Focus Centro Nord - System 24

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Focus Centro Nord - System 24
E enti
Settimanale - Anno 5
TERRITORIO
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ISTITUZIONI
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N° 37
Lunedì 27 agosto 2012
Spedizione con tariffa
Posta Target Magazine
conv. naz./304/2008
del 01-06-2008
IMPRESE
Attività editoriale a cura de Il Sole 24 ORE Business Media
FOCUS
CENTRO
NORD
■ RIPARTIRE / Lo studio Cna-Ipsos disegna un quadro tra luci e ombre
Oltre l’ottimismo servono azioni concrete
Oltre il 60% delle aziende colpite ha già ripreso l’attività
R
imane viva la voglia di
ricominciare. È vero,
nelle zone colpite dal terremoto, non sono mancate le
sporadiche dichiarazioni di
resa, ma a vincerla è stato
il coraggio delle imprese di
rimettersi in gioco. Qui, in
Emilia Romagna soprattutto,
ma comunque in tutta la pianura padana, gli imprenditori non mollano e non hanno
intenzione di buttare al vento
tutti gli anni di impegno, investimenti, buoni risultati che
hanno reso le loro aziende il
fiore all’occhiello di quel made in Italy tanto apprezzato
nel mondo.
Il sisma non ha fatto sconti. E i conti sono presto
fatti. Tante le aziende danneggiate nelle province di
Bologna, Ferrara, Modena, Reggio Emilia, Mantova e Rovigo, pari al 55 per
cento. Il 13% ha riportato
danni gravi, in prevalenza
strutturali, ai capannoni e
ai locali. Il 39% delle azien-
de colpite ancora non ha
ripreso l’attività e di queste
il 41% ritiene che non la riprenderà prima dei sei mesi, con punte di due anni e
oltre. Ma ci si dà da fare e
l’ottimismo fa la sua parte.
A tirare le somme è la Cna,
la Confederazione nazionale
dell’artigianato e della piccola impresa, che ha incaricato Ipsos Public Affairs per
un’indagine su un campione
significativo di artigiani e
piccole e medie imprese in
RICOSTRUZIONE DOPO IL SISMA
La Regione Emilia-Romagna approva i criteri di spesa
S
i lavora per ripartire e la Regione EmiliaRomagna continua a giocare un ruolo
di primo piano. Scuole e ricostruzione postterremoto: questi i due principali settori che
potranno usufruire dei benefici della legge
regionale sul patto di stabilità territoriale. A
fine luglio sono stati approvati i criteri per
la ripartizione, a Comuni e Province, delle
potenzialità di spesa 2012 del patto di stabilità dell’Emilia-Romagna. Il provvedimento si
inserisce all’interno della legge regionale sul
patto di stabilità che già nel 2011 ha permesso
queste provincie della pianura padana. In evidenza
peraltro come in questo
momento il problema più
urgente sia la certificazione
della agibilità dei locali per
poter riprendere a lavorare,
svolgere l’attività commerciale, rispettare ordini, nonché forniture relative al pre
terremoto. Soprattutto, il
fatto è ancora più serio poiché a essere messa in ginocchio è l’economia italiana a
forte sviluppo produttivo ed
economico, come dimostrano i cinque miliardi di danni
stimati.
Anche qui, basta una considerazione: le aree distrettuali - dal biomedicale alla
meccatronica e all’agroalimentare -, insieme alle filiere
che si ritrovano a fare i conti
agli enti locali di sbloccare pagamenti per 105
milioni di euro usando quelle risorse che già
avevano in cassa, ma che erano state bloccate
dalle leggi nazionali. “La novità di quest’anno
- sottolinea Simonetta Saliera, vicepresidente
e assessore al Bilancio della Regione EmiliaRomagna - è che almeno il 5% del totale
delle risorse che saranno recuperate e messe
a disposizione sarà destinato agli interventi
di ricostruzione post-terremoto e, in tutta la
regione, a opere di ristrutturazione e costruzione di plessi scolastici”.
con il sisma sono i pilastri
dell’export italiano. Entro 20
chilometri dall’epicentro vi
sono circa 35mila imprese,
con oltre 120mila addetti.
La sola area prossima all’epicentro genera il 10% del Pil
dell’Emilia Romagna e circa
il 30% delle sue esportazioni,
con un impatto sul Pil italiano superiore all’1,5%.
Oggi, a mantenere alto
l’umore e rosee le speranze è
un clima di costruttivo ottimismo. Al di là delle difficoltà, stando alla ricerca della
Cna, il 59% delle aziende nei
comuni colpiti direttamente
dal terremoto e il 73% delle
aziende danneggiate vedono
nella ricostruzione addirittura un’opportunità. Non solo.
Nell’arco di cinque anni, pure il 55% delle imprese con
danni importanti è convinta
che l’economia del territorio
tornerà a essere forte come
prima, anzi di più.
2 Focus Centro Nord
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
■■■CABEL / Outsourcer di servizi per banche e Sim. All’avanguardia in processi amministrativi e pagamenti
Base a Empoli, servizi in tutta Italia
Di proprietà di 5 banche, risponde in anticipo a nuove direttive europee sulle procedure
U
n network di servizi plurimi e integrati, che non
solo è al passo coi tempi, ma
addirittura li anticipa attraverso innovazioni nell’automazione e velocizzazione dei
pagamenti e nell’eliminazione
della carta. Questo è Cabel,
outsourcer di servizi bancari
per le piccole banche e altri
intermediari esistenti in Italia.
Di proprietà di cinque banche
locali (Bcc e popolari), Cabel
Holding ha la sede principale
a Empoli, dove si trovano le
infrastrutture tecnologiche,
ma opera a livello nazionale,
grazie anche alle filiali di Milano e Viterbo, che ospitano
altre apparati.
“La nostra è un’offerta plurima
e integrata di cinque servizi rimarca Daniele Corsini, amministratore delegato di Cabel
Holding - ovvero informatica,
internal audit, formazione,
pagamenti e consulenza dire-
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IMPRESE
DIN NEWSLETTER
Settimanale - Anno 5 - Numero 37
Lunedì 27 agosto 2012
Direttore responsabile: Donatella Treu
Empoli
sede legale
Cabel
zionale. Sono servizi originali
e innovativi a favore di banche
che stanno esternalizzando il
più possibile attività non sostenibili dall’interno”.
“Siamo una struttura privata continua Corsini, che è anche
presidente di Cabel Industry,
la più importante delle socie-
Attività editoriale a cura de:
Sede operativa:
Via Carlo Pisacane, 1
20016 Pero - Milano
Stampatori:
ll Sole 24 Ore S.p.A.
Via Busto Arsizio, 36
20151 Milano;
Il Sole 24 Ore S.p.A.
Via Tiburtina Valeria; Km
68,7 - 67061 Carsoli (Aq);
Società Editrice Arena
S.p.A. - Via Torricelli,14 37060 Caselle di
Sommacampagna - (Vr);
tà partecipate della holding,
quella specializzata nell’offerta di servizi informatici - e
ci rivolgiamo a piccole banche di tutte le tipologie. Tra
le partecipate annoveriamo
Cabel Leasing e Invest Banca, una banca di banche che
eroga servizi finanziari per le
Stampa Quotidiana S.r.l Via Galileo Galilei, 280/A
40059 Località Fossatone
- Medicina - (Bo);
Centro Stampa Editoriale
S.r.l. - Via Del Lavoro, 18
- 36040 Grisignano di
Zocco - (Vi);
Centro Stampa Quotidiani
S.p.A. - Via dell’Industria, 52
- 25030 Erbusco - (Bs);
banche piccole”. Insomma, tra
servizi finanziari e strumentali, un’offerta completa. Cabel
ha come attività principale di
outsourcing la gestione della
variabile informatica per conto dei suoi quasi 50 clienti.
Ma fornisce anche formazione, tramite un’apposita
società, e internal audit, cioè
controlli interni per le banche. Poi - novità - ha creato
uno dei primi istituti di pagamento in Italia, ai sensi della
direttiva europea sui servizi di
pagamento.
“La direttiva è del 2010 - spiega Corsini - e noi abbiamo
Empoli,
gli uffici
operativi
Cabel
Registrazione Tribunale
di Milano numero 208
del 21 marzo 2005
■■■MULTISERVIZI / Multiutility marchigiana porta acqua e gas in 45 comuni e produce energia da rinnovabili
Eccellenza tutta da riconfermare
Un anno ricco di successi ma l’esito dei referendum sull’acqua ridurrà gli investimenti
È
trascorso ormai un anno
dall’esito dei referendum
sull’acqua che hanno modificato in breve tempo gli spazi
d’azione dei gestori di servizi pubblici. Cambiamenti
decisivi, capaci di mutare
equilibri che si stavano manifestando in un settore ricco
di incognite anche a causa di
scelte che non possono sicuramente essere definite filoaziendali.
Multiservizi, diretta da Patrizio Ciotti, è una delle
maggiori multiutility delle
Marche per numero di abitanti serviti: nel ciclo idrico
integrato e nella distribuzione di gas metano, infatti, si
parla di 400.000 unità. È una
società per azioni a capitale
interamente pubblico: tutte
le azioni costituenti il capitale sociale appartengono ai
quarantasei comuni soci. At-
Multiservizi
vanta una
fitta attività
di assistenza
ai cittadini
tualmente fornisce il servizio
idrico integrato in quarantacinque comuni, distribuisce gas in quindici di essi e
si occupa della produzione
di energia da fonti rinnovabili. Il suo radicamento nel
territorio, la sua attenzione
alle esigenze della comunità
e il desiderio di tutelare l’ambiente, ne fanno un punto
di riferimento nelle Marche.
L’azienda in questi dodici
mesi può affermare di essere
riuscita a raggiungere obiettivi insperati. Tutto ciò è stato
possibile grazie alle intuizioni del suo staff dirigenziale e
alla caparbietà di coloro che
sono riusciti a mettere in pratica idee e progetti. I numeri
raccontano questo anno ricco
di successi: l’utile di 7 milioni
di euro (contro i 3.2 milioni
dell’anno precedente) rappresenta un incremento del
117% circa rispetto al 2010,
oltre a un aumento del 7%
negli investimenti sul territorio. Ciò è un chiaro segno
della volontà dell’azienda di
migliorarsi, crescere e contribuire a un servizio sempre
più convincente nei confronti
dei clienti che si rivolgono a
lei. E non è tutto. Può essere
iniziato a lavorarci già a fine
2011. Così oggi siamo pienamente attivi nell’offrire alle
nostre banche, clienti e socie,
una serie di servizi di pagamento attraverso strumenti
come le carte di pagamento, i
conti di pagamento, il B-to-B
(da impresa a impresa) e B-toC (da impresa a consumatore
finale)”.
Il Governo non consente più
i pagamenti in contanti oltre
i mille euro e Cabel si è fatta
trovare pronta con l’iniziativa dell’istituto di pagamento, sotto l’autorizzazione di
Banca Italia. Automazione e
velocizzazione dei pagamenti
vengono soddisfatte dalla carta conto Cabel Pay, che è inserita nei circuiti internazionali
e gestisce un conto con Iban.
“La nostra innovazione - afferma Corsini - prelude allo
standard europeo che andrà in vigore dal 2014: Sepa,
Single euro payments area.
Le operazioni di pagamento
Un’attività puntuale di
manutenzione delle strutture
interessante sapere che grazie ai suoi 23 milioni di euro
d’investimenti l’azienda, oltre
alle 450 persone che lavorano
direttamente, ne occupa altre 600 impegnate nei lavori
in appalto per manutenzioni,
estendimenti e rinnovamento
di reti, costruzione di nuovi
impianti.
Insomma, visto sotto questa
ottica, l’annata di Multiservizi
non può che essere considerata positiva. I due referendum
di cui si parlava a inizio articolo, tuttavia, hanno modificato sensibilmente le prospettive del gruppo marchigiano,
creando un clima di preoccupazione per il futuro.
In conseguenza al primo voto referendario, quello che ha
eliminato l’obbligo della cessione ai privati del 40% delle
aziende di gestione del servizio idrico, si è potuto mantenere per Multiservizi il così
detto affidamento “in house”
con il quale però restano in
vigore tutti i vincoli caratteristici di questo tipo di affidamento: assunzioni di personale, acquisti di beni e servizi,
rispetto del patto di stabilità.
Questa situazione toglie a
un’azienda come Multiservizi
la possibilità di programmare a medio e lungo termine,
operazione indispensabile se
si vuole mantenere uno standard di eccellenza nel settore.
Il secondo referendum ha
stabilito la cancellazione dalla tariffa della quota relativa
alla remunerazione del capitale investito. La motivazione
data a questa scelta era quella di ridurre la possibilità di
“effettuare profitti”. In realtà,
una delle peculiarità di Multiservizi è che non distribuisce dividendi e l’utile, sempre
crescente, contribuisce ad
aumentare la sua capacità di
autofinanziamento e ricorrere sempre meno al credito.
Il 7% in gioco, veniva utilizzato per coprire gli interessi
sui crediti passati, la fiscalità
e il rischio d’impresa. E’ noto
che il servizio idrico integrato
avranno un formato uguale
in tutta Europa, a cominciare
dai bonifici, che già adesso noi
siamo in grado di offrire con
questo standard”.
Cabel ha di recente perseguito
anche un’altra innovazione: la
totale dematerializzazione dei
processi amministrativi. Ciò
significa la scomparsa della
carta, non più eliminata dopo
essere stata prodotta (questo
era il caso della scannerizzazione o archiviazione sostitutiva), ma addirittura non prodotta fin dall’origine.
È un’autentica rivoluzione,
con una ricaduta benefica su
ricerche d’archivio (immediate, mentre prima bisognava
scartabellare), stili di vita e
ambiente.
Basti dire che una banca di
dieci sportelli produce in un
anno un milione di fogli di
carta, pari a 80 alberi.
“Le nostre banche hanno già
abolito la carta - conclude
Corsini - sia nelle operazioni
di sportello, sia per gli altri
documenti. È un primato che
abbiamo sviluppato con In.te.
sa. del gruppo Ibm. Ad esempio, un cliente che stipula con
una banca un contratto di
conto corrente, firma su un
Pad e utilizza subito questa
sua firma digitale perché il
contratto abbia piena valenza
giuridica. Pec e firma digitale
diventano veicoli fondamentali”. Questo processo di dematerializzazione è stato chiamato “Descartes”, in italiano
“delle carte”, ma anche vero
nome di Cartesio, filosofo della razionalizzazione.
sia un settore ad alta intensità di capitale, bisognoso,
cioè, di forti investimenti sia
per conservare il patrimonio
esistente sia per ampliarlo e
assicurare un maggior livello
qualitativo. Per sostenere piani pluriennali di investimenti
così corposi (per la provincia
di Ancona si parlava di circa
430 milioni di euro milioni di
euro in venticinque anni) le
aziende sono e saranno costrette a ricorrere al credito.
Su questo le previsioni dei dirigenti di Multiservizi erano
state chiare: per realizzare un
tale volume d’investimenti è
necessario ricorrere al credito
almeno fino a quando la tariffa permetterà la piena copertura finanziaria. Il secondo
quesito referendario, cancellando una voce della tariffa,
ha tolto la certezza dei ricavi
e quindi ha portato ad una
maggiore preoccupazione da
parte degli enti finanziatori e
di conseguenza a una minor
fiducia nel porre liquidità in
azienda. Ciò ha reso più difficile reperire risorse finanziarie e, anzi, ha costretto le
banche a chiedere la restituzione di parte del capitale.
Dal punto di vista pratico,
significa minori disponibilità
finanziarie, ritardo nell’esecuzione delle infrastrutture,
seri problemi per l’occupazione indiretta. Se la situazione
non cambia, Multiservizi sarà costretta a ridurre del 40%
gli investimenti, fatto questo
che porterà alla mancanza di
lavoro per oltre 200 persone
occupate nell’indotto.
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
Focus Centro Nord
■■■A FANO / Dal 7 al 9 settembre la X edizione del Festival Internazionale del Brodetto e delle zuppe di pesce
Sfida spettacolare tra i migliori cuochi
Sul lungomare Simonetti un vero e proprio show e appuntamenti fino al 7 ottobre
D
ieci anni di sfide, dieci
anni di cucina d’élite. La
decima edizione del Festival
Internazionale del Brodetto
e delle zuppe di pesce, organizzato da Confesercenti Pesaro e Urbino, in programma
dal 7 al 9 settembre a Fano, è
pronta a celebrare i successi
raggiunti con una serie di novità e con la partecipazione di
tutti i protagonisti che l’hanno reso celebre.
Lo chef Luigi Pomata
L’eccezione alla regola diventa spettacolo. Le gare a colpi
di padella che hanno caratterizzato il Festival nelle sue
edizioni portando a Fano i
migliori cuochi d’Italia in sfida per aggiudicarsi il titolo di
“Re del Brodetto”, lasceranno
il posto ai cooking-show. Al
Pala Brodetto, sul lungomare Simonetti che durante il
Festival si trasforma nella
“Spiaggia del Gusto”, quattro
degli chef vincitori del Festival nelle passate edizioni (tra
cui Mauro Uliassi, dell’omonimo ristorante di Senigallia,
Ancona, due stelle Michelin
e vincitore del Festival 2008,
e Alberto Faccani, titolare del
ristorante Magnolia di Cesenatico e vincitore 2009) presenteranno la realizzazione
dei propri piatti, per la prima
volta, davanti al pubblico,
spiegando i trucchi del mestieri. Un vero e proprio show
per addetti ai lavori e non. Il
Festival è un sicuro catalizzatore di media.
A raccontare, in diretta, gli
appuntamenti che si susseguiranno durante la 3 giorni
dedicata al piatto simbolo
della tradizione marinara,
saranno Fede e Tinto, stori-
Il lido di
Fano in
occasione
del festival
ci conduttori di Decanter, la
trasmissione radiofonica di
Radio 2. In diretta durante il
Festival presenteranno le curiosità della manifestazione e
cercheranno di raccontare come un’intera città possa trasformarsi in onore di un piatto. Insieme a loro i giornalisti
che di anno in anno, hanno
fatto parte della giuria tecnica (tra cui Eleonora Cozzella,
de L’Espresso Food&Wine,
Fiammetta Fadda di Panorama e La7, Anna Scafuri,
giornalista Tg2 e Luciano
Pignataro de Il Mattino) che
ha giudicato i brodetti preparati dalle decine di chef partecipanti alla sfida proposta
dal Festival Internazionale
del Brodetto e delle zuppe di
pesce. Tra questi anche Enzo
■■■TOR VERGATA / A Roma il master in Scienza e Tecnologia spaziale
L’università come rampa di lancio
In collaborazione con i dipartimenti di Matematica e Fisica
ll’insegna dell’innovazione e della complementarietà tra ricerca e applicazioni
industriali, l’Università di
Roma Tor Vergata ha aperto
le iscrizioni per la terza edizione del master di secondo
livello in “Scienza e Tecnologia spaziale”, che si propone
di fornire una preparazione
altamente qualificata sugli
aspetti scientifici dello spazio.
“Il nostro obiettivo - afferma
Alessandra Celletti, docente e
direttore del master - è aiutare
i giovani laureati in discipline
scientifiche, soprattutto i più
bravi e motivati, a inserirsi
nel campo lavorativo spaziale”. Questo è un contesto non
solo lavorativo, ma anche culturale, caratterizzato da una
poliedrica interazione tra il
mondo della ricerca e quello
industriale. Pertanto le competenze acquisite nel master
trovano ampio sviluppo in
molti settori.
Il nostro Paese può vantare
un ruolo internazionale in
ambito spaziale: dalle attività
dell’Agenzia Spaziale Italiana
e del Piano Lauree Scientifiche
- Miur, alle missioni di Serco,
Thales Alenia, Cgs, Telespazio, fino alla ricerca condotta
all’interno dell’Inaf, presso lo
Iaps e l’Osservatorio di Roma,
PH Nasa
A
Montaggio tramite immagini Voyager del sistema solare
tutte istituzioni e aziende che
collaborano col master.
“Tor Vergata è un luogo privilegiato per un master spaziale
- spiega la professoressa Celletti - perché questo si svolge
grazie alla collaborazione di
due dipartimenti di eccellenza, Matematica e Fisica, dove
vengono condotte ricerche di
alto livello in meccanica celeste, nella fisica solare con le
missioni dirette dal professor
Francesco Berrilli, vicedirettore del master, e nella fisica
della gravitazione con l’esperimento Lisa, sostenuto dal
professor Giuseppe Pucacco,
coordinatore didattico del
master”.
“La vicinanza alle numerose
industrie spaziali, all’Asi e agli
istituti dell’Inaf - conclude la
Celletti - fornisce un equilibrio perfetto per lo sviluppo
di un’attività in cui l’università funziona come trampolino
di lancio per l’inserimento
lavorativo”. Insomma, un’opportunità per i giovani da valutare attentamente.
Per maggiori informazioni sul master, visitare il sito
www.mat.uniroma2.it/masterst.
Vizzari, firma de L’Espresso e
di Repubblica e direttore delle
Guida de L’Espresso, e il conduttore Rai Paolo Notari. A
loro il compito di raccontare
curiosità e caratteristiche dei
cuochi che si esibiranno nei
cooking show durante il Festival 2012.
Dal 7 settembre al 7 ottobre
la sfida si sposta sul territorio,
coinvolgendo i ristoranti delle
cinque province marchigiane.
I clienti delle decine di locali
coinvolti nella competizione
saranno chiamati, nel mese
del brodetto (settembre) a
votare il “migliore brodetto
regionale” sotto la supervisione dei professionisti dell’Accademia della cucina italiana.
Trenta giorni durante i quali
il piatto sarà proposto a un
prezzo convenzionato in tutte
le Marche. La grande cucina, tuttavia, è anche per i più
piccoli. A Fano, in occasione
della manifestazione dedicata al brodetto, sarà presente
un altro grande della cucina.
Moreno Cedroni, chef marchigiano della Madonnina
del Pescatore di Marzocca,
vicino a Senigallia, due stelle
Michelin, presenterà il libro
“Maionese di fragole. L’arte
di divertirsi in cucina con i
propri figli” edito da Mondadori, destinato a genitori e
bambini.
I più piccoli saranno al centro della programmazione
del Festival anche durante
l’appuntamento curato da
Corrado Piccinetti, direttore
del Laboratorio di biologia
marina e pesca di dell’università di Bologna in Fano
che presenterà la “merenda
di brodetto”. Ilva Sartini, direttore Confesercenti Fano e
Marche, spiega “Si tratta di un
piatto nutriente e in grado di
accontentare i palati ‘speciali’
dei bambini: un ‘brodetto alla
fanese’ rivisitato. Toglieremo
i pesci con le lische e aggiungeremo gamberi sgusciati,
cozze e vongole senza guscio,
seppie e filetti di squaletto e
rana pescatrice. Ridurremo
poi la quantità della conserva
di pomodoro, caratteristica
del piatto fanese, elimineremo pepe e peperoncino. Aggiungeremo infine del pane
da inzuppare. Il risultato sarà
un piatto che bambini e adulti
potranno assaporare con gioia e semplicità”.
3
“Di anno in anno - conclude
Ilva Sartini - la manifestazione cresce e si reinventa,
richiamando migliaia di visitatori (90.000 quelli dell’edizione 2011) e fruttando un
giro d’affari stimabile tra i
350.000 e i 450.000 euro, cifre
particolarmente importanti
in un periodo economico difficile come questo. Per questo
abbiamo deciso di regalare al
nostro pubblico, momenti di
prestigio e di divertimento
tutti nuovi. Allo stesso tempo
abbiamo pensato di mantenere diverse caratteristiche
dell’evento, come la più apprezzata: il lungomare del Lido, ribattezzato ‘Spiaggia del
Gusto’, continuerà a ‘sfornare’
centinaia di brodetti ogni sera
del Festival grazie ai ristoratori locali che porteranno i loro
stand sul mare”.
Ilva Sartini e Luigi Pomata
4 Focus Centro Nord
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
■■■INTERSTUDIO / Da 23 anni controlla e aiuta le aziende a ridurre tutti gli inquinanti
Pronto intervento sempre “su misura”
Misure e valutazioni ambientali in ogni ambito industriale per il team di Balzani
P
roblemi di autocontrollo
del rispetto dei limiti delle
emissioni inquinanti chimiche o fisiche nell’atmosfera?
Esiste il “pronto soccorso” di
Interstudio Tecnica e Ambiente: un’affiatata equipe interdisciplinare di consulenti
formata da chimici, biologi,
tecnici alimentari laureati e
diplomati, ciascuno con le
proprie competenze specifiche, ma condivise nelle fasi
operative, in grado di fornire
tutta la consulenza e la competenza tecnica necessaria
alle imprese produttive, industriali e artigianali - esclusivamente private - per insediarsi
e produrre in conformità alle
legislazioni ambientali, in sicurezza, integrandosi all’ambiente con il minore impatto
possibile.
Leader dello staff, operativo
da oltre 23 anni, è il presidente Antonio Balzani. I suoi soci sono Cristiano Caredda e
Marcello Maiavacchi; i dipendenti Stefano Sartori, Gianluca
Cavagna, Vito Denaro, Alessandro Mare, Cristina Olmo,
Monica Ponzini, Silvia Belloni
Roberto Balzani, Nicola Villani, oltre ad alcuni qualificati
specialisti collaboratori esterni.
“Acquisire un mero valore
analitico su un prelievo non
mirato, solo per dimostrare
formalmente che l’azienda è
regola con gli obblighi di legge
da adempiere – afferma Balzani – non è nel nostro metodo di lavoro. Rivolgendosi
al nostro “pronto soccorso”
il cliente otterrà una diagnosi
completa e un intervento di
ripristino della salute da mantenere.
In seguito sarà sufficiente l’ospedale o addirittura il
medico di famiglia. Fuor di
metafora: noi identifichiamo
i problemi e forniamo ipotesi
risolutive, poi sceglie il cliente da chi farseli risolvere e noi
collaboriamo con chiunque”.
Insomma non esistono problemi di concorrenza: “La
concorrenza - Balzani sorride sornione - ci fa solo bene,
in quanto noi siamo spesso
chiamati per risolvere anche
problematiche causate dai
concorrenti che anche molto bravi, operano su campi
molto limitati e ristretti. In
realtà abbiamo concorrenza
solo su parti marginali della
nostra complessa e variegata
Interstudio
esegue misure
e analisi
chimico fisiche,
interventi
di Igiene
industriale e
svolge attività
di prevenzione
e protezione
attività e – si rabbuia – ci dà
fastidio solo chi la fa in modo
scorretto, praticando prezzi troppo bassi senza offrire
un servizio vero”. Interstudio
Tecnica e ambiente ha bandito dal proprio vocabolario il
termine “standard”: le situazioni sono spesso simili ma
sempre concretamente differenti. “Il nostro potenziale
cliente - specifica Balzani - ha
fondamentalmente tre esigenze: problemi burocratici,
problemi tecnologici e poi di
autocontrollo del rispetto dei
limiti di emissioni inquinanti
nelle varie matrici. E noi siamo in grado di seguirle tutte
quante, fornendo la consulenza necessaria a calibrarne le priorità. Spesso ci troviamo di fronte a situazioni
per cui un’azienda ha speso
tantissimo per dotarsi di apparecchiatura che risulta non
idonea alle proprie esigenze:
è il classico esempio di chi
acquista delle gomme da fuoristrada pur avendo una 500.
Non gli sono state vendute
in malafede ma perché erano
il meglio, ma senza verificare
per quale vettura fossero…”.
Lo staff Interstudio, nel rispetto della propria interdi-
■■■CREDITO COOPERATIVO REGGIANO / Positiva la semestrale 2012 e soci in aumento
Cresce la banca dei reggiani
Dati di bilancio in forte crescita e rischiosità dei crediti contenuta
S
emestrale 2012 contrassegnata dal segno “più”. Sono
tutti in crescita, infatti, i numeri che il Credito Cooperativo Reggiano ha consegnato
dopo il primo semestre ai suoi
5.907 soci, anch’essi in aumento rispetto al 2011 del 3,63%.
Una banca che aumenta la raccolta, ma anche gli impieghi a
confermare il solido rapporto
con il territorio.
La ricetta per un trend “molto
positivo”? La ricetta è una sola,
risponde il direttore, Luciano
Aguzzoli: “Fare banca in mo-
do semplice, ovvero alla larga
da operazioni di cartolarizzazione, prodotti derivati e titoli
tossici”. È anche questo il tratto
distintivo di un istituto di credito che ha nel suo Dna la mutualità e la solidarietà, come
è il caso del Credito Cooperativo. Princìpi che nell’agire
quotidiano diventano “correttezza, onestà e trasparenza”,
poiché, prosegue il direttore,
“la nostra priorità è la tutela
del risparmio attraverso una
sana e prudente gestione, non
cedendo alla tentazione dei
La nuova Sede del CCR a Scandiano - Reggio Emilia
mercati, tanto che la banca
non ha cause giudiziarie con i
suoi clienti”.
Una filosofia che, nella pratica, ha fatto registrare un
+2,59% (349,1 milioni) di
raccolta diretta nel primo semestre del 2012 e un + 5,79%
nella raccolta indiretta, per
una raccolta totale di 431,9
milioni (+3,1%). Gli impieghi
sono cresciuti del 5,37%, raggiungendo i 313,5 milioni. La
rischiosità complessiva della
banca permane a livelli molto
contenuti, mentre il rapporto
sofferenze/impieghi, seppur in
incremento, si attesta al 2,10%,
valore decisamente inferiore
alle media del sistema,
Tra gli impieghi di quest’anno
il Credito Cooperativo Reggiano annovera l’iniziativa
“Una mano per la ripresa” a
favore delle piccole e medie
imprese del territorio.
“Abbiamo messo a disposizione un plafond di 10 milioni
di euro attraverso un finanziamento a tasso agevolato
- spiega il presidente Emmore Canelli - per far fronte al-
La sede della nuova filiale di Rivalta
Il laboratorio mobile è attrezzato per analisi chimico-fisiche
sciplinarietà, può occuparsi
indistintamente della partita
burocratica (l’iter delle pratiche di autorizzazione o l’implementazione), può assistere
il cliente nella individuazione
del migliore investimento per
impianti di abbattimento o
captazione, considerando il
contesto particolare dell’intero ciclo produttivo e alla fine,
eseguire i monitoraggi analitici e i controlli di emissione o
di esposizione: “Ma non chiamateci laboratorio - conclude
Balzani –. Per noi l’analisi chimica o fisica è funzionale al
risultato di chiarezza e conoscenza. Noi ci occupiamo soprattutto della fase di prelievo
e della sua caratterizzazione
e certificazione. Col prelievo
ricaviamo vari campioni di
analisi finalizzati ad acquisire
il dettaglio: per questo collaboriamo con diversi laboratori accreditati locali o nazio-
nali. Quando controlliamo le
emissioni seguiamo il ciclo
tecnologico e produttivo in
tutte le sue fasi, non solo alla
fine, in modo estemporaneo.
