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EVENTI
di Davide Giove
SPORTIVI
La Goccia n. 18 - 9 settembre 2006
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L’Arci ruba il cappello a u’ Munachicchie
Grande successo per la manifestazione promossa dal circolo ginosino “Il Ponte” insieme
al comitato “Musichiamoli tutti” e patricinata da Regione Puglia, Provincia di Taranto,
Comune di Ginosa, con la collaborazione della Pro Loco.
E ce n’era davvero bisogno.
La manifestazione
aveva,
infatti, anche
un
obiettivo
più pratico, ovvero quello di
reperire fondi
per la pubblicazione del cd
“Musichiamoli
Tutti
Vol.1”.
Si tratta di un
ambizioso proServizio fotografico di Erasmo Mazzone
getto dell’Arci
ginosina
che
mira a promuovere
le band locali aldilà dei propri confini
attraverso la realizzazione di un cd di
L’estate culturale ginosina ha visto quebrani inediti. A dire il
st’anno comparire un altro grande protagovero il Cd è già stato
nista. Si tratta di un personaggio noto a tutti.
registrato presso lo
Molti lo hanno incontrato ( o così dichiarastudio “Spazio Arte”
no) mentre gli altri ne hanno di certo sentie, grazie proprio alla
to parlare. Mi riferisco a U’ Munachicchie,
riuscita della festa,
lo spirito dispettoso e benevolo che ama di
la prima fase di reanotte tirare antipatici scherzetti ai poveri e
lizzazione è già stata
inconsapevoli dormienti. Il Circolo Arci “Il
finanziata!
Ponte” di Ginosa ha ben pensato di rispolNon potevano quindi
verare questo celeberrimo personaggio e
che essere i giovani
renderlo il simbolo in grado di riassumere i
musicisti i protagovalori e le vocazioni non solo dell’associazione ma di tutto il nostro territorio. Nasce così l’idea della mani- nisti della prima delle due serate presentate dalla “voce ginosina”
festazione “Insieme per il Parco: Terra delle Gravine, Terré De U’ Maurizio Ranaldo e dall’esordiente Danila Pignalosa. Ben 14 band
provenienti da diverse zone della Puglia si sono avvicendate sul
Munachicchie”.
Il 25 e 26 agosto il rione casale di Ginosa con il suo anfiteatro na- palco amplificato dalla Prosound Service. Il foltissimo pubblico
turale, solitamente cornice della Passio Christi, ha accolto i suoni, presente (migliaia di presenze nella due giorni) ha potuto ascoltare
i colori, le voci ed i sapori della nostra terra che i soci Arci hanno generi diversissimi tra loro, dal funky al rock melodico alla musica
saputo combinare e convogliare in una due giorni densa di attivi- metal. Se sul palco c’erano ragazzi dai 13 ai 30 anni, tra il pubblico ad applaudire si potevano scorgere tre diverse generazioni:
tà.
Al centro della manifestazione vi era la sensibilizzazione al tema ancora una volta gli organizzatori hanno potuto gioire di questo
del parco della terra delle gravine in un’ottica di specificità della incontro insolito! Ma non solo: durante il concerto era possibile
nostra, che ha conosciuto e conosce fenomeni di antropizzazione. scorgere un Munachicchie in carne ed ossa aggirarsi a canzonaPer questo l’Arci ha fatto grandi sforzi per coinvolgere nell’orga- re musicisti e spettatori! Nella seconda serata, invece, spazio alla
nizzazione e nella realizzazione degli eventi fasce di popolazione compagnia Libre Ensemble che ha messo in scena lo spettacolo
tra loro distanti. Si è pensato ai giovani e agli anziani, si sono “Don Tonino Bello: L’Utopia Realizzata”.
offerti spettacoli molto diversi tra loro per genere e pubblico ma, A dimostrazione della sinergia che ha reso possibile la riuscita
dell’evento vi erano il patrocinio di Regione Puglia, Provincia di
soprattutto, si sono coinvolti tantissimi cittadini e turisti.
Durante le manifestazioni era possibile degustare prodotti tipici Taranto, Città di Ginosa e Pro Loco di Ginosa. A ciascuno degli
come vino, focacce e tarallini o realizzati dagli organizzatori. Ogni enti rappresentati da Pietro Pepe (presidente del consiglio regiospettatore sorseggiando la sangria o acquistando panini e salsic- nale), Paolo Costantino (consigliere Regionale), Pietro Giacovelli
(Assessore Provinciale al Parco ed alle Politiche Giovanili), Luigi
ciotti poteva così contribuire a finanziare l’evento!
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SPORTIVI
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I gruppi che si sono esibiti il
25 agosto
Alcuni dei soci arci impegnati nell’approntare lo
scenario della due giorni
Montanaro (Sindaco di Ginosa), Antonio Bradascio (delegato alla
Cultura) e Luigi Dell’Orco (Presidente Pro Loco) l’idea di questa
chiave di lettura dell’idea del Parco e la proposta di finanziamento
di un cd che sarà trampolino per tanti giovani è subito piaciuta.
Importante anche il contributo del Ctr di Ginosa , delle donne dell’Auser e del S.E.R.
Tra musicisti, tecnici e personale volontario agli stand si è reso
necessario il contributo di circa cento persone. E’ doveroso ricordare che i soci arci hanno provveduto a mantenere puliti tutti gli
spazi utilizzati. In tre diversi momenti prima durante e dopo la due
giorni tanti soci si sono preoccupati di lasciare quello scorcio di
gravina in condizioni ottimali. Ma è altrettanto doveroso dire che
il lavoro è stato agevolato dalla grande civiltà del pubblico presente. Nonostante la presenza di migliaia di spettatori, infatti, la quantità di rifiuti da recuperare è stata ben al di sotto delle aspettative
degli organizzatori. In questo modo tutti, persino gli spettatori,
hanno potuto concretamente contribuire, oltre che con la propria
presenza, alla riuscita dell’iniziativa. A loro va il ringraziamento dell’arci oltre che a Regione, Provincia, Comune e Pro Loco
per i patrocini, a Ctr, SER e Auser per l’aiuto logistico, a Pino
Costantino per il telo da proiezione, agli sponsor Cantine Trovisi,
Cantine Metapontine di Roberto Donno, Cantine Nocco, Panificio
Piccolo, Panificio Di Cristi, F.lli De Palma, Supermercato Europa
Europa. Grazie anche all’ideatrice della marionetta e del disegno
de U’ Munachicchie, Adele Carrera e a Mimmo Dell’Osso per la
realizzazione del progetto grafico del manifesto che è possibile
scaricare visitando il sito di www.arcipikkia.it (sito che ospita, lo
ricordo, anche le pagine del nostro quindicinale).
Forse l’arci di Ginosa il cappello dalla testa de U’ Munachicchie è
riuscita davvero a strapparlo!
Aramakao:
Magda Di Fonzo (Voce), Gianvito Cutrone (Basso), Tomas
Bongermino (batteria), Giuseppe Mele (Chitarra).
Hardisk:
Lorenzo Susca (chitarra) Luciano Pizzulli (basso) Giuseppe
Mercante (voce) Vincenzo Pastore (Chitarra) Michele Sannelli
(Batteria)
Mescalina: Luigi Galante (Chitarra) Vito Galante (basso)
Giuseppe Pirrazzo (voce) Alessandro Moretti (batteria)
Ginosauri: Luca Di Tinco (chitarra) Antonello Giandomenico
(Basso) Emanuele Moretti (Batteria)
In Fondo A Destra: Giuseppe Tagliente (chitarra) Giuseppe
Pirrazzo (basso) Adriano Bozza (Batteria) Alessandro Moretti
(voce)
Energia Passiva: Mirko Santantonio (voce) David Riccardi (batteria) Giuseppe Mercante (Chitarra) Francesco Grassi (Basso)
33 Cl.: Vito Putignano (chitarra) Dodo Genco (Basso) Andrea
Valenza (Batteria) Stefano Sisto (Tastiera) Willy Elefante (Voce)
Nemesis: Adriano Galante (Chitarra) Vito Galante (Basso)
Damiano otunno (Chitarra) Alessandro Barbaro (Voce) Nicola
Palmitesta (Batteria)
Lavori In Corso: Giampiero Acito (Voce) Antonio Triggiante
(Basso) Domenico Vizzielli (Batteria) Giampiero Bonora
(Chitarra)
Bite Back: Salvatore D’Ostuni (chitarra e voce) Michele Sannelli
(Batteria) Miki Marchionna (basso) Nicola Palermo (Tastiera)
Symbola’s Band: Rossella Maggi (voce) Lisa D’Amelio (voce) Rossella Cantore (chitarra) Vito Emanuele Galante (tromba)
Michele Ranaldo (sassofono) Francesco Parisi (Batteria) Vito
Galante (Basso)
New Generation: Giuseppe Giannino (tastiera) Saverio Costantino
(batteria) Floriana Costantino (Voce) Daniele Susca (Chitarra)
Giacomo Cassano (Chitarra) Carlo Putignano (Chitarra)
Serrafonia:Danilo Vicenti (tastiere) Emanuele Cristallo (voce), Raffaele Iacovone (basso), Domenico Lospalluto (batteria),
Salvatore Lomonte (chitarre).
Nasce il Comitato
“Musichiamoli
tutti”
E’ nato il Comitato “Musichiamolti Tutti”! E’ promosso da
tutti i musicisti appartenenti a band del territorio e si propone
per offrire una risposta organica alle richieste del territorio in
materia di musica per band. Al suo interno vi sono tanti gruppi dei generi più disparati. Chiunque voglia può contattare il
comitato telefonando al numero 349.58.88.619 o scrivendo a
[email protected]
Per conoscere le convocazioni delle assemblee o dei direttivi o
per leggere il nostro stauto o i nostri verbali basta collegarsi al
sito www.arcipikkia.it
Il Presidente- Davide Giove
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La Goccia n. 18 - 9 settembre 2006
F - FAMIGLIA
28
Rubrica
a cura di
don Franco
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Il
Vocabolario
di
Dio
SPORTIVI
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EVENTI
“I primi nemici dei bambini e della vita
nascente sono quelli che riconoscono famiglie che non sono famiglie, ricompongono famiglie con pezzi di famiglie sfasciate;
ci mettono a deposito forzato come pezzi
avanzati o contesi dalle parti; autorizzano
medici e genitori ad eliminare arrivi non
voluti o che si presentano con qualche difetto (…) Da quando non è più un delitto
uccidere un bambino; da quando ci considerano soprammobili o bagaglio fastidioso
o merce di scambio; da quando i bambini
sono diventati oggetto da dividere insieme
ai mobili e ai beni; da quando sono diventati materiale biologico, operai senza diritti, trastullo da maniaci e pervertiti, manovalanza della guerriglia o della malavita,
il mondo sta precipitando in un baratro
senza fondo”.
Sono le dure parole che il vescovo
di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, mons. Mario Paciello, ebbe a pronunciare durante la celebrazione eucaristica
all’indomani della scomparsa di Francesco
e Salvatore Pappalardi, i due bambini di
13 e 11 anni di Gravina. Parole che nessun
giornalista ha voluto riportare (chissà perché!?!) in quei giorni tremendi; parole che
ci lasciano sbigottiti per l’agghiacciante lucidità delle riflessioni.
