turrisbabel - Fondazione Architettura Alto Adige

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turrisbabel - Fondazione Architettura Alto Adige
turrisbabel
04 2005
Plätze
Piazze
66
Trimestrales Mitteilungsblatt der Stiftung der Kammer der Architekten, Raumplaner, Landschaftsplaner, Denkmalpfleger der Autonomen Provinz Bozen
Notiziario trimestrale della Fondazione dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti, Conservatori della Provincia Autonoma di Bolzano
De Architettura
Rathausplatz Bruneck
Euro 8,00 Spedizione in A.P. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 numero 47) art. 1, comma 1, DCB Bolzano In caso di mancato recapito, rispedire all’ufficio di Bolzano C.P.O. per la restituzione al mittente che si impegna a corrispondere il diritto fisso
Wettbewerbe / Concorsi
Piazza Italia a Kobe
Focus
Schule in der Romstraße
Theoria
Scene di piazza
Interview
Spazi per interagire?
1985–2005
20 Jahre turrisbabel
20 anni di turrisbabel
turrisbabel
Plätze / Piazze
66
Editorial / Editoriale
2
Spiazzati?
Luigi Scolari
De Architettura
4
Piazza come organizzazione volumetrica del piano
Alessandro Scavazza
8
Rathausplatz Bruneck
Zeno Abram, Nina Schröder, Christian Tschurtschenthaler
12
“Piazzeggio”, nuovo spazio ibrido a Cavalese
Weber + Winterle
14
Dorfplätze
Ulrich Weger
16
der Architekten, Raumplaner, Landschaftsplaner,
19
Denkmalpfleger der Autonomen Provinz Bozen
Notiziario trimestrale della Fondazione dell’Ordine
Platz „Am Gries“, Lana
Domenico La Marca
22
degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti, Conservatori
Domplatz Brixen
Sabrina Pievani, Othmar Barth
della Provincia Autonoma di Bolzano
25
Definitivamente incompiuto
Manuela Demattio, Andrea Sacchet (Associazione La Vispa Teresa)
Sparkassenstraße 15 via Cassa di Risparmio
I — 39100 Bolzano / Bozen
Stadt – Dorf – Außengestaltung
Karl Spitaler
Trimestrales Mitteilungsblatt der Stiftung der Kammer
28
Tel. 0471 971741 http://www.bz.archiworld.it
Celebrare il vuoto. Piazza Isolo a Verona
Alberto Vignolo
e-mail: [email protected]
Wettbewerbe / Concorsi
32
Piazza Italia a Kobe
Barbara Agnoletto, Laura Mascino
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Metropol Parasol – un’idea per Siviglia
a cura di Angela Giudiceandrea
Verantwortlich für den Inhalt / Direttore responsabile:
Focus
Luigi Scolari
40
Höller und Klotzner, Paolo Bonatti, Melanie Franko
Vizedirektorin / Vicedirettrice: Carlotta Polo
Theoria
Redaktion / Redazione: Lukas Abram, Umberto Bonagura,
Pierfrancesco Bonaventura, Julia Brunner, Manuela
48
De Mattio, Melanie Franko, Angela Giudiceandrea,
51
52
Angela Giudiceandrea e Luigi Scolari
Athen, Venedig, Kassel, drei Epochen und ihre Plätze
Karin Kretschmer
58
Verantw. für die Werbung / Resp. per la pubblicità:
Scene di piazza
Rudi Zancan
Ulrich Weger, Tel. 0471/973886
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La piazza come fondamento dell’urbanistica
Claudia Lamberti
Grafik / Grafica: www. Lupe.it (BZ)
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Druck / Stampa: Europunto (VR)
La tragedia della perdita delle piazze
Alexander Zoeggeler
Interview
Für Wort, Bild und Zeichnungen zeichnen
die jeweiligen Autoren verantwortlich.
Piazza pulita
Carlotta Polo
Diese Ausgabe wurde von Angela Giudiceandrea und
Luigi Scolari betreut / Questo numero è stato curato da
Der Innenraum der Stadt
Oswald Zoeggeler
Karin Kretschmer, Alessandro Scavazza, Alberta Schiefer,
Emil Woerndle, Rodolfo Zancan, Alexander Zoeggeler
Schule in der Romstraße
68
Spazi per interagire?
a cura di Luigi Scolari
Scritti, fotografie e disegni impegnano soltanto
la responsabilità dell’autore.
Kunst / Arte
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Register der Druckschriften des Landesgerichtes Bozen
Arti e Architettura 1900/2000
Alessandro Scavazza
Registro stampe del tribunale di Bolzano
N./n. 22 /97 vom/del 9.12.1997
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November / Novembre 2004
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Le motivazioni di un progetto d’arte pubblica
Letizia Ragaglia, Angela Giudiceandrea
Spedizione in A.P., – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004
Julia Brunner
numero 47), art. 1, comma 1, DCB Bolzano
Foto Titelseite / Foto copertina:
Architetture di carta
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Piazza Walzer
Paolo Crazy Carnevale
Mazziniplatz, Bozen / Piazza Mazzini, Bolzano
© Ludwig Thalheimer
Sottsass al MART
85
[email protected]
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April Aprile 2005
turrisbabel 66
Luigi Scolari
Editorial
Editoriale
Spiazzati?
Sfogliando e leggendo questo
vandalismo. Soluzioni effimere,
tazioni folkloristiche, delle cam-
numero vi renderete conto che
frettolose e superficiali, ricono-
pagne elettorali, del cinema
la piazza moderna in quanto
scono nell’elemento d’arredo
all’aperto, dei concerti. Oggi si
luogo pubblico sta smarrendo la
urbano la migliore panacea per
tenta di rianimarle artificial-
sua funzione di socializzazione.
l’agorafobia, così l’architetto ed
mente con iniziative di dubbio
Inoltre se l’architettura storica
il tecnico comunale allestisco-
gusto e d’identità incerta, avulse
fa da coulisse alla piazza e ne
no, come da catalogo, il salotto
dalla tradizione e motivate da
definisce il valore, non altrettan-
cittadino. Nei casi migliori il pro-
scopo di lucro, prive di conte-
to accade all’edilizia contempo-
gettista disegna lo spazio, defi-
nuto culturale ed innovazione.
ranea priva per lo più di valore
nisce percorsi. Distingue e separa
Le piazze sono spazi lastricati, a
rappresentativo. Architettura e
i flussi di traffico. Crea ambienti
volte duri ed eminentemente
piazza hanno oggi un rapporto
e luoghi di sosta, sceglie con
urbani. Bolzano è priva di una
di relazione? L’urbanistica non
attenzione e rispetto del luogo i
rete diffusa di spazi verdi. Gli
controlla appieno la genesi di
materiali, soddisfa esigenze
argini fluviali sono un parco
questi spazi e non possiede gli
funzionali, ma soprattutto riesce
lineare insufficiente a servire
strumenti qualitativi per darne
a comunicare un’atmosfera che
tutti i quartieri, e la vicinanza
una corretta definizione. Gli esem-
ne rende piacevole la frequen-
delle aree agricole e delle colline
pi locali dimostrano che la piazza
tazione. Sono casi rari e rappre-
non giustifica la carenza di
nasce come spazio di risulta,
sentano una visione ideale, ma
verde in città.
senza un disegno premeditato.
realizzabile della città, in grado
L’amministrazione vuole privile-
Il progetto della superficie inter-
di soddisfare quei fabbisogni
giare il parco o la piazza nella
viene a posteriori per ricucire
che nei cittadini si percepiscono
realizzazione di nuovi spazi
una maglia alla quale si cerca di
sempre più concretamente.
pubblici inedificati? Non sono
restituire qualità. Può il progetto
Altrimenti le nuove piazze sono
opzioni incompatibili, ma sot-
da solo fornire significato ad
spiazzi senza carattere, isole
tendono scelte culturali che
uno spazio? Il buon progettista
inquinate, asserragliate dal traf-
segnano per lungo tempo la
integra le indicazioni di massi-
fico, luoghi caotici, o imperso-
città. In quest’ottica anche le
ma della committenza: per farlo
nalmente metafisici, dove il cit-
decisioni di concentrare in cen-
si trasforma in antropologo,
tadino si sente spaesato ed
tro storico strutture di interesse
sociologo, psicologo: indaga il
estraneo. Alla città manca una
collettivo, prive di sfogo e piaz-
senso della piazza per la socie-
rete diffusa di spazi destinati al
za, potrebbero definirsi miopi.
tà. Vi riconosce gli usi popolari,
pedone. Spazi deputati alla sosta
Il campus universitario ed il
attribuisce molteplici ed inno-
e quindi consoni alla socializza-
museo archeologico meritereb-
vative funzioni, o più semplice-
zione, se vi si affacciano i locali
bero delle piazze o spazi di
mente si limita ad arredare uno
pubblici, bar, ristoranti, gelate-
sfogo degni della loro capienza
spazio vuoto? Il buon (?) pro-
rie, pasticcerie, che ne garanti-
e frequentazione, dove i giovani
getto si cimenta, affinché gli
scono la frequentazione. Nel
possono incontrarsi con gli an-
spazi di risulta, ex parcheggi,
centro cittadino questa “ricetta”
ziani e confrontarsi con i turisti.
ex piazzali, ex sedimi edificati,
si è concretizzata, qui piazze e vie
Questa visione ideale della città
destinati ora e finalmente alle
sono vissute più assiduamente,
è osteggiata da difficoltà di
piazze non si trasformino in
mentre altrove essa stenta a
coordinamento tra uffici ed enti
luoghi dell’assurdo, dove proli-
realizzarsi. Assessori capaci,
competenti, dagli interessi spe-
ferano gratuite scenografie con
sfruttando l’attrattiva commer-
culativi dei proprietari e quelli
colonne, fontane, tribune, ed
ciale, hanno inteso questo se-
di natura politica e commercia-
anfiteatri. Elementi avulsi dal
greto di Pulcinella e privilegiato
le. La città ha bisogno di questi
contesto che stentano a trovare
una parte della città a scapito
luoghi di pausa, quiete e con-
una loro pertinenza. L’utente
dell’altra. Le piazze sono spazi
fronto, in grado di sostenere le
non vi riconosce alcuna funzio-
polifunzionali, ed accolgono
sue funzioni ricettive pubbliche.
ne appropriata, pertanto sono
funzioni a posteriori: la piazza
Le piazze sono fondamentali
abbandonati o sono oggetto di
delle adunate, delle rappresen-
anche per dimostrarlo.
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turrisbabel 66
Spiazzati? – Editorial / Editoriale
Der moderne Platz scheint seine ge-
als in anderen Stadtvierteln. Geschick-
nicht wettmachen. Die Entscheidun-
sellschaftliche Bedeutung zu verlieren.
te Assessoren haben die wirtschaftli-
gen der Stadtverwaltung hinsichtlich
Architektur und Platzraum stehen
che Attraktivität des Zentrums genutzt
der Schaffung von Plätzen oder Grün-
nicht mehr in derselben Beziehung
und diesen Bereich der Stadt gegen-
flächen werden bestimmend sein für
zueinander wie früher. Plätze werden
über anderen bevorzugt behandelt.
das künftige Bild der Stadt. So ge-
meist nicht mehr urbanistisch ge-
Plätze lassen sich sehr unterschied-
sehen könnten sich auch der jetzige
plant, sondern stellen Resträume in
lich nutzen, – heutzutage versucht
Kurs als kurzsichtig erweisen, wenn
der Stadt dar. Die Planung findet erst
man, sie mit zweifelhaften Veranstal-
in der Altstadt attraktive Strukturen
im Nachhinein statt und beschränkt
tungen künstlich zu beleben, indem
für die Bevölkerung geschaffen wer-
sich auf eine Gestaltung der Ober-
man Tradition vortäuscht und dabei
den, für die es keinen Freiraum gibt.
fläche. Ein guter Planer muss Anthro-
kommerzielle Absichten verfolgt,
Universität und Archäologiemuseum
pologe sein, Soziologe und Psycho-
ohne kulturelle Inhalte und ohne jeg-
bräuchten geeignete Platzräume, wo
loge; er muss die Bedeutung des
liche Innovation. Bozen besitzt kein
sich die Menschen begegnen können.
Platzes für die Gesellschaft verstehen
kapillares Netz von Grünflächen. Die
Dieser Idealvision stehen mangel-
und darf sich nicht darauf beschrän-
Flussufer sind ein linearer Park, der
hafte Zusammenarbeit von Behörden
ken, eine leere Fläche zu möblieren.
nicht alle Quartiere versorgen kann,
und zuständigen Ämtern, spekulieren-
Die städtischen Restflächen, ehema-
und die umliegende Landschaft kann
de Eigentümer, politische und kom-
lige Parkplätze, Vorplätze, Baulücken,
das mangelnde Grün in der Stadt
merzielle Interessen im Wege.
die nun zu Plätzen umfunktioniert
werden, dürfen nicht zu absurden
Orten werden, die mit Säulen, Brunnen
und Tribünen zu billigen Bühnenbildern
verkommen. Sie werden von den Bewohnern nicht angenommen, bleiben
unbenutzt und fallen der Zerstörungswut zum Opfer. Oberflächliche und
kurzsichtige Lösungen bedienen sich
der Methode der Möblierung und es
werden, gleichsam aus dem Katalog,
lediglich urbane Wohnzimmer geschaffen. Im Idealfall gestaltet der
Planer den Raum, bestimmt die Wegführung, schafft Zonen des Verweilens, wählt behutsam die Materialien
aus, löst die funktionalen Anforderungen, – aber vor allem gelingt es ihm,
eine Atmosphäre zu schaffen, die den
Platz attraktiv macht. Diese Idealfälle
sind selten, aber sie sind machbar
und sie entsprechen den Bedürfnissen
der Bevölkerung. Sonst werden die
neuen Plätze zu charakterlosen, verschmutzten und verkehrsgeplagten
Flächen, zu chaotischen Orten, an
denen sich der Stadtbewohner fremd
und unbehaglich fühlt. Der Stadt fehlt
es an Räumen, die den Fußgängern
vorbehalten sind, Räumen zum Verweilen und für den gesellschaftlichen
Kontakt, mit öffentlichen Einrichtungen, Bars, Restaurants, Eisdielen,
Konditoreien, die zum Besuch anregen. Bisher wurde dies erst im ZentPiazza Walther a Bolzano
Foto Ludwig Thalheimer
rum umgesetzt, hier werden die Straßen und Plätze stärker frequentiert
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4
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Alessandro Scavazza
De Architettura
Piazza come organizzazione
volumetrica del piano
Dalla rappresentazione del potere… Piazza
Littorio. Questi ultimi si propongono come
Tribunale nasce all’interno della cornice di
elemento propulsore delle funzioni istitu-
studi per lo sviluppo della “Grande Bolza-
zionali nel nuovo ampliamento urbano.
no”, alla quale Marcello Piacentini darà l’im-
Inoltre, la particolare posizione della piazza
pulso maggiore con il proprio piano appro-
permetteva di ospitare la tribuna d’onore
vato nel 1941. Già da diverso tempo, il lan-
per le autorità in occasione delle parate
cio di una politica urbanistica da parte del
militari che sfilavano lungo Corso Italia.
fascismo era teso alla ripresa della funzio-
La composizione generale perseguiva così
ne anticiclica del settore edile, ponendo le
un duplice obiettivo: da un lato il compito
basi per le successive ingenti trasformazio-
di rappresentare in modo clamoroso il
ni dei centri urbani e per un vasto impegno
principio dell’autorità dello Stato, dall’altro
dello Stato in opere pubbliche. Il program-
vi era una ricerca di forme esteriori di coin-
ma di rinnovamento, che per altro autorizza
volgimento sociale e, talvolta, di esaltazio-
lo sventramento o il diradamento dei vec-
ne retorica. Non vi è dubbio come tali con-
chi nuclei storici per ragioni di viabilità,
tenuti collettivi siano rimasti, di fatto, sol-
igiene ed estetica, è finalizzato, per la città
tanto ideali e di come Piazza Tribunale sia
di Bolzano, ad un rapido incremento demo-
caduta nell’oblio per lungo tempo, relegata
grafico fino a non più di centomila abitanti
a mero parcheggio per automezzi.
e persegue una realtà moderna ed efficien-
1
te, divisa in zone connesse funzionalmente
… alla celebrazione della cultura. Dopo la
tra loro. L’intelaiatura generale del nuovo
premiazione avvenuta a fine novembre del
assetto urbano coinvolge direttamente il
premio di Architettura Città di Oderzo, fra i
centro storico tramite il prolungamento
progetti segnalati vi era anche quello del-
dell’asse est-ovest oltre il torrente Talvera,
l’arch. Stanislao Fierro, meritevole di rico-
l’odierno Corso Libertà; mentre lo sposta-
noscimento poiché il progetto affronta con
mento del centro cittadino, identificato con
proprietà il problema di un parcheggio
il Monumento alla Vittoria, è il perno intor-
interrato in un’area centrale di Bolzano.
no a cui ruota uno spazioso sistema di stra-
Viene posta particolare cura alla sezione di
de destinate a ricevere importanti uffici e
progetto, che sviluppa il tema dell’illumina-
abitazioni per i più alti impiegati dello Stato.
zione naturale in ambito ipogeo coniugan-
Nel disegno urbano complessivo, le nuove
do la qualità tecnica dell’esecuzione con la
piazze divengono un elemento importante
difficile questione dell’orientamento dei
della progettazione: esse si collocano nei
percorsi funzionali. I condotti di aerazione
punti d’intersezione fra assi viari di princi-
sorprendono per le altezze gigantesche che
pale importanza, ma soprattutto sono lega-
si contrappongono a quelle notevolmente
te fra loro secondo una sequenza di quadri
compresse dei tre piani orizzontali dei par-
urbani, atti ad evidenziare gli edifici monu-
cheggi. L’illuminazione naturale di spazi
mentali che su di esse si affacciano. Dal
solitamente trascurati costituisce al tempo
punto di vista architettonico, si alimenta la
stesso una forte relazione fra il disegno
tendenza ad affermare un’estetica regolatri-
della piazza e la distribuzione del garage
ce, in cui i complessi edilizi hanno tra loro
interrato, relazione che molto spesso agli
analogie di ritmi, omogeneità e unità di lin-
architetti non è dato di controllare, poiché
guaggio architettonico. In questa situazione
chiamati ad intervenire con un progetto di
nasce Piazza Tribunale, la cui funzione è
suolo anche a cantiere già avviato. La
quella di qualificare uno spazio urbano nel
modulazione del piano di calpestio nasce
quale si collocano istituzioni importanti
dallo studio molto attento della raccolta
quali il Palazzo di Giustizia e l’allora Palazzo
delle acque piovane. Il dislivello di 90 cm
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1 Veduta della piazza
Foto Angela Giudiceandrea
2 Cavedio per illuminazione
Foto Stanislao Fierro
circa fra via Duca d’Aosta e Corso Italia è
recupero 8/10 montati su sabbia ad archi
risolto da due pendenze trasversali che
contrastanti per la pavimentazione, i quali
convogliano l’acqua verso la parte centrale,
hanno consentito un notevole risparmio di
da cui la pendenza principale nella direzio-
costi in fase di realizzazione, mentre si è
ne nord-sud convoglia le acque verso la
usata pietra di Chiampo per le larghe bor-
nuova scala del Palazzo delle Finanze, sotto
dature, la nuova scala del Palazzo delle
alla quale si apre un’ampia caditoia. Tutti i
Finanze e per il volume dell’ascensore che
punti più importanti di quest’attenta regi-
collega il garage alla piazza. La nuova fon-
mentazione diventano parti molto espressi-
tana è realizzata con un unico getto in cal-
ve, così come gli elementi di arredo fissi
cestruzzo successivamente lucidato con
trovano una giusta sistemazione, tali da
all’interno un mosaico a tasselli irregolari,
non impedire la fruizione della piazza o
mentre il garage interrato è in cemento
modificare le caratteristiche dell’ambiente.
armato a vista trattato diversamente secon-
I materiali principali usati sono cubetti di
do la superficie. La nuova pavimentazione
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De Architettura – Piazza come organizzazione volumetrica del piano
April Aprile 2005
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e tutte le unità che compongono la nuova
n.d.a.), è stato modificato prevedendo la
piazza non si intromettono come nuovi fat-
completa pedonalizzazione dell’area. Lo
tori che vogliono modificare le caratteristi-
spostamento della fontana delle Naiadi
che dell’ambiente, ma contribuiscono a
verso Corso Italia rende la piazza più ampia
disegnare un invaso dal forte carattere uni-
e offre all’amministrazione pubblica l’occa-
tario. Il risultato si concilia alle richieste del
sione di organizzare manifestazioni cultu-
committente, in altre parole restituire
rali di diverso tipo (cinema d’estate, musica
importanza ad una piazza monumentale di
etc.). La generosa risposta della cittadi-
alto pregio storico architettonico che tutto-
nanza alle poche attività organizzate finora
ra conserva attività ministeriali di rilievo.
dimostra come sia possibile sfruttare le
Coerentemente a questa visione, il proget-
grandi potenzialità scenografiche dello spa-
to di concorso, che manteneva l’attraversa-
zio aperto e di come la strada finora intra-
mento stradale esistente (turrisbabel n. 53,
presa si sia dimostrata di fatto corretta.
1
Bibliografia
- G. Ciucci, Gli architetti e il fascismo,
Einaudi 1989, Torino
- C. De Seta, La cultura architettonica in Ita-
lia fra le due guerre, Electa 1998, Napoli
- E. Mantero, Il razionalismo italiano, Zanichelli 1988, Bologna
- M. Tafuri, F. Dal Co, Architettura contem-
poranea, Electa 1998, Milano
- O. Zoeggeler, L’architettura per una
Bolzano italiana, Tappeiner 2000, Bolzano
- M. Mulazzani (a cura di), Almanacco di
Casabella 2003/04, Mondadori 2004, Milano
- P. Vocialta (a cura di), Premio di architettu-
ra Città di Oderzo, Poligrafico 2004, Padova
April Aprile 2005
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Piazza come organizzazione volumetrica del piano – De Architettura
7
2
3–4
1 Vano scala
tecnico Energytech
Foto Stanislao Fierro
Progetto per la sicurezza
2 Planimetria della piazza
3 Sezione rampa
4 Sezione cavedi
ing. Klaus Plattner, Baubüro
Coordinatore di progetto
ing. Klaus Plattner, Baubüro
Coordinatore di esecuzione
Progetto Parcheggio
arch. Stanislao Fierro
interrato e nuova Piazza
Impresa edile Pana S.p.a.
Tribunale a Bolzano
Bressanone, Wipptalerbau,
Committente
Oberosler Cav. Pietro
Comune di Bolzano
Progetto
Progettista
Gennaio 2001–Aprile 2001
arch. Stanislao Fierro
Durata dei lavori
Collaboratori
Giugno 2001–Giugno 2003
arch. Orazio Basso
Superficie coperta
Direzione lavori
10.500 m2
arch. Stanislao Fierro
Piazza 6.000 m2
Progetto strutture
Cubatura interrato
ing. Klaus Plattner, Baubüro
29.600 m3
Progetto impianto elettrico
Costi di costruzione
p.i. Karl Heinz Troi
Garage: euro 3.464.609
Progetto impianto termo-
Piazza: euro 1.500.000
0
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De Architettura
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Zeno Abram, Nina Schröder, Christian Tschurtschenthaler
Rathausplatz Bruneck
Zur Architektur
Blick ausruhen kann vom städtischen Vielerlei. Der öffentliche Raum muss Platz bieten
Am wenigsten vertragen die Menschen die
für eine Vielfalt von temporären Nutzungen,
Leere. Eine weiße, leere Wand, ein leerer
er muss in gewissem Maß anonym sein,
Platz, das sind Herausforderungen. Da will
im Gegensatz zum Privaten. Die Verniedli-
was aufgehängt werden, da will was hinge-
chung findet in den Wohnzimmern statt.
stellt werden. Es sieht sonst so leer aus.
Denn schließlich geht es um Atmosphären
Es sieht arm aus, es riecht nach Habenicht-
und Stimmungen, die durch Außenräume
sen. Ein leerer Platz ist fast schon heroisch.
erzeugt werden können und damit letztlich
Er ist ein Spannungsfeld. Quer drüber zu
um die Wirkung der Architektur auf die
gehen ist eine Herausforderung, an der
Menschen.
man wächst. Und er ist schwer zu machen,
1
denn neue Plätze liegen über Tiefgaragen
Die Oberfläche des Platzes erhält ein einfa-
und damit beginnt das Übel. Lüftungsgit-
ches Muster. Dadurch wirkt der Platz homo-
ter! Vier Prozent der Garagenfläche. Die
gen und ruhig. Diese Gestaltung lässt die
zerstören jede gestaltete Oberfläche, zer-
umliegenden Bauten besser zur Geltung
schneiden den Belag, sind hässlich. Wer
kommen. Die Streifen aus Natursteinplatten
darüber geht, erschrickt über ungeahnte
des Typs „Luserner“ teilen die großen Flä-
Tiefen. Anschlussschächte, Kanaldeckel,
chen aus Granitwürfeln in Felder von 4,0 m.
Elektroauslässe, notwendige Einrichtungen
Die aus Steinplatten geformten Abwasser-
für die Benutzung des Platzes als Markt-
rinnen mit ihrem schmalen Schlitz geben
platz, alles stört die gleichmäßige Oberflä-
durch die Drehung der Oberfläche Span-
che des Steinbelags. Entwässerungsgullys,
nung. Die Fugen zwischen den Würfeln wer-
Rinnen, Müllkübel, Beschilderung. Ein Kon-
fen kleine Schatten, der Blick haftet. Durch
zert von Hässlichkeiten, die alle so verteilt
ihre Größe erscheint die Pflasterung zwar
sein wollen, dass sie unsichtbar bleiben,
als homogene, nicht aber monotone Fläche.
dass am Ende doch diese Leere zur Wirkung
Der bei Benutzung unvermeidliche Schmutz
kommt, die man als Kostbarstes geben
ist auf Pflasterung viel weniger sichtbar,
kann in einem städtischen Umfeld, wo je-
als auf glatten Belägen. Granit ist hell und
der Quadratmeter Tausende Euro wert ist.
reflektiert einen Teil des einfallenden Lichts.
Dann kommen die Gärtner und in ihren
Im Verbund mit den schattenwerfenden
Augen blitzt schon die Lust, dem Architek-
Fugen wird die Aufheizung stark vermindert.
ten zu zeigen, was eine zünftige Freiraum-
Dazu kommt, dass der poröse Unterbau
gestaltung ist. Alles vollzustellen mit Wan-
Wasser speichern kann und durch Verdam-
nen und Kübeln, mit Schläuchen und Trok-
pfung ein gewisser Kühleeffekt entsteht. Das
kenberegnungen, hängenden, kriechenden
Niederschlagswasser fließt weniger schnell
und schlingenden Pflanzen, die alles wie-
ab, als auf glatten, total versiegelten Flächen,
der tourismustüchtig und lieblich machen.
was in dieser Größenordnung zu einer Ent-
Und dann kommen die Künstler und glau-
lastung des öffentlichen Kanalnetzes beiträgt.
ben, man habe das alles für sie leer ge-
Die Pflasterung des Platzes, der gut 4000 m2
räumt und stellen ihre Kunstwerke auf.
groß ist, nahm 4 Monate in Anspruch.
Dann ist es wichtig, dass der Platz richtig
Dabei wurden 33 Sattelzüge Granitwürfel
liegt, dass er nach Süden offen ist und
verlegt, das sind etwa 5.900.000 Steine, die
nach Norden windgeschützt. Dass er gerade
in die Hand genommen, zugerichtet, einge-
im Winter an den eisigen Tagen Sonne hat,
passt und festgeklopft werden wollten.
dass die Sonne den Schnee wegräumt,
dass man in der geschütztesten Ecke eine
gut bestückte Bar hat mit Stühlen im Freien
auch im Winter, wo man mit Blick auf die
Skipisten in der Sonne sitzen kann und der
(Zeno Abram)
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turrisbabel 66
1 Foto Zeno Abram
2 Lageplan
3 Stadtplan Bruneck
Rathausplatz Bruneck – De Architettura
9
Bauherr
Gemeinde Bruneck
Projektant Abram &
Schnabl Architekten
Entwurfszeit Platzge-
Kunstinstallation am Platz
staltung Sommer 2003–
Paul Feichter, Caroline
Frühling 2004
Willeit, Albert Willeit
Bauzeit Frühling 2004–
Bauleiter Zeno Abram
Sommer 2004
Statik Stefano Brunetti
Bebaute Fläche 4.180 m2
Bauunternehmen
Baukosten 1.200.000 Euro
Tauber Klaus, Schabs
2
3
Piazza del Municipio, Brunico
Una grande superficie spoglia nel centro della città
rischia di riempirsi presto. Appena liberata da una
serie di oggetti antiestetici come griglie di areazione, chiusini, pozzetti, canalette, bidoni,insegne, tutti
mirano a riempire di nuovo il vuoto appena creato.
Giardinieri, amministratori, esperti di turismo vedono questa superficie come una provocazione, una
sfida. Baracche, cestelli, fioriere, rastrelliere, palchi ed opere d’arte. Un architetto può fare poco
per difendersi. Però l’orientamento l’ha cercato lui.
Se la piazza è aperta verso sud, se ha una buona
esposizione, se il bar è al punto giusto, se gli edifici
circostanti la difendono dai venti, se è un piacere
attraversarla, ha già fatto molto. I materiali usati
sono pietra di Luserna, quarzite e cubetti di granito.
La superficie è di 4000 metri quadri sopra un garage sotterraneo.
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De Architettura – Rathausplatz Bruneck
April Aprile 2005
Künstlerische Gestaltung des Rathausplatzes in Bruneck
turrisbabel 66
ausgeschrieben. Und das Ergebnis ist in
mehrfacher Hinsicht erstaunlich. Denn
durch die Installation schuf man ein Denk-
„Poetische Zeichen für Bruneck – Homma-
mal für einen Ungeliebten. Viele Jahre
ge an Norbert C. Kaser“ von Paul Feichter,
hatte sich die Stadt schwer getan mit ihrem
Caroline Willeit, Albert Willeit
größten Dichter, also mit Norbert C. Kaser.
Denn er war zu unbequem, zu scharf, zu
Fotos Albert Willeit
Ein Denkmal für einen einst ungeliebten
wenig vorzeigbar zu seinen Lebzeiten –
Dichter
und, offensichtlich, auch danach. Jetzt ste-
Der Platz ist groß und weit, ein Novum für
hen einige seiner schärfsten und auch eini-
die kleine Pustertaler Stadt, die sich auf der
ge seiner sehnsuchtsvollsten Sätze auf den
Suche nach Schutz seit Anbeginn zwischen
angerosteten Stahlstelen, die kreuz und
Berg und Stadtmauer gezwängt hatte. Die
quer gen Himmel weisend in einem Halb-
plötzliche Weite ist den Bruneckern nicht
bogen vom Graben zum Rathaus führen.
ganz geheuer, weshalb sie das neue Rat-
Mit einem Durchmesser von nur 8 Zentime-
haus respektlos – und paradoxerweise
tern und 5 Meter hoch – und mit einem
gleichzeitig respektvoll – das „Kolosseum“
bläulich schimmerndem Licht an der Spitze
nennen. Damit aus neuer Weite und alter
– sehen die Stelen in der Nacht ein wenig
Enge, aus Rathausplatz und Stadtgasse ein
aus wie überdimensionale Streichhölzer,
Ganzes werde, haben die Stadtväter einen
deren letztes Licht gerade verglimmt. Die
Wettbewerb zur künstlerischen Gestaltung
Schwefelhölzer des Norbert C. Kaser also.
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turrisbabel 66
Rathausplatz Bruneck – De Architettura
Und wie das Mädchen in einem Märchen
Liedermachers Benno Simma beinahe
significativo “Segni poetici per Brunico”,
des dänischen Schriftstellers Hans Christian
schon zu Gassenhauern geworden.
corrisponde pienamente agli obiettivi che
Andersen schreiben sie Träume und Sehn-
Da steht aber auch „da schreie ich die
l’Amministrazione aveva indicato e rappre-
süchte in die Nacht… Heute gilt Kaser als
waende an“ oder „sai che la tua terra / ti
senta un riconoscimento al famoso con-
einer der wichtigsten Autoren Südtirols;
può ammazzare“; oder: „geliebtes land /
cittadino Norbert C. Kaser. Non sarà facile
sein schmales Gesamtwerk wurde Jahre
aus kuhglocken gebaut &“.
riconoscere il contenuto, il senso e lo
nach seinem Tod sorgfältig ediert heraus-
(Nina Schröder)
gegeben – und strahlt unübersehbar in die
scopo di questa opera d’arte; certo è, che
con essa la Piazza del Municipio ha assunto
deutsche Literatur hinein. Die herb-unver-
Segni poetici per Brunico
ora un aspetto di indiscutibile originalità,
söhnlichen Gedichte Kasers sind nun ein
Contemporaneamente al nuovo Municipio
e io credo, che qui si sia riusciti veramente
fragmentarisches Defilee zum neuen Rat-
è stata realizzata la nuova Piazza antistante.
ad inserire un “segno” forte. Il collega-
haus: Wer in die Schaltstelle der Macht der
Fin dall’inizio, l’Amministrazione si era
mento tra la via Bastioni e la Piazza del
Pustertaler Gemeinde möchte, muss nun
posta l’obiettivo di far diventare questa
Municipio offre l’occasione di un poetico
erst einmal die Sehnsucht eines jungen
grande Piazza cittadina un luogo d’incontro
girovagare.
Dichters passieren, die Sehnsucht nach
e di comunicazione. Per questo è stato
einem richtigen Leben im Falschen.
indetto un concorso d’idee per individuare
Dort stehen nun Sätze wie „die bergseen
un’opera d’arte in sintonia con lo spirito
(Auszüge aus dem projektbegleitenden
kriegen / graugruene augen / bald geht das
che ha ispirato la costruzione del Municipio
Katalog/Gedichteband „Poetische Zeichen
heu zur neige“ oder „gerne waer ich eine
e tale, da far divenire la Piazza il perno,
für Bruneck – Hommage an Norbert C.
laerche / im schnee“. Manche dieser Sätze
intorno a cui far ruotare la vita pubblica.
