Preghiera e Azione

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Preghiera e Azione
pp.5-7
pp.18-19
pp.22-23
anno XXVII numero 1 gennaio 2012
Scuola diocesana socio-politica
Carovana della Carità a Lauro
25 anni al servizio della Chiesa
Preghiera e Azione
Monastero diffuso e Scuola di formazione all'impegno socio-politico. Queste le nuove sfide della
Chiesa di Nola consapevole che la Carità, qualsiasi forma abbia, si fonda su un costante e diretto
colloquio con il Signore: la preghiera è linfa per essere uomini fra gli uomini, per essere nella
storia e servire l’umanità.
02 L’editoriale
anno XXVII numero 1 gennaio 2012
Attualità ed Olocausto
di Alfonso Lanzieri
In coda a questo mese di gennaio, ricade, ormai come appuntamento fisso da dodici anni, il “Giorno della memoria” delle vittime dell'Olocausto. Il
27 gennaio 1945 le truppe sovietiche
entravano nel campo di sterminio di
Auschwitz, rivelando al mondo, in maniera inconfutabile, la tragedia consumatasi nel cuore dell'Occidente. Uno
dei possibili motivi di riflessione in questa giornata, forse quello più importante, può essere proprio questo: una
barbarie di proporzioni immense e
proprio nel “cuore” del vecchio continente, non solo in senso geografico,
ma anche culturale. Le ricerche storiche mostrano in maniera decisa che
l'antisemitismo in Germania, negli anni che precedettero la seconda guerra mondiale, non era affatto così diffuso come ci si potrebbe aspettare (vedi
capitoli iniziali dell'importante studio
sulla Shoa del sociologo Zigmund Baumann “Modernità e Olocausto”).
Stando ai dati in nostro possesso, la
Germania non era affatto un posto da
evitare per un ebreo degli inizi del
'900. Spiegare l'Olocausto solo con
l'antisemitismo, comprenderlo come
l'ennesimo e più terrificante episodio
di razzismo verso il popolo eletto, vuol
dire non aver compreso appieno. Rubricare il tutto poi a pura follia, a cristallina pazzia di un singolo esaltato e
carismatico, capace di trascinare con
sé sessanta milioni di persone verso
l'inferno di una guerra mondiale, vuol
dire voler spingere nell'irrazionale
qualcosa che con l'irrazionale ha pochi elementi in comune.
La follia e l'antiseminismo vanno inscritti in un cerchio più ampio di comprensione. Per sterminare gli ebrei, il
Reich organizzò una delle macchine
di morte più scientificamente compaginate che la storia ricordi: un ingranaggio più che perfetto, in cui ogni fattore – umano o meccanico, non faceva molta differenza – si inseriva in una
struttura dinamica di uccisione efficiente, veloce e redditizia economicamente. I prigionieri ebrei, spesso ignari del destino loro riservato (il “far credere” è l'espediente più importante
del potere), venivano spogliati di tutto. L'oro veniva consegnato alle banche tedesche, i vestiti erano sterilizzati (dagli stessi prigionieri) e rimandati in Germania, i capelli erano usati
per produrre tappeti e altri arredi domestici. In più, si cercavano continuamente le soluzioni più rapide ed economicamente vantaggiose per uccidere le vittime: il gas delle tristemente
note “docce” dei lager fu il tardo ritro-
vato di tali ricerche. Si facevano prove
continue per cercare di verificare
quanti ebrei si potessero uccidere
con una sola pasticca di Ziklon B (acido cianidrico). Il fine era ottimizzare, ridurre i costi, uccidere con scientifica
precisione. Non meno razionale era
la burocrazia al servizio del Reich:
gendarmi perfettamente addestrati a
ripetere in maniera chirurgica gli stessi gesti di morte, ogni giorno, spesso
lontani dai luoghi fisici della barbarie;
bravi impiegati, gente banale che obbediva agli ordini dei superiori (indimenticabile la descrizione impietosa
di questo meccanismo che Annah
Arendt fa nel libro “La banalità del male”).
Il “cuore” della faccenda, allora, è una
razionalità che perse se stessa
all'interno di una terra – l'Occidente –
che pure l'ha scoperta e pensata secoli prima della nascita di Cristo. Mettiamo al bando la razionalità? Assolutamente no.
Alla ragione ubriaca di sé, impaziente
di ridurre l'altro e il mondo dei valori
ad una sua protesi - il più profondo terreno, ancor'oggi poco analizzato, su
cui è potuto nascere l'inferno
dell'Olocausto - è importante contrapporre l'oggettività del bene, riducendo
il dominio del criterio funzionale e misurabile, è necessario opporre una critica individuale formata e competente
contro gli usi strumentali e persuasivi
della razionalità dei meccanismi di potere, a volte altamente distruttivi, se
non compresi e analizzati criticamente.
in dialogo mensile della Chiesa di Nola
Redazione
via San Felice n.29 - 80035 Nola (Na)
Autorizzazione del tribunale di Napoli
n. 3393 del 7 marzo 1985
Direttore responsabile: Marco Iasevoli
Condirettore: Luigi Mucerino
In redazione:Alfonso Lanzieri, Mariangela Parisi,
Michele Amoruso, Enzo Formisano, Gennaro Morisco
Stampa: Giannini Presservice via San Felice, 27 - 80035 Nola (Na)
Chiuso in redazione il 25 gennaio 2012
Abbonamento annuale: € 10,00
Versamento da effettuare sul numero di Conto corrente postale 18524801 intestato a “Diocesi di
Nola – Ufficio economato”, causale “abbonamento In dialogo”.
Parrocchie, istituti religiosi, aggregazioni laicali e istituzioni possono chiedere la ricezione presso un solo
indirizzo di più copie.
Preghiera e azione 03
anno XXVII numero 1 gennaio 2012
Monastero diffuso
Le parrocchie centro di preghiera
di A.L.
«Carissimi, la nostra Diocesi è priva
di uno dei beni più preziosi che una
chiesa locale possa desiderare, un
monastero che assicuri la incessante
preghiera per l'intera comunità».
Inizia così la lettera che il Vescovo di
Nola, Mons. Beniamino Depalma, ha
inviato il 28 ottobre scorso ai fedeli del-
la diocesi di cui è pastore, per rendere
manifesto un suo grande desiderio:
costruire una rete di preghiera costante e compatta all'interno delle comunità parrocchiali, una persistente
adorazione eucaristica che attraversi
la diocesi da capo a capo, e costituisca un autentico edificio di orazione e
spiritualità, un altissima voce di intercessione per il bene della diocesi e degli uomini e le donne che abitano questi territori.
A cominciare da questo mese di gennaio e fino a metà giugno, seguendo
un fitto calendario di turnazione, le
parrocchie della diocesi assicureran-
EREMO DI GESÙ E MARIA A BAIANO
Nella diocesi di Nola, sulle colline baianesi, sorge l'Eremo di Gesù e Maria, luogo di preghiera costante, accoglienza e ascolto, abitato da Suor Maria Costanza Crisafulli, religiosa di origini siciliane. L'eremo, ristrutturato
e restaurato dal 1998 al 2002, è stato dichiarato – con decreto del Ministro per i Beni Culturali e Ambientali del
1988 – sito di particolare interesse storico-artistico e posto sotto tutela. Suor Maria Costanza è l'erede di una
storia iniziata addirittura, dicono fonti attendibili, intorno all'anno 1300, periodo in cui sorse il primo complesso
architettonico, antenato di quello ora presente. L'eremo è casa di silenzio e preghiera ma è aperto
all'accoglienza di quanti desiderano vivere un'esperienza di ascolto del Signore, di riposo e ricerca spirituale.
