola passività e mi piace
descriverla come mancanza di emozioni, desiderio, apatia in genere,
tiepidezza e pigrizia. Dietro la passività si nascondono spiriti del
male. Il diavolo sa bene che l’inattività, la paralisi della volontà
comporta la sconfitta ultima del credente. Finché si agisce contro il
diavolo, usando la volontà per resistergli, il nemico non vince la
guerra. Ma se si inizia ad essere passivi, si avranno seri problemi.
Tanti credenti si lasciano guidare dalle emozioni al punto che è
necessaria un’assenza di emozioni per impedirgli di fare ciò che è
stato loro insegnato. Lodano, se ne hanno voglia, mantengono la
loro parola se ne hanno voglia e se non hanno voglia non fanno
nulla.
Uno spazio vuoto è un posto!
Non date spazio al diavolo.
Efesini 4:27 KJV
Il posto che diamo a Satana è spesso uno spazio vuoto. Una mente
vuota e passiva può essere facilmente riempita da ogni genere di
pensieri sbagliati.
117
Il credente che ha una mente passiva e che non resiste a questi
pensieri sbagliati, spesso inizia a considerarli propri.
Un modo per mantenere la mente libera da pensieri sbagliati, è
riempirla di pensieri buoni. Il diavolo può essere cacciato, ma andrà
e vagherà in luoghi aridi solo per una stagione. Quando ritornerà alla
sua vecchia casa e la troverà vuota, la Bibbia dice in Luca 11:24-26
che ritorna e porta altri spiriti con sé e la condizione dell’individuo
diventa peggiore della precedente. Per questo motivo non dobbiamo
mai tentare di cacciare uno spirito del male da un individuo a meno
che gli sia stato insegnato come “riempire gli spazi vuoti”.
Non dico che chiunque ha un pensiero cattivo possiede uno spirito
del male, ma che lo spirito del male si nasconde spesso dietro
pensieri cattivi. Un individuo può rigettare continuamente le
immaginazioni, ma queste ritorneranno finché lui non imparerà a
riempire gli spazi vuoti con il giusto modo di pensare. Quando il
nemico ritornerà, allora non troverà spazi vuoti in quella persona.
Ci sono peccati attivi o peccati che si commettono, e peccati passivi
cioè di omissione. In altre parole, ci sono cose sbagliate che
facciamo e cose giuste che non facciamo. Per esempio, si può
compromettere un’amicizia usando parole poche cortesi, o anche
omettendo di usare parole gentili di apprezzamento (che si
sarebbero dovute esprimere ma non lo si è fatto).
La persona passiva pensa di non fare niente di male proprio perché
non fa nulla. E quando la si confronterà con l’errore, dirà: “Non ho
fatto niente!” La sua analisi è corretta, ma non il suo comportamento.
Il problema è sorto proprio perché non ha fatto niente.
Superare la passività
Alcuni anni fa, mio marito Dave ebbe dei problemi con la passività.
C’erano alcune cose in cui era attivo: andava a lavorare ogni giorno,
giocava a golf il sabato e guardava il calcio la domenica. Oltre a
questo, era molto difficile convincerlo a fare qualche altra cosa.
Se io avessi avuto bisogno di appendere un quadro, lui avrebbe
impiegato tre o quattro settimane per farlo. Questo diventava motivo
118
di discordia tra noi. Avevo l’impressione che Dave facesse solo
quello che gli andava, e oltre a quello non faceva nulla.
Dave amava il Signore e non appena cercò in Lui una risposta a
questo problema, Dio lo guidò ad una più profonda conoscenza della
passività e i suoi rischi. Capì che dietro la sua inerzia si
nascondevano spiriti del male. C’erano alcuni campi in cui non
aveva problemi perché aveva esercitato la sua volontà, ma in altri
fondamentalmente aveva ceduto la volontà al nemico attraverso la
passività. In questi campi era oppresso e si trovava in una
condizione dove mancava completamente il desiderio, la voglia e la
motivazione di fare le cose.
Lo studio della Parola di Dio e la preghiera erano altri due settori in
cui era passivo. Poiché sapevo che non cercava il consiglio di Dio,
mi veniva difficile ascoltarlo. In ogni caso, io avevo un problema di
ribellione, dunque puoi ben vedere come il diavolo usava le nostre
debolezze per metterci l’uno contro l’altra. Molte persone sono
divorziate a causa di questi problemi, non capendo che cosa non
funzioni.
In realtà io ero troppo aggressiva. Anticipavo sempre Dio e
seguendo gli impulsi della carne “facevo le mie cose” aspettandomi
che il Signore le benedicesse. Dave non faceva niente, eccetto
aspettare l’intervento divino e la cosa mi irritava immensamente.
Adesso ridiamo quando pensiamo a come eravamo, ma allora era
tutt’altro che divertente e se non avessimo dato ascolto a Dio, anche
noi saremmo potuti finire fra il numero di divorziati.
Dave mi diceva che io precedevo sempre Dio, e io gli rispondevo,
dicendo che lui era sempre dieci miglia dietro a Dio: io ero troppo
aggressiva e lui troppo passivo.
Quando un credente è inattivo in un’area in cui ha capacità e talento,
ne determina l’atrofia e l’immobilizzazione. Più non fa niente, più si
impigrisce. Uno dei migliori esempi è l’esercizio fisico.
In questo periodo seguo un buon programma di esercizio fisico e più
mi alleno più facile diventa. All’inizio però fu dura: avevo dolori
dappertutto perché per troppo tempo ero stata inattiva. E più non
facevo nulla, peggiore la mia condizione fisica diventava e
119
m’indebolivo sempre più a causa del fatto che non esercitavo i miei
muscoli.
Dave iniziò a capire dove stava il problema! Aveva a che fare con
spiriti del male che lo opprimevano a causa di questo lungo periodo
di inattività. Non appena lo Spirito Santo gli rivelò questa verità,
Dave decise di ritornare attivo e risoluto invece di essere pigro e
svogliato.
Prendere la decisione fu facile; metterla in pratica fu difficile. Fu
difficile perché adesso doveva riesercitarsi, fino a riacquistare la
forza, in tutti quei settori in cui era stato passivo.
Iniziò ad alzarsi alle cinque del mattino per leggere e pregare prima
di andare a lavorare. La battaglia era iniziata! Il diavolo non vuole
cedere quei territori che si è conquistato, e sicuramente non li cede
senza una lotta. Dave si alzava presto per passare del tempo con
Dio ma in realtà si riaddormentava sul divano. E anche se c’erano
mattine in cui si addormentava, continuava a progredire
semplicemente perché si alzava dal letto e provava a crearsi una
vita di preghiera.
C’erano volte in cui si annoiava, giorni in cui aveva l’impressione di
non progredire, di non capire quello che leggeva o che le preghiere
erano vane. Tuttavia, perseverò grazie a quello che gli aveva
rivelato lo Spirito Santo sulla “passività”.
Iniziai a notare che quando volevo che Dave appendesse un quadro
o aggiustasse qualcosa in casa, lo faceva immediatamente. Aveva
incominciato di nuovo ad essere indipendente nel pensare e nel
prendere le sue decisioni. Molte volte non se la sentiva di farlo o
persino non voleva farlo, ma riusciva a superare i sentimenti e
desideri carnali. Più agiva, sapendo che era la cosa giusta da fare,
più diventava libero.
Francamente non fu affatto facile. Dave non si liberò in pochi giorni o
poche settimane. La passività è una delle condizioni più difficili da
superare perché, come ho detto prima, i sentimenti non ti aiutano in
questo.
120
Dave perseverò con l’aiuto di Dio e adesso non è affatto passivo. E’
l’amministratore di Life in the Word, sovraintende tutti i nostri
programmi radiofonici e televisivi, è responsabile di tutti gli aspetti
finanziari del ministero. Viaggia a tempo pieno con me e prende le
decisioni sugli itinerari di viaggio. Dave è anche un uomo di famiglia
eccezionale. Prega e legge regolarmente la Parola di Dio. In breve,
è un uomo da rispettare e ammirare.
Gioca ancora a golf e guarda lo sport, ma fa anche le cose che è
giusto fare. Conoscendolo adesso e vedendo quello che è riuscito a
raggiungere, nessuno potrebbe mai immaginare quanto era passivo
in passato.
La passività può essere superata, ma il primo passo per superarla
nella vita pratica, è vincerla prima di tutto nella mente. Dave non
riusciva a migliorare finché non prese la decisione e cambiò il suo
modo di pensare.
L’azione giusta segue il giusto modo di pensare
Non conformatevi a questo mondo (questo secolo), [modellato
e adattato a costumi esterni e superficiali], ma trasformatevi
(cambiate) rinnovando [interamente] la vostra mente [con nuovi
ideali e atteggiamenti]...
Romani 12:2
C’è un principio dinamico che permea la Parola di Dio e nessuno
farà mai un cammino vittorioso senza capirlo e metterlo in pratica:
l’azione giusta segue il giusto modo di pensare.
Provo a dirlo in un altro modo: il tuo comportamento non cambierà
se non cambi il tuo modo di pensare.
Nell’ordine delle cose di Dio, il giusto modo di pensare viene prima,
l’azione giusta lo segue. Io credo che l’azione giusta o il giusto
comportamento sono frutto del giusto modo di pensare.
Molti credenti stentano a fare il bene, ma il frutto non è il risultato di
una lotta. Il frutto nasce come risultato di rimanere nella vite
(Giovanni 15:4 KJV), dimorare nella vite richiede obbedienza
(Giovanni 15:10 KJV).
121
Quando parlo di questo principio uso sempre Efesini 4:22-24. Il
verso 22 dice: “Spogliatevi della natura vecchia [mettete via e
liberatevi del vostro vecchio io] che caratterizzava il vostro
precedente modo di vivere e che si corrompe attraverso le
passioni e i desideri che sorgono dall’inganno”.
Il verso 24 continua lo stesso concetto dicendo: “Rivestitevi della
natura nuova (l’io rigenerato) creata ad immagine di Dio [divina]
nella giustizia e nella santità vera.”
Quindi vediamo che il verso 22 fondamentalmente ci dice di
smetterla di agire impropriamente, mentre il verso 24 ci dice di agire
appropriatamente. Il verso 23 rappresenta quello che definisco
“l’anello di congiungimento”. Ci dice come passare dal verso 22
(agire impropriamente) al verso 24 (agire appropriatamente): “Siate
costantemente rinnovati nello spirito della vostra mente [con
l’avere un nuovo atteggiamento mentale e spirituale]”.
E’ impossibile passare da un comportamento sbagliato ad un
comportamento corretto senza prima cambiare i nostri pensieri. Una
persona passiva potrebbe desiderare di fare le cose giuste, ma non
inizierà mai, a meno che attivi volutamente la sua mente e la
conformi alla Parola e alla volontà di Dio.
Mi viene in mente l’esempio di un uomo che chiese preghiera ad uno
dei miei seminari. Aveva un problema di lussuria. Amava veramente
la moglie e non voleva che il loro matrimonio fallisse, ma il suo
problema doveva essere risolto o inevitabilmente avrebbe rovinato il
suo matrimonio.
“Joyce, ho un problema di lussuria”, disse. “Non riesco a stare
lontano dalle donne. Pregheresti per la mia liberazione? Ho ricevuto
preghiera molte volte, ma non sembro mai migliorare.”
Questo è ciò che lo Spirito Santo mi suggerì di dirgli: “Sì, pregherò
per te, ma tu hai la responsabilità di quello che permetti di apparire
sul video della tua mente. Non puoi pensare ad immagini
pornografiche con la tua mente, o immaginarti in compagnia di altre
donne, se vuoi ottenere la libertà.”
122
Come quest’uomo, anche altri si sono resi conto immediatamente
del perché non riescono ad ottenere risultati nonostante il desiderio
di essere liberati: vogliono cambiare il loro comportamento, ma non
il loro modo di pensare.
La mente è spesso un’area in cui la gente “gioca con il peccato”.
Gesù disse in Matteo 5:27-28. “Avete sentito che è stato detto:
non commettere adulterio. Ma io vi dico che chiunque guarda
una donna per desiderarla ha già commesso adulterio con lei
nel suo cuore”. La via per l’azione peccaminosa è segnata dal
pensare peccaminoso.
Una donna che frequentava il primo corso biblico che tenni a casa,
aveva dato la sua vita al Signore e voleva che la sua famiglia e il suo
matrimonio si ristabilissero. Tutta la sua vita era un disastro: la casa,
i bambini, il matrimonio, le finanze, la salute, ecc. Lei disse
apertamente che non solo non amava il marito, ma addirittura lo
disprezzava. Sapendo che il suo atteggiamento non veniva da Dio,
era pronta ad amarlo, ma non riusciva a sopportare di stargli
accanto.
Noi pregammo, lei pregò, tutti pregarono! Condividemmo le Scritture
e le demmo delle cassette da ascoltare. Facemmo tutto il possibile,
e anche se lei sembrava seguire i nostri consigli, non migliorava.
Cosa c’era che non andava? Durante uno degli incontri, venne fuori
che per tutta la vita aveva sognato ad occhi aperti. Immaginava
sempre di vivere un’esistenza da favola in cui lei era la principessa e
il principe azzurro veniva a casa dal lavoro con fiori e cioccolatini,
facendole perdere la testa con le sue attenzioni
Trascorreva i giorni a pensare in questo modo e quando suo marito,
stanco, sovrappeso, sudato, sporco (e persino senza un dente)
tornava a casa dal lavoro, lei lo disprezzava.
Riflettiamo su questa situazione per un momento. Questa donna era
nata di nuovo, eppure la sua vita era un disastro. Voleva ubbidire a
Dio e vivere per Lui, voleva anche amare il marito perché sapeva
che quella era la volontà di Dio. Desiderava la vittoria nella vita e nel
matrimonio, ma a sconfiggerla era la sua mente. Non c’era modo di
superare la sua avversione nei confronti del marito a meno che non
iniziava ad agire con una “mente sana”.
123
Mentalmente viveva in un mondo irreale e che non sarebbe mai
esistito. Di conseguenza era completamente impreparata ad
affrontare la realtà. Aveva una mente passiva e dal momento che
non sceglieva il proprio modo di pensare secondo la parola di Dio,
gli spiriti del male le seminavano pensieri nella mente.
Fino a quando ritenne che quei pensieri fossero suoi e da essi
trasse piacere, non poté mai fare esperienza della vittoria. Nel
momento in cui mutò il suo modo di pensare, la sua vita cominciò a
cambiare. Modificò il suo atteggiamento mentale nei confronti del
marito e questi iniziò a cambiare aspetto e comportamento nei suoi
confronti.
Pensa alle cose di lassù
Se dunque siete risorti con Cristo [ad una vita nuova,
partecipando dunque alla Sua resurrezione dalla morte], cercate
le cose di lassù [ricchezza e tesori eterni] dove Cristo è seduto
alla destra di Dio. Pensate alle cose di lassù (cose superiori)
non a quelle della terra.
Colossesi 3:1,2
Ci troviamo ancora una volta davanti lo stesso principio: se vuoi
vivere la vita di resurrezione offertaci da Gesù, allora cerca quella
nuova vita potente nelle cose di lassù e non in quelle della terra.
L’Apostolo Paolo ci dice semplicemente che se vogliamo una vita
buona, dobbiamo tenere la mente sulle cose buone.
Molti credenti vogliono una vita buona, ma stanno passivamente
seduti con le mani in mano, aspettando che succeda loro qualcosa
di buono.
Spesso, sono gelosi di coloro che vivono vittoriosi e sono pieni di
risentimento a causa delle difficoltà della loro vita.
Se desideri ottenere la vittoria sui tuoi problemi, e davvero vivere la
vita della resurrezione, devi avere carattere, lo devi volere, non
semplicemente desiderare! Devi essere attivo, non passivo. L’azione
giusta inizia col giusto modo di pensare. Non essere mentalmente
passivo, comincia oggi a scegliere i pensieri giusti.
124
Capitolo 15
La mente di Cristo
Chi infatti ha conosciuto il pensiero (consigli e propositi) del
Signore in modo da guidarlo e poterlo dirigere e dargli
conoscenza? Ma noi abbiamo la mente di Cristo (il Messia), i
pensieri (sentimenti e propositi) del suo cuore.
1 Corinzi 2:16
Credo che adesso hai preso la ferma decisione di scegliere i
pensieri giusti, quindi diamo un’occhiata a quel genere di pensieri
considerati giusti dal Signore. Certo oggi ci sono molti modi di
pensare che sarebbero stati considerati impensabili a Gesù quando
era sulla terra. Ma se vogliamo seguire le Sue orme, dobbiamo
iniziare a pensare come Lui pensava.
Probabilmente ti viene di dire: “È impossibile Joyce, Gesù era
perfetto. Posso forse migliorare il mio modo di pensare ma non sarò
mai in grado di pensare come Lui”.
Beh, la Bibbia ci dice che abbiamo la mente di Cristo, un cuore
nuovo e uno spirito nuovo.
Un cuore e uno spirito nuovi
Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito
nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di
carne. Porrò il Mio Spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo
i miei statuti e voi osserverete e metterete in pratica le Mie
leggi.
Ezechiele 36:26,27
Come Cristiani, noi abbiamo una natura nuova, che è la natura di
Dio, messa in noi al momento della Nuova Nascita.
Possiamo vedere da questo passo che Dio ha dovuto darci il Suo
Spirito e un cuore (e una mente) nuovo per potere osservare le Sue
125
leggi e mettere in pratica i Suoi statuti. Romani 8:6 parla della mente
della carne e della mente dello Spirito, affermando che la morte è il
risultato di seguire la mente della carne, mentre la vita è il risultato di
seguire la mente dello Spirito.
Faremmo dei progressi enormi se solo imparassimo a discernere tra
la vita e la morte.
Se qualcosa ti trasmette morte, smettila di farla. Se certi modi di
pensare ti riempiono di morte, ti rendi conto immediatamente che
non vengono dalla mente dello Spirito.
Per renderti meglio l’idea, supponiamo che io stia pensando ad
un’ingiustizia che ho subita a causa di qualche persona, e la cosa
inizi ad irritarmi. Comincio a pensare a quanto detesti quell’individuo.
Se usassi discernimento, mi renderei subito conto che mi sto
riempiendo di morte. Mi sto lasciando ferire, sto diventando inquieta
e stressata, potrei persino iniziare a sentire disturbi fisici. Mal di
testa, dolori allo stomaco o fatica ingiustificata possono essere il
risultato del mio modo sbagliato di pensare. Al contrario, se penso a
quante benedizioni ho nella vita e quanto buono Dio è stato con me,
mi sento riempire di vita.
Per il credente è molto utile imparare a discernere in se stesso tra la
vita e la morte. Gesù ha fatto in modo che potessimo essere pieni di
vita, dandoci la Sua mente. Possiamo decidere di rimanere nella
mente di Cristo.
Nelle pagine successive, troverai una lista di cose da fare per potere
rimanere nella mente di Cristo.
1
Pensa positivamente
Possono due camminare insieme se prima non si sono
messi d’accordo e preso un appuntamento? Amos 3:3
Se una persona pensa secondo la mente
suoi pensieri? Sicuramente positivi. In
abbiamo già discusso dell’assoluta
positivamente. A questo punto potreste
126
di Cristo, come saranno i
un capitolo precedente
necessità di pensare
anche voler ritornare al
capitolo cinque per rammentarvi
atteggiamento positivo.
l’importanza
di
avere
un
Io l’ho appena fatto e ne ho ricavato una benedizione, nonostante
l’avessi scritto io stessa!
Non si può mai dire abbastanza sul potere di essere positivi. Dio è
positivo e se vogliamo dimorare in Lui dobbiamo essere sulla stessa
lunghezza d’onda e pensare positivamente. Non mi riferisco al
controllo della mente, ma semplicemente ad essere una persona
pienamente positiva.
Devi avere una mentalità ed un atteggiamento positivi. Mantieni
pensieri e aspettative positive. Lasciati coinvolgere in conversazioni
positive.
Gesù sicuramente mostrava mentalità e atteggiamenti positivi. Egli
dovette sopportare molte difficoltà: attacchi personali, accuse
ingiuste, l’abbandono da parte dei suoi discepoli nel momento del
bisogno, derisione, solitudine, incomprensioni e una lunga serie di
cose avvilenti. Tuttavia, nel mezzo di tutte queste cose negative, Egli
mantenne un atteggiamento positivo. Aveva sempre una frase di
conforto, una parola di incoraggiamento; era sempre pronto a dare
speranza a chiunque Gli si avvicinasse.
La mente di Cristo in noi è positiva; pertanto ogni volta che
assumiamo un atteggiamento negativo, non operiamo con la mente
di Cristo. Milioni di persone soffrono di depressione, credo che non
sia possibile essere depressi senza essere negativi, a meno che ci
sia una causa di natura patologica. Ma persino in quel caso, essere
pessimisti non farà altro che peggiorare il problema e i suoi sintomi.
Secondo il Salmo 3:3, Dio è la nostra gloria e colui che solleva il
nostro capo. Egli vuole sollevare tutto: le nostre speranze, i nostri
atteggiamenti, i nostri umori, le nostre teste, le nostre mani e i nostri
cuori, la nostra intera esistenza. Egli è il nostro “Sollevatore” divino!
Dio vuole sollevarci e il diavolo schiacciarci. Satana usa gli eventi e
le situazioni negative della nostra vita per deprimerci. Nel dizionario
la definizione della parola deprimere è: “abbattere lo spirito,
RATTRISTARE”1. Secondo il Dizionario Webster, una cosa
127
depressa è “inferiore rispetto alla regione circostante: INFOSSATA”2
Deprimere significa affondare, schiacciare o affossare. Noi abbiamo
occasione di avere pensieri negativi regolarmente, ma questi non
faranno altro che schiacciarci ulteriormente. Essere negativi non
risolverà i nostri problemi, solo li aggraverà.
Superare la depressione
Il salmo 143: 3-10 ci offre una descrizione della depressione e di
come superarla. Guardiamo a questo passo dettagliatamente per
vedere cosa dobbiamo fare per superare questo attacco del nemico.
1
Identifica la natura e la causa del problema.
Poiché il nemico ha cercato e perseguitato la mia anima, ha
calpestato a terra la mia vita e mi fa dimorare in luoghi
tenebrosi come coloro che sono morti da tempo.
Salmo 143:3
“Dimorare in luoghi tenebrosi come coloro che sono morti da tempo”
sembra proprio la descrizione di qualcuno che è depresso.
Nota che la causa e la fonte della depressione, di questa
aggressione sull’anima è Satana.
2
Riconosci che la depressione ruba la vita e la luce.
Il mio spirito è sopraffatto e viene meno [avvolto nelle
tenebre]; si intorpidisce nel petto il mio cuore. Salmo 143:5
La depressione opprime la libertà spirituale e la forza di una
persona.
Lo spirito di ogni persona (rafforzato e incoraggiato dallo Spirito di
Dio) è potente e libero. Satana, quindi, cerca di opprimere questo
potere e questa libertà, riempiendo la nostra mente con l’oscurità e
le tenebre. Renditi conto che è di vitale importanza resistere
immediatamente questa sensazione chiamata “depressione” appena
se ne intuisce l’arrivo. Più perdura, più difficile è resistergli.
1 & 2 Webster's II New Riverside Dictionary “depress”; “depressed”.
128
3
Ricorda i bei tempi.