Kaser“ von Albert Willeit, Caroline Willeit,
sind durch die Vertonungen des Südtiroler
Il Progetto vincitore, con il suo titolo così
Paul Feichter)
(Christian Tschurtschenthaler, sindaco)
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De Architettura
April Aprile 2005
turrisbabel 66
Weber + Winterle
“Piazzeggio”, nuovo spazio
ibrido a Cavalese
Il progetto di riqualificazione di Piazza Italia
naturale continuazione del tavolato a terra
deriva da quello vincitore del concorso di
e aiuta a caratterizzare le altre zone della
idee, indetto nel 2000 dal Comune di Cava-
piazza: le panche singole ad est, i rivesti-
lese, per la risistemazione dell’asse centra-
menti delle vasche verdi al centro, la gran-
le del centro del paese. Mentre nel proget-
de panca lunga che delimita la piazza verso
to originario l’obbiettivo si incentrava sulla
ovest. Il sistema di illuminazione è compo-
definizione di uno spazio urbano capace di
sto da una serie di lampioni a luce indiretta
funzionare come elemento focalizzatore dei
che assicurano una luce omogenea e mor-
percorsi pedonali del centro del paese, nel
bida all’intera piazza. Un secondo sistema
successivo incarico l’intervento si è limitato
permette di ottenere effetti scenografici,
alla sola piazza. L’amministrazione ha inol-
come l’illuminazione degli alberi e della
tre espresso la necessità di mantenere una
panca lunga. L’intervento è completato da
parte dei posti macchina del parcheggio
una struttura scultorea nata dalla libera
preesistente. La specificità turistica del
interpretazione di un’opera grafica di
luogo determina, a seconda della stagione,
Bruno Munari, Sei linee in movimento, rea-
diversi usi dello spazio pubblico, ora turi-
lizzata in collaborazione con l’artista Luca
stico ora vissuto dagli abitanti stabili. Da
Coser. Si tratta di sei elementi tridimensio-
qui nasce il tentativo di formulare un effi-
nali dai colori accesi, in parte mobili che si
cace compromesso formale fra la piazza
propongono al tempo stesso come una
pedonale, cara alla memoria collettiva in
scultura, un gioco ed una seduta.
quanto tradizionale luogo d’incontro, e la
necessità di riservare, in un luogo strategico per il paese, parte dello spazio alle macchine. La scelta imposta dall’amministrazione ha mobilitato la riflessione sul dibattito riguardante la città contemporanea: la
corretta gestione dell’accostamento di elementi fra loro diversi. Il progetto è il tentativo di operare attorno a un’idea di eterogeneità, nella definizione di uno spazio
“ibrido” dove permettere la convivenza
armonica delle aree di sosta per le automobili con quelle dedicate ai pedoni. Si è cercato di fare coesistere le due funzioni con il
fine di originare interessanti tensioni: il
“piazzeggio”. Formalmente, il progetto si
1 Systemschnitt
2 Lageplan
basa sulla definizione di uno spazio unita-
Fabbro F.lli Bellante s.n.c.,
Cavalese
Progetto “Piazzeggio”,
Elettricista Dellafior Cor-
nuovo spazio ibrido con-
rado, Masi di Cavalese
fasce in granito che fungono da elementi di
temporaneo a Cavalese
Corpi illuminanti
separazione e delimitazione sia degli spazi
Committente
Ewo s.r.l., Sarentino
Comune di Cavalese
Concorso Febraio 2000
Progetto e direzione lavori
Sviluppo progetto
nali. Alle aree pedonali pavimentate in por-
weber + winterle architetti
2001/2002
fido, dedicate al movimento, se ne contrap-
Progetto per la sicurezza,
Durata dei lavori
coordinatore di progetto
15.09.2003–15.12.2003
pongono altre dedicate alla sosta e definite
p.i. Lorenzo Soppelsa
Superficie edificata
da una serie di pedane realizzate in legno
Impresa edile Edilvanzo
1.700 m2
s.r.l., Cavalese
Costi di costruzione
Carpenteria in legno
euro 400.000,00
Falegnameria Deflorian
euro/m2 235,00
rio pavimentato in porfido e da una serie di
1
Giustino e Figli s.n.c., Tesero
destinati a parcheggio che di quelli pedo-
di larice, oltre che da alcuni spazi verdi
alberati. Il disegno delle sedute diventa la
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“Piazzeggio”, nuovo spazio ibrido a Cavalese – De Architettura
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De Architettura –
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turrisbabel 66
Ulrich Weger
Dorfplätze
Der Tribusplatz in Lana und der Dorfplatz
von Weißenbach im Ahrntal
Bewegungsdichte hat. Der Brunnen mit
der Mittelfontäne und den drei sich drehenden Wasserfächern ist der Gelenk-
Anders als der Auftrag für ein Gebäude
punkt, auf den alle Bewegungslinien aus-
stellt eine Platzgestaltung den Planer viel
gerichtet sind. Die Bewegungen des Plat-
unmittelbarer vor die Aufgabe, Nichtkörper-
zes werden sozusagen in einem Rad ge-
liches und Nichtquantifizierbares, den Hohl-
bündelt – seine langsame und anhaltende
raum zu bauen, das Leere eines Hauses,
Drehung erinnert an den Lauf einer Uhr,
einer Stadt. Dabei besteht nur selten die
aber auch an den einer Maschine, an das
Gelegenheit, einen Platz auch von seinem
Kravogl’sche Kraftrad, an das Lana in sei-
baulichen Rand her zu entwerfen. Der Bau-
ner Pionierzeit um 1910. Auf dieses Rad
herr, vielfach nur im Besitz der unbebauten
zu und an dem Rad vorbei fließen der Ver-
Fläche dazwischen, hat oft gar nicht die Vor-
kehr und der tägliche Betrieb des Dorfs,
aussetzungen, die Entwicklung der um-
aber auch der große Waal, der den Platz
Tribusplatz Lana
Projekt Arch. Ulrich Weger
liegenden Gebäude auf eine zusammen-
seit Jahrhunderten durchquert und der
Wettbewerb 1996–1997
Mitarbeit Arch. Mario
hängende Gestaltung hin zu bestimmen.
einst die Lebensader des Orts war, auch
Ausführungsprojekt 1998
Sbordone
1. Baulos 1999–2000
Projekt Infrastrukturen
Als die Gemeinde Lana 1996 einen Ideen-
der Energieträger, an dem die ersten Indu-
Gesamtfläche
Ing. Giulio Lavoriero
wettbewerb für den neuen Tribusplatz aus-
striebetriebe von Lana entstanden sind.
3.800 m2
Bauleitung
Reine Baukosten
Arch. Ulrich Weger
geschrieben hatte, waren an seinen Rän-
Vor Jahrzehnten wurde der Waal verrohrt,
790.000 Euro
Ausführende Baufirma:
dern große bauliche Veränderungen bereits
im Zug der Neugestaltung wurde er am
Bauherr Gemeinde Lana
PANA AG, Brixen
absehbar, diese waren aber im Rahmen der
Tribusplatz wieder geöffnet. Sein Verlauf
Platzgestaltung nicht beeinflussbar – seit-
ist hier wie eine Art Rückgrat des Platz-
dem wurde fast die Hälfte der ursprüng-
raums zwischen Brunnen und Lokomotive
lichen Platzbegrenzung vollkommen umge-
gespannt, die drei Elemente Waal, Brun-
baut. Die Vorgaben der Gemeinde Lana für
nen und Lokomotive sind inhaltlich und
die Platzgestaltung waren beschränkt auf
gestalterisch bewusst aufeinander bezogen.
die „Gleichberechtigung der Verkehrsteil-
Brunnen und Waal sind auch im selben
nehmer“, die Errichtung einer Mindestan-
Material ausgeführt, nämlich in grünem
zahl von Parkplätzen und die Aufstellung
Vöraner Porphyr. Der Bodenbelag wurde
der Lokomotive von 1913 (Straßenbahn
im Gegensatz zum Brunnen in Zeichnung
Lana–Burgstall).
und Material mit Absicht sehr einfach
gehalten, auch um dem Ort seinen dörf-
Da nun der Raum nicht von seiner Begren-
lichen und in gewissem Sinne selbstver-
zung her gestaltet werden konnte, habe
ständlichen Charakter zu bewahren.
ich den neuen Tribusplatz von seinem Zentrum her entworfen. Der Gedanke war,
Auch in Weißenbach im Ahrntal war nur
dem Ort eine einprägsame Mitte zu geben,
eine Gestaltung mit den Mitteln der Boden-
die den Veränderungen rundherum stand-
ausbildung und der Möblierung möglich.
hält und die der unklaren Situation eine
Mehr noch als in Lana lag mir hier, in dem
neue Identität und Aufenthaltsqualität ver-
kleinen Dorf auf über 1300 m, daran, die
Dorfplatz von Weißen-
Bauherr Gemeinde Ahrntal
bach, Ahrntal
Projekt Arch. Ulrich Weger
Vorentwurf 2000
Mitarbeit Arch. Roland
Ausführungsprojekt 2003
Zimmermann
leiht. Das große Wasserrad des Brunnens
Zeichnung soweit als möglich zurückzu-
Ausführung 2004
Bauleitung
ist als bildhafter Blickpunkt für alle, die
nehmen und den ländlichen, montanen
Gesamtfläche 2.000 m2
Arch. Ulrich Weger
Reine Baukosten
Ausführende Baufirma:
entlang der Hauptstraße durch das Dorf
Charakter des Orts herauszuarbeiten, durch
258.000 Euro
Tauber Klaus, Natz/Schabs
fahren, konzipiert, als eine Art Tor an der
eine gewisse Rohheit des Materials, durch
langgezogenen Achse des Dorfes. Als zen-
die Weichheit und Durchlässigkeit des
trales Element des Platzes wurde es mit
Bodens, und durch die gezielte Bezugnah-
Absicht nicht in die Flächenmitte gescho-
me auf die umliegende Landschaft. Auch
ben, sondern dort verankert, wo sich alle
hier war die Bestimmung eines räumlichen
sechs auf den Platz einmündenden Stra-
Schwerpunkts wichtig, um der langgezo-
ßen kreuzen, wo der Ort seine höchste
genen öffentlichen Fläche räumliche Span-
1 – 3 Dorfplatz in Weißenbach, Ahrntal
4 Tribusplatz, Lana
April Aprile 2005
turrisbabel 66
Dorfplätze – De Architettura
nung und eine klare Gliederung und dem
neuen Platz ein einheitliches Bild zu geben.
Mit einer Linde und einem Brunnen wurde
1–3
am höchsten Punkt der alten Dorfstraße
das Zentrum der neuen Platzgestaltung
abgesteckt – auf möglichst engem Raum
und neben dem Kirchturm, der baulichen
4
Dominante des Orts. Die Flächen östlich
die beste Übersicht über die Bereiche des
und westlich des Sattelpunkts wurden
Platzes, über das Dorf und über die Land-
durch die Markierung der Mitte und durch
schaft. Gegen Westen öffnet sich der Raum
die Abstimmung in Material und Zeich-
nach Mitterbach und zum Talabschluss,
nung wie zwei Flügel um einen Kernbe-
im Osten zur Silhouette der Riesenferner.
reich aufeinander bezogen und zu einer
Im Zentrum des Platzes verdichtet sich
Raumfolge Kirchplatz–Mittelfeld–Parkplatz
noch einmal das Thema von Raum, Masse
zusammengebunden. Im Mittelfeld liegt
und Landschaft: Die rohen Felswände sind
auch der Schnittpunkt der Wegachsen und
im Wasserbecken wie nach innen gestülpt,
damit die Stelle, die von allen Seiten am
im Hohlraum des Brunnens spiegelt sich
besten eingesehen ist, von hier ist auch
das Massiv der nahen, übergroßen Berge.
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De Architettura
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turrisbabel 66
Karl Spitaler
Stadt – Dorf –
Außengestaltung
Am Anfang des Entwurfs steht für mich
Dieser Minimalismus rationalisiert und ver-
immer die Annäherung an den Ort. Aus
einfacht den Entwurf, macht ihn sensibel
dem Ort selbst entsteht das Projekt: Er ist
und überzeugend.
nicht nur Kulisse, die den Entwurf einschränkt und behindert. In der Analyse des
Meine Baumaterialien sind fast immer tra-
Orts decke ich die Regeln auf, die den Ent-
ditionell: Stein (Travertin, Marmor, Granit),
wurf bestimmen, sei es für den öffentlichen
Holz, Glas, Metall. Aber ich verwende sie
Raum, für ein Gebäude oder für einen gan-
auf ungewohnte Weise. Diese Materialien
zen Stadtteil mit Gebäuden und für den
bedingen wenig Pflege und sind wider-
Freiraum. Durch meine Arbeit in der Stadt /
standsfähig: Cortain-Stahl, Kombination
im Dorf von heute habe ich erfahren, dass
Stahl-Holz, Edelstahl. Ich führe jedes Detail
die Dualität von bebautem und unbebau-
so aus, dass man darin die Idee des Ent-
tem Raum sich auflöst in einer gemeinsa-
wurfs wieder erkennt.
men Organisation. Der erste Besuch eines
Orts bedeutet mir viel. Ich erlebe seine
Im Design der Plätze von Naturns (Burg-
Atmosphäre mit allen Sinnen. Nicht nur die
gräflerplatz, Lahnplatz, Hauptplatz) soll sich
Architektur wird mir klar, auch seine ande-
das Typische eines verkehrsbefreiten Dorfs
ren Merkmale: Wie er genutzt wird, welche
zeigen: Der fehlende Verkehr durch das
Punkte, Linien und Ebenen sich aus der
Dorf, das Negativ zur Architektur. Bei den
Nutzung ergeben.
Informationspunkten am Eingang des Orts
erfolgt der Hinweis auf die Situation im
Besonders fällt mir auf, was die Sinne
Ort. Ich organisiere den Raum so, dass er
anspricht: Die Geräuschkulisse, die Beson-
offen und dynamisch wirkt. Ich ordne einfa-
nung, der Wind… Gleichzeitig betrachte ich
che euklidische Körper scheinbar willkürlich
die Topographie des Ortes: Den Straßenver-
auf dem Platz und im Kreisverkehr an. In
lauf, die Gebäudehöhen, die Durchblicke…
Wirklichkeit nehmen sie Linien und Richtungen auf, die ich aus dem Dorfgrundriss
Nach dieser Betrachtung entscheide ich,
aufnehme und ableite.
welche Eigenschaften des Orts im Entwurf
verstärkt werden, welche abgeschwächt
So bietet sich für die Fußgänger von ver-
werden sollten, um ihm Charakter zu ver-
schiedenen Standpunkten immer wieder
leihen.
ein neues Bild. Diese Verankerung in der
Ortschaft macht den starken Charakter des
Ich erkundige mich auch über die Geschich-
Raums aus. Die Menschen erkennen die
te des Orts, ich möchte herausfinden, wie
urbanen Räume wieder und nutzen sie auf
er sich entwickelt hat – ein Produkt vieler
vielfältigste Weise. So werden Straßen und
Eingriffe im Lauf der Zeit. Ich füge lediglich
Plätze ein Teil des Dorfs und erhalten
einen dazu und drehe das Rad der Ge-
Bedeutung.
schichte ein Stück weiter.
In Naturns untersuchte ich die StraßenfühIch möchte zeitgenössische Räume schaf-
rung und fand heraus, dass sich nur zwei
fen. Das drückt sich in meinem architekto-
Geometrien überlagern: Einst bestimmte
nischen Vokabular aus, in den Details und
die Durchzugsstraße den Grundriss und
den neuen Materialien.
zuvor der offen fließende Mühlbach. Deshalb fehlen die Plätze, das statische Ele-
Burggräflerplatz, Naturns
Foto Karl Spitaler
Ich entwerfe mit Intuition und Gefühl und
ment im urbanen Raum. Fast alle Probleme
möglichst wenig Material und Aufwand.
sind auf diese Überlegungen zurückzufüh-
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Stadt – Dorf – Außengestaltung – De Architettura
Burggräflerplatz Naturns 0
5
Hauptplatz Naturns 0 5 10
20
Lahnplatz Naturns 0 5 10
20
10
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De Architettura – Stadt – Dorf – Außengestaltung
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turrisbabel 66
ren, schlechter Zugang, unregelmäßig be-
Das dunkelrot geölte rostende Stahlblech
baute Haupt- und Nebenstraßen, fehlende
trennt die Materialien wie mit dünnen
alte Bausubstanz, Marginalität.
Linien, als Lesezeichen.
Der mittlerweile unterirdisch verlaufende
Mühlbach ist in der Parzellenstruktur noch
erkennbar. Ich habe ihn zum Leitbild meines Entwurfs erhoben: Die Kurvenlinien
des Kanals bestimmen den Gehfluss und
Projekte zur Außengestaltung
die alternierenden Gehflächen.
Wettbewerbe:
Die bis heute fehlenden Plätze bilden einen
1994, 3. Preis, Dorfzentrum Algund
starken Gegensatz zum rationalen auf den
1992, 1. Preis, Platzgestaltung mit Mehr-
Verkehr abgestimmten Grundriss.
zweckgebäude Gemeinde Tisens
1991, 2. Preis, Dorfzentrum Kastelbell
Das Wasser, der Verzicht auf Autos, die
1991, 1. Preis, Platzgestaltung Kloster Neustift
Vegetation, ein neues Pflaster und das
1984, 3. Preis, Wettbewerb Historisches
Stadtmobiliar verleihen dem Dorfzentrum
Zentrum Bozen
den Charakter eines städtischen Gartens,
ein Entwurf im Maßstab des Dorfs.
Ausgeführte Projekte:
Gestaltung des Sparkassenplatzes, Schlanders
Informationspunkt am
Dorfeingang von Naturns
Foto Simon Wellenzohn
Am Anfang des Lahnplatzes taucht Wasser
Gestaltung des Kapuzinerklostergartens,
aus dem Untergrund auf. Ich pflanzte Pru-
Bozen
nus Cerasifera in Reihen, die im Frühling
Gestaltung des Kirchplatzes, Naturns
rosarot blühen. Für den Straßenbelag
Gestaltung des Burggräfler Platzes, Naturns
wählte ich bewusst rötliche großformatige
Errichten des Kreisverkehrs, Naturns
Porphyrsteine, die sich vom gewohnten
Errichten der Informationspunkte Naturns
Grau des Asphalts absetzen.
Ost und Staben West, Naturns
turrisbabel 66 April Aprile 2005
De Architettura
Domenico La Marca
Platz „Am Gries“, Lana
Städtebauliches Konzept
gartenpark) und der Platz vor dem Rosengartenhaus werden innerhalb eines
Das morphologisch fragmentierte Bild der
gesamtgestalterischen Konzepts einzeln
Stadt Lana zeigt den Versuch der 3 Teile
thematisch behandelt. Die Neugestaltung
(Ober-, Mittel- und Unterlana ), sich in
der freien Plätze betont den freien Blick auf
einem linearen Stadtbild zusammenzu-
das Schloss Braunsberg, das am Hügel
schließen, ohne eine klar strukturierte
gelegen sich über der Stadt erhebt.
urbane Form zu bilden. Dies ermöglicht keinen einheitlichen Charakter. Es scheint, als
Architektonisches Konzept
würde der „Zufall“ die urbane Form dominieren. Der Ortsteil „Am Gries“ besitzt
Die Betonung der Alten Griesstraße erfolgt
innerhalb dieser unstrukturierten morpho-
durch einen regelmäßigen „Steinteppich“
logischen Gliederung am ehesten eine
(Breite 3,5 m) der eine klare und definierte
urbane Form mit einer teilweise geschlos-
Form besitzt (Gerade, Bogen). Dieses Ele-
senen Verbauung. Der Entwurf versucht,
ment mit seiner Regelmäßigkeit mildert die
diese Gegebenheit durch die Betonung der
Unregelmäßigkeit der Straße und der Fron-
Alten Griesstraße aufzuwerten, damit die
ten der Häuser entlang der Straße, und es
Gestaltung eine klare hierarchische Anord-
fungiert als „Wirbelsäule“, die die Hausfron-
nung der Orte darstellt und „Am Gries“
ten trägt. An den beiden Eingängen der
das Bild eines „Zentrums“ erhält. Aus die-
Griesstraße sind Infosäulen positioniert,
sem Grund sollte sich auch der Bauleitplan
und am Eingang im Osten (von der Andreas-
an eine möglichst geschlossene Bebauung
Hofer-Straße kommend) befindet sich ein
entlang der Griesstraße, dem Griesplatz
gedeckter Fahrradabstellplatz. Dieses zen-
und der Kravoglstraße halten. Die drei
trale „Steinteppichelement“ ist am Gries-
„Plätze“ Am Gries, Rathausplatz (ex Rosen-
platz, der eine eigene Textur besitzt, unter-
19
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De Architettura – Platz „Am Gries”, Lana
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turrisbabel 66
brochen. Hier ist ein Rundbrunnen positio-
deckter Fahrradabstellplatz und eine Bus-
niert; Absicht ist es, dem Platz einen inti-
haltestelle. Es wird empfohlen, ein unter-
men Charakter zu verleihen. Die Gestaltung
und oberirdisches Parkhaus (ca. 150 Ab-
des neuen Rathausplatzes (ex Rosengarten-
stellplätze) gegenüber der Straße zu er-
park) ist durch eine Reihe von „Steintep-
richten. Verkehrsmäßig wurden die Vor-
pichen“ charakterisiert, die parallel zur
schläge der Verkehrsstudie von 1993 auf-
Längsachse des Rathausgebäudes laufen.
genommen und dem Projekt entsprechend
Diese münden an der Westseite in die
formuliert, besonders die Schaffung von
Kravoglstraße und an der Ostseite in die
attraktiven Fußwegen in der Maria-Hilf-
Maria-Hilf-Straße, so als würden sie sich
Straße und eines durchgehenden Gehwegs
unter dem Rathausgebäude fortsetzen. Ein
in der Gampenstraße.
perimetraler „Steinteppich“ entlang des
Rathauses signalisiert die verschiedenen
Materialität
Eingänge und mündet in den Bereich des
Pavillons. Der Seiteneingang, der auch
Im vorliegenden Projekt werden Natursteine
behindertengerecht ist, ist mit einer zusätz-
verwendet: Herschenberger, Gebharter,
lichen Textur betont. An der Südseite des
Verde Fontane, Rosso Vanga, Giallo Impero.
Rathauses wird der Hof beibehalten; hier
Die leichte Chromie der Steine unterstreicht
befinden sich sieben Parkplätze. Das Rat-
die hierarchische Anordnung der Orte.
haus wurde weitgehend von baulichen Ein-
Die Alte Griesstraße, der Griesplatz, der
griffen frei gehalten. Notwendig ist lediglich
neue Rathausplatz und der Rosengarten-
der Abbruch des Nebengebäudes an der
platz werden mit Naturstein bepflastert,
Westseite, damit die Fassade zum neuen
die Kravoglstraße und der Durchgang vom
Platz nicht als Rückfassade erscheint, son-
Rosengartenhaus zum Griesplatz mit hel-
dern eine eigene Würde und eine saubere
lem Porphyrstein.
Gliederung erhält. Damit besitzt das Rathausgebäude zwei Hauptfassaden; dies
Beleuchtung
ermöglicht, zusammen mit der Bodengestaltung, dass das Rathaus nach außen
Als Beleuchtungssystem ist ein Spiegel-
sowie nach innen orientiert ist, dadurch
werfersystem vorgesehen. Das System ist
wird der Konflikt „Außen–Innen“ gemildert.
teilweise als Lichtmasten und teilweise als
Ähnlich wurde auch der Platz vor dem
Wandleuchten konzipiert. Hierbei wird das
Rosengartenhaus behandelt. Ein Stein-
sonst aus Flutern direkt auf die zu beleuch-
boden läuft parallel zur Längsfassade des
tende Fläche geschickte Licht über einen
Gebäudes und mündet in die Maria-Hilf-
Sekundär-Reflektor, bestehend aus vielen
Straße, an der anderen Seite wird der Platz
kleinen gewölbten Einzelreflektoren, auf
von einem Brunnen begrenzt. In diesen
die Fläche gebracht. Dies hat den Vorteil,
zwei Plätzen dienen die Steinteppiche, die
dass die hohen Leuchtdichten aus den
von der Maria-Hilf-Straße zu sehen sind,
Lampen, die üblicherweise eine Blendung
lediglich der „Einladung“. Sie betonen die
bewirken, über die Sekundärspiegel in
Orte, die, wenn man die Gebäude entlang
kleine Leuchtdichten durch die vielen quasi
Projekt Lana “Am Gries”
geht, wirklich zu sehen sind; sie fungieren
Einzellichtquellen zerlegt werden. Da es
Bauherr
somit als „Fransen“ eines Teppichs. Am
auch hinsichtlich Wartung einfach und
Gemeinde Lana
neuen Rathausplatz befindet sich auch der
wirtschaftlich ist, und das Leuchtdichte-
Domenico La Marca
neue fixe Pavillon für Veranstaltungen wie
niveau mehrstufig abgesenkt werden kann,
Mitarbeit
Konzerte, Theater, Feste. Die Ausrichtung ist
ohne die Gleichmäßigkeit zu beeinträch-
Künstlerische Leitung
so konzipiert, dass die Lärmbelästigung
tigen, ist diese Beleuchtungsart für die
Domenico La Marca
durch die Straße möglichst reduziert wird;
Beleuchtung von Plätzen und Fußgänger-
die Mobilsitzplätze sind variabel und
zonen besonders geeignet.
Planer
Alberto Dalla Torre
Bauleitung
Georg Karbacher
Baufirma
können bis zu 150 Besuchern Platz bieten.
Klaus Tauber
An der Rückseite des Pavillons befindet
Bauzeit
1999–2004
sich ein Lager, in dem die Sitzbänke ge-
Überbaute Fläche
stapelt werden können. An der Mündung
12.000 m2
Baukosten
2.500.000 Euro
der Kravoglstraße in die Maria-Hilf-Straße
sind neben dem Denkmal auch ein ge-
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turrisbabel 66
Platz „Am Gries”, Lana – De Architettura
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22
De Architettura
April Aprile 2005
turrisbabel 66
Sabrina Pievani, Othmar Barth
Domplatz Brixen
“… Molte sono le piazze che si sottraggono
ändern ist, und das alles „coram publico“!
agli sguardi tranne che se le cogli di sor-
13 Brixner Architekten haben sich angetra-
presa“. (I. Calvino, Le città invisibili)
gen, dabei zu helfen.
Come le montagne circondano la città nella
Der Platz ist in seinen Dimensionen von
valle, gli alberi costituiscono spesso i confi-
ca. 100 x 45 m so groß wie ein Fußballfeld,
ni di giardini e parchi, le arcate cingono le
seine Proportion ist durch die auf das Rat-
mura, le nicchie interne ed esterne agli edi-
haus ausgerichtete Längsachse und die auf
fici contengono sculture, così i palazzi cir-
den Dom ausgerichtete Querachse
condano la piazza. La piazza è un elemento
bestimmt; seine Bebauung ist schon seit
rilevante della struttura urbana; è il luogo
längerem abgeschlossen. Der Domplatz
distintamente delimitato ed agevolmente
wird als einer der schönsten und größten
immaginabile; è l’espressione di una mol-
Kirchplätze europaweit bezeichnet.
teplicità di valori architettonici e sociali, in
Er strahlt dich in seiner Pracht an und
quanto i prospetti, lo skyline, il monumen-
wenn du dort anlangst, bist du überwältigt:
to sono tutti elementi che percepiti singo-
die barocken Domtürme und die klassi-
larmente, o colti nella visione globale, tra-
zistische Vorhalle, von zwei weiteren Tür-
smettono quel particolare valore ed un
men flankiert, saugen dich an, du merkst
significato specifico. La piazza è ogni volta
aber sogleich, dass du zunächst noch
un unicum per la sua rispondenza alle ten-
Abstand halten musst. Trotz seiner Größe
sioni dello specifico organismo urbano che
ist er für den Besucher schwer zu finden.
l’ha generata. La piazza è il “cuore della
Bei der Suche nach seinem intimen
città, nel quale si svela l’equilibrio tra il
Versteck wirst du schließlich von seiner
mondo dell’individuo e quello della colletti-
großartigen Präsenz überrascht.
vità e del visibile, in quanto luogo deposi-
Man fühlt sich klein. Jedenfalls wird klar,
tario dello “spirito collettivo”, dove il senso
dass man in der Bedeutungsmitte der Stadt
civico della città trova la sua massima
angelangt ist.
espressione. Lo spazio collettivo piazza non
deve essere definito per negazione svuo-
Dieser große Stadtraum ist von Symmet-
tando in alcuni punti una maglia fittamente
rien beherrscht: Schon das Rechteck des
edificata, poiché una semplice economia di
Platzes ist bestimmend, sodann die kathed-
strutture edilizie non crea una piazza ma un
ral aufgebäumte Mitte der östlichen Längs-
vuoto circondato da case, un deserto incor-
wand, man ist sich seiner Axialität auf
niciato. La piazza deve essere progettata
Schritt und Tritt bewusst, man wandelt axial
come uno spazio preciso ed autonomo,
einher, die Blicke nach oben gewandt.
con una propria identità, aperto ai rapporti
Die Türme inszenieren Bezüge zu anderen
con la città che la racchiude, luogo nel
Kolossen der Umgebung, sie sind urbane
quale si rappresenta la continuità del rap-
Merkmale der Stadt, die ihrerseits von
porto tra gli spazi pieni ed i vuoti.
alters her an dieser Geometrie teilhatten
(Sabrina Pievani)
und ein großes Stadtbaukunstwerk abgeben. Erst am Platz wird dies offenbar,
Was gibt der Platz – was tun die Leute?
und die Bürgerhäuser spielen da mit.
Sie kreisen den weiten Platz allseitig ein.
Der Domplatz ist der Platz, wenn man in
Die Rathausseite ist vor den Nordwinden
Brixen Platz braucht. Vor Jahren wurde er
gut geschützt und gut besonnt; im Winter
saniert und neu gestaltet: Der Platzboden,
trifft man sich dort zu einem ersten
die Infrastrukturen darunter, die Bäume
Stelldichein. Im Süden ist er zum Nachbar-
rundum, die Bänke dazu, die Beleuchtungs-
platz offen und wird dort von kühlen
und Beschattungsfrage, was auf jeden Fall
Windströmungen erfasst. Im Sommer wird
zu ändern wäre und was auf keinen Fall zu
daher gerne diese Seite aufgesucht.
Entwurfsskizze und Lageplan (Prof. Dr. Othmar Barth)
A
B
C
D
E
F
G
H
Pfarrplatz
Alter Friedhof
Kreuzganghof
Domplatz
Hofburgplatz
Hofburghof
Kutscherhof
Herrengarten
24
De Architettura – Domplatz Brixen
April Aprile 2005
turrisbabel 66
1–2
Dieses Offensein zum Hofburgplatz und
gelassenes Kinderspiel, Weihnachtsmarkt
zur Milleniumssäule hin war der Grund,
und Altstadtfest oder das Musizieren
den Bildhauer Martin Rainer zu beauf-
der Spielleute, der geladenen wie der zu-
tragen, für diesen fließenden Übergang
fällig anwesenden. Manchmal ist der Platz
an einem Brunnen das „Fließen der Zeit“
leer, manchmal voll, wie bei Großveran-
symbolisch darzustellen. Beide Plätze
staltungen, so z. B. anlässlich der Proteste
werden durch Brunnen und Milleniums-
gegen die Ansiedlung der „Continental“.
säule zueinander vermittelt, die neue
Früher einmal war er Viehmarkt, dann
‚Diagonale’ wird offenkundig wirksam.
großer Autoparkplatz, jetzt ist er für die
Überdies sind Domplatz und Hofburgplatz
Bürger und Gäste reserviert und immer
die städtebaulichen Gelenke zu insgesamt
viel gebraucht und besucht.
sechs weiteren Plätzen der Stadt: Pfarrplatz, Alter Friedhof, Kreuzganghof, Hof-
Man braucht die Plätze auch, weil sich dort
burghof, Kutscherhof und Herrengarten,
die Werte der Stadt, die uns umgibt,
die sich alle innerhalb der mittelalterlichen
erschließen. Sie erlauben uns, von innen
Stadtmauern befinden. Dieses Ensemble
nach außen das Ganze zu ahnen bzw.
ist vergleichbar dem Platzreichtum der
seine städtebauliche Präsenz im Gesamten
Residenzstadt Salzburg.
zu erfassen und zu erleben. Dort ist es
immer lebendig.
1 Nachtaufnahme des
neuen Domplatzes während des Weihnachtsmark-
Der Domplatz war auch neu zu beleuchten;
tes (Foto di F. Coccagna)
aber möglichst so, wie er tagsüber wirkt.
Wie schon eingangs gesagt, der Platz war
2 Modell des Domplatz-
Es ging darum, die Fassaden der Stadt-
schon da! Wie man da als Architekt und
entwurfs
häuser anzustrahlen, damit die Platzwände
Planer eingreift, war erst allmählich zu ler-
Architektengruppe
den Stadtraum weiterhin bestimmen.
nen. Die gemeinsam getroffenen Entschei-
Domplatz
Zwei hohe Lichtmasten mussten die Platz-
dungen wurden schließlich allesamt an
Walter Brida
mitte bei Nacht hell beleuchten und die
einem großen Modell dargestellt, und
Walter Colombi
bereits installierten Strahler zur Domfas-
sogar die verschiedenen Beleuchtungs-
sade waren mit solchen für die dunkle Vor-
alternativen mussten sich die Probe auf
halle zu ergänzen.
das Exempel gefallen lassen. Insgesamt
Othmar Barth
Norbert Dalsass
Enrico De Dominicis
Ralf Dejaco
Albert Dorfmann
haben wir von wichtigen Fachleuten
Karl Kerschbaumer
Christian Mahlknecht
Ein Platzraum gibt die Gelegenheit zu vie-
entscheidende Ratschläge und Beurteilun-
Wilhelm Mair
len Nutzungen: Hier finden Prozessionen
gen bezogen, die wir dankbar in unsere
statt, wie auch die Zulieferungen der
Arbeit mit aufnehmen konnten.
Christian Moser
Harald Pichler
Markus Tauber
Betriebe, besinnliches Verweilen und aus-
(Othmar Barth)
April Aprile 2005
turrisbabel 66
De Architettura
Manuela Demattio, Andrea Sacchet (Associazione La Vispa Teresa)
Definitivamente incompiuto
1922 dichiara Marcel Duchamp la sua
nistico attraverso un nuovo quartiere, quel-
opera principale “The large Glass” definita-
lo di arredo urbano degli spazi pubblici e
vamente incompiuta. Numerose storie
quello sociale tramite un’autoprogettualità
e sospiri si susseguono sui motivi e sulle
partecipata, tentano di liberare il quartiere
ripercussioni di questa decisione che
da una condizione cronica di marginalità
danno all’artista stesso lo spunto per
sia urbana che sociale.
impacchettarle in “box” e trasformale in
altrettante opere d’arte indipendenti.
