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Ufficio di Jesi
In giro per la Jesi romana
Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi
ANNO LIV- N. 19
Settimanale d’informazione
Euro 1
DIREZIONE E REDAZIONE: JESI - PIAZZA FEDERICO II, 8 - TEL. E FAX. 0731.208145
I piccoli “Madonnari”
DOMENICA 28 MAGGIO 2006
padre oscar serfilippi
è tornato alla casa del Padre
Il sindaco di Jesi:
I valori
della solidarietà
N
il vescovomons. rocconi
Un momento
di fede e di amore
O
ell’apprendere la notizia della scomparsa del
vescovo emerito, padre Oscar Serfilippi, desidero esprimere i sensi di profondo cordoglio
dell’intera città, ricordando le grandi qualità di
pastore e di uomo che hanno caratterizzato la
sua trentennale guida della Diocesi di Jesi.
È un triste giorno per la città di Jesi che perde un
amico ancor prima che un vescovo, una personalità attenta, sensibile, profonda, animata da quella
forte spiritualità che ha trasfuso infaticabilmente
a tutta la Chiesa jesina.
A padre Oscar credo che l’intera comunità di Jesi,
al di là di ogni credo religioso, debba esprimere i
sensi di gratitudine e riconoscenza.
Da credenti, leggiamo al termine della “via crucis” percorsa in questi ultimi mesi da Serfilippi
l’imprescrutabile disegno che ha voluto unire in
maniera indissolubile la sua missione pastorale e
la sua vita terrena, quasi a confermare che quella
scelta di Giovanni Paolo II - nel lontano 1978 - di
inviarlo a Jesi era davvero ispirata dall’Alto e mirava ad assegnare alla nostra terra una guida che
avrebbe dovuto avere proprio questa unica, autorevole e specifica missione.
Da laici esprimiamo tutta la nostra nostalgia per
la passione, l’impegno e la generosità con cui padre Oscar Serfilippi ha guidato la Diocesi, contribuendo non solo ad indicare ai sacerdoti la strada
in cui muoversi per rafforzare il cammino cristiano, ma dando vita a molteplici iniziative che
hanno contribuito, a questo territorio, di crescere
e rafforzare in sé i valori della pace, della solidarietà, della coesione sociale.
Una condotta autorevole e discreta, mai invadente, rispettosa di tutti, pronta ad offrire sempre
melia pronunciata dal Vescovo
Mons. Gerardo Rocconi durante
la S.Messa esequiale di Mons. Oscar
Serfilippi:
Quello che viviamo è un momento di
fede e di amore. La presenza di tanti ci
sta ad indicare l’affetto attorno a questo pastore, Padre Oscar.
Ringrazio per la presenza di tutti: Ringrazio anzitutto i confratelli Vescovi.
Un grazie va a tutte le autorità presenti: in particolare all’amministrazione comunale che in maniera fattiva,
quindi di grande sostegno per noi, ha
voluto essere presente in questa circostanza.
Sono grato a tutti coloro che sono
stati vicini a Padre Oscar nel suo ministero, ma soprattutto in questo periodo di malattia e sofferenza: sono
stati veramente in tanti Alcuni in particolare con un affetto profondo. Non
posso fare un elenco, ma un nome me
lo permettete. Un grazie grande alla
signora Elsa che per anni, con l’affetto di una sorella è stata vicina a Padre
Oscar.
E anche io devo essere grato a Padre
Oscar. Per come mi ha accolto, per
come ha desiderato il mio arrivo. Ho
avuto la possibilità di vedere nel Vescovo Oscar Gesù stesso che con pazienza mi aspettava e mi incoraggiva
in questi miei primi passi.
Non prendetemi per ingenuo se dico
che Padre Oscar prima di andarsene
ha voluto aspettare che tutto fosse a
posto, che il nuovo vescovo fosse arrivato in maniera definitiva. Non l’ho
notato solo io. Padre Oscar mi ha
sempre aspettato.
Mi ha atteso all’inizio, quando voleva
che ci fosse un nuovo vescovo per Jesi.
Sappiamo che ha fatto la sua parte, le
sue richieste, le sue mosse, diremmo.
E finalmente quando è stato comunicato che un vescovo c’era, Padre Oscar,
che impazientemente attendeva quel
momento, ha voluto essere presente,
con uno sforzo sovrumano, a quell’annuncio.
E quando finalmente, due giorni dopo
lo incontrai nella sua camera, appena mi vide, alzando le braccia uscì in
quell’espressione: Benedetto colui che
viene nel nome del Signore.
Si temeva che la sua vita terrena si
spegnesse prima della mia Ordinazione e del mio ingresso in diocesi.
C’erano seri motivi per pensarlo. E lo
stesso Padre Oscar in un momento di
particolare sofferenza ebbe a dirlo: “A
sabato non ci arrivo” . E invece mi ha
ancora aspettato.
segue a pag. 2
segue a pag. 10
SPECI ALE
PADRE OSC AR
ALLE PAGG. 7-10
Così ricordo Padre Oscar…
Il “patto”
Ricordo di Padre Oscar
L’uomo, il maestro, il pastore
di Giuseppe Luconi
L
e parole da dire, da scrivere per ricordare Padre Oscar sono tante, si
affollano nella mente: rivedo gli incontri in redazione, ricordo il contenuto
delle lettere, dei cartoncini che mi ha
mandato e di cui vado orgoglioso, perché sempre improntato alla considerazione, alla stima, alla gratitudine per
il mio impegno nel settimanale. E non
posso non ricordare il “patto”, in redazione, del dicembre 2004 al quale non
volli sottrarmi perché era Lui, Padre
Oscar, a chiedermelo: “Finché io sono
vescovo il direttore non si cambia”…. E
quando, diversi mesi dopo, tornai sull’argomento dimissioni, mi bloccò: “Noi
segue a pag. 10
di Vittorio Massaccesi
E’
vero che in certi momenti le parole e
gli scritti sembrano valere ben poco.
Eppure, nonostante il dolore, rimane
in ciascuno di noi il desiderio di dire
qualche cosa e di rievocare, quasi a far
ancora vivere accanto a noi la persona che
abbiamo conosciuto per tanti anni. Vale
soprattutto per le persone più care, ma
vale anche per qualsiasi personaggio che
abbiamo stimato, con il quale abbiamo
trascorso tanti momenti in comune, con
il quale – discussione dopo discussione
e proposte dopo proposte – abbiamo
realizzato progetti e sogni.
Questo è il caso del nostro Padre Oscar.
Con lui ho avuto l’onore di collaborare in
modo specifico per una ventina di anni
seguendo il settimanale diocesano “Voce
della Vallesina”. E lasciamo da parte comuni
impegni sporadici, seppure bellissimi,
che pure ci sono stati, come quello del
viaggio insieme in Zambia per conoscere
le Missioni del suo ordine religioso e allo
scopo di offrire un sostanzioso aiuto della
diocesi per la costruzione di una scuola
professionale.
L’uomo Oscar, mons. Alfredo Santoni
ce lo presenta così in occasione del suo
ingresso in Jesi, nel 1978: “V.E.Rev.ma è
stata riempita da Dio di tanti doni: parola
semplice, chiara, che va al cuore, volto
sempre sereno, sano ottimismo, buon
senso umano e marchigiano, sa compatire,
perdonare, essere paziente, accogliente
segue a pag. 10
Vita Ecclesiale
28 Maggio 2006
2
Un momento di fede e di amore Eutanasia
Conferenza del prof. Carotti
continua da pag. 1
E
ntrato in diocesi sono dovuto ripartite subito per l’assemblea dei Vescovi italiani. La mia attenzione era
sempre volta a Jesi. C’era quasi la certezza nel ritenere che
l’annuncio della partenza di Padre Oscar per la vita eterna
arrivasse da un momento all’altro. E invece ancora ha atteso il mio ritorno.
Venerdì sera, il 19, appena rientrato lo andai a trovare.
Gli dovevo portare due saluti importanti: il primo era
quello di un suo confratello Vescovo e come Lui frate
conventuale.
L’altro era il saluto del Papa. In un veloce scambio di
battute avevo detto al Santo Padre: “Sono il nuovo Vescovo di Jesi”. Il Papa mi rispose: “Sì, Jesi, una piccola
diocesi delle Marche dove c’è la gente buona”.
Poi gli dissi: “Santità, il Vescovo emerito sta morendo”. E
il Papa mi rispose: “Raccogliamoci nella preghiera e invochiamo la misericordia e la benedizione del Signore”.
Tentai di dire tutte queste cose a Padre Oscar. Non so se
comprese tutto. Era, infatti, un po’ assopito. Ma quando
lo invitai a pregare, dicemmo insieme l’Ave Maria. Gli
diedi quindi la benedizione, e lui tentò di fare il segno
della croce.
Poi allargò le braccia in un gesto di resa e di disponibilità.
Ormai aveva finito il suo compito, mi aveva consegnato
definitivamente la diocesi. Mi aveva aspettato fino alla
fine, sicuro che ormai non sarei più ripartito. Coincidenze, certo, ma notate da tanti altri.
Fra le altre cose mi è arrivato un messaggio di una giovane che diceva testualmente. “Il Signore non ha permesso che nemmeno per un istante ci mancasse anche la
sola presenza fisica del pastore. Quanto è grande il suo
amore per noi”. Prendiamole pure come parole molto
semplici e discutibilissime da un punto di vista teologico. Ma il cuore ha un suo modo di procedere, di sentire.
E
allora questo funerale è un rendere grazie per tutti i benefici che il Signore ci ha concesso attraverso la persona
di Padre Oscar.
Ringraziamo il Signore per i 31 anni che ha donato alla
Diocesi di Jesi questo vescovo. Per 31 anni infatti Padre
Oscar ha vissuto qui. Inizialmente, 1975-78, come ausiliare e Vicario generale del Vescovo di Ancona. Nel 1978
il Santo Padre Paolo VI lo ha nominato vescovo di Jesi.
Precedentemente, comunque, Padre Oscar aveva avuto
altri incarichi di responsabilità. Sacerdote dal 13 marzo
1954, Padre Oscar svolse prima il suo ministero a San
Benedetto. Nel 1970 venne ad Ancona come Vicario
provinciale e insegnante all’Istituto Teologico Marchigiano. Nel 1973 divenne Ministro provinciale dei Frati
Conventuale e dal 1975 è stato sempre qui a Jesi.
Lo avete conosciuto come animatore solerte e intelligente nelle varie attività pastorali; avete conosciuto la sua
sensibilità culturale con le conseguenti realizzazioni; lo
avete conosciuto come amante dello studio.
Ma sicuramente il motivo per cui lo avete apprezzato
maggiormente è stato un altro. Lo chiamavate Padre,
Padre Oscar, non solo perché così ci si rivolge ai Religiosi, ma l’avete sentito veramente Padre. Con il suo modo
di fare semplice, diretto, sereno, schietto, arrivava direttamente al cuore, infondendo coraggio e fiducia. L’ho
sentito dire da tanti, ma lo posso dire anche io. Sono
parecchi anni che conosco Padre Oscar e quanto sto dicendo l’ho sentito personalmente.
noi. Per questo il Signore ci chiede di ripartire arricchiti
da questa celebrazione, più adulti, più maturi, più consapevoli, perchè tutto questo è capace di fare l’amore di
Dio.
- Il Signore, anzitutto, ci ricorda che Padre Oscar è il
buon seme ormai riposto nel granaio di Dio. E’ nell’abbraccio di Dio, vive nel cuore di Dio. Ha imitato Gesù
nel vivere lo Spirito delle beatitudini, ora con Gesù vive
nella gioia di Dio.
- E’ il servo fedele che ormai si è sentito dire: Entra nella
gioia del tuo padrone. Lui ormai è al sicuro. Anche per
lui sono vere le parole di San Paolo: Ho combattuto la
buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta
solo la corona di giustizia
che il Signore, giusto c giudice, mi consegnerà in quel
giorno; e non solo a me, ma
anche a tutti coloro che attendono con amore la sua
manifestazione (2 Tim 4,68).
- E a noi che continuiamo il
nostro pellegrinaggio il Signore dice: Non sia turbato il vostro cuore, abbiate
fiducia in me. Continuate
a rimanere nel mio amore.
Se Padre Oscar è nella
gioia, non fermiamoci al
dolore per una partenza.
Tutt’altro: questo è il momento di riaffermare la
nostra fede nella vita che il
Signore vuole donare e di
essere testimoni di speranza. Come concretamente?
- Abbiamo sentito: Chi ci
separerà dall’amore di Cristo? Nulla ci può separare
dall’amore di Cristo. Nella fatica quotidiana il Signore ci
chiede di non perdere mai la pace del cuore perché l’esistenza è fondata, poggiata nel Signore, è immersa nel
suo amore. L’abbiamo appena letto nel testamento spirituale di Padre Oscar: “La vita è comunque bellissima,
perchè dono del Signore”.
- Impariamo inoltre a guardare lassù dove il Cristo risorto è accanto al Padre. Nella nostra battaglia quotidiana guardiamo in alto. Chi ha questa certezza che la
morte non è la fine, non è la parola definitiva ma è una
nascita, un entrare nella risurrezione vivrà con maggior
senso di responsabilità la vita, con un impegno maggiore, con una carità più grande.
- E da qui parte la nostra testimonianza. Sappiamo di
vivere in un mondo così distratto, superficiale, proteso
a consumare l’attimo presente, spaventato perché vuoto. Dobbiamo dire che questa nostra vita ha bisogno di
essere salvata e soprattutto che un salvezza c’è, che il
Risorto è la nostra speranza., che il Risorto offre la vita.
Solo per questo San Francesco poté dire: Ti lodo, Signore, anche per la nostra sorella morte, e vivo nella gioia
anche la fatica quotidiana perchè è grande quanto tu
stai preparando per noi.
Q
uesta gioia di vivere, fondata sulla certezza di essere
immersi nell’amore di Dio, non mancò nel cuore di
Padre Oscar.
Per questo mi piace ricordare le parole che ebbe a scrivere in occasione del suo 50° di sacerdozio: “Rallegratevi con me nel Signore, sempre. La vita è come un lungo
cammino e ogni giornata è un dono sempre nuovo da
cogliere con gioia e responsabilità e condividere con gli
altri.
Dico grazie al Signore per i 50 anni di sacerdozio. Mi è
accaduto come agli apostoli: Quel giorno passando lungo il mare di Galilea Gesù vide Simone e Andrea mentre
gettavano le reti in mare e disse loro: Seguitemi e vi farò
pescatori di uomini. Gesù chiama e propone e tu gli rispondi: Eccomi. E sono sacerdote.
Sacerdote per edificare la Chiesa ovunque: in ogni ambiente e situazione. Annunciare la parola di Dio, accogliere tutti, uno ad uno, riconoscere i doni di Dio, essere
lievito, sale, luce nell’umanità. Benedetto sia Dio. Sempre vicino agli uomini, spesso agitati, sofferenti nella
solitudine, anelanti a nuove conquiste eppure coinvolti
nella paura e nell’angoscia, il sacerdote benedice, toccando gli aspetti festivi e feriali della vita umana. E’
meraviglioso, scriveva ancora P. Oscar, aiutare ed educare i fratelli a riscoprire la gioia di vivere, a imparare
la preghiera di lode e di ringraziamento, a respirare la
speranza che fluisce dal cuore stesso di Gesù Cristo. E
così concludeva Padre Oscar: Sempre grazie Signore e
a la nostra riflessione deve andare oltre. Non possiamo ogni gioia e benedizione per tutto il popolo di Dio di Jesi
fermarci a sottolineare semplicemente una grave per- e della vallesina.
dita. Dobbiamo ascoltare e comprendere quanto in questa E anche io voglio concludere con una preghiera, una incircostanza ci dice il Signore. Abbiamo letto nella seconda vocazione:
lettura: Chi ci separerà dall’amore di Cristo?
Concedi o Signore, che l’offerta che Padre Oscar ha fatSì, anche in questa circostanza noi possiamo vedere e to di se stesso ci doni nuove vocazioni: abbiamo bisocontemplare l’amore di Gesù. Gesù ci sta parlando e ci gno di sacerdotì così.
chiede di testimoniare la speranza che deve essere in Amen.
M
utanasia: il pensiero
religioso e quello laico”: è il tema della conferenza tenuta al Meic dal
prof. Alvaro Carotti il 9
maggio, a Palazzo Ripanti,
alla presenza di un folto
pubblico di amici, medici
e concittadini.
L’uomo, nella prospettiva di una fine ineluttabile
della sua vita, preceduta
spesso da atroci sofferenze,
si trova impotente e cerca
una via per rendere il trapasso il più possibile dolce
e tranquillo. L’eutanasia
sembra rispondere a questo desiderio: procurare
deliberatamente la morte
quando il dolore è insostenibile. Eppure il famoso
giuramento di Ippocrate,
a tutt’oggi valido per l’etica professionale, obbliga
il medico a non somministrare farmaci mortali al
paziente.
