SANTUARIO SAN GIUSEPPE - Santuario di San Giuseppe

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SANTUARIO SAN GIUSEPPE - Santuario di San Giuseppe
SANTUARIO SAN GIUSEPPE
Benedizione e Concerto Inaugurale
del maestoso Organo polifonico restaurato
21 giugno 2007
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… A proposito di un doveroso e riuscito restauro
L’organo, da sempre e con buona ragione, viene qualificato come il re degli strumenti musicali, perché
riprende tutti i suoni della creazione e dà risonanza alla pienezza dei sentimenti umani, dalla gioia alla
tristezza, dalla lode fino al lamento.
Inoltre, trascendendo come ogni musica di qualità la sfera semplicemente umana, rimanda al divino. La
grande varietà dei timbri dell’organo, dal piano fino al fortissimo travolgente, ne fa uno strumento superiore
a tutti gli altri. Esso è in grado di dare risonanza a tutti gli ambiti dell’esistenza umana. Le molteplici
possibilità dell’organo ci ricordano in qualche modo l’immensità e la magnificenza di Dio. Il salmo 150 parla
di Trombe e flauti, di arpe e cetre, di cembali e timpani: tutti questi strumenti musicali sono chiamati a dare il
loro contributo alla lode del Dio trinitario. In un Organo le numerose canne e i registri devono formare
un’unità. Se qua o là qualcosa si blocca, se una canna è stonata, questo in un primo momento è percettibile
forse soltanto da un orecchio esercitato. Ma se più canne non sono più ben intonate, allora si hanno delle
stonature e la cosa comincia a divenire insopportabile. Anche le canne di quest’organo sono esposte a
cambiamento di temperatura e a fattori di affaticamento. E’ questa un’immagine della nostra comunità nella
Chiesa. Come nell’organo una mano esperta deve sempre di nuovo riportare le disarmonie alla retta
consonanza, così dobbiamo anche nella Chiesa, nella varietà dei doni e dei carismi, trovare mediante la
comunione nella fede sempre di nuovo l’accordo nella lode di Dio e nell’amore fraterno. Quanto più,
attraverso la Liturgia, ci lasciamo trasformare in Cristo, tanto più saremo capaci di trasformare anche il
mondo, irradiando la bontà, la misericordia e l’amore per gli uomini di Cristo.
Alla luce di quanto fin qui detto, ben si colloca il vivo plauso al coraggio e alla intraprendenza dei giovani
amministratori del Santuario di San Giuseppe in Sant’Agnello, che con caparbietà e passione, hanno
promosso e felicemente realizzato, ad opera della ditta organaria “A. Bevilacqua E. & F. di Tore dei Nolfi
(AQ)”, il recupero del più grande Organo presente sul territorio della Arcidiocesi Sorrentino-Stabiese,
pregevole testimonianza dell’arte organaria del XX secolo. La possente sonorità di tale artistico manufatto,
unita a dolcissimi timbri riecheggianti archi e flauti, torna finalmente a risuonare nella maestosa navata del
Santuario giuseppino per una importante ed attiva partecipazione alla Sacra Liturgia, nonché per auspicabili
rassegne di concerti, finalità propria all’origine della progettazione di tale insigne strumento.
Sorrento, 1 giugno 2007
Maestro don Angelo Castellano
Grazie!
Per un misterioso e provvidenziale disegno di Divina Bontà, sono protagonista, unitamente agli
Amministratori della “Venerabile Confraternita del Sacro Cuore di Maria e di San Giuseppe”, della
speciale e felice ricorrenza del primo Centenario dalla Consacrazione del Tempio di San Giuseppe.
Ed è ben giusto, porre per tale fausta circostanza un preziosissimo dono che perpetui il ricordo e la
gioia di tutto quest’anno giubilare: il recupero del maestoso Organo “Schimicci” mediante un radicale
restauro atto a ripristinarne le antiche e suggestive sonorità. Tutto ciò in ossequio ad una consolidata e
pluridecennale tradizione che ogni anno ha visto, come in una gara di generosità, i devoti giuseppini,
donare vere e proprie opere d’arte, tutt’oggi custodite con amore nel grande scrigno dorato che è il
Santuario di San Giuseppe.