Realtà Ortles-Similaun Il quartiere Ortles
Similaun è il risultato di un piano d’attua-
1–2
zione di iniziativa privata degli anni settanta per una zona di espansione residenziale
con una percentuale di servizi scolastici
mai realizzati. Il concetto del progetto si
basava sull’idea, coerente con la pratica
urbanistica di quegli anni, di asse pedonale
attrezzato, quale fulcro e luogo d’incontro e
di comunicazione della zona. La pianificazione dell’utopia sociale Ortles-Similaun
veniva affiancata da un processo partecipativo nel quale venivano coinvolti vari gruppi di cittadini (ferrovieri, militari etc.). Ciò
nonostante il quartiere si è sviluppato per
parti formalmente e funzionalmente separate a causa dell’applicazione del principio
dello zoning anche ad uno strumento urbanistico di piccola scala quale il piano d’attuazione. In questo modo si sono accentuati gli aspetti negativi di isolamento, non
2002 il piano d’attuazione per la pianifica-
solo del quartiere rispetto alla città, ma
zione del nuovo quartiere CasaNova come
anche all’interno del quartiere stesso fra
riqualificazione urbana del quartiere adia-
residenza “piccola e grande” (Bivio e Ort-
cente, dichiara simbolicamente la Zona Ortles-
les-Similaun), servizi ed attrezzature pubbli-
Similaun definitivamente incompiuta.
che (piazzetta e montagnola). Concreta-
2002 il progetto per il riassetto esterno
mente dagli anni ottanta una piccola por-
della “piazzetta” e la sistemazione superfi-
zione di città aspetta la fermata della linea
ciale del parcheggio interrato a “Similaun-
ferroviaria Merano-Bolzano, l’ufficio posta-
park” sanciscono il tentativo di recupero
le, il consultorio, la farmacia, la chiesa, la
urbano del quartiere. 2003 in questo con-
scuola materna ed elementare etc. La
testo di nuova creatività urbanistica ma di
manifestazione più esplicita dei deficit del
perdurante insoddisfazione sociale l’asso-
quartiere è data comunque dal percorso
ciazione La Vispa Teresa avvia un progetto
pedonale, alias piazza, alias asse generato-
sperimentale in campo sociale con il nome
re del quartiere: questo si configura come
di “Sviluppo di comunità”. Attraverso il
slargo, vuoto urbano e spazio di risulta.
progetto l’associazione, parallelamente alla
pratica di restyling architettonico, vuole
Voglia anarchica Uno sguardo trasversale
testare una pratica di social engineering
sulla Zona1 rivela due temi interessanti
1 Planimetria zona Ortles–
come rigenerazione urbana cercando di
legati ad una strategia di possibile inter-
Similaun, collocazione
creare i presupposti affinché questa parte
vento “dentro” il quartiere: la piazzetta
di città si trasformi da insieme di persone a
come space of uncertainty 2 e il concetto di
comunità. Tre approcci diversi, quello urba-
identificazione. La piazzetta nel suo stato di
della “piazzetta”
2 Prospettiva (arch. Paolo
Perosa)
25
26
De Architettura – Definitivamente incompiuto
April Aprile 2005
turrisbabel 66
degrado e di indeterminazione suggerisce
rali: carenza di spazi pubblici e di servizi, la
la formula magica di “Zwischennutzung”
marginalità geografica, la preoccupazione
3
come uso temporaneo dello spazio che
per il nuovo quartiere CasaNova. Il proget-
implica un agire locale e flessibile. In forma
to cerca di attingere le proprie risorse dal
di “guerriglia urbana” si aprono possibilità
residuo di potenziale inespresso sviluppan-
di trasformazione dello spazio pubblico. La
do socialità ed attaccamento al proprio am-
discussione sulla “Zwischennutzung” si
biente di vita. Una strategia partecipativa im-
basa su un concetto caro agli anni novanta:
plica il riuscire a rendere le persone capaci
il vuoto. Vacante significa innanzitutto
di agire contribuendo direttamente alla co-
vuoto ma anche libero e pieno di potenzia-
struzione di un benessere più diffuso. Sono
lità. Dunque la piazzetta del quartiere Ort-
stati creati 11 gruppi di interesse che occu-
les-Similaun è interpretabile come anoma-
pano puntualmente e temporaneamente la
lia fuoriuscita dal controllo urbanistico che
“piazzetta” e la “montagnola” con iniziative
però è in grado di accogliere nuovi conte-
che vanno dal tempo libero alla storia della
nuti e nuovi usi anche da parte della popo-
Zona attraverso racconti individuali, a mo-
lazione locale. L’agire e l’appropriarsi della
menti di intrattenimento e convivialità per i
piazzetta da parte della popolazione favori-
più anziani e i bambini, ad eventi culturali
scono un processo di identificazione in cui
anche di attrazione per tutta la città ad azioni
il quartiere assume il ruolo di “casa pro-
di sensibilizzazione legate alla costruzione
pria”. Il concetto di “casa propria” è legato
partecipata di una “Zona più bella”. A questo
alla possibilità di trasformare e di “arreda-
proposito si è costituito il gruppo Ortles-
re” servendosi delle proprie esperienze,
CasaNova che cerca, nell’individuazione di
fabbisogni e ricordi: il rifugio come luogo
strategie low budget, un modo per rivitaliz-
dell’identità. Ciò significa che il luogo “casa
zare la sua piazza e il suo parco non più solo
propria” non deve per forza essere accop-
come luogo di transito, ma anche come luogo
piato all’idea di idillio e perfezione estetica.
di vita. Si tratta di un’iniziativa che cerca di
Conseguentemente non è corretto leggere
porre l’accento sulle stagioni creando eventi
il quartiere Ortles-Similaun e la sua “piaz-
cadenzati quali “addobba la piazzetta”, “pol-
zetta” nella loro evidente crudezza ignoran-
licino verde”, “un colore per ogni abitante”,
do le potenzialità che essi racchiudono.
“la gara del balcone”. “Addobba la piazzetta”
è un’azione corale in cui il quartiere dà un
„Ma perché non lasciate su i festoni tutto
l’anno che così la piazzetta è un po’ meno
grigia e desolante?“4 Il progetto “Sviluppo
di comunità” proposto dall’associazione La
Vispa Teresa è finalizzato a diffondere lo
spirito di appartenenza e di partecipazione
nella popolazione residente. La scelta di
operare in questa “riserva cittadina”, che da
3–4–5
alcuni è definita anche Fort Knox, Terra di
Nessuno, Zona Franca etc., è strettamente
collegata alla compresenza di problematiche riconducibili ai seguenti deficit struttu-
contributo in termini di materiale riciclato,
April Aprile 2005
turrisbabel 66
Definitivamente incompiuto – De Architettura
6–7–8
di tempo o di offerta per l’addobbo natalizio
autogestirli. Il progetto “un colore per ogni
degli alberi della piazza. L’iniziativa ha ri-
abitante” prevede un concorso per ricolorare
scosso grande adesione ed ha contribuito sia
alcune superfici “bollate come inaccettabili”.
ad abbellire la piazzetta che a far sentire i
Con un secondo concorso si chiede alla po-
più, anche se solo per un momento, parte
polazione locale di abbellire i propri balconi.
di una comunità. L’azione artistico-speri-
Il senso di partecipazione, appropriazione
mentale di Lungomare project assieme al-
ed appartenenza sviluppato da queste azioni
l’associazione La Vispa Teresa ha cercato di
ha la sua forza nel concetto di ritualità e
fornire un’alternativa culturale nella realtà
nell’obiettivo di creare qualcosa che sedi-
Similaun nel quartiere Don
centripeta di Bolzano. Essa era finalizzata,
menti, qualcosa di cui discutere, qualcosa
Bosco
tramite i concetti di curiosità, convivialità e
da tramandare. Così si stanno riempiendo
Miessen: Spaces of uncer-
gioco come provocazione positiva alla rea-
quegli spazi vuoti, fisici e mentali, creatisi
tainty, Wuppertal, 2002
zione degli abitanti del quartiere. L’azione
con la costruzione stessa della Zona, più di
prevedeva inoltre l’elaborazione del mate-
vent’anni fa. Si tratta di un processo che
strategie di recupero e riat-
riale raccolto durante alcuni incontri con gli
necessita di tempi molto lunghi per sedi-
tivazione di aree dismesse
abitanti e la sua presentazione in una “sala
mentare in un tessuto sociale complesso
da pranzo urbana” nella piazzetta, concepi-
come quello della Zona, ma come dice
ta come un banchetto di 80 metri a cui tutti
Renzo Piano5: “la verità è che non saprai mai
erano invitati. Il progetto “pollicino verde”
come verrà il tuo lavoro affinché non ci
propone di ridisegnare gli spazi verdi e di
vedi dentro la gente che gli dà un’anima.”
3
4
5
6
Festa di primavera 2004
Festa d’autunno 2004
Festa d’estate 2004
Lungomare project:
Arteazione 1, 80 metri di
tavolata e di tovaglia,
ottobre 2004
7 Azione “addobba la
piazzetta”, natale 2004
8 Piazza Similaun
1
In termini amministrativi
si parla di Zona Ortles-
2
3
Kenny Coopers, Markus
Progetto di ricerca
“Urban Catalyst” sulle
nei centricittá
4
Dichiarazione di un
abitante della Zona OrtlesSimilaun
5
La Repubblica, 16.01.05,
pagina 50
27
28
De Architettura
April Aprile 2005
turrisbabel 66
Alberto Vignolo
Celebrare il vuoto.
Piazza Isolo a Verona
Qual è la forma contemporanea dello spa-
seguito presentato, in particolare, il concor-
zio aperto pubblico e collettivo? Questo
so per la sistemazione della piazza viene
interrogativo, incisivo e semplice solo in
bandito in seguito alla progettazione di un
apparenza, sta alla base di una riflessione
parcheggio interrato, già definito in ogni
che prende avvio dalla recente sistemazio-
sua componente. Rampe, asole di aerazio-
ne di piazza Isolo a Verona.
ne, elementi di risalita, portata dei solai e
Opera di un gruppo di giovani progettisti
necessità viabilistiche sono quindi sostan-
(Francesco Monaco, Giuseppe Monese,
zialmente predeterminati, ponendo non
Roberto Persello, Giuseppe Risegato, Mas-
pochi limiti a un contesto di per se stesso
simo Caputo), vincitori di un concorso
denso e stratificato.
indetto nel 2001 dall’amministrazione
Il luogo, infatti, è quello dell’antico Isoletto,
comunale veronese, questa realizzazione
toponimo che indicava una stretta lingua di
bene riassume alcuni caratteri esemplari di
terra racchiusa tra due diramazioni dell’Adi-
ciò che continuiamo a chiamare piazza, con
ge, interrate in seguito alla rovinosa piena
tutta la ricchezza e al tempo stesso la
del 1882, che qui distrusse opifici e antichi
straordinaria ambiguità che il termine sot-
palazzi.
tende.
Veniva così a formarsi la vera e propria
Le condizioni attuali per il progetto vedono,
piazza Isolo, in forma di un allungato slar-
infatti, da un lato le soluzioni che la storia
go. Le tracce dell’antico alveo si tramutano,
ci ha tramandato, e dall’altro dei presuppo-
mutatis mutandis, nel fiume di traffico che
sti che sono profondamente mutati. Vivia-
quotidianamente attraversa l’Interrato del-
mo un momento di sostanziale crisi dello
l’Acqua Morta, via tra le più trafficate della
spazio aperto come spazio pubblico, rap-
città. Automobili in coda, frenate nervose e
presentazione architettonica di una più
autobus sbuffanti prendono il posto del
vasta caduta del concetto stesso di ‘pubbli-
sonoro d’epoca, composto dal sommesso
co’. Le nuove forme della compresenza si
fragore del fiume, dalla ritmica meccanicità
svolgono tutte nei grandi interni urbani –
dei mulini e dal vociare costante delle
dai centri commerciali ai nodi di interscam-
lavandaie che qui operavano.
bio, dai musei ai luoghi dell’intrattenimen-
Ma i segni del passato fluviale sono ancora
to –, che nella città contemporanea tendo-
incisi nei luoghi, e riconoscibili attraverso
no di fatto a fagocitare l’esperienza colletti-
la cortina edilizia che, sull’attuale piazza,
va dello spazio. Che ruolo rimane in queste
prospetta quelle che erano un tempo le
condizioni per lo spazio aperto, sostanzial-
facciate posteriori dei palazzi nobiliari.
mente svuotato e depauperato di significati?
Altre edificazioni successive all’interra-
È per questo che il progetto contempora-
mento del fiume contribuiscono a definire
neo della piazza deve essere reinterpretato,
una scena urbana frastagliata, priva di
e indirizzato a definire nuovi livelli di
continuità e di scarsa rilevanza architetto-
appropriatezza delle forme agli usi attuali.
nica, eccezion fatta per la chiesa di Santa
Una sfida ambiziosa, questa, per il proget-
Maria in Organo, con il suo notevole por-
to, e soprattutto per i progettisti.
tale sanmicheliano.
Ai caratteri morfologici di un luogo – l’e-
Caduta negli ultimi decenni in un progres-
stensione fisico-spaziale, la centralità, il
sivo degrado fisico e di utilizzo, la piazza
legame con un percorso rilevante – e alle
viene finalmente riscattata, facendo di
ragioni d’essere funzionali e culturali, si
necessità virtù, in occasione della costru-
sommano i condizionamenti di natura tec-
zione dell’autorimessa interrata.
nico-produttiva, destinati ad incrementare i
Il progetto di sistemazione, portato a com-
gradi di vincolo di un progetto. Nel caso di
pimento alla fine del 2003, ha inteso ricom-
April Aprile 2005
turrisbabel 66
Celebrare il vuoto. Piazza Isolo a Verona – De Architettura
porre in un articolato disegno le tracce
mente contemporaneo nel mare magnum
suolo: e i benpensanti locali che imprecano
morfologiche, individuate a partire da una
del conservatorismo urbano spinto all’e-
per il senso di vuoto di questo spazio, una
lettura che evidenzia i caratteri costituivi
stremo, approda lo sguardo verso l’emer-
volta sgravati dell’ingombrante fardello
del luogo.
genza monumentale di Castel San Pietro,
meccanico, sono probabilmente le vittime
La forma dell’invaso, allargata progressiva-
sull’omonimo colle. In questa stessa dire-
inconsapevoli di una diffusa forma di ago-
mente da sud verso nord, è scandita dalle
zione viene ricollocata la statua di Padre
rafobia compulsiva.
modulazioni del suolo, attraverso lievi pen-
Comboni, missionario veronese, che svetta
Il vero protagonista del progetto è pertanto
denze marcate dai bordi rialzati, che a loro
prospetticamente al di sopra di un geome-
il suolo: un suolo modellato come vero e
volta fungono da elementi di seduta conti-
trico giardino di ulivi in vaso, giusto dirim-
proprio fronte, piano di connessione dei
nui. L’idea evocativa dell’isola nella città
petto alla chiesa di Santa Maria in Organo.
distinti ambiti spaziali – la zona di transito e
suggerisce il geometrico moto ondoso che
Il sagrato della chiesa viene di fatto ‘con-
di scorrimento, lo spazio per il mercato, la
anima il suolo, così separato e protetto dal
dotto per mano’ ad attraversare la strada,
platea per gli spettacoli, il giardino. L’unità
fiume di traffico che scorre ai suoi margini.
segnata a sua volta dal cambio di giacitura
figurativa di tali ambiti è ottenuta attraver-
Un grande e misurato vuoto, quindi. Ma la
della pavimentazione lapidea, ed esteso a
so l’iterazione del materiale, quella pietra
celebrazione del vuoto è un atteggiamento
creare un ambito di sosta raccolto ed evo-
della Lessinia della tradizione locale, bianca
assolutamente moderno, che, abbandonan-
cativo.
e rosata, che connota Verona come città di
do l’idea di continuità della città compatta,
È questo l’unico frammento verde del pro-
pietra, e che qui è estesa dalle pavimenta-
rivendica una concezione dello spazio
getto. Ma una piazza è una piazza e, con
zioni al rivestimento dei volumi di risalita
urbano fatta di intervalli nel tessuto conti-
tutta la rassicurante certezza della tautolo-
dal parcheggio. Il rigore minimale di tale
nuo del costruito. Siamo quindi su un ver-
gia, non è un giardino. I progettisti hanno
scelta si scontra, però, con il rischio di un
sante ideologico che tende più a Le Corbu-
compiuto una scelta determinata in favore
eccessivo appiattimento tra superfici oriz-
sier che a Camillo Sitte: dalla parte, cioè,
di una immagine di solida consistenza,
zontali, piani verticali e volumi. Le vicende
della scena aperta e delle relazioni tra ele-
anche se l’assolato invaso, nei mesi estivi,
relative all’approvazione del progetto
menti distinti, piuttosto che delle quinte
mette a dura prova la coerenza di tale deci-
hanno fatto venir meno un’alternanza cro-
delimitate e conchiuse.
sione. Di fatto, però, si è trattato di una
matica tra superfici lapidee, che avrebbe
La controllata deriva di questo plateau, zat-
opzione quasi obbligata, stante l’ineludibile
indubbiamente contribuito ad una lettura
tera di salvataggio di un paesaggio final-
presenza di Madame la voiture nel sotto-
coerente del progetto.
29
30
De Architettura – Celebrare il vuoto. Piazza Isolo a Verona
April Aprile 2005
turrisbabel 66
e ben calcolato, che l’esperienza o la spavalda baldanza giovanile compensano.
In realtà, un intervento come quello di
piazza Isolo, se non altro per il fatto che
interviene a cose fatte, si inserisce nell’alveo della sistemazione degli spazi esistenti
secondo il principio dell’embellissement.
Il termine abbellimento, mutuato dalla
terminologia musicale, sta a significare
una variazione ornamentale composta
da elementi sovrapposti a una linea melodica fondamentale. Ovvero: lo spazio è
dato, le quinte edilizie determinate, i pieni
e i vuoti consolidati, e si tratta di agire
pertanto sulla configurazione delle superfici, sui materiali e sulle attrezzature.
E di certo non è poco!
Tutto questo attiene sostanzialmente alla
forma. Perché una piazza sia considerata
tale, non basta però un buon disegno, con
sommo disdoro di chi l’ha realizzato. PrenAlla scansione dello spazio contribuiscono
diamo a questo riguardo un altro esempio
inoltre alcuni elementi puntuali: gli alti pen-
veronese. La piazza delle Erbe è palese-
noni sui margini dell’Interrato dell’Acqua
mente bella per la superba quinta affresca-
Morta, al tempo stesso corpi illuminanti ed
ta delle case Mazzanti, oppure per la forma
elementi porta stendardi, e i tre corpi di
avvolgente dell’invaso spaziale, o per la
risalita dal parcheggio interrato.
tensione tra l’irregolarità complessiva e la
Realizzate come architetture in miniatura, le
regolarità delle lastre quadrate di pietra
risalite sono giocate sull’accostamento tra i
della pavimentazione? O ancora, per la pre-
volumi delle canne di ventilazione e quelli
senza del mercato, nonostante i nuovi ban-
dei corpi scala, in un sottile esercizio di
chi di vendita un po’ troppo ‘disegnati’, sui
variazioni sul tema. Il dialogo tra il rivesti-
quali del resto non vale la pena di spende-
mento in pietra e l’acciaio e il vetro di ser-
re più di tante parole, se non per ricono-
ramenti e aperture, viene disvelato attra-
scere loro l’impagabile pregio di avere le
verso elaborati dettagli tecnologici, da
ruote, e di andarsene per il fine settimana?
costruzione adulta, come nelle travi portan-
Difficile separare un elemento dagli altri, è
ti della copertura, che fungono anche da
sicuramente la loro compresenza ad aver
elementi di raccolta delle acque meteori-
garantito il senso di piazza Erbe come
che, e che sono messe in luce sui prospetti
cuore pulsante e luogo di ritrovo della città.
in forma di doccioni.
Analogo è il caso di piazza Bra, l’altro ver-
L’esprit geometrique che i progettisti infon-
sante dei luoghi pubblici condivisi della
dono nel luogo, sintesi di una necessaria e
città, nonostante non abbia una forma
meditata volontà di forma, sottende però
riconoscibile come tale, suddivisa com’è
un punto di vista ideale dall’alto, col rischio
di fatto in ambiti differenti e specializzati:
di non riuscire a rendere evidente in modo
la parte monumentale con l’anfiteatro,
fenomenologico il raffinato disegno.
la quinta dei palazzi storici con la profonda
C’è infatti negli architetti, per formazione,
‘lasagna’ di pietra del Liston, il lezioso
la tendenza verso una astrazione planime-
giardinetto a cerchi eccentrici, luogo di
trica, quasi avessimo innato un occhio zeni-
ritrovo di turisti sfatti e di melomani
tale che tutto vede e scansiona dalla som-
spasimati. In tale contesto, piazza Isolo
mità dei cieli. Si casca così nel gratificante
rimane sostanzialmente ‘fuori dal giro’,
inganno della ‘bella pianta’, degli allinea-
almeno per ora. Occorrerà per forza di cose
menti tra punti visibili solo sulla carta, o
attendere che gli usi si consolidino, che
nelle astratte congetture che spaziano dal
la piazza si riveli aperta ma circoscritta,
logos al topos. Ma è un rischio necessario
pubblica ma disponibile al privato, collet-
April Aprile 2005
turrisbabel 66
Celebrare il vuoto. Piazza Isolo a Verona – De Architettura
Progetto
Progetto strutture
Riqualificazione degli spazi
ing. Giampaolo Naso
di Piazza Isolo, Verona
Progetto imp. elettrico
Committente
ing. Andrea Battaglia
Comune di Verona
Progetto imp. idrico
Progettisti
ing. Romano Gelmini
arch. Francesco Monaco,
Impresa Consorzio Isolo
arch. Giuseppe Monete,
Durata dei lavori
arch. Roberto Persello,
10. 2002 – 11. 2003
arch. Giuseppe Risegato,
Superficie intervento
arch. Massimo Caputo
13.000 m2
Direzione lavori
arch. Roberto Persello
tiva ma vivibile dall’individuo. E tutto que-
sono dare luogo a un significato, sulla base
sto non dipende certo dalla volontà del-
della forma definita. I modi di appropria-
l’architetto, malgré soi.
zione possono del resto essere i più vari:
Si dice infatti che l’architetto simboleggi la
già oggi, per fare un esempio, i dislivelli e i
madre di un progetto, e il committente il
piani inclinati della piazza fanno la gioia di
padre. La madre, si sa, è sempre certa, il
schiere di skaters.
padre talvolta meno. Nel caso di un pro-
Tutto questo probabilmente porterà a inevi-
getto pubblico come questo, non è proba-
tabili compromissioni, con qualche inutile
bilmente bastato che i giovani lombi dei
orpello ad alterare la purezza del vuoto
valenti progettisti abbiano avuto come
originario: arriveranno fioriere e verzure
padre putativo l’ente pubblico. Come si
assortite, banchetti e chioschi più o meno
trattasse di un figlio in provetta, i caratteri
provvisori… Ma si tratterà in ogni caso
ereditari sono risultati sostanzialmente ar-
di un rito di passaggio, come le sbandate
tificiosi: occorre pertanto che ‘la creatura’
temporanee di un adolescente che torni
venga fecondata ex post da chi realmente
a casa adorno d’orecchini e tatuaggi.
vivrà questi spazi. Occorre cioè che una
I genitori-progettisti capiranno e perdo-
comunità ricrei il senso di spazio condi-
neranno, consapevoli della scorza sana e
viso, e che costruisca, con la lentezza che
robusta che hanno saputo infondere a
è necessaria, il senso e gli usi che soli pos-
questa vitale creatura.
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turrisbabel 66
Barbara Agnoletto, Laura Mascino
Wettbewerbe
Concorsi
Piazza Italia a Kobe
Il 2001 è stato l’anno dell’Italia in Giappone
palità di Kobe, è inserita all’interno di un
e sono state organizzate una serie di mani-
ampio programma di sviluppo urbano
festazioni, l’ultima di queste, che doveva
localizzato a sud della stazione ferroviaria
lasciare un segno più tangibile e duraturo,
di Rokkomichi, in una zona semicentrale
è stata l’organizzazione di un concorso per
nella parte est della città, fra le più danneg-
una piazza. Si tratta, più precisamente, di
giate dal terremoto del ’95. L’intero com-
un concorso di idee per la progettazione di
plesso copre un’area di 5,9 ha ed è desti-
uno spazio urbano nella città di Kobe, dal
nato a una popolazione di 1000 famiglie
titolo “Piazza Italia in Giappone 2001”.
per complessivi 2000 abitanti. Il progetto
tiene conto, in particolare, della necessità
Il tema del concorso
di garantire la massima sicurezza nell’eventualità di futuri eventi sismici e nasce con
“La finalità del concorso è di selezionare
l’obiettivo di realizzare un tessuto residen-
proposte per il progetto di uno spazio con-
ziale di alta qualità e al tempo stesso arric-
temporaneo, pubblico urbano, a Kobe,
chito da funzioni terziarie proprie di una
Giappone che meglio sappia conciliare le
zona semicentrale, oltre che di un sistema
caratteristiche uniche e la storia simbolica
di percorsi pedonali su più livelli. Al centro
del luogo, con l’atmosfera delle piazze ita-
del complesso è il Rokkomichi South Park,
liane attraverso le sue funzioni e i materiali
di 0,93 ha, ed è circondato da sei blocchi
usati. Il concorso è bandito per porre a
residenziali, aperti su una strada di grande
confronto, […] le potenzialità creative e le
rilevanza: la nazionale n. 2. Il parco, legger-
simili o innovative correnti culturali delle
mente degradante verso sud, è costituito
nuove generazioni di architetti italiani e
da un grande rettangolo. Il rettangolo più
giapponesi. Il concorso, infatti, costituisce
piccolo, verso sud, è invece destinato a
una importante occasione di confronto fra
piazza pubblica e costituisce l’oggetto del
due culture diverse, entrambe profonda-
concorso. L’area è compresa fra due grandi
mente radicate nel proprio passato ma
edifici: uno, verso est, destinato a ospitare
anche fortemente proiettate verso il futuro.”
una delle sedi dell’amministrazione municipale, l’altro, verso ovest, destinato a un
Individuazione del luogo
Enti banditori
- “Fondazione Italia in Giappone 2001”
grande centro fitness. La piazza affaccia
direttamente sulla strada nazionale, via di
- Consiglio Nazionale degli Architetti, Piani-
La città: Kobe, con la sua popolazione di
grande percorrenza e con una spiccata
ficatori, Paesaggisti, Conservatori (CNAPPC)
circa 1.450.000 abitanti, si estende sulla
caratterizzazione commerciale. È destinata
- Direzione Generale per l’architettura e
costa giapponese del Pacifico. Il 17gennaio
a costituire un importante punto d’incon-
l’arte contemporanea (DARC)
1995 la città fu colpita da un violento terre-
tro, sia per la sua posizione di cerniera fra
- Ministero Beni Culturali e Ambientali
moto. In questi ultimi anni la città è stata in
il complesso residenziale e la strada princi-
gran parte ricostruita e il porto è tornato
pale, sia per le funzioni pubbliche svolte
Commissione giudicatrice
alle sue attività. Kobe appare oggi di nuovo
dai due edifici che su essa insistono. La
- Maki Fumihiko
vitalissima, con i grattacieli, con i fasci
piazza inoltre, una volta realizzata, ospiterà
- Yasuda Chusaku
sopraelevati di autostrade e con cinque
una significativa festa popolare chiamata
- Ueyama Ryoko
sistemi ferroviari separati che si affollano
Danijri, molto sentita dagli abitanti del
- Sakamoto Masahiko
fra le colline verdi e il mare. I sistemi ferro-
quartiere. Il salto di quota fra le due zone
- Kusuda Ikuhiro
viari più lenti corrono a mezza costa e
svolgerà un ruolo urbano particolarmente
- Suzuki Saburo
includono anche le linee metropolitane,
significativo e, pur nel rispetto dell’elimina-
- Franco Purini
mentre scorre più in alto quello per le linee
zione di ogni barriera architettonica, costi-
- Salvatore Damiani
ad alta velocità, che la collegano efficace-
tuirà un elemento di forte qualificazione
- Margherita Guccione
mente a tutti i centri costieri e, verso nord,
progettuale. Le diverse proposte progettua-
- Livio Sacchi
a Nagoya, Tokyo e Yokohama (Shinkansen).
li possono fare libero uso di materiali di
Il luogo del concorso: l’area in cui dovrà
finitura italiani, all’interno di una sensibilità
sorgere la piazza, di proprietà della munici-
architettonica chiaramente contemporanea.
(Presidente di Giuria)
- Silvio Vita
- Yoshifumi Inokuchi
(rappr. segr. concorso)
April Aprile 2005
turrisbabel 66
Il progetto
Piazza Italia a Kobe – Wettbewerbe / Concorsi
piastra che, partendo dalla quota più bassa,
diverso evidenzia il Ward Office, rendendo
con una pendenza costante, arriva fino a
l’impluvio una sorta di scultura; nella parte
Il progetto nasce da un intersecarsi di sug-
quella più alta ai confini con il parco. L’im-
a nord invece l’unione tra il parco e la piaz-
gestioni e interpretazioni date al bando:
pluvio è un elemento che, sovrapposto alla
za crea uno spazio a due altezze: la parte
richiamare lo spazio delle piazze italiane,
base, emerge per circa 90 centimetri nella
superiore che è il termine dell’impluvio; e
ricordare il terremoto che nel 1995 aveva
parte più a sud, per poi, in alcuni punti
la parte inferiore che diventa uno spazio di
distrutto quest’area, un progetto contem-
significativi (come l’ingresso al Ward Offi-
sosta coperto per il parco e di attraversa-
poraneo, un luogo racchiuso tra “oggetti”
ce), incastrarsi nella base fino a fondersi in
mento tra le due strade laterali: la fine della
urbani differenti, edifici alti con ruoli diffe-
un unico livello e rialzarsi subito dopo per
piazza, l’inizio del parco. Altri due interpre-
renti, un parco, una strada ad alto scorri-
diventare uno spazio più silenzioso, più
tazioni (come richiamare lo spazio delle
mento… Presupposto del progetto è stato
intimo, da cui guardare le montagne…
piazze italiane e come ricordare il terremo-
per noi che questo luogo diventasse un
Su questo lato un taglio lascia entrare nella
to che nel 1995 aveva distrutto quest’area),
elemento riconoscibile e di unione e che
piazza il parco, con i suoi elementi naturali:
dicevamo, sono state importanti per la giu-
proprio nella disomogeneità trovasse la
gli alberi, il silenzio, l’ombra. L’interazione
ria. L’“italianità” è stata ricercata nello spa-
sua ragion d’essere. La piazza doveva
tra questi due piani, la base e l’impluvio,
zio; le piazze italiane, potremmo dire le
diventare uno spazio significante, non
doveva creare uno luogo, quasi un “ogget-
piazze europee, sono per lo più chiuse da
mimetico, fortemente riconoscibile, che
to”, unico, ma articolato in 4 spazi differenti.
quinte di edifici, sono un vuoto tra il
legasse le diverse parti. L’ipotesi è stata
Quindi, l’impluvio è caratterizzato da alcu-
costruito dove i percorsi per penetrare
dunque quella di creare uno spazio “spe-
ne azioni come l’attraversamento, la sosta
nella città sono obbligatori, si accede e si
ciale”, non frantumato, le cui parti, però,
all’ombra, la sosta al sole, la contemplazio-
esce solo in punti definiti. I piani inclinati
fossero in grado di generare situazioni dif-
ne del paesaggio; a ovest, sulla base, si
che costruiscono il progetto vogliono
ferenti e di rendere il vivere nella piazza
riconosce una fascia che può diventare
richiamare questo tipo di spazio chiudendo
articolato. Abbiamo lavorato, sdoppiando
luogo di passaggio ma anche di sosta,
la vista verso il parco, creando così una
la linea di terra, su due piani inclinati che
dove bar e ristoranti possono estendersi
terza quinta e obbligando a dei percorsi di
abbiamo chiamato la base e l’impluvio e
all’esterno, creando uno spazio vivace in
attraversamento. La seconda interpretazio-
che, intersecandosi e scostandosi, delimita-
diverse ore del giorno; a est, sempre sulla
ne riguarda la memoria. Ricordare una
no spazi e percorsi differenti. La base è una
base, una fascia simile ma di significato
catastrofe è un’operazione molto delicata
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Wettbewerbe / Concorsi – Piazza Italia a Kobe
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Piazza Italia a Kobe – Wettbewerbe / Concorsi
che non volevamo banalizzare con la sem-
dell’impluvio. In Italia abbiamo lavorato,
plice installazione di una targa e che non
insieme ad Assopiastrelle, alla progettazio-
volevamo neanche trasformasse la piazza
ne di un nuovo materiale di rivestimento,
in un luogo di tristezza. La forma della piaz-
che ricoprirà l’impluvio. La piazza deve
za, la piazza stessa diventa monumento,
essere terminata entro il 2006, ma si preve-
oggetto scultoreo che ricorda il muoversi, il
de l’inaugurazione per la fine del 2005.
piegarsi della terra. Percorrendola, soprat-
Per noi è stata ed è un esperienza di lavoro
tutto per chi ha vissuto il terremoto, la
molto preciso, molto veloce… molto giap-
mente va a quel momento. Ma tutto il resto
ponese.
richiama la vita…
Barbara Agnoletto, nata nel 1971, vive e
Da un concorso di idee alla realizzazione
lavora a Venezia. Si laurea in architettura a
riportiamo qui una brevissima descrizione
Venezia nel 1999 con una tesi sulla laguna
su come si è strutturato il lavoro in questi
di Venezia, relatore Prof. Filippo Messina.
anni. Subito dopo la premiazione (il pome-
Durante gli studi collabora con diversi
riggio stesso) c’è stato un incontro nel
studi professionali a concorsi e progetti
municipio di Kobe con i tecnici che avreb-
architettonici, di riqualificazione ambientale
bero seguito il progetto sul luogo e con il
e di spazi aperti. Nel 2001 inizia la propria
sindaco della città, in questa occasione
attività professionale.
sono stati chiariti una serie di punti che
naturalmente sulle tavole (3 tavole A1) di
Laura Mascino, nata nel 1968 a Brunico,
concorso rimanevano irrisolti. I coordinato-
vive e lavora tra Venezia e Brunico. Si laurea
ri, la Prof.ssa Renata Bizzotto e il Prof. Yos-
in architettura a Venezia nel 1996 con una
hifumi Inokuchi, hanno stipulato un nuovo
tesi sulla città di Tokyo, relatore Prof. Ber-
contratto sulla base del bando di concorso
nardo Secchi e correlatore Prof. Hidenobu
che vedeva legati i due paesi, l’Italia e il
Jinnai della Hosei University. Durante gli
Giappone, anche nelle fasi sucessive al
studi collabora con diversi studi professio-
concorso, hanno organizzato il lavoro con
nali, lavorando a progetti architettonici.
la città di Kobe e in particolare con i cittadi-
Dal 1997 al 1999 a Milano collabora con lo
ni che abitano nell’area di concorso e che
studio Secchi-Viganò dove si occupa di
sono stati gli interlocutori più importanti in
pianificazione e progettazione a scala ur-
ogni fase. A Kobe è stato composto un uffi-
bana. Tra il 2000 e il 2004 a Venezia vince il
cio tecnico che ha elaborato i disegni ese-
dottorato in urbanistica e apre uno studio
cutivi con la nostra supervisione e che sta
di architettura.
seguendo i lavori di cantiere. I disegni esecutivi sono rimasti molto fedeli alle tavole
di concorso tanto che si può dire, ora che
la piazza è in costruzione, che non ci sono
cambiamenti se non un leggero slittamento
Progettisti Barbara Agnoletto, Laura Mascino
Concorso “Piazza Italia
in Giappone 2001”
Luogo Kobe, Giappone
Coordinatori Renata Bizzotto (CNAPPC), Yoshifumi
Inokuchi
Direzione lavori Rokkomichi-minami Redevelopment Office: Direttore Toshiyuki Ohnishi
Data progetto 2002–2004
Data realizzazione
2004–2006
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Wettbewerbe / Concorsi
April Aprile 2005
turrisbabel 66
a cura di Angela Giudiceandrea
Metropol Parasol –
un’idea per Siviglia
L’Amministrazione dell’Urbanistica di Sivi-
dal sottosuolo, dove sono stati trovati dei
glia si sta impegnando per realizzare un
resti archeologici, salgono in superficie,
modello territoriale urbano d’avanguardia
dove attualmente vi è ubicato un mercato
che sviluppi al massimo il potenziale della
con una lunga tradizione, fino a raggiunge-
città. L’interesse che essa pone per il centro
re nuovi spazi su una piazza elevata. Il
storico e in particolare per la Plaza de la
parasole è l’elemento architettonico princi-
Encarnaciòn, rientra in questa strategia. Si
pale e si presenta come un riferimento
legge, infatti, in un punto del programma
locale e naturale: i grandi alberi di Plaza de
elettorale presentato alle elezioni municipa-
Cristo de Burgos, vicino alla Plaza de la
li di Siviglia a proposito di questa piazza:
Encarnaciòn, formano un riparo creando
“A Encarnaciòn si stabilirà un triplo com-
un’atmosfera gradevole e suggestiva. Ecco
promesso: si avrà un mercato sul suolo
che il parasole diventa una struttura-icona
esistente, si rispetteranno i resti archeolo-
che conferisce alla piazza un carattere con-
gici valutati dagli esperti e si garantirà un
temporaneo ma attento all’iconografia
equilibrio tra l’edificato e gli spazi
naturale e architettonica della città: le volte
pubblici” . L’Amministrazione punta infatti
della cattedrale, i pergolati dei giardini, le
ad una graduale integrazione tra il patrimo-
griglie delle finestre andaluse. Esso è con-
nio esistente ed una nuova edificazione in
cepito come una struttura leggera metallica
modo da rivitalizzare il nucleo storico. In
che forma un tetto alto 30 metri, crea una
accordo con questo concetto, l’architetto
piacevole ombra e modella i raggi del sole
berlinese Jürgen Mayer H. punta a trasfor-
formando così un microclima che rende
mare il centro storico di Siviglia – e in par-
piacevole la permanenza nella piazza.