Suor Costanza è sempre disponibile per colloqui e ascolto.
CALENDARIO DELLE ADORAZIONI
no una perpetua adorazione del SS.
Sacramento, già iniziata nell'ultima
parte del 2011 dagli istituti religiosi.
Nelle intenzioni di Mons. Depalma, la
mancanza di un monastero all'interno
del perimetro diocesano rende necessario il costituirsi di un «monastero diffuso attraverso la proposta
dell'Adorazione Eucaristica parrocchiale». Tutta l'azione pastorale, la vita ordinaria delle varie comunità, le intenzioni gli atti e le speranza dei presbiteri, tutto deve essere innestato
nella vera vite, Cristo Signore, e nella
frequentazione del Suo Volto, nella
contemplazione orante. Da lì parte tutto, tutto è sostenuto. Risuona, in questa logica, la frase del Vangelo di Giovanni «Io sono la vite, voi i tralci. Sen-
za di me non potete far nulla». In verità, quest'esperienza conosce già degli ottimi prodromi: avviata già lo scorso anno, ha prodotto importanti come
l'esperienza del pellegrinaggio eucaristico conclusosi con la statio eucaristica il 23 giugno 2011 a Torre Annunziata.
Scrive Mons. Depalma: «È stata una
reale esperienza di fede condivisa e
una bellissima possibilità di vivere la
comunione. (…)Veramente possiamo insieme testimoniare che è il Signore che chiama e attrae a sé i cuori
dei fedeli. Visti questi frutti, ho pensato di poter nuovamente invitare le comunità a ripetere questo appuntamento».
La preghiera è per tutti gli uomini e le
donne della nostra diocesi, ma un posto speciale meritano – ha sottolineato il Vescovo nella lettera – i presbiteri, in quest'anno a loro dedicato alludendo all'anno sacerdotale, da lui proclamato proprio lo scorso 23 giugno,
in occasione della conclusione del pellegrinaggio eucaristico.
La preghiera trasforma chi la compie,
trasfigura i volti delle comunità che
hanno il coraggio di partire dalla contemplazione, perché, argomenta il Vescovo «è il primo servizio di carità che
possiamo offrire al Signore. (…)È questo un modo bellissimo per rendere viva l'icona della vita fraterna, ci portiamo sulle spalle gli uni gli altri per camminare insieme verso la santità».
Preghiera e azione 05
anno XXVII numero 1 gennaio 2012
La politica è ancora la più alta forma di carità
La Chiesa di Nola sceglie di puntare ancora sulla formazione
«Viviamo in un tempo di cambiamento che investe tutti gli aspetti della vita, della società, della cultura. Un tempo di “crisi” profonda, con aspetti positivi e negativi che si intrecciano, impongono il superamento di vecchi
schemi e obbligano a guardare al futuro».
Questo era l'incipit del libretto della
“Scuola di Formazione per una rinnovata coscienza politica” che l'Azione
Cattolica di Nola, assieme al Centro
di documentazione sociale della Biblioteca Diocesana e con l'Osservatorio sociale di Nola, creava nel lontano 1988. Ma non è tutto. Tra i punti
in oggetto nell'analisi di quel testo,ce
n'è che uno spicca su tutti, il punto “c”:
la questione morale.
È interessante notare quanto quel linguaggio e quei discorsi siano attuali:
potrebbero essere trascritto tout court
in qualsiasi articolo o saggio o libretto
di oggi.
Se da un lato questa attualità un po' ci
sconcerta – si ha l'impres-sione che il
mondo e il nostro paese abbiano mancato l'occasione favorevole per ripensarsi comunità a partire dalla solidarietà e dal rigore morale – dall'altro ci
dice che l'attuale scuola socio-politica
della Chiesa di Nola, inaugurata lo
scorso 9 gennaio, è figlia di un'attenzione e una sensibilità di lungo corso,
che ha saputo mettersi in gioco per il
bene comune, impegnando le migliori
forze spirituali, culturali e intellettuali,
per “leggere” il mondo e formare cristiani capaci di costruire il Regno di
Dio nel mondo degli uomini.
Passione per l'uomo, discernimento
della storia, attenzione al territorio: sono questi i punti d'incontro di un impegno che parte da lontano e che prose-
gue aggiornandosi ed affinandosi dinanzi alle sfide, alle crisi e alle risorse
nuove che la storia presenta.
La Scuola d'impegno socio-politico
partita in questo mese di gennaio si inserisce dunque in un flusso longevo e
tenace di amore per le cose degli uomini, che sorge direttamente dal Vangelo. Quest'ultimo, allora, quando è
vissuto con autenticità e serietà, non
distrae con le cose del “cielo”, non ammansisce le passioni e le coscienze:
le incendia di un fuoco che brucia ma
non incenerisce niente. Cerca di avvicinare il più possibile la terra al cielo, fino al compimento della storia. Un servizio all'uomo.
E in quest'ottica vanno le parole che il
Vescovo di Nola Beniamino Depalma
ha pronunciato in vista dell'apertura
del corso:« dobbiamo riscoprire la politica - ha continuato mons. Depalma come servizio al territorio. Per questo
il percorso formativo prevede
l'approfondimento e il confronto con
importanti figure del panorama storico e politico dell'Italia quali Giorgio La
Pira, Vittorio Bachelet, don Luigi Sturzo e Alcide De Gasperi. La politica è
stata definita da Paolo VI come “la più
alta forma di carità”: gli uomini che ho
nominato sono efficace testimonianza della verità di quelle parole»
Il percorso formativo della scuola
d'impegno socio-politico è articolato
in quattro moduli - Costituzione Italiana, Economia e Politica, Enti Locali,
Dottrina sociale della Chiesa - affidati
a docenti universitari ed esperti di settore. Le lezioni si svolgeranno dalle
18:30 alle 20:30 presso il Seminario
vescovile di Nola e si concluderanno
nel mese di giugno. Alla fine del percorso i partecipanti dovranno presentare un lavoro di approfondimento da
concordare con il corpo docente.
L'obiettivo è quello di dare contenuti
specifici per interpretare, capire leggere la realtà socio-politica e muoversi in essa. L'auspicio è quello di aiutare i partecipanti a diventare attori consapevoli e preparati sulla scena della
cittadinanza e, perché no, favorire il
sorgere di qualche vocazione politica
in grado di assumersi un compito istituzionale specifico.
06 Preghiera e azione
anno XXVII numero 1 gennaio 2012
L’economia della speranza
Inaugurazione della scuola socio-politica a Nola
di Antonio Romano
Nel pomeriggio dello scorso 9 gennaio, in Seminario, ha avuto inizio quello
che probabilmente sarà l'evento diocesano dell'anno: la scuola di formazione diocesana per l'impegno sociopolitico.
Un'iniziativa pensata dall' I.S.S.R. ,
dall'ufficio di pastorale sociale e dalle
altre aggregazioni laicali presenti in
diocesi, a partire dalle varie sollecitazioni ricevute dal Papa e dalla CEI ad
offrire gli strumenti adeguati per la nascita di nuove vocazioni cattolicamente ispirate all'impegno politico diretto.