Un male oscuro si è dunque impadronito della famiglia? Hanno ragione coloro che diagnosticano la fine dell’istituto
familiare? Che, per caso, come pensa quel
mio amico di sinistra, la famiglia è una cosa “di destra”?
Eppure, quelle parole di mons.
Paciello sono lì ad interpellarci, senza via
di scampo. Sono la misura di quella gigantesca follia che sta attraversando la cultura
(volgarmente capitalistica, verrebbe voglia
di definirla) dei giorni nostri; sono la misura della totale impermeabilità di tanta parte
del mondo politico e degli uomini di cultura agli argomenti che dimostrano la centralità della famiglia.
Ma come? Si è fatto tanto di quel
baccano per la “saracinesca di Punta Perotti” e nessuno avverte la gravità della saracinesca che sta togliendo ogni orizzonte
alle nostre famiglie? Migliaia di persone
si preoccupano della salvaguardia della
“Caretta caretta” e nessuno si preoccupa
di quella dell’“Homo sapiens”? Questo
nostro Occidente ricco (e troppo spesso
anche mentalmente obeso), sfruttando a
proprio beneficio le ricchezze del mondo
intero, ha imparato quanto fragile sia il nostro pianeta e di quanta cura abbia bisogno
per consentire la vita nel futuro e non ha
imparato quanto sia stringente l’urgenza di
aiutare la famiglia per sostenerla nei compiti educativi, di assistenza, di sostegno intergenerazionale? Chi può seriamente augurarsi l’avvento di una società totalmente
“liquida”, dove ogni legame sia istantaneamente reversibile, senza lasciare traccia
né responsabilità, e in cui ogni forma di
convivenza sia trattata dalla politica senza
alcuna distinzione?
Sia chiaro che nessuno contesta
la legittimità di scelta individuale riguardo
questa o quella forma di convivenza, ma
non c’è alcuna lesione di “diritti umani” se
la collettività discerne tra di esse e offre un
sostegno particolare a quella che contribuisce in forma preminente alla sua sussistenza e al suo progresso: questo è esattamente
ciò che hanno sancito i padri della nostra
Repubblica con l’art. 29 della Costituzione.
Eppure, l’abbattimento di questo caposaldo
pare proprio il traguardo verso cui anelano
(con testardaggine monomaniacale!) tanti
politici, quando auspicano legislazioni inclusive, “miti”, che “riconoscano ed assecondino l’evoluzione della società”.
La famiglia è il “luogo geometrico” dell’amore umano; nella famiglia trova
seme, nascita e compimento il più puro degli amori umani, nelle sue diverse componenti. Ma l’amore è a sua volta esposto alle
malattie. La malattia più grave dell’amore è
l’egoismo, perché è il suo esatto contrario.
Talvolta si scherza sul “matrimonio tomba
dell’amore”, invece può essere vero: è proprio all’interno della famiglia che si possono raggiungere gli abissi dell’egoismo,
è all’interno della famiglia che si possono
compiere i delitti più gravi e più nascosti
contro la vita, contro l’amore, contro la
purezza. Quante storie, infatti, di “donne
perdute” hanno avuto inizio dalla violenza
carnale di un padre, di un fratello, di uno
zio… E quante storie di ladri, di assassini,
di drogati, di “diversi” sono germinati dalla
putrefazione di un amore familiare!
Non basta dare la colpa al televisore che non ci permette di dialogare in
famiglia, dato che questo succedeva anche
quando il televisore non c’era; non basta
neppure (e tanto meno) affermare che la
miglior cosa è non sposarsi, dato che i problemi non vanno evasi ma affrontati e solo
lo sciocco si comporta come la volpe che,
non potendo arrivare a mangiare l’uva, diceva che non era matura.
Dove sta, allora, il rimedio?
C’è qualcosa che sfugge ad ogni
rimedio: contro la malattia, per esempio,
contro la pazzia improvvisa ed inspiegabile
le possibilità di intervento sono scarse. Ma
contro le malattie dell’amore si può fare
qualcosa. E noi cristiani dovremmo sapere
che cosa.
Non è che, occupati come siamo
a parlare di amore per il Terzo Mondo, per
gli emarginati, per il mare, i boschi, i fiumi,
l’atmosfera, le balene e i panda, ci stiamo
dimenticando dell’amore per il padre e per
la madre, per lo sposo e per la sposa, per i
figli e per i fratelli? Dio mio, come è facile
diventare docenti dell’amore universale e
insieme gli analfabeti dell’amore concreto,
quello che si veste dei drammatici e stupendi abiti della quotidianità!
Se non mi lascio andare a conclusioni irriguardose (della serie: se questo
è l’Occidente, che scompaia pure al più
presto…!) è perché in questo Occidente c’è una componente che ancora non ha
gettato la spugna. Ed è questa componente
del pensiero cristiano che deve darsi una
mossa, che ha il diritto-dovere di suonare
un’altra musica al posto di quanto finora i
nostri governi hanno scribacchiato su spartiti troppo stonati o che non conoscono la
differenza tra l’Inno di Mameli e la Quinta
di Beethoven.
È utopia pensare che la pratica del
Vangelo risolverebbe quasi tutto? (E dico
“quasi” per lasciare ancora un margine all’imprevedibile).
Mons. Paciello il suo spartito l’ha
cominciato a scrivere.
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Rubrica a cura
di Roberto Muscolino
Facciamo
chiarezza: Cos’è
un Malware
Segue dal n. 15
Un trojan può contenere qualsiasi tipo di
istruzione maliziosa. Spesso i trojan sono
usati come veicolo alternativo ai worm e
ai virus per installare delle backdoor o dei
keylogger sui sistemi bersaglio.
All’incirca negli anni sucessivi
al 2001 o 2002 i trojan incomiciarono ad
essere utilizzati sistematicamente per operazioni criminose; in particolare per inviare
messaggi di spam e per rubare informazioni personali quali numeri di carte di credito
e di altri documenti o anche solo indirizzi
email.
I Trojan di nuova generazione
hanno molteplici funzionalità, quali connessioni tramite IRC bot, formando appunto Botnet, e opzioni per nascondersi meglio
nel sistema operativo, utilizzando tecniche
simili ai Rootkit.
Backdoor: letteralmente “porta sul
retro”. Sono dei programmi che consentono un accesso non autorizzato al sistema
su cui sono in esecuzione. Tipicamente si
diffondono in abbinamento ad un trojan o
ad un worm, oppure costituiscono una forma di accesso di emergenza ad un sistema,
inserita per permettere ad esempio il recupero di una password dimenticata.
Spyware: software che vengono
usati per raccogliere informazioni dal sistema su cui sono installati e per trasmetterle
ad un destinatario interessato. Le informazioni carpite possono andare dalle abitudini di navigazione fino alle password e alle
chiavi crittografiche di un utente.
Gli spyware, a differenza dei virus e dei worm, non hanno la capacità di
diffondersi autonomamente, quindi richiedono l’intervento dell’utente per essere installati. In questo senso sono dunque simili
ai trojan.
Uno spyware può essere installato
sul computer di un ignaro utente sfruttando
le consuete tecniche di social engineering.
Molti programmi offerti “gratuitamente”
su Internet nascondono in realtà un malwa-
La Goccia n. 18 - 9 settembre 2006
re di questo tipo: il software dunque non è
gratuito, ma viene pagato attraverso un’invasione della privacy dell’utente, spesso
inconsapevole. In alcuni casi la stessa applicazione che promette di liberare dagli
spyware ne contiene uno esso stesso. Molti
software sono diffusi dichiarando esplicitamente di contenere un componente che
verrà utilizzato per tracciare le abitudini
di navigazione dell’utente: in questo caso siamo in presenza non di uno spyware
propriamente detto, ma di un programma
rilasciato con licenza adware.
L’installazione può avvenire in
maniera ancora più subdola, semplicemente visitando delle pagine Web disegnate per
sfruttare eventuali vulnerabilità del browser, che consentono l’esecuzione automatica di applicazioni non sicure.
Gli spyware possono anche far
parte del payload di un malware a diffusione automatica, come un worm, ma questo
metodo di diffusione è assai meno comune
dei precedenti.
Molti spyware vengono eseguiti solo quando si utilizza l’applicazione di cui fanno
parte e con cui sono stati installati e la loro esecuzione cessa nel momento in cui si
chiude detto programma. Altri hanno invece un comportamento più invasivo, simile
a quello di molti trojan o worm: modificano infatti il sistema operativo del computer
ospite in modo da essere eseguiti automaticamente ad ogni avvio.
In alcuni casi il meccanismo dei cookies
può assumere connotazioni e scopi simili a
quelli degli spyware, con efficacia limitata
al sito Web che li usa.
Gli spyware costituiscono prima di tutto
una minaccia per la privacy dell’utente,
in quanto carpiscono senza autorizzazione
informazioni sul suo comportamento quando connesso ad Internet: tempo medio di
navigazione, orari di connessione, siti Web
visitati, se non dati più riservati come gli
indirizzi e-mail. Le informazioni raccolte
vengono inviate ad un computer remoto
che provvede ad inviare pubblicità mirata
sulle preferenze ricavate dall’analisi del
comportamento di navigazione. Gli annunci possono essere ricevuti sotto forma di
pop-up, banner nei siti Web visitati o nel
programma contenente lo spyware o, nei
casi più invasivi, posta elettronica non richiesta (spam).
Questi malware portano con sé anche delle
conseguenze sul funzionamento del computer su cui sono installati. I danni vanno
dall’utilizzo della connessione ad Internet,
riducendone la velocità, all’occupazione
di cicli di CPU e di spazio nella memoria
RAM, fino all’instabilità o al blocco del sistema. Tali conseguenze sono effetti collaterali dell’attività principale degli spyware,
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ossia quella della raccolta di informazioni.
Nessuno spyware ha lo scopo di danneggiare direttamente il sistema su cui è installato, dato che esso deve essere funzionante
per consentire la raccolta e l’invio delle
informazioni. Malfunzionamenti sono tuttavia sempre possibili, soprattutto nel caso
si accumulino molti spyware.
I sistemi Windows non protetti, se usati
con inconsapevole leggerezza, possono accumulare diverse centinaia di spyware. La
presenza di una tale mole di applicazioni
indesiderate causa una notevole diminuzione delle prestazioni del sistema e considerevoli problemi di stabilità. Un altro
sintomo comune di una grave infezione
da spyware è la difficoltà di connettersi ad
Internet, oppure la presenza di tentativi di
connessione non richiesti dall’utente.
Spesso tali malfunzionamenti vengono
attribuiti dall’utente a difetti del sistema
operativo, a problemi hardware e soprattutto a virus, causando quindi azioni radicali
come la formattazione e reinstallazione del
sistema operativo o il ricorso all’assistenza
tecnica, con notevoli perdite di tempo e di
denaro.
Alcuni spyware inducono perfino a credere
che l’eventuale firewall installato sul computer stia funzionando male, simulando
messaggi di errore di applicazioni legittime allo scopo di indurre l’utente a concedere l’accesso ad Internet al componente
spyware, se non addirittura a disabilitare o
disinstallare il firewall stesso.