Consideriamo la tipologia degli impianti, effettuiamo una
valutazione tecnica, controlliamo la funzionalità del sistema e quali/quantitativamente,
il ciclo produttivo oggetto
dell’analisi. Infine, preleviamo
campioni rappresentativi secondo le metodiche ufficiali;
in laboratorio ne definiamo le
caratteristiche e le necessità di
approfondimento e dettaglio.
Solo così si può avere un campionamento significativo della
reale attività: l’analisi da sola
su un campione “qualunque”
dimostra il rispetto di limiti
assoluti, ma non dice niente
di utile sulla “patologia”…”. In
estrema sintesi Balzani chiosa:
“Gli altri sono tutti bravi, ma
noi siamo i migliori…”
le esigenze di liquidità delle
aziende, per sostenerle durante questo periodo di stretta
creditizia”.
Le aziende possono accedere
a un finanziamento fino a 50
mila euro della durata di 24
mesi con un tasso fisso del
4%. “Una banca locale, quale
è la nostra, può crescere e svilupparsi - prosegue il presidente - solo in simbiosi con la
comunità locale di cui fa parte e con cui lavora e produce.
Questa iniziativa - aggiunge
Canelli - è un piccolo gesto,
una mano tesa, per sentirsi
vicino al territorio e ai nostri
soci, per concederci, ancora
una volta, fiducia a vicenda”.
Con 9 sportelli e 89 dipendenti, il Credito Cooperativo Reggiano è una realtà che
guarda con determinazione
al futuro, anche con significativi investimenti, come dimostra l’imminente apertura,
il 3 settembre, della nuova
ed esteticamente bella filiale
di Rivalta, in cui opereranno
quattro unità di personale.
Questo centro, con i suoi 8
mila abitanti, rappresenta una
scelta strategica rientrante
in un piano di crescita ponderata, che amplia il bacino
territoriale della banca in una
zona con particolare valenza e
grandi potenzialità di sviluppo. L’attenzione alle imprese
va di pari passo con quello alle
famiglie per le quali il Credito
Cooperativo Reggiano ha innumerevoli prodotti specifici
e agevolazioni legate all’essere
soci dell’istituto. Dai pacchetti
per la salute alle iniziative riservate agli studenti, la banca
accompagna e sostiene soci
e famiglie, con un’azione attiva anche nell’educazione
al risparmio soprattutto tra
i giovani. A quelli tra i 14 e i
18 anni, per esempio, riserva
il “Primo conto”, con particolari agevolazioni. Ulteriore
aspetto significativo della vita
dell’istituto di credito è la sua
azione svolta a favore di enti e
associazioni culturali, sociali e
di volontariato, che con la loro
opera costituiscono una ricchezza per il territorio. “Sono
circa 200 le realtà che in diverso modo beneficiano di contribuzioni - spiega il direttore
Aguzzoli - e nelle nostre filiali
vi sono degli spazi in cui, oltre
alle informazioni circa le iniziative della banca, vengono
divulgati gli appuntamenti e
le manifestazioni delle varie
associazioni, valorizzando così il loro impegno”.
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
Focus Centro Nord
■■■SIRAM / Nuovi mercati grazie all’acquisizione di Emicom Service e Semitec
■■■UMBRIA / Fidindustria affianca le imprese con un’attività a tutto tondo
Maggiore competitività e vantaggi concreti per tutti i clienti
Un intermediario fidato per fare fronte alla crisi di liquidità
U
F
5
Energia e telecomunicazioni in Umbria Supporto nell’accesso al credito
n salto di qualità per il
settore dell’energia e delle telecomunicazioni dell’Umbria. Dal 27 giugno scorso
Emicom Service e Semitec si
sono integrate nel gruppo Siram, leader nella gestione dei
servizi energetici e tecnologici
per il mercato pubblico, privato e nelle telecomunicazioni.
L’operazione, che ha visto Siram Spa incorporare al 100%
Emicom Service e perfezionare l’acquisto del ramo d’azienda Semitec Srl, permetterà al
Gruppo di intraprendere un
efficientamento organizzativo, di arricchire le competenze tecniche e sviluppare nuove
sinergie. “Siamo convinti - dichiara Mauro Sammartino,
Mauro
Sammartino,
amministratore
delegato
di Emicom
Service e
Semitec
amministratore delegato di
Emicom Service e Semitec che quest’ulteriore passaggio
nella storia delle nostre società rappresenterà una tappa
fondamentale per la continuità e lo sviluppo aziendale”.
Da tempo, le capacità progettuali,
organizzative
e
diagnostiche di Siram sono
orientate all’efficienza energetica, garantendo sostenibilità
ambientale e riduzione delle
emissioni inquinanti, condividendo costi e benefici con
i clienti. L’attenzione all’ambiente e all’efficienza è supportata da uno sforzo finanziario
importante e da una strategia
industriale efficace per operare in un contesto sempre più
competitivo e in un momento pervaso da una forte crisi
economica, che non sembra
destinata a migliorare nell’immediato futuro.
D’altro canto, i punti forti di
Emicom Service, leader nella
manutenzione, nella logistica e nei servizi tecnologici
delle infrastrutture di reti di
telecomunicazioni e del settore del facility management,
riguardano la manutenzione
integrale degli impianti tecnologici, delle stazioni radio
base nelle infrastrutture delle
telecomunicazioni, la consulenza specialistica e il problem
solving.
“Questo approccio al servizio
- sottolinea Sammartino - si
traduce in evidenti e immediati vantaggi per il cliente,
che è in grado di perseguire
obiettivi strategici come l’aumento dell’affidabilità degli
asset e la riduzione consumi
energetici. In sintesi, elevata
specializzazione,
esclusivo
impiego di personale diretto, presidio delle criticità nei
processi strategici per il cliente, partnership con aziende
specialistiche, per garantire
al cliente un’interfaccia unica
nelle applicazioni non core
business, sono i fattori chiave
della nostra competitività”.
idindustria Umbria, il
consorzio di garanzia di
riferimento di Confindustria
Umbria, è l’evoluzione dei
due consorzi Confidi Perugia
e Assofidi Terni che, dopo 40
di onorato servizio a sostegno
delle imprese delle due provincie, dal 2008 hanno unito
le forze e regionalizzato il loro
operato.
La logica operativa del consorzio - oggi guidato dall’imprenditore folignate Giuseppe
Metelli - si rifà ai principi della
mutualità tra gli imprenditori
soci del comparto industriale
della regione e non ha finalità lucrative. L’obiettivo era e
rimane quello di favorire l’accesso al credito da parte delle imprese, rappresentando
storicamente - per le Banche
– sia un’opportunità significativa di mitigazione dei rischi
finanziari, sia un punto di
riferimento nell’attività di elaborazione del merito creditizio. Ma Fidindustria svolge
anche un’attività a tutto tondo
di assistenza finanziaria nei
confronti delle imprese consorziate. Significa essere vicini alle aziende, supportandole
nelle dinamiche che determinano le scelte di affidamento operate dalle Banche, le
modalità di valutazione, le
Giuseppe Metelli,
presidente
di Fidindustria
Umbria
opportunità più adatte alla
gestione e alla soluzione delle
problematiche finanziarie che
ricorrono quotidianamente.
Questo rappresenta il motivo
forse più importante per cui
le aziende e di conseguenza le
Banche scelgono di rivolgersi
a Fidindustria Umbria.
Gli ultimi anni sono stati interessati anche da importanti novità nel mercato delle
garanzie, sia sotto il profilo
strutturale, strategico e regolamentare, sia dal punto
di vista del cambiamento del
rapporto tra garanzie e Istituzioni territoriali. In aggiunta
alla crisi di liquidità del sistema finanziario dei mercati
interbancari e secondari, si
registra anche l’impatto dei
nuovi accordi di Basilea 3,
che potrebbero peggiorare
ulteriormente la disponibilità
di credito per le aziende.
In un contesto finanziario
così difficile, Fidindustria
Umbria si sta prodigando per
consolidare il proprio ruolo
di intermediario in grado di
fornire garanzie in favore dei
soci, utili per mitigare il rischio di credito, ma anche per
limitare gli obblighi di accantonamento per le Banche e
quindi per attenuare le dinamiche, purtroppo crescenti,
degli oneri finanziari a carico
delle imprese.
6 Focus Centro Nord
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
■■■NUOVI MERCATI / Unioncamere Emilia-Romagna e i progetti di internazionalizzazione in ogni settore
Opportunità di business in Russia, Cina e India
Guidare le imprese verso nuovi mercati di sbocco e consolidare il volume di affari per chi già esporta
L’
internazionalizzazione
rappresenta una fondamentale modalità con cui l’impresa crea valore, remunera
le risorse investite, estende il
proprio vantaggio competitivo
e accede a nuove opportunità.
Per motivare le imprese, di micro, piccola e media dimensione, ad intraprendere percorsi
di internazionalizzazione e far
fronte, così, alla contrazione
dei consumi interni, il sistema
camerale emiliano-romagnolo
ha individuato il filo conduttore di specifici progetti integrati: mercati e Paesi prioritari,
pluriannualità degli interventi,
individuazione delle filiere da
proiettare all’estero, supporto alla aggregazione in reti
di imprese, utilizzo dei desk
esteri per offrire un supporto
in loco alle azioni di accompagnamento. “L’obiettivo comune
- afferma Ugo Girardi, segretario generale di Unioncamere
Emilia-Romagna - è di guidare
le imprese verso nuovi mercati di sbocco, per aumentare il
numero di aziende esportatrici, ma anche per consolidare i
volumi d’affari di quelle che già
esportano”. In base ai dati diffusi dall’ultimo rapporto Ice-Istat
sono 205.382 le imprese espor-
deliziando
agroalimentare
russia
meccanica
desk
russia
balcani
turismo
e agroalimentare
desk
cina
desk
desk
nord africa
india
desk
cina
nautica
eau
eau e qatar
america latina
abitare, costruire
multisettoriale
desk
brasile
india
meccanica, abitare, ambiente
tatrici. Nello specifico per il 5%
di esse (circa 9.800 imprese) la
commercializzazione all’estero
rappresenta un’attività prevalente e costante; una quota
pari al 0,5% (circa 1.000 realtà
imprenditoriali) esporta più di
50 milioni di euro e complessivamente realizza circa la metà
dell’export nazionale; una percentuale del 16% (circa 32.100
aziende) ha un fatturato export
variabile tra i 750mila e i 50
milioni di euro. Significativo
il fatto che l’85% delle imprese esportatrici (pari a 179.300
unità) realizzi solamente il 4%
del valore export nazionale.In
sinergia con la Regione e le Associazioni di categoria, al fine
di evitare la sovrapposizione
degli interventi e la dispersione di risorse, la rete camerale
sta collaborando alla realizzazione, nell’ambito del Programma Pluriennale regionale
Bricst 2011-2013, dei progetti
“Opportunità di business in
Russia per le imprese emiliano-romagnole dell’industria
meccanica” e “Rafforzamento
della filiera nautica emiliano-
romagnola in Cina”. È inoltre
in fase di completamento il
progetto India 2012, che, in
continuità alla prima annualità, punta a realizzare una serie di iniziative di promozione
commerciale volte a favorire la
creazione di stabili rapporti e
durature partnership sul mercato indiano per i settori: edilizia e infrastrutture; tecnologie
ambientali; meccanica, food
processing; arredamento; macchine utensili. “Alla base c’è un
programma pluriennale - precisa Girardi - che permette alle
■■■CNR ISTEC / Ricerca scientifica: un patrimonio a disposizione delle imprese italiane e internazionali
Un progetto con Nasa e Us-Air Force
Il mondo ci invidia l’Istituto di Scienza e tecnologia dei materiali ceramici di Faenza
I
l luogo in cui la scienza dei
materiali incontra la domanda di tecnologia e, attraverso progetti di ricerca di base
o applicata, si traduce in applicazioni industriali di rilievo.
È questo il profilo con cui si
presenta oggi Cnr Istec, l’Istituto di Scienza e tecnologia dei
materiali ceramici che, nato
nel 1965 a Faenza, è ora la più
grande struttura italiana specificatamente indirizzata allo
studio globale dei materiali
ceramici.
L’Istituto, caratterizzato da una
ricca e articolata rete di relazioni e collaborazioni nazionali ed internazionali, ricopre
una fondamentale funzione
di interfaccia con le realtà industriali, mettendo a disposizione delle imprese un patrimonio di capacità di ricerca
scientifica.
Il suo impegno alla ricerca industriale e al trasferimento tecnologico rivolti ad utenti esterni è certificato anche dal peso
delle diverse entrate elencate
in bilancio: a fronte di soli 200
mila euro annui di fondi pubblici, il Cnr Istec introietta 500
mila euro derivanti da progetti
con co-finanziamenti pubblici per attività di supporto alla
L’Istituto studia biomateriali
per ricostruzioni ossee
I ricercatori Istec sono impegnati anche nello sviluppo delle
celle Dssc
ricerca industriale e all’innovazione delle imprese e 600 mila
euro l’anno da contratti con
aziende ed altri terzi, di cui 150
mila da imprese dell’Emilia
Romagna.
Fulcro delle ricerche è la progettazione di materiali ceramici di diversa natura, con
proprietà e prestazioni innovative, ottenuti attraverso l’ingegnerizzazione delle strutture
e il controllo dei processi produttivi.
Applicazioni di eccellenza di
questi materiali si riflettono
nei settori meccanica, aero-
spazio e difesa. Cnr Istec collabora con le maggiori aziende
italiane produttrici di tenute
meccaniche e componenti ceramici per problematiche di
usura e corrosione. Inoltre, le
barriere termiche per applicazioni aerospaziali sviluppate
nei laboratori Istec hanno attirato l’attenzione della Nasa
e dell’Us-Air Force. Una delegazione Istec è stata invitata
presso le sedi Nasa a Cleveland
ed AirForce a Dayton e sono in
corso accordi per un progetto
comune di lungo termine.
Altro esempio di successo
sono i biomateriali per la rigenerazione di tessuti ed in
particolare, la ricerca sulla ricostruzione ossea dal legno,
che ha messo a punto una tecnica per trasformare il legno
di rattan in idrossiapatite, un
minerale che è anche uno dei
componenti principali delle
ossa, ed è stata inserita dalla
rivista Time tra le 50 scoperte
più importanti del mondo.
E a proposito di biomateriali
e dell’impegno di Cnr Istec
nel sostegno alla ricerca industriale, oggi la leadership
mondiale nella generazione e
imprese di avere un orizzonte a
medio-lungo termine”.
Un altro filone di intervento
risponde all’esigenza di elevare l’attrattività territoriale nei
confronti dei tour operator
stranieri. Nell’ambito del progetto “Innovazione e qualità
per elevare l’offerta turistica integrata in Emilia-Romagna”, la
rete regionale delle Camere di
commercio è impegnata a sviluppare attività di promozione
all’estero del settore turistico e
della filiera agro-alimentare, in
collaborazione con l’Apt Servizi - struttura operativa che
si fonda sulla partnership tra
Regione e sistema camerale -.
In questo modo, viene data attuazione a specifici Protocolli
d’intesa sottoscritti con l’assessorato regionale al Turismo e
Alla base un programma
pluriennale che permette
di avere un orizzonte
a medio-lungo termine
riparazione della teca cranica
la detiene Fin-Ceramica Faenza, una società nata nel 1992
come spin-off dell’Istituto la
cui forza deriva dal brevetto in
contitolarità con Cnr Istec.
Rivoluzionaria è l’idea della
ceramizzazione di tessuti sviluppata nei laboratori Istec,
un processo di rivestimento del tessuto con particelle
nanometriche di biossido di
titanio, trasparente, uniformemente distribuito e stabile
nei confronti dei trattamento
di lavaggio e test di usura. Il
tessuto così trattato, se esposto
alla luce ultravioletta è in grado di decomporre le sostanze
organiche depositate sulla sua
superficie, trasformandole in
vapore acqueo e anidride carbonica.
Altra novità uscita dai laboratori di Faenza è la ceramica
superidrofobica. Ne derivano
piastrelle, rivestimenti e sanitari di ceramica così tanto repellenti all’acqua che sulla loro
I risultati ottenuti
dall’Istec trovano vasta
applicazione nell’industria
Commercio e con l’assessorato
regionale per l’Agricoltura. I
prodotti e vini regionali a qualità regolamentata del paniere
“Deliziando”, brand ormai consolidato, diventano così “ambasciatori” della promozione
all’estero del “made in EmiliaRomagna”. Con il supporto di
Isnart (Istituto Nazionale Ricerche Turistiche) e Apt, è in
fase di organizzazione di un
tour degustativo che si svolgerà a Parigi nel mese di ottobre
(in occasione del Salone internazionale dell’agroalimentare
Sial) in alcuni ristoranti italiani certificati Ospitalità Italiana
(marchio a garanzia dell’eccellenza del servizio offerto). Saranno predisposti menù particolari con l’utilizzo di prodotti
e vini del paniere Deliziando.
Obiettivo dell’iniziativa è valorizzare le eccellenze enogastronomiche dell’Emilia-Romagna
e il loro legame con il territorio
di origine. “Quasi l’11 per cento delle imprese esportatrici,
pari a circa 24mila unità, ha
sede in Emilia-Romagna - aggiunge Ugo Girardi -, complessivamente realizzano il 13
per cento del fatturato export
nazionale. Rispetto al 2008 le
imprese esportatrici in regione
sono aumentate del 12,1 per
cento, rispetto all’incremento
del 9,8 nazionale”.
“La maggior crescita - conclude Girardi - è sicuramente un
fatto positivo. Poiché anche
per i prossimi anni il commercio estero rappresenterà il vero
volano di sviluppo, obiettivo è
ampliare sempre più il bacino
delle imprese esportatrici”.
superficie l’acqua scorre senza
fermarsi, innescando un “naturale” meccanismo di pulizia.
Quanto all’energia da fonti
rinnovabili, l’attenzione dei
ricercatori Istec è oggi concentrata in particolare sulle celle a
combustibile ad ossido solido
(Sofc) e sulle dye-sensitized
solar cell, celle solari a colorante fotosensibile che utilizzano
materiali meno costosi del silicio monocristallino e possono
essere applicati su varie superfici attraverso tecniche di deposizione tipiche dell’industria
ceramica come la serigrafia o la
stampa a getto d’inchiostro. È
possibile applicare queste celle
organiche su tessuti e superfici
verticali mantenendo costante
l’efficienza anche senza tenere conto dell’angolo ottimale
di inclinazione dei tradizioni
pannelli fotovoltaici. Nuove
frontiere si aprono quindi per
l’edilizia che potrebbe sfruttare
questa nuova tecnologia su pareti vetrate o finestre.
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
Focus Centro Nord
■■■MELDOLA / Istituto Scientifico Romagnolo per lo studio e la Cura dei Tumori
■■■ATER UMBRIA / Bilancio in attivo nonostante i costi di start up
Il cancro al colon si scoverà così
Risposte concrete per il territorio
Il Fluorescence Long Dna testato
dal 2013 con Diatech Pharmacogenetics
Insieme ai Comuni per soddisfare la domanda abitativa
I
l Fluorescence Long Dna
- l’innovativo test per diagnosticare il cancro al colon
retto tramite una semplice
analisi del materiale genetico,
nato nel 2009 dalla collaborazione tra l’Irccs Irst (Istituto
Scientifico Romagnolo per lo
Studio e la Cura dei Tumori di Meldola, Fc) e Diatech
Pharmacogenetics con l’inizio
del 2013 entrerà nella fase di
validazione multicentrica. Si
tratta dell’ultimo fondamentale passaggio verso l’utilizzo
su larga scala, in quanto punta
a confermare su un’ampia casistica i confortanti riscontri
fino a ora registrati durante la
sperimentazione - pubblicati
nel 2010 su Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention - e cioè la diagnosi del tu-
more colon-retto più precoce
e puntuale rispetto alle metodologie diagnostiche classiche
con un aumento significativo
della sopravvivenza del paziente e con l’abbattimento
dei tempi di risposta e costi
a carico del Servizio Sanitario. Rispetto alla diagnostica
attualmente più utilizzata, il
Fobt, che analizza la presenza
di sangue nelle feci, il nuovo test molecolare valuta la
quantità e la qualità del Dna
delle cellule di esfoliazione
della mucosa del colon. “Una
volta validato dal gruppo di
centri coordinati dall’Irst,
questo test - spiega il professor Dino Amadori, Direttore
Scientifico dell’Irccs - potrà
permettere attività di screening riducendo accertamenti
L’ospedale di Meldola (FC) per lo studio e la cura dei tumori
colonscopici costosi ed invasivi, con l’obiettivo di individuare quei casi che sfuggono
alle attuali indagini”. Il tumore al colon-retto rappresenta
il terzo per incidenza tra gli
uomini (circa 21mila nuovi
casi all’anno) e il secondo tra
le donne (oltre 17mila) e il secondo per mortalità (10-15%)
in entrambi i sessi. Gli istituti interessati a partecipare
alla fase di validazione sono:
l’Irccs Istituto in Tecnologie
Avanzate e Modelli Assistenziali in Oncologia di Reggio
Emilia, l’Ospedale Maggiore
di Bologna, l’Irccs Cà Grande
Ospedale Policlinico di Milano, l’Ospedale Rinaldi di Pescina (Aq) e l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Pisa.
“Ampliare i test a più centri,
rinomati per diagnosi e cura
del cancro - conclude Fabio
Biondi, presidente della Diatech Pharmacogenetics - ci
fa guardare avanti con fiducia
alla prospettiva dell’introduzione di trattamenti rivoluzionari nella diagnosi precoce
del colon-retto volti a sconfiggere questa malattia definitivamente. In tal senso gioca un
ruolo chiave la diagnosi precoce che potrebbe introdurre
la tecnica del Fluorescence
Long Dna. Non scordiamoci
che questo tumore se diagnosticato in fase iniziale fa salire
la percentuale di guarigione”.
7
A
d appena un anno e mezzo dalla costituzione della nuova Ater (Azienda per
l’edilizia territoriale) della regione Umbria, nata dall’unificazione delle due agenzie esistenti, sono già stati raggiunti
i risultati auspicati dal punto
di vista economico.
Il bilancio consuntivo 2011
mostra, infatti, un consistente
attivo. E questo nonostante i
rilevanti costi riconducibili
alla fase di start up della nuova realtà.
La razionalizzazione delle
risorse, come per esempio
l’adozione di software unici
per le due sedi e la scelta di
unificare le procedure, con
un adeguamento verso l’alto,
unita agli stimoli prodotti dal
confronto fra le due strutture, ha portato a migliorare i
singoli risultati, riducendo le
risorse necessarie a raggiungerli.
La nuova struttura, più moderna, più vicina ai cittadini e
in grado di dare risposte più
veloci, è pronta a raccogliere le sfide in tema di social
housing rivolte alle famiglie
monoparentali, agli anziani o
alla cosiddetta “fascia grigia”
di famiglie monoreddito.
La nuova Ater è un’azienda
capace di parlare con le per-
Centro di Ricerca Biomedica a Terni
sone e allo stesso tempo di
promuovere azioni e progetti
che possano aiutare il ridisegno delle città, sulla base di
criteri di maggiore razionalità
e vivibilità, attraverso la sperimentazione di nuove tipologie, qualità architettonica elevata e tecnologie sostenibili e
innovative.
Nonostante la difficile situazione economica, l’Azienda
ha investito somme consistenti nella politica abitativa
in generale, privilegiando
soprattutto interventi di ristrutturazioni di immobili dei
centri storici delle città, operati con tecniche costruttive
innovative e di eccellenza per
permettere all’utente di usufruire dei migliori standard
di vita possibili in termini di
sicurezza, risparmio energetico, aspetto architettonico e
ambientale.
La strategia di stretta collaborazione con i Comuni
fortemente perseguita ha
permesso ad Ater di dare risposte concrete alle esigenze
e alle necessità del territorio,
portando avanti anche una
politica volta al recupero del
patrimonio immobiliare non
utilizzato degli enti locali,
senza incrementare il consumo indiscriminato del territorio con la realizzazione di
nuovi edifici.
fine dell’estate sarà possibile
acquistare i servizi di traduzione direttamente dal nostro
sito attraverso un sistema di
e-commerce”. L’azienda è specializzata anche nell’attività
di stesura e traduzione di manuali tecnici secondo le linee
guida della direttiva macchine 2006/42/CE. Avvalendosi
di professionisti e studi tecnici di esperienza è in grado di
offrire un servizio completo
ai costruttori di componenti e macchine. Strettamente
collegato è anche il servizio
di grafica e impaginazione:
Globe Group propone soluzioni complete, esegue impaginazione, ritocchi, sviluppo
di schede e disegni tecnici e
servizi di supporto alla creazione di siti web multilingue.
Globe Group fornisce anche
un servizio di interpretariato
professionale per trattative
d’affari, negoziazioni e visite
aziendali in Italia e all’estero
svolto sempre da dipendenti aziendali. Anche in questo caso l’azienda garantisce
massima flessibilità e, grazie
alla sua pluriennale esperienza, un’ottima preparazione
anche nel campo della terminologia tecnica nelle diverse
tipologie di interpretariato
(simultaneo, consecutivo e
chuchotage). In Globe Group
viene fornito un servizio
“tailor made” su misura del
cliente, grazie a una struttura
elastica capace di cogliere le
esigenze specifiche del cliente, e a un’organizzazione tecnologicamente avanzata ad
elevato valore umano.
■■■GLOBE GROUP / Traduzioni riviste anche nell’adeguatezza terminologica oltre che sintattica e ortografica
Consulenza linguistica totale
I più qualificati professionisti madrelingua a supporto di aziende nazionali ed estere
S
truttura aziendale atipica
quella di Globe Group nel
mondo dei servizi, con un
chiaro intento: differenziarsi.
Nasce 20 anni fa a Foligno, in
provincia di Perugia, e muove
i suoi primi passi proponendo
servizi di consulenza linguistica. Si insedia bene nel territorio, riuscendo ad aprirsi ad un
mercato ben più ampio e a virare nel tempo da piccola realtà
ad azienda strutturata.
Puntando su uno staff internazionale, oggi Globe Group
opera in Italia e all’estero, ed
è la prima azienda italiana
del suo settore per numero di
dipendenti: ne conta circa 80,
solo nelle due sedi italiane di
Foligno e Modena.
Dalla traduzione all’interpretariato, dalla manualistica
tecnica
all’impaginazione,
il processo produttivo viene
gestito integralmente, assicurando al cliente massima professionalità: “Il punto di forza
dell’azienda - spiega Pierluigi
Guerrazzi, il suo direttore
marketing - e che la rende unica sul territorio nazionale, è la
gestione innovativa del reparto traduttori, che non è composto da collaboratori esterni,
ma da personale madrelingua
Dal premio
per l’eccellenza
alla partnership
con il Tüv Italia
altamente specializzato collocato come dipendente. Questo
ci permette di garantire riservatezza, qualità e continuità
nella traduzione, nonchè una
notevole riduzione dei costi”.
Selezionata tra le eccellenze nazionali, nel 2010 Globe
Group si aggiudica il “Premio per il lavoro, riconosciamo l’eccellenza” promosso da
Confindustria e da Manpower, traguardo importantissimo che anticipa di poco l’accordo di partnership stretto
con Tüv Italia, filiale italiana
del Gruppo Tüv Süd, leader
nel mondo nei settori della
certificazione,
formazione,
ispezione e testing. Un’ulteriore spinta per offrire ai clienti
un supporto ancora più orien-
tato al “Total Quality”. Non a
caso all’azienda umbra, certificata da quasi 10 anni sulla
qualità in base alla norma Iso
9001:2008, si sono già affidati
migliaia di clienti sia in Italia e
all’estero, tra cui molte aziende di fama mondiale.
Il core business è rappresentato dai servizi di traduzione
in oltre 40 lingue nel campo
della documentazione tecnica, in campo editoriale, nel
marketing, e nella documentazione Legale e Finanziaria.
Ogni traduzione viene sottoposta a una revisione di carattere stilistico e successivamente validata da un gruppo
di revisori suddivisi per ceppo
linguistico di appartenenza.
“Siamo l’unica azienda italiana - precisa Guerrazzi - ad
avere al suo interno un team
di terminologi ossia professionisti che si sono specializzati
nell’analisi e nella comparazione della terminologia e
che sono capaci di analizzare
i termini tecnici e inserirli in
specifici glossari di settore creati su misura di ogni cliente.
Queste nuove figure professionali consentono di accrescere ulteriormente il livello di
qualità ed efficienza dei servizi
La sede Globe Group di
Foligno è dotata delle più
moderne tecnologie IT
offerti. L’anno scorso è stato
lanciato un nuovo servizio di
“Traduttori Online”, unico nel
suo genere che permette di richiedere traduzioni in tempo
reale direttamente al traduttore madrelingua.
“Siamo fieri di questo servizio che è molto apprezzato
dai nostri clienti - sottolinea
Guerrazzi - e in più sul nostro sito aziendale è già attiva
una Live Chat che permette
di comunicare direttamente con tutti i dipendenti di
Globe Group. Ed entro la
8 Focus Centro Nord
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
■■■CCIAA LIVORNO / Valutazioni sul nuovo Piano regolatore che ripensa l’intera attività del porto di Livorno
Uno sviluppo all’altezza dei tempi
Obiettivi: incremento di crocieristica, cantieristica e del traffico commerciale
“U
no strumento capace
di attivare un processo di reindustrializzazione del
porto”. Così il presidente della
Camera di Commercio di Livorno, Roberto Nardi, sintetizza il valore del nuovo Piano regolatore dello scalo di Livorno,
preadottato nei giorni scorsi
dal Comitato portuale, di cui la
Cciaa è membro di diritto. “Un
documento strategico - prosegue - che rispetta le esigenze economiche delle imprese
locali esistenti, ma concepito
anche in funzione di una nuova capacità attrattiva, al fine di
far giungere a Livorno ulteriori
attività imprenditoriali”.
L’iter perché il documento
diventi definitivo richiederà
ancora tempo (“le previsioni
per la conclusione dei passaggi obbligati prefigurano fine
anno, tuttavia sarebbe già bene
se si procedesse entro giugno
prossimo”, afferma il presidente), ma la preadozione e l’avvio
della procedura di valutazione
ambientale strategica è già un
atto storico, poiché il Piano regolatore in vigore risale al 1953.
“Livorno è praticamente ferma
ad allora ed era fondamentale
- sottolinea il presidente Nardi - ridisegnare la geografia
Il presidente Roberto Nardi
del porto, riprogettandolo e
ridefinendo le funzioni e i vari
assetti territoriali”. Vi è piena
consapevolezza che per portare
a compimento le opere delineate, nel breve-medio periodo
non ci saranno disponibilità di
finanza pubblica, ma “ciò non
può sottrarci all’obbligo di progettare un’infrastruttura che
sia all’altezza dei tempi e di un
Paese che deve guardare avanti - prosegue il presidente - tenendo inoltre conto che il porto non è una realtà a se stante,
che vive autonomamente, ma
che fa parte di un sistema cui
è interconnesso”. La principale novità del Piano riguarda le
nuove opere di ampliamento a
mare con la darsena Europa e
l’area del porto passeggeri con
la nuova stazione marittima.