Iniziativa che ha richiesto una gestazione di alcuni mesi per essere resa
seria e qualificante grazie al coinvolgimento di un corpo docenti competente nelle materie oggetto della scuola.
L'incontro di inaugurazione si è aperto con il saluto di padre Beniamino
che ha sottolineato come questa scuola colga un bisogno del territorio – sono più di 120 gli iscritti - e ha ricordato
la necessità di coniugare testimonianza e competenza, di mettere in comunicazione quella rivoluzione cristiana che, come scriveva Eugenio
Montale in morte di Paolo VI, è
“l'unica che abbia avuto veramente
qualcosa da dire al cuore dell'uomo”,
con le conoscenze dei meccanismi
della politica e dell'economia, poiché i
cristiani devono continuare ad essere
presenti nella storia come coscienza
critica.
È stato poi presentato dal direttore
dell'I.S.S.R. - il prof. Franco Manganelli - l'ospite della serata, il prof. Leo-
nardo Becchetti, docente ordinario di
Economia politica all'Università di Tor
Vergata, il quale ci ha parlato di come,
oltre all'economia, siano in crisi anche le relazioni tra persone.
Dalla premessa può sembrare che il
professore abbia fatto il sociologo, in
realtà le relazioni autentiche tra persone, la cura delle stesse, i servizi di
volontariato, sono una vera e propria
forma di ricchezza per gli Stati, visto
che l'essere umano è molto di più del
concetto di homo oeconomicus, e visto che l'equazione ricchezza economica=felicità è smentita, ad esempio,
dal crescente consumo di antidepressivi dal dopoguerra ad oggi pur essendo aumentato il reddito procapite
nel mondo: la qualità delle relazioni incide sulla ricchezza anche economi-
anno XXVII numero 1 gennaio 2012
ca degli Stati. E la crisi? Il prof. Becchetti l'ha presentata individuandone
tre piani: il sistema finanziario internazionale, l'Europa e l'Italia; pertanto
non può bastare all'Italia l'essersi rimessa a posto con i conti per sentirsi
fuori dalla crisi (con la manovra Monti
ci avviamo verso un avanzo primario
del 5%) se ai piani superiori non fanno
la loro parte.
Ma un ruolo importante possono avere anche i cittadini. Concetto interessante espresso è stato infatti quello
del voto nel portafoglio, con il quale
consumatori e risparmiatori – adottando senso etico nelle scelte di cosa
acquistare e in quale banca aprire il
proprio conto corrente – possono dare precise indicazioni alle aziende e alle banche obbligandole ad essere più
responsabili ed eticamente sensibili.
Concetto che prende sempre più piede nella realtà, visto l'aumento lungo
gli anni del consumo di prodotti del
commercio equo e solidale. Adeguata
dunque nel finale la lettura del n.79
della Populorum Progressio di Paolo
VI in cui si legge di un mondo “che vuol vivere più fraternamente, e che,
malgrado le sue ignoranze, i suoi errori, e anche i suoi peccati, le sue ricadute nella barbarie e le sue lunghe divagazioni fuori della via della salvezza, si avvicina lentamente, anche senza rendersene conto, al suo Creatore”.
Preghiera e azione 07
Comunicare: per essere una cosa sola
La costruzione di buone relazioni è uno degli obiettivi che l'Ufficio comunicazioni della Diocesi di Nola si è posto per realizzare una comunicazione che superi le distanze territoriali, che consenta di raccontare la vita della Chiesa locale, che
consenta di comunicare l'appartenenza della storia di quest'ultima a quella della Chiesa tutta. Per questo, accanto alla
cura del sito, del mensile diocesano, dei rapporti con gli uffici di curia e con la stampa locale, l'Ufficio comunicazioni diocesano punterà per il prossimo anno a far sì che la Chiesa di Nola riconosca nel lavoro sulla e nella comunicazione una
possibilità per far giungere la testimonianza della Parola oltre i confini parrocchiali giungendo anche nei nuovi luoghi costruiti dai nuovi media, con lo stile che è proprio di ogni comunità cristiana. Uno stile di vita improntato al confronto, al dialogo, alla condivisione di energie e di risorse per essere “una cosa sola” pur con le proprie diversità. E proprio per raccontare le preziose diversità che caratterizzano la comunità diocesana, dal 1999 guidata da mons. Beniamino Depalma, per
i prossimi otto mese, inDialogo si arricchirà dell'inserto ComUnicare dedicato alle parrocchie, al loro lavoro, alle loro sfide, alle loro difficoltà, alla loro tenacia e speranza. Ogni mese uno degli otto decanati in cui si articola la diocesi sarà protagonista dell'inserto: ogni parrocchia avrà a disposizione una pagina per dire di sé, della propria storia e dei propri testimoni, passati e presenti. La speranza dell'Ufficio è che ComUnicare sia la possibilità per la nascita di una Rete di responsabili della comunicazione che diventi sempre più resistente e sempre più capiente; una Rete desiderosa di catturare raccontando la gioia che la caratterizza.
10 ComUnicare - Le parrocchie si raccontano
anno XXVII numero 1 gennaio 2012
Essere parrocchia a… Ottaviano
Parrocchia S.Giovanni Battista - S.Lorenzo Martire
PARROCO: don Antonio Fasulo
COMUNICAZIONI: Giuseppe Molaro
Un’eperienza unica
di Giuseppe Molaro*
L'esperienza della Famiglia Parrocchiale S. Giovanni B. –
S. Lorenzo M. in Ottaviano inizia nel luglio 2002, quando a
don Antonio Fasulo, già parroco della comunità parrocchiale di S. Giovanni B. dal 1998, viene affidata anche la
parrocchia di S. Lorenzo M.. Da subito il nostro parroco ebbe l'intuito di definire “Famiglia” questa nuova comunità allargata: un'esperienza unica all'interno della nostra Diocesi. Altre volte, infatti, per esigenze sono state riunite più comunità sotto la guida di un unico pastore ma mai tale unione aveva dato vita ad una Famiglia Parrocchiale. Come in
ogni famiglia non sono mancate le difficoltà ma quando si
ha come obiettivo il Bene, tutto viene superato. Le eventuali rinunce diventano conquiste per l'intera comunità. Si
lavora per un cammino formativo comune. La formazione
spirituale è il punto centrale di tutte le programmazioni annuali.
Pian piano la Famiglia Parrocchiale diventa punto di riferimento per molti giovani e famiglie che mettono a disposizione di tutti i propri carismi. Nascono così iniziative sociali
volte all'aggregazione e al coinvolgimento delle zone più
periferiche del paese. Si lavora in rete con gli uffici diocesani e con le realtà istituzionali, associative e di volontariato presenti ad Ottaviano al fine di individuare famiglie meno abbienti aiutandole nei limiti del possibile e nel rispetto
delle istituzioni. Un aiuto che non si traduce esclusivamente in un'elargizione benefica ma anche e soprattutto in
un accompagnamento formativo dato che il più delle volte
le situazioni di disagio sono frutto di una sottocultura purtroppo ancora presente nel nostro territorio. Ci piace definire la nostra Famiglia Parrocchiale come un insieme di
cerchi concentrici uniti da tanti raggi dove tutti i punti, anche quelli più distanti, sono protesi verso un unico Centro:
Gesù Cristo. Sono ormai dieci anni che si lavora per il bene della comunità e dell'intero paese, c'è ancora tanto da
fare. Speriamo che lo Spirito Santo continui ad illuminare il
nostro don Antonio al fine di poter realizzare, come sempre è stato fatto, la volontà di Dio.
