El tanguero n° 3 - luglio

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El tanguero n° 3 - luglio
Editoriale
L’estate è alle porte ma non potevamo lasciarvi andare in vacanza senza la nuova copia de
“El Tanguero” con tutte le informazioni per la vostra estate tanguera.
In questo numero infatti, oltre la Roma Tango Map (ridotta a causa della chiusura di molte
milonghe nel periodo estivo) vi proponiamo la Holiday Tango Map dove potrete scegliere al
meglio dove rilassarvi a suon di tango e di mare ovviamente!
Anche per noi della redazione l’estate sarà piena di incontri e luoghi di tango dove porteremo
la rivista. In realtà abbiamo già iniziato il nostro festival tour dal Todi Tango Festival al Tango
Tendencia a Bellaria, dal Festival di Venezia all’Europeo di Torino e nella capitale al Tango Camp
e al Tango Meeting! Di questi ultimi due troverete su questo numero un ampio reportage con
tanto di bellissimi scatti fotografici.
E con l’arrivo del caldo più torrido sbarcheremo in Sicilia al festival di Catania per poi risalire a
Senigallia al Festival di tango al mare e ritornare al Sud al Tano tango festival di Napoli.
La passione per il tango ci ha portati a “confezionare” questa rivista e, portarla in giro per l’Italia, è per noi motivo di orgoglio e sprono per lavorare sempre di più e sempre meglio.
Anche in questo numero presente la rubrica “Psicotango”(inserita il numero scorso) con un
articolo molto bello di un’amica a noi molto cara, la rubrica “Speciale” con dei consigli molto
utili per tutti i tangueri e, oltre alle preziose rubriche
musicali di Alberto Valente, una bellissima
intervista a Javier Rodriguez e Andrea Missè
protagonisti indiscussi di questo numero.
Ed essendo a luglio il suo compleanno
questo numero lo dedichiamo tutto a lui,
a Javier, con i nostri migliori auguri!
E a tutti gli altri auguriamo Buone Vacanze
dando appuntamento a ottobre quando
festeggeremo insieme
un anno de “El Tanguero”!
Buon tango e buona lettura a tutti!
Helga Corpora y Andrea De Dominicis
Foto di Claudio Mirabella
Tangocamp 2011
El Tanguero
Rivista periodica trimestrale di
cultura tanguera rioplatense a
cura dell’Associazione TangoJazz
Distribuzione gratuita
Scaricabile online
Disponibile in abbonamento
Editore
Associazione TangoJazz
Direttore editoriale
Andrea De Dominicis
Direttore artistico
Helga Corpora
Direttore responsabile
Luciana Squadrilli
Grafica e impaginazione
Claudia Caracausi
www.claudiacaracausi.it
Redazione
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Pubblicità e abbonamenti
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+39.348.2915008
Collaboratori
Alberto Valente
Ermanno Felli
Carla De Benedictis
Luciano Di Blasio
Alessandro Messina
Claudio Mirabella
Stampa
Tipografia Publish
San Giovanni Teatino (CH)
Reg. al Tribunale di L’Aquila n°6/2010
del 21/07/2010
Iscrizione al ROC n°20287
del 08/11/10
www.eltanguero.it
Foto Copertina di Sunil Wu
Tapei tango festival 2010
/eltanguero.tangomagazine
Con il patrocinio della
Ambasciata Argentina
Con il patrocinio della
Ambasciata dell’Uruguay
Foto di Mario Giannini
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Javier Rodriguez
y Andrea Missè
“Quando si balla si
deve essere felici
altrimenti non
si sta ballando...
”
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Maestri di tango
E’ da qualche mese che avviene uno
scambio di posta “virtuale” con Javier y Andrea con l’intento di concordare il nostro incontro per intervistarli e finalmente li incontriamo a Roma, ospiti al Tangocamp 2011,
organizzato da Luca Lamberti che ringraziamo per l’ospitalità. Subito gentili e disponibili
approfittiamo del dopo cena per conversare
in tranquillità!
Siamo molto felici di potevi incontrare,
per noi è un grande onore avervi qui in
Italia. Qual’è stata la prima volta che siete
venuti nella nostra terra?
Javier: Insieme a settembre del 2005, prima
tappa Bologna. Ma eravamo già venuti prima
con i nostri ex partner.
Come e quando vi siete “scelti” come coppia di ballo?
J: Dopo essermi separato dalla mia ex compagna non volevo più ballare con nessuno
anche se dentro di me ho sempre pensato
che se un giorno avessi ricominciato avrei
voluto farlo con Andrea Missè. Noi ci conoscevamo da sempre, ma non avevamo mai
ballato insieme neanche in milonga…solo
una volta, una tanda di….(ci pensa…)
Andrea: Rodriguez, era una tanda di Rodriguez…uno o due anni prima in un Tango
Camp in Grecia dove eravamo invitati come
maestri con i nostri rispettivi ex partner, e una
sera in milonga lui mi ha chiesto di ballare.
Finita la tanda siamo tornati al posto tutti e
due con una bella sensazione, è stata l’unica
volta che abbiamo ballato insieme.
J: Si due o tre tanghi, non è stata una tanda completa…ma mi è rimasta nel corpo! Un
giorno mio padre mi disse che Andrea mi
aveva cercato al nostro tavolo al Sunderland.
Io però venivo da un periodo un po’ particolare e molta gente a quei tempi mi cercava
per sapere come stavo, per salutarmi e sinceramente ho pensato che anche lei mi cercasse per questo motivo e quindi non l’ho
ignorata.
A: Era luglio, io abitavo a Londra e arrivai
a Buenos Aires di sabato mattina. Il sabato
sera andai diretta al Sunderland con l’unico
obiettivo di parlare con Javier, di mettermi
in contatto con lui. Anch’io attraversavo un
periodo particolare, stavo per cambiare partner di ballo dopo 10 anni e mi sono chiesta
“adesso con chi ballo?” Mi sono ricordata di
quella volta in cui avevo ballato con Javier…
Poi per una donna è più difficile trovare un
compagno, un ballerino…e dopo aver sentito che anche lui si era separato dalla sua ex
compagna l’ho subito cercato. Ho visto suo
padre e gli ho chiesto di dargli il mio numero
di telefono ma niente…sono passate tre settimane e non è arrivata nessuna telefonata!
Ah…ti fai attendere Javier!
J: No iaiaia…io pensavo che volesse solo sapere di me, e non mi andava di vedere nessuno!
A: Due giorni prima di ripartire per Londra,
tramite un amica di mia sorella sono riuscita ad avere il suo numero. L’ho chiamato e
gli ho detto che lo avrei voluto incontrare
per parlare di lavoro. La sera dopo ci siamo
incontrati in una pizzeria e gli ho detto che
avrei cambiato partner e che mi sarebbe
piaciuto ballare con lui…mi ha detto subito
di si! Il giorno dopo tornai a Londra con la
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promessa che ci saremmo rincontrati il mese
successivo...
E poi quando avete iniziato a ballare insieme l’intesa è stata la stessa di quella
unica tanda o c’è voluto del tempo?
J: E’ stato magico lo stesso…ci siamo trovati
al Sunderland e abbiamo ballato insieme e
tutta la gente era entusiasta!
A: Ci hanno fatto ballare otto tanghi! Non
era un esibizione stavamo ballando una tanda ma la gente era agitata, chi stava andando via è rimasto e non ballava più nessuno
si sono spostati dalla pista perché volevano
guardare e urlavano, quello è stato molto
emozionante…era come se ci volessero incitare!
J: Solo noi sapevamo che da li in poi avremmo ballato insieme…la gente ancora non lo
sapeva..
Abbiamo letto una vostra intervista sulla rivista “La milonga argentina” del 2007
dove definivate il vostro tango “técnica y
corazón”…
A: Si volevamo accentuare che non siamo
solo tecnica ma prima c’è il cuore, un’emozione. Noi infatti non facciamo mai coreografie,
balliamo sempre improvvisando. Quando ci
chiamano in esibizione io non so mai nemmeno che tango balleremo, lui sceglie un
tango o una milonga e lo dice al dj e quando
inizia a suonare lì so quello che balleremo.
Ma per una scelta di chi? Di entrambi?
J: Si perché altrimenti si perde la freschezza,
la sorpresa, non sarebbe una vera improvvisazione.
A: Se sapessi il brano prima forse penserei
cosa mi piacerebbe fare in determinati punti
della musica.
J: Lei non deve sapere perchè sarò io e soltanto io che improvviserò quel tango, sarò io
che armerò la coreografia in quell’istante. Lei
adornerà la coreografia, lei metterà la bellezza, il profumo…Se io le chiedessi di fare la
coreografia insieme a me non ci sarebbe improvvisazione, non sarebbe più tango puro.
A: E’ bellissimo…perchè a noi piace esibirci
ballando quello che insegniamo, non facciamo nulla di diverso. E’ un modo per restare
veri a noi stessi.
E quando siete in milonga ballate in maniera diversa o è lo stesso modo di improvvisare?
J: Non balliamo uguale. Il sentimento è identico solo che quando balli in milonga sei in
mezzo agli altri e non ti importa di niente.
Quando ti esibisci c’è più adrenalina, sai
che sei esposto che devi ballare sia per un
pubblico “milonguero” che per un pubblico
“show-guero”. Tante responsabilità.
Ah ah ah...”milonguero e show-guero”,
che consiglio dareste a chi si avvicina al
tango per la prima volta? Oggi c’è molta
confusione sugli stili…cosa dovrebbero
cercare in un maestro i “principianti” e
non solo?
J: I principianti sono nelle mani di Dio…quindi gli auguro il meglio e tanta fortuna!
Il mio consiglio comunque, valido per principianti, intermedi, avanzati, extra extra avanzati o master class è quello di scegliere. In
quel ventaglio di possibilità che il tango oggi
offre (milonguero, salon, elettronico, nuevo,
canyengue, villa urquiza, etc…) sceglierne
uno, quello che ti fa felice.
Scegliere un solo maestro non dieci maestri
diversi, un maestro che insegni oltre che a
ballare anche a sentire il tango. Non dobbiamo dimenticare che il tango è una danza
popolare e non una danza scritta in un libro
che dice il boleo è così e il passo si fa così.
Quando si balla si deve essere felici altrimenti non si sta ballando ma facendo movimento
e questa è la grandissima confusine di oggi!