“Pur con tutto il necessario
rispetto per l’attività commerciale dello scalo - spiega Nardi
- occorre tenere presente la tipologia dei flussi di traffico che
negli ultimi anni hanno avuto
valori in crescita. In questa direzione è andato nettamente
quello legato alle navi da cro-
Lo scalo
di Livorno
avrà presto
un nuovo
look
ciera: quest’anno si registrerà
1 milione di passeggeri”. E
Livorno come risponde? “Attualmente la banchina è insufficiente, mancano circa 1200
metri, non è esclusivamente
dedicata e naturalmente non è
stata pensata per quei ‘giganti
del mare’ che sono diventate
le navi da crociera – risponde
Nardi -. Dare una risposta effi-
ciente a questo traffico è un’esigenza non più negoziale, né
per Livorno né per la Toscana,
in considerazione della sua storica attrattività turistica”. Perciò
il nuovo Piano prevede che la
crocieristica abbia a disposizione non solo la parte più antica e
più vicina al centro storico (dal
molo Elba alla Calata Carrara),
ma potrà beneficiare di nuovi
spazi su tutto il molo dalla Calata Pisa e Orlando sino all’Alto
Fondale.
Gli accosti dedicati al traffico
forestale copriranno un’area
vasta, dalla radice dell’Alto
Fondale alla sponda Sud della
Darsena Ugione, e per le autostrade del mare, il principale
traffico dello scalo, si prevede
una concentrazione di Ro/Ro,
trailers e auto nuove nelle aree
del porto industriale. Il traffico
delle rinfuse solide dalla Calata
Orlando (lasciata alla crocieristica) sarà spostato nella parte
più interna della sponda Est
della Darsena Toscana.
Parte del porto vecchio è già
stata riconvertita con l’insediamento dei cantieri Benetti per i
grandi yatch (leader mondiali)
e su questa linea, sottolinea il
presidente, “occorre ripensare
l’attività industriale all’interno
del porto, la cui presenza confligge con la prossimità alla città e con i nuovi traffici”.
Così come “confligge con la
nuova prospettiva del Piano la
presenza del cantiere di riparazione delle grandi navi, una
struttura di proprietà del Demanio statale di cui l’Autorità
ha la custodia. Tra le resistenze
dei riparatori e le aspettative di
chi attende che l’area sia restituita alla città – aggiunge il presidente Nardi – occorre trovare
una soluzione diversa all’allocazione attuale e le risposte
vanno trovate rapidamente”. È
necessario, “fissare regole precise e nette affinché il porto
funzioni - conclude - abbattendo anche rendite di posizione
per il rispetto delle regole”.
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
Focus Centro Nord
9
■■■PROMEC / L’Azienda Speciale della Camera di Commercio di Modena rafforza il sostegno delle aziende
Un modello per l’internazionalizzazione
e la crescita delle imprese del territorio
Maurizio
Torreggiani,
presidente
della Camera
di Commercio
di Modena e di
Promec
Valorizzare, assistere, formare e comunicare: le quattro aree di intervento per aiutare
le Pmi. Anche, e soprattutto, dopo il recente sisma che ha colpito la zona
G
uarda all’estero Promec,
Azienda speciale della
Camera di commercio di Modena che, sviluppando una
delle linee strategiche per la
crescita del territorio, affianca
le imprese nel loro processo
di internazionalizzazione.
Da 16 anni - con l’obiettivo
di offrire risposte e proposte
concrete alle imprese locali
per guardare oltre i propri
confini ed esportare all’estero i propri prodotti - Promec
svolge un’intensa attività per
la creazione di nuove opportunità, relazioni, missioni,
contatti, in grado di favorire
l’ingresso nei mercati esteri.
È forse anche merito di tale
attività se l’export rappresenta un elemento trainante
per l’economia modenese: la
quota di fatturato esportata,
infatti, secondo le ultime stime riferite al primo trimestre
dell’anno, si attesta su un valore prossimo al 32%.
Guidata dalla convinzione
che le imprese possano potenziare la propria presenza
all’estero, Promec si è distinta a livello regionale così da
divenire, in seguito a un protocollo siglato con Union-
Cogliere le opportunità
all’estero e quelle
locali, anche in
considerazione
delle conseguenze
del terremoto
Facciata del duomo di Modena
camere Emilia Romagna,
punto di riferimento a livello
regionale per la realizzazione
di progetti integrati di internazionalizzazione.
Grazie una costante rivisitazione della propria organizzazione interna e alla capacità di proporre sia
iniziative collettive sia assistenza diretta e personalizzata alle imprese, Promec
Un momento di Deliziando presso Fiera Cibus
I principali progetti dall’Emilia Romagna alla Russia
n Progetto regionale Deliziando: coordinato dalla Regione Emilia
Romagna in partnership con Unioncamere Emilia Romagna, il
sistema camerale regionale e l’Enoteca regionale, che coinvolge
tutte le aziende della regione Emilia Romagna che posseggono
una produzione enogastronomica certificata. Si compone di numerose azioni di promozione verso i mercati esteri; è iniziato
cinque anni fa e ha coinvolto un altissimo numero di aziende
della regione con risultati eccellenti.
n Progetto Russia: Promec, in qualità di capofila e in collaborazione con Unioncamere Emilia Romagna, gestisce e coordina il
progetto, che contempla diverse azioni volte a favorire lo sviluppo e la promozione delle aziende emiliano romagnole del settore
meccanico. Sono previste varie iniziative tra le quali: seminari,
ricerche di mercato, road show, partecipazione a fiere specializzate di settore.
ha dimostrato di essere una
struttura flessibile e snella,
che ha saputo evolversi nel
tempo e adeguarsi al cambiamento. Capacità, questa, che
rappresenta, in un momento
particolare quale quello attuale, una vera e propria necessità: è questa la riflessione
che ha guidato il Consiglio
di amministrazione, svoltosi
lo scorso 25 giugno nel cor-
so del quale sono stati anche nominati i nuovi vertici
dell’Azienda speciale.
“Per non venire meno al proprio ruolo - dichiara il presidente, Maurizio Torreggiani
- la nostra Azienda speciale,
per quanto attenta a cogliere
le opportunità all’estero, non
può prescindere dal contesto
locale. E la situazione che ci
si presenta oggi è quella di
una realtà in cui, agli effetti
di una crisi ormai endemica
si sommano le gravissime
conseguenze del sisma.
Il nostro territorio, colpito
così violentemente in una
delle aree maggiormente
produttive, dove sono loca-
lizzate almeno un terzo delle imprese modenesi, dal 20
maggio richiede interventi
mirati volti a favorirne la rinascita”.
“Per questo anche Promec
- aggiunge Torreggiani - è
pronta a rimodulare la propria attività, reindirizzare la
propria
programmazione,
prestando ascolto anche alle
nuove e diverse esigenze che
le imprese danneggiate manifesteranno, per contribuire
a risollevare un’area che, pur
desiderosa di riprendersi, è
ancora sconvolta e sta contando la vastità dei danni
subiti.”
“Il percorso di rinnovamento è già iniziato - afferma il
direttore Stefano Bellei - e
stiamo conducendo le opportune valutazioni circa
le modifiche necessarie per
rendere le nostre attività e
nostri programmi maggiormente incisivi. Valutazioni
che stiamo compiendo anche in collaborazione con le
associazioni di categoria e le
loro strutture per l’estero così
da condividerne gli obiettivi
e coordinarne le modalità
operative”.
Stand di Promec per le aziende presso la Fiera Motorsport Expotech
n Progetto Balcani: promosso all’interno del progetto “La filiera
del turismo: la cooperazione tra Emilia-Romagna e Marche con
Albania, Croazia e Montenegro” e avviato lo scorso gennaio in
collaborazione con il sistema camerale dei rispettivi territori di
riferimento. Obiettivo dell’iniziativa è coinvolgere le piccole e
medie imprese della filiera del turismo attraverso forme di integrazione orizzontale e verticale, promuovendo modalità innovative di fruizione dei pacchetti turistici integrati affinché i due
territori non risultino più concorrenti ma capaci di proporsi in
maniera congiunta verso mercati terzi.
n Progetto Carpi Fashion System: promosso dalle associazioni
Cna, Confapi, Confindustria e Lapam, con il contributo della
Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e la collaborazione del
Comune di Carpi. Promec, in particolare, collabora su alcune
iniziative rivolte a tutte le aziende del settore tessile e abbigliamento specializzate nel private label, ready-to-wear e moda
programmata per la media e grande distribuzione internazionale di abbigliamento e accessori uomo-donna.
“Nel frattempo - aggiunge
Bellei - l’Azienda speciale sta
comunque mantenendo fede
agli impegni assunti portando avanti le attività previste
già dallo scorso anno in fase
di programmazione, tra cui
la realizzazione di alcuni importanti progetti, l’organizzazione di corsi e seminari
di formazione mirati agli
operatori aziendali e il servizio informativo quotidiano
offerto alle imprese per le risposte individuali ai quesiti”.
Vicini alle imprese
Ecco i servizi attivati
I
servizi offerti si suddividono in quattro aree
principali:
1) Promozione Internazionale: organizzazione di
fiere, missioni imprenditoriali, progetti di partenariato mirati a promuovere
incontri tra aziende modenesi e potenziali partner
stranieri;
2) Assistenza e Informazione Specialistica: risposte a quesiti specifici e
individuazione di percorsi
personalizzati per le singole aziende interessate ai
mercati esteri;
3) Formazione per le imprese: corsi e seminari in
materie di commercio internazionale, qualità, ambiente, sicurezza, privacy;
4) Comunicazione e marketing territoriale: attività
di relazione con stampa
italiana e straniera e con
Università italiane e straniere, redazione newsletter, cura contenuti del sito,
organizzazione educational tour per giornalisti e
opinion leader esteri.
n Progetto Temporary Export Manager: Promec, in collaborazione con Unioncamere Emilia Romagna e il sistema camerale
regionale, sta attuando la seconda edizione del Progetto Regionale Temporary Export Manager. Il progetto, della durata complessiva di circa 6 mesi, ha messo a disposizione delle aziende
selezionate una risorsa junior/tirocinante in marketing internazionale, che ha operato affiancata da un consulente senior
“Temporary Export Manager”, e dal funzionario referente per
la Camera di Commercio. Partecipano 22 aziende emiliano romagnole e, dato il successo riscosso l’anno passato e quest’anno,
è già in programma la terza edizione per il 2013.
Per gli eventuali approfondimenti è possibile visitare i siti internet: www.modenaemiliaromagna.it dove le aziende possono
reperire informazioni dettagliate sulle singole iniziative in corso
e il portale www.expomo.com con l’elenco completo di tutte le
aziende della provincia che operano con l’estero, suddiviso per
settori di attività e tradotto in quatto lingue (inglese, spagnolo,
russo, cinese).
10 Focus Centro Nord
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
■■■ACER / Azienda Casa Emilia-Romagna: gestione alloggi di proprietà pubblica e servizi alle persone
Social housing moderno e di qualità
Contenere i costi per permettere a tutti di vivere in comunità coese e contesti accoglienti
L
e Acer (Azienda Casa
Emilia-Romagna) sono
aziende multiservizi di natura
pubblico-economica presenti
in tutte le province dell’Emilia Romagna per l’attuazione
delle politiche abitative degli
Enti locali.
Nate con la Legge regionale n.
24 del 2001, che ha separato
la gestione degli alloggi dalla proprietà trasferendola ai
comuni, le Acer svolgono attività di gestione degli alloggi
di proprietà pubblica e servizi alle persone. Sono dotate
di responsabilità giuridica e
autonomia organizzativa, patrimoniale e contabile e, in ottemperanza alle più moderne
indicazioni governative, dal
Marco Corradi, coordinatore
Cispel delle Acer dell’E-R
2001 hanno ridotto a tre unità
i componenti del Consiglio di
amministrazione (due consiglieri e il presidente).
Il processo di semplificazione
attuato dalla legge regionale
ha condotto le aziende Acer
verso una profonda trasformazione, facendole diventare
uno strumento nuovo, con
un’offerta che va oltre la tradizionale gestione dell’edilizia
residenziale pubblica. Le Acer
oggi sono aziende moderne
che coniugano l’orientamento
al mercato con un forte ruolo
sociale. Una realtà innovativa, all’avanguardia sia nella
progettazione e nell’utilizzo
di tecnologie avanzate per
il risparmio energetico, sia
nella realizzazione e riqualificazione di abitazioni in cui
la sostenibilità dei costi va
di pari passo con la qualità
dell’edilizia.
Sono diversi i motivi che negli
ultimi anni hanno determinato un aumento proporzionale
del ruolo sociale delle aziende
Acer: dalla riduzione della disponibilità di risorse pubbliche per la “casa” all’aumento
della richiesta di alloggi a canone calmierato, dovuti a una
modificazione della struttura
Alcuni edifici
di edilizia residenziale
pubblica inseriti
nel contesto urbano
sociale e al perdurare della
crisi economica che hanno
generato una preoccupante
diminuzione della capacità di
reddito delle famiglie nel sostenere i costi della casa e della sua gestione ulteriormente
gravati da aumenti e rincari.
Le Acer, grazie alla nuova organizzazione, sono diventate
oggi punto di raccordo e di
riferimento fondamentale per
rispondere nel loro insieme ai
nuovi bisogni delle persone.
“Il social housing è cambiato nel tempo - spiega Marco Corradi, presidente Acer
Reggio Emilia e coordinatore
Cispel delle Acer dell’EmiliaRomagna - le aziende hanno
sviluppato nuovi servizi per
la gestione dei condomini,
per la formazione di comunità coese, per ampliare l’offerta
di alloggi a canone calmierato, per il contenimento dei
costi di gestione della casa
e delle spese condominiali,
in particolare delle bollette
energetiche”.
Secondo Corradi, il problema
del “caro casa” va aggredito su
tutti i fronti e non riguarda
solo il contenimento del canone, ma soprattutto le spese
di gestione delle abitazioni.
“In quest’ottica - prosegue
Corradi - le aziende si stanno
impegnando anche sul fronte dell’efficienza energetica
degli edifici con attività di
progettazione e riqualificazione innovative che stanno
producendo notevoli risultati
orientati al risparmio”.
Mentre per quanto riguarda le politiche dell’abitare, le
Acer hanno attivato il servizio delle Agenzie per l’Affitto,
presenti in tutte le province
e destinate ad aumentare la
propria attività. “Con la crisi
economica - sostiene Corradi - il ceto medio è entrato
in forte difficoltà e se da un
lato non è più in grado di
sostenere i costi di affitto del
libero mercato, dall’altro non
rientra nemmeno nelle fasce
di reddito previste per l’assegnazione degli alloggi Erp
a canone sociale. Le Agenzie
per l’Affitto, grazie al supporto della Regione e dei comuni, puntano a fornire alloggi
a canone calmierato a questa
fascia sociale, recuperando
alloggi privati sfitti a fronte
di alcuni semplici ed efficaci
strumenti di garanzia”. Ad oggi sono oltre 1.000 gli alloggi
privati sfitti recuperati e assegnati tramite l’Agenzia.
“Questo servizio sarà utilizzato anche nei comuni colpiti
dal terremoto - ha aggiunto
Corradi - per recuperare alloggi a favore delle famiglie
rimaste senza casa”.
Tutte le risorse provenienti
dai canoni vengono reinvestite per una migliore attuazione
delle Politiche abitative e, in
particolare, per la manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio edilizio dei
comuni.
Le aziende Acer di fronte alle
difficoltà dei comuni, gravati
dai tagli imposti dalla Legge Finanziaria e dal Patto di
Stabilità, hanno effettuato
investimenti e aumentato il
numero dei servizi offerti,
mettendo a disposizione degli
Enti locali risorse economiche e competenze interne per
l’attuazione di piani straordinari per il recupero di alloggi
pubblici sfitti.
Grazie a un investimento della Regione Emilia-Romagna
di oltre 52 milioni di euro,
le Acer in poco più di tre anni hanno riqualificato oltre
2.700 alloggi pubblici. Attività che, attraverso l’applicazione del principio di rotazione,
ha permesso di dare lavoro a
una moltitudine di piccole e
medie imprese edili, evitando
gare d’appalto al massimo ribasso e garantendo un valido
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Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
Focus Centro Nord
■■■PREVENZIONE / L’Ordine dei Geologi della Toscana promuove la cultura dello studio del territorio
Più informazione, meno “disastri”
Fagioli: “I danni di terremoti, frane e alluvioni sono figli della perdita di cultura italiana”
M
ai tematica, purtroppo,
fu di più stretta attualità. Con le scosse in Emilia che
hanno richiamato alla memoria le tragedie d’Abruzzo,
Lunigiana e Liguria, la professione del geologo è diventata,
forse, una delle più ricercate
dal punto di vista mediatico.
Per preparazione e competenze, i saperi e la professionalità
di questi specialisti possono
fornire informazioni, dati e
progetti sul che cosa, sul come
e il perché di tutti quei fenomeni naturali, vuoi sismici,
vuoi alluvionali, vuoi franosi
o di subsidenza, e sul come
prevenirli o disarmarli della
loro potenzialità aggressiva. In Toscana più gruppi di
lavoro, affiatati, organizzati
e promossi dalla presidente
dell’Ordine dei geologi, Maria Teresa Fagioli (in collaborazione con gli assessorati
regionali di competenza e con
l’impegno di colleghi geologi
funzionari di regione e province), sono da tempo al lavoro per produrre un continuo
aggiornamento e affinamento
sia della diffusione della conoscenza del sottosuolo, sia delle
normative finalizzate alla mitigazione dei rischi naturali.
Nel complesso la Regione è
stata in grado di strutturare
una serie di normative che la
pongono all’avanguardia, in
linea con la rinomata e remunerativa qualità dell’ambiente
e del territorio toscano.
“Purtroppo la normativa sottolinea la geologa Fagioli
- in carenza di controlli sistematici sulla sua applicazione
e soprattutto della percezione
diffusa della sua utilità, non
basta a far funzionare le cose
come dovrebbero e potrebbero”. I disastri fanno notizia,
tutti piangono e si interroga-
no sulle bare ma è il lavoro
oscuro, coscienzioso, costante
degli specialisti di quella parte
del mondo che non si vede,
del sottosuolo, che meriterebbero più considerazione,
perché quelle bare avrebbero
potuto evitarle, solo fosse stato loro permesso. Una distorta
concezione di “liberalizzazione” cresciuta contro categorie
professionali antiche e potentissime sta oggi minando la
stessa sopravvivenza di questi
operatori di una professione
giovane e spesso inascoltata.
Ma perché inascoltata? Maria
La rotta del fiume Serchio del 2009
Teresa Fagioli così lo spiega:
“L’Italia è il Paese della sottocultura geologica, le scienze
della terra praticamente non
vengono insegnate a scuola,
non fanno parte del bagaglio
culturale della nostra nazione
come Dante o la lotta contro
i tumori. I geologi non occupano posizioni dirigenziali
se non in pochissimi casi e la
conseguenza in Italia, e ancor
più in Toscana dove il territorio ha un elevato valore anche
economico, è che la geologia,
con le sue “manie” di prevenzione, è stata ed é spesso
percepita come un ostacolo
allo “sviluppo”, a quel tipo di
sviluppo frettoloso, miope
e rapace che si fonda sulla
speculazione immobiliare e
fondiaria”. Questo approccio
porta troppi comuni a non
avere un geologo né nel loro
organico né nelle commissioni consultive né, ancor
peggio, nei posti dirigenziali
a orientare le scelte di pianificazione. Non di rado, infatti,
gli amministratori pubblici,
per “snellire” le pratiche edilizie preferiscono dotarsi di
funzionari istruttori non specificamente preparati. “Ma il
rischio sismico e quello idro-
geologico - nota Fagioli - non
sono soggetti che si possano
blandire, non si siedono ai
tavoli di concertazione e non
sono politicamente corretti.
Sono spietati, subdoli, perché
agiscono nel sottosuolo, dove
nessuno, tranne i geologi, è
capace di individuarli e disarmarli”. Certo è che una parte
non trascurabile del patrimonio edilizio toscano, in particolare quello sorto dal boom
economico agli anni Ottanta,
è di qualità dubbia, realizzato
dove capita “con criteri di economia esasperata, spesso dove
non si sarebbe proprio mai
dovuto costruire”.
Una politica del territorio che
abbia veramente a cuore i beni
e la vita dei cittadini dovrebbe
affrontare questa realtà. Come? Per esempio cominciando dal tanto sbandierato, e
mai reso obbligatorio, “libretto del fabbricato” che non si
limiti però a verificare la sola
statica degli edifici ma consideri anche su cosa essi poggiano, come i terreni al di sotto
delle fondazioni reagiranno al
terremoto o se data la vicinanza a corsi d’acqua (o dato lo
stato dei loro argini) nel garage sia meglio parcheggiarci il
gommone piuttosto che l’auto.
Chi acquista una vettura ha il
diritto di vedere la prova delle
revisioni effettuate; chi acquista la sede della propria industria, o la propria abitazione,
non dispone invece di una
informazione obbligatoria ed
esauriente al riguardo. Ingegneri, geometri e architetti
verificheranno staticità, im-
11
Un effetto della frana di
Massa Carrara del 2010
pianti e regolarità urbanistica,
ma senza il contributo del geologo non sarà dato conoscere
la puntuale pericolosità e il
rischio geologico cui è soggetto il singolo edificio e di conseguenza a cosa si esporranno
i suoi abitanti o frequentatori.
“Fino a quando la legge - dice
Fagioli - non lo imporrà, starà alla sensibilità di cittadini
e degli imprenditori decidere se affidare il lavoro di una
vita, oltre alla vita propria e
dei propri cari, a persone non
specializzate. Così, e solo così si potrà avviare il processo
virtuoso di progressiva riallocazione degli insediamenti
idrogeologicamente insostenibili e la rinascita di quella
eccellenza urbanistica e territoriale di cui la Toscana va
giustamente fiera”.
12 Focus Centro Nord
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
■ PAVONI ROSSANO / Oltre 20 anni di esperienza nei servizi ambientali globali e bonifiche
“Aspirazioni” confermate nei fatti
Una visione etica e certificata nella gestione rifiuti, smaltimenti e pulizie industriali
Q
uando parliamo di
un’azienda, siamo spesso soliti associarla al termine
economia, ipotizzando implicitamente che una buona
gestione sia il frutto dell’implementazione di indicatori
economici che permettono di
ottenere maggiori ricavi. A volte, invece, è importante pensare che un ottimo imprenditore
sia colui che sviluppa all’interno dell’organizzazione stessa
un’economia orientata alla
sostenibilità. E questo è quello
che saputo fare la Pavoni Rossano Srl, società marchigiana
che da 20 anni opera nel settore
ambientale. Nel tempo, l’azienda ha sviluppato una sensibilità importante nel fornire un
Ambiente, salute
e sicurezza sul lavoro:
l’azienda ha scelto
di aprirsi in modo
trasparente negli ambiti
più critici dell’attività
Una fase di lavorazione durante un lavoro di bonifica
servizio globale, su misura del
cliente e al passo con tutte le dinamiche normative del settore.
L’azienda si occupa di gestione
dei rifiuti, trasporto ed avvio
allo smaltimento, bonifiche
ambientali e bonifica serbatoi,
grandi aspirazioni e da ultimo entrato a far parte della
famiglia dei servizi offerti è la
possibilità di effettuare pulizie
industriali con apparecchiature ad altissima pressione. La
natura familiare della gestione
aziendale, come da tradizione
nel territorio, mette i titolari a
diretto contatto con il cliente,
dando ulteriore prova di lavoro “trasparente” che nel campo
ambientale è una garanzia.
“Un’economia sostenibile è
quella che si fonda sull’equilibrio economico dell’ecologia e
dell’equità - commenta Tommaso Pavoni, direttore generale dell’azienda -. Per questo il
prodotto oggi non deve essere
solo bello e sicuro, ma anche
etico, ovvero realizzato nel rispetto delle leggi e delle normative, senza sfruttamento del
lavoro o di popolazioni svantaggiate, eco-compatibile, riciclabile ed equosolidale. Tenere
■ GEOCANTIERE / Gestionali per ogni settore delle energie alternative
presente questi presupposti nel
definire gli obiettivi della propria azienda è ciò che può consentire agli attori economici di
fare del bene al nostro mondo e
non trasformarlo nel set di una
sfida basata su sconti, furbizie e
irregolarità”.
“Il settore dei servizi ambientali
- sottolinea Tommaso Pavoni descritto in modo negativo, e a
volte addirittura criminalizzato
dall’informazione, è interessato
da normative continuamente
in evoluzione, il cui mancato rispetto rientra nella sfera
penale. E proprio per gestire
questi aspetti - precisa Pavone
- l’azienda ha scelto di aprirsi
in modo trasparente alle parti interessate, decidendo di
adottare il metodo di lavoro
proposto da alcune norme internazionali che interessano
gli ambiti più critici, come la
qualità del servizio, l’ambiente,
la salute e la sicurezza e il lavoro”. A garanzia di una gestione
corretta e trasparente, la Pavoni Rossano ha acquisito quindi le certificazioni Iso 9001,
Iso 14001, Bs Ohsas 18001 e
Sa8000. Tali norme hanno dato un’impronta sistemica alla
gestione aziendale su tutti agli
aspetti inerenti le norme, alla
gestione delle tematiche più
rilevanti, dandosi obiettivi di
miglioramento sempre più ambiziosi, con il metodo e gli strumenti di una grande azienda.
“Risale a quasi un anno e mezzo fa la decisione di intraprendere la prima rendicontazione
sociale ed è ormai possibile tirare le somme di questa prima
esperienza - continua Tommaso Pavoni -. Redigere un bilancio sociale significa avere il
coraggio di rendere trasparente
la propria organizzazione con
dati che vanno oltre il bilancio
di esercizio e che fanno comprendere la politica e le strategie aziendali. Rivelare le linee
strategiche, gli investimenti, le
ore di formazione e le spese in
consulenze vuol dire far comprendere, per quanto possibile,
ciò che sta dietro al successo di
un’impresa”.
Questo aspetto è rafforzato
dal fatto che l’azienda non si è
posta l’obiettivo di avere un ritorno in termini di diffusione
del proprio brand o di fatturato, ma che invece ha cercato
di far tesoro di un’esperienza
importante per rafforzare le
proprie strategie e migliorare
la comunicazione verso le parti
interessate.
Attualmente è in corso la preparazione del Report di Sostenibilità 2011, che verterà principalmente sul tema “Abbiamo
a cuore l’ambiente” con un focus importante sulla Mission
aziendale: offrire servizi alle
imprese in materia ambientale
“garantendo - sottolinea Pavoni - il rispetto della legislazione,
risolvendo situazioni anche
complesse e mantenendo la
professionalità come punto di
forza”.
■ CAMST / Oltre 60 anni di esperienza nel settore, vicina alle aziende colpite dal sisma
Affidabilità per tutti gli studi tecnici Ristorazione con il cuore
Dall’auto elettrica alla progettazione civile, anche in franchising Un gruppo da 250mila pasti al giorno nel rispetto delle regole
“U
na nuova generazione,
in collaborazione”: è lo
slogan di Geocantiere, società
di Foligno con radici a Nocera
Umbra, che a otto anni dalla
sua fondazione è diventata
una realtà consolidata. Grazie
alla collaborazione di professionisti provenienti da diversi
settori, l’azienda si è sviluppata
in modo costante, allargando
il suo portafoglio di offerta e
puntando sull’adozione di un
“metodo” sul quale poggiare
le basi di una crescita sana e
duratura.
“La nostra mission - afferma
Alessandro Giovannini, presidente di Geocantiere e coordinatore regionale di Anter - sta
nel trasformare la veste degli
studi tecnici in Italia, abbandonando la gestione artigiana-
le delle pratiche, in virtù di un
approccio tipicamente industriale che garantisca al cliente
la possibilità di confrontarsi
con “dati certi” e “date certe”.
Questi sono i valori che caratterizzano il nostro modus
operandi e fanno la differenza
in un momento come quello
attuale, in cui la gente presta la
massima attenzione alle strategie per investire i propri soldi”.
Dopo aver maturato esperienze importanti nella ricostruzione post sismica e nel
fotovoltaico, l’azienda oggi
articola la sua attività in differenti service, ognuno dei quali
ricopre uno specifico settore
di mercato: energie alternative, auto elettriche, colonnine,
certificazioni e riqualificazioni energetiche, progettazione
civile e altre attività in rampa
di lancio.
“Geocantiere è una realtà in
continua espansione - spiega
il direttore generale Daniele
Frillici - che punta sulla formazione al lavoro e sulla motivazione di un gruppo di giovani
professionisti. Ispirandoci al
nostro metodo, abbiamo implementato il gestionale GeoSoft, attorno al quale ruota
tutta la nostra attività: scadenze, segnalazioni, statistiche,
analisi. Un sistema di lavoro
replicabile per ogni service ed
esportabile”.
Il futuro di Geocantiere è una
rete di franchising in cui gli
studi associati collaborino insieme e condividano la visione
che è stata alla base di questo
progetto innovativo.
Camst:
34 anni
di bilanci
in utile. E
nel 2011 è
cresciuto del
6,55% con
un fatturato
pari a 978
milioni
di euro
U
n’azienda capace di produrre con il cuore: si
potrebbe così riassumere l’attività di Camst, azienda leader
nella ristorazione collettiva e
non solo, capace nell’ultimo
anno di superare il miliardo di euro di fatturato senza
perdere di vista il lato umano
della vita professionale, quello
che riguarda il mantenimento
dei posti di lavoro nonostante il periodo di profonda crisi
economica che sta vivendo
il mondo imprenditoriale.
Da più di 60 anni, il gruppo
Camst opera in tutti i settori
del mercato della ristorazione,
offrendo prodotti e servizi in
grado di soddisfare le esigenze dei clienti, anche quelli
più esigenti. Dall’azienda alla
scuola, dall’area commerciale
a quella sanitaria, dalle fiere ai
ricevimenti: ad ognuno la soluzione ideale. I numeri, d’altra parte, sono l’indicazione
più chiara della qualità offerta: 11.000 dipendenti, 250.000
consumatori al giorno, 1.500
punti di consumo, 7.000 clienti, 90.000.000 di pasti serviti
ogni anno. Nel 2011 il Gruppo
Camst è cresciuto del 6,55%.