Posizioni contrastanti a
riguardo sono dovute ad
una diversa concezione
della vita.
I laici sostengono, in
nome della libertà, che
l’uomo ha il diritto di disporre della propria vita
come vuole. L’Ebraismo
e l’Islamismo condannano l’eutanasia. I cattolici
credono nella “sacralità”
della vita, dono di Dio; e
alla Chiesa cattolica, si
uniscono nella difesa della
vita, le Chiese protestanti,
in particolare le valdesi e
le metodiste.
L’obiettivo di eliminare il
dolore trova una risposta
forma di”accanimento terapeutico”.
Con particolare apprezzamento il prof. Carotti ha
ricordato l’opera di alcune associazioni di volontariato, come l’Avulss e,
soprattutto, la Vidas e lo
Iom che accompagnano il
paziente in fase terminale con interventi mirati e
adeguato sostegno morale
e psicologico; prestazioni
professionali ed umane
insostituibili in una fase di
estrema fragilità dell’uomo, prostrato dal dolore
fisico e dalla sofferenza
che si accompagna alla
sensazione della morte
che si avvicina.
Sull’eutanasia la posizione attuale delle nazioni
dell’Occidente è diversificata. In Italia è illegale
l’eutanasia “attiva” che
consiste nel provocare
volutamente la cessazione
dei processi vitali e quindi la morte; è tollerata
l’”eutanasia passiva” come
conseguenza della rinuncia alle cure inutili qualora
ricorrano motivazioni che
giustifichino la decisione
assunta responsabilmente
dal medico.
Il prof. Carotti ha poi fatto riferimento al recente
Congresso del Movimento Europeo per la Difesa
della vita e della Dignità Umana (Salisburgo
2005), in cui si è discusso
fra l’altro su “Antropologia ed Etica dell’accompagnamento del malato
terminale”, concludendo
la sua relazione con un
auspicio, frutto di scienza
nella “Medicina Palliativa” che si prende cura dei
malati in stato di grave
sofferenza. Si discute oggi
della
possibilità–diritto
di “dichiarazioni anticipate di trattamento” (DAT),
sottoscritte dall’individuo,
in buona salute, per mettersi al riparo da eventuali
inutili cure, cioé da ogni
e coscienza: “Sarebbe auspicabile, in tema di eutanasia, poter conciliare
il pensiero religioso con
quello laico, correggendo
quanto oggi, sui due versanti, drammaticamente
e diversamente si avverte
a proposito del problema
del dolore e della sofferenza del malato terminale”.
di Assunta Tittarelli
“E
Nel 7° di Padre Oscar
Martedì 30 maggio alle ore
18,30 in Cattedrale, sarà
celebrata la Santa Messa in memoria di Padre
Oscar.
Presiederà il Vescovo, Mons.
Gerardo Rocconi
Vita ecclesiale
28 Maggio 2006
Decreti di Mons. Gerardo Rocconi
Vangelo
S. E. Mons. Gerardo Rocconi, con
decreto del 14 maggio, ha confermato:
1) All’ Ufficio di Vicario Generale
il rev. Mons. Giuseppe Quagliani
2) All’Ufficio per la Carità il rev.
don Nello Barboni; per l’Amministrazione: il rev. Mons. Luigi
Masé; per la Liturgia il rev. don
Mario Massaccio; per la Catechesi il rev. don Mariano Piccotti
3) All’Ufficio di Cancelleria Vescovile e Ufficio
Matrimoni, il
rev. Mons. Anselmo Rossetti e il rev. don
Cristiano Marasca.
Come
Responsabile
d e l l ’A r c h i v i o
Diocesano
e
d e l l ’A r c h i v i o
Corrente il rev.
don Cristiano
Marasca.
4) Presso il Tribunale Diocesano, all’Ufficio
di Vicario Giudiziale il rev.
Mons.
Rober-
to Vigo e il rev. Mons. Anselmo
Rossetti. Ad adempiere la funzione di Notaio il rev. don Cristiano
Marasca.
5) Ai seguenti Uffici con i sottoindicati direttori:
Ufficio Caritas diocesano: direttore rev. don Nello Barboni.
Ufficio Catechistico Diocesano:
direttore rev. don Mariano Piccotti
Ufficio Insegnamento della Religione Cattolica, Educazione,
Scuola e Università : direttore rev.
don Cristiano Marasca
Ufficio Liturgico Diocesano: direttore rev. don
Mario Massaccio.
Ufficio Missionario: direttore rev.
don Francesco Sabbatini
Ufficio per
la Pastorale
della Famiglia: direttore don Aldo
Anderlucci
Ufficio per
la Pastorale
della Salute:
direttore don Aldo Anderlucci
Ufficio per la Pastorale Giovanile
e Vocazionale: direttore rev. don
Cristiano Marasca.
Ufficio per gli Affari Economici:
direttore rev. Mons. Luigi Masé
6) Per l’esecuzione materiale dei
diversi atti di amministrazione,
come coadiuvante per l’economia,
il diacono permanente Augusto
Abbatelli.
CURIA VESCOVILE – JESI
Comunicato
S. E. Mons. Gerardo Rocconi, Vescovo di Jesi, in data 14 maggio
2006, con distinti decreti :
A) Ha nominato Mons. Giuseppe
Quagliani Vicario Generale della
Diocesi.
B) Ha confermato nei rispettivi
ambiti i Vicari Episcopali, usque
ad expirationem del precedente
mandato;
C) Ha altresì confermato nei rispettivi incarichi, donec aliter
provideatur: i membri del Tribunale Ecclesiastico Diocesano; gli
addetti alla Cancelleria Vescovile
e Responsabili dell’Archivio Diocesano; i Direttori responsabili
degli Uffici Pastorali e Amministrativi Diocesani
28 maggio 2006
Nomine vescovili
DECRETO VESCOVILE
3
Ascensione del Signore
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù apparve agli Undici e disse
loro: “Andate in tutto il mondo e predicate il
vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà
battezzato sarà salvo, ma chi non crederà
sarà condannato. E questi saranno i segni che
accompagneranno quelli che credono: nel
mio nome scacceranno i demoni, parleranno
lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti
e, se berranno qualche veleno, non recherà loro
danno; imporranno le mani ai malati e questi
guariranno”.
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu
assunto in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto,
mentre il Signore operava insieme con loro
e confermava la parola con i prodigi che
l’accompagnavano.
A Loreto, in preparazione al convegno di Verona
Chiamati a dare testimonianza
monianza specifica che
nasce dall’incontro con
ndate e portate a tutti la vostra il Signore Risorto, esertestimonianza. Ci prepariamo cizio della fede che si
al convegno ecclesiale di Verona compie in comunione
per approfondire questa consape- con gli altri confidando
volezza: tutti siamo chiamati ad nella compagnia del Siandare e testimoniare. Il Conve- gnore che ci accompagno è l’occasione per approfondire gna con il suo Spirito”:
i contenuti ed i metodi di questa così Mons. Giuseppe
testimonianza cristiana, una testi- Orlandoni, vescovo di
Senigallia e
delegato regionale per il
Convegno di Verona si è
rivolto ai presenti all’incontro di sabato 13 maggio a Loreto.
E’ seguita poi la conversazione di Luigi Alici,
presidente nazionale dell’Azione Cattolica, che
ha tracciato una panoramica della Chiesa Italia-
di Adriana Borgognoni
Fotoservizio Beatrice Testadiferro
U
“A
na a quaranta anni dal Concilio ed
ha offerto alcuni spunti di riflessione sul tema della speranza. Sono
seguiti poi i lavori di gruppo in
cui i presenti, delegati delle diocesi marchigiane, si sono confrontati
sulle cinque tematiche del Convegno ed hanno cercato di proporre
anche modalità per comunicare e
trasmettere speranza.
*
La Chiesa Copta in Egitto
Asterisco
di Giacomo Galeazzi
C
ristiani in terra d’Islam. La
Costituzione egiziana del
1923
sancisce
l’uguaglianza di
tutte le fedi religiose davanti
alla legge. Tuttavia la Chiesa
Copta in Egitto, una delle più
antiche in Medio
Oriente, soffre di
gravi pressioni
dovute
soprattutto all’imporsi
della
maggioranza
musulmana e di forze
fondamentaliste.
Nel più popoloso
fra i Paesi arabi
non c’è bisogno
di permessi per edificare una moschea, ma non è così nel caso si
voglia costruire una chiesa.
È necessaria infatti l’autorizzazione
del
Capo dello
Stato. Il decreto presidenziale del
dicembre
2005
rappresenta un
interessante
passo avanti, in quanto
contribuisce
a snellire la
b ur o c ra z i a
e agevola le
pratiche. La
nuova normativa stabilisce che
il potere di
Operava insieme con loro
autorizzare la costruzione di una
chiesa resta nelle mani del presidente. Per i lavori di ampliamento, demolizione e per la successiva
ricostruzione nello stesso luogo
non è più necessario il permesso
del raìs. A occuparsene in questo
caso sono i governatori delle province. In particolare, per i lavori
di restauro era in passato necessaria un’autorizzazione del governatore, mentre ora la parrocchia
può procedere da sola, ma deve
avvisare le autorità.
Di recente, il governo del Cairo ha
dato un altro importante segnale
d’apertura: ha donato un terreno
per costruire una chiesa a Sharm
el-Sheikh in modo da permettere
ai turisti stranieri di partecipare alla messa domenicale. Nonostante le recenti aperture, la
Chiesa Copta in Egitto continua a
vivere una fase di tensione.
n mandato: andate……predicate il vangelo. Con una prospettiva universale: in
tutto il mondo……ad ogni creatura. Sono le
ultime parole di Gesù prima di salire al cielo, dunque un testamento da onorare. Sono
rivolte agli apostoli, ma come non sentirci
interpellati tutti noi, visto che tanti uomini
devono ancora essere raggiunti dalla “buona
notizia”? Chi riceverà l’annuncio sarà libero
di accettare o rifiutare, di lanciarsi nell’avventura dell’amicizia con Dio o di chiudere
il cuore. Non sarà questione secondaria, perché si tratta di salvezza o di condanna, di vita
o di morte. E la fede sarà l’elemento discriminante.
Gesù sta per tornare al Padre e sedersi nella
gloria, eppure non può dimenticare gli uomini. La sua attenzione, la sua premura, è ancora per loro. Per quelli che hanno bisogno
di trovare misericordia, per quelli che hanno
bisogno di ricevere speranza… per tutti quelli, insomma, che hanno disperatamente bisogno di essere raggiunti dal suo amore. Lui se
ne sta andando, ma spiritualmente resta sulla
terra. Con i suoi, ai quali dona il suo stesso
potere, per portare avanti la sua opera: gli
apostoli “partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con
loro e confermava la parola con i prodigi che
l’accompagnavano”.
Nessun timore, dunque, per chi raccoglie l’invito ad “andare” e “predicare”. Non siamo soli.
Quello che conta è credere (pisteuein: fidarsi
di Dio, affidarsi a lui, confidare sulla sua grazia), perché a coloro che credono Gesù concede di avere autorità sulle forze del male e
di fare miracoli: “nel mio nome scacceranno
i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno”.
La promessa, oggi, è per noi. Ma qual è la misura della nostra fede?
Un Padre Carmelitano
ai tempi di Napoleone
Nell’ambito delle iniziative per i festeggiamenti
in onore della Madonna delle Grazie, sabato 27
maggio, alle ore 18,30, nella chiesa di San Nicolò
la dott.ssa Rosalia Bigliardi e l’architetto Stefano
Santini presenteranno il libro “Un Padre Carmelitano ai tempi di Napoleone”, trascrizione
della dissertazione storica di Angelo Ganzetti
sull’immagine di Santa Maria delle Grazie. Seguirà l’apertura della mostra “Iconografia della
Madonna in Vallesina”.
4
28 Maggio 2006
Per inserzioni e pubblicità su Voce della Vallesina
rivolgersi all’amministrazione del settimanale
Jesi - piazza Federico II, 6
(giorni feriali dalle ore 9 alle 12)
telefono e fax 0731208145
email [email protected]
Dall’Italia e dal mondo
Dopo la vittoria del centrosinistra
La compagine del Governo Prodi
Q
uesta la
composizione
del Governo di
centrosinistra
uscito dalle ultime
elezioni politiche,
guidato da Romano
Prodi e subentrato
al governo di
centrodestra di
Silvio Berlusconi.
Bersani (Democratici di Sinistra)
Infrastrutture: Antonio Di
Pietro (Italia dei valori)
Politiche Agricole e Forestali:
Paola De Castro (L’Ulivo)
Istruzione: Beppe Fioroni (La
Margherita)
Salute: Livia Turco (Democratici
di Sinistra)
Beni Culturali e Turismo:
Francesco Rutelli (La Margherita)
Comunicazioni: Paolo
Gentiloni (La Margherita)
Università e Ricerca: Fabio Mussi
(Democratici di Sinistra)
Lavoro: Cesare Damiano
(Democratici di Sinistra)
Solidarietà Sociale: Paolo Ferrero
(Rifondazione Comunista)
Ambiente e tutela del territorio:
Alfonso Pecoraro Scanio (Verdi)
Trasporti: Alessandro Bianchi
(Comunisti Italiani)
Politiche UE e Commercio estero:
Emma Bonino (Rosa nel pugno)
Presidente del Consiglio: Romano
Prodi
Vice premier: Massino D’Alema e
Francesco Rutelli
Sottosegretario alla Presidenza:
Enrico Letta
Ministeri con portafoglio
Interno: Giuliano Amato (L’Ulivo)
Esteri: Massino D’Alema
(Democratici di Sinistra)
Giustizia: Cliente Mastella (Udeur)
Difesa: Arturo Parisi (La
Margherita)
Economia e Finanze: Tommaso
Padda Schioppa (tecnico)
Sviluppo Economico: Pierluigi
(Democratici di Sinistra)
Famiglia: Rosi Bindi (La Margherita)
Funzione pubblica e innovazione:
Luigi Nicolais (Democratici di
Sinistra)
Sport e politiche giovanili:
Giovanna Meandri (Democratici di
Sinistra)
Attuazione del programma: Giulio
Santagata (L’Ulivo)
Pari opportunità: Barbara
Pollastrini (Democratici di Sinistra)
Affari regionali: Linda Lanzillotta
(La Margherita)
Completano i quadri del nuovo
governo Prodi nove viceministri e
sessantatrè sottosegretari
Ministri senza portafoglio
Riforme e rapporti con il
Parlamento: Vannino Chiti
Tra famiglie
Appoggio familiare per minori in difficoltà
di Maria Cristina Coloso
L’insieme delle leggi a tutela dell’infanzia e dell’adolescenza impegnano
gli enti locali e mirano a un sistema
integrato e organizzato di intervanti a
favore dei diritti dell’infanzia in collaborazione con le istituzioni e le agenzie educative. Il Comitato dei sindaci
dell’Ambito Territoriale Sociale IX ha
approvato il regolamento per il “Servizio di affido ed appoggio familiare”.
Nel documento si esprime la necessità
di offrire risposte adeguate alle diverse
esigenze di disagio familiare e sociale
che molti minori si trovano più spesso
a vivere offrendo soluzioni diversificate tra cui l’affido e l’appoggio.
Inoltre il Comitato ha aderito all’idea
di diffondere un opuscolo informativo,
nella convinzione che l’appoggio familiare rappresenta un percorso molto
efficace, ma poco conosciuto, come
intervento di aiuto e sostegno a famiglie che temporaneamente vivono
situazioni di difficoltà.
L’idea
chiave
che ha ispirato il percorso
informativo è
sicuramente la
famiglia
vista
non solo come
espressione
di bisogni ma
come
risorsa
del
territorio
che si esprime attraverso
l’accoglienza e
l’ospitalità verso altre famiglie al fine
di salvaguardare il minore.
L’appello del Comitato è rivolto a tutte le istituzioni, le organizzazioni e le
associazioni del territorio affinché la
campagna di informazione abbia la
più ampia diffusione e si augura che
le famiglie della zona rispondano con
generosità, trovando nei servizi Socia-
li dei Comuni e dellAsur Zona Territoriale 5
di Jesi un valido punto
di riferimento. Ricordiamo che la durata
dell’appoggio è definita
dal singolo progetto.
Possono essere affidatari coppie con o
senza figli, sposate o
conviventi,
persone
singole che preferibilmente abbiano seguito
il corso di formazione.
