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Questa rivista è offerta da: IN QUESTO NUMERO 3 • LA “MISSIONE” DEL CSA 4 • GINO CUNDARI, IL NUOVO PRESIDENTE DEL CSA E LA SUA METAFORA 5 • “CONOSCERE IL TERRITORIO, UNA PREROGATIVA FONDAMENTALE... 7 • IL CONSORZIO... LA FORZA DI STARE INSIEME 8 • MAPFRE, QUANDO L’ASSICURAZIONE SI FA’ FLESSIBILE 11 • IL PROGETTO CSA INCONTRA IL MONDO UNIVERSITARIO 12 • CARBURANTI ECOLOGICI, COSI’ PALERMO VUOLE USCIRE DALL’INQUINAMENTO 19 • IL MONDO DELL’AUTO: UN CAMBIAMENTO CULTURALE O EPOCALE? 20 • “E’ NECESSARIA UNA NUOVA POLITICA DI RETE” 25 • ANTONELLO BLANDI, QUANDO L’ARTE PORTA FORTUNA 26 • “SVILUPPO SOSTENIBILE, LA CHIAVE DI LETTURA PER LA MOBILITA’ DI DOMANI” 27 • QUALE FUTURO PER TERMINI IMERESE? 28 • E’ CAMBIATA L’AUTO O IL MODO DI VENDERLE? 31 • FIAT HISTORY, SECONDA PARTE Questa rivista è un omaggio del CSA Consorzio Servizi Auto Via Imperatore Federico 81 - 90143 Palermo Tel. 091/6392221 - Fax 091/6392213 [email protected] e dalla Rete Concessionari Fiat della Sicilia Foto di copertina: “Corridoio Terzo Tempo” dell’incontro tra le nazionali di Rugby di Scozia e Italia nel recente “6 Nazioni” (per gentile concessione della F.I.R e del Dott. Andrea Cimbrico) Editore: Studio Della Casa S.a.S. Via Giardini 431/E - 41100 Modena Tel. 059/346299, www.studiodellacasa.it; Postatarget Magazine - tariffa pagata - DCB Centrale/ PT Magazine ed./aut.n.50/2004 - valida dal 07/04/2004 - Fair Play n.1/2010 - Aut. Trib. Forlì n. 17 del 2008 - Direttore responsabile: Marco Pederzoli; Direttore editoriale: Stefano Della Casa; Redazione: Dino Della Casa, Marco Pederzoli, Paolo Pignatti; Coordinamento grafico: Studio Degò/MO; Art work: Chiara Ottolini; Foto: Paolo Pignatti, Giancarlo Vaccaro, Ufficio Stampa FIAT, Ufficio stampa Sergio Tumino; Stampato in esclusiva per l’Editore Della Casa: Modulgrafica (FC). Azienda con qualità certificata BVQI A norma dell’art. 7 della legge n. 196/2003 il destinatario può avere accesso ai suoi dati, chiederne la modifica o la cancellazione oppure opporsi al loro utilizzo scrivendo a: Studio dott. Della Casa S.a.s. – Via Giardini, 431/E – 41100 Modena (MO) 2 EDITORIALE La “missione” del CSA Gentili lettori, benvenuti a questo nuovo appuntamento con Fair Play, il magazine ufficiale del Consorzio Servizi Auto. Non è un caso se abbiamo deciso di uscire con tale pubblicazione proprio in questo periodo: crediamo quanto mai opportuno, in un momento come quello contingente, continuare a offrire uno strumento di dibattito e confronto tra chi è impegnato quotidianamente nella difficile professione di concessionario e tra chi è attivo negli ambiti che interessano da vicino il mondo dell’auto, a cominciare da quello politico e istituzionale. Il 2010, del resto, ci vede nelle condizioni di affrontare sfide estremamente impegnative: gli incentivi statali sull’auto non sono stati riconfermati, l’uscita dalla crisi economica procede con lentezza, il mercato delle quattro ruote, che pure ha fatto registrare segnali incoraggianti a inizio anno, terminerà molto probabilmente con un’altra flessione. Quale ruolo deve ritagliarsi il CSA in un simile contesto? In primo luogo, credo che il modo migliore per muoversi in una simile situazione sia recuperare i nostri valori fondanti. Del resto, uno dei principali motivi per cui, nel 2005, venne fondato il CSA, fu proprio quello di reagire ad un momento di difficoltà che stava attraversando la Fiat a livello nazionale. L’idea di “fare squadra”, “fare sistema”, in una parola “l’aggregazione”, allora si rivelò vincente. Tanto più, in un contesto come quello odierno, ritengo che debbano essere recuperati a pieno titolo simili valori, che contraddistinguono peraltro anche lo sport, quello pulito, quello del “fair play”, quello del gioco di squadra – come per una scalata in quota – o del noto “terzo tempo” del rugby. Ovviamente, la vicinanza delle istituzioni al mondo dell’imprenditoria rimarrà una condizione fondamentale. Si motivano in questo senso l’intervento del Vice Sindaco di Palermo, on. Francesco Scoma, su un argomento che ci interessa da vicino: il potenziamento della rete distributiva di carburanti nel comune di Palermo, con particolare riguardo a quelli ecologici. I temi sono dunque più che mai attuali, così come i contributi del Dott. Giacomo Iannotta, esperto nello “sviluppo dealer” del settore auto, del Dott. Lelio Cusimano, Direttore Generale della Fondazione Federico II e dello stesso Dott. Filippo Pavan Bernacchi, Presidente di Federaicpa. In altri termini, siamo convinti che la strada del confronto e del dialogo sia quella giusta. Il presente numero di Fair Play è qui per dimostrarlo. Buona lettura e arrivederci a presto. Dott. Gino Cundari Presidente CSA 3 GINO CUNDARI, il nuovo presidente del C.S.A e la sua metafora Gino Cundari Dio condusse il sant’uomo verso due porte, ne aprì una e gli permise di guardare all’interno. Al centro della stanza, c’era una grandissima tavola rotonda. Al centro di essa, si trovava un grandissimo recipiente contenente cibo dal profumo delizioso. Il sant’uomo sentì l’acquolina in bocca. Le persone sedute intorno al tavolo erano però magre, dall’aspetto livido e malato. Avevano tutti l’aria affamata e, attaccati alle loro braccia, erano dei cucchiai dai manici lunghissimi. Tutti potevano raggiungere il piatto di cibo e raccoglierne un po’, ma poiché il manico del cucchiaio era più lungo del loro braccio, non potevano accostare il cibo alla bocca. Il sant’uomo tremò alla vista della loro miseria e delle loro sofferenze. Dio disse: “Hai appena visto l’Inferno”. Dio e l’uomo si diressero poi verso la seconda porta. Dio l’aprì. La scena che l’uomo vide era identica alla precedente: c’era la grande tavola rotonda e il recipiente colmo di cibo delizioso, che gli fece ancora venire l’acquolina. Le persone intorno alla tavola avevano anch’esse cucchiai dai lunghi manici attaccati alle braccia. Questa volta, però, le persone erano ben nutrite, felici e conversavano tra loro sorridendo. Il sant’uomo disse a Dio: “Non capisco”. “E’ semplice”, rispose Dio. “Dipende solo da un’abilità: essi hanno appreso a nutrirsi gli uni gli altri, mentre quelli che hai visto prima non pensano che a loro stessi. Quando Gesù è morto sulla croce, pensava a te”. Dall’inizio del 2010, Gino Cundari è stato nominato presidente del CSA. Nato il 19 luglio 1966 a Taormina, si laurea in pedagogia all’Università di Catania e, nel 1984, fa il suo ingresso ufficiale del mondo delle quattro ruote, entrando nell’azienda di famiglia che è concessionaria auto da tre generazioni. Nel 1997 ne diventa presidente del consiglio d’amministrazione, ruolo che ricopre tutt’oggi in azienda, dove è affiancato dai fratelli Cinza (consigliere