La gente spesso pensa di essere felice semplicemente facendo movimenti quando in
realtà la passione per il tango era “scattata”
vedendo una coppia di ballerini che si abbracciava! E’ sicuramente l’abbraccio che colpisce, la donna che si scioglie nell’abbraccio
dell’uomo. E’ quello che ti fa dire “uaoooo”!
La gente però ha bisogno non solo di una
tecnica ma anche di educazione! Non ti possono spiegare come si fa un ocho atras se
non sai perché lo devi fare. Perché fanno gli
adorni le donne? Perché sono state ore davanti allo specchio a provarlo e quando hanno la possibilità di farlo sono contente?
No, il tango è un ballo popolare e ogni movimento che si fa viene dal cuore e trasmette
una parola. E’ un dialogo. Per quanto riguarda gli stili per me il tango è solo uno, io ballo
tango.
Javier ti ritieni un giovane “vecchio” milonguero?
J: Jajajaj…tangueramente parlando si, fuori
dal tango io sono un tipo di trent’anni, tren-
tasette quasi!
Orgoglioso di sentirmi così…di sentirci così!
Lasciate un ultimo messaggio ai lettori de
“El tanguero”.
J: Permettetevi di sbagliare, questo è semplicemente un ballo popolare dove l’errore è
permesso. Se si sbaglia con il cuore non c’è
errore.
A: Un messaggio per le donne: si permettano
di ritrovare il posto che una volta avevano.
Una volta la donna era la “dea della milonga” oggi le donne vengono maltrattate con
violenza e ridono come se fosse divertente e
questa cosa non l’ho mai capita. Ritrovate il
posto che avevate una volta…
Ci concediamo qualche altro minuto con loro
e qualche foto di rito mentre la milonga sta
per aver inizio. Helga non sa ancora che in
una delle tandas proposte da un bravissimo
Super Sabino sarebbe stata una “dea della
milonga” tra le braccia di un giovane “vecchio” milonguero...
Helga y Andrea
foto pag. 8 e 10 by maximotango.com
foto pag 11 by Rossana Tursi
Orchestre
Le Grandi Orchestre che han
Orchestra Osvaldo Pugliese
(1905-1995)
Quando Osvaldo Pugliese - per molti il più
ammirevole pianista di tutte le epoche del tango riuscì ad imporre al consenso del grande pubblico
le qualità della sua orchestra, il suo nome si era già
messo in evidenza, tra gli stessi musicisti, per le sue
qualità di interprete e compositore.
Lungo fu il cammino per raggiungere la sua meritata consacrazione, forse per non aver mai accettato concessioni a scapito della qualità musicale del
tango.
Lo troviamo come pianista dell’orchestra di Enrique Pollet all’età di 19 anni, nel 1924 - anno in cui
compose il suo famoso tango Recuerdo - per poi
vederlo nelle orchestre di Roberto Firpo, Pedro
Maffia, Pedro Laurenz, come direttore nel binomio Vardaro-Pugliese e infine, come direttore della sua orchestra (1939).
Ispirandosi a Julio De Caro, Osvaldo Pugliese introduce una forma di interpretazione che concilia la
perfetta adattabililità al ballo con una concezione
armonica di complessa struttura e di avanzata realizzazione tecnica.
Con proposte innovative e audaci riuscì a definire
il carattere della sua orchestra, la cui forza di accentuazione ritmica poggia su una singolare sovrapposizione di piani sonori che tessono un sottile
ingranaggio poliritmico, dentro il quale le varie se-
nno fatto la storia del tango di Buenos Aires
zioni strumentali suonano secondo diverse
divisioni di tempo , in mezzo ad una inesauribile ricchezza di risorse e di effetti, a volte
di quasi impercettibile realizzazione.
E da questa congiunzione di ritmi apparentemente anarchica, nascono i vari brani tradotti con ammirevole espressività nell’originale maniera di “dire” dei vari solisti, tra i
quali bisogna sottolineare l’inconfondibile
personalità del direttore nella funzione conduttrice del piano e, nei migliori anni della
traiettoria dell’orchestra, il primo bandoneòn Osvaldo Ruggiero (1), il primo violino
Enrique Camerano, “nato per suonare con
Pugliese” e il contrabassista Aniceto Rossi,
così importante per il senso ritmico di cui
l’orchestra aveva bisogno.
Ma a caratterizzare l’orchestra di Osvaldo
Pugliese contribuiscono tutti e ognuno dei
suoi componenti con l’apporto di idee ed
effetti di interpretazione e, soprattutto, con
il loro lavoro di compositori e arrangiatori.
Di questi prestigiosi interpreti vanno ricordati Enrique Alessio, Jorge Caldara, Julio
Carrasco, Emilio Balcarce (scomparso a
gennaio 2011, all’età di 93 anni, ma con il
quale abbiamo avuto l’enorme piacere di
“chiacchierare di tango“ in occasione della
sua presenza all’Auditorium di Roma nel
2009), Mario Demarco, Ismael Spitalnik,
Osvaldo Manzi, Armando Cupo, Juliàn
Plaza, Alcides Rossi, Norberto Bernasconi, Adriano Fanelli, Enrique Lannoò, Vìctor Lavallen e Rodolfo Mederos.
E’ indubbio che l’orchestra di Osvaldo Pugliese - importante, originale, autentica costituisce il culmine di un fondamentale
concetto di tango strumentale che è forse il
più brillante artisticamente e che nasce dai
tempi iniziali della rilevante scuola di Julio
De Caro. Si potrebbe dire che l’orchestra di
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Discografia dell’orchestra di Osvaldo Pugliese
Incise 195 brani con l’etichetta ODEON (dal 1943 al
1959).
Nel 1960 incise 14 brani con l’etichetta argentina
STENTOR.
Nel 1961 passò all’etichetta PHILIPS con la quale incise 116 brani (dal 1961 al 1970).
Nel 1972 ritornò con la ODEON incidendo 111 brani
(dal 1972 al 1989), in particolare sono da evidenziare le incisioni realizzate dal vivo durante due storici
concerti, quello del 26/12/1985 al Teatro Colòn di
Buenos Aires (22 incisioni) e quello del 26/6/1989 al
Teatro Carré di Amsterdam (16 incisioni).
Dei numerosi cantanti che ha avuto l’orchestra nel
corso degli anni, si riporta la discografia di quelli che
hanno lasciato un maggior numero incisioni:
- Robert Chanel con 31 incisioni (dal 1943 al 1947)
- Alberto Moràn con 52 incisioni (dal 1945 al 1954)
- Miguel Montero con 20 incisioni (dal 1954 al
1958)
- Jorge Maciel con 66 incisioni (dal 1956 al 1967)
- Abel Cordoba con 57 incisioni (dal 1965 al 1989)
(1) Osvaldo Ruggiero fu primo bandoneòn dell’orchestra
per ben 29 anni cioè dalla nascita dell’orchestra (1939)
fino al 1968.
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Osvaldo Pugliese rappresenta la sintesi evolutiva del miglior tango strumentale. Essa è
esattamente l’ultimo limite nel processo di
trasformazione operato nel corso di mezzo
secolo.
Superare le frontiere di questo giusto equilibrio rinnovatore significa aprire la pericolosa
e controversa incognita delle degenerazioni,
delle distorsioni e delle possibili inautenticità
di ciò che per tango deve intendersi.
I ”cantores” dell’orchestra di Osvaldo
Pugliese.
Alcuni di essi, nella memoria popolare, sono
rimasti particolarmente associati al nome di
Osvaldo Pugliese:
- Roberto Chanel: di lui è stato scritto: “Con
la sua voce nasale, il suo “canyengue” e la
sua dizione da uomo del popolo, manteneva fresche le radici popolari che crearono
la musica di Buenos Aires. Fu Chanel che si
identificò in uno strumento in più dell’orchestra, allo stesso modo di una viola, come può
notarsi fin dalla sua prima incisione”.
- Alberto Moràn: ipnotizzava il pubblico,
in particolare le donne, non solo per la sua
voce ma anche per il suo aspetto seducente.
Mai studiò musica o canto, la qual cosa, insieme col suo stile veemente e la sua vita da
bohémien, fece sì che la sua voce decadesse
precocemente.
- Miguel Montero: il suo stile particolare,
potente e drammatico, un po’ “lloròn” però
molto intonato lo convertì in una delle voci
più popolari della sua epoca. Il suo cavallo
di battaglia, il tango “Antiguo reloj de cobre” vendette 35.000 copie, cifra considerata
enorme per quei tempi.
- Jorge Maciel: con una voce bella, una dizione chiara, una vistosa potenza espressiva
e con uno stile che a volte abusava di risorse
“ad effetto”, fu il tipico esempio del “cantor de
orquesta” degli anni 40.
- Abel Cordoba (1941): accompagnò il maestro Pugliese fino alla fine ed è l’unico ancora vivente.
Con la sua splendida voce da baritono , unita a una particolare espressione drammatica,
impressionava per la sua presenza e per l’ammirevole dominio del palcoscenico.
Alberto Valente
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Consigli di “buon senso”
per il piacere di ballare un tango
“Un tango da ballare in una “milonga”,
senza preclusioni stilistiche,
nel rispetto dei codici comportamentali
consolidatisi nella tradizione;
un tango vissuto per il piacere della
musica, dell’abbraccio e dello spazio.”
Evitare all’ingresso, durante la permanenza e all’uscita da un locale di:
- creare disturbo ad altre persone attirando
l’attenzione su se stessi;
- conversare durante le comunicazioni/annunci da persone preposte oppure durante
le esecuzioni di musica dal vivo.
Preferire l’invito con:
- “mirada y cabeceo” oppure verbale ma evitare quello con il “contatto fisico”
(nota: non si dovrebbe mai invitare prendendo per mano/braccio una persona
prima che abbia avuto il tempo necessario di
accettare o rifiutare).
Evitare di invitare, con l’invito “verbale”:
- chi gira le spalle alla pista da ballo oppure
ha lo sguardo “altrove”;
- chi sta parlando, leggendo, mangiando, bevendo, fumando;
- chi si trova in coppia oppure in atteggiamento “confidenziale”;
- maestre/i di ballo in presenza di altre persone;
- la persona a fianco oppure vicino a chi ha
rifiutato il vostro invito verbale.
E’ chiaro che se non vuoi ballare con chi ti
guarda con intenzione devi girare lo sguardo
altrove, nulla di più.