Ricordo i giorni antichi, medito su tutte le tue opere, rifletto
sull’opera delle tue mani.
Salmo 143:5
In questo verso vediamo la reazione del salmista alla sua
condizione. Ricordare, meditare e riflettere sono tutte funzioni della
mente. Sa bene che i suoi pensieri coinvolgono i suoi sentimenti,
così si tiene impegnato a riflettere sul genere di cose che lo
aiuteranno a superare questo attacco alla mente.
4
Loda il Signore durante il problema.
A te protendo le mie mani; la mia anima ha sete di te come
terra assetata [d’acqua]. [fermati e rifletti con calma].
Salmo 143:6
Il salmista conosce l’importanza della lode ed eleva le mani in
preghiera, dichiarando di cosa ha veramente bisogno: ha bisogno di
Dio. Solamente il Signore può soddisfarlo.
Troppo spesso la gente è depressa perché ha bisogno di qualcosa e
la cerca nel posto sbagliato, aumentando così i problemi.
In Geremia 2:13 il Signore dice: “Perché il mio popolo ha
commesso due iniquità: essi hanno abbandonato me, Sorgente
di acqua viva, per scavarsi cisterne, cisterne vuote che non
tengono l’acqua”.
Solo Dio può dissetare un’anima assetata. Non ti lasciare ingannare
pensando che altre cose possano soddisfarti pienamente e
completamente. Cercare le cose sbagliate ti deluderà sempre e la
delusione apre la porta alla depressione.
5
Chiedi aiuto a Dio.
Rispondi presto, O Signore, poiché il mio spirito viene
meno; non nascondermi il tuo volto, perché non sia come
chi scende nella fossa (nella tomba).
Salmo 143:7
129
Il salmista chiede aiuto, fondamentalmente dice: “Sbrigati Signore
perché non ce la faccio più senza di Te.”
6
Ascolta il Signore.
Al mattino fammi conoscere la Tua amorevole bontà, perché
a Te mi appoggio e in Te confido. Fammi conoscere la
strada da percorrere, perché a Te s’innalza l’anima mia.
Salmo 143:8
Il salmista sa che ha bisogno di sentire Dio. Ha bisogno di sentirsi
assicurato dell’amore e della bontà di Dio. Ha bisogno
dell’attenzione e della direzione di Dio.
7
Prega per la liberazione.
Liberami Signore, dai miei nemici, in Te mi rifugio.
Salmo 143:9
Ancora una volta il salmista afferma che solo Dio può aiutarlo.
Nota anche che durante questo discorso si concentra su Dio e non
sul problema.
8
Cerca la sapienza, la conoscenza e la guida di Dio.
Insegnami a compiere il Tuo volere, perché sei Tu il mio Dio;
il Tuo Spirito buono mi guidi in terra piana e nella terra della
rettitudine.
Salmo 143:10
Forse il salmista ci vuole dire che è uscito fuori dalla volontà di Dio,
creando un varco per gli attacchi della sua anima. Adesso vuole
rientrare nella volontà di Dio perché si rende conto che è l’unico
posto sicuro.
Dunque chiede a Dio di aiutarlo ad essere deciso. Credo che la
frase: “Mi guidi in terra piana”, si riferisca alle sue emozioni instabili.
Al contrario egli desidera essere saldo e non sentirsi inquieto.
130
Usa le armi
Le armi della nostra battaglia non sono fisiche [armi di carne o
sangue], ma sono potenti davanti a Dio per abbattere e
distruggere le fortezze, [nella misura in cui noi] rifiutiamo
discussioni, teorie e ragionamenti e ogni cosa orgogliosa e
altezzosa che si leva contro la [vera] conoscenza di Dio; e
assoggettiamo ogni pensiero e proposito all’obbedienza di
Cristo (il Messia, l’Unto).
2 Corinzi 10:4,5
Satana usa la depressione per trascinare milioni di persone nella
fossa delle tenebre e della disperazione. Il suicidio è spesso il
risultato della depressione. La persona suicida normalmente è una
persona che è diventata così negativa che è completamente priva di
speranza per il futuro.
Ricorda: i sentimenti negativi vengono da pensieri negativi.
La mente è il campo di battaglia, il luogo dove la battaglia si vince o
perde. Scegli oggi stesso di essere positivo, rigettando ogni
immaginazione negativa e guidando ogni pensiero all’obbedienza di
Cristo (2 Corinzi 10:5 KJV).
2
Metti Dio al centro della tua mente.
Tu custodirai e manterrai nella pace perfetta e perenne, colui la
cui mente [inclinazione e carattere] rimane in Te, perché a Te si
affida e appoggia, in Te spera con fiducia.
Isaia 26:3
Gesù era in comunione perenne col Padre celeste. È impossibile
essere in piena comunione con qualcuno senza tenere la mente su
di lui. Se io e mio marito siamo in macchina, lui mi parla e io ho la
mente altrove; in realtà, non siamo in comunione perché io non gli
do la mia piena attenzione. Dunque, credo di poter affermare con
certezza che i pensieri di una persona che opera nella mente di
Cristo dovrebbero essere concentrati su Dio e sui Suoi prodigi.
131
Medita su Dio e sulle Sue opere
Mi sazierò come a un lauto convito; con voci di gioia Ti loderà
la mia bocca. Quando nel mio letto di Te mi ricordo e su di Te
medito nelle veglie notturne.
Salmo 63:5,6
Mediterò anche su tutte le Tue opere, considererò tutti i Tuoi
prodigi.
Salmo 77:12
Mediterò sui Tuoi precetti e avrò rispetto delle Tue vie [i sentieri
della vita segnati dalle Tue leggi].
Salmo 119:15
Ricordo i giorni antichi, medito su tutte le Tue opere, rifletto
sull’opera delle Tue mani.
Salmo 143:5
Il salmista Davide spesso parlava di meditare su Dio, sulla Sua
bontà, sulle Sue opere e vie. Quando riflettiamo sulla bontà di Dio e
sulle Sue meraviglie riceviamo un incredibile sollievo.
Io adoro guardare alla televisione documentari sulla natura, animali,
oceani, ecc, perché mi parlano della grandezza e dell’onnipotenza di
Dio, della Sua creatività infinita e di come sostiene tutte le cose con
la potenza del Suo braccio (Ebrei 1:3).
Se vuoi sperimentare la vittoria, meditare su Dio, sulle Sue vie e
opere deve diventare parte integrante del tuo pensiero.
Uno dei miei versi preferiti nelle Scritture è il Salmo 17:15 in cui il
salmista dice del Signore: “...Sarò pienamente felice, quando al
risveglio [mi troverò a contemplare] contemplerò la Tua
presenza [e sarò in dolce comunione con te]”.
In passato, ho avuto molti momenti infelici perché ogni mattina, nel
momento in cui mi svegliavo, iniziavo a pensare alle cose sbagliate.
Oggi, posso affermare con certezza che sono pienamente felice da
quando lo Spirito Santo mi ha aiutata a vivere con la mente di Cristo
(la mente dello Spirito) che è in me. Avere comunione con Dio di
prima mattina è uno dei modi sicuri per iniziare a godersi la vita.
132
Comunione con il Signore
...Se non me ne vado, il Consolatore (Consigliere, Avvocato,
Intercessore, Colui che dà forza e aiuto) non verrà a voi [in
comunione]; ma se me ne vado, ve lo manderò [per essere in
comunione].
Giovanni 16:7
Queste parole sono state pronunziate da Gesù prima di ascendere
in paradiso, dove siede glorioso alla destra di Dio.
È ovvio da questo passo che è volontà di Dio che noi siamo in
comunione con Lui.
Non c’è niente di più intimo dei nostri stessi pensieri. Se dunque, la
nostra mente è impregnata di Dio, anche la nostra coscienza sarà
piena di Lui; allora, inizieremo a goderci una comunione con Lui che
ogni giorno riempirà la nostra vita di gioia, pace e vittoria.
Egli è sempre con noi, proprio come ci ha promesso (Matteo 28:20;
Ebrei 13,5). Ma noi non saremo consapevoli della Sua presenza
finché non iniziamo a pensare a Lui. Io posso essere in una stanza
con qualcuno, ma se ho la mente altrove, posso lasciare la stanza e
non scoprire mai che quella persona era lì. I privilegi della nostra
comunione con il Signore funzionano allo stesso modo. Egli è
sempre con noi, ma noi dobbiamo pensarlo ed essere consapevoli
della Sua presenza.
3
Pensa: “Dio mi ama”.
E noi sappiamo (capiamo, riconosciamo, siamo coscienti
tramite l’osservazione e l’esperienza) e crediamo (aderiamo,
abbiamo fede e fiducia) nell’amore che Dio nutre per noi. Dio è
amore, chi dimora nell’amore dimora in Dio e Dio in lui.
1 Giovanni 4:16
Ho imparato anche che si può dire lo stesso della Sua presenza. Se
non meditiamo mai sul Suo amore per noi, non ne faremo mai
esperienza.
In Efesini 3, Paolo prega che la gente possa fare un’esperienza
personale dell’amore di Dio. La Bibbia dice che Dio ci ama, ma
133
quanti figli di Dio ancora non hanno una rivelazione personale
dell’amore di Dio?
Ricordo quando iniziai “Life in the Word Ministries”, la prima
settimana che dovevo dirigere una riunione, chiesi al Signore che
cosa volesse che insegnassi ed Egli mi rispose: “Dì al mio popolo
che lo amo”.
“Lo sanno”, gli risposi. “Voglio insegnare qualcosa di più potente,
non qualcosa per bambini tratta da Giovanni 3:16”.
Il Signore mi rispose: “Pochissimi sanno quanto li amo veramente,
se lo sapessero si comporterebbero diversamente”.
Non appena cominciai a studiare l’argomento su come ricevere
l’amore di Dio, mi resi conto che io stessa ne avevo un disperato
bisogno. Il Signore mi spinse a meditare su 1 Giovanni 4:16 che
afferma che dovremmo essere coscienti dell’amore di Dio. Ciò
vorrebbe dire che ne dobbiamo essere attivamente consapevoli.
Io avevo un’idea vaga, quasi inconscia che Dio mi amava, ma
l’amore di Dio dovrebbe essere una forza potente nella nostra vita,
una forza che dovrebbe condurci alla vittoria persino durante le
prove più difficili.
In Romani 8.35 l’Apostolo Paolo ci esorta: “Chi ci separerà dunque
dall’amore di Cristo? La sofferenza, l’afflizione e la
tribolazione? La calamità e l’angoscia? La persecuzione, la
fame, la nudità, il pericolo, la spada?” Nel verso 37 aggiunge :
“Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori e otteniamo
una vittoria schiacciante in virtù di Colui che ci ha amati”.
Avevo studiato quest’argomento a lungo, e riflettendo sul Suo amore
e confessandolo ad alta voce ero diventata consapevole dell’amore
di Dio per me. Imparai le Scritture che parlano dell’amore di Dio, le
meditai e le proclamai con la mia stessa bocca. Lo feci
ripetutamente per mesi, e ogni volta la rivelazione del Suo amore
incondizionato diventava per me sempre più una realtà.
Adesso, il Suo amore per me è così reale che anche nei momenti
difficili, sono consolata dalla “conoscenza consapevole” che il
Signore mi ama e non ho più nulla da temere.
134
Non temere
Nell’amore non c’è timore, l’amore perfetto scaccia il timore...
1Giovanni 4:18 KJV
Dio ci ama di un amore perfetto, proprio come siamo. Romani 5:8
(KJV) dice che “...Dio dimostra il Suo amore per noi, perché,
mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi”.
I credenti che operano con la mente di Cristo non pensano a quanto
sono peccatori. Hanno pensieri che li fanno sentire giustificati.
Dovresti avere una “coscienza retta”, meditando regolarmente su
“chi sei in Cristo”.
Sii consapevole della giustificazione
e non del peccato.
Per amore nostro, fece diventare Cristo [praticamente] peccato,
Lui che non conosceva peccato, perché noi potessimo
diventare in Lui e per mezzo di Lui [visti come, esempio di]
giustizia di Dio [come dovremmo essere, affermati e accettati
nella giusta relazione con Lui, grazie alla sua bontà].
2 Corinzi 5:21
Molti credenti sono tormentati da pensieri negativi verso se stessi.
Pensano quanto Dio deve essere deluso di loro a causa delle loro
debolezze e dei loro fallimenti.
Quanto tempo della tua vita perdi sentendoti in colpa e condannato?
Nota che ho detto quanto tempo perdi, proprio perché questo modo
di pensare non è altro che una perdita di tempo!
Non pensare al fatto che eri un disastro prima di conoscere Cristo.
Pensa, piuttosto, a come sei stato reso giustizia di Dio in Lui.
Ricorda poi che i pensieri si trasformano in azioni. Se vuoi
comportarti meglio, devi cambiare prima il tuo modo di pensare.
Continua a pensare che sei un disastro e ti comporterai sempre
peggio. Ogni volta che ti viene in mente un pensiero negativo o di
condanna, ricorda a te stesso che Dio ti ama e che sei stato reso
giustizia di Dio in Cristo.
135
Stai sempre cambiando in meglio. Ogni giorno stai crescendo
spiritualmente. Dio ha un piano meraviglioso per la tua vita. Queste
sono le verità sulle quali dovresti riflettere.
Ecco cosa dovresti fare con la tua mente!
Pensa, di proposito, secondo la parola di Dio; non trattenere (col
pensiero) tutto quello che ti viene in mente e non prenderlo come se
fosse tuo.
Rimprovera il diavolo, incomincia ad andare avanti pensando alle
cose giuste.
4
Sia la tua mente capace di esortare.
Chi ha il dono dell’esortazione. Esorti ....
Romani 12:8
La persona con la mente di Cristo ha pensieri positivi, che sollevano
ed edificano, non solo gli altri ma anche se stessa e le proprie
circostanze.
Nel mondo di oggi c’è un incredibile bisogno del ministero di
esortazione. Non puoi esortare nessuno a parole se prima non hai
pensieri gentili su quella persona. Ricorda che hai sulle labbra ciò
che hai nel cuore. Fai deliberatamente l’esercizio di “pensare con
amore”.
Manda
agli
altri
d’incoraggiamento.
pensieri
d’amore.
Pronunzia
parole
Il dizionario An Expository Dictionary of New Testament Words
definisce la parola greca parakaleo, che è tradotta esortare,
principalmente come chiamare una persona (“parà” di lato, “kaléo”
chiamare) ad ammonire, esortare, spingere qualcuno a seguire un
modello di condotta3”. Io interpreto questa definizione come
accostarsi ad una persona ed esortarla ad andare avanti nel
perseguire un corso d’azione. Il ministero del dono di esortazione di
cui si parla in Romani 12:8 si può facilmente individuare in coloro
3
.Vine, W.E. An Expository Dictionary of Old and New Testament Words. (Old Tappan:
Fleming H. Revell 1981) Vol A: A-Dys p.335
136
che lo posseggono. Dicono sempre agli altri cose incoraggianti, che
danno forza, che li fanno stare meglio e li spingono ad andare
avanti.
Non tutti magari abbiamo il dono dell’esortazione, tuttavia possiamo
imparare ad incoraggiare. La regola è semplice: se una cosa non è
buona, non devi dirla né pensarla.
Ogni persona ha già abbastanza problemi, noi non dobbiamo
peggiorare la situazione facendola sentire abbattuta.
Dovremmo edificarci a vicenda con amore (Efesini 4:29). Non
dimenticare: l’amore crede sempre il meglio dell’altro (1 Corinzi
13:7).
Non appena inizi ad avere pensieri di benevolenza verso gli altri,
scoprirai che questi cominceranno a comportarsi meglio. I pensieri e
le parole sono come contenitori o armi che hanno potere creativo o
distruttivo. Possono essere usati contro Satana e le sue opere o
possono in realtà aiutarlo nel suo piano di distruzione.
Supponiamo che hai un bambino con problemi di comportamento e
che ha sicuramente bisogno di cambiare. Preghi per lui e chiedi a
Dio di operare nella sua vita, apportando i cambiamenti necessari.
Mentre sei in attesa, cosa farai con i tuoi pensieri e le tue parole nei
suoi confronti? Molte persone non hanno mai risposte alle loro
preghiere perché con i loro pensieri e le loro parole negano la cosa
che hanno chiesto, prima ancora che Dio abbia la possibilità di
operare per loro.
Preghi che il tuo bambino cambi e poi hai ogni sorta di pensiero
negativo nei suoi confronti? O forse, preghi per il cambiamento e poi
pensi, e persino dici agli altri: “Questo bambino non cambierà mai!”
Per vivere nella vittoria, devi iniziare ad allineare i tuoi pensieri alla
Parola di Dio.
Noi non viviamo secondo la Parola se i nostri pensieri sono contrari
a ciò che essa dice o se non pensiamo secondo essa.
Quando preghi per qualcuno, conforma pensieri e parole a ciò per
cui hai pregato e inizierai a vedere dei passi avanti.
137
Non sto suggerendo di perdere di vista la realtà. Se tuo figlio ha
problemi di comportamento a scuola e un amico ti chiede come va
con lui, che cosa dovresti fare se in realtà non c’è stato nessun
cambiamento? Puoi dire: “Non abbiamo visto ancora cambiamenti,
ma credo che Dio stia operando e che questo bambino è una fonte
di energia per il Signore. Lo vedremo cambiare di gloria in gloria, a
poco a poco, giorno dopo giorno.”
5
Sviluppa una mente grata.
Varcate le Sue porte con inni di grazie e offerte di
ringraziamento e i Suoi atri con lodi! Siate grati ed
esprimete la vostra gratitudine, benedite e lodate il Suo
nome con affetto!
Salmo 100:4
Una persona che ha la mente di Cristo, si ritroverà pensieri pieni di
lode e gratitudine.
Con le lamentele si aprono molte porte al nemico. Certe persone
sono fisicamente ammalate e vivono la loro vita mediocremente e
senza potere a causa di una malattia chiamata “lamentela” che
attacca i loro pensieri e le loro conversazioni.
Una vita efficace non può essere vissuta senza gratitudine. La
Bibbia ci istruisce continuamente sul principio della gratitudine.
Lamentarsi con i pensieri e con le parole è un principio di morte, ma
essere grati e affermarlo è un principio di vita.
Se una persona ha un cuore (mente) ingrato, non esprimerà a
parole la sua gratitudine. Quando siamo grati invece lo diciamo.
Sii sempre grato
Per mezzo di Lui, dunque, offriamo sempre e continuamente un
sacrificio di lode a Dio, cioè il frutto di labbra che con
gratitudine riconoscono, confessano e glorificano il Suo nome.
Ebrei 13:15
138
Quando offriamo ringraziamenti? Sempre, in ogni situazione, in ogni
cosa; così facendo entreremo nella vita vittoriosa dove il diavolo non
ci può controllare.
Come potrebbe avere controllo su di noi se siamo gioiosi e grati a
prescindere dalle nostre circostanze? Bisogna ammettere tuttavia
che questo genere di vita certe volte richiede un sacrificio di lode e
di ringraziamento, ma io preferisco sacrificare la mia gratitudine a
Dio, piuttosto che sacrificare la mia gioia a Satana. Ho imparato (a
caro prezzo) che se scelgo di essere di cattivo umore e mi rifiuto di
ringraziare, allora finirò col cedere la mia gioia. In altre parole, la
perderò a favore dello spirito di lamentela.
Nel Salmo 34:1 il salmista dice: “Benedirò il Signore in ogni
tempo, la Sua lode sarà sempre sulla mia bocca”. Come
possiamo essere una benedizione per il Signore? Lasciando che la
lode sia continuamente nei nostri pensieri e nella nostra bocca.
Devi essere una persona grata, colma di gratitudine non solo verso
Dio, ma anche verso gli altri. Quando qualcuno fa qualcosa di carino
per te, fagli sapere che l’hai apprezzato.
Mostra apprezzamento ai diversi membri della tua famiglia. Troppo
spesso, diamo per scontato le cose con le quali Dio ci ha benedetti.
Un modo sicuro di perdere qualcosa è non apprezzandola.
Io apprezzo mio marito: siamo sposati da tanto tempo, eppure
ancora oggi gli dico quanto l’apprezzo. Lui è un uomo per molti
aspetti molto paziente e ha molte altre buone qualità. Aiuta molto nel
costruire e mantenere buone relazioni, nel fare sapere agli altri
quanto li apprezziamo, persino menzionando cose specifiche per cui
siamo grati.
Io vengo a contatto con molta gente e mi sorprende sempre come
certe persone siano tanto grate per ogni piccola cosa che si fa per
loro, mentre altre non sono mai soddisfatte, non importa quanto si
faccia per loro. Penso che l’orgoglio abbia qualcosa a che fare con
questo problema. Alcuni sono così pieni di sé che qualsiasi cosa si
faccia per loro, pensano che meritino molto di più! E raramente
esprimono un apprezzamento.
139
Esprimere gratitudine è buono non solo per l’altra persona, ma
anche per noi, perché ciò sprigiona gioia in noi.
Medita ogni giorno sulle cose per le quali dovresti essere grato.
Enumerale al Signore in preghiera e quando lo farai, vedrai che il
cuore ti si riempirà di vita e gioia.
In ogni cosa rendi grazie
E non ubriacatevi di vino, poiché porta alla sfrenatezza; ma
siate ricolmi e incoraggiati dallo Spirito [Santo]. Intrattenendovi
gli uni gli altri (La versione di King James dice “parlando a voi
stessi”) con salmi, inni e canti spirituali, offrendo lodi con la
voce [e strumenti], inneggiando al Signore con tutto il vostro
cuore. Rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio
Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo. Efesini 5:18,20
Che parole potenti!
Come possiamo rimanere pieni di Spirito Santo? Parlando a noi
stessi (attraverso i pensieri) o ad altri (attraverso le parole) con
salmi, inni e canti spirituali. In altre parole, tenendo i nostri pensieri e
le nostre parole sulla parola di Dio e pieni di essa, offrendo la lode
sempre e in ogni cosa, rendendo grazie.
6
Abbi il senso della Parola
E la Sua parola (il Suo pensiero) non vive nei vostri
cuori, perché non credete, aderite, vi fidate e affidate a
Colui che Lui ha mandato. [Ecco perché non tenete vivo
il Suo messaggio in voi, perché non credete nel
Messaggero che Lui ha mandato].
Giovanni 5:38
La parola di Dio è il suo pensiero messo per iscritto per il nostro
studio e la nostra riflessione. La Sua Parola è ciò che Egli pensa su
ogni situazione e argomento.
In Giovanni 5:38 Gesù stava rimproverando gli increduli. Da questa
traduzione si vede che la Parola di Dio è l’espressione scritta del
Suo pensiero e che chi vuole credere e fare esperienza dei buoni
risultati del credere, deve permettere alla Sua Parola di essere un
140
messaggio vivente nel suo cuore. Questo si ottiene meditando la
Parola di Dio, ecco come i suoi pensieri diventano i nostri pensieri,
l’unico modo per sviluppare la mente di Cristo in noi.
La Bibbia in Giovanni 1:14 dice che Gesù era la Parola fatta Carne.
Questo non sarebbe stato possibile se la Sua mente non fosse stata
continuamente piena della Parola di Dio.
Meditare la Parola di Dio è uno dei più importanti principi di vita che
possiamo imparare. Vine nell’An Expository Dictionary of New
Testament Words definisce le due parole greche che traducono
meditare nel seguente modo: “preoccuparsi di, occuparsi di,
praticare, essere dipendenti in, ponderare, immaginare,
premeditare...”4. Un’altra fonte aggiunge alla definizione “mormorare
o borbottare”5.