L’arma migliore per difendersi dagli spyware è diffidare da qualsiasi software offerto
gratuitamente su Internet: come detto l’inclusione in programmi molto scaricati è il
mezzo più frequente di diffusione di questi
malware. Evitare di visitare siti “sospetti”,
come quelli che offrono software pirata, è
un’altra precauzione salutare, così come
l’astenersi dal seguire i link contenuti nei
messaggi di spam (posta indesiderata) che
ciascuno purtroppo riceve nella propria casella di posta elettronica. Mantenere sempre il proprio sistema operativo aggiornato
con le patch rilasciate dal produttore permette in genere di evitare lo sfruttamento
di vulnerabilità dello stesso per installare
malware all’insaputa dell’utente.
A questo proposito va detto che in rete si
possono trovare molti programmi gratuiti che nulla hanno a che vedere con gli
spyware, in particolare i programmi cosiddetti open-source. Mentre i software distribuiti gratuitamente secondo il modello
di freeware possono contenere spyware (e
non essere del tutto gratis), i programmi
open-source vengono distribuiti come codice sorgente, per cui sarebbe praticamente
immediato scoprire porzioni di codice dannose.
Continua
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La Goccia n. 18 - 9 settembre 2006
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Da uomo invisibile ad artista di successo
Intervista a Giovanni Pellino, in arte “Neffa”
In molti lo conoscono con il nome di “Neffa”, ad i fan basta fare il nome
di Giovanni Pellino per capire che si parla
di un artista nato come batterista ma che ha
dimostrato nel corso degli anni la sua voglia di cambiare ed abbracciare molteplici
gusti musicali. Giovanni Pellino nasce a
Scafati (SA) il 7 ottobre 1967, esordisce
negli anni ’80 con lo pseudonimo di Jeff
insieme ad alcuni gruppi hard-core italiani,
tra cui i “Negazione”, gruppo della scena
punk europea. Neffa nasce negli anni ’90,
nome ispirato ad un calciatore paraguayano della Cremonese, entra a far parte del
gruppo “Isola Posse All Star”, e dopo lo
scioglimento della banda costituisce, insieme all’amico DJ Gruff, la formazione dei
“Sangue Misto”. Nel ’96, con “I Messaggeri della Dopa”, realizza il suo primo album da solista, l’album è “Neffa & I Messaggeri Della Dopa”, disco d’oro. Singolo
ufficiale dell’album è “Aspettando il sole”
realizzato con uno stile soul e melodico.
Nel ’98 il suo secondo album da solista
“107 elementi”, cura la colonna sonora del
lungometraggio Torino Boys. Nel ’99 con
l’album “Chicopisco” Neffa si allontana
dall’hip hop e nel 2001 esce l’album “arrivi e partenze” in cui si sente la sua passione per la musica R&B e il soul, singolo
ufficiale dell’album “La mia signorina”.
Nel 2003 è la volta dell’album “I molteplici mondi di Giovanni, il cantante Neffa”,
anticipato dal singolo “Prima di
andare via” che gli regala il premio radiofonico del Festivalbar.
Nel 2004 per Neffa la prima esperienza sanremese con il singolo
“Le ore piccole”, classificatosi
al 9° posto e nello stesso anno è
testimonial della campagna della
Renault per la sicurezza stradale,
il “Sale and sound” per la quale compone
il brano “Sto viaggiando verso te”. L’estate di Neffa 2006 è caratterizzata dall’uscita
del suo nuovo album anticipato dal singolo “Il mondo nuovo”. Una discografia ricca
quella che ha caratterizzato la vita di Neffa, ma dietro ad un cantante dal percorso
musicale ricco di sonorità musicali, esiste
anche Giovanni Pellino, un uomo in parte
comune e in parte personaggio. Qualche
domanda ci aiuterà a conoscerlo meglio.
Quanto di Neffa c’è in Giovanni
Pellino?
«E’ un po’ come una fortissima
escursione termica...io sono passato da essere uno fra i più invisibili che c’erano a
una persona un po’ in vista, con i pro e i
contro che tutto ciò comporta. Sostanzialmente direi che, dopo qualche scossone
iniziale, ho deciso che il personaggio e la
persona avrebbero dovuto coincidere perché non volevo crearmi un personaggio.
Per cui in sostanza Neffa e Giovanni coincidono abbastanza.»
Se avessi la possibilità di ritornare indietro, cambieresti qualcosa della tua carriera?
«Le cose avrebbero potuto andare
in molti modi diversi, ma ho sempre pensato che se potessi tornare indietro direi: “e
adesso andiamo avanti!”.»
Quali sono i tre desideri che
non hai ancora realizzato?
«Il mio primo, più grande desiderio, è sempre stato quello di poter essere
una persona più saggia, ma penso che si
cominci a diventare più saggi nel momento in cui si smette di desiderarlo. Un altro
desiderio che ho, è quello di creare una
struttura tipo “fattoria della musica”, con
un laboratorio sempre attivo di produzione
musicale. Purtroppo ad oggi non ho guadagnato abbastanza per poterlo fare. Il terzo desiderio che esprimerei a un ipotetico
genio della lampada, forse sarebbe quello
di liberarmi dalla schiavitù del desiderio e
godermi la vita.»
Di cosa non hai ancora parlato
nelle tue canzoni? C’è un filo conduttore
per tutti i tuoi brani?
«Non so di cosa non parlo...perché è già abbastanza misterioso affondare
in quello di cui parlo. Io parlo di quello che
provano i miei sensi riguardo alla mia vita
e al mondo così come lo percepisco.»
Qual è stato il regalo più bizzarro che uno dei fan ti ha fatto?
«Tanti anni fa, ai concerti dei
“Sangue Misto”, capitava che qualcuno tirasse dei pezzi di fumo sul palco...»
Se Giovanni Pellino non fosse
diventato Neffa, oggi cosa farebbe?
«Se non fossi stato Neffa non so
cosa sarei stato. Da piccolo avrei voluto
fare il giornalista sportivo, comunque non
credo che avrei fatto un lavoro regolare e
con orari regolari...chissà!»
Quando vedremo Neffa in concerto in Puglia?
«Inizierò a fare concerti da novembre e sicuramente verrò anche in
Puglia. Le date saranno segnalate anche
sul mio sito www.neffa.it.»
Un ringraziamento particolare a
Neffa, che ha accettato gentilmente di collaborare alla stesura di questo articolo, ed
ai fans, di continuare a sostenere un artista
che attraverso la musica ci ha sempre regalato grandi sonorità.
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DON TONINO BELLO
ovvero l’utopia realizzata
Il palco è lo stesso dal quale le nostre orecchie sono state
martoriate la sera del 25 agosto u.s. nella rassegna di gruppi rock
ginosini, nell’ambito dell’Arcinfesta, giù in gravina. Bravi ragazzi, impegnati, ma chissà perché, fatta forse solo una eccezione,
arrabbiati e urlanti mentre ai piedi del palco qualche decina di giovani fans svendevano la loro dignità con urla, spintoni e sguaiatezze di ogni genere: pogavano. Sapete, la libertà…
La sera dopo, l’Arcinfesta mette in cartellone l’esatta
antitesi, sullo stesso palco si rappresenta e si celebrano i valori
dello spirito, la pace e la sua affermazione attraverso la vita di don
Tonino, sul palco si muovono artisti della musica, del bel canto e
della danza più armoniosa e gentile: la Libre ensemble. I sensi si
rilassano, l’argomento è in sintonia con le nostre corde più profonde, possiamo procedere. La rappresentazione si apre sulle note
della colonna sonora di Mission, dolci ed evocative con la calda
voce della soprano, l’atmosfera è piena e appagante. I ballerini
volteggiano sul palco incorniciando la musica, sono angeli. La voce narrante è ora femminile ora maschile, racconta la vita di don
Tonino Bello vescovo di Molfetta, instancabile testimone di carità
e profeta di pace, scomparso il 20 aprile del 1993. La forza delle
sue parole continua ancora oggi, a tanti anni dalla sua scomparsa,
a richiamarci alla nostra responsabilità di “cristiani fino in fondo,
anzi fino in cima”, come diceva lui. Segue un ritmo di samba sul
quale la cantante, sottolineata dagli strumentisti discreti, canta l’
Ave Maria, un connubio sorprendente ma non blasfemo, mentre
gli angeli sotto forma di ballerini riprendono a volteggiare. Nel
1985 don Tonino divenne presidente di Pax Christi, fu da allora un
Nunzio Santantonio
predicatore instancabile della Pace; la voce narrante ci riporta alla sua marcia per la pace fin dentro Sarajevo assediata,
mentre il suo stato di salute era reso precario dalla malattia.
La marcia insieme con 500 pacifisti fece clamore. Disse: “È
stato come ripetere i passi di San Francesco, parlare concretamente di pace”. La voce della soprano con Frate Sole di
Rossi seguìta dal Canto di Francesco di Cerami inseguono
ancora don Tonino e il suo messaggio, le immagini sul maxischermo si addolciscono in tramonti, fenicotteri e natura
in festa. Le musiche si susseguono, alternandosi con le voci
narranti, ascoltiamo la Ballata celtica, il Kirie di Missa Luba
sulla coreografia orante. Ancora ascoltiamo l’Angelo biondo
di Castellacci e altri, mentre scorrono le immagini di don
Tonino sorridente nonostante la malattia. L’angelo è lui.
Gli autori inseriscono altri quadri, altre scene,
altre guerre che don Tonino non ha visto. Ci parlano di Jamal e Farad, due adolescenti curdi-iracheni feriti e curati da
Emergency, mentre i ballerini nei loro volteggi riescono a
comunicare la sofferenza dell’essere violato, e sul maxi schermo
scorrono le immagini di Sarajevo e dei suoi abitanti disperati, e
quelle piene di speranza di don Tonino. Molto suggestiva anche
l’immagine dell’immigrato che da qualunque posto venga per noi
è sempre un marocchino. Siamo tutti marocchini è la dichiarazione di solidarietà che anche don Tonino avrebbe sottoscritto.
Continuano a scorrere immagini, la soprano ci tocca ancora una volta con Imperary-ritz, ancora sottolineata dai musici e
incorniciata dai ballerini. Il narratore ci dice della malattia terminale di don Tonino e si chiede perché a lui, un uomo senza colpe,
un giusto. E racconta. Il vescovo chiude il suo tempo terreno tra
dolori e sussulti che squassano il corpo. Basta ossigeno, è il momento, morire in dignità. L’ultima energia per sussurrare l’Ave
Maria, davanti al quadro della Madonna delle grazie. Ora riposa
nella nuda terra sotto un olivo.
La serata volge al termine sulle note di musiche di qualità
firmate dagli stessi musicisti del Libre ensemble che continuano a
tenerci vibranti le corde profonde fino alla fine. Si va via muti con
il cuore sereno, l’utopia di don Tonino è possibile.
“E verranno – leggiamo nei suoi scritti - i tempi in cui non
ci saranno più né spade e né lance, né Tornado e né aviogetti, né
missili e né antimissili. Verranno quei tempi. E non saremo più
allucinati da questi spettacoli di morte!” L’impegno di don Tonino
era affermare l’utopia della pace: la passione per l’uomo e per la
pace da lui proclamata con forza e saldata con la fede, vissuta pienamente e trasmessa a chi gli stava vicino: l’utopia realizzata.