delegato) e Paolo (responsabile commerciale). Sposato con due figli, vanta un passato da agonista con eccellenti risultati nello sci d’acqua. Attualmente, nel tempo libero preferisce dedicarsi alla lettura. L’IMPORTANZA DELLA CONDIVISIONE Un apologo caro al presidente Cundari, esprime con chiarezza i valori fondanti del CSA, che devono appunto essere pervasi dal senso della condivisione e dallo spirito di squadra. Di seguito, se ne riporta il testo integrale: Un sant’uomo ebbe un giorno a conversare con Dio e Gli chiese: “Signore, mi piacerebbe sapere come sono il Paradiso e l’Inferno”. Pieter Brugel il vecchio (1526-1569) “Banchetto Nuziale” 4 “CONOSCERE IL TERRITORIO, una prerogativa fondamentale per uscire dalla crisi” Intervista a Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federaicpa (l’associazione che rappresenta i concessionari italiani di tutti i marchi) In un contesto come quello attuale, le sofferenze del settore auto sono un elemento costante all’ordine del giorno. La situazione contingente, rende particolarmente difficoltoso anche capire quali siano le tendenze che potranno portare ad uscire da tale empasse. Per affrontare questo delicato tema, anche alla luce della mancata concessione degli incentivi statali per l’acquisto di auto nuove, Fair Play ha intervistato Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federaicpa. Dott. Bernacchi, partiamo innanzitutto dalla mancata concessione degli incentivi statali al settore dell’auto. Quali effetti potrà comportare questo dato di fatto e quali sono le previsioni 2010 per il comparto auto? Noi abbiamo chiesto a più riprese al Governo che fosse prevista una strategia di uscita dagli incentivi statali, in modo che essi decrescessero gradualmente per riportare poi la situazione alla normalità. Gli incentivi sono un doping per il mercato, e in quanto tali non dovrebbero essere interrotti repentinamente. Così però non è stato, e ciò ha provocato e provocherà diversi effetti negativi. In primo luogo, nei primi due mesi del 2010 abbiamo avuto il mercato bloccato, a causa dell’incertezza sulla continuazione o meno degli incentivi. Ma il peggio deve ancora arrivare. Nell’arco del 2010, la vendita di vetture nuove in Italia è prevista nell’ordine di 1.700.000 unità. Con gli incentivi statali, questo numero sarebbe salito a 2,1 - 2,2 milioni. Un tracollo notevole, quindi, che può avere dimensioni ancora più ragguardevoli se alla cifra di 1,7 milioni sottraiamo le 250.000 vetture provenienti dagli ordini del 2009. Effettivamente, il netto venduto nel 2010 si attesterà su 1.450.000 unità. Negli ultimi anni, le concessionarie auto hanno sempre più implementato la propria offerta, mettendo a disposizione, oltre alla vendita, diversi altri servizi, dalla ricambistica all’officina. Secondo Lei il settore del post vendita può essere decisivo in un periodo come quello attuale? Il comparto della manutenzione può aiutare, ma non sempre. Dato il periodo difficile, molti automobilisti rimandano gli interventi di manutenzione sulla propria vettura, effettuandoli esclusivamente in caso di rotture. L’officina potrà quindi dare il proprio contributo per uscire da questa crisi, ma non è scontato, e ciò non è valido come regola generale. Credo che un certo recupero, invece, si potrà apprezzare sull’usato, sempre piuttosto ricercato in periodi di difficoltà. Quali sono i consigli che, in base alla Sua esperienza e al Suo ruolo, si sente di dare in questo momento ai concessionari auto? Se devo dare un consiglio, il mio è quello di ridurre al massimo i costi all’interno della propria azienda. Inoltre, a seconda dell’area territoriale in cui ci si trova, bisognerà capire se sarà più opportuno investire nella ricambistica, nell’officina, nell’usato, etc. Non esiste infatti una ricetta che vada bene per tutti. Prendendo in esame nello specifico il contesto siciliano, come vede il momento? La situazione del mercato automobilistico in Sicilia è sicuramente un problema di grande portata. Inoltre, si è aggiunta anche la questione di Termini Imerese, uno stabilimento oggi non più sostenibile così com’è, perché frutto di una logica “non industriale”. Un problema ulteriore sarà quindi ricollocare i 1.400 dipendenti e le 2.000 persone dell’indotto. Dall’altra parte, va comunque rilevato che i siciliani, fin dal dopoguerra, si sono trovati ad affrontare emergenze, e quindi sono preparati alle situazioni difficili. Anche nel caso specifico della Sicilia vale la regola generale: ogni singolo concessionario deve sapere capire il rispettivo mercato, agendo di conseguenza. In Sicilia, i concessionari Fiat hanno creato ormai da alcuni anni il Consorzio CSA. Secondo Lei può essere un’idea vincente anche in questo periodo? La formula del consorzio, di per sé, non è la panacea di tutti i mali. Vi sono consorzi che funzionano bene e altri sull’orlo della liquidazione. Io credo che la fortuna di un consorzio stia nelle persone che lo compongono, le quali a loro volta devono sapere offrire determinati servizi ai loro associati, come prezzi inferiori negli acquisti, informazioni di carattere legale e fiscale. In ultima analisi, un consorzio deve sapere recepire e soddisfare i bisogni dei propri associati. Nel caso specifico, sono convinto che il CSA possa dare molto alla Sicilia e ai concessionari siciliani, perché lo vedo molto attivo e intraprendente. Un esempio su tutti: l’idea del deposito di auto usate a Termini Imerese; si tratterà del primo centro di stoccaggio di questo tipo in tutta Italia. Dal punto di vista del mercato, come si colloca attualmente Fiat nel panorama nazionale? E cosa sente di potere dire ai concessionari della Casa torinese? Il consumatore italiano è per sua natura esterofilo: Fiat, Lancia e Alfa Romeo occupano attualmente un 30% del mercato nazionale, mentre il resto è suddiviso tra marchi esteri. Io credo comunque che il concessionario che investe sul marchio Fiat abbia ottime chance, anche a seguito dell’affare Fiat – Chrysler. Dobbiamo infatti immaginarci uno scenario futuro in cui i costruttori saranno sempre più concentrati in pochi grandi gruppi. E Fiat, in questo senso, è all’avanguardia. Negli ultimi anni Fiat ha investito molte risorse sul fronte dell’ecologia e di una produzione eco compatibile. Secondo Lei è la strada giusta da percorrere anche in futuro? Indubbiamente, e a tal proposito posso già anticipare che le concessionarie Fiat lanceranno il prossimo ottobre una campagna sull’ecologia a livello nazionale, per la quale si sta cercando di ottenere anche il patrocinio di alcuni importanti Ministeri. Il messaggio che si intende far passare è quello dell’impegno a 360 gradi in ambito ecologico: non solo auto a metano, quindi, bensì un’attenzione al