Documento - Roncalli Sarrocchi

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Documento - Roncalli Sarrocchi
La Voce del Leone
I.I.S.
“Roncalli-Sarrocchi”
I.I.S.
“Roncalli-Sarrocchi”
7 Aprile 2010
AnnoAnno
VII IVn° n°
4 Gennaio
2013
Libertà di pensiero o pensieri in Libertà
Vogliamo iniziare la nostra riflessione sul tema della censura partendo dalla definizione che di essa
dà il Vocabolario di Lingua Italiana Zingarelli.
Censura: controllo esercitato da un'autorità;critica severa;biasimo;riprensione
Fin da tempi antichi, chi detiene il potere, politico o religioso, ha sempre cercato il modo giusto per
controllare i propri sottoposti; l’hanno fatto in modi diversi: capi villaggio, capi tribù,capifamiglia,
sciamani o re. Per questo nulla dovrebbe farci meravigliare ormai. Da che esiste il diritto rurale in base
al quale DICHIARATAMENTE il potente comanda e il debole soccomba, il metodo per controllare le
masse è usare la forza del potere centrale per reprimere, talvolta in modo pacifico ma più spesso con le
armi, le opinioni diverse da quelle decise dal “potente” di turno. In genere la censura si applica perché
si teme che la divulgazione d’idee (politiche, religiose o sociali) diverse da quelle accettate
comunemente possa causare un cambiamento nell’opinione pubblica o addirittura possa ribaltarne il
punto di vista. In ogni Stato di ordinamento moderno esistono tipi diversi di censura che si occupano
del controllo e della circolazione di idee e di informazioni ritenute, dalle autorità competenti, per loro
natura dannose o diseducative per la popolazione.
Eccone alcuni esempi:
Censura repressiva. Si applica, attraverso il sequestro, dopo la
diffusione del testo.
Censura preventiva. Consiste nell’impedimento alla
pubblicazione di contenuti ritenuti inadatti
Censura religiosa. È presente in molte religioni. In ambito
cristiano possiamo indicare il trattato del filosofo neoplatonico
Porfirio, intitolato "Contro i cristiani", come la prima vittima della
censura cristiana.
Censura dei cartoni animati/fumetti. Questo tipo di censura è molto severo in Italia. Essa
prevede tre fasi: eliminazione di ogni riferimento al Giappone (poiché la maggior parte dei cartoni
animati trasmessi dai nostri media sono prodotti lì); localizzazione dei nomi giapponesi e, spesso,
la loro modifica o addirittura sostituzione; e, per ultima, l’eliminazione di scene o dialoghi giudicati
troppo violenti o espliciti.
Censura nei videogiochi. Questa è sollecitata da associazioni di genitori e dagli stessi governi
ed è stata applicata sin dall’uscita dei primi giochi con contenuti violenti e/o erotici. L’applicazione
avviene in due modi: censura parziale dei contenuti (modifica di determinate scene o azioni per
edulcorarne il contenuto); censura totale (il prodotto non è distribuito sul suolo nazionale).
Censura nella musica. Ne esistono molti casi, ne citiamo solo i più famosi: nel Regno Unito
quella di “Come Together” dei Beatles e di “God Save the Queen” dei Sex Pistols.
(continua a pag. 2)
SOMMARIO:Angolo della poesia p.3;Una premiazione pp.4-5; 7° centenario del Boccaccio p.6; La dignità della persona
p.7;Videogiochi p.8;Tre problemi p.9; Violenza sulle donne p.10;Appunti di Viaggio pp.11-12; La Voce degli studenti pp.13-15; Il
fandom p.16;Condizionare il futuro p.17;Intervista a una Band pp.18-19; Storie di.... p.20; Rubrica di ...pp 21-22;Intervista a 2
proff. pp.23-24;Spigolando...pp25-26;La recensione pp 27-28; X'press Music...p.29; Cruciverba p.30
Pag. 2
(continua dalla prima pagina)
La libertà di manifestazione del pensiero è un diritto riconosciuto negli
ordinamenti democratici e tutte le moderne costituzioni la tutelano. Ad essa sono dedicati
anche due articoli.
Così si legge nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo voluta nel 1948
dall’ONU:
Art. 19: «Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il
diritto, di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e
diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.»
Tale principio è suggerito anche dalla Costituzione Italiana che recita così:
Art. 21:«tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo
scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad
autorizzazioni o censure.»
Questo dovrebbe significare che chiunque può esprimere pubblicamente le proprie
idee, ovviamente nei limiti previsti dalla legge, ovvero senza offendere o
diffamare i destinatari del messaggio.
Il concetto, apparentemente scontato, è spesso non rispettato, in maniera più o meno
palese.
Perciò appare chiaro che, per quanto possa essere difficile, una società più evoluta
dovrebbe permettere di esprimere liberamente tutte le opinioni e aprirsi completamente al
confronto d’idee diverse ma ugualmente legittime.
In Italia, la maggior parte delle fonti d’informazione sono sottoposte a censure, più o meno severe;
tuttavia esistono dei mezzi di comunicazione in cui la censura è ridotta al minimo, uno di questi è il
sito http://www.nocensura.com/, che vi consigliamo caldamente di visitare per carpire informazioni
che da altri canali di informazione non otterreste mai.
La Redazione
Pag.3
L'Angolo della Poesia
In occasione della “Giornata della Memoria” la Redazione vuole ricordare la tragedia
della SHOAH con i versi di un grande poeta italiano, Primo Levi, che è stato ,al contempo,
vittima e interprete mirabile del dolore e della sofferenza del popolo ebreo.
SE QUESTO E' UN UOMO
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e i visi amici:
considerate se questo è un uomo,
che lavora nel fango,
che non conosce pace,
che lotta per mezzo pane,
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna
senza capelli e senza nome,
senza più forza di ricordare,
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore,
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca
i vostri nati torcano il viso da voi.
PRIMO LEVI
Pag.4
UNA PREMIAZIONE
Il giornalino scolastico “La Voce del Leone” prende il volo: ancora un successo della
storica testata.
E’ accaduto a Firenze lo scorso 13 dicembre, in occasione della cerimonia di premiazione del
concorso “Prima..vera educazione ferroviaria” bandito dalle Ferrovie dello Stato.
In quest’occasione la nostra scuola ha vinto due premi da € 10.000 ciascuno; il primo,come
dicevo all’inizio, è stato attribuito al nostro giornalino, mentre il secondo è andato al progetto
curato dalla professoressa Filomena Milazzo insieme con una classe del Corso Erica.
“La vittoria è sempre nel pugno di pochi. Provare a preparare questa pattuglia di eroi è il
segreto di ogni vittoria.”Don Carlo Gnocchi
Così come una grande pattuglia di eroi, i ragazzi della redazione de “La Voce del Leone” sono
riusciti a dare il loro massimo in vista di un obiettivo al quanto nobile; di cosa si trattava ?
Riprendendo le parole di Don Carlo Gnocchi, l’obiettivo era … la vittoria!
Alcuni ragazzi della redazione, tra i quali c’era anche chi scrive, guidati dalla professoressa
Patrizia Davini, direttrice del giornalino, hanno rappresentato l’Istituto Roncalli-Sarrocchi di
Poggibonsi al concorso bandito dalle F.S. che riguardava
il tema della sicurezza ferroviaria.
Il numero speciale de “La Voce del Leone”, creato per
l’occasione, comprendeva articoli su: la storia delle
ferrovie italiane; una “intervista impossibile” a George
Stephenson, l’inventore della locomotiva; un resoconto
dettagliato degli incidenti sui treni e nelle stazioni
Un momento della premiazione
avvenuti in Italia dall’avvento della ferrovia; alcune
interviste rilasciate
da un campione di
studenti
“pendolari” del nostro Istituto e infine un cruciverba a tema, attraverso il quale era possibile
ricostruire la denominazione del Concorso. Il tutto ha richiesto una particolare attenzione e
meticolosità, anche perché quel numero speciale si è aggiunto alle nostre consuete uscite
mensili e quindi è stato un nuovo impegno da parte nostra; ma visti i risultati direi che è valsa
la pena !
Che ne dite?
Alla premiazione, avvenuta a Firenze Giovedì 13 dicembre 2012 nel Salone di Carlo VIII di
Palazzo
Medici-Ricciardi,ci
hanno
accompagnato
la
professoressa
Giovanna
Ciarrocchi,Dirigente Scolastico, e le professoresse Patrizia Davini e Filomena Milazzo.
(continua a pag. 5)
Pag.5
Il programma della giornata ha avuto inizio alle ore 9,30 con i saluti calorosi del Prefetto di
Firenze il Dott. Luigi Varratta, che gentilmente ha ricordato ai presenti l’importanza
dell’evento soffermandosi anche sulla bellezza e l’importanza storica del bel palazzo che ci
ospitava, prevedeva alle ore 9,45 l’intervento del coordinatore del Concorso, Ing. Antonio
Pagano, il quale ha presentato alcuni dei lavori premiati, dei filmati multimediali, che hanno
portato all’attenzione di tutti l’importanza di rispettare con scrupolosità le norme
fondamentali da seguire per garantire la sicurezza del servizio ferroviario.
A seguire, dalle ore 10:00 fino al termine della cerimonia, ci sono stati gli interventi: dell’Ing.
Alberto Chiovelli, Direttore dell’Agenzia nazionale per la Sicurezza Ferroviaria; della Dott.sa
Angela Palamone, Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale della Toscana, e del suo
Vice e, in chiusura, del Dott. Vincenzo Spinosi, Dirigente del Compartimento per la Polizia
Ferroviaria della regione Toscana. Ciascuno dei relatori ha rivolto l’attenzione sulla crescente
utilità del treno, mezzo sempre più usato dagli studenti della Toscana ma ha ulteriormente
evidenziato il dato, non trascurabile, della sua pericolosità che è strettamente connessa al
mancato o parziale rispetto delle norme indispensabili alla sua efficienza e alla vita dei
passeggeri. La Dott.sa Palamone ha anche espresso parole di lode all’indirizzo di tutti i lavori
premiati, sottolineando l’importanza di tali progetti nell’esperienza giornalistica di molti nuovi
scrittori che, anche se giovani, hanno saputo trasmettere molto bene i concetti, avendo una
visuale generale e obiettiva del materiale preso in esame.
Alle ore 10,45 è iniziata la premiazione ufficiale.
È stato un momento di grande orgoglio quando ai ragazzi della redazione del giornalino “La
Voce del Leone” è stato conferito il primo premio” per la proficua partecipazione al
concorso per la valorizzazione di lavori/progetti realizzati dagli studenti e finalizzati alla
sensibilizzazione all’uso proprio e sicuro del mezzo ferroviario “ relazionato alla categoria
espressiva: INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE .
La consegna della pergamena è stata emozionante, ne abbiamo gioito tutti, studenti e
professoresse ed anche il D.S., Giovanna Ciarrocchi è parsa visibilmente soddisfatta.
Come diceva Don Carlo Gnocchi, “la vittoria è sempre nel pugno di pochi,” e i ragazzi
impegnati in questo progetto sono stati davvero contenti di essere stati tra quei pochi, ma
dato che il nostro impegno continua e altri concorsi ci aspettano ci impegneremo per ottenere
altri successi come questo, in futuro.