Lo spettacolo è di spessore e merita i giudizi più positivi, ma non si può fare a meno di sottolineare l’arbitrario
inserimento di brani quadri e scene originate dall’esperienza
di Emergency e quindi di Gino Strada, nemmeno facilmente
discriminabili, in un lavoro riguardante la figura di don Tonino,
di cui non mancano scritti e spunti utili, il quale parla e agisce
da cristiano. E’ come se gli si volesse mettere cappello, tirarlo
a sinistra e renderlo un po’ laico. Non è accettabile.
Michele GALANTE(2006)
[email protected]
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Risate tutte pugliesi con
Gianni Ciardo
Serata di Cabaret al Lido Franco
Metti una sera d’estate al chiar di luna sulla spiaggia, mettici le risate e la simpatia di un comico barese, aggiungici un po’ di gusto con
i sapori della nostra terra e la ricetta per una serata indimenticabile
è pronta. Sono questi gli ingredienti che hanno caratterizzato la
serata di Cabaret del 22 agosto organizzata dal Lido Franco, nella
quale è stato ospite e mattatore il comico pugliese Gianni Ciardo.
In circa due ore di spettacolo, e davanti ad un pubblico delle grandi
32
occasioni, 540 presenti, il comico barese ha fatto un viaggio esilarante attraverso il dialetto pugliese con le sue stranezze e i suoi
modi di dire, come “dentro la commare” e “sopra la zia”. Una
lingua quella pugliese fatta di suoni e versi che lasciano intendere
tutto un discorso. A tal proposito Gianni Ciardo si è lasciato andare
ad una dissertazione sul cosiddetto “NNaa”, che i pugliesi usano
per sintetizzare un intero discorso. Il cabarettista barese, però, non
si è limitato ad un monologo, ma ha dato vita ad un vero e proprio
botta risposta con il pubblico. Complice una signora di “Rovigo”,
Ciardo ha spiegato le tante differenze linguistiche tra nord e sud (
“nordici” e “sudici”), auto-traducendosi dal barese all’italiano. Ma
l’ironia di Ciardo non si è soffermata solo sulla lingua pugliese,
ma ha spaziato anche sulle abitudini dei pugliesi, come quella “di
far vedere la casa”. Una comicità, quella del comico barese, sempre pungente, che non ha risparmiato nessuno, e soprattutto a tutto
tondo. E ne sono la prova le canzoni che il comico ha cantato a
fine serata, come la mitica “Enza”, sigla di coda della sit-com il
“Polpo”. Così tra gag, improvvisazioni, battute e canzoni Gianni
Ciardo ha davvero catturato la platea, che lo ha ricompensato con
tanti applausi e con tante risate. Insomma, una serata di Cabaret
davvero riuscita, il cui merito va sicuramente ai gestori e proprietari del Lido Franco, i quali ci hanno creduto fortemente, curando
l’ organizzazione nei minimi dettagli, cena compresa. E proprio
ai gestori del Lido Franco, l’Amministrazione Comunale, con la
presenza del delegato Sindaco Leonardo Galante e degli Assessori
Stefano Notarangelo e Giulio Galante, ha conferito un riconoscimento per gli impegni sociali, in quanto lo stabilimento balneare
durante l’ estate ha ospitato un gruppo di disabili.
Walter Cardamone
Auguri
Lo scorso 2 settembre si sono uniti in matrimonio
Michela Perrone
e
Gianni Giove
A Michela e Gianni e alle rispettive famiglie, gli auguri
di tutta la Redazione.
pubblicità Ara
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In ricordo di Franco Ribecco
Egregio direttore,
nel pomeriggio del 24 agosto un grande fortunale abbattutosi a
Luino, sul lago Maggiore e dove risiedo da oltre quarant’anni,
ha devastato la città e abbattuto diversi alberi. Fra questi è stato
sradicato in imponente “cedro del Libano” di oltre trecento anni.
Era un albero simbolo della città ubicato davanti al palazzo
comunale, i cui enormi rami pareva volessero abbracciare questa
ridente cittadina in cui ha vissuto Piero Chiara. Anche se le mie
origini sono ginosine ho provato una enorme commozione nel
vedere quell’ albero abbattuto. Come spesso capita a chi come il
sottoscritto porta sulle spalle vari decenni di vita, al triste evento si
è aggiunto un ricordo sentimentale e nostalgico. Quasi trasportato
dal vento impetuoso mi sono ritrovato nella mia Ginosa del 1956.
Mezzo secolo fa!. Ed è affiorato il ricordo di un mio coetaneo dalla
bellissima voce: Franco Ribecco. Era un giovane affetto da un male
che lo avrebbe mortalmente colpito qualche anno dopo, sottraendolo
ad un futuro che lui ed io vedevamo con grande speranza. Lo
incoraggiavo a non abbandonare il canto
e ad intraprendere studi in tal senso. Da
giovani “squattrinati” ci dedicavamo ad
allietare i riti nuziali in chiesa. La marcia
nuziale di Mendelsson e le “Ave Maria”
di Schubert o di Gounod erano il nostro
repertorio. Gli suggerii di partecipare ad
un concorso canoro tenutosi in quel 1956
a Taranto. Lui si scherniva titubante.
Alla fine accettò e presentò alla gara una
bellissima canzone dal titolo “ALBERO
CADUTO”classificata al 7° posto al
Festival di San Remo di quell’anno e
che Franco Ribecco cantava in modo
stupendo. Aveva un testo ed una musica
struggenti. Oggi i nostri giovani la
definirebbero “caramellosa”. Ma quelli
erano i tempi di “Buon giorno tristezza”,
“Cancello fra le rose”, “Maruzzella” ecc.
Dominavano la scena canora Renato
Carosone, Aurelio Fierro o Domenico
Modugno.Ed erano i tempi dei vent’anni
di Franco Ribecco che ci avrebbe lasciato
di lì a poco e del sottoscritto che non
lo dimentica mai. Franco al concorso
tarantino si classificò al primo posto con quel “Albero Caduto”.
Nel 2006 a Luino un uragano in dieci minuti con il suo vento
a 150 all’ora associato a grandine ci ha fatto ascoltare trepidanti
il suo lucubre “canto”. In un pomeriggio di agosto un albero
di trecento anni e che pareva immortale ha perso la vita in un
attimo e con qualche lacrima ( ah, la debolezza senile! ) mi sono
ricordato del mio giovane amico Franco Ribecco, dalla bellissima
voce, che cantava “...vecchio albero caduto...io vedo te con tanta
nostalgia...” vincitore nel concorso canoro nella città dei due mari,
soccombente nella gara della vita e che anche dopo cinquant’ anni
non dimentico mai.
Nino Mele
[email protected]
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I GINOSINI
maggiore ombra ai contapassi della villa, va detto che quei pini
avevano fatto il loro tempo, erano sgraziati, storti e disordinati,
adatti più al bosco che ad un moderno arredo urbano.
Gli alberi della Villa. Era appena finita la prima guerra
mondiale quando gli amministratori comunali di Laterza decisero di arredare il centro cittadino con alberi e piante, per farne un
salotto. Era attuale e molto vivo il sentimento popolare di gratitudine nei confronti dei caduti i quali meritavano un ricordo per il
loro sacrificio. L’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci di
quel paese chiese agli amministratori di associare a ciascun albero
appena piantato il nome di un caduto. Gli alberi furono così adottati dalle famiglie, che cominciarono ad abbellirli e ad arricchirli,
ci misero la foto del caduto, fu acceso un cero, fu steso un pizzo
ricamato dalle mamme e dalle sorelle, dopo qualche giorno ogni
albero aveva il suo altarino. Fu così che a tutte le ore del giorno
e della notte le mamme le mogli le sorelle le fidanzate le zie le
nonne andarono a piangere il proprio albero, cioè il proprio morto
come si usava, con tutto il repertorio dei lamenti urla e mugolii,
ricordandone le gesta e le opere. Un piagnisteo ininterrotto, che
dopo qualche giorno non se ne poteva più; la piazza non era più un
luogo di piacevoli incontri ma un luogo di sofferenza. Fu doloroso
ad un certo punto, ma necessario: si eliminarono tutti gli altarini e
fu vietato espressamente alle famiglie di andare a piangere contro
l’albero, con lo strascico di polemiche che potete immaginare. E
la piazza tornò alla sua missione di luogo di incontro.
Da noi il pianto greco lo si sta facendo oggi per i pini sacrificati recentemente al nuovo e al bello. C’è qualcuno che senza
nemmeno il coraggio di firmarsi rimpiange i vecchi pini marini
ritenuti buoni solo perché vecchi nonostante fossero produttori di
guano e di resina, e per prevenire i danni da guano immagina una
fantasiosa rete para-guano, un bel pannolone collettivo per uccelli.
Parafrasando Montanelli che affermava che non necessariamente
tutto ciò che è nuovo è anche buono, possiamo dire che non è
detto che tutto quel che è vecchio è buono e merita di essere conservato. Se così fosse in piazza avremmo ancora le famose vigne.
In ogni caso quello che meritava di essere salvato è stato salvato,
per il resto diciamo la verità: era ora. Indipendentemente dal tipo
delle nuove piante, che potevano essere più frondose per offrire
C’era una volta la campagna. Percorrendo le strade che circondano Ginosa capita di trovare cunette e campi bruciati. È un fenomeno che conosciamo e che si ripete ogni estate,
ma quest’anno appare in aumento. Non perché siano aumentati
gli incivili (anche quelli) che buttano cicche dal finestrino, ma,
mi pare, perché sono aumentati i terreni abbandonati e lasciati
incolti in preda alla sanizza. Non voglio ritornare sul senso della
sanizza come espressione della nostra peggiore cultura. No, il
fenomeno che voglio osservare è un altro. Terreni di prima qualità, posti nella parte bassa verso il mare, che sono sempre stati
oggetto di grande cura dai rispettivi proprietari, il fiore all’occhiello dei ginosini, giardini, veri angoli di paradiso, oggi ne vedi
molti incolti e abbandonati compresi tanti tendoni, e le erbacce
alte e gialle con la massima facilità vanno in fiamme, per cui lo
sguardo di chi percorre quelle strade è disturbato da ampie aree
di nero, da maestosi olivi con le chiome bruciate, le cunette punteggiate di reperti in plastica e vetro che emergono come quando
si scioglie la neve.
Ginosa è sempre stato un paese ad economia agricola. Questo ha creato nei secoli un legame vitale tra i ginosini
e la terra, un legame che sta venendo meno. Dal ‘68 il mondo è
cambiato. I vecchi e i giovani non hanno più nulla in comune,
fanno parte di due culture diverse; i vecchi non riescono a trasmettere più nulla ai giovani che nascono tutti imparati e non
accettano consigli, piuttosto danno ordini. Inseguendo le mode e
i cattivi maestri ci siamo fatti convincere a non fare figli, e quell’unico figlio di famiglia ovviamente mira a fare il dottore, l’avvocato, la velina e la bella vita. Non è stato educato al sacrificio e
alla sofferenza. I terreni non gli appartengono più perché non gli
appartiene la cultura dei genitori e dei nonni, un’altra civiltà. Un
paio di generazioni hanno mandato a monte secoli di continuità e
di tradizioni che ci davano una precisa identità.