*hanno collaborato:
Rossella Molaro, Marisa Pagano e Raffaella Pisanti
Quotidiano
Anche quest'anno la nostra famiglia parrocchiale ha ripreso il suo cammino pastorale, vivendo quei momenti importanti
che da qualche anno caratterizzano il suo percorso di fede. Alcuni di questi appuntamenti sono ormai parte integrante di
questo percorso. Primo fra tutti è l'adorazione eucaristica settimanale, momento ormai imprescindibile insieme alla Santa Messa, per tutti coloro che sono impegnati a portare la loro testimonianza di fede in parrocchia e nella vita quotidiana.
Un'altra occasione preziosa per la nostra formazione è costituita dalla lectio divina mensile, che quest'anno si basa sul libro degli Atti degli Apostoli; essa ci permette di meditare insieme sui primi passi della Chiesa primitiva per farne il modello
della nostra vita comunitaria. I frutti di questi momenti di formazione e di preghiera sono innanzitutto i centri di ascolto,
che da alcuni anni riusciamo a non far mancare nel nostro territorio. Essi costituiscono un appuntamento ormai atteso
dalla nostra gente, e per tutti è un'esperienza sempre nuova e stimolante. Quest'anno inoltre abbiamo avuto la gioia di
inaugurare l'oratorio parrocchiale, che come ogni novità, richiede continua attenzione e discernimento, ma anche entusiasmo e ottimismo. Un'altra novità importante per la nostra comunità riguarda la formazione cristiana dei fanciulli: abbiamo scelto di dedicare ai genitori dei bambini tutto il periodo di Avvento per vivere con loro dei momenti di formazione e
di confronto. Continuiamo dunque il nostro cammino con la speranza di essere sempre segno di comunione, di essere
sempre “famiglia” parrocchiale!
anno XXVII numero 1 gennaio 2012
ComUnicare - Le parrocchie si raccontano 11
Carismi
La nostra Famiglia Parrocchiale San Giovanni B. e San Lorenzo M. sin dall'arrivo del nostro parroco don Antonio Fasulo ha deciso di abbracciare la spiritualità di don Bosco,
essendoci nella comunità l'Istituto salesiano delle Figlie di
Maria Ausiliatrice. Negli anni, poi, la famigli parrocchiale si
è arricchita dell'Azione cattolica, del il gruppo Caritas con il
compito di sensibilizzare e coinvolgere la comunità parrocchiale sui temi della carità, del gruppo delle Serve di
Maria costituite da donne laiche impegnate e nel 2010 di
dell'associazione “Facciamo festa insieme”. Nella nostra
famiglia parrocchiale, inoltre, opera un gruppo di Ministri
Straordinari con il compito di portare la S. Comunione agli
ammalati e agli anziani nelle loro case.
Un ricordo
Per “don” Giovanni Reale, così come erano abituati a chiamarlo a Ottaviano, sua città di adozione, la sequela è stato
un continuo fissare lo sguardo su Gesù che passa. E non
solo. Fatta l'esperienza di Cristo con tutta la sua vita e in
tutta la sua vita, ha continuato ad indicarLo, con il suo
esempio, a tutti quelli che lo hanno incontrato.
Nato a Lauria il 6 novembre 1919, Giovan Leonardo Reale
si trasferì ad Ottaviano avendo avuto una supplenza
all'Istituto professionale, dove rimase, poi, fino al giorno
della sua morte. È stato il primo diacono permanente della
diocesi di Nola: fu ordinato, infatti, nel maggio dell''87 da
S. E. Giuseppe Costanzo. La sua presenza è stata inoltre
apprezzata nei periodi di interstizio dei parroci che si sono
succeduti nella parrocchia di San Giovanni Battista.
12 ComUnicare - Le parrocchie si raccontano
anno XXVII numero 1 gennaio 2012
Essere parrocchia a… Ottaviano
Parrocchia San Francesco di Paola
PARROCO: don Vittorio Garzone
COMUNICAZIONI: Emma La Pietra
Una casa sulla roccia
di Emma La Pietra
Nel Parco Nazionale del Vesuvio sorge Ottaviano. E nella
sua piazza principale la Parrocchia dedicata a San Francesco di Paola, fondatore
dell'ordine dei minimi, costruita insieme ad un convento nel
lontano 1609. Nonostante dopo la soppressione del convento divenuto sede del comune, l'area abbia preso il nome
di Piazza Municipio il popolo,
ancora oggi, la chiama sempre “Piazza San Francesco”,
indicandone così il punto di riferimento. La chiesa ha oggi un
nuovo volto, frutto dei lavori conclusi nel 2006 voluti e sostenuti da tutti i fedeli strettisi attorno al Parroco don Vittorio Garzone. Ma entrando, quello che si respira è soprattutto aria di casa, di condivisione. È il luogo in cui la parola
famiglia si carica di significato, coi suoi legami, col suo darsi forza a vicenda per continuare insieme il cammino di crescita ancora da percorrere; il luogo in cui il dialogo è la base su cui poter costruire «una casa sulla roccia». Senza
mai dimenticare che la vera fonte a cui attingere è la Parola di Dio: è bello ritrovarsi insieme per la messa domenicale così come per il momento settimanale di Adorazione Eucaristica comunitaria sul modello della comunità di Taizè.
E instancabile “direttore dei lavori” è lui, don Vittorio Garzone, un padre per tutti noi, col suo sguardo amorevole
sempre rivolto su tutti i suoi figli, con la gioia ed anche la fatica della responsabilità che questo compito comporta.
Quotidiano
Un nuovo progetto ci vede coinvolti, quello di donare alla casa del Signore un organo per avere una dolce melodia nei
momenti di preghiera. E alla realizzazione di questo obiettivo sono rivolte tutte le energie, convogliando i ricavati delle varie attività. In particolare quelli delle TAVERNE, preparazione e degustazione di piatti tipici della tradizione napoletana in
occasione della festa del patrono di Ottaviano nel mese di Maggio che riunisce i vari gruppi; e quelli della Sagra della Bruschetta in cui sono coinvolti anche i più piccoli per l'intrattenimento. Per dare centralità alla Parola si organizzano due ritiri spirituali comunitari nei momenti forti dell'anno liturgico, cioè in Avvento e in Quaresima, durante le cui settimane si tiene anche la Lectio Divina per meglio vivere il Natale e la Pasqua. E in occasione della festa del Santo di Paola, 2 aprile,
viene consegnato il Premio della Bontà a chi si è distinto per il suo donarsi gratuitamente agli altri. Attenti ai bisognosi, il
gruppo Caritas è impegnato mensilmente nella distribuzione di alimenti alle famiglie, e settimanalmente al dono di un
piatto caldo e un sorriso ai senza tetto della stazione di Napoli.
Un ricordo
E non poteva esserci occasione migliore per omaggiare Mons. Pasquale Romano, il cui ricordo è ancora vivo nel cuore
dei parrocchiani, e non solo, per i suoi 38 anni (dal 1953 al 1991) prestati al servizio della comunità; per il suo contributo
nel far rifiorire la parrocchia e nella promozione delle attività, tra cui l'oratorio. Parroco che, con il suo carisma, ha accompagnato più generazioni di uomini, soprattutto i più giovani, facendoli sentire unici e speciali, destinatari di un progetto di
vita, quello del Cristo Risorto, portandoli alla riscoperta delle bellezze offerte dal territorio. È ricordato anche dai suoi successori, inoltre, per aver dotato la parrocchia di una casa canonica.