rispetto ambientale durante tutte le fasi di produzione, dalla scelta dei componenti, al loro assemblaggio, alla verniciatura, fino al trattamento del rottame a fine vita. Filippo Pavan Bernacchi L’ipotesi di un grande centro stoccaggio vetture usate a Termini Imerese 5 6 IL CONSORZIO… la forza di stare insieme Abbiamo chiesto a Lelio Cusimano, direttore generale della Fondazione Federico II, editorialista del Giornale di Sicilia e osservatore delle vicende economiche della nostra terra, una valutazione sul ruolo del consorzio CSA nel contesto dell’attuale, difficile crisi internazionale. Pubblichiamo di seguito il suo intervento. Da alcuni decenni è in corso una profonda trasformazione nelle attività produttive occidentali. Gli economisti parlano di “smaterializzazione” dell’economia. In pratica si tratta di quel profondo processo di trasformazione dei mercati che segna il passaggio dalla semplice vendita di un bene materiale ai nuovi e più avanzati servizi che accompagnano la vendita. A questo processo non si è sottratto il mondo dell’auto, che anzi dopo la scelta europea di cancellare il rivenditore monomarca, ha spalancato le porte a strutture di vendita sempre più attente ai bisogni di una clientela esigente e, di conseguenza, sempre più impegnate ad accrescere il contenuto di servizio nella vendita e principalmente nel post vendita. Sono personalmente convinto che il CSA (Consorzio Servizi Auto S.p.A.), che raggruppa i concessionari Fiat, Lancia e Alfa Romeo della Sicilia, rappresenti una brillante e tempestiva intuizione, che merita una convinta adesione da parte degli imprenditori coinvolti. Il Consorzio, con il suo fatturato di circa 600 milioni di euro all’anno, con i suoi circa 1.000 dipendenti e con circa 30.000 automezzi venduti (oltre il 30% dell’intero mercato siciliano dell’auto) rappresenta una piattaforma di grandissime potenzialità. Il valore aggiunto del Consorzio non sta ovviamente nella “forza” dei singoli associati. La sua vera forza sta nella sommatoria di tante energie, fino a formare una massa d’urto notevole. Ad una struttura commerciale che ogni anno può contare su almeno 150.000 contatti diretti con una clientela potenzialmente molto interessante, è possibile affidare iniziative e obiettivi che sarebbero impensabili per il singolo associato. Penso ad esempio alla maggiore capacità contrattuale nelle politiche di acquisto attraverso il “semplice” meccanismo della centrale unica d’acquisto. Aspetto, questo, tanto più rilevante quando si pensi a prodotti e servizi per così dire “innovativi”. In sostanza, se è facile immaginare che una lattina di olio lubrificante per motori possa avere un costo decisamente più basso con una fornitura centralizzata, forse può essere meno agevole percepire a priori i grandi vantaggi nell’acquisto comune di beni e servizi innovativi. Ed a questo riguar- do non si può ignorare la possibilità di accedere, ad esempio, al credito su basi del tutto diverse. I consorziati potrebbero infatti trattare da una posizione di forza nei confronti dell’intermediario bancario, fino al punto da immaginare di dare vita essi stessi ad un “Confidi”, una struttura consortile di garanzia reciproca dei fidi dei consorziati, con la possibilità concreta di diventare un riferimento in Sicilia per il vasto mercato di beni e servizi che ruota attorno al mondo dell’automobile; senza dimenticare la possibilità di accedere a generosi contributi pubblici. Si fa un gran parlare in queste settimane della grave crisi economica che ha mandato a “gambe per aria” strutture e attività che sembravano al di sopra di qualunque rischio. Oggi in tanti ipotizzano che la crisi sia già finita. E’ probabile che sia così. Dato per scontato che il bubbone della disoccupazione non è “maturato”, è da credere purtroppo che il peggio, in termini di posti di lavoro perduti, debba ancora arrivare. Specialmente nel Mezzogiorno italiano e in Sicilia. Ma la grande incognita resta un’altra. Come cambierà la domanda dei consumatori? Per qualche anno almeno le famiglie americane, vere locomotive dei consumi mondiali, saranno costrette ad abdicare al proprio ruolo. Quali Paesi le sostituiranno? Con quali effetti? Domande complesse e senza risposte certe. Oggi, in un contesto di così elevata turbolenza, servono alternative concrete. I concessionari Fiat, Lancia e Alfa Romeo della Sicilia dovranno affrontare lo tsunami della nascita del Gruppo Fiat – Chrysler; potrebbero persino sparire marchi storici come la Lancia. Ma i concessionari siciliani hanno un importante asso nella manica: il CSA. Entrare nel mercato assicurativo - finanziario, investire in una rete di stazioni di carburanti alternativi ai classici idrocarburi, ricercare le opportunità offerte dalla produzione energetica da fonti rinnovabili, sarebbero tutte utopie per il singolo imprenditore, ma potrebbero diventare una bella realtà per una struttura consortile come il CSA. Lelio Cusimano direttore generale Fondazione Federico II I concessionari Fiat aderenti al CSA nella loro annuale convention 7 MAPFRE, QUANDO L’ASSICURAZIONE si fa flessibile Con oltre 35.200 dipendenti in tutto il mondo e 18.800 milioni di euro di fatturato, il Gruppo Mapfre è oggi una realtà leader nel mercato assicurativo e ha stretto con CSA una partnership innovativa in termini di servizi offerti alla clientela. Fair Play ha intervistato il Dott. Alvaro Carro, Direttore Generale di MAPFRE WARRANTY S.p.A. di assicurazione e riassicurazione, attività finanziarie, immobiliari e di servizi in 43 Paesi del mondo. E’ leader nelle assicurazioni non vita in Spagna e in America Latina ed è tra le 10 maggiori compagnie assicurative europee. Con oltre 35.200 dipendenti, nel 2009 ha avuto entrate consolidate pari a 18.800 milioni di euro. Insomma un “colosso”, quotato in borsa a Madrid (fa parte dell’IBEX 35, principale indice di borsa spagnolo), forse non ancora così conosciuto nel mercato italiano. L’appartenenza ad un grande gruppo assicurativo multinazionale, la cui solidità economica e finanziaria è riconosciuta a livello internazionale è uno dei punti di forza della nostra azienda e costituisce la base per operare con forza ed efficienza nei nostri mercati di riferimento. Quali servizi predispone MAPFRE per il mercato dell’auto? Se consideriamo tutte le attività del Gruppo MAPFRE, per il mercato dell’auto copriamo praticamente tutti i tipi di assicurazioni e servizi: polizze RC auto, renting, leasing, assistenza stradale, garanzie meccaniche…sono solo alcuni esempi del vasto portafoglio di prodotti che il nostro gruppo può proporre al settore automotive sia direttamente ai privati sia alle imprese ed ai professionisti. Basti pensare che all’interno del gruppo abbiamo anche un Centro di