Michele GALANTE(2006)
[email protected]
1ª Festa
d’Estate
Promossa dalla Confraternita di San Giuseppe
con l’organizzazione del
Centro Turistico
Rupestre
Il 5 agosto 2006 presso la chiesa di Santa Maria
Dattoli, si è tenuta la 1° Festa d’Estate, promossa
dalla Confraternita di San Giuseppe con l’organizzazione del Centro Turistico Rupestre.
L’evento ha riscosso un gran successo di pubblico per il bel calendario d’eventi presentato. La celebrazione della Santa Messa ha
dato inizio alla festa seguita dall’esibizione della Scuola di Danza
Les Musettes “M. Atanasiu”, coordinata da Cristina Ribecco, e
dei gruppi musicali “Gli Scacciapensieri” e “No situation blues
band”. Sparsi tra gli alberi c’erano tavolini e sedie utilizzati dagli
ospiti per consumare cibi e bevande venduti dagli stand gastronomici presenti.
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Ambiente in rosa: un binomio vincente
Uno studio di consulenza ambientale di sole donne sforna progetti di alto livello nel
campo ambientale e accede a finanziamenti europei
di Nicola Natale
BARI - Una piacevole sconfessione di luoghi comuni. A iniziare
dal fatto che questa società ha sede al Sud, ha le dimensioni di
una piccola impresa - sono in 12 a lavorarvi – ed è composta quasi esclusivamente da donne. Lo è anche il suo Presidente, l’ing.
Antonella Lomoro e l’intero consiglio di amministrazione. Questa è ECO-logica, una società di servizi ambientali che in soli tre
anni di attività, ha messo a punto ben 93 progetti nel campo del
recupero e della valorizzazione ambientale. Una progettazione rivolta alla sostenibilità dei processi produttivi, alla riduzione degli
impatti degli insediamenti umani sul territorio, al miglioramento
della qualità della vita nei centri urbani. Il tutto con un occhio ai
finanziamenti europei, di concerto con istituzioni locali e sistema
produttivo.
Il primo paradosso è che, dando una occhiata ai progetti
svolti, la società è specializzata nel togliere più che mettere, nel
recuperare più che nell’aggiungere. Generalmente l’immagine di
un team di ingegneri e architetti evoca grandi opere e cemento,
ECO-logica realizza invece progetti ed attività che tendono a risolvere emergenze causate dalle attività e dalla presenza umana,
favorendo l’adozione di pratiche sostenibili nei più svariati campi.
Dalla mobilità ciclo-pedonale al recupero di zone ad alto interesse storico-paesaggistico, dalla definizione di tecniche produttive
mirate alla riduzione degli impatti ambientali nella coltivazione di
fiori, alle valutazioni d’impatto ambientale necessarie alla costruzione di un gasdotto.
E’ incredibile la varietà di settori in cui si sono cimentate
le professioniste di ECO-logica, spicca perfino un piano del colore
di un impianto di depurazione.
Invano cerchiamo di far mettere l’accento ad uno dei tre
componenti del C.d.A., l’arch. Patrizia Milano sulle realizzazioni,
pur presenti nel curriculum della società, di capannoni industriali,
uffici o addirittura padiglioni di ospedali. Troviamo invece una
serie di progetti di respiro europeo, principalmente a committenza
pubblica o per grandi imprese, che hanno superato severi sbarramenti. Certo muoversi con successo nella progettazione ambientale significa avere dei ritmi di lavoro notevoli ma, dice l’ing. Michela Inversi «le donne hanno una particolare abilità e velocità
nel valutare e controllare assieme aspetti apparentemente slegati relativi alle questioni ambientali, come ad esempio traffico,
inquinamento e valorizzazione di prodotti tipici. Ci muoviamo
in un segmento di progettazione di nicchia ma che interessa la
qualità della vita, tendendo a prevenire danni al territorio più
che a curarli.»
Le direttive e i regolamenti comunitari che ora fanno
fuggire le aziende verso paesi profeti della deregulation, costituiranno il know-how che l’Europa venderà nei prossimi anni.
Non a caso quindi ECO-logica cita tra le progettazioni più riuscite quelle relative ai Bandi Europei LIFE. Ed è nell’ambito
di questa progettazione di eccellenza che ha preso le mosse il
progetto SIAM (Sustainable Industrial Area Model, modello di
area industriale sostenibile) in collaborazione con l’Enea, un
ente pubblico che opera nei settori dell’energia, dell’ambiente e
delle nuove tecnologie. Il SIAM è in corso di realizzazione a Molfetta, grosso centro a nord di Bari. In quell’area industriale, come
nelle restanti 8 del nord Italia, si applicheranno ed integreranno i
principi della sostenibilità nella localizzazione, nell’insediamento
e nella gestione delle aree industriali. Si svilupperanno metodi innovativi preventivi per ridurre l’impatto ambientale e favorire lo
sviluppo di tecnologie pulite. Si cercherà il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali delle intere aree industriali e delle
singole imprese locali, con l’adozione di un Sistema di gestione
ambientale conforme al Regolamento CE 761/2001 EMAS. Nella
giusta direzione sembra andare anche una misura accessoria del
progetto ma non per questo meno importante, tesa alla formazione di nuove figure professionali nel campo delle aree industriali
sostenibili. Altro fiore all’occhiello, è il caso di dire, è il Progetto
Eco-Flower che attesterà per i fiori di Terlizzi, sempre in provincia
di Bari, la D.A.P., la dichiarazione ambientale di prodotto. Anche
qui la creazione di un marchio che attesti l’eco-compatibilità, in
questo caso dei fiori e attività di ricerca in collaborazione con svariati partner dall’Istituto Orto Botanico dell’Università di Bari alla
Camera di Commercio della Romania. Tra le attività più importanti, il controllo dei residui delle concimazioni e dei fitofarmaci,
la definizione di un modello ecologicamente valido per l’itero ciclo di vita del prodotto, inclusa la coltivazione “fuori suolo” in
vasche per limitare consumi, inquinamento e degrado del suolo.
Fin qui però nulla di eccezionale se non si dice il Progetto Eco-Flower, ancora in corso, ha avuto la meglio su circa 400
progetti presentati alla UE e che è stato uno dei soli quattro progetti finanziati del sud Italia e tra i 27 progetti finanziati in Italia
nell’ambito della classifica stilata dalla Commissione Ue e confermata dal comitato tecnico Life. «Quando presentammo il progetto
eravamo considerati folli - ricordano i tre membri di ECO-logica
- ma ci consideravamo abbastanza avanzati in questo campo, i
fatti ci hanno dato ragione ma soprattutto hanno premiato enti ed
organizzazioni che ci hanno creduto».
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Salvo lo “spoil system” locale
La Corte Costituzionale si è recentemente pronunciata (con la sentenza 233 del 2006) sulla questione di legittimità costituzionale, di cui era stata investita in via principale dal
Governo, di alcune leggi delle Regioni Calabria e Abruzzo che,
con modalità diverse, stabiliscono la decadenza dei vertici amministrativi degli enti regionali, delle aziende sanitarie e ospedaliere,
delle società controllate o partecipate ecc., in occasione del cambio del governo regionale.
Ciò che il Governo ha criticato non è, in realtà,
questa disciplina, nota come “spoil system”, nonostante la tendenza della nostra legislazione a separare l’area politica da quella
gestionale della Pubblica Amministrazione. È opportuno considerare, però, che è ormai pacificamente accettata l’idea che l’instaurazione di un rapporto fiduciario sia utile alla valutazione e il
controllo strategico dei modi di attuazione dell’indirizzo politico.
In fondo, lo “spoil system” non implica in alcun modo un giudizio di disvalore sulla professionalità e competenza delle persone
sostituite, ma unicamente un giudizio di carattere politico-amministrativo.
Oggetto di critica sono state, invece, le modalità
di attuazione da parte delle leggi regionali di tale “sistema”: ad
opinione del Governo contrasta con i principi di buon andamento
e imparzialità della Pubblica Amministrazione di cui all’art. 97
della Costituzione la mancanza di previsioni (come quelle contenute nella legge statale 15 luglio 2002, n. 145) idonee a garantire
il rapporto di lavoro degli interessati. Inoltre, la legge statale citata
limita lo “spoil system” alle sole nomine conferite dal Governo
o dai Ministri e correlate all’azione di questi; le leggi regionali,
invece, estenderebbero la decadenza automatica a tutti i livelli dirigenziali.
Con la sentenza in commento la Corte Costituzionale ha dato ragione alle Regioni interessate poiché la legge
criticata si limita a porre un principio generale valido per il futuro,
per il quale nei nove mesi antecedenti alle elezioni non possono
essere effettuate nomine che impegnino la legislatura successiva.
Solo nel caso di violazione di tale limite, è prevista la sanzione
della decadenza, a far data dalla proclamazione del nuovo Presidente della Giunta, in perfetta armonia sia con l’interesse pubblico
al buon andamento che con la tutela dell’affidamento del dirigente
che al momento della nomina, in prossimità della scadenza del
mandato politico, sa già quale destino l’attende.
Del resto, le censure mosse dal Governo, a parere della Corte, muovono anche dall’erroneo presupposto che la
disciplina dello “spoil system” regionale sia esteso a tutti gli incarichi dirigenziali e non solo a quelli di livello generale. Da un
interpretazione sistematica più attenta è, invece, possibile evincere che è attribuito all’organo politico della Regione il potere
di conferire gli incarichi dei dirigenti “apicali”, i soli dominati
dall’intuitus personae.
L’illegittimità costituzionale può, invece, ravvisarsi in quelle norme che prevedono l’automatica decadenza
dei responsabili dei dipartimenti sanitari e amministrativi e dei
responsabili dei distretti sanitari territoriali come conseguenza
della nomina di un nuovo direttore generale, che non è organo
di indirizzo politico. Può dunque concludersi per l’illegittimità di
un azzeramento automatico dell’intera dirigenza in carica che, in
maniera evidente, comprometterebbe il buon andamento. Ma, a
contrario, fino a quando non si integrino tali estremi non sarà ravvisabile né una violazione del canone di cui all’art. 97 Cost. né
quello di ragionevolezza di cui all’art. 3 Cost.
Certo, il sistema della legge regionale è diverso da quello
di cui alla normativa statale, ma occorre ricordare che questa non
vincola la potestà legislativa delle Regioni, che in materia di organizzazione dei propri organi e uffici godono di piena autonomia
nei limiti stabiliti dalla Costituzione.
MARIA LUISA AVELLIS
Nozze d’oro
Cristina e Domenico Di Chio hanno festeggiato
il 50º anniversario di matrimonio. Auguri dalla Redazione
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AUGURI
NONNI!
abbiamo avuto la
gioia di festeggiare con voi il vostro
50° anniversario
di matrimonio con
l’augurio di ritrovarci tutti insieme
per le vostre future
nozze di diamante!
Tanti auguri dalle
famiglie Pignalosa
e Giannulli e tutti i
nipoti.