Non posso sottolineare abbastanza quanto sia importante questo
principio. Io lo chiamo principio di vita perché meditare la Parola di
Dio genera vita in te e in quanti ti circondano.
Molti Cristiani hanno timore della parola “meditare” a causa delle
pratiche di meditazione di religioni pagane ed occulte. Ma ti invito a
ricordare che Satana non ha mai avuto un’idea originale. Egli prende
quello che appartiene al Regno della luce e lo perverte per il regno
delle tenebre. Dobbiamo essere saggi e renderci conto che se la
meditazione produce un tale potere nel campo del male, avrà anche
potere nel campo del bene. Il principio della meditazione viene
direttamente dalla Parola di Dio, vediamo cosa ci dice la Bibbia a
questo proposito.
Medita e prospera
Non si allontani dalla tua bocca il libro di questa legge, ma
meditalo giorno e notte, affinché osservi e agisci secondo
quando vi è scritto. Poiché allora le tue imprese riusciranno,
agirai con saggezza e avrai successo.
Giosuè 1:8
4
.Vine, W.E. An Expository Dictionary of Old and New Testament Words. (Old Tappan:
Fleming H. Revell 1981) Vol 3: Lo- Ser p.55.
5
. James Strong, Strong's New Exhaustive Concordance of the Bible. (Thomas.Nelson 1984)
Hebrew-Greek Dictionary p32
141
In questo verso il Signore ci dice apertamente che non metteremo
mai in pratica la Parola fisicamente, se prima non la pratichiamo
mentalmente.
Salmo 1:2,3 parla dell’uomo di Dio e dice: “Ma il cui diletto e
desiderio sono nella legge del Signore, e la Sua legge (i
precetti, le istruzioni e gli insegnamenti di Dio) medita (pondera
e studia) regolarmente giorno e notte. Sarà come albero
[coltivato] piantato fermamente lungo corsi d’acqua, pronto a
portare frutto nella stagione giusta; le sue foglie non
sbiadiranno o appassiranno; riusciranno [matureranno] tutte le
sue opere”.
Medita e sarai guarito
Figlio mio, fai attenzione alle mie parole, aderisci e sottomettiti
ai miei detti. Non perderli di vista; custodiscili nel tuo cuore.
Perché essi sono vita per chi li trova, guarigione e salute per
tutto il suo corpo.
Proverbi 4: 20-22
Considera questo passo delle Scritture in cui si afferma che la parole
di Dio sono fonte di salute e guarigione per la carne, rifacendosi alla
definizione di meditare come “prendersi cura, occuparsi, prestare
attenzione”.
Meditare (ponderare, riflettere) la Parola di Dio nella nostra mente,
avrà anche un effetto sul nostro corpo fisico. Il mio aspetto negli
ultimi diciotto anni è cambiato. La gente mi dice che in realtà sembro
quindici anni più giovane oggi di quando iniziai a studiare seriamente
la Parola di Dio per farne il fulcro della mia intera esistenza.
Ascolta e mieti
E gli disse: State attenti a quello che udite. Con la stessa
misura con la quale misurate, sarà misurato anche a voi [il
pensiero e lo studio che dedicate alla verità ritornerà a voi in
termini di virtù e conoscenza] - e più [inoltre] sarà dato a chi
ascolta.
Marco 4:24
142
Questo è come il principio di seminare e raccogliere. Più seminiamo,
più mieteremo al tempo del raccolto. In Marco 4:24 il Signore dice
che più tempo impieghiamo personalmente nella riflessione e nello
studio della Parola che ascoltiamo, più riceveremo da essa.
Leggi e mieti
[Le cose sono nascoste solo temporaneamente solo come
mezzo di rivelazione]. Non c’è nulla infatti di nascosto se non
per essere rivelato e nulla di segreto [temporaneamente] se non
allo scopo di essere messo in luce.
Marco 4:22
Entrambi questi versi ci dicono sicuramente che la Parola di Dio
nasconde tesori incredibili, potenti segreti da cui scaturisce la vita
che Dio ci vuole rivelare. Questi sono resi manifesti a coloro che li
meditano, ponderano, studiano, riflettono, praticano mentalmente e
si nutrono della Parola di Dio.
Conosco personalmente, come insegnante della Parola di Dio, la
verità di questo principio. Sembra che non ci sia fine a ciò che Dio
può rivelarmi da un unico verso della Scrittura. Lo studio una volta e
ricevo qualcosa e la volta successiva scopro qualcosa di nuovo mai
notato prima.
Il Signore continua a rivelare i Suoi segreti a coloro che sono
diligenti verso la Sua Parola. Non essere il tipo di persona che vuole
vivere sempre della rivelazione altrui. Studia personalmente e lo
Spirito Santo benedirà la tua vita con la verità.
Potrei continuare a parlare su questo argomento fino all’infinito.
Come ho già detto, è una delle cose più importanti che io e te
possiamo imparare a fare. Durante il giorno, mentre sei impegnato
nelle tue faccende, chiedi allo Spirito Santo di ricordarti certe
Scritture così da poterle meditare. Ti sorprenderai nel vedere quanto
potere questa pratica sprigionerà nella tua vita. Più mediti la Parola
di Dio, più sarai in grado di trarre forza da essa nei momenti difficili.
Ricorda: il potere per mettere in atto la Parola viene dalla pratica di
meditarla.
143
Ricevi e fai buona accoglienza alla Parola
Perciò deposta ogni impurità e le dilaganti conseguenze della
malizia, con spirito umile (docile e modesto) accogliete la
Parola che è stata seminata e radicata in voi [nei vostri cuori] e
che ha il potere di salvare le vostre anime.
Giacomo 1:21
Da questo passo constatiamo che la Parola ha il potere di salvarci
da una vita di peccato, ma solo se si riceve e si accoglie nel nostro
cuore (mente) e in esso mette radice. Questo trapiantare e mettere
radici avviene grazie alla familiarità con Parola di Dio, tenendola in
mente più di qualunque altra cosa.
Se, invece, noi riflettiamo tutto il tempo sui nostri problemi,
diventeremo più radicati in essi. Se non facciamo altro che pensare
a quello che è sbagliato in noi e negli altri, ci convinceremo sempre
di più del problema e non vedremo mai la soluzione. E come se ci
fosse un oceano pieno di vita a nostra disposizione e lo strumento
per usufruirne è lo studio serio e la meditazione della Parola di Dio.
Il nostro ministero si chiama Vita nella Parola e l’esperienza mi dice
che c’è veramente vita nella parola di Dio.
Scegli la vita
Ora la mente della carne [cioè i sensi e la ragione senza lo
Spirito Santo] è morte [morte che include tutte le infelicità che
sorgono dal peccato, sia qui che dopo]. Ma la mente dello
Spirito [Santo] è vita e [anima] pace [ora e per sempre].
Romani 8:6
Ritengo opportuno richiamare ancora una volta la tua attenzione su
Filippesi 4:8 per concludere questa parte del libro: “Tutto quello
che è vero, degno di reverenza, onorabile, decoroso, giusto,
puro, bello, amabile, gentile, attraente, affabile, quello che è
virtù ed eccellenza, quello che è degno di lode, valutatelo,
stimatelo e prendetelo in considerazione [su queste cose
fissate la vostra mente]”.
Filippesi 4:8
144
Questo passo descrive la condizione in cui si dovrebbe trovare la tua
mente. Hai la mente di Cristo, incomincia ad usarla. Se Cristo non
pensa certe cose, nemmeno tu dovresti pensarle.
“Sorvegliando” continuamente in questo modo i tuoi pensieri,
inizierai ad assoggettarli all’obbedienza di Gesù Cristo (2 Corinzi
10:5 KJV).
Lo Spirito Santo non tarderà ad ammonirti se stai prendendo la
direzione sbagliata e a quel punto la decisione sarà tua. Vuoi agire
secondo la mente della carne o quella dello Spirito? Una porta alla
morte, l’altra alla vita. La scelta è tua.
Scegli la vita!
145
146
Parte 3
Le Mentalità da deserto
147
148
Introduzione
Vi sono [solo] undici giornate dall’Oreb, per la via del monte
Seir fino a Kades-Barnea [al confine con Canaan; eppure Israele
impiegò quaranta anni per oltrepassarlo].
Deuteronomio 1:2
Il popolo d’Israele vagò nel deserto per quarant’anni per compiere
un viaggio di solo undici giorni. Perché? Che cosa gli impedì di
arrivare a destinazione? I suoi nemici, le circostanze, le prove
durante il cammino o qualcosa di completamente diverso?
Mentre riflettevo su questa circostanza, il Signore mi diede una
potente rivelazione che ha aiutato non solo me ma anche migliaia di
altre persone. Il Signore mi disse: “I figli d’Israele trascorsero
quarant’anni nel deserto per fare un viaggio di solo undici giorni
perché avevano una mentalità da deserto”.
Sei rimasto qui troppo a lungo
Il Signore nostro Dio ci disse sull’Oreb: “Avete dimorato troppo
a lungo su questa montagna”.
Deuteronomio 1:6
Non dovremmo meravigliarci nel guardare gli Israeliti perché la
maggior parte di noi fa la stessa cosa. Anche noi spesso non
facciamo altro che girare attorno alle stesse montagne invece di
avanzare. Di conseguenza, impieghiamo anni per ottenere la vittoria
su qualcosa che avrebbe potuto e dovuto essere risolta
velocemente.
Penso che oggi il Signore voglia dirci esattamente quello che disse
ai figli d’Israele in quei giorni: “Siete rimasti troppo a lungo su questa
montagna: è il momento di andare avanti”.
149
Pensa e continua a pensare
Pensate alle cose di lassù (le cose più elevate) e fissatele
continuamente, non a quelle della terra.
Colossesi 3:2
Il Signore mi mostrò dieci “mentalità da deserto” che tennero gli
Israeliti nel deserto. Una mentalità da deserto è un atteggiamento
mentale sbagliato.
Si possono avere mentalità sbagliate e mentalità giuste. Le giuste
sono un beneficio per noi, mentre le sbagliate ci feriscono e
c’impediscono di progredire. Colossesi 3:2 ci insegna come pensare
alle cose di lassù e tenere la mente fissa su di esse. La nostra
mente deve essere rivolta nella giusta direzione. I modi sbagliati di
pensare infatti influenzano sia le nostre circostanze che la nostra
vita interiore.
Certe persone vivono nel deserto, mentre altre sono deserto.
Ci fu un periodo in cui le mie circostanze non erano negative, eppure
non riuscivo a godermi nulla nella vita perché dentro ero “arida”.
Io e Dave avevamo una bella casa, tre bei bambini, un buon lavoro e
abbastanza soldi per vivere agiatamente. Eppure non riuscivo a
godermi nessuna di queste benedizioni perché avevo tante mentalità
da deserto. La mia stessa vita mi sembrava essere un deserto,
perché quello era il modo in cui vedevo le cose.
Ci sono persone che vedono tutto negativamente perché hanno
avuto esperienze infelici tutta la vita e non riescono nemmeno ad
immaginare che le cose potrebbero migliorare. Altre, poi, vedono
tutto negativamente semplicemente perché questo è il modo in cui
sono dentro. Qualunque sia la causa, un modo di vedere negativo
rende la persona infelice e incapace di avanzare verso la Terra
Promessa.
Dio aveva chiamato i figli d’Israele ad uscire dalla schiavitù d’Egitto e
ad andare nella Terra Promessa per dargliela in eredità perenne,
una terra dove scorrevano latte e miele e ogni cosa buona che si
può immaginare, una terra ricca dove non gli sarebbe mancato nulla.
150
La maggior parte della generazione che il Signore chiamò fuori
dall’Egitto non entrò mai nella Terra Promessa ma morì nel deserto.
Per me questa è la cosa peggiore che possa mai succedere ad un
figlio di Dio: avere così tanto a disposizione ma non usufruirne mai.
Io fui una di queste persone per molti anni della mia vita cristiana.
Ero sulla strada della Terra Promessa (paradiso) ma non riuscivo a
godermi il viaggio. Stavo morendo nel deserto. Ma grazie a Dio e
alla Sua misericordia, una luce brillò nelle tenebre ed Egli mi tirò
fuori.
Mi auguro che questa parte del libro possa illuminarti ed aiutarti a
venire fuori dal deserto verso la luce gloriosa del meraviglioso
Regno di Dio.
151
152
Capitolo 16
Il mio futuro è determinato
dal mio passato e dal mio presente
Mentalità da deserto numero 1
Dove non c’è visione, il popolo perisce...
Proverbi 29: 18 KJV
Gli Israeliti non avevano una visione positiva della loro vita, non
avevano sogni. Sapevano da dove venivano ma non sapevano dove
andavano. Ogni cosa si basava su ciò che avevano visto e potevano
vedere. Non sapevano come guardare “con gli occhi della fede”.
Consacrato per portare liberazione
Lo Spirito del Signore è su di me perché mi ha consacrato con
l’unzione per annunziare ai poveri il lieto messaggio; per
guarire coloro che hanno il cuore infranto, per proclamare ai
prigionieri la liberazione, ridare la vista ai ciechi, rimettere in
libertà gli oppressi. Per predicare l’anno di grazia del Signore.
Luca 4:18,19 KJV
Io sono cresciuta in un clima di violenza, in una famiglia piena di
squilibri. La mia infanzia fu piena di paure e tormenti. Gli esperti
dicono che la personalità di un bambino si forma durante i primi
cinque anni di vita. La mia personalità era un disastro! Vivevo dietro
muri di protezione immaginari che io stessa mi ero costruita per
evitare che gli altri mi ferissero. Così facendo lasciavo gli altri fuori
dalle mura, ma allo stesso tempo mi imprigionavo dentro. Dominavo
tutto e avevo così tante paure che l’unico modo in cui potevo
affrontare la vita era solo se mi sentivo in controllo, in questo modo
nessuno poteva ferirmi.
Come giovane donna provavo a vivere per Cristo e ad avere uno
stile di vita cristiano, sapevo da dove venivo ma non sapevo dove
153
andavo. Pensavo che il mio futuro sarebbe stato sempre legato al
mio passato. Mi chiedevo: “Come potrà mai star bene una persona
col mio passato? È impossibile!” Tuttavia Gesù ha detto di essere
venuto per coloro che sono ammalati ed affranti, feriti e distrutti da
tragedie.
Gesù è venuto ad aprire le porte della prigione e a liberare i
prigionieri. Le cose per me non migliorarono finché non iniziai a
credere che potevo essere liberata. Dovevo avere una visione
positiva della vita, dovevo credere che il mio futuro non era
determinato dal mio passato né tanto meno dal mio presente.
Forse hai avuto un passato infelice o le tue circostanze presenti
sono negative e deprimenti. Forse ti ritrovi ad affrontare situazioni
così difficili che pensi di non aver motivo di sperare. Ma io ti dico con
certezza che il tuo futuro non è legato né al passato né al presente!
Cambia il tuo modo di pensare. Credi che tutto è possibile a Dio
(Luca 18,27); certe cose sono impossibili all’uomo, ma noi serviamo
un Dio che dal nulla ha creato tutto quello che vediamo (Ebrei 11:3).
Dagli il tuo nulla e vedrai ciò che farà. Tutto quello che gli serve è la
tua fede in Lui. Ha solo bisogno che tu creda, Egli farà il resto.
Occhi per vedere, orecchie per sentire
Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un ramo germoglierà
dalle sue radici; su di lui si poserà lo Spirito del Signore, Spirito
di sapienza e intelligenza, Spirito di consiglio e di fortezza,
Spirito di conoscenza e di timore del Signore. Lo renderà in
grado di comprendere velocemente il timore di Dio, non
giudicherà secondo le apparenze, ne rimprovererà per sentito
dire.
Isaia 11:1-3 KJV
Non possiamo giudicare le cose correttamente per come le vediamo.
Dobbiamo vedere con ‘”occhi spirituali” e sentire con “orecchie
spirituali”.
Abbiamo bisogno di sentire ciò che dice lo Spirito e non il mondo.
Lascia che sia Dio a parlarti del tuo futuro e non gli altri. Gli Israeliti
guardavano come stavano le cose e ne parlavano continuamente.
154
Tramite Mosè Dio li aveva fatti uscire dall’Egitto e aveva parlato loro
della Terra Promessa. Egli voleva che tenessero gli occhi fissi sulla
meta e li distogliessero dalla terra da dove erano venuti. Osserviamo
insieme alcuni passi delle Scritture che descrivono chiaramente
questo loro atteggiamento sbagliato.
Qual’è il problema?
Tutti gli Israeliti mormoravano e deploravano la loro situazione,
accusando Mosè e Aronne ai quali tutta la comunità disse:
Fossimo morti nel paese d’Egitto! O fossimo morti in questo
deserto! Perché il Signore ci conduce in questo paese per
cadere di spada? Le nostre mogli e i nostri figli cadranno preda.
Non sarebbe meglio per noi ritornare in Egitto? Numeri 14: 2,3
Ti esorto ad esaminare attentamente questo passo. Nota come
erano negative queste persone: si lamentavano, erano pronte ad
arrendersi facilmente, preferivano ritornare indietro in schiavitù
piuttosto che avanzare nel deserto verso la Terra Promessa.
In realtà, non avevano un problema, il problema erano loro stessi!
I cattivi pensieri causano cattivi atteggiamenti
Mancava l’acqua per la comunità, allora si riunirono contro
Mosè e Aronne. E il popolo litigò contro Mosè e disse: ‘Magari
fossimo morti quando morirono i nostri fratelli [di peste]
davanti al Signore! Perché avete condotto la comunità del
Signore in questo deserto, per far morire noi e il nostro
bestiame?
Numeri 20:2-4
È facile capire dalle loro stesse parole che gli Israeliti non si fidavano
affatto del Signore. Avevano un atteggiamento negativo, di
fallimento.
Avevano deciso che avrebbero fallito prima ancora di iniziare,
semplicemente perché tutte le loro circostanze non erano perfette.
Mostravano un atteggiamento generato da una forma mentis
sbagliata.
155
I cattivi atteggiamenti sono frutto di cattivi pensieri.
Mancanza di un atteggiamento di gratitudine
Partirono dal monte Cor, dirigendosi verso il Mar Rosso, per
aggirare il paese di Edom, e a causa del viaggio [delle prove]
divennero impazienti (depressi e molto scoraggiati). E il popolo
disse contro Dio e contro Mosè: Perché ci avete fatto uscire
dall’Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non
c’è né pane né acqua e detestiamo questa manna così leggera
(spregevole, poco sostanziosa).
Numeri 21:4,5
In questo passo osserviamo negli Israeliti, a parte i cattivi
atteggiamenti già visti nelle scritture precedenti, un' incredibile
mancanza di gratitudine. I figli d’Israele non facevano altro che
pensare da dove erano venuti e dove si trovavano anziché pensare
a dove erano diretti.
Li avrebbe aiutati pensare al loro antenato Abramo, il quale in vita
dovette affrontare esperienze deludenti, alle quali però non permise
di influenzare il suo futuro.
Nessuna vita senza lotta
Ci fu una lite tra i mandriani di Abramo e quelli di Lot. Allora i
Cananei e i Perizziti abitavano nel paese [rendendo più difficile
ottenere il foraggio]. Così Abramo disse a Lot: “Ti prego, non vi
sia discordia tra me e te, tra i miei mandriani e i tuoi perché
siamo parenti. Non sta forse davanti a te tutto il paese? Ti
prego, separati da me. Se tu vai a sinistra, io andrò a destra, se
tu vai a destra, io andrò a sinistra”. Lot alzò gli occhi e vide che
tutta la valle del Giordano era ben irrigata. Prima che il Signore
distruggesse Sodoma e Gomorra era tutta come il giardino del
Signore, come la terra d’Egitto fino a Zoar. Allora Lot scelse per
sé tutta la valle del Giordano e viaggiò verso oriente. Così si
separarono.
Genesi 13: 7-11
Abramo conosceva il pericolo di vivere in conflitto; perciò disse a Lot
di separarsi. Egli permise al nipote di scegliere per primo quale valle
voleva per continuare a vivere in armonia e per evitare ogni
156
discordia in futuro fra di loro. Lot scelse la parte migliore, la valle del
Giordano, e si separarono.
Dobbiamo ricordarci che Lot non possedeva niente finché non fu
benedetto da Abramo. Pensate a che tipo di atteggiamento Abramo
avrebbe potuto avere, ma scelse diversamente! Sapeva che se
avesse agito correttamente Dio avrebbe avuto cura di lui.
Leva gli occhi e guarda
Il Signore disse ad Abramo, dopo che Lot si era separato da lui:
“Ora alza gli occhi e dal luogo dove tu stai guarda verso il
settentrione e il meridione, l’oriente e l’occidente, poiché tutto il
paese che vedi lo darò a te e alla tua discendenza per sempre”.
Genesi 13:14,15
Questo passo rivela chiaramente che anche se Abramo si trovò in
circostanze meno vantaggiose dopo la separazione dal nipote, Dio
volle che “guardasse in alto” dal luogo dove si trovava al luogo dove
voleva portarlo.
Abramo aveva il giusto atteggiamento verso la sua situazione, di
conseguenza il diavolo non poteva privarlo delle benedizioni di Dio.
Dio gli diede persino più possedimenti di quelli che aveva prima
della separazione, e lo benedisse enormemente in tutti i modi.
Ti esorto a guardare positivamente alle possibilità del futuro e ad
iniziare a “chiamare all’esistenza le cose che ancora non esistono
come se esistessero” (Romani 4: 17 KJV).
Pensa e parla del tuo futuro in modo positivo, secondo quanto Dio
ha messo nel tuo cuore e non secondo quanto hai visto nel passato
o vedi ora nel presente.
157
158
Capitolo 17
“Qualcuno lo faccia per me;
non voglio responsabilità”
Mentalità da deserto numero 2
E Terah prese Abramo, suo figlio, Lot figlio di Aran, suo nipote,
e Sarai sua nuora, moglie di Abramo suo figlio, e andarono
insieme da Ur dei Caldei, nel paese di Canaan; ma quando
arrivarono a Carran vi si stabilirono.
Genesi 11:31
La responsabilità è spesso definita come la nostra risposta all’azione
di Dio. Essere responsabile significa rispondere alle opportunità che
Dio ci mette davanti.
Dio diede al padre di Abramo una responsabilità, la possibilità di
rispondere alla Sua esortazione. Gli diede l’opportunità di andare a
Canaan. Ma invece di completare il viaggio affidatogli da Dio, scelse
di fermarsi e stabilirsi a Carran.
È facile esaltarsi non appena Dio ci parla e ci dà l’opportunità di fare
qualcosa. Ma, come Terah, molte volte non portiamo a termine ciò
che abbiamo intrapreso perché non appena iniziamo ci rendiamo
conto che, al di là dell’emozione e dell’eccitazione, ci vuole molto
impegno.
La maggior parte delle nuove imprese sono emozionanti
semplicemente perché sono nuove. L’eccitazione fa andare avanti
solo per un po', ma non conduce al traguardo.
Molti credenti fanno come la Bibbia ci racconta di Terah. Partono per
andare in un posto ma si stabiliscono in un altro lungo il cammino. Si
stancano e si affaticano; vorrebbero finire il percorso, ma non
vogliono tutta la responsabilità che questo comporta. Se qualcun
159
altro lo facesse per loro, sarebbero contenti di raccoglierne la gloria,
ma non funziona così.