Associazioni e Movimenti
L'Azione Cattolica con tutti i suoi settori; il gruppo Caritas; il gruppo Catechistico; gruppo Ministri Straordinari della Comunione; gruppo ministranti, gruppo di preghiera dello Spirito Santo e quello della Divina Misericordia; la congrega del SS
Rosario e della SS Concezione; gruppo Marta e Maria; gruppo Giovani e le associazioni Santa Rita e Madonna dell'Arco;
cori.
anno XXVII numero 1 gennaio 2012
ComUnicare - Le parrocchie si raccontano 13
Essere parrocchia a… San Gennarello di Ottaviano
Parrocchia San Gennaro vescovo e martire
PARROCO: sac. Raffaele Rianna
COMUNICAZIONI: Mena Agnello e Osvaldo Iervolino
Un nuovo "edificio spirituale"
La chiesa di San Gennarello, sita sulla strada che da Nola
porta a Pompei, in un piccolo centro del vesuviano, è stata costruita nel 1716 da mons. Francesco Montella quale
edificio di culto, elevato poi a parrocchia, dedicata al patrono di Napoli San Gennaro vescovo e martire.
Nell'avvicendarsi delle varie figure che hanno fatto la storia di questa parrocchia, un capitolo sicuramente importante è rappresentato dal ministero sacerdotale di mons.
Pasquale Auricchio, il quale per oltre 50 anni è stato alla
guida della comunità sangennarellese. Egli ha accolto
una comunità di antico sentimento religioso, affrontando
con attenzione e tenacia i cambiamenti che il Concilio Vaticano II ha messo in opera. Da circa due anni la guida della
nostra comunità parrocchiale è passata nelle mani del nuovo parroco, don Raffaele Rianna, già viceparroco dal
2005, e con lui una nuova e rinnovata impronta di familiarità cristiana si sta gradualmente diffondendo. Sobrietà ed
eleganza rappresentano lo stile attraverso il quale come
comunità proviamo ad avvicinarci alla gestione quotidiana
della vita parrocchiale, dall'adorazione eucaristica settimanale alla lectio divina, dalla coordinazione dei gruppi
presenti all'organizzazione della liturgia. Dall'ottobre del
2010 la nostra comunità vive un difficile momento di prova
che con l'intensità della preghiera e della comunione sta attraversando: il restauro della chiesa parrocchiale. “Ogni
uomo semplice porta in cuore un sogno…con amore ed
umiltà potrà costruirlo” così anche noi come parrocchia cominciamo a sentire vicino il giorno in cui il nostro sogno diverrà realtà.
Quotidiano
Da circa due anni la nostra parrocchia si è avviata verso lo stile moderno della fede, cercando di trasmettere ai giovani il
significato vivo e profondo del Vangelo, il senso della comunione e della condivisione. Il cineforum è inserito in questo discorso, in quanto attraverso la proiezione di film si percepisce la testimonianza e il messaggio. Dallo scorso ottobre, tutta
la comunità si ritrova una volta al mese per l'incontro per la lectio divina e tutti giovedì per l'adorazione eucaristica. Nel periodo estivo, invece, viviamo l'esperienza della Celebrazione nei rioni della nostra parrocchia, un incontro sempre bello e
ricco di fede. Il centro di tutte i nostri incontri e attività è senza dubbio la Celebrazione Eucaristica domenicale.
Un ricordo
Più che personaggio storico, preferiamo parlare di un'istituzione che da oltre sessantacinque anni è al fianco della nostra
parrocchia: le Povere Figlie della Visitazione di Maria. Le suore, presenti a San Gennarello dal 1945, hanno sempre collaborato al servizio della comunità parrocchiale assumendo perennemente e in modo instancabile, uno stile accogliente
e carismatico. La casa delle suore nasce anzitutto come “casa del fanciullo” divenendo, successivamente, scuola materna dedicata a Pier Giorgio Frassati. Col passare degli anni il giardino della loro casa è diventato giardino di tutti, in particolare dei bambini e degli adolescenti che, attraverso il gioco, sono cresciuti, crescono e cresceranno nell'amore di Cristo.
Associazioni e Movimenti
Nella nostra parrocchia abbiamo il gruppo U.A.L.S.I. (Unione Amici di Lourdes e Santuari Italiani), Due, infatti, i suoi scopi: la diffusione del culto della Madonna sotto il particolare titolo di “Nostra Signora di Lourdes”; l'assistenza agli infermi,
specialmente poveri, per far sentire loro la solidarietà dei cristiani e dare coscienza della missione dei sofferenti e di guidarli alla santificazione del dolore. Una piccola realtà, la nostra, ma molto significativa per la comunità parrocchiale.
14 ComUnicare - Le parrocchie si raccontano
anno XXVII numero 1 gennaio 2012
Essere parrocchia a… San Giuseppe
Parrocchia San Leonardo di Noblac
PARROCO: don Giuseppe Parisi
COMUNICAZIONI: Francesco Grasso
In mezzo al popolo di Dio
Una piccola struttura posta fra due strade, senza grandi
pretese architettoniche, essenziale nelle sue linee, quasi
a voler rendere visibile lo stile evangelico del santo di cui
porta il nome: Leonardo di Noblac, monaco francese del
VI secolo. Una chiesetta che attraversa i comuni vesuviani
di San Giuseppe e Ottaviano, una piccola parrocchia in cui
palpita un cuore immenso: quello della comunità che vi abita. Sì, vivere la vita parrocchiale nella nostra comunità è
sforzarsi di perseguire l'essenziale senza scenografie di
troppo, è mettersi all'ascolto gli uni degli altri, cercando di
operare in un clima fraterno; è ritrovarsi ogni mercoledì, durante la giornata eucaristica, per attingere quella Carità
che ci fa “uno” nello Spirito; è quella corsa entusiasta nel
promuovere appuntamenti di solidarietà attraverso i quali cerchiamo di concretizzare ciò in cui crediamo. Vivere la
fede significa incarnare il messaggio evangelico nella peculiarità del territorio e portarne in luce le radici per integrarle nel percorso di fede tracciato dalla Chiesa. I festeggiamenti in onore di san Leonardo, oltre ad essere un prezioso momento di preghiera e di crescita interiore per la comunità locale, hanno costituito anche una meravigliosa occasione per riscoprire la cultura del territorio. Si opera senza clamore ma con gioia vera, insieme al nostro parroco e
fratello don Giuseppe, camminando e sostenendoci vicendevolmente nello Spirito che ci dona, ogni giorno, il gusto della Fede.
Carismi
Contemplazione e Azione: ecco i principali carismi della comunità parrocchiale di San Leonardo di Noblac. La contemplazione si svolge attraverso l'Adorazione Eucaristica, che ogni mercoledì, per l'intera giornata, dà la possibilità ad ogni
fedele di avvicinarsi al Signore in un clima di rispettoso silenzio. Per quanto riguarda l'azione, invece, la comunità è impegnata in vari progetti tra cui la mensa della Caritas, dove a turno, volontari si dividono i compiti da svolgere tra la cucina,
l'accoglienza in refettorio e infine la pulizia delle diverse sale.