Come requisiti sono
sufficienti: 1) uno spazio nella vita ed in casa per accogliere
una persona diversa da sé; 2) la disponibilità affettiva e la volontà di accompagnare per alcuni momenti della
giornata un bambino o un adolescente
senza la pretesa di cambiarlo, ma aiutandolo a sviluppare i suoi lati positivi;
3) la consapevolezza e l’importanza
della famiglia d’origine.
Per aiutare gli anziani a combattere il caldo
In arrivo il progetto “Helios”
L
a giunta regionale ha approvato il progetto “Helios” 2006,
un sistema di prevenzione per
contrastare l’incremento della
mortalità degli anziani, a causa
degli effetti delle ondate di calore
durante l’estate. L’iniziativa, alla
sua terza edizione, sarà rivolta
agli anziani “over 75 e 85”, a coppie di anziani di cui uno gravemente malato e a soggetti privi
di sostegno familiare e solidale.
Partirà il 1° luglio e durerà fino
al 31 agosto, interessando più di
77.500 marchigiani ultrasettantacinquenni e residenti nei comuni
di Ancona, Ascoli Piceno, Civitanova Marche, Fabriano, Fabriano,
Falconara Marittima, Fano, Fermo, Jesi, Macerata, Osimo, Pesaro, Porto Sant’Elpidio, Recanati,
San Benedetto del Tronto, Senigallia e Tolentino.
Per fronteggiare le elevate temperature che potranno creare
disagi nella popolazione anziana,
verrà istituito un call-center con
l’attivazione di un numero verde
regionale in funzione sette giorni su sette. All’altro capo del telefono ci saranno degli operatori
in grado di fornire informazioni
sull’accesso ai servizi sanitari,
sulle fasce orarie di continuita`
assistenziale e sulla corretta igiene dietetica. Inoltre, verificheranno lo stato generale, la regolarita`
dell’alimentazione e dell’assunzione di liquidi, il senso di percezione del calore dell’assistito
e allerteranno i preposti all’assistenza sanitaria in caso vengano
segnalate condizioni di rischio.
Tra gli interventi di “Helios”: la
visita e il contatto periodico, il
telesoccorso, la telespesa, la consegna dei pasti a domicilio e altre incombenze quotidiane come
l’essere accompagnati per il ritiro
della pensione, per effettuare pagamenti vari o per eseguire terapie e visite mediche. Importante
sarà anche il ruolo della Protezione Civile della Regione Marche che diffonderà informazioni
biometeorologiche e bioclimatiche.
Per la realizzazione del progetto
la Regione ha stanziato trentamila euro necessari per l’attivazione
degli operatori del call-center e
per la pubblicazione degli opuscoli con i consigli per proteggersi dall’afa, distribuiti attraverso le
farmacie e centri di aggregazione
per gli anziani.
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A ¬ntra' /unt i
Chiese e liturgie
L
di Riccardo Ceccarelli
a prima “puntata”, uscita venerdì
9 dicembre 2005 su Il Foglio, è
stata anticipata da un’intervista
televisiva al suo direttore Giuliano
Ferrara, “ateo-devoto”, come lo hanno
definito e come lui non disdegna, forse
con qualche autoironia, chiamarsi.
Mi riferisco alle “Funzioni domenicali
e visite feriali nelle chiese d’Italia”
recensite periodicamente sullo stesso
quotidiano, con il titolo “Ite Missa est”
da Langone, “critico liturgico”. Dopo
la pagina accennata del 9 dicembre
dello scorso anno, altre due ne sono
uscite, il 25 febbraio e il 29 aprile.
Ecco di cosa si tratta. Ci sono critici
cinematografici, letterari, teatrali,
musicali, critici d’arte, ecc., che tengono rubriche fisse su quotidiani o
periodici, ebbene Camillo Langone,
giornalista e cattolico, si è ritagliato
un angolo nel suo lavoro, autonominandosi “critico liturgico”. Per il suo
mestiere gira l’Italia; alla domenica
partecipa alla Messa o visita chiese e
ne scrive, fa insomma una “recensione” della liturgia e della chiesa.
Senz’altro è una cosa nuova, affatto
presuntuosa o blasfema, né irrispettosa. Le sue intenzioni le ha spiegate
nella prima puntata di dicembre. Da
credente, scrive: “Il sacrificio di Cristo
e le sue parole così necessarie alla nostra vita sono tramandate nella Santa Messa, con venti secoli di splendida, commovente fedeltà a quello che
lui disse nell’ultima cena «Fate questo
in memoria di me». […] Sono arciconvinto che la messa domenicale sia
rimedio a una vasta gamma di mali
personali e civili. […] Siamo noi ad
avere bisogno di Cristo, non è Cristo
ad aver bisogno di noi. Siamo liberi
di non andare a messa, possiamo accontentarci di vivere dentro una fossa
senza luce.
Non è che si partecipa alla funzione
domenicale per compiacere le alte
sfere, è tutta la comunità a ricavarne
coesione e dolcezza: “Dove c’è Gesù
gli uomini diventano migliori” (Papa
Benedetto XVI). Ma non tutte le messe sono uguali. Sia chiaro: nell’ostia
il corpo di Cristo c’è sempre, anche
quando a officiare è un prete in jeans
in mezzo a un capannone. […] Voglio
dire che non tutte le messe stimolano
la partecipazione e l’entusiasmo nello
stesso modo, che una messa perfettamente valida spesso è una messa
perfettamente noiosa che scoraggia e
allontana i fedeli.
Forte di alcune letture sull’argomento, prima fra tutte Introduzione allo
spirito della liturgia di un Joseph
Ratzinger ancora cardinale, oltre che
dello zelo descritto nel Salmo 18 (“Lo
zelo per la tua casa mi divora”), con
un certo sprezzo del pericolo mi sono
autonominato critico liturgico. Ho
partecipato a messe in mezza Italia e
ho scoperto che non ce n’è una uguale
all’altra, differendo per durata, ambiente, parole, musiche, gesti, fervore.
Le ho analizzate infine le ho valutate”.
E conclude esprimendo la sua intenzione: “Stimolare la celebrazione di
messe più suggestive, capaci di attrarre anche i tiepidi e i dubbiosi”.
Finora, su quelle tre pagine indicate,
le recensioni di Langone le ho lette
tutte. Non faccio alcun riferimento
specifico. Dico solo che è opportuno
leggerle non per “fare le pulci” ad alcuno, ma unicamente per rendere le
celebrazioni liturgiche, con l’apporto
di tutti, più rispondenti alla dignità e
al “mistero” che si sta celebrando, e le
nostre chiese più ricche e trasparenti
di quel decoro che le rende luogo di
preghiera, oasi di silenzio e “casa di
Dio”.
Linguaggi chiari e suadenti anche per
chi non crede e si trova a visitarle.
Cultura, spettacoli e dintorni
28 Maggio 2006
Terra di gente “forte e gentile”
Viaggio in Abruzzo
di Alvise Cherubini
U
n recente viaggio in Abruzzo effettuato da un gruppo di amici di Jesi, Chiaravalle, Falconara e Ancona, ha permesso
ai partecipanti di riscontrare interessanti
diversità tra quella regione e la nostra sia
sul piano storico-artistico, sia sul piano
geografico.
Per quanto riguarda quest’ultimo va osservato che mentre la nostra regione marchigiana è costituita da una diecina circa di
vallate parallele, solcate da fiumi, le quali
dal!‘Appennino giungono al mare - per cui
le Marche sono state definite “una regione
a pettine”- l’Abruzzo si caratterizza per la
grandezza e la elevatezza delle sue numerose montagne, tra, le quali quelle, quasi sempre innevate nelle grandi vette, del
Gran Sasso, della Maiella, della Laga, per
cui il noto scrittore abruzzese Ignazio Silone ha potuto dire: ”II destino degli
uomini nella regione che
da circa otto secoli viene
chiamata Abruzzo è stato deciso principalmente
dalle montagne” (1).
Per quanto concerne
l’aspetto storico va ricordato l’importante evento che mentre la nostra
regione marchigiana ha
fatto parte per vari secoli
dello Stato della Chiesa,
l’Abruzzo ha fatto parte
– per analogo tempo – del
Regno di Napoli: due situazioni alquanto diverse
le quali hanno influito sen-
sibilmente nell’ambito della cultura, dell‘arte, del costume, dello stesso linguaggio.
Obbiettivi privilegiati del nostro viaggio
sono state le antiche abbazie le quali, giunte a noi non sempre in condizioni integrali
(quando pur vi sono giunte), sono state nel
lungo e difficile periodo medievale centri di
vita non solo religiosa ma anche civile, culturale, sociale ed artistica: per brevità ne
ricordiamo soltanto due, l’abbazia di Santa
Maria Assunta di Bominaco e l’abbazia di
Santa Maria di Ronzano.
La prima, sorta in cima ad una altura solitaria a oltre mille metri di altitudine, edificata
con pregevole pietra squadrata tra :XI e XII
secolo, si articola in tre magnifiche navate
absidale divise da colonne di età romana
(tratte dalle rovine di una antica località vicina), vanta un ambone (pulpito) marmoreo decorato da bassorilievi, una cattedra
abbaziale, anche questa
marmorea, del 1184, e
un bel candelabro per
il cero pasquale: 1’adiacente oratorio di San
Pellegrino è ornato da
splendidi affreschi del
secolo successivo.
L’altra abbazia, quella
di Santa Maria di Ronzano, eretta nel 1181 e
rivolta verso la catena
del Gran Sasso, è al suo
interno “ornata da un
contemporaneo e interessantissimo ciclo di
affreschi, unici perché
ispirati all’arte paleocristiana e scevri quindi
dall’influenza bizantina
che permea molte delle opere romaniche
abbruzzesi” (2 ).
Un accenno va poi fatto alla famosa chiesa aquilana di Santa Maria di Collemaggio,
iniziata nel 1287, caratterizzata da una facciata policroma e a sommità orizzontale
(non quindi a due. spioventi, come abitualmente avveniva quasi ovunque), modello
originale che sarà poi ripreso dalla basilica aquilana di San Bernardino, eretta nel
1525.
E da ultimo l’accenno ad alcuni versi del
noto scrittore abruzzese Gabriele D’Annunzio (l863~1938), i quali richiamano con
una certa intensità la vita non facile che ai
suoi tempi si conduceva nella sua terra:
“Settembre andiamo, è tempo di migrare,
ora. in terra d’Abruzzo i miei pastori
lascian gli stazi e vanno verso il mare”
E’ per tutto quanto si è detto sopra che
l’Abruzzo lascia una certa nostalgia in chi
può e sa visitarlo.
1) Ignazio Silone, pseudonimo di Secondo Tranquilli, nato a Pescina dei Marsi
(L’Aquila) nel 1900 e deceduto a Ginevra
nel 1978, è stato un eminente scrittore; tra.
le sue opere famosa è quella intitolata “Avventura di un povero cristiano”, riguardante la eletta figura di papa Celestino V (papa
da Dante ingiustamente, e solo per motivi
politici, poco apprezzato).
2) Abruzzo, guida TCI, 2004, p.98.
3) Benedetto Croce, “Perché non possiamo non dirci ‘cristiani’”,G. Laterza, 1944,
pp.I - 24.
Nella foto: La chiesa abbaziale di Santa Maria Assunta di Bominaco (sec. XIXII)
Gli augustali di Federico II
Il vero volto dell’Imperatore
Fotoservizio Augusta Franco Cardinali
Argomento inconsueto quello trattato il
12 maggio, per la Fondazione Federico
II Hohenstaufen, dal dott. Franco Punzi:
“Gli augustali di Federico II: una moderna moneta per un imperatore moderno”.
Un tema solo apparentemente riservato
ad intenditori. Illustrato da molte diapositive, rapportato alla storia, alla vita
dell’Imperatore, a sue diverse raffigurazioni, dal relatore è stato reso avvincente anche a chi non aveva familiarità con
la numismatica.
La decisione di coniare una nuova moneta che sostituisse il preesistente tarì
non fu improvvisa. Probabilmente già
nel 1215 ad Aquisgrana Federico II, incoronato ‘Rex Romanorum’, ebbe occasione di ammirare nella Cappella Palatina quel famoso “cammeo di Augusto”
che sarebbe servito da modello per l’
immagine da riprodurre sulla futura
moneta.
Oltre all’arte romana tuttavia anche
quella bizantina offrì suggerimenti e
raffigurazioni di altri grandi personag- zioso cammeo. Rendeva testimonianza
gi furono d’esempio, quali Costantino, dell’autorità dell’imperatore di cui, per
Giustiniano, Carlo Magno. Con la rati- sua stessa richiesta, doveva “suscitafica delle Costituzioni di Melfi, nel 1230, re la memoria” e riprodurre la maestà.
Federico II si persuase che al “principe In quantità minore fu coniato anche il
della legalità” occorreva una moneta mezzo augustale.
nuova e di valore. Poteva allora disporre Tre furono le tipologie della nuova moper il conio di una grande quantità d’oro neta. L’ultima più fedelmente sembra
proveniente dagli emirati di Tunisi. Era riprodurre i lineamenti di Federico II
una garanzia di prestigio. Nel 1231 due secondo le descrizioni, di Salimbene
zecche, a Brindisi e a Messina, presero de Adam, Riccardo di San Germano e
a battere moneta. Già l’anno successivo Ibn Wasil, rapportabili ai ritratti ufficiagli augustali avevano larga diffusione.
li, quali il busto di Barletta, la copia in
Riccardo di San Germano li descrive. gesso della statua di Capua, i disegni del
Sul diritto era raffigurato il viso del- ‘De arte venandi’.
l’Imperatore “a modo dei Cesari antichi”, Circolarono purtroppo anche dei “falsi
cioè di profilo e coronato d’alloro. Sul d’epoca”, puniti con pene severissime, e
rovescio, che intorno riportava inci- dei “falsi moderni”, facilmente scoperti
so il nome di Federico II, era un’aquila, perché realizzati con oro a 24 carati e
immagine riprodotta anche su mone- non a 20 come gli augustali.
te di Augusto e su antichi cammei, va- Una curiosità. Durante l’assedio di
riamente ripresa dall’arte longobarda, Faenza furono messe in circolazione
da insegne e ricorrente nel ‘De arte anche delle monete in cuoio, di cui ovvenandi cum avibus’. La nuova, splen- viamente oggi non restano esemplari.
dida moneta aveva il valore di quattro Più o meno corrispondevano ai nostri
tarì e mezzo, pari a quello di un pre- Bot. Tempi duri anche quelli.
Nel pomeriggio di sabato 27
A Porta Valle i piccoli “Madonnari”
I
n occasione detta “Festa
dell’ambiente 2006”, che si
terrà in tutte le
piazze di Italia,
il Comune di
Jesi e il Centro
Turistico Giovanile
organizzano
la “Festa Gio
Madonnari”, rivolta ai
ragazzi della
scuole
elementare e media. L’iniziativa si propone
di “sviluppare
la dimensione dell’espressività e sensibilizzare i ra-
gazzi sulle
tematiche
ambientali
con
un attegg i a m e nto
soprattutto prop o s i t i v o ”.
La
festa
si svolgerà sabato
27 maggio
nella
pista di pattinaggio
poco lontano dalla stazione
delle autocorriere di Por-
ta Valle. I ragazzi, in piccoli
gruppi, dovranno realizzare
una pittura con gessi colorati
sul tema: “Le energie rinnovabili nella Jesi futura”. Il Centro
Turistico Giovanile fornirà ad
ogni alunno l’occorrente per
effettuare il disegno: gessetti colorati e spugne. I piccoli
madonnari avranno tre ore di
tempo per portare a termine
l’opera, precisamente dalle
14,30 alle 17,30.
Nelle foto, di Anna V. Vincenzoni, la “Festa Gio Madonnari” nelle edizioni al
corso Matteotti del 2000 e
del 2002.
6
Jesi
28 Maggio 2006
Da Cupramontana
Passeggiata–escursione
alla Grotta di Frasassi
di Cristiana Simoncini
D
opo aver a lungo meditato sulla cosa, domenica 14 maggio, alle ore 8, dal loggiato comunale di Cupra, si è concretizzato un gruppo di undici temerari diretti al santuario di
Frasassi (percorso di 22 chilometri). L’idea è nata quando, la
sottoscritta insieme a Mauro Perticaroli, esperto naturalista,
abbiamo deciso di riportare in auge un antico pellegrinaggio
che si compiva, fino a cinquant’anni fa, tutti gli anni nel mese
di giugno. Detto e fatto, siamo partiti e abbiamo fatto tappa
programmata a Poggio Cupro, all’Abbazia di Sant’Elena e all’entrata della Gola
della Rossa.
Nell’attraversare
la Gola, Mauro
ci ha spiegato la
formazione geologica delle rocce
e ci ha fatto vedere le piante rare lì
custodite, molto
importanti perché
testano la salute dell’ambiente.