Dove ci si incontra:
- nei pressi della pista oppure nella medesima, ma quando ci sono altre persone a fianco
e dietro, la persona che ha ricevuto il cabeceo ed ha risposto attende sul posto mentre
la persona si avvicina, potrebbe esserci stato
un malinteso e l’invito era per quella a fianco
oppure dietro, meglio aspettare di essere sicuri ed evitare di rimanere in piedi sulla pista,
e solo quando si è sicuri che l’invito è rivolto
a se stessa ci si avvicina alla persona che l’ha
invitata oppure ci si alza se seduta. Quando
si finisce di ballare, sempre a fine tanda, si
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Speciale
accompagna la persona vicino al punto in
cui l’ha invitata e ci si concede ringraziando.
Questo gioco è più difficile da raccontare che
da applicare, ovviamente all’inizio ciascuno di
noi prova un po’ d’imbarazzo, ma ci si abitua
subito e vedrete che scoprirete gli innumerevoli vantaggi che questa banalissima tecnica
vi regalerà.
Questo è l’unico modo di avere la garanzia
che chi ballerà con noi lo farà perché lo desidera e non perché si sente forzato a farlo.
In questo modo tutti avranno la possibilità di
provare a ballare, non importa se con uomini
oppure donne, ma con chi desiderano veramente senza sentirsi umiliati oppure oggetti.
Partecipando in una serata di tango non si è
obbligati nel far conoscere la propria volontà
di NON voler ballare con quella persona anche ad altre persone presenti.
Evitare mentre si balla, di:
- bloccare la ronda mentre si entra e si esce
dalla pista, attraversare
laterale e in diagonale la pista da ballo, sorpassare a destra;
- effettuare passi contro la linea di ballo oppure effettuare passi e figure che escono oltre lo spazio dell’abbraccio;
- creare uno stato di ansia alle coppie presenti in pista effettuando passi/figure anche
non necessariamente pericolose;
- assumere con i gomiti posizioni pericolose
per le persone vicine;
- rimanere in mezzo alla pista durante la cortina oppure fermarsi davanti ai tavoli occupati da altre persone;
- improvvisarsi maestre/i, parlare, masticare,
interrompere il ballo per salutare le persone,
girare la testa in continuazione senza motivo.
La pista, mentre si balla, è uno spazio da
“condividere”!
In pista da ballo applichiamo le comuni norme di buona educazione e del buon senso,
che sono le stesse praticate quando passeggiamo per strada, niente di più. Meglio non
fare passi indietro, attraversare in diagonale, avanzare a zig zag, sorpassare a destra,
ecc.; cerchiamo di seguire la “ronda” (movimento che regola la circolazione in senso
anti-orario) e durante il ballo di tenere il più
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possibile i piedi a terra in modo da evitare
di colpire le altre persone; in pista, si applicano soltanto semplici regole di buona educazione per rispettare gli altri tutelando noi
stessi comunque nulla di così complicato ma
non dimentichiamo certo i “BALLERINI” e le
“BALLERINE””, maleducati/e e presuntuosi/e,
che non tengono conto le norme di buona
educazione e del buon senso.
Una persona brava è colui che interpreta
la musica; balla, nel limite del possibile, a
“bordo” della pista da ballo; segue la ronda;
gestisce lo spazio, anche minimo, che ha a
disposizione; mentre i “BALLERINI” ballano
ovunque. Una buona norma è che i principianti non partecipano al ballo nelle milonghe ma se già durante le pratiche rispettano
la ronda e sanno gestire gli spazi anche minimi possono tranquillamente parteciparvi visto che ballare il tango è: una semplice
camminata, un corpo con quattro gambe, ed
il resto è soltanto pura illusione.
Nella milonga conta il senso del ritmo, la
musicalità, come si “pisa” (pisar è calpestare,
appoggiare il piede), l’abbraccio, la postura,
l’eleganza, il rispetto verso le altre coppie in
pista, come si gestisce lo spazio che si ha a
disposizione in quel momento, la ronda.
Prendere calci non è un doloroso pegno da
pagare per ballare ma soltanto l’effetto della
maleducazione dei BALLERINI e BALLERINE
che ve lo hanno arrecato (un piccolo urto
può capitare ed è TASSATIVO, a prescindere
dell’eventuale colpa, che le persone si scusino; basta un cenno, uno sguardo di scusa,
ma quando una persona vi manca di rispetto fatelo notare a tanda finita con fermezza
educazione e buonsenso infatti è una cortesia che fate a quella persona e che fate a
tutte le altre che ballano).
Durante il ballo, in una milonga:
- in presenza di coppie vicine non si dovrebbe alzare il piede sopra il ginocchio, segnalare passi dove lo stesso supera il ginocchio
della coppia oppure esce fuori dello spazio
dell’abbraccio; spesso sono i “BALLERINI” che
li segnalano e nel riceverli soltanto la brava
partner li sostituiscono con passi alternativi
mentre le “BALLERINE” fanno di tutto, di più!
- non si parla e neanche si corregge la persona
con cui si sta ballando mentre chi parla cerca
di impressionare per far colpo con le parole
trascurando il ballo visto che…...non può.
- l’unico e solo mezzo di comunicazione è la
musica ma se dovesse mancare…..si parla.
Nelle milongas di Buenos Aires e Montevideo
è tradizione che si parli all’inizio di un brano
(circa quindici/venti secondi) ma soltanto per
riconoscere il brano per poi interpretarlo al
meglio (almeno questa è la spiegazione che
danno) sarà vero?
Anche le persone che non ballano, ne approfittano, nel conversare alzando, con moderazione, il tono della voce ma quando si inizia
a ballare, come per magia, si ritorna a parlare
con tono molto basso affinché non si arrechi disturbo alle persone che ballano le quali
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“La pista
è uno spazio da
“condividere”
hanno bisogno di ascoltare la musica per interpretarla al meglio.
Nella nostra tradizione “ballereccia” si usa invitare con - “che balla?” - e per i più attenti –
“scusi…permette un ballo?” - mentre puntare
una persona con lo sguardo significa tutta
un’altra cosa e i cenni con il capo si usano tra
le persone che giocano a carte.
Sicuramente ci vuole un po’ di tempo ancora
per applicare la mirada e cabeceo ma con la
complicità dei maestri, che dovrebbero divulgarla, pian piano verrà usata da più persone.
UNA SOCIETA’ CIVILE E DEMOCRATICA SENZA REGOLE NON POTREBBE DEFINIRSI TALE.
Luciano Di Blasio “Elsiano”
Psicotango
Tango, istinto e ragione
Il tango, se lo lasci fare, ti scava dentro e ti riporta alla luce, come
un neonato.
Le donne, del tango sono le spose,
lo lasciano entrare nelle loro vite, lo
lasciano sconvolgerle e ricostruirle.
Incontrano una sola, fondamentale
difficoltà, quella del pensiero sequenziale, organizzato e che organizza. La
donna sta al mondo per dare bellezza
e tenerezza. Ma guai se lascia prevalere l’istinto dell’Amazzone: si condannerà alla solitudine.
Quando lei cerca di cambiare chi le sta
a fianco, non di stargli semplicemente a fianco; quando lei cerca di agire
senza comunicare, non di comunicare
per agire; quando lei si fa strega e non
angelo, ecco che dietro l’angolo sta il
fallimento dell’unione.
Gli argentini, con la loro lingua primordiale, coniano verbi semplici e
intraducibili: tararear un tango, cioè
canticchiare un tango facendo solo
ta-ra-ra per seguirne la melodia. Oppure ancora tanguear, ovvero ballare
il tango. Li useremo anche noi, per
amore della semplicità.
Tanguear è più il frutto dell’impulso
naturale o della mente? È istinto o ragione. Direte: ma questo vale per mille
altre cose umane. È vero, e non è un
caso che il tango sia la metafora più
precisa che io conosca per qualcosa
che definirei, semplicemente, la vita.
A quella domanda ognuno darà nel
suo intimo la propria personalissima
risposta. Io credo che non sia né l’una
né l’altra cosa, non prevale né l’istinto
e nemmeno la ragione. Quello che importa è il senso di quello che si vuole
comunicare attraverso il tango. Prima
di tutto a chi sta ballando con noi.
Se due ballerini di tango sono in pista
e stanno ballando per dirsi “frasi”, non
fatte di parole (che potrebbero trarre
in inganno) ma fatte di movimenti; se
questi movimenti sono chiari, perché
hanno un senso inequivocabilmente
sincero, allora tutti lo vedranno anche
da fuori.
E in genere quello è il momento in cui
si raggiunge il piacere di ballare insie-
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me, ma anche il momento in cui gli altri hanno piacere di guardare il ballo. Quando dare
è bello come ricevere.
Un giorno, osservando una classe di tango,
ho preso a riflettere su come si apprende a
ballarlo. C’è chi sfida ogni nuovo passo come
se volesse conquistare un nuovo pezzo di
conoscenza, che il maestro terrebbe gelosamente conservato per sé senza darlo mai
fino in fondo. Queste persone partono dal
“Per comprendere una cosa
complessa,
devi solo rinunciare
a comprenderla.
Solo così sarà tua”
presupposto che tutto si possa imparare, basta sapere qual è la strada più veloce e più
efficace per farlo. Hanno una concezione
sequenziale delle mosse da compiere, perché sono certi che ci sia una progressione
in tutto ciò che vi è da sapere. Questo può
essere vero per certi saperi più che per altri,
ma certamente per tutto c’è un punto oltre
il quale l’apprendimento non è più scontato,
né sequenziale, e neppure “in serie”. Quello
è il momento in cui c’è la vera conoscenza,
non più il semplice apprendimento. È quello il
momento in cui la conoscenza ci rende liberi.
C’è però anche chi muove i passi con timore, con quel pudore che può avere solo chi
si sente nudo in mezzo alla gente. Certo,
queste persone fanno tanta fatica, non si lasciano quasi mai andare, sono incerte, esitanti, quando non diffidenti. Ma poi un giorno,
chissà per quale magia, si lasciano abbracciare, e allora accade quello che deve accadere.
Iniziano a ballare.
Solo in apparenza le donne fanno meno fatica
a imparare il tango. Certo, riscoprono presto
la loro femminilità, abbandonano pantaloni e
tacchi bassi per la gonna e la scarpa più giusta. Eseguono i primi passi con abilità e prima
degli uomini, ma non smettono mai di pensare che nel ballo stanno esaltando, stanno
sottolineando il loro essere donna. Senza esserlo veramente.