La parrocchia inoltre è impegnata in un progetto umanitario che consiste nell'aiutare, a distanza, un ONP in Togo, più precisamente a Togoville, denominata MamAfrica. Grazie a diverse raccolte di fondi, si è riusciti ad inaugurare un dormitorio
per orfane, incentivare corsi alla corretta alimentazione dei bambini per combattere la sottonutrizione, ed infine, tramite
la generosa collaborazione di persone provenienti da tutt'Italia e dalla Scozia, ad inviare un container pieno di alimenti,
materiali scolastici, farmaci, un generatore elettrico, bici, computer e consolle con diversi giochi. La generosità della gente è stata così inaspettatamente abbondante che le offerte in esubero sono state donate sia alla Caritas diocesana che
alle famiglie bisognose della nostra zona.
Un ricordo
Profondo amore per il Signore, instancabile attenzione nei confronti del prossimo e tanta dedizione verso i bambini: sono
questi alcuni dei carismi che ricordiamo nella carissima Nunzia Prisco, figlia della comunità parrocchiale di San Leonardo. Donna di preghiera, dal temperamento forte e volitivo ha profuso il suo impegno nell'Azione Cattolica sin da fanciulla,
trovando in essa la sua dimensione ecclesiale. E' stata per vari anni Presidente dell'Azione Cattolica parrocchiale, dando in ogni circostanza il meglio di se stessa in maniera particolare nell'educazione dei ragazzi dell'ACR.
Programmi futuri
Dopo aver ultimato i lavori di ristrutturazione della chiesa, la parrocchia di San Leonardo si è imbarcata in un altro progetto: il recupero della casa canonica e dei saloni parrocchiali. Come sempre, la comunità non è rimasta indifferente alle esigenze della parrocchia e sta collaborando economicamente e materialmente alla realizzazione dei lavori. Ovviamente il
solo contributo delle famiglie non è sufficiente e per questo si è deciso di riproporre la Festa “Ballando con gli angeli”,
giunta ormai alla sua 6° edizione. Parte del ricavato della festa sarà però sicuramente destinato alla Caritas di San Giuseppe Vesuviano e all'associazione MamAfrica con la quale si vuole realizzare un dormitorio per i bimbi orfani.
anno XXVII numero 1 gennaio 2012
ComUnicare - Le parrocchie si raccontano 15
Pubblichiamo il contributo di una parrocchia dell’VIII decanato giunto in ritardo lo scorso mese:
Essere parrocchia a… Torre Annunziata
Basilica Pontificia Maria SS. della Neve
e Parrocchia S. Francesco di Paola
PARROCO: mons. Raffaele Russo
COMUNICAZIONI: Liliana Paluso
Perché sia il Bene a fare più rumore
di Liliana Peluso
Nella Basilica retta da
Mons. Raffaele Russo, il grande amore
per la Madonna si traduce in amore verso i
più deboli; verso gli
ammalati, i bisognosi
o quanti vivono momenti di difficoltà, soprattutto in seguito alla chiusura di alcune
fabbriche prima e alla
crisi del settore ittico
poi. Il parroco è anche amministratore
della Parrocchia di S.
Francesco di Paola,
poco distante dalla
Basilica, dove operano con grande spirito
di dedizione e di sacrificio due sacerdoti indiani appartenenti all'ordine de Gli
Araldi della Buona Novella: Padre Thomas e Padre Fiore.
Grande importanza viene data al sociale: un efficiente Oratorio accoglie ragazzi che vivono in particolari situazioni di
disagio, puntando soprattutto al recupero scolastico e
all'impegno nello sport. Sono a disposizione alcuni posti
letto per i “senza fissa dimora”, grazie soprattutto alla preziosa collaborazione delle suore. Altra attività importante
è il teatro che vede impegnate entrambe le comunità, che
possono disporre di un teatro recentemente ristrutturato
dove esiste un gruppo teatrale, La Filodrammatica, operante da circa vent'anni. Dalla collaborazione tra le due
parrocchie è nata un'associazione culturale, Madonna della Neve & San Francesco di Paola, il cui organo di stampa
ufficiale é Mistica Neve, un periodico bimestrale che si occupa della vita delle parrocchie ma anche di questioni economiche, sociali e culturali. Molto importante è anche
l'attività di volontariato che svolge l'associazione La Misericordia di Torre Annunziata, con sede nei locali della parrocchia di S. Francesco: supporta le strutture sanitarie locali, offrendo servizio di trasporto ai malati, e lo scorso anno ha dato vita ad un interessante progetto, la Casa della
Legalità, per educare i più giovani alla cultura del rispetto
delle regole. La comunità parrocchiale costituisce per il
quartiere in cui opera, il luogo in cui i ragazzi e i giovani,
ma anche gli adulti, possano confrontarsi, sensibilizzarsi
ai problemi dei più deboli e cercare, dandosi la mano, di far
sì che sia il Bene a fare più rumore.
Un po’ di storia
La Basilica, posta nel centro storico della città di Torre Annunziata deve le proprie origini ad una Cappella fatta costruire,
per concessione del re Carlo D'Angiò, in onore della Beata Vergine dell'Annunziata (da qui prende origine il toponimo di
Torre dell'Annunciata). Quindi il feudatario locale, Nicola D'Alagno, nel 1448 fece costruire l'attuale chiesa. Il 5 agosto
1354, alcuni pescatori nel tirare le loro reti presso lo scoglio di Rovigliano, vi scorsero un'enorme cassa lignea contentente un busto in terracotta della Madonna, di colore bruno, che stringeva tra le braccia materne il Bambino Gesù. Nacque
subito un'accesa disputa tra i pescatori torresi e quelli stabiesi che si trovavano sul posto. Ma poiché l'effigie era stata rinvenuta al di qua delle acque del Sarno, il busto fu consegnato aii torresi e portato nella chiesa dell'Annunziata col titolo di
“Madonna della Neve”, in quanto il giorno del ritrovamento a Roma, sull'Esquilino, era caduta la neve: in tantissimi, ogni
anno, partecipano alla rievocazione dello storico ritrovamento. Si verifica grande partecipazione anche il 22 ottobre
quando, con una processione, si ringrazia la Vergine per il prodigio compiuto nel 1822, salvando i suoi fedeli dalla lava
dell'eruzione del Vesuvio.
16 In diocesi
anno XXVII numero 1 gennaio 2012
Una cosa sola
Incontro ecumenico di preghiera a Cimitile
di Paola Trinchese
L'unità dei cristiani è un dono di Dio e la preghiera ci prepara a ricevere questo dono. In questa direzione si è svolta,
per la prima volta a Cimitile, la celebrazione ecumenica
della Parola di Dio, curata dalla commissione liturgica del
Consiglio Regionale delle Chiese Cristiane della Campania. Esponenti delle diverse comunità della Campania, dopo la visita al complesso Basilicale Paleocristiano della cittadella di San Felice guidati dal Prof. Carlo Ebanista, si sono raccolti in preghiera elevando a Dio l'unica invocazione
di amore e di amicizia, fra i cristiani, fra le religioni, fra gli
uomini. Forti sono state le parole del pastore Franco Mayer, che ha richiamato tutti all'unità in Cristo, invocandoci
a dipingere questo percorso di intesa con i colori della speranza, della pace e dell'amore che condicide. Le tentazioni a cui è stato sottoposto Cristo stesso, citate nel Vangelo
della liturgia Ecumenica, sono state un ottimo spunto per
evidenziare le pecche in cui l'uomo cade più facilmente: cedere di fronte ai bisogni primari, dubitare di Dio, desiderare gloria in un squilibrato delirio di onnipotenza. Innalzare
le coscienza per costruire un futuro migliore: in Cristo c'è
speranza, ed è con il salmo 121 che il Rev. Mayer decide di
concludere la sua omelia:
“Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l'aiuto?
Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra.
anno XXVII numero 1 gennaio 2012
Non lascerà vacillare il tuo piede, non si addormenterà il
tuo custode.
Non si addormenterà, non prenderà sonno,il custode
d'Israele.
Il Signore è il tuo custode,
il Signore è come ombra che ti copre, e sta alla tua destra.
Di giorno non ti colpirà il sole, né la luna di notte.
Il Signore ti proteggerà da ogni male, egli proteggerà la tua
vita.
In diocesi 17
Il Signore veglierà su di te, quando esci e quando entri,da
ora e per sempre.”
Sulla stessa linea si trova la conclusione tenuta da S. E.
Rev.issima Beniamino Monsignor Depalma arcivescovo
vescovo di Nola: “Affidarci totalmente a Dio per costruire
sulla Speranza”.
L'armonia di quel momento di fratellanza tanto magico è
riuscita così a riscaldare i cuori dei presenti in una serata
fredda di gennaio.
18 In diocesi
anno XXVII numero 1 gennaio 2012
Un’orma nel mandamento
La Carovana della Carità inizia il suo viaggio da Lauro
di Rosaria Bossone
Mercoledì 11 Gennaio a Lauro è arrivata “La Carovana della Carità” della
diocesi di Nola con a bordo il direttore
della Caritas - promotrice
dell'iniziativa - don Arcangelo accompagnato da suor Paola, suor Carmelina, Mimmo Alfano e Maria Betin Serer
rimasti con noi fino a domenica. In
questi giorni” la carovana” ha incontrato i giovani, i volontari del Vallo e le
famiglie della nostra comunità per promuovere e far conoscere le possibilità
di servizio sul nostro territorio. Don
Arcangelo ha celebrato la Santa Messa, dando così inizio alla novena in
preparazione alla festa di S. Sebastiano, patrono di Lauro e del mandamento. Alla fine della celebrazione è
stato consegnato “il premio San Rocco” istituito dalla Caritas di Lauro quattro anni fa. Quest'anno, in via eccezionale, il premio è stato dato non a
un laico, ma a padre Gaetano Manzi,
sacerdote comboniano che ci ha lasciato il 6 giugno 2011. A ritirare il premio, oltre ai familiari, è stato un suo
confratello padre Giorgio che con
semplici parole ci ha parlato di questo
missionario, del suo amore verso gli
altri. Il momento più emozionante
però è stato il video con cui sono state
trasmesse immagini, foto e documentari riguardanti padre Gaetano e i suoi
ragazzi cingalesi.
Il ricordo di questo missionario, originario di Quindici, è stato sicuramente
significativo per aprire l'itinerario della
“Carovana” che ha continuato il suo
cammino incontrando i giovani del Vallo. L'incontro è stato presieduto da
don Mariano Amato, responsabile diocesano della pastorale giovanile, che
ha parlato della carità come di
In diocesi 19
anno XXVII numero 1 gennaio 2012
un'esigenza dell'uomo, un bisogno di
aiutare: la carità è possibile perché abbiamo incontrato Dio Amore. Durante
quest'incontro c'è stata la testimonianza di alcuni giovani che hanno fatto esperienza di servizio alla mensa
dei poveri e di altri giovani di Lauro
che, tra Natale e Capodanno, attraverso canti e musica hanno trascorso
una settimana in alcuni villaggi albanesi.
Venerdì mattina la Carovana si è trasferita al mercato di Lauro dove alcuni
volontari con suor Paola e suor Carmelina, offrendo the e cioccolata, hanno avvicinato le persone per invitarle
ad impegnarsi, a dare una mano…perché c'è ancora tanto da fare.
In serata, si sono riuniti tutti i gruppi di
volontariato presenti nel Vallo per
ascoltare Don Tonino Palmese, sacerdote salesiano, da sempre impegnato nella lotta contro le mafie. Don
Tonino si è soffermato sull' inconciliabilità tra la fede e la criminalità. Infine,
rammendando Papa Paolo VI, ci ha ricordato che per conoscere Dio bisogna conoscere l'uomo, solo nell'uomo
bisognoso troviamo Dio.
Sabato pomeriggio il gruppo della “Carovana” ha accolto alcune famiglie di
Lauro che hanno ascoltato i coniugi
Iazzetta su come la famiglia deve educare all'amore e alla carità; contemporaneamente, i ragazzi del catechismo e quelli dell'A.C.R., venivano im-
pegnati in una caccia al tesoro sul tema della carità. Domenica, durante le
Sante Messe, è stato affidato alla comunità il mandato per continuare ad
essere testimoni del Dio Amore ,e, come segno di condivisione, è stato distribuito del pane a tutti i fedeli presenti e un segnalibro raffigurante “La
Carovana” su cui è riportato l'inno della carità di S. Paolo.
I Lauretani hanno salutato “La Carovana” a malincuore ma, felici per aver
avuto l'occasione di ascoltare persone che, con la loro esperienza di volontariato, hanno svegliato l'interesse
a fare del bene: sicuramente “la Carovana” ha lasciato un'orma nel nostro
mandamento.
20 In diocesi
anno XXVII numero 1 gennaio 2012
Il linguaggio universale della musica
La presenza dell'Azione Cattolica diocesana in Albania
di Yvonne Carmen Manzi
Terenzio diceva: “Homo sum, humani
nihil a me alienum puto”,ossia, “Sono
uomo, niente di umano considero
estraneo a me ”. Alla luce della realtà
odierna, questa frase fa sorgere spontanea una domanda: Che cos'è
l'umanità oggi? Non c'è dubbio che i
mass media e la vita che noi stessi viviamo ci pongono dinanzi un quadro
poco incoraggiante; questo è fatto di
crisi,guerre,indifferenza,materialità.
Si,è certamente anche questa
l'umanità, ma ce n'è un'altra, più silenziosa, che opera in disparte, che si
guadagna raramente le prime pagine;
ed è quella fatta di solidarietà, com-
passione, comprensione, amore. Questo non è un fatto scontato,tanto più
che oggi ci si meraviglia più facilmente dinanzi al bene che dinanzi al male.