Daniel Prodan
Pag.6
700 ANNI DALLA NASCITA DI GIOVANNI BOCCACCIO
Il settimo centenario della nascita di Giovanni Boccaccio cade nel 2013 e non passerà
certamente inosservato, nonostante la decisione presa dal Ministero per i Beni Culturali di
non costituire un Comitato Nazionale per i festeggiamenti. La
decisione, che coinvolge tutte le iniziative analoghe,è stata presa a
causa della situazione dei conti pubblici;tuttavia l’assessore regionale
alla Cultura,Cristina Scaletti, presentando un primo programma di
iniziative insieme al presidente dell’Ente Nazionale Boccaccio,
Stefano Zamponi, e all’assessore alla Cultura del Comune di Certaldo,
Giacomo Cucini, ha dichiarato :
“Sarà la Regione Toscana, di
concerto con il Comune di Certaldo, il Comune di Firenze, l’Ente
Nazionale Boccaccio e gli altri enti locali coinvolti, a dare un
impulso concreto alla celebrazioni”
Boccaccio è il letterato che ha dato piena dignità letteraria alla prosa italiana: prima di lui la
grande letteratura in volgare era soprattutto poesia, si pensi a Dante con “ La Commedia” e a
Petrarca con “Il Canzoniere” . Inoltre Giovanni Boccaccio ha inventato una prosa ricca di
sfumature, anche linguistiche, con l’uso di forme dialettali. Egli è il narratore di un nuovo ceto
sociale molto ampio ed esalta i valori spirituali più alti dell’uomo,valori che si potrebbero
riassumere nel concetto di “cortesia”,ma egli diventa anche il paladino di una sostanziale
parità fra uomo e donna,presentando un’umanità fortemente radicata nella sua concreta
carnalità, vista con un occhio, spesso, divertito e ,sempre, indulgente.
Venerdì 11 gennaio 2013, alle 21:30, parte il progetto speciale “Si racconta le novelle del
Boccaccio”, con la lettura integrale della prima
novella della Prima Giornata del “Decameron”, quella
di Ser Ciappelletto. Si tratta del racconto di una
beffa che rende un uomo di malaffare, in punto di
morte, convinto di essere ,e quindi di doversi far
adorare, come un santo. Il progetto è ideato da
L'Oranona Teatro; la regia è di Carlo Romiti.
Le letture si svolgeranno ogni secondo venerdì del
mese a Certaldo, in casa Boccaccio, da Gennaio a Ottobre.
Ogni mese una novella tratta da una diversa Giornata, dalla prima alla decima.
Un’altra iniziativa è la costituzione, nell’ambito del “Premio letterario Giovanni Boccaccio”, di
una sezione riservata agli studenti del Circondario Empolese-Valdelsano e del Comune di
Firenze che saranno invitati ad elaborare un proprio racconto.
Leonardo Pineschi
Pag.7
LA DIGNITA’ DELLA PERSONA
E’ il Cristianesimo che ha il merito di aver introdotto nella storia dell’umanità
Occidentale il concetto di “persona”. Una “persona” è un essere che esiste; è
cosciente, libero e responsabile ed è portatore di diritti e di doveri.
Essere “persona” non è qualcosa che si acquisisce nel tempo, non dipende dalla
nostra cultura o dal lignaggio; noi siamo persone sin da quando veniamo concepite
nel grembo materno. Questa “persona” ha una dignità. E questa dignità della
persona consiste nel “farsi carico”,,nell’essere responsabile delle proprie
decisioni e azioni. Nel momento stesso in cui all’uomo fosse tolta la razionalità, nel
momento in cui egli fosse privato anche della propria moralità, gli resterebbe
qualcos’altro e questo qualcos’altro è appunto la dignità.
Immaginate qualcuno che ha perso tutto;chi è che ha perso tutto se non colui che
muore? All’uomo che sta morendo non chiediamo di essere razionale, non
chiediamo di essere morale, non chiediamo se ha vissuto una vita indegna. In
quell'istante è come se la morte gli restituisse ciò che per tutta la vita non ha avuto:
la dignità. Non sappiamo cosa sia la dignità, ma la riconosciamo anche in colui
che non è più persona. Dicevano i Latini: “Ciò che resta di noi non è nulla, ma è
qualche cosa”. La dignità, appunto! Pensiamo alla dignità della morte, al
cadavere che deve essere sepolto dignitosamente... Noi sappiamo che non c’è
maggiore offesa che si possa fare ad una persona che mancargli di rispetto dopo la
morte. Achille che trascina il cadavere di Ettore e ne fa strazio sotto gli occhi di
coloro che lo amano, in segno di spregio e disprezzo, lo offende nel modo più
profondo, più crudele e più imperdonabile. Offende Ettore non nella sua razionalità,
non nella sua moralità, ma nella sua dignità.
Se il nostro essere “persona” è quello che ci concede dei diritti e verso il quale
abbiamo degli obblighi; se la libertà di ciascuno termina là dove inizia quella di un
altro; allora perché la nostra società globalizzata umilia e sfrutta donne e bambini
consentendo che le industrie vengano spostate in Paesi dove la manodopera costa
pochi spiccioli?
Non può esistere il vero benessere sociale, se tutti gli individui che la compongono
non ne possono godere. Quando indossiamo Nike e Adidas, ad esempio,
dovremmo ricordarcene, ma spesso ce ne dimentichiamo.
Quindi il rispetto per la “dignità della persona” non è fatto di parole, ma di atti
concreti! Il rispetto per la vita, innanzi tutto, il rispetto delle convinzioni e delle idee
altrui, il rispetto del colore della pelle o della fede... non sono semplici slogan!!
“Io ho un sogno” diceva Martin Luter King “ che i miei quattro figli piccoli
possano vivere un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati
per il colore della loro pelle, ma per la qualità del loro carattere !”
Niccolò Cacialli
Pag.8
Grandi novità nel mondo dei
videogiochi
Il 2013 è finalmente giunto, e sicuramente non tarderanno le prime anteprime e le
uscite di svariati videogiochi. Avremo uscite di grandi classici già noti a tutti i
giocatori, come Splinter Cell, Serious Sam, Dead Space, Final Fantasy e Bioshock, e
avremo anche delle novità che fanno sicuramente venire l’acquolina in bocca, come
The Cave e Skulls of the Shogun. Di giochi in uscita nel 2013 ce ne sono una
marea, grazie anche all’aiuto dell’ampia schiera di console di ultimissima
generazione, come il Wii U, una console della celeberrima Nintendo che ha fatto
parlare molto di sé, specialmente prima dell’uscita. Infatti in proposito la Nintendo
ha offerto poche notizie: Si sa che è costituita dalla console stessa (simile al
Nintendo Wii) e da un iPad touch screen, con il quale si può interagire. Tra le
esclusive non potevano assolutamente mancare le pietre miliari Made in Nintendo,
come, per esempio, Super Mario che insieme a tanti altri nuovi giochi è sviluppato
appositamente per la console. Di “giovane età” è il
3DS, sempre della casa
giapponese così come il Nintendo DS,vero e proprio successo. Il Nintendo 3DS,
come il “nonno” Game Boy, è una console portatile (ovviamente dotata di apposite
cartucce) dotata di due schermi a colori, sui quali si può interagire grazie all’aiuto di
una penna e, come suggerisce il nome, dà la possibilità di vivere il gioco in 3D sullo
schermo superiore anche senza gli appositi occhiali. Il 3DS lo possiamo trovare in
due versioni: il 3DS standard e il 3 DS XL, sostanzialmente più grande rispetto al
modello standard. Anche qui la Nintendo punta moltissimo sui grandi classici,
riproponendoli in tutte le salse per il piacere dei nuovi e soprattutto dei vecchi (e
nostalgici) videogiocatori. Passiamo ora dal Giappone agli Stati Uniti d' America
dove troviamo la Apple, che con i suoi prodotti iPhone, iPad e iMac, distribuisce
numerosi software di ultima generazione per la gioia di grandi e piccini. E dalle
nuove generazione passiamo alle console “classiche”, quali: Play Station 3 di Sony,
X Box 360 di Microsoft e ovviamente l’impareggiabile computer. Adesso lasciamo il
mondo delle console per concentrarci su quello dei videogiochi. Come ho detto
verranno riproposti grandi classici del mondo video ludico, alcuni con dei sequel,
mentre altri verranno semplicemente riproposti con le tecnologie di ultima
generazione per sfruttare, per esempio, al meglio l’HDMI, cosa impossibile con i
giochi di dieci anni fa.
Matteo Verdicchio
Pag.9
Tre problemi giovanili
Autolesionismo,Bulimia,Anoressia
Le cause di questi problemi sono tante. Tutto può partire da una semplice offesa o anche dal cyber bullismo di cui
abbiamo trattato nello scorso numero. Molte e diverse possono essere le cause che scatenano questi
comportamenti;talvolta vanno ricercate in famiglia possono, magari ci sentiamo di peso per i propri genitori;
talaltra siamo in difficoltà per questioni d’amore. L’Autolesionismo è un modo, secondo i “cutter” o
“autolesionisti”,di sfogarsi. Veder fuoriuscire il proprio sangue può dare una sensazione di sollievo e di
rilassamento anche se di breve durata. Tagliandosi, queste persone, riescono ad “assottigliare metaforicamente”
per un momento tutti i loro problemi, sia fisici sia morali. Per paura di essere presi ulteriormente in giro, o anche
per il fatto di essere derisi, si nascondono dietro una “maschera”. Chi potrebbe pensare che un ragazzo sorridente
e solare,maschio o femmina che sia è indifferente, possa nascondere disastrose cicatrici in tutto il corpo,magari
celate sotto quelle felpe enormi? Chi potrebbe immaginare che la persona che preferisce un tè senza zucchero, si
rifugia poi in bagno a vomitare? Il problema più grave spesso è fragilità di queste persone. Chi chiede aiuto in
silenzio spesso vorrebbe un amico che si interessasse di lui anche solo dicendo: “come stai oggi?”. Accade la
maggior parte delle volte che i più deboli cerchino di mostrarsi forti agli occhi degli altri perché hanno paura dei
giudizi negativi. L’autolesionismo ,infatti, porta anche ad essere socio fobico. La Socio fobia è la paura persistente
e intensa di essere giudicato negativamente nelle occasioni sociali. L’autolesionismo ,molte volte, è accompagnato
dall’anoressia o dalla bulimia.