Da 34 anni i bilanci sono in
utile. Il fatturato si attesta sui
978 milioni di euro, con un
utile aggregato di 10,5 milioni
di euro. L’incremento di fatturato di 60 milioni è concentrato in Camst (+ 9,8%), in Day
Ristoservice (+ 15.2%) e nella
tedesca L&D (+ 16,3%). E non
è tutto: oltre alla professionalità, Camst ha mostrato una
straordinaria sensibilità nei
confronti dei territori colpiti
dal sisma emiliano-romagnolo. Ha, infatti, portato 14.000
cestini dal Family Day 2012
alle zone più colpite, sta adottando una cooperativa agroalimentare messa in ginocchio
dal sisma per aiutarla a rialzarsi, ha comprato il parmigiano reggiano di due cooperative che hanno visto cadere
le loro forme dalle scalere e ha
indetto tra i dipendenti una
sottoscrizione per il “terremoto nell’Emilia”.
Il gruppo Camst, proiettato nel futuro, si può definire
tranquillamente un’ “azienda 2.0”: nuovi siti internet in
open source, apertura ai social
network, risposta immediata e personalizzata, un blog
aziendale. Tre anni fa è stata
presa la decisione di aprirsi al
mondo digitale: oggi Camst
può affermare con sicurezza
di essere ai massimi livelli nazionale per ciò che riguarda
la tipologia di comunicazione
nel ventunesimo secolo.
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
Focus Centro Nord
■■■TERRITORIO / La sfida della “sicurezza idraulica” del Consorzio di Bonifica dell’Area Fiorentina si traduce in una migliore qualità di vita
Cura le acque. Protegge la terra. Pensa al futuro
L’ente al lavoro per limitare i rischi di allagamenti ed esondazioni. In primo piano anche la trasformazione
dei corsi d’acqua in aree verdi utilizzabili dai cittadini come piste ciclabili o luoghi di incontro sicuri
H
anno effetti sulla vita
quotidiana dei cittadini
gli impianti, le casse di espansione e i lavori del Consorzio
di bonifica dell’Area Fiorentina (www.cbaf.it). Chi è nato
in questa zona pianeggiante
e intensamente urbanizzata, che si estende da Firenze
verso Prato, ricorda come,
non troppo tempo fa, gli allagamenti si ripetessero con
il susseguirsi naturale delle
stagioni, e come intere aree
fossero poco più che acquitrini. Se oggi non è più così,
è proprio perché gli uomini, i
Marco Bottino
mezzi e gli impianti del Consorzio tengono sotto controllo la situazione.
Senza contare che oggi il
Consorzio copre anche un
nuovo importante ruolo. “Alla sfida della sicurezza idraulica - spiega il presidente,
Marco Bottino - si è aggiunta
quella, non meno importante,
della qualità della vita e della
valorizzazione del verde e degli ambienti fluviali. Fiumi,
canali, laghi, stagni e corsi
d’acqua sono spesso fra le poche zone verdi rimaste nelle
città e costituiscono fasce di
territorio naturale fra un’area
urbanizzata e l’altra, dove
piante e animali autoctoni
possono continuare a vivere
e riprodursi. Oggi dunque è
compito del Consorzio anche
valorizzare queste porzioni di
territorio, rendendole accessibili e impegnandosi per la
loro salvaguardia”.
Tanti gli interventi portati
avanti dal Consorzio di Bonifica dell’Area Fiorentina per
coniugare sicurezza idraulica e
tutela dell’ambiente. Per esempio, la realizzazione a Sesto
Fiorentino del ‘Chiaro dei Li-
Il torrente
Rimaggio
di Sesto
Fiorentino
dopo i
lavori
micoli’ (o beccaccinaia), uno
specchio d’acqua che favorisce
la presenza degli uccelli acquatici e, più in generale, della flora e della fauna. Il lago, situato
all’interno del Podere Querciola, un’Area naturale protetta d’interesse locale (Anpil), è
nato dalla collaborazione fra
Legambiente e Consorzio ed
è stato pensato per ampliare
la gamma degli habitat disponibili. Oggi, la check list degli
uccelli del parco della Querciola vede ben 176 specie di
volatili osservati nell’arco dei
dodici mesi, fra stanziali (oltre
90) e di passo.
Sempre a Sesto Fiorentino, è
stato realizzato un percorso
pedonale sul Rimaggio. Dopo
il primo tratto di 225 metri
già completato, si prevede di
allungarlo dal parco dell’Oliveta fino a valle di piazza Ginori, raggiungendo così 700
metri di lunghezza. I lavori
hanno permesso la rinaturalizzazione del Rimaggio, anche grazie a due soglie, scalini
artificiali in pietra che trattengono i detriti, ossigenano
e fanno scorrere l’acqua meno velocemente. L’intervento,
costato circa 158mila euro, è
stato finanziato dal Consorzio con i fondi residui derivanti dagli oneri di concessione a suo tempo corrisposti da
Cavet.
Un terzo esempio significativo è quello di San Donnino,
nel Comune di Campi Bisenzio dove è stata inaugurata
nella primavera 2011 l’area
13
verde creata all’interno delle aree di laminazione. Un
progetto che ha permesso di
ottenere due obbiettivi: aumentare la sicurezza idraulica
e creare un sistema di aree
a verde, in parte allagabili,
dell’estensione complessiva
di circa 18 ettari. Le aree di
laminazione di San Donnino
sono in grado di contenere
82.900 m3 di acqua che, in caso di necessità, allagano una
superficie di 8,27 ettari. Sono
attive già da diversi anni, dopo essere state progettate dal
Consorzio, realizzate in più
lotti e finanziate dalla Regione Toscana (930mila euro),
insieme alla Società Autostrade per l’Italia SpA (1,7
milioni di euro), nell’ambito
di un programma di assetto
idraulico concordato con la
Provincia di Firenze e con il
Comune di Campi Bisenzio.
Tali aree servono a dare maggiore sicurezza a una vasta
area di insediamenti produttivi e residenziali, garantendo
al canale collettore delle acque basse un bacino nel quale
defluire in caso di piena.
Ultimamente, grazie alla sinergia fra il Comune di Campi Bisenzio e il Consorzio,
questa zona si è trasformata
anche in un giardino, arricchito da 635 alberi, oltre
5mila arbusti, 1,7 km di pista
ciclabile, due passerelle pedonali e quasi sette ettari di
prati, oltre a un’area umida
permanente progettata e realizzata in collaborazione con
il Wwf e dedicata all’avifauna
delle aree umide della piana.
14 Focus Centro Nord
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
■■■LAUREA E MASTER / L’attività di formazione della Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Pisa
Pronti per il mondo globale del lavoro
Piano di studi innovativo, stage obbligatorio e studio dei linguaggi settoriali
L
a formazione della Scuola
Superiore per Mediatori Linguistici di Pisa (www.
mediazionelinguistica.it) è da
sempre orientata a eliminare
la distanza fra la formazione
accademica, troppo spesso teorica, e le esigenze del mondo
del lavoro.
In 25 anni di attività la missione di questo Istituto Universitario non è cambiata ed anzi si
è rafforzata, grazie al suo Piano di studi innovativo, al fine
di creare professionisti delle
lingue straniere in grado di cogliere le opportunità del mercato in continua evoluzione.
Nata nel 1989, la Scuola dal
2003 è abilitata a rilasciare il Diploma di Mediatore
Linguistico, equipollente a
tutti gli effetti di legge al Diploma di Laurea in Scienze
della Mediazione Linguistica
- classe L12.
Il Diploma di Mediatore Linguistico permette dopo tre anni un immediato inserimento
in aziende appartenenti a molteplici settori merceologici.
Non solo la conoscenza tecnica delle lingue ma anche della
cultura, dell’aspetto economico-giuridico, storico-turistico
dei vari paesi di riferimento,
L’accesso alla scuola è
a numero chiuso e regolato
da un esame di ammissione
L’esame di ammissione
per l’a.a. 2012/2013
si terrà
il 12/13 settembre
creano a tutti gli effetti professionisti indispensabili per l’attuale mercato del lavoro.
Oltre al corso di laurea, la
scuola attiva Master di specializzazione per giovani laureati, per professionisti e per
aziende, strutturati per costruire profili con capacità lin-
guistiche elevate e concrete, a
cui si aggiungono competenze
di marketing e linguaggi settoriali, in modo da rispondere
alle più complesse richieste
delle aziende.
“L’obiettivo del lavoro di tutti
questi anni - spiega il presidente Aldo Casali - è stato
costituire un istituto universitario di eccellenza nella formazione linguistica, sia universitaria che post lauream,
che possa offrire agli studenti
un’alternativa concreta e di
qualità. Per mantenere alto il
livello dei nostri studenti, l’accesso è regolato da un esame
di ammissione selettivo e il
numero degli studenti è pro-
tariato e alla traduzione, ma
anche materie che preparassero gli studenti ad operare in
un contesto aziendale e turistico. Per completare il profilo
di competenze degli studenti,
oltre alle due lingue di laurea,
è stato reso obbligatorio lo
studio di una lingua orientale,
cinese o arabo, sempre più richieste dal mondo del lavoro”.
Oggi la Scuola ospita studenti che arrivano da tutta Italia,
impegnati quotidianamente in
Studenti e genitori in visita alla scuola
grammato”. Una volta iscritti,
gli studenti saranno impegnati quotidianamente in aula con docenti madrelingua o
bilingue, provenienti soprattutto dal mondo professionale. “Fin dall’inizio - sottolinea
Anne Bourgeais, director of
studies - la scelta è stata quella
di creare un piano di studi in
cui fossero presenti materie
specificatamente legate alle
lingue straniere, all’interpre-
aula e nei laboratori insieme ai
docenti. Il numero chiuso e la
frequenza obbligatoria garantiscono classi poco numerose
che permettono di applicare
un metodo didattico interattivo, fondamentale per un reale
sviluppo delle competenze in
ambito linguistico e per concludere gli studi nei tre anni
(180 Cfu) previsti dall’ordinamento ministeriale. Il piano
di studi inoltre prevede obbli-
gatoriamente per tutti gli studenti uno stage formativo da
svolgere durante la pausa delle
attività didattiche. La scuola
ogni anno stipula convenzioni di stage con importanti
soggetti istituzionali, aziende,
enti privati e pubblici, italiani
e internazionali, per offrire ai
propri studenti un’esperienza
significativa in un contesto
professionale reale.
La vocazione all’eccellenza
della scuola non si riflette solo
sul processo di selezione degli
studenti ammessi e sulla concretezza del percorso, ma anche sulle strutture didattiche:
gli studenti possono contare
su tre laboratori linguistici tecnologicamente avanzati, in cui
svolgere regolarmente lezione,
un’aula informatica per lo studio individuale, una biblioteca
e numerose aule studio.
Le strutture e le attrezzature
della scuola sono a disposizione degli studenti anche al
di fuori delle lezioni.
Sul fronte degli sbocchi occupazionali, la scuola ha attivato
uno sportello di orientamento
in uscita a vantaggio di tutti
gli studenti dell’ultimo anno
e dei neolaureati. Lo scopo è
offrire un ampio panorama
delle opportunità professionali, informare sui percorsi
post laurea, offrire consulenza
per l’accesso al mercato del lavoro. Inoltre, gli studenti vengono in contatto, attraverso
eventi e seminari organizzati
dalla scuola, con aziende e
professionisti del settore che li
orientano nel panorama degli
sbocchi professionali.
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
Focus Centro Nord
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■ DIMENSIONE CONTROLLO / Società di consulenza specializzata in strategia aziendale, pianificazione e controllo di gestione
Bubbio: “Così si mantiene il vantaggio competitivo”
Fare business tra scenari in mutamento è possibile ma bisogna cambiare modo di ragionare e individuare i megatrend mondiali
M
antenere
competitiva
un’azienda imparando
a cavalcare le onde di una crisi strutturale come quella che
stiamo attraversando? Non
solo è possibile, ma può diventare una nuova opportunità
di crescita e miglioramento.
Ne è convinto il professor Alberto Bubbio, economista e
docente universitario, nonché
amministratore unico di Dimensione Controllo, società
di consulenza specializzata in
strategia aziendale, pianificazione e controllo di gestione.
“Occorre - spiega - delineare
innanzitutto quale potrebbe essere lo scenario futuro,
definire poi una strategia e le
modalità di realizzazione valutandone rischi ed eventuali
interventi correttivi”.
Una ricetta tutto sommato
semplice, ma solo se il management di un’impresa è in grado di utilizzare correttamente
tre importanti strumenti di
pianificazione e controllo. Sono lo scenario planning, la definizione e realizzazione di una
strategia e il risk management
“Si tratta - precisa il professor
Bubbio - di approcci già proposti in passato ma che oggi
si possono rivelare particolarmente efficaci. Certo, si tratta
anche di dare meno spazio a
rituali, ormai consolidati ma
meno utili, come quelli dell’elaborazione del piano strategico e del budget che sono oggi
strumenti troppo ingessati”.
Oggi la parola d’ordine è flessibilità a cominciare dall’approccio dello scenario planning.
In questo caso non si cerca di
prevedere, ma di prevenire il
contesto socio-economico nel
quale ci si troverà ad operare.
“Se Kodak - rimarca il profes-
Prevenire l’evoluzione
del mercato.
Considerando anche
le variabili politiche
e sociali, tecnologiche,
ambientali e legali
sor Bubbio - si fosse impegnata in questa attività avrebbe
potuto ampiamente prevenire
l’evoluzione del suo mercato
ed intervenire”. È fondamentale in questo caso porsi le domande giuste. Ci saranno ancora i miei clienti tra 5-10 anni
e cosa vorranno? Cosa deve
cambiare nella nostra offerta
(prodotti, servizi e canali distributivi) per rispondere alle
nuove esigenze dei clienti? Per
rispondere a queste domande
occorre individuare quali sono
i megatrend che emergono nel
mondo occidentale e nel mondo orientale e, più in specifico, nei Paesi con una crescita
economica sostenuta come
Brasile, Russia, India e Cina.
“Così ad esempio - rimarca il
professor Bubbio - nei principali Paesi industrializzati si
osserva un rallentamento nella crescita delle popolazioni,
il loro invecchiamento, ma in
presenza di livelli culturali più
alti, il passaggio per le persone
da una diffusa ricerca del benavere al ben-essere, le eccedenze produttive, la crescente
regolamentazione dei mercati
finanziari, l’attenzione agli
impatti ambientali e ancora
il maggior ricorso a forme di
collaborazione tra le imprese”.
Sulla base di questi megatrend
si potrà allora valutare l’impatto sul business nel quale si
opera e capire quali saranno
i cambiamenti. Uno scenario
compiuto dovrà prendere necessariamente in considerazione anche l’evoluzione delle
variabili politiche, sociali, tecnologiche, ambientali e legali.
Pianificazione
SCENARIO PLANNING
Piano Strategico
Business Plan
Risk/contingency Plan
Management
control
Cost Management
Piano
Bsc
Budget
Nuovi approcci alla Pianificazione Strategica e al controllo di gestione
Le quattro prospettive della Balanced Scorecard
Financial
prospective
Customer
prospective
Da sx: i professori Alberto Bubbio, economista, docente
universitario e amministratore di Dimensione Controllo e
Massimo Solbiati
Balanced Scorecard, trait d’union tra la strategia aziendale e la gestione operativa
L’
Operativa
Strategica
elaborazione e la realizzazione di
una strategia è una fase molto delicata. Lo spiega il professor Massimo Solbiati, docente di Programmazione e Controllo all’Università Carlo Cattaneo “Perché
non sempre è facile tradurre una strategia in azione”. L’approccio più corretto
per misurare la performance aziendale è
quello della Balanced Score Card (scheda
di valutazione bilanciata) uno strumento che consente di definire quali sono le
variabili da monitorare per il controllo
strategico dell’andamento di un’azienda.
Questo sistema è stato introdotto per la
prima volta nel 1992 da Robert Kaplan
e David Norton, professori dell’Università di Harvard e a 20 anni dalla nascita è
stato adottato da molte aziende nel mondo. “L’obiettivo - precisa il professor Bubbio - è quello di comunicare la strategia e
di tradurla in azione, facendo convergere
tutte le risorse aziendali verso questo traguardo”.
Per affrontare il mercato è necessario
quindi che un’azienda disponga di un
numero molto elevato di informazioni e
di indicatori che segnalino i punti in cui
intervenire e le conseguenze che questi
interventi possono provocare all’interno e
all’esterno dell’azienda. L’obiettivo è quello di realizzare un collegamento diretto e
costante nel tempo tra strategia e gestione
operativa, non osservando solo i risultati economico-finanziari. Occorre invece
cercare di misurare anche quelle variabili
intangibili che hanno, in determinati business, una forte valenza strategica come
ad esempio la notorietà del brand.
La metodologia della Balanced Score
Card parte dal presupposto che, per avere
una visione esauriente della situazione
aziendale, nessun indicatore di performance deve essere preso singolarmente,
ma occorre costruire un insieme organizzato di indicatori collegati tra loro. La
performance aziendale può essere allora
misurata attraverso quattro prospettive:
la prima è legata ai tradizionali indicatori della prospettiva eco-fin, che vanno
però valorizzati come indicatori per guidare le strategie di crescita aziendali.
Un secondo indicatore è dato dalle relazioni che l’impresa riesce a instaurare con
i suoi clienti e da cui dipende la capacità
nel tempo di mantenere e sviluppare i ricavi di vendita. Utili anche gli indicatori
legati ai processi gestionali critici, capaci di soddisfare prima e fidelizzare poi i
clienti o un macro-aggregato di variabili
che misurano la capacità di un’impresa
di apprendere dall’esperienza e di tradurre questo patrimonio in preziosi stimoli
per l’innovazione.
“In fase di progettazione della Balanced
Score Card (Bsc) - fa notare ancora il
professor Bubbio - occorre definire una
mappa strategica. L’elaborazione di questa mappa costringe il management ha
ricercare le relazioni di causa/effetto tra
missione, obiettivi strategici e variabili di
gestione operativa ad impatto strategico.
Poche e selezionate variabili per ognuna delle quattro prospettive, da inserire
in Bsc solo se legate da una relazione
forte con la dimensione strategica della
gestione. Questa mappa, fra l’altro, deve
essere il frutto di un lavoro collegiale del
team di vertice. Con la Bsc cambiano le
metriche della pianificazione e controllo
e cambiano le modalità di approccio a
queste attività di direzione”.
MISSIONE E
INTENTI STRATEGICI
Process
prospective
Learning & growth
Perspective
Gestione del rischio. Ecco come valutarla
U
n terzo strumento di pianificazione e controllo illustrato dal professor Massimo Solbiati, è il risk management, attività che deve individuare e gestire tre tipologie
di rischi: i rischi interni preventivabili, quelli legati alla
strategia e quelli legati ad eventi esterni. Per i rischi legati
ai cicli di fabbricazione, la sicurezza del lavoro o possibili
comportamenti del personale, si tratta di cercare di minimizzarli introducendo opportune norme di comportamento e soluzioni. I rischi legati alla strategia si riferiscono alla
rischiosità del business alle soluzioni organizzative che la
stessa si dà (intensità delle immobilizzazioni e dei costi fissi
nelle soluzioni gestionali) e all’esistenza nel mercato di competitor temibili. La terza tipologia di rischio è quella legata
ad eventi di ambiente esterno ad elevato impatto sulle performance aziendali. Se la probabilità che si verifichino è alta,
può essere opportuno predisporre preventivamente dei piani
di azione (contingency plan) che consentono di affrontarli
efficacemente.
Con una laurea alla Università Bocconi di Milano e specializzazione alla Harvard Business School, il professor Bubbio
svolge attività professionale di consulenza dal 1982. È autore di libri e numerose pubblicazioni, professore associato
di economia aziendale presso l’Università Cattaneo - Liuc
di Castellanza (Va) e per quindici anni è stato docente della
Sda-Bocconi. Oggi collabora con alcune fra le principali Business School italiane.
Massimo Solbiati anche lui laureato alla Bocconi è docente
presso l’Università Carlo Cattaneo – Liuc e con Dimensione
Controllo svolge attività di consulenza direzionale.
16 Focus Centro Nord
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
■■■CONSORZIO IL MERCATO / A Modena riqualificato tutto il Novi Park
Tutto nuovo senza perdere
neanche un giorno di lavoro
Esempio cristallino di commercio ambulante di grande qualità
C
i sono storie che non si
possono raccontare senza nominarne tutti i protagonisti: personaggi che contribuiscono, ognuno con la
propria personalità, a creare
un’esperienza coinvolgente.
Quella del Consorzio Il Mercato di Modena è una storia
che dura da oltre 20 anni,
segnata da una positiva collaborazione con l’amministrazione comunale che ha
sempre creduto nelle capacità
e nei progetti di un gruppo di
lavoro ben assortito.
Il più recente esempio di
questo lungo e produttivo
rapporto è il Novi Park, avveniristico parcheggio interrato
realizzato al parco Novi Sad
alle porte del centro storico.
Tale zona da anni ospita il tradizionale mercato del lunedì.
Avere il sostegno concreto
dell’amministrazione comunale ha permesso agli operatori di non perdere una sola
giornata di mercato durante i
tre anni di costruzione.
Guido Sirri, presidente del
Al centro della foto la struttura d’accesso ai posteggi interrati
Consorzio Il Mercato, spiega
“Grazie al sindaco Giorgio
Pighi e all’assessore alle politiche economiche Daniele Sitta, è stato possibile conciliare
questo importante progetto
urbanistico con l’esistenza
del mercato. Lo staff con cui
collaboriamo da anni, tra cui
Giovanni Bertugli e Cuono
Marzullo, ha studiato soluzioni che consentissero al
mercato di svolgersi in modo
regolare”.
Ora il mercato settimanale di
Modena ha una nuova casa:
moderna, funzionale e accessibile per gli operatori e per
il pubblico. Per il presidente
Sirri si tratta di un riconoscimento al ruolo svolto dal
mercato nella vita sociale ed
economica modenese. Inoltre rappresenta un segnale di
fiducia nella capacità imprenditoriale del Consorzio: “Per
noi deve essere considerato
un punto di partenza e non
di arrivo. Abbiamo una sede
nuova e vogliamo essere all’altezza della situazione. Siamo
convinti che ora aumenterà
ulteriormente l’affluenza dei
clienti, considerando che ogni
lunedì il mercato è visitato da
migliaia di persone. Proprio
a loro vogliamo offrire un
servizio sempre migliore”.
Grazie alla gestione diretta
dell’area mercatale, ottenuta
nel 2001 e ancora oggi elemento che distingue Modena
in tutta Italia, e alla direzione
del Consorzio, il mercato ha
conosciuto negli ultimi anni
un miglioramento costante in
grado di tradursi in un maggior volume di affari, nonostante il periodo di crisi. I 400
imprenditori associati hanno
scelto la strada della qualità,
dimostrando che si può fare
innovazione anche nel commercio ambulante proponendo iniziative contro la contrazione dei consumi.
Un risultato ottenuto attraverso un grande lavoro di
squadra, dal singolo associato
al presidente, espressione di
una realtà corale che riunisce e mette a frutto diverse
sensibilità. Un’organizzazione
completa, funzionale sotto
ogni aspetto. Una struttura che ha creato un modello
efficiente per riaffermare la
qualità del commercio ambulante e renderlo dinamico, in
grado di rispondere alle mutate esigenze economiche dei
L’avveniristico posteggio
interrato nel parco
è stato realizzato
senza compromettere
l’attività lavorativa
del mercato settimanale
consumatori. “I mercati erano diventati sinonimo di un
luogo dove trovare prodotti a
buon mercato per risparmiare, purtroppo a scapito della
qualità”, ha spiegato Guido
Sirri che, poi, ha precisato:
“Questo compromesso non
era più accettabile. Siamo
imprenditori e chi lavora seriamente non accetta di vendere un prodotto scadente.
Abbiamo intrapreso la strada più rischiosa, contenere i
prezzi e migliorare la qualità
della merce per dare alla gente quello di cui ha realmente
bisogno. La nostra scelta si è
rivelata vincente”.
I risultati ottenuti hanno
spinto il Consorzio a cercare
nuove prospettive per il futuro, forte della propria autonomia e dell’appoggio concreto
di tanti soggetti attivi nel
panorama economico modenese. “La collaborazione è la
chiave del successo. Il mercato è parte di un sistema produttivo locale che dimostra di
avere gli anticorpi necessari
per far fronte alla crisi, a cominciare dalle associazioni di
categoria che rappresentano
noi imprenditori”, ha concluso il presidente del Consorzio
Guido Sirri. “Un pensiero
particolare tra i nostri partner
va a Confesercenti Modena e
Banca Popolare dell’Emilia Romagna che da sempre
scendono in piazza al fianco
dei nostri operatori”.
Il rendering dall’alto mostra la totale riqualificazione dell’area
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
Focus Centro Nord
17
■ MONINI / Fondata nel 1920 ha diffuso la cultura dell’olio extra vergine in Italia e nel mondo
Un secolo di passione, di armonia,
rispetto per la natura e la salute
L’azienda di Eggi (Spoleto) esporta in tutto il mondo una vasta gamma di prodotti
di qualità. La tradizione dell’arte olearia è oggi affidata ai nipoti del fondatore
Q
uella di Monini è una
storia lunga un secolo.
Una storia italiana esemplare, fondata sulla ricerca
della qualità e sul rispetto
della tradizione che inizia
nel 1920 quando Zefferino
Monini avvia a Spoleto, città d’origine della famiglia, la
sua produzione d’olio extra
vergine d’oliva. Un prodotto
che all’epoca era ancora poco diffuso dal momento che
la maggioranza degli italiani
utilizzava quasi esclusivamente olio di oliva, per abitudine e scarsa conoscenza
dell’argomento.
Ma la passione di Monini
porterà alla creazione di un
prodotto d’eccellenza, apprezzato da tutti, anche fuori
dell’Umbria: un’operazione
nuova in quegli anni lontani
che scrive la prima pagina
nel mercato dell’extra vergine. Così il prodotto Monini acquista fama crescente
e viene richiesto da clienti
sempre più lontani.
Ben presto Giuseppe, Nello e
Paolo, i figli di Zefferino, lo
affiancano, imparando tutti i
segreti e i procedimenti per
continuare, a partire dagli anni ‘50, a far crescere l’impresa
che proprio in quegli anni - in
anticipo sulle future esigenze
di mercato - introduce per
prima le bottiglie in vetro
per la vendita del prodotto,
accanto alle tradizionali damigiane. Questa è la prima
di una lunga serie di innovazioni che vede ancora oggi
la Monini leader del settore
e all’avanguardia nei processi
di raccolta, selezione, produzione e commercializzazione
di un gamma di extra vergine
d’oliva di qualità superiore.
L’arte olearia oggi è custodita
da Zefferino e Maria Flora:
nipoti del fondatore che guidano l’azienda ancora nello
stesso stabilimento delle origini, a Eggi nei pressi di Spoleto. Ed è qui che Zefferino
seleziona gli oli assaggiandoli personalmente come
faceva suo nonno.
L
a capacità di rinnovarsi conservando la propria tradizione ha trasformato l’antico “saper fare” oleario Monini
in una vera e propria arte. A quest’idea è ispirata la campagna tv 2012 di Monini, curata da Lorenzo Marini Group,
che vede l’olio extra vergine d’oliva protagonista assoluto:
elemento “taumaturgico” capace di trasformare i piatti in
opere d’arte.
La campagna ha coinvolto un team di artisti: dai maestri
intagliatori thailandesi della Siam Carving Academy di
Bangkok, esperti nell’antica arte orientale del food carving,
l’attrice Roberta Pellini “voce” italiana di Nicole Kidman
e Julia Roberts fino alla famosa cantautrice e compositrice italiana Mariella Nava che ha appositamente composto
l’elegante assolo di piano, colonna sonora dello spot.
Monini è anche partner storico del Festival dei Due Mondi. Attraverso la Fondazione omonima, la famiglia Monini ha recentemente acquistato il palazzetto che fu di
proprietà di Giancarlo Menotti, fondatore e anima del
periodo d’oro del Festival. Sottoposto ad attenta ristrutturazione, oggi è Centro di documentazione multimediale del Festival dei Due Mondi, aperto gratuitamente al
pubblico. Nelle sue sale, oltre a uno sconfinato materiale
d’archivio sulle 55 edizioni del Festival, sono ancora oggi
conservate molte vestigia che furono di Menotti tra cui il
piano su cui ha suonato le prime note. Dal 2010 ospita il
premio Monini “Una Finestra sui Due Mondi”, assegnato
ad artisti di grande fama come John Malkovich e Mikhail
Baryshnikov.
Lo stabilimento di Eggi, nei pressi di Spoleto
Maria Flora e Zefferino sono i nipoti di Zefferino Monini: il
fondatore dell’attività di produzione di olio extravergine
d’oliva avviata nel 1920
Oltre allo stabilimento
di Eggi, anche una sede
in Polonia e negli Usa.
La gamma prodotti
annovera anche aceti
e salse per aperitivi
Nel 2011 il Classico Monini
si è affermato come l’extra
vergine d’oliva più venduto
nella grande distribuzione
italiana (fonte Iri - Infoscan
I+S+Lsp).
Perfettamente equilibrato,
armonioso, pieno, contraddistinto da gradevoli note
che richiamano il profumo
dell’erba, è davvero un grande “classico” della produzione Monini, diventato negli
Rivoluzione green anche nei processi e nel packaging
O
Quando l’extra vergine è arte
ggi Monini è un’azienda all’avanguardia per strutture, tecnologia e controllo
qualità (certificato da Iso 9001:2000), con
una grande attenzione per l’ambiente come
testimoniano interventi che vanno dall’installazione di un impianto fotovoltaico aziendale, all’acquisto di energia da fonti rinnovabili
certificate, all’introduzione di packaging eco
sostenibili. Un importante passo nell’ambito
della sostenibilità è la recente introduzione,
sulle referenze di extra vergine più vendute,
di bottiglie in vetro riciclato già utilizzate da
sempre per il GranFruttato. Nuovi pack in
grado, grazie anche al colore più scuro e alla
neutralità e naturalità del vetro, di conservare ancora più intatte le proprietà e il gusto
dell’olio extra vergine. Il restyling completo
delle confezioni ha inoltre visto anche l’eliminazione della capsula in Pvc sui tappi delle
bottiglie della gamma, sostituita con l’esclusivo sigillo di garanzia e l’utilizzo di etichette in
carta 100% riciclabile.
anni gusto “di riferimento”
per gli italiani in cucina.
Il GranFruttato, dal sapore
intenso, nasce dalla selezione di sole olive italiane
raccolte in leggero anticipo
di maturazione. La quantità
di olio ricavata è minore ma
l’extra vergine ottenuto presenta fragranze e profumo
tanto vivaci da essere sufficienti poche gocce per dare
ai piatti il doppio del sapore
rispetto a un comune extra
vergine. La frangitura delle
olive non completamente
mature permette anche di
conservare l’elevata quantità
di polifenoli - antiossidanti naturali - che rendono il
GranFruttato un gustoso alleato per proteggere la salute
dell’organismo.