Ed è proprio la meraviglia il sentimento che accompagnerà di più il ricordo
della nostra missione in Albania. Partiti da Lauro sotto la guida di Don Leonardo, eravamo un gruppo eterogeneo in gran parte composto da membri dell'Azione Cattolica; quasi tutti
non sapevamo bene cosa aspettarci
da questa esperienza che,nella sua
particolarità, ha acceso gli animi e
scaldato i cuori. Sbarcati a Durazzo ci
si è posto subito davanti un contesto
di vita molto difficile, poiché si è accalcata intorno a noi una folla di bambini
mal nutriti e mal vestiti in cerca di un
po' di denaro.Giunti a Rragam il primo
incontro con i ragazzi albanesi si svolse per parlare loro dei principi e dei caratteri dell'Azione Cattolica al fine di intraprenderne la sua realizzazione anche lì. È stato subito evidente che ci
confrontavamo con persone dalla cultura e dalle esigenze del tutto diverse
dalle nostre; ma è stato proprio questo a far si che pochi giorni ci lasciassero un bagaglio così ricco di sensazioni profonde. Stare con loro ci ha
mostrato chiaramente quanta ric-
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anno XXVII numero 1 gennaio 2012
chezza di valori ci sia nella povertà o
nella modestia delle possibilità economiche; quanto sia infondata la nostra frequente insoddisfazione nei
confronti della vita, svelandocene la
bellezza in un abbraccio, un sorriso,
una parola di conforto.Vedere giovani
che si fanno forza giorno per giorno
nel lavoro o nello studio, nonostante
tutte le difficoltà, ci ha mostrato una
forza e una tenacia spesso assente in
tutte le agiatezze. La loro fede, incrollabile e forte oggi come ieri,è stata un
monito per noi giovani a non abbandonare mai il cammino del Signore, a
credere sempre e ancora di più quando tutto appare incerto e arduo.Grazie ad un sano confronto, privo di pregiudizi e di riserve da una parte e
dall'altra,abbiamo creato legami umani che superano qualsiasi barriera naturale o culturale. Cantare insieme in
due concerti, ci ha fatto sentire che tutti insieme stavamo facendo qualcosa
d'importante:ci rendevamo felici a vicenda ,nella semplicità della musica e
dei canti,nella stretta di mani ansiose
e negli sguardi d'intesa.Parlavamo tutti un'unica lingua, quella del Signore,
l'unica che unisce tutti, sempre e do-
vunque, al di là di ogni diversità “terrena”.Questa esperienza ci ha testimoniato come la condivisione è il pane
dell'anima, condivisione non solo di
beni materiali, ma di tempo per conoscersi e scoprire che non c'è gratificazione più grande,non c'è cosa che renda più completi dell'aiutare chi è meno fortunato di noi.La filantropia è un
dovere,ma soprattutto un diritto, poiché solo l'uomo che la esercita realizza se stesso e testimonia agli altri che
cos'è la “vera” umanità: amare il prossimo tuo come te stesso.
22 In diocesi
anno XXVII numero 1 gennaio 2012
Venticinque anni al servizio della Chiesa
Il 31 gennaio don Umberto Sorrentino, originario di Vico di Palma Campania, compie 25 anni di
sacerdozio. Dopo essere stato parroco a Mariglianella e a Camposano da tre anni guida la comunità parrocchiale Maria SS. Del Rosario in Cinquevie di Nola. In questa parrocchia, martedì
31 gennaio, alle ore 18.00, ci sarà la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo di Nola, mons. Beniamio Depalma. Riportiamo la lettera che la comunità parrocchiale ha
rivolto al proprio parroco per l'occasione.
Caro Don Umberto
venticinque anni fa, in questi giorni, attendevi trepidante la
tua ordinazione sacerdotale. Con questa lettera aperta ti
vogliamo porgere un augurio sentito e carissimo per il tuo
Venticinquesimo di Ordinazione Sacerdotale. Sappiamo
bene che non vuoi si facciano tanti discorsi e tanti regali,
sappiamo che preferisci la semplicità e la preghiera, perché un prete è importante non se parla o fa parlare di sé,
ma perché parla e fa parlare di un Altro, il Signore. Eppure
san Paolo dice: “oh, se poteste sopportare un po' di follia
da parte mia!” (2 Cor. 11,1). Siamo ben consapevoli che tale anniversario non solo è importante nel tuo cammino personale di sacerdote, ma è altamente significativo per tutta
la nostra comunità. Infatti “ogni sacerdote, scelto tra gli uomini, viene costituito per il bene degli uomini nelle cose
che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati.
Nessuno si può attribuire questo onore se non chi è chiamato da Dio” (Eb. 5,1.4).
Ti vogliamo ringraziare per i legami che hai costruito con la
nostra comunità: lo facciamo volentieri perché la gioia per
i tuoi 25 anni di Sacerdozio è anche la nostra gioia perché
il Signore ti ha mandato nella parrocchia di Cinquevie.
“Fa, o Signore Gesù, che i nostri giovani possano apprendere dall'esempio del Santo Curato d'Ars, quanto sia necessario, umile e glorioso il ministero sacerdotale che Tu
vuoi affidare a quelli che si aprono alla Tua chiamata. Fa
che nelle nostre comunità – come ad Ars a quel tempo –
ugualmente si realizzino quelle meraviglie di grazia che Tu
compi quando un sacerdote sa “mettere l'amore nella sua
parrocchia”.
Uniti a questa preghiera di Papa Benedetto XVI ci apprestiamo a vivere con gioia il 25° anniversario della tua ordi-
anno XXVII numero 1 gennaio 2012
nazione sacerdotale, perché in tutte le attività che svolgi,
che organizzi e che ci sproni a compiere, manifesti tutto il
tuo amore verso la nostra parrocchia.
Ringraziamo perciò, il Signore per aver mandato a Cinquevie proprio te, un sacerdote con una vocazione autentica, che è riuscito in poco tempo ad entrare nel cuore di tutti con semplicità, onestà e umiltà trasmettendoci i veri valori del cristianesimo. Un sacerdote che se può al primo impatto apparire un po' burbero, poi manifesta il suo animo
gentile, premuroso, affettuoso verso tutti, che da tutto se
stesso per la parrocchia in primo luogo verso i giovani e le
persone sofferenti.
Ed è così che tutti noi speriamo ti sia sentito nella nostra
parrocchia come nella tua famiglia. Un sacerdote che ha
fatto della sua vita un dono a Cristo a servizio della comunità e delle persone che a lui si sono affidate, cosi come sono con i loro difetti e le loro debolezze. Preghiamo pertanto il Signore affinché continui a darti la forza necessaria a
guidare saggiamente e con fermezza la nostra comunità
parrocchiale rendendoci al tempo stesso degni di averti
per molti anni ancora in mezzo a noi. In questi anni di dram-
In diocesi 23
matica crisi vocazionale e di ventilati cambiamenti “rivoluzionari”, il nostro rendimento di grazie assume anche il tono dell'accorata supplica al Signore perché mandi ancora
operai nel suo campo. “La messe è molta ma gli operai sono pochi: pregate dunque il padrone della messe perché
mandi operai nella sua messe” (Mt 9,37-38). Eccoci allora
qui, insieme con te, a ringraziare Gesù perché ti ha donato
di servirlo nella sua Chiesa, prima a Mariglianella poi a
Camposano e ora qui, da tre anni, a Cinquevie; eccoci con
te a supplicare dal Padre il dono di vocazioni sacerdotali
per la nostra comunità e la Chiesa di Nola tutta. Ci stai insegnando ad amare Gesù Eucaristia e a metterci in ginocchio davanti a Lui.
Stai guidando la nostra comunità nell'ascolto della Parola
di Dio, nella maturazione di una maggiore corresponsabilità, nella ricerca di una fede più adulta, accompagnando i
cammini delle persone e delle famiglie, nelle gioie e nei dolori della vita.
Grazie di cuore per tutto il cammino condiviso fino a oggi.
Ad multos annos! Auguri don Umberto! Tu es sacerdos in
aeternum!
Dal 30 gennaio
al 3 febbraio
il mensile JESUS
sarà in edicola
con uno numero
dedicato
alla Diocesi di Nola