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Il parere del tecnico
rubrica a cura di Raffaele Fanelli
Nel DPEF 2007-2011 previsti
anche impegni per le produzioni
agroalimentari, con la salvaguardia
dell’ambiente e la tutela
dell’enogastronomia
Il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria
(DPEF) è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il 7 luglio
u. s.. Il DPEF valuta gli andamenti reali e gli scostamenti
rispetto agli obiettivi fissati nei precedenti Documenti e
l’evoluzione economico-finanziaria internazionale e in
particolar modo europea. Nel delineare una strategia di
risanamento strutturale dei conti pubblici, che porti risultati
significativi già a partire dall’anno prossimo - con l’inizio della
discesa del debito pubblico e il ritorno del rapporto deficit-pil
al di sotto della soglia del 3% indicata dall’Unione europea il DPEF propone un quadro di fine legislatura che, nel 2011,
prevede un sostanziale azzeramento del deficit (0.1% del pil),
il ritorno del debito sotto il livello del 100% del pil (99.7%),
la ricostituzione di un avanzo primario consistente (4.9%
del pil) e un tasso di crescita del prodotto interno lordo pari
all’1.7%. La politica economica è chiamata ad agire sui tre
inscindibili fronti dello sviluppo, del risanamento e dell’equità.
Il Governo è intenzionato a puntare su un regime di tassazione
più equo, intervenendo su evasione ed elusione fiscale, e su una
riduzione delle inefficienze dell’apparato delle amministrazioni
pubbliche, centrali e locale. Il DPEF presenta analisi qualitative
e indicazioni quantitative sull’andamento della finanza pubblica,
fornendo cifre aggregate e specificando concreti obiettivi
per questo e per gli anni a seguire. Di seguito si analizzano
alcuni temi riportati nel Dpef: L’agroalimentare A pag. 123,
si trova un paragrafo intitolato “Sistema Agroalimentare” nel
quale si legge: “Il rafforzamento del sistema agroalimentare ha
importanza strategica per lo sviluppo equilibrato di un paese
come l’Italia. La politica economica del governo si propone
un duplice obiettivo; favorire lo sviluppo delle imprese che per
professionalità e dimensione hanno significative potenzialità
competitive; fornire la necessaria tutela sociale alle fasce più
deboli del settore agricolo. Il rilancio della competitività richiede
misure e interventi tesi a favorire le esportazioni (ad esempio,
attraverso la tutela dei marchi) e un più efficace supporto delle
istituzioni di promozione e sostegno delle esportazioni sui
mercati esteri, ad accrescere la dimensione delle imprese del
settore favorendo i processi di concentrazione cooperativa e
societaria e l’accorpamento fondiario, a promuovere la nascita
di nuove imprese e facilitare il ricambio generazionale (con una
politica delle quote produttive che agevoli l’ingresso di nuovi
imprenditori). Rilevante per il rafforzamento competitivo del
La Goccia
on line
I numeri arretrati sono pubblicati sul sito
arcipikkia.it
La Goccia n. 18 - 9 settembre 2006
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settore agroalimentare é la stabilità del sistema fiscale. Indispensabile
è anche la stabilità della rete di protezione contro le calamità naturali
e le crisi di mercato”; Le agroenergie Nel paragrafo sulla politica
dell’energia, si sottolinea che “per la riduzione della dipendenza
estera, il Governo ritiene necessario intervenire con decisione sul
mix energetico, valorizzando le risorse interne, promuovendo le
fonti rinnovabili in maniera efficiente e secondo logiche di filiera
industriale, puntando sulle tecnologie avanzate a basso costo e
a basso impatto ambientale e sostenendo forme di produzione
distribuita. Particolarmente rilevante sarà lo sviluppo delle ‘agroenergie’, che sarà ottenuto rafforzando la potenzialità della legge
81/2006”; Patrimonio enogastronomico e “marchio Italia” Nel
capitolo dedicato al turismo, si fa esplicito riferimento al patrimonio
eno-gastronomico del paese che, insieme a quello culturale,
artistico e naturale deve essere sviluppato con politiche mirate alla
promozione di un “marchio Italia”; Gestione delle acque, difesa
del suolo e tutela della biodiversita’ Nel paragrafo sulla gestione
delle acque e la difesa del suolo, si sottolinea che “va riaffermata
la corretta e piena applicazione della direttiva 2000/60 che chiede
una visione integrale dei bacini idrografici e della risorsa idrica e
lega le problematiche di difesa del suolo con obiettivi di tutela della
qualità delle acque. Le azioni e gli interventi in difesa del suolo e
per una corretta gestione delle acque dovranno essere funzionali a
combattere il processo di desertificazione in atto nelle regioni Puglia,
Basilicata, Calabria, Sicilia e Campania; gli interventi dovranno
essere coerenti a quanto previsto nella convenzione internazionale
sulla desertificazione”. Infine, nel paragrafo sulla tutela della natura,
si ricorda che “l’Italia ha sottoscritto la convenzione internazionale
sulla biodiversità e, anche nel quadro comunitario, ha condiviso il
2010 come termine temporale entro cui arrestare la perdita di specie
animali e vegetali”. In questo contesto - sottolinea il documento - “le
azioni di conservazione devono andare oltre le aree protette e devono
avere una visione d’insieme del territorio”.
Raffaele Fanelli
Contributi per attività
agrituristiche e agroartigianali
Pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione n. 92 del 20 luglio
2006 il Bando per la concessione di aiuti agli imprenditori agricoli,
secondo la regola “de minimis”, per l’offerta di ospitalità agrituristica e per attività agro-artigianali, così come previsto dalla misura
4.21 “Diversificazione delle attività delle imprese agricole” del Programma Operativo Regionale 2000-2006. L’intervento mira a promuovere attività complementari che concorrano allo sviluppo delle
aziende agricole, alla permanenza degli agricoltori nelle aree rurali,
alla integrazione dei redditi agricoli e al miglioramento delle condizioni di vita. Possono presentare domanda di aiuto gli imprenditori
agricoli in possesso dei requisiti soggettivi ed oggettivi indicati nel
bando. I requisiti soggettivi sono: l’iscrizione nell’Elenco Regionale degli Operatori Agrituristici, nel caso di attività agrituristiche, e
il possesso di adeguate conoscenze e competenze professionali. Per
le aziende ricadenti nei territori di competenza dei Progetti Integrati
Settoriali (PIS) e dei Progetti Integrati Territoriali (PIT) n. 1, 4, 8
e 10 gli imprenditori agricoli concorreranno alla riserva di risorse
specificatamente assegnate per tali aree. Per gli interventi non è previsto un volume minimo di investimento mentre il volume massimo
deve conformarsi al “regime de minimis” che prevede un contributo
massimo di euro 100.000,00 per un triennio. Le domande, presentate
secondo le modalità indicate nel bando, devono essere inviate, mediante raccomandata con avviso di ricevimento o mediante corriere
autorizzato, entro lunedì 18 settembre 2006 al seguente indirizzo:
Regione Puglia – Assessorato Risorse Agroalimentari – Settore Agricoltura – Lungomare Nazario Sauro 45 – 70121 Bari.
Raffaele Fanelli
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La Goccia n. 18 - 9 settembre 2006
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Ancora una volta Ginosa incorona Miss Wella Puglia
Ginosa abbraccia le più belle reginette della Puglia
Si è svolta nella bellissima piazza ginosina, la Finale Regionale di Miss Italia. Con il patrocinio del Comune e dell’Associazione Culturale LU.MA.GI.GI. hanno sfilato le più belle ragazze della nostra Regione.
Ha vinto la brindisina Sabrina Di Vico, 19 anni con degli splendidi occhi verdi.
Sabrina Di Vico
la vincitrice diMiss Wella Puglia
Anna e Tonino Scorpati, insieme al Sindaco di Ginosa, Avv. Luigi Montanaro,
premiano Giuliana Adami Miss Wella 2005
Erano ben 36 le bellezze aspiranti Miss in gara approdate in
piazza IV Novembre, in occasione della finale Regionale di Miss
Wella Puglia, per la 67° edizione del concorso nazionale di Miss
Italia giovedì 24 agosto. Tra le tante, colei che ha raggiunto incontrastata il gradino più alto del podio è stata la bellissima diciannovenne brindisina Sabrina Di Vico.
Lunghi capelli castani, alta un metro e 75, con dei grandi occhi
verdi, diplomata all’Istituto Industriale, Sabrina sfila già da un
anno sulle passerelle più importanti di Roma. Grazie al riconoscimento ricevuto potrà continuare a lungo questa bellissima avventura. Prima ancora però potremo tifare per lei alle prefinali del
concorso Nazionale di Miss Italia a Jesolo (VE) in diretta su Rai
Uno Sabato 9 Settembre insieme ad altre miss che rappresenteranno la nostra regione: Chiara Giordano Miss Puglia, Cristina
Carella Miss Cinema Puglia, Rossella Di Muro Miss Rocchetta Bellezza Puglia, Luana Faiano Miss Sasch Puglia, Gaia Lia
Miss Eleganza Puglia, Sara Marinelli Miss Bio-etyc Puglia,
Sara Padalino Miss L’Aurablu Moda mare Puglia e Gaia Variale Miss Deborah Puglia. Sabrina non è stata l’unica ad indossare una fascia perché ad essere premiate sono state anche altre tre
ragazze: Bruna Micelli, Francesca Pinto e Luana Faiano.
Le ragazze radunatesi presso il salone di bellezza di Anna e Tonino International Coiffeur hanno avuto l’occasione di fare una passeggiata turistica per il nostro paese visitando Il Palazzo della Cultura, Il museo Storico del Parrucchiere e del Barbiere e di gustare
un drink all’aperto offerto gentilmente dal Caffè Plebiscito. La
serata svoltasi in un’atmosfera quasi festosa ha avuto inizio con i
ringraziamenti del Sindaco Avv. Luigi Montanaro e del delegato
alla cultura Antonio Bradascio che hanno sottolineato il proprio
orgoglio nell’ospitare un marchio a livello nazionale come Miss
Italia e ringraziando Anna e Tonino Scorpati da anni promotori
della manifestazione a Ginosa. La manifestazione è stata patrocinata dall’amministrazione comunale e dall’associazione culturale
LU.MA.GI.GI. i cui rappresentanti Gianluca Catucci e Mario Pastore hanno collaborato fortemente e vivamente alla riuscita della
serata, insieme a Peppino Punzi, Pino Valenzano, Carmelo Candia
e Gino Pizzulli. Parte integrante dell’organizzazione sono stati
Anna e Tonino Scorpati parrucchieri ufficiali del Tour Miss Italia
in Puglia, che collaborano con Wella, sponsor storico della manifestazione. Anna e Tonino con il loro staff (composto da Carmela
e Antonella Lovecchio e Carmela Scorpati) hanno lavorato dietro
le quinte acconciando le Miss e curando il look dell’ospite d’onore
della serata: Giuliana Adami, Miss Wella 2005 ragazza semplice
e solare (trucco Centro Estetico Tamburrano). La tanta esperienza
però, non è servita a placare gli entusiasmi e l’emozione dei nostri acconciatori che questa volta “giocavano in casa”. La giuria
che ha decretato la miss vincitrice era composta da tre giornalisti
esterni, Antonio Bradascio, il consigliere comunale Enzo Russo, il
prof. Michele Cassano, Miss Wella 2005 e presieduta dal sindaco
Luigi Montanaro. Oltre alle sfilate delle miss che hanno indossato gli occhiali dell’Ottica Pastore e dell’Ottica Di Nardo, durante la manifestazione si sono alternati momenti di spettacolo con
canti, balli, cabaret che hanno attirato l’attenzione dei numerosi
spettatori rimasti col fiato sospeso fino alle fine. Particolarmente
emozionante l’esibizione della cantante Mariella Zito, scoperta da
Gianluca Catucci, che con una voce straordinaria ha incantato il
numeroso pubblico. Al termine della serata tra i fremiti e le speranze delle incantevoli miss in gara Sabrina Di Vico è stata eletta
reginetta indiscussa della serata. Un ringraziamento particolare a
tutti gli sponsor che hanno contribuito alla realizzazione di questa Kermesse. In particolare il Gruppo R.D. Invest by Cantine del
Donno, sponsor ufficiale della serata, che ha omaggiato a tutte le
miss, delle splendide bottiglie di vino da collezione. L’appuntamento è per la prossima edizione, sperando che Ginosa, porti tanta
fortuna ha queste splendide miss. (Gianluca Catucci)
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Invasione di cavallette e
grilli nella Zona V
Da qualche giorno la Zona V di Marina di Ginosa è stata invasa
da cavallette e grilli che arrecano gravi problemi ai residenti. Nonostante i solleciti inoltrati alle autorità comunali, a tutt’oggi, non si è
visto nessun intervento. Quando si decideranno ad intervenire?