Il Bios, dal sapore delicato
ed equilibrato, è l’extra vergine 100% italiano prodotto
nel pieno rispetto dei principi dell’agricoltura biologica:
dai terreni fino all’estrazione
in frantoio, come certificato da Icea e confermato dai
numerosi riconoscimenti ricevuti in importanti manifestazioni come il prestigioso
Premio Biol (1° classificato
nella categoria “Biolblended” nelle edizioni 2002,
2005, 2009 e 2011) e Festambiente, il Festival nazionale a
impatto zero di Legambiente
(1° nella categoria “Biologici
Fruttato Leggero” 2011).
Molto apprezzati da gourmet
e grandi chef sono i tre extra
vergine Dop: Amabile Umbria, Val Di Mazara, Dauno
Gargano, prodotti con le
olive provenienti da tre territori italiani vocati e seguiti
con attenzione dal cultivar ai
sistemi di coltivazione, fino
alla raccolta a mano e alla
spremitura.
La gamma dei prodotti Monini oggi comprende anche
una linea di aceti, tra i quali
l’Aceto di Mele e l’Aceto Balsamico di Modena Riserva.
Il primo, ottenuto dal succo
di mele pregiate del Trentino; il secondo, prodotto nel
Il fatturato vola anche negli Usa
C
on un fatturato di quasi 125 milioni di euro, oltre 100
dipendenti e due filiali all’estero - in Polonia e negli
Stati Uniti - Monini è tra i leader mondiali del mercato
oleario, con un impegno costante nella difesa dei valori
tradizionali di un prodotto tipicamente italiano.
Proprio da questa straordinaria capacità di diffondere, in
Italia e nel mondo, la cultura dell’extra vergine d’oliva come simbolo del miglior made in Italy, è nata recentemente
la partnership siglata da Monini North America e Mutti
per lo “sviluppo dei rossi” dell’azienda emiliana sul mercato statunitense.
L’accordo vede i due marchi italiani affiancati nel presidiare saldamente il segmento premium dei rispettivi settori,
puntando alla ristorazione di qualità - canale in cui Monini gode in Nord America di un solido apprezzamento - e al
dettaglio tradizionale.
rispetto del disciplinare di
produzione degli Aceti Balsamici di Modena.
Monini presidia anche un
momento di condivisione
che è ormai un vero e proprio “rito” del vivere moderno, l’aperitivo, con sei
gustosissime
“tapenades”,
salse spalmabili della linea
Aperitiny e con le Olive della
prestigiosa varietà Nocellara
del Belice Dop.
La gamma si completa con il
succo naturale di limone di
Sicilia Primofiore Lemoniny,
ottenuto dai migliori limoni
in prima fioritura. Caratterizzato da un colore giallo
intenso e un profumo molto
fresco, assicura elevatissimi
valori di vitamina C.
18 Focus Centro Nord
Modello per imprenditoria e natura
Toscana. Qualità, produttività e stile che resistono alla crisi
I
rismi e il mare esultano con
mille occasioni.
Sempre qui, fra gioielli enogastronomici e artistici, a dare la
misura di una terra di valore e
di qualità concorre un tessuto
imprenditoriale che è segno
inequivocabile di impegno e
ambizione, pilastro dell’Italia
che produce. Così, nonostante l’acuirsi della crisi e una
produzione industriale regionale in calo per molti settori, non mancano i risultati
positivi, anche se con numeri
contenuti. Vale per le calzature (+0,8%), i minerali non
metalliferi (+1,9%), la farma-
PH samott - Fotolia.com
ncantevole ed esclusiva,
sobria e “intatta”. Ma soprattutto avvincente nel
proporsi e nel conquistare i
mercati, esteri in particolare, in un periodo in cui poi
non è così facile vincere le
sfide della globalità. Ecco la
Toscana, regione memorabile con una marcia in più,
dove un caldo abbraccio accompagna in un dolcissimo
viaggio del gusto, tra strade
del vino e sapori autentici,
dove le terme con percorsi
del benessere e del relax offrono il meglio di sé e dove i
parchi, la natura, gli agritu-
ceutica (+2,5%), la meccanica
(+2,8%), come confermato a
fine giugno dall’indagine sul
comparto manifatturiero regionale, condotta da Unioncamere Toscana e Confindustria Toscana, relativa al
primo trimestre 2012.
Crescita netta invece per l’export, che si conferma come
una vera e propria boccata
d’ossigeno per l’economia regionale. Il mercato estero riesce ancora ad assorbire parte
della produzione toscana, in
controtendenza con quello
nazionale.
Dal rapporto “Il Commercio Estero della Toscana”
(Unioncamere Toscana) viene fuori un primo trimestre
2012 positivo, con un incremento del +14,2%. In particolare, i prodotti intermedi
contribuiscono nel complesso con un aumento del 35%
(soprattutto esportazioni di
legno e prodotti in legno,
prodotti della chimica di base, apparecchi elettrici). Altro non è che la conferma di
quella qualità e di quello stile
che, seppure in un momento
di crisi dei consumi interni,
mantiene alta la bandiera
della produzione made in
Tuscany, come per i prodotti
della concia e della pelletteria, le calzature e l’abbigliamento.
PH morilioalber - Fotolia.com
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
Trend positivo in tutte le province
Marche. Sbocciano nuove imprese e i volumi sono in crescita
N
on solo terra di turismo,
intenta a travolgere con
occasioni inaspettate e pillole
di buon vivere ma soprattutto
regione che, anche in tempi di
crisi, non rinuncia alla voglia
di impresa. Capitando nelle
Marche sembra di essere quasi
in un’altra Italia. Basta un’occhiata ai numeri: tra aprile e
luglio sono aumentate di 990 le
imprese registrate alle Camere
di commercio regionale. In
tutto 2.959 le nuove iscrizioni,
mentre le cancellazioni si sono
fermate a 1.969.
Insomma, un sistema produttivo vitale, che cerca di recuperare il saldo negativo (-1.641)
avuto tra gennaio e aprile. Ancora la lacuna non è colmata,
ma il sistema resiste in attesa
della crescita. Positivo oltretutto il trend dell’artigianato:
1.253 iscrizioni e 961 cessazioni (saldo positivo di 292
aziende). Lievitano le imprese
commerciali (+327) grazie anche al contributo delle imprese
etniche e, in particolare, i servizi di alloggio e ristorazione
(+207). Tornano a crescere poi
il manifatturiero (+65), l’agricoltura (+99), le costruzioni
(+86), in quest’ultimo caso si
tratti quasi esclusivamente di
dipendenti di aziende edili che
si sono messi in proprio dopo
essere rimasti disoccupati. A
godere di buona salute un po’
tutte le provincie marchigiane,
dallo 0,68 di Fermo allo 0,43
di Ascoli Piceno, passando per
lo 0,62 di Macerata, lo 0,60 di
Ancona e lo 0,55 di Pesaro e
Urbino.
Non sorprende, perché questa
è una regione ambiziosa che
non difetta nei grandi meriti, come nel settore moda. Lo
scorso anno, secondo il Centro
Studi di Unioncamere Marche
(su elaborazione dei dati Istat),
si è registrato un incremento delle esportazioni di 260,6
milioni di euro, pari all’11,7
per cento, confermando il
comparto ai vertici dell’export
regionale, con un volume di
affari di 2,4 miliardi di euro
su un totale di 9,7 miliardi di
merce esportata, superiore alla
crescita complessiva dell’export regionale (fermo al 9,3%)
e alla crescita media dell’export
nazionale (+11,4%).
In definitiva, qualità ed eccellenza. Che, non a caso, qui
vedono crescere pure con marchi, brevetti e design europei
per tutelare i prodotti marchigiani contro i falsi e le contraffazioni sui mercati internazionali. In aumento le imprese
della regione che chiedono la
registrazione comunitaria prevista per le opere dell’ingegno:
secondo Unioncamere Marche le domande per ottenere
il brevetto europee sono passate dalle 86 del 2001 alle 142
dell’anno scorso e quelle per il
marchio comunitario sono salite da 91 a 187. Raddoppiate le
domande di design comunitario, dalle 316 del 2003 alle 613
nell’ultimo anno.
■■■ASSOGEMME / In rete le oltre 130 imprese facenti capo all’Associazione Italiana fra le Aziende delle Pietre Preziose e Affini
Anche i gemmai scelgono il Web
Promuovere la qualità del made in Italy con la scelta di pietre ‘conflict free’ e ‘child labour free’
G
ioielli colorati doc in rete.
è questa, in estrema sintesi, la mission di Assogemme,
l’“Associazione Italiana fra le
Aziende delle Pietre Preziose
ed Affini”, nata nel luglio del
2007 in seno a FederOrafi,
comparto di Confindustria,
con la quale sta collaborando
alla stesura di in progetto legislativo, dopo aver raccolto le
istanze delle aziende italiane
che lavorano e distribuiscono
le pietre, desiderose di affrontare e risolvere i nuovi grandi
temi che interessano il settore,
mettendoci tra professionalità,
tradizione, tecnica, fantasia,
ricerca, studio e attenzione alle
esigenze del consumatore: “La
nostra è una bella storia – spiega il presidente Paolo Cesari
– perché siamo nati per un bisogno, ma oggi esistiamo, e di
questo andiamo orgogliosi, per
spirito di condivisione: ci stiamo rinnovando trasformandoci in una sorta di vera e propria
azienda di filiera pronta a mettere in rete le imprese aderenti
alla nostra associazione che
riunisce oltre 130 prestigiose
aziende del settore pietre preziose e affini. Noi gemmai non
possiamo certo lamentarci: in
un momento come questo di
Paolo Cesari, presidente
di Assogemme,
l’associazione che riunisce
le aziende del settore pietre
preziose e affini
crisi del comparto di gioielli,
le pietre cercano di resistere;
infatti noi siamo in controtendenza, continuando a registrare acquisizioni di associati desiderosi appunto di entrare in
rete e mettersi d’accordo. Stiamo sforzandoci, insomma, di
fare comparti uniti, pur nella
diversificazione del prodotto,
visto che parliamo di rubini,
zaffiri, smeraldi e non solo”. La
ricerca e l’innovazione vertono
su una questione di tinte: “La
fortuna delle pietre – aggiunge
il presidente di Assogemme – è
che sono colorate: dunque ca-
ratterizzano i gioielli non solo
per la forma, ma anche per il
colore. Ultimamente alcuni
tipi di pietre come calcedonie,
opali rosa e tormaline, stanno
andando molto bene e si inseriscono ad hoc nella moda colorata che si sta sviluppando”.
Colori, sbarazzini, che tendono
a togliere quell’eccessiva aura di
preziosità: “Oggi – prosegue
Cesari – non si ragiona più in
termini di preziosismi, bensì
di benessere tout court di chi
indossa i gioielli. I gioielli non
vanno tenuti in cassaforte, vanno portati. I gioielli si mostra-
no, anche per suscitare, grazie
alla loro unicità, un pizzico
di invidia. E le donne sono le
nostre prime alleate, poiché
hanno con le gemme un rapporto di sensibilità e con noi
di attenzione e comunione. E
per noi è fondamentale questo
riconoscimento dell’utente finale. Accantonato il preziosismo, dunque, trionfa l’amore
per il colore. E così il Made in
Italy non è più una prerogativa
solo di chi produce pelle o abbigliamento, ma anche di chi
“Siamo pronti
ad avere online
tutte le imprese
aderenti alla nostra
associazione”
lavora le pietre”. Made in Italy
non solo nell’orgoglioso senso
patriottico di saper lavorare
egregiamente le materie prime, ma anche come garanzia
etica della provenienza: “Visto
l’affacciarsi di nuovi e grandi
competitor come Cina, India,
Thailandia, va seguito con
grande attenzione il processo
di globalizzazione, sapendo
controbilanciare, con strumenti adeguati, la loro affermazione
frutto di regole non sempre trasparenti. Sia chiaro – Cesari è
perentorio – che noi siamo per
le pietre ‘conflict free’ e ‘child
labour free’, vale a dire che non
generino conflitti armati e non
implichino lo sfruttamento del
lavoro minorile. Noi ci battiamo per il riconoscimento delle
aziende che producono nel nostro Paese con la creatività tipica italiana: una soluzione vincente potrebbe essere l’uso dei
marchi da noi proposti “Italian
style” e “Italian selection”, cioè
una sorta di denominazione di
origine controllata per le pietre”. Assogemme, oltre ad aver
stilato un “codice di condotta
e di etica professionale” e promosso l’introduzione di normative, in Italia e in Europa, ha
sviluppato un proprio osservatorio privilegiato (“Osservatorio Assogemme”) attraverso
cui analizzare le dinamiche
aziendali correlate ai cambiamenti del mercato. A marzo
2012 è stata divulgata la quarta
analisi: “Il quadro rilevato –
conclude Cesari – evidenziava
un calo di fiducia degli operatori all’interno del mercato
che si riflette in via diretta sui
processi di ricerca, sviluppo e
innovazione. La contrazione
dei mercati impone processi di
innovazione, ma le difficoltà di
accesso al credito e le problematiche di liquidità generate
dai pagamenti non aiutano:
per questo abbiamo stimolato
la creazione di reti di impresa,
come modalità per far fronte
alle sfide di competitività”.
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
Focus Centro Nord
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19
20 Focus Centro Nord
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
■■■FONDAZIONE SALESI / Supporta i piccoli pazienti dell’Ospedale di Alta Specializzazione Materno-Infantile di Ancona
In ospedale assistenza medica e alta qualità della vita
Tra i progetti anche la realizzazione di miniappartamenti per le famiglie dei ricoverati in lunga degenza che arrivano da lontano
M
igliorare la qualità della
vita dei piccoli ricoverati e delle loro famiglie. È in
quest’ottica che nel 2004 nasce la Fondazione dell’Ospedale Salesi come supporto
all’Ospedale di Alta Specializzazione Materno-Infantile G.
Salesi di Ancona.
L’intento è di aiutare i bambini ad affrontare con più leggerezza il contesto ospedaliero,
alleviarne la permanenza,
creare le condizioni per soddisfare il bisogno del bambino
di essere accolto, curato in un
ambiente familiare nel rispetto delle sue esigenze. In altre
parole far sì che in ospedale si
possa trovare non solo un valido percorso di cure mediche
specialistiche per contrastare
la malattia, bensì continuare
ad avere una buona qualità di
vita durante le cure.
La Fondazione si è impegnata a far rispettare e attuare la
Carta dei Diritti dei bambini
e delle bambine in Ospedale che ha preso origine dalla
Carta di Each del 1988.
Oltre alle numerose attrezzature salvavita donate in questi
anni essa sta realizzando diversi progetti sia a sostegno
della genitorialità che dei
bambini e delle loro famiglie.
“Uno dei valori che guida
l’operato della Fondazione
Salesi - spiega la dottoressa
Annarita Settimi Duca, direttore operativo - è ‘I Care’, che
significa non solo ‘mi prendo
cura, ma anche mi importa,
mi riguarda, me ne occupo,
mi sta a cuore…’ il bambino
nella sua totalità, dunque pure l’ambiente o il mondo in
cui vive e cresce e che dovrebbe comprenderlo”.
In questa direzione vanno
tutte quelle attività pensate
per garantire a ogni bambino
e ai suoi genitori di esprimersi
e di comunicare i propri disagi e le proprie preoccupazioni, sentendosi sicuri di trovare sempre qualcuno disposto
Prendersi cura
del bambino nella sua
totalità, considerando
anche l’ambiente
che lo circonda
ad ascoltare e sostenere. “Solo
così si può fare il possibile
per aiutare il bambino a far
fronte alle proprie paure ed al
proprio dolore”, sottolinea la
dottoressa Duca.
Queste più nel particolare
le attività: ‘Battito d’ali’, dove una psicologa sostiene i
genitori che affrontano una
nascita prematura o patologica; ‘Tecniche non farmacologiche per la gestione del
dolore’, per aiutare il bambino
a controllare la paura e l’ansia; ‘Preparazione psicologica
all’anestesia e all’intervento
Il pericolo dei tagli lineari
A rischio la quantità e la qualità dei servizi sul territorio
Roberto Vasai, presidente
della provincia di Arezzo
D
a qualche anno, in particolare dallo scorso anno, le autonomie locali sono
chiamate a contribuire allo
sforzo in atto a livello nazionale per il risanamento dei
conti pubblici, con tagli che
hanno messo talvolta a dura
prova la programmazione degli enti locali. Una situazione
che non lascia indifferente la
Provincia di Arezzo, anzi: “A
rendere tutto ancora più complicato - afferma il presidente
Roberto Vasai - è la costante situazione di precarietà e
incertezza nella quale oggi
Marche sia dalle regioni limitrofe richiamati dall’alta specializzazione dei reparti degli
Ospedali Riuniti, tra cui spiccano le eccellenze di cardiochirurgia, terapia intensiva
neonatale, neuropsichiatria
infantile, oncoematologia pediatrica”.
Unica fonte di entrata della Fondazione è la raccolta
fondi che viene impiegata nei
progetti per il 93% del totale.
Dal 2008 essa è socia dell’Istituto italiano della Donazione,
che verifica la corrispondenza dei processi di gestione e
rendicontazione con i valori
presenti nella carta della donazione. La Fondazione si
è dotata di un codice etico e
redige un bilancio sociale annuale. “A volte la vita può essere difficile, ma con un gesto
di solidarietà e di amore si può
donare un paio di ali a chi ha
il desiderio di volare ancora”:
in poche parole quell’essenza
e quell’incoraggiamento che
ogni giorno spingono la Fondazione dell’Ospedale Salesi a
fare di più e a impegnarsi con
motivazione.
Per maggiori informazioni
visitare il sito www.fondazioneospedalesalesi.it.
che premiano le amministrazioni inefficienti e puniscono
quelle virtuose”.
Il fatto è che - fondamentalmente - rimane in ballo sempre la questione delle Province. “Sembrerebbe quasi che la
parola d’ordine che ha informato l’azione del Governo e
dei partiti in questi mesi sia
stata “aboliamo le Province
ma le Province servono” - os-
serva Vasai –. Il risultato di
questa contraddizione è l’attuale situazione nella quale,
da una parte si dice di voler
realizzare un’operazione di
riordino e di riduzione del
numero delle Province per
disegnare un ente nuovo,
più efficiente ed efficace, ma
dall’altra queste si mandano
al dissesto con tagli insostenibili ai trasferimenti e con
un Patto di Stabilità assurdo
che strangola gli enti virtuosi
e gli impedisce di pagare le
imprese”. I timori insomma
continuano a scuotere gli
animi e a suscitare preoccupazioni. L’auspicio è che qualcosa cambi in concreto e che
con ragione possano rimanere validi i riferimenti costituiti dai principi fondamentali
della Costituzione.
La Fondazione Salesi è stata costituita nel 2004
■■■PROVINCIA DI AREZZO / Dopo la spending review tutto più difficile
ci troviamo a operare, con
particolare riferimento alla
situazione delle Province, ma
credo anche con riferimento
a quella dei comuni, piccoli
e grandi. Per fare un esempio
potrei limitarmi a sottolineare quanto è accaduto a inizio
agosto”.
Il riferimento è pressoché ovvio. La Provincia di Arezzo
ha approvato il suo bilancio
di previsione per il 2012 lo
scorso maggio, quando il Governo ha certificato l’entità dei
trasferimenti erariali garantiti all’ente per l’esercizio delle
funzioni delegate. “Ma, passati
due mesi, a luglio - spiega il
presidente - nel decreto sulla
spending review - il Governo
fa marcia indietro e ci informa
che rispetto ai trasferimenti
garantiti per il 2012 solo due
mesi prima, taglierà alla Provincia di Arezzo 4,5 milioni di
euro. Naturalmente, non crediamo che questo sia corretto
nei confronti di un livello istituzionale locale che, secondo
la nostra Costituzione, è preposto alla tutela degli interessi
delle comunità locali alla pari
dello Stato”.
Le preoccupazioni non mancano per il presidente Vasai
chirurgico e sostegno alle
famiglie’, per vivere meglio
l’esperienza del ricovero e
dell’intervento
chirurgico;
‘Niente dolore in corsia’, due
clown dottori professionisti sono presenti durante i
prelievi e le medicazioni dei
piccoli ricoverati; ‘Libellula’,
laboratorio di riabilitazione
psichica e rieducazione nutrizionale per riacquistare un
migliore rapporto con il cibo;
‘Pet therapy’, l’interazione con
l’animale aiuta i bambini a
vivere l’esperienza della malattia e dell’ospedalizzazione
in modo positivo; ‘Ludoteca
del Riù’, per favorire lo sviluppo della creatività e della
manualità, attraverso la manipolazione e l’assemblaggio
di materiali poveri; ‘Banca
del latte’, permette di raccogliere, conservare e rendere
disponibile all’occorrenza, il
latte materno per i nati pretermine; ‘Musicoterapia’, per
instaurare relazioni significative e incontri positivi e contemporaneamente
migliorare le condizioni lavorative
dell’ambiente ospedaliero e
del personale sanitario.
Attenzione anche alla professionalità e all’aggiornamento continuo, con corsi di
formazione per gli operatori
sanitari, relativi alle tecniche
farmacologiche e non per la
gestione del dolore, e con corsi specifici sulla comunicazione in ospedale.
“Nel nostro futuro - continua
il direttore operativo della
Fondazione - è prevista la realizzazione di mini appartamenti per accogliere le famiglie dei bambini ricoverati in
lunga degenza e ricostituire il
nucleo familiare. Sono infatti
sempre più numerosi i bimbi
che arrivano sia dalla regione
e la sua giunta, che pensano
ai cittadini. “Senza dubbio sì,
per una questione di onestà nota Vasai -. Non è serio far
credere ai cittadini che questa
operazione possa essere realizzata senza che vi sia una
diminuzione nella quantiità
e nella qualità dei servizi, anche in settori strategici per le
comunità locali, come quelli dei trasporti, del welfare,
delle opere pubbliche quali
scuole, strade o interventi a
difesa del territorio. In più, si
è proceduto con tagli lineari,
Vasai “Turismo e servizi: è tutto on line. Chi vuole esserci alzi la mano”
D
a alcuni mesi uno strumento in più per la
promozione del territorio aretino e delle
sue tante eccellenze: il portale di marketing territoriale “arezzo.intoscana.it”. È stato realizzato utilizzando la piattaforma della Fondazione
Sistema Toscana per intoscana.it e promosso
dalla Provincia di Arezzo. È un’opportunità
unica, un progetto che nasce, nel segno dell’integrazione web, dal know-how e dall’esperien-
za di intoscana.it. Arezzo è la prima provincia
toscana che può rivolgersi alle migliaia di visitatori che ogni giorno frequentano la piazza
virtuale del portale regionale.
“È una grande occasione per la promozione integrata del nostro territorio - dice il presidente
della Provincia di Arezzo Roberto Vasai -. Per
questo invitiamo Comuni, categorie, aziende e
quanti fossero interessati a inviarci contenuti
utili ad arricchire l’offerta informativa”. Tante
le informazioni già presenti, dagli eventi culturali in città e in provincia a quelli enogastronomici o escursionistici, dalle novità più significative in campo sanitario a quelle rivolte al
mondo dei giovani, dalle proposte per un welfare migliore a una sezione in cui la provincia
è raccontata con le immagini di alcuni video.
I contenuti sono elaborati e pubblicati da
una redazione di cui fanno parte referenti dei
servizi turismo, promozione, ambiente, politiche sociali e giovanili della Provincia. La
supervisione tecnica è del Coordinamento per
la comunicazione, con il sostegno dell’ufficio
stampa della Provincia e la collaborazione di
Ar-tel. Il tutto a costo zero. È possibile contattare la redazione o inviare materiali all’indirizzo [email protected].
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
Focus Centro Nord
21
■■■Consiglio regionale Umbro / Tutte le leggi on line indicizzate in nove voci di approfondimento
Iter legislativo più facile da capire
Grazie a un sistema sviluppato ad hoc, la banca dati legislativa offre la massima
chiarezza e consente di orientarsi facilmente nella complessità delle informazioni
I
l Consiglio Regionale Umbro, impegnato da anni nello
snellimento delle procedure
burocratiche e legislative, si è
dotato di una nuova banca dati.
Gestita da un sistema informativo sviluppato ad hoc permette ai cittadini di accedere - oltre
al testo - a ogni informazione
sui lavori preparatori, sull’attuazione e sulle modifiche delle norme. Tra i vantaggi spicca
sopratutto la presentazione dei
documenti già collegati alla
legge quando, normalmente,
bisognerebbe cercare le stesse
informazioni in diverse parti
del sito. “E questo è un importante passo per favorire il
rapporto tra istituzioni e cittadini” dichiara il presidente del
Consiglio regionale, Eros Brega, annunciando per settembre
la presentazione ufficiale della
banca dati. Che sia una risposta ispirata dal saggio di Michele Ainis “La legge oscura,
perché non funziona”?
Pubblicato qualche anno fa,
il saggio apriva con uno straordinario racconto di Kafka,
Davanti alla legge: “Davanti
alla legge sta un guardiano.
Un uomo di campagna vie-
ne da questo guardiano e gli
chiede il permesso di accedere
alla legge. Ma il guardiano gli
risponde che per il momento
non glielo può consentire”. Un
giorno il guardiano invita il
contadino a curiosare oltre la
porta ma lo avverte, oltre di lui
ci sono altri guardiani, uno più
potente dell’altro. Il racconto si
conclude con il contadino che,
dopo una vita in attesa, senza
essere riuscito a capire, vede il
guardiano richiudere per sempre la porta.
Invece la nuova banca dati
legislativa è unica per completezza, trasversalità, immediatezza delle informazioni,
e semplifica notevolmente la
modalità d’uso, anche per gli
utenti meno esperti, sia d’informatica sia di norme.
È stata sviluppata per offrire la
massima chiarezza dei contenuti permettendo a chiunque
di orientarsi nella complessità
delle informazioni. Il frontespizio elettronico si articola in
diverse voci di menù (illustrate
più avanti in questo articolo.)
disposte a elenco ed evidenziate in grassetto.
Ogni testo legislativo ha un
Eros Brega, presidente del
Consiglio regionale Umbro
frontespizio elettronico che in
nove schede descrive e approfondisce tutta la vita di una
legge. Eccole per sommi capi.
La scheda Testo multivigente,
visualizza il testo in vigore e i
testi delle diverse modifiche
apportate nel tempo. Contiene
i collegamenti ipertestuali che
rinviano ad altre norme e regolamenti.
Nella scheda Iter dell’atto sono
contenuti tutti i dati identificativi dell’atto da cui è scaturita
la legge, a partire dalla presentazione fino alla sua approvazione. Dalla scheda Fascicolo
virtuale si accede alla sezione
dove sono raccolti tutti i file di
tutti gli atti consiliari presentati a partire dall’atto base della
proposta fino alla deliberazione finale del Consiglio.
La scheda Istruttoria è in pratica il lavoro degli esperti del
Consiglio che analizzano il testo della proposta e sviluppano
l’analisi con un’istruttoria che
contiene elementi di tecnica
normativa, documentali e della
politica pubblica. Dalla scheda
Verbali è possibile consultare i
resoconti integrali delle sedute
del Consiglio regionale durante le quali si è discusso lo specifico atto. La sezione riporta anche gli ordini del giorno delle
relative sedute.
Un’altra parte imporante, la
scheda Regolamenti attuativi,
riporta tutti i vari regolamenti
di attuazione del testo di legge.
Nella sezione Controllo di
attuazione, sono contenuti i
documenti, le relazioni e le
valutazioni in fase di attuazione della legge. Questo spazio
permette a tutti i cittadini di
valutare l’andamento di una
decisione servendosi di informazioni certe e perfettamente
documentate.
Sopra: ecco il frontespizio elettronico di una legge pubblicata
sulla banca dati legislativa del Consiglio Regionale Umbro
(www.consiglio.regione.umbria.it > Leggi e regolamenti)
Senso@lternato è il servizio
che permette a ogni cittadino
di essere informato sull’iter
degli atti consiliari e sui nuovi
atti riguardanti una materia.
Consente inoltre di inviare commenti e proposte alle
Commissioni.
Utilizzando questo servizio,
dove è sufficiente inserire il
proprio nome e un indirizzo email, si viene informati ogni 24
ore anche sulle eventuali modificazioni che il testo di legge
ha subìto senza dover ricorrere
a ulteriori consultazioni onerose in termini di tempo. Per
finire, lo spazio Multimedia
integra tutti i materiali di carattere tecnico-giuridico con
quelli di informazione e comunicazione per garantire la
massima comprensibilità delle
decisioni e per offrire a tutti
i cittadini approfondimenti
sugli argomenti collegati alla
deliberazione utilizzando un
linguaggio multimediale.
In pratica, la nuova banca dati giuridica del Consiglio regionale dell’Umbria è l’unica
banca dati che fornisce, oltre
al testo, ogni informazione
sui lavori preparatori e sull’attuazione e modificazione delle norme.
22 Focus Centro Nord
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
■ REGIONE MARCHE / Liberate risorse da destinare alle prestazioni sanitarie
Quando il governo dei costi
genera più servizi ai pazienti
Già avviato il processo di gestione integrata degli acquisti
nell’azienda Ospedali Riuniti Marche Nord
Fornitore
Magazzino
centralizzato
Paziente
Il principio di funzionamento del sistema di gestione integrata
A
nche se la spending review pesa come un macigno sul futuro della sanità, la
Regione Marche è stata dalla
parte dei bottoni avviando un
processo di riorganizzazione
sanitaria per una gestione e
destinazione migliore delle
risorse. È in questo quadro
che, 18 mesi fa, è nata l’azienda Ospedali Riuniti Marche
Nord con due presidi ospedalieri dislocati a Pesaro e Fano.
Un’azienda che oggi, per numeri, è più competitiva e lavora nel perseguimento di obiettivi di governo delle risorse
nell’area della supply chain.
“Un processo virtuoso, in
grado di ridurre il rischio dello spreco per liberare risorse
da destinare alla crescita dei
servizi prettamente sanitari,
che parte proprio da un piano degli acquisti come strumento di programmazione,
di definizione dei volumi
economici e delle strategie di
acquisto”, commenta il direttore amministrativo Michele
Caporossi. Da quasi due anni
sono in corso processi di ottimizzazione dei flussi materiali/fattori produttivi con lo
scopo di avere i beni disponibili nella quantità e nel luogo
desiderato al costo più basso
per una risposta sempre più
appropriata tra domanda e
offerta di beni e servizi.
“Questa attività - continua
il direttore - dà maggiore
affidabilità nelle consegne e
riduzione degli sprechi limitando i costi di stoccaggio
e movimentazione. Sta generando economie di scala
grazie ai maggiori volumi
rispetto alla precedente realtà
aziendale”. Ma non solo, perché consente il monitoraggio
in tempo reale dei flussi informativi ai centri di costo
per una corretta analisi dei
consumi mirato al governo
dei costi. E non è poco.
Il modello organizzativo in
corso prevede la concentrazione degli attuali magazzini
in un unico centro servizi, in
pratica un hub, eliminando
così le attività oggi frammentate. La logica è quella dell’aggregazione che consente la
gestione unificata dei beni in
un unico luogo fisico per il
ricevimento, controllo/accettazione e stoccaggio.