Un grande coraggio ed una “santa follia” ci ha visti impegnati, oltre le nostre reali e modeste
possibilità, ad osare la realizzazione di un’opera dagli elevati costi economici: la provvidenza ancora una
volta ha “schiaffeggiato” la nostra incredulità ed ora, sotto gli occhi di tutti, nella preziosa cassa lignea,
il Grande Organo accompagna, ora come un uragano, ora come una dolce brezza, le lodi di Dio e la Sua
Divina presenza!
Doveroso è il ringraziamento che sale dal nostro cuore a tutti coloro che, memori del fatto che “… Dio
ama chi dona con gioia”, hanno contribuito con offerte, preghiere, simpatia e affetto fraterno, alla
concretizzazione di tale “miracolo”; segno ancora di viva e appassionata partecipazione alla vita della
Chiesa che si manifesta anche nella tutela e trasmissione ai posteri di un patrimonio di arte e di fede che
celebra la bellezza e la santità di Dio.
Priore
dalla sede del Pio Sodalizio, Sant’Agnello, 8 giugno 2007
Ing. Francesco De Angelis
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RELAZIONE TECNICA
“ORGANO SCHIMICCI”
L’organo del Santuario di San Giuseppe, collocato nella cantoria sopra il portale d’ingresso, ha
mostrato di essere, uno strumento interessante per le sue qualità tecniche costruttive usate dal suo
costruttore “SCHIMICCI ” nel lontano 1919. Infatti, da un’accurata analisi si è riscontrato che questo
strumento è stato il più grande organo, sia come numero di tastiere che come registri sonori, che la ditta
“SCHIMICCI” abbia costruito durante la sua attività organaria.
Costruito nel 1919 per la SALA ACCADEMICA DEL PONTIFICIO ISTITUTO DI MUSICA
SACRA A ROMA, l’organo nel 1933 fu trasferito nel suo ambiente attuale.
L’imponenza della sua facciata e soprattutto della sua Consolle, fa credere ad un organo che abbia tre
manuali e pedale, mentre già ad una prima analisi, si è potuto constatare che l’autore, aveva utilizzato il
sistema chiamato in gergo tecnico “doppio scomparto” il quale permette all’esecutore di usare registri
appartenenti allo stesso somiere in due diversi manuali (tastiere). Ciò né consegue che lo strumento pur
possedendo tre tastiere in consolle ha solo due manuali (somieri) che ospitano i vari registri dell’organo.
Il lavoro preparatorio è stato di grandissima importanza al fine di esaminare attentamente lo stato di
conservazione delle varie parti ed eventuali manomissioni apportate nel corso degli anni. Purtroppo lo
strumento ha subito nel tempo, diversi interventi che ne hanno modificato in parte la natura originaria. In
questo caso, accanto ad un intervento conservativo si è operato per il ripristino di alcune parti mancanti o
dimesse; in particolare per quanto concerne la fonica dello strumento, sono state ricostruite due file di
canne appartenenti al registro G. O., alcune canne del registro Tromba e Oboe, e tre ottave del registro
Flauto 2’ del II^ o III^ manuale. Il lavoro preliminare ha comportato l’inventario di tutto il materiale
presente e una documentazione fotografica dell’esistente. Si è verificata la pressione del vento (57 mm.
in colonna d’acqua G. O.) (78 mm. in colonna d’acqua per II^, III^ e Pedale) il corista 440 Hertz a 18°.
L’organo è stato smontato e tutte le sue parti trasportate presso il nostro laboratorio sito in Torre dei
Nolfi (AQ). Tutti i somieri che compongono lo strumento sono stati completamente aperti, trattati con
antitarlo, stuccati i fori, sostituite tutte le guarnizioni in pelle di agnello, ricalibrate tutte le valvole
nell’interno dei somieri e sostituite tutte le borsette a membrana costruite con pelle di agnello di prima
scelta in numero di circa 3500. I quattro mantici originali sono stati disinfestati rincollati con colla
naturale a caldo e reimpellati con pelle di montone.
Un nuovo e silenziosissimo elettroventilatore è stato collocato all’interno della cassa. Le canne di
metallo sono state lavate con appositi detergenti è rimesse “in forma”, là dove necessario, chiusi gli
squarci, tutto nel rispetto delle antiche tecniche di lavorazione. Infine esse sono state ricollocate nelle
apposite sedi e intonate affinché recuperassero il loro suono originale. Le canne di legno sono state
ripulite disinfestate e sottoposte ad imbevitura di colla a caldo secondo le antiche tecniche; sono state
sostituite solo le parti irreparabili. E’ stato sostituito il sistema “trasmissivo” anticamente “Pneumatico Tubolare” in una concezione moderna, costituita da centraline elettroniche, collegato con cavo unipolare.