L’Anoressia di solito comincia con una dieta dimagrante: quello che si
desidera,apparentemente, è migliorare la propria immagine. Talvolta la dieta si può trasformare in un imperativo
interiore a nutrirsi con quantità di cibo sempre più irrisorie. La persona anoressica persegue un ideale di magrezza
irraggiungibile e rispetto al quale si sente sempre inadeguata. L’anoressia quindi si manifesta con una riduzione
drastica dell’alimentazione e del peso corporeo: la fame viene negata;viene effettuato un calcolo ossessivo delle
calorie e un controllo giornaliero del peso spasmodico. Dietro questa negazione tenace della fame c’è la disperata
bramosia, non solo del cibo. L’ammalato,perché tale è, ha fame anche di relazioni, di affetti ed emozioni. Per
questa ragione, paradossalmente,egli rifiuta tutto. E’ nel rifiuto che cerca un’illusoria autonomia da ogni bisogno e
desiderio. L’equilibrio che si istalla su un illusorio controllo del proprio corpo serve per arginare il contatto con le
emozioni e le relazioni che non si riesce a controllare e che si percepiscono come pericolose. E’ raro che una
persona anoressica chieda aiuto perché ha trovato nel rifiuto del cibo la sua forza e attua in questo modo il
controllo su se stessa. La Bulimia può essere considerata l’altra faccia dell’anoressia. La persona di solito
attraversa alternativamente fasi anoressiche e bulimiche. Quando il controllo sul corpo viene meno si scivola nella
bulimia. La persona bulimica ingerisce enormi quantità di cibo,ma le elimina subito dopo attraverso il vomito
autoindotto o con l’utilizzo di lassativi e diuretici. L’abbuffata è un vero e proprio rituale che nei casi più gravi
può essere ripetuto più volte al giorno producendo gravi effetti sull’organismo,poiché può compromettere: l’
apparato digerente,l’ esofago, i denti e i capelli. La bulimia ha tutte le caratteristiche della patologia da dipendenza
e l’oggetto da cui si dipende è il cibo. Frequentemente il bulimico frequentemente si vergogna o ha dei sensi di
colpa per il proprio comportamento. L’ammalato,anche in questo caso è opportuno chiamarlo così, vive nel
momento dell’abbuffata una totale perdita di controllo; vorrebbe rifiutare tutto per riprendere il controllo totale
senza però riuscirci. La sensazione soggettiva è quella di ‘un pozzo buio e profondo da colmare’, un vuoto
soggettivo disperato, che si cerca di riempire attraverso l’assunzione di quantità eccessive di cibo. A differenza
dell’anoressia,della quale il corpo porta segni evidenti di deperimento fisico, la bulimia non è così visibile, la
persona spesso ha un perso normale e questo aspetto accentua ancora di più la vergogna provata dal soggetto.
Bisogna nascondere il terribile segreto che deve rimanere invisibile agli altri. Anche una cantante famosa, Demi
Lovato, ha sofferto a causa di episodi di bullismo che l’hanno portata a soffrire di autolesionismo e di bulimia già
all’età di 8 anni, quando ancora non era famosa. E’ una storia a dir poco raccapricciante, quella di Demi; una
favola moderna nella quale la giovane attrice e cantante è caduta sempre più in basso di fronte a tutti i suoi
ammiratori, ma è una favola che per fortuna ha un lieto fine. Ci sono persone che hanno paura di ammettere i loro
problemi e preferiscono mentire anche a se stesse,però non sono cose da sottovalutare e a volte anche una
sconosciuta può aiutare. Per questo, vi suggeriamo di consultare l’ indirizzo http://ask.fm/tiaiutoio al quale
corrisponde una ragazza che è disposta ad ascoltarvi e aiutarvi con utili consigli.
Potete anche parlare con noi, sempre se volete. Basta cercarci in II A/ EE.
Graziella Costanza
Noemi Lucà
Pag.10
La violenza sulle donne
In lingua inglese il termine “femmicide” veniva usato già nel 1801 in Inghilterra per indicare
“l'uccisione di una donna”, ossia una forma estrema di violenza maschile su di una rappresentante
dell'altro sesso che produce la violazione dei diritti umani della vittima attraverso: condotte
misogine, maltrattamenti, violenza fisica, psicologica, sessuale, educativa, economica,
patrimoniale, famigliare, comunitaria o anche istituzionale e in ambito lavorativo.
La donna si pone in una posizione di rischio che può culminare con l'uccisione o il tentativo di
uccisione della donna stessa, o in altre forme di morte violenta di donne e bambini: suicidi,
incidenti, morti o sofferenze fisiche e psichiche comunque evitabili, dovute all'insicurezza, al
disinteresse delle istituzioni e alla esclusione dallo sviluppo e dalla democrazia.
A questo proposito ha causato molte polemiche prima tra i suoi parrocchiani e poi a livello
nazionale, il parroco don Piero Corsi di Lerici per un manifesto dal titolo “ Le donne e il
femminicidio, facciano sana autocritica. Quante volte
provocano?”, affisso sul portone della chiesa di San Terenzo,
gettando un'accusa pesantissima contro le donne a cui accolla
parte della colpa di questi fenomeni. Il volantino comincia
con “ l'analisi del fenomeno che i soliti tromboni di giornali e
TV chiamano appunto femminicidi.”Dicendo: Quante volte
vediamo ragazze e signore mature circolare per strada con
vestiti provocanti e succinti? costoro provocano gli istinti
peggiori e poi si arriva alla violenza o abuso sessuale, quindi
Don Piero Corsi
la colpa di questa escalation di violenza nei confronti delle
donne è da ricercare nelle donne stesse, che si allontanano dalla famiglia e dai valori tradizionali.
Tale manifesto è una gravissima offesa se ci si pensa nei confronti della dignità della donna e una
vera e propria istigazione a comportamenti violenti,
cercando in taluni atteggiamenti femminili le
ragioni di un fenomeno atroce.
La nazione europea con il maggior numero di
femminicidi è l'Italia che registra
un altissimo
numero di violenze consumate all'interno delle mura
domestiche.
Centodiciotto sono le donne uccise in meno di un anno, di cui 73 dal proprio partner, anche perché
nel nostro Paese c'è ancora un fortissimo maschilismo.
Contro questo reato la legislazione italiana prevedeva il delitto d'onore,che è stato cancellato nel
1981, per il quale si prevedeva una pena lieve,la sanzione prevista andava dai 3 ai 7 anni, per chi
uccideva una donna che aveva leso l'onore del proprio marito.
La situazione oggi è ben diversa perché il delitto contro la donna,nella maggior parte dei casi,
viene sottovalutato e magari si tende a dar maggior rilievo ad altri reati meno gravi come il furto.
Secondo me il vero problema è che non vogliamo ammettere che il problema esiste e quindi si tende
a optare per quella che si pare la soluzione più ovvia e facile.
Paolina Meccola
Pag.11
Appunti di Viaggio
PARIS:la Ville Lumière
Tre fiammiferi accesi
Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte
Il primo per vederti tutto il viso
Il secondo per vederti gli occhi
L'ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio per ricordarmi queste cose
Mentre ti stringo fra le braccia.
Jacques Prevert a
Parigi
Come una persona cara, Parigi ha rubato da sempre i cuori di uomini e di donne ,che almeno una volta
nella vita hanno desiderato “stringerla tra le braccia”, come dice il poeta Jacques Prévert nella sua
poesia. Sé è così anche per voi, riuscirete ad amarla ancora di più conoscendola meglio.
Ecco a voi Parigi, la città dell’amore!
Parigi è la capitale della Francia e la città francese più popolosa, ma anche una delle più importanti metropoli
mondiali e ,da sempre, essa ha saputo influenzare in modo determinante la politica, la cultura, lo stile di vita
e l’economia dell’intero mondo occidentale. Vista dal fiume Senna Parigi è una visione mozzafiato. Nessuna
città europea ruota intorno al suo fiume come lei ed è proprio l’acqua che la divide anche dal punto di vista
storico. Infatti la parte orientale è legata alle antiche origini della città, quella occidentale alle vicende dei
secoli XIX e XX e quasi tutti gli edifici di una certa importanza sorgono lungo le rive della Senna o nelle sue
immediate vicinanze. La città è magnifica in tutte le stagioni e in ogni momento della giornata:al mattino,
quando gli abitanti si mettono in coda davanti alle “boulangerie” per
acquistare la baguette; a notte fonda, quando le sue vie si animano
grazie ai numerosi locali del centro. A dispetto degli stereotipi più
diffusi che la dipingono come la città per gli innamorati e per
intellettuali che passano la giornata a dissertare del più e del meno
nei caffè, Parigi è una metropoli dalle mille sfaccettature, in cui
conoscere persone di ogni genere e godere di attrattive molto diverse
tra loro. Una di queste,forse la più famosa anche perché ne è
diventato l’emblema è la Torre Eiffel. Respinta, criticata e poi
finalmente amata, questa grande struttura in ferro, la cui punta
sembra voler toccare le nuvole, è il simbolo di Parigi. La Torre Eiffel,
costituita da ben 18.038 pezzi di metallo, è stata ultimata il 31 marzo 1889,in occasione della Esposizione
Universale di quell’anno,doveva essere smantellata dopo due anni, ed invece eccola ancora lì, fiera ed
orgogliosa, nonostante le pesanti umiliazioni subite da chi la definì "uno scheletro di torre", "un lampadario
assolutamente tragico" o ancora "un comignolo di plastica". attendere l'illuminazione notturna e il gioco di
luci che puntualmente parte i primi 10 minuti di ogni ora. È il monumento più frequentato del Mondo. Una
visita con foto sotto la Torre è un obbligo per chiunque visiti Parigi, così come attendere l'illuminazione
notturna e il gioco di luci che puntualmente parte i primi 10 minuti di ogni ora.
(Continua a pag.12)
Pag.12
Appunti di Viaggio
Proseguendo la nostra visita non possiamo tralasciare il cosiddetto Museo degli Impressionisti.