In sostanza, un modello
centralizzato, da gestione “a
scorta” a gestione “a fabbisogno”. “Sì, esattamente - chiarisce Caporossi -. L’attività in
corso prevede il passaggio
da una logica di controllo e
gestione “del magazzino” a
un pieno controllo dei flussi di consumo. Un obiettivo
che richiede l’analisi della
domanda, la pianificazione
dei consumi di prodotti, la
determinazione del fabbisogno e del livello delle scorte,
l’emissione degli ordini e la
ricezione dei materiali dai
fornitori, fino alla consegna
del materiale in reparto per
l’impiego immediato da parte di un outsourcer”.
Potendo contare su una
struttura centrale si superano alcuni limiti, ad esempio la moltiplicazione delle
quantità dei prodotti, l’assenza di economie di scala, la
duplicazione delle risorse
impiegate nella gestione dei
magazzini e frammentazione
di ordini/bolle/fatture. Tutto
nell’ottica dell’efficienza e di
una gestione intelligente.
I risultati della ricerca molecolare in ematologia:
la diagnosi dei tumori del sangue è più vicina
A
ncora una nuova scoperta in
ematologia in direzione della
diagnosi dei tumori del sangue. Potrebbe avere risvolti del tutto rivoluzionari la ricerca pubblicata su Plos
One, una delle riviste più importanti al mondo di medicina molecolare.
È stata condotta dall’equipe di Emotologia di Marche Nord con il Laboratorio analisi e l’Anatomia patologica dell’azienda, in collaborazione
con Ail Pesaro e il laboratorio di Giuseppe Visani
Patologia Molecolare dell’Emolinfopatologia dell’Università di Bologna
diretto dal professor Pileri. Lo studio è durato circa tre anni.
“I risultati potrebbero migliorare la diagnosi delle malattie
croniche mieloproliferative - dice Giuseppe Visani, primario
del reparto -, in parole povere dei tumori del sangue, che in alcuni casi si trasformano in leucemie acute e croniche. Quello
che abbiamo cercato in questi tre anni erano proprio le alterazioni nascoste. Tra le tante cose che il nostro organismo produce di sbagliato, abbiamo trovato un’anomalia particolare e
ricorrente nei pazienti selezionati che riguarda la presenza di
troppo di Dna, più di 4 volte rispetto al normale, sul cromosoma 20”. Come continua a spiegare Visani, il cromosoma 20
per la mielofibrosi è come uno dei quadri di comando principali per una macchina: una cruna dell’ago, per così dire, per
molti nuovi farmaci. “L’identificazione di questa nuova lesione - precisa - rappresenta un passo in avanti nella diagnosi e
nella cura di queste malattie del sangue”. Insomma, ancora
una scoperta rivoluzionaria in Ematologia, che negli ultimi
anni ha prodotto ricerche, sperimentazioni e nuovi protocolli
clinici applicati in molti centri europei e americani. L’ultima
ricerca in ordine di tempo ha riguardato i pazienti colpiti da
linfoma con malattia in stadio avanzato e sottoposti a una
nuova terapia ad alte dosi prima dell’autotrapianto di cellule
staminali. Uno studio che ha superato i confini della sperimentazione per diventare un protocollo a tutti gli effetti, già
applicato in tre centri americani e in Germania.
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
Focus Centro Nord
23
■■■WOLF HAUS / L’azienda altoatesina realizza case antisismiche da oltre 50 anni, utilizzando il legno, più elastico e meno pesante del cemento armato
“La casa della nostra vita ha salvato le nostre vite”
La storia di una giovane coppia che vive a Cavezzo, nel cuore del sisma, in una casa prefabbricata in legno completamente sicura
ed antisismica. Le difficoltà incontrate per costruirla e la felicità di continuare a viverci…nonostante il terremoto
La casa realizzata a Cavezzo dalla Wolf Haus prima del sisma, che dopo le scosse di maggio è
rimasta assolutamente illesa, non riportando nemmeno un graffio e garantendo la sicurezza
alla famiglia Panini
I
l terremoto significa soprattutto paura. Paura perfino
di ciò che prima rappresentava il luogo più sicuro nella vita
di ognuno: la casa. La casa per
gli italiani, molto più di altri
popoli e altre culture, è un rifugio prima ancora di essere
un bene sul quale investire i
propri risparmi. La maggior
parte degli italiani acquistano
casa proprio per l’affetto ed il
legame che riversano dentro
questo bene, che diventa per
tutti la custodia della propria
vita, la storia della propria famiglia, all’interno della quale
sentirsi sicuri di poter vivere
il proprio presente programmando con serenità il futuro.
Il terremoto cancella tutto
questo, lasciando la paura di
tornare a vivere in casa, anche quando questa ha subito
pochi danni, perché la sensazione provata dentro quattro
mura durante un terremoto
La casa in legno che resiste ai terremoti più forti
Una casa Wolf Haus resiste totalmente indenne a sette delle più devastanti
scosse della storia in breve successione
S
ette scosse che hanno riprodotto fedelmente le sollecitazioni provocate da sette terremoti che hanno devastato il mondo:
L’Aquila, Kobe, Cile, Haiti solo per citarne
alcuni…l’ultima scossa ha generato una
potenza impressionante, contraddistinta
da un’accelerazione (forza-G) di 1,48g, una
sfida praticamente impossibile per qualsiasi edificio. Ma la Wolf Haus realizza case
antisismiche da 50 anni, e gli investimenti in ricerca e sviluppo nei decenni hanno
permesso all’azienda altoatesina di mettere a punto una tecnologia costruttiva che
rappresenta l’avanguardia nell’edilizia antisismica. Questi test, condotti negli ultimi
mesi insieme agli esperti dell’Eucentre di
Pavia, si configurano all’apice della sicurezza che è possibile garantire per l’incolumità
delle persone. La casa di quattro piani Wolf
Haus, realizzata con struttura a telaio in
legno, non era un modello in scala ridotta
com’è usuale in questo tipo di prove, ma un
edificio di dimensioni reali, identico a quelli
realizzati in tutto il mondo dall’azienda altoatesina. Ed è stata anche completamente
rifinita con scale, infissi, intonaco, cappotto, e perfino arredata, così da rendere il più
possibile reali i risultati delle prove. Dopo
una lunga serie di test singoli sui differenti
componenti edilizi, durati 15 mesi, è stato
finalmente possibile testare con pieno successo la sicurezza antisismica dell’intero
edificio. I test sono stati realizzati in uno degli impianti di ricerca più rinomati a livello
mondiale nel settore della sicurezza antisismica, la “tavola vibrante” dell’Eucentre
(European Centre for Training and Research in Earthquake Engineering) di Pavia,
alla presenza di numerosi esperti interna-
zionali della materia e rappresentanti di
politica e media. L’ingegner Simon Keller, il
responsabile del settore statica di Wolf Haus
che ha accompagnato e coordinato per lunghi mesi i lavori, è giustamente orgoglioso
dei risultati ottenuti: “Il sisma dell’Aquila,
il più devastante degli ultimi anni in Italia,
con una potenza distruttiva 20 volte maggiore rispetto a quello più recente dell’Emilia, nel 2009 aveva raggiunto un’accelerazione al suolo di 0,66g , che è la vera unità
di misura con la quale si confrontano fra
loro i terremoti. Noi abbiamo voluto tarare
i nostri test su accelerazioni anche ben oltre
La piattaforma vibrante più grande
d’Europa sulla quale sono stati condotti
i test sismici per la casa Wolf Haus,
che con i suoi 4 piani finiti e arredati è
la più alta al mondo ad aver superato
queste prove
è qualcosa di terrificante…
ma non per tutti. Ci sono infatti persone che continuano
a vivere serenamente nella
propria casa, anche quando
questa è situata proprio nel
cuore del sisma che ha colpito l’Emilia, a Cavezzo, e tutto
intorno ad essa è una distesa
di macerie. Questo perché la
loro è una casa antisismica realizzata dalla Wolf Haus.
Andrea e Valeria Panini vivono nella loro casa realizzata
con struttura in legno da poco
più di un anno, e raccontano
di come la loro abitazione li
abbia protetti e di come non
abbia subito nemmeno un
graffio: “Subito dopo il terremoto ci siamo resi conto
che la nostra casa era illesa, a
differenza di tutte le altre abitazioni qui intorno che sono
distrutte o inagibili: siamo talmente grati a questa casa che
il giorno dopo il sisma abbiamo telefonato all’azienda che
ce l’ha costruita, l’altoatesina
Wolf Haus, per ringraziarli di
cuore per aver realizzato non
solo la casa che sognavamo
per la nostra vita, ma la casa
che ha salvato le nostre vite!”.
1g, con l’obiettivo di simulare i drammatici
terremoti recentemente verificatisi ad Haiti
e in Giappone. Dopo aver analizzato l’ultimo test le previsioni più ottimistiche si sono
tramutate in certezza: la casa testata ha
superato indenne 1,48g di accelerazione, un
valore francamente incredibile, che provocherebbe danni incalcolabili se si verificasse
in Italia. In definitiva i nostri dati relativi
all’accelerazione testata sulle nostre strutture hanno superato quelli del devastante
terremoto di Kobe, verificatosi nel 1995,
con un valore di 0,9g, e quelli del più forte
sisma mai registrato nella storia, ovvero il
terremoto del 1960 a Valdivia, in Cile con
9,5 gradi della scala Richter. La norma italiana per il dimensionamento statico nelle
zone a maggiore rischio sismico prevede un
valore di accelerazione di 0,35g, che all’incirca corrisponde al valore registrato nel
terremoto in Emilia. I nostri test hanno pertanto superato di gran lunga questa soglia”.
L’Italia è una delle nazioni dell’area mediterranea a maggior rischio sismico, sia per
quanto riguarda la frequenza dei terremoti
nel corso della storia, sia anche per la loro
potenza distruttiva, con ovvie conseguenze
socioeconomiche. L’attuale disegno di legge
del governo in tema di edilizia prevede che
per poter costruire o accedere al bonus di
cubatura è necessario provare l’idoneità antisismica dell’edificio. Nelle “zone a maggior
rischio” l’edificio deve risultare sismicamente sicuro. Inoltre non sarà più possibile vendere un edificio sprovvisto della necessaria
attestazione di sicurezza antisismica. La
realizzazione di un edificio in cemento armato e laterizio nelle zone a rischio sismico
sarà ancora possibile, ma i costi di costruzione per raggiungere un’adeguata soglia
di sicurezza sono nettamente superiori, se
confrontati con quelli di Wolf Haus che invece grazie a questi test ha certificato come
le proprie case siano tutte assolutamente
antisismiche.
Andrea e Valeria raccontano
di come la sicurezza che garantisce la loro casa permetta
di continuare a vivere le loro
vite senza paure. Ma raccontano anche di come paradossalmente sia stato difficile
avere i permessi necessari per
costruirla con la tecnologia
di prefabbricazione in legno.
Un retaggio che purtroppo
ancora persiste in alcuni uffici tecnici dei comuni italiani
così come nella mancanza di
cultura di troppi progettisti,
la cui scarsa conoscenza del
legno impedisce di proporlo
dal punto di vista tecnologico
in fase di nuova realizzazione.
La Wolf Haus, con le sue pareti coperte da brevetto internazionale, garantisce la totale
sicurezza per tutte le tipologie
costruttive come scuole, uffici e capannoni industriali: il
legno come materiale è il più
sicuro dal punto di vista sismico poiché pesa sette volte
meno del cemento armato
e la sua elasticità consente
un’ampia flessibilità strutturale in caso di terremoto, al
contrario delle strutture in cemento e mattoni che rispon-
dono in maniera più rigida
alle sollecitazioni sismiche.
Le costruzioni in legno negli
ultimi anni stanno crescendo,
al contrario di ciò che avviene nell’edilizia tradizionale,
perché le persone iniziano a
capire che questa rappresenta una scelta sicura dal punto
di vista sismico e ad altissima
efficienza energetica, e soprattutto garantisce una qualità
certificata, poiché la prefabbricazione avviene in azienda
controllata al computer e gestita da tecnologie hi tech di
altissima precisione.
Certamente non è l’unica tecnologia costruttiva a resistere
ai terremoti, ma guardando
alcuni test effettuati dall’Istituto Eucentre di Pavia su costruzioni in cemento armato, abbiamo potuto assistere
come spesso, anche in una
struttura che resiste al terremoto, i muri e i tramezzi di
mattoni crollino, con le pericolose conseguenze che ciò
può comportare. D’altronde
non è il terremoto che uccide
e fa paura, sono le strutture
non adeguate e costruite male
a farlo.
Schoepfer “Anche noi siamo rimasti
sorpresi dalla solidità della struttura”
L’a.d. di Wolf Haus spiega: “A L’Aquila abbiamo già
costruito 536 unità antisismiche”
D
opo il drammatico terremoto dell’Aquila del 2009, Wolf
Haus è stata chiamata per dare il
suo contributo alla ricostruzione.
“Abbiamo realizzato 536 unità abitative certificate CasaClima - spiega Kurt Schoepfer, l’amministratore
delegato di Wolf Haus -. La nostra
azienda, grazie al forte know-how
specifico nella realizzazione di abitazioni antisismiche, è certa di poter garantire resistenza e protezione
delle abitazioni anche in occasione
degli eventi più radicali e devastanti”.
Relativamente alla solidità delle
proprie strutture Schoepfer, sottolinea che “per noi è fondamentale
testare la sicurezza antisismica dei nostri edifici. Non solo in modo
virtuale attraverso dei modelli matematici – quanto piuttosto in un
contesto assolutamente reale”. In questo senso i test effettuati sulla
piattaforma vibrante più grande d’Europa, in grado di riprodurre
le sollecitazioni dei terremoti più tremendi, hanno fornito tutte le
garanzie sulle strutture abitative Wolf Haus. Schoepfer afferma “Volevamo sapere quale intensità sismica era in grado effettivamente di
sopportare la nostra tecnologia costruttiva standard per resistere ai
terremoti. E devo dire che noi stessi siamo rimasti stupefatti dall’incredibile solidità e sicurezza della nostra struttura”.
La speranza è che tutta l’edilizia possa raggiungere simili livelli di
sicurezza e solidità. In proposito Schoepfer ha dichiarata “Il devastante terremoto dell’Aquila e quello più recente verificatosi in Emilia
dimostrano drammaticamente quanto sia grande il rischio in Italia.
In qualità di leader di mercato nel settore abbiamo voluto assumerci
le nostre responsabilità, sviluppando un prodotto in grado di offrire
alle persone una protezione sicura da questi eventi così radicali e
devastanti”.
24 Focus Centro Nord
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
■■■UNIMORE / L’Università di Modena e Reggio Emilia subito in piedi dopo il sisma e sempre “avanti”
Gli studenti migliori sono i benvenuti
Zero tassa d’iscrizione per i più bravi
Già in vetta alle classifiche di qualità degli atenei italiani, da quest’anno con l’iniziativa
“Top students” esonera dalla retta i non residenti diplomati con 100/100 o 110/110
L
a vivacità in termini di ricerca di base ed applicata
dell’Università di Modena e Reggio Emilia emerge da
tutte le discipline che la caratterizzano e si traduce in una
molteplicità di progetti e riconoscimenti di cui è possibile dare
conto solo a titolo esemplificativo.
È recente la nascita di EcoTecnoMat, uno spin off che intensifica la rigenerazione e il recupero dei rifiuti e materiali di
scarto per dare vita a materiali tecnologici innovativi, nato
per un’idea di docenti e studenti dell’ateneo. Recente anche
lo spin off Well_B_Lab della facoltà di Economia per fornire
consulenza a enti ed aziende per la messa a punto di forme di
organizzazione del lavoro che portino a miglior qualità della
vita e maggiore produttività. Su tutt’altro fronte è ancora Unimore a distinguersi per essere capofila del progetto “Edunova”
per l’alfabetizzazione tecnologica rivolta alla scuola primaria
con l’introduzione di soluzioni e ambienti Cloud based e di
strumenti quali notebook e tablet nelle attività educative.
L’ateneo da poco si è poi aggiudicato il ruolo di capofila in
3 degli 11 progetti finanziati dalla Regione con l’obiettivo di
valorizzare l’investimento regionale nei settori strategici per
il territorio. I progetti ideati in Unimore riguardano le nanoscienze, gli alimenti funzionali applicati alla salute dell’uomo
e lo sviluppo di modelli e metodi matematici di supporto ai
processi decisionali in ambito biomedico e sanitario. Grazie
a questi progetti vincenti, 8 ricercatori riceveranno una borsa
di studio di quasi 49 mila euro.
Un ateneo in piena
efficienza che già
a inizio giugno era
in attività dopo il sisma
di fine maggio
Il rettore dell’Università,
Aldo Tomasi
innanzitutto conto delle reali potenzialità che l’ateneo è
in grado di garantire e l’altro
grande obiettivo è quello di
declinare un’offerta capace di
valorizzare il merito”. Tutto
ciò in linea con il lavoro di
questi anni, che ha consentito all’Università di Modena e
Reggio Emilia di guadagnarsi
765 punti su 1.000 nell’indagine del Sole 24 Ore, prima fra
gli atenei generalisti e terza
in Italia dopo due istituzioni
specialistiche, il Politecnico
di Milano e di Torino. “Se già
da anni Unimore è al vertice
La biblioteca della facoltà di economia
tributi universitari.
“Oggi - spiega il rettore, Aldo
Tomasi - avvertiamo, più di
ogni altra cosa, la responsabilità di partecipare allo sforzo
per la ripresa della nostra terra
e per assicurare una prospettiva ai nostri giovani, affinché non prevalga il pensiero
dell’abbandono. Lo stiamo già
facendo con l’abnegazione dei
tanti nostri docenti e studenti
impegnati accanto alle istituzioni e alle associazioni di
volontariato, ma lo facciamo
anche direttamente, assumen-
doci l’onere di facilitare l’iscrizione e gli studi dei nostri oltre
3mila iscritti provenienti dai
104 comuni danneggiati dal
sisma”. Contemporaneamente
l’ateneo ha promosso i talenti
con l’iniziativa “Top students”,
esonerando dal pagamento
delle tasse universitarie gli studenti non residenti in EmiliaRomagna che si iscrivono per
la prima volta e che hanno ottenuto come voto di diploma
100/100 o 110/110 nella laurea
triennale. I residenti in regione, invece, pagheranno solo la
Multietnica non solo nei corridoi. E con il Progetto Cina si guarda lontano
N
L
Interno del Dipartimento
di Economia Marco Biagi
Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”
a migliore università generalista d’Italia, per qualità
della didattica e della ricerca,
come ha confermato nei giorni scorsi l’indagine del Sole 24
Ore valutando dieci parametri. Un ateneo che primeggia
per studenti che concludono
il percorso di studi nei tempi
previsti e per occupazione degli stessi ad un anno dalla laurea. E un ateneo che ha reagito
subito al sisma che ha colpito
a maggio l’Emilia, mettendo a
disposizione le sue conoscenze
ma anche compiendo in tempi
celeri un’accurata indagine sui
propri edifici e riprendendo
regolarmente le proprie attività già a inizio giugno.
È il profilo di un ateneo in piena
efficienza quello dell’Università
di Modena e Reggio Emilia (oltre 21 mila iscritti a sue iniziative didattiche), ora proiettata
a confermare le sue eccellenze
e capacità attrattive attraverso
l’articolata offerta formativa e
alcune novità a beneficio degli
studenti. Tra queste, le facilitazioni per gli iscritti provenienti
dalle zone colpite dal sisma,
con l’esonero dal pagamento
della tassa di iscrizione e con-
Tecnologica sul serio. Ecco come
on astratte ambizioni di internazionalizzazione quelle dell’Università di Modena
e Reggio Emilia, ma ormai un percorso con basi
solide, testimoniato non solo dalla presenza di
studenti di origine straniera (il 4%), percentuale tra le più alte in Italia se si escludono gli atenei dedicati, e dalle relazioni con le Università
di 25 Paesi verso cui “sciamano” gli studenti
nell’ambito del progetto Erasmus. La dimensione sempre più internazionale è rappresentata
dal valore della ricerca e dalle iniziative per
costruire sempre nuove relazioni. Come l’avvio, insieme a diverse altri enti e istituzioni del
territorio, dell’Associazione Progetto Cina, un
centro di cooperazione che punta a sviluppare
i rapporti con questa nazione nell’ambito della
ricerca, della formazione, della cultura e dello
sviluppo d’impresa. “Attraverso questo accordo
di collaborazione ci proponiamo di rafforzare
il processo di internazionalizzazione del nostro ateneo”, conferma il rettore, Aldo Tomasi.
“Abbiamo trovato interlocutori attenti che partecipano a questo progetto - prosegue - prima
di tutto nel mondo imprenditoriale che ha ben
compreso il ruolo che può giocare in questa
partita il mondo accademico, da sempre volano di tante novità non solo nel campo della
conoscenza, ma anche in quello industriale e
tecnologico”. Aspetti su cui l’ateneo punta, come dimostra, tra l’altro, il nuovo laboratorio di
Elettronica inaugurato nei giorni scorsi con 13
postazioni operative per gli studenti di Ingegneria elettronica ed informatica e dedicato alla
memoria del professor Claudio Canali.
Il complesso ex Caserma Zucchi di Reggio Emilia
prima rata. “Dopo aver puntato a traguardi di eccellenza
nella capacità di collocamento
al lavoro, nei servizi e nella capacità di laureare gli studenti
nei tempi giusti - spiega il rettore -, da quest’anno l’Università intende anche richiamare
nelle sue aule gli studenti migliori”.
Col nuovo anno accademico
l’ateneo giunge con 78 corsi di
studio, 76 a Modena e Reggio
Emilia e 2 corsi di laurea interateneo a Parma e Ferrara.
Nello specifico, si può scegliere tra 38 corsi di laurea triennale, 6 lauree magistrali a ciclo
unico e 34 lauree magistrali.
Quattro corsi di laurea si avvarranno di servizi di supporto didattico aggiuntivo per la
frequenza a distanza.
Rispetto all’anno scorso, se sarà pubblicato il decreto ministeriale necessario, decollerà
la nuova laurea magistrale in
Tecnologia per l’insegnamento nella scuola secondaria di
primo grado, nonché la laurea magistrale in Filosofia e il
corso magistrale interateneo
con l’Università di Parma in
Lingue, culture e comunicazione. Fonderà l’esperienza
di due corsi la laurea magistrale in Management e comunicazione d’impresa. Una
proposta complessiva “valida
che sa privilegiare i contenuti formativi e le prospettive occupazionali future dei
giovani - sottolinea il rettore
Tomasi -. Il risultato del lavoro svolto dalle facoltà e dal
Senato accademico ha tenuto
per la qualità della didattica afferma il professor Tommaso
Minerva, delegato dell’ateneo
alla didattica -, acquista molta
importanza la valutazione sul
fronte della ricerca. Unimore
partiva infatti da valutazioni non eccellenti, le politiche
attivate negli ultimi 3-4 anni
hanno consentito di giungere
al vertice anche in questo ambito strategico”. L’Università
si qualifica, dunque, come un
ateneo in cui vige “un equilibrio di alta qualità tra didattica e ricerca”. Un’alleanza i cui
frutti si riverberano anche in
una preparazione spendibile
nel mondo del lavoro: il 69,5%
dei giovani trova occupazione
a un anno dalla laurea (dati
Almalaurea), a fronte di una
media nazionale del 56,4%.
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
Focus Centro Nord
■ PARMA / L’Ordine degli Ingegneri e la sua attività di formazione e aggiornamento in collaborazione con Università ed enti pubblici
Impegno concreto per affrontare i terremoti
È
all’avanguardia
anche
nella prevenzione degli
effetti sismici l’Ordine degli
Ingegneri di Parma, che si è
costituito nella città emiliana nel giugno 1945 e, come
tutti gli altri ordini e collegi
professionali, ha la qualifica
di ente pubblico non economico, sotto l’alta sorveglianza del ministero della
Giustizia.
L’istituzione degli ordini e
collegi professionali deriva
dalla Costituzione della Repubblica e ha come unico
scopo la tenuta dell’Albo per
la tutela della collettività.
L’Ordine Ingegneri parmense si adopera, quindi, per
mantenere costantemente
aggiornata ad alto livello
la professionalità dei suoi
iscritti. Ciò lo si deve anche
ai continui corsi di formazione che ha sempre organizzato, avvalendosi in particolare della collaborazione
dell’Università degli Studi di
Parma (e di altri enti pubblici) dal 1995 in avanti.
Oggi l’Ordine degli Ingegneri di Parma conta 1.890
iscritti che si occupano di
tutti i settori dell’ingegneria,
in Italia e all’estero.
La novità degli ultimi mesi
sta nell’impegno dedicato al
problema dei terremoti.
È stato infatti l’Ordine a patrocinare la richiesta alla Regione Emilia-Romagna di un
provvedimento teso a per-
mettere, in tutto il territorio
regionale, l’esecuzione di interventi urgenti di messa in
sicurezza sismica anche prima dell’emissione degli atti
amministrativi previsti dalle
norme correnti.
“In seguito ai sismi che
hanno colpito la regione afferma Angelo Tedeschi,
presidente dell’Ordine degli
Ingegneri di Parma - abbiamo assistito all’aumento della sensibilità civile attorno
al tema della prevenzione.
La cultura della prevenzione è un nostro compito, attraverso la formazione dei
nostri iscritti e il contributo
che abbiamo dato alla legge
regionale sulle norme per
ridurre il rischio sismico.
Anche gli altri soggetti preposti, comunque, devono
fare la loro parte”.
La sequenza sismica registrata a partire dal 20 maggio 2012, pure in Veneto
e Lombardia, ha avuto un
forte impatto su aree caratterizzate da una pericolosità
sismica medio-bassa. Una
pericolosità
formalmente
riconosciuta solo di recente,
nell’ambito della revisione
della normativa tecnica per
le costruzioni e della classificazione sismica avviata nel
2003 con l’Opcm 3274. Fino
ad allora, soltanto 89 Comuni dell’Emilia Romagna
venivano catalogati come
sismici.
© Gazzetta di Parma
La legge sismica dell’Emilia-Romagna è frutto di una cultura e sensibilità civile trasferita dai professionisti
L’ingegner Angelo Tedeschi,
presidente dell’Ordine
degli Ingegneri di Parma
La rilevanza del problema è
notevole, sia per la sicurezza
e la salvaguardia della vita,
sia per la ricaduta sociale
ed economica, inerente alle
tante aziende del territorio
e al loro grado tecnologico.
Insomma, temi di valore nazionale che andrebbero affrontati in maniera sistematica, soprattutto in termini
di prevenzione.
Per governare tale complessità il Decreto Legge del 6
giugno 2012 e la legge di conversione del 1 agosto 2012,
n. 122 - (GU n. 180 del 3-82012 ), con entrata in vigore il
04/08/2012, delineano il qua-
ARTICOLI SPECIALI SU
SPECIFICHE DEL CLIENTE
25
dro normativo a cui devono
far riferimento gli interventi
per la ricostruzione, l’assistenza alle popolazioni e la ripresa economica dei territori
interessati dalla sequenza sismica, e nel contempo affida
alla comunità professionale
il compito di perseguire, mediante azioni mirate, i succitati obiettivi di salvaguardia.
L’Ordine degli Ingegneri di
Parma è in prima linea e mira
alla qualità dei progetti. “La
mission di un ordine professionale come il nostro - sottolinea Tedeschi - sta nella
difesa degli interessi della
collettività. Ci siamo sempre spesi per offrire ai nostri
iscritti un ricco programma
di formazione, di carattere
scientifico e normativo. Riteniamo che l’aggiornamento
sia la chiave per un servizio
di eccellenza e che la differenza tra un’équipe e l’altra
risieda nella preparazione.
La messa in sicurezza di un
edificio non può basarsi su
pochi interventi di facciata,
ma necessita di operazioni
strutturali”.
“La normativa sismica in
vigore - conclude Tedeschi prevede carichi verticali e
orizzontali nelle combinazioni di carico. Le strutture
vengono maggiormente sollecitate da un terremoto di
natura ondulatoria, mentre
uno sussultorio risulta di più
facile assorbimento da parte delle riserve di resistenza
proprie di qualsiasi edificio.
Noi puntiamo su prevenzione e manutenzione”.
26 Focus Centro Nord
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
Segnali espliciti dell’identità di chi promuove
l’immagine, la pubblicità e le vendite
B-Side Communication, una nuova agenzia grafica dal volto giovane e dinamico
n po’ creatore e un po’
manager, ma soprattutto un artista inserito in un
complesso sistema di marketing, dove per mantenere vivo l’interesse delle sue
produzioni, deve far ricorso,
oltre che alla sua creatività,
soprattutto a ingenti doti imprenditoriali.
È forse questo l’identikit più
calzante del grafico contemporaneo, in eguale misura
creativo e razionale, attento
alle innovazioni tecnologiche e della comunicazione.
Interprete di questa moderna tendenza è B-Side
Communication, la nuova
agenzia grafica di Parma, dal
volto giovane e dinamico,
supportata da eccellenti qualità professionali.
In un mondo che “diventa ogni giorno più piccolo”,
grazie alle nuove tecnologie,
che consentono di mettere
insieme il globale con il locale, di mantenere livelli elevati
di servizi, far sì che si possa
essere collegati ovunque, in
ogni angolo della Terra, il
pubblico a cui ci si rivolge
è sempre più vasto e socialmente eterogeneo.
Anche se si tratta spesso di
culture e tradizioni distanti
fra loro, la grafica, per la sua
immediatezza, riesce a diffondersi a tutti i livelli sociali: non riguarda solamente le
élites, come avveniva in passato, ma coinvolge l’intera
società.
La comunicazione grafica,
infatti, è indissolubilmente
legata al concetto di creatività. È un linguaggio non
verbale, fatto di segni, colori e schematizzazioni spesso
sedimentate nella memoria,
che possono diventare segnali espliciti dell’identità
di chi promuove un particolare prodotto o lancia un
messaggio.
I mass media, infatti, ricoprono ruoli precisi sia momenti di raccordo importanti tra i soggetti produttori
ed i consumatori, sia come
responsabili dei processi di
rappresentazione del nuovo
e di creazione di ambienti
predisposti alla sua accettazione.
Oggi, la figura del creatore e
del comunicatore attraverso
la grafica, che nell’immaginario collettivo ricalca un
mito romantico che regge a
fatica nell’età dei computer,
si è profondamente trasformato rispetto al passato con
la funzione di suscitare curiosità, interessi, e proporre
nuovi miti che funzionano
sul piano dell’immagine, della pubblicità, delle vendite.
L’età della comunicazione di
massa, esige originalità, ma
soprattutto qualità nelle proposte.
Qualità, queste, che B-Side
Communication
incarna
perfettamente.