Il nuovo sistema assicura una maggiore affidabilità, una velocità di trasmissione elevata offrendo
all’organista di poter disporre in consolle di un maggior numero di comandi. Si è provveduto ad
installare una nuova consolle a piano pavimento chiesa, oltre alla esistente situata in cantoria; affinché si
rispettassero le nuove norme del Concilio Vaticano, che prevedono la presenza dell’esecutore vicino
l’assemblea.
Infine dopo un accurato studio di tutta la fonica dello strumento si è deciso di dotare l’organo di un
nuovo registro al pedale “Trombone 16^”, con quest’aggiunta sonora lo strumento è completo in tutti i
suoi corpi delle varie famiglie dei singoli registri.
Il timbro intenso del “Principale Forte” il brillante “Ripieno” del G. O. le rotonde sonorità dei “Flauti”
il dolce suono della “Voce Umana” la smagliante “Tromba” l’incisivo “Cornetto” fanno di questo
strumento un magnifico organo, sia per uso concertistico che per l’accompagnamento delle liturgie
religiose, collocandolo tra i primissimi posti per qualità sonora, nel panorama degli organi della penisola
Sorrentina.
Organaro
Eligio Bevilacqua
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La Storia dell’Organo
Già dall’inaugurazione del nascente Tempio di San Giuseppe, nei pensieri dei suoi fondatori vi era l’idea
ed il grande desiderio nonché la necessità di arricchire la chiesa di un decoroso organo.
Fu affidato alla Premiata e Privilegiata Fabbrica d’Organi Inzoli Cav. Pacifico & Figli di Crema la
realizzazione di tale strumento, ma la mancanza di fondi fece abortire l’iniziativa. L’apertura al culto del
Tempio, iniziò con un organo a canne del settecento con cassa in oro, tuttora custodito presso la chiesa. Un
organo molto bello, ma insufficiente a soddisfare le esigenze del Tempio.
L’idea della realizzazione di un organo maestoso e degno della grandezza della chiesa del Santo Patriarca
era sempre viva. Così, il priore Antonino Iaccarino e Padre Mariano Iaccarino, monaco cassinese e fratello
dell’indimenticabile nostro Parroco Mons. Giuseppe Iaccarino, iniziarono le trattative con la Ditta Fratelli
Schimicci di Atina (Frosinone) per l’acquisto di un organo da concerto a tre tastiere
costruito negli anni venti per la Pontificia Scuola Superiore di Musica Sacra in Roma.
Un organo con sistema trasmissivo pneumatico, composta da 46 registri reali
disposti su tre tastiere di 58 note e di una pedaliera di 30 note, con un totale di circa
2500 canne. Il suo valore reale era di circa 100.000 lire, ma la ditta era disposto
cederlo ad un prezzo inferiore. La cassa e il vestibolo furono realizzati da ebanisti
locali, Aponte Mario e Buono Nemesio.
Nel gennaio del 1933, i fratelli Schimicci iniziarono a montare l’organo nella suo
nuova dimora. Per dare un’idea della grandiosità dell’opera che si stava ultimando,
basti pensare che occorsero due grossi camions per trasportare da Atina gran parte del
materiale occorrente, mentre la restante parte giunse per ferrovia.
Quest’organo è tuttora il più importante della Penisola Sorrentina e tra i più grandi del centro sud. Fu
collaudato il 23 aprile 1933 dal maestro Prof. Carmelo Sangiorgio dell’Istituto Pontificio di Musica Sacra in
Roma, e dal maestro Prof. Alessandro de Bonis. Quel giorno, come si legge dal Bollettino n. 6 del maggio
1933, “… Alle ore 9,30 in rappresentanza di Mons. Arcivescovo impedito, il P. Spirituale Sac. Prof. Arnaldo
Auletta, ha benedetto il grandioso organo dopo di che il Sac. Giuseppe Dott. Iaccarino in un breve discorso
ha magnificato l’organo nel tempio dicendolo voce di Dio, voce della Chiesa, voce dell’arte. Seguì il
concerto tenuto dal maestro D. Carmelo Sangiorgio e da D. Alessandro De Bonis, che fu molto apprezzato
dal pubblico presente”.