L’esposizione Universale di Parigi del 1900 il Museo d’Orsay,veramente interessante. Posto nel cuore di
Parigi ,lungo la Senna, il famoso museo ha un fascino antico e prezioso anche se la struttura e l’architettura
sono assolutamente moderne! Tuttavia, osservando il complesso ci
sorprenderà scorgere un accenno a quella che era la vecchia
stazione. Poi,una volta entrati, le opere d’Arte ci incanteranno
rivaleggiando, per bellezza e numero, con il vicino, e più famoso,
Louvre. Nella pinacoteca dedicata ai pittori impressionisti potremo
vedere I prati di Manet e I papaveri di Monet, l'autoritratto di Van
Gogh e le splendide Ragazze Tahitiane di Gauguin ed altri ancora. Se
ne avete mai sentito parlare li troverete qui, insieme ad altre
splendide opere d'arte. Non è facile districarsi nell'offerta del Museo
d'Orsay, ma ne vale la pena per poter assaggiare un po’ d’arte pura
in un’atmosfera alquanto tranquilla! Non possiamo non proporvi
perciò anche il più famoso di Francia: il Louvre che, se lo desiderate,
vi sarà molto facile da raggiungere,ma non lo sarà altrettanto il visitarlo! Pensate che è il museo più visitato
al Mondo e che ospita 8,8 milioni di persone l’anno, ovvero circa
24.000 il giorno! D’altra parte però non potete trascurarlo perché
contiene una vastissima gamma di opere diventate nel tempo sempre
più famose e apprezzate. Attualmente la collezione del museo
comprende alcune delle più famose del Mondo, come per esempio:
La Gioconda e La Vergine delle Rocce di Leonardo da Vinci, Il
giuramento degli Orazi di Jacques-Louis David, La Libertà che guida il
popolo di Eugène Delacroix, La Venere di Milo e La Nike di
Samotracia ;ma l'elenco sarebbe quasi infinito!! Per i più
religiosi, invece, e non solo, una visita molto gradita potrebbe essere
quella della cattedrale di Notre Dame de Paris, l'elegante e misteriosa
“signora di Parigi”, è il centro della Francia perché ,proprio davanti al
suo ingresso, si trova il Punto Zero, ovvero la stella di bronzo dalla quale vengono calcolate tutte le distanze
stradali della Francia. Voluta dal Vescovo Sully per invidia nei confronti della Cattedrale di St. Denis, venne
costruita rastrellando soldi in tutta Parigi. Trasformata in Tempio della Ragione dai rivoluzionari e sempre sul
punto di essere demolita, si è sempre salvata grazie alla volontà di qualche parigino potente. Per questi
motivi Notre Dame ha sempre alternato momenti bui ad altri di splendore, per essere definitivamente
consacrata nel mito grazie al romanzo: Notre Dame de Paris di Victor Hugo. La storia che vi viene
raccontata ruota intorno alla chiesa e ai suoi misteriosi abitanti ed ha restituito prestigio a questa cattedrale
che si dice custodisca alcune delle reliquie più importanti della cristianità Se
siete cresciuti guardando Lady Oscar, non potete perdervi una visita alla
Reggia di Versailles,a pochi chilometri dalla capitale. Sono davvero
sorprendenti lo sfarzo e la regalità di questa reggia, uno dei palazzi più belli e
più grandi al mondo. Un gioiello nato dai capricci e dalla lungimiranza politica
di Luigi XIV, soprannominato il Re Sole. La Reggia di Versailles, diventò il
riflesso della potenza e delle vittorie di questo sovrano che governò per 72
anni. Forse egli, che si faceva chiamare Re Sole, soffriva di qualche mania di
persecuzione o di grandezza. Infatti vi si trasferì da Parigi perché vedeva
congiure di nobili da ogni parte. Proprio per questo, le stanze hanno il nome
dei pianeti e gravitano attorno all'importante Salone di Apollo (Dio del
Sole),scelto, non a caso, come sala del trono. Ovviamente, per conoscere
ancora meglio questa meravigliosa capitale, l’ideale sarebbe viverci. Tuttavia Parigi ha sempre teso la mano e
rubato il cuore dei suoi visitatori e, se lo vorrete, VOI sarete i prossimi.
Parigi, la città dell’amore, vi aspetta! Buon viaggio da tutta la Redazione.
Daniel Prodan
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La “Voce” degli studenti
Incontro con i ragazzi del Manthoc
La classe 2°D ha aderito all’iniziativa proposta dall’Unicoop Firenze con “Il cuore si scioglie”,
ospitando due ragazzi peruviani appartenenti all’associazione Manthoc che si occupa della difesa
dei diritti dei bambini e degli adolescenti lavoratori.
Essi sono venuti in Toscana per incontrare gli studenti e parlare della loro vita, che è lontana anni
luce dalla nostra, perché , come tantissimi bambini peruviani, hanno iniziato a lavorare all'età di 6/7
anni e solo grazie al Mathoc hanno scoperto di avere anche il diritto di studiare.
Il Perù, Paese dell’America Latina, ha un’economia fragile. Per questo motivo, come ci hanno
spiegato i ragazzi, molti bambini vedono la loro giornata divisa in due: metà a scuola e metà a
lavorare nell’agricoltura, nell’artigianato o nel commercio, così da poter aiutare la loro famiglia a
tirare avanti.
Quello che colpisce è la loro determinazione nel difendere il diritto dei bambini a lavorare. Una
cosa assurda per noi ( la legge lo vieta prima dei 16 anni) ma di vitale importanza per loro. L’attività
principale del Manthoc è quella di favorire la formazione scolastica di questi bambini e renderli
consapevoli dei loro diritti, per assicurare loro un futuro migliore. Inoltre, l'Associazione offre
alcuni servizi, come la mensa che fornisce i pasti ad un prezzo basso.
Su una cosa dobbiamo fermarci a riflettere: quando questi ragazzi parlano di scuola,associano
questa parola a “Diritto”. Per noi, invece, scuola è sinonimo di dovere. Incontri come questi servono
a far capire che non è così, non dovrebbe essere così. Un altro punto importante è che, come per noi
è automatico aprire il rubinetto dell’acqua, accendere la luce o semplicemente sfruttare il gas come
fonte di energia; ebbene per questa gente è un sogno.
Addirittura, ci hanno raccontato, che in alcuni paesi,l’acqua non potabile,è presente che per poche
ore al giorno. Quindi, impariamo da questi ragazzi ad apprezzare e fare tesoro di tutto quello che
abbiamo.
E’, comunque, una forma di rispetto verso coloro che lottano ogni giorno per sopravvivere e che
vorrebbero vedere avversi un loro sogno:quello di studiare e poter operare, un giorno, di realizzarsi
nella vita.
Battenti Martina e Pertici Agnese 2°DEE
Pag.14
La “Voce” degli studenti
CORRETTO SMALTIMENTO dei RIFIUTI
=
SALVAGUARDIA dell' AMBIENTE
Uno dei problemi che lo sviluppo socio-economico ha portato in Italia e in altre parti del Mondo, è lo
smaltimento dei rifiuti solido urbano.
Che cos’è un rifiuto?
Un rifiuto è tutto ciò che una volta prodotto non si può riutilizzare interamente o immediatamente nei cicli
naturali o nelle attività umane. Per l’appunto, in natura non esistono rifiuti veri e propri, perché le relazioni
con i diversi cicli naturali fanno si che scorie e materiali di scarto sono riutilizzati o trasformati. Le attività
produttive umane hanno alterato progressivamente i cicli naturali aumentando, in tempi sempre più rapidi, il
volume dei materiali di scarto che gli ecosistemi faticano a ricostruire. La società industrializzata di oggi è
orientata verso i consumi e le confezioni “usa e getta” degli oggetti di uso quotidiano. Questo fenomeno
avviene sia nei paesi industrializzati sia in quelli in via di sviluppo.
In Italia i rifiuti sono classificati in quattro categorie:
· I rifiuti urbani sono costituiti da residui di cibo, imballaggi, carta, suppellettili e mobili di scarto.
· I rifiuti speciali, sono materiali altamente tossici originati da particolari produzioni industriali,
quali le centrali nucleari e le miniere.
· I rifiuti da costruzioni edilizie, demolizioni e scavi.
Come possiamo smaltire i rifiuti?
La maggior parte dei rifiuti urbani sono portati nelle discariche controllate, cioè aree che subiscono danni
rilevanti e comportano uno spreco di materiale che in parte è riciclabile. Nelle discariche si ha lo smaltimento
dei rifiuti che si trovano in strati sovrapposti. Un altro metodo di smaltimento è l’incenerimento dei rifiuti
effettuato con inceneritori o termo valorizzatori che producono energia elettrica e calore ma che
contemporaneamente emettono sostanze nocive nell’atmosfera. Alcune classi seconde prossimamente si
recheranno in questi impianti, nel territorio di Poggibonsi. Per l’equilibrio ambientale il metodo che è ritenuto
più semplice è la raccolta differenziata e il riciclaggio dei rifiuti.
La raccolta differenziata prevede lo smaltimento dei rifiuti urbani in appositi contenitori, cioè:
· Carta (contenitore giallo)
· Plastica, vetro, lattine (contenitore blu)
· Rifiuti organici (contenitore marrone)
· Rifiuti indifferenziati (contenitori rosa)
I colori dei contenitori variano da territorio a territorio.
Quando gettiamo un rifiuto, pensiamo sempre che sia un rifiuto qualsiasi e lo gettiamo nel primo contenitore
che capita senza mai riflettere sui danni che esso potrebbe causare all’ambiente.
I rifiuti a scuola
Riteniamo che nelle classi della nostra scuola debbano esserci tre raccoglitori a parte l’organico che non è
necessario, per facilitare la raccolta differenziata. Pensiamo che la nostra scuola sia poco sensibile a questa
iniziativa, ma noi studenti facciamo una critica a noi stessi perché prestiamo poca attenzione a differenziare i
rifiuti e li buttiamo nel primo contenitore che ci capita. Noi pensiamo che si debba porre una maggiore
attenzione nel gettare i rifiuti nel contenitore giusto, per differenziarli e perciò rispettare l’ambiente senza
inquinarlo. Con un piccolo sforzo rispettiamo l’ambiente e ci riserviamo un futuro migliore.
Valentina Biagini, Arianna Chellini II D/EE
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La “Voce” degli studenti
La Redazione ringrazia la professoressa Elisa Prati che ha permesso la pubblicazione del tema
svolto in classe da uno dei suoi studenti.
Come cavarsela con le ragazze
Qualche consiglio a un amico tratto dalla mia personale esperienza
Le ragazze? Sono il più grande tabù per un uomo. Saranno imprevedibili, isteriche, gelose,
noiose, assillanti, rompiscatole… ma senza dubbio sono il sale della vita di ogni uomo.
Per conquistare una donna devi seguire questi brevi ma importanti passi:
1. Farla ridere: le ragazze amano ridere. Fai battute, anche stupide, ma assicurati che
abbia sempre il sorriso sulle labbra.
2. Sorpresa: sorprendila sempre, anche con delle piccolezze, lei apprezzerà e sarà
sempre felice. A lei bastano per vedere che ci tieni, che per te è importante, che ci
pensi.
3. La verità: dire la verità sempre, anche perché loro – non si sa come facciano – ti
scoprono sempre quando dici una bugia, perciò meglio dire sempre la verità, a meno che
tu non voglia vedere l’incredibile Hulk travestito dalla ragazza che ti piace.
4. Illusioni: mai giocare con i sentimenti di una donna, potrebbe essere molto pericoloso!
Se non pensi davvero una cosa, non dirgliela, perché lei ci crede. Chiarisciti prima le
idee e passo passo dichiarati, secondo le tue sensazioni.
5. Misteri: fai il misterioso, non scoprirti mai troppo e non dire mai troppo su un
argomento, lascia che sia lei a scoprirlo, piano piano. Amano il mistero e il segreto.
6.Sii sempre dolce, falla sentire una principessa, la tua principessa.
Una donna non sarà mai veramente tua, perciò corteggiala tutti i giorni, come se fosse
il primo. Attenzione però! A volte un eccesso di dolcezza, può portare al suo completo
disinteressamento nei tuoi confronti oppure alla sua completa tranquillità, nel senso
della certezza che se lei un giorno dovesse commettere uno sbaglio, tu la perdoneresti.
Occorre cautela.
7. Gelosia: geloso sì, ma fino a un certo punto. Una donna tramite la gelosia capisce che a
lei ci tieni, ma non eccedere, perché dalla gelosia si passa all’ossessività e le donne
odiano essere pressate! Vogliono la loro libertà come è giusto che sia.
I consigli sono finiti, anche se ce n’è un altro abbastanza importante: sii sempre te stesso, mai
fingere di essere un altro, perché tanto prima o poi i nodi vengono al pettine.