Sperimentazione sulla Sicurezza Stradale, il Cesvimap, dedicato alla ricerca sulle auto, moto e camion, che attraverso una stretta collaborazione con le case costruttrici analizza i veicoli sia dal punto di vista della sicurezza, effettuando crash test, sia dal punto di vista dell’efficienza, effettuando uno studio dettagliato che prevede lo smontaggio di tutte le parti del veicolo il cui fine è quello di conoscere l’accessibilità di ogni elemento e di stabilire la metodologia migliore per la sostituzione o la riparazione dello stesso. Le informazioni ottenute da questa analisi approfondita vengono poi pubblicate in vari documenti e sono la base di numerose attività di formazione. In Italia i prodotti e servizi che forniamo al settore automotive sono solo una piccola parte di questo ampio portafoglio: principalmente la nostra attività è concentrata nel fornire ai dealer servizi di gestione del post-vendita, quali la garanzia meccanica e l’assistenza stradale, con l’obiettivo di diventare un partner strategico, al quale affidarsi per lo sviluppo del business, grazie alla fidelizzazione della clientela e all’aumento della redditività. Per fare questo siamo strutturati internamente ed esternamente per fornire servizi di alta qualità. Nella Dott. Carro, può tracciare innanzitutto un breve profilo di MAPFRE? Certamente. In Italia abbiamo due società, MAPFRE WARRANTY S.p.A., società di servizi, e MAPFRE ASISTENCIA S.A., sede secondaria della compagnia assicuratrice spagnola, entrambe con sede operativa a Biella. Sebbene insieme queste due società contino più di 100 dipendenti, con una rete di vendita di oltre 50 agenti coordinati da 6 Area manager, nell’“organismo” Mapfre siamo solo una piccola cellula. Tutte e due le società sono, infatti, interamente controllate da MAPFRE ASISTENCIA, una multinazionale di assicurazione, riassicurazioni e servizi, fondata a Madrid nel 1989, che attualmente opera in Europa, America, Asia e Africa con una presenza diretta in 40 Paesi. Per dare un’idea di come MAPFRE ASISTENCIA sia pienamente consolidata nei principali mercati internazionali, così come nelle più importanti economie emergenti, posso dire che al momento conta più di 74 milioni di assicurati ed oltre 161 milioni di beneficiari nei settori di attività nei quali opera: Automobile, Casa, Salute e Turismo. Ma non è tutto: a sua volta MAPFRE ASISTENCIA è un’unità operativa del Gruppo MAPFRE. Quest’ultimo è un gruppo imprenditoriale spagnolo indipendente, nato nel 1933, che sviluppa attività 8 sede operativa, infatti, abbiamo una centrale attiva 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, con professionisti multilingua; “sul campo” abbiamo rete di vendita capillarmente distribuita in tutta Italia, il cui compito non è solo quello di proporre i nostri prodotti ai Concessionari, ma è anche quello di supportare questi ultimi nella distribuzione al cliente finale, attraverso dei piani di formazione dei venditori concordati con il dealer; infine abbiamo una vasta rete di fornitori: officine, centri per il soccorso stradale, accordi con le maggiori società di autonoleggio, ecc. Questa struttura ci permette oggi di fornire l’assistenza a più di un milione e 500 mila veicoli e di gestire più di 500 mila casi di assistenza alla persona. Per le concessionarie che fanno parte del Consorzio CSA avete ideato pacchetti speciali dedicati alla loro clientela? Certo, uno dei nostri punti di forza consiste proprio nella nostra flessibilità e capacità di adattare i nostri prodotti e servizi alle esigenze dei nostri partners: insieme alla Dirigenza del Consorzio, abbiamo studiato dei servizi di garanzia ed assistenza sia per i veicoli usati sia per i veicoli nuovi, che consentono loro non solo di dare valore aggiunto al veicolo venduto differenziandosi dai concorrenti, ma anche di ottimizzare la singola vendita attraverso la distribuzione di servizi che generano la fidelizzazione del cliente finale e al contempo permettono di avere una maggiore redditività. Con i nostri servizi infatti è dimostrato che il cliente tende a tornare presso la concessionaria tanto per le eventuali riparazioni o per i tagliandi di manutenzione, quanto successivamente nel momento in cui decida di cambiare la vettura. di aumento delle vendite dei veicoli, incremento del margine sulla singola transazione, gestione delle problematiche e fidelizzazione della clientela. Nell’ultimo periodo, poi, stiamo puntando molto anche sulla fidelizzazione e sulla motivazione della rete di vendita dei dealers, concordando ed attuando un programma di formazione tecnico - commerciale e pratica per i loro venditori, tenuti da nostri responsabili commerciali. Questi ultimi sono supportati e coordinati da personale commerciale altamente qualificato che opera sia nella nostra sede di Biella, sia all’esterno con i nostri 6 Area Managers. Ritengo che la bravura di ogni azienda venga determinata in larga misura dai propri collaboratori, dalla loro motivazione, dai loro obiettivi e dal fatto che l’azienda fornisca gli strumenti, i mezzi e le opportunità che permettano ad ognuno di emergere sfruttando appieno il proprio potenziale. Questa è un po’ la filosofia di tutto il Gruppo MAPFRE che noi portiamo avanti nella nostra sede e che può essere riassunta in: eccellenza, efficienza, impegno ed etica. Quindi i nostri punti di forza sono sicuramente l’esperienza consolidata nel settore delle garanzie, l’alta qualità dei servizi offerti, l’utilizzo di tecnologie avanzate, ma soprattutto una rete agenziale distribuita in modo capillare su tutto il territorio, molto integrata nel settore auto, ogni giorno a stretto contatto con i nostri clienti e che ci permette di “fare la differenza” rispetto alla concorrenza. Quali sono gli obiettivi futuri di MAPFRE per il mercato dell’auto? Nel breve periodo uno degli obiettivi che ci siamo posti è quello di consolidare la nostra posizione come compagnia di riferimento per gli operatori del settore automotive, ampliando l’offerta dei servizi dedicati a questo settore qui in Italia, attingendo al grande portafoglio dei prodotti che MAPFRE offre in tutto il mondo. Nel lungo periodo abbiamo un obiettivo ambizioso: diventare uno dei più importanti players del mercato automotive non solo nel ristretto ambito delle garanzie, ma anche nel settore dell’Assistenza per le assicurazioni e per le case costruttrici, come lo è MAPFRE ASISTENCIA in numerose altre nazioni nelle quali opera. Tre motivi per scegliere MAPFRE invece della concorrenza? Come accennavo prima, per la nostra azienda è fondamentale diventare un partner dei nostri clienti e non un semplice fornitore di servizi: i nostri responsabili di zona, non si limitano all’attività di vendita, ma sono dei veri