I Cittadini residenti
ENTE MORALE SCUOLA MATERNA
PARITARIA “D. PERRONE”
L’ente Morale Suola Materna paritaria “D:PERRONE”, nato nel
1907, è stato istituito grazie al lascito testamentario di Domenico Perrone,
cittadino di Ginosa, che alla sua morte lasciò la propria casa alla comunità
ginosina per svolgere attività di scuola dell’infanzia.
In previsione del centenario dell’inaugurazione che cade nel Giugno
2007, la scuola vuole ricordare il suo benefattore e attraverso documenti e fotografie ripercorrere i cento anni di attività di questo Ente. Per questo motivo
si chiede ai lettori della Goccia, che avessero frequentato la scuola e fossero
in possesso di foto di anni passati, di rivolgersi alla segreteria della scuola per
metterle a disposizione. Si precisa che tutto il materiale sarà resituito.
SCUOLA MATERNA “D. PERRONE”
C.so V. Emanuele,88
Tel 099-8244045 ore 8,00-13,00
Il consiglio di amministrazione
COMUNICATO AVIS
1) DOMENICA 17 SETTEMBRE 2006 SI TERRA’ IL V RADUNO NAZIONALE AVIS A SAN GIOVANNI ROTONDO.
COLORO I QUALI VOLESSERO PARTECIPARVI POSSONO RECARSI
PRESSO LA SEDE AVIS DI GINOSA PER EFFETTUARE LA DOVUTA
PRENOTAZIONE CHE PREVEDE IL VERSAMENTO DI EURO 10,00
PER I SOCI E DI EURO 15,00 PER I NON SOCI.
LA PARTENZA SARA’ ALLE ORE 5,30 DA PIAZZA NUSCO.
2) DOMENICA 24 SETTEMBRE P.V. ALLE ORE 8,00 PRESSO IL 118
AVRA’ LUOGO UNA GIORNATA PER LA RACCOLTA DI SANGUE.
SIATE NUMEROSI!
ARA
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Noi e il Fisco
Professionisti
sotto torchio!
La lotta all’evasione fiscale proclamata nel
decreto Bersani, convertito nella legge n°248 del 0408-06 pubblicata l’11-08-06, è rivolta, fra gli altri, ai
lavoratori autonomi, la cui categoria sembra essere,
secondo le valutazioni del Governo, fra quelle a più
alto rischio.
La stretta fiscale si concretizza in armi più taglienti, così come prevede l’art. 35 della legge, che, al
comma 12, introduce a carico dei professionisti l’obbligo di tenere uno o più conti correnti bancari o postali
ai quali devono affluire, obbligatoriamente, le somme
ricavate nell’esercizio dell’attività e dai quali devono
essere effettuati i prelevamenti per il pagamento delle
spese. La stessa norma ha sancito, inoltre, l’obbligo
a carico degli stessi soggetti di riscuotere i compensi esclusivamente mediante assegni non trasferibili o
bonifici ovvero altre modalità di pagamento bancario
o postale nonché mediante sistemi di pagamento elettronico, salvo per importi inferiori a 1.000,00 euro
fino al 30-06-2007, a 500 euro fino al 30-06-2008, a
100 euro a decorrere dal 1°luglio 2008.
La tracciabilità dei pagamenti e delle riscossioni rappresenta una novità rilevante, poiché finalizzata a rendere trasparente la contabilità dei professionisti.
Non c’è l’obbligo di tenere un solo conto corrente, né
viene vietato di utilizzare il conto corrente dedicato
per il pagamento delle spese al di fuori dell’attività.
La mancata applicazione della suddetta normativa comporta a carico degli interessati pesanti sanzioni ed il rischio di accertamento induttivo.
Le misure introdotte hanno provocato evidenti proteste da parte delle categorie degli autonomi
interessati.
Serviranno, veramente, quale deterrente all’evasione, o faranno lievitare il sommerso?
Dott. Mario D’Alconzo
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CREDO…
il terzo giorno Risuscitò
a cura di Giuseppe Pizzulli
Questa asserzione è una certezza per ogni credente professante la fede in Gesù Cristo, che pur essendo morto in vetta ad una
croce, sepolto in una tomba, non rimase lì perché lo Spirito di Potenza del Padre e del Figlio lo risuscitò dai morti. Gesù l’aveva già
anticipato: “Ecco…il Figliuol dell’Uomo sarà dato nelle mani dei
capi sacerdoti e degli scribi; ed essi lo condanneranno a morte…per
essere crocifisso; ma il terzo giorno risusciterà” (Mt.20,17-19).
Gesù, il Potente Salvatore, non poteva rimanere nella tomba quale Principe della vita. La Sua resurrezione è un fatto certo,
sulla base di molti testimoni con i quali Gesù s’incontrò nelle varie
apparizioni, compreso Saulo da Tarso, divenuto poi l’apostolo Paolo. Questo fatto segna la differenza sostanziale tra le tante religioni
nel mondo e il Cristianesimo, perché mentre i loro fondatori sono
rimasti nelle tombe e mausolei, Cristo è Risorto gloriosamente. Alle
donne presso il sepolcro gli Angeli dissero: ”Perché cercate il Vivente tra i morti? Egli non è qui, è risuscitato”(Lc.24,5,6). A Giovanni
apostolo, esiliato nell’isola di Patmos, Gesù gli apparve dicendo:
”Non temere, Io sono il primo e l’ultimo, e il Vivente; fui morto, ma
ecco sono Vivente per i secoli dei secoli” (Apoc.1,17-18).
Ogni frase del Credo ha una sua importanza basilare per
il credente, ecco perché stiamo cercando di analizzarle, per darne il
senso in modo esauriente. Paolo apostolo, volendo ribadire ancora
una volta con più fermezza la risurrezione di Cristo, così scrisse ai
Corinti: ”Ora fratelli, io vi rammento l’Evangelo che vi è stato annunziato e che voi avete ricevuto, e nel quale state saldi, mediante
il quale siete salvati…a meno che non abbiate creduto invano. Poiché…Cristo è morto secondo le scritture, che fu seppellito e risuscitò secondo le scritture,”(1 Cor.15,1-4). Gesù aveva già dimostrato di
avere Potenza sulla Morte, risuscitando il ragazzo di Naim (Lc.7,1117), la figlia di Jairo (Lc.8,40-55), e Lazzaro morto da quattro giorni
(Gv.11). Poteva Lui restare nella tomba? No, Egli ha sciolto gli angosciosi legami della morte, ed è risuscitato vittoriosamente(At.2,22-
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24). Cosa vuol dire questo per il credente cristiano? Vuol dire sicurezza della propria resurrezione. La vittoria di Cristo sulla morte
è anche la nostra. Gesù dice:”Io sono la resurrezione e la Vita, se
alcuno crede in Me anche se muoia vivrà”(Gv.11,25). Amici,lo credete voi questo? Mentre i seguaci di altri credi e religioni nel mondo,
vivono senza una speranza di salvezza, il cristiano è animato da speranza ch’è certezza, di essere ricevuto nel Regno di Dio(Mt.25,3140).
Cosa sarebbe successo, invece, se Gesù non fosse risuscitato? Semplice, la religione cristiana sarebbe una fra le tante, alla
pari, che tentano di giungere a Dio con i loro sforzi, senza un vero
mediatore. Gesù dice: ”Io sono la Via, la Verità e la Vita, nessuno
viene al Padre se non per mezzo di me”(Gv.14,6). Egli è l’Unico
Mediatore fra Dio e gli uomini, che ha dato se stesso quale prezzo
di riscatto per tutti noi(1Tim.2,5). “Se Cristo non fosse risuscitato
sarebbe vana la nostra fede…Ma ora Cristo è risuscitato primizia di
quelli che dormono”.(1 Cor.15,14,20). Il fatto che Cristo è risorto dai
morti, costituisce una certezza di una resurrezione di Vita, al suono
dell’ultima tromba(Gv.5,28,29; 1 Tess.4,13-18)), per tutti coloro che
hanno creduto in Lui, avendolo accettato come il proprio Salvatore. La Potenza di Dio risveglierà i nostri corpi mortali dalla polvere, per rivestirli in corpi incorruttibili ed immortali(1 Cor.15,4255), per abitare per sempre col Signore e con tutti i riscattati nella
Gloria del Regno Celeste. La morte è stata vinta soltanto da Gesù
Cristo e “in nessun altro v’è Salvezza, poichè non v’è alcun altro
nome sotto il Cielo che sia stato dato agli uomini, per il quale essere
salvati”(At.4,12). Perciò ogni cristiano che recita questo CREDO,
deve essere consapevole dei privilegi che il Padre Celeste gli ha
fatto in Cristo Gesù. Caro amico cristiano, sei tu certo che Gesù è
Vivente alla Destra del Padre? Hai tu creduto alle Sue divine parole?
Hai fatto la confessione dei tuoi peccati, una buona volta, per vivere
in armonia con la Sua volontà? Hai tu la speranza della resurrezione
dopo la morte? Ricorda, Dio ti ama e ti vuole Salvare. Il prezzo del
tuo riscatto è stato pagato da Gesù sulla croce. Soltanto, credi in Lui
e nella Sua Opera di Redenzione e di Salvezza che ha compiuto per
tutti noi, ed Egli darà anche a te la Vita Eterna in DONO, la Pace del
cuore, uno scopo e un’ideale che va oltre la vita, e tutti i benefici che
scaturiscono dal Sacrificio di Cristo. Pensaci finchè sei in tempo.
Dio ti sia propizio.
beghelli
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Il nostro Giampiero promosso Preparatore Atletico Professionistico
Giampiero L’Insalata al Supercorso di Coverciano
Un grande riconoscimento per il nostro ginosino, che ha conseguito il titolo di preparatore Atletico Professionistico. Istruttore della Palestra Gymnova di Domenico Pirrazzo, e Preparatore Atletico della Runners Ginosa, ha conosciuto allenatori, preparatori di squadre di calcio del masssimo campionato di Serie
A e B. Presente a Coverciano anche il Tecnico della Nazionale Campione del Mondo, Marcello Lippi.