Nel corso degli anni, a questo grandioso organo da concerto hanno suonato insigni maestri, è giusto
ricordarne alcuni: P. Mariano Jaccarino del Cenobio di Montecassino, il Prof. Ferruccio Vignanelli, direttore dell’Istituto Pontificio di Musica Sacra, Mons. Onorio Rocca, musicista e compositore, il Conte dr.
Giuseppe Floro della Guardia Nobile di Pio XI, il Prof. V. Darup-Yensen organista di 1° grado del Governo
di Copenaghen (1936) e negli anni a noi più vicini, i maestri Gennaro D’Onofrio, Domenico D’Ascoli, Enzo
Marchetti, P. Enrico Buondonno, M. Valeria Brigani.
Nel terremoto del 23 novembre 1980, l’organo subì dei gravissimi danni a causa della caduta di un
cornicione sovrastante. I priori l’ing. Salvatore Fiorentino e il cap. Ciro Prudente con le loro amministrazioni
non restarono insensibili alla rovina capitata al prestigioso strumento. Ma purtroppo l’enorme spesa e la
mancanza di fondi li fecero desistere dall’intraprendere ciò che era necessario per ridare vigore allo organo
gravemente danneggiato. Con la speranza di tamponare i danni affidarono ad un maestro locale, Giuseppe
Aiello, il compito di tutta una serie di micro interventi. Tutto ciò non fu sufficiente e col passar del tempo
venivano meno sempre più registri, al bloccaggio di note e poi ad un degrado tale da non essere più possibile
suonarlo.
Nel 2003, vista la tragica situazione dell’organo e per l’imminente primo Centenario dalla Consacrazione
del Santuario San Giuseppe, il priore ing. Franco De Angelis, unitamente a tutta la sua Amministrazione e
all’incaricato Arcivescovile per il restauro e la tutela degli Organi, don Angelo Castellano, incominciarono a
chiedere innumerevoli preventivi di quasi tutte le ditte organarie d’Italia. Fattasi un’idea della spesa, non si
affidò subito l’opera in quanto era necessario il rifacimento dell’impianto elettrico dell’intero Santuario.
Verso la fine del 2005, il responsabile Arcivescovile selezionò quattro ditte con il miglior rapporto qualitàprezzo. A queste ultime furono chiesti gli aggiornamenti dei preventivi in modo da poter fare la scelta finale.
Decisa la ditta, dopo l’approvazione dei Confratelli e della Curia, il 14 marzo del 2006 veniva affidato il
recupero dello strumento alla ditta A. Bevilacqua E. & F. di Tore dei Nolfi (AQ) con l’obiettivo di
consegnare i lavori in occasione dell’anno centenario del Tempio di San Giuseppe.
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CONCERTO INAUGURALE
21 Giugno 2007
Programma
Organista M° Prof. Giorgio Muto
Giorgio Muto è nato ad Avellino: ha studiato Pianoforte, Organo e composizione corale. Ha
completato brillantemente gli studi di Organo e Composizione organistica presso il
Conservatorio “Cimarosa” di Avellino alla scuola prestigiosa del M° Prof. Don Stefano Romano.
Si è perfezionato con i maestri Tagliavini, Van de Pol, Vogel, Finotti e Monika Henking. Ha
partecipato ad importanti rassegne organistiche a Roma, Lecce, Brindisi, Pistoia, etc. Svolge
intensa attività concertistica riscuotendo notevole successo di pubblico e di critica. E’ Docente
di teoria e solfeggio al Conservatorio Cimarosa di Avellino.
M° Prof. Don Stefano Romano: Introduzione e commenti brani
BRANI
1) G. FRESCOBALDI:
Toccata I
2) J.S. BACH:
Corale – Noi crediamo tutti in un solo Dio creatore
Corale – Ardo d’un gran desiderio
Corale – Rallegratevi nel Signore
3) S. ROMANO:
Canzoncina (Al Maestro F.M. Napoletano)
4) J. ALAIN:
Litania IV
5) J.G. WALTHER – G. MECK: Concerto del Sig. Giuseppe Meck appropriato all’organo
(Pseudonimo di A. Vivaldi?)