Giunti a Pontechiaradovo, dove
c’è un’area attrezzata, ci siamo fermati a consumare il pranzo al sacco.
Sfiniti dalla camminata, dopo circa dodici chilometri percorsi, il tempo ha tentato di bloccarci, ma la tenacia e la voglia di
arrivare alla meta, soprattutto rifocillati, ci ha indotto a continuare e, muniti di ombrelli, abbiamo proseguito per la Gola di
Frasassi. La nostra testardaggine ha pagato, perché arrivati in
cima al Santuario ci ha accolto un sole meraviglioso. La stupenda giornata trascorsa insieme si è conclusa a Genga, dove,
finalmente, ci siamo goduti una meritata crescia ripiena.
Il paesaggio che ci ha accompagnato durante tutto il viaggio è
meraviglioso, rinfranca lo spirito e riporta l’uomo alla sua dimensione naturale. Per questo l’anno prossimo ci piacerebbe
ripetere, magari organizzandoci con più anticipo e allargando
la compagnia.
Infine credo sia giusto menzionare i nomi dei pionieri di
quello che ci auguriamo diventerà un appuntamento fisso:
Alessandra, Anna, Cristiana, Laura, Livio, Mauro, Massimo,
Oreste, Orietta, Patrizia e Rosina.
Una iniziativa rivolta soprattutto ai giovani
Jesi e Majolati ne
“La nuit des Musées”
di Marco Palmolella
S
abato 20 maggio, un numero
ristretto numero di musei marchigiani ha aderito alla dodicesima
edizione de “La notte dei Musei”
organizzata dalla direzione dei
Musei di Francia, con il patrocinio del Consiglio d’Europa. Tante
istituzioni culturali di una trentina
di nazioni, per un totale di oltre
1200 musei, hanno contemporaneamente tenuto aperte le proprie
collezioni sviluppando un tema
specifico.
Lo scopo dell’iniziativa, che aveva previsto l’apertura gratuita dei
musei aderenti fino a tarda notte,
era quello di attirare un’ampia fetta
di pubblico, specialmente giovane,
per promuovere un’azione educativa e sociale. Con queste motivazioni nella
Vallesina hanno
partecipato
il
museo archeologico, la pinacoteca
civica,
lo studio per le
arti della stampa, il museo
diocesano, tutti
musei di Jesi e il
museo “Gaspare Spontini” di
Majolati.
La pinacoteca
jesina, i musei civici di Jesi
hanno
partecipato con il
Alle imprese in tre mesi contratti per novanta milioni
Esaleasing traina
gli investimenti
L
a crescita del mercato
del leasing si conferma
anche nel 2006, con una
impennata nel settore
strumentale a conferma
della vivacità dell’imprenditoria marchigiana
impegnata sul fronte dell’innovazione e della competitività.
In tale scenario Esaleasing,
società leader nel settore,
ha registrato nel primo
trimestre un aumento
del 15,78 per cento nello
stipulato (passando da
77,6 milioni di euro a 89.9
milioni) e del numero di
contratti (839 contro i 745
dello stesso periodo dello
scorso anno). Risultati
questi che hanno prodotto
alla società targata Esagono un utile di 1,67 milioni
di euro.
Dalle singole voci emerge, come detto, la forte
propensione all’acquisto
di macchinari a servizio
dell’impresa che hanno
fatto segnare una crescita
di quasi il 40 per cento
rispetto al primo trimestre
2005. Ad oggi sono quasi
13 mila i contratti in essere
tra la società di proprietà
della Bpa e gli operatori
economici dell’industria,
del commercio, dell’artigianato e dei servizi. Nel
territorio marchigiano
Esaleasing detiene quote di
mercato che raggiungono
anche il 60 per cento, ma
crescite significative si
sono registrate anche nelle
altre regioni del CentroSud.
tema “Lumière et Lumières”, (“luci
e lumi”), un tema accessibile attraverso diverse letture: storico-artistiche, letterarie, iconografiche
e simboliche. A questo tema centrale, che è stato il comune denominatore, il personale dei musei
civici di Jesi e del museo diocesano, partner dell’iniziativa come
nell’edizione 2005, hanno dato un
contenuto particolarmente affascinante dal titolo “Luci e Lumi. Un
percorso attraverso il tema della
luce”; la luce astratta e divina, la
luce razionale e umana.
Nella serata si è svolto un percorso
che ha toccato lo “Studio per le arti
della stampa”, il Palazzo Pianetti
vecchio in via Valle, dove è stato
illustrato il secolo dei Lumi, con la
presentazione della splendida copia anastatica dell’Encyclopédie di
Diderot e d’Alembert, conservata
presso la Biblioteca Planettiana di
Jesi. I visitatori sono stati accompagnati lungo le strade e i vicoli del
centro storico, fino al Museo diocesano in piazza Federico II, dove
il tema della luce è stato incentrato
sulla luce astratta, dall’icona alle
espressioni dell’arte contemporanea.
A Majolati, presso l’Archivio, Biblioteca, Museo Gaspare Spontini
e la chiesa San Giovanni, è stato
toccato il tema: “Aspettando La
Vestale. La musica italiana di Gaspare Spontini”.
Oltre alla visita gratuita del museo,
i visitatori hanno potuto ascoltare
una breve introduzione storica e
musicologica del periodo giovanile di Gaspare Spontini. Dopo la
presentazione delle fonti disponibili a Majolati si è passati ad una
riflessione critica sulle partiture
che hanno preceduto il grande
successo de “La Vestale” di cui il
prossimo anno si celebrerà il bicentenario.
In particolare sono stati esaminati
il Responsorio di San Pasquale, Ave
Maris Stella, Li puntigli delle donne, il Teseo Riconosciuto, l’Eroismo
ridicolo, l’aria Amami Eurilla mia,
La Finta filosofa.
Inoltre per rispondere ad alcune
curiosità si è fatto un salto nella
musica francese di Spontini con il
racconto di alcuni episodi legati al
Milton, alla Julie ou Le pot de fleurs
e al Fernando Cortez nella edizione recente di Erfurt.
Attività dell’associazione Carlo Urbani
Premiati i vincitori del concorso
di Simone Sebastiano
M
olti ragazzi delle scuole superiori
della provincia di Ancona si sono
ritrovati il 15 maggio nella
sala polivalente di Castelplanio per la premiazione
del concorso organizzato
da Aicu “Ho fatto dei miei
sogni la mia vita e il mio
lavoro”, consistente nella
creazione da parte dei ragazzi di un video inerente
la figura di Carlo Urbani
avendo come spunto le sue
lettere.
Nonostante alcuni problemi tecnici, che non hanno
permesso di vedere alcuni
video, le premiazioni sono avvenute assegnando i premi ai vincitori delle varie
categorie:
“Noi e loro” di Giorgio Vagnoni dell’Istituto d’arte di Ascoli Piceno come singolo-cortometraggio; “Io e mio padre” del
primo liceo scientifico di Pesaro come
classe-cortometraggio;
“Ascolta il tuo cuore” del primo liceo
scientifico di Pesaro nella sezione classe-videoclip; “Solidarietà è…” di Angelantonio Zecchini del liceo classico di
Macerata nella sezione singolo-multimediale;
“Il nostro viaggio” dell’Ipsila di Fano nella
sezione istituto-multimediale.
All’iniziativa hanno partecipato Maria
Concetta Scaglione, mamma di Carlo Urbani, il dott. Andrea Cardinaletti,
vice direttore generale del gruppo bancario Bpu che è stato partner del progetto, inoltre Giancarlo Mariani, capo
della segreteria generale
ufficio scolastico regionale delle Marche, Ugo
Ascoli, assessore istruzione e lavoro della regione Marche, Michele
Campo,
responsabile
delle comunicazioni della Bpa, Roberto Ragaini,
vice sindaco del Comune
di Castelplanio, infine,
Chantal Hamende della
3 Italia che ha ricordato
come sia importante, se
si vuole proseguire l’opera del dott. Urbani, coinvolgere i giovani ed il concorso “è stato
un pretesto per sollecitare nei ragazzi
una riflessione, l’avvio di un percorso
interiore, attraverso la lettura di alcune
lettere del dott. Carlo Urbani”.
(foto Alessia Sebastiano)
7
Speciale Padre Oscar
28 Maggio 2006
Padre Oscar,
il dono di una vita
Sabato 20 maggio, alle ore 12 nella sua casa, presso la
Curia vescovile di Jesi, Mons. Oscar Serfilippi, è tornato
alla casa del Padre. Padre Oscar ha vissuto gli ultimi
giorni della sua vita a servizio della Chiesa Jesina per
la quale ha offerto la sua sofferenza. Per 31 anni amato
pastore. Lo ricordiamo come Padre premuroso, sapiente
e amorevole, ricco dello spirito francescano. Ora il Signore lo ha chiamato a sè per l’eternità a ricevere il premio riservato ai suoi servi fedeli.
di don Cristiano Marasca
Padre Oscar era un uomo di Speranza. Un uomo di una Speranza così radicale da arrivare ad essere percepita quasi al
limite dell’assurdo agli occhi, spesso velati di malizia e di cinismo, della nostra epoca contemporanea. Non perdeva occasione per ripeterlo e testimoniarlo, col suo sorriso, col suo
fare bonario e francescano che non si è mai spento, neppure
nella malattia, e, si potrebbe dire, neppure dopo morto.
Don Decio Cipolloni, Assistente Spirituale del Policlinico
Gemelli di Roma, così lo ha ricordato al Vescovo Gerardo
raccontando di quel primo ricovero per l’asportazione di
un tumore al cervello nell’estate scorsa, della voglia di Padre
Oscar di rimettersi in strada e riprendere la sua missione,
poi la triste notizia della necessità di un’ulteriore operazione
al polmone, e anche lì, in una situazione che sarebbe suo-
nata un po’ come il tragico presagio di qualcosa di cui non
sarebbe stato facile liberarsi: il tumore. Lui ha voluto farcela
lo stesso, ha trovato la forza di affrontare e superare anche
la seconda operazione, di tornare a Jesi, di incontrare addirittura i suoi giovani in partenza per la Giornata Mondiale
della Gioventù di Colonia, lui, ormai, aveva dovuto per forza di cose rinunciare.
Passati alcuni mesi sembrava essersi completamente ripreso, fino a quando inizia ad avvertire qualche problema alle
corde vocali, e da lì la malattia è andata via via degenerando fino agli ultimi due mesi, per fortuna rasserenati dalla
“fortunata” nomina del successore don Gerardo.
Padre Oscar ha atteso, con costanza, spendendo sino all’ultima briciola delle sue forze, perchè tutto nella Diocesi fosse
“apposto”, la scelta del suo successore da parte del Papa, la
consacrazione del Vescovo Gerardo, l’ingresso,la sua prima
partecipazione all’Assemblea Generale dei Vescovi.
Negli ultimi giorni lui stesso avvertiva che le cose andavano verso il loro epilogo, si esprimeva ormai con un filo
di voce, ma quello sguardo, quelle braccia allargate verso
il cielo, come a dire “Ho fatto tutto quel che potevo, ora mi
affido solo a Dio”, quello sguardo che raccontava e diceva
tutto l’affetto, nessuna parola avrebbe mai potuto superarli
nella chiarezza. Venerdì sera il suo ultimo colloquio, proprio con il Vescovo Gerardo.
E’ sabato 21 maggio mattina, il respiro di padre Oscar si è
fatto affannoso, gli occhi sempre chiusi, il polso quanto mai
debole, gli faccio visita con don Anselmo per una breve
preghiera insieme al termine della quale, attorno alle 9 e 45,
gli viene data l’assoluzione “in articulo mortis”, presagendo
che da quello stato ormai non sarebbe tornato indietro. La
mattinata prosegue, fuori c’è il mercato, alle 11.55 il diacono Giancarlo, visibilmente commosso, correndo avverte
tutti quelli che sono presenti in curia – Padre Oscar se ne è
andato!” Velocemente ci si raccoglie nella sua stanza, come
una famiglia, attorno al suo letto di sofferenze,
e don Gerardo guida la preghiera che affida e
consegna nelle mani del Signore, tra le lacrime di molti, lo spirito di questo pastore buono che ci ha insegnato a dire che la vita non è
solo bella, ma bellissima.
Nel pomeriggio, rivestito della stessa casula
rossa che avvolge le spoglie del primo vescovo Settimio nell’urna in Cattedrale, e che egli
stesso aveva fatto fare, con la croce pettorale
del suo ingresso come vescovo e l’anello del
suo 50° di sacerdozio viene accompagnato
dall’episcopio fino al Santuario dell’Adorazione dove per due giorni la preghiera silenziosa
o proclamata, personale o comunitaria è stata
costante, fino a tarda sera. E dove il Vescovo
Gerardo stesso ha voluto essere più volte presente, sia per la celebrazione della Messa che
per la preghiera serale.
La città stessa di Jesi, pur senza venir meno alla
sana laicità che deve giustamente animare le istituzioni, proclama il lutto cittadino, Padre Oscar non è stato solo il Vescovo dei Cattolici che abitano a Jesi, è stato un Padre che
ha “voluto bene” a tutti, come avrà poi a dire nel suo testamento, ed è stato “ben voluto” da tutti.
Alle 12 di lunedì 22 alla presenza dei familiari e dei collaboratori, la bara viene sigillata, è un momento di forte commozione, risulta evidente: da ora in poi non sarà quel volto
e quel sorriso a dirci che “la vita è bellissima” ma ce lo saprà
insegnare con un altro tipo di presenza.
Nel pomeriggio alle 16 e 30 i funerali: sono presenti numerosi Vescovi delle Marche, il Ministro Generale dei Frati Conventuali Joachim Giermek, molte autorità e soprattutto tanta
gente, le persone “vere”, come diceva Padre Oscar, la gente
che tanto amava e che salutava attraversando la piazza, o visitando le parrocchie, generazioni di ragazzi e famiglie che ha
incontrato per le cresime, quelli con cui si fermava a parlare,
quasi come un “parrocone di Jesi e della valle”, diceva qualcuno, tanto nei momenti di lutto più forti, quanto nelle feste.
Il testamento spirituale
1. Nel nome del Signore, in comunione con la Beata Maria Vergine Immacolata, il
Serafico Padre Francesco e il Patrono S. Settimio.
2. La vita, dono del Signore per sempre, è bellissima. Ringrazio e ringrazierò sempre il Signore, lo racconterò e lo insegnerò con una gioiosa testimonianza e con
l’esortazione permanente.
3. Il mio cantiere dell’esistenza, aperto dal Signore perché rispondessi alla sua chiamata alla santità, trova ogni giorno lavori incompleti e in ritardo; quanti propositi,
quante soste, quante dimenticanze, quanti peccati.
4. Ho il ricordo meraviglioso della mamma e di tutti i defunti di casa, della famiglia
Religiosa e di quelli della Diocesi: “insieme per sempre nella casa del Signore!
5. Domando perdono ancora una volta come in tutte le confessioni frequenti: al
Dio della misericordia infinita e a tutte le persone che ho incontrato nella mia vita,
dall’adolescenza ad oggi.
6.Rinnovo la mia fede di cristiano e di consacrato nella Santissima Trinità, nella
Chiesa: come è bello e gioioso essere credenti e impegnarsi per amare Dio e i fratelli nella comunione dei Santi.
7.Saluto, benedico e ringrazio la Chiesa Jesina tutta: quanto mi ha voluto bene e
quanto le ho voluto bene!
+ Oscar Serfilippi vescovo di Jesi
Jesi, Domenica 18 Febbraio 2001
Il cordoglio del Papa
Ecc.mo Mons. Gerardo Rocconi
Vescovo di Jesi
Appresa notizia scomparsa dopo lunga malattia eccellentissimo Monsignor Oscar Serfilippi Vescovo
Emerito codesta diocesi di Jesi Santo Padre desidera
far pervenire at Lei Presbiterio familiari et fedeli tutti
espressione sentito cordoglio assicurando spirituale
partecipazione at lutto intera comunità diocesana.
Nel ricordare con animo grato al Signore generoso
ministero episcopale svolto da compianto Presule innalza per lui fervide preghiere di suffragio mentre invia nella fede della risurrezione in Cristo et comune
conforto di quanti hanno beneficiato suo zelo pastorale confortatrice benedizione apostolica.
Cardinale Angelo Sodano
Segretario di Stato di Sua Santità
La partecipazione del
Card. Ruini
Ecc.mo Mons. Gerardo Rocconi, Vescovo di Jesi
Nell’apprendere la notizia della morte di S. Ecc.za Mons.
Oscar Serfilippi, vescovo emerito di Jesi, partecipiamo al
cordoglio di Vostra Eccellenza, della Chiesa di Jesi e dei
vescovi della Regione Ecclesiastica Marche.