La responsabilità personale non si può delegare
Il giorno dopo Mosè disse al popolo: “Avete commesso un
grande peccato. Ora salirò dal Signore; forse otterrò il perdono
della vostra colpa. Così Mosè ritornò dal Signore e disse: Oh,
questo popolo ha commesso un grande peccato e si è fatto un
Dio d’oro! Ma ora possa tu perdonare il loro peccato, se no, ti
prego, cancellami dal libro che tu hai scritto!” Esodo 32:30-32
Attraverso le mie letture e i miei studi, ho notato che gli Israeliti non
volevano prendersi nessuna responsabilità. Mosè pregava per loro,
cercava Dio per loro, persino si pentiva per loro quando erano nei
guai (Esodo 32:1-14).
Un bambino non ha nessuna responsabilità, ma non appena inizia a
crescere, ci si aspetta che si prenda sempre più responsabilità. Uno
dei ruoli dei genitori è insegnare ai figli ad assumersi le proprie
responsabilità. Dio desidera insegnare la stessa cosa ai Suoi figli.
Il Signore mi ha dato l’opportunità di avere un ministero a tempo
pieno, di insegnare la Sua Parola alla radio e alla televisione
nazionali, di predicare il Vangelo in tutti gli Stati Uniti e anche in altre
nazioni. Vi posso assicurare, tuttavia, che accanto alla chiamata c’è
una responsabilità che molti non conoscono. Molte persone dicono
che vorrebbero essere nel ministero perché pensano che sia un
continuo evento spirituale.
Spesso la gente cerca lavoro all’interno della nostra organizzazione
pensando che la cosa più straordinaria che possa accadere loro è
far parte di un ministero cristiano. Dopo un po' scoprono che qui si
lavora come negli altri posti; devono alzarsi al mattino e arrivare in
orario, essere subordinati ai responsabili, seguire una routine
giornaliera, ecc... Quando le persone ci dicono che vogliono venire a
lavorare per noi, dico loro che non si libreranno in aria tutto il giorno
cantando alleluia ma che lavoreranno, e anche sodo. Noi viviamo
nell’integrità e diamo il massimo con eccellenza.
160
Naturalmente, è un privilegio lavorare nel ministero, ma io provo a
sottolineare ai nuovi candidati che quando i brividi e l’eccitazione
sono passati ci aspettiamo da loro seri livelli di responsabilità.
Va’ dalla formica!
Va’ dalla formica, o pigro; considera le sue abitudini e sii
saggio! La quale pur non avendo né capo, né sorvegliante, né
padrone, si procura il cibo in estate e al tempo della mietitura lo
accumula. Fino a quando dormirai, o pigro? Quando ti
sveglierai dal sonno? Un po' dormire, un po' sonnecchiare, un
po' incrociare le braccia per distendersi e riposare. Così a te la
miseria giungerà come un ladro o come un vagabondo [a passi
lenti ma sicuri] e il bisogno come un uomo armato [che ti
disarma].
Proverbi 6:6-11
Questa mentalità pigra che avevano gli Israeliti fu uno dei motivi che
li tenne nel deserto per quarant’anni per compiere un viaggio di
undici giorni.
Mi piace leggere questo passo dei Proverbi in cui la nostra
attenzione è rivolta alla formica, la quale senza avere un supervisore
o padrone provvede per sé e per la sua famiglia.
La gente che deve sempre avere qualcuno che li sproni non farà mai
niente di eccezionale. Neppure quelli che fanno le cose bene solo
quando qualcuno li guarda andranno lontano. Dobbiamo avere una
motivazione che viene dal di dentro e non dal di fuori. Dobbiamo
vivere la nostra vita davanti a Dio sapendo che Egli vede tutto e la
nostra ricompensa viene da Lui se noi perseveriamo nel fare quello
che Lui ci chiede.
Molti sono chiamati – Pochi scelti
... Molti sono chiamati, ma pochi scelti.
Matteo 20:16
Una volta ho sentito un insegnante biblico dare la spiegazione di
questo verso dicendo che molti sono chiamati, o coloro ai quali è
data l’opportunità di fare qualcosa per il Signore, ma sono pochi
161
quelli che hanno la volontà di prendersi la responsabilità di
rispondere a quella chiamata.
Come ho già detto nel capitolo precedente, molte persone non
hanno carattere, hanno il desiderio ma non la volontà. La gente che
ha una “mentalità da deserto” vuole avere tutto, ma non fare niente.
Alzati e vai!
Dopo la morte di Mosè, servo del Signore, il Signore disse a
Giosuè, figlio di Nun, ministro di Mosè: “Mosè mio servo è
morto. Dunque alzati [prendi il suo posto] attraversa il
Giordano, tu e tutto il popolo, verso il paese che io do loro, agli
Israeliti. Ogni luogo che la pianta dei vostri piedi calpesterà; ve
l’ho assegnato, come ho promesso a Mosè.”
Giosuè 1:1-3
Quando Dio disse a Giosuè che Mosè era morto e lui doveva
prendere il suo posto e guidare il popolo attraverso il Giordano nella
Terra Promessa, per Giosuè rappresentava una grande
responsabilità.
Lo stesso capita a noi quando reclamiamo la nostra eredità
spirituale. Io e te non avremo mai il privilegio di alzarci ed insegnare
la Parola di Dio con l’unzione di Dio se non abbiamo la volontà di
prendere la nostra responsabilità seriamente.
Ecco, ora è il tempo favorevole!
Colui che osserva i venti [e aspetta tutte le condizioni
favorevoli] non seminerà e colui che si preoccupa delle nuvole
non mieterà.
Ecclesiaste 11:4
Nel 1993, quando il Signore fece capire a me e Dave che voleva che
andassimo alla televisione, disse: “Vi darò l’opportunità di andare
alla televisione e se non ne approfittate adesso, non ne avrete
un’altra”. Forse se il Signore non ci avesse detto che
quell’opportunità era solo per quel momento, probabilmente
avremmo temporeggiato. Dopotutto, avevamo finalmente raggiunto
una condizione agiata.
162
Per nove anni eravamo stati in procinto di dare vita al ministero “Life
in the Word Ministries”. Adesso, tutto ad un tratto, Dio ci dava
l’opportunità di poterci rivolgere più persone, cosa che entrambi
volevamo con tutto il cuore. Tuttavia, per farlo, dovevamo lasciare la
nostra posizione agiata e assumerci nuove responsabilità.
Quando il Signore chiede alla sua gente di fare qualcosa, c’è la
tentazione di aspettare “la stagione giusta” (Atti 24:25 KJV). C’è
sempre la tentazione di aspettare finché non ci costi nulla o non sia
particolarmente difficile.
Ti incoraggio ad essere una persona che non teme la responsabilità.
Con la perseveranza diventerai sempre più forte. Se invece fai solo
le cose facili, rimarrai sempre debole.
Dio si aspetta che ci assumiamo le nostre responsabilità
prendendoci cura di tutto ciò che ci dà, per poi farlo fruttificare. Se
noi non usiamo i doni e i talenti che ci ha dato, allora non stiamo
trattando responsabilmente ciò che ci ha affidato.
Sii pronto!
Vegliate dunque [prestate seria attenzione, siate cauti e attivi]
perché non sapete né il giorno né l’ora in cui il Figlio dell’uomo
verrà.
Matteo 25:13
Matteo 25 è un capitolo della Bibbia che ci insegna cosa dobbiamo
fare mentre aspettiamo il ritorno del Maestro.
I primi dodici versi parlano di dieci vergini, cinque stolte e cinque
sagge. Le stolte non fecero niente per assicurarsi di essere pronte
per il Suo ritorno. Fecero il minimo indispensabile per cavarsela, non
vollero fare nessuno sforzo e presero semplicemente la quantità di
olio necessaria per le lampade. Le vergini sagge, invece andarono
oltre il loro dovere, presero più olio per assicurarsi di averne a
sufficienza per una lunga attesa.
Quando lo sposo arrivò, le stolte ritornarono con le lampade quasi
spente e, naturalmente, volevano che le vergini sagge dessero loro
dell’olio. Di solito succede questo. Le persone pigre e che perdono
163
sempre tempo vogliono che quelli che lavorano sodo e si assumono
le responsabilità facciano per loro quello che avrebbero dovuto fare
da sé.
Usa ciò che ti è stato dato
... servo malvagio, pigro e inutile!
Matteo 25:26
Matteo 25 poi riporta una parabola che Gesù raccontò a proposito di
tre servi ai quali furono dati talenti che appartenevano al padrone. Il
padrone andò via in un paese lontano, aspettando che i servi si
prendessero cura delle sue cose mentre lui non c’era.
L’uomo a cui furono dati cinque talenti li usò, investendoli e
guadagnandone altri cinque. L’uomo al quale ne furono dati due fece
la stessa cosa. Ma l’uomo al quale fu dato un talento lo seppellì
perché aveva paura: temeva di sbagliare, aveva paura di assumersi
la propria responsabilità.
Quando il maestro ritornò, lodò i due servi che avevano usato bene
quanto era stato affidato loro. Ma al servo che aveva seppellito il
talento e non aveva fatto nulla con esso, disse: “Tu servo malvagio,
pigro e inutile!” Ordinò poi che l’unico talento datogli gli fosse tolto,
per essere assegnato all’uomo con dieci talenti e che il servo pigro e
inutile fosse punito.
Ti esorto a rispondere alle capacità che Dio ha posto in te, usandole
nel modo migliore, così che quando il Maestro ritorna, potrai
restituirGli più di quello che ti ha dato.
La Bibbia ci dice chiaramente che la volontà di Dio per noi è di
portare buon frutto (Giovanni 15:16).
Gettando la paura, non la responsabilità
Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, perché vi esalti
al tempo opportuno. Gettando su di Lui ogni vostra
preoccupazione, perché Egli ha cura di voi. 1 Pietro 5:6,7 KJV
164
Non avere paura della responsabilità, impara ad affidare a Dio ogni
preoccupazione ma non la responsabilità.
Certe persone imparano a non preoccuparsi di nulla; diventano
esperti a gettare la preoccupazione, si rilassano così tanto che
gettano pure la responsabilità.
Impara a fare ciò che ti si presenta e non scappare via solo perché
le cose sembrano impegnative.
Ricorda sempre che se il Signore ti dà quello che Gli chiedi, c’è una
responsabilità legata alla benedizione. Se hai una casa o una
macchina, il Signore si aspetta che ti prendi cura di esse. Spiriti di
pigrizia possono aggredire la mente ed i sentimenti, ma tu hai la
mente di Cristo. Sicuramente puoi riconoscere l’inganno del diavolo,
sopprimere le tue emozioni e fare quello che è giusto. Chiedere
qualcosa è facile, esserne responsabili è ciò che fortifica il carattere.
Ricordo il periodo in cui volevo convincere mio marito a comprare
quella che negli Stati Uniti chiamiamo “casa al lago” (lake home), un
posto dove andare a riposare, pregare e studiare. Un posto dove si
va “via da tutto”. Gli dicevo come sarebbe stato meraviglioso, quanto
sarebbe piaciuto ai nostri figli e nipoti, avremmo persino potuto
trasferire lì la nostra direzione, tenere riunioni di lavoro e avere ore
meravigliose di preghiera insieme.
Sembrava tutto stupendo e l’idea mi faceva star bene, ma Dave
continuava a ribadirmi tutte le cose che avremmo dovuto fare per
prendercene cura. Mi ricordava che eravamo già tanto impegnati e
che non avevamo il tempo per un’altra casa. Mi parlava della cura
del prato, la manutenzione, le spese, ecc. Dave diceva che sarebbe
stato meglio per noi affittare un posto quando sentivamo il bisogno di
andare via, anziché prenderci la responsabilità di possederne uno.
Io mi ero concentrata sul lato emotivo della situazione, Lui, invece,
guardava al lato pratico. Ogni volta che dobbiamo prendere una
decisione, dovremmo considerarne tutti gli aspetti, non
semplicemente ciò che è piacevole, ma anche la responsabilità che
richiede. Una “lake home” è ideale per coloro che hanno tempo da
dedicargli, ma non per noi. Dentro di me lo sapevo, eppure per un
anno avevo provato a convincere Dave a comprarne una.
165
Sono contenta che Dave rimase irremovibile. Se non fosse stato
così, sono sicura che l’avremmo comprata, tenuta per un periodo di
tempo e probabilmente alla fine venduta perché avrebbe richiesto
troppo lavoro. Alla fine è successo che dei nostri amici hanno
comprato una “casa al lago” e ce la fanno usare quando i nostri e i
loro impegni lo permettono.
Se usi sapienza il Signore verrà incontro ai tuoi bisogni. Chiunque
opera con la mente di Cristo vivrà guidato dalla sapienza e non dalle
emozioni.
Sii responsabile!
166
Capitolo 18
“Rendi tutto facile;
non ce la faccio se è troppo difficile!”
Mentalità da deserto numero 3
Questo comando che oggi ti ordino non è troppo difficile per te,
né troppo lontano da te.
Deuteronomio 30:11
Questo tipo di mentalità errata è simile a quella che abbiamo appena
descritta, ma è così diffusa tra il popolo di Dio, che penso valga la
pena dedicargli un capitolo di questo libro.
Questa è una delle scuse più comunemente usate che sento
esprimere in preghiera. Tante volte la gente viene da me per consigli
e preghiere e quando gli riferisco quello che dice la Parola di Dio, o
quello che penso lo Spirito Santo stia dicendo, la loro risposta è: “Lo
so che quello che dici è giusto; il Signore mi ha detto la stessa cosa,
ma, Joyce, è troppo difficile”.
Il Signore mi ha fatto vedere che il nemico prova suggerisce questa
frase nella mente della gente per farla arrendere. Alcuni anni fa
quando Dio mi rivelò questa verità, mi comandò di smetterla di
ripetere quanto ogni cosa fosse difficile, assicurandomi che se
l’avessi fatto, tutto sarebbe stato più facile.
Persino quando siamo determinati a perseverare a fare qualcosa,
passiamo così tanto tempo a pensare e parlare “di quanto sia
difficile” che il progetto finisce con l’essere più difficile di quanto
sarebbe dovuto essere se fossimo stati positivi invece che negativi.
Quando inizialmente incominciai a capire attraverso la Parola di Dio
come avrei dovuto vivere e comportarmi, e lo confrontavo con la mia
realtà, dicevo sempre: ”Signore voglio fare le cose a modo Tuo, ma
167
è così difficile”. Allora il Signore mi rivelò Deuteronomio 30:11 in cui
dice che i Suoi comandamenti non sono difficili o troppo lontani.
La ragione per cui i comandi del Signore non sono difficili per noi è
che Egli ci dà il suo Spirito che lavora in noi con potenza per aiutarci
in tutto quello che Lui ci chiede.
Colui che aiuta
Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore
(Consigliere, Aiutante, Intercessore, Avvocato, Colui che dà
forza e sostiene) che rimarrà con voi per sempre.
Giovanni 14:16
Tutto diventa difficile quando proviamo a farlo da soli senza affidarci
o contare sulla grazia di Dio. Se nella vita fosse tutto facile non
avremmo nemmeno bisogno che la potenza dello Spirito Santo ci
aiutasse. La Bibbia fa riferimento a Lui come “Colui che aiuta”. Egli è
in noi e con noi sempre per aiutarci, per darci la capacità di fare
quello che non possiamo fare – e potrei anche aggiungere – e fare
facilmente ciò che sarebbe difficile fare senza di Lui.
Il modo facile e quello difficile
Quando il faraone lasciò partire il popolo, Dio non lo condusse
per la strada del paese dei Filistei, sebbene più vicina, perché
Dio disse: “Per timore che il popolo vedendo la guerra cambi
idea e ritorni in Egitto”.
Esodo 13:17
Ti assicuro che ovunque vi porti il Signore è in grado di sostenervi.
Egli non permette che ci succeda niente che non siamo in grado di
sopportare (1 Corinzi 10:13).
Qualsiasi cosa ci ordina, è Lui stesso a pagarne il prezzo. Non
dobbiamo vivere in continua lotta se impariamo ad appoggiarci
sempre a Lui per la forza di cui abbiamo bisogno.
Se sai che Dio ti ha chiesto di fare qualcosa, non ti arrendere solo
perché la cosa si fa difficile. Quando le cose si fanno difficili, trascorri
168
più tempo con Lui, appoggiati su di Lui di più e da Lui ricevi più
grazia (Ebrei 4:16).
La grazia è la potenza di Dio che ti viene data gratuitamente, per
fare attraverso te quello che tu non potresti fare da solo. Stai in
guardia da pensieri come: ”non posso farlo, è troppo difficile”.
Certe volte il Signore ci porta attraverso vie difficili perché questo è il
Suo modo di operare in noi. Come potremmo mai imparare ad
appoggiarci a Lui se tutto nella nostra vita fosse facile e potremmo
affrontarlo da soli?
Dio condusse i figli d’Israele per la via lunga e difficile perché questi
erano ancora codardi, doveva operare in loro per prepararli alle
battaglie che avrebbero dovuto affrontare nella Terra Promessa.
Molti pensano che entrare nella terra promessa significhi non avere
più battaglie da combattere, ma è sbagliato. Se leggete i racconti di
cosa successe dopo che gli Israeliti attraversarono il fiume Giordano
e andarono a impossessarsi della Terra della Promessa, vedrete
che combatterono una battaglia dopo l’altra, ma le vinsero tutte
combattendo con la forza di Dio e sotto la sua direzione.
Dio condusse gli Israeliti per la via più lunga e più dura, sebbene ce
ne fosse una più breve e più facile, perché sapeva che non erano
pronti alla battaglia che dovevano affrontare per impossessarsi della
terra. Egli era preoccupato che nel vedere i nemici sarebbero
ritornati in Egitto, quindi li condusse per la via più difficile per farsi
conoscere e fare loro capire che non potevano contare sulle loro
forze.
Quando si attraversa un momento difficile la mente vorrebbe
arrendersi. Satana sa che se ci sconfigge nella mente, ci sconfigge
nell’esperienza. Ecco perché è molto importante non perdersi
d’animo, stancarsi e arrendersi.
169
Rimani fermo sulle tue posizioni
E non scoraggiamoci, affatichiamoci e stanchiamoci di agire
gentilmente e di fare il bene, perché a suo tempo e nella
stagione giusta mieteremo, se non ci perdiamo d’animo,
desistiamo e veniamo meno.
Galati 6:9
Perdersi d’animo e desistere si riferiscono all’azione di arrendersi
mentalmente. Lo Spirito Santo ci dice di non arrenderci con la
mente, perché se teniamo duro, alla fine raccoglieremo i frutti.
Pensate a Gesù, che subito dopo essere stato battezzato e pervaso
di Spirito Santo, fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere
messo alla prova dal diavolo. Non si lamentò, né si scoraggiò o
depresse. Non pensò o parlò negativamente, né si confuse
provando a capire il motivo di tutto questo, ma superò ogni prova
vittoriosamente.
E nel mezzo della prova e della tentazione, il nostro Signore non
vagò nel deserto per quaranta giorni e notti parlando di quanto fosse
stato difficile. Trasse forza dal Padre Celeste e ne uscì vittorioso
(Luca 4, 1-13).
Immagina Gesù andare in giro per il paese con i suoi discepoli
parlando di quanto ogni cosa fosse difficile. O prova ad immaginarlo
discutere quanto sarebbe stato difficile andare alla croce o del
timore delle prove future o quanto fosse frustrante vivere
giornalmente in quelle condizioni di vita: vagare per la campagna
senza una casa, senza un tetto sulla testa, né un letto sul quale
riposare la notte.
Poiché anch’io viaggio da un posto all’altro, per predicare il Vangelo,
ho dovuto imparare a non parlare della fatica che questo genere di
ministero comporta. Ho dovuto anche imparare a non lamentarmi di
come sia difficile stare ogni volta in un hotel diverso, mangiare
sempre fuori, dormire in un letto diverso ogni fine settimana, stare
lontana da casa, incontrare persone nuove per poi lasciarle non
appena inizi a conoscerle.
170
Noi abbiamo la mente di Cristo, possiamo affrontare le cose come
ha fatto Lui: con l’essere mentalmente preparati attraverso un “modo
di pensare vittorioso” e non “arrendevole”.
Il successo segue le sofferenza
Poiché, dunque Cristo soffrì nella carne per noi, anche voi
armatevi degli stessi pensieri e propositi [a soffrire
pazientemente piuttosto che dispiacere a Dio]. Poiché chi ha
sofferto nel corpo [avendo la mente di Cristo] ha rotto
[intenzionalmente] col peccato [ha smesso di soddisfare se
stesso e il mondo, per far piacere a Dio]. Così da non passare
più il tempo che gli rimane in questa vita vivendo secondo le
passioni e i desideri umani, ma secondo la volontà di Dio.
1 Pietro 4, 1-2
Questo passo ci insegna il segreto di come superare problemi e
momenti difficili. Ecco la mia interpretazione di questi due versi delle
Scritture.
Pensa a tutto quello che Gesù dovette sopportare e come affrontò la
sofferenza fisica, ti aiuterà a superare le tue difficoltà. Armati per la
battaglia, preparati a vincere come ha fatto Gesù: ”Soffrirò con
pazienza piuttosto che contristare Dio. Perché se soffro, avendo la
mente di Cristo, non vivrò più per la mia soddisfazione personale,
facendo solamente ciò che è facile e scappando di fronte alle
difficoltà. Potrò vivere secondo la Sua volontà e non secondo i miei
sentimenti e pensieri carnali.”
C’è una sofferenza “della carne” che dobbiamo sopportare per fare
la volontà di Dio.
Il mio corpo non è sempre a suo agio con i viaggi che comporta lo
stile di vita del ministero, eppure so che è la volontà di Dio per me.
Dunque, devo armarmi del giusto modo di pensare, altrimenti sono
sconfitta prima ancora di iniziare.
Ci potrebbe essere qualcuno nella tua vita con il quale è molto
difficile andare d’accordo, tuttavia sai che Dio vuole che mantieni
quella relazione piuttosto che scappare via da essa. La carne soffre
171
perché non è facile stargli accanto, ma tu puoi prepararti con il
giusto modo di pensare nei confronti della situazione.
Essere autosufficienti con la forza di Cristo
So come annullarmi e vivere umilmente in ristrettezze, so anche
come godermi la ricchezza e vivere nell’abbondanza. Ho
imparato in ogni maniera e in tutte le circostanze il segreto di
far fronte ad ogni situazione, la sazietà e la fame, l’abbondanza
o l’indigenza e il bisogno. Tutto posso in colui che mi dà forza
[sono pronto a tutto e sono all’altezza di tutto in Colui che mi
infonde forza interiore; sono autosufficiente con la forza di
Cristo].
Filippesi 4:12,13
Il giusto modo di pensare ci “arma” alla battaglia. Andare in battaglia
con il modo di pensare sbagliato è come andare al fronte di guerra
senza armi. Se lo facessimo non resisteremmo a lungo.
Gli Israeliti erano “brontoloni” e quella fu una delle ragioni per cui
vagarono quarant’anni, per fare un viaggio di undici giorni.
Reclamavano ad ogni difficoltà e si lamentavano ad ogni prova,
parlando sempre di quanto ogni cosa fosse difficile. Pensavano: “Per
favore Signore rendi tutto facile, non ce la faccio se è troppo
difficile!”