e propri consulenti che affiancano il dealer per fare in modo che i nostri servizi apportino dei benefici in termini 9 IL PROGETTO CSA incontra il mondo universitario Lo scorso 15 novembre, si è svolta presso l’aula “Oxford” della Facoltà di Economia dell’Università di Torino la discussione di una tesi di master in Management “Customer First”, dal titolo “Modello di gestione della Rete periferica”. Alla presenza del corpo docente della Facoltà e di diversi rappresentanti della dirigenza di Fiat Ivan Bellanca Group Automobiles, gli autori del project-work Ivan Bellanca, Annette Fiedler, Michele Di Maio e Claudio Messina, tutti Quadri Fiat provenienti da diversi settori dell’azienda, hanno dimostrato l’opportunità del modello consortile quale uno dei possibili strumenti di successo delle aziende del territorio locale. In particolare, il lavoro ha voluto concentrarsi sulla validità di progetti e operazioni commerciali di breve-medio termine che, con il coinvolgimento diretto delle concessionarie auto associate, consentono a queste ultime di migliorare la redditività perseguendo le logiche delle economie di scala, e al cliente finale di percepire a livello locale il brand Fiat forte e coerente con il rinnovamento perseguito negli ultimi anni. Uno degli autori, Ivan Bellanca, ha ripercorso gli elementi salienti di questo lavoro. in contrasto con il partner mandante. Piuttosto, attraverso l’individuazione di precise opportunità di business a livello locale (generalmente regionale) gestibili da attori del contesto socio-economico di riferimento, sia la Casa che i dealers potranno conseguire al meglio gli obiettivi economici prefissati. Sebbene infatti la formula delle alleanze possa sembrare poco adatta ad imprenditori che per loro natura sono fortemente individualisti e competitivi anche e soprattutto in contesti intra-brand, sussistono tuttavia diverse forme di accordo che permettono ad ogni singola azienda di mantenere la propria individualità pur condividendo risorse, obiettivi e processi. Si tratta quindi di intervenire sulla capacità reddituale della Rete… Non solo questo. Alla prospettiva di miglioramento della reciproca redditività, si aggiungono altri non meno importanti temi cari sia ai dealers sia alle case costruttrici. Solo per citarne alcuni: il miglioramento del vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti; la capacità di operare su mercati geograficamente più ampi ma ben definiti per specificità logistiche e di target clienti; la capacità di poter gestire prodotti diversi dal core dell’auto e dei ricambi e nuovi servizi; la gestione e la soddisfazione del cliente. Il modello che abbiamo illustrato nel nostro project-work è sostanzialmente costruito sulla base di dati oggettivi conseguiti negli ultimi anni dal CSA. Può citare alcuni di questi obiettivi raggiunti dal CSA negli ultimi anni? L’offerta formativa professionale grazie all’accreditamento del CSA presso la Regione; l’apertura di linee di credito dedicate alla rete delle officine autorizzate tramite l’accordo con Banca Nuova; i prodotti assicurativi e assistenziali esclusivi. Si tratta di iniziative calate in un preciso contesto socio economico qual è quello della Sicilia. E’ infatti imprescindibile dal progetto consortile il dialogo costante e la capacità di interloquire con la Pubblica Amministrazione locale, soprattutto in tema di formazione o di individuazione degli strumenti finanziari più adatti nell’ambito della mobilità sostenibile (leggi: metano). Dott. Bellanca, quali sono stati i presupposti socio-economici dai quali siete partiti per dimostrare la vostra tesi?: “Il settore dell’automotive si appresta a vivere profondi cambiamenti nelle proprie logiche distributive. La Block Exemption istituita nel 2002 dalla UE per favorire la libera concorrenza e privilegiare il consumatore nei confronti delle case costruttrici di automobili, pur non evidenziando dalla sua introduzione effetti applicativi consistenti della norma, costituirà nel prossimo futuro il punto di “non ritorno” del nuovo rapporto casa mandante / dealer. In cosa consiste questo “nuovo rapporto”? A partire dalle considerazioni di fatto che negli ultimi 5 anni hanno ristabilito le regole del giuoco tra Produttore e Distributore (sia esso di vetture che di ricambi e servizi assistenziali), il complesso organizzativo ed economico della rete distributiva dell’automobile in Italia detiene delle proprie peculiarità rispetto alla commercializzazione della categoria degli altri beni durevoli. Vi sono logiche di gestione delle strutture commerciali che non possono essere assimilabili ai criteri della GDO (la grande distribuzione), per la natura stessa del prodotto auto e dell’universo che gli ruota intorno (ricambi, garanzie, prodotti assicurativi, finanziari, ecc.) che ne fanno uno dei settori più complessi e delicati dell’intero sistema economico nazionale. Secondo noi uno dei possibili modi con i quali sostenere le aziende del settore auto, in momenti congiunturali così delicati come questo, è quello di costruire una relazione di tipo “win-win” (vinco io – vinci tu) tra Casa mandante e concessionario, ovvero il mettere in atto tutta una serie di progetti che abbiano la prerogativa di stabilire e mantenere nel tempo una relazione vincente e paritetica – solo per alcuni precisi obiettivi - tra casa e dealer. Quali sono le possibili criticità del vostro modello? Uno degli spunti più interessanti di questo lavoro risiede nella straordinaria particolarità di aver riunito sotto una stessa egida alcuni tra i soggetti economici più forti del territorio, capaci di sostenere il P.I.L. della Sicilia per circa il 10% del totale, con più di 1.000 addetti ed oltre 600 milioni di euro di fatturato annuo. E’ un risultato di notevole importanza che scardina un’atavica prerogativa dei siciliani, cioè l’individualismo. E non nascondiamo che questa può rappresentare in ogni momento la sua maggiore criticità, frutto di una diffidenza congenita e in taluni casi di un’incapacità di saper “vedere oltre”. Oggi i soggetti economici che si trovano, loro malgrado, ad affrontare le insidie di un’economia fortemente provata dalla congiuntura internazionale, possono però trovare nella logica consortile un’arma efficace per recitare un ruolo da protagonisti in un settore sempre più competitivo. Quali allora le soluzioni che avete proposto? La creazione di un Consorzio di Servizi (raro caso nella GDO, soprattutto al Sud Italia) non estraneo alla Casa Mandante che può, secondo noi, garantire il mantenimento di un rapporto privilegiato attraverso l’individuazione di economie di scala e di strategie vincenti, nel contesto di mercati geograficamente ben definiti. Non si tratta delle consuete associazioni