Unendoci al dolore di tanti sacerdoti e fedeli che lo ebbero come padre nella fede, desideriamo ricordare la sua
generosa figura di pastore che ha donato l’intera vita al
bene della Chiesa e il suo ministero episcopale, esercitato
prima come ausiliare nell’arcidiocesi di Ancona-Osimo e
poi a Jesi, offrendo a quella comunità un sapiente magistero e una amorevole guida pastorale.
Nello spirito della consacrazione mediante la professione
dei Consigli Evangelici, egli ha offerto se stesso totalmente a Dio, al quale ha sempre obbedito con generosa disponibilità, particolarmentre nel corso della lunga malattia che lo ha accompagnato all’incontro con Cristo.
Grati al Signroe per i doni di cui ha colmato il suo servo
buono e fedele, nella luce della risurrezione di Cristo e
nostra, assicuriamo preghiere di suffragio perchè il Padre
celeste lo accolga nel gaudio eterno, purificato dalla sofferenza accettata per amore di Dio e della Chiesa.
Camillo Card. Ruini, presidente Cei
Giuseppe Betori, segretario
Alle 18 e 45 termina la messa, la bara è portata dai preti, da
quei “figli” su cui Padre Oscar, nel suo ministero, ha imposto
le mani, la bara è retta da quelle mani e da quelle dita che un
giorno Padre Oscar ha unto con il crisma per consacrare,
la cattedrale esplode in qualcosa che è più di un applauso:
un’ovazione. E le lacrime che in quel momento hanno velato gli occhi di molti e rigato le guance di altri erano causate
da quel sentire profondo che la vita è davvero bellissima. La
perseveranza di questo “frate” ce l’ha fatta entrare fin nelle
ossa questa verità.
Diventa allora chiaro quello che Padre Oscar, sulla scia di
Bonhoeffer, deve aver intuito proprio negli ultimi giorni di
vita: “che Dio non realizza sempre le nostre attese, ma compie sempre le sue promesse”.
8
28 Maggio 2006
Speciale Padre Oscar
Speciale Padre Oscar
“... vive nel cuore di Dio”
Per un totale di 31 anni
Uno dei più lunghi episcopati
1954: ordinato sacerdote
1975: consacrato vescovo
1978: Vescovo di Jesi
Oscar Serfilippi (Vescovo di Jesi dal 1978 al 2006) - Nato a
Mondolfo, diocesi di Senigallia, il 30 settembre 1929 Francescano dell’ordine del Minori Conventuali dal 1° ottobre 1950,
ordinato sacerdote il 13 marzo 1954, ministro provinciale della provincia delle Marche. Parroco per molti anni a San Benedetto del Tronto. Nel 1975 venne nominato vescovo ausiliare
dell’arcivescovo di Ancona, con residenza a Jesi, della cui diocesi venne nominato vicario generale.
Il primo marzo del 1978 fu nominato vescovo di Jesi, dopo una
vacanza della sede di quasi nove anni. La sua nomina, salutata
con entusiasmo, fu la doverosa risposta alle attese e alle speranze della comunità ecclesiale di Jesi che ha sempre dimostrato di voler continuare ad avere il vescovo residenziale non
solo come maestro e pastore di vita spirituale, ma anche come
espressione insostituibile di quella forza morale ed umana di
cui la comunità civica ha necessità per la sua crescita e maturazione sociale.
La presenza di mons. Serfilippi rappresenta uno dei più lunghi episcopati della diocesi e il più lungo in assoluto di quelli
del secolo scorso. Egli, con paterna saggezza, ha svolto la sua
azione per 28 anni oltre ai tre – dal 1975 al 1978 – come amministratore apostolico. Un totale di 31 anni, superato soltanto da sei vescovi in tutta la storia della diocesi.
Di Padre Oscar, come tutti i fedeli l’hanno sempre chiamato,
vogliamo ricordare in particolare le cinque visite pastorali,
l’istituzione dei corsi di teologia, la ordinazione dei “diaconilaici”, l’impulso all’Azione Cattolica e alle opere socio-caritative come la Caritas, ai movimenti ecclesiali, alla catechesi in
tutte le parrocchie; la fondazione del Consultorio familiare e
dell’Oikos; il trentesimo sinodo diocesano, i due congressi eucaristici diocesani, la creazione delle zone pastorali, l’erezione
della nuova parrocchia di San Pietro Martire, la fondazione
della nuova parrocchia di Massimiliano Kolbe, la realizzazione della chiesa di Sant’Antonio Abate, la nuova chiesa di Cristo Redentore di Moie, i grandiosi lavori di restauro e di abbellimento della Basilica Cattedrale, i restauri di molte chiese
diocesane. Rilevantissima è stata la sua azione sul piano stori-
L’incontro con Giovanni Paolo II
2002: il 50° di “Voce della Vallesina”
2004: pellegrinaggio in Terra Santa
Amico dei missionari
sparsi nel mondo
Ringrazio della tempestiva e triste notizia della scomparsa
di P. Oscar carissimo Vescovo, Padre e amico anche di tutti i
missionari jesini sparsi per il mondo. Lo ricorderò subito nella
messa di suffragio invocando la grande misericordia di Dio per lui
e la ricompensa della pace e gioia eterna riservata ai servi fedeli.
2004: il 50° di sacerdozio
Nel ricordo
di San Francesco Saverio
Da Brasilia (Brasile), pochi giorni prima della morte di Padre
Oscar, Padre Savio Corinaldesi gli aveva scritto:
co-culturale: il potenziamento del museo diocesano e la fondazione della biblioteca Petrucciana, il lavoro di regestazione
e di restauro dell’archivio diocesano, le pubblicazioni d’arte,
tra cui spiccano i volumi “La Chiesa di Jesi”, “Tanta egregia e
sublime arte”, “Relationes ad limina”, l’impulso all’università
teologica di Ancona, le pubblicazione sulla storia e l’arte della
cattedrale, i “Biblia Pauperum”, la grandiosa opera d’arte delle porte di bronzo della cattedrale, il complesso bronzeo nella
chiesa di San Giuseppe, valorizzazione ed impulso del settimanale diocesano “Voce della Vallesina”.
Mecenate della cultura e dell’arte
n titolo come questo potrebbe far
sorridere e far pensare che si voglia
ad ogni costo elogiare chi ci ha lasciati attribuendo anche meriti immeritati.
Perché è vero che Padre Oscar non ha
scritto libri né ha realizzato personalmente opere di cultura o d’arte. E’ vero.
Eppure, forte dell’intuito di saper scegliere e valorizzare i talenti delle persone di sua conoscenza, ha saputo dare
uno straordinario impulso alla cultura
e all’arte ben collegate alla vita della
diocesi e alle ricchezze storiche della
città. Un grande mecenate, dunque.
Ha incoraggiato tre opere fondamentali – una vera trilogia – per la valorizzazione della storia e dell’arte della
diocesi: “La chiesa di Jesi”, di don Costantino Urieli, edita nel 1993, quasi
parallelamente ai volumi che lo stesso
autore stava pubblicando, sempre su
esortazione del vescovo, sulla storia
di Jesi e della Vallesina. Opera storica che ripercorre le linee generali della
diocesi nei secoli, dalle origini ai giorni
nostri. Ricca di un vasto indice analitico, della cronotassi dei vescovi di Jesi,
dell’elenco dei sinodi, dello status delle
parrocchie, delle fonti di archivio e di
9
Da Padre Angelo Cappannini, missionario saveriano in
Indonesia:
Ha incoraggiato opere fondamentali
U
28 Maggio 2006
un’ampia bibliografia, rimane l’opera per eccellenza dei tempi nostri
per una conoscenza approfondita
del cammino della diocesi nei secoli.
Padre Oscar ha incoraggiato e voluto anche quel capolavoro di storia e
di arte che è “La Chiesa di Jesi: tanta egregia e sublime arte” di Gloriano Paoletti e Antonella Perlini,
edita nel 2000. In edizione di lusso,
sono riportate le foto policrome di
oltre 500 opere d’arte della diocesi ( pitture, sculture e architetture)
presenti nel museo diocesano e nel
territorio. Ricca dell’elenco di tutte
le opere e di una vasta bibliografia,
rimane un punto di riferimento essenziale per la conoscenza dell’arte
sacra della Vallesina.
La terza opera fondamentale per
la conoscenza della nostra storia
diocesana è data dalle “Relationes
ad limina”, di don Urieli (2003), raccolta con commento delle più importanti relazioni, dal ‘500 in poi,
dei vescovi di Jesi, al papa. Dovute
ogni cinque anni per descrivere, più
o meno sommariamente, la situazione religiosopastorale della
diocesi, alcuni
vescovi ci hanno fatto pervenire preziosi
squarci della
vita del tempo, con
i suoi problemi, le
sue sofferenze, le
sue storie.
Altre opere incoraggiate dal vescovo, realizzate per
mano di Urieli ed
altri sono “I cattolici nell’800”. “La
cattedrale”, “I cattolici nella seconda metà del ‘900”.
Grande impulso è
stato dato al mu-
seo diocesano che ormai costituisce
una vera ricchezza della città e fa parte
della rete regionale. A ridosso dell’Anno santo abbiamo avuto poi le straordinarie sculture bronzee del gruppo di
San Giuseppe e delle porte della cattedrale, opere aere perennius
Padre Oscar, anche in ossequio al desiderio della Commissione Episcopale
Italiana, ha dato impulso al settimanale “Voce della Vallesina” dotandolo di
una nuova veste e lasciandolo in mano
ai laici, pur rimanendo, a tutti gli effetti, proprietà della diocesi.
v.m.
Eccellenza, ieri, nella sede centrale delle Pontificie Opere
Missionarie del Brasile, abbiamo celebrato i 500 anni dalla
nascita di San Francesco Saverio. La Messa è stata proposta dalle
Pontificie Opere Missionarie d’accordo con i Gesuiti di Brasilia.
Invitati speciali, i trenta laici, religiose e sacerdoti di diciotto
nazioni differenti che frequentano il Centro Culturale Missionario
per introdursi al lavoro pastorale qui in Brasile.
Ci siamo preparati alla celebrazione assistendo alla proiezione
di una serie di diapositive che rifanno, in grandi tappe, la vita
del Patrono delle Missioni. Quei quindici anni che vanno dalla
‘conversione’ del giovane navarro, professore a Parigi, fino alla sua
morte, sulla spiaggia di Sanciano, che fanno venire il capogiro solo
a raccontarli. La fede, il coraggio, la perseveranza, l’entusiasmo,
lo sforzo di comunicarsi con popoli
tanto diversi dal suo e tra loro…
una nomina tanto attesa e celebrata
fanno di Francesco Saverio un uomo
interessantissimo.
In questi giorni il Brasile ha gli occhi
puntati in ciclo. Il primo astronauta
adre Oscar Serfilippi è stato il 72° ve- ra ricevuto (quello di amministratore apo- verde-giallo sta compiendo la sua
scovo della diocesi di Jesi. Ed è stato stolico), quando mi sono reso conto che missione nello spazio. Ebbene, per
uno dei vescovi che più a lungo ha gover- l’auspicato ….matrimonio non si poteva quel che se ne sa, era più rischioso
nato la diocesi: circa trenta anni conside- celebrare”(da “La diocesi di Jesi” di Urieli, andare da Lisbona a Goa o dalle
Molucche al Giappone 500 anni fa,
rando anche i due anni e mezzo – dall’ot- pag.41-42).
tobre del ’75 al marzo del ’78 – in cui ha Ecco perché la nomina di Serfilippi, allora, che oggi andare in orbita. Il Saverio
operato in diocesi come vicario generale fu tanto attesa e poi tanto celebrata aven- lo fece senza nessuna copertura
dell’arcivescovo di Ancona, con residenza do rischiato la diocesi la pura e semplice giornalistica e senza qualsiasi
a Jesi , in episcopio. Se ci rifacciamo all’ul- soppressione di fatto, pur permanendo il preoccupazione di mettersi in luce.
timo millennio, hanno tenuto la diocesi più nome annesso a quello di Ancona. Quindi, La sua unica ‘pretesa’ era quella di
di lui i vescovi Francesco Alfano (30 anni), nella storia della diocesi, Serfilippi rappre- rendersi utile, con preferenza là dove
Tommaso Ghislieri (37 anni), Gabriele del senta lo snodo che, dopo gli orientamenti c’era più bisogno, senza lasciarsi
Monte (43 anni, primato assoluto), Tiberio generali della politica vaticana che ha vi- spaventare dai rischi.
Cenci (32 anni), Antonio Fonseca (39 anni, sto l’accorpamento nelle Marche, nel giro Mentre i concelebranti ricordavano
morto nel 1763). Dunque padre Oscar di pochi anni, di ben otto diocesi, ha con- questi vari aspetti della vita del Santo
gode del primariato degli ultimi due secoli fermato l’opportunità della permanenza e ne lodavano il Signore, la mia mente
e mezzo.
in autonomia di Jesi per la sua storia, per fa distratta dal ricordo del passaggio
Ma, ancor più che questo dato, vale ri- il numero di abitanti, per la vivacità delle del Santo in terra marchigiana. I
suoi biografi ricordano almeno due
chiamare le attese, le preoccupazioni,
momenti. Il primo in occasione del
le iniziative che hanno preceduto la
primo viaggio del gruppo dei discepoli
sua nomina. Perché dopo la morte del
d’Ignazio di Loyola, da Venezia a
vescovo Pardini (1975) si ebbero ben
Roma: il 19 marzo 1537 arrivarono
nove anni di amministrazione apostoda Ravenna ad Ancona, via mare. Il
lica affidata all’arcivescovo di Ancona
giorno seguente proseguirono a piedi
mons. Carlo Maccari, che fece del suo
verso Loreto. Il secondo passaggio
meglio, pur nei limiti consentiti dalla
del Saverio nelle Marche di cui si
prudenza vaticana, per annettere la
abbia notizia confermata avvenne
diocesi di Jesi a quella di Ancona che
quando il Saverio, già destinato alle
già anni prima aveva annesso quella di
Indie, andava da Roma a Lisbona, in
Osimo. Fu in particolare il clero delcompagnia di Pedro Mascarenhas,
la diocesi, incarnato nelle iniziative di
ambasciatore di Giovanni III di
mons. Santoni, di don Urieli e di don
Portogallo, che tornava in patria.
Ezio Balestra, nonché un manipolo
Data: 21-22 marzo 1540.
ben agguerrito di laici (Vittorio Massacce- iniziative, per la sua economia.
si sindaco, Luigi Bini, Ugo Bordoni) a pre- Del resto la successiva serenità di percorso Dopo la celebrazione mi sono accorto
mere con insistenza presso le persone più della vita della diocesi, dopo la nomina di che ancora non le avevo mandato gli
opportune perché la tradizione millenaria Serfilippi, fino alla sue dimissioni per dirit- auguri di Pasqua né l’avevo ringraziata
della diocesi non venisse interrotta.
to canonico, sta a dimostrare che l’auspica- dell’offerta di 1.000 (mille) euro che
Del resto lo stesso Maccari, annunciando ta presenza del vescovo corrispondeva ve- mi ha fatto pervenire tramite i miei
la nomina a vescovo di Jesi di Serfilippi, ramente alla volontà di collaborazione e di confratelli di Roma. Essa è già stata
scriveva: “La Chiesa di Jesi vede oggi rea- rilevanti realizzazioni. Le quali sono dovu- dirottata verso i nostri missionari
lizzate le proprie sofferte aspirazioni. Tale te, certo, alla lunga permanenza di padre che lavorano in Amazzonia. Il
sincerità non sarebbe per me piena e tra- Oscar in diocesi, ma sono dovute anche ad Signore ricompensi lei e tutti quelli
sparente se tacessi che mi è pur costata un alto spirito di intesa, di collaborazione, che le danno la possibilità di aiutare
qualcosa e, se oggi mi fa trovare in un at- di rispetto non solo all’interno del mondo l’attività missionaria.
teggiamento spirituale molto sereno, que- cattolico, ma anche in riferimento alle au- Scrissi la lettera, ma quando andai a
sto atteggiamento è maturato attraverso torità civili e alle organizzazioni sociali in cercare l’indirizzo, mi imbattei nella
un’esperienza fatta di non poche prove… genere. Insomma con Serfilippi si è crea- notizia della sua rinuncia e della
fin dallo scorso luglio ho rimesso nelle sue to quell’ideale affiatamento comunitario nomina del suo successore. Con
auguste mani ( cioè del papa) l’ufficio allo- che non poteva non dare i frutti religiosi vergogna, debbo confessare che non
e morali, ma anche organizzativi e lo sapevo, e sì che ai nostri giorni le
materiali che sono noti a tutti e che notizie corrono in fretta...
In questo momento non ho altro
risultano in altri scritti.