Allegro – Adagio – Allegro
6) C.C. SAINT – SAËNTS:
Fantasia: Andante con moto – Allegro con fuoco
7) B. PASQUINI:
“Toccata con lo scherzo del cuccù”
(Trascriz. Per Organo di F. Vignanelli)
8) C.M. WIDOR:
Andante (dalla sinfonia gotica)
9) BOËLLMANN:
Suite gotica: Introduzione corale – Minuetto gotico –
Preghiera a “Notre Dame” – Toccata
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PROSSIMI CONCERTI
Programma
14 Agosto 2007:
Organista: Maestro don Angelo
28 Settembre 2007: Organista Maestro prof. Roberto Marini
Roberto Marini caratterizza la sua carriera concertistica con l'esecuzione, nel 2002, in 16 concerti,
dell'opera completa per organo di M. Reger, col patrocinio dell'Ambasciata della Rep. Fed. di Germania, del
Max Reger Institut e della Conferenza Episcopale Italiana, destando grande interesse nel panorama musicale
italiano e internazionale e riscuotendo un notevole successo di critica e di pubblico. Altro momento
importante della sua carriera è l'esecuzione dell'opera completa per organo di J. S. Bach (1996). Si dedica
inoltre, con successo, all'improvvisazione.
Nato a Teramo, inizia i suoi studi musicali come allievo del grande F. Germani a Roma. Si diploma in
Organo e composizione organistica con il massimo dei voti sotto la guida della prof.ssa A.M. Polcaro, presso
il Conservatorio “A. Casella” dell’Aquila eseguendo le "Variazioni e fuga su un tema originale" op. 73 di M.
Reger. Nel 1994 ottiene il prestigioso I premio di Virtuosité d’organo al Conservatorio di Ginevra sotto la
guida del M° L. Rogg. Accanto a quelli musicali R. Marini ha proseguito i suoi studi classici laureandosi in
Giurisprudenza. Vincitore di concorsi, da anni svolge un’intensa attività concertistica che lo porta ad esibirsi
in numerosi e importanti Festivals e Rassegne in Italia e all’estero. Tiene corsi e seminari ed è chiamato a far
parte di giurie in concorsi.
Ha inciso CDs, ottenendo ottime recensioni da parte di prestigiose Riviste Musicali e ha effettuato
registrazioni sia per la Radio Vaticana che per la RAI- Radio Televisione Italiana per la quale ha registrato in
prima assoluta la Sonata per organo di G. Martucci. L’importante compositore spagnolo A. Martorell gli ha
dedicato una grande opera per organo, che è stata eseguita in prima mondiale nella Sala Paolo VI (Sala
Nervi) in Vaticano. Importante riconoscimento alla sua carriera è stato l'invito, nel 2004, dell’Ambasciata
Tedesca presso la Santa Sede, della Casa di Goethe e del Max-Reger-Institut, a rappresentare la cultura
tedesca con un concerto, interamente dedicato a Reger, nell’ambito della “Settimana di cultura tedesca in
Italia”; unico concerto d'organo tra i 100 eventi culturali organizzati in tutta Italia e ripreso dalla emittente
tedesca ARD. Di recente l’Università degli Studi “G. D’Annunzio”di Chieti lo ha chiamato a suonare in un
video sugli organi d’Abruzzo che è stato presentato in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico
2006/07
E’ titolare della cattedra di Organo complementare e Canto gregoriano presso il Conservatorio “L.
D’Annunzio” di Pescara del quale è stato per diversi anni Vicedirettore. E’ direttore artistico della
“Rassegna Internazionale d’organo” di Teramo, del Festival Internazionale d'organo "A. Martorell" di
Maiorca (Isole Baleari - Spagna) e curatore della rassegna “D’estate l’organo” di Castelbasso (Te).
BRANI
1) J. REUBKE:
Sonata sul 94° Salmo (1834-1858)
2) J.S. BACH:
Preludio Corale, Liebster Jesu, wir sind hier“ BWV 731
Preludio e Fuga in re magg BWV 532 (1685-1750)
3) A. MARTORELL:
da “The Zodiac” : Ecstasy (1913)
4) M. REGER:
Fantasia e Fuga sul nome B.A.C.H op. 46
(1873-1916)
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1907 – 2007
Primo Centenario dalla Consacrazione del Santuario di San Giuseppe
Sant’Agnello (NA)
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