di categoria, che per loro stessa natura tendono ad ottenere e difendere delle posizioni a volte Una officina autorizzata Fiat 11 CARBURANTI ECOLOGICI, così Palermo vuole uscire dall’inquinamento Innanzitutto una buona notizia: “Il Comune di Palermo è in prima linea nella lotta all’inquinamento atmosferico e, già da quest’anno, sono in programma nuove azioni per il potenziamento della rete distributiva di carburanti ecologici, in particolare GPL e metano”. Questo annuncio proviene da fonti più che autorevoli, e contribuisce indubbiamente a dare una speranza in più al mercato delle auto ecologiche, in cui Fiat rappresenta una realtà leader a livello internazionale. A dichiararlo è stato infatti l’on. Francesco Scoma, Vicesindaco di Palermo, nell’intervista rilasciata in esclusiva a “Fair Play”. Francesco Scoma On. Scoma, prima di parlare delle azioni previste per il potenziamento della rete distributiva di carburanti ecologici, partiamo dall’attualità: che situazione sta attraversando la città di Palermo dal punto di vista dell’inquinamento? Anche se Palermo, con i suoi quasi 690.000 abitanti, non si può definire una metropoli, vive tuttavia dal punto di vista atmosferico i problemi di una grande città. Più volte, nel corso degli ultimi anni, è stato superato il livello di guardia per le polveri sottili, che rappresentano un autentico pericolo occulto per tutti noi. In qualità di amministratore con delega al traffico e alla mobilità, mi sento quindi coinvolto in prima persona per mettere in campo azioni concrete che migliorino sia nel breve sia nel lungo periodo la qualità della vita di chi risiede e di chi lavora a Palermo. Andiamo subito al tema centrale di questa intervista: il potenziamento della rete distributiva di carburanti gassosi sul territorio comunale. Un progetto possibile nel breve termine? L’Amministrazione Comunale crede fortemente nello sviluppo di una fitta rete distributiva di carburanti gassosi, in particolare di metano, per ridurre in maniera drastica e duratura l’inquinamento atmosferico della nostra città. Ovviamente, va premesso che per attuare un discorso serio il ragionamento va esteso all’ambito regionale, e non a caso oggi in Sicilia esistono già quattordici stazioni 12 di servizio fornite di gas metano. Per il caso specifico di Palermo, attualmente contiamo una sola unità di distribuzione, ma giungeremo almeno a quadruplicare la disponibilità nel corso di un paio d’anni. Il Progetto Metano, del resto, attivato ormai da oltre dieci anni a livello nazionale, sta cominciando proprio in questo periodo a dare i suoi frutti. Si dice che le istituzioni debbano sempre essere le prime a dare il buon esempio. Il Comune di Palermo adotta auto a basso impatto ambientale? Da questo punto di vista, se mi è concessa una punta d’orgoglio posso affermare che il nostro Comune è una realtà all’avanguardia: già dal 2002, in dotazione all’Amministrazione ci sono oltre 120 vetture a doppia alimentazione metano/benzina e, negli ultimi tempi, stiamo introducendo anche l’uso di vetture elettriche. Ovviamente, come è giusto che sia, anche su questo fronte non ci sentiamo arrivati, e continueremo gradualmente l’aggiornamento del nostro parco macchine per essere un Comune virtuoso e sensibile alla tematica della sostenibilità ambientale. Il già citato potenziamento della rete distributiva di carburanti gassosi sul territorio comunale, va proprio in questo senso. Per mettere in atto azioni concrete a salvaguardia dell’ambiente, ognuno deve naturalmente fare la propria parte. Questo vale tanto più per le istituzioni e i soggetti imprenditoriali. In tale ambito, cosa chiede il Comune di Palermo a una realtà importante come il CSA e cosa può dare invece il Comune di Palermo al CSA? Il Consorzio Servizi Auto è senza alcun dubbio un patrimonio di tutta Foto in alto a sinistra: una normale giornata di traffico a Palermo, accanto : nessun limite per Fiat Grande Punto a metano, sotto: il futuro di Palermo? 13 la Sicilia, Palermo compresa. Tanto più in un periodo come quello contingente, dove fare impresa è ancora più difficile della norma, una simile associazione va indubbiamente incoraggiata e, perché no, mi auguro anche emulata negli ambiti produttivi più diversi. Da parte del Comune, la richiesta al CSA non può che essere quella di continuare la propria attività come ha fatto fino ad ora, potenziando sempre più la promozione di una mobilità “amica” e sostenibile. Viviamo in un’epoca in cui l’interesse del singolo dovrebbe sempre più coincidere con l’interesse comune. Da parte nostra, posso assicurare fin d’ora un vivo interesse dell’Amministrazione, per quanto di nostra competenza, alle sollecitazioni e agli stimoli che ci arriveranno dallo stesso CSA. CONOSCIAMOCI, leconcessionarie Capillarità, qualità di servizio, alta professionalità. Sono queste le caratteristiche fondamentali cui deve rispondere una concessionaria Fiat per entrare a far parte della grande famiglia CSA. Di seguito, il Consorzio Servizi Auto viene presentato nelle sue peculiarità territoriali, concessionaria per concessionaria, al fine di una rapida e agevole consultazione da parte del cliente, che potrà immediatamente riconoscere la struttura a lui più vicina e congeniale. A.B. Auto S.r.l. A.B Auto nasce nel 1969, per volontà del Cavaliere del lavoro Mario Lipari. Nel 1983 diventa concessionaria Fiat, nel 1994 aggiunge il marchio Lancia, nel 2003 arriva Alfaromeo e infine, dal 2007, commercializza anche Abarth. Tre sono le sue sedi: oltre a quella storica di Biancavilla (CT), le altre due si trovano rispettivamente a Catania in viale Regina Margherita e in via Acquicella. Alla guida dell’azienda di famiglia sono i fratelli Ediardo, Patrizia, Maurizio e Cinzia Lipari, cui si affiancano 27 dipendenti altamente specializzati. Viale Regina Margherita - 95125 Catania (CT) Tel.095/310908 Fax 095/981897 [email protected] A.D. Pugliese S.p.A. A.D. Pugliese S.p.A. è concessionaria Fiat di Caltanissetta dal 1977. Fondata da Diego Pugliese, negli anni l’azienda ha saputo implementare grazie ad un attivo spirito imprenditoriale il proprio giro d’affari, aprendo nel tempo sedi anche in altre province. Nel 1992 è inaugurata infatti la nuova sede di Canicattì, cui seguono nel 1996 quella di Enna, nel 2006 quella di Siracusa e nel 2007 quella di Agrigento. Intanto, dal 1985, al fondatore succede l’attuale Amministratore Unico, Dott. Pietro Pugliese. Oggi A.D. Pugliese S.p.A. immatricola annualmente oltre 3.000 vetture Fiat e annovera nel proprio organico 24 dipendenti, garantendo al cliente un servizio a 360 gradi, dalla vendita al service. Via di Santo Spirito 102/104 - 93100 Caltanissetta (CL) Tel. 0934/566522 Fax 0934/566432 [email protected] [email