Un’ultima nota. Le quattro elations da fare che ringraziare il Signore
ad limina di padre Oscar sono per averla donata per tanti anni alla
molto dettagliate e costituiscono Chiesa di Jesi. Senza voler offendere
una utilissima fonte per cogliere la la sua modestia, mi pare di poter
graduale trasformazione del mon- dire che in lei il Signore ci ha dato
do religioso e sociale del periodo, i un vescovo-padre, che fa di tutto per
problemi più evidenti del territo- essere fratello.
rio secondo l’occhio della Chiesa Da povero cristiano la ricorderò nelle
e possibili spunti per intuire il per- mie preghiere, chiedendo al Cristo
corso che ci attende: come guarda- crocef ìsso e risuscitato il dono della
re avanti. v.m. pienezza della vita. Mi benedica.
2004: con i sindaci della Vallesina
Padre Oscar alla luce della storia
P
2005: cittadino onorario di Jesi
2006: annuncia il nuovo vescovo
Punto di riferimento
per credenti e laici
Il sindaco di Maiolati Spontini, ing. Giancarlo
Carbini:
Esprimo i sensi di profondo cordoglio
dell’intera comunità di Maiolati Spontini per
la scomparsa di Sua Eccellenza Padre Oscar
Serfilippi, vescovo emerito di Jesi e Pastore
della nostra Diocesi per 28 anni, sempre attento
a cogliere i bisogni, offrire il proprio sostegno
e rendersi disponibile soprattutto per le fasce
sociali più deboli della popolazione. Un punto
di riferimento per credenti e laici, un uomo di
pace che si è adoperato incessantemente per
testimoniare e rafforzare i valori del dialogo
e della solidarietà, un fedele seguace dei
l’insegnamento francescano, un uomo che ha
saputo raggiungere importanti risultati con il
suo forte impegno nel campo storico-culturale.
Condividiamo pienamente le parole del suo
successore, Monsignor Gerardo: “Abbiamo
perso un grande testimone della fede”.
Testimonianza resa ancor più forte dalla dignità
e dal coraggio con cui ha vissuto la via Crucis
percorsa in questi ultimi mesi senza venir meno
nello svolgere la sua missione di Pastore.
Rinnoviamo la testimonianza del nostro dolore
e la nostra partecipazione per la scomparsa di
Padre Oscar, a cui, per la sua preziosa azione
pastorale, oltre che per la sua vicinanza ai
bisogni della nostra cittadinanza, il Consiglio
comunale, all’unanimità, aveva conferito la
cittadinanza onoraria, con la certezza che il
solco lasciato dalla sua presenza alla guida
della Diocesi per tanti anni, abbia trovato
in Monsignor Gerardo il Pastore pronto a
raccoglierne il testimone.
10
28 Maggio 2006
Speciale Padre Oscar
Il grande abbraccio dei fedeli
Così ricordo Padre Oscar…
Il “patto”
Ricordo di Padre Oscar
Il sindaco di Jesi:
L’uomo, il maestro, il pastore I valori della solidarietà
continua da pag. 1
continua da pag. 1
continua da pag. 1
siamo d’accordo”…
sempre, pronto a dare e a darsi”. C’era in lui l’atteggiamento
sereno di chi ascolta, di chi sa ascoltare, di chi ti lascia
parlare, dire, magari chiedere; poi il suo sereno parere ora
collimante con l’interlocutore, ora di cordiale dissenso, di
prudente attesa prima di varare o concludere un progetto.
il proprio sostegno
a chi aveva bisogno, alle persone
in difficoltà, alla
fasce sociali più
deboli della popolazione. Una condotta che ha portato proprio lo scorso
anno il Consiglio
comunale a conferirgli la cittadinanza benemerita “per
aver caratterizzato
il proprio servizio
pastorale con uno
stile di vita orientato al dialogo ed
alla pace tra le varie componenti civili e religiose della città di Jesi e per
aver dato impulso
alla cultura ed all’arte con numerose e durature realizzazioni”.
A mons. Gerardo Rocconi, che appena pochi giorni fa abbiamo salutato nel suo ingresso a Jesi come nuovo vescovo della Diocesi, testimoniamo oggi il nostro dolore per la
perdita di un così autorevole rappresentante della Chiesa,
nella piena consapevolezza che il solco lasciato dal suo
predecessore rappresenterà un punto di riferimento nella
propria azione pastorale.
***
T
ante le cose da dire, ma soprattutto il ringraziamento a Padre Oscar per la fiducia accordatami, per l’attenzione con
cui ha seguito sempre il giornale e soprattutto per aver lasciato che il direttore svolgesse in piena libertà il suo compito. Si
parla di “Voce” come del “giornale della curia”, e magari il
cittadino immagina che tutte le settimane il direttore del giornale salga le scale dell’episcopio per ricevere “istruzioni”. In
dieci anni, mai una volta che sia stato “convocato” da Padre
Oscar. Anzi è successo che sia stato Padre Oscar a telefonare
al direttore per chiedergli se ci poteva stare “nel prossimo nu-
mero, un piccolo spazio per il Vescovo”, per un suo messaggio.
Naturalmente il Vescovo sapeva che !o spazio ci sarebbe stato,
però quella telefonata voleva dire il riguardo di Padre Oscar
per l’autonomia del direttore.
Grazie, Padre Oscar, per il tanto che ha fatto per la Chiesa Jesina e per “Voce”. Grazie anche per aver consentito la recente,
impegnativa “rivoluzione” del giornale, ora con più pagine e
a colori, e per avermi offerto di vivere in prima persona anche
questa esperienza.
Dicevo, all’inizio, del “patto”, della considerazione di Padre
Oscar per me che ero l’ultimo degli arrivati. Anche poche settimane fa, quando le sue condizioni di salute erano peggiorate. Costretto a letto, sofferente, aveva accettato lo stesso di
concedermi l’intervista – certo la sua ultima – per questo settimanale, per il suo settimanale, e ancora qualche giorno dopo,
nonostante fosse consapevole delle sue gravi condizioni, aveva
accolto la mia richiesta di scrivere per “Voce” parole di saluto
da pubblicare sul numero speciale dedicato all’ingresso in diocesi del nuovo vescovo.
Era grande per la sua umana disponibilità al punto che se
tu ti riservavi di andare a colloquio raramente – magari
solo quando avevi un problema, per non disturbare – ti
faceva sapere bonariamente che “E’ veramente tanto che
non ci si vede”. “Ma lo faccio per non disturbare dati i suoi
impegni”. “Queste preoccupazioni lasciale al vescovo, non
prendertele tu”.
Padre Oscar si dedicava all’insegnamento senza salire in
cattedra. Non si tirava mai indietro ad ogni richiesta di
presenza, di lezione, di svolgimento di un tema per questo
o per quel movimento od organizzazione. L’impostazione
e lo sviluppo dell’argomento erano fuori da ogni svolazzo
o retorica. Incentrato sul tema, i concetti seguivano
una logica semplice, legata alla cultura e al buon senso
Fabiano Belcecchi
Sindaco di Jesi
***
I
mmagino che il lettore si aspettasse da me, dal direttore, un
ricordo più “ufficiale”, più “di ruolo”, ma Padre Oscar sa
che io non sono tagliato per le celebrazioni, per i discorsi ufficiali: forse anche o proprio per questo aveva voluto che lo
accompagnassi alla guida del suo giornale anche nell’ultimo
tratto, il più difficile e sofferto, del suo percorso terreno.
Persona affabile
e di estremo buon senso
Mons. Serfilippi era
una persona affabile e di estremo buon
senso e la sua perdita
ci rammarica certamente.
La società Interporto Marche spa negli
ultimi anni ha avuto
modo di confrontarsi
in più occasioni con
la Curia vescovile di
Jesi per la questione
relativa alla costruzione della nuova Chiesa
della Coppetella, in un dialogo cortese e caratterizzato sempre da toni amichevoli, che ci hanno consentito di trovare il
giusto accordo nell’interesse della cittadinanza, dello sviluppo
del territorio della vallesina, della comunità della Coppetella.
Ricordo con piacere la cerimonia di posa della prima pietra
avvenuta il 15 maggio 2004 quando monsignor Serfilippi nel
suo discorso auspicava che la nuova Chiesa servisse anche
l’interporto e tutti coloro che vi avrebbero lavorato all’interno.
Oggi che la struttura è pronta e dotata di tutti i servizi, il
nostro pensiero e il nostro ricordo va certamente anche a
Mons. Serfilippi.
Roberto Pesaresi
presidente Interporto Marche spa
insieme. Un criterio sempre presente sia nell’omelia della
celebrazione eucaristica sia nel colloquio-dialogo con i
partecipanti alle tante – e le più diverse – assemblee.
L’insegnamento di teologia che pure ha portato avanti
per tanti anni presso il seminario regionale e presso
quello dell’ordine conventuale, non ha mai appesantito
le sue riflessioni con chi non aveva dimestichezza con la
cultura in generale e con quella specifica della morale in
particolare.
Di Padre Oscar come Pastore c’è da evidenziare la
costante e intelligente presenza in tutti i settori in cui
un vescovo viene chiamato ad interessarsi, da quelli più
squisitamente religiosi e liturgici a quelli più pratici quali
l’economia e le finanze della diocesi e delle parrocchie.
E mentre i presbiteri sono sempre stati tenuti presenti
come i grandi collaboratori per il colloquio diretto con le
anime, i laici padre Oscar li ha scelti per tutte le opere più
specificatamente connesse con le organizzazioni e con gli
impegni economico-sociali quali i restauri, le costruzioni,
la contabilità. C’è da dire anzi che in questo settore ha
saputo circondarsi di laici volonterosi e adatti al compito
assegnato in base alle singole opere. Le quali, in trenta
anni, sono state veramente tante. Si va dalle quattro visite
pastorali, alle altrettante e ricche Relations ad limina,
alla fondazione di opere come il Consultorio familiare,
l’Oikos, la Biblioteca petrucciana, lo sviluppo del museo
diocesano, le nuove quattro chiese, la presenza, più volte
all’anno nelle singole parrocchie, le tante visite ai malati
dell’ospedale, i corsi di teologia, il convegno annuale, il
regalo alla diocesi di ben otto diaconi permanenti, il
fiorire di movimenti ecclesiali, l’impulso alla cultura e
all’arte, l’aiuto finanziario fatto sempre pervenire a tante
parrocchie e a tante opere missionarie senza mai oltre i
limiti consentiti da una buona amministrazione. “I conti”
diceva “ vanno tenuti bene”. E ha sempre fatto il passo
secondo la gamba.
P.Oscar era, sì, un francescano, ma un francescano che
ha attuato lo spirito di Francesco in autentica semplicità,
in imitazione del Santo senza fanatismo, senza far pesare
minimamente al clero secolare le sue origini da un ordine
religioso.
Fotoservizio Gino Caldolfi
12
Vallesina
28 Maggio 2006
Sabato 3 giugno a San Paolo di Jesi
Riaperta al culto la parrocchiale
di Beatrice Testadiferro
S
abato 3 giugno sarà riaperta al
culto la chiesa parrocchiale di
San Paolo Apostolo. Il programma predisposto dalla comunità
parrocchiale e dall’amministrazione comunale prevede alle ore 17,
l’apertura della chiesa e la solenne
celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Mons. Gerardo
Rocconi. Alle ore 18, la banda musicale “Amici della Musica” terrà
un concerto e verranno spiegati i
lavori eseguiti in riparazione dei
danni del sisma del settembre del
1997. Nella giornata di domenica
4 giugno, durante la celebrazione
delle 11,15, il Vescovo amministrerà il sacramento della Confermazione. I cori “Sacra famiglia” e
“Giovani Fabrianesi” si esibiranno
alle ore 18,15 in un concerto per
la cittadinanza.
Il parroco, don Adelio Papi, ha
comunicato che gli importanti
lavori hanno riguardato il consolidamento delle fondazioni delle
absidi della navata centrale e del-
la navata laterale; il rifacimento
del pavimento di tutta la chiesa
a mattoni come era in origine, il
rifacimento del tetto della navata
laterale e della casa parrocchia-
le, la stuccatura delle pareti
esterne della navata laterale
e della casa parrocchiale, il
rifacimento
dell’impianto
elettrico e la revisione dell’impianto di riscaldamento,
la ritinteggiatura riportando la chiesa il più possibile
conforme ai colori originali,
la sostituzione dei ceppi e il
rifacimento dell’impianto di
elettrificazione delle campane
Per eseguire l’opera è stato
utilizzato il finanziamento stanziato dalla Regione
Marche di 495 mila euro
circa, i fondi della cassa parrocchiale, è stata aperta una
sottoscrizione nel paese ed è
stato chiesto un contributo
alla diocesi dai fondi dell’8
per mille.
I lavori sono stati eseguiti
dall’impresa Montesi e Principi di
Senigallia; iniziati il 23 luglio del
2004, sono terminati lo scorso 30
maggio.
(foto A.Rossetti)
Domenica 21 maggio
Scisciano in festa per la Madonna
C
ome consuetudine
da diversi anni, anche la parrocchia di Scisciano nel mese maggio
festeggia la Madonna.
Alla bellezza del castello
e della natura circostante, per l’occasione, sono
state aggiunti addobbi
e luci che se possibile
hanno aggiunto un fascino in più. Infatti domenica 21 maggio si è
svolta, per iniziativa del
parroco Don Fabio Belelli, l’ormai tradizionale
festa della Madonna con
la presenza della banda di Maiolati Spontini.
Dopo la messa in processione, dove erano presenti molte persone, si è passato per le
varie vie del paese; ma il momento suggestivo e importante è stato quando si è giunti
presso la Casa di Cura “Villa
Jolanda” dove si è pregato il
rosario con i degenti e il personale medico. L’iniziativa è
terminata con un concerto
della banda e un momento
conviviale.
Da rilevare l’ottima organizzazione e allestimento dovuti
ai parrocchiani, ed in particolare a Ivo Barchiesi e figli
Marco e Claudio.
(foto A,Rossetti)
Come nelle feste popolari del tempo che fu
Danze e canti del Sud
Fotoservizio Augusta F. Cardinali
Articoli - Arredi - Statue - Icone - Quadri - Paramenti sacri
Santina Buoncompagni
Tuniche ed oggetti per Comunioni - Cresime - Nozze - RIcordiamo,
inoltre il nostro servizio “cortesia” riservato al clero, che consiste nel
recapito a domicilio delle merci ordinateci e che verrà effettuato nel
primo e terzo lunedì di ogni mese, completamente gratuito.
ANCONA Via Matteotti 9
tel e fax 071.201297 e-mail [email protected]
SENIGALLIA Via A. Costa 27
tel e fax 071.60597 e-mail [email protected]
N
on si è perduta la memoria
delle antiche danze che un
tempo allietavano le feste popolari, quando sulle piazze di paese
o sull’aia dei cascinali, terminato
il duro lavoro dei campi, contadini e popolani si radunavano
gioiosamente. Erano spesso danze estenuanti, liberatorie; come la
‘pizzicata’, inventata nel Salento.
A Galatina, il 29 giugno, affluivano i tarantolati per ballare fino
allo stremo delle forze. Si pensava che fossero stati punti da un
terribile ragno, ma a torto. Esorcizzavano invece
così la stanchezza, il malessere
morale e fisico
della loro condizione, la povertà.
Sulle incalzanti
percussioni dei
cembali le donne
si scatenavano
“per una smania
convulsiva e irresistibile”, come
menadi invasate.
E’ in effetti nella
notte dei tempi
che si perde il
ricordo di questo
antichissimo ‘tripudium’.
Sono ritmi ancora oggi coinvolgenti. Se ne sono accorti non pochi complessi musicali che hanno
inserito ‘pizziche’ e ‘tarantate’ nei
loro repertori.
Queste danze ed altre del Salento, della Costiera Amalfitana, del
Gargano, dell’Irpinia, dell’area
vesuviana, la compagnia di danza
Orché, composta di ragazzi entusiasti, esperti ricercatori, figli
d’arte e molto validi musicisti, ha
portato sul palcoscenico del Pergolesi il 13 maggio per lo spettacolo ‘Cerchio e Ronda’. Le musiche dal vivo sono state eseguite,
con vera maestria, dal complesso
Malicanti. I testi delle canzoni
non parlano solo d’amore e di dispetti d’amore, ma anche del dolore e della nostalgia di carcerati,
del lavoro dei campi, di luminarie
e processioni (fuori luogo però il
discorsetto qui aggiunto), di carri
addobbati a festa e di suonatori di strada, di notti chiare e del
gracidare delle rane, di passioni
struggenti e di terra assetata e
oltraggiata. E’ un folklore ricco,
vario, suggestivo, evocativo di
luoghi e storie di vita che forse
ancora non conoscevamo. A fine
spettacolo, di fronte ad un pubblico che a stento aveva contenuto una gran voglia di
ballare, è stato suggerito di considerare come
molto caro sia stato il
prezzo pagato per un
progresso che ha fatto
dimenticare un mondo
così ricco di fantasia,
spontaneità e, in fondo,
di rabbia o di gioia di
vivere.