1
ticolare la Plaza de la Encarnaciòn – in una
1–3
delle destinazioni culturali più attrattive
Fluido dinamico L’architetto J. Mayer H.
della Spagna. Il suo progetto ha vinto il
risolve la proiezione di uno spazio con una
primo premio del concorso per idee orga-
grande varietà di relazioni in un fluido
nizzato dalla stessa Amministrazione del-
dinamico, e dell’informazione con le diver-
l’Urbanistica di Siviglia. Il suo urlo di batta-
se superfici i quali strati, occupati dalle
glia, “nessun oggetto e nessuno spazio
rovine archeologiche e dalla vita quotidiana
prevede un solo modo di essere vissuto”,
attuale, si sovrappongono, convivono ed
racconta come ha organizzato la piazza. Lo
spazio che egli disegna, contiene diverse
informazioni. Egli riesce a integrarle tra
loro attraverso una comunicazione visiva e
funzionale continua. Gli elementi della
Plaza de la Encarnaciòn costituiscono,
infatti, un complesso di piani che, partendo
April Aprile 2005
turrisbabel 66
Metropol Parasol – un’idea per Siviglia – Wettbewerbe / Concorsi
4–6
most fascinating cultural destinations.
“Metropol Parasol” explores the potential
of the Plaza de la Encarnacion to become
the new contemporary urban centre. Its
role as a unique urban space within the
dense fabric of the medieval inner city of
Sevilla allows for a great variety of activities such as memory, leisure and commerce. A highly developed infrastructure helps
to activate the square, making it an attractive destination for tourists and locals alike.
The “Metropol Parasol” scheme with its
1
da “carta de Alfredo Sàn-
interagiscono. La nuova Plaza de la Encar-
large mushroom like structures offers an
naciòn si propone, così, come una superfi-
archeological site, a farmers market, an
cie polivalente: ospiterà il museo archeolo-
elevated plaza, multiple bars and restau-
gico e il vecchio mercato ristrutturato;
rants underneath and inside the parasols,
diventerà un punto fondamentale nella rete
as well as a panorama terrace on the very
del trasporto pubblico; sarà disponibile alle
top of the parasols. Thought of as a light
attività culturali e la piazza sopraelevata
metal structure, the parasols grow out of
sarà un riferimento per i cittadini come
the archeological excavation site into a
luogo d’incontro sia diurno che notturno,
contemporary landmark. The columns
grazie anche all’utilizzo della tecnologia
become prominent points of access to the
adeguata. Uno spazio aperto dunque, sia
museum below as well as to the plaza and
per i cittadini sia per i turisti. Ciò che rende
panorama deck above, defining a unique
unico il progetto di Jürgen Mayer H., è
relationship between the historical and the
l’attenzione che egli pone al dialogo tra
contemporary city. “Metropol Parasol”
l’uomo e le nuove tecnologie. Questo rap-
mixused character initiates a dynamic
porto non si limita all’architettura realizzata
development for culture and commerce in
the heart of Sevilla.
Members of the team
chez Monteseirìn, Alcalde
Jürgen Mayer H., Paul An-
o da realizzare, ma coinvolge anche la fase
de Siviglia sobre el futuro
giuliers, Sebastian Finckh,
creativa: egli usa la tecnica rivoluzionaria e
de la Encarnaciòn” pag.3,
Wilko Hoffmann, Klaus
in “Plaza de la Encarnaci-
Küppers, Dominik Schwar-
attualissima del digitale come mezzo per
Urban Context The proposal seeks to
òn Exposiciòn – la plaza y
zer, Jan Stockebrand,
disegnare riuscendo così ad unire una
develop the potential of the Plaza de la
el laborinto – Mayo 2003”
Andre Santer, Ingmar
struttura nata dalla geometria con superfici
Encarnation to become a contemporarily
che ispirano all’organico.
defined urban centre in Sevilla. It’s role as
Schmidt; Georg Schmidt-
1 – 3 da “La encarnaciòn
hals, Daria Trovato, Julia
imáges 2003”, die Aus-
Neitzel, Marta Ramírez
schreibung p. 11
Iglesias
Foto F. Basallote, Esther
Consultants ARUP GmbH
Dìaz
NL Berlin; ARUP GmbH NL
4 “ieri”: anni ‘70
5 “oggi”: La encarnaciòn,
Madrid; Coqui Malachows-
Cristo de Burgos, 2003
Landscape architects Ber-
6 “domani”: Phase Top
lin/Warsaw with Thomas
ka-Coqui; Urbanists and
Waldau; Städtebau/StadtTeam representative
planung, Landschaftsarchi-
Jürgen Mayer H.
tekt SRL, Alicante Spain
a unique open urban space within the
Metropol Parasol – redevelopment of
“Plaza de la Encarnatiòn” in Sevilla/Spain (Jürgen Mayer H.)
dense fabric of the city of Sevilla allows for
a great variety of activities such as
memory, leisure or commerce. A well
developed infrastructures help to activate
“Metropol Parasol” is the new icon project
the space, making it an attractive destina-
for Sevilla, – a place of identification and to
tion for tourists and locals alike. The archi-
articulate Sevillas role as one of Spains
tecture proposed here will thus not only
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Wettbewerbe / Concorsi – Metropol Parasol – un’idea per Siviglia
April Aprile 2005
turrisbabel 66
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create a new Place of Identification for the
fresh local institution, a condensation point
people of Sevilla but also articulate Sevillas
of agricultural activity around Sevilla that
role as one of Spains most fascinating tou-
brings pulsating life to the area at daytime.
rist destinations.
The organisation of the floorplan allows for
most areas of the market to be closed at
Metropolitan Parasol The Metropolitan
night while keeping the bars on the north
Parasol is the main architectural element
and south edge of the complex open. The
that gives a new contemporary identity to
enclosed area of approx. 4.500 sqm acco-
the Plaza de la Encarnation and Sevilla as a
modates 56 market units (one market units
whole. It is thought as a roof structure that
= 22.5 sqm), arranged in groups of 4, and
casts precious shadow during the day,
two bars in the size of 2 units each. Offices,
creating a comfortable microclimate and a
bathrooms and waste management are
place for relaxation. At night, the MP beco-
combined in three volumes located under
mes an artificial sky that sets the stage for
the stairsways. They can be expanded into
various light and sound scenarios. These
the flexible structure of the market if neces-
two qualities allow for a series of urban
sary. Eight units of cooled storage are
activities such as sports (beach volleyball,
arranged in groups of 4 and located for
boxing, street basketball, etc.), cultural
easy access of all in the central area of the
events (cinema, theatre, concerts, etc.) as
market. Glass covered holes in the floor-
well as commercial uses (car- and fashions-
plate articulate the presence of the archeo-
hows, corporate events, presentations, etc.)
logical museum underneath and establish
that emphazise the Plazas role as one of
a set of relationships between flux of the
the city’s main places for communication
market and the static presence of the ruins.
and interaction.
Pockets created from the cutouts made for
the columns of the roof serve as main loa-
Market The role of the market in this con-
ding areas and are separated from the typi-
cept is one that reactivates the vivid every-
cal customer circulation. The areas neces-
day life that once charactarized the Plaza
sary for delivery are marked on the flat sur-
de la Encarnation. In so doing, it serves the
face of the plaza and allow for one way
neighborhood, adding significant quality to
traffic around the plaza in two lanes that
the daily life of the inhabitants of the area.
failitate easy loading and unloading
The enhanced infrastructure will at the
without hampering local circulation.
same time make it easily accessible to peo7 Sezione
8 Prospettiva
9 Mercato
ple from different parts of the city, further
Elevated Plaza The Elevated Plaza
strengthening it’s importance for the urban
responds to the need for a large, multifunc-
environment. We imagine the market as a
tional urban meeting space in the old city
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turrisbabel 66
Metropol Parasol – un’idea per Siviglia – Wettbewerbe / Concorsi
centre of Sevilla. It is connected to the
relationship between the historical and the
Municipal Building/Temporary Market
street level via large stairways that function
contemporary. Accessibility to one of the
Possible schemes for the existing munici-
as activators for street life. While being
umbrellas provides visitors with a specta-
pal building, Plaza de la Encarnacion No.
large enough to mark the plaza as a public
cular view of the city and it’s monuments.
24 and the area presently occupied by the
space, they make it easily reconfigurable
Spanning across the bus corridor, the
temporary market encourage the develop-
for events of restricted access such as con-
structure further emphazises the spacial
ment of leisure and recreational program
certs, theatre performances or fashion
continuity of the plaza, a concept that is
usually unavailable in old city centres.
shows. While most of these activities take
further stressed by the use of distinct
These include sports and wellness facili-
place in the evening or at night, the plaza
homogenous tiling across the full area of
ties, cultural institutions, educational facili-
during the day becomes an attractive desti-
the site.
ties as well as entertainment venues.
nation for retreat from the urban life and a
place for play, conversation or contempla-
Museum The Archeological Museum is
tion. Holes in the platform visually connect
located underneath the market and visually
it to the market underneath and further to
marked by an entrance inside the thickest
the museum under ground. The architectu-
column of the Parasol. Horizontal windows
ral proposed-doubles the original area and
in the floor of the market articulate it’s pre-
creates an additional 4.500 sqm of pro-
sence on the surface while allowing for the
grammable high quality space. Water bas-
activity to be felt on the inside.
sins located in selected areas of the surface
further enhance the microclimate and offer
Parking Respecting a maximum area of the
attractive locations for sitting and lingering.
archeological excavations, the required
parking is organized on two floors around
The Parasol As the dominating architectu-
the historical site. It is accessible both ways
ral element, the Parasol is the main sign of
by a ramp from the Calle Magen and offers
identity of the proposal. With the Parasol,
a total of 534 parking lots, 78 of which are
the Plaza de la Incarnation becomes the
located in a seperable unit underneath the
prototype for a new urban space which
now temporary market. The circular setup
combines everyday life with new program
allows for a large area of the excavation to
and new technology. It is orchestrated as a
remain untouched, those parts that interfe-
centre for public life in the heart of Sevilla
re with the construction process can be
and develops into a magnet for economic
restored after completion of the parking
as well as cultural develoment. Thought as
structure.
a light structure, the Parasol grows out of
the historical excavation site into a contem-
Subway The design for the subway was
porary landmark. The columns become pro-
done in coherence with plans provided by
minent points of access to the museum
the EXCMO. Ayuntamiento de Seville in the
below as well as to the plaza above, con-
documentation for this competition.
necting the elements and defining a unique
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turrisbabel 66
Höller und Klotzner, Paolo Bonatti, Melanie Franko
Focus
Schule in der Romstraße
Con il progetto per l’edificio scolastico di
gelände an der Romstraße, einer Berufs-
via Roma a Bolzano, degli architetti me-
schule für Industrie und Handwerk sowie
ranesi Höller e Klotzner si inaugura una
Handel und Grafik mit voraussichtlich etwa
nuova rubrica, Focus, dedicata ai migliori
1000 Schülern und 120 Lehrern. Neben
progetti realizzati in Alto Adige e scelti da
dem normalen Schulablauf sollen an dieser
turrisbabel. Vogliamo mettere a disposizio-
Schule auch Erwachsenenfortbildung und
ne dei lettori uno spazio di approfondimen-
integrierter Unterricht stattfinden. Für die
to critico, che consenta di descrivere e
Ausarbeitung des Projekts steht das
valutare queste opere all’interno della sto-
gesamte ehemalige Messegelände zur Ver-
ria, a volte complessa, che le accompagna.
fügung, wobei jedoch, unter Einbeziehung
Riteniamo importante promuovere e provo-
der bestehenden Eissporthalle und des
care il dibattito critico intorno all’architettu-
bestehenden Schulgebäudes in das Bebau-
ra. Fidiamo quindi nel sostegno dei colle-
ungskonzept, ein möglichst großes Areal
ghi professionisti, che con il loro impegno
für eine anderweitige zukünftige Bebauung
ed operato partecipano attivamente a
freigehalten werden soll. Außerdem sollen
divulgare l’Architettura come patrimonio
sowohl für die Berufsschule als auch für
culturale. Chiamiamo quindi a collaborare
die Eishalle und den Stadtbezirk ausrei-
gli artefici di tali opere e coloro che sono in
chend unterirdische Parkplätze vorgesehen
grado di spiegare e comunicare le scelte
werden. Das Grundkonzept des Siegerpro-
intraprese nell’interesse dei committenti ed
jekts von Höller und Klotzner Architekten
utenti finali, per stimolare ed arricchire il
beinhaltet in erster Linie die Aufnahme und
gusto estetico e diffondere un modo nuovo
Weiterführung der außerhalb des Pla-
e più intenso di vivere lo spazio.
nungsperimeters vorhandenen städtebaulichen Strukturen. Das bestehende Schulge-
Fotos Bildraum
Mit dem Schulprojekt der Architekten Höller
bäude wird entlang der Romstraße erwei-
und Klotzner in der Romstraße in Bozen
tert und setzt somit die dort vorherrschen-
stellen wir die neue Rubrik Focus vor. In ihr
de massive Straßenrandbebauung fort. An
wollen wir stets ein Beispiel aktueller Süd-
der Nord- und Westseite des Perimeters
tiroler Architektur auswählen, deren Entste-
wird eine fünfgeschossige Blockrandbebau-
hungsgeschichte beleuchten und Raum für
ung mit öffentlichen Einrichtungen im Erd-
Kritik bieten. Wir wollen so einen kritischen
geschoss vorgeschlagen. Glastürme zur
Diskurs anregen und hoffen auf die Unter-
Belichtung der unterirdischen Werkstätten
stützung durch unsere Kollegen, um Archi-
der Schule sollen den Übergang von der
tektur als kulturelles Erbe zu vermitteln.
massiven Blockrandbebauung im Norden
Die Urheber solcher Bauwerke bitten wir
und der kleingliedrigen Bebauung im
um ihre Mitarbeit, indem sie uns den Ent-
Süden schaffen. Die kompakte Anordnung
stehungsprozess und die einzelnen Ent-
der Schulanlage und die Beschränkung der
wurfsscheidungen erläutern, damit auf diese
Grundfläche auf ein Minimum erlauben eine
Weise neue Raumerfahrungen und eine
Vergrößerung des anderweitig zu nutzen-
neue Ästhetik Verbreitung finden.
den Areals. Mit fortlaufender Planung und
teilweise bereits nach Baubeginn werden
Neubau der Landesberufsschule in deutscher Sprache, Abteilung Handwerk und
Industrie, Bozen (Melanie Franko)
am Raumprogramm allerdings mehrere
Änderungen vorgenommen. Während von
den ursprünglichen zwei Direktionen jene
des Handels und der Grafik entfällt, wird
Im Jahre 1989 veranstaltet die Autonome
auf Wunsch der verbleibenden Schuldirek-
Provinz Bozen einen Ideenwettbewerb zur
tion das Gebäude um ungefähr 20 Prozent
Erstellung eines Vorprojekts für den Bau
erweitert. Auch die städtebauliche Aus-
der Landesberufsschulen deutscher Unter-
gangsdisposition erfährt einige grundle-
richtssprache auf dem ehemaligen Messe-
gende Änderungen – das im Wettbewerbs-
entwurf berücksichtigte Eisstadion wird in
Flucht des ehemaligen Schulgebäudes auf.
ausgestattet, die gleichzeitig als Lärmschutz
einem überarbeiteten Bauleitplan der
Von dort erfolgt der Hauptzugang zum
für die vielen Unterrichtsräume sowie als
Gemeinde Bozen durch einen Platz ersetzt;
Schulareal. Der Haupteingang ins Gebäude
Wärmepuffer und Beschattung dient. Die
die Nordseite des Schulgebäudes wird
liegt jedoch an der Nordseite, abgeschirmt
Außenwände in Sichtbeton sind als zwei-
plötzlich zur Platzfassade. Weiter stellt sich
von der stark befahrenen Romstraße.
schaliges Mauerwerk mit starkem Dämm-
heraus, dass die Statik des bestehenden
Direkt vorgelagert ist eine große, durch
kern ausgeführt. Alle Schulräume sind mit
Schulhauses einer Erweiterung nicht stand-
einen zweigeschossigen Portikus teilweise
kontrollierter Lüftung ausgestattet, welche
halten würde, sodass es vollständig ersetzt
überdachte Pausenfläche. Die glasüber-
durch eine Deckenbeheizung ergänzt wird.
wird. Das endgültige Projekt enthält
dachte Eingangshalle bildet das Zentrum
Davon abgekoppelt ist der Belüftungs- und
schließlich rund 40 Klassen, zahlreiche
des Schulgebäudes; offene Aufzüge und
Heizkreislauf der Eingangshalle: Dort wird
Computerräume, Werkhallen, eine Turnhal-
Treppenaufgänge erleichtern die Orientierung
frische Ansaugluft durch Erdkanäle geführt
le, eine Mensa und eine Tiefgarage mit 80
und erlauben eine größtmögliche Transpa-
und dabei im Sommer abgekühlt bzw. im
Stellplätzen. Das Gesamtvolumen beträgt
renz innerhalb des Schulkomplexes. Alle
Winter aufgewärmt. Insgesamt werden
135.000 m , davon rund 100.000 m über
gemeinsam genutzten Räumlichkeiten wie
durch die Glaslamellen, durch die stark
Erde; die Gesamtkosten betragen rund 90
Turnhalle, Verwaltungs- und Medienräume,
gedämmten Außenfassaden und durch das
Mio. Euro. Das beachtliche Volumen ist in
Bibliothek und Mensa sind, auf verschiede-
ausgeklügelte Klimasystem Energieeinspa-
drei Baukörper von unterschiedlicher Länge
nen Ebenen angeordnet, direkt an die Halle
rungen sowohl beim Heizen als auch beim
und abgestufter Höhe gegliedert. Diese
angeschlossen. Erwähnenswert ist das bau-
Kühlen erwartet. Der Ausbau erfolgte im
werden über mehrere Stege aus Glas und
physikalische Gesamtkonzept. Während die
Trockenbauverfahren. Sowohl für die Trenn-
Stahl miteinander verbunden, Teile der
Fassade an der Romstraße aufgrund des
wände zwischen den einzelnen Klassenzim-
Glasoberflächen sind vom Wiener Künstler
Verkehrslärms geschlossen gehalten ist,
mern und auch zu den Gängen hin, als
Heimo Zobernig gestaltet. Entlang der
sind Nord- und Südfassade mit einer
auch für Hohlböden, Akustikverkleidungen
Romstraße nehmen die drei Baukörper die
beweglichen Lamellenstruktur aus Glas
und abgehängte Decken wurde Gipsfaser
3
3
42
Focus – Schule in der Romstraße
April Aprile 2005
turrisbabel 66
verwendet, ein Naturprodukt aus Altpapier,
Der Entwurf überzeugte wohl auch in
Gips und Wasser mit guten Werten in den
städtebaulicher Hinsicht, weil an die Block-
Bereichen Akustik, Brandschutz, Statik, Wär-
bauweise der Umgebung in gleicher Höhe
meleitfähigkeit und Baubiologie. Die Reali-
angeschlossen wurde. Erst im Süden löst
sierung des Bauvorhabens erfolgt in zwei
sich diese Blockbebauung in kleinere Häus-
Phasen; ein erster Abschnitt, vorwiegend
chen auf. Geplant war zur Romstraße eine
Theorieklassen und Verwaltungsräume, ist
Blockrandbebauung. Nach hinten, von der
seit Anfang 2005 bezogen, die zweite Bau-
Eishalle Richtung Westen, war eine sehr
phase beinhaltet alle Werkstätten und wird
lockere Bebauung mit unterirdischen Werk-
voraussichtlich Ende 2007 abgeschlossen
räumen, Lichttürmen und Grünlandschaft
sein.
vorgesehen. Dieses ursprüngliche Projekt
war zwar im Konzept gleich dem realisier-
Turrisbabel im Gespräch mit den
Planern und den Architekten Siegfried
Delueg und Paolo Bonatti
ten Bauwerk, sah aber andere Lösungen
(Zusammengefasst von Lukas Abram)
Wettbewerb hatten wir es mit drei Direkto-
vor. Wir wollten den Bestand erhalten (Eishalle, Schule), nur aufstocken. Seit dem
ren zu tun, jeder wollte ein größeres Raum-
Foto Bildraum
1 Wettbewerbsmodell
2 Ausführungsmodell
Höller + Klotzner Den Wettbewerb 1989
programm verwirklicht sehen. Die stati-
haben wir gewonnen, weil wir statt zweier
schen Gutachten zum Bestand (es gab
geplanter Schulen alles in einem Baukörper
wegen nicht wunschgemäßen, aber über-
zusammengefasst haben und so viel Fläche
einstimmenden Ergebnissen drei davon)
für weitere Nutzung wie sozialen Wohnbau
kamen alle zum Schluss, dass die bestehen-
und freien Verkauf übriggelassen haben.
de Schule nur die Hälfte der vorgeschriebe-
April Aprile 2005
turrisbabel 66
Schule in der Romstraße – Focus
nen Last aufnehmen kann. Also kam nur
Materialität sehr wohl an die neueste Zeit
re Platz überhaupt nicht. Wichtig war uns
ein Totalneubau in Frage. Die vorher erwähn-
angepasst habt.
auch die Sichtachse von der Romstraße
ten Restflächen waren schon aufgeteilt,
H+K Das Konzept zum Ausführungsprojekt
zum Kloster Neustift. Die funktioniert aller-
ausgewiesen und teils verkauft, daher blieb
besteht seit 1997.
dings erst, sobald der Pavillon 3 der alten
das Konzept bestehen. Mitte der 90er Jahre
D Auch der Platz statt der Eishalle stammt
Messe weggerissen wird.
wurde mit einer Bauleitplanänderung (auf
aus der Mitte der 90er. Tragt Ihr den Städte-
B Zwischen Romstraße und Neustift exis-
Vorschlag Vittorinis?) die Eishalle wegge-
bau gleichsam ins Gebäude hinein, indem
tierten Messe und Eishalle als öffentliche
rissen. An ihrer Stelle sollte ein Platz
ihr die Halle als Platz ausformt?
Einrichtungen. Diese schufen eine Verbin-
geschaffen werden. Wir hatten also das
H+K Ursprünglich war ja ein richtiger, offe-
dung zu den vielen öffentlichen Gebäuden
Problem, dass ein ursprünglich als Block-
ner Innenhof geplant, der dann zur Halle
in Neustift (Schulen, Ämter?). Für das städ-
randbebauung vorgesehenes Bauwerk
umformuliert wurde. Als vertikale Orientie-
tische Gleichgewicht ist das wichtig. Wird
plötzlich frei an einem Platz steht.
rung ist so etwas sehr wichtig. Man kann
die Sichtachse eine öffentliche Verbindung?
Turrisbabel Das Bauwerk ist also für den
aber nicht sagen, uns interessiert der ande-
H+K Nein die liegt jetzt parallel zu unse-
falschen Platz entworfen.
H+K In den 15 Jahren seit dem Wettbe-
1
werb bis zur Fertigstellung änderten sich
die städtebauliche Situation und auch das
Projekt ständig. Die Vorgabe des Bauherrn
war immer mehr Kubatur auf gleichbleibender Fläche.
Delueg Höhen und Dichte habt Ihr von der
Romstraße übernommen, was ist aber mit
der Formensprache, den Fassaden, den
Erschließungsbeziehungen? Ihr macht
einen großen Porticus, legt aber mit dem
höheren Eingangsniveau und der geschlossenen Fassade zwei starke Barrieren. Wie
könnt Ihr das begründen?
H+K Die Romstraße ist sehr stark befahren, das war sie auch schon vor 15 Jahren.
Um ein Unterrichtsklima garantieren zu
können, müssen die Räume lärmabgewandt
sein und Licht kriegen. Daraus folgt die
eher abweisende Fassade zur Romstraße.
TB Der Zugang erfolgt trotzdem von der
Romstraße aus. Der Porticus schaut zwar
auf den Platz, ist aber nicht erreichbar.
D Was passiert, wenn der Platz einmal
gestaltet und belebt wird? Kann man diesen „Graben“ dann überwinden?
H+K Das ist eigentlich nicht gedacht, weil
der Platz kein städtischer belebter Platz ist
und nie sein wird.
Bonatti Vielleicht ist gerade das der Stolz
der Projektanten, das Bauwerk aus dem
Kontext herauszulösen. Architekten neigen
dazu, das eigene Bauwerk überzubewerten
und es zu isolieren.
H+K Der Platz ist erst in den letzten Jahren
entstanden, wir müssen unser Projekt nicht
ständig ändern. Irgendwann muss es gebaut werden. Es wird sich alles rundherum
ständig ändern.
D Das stimmt alles, ich glaube aber, dass
Ihr das Projekt in der Gestalltung und der
2
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44
Focus – Schule in der Romstraße
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turrisbabel 66
rem Bau. Gemeinsam mit dem Platz wurde
auch eine öffentliche Verbindung im Wiedergewinnungsplan verankert. Somit war
die von uns geplante Verbindung sinnlos.
TB Plätze entstehen, ohne dass die Architektur reagiert. Das ist eine rein politische
1 Eingangshalle / atrio
Entscheidung. Wir pflastern eine leere Fläche
2 Verwaltung /
und Schluss. Wie seht Ihr heute die Wich-
amministrazione
tigkeit und Bedeutung von Plätzen in der
3 Mensa
4 Klasse / aula
Stadt, auch in Anbetracht dessen, dass die-
5 Werkstatt / officina
ser Platz Euer Projekt eher beeinträchtigt?
6 Mensa Küche /
mensa cucina
H+K Er beeinträchtigt es überhaupt nicht!
7 Wohnung Hausmeister /
Das ist halt eine politische Entscheidung,
app. custode
weil einfach ein Areal übrig war. Wir sind
8 Luftraum Turnhalle /
in die Entscheidung zu Platz und Weg nicht
spazio aperto palestra
eingebunden worden. Das macht alles das
Bozner Urbanistikamt.
D Man sieht, trotz der Bedeutung eines sol4
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4
4
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4
chen Projekts für die Stadt, die Ohnmacht
der Architekten den städtebaulichen Planungen gegenüber: Ein Volumen wird zum
Platz, die Schule, noch im Wettbewerb als
0
5
erhaltenswert eingestuft, wird weggeris-
10
sen, ein Weg verlegt.
Grundriss 4. Obergeschoss
4
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4
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4
4
H+K Beim Wettbewerb haben wir ja einen
pianta 4o piano
städtebaulichen Vorschlag für die ganze
Zone abgeliefert. Was sonst aber dann am
Gelände entstand, lag jenseits unserer Einflussnahme. In diesem Fall ist es genau
verkehrt gelaufen. Zuerst müsste man den
Platz festschreiben und dann die Gebäude
5
5
5
5
danach ausrichten. Hier wurde der Platz
5
einfach an eine Leerstelle gesetzt. Meiner
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2
2
1
Meinung nach an der falschen Stelle. Dies
wird nie der urbane Platz, den wir uns vorstellen, sondern eine Hundewiese. Er wird
irgendwie gestaltet und der Bevölkerung
4
4
4
Grundriss Erdgeschoss
vorgeworfen. Die Bezeichnung Platz allein
schafft noch keinen Platz. Das hier ist eine
pianta piano terra
Ausweitung des Straßenraums, die städtebaulich sinnlos ist. Kleines Ärgernis am
Rande: Der Würstelmann, der vor der alten
Messe gestanden hat, hat alle Räder in
Bewegung gesetzt und darf jetzt an der
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5
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5
Ecke unserer Schule zum Platz seinen
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5
5
5
Stand wieder aufstellen.
5
D(leiser) Das finde ich eigentlich gut. Das
6
gibt doch Leben.
7
TB Ist die monolithisch geschlossene
8
Fassade zur Romstraße gewünscht oder
5
5
5
entspricht diese Abschottung zur Stadt
(wie bei der Uni Bozen) einer modernen
Grundriss Untergeschoss
Auffassung von Bildung?
pianta piano interrato
H+K Natürlich hätte man dort das Sekretariat, Schaufenster oder Geschäfte vor-
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turrisbabel 66
Schule in der Romstraße – Focus
sehen können. Für Unterrichtszwecke ist
dieser Gebäudeteil ungeeignet. Jetzt sind
die Klos dort. Die Fassade entstand aus
dem Ursprungskonzept. Vereinfacht
gesagt bilden die Betonscheiben das statische System.
D Bei allem Respekt vor der hochwertigen
Detailausführung sind auch die anderen
Fassaden unglaublich technologisch kleinteilig, wie über die Klassen drüber gestülpt.
Eine Schule ist der Inbegriff einer gewissen
Alltagskultur und Bescheidenheit im Ausdruck. Durch diese technologische und
sicher auch sehr teure Fassade entsteht
schon der Eindruck einer gewissen Mono-
man dort nicht, das kann man ja aus den
Es gibt auch einen Zwischenbereich zwi-
tonie, der einer Schule nicht so gut ansteht.
Klassen. Außerdem haben wir die Pausen-
schen Halle und Gängen, wo die Toiletten
Über dieses Thema können wir auch zur
fläche unter dem aufgeständerten Riegel.
sind, der ist nur 2,40 m hoch. Dann wirken
Farbigkeit und zum Ausdruck kommen.
Wenn man will, die Turnhalle unter der
die Gänge mit 2,70 wieder höher.
H+K Hinter diesen Fassaden sind die
Halle unter Glasbausteinen. Wenn die
B Mit den öffentlichen Bauten, mit diesen
Theorieräume. Der eine größer, der andere
Sonne hoch steht, bekommt sie genug
öffentlichen Bauten bereichert man die
kleiner. Eigentlich wollten wir nur zeigen
Tageslicht. Bei Nacht und beleuchteter
Stadtlandschaft. Auch wenn ich an Eure
wo Theorie-, wo Übungsräume sind.
Turnhalle entstehen schöne Lichtsituatio-
Kirche denke. Hat sich Eure Haltung gegen-
Die zweite Glasfassade aus Lamellen hat
nen in der Halle.
über dem Gebrauch einer öffentlichen
die Funktionen von Beschattung, Lärm-
B Technologie ist in der Fassade und in der
Planung zur Gestaltung der Stadt geändert?
schutz und Klimahülle. Wir wollten nichts
gesamten Architektur sehr präsent. Nimmt
Denkt Ihr heute eher von Eurer Planung
Verspieltes in die Schule bringen. In einer
Eurer Meinung nach dieser Einfluss in
als Einzelstück?
Berufsschule braucht es vielleicht im
Zukunft noch zu? Funktioniert Eure Archi-
D Ich denke es hat sich die Sprache, der
Gegensatz zu einer normalen Oberschule
tektur auch ohne hochtechnische Fassade
Ausdruck sehr geändert, aber der Wille zur
keine Identifikationsmöglichkeit mit einem
oder wäre das was ganz anderes?
Stadtgestaltung ist immer noch da.
bestimmten Klassenraum von außen, da
H+K Auch frühere Architekten haben immer
H+K Was uns betrifft, haben wir Architekt
die Schüler mehre Räume belegen und
auf die jeweils neueste Technologie zurück-
Barth gebeten (unser beider Professor),
zwischen ihnen wechseln.
gegriffen. Wir hätten die Lamellen wohl
einen Artikel für unsere Ausstellung zu
D Die Fassade ist in sich ein Kunstwerk,
nicht eingesetzt, wenn nicht die Landesre-
schreiben. Für uns eher überraschend hat
ich bewundere Eure Fähigkeit in der Aus-
gierung damals zusätzliche Mittel zum Heiz-
er den städtebaulichen Ansatz in unseren
führung. Nur – muss sie in ihrer technoiden
wertsenken zur Verfügung gestellt hätte.
Projekten gefunden und gewürdigt, weil
Form so stark sein?
Unser Klimatechniker wollte das nächtliche
sich die Uni davon wegbewegt, und das
H+K Wir wollten das Gebäude von außen
Auskühlen des Gebäudes verhindern.
immer unwichtiger wird. Für uns war das
so zurückhaltend wie möglich machen:
D Zum Thema des Raums: Die Halle ist
stets selbstverständlich. Davon kommt
Beton grau, Fenster schwarz…
zweifellos Zentrum der Schule, die Dach-
man nicht los.
D Im Inneren gibt es nur Orange und Grün
struktur wie oft bei Euren Bauten statisch
am Boden.
innovativ, zweifellos das Herz der Schule.
H+K Es gibt auch z.B. Gelb im Sekretariat.
“Morale e stile” (Paolo Bonatti)
In den Gängen war es dann aber beklem-
Bei den Friseuren durften wir keine Farbe
mend. Sie sind teilweise nur künstlich
Nella città di Bolzano sono stati numerosi
verwenden. Das stört beim Haarefärben.
belichtet und bilden keinen Zwischenraum,
gli episodi di trasformazione urbana in cui
D Vielleicht sprechen wir vor den Farben
als „Auch-Aufenthaltsfläche“, als Pufferzone
nuovi edifici di grandi dimensioni sono
von den internen Gemeinschaftsräumen.
zur Halle. Warum sind die so reduziert?
inseriti nel tessuto urbano esistente; il più
Die Gänge scheinen mir zu streng.