Spero che ti siano utili.
PS: Non provare a capire una donna, diventeresti pazzo!!!
Lorenzo Moscardini II A/Ele
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Il fandom del bullismo
“Le Directioners, il fandom del bullismo”
queste sono le parole che Barbara D’Urso ha
pronunciato nel corso del suo programma “Pomeriggio 5”.
Perché è accaduto?
Nemmeno due mesi fa a Studio Aperto hanno fatto vedere un servizio che parlava di Flora, una
ragazza,la quale facendo un passo falso, si è fatta odiare da tutte le directioners,compresa le autrici
di questo articolo, fan del gruppo più popolare di questo periodo, “One Direction”.
Tutto ha avuto inizio con Team World (il forum ufficiale di molti cantanti) che, con un concorso, ha
fatto sognare milioni di appassionate in tutto il Mondo. Bastava comprare una tesserina per
diventare,con un po' di fortuna, la vincitrice del Golden Ticket. Questo magico biglietto ti dava la
possibilità di fare un viaggio, andata e ritorno per due persone,a New York in hotel 4 stelle e posto
in prima fila al Madison Square Garden dove si teneva il concerto della band. Insomma con soli
16€ potevi realizzare un sogno! Bello, no? Sembrava facile. É adesso che entra in scena Flora con
queste parole: “papà mi compri il Golden Ticket?” Sono state sufficienti per distruggere le speranze
di milioni di directioners italiane. Questo fatto è stato confermato dal padre stesso in un’ intervista.
Il concorso venne truccato. In preda all’ira ,e anche un po’ alla gelosia, le fans italiane si fecero
sentire sul social network Twitter. Ognuna diceva la sua,a volte anche esagerando.
Questo fatto scocciò molto Flora che chiese al telegiornale di ITALIA UNO di fare un servizio
sull’accaduto deformando la realtà. Flora diceva di sentirsi esclusa dalla società, insultata quando
passava per strada e addirittura picchiata. TUTTE BUGIE. Può darsi che per strada l'abbiano
guardata male ma nessuno ha mai osato picchiarla per una cosa del genere e MAI lo avrebbe fatto.
Il fatto è riecheggiato in molte trasmissioni fino ad arrivare a“ Pomeriggio 5” dove Barbara D’Urso
si è presa il permesso di offendere noi directioners e di dirci che siamo delle bulle. Non tutte,vedi
ad esempio le sottoscritte, si sono mai permesse di offenderla direttamente sul suo account Twitter.
La cosa che ci ha fatto più arrabbiare non è il concorso truccato, bensì Flora stessa che non poteva
definirsi una fan. E’ un po’ difficile da spiegare, soprattutto agli adulti, ma qualunque directioner sa
quanto amore dedica ai “One Direction” e farebbe di tutto pur di sentirli cantare dal vivo.
Possiamo concludere dicendo che Flora non si meritava di vincere il biglietto fortunato. Osservate
queste due foto: la prima è una ragazza canadese in lacrime con il golden ticket in mano,la seconda
è Flora. Vedete la differenza?
La ragazza canadese
Flora
Sibilla Marrone
Giulia Tapinassi
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E' possibile condizionare il nostro futuro?
Voglio parlarvi di una cosa che potrebbe ,forse, far diventare la vostra vita migliore... Una cosa
che vi sembrerà almeno improbabile.....ma il problema è che dovreste crederci per davvero,
altrimenti non riuscireste mai a farla funzionare... E' una cosa a cui pochi credono e ancora meno
conoscono...Dunque, avete mai pensato al perché una cosa che non volete prima o poi accade?
Avete mai pensato al perché le cose che vorreste non succedono mai? Oppure al perché avete
quella orribile sfortuna? Vi siete mai chiesti come funziona l'attrazione?
Il film "The secret" (Il segreto) risponde a tutte queste domande. Spiega il perché noi attiriamo
tutto ciò che non vogliamo e spiega anche come attrarre tutto ciò che vorremmo. Sicuramente ogni
giorno pensate: " non voglio perdere l'autobus", "non voglio essere interrogata", "non voglio
vederlo/la” e se ci pensate tanto spesso poi la cosa accade; se invece pensate "oggi la
professoressa spiega" oppure se smettete del tutto di pensare all'interrogazione la prof. non vi
interrogherà. Se smettete di pensare a una persona, non la vedrete, se invece siete sicuri di
vederla il fatto accadrà!
Siete voi che decidete che cosa succederà.
All'inizio del film “The secret” ,un uomo dice: "possiamo avere ciò vogliamo avere, basta attrarlo
verso di noi.” Sembra impossibile, vero? Anch'io la pensavo così finché il fidanzato di mia sorella
mi ha dimostrato che la cosa funziona. Avete presente quelle lunghissime file da McDonald's...beh!
Una volta avevamo fame e volevamo andare da McDonald's il fast food era pieno di gente e il
fidanzato di mia sorella mi ha detto " vedrai che non aspetteremo nemmeno un minuto”. Io non ci
volevo credere... Siamo entrati nel ristorante e in quello stesso momento un gruppo di persone in
fila, non si sa perché, se n'è andato... E noi non abbiamo aspettato nemmeno 30 secondi... Una
coincidenza? L'altro giorno volevamo lasciare la nostra auto al parcheggio. Era strapieno... e così la
mamma ha detto al ragazzo di mia sorella: " Victor! Ci vuole un posto per lasciare la macchina, si
può fare qualcosa?" e lui ha risposto "basta immaginarlo". Dopo circa 20 secondi abbiamo
parcheggiato in un posto che ci aspettava. Questi due episodi sono solo alcuni dei tanti in cui
Victor ci ha aiutato, e così anch'io ho iniziato a crederci. Basta crederci e tutto viene da solo...Per
capire questo segreto vi consiglio di guardare "The secret" (il segreto), così , forse, anche voi
inizierete a cambiare quello che non va nella vostra vita. Un'altra cosa... Avete sicuramente visto il
film " La vita è bella"...beh!All'inizio si parla della teoria di Schopenhauer che dice " Io sono ciò
che voglio". Benigni ad un certo punto della storia dice: “ se vuoi dormire pensi < dormo, dormo,
dormo...> e alla fine ti addormenti velocemente.”Anche questo è interessante e sopratutto vero,
anche se non sembra. Qualsiasi cosa pensiate di tutto questo, io vi consiglio di rifletterci e magari
guardare film di cui ho parlato all'inizio e poi cercare anche altre informazioni e poi provare. Che
ne dite?
Olga Soha
Pag.18
Intervista ad una Band musicale
Il 13 Dicembre sono venuti da noi in redazione i Karma Police, una band i cui
componenti hanno frequentato il nostro istituto . All ‘ appuntamento si sono presentati
Gianmatteo Nasca e Simone di Muro ,due componenti della band. Gianmatteo Nasca
frequenta la 4 °B/ Erica e nella band riveste i ruoli di corista e di chitarrista Simone
di Muro, il cantante, invece, è ormai diplomato ed ha frequentato il Sarrocchi . Gli
altri componenti del gruppo musicale sono : Gianluca Burrese ,che suona il basso ed ha
frequentato il Sarrocchi ; Glauco Quercini,chitarrista e Leonardo Ciampalini, il
batterista.
Vi proponiamo di seguito l’intervista concessaci da Gianmatteo e Simone.
D: Come si chiama il vostro gruppo musicale?
R. Il nome è Karma Police
D. Questa denominazione cela un significato particolare?
R. Non proprio,inizialmente ci chiamavamo Cuore d’ Aquila poi lo abbiamo cambiato in Karma Police
perché se fai una buona azione il tuo karma ti ricompensa e poi perché questo nome è affascinante , e
ci piaceva giocarci ,anche perché è il titolo di una canzone famosa .
D. Siete stati sempre molto uniti o vi sono stati dei litigi per i quali avete sciolto, anche solo
momentaneamente, il vostro gruppo?
R. Siamo un gruppo ben unito dal quale è nata una bella amicizia ; ci frequentiamo anche fuori. Si! Ci
sono state anche delle piccole discussioni ma non litigi veri e propri.
D. Da chi è partita l’idea di creare questa band?
R. Prima io e Simone suonavamo per conto nostro nei pub, per guadagnare un po’ di soldi , poi
abbiamo sentito il bisogno di creare una band
D. Quando è avvenuta la vostra formazione?
R. La nostra formazione è avvenuta circa un anno fa
D. Cosa hanno detto i vostri genitori appena avete iniziato a suonare insieme?
R.I nostri genitori ci appoggiano e hanno capito dai nostri concerti che siamo uniti e che vogliamo
portare avanti questa attività
D. Di quale genere musicale vi occupate?
R. Siamo partiti facendo Cover Rock , facciamo Rock ‘n Roll che non guasta mai
D. Durante le esibizioni,quale è il vostro scopo? Cosa volete comunicare con la vostra
musica?
R. Divertirsi ,comunicare col pubblico , vogliamo trasmettere buona energia ed emozioni
D. Avete già inciso un disco o un Demo?
R. Si , abbiamo inciso il primo singolo inedito circa un mese fa , si chiama “Summer Night “
(continua a pag.19)
Pag.19
D. Quali sono gli artisti musicali che vi ispirano e continuano ad ispirarvi?
R. Gli U2 , I Coldplay , Bruce Sprigsteen , Pearl Jam , I Muse, I Guns ‘n roses e gli Aereosmith.
D. Quali esibizioni avete tenuto in quest’ultimo anno?
R. In estate abbiamo suonato tanto...prima a San Gimignano in Piazza del Duomo ,poi a Lucca.
Insomma a giro per tutta la Toscana. Il prossimo concerto lo faremo il 31 dicembre a San
Gimignano,in Piazza del Duomo.
D. Quale è il vostro sogno nel cassetto?
R. Entrambi: Del gruppo è farsi conoscere.
R. Gianmatteo : il mio sogno nel cassetto è ritornare negli Usa e non mollare mai con la Musica.
R. Simone : vivere esclusivamente con la Musica che è una delle poche cose che mi riesce fare
nella vita.
D. Come pensate di poter raggiungere il vostro sogno?
R. Sicuramente suonare tanto e ,come si dice “Carpe diem “, cogliere tutte le occasioni che ci
capitano.
D. Avete un motto? Un grido di battaglia?
R. Motto .. no ?! Cioè il classico “merda merda” ; ogni volta che finiamo di suonare ci abbracciamo
e valutiamo come abbiamo suonato.
D. Siete nervosi prima di salire sul palco ?
R. Quello c'è sempre , è la parte più bella il sentirsi emozionati prima di salire sul palco, poiché è
l’ adrenalina che rende bello un concerto.E senza adrenalina si può anche smettere.
Clara Imbimbo e Olga Soha
Illustrazione 3:
1: I Karma Police
2:
I KARMA POLICE
Pag.20
Che cosa sarebbe successo se...
Storie di guerra sul mare
Le battaglie della Rivoluzione francese
Come dicevamo a conclusione della puntata precedente, Nelson non tardò molto a comparire sulla
scena e la cosa fu veramente d'effetto......
Le due squadre si avvistarono il 1° Agosto 1798.