L’agenzia
grafica si è infatti costituita
nel 2006, e grazie alla fresca
intraprendenza dei giovani soci e operatori, B-Side
Communication si è calata
a pieno titolo nella realtà
socio-economica di Parma
ottenendo prestigiosi incarichi da parte di istituzioni e
aziende leader in vari comparti produttivi.
Le offerte di B-Side Communication non si limitano
ai grandi progetti, si aprono a tutte le fasce di utenti,
dall’artigiano al professionista, dal privato alla grande
azienda.
E le proposte operative e professionali dell’agenzia comprendono anche realizzazioni di siti web nelle differenti
Fiera del Fungo di Borgotaro IGP
37° Sagra del Fungo di Borgotaro
A Borgo Val di Taro (PR)
15-16 e 22-23 settembre 2012
Due week end in festa nella capitale del Fungo
Porcino IGP.
A Borgo Val di Taro, nel cuore dell’Appennino
Parmense, si tiene ogni anno la Fiera del Fungo di
Borgotaro IGP, il terzo e quarto week end di settembre. Quattro giorni ricchi di intrattenimenti, dove non
mancano la cultura, musica, ma soprattutto alta gastronomia.
La fiera si snoda lungo le vie e nelle piazze del centro storico, con stand
che porteranno in scena il meglio dei prodotti tipici locali, regionali ma non solo! Protagonista assoluto
sarà il Fungo di Borgotaro IGP, disponibile sulle tavole di tutti i ristoranti del territorio che per l’occasione
proporranno interessanti menù degustazione.
La varietà delle proposte e degli stand ospiti rende possibile un vero e proprio tour gastronomico del buon
cibo italiano, dallo speck dell’Alto Adige, alla focaccia di Recco, ai tartufi umbri fino alle golosità siciliane
e ai formaggi sardi.
Parte del centro storico, poi, ospita mercati collaterali di vario genere, dove trovare artigianato, abbigliamento, antiquariato. Tantissimi gli eventi collaterali, fra cui la grande degustazione di venerdì 14
settembre, mostre d’arte ed escursioni guidate a “caccia del fungo IGP”, musica folk, spettacoli itineranti
per le vie della fiera, con la partecipazione straordinaria del Corpo Bandistico “Città di Brescia”. La fiera
può inoltre essere il periodo propizio per trovare ospitalità nelle numerose strutture ricettive presenti nel
territorio, cogliendo così l’occasione per un’esperienza completa di visita alle bellezze naturalistiche e
storiche di Borgotaro, delle sue frazioni così come di tutte quelle dell’Alta Valtaro e, magari, per inoltrarsi
nei boschi alla ricerca del pregiato Fungo Porcino di Borgotaro IGP.
Per tutte le informazioni:
Ufficio Informazioni Turistiche di Borgotaro 0525-96796
Mail: [email protected]
Sito web: www.sagradelfungodiborgotaro.it
Facebook: Fiera del Fungo di Borgotaro IGP
Twitter: fierafungoborgotaro
YouTube: FieraFungoBorgotaro
Pacchetto Turistico presso www.vapensieroviaggi.com
In un mondo che “diventa ogni giorno più piccolo”
gradazioni tecniche e professionali. I servizi di B-Side
Communication si aprono a
trecentosessanta gradi e vanno dallo studio per il rinnovo
del logo aziendale alla realizzazione di brochure, dalla
cartellonistica ai biglietti da
visita, dai calendari ai gadget
promozionali e ai biglietti
aziendali personalizzati, ma
anche campagne pubblicitarie, gestione dell’immagine
aziendale e servizi fotografici
professionali.
La nuova sede dotata di strutture tecnologiche di ultima
generazione per ottimizzare
il servizio ed essere al passo
con un mercato sempre più
aperto e competitivo.
I termini di confronto, infatti, oggi non sono più solo all’interno del territorio
stesso, della regione o della
nazione, ma sono proiettati in un contesto molto
più ampio, che ci vede affiancati ai Paesi del Nord
Europa.
Dal punto di vista dei servizi,
dell’economia, della qualità
della vita, delle opportunità
offerte ai cittadini.
La costruzione di una rete
di relazioni internazionali
europee ed extraeuropee è
diventata un tema di grande attualità e, nello stesso
tempo, una necessità inderogabile per concretizzare un
insieme di azioni che devono
rispondere a bisogni globali
come la cooperazione internazionale e lo sviluppo.
Per
maggiori
informazioni consultare il sito
www.b-sidezone.it.
Qualità e Gusto in Valtaro
Cena in Valtaro e ti regaliamo il tesserino per la raccolta dei Funghi!
“Qualità e Gusto in Valtaro” sarà l’anteprima di pregio della 37esima edizione
della Sagra del Fungo Porcino IGP di Borgotaro, una degustazione a base di
prodotti tipici certificati IGP e DOP, della biodiversità del parmense e dei Vini
dei Colli di Parma DOC.
“Qualità e Gusto in Valtaro” sarà un’occasione unica per assaporare prodotti
riconosciuti ufficialmente a livello Europeo e prodotti tipici della Valle del
Taro tra le quali le IGP Mortadella di Bologna, il Salame di Felino (in regime
di transizione), il Fagiolo di Sorana e ovviamente il Fungo di Borgotaro; ma
anche le DOP Aceto balsamico tradizionale di Modena, Parmigiano-Reggiano, Prosciutto di Parma; ed infine il Pan di Montagna, tutto accompagnato
dall’eccellenza dei Vini dei Colli di Parma DOC.
Inoltre, la manifestazione sarà un’opportunità imperdibile per gli appassionati
raccoglitori di funghi. Infatti, a tutti coloro che parteciperanno alla degustazione e che risiedono fuori dalla Comunità Montana delle Valli del Taro e del
Ceno verrà regalato un tesserino giornaliero raccolta funghi per la riserva di
Borgotaro da utilizzare in una giornata a propria scelta (entro il 2012).
INFO
U
La degustazione si terrà
venerdì 14 settembre alle ore 20,00
presso la Struttura di Via Piave
a Borgo Val di Taro - Parma
Per informazioni e prevendita
Consorzio Fungo I.G.P.
Tel. 0525 90155 – 329 49 08 245
[email protected]
Costo biglietto degustazione 20 euro - Posti massimi 100.
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
Focus Centro Nord
27
28 Focus Centro Nord
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
■■■SVILUPPUMBRIA / Organizza la prima Fiera Transazionale dell’Imprenditoria Femminile
Per le donne che guardano all’Europa
In concomitanza con Klimahouse dal 28 al 30 settembre a Bastia Umbra (PG)
Sviluppumbria Workshop Agriumbria
A
ncora oggi, la presenza
delle donne nell’imprenditoria e nel lavoro nell’area
mediterranea incontra una
serie di ostacoli fisiologici,
resi ancora più impervi dalla recente crisi economica.
Ma qualche soluzione esiste.
Un primo passo in questo
senso lo sta compiendo Sviluppumbria, che, nell’ambito del Progetto Med Emma
- Entrepreneurship Methodology Mediterranean Assistance -, sta organizzando la
prima Fiera Transnazionale
dell’Imprenditoria Femminile.
L’evento, che si rivolge a donne imprenditrici, neoimprenditrici, associazioni e attori
locali, avrà luogo dal 28 al 30
settembre prossimi a Bastia
Umbra, in provincia di Perugia, nell’ambito di Klimahouse, manifestazione giunta alla
sua 4a edizione e che ha come
temi portanti l’efficienza energetica e la sostenibilità.
“All’interno della Fiera - ha
commentato Nadia Libera Imbroglini, direttivo Sviluppumbria - in collaborazione con le
Associazioni imprenditoriali, a
una ventina di imprese femminili interessate a partecipare,
offriremo spazi e servizi gratuiti purché il contesto/settore di
riferimento di tali aziende sia
in linea con le tematiche della
manifestazione”.
Nell’ambito delle tre giornate,
Sviluppumbria
organizzerà
diversi eventi. In particolare,
il 28 settembre avrà luogo una
videoconferenza alla quale
parteciperanno gli stati partner del progetto (Portogallo,
Spagna e Grecia), che, a loro
volta, saranno promotori, ciascuno nel proprio territorio, di
altrettante iniziative. “In questo modo - ha aggiunto - offriremo sia alle nostre imprese
sia a quelle presenti negli altri
stati opportunità di contatto e
la possibilità di dar vita a sinergie”.
Nella giornata del 29 settembre, sarà invece organizzato
un convegno a carattere nazionale, avente per oggetto
l’innovatività e la creatività
delle imprese. A tale convegno parteciperanno figure di
spicco nazionali e internazionali (portatrici del concetto di
innovatività e creatività tipico
delle donne), rappresentanti
del Ministero dello Sviluppo
Economico e delle istituzioni
regionali. Vi saranno anche
alcuni imprenditori e imprenditrici che rivestono un ruolo
trainante nell’ambito dell’economia umbra.
Emma è un progetto transnazionale che intende promuovere l’innovazione e la presenza sul mercato delle Pmi
con management femminile
e politiche nazionali e comunitarie per migliorare le strategie finalizzate a un cambiamento favorevole ed evolutivo
dell’ambiente di lavoro.
Il progetto, con capofila Regione Umbria elaborato in colla-
Il 28 settembre
avrà luogo una
videoconferenza alla
quale parteciperanno
gli stati partner
del progetto Portogallo,
Spagna e Grecia
borazione con Sviluppumbria,
che opera per lo sviluppo
economico e la competitività
del territorio in coerenza con
le politiche e gli atti di programmazione della Regione,
vuole definire un efficace strumento per sostenere piccole e
medie imprese femminili, in
particolare quelle colpite dalle
conseguenze dell’attuale crisi
economica, e offrire sostegno
all’imprenditoria su diversi
fronti.
A motivare il progetto ci sono
il valore delle esperienze vissute nel periodo di pre-crisi,
sfruttando gli strumenti già in
atto, e la capitalizzazione dei
risultati.
“L’idea progettuale si basa su
quattro pilastri principali ha spiegato Calogero Alessi,
presidente Sviluppoumbria -.
Anzitutto la valorizzazione
delle esperienze precedenti e il
miglioramento del confronto
e dello scambio transnazionale e dell’approccio al dialogo
tra pubblico e privato, diretto
a disegnare politiche più vicine ai bisogni delle donne imprenditrici. A ciò si aggiunge il
desiderio di fornire strumenti
efficaci per agire localmente in
favore delle Pmi con management femminile, così come del
tessuto imprenditoriale locale
nel suo complesso”.
Un esempio è la difficoltà di
accesso al credito e a rapportarsi con il mondo bancario.
Ma Emma intende affrontare anche problemi inerenti
l’insufficienza di reti sociali e
professionali per l’incremento
e il mantenimento delle competenze, il basso orientamento
alle nuove tecnologie e all’innovatività di processo e di prodotto nonché le difficoltà di
inserimento in nuovi mercati.
Nel contempo, il progetto mira
a realizzare una piattaforma
pubblico-privata trasnazionale
di sostegno all’imprenditoria
femminile e, ha già stilato, a
cura del capofila Regione Umbria, Le Linee Guida Trasnazionali ‘Med Guidelines’ per la
definizione di modalità innovative di sostegno alla creazione di nuova imprenditorialità.
In Umbria, come negli altri
stati partner, sono stati attivati 7 “Guidance Point”: Punti
di orientamento proattivi sul
territorio (tenendo conto della
peculiarità), che offrono sostegno alle Pmi e alle aspiranti
imprenditrici non attraverso
l’erogazione di contributi ma
attraverso una forte azione di
informazione, orientamento,
accompagnamento e consulenza diretta alla creazione ed
al consolidamento delle imprese sul mercato.
non giochiamoci la pelle
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Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
Focus Centro Nord
■■■AREA METROPOLITANA DI BOLOGNA / Integrazione di sociale e sanitario per rispondere a nuovi bisogni
Il nuovo welfare e l’innovazione
indispensabile di ospedali e territorio
Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria: i 50 sindaci al lavoro su reti ospedaliere
metropolitane, percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali, Case della Salute
P
arlare di sanità in questa
stagione evoca immediatamente scenari foschi,
incertezza e timori per il futuro. La reazione di Regioni
ed enti locali alle manovre
sulla sanità è stata molto dura: preoccupano i saldi, ma
anche le modalità, che mettono tutti sullo stesso piano,
virtuosi e non. Certamente le
emergenze non incoraggiano
le riflessioni su ciò che strutturalmente può favorire il
buon governo in sanità: non
c’è tempo, bisogna affrontare la crisi, poi si vedrà. Nel
grido di dolore di Regioni ed
Enti locali c’è tutta la preoccupazione di chi si relaziona
ogni giorno con territori e
comunità, prendendo decisioni e assumendo responsabilità, e la consapevolezza
che almeno in una parte del
Paese sono stati costruiti e si
sono consolidati strumenti e
metodi di lavoro che garantiscono qualità e sicurezza per
i cittadini e sostenibilità complessiva del sistema. I diversi
soggetti della governance, gli
strumenti e i metodi via via
consolidati rappresentano,
soprattutto in momenti così
complicati e faticosi, punti
di riferimento quasi obbligati
per un possibile ancoraggio.
Tra questi soggetti, nell’area
metropolitana di Bologna,
c’è certamente la Conferenza
Territoriale Sociale e Sanitaria. Presieduta attualmente
da Giuliano Barigazzi, assessore alla sanità, servizi sociali
e volontariato della Provincia
di Bologna, riunisce i 50 sindaci dell’area metropolitana e
svolge funzioni di programmazione, indirizzo e verifica
delle politiche sanitarie e sociali territoriali per un bacino di circa 980 mila abitanti.
“Solo in Emilia-Romagna le
Conferenze coniugano entrambi gli ambiti, sociale e
sanitario - dichiara Giuliano
Barigazzi -. Ciò ci ha permes-
Il presidente della Ctss di Bologna, Giuliano Barigazzi
so di integrare sempre di più
e meglio la programmazione
e le verifiche in settori che
hanno molto in comune, ma
che non sempre beneficiano
di interventi coordinati. Una
integrazione che ha consentito, tra l’altro, di gestire il
■■■CHIMICA EDILE / Nuovi additivi aumentano le prestazioni del calcestruzzo
Fondo Regionale per la Non
Autosufficienza per anziani e
disabili con criteri di equità
e forme innovative di assistenza e presa in carico anticipata dei bisogni”. Proprio
grazie a questa integrazione
e al rapporto strettissimo
con i territori, la Conferenza
ha riflettuto costantemente
in questi anni sulle strategie
per introdurre nel sistema
l’innovazione necessaria, garantire risposte adeguate ai
nuovi bisogni, intervenire
sulla evoluzione del welfare.
Questa riflessione ha attraversato più volte l’intero sistema, con la preoccupazione di tenere sempre insieme
ospedale e territorio, sociale
e sanitario. Così sono nate le
reti cliniche metropolitane,
sviluppate a partire dal riconoscimento delle vocazioni
dei singoli ospedali per dotarsi di una infrastruttura in
grado di garantire equità di
accesso alle eccellenze della
sanità bolognese a tutti i cittadini, ovunque residenti nel
territorio metropolitano, da
qualsiasi punto di ingresso
del sistema. Una strategia che
ha puntato sulla convergenza
di tecnologie, competenze
multiprofessionali e volumi
di attività elevati, concentrando la casistica. Sono state
realizzate con questi criteri
la rete cardiologica, grazie
alla quale nell’area metropolitana di Bologna si registra
uno dei tassi di mortalità per
infarto tra i più bassi in Italia, la rete ortopedico-traumatologica, la rete stroke,
che assicura il trattamento
trombolitico entro 99 minuti
dalla chiamata al 118, la rete
pediatrica, quella oncologica.
Questa progettualità, che ha
curato contemporaneamente l’integrazione delle reti
cliniche con la medicina del
29
Nell’area metropolitana
di Bologna
si registra uno dei tassi
di mortalità
per infarto
tra i più bassi in Italia
territorio, ha rappresentato
il presupposto indispensabile per sviluppare percorsi
di presa in carico per gruppi
specifici di pazienti (Percorsi
Diagnostico-TerapeuticoAssistenziali), costruiti sulle
migliori pratiche cliniche e in
grado di assicurare interventi
multispecialistici integrati e
continuità della assistenza.
Sono 28, a tutt’oggi, con una
particolare attenzione per le
cronicità e le patologie oncologiche. Prossimo obiettivo, un piano di attivazione
di nuove Case della Salute e,
più in generale, di rafforzamento ulteriore dei servizi
territoriali, da sviluppare a
ritmi serrati nei prossimi
mesi. Tutti elementi di una
strategia che viene da lontano, richiede attenzione e cura
continue, verifiche costanti e
rappresenta nel suo insieme
un know how particolarmente utile, paradossalmente,
proprio in tempi di emergenza economico-finanziaria.
■■■CORSINI&CORSINI / Broker assicurativo per privati e imprese
Formulazioni dai risultati esaltanti
Dietro la polizza c’è un partner fidato
La ricerca commissionata all’Università Federico II di Napoli
Convenzione con Confindustria Arezzo. Tutela rischio terremoto 100%
A
L
Micron/metro
dditivi di nuova generazione per modulare e
controllare il ritiro igrometrico e aumentare le prestazioni
meccaniche del calcestruzzo,
fino alla sua stabilità volumetrica. È questo l’approdo della
Chimica Edile, azienda da oltre 30 anni ai vertici della produzione e commercializzazione di agenti espansivi, sia per
il settore della demolizione
senza uso di esplosivo (Fract.
ag), sia per l’industria delle
costruzioni (linea di additivi
e malte speciali Dry).
Nel luglio 2011 la Chimica
Edile, che produce gli agenti
espansivi nei suoi impianti
in Italia (Castiglione della
Pescaia) e all’estero (Argentina, Brasile, Sudafrica, Egit100
50
0
-50 0
-100
-150
-200
-250
-300
-350
-400
2
4
6
8
10
12
to), ha commissionato un
progetto di ricerca scientifica
applicata al Dipartimento di
Scienze della Terra dell’Università Federico II di Napoli,
coinvolgendo anche alcuni
esperti (D’Amore, Marone,
Felitti) per approfondire, a
livello mineralogico e fisico,
le reazioni indotte nei calcestruzzi da vari tipi di additivi
ad azione micro-espansiva e
compattante.
I primi risultati della ricerca, esaltanti, hanno portato
alla formulazione di un nuovo additivo ad azione lenta
e ritardata micro-espansiva:
“Dry d1 lento - new generation”, che va ad aggiungersi
agli additivi di prima generazione della Chimica Edile
14
16
18
20
22
24
Tempo (giorni)
C.V. (100KG/mg)
C.V. 100 kg/mg + D 7.5 kg/mc
Tal Quale 1 (Riferimento)
Tal Quale 2 (alta umidità relativa)
26
28
(“Dry d1 rapido” e “Dry d1
normale”), è in grado di minimizzare e modulare il fenomeno del ritiro igrometrico
del calcestruzzo con quantitativi molto contenuti (circa 6-8
kg/m³).
La finalità della ricerca, che
prosegue, è il confezionamento di calcestruzzi strutturali a
elevate prestazioni e a stabilità volumetrica controllata,
con modulata micro-espansione iniziale e quasi assenza
di ritiro nel lungo termine, a
costi contenuti per una maggiore competitività dell’industria della prefabbricazione e
del Cap.
Gli agenti espansivi sono stati
testati anche con distinte aggiunte attive (ceneri volanti,
polveri pozzolaniche e residui fini di cave di tufo), per
realizzare calcestruzzi moderni, durabili, prestazionali
ed ecologici. Gli esiti della
ricerca (teorica e applicata)
recheranno vantaggi a diversi
settori industriali.
In basso, tre curve da ritiro
di calcestruzzi standard;
in alto, la curva
di un calcestruzzo di nuova
generazione
con aggiunta di Dry d1
o studio Corsini & Corsini broker di assicurazioni,
con sede in Sansepolcro (AR),
è da sempre al fianco del cliente con le più aggiornate soluzioni assicurative.
È certificato Iso 9001 “progettazione ed erogazione del
servizio di brokeraggio assicurativo”, fin dal 2002, al fine di
garantire ai propri clienti un
elevato standard professionale.
“Lo studio Corsini & Corsini afferma Michele Corsini - si
propone di offrire alla propria
clientela, continuità, diligenza
ed un servizio di elevata qualità nel pieno rispetto dell’etica
professionale. Puntiamo su
un costante aggiornamento
professionale e su un team che
garantisce un eccellente lavoro
di squadra capace di offrire
soluzioni altamente efficienti.
In quest’ottica siamo riusciti
a raggiungere un’importante
intesa con il gruppo Lloyd’s di
Londra proprio per offrire ai
nostri clienti soluzioni sempre più complete ed efficaci.
Come la tutela contro i danni
del terremoto al 100%, senza
franchigie e/o scoperti; con tale convenzione, infatti, è possibile assicurare il terremoto
per le aziende prive di questa
garanzia con formula 100%,
oppure integrare la garanzia
Lo staff
dello studio
Corsini &
Corsini
terremoto al 100% per quelle
aziende assicurate al 50%”.
Al fine di offrire con continuità e diligenza un servizio
di elevata professionalità, lo
studio Corsini & Corsini e
Confindustria Arezzo hanno
stipulato una convenzione
finalizzata ad assistere ogni
associato con un primo livello di consulenza a titolo
non oneroso (analisi polizze
in corso, suggerimenti per la
semplice gestione di quanto
in essere, compresi sinistri in
contenzioso, e così via) e successivamente rivolto ad accogliere adesioni per la completa
gestione tecnica, amministrativa ed organizzativa di tutte le
problematiche legate al settore
assicurativo.
La materia assicurativa è indubbiamente molto complessa
e di difficile interpretazione.
Le compagnie assicurative tendono ad offrire coperture con
sostanziali limiti rispetto alle
effettive esigenze dell’utente,
sia che si tratti di azienda o
di persona fisica. Proprio da
queste problematiche nasce il
ruolo del broker, la cui funzione è quella di assistere il cliente
nel percepire i reali bisogni di
tutela per poi trovare la soluzione tecnica ed il miglior
rapporto tra contenuto della
prestazione e costi. Negli ultimi anni l’approccio al rischio è
molto cambiato: sono sempre
di più le piccole medie imprese
che scelgono di rivolgersi alla
figura del broker, proprio come fanno da sempre le grosse
aziende; questo permette di
trovare soluzioni adeguate a
fronte del continuo emergere
di nuovi rischi ed eventi dai
quali proteggersi. Esplicativo
il motto dello studio: “Se vuoi
andare veloce devi correre da
solo, se vuoi andare lontano
dobbiamo correre insieme”.
30 Focus Centro Nord
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
■■■PRODURRE PULITO / Società a capitale misto pubblico-privato da 23 anni nel settore dello smaltimento
Il 60% dei rifiuti inviato al recupero
Nel 2011 grandi risultati dall’attività svolta dal Punto Cobat per il riciclo dei rifiuti
E
ssere al servizio dell’ambiente, nel pieno rispetto
della sostenibilità, delle buone prassi e del territorio. Non
solo una linea di principio,
ma l’espressione reale di valori concreti per la Produrre
Pulito, società a capitale misto pubblico-privato, che da
vent’anni opera nel settore
della raccolta dello stoccaggio e dello smaltimento di rifiuti speciali pericolosi e non.
In tempi in cui le politiche
ministeriali sono sempre più
paladine dell’ambiente, questa realtà toscana, con sede
a Sesto Fiorentino (Fi), fa di
tale dovere una vera e propria
mission. Fra i soci annovera il
Comune di Sesto Fiorentino,
la Cna Informatica e servizi,
la Quadrifoglio e la Sta. Per
la raccolta si avvale della propria controllata Produrre Pulito Trasporti, dotata di mezzi
idonei a rispondere alle più
svariate esigenze, dal furgone per la raccolta nei centri
urbani agli autocarri, ed è
certificata Iso 9001:2001, Iso
14001:2004 ed Emas.
“L’azienda - spiega il presidente Nino Di Matteo - è
consapevole della crescente rilevanza delle tematiche
ambientali e ritiene propria
responsabilità sociale, nonché elemento propedeutico
al proprio sviluppo e successo, tenerle in considerazione
nell’esercizio delle proprie
attività”. Così, gli obiettivi
della Produrre Pulito in questo ambito convergono ad
assicurare la conformità e il
rispetto puntuale delle prescrizioni legislative applicabili, il continuo miglioramento
delle proprie prestazioni
ambientali, la prevenzione
dell’inquinamento. “La cernita, il ricondizionamento,
l’omogeneizzazione - continua il presidente - sono le
attività indispensabili per la
corretta gestione dei rifiuti
che la Produrre Pulito svolge ormai da anni, insieme a
una continua azione di sensibilizzazione verso i clienti,
perché anch’essi partecipino
alla corretta gestione dei rifiuti, sia suggerendo loro il
miglior modo di confezionamento e suddivisione per
un più efficace ed economico
smaltimento e recupero sia
informandoli delle novità
normative e tecnologiche”.
La sede di Sesto Fiorentino (Fi)
Cuore pulsante dell’attività di
raccolta dei rifiuti è il Punto
Cobat, luogo dove ogni risorsa torna a essere un valore
per l’intera collettività.
La società ha aderito con orgoglio ed entusiasmo all’iniziativa di Cobat, Consorzio
Nazionale per la Raccolta e
il Riciclo, di creare una rete di operatori qualificati
che, rispettando standard
uniformi di immagine e organizzazione, consentano il
raggiungimento di obiettivi
di efficacia, efficienza, economicità, trasparenza, fattibilità
tecnica ed economica. “Nel
2011 - sottolinea Di Matteo
- il 60 % dei rifiuti in ingresso al centro di stoccaggio è
stato inviato al recupero. In
quest’ottica gli investimenti
che la società ha fatto negli
ultimi anni sono stati tesi a
diminuire gli impatti ambientali che qualsiasi attività
umana crea”. E sempre con lo
stesso obiettivo è stato realizzato un impianto fotovoltaico
che rende l’azienda quasi del
tutto autonoma in termini
di consumi di energia elettrica. Allo stesso modo, nel
pieno rispetto delle politiche
del risparmio e della tutela
■■■PREFABBRICAZIONE / La scelta green della Edilcemento di Gubbio con tecniche mai utilizzate prima
Evoluzione ecosostenibile nel costruire,
anche ad alta resistenza sismica
Ricerca e innovazione al primo posto per offrire al cliente edifici ad elevata classe
energetica. Il percorso di innovazione è partito proprio dalla sua sede produttiva
C
on sede e stabilimento
in Umbria, Edilcemento
dal 1963 si è distinta come
un’azienda dalle elevate capacità professionali, proponendo innovative soluzioni
progettuali e costruttive che
nel tempo le hanno permesso
di accreditarsi nel mercato di
riferimento. Nel 1997 l’azienda viene rilevata dalla famiglia Colaiacovo, proprietaria
del gruppo Colacem-Colabeton: realtà tra i leader in
Italia nella produzione di cemento e calcestruzzo.
Oggi Edilcemento progetta e
realizza edifici prefabbricati
ad alto grado di resistenza
sismica. Inoltre ha costruito
strutture in zone sismiche
tra cui l’Abruzzo, l’Umbria,
le Marche e il Lazio. è tuttora presente nelle zone colpite
dal terremoto in Emilia con
la sede a Castel Maggiore
(in provincia di Bologna),
contribuendo
attivamente
alla ricostruzione con le sue
strutture antisismiche.
L’attenzione, lo studio e la
ricerca sono punti cardine
all’interno delle attività svolte dalla società umbra. Le
nuove soluzioni proposte da
Edilcemento sono talmente
innovative da non essere mai
state avanzate precedentemente nel mercato della prefabbricazione.
L’azienda si propone in questo mondo con tre driver
principali. Innanzitutto un
nuovo modello di business:
in questo contesto rientra
una chiara evoluzione nelle
metodologie di costruzione.
A ciò si aggiunge un innovativo orientamento verso
l’ecosostenibilità e verso l’utilizzo di energie alternative,
progetti mai studiati precedentemente, chiavi in mano.
Infine prende in consegna
riqualificazioni di strutture
già esistenti non più a norma
in ambito sismico, termico
ed energetico. Edilcemento
ha iniziato questo percorso
partendo dalla propria sede
con un progetto di riqualificazione ad ampio spettro:
bonifica e smaltimento del
cemento-amianto dalla co-
pertura dello stabilimento
e installazione sopra di essa
di un nuovo impianto fotovoltaico dalla potenza di 1
MWp circa. Esso si sviluppa
su una superficie di 7.500
Lo stabilimento Edilcemento di Gubbio (Pg)
ambientale, l’impianto di riutilizzo dell’acqua piovana
per i propri fini industriali
fa diminuire radicalmente il
prelievo dalla rete idrica. Ma
non basta, perché l’ampliamento delle attrezzature di
stoccaggio, ovvero i serbatoi,
destinati agli oli idraulici ha
contribuito ancora di più a
preservare l’ambiente in assoluta coerenza con la missione
del Consorzio obbligatorio
degli Oli usati di cui la società è concessionaria. “Va
detto oltretutto che - aggiunge il presidente - la piattaforma integrata di stoccaggio
provvisorio e di trattamento
localizzata
all’Osmannoro
è punto di arrivo ideale per
quantità eterogenee di rifiuti e punto di partenza per
masse omogenee significative
destinate agli impianti finali
di smaltimento e recupero”.
In una politica di tutela glo-
bale non poteva mancare
naturalmente l’attenzione da
parte della società toscana
al proprio patrimonio di risorse umane, interessate da
un processo di preparazione,
formazione e aggiornamento
continuo. “Il tutto nella piena
adesione a una filosofia di responsabilità sociale che vuole assicurare la conformità e
il rispetto delle prescrizioni
legislative, il continuo miglioramento delle prestazioni
ambientali, la prevenzione
dell’inquinamento”, conclude
Di Matteo. Non per nulla,
l’azienda si è dotata di un sistema di gestione ambientale per monitorare e sancire
il corretto andamento delle
proprie attività, grazie alle
certificazioni Iso 9001:2001 e
Iso 14001:2004. Con la pubblicazione del Rapporto ambientale ha richiesto la certificazione Emas.
metri quadrati e conta 4.246
moduli fotovoltaici: è stato
inaugurato il 2 agosto 2012 e
già regala importanti vantaggi all’azienda.
La nuova offerta Edilcemento prende in considerazione
la produzione di edifici ecosostenibili di elevata classe
energetica, fedeli alle normative comunitarie con la
produzione di energia da
fonti rinnovabili. Dagli audit
energetici di primo e secondo livello, passando per le
certificazioni, Edilcemento
“Green & Smart Evolution”
porta a compimento l’intero ciclo di costruzione, seguendo tutto il processo di
realizzazione: dal concept
iniziale al finanziamento,
tutti i passaggi sono seguiti
con scrupolosa attenzione. I
servizi offerti si applicano a
edifici, stabilimenti, involucri e necessità impiantistiche
per tutti i settori industriali,
terziari e commerciali.