Mir hat das Herz weh getan! Das war eine
delle volte passano inosservati, malgrado
H+K Als Sammelraum gibt es die Ein-
Enttäuschung, diese Gegensätze. Wieso
la loro ampiezza, mimetizzati nell’ambiente
gangshalle, 5 Geschosse hoch und dazu
kriegen die nix von der Halle? Warum sind
circostante con il “decoro” delle facciate,
jeweils die drei Gänge, welche die ein-
sie so kalt weiß?
talvolta, come nel caso della scuola di via
zelnen Baukörper erschließen. An internen
H+K Grundsätzlich lebt Architektur von
Roma, incontrano le critiche della popo-
Gemeinschaftsräumen war’s das. Es gibt
Gegensätzen. Wenn alles groß, hell und
lazione che pare essere poco propensa
noch die Pausenfläche auf Ebene 6 mit 3 m
weit wäre, würde man es nicht mehr
ad accettare l’architettura contemporanea.
hohen Umfassungswänden, mit Holz
erkennen. Es kommt auch aus dem Konzept
L’impatto della scuola professionale si
verkleidet. Auf die Stadt schauen kann
der verschiedenen Blöcke im Gebäude.
coglie immediatamente, innanzitutto per il
45
Fotos Bildraum
suo volume, che anche se realizzato al 70%,
realizzazione dei palazzi per uffici ai piani
si impone già ora nell’ambiente circostante
di Bolzano. L’iter che ha portato alla co-
ed in secondo luogo per l’immagine di
struzione ed ampliamento della scuola
architettura industriale e di macchina, che
professionale è iniziato nel 1991 con un
denotano sia i materiali utilizzati che la
concorso di progettazione che comprende-
facciata su strada essenzialmente chiusa,
va anche la sistemazione dell’impianto
con le poche finestre ricoperte da una rete
urbanistico di una parte dell’isolato per
di acciaio. Dal punto di vista urbanistico
attrezzature pubbliche tra via Roma e
la costruzione della scuola professionale
Rovigo, in cui si trovavano le scuole prima-
ben rappresenta le tendenze da tempo in
rie, la chiesa di Regina Pacis con il teatro
atto in quasi tutte le città d’Europa di densi-
Cristallo, l’antica chiesetta della Visitazione
ficazione dell’ambiente costruito e di satu-
con la piccola porzione di campagna circo-
razione degli spazi ancora liberi con il
stante, la fiera, destinata poi ad essere
contestuale ampliamento delle funzioni di
spostata, con il palazzo del ghiaccio suc-
centro urbano ai quartieri limitrofi, legato
cessivamente demolito. La soluzione pro-
peraltro all’espansione della città in peri-
gettuale di concorso è ancora percepibile
feria. A Bolzano tale processo appare in
nell’asse longitudinale su cui è impostata
modo più evidente all’inizio degli anni ’90
la costruzione della scuola e che attraversa
con la costruzione del nuovo palazzo per
da est ad ovest il lotto con un percorso
uffici della provincia in piazza Stazione, con
pedonale da via Roma alla chiesetta della
la trasformazione della zona ex Fiat in
Visitazione (peraltro destinato
piazza Adriano, via Druso, con la costru-
ad essere interrotto) e nel sedime del corpo
zione dell’università e prosegue con la
principale della scuola che ricalca la di-
mensione della vecchia scuola professio-
dovuto alla scala dell’intervento, viene
edificato precedentemente. Questa è di-
nale, la quale in origine doveva essere solo
ulteriormente rimarcato dalla semplifi-
ventata la risposta dei progettisti al caos
ristrutturata e che poi è stata demolita.
cazione dei materiali utilizzati, ridotti a tre
della città edificata con cui è difficile
L’impostazione di progetto ha privilegiato
elementi fondamentali, cemento a vista,
rapportarsi, se non utilizzando un linguag-
gli spazi interni, la scuola vive infatti
vetro ed acciaio, contribuiscono al senso di
gio che permetta di poter connotare l’opera
attorno al cortile coperto centrale e si
separazione di questa nuova architettura
in modo inequivocabile. La difficoltà di
sviluppa lungo l’asse longitudinale da est
dal suo contesto. In ciò si può leggere sia
comprensione di questo linguaggio fa
ad ovest, che porta all’interno dell’isolato
la qualità dell’architettura contemporanea
parte del mondo contemporaneo, Adorno
e che può rappresentare, in futuro, un
cui l’evoluzione tecnologica permette di
scriveva nel 1945 nell’articolo “Morale e
importante percorso urbano da completare
semplificare la scelta dei materiali utilizzati
stile”: …lo scrittore (l’architetto) farà l’espe-
con una griglia di percorsi e spazi pedonali
(peraltro ricorrendo a processi costruttivi
rienza che, se si esprime con precisione,
per privilegiare l’accessibilità ai diversi
assai complessi), sia la sua evoluzione
con scrupolo, in termini oggettivamente
edifici pubblici dall’interno dell’isolato
verso la scultura cui la materializzazione
adeguati, quello che scrive (progetta) pas-
anziché dalle strade circostanti. Questa
delle facciate tende ad assimilarla; la
serà per difficilmente comprensibile, men-
impostazione è stata poi contraddetta dalla
loro superficie (che oggi può assumere la
tre se si concede una formulazione stracca
costruzione della nuova piazza affacciata
parvenza di qualsivoglia materiale co-
e irresponsabile, sarà ripagato con una
su via Roma ed avulsa dal contesto degli
struibile) è la superficie di una scultura.
certa comprensione. Il rigore e la purezza
edifici pubblici retrostanti, separata anche
In ciò la scuola professionale si delinea
dell’espressione linguistica, pur nell’estre-
dall’ingresso alla scuola, in prossimità
come un esempio paradigmatico dell’ar-
ma semplicità, operano un vuoto. La sciat-
del quale la superficie della piazza è inter-
chitettura contemporanea, la quale si
teria di chi nuota secondo la corrente fami-
rotta da una larga fenditura realizzata per
esprime spesso con opere perfettamente
liare del discorso passa per un segno di
poter illuminare i locali sottostanti.
definite in se stesse in un linguaggio forte,
affinità e contatto: si sa quel che si vuole
Le facciate della scuola, il cui forte impatto
ma peraltro impermeabile al contesto
perché si sa quel che l’altro vuole.
48
April Aprile 2005
turrisbabel 66
Oswald Zoeggeler
Theoria
Der Innenraum der Stadt
Architektur wurde bestimmt nicht erfun-
einen Brunnenplatz, und diese Plätze sind
den, um Häuser zu bauen. Die Bau- und
mit Straßen verbunden. Leon Battista
Städtebaukunst entstand aus der Notwen-
Alberti hat das genauer definiert, als er
digkeit unseren Lebensraum zu gestalten.
sagte, dass eine Stadt mit ihren Straßen
Wichtig dabei ist der Raum, der künstlich
und Plätzen die Wohnung der Gemein-
in die Natur gebaut wird und der sich
schaft ist, die Gänge dieser Wohnung sind
für unser Leben besser eignet. Die Natur
die Straßen und die Zimmer ihre Plätze.
hat ihr eigenes Leben und ihre eigenen
Ebenso ist die Wohnung wie eine Stadt im
Gesetze und ist nicht immer menschen-
kleineren, privaten Maßstab. G. B. Nolli
freundlich. Ihre Orte sind zu kalt, zu warm,
zeigt in seiner „Nuova Pianta di Roma“ aus
zu nass und zu steinig oder zu sumpfig,
dem Jahre 1748 den Innenraum der Stadt
und wir sind zu verwöhnt und zu degene-
sehr deutlich. Er zeichnet alle öffentlich
riert, um längere Zeit in der „reinen“ Natur
zugänglichen Flächen der Stadt, Straßen,
zu überleben. Der gebaute Raum der
Plätze, Passagen, Innenhöfe, Kreuzgänge,
Architektur ist vor allem eine Abgrenzung
Loggien, öffentliche Hallen, Säle und
und ein Schutz gegen diese Natur. Der
Kirchen. Der Rest des Planes, der private
Lebensraum der Menschen hat zwei Berei-
Raum der Stadt, ist dunkel schraffiert.
che, einen privaten des Einzelnen, der
Die Stadt erscheint somit als einziges
Familie, und einen für das öffentliche
„Bauwerk“, welches den öffentlichen und
Leben der Gemeinschaft. Die private Woh-
den privaten Lebensraum beherbergt.
nung hat einen Wohnraum, Schlafzimmer,
Die Wände, die den privaten Raum vom
Küche und Bad, und der „Wohnraum“ der
öffentlichen Raum trennen, die Außen-
Gemeinschaft, der Innenraum der Stadt,
wände der einzelnen Gebäude, sind gleich-
hat einen Marktplatz, einen Theaterplatz,
zeitig die Innenwände des öffentlichen
1
Raums, sie sind Platz- oder Straenwände.
Der Innenraum der Stadt ist ein hierarchisches Gewebe von Straßen und Plätzen,
in welchem die einzelnen Orte und Räume
ihre besonderen Rollen haben und untereinander in genauen Beziehungen stehen.
Die städtebauliche Qualität dieser Stadträume ergibt sich aus der Überlagerung
und aus der Komplexität der Formen
und der Nutzung. Diese Orte wurden
meistens über Jahrhunderte belebt, und
jede Zeit hinterlässt ihre Spuren, die sich
wie eine wertvolle Patina einprägen.
Unsere Städte haben nur im historischen
Zentrum ihre Qualitäten, ihre Charakteristik. Hier ist das Gewebe ihrer Stadträume, der Straßen und der Plätze, am
dichtesten, hier ist die Struktur verdichtet
und die Überlagerung der Funktionen am
reichsten. Nur im Stadtzentrum unterscheidet sich Siena von Palermo und von
Hamburg, in der Peripherie sind sie alle
gleich zufällig zersiedelt mit monofunktionalen sterilen Zonen und technologischen Verkehrsverbindungen. Seit 1950 hat
das Städtebaugesetz mit seinen Zonen,
April Aprile 2005
turrisbabel 66
Der Innenraum der Stadt – Theoria
2
1 Nuova Pianta di Roma, 1748
2 Positiv–Negativ
Standards, Normen und Abständen mehr
überließ man einen Marktplatz. Fünfzig
als die beiden Weltkriege davor zur Zer-
Jahre nach der französischen Revolution,
störung der Stadt beigetragen. Der Stad-
als man langsam daran glauben musste,
traum wird nicht mehr geplant, nicht mehr
fing man an, Bibliotheken Theater und
von Architekten gezeichnet, dafür aber
Gärten für das Volk zu bauen. Als Gottfried
werden die Erweiterungszonen von Ur-
Semper in Dresden den Bereich hinter
banisten mit abstrakter Sterilität wissen-
dem Schloss und der Kirche bis hin zum
schaftlich berechnet. Das könnte notfalls
Zwinger in einen öffentlichen städtischen
ein nicht notwendiger erster Schritt sein,
Raum umgestalten sollte (1835–1846),
dann jedoch müsste man sich wieder mit
suchte er nach Vorbildern in der Geschichte
der Form der Stadträume befassen.
der Architektur. Im antiken Rom fand er
Die heutigen Erweiterungszonen sind keine
die Stadt, die am meisten für die Bürger
Städte, sie sind eine Ansammlung von
und für das Volk gebaut hat: Die Kaiserfora,
freistehenden Einzelgebäuden, der Raum
jene großzügigen Plätze mit Tempeln,
dazwischen ist eine zufällige Restfläche,
Hallen, Basiliken und Märkten, die ein
weder Straße noch Platz und ohne jede
Kaiser nach dem anderen seinem Volke
Qualität eines städtebaulichen Innenraums.
schenkte. Neben diesen bauten die Römer
Die Gebäude dieser Zonen könnten Meis-
Thermen, Bibliotheken, Gymnasien,
terwerke der Architektur sein, sie werden
Arenen und Stadien, wie man es nie vor-
jedoch noch lange keine Stadt ergeben.
her und nachher in der Geschichte ge-
Die „modernen“ Peripherien müssen erst
sehen hatte. Semper plante und baute in
zu Städten verdichtet werden. Es ist hier
Dresden ein neues Stadtzentrum, ein
wie bei der Sprache: Ein Gedanke kann in
großartiges Forum mit Oper, Pinakothek
langen Prosaseiten ausgedrückt werden,
und mit einer Orangerie.
wenn man jedoch den Text, bei gleich-
Die Forumstheorie wird ihn sein ganzes
bleibendem Inhalt, auf einen Satz reduziert,
Leben lang verfolgen und viel später baut
verdichtet, wird dieser zur Poesie, zur
er in Wien im Anschluss an die Burg ein
Dichtung. Die Verdichtung der Stadt bedeu-
noch größeres Forum mit Exedren, dem
tet einerseits eine höhere Dichte des
Burgtheater und mit den zwei Museen.
gebauten Volumens und andererseits eine
Die Platzwände, die Fassaden der Gebäude
Konzentration des öffentlichen Raumes,
seines Forums, wollte er im römischen Stil,
der Straßen und Plätze. Jede Stadt, jedes
weil dieser für eine soziale Einrichtung,
Dorf hat mindestens einen „natürlich
für einen Platz für die bürgerliche Gesell-
gewachsenen“ Platz, einen Markt- oder
schaft, geeigneter sei. Er mochte die Ab-
Kirchplatz. In den Jahrhunderten vor 1850,
strakten und die Puristen nicht und schließ-
wo die Mächtigen, die Könige und die
lich baute man in Rom die Außenfassade
Fürsten, die Päpste und die Bischöfe haupt-
des Kolosseums mit den drei Säulen-
sächlich an sich selbst und an die eigene
ordnungen problemlos übereinander, auch
Macht glaubten, bauten diese die Biblio-
wenn die Griechen für diese Entwicklung
theken, die Pinakotheken, die Theater und
über sechshundert Jahre investierten.
die Gärten für sich selbst, dem Volke
Für die gesamte Götterwelt bauten die
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50
Theoria – Der Innenraum der Stadt
April Aprile 2005
3–4
5
Römer ein Pantheon. Am Anfang des 19.
Jahrhunderts war das Londoner „Westend“
eine westlich der Stadt, der City, gelegene
Vorstadt, welche nach einem nahezu regelmäßigen Raster verbaut war. Von 1810 bis
1827 plante und baute John Nash in diese
homogene Vorstadtstruktur ohne städtebauliche Anziehungspunkte eine Achse mit
Zentrumsfunktionen vom Regents Park
bis zum St. James Park. Diese Achse wurde
teilweise erweitert, teilweise neu eingeschnitten und mit Plätzen und wichtigen
Bauten zu einem städtischen Raum, zu
einem neuen Zentrum verdichtet.
Der Regents Park wurde neu gestaltet und
mit den großartigen Terrace Houses umrahmt, von da führt der öffentliche Raum
über Park Square und Park Crescent zu
Portland Place und weiter zu Oxfort Circus,
Regent Street, Picadilly Circus, Waterloo
Place und über die Pall Mall zum St. James
Park, wo er mit der Carlton House Terrace,
3 Semper, Dresden
4 Semper, Wien
5 Nash, Regent Street
in einer seiner Wichtigkeit entsprechenden
Weise, abgeschlossen wird.
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April Aprile 2005
turrisbabel 66
Theoria
Carlotta Polo
Piazza pulita
Sul dizionario della lingua italiana Zingarelli
to. La piazza si trova così ad affrontare
alla parola “piazza” si riscontra come
almeno in occidente una grave crisi d’iden-
prima voce: “elemento della città originato
tità e perdita d’interesse. Penso per esem-
dall’allargamento di una via, con funzione
pio alla nostra piazza più rappresentativa,
di nodo nella rete stradale”. Se pensiamo a
piazza Walther, che vive grazie agli eventi
piazza Adriano, piazza Mazzini o piazza
turistici più svariati, che mettono in scena
Verdi per esempio, questa definizione si
di volta in volta un allettante teatrino e che
addice bene a questi luoghi, dove è il traf-
ha perso la sua funzione d’incontro al cen-
fico a dettarne il ritmo e dove gli spazi pubblici sono spazi di risulta. Eppure in architettura e nel nostro immaginario collettivo
il termine piazza ha significati ben più profondi e diversificati, legati all’idea tramandataci nella storia della piazza antica, ovvero l’agorà greca, che era un luogo d’incontro e di comunicazione tra le persone
innanzitutto. Se analizziamo per esempio la
piazza di Marrakech, una piazza sicuramente ancora molto vitale, ci rendiamo conto
che quello che crea realmente la sensazione
di piazza non sono certo l’incontro di più
strade né le facciate degli edifici prospicienti né le proporzioni e nemmeno la pavimentazione, bensì è l’interagire tra gli
uomini ed i diversi punti d’incontro tra di
Illustrazione da:
“Las ciudades inasibles”,
Fisuras, Madrid, pag. 182
loro che quotidianamente si rinnovano.
tro della città. In realtà lo scopo ultimo,
Infatti questo piazzale svuotato delle perso-
ovvero gli acquisti, viene mascherato tra-
ne sembra più un parcheggio e l’essenza di
mite queste scenografie commerciali nei
questa piazza è il risultato del desiderio e
nostri centri storici, compromessi nella loro
l’occasione che in quella società le persone
antica essenza, quale era la densità d’inte-
hanno di scambiarsi opinioni, esperienze e
ressi e funzioni che portava al confronto e
contatti. La nostra società ha sicuramente
all’incontro tra le persone. Rispondere a
lo stesso bisogno di dialogare, ma, attra-
questa situazione con piazze sempre più
verso la tecnologia dell’informazione, le
“pulite” forse non è proprio l’approccio più
opportunità di comunicazione si sono
indicato, perché sono vuota scenografia
ampliate enormemente soprattutto in
per produzione di teatrini commerciali.
maniera unidirezionale, mentre lo scambio
In controcorrente oggi stanno nascendo e
diretto tra più individui è stato relegato a
sempre di più si affermano progetti alter-
spazi di ritaglio sia fisici che temporali.
nativi, frutto del lavoro di architetti, artisti,
Oggi riusciamo a vivere a stretto contatto
sociologi, ecc., che hanno riconosciuto il
con i nostri simili e non sapere nulla di
fenomeno alla radice e che propongono
loro, mentre possiamo comunicare i nostri
nello spazio pubblico nuove condizioni per
pensieri a persone che vivono magari dal-
quella comunicazione tra gli uomini fonda-
l’altra parte del globo e possiamo essere
mentale alla rivitalizzazione dei nostri nodi
“informati” di avvenimenti che accadono a
urbani. Esiste una gamma vastissima di
molti chilometri di distanza, mentre non
progetti che, con escamotage anche molto
abbiamo la sensazione diretta di quello che
originali, rendono visibili i legami latenti e
avviene nel nostro quartiere, nella nostra
promuovono la socialità, riospitando nella
città. Lo spazio pubblico non è sparito, ma
città l’innato desiderio d’incontro e di fuga
è mutato ed ha cambiato forma e significa-
dalla dimensione introversa del privato.
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Theoria
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Karin Kretschmer
Athen, Venedig, Kassel, drei
Epochen und ihre Plätze
Städte sind Konzentrationen von Menschen,
Architektur der Stadt nieder: Der Woh-
Funktionen, Gebäuden… Es entsteht ein
nungsbau war einfach und folgte immer
Gefüge von Körpern und Räumen, in dem
demselben Schema, während sich die
das Recht der einzelnen Bürger auf den
Gemeinschaft und das Prestige der Stadt
eigenen Raum und die private Sphäre mit
in kunstvollen Kollektivbauten ausdrückten,
dem Anspruch der gesamten städtischen
denen ein so immenser Wert beigemessen
Gesellschaft auf gemeinsame Räume zum
wurde, dass die Entscheidung über ihre
Ausgleich kommen muss… Städtische
Planungen in der Volksversammlung gefällt
Räume sind in erster Linie Straßen und
wurden. Für die griechische Auffassung
Plätze… Beide erhalten ihren spezifischen
einer gut funktionierenden Demokratie war
räumlichen Charakter aus dem Verhältnis
der ständige, rege und offene Gedanken-
der Grundfläche zu den begrenzenden
austausch unter den Bürgern eine Grund-
Flächen oder Baukörpern. (1.1, S. 25)
voraussetzung. So schreibt Sennett, dass
Aber wird die Platzgestalt wirklich nur von
die athenische Demokratie großen Wert
dem Verhältnis der Grundfläche zu den
darauf legte, dass ihre Bürger den anderen
sie begrenzenden Volumen bestimmt?
ihre Gedanken in derselben Weise offen
Welches sind die anderen Faktoren, die
legten, wie die Männer ihre Körper ent-
den jeweiligen Platz zu dem werden ließen,
blößten. Diese gegenseitigen Akte des
was er ist? Mit diesem Artikel soll ver-
Offenlegens sollte den Zusammenhalt
sucht werden, anhand von Plätzen dreier
zwischen den Bürgern festigen (2, S. 43)
Städte in drei verschiedenen Epochen her-
und das Gemeinschaftsgefühl stärken.
auszufinden, welche weiteren Umstände
Um diesen freien Gedankenaustausch zu
die Gestalt der Plätze bestimmt haben,
ermöglich, bedurfte es eines geeigneten,
inwiefern z.B. politische und wirtschaftliche
öffentlich zugänglichen Raums, der in der
Kräfte Einfluss auf ihre Form genommen
Agora von Athen in idealer Form gegeben
haben.
war. Die Agora bot mit ihrer losen, um eine
große leere Fläche gelegenen Anordnung
Athen – Klassisches Griechenland
von einzelnen Gebäuden für Politik, Kultur,
Handel und Religion die Möglichkeit, frei
Athen um 400 v. Chr. ist ein blühender
und ungezwungen umherzuwandeln, zu
Stadtstaat, in dem erstmalig die Regie-
debattieren, an Gerichtsverhandlungen
rungsform der Demokratie ausgeübt wird.
teilzunehmen, aber auch theatralischen
Die Stadt besteht aus einer Masse von
Darbietungen beizuwohnen und religiöse
Wohnhäusern, aus deren Mitte sich die
Handlungen vorzunehmen. Unter diesem
Akropolis und nordwestlich von ihr die
Aspekt gesehen war die Agora kein Platz
Agora, das kulturelle, wirtschaftliche und
im eigentlichen Sinn, sondern eher ein
politische Zentrum der Stadt, erheben.
Bewegungsraum. Laut Sennett waren in
Die später so typische Verteilung von ver-
der griechischen Kultur Gehen und Stehen
schiedenen Funktionen auf verschiedene
ein Ausdruck des Charakters, der sich folg-
Plätze (Religion, Politik, Wirtschaft) trifft
lich an diesem Ort voll entfalten konnte.
man nicht an, da ein Gegensatz zwischen
Das freie Umherwandeln wurde nicht nur
weltlicher und kirchlicher Macht den
durch die große stadträumliche und bau-
Griechen unbekannt war. Der griechische
liche Offenheit gefördert, sondern auch
Bürger widmete sein Leben, Tun und
durch die Tatsache, dass die Agora ein
Handeln ausschließlich der „Polis“:
ungerichteter Platz war, d.h. sie war weder
Das Individuum galt nichts, die Vaterstadt
auf ein Zentrum noch auf eines der
hingegen alles. Dies schlug sich in der
sie umgebenden Gebäude ausgerichtet.
April Aprile 2005
turrisbabel 66
Athen, Venedig, Kassel, drei Epochen und ihre Plätze – Theoria
Ein weiterer Grund für die äußerst freie
Gebäude konzipiert. Es gab auf der Agora
Gestaltung des Bereichs der Agora dürfte
fast keinen Bereich, der dem athenischen
gewesen sein, dass die Idee der Polis …
Bürger nicht zugänglich und der nicht von
politisch-sozialer Natur war. Sie verbindet
außen einsichtig gewesen wäre.
sich nicht mit einer räumlich-architektonischen oder formal-symbolischen Vorstel-
Venedig – Mittelalter
lung (1.1, S. 165). Ein typisches Gebäude
der Agora ist die Stoa, ein längliches, zur
Die Entwicklung der Plätze Venedigs wurde
Rückseite hin geschlossenes und zur
hauptsächlich durch drei Faktoren beein-
Platzseite hin offenes und nur mit Säulen
flusst: Die Topographie, die Oligarchie des
versehenes Bauwerk. Sie diente keinem
Patriziats mit seinem ausgeprägten Be-
besonderen Zweck, sondern schuf einen
streben, die Macht untereinander zu ver-
geschützten öffentlichen Treffpunkt am
teilen, und vor allem der Wandel von einer
Rand der Agora. Die massive Rückfront bot
landwirtschaftlich geprägten Ansiedlung
Abgetrennter Bereich
Schutz und Abgrenzung zu den Wohn-
über eine unabhängige reiche Handels-
Peristyl
vierteln, die offene Vorderseite gewährte
stadt hin zu einer Stadt der Politik und
Münzstätte
freien Ein- und Ausblick auf den Platz und
Kultur. Im frühen Mittelalter entwickelte
Süd-östlicher Brunnen
stellte einen direkten Kontakt zu dem
sich eine geschlossene Bebauung vor-
dortigen Treiben her. Nicht nur die Stoen
wiegend längs der natürlichen Kanäle.
waren als baulich und funktional offene
Auf ihrer Rückseite lagen in der Inselmitte
im 3. Jh. v. Chr.
10 Kerameikos
11 Stoa des Zeus Eleu-
(Abb. aus 3)
terios (Basileios?)
1 Strategeion
2 Tholos
3 Bezirk der eponymen
12
13
14
15
18
19
20
23
24
Plan der Agora von Athen
Heroen
4
5
6
7
Metroon
Bouleuterion
Tempel des Hephaistos
Tempel des Apollo
Patroos
Altar der zwölf Götter
Tribunal
Südliche Stoa
Theseion (sog. Heliaia)
Süd-westlicher Brunnen
53
Campo San Polo,
Verkleinerung nach Daretti
(1961 / Abb. aus 4)
Brachflächen, die landwirtschaftlich genutzt
große Macht besaß, lässt sich aus der ab-
wurden und teils mit einfachen Holz-
seitigen Lage der Bischofskirche San Pietro
häusern bebaut waren. Mit zunehmender
di Castello ablesen. Die Kirche von San
Besiedlung nahm die Zahl der Pfarrkirchen
Marco hingegen unterstrich in ihrer Funk-
zu (mehr oder weniger jede Insel, sprich
tion als Hauskirche des Dogen und ihrer
Quartier, besaß eine), und das Innere der
Lage an der Piazza di San Marco dessen
Inseln wurde zum ungepflasterten Kirch-
Machtanspruch in weltlichen und religiösen
platz mit Friedhof und zum Knotenpunkt
Dingen. Der Markt von Rialto befand sich
der beiden unabhängigen Wegenetze zu
in zentraler Innenstadtlage, im Bereich der
Wasser und zu Land. Schon früh wurde die
ersten Ansiedlungen. Im Gegensatz zu
Kirche in ihrem Anrecht auf den eigenen
anderen mittelalterlichen Städten lag in
Grund eingeschränkt und musste u.a.
Venedig die politische und die wirtschaft-
Wegerecht gewähren (häufig quer über die
liche Macht ausschließlich in Händen des
Friedhöfe). Auf den Flächen der späteren
Patriziats. Gilden und Zünfte besaßen kein
Campi gab es keine Bebauungsgrenzen,
großes politisches Gewicht und wurden
und die Eigentümer konnten ihr Land
hauptsächlich mit sozialen Aufgaben
verkaufen und verpachten, wie es ihnen
betreut. Sie treten architektonisch erst in
beliebte, was einer gesamtheitlichen Platz-
späteren Jahrhunderten mit den „Scuole“
gestaltung und -entwicklung entgegen-
im Stadtbild in Erscheinung. Das Patriziat
wirkte. Schon früh entwickelten sich auch
war sehr darauf bedacht, niemals einer
in Venedig die drei für mittelalterliche
einzigen Person zuviel Macht zukommen
Städte typischen Zentren von Kirche
zu lassen und gründete eine Vielzahl von
(S. Pietro di Castello), Politik (San Marco)
Kontrollorganen, Magistraten, Gremien,
und Wirtschaft (Rialto) mit ihren entspre-
Gerichten etc., die alle dazu dienten, die
chenden Plätzen. Sie waren über lange Zeit
politische Unabhängigkeit der Stadt zu
hinweg die einzigen gepflasterten Plätze
sichern und einen ertragreichen Handel
der Stadt. Dass die Kirche in Venedig keine
zu gewährleisten. Die Regierung nahm ab
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Athen, Venedig, Kassel, drei Epochen und ihre Plätze – Theoria
dem 13. Jahrhundert auch die Kontrolle
denfolgen zusammen. Das Erscheinungs-
sentativen Stadtplatz ausgebaut wurde,
und Steuerung der vor allem urbanisti-
bild der Campi wurde nicht mehr durch
ist der Campo San Polo. Der Platz liegt
schen Bautätigkeit in ihre Hände und er-
locker aneinandergereihte Häuser und Calli
in der Mitte einer Insel und besitzt an
ließ entsprechende Gesetze. Die Stadt
mit wechselnden Bebauungshöhen
seiner SW-Ecke eine traditionell geostete
konnte nun u.a. ehemals privaten Grund
geprägt; vielmehr wurde die alle Platz-
Kirche, deren Apsis in den Platz hineinragt.
zu kommunalem erklären, um ihn öffent-
seiten umfassende geschlossene Bebauung
Wie auch bei einigen anderen aus den
licher Nutzung (z.B. als für die Stadt so
zunehmend zur Regel. Erst damit entwi-
Anfangszeiten Venedigs unverändert
wichtige Marktfläche) zuzuführen. Häufig
ckelten sich die Campi allmählich zu drei-
erhaltenen Campi, liegt der Platz hinter der
handelte es sich dabei um Teiche und
dimensionalen Stadträumen. Früher hatten
Kirche, da es sich um ein zugeschüttetes
Sumpfflächen, die zur Landgewinnung
die freistehenden Kirchen die Campi
ehemaliges Sumpfgebiet handelt.
aufgeschüttet wurden und laut einem
beherrscht; zwischen dem späten 13. und
Im Zuge der Einflussnahme der Regierung
Gesetz von 1288 nicht mehr bebaut werden
15. Jh. wurden sie mehr und mehr mit
auf die Stadtentwicklung und das Bau-
durften, sondern dem Nutzen und der
Wohnhäusern umbaut. [...] Die Bebauung
geschehen wurde der Sumpf 1287 zu
Bequemlichkeit aller Venezianer dienen
um die Plätze war dicht geworden und zu
einem öffentlichen Gewässer erklärt und
sollten (4, S. 47). Auch der Verkauf von
einem ersten Abschluss gekommen.
kurz darauf zugeschüttet. Ab 1292 fand
Grundstücken war nicht mehr ohne wei-
Und diese Plätze waren nicht mehr nur die
auf ihm bereits ein Markt statt. Am südli-
teres möglich. Ein weiteres staatliches
als Campi betitelten Freiflächen, sondern
chen Platzrand befindet sich die älteste
Eingreifen bestand in der Erstellung einer
durch Architektur definierte Räume. Im
Bebauung in Form kleinteiliger, einfacher
Baugesetzgebung. Durch diese wurden
Rahmen der Entwicklung des Profanbaus
und ungeordneter Wohnbauten, während
u.a. die Bebauungslinien festgelegt, die
wurden die Campi baulich zu städtischen
die Ostseite von sich zu dem Platz hin
nun nicht mehr den Kanälen und der
Plätzen (4, S. 87). Ab dem 16. /17. Jahr-
orientierenden Palästen besetzt ist, deren
Topographie folgten, sondern als gerade
hundert, als Venedig seine wirtschaftliche
Bauflucht aber noch eindeutig an dem
Linie zwischen schon bestehenden bau-
Vormachtstellung verloren hatte und seine
Verlauf des dort verlaufenden Kanals
lichen Fixpunkten gezogen wurden oder
Stärken auf dem Feld der Politik und
ausgerichtet ist. Die Nord- und Westseite
aber einer mehr oder weniger rechtwink-
Diplomatie entwickelte, begann ein adä-
hingegen werden durch neuere Paläste
ligen großräumigen Planung, die entspre-
quater Ausbau der Plätze, um den Hinter-
gebildet, die den geraden, durch die
chend gesamtstädtischen Bedürfnissen
grund für entsprechende Veranstaltungen
Magistrate vorgegebenen Baulinien folgen.
erfolgte, entsprangen. Diese großflächigen
politischer und kultureller Art zu bilden.
Wie oben bereits erwähnt, war eine Ver-
Planungen schlossen erstmals auch die
Zusammenfassend kann Petra Wichmann
lagerung im Erwerbswesen vom Seehandel
Konzeption von Landwegen und Plätzen
wie folgt zitiert werden: Die Umwandlung
zu Kapitalgeschäften hin der anfängliche
schon im Vorfeld der Bebauung mit ein
der noch weitgehend feudalen und privat-
Ausschlag für den Bau von landseitig
(z.B. Cannaregio). Hier wurden die Plätze
rechtlichen, d.h. durch einzelne Insel-
gelegenen Palästen, im Falle vom Campo
gebildet, indem in dem System aus Ka-
bereiche geprägten Ansiedlung in ein ein-
San Polo gehörten z.B. die Paläste Soranzo
nälen, Wegen und Baublöcken Raum für
heitliches, von der Kommune kontrolliertes
und Garzoni Bankiersfamilien. Wie viele
einen solchen freigehalten wurde. Auch
Stadtgebilde erfolgte in dem hier be-
andere Plätze, wurde auch der Campo San
die Kirchen mussten sich dieser Struktur
sprochenen Zeitraum (Ende 13. bis Mitte
Polo in späteren Jahrhunderten mit zu-
unterordnen und konnten meist nicht mehr
15. Jh.) schrittweise. Vor allem kam es zur
nehmendem Reichtum der Stadt und deren
geostet errichtet werden. Nachdem die
Einschränkung kirchlicher Vorrechte und zur
Bewohner zu Repräsentationszwecken
Landwirtschaft und die handwerklichen
Zurückdrängung kirchlichen Grundbesitzes.
ausgebaut. So stellten die Anwohner des
Tätigkeiten, die eine Beeinträchtigung oder
Organisatorische Voraussetzung hierfür
Platzes anlässlich des Besuchs Kaiser
Brandgefahr für die Stadt darstellten, durch
war die Schaffung eigener Ämter und eines
Friedrichs II., der in ihren Häusern wohnen
die Staatsgewalt in die Randbezirke oder
Gerichtshofes für die verschiedeneren
sollte, den Antrag, den Campo einebnen
auf andere Laguneninseln verlegt worden
Aufgaben des Stadtausbaus im 13. Jahr-
und pflastern zu dürfen, einen neuen
waren (z.B. die Glasbläsereien nach
hundert. In diesem Rahmen nahm die
Brunnen errichten sowie den Schießstand
Murano), und sich die Stadt wirtschaftlich
Kommune erstmals entscheidenden Ein-
entfernen zu dürfen. Was bis dahin
immer mehr vom Meer abkehrte, wandte
fluss auf den Platzausbau. Es sind zwar
charakteristisch für die Campi und teilweise
sich die Bebauung immer stärker den
keine städtischen Maßnahmen bekannt, die
Grund ihres Entstehens war – Schieß-
landseitigen Plätzen zu, und es entstanden
direkt den Ausbau der Campi zum Ziel
stände, Friedhöfe… –, begann zu stören.
Paläste, die zunächst noch eine Wasser-
gehabt hätten. Jedoch lassen sich ver-
Die neuen Plätze entstanden, indem
und eine Landfassade besaßen, aber mit
schiedene Einzelmaßnahmen nachweisen,
alte Funktionen zurückgedrängt und die
der Zeit sich immer öfter nur noch auf die
die in ihrem Zusammenwirken entschei-
mit ihnen verbundene Gestaltung der
Campi hin orientierten und sie zu reprä-
dend waren für die nächste Phase der
Campi entfernt wurde. Die Campi Venedigs
sentativen Plätzen werden ließen.
Platzausbildung (4, S. 48). Ein typisch
sind also keine zufällig leergebliebenen
Die unterschiedlichen Privatbauten fügten
venezianischer Platz, der seine Anfänge im
Areale in der Stadt, sondern eigens ge-
sich mit der Zeit zu kontinuierlichen Fassa-
Mittelalter hat und später zu einem reprä-
schaffene Freiflächen (4, S. 93).
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Theoria – Athen, Venedig, Kassel, drei Epochen und ihre Plätze
Kassel – Zwischen Spätbarock und
Frühklassizismus
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band die Altstadt mit der Neustadt. Sie (die
Königsstraße) ist also noch die barocke
Achse, die Prachtstraße des Königs, die vom
Zu Beginn der Regierungszeit von Landgraf
Königstor kommend, im „place pour le roi“
Friedrich II., die von 1760 bis 1785 dauerte,
ausläuft, in dessen Mitte als Point de Vue
bestand Kassel aus einem befestigten mittel-
die Statue des Herrschers stehen sollte (6,
alterlichen Stadtkern, der kurz zuvor für die
S. 65). Die anderen Achsen enden jedoch
Hugenotten erbauten Oberneustadt und
dort, wo sie auf bereits vorhandene Bebau-
einer großen barocken Parkanlage. Es ist
ung stoßen, als „Stummel“. Auch die ge-
die Übergangszeit zwischen dem sich kunst-
plante Statue in der Platzmitte wird nie aus-
geschichtlich im Barock ausdrückenden Ab-
geführt. So blieb der Königsplatz als barocke
solutismus und der Aufklärung, respektive
Platzanlage ein Torso, da er in einer Sinnes-
Klassizismus. Aufgrund der ständig anstei-
haltung geplant wurde, die schon zur Bau-
genden Bevölkerungszahl und der funktio-
zeit nicht mehr aktuell war. Der zwischen der
nal hinfällig gewordenen Stadtbefestigung
Altstadt und der Oberneustadt liegende Platz
beschloss Landgraf Friedrich II., diese
wird durch zwei damals neuartige Elemente
schleifen zu lassen und die Oberneustadt
charakterisiert: Seine großzügige Öffnung
an den alten Stadtkern anzubinden. Er be-
zur freien Landschaft im Süden hin und dem
auftragte Simon-Louis du Ry mit der Planung,
großen Museumsbau an der östlichen Längs-
einen Architekten hugenottischer Herkunft,
seite. Die Öffnung der Stadt zur Natur hin
der eine noch durch den Barock geprägte
ist ein Gedanke, der erstmals in der Renais-
Ausbildung genossen hatte, während er
sance auftrat, in einer Zeit, in der die Natur
selbst, der Auftraggeber, ein der Aufklärung
nicht mehr als ein feindliches Element an-
verbundener Regent war. Die Anbindung
gesehen wurde, sondern zum Gegenstand
der beiden Stadtteile sollte mittels dreier
vieler Studien wird. Auch in die architektoni-
Plätze erfolgen. Der Paradeplatz (1) wird
schen und urbanistischen Planungen wird
auf schon bestehenden Strukturen errichtet,
sie immer stärker eingebunden. Aber erst
der Königsplatz (2) in barocker Manier als
der Barock bezieht systematisch das Wech-
Verbindung zwischen zwei unterschiedli-
selspiel zwischen Natur und Architektur in
chen Stadtteilen geplant und der Friedrichs-
die Planungen ein (1.2, S. 441), jedoch in-
platz (3) entsteht in der direkten Pufferzone
dem die Natur, wie auch die Architektur,
zwischen Altstadt und Oberneustadt mit
strengen Achssystemen unterworfen wird
direktem Bezug auf die freie Landschaft.