La donna, in realtà, fa tanta fatica prima di
26
iniziare a ballare. Nel nostro tempo lei ha
continuamente bisogno di sentirsi padrona
dei suoi pensieri, padrona della sua vita; oggi
cerca a tutti i costi di essere amata come lei
vuole. E si dimentica di donarsi all’altro.
La mia proposta è quella di non vedere
nell’uomo il suo opposto, quello che va conquistato perché così inizierà a parlare la sua
lingua, e tornare a vedere in lui il proprio
completamento.
Mi sono chiesta spesso quando una donna
inizia a ballare veramente. La risposta mi è
venuta da alcune di loro, che hanno visto agire dentro di sé l’unico insegnamento che un
maestro vero possa dare, sapendo di essere
sincero fino in fondo: quando dimenticherai
i passi, quando dimenticherai i piedi, quando
esisterai nell’abbraccio solo per ascoltare il
tuo ballerino, quando riuscirai a cancellarti e
non a esaltarti, quando saprai svuotarti per
lasciare parlare l’altro attraverso di te, come
la penna nelle mani di uno scrittore, come
un violino nelle mani del musicista, come la
matita nelle mani dell’artista. Solo allora la
donna parlerà, risuonerà, disegnerà, ballerà
veramente. Solo allora, insieme, l’uomo e la
donna riscriveranno la musica.
Quando un uomo inizia a ballare? Quando
non pensa più ai suoi passi, quando non esegue più dei passi.
Quando vede con la mente la donna che ha
tra le braccia, quando la immagina danzare,
quando prefigura i suoi movimenti, perché
ciò che fa con il corpo serve solo a far ballare
lei.
Quando si nasconde per esaltarla, quando la
mostra con orgoglio nel condurla dentro la
musica, che solo lui ascolta, nel portarla dentro la pista, che solo lui vede.
Carla De Benedictis
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Tangocamp & Roma Tango Meeting
Tre settimane distanziano nel mese di giugno
due importanti festival romani: il Tangocamp
2011 e il Roma Tango Meeting.
Il Tangocamp, ricordiamo, è un festival sui
generis, perché itinerante per una tre/quattro giorni di lezioni, esibizioni e milonghe
con tappe in Italia, Grecia e Svezia.
La nutrita carovana di ballerini professionisti,
organizzatori, deejay etc. perfettamente organizzata e coordinata dalla Svezia (per l’ Italia responsabile e organizzatore è Luca Lamberti) aveva anticipato perfettamente già nel
2006, quando fu lanciato per la prima volta,
il senso moderno dei festival di tango che si
svolgono oggi in giro per il mondo. Fino a
qualche decennio fa era difficile pensare alla
stabilità di una professione come quella del
maestro di tango. Il Tangocamp dimostra
oggi che esiste la forza organizzativa ed economica di proporre un modello unificante e
itinerante per trasmettere una cultura lonta-
na per tempo e spazio a specificità locali e
distanti tra loro.
Se è vero che figure e coreografie sono nati a
Buenos Aires dalla sedimentazione di decenni
di cultura popolare di tango, è anche vero che
in passato si è reputato questo corpus pronto
e maturo per essere reso modello ed essere
esportato. Il Tangocamp ha contribuito, suo
malgrado, a diffondere questa particolare
idea di tango, presupponendo però la tesi
che il tango è un working in progress. Il Tangocamp si presenta infatti di facciata come
un laboratorio itinerante - dopo tutto si nutre dell’apporto di maestri non solo argentini
provenienti dalle nuove metodologie didattiche - nella realtà però è rimasto legato alla
cultura dell’esportazione, con la differenza
che tale corpus è pensato come un sistema
aperto.
Il Roma Tango Meeting invece è un evento
prettamente romano diretto con estrema cura
e professionalità da Carlo Paolantoni, che non
distante dai riferimenti estetici e dalla filosofia
ispiratrice del Tangocamp, ripropone di contro il modello di festival classico. Anche qui le
esibizioni dei maestri, come nel Tangocamp,
non sono solo la vetrina di presentazione per
il mercato dei corsi dei rispettivi maestri di
tango. In realtà, almeno per i maestri di vero
talento, sono momenti di presentazione del
lavoro svolto, momenti di sintesi, non tanto
poetica, quanto professionale del cammino
percorso come ballerini, e come protagonisti
dello spettacolo del tango. E’ facile notarlo
quando si confrontano nei ricordi le esibizioni
passate, e si vede la linea evolutiva, la ricerca,
lo sforzo compiuto per il proprio pubblico.
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E sebbene non itinerante, anche il Roma Tango Meeting si avvale del contributo artistico
di vari maestri che girano il mondo, dunque
sottoposti al contatto con migliaia di persone alla ricerca del segreto con cui ballar bene,
dunque essi stessi arricchiti dall’enorme bagaglio formativo di tale esperienza. E come
il Tangocamp, il richiamo internazionale del
Roma Tango Meeting permette al festival di
arricchirsi di un pubblico internazionale.
Due festival, uno dopo l’altro, che hanno permesso a questo pubblico raccolto di vedere
e ammirare, tra le tante, tre grandi coppie di
ballerini: Javer Rodriguez e Andrea Missè al
Tangocamp, Sebastian Arce e Mariana Montes con Chicho Frumboli e Juana Sepulveda
al Roma Tango Meeting. Tre coppie diverse,
tre stili diversi, tra i più popolari del momento; Tre coppie di artisti che si valorizzerebbero di più se non venissero imitati in milonga,
ma solo goduti nelle loro performance per i
lati più belli ed esibizionistici del tango che
questi sanno proporre, ad esclusione di Javer
Rodriguez e Andrea Missè che, a parer mio, al
meglio sintetizzano l’esibizione con il ballo in
sala, preservando nel loro tango tutta quella
magia popolare che il tango porta con sé.
Parliamo di cifre. In questo 2011 il Tangocamp
ha rilevato un afflusso di più di 400 persone;
il Roma Tango Meeting 2011 ha toccato quasi le 1000 entrate, mentre lo scorso anno ha
avuto 700 entrate. Possiamo ora notare che
se fino qualche anno fa Roma non aveva festival di Tango stabili e rappresentativi, oggi
non è più così!
Ermanno Felli
Foto di:
Mario Giannini al Tangocamp (pag. 28/29)
Edoardo Lapegna al Roma Tango Meeting
(pag. 30/31)
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Orquesta Típica
Fernández Fierro - 10 anni!
amanti del tango. dodici giovani che danno
vita nel 2001 al progetto Fernàndez Fierro.
Progetto che oltre alla formazione dell’orchestra che ha dato la luce a ben 5 dischi* ed un
dvd li ha visti impegnati nell’apertura di un
proprio club: il Club Atletico Fernandez Fierro, trasformando nel 2004 un capannone nel
barrio di Almagro in una sala da concerti, in
un luogo di ritrovo per giovani e musicisti e
nel quale ogni mercoledì l’orchestra stessa si
esibisce.
L’apertura di un’emittente radiofonica “Radio
Una formazione - quella dell’orchestra Fernàndez Fierro - tipica delle grandi orchestre che hanno fatto la storia del tango
ma al tempo stesso alquanto stravagante,
a partire dal nome. Non esiste infatti né un
Fernandez, né un Fierro, è un nome di pura
fantasia, un protettore immaginario dell’orchestra. Un legame con le orchestre del passato come quelle di Di Sarli, di D’Arienzo o di
Pugliese, che prendevano nome dal proprio
direttore, ma allo stesso tempo una filosofia
più attuale, un’organizzazione stile gruppo
rock, una vera e propria cooperativa senza
né direttore né “padrone”.
* “Envasado en origen” (2002), “Destrucción masi-
Energia, freschezza, creatività, pazzia… dodici
musicisti argentini, innovatori, irriverenti ed
va” (2003), “Vivo en Europa” (2005), “Tango Antipánico” (DVD dal vivo, 2005), “Mucha mierda” (2006),
“Fernàndez Fierro” (2009)
CAFF che trasmette 24 ore su 24 tanghi contemporanei che si può ascoltare online all’indirizzo www.radiocaff.com.ar.
Quest’anno l’orchestra tipica Fernàndez Fierro festeggia i 10 anni di onorata attività; festeggiamenti lunghi un anno con concerti e
tour in diverse parti del mondo. Noi de “El
Tanguero” abbiamo avuto la fortuna di poterli ascoltare in un evento speciale organizzato lo scorso febbraio nel teatro Maipo di
Buenos Aires. E’ stata un’esperienza incredibile!
Musica travolgente, energica, un pubblico,
non necessariamente tanguero, per lo più
composto da ragazzi, molti argentini ma
molti anche stranieri accorsi per l’evento.
Quando salgono sul palco capiamo il perché di tanti giovani: abbigliamento da band
alternativa al posto della solita giacca da
concertista, cappellini, occhiali da sole, una
sirena accanto al pianoforte ed il cantor con
un casco da moto in testa…ci guardiamo in
faccia, e ci chiediamo se davvero ci troviamo
di fronte ad un concerto di tango. Ma l’atmosfera si surriscalda e la Fernàndez Fierro
lascia andare le prime note con una forza
propulsiva inaudita. Si è tango! Ma non il
tango di Gardel, non il tango che conosciamo
bene di Di Sarli, un tango che ha le sue fondamenta nel tango tradizionale, ma va molto
oltre, si mischia con il punk, con il folklore,
con l’hard rock, il pianoforte impazzito si lascia andare a cavalcate dissonanti ed i bandoneon che suonano come fossero chitarre
elettriche, il tutto con una precisione e perizia
tecnica di notevole livello.
Arrangiamenti ben curati dei brani, molti dei
quali originali. La strada segnata dal maestro
Copertina dell’ultimo disco
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Osvaldo Pugliese e seguita dall’ orchestra tipica Fernàndez Fierro per un lungo percorso e molto oltre, li ha portati
ad avere una propria ed indistinguibile
sonorità.
Un affiatamento perfetto tra i componenti. Tango difficilmente ballabile, ma
di grandissimo impatto emotivo, suonato con un energia trascinante. Musica che nasce da un’esigenza di espressione di creatività, dalla volontà di dire
qualcosa di nuovo in un genere, il tango, che sembra già aver detto tutto, ma
forse evidentemente così non è…
La Fernàndez Fierro prova a scrivere
una storia nuova, forse il tango del futuro, così come fece anni fa l’amato ed
odiato Astor Pantaleòn Piazzolla.
www.fernandezfierro.com
Helga y Andrea
MALENA (1942)
Musica: Lucio Demare
Parole: Homero Manzi
Biografia dei tanghi
Malena canta el tango como ninguna
y en cada verso pone su corazòn.
