Dispensa Parma A. - Collegio Periti Varese
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COMMISSIONE IMPIANTI TECNOLOGICI CORSO DI TERMOREGOLAZIONE E CONTABILIZZAZIONE DEL CALORE NEGLI IMPIANTI TERMICI ESISTENTI Relatore Per. Ind. Angelo Parma 1 LA NORMA UNI 10200/2005 TITOLO 2 LA NORMA UNI 10200/2005 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE 3 LA NORMA UNI 10200/2005 TERMINI E DEFINIZIONI 4 LA NORMA UNI 10200/2005 TERMINI E DEFINIZIONI 5 IMPIANTI DI RISCALDAMENTO CONSIDERATI 6 COMPOSIZIONE SPESE RISCALDAMENTO PRINCIPI FONDAMENTALI 7 COMPOSIZIONE SPESE RISCALDAMENTO PRINCIPI FONDAMENTALI 8 COSTO UNITARIO DI PRODUZIONE DEL CALORE Con la relazione si determina il costo unitario del calore utile disponibile in centrale termica subito a valle del gruppo termico. Se lo riferiamo al caso più tipico, con impianto termico per servizio riscaldamento e produzione di acqua calda di consumo, lo determineremo sulla base del costo annuale di produzione del calore. 9 COSTO UNITARIO DI PRODUZIONE DEL CALORE Il costo unitario riferito ai costi di produzione calore spesi nell’anno, per esempio con utilizzo di gas metano, sarà quindi così determinato: costo per gas metano + energia elettrica dedicata, consumati U = --------------------------------------------------------------------------------------------m3 gas consumati x 9,55 x η st + 0,8 x energia elettrica consumata 10 COSTO UNITARIO DI PRODUZIONE DEL CALORE Note alla relazione del calcolo del costo unitario “U”: • • la componente dovuta ad energia elettrica dedicata, negli impianti riqualificati, con gruppi termici a condensazione e pompe inverter, pesa in misura trascurabile sul conteggio del costo unitario “U”, in misura di non oltre il 2/3%, quindi, in particolare dove non è disponibile la quantificazione della quota parte di energia elettrica dedicata alla centrale termica, questo termine può essere trascurato; tenuto conto di quanto sopra, in prima approssimazione, possiamo anche calcolare il costo medio di un kWh, conoscendo il costo medio di 1 m3 di metano (per esempio € 0,8/ m3), ed inserendo un rendimento medio stagionale convenzionale pari a 0,85, con la relazione semplificata: “U”= 0,8 / 9,55x0,85= € 0,09855, che arrotondiamo a 10 € cent. Considereremo questo costo per le successive considerazioni esemplificative. 11 COSTO UNITARIO DI PRODUZIONE DEL CALORE Note alla relazione del calcolo del costo unitario “U”: • nella relazione del calcolo del costo unitario, l’energia utile espressa come: “m3 gas consumati x 9,55 x η st”, in presenza di contatore di calore diretto di centrale termica, sarà ovviamente indicata direttamente da quest’ultimo. SCONTATA, quindi, l’opportunità di prevedere SEMPRE l’adozione di contatori di calore generali sia sulla produzione riscaldamento, sia sulla produzione di acqua calda di consumo, negli impianti che vengono riqualificati, anche nel caso, ed anzi a maggior ragione, se non vengono sostituiti i generatori di calore. 12 COMPUTO DELLA SPESA (quota riscaldamento) In presenza di contatori di calore individuali DIRETTI, omologati CE, ovverosia con marchio MID, noto il valore del costo unitario “U”, come già visto (per esempio 10 € cent/kWh), applicheremo questo costo alle singole unità di consumo indicate dai contatori individuali, per quantificare la componente di spesa per riscaldamento dei singoli utenti, come Σ (U x CO ind. risc). Semplificando, sommeremo tutti i kWh indicati dai contatori di calore individuali e, nel caso più classico, come considerato in precedenza, li moltiplicheremo per € 0,10. 13 COMPUTO DELLA SPESA (quota acqua calda di consumo) Per quanto attiene alla spesa per consumo di acqua calda, analizziamo dapprima alcuni passaggi riportati nell’appendice “B” della UNI 10200:2005 14 COMPUTO DELLA SPESA (quota acqua calda di consumo) Nel caso più ordinario, di impianto centralizzato con tubazione di ricircolo A.C.S., in presenza di contatore di calore sul primario dell’impianto di produzione di acqua calda e di contatori volumetrici per ciascuna utenza, conoscendo pertanto la Σ dei metri cubi di acqua calda consumati da tutte le utenze, ed applicando il costo unitario “U” dell’energia, come calcolato in precedenza, per esempio, sempre in prima approssimazione, un costo di 10 € cent/kWh, potremo ricavare il costo unitario di un metro cubo di acqua calda di consumo prodotta e ricircolata. Per prima cosa (le sorprese non mancheranno !!!), potremo così analizzare se detto costo di un m3 di acqua calda si discosta molto dai 7/8 €/m3, ricavabili dalla seconda voce, impianti con tubazione di ricircolo, dell’appendice “B” già illustrata (77,8 kWh/m3 x 0,10). Nel caso probabile (con tubazioni di ricircolo molto dispersive, in particolare nei momenti con più scarso indice di utilizzo), che dovessimo verificare un costo maggiore degli 8 €/m3 (i colleghi me lo potranno confermare), è consigliabile girare il maggior costo complessivo (rispetto agli 8 € a metro cubo) alla quota parte spese gestionali “G”, ovverosia alla spesa per potenza impegnata “SP”. 