protected] Aica S.r.l. Aica S.r.l. opera da 60 anni nel settore automobilistico ed è concessionaria dei marchi Fiat, Lancia e Fiat Professional. La struttura è composta dalla sede di vendita ed assistenza di Termini Imerese, estesa per oltre 8.500 metri quadrati, di cui 3000 coperti, e dalla succursale di Cefalù, di circa 900 mq. coperti. L’organico aziendale si compone di 35 collaboratori, con competenze specifiche in base al ruolo ricoperto. La concessionaria vanta inoltre una capillare “sottorete” composta da 8 officine autorizzate, 2 carrozzerie ed un organizzato in grado di assicurare alla clientela un ottimo e continuativo servizio post-vendita. Lungomare Cristoforo Colombo 4 - 90018 Termini Imerese (PA) Tel. 091/8141179 Fax 091/8112602 [email protected] 15 15 Alfonso Vella S.r.l. L’azienda Alfonso Vella S.r.l., nata per iniziativa dell’omonimo fondatore, opera nel settore automobilistico fin dal 1961 e si lega al marchio Fiat dal 1968. Oggi la concessionaria ha 2 sedi commerciali, una nel comune di Gela e una, nuova, nel comune di Caltagirone. Attualmente l’azienda si avvale di 19 dipendenti e di un’organizzazione di officine e carrozzerie autorizzate dislocate sul territorio di competenza, per poter offrire un servizio capillare alla propria clientela. S.S. 115 Km. 265 - 93012 Gela CL Tel. 0933/816416 - 0933/816411, [email protected]; filiale (punto vendita) Via delle Industrie 19 Caltagirone (CT) Tel. 0933/55861 Asterauto S.r.l. Il nome Aster, da cui Asterauto, deriva dal latino e significa stella, anche se oggi, più che di un singolo corpo celeste, sarebbe più appropriato parlare di una costellazione. Il Gruppo, infatti, commercializza a Palermo, Trapani e rispettive province i marchi Fiat, Lancia e Alfa Romeo con ben 6 concessionarie, 9 show room, 50 officine autorizzate (tra meccaniche e di carrozzeria) e 3 magazzini ricambi. L’obiettivo finale è garantire una copertura del territorio che non lasci coni d’ombra. I numeri, del resto, parlano chiaro: 4500 vetture vendute all’anno e 150 persone che operano in Azienda. Alla sede centrale di via Ammiraglio Rizzo 43 a Palermo, si aggiungono quelle di via Aldo Moro 52 a Partinico, via Dante 302 a Palermo (Autoardea, concessionaria Lancia), viale Michelangelo 33 a Palermo (Avilauto, concessionaria Alfa Romeo), via Mario Nuccio 91 a Marsala (Attinà, concessionaria Lancia), via Sirtori 65 a Marsala e via dei Mille 69 a Trapani (Essemotors), nonché via Puglisi Bertolino 25 a Palermo (Abarth Asterauto). Via Ammiraglio Rizzo 43 - 90142 Palermo (PA) Tel. 091/6376666 Fax 091/6376688 [email protected] Centro Multi Servizi - ST Style Centro Multi Servizi - ST Style rappresenta una realtà dinamica e innovativa nel panorama delle concessionarie Fiat. Fondata nel 2007 a Ragusa, in Contrada Targia 26 (ex S.S. 114), è concessionaria Fiat e Lancia e annovera in organico 18 dipendenti. L’area espositiva si estende su 1.500 metri quadrati, cui se ne aggiungono altrettanti per il service e l’area delivery. Tanti i “plus” che può vantare questa concessionaria, dal servizio rapido di riparazione meccanica, all’elettrauto, alla carrozzeria, oltre al servizio di noleggio giornaliero, alla fidelity card client, ai servizi finanziari e di noleggio a lungo termine. Contrada Targia - 96100 Siracusa (SR) Tel.0931/750907 Fax 0931/496395 Esse Motors S.r.l. Esse Motors ha sede in via Sirtori 65 a Marsala. Fondata nel 1992, già sei anni più tardi incorpora la Attinà S.r.l., concessionaria storica del marchio Lancia. Oggi, alla sede principale, si è aggiunto lo show room di Trapani, nella centralissima via dei Mille al numero civico 69. Il responsabile commerciale per il marchio Fiat è il Sig. Gino Ciotta, mentre il brand Lancia è curato dalla Sig.ra Deborah Attinà. Responsabile del post è Sandro Attinà. Complessivamente, il team Esse Motors si avvale di 25 collaboratori tra vendita e assistenza. Via Sirtori 65 91025 MARSALA (TP) Tel.0923/721601 Fax 0923/721722 [email protected] Farel Auto Group S.r.l. La Farel Auto è stata costituita a Trapani il 25 ottobre 1989 e, già nel mese di febbraio del 1990, acquisisce il mandato di concessione del marchio Fiat. Nel 1997 diventa anche concessionaria Lancia ed ottiene l’autorizzazione alla distribuzione dei lubrificanti della ex FL Selenia (oggi Petronas). Attualmente la società occupa 31 dipendenti nelle due strutture di via Senatore Giuseppe Dalì 6 (esposizione e vendita auto nuove e usate) e via I° Dorsale Z.I.R. (vendita ricambi e assistenza). Il consiglio di amministrazione è composto dai soci: Cav. Giacomo Miceli (Presidente), Rag. Massimo Miceli (Vice presidente) e Rag. Giuseppe Miceli (Amministratore Delegato). Via Senatore D’Ali 6 - 91100 Trapani (TP) Tel. 0932/533248 Fax 0923/531379 [email protected] G. Gemelli S.r.l. La concessionaria “G. Gemelli”, con sede a Barcellona P.G. (ME), nasce nel lontano 1925 grazie al fondatore Peppino Gemelli. In questi 80 anni di attività si sono succeduti come amministratori i figli, Enzo e Lionello, ed ora da più di 25 anni è titolare il nipote Giuseppe. L’organico è composto da 30 dipendenti e la rete organizzata è formata da 10 officine e 3 carrozzerie autorizzate, distribuite in tutta la provincia. Per soddisfare al meglio le esigenze della clientela e per motivi logistici, da qualche anno i locali adibiti all’attività del post vendita sono stati trasferiti nella struttura di oltre 6.000 mq in via Foscolo 34/A, sempre a Barcellona P.G. La concessionaria è presente anche a Milazzo con un punto vendita allestito all’interno di un grande centro commerciale. Via Carducci 30 - 98051 Barcellona Pozzo di Gotto (ME) Tel. 090/9795075 Fax 090/9795000 [email protected] 16 Guadagni S.p.A. La Guadagni inizia la sua attività grazie all’iniziativa del fondatore, avv. Michelangelo Guadagni, assumendo il mandato del marchio Lancia nel 1956 ed esercitandolo ininterrottamente sino ad oggi. Con l’apporto fondamentale dei figli Antonino, scomparso nel 2007, e Carmelo, l’azienda da subito affianca alla passione per l’automobile quella per il veicolo industriale. Oggi la Guadagni è concessionaria Fiat, Fiat Professional, Lancia e Alfa Romeo per Agrigento, Caltanissetta ed Enna, concessionaria Iveco per Agrigento, Caltanissetta, Enna e Trapani. La sua organizzazione conta 3 sedi commerciali ad Agrigento, Sciacca e Caltanissetta, due magazzini ricambi ad Agrigento e Caltanissetta, una sede assistenziale con due officine ad Agrigento, oltre 80 dipendenti, più di 40 officine autorizzate dei vari marchi. Zona Industriale 92021 Aragona AG Tel. 0922/441423 Fax 0922/441483 - [email protected] L’Automobile S.p.A. - L’Auto Italiana L’Auto Italiana è il marchio commerciale con cui L’Automobile S.p.A. distribuisce il marchio Fiat dal 