A yuyo del suburbio su voz perfuma,
Malena tiene pena de bandoneòn...
L’autore di questi versi, Homero Manzi (19071951) parlò poco della protagonista di questa sua
composizione che tanto successo riscosse. Né permise
che altri mettessero in giro storie in nome suo.
Chi era Malena?
La mitica Azucena Maizani cantò e incise il tango subito dopo la sua apparizione e non mancò chi pensò
a lei come alla musa ispiratrice , cosa credibile ma che
non risultò vera.
Qualcuno disse che Malena era la cantante Nelly Omar,
avendo questa avuto per vari anni una relazione amorosa con Homero Manzi.
Qualcun altro disse che Malena era una ex corista del
teatro Maipo che ebbe velleità di cantante solista e che
viveva in Via Esmeralda, proprio a fianco al teatro.
Qualcuno, infine, assicurò che era brasiliana. Però brasiliana e cantava il tango “como ninguna”? ....Era difficile crederlo e tuttavia era quella che si avvicinava di più
alla verità.
Perché, argentina e figlia di andalusi, la protagonista
del famoso tango - il suo nome era Elena Tortolero risiedette in Brasile fin dalla sua infanzia perché suo
padre era stato nominato console spagnolo a Porto
Alegre. Nella sua educazione, che fu accurata, entrarono in ugual misura la lingua natale, la spagnola e quella portoghese. Una naturale inclinazione per il canto
popolare internazionale e una particolare espressività
la indussero, fin dalla gioventù, a coltivarlo professionalmente.
Adottò il nome di Helena de Toledo per sviluppare la
sua carriera artistica e riuscì a mettersi in evidenza sia
nella radiofonia che sul palcoscenico. Durante la sua
performance in un teatro di Porto Alegre introdusse il
tango nel suo repertorio, interpretandolo con grande
personalità.
Non stupisce la grande influenza che questo modo
di cantare esercitò sul pubblico se si considera che ciò
avveniva a Porto Alegre, capitale dello stato brasiliano
di Rio Grande do Sul, confinante con l’Argentina e le cui
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canzoni regionali hanno molto a che vedere
con quelle argentine.
Quello che non avrebbe mai sospettato Helena de Toledo era che una sera , tra gli anonimi e numerosissimi ascoltatori, si sarebbe
inserito un argentino - che, per giunta, era
un raffinato poeta del tango - e per il quale la
cantante, che lui avrebbe ribattezzato come
Malena, risultò, lontano da Buenos Aires, una
emozionante scoperta di assimilazione alla
canzone porteña, presentata con espressiva
autenticità fisica e spirituale:
Tus ojos son oscuros como el olvido,
tus labios apretados como el rencor.
tus manos dos palomas que sienten frìo,
tus venas tienen sangre de bandoneòn....
Questi versi li scrisse nervosamente Homero Manzi durante il suo viaggio di ritorno a
Buenos Aires - dopo aver fatto scalo in Brasile provenendo dal Centro America - posseduto dall’incanto appena vissuto e timoroso
che svanissero gli assillanti fantasmi dell’idea
creatrice che, una volta passato il “trance”,
non ritornano più.
Inaugurazione del Tango
Arrivato a Buenos Aires e completata la struttura del tango-canzone, Manzi mette il testo
nelle mani di Lucio Demare (1906-1974), celebrato pianista e compositore di musica popolare, che gli adatta una melodia piacevolmente orecchiabile.
Dalle mani di Demare il fiammante tango
passa in quelle di Anìbal Troilo, il quale lo
inaugura con la sua orchestra e con la voce
del cantante Francisco Fiorentino durante il
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Carnevale di metà febbraio 1942. La sua registrazione nello schedario della Società Argentina degli Autori e Compositori è datata
a 20 giorni dopo la sua inaugurazione, esattamente il 6 marzo 1942.
Nel frattempo, Helena de Toledo, senza sapere di essere stata l’ispiratrice del tango, si
trasferisce dal Brasile a Cuba, ingaggiata per
una serie di spettacoli.
A Cuba stringe amicizia con il famoso tenore venezuelano Genaro Salinas. Dall’amicizia
passano all’innamoramento e al matrimonio.
L’unione nella vita e nell’arte li porta a condividere instancabilmente i loro tour. Mentre si
trovano in Messico si realizza per lei un momento cruciale del suo destino. Ascolta lì, per
la prima volta, “il suo tango” e viene a sapere
delle circostanze che avevano prodotto il suo
concepimento.
Impressionata dal vigore dell’immagine che
sorge da quelle strofe, teme di non essere
all’altezza e smette di cantare.
E’ una risoluzione che in questo ambito
dell’arte minore stupisce per l’estrema coscienza che la determina.
Malena smette di essere Malena per essere
semplicemente Elena Tortoreto Salinas. Con
suo marito arriva a Buenos Aires dove lui é
stato ingaggiato da Radio El mundo e dalla
Casa Discografica Odeòn.
La città natale di lei è allora, piu’ che mai, nel
cuore di entrambi.
Fissano lì la loro residenza definitiva e Salinas
da lì prende la rotta delle strade d’America
per cantare i suoi “boleros”.
Però non per molto tempo. Un giorno del
1957 arriva alla sua sposa la notizia della sua
tragica morte a Caracas e a Buenos Aires lei
riceverà i suoi resti, che colleghi e amici argentini accolgono nel panteon degli artisti
nel cimitero della Chacarita.
Al di là dell’istante miracoloso
Roberto Palmer, prima voce di uno dei migliori gruppi folclorici argentini (Los Cantores
de Quilla Huasi) e sua moglie Elsa divennero
intimi amici di Elena Tortoreto e convissero
con lei in un appartamento di Via Maipù a
Buenos Aires.
Il cantante Palmer ricorda quei giorni:
“Da quando la conobbi non ho mai sentito
che lei dicesse a qualcuno di essere la Ma-
Alcune delle incisioni più famose di “Malena”
- Azucena Maizani, accompagnata da piano e
chitarra (1942)
- Orchestra di Anìbal Troilo con la voce di
Francisco Fiorentino (1942)
- Orchestra di Lucio Demare con la voce di
Juan Carlos Miranda (1942)
- Orchestra di Anìbal Troilo con la voce di Raùl
Beròn (1952)
- Edmundo Rivero con l’orchestra diretta da
Mario De Marco (1966)
- Roberto Goyeneche con l’Orquestra Tipica
Porteña (1968)
- Susana Rinaldi con il gruppo diretto da Juan
C. Cuacci (1977)
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suo marito Jenaro Salinas. Questo è tutto.
Questo è tutto e questa è - o fu - Malena.
Una donna che Buenos Aires conobbe nella
vita comune con un nome e un cognome diversi dal semplice nome che dette il titolo a
un tango, al di là di quell’istante miracoloso
in cui un poeta la rese eroina melodica sulle
labbra della gente:
Tu canciòn
Tiene el frìo del ùltimo encuentro,
Tu canciòn
Se hace amarga en la sal del recuerdo....
E la gente di Buenos Aires mai seppe né mai
saprà come fosse la sua voce quando cantava!
Alberto Valente
(sulla traccia di un testo di F.G. Jimenez del
1965)
lena del tango. E se qualche volta, inavvertitamente, lo canticchiava nell’intimità, si interrompeva subito con la voce segnata dalla
tristezza. Non era la tristezza di aver smesso
di essere la Malena cantante bensì quella di
sentire l’allontanarsi della giovinezza. “Mi
addolora la vecchiaia” disse piangendo in
una occasione.
E ancora di più l’addolorava perché il suo
mezzo di sussistenza era il lavoro di “rappresentante di artisti” che molte volte è quello
che accompagna il tramonto di un artista.
Nel pieno delle contrattazioni per la vendita
di un “varieté” - continua Roberto Palmer alla fine del 1959, Elena Tortoreto partì per
l’Uruguay, mentre io ero in tour per le provincie argentine.
Non so nemmeno come poterono reperire
mia moglie a Buenos Aires per darle la cattiva notizia. Elena era morta di edema polmonare e il suo cadavere era nella camera
mortuaria di Montevideo. Mia moglie partì
immediatamente, riconobbe il cadavere, si
fece carico del trasferimento a Buenos Aires
e riuscì a far seppellire Elena nel fornetto di
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Ricardo Vidort
raccontato da Oscar Casas
Abbiamo avuto il piacere di pranzare con Oscar Casas e Ana Miguel, due persone squisite e davvero cordiali. Dopo un doveroso flan con dulce de leche chiediamo a
Oscar di parlarci di Vidort.
Non abbiamo avuto la fortuna di conoscere Ricardo Vidort ma avevamo voglia
di fare un reportage su di lui. Oscar come
conoscevi Ricardo?
Ricardo Vidort era un amico di mio padre,
più grande di lui di una decina d’anni. Ha
sempre vissuto a casa delle zie fuori Buenos
Aires e sin da giovane amava molto ballare.
Non amava lavorare e non credo gli piacque
mai! Quando veniva in città per ballare lui
portava con se la foto delle zie e la poneva
sul comodino, era molto legato a loro.
Le zie avevano un negozio di antiquariato e
stavano piuttosto bene economicamente e
Ricardo era viziatissimo! Gli avevano costruito una stanza nel mezzo di un giardino (un
quadrato di tre metri per tre!) e lui viveva lì,
portava gli amici e tutte le sigarette del mondo!!! Così poteva fare quello che voleva senza disturbarle…
E quando veniva a Buenos Aires stava da me
o da Osvaldo Cartery (Osvaldo di “Osvaldo
y Coca”) un suo grandissimo amico! Si allenavano sempre insieme e ballavano in un
patio di terra, a piedi scalzi per non sporcare
le scarpe. Furono amici tutta la vita e spesso Ricardo stava a casa di Osvaldo, in quella casa che fù di “El Tigre Millàn”. Esiste un
tango di D’Arienzo chiamato “El Tigre Millàn”
che fu un personaggio realmente esistito che
ballava molto bene ma che aveva un caratteraccio, litigava spesso e viveva in una casa
che non aveva titolo di proprietà. Una casa
che passava di generazione in generazione di
milongueri diciamo così, e in quegli anni ci
viveva Osvaldo Cartery.
Non c’era un’immagine di Ricardo Vidort
come maestro di tango?
