Catalogo Sabbadini - Glauco Cavaciuti Arte
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Catalogo Sabbadini - Glauco Cavaciuti Arte
Made in L.A. Esistono due modi per raccontare la vita ma quello tradizionale storico-diacronico, come tale capace di costruire un racconto assolutamente lineare, non è certo nelle corde di un’autrice come Micol Sabbadini che ama invece gli accostamenti audaci, gli scarti logici, le analogie impreviste, i richiami sincronici. Così l’idea di usare per le sue fotografie di ricerca la tecnica del collage è, per così dire, una scelta obbligata perché le permette di avventurarsi in percorsi impervi creati dalla sua fantasia ma in cui, concede, “ognuno può vedere quel che vuole”. L’estetica della piacevolezza che attraversa le immagini è il dichiarato frutto dell’idealizzazione che la fotografa fa, dopo avervi vissuto per un periodo di tempo, di Los Angeles. Ecco perché i colori sono sgargianti e la luce pervade ogni cosa avvolgendola in una costante estate e in un’atmosfera rilassata quasi azzerando la differenza fra tempo libero e lavorativo. Le fotografie sono suddivise in due sezioni caratterizzate da differenti tecniche di realizzazione dei collage. La prima è quella più classica e prevede che i soggetti siano fisicamente ritagliati e incollati così da suggerire a chi osserva due livelli di percezione. Di primo acchito, infatti, prevale l’aspetto spiazzante perché non è facile accettare che una trota afferrata per la coda si accosti, da protagonista, a una ripresa dell’oceano in cui si esibisce un ragazzo sul suo surf né che un minuscolo Nembo Kid solchi improvvisamente il cielo nella generale indifferenza di cani e umani. Ma basta sapere che tutto questo la fotografa lo fa nascere avendo come fonte di ispirazione i graffiti di Los Angeles per comprendere che quindi ogni confronto fra gli elementi non deve necessariamente obbedire agli stilemi della logica formale né del processo narrativo. Siamo di fronte a frammenti di realtà mescolati con leggerezza creativa e immobilizzati in pezzi unici delle più diverse dimensioni: con lo stesso atteggiamento da collezionista di attimi, Micol Sabbadini ha raccolto nei mercatini e talvolta restaurato le bellissime cornici al cui interno si muove questo suo universo di figure. Quando poi fa ricorso alla tecnica del collage digitale, la fotografa realizza opere in tiratura, rende omogenee le dimensioni e più pulite le immagini ma non per questo rinuncia al suo universo visionario dove un muro diventa il luogo di incontro dove possono dialogare un manifesto, una scritta pubblicitaria e un fiore e dove sembra del tutto naturale che si possa arrivare in un hotel sbarcando dal trenino delle montagne russe. Già, perché qui la logica è quella dell’appropriarsi di elementi colti con sguardo intuitivo, decontestualizzarli per poi conferire loro un nuovo equilibrio compositivo in un sottile gioco di rimandi. Come nel caso di quella finestra che introduce in una stanza dove il letto è ancora sfatto ma il cui realismo è messo in discussione dal nostro stesso sguardo: non sarà un trompe l’oeil? Una cosa però ci rassicura ed è l’ombra di se stessa che Micol Sabbadini lascia si depositi leggera su un muro per ricordarci che quello descritto è il suo mondo “anche se ognuno può vedere quel che vuole”. Roberto Mutti Made in L.A. There are two ways to tell a story about life but the traditional historical-diachronic, complete with building a completely linear story, is certainly not in the veins of an author such as Micol Sabbadini, who instead loves daring combinations, logical waste, unforeseen analogies, and synchronicity. So the idea of using research for her photographs for the collage technique is, so to speak, an obvious choice as it allows her to venture into rough terrain created by her imagination in which, she concedes, “everyone can see what she wants”. The pleasurable aesthetics of the images is the photographer’s self-declared result of idealization, after having lived for a period of time in Los Angeles. This is why the colours are bright and light pervades everything and wrapped it in a constant summer, in a relaxed atmosphere almost eliminating the difference between work and play. The photos are divided into two sections characterized by different construction techniques of collage. The first is the most classical and calls for the subjects to be physically cut and pasted so as to suggest