(siehe z.B. Karlsruhe). Den Planungen des
Der Königsplatz stellt sich auf den ersten
barocken Absolutismus liegen nicht mehr
Blick als eine klassische barocke Platzanlage
Vorstellungen von geschlossenen, kleinteili-
dar: Eine rein geometrische Form ohne
gen Stadtstrukturen, sondern offene Systeme
besonderen funktionalen Inhalt wird in die
mit Stadt und Landschaft beherrschenden
vorhandenen urbanistischen Strukturen
Achsen zugrunde (1.2, S. 435). Im vorliegen-
eingefügt, um ein Scharnier zwischen Alt-
den Fall jedoch gibt es axiale Anlagen nur im
stadt und Stadterweiterung zu bilden, und
Bereich des Platzes selbst, der räumliche
mit regelmäßigen Achsen an die Umgebung
Bezug zur Landschaft bleibt im Wesentlichen
angebunden. Das ursprüngliche Projekt sah
ungestaltet und die sichtbare Landschaft
in seiner Mitte das Standbild eines Herr-
wurde nicht mehr einem barocken Gestal-
schers vor, so wie dieser auch im Sinne des
tungswillen unterzogen. Der Museumsbau
Absolutismus der einzige und wahre Mittel-
in seiner bevorzugten Stellung ist ein ein-
punkt des Staates war („L’état c’est moi“),
deutiges Kind der Aufklärung. Nachdem sich
und als Platzrandbebauung schlichte, in
in den vorherigen Jahrhunderten jeweils
ihrer Erscheinung ausgewogene Wohnge-
die drei Mächte Kirche, Politik und Wirt-
bäude (siehe die „Place Royal“ in Paris).
schaft mit Bauten an den öffentlichen Plätzen
Der Absolutismus stellt ein neues Leitbild
darstellten, kommt nun noch das aufstre-
der Stadt auf: Rationalität, Klarheit, Ord-
bende Bildungsbürgertum und mit ihm die
nung auf geometrischer Grundlage sollen
Bauten für die Kultur hinzu. Museumsbauten
die Stadt als Abbild der staatlichen Ordnung
der Aufklärung sind ein Zeugnis für den
erscheinen lassen (1.2, S. 441). Die einzige
Optimismus, das Glück des Volkes durch den
ausgebaute Achse, die Königsstraße, ver-
Staat organisieren zu können“ (7, S. 10).
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turrisbabel 66
Athen, Venedig, Kassel, drei Epochen und ihre Plätze – Theoria
Der Landgraf kann als Beispiel dazu dienen,
(1.2) Werner Müller / Gunther Vogel,
wie die Lieblingsthese der Aufklärung,
dtv-Atlas zur Baukunst, Band 2, Deutscher
dass der Mensch durch Bildung sich
Taschenbuchverlag GmbH & Co. KG
veredelt und glücklich werden kann, histo-
München, 3. Auflage 1983
rische Wirklichkeit wurde (7, S.12). Architek-
(2) Richard Sennett: „Fleisch und Stein –
tonisch wird die Wichtigkeit des Museums
Der Körper und die Stadt in der westlichen
durch seine Funktion als „point de vue“
Zivilisation“, Suhrkamp Taschenbuch Verlag,
des Platzes unterstrichen. Es ist das größte
1. Auflage 1997
Bauwerk am Platz und zudem, bis auf die
(3) Leonardo Benevolo: „Die Geschichte der
angrenzenden Baumreihen, baulich frei-
Stadt“, Campus Verlag Frankfurt / New York,
gestellt. Die sich rechts vom Museum
5. Auflage 1990
befindende katholische Kirche ist mit
(4) Petra Wichmann: „Die Campi Venedigs –
räumlichem Abstand errichtet und von
Entwicklungsgeschichtliche Untersuchun-
außen in ihrer Funktion nicht erkenntlich,
gen zu den venezianischen Kirch- und
demonstriert folglich keinen kirchlichen
Quartiersplätzen“, Beiträge zur Kunstwis-
Machtanspruch und tritt somit in keine
senschaft Band 12
Konkurrenz zu dem Museumsbau.
(5) Classici dell’Arte: L’opera completa del
Canaletto, Rizzoli Editore Milano, prima
Für die Platzgestalt gilt, was Mies van der
edizione 1968
Rohe schon über die Architektur sagte: Es
(6) Hans-Kurt Boehlke: „Die städtebauliche
muss begriffen werden, dass jede Architektur
Entwicklung Kassels“, in: Staatliche Kunst-
ihrer eigenen Zeit verbunden und verpflich-
sammlungen Kassel (Hrsg.): „Aufklärung
tet ist, dass sie sich nur in lebendigen Auf-
und Klassizismus in Hessen-Kassel unter
gaben und mit den Mitteln ihrer Epoche ma-
Landgraf Friedrich II. 1760–1785“, Verein für
nifestieren kann. In keinem Zeitalter ist das
Publikationen, Kassel 1979
anders gewesen. (Mies van der Rohe, 1924)
(7) Karl-Hermann Wegner: „Landgraf
Friedrich II. – ein Regent der Aufklärung“,
Stadtplan Kassel 1781
(Abb. aus 7)
Literatur
in: Staatliche Kunstsammlungen Kassel
(1.1) Werner Müller / Gunther Vogel,
(Hrsg.): „Aufklärung und Klassizismus
dtv-Atlas zur Baukunst, Band 1, Deutscher
in Hessen-Kassel unter Landgraf Friedrich II.
Taschenbuchverlag GmbH & Co. KG
1760–1785“, Verein für Publikationen,
München, 5. Auflage 1983
Kassel 1979
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Theoria
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Rudi Zancan
Scene di piazza
1
Piazza. Il “Dizionario di Architettura” a cura
custodia e protezione dei valori familiari,
di Pevsner, Fleming e Honour riporta la
la piazza è luogo pubblico. Maurice
seguente definizione: (lat. Platea, “strada
Aymard, ne “Il Mediterraneo”, dà di tale
ampia”, dal gr. Plat ỳs, “largo”), intervento
opposizione una duplice definizione: L’una
urbanistico fondamentale, consistente nel
lo differenzia rispetto alla casa, luogo del
tener libera da costruzioni una certa area.
riposo e del sonno, ma spazio chiuso, pri-
In un analogo dizionario, G. Ravazzini la
vato, femminile, difeso e da difendere; l’al-
definisce come lo spazio libero limitato
tra rispetto al “paese piatto”, al “paese
da costruzioni. La Piazza rappresenta uno
vuoto” della campagna, spazio aperto, ma
degli elementi più importanti nello svi-
luogo del lavoro e della natura. Esso si
luppo urbanistico delle città. Piazze celebri:
impone come lo spazio dell’azione senza
del Campidoglio, di S. Pietro a Roma,
lavoro: luogo del rituale e della festa, del
delle Erbe a Verona, di S. Marco a Venezia,
gesto e dello spettacolo, dei piaceri e dei
del Duomo a Milano. Sono, insieme ad
giochi. E prosegue: la piazza è il luogo pub-
altre, alcune fra le immagini che balzano
blico per eccellenza, una costante dell’ur-
alla mente con maggiore immediatezza ad
banistica mediterranea, a partire dall’agorà
ognuno quando si parli di piazze. Oltre a
greca e dal forum romano. […] È il luogo
tali esempi universalmente noti, ad archi-
degli incontri e delle chiacchiere, delle
tetti e urbanisti sovvengono immagini di
assemblee di cittadini e delle manifestazio-
piazze contemporanee, così come una
ni di massa, delle decisioni solenni e delle
lunga serie di spazi incontrati nei libri di
esecuzioni. All’origine semplice luogo di
storia dell’arte o della città.
riunione, la piazza si circonda ben presto di
Questo articolo intende dare un piccolo
portici, arcate, ripari contro il sole e contro
contributo all’immaginazione, ricostruendo
la pioggia. Ora accoglie solo occasional-
alcune scene che possano rendere colori,
mente il mercato, mentre riunisce intorno a
suoni e atmosfere di avvenimenti svoltisi in
sé i principali monumenti religiosi e civili,
tempi più o meno remoti, che hanno come
cui serve al tempo stesso da anticamera e
sfondo e cornice la piazza. E lo farà con
da proscenio: il tempio di Roma e di Augu-
l’ausilio di brani scritti da storici contempo-
sto e la curia, la cattedrale e l’antico palaz-
ranei, così come descrizioni e racconti della
zo del podestà. È l’espressione del succes-
singola epoca in questione. È un piccolo
so materiale e politico della città. Poi
viaggio nel passato, più o meno remoto,
riprende la differenza con gli altri spazi
senza alcuna pretesa di verità storica. D’al-
aperti, quelli del lavoro. Viuzze, strade e
tronde Quali sono, in effetti, i veri autori di
piazze disegnano così lo spazio del piacere.
una piazza? Di norma è possibile dirlo
Qui il gruppo dà spettacolo e si contempla.
meno ancora che nel caso dei grandiosi
Qui gli uomini che passeggiano, chiacchie-
edifici delle cattedrali, le interminabili “fab-
rano e si attardano non vengono per lavo-
briche del duomo” che ingoiano le vite e le
rare […] Il tempo della città può così
sostanze di diverse generazioni, riflettendo-
imporre il proprio ritmo, che non è quello,
ne gusti ed adattamenti. (M. Isnenghi)
monotono e regolare, del lavoro, ma quello
discontinuo, del silenzio e della parola,
La piazza nelle città del Mediterraneo
delle lunghe discussioni che precedono
qualsiasi decisione, accompagnano qual-
Grazie ad un clima mite per gran parte del-
siasi affare, commentano qualsiasi evento.
l’anno, che consente di svolgere molte atti-
È il tempo della passeggiata, del paseo. È il
vità all’aperto, la piazza ha sempre avuto,
tempo in cui si sorbisce lentamente l’ouzo:
dal passato ad oggi un ruolo centrale nella
non si entra al caffè per bere, ma per rive-
vita delle città che affacciano sul Mar Medi-
stire il proprio ruolo in una società di uomi-
terraneo. Se da una parte la casa mediter-
ni. È, infine, il tempo del gioco, che ha una
ranea è il luogo del privato, preposta alla
così grande importanza nella vita dei medi-
2
1 Cézanne, I giocatori di
terranei. La partita a carte, un quadro di
piazza si affaccia, piuttosto che nell’osteria
Cézanne, una non meno celebre di
popolare o nel moderno bar dello sport,
Pagnol… […] E la sola attività che abbia in
dove il testo di riferimento è l’immancabile
ogni città un ruolo riconosciuto – il com-
Gazzetta “rosa”.
mercio, lo scambio di beni – tende a vivere
La piazza è il luogo collettivo per eccellen-
al ritmo del piacere. […] Vendita e acquisto,
za. Come dice Arlecchino, è il più bel posto
guadagno o perdita sembrano passare in
del mondo, dove se pianse, se ride, se
secondo piano rispetto al piacere del mer-
canta, se bala, e se se xe poveri, non se
canteggiamento, della discussione prolun-
paga niente.
carte. (I classici dell’arte
gata all’infinito.
Rizzoli)
Interminabili discussioni continuano ad
2 Van Gogh, Esterno di
caffè di notte. (I classici
dell’arte Rizzoli)
Agorà e Foro Romano
aver luogo in epoche e in modi diversi nel
caffè borghese dell’Ottocento che sulla
Agorà e Foro Romano sono l’espressione di
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turrisbabel 66
1–2
due grandi civiltà dell’epoca classica. Simili
no le decisioni politiche, si fanno gli affari,
sono le forme, diversi gli usi in rapporto a
e hanno luogo in principio persino spet-
strutture sociali differenti: comunità di uomi-
tacoli gladiatori.
ni liberi e di pari livello quella ateniese,
In quanto luogo collettivo dalle diverse
gerarchicamente ordinata quella romana.
funzioni, il Foro Romano rimarrà il proto-
A Roma il Foro è il centro della città, l’Um-
tipo, talvolta mitizzato, dello spazio pub-
bilicus, luogo dal profondo valore simboli-
blico nella società occidentale per i secoli
co e d’identificazione. La sua definizione ha
a venire. La stessa città medievale ripren-
origini che sconfinano nel mito della fonda-
derà le caratteristiche del Foro Romano,
zione della città, che avvenne attorno al
ripartendo tuttavia la molteplicità di fun-
600 a.C. Un rituale etrusco, di cui parla lo
zioni in più piazze, spesso fra loro vicine e
storico Filippo Coarelli: Due fasi successive
collegate, secondo la caratteristica triade:
caratterizzano la fondazione rituale della
piazza della cattedrale, piazza civica,
città: quella, ben nota della realizzazione
piazza del mercato.
del pomerium (la linea che delimita lo spazio sacro della città) per mezzo di un solco
Circhi e ciarlatani
tracciato con l’aratro, e quella dell’indicazione del centro ideale della città: quest’ul-
La piazza è un collettore di viandanti e pel-
timo non è altro che il “Mundus”, un fos-
legrini che narrano agli astanti, riuniti loro
sato artificiale nel quale i futuri cittadini
attorno in crocchi, dei loro incredibili viaggi
gettano, con trasparente simbolismo, le
che hanno scorso paesi infiniti per mare e
primizie del raccolto e una zolla della loro
per terra, visitando questa e quell’altra
terra di origine. […] La creazione di uno
Città, Provincia, e luogo, nel ritornare a
spazio urbano si effettua dunque per mezzo
casa, riferiscono i pericoli, c’ha corsi, di
1 Pianta del Foro Romano
di due operazioni coerenti e strettamente
caldi, di freddi, di ghiacci, di neve, di tem-
(da Boethius e Word-Per-
solidali: la determinazione di un punto
peste, di venti, di nembi, di procelle, di
centrale, in cui si svolgeranno le attività
ladroni, d’assassini, d’asprezze di viaggi,
stampa (da Camillo Sitte,
collettive, politiche, e la realizzazione di un
d’incontri inusitati, d’accidenti straordinari,
L’arte di costruire le città)
confine verso l’esterno, di carattere sacro
di casi nuovi, d’alberghi insoliti, di strane
Roma, 1756
(il pomerium) e insieme profano (le mura).
meraviglie, che le sono occorse ne’ loro
4 G. P. Pannini, Il re Carlo
Vitruvio, nel De architectura, fa una descri-
pellegrinaggi da vedere. Ove alle volte
zione precisa del Foro Romano, centro spa-
sono molte più le ciance, le menzogne, le
ziale e simbolico dell’urbe, dove si prendo-
favole, che ritornati alla patria contano agli
kins)
2 Il Foro Romano in una
3 G. P. Pannini, Piazza a
di Borbore in visita alla
Basilica di S. Pietro, 1745
(P. Adorno, L’arte italiana)
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Scene di piazza – Theoria
amici, a’ fratelli, a’ parenti, che le verità sin-
Piazze in rivolta, piazze d’armi e di regime
cere manifestate loro (così Tommaso Garzoni da Bagnacavallo alla fine del Cinque-
Le piazze sono state, in molte epoche, i
cento). In tempi in cui viaggiare era cosa
luoghi deputati alle manifestazioni da parte
per pochi, la piazza diviene attraverso
del popolo o all’opposto del potere da
questi racconti una porta virtuale verso
parte dei regnanti.
altri mondi, altre dimensioni, diverse dalla
A tutti è noto, se non altro da ricordi di
“normale” vita di tutti i giorni.
scuola, il brano dei Promessi Sposi in cui
In piazza danno spettacolo i saltimbanchi,
Renzo si trova coinvolto a Milano nella
compagnie di teatro, i girovaghi dei circhi…
rivolta per il pane. Il montanaro, incuriosi-
Carlo Collodi narra della irresistibile voglia
to, si mette al seguito di un rivoltoso: voltò
di marinare la scuola da parte di Pinocchio,
il canto, diede pure una occhiata alla fronte
attratto più dai suoni dei pifferi che pro-
del duomo, rustica allora in gran parte e
vengono dalla piazza che dalla didattica.
ben lontana dal compimento; e sempre
La scelta è presto fatta: Detto fatto, infilò
dietro a colui, che tirava verso il mezzo
giù per la strada traversa, e cominciò a
della piazza. La gente era più spessa quan-
correre a gambe. Più correva e più sentiva
to più si andava innanzi; ma al portatore si
distinto il suono dei pifferi e dei tonfi
faceva largo: egli fendeva l’onda del popo-
della grancassa: pì-pì-pì, pì-pì-pì, pì-pì-pì,
lo, e Renzo, sottentrando nel varco fatto da
zum, zum, zum, zum. Quand’ecco che
lui, pervenne con lui al centro della folla.
si trovò in mezzo a una piazza tutta piena
Quivi era uno spazio, e in mezzo una bal-
di gente, la quale si affollava intorno
doria, un mucchio di brage, reliquie degli
a un gran baraccone di legno e di tela
attrezzi detti di sopra. All’intorno era un
dipinta di mille colori. – Che cos’è quel
batter di mani e di piedi, un frastuono di
baraccone? – domandò Pinocchio, voltan-
mille grida di trionfo e d'imprecazione.
dosi a un ragazzetto che era lì del paese.
L’uomo del fascio lo rovesciò sulle brage;
– Leggi il cartello, che c’è scritto, e lo
altri con un troncone di pala mezzo ab-
saprai. – Lo leggerei volentieri, ma per
brustolato, le rimescola e le stuzzica di
l’appunto oggi non so leggere. – Bravo
sotto e dai lati: il fumo cresce e s’addensa,
bue! Allora te lo leggerò io. Sappi
la fiamma si ridesta, con essa le grida sor-
dunque che in quel cartello a lettere rosse
gon più forti. “Viva l’abbondanza! Muoiano
come il fuoco, c’è scritto: GRAN TEATRO
gli affamatori! Muoia la carestia! Crepi la
DEI BURATTINI…
Provisione! Crepi la giunta! Viva il pane!”
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Theoria – Scene di piazza
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Un brano di Cuore ci fa rivivere invece l’at-
adunate oceaniche, in strumenti di propa-
mosfera di una parata militare di fine Otto-
ganda del regime. Tanto che il prefetto
cento: Domenica. Festa nazionale. Ritardata
dell’epoca Ottavio Dinale, potrà scrivere ne
di sette giorni per la morte di Garibaldi.
“La piazza che ha vinto la Piazza” Il Fasci-
Siamo andati in piazza Castello a veder la
smo ha riabilitato la Piazza. Che è stato il
rassegna dei soldati, che sfilarono davanti
suo campo di battaglia, il foro dei suoi
al Comandante del Corpo d’esercito, in
trionfi. Da Piazza San Sepolcro a Piazza
mezzo a due grandi ali di popolo. Via via
Belgioioso a Piazza Venezia, attraverso tutte
che sfilavano, al suono delle fanfare e delle
le piazze, grandi e piccole, delle città e
bande, mio padre mi accennava i Corpi e
dei villaggi d’Italia. A Bolzano nell’allora
le glorie delle bandiere.
Foro (oggi Piazza) della Vittoria, luogo dove
Il Fascismo azzererà ogni forma di dissi-
solitamente avevano luogo le adunate
denza nelle piazze per trasformarle, con le
per ascoltare via radio amplificati i discorsi
del Duce, vengono inscenate le manifestazioni propagandistiche del regime.
Da un cinegiornale del 1935: Bolzano: L’alta
cerimonia dell’offerta delle Fedi Nuziali alla
1
Patria, celebrata con imponente unità spirituale da tutti gli italiani, è riuscita particolarmente significativa in tutto l’Alto Adige.
A Bolzano il rito si è svolto, semplice e
solenne, davanti all’Ara della Vittoria.
La Duchessa di Pistoia, dopo aver letto il
Piazza del duomo a Padova
Piazza della Signorina a Firenze
messaggio della Sovrana e dopo la benedizione degli anelli in acciaio, ha deposto la
prima Fede, subito imitata da un'imponente massa di popolo. Alle offerte hanno
voluto aderire molti stranieri solidali con
la fiera reazione nazionale.
Piazza del duomo a Verona
L’arte di costruire le città
San Andrea a Mantova
Non si può fare la storia delle piazze senza
citare L’arte di costruire le città (1889).
Camillo Sitte, autore del testo, lamenta
come la progettazione delle città contemporanee sia guidata da un eccessivo tecnicismo: I sistemi moderni! Certo! Voler
San Cita a Palermo
affrontare ogni cosa con metodo senza
San Pietro a Mantova
allontanarsi d’un millimetro dallo schema
prestabilito fino ad ossessionare il genio
2
e a soffocare sotto la logica ogni sentimento ed ogni gioia di vivere […] Possediamo tre sistemi principali per costruire
le città […] sistema ortogonale, sistema
radiale e sistema triangolare. […] Poiché
i tre sistemi servono esclusivamente alla
regolazione delle strade, si sa fin dall’inizio che il loro scopo è puramente
tecnico. Una rete viaria serve solo alla
circolazione e non certo all’arte […].
Una città deve, al contrario, offrire sicurez-
za e, insieme, felicità. In questo senso, va
recuperata la bellezza artistica delle città
dell’Antichità, del Rinascimento o dell’età
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Scene di piazza – Theoria
barocca. E questo è possibile nel momento
La piazza oggi
in cui nella progettazione delle piazze torniamo a farci guidare dal senso artistico e
È oramai un secolo che architetti, urba-
dai principi della composizione che furono
nisti e storici della città lamentano che “la
vivi e sentiti in quelle epoche. Come fu per
piazza” è morta; o che, comunque, le
il Foro Romano, la caratteristica che rende
ragioni della modernizzazione si scontrano
degne di tale nome le piazze è il fatto di
con la forma storica della piazza e del
essere chiuse su tutti i lati. A questo scopo,
vivere in piazza e ne decretano la fine
nell’antichità si faceva uso di grandi archi,
inesorabile e non a lunga scadenza. Non è
di colonnati, ed, in epoche successive, per
solo questione di predominio dell’auto
accentuare il senso di chiusura, si usava far
e di trasformazione di tante piazze in
sì che le strade che sboccano in una piazza
anonime aree di parcheggio: sono venute
formano un angolo rispetto alla direzione
meno condizioni e funzioni di ciò che
dello sguardo invece di essere parallele.
aveva reso per secoli la piazza il centro
Statue o fontane sono disposte sul perime-
vitale della città storica. Sono venute meno
tro delle piazze in modo da lasciare libero
o si sono spostate altrove, decentrandosi
il centro dell’invaso. La regola, che consiste
e disperdendosi. Ma con esse la vita si è
nel lasciare libero il centro delle piazze,
ritirata dalla piazza. (Isnenghi)
non vale solo per i monumenti e le fonta-
A parte qualche corteo organizzato dai
ne, ma anche per gli edifici, specialmente
sindacati, i tempi in cui la piazza era sede
le chiese, che nella maggior parte dei casi
di accesi dibattiti o manifestazioni politiche
oggi sono disposte in mezzo alle piazze,
sembra tramontata. Qualcuno i comizi in
contrariamente all’uso antico. Gli esempi
piazza li tiene ancora, ma per diventare un
addotti con descrizioni e piante schema-
politico di spicco è infinitamente più im-
tiche sono molteplici, opposti ad altrettanti
portante comparire in un talk show tele-
esempi negativi, a costruire un manuale
visivo, che verrà visto da tutta la nazione.
che possa aiutare a ritrovare i “principi del-
Sicuramente lo spazio pubblico ha perso
l’arte di costruire le città”.
molto della sua importanza nel mantener
vivo lo spirito collettivo. Della vecchia cara
Il movimento moderno
piazza di paese rimane la nostalgia.
Da lunedì a venerdì va in onda in televi-
I principi del Sitte non paiono tuttavia
sione una trasmissione intitolata “Piazza
lasciare traccia alcuna fra i fautori del
grande”, dove all’interno di uno studio
razionalismo. Il modello di città proposto
televisivo appare ricostruita la piazza di un
da Le Corbusier è critico nei confronti del
ipotetico borgo italiano, lastricata, con
tessuto cittadino tradizionale. I piani per
tanto di tavolini del bar, di vigile e di un
Algeri e le città del Sudamerica sono dei
motocarro carico di “ricchi premi e
grandi gesti che si confrontano diretta-
cotillons” da distribuire ai fortunati gioca-
mente con il territorio. La “Ville Radieuse”,
tori di turno.
così come il “Plan Voisin” e la proposta
per la nuova Parigi vedono sostituire al
Bibliografia
vecchio tessuto urbano i tipi edilizi del
- Mario Isnenghi, L’Italia in piazza, il Mulino
redent e del gratte-ciel. Nel secondo caso
Camillo Sitte, L’arte di costruire le città, ed.
si tratta di alti fabbricati cruciformi di-
it. Jaca Book
stanziati 400 m fra loro. In mezzo vi sono
- Fernand Braudel, Il Mediterraneo, ed. it.
le arterie stradali di connessione e una
Bompiani
natura quasi selvaggia. Siete all’ombra
- Giorgio delle Donne, Bibliografia della
degli alberi. – Vasti prati si stendono attor-
questione altoatesina – Documenti Istituto
no a voi. L’aria è pura e pulita: a stento c’è
Luce
1 Schemi di piazze di città
un rumore… – Cosa? Non potete vedere
Italiane (da Camillo Sitte,
dove sono gli edifici? – Guardate in cielo,
L’arte di costruire le città)
2 Il tessuto di Parigi, New
attraverso i fantastici arabeschi dei rami,
York e Buenos Aires a con-
gioco matematicamente misurato, verso
fronto con quello della
Ville Radieuse (L. Benevolo, Storia della città)
quelle torri ben distanziate che si ergono
più alte di qualsiasi pinnacolo sulla terra.
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Theoria
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turrisbabel 66
Claudia Lamberti
La piazza come fondamento
dell’urbanistica
Der Städtebau nach seinen künstlerischen Grundsätzen
città moderna. Appare di particolare interesse riportare una sintesi del testo originale
relativamente al tema che in questa sede
Camillo Sitte è autore di un fondamentale
si vuol approfondire, ossia la piazza nel
testo dedicato all’urbanistica secondo prin-
pensiero di Sitte.
1
cipi artistici. Di tale libro, pubblicato nel 1889
a Vienna, ci occuperemo in questo articolo,
scoprendo quale importanza abbiano avuto
La piazza in Der Städtebau nach seinen
künstlerischen Grundsätzen.4
le sue riflessioni nella storia di questa disciplina. Le cause che hanno indotto Sitte a
Sitte affronta dalla Prefazione i problemi
scrivere un testo quale Der Städtebau nach
cruciali dell’urbanistica della sua epoca: il
seinen künstlerischen Grundsätzen sono
coniugare nuovi piani regolatori, rispondenti
varie: la formazione, avvenuta con teorici
alle esigenze della modernità, con il tessuto
della pianificazione urbana e del significato
urbano preesistente ed il mantenere un
sociale degli spazi cittadini, la diretta visio-
equilibrio tra architetture e spazi inedificati,
ne del mutamento di Vienna nel periodo
che egli suggerirà di basare sulle propor-
della costruzione della Ringstraße, la rea-
zioni delle città antiche. L’Introduzione è do-
zione alla lettura del testo di Baumeister
minata dal modello dell’agorà e del foro,
del 1876, Stadterweiterungen in technischer,
quali luoghi vitali della città. Nel capitolo
2
1
Camillo Sitte, architetto,
baupolizeilicher und wirtschaftlicher Bezie-
Rapporti tra edifici, monumenti e piazze de-
hung, che considera la gestione della città
scrive la struttura comune di alcune città
di pertinenza di economisti ed ingegneri,
italiane, evidenziando la presenza di una
mentre egli si allinea con la trattatistica
piazza civica, una piazza del mercato ed una
classica rivendicando la pianificazione all’ar-
della cattedrale. Esse svolgevano una fun-
chitetto-artista. Tra i motivi ispiratori di Sitte
zione pubblica legata agli edifici che le con-
si ricorderanno anche gli studi di Märtens
tornavano, in un legame artistico e funzio-
pittore, teorico (Vienna
1843-1903)
2
Reinhard Baumeister
(Hamburg 1833 – Karlsruhe 1917)
3
incentrati sul rapporto tra costruzione e
nale. Il confronto tra l’antica disposizione di
spazio circostante in funzione della perce-
sculture lungo il perimetro delle piazze e la
oder die Theorie und Pra-
zione che di essi si vuole suscitare, e la ri-
moderna collocazione di un’unica statua al
xis des ästhetischen
flessione sul ruolo etico e sociale degli spazi
centro, porta a notare che gli incroci orto-
aperti nella vita urbana, in base alle posi-
gonali o la concentrazione di più sbocchi
Ästhetik der Baukunst und
zioni espresse da vari pensatori nel dibattito
viari hanno tolto spazio ai monumenti.
der gewerblichen Künste
culturale contemporaneo e critiche nei con-
Nella sezione Spazio libero al centro delle
fronti della civiltà industriale e della disgre-
piazze Sitte difende l’asimmetria delle siste-
gazione delle comunità cittadine. Da nume-
mazioni urbane, ricordando come gli antichi
rosi viaggi formativi in Europa sorge il flori-
abbiano ottenuto buone soluzioni d’insieme
legio di illustrazioni pubblicate in Der Städte-
in piazze irregolari e con fontane e statue
3
Hermann Eduard Mär-
tens (1823–1898), autore
di Der optische Maßstab
Sehens in den bildenden
Künsten (1877), Praktische
(1887), Optisches Maß für
den Städtebau (1890)
4
Basati sulla traduzione
condotta sulla terza edizione tedesca del 1901. Si
ricorda che tutte le citazioni sono tratte da C. Sitte,
bau nach seinen künstlerischen Grundsätzen,
asimmetriche rispetto al centro. Suggerisce
l’urbanistica secondo i
raffiguranti vedute prospettiche di strade e
perciò di erigere i monumenti nei punti che
suoi fondamenti artistici,
spazi urbani dall’antichità al barocco, oppure
si trovano al di fuori della circolazione. Esa-
planimetrie di piazze che Sitte aveva visto.
mina poi la posizione degli edifici nelle piazze
L’arte di costruire le città:
Milano, Jaca Book, 1981
5
C. Sitte, op. cit., p. 117
6
C. Sitte, op. cit., p. 120
Il libro ebbe una fortuna insperata dallo
italiane medievali e rinascimentali, eviden-
7
C. Sitte, op. cit., p. 128
stesso autore, conoscendo quattro edizioni.
ziando come le chiese fossero addossate per
8
C. Sitte, op. cit., p. 144
9
Stadtbaukunst, Art de
Nei primi capitoli si presenta uno studio
uno o più lati ad altri fabbricati e giudican-
sulle antiche sistemazioni, poi si parla del-
dola una soluzione ottimale che valorizza le
l’urbanistica contemporanea e infine si pro-
altre zone dell’edificio. Polemizza indi con
pone l’applicazione dei principi antichi alla
Baumeister per aver suggerito di isolare gli
bâtir les villes, Civic art,
Arte urbana, City beautiful, Art public, Arte di
costruire le città
April Aprile 2005
turrisbabel 66
La piazza come fondamento dell’urbanistica – Theoria
antichi edifici demolendo le fabbriche circo-
da un corpo centrale al quale si affiancano
si richiami la partecipazione degli artisti alla
progettazione della città.
stanti. Nel capitolo La piazza chiusa critica chi
due ali a formare uno scenario teatrale. Nel
indicava indifferentemente come piazza qual-
capitolo Povertà dei motivi e banalità delle
siasi spazio inedificato e indeterminato. Ri-
costruzioni urbane moderne affonda il suo
corda poi come un’area chiusa offra una coe-
giudizio negativo nei confronti dell’urbanistica
renza della veduta e un’unità piacevoli allo
moderna, denunciando un’inversione del
Il testo di Sitte conobbe una rapida diffu-
sguardo e come gli antichi preferissero di-
rapporto forma degli spazi/forme degli edifici:
sione nell’area culturale di lingua tedesca,
sporre gli sbocchi delle strade all’angolo
“Attualmente, si dividono i lotti fabbricativi se-
influenzando la progettazione di città e pro-
della piazza in modo da preservare la conti-
condo figure regolari e ciò che avanza viene
curando nuove commissioni al suo autore,
nuità dell’immagine. Difende così la disposi-
chiamato via o piazza” , mentre in passato si
invitato in tutta Europa a redigere piani
zione delle strade “a turbina”.Tra gli artifici
badava principalmente ad ordinare la forma
urbanistici. Di fronte a Der Städtebau nach
con cui chiudere il perimetro vengono inoltre
dei fori e a correggere la linea perimetrale
seinen künstlerischen Grundsätzen si ebbe-
ricordati portici e serliane, archi di trionfo,
delle piazze irregolari, progettando le facciate
ro reazioni diverse: i più legati ai problemi
colonnati. Nel capitolo Dimensione e forma
con “finezze incredibili, che sfuggono quasi
della circolazione, delle condizioni abitative,
delle piazze evidenzia l’importanza dalle pro-
agli strumenti di misura, ma che non sfug-
delle questioni tecniche, lo ignorarono, men-
porzioni relative fra piazza e edifici. Sitte
gono alla sensibilità dell’osservatore” . Col
tre altri presero il libro di Sitte come riferi-
aborrisce le vaste piazze moderne, dove i
testo I sistemi moderni introduce ai sistemi
mento. Grazie alle traduzioni e rielaborazioni
fabbricati sembrano irrilevanti e non s’im-
urbani principali (ortogonale, radiale e trian-
da questa pubblicazione nascerà in tutta
pongono allo sguardo. Se, per bilanciare la
golare) sottolineando come il carattere di tali
Europa e nelle due Americhe un movimento
grandezza dei viali che vi sboccano, occorro-
schemi sia essenzialmente tecnico. Riguardo
per l’urbanistica artistica. Tra 1890 e 1930
no grandi piazze, Sitte consiglia di non ecce-
al sistema ortogonale, critica la pericolosità
esso assumerà varie denominazioni in
dere in spazi che causino agorafobia. Non
degli incroci di 4, 5 o 6 strade, quando gli
molte lingue9 e vedrà nelle sue file centi-
suggerisce un rapporto determinato tra le di-
urbanisti pensano di tutelare la sicurezza dei
naia di architetti. A Sitte va dato il merito di
mensioni di una piazza, sconsigliando però
passanti con isole spartitraffico. Questi “mo-
aver scoraggiato demolizioni e trasforma-
quelle perfettamente quadrate. Nella sezione
struosi nodi” sono indegni del nome di piazze
zioni incontrollate dei centri storici, rivalu-
5
6
L’influenza di Sitte
Irregolarità delle piazze antiche, formula la
e quand’anche prendano forme regolari,
tando l’eredità culturale e materiale delle
famosa difesa della varietà pittoresca delle
Sitte evidenzia in esse una “assenza di una
città del passato, in cui secoli di accresci-
combinazioni irregolari di edifici e vie. Egli
direzione principale nella piazza, la mancanza
mento secondo le regole estetiche della
nota come nella realtà si correggano istintiva-
di varietà nelle prospettive e la non valorizza-
visione d’insieme hanno condotto a com-
mente tracciati irregolari, che si avvertono
zione degli edifici” . Nella sezione I limiti del-
posizioni armoniche tra stili diversi. Sitte
solo in pianta, poiché grazie alla perizia degli
l’arte nei moderni piani regolatori delle città
insegna agli urbanisti il valore della storia
architetti furono in varie epoche inseriti ele-
mette in guardia dall’adeguarsi alle leggi
e propone di ricavare da essa le linee guida
menti dissimili ma in equilibrio. Contrappone
economiche al punto tale da rinunciare com-
per una progettazione che unisca bellezza
al senso ristretto che la parola simmetria ha
pletamente alla creatività artistica, bisogna
e senso di appartenenza alla comunità,
per i moderni il suo antico significato di pro-
“pensare che l’arte deve avere un suo posto
enfatizzando il ruolo della piazza nella rea-
porzione e suggerisce di badare a quest’ul-
preciso nell’urbanistica, perché la città è
lizzazione di tali valori.