Bryes aveva dato disposizione alle navi di non muoversi, incatenandole le une alle altre e disponendole
con i ponti rivolti uno verso la costa e uno verso il largo, in linea retta; inoltre aveva dato ordine alle
lance di bordo di recarsi a largo della costa per svolgere la funzione di
cannoneggiamento e la mossa fu decisamente infelice. Infatti, ancora una
volta, vedremo che la strategia difensiva in una battaglia navale si rivela
sempre un grande errore ,basta ricordare il disastro della “Flotta d’Argento”
che vi ho raccontato in precedenza. Ad ogni modo vediamo i fatti!Bruyes
aveva inviato due fregate,la Railleur e l’Alerte, in avanscoperta affinché
fornissero maggiori dettagli sullo schieramento nemico. Ma Nelson non se ne
curò minimamente; aveva i suoi piani!
Alle ore 13:00 Nelson dette ordine a Samuel Hood, il secondo, di portare
quattro dei suoi vascelli (L’Orion, il Theseus, il Goliath e lo Zealous) dall’altra
parte dello schieramento nemico mentre lui con il resto della squadra
avrebbe concentrato il fuoco sulle altre navi cercando di attirarne l'
attenzione. Il piano riuscì alla perfezione! Le condizioni di partenza della
squadra francese erano pessime; neanche le cannoniere allestite da Bruyes
lo schieramento della
furono in grado di fare qualcosa, così come le batterie costiere francesi
battaglia
riuscirono a fare danni alla squadra inglese. Alle 2:00 del mattino 3 vascelli
francesi furono costretti a recidere le catene e a buttarsi in costa per via degli ingenti danni subiti. Due
degli ufficiali di Bruyes, Villenueve e Decrès, furono costretti a rifugiarsi a Malta mentre il Leander si
affrettò su ordine di Nelson, a recarsi a Napoli con i dispacci che ufficializzavano la vittoria della Marina
inglese.
Il bilancio fu pesantissimo per i francesi.
Undici vascelli inutilizzabili, affondati o arenati, 1.700 morti, 1.500 feriti e 3.000
prigionieri; gli inglesi ,invece, se la cavarono con 288 morti e 677 feriti.
Nonostante la cocente sconfitta subita Napoleone fu ben lieto di sottrarsi da
“quell’ impiccio” dopo essere ritornato in patria grazie alla fortunata traversata
del Murion.
L’epilogo effettivo di questa battaglia navale si ebbe però 18 mesi dopo.
Il 30 marzo 1800 Decres decise di tentare una sortita a Malta con la Guilaume
Tell, la nave ammiraglia di Villenueve ad Abukir, una delle poche navi che si era
salvata dalla strage. Verso le 11:00 di sera la Villenueve venne attaccata da una
fregata da 44, e di seguito anche da due navi di linea, da 64 e 86, contro le
quali si batté con valore dalla mezzanotte fino alle 8:30 del mattino successivo.
Orazio Nelson
Secondo un rapporto degli storici inglesi “alle 8:30 il Guilliame Tell ammainò i
colori dopo la splendida delle difese, protratta per quasi otto ore”.
La domanda che voglio farvi è la seguente: “Che cosa sarebbe successo se Napoleone avesse
prestato più attenzione alla sua Marina militare?”
Basterà aspettare solo 5 anni per sapere la risposta.......
Marco Nesi
Pag. 21
La Rubrica di Daniel
Dovrei interessarmi della mia salute?
CI SONO cose nella vita che non puoi scegliere, per esempio: i genitori, i tuoi fratelli e il luogo di
nascita. Il discorso è diverso nel caso della salute. Che tu sia in forma, oppure no, può dipendere da
fattori ereditari ma anche dal tuo stile di vita.
“Ma io sono troppo giovane per preoccuparmi della salute!”, potresti dire. Se è così che la pensi, dai
un’occhiata all’elenco di obiettivi qui a fianco.
Quanti ne hai spuntati? Che tu ci creda o no, per raggiungere ciascuno di questi obiettivi la salute è
fondamentale. Potresti sorprenderti nello scoprire che possono bastare anche dei piccoli
cambiamenti per ottenere grandi benefici.
Essere meno ansioso
Padroneggiarmi di più
Sentirmi più sicuro di me
Essere più reattivo
Avere più energie
Perdere peso
Eccone alcuni!
Giusta alimentazione, aspetto migliore!
Devi sapere che la Bibbia raccomanda la moderazione:
“Non essere . . . uno di quelli che si
riempiono di cibo”, dice Proverbi 23:20. (Parola del Signore) Certo, non è sempre facile seguire
questo consiglio.
Le parole di Daniela,infatti, rispecchiano un modo di pensare molto comune ai giovani di oggi:“ Sul
momento non riesco a vedere gli effetti negativi di quello che mangio, per cui non mi sembra tanto
grave”. — Daniela,19 anni.
Devi avere più padronanza riguardo all’alimentazione? Ecco cosa trovano utile fare alcuni tuoi coetanei.
Ascolta il tuo stomaco. “Avevo l’abitudine di contare le calorie”, dice Julia, che ha 19 anni, “ma ora
semplicemente smetto di mangiare appena sono piena”.
Evita i cibi poco sani. “Smettendo di bere bibite gassate”, dice il ventunenne Peter, “ho perso quasi
cinque chili in appena un mese”.
Correggi le cattive abitudini alimentari. “Cerco di non fare mai il bis”, dice la diciannovenne Erica.
Certo, come abbiamo detto, non sarà sempre semplice, ma se sarai determinato, vedrai che poi ti
sentirai molto meglio. Il segreto per riuscire? Non saltare mai i pasti, altrimenti poi avrai una fame da
lupo e ti abbufferai.
Tuttavia, non basta solamente avere una corretta alimentazione!
(continua a pag.22)
Pag. 22
La Rubrica di Daniel
Più esercizio, migliore forma fisica!
La Bibbia dice: “L’addestramento corporale è utile” (1 Timoteo 4:8). Eppure a quanto pare molti
ragazzi non hanno tanta voglia di fare attività fisica.
“Quando ero alle superiori era incredibile quanti ragazzi andassero male in educazione fisica. E pensare che
era la cosa più facile escluso l’intervallo del pranzo!” — Riccardo,21 anni.
Alcuni pensano: ‘Perché dovrei mettermi a correre sotto un sole cocente, iniziare a sudare e arrivare allo
sfinimento quando posso far fare la stessa cosa al personaggio di un videogioco?
Se al solo pensiero di fare attività fisica ti senti esausto, considera tre ottimi risultati che puoi conseguire
facendo regolarmente un po’ di esercizio.
Risultato n. 1: L’esercizio fisico rinforza il sistema immunitario. Se è vero che per fare esercizio fisico
ci vuole tempo, è anche vero che se non lo farai dovrai trovare il tempo per ammalarti! Il tuo corpo ne
risentirà in positivo grazie ad un po’ di sport.
Risultato n. 2: L’esercizio fisico favorisce la produzione di sostanze neurochimiche che hanno un
effetto rilassante. Queste sostanze sono chiamate endorfine, sostanze presenti nel cervello che riducono il
dolore e aumentano la sensazione di benessere. Infatti, Emily dice:“Quando ho un sacco di cose per la testa,
correre è un’ottima valvola di sfogo. Fisicamente mi sento rigenerata ed emotivamente sto meglio”.
Risultato n. 3: Facendo esercizio fisico ci si diverte. Sarai d’accordo con me che proprio per rilassarsi
un po’ e per divertirsi, spesso e volentieri trascorriamo diverso tempo assieme ai nostri amici. Perché non
fare questo all’aperto, invece di rimanere concentrati per ore davanti ad uno schermo?
Il segreto per
riuscire? Dedica almeno 20 minuti tre volte alla settimanaa un’i ntensa attività fisicache ti piace.
Inoltre, trova qualcuno con cui fare esercizio. Sarai più determinato perché ti dispiacerà dare buca all’altra
persona.
Eppure, c’è un’altra cosa che potrebbe aiutarti per il tuo benessere!
Più riposo, miglior rendimento
La Bibbia dice: “È meglio una manciata di riposo che una doppia manciata di duro lavoro e correr
dietro al vento”. (Ecclesiaste 4:6) Se non dormi a sufficienza, il tuo rendimento calerà drasticamente. Farai
fatica a concentrarti su qualunque cosa, e pensa che questo dovrebbe esserti particolarmente utile in ambito
scolastico. Devi dormire di più? Che ne diresti di queste opzioni?
Non fare tardi la sera.Sforzati di andare a letto ad un orario decente, anche perché più riposo significa più
ore dedicate al sonno.
Impara a tagliare corto. “A volte gli amici mi chiamano o mi mandano messaggi quando è veramente
tardi”, dice Riccardo, che ha 16 anni, “ma ultimamente ho imparato a tagliare corto e ad andare a letto”.
Cerca di fare una vita regolare.Perché non provi ad andare a letto ogni sera alla stessa ora e a svegliarti di
conseguenza ogni mattina alla stessa ora? Così il tuo organismo non farà tanta fatica e si abituerà subito alle
tue necessità.
Tutto questo può variare da giovane a giovane, ma sii certo che un po’ di riposo in più ti farà stare meglio e
ti potrà anche permettere di conseguire risultati più soddisfacenti durante il giorno, come confermano anche
molti specialisti in questo campo al riguardo. Il segreto per riuscire? Cerca di dormire almeno 8 ore a
notte. Facendo qualche piccolo cambiamento per aver cura di te stesso avrai tutto da guadagnare. Infatti, la
salute è un po’ come un’automobile: senza le dovute cure a lungo andare si danneggerà!
Perciò, RICORDA: una buona salute ti aiuterà ad avere un aspetto migliore, a sentirti in forma e a dare il
meglio di te. A differenza di altre cose della vita, la tua salute in una certa misura dipende da te.
“In fin dei conti c’è una persona sola che può decidere della tua salute: tu”.
Daniel Prodan
Pag.23
Un'intervista un poco pazza
Ciao ragazzi! Abbiamo deciso di intervistare due professori ogni mese... chiedendogli un po' di
tutto. Pensiamo che la nostra iniziativa possa servire anche per conoscere meglio i propri
insegnanti. Leggeteci regolarmente! Per cominciare abbiamo intervistato le prof. Anna Napodano e
Francesca Maria Alabrese,che insegnano entrambe Diritto, mettendone in risalto i personali
metodi d' insegnamento ed il carattere assai diverso.
Questa è la prof.ssa Anna Napodano. Insegna Diritto ed
Economia Politica;da sempre è stata un' alunna modello tanto
che si è laureata con 110 e lode. I suoi hobby sono il cinema, la
lettura e il punto a croce. Il suo libro preferito è “Memoriale di
un convento” di J. Saramago e il suo film preferito è Central do
Brasil. Crede che non sia giusto avere delle preferenze tra gli
alunni. Il voto più alto che ha dato è stato un 8 a Diritto
mentre quello più basso è stato un 4 sempre nella stessa
materia. Il motivo che l' ha spinta a fare l' insegnate è stato il
desiderio di un
confronto con un mondo di persone che
crescono. Ha un rapporto piuttosto trasparente con i suoi
alunni.