Di recente mi sono resa conto che molti credenti sono guerrieri la
domenica e brontoloni il lunedì.
Fanno un bel discorso la domenica, in chiesa con i loro amici, ma il
lunedì, quando è ora di “vivere ciò che si è affermato” e non c’è
nessuno con cui far bella figura, crollano alla minima prova.
Se sei uno che si lamenta e brontola, rivestiti di una nuova mentalità
e afferma: “Tutto posso in Colui che mi dà forza”. (Filippesi 4:13
NKVJ)
172
Capitolo 19
“Non posso farci niente, sono abituato a
brontolare, criticare e lamentarmi”
Mentalità da deserto numero 4
È visto di buon occhio colui che (è approvato, accettato e
degno di grazia) agli occhi di Dio resiste al dolore di una
sofferenza ingiusta. [Dopo tutto] Che gloria [c’è] se quando hai
sbagliato e sei punito sopporti il castigo pazientemente? Ma se
quando fai il bene sopporti con pazienza la sofferenza [come
conseguenza] immeritata, ciò sarà accettabile e gradito a Dio.
1 Pietro 2: 19,20
Noi non saremo liberati finché non impariamo a glorificare Dio con il
nostro comportamento nei momenti difficili. Non è la sofferenza che
glorifica Dio, ma un atteggiamento devoto nella sofferenza che Gli è
gradito e Gli dà gloria.
Se noi vogliamo ricevere da questi versi quello che Dio ci vuole
donare, dovremmo leggerli lentamente per assimilare ogni frase e
affermazione. Devo ammettere che io li studiai per anni per provare
a capire perché è così gradito a Dio vedermi soffrire quando invece
la Bibbia afferma chiaramente che Gesù si caricò delle nostre
sofferenze e dei dolori della punizione (Isaia 53:3-6).
Passarono molti anni prima che mi resi conto che il punto principale
di questi versi in 1 Pietro non è la sofferenza ma l’atteggiamento che
si dovrebbe avere nella sofferenza.
Fai attenzione che la parola “pazientemente” usata nel passo, sta ad
indicare che se qualcuno ci tratta male e noi lo sopportiamo con
pazienza, questo è gradito a Dio. La cosa che Gli è gradita non è la
nostra sofferenza bensì il nostro atteggiamento paziente. Per
173
incoraggiarci nella sofferenza, siamo esortati a guardare a come
Cristo affrontò gli attacchi ingiusti contro di Lui.
Gesù come esempio
A questo infatti siete stati chiamati [è inseparabile dalla vostra
vocazione]. Poiché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un
esempio [il suo personale], così che ne seguiate le orme. Egli
non commise peccato ne si trovò inganno (malizia) sulla sua
bocca. Oltraggiato e insultato, non rispose con l’oltraggio e
l’insulto, maltrattato soffrì e non minacciò [vendetta]; ma si
affidò [se stesso e ogni cosa] a Colui che è giusto giudice.
1 Pietro 2:21-23
Gesù soffrì gloriosamente! In silenzio, senza lamentarsi, fidandosi di
Dio nonostante le apparenze e rimanendo se stesso in ogni
situazione. Egli non reagì pazientemente quando le cose erano facili
e impazientemente quando erano difficili o ingiuste.
Le Scritture sopracitate ci fanno capire che Gesù è il nostro esempio
ed è venuto a mostrarci come vivere. Come ci comportiamo davanti
agli altri mostra loro come dovrebbero vivere. Noi insegniamo ai
nostri figli più con l’esempio che con le parole. Dobbiamo essere
epistole viventi lette dagli uomini (2 Corinzi 3:2,3KJV), luci che
brillano splendenti in un mondo di tenebre (Filippesi 2:15).
Chiamati all’umiltà, alla mitezza e alla pazienza
Vi esorto dunque io, prigioniero nel Signore, e vi prego di
comportarvi (condurre una vita) in maniera degna della
vocazione [divina] che avete ricevuto [con un comportamento
meritevole della chiamata al servizio di Dio], con ogni umiltà di
mente (modestia) e mitezza (senza egoismo, con gentilezza e
mansuetudine), con pazienza e sopportandovi e giustificandovi
a vicenda per l’amore che avete gli uni per gli altri. Efesini 4:1,2
Qualche tempo fa nella nostra vita familiare si verificò una situazione
che può essere menzionata come esempio perfetto a proposito del
soffrire umilmente, con modestia e pazienza.
174
Nostro figlio Daniel, era appena ritornato da un viaggio di missione
nella Repubblica Domenicana. Ritornò con una grave eruzione
cutanea sulle braccia e diverse piaghe aperte. Gli era stato detto che
si trattava della specie domenicana dell’edera velenosa. Sembrava
così grave che ritenemmo opportuno cercare un’ulteriore conferma.
Quel giorno il nostro medico di famiglia era assente quindi
prendemmo un appuntamento con il dottore che rispose al telefono.
Nostra figlia Sandra telefonò e prese l’appuntamento, gli disse l’età
di Daniel e gli spiegò che era sua sorella e che lo avrebbe
accompagnato. Quel giorno eravamo tutti molto impegnati,
compresa Sandra. Dopo quarantacinque minuti di macchina, arrivò
dal dottore per sentirsi dire: “Mi dispiace ma è nostra regola non
trattare i minori che non sono accompagnati da un genitore!”
Sandra spiegò che quando aveva telefonato, aveva detto
chiaramente che l’avrebbe accompagnato lei e che spesso l’aveva
fatto a causa dei nostri viaggi. L’infermiera fu irremovibile sul fatto
che ci voleva un genitore.
Questa poteva essere un occasione per Sandra per arrabbiarsi.
Aveva fatto i salti mortali per aggiungere quest’ulteriore impegno ai
suoi programmi già sovraccarichi, solo per scoprire che i suoi sforzi
erano stati vani. Doveva affrontare altri quarantacinque minuti di
viaggio di ritorno e il tutto sembrava una vera perdita di tempo.
Il Signore l’aiutò a rimanere calma e gentile. Chiamò suo padre, che
era in visita dalla madre, il quale le rispose che sarebbe venuto a
sistemare la situazione. Quella mattina Dave aveva sentito l’impulso
di passare dai nostri uffici e prendere alcuni dei miei libri e delle
audiocassette, senza nemmeno sapere che ne avrebbe fatto. Solo
sentì che doveva andare a prenderli.
Quando arrivò dal dottore, la donna che registrava i pazienti e si
occupava dei documenti chiese a Dave se era un ministro religioso e
se era il marito di Joyce Meyer. Lui rispose di sì, la donna gli disse
che mi guardava in televisione e avendo sentito spesso i nomi della
nostra famiglia, si era chiesta se si trattasse della stessa persona.
Dave le parlò per un po’ e le diede uno dei miei libri sulla guarigione
emotiva.
175
Il motivo per cui vi ho raccontato questa storia è questo: che
sarebbe successo se Sandra si fosse arrabbiata e spazientita? La
sua testimonianza sarebbe stata danneggiata, se non rovinata. In
realtà avrebbe causato un danno spirituale alla donna che mi aveva
vista in televisione e poi aveva visto la mia famiglia comportarsi
male.
Tanti nel mondo cercano Dio e quello che noi gli facciamo vedere è
molto più importante di quello che diciamo. Naturalmente è molto
importante condividere il vangelo verbalmente, ma farlo e negare col
nostro comportamento quello che abbiamo affermato è peggio di
non dire niente.
Sandra in questa situazione sopportò la sofferenza con pazienza, la
Parola di Dio ci invita proprio a questo tipo di comportamento e
atteggiamento.
La sofferenza paziente di Giuseppe
Mandò un uomo davanti a loro, Giuseppe, venduto come
schiavo. Gli ferirono i piedi con ceppi, fu messo in catene di
ferro e la sua anima fu incatenata, finché la sua parola [ai suoi
fratelli crudeli] si avverò, e la Parola del Signore lo mise alla
prova.
Salmo 105: 17-19
Come esempio del vecchio testamento, pensate a Giuseppe il quale
fu trattato ingiustamente dai suoi fratelli, che lo vendettero come
schiavo e dissero al padre che era stato ucciso da un animale
selvatico. Nel frattempo, Giuseppe, fu comprato da un uomo ricco
chiamato Potifar, che lo prese in casa come schiavo, ma Giuseppe
ebbe il favore di Dio ovunque andò e presto trovò anche il favore del
nuovo padrone.
Giuseppe continuò a ricevere promozioni, tuttavia gli successe
un’altra cosa ingiusta. La moglie di Potifar provò a sedurlo per avere
una relazione con lui, ma poiché egli era un uomo integro non
voleva avere nulla a che fare con lei. Questa, mentendo al marito,
disse che Giuseppe l’aveva aggredita, così Giuseppe fu imprigionato
per qualcosa che non aveva commesso.
176
Durante la sua permanenza in prigione Giuseppe provava ad aiutare
gli altri. Non si lamentava mai e poiché aveva il giusto atteggiamento
nella sofferenza, alla fine fu liberato ed esaltato da Dio. E finì con
l’avere una tale autorità in Egitto che nessuno in tutto il paese fu al di
sopra di lui, eccetto il Faraone.
Dio, inoltre, lo vendicò nei confronti dei suoi fratelli, i quali, durante la
carestia nella loro terra, dovettero andare da Giuseppe a chiedergli
cibo. Ancora una volta, Giuseppe mostrò un atteggiamento devoto
non maltrattandoli nonostante lo meritassero. Spiegò loro che ciò
che avevano fatto a suo danno era stato trasformato in bene da Dio,
che anche loro erano nelle mani di Dio, non nelle sue e che lui non
aveva il diritto di fare niente contro di loro se non benedirli (Genesi,
capitoli 39-50).
Il pericolo di lamentarsi
Non mettiamo alla prova il Signore [mettendo alla prova la Sua
pazienza, diventando per Lui un tormento, giudicandolo con
critiche e sfruttando la sua bontà] come fecero alcuni di essi e
furono uccisi da serpenti velenosi; Non lamentatevi
insoddisfatti come si lamentarono alcuni di essi e furono
annullati interamente dallo sterminatore (morte). Ora tutte
queste cose accaddero loro come esempio [come esempio e
avvertimento per noi], e sono state scritte come ammonimento
per noi e per renderci capaci di buone azioni tramite le giuste
istruzioni, noi nei cui giorni è arrivata la fine dei tempi (la loro
realizzazione e conclusione).
1 Corinzi 10:9-11
Da questi passi, notiamo immediatamente la differenza tra Giuseppe
e gli Israeliti.
Egli non si lamentava affatto, essi invece non facevano altro che
lamentarsi non appena la minima cosa non andava a modo loro. La
Bibbia è chiara a proposito dei pericoli legati al brontolare, alla
tendenza a criticare tutto e al lamentarsi.
Il messaggio è abbastanza semplice. Le lamentele degli Israeliti
aprirono una porta al nemico il quale entrò e li distrusse. Essi
177
avrebbero dovuto apprezzare la bontà di Dio, ma non fu così, e per
questo ne pagarono il prezzo.
Ci è stato detto che l’intero racconto delle loro sofferenze e morte fu
scritto per farci capire che cosa ci succederà se ci comportiamo allo
stesso modo. Noi non ci lamentiamo con la bocca se non l’abbiamo
già fatto mentalmente. Lamentarsi è sicuramente una mentalità da
deserto che ci impedisce di varcare la Terra Promessa.
Gesù è il nostro esempio e noi dovremmo fare ciò che Egli ha fatto.
Gli Israeliti si lamentarono e rimasero nel deserto.
Gesù diede lode e fu risorto dai morti.
In questo contrasto possiamo vedere il potere della lode e della
gratitudine contro il potere delle lamentele. Sì, infatti, le lamentele e
le mormorazioni, l’essere ipercritici hanno il loro potere, un potere
negativo. Ogni volta che gli diamo accesso attraverso la mente e la
bocca, diamo potere a Satana su di noi, potere che Dio non gli ha
autorizzato di avere.
Non brontolare, criticare o lamentarti
Fate tutto senza mormorazioni, critiche e lamentele [contro Dio]
e senza fare domande o dubitare [tra di voi], perché siate
irreprensibili e semplici, innocenti e immacolati, figli di Dio
senza colpa (senza macchia e senza nulla da rimproverare) in
mezzo ad una generazione corrotta e perversa [spiritualmente
disonesta e degenere], tra la quale dovete essere visti come
astri splendenti (stelle o lucerne che brillano chiaramente) nel
mondo (di tenebre).
Filippesi 2: 14,15
Certe volte sembra che tutto il mondo si lamenti. Ci sono così tante
lamentele e mormorazioni e così poca gratitudine e apprezzamenti.
La gente si lamenta del proprio lavoro e del proprio capo quando
dovrebbe essere grata di avere un lavoro permanente e apprezzare
il fatto di non vivere in un rifugio per i senza tetto o di non fare la fila
per una zuppa.
178
Coloro che si trovano in situazione simili invece fremerebbero di
gioia per avere quel lavoro, nonostante le sue imperfezioni.
Sarebbero disposti a sopportare un capo “non così perfetto” pur di
avere un’entrata fissa, vivere in una casa propria e cucinare i loro
pasti.
Forse hai bisogno di un lavoro remunerato meglio o forse hai un
capo che ti tratta ingiustamente. Peccato, ma il modo per uscirne
non è con le lamentele.
Non angustiarti o preoccuparti. Prega e rendi grazie!
Non angustiatevi o preoccupatevi di nulla, ma in ogni
circostanza e in ogni cosa esponete a Dio le vostre richieste
con preghiere, suppliche (chiare richieste) e ringraziamenti.
Filippesi 4:6
In questo verso l’apostolo Paolo ci insegna come risolvere i nostri
problemi. Ci ordina di pregare con gratitudine in ogni circostanza.
Il Signore mi insegnò lo stesso principio dicendomi: “Joyce, perché
dovrei darti qualche altra cosa, se non sei grata per quello che hai
già? Perché dovrei darti qualcos’altro di cui lamentarti?”
Se non riusciamo ad offrire le nostre preghiere mediante un
atteggiamento di vita pieno di gratitudine, non avremo un riscontro
favorevole. La Parola non dice di pregare con lamentele ma di
pregare con gratitudine.
Di solito si mormora, brontola, critica e ci si lamenta quando
qualcosa o qualcuno non sono come noi vorremmo o quando
dobbiamo aspettare per qualcosa più di quanto immaginavamo. La
Parola di Dio in questi momenti ci insegna ad essere pazienti.
Io ho scoperto che la pazienza non è la capacità di aspettare, ma la
capacità di mantenere un atteggiamento corretto mentre si aspetta.
È importantissimo prendere molto seriamente questo problema delle
lamentele e con esso tutti gli altri modi negativi di pensare. Credo
sinceramente che il Signore mi ha dato una rivelazione personale di
179
quanto sia pericoloso affidare la nostra mente e le nostre parole a
questo modo di pensare.
In Deuteronomio 1:6 Dio disse agli Israeliti: “...avete dimorato troppo
a lungo su questo monte”. Forse anche tu sei rimasto sullo stesso
monte molte volte e adesso sei pronto ad andare avanti. Se è così, è
bene ricordarti che finché i tuoi pensieri e le tue conversazioni sono
negativi non potrai andare avanti.
Non ho detto che è facile non lamentarsi, ma che hai la mente di
Cristo. Perché non approfittarne?
180
Capitolo 20
“Non mi fare aspettare;
merito tutto immediatamente”
Mentalità da deserto numero 5
Fratelli siate dunque pazienti [nell’attesa] fino alla venuta del
Signore. Guardate come l’agricoltore aspetta pazientemente il
prezioso frutto della terra. [Guardate come] mantiene la
pazienza [vigila] finché essa riceve le prime e le ultime piogge.
Giacomo 5:7
L’impazienza è frutto dell’orgoglio. Una persona orgogliosa non
sembra attendere nulla con l’atteggiamento giusto. Come abbiamo
già detto nel capitolo precedente, la pazienza non è la capacità di
aspettare, ma la capacità di avere il giusto atteggiamento nell’attesa.
Questo passo delle Scritture non dice “siate pazienti se aspettate”
ma “siate pazienti nell’attesa”. Aspettare fa parte della vita. Tanti non
“aspettano bene”, nonostante, in realtà, nella vita si passi più tempo
ad aspettare che a ricevere.
Quello che voglio dire è questo: noi chiediamo a Dio qualcosa in
preghiera, crediamo e poi rimaniamo in attesa della manifestazione.
Quando questa arriva ci rallegriamo perché finalmente abbiamo
ricevuto quello che aspettavamo.
Tuttavia, poiché siamo esseri con obiettivi e che hanno sempre
bisogno di avere qualcosa a cui aspirare – qualcosa di cui non si
vede l’ora – ritorniamo direttamente al processo iniziale di chiedere a
Dio qualcos’altro, credere e continuare ad aspettare ancora un po'
finché arriva la risposta successiva.
Riflettendo su questa situazione, mi resi conto che nella vita finivo
col trascorrere più tempo aspettando che ricevendo. Per questo
181
decisi di imparare a godermi il
semplicemente il tempo del ricevere.
tempo
dell’attesa
e
non
Abbiamo bisogno di imparare a goderci dove siamo nel nostro
cammino, mentre ci incamminiamo sulla strada verso dove stiamo
andando!
L’orgoglio impedisce l’attesa paziente
Per la grazia (immeritato favore di Dio) che mi è stata concessa,
vi avverto a non valutarvi o considerarvi superiori a quanto
dovreste [di non avere un opinione esagerata della propria
importanza], ma di dare una valutazione realistica alle vostre
capacità, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha
dato.
Romani 12:3
È impossibile godersi l’attesa se non si sa aspettare pazientemente.
L’orgoglio impedisce un’attesa paziente perché la persona
orgogliosa è così piena di sé da ritenere che non dovrebbe essere
mai importunata in nessun modo.
Non dobbiamo né pensare male di noi, né avere un opinione troppo
elevata di noi. È pericoloso elevarsi ad una posizione così alta da
guardare gli altri dall’alto in basso. Se le cose non vanno come noi
vogliamo o non avvengono immediatamente come noi pensiamo sia
giusto, ci comportiamo con impazienza.
Una persona umile non mostrerebbe mai un atteggiamento
impaziente.
Sii realistico!
Nel mondo avrete tribolazioni, prove, sofferenze e frustrazioni;
ma abbiate fiducia [rincuoratevi, siate fiduciosi, certi e non
scoraggiati]! Perché Io ho vinto il mondo [l’ho privato del potere
di danneggiarvi e l’ho conquistato per voi].
Giovanni 16:33
Un altro modo in cui Satana usa la nostra mente per indurci ad un
comportamento impaziente, è mediante un modo di pensare
idealistico piuttosto che realistico.
182
Se siamo convinti che tutto quello che ci riguarda (le nostre
circostanze e le nostre relazioni) dovrebbe essere sempre perfetto,
ovvero niente inconvenienti, ostacoli, gente poco simpatica con cui
avere da fare, allora ci stiamo preparando ad una caduta. O meglio,
direi che Satana ci prepara ad una caduta attraverso questo modo
sbagliato di pensare.
Non suggerisco di essere negativi, sono fermamente convinta negli
atteggiamenti e pensieri positivi, ma suggerisco di essere
abbastanza realistici da renderci conto prima del tempo che nella
vita reale solo pochissime cose saranno perfette.
Io e mio marito viaggiamo quasi ogni fine settimana in altre città per
tenere dei seminari. Spesso affittiamo sale da ricevimenti di alberghi,
centri ricreativi o sale congressi. All’inizio mi spazientivo e mi
lasciavo frustrare ogni volta che qualcosa andava male in uno di
questi posti, come per esempio l’aria condizionata che non
funzionava bene (o non funzionava affatto), la luce insufficiente nella
sala congressi, le sedie macchiate o strappate con l’imbottitura che
fuoriusciva, o resti di dolci ancora a terra del matrimonio della sera
precedente.
Ritenevo che avessimo pagato abbastanza soldi per l’uso di quelle
sale e che le avevamo affittate in buona fede aspettandoci di trovarle
in perfetto ordine, così mi irritavo quando questo non succedeva.
Avevamo fatto il possibile per assicurarci che i locali che avevamo
affittato fossero puliti e comodi, eppure in almeno il settantacinque
per cento dei casi le cose non andavano secondo le nostre
aspettative.
C’erano volte in cui ci era stato promesso che il nostro personale
poteva registrarsi immediatamente, invece all’arrivo ci veniva detto
che le stanze non sarebbero state disponibili per ore. Gli impiegati
dell’albergo spesso davano informazioni sbagliate a proposito degli
orari delle riunioni, anche se noi glielo avevamo detto ripetutamente
e persino mandato il materiale, con le date e gli orari esatti. Spesso
il personale nei ristoranti degli alberghi era poco educato e pigro.
Molte volte i menù stabiliti per i pasti dei seminari erano differenti da
quelli ordinati.
183
Ricordo in particolar modo un’occasione in cui il dolce servito al
nostro gruppo di donne (approssimativamente ottocento) era
corretto con del rum. In cucina si confusero con dei piatti preparati
per il ricevimento di un matrimonio. Inutile dire l’imbarazzo quando
queste ci dissero di avere l’impressione che il dolce contenesse
dell’alcool quando invece non doveva averne affatto.
Potrei continuare (per ore), ma il punto è semplicemente questo:
solo di tanto in tanto, ma molto raramente, ci siamo ritrovati in un
posto perfetto, con la gente perfetta e il seminario perfetto.
Alla fine mi resi conto che una delle ragioni per cui queste situazioni
mi rendevano impaziente e mi inducevano a comportarmi male era
perché ero idealista e non realista.
Io non faccio piani di fallimento, ma ricordo che Gesù disse che in
questo mondo dobbiamo far fronte a tribolazioni, prove, angosce e
frustrazioni. Queste cose fanno parte della vita sulla terra, per il
credente come per il non credente. Ma tutte le sfortune del mondo
non possono nuocerci se rimaniamo nell’amore di Dio, manifestando
i frutti dello Spirito.
La pazienza: il potere di sopportare
Rivestitevi dunque, come eletti da Dio, (i suoi rappresentanti
scelti), [che sono] puri, santi e amati [da Dio stesso,
comportandovi] con sentimenti di pietà e misericordia, bontà,
umiltà, mansuetudine e pazienza [che non si stancano e
sopportano, e hanno la forza di resistere di buon umore a
qualsiasi cosa succeda].
Colossesi 3:12
Spesso ricorro a queste Scritture per ricordare a me stessa che tipo
di comportamento dovremmo mostrare in ogni situazione. Mi
rammento anche che la pazienza non è la capacità di aspettare, ma
la capacità di mantenere un buon atteggiamento mentre aspettiamo.
La pazienza scaturisce dalle prove
Considerate perfetta letizia, fratelli miei, quando siete coinvolti
o subite ogni sorta di prove o cadete in diverse tentazioni.
184
Sappiate e comprendete che la tribolazione e la prova della
vostra fede producono costanza, fortezza e pazienza. Ma
lasciate che la resistenza, la fortezza e la pazienza agiscano
liberamente e facciano un lavoro completo, perché siate
[persone] perfettamente e pienamente completi [senza difetti],
senza mancare di nulla.
Giacomo 1: 2-4
La pazienza è un frutto dello Spirito (Galati 5:22) ed è depositata
nello spirito di ogni persona rinnovata. Per il Signore la
dimostrazione o manifestazione della pazienza da parte del Suo
popolo è molto importante. Egli vuole che gli altri vedano il Suo
carattere attraverso i Suoi figli.