No, ma non si usava. Si studiava insieme e si
provava insieme, ci si scambiava le informazioni! E soprattutto si rispettava il “codigo”,
in milonga si era tutti uguali! Ad esempio
Ricardo non era per niente amico di Gavito
però mi ricordo che quando Vidort ebbe bisogno di aiuto Gavito ci fù. Carlos Gavito era
un tipo molto generoso, rispettoso del “codigo” a tal punto che una volta quando venne
a sapere che Ricardo aveva bisogno di una
certa quantità di denaro per viaggiare, Gavito
gli fece recapitare il denaro senza dirgli niente, e poi quando Ricardo in Inghilterra ebbe
la possibilità di saldare il debito gli spedì i
soldi senza una parola. Però in milonga se si
incontravano non si salutavano. Erano codici
milongueri…Ad esempio un’altra volta Pupi
Castello stava ballando con “La Negra” Graciela Gonzales a La National e non stava affatto bene; quella sera in milonga c’erano Alito
(un amico di Vidort), Vidort e Gavito ed era
risaputo che Pupi e Ricardo non si potevano
vedere…quando Pupi iniziò a ballare zoppicava e Ricardo stette tutto il tempo a criticare
il suo ballo, e a dirne peste e corna! Quando
termino di ballare però fu il primo che l’applaudì! Possono esistere amici e nemici ma
nella milonga si è tutti uguali!
Non aveva tanti amici a quanto pare!
No…un altro “nemico” di Ricardo fu Walter,
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Milongueros
un milonguero molto bravo ma che non ama
farsi conoscere.
Quando morì Vidort ad Albuquerque negli
Stati Uniti io fui uno dei primi a saperlo. Subito chiamai mio figlio Osky, molto legato
a Ricardo perché quando veniva a ballare a
Buenos Aires a volte si fermava a dormire a
casa. E quando lo dissi a Osky lui si trovava
al locale con Walter (che è molto amico di
mio figlio) e quando gli disse che Vidort era
morto, Walter con tutto che era suo nemico,
chiese al Dj di mettere un tango in onore di
Vidort e che avrebbe voluto ballarlo per lui.
E lo ballò.
Aveva una ballerina fissa? Faceva coppia
di ballo con qualcuna?
Si con la milonga!!jajaja
A lui piaceva ballare con Myriam Pincen, con
Vilma Martinez, con la statunitense Jill Barret,
erano le sue ballerine preferite ma era sposato con la milonga! La milonga per lui era
tutto, c’erano i suoi amici e lui stava bene...
decideva da quale organizzatore andare e a
quale tavolo sedersi, quale musica ballare e
quale non ballare, lui diceva sempre che la
milonga la fa ciascuno di noi, non la fa il dj
ma ciascuno di noi…lui credeva che il tango
era un sentimento che si ballava lo diceva
sempre e che poteva ballare e interpretare
la musica con qualsiasi donna. L’importante
era sentirsi comodo…
Aveva una scuola?
No non aveva una scuola, insegnava il tango
nelle milonghe di amici prima che iniziasse la
serata, per esempio adorava Lucy e Alberto
(due organizzatori di milonghe) senza dare
un soldo all’organizzatore! Spesso faceva lezioni private e la gente era così felice di fare
lezione con lui che oltre a pagarlo gli offrivano da bene, da mangiare…e poi viaggiava,
ha viaggiato tantissimo per insegnare, andò
negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Italia , in Canada fino a che si ammalò.
Un giorno, mi ricordo che lo accompagnai
all’aeroporto che doveva andare ad Albuquerque negli Stati Uniti e si lamentò per tutto il viaggio perchè sentiva uno strano dolore.
Partì e qualche giorno dopo mi inviò una email nella quale mi diceva di aver scoperto
di avere un tumore al bacino. Quando tornò
a Buenos Aires per rivedere la ragazza con
cui ballava che non vedeva da tempo già non
poteva più camminare senza stampelle. Volle
andare lo stesso in milonga e lo accompagnai
al Niño Bien. A metà serata mi disse “Oscar
quando mettono l’orchestra Pedro Laurenz
fammi ballare” lui sapeva che stava per morire e infatti morì il giorno dopo. Era molto
buono, molti pensavano che fosse una cattiva
persona ma non era così.
Ricardo diceva che le persone non avevano bisogno di studiare con lui più di otto
lezioni e che poi avrebbero dovuto cercare
il proprio tango.
Si, lui diceva questo. Lui non insegnava passi
ma insegnava a sentire la musica, come muoversi. Lui cercava l’incontro emozionale…Mi
ricordo che quando stava a casa da me prati-
Ricardo y Oscar
cava sempre, per la velocità di gambe diceva!
“Il tango non puoi sceglierlo…ma è il tango
che ti sceglie, per questo tanta gente inizia e
non finisce mai”. Era molto cortese e molto
amabile con le donne e molto rispettoso del
codice della milonga.
Abbiamo letto una sua lettera che si intitola “Walk, walk, walk”…
Si, questa lettera la scrisse negli Stati uniti durante gli unni anni, dopo che scoprì di
avere un tumore. Negli ultimi anni scrisse
tantissime cose…tra cui questa lettera. Per lui
il tango era camminare, solo camminare…Io
ho alcune sue lettere e spesso me le hanno
chieste per fare film, libri etc ma io non le ho
mai date. Non si può industrializzare il tango,
perché non si può capire, noi non sappiamo
perché balliamo, lo facciamo perché ci incanta…per questo a volte trovo fuori luogo certe
presentazioni (il grande maestro…il piccolo
maestro…). Per me un grande maestro è colui
che va alla milonga e piace. Puoi ballare benissimo ma se la milonga non ti accetta c’è
poco da fare…La milonga non è misericordiosa!
Anche il tuo tango è figlio di Vidort?
Ho incontrato tanti maestri nel mio cammino.
Mio padre per iniziare e poi con tanti maestri
e tanti stili diversi, ho studiato con tutti coloro
che ho creduto potessero darmi uno spunto
per lavorare e anche se a me piace ballare in
abbraccio chiuso voglio apprendere tutto il
resto perché credo che tutto abbia ragione di
esistere.
Ricardo non è stato per me un maestro di
tango, ma sicuramente un maestro di vita mi
ha insegnato tantissimo. E comunque, nonostante avessimo stili e tecniche diverse nel
ballo lui è stata la mia ispirazione. Di questo
però mi sono reso conto molti anni dopo…
La commozione che intravediamo negli occhi
di Oscar Casas è il chiaro segnale dell’affetto
che lo ha legato a Ricardo Vidort e noi lo ringraziamo per il suo racconto e per la gentilezza dimostrata.
Un grazie speciale va anche a Paola Palaia per
averlo invitato a Roma e per averci aiutato
con l’intervista.
Helga y Andrea
Recensioni
DVD
Raccolta DVD di Tango Argentino
di Ricardo El Holandés
Questa collana didattica di DVD di tango argentino vuole essere non solo un
supporto per chi si è già avvicinato allo studio del tango, della milonga e del vals ma
anche per coloro che ne affrontano lo studio per la prima volta.
Le indicazioni tecniche e didattiche fornite nei DVD sono mostrate in maniera molto
chiara da Ricardo El Holandés e Rotraut Rumbaum che eseguono le loro lezioni in una
delle milongas più antiche e prestigiose di Buenos Aires: la sala da ballo Sin Rumbo!
Nei diversi corsi si avrà la possibilità di vedere passi eseguiti con differenti possibilità
musicali, gli errori più comuni e inoltre esercizi per uomini e donne.
Le lezioni incluse nei DVD di Tango Salón 1 e 2 hanno una durata di oltre 120 minuti
ciascuno.
Nel DVD Tango de Fantasía, Ricardo e Rotraut insegnano anche figure più complesse,
destinate particolarmente a ballerini di livello avanzato.
Ai tre DVD di Tango si aggiungono il DVD di Milonga (n°4) e quello di Vals (n°5), ambedue di una durata di 90 minuti.
In essi si insegnano figure specifiche oltre ad offrire consigli per comprendere i diversi
ritmi e in che modo vengono danzati nelle sale da ballo di Buenos Aires.
Ordinabile via internet direttamente dal sito www.tango-dvd.net.
CD
En que quedamos
by Martes tango trio
Il “Martes tango trio” a dispetto del nome è un quartetto di
musicisti, tre argentini ed un italiano
capitanati dal pianista Roger Hélou
direttore anche dell’Orchestra Tipica Silencio. Gli altri musicisti sono
il bandoneonista Raphael Reber, il
chitarrista César Nigro ed il contrabbassista Federico Abraham.
Il disco d’esordio “En que quedamos” registrato dal quartetto nel
settembre 2010 ci propone una
serie di classici tangueri al quale i
quattro hanno aggiunto un tocco di
modernità e di freschezza. Ispirandosi, come essi stessi dichiarano, alla musica dell’ultimo periodo del gran bandoneonista Anìbal Troilo il disco presenta arrangiamenti ben
curati e splendidamente eseguiti, aprendo con una bella versione di un classico “La
cumparsita”, e continuando tra gli altri, con brani come “Volver”, “El Amanecer”, “Toda mi
vida”, una bella versione della milonga “Payadora” e 2 bellissimi vals: “la pulpera di santa
Lucia” e “todos vuelvan”, e “Milonga triste” che ricorda i dischi di tango dell’armonicista
Hugo Diaz. Il cd che contiene anche due video dal vivo, potete scaricarlo su itunes o
ascoltarne una preview sul sito della band www.martestangotrio.com.
Juarez Machado
Biografia
Pintura de tango
E’ nato nel 1941 nella città di Joinville, nello stato
di Santa Catarina, in Brasile. Ha studiato alla Scuola
delle Arti, nello stato di Paraná dove ha ricevuto il
premio per il miglior scultore dello stato. Nel 1966
si stabilì a Rio de Janeiro, intensificando la sua attività. Oltre alla pittura si è anche divertito a fare illustrazioni, scenografie, sculture, disegni e incisioni.
Nel 1986 si stabilisce a Parigi, dove vive da allora. Le
sue opere celebrano la donna in un sofisticato ambiente retrò, sensuale e poetico allo stesso tempo.