Questa è la prof.ssa Francesca Maria Alabrese.
Anche lei insegnante di diritto ed economia; non e mai
stata attaccata ai voti e si è laureata con 95. i suoi
hobby sono Giocare con i nipoti, passeggiare per
osservare attorno. Perché le piacciono i paesaggi e
gli ambienti. Danza terapia, popolari e teatro. I suoi
film preferiti sono “La storia infinita” e “Patch
Adams” mentre i suoi libri preferiti sono “Onda
perfetta” e “Il piccolo principe”.Il voto più alto è
stato un 10 in Diritto ed il più basso un 5 , non ce l' ha fatta a dare meno perché cerca
sempre di aiutare i suoi alunni. È diventata insegnante per vari motivi prima di tutto passione
di stare in mezzo agli altri e portare gioia. Con i suoi alunni ha un rapporto basato sulla
sincerità di comunicazione e unione e tra l'altro l'occasione del concorso dopo la laurea. “Era
destino”.
Dopo questa breve presentazione vi proponiamo l'intervista:
D- Può dirci quando è nata ?
R- Prof Alabrese: 20-06-1974
R- Prof Napodano: 19-01-1965
D- Quali sono stati il voto più alto e il più basso presi alla scuola superiore?
R- Prof Alabrese: 9 in Diritto e 3 e mezzo in Inglese, preso con orgoglio.
R- Prof Napodano: dal 5 all8, andavo benino.
D- Ha mai saltato un compito?
R- Prof Alabrese: Mi sembra di no, anche perché il compito era un affare di classe.
R- Prof Napodano: No, ero un'alunna modello.
(continua a pag 24)
Pag. 24
(continua da pag. 23)
D- Quale voto ha preso all'esame di maturità?
R- Prof Alabrese: 42/60.
R- Prof Napodano: E chi se lo ricorda!
D- Può dirci quale titolo di studio possiede?
R. Prof Alabrese: Laurea in Giurisprudenza e abilitazione in Diritto e per il Sostegno all'handicap.
Master in Tutela dei minori, e abilitazione alla professione di avvocato-conciliatorista e clown-terapista
e diploma in Danza terapia e danze popolari
R- Prof Napodano: Laurea in Scienze Politiche e abilitazione all' insegnamento. Più due lauree
specialistiche in Storia Sociale e Politica Ambientale, e diploma in Dizione.
D- Ci racconta come tiene una sua lezione?
R- Prof Alabrese: Inizia la lezione mettendo i ragazzi in cerchio, e creando un ritmo di gruppo
attraverso il contatto ,affinché affluisca in tutti un'energia comune che sia il risultato di quella
individuale. Quindi ognuno ha un'importanza essenziale. Il mio lavoro è molto interattivo.
R- Prof Napodano: Dipende dalla classe in cui mi trovo. La lezione può essere tradizionale, frontale e
seriosa; o alternata alla battuta, agli esempi, alla cronaca, alla vita di tutti i giorni.
D- Crede di avere avuto preferenze per i suoi alunni qualche volta?
R- Prof Alabrese: Noooo, assolutamente. Se mai apprezzamento e riconoscimento per stimolare i miei
studenti.
R- Prof Napodano: Assolutamente no.
D- Il suo animale preferito?
R- Prof Napodano: Terranova nero.
R- Prof Alabrese: Pinguino, perché è simpatico buffo, ama la famiglia, è fedele e stimola tenerezza
D- Quando ha avuto la sua prima cotta?
R- Prof Alabrese: A 8 anni, per un bambino dell'altra classe.
R- Prof Napodano: Alla Scuola Materna.
D- E il suo primo bacio?
R- Prof Alabrese: Sempre a 14. Lui aveva 5 anni in più di me. In una villa pubblica durante uno
spettacolo. Io era in piedi sopra una panchina, perché lui era alto.
R- Prof Napodano: Non ricordo l'età, ma è stato durante la mia adolescenza.
D- La cosa più pazza fatta per amore?
R- Prof Alabrese: Uscivo di notte, dopo che i miei si erano addormentati per incontrare lui e tornavo
alle sette di mattina rischiando di trovare la porta chiusa dall'interno. La cosa accedeva spesso. Oppure
mentre giocavamo con le mani, una volta i carabinieri ci chiesero i documenti pensando che ci
picchiassimo
R- Prof Napodano: Sono andata giù per la grondaia.
D- Le è piaciuta questa intervista?
R- Prof Alabrese: Tantissimo :)
R- Prof Napodano: Non tanto, è stata un po' superficiale.
D- Un consiglio da dare ai suoi alunni?
R- Prof Alabrese: Chiedo a voi anime di farfalla di rendere la vita un volo che avvolga ogni incontro che
ci è fatto dono di gustare, per imparare i segreti della gioia libera da pesi inutili per l'anima, corpo e
anima in volo. Siamo meteore che cadendo tra le braccia l'uno dell'altro lasciano il segno.
Docenti-guida e allievi-linfa vitale siamo angeli con un'ala soltanto, possiamo volare solo restando
abbracciati.
R- Prof Napodano: Di leggere di più, qualunque cosa e di andare al cinema.
Grazie tante proff.
Noemi Lucà e Roberta Santonastaso
Pag. 25
Spigolando....Liberamente
Questo mese la Redazione vi propone un interessante racconto tratto dall'edizione di Liberi di
Scrivere del 2007
“Verrà la morte e avrà i tuoi occhi…”
“ Sei la terra e la morte. / La tua stagione è il buio
e il silenzio. Non vive / cosa che più di te / sia remota dall’alba.”
Cesare Pavese.
Cammino nella notte. Solo i rumore dei miei passi e del mio respiro interrompe l’innaturale silenzio
della città. Sento ancora l’odore del sangue fresco nelle mie narici, ma pian piano si mischia
all’odore di umidità presente nell’aria. Finalmente il mio respiro si calma. La città è ancora
silenziosa, ma domattina avrà molto per cui far rumore: ho appena ucciso un uomo. L’ennesimo di
stanotte, di una vita. E’ il mio lavoro, anche se ingrato. Nonostante tutto ho ancora addosso il
piacere che m ha creato il terrore che ho scorto negli occhi di quell’uomo, mentre gli recidevo le
connessioni cerebrali. Quasi dimenticavo; devo rimettermi i guanti… Si, uccido e provo piacere nel
farlo, ma io sono costretto a eseguire questo compito. Gli uomini non capiscono che io devo
esistere perché io sono la persona che si assume la responsabilità di rendere certa la condizione di
morte, senza la quale, la vita non avrebbe senso. Io sono indispensabile perché io sono l’erede della
morte.
Mi fermo. Il silenzio mi avvolge innaturale. Finalmente sono arrivato: questa è la casa. La studio
un attimo poi mi guardo intorno e mi libero della giacca: due ali di piume nere si sgranchiscono,
imprimendo il proprio profilo contro la pallida luce lunare. Con un guizzo mi libro in volo. Mi accosto
alla finestra della camera da letto e sbircio dentro: il morto inconsapevole sta dormendo con la
moglie. Apro la finestra senza difficoltà, ha una vecchia serratura. Entro e giro intorno al letto: lo
guardo indifferente, mi tolgo un guanto e lo tocco sulla fronte. Una pallida e inquietante luce
azzurra scaturisce dalla mia mano: adesso ho trenta secondi per decidere come farlo morire. Nel
frattempo lui inarca la schiena, spalanca gli occhi e mi scorge nella penombra. La luce della luna
filtra dalla finestra e so rispecchia nei suoi occhi: è terrorizzato. Mi guarda implorante mentre
un’arteria esplode dentro la sua testa; emorragia cerebrale, questione di secondi e il cervello non
potrà provvedere alle principali funzioni vitali. La vita gli scivola via, mentre il suo corpo si rilassa.
Esco come sono entrato. Prendo un foglio dalla tasca dei miei pantaloni e traccio un segno sul nome
dell’uomo: è il penultimo. Sono quasi giunto alla mia meta. Ogni angelo della morte deve adempiere
al suo compito con un certo numero di trapassi, nell’arco della sua vita, e deve essere in grado di
lasciar un erede. Gli uomini si immaginano ancora la morte come “la Signora con la falce”; beh, non è
più così. Io sono quello che resta di questa mitica figura. La Falce è andata perduta. Quest’arma è
stata motivo di competizione per molto tempo nella nostra dimensione. Le famiglie degli dei della
morte si sono scontrati a lungo per poterla avere. La Falce, infatti, è un’arma particolare: può
scegliere di essere usata solo da chi reputa più degno, donandogli l’immortalità. Nonostante questo
la falce è un’amante difficile e se non riesci più a soddisfarla può toglierti tutto ciò che ti aveva
donato. Adesso quest’arma è dispersa e non si è più mostrata a nessuno. Gli dei della morte si sono
decimati, fra le continue lotte interne, finché non è rimasta solo la mia famiglia, sono molto più
debole rispetto ai miei antenati: secoli di forzati accoppiamenti con gli umani ci hanno indebolito
lentamente, portando alla produzione in me di sprazzi di coscienza umana e alla diminuzione dei
normali poteri di un dio.
(continua a pag. 26)
Pag.26
Spig olando ....Lib eramente
(continua da pag. 25)
Io, infatti, non sono più capace ci uccidere “a distanza”, cioè senza essere strettamente collegato
al luogo dove deve avvenire la morte, come facevano i miei antenati. Ma devo cercare e toccare le
vittime, che solo così risentono dei miei poteri. Questa situazione mi crea molti inconvenienti,
come toccare e uccidere la persona sbagliata, come accadde con lei… Da quel momento, porto i
guanti, che svigoriscono i miei poteri.
Uccidere una persona che non deve morire comporta l’indebolimento dei poteri divini, ma è una
condizione necessaria, che deve avvenire almeno una volta, comportando la scoperta dei propri
poteri. A me accadde a quindici anni, da quando lei morì per mano mia, per una carezza, non ho mai
smesso di uccidere e adesso io sono giunto alla fine della mia vita come dio, della mia vita in
generale, ma non ho voluto preoccuparmi del mio erede. Sono consapevole che la mia scelta
squilibrerà le leggi naturali, ma sono troppo umano per permettere a un altro individuo di passare
quello che ho dovuto affrontare io, anche se mi sono abituato a questa vita, che nonostante tutto
mi ha fatto provare piacere e gioia. Adesso voglio solo morire. Dopo tante uccisioni, voglio morire…
per poter rincontrare lei… Si sta facendo giorno. E’ ora di tornare a casa. Decido di volare, tanto è
ancora presto e non c’è rischio che qualcuno mi veda. E poi queste ali sono una delle poche cose
positive che mi ha concesso la mia natura divina. Solo la mia famiglia le possiede, ma crescono solo
quando si è coscienti della propria natura. Difatti sono cresciute, fra dolori atroci, dopo la
scoperta dei miei poteri. Mi piacciono molto, ma sono costretto a nasconderle, così appena posso le
uso. Arrivo a casa in un lampo, volando. Apro la porta e la richiudo dietro di me. Adesso solo odore
di casa nelle narici. Tranquillità. Ma… alzo gli occhi ed è lì: la Falce. Ha fatto la sua scelta. Io sono
il prescelto. I miei occhi si inumidiscono e la vista si annebbia. Dovrò vivere un’esistenza eterna e
non potrò realizzare l sogno di rincontrarla. Mai… le lacrime cominciano a rigarmi il viso. Cado. In
ginocchio, a testa china, di fronte alla Falce urlo: <<Nooooooo!!! Perché??? Perché io????>> In un
impeto di disperazione, afferro la falce e con un solo gesto, come per mietere del grano, mi prendo
le vite di tutti gli esseri umani, la cui natura mi ha reso debole e disperato.