Il capitolo 1 del libro di Giacomo ci insegna che quando saremo
diventati perfetti, non ci mancherà nulla. Il diavolo non può aver
controllo su un uomo paziente.
Giacomo 1 ci insegna anche che dovremmo gioire quando ci
troviamo in situazioni difficili, sapendo che il metodo che il Signore
usa per far venir fuori in noi la pazienza è ciò che la New King
James Version chiama “diverse prove”.
Ho scoperto attraverso la mia esperienza personale che “le diverse
prove” alla fine tirarono fuori in me la pazienza, ma in un primo
momento fecero venir fuori tante altre cose che non erano certo
caratteristiche pie: orgoglio, rabbia, ribellione, autocommiserazione,
lamentele e molte altre. Sembrerebbe che si debbano affrontare e
risolvere queste cose prima che la pazienza venga fuori.
Prova o Inconveniente?
Poi partirono dal monte Cor, attraverso il Mar Rosso, per
aggirare il paese di Edom, e il popolo divenne impaziente
(depresso e molto scoraggiato), a causa [delle prove] del
viaggio.
Numeri 21:4
Se ricordate, l’atteggiamento impaziente fu una delle mentalità da
deserto che tenne gli Israeliti a vagare nel deserto per quaranta
anni.
185
Come avrebbe potuto mai questo popolo essere pronto ad entrare
nella Terra Promessa e fare andar via i suoi occupanti così da
possederne la terra se non potevano nemmeno rimanere pazienti e
decisi durante un piccolo inconveniente?
Ti incoraggio vivamente a collaborare con lo Spirito Santo mentre
sviluppa in te il frutto della pazienza. Più Gli resisti, più lungo sarà il
processo. Impara a rispondere pazientemente ad ogni tipo di prove,
ti troverai con una qualità di vita che non è semplicemente
sopravvivenza ma pieno godimento.
L’importanza della pazienza e della perseveranza
Avete solo bisogno di una salda pazienza e della perseveranza,
così da poter fare ed esaudire pienamente la volontà di Dio e
ricevere e portar via [godervi pienamente] la promessa.
Ebrei 10:36
Questo passo delle Scritture afferma che senza la pazienza e la
perseveranza non riceveremo le promesse di Dio. Ed Ebrei 6:12
(KJV) ci dice che solo attraverso la fede e la pazienza erediteremo le
promesse.
L’ uomo orgoglioso agisce facendosi forte delle proprie capacità e
prova a realizzare le cose con i suoi tempi. L’orgoglio afferma:”Sono
pronto ora!”
L’umiltà dice: “Dio sa tutto, e non tarderà!”
L’uomo umile aspetta pazientemente, egli ha in realtà una “paura
reverenziale” di agire con le proprie forze. L’uomo orgoglioso invece
prova una cosa dopo l’altra, tutto inutilmente.
La via diritta non è sempre quella più breve ad un
obiettivo.
C’è una via che pare giusta ad un uomo e appare diritta ai suoi
occhi, ma finisce in un sentiero di morte.
Proverbi 16:25
186
Dobbiamo capire che nel regno spirituale certe volte una via diritta
non è la distanza più breve tra dove siamo e dove vorremmo essere.
Potrebbe semplicemente essere la via più breve alla distruzione!
Dobbiamo imparare a essere pazienti ed aspettare il Signore, anche
se potrebbe sembrare che Egli ci conduca attraverso vie tortuose
per arrivare alla destinazione sperata.
Nel mondo ci sono migliaia di Cristiani infelici e insoddisfatti
semplicemente perché si sforzano a far accadere qualcosa invece di
aspettare pazientemente che sia Dio a realizzarle nel tempo e nel
modo da lui stabilito.
Quando sei “nell’attesa di Dio”, il diavolo ti bombarderà
continuamente la mente aspettando che “fai qualcosa”. Ti vuole
indurre ad uno zelo carnale perché sa che la carne non ottiene nulla
(Giovanni 6:63, Romani 13:14).
Come abbiamo visto, l’impazienza è un segno dell’orgoglio e l’unica
risposta all’orgoglio è l’umiltà.
Umiliati e Attendi il Signore
Umiliatevi dunque [ mettetevi in secondo piano, sminuite la
stima che avete di voi stessi] sotto la potente mano di Dio,
perché vi esalti al tempo opportuno.
1 Pietro 5:6
La frase “sminuite la stima che avete di voi stessi” non significa
pensate male di voi stessi, ma semplicemente “non pensate di poter
risolvere tutti i vostri problemi da soli”.
Invece di metterci orgogliosamente al controllo di ogni cosa,
dobbiamo imparare ad umiliarci sotto la potente mano di Dio. Al
momento opportuno, Egli ci esalterà e innalzerà.
Mentre aspettiamo il Signore e ci rifiutiamo di agire con zelo carnale,
avviene un “certo morire a noi stessi”. Iniziamo a morire ai nostri
modi, ai nostri tempi per diventare consapevoli della volontà di Dio e
i Suoi piani per noi.
187
Dovremmo sempre obbedire con prontezza e fare ciò che Dio ci
chiede, ma dovremmo anche avere un santo timore dell’orgoglio
carnale. Ricordate che l’orgoglio è alla radice dell’impazienza.
L’uomo orgoglioso dice: “Per favore non mi fare aspettare per
qualcosa, io merito tutto immediatamente”.
Quando hai la tentazione di diventare frustrato e impaziente, ti
consiglio di dire: “Signore voglio la Tua volontà e i Tuoi tempi. Non
voglio stare né davanti a te, né dietro di te. Aiutami Padre ad
aspettarti pazientemente!”
188
Capitolo 21
“Forse il mio comportamento è sbagliato,
ma non è colpa mia”
Mentalità da deserto numero 6
E l’uomo disse: “La donna che mi hai dato per stare con me mi
ha dato [il frutto] dell’albero e ho mangiato”. …E la donna
disse: “Il serpente mi ha ingannata (imbrogliata, sconfitta,
illusa) e ho mangiato”.
Genesi 3:12,13
Non avere la volontà di prendersi la responsabilità per le proprie
azioni, dando a qualche altro la colpa di ciò che è sbagliato o va
male, è una delle cause principali di un modo di vivere da deserto.
Troviamo che questo problema si è manifestato sin dalle origini.
Quando nel giardino dell’Eden, Adamo ed Eva si ritrovarono a dover
affrontare il loro peccato si accusarono a vicenda, accusarono Dio e
il diavolo, evitando così di prendersi la responsabilità personale delle
proprie azioni.
È tutta colpa tua
Ora Sarai, moglie di Abramo, non gli aveva dato figli. Avendo
una schiava egiziana chiamata Agar, Sarai disse ad Abramo:
“Vedi il Signore mi ha impedita di avere figli. Per favore, unisciti
alla mia schiava, forse da lei potrò avere figli”. Abramo ascoltò
la voce di Sarai. Allora Sarai, moglie di Abramo, prese Agar sua
schiava, l’egiziana, e la diede in moglie ad Abramo suo marito,
dopo che Abramo aveva dimorato nella terra di Canaan per
dieci anni. Così egli si unì ad Agar, ed ella concepì. Quando si
accorse di essere incinta, la sua padrona non contò più nulla ai
suoi occhi. Allora Sarai disse ad Abramo: “L’offesa a me fatta
ricada su di te! Io ti ho dato nelle braccia la mia schiava, ma da
quando si è accorta di essere incinta, io non conto più niente
189
per lei. Il Signore sia giudice tra me e te”. Così Abramo disse a
Sarai: “Ecco la tua schiava è nelle tue mani, fai di lei ciò che ti
pare”. E quando Sarai la trattò severamente, lei andò via dalla
sua presenza.
Genesi 16:1-6 NKJV
La stessa situazione vissuta da Adamo ed Eva, la vediamo ripetuta
qui nella disputa tra Abramo e Sarai. Questi ultimi erano stanchi di
aspettare che Dio esaudisse la promessa di darli un figlio, quindi
seguirono l’impulso della carne e fecero “a modo loro”. Quando il
risultato fu negativo e causò loro problemi, iniziarono a incolparsi a
vicenda.
In passato, ho notato nella mia famiglia questo tipo di situazione
innumerevoli volte tra me e Dave. Sembrava che evitassimo
continuamente i veri problemi della vita, senza mai volere affrontare
la realtà.
Ricordo chiaramente che pregavo affinché Dave cambiasse.
Leggendo la Bibbia, vedevo sempre di più i suoi difetti e quanto
avesse bisogno di cambiare! Non appena pregai, il Signore mi parlò
e disse: “Joyce, il problema non è Dave… sei tu”.
Ero distrutta. Piansi e piansi. Piansi per tre giorni perché il Signore
mi fece vedere che cosa significava vivere sotto lo stesso tetto con
me. Mi fece vedere come provavo ad essere in controllo di tutto
quello che succedeva, quanto ero assillante e quanto mi lamentavo,
come era difficile farmi piacere, come ero pessimista, e via dicendo.
Fu un duro colpo al mio orgoglio, ma fu anche l’inizio della mia
ripresa nel Signore.
Come la maggior parte delle persone, davo la colpa di tutto a
qualche altro o a circostanze indipendenti dalla mia volontà.
Pensavo di agire male perché ero stata maltrattata, ma Dio mi disse:
”I maltrattamenti possono essere la causa per cui ti comporti così,
ma non permettere che diventino una scusa per rimanere in questo
modo”.
Satana lavora sodo nelle nostre menti, costruendo baluardi che ci
impediscono di affrontare la verità. La verità ci farà liberi e lui lo sa!
Non penso che ci sia nulla di più doloroso, dal punto di vista
emotivo, che affrontare la verità su noi stessi e sul nostro
190
comportamento. E proprio perché è doloroso, tanti sfuggono da
essa. È molto facile affrontare la verità che riguarda gli altri, ma
quando si tratta di noi stessi è molto più difficile.
Se...
E il popolo disse contro Dio e contro Mosè: “Perché ci avete
fatti uscire dall’Egitto per farci morire in questo deserto?
Perché qui non ci sono né pane né acqua, e detestiamo questa
manna leggera (spregevole, non sostanziosa).
Numeri 21:5
Come ricorderai, gli Israeliti si lamentavano che Dio e Mosè erano la
causa dei loro problemi. Con successo evitavano ogni responsabilità
personale a causa della quale erano rimasti così a lungo nel
deserto. Il Signore mi fece vedere che questa era una delle principali
mentalità da deserto che li tenne lì quarant’anni.
Era anche una delle ragioni principali per cui nella mia vita avevo
trascorso così tanti anni girando continuamente attorno alla stessa
montagna. La mia lista di scuse a causa delle quali mi comportavo
male era infinita:
“Se non fossi stata maltrattata non avrei un brutto temperamento.”
“Se i miei figli mi aiutassero di più, mi comporterei meglio.”
“Se Dave non giocasse a golf il sabato, non mi arrabbierei così tanto
con lui.”
“Se Dave mi parlasse di più, non mi sentirei così sola.”
“Se Dave mi comprasse più regali, non sarei così pessimista.”
“Se non lavorassi, non sarei così stanca nervosa” (Così ho smesso
di lavorare e poi…)
“Se potessi uscire di casa di più, non sarei così annoiata!”
“Se solo avessimo più soldi…”
191
“Se fossimo proprietari della nostra casa…” (così ne comprammo
una e poi…)
“Se non avessimo così tante bollette…”
“Se avessimo vicini migliori o amici diversi…”
Se! Se! Se! Se! Se! Se! Se! Se! Se! Se!
Ma...
E il Signore disse a Mosè: “Manda uomini a ispezionare e
perlustrare il paese di Canaan, che sto per dare agli israeliti.
Manderete un uomo per ogni tribù dei loro padri, siano tutti dei
loro capi”. Così Mosè, secondo il comando del Signore, li
mandò dal deserto di Paran, quegli uomini erano tutti capi degli
Israeliti. E dopo quaranta giorni ritornarono dall’esplorazione
del paese. Andarono da Mosè, Aronne e tutta la comunità degli
Israeliti nel deserto di Paran, a Kades, e gli parlarono e
mostrarono loro i frutti del paese. Dissero a Mosè: “Noi siamo
arrivati nel paese dove scorrono latte e miele, ecco i suoi frutti.
Ma il popolo che vi abita è potente, le città sono fortificate e
immense; inoltre abbiamo visto i figli di Anak [alti di statura e di
grande coraggio]”.
Numeri 13: 1-3,25-28
“Se” e “ma” sono due delle parole più ingannevoli che Satana radica
nella nostra mente. Le dodici spie mandate come gruppo esploratore
nella Terra Promessa ritornarono con un grappolo d’uva così grande
che dovette essere trasportato da due persone su un palo, ma il
resoconto che diedero a Mosè e al popolo fu negativo.
Fu il “ma” che li sconfisse! Essi avrebbero dovuto tenere lo sguardo
fisso su Dio e non sul potenziale problema.
Una delle ragioni per cui i nostri problemi ci sconfiggono è perché
noi pensiamo che siano più grandi di Dio. Questa può essere anche
la ragione per cui ci viene tanto difficile affrontare la verità. Non
siamo sicuri che Dio possa cambiarci, allora ci inganniamo su noi
stessi piuttosto che ammettere ciò che siamo veramente.
192
Adesso non mi viene più difficile affrontare la verità su me stessa
quando il Signore si prende cura di me, perché so che può
cambiarmi. Ho già visto cosa può fare e mi fido di Lui. Tuttavia,
all’inizio del mio cammino era difficile. Avevo passato la maggior
parte della vita nascondendomi ora da una cosa, ora da un’altra.
Avevo vissuto nelle tenebre così a lungo che venire alla luce non è
stato facile.
La verità nel profondo dell’essere
Pietà di me, o Dio, secondo il tuo saldo amore; secondo la
grandezza della tua tenera misericordia e affetto cancella il mio
peccato. Lavami completamente (e continuamente) dalle mie
iniquità e colpe, mondami e purificami interamente dal mio
peccato! Riconosco e ammetto le mie colpe; il mio peccato mi
sta sempre davanti. Contro di Te, contro Te solo ho peccato e
quello che è male ai tuoi occhi io l’ho fatto, perciò sei giusto
nella tua sentenza e retto nel tuo giudizio. Ecco, [in uno stato
di] nell’iniquità sono stato generato, nel peccato mi ha
concepito mia madre [e io sono peccatore pure]. Ecco, tu
desideri la sincerità nel profondo dell’essere, fammi conoscere
dunque la sapienza nell’intimo del cuore.
Salmo 51: 1-6
Nel Salmo 51, il re Davide implorava la misericordia e il perdono di
Dio perché il Signore gli chiedeva conto del suo peccato con BathSceba e dell’omicidio di suo marito.
Che ci crediate o no, Davide aveva commesso questa colpa un anno
prima che il salmo fosse scritto, ma egli non l’aveva mai né
affrontato né riconosciuto. Davide non aveva fatto i conti con la
realtà e fin quando si rifiutava di farlo, non poteva pentirsi
veramente; e fino a quando non si pentiva veramente, Dio non
poteva perdonarlo.
Il verso sei di questo passo è molto efficace. Afferma che Dio
desidera la verità “nel profondo dell’essere”. Ciò significa che se
vogliamo ricevere le benedizioni di Dio, dobbiamo essere onesti
davanti a Lui sia per quanto riguarda noi stessi che per quanto
riguarda i nostri peccati.
193
La confessione precede il perdono
Se diciamo che siamo senza peccato [rifiutando di ammettere
che siamo peccatori] inganniamo noi stessi e andiamo fuori
strada, e la Verità [presentata dal vangelo] non è in noi [non
dimora nei nostri cuori]. Se [liberamente] ammettiamo di essere
peccatori e confessiamo le nostre colpe, Egli che è fedele e
giusto (coerente con la sua natura e con le sue promesse)
perdonerà i peccati [accantonerà la nostra sregolatezza] e
[continuamente] ci purificherà da ogni colpa [da tutto ciò che
non si conforma alla sua volontà nell’intenzione, nel pensiero e
nell’azione].
1Giovanni : 8-10
Dio è pronto a perdonarci se ci pentiamo veramente, ma noi non
possiamo pentirci veramente se non affrontiamo e riconosciamo la
verità su ciò che abbiamo fatto.
Ammettere di avere sbagliato, ma poi giustificarsi non è neanche il
modo in cui Dio affronta la realtà. È naturale cercare di giustificare
se stessi e le proprie azioni, ma la Bibbia afferma che la nostra
giustificazione si trova in Gesù Cristo (Romani 3:20-24). Io e te
siamo resi giusti davanti a Dio, dopo aver peccato, solo dal sangue
di Gesù, non dalle nostre scuse.
Ricordo un giorno i cui la mia vicina di casa mi chiamò, chiedendomi
se potevo accompagnarla immediatamente in banca prima che
chiudesse perché la sua macchina non partiva. Io ero occupata a
fare “le mie cose” e non avrei voluto smettere. Quindi fui poco
cortese e piuttosto impaziente nei suoi confronti. Non appena posai
il telefono, mi resi conto di essermi comportata male e che dovevo
richiamarla, scusandomi e portandola in banca. Mi venivano in
mente ogni sorta di scuse da darle sul perché avevo agito così male:
“non mi sentivo bene”, “ero impegnata”, oppure “anch’io avevo una
giornata difficile”.
Ma nel profondo del mio spirito, sentivo che lo Spirito Santo mi
suggeriva di non trovare scuse!
“Chiamala e dille di avere torto, punto e basta! Dì solamente: “Ho
sbagliato, e non ci sono scuse per come mi sono comportata. Per
favore perdonami e permettimi di portarti in banca””.
194
Devo ammettere che fu difficile farlo. La mia “carne” era in crisi!
Potevo sentire questa convinzione attraversarmi l’anima cercando
un posto dove nascondersi. Ma non ci si può nascondere dalla
verità, perché la verità è luce.
La verità è luce
In principio [all’origine dei tempi] era il Verbo (Cristo), e il Verbo
era presso Dio, e il Verbo era Dio. Egli in principio era presso
Dio. Tutto è stato fatto ed esiste per mezzo di Lui; e senza di Lui
niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In Lui era la Vita e la
Vita era la Luce degli uomini. La luce risplende nelle tenebre,
perché le tenebre non l’hanno mai dominata [soffocata o
assorbita o accolta e non sono ricettive ad essa] Giovanni 1: 1-5
La verità è una delle armi più potenti contro il regno delle tenebre. La
verità è luce, e la Bibbia afferma che le tenebre non l’hanno mai
dominata né la domineranno mai.
Satana vuole tenere le cose nascoste nelle tenebre, ma lo Spirito
Santo vuole portarle alla luce e affrontarle affinché io e te siamo
veramente e realmente liberi.
Gesù disse che la verità ci avrebbe fatto liberi (Giovanni 8,33).
Quella verità è rivelata dallo Spirito di verità.
Lo Spirito di Verità
Molte cose ho ancora da dirvi, ma ora non siete capaci di
portarne il peso o accoglierle e capirle. Quando però Egli, lo
Spirito di Verità (lo Spirito che dà la verità) verrà, Egli vi guiderà
in tutta la Verità (la Verità intera, la Verità completa).
Giovanni 16:12,13
Gesù avrebbe potuto mostrare ai suoi discepoli la Verità tutta intera,
ma sapeva che non erano pronti. Perciò disse loro che dovevano
aspettare che lo Spirito Santo venisse dal cielo per restare e
dimorare in loro.
195
Dopo che Gesù ascese al cielo, mandò lo Spirito Santo a
collaborare con noi, Egli ci istruisce continuamente affinché la gloria
di Dio si manifesti per mezzo di noi in vari modi.
Come può lo Spirito Santo agire nella nostra vita se noi non
affrontiamo la verità? Egli è chiamato “Spirito di Verità”. Uno degli
aspetti più importanti del Suo ministero è quello di aiutarci ad
affrontare la verità per condurci ad una posizione di verità perché
solo la verità ci farà liberi.
Qualcosa del tuo passato – una persona, un evento o una
circostanza che ti ha ferito – può essere la fonte dei tuoi
atteggiamenti e comportamenti sbagliati; tuttavia non permettere che
essa diventi una scusa per restare come sei.
Molti dei miei problemi comportamentali erano causati senza dubbio
dall’aver subito violenze sessuali, verbali ed emotive per molti anni,
ma io stessa rimasi intrappolata in quei modelli di comportamento
sbagliati finché usai la violenza (subita) come scusa per giustificare i
miei comportamenti. Sarebbe come dare spazio al vostro nemico
dicendo: “Odio questa cosa, ecco perché la tengo”.
Tu puoi fare sicuramente esperienza di una straordinaria liberazione
da ogni schiavitù, senza trascorrere quarant’anni nel deserto. Se è
da quarant’ anni o più che vi dimori perché inconsapevole che le
mentalità da deserto ti tenevano lì, oggi può essere il giorno per
deciderti.
Chiedi a Dio di mostrarti la verità su te stesso e quando lo farà, tieni
duro! Non sarà facile, ma ricordati che Egli ha promesso: “Non ti
lascerò, né ti abbandonerò” (Ebrei 13:5).
Sei sul cammino che conduce fuori dal deserto, goditi la Terra
Promessa!
196
Capitolo 22
“La mia vita è così triste e infelice
che mi faccio pena!”
Mentalità da deserto numero 7
Allora tutta la comunità gridò ad alta voce, e quella notte
pianse. Tutti gli israeliti borbottarono e deplorarono la loro
situazione…
Numeri 14:1,2
Gli Israeliti provavano un'eccessiva compassione per se stessi. Ogni
inconveniente era una nuova scusa per risvegliare l’autocommiserazione.
Ricordo quando il Signore mi parlò durante una “delle mie scenate di
auto-commiserazione”. Mi disse: “Joyce puoi essere pietosa o
potente, ma non entrambi”.
Questo è un argomento che non voglio affrontare troppo
velocemente. È di fondamentale importanza capire che non
possiamo avere demoni di auto-commiserazione e vivere allo stesso
tempo col potere di Dio.
Incoraggiatevi ed edificatevi gli uni gli altri
Perciò incoraggiatevi (ammonitevi ed esortatevi) gli uni gli altri
ed edificatevi a vicenda, proprio come già fate.
1 Tessalonicesi 5:11
Per me fu molto difficile rinunciare all’auto-commiserazione, vi avevo
fatto ricorso per anni per consolarmi quando mi sentivo ferita.
Nel momento in cui qualcuno ci ferisce, o ci sentiamo delusi, il
diavolo comanda ad un demone di sussurrarci bugie su come siamo
stati crudelmente e ingiustamente maltrattati.
197
Basta ascoltare questi pensieri che in fretta si accumulano nella tua
mente durante questi momenti e presto ti renderai conto di come il
nemico usa l’auto-commiserazione per tenerti schiavo.
La Bibbia, tuttavia, non ci dà nessuna libertà di avere pena per noi
stessi. Al contrario, dobbiamo incoraggiarci ed edificarci a vicenda
nel Signore.
Esiste un vero dono di compassione che consiste nell’avere una pia
compassione verso quelli che soffrono, usando la nostra vita per
alleviare le sofferenze altrui. Ma l’auto-commiserazione è perversa
perché consiste nel prendere qualcosa che Dio vuole che usiamo
per gli altri e usarla per noi stessi.