Nella foto: alcuni
componenti della com­
pagnia di danza Or­
ché si sono esibiti in
piazza Federico II in
un giorno di mercato,
proprio come avveni­
va un tempo..
13
Varie
28 Maggio 2006
Una dimora virtuale per l’esercizio dei diritti
Nuovi progetti per i clochard
Mannori Suor Maria (Via,da Corso Matteotti Via
Roma a Via XX Settembre) (Vaiano di Verno, Prato, 1902
– Roma, 1987) Suora delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli (le suore
“cappellone”), per quasi cinquant’anni dedicò, nel Brefotrofio di Jesi (all’inizio del
Corso Matteotti, ora sede
dell’Istituto Magistrale), alla
cura dei bambini orfani e abbandonati, simbolo più vero
di eroismo fatto di amore e
totale dedizione; esempio
mirabile di una vita dedicata
agli altri, in una società ove
troppo spesso trionfa l’egoismo.
La via costeggia l’Orfanotrofio Femminile, fondato sul finire del secolo XVIII dal vescovo jesino Ubaldo Baldassini per accogliervi le “pupille”,
ossia le orfane di tutta la diocesi.
Maratta Carlo (Via, da Viale Papa Giovanni XXIII a
strada senza sbocco) Pittore (Camerino, 1625 – Roma,
1713). Iniziò a dipingere ad appena undici anni presso il
fratello maggiore e poi divenne scolaro di Andrea Sacchi.
Suoi dipinti sono sparsi per molte chiese di Roma, Siena e
Firenze. Fu famoso ritrattista e dipinse anche quadri con
soggetti storici e mitologici e numerosi quadretti con Madonne e Sacre famiglie, dalle quali gli venne il soprannome di “Carluccio delle Madonne”
Marche (Via, da Via Garibaldi a Via S. Marcello) Sono
la nostra regione, una regione equilibrata e armoniosa; il
paesaggio è ordinato e regolare, con valli parallele a pettine, colline decorate da una minuta tessitura dei campi
ereditata
dall’antica
mezzadria,
antichi
borghi murati. Non vi
sono grandi città, ma
una miriade di cittadine che conservano
i lasciti artistici della
fioritura delle Marche
nell’età dei Comuni
e nel Rinascimento.
Chiuse tra l’Appennino e l’Adriatico, confinano con la Romagna
e la Repubblica di San
Marino a nord, con Toscana e Umbria a ovest e con Lazio
ed Abruzzo a sud. Benché distinte da propria individualità e da limiti naturali piuttosto precisi, le Marche pre(continua al prossimo numero)
Fotoservizio Paola Cocola
B
uste e borse sporche, piene di indumenti e oggetti necessari alla
quotidianità; abiti strappati, rattoppati, scoloriti, sudici addosso; barba
incolta, arti amputati e rassegnati
nella sedia a rotelle; corpi abbandonati all’oblio del sonno sopra una
panchina, per terra tra le aiuole, negli
angoli più nascosti dei marciapiedi.
È lui, il clochard, l’uomo di strada, il
barbone, il senzatetto. L’uomo- ma
anche la donna- che non ha nulla, a
volte neanche il suo nome, e che pure,
se gli offri il tuo aiuto ti risponde“ No
signora, nessuno bisogno…” .
A lui, a quelli come lui,
a Natale Morea, il Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano ha
dedicato il primo messaggio del suo mandato,
esprimendo cordoglio
e ammirazione per un
uomo “che- ricorda la
sorella Francesca – non
ha saputo farsi i fatti suoi” e che pertanto
“ha pagato – continua
il Capo dello Stato- con
il sacrificio della vita,
dopo mesi di coma e di
sofferenze, il suo gesto
di generosità” .
E allora, come mai noi
che abbiamo tanto di
più, davanti allo “spettacolo” di queste esistenze
ai margini dell’umanità, non abbiamo
il coraggio di non “farci i fatti nostri”?
Di strapparle alla strada?
Cerco, mi informo e scopro che in
realtà sono molti i progetti attivati
dai Comuni con l’intento di soccorrere e sostenere queste persone che
versano in stato di estrema povertà e
senza fissa dimora.
Per esempio, quello della residenza
virtuale, ossia della possibilità offerta,
in molte grandi città italiane, a questi
soggetti di richiedere al Comune di
“appartenenza” la registrazione della posizione anagrafica all’indirizzo
virtuale “via Città di …” usufruendo
così, assieme alla carta di identità,
dei diritti di cittadinanza come quello al voto, all’assistenza sanitaria, al
sussidio sociale, alla pensione di invalidità.
Il provvedimento riguarda i senza
fissa dimora oppure i senza tetto presenti sul territorio comunale che erano irreperibili all’ultimo censimento
e hanno subito il blocco anagrafico
e la perdita della residenza e di tutti
i documenti di riconoscimento e, in
forza di ciò, dei diritti costituzionalmente garantiti. La via virtuale serve
a evitare che dalla carta di identità
si evinca chiaramente la condizione
di senza tetto. Si può scegliere il numero civico dall’1 al 9 a seconda delle circoscrizioni della città in cui si
passa la maggior parte del tempo. Per
registrarsi occorrono un documento
di riconoscimento in corso di validità e, in mancanza di questo, la presenza di due testimoni forniti di carta d’identità. Per i cittadini stranieri
sono richiesti passaporto e permesso
di soggiorno.
L’inevitabile ritrosia nella presentazione delle domande viene superata
grazie all’aiuto di alcune associazioni
che collaborano costituendosi quale
ponte tra le istituzioni e queste persone- che hanno modo di contattare più facilmente-, e fornendo ogni
giorno pasti caldi, indumenti, coperte.
Si tratta dunque di una procedura
che garantisce la privacy e il rispetto verso persone per le quali perdere una casa o non avere più una residenza può essere inizialmente un
fatto accidentale ma poi diventa una
filosofia di vita radicata. Inizialmente
queste persone, spesso di altre nazionalità, vengono ospitate nei Ferrhotel, strutture di accoglienza che sorgono in alcuni locali
messi a disposizione
dalla società “Grandi
Stazioni” del Gruppo
Ferrovie dello Stato.
Una sorta di “casa
di passaggio” dei rifugiati, nella quale
dovrebbero soggiornare giusto il tempo
necessario al loro inserimento lavorativo
e sociale, e che tuttavia negli ultimi anni
rischia, a causa delle
lungaggini provocate
dalla burocrazia, di
diventare, anche per
mancanza di fondi, la
“casa permanente”di
chi decide di restare,
a differenza di chi invece sceglie di uscire
finendo poi inevitabilmente “per strada”.
Aperto nel 1999 dalla Caritas diocesana di Roma, il Ferrhotel nel progetto originario prevedeva l’ospitalità di
immigrati che dovevano svolgere un
corso di formazione all’interno del
centro e che al contempo non avevano la possibilità di pagarsi un alloggio senza lavoro. L’entrata in vigore
nel ’99 della Convenzione di Dublino, ha fatto lievitare notevolmente il
numero dei richiedenti asilo in Italia
per cui il Ferrhotel oggi ospita, per la
quasi totalità, richiedenti asilo e rifugiati.
Interessa i ragazzi dai sei ai dodici anni
Verso le colonie estive di Senigallia
L’
amministrazione comunale informa che sono aperte le iscrizioni per
la colonia marina estiva che si svolgerà a
Senigallia riservata ai ragazzi da sei a dodici anni. Sono previsti tre turni (tutti
con orario 7,30-13):
il primo dal 19 giugno al 1° luglio, il
secondo dal 3 al 15
luglio, il terzo dal 17
al 29 luglio. Il criterio di ammissione a
ciascun turno è l’ordine di arrivo delle
domande. I ragazzi di sei anni devono
aver frequentato la prima elementare, i
ragazzi di dodici anni devono aver frequentato la prima media inferiore. È richiesto un contributo
di 80 euro per figlio e
di 71,5 euro per fratello o sorella. Domande di ammissione entro il 5 giugno:
informazioni presso
l’Ufficio relazioni con
il pubblico di piazza
della Repubblica (tel.
0731.538250).
Campane, sonade!
Campane e campanù sonade a festa
che c’emo ‘n ômo nôvo in cattedrale;
un ômo, so siguro, che s’appresta
a fa ‘l Pastore in modo eccezionale.
Ce ‘nsegnerà la via nte sta foresta
ndo’ purtroppo c’è pure tanto male;
co’ la parola sua dolce e modesta
io credo sarà proprio l’ideale.
Ce manga tanto al mondo ‘n po’ d’amore
e c’è bisogno de ommini ispiradi
che ce rportasse a ragionà col core
e so’ siguro semo fortunadi.
Ce parlerà col Verbo de Gesù,
sonade a festa campane e campanù!
Lucio Longhi
14
Varie
28 Maggio 2006
indirizzare a: Voce della Vallesina
Piazza Federico II , 8
60035 Jesi
tel e fax 0731.208145
e-mail [email protected]
AGENDA
IL SANTO DEL GIORNO
Giovedì 25 maggio San Gregorio VII – Santa Maria Margherita de’ Pazzi – Venerdì 26 San Filippo Neri – Sabato 27 Sant’Agostino di Canterbury – Domenica 28 Ascensione del Signore – San
Germano – Lunedì 29 San Massimo di Verona
- Martedì 30 Santa Giovanna d’Arco – Mercoledì
31 Visitazione B.V.Maria - Giovedi 1 giugno San
Giustino martire – Venerdì 2 Santi Marcellino e
Pietro – Sant’Erasmo – Sant’Albina – Sabato 3
Santa Clotilde – Sant’Olivia – Domenica 4 San
Quirino.
AGENDA
Giovedì 25 maggio
Jesi – aula magna del centro per l’impiego, viale
del Lavoro 32 (ore 10) incontro formativo per
donne migranti.
Venerdì 26 maggio
Jesi – Enoteca regionale (ore 18,30) incontro con
l’autore: Aldo Forlani presenta “Quel maledetto
cunicolo nelle viscere del Monte Conero”
Sabato 27 maggio
Jesi – chiesa San Nicolò (ore 18,30) la dott. Rosalia
Bigliardi e ò’arch. Stefano Santini presentano
il libro “Un Padre Carmelitano ai tempi di
Napoleone” e apertura della mostra “Iconografia
della Madonna in Vallesina”.
Domenica 28 maggio
Giornata delle Comunicazioni Sociali
Jesi – chiesa San Giovanni Battista (ore 11) per il
ciclo “Musica Praecentio”: ”Ad Philippum” con il
coro “C.Petrucci”.
In televisione
Sabato 27 maggio - ore 10,30 (Rai Due) “Sulla via di
Damasco” con Don Giovanni D’Ercole - ore 17,15
(Rai Uno) “A sua immagine” con Andrea Sarubbi
Domenica 28 maggio - ore 8,45 (Canale 5) “Le frontière dello spirito” con mons. Gianfranco Ravasi e
Maria Cecilia Sangiorgi – ore 9,15 (Rai Uno) Santa
Messa e recita del Regina Coeli - ore 10 (Retequattro) Santa Messa.
Farmacie di turno
Giovedì 25 Comunale 2 - venerdî 26 Grammercato
- sabato 27 Coppi - domenica 28 Moretti – lunedì
29 Barba – martedî 30 Martini - mercoledî 31 Calcatelli - giovedî 1 giugno Delle Grazie - venerdî 2
Comunale 1 - sabato 3 Cerni - domenica 4 Comunale 2.
Anagrafe
Nati
Tosap: scadenza
al 10 giugno
martedì e giovedì pomeriggio dalle 15 alle 17”.
Dal sig. G.M.
Due centri estivi
per bambini
Spettabile redazione, sono
uno dei cittadini vittime
della confusione Tosap, voglio dire uno di quelli che
sono stati chiamati a pagare
una tassa non dovuta. Ora
non mi è chiaro se sono io
a dovermi recare all’ufficio comunale competente
in materia per chiarire che
nulla debbo e quindi perdere tempo per un errore non
mio o non più giustamente
che sia chi ha sbagliato a
correggersi. Vi ringrazio di
una risposta.
In materia di Tosap e di bollettini errati, l’amministrazione comunale ha diffuso il
seguente comunicato:
“L’Aipa San Giorgio, concessionaria tributi del Comune
di Jesi, procederà all’annullamento dei preavvisi di pagamento relativi alla tassa
occupazione suolo pubblico
(passi carrabili, tende, chioschi, ecc.), comunicandolo
con propria lettera a tutti i
contribuenti. La decisione
è stata assunta dopo l’accertamento di errori dovuti al sistema informatico
che hanno generato avvisi
anche a contribuenti che
avevano già cessato detta
occupazione.
Una volta bonificata la banca dati, la stessa concessionaria procederà all’invio dei
nuovi preavvisi che avranno scadenza non più il 15
maggio, ma il 10 giugno
prossimo. L’intera procedura è stata autorizzata dall’Amministrazione comunale che sta valutando se vi
siano i presupposti per una
azione legale visto il grave
danno d’immagine arrecato
al Comune di Jesi.
L’Aipa San Giorgio assicurerà tutta la necessaria
assistenza ai contribuenti
attraverso il proprio personale dell’agenzia di Jesi sita
in via Galleria della Sima 14
(tel.0731/203088) e aperta
tutti i giorni dal lunedì al
sabato dalle 9 alle 12,30 e il
sconi e Eleonora Simeone.
(a Jesi, salvo diversa indicazione)
12 aprile Maria Puzone (Napoli); 23
aprile Federico Pierandrei; 24 aprile
Alessandra Zitti, Sofia Carnuccio (Ancona); 26 aprile Giovanni Spendolini
(Ancona); 27 aprile Jolyta Alam Jannatul; 28 aprile Marco Fioretti; 1° maggio
Beatriz Carbonari; 2 maggio Francesco
Maria Scarabotti e Giulia Senuca; 4
maggio Margherita Marzioni (Ancona);
5 maggio Gabriele Giampaoletti e Maria Vittoria Galbiati; 6 maggio Filippo
Ginepri; 8 maggio Costanza Martarelli
e Thomas Cartuccia; 10 maggio Luca e
Sofia Marchegiani; 11 maggio Matteo
Morelli.
i Lettori scrivono...
Defunti
(a Jesi, salvo diversa indicazione)
2 maggio Telmo Morosetti (92 anni), Dario Pierella (73); 3 maggio Maria Tavoloni (72) di Filottrano, Quinto Romiti (87)
di San Marcello, Arnaldo Zannotti (92)
di Maiolati Spontini, Umberto Matteucci (86), Federico Ceciliani (81); 4 maggio
Ersilia Regnicoli (85), Delia Mancinelli
(76) di Belvedere Ostrense; 6 maggio Itala Piersantelli (89), Carlo Manoni (79) di
Belvedere Ostrense; 7 maggio Rolando
Cardella (88) di Filottrano; 8 maggio Angelo Mora (81) di Poggio San Marcello,
Ottavio Pierella (92), Giuseppe Togni (57),
Umberto Pietrucci (86); 9 maggio Alderico
Matrimoni
Montebelli (88), Milena Capitanelli (84);
10 maggio Maria Pastorini (78); 11 maggio
29 aprile Giacomo Ciampichetti e Sonia Gildo Stacchiotti (84), Ugo Brocanelli (75)
Polita; 30 aprile Aldo Iaricci e Francesca di Mergo; 12 maggio Mario Marini (81)
Comitini; 6 maggio Fabio Fazi e Daniela di Castelplanio, Dina Molinari (83), Aldo
Stanescu, Mirco Vitali e Graziella Leo- Ragnacci (84) di Arcevia, Maria Augusta
nardi, Giovanni Ginesi e Pascale Cam- Cardinali (65); 13 maggio Maria Cantarini
panelli; 7 maggio Simone Agostinelli e (91) di Monte Roberto; 14 maggio Sestina
Milena Muzi; 8 maggio Gianfranco Mo- Canonico (82), Dina Togni (91).
Anche quest’anno l’amministrazione comunale di
Jesi promuove l’organizzazione di due centri estivi
da tenersi nell’intero mese
di luglio riservato uno ai
bambini da 3 ai 6 anni (orario 8-16, presso l’elementare Monte Tabor) e l’altro ai
bambini da 6 a 12 (orario 816 presso la scuola Martiri
della Libertà), per un massimo di cinquanta utenti
per ciascun turno di due
settimane e dunque 200
bambini complessivi.