“Stella sperduta / nella luce dell’alba, / cigolio della brezza,
tepore, respiro / è finita la notte.
Sei la luce e il mattino.”
Cesare Pavese
In the morning you always come back
Elena Bozzi – 5B L.S.T.
Pag. 27
Le Recensioni del Leone
La vita non è più come una volta
Ordinaria amministrazione nella metropolitana moscovita
Titolo: Metro 2033
Titolo originale : Метро 2033
Nazione: Russia
Ambientazione: Russia post-apocalittica
Genere: Fantascienza-Horror
Autore: Dmitrij Alekseevič Gluchovskij (Mosca, 12 Giugno 1979)
Pubblicazione: 2002 (su internet); 2005 (in versione cartacea)
Trama:
Москва (Mosca) non è più la stessa. Siamo nell’anno 2033 e dopo un lungo inverno nucleare avvenuto
venti anni prima che ha colpito la capitale russa, la popolazione moscovita è stata costretta a rifugiarsi
nell’unico luogo dove le testate atomiche e le successive radiazione non avrebbero potuto contrastare
un pericolo: le gallerie della metropolitana. La metropolitana russa, lunga e buia, era diventata ,ormai,
la nuova casa di molte famiglie russe. La popolazione si cibava principalmente di funghi, dato che il sole
era diventato ormai solo un sogno a causa della profondità delle gallerie. Gli unici autorizzati a salire in
superficie erano alcuni plotoni di soldati scelti, abili sia nella lotta con le armi che a mani nude. Le
spedizioni all'esterno erano abbastanza rare, salvo casi di straordinaria importanza. L’aria era talmente
impregnata di radiazioni e da così tante impurità che non si poteva respirare se non con l’aiuto di
maschere antigas. Nei centri abitati sotterranei più grandi si potevano trovare anche allevamenti di
maiali,nutriti anch’essi con i funghi. I suini ce n'erano in grande quantità e potevano essere cucinati in
svariati modi: in umido, alla piastra oppure in salsa agrodolce. L’umidità presente aiutava molto la
crescita dei funghi e la raccolta di acqua pulita. Le stazioni ormai erano diventate delle vere e proprie
città-stato, con una loro politica, un mercato cittadino, una loro linea difensiva e in alcuni casi erano
dotate anche di alcuni bar o tavole calde. I proiettili erano usati come merce di scambio, preferiti alla
moneta perché rarissimi, dato che la maggior parte di essi era rimasta in superficie dove vivevano delle
creature mostruose, frutto delle radiazioni, chiamate “Tetri”. I Tetri erano bestie selvagge e feroci,
pronte a balzare addosso e a divorare qualsiasi cosa che si muovesse davanti a loro. Dotati di un
grande fiuto e di una sensazionale velocità e agilità, i Tetri non erano l’unico problema dei sopravvissuti.
A causa della guerra atomica la città era caduta nel caos più totale. Questo fatto non aveva potuto far
altro che favorire le numerose bande di malviventi sopravvissute alla pioggia nucleare impossessandosi
di alcune stazione sparse lungo la linea ferroviaria. Questi spietati teppisti vivevano grazie a saccheggi e
omicidi. In aggiunta si erano create delle fazioni, come la “Lega dell’ Hansa” (detta anche la “Lega
dell’Anello”) e la “Linea Rossa”. L’ Hansa possedeva diverse stazioni della metropolitana mentre la Linea
Rossa era presente dalla Sportivnaya fino alla Ulitsa Podbelskogo, seguendo una perfetta linea retta. la
“Confederazione dell’ Arbat”, il “Quarto Reich”, la “Confederazione 1905” erano altre stazioni
indipendenti. Ve ne erano anche altre denominate “Polis”, data grande l' affluenza di persone, animali e
merci, una sorta di metropoli post-apocalittiche.
(continua a pag. 28)
Pag. 28
Le Recensioni del Leone
Di ciò che era rimasto dell’umanità sappiamo
poco o niente, dato il violento impatto delle
bombe, ma una cosa era certa: chiunque
fosse stato in superficie al momento
dell’impatto a terra delle testate era
sicuramente stato spazzato via, polverizzato. Il
protagonista della storia, Artyom, è un
giovane ragazzo di venti anni rimasto orfano
del padre ucciso dall’esplosione, la madre,
invece, era stata uccisa da un branco di grossi
ratti che le massicce radiazioni avevano
trasformato in bestie assetate di sangue.
Prima di essere travolta dalla folla e dai
roditori, la madre del piccolo Artyom era
riuscita per sua fortuna a trovare un soldato che stava aiutando alcuni civili a mettersi in salvo e lo
aveva scongiurato di portare in salvo il bambino. Il soldato aveva offerto aiuto anche a lei che però lo
aveva rifiutato . Resosi conto della gravità della situazione, il soldato aveva preso Artyom sulle spalle e
aveva cominciato a correre a gambe levate. Gli aveva evitato una morte certa e adesso eccolo qua,
soldato anche lui insieme al suo nuovo padre. Ma un giorno i Tetri assalirono la stazione ,la VDNKh,
dove essi risiedevano. Artyom vide per la prima volta quelle temibili bestie umanoidi, logorate dalle
radiazioni, e di un colore nero intenso. Artyom si difese come poté e si salvò grazie all’aiuto di Hunter
,l’esperto soldato, per il quale nutriva un grandissimo rispetto. Hunter decise quindi di lasciare la
stazione per andare alla Polis vicina, avvertire del pericolo e chiedere aiuto. Se non fosse tornato entro
tre giorni l’incarico sarebbe passato ad Artyom che era molto emozionato e impaurito allo stesso tempo.
Aveva lasciato la stazione pochissime volte e aveva raggiunto la superficie solo una volta. Artyom se lo
ricordava bene. Era notte, vide le stelle e provò una sensazione mai provata prima. Paura, stupore,
gioia, tutte mescolate assieme. Ma il ragazzo non aveva scelta, gli ordini erano chiari: raggiungere la
Polis e al più presto possibile. Quindi il giovane Artyom si fece coraggio, prese la mitraglietta in
dotazione ai soldati, chiamata “La Bastarda” per via delle fastidiosissime vibrazioni e del forte rinculo,
che facevano si che la mira fosse molto approssimativa.
Prese le munizioni ed una torcia......... La prima vera importante missione era appena cominciata.......
Informazioni Extra
Il libro ha venduto più di 400mila copie ed ha avuto più di 2 milioni di download dal sito ufficiale.
E’ stato tradotto in 15 lingue diverse.
Dal libro è stato prodotto anche il videogioco “Metro 2033”, esclusivamente per le piattaforme di gioco
della Microsoft, ovvero l’ X Box 360 e Windows. Il videogioco è tutt’ora in vendita e ha riscosso un
notevole successo.
E’ uscito anche un sequel intitolato “Metro 2034”, che parte da un anno di distanza dagli eventi accaduti
nel primo libro. E’ uscito un sequel anche del videogioco chiamato “Metro: Last Light”, che uscirà nel
2013.
Matteo Verdicchio
Pag. 29
XpressMusic’s Betta
La Musica
Ciao ragazzi,
questa è la rubrica musicale con la quale vi parlerò mese per mese della musica e dei vari
generi che la caratterizzano, ossia le categorie in cui vengono raggruppate le composizioni
musicali aventi caratteristiche generali comuni;infatti, tutti abbiamo delle preferenze,
proprio perché ciascuno di noi è “colpito” dalla musica intimamente e sempre in modo
personale.
Generi musicali sono: la musica Classica (es. Opera Lirica); la Popolare ed Etnica (es. Country),
Black Music (Blues);il Jazz; il Rock; l' Heavy Metal; il Pop; la musica Elettronica;l' Electronic
Dance Music e tanti altri e naturalmente ciascuno di essi ha caratteristiche proprie che lo
distinguono dagli altri.
La Musica è un'arte,ma è anche una la scienza che organizza i suoni e che si è evoluta nel
corso del tempo e nello spazio. Il generare suoni avviene tramite il canto o gli strumenti
musicali ed entrambi provocano la percezione uditiva ed esprimono l’esperienza emotiva voluta
dall’artista.
Ci sono vari generi ma in questo numero vi parlerò della Musica in generale e di come si è
trasformata col passare del tempo.
Essa nasce nell’Età della Pietra, quando gli uomini primitivi cominciarono a capire che
sbattendo e pizzicando oggetti particolari questi emettevano dei “suoni”.
Il suono è una vibrazione dell’aria, un’onda che può essere prodotta nei più svariati dei modi e
che noi percepiamo attraverso l’apparato uditivo ed elaboriamo con la mente, grazie alla quale
distinguiamo il rumore,la musica,le parole e tutti gli altri suoni che giungono alle nostre
orecchie.
Quando ascoltiamo la nostra Musica, anche se siamo tristi oppure nervosi o felici.., entriamo in
un altro cosmo, del quale nessuno può far parte, e ciò accade perché la “magia” che si crea
intorno a noi ci porta in una dimensione solamente nostra. È per questo che possiamo dire di
non poter restare senza la Musica; perché è lei che ci fa compagnia quando siamo giù di
morale; è lei che ci sta sempre vicino, in ogni circostanza, bella o brutta che sia.
A questo punto possiamo dare una semi-definizione della Musica: essa è il nutrimento della
mente e dello spirito, ma è anche il divertimento,il gioco;insomma è uno strumento per
sviluppare le potenzialità espressive e creative della persona, perché agisce sugli stati
d’animo più profondi e sulle emozioni.
E’ una vera e propria forma di comunicazione, perché entra in gioco nella vita del bambino fin
dalla più tenera età e gli permette di interagire con gli altri e con l’ambiente.
Il fare musica in famiglia è molto importante, perché giocando con la voce e i suoni, si
rafforza il legame affettivo tra l'adulto e il bambino.
La qualità dell’ambiente musicale in cui il bambino cresce, incide profondamente sulle capacità
di capire, di apprendere e di amare la Musica.
Elisabetta Sasso
Pag. 30
Cruciverba crittografato
( PIDI)
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6
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La Voce del Leone
Redazione
Butuc L., Cacialli N.,
Costanza G.,Fromm L., Imbimbo C.,
Lucà N., Maccarone R.,
Marrone S.,Meccola P., Prodan D.,
Ragazzo S.,Santonastaso R.,
Socha O., Sorce I.,Sasso E.,
Tapinassi G.,Verdicchio M.;Vivi F.
Collaborazioni esterne
Marco Nesi,Leonardo Pineschi