L’amore è lo stesso. Romani 5:5 (KJV) dice che l’amore di Dio è
stato riversato abbondantemente nei nostri cuori per mezzo dello
Spirito Santo, affinché potessimo conoscere l’amore di Dio per noi e
avere la capacità di amare gli altri.
Quando prendiamo l’amore che Dio vuole dare agli altri e lo
riversiamo su noi stessi, lo trasformiamo in egoismo ed
egocentrismo, che in realtà ci distrugge. L’auto-commiserazione è
idolatria: ripiegarsi su se stessi, concentrarsi sulla propria persona e
sui propri sentimenti. Ci rende solo consapevoli di noi stessi, dei
nostri bisogni, delle nostre preoccupazioni, questo è certamente un
modo di vivere con una mentalità ristretta.
Pensa agli altri
Ciascuno di voi non stimi, consideri e si preoccupi
[esclusivamente] dei propri interessi, ma anche degli interessi
altrui.
Filippesi 2:4
Di recente uno dei nostri eventi fu cancellato inaspettatamente. Era
uno di quelli che non vedevo l’ora che arrivasse e inizialmente ci
rimasi un po’ male. In passato un inconveniente del genere mi
avrebbe causato una crisi di auto-commiserazione, indotta a
criticare, giudicare e ad avere ogni genere di pensieri e reazioni
negative. Ormai, in questo tipo di situazioni, ho imparato a rimanere
198
in silenzio, ho capito che è meglio tacere piuttosto che dire le cose
sbagliate.
Non appena mi sedetti in silenzio, il Signore iniziò a farmi vedere la
situazione dal punto di vista delle altre persone coinvolte.
Quest’ultime non avevano potuto trovare un locale dove tenere
l’incontro, e il Signore mi fece vedere la loro delusione. Ci
contavano, aspettavano impazienti con fervore, e adesso non si
faceva più.
È incredibile come sia facile rimanere fuori dall’auto-commiserazione
se guardiamo le cose dal punto di vista delle altre persone e non
semplicemente dal nostro. L’auto-commiserazione è sostenuta dal
pensare solo a se stessi e a nessun altro.
Certe volte, cercando di trovare compassione ci esauriamo
totalmente. Sì, l’auto-commiserazione è una grossa trappola, uno
degli strumenti preferiti da Satana per tenerci nel deserto. In realtà
se non stiamo attenti diventiamo dipendenti da essa.
La dipendenza è una reazione automatica a determinati stimoli, un
modello di comportamento acquisito che è diventato abituale.
Quanto tempo trascorri nell’auto-commiserazione? Come reagisci
alle delusioni?
Un cristiano ha il raro privilegio che quando fa esperienza della
delusione, può esserne ristabilito. Con Dio c’è sempre a
disposizione un nuovo inizio. L’auto-commiserazione, invece, ci
tiene intrappolati nel passato.
Lascia andare e lascia fare a Dio!
Non ricordate [con ardore] le cose passate, non pensate più alle
cose antiche. Vedete, faccio una cosa nuova! Ora germoglia,
non ve ne accorgete, non capite e non gli date ascolto? Aprirò
anche una strada nella steppa e fiumi nel deserto.
Isaia 43:18,19
199
Ho sciupato così tanti anni della mia vita commiserandomi. Io ero
uno di quei casi di dipendenza. La mia reazione automatica a
qualsiasi tipo di delusione era l’auto-commiserazione. Satana mi
riempiva immediatamente la mente di pensieri sbagliati, e poiché
non sapevo di dover “pensare a quello che pensavo”, mi soffermavo
su qualsiasi cosa che mi venisse in mente. E più pensavo, più mi
sentivo meritevole di compassione.
Spesso racconto storie dei primi anni di matrimonio. Durante la
stagione calcistica, ogni domenica Dave voleva guardare le partite in
televisione e se non era la stagione calcistica, era la stagione di
qualche altro “gioco con la palla”.
A Dave piaceva tutto, a me niente. Gli piaceva qualsiasi cosa che
avesse a che fare con una palla che rimbalzasse e con molta facilità
si lasciava coinvolgere in eventi sportivi, a tal punto che non si
rendeva nemmeno conto della mia esistenza.
Una volta mi misi in piedi davanti a lui e dissi chiaramente: “Dave,
non mi sento affatto bene, mi sento svenire”.
Senza nemmeno sollevare gli occhi dalla televisione, rispose: “Ah, è
carino, cara”.
Passai tante domeniche pomeriggio arrabbiata e compiangendomi.
Quando ero furiosa con Dave mi mettevo sempre a pulire la casa.
Adesso so che provavo a farlo sentire in colpa perché lui si stava
divertendo mentre io ero così infelice. Per ore giravo per la casa
furibonda, sbattendo porte e cassetti, marciando avanti e indietro
nella stanza dov’era lui, con l’aspirapolvere in mano, facendo uno
sfoggio rumoroso di come lavoravo sodo.
Naturalmente cercavo di attirare la sua attenzione, ma lui mi notava
a malapena. Poi smettevo, andavo nel retro della casa, mi sedevo a
terra in bagno e piangevo. Più piangevo, più pena mi facevo. Alcuni
anni dopo, il Signore mi rivelò perché la donna va a piangere in
bagno. Mi disse che era perché in bagno c’è lo specchio, e dopo che
lei ha pianto per tanto tempo, si alza, si guarda a lungo e vede
quanto sembri veramente meritevole di compassione.
200
Certe volte mi riducevo così male, che non appena mi riflettevo sullo
specchio iniziavo a piangere da capo. Alla fine, facevo l’ultima
passeggiata dolorosa per il soggiorno dove era Dave, camminando
lentamente e persino pietosamente. Di tanto in tanto lui mi guardava
abbastanza a lungo da chiedermi di servirgli del tè freddo se per
caso andavo in cucina.
La conclusione è che non funzionava! Mi distruggevo emotivamente
per finire spesso col sentirmi fisicamente male a causa di tutte quelle
emozioni sbagliate che avevo vissuto tutto il giorno.
Dio non ti libererà con la tua mano, ma con la Sua. Solo Dio può
cambiare le persone! Nessuno, se non l’Onnipotente, avrebbe
potuto scoraggiare Dave dal volere guardare tutto quello sport. E
così mentre io imparavo a fidarmi del Signore e smetterla di
crogiolarmi nell’auto-commiserazione quando le cose non andavano
a modo mio, Dave iniziò a mostrarsi più equilibrato nel guardare
eventi sportivi.
A lui piacciono ancora, ma adesso non mi dà più fastidio per niente.
Uso semplicemente quel tempo per fare cose che piacciono a me.
Se io voglio veramente fare qualcos’altro o ho la necessità di farlo, lo
chiedo a Dave dolcemente (e non adirata), e la maggior parte delle
volte lui è disposto a cambiare i suoi piani. Ci sono delle volte però –
e ci saranno sempre – che le cose non vanno a modo mio. Non
appena sento che le mie emozioni iniziano a sollevarsi, prego così:
“O Dio, aiutami a passare questo test. Non voglio andare attorno a
questo monte ancora una volta!”
201
202
Capitolo 23
“Non merito le benedizioni di Dio
perché non ne sono degno”
Mentalità da deserto numero 8
E il Signore disse a Giosuè: “In questo giorno ho fatto rotolare
via da voi il disonore d’Egitto. Per questo il nome di quel posto
si chiama Gàlgala [rotolare] fino ad oggi”.
Giosuè 5:9
Dopo che Giosuè guidò gli Israeliti alla Terra Promessa attraverso il
Giordano, Dio dovette fare qualcosa per prepararli a conquistare la
loro prima città, cioè Gerico.
Il Signore ordinò che tutti gli Israeliti maschi venissero circoncisi, dal
momento che questo non era stato fatto a nessuno durante tutti i
quarant’anni passati a vagare nel deserto. Dopo di ciò, il Signore
disse a Giosuè che aveva fatto “rotolare via” (rimosso) il disonore
d’Egitto dalla sua gente.
Nei versi successivi nel capitolo 6, inizia il racconto di come Dio
guidò i figli d’Israele a sconfiggere e conquistare Gerico.
Perché il disonore doveva prima essere rimosso? Che cos’è il
disonore?
Definizione di disonore
La parola disonore significa “colpa, disonore, vergogna”. Quando
Dio disse che avrebbe rimosso il disonore d’Egitto dagli Israeliti,
voleva fare notare qualcosa. L’Egitto rappresenta il mondo. Dopo
che vi abitiamo per diversi anni e ne siamo influenzati, abbiamo
bisogno di rimuoverne il disonore.
203
A causa delle cose che avevo fatto e di quelle che mi erano state
fatte, la mia natura era intrisa di vergogna. Mi davo la colpa di quello
che mi era successo (anche se molte cose erano avvenute durante
la mia infanzia e non avrei potuto fare nulla per impedirle).
Abbiamo detto che la grazia è il potere che ci viene da Dio, come
dono gratuito, per aiutarci a fare facilmente ciò che non possiamo
fare da soli. Dio ci vuole dare la grazia, Satana la disgrazia, che è
sinonimo di vergogna.
La vergogna mi diceva che non ero buona a nulla e che non ero
degna dell’amore e dell’aiuto di Dio. L’imbarazzo aveva avvelenato il
mio essere interiore. Mi vergognavo non solo di quello che mi era
stato fatto, ma anche di me stessa. In fondo in fondo, non mi
piacevo.
Rimuovere la vergogna da parte di Dio significa che ciascuno di noi
deve accogliere il perdono dei peccati passati che Egli ci dona.
Devi renderti conto che non potrai mai meritare le benedizioni di Dio,
non sarai mai degno di esse. Puoi solo accettarle umilmente,
apprezzarle e ammirare quanto Egli sia buono e ti ami.
L’odio verso se stessi, l’auto-rifiuto, non accettare il perdono di Dio
(perdonando se stessi), non capire la giustizia che ci viene
attraverso il sangue di Gesù e tutti i problemi relativi ti terranno
certamente a vagare nel deserto. La tua mente, dunque, deve
essere rinnovata in quanto noi appariamo giusti al cospetto di Dio
attraverso Gesù, e non per mezzo delle nostre opere.
Io sono convinta, dopo tanti anni di ministero, che circa
l’ottantacinque per cento dei nostri problemi scaturisce dal modo in
cui ci sentiamo nei nostri stessi confronti. Chiunque vive nella vittoria
vive anche nella giustizia.
Io so di non meritare le benedizioni di Dio, ma le ricevo lo stesso
perché sono coerede con Cristo (Romani 8:17 KJV). Egli le ha
guadagnate e io le ricevo, ponendo la mia fiducia in Lui.
204
Erede o Operaio
Dunque, non sei più schiavo ma figlio; e se figlio, allora [di
conseguenza sei] erede per l’intervento di Dio, per mezzo di
Cristo.
Galati 4:7
Sei figlio o schiavo, erede o servo? Erede è colui che riceve
qualcosa senza merito, come quando i beni sono tramandati da una
persona all’altra mediante testamento. Servo o operaio, in senso
biblico, è colui che è stanco di seguire la legge. Il termine denota
lavoro gravoso e difficoltà.
Per anni vagai nel deserto come operaia, provando ad essere
abbastanza buona da meritarmi ciò che Dio voleva darmi
liberamente con la Sua grazia. Avevo la mentalità sbagliata.
Innanzitutto, pensavo che le cose dovessero guadagnarsi o
meritarsi: “Nessuno fa niente per niente”. Questo principio mi era
stato insegnato per anni. Sin dall’infanzia avevo sentito
continuamente questa frase. Mi era stato detto che chiunque
sembrava volesse fare qualcosa per me, mentiva e alla fine ne
avrebbe approfittato.
Nel mondo l’esperienza ci insegna che dobbiamo meritare tutto
quello che otteniamo. Se vogliamo degli amici, ci viene detto che,
dobbiamo farli sempre contenti altrimenti ci respingeranno. Se
vogliamo una promozione al lavoro, tutti dicono che dobbiamo
conoscere le persone giuste, trattarle in un certo modo e forse un
giorno avremo l’opportunità di andare avanti. E quando abbiamo
finito con il mondo, la sua vergogna peserà così gravemente su di
noi che avrà bisogno di essere rimossa.
Come ti vedi?
Abbiamo visto i giganti, figli di Anak, che discendono dai
giganti, e ai nostri occhi così come ai loro eravamo come
locuste.
Numeri 13:33
Sugli Israeliti pesava quel disonore. In questo verso vediamo che
avevano un'opinione negativa di se stessi. Dieci delle dodici spie che
205
furono mandate ad esplorare la Terra Promessa, prima che l’intera
nazione attraversasse il Giordano, ritornò dicendo che era abitata da
giganti i quali li guardarono come cavallette, e loro si sentirono tali ai
loro occhi.
Questo ci fa capire chiaramente l’opinione che questa gente aveva
di se stessa.
Renditi conto che Satana ti riempirà la mente (se glielo permetti) di
ogni sorta di pensieri negativi verso te stesso.
Ha iniziato presto a costruire fortezze nella tua mente, molte di
queste sono cose negative nei confronti di te stesso e
dell’impressione che gli altri hanno di te. Satana crea sempre
situazioni in cui ti fa sentire rifiutato, così che la ferita riaffiori nei tuoi
ricordi, proprio nel momento in cui stai provando a fare dei passi
avanti.
La paura di sbagliare e di essere rifiutati tiene tanta gente nel
deserto. L’essere stati schiavi in Egitto per tanti anni, insieme al
vivere sotto severi maltrattamenti, lasciò un senso di vergogna negli
Israeliti. È interessante notare che quasi nessuno della generazione
che originariamente partì con Mosè entrò nella Terra Promessa.
Furono i loro figli ad arrivarci. Eppure Dio disse che doveva
rimuovere la vergogna da loro.
La maggior parte erano nati nel deserto dopo che i loro genitori
erano partiti dall’Egitto. Ma come è possibile che avevano il disonore
d’Egitto se non avevano nemmeno vissuto lì?
I tuoi genitori possono trasmetterti molte cose. Atteggiamenti,
pensieri, modi di comportamento possono essere ereditati. Anche un
atteggiamento mentale sbagliato che avevano i tuoi genitori può
diventare tuo. Il tuo modo di pensare su alcuni argomenti ti può
essere stato trasmesso, eppure tu non hai idea del perché la pensi
in quel modo.
Un genitore che non ha stima di se stesso, che si sente indegno e
ha una mentalità del tipo “non merito le benedizioni di Dio” può
sicuramente trasmettere questa mentalità ai figli.
206
Anche se ho parlato di questo all’inizio del libro, essendo un
argomento molto importante, voglio ribadire ancora una volta che
devi essere consapevole di ciò che penetra la tua mente a proposito
di te stesso. Dio vuole usarti misericordia per tutti i tuoi sbagli, se sei
disposto ad accoglierla.
Egli non ricompensa i perfetti che non hanno difetti e che non fanno
mai errori, ma coloro che pongono la loro fede in Lui e in Lui hanno
fiducia.
Dio apprezza la tua fede
Ma senza fede è impossibile fargli piacere ed essere a Lui
graditi. Poiché chiunque si avvicina a Dio deve
[necessariamente] credere che Dio esiste e che Egli
ricompensa coloro che lo cercano con ardore e diligenza.
Ebrei 11:6
Nota che senza fede non puoi far piacere a Dio; dunque, non
importa quante “opere buone” offri, non Gli saranno gradite se sono
fatte per “guadagnare” il Suo favore.
Qualsiasi cosa facciamo per Dio, dovrebbe essere fatta perché Lo
amiamo e non perché proviamo ad ottenere qualcosa da Lui.
Questo potente passo delle Scritture dice che Dio ricompensa coloro
che lo cercano diligentemente. Mi rallegrai quando finalmente lo vidi!
So di avere fatto tanti errori in passato, ma so anche che ho cercato
diligentemente il Signore con tutto il cuore. Vuol dire quindi che mi
sono qualificata per la ricompensa. Tanto tempo fa decisi di
accogliere ogni benedizione che Dio voleva darmi.
Il Signore voleva condurre gli Israeliti alla Terra Promessa e
benedirli al di là della loro immaginazione, ma prima doveva
rimuovere la loro vergogna. Finché erano carichi di vergogna, colpa
e disonore non potevano ricevere adeguatamente da Lui.
Al di sopra della vergogna
[Nel suo amore] Egli ci ha scelti [selezionati in realtà per sé
come suoi] in Cristo prima della creazione del mondo per
207
essere santi (consacrati e messi da parte per Lui) e immacolati
ai suoi occhi, anche al di sopra della vergogna, al suo cospetto
nell’amore.
Efesini 1:4
Questo è un passo delle Scritture meraviglioso! Qui il Signore
afferma che siamo Suoi ed espone ciò che vuole per noi: vuole che
sappiamo che siamo amati, che siamo speciali, preziosi e che
dovremmo essere santi, immacolati e senza vergogna.
Naturalmente, dovremmo fare il possibile per condurre una vita
santa. Ma grazie a Dio, quando facciamo errori, possiamo essere
perdonati e ristabiliti alla santità, resi ancora una volta immacolati e
senza vergogna, tutto “in Lui”.
Senza rimproverare o trovare colpe
Se qualcuno di voi manca di sapienza, la chieda a Dio che dona
[che dà] a tutti generosamente e non a malincuore, senza
rimproverare o trovare da ridire, e gli sarà data.
Giacomo1:5
Questo è un altro passo delle Scritture meraviglioso che ci insegna a
ricevere da Dio senza vergogna.
Giacomo precedentemente sie era rivolto a persone che si trovano
nella prova, ora gli dice che se hanno bisogno di sapienza nella loro
situazione, dovrebbero chiederla a Dio, egli li rassicura che Dio non
le rimprovererà né troverà colpa in loro, ma semplicemente le
aiuterà.
Non ce la farai mai nel deserto senza un grande aiuto da parte di
Dio. Ma se hai un atteggiamento negativo verso te stesso, anche
quando Egli prova ad aiutarti, non riceverai il Suo aiuto.
Se desideri avere una vita vittoriosa, potente e positiva non puoi
essere negativo nei tuoi stessi confronti. Non guardare solo a quanta
strada devi fare ancora, ma a quanta ne hai già fatta. Considera i
tuoi progressi e ricorda Filippesi 1:6: “e sono convinto e sicuro
proprio di questo che Colui che ha iniziato quest’opera buona
in te, continuerà fino al giorno di Gesù Cristo [fino al tempo del
208
suo ritorno], sviluppando [quel buon lavoro], perfezionandolo e
portandolo a compimento in voi”.
Pensa e parla positivamente di te stesso!
209
210
Capitolo 24
“Perché non dovrei essere geloso e invidioso
quando gli altri sono in una situazione migliore
della mia?”
Mentalità da deserto numero 9
Quando Pietro lo vide (Giovanni) disse a Gesù: “Signore e
quest’uomo?” Gesù gli rispose: “Se voglio che rimanga
(sopravviva, viva) finché io venga, che ti importa? [Non sono
affari tuoi] Tu seguimi!”
Giovanni 21:21,22
Nel capitolo ventuno di Giovanni, Gesù discuteva con Pietro delle
prove che lui avrebbe dovuto sopportare per servirlo e glorificarlo.
Non appena Gesù gli disse queste cose, Pietro si girò, vide Giovanni
e chiese a Gesù quale era la Sua volontà su di lui. Pietro voleva
assicurarsi che, come lui, anche Giovanni avrebbe dovuto affrontare
avversità in futuro.
Come risposta, Gesù disse educatamente a Pietro di farsi i fatti suoi.
Farci (avere la nostra mente su) gli affari degli altri, ci terrà nel
deserto. La gelosia, l’invidia, confrontare col pensiero noi stessi e le
nostre circostanze a quelle degli altri rappresenta una mentalità da
deserto.
Sii consapevole della gelosia e dell’invidia
Un cuore e una mente calmi e tranquilli sono vita e salute per il
corpo, ma l’invidia, la gelosia, l’ira sono come carie per le ossa.
Proverbi 14:30
211
L’invidia induce la persona a comportarsi in modo insensibile e
volgare – e a volte persino disumano. L’invidia indusse i fratelli di
Giuseppe a venderlo come schiavo. Essi lo odiavano perché era
tanto amato dal padre.
Se c’è qualcuno nella tua famiglia che sembra essere preferito a te,
non odiarlo. Fidati di Dio! Fai quello che ti chiede (di fare): credi nel
Suo favore e finirai con l’essere estremamente benedetto come
Giuseppe.
Il An Expository Dictionary of New Testament Words di Vine
definisce la parola greca da cui deriva il termine invidia come
“sentimento di disappunto prodotto dal vedere o sentire il vantaggio
o la prosperità degli altri”1. La gelosia è definita dal dizionario
Webster come “sentimento di invidia, inquietudine e amarezza”2. Io
interpreto questa definizione come l’aver timore di perdere ciò che si
ha a favore di un altro; risentimento per il successo di un altro,
provocato da un sentimento di invidia.
Non confrontarti e non competere
Ora sorse una discussione accesa tra loro [su] chi di loro era
considerato e reputato il più grande. Ma Gesù disse gli disse: “I
re dei Gentili sono idolatrati da questi e su di essi esercitano la
loro Signoria [governano come dei-imperatori]; coloro che
hanno potere su di essi sono chiamati benefattori e operatori di
bene. Ma per voi non sia così; al contrario, chi è il più grande
tra voi diventi come il più piccolo, e chi è capo e guida come
colui che serve”.
Luca 22: 24-26
Quando ero giovane, mi scontrai molto con la gelosia, l’invidia e i
confronti. Questa è una caratteristica comune della persona insicura.
Se non siamo sicuri della nostra dignità e del nostro valore in quanto
individui unici, naturalmente ci ritroveremo a competere con
chiunque sembri avere successo e riuscire.
1.
Vine, W.E. An Expository Dictionary of Old and New Testament Words. (Old Tappan:
Fleming H. Revell 1981) Vol 2: E-Li p.37.
2.
Webster's II New Riverside Dictionary “jealousy”.
212
Scoprire che ero una persona (che Dio ha un piano unico e
personale per la mia vita) è stata una delle libertà più importanti e
preziose che il Signore mi abbia concesso. Ho la certezza che non
devo paragonarmi a nessuno (e nemmeno il mio ministero).
Mi sento sempre incoraggiata nella speranza, quando, guardando i
discepoli di Gesù, mi rendo conto che avevano le mie stesse
debolezze. In Luca 22 troviamo che i discepoli litigavano su chi tra
loro era il più grande. Gesù gli rispose che il più grande era in realtà
colui che voleva essere considerato l’ultimo o colui che voleva
essere servo. Nostro Signore trascorse molto tempo a insegnare ai
Suoi discepoli che le cose nel regno di Dio di solito vanno al
contrario di come vanno nel mondo.
Gesù insegnò loro che “i primi saranno gli ultimi e gli ultimi i primi”
(Marco 10:31) e che dovevano “rallegrarsi con coloro che ricevono
benedizioni” (Luca 15, 6-9 KJV) e “pregare per i loro nemici e
benedire coloro che li maltrattavano” (Matteo 5:44). Il mondo direbbe
che questa è follia; Gesù, dice però, che questa è la vera forza.
Evita la Competizione del mondo
Non diventiamo vanagloriosi e vanitosi mettendoci in
competizione, sfidandoci, provocandoci e irritandoci a vicenda,
invidiandoci e ingelosendoci gli uni degli altri.