Oltre al nuovo modello di
business e all’ecosostenibilità, il terzo driver di Edilcemento è il concetto di partnership e di aggregazione
delle imprese, che mai come
in questo periodo, è alla base
di una proficua visione del
futuro. La parola d’ordine di
Edilcemento non è resistere alla crisi del mercato, ma
trovare nuove opportunità
facendo rete con altre imprese, orientate all’innovazione
e pronte al cambiamento con
cui realizzare nuovi progetti.
Edilcemento si fa promotrice
nel creare una vera e propria
filiera dell’ecosostenibilità,
mettendo a disposizione dei
propri clienti il suo nuovo
ruolo di General Contractor.
Infine, ma non meno importante, lo spazio relativo alla
ricerca e all’innovazione:
esse vengono messe al centro degli obiettivi del nuovo
progetto “Green & Smart
Evolution”. Oltre all’ ufficio
tecnico, sempre all’avanguardia nel fornire al cliente
soluzioni altamente personalizzate ed efficienti, nell’ultimo periodo un gruppo di
ingegneri e architetti stanno
svolgendo attività di ricerca
che consentono a Edilcemento di proporsi al mercato
con innovazioni tecniche che
integrano strutture e impianti per dare al cliente finale un
servizio a 360 gradi.
31
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
economIa del mare
■■■IV RAPPORTO / Lo studio sul sistema marittimo italiano
I numeri giusti per ripartire
Dinamica sia la componente industriale che quella del terziario
L’
economia del mare quale
chiave decisiva per il futuro del Paese. Perché è uno
dei temi di alto valore strategico, perché è uno dei settori
economici che producono un
volume d’affari che contribuisce al Pil per circa 40 miliardi
di euro, perché è un compar-
to fortemente proiettato verso
l’estero e perché, ancora, è in
grado di sviluppare forte ricadute occupazionali in uno
Stivale messo a dura prova
dalla crisi e dai mercati internazionali. Insomma, lo
sviluppo passa da qui e, in
questo ambito, prelude a for-
Il Belpaese al primo posto in europa nel settore
L
eadership sotto ogni profilo per l’Italia del sistema marittimo. Non solo cantieristica navale, logistica, manifatturiero e terziario: il nostro Paese, sempre secondo il VI
rapporto sull’Economia del mare, continua a essere al primo posto in Europa per importazioni via mare, con 185,4
milioni di tonnellate di merci, e al terzo con 47 milioni per
esportazioni, a breve distanza da Germania e Olanda. Primo posto anche nel traffico passeggeri, con 6,7 milioni di
persone come base e destinazione delle crociere.
ti margini di crescita. Il tutto
grazie pure al valore eccellente di un made in Italy incorporato nei prodotti e nei servizi legati alla risorsa mare.
Non parole, ma fatti, che fanno del ‘sistema’ mare il motore dell’economia tricolore,
passando dalla filiera della
cantieristica a quella del turismo, dei parchi marini, della
pesca, dei trasporti e della logistica. A dirlo sono i numeri,
in particolare quelli del IV
rapporto sull’Economia del
mare, realizzato dalla Federazione del mare e dal Censis (presentato a fine ottobre
2011). Lo studio conferma
come il sistema marittimo
italiano, che comprende sia
la componente industriale
manifatturiera e terziaria sia
quella istituzionale con la marina militare, le capitanerie di
porto, le autorità portuali e il
sistema previdenziale-assicurativo dei marittimi, continui
a essere tra i più dinamici e
trainanti.
Questi i suoi numeri. Concorre al Pil per 39,5 miliardi
di euro (pari al 2,6% del totale
e all’11% di quello relativo ai
trasporti), con il contributo
maggiore dato dai comparti
manifatturieri e terziari (Pil
di quasi 35 miliardi di euro) su cui convergono effetti
determinati dalla spesa dei
diportisti e dei crocieristi. E,
ancora, il sistema occupa circa il 2% della forza lavoro del
Paese (pari a 477mila addetti
tra diretti e indotto), si inserisce in un contesto mondiale
che muove 450 miliardi di euro e da’ occupazione a cinque
milioni di addetti.
Innovazione, tanto sotto il
profilo tecnologico che organizzativo, legata ad alcune linee di produzione della
cantieristica navale, insieme
a relazioni produttive e commerciali che vanno ben oltre
gli ambiti territoriali, come
pure elevata qualità del servizio e dei prodotti realizzati
sono i plus dell’intero settore,
ma non gli unici. Vi collaborano l’alto grado di internazionalizzazione di alcuni
comparti, l’orientamento a
operare all’estero con acquisizioni di capitale straniero,
il patrimonio di manodopera
qualificata disponibile, nonché la pluralità di offerta di
servizi anche grazie all’ampio
numero di porti commerciali.
■■■LIVORNO / La tabella di marcia della Provincia vede i primi frutti del programma operativo comunitario Italia-Francia Marittimo 2007-2013
Trasporti e turismo al centro dei progetti comunitari
Piattaforme logistiche, intermodalità, accessibiltà e riduzione delle barriere import-export per aumentare la competitività del sistema
P
erfettamente in regola
con la tabella di marcia,
la Provincia di Livorno inizia a incassare il successo
del Programma operativo
comunitario Italia-Francia
Marittimo 2007-2013 che la
vede protagonista in diversi
progetti, a beneficio dei cittadini e delle imprese della
costa toscana.
Due i progetti appena conclusi, uno vicino all’arrivo
e un altro al traguardo nel
2014, come previsto. Si tratta, complessivamente, di un
investimento di oltre 12,5
milioni di euro.
“In una fase di scarsità di risorse - spiega Piero Nocchi,
assessore provinciale alla
programmazione territoriale, trasporti e porti - ci siamo attivati per assicurare al
territorio fondi comunitari
impiegabili subito e fuori del
patto di stabilità. Con evidenti vantaggi per la cooperazione tra le aree e dunque
per la competitività del sistema, nonché immediatamente
per le imprese direttamente
coinvolte dal progetto”.
Ha puntato sull’integrazione
delle piattaforme logistiche
per lo sviluppo delle relazioni commerciali tra Toscana,
Liguria, Sardegna e Corsica,
il progetto “P.im.ex”, avviato
nel 2009.
Primo risultato la riduzione
delle barriere all’import-export e l’aumento dell’accessibilità delle aree, a vantaggio
della generalità dei cittadini
cui si riducono i costi delle merci. Si sono sviluppate
infatti nuove relazione tra le
imprese che fanno crescere
i volumi degli scambi. “La
continuità di tali rapporti sottolinea Nocchi - è garantita da tavoli di concertazione
tra pubblica amministrazione, imprese e operatori logistici, e dall’impiego di
procedure informatiche per
un servizio di supporto alle
attività degli operatori e delle
imprese”.
Ancora più concentrato
sull’accessibilità delle aree
disagiate il progetto “No far
access” che ha coinvolto i
partner degli stessi territori
per ottimizzare le prestazioni
del sistema multimodale del
trasporto delle persone nelle
aree disagiate e periferiche,
nonché per ridurre le barriere materiali ed immateriali nell’accesso ai servizi da
parte della generalità dei cittadini e dei soggetti disabili.
Risultato primario la progettazione e sperimentazione di
una vasta gamma di servizi
reali di trasporto innovativo
e di accessibilità, grazie ad
accordi tra operatori pubblici e privati, procedure di
ascolto attivo, sistematico e
permanente delle esigenze
dei cittadini, scambio ed elaborazione di dati continuamente aggiornati.
È al servizio dei cittadini e
dell’attività turistica, il progetto “P.e.r.l.a.”, avviato nel
2010 e in fase conclusiva, per
l’accessibilità, la fruibilità e la
sicurezza della fascia costiera
toscana, ligure, sarda e corsa.
In sostanza, si mira a incrementare l’utenza dei servizi
di mobilità dolce (trasporto
pubblico in diverse forme
e ciclopedonale), aumenta-
Piero Nocchi, assessore
provinciale Programmazione
Territoriale, Trasporti e Porti
re l’offerta di Tpl, ridurre le
barriere architettoniche e
aumentare la sicurezza nella
fruizione dei punti di balneazione costiera, a beneficio di
tutti i cittadini, i turisti, le fasce deboli della popolazione
ed i soggetti disabili.
Interamente dedicato alla mobilità dei cittadini, si
concluderà nel 2014 il progetto “3i plus”, che coinvolge
Liguria e Corsica e sviluppa
un’infrastruttura informativa
per facilitare gli spostamenti
delle persone. In concreto,
l’utente viene assistito nella fase di pianificazione del
viaggio attraverso lo sviluppo
di un travel planner fruibile
in modalità multidevice; durante lo spostamento, potendo ricevere informazioni in
tempo reale sulla viabilità e
sulla circolazione cittadina e
una volta arrivato a destinazione, tramite informazioni
fornite da servizi di localizzazione, che gli consentono
di raggiungere parcheggi e
hub di interscambio. Si riducono così i tempi di viaggio e
gli spostamenti inutili.
Ma la Provincia di Livorno
è partner anche dei progetti
“Sic” e “Lose” per il potenziamento dell’intermodalità del
trasporto passeggeri e il monitoraggio del trasporto delle
merci pericolose.
“La Comunità europea - aggiunge Nocchi - ne sta poi
valutando un altro sulla rete
delle città portuali mentre
altri tre sono stati presentati, grazie alla collaborazione con enti locali, regioni,
autorità portuali, camere di
commercio, università e centri di ricerca. Si tratterebbe di
6 milioni di euro per investimenti, anche infrastrutturali,
sui territori dell’Alto Tirreno
e del Mar Ligure”.
32 Economia del mare
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
■■■AdriAtic contAiner terminAl / Fondata nel 2003, “sgomita” per crescere in banchina
A novembre arrivano le nuove gru
Scarpati “Noi pronti a svilupparci. Denunciato all’Agcom il monopolio di Ancona Merci”
A
ct - Adriatic Container
Terminal è una società
nata per la gestione del Terminal portuale Nuova Darsena
del Porto di Ancona, formata
al 45% dalla Frittelli Maritime, uno dei maggiori operatori di shipping anconetani;
per un altro 45% dalla Msc
e per 10% dallo stesso presidente della società Scarpati,
comandante della capitaneria
di porto di Ancona tra il 1995
e il 1999. Fondata nel 2003 è
divenuta ben presto una pro-
tagonista del crescente traffico container del porto di marchigiano, passando da 40.281
Teus movimentati nel 2005 ai
97.492 del 2011 fino ad arrivare oggi con una previsione
di movimentare circa 105.000
Teus nel 2012 su 130.000 Teus
complessivi movimentati nel
porto di Ancona.
(Il Teu - acronimo di “twenty-foot equivalent units” - è
l’unità di misura della movimentazione dei container. Si
basa sulla lunghezza minima
Act parteciperà
alla gara per la nuova
banchina rettilinea
“Certa di poter vincere
per lo sviluppo
del traffico che garantirà”
Fondata nel
2003, l’Adriatic
Container
Terminal
è cresciuta
negli anni.
Oggi movimenta
circa 105mila
Teus su 130
complessivi del
porto di Ancona
del container da 20 piedi. 1
container da 20 ft = 1 Teu).
“Ma il percorso verso la leadership non è stato facile - dice Ubaldo Scarpati, presidente di Act - Adriatic Container
Terminal - considerando la
realtà medio-piccola del nostro porto”.
Oltre a ciò non bisogna dimenticare la particolare situazione amministrativa del porto anconetano - altro motivo
particolarmente sfavorevole
secondo Scarpati - che riguarda la creazione nel 1997 della
società consortile Ancona
Merci ex art 18, avuta subito
dopo l’approvazione della
legge 84/94 al fine di riorganizzare il lavoro portuale con
l’accordo di tutti gli operatori
e dei lavoratori del settore.
“La società Ancona Merci spiega il Scarpati - divenne
concessionaria di pressoché
tutte le banchine commerciali
e titolare del servizio gruaggio attraverso la Co.M.M.P.A.
- Cooperativa Mezzi Meccanici porto di Ancona, presieduta anch’essa da Paolo Galli.
Un monopolista di fatto prosegue Scarpati - attraverso
cui Act e tutte le altre imprese
portuali devono passare. Fino
Con le nuove gru serviranno cinque persone in più
a oggi l’equilibrio, pur con alti
e bassi, ha retto. Però ora la
situazione, forse a causa della
crisi, è cambiata, con reiterante e sensibili richieste di
aumenti tariffari da parte di
Ancona Merci. Aumenti che
ci penalizzano e che ci impediscono di programmare adeguatamente la produzione;
ecco perché, siamo decisi a
ricorrere alla legge per metter
fine a un monopolio assolutamente non previsto dalla legge 84/94”.
Infatti, lo scorso mese,
Adriatic Container Terminal
ha denuciato la situazione
all’Agcom. “Adesso aspettiamo che l’autorità si pronunci
su questa situazione”.
Parallelamente
l’azienda
guarda anche ad altri possibili
canali di sviluppo. “Vista la situazione di cui abbiamo detto, siamo pressoché certi che
l’Autorità Portuale sceglierà
per la nuova banchina rettilinea un affidamento con gara.
Gara a cui Act parteciperà
sicuramente, certi di poterla vincere per lo sviluppo di
traffico che saremo in grado
di garantire. Per questo prevediamo anche l’assunzione
di altre 5 unità che si aggiungeranno alle 10 attuali.
Il porto di Ancona con questa
nuova infrastruttura potrà
arrivare a garantire tranquillamente una movimentazione
pari a circa 200.000 Teus”.
Inosmma, Act, espressione
di joint venture Frittelli-MSC
del terminalismo container
anconetano intende continuare a operare direttamente
in banchina e punta su gare e
ricorsi per accedere a questa
opportunità oltre che ai nuovi
spazi portuali.
“Del resto - conclude il presidente Scarpati - da quando
abbiamo iniziato a lavorare
nel 2004 l’attività di movimentazione di container ci ha
fatto crescere ed è l’unica che
sta reggendo alla crisi”.
L’espressione completa della nave
La Salvadori, azienda attiva da oltre 50
anni, fonda la propria attività sulla conoscenza della propria clientela e di tutte le
sue esigenze, a cui risponde con competenza e professionalità. Nei cantieri Salvadori la nave viene seguita in tutte le sue
fasi, dalla costruzione al refitting completo. Il cantiere è in grado di progettare e
costruire tutti i tipi di navi per il trasporto
di merci e passeggeri: petroliere, gasiere,
navi da diporto, traghetti, rimorchiatori.
Le attrezzature per la costruzione di navi
possono anche essere utilizzate per la prefabbricazione di strutture in acciaio e per
il varo di tronconi per allungamento navi,
necessario nell’attività di trasformazione
navale. Altra attività sono le opere portuali,
che comprendono ponti, pontili, piattaforme, banchine. I lungimiranti investimenti
fatti su strutture e attrezzature e la creazione di un team specializzato e dotato
di tutti i brevetti necessari, permette ogni
giorno di rispondere a tutte le richieste del
cliente, posizionandosi così tra le aziende
più complete del settore a cui è legata da
una passione generazionale.
www.salvadorisrl.it
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
Economia del mare
33
■■■BAMBINI / L’azienda assicura anche il trasporto merci e passeggeri
■■■MARINA DI CATTOLICA / Riqualificata e rilanciata tutta l’area del porto
Operativa nell’Adriatico, Croazia, Mediterraneo e West Africa
Previsti 150 posti nella darsena a mare e 70 in quella interna
5
N
Piattaforme offshore evolute
0 anni passati a seguire
il trasporto marittimo
dell’offshore: con questo importante traguardo la società
Bambini di Ravenna affronta
con orgoglio il mercato nel
2012, forte della competenza
e della professionalità che dal
padre, Mario Bambini, si è
trasferita ai figli, gli attuali soci. Negli anni l’azienda, nata
con l’attività di pesca, si è dedicata completamente all’offshore, seguendo le attività
estrattive che al tempo l’Eni
effettuava intorno a Ravenna.
Oggi Bambini è strutturata
per soddisfare tutte le esigenze delle piattaforme offshore:
trasporto delle maestranze,
fornitura di acqua potabile
e combustibili, trasporto di
merci pericolose e radioattive, trasporto dei rifiuti, ser-
L’azienda eroga
servizi con unità navali
tecnologicamente
all’avanguardia
per il settore offshore
L’azienda Bambini dispone di una flotta di 24 unità navali
vizi di appoggio a operazioni
subacquee, Rov (Remotely
operated vehicle), geofisiche
e movimentazione ancore;
servizi di rimorchio d’altura.
Da oltre dieci anni garantisce
inoltre il servizio di trasporto
passeggeri e merci, garantendo il collegamento tra la rada
di Ravenna e la terraferma,
per concessione dell’Autorità
Marittima.
Le attività della Bambini sono
concentrate nel Mar Adriatico, ma si allargano a comprendere anche Croazia, Mediterraneo e West Africa.
Per quanto riguarda la flotta,
la società annovera 24 unità
navali suddivise in navi veloci
(25–30 nodi) per il trasporto
dei tecnici e navi lente (10–20
nodi) per i servizi di riforni-
mento, trasporto materiali e
rimorchio, distribuite su diversi porti italiani e stranieri.
L’azienda, che ha sempre puntato sulla sicurezza dei propri
mezzi, si è sempre profusa
per garantire elevati standard
qualitativi per proteggere la
vita in mare e l’ambiente.
Tra le sue ultime – in ordine
di tempo – commesse si ricorda l’aggiudicazione della
gara per la fornitura di un
crew-supply vessel dedicato al
servizio di trasporto logistico
connesso alle operazioni del
Terminale di rigassificazione
Adriatic Lng al largo di Porto
Viro. Il mezzo utilizzato per
questa attività, appositamente
studiato per operare nel parco
del Delta del Po, lavorerà per
tutta la vita utile del terminale.
Un progetto per favorire il diportismo
el 2008, Cattolica, località la cui fama si lega a
una grande tradizione marinara e centro turistico internazionale, ha inaugurato la
sua Marina.
Un progetto, iniziato nel
2005 con la realizzazione
della darsena interna, e mirato alla riqualificazione e
alla valorizzazione di tutto
il porto canale e delle aree
adiacenti.
Comprende 150 posti per
barche fra i 10 e i 30 metri
per la darsena a mare e 70
posti barca nella darsena interna per natanti compresi
tra i 6 e i 32 metri. Il fondale
è di 4 metri ed è adatto per
barche importanti.
Sono disponibili pontili fissi
e mobili dotati di colonnine
di erogazione e completi di
briccole, bitte e anelli per
l’ormeggio.
In particolare, la Marina di
Cattolica è circondata da
una banchina carrabile, sulla quale si affacciano numerosi esercizi commerciali. Si
sviluppa dal moderno ponte mobile fino al comparto
industriale, attrezzato per
il varo/alaggio delle imbarcazioni e collegato al piano
superiore da scale e rampe.
Al piano superiore, arredi
urbani, pavimentazioni coordinate e negozi rendono
molto piacevole la fruibilità turistico-commerciale
dell’intero complesso.
Tra i principali servizi a
disposizione
segnaliamo:
direzione portuale, parcheggio, acqua ed elettricità,
distributore carburante, assistenza tecnica, assistenza
all’ormeggio, servizio di sorveglianza 24 h, servizi igienici e docce, servizio meteo,
Autorità Marittima C.P.,
hotel sul porto, scivolo e
travel lift 100 tonnellate, bar
con servizio ristorante, area
commerciale e supermarket,
edicola e tabacchi, charter
per imbarcazioni a vela e a
motore.
“Nato per favorire il diportismo, il progetto della Marina di Cattolica, nonostante
le difficoltà di ordine generale e fiscale che a tutt’oggi
ostacolano in Italia la realizzazione dei porti turistici
- dichiara l’amministratore
delegato, Gianfranco Malaisi - può essere considerato
un grande successo, a tal
punto che ha cambiato l’immagine della città, un tempo
conosciuta prevalentemente
per un turismo di tipo familiare”.
Il porto di Cattolica, un tempo conosciuto per un turismo
familiare, si rilancia con investimenti dedicati al diportismo
7HUPLQDO
'DUVHQD7RVFDQDVUO
• &RQXQDFDSDFLWjRSHUDWLYDDQQXDGL
Con una capacità operativa annua di
‡
900.000
TEU, è il principale Terminal
7(8qLOSULQFLSDOH7HUPLQDO
contenitori
del Porto di Livorno.
FRQWHQLWRULGHO3RUWRGL/LYRUQR
‡
• /DSRVL]LRQHVWUDWHJLFDJOLDFFHVVL
La posizione strategica, gli accessi
GLUHWWLDOVLVWHPDDXWRVWUDGDOHHGL
diretti al sistema autostradale ed i
FROOHJDPHQWLIHUURYLDULIDQQRGHO7'7
collegamenti
ferroviari, fanno del TDT,
il LO7HUPLQDOLGHDOHDOVHUYL]LRGHL
Terminal ideale al servizio dei
mercati
del Centro e Nord Italia.
PHUFDWLGHO&HQWURH1RUG,WDOLD
‡
• &RQUHFHQWLLQYHVWLPHQWLLQQXRYH
Con investimenti in nuove tecnologie
WHFQRORJLHHULVRUVHXPDQHDOWDPHQWH
e risorse umane altamente qualificate,
TXDOLILFDWH
´7'7µ
RIIULUH gamma
OD SL
“TDT”
può offrire
la SXz
più ampia
DPSLDJDPPDGLVHUYL]LJDUDQWHQGRXQ
di servizi, garantendo un alto livello di
DOWROLYHOORGLHIILFLHQ]DHGDIILGDELOLWj
effi
cienza ed affidabilità.
Sede Legale:
Darsena Toscana - Porto Industriale - 57123 Livorno
Tel. (+39)0586258111 - Fax (+39) 0586258240
[email protected] - www.tdt.it
34 Economia del mare
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
■■■MARINA DEGLI ESTENSI / La cultura d’impresa applicata alla gestione di un porto turistico privato
Posto barca, un affare anziché un costo
Sarà possibile acquistarlo in piena proprietà anziché in concessione. Un’opportunità
M
olto più che un “semplice” porto turistico, Il Marina degli Estensi
è il risultato ben riuscito di
un’impresa realizzata e gestita con passione dal suo amministratore Marco Antonio
Felletti Spadazzi. Nel 1994 la
sua realizzazione, che ne fece,
in quegli anni, il primo porto
turistico in Emilia Romagna,
nonché il primo porto turistico privato non demaniale.
“Una diversità questa - spiega
Felletti Spadazzi - che aumenterà il prestigio del Marina
degli Estensi, anche a seguito
delle nuove imposizioni dettate dalla direttiva 2006/123/
Ce, meglio conosciuta come
direttiva Bolkestein, che prevede l’esclusione del rinnovo
automatico delle concessioni
demaniali alla scadenza. Le
nuove assegnazioni dovranno necessariamente avvenire
solo attraverso una gara d’evidenza pubblica, mediante
asta, procedura che potrebbe
mettere in seria difficoltà i
tanti porti turistici operanti
su aree demaniali che tanto
hanno già investito”.
Marina degli Estensi non risentirà di questa trasformazione e potrà quindi assicura-
Vista sul porto: 300 posti barca per imbarcazioni da 8 a 25 metri
re ai propri clienti continuità
e qualità di servizi e stabilità
di prezzi. “Per gli irriducibili
appassionati del mare - continua Felletti Spadazzi - a
Marina degli Estensi è possibile acquistare, in piena proprietà e non in concessione,
un posto barca come se fosse
un pezzetto di terra allagato
dall’acqua, investendo così
proprio laddove un hobby
rappresenta solo una spesa,
un costo, e che qui può diventare un business”.
Questa insolita opportunità
fa di Marina degli Estensi un
porto davvero esclusivo.
Può ospitare 300 imbarcazioni, da 8 a 25 metri di lunghezza, per la sua posizione
geografica (a circa 700 metri
dalla costa) rappresenta una
vera culla per ogni diportista,
dove dormire tranquillamente sulla propria imbarcazione
senza timore di mareggiate o
forti venti invernali. Si trova a
soli 500 metri dal centro turistico urbano del Lido degli
Estensi, uno dei sette lidi del
litorale comacchiese, fra tutti
il più vivace e il più frequentato anche per lo shopping.
Ottimo il collegamento con il
sistema viario, raggiungibile
con superstrade e autostrade
per le principali città. Fiore
all’occhiello è la sua naturale collocazione al centro del
Parco del Delta del Po, che
permette escursioni di ineguagliabile bellezza nell’entroterra vallivo.
Né mancano i servizi accessori dedicati ai clienti, come
un’idonea imbarcazione per
la visita guidata all’interno
delle valli che offrono un panorama davvero unico: fenicotteri rosa, aironi, garzette,
anatre selvatiche. Insomma,
un vero paradiso da raggiungere in brevissimo tempo.
“Per tutto questo il porto entra in sintonia sia con la bellezza del territorio circostante
- sottolinea l’amministratore sia con l’economia locale che
permette un indotto naturale
che si riversa sul mercato dei
servizi, accontentando anche
i clienti più esigenti”. Nello
specifico, Marina degli Estensi è dotato di pontili galleggianti in teak, colonnine di
erogazione acqua potabile ed
energia elettrica con sistema
prepagato, servizi igienici e
docce con pannelli solari, bar,
ristorante, posti auto fronte
pontile, scuola di vela, circolo
per amanti della pesca sportiva, cantiere nautico, scalo
di alaggio/varo, scivolo per
la nautica carrellabile, telecamere a circuito chiuso, locali
reception con radio vhf e stazione meteo, biciclette e gommoni a noleggio, wi-fi free su
tutta l’area portuale
“L’utenza tipo - spiega Felletti Spadazzi - è ormai da
tempo lontana dal concetto
di nicchia e si colloca tra-
Il porto è a soli 500 metri dal centro di Lido degli Estensi
sversalmente ai diversi livelli
sociali ed economici, anche
se incomprensibilmente questo non è sempre recepito e
vi è la tendenza sempre più
diffusa di associare un appassionato del mare al lusso e
quindi ad un settore di pochi
privilegiati”.
Marina degli Estensi nell’ambito dell’ospitalità, dell’accoglienza e del ricettivo, è
attualmente impegnata nella
redazione di un progetto di
ampliamento del comparto
che prevede la realizzazione
di una piscina, una Spa, campi da calcetto, tennis, nuovi
locali reception, aree attrezzate per la scuola di vela e altro ancora.
“Un porto turistico - precisa
Felletti Spadazzi - rappresenta un volano di sviluppo
per il territorio che lo accoglie, in grado sia di generare
ricchezza e occupazione sia
di catalizzare risorse imprenditoriali nuovi investimenti. Il turismo nautico,
a parte la sterile demagogia
che l’attuale politica ne ha
voluto fare, è sempre stato
uno dei settori economici
con le maggiori prospettive
di espansione e crescita. Le
attività legate alla navigazione a scopo ludico-ricreativo,
comportano ricadute positive sul territorio e sull’industria della nautica in generale”. D’altronde, le attività e i
servizi connessi alla nautica
da diporto costituiscono uno
dei fattori che più incidono
sulla produzione di reddito
in una regione costiera.
Eventi
Lunedì 27 agosto 2012
Economia del mare
■■■AUTORITÀ PORTUALE DI PIOMBINO / Notevoli ampliamenti degli accosti e delle aree di banchine
Il grande progetto di sviluppo del porto
Oltre all’area portuale, previsti anche interventi dal punto di vista logistico e industriale
L
o sviluppo della piattaforma logistica della Toscana con al centro i nodi portuali di Livorno, Piombino e
Marina di Carrara costituisce uno dei progetti più importanti per la ripresa di una
crescita economica durevole
della regione, assicurando un
rilevante contributo all’intera
economia del Paese.
“In questo quadro il porto di
Piombino si è dotato di una
nuova pianificazione per attuare un grande progetto di
sviluppo: portuale, logistico
ed industriale”, afferma il presidente dell’Autorità portuale
di Piombino, Luciano Guerrieri. Portuale, spiega, “perché il nuovo Piano regolatore
portuale prevede innanzitutto
un consistente ampliamento
di accosti (circa 3,5 chilometri in più) di aree di banchine
(quasi 1 milione di metri quadri oltre le attuali), l’escavo di
fondali fino a meno 15 metri
ed una viabilità di penetrazione stradale e ferroviaria diretta ed adeguata”.
Sviluppo logistico, poi, perché
“l’adeguamento degli spazi
portuali e dell’accessibilità in
programma sarà collegato ad
aree retro portuali attrezzate
La piantina
evidenzia gli
interventi
previsti per
l’ampliamento
del porto
di Piombino
già acquisite dall’Autorità portuale per circa 350mila metri
quadri”. Inoltre, la realizzazione del Corridoio Tirrenico,
della Grosseto-Fano e le opere di potenziamento connesse
alla rete Ten-T collegheranno
in modo più efficiente il porto ai principali nodi logistici
ed ai mercati dell’Italia Centro-Settentrionale. Si tratta
non da ultimo di un progetto
industriale, poiché lo sviluppo delle infrastrutture previste “pone nuove basi anche
per la competitività dell’intero sito industriale e per i singoli stabilimenti”, evidenzia il
presidente.
Piombino ed il suo porto si
pongono apertamente all’attenzione degli investitori industriali nazionali ed internazionali che desiderino
insediare nuove industrie e/o
rilevare quelle esistenti e rilanciarle.
“L’Autorità Portuale dispone
di importanti risorse finanziarie - spiega Guerrieri -, ma per
completare l’attuazione del
progetto negli 8 anni previsti,
gradualmente entro il 2020,
sono necessari anche finanziamenti privati da mobilitare
nella forma del project financing a fronte di una disponibilità delle infrastrutture realizzate anche per lunghi periodi
temporali”.
Piombino punta pertanto a
consolidare e sviluppare la
propria industria, presente
nel territorio fin dall’antichità,
ed al tempo stesso implementare le proprie vocazioni come
quelle dei traffici commercia-
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Luciano Guerrieri,
presidente Autorità portuale
di Piombino
li e delle Autostrade del mare
o attivare nuovi traffici come
quello delle crociere a servizio
di tutta la Toscana Meridionale e dell’Elba. Naturalmente
non verrà trascurata la componente traghettistica, anche
a servizio delle popolazioni
delle isole dell’Arcipelago toscano e del Tirreno.
“Il porto di Piombino inoltre
si caratterizzerà sempre più
per l’innovazione tecnologica
ed amministrativa - conclude il presidente dell’Autorità
portuale -, attuando progettualità per migliorare la qualità della safety, della security,
dell’ambiente e prevedendo
anche, attraverso il progetto
Portofacile.it, una rilevante
semplificazione e velocizzazione nelle procedure amministrative di tutte le pratiche
connesse al ciclo nave ed ai
servizi portuali forniti dall’ente e dagli operatori”.
36 Focus Centro Nord
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Lunedì 27 agosto 2012