1997. Tale azienda fa parte del gruppo Virlinzi, che da quasi 50 anni è il leader nella provincia di Catania nel settore auto. L’Auto Italiana è una realtà commerciale di primissimo piano attiva nella sede di via Messina 623/627 a Catania. Con una superficie coperta di 15.000 mq e 7.000 mq di spazi esterni, rappresenta oggi una delle più importanti realtà del Sud Italia. I 32 dipendenti sono tutti molto giovani e rappresentano un punto di riferimento in termini di qualità dei servizi commerciali e di assistenza, nonché un “laboratorio” di innovazione tecnologica. Via Messina 627 - 95126 Catania (CT) Tel. 095/2186215 - Fax 095/492424 - [email protected] L’Isolauto S.r.l. L’Isolauto S.r.l. nasce nel 1989 in via Delle Industrie 7/11 a Isola delle Femmine (PA). Dal 1998 la Societa’ ha consolidato la sua presenza nel mercato con l’apertura di un punto vendita a Palermo in via Tasca Lanza 104 e si avvale attualmente della collaborazione di oltre 35 dipendenti. Ogni cliente che si rivolge a questa concessionaria per acquistare tutti i modelli della gamma Fiat (comprese le ultime novità!), può toccare con mano la competenza e la professionalità di tutto il personale, che si unisce alla cordialità tipica di una grande famiglia. Viale delle Industrie 7/9/11 90040 Isola delle Femmine (PA) Tel. 091/8677782 Fax 091/8678398 [email protected] Via Tasca Lanza 104/A - 90135 Palermo (PA) Tel 091/214700 Fax 091/6511993 [email protected] Lupo&De Luca S.r.l. Da 50 anni, Lupo&De Luca è la concessionaria ufficiale Fiat dei Catanesi. Un legame importante, in cui storia, tradizione e modernità creano una sinergia vincente. L’esperienza di oltre mezzo secolo, fa sì che Lupo&De Luca sia oggi un punto di riferimento per coloro che amano guidare Fiat e le sue auto. Lupo&De Luca ha messo al volante intere generazioni che hanno scelto di affidarsi alla professionalità di una casa automobilistica storica come quella torinese, creando così una partnership di successo. Corso Vittorio Emanuele 360 - 95047 Paternò (CT) Tel. 095/841018-841680 Fax 095/841912 [email protected] Nino Cundari S.p.A. La Nino Cundari S.p.A., fin dagli Anni Trenta, rappresenta un punto di riferimento per la mobilità di Messina e della sua provincia. Con sede principale a Taormina e filiali di vendita e assistenza a Messina e a Catania, oggi la concessionaria è una realtà leader nel proprio settore, con oltre 90 dipendenti e un fatturato annuo che si attesta sui 50 milioni di euro. L’azienda è attualmente molto attiva anche nel settore del noleggio – rappresentando in Italia o marchi Budget e Avis Camper – e nel comparto turistico ricettivo, con il residence Taormina Mare inaugurato nell’agosto 2008. Traversa Villafranca 6 Trappitello 98039 Taormina (ME) Tel. 0942/578211 Fax 0942/578273 [email protected] Nuova Sicilauto S.r.l. Fondata a Palermo nel 1990 da Francesco Gatto e dai figli Giosuè e Antonio, Nuova Sicilauto ha messo fin da subito il cliente prima di tutto. Con tale filosofia si spiega oggi la presenza sul proprio territorio di competenza di due filiali dedicate alla vendita e due centri di assistenza, all’interno dei quali lavorano complessivamente 33 dipendenti altamente qualificati. Fino ad oggi, la concessionaria ha commercializzato oltre 30.000 vetture Fiat, segno dell’apprezzamento e di una reale soddisfazione che ha saputo creare tra i propri clienti. S.S. 113 KM 282,400 Bivio Foresta 90044 Carini (PA) Tel. 091/8676970 Fax 091/8932229 [email protected] 17 Oscarauto S.p.A. Oscarauto S.p.A., dal 1968, opera nel settore del commercio di autoveicoli nuovi, usati e di ricambi. Sin da allora, il primo obiettivo aziendale è sempre stato quello di sviluppare e perfezionare il rapporto con il cliente, mettendo a sua disposizione una organizzazione efficiente e personale altamente specializzato. All’interno della concessionaria, ubicata in Corso Carlo Marx 13B a Misterbianco (CT), si trova tutta la gamma Fiat, dalle auto ai veicoli commerciali, passando per l’usato garantito, il reparto assistenza, il magazzino ricambi. A disposizione anche tutti i servizi Fiat, a cominciare dai finanziamenti agevolati. Corso Carlo Marx 13 BIS - 95045 Misterbianco (CT) Tel. 095/480011 Fax 095/477070 [email protected] Tel. Officina 095/480041-42-43 - Tel. Magazzino ricambi 095/480031-38 Pri.S.Auto S.r.l. Pri.S.Auto S.r.l. nasce nel 1987 per iniziativa dei Fratelli Priola, che acquisiscono il marchio automobilistico più importante della storia italiana: Fiat. Vent’anni dopo la famiglia, ancor più numerosa, scrive un nuovo passaggio, portando all’interno del Gruppo la Pri.S.Auto Class, con il marchio LANCIA. Oggi la concessionaria ha sede a Sant’Agata di Militello (ME) e può contare su 23 dipendenti, che operano su uno spazio complessivo di 8.500 metri quadrati, di cui 5.000 coperti. Garantita anche un’assistenza post-vendita a 360 gradi. Via Cosenza 61 - 98076 Sant’Aagata di Militello (ME) Tel. 0941/721400 Fax 0941/721400 - [email protected] Savar S.r.l. Savar S.r.l. è concessionaria Fiat dal 1958. Ad uno show room completo di tutti i modelli della casa torinese, abbina anche officina con vettura sostitutiva gratuita e magazzino ricambi con consegna a domicilio. Nella nuova sede, operativa dal 2007, sulla S.S.115 Agrigento – Trapani a Sciacca di Agrigento, la concessionaria si estende su uno spazio 16.000 metri quadrati, di cui 3.000 coperti, all’interno dei quali opera un team di 25 persone altamente specializzato, pronto a rispondere con puntualità ad ogni esigenza manifestata dal cliente. Disponibile anche un fornitissimo parco di auto usate e il servizio di autonoleggio. Contrada Cartabubbo 608 - 92019 Sciacca (AG) Tel. 0925/993033-993023 Fax 0925/993028 [email protected] Spazio Scar S.p.A. Spazio Scar (brand commerciale dello show-room del Gruppo Scar) è ubicato in via Achille Grandi 169 a Ragusa. Inaugurata il 5 maggio 2007 ma con un’esperienza di oltre 60 anni nel settore da parte della proprietà, la concessionaria opera in una struttura disposta su tre livelli di 15.000 mq. coperti, di cui 8.000 mq. dedicati all’esposizione. Oltre a spazi riservati alla vendita del nuovo e dell’usato, all’officina specializzata ed alla vendita ricambi ed accessori, un intero salone è riservato ad eventi, mostre d’arte ed esposizioni di autovetture storiche. Il Gruppo annovera anche due filiali: a Modica in via Modica – Ispica 2 (zona polo commerciale) e a Siracusa in via Mario Columba 95/97. Via A. Grandi 167 - 97100 Ragusa (RG) Tel.0932/226511 Fax 0932/226523 - [email protected] Siracusano Automobili S.p.A. La Siracusano Automobili S.p.A. nasce nel 1956 per opera del Rag. Cosimo Siracusano, cui oggi è succeduto alla guida il figlio Paolo. Ubicata in via Acqueviole a Milazzo, è tra le più antiche