Galati 5:26
Secondo la mentalità del mondo, il miglior posto da occupare è
avere il primo posto rispetto agli altri. L’opinione comune direbbe che
dovremmo provare ad arrivare in cima senza preoccuparci di chi
feriamo durante la salita. La Bibbia ci insegna, invece, che non c’è
pace vera finché non siamo liberati dal bisogno di competere con gli
altri.
Persino in quelli che dovrebbero essere considerati “giochi
divertenti”, vediamo spesso la competizione superare i limiti, al
punto che la gente finisce col litigare e odiarsi, piuttosto che
semplicemente rilassarsi e divertirsi insieme. È ovvio, che nessuno
gareggia per perdere; ognuno farà del suo meglio. Ma quando una
persona non può godersi il gioco, a meno che non vinca, costui ha
213
decisamente un problema, probabilmente un problema con radici
così profonde da causare altri danni in diverse aree della sua vita.
Sicuramente noi dovremmo fare del nostro meglio sul posto di
lavoro; non c’è niente di male nel volere riuscire ed avanzare nella
professione che si è scelta. Ma vi esorto a ricordare che per il
credente la promozione viene da Dio e non dall’uomo. Io e te non
abbiamo bisogno di lasciarci coinvolgere in meccanismi tipici del
mondo per andare avanti. Se faremo le cose a modo Suo, otterremo
favore agli occhi di Dio e degli altri (Proverbi 3:3,4 KJV).
La gelosia e l’invidia sono tormenti infernali. Io passai anni di gelosia
e invidia nei confronti di chiunque apparisse migliore di me o avesse
talenti che io non avevo. Vivevo segretamente in competizione con
esponenti di altri ministeri. Per me era molto importante che il “mio”
ministero fosse più grande, con più partecipanti, più prosperoso, e
via dicendo, di quello di qualunque altro. Se il ministero di un’altra
persona superava il mio, avrei voluto essere felice per quell’individuo
perché sapevo che quella era la volontà di Dio, eppure qualcosa
nella mia anima non me lo permetteva.
Tuttavia, crescendo nella conoscenza di chi sono in Cristo, e non
nelle mie opere, ho scoperto di ottenere libertà quando non mi
confronto, o confronto quello che faccio, con chiunque altro. Più
imparo a fidarmi di Dio, più libertà godo in questi campi. Ho imparato
che il Padre mio celeste mi ama e farà il meglio per me.
Quello che Dio fa per te o per me non è necessariamente quello che
fa per qualche altro, ma dobbiamo ricordare cosa Gesù disse a
Pietro: “Non ti preoccupare di ciò che scelgo di fare con qualcun
altro, tu seguimi!”
Una volta il Signore diede ad una mia amica un dono in cui credevo
e che desideravo da lungo tempo. In quel tempo, io non ritenevo
questa amica tanto “spirituale” quanto me, così mi sentii molto
gelosa ed invidiosa quando lei tutta eccitata venne a casa mia per
condividere insieme quanto Dio avesse fatto per lei. Naturalmente,
in sua presenza, feci finta di essere felice, ma nel mio cuore non lo
ero.
214
Quando se ne andò, in me affiorarono atteggiamenti che non avrei
mai pensato di avere! In realtà avevo del risentimento verso Dio per
la benedizione che le aveva concesso perché ritenevo che non la
meritasse. Dopo tutto, io ero rimasta a casa a digiunare e pregare,
mentre lei andava in giro con gli amici a divertirsi. Ero una “farisea”,
una sorta di snob religiosa, e nemmeno lo sapevo.
Molto spesso Dio prepara le circostanze in un modo che noi non
sceglieremmo perché Egli sa di cosa abbiamo veramente bisogno.
Io avevo bisogno di liberarmi dei miei cattivi atteggiamenti molto di
più di quanto avevo bisogno di quel dono in cui speravo, qualunque
fosse stato.
Per Dio è molto importante organizzare le nostre circostanze in
maniera tale che alla fine dobbiamo affrontare noi stessi , altrimenti
non faremo mai esperienza della libertà.
Finché il nemico riesce a nascondersi nella nostra anima, avrà
sempre un certo controllo su di noi. Ma quando Dio lo mette a nudo,
se ci mettiamo nelle Sue mani e Gli permettiamo di far quello che
desidera, si apre per noi la strada della libertà.
Infatti, Dio aveva già intenzione di rendere grande il ministero del
quale mi avrebbe messo alla guida e che avrebbe raggiunto milioni
di persone tramite radio, televisione, seminari, libri e CD. Ma non me
lo rivelò il piano nella sua interezza fino a quando io ‘maturai’ in lui.
Acquista una nuova mentalità!
Amato, spero più di qualsiasi altra cosa che tu possa
prosperare e star bene di salute, e che anche la tua anima
possa prosperare.
3 Giovanni 2 KJV
Considera attentamente questo passo delle Scritture. Dio desidera
benedirci più di quanto noi desideriamo essere benedetti. Ma, allo
stesso tempo, ci ama così tanto da non benedirci oltre la nostra
capacità di accogliere le Sue benedizioni nella giusta maniera e
continuare a darGli gloria.
La gelosia, l’invidia e il confrontarsi con gli altri sono atteggiamenti
infantili. Appartengono completamente alla carne, non hanno niente
215
a che vedere con le cose spirituali e sono una delle cause maggiori
del vivere nel deserto.
Prendi in considerazione i tuoi pensieri in questo campo. Quando
riconosci lo schema di pensieri sbagliati che inizia a passarti nella
mente, parla un po’ con te stesso e rifletti: “A che gioverà essere
geloso degli altri? Non ne ricaverò alcuna benedizione, Dio ha un
piano individuale per ciascuno di noi e ho fiducia che farà il meglio
per me. Quello che Egli sceglie per gli altri non è affar mio”. Poi
prega volutamente e di proposito che essi siano benedetti di più.
Non aver timore di essere onesto con Dio riguardo ai tuoi sentimenti.
Egli sa, in ogni caso, come ti senti, vale la pena quindi parlargliene.
Io ho detto cose al Signore come: “Mio Dio, prego per
_________________ che sia benedetta ancor di più. Dalle
prosperità, benedicila in tutti i modi. Signore, ti prego così per fede.
In cuor mio mi sento gelosa di lei e inferiore a lei, ma scelgo di fare a
modo Tuo che mi piaccia o no”.
Di recente ho sentito dire a qualcuno che non importa quanto siamo
bravi a fare qualcosa, ci sarà sempre qualcuno che sarà in grado di
farlo meglio. Questa affermazione mi ha colpita perché so che è
vera. E se è vera che senso ha lottare tutta la vita per superare gli
altri? Non appena diventiamo numero uno, qualcuno competerà con
noi e prima o poi potrà fare meglio di noi.
Pensate allo sport; sembra che qualunque record gli atleti
raggiungano, alla fine arriverà un altro che lo supererà. E che dire
del campo dello spettacolo? La star del momento è all’apice della
notorietà solo per un certo periodo di tempo, poi ne arriva una nuova
a prenderne il posto. Che inganno tremendo è pensare di dover
sempre lottare per superare gli altri, e poi lottare per rimanere nella
posizione guadagnata.
Molto tempo fa il Signore mi disse di ricordarmi che le stelle cadenti
si innalzano velocemente e ricevono tante attenzioni, ma di solito
esistono solo per breve tempo. La maggior parte delle volte cadono
tanto velocemente quanto velocemente si sono innalzate. Poi
aggiunse che è preferibile essere presenti per più tempo, sospesi lì
in attesa, facendo al meglio quello che mi ha chiesto di fare,
216
assicurandomi che Egli avrà cura della mia reputazione. Da parte
mia, ho deciso che qualsiasi cosa voglia che io faccia o che io sia,
per me va bene. Perché? Perché il Signore sa meglio di me cosa
sono capace di fare.
Forse per molto tempo hai avuto una fortezza mentale in questo
campo e ogni volta che incontri qualcuno che sembra essere un po’
più realizzato di te, ti senti geloso, invidioso e desideri entrare in
competizione con quella persona. Se è così, ti invito ad avere una
nuova mentalità.
Prepara la tua mente ad essere felice per gli altri e per quanto
riguarda te fidati di Dio. Ci vorrà tempo e perseveranza, ma quando
quella vecchia fortezza mentale sarà abbattuta e sostituita con la
Parola di Dio ti troverai all’uscita del deserto e all’ingresso della
Terra Promessa.
217
218
Capitolo 25
“O faccio a modo mio, o niente”
Mentalità da deserto numero 10
Affinché possano riporre in Dio la loro speranza e non
dimentichino le opere di Dio, ma possano osservare i Suoi
comandamenti. E non siano come i loro padri, una generazione
testarda e ribelle, che non ha preparato il cuore a conoscere
Dio, e dallo spirito volubile e infedele a Dio.
Salmo 78:7,8
Gli Israeliti negli anni trascorsi nel deserto si mostrarono testardi e
ribelli e questa fu precisamente la ragione per cui morirono lì. Non
facevano mai cosa Dio gli chiedeva! Si rivolgevano a Lui solo per
essere tirati fuori dai guai. Rispondevano ai Suoi comandi con
l’obbedienza, solo fino a quando le circostanze miglioravano. Poi, di
nuovo, si ribellavano.
Il ripetersi di questo ciclo è documentato così tante volte nel vecchio
testamento che sembra quasi incredibile. Eppure, se noi non
viviamo con sapienza, passeremo la vita a fare la stessa cosa.
Suppongo, che alcuni di noi, per natura, siamo un po’ più testardi e
ribelli di altri. Naturalmente poi, dobbiamo considerare le nostre
radici e come è iniziata la nostra vita, perché anche questo ha un
effetto su di noi.
Io sono nata con una personalità forte e probabilmente, per natura,
avrei trascorso molti anni a “fare a modo mio” ad ogni costo.
Tuttavia, gli anni in cui fui maltrattata e dominata contribuirono ad
accentuare ulteriormente questa personalità forte e a sviluppare in
me la mentalità che nessuno doveva dirmi cosa fare.
Il Signore, ovviamente, doveva
atteggiamento prima di usarmi.
219
cambiare
questo
brutto
Egli ci chiede che impariamo a rinunciare ai nostri modi di fare per
diventare docili e malleabili nelle Sue mani. Finché siamo testardi e
ribelli, non può usarci.
Io descrivo la parola “testardo” come ostinato; persona difficile da
trattare o con cui è difficile lavorare; e “ribelle” come chi si oppone al
controllo, resiste la correzione, indisciplinato, che si rifiuta di seguire
semplici regole. Entrambe le definizioni mi descrivono proprio come
ero!
Gli abusi che dovetti sopportare da piccola causarono molti dei miei
atteggiamenti squilibrati nei confronti dell’autorità. Ma come ho già
detto in precedenza, non potevo permettere al mio passato di
diventare una scusa per rimanere imprigionata nella ribellione o in
qualsiasi altra cosa. Vivere da vittoriosi richiede ubbidienza
immediata e precisa al Signore. Dobbiamo crescere nella capacità e
nella disponibilità a mettere da parte la nostra volontà e fare la Sua.
È di fondamentale importanza continuare a progredire in questo
campo.
Non basta raggiungere una certa stabilità e pensare: “Sono arrivato
dove dovevo arrivare”. Dobbiamo essere obbedienti in tutto, non
trattenere nulla né tenere certe porte della nostra vita chiuse al
Signore. Tutti abbiamo “certe cose” alle quali ci aggrappiamo il più
possibile, ma ti esorto a ricordare che un po' di lievito fa lievitare
tutta la pasta (1 Corinzi 5:6 KJV).
Dio vuole obbedienza, non sacrificio
Samuele chiese (al re Saul): “ Il Signore ha piacere negli
olocausti e nei sacrifici tanto quanto nell’obbedienza alla sua
voce? Ecco, obbedire è meglio del sacrificio, dare ascolto più
del grasso degli arieti. Poiché la ribellione è come il peccato di
stregoneria, e la testardaggine come il peccato di d’idolatria e
terafim (immagini di buona fortuna in casa). Perché hai rigettato
la parola del Signore, Egli ha rigettato te dall’essere re”.
1 Samuele 15: 22,23
Un’analisi della vita di Saulo ci mostra chiaramente che gli era stata
data l’opportunità di essere re. Ma Lui non riuscì a mantenere
220
questa posizione a lungo a causa della sua testardaggine e
insubordinazione. Saul aveva le sue “idee personali”.
Una volta, quando il profeta Samuele corresse Saul per non aver
fatto come gli era stato ordinato, Saul rispose: “Io pensavo…”, poi
procedette ad esprimere la sua idea di come egli pensava che le
cose dovessero essere fatte. (1 Samuele 10:6-8; 13 8-14). Samuele
rispose a Saul che Dio desidera obbedienza, non sacrificio.
Spesso, anche noi non vogliamo fare cosa Dio ci chiede, e poi, per
giunta tentiamo di fare qualcosa per compensare la nostra
disobbedienza.
Quanti figli di Dio non riescono “a regnare da re nella vita” (Romani
5:17; Apocalisse 1:6 KJV) a causa della loro testardaggine e
insubordinazione.
L’introduzione al libro dell’Ecclesiaste nell’Amplified Bible dice
questo: “Lo scopo di questo libro è di esaminare la vita nella sua
interezza e insegnare che, dopotutto, la vita non ha significato senza
il giusto rispetto e la venerazione di Dio”.
Dobbiamo capire che senza obbedienza, non c’è vero rispetto e
riverenza. La ribellione di molti bambini oggi è causata dalla
mancanza di vero rispetto e riverenza verso i loro genitori. Questa di
solito è colpa dei genitori i quali non hanno vissuto davanti ai loro
figli una vita che susciti rispetto e riverenza.
La maggior parte degli studiosi concordano nel ritenere che il libro
dell’Ecclesiaste fu scritto da re Salomone al quale Dio diede più
sapienza di qualsiasi altro uomo. Ma se Salomone aveva tanta
sapienza, come ha potuto fare così tanti brutti errori nella vita? La
risposta è semplice: è possibile avere qualcosa e non usarla. Noi
abbiamo la mente di Cristo, ma ne facciamo uso? Gesù è per noi la
sapienza di Dio, ma usiamo sempre la sapienza?
Salomone voleva andare per la sua strada e fare a modo suo. Passò
tutta la vita provando prima una cosa e poi un'altra. Aveva tutto, ogni
cosa che i soldi possono comprare – il meglio di ogni piacere terreno
– eppure questo è quello che disse a conclusione del libro:
221
È stato detto tutto; la conclusione è questa: temi Dio [riveriscilo
e adoralo, sapendo che Egli è] e osserva i suoi comandamenti,
perché questa è la ragione di essere di ogni uomo [lo scopo
completo e originale per cui è stato creato, il fine della
provvidenza di Dio, la radice del carattere, il fondamento di ogni
felicità, il regolamento di tutte le circostanze e condizioni non
armoniose sotto il sole] e il dovere di ogni uomo.
Ecclesiaste 12:13
Fatemi dire a parole mie quello che io concludo da questo passo
delle Scritture.
L’intero scopo della creazione dell’uomo è che egli riverisca e adori
Dio con l’obbedienza. La santità deve essere radicata
nell’obbedienza: questo è il fondamento di ogni felicità. Nessuno può
mai essere veramente felice senza essere obbediente a Dio. Tutto
quello che nella nostra vita è in disordine deve essere regolato
dall’obbedienza. L’obbedienza è il dovere assoluto dell’uomo.
Per quanto mi riguarda, questo è un passo fantastico delle Scritture
e ti incoraggio a studiarlo.
Obbedienza e disobbedienza:
entrambe hanno conseguenze
Poiché come per la disobbedienza di un uomo molti furono resi
peccatori, così con l’obbedienza di uno solo, molti saranno resi
giusti.
Romani 5:19 KJV
La nostra scelta di obbedire o meno, ha conseguenze non solo su di
noi ma anche su gli altri. Pensa a quanto sarebbe stata migliore la
vita degli Israeliti se avessero obbedito a Dio immediatamente. Molti
di loro morirono con i loro figli nel deserto per non essersi sottomessi
ai piani di Dio. E come le loro decisioni avevano ripercussioni su i
loro figli, così anche le nostre.
Recentemente, mio figlio maggiore disse: “Mamma, ho qualcosa da
dirti, mi viene da piangere, però ascoltami”. Poi continuò dicendo:
“Ho pensato a te e papà e tutti gli anni che avete investito nel
ministero, e tutte le volte che avete scelto di obbedire a Dio e quanto
222
non sia stato sempre facile per voi. Mi rendo conto, mamma, che tu
e papà avete dovuto superare cose di cui gli altri non hanno idea,
voglio che tu sappia che questa mattina il Signore mi ha dato la
consapevolezza che io sto traendo un beneficio enorme dalla vostra
obbedienza e lo apprezzo”.
Quello che lui ha affermato ha avuto un grande significato per me e
mi ha ricordato Romani 5:19.
La tua decisione di obbedire a Dio ha ripercussioni su altre persone,
e lo stesso vale per quando decidi di disobbedirGli. Puoi disobbedire
a Dio e scegliere di restare nel deserto, ma ti esorto a ricordare che
se hai già bambini o li avrai in futuro, la tua decisione li terrà nel
deserto con te. Da adulti potrebbero riuscire a tirarsi fuori, ma ti
assicuro che pagheranno il prezzo della tua disobbedienza.
Oggi la tua vita avrebbe potuto essere in una situazione migliore se
qualcuno in passato avesse ubbidito a Dio.
L’obbedienza è qualcosa che va lontano; chiude la porta dell’inferno
e apre il portone del Paradiso.
Potrei scrivere un libro sulla disobbedienza, ma per adesso voglio
semplicemente farti capire che la vita di disobbedienza è frutto di
una mentalitá sbagliata.
Assoggetta ogni pensiero a Cristo
Poiché le armi della nostra battaglia non sono fisiche [armi di
carne e sangue], ma tramite Dio, hanno il potere di abbattere e
distruggere le fortezze, [nella misura in cui noi] rifiutiamo
discussioni, teorie e ragionamenti e ogni cosa orgogliosa e
altezzosa che si leva contro la [vera] conoscenza di Dio; e
sottomettiamo ogni pensiero e ogni proposito all’obbedienza di
Cristo (il Messia, l’Unto).
2 Corinzi 10:4,5
Molto spesso sono i nostri pensieri che ci fanno finire nei guai.
In Isaia 55:8 il Signore dice: “Poiché i miei pensieri non sono i
vostri pensieri, né le mie vie sono le vostre vie”. Non importa
223
quello che noi pensiamo, Dio ha scritto i Suoi pensieri per noi nel
Suo libro chiamato Bibbia. Noi dobbiamo scegliere di esaminare i
nostri pensieri alla luce della Parola di Dio ed avere sempre la
volontà di sottomettere i nostri pensieri ai Suoi, sapendo che i Suoi
sono migliori.
Questo è sottolineato in 2 Corinzi 10: 4,5. Esamina quello che hai in
mente e se non è conforme ai pensieri di Dio (la Bibbia),
abbandonalo e pensa con i Suoi pensieri.
Le persone che vivono nella vanità della propria mente non solo
distruggono se stessi, ma troppo spesso, anche coloro che li
circondano.
La mente è il campo di battaglia!
E su questo terreno della mente che vincerai o perderai la guerra
dichiarata da Satana. La mia preghiera più sincera è che questo
libro ti aiuti ad abbattere ogni immaginazione e ogni cosa elevata e
altezzosa che ti impedisce la vera conoscenza di Dio,
assoggettando ogni pensiero all’obbedienza di Gesù Cristo.
224
Bibliografia:
Randomo House, Unabridged Dictionary, 2nd edn New York:
Random House, 1993.
Strong James, The New Strong’s Exhaustive Concordance of the
Bible. Nashville, Thomas Nelson Publishers, 1984.
Vine W.E., An Expository Dictionary of New Testament Words, Old
Tappan: Fleming H. Revell Company, 1940.
Webster’s, II New Riverside University Dictionary, Boston: Houghton
Mifflin Company, 1984.
225
L’Autrice
Joyce Meyer insegna la Parola di Dio dal 1976 ed è ministro a
tempo pieno dal 1980. In passato fu pastore associato presso il Life
Christian Center di St Louis, nel Missouri, dove creò, coordinò ed
diresse l’ incontro settimanale “Life in the Word”. Dopo più di cinque
anni, il Signore l’ha chiamò a fondare il suo ministero personale
chiamato Life in the Word, Inc.
Oggi, le trasmissioni radiofoniche e televisive di Life in the Word
sono seguite da milioni di persone sia negli Stati Uniti che nel
mondo. Le audio cassette, CD e DVD di Joyce sono distribuite a
livello internazionale e lei viaggia in tutto il mondo per tenere
convegni.
Joyce e suo marito Dave, amministratore di Life in the Word, sono
sposati da più di trentacinque anni. Abitano a St Louis, nel Missouri,
hanno quattro figli sposati i quali, con i rispettivi coniugi, lavorano nel
ministero.
Joyce crede che lo scopo della sua chiamata sia quello di diffondere
la Parola di Dio tra i credenti e afferma che “Gesù è morto per
liberare i prigionieri, eppure troppi cristiani ancora godono di poca o
nessuna vittoria nella loro vita”. Essendosi trovata, molti anni fa,
nella stessa situazione e avendo trovato la libertà di vivere nella
vittoria tramite l’applicazione della Parola di Dio, Joyce ha
abbastanza esperienza “per liberare i prigionieri” e “mettere un
diadema (vedi Isaiah 61:3) al posto della cenere”. Ritiene che
chiunque vive nella vittoria può portare altri alla vittoria. Joyce è
molto schietta sulla sua vita, i suoi insegnamenti sono pratici e
applicabili alla quotidianità.
Joyce ha tenuto insegnamenti sulla guarigione delle emozioni e
argomenti simili in tutta la nazione (U.S.A.), aiutando migliaia di
persone. Ha registrato più di 230 collezioni di audio cassette e più di
75 video. Ha, inoltre, scritto più di 51 libri su diversi argomenti per
aiutare “il corpo di Cristo”.
226
Il suo “Emotional Healing Package” contiene oltre ventitre ore di
insegnamento sull'argomento della guarigione delle emozioni. Le
collezioni incluse in questa raccolta sono: “Confidence”; “Beauty for
Ashes” (che include appunti di Joyce); “Managing Your Emotions”;
“Bitterness, Resentment and Unforgiveness”; “Root of Rejection” e
una cassetta della durata di 90 minuti di citazioni bibliche
accompagnate da musica dal titolo “Healing the Brokenhearted”.
Il “Mind package” è costituito da cinque serie diverse di audio
cassette sull’argomento della mente. Esse includono: “Mental
Strongholds and Mindsets”; “Wilderness Mentality”; “The Mind of the
Flesh”; “The Wandering, Wondering mind” and “Mind, Mouth, Moods
and Attidudes”. La raccolta include anche l’eccezionale libro di Joyce
“La Mente: Il Campo di Battaglia”. Sull’argomento dell’amore ha tre
serie di audio cassette intitolate “Love is…”; “Love: The ultimate
Power” e “Loving God, Loving Yourself and Loving Others”, e un
libro dal titolo Reduce Me to Love.
È possibile richiedere un catalogo del materiale e ulteriori
informazioni su come ricevere le cassette necessarie alla guarigione
personale, rivolgendosi direttamente all’ufficio di Joyce Meyer.
Visitate il suo sito www.joycemeyer.org
227