two levels of perception to the viewer. At first glance, in fact, unsettling aspects prevail as it’s not easy to accept a trout caught by it’s tail coming closer, starring in a scene of the ocean in which a guy performs on his surfboard and a tiny Nimbus Kid suddenly cuts through the sky in a general indifference of dogs and humans. But just know that all this came about by the photographer taking inspiration from the graffiti in Los Angeles and understanding that every comparison between elements does not necessarily obey the stylistic elements of formal logic or the narrative process. We are faced with fragments of reality mixed with creative lightness immobilized within the most unique, different sized pieces, and with the same attitude as a collector of moments, Micol Sabbadini has at times collected beautiful frames from flea markets which she has then restored, that move within this universe of figures. When she has recourse to the technique of digital collage, the photographer creates works in circulation, making it more uniform in size with clean images without wavering her visionary universe where a wall becomes the meeting place where you can talk to a poster, a written advertisement or a flower, and where it seems only natural that we can enter a hotel disembarking from a roller coaster. Yes, because the logic here is that appropriate elements captured with an in- tuitive look then moved about gives them a new compositional balance in a subtle play of references. As in the case of that window which leads into a room where the bed is still unmade but whose realism challenged by our own eyes will not be a trompe l’oeil? One thing, however, that reassures us, is a shadow of herself that Micol Sabbadini leaves settled lightly on a wall to remind us that what is described is her world “even though everyone can see what she wants”. Roberto Mutti (translation by Anita Lawrence) Polaroids. Unique Pictures Come un quadro, solamente una: un’immagine impressa su Polaroid. Visioni catturate e trasformate in opera unica, non replicabile. Una presa di distanza dall’odierno sistema del multiplo. La presenza di una macchina Polaroid nei continui viaggi di lavoro - a partire dall’itinerante progetto Vuitton - permette all’occhio di Micol di cogliere istanti, d’istinto. Solo in un secondo momento, davanti alle immagini, comincia a raggrupparle. Forse sono loro stesse a suggerire come, in quale storia andare. Sono trame raccontate dai colori, dalle scritte - una firma della sua fotografia – o da un tema. Ogni serie una cornice diversa Ogni serie una griglia diversa Ogni serie il suo titolo. Compreso di spazi geografici e temporali, in omaggio al processo del viaggio. “Wasteland” (Los Angeles-New York, Marzo/Aprile 2013) Donne e consumismo, di genere anche autodistruttivo, come precisa la scritta Wasteland, titolo di un racconto che corre tra i colori e le emozioni di 9 immagini al femminile. Non a caso, si apre e chiude in tinta rosa. “A Special Moment” (Londra, Febbraio 2013) Un trittico molto personale, che fa girare i ricordi nella ruota di un Luna Park londinese. La cornice è fredda, metallica come l’inarrestabile girare del destino, che l’opera racconta. “Endless Summer” (Miami-Cipro-London-New York-Malindi-Taormina, Ottobre 2012/ Giugno 2013) Coppie, a tinte pop. Per esempio di leoni, altrimenti doppio ketchup o doppia birra, coppie che si baciano oppure santini... Compare la scritta, qui è Cash. C’è sempre, in Micol, l’idea d’incorporare le parole in una visione: sono lì, da guardare o da leggere, comunque hanno una dimensione in più. “Promises, Promises, Promises” (Miami-Cipro-New York-Sankt Moritz-Londra-Masai Mara, Ottobre 2012/ Febbraio 2013) Ancora amore e amanti, ma il discorso, pur visivo, si fa mentale. Colori gelidi, il cavallino proprio congelato, i fiori di carta, oppure secchi, se invece veri, gelidi anche loro. Una serie che spesso sogna, passano un occhio e una bocca, scorrono i temi fiori/scritte/autoscatti, ma resta il sottofondo, a ‘little drama’: la strada è aperta, senza direzione, l’amaca o le due sedie sono vuote, il cucciolo è così vulnerabile, il caffè nella tazza è finito. Ci sono ‘Promises’, ma alla fine: ‘Love Hurts’. “Venice Biennale” (Venezia, Giugno 2013) Una documentazione, filtrata nei dettagli. L’occhio che inquadra punti precisi, precisa l’arte oppure la mette momentaneamente da parte. Sensazioni che raccontano