Tali Centri sono da intendersi come un proseguimento, nel periodo estivo,
dell‘attività educativa svolta nella scuola per l’infanzia e nella scuola a scuola
primaria e devono puntare ad offrire ai bambini un
luogo di aggregazione dove
svolgere attività ricreative
e ludiche, consentendo alle
famiglie un supporto importante.
Per il funzionamento dei
due centri il Comune
metterà a disposizione gli
scuolabus per il trasferimento in aree pubbliche
(piscine, centri sportivi,
aree verdi) e un contributo di circa cento euro per
ogni bambino iscritto.
Ufficio Servizi sociali
ingresso spostato
A seguito dei lavori di messa a norma del vano scala
di Palazzo Ricci in piazza
Spontini, che funge da collegamento tra la Ludoteca,
Servizi Sociali, Scolastici
ed Urbanistica, fino a giovedì 8 giugno l’ingresso dei
Servizi Sociali è spostato al
portone principale del Comune in piazza Indipendenza.
Approvato dalla Regione
il Piano Emigrazione
2006
La giunta regionale ha approvato il “Piano annuale
degli interventi a favore
degli emigrati marchigiani
per l’anno 2006” che è stato pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione
Marche n. 45 del 5 maggio.
.Tra le tante novità introdotte anche la creazione di
borse di studio per la formazione di giovani manager e la contribuzione nelle
spese di primo avviamento per la costituzione di
Associazioni di imprenditori marchigiani nei diversi
Paesi.
to, già presente nella sede pubblica sempre edificante.
di Washington, ha affian- Significativa la testimoniancato i ristoratori della zona za della nipote Laura che
nell’organizzazione
del così ha ricordato nonno Febuffet che ha avuto luogo derico:
al termine della cerimonia “Nonno aveva 80 anni, era
felicissimo, pieno di energia
di premiazione.
e beneaugurante verso tutA chi andrà
ti. Era cosi da alcuni anni,
il Premio Vallesina 2006 dopo una vita di fatica, sacrifici e pochi riconoscimenti. Era il classico uomo di
Venerdì 26 maggio alla ore
una volta, apparentemente,
12, presso la sede centrale
ma il cuore che aveva era
della Banca Popolare di
un miracolo moderno.
Ancona, verranno presenIo da sempre sentivo e vitati alla stampa i premiati
vevo il suo amore; ma così
alla terza edizione del
come io lo vedevo, si era
“Premio Vallesina”.
mostrato completamente
San Paolo di Jesi
solo negli ultimi anni. I concome la “Provenza”
ti sembrano tornare: quando finalmente capisci come
Due giorni per scoprire e cosa vivere, finisce la tua
una terra di sapori e pro- esperienza nel mondo. Nonfumi. Questo è stato il no è stato fortunato perché
weekend a San Paolo di Jesi, la felicità che molti non vedove buon vivere, tradizio- dono e quindi non vivono,
ne, cultura, natura sono le lui l’ha vissuta.
parole d’ordine. “E’ sempre Era precipitato dalla pianta
piacevole venire a San Pao- di pomi che stava potando,
lo di Jesi – ha detto Carla come ogni anno, da sempre.
Virili, assessore provincia- L’hanno rianimato... ridanle all’agricoltura – perché do aria ai suoi polmoni imracchiude in sé tutte le mobili per qualche minuto...
caratteristiche della media ed elettricità al suo cuore…
che è morto lì. Era morto,
collina marchigiana”.
Il Comune di San Paolo di nonno… ma devo dire che
Jesi è uno dei ventiquattro non c’è stato nulla di più
Comuni che aderiscono al dolce di vederlo aprire gli
Distretto Rurale di Quali- occhi, pochi giorni dopo la
tà “Colli Esini” e, come ha caduta. Aprire gli occhi e
ricordato Riccardo Mader- parlare, con gli occhi e con
loni, “vi aderisce in manie- le labbra. E’ stato bellissira attiva, lavorando per la mo perché abbiamo potuto
promozione del marchio ripetergli che gli volevamo
del Drq (Distretto Rurale bene.
di Qualità) nel suo territo- Lo sento ancora quando
rio, invitando le aziende ad brindava, al pranzo della
aderirvi”. San Paolo di Jesi domenica, con parole che
è stata definita la “Proven- vorrei ricordare a tutti: Fiza” della Vallesina, per la gli, il mondo andrà bene
presenza nel suo Comune quando gli uomini saranno
del laboratorio per la distil- leali e rispettosi del prossilazione delle piante offici- mo, come ci dice il Signore.
nali da cui si ottengono oli Credendo e testimoniando
ciò, nonno Federico sarà
essenziali.
Il dibattito ha focalizzato sempre con me e con tutti.
l’attenzione anche sull’of- Non piangeremo la tua asferta turistica di qualità senza, ma ti sentiremo vidella vita che i piccoli cen- cino e ti parleremo ancora.
tri possono offrire a chi Tu ci amerai dal cielo come
è in cerca di tranquillità e ci hai amati sulla terra”.
La comunità parrocchiale di
rispetto della natura.
san Giuseppe si è stretta attorno alla famiglia Ceciliani
A ottanta anni di età, mar- con amore e affettuosa partedì 3 maggio è mancato al- tecipazione. “Voce” si unil’affetto della moglie Emilia sce all’unanime cordoglio.
Matteucci, dei figli Dina e
Claudio, della nipote Laura
Anniversario
e di tutti i congiunti
21.05.2004 21.05.2006
La Vini Monte Schiavo
ancora protagonista
Si è svolta con successo
giovedì 11 maggio all’interno del Palazzo Ducale
di Urbino la premiazione
della giornalista radiofonica statunitense Diane Rehm, vincitrice della
prima edizione dell’Urbino Press Award, premio
giornalistico dedicato ai
reporter statunitensi. La
Vini Monte Schiavo, tra le
aziende sponsor dell’even-
Federico Ceciliani
Il rito del cristiano commiato nella chiesa di San
Giuseppe a Jesi, è stato celebrato dal parroco Mons.
Giuseppe Quagliani, che
nell’omelia ha ricordato la
testimonianza del cristiano
attento ed operoso, l’amore
alla famiglia, la dedizione
agli altri, la vita privata e
Franco Ponzetti
A due anni dalla scomparsa,
gli amici della Cassa di Risparmio di Iesi che l’hanno
conosciuto e stimato in vita,
si uniscono nel ricordo alla
gentile signora Anna, alla
figlia Cristina e alla diletta
nipotina Ilaria.
15
Varie
In giro per la Jesi romana
28 Maggio 2006
volley Abbondanza nuovo coach Kilic in Spagna?
Cupramontana
Mostra fotografica e di pittura Monte Schiavo
Fotoservizio Cristiana Simoncini
tra arrivi e partenze
di Giuseppe Papadia
Federico II e i Templari
Il dott. Domenico Lancianese, autore del libro, recentemente
pubblicato “I Templari e la missione segreta”, terrà venerdì 9
giugno (ore 18) in Ancona, nell’Aula del Rettorato dell’Università in piazza Roma, una conferenza su “Federico II e i
Templari”. La manifestazione, organizzata dalla Fondazione
Federico II Hohenstaufen, è patrocinata dalla Regione. Ai
partecipanti sarà data in omaggio una copia del libro, edito
dalla Fondazione, “Il convito dell’Imperatore”.
Il Lions Club ringrazia
La raccolta di occhiali usati da destinare al terzo mondo,
iniziativa di solidarietà promossa dal Lions Club, è risultata
coinvolgente oltre ogni aspettativa. Hanno risposto alla ricerca di sensibilizzazione e collaborazione farmacisti, dirigenti
di scuole e un gran numero di cittadini. Oltre 1500 paia di
occhiali sono stati donati. E’ particolarmente da segnalare che
ne sono stati offerti 350 dalla Caritas; nuovissimi ma, stando a un giudizio consumistico, “fuori moda”. Il Lions Club
vivamente ringrazia tutti coloro che hanno aderito a questo
progetto di notevole valore umanitario. Gli occhiali sono stati ora spediti a Chivasso, dove presso un centro di raccolta
saranno sottoposti a cure di ripulitura e di eventuale restauro
per essere successivamente inviati a destinazione.
A
Cupramontana già fervono i preparativi per i festeggiamenti del Santo patrono, Sant’Eleuterio Papa (26
maggio). Infatti sabato pomeriggio è stata una giornata
ricca di eventi, con l’inaugurazione di due mostre dedicate
al paese, una fotografica intitolata “Cupra in festa” e l’altra
di pittura, intitolata “Chiese di Cupramontana”.
La mostra fotografica è opera dei due fotografi amatoriali locali, Vincenzo Mollaretti e Roberto Torelli, che nella
sala recentemente restaurata, Raul Bartoli, in via Ferranti,
hanno immortalato, in una cinquantina di scatti, i momenti più significativi delle feste che, negli ultimi anni, si
sono svolte a Cupra: Sant’Eleuterio, Corpus Domini, Sagra dell’Uva, Sant’Antonio Abate, San Pasquale Baylon,
San Michele, San Marco, Beato Angelo, San Lorenzo,
Carnevale, Cantamaggio, Domenica delle Palme, Giornata del Catechismo e Processione del Cristo morto.
I due fotografi hanno scelto la festa come tema guida
perché, come si legge all’ingresso della mostra, “il termine festa evoca in ognuno sentimenti forti e quasi sempre
propositivi…qualcosa di innato risveglia l’autentica voglia
di stare insieme”. Mentre l’altra mostra, quella pittorica,
allestita nella sala accanto, nei locali della palestra delle
scuole, è opera della pittrice dilettante Anna Rosa Paccusse che, in 17 acquerelli, dai caldi colori, racconta la storia
delle tante chiesine sparse per il territorio di Cupramontana.
A queste due belle iniziative, aperte al pubblico fino al
28 maggio dalle 17 alle 20, si è aggiunta la presentazione,
nella sala consiliare, del libro “Filastrocca longa longa, i
nonni raccontano”, ad opera della Scuola dell’infanzia “C.
Corradi” e degli anziani della Casa di Riposo, dove vi sono
raccolte le filastrocche che i nonni hanno raccontato ai
bambini, il tutto corredato da simpatici disegni realizzati
dai piccoli dell’asilo.
Un nuovo patron
per l’Aurora Basket
CALCIO Eccellenza
Le prime novità nella Jesina
L
a Jesina Calcio è già
al lavoro per programmare la prossima
La Azienda Sanitaria Unica Regionale – Zona Territoriale n. stagione calcistica, sia
5 di Jesi ha donato, per il Programma Sanitario Nazionale di per la prima squadra,
Caritas Albania, alla Caritas Italiana materiali e apparecchi che per il settore giodi uso medicale delle strutture sanitarie della Zona non più vanile. La costruziorispondenti alle norme di sicurezza dell’Unione Europea ma ne della squadra per il
perfettamente funzionanti. La donazione è stata effettuata campionato di Eccelliberamente senza alcun scopo di lucro.
lenza 2006-07 è partita
I materiali e le apparecchiature sono state consegnate nei con la riconferma sulla
giorni scorsi. Si tratta in particolare di un apparecchio panchina dei leoncelli
radiologico dentale, una asciugatrice, due autoclavi da banco, dell’allenatore Antonio
due defibrillatori, un diafanoscopio, una incubatrice, due Ceccarini (nella foto), il
lampade a fessura, quattro lampade scialitiche, un monitor quale ha dimostrato nelper defibrillatore, due ottotipi, cinque pompe da infusione, lo scorso campionato di
sedici respiratori a valvola di Bennet, due tavoli chirurgici e possedere tutte le quaun set di vetreria per laboratorio analisi.
lità, umane e tecniche,
per guidare la Jesina.
Prosegue intanto il
progetto legato alla valorizzazione del vivaio della JesiSTUDIO MEDICO dott. SANTONI
na Calcio: la società ha raggiunto l’accordo con Mauro
Chirurgia LASER delle VARICI in Day Surgery.
Bertarelli, che, a partire dalla prossima stagione, sarà il
responsabile del settore giovanile. Mauro Bertarelli è
Flebologia, Chirurgia ambulatoriale, Eco color
nato ad Arezzo il 15 settembre 1970. Ex calciatore di
Doppler. Fistole, Emorroidi, Ernie.
Sampdoria, Empoli, Ravenna ed Ancona, ha ricoperto
negli ultimi tre anni il ruolo di responsabile tecnico del
settore giovanile nel Real Vallesina.
Accreditato Regione Marche prot. 11105 del 3 giugno 2003 Nel ruolo di allenatore della squadra Juniores, dopo
l’ottimo lavoro svolto nella scorsa stagione, è stato conVia RADICIOTTI n. 3 - 60035 JESI
fermato l’ex giocatore leoncello ai tempi della Serie C,
Tel 0731205103 - 335 8234245 - 328 8649062
Giovanni Trillini.
La Asl di Jesi per la Caritas Albania
BASKET L’addio della famiglia Latini
P
er lo sport jesino questa primavera segna uno storico
addio, quello del marchio Sicc Cucine al basket dopo
oltre cinquecento partite, 14 anni di sponsorizzazione
e quattro promozioni. Lo scorso 16 maggio “la famiglia
Latini, titolare di circa il 95 per cento delle quote sociali
dell’Aurora Basket – si legge nel comunicato – in considerazione dei recenti noti eventi, annuncia la propria volontà, definitiva ed irrevocabile, di considerare conclusa
la propria esperienza sportiva e di conseguenza di cedere
l’intera partecipazione societaria”. L’amministratore delegato Gianluca Latini ha assicurato che la società vanta
conti in regola e che proseguirà la sponsorizzazione della
Banca Popolare di Ancona.
In via Gola della Rossa però, si continuerà a lavorare anche senza i Latini per garantire a Jesi l’iscrizione al prossimo campionato di Lega Due entro il 30 giugno. Dopo
quella data i membri del consiglio d’amministrazione dell’Aurora rassegneranno le dimissioni.
Grande disappunto per l’addio al basket della famiglia Latini è giunto anche dal sindaco Fabiano Belcecchi, da sempre appassionato di pallacanestro. Al primo cittadino è
stato affidato il ruolo di mediatore tra la vecchia proprietà
e gli acquirenti. Per il futuro si parla di una cordata di imprenditori, già presenti come co-sponsor dell’Aurora.
Nella foto di Giaccaglini, un momento “storico”:
l’esultanza di Latini per la promozione in A1
Gip
WWWBPAIT
Le belle giornate invitano ad uscire e noi della classe quinta
del plesso Gemma Perchi, giovedì 11 maggio, siamo andati in
giro per la città, a scoprire - con la guida del museo archeologico - la Jesi romana. Così abbiamo appreso che il centro storico, essendo in collina, era un’importante “area” per i romani
da cui vedere i nemici e quindi prepararsi all’attacco.
Abbiamo visitato altri resti romani di cui non immaginavamo l’esistenza nella nostra città, e una cisterna in via delle
Terme. Una puntatina anche al museo archeologico di Jesi ha
completato la nostra esplorazione offrendoci la possibilità di
osservare vari utensili e ammirare le suggestive statue senza
testa ritrovate nella cisterna.
Rosaria e Francesca de Donatis
Sarissa Parviz Pezeshk Pur
(Foto Paola Barchesi)
Il mercato estivo della
Monte Schiavo Banca Marche prosegue tra alti e bassi.
Dopo l’ingaggio di Simona
Rinieri (nella foto), la società jesina ha annunciato il
nuovo allenatore, che per i
prossimi due anni sarà Marcello Abbondanza. Nato a
Cesena il 24 agosto 1970,
Abbondanza ha iniziato la
sua attività a Forlì nel 2000,
per poi scendere a Mazzano in B1 l’anno successivo. Nel
2003 il passaggio a Pesaro dove quest’anno ha dominato
la stagione regolare e la Coppa Cev. Abbondanza è stato
anche vice del ct azzurro Bonitta sia a Ravenna sia in nazionale, con cui ha vinto il mondiale 2002 a Berlino. “E’
una scelta non dettata dall’insoddisfazione – ha spiegato
Gabriele Pieralisi – ma da un progetto bene preciso, messo in piedi la scorsa estate. Crediamo che con il nuovo allenatore ci sia più continuità”.
Sul fronte delle riconferme è arrivata quella delle bulgare
Marinova e Petkova. Saluteranno Jesi Mifkova, Aldrich ed
Arimattei. Da definire la situazione di Ritschelova.
A stravolgere i piani della Monte Schiavo ci ha pensato
Liouba Kilic, che si è detta pronta a sciogliere il pluriennale firmato la scorsa estate con la società rossoblù, per
trasferirsi in Spagna al Murcia. Il club iberico le avrebbe
offerto ben 500 mila euro. “Siamo tranquilli – ha detto il
giemme Pieralisi – Se andrà via la rimpiazzeremo nel migliore dei modi. A Jesi abbiamo bisogno di gente convinta
e motivata”.

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