tima. Nel testo su I gruppi di piazze loda la
un’opera d’arte che esercita quotidianamente
disposizione di due o tre attorno al solito edi-
e in ogni momento la sua opera educatrice
Bibliografia
ficio, che permettono all’osservatore di scru-
sulle masse”8. Si diffonde poi su Come mi-
- Choay Françoise, Pour une nouvelle lecture
7
tarlo da vari lati e apprezzarlo maggiormente.
gliorare i sistemi moderni, proponendo la
de Camillo Sitte, in “Communications”, 27,
Gli esempi portati sono tutti italiani, mentre
creazione di commissioni e concorsi che
1977, pp. 112–121
nel successivo L’organizzazione delle piazze
assicurino qualità alla nuova architettura e
- Collins George R., Collins Christiane Crase-
nell’Europa del Nord Sitte effettua un excur-
propone un Esempio di sistemazione urbana
mann, Camillo Sitte and the birth of modern
sus tra le piazze di altri paesi e mostra come,
secondo i principi dell’arte (irrealizzato) per
city planning, London, Phaidon Press, 1965
anche se la chiesa è collocata al centro per
la sistemazione di un’area tra la piazza
- Marino Angela, Il tema della piazza e
consentire le sepolture attorno al suo peri-
della Votivkirche e vari edifici posizionati
Camillo Sitte, in “Storia della città: rivista
metro, anche qui prevalga la soluzione del-
sul Ring, inserendovi logge, colonnati,
internazionale di storia urbana e territoria-
l’addossare l’edificio monumentale ad altri
aiuole che accolgano statue e monumenti e
le”, 54-55-56, aprile-dicembre 1990, pp. 7–8
edifici. Sia la piazza “italiana” che la “tedesca”,
delimitino maggiormente lo spazio, inqua-
- Sitte Camillo, L’arte di costruire le città:
rassomigliano, secondo lui, al foro antico.
drando le costruzioni in visuali determinate
l’urbanistica secondo i suoi fondamenti
Individua nello studio rinascimentale della
e gradevoli. Nella Conclusione congeda il
artistici, Milano, Jaca Book, 1981
prospettiva un momento di svolta per la for-
lettore con alcune riflessioni sul futuro
- Wieczorek Daniel, Camillo Sitte e gli inizi del-
mulazione di nuove composizioni degli spazi
urbanistico di Vienna, tra problemi estetici
l’urbanistica moderna, Milano, Jaca Book, 1994
aperti, quali i cortili dei castelli, università ed
ed economici. L’auspicio che formula è che
- Zucconi Guido (a cura di), Camillo Sitte e i
altri edifici pubblici: sono tutti caratterizzati
si tenga di conto dell’aspetto estetico e che
suoi interpreti, Milano, Franco Angeli, 1992
65
66
Theoria
April Aprile 2005
turrisbabel 66
Alexander Zoeggeler
La tragedia della perdita
delle piazze
1–2
1 Piazza di Spagna, Roma
2 Piazza Navona, Roma
3 – 4 Piazza del Campo, Siena
La piazza, lo spazio privilegiato di ogni
un’equazione che qualche burocrate calco-
città, ha da sempre avuto la qualità di
la, seguendo una di quelle innumerevoli
riuscire a rappresentarne il carattere.
norme fondamentali per la tutela e la sal-
Osservando una qualsiasi piazza storica si
vaguardia del “viver bene”. Un tot di metri-
riesce a riconoscervi la città e la sua
quadri che ognuno di noi ha a disposizione
cultura. Ogni città trae il proprio significato
e che devono essere adibiti a piazza. Spari-
e la propria realtà da un sistema di punti di
sce il disegno, sparisce la funzione, spari-
riferimento, le piazze sono senza dubbio i
sce il bisogno e la poesia della bella piazza
più importanti tra questi. La piazza era un
– peccato. Ma è davvero cosi? Non abbia-
luogo di rituale, un luogo di festa, un luogo
mo più bisogno di piazze oggi? Davvero ci
che favoriva la socializzazione, un luogo
accontentiamo di internet e di centri com-
d’incontro e di chiacchiera, di assemblee
merciali? Sono queste le piazze del futuro?
cittadine, di manifestazioni di massa, di
Preferiamo incontrare gente in chat piutto-
decisioni solenni e persino di esecuzioni.
sto che in piazza? Personalmente ho tanti
Oggigiorno no! Oggi le piazze sono tutte
bei ricordi legati alle piazze, sarebbe un
simili – prive di carattere! Sono vuote, gri-
peccato se imparassimo a farne a meno:
gie e tristi; sono divenute inutili e sterili
ricordo la piazzetta a Stromboli e la bellissi-
coperchi di garage sotterranei. Un tempo,
ma vacanza che ho passato lì, tutta la gente
le piazze erano circondate da palazzi monu-
che in pochi giorni vi ho incontrato e cono-
mentali, chiese, portici ed arcate, oggi,
sciuto. Ricordo come ai tempi del liceo ci si
dalle superfici banalmente lastricate spicca-
incontrava il sabato sera davanti al Duomo
no gabbiotti high-tech per ascensori e per
di Gries per decidere sul da farsi, ricordo
macchinette di casse automatiche dei gara-
come in Tunisia la sera mi recavo ad osser-
ge. Il linguaggio urbano è cambiato. Una
vare la gente che si incontrava in piazza al
piazza dovrebbe far parte del disegno di
tramonto per bere un the, fumare il narghi-
una città, ritmare i percorsi, dare la possibi-
lé e per odorare piccoli mazzetti di gelsomi-
lità di aprire gli occhi e di stupire il passan-
ni che alcuni bambini vendevano agli adulti
te, creare scorci e viste prospettiche inte-
per il semplice “piacere dell’olfatto” e per
ressanti per quei pochi che ancora si pren-
stare in compagnia. La gente sdraiata in
dono il tempo di fare una “sana” passeg-
poltrone in piazza che si raccontava la pro-
giata, quei pochi che non si sono fatti pren-
pria giornata. Ricordo passeggiate a
dere dalla frenesia dei ritmi di lavoro odier-
Campo dei Fiori, in Piazza Navona, in Piaz-
ni, quelli che ancora distinguono la diffe-
za di Spagna, in Piazza del Campo, in Piaz-
renza tra il piacere di fare due passi all’aria
za Santa Maria Novella, in Piazza Santo
aperta da quello di un “viaggio” in internet
Spirito, in svariate Piazze del Duomo… ma
navigando a velocità supersonica da un
è possibile che con gli esempi che ci ritro-
sito canadese ad un sito australiano in
viamo non ci vengano in mente piazze più
pochi istanti. La piazza di oggi non viene
belle e più interessanti di quelle che conti-
pensata seguendo un concetto globale del-
nuiamo a fare? Il compito del progettista
l’insieme, spesso le troviamo in posti
non è solo quello di fare il suo dovere di
assurdi. Senza alcun senso logico sono
tecnico, non basta calcolare la pendenza
sparpagliate in giro per le città, si abbatto-
appropriata per lo smaltimento delle
no vecchi edifici per far posto alle nuove
acque, non basta scegliere un materiale o
piazze inutili, delle quali sappiamo già in
un gioco di forme per la pavimentazione, il
partenza che non avranno un futuro da
suo compito è anche quello di dare la pos-
piazza, quelle che fungeranno solamente
sibilità ad una piazza di divenire una vera
da toilette per cani. Probabilmente esiste
piazza, con una propria vita, non deve
April Aprile 2005
3–4
turrisbabel 66
La tragedia della perdita delle piazze – Theoria
essere solo uno spazio pubblico, sterile e
della zucca, dello speck e di quant’altro,
pulito, riempito in un secondo momento
che vengono organizzate e spacciate per
con qualche pezzo di arredo urbano postic-
secolari tradizioni altoatesine e altro non
cio. Già la parola: arredo urbano… il degra-
sono che piccole “trappole per turisti”… La
do totale di ogni piazza; quella “pezza” che
vita quotidiana di Bolzano invece si svolge
si mette per tappare il buco quando la piaz-
altrove. Le “vasche” si fanno passeggiando
za non piace o non funziona: panchine,
su e giù tra via museo e i portici, il mercato
vasi, vasetti, fioriere, cespuglietti, portabici-
della frutta è posizionato in uno slargo che
clette e fiorellini, tutto ciò che serve per
solo erroneamente è chiamato piazza, e i
riempire inutilmente una piazza, una forza-
ritrovi principali sono davanti ai bar dei
tura per dare l’impressione che succeda
vicoli del centro o in quello spiazzo che c’è
davvero qualcosa. Cerchiamo di pensare a
davanti alla gelateria Fantasy – finte piazze,
piazze che abbiano una loro dignità. La
che sono vissute come invece ci si aspet-
piazza favorisce un rapporto percettivo,
terebbe da quelle vere. Forse le piazze di
esalta le facciate degli edifici circostanti, ci
un tempo sono sempre nate da particolari
dà la possibilità di osservarle interamente.
esigenze, hanno sempre avuto una loro
In ogni epoca le piazze hanno avuto un
funzione: la piazza del mercato, la piazza
posto d’onore, sono sempre state conside-
della chiesa, la piazza con il cinema, col
rate come palcoscenici di vita quotidiana,
ristorante con i tavolini fuori o con un bar
si sono sempre meritate un’attenzione par-
al quale bere una bibita sotto l’ombra di un
ticolare – perché oggi no? La bellezza di
bell’albero, oggi invece le piazze non
“fare le vasche” nasce da un modo disordi-
hanno più funzioni predefinite, oggi sono
nato di andare su e giù per una piazza,
casuali vuoti nei quali si vuol far succedere
incontrarsi, osservare la gente che passa o
qualche cosa per forza senza che nessuno
che si ferma, formare gruppetti di amici,
ne senta il bisogno, perché sono piazze che
che senza il bisogno di un appuntamento si
nascono senza che nessuno ne senta un
trova lì, casualmente, in piazza come sem-
reale bisogno. Personalmente credo che il
pre. Si ha la possibilità di avere una visione
bisogno di avere e di vivere le piazze ci sia
totale dell’insieme – in tutte le direzioni. A
ancora: per il piacere dell’incontro, della
Bolzano le piazze storiche che abbiamo non
conversazione, dello stare insieme e del
sono vissute come tali, forse un po’ Piazza
respirare. È e sarà sempre fondamentale
Walther, ma solo ultimamente. I bar e i
per la socializzazione, altrimenti finiremo
ristoranti che vi troviamo la rendono senza
tutti tristemente rinchiusi in qualche garage
dubbio più accogliente di altre, ma credo
o sottoscala con un computer collegato a
che il motivo principale per il quale ora sia
banda larga a chattare con un australiano
vissuta di più, sia per tutte le manifestazio-
per sapere che tempo fa, e anche lui, rin-
ni, come il mercatino di Natale, la festa
chiuso in cantina non ci saprà rispondere…
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April Aprile 2005
turrisbabel 66
a cura di Luigi Scolari
Interview
Spazi per interagire?
Turrisbabel prosegue con l’Assessore ai
che nascono i prodotti qualitativamente
Lavori Pubblici l’ing. Roberto Bizzo ed il
migliori.
mobility manager Arch. Sergio Berantelli
TB Su questo numero è presente il proget-
un colloquio già avviato con il numero 53
to della scuola di via Roma, realizzata dalla
della rivista.
Provincia, su un concorso organizzato nel
Turrisbabel La piazza nasce da un’idea di
lontano 1989. Il concorso bandito dalla Pro-
città. Quando questa idea è forte, espres-
vincia, allora non previde la realizzazione
sione di una volontà politica e dell’ammini-
della piazza al posto del palazzo del ghiac-
strazione, la piazza è presente e percepibile,
cio. Non era prevista la realizzazione dell’o-
essa assume un valore monumentale e
dierna piazza? I progettisti non hanno potu-
simbolico. Diversamente predominano
to prevedere una così importante relazione
altre priorità: a Bolzano è stato il caso delle
con il contesto. Come è possibile che in
“piazze” interrate, i parcheggi, che hanno
fase di programmazione non si tenga conto
lasciato libere le superfici, ma ci sono casi
di queste importanti relazioni?
di nuovi brani di città dove la piazza deve
RB La piazza era prevista dal Piano di
essere pensata ex-novo (quartiere Resia –
Attuazione. Io ricordo gli anni…, si parla di
Casanova). Se la città è un organismo la cui
prima del 1995 di sicuro, tra il 1990 ed il
crescita deve essere programmata, e con-
1995 quando fecero il Piano di Attuazione
trollata, questo compito spetta all’Assesso-
della zona ex Fiera. Lì era prevista la demo-
rato all’Urbanistica, voi intervenite invece
lizione del palazzo, la realizzazione della
in una fase esecutiva. Riuscite comunque
piazza, l’arretramento su quel fronte con la
ad interagire, collaborare alla definizione di
realizzazione dell’edilizia privata e dietro
una nuova visione della città?
ancora l’edilizia pubblica.
Roberto Bizzo Io concordo parzialmente
TB Dai documenti del bando di concorso,
con questa suddivisione di ruoli. È vero che
dal modellino, compare ancora il vecchio
l’Assessorato all’Urbanistica ha una funzio-
palazzo del ghiaccio. Quindi i progettisti
ne programmatoria, ma in realtà chi ha
hanno progettato l’ingresso della scuola
veramente la funzione programmatoria è il
verso la strada senza coinvolgere la piazza,
Piano Urbanistico, quindi il progettista del
uno spazio enorme che per gli utenti della
Piano, in questo caso il prof. Vittorini, che
scuola sarebbe stato importantissimo. La
ha fatto l’ultimo Piano di Bolzano. Poi, sia
piazza è diventato uno spazio di risulta. La
l’Assessorato all’Urbanistica, sia quello ai
piazza è per definizione uno spazio non
Lavori Pubblici, sia quello alla Mobilità,
edificato. Storicamente esso nasce insieme
tutti quanti si muovono nell’ambito di
alla quinta edilizia che lo delimita (piazza
questa visione strategica, che è il Piano
Tribunale, piazza Walther); altrimenti è uno
Urbanistico della città di Bolzano.
spazio fortemente coinvolto e caratterizzato
TB D’altra parte il Piano deve essere
dal traffico (le “due piazze” Mazzini, Piazza
aggiornato alle nuove e mutate esigenze
Gries, Piazza Verdi ), o addirittura la piazza
della città e ci sono zone di espansione
diventa una rotatoria (Piazza Dodiciville,
molto consistenti della città, che sono nate
Piazza 4 Novembre); oppure è uno spazio
al di fuori del Piano, ultimo esempio il
nascosto al traffico (Piazza del Grano, Piaz-
Casanova.
za della Mostra, Piazza di S. Maria in
RB Ci sono state emergenze, e il problema
Augia). Vorremmo affrontare questa intervi-
è che invece che ragionare dal punto di
sta in modo da evidenziare il significato
vista della strategia della programmazione,
culturale, e la funzione sociale che l’ammi-
spesse volte si deve ragionare sulla spinta
nistrazione attribuisce alla piazza, per poi
della risposta alle emergenze. Io spero non
scendere nel particolare delle realizzazioni.
ci si debba più trovare a fare fronte ad
Qual’è la Vostra idea di piazza?
un’emergenza, come quella abitativa. È
RB Quando parliamo di città, e quando par-
dalle soluzioni ragionate e programmate
liamo di piazza, e spesse volte di queste
Nuova “piazza” in via Roma
Foto Ludwig Thalheimer
cose si parla insieme, usiamo concetti che
e domenica i suoi prodotti e luoghi di
non sono più rispondenti all’attualità, cioè
aggregazione per quando la gente ha
la piazza e la città come erano nate, nel
tempo. Lo scoprirono perfettamente gli
Medioevo e nel Rinascimento, hanno man-
americani 50 anni fa, quando fecero il
tenuto lo stesso termine, ma ora hanno
primo supermercato “Seven-Eleven”, che
funzioni completamente differenti. La città
apriva alle sette di mattina e chiudeva alle
una volta era una città verticale, stratificata
undici di sera, perché la gente lavora
verticalmente, dove al piano terra c’era il
durante il giorno, oppure perché i pendola-
commercio. I Portici ne sono un esempio
ri entrano in città alla sera. Poi c’è la gran-
classico: magazzini al pianterreno, residen-
de piazza virtuale, che è Internet, che è la
za più o meno nobile al primo, e via salen-
televisione, e anche qui virtuale attiva e
do tutta la stratificazione sociale. In qual-
passiva. Le famose chat line consentono,
siasi paesino o città, che abbiano una sto-
virtualmente, di potersi incontrare attorno
ria precedente al 1945, la piazza era il luogo
ad un tavolino di un bar e fare due chiac-
di incontro delle persone, il luogo di socia-
chiere.
lizzazione, il luogo di aggregazione, perché
TB Quindi la piazza una volta aveva una
c’erano il bar, i negozi, c’era una suddivi-
funzione sociale di cui è stata svuotata.
sione, una organizzazione del mondo del
D’altra parte la città è, per fortuna, dotata
lavoro che era differente, e che consentiva
di spazi “vuoti” che devono essere “riempi-
una gestione del tempo differente. Oggi-
ti di senso”. Spetta al progettista assumersi
giorno quella funzione di piazza non è più
la responsabilità di calzare le vesti del
assolta dagli spazi aperti, ma dai centri
sociologo ed indagare queste nuove fun-
commerciali. Guardiamo ad R.F.I., (n.d.r.: la
zioni, interpretare il nuovo ruolo della piaz-
rete ferroviaria italiana ha una sua società
za o è l’Amministrazione pubblica che si fa
immobiliare) che ha capito perfettamente il
interprete di una nuova visione degli spazi
concetto e sta trasformando le stazioni in
collettivi e propone una nuova visione
centri commerciali e di nuova aggregazio-
della città e nuovi stimoli al progettista?
ne. Oggi abbiamo due modelli di piazza: il
RB L’IPES in via Cagliari – via Sassari ha
centro commerciale che offre anche sabato
tentato di riprodurre un modello tradizionale
1–2
di piazza, facendo negozi nei porticati, ma
TB Il tema delle piazze a Bolzano è venuto
quel centro non è mai riuscito a decollare,
alla ribalta con la costruzione dei garage
perché probabilmente hanno un altissimo
sotterranei, che hanno potuto trovare posto
turn over negli affitti dei negozi, perché i
solo sotto questi spazi vuoti tra il tessuto
negozi così piccoli non hanno più redditivi-
urbano densamente edificato. L’intervento
tà. Il più grande centro commerciale che
più consistente è quello dello scavo con la
abbiamo a Bolzano sono i Portici, che sono
realizzazione del parcheggio interrato, ed in
un insieme di negozi, ma è un modello di
seguito, anche dopo anni, si avvia la riqua-
città che non siamo in grado di riprodurre.
lificazione dello spazio liberato in superfi-
Esistono altre piazze che hanno una funzio-
cie. È il caso di piazza Adriano. I progettisti
(arch. Karl Spitaler)
ne più ricreativa di quella di tipo tradiziona-
dell’interrato e dello spazio in superficie
Foto Ludwig Thalheimer
le. Facciamo degli esempi: Piazza Tribunale
sono differenti. La progettazione della
(arch. Rossella Finato,
é stata trattata in un certo modo perché ha
struttura interrata comporta una forte inte-
ing. Antonio Marinaro)
una funzione monumentale, dovuta agli
razione con la superficie: bocche grigliate
edifici che la circondano e delimitano, e poi
di areazione, scale, vani ascensori, rampe.
ci sono spazi come Piazza Adriano.
È possibile ed è avvenuto un coordinamen-
1 Parco dei Cappuccini
2 Piazza Adriano
3 Piazzetta San Vigilio
(arch. Rossella Finato)
Foto Ludwig Thalheimer
April Aprile 2005
turrisbabel 66
Spazi per interagire? – Interview
to tra gli interventi, o la piazza diventa per
abbandonata, ora è diventato un parco
auto Remì, in fondo a via Milano. In Piazza
forza uno spazio risultante?
aperto al pubblico.
Adriano appena è stato completato il
Sergio Berantelli Il piano urbano del traffico
TB Si tratta di un parco recintato, che
parcheggio, tre anni fa circa, avevamo già
prevede la realizzazione di parcheggi inter-
viene chiuso all’imbrunire, come quello di
l’idea chiara di fare in superficie un sistema
rati su aree pubbliche, a cura e totalmente
via Cappuccini.
a zona verde. Infatti, appena hanno com-
pagate dalle cooperative di privati. Per
SB I parchi custoditi sono molto frequen-
pletato la costruzione del garage, vi si sono
l’acquisto del posto auto è necessario un
tati, perché si sa che sono puliti e sono
trasferiti in superficie i parcheggi di Piazza
vincolo di pertinenza tra alloggio ed il
recintati. Dunque: la cooperativa sceglie di
Tribunale, durante i lavori di scavo di
garage. Si deve dimostrare la proprietà
proprio pugno il progettista, mentre il
quella piazza, con una sistemazione prov-
dell’appartamento ad una distanza massi-
Comune sceglie il tecnico che tratterà la
visoria. Adesso, completata Piazza Vittoria
ma di 350 m dal parcheggio. Così si evi-
superficie. A prescindere da alcuni casi
viene eseguita la sistemazione superficiale
tano possibili azioni speculative. I privati,
iniziali, l’Amministrazione comunale cura
di Piazza Adriano.
organizzati in cooperativa, hanno il vantag-
l’approvazione del progetto del garage
RB Anche in questo caso, come in altri, il
gio di non pagare il terreno, ma solo il puro
interrato, perché essa prevede già che cosa
progetto è partito dagli uffici, anzi dall’arch.
costo di realizzazione e manutenzione, e
sarà realizzato in superficie. Poi appalta il
Berantelli, tanto per essere chiari, che ha
l’Amministrazione comunale invece ha
progetto con una gara per la sistemazione
fatto il progetto di massima e ha concepito
l’utilità pubblica di spostare sotto terra i
superficiale. L’ultimo esempio è Piazza
il concetto, la linea guida del progetto, il
parcheggi di superficie. A seconda della
Adriano (n.d.r.: progetto arch. Rossella
progetto definitivo, ovviamente tenendo
zona, comunque, si decide come recupera-
Finato ed ing. Antonio Marinaro, intervento
conto del fatto del vincolo grosso, che era
re la superficie, che può ancora essere
artistico Cristina Vignocchi). Alla domanda
il garage interrato, e delle dimensioni
destinata a parcheggio, così è stato per il
sul perché passano alcuni anni, rispondo
oggettive dello spazio. Poi quello che è
parcheggio Europal ed il parcheggio
che quasi sempre si è ragionato in modo
stato messo in gara è stato il progetto
Aurora, entrambi nei pressi di viale Europa.
tale che, appena completata la costruzione
esecutivo. Piazza Adriano si trova in una
Un esempio positivo è il parco Pompei di
del garage, si aveva già pronto il progetto
zona molto trafficata, ed ha vicino edifici
via Roen (architetti Mauro Venturin e Carlo
approvato con l’appalto già fatto per
che diventeranno dei contenitori di uffici, e
Alberto Trentini), che ospita nell’interrato
completare la sistemazione superficiale.
può offrire, sia alla cittadinanza ed agli
150 macchine, circa quaranta posti auto
A volte il progetto è dell’Ufficio tecnico del
utilizzatori degli uffici dei momenti di
sono stati tolti dalla via per realizzare la
Comune come è avvenuto per la siste-
svago, di distrazione, di relax, tipo una
pista ciclabile. Prima era un’area a verde,
mazione del parcheggio di superficie Park-
piccola oasi verde in mezzo al traffico.
3
71
72
Interview – Spazi per interagire?
1 – 2 Parco del Museo delle
Semirurali
Disegni Markus Scherer
1
April Aprile 2005
turrisbabel 66
TB La vostra proposta per Piazza Adriano è
Un’altra piazza da citare è la Piazzetta San
quella di cercare di offrire agli utenti degli
Vigilio (n.d.r: progetto Arch. Rossella Fina-
uffici ed ai cittadini uno spazio per la
to, intervento artistico Cristina Vignocchi),
pausa, uno spazio verde, anche se minac-
che è importantissima proprio come luogo
ciato dal traffico. Mi chiedo se il progettista
di aggregazione di via San Vigilio, perché
ha tenuto conto che è un’area molto pic-
dove prima c’era la chiesa con la scalinata,
cola e completamente compresa nel traf-
adesso c'è un sistema piazza, che accentua
fico, se quindi forse questa nobile intenzio-
la funzione di aggregazione del luogo.
ne di creare un’isola verde non si scontri
RB Mi viene in mente che una piazza, mai
contro la realtà, e chi vorrà qui godere di
riconosciuta come piazza, ma che funziona
una sosta dovrà sentirsi “minacciato” alle
come tale sono le passeggiate del Talvera,
spalle dal camion o dalle macchine in
che sono diventate un sistema…
transito. Il progetto ha tenuto conto di
TB A Bolzano c’è questa “riserva” di
queste problematiche?
verde, che si traduce in atteggiamento
RB Quest’area non è il Talvera 2 dove porti i
mentale. Siccome la città è circondata dalle
bambini a giocare, però sicuramente but-
montagne, confina con il verde agricolo
tare giù gli occhi dall’ufficio e vedere tutta
ed è dotata di questa arteria verde che
quest’area verde… Oltre il sedime del
sono il sistema dei prati sulle sponde del
garage, è possibile una piantumazione ad
torrente Talvera e del fiume Isarco, allora si
alto fusto. Ma poi ci sono la cabina di
sostiene che questi spazi verdi sono am-
decompressione del gas ed il chiosco, la
piamente sufficienti. D’altra parte l’anziano
cabina per il controllo della qualità del-
o la mamma con il bambino non sempre
l’aria, le due uscite del garage, la piazzetta,
possono raggiungere questi luoghi e
che deve rimanere, perché qui c’è il fa-
necessiterebbero di aree di sosta e per il
moso monumento, davanti al quale si ter-
passeggio, protette dal traffico, più diffuse
ranno le celebrazioni del 25 aprile. Chiara-
e comprese nei singoli quartieri. C’è da
mente una fila di parcheggi devono essere
parte dell’Amministrazione una tendenza a
mantenuti, perché ci sono le Poste.
voler riconsiderare gli spazi delle piazze,
Un albero già c’è, e ovviamente gli alberi a
usualmente spazi metafisici, lastricati e
alto fusto ci metteranno 10 anni almeno
vuoti, in spazi da dedicare al verde.
per diventare alberi.
C’è una nuova preferenza per le “piazze
SB Gli elementi architettonici come la fon-
verdi”, o le nuove piazze devono consi-
tana e l’arredo urbano sono più un decoro
derarsi parchi?
estetico e consentiranno di goderne du-
RB (Estrae un rilievo fotogrammetrico della
rante la sosta. È comunque evidente che
città ripresa dall’alto) Questa non è una
l’asse del traffico permane, ed il verde avrà
piazza, è un parco… È un sistema, è una
funzione di schermo e fonoassorbente.
struttura. È il parco via Bari/via Alessandria/via Genova, è l’ultimo progetto varato,
quello del grande parco di tre ettari e
mezzo, un ettaro e mezzo, più due. In questa zona è presente l’ultima casetta delle
semirurali, che è stata salvaguardata, verrà
costruito un centro di documentazione, ci
sono le rovine in Augia, e qui c’è un garage
interrato realizzato dalle cooperative. Tutta
la zona viene recintata e viene realizzato un
grande parco. Al di qua di via Genova
abbiamo già appaltato, stiamo demolendo
gli edifici ex Sicar, e ci saranno altri due
ettari di parco, quello lineare lungo il
fiume, che viene ad inserirsi in un ulteriore
sistema, ma “questo” è già una struttura
estremamente complessa. Il progetto di
massima era dell’architetto Carlo Azzolini,
poi abbiamo fatto l’appalto per l’esecutivo,
April Aprile 2005
turrisbabel 66
Spazi per interagire? – Interview
che è stato vinto dall’architetto Markus
tari, con i quali si dovrà concordare una
Giorgio Fedele (n.d.r: Dir. Uff. Gestione del
Scherer. Si tratta di un sistema, una strut-
strategia di intervento.
Territorio della Rip. Pianificaz. e Sviluppo
tura completa, nel senso che c’è di tutto
TB La dotazione di questa zona verde risul-
Territoriale del Comune di Bolzano).
dentro: c’è verde, c’è il sito archeologico, il
ta da un indice urbanistico, o lo supera?
TB Tornando al tema delle collaborazioni,
museo, campi da gioco… la parte iniziale
RB Va oltre… A Bolzano si è costruito tan-
trattato all’inizio: sembra evidente che que-
di un parco lineare, che in questa idea
tissimo negli ultimi 20 anni sulla spinta di
sta proposta di macro-intervento su un
ancora abbozzata dovrebbe allungarsi sino
mille esigenze, prima quella dell’emergen-
brano di città, per andare in porto, necessiti
a Piazza Don Bosco. Parte circa dal sagrato
za abitativa, ma ora è nostro compito
di un elevato grado di collaborazione tra
della chiesa, e scende verso sud. Si dovran-
realizzare il tessuto connettivo, che tiene
Assessorati, Uffici tecnici ed Enti. Trovate
no spostare le rampe del garage interrato
insieme e lega la città. Questo tessuto sono
delle difficoltà di coordinamento?
ed eliminare il parcheggio in superficie per
gli spazi collettivi. Ovviamente, per farlo,
RB All’interno del Comune si sono organiz-
raggiungere la zona scolastica, prevista
cerchiamo di riappropriarci di tutto quello
zati gli uffici per macrostrutture: la Riparti-
dallo studio Abram e Schnabl. Al momento
che possiamo. In particolare, nella zona
zione lavori pubblici comprende Hochbau,
due soci delle cooperative proprietarie
scolastica, erano previste una scuola ele-
Tiefbau e Straßenbau. Io sono responsa-
del garage si sono opposti e questo sta
mentare in lingua italiana e una scuola
bile dell’Hochbau, quindi edilizia, piazze e
bloccando tutto.
elementare in lingua tedesca. Lo spazio per
arredo urbano. Il Vicesindaco e Assessore
TB Questa è Santa Maria in Augia
il verde scolastico veniva eroso, poiché
alla Mobilità è responsabile delle strade,
RB Esatto, la chiesa di Santa Maria in
l’indice urbanistico destinato alla superficie
del traffico, ma soprattutto anche manuten-
Augia, e qui c’è la piazzetta che rimane
delle due scuole elementari era talmente
zione e costruzione di strade. Poi ci sono i
all’interno.
alto, che sarebbe stato necessario un sotto-
tecnici: l’ingegner Mario Begher è Direttore
TB Una domande prevista voleva trattare
passo per collegare le scuole al loro spazio
d’Ufficio Infrastrutture ed Arredo Urbano
proprio di questa piazzetta nascosta. Come
verde di pertinenza. Con la sistemazione
per entrambi gli assessorati, l’ing. Rosario
è avvenuto che si è realizzata una piazza
dei quartieri adiacenti, si è visto che
Celi è referente per le infrastrutture e Diret-
interna, difficilmente percepibile per chi
costruite le due nuove scuole nel Firmian,
tore dell’Ufficio Opere Pubbliche, Edifici e
non conosce la zona, si è costruita una
qui era sufficiente una piccola materna con
Manutenzione Patrimonio Immobiliare,
chiesa, dirimpetto a quella di Don Bosco,
due, tre sezioni di scuola elementare che
l’architetto Berantelli è mobility manager,
già esistente, e la Piazza Don Bosco, che
fungono da succursale della Pestalozzi di
responsabile Ufficio Gestione Mobilità,
tutto il quartiere rimpiange, si è ridotta ad
viale Europa, soprattutto per la popolazione
l’architetto Marco Spada è Direttore di
una strada?
di lingua tedesca. Così è stato possibile
Ripartizione Patrimonio e Lavori Pubblici.
RB Si realizzerà un sistema di piazze, rea-
recuperare a parco quello che origina-
È evidente la necessità di un elevato grado
lizzate in tre lotti distinti.
riamente doveva essere il verde scolastico.
di interazione tra gli Uffici dell’urbanistica,
TB C’è una visione generale, la possibilità
TB Per la nuova piazza Don Bosco è già
con le strade, con la viabilità, ma anche
di coordinare l’intervento, in modo che
stato scelto il progettista?
con enti esterni come l’IPES e con i cittadi-
ne risulti un sistema unitario, chiaramente
RB Non lo so, avevamo iniziato la scelta,
ni, le circoscrizioni, gli utenti.
leggibile nel tessuto urbano?
ma poi abbiamo sospeso in attesa della
TB Vorrei concludere riprendendo un argo-
RB Per ora sono tutti quanti distinti, non
definizione delle aree. La visione d’insieme
mento a difesa e tutela dei giovani architet-
solo i progettisti, ma anche gli enti proprie-
del parco è stata proposta dall’architetto
ti, per il quale ti eri impegnato nell’intervi-
2
73
74
Interview – Spazi per interagire?
1
April Aprile 2005
turrisbabel 66
sta precedente, dove si parlava di concorsi,
museale, e per l’allestimento. Poi con
di workshops, di un coinvolgimento più
l’entrata in vigore della nuova legge sugli
aperto dei professioni. La maggior parte
appalti abbiamo dovuto chiudere l’incarico
di questi lavori è stata affidata per invito,
e fare una gara al massimo ribasso.
ci sono state delle difficoltà, o lo strumento
Ora chiederemo delle offerte ai profes-
dei concorsi è una macchina difficile da
sionisti che hanno progettato le ultime
gestire?
piazze a Bolzano.