Ha ricevuto diversi premi in gallerie brasiliane e ha
frequentemente esposto le sue opere in Europa e
negli Stati Uniti.
www.jmachado.com
PAGINA A FIANCO
Tango Levitation
PAGINA A FIANCO
IN BASSO
Tango a Paris
IN QUESTA PAGINA
Tango II
Voci di tango
La parola ai nostri lettori
PIANTO DI CHITARRA
di Massimo Gobbo
Corde di chitarra…ferme…tese
Piccole percussioni di mani veloci…
La chitarra piange e racconta amori lontani
Amori di tango…cuore di Buenos Aires…storie di Milonghe
Storie di Tangheri…storie d’amore…
Storie d’amore che si raccontano in pochi minuti…
vissuti di passione pura
In una notte di luna piena…con stelle luminose…che ferme…
vegliano gli amori…iniziati e finiti
La chitarra piange e racconta amori lontani
Amori di tango…cuore di Milonga
E’ Luis che ti suona e ti racconta
Tu…mia triste chitarra…piangi
Tu…mia triste chitarra…sei l’anima di Buenos Aires
Tu…mia triste chitarra…sei la compagna indissolubile
dell’anima del tango
Tu…mia triste chitarra…sei la voce del mio cuore
La chitarra piange e racconta amori lontani
Amori di tango…cuore di Bueno Aires…
anima vibrante della Milonga
Su www.eltanguero.it potrete
leggere il racconto
di Mario Abbati
“Con i tuoi piedi sopra i miei”
tratto dal libro
“La donna che ballava
il tango in senso orario”
edito da Terre Sommerse
Mandateci le vostre storie, le vostre poesie,
idee, vissuti nel tango, sul tango...
e per il tango e saranno pubblicati!
Potete mandare il vostro contributo a:
[email protected]
OGGETTO: “Voci di tango”
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Tango: the french connection
Pochi lo sanno ma un filo invisibile unisce
Parigi e Buenos Aires, viaggia sulle note del
Tango ed è fatto di amore e odio, desiderio e
nostalgia struggente...
Sin dai primi del secolo scorso le luci e la magia della “ville lumiere” affascinano i musicisti di Baires.
Invincibile è il desiderio di imbarcarsi e raggiungere questa splendida città per far conoscere anche lì la musica e l’emozione del
Tango, ma il lungo viaggio che essi affrontano è come il volo delle falene verso la fiamma: destinato a risolversi in tragedia.
E’ il 1931, su musica di Guillermo Barbieri e
parole di Enrique Cadìcamo, nasce un brano
destinato a rimanere nella storia del Tango,
s’intitola “Anclao en Parìs”: già il titolo è tutto
un programma (Bloccato a Parigi) e a cantarlo
è Carlos Gardel.
“Trascinato da questa vita di
artista vagabondo
mi ritrovo, Buenos Aires, bloccato a Parigi.
Chissà che una notte non mi colga la morte
e, ciao Buenos Aires,
non ti rivedrò mai più!”
Dopo Gardel il brano verrà ripreso e inciso da
altri grandi artisti come Pedro Lozano e Miguel Montero, quest’ultimo accompagnato
niente di meno che dalla straordinaria orchestra di Osvaldo Fresedo.
Se questa canzone riassume in sé tutti gli stereotipi del rapporto di amore e odio che unisce l’estuario del Rio de la Plata e la capitale
francese (conditi, come vuole la tradizione, da
un’abbondante spruzzata di nostalgia e tristezza) non fu certo l’unica: molte altre la precedettero e la seguirono, un lungo rapporto
epistolare fra le due sponde dell’oceano fatto
di ricordi, rimpianti, rimproveri...passioni non
perdonate che travolgono la vita di coloro
che incautamente vi si abbandonano.
“...fuggisti da qui
e con gran dolore devi piangere, donna...
...Ingrata Parigi,
hai rubato il mio amore...”
55
Sono le accorate parole che, nella celebre
canzone “Canaro en Parìs”, un uomo rivolge
alla donna che lo ha abbandonato per fuggire oltremare. Il brano fu scritto nel 1925 (musica di A. Scarpino e J. Caldarella; testo di José
Scarpino) per celebrare, come suggerisce il
titolo e non senza una nota di rimprovero,
la tournè nella capitale francese di un’intera
famiglia di musicisti: i fratelli Canaro.
I francesi vanno pazzi per il Tango e la tournè
trionfale di Francisco Canaro, accompagnato
dai suoi fratelli Mario, Rafael e Juan e da altri
artisti tra cui il pianista Lucio Demare, dura
addirittura due anni.
Se l’ingrata fanciulla del testo di Scarpino altro non è che i fratelli Canaro, colpevoli di
aver preferito le bollicine dello champagne
al mate, Montmartre alla più familiare Calle Corrientes e di aver barattato le confiterias con i cafè chantant, le altre protagoniste sono donne vere e fatali come la Mariòn
dell’omonima canzone scritta nel 1943 da
Luis Rubinstein.
Sono passati più di dieci anni da “Anclao en
Parìs” e siamo ormai nel pieno della decade d’oro del Tango, i mitici “Quarenta”, ma
niente è cambiato: mentre il resto del mondo
sprofonda nella tragedia della seconda guerra mondiale, a Buenos Aires si soffre per un
amore vissuto sulle rive della Senna...
“...Sogno di Parigi
che divenne tutt’uno con l’emozione
del tuo amore senza fine, Mariòn...”
Ma se è vero che i focosi maschi argentini
sono particolarmente inclini a innamorarsi
delle parigine non mancano esempi di donne
che, nate all’ombra della torre Eiffel, perdono testa e cuore dietro agli uomini di Baires...
come dimostra la storia della celebre Madame Ivonne nella omonima canzone scritta da
E. Pereyra e dal solito Cadìcamo nel 1933.
Il brano ha tanto successo che resiste inossidabile al passare degli anni e dopo essere stato cantato da Gardel viene interpretato anche
da Alberto Castillo (orchestra di R. Tanturi), da
Julio Sosa, da Hugo del Carril e altri.
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E’ la storia di una ragazza del quartiere latino
di Parigi che, innamoratasi di un argentino lo
segue in Argentina per finire poi, una volta
abbandonata, a fare il mestiere più antico del
mondo a Buenos Aires, conosciuta, appunto,
come Madame Ivonne.
Negli anni che vanno dal 1925 alla metà degli anni ’50 è tutto un fiorire di titoli e testi in
cui sembra che il Tango aspiri ad una seconda cittadinanza: i suoi cantori si riconoscono nello spirito bohemien, vi si identificano
perché vedono nel proprio modo di vivere
quello degli artisti di Montmartre e di Rue St.
Germain... amanti delle donne, dello champagne, frequentatori di locali fumosi e affollati, più inclini alla poesia che al lavoro.
Un vero manifesto di questo modo d’intendere la vita è il brano “Alma de bohemio”, del
1929 (di Roberto Firpo e Juan Andrés Caruso): anche se l’unico legame con Parigi è
la parola bohemio, distorsione del francese
bohemien, le parole sono un ponte di solida
pietra tra Buenos Aires e la capitale francese...
è quello il modo di vivere in cui si riconoscono gli artisti del Tango.
E fanno di tutto per adeguarvisi, anche nel
vestire e nell’atteggiarsi, come mostra il simpatico disegno che fa da copertina alla partitura del brano di Firpo e Caruso.
C’è però una differenza sostanziale: lo spirito francese è leggero, intriso di entusiasmo e
del piacere di vivere quello portenho, invece,
inguaribilmente pessimista e pervaso di tristezza.
Malati di nostalgia cronica gli artisti del Tango si struggono al ricordo di Parigi quando
ne sono lontani, ma vivono un rimpianto altrettanto intenso quando, come esuli solitari,
passeggiano per i suoi boulevardes o le stradine di Montmartre.
Ce lo ricorda Daniel Melingo, voce contemporanea e verace del Tango, che nella sua
“Montmartre de Hoy”, quasi un secolo dopo
“Anclao en Parìs”, fa eco a Gardel cantando
così:
“Solo di notte, vado passeggiando,
per una strada della vecchia Parigi.
Portenho vagabondo, sono tanguero
e bloccato molto lontano dal mio paese.
Montmartre non esiste più
barrio di tanghi e d’incontri.”
Cronaca di un amore impossibile, dunque,
quello fra Parigi e Buenos Aires, una relazione
in cui ad avere la peggio non può che essere
quest’ultima perché, se è vero che ha sentito
l’attrazione dei saloni e dello sfacciato splendore parigino è altrettanto vero che solo nella
media luz delle confiterie e delle milonghe di
Baires sopravvive lo spirito del Tango.