Giampiero L’Insalata,
è nato a Castellaneta il 1 luglio
del 1975. Il nostro ginosino, nella sua vita ha sempre praticato
sport. I suoi sport preferiti sono
Basket, Nuoto e Calcio. Da oltre 15 anni pratica l’Atletica. E’
laureato in scienze motorie all’università di Urbino. E’ istruttore F.I.D.A.L. (Federazione
Italiana di Atletica Leggera).
E’ istruttore di Fitness presso la
palestra Gymnova di Domenico
Pirrazzo. Ed è anche il preparatore atletico dei Runners di Ginosa.
E’colui che stila i programmi di
preaparazione per tutti gli atleti
ginosini che corrono nel campionato regionale pugliese. Quest’anno ha
parteciapto al Supercorso di Coverciano,
conseguendo il titolo di Preparatore Atletico
Professionistico. Un grande riconoscimento
per il nostro Giampiero, che ora può competere con gente di categoria superiore.
A Coverciano, si è misurato con
calciatori, allenatori e preparatori di spicco.
Ha vissuto ogni giorno fianco a fianco con
gente del calibro di Renzo Ulivieri, Checco
Moriero, Antonio Conte, Aldo Papagni,
Appoloni del Parma e tanti altri nomi
illustri del mondo del calcio. Insieme
al nostro Giampiero L’Insalata c’era
anche il Commissario Tecnico della
Nazionale di calcio Campione del
Mondo, Marcello Lippi, che si è congratulato con il nostro ginosino.
Nella sua lunga carriera di
maratoneta, Giampiero L’Insalata,
ha vinto tanti trofei. Da ricordare uno
su tutti, nel 1995, la marcialonga di
Ginosa, vinta come 1°assoluto della
manifestazione. Infatti questo record
è ancora di Giampiero, in quanto fino ad oggi è l’unico ginosino ad aver
vinto la marcialonga. Poi tantissimi
trofei vinti nei vari CorriPuglia. Nel
suo lungo palmares ci sono al suo attivo anche due mezze maratone. Nel
1999 la mezza di Rimini, stabilendo
il tempo personale di 1h e 22. Poi
la Roma-Ostia dello scorso 5 marzo
2006, stabilendo il tempo di 1h e 21.
Ma quanto tempo dedica
Giampiero agli allenamenti?
«Mi alleno ogni giorno.
Ovviamente alterno sedute intense ad
altre blande defatigante. Mi alleno da
1 ora a 1 ora e mezza al giorno.»
Cosa ti ha spinto a corre-
re?
«Subito dopo aver lasciato il calcio, iniziai a correre per mantenere la forma.
Da allora non ho più smesso.»
Come Istruttore dei Runners
Ginosa, cosa pensi di questa società?
«E’ un’ottima società, ben strutturata e soprattutto molto organizzata.»
Chi è l’atleta della Runners che
ti sta sbalordendo di più?
«Come atleta metterei su tutti
Pino Salluce. Un grande uomo di
sport. Sempre costante negli allenamenti. In questo periodo e molto
in forma. Sta stabilendo degli ottimi tempi. Come conferma il solito
Pietro Tortorella. Inveve l’atleta che
può migliorare tanto è Domenico
Lorusso, che si staimpegnando giorno dopo giorno negli allenamenti.
Ma sicuramente tutto il gruppo è
in grado di continuare a conseguire
grandi risultati.»
Il tuo obbiettivo personale in
questa stagione?
«Niente di particolare. Quest’anno
non sono stato molto costante. Però
il mio obbiettivo principale era quello di avvicinarmi ai ritmi di un tempo.»
Quanto è stato importante il
Supercorso di Coverciano?
«E’ stata una esperienza bellissima. Essere a fianco ogni giorno di campioni
del mondo del calcio, è qualcosa di speciale.
Ho scambiato idee ed ho imparato cose molto importanti per il mio lavoro. Una bella
avventura». (Gianluca Catucci)
nella foto: Giampiero L’Insalata da giovane e da Adulto
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Anche Ginosa avrà la squadra di calcetto femminile
E’ nata l’A.S. Ginosa di Calcio a 5 Femminile
Grazie all’impegno di alcune ragazze, dalla prossima stagione, Ginosa disputerà il campionato di Serie C
femminile. Presidente onorario e Patron della società sarà Mimino Limitone. Mentre Presidente è stato
eletto Alfredo Paiano. Vice Presidente Gianluca Catucci. Lo sponsor che vestirà il Ginosa Femminile, sarà l’azienda della Polo Costruzioni di Marco Lomagistro. Il cassiere sarà Gianbattista Sassi. La segretaria Francesca Paiano. Mentre i consiglieri saranno: Rosalia Rucci, Donatella Leo, Valentina Sassi e
Giuliano Paiano. Il campionato inizierà verso la metà di ottobre. La rosa per il momento è composta
da 15 ragazze. Le gare si giocheranno di domenica mattina presso il Palazzetto dello Sport.
La notizia era nell’aria. Ora è ufficiale. Dalla
prossima stagione, Ginosa per la prima volta nella sua
storia sportiva avrà una squadra di calcetto femminile.
Grazie all’impegno e alla caparbietà di Francesca Paiano, Rosalia Rucci, Donatella Leo e di altre loro colleghe, è stata formata l’Associazione Sportiva Ginosa
di Calcio a 5 femminile. I colori sociali delle nuove
divise delle ragazze ginosine, saranno come quelle dei
maschietti dell’A.S. Ginosa calcio. Il mitico Bianco e
Azzurro. Lo sponsor ufficiale sarà l’Impresa Edile di
Marco Lomagistro: la Polo Costruzioni. E’ stato formato anche il direttivo, che ha provveduto all’iscrizione nel massimo campionato regionale pugliese di Serie
C. Questa la nuova società: il Patron sarà Mimino Limitone che da dietro le quinte darà un contributo per
sostenere questa nuova realtà. Come Presidente è stato
individuato il sig. Alfredo Paiano. Mentre il Vice Presidente e l’addetto stampa della società sarà il nostro
giornalista sportivo Gianluca Catucci. La segretaria
sarà Francesca Paiano, mentre il cassiere Gianbattista
Sassi. I consiglieri saranno invece Giuliano Paiano,
Rosalia Rucci, Donatella Leo, e Valentina Sassi. La
nuova stagione partirà verso la metà di ottobre. Le gare
si giocheranno di domenica mattina presso il Palazzetto dello Sport. La preparazione inizierà Lunedì 4 settembre, per
preparasi e trovarsi pronte per l’inizio del campionato. Tutti coloro che vogliono dare una mano e contribuire alla crescita di questa
nuova realtà ginosina, possono contattare la Segretaria Francesca
Paiano al numero telefonico 347/9964464.
Questa la rosa della nuova A.S. Ginosa Calcio a 5 Femminile:
Arduo Anna, Bastelli Carmen, Bitetti Agata, Coratella Adriana, Curci Francesca, D’Ambrosio Daniela, Leo Donatella, Mu-
tidieri Marta, Negro Gemma, Olivari Maria Carmela, Paiano
Francesca, Rucci Rosalia, Sassi Valentina, Trentadue Lorena
e Trullo Lorena. Il preparatore atletico sarà il calciatore del
Forza Matera (Eccellenza lucana), Giuliano Paiano. Mentre il
Mister che curerà la formazione da far scendere in campo sarà
Mr. Giovanni Ratti.
La redazione sportiva della Goccia, augura tanti successi a queste
nuove atlete, che porteranno il nome di Ginosa in giro per tutta la
regione Puglia. (Gianluca Catucci)
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Si è concluso con un grande successo di pubblico il 4° Memorial “Domenico D’Angelo”
L’Impresa Cardinale Edile si aggiudica il
prestigioso Memorial “Domenico D’Angelo”
Organizzato dal grande Giovanni Bracciodieta sul campo di calcetto della Don
Bosco, la 4° edizione del Memorial “D’Angelo”, ha visto la vittoria dell’Impresa
Cardinale, in una finalissima avvincente dove ha battuto per 5-3 la Polo Costruzioni.
L’Impresa Cardinale Edile, si aggiudica la
4°edizione del Memorial “Domenico D’Angelo”. In una cornice di
pubblico emozionante,
la finalissima ha visto la
vittoria della formazione
marinese sui più quotati
avversari ginosini. Partita avvincente, spettacolare e molto sentita dalle due formazioni. Ha prevalso la formazione dell’Impresa Cardinale Edile, che ha battuto per 5-3 la Polo Costruzioni di
Marco Lomagistro di Ginosa. I marinesi ci hanno creduto fino in
fondo, mentre la Polo Costruzioni, ha rovinato tutto facendosi
infoteca
prendere da un nervosismo che poteva essere evitato. Ne ha fatto
le spese per tutti il difensore Angelo Orfino della Polo Costruzioni, facendosi espellere ingenuamente per un fallo di reazione
sull’attaccante Gino Avantaggiato, lasciando la sua squadra con
un uomo in meno. La finalissima è stata seguita dal pubblico delle
grandi occasioni, che ha invaso il sintetico della Don Bosco in
ogni ordine di posto. Queste le formazioni della Finalissima che
sono scese in campo: Impresa Edile Cardinale: Stefano Giannini;
Giuseppe Vecchione; Gino Avantaggiato; Francesco Bracciodieta; Francesco Caffio; Renzo Tria; Angelo Marchionna; Lovecchio
Domenico. Mentre la Polo Costruzioni schierava: Felice Pizzulli;
Angelo Orfino; Giovanni Ratti; Marco Lomagistro; Gianluca Catucci; Domenico Ciriello; Tonino Pizzulli.
L’Impresa Cardinale vince la 4°edizione del memorial
“D’Angelo”, 2° Posto per la Polo Costruzioni, mentre 3° Posto
per l’Autoficcina Galluzzo e 4° Posto per la simpatica formazione
l’Scallafier. Il Capocannoniere del torneo è stato Claudio Di Tinco
con 27 reti, seguito da Domenico Ciriello con 21 centri. Miglior
Portiere è stato Sergio Alessio, mentre il Miglior Giocatore è stato
Dian Dario. La squadra simpatia del torneo è stata la Donatello
Arredamenti.
I trofei sono stati offerti dall’Amministrazione Comunale
di Ginosa che ha messo in palio anche medaglie per tutti gli atleti
parteciapanti. A premiare gli atleti vincitori, il consigliere comunale Vito De Palma. Un ringraziamento particolare agli arbitri del
torneo: Daniele Costella, Vito Iacovino, Cosimo Inglese, Nicolò
Ranaldo, Francesco Dragone e Antonio Rutigliano della sezione
di Matera. Ma il riconoscimento più grande sicuramente va al
grande e insuperabile Giovanni Bracciodieta, l’organizzatore del
torneo che ancora una volta grazie alla sua passione e alla sua caparbietà è riuscito ad organizzare nel migliore dei modi un torneo,
che ha avuto per il quarto anno consecutivo un grande successo di
pubblico. (Gianluca Catucci)