RB Abbiamo fatto un grosso concorso,
TB I concorsi per interventi di questo tipo
quello per la zona scolastica e per l’arredo
non vi sembrano pertanto uno strumento
urbano della zona Firmian, che è stato
utile e praticabile?
vinto dall’architetto Matteo Scagnol. Un
RB Ci abbiamo pensato, però avremmo
piccolo rammarico, una piccola critica per
dovuto organizzare un concorso, spiegan-
quanto riguarda il concorso del Firmian: è
do che il vincitore sarebbe stato vincolato a
che di altoatesini non c’era quasi nessuno.
collaborare con due professionisti già in-
L’impegno è stato grande ed intenso. Tutto
caricati (n.d.r.: Scherer e lo sudio Abram e
l’iter di concorso, dalla sua ideazione alla
Schnabl), e questa non era una cosa…
fine, è durato più di due anni, e abbiamo
SB Abbiamo provato ad organizzare con
dovuto ricorrere ad una forza esterna, il
l’Ordine degli Architetti un concorso su
coordinatore di concorso. Credo che per
5 piazze. Ma i costi sono risultati eccessivi.
quanto riguarda le nostre dimensioni
RB Esatto, inoltre si trattava di un importo
concorsi di questo genere, con questo
lavori modesto: una era Piazza Adriano, poi
ritmo ne possiamo gestire pochi. Abbiamo
c’era il Parco Madonna (angolo via Vintola/
oggettiva difficoltà, anche come costi.
via Castel Roncolo, via Dolomiti, via Simi-
TB Il risultato non è stato all’altezza delle
laun e Piazza Don Bosco. A Bolzano stiamo
aspettative?
facendo 3 grossi nuovi quartieri, e abbiamo
RB È stato un bel concorso, perché abbia-
dovuto tagliare su interventi importanti e
mo avuto 300 progetti.
urgenti di proprietà comunali per esigenze
TB Quindi avete avuto la possibilità di sce-
di bilancio. Noi abbiamo una visione tecni-
gliere tra una rosa molto ampia di progetti.
ca e propendiamo per il concorso e ci è
C’è stata sicuramente un’offerta di qualità
dispiaciuto, perché avevamo cercato di fare
più alta, rispetto al caso in cui un unico
in modo che fosse riservato a giovani
progettista ha la sicurezza di avere l’incari-
professionisti bolzanini iscritti da non più
co ed il risultato dipende dalla sua qualità
di 10 anni all’albo, ma il preventivo…
professionale. Per i parchi?
In un periodo di tagli su tutte le opere, é
RB Nel caso del parco avevamo una serie
difficile motivare alla Giunta Comunale dei
di incarichi ereditati, nel senso che Carlo
costi di organizzazione così elevati.
Azzolini aveva già fatto tutto lo studio
SB Il prossimo intervento sarà per la defi-
2
3
1 Piazza Don Bosco
2 Piazzetta S. Maria in Augia
Foto Ludwig Thalheimer
3 Parco in via Similaun, progetto del 1998 degli studenti
dell’Università di Freising
nizione del tessuto connettivo per la zona
l’arch. Enrico Farina. In genere quasi tutte
Bivio-Kaiserau, Casanova.
le piazze nascono da studi preliminari re-
TB Qui si sono svolti e si svolgeranno
datti dagli uffici tecnici comunali, poi diamo
molti concorsi: il KVW ha già realizzato un
gli incarichi per l’esecuzione. In questo
concorso per il lotto da edificare di sua per-
caso è stato rilevante un approccio di pro-
tinenza, l’IPES lo sta organizzando, le altre
gettazione partecipata. Importante è la
cooperative non hanno mai realizzato con-
partecipazione degli utenti, il loro coinvol-
corsi. Chi ha partecipato al primo per il
gimento. Con il precedente Assessorato era
KVW, si troverà avvantaggiato, conoscendo
stata avviato un esperimento di partecipa-
la tipologia prevista dal piano di attuazione
zione, si erano invitati degli studenti a dise-
di Frits van Dongen, vinto per concorso e
gnare sul posto delle soluzioni progettuali.
presentato in TB65. In occasione di quella
TB La “ricetta” per il raggiungimento
presentazione al pubblico del numero
del miglior risultato, per la realizzazione
abbiamo collaborato con i ragazzi della
di una piazza, ma per esteso di qualsiasi
cooperativa Vispa Teresa, che si occupa di
opera, consiste in una proficua collabo-
attività di socializzazione con i giovani del
razione tra uffici comunali, provinciali
quartiere. L’anonimo spazio su cui affaccia
preposti alla programmazione ed esecu-
la loro sede fa parte di una serie di spazi di
zione, enti esterni coinvolti o proprietari
“risulta”, tra i grandi palazzi dell’isolato.
dei suoli ed immobili, architetti incaricati
Si tratta di uno spazio che non possiede
per concorso e merito, con il coinvolgi-
qualità, ma viene vissuto molto dai ragazzi
mento e la soddisfazione dei fabbisogni
e dalle famiglie. Esiste uno studio di fatti-
preventivamente espressi dagli utenti.
bilità per la riqualificazione di questi spazi
Sembra una banalità, ma siano piazze,
intertstiziali dell’architetto Paolo Perosa, è
edifici pubblici o privati, i prodotti di que-
poi stato abbandonato?
sta complessa interazione ne vengono
RB Era di grande importanza legare quel
segnati in modo duraturo; essi lasciano
brano di città al nuovo quartiere Casanova,
traccia del suo compimento, e l’osservato-
per cui stiamo progettando. È stato realiz-
re sensibile e non superficiale sa valutare
zato il parco adiacente, su progetto del-
se é avvenuta con successo.
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April Aprile 2005
turrisbabel 66
Alessandro Scavazza
Kunst / Arte
1
Arti e Architettura 1900/2000
GeNOVA 2004 Se c’era fino agli Ottanta un
gliere gli stimoli estetici e culturali che deri-
colore per descrivere Genova questo era il
vano dalle tensioni fra espressione artistica
grigio, un grigio severo che svariava dai
e spazio architettonico, proponendosi come
tetti di lavagna ai muri scoloriti ed inquina-
luogo di elaborazione della cultura di oggi,
ti. Oggi siamo invece passati ad una città a
in cui i diversi ambiti devono uscire dal
colori in virtù delle grandi iniziative urbani-
reciproco isolamento per convivere armo-
stiche e architettoniche attuate. Forse nes-
niosamente. Il centro storico stesso è stato
suna città italiana ha avuto più benefici
coinvolto ospitando le installazioni esterne
interventi nel corso degli ultimi quindici
della mostra, ovvero le ricostruzioni in
anni come il capoluogo ligure. Molti pro-
scala reale di edifici ed oggetti rendendo
blemi strutturali sono stati affrontati, diver-
possibile il percorso tra i corpi dell’arte e
si sono i musei aperti in città nell’arco di
dell’architettura, quasi a cercare e suggeri-
un solo anno, mentre l’opera più importan-
re nuove interpretazioni dello spazio urba-
te prevista per il 2005 sarà l’avvio del Pro-
no. La più emozionante è stata certamente
getto Ponte Parodi, un’opera che complete-
il Teatro del Mondo di Aldo Rossi in Piazza
rà l’area del Porto Vecchio su disegno del-
Caricamento. Vero feticcio, ma al tempo
l’architetto olandese Ben van Berkel. La
stesso oggetto misterioso per gli studenti
mostra “Arti e Architettura 1900/2000” –
delle università italiane, è stato finalmente
curata da Germano Celant con l’allestimen-
possibile visitarne la ricostruzione e guar-
to di Gae Aulenti e il progetto grafico di
dare all’edificio come a un’entità impene-
Pierluigi Cerri – suggella la conclusione del
trabile e affascinante al tempo stesso, su
viaggio che Genova ha voluto compiere nel
cui è necessario sempre interrogarsi. Fra le
ruolo di Capitale Europea della Cultura. Per
altre installazioni mi limito a ricordare
mezzo di questo avvenimento la città ha
anche il vagone-cisterna per il trasporto di
inteso ponderare la sua capacità di racco-
combustibile dipinto d’oro e sormontato da
due corna celtiche: “The golden Calf” di
Hans Hollein; in altre parole il petrolio e il
potere del denaro come nuova divinità dei
nostri tempi, che dominava Piazza Fontane
Marose, snodo vitale del traffico genovese.
Questa mostra è stata un appuntamento
importante per numero e qualità delle
opere, ma soprattutto per l’obiettivo audace che si è prefissata, vale a dire di avvicinare la cittadinanza e le nuove generazioni
alla cultura del contemporaneo e riflettere
sul divenire della propria forma urbana. Un
percorso intenso fra gli sconfinamenti dell’architettura nell’arte del sec. XX e di oggi,
in cui le stesse hanno avuto il coraggio di
proporre percorsi alternativi, inclassificabili
all’interno di un unico vocabolario linguistico. Questa insofferenza per un solo linguaggio o ambito, convenzionale e immutabile, costituisce una dinamica incessante
ed ha sovente messo in discussione il
costruire creando espressività inedite. Un
argomento di estrema attualità, quindi, e
un tema storico che non è mai stato sufficientemente trattato e mostrato nella sua
April Aprile 2005
turrisbabel 66
Arti e Architettura 1900/2000 – Kunst / Arte
complessità e vastità, fondamentale per
rischi di rimanere delusi dall’aspetto gene-
comprendere la metamorfosi plastica e
rale dell’edificato. Ciò che non deve sfuggi-
scenografica che si è sviluppata in architet-
re, invece, è come la città di Genova sia
tura dagli anni Novanta ad oggi, in cui gli
tornata ad essere un cantiere continuo
edifici si sono trasformati in “sculture abi-
come in passato, in cui la manutenzione
tabili”. A conclusione di quest’itinerario, che
dei fabbricati era in pratica quotidiana. Si
ci ha accompagnato a visitare il cuore del
ha la sensazione che in città ci sia un gran-
capoluogo, non si può negare come si
dissimo fervore. Genova si è ormai resa
conto che se non gioca bene l’occasione
del restauro sia del porto sia del centro storico, quel centro storico che è stato definito
“il più grande d’Europa, ma anche il più
disastrato e abbandonato”, rischia di perdere l’occasione ancora più grande del suo
completo ridisegno urbanistico.
Bibliografia
- G. Celant (a cura di), Arti e Architettura
1900/2000, catalogo della mostra, Skira
2000, Ginevra-Milano
- www.palazzoducale.genova.it
2–3
1 Aldo Rossi, Teatro del
mondo (Foto: Catalogo
della mostra)
2 Hans Hollein, The Golden
Calf (Foto: Catalogo della
mostra)
3 Mappa delle installazioni esterne
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78
Kunst / Arte
April Aprile 2005
turrisbabel 66
Letizia Ragaglia, Angela Giudiceandrea
Le motivazioni di un progetto
d’arte pubblica
Un museo per Don Bosco
di accoglienza ed estraneità. Si tratta di un
incontro tra esperienze, tra diversità, che
La costante presenza di Museion, Museo
ha luogo in un contesto poco neutro, che,
d’arte moderna e contemporanea di Bolza-
secondo una definizione di Rosalind
no, in un quartiere “difficile” della città
Krauss, possiamo chiamare lo spazio cultu-
nasce dalla felice comunanza di intenti di
rale. È una conseguenza quasi naturale che
tre soggetti coinvolti: da un lato la Ripar-
l’artista che opera o che è chiamato ad ope-
tizione Cultura Italiana della Provincia
rare in tale spazio ambisca ad una stretta
Autonoma di Bolzano che dà l’avvio ad un
relazione con esso rinunciando ad un ruolo
progetto pluriennale con la volontà di
dell’arte puramente contemplativo e ricer-
portare l’arte contemporanea nello spazio
cando un rinnovato ruolo attivo dello spet-
pubblico, dall’altro Museion, Museo d’arte
tatore. Si può constatare come nei progetti
moderna e contemporanea di Bolzano,
d’arte sul territorio entri sempre meno in
che manifesta in maniera sempre più
gioco il mito dell’artista ed acquisti impor-
esplicita l’esigenza di uscire dai propri
tanza il contesto. Si è però anche giunti alla
spazi museali ed infine il coinvolgimento
consapevolezza che questo genere di arte
dell’artista Alberto Garutti, da sempre
non può essere identificata con i numerosi
impegnato a cercare il dialogo con un pub-
parchi e boulevard di sculture spuntati
blico che non sia solo quello del selezio-
come i funghi negli ultimi decenni, in cui le
nato sistema dell’arte. Da queste premesse
opere plastiche scadono a mero pretesto
ancora nel 2000 è nata l’idea di Alberto
decorativo, o peggio ad un ornamento
Garutti di offrire alla gente del quartiere
volto a coprire errori architettonici. La
Don Bosco, un quartiere di periferia di
cosiddetta “public art” oggi vuole essere
Bolzano, un museo in miniatura, che costi-
partecipata, esperita: non serve ad abbelli-
tuisca una sorta di filiale di Museion.
re, non rientra nel cosiddetto “arredo urba-
Da tempo, il museo si è fatto promotore di
no”; anche se effimera funge da catalizza-
una serie significativa di iniziative volte
tore emotivo.
a portare l’arte contemporanea in spazi
non sempre ad essa deputati, ma che di
Il contesto in cui intervenire per Alberto
fatto non restano slegate dal contesto
Garutti era dato da una piazzetta in un
museale (i “Percorsi di Luce” e le bandiere
quartiere densamente popolato, che fino
di Matt Mullican nella città di Bolzano, il
ad un passato recente ha sofferto la margi-
progetto “Guida” a cura di Giacinto di
nalizzazione rispetto al centro storico, ma
Pietrantonio all’interno di alcune sedi mu-
che ora ha acquisito la propria autonomia
seali della provincia così come la disloca-
in termini di servizi offerti alla cittadinanza
zione di diverse opere nel tessuto urbano
e per molti versi va anche fiero della pro-
durante la mostra “Moltitudini–Solitudini”
pria individualità. Un’individualità cresciuta
curata da Sergio Risaliti). Il progetto di
tra molte difficoltà in una zona costituita da
Alberto Garutti, nato nell’ambito dell’inizia-
blocchi di case popolari sorti anche molto
tiva provinciale “Arte sul territorio”, coinvol-
recentemente nell’area Ex Semirurali (vedi
ge Museion e la sua collezione e coincide
TB65). Dove precedentemente si trovavano
con l’aspirazione dell’istituzione a uscire
piccole unità abitative in aperta campagna
dai propri spazi e ad attirare nuovi pubblici.
ora si stagliano alti condomini inframmezzati da numerosi cortili interni, che solo
Ambientare e radicare un progetto d’arte
gradualmente sono stati completati da ade-
contemporanea in una zona urbana di peri-
guate infrastrutture atte a garantire una
feria comporta una riflessione sul concetto
migliore qualità di vita non solo in termini
di servizi e negozi, ma anche in termini di
materiali. Quasi un altro gioco che si
un impianto di climatizzazione atto a con-
aggregazione e di socializzazione. In una di
aggiunge agli altri della piazza e che nel
servare l’opera in uno stato ottimale, un
queste nuove ed anonime piazze è nata la
caso del progetto di Alberto Garutti preve-
impianto di illuminazione che grazie ad una
sfida di Alberto Garutti di realizzare un’ope-
de la fruizione continuativa di un’opera
fotocellula funziona anche di notte per ren-
ra che fosse offerta e non imposta alla citta-
esposta su una parete della piccola stanza
dere possibile una fruizione continuativa
dinanza. Innumerevoli sono stati i sopral-
e proveniente dalla collezione di Museion
dell’opera ed una scheda didattica che for-
luoghi dell’artista condotti in maniera uffi-
come recita la scritta apposta ad una pare-
nisce informazioni sugli artisti in mostra. La
ciale con i responsabili amministrativi del
te della costruzione: In questa piccola stan-
programmazione delle esposizioni avviene
progetto e tramite incontri annunciati con
za saranno esposte opere del Museo d’arte
di comune accordo tra Alberto Garutti e il
la cittadinanza, ma molto più efficaci e fre-
moderna e contemporanea di Bolzano per
museo. Il progetto intende dunque offrire
quenti sono state le sue incursioni “clande-
far sì che i cittadini di questo quartiere le
un museo d’arte contemporanea ad una
stine”, in cui semplicemente chiacchierava
possano vedere. Quest’opera, voluta dalla
zona che non ce l’ha, che probabilmente
con la gente che si trovava in piazza o che
Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige,
non lo prevedeva neanche, ma che presu-
frequentava il bar della zona oppure men-
Cultura Italiana, è dedicata a tutti quelli che
mibilmente si insinuerà gradualmente nella
tre scattava fotografie e prendeva annota-
passando di qui anche per un solo istante,
percezione degli abitanti. L’opera di Don
zioni suscitando la curiosità dei bambini
la guarderanno. Il progetto è stato inaugu-
Bosco non è un pacchetto chiuso e definito,
che si svagavano nella piccola area giochi
rato nel dicembre del 2003 con una scultu-
ma ottiene il suo scopo nella vita di tutti i
della piazza. È qui che è nata l’idea di
ra di Nino Franchina; dopo mesi sono stati
giorni. È nella fruizione quotidiana che l’o-
Alberto Garutti di offrire alla gente un pic-
presentati due paesaggi di Gino Severini e
pera si completa e si rinnova, è nell’incon-
colo museo, una sorta di filiale del Museo
un ritratto di Albert Stolz. La prossima
tro fortemente voluto dall’artista che l’ope-
d’arte moderna e contemporanea di Bolza-
esposizione prevede la presentazione di un
ra rivela il suo valore intrinseco: suscitando
no. Si tratta di una piccola stanza aperta su
dipinto di Carla Accardi. Tutte le opere sono
anche inevitabile destabilizzazione ma sti-
due lati, che si inserisce naturalmente nel
allestite secondo i criteri adottati da un
molando imprevedibili aperture.
contesto circostante riprendendone colori e
museo: con sistemi di sicurezza adeguati,
(Letizia Ragaglia)
80
Kunst / Arte – Le motivazioni di un progetto d’arte pubblica
April Aprile 2005
Un ufo in città
turrisbabel 66
contemporanea di Bolzano, che, staccata
dal corpo madre, invade un luogo a lei
Un piccolo ufo è atterrato in città. Ha scelto
apparentemente estraneo, per far conosce-
un quartiere definito in modo unanime da
re un’opera d’arte, che viene installata al
assessori, presidenti, artisti, architetti: ano-
suo interno temporaneamente per essere
nimo, di periferia, di provincia, estraneo
poi sostituita da altri pezzi d’arte. Una frui-
dal selezionato sistema dell’arte, difficile.
zione continuativa all’interno di una piccola
Insomma, un territorio segnato: Don
stanza aperta su due lati, un parallelepipe-
Bosco. Testimoni affermano che il marziano
do di 3 x 3 x 3 m in vetro e cemento.
aveva già preso dei contatti con gli umani
attraverso incursioni clandestine. Egli scat-
Un volume che si ispira a forme pure, dota-
tava fotografie e annotava quello che lo cir-
to di tutti i sistemi degni di un grande
condava. Non suscitava terrore, anzi chiac-
museo: un sistema di sicurezza, un impian-
chierava con la gente che frequentava il bar
to di climatizzazione per conservare il suo
della zona e attirava perfino la curiosità dei
prezioso contenuto in stato ottimale, un
bambini che scorazzavano nella piccola
impianto di illuminazione interna, ammet-
area giochi della piazza. È evidente che il
tiamolo, tutti esposti come l’opera d’arte,
suo intento è di colonizzare questa parte
ma funzionanti anche di notte tanto da
della città, di insegnarle il suo linguaggio e
obbligare chiunque gli passi vicino a trasa-
le sue aspirazioni, così che il suo modo di
lire, e distogliere gli occhi dal contesto
pensare si insinui gradualmente nella per-
urbano per concentrarsi e godersi anche
cezione degli abitanti stessi. Il marziano è
brevemente il piacere dell’arte. Purtroppo
naturalmente Alberto Garutti, artista di
la qualità di dettaglio di questo espositore
fama internazionale e docente all’Accade-
di grandi dimensioni, o spazio espositivo di
mia di Brera di Milano. Il piccolo ufo, atter-
minime dimensioni distraggono dall’opera
rato su una piattaforma in gomma, è una
d’arte. Non è possibile entrare nella scatola
sua creazione realizzata assieme all’archi-
delle meraviglie, ma soltanto osservare
tetto Fulvio Giorgi: un museo in miniatura,
dall'esterno: ciò che l’artista vuole a tutti i
una particella del Museo d’arte moderna e
costi, è instaurare tra la popolazione e l’ar-
April Aprile 2005
turrisbabel 66
Le motivazioni di un progetto d’arte pubblica – Kunst / Arte
te una fitta trama di sguardi. “L’arte si deve
fatte con spray ricoprono la didascalia del-
imporre come protagonista”, afferma sicuro
l’artista e vengono malamente cancellate
Alberto Garutti. “Deve essere capita, com-
con mani di vernice diversa da quella della
presa ed amata.” A distanza di sicurezza,
parete; l’unico pannello che riporta le infor-
però. Come una grande attrice, ha come
mazioni sulla mostra è stato strappato. Ma
palcoscenico l’intera piazza e, attraverso
è proprio questa la specificità del progetto
una vetrina, crea una realtà illusoria a cui
di Alberto Garutti, quella di utilizzare le
la platea partecipa sentimentalmente. I cit-
tracce della presenza, a volte, devastante
tadini, toccati, si trasformano in commit-
della gente come tema di fondo dell’arte:
tenti reali di un lavoro finalizzato alla loro
suscitano delle destabilizzazioni, ma stimo-
stessa utilità. Scoprendo di volta in volta
lano imprevedibili aperture. La perfezione,
nuove opere, essi possono modificare nel
si sa, è la fine della fantasia.
tempo il concetto stesso dello spazio nel
quartiere: una bellissima occasione di far
rivivere nella loro vera dimensione dei luoghi normalmente deformati. L’arte ha finalProgetto “Arte sul territo-
Ripartizione 15
mente trovato una relazione con il contesto
rio” di Alberto Garutti per
Curatrice del progetto
urbano e sociale. Una relazione intensa ed
il Quartiere Don Bosco a
Letizia Ragaglia
Bolzano
In collaborazione con
Luogo Bolzano, Quartiere
Centro Civico del Quartiere
volume riprende gli stessi colori e materiali
Don Bosco, via Sassari
Don Bosco, IPES, Museion
degli edifici che lo circondano ed è difficile
17–25
Progetto e direzione lavori
Committente Provincia
arch. Fulvio Giorgi
da notare. Letizia Ragaglia lo ha definito
Autonoma di Bolzano –
Coordinatore del progetto
come un altro gioco che si aggiunge agli
Alto Adige, Cultura Italiana
ing. Pietro Mellini
Concetto generale
Impresa Edile Edilfrank, BZ
Ufficio Cultura della
Foto Paolo Quartana
apparentemente non aggressiva: il piccolo
altri della piazza. Viene trattato come una
qualsiasi costruzione: scritte vandaliche
(Angela Giudiceandrea)
81
82
Kunst / Arte
April Aprile 2005
turrisbabel 66
Julia Brunner
Sottsass al MART
Il Mart ospita dal 26 febbraio al 22 maggio
se è possibile gettare nella vita della gente
2005 (orari: martedì, mercoledì, giovedì,
altra energia, altra vita, altra dinamica.“
sabato e domenica 10 –18; venerdì 10 –21,
chiuso lunedì) una mostra dedicata ad
O come scrive Nicola Angerame: “Memphis
Ettore Sottsass jr., progetti dal 1946 al 2005.
dona agli oggetti uno spessore simbolico,
emotivo e rituale. Il principio alla base di
Ettore Sottsass nasce a Innsbruck nel 1917.
mobili assurdi e monumentali è l’emozione
Si laurea in architettura al Politecnico di
prima della funzione.
Torino nel 1939. Nel 1947 apre a Milano
uno studio professionale dove si occupa di
Le ceramiche Ispirate alla spiritualità in-
progetti di architettura e di design. Nel
diana o ad antiche calligrafie cinesi, le sue
1958 inizia la sua collaborazione con Oli-
opere di ceramica nascono dai simboli
vetti, da cui nascono le sue famose opere
della ritualità orientale e convivono in
di Industrial Design, ma questa sezione
singolare equilibrio con quelli della civiltà
non viene presentata a Rovereto. Sono
occidentale consumistica, tradotti in altis-
invece allestite le opere della collezione
sime torri colorate.
realizzata con il gruppo Alchimia e Memphis ed i suoi progetti di architettura.
I vetri L’artista designer ha voluto uscire
dai codici stabiliti. Le combinazioni dei
I mobili Sottsass stesso nel ’65 descrive i
colori hanno una parte importante, perché
suoi mobili in una breve citazione: “Cosa
i colori richiamano la percezione “senso-
1 Ettore Sottsass jr.
2 Architettura
c’entrano i miei mobili? Sono una cosa da
riale” dell’oggetto, accelerano la percezio-
(Foto Ludwig Thalheimer)
niente e non c’entrano niente. Ma l’idea
ne sensoriale.
3, 5 Menhir, Ziggurat, Stu-
sarebbe di inventare nuove possibilità totali,
pas, Hydrants e Gas Pumps
4 Vetri (Foto L. Thalheimer)
6 Mobili
nuove forme, nuovi simboli: arrampicarsi
Architettura Le architetture sono fortemen-
sulle cose che stanno morendo per vedere
te influenzate dall’esperienza di Sottsass
nelle arti plastiche e dal design. Gli edifici
sono sculture che si stagliano fortemente
nel paesaggio in quanto addizione di volumi e colori.
1–2–3
April Aprile 2005
4–5–6
turrisbabel 66
84
April Aprile 2005
turrisbabel 66
Paolo Crazy Carnevale
Architetture di carta
Foto Ludwig Thalheimer
Piazza Walzer
Quel cambio di nome era stato quanto mai
gli occhi foderati di speck. Già, lo speck.
indicativo di come le cose dovessero anda-
Uno dei prodotti più in voga: poco importa-
re a Bozen Town. Elvis Ringo e Red Max se
va se i maiali con cui veniva prodotto pro-
ne stavano seduti su una panchina guar-
venivano da allevamenti nederlandesi e
dando gli operai della municipalità bozen-
non dai masi di montagna come tradizione
taunense che dopo aver tirato giù il monu-
avrebbe voluto. Bobbi Sudtirolo, il regista
mento all’aedo del “Minnesang” avevano
che aveva lanciato il serial di successo
iniziato ad issare la “Pezza di speck” scolpi-
“Speck And The City” (in cui si narravano le
ta dal celebre artista gardenese noto col
torbide storielle di un gruppo di graziose
nom de plume di Egon Von Egon. Era il
yuppies locali), non pensava che la sua
destino delle piazze cittadine quello di cam-
produzione avrebbe portato ad una tale
biare nome e aspetto. E andava fin troppo
rivoluzione nella piazza principale della
bene che il Cappellaio Assessore ed il suo
città e, dopo aver saputo del cambiamento
turpe alleato Occhi di Serpente non avesse-
in atto, aveva dichiarato ad un giornalista
ro deciso di chiamarla Piazza Pezza! Ma
del Pettegolezzo Atesino di rimpiangere la
quel Piazza Walzer pesava già abbastanza
vecchia piazza degli anni sessanta, quella
per conto suo: per Elvis Ringo era come
con le auto parcheggiate a spina di pesce.
una dichiarazione d’intenti già latente da
Non se la ricordava più nessuno la vecchia
tempo. Il suo sogno di far esibire i Klakson,
piazza. Era una delle prerogative del Sudti-
il combo di rock tachente di cui era l’agen-
rolo Imperfetto. Far sparire le prove. Elimi-
te, sfumava definitivamente; la piazza che
nare ogni traccia di un passato poco digeri-
era sempre stata definita il salotto di Bozen
to. Tanto che l’intervista era apparsa com-
Town, col suo nuovo nome dava il saluto
mentata da un’illustrazione, in mancanza di
finale a qualunque tipo di musica conside-
foto, che riproduceva la piazza così come il
rata insufficientemente ortodossa. Da sotto
regista l’aveva descritta. Red Max tirò una
il porticato della Sparkasse l’assessore e
bestemmia ed Elvis Ringo gli fece eco con
Occhi di Serpente guardavano soddisfatti il
un’altra. Con precisone da salmo responso-
risultato della loro decisione. La consacra-
riale. Poi Max tirò fuori la fiaschetta che
zione di anni e anni di lavoro dedicati a sot-
teneva nel taschino. “La mia dottoressa
trarre Bozen Town a chi vi era nato e cre-
mi ha detto che devo andarci piano, ma
sciuto per consegnarla a commercianti,
sono sempre più convinto che il Lagavulin
operatori turistici e torme di visitatori con
sia la migliore delle medicine”. Elvis Ringo
accese un sigaro ed inalò profondamente
il profumo di torba proveniente dalla
fiaschetta che Max aveva liberato del tappo
– Prosit! – disse. Poco distante, un camion
del comune trasportava la vecchia statua
del von der Vogelweide verso il cortile
del museo. Lì, ironicamente, avrebbe
giaciuto a fianco di un bassorilievo di
Benito Mussolini e alle vecchie aquile di
Pons Drusi, su cui i dipendenti del Museo
andavano di tanto in tanto a pisciare.
Minnesang e fasci littori: simboli dimessi
e dismessi di una città posseduta ora dal
demone del commercio.
Paolo Crazy Carnevale è membro della
SAV- Südtiroler Autorenvereinigung/
Associazione Scrittori Sudtirolesi
April Aprile 2005
turrisbabel 66
85
a cura della redazione
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I lettori possono inviare
testi via e-mail alla rivista:
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Platzle(e)hre
niederen menschlichen Verlangen erwecken?
Ich sag es noch einmal: Ein Platz muss leer
Endlich! Eine neue Ära ist angebrochen.
sein. Mein Sein kann ich nur sein lassen auf
Jahrhundertelang musste ich warten, aber
einem puren Platz mit klaren Linien – eine nihi-
nun gibt es endlich Architekten, die Plätze so
listische Form, die nicht ablenkt, sondern nur
bauen, dass sie ihren wirklichen Sinn erfüllen
MEIN Wesen erweckt. Keine Schnörkel, keine
– nämlich beim Platz machen – Platz machen:
schmückenden Ornamente, die die Wirklichkeit
Nicht für dummes Grünzeug – jeder Ast ein
verzerren und vom Wesentlichen ablenken. Nur
Verbrechen gegen die Syntonie – ab in den
die Ausdrucksstärke des architektonisch einge-
Park damit! Nicht für lästige Artisten – Tage-
fassten Platzes – und ich. Ich kann tiiiief einat-
diebe! Die gehören ins Theater! Nicht für
men, meine Ideen werden auf die nackten Fas-
Würstelstandlen – städtische Schmarotzer,
saden springen und dort wie auf einer riesigen
die öffentlichen Raum beschmutzen. Mietet
Leinwand ihre volle Entfaltung erleben. Ich atme
euch gefälligst ein Lokal und helft dem kri-
noch tiefer ein, spüre wie die reine Luft meine
selnden Immobilienmarkt! Nicht für’s gemeine
Hirnzellen anregt und meinen Denkapparat för-
Fußvolk – die haben eigene Wohnungen, in
dert. Endlich! Neue Ideen: Ihr habt Platz: Spru-
denen sie sich mit anderen treffen, um banalen
delt aus mir heraus… Ideen… wo seid ihr? Ballt
Gedankenaustausch zu betreiben! Ein Platz
euch im Schoße dieser Fassaden, mehrt euch…
muss PLATZ schaffen! Normale Menschen
zerstäubt in der Luft und erfüllt sie mit meiner
sind innerlich arm und haben vielleicht Angst
Genialität – seid ihr die Quintessenz, das Mobi-
vor der Leere. Demütige Knechte, die sich an
liar dieses Platzes… Ideen! Los, kommt!
Baumstämmen festklammern, bei Statuen
Nichts. Der Platz: Leer. Ich stehe da. Auch leer.
und Monumenten Halt suchen, meinen, ihren
Für mich wird ein Platz nicht von Architekten
Ursprung in Brunnen zu finden. Erbärmlich!
geschaffen, sondern von den Menschen, die ihn
Nicht aber Menschen wie ICH, die nur so
täglich beschreiten. Aber mehr noch als von den
sprühen vor Ideen. Denen muss man den
Pflastertreter, wird er von seinen Bewohnern
ihnen gebührenden Platz widmen, um ihr Ge-
geprägt: Jenen Menschen, denen der Platz
dankengut in die Welt setzen zu können. Wie
als Wohnzimmer dient, ihr Zuhause ist. Ich
soll denn das geschehen, wenn Kinderschreie,
sehe daher jeden Obst- und Gemüse-, jeden
Hausfrauentratsch oder banale Gespräche
Würstchenstand, jeden Musiker oder Bettler
von Passanten mich ablenken? Oder noch
als Inspiration. Erst sie verleihen dem Platz
schlimmer: Düfte vorbeiwehen, die meine
eine Seele.
(Julia Brunner)
Errata corrige
Nel numero 64 il progetto esecutivo delle
case-albergo per lavoratori presso il
consorzio agrario di Bolzano è stato erroneamente attribuito all’arch. Zamignan
dello studio AIG associati. Autore del progetto esecutivo è invece lo studio Unterberger (arch. Rinaldo, geom. Palfrader).
Ce ne scusiamo con gli interessati.
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39100 Bozen / Bolzano
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Pasta e Fagioli
mit Andreas Hofer
Zur Präsentation der 64. Ausgabe zum Thema
In occasione della presentazione del nu-
Verdichtung lud turrisbabel zu einem Vor-
mero 64 sul tema “densità”, la rivista turris-
trag des Architekten Andreas Hofer aus der
babel ha organizzato una conferenza ed
Schweiz. Die Veranstaltung fand im Saal der
ha invitato l’architetto svizzero Andreas
Stadtviertelgemeinschaft in der Ortlerstraße
Hofer. L’evento si è svolto nella sala poli-
statt, weil hier die Stadt zurzeit am stärksten
funzionale in via Ortles, poiché in quest’a-
wächst. Nach der Begrüßung durch unseren
rea la città cresce oggi più che mai. Dopo
geschätzten Chefredakteur Luigi Scolari und
i saluti da parte del nostro stimato direttore
der Einführung durch Bautenstadtrat Silvano
Luigi Scolari e l’introduzione dell’assessore
Bassetti stellt Andreas Hofer das von ihm
Silvano Bassetti, l’architetto Andreas Hofer
mitbetreute Wohnbauprojekt „Kraftwerk 1“
ha mostrato il progetto di edilizia sociale
bei Zürich vor. Er berichtet über die Pionier-
da lui coordinato „Kraftwerk 1“ a Zurigo.
arbeit einer fortschrittlichen Baugenossen-
Egli ha illustrato questo progetto pilota di
schaft, die gleichzeitig Wohn- und Arbeits-
una cooperativa all’avanguardia, che ha
räume für 300 Personen verwirklicht hat:
realizzato per 300 persone non solo abita-
Restaurants, Ateliers, Werkstätten, Kinder-
zioni, ma anche uffici, ristoranti, atelier,
horte und Betreuung für Bedürftige sind in
officine, asili, centri di accoglienza, ecc…
diesem Komplex untergebracht. Die Genos-
I soci della cooperativa si sostengono reci-
senschaftsmitglieder unterstützen sich gegen-
procamente anche dal punto di vista finan-
seitig finanziell und als Gemeinschaft. Dies
ziario che sociale. Questo modello potreb-
ist ein Beispiel, das mit Südtiroler Bauge-
be servire da esempio per realizzare un’a-
nossenschaften verglichen werden muss
naloga struttura in Sudtirolo! In conclu-
und vielleicht als Muster dienen kann. Im
sione i partecipanti hanno gustato pasta e
Anschluss gab es Bohnensuppe und Glüh-
fagioli e vin brulè dalla cucina di turris-
wein aus der turrisbabel-Küche, welche
babel, temporaneamente allestita nel cen-
vorübergehend im Kinder- und Jugendtreff
tro giovanile “La Vispa Teresa”. Grazie a
„La Vispa Teresa“ Quartier bezog. Danke!
tutti, alla prossima volta!