Alessandro Messina
LUNEDI’
MARTEDI’
MERCOLEDI’
GIOVEDI’
VENERDI’
SABATO
DOMENICA
Milonga ai Portici
(luglio e agosto verificare sul sito)
22.30 - 02.00
Piazza Augusto Imperatore
339 7637711 - www.tangocontemporaneo.com
Milonga del Rio Del Angel
(luglio, agosto e settembre)
22.00 - 02.00
Lungotevere Vaticano
tra Ponte Sant’Angelo e Ponte Umberto
Alessando Amici: 346 3481823
Milonga del Rio Del Angel
(luglio, agosto e settembre)
22.00 - 02.00
Lungotevere Vaticano
tra Ponte Sant’Angelo e Ponte Umberto
Alessando Amici: 346 3481823
La Milonga dei Serpenti
(luglio, agosto e settembre)
c/o Milonga del Rio del Angel
22.00 - 02.00
Lungotevere Vaticano
tra Ponte Sant’Angelo e Ponte
Umberto
339 2346185
[email protected]
Milonga del Rio Del Angel
(luglio, agosto e settembre)
22.00 - 02.00
Lungotevere Vaticano
tra Ponte Sant’Angelo
e Ponte Umberto
Alessando Amici: 346 3481823
Elettrotango@Bar
(fino al 15 agosto)
al Summer Tango Vintage
c/o Parco San Sebastiano
20.00 – 02.00
Via di Porta San Sebastiano
335 5913434 - [email protected]
La Milonga della Luna
(luglio e settembre)
22.30 - 03.00
c/o Il Giardino del Tango
via degli Olimpionici 7
333 1881716
Milonga di Tangare
(luglio e settembre)
c/o Il Giardino del Tango
22.30 - 03.00
Via degli Olimpionici 7
339 7177038
Tangobar sul Barcone
(luglio)
21.30 - 02.00
Lungotevere in Augusta
(di fronte l’Ara Pacis)
06 70301101
Cascabelito
La Milonga del Mare
(luglio)
(luglio, agosto e settembre)
21.00 - 02.00
c/o Guerrino Beach
c/o Parco di Torre del Fiscale
21.00 - 02.00
Lungomare A.Vespucci 160 Via dell’Acquedotto Felice 120
333 9352918
Ostia
333 6012893
Milonga di Tangare
Milonga del Rio Del Angel
(luglio e settembre)
(luglio, agosto e settembre)
c/o Il Giardino del Tango
22.00 - 02.00
22.30 - 03.00
Lungotevere Vaticano
tra Ponte Sant’Angelo e Ponte Umberto Via degli Olimpionici 7
339 7177038
Alessando Amici: 346 3481823
Elettrotango@Bar
(fino al 15 agosto)
al Summer Tango Vintage
c/o Parco San Sebastiano
20.00 – 02.00
Via di Porta San Sebastiano
335 5913434
[email protected]
Elettrotango@Bar
(fino al 15 agosto)
al Soho Cafè
20.00 - 03.00
Via Appia Nuova 702
335 5913434
[email protected]
Profumi di Tango
La Milonga del Mare
(luglio)
(luglio, agosto e settembre)
21.00 - 02.00
c/o Guerrino Beach
c/o Parco di Torre del Fiscale
21.00 - 02.00
Via dell’Acquedotto Felice 120
Lungomare
333 9352918
A.Vespucci 160
333 6012893
9 LUGLIO - ore 21.00 - 03.00
Notti di Tango sotto le stelle di Roma
Piazza J.F. Kennedy 1 - Roma
INGRESSO LIBERO - Info: www.tangoeventi.com
17 SETTEMBRE - ore 20.00 - 01.00
Profumi di Tango
Querer
(luglio)
(da luglio a settembre
21.00 - 02.00
verificare date sul sito)
c/o Parco di Torre del Fiscale
22.30 - 02.00
Via Ciro il Grande 10 Via dell’Acquedotto Felice 120
333 9352918
348 3862271
www.tangoinprogress.it
La Milonga dell’abbraccio
(luglio e settembre)
22.30 - 03.00
c/o Il Giardino del Tango
Via degli Olimpionici 7
348 4089831
Piazza Vittorio Emanuele - Giardini Nicola Calipari
INGRESSO LIBERO - Info: www.tangoeventi.com
www.tangoaroma.com
Tanguera
(fino al 8 luglio e dal 8 settembre)
22.30 – 05.00
Via degli Angeli 146
346 1411095
[email protected]
Mio Tango
Profumi di Tango
(luglio, agosto e settembre
(luglio)
tranne sabato 20 agosto)
21.00 - 02.00
21.00 - 02.30
c/o Parco di Torre del Fiscale
Via Filoteo Alberini 53
Via dell’Acquedotto Felice 120
329 9170544
333 9352918
Le MILONGHE: Il Barrio, Traspiè, Salon Cascabelito, El Beso Tango
club, Tangofficina, La Milonga dei Reti, l’Alpheus, Alice Tango, Il
Mitreo, Tango Bar, La Milonga Stregata, Los Latinos, La Milonga
dello Scalo, Cafetìn de Roma, Milonga Assisi 33
RIAPRIRANNO come consuetudine tra settembre e ottobre.
Milonghe a Roma
EVENTI
3° Milonga Solidaria a Piazza Vittorio
PA = Principianti Assoluti
P(1/2) = Principianti(livello1 o 2)
I(1/2) = Intermedi (livello 1 o 2)
A = avanzati
T(U/D) = Tecnica (uomo/donna)
M = Milonga
SCUOLA DEL RIO DEL ANGEL
(luglio agosto e settembre)
c/o Milonga del Rio del Angel
Lungotevere Vaticano
tra Ponte Sant’Angelo a Ponte Umberto
Lunedì
19.00 - 22.00 - E. Moyano y Emma
Principianti/ Intermedi
Martedì
19.00 - 22.00 - M. Alvarez y S. Amato
Principianti/ Intermedi
Mercoledì
20.00 - 22.00 - D. Montaño y N. Ochoa
Principianti/ Intermedi
Giovedì
19.30 - 22.00 - L. Donda y C. Lombardi
Principianti/ Intermedi
Venerdì
20.00 - 22.00 - F. Del Buono y G. Catone
Principianti/Intermedi
SCUOLA TANGARE
(luglio e settembre)
Via degli Olimpionici 7
Giovedì
19.30 - 20.30 - A. Lalli
Sabato
19.30 - 20.30 - A. Lalli
PA
M
SCUOLA TRASPIE’
(luglio e settembre)
c/o ”Teatro della Basilica di San Pancrazio”
Piazza San Pancrazio, 7 (Monteverde)
Martedì
19.00 - 20.15 - S. Tiddi y F. Mangione
Corso Integrativo di Tango Argentino
Stile Milonguero
P
20.30 - 22.30 - M. Evola e P. Palaia
Stage di Volcadas e Colgadas Stile
Milonguero - 27 settembre
20.00 - 21.15 - M. Evola e P. Palaia
Lezione Dimostrativa Gratuita per
Principianti Assoluti
SCUOLA TANGOAMOR
P
I/A
Martedì (da settembre)
20.30 - 21.45 - R. Buoni, Luis Alberto Rojas,
L. Lucariello
PA
Via Lucrezio Caro 58
Mercoledì (da settembre)
20.30 - 21.45 - R. Buoni y L. Lucariello
I
Via Lucrezio Caro 58
Giovedì (da settembre)
20.15 - 21.30 - R. Buoni y M. Massimetti PA
Via Assisi 33
PA
SCUOLA TANGOFFICINA
(luglio)
c/o Centro Sportico Tennis Cosmos Club
via Nomentana 858 (angolo via Kant,
Talenti)
Martedì
20.30 - 21.30 - L.Capodaglio y F. Calvieri
21.30 - 23.00 - L.Capodaglio y F. Calvieri
Giovedì
20.15 - 21.30 - L.Capodaglio y F. Calvieri
SCUOLA TANGO ALLEGRIA
(settembre)
Via Cupa 5
(dal 19 settembre)
Lunedì
20.00 - 21.30 - F. Serrano y S. Colli
P/I
Martedì
21.00 - 22.30 - S.Colli
P
Forum Sporting Club Via Cornelia 493
Giovedì
19.00 - 20.15 - S. Colli
PA
20.15 - 21.30 - S Colli y P. Palaia
I
21.30 - 22.45 - S.Colli y P. Palaia
M
Via Mazzacurati 63
Venerdì
20.00 - 21.15 - F. Serrano y S. Colli
P
21.15 - 22.30 - F. Serrano y S. Colli
I
Via delle Milizie 40
Domenica
17.00 - 18.15 - F. Serrano
I
Viale di San Paolo 12
19.00 - 20.00 - F. Serrano y S. Colli
M-PA
20.00 - 21.00 - F.Serrano e S. Colli
Via Mazzacurati 63
Martedì
20.30 - 21.00 - A. Frugante
21.00 - 22.30 - A. Frugante
Domenica
16.30 - 18.00 - A. Frugante
PA
I/A
PA
SCUOLA ANDRE’S BEZEM
ED EMILIA CERUTTI
(luglio)
c/o AREM - Via Ignazio Giorgi
Martedì
21.00 - 22.30 - A. Bezem y E. Cerruti
Mercoledì
21.00 - 22.30 - A.Bezem y E. Cerruti
Stage tematici
Giovedì
21.00 - 22.30 - A. Bezem y E. Cerruti
PA
PA
(luglio e settembre)
Via Assisi 33
Martedì 12 e 19 luglio
21.00 - 22.30 - R.Buoni y M. Massimetti
Mercoledì 13 e 20 luglio
21.00 - 22.30 - R.Buoni y M. Massimetti
Lunedì (da settembre)
20.15 - 21.30 - R. Buoni y M. Massimetti
21.30 - 22.45 - R. Buoni y M. Massimetti
Via Assisi 33
P
I/A
A
I
Tutti i dati riportati sulla tango agenda sono stati forniti (aggiornati al trimestre in corso) dai diretti interessati.
I dati verranno ricompilati da capo dal
prossimo numero. Chi non aggiornerà i dati verrà cancellato. La redazione
non è pertanto responsabile di eventuali cambiamenti e/o inesattezze.
Le informazioni riportate verranno ricompilate il prossimo numero in
uscita ad ottobre 2011. Si pregano gli interessati, già presenti o non
all’interno della rivista, a voler comunicare in tempo utile (10 settembre)
i giorni, i luoghi e gli orari delle lezioni, pratiche e milonghe per il trimestre ottobre-dicembre al seguente indirizzo:[email protected]
Lezioni a Roma
SCUOLA ROBERTA BUONI
Pratiche a Roma
LUNEDI’
TANGOPRATICA - 21.30 - 24.00
con Fernando Serrano e Silvia Colli
via Francesco Negri 9
Info: 333 5300844
dal 19 settembre
MARTEDI’
PRATICA di Tango - 22.30 - 01.00
Con Marco Evola e Paola Palaia
”Teatro della Basilica di San Pancrazio”
Piazza San Pancrazio, 7 (Monteverde)
Info: 333 1219840
luglio e settembre
El PRATICON - 22.30 - 00.30
Con Marcelo Alvarez y Sabrina Amato
c/o Milonga “Del Rio del Angel”
Lungotevere Vaticano,
tra ponte dell’Angelo e ponte Umberto 1°
Info: 338 3263609 - 331 5474334
luglio e agosto
GIOVEDI’
PRATICA - 21.30 - 22.30
con L. Capodaglio e F. Calvieri
c/o Centro Sportico Tennis Cosmos Club
via Nomentana 858 (Talenti)
luglio
PRATICA di TANGARE - 20.30 - 22.30
Con Antonio Lalli
c/o Il Giardino del Tango
via degli Olimpionici 7
Info: 339 7177038
luglio e settembre
SABATO
PRATICA di TANGARE - 20.30 - 22.30
Con Antonio Lalli
c/o Il Giardino del Tango
via degli Olimpionici 7
Info: 339 7177038
luglio e settembre
Pratica di tango “PROVE LIBERE”
19.00 - 21.00
con Roberta Buoni
via Assisi,33
Info: 338 7440845
settembre
Gruppi di discussione Yahoo di Roma
malen@: LA comunità virtuale tanguéra romana!
http://it.groups.yahoo.com/group/malena
Tangonews-Tangocontemporaneo
http://it.groups.yahoo.com/group/Tangonews-Tangocontemporaneo