15 COMPUTO DELLE SPESE PER QUOTA TOTALE A CONSUMO E PER POTENZA TERMICA IMPEGNATA Sempre considerando gli impianti dotati di contatori individuali diretti, e disponendo di tutti i consumi individuali per riscaldamento ambienti e per consumo di acqua calda avremo quindi a disposizione la voce: SC (spesa complessiva per riscaldamento ed A.C.S.) =Σ sci risc. + Σ sci a.c.s. In questo caso, con contatori diretti, la NORMA UNI 10200, definisce e determina la quota di spesa per potenza impegnata SP = T - SC, ovverosia la differenza tra la spesa totale sostenuta dal Condominio e la spesa complessiva per consumi, calcolata come visto. In altri termini non esiste che qualcuno possa stabilire a priori la percentuale di spesa per “potenza impegnata”, detta anche “quota a millesimi” (per esempio il Regolamento Condominiale redatto dall’Immobiliare all’atto della costituzione del Condominio, oppure una qualche delibera di Assemblea un poco “avventata”). 16 COMPUTO DELLA SPESA CON CONTATORI INDIRETTI Dopo aver visto quello che si deve fare in presenza di contatori diretti, vediamo ora brevemente cosa si deve fare nei casi che più ci riguardano per gli interventi sugli edifici esistenti, dove verranno prevalentemente inseriti sistemi con valvole termostatiche e ripartitori elettronici, oppure valvole motorizzate on-off e contaore dei tempi di inserzione Tutti questi sistemi non forniscono direttamente il rilievo dell’energia termica utilizzata per unità immobiliare, ma bensì forniscono degli indici di consumo, peraltro in questo caso anche per ogni singolo ambiente con l’impiego dei ripartitori su ogni calorifero. 17 COMPUTO DELLA SPESA CON CONTATORI INDIRETTI Nella fattispecie, la norma UNI 10200 indica di determinare a priori la quota parte di “spesa per potenza impegnata”. Prenderemo quindi la spesa totale “T” a cui andremo a sottrarre la quota parte di spese per potenza termica impegnata “SP”, ovverosia le spese di gestione e quelle risultanti dal prodotto del costo unitario “U”, precedentemente calcolato, per la quota parte di energia termica assegnata alle dispersioni della rete di distribuzione, dai generatori di calore agli utilizzi. Si ricorda che la quota parte di energia termica dispersa lungo la rete di distribuzione c’è sempre anche quando le unità interne non richiedono calore per gli ambienti, quindi attenzione, anche in questo caso, a quello che succede quando in uno stabile o condominio ci sono tanti appartamenti non occupati o occupati saltuariamente. Ovviamente il valore di “SP” andrà ad aumentare anche sostanziosamente. 18 COMPUTO DELLA SPESA CON CONTATORI INDIRETTI Detto ciò, nel caso di utilizzo di contatori indiretti, avremo, in ultima analisi, che la spesa totale per consumi “SC” verrà ricavata come differenza tra la spesa totale per riscaldamento “T” e la spesa per potenza termica impegnata “SP”. Avremo quindi che: SC = T – SP. Il rapporto di ogni singolo indice di consumo annuale (o per qualunque diverso periodo considerato) indicato dai ripartitori per ogni singola unità immobiliare, diviso la sommatoria degli indici di consumo forniti da tutti i misuratori indiretti di tutte le unità immobiliari, costituirà la percentuale di quota a consumo per ciascuna utenza da rapportare al valore di “SC”. Qualche ulteriore considerazione è dovuta per la quota a millesimi (“SP”) da assegnare ad ogni singola utenza. La vigente norma UNI 10200 prescrive di assegnarla in base alla potenza termica nominale complessiva installata in ogni unità immobiliare. Vediamo nel seguito come determinarla. 19 LA CERTIFICAZIONE DELLE POTENZE INSTALLATE Metodi per la corretta rilevazione e certificazione dei caloriferi Prima di tutto: un aspetto fondamentale: l’assoluta necessità di andare a rilevare in ciascuna singola unità immobiliare ciascun singolo corpo scaldante presente e a certificarne la sua potenza termica nominale riferita a ∆T 60°C. Questa verrà ricavata direttamente dai dati dichiarati dal costruttore secondo UNI EN 442 oppure con il metodo dimensionale dell’appendice A della norma. Attenzione, normalmente il dato di resa termica nominale secondo UNI EN 442 è indicato ∆T 50°C. Se non direttamente indicato il valore a ∆T 60°C, nel caso più classico con caloriferi, lo ricaveremo correggendolo con la relazione (60/50) 1,3, ovverosia, più semplicemente moltiplicheremo la resa termica nominale a questo valore a ∆T 50°C per il coefficiente 1,267. 20 LA CERTIFICAZIONE DELLE POTENZE INSTALLATE Metodi per la corretta rilevazione e certificazione dei caloriferi 21 22 23 24 25 26 LA CERTIFICAZIONE DELLE POTENZE INSTALLATE Metodi per la corretta rilevazione e certificazione dei caloriferi 27 LA CERTIFICAZIONE DELLE POTENZE INSTALLATE Metodi per la corretta rilevazione e certificazione dei caloriferi 28 CENNI SULLA NUOVA NORMA UNI 10200 IN INCHIESTA PUBBLICA 29 GRAZIE A TUTTI PER LA CORTESE ATTENZIONE 30