l’insieme, viaggiando oltre ogni possibile jet lag: come succede a Venezia durante la Biennale. Tutto il mondo che raccoglie intorno a sé, tutta l’arte che gira insieme ai visitatori, senza punti di riferimento. I dettagli, catturati come chiodi al muro ne fissano il senso, meglio ancora il nonsense. Annamaria Sbisa Polaroids. Unique Pictures Just like a painting, there’s only one: an image imprinted on a Polaroid. Visions captured and transformed into a unique work of art, unable to be replicated. A distancing of today’s multiple systems. The existence of Polaroid cameras in continuous business trips - starting with the travelling Vuitton project – allows Micol’s eye to capture moments, instinctively. Only at a later stage, in front of the images, she starts to group them together. Maybe it’s they who suggest how and in which story they should go. Plots are told by colours, the writing, her signature style, or by a theme. Each series has a different frame. Each series has a different scheme. Each series has it’s own title. Including geographical and temporal space, in homage to the process of the journey. “Wasteland” (Los Angeles-New York, March/April 2013) Women and consumerism, the self-destructive type, as stated in Wasteland, the title of a tale that runs between colours and the emotions of 9 images of women. Not surprisingly, it opens and closes in the same pink tones. “A Special Moment” (London, February 2013) A very personal triptych, that brings back memories of the wheel at a London’s Luna Park. The frame is cold, metallic like the unstoppable turn of fate, as told by the works. “Endless Summer” (Miami-Cyprus-London-New York-Malindi-Taormina, October 2012/ June 2013) Couples, tinged pop. For example lions, otherwise double ketchup or double beer, couples kissing or holy pictures… Writing appears: here was Cash. In Micol there is always an idea that incorporates words with a vision: it’s there, to watch or to read, either way, in a different dimension. “Promises, Promises, Promises” (Miami-Cyprus-New York-St Moritz-London-Maasai Mara, October 2012/ February 2013) Still love and lovers, but the conversation, figuratively speaking, is done mentally. Icy colours, a horse, actually frozen, paper flowers, or dried, if instead they were real, also frozen. A series that often dreams, passing from the eyes to the mouth, themes flowing from flowers/writings/self-portraits but in the background remains a “little drama”; the road is open, without direction, the hammock, or the two chairs are empty, the puppy is so vulnerable, the coffee in the cup is finished. There are “Promises”, but in the end “Love Hurts”. “Venice Biennale” (Venice, June 2013) Documentation. Filtered in the details. Focusing on precision, art must also be precise or it’s momentarily put aside. Sensations that tell all, travelling beyond any possible jet lag, as it happened in Venice during the Biennale. The whole world gathers around itself, all the art revolves around the visitors, without any guidance. The details, captured like nails on the wall, secure the feeling, better yet, the nonsense. Annamaria Sbisa (translation by Anita Lawrence) “It’s never too late to be what you might have been” Edition of 7 plus 2 A.P. C-Print, 60 by 90 cm 2014 “It’s just the wasted years so close behind” Edition of 7 plus 2 A.P. C-Print, 90 by 60 cm 2014 “We are sick of being jerked around” Edition of 7 plus 2 A.P. C-Print, 60 by 40 cm 2014 “University of Pennsylvania” Edition of 7 plus 2 A.P. C-Print, 80 by 120 cm 2012 “I don’t want to be your hero” Edition of 7 plus 2 A.P. C-Print, 60 by 90 cm 2014 Open Happiness (Self-Portrait number 6) Edition of 7 plus 2 A.P. C-Print, 90 by 60 cm 2014 “On a spaceship somewhere” Edition of 7 plus 2 A.P. C-Print, 120 by 80 cm 2013 “Build castles in the sky and in the sand” Edition of 7 plus 2 A.P. C-Print, 120 by 80 cm 2012 “Winter just wasn’t my season” Edition of 7 plus 2 A.P. C-Print, 90 by 60 cm 2014 “This must be the place” Edition of 7 plus 2 A.P. C-Print, 80 by 120 cm 2012 “Thank you very much Mr.Roboto” Edition of 7 plus 2 A.P. C-Print, 60 by 90 cm 2012 “We will take what we want, and give the rest away” Edition of 7 plus 2 A.P. C-Print, 120 by 80 cm 2014 “Don’t get too close it’s dark inside” Edition of 7 plus 2 A.P. C-Print, 120 by 80 cm 2014 “All the times I had a chance to…” Edition of 7 plus 2 A.P. C-Print, 90 by 60 cm 2014 “Why are we loosing time” Edition of 7 plus 2 A.P. C-Print, 100 by 150 cm 2013 Call Mom and Dad Edition of 7 plus 2 A.P. C-Print, 60 by 40 cm 2013 “But if you close your eyes” Edition of 7 plus 2 A.P. C-Print, 120 by 80 cm 2013 “We don’t need that much” Edition of 7 plus 2 A.P. C-Print, 120 by 80 cm 2014 “She wants another scene” Edition of 7 plus 2 A.P. C-Print, 120 by 80cm 2013 “I can’t settle in these walls” Edition of 7 plus 2 A.P. C-Print, 120 by 80 cm 2013 “I am gonna make it through this year” Edition of 7 plus 2 A.P. C-Print, 120 by 80 cm 2013 Love Me (Self Portrait number 5) Edition of 7 plus 2 A.P. C-Print, 90 by 60 cm 2013 “Maybe I am not moving on” Edition of 7 plus 2 A.P. C-Print, 150 by 100 cm 2014 “Made in LA” Edition of 7 plus 2 A.P. C-Print, 180 by 60 cm (2 separate prints each 90 by 60 cm) 2014 Untitled 2, Los Angeles Collage on C-Print and Frame, 2014 37 by 31cm (detail) Untitled 1, Los Angeles Collage on C-Print and Frame, 2014 31 by 37cm Untitled 7, Los Angeles Collage on C-Print and Frame, 2014 46 by 41,5 cm (detail) Untitled 3, Los Angeles Collage on C-Print and Frame, 2014 23 by 32,5 cm Untitled 9, Los Angeles Collage on C-Print and Frame, 2014 56.5 by 47 cm Untitled 11, Los Angeles Collage on C-Print and Frame, 2014 76 by 46.5 cm Untitled 18, Los Angeles Collage on C-Print and Frame, 2014 67 by 79 cm Untiled 6, Los Angeles Collage on C-Print and Frame, 2014 42 by 52 cm Untitled 10, Los Angeles Collage on C-Print and Frame, 2014 25 by 34.5 Untitled 8, Los Angeles Collage on C-Print and Frame, 2014 48 by 39 cm Untitled 4, Los Angeles Collage on C-Print and Frame, 2014 Diameter 19 cm Untitled 17, Los Angeles Collage on C-Print and Frame, 2014 53 by 43 cm Untitled 14, Los Angeles Collage on C-Print and Frame, 2014 47.5 by 40 cm Untitled 13, Los Angeles Collage on C-Print and Frame, 2014 77 by 58 cm Untitled 16, Los Angeles Collage on C-Print and Frame, 2014 60 by 44 cm Untitled 12, Los Angeles Collage on C-Print and Frame, 2014 80 by 61 cm Untitled 15, Los Angeles Collage on C-Print and Frame, 2014 34 by 41 cm Untitled 5, Los Angeles Collage on C-Print and Frame, 2014 24 by 24 cm opposite page “Promises, Promises, Promises” (Miami-Cyprus-New York-St Moritz-LondonMaasai Mara, October 2012/ February 2013) 25 individually framed Polaroids (detail) (detail) (detail) (detail) (detail) following page “Endless Summer” (Miami-Cyprus-London-New York-MalindiTaormina, October 2012/ June 2013) 25 individually framed Polaroids (detail) (detail) (detail) (detail) (detail) opposite page “Venice Biennale” (Venice, June 2013) 30 individually framed Polaroids (detail) (detail) (detail) (detail) (detail) “A Special Moment” (London, February 2013) 3 individually framed Polaroids “Wasteland” (Los Angeles-New York, March/April 2013) 8 individually framed Polaroids opposite page “Laugh” (Los Angeles, March 2013) 2 individually framed sets of 3 Polaroids (detail) (detail) Micol Sabbadini was born in 1983, she graduated in 2007 from the University of Pennsylvania with a B.A. in Fine Arts. She lives and works between Milan and the USA. Shows: November 2011- Group Show at ‘Galleria Galica’ , Milan (Italy). February 2012- Solo Show at ‘Gallery Gmurzynska’ , Sainkt Moritz (Switzerland). October 2013- Participated at ‘Arte Verona’ with Galleria Workshop. February 2013- Solo Show at ‘Galleria Workshop’ , Venice (Italy). February 2013- Participated at ‘Flash Art Fair’ in Milan with Galleria Workshop. March 2013- Participated at ‘Art 13’ in London with Galleria Workshop. October 2013- Solo show at ‘Christie’s Auction House’ , New York. April 2014- Group Show ‘Rassegna Di Nuova Arte’ curated by Giulia Sillato, at Castello Scaligero, Villafranca di Verona (Italy). May 2014- Solo show at ‘Galleria Glauco Cavaciuti’ , Milan (Italy). To: mom and dad, always my professors at ‘Phillips Academy’, ‘Trinity College’ and ‘University of Pennsylvania’ , you shaped me Babacar and Anna, you made LA special Diego, yes you too…. Thank you! Micky Dedicato alle mie tre stelle: Francesca, Grazia e Gabriella Glauco Vedere.. guardare.. Perdersi ammirando un tramonto , un panorama , un sorriso.. Le emozioni passano dagli occhi e arrivano al cuore.. L arte e la massima espressione delle emozioni , che passano per i nostri occhi per raggiungere l anima. Serve cultura , impegno e tecnologia per ottenere la migliore soluzione visiva. Noi , da 150 anni , ci impegniamo a fare solo questo: per te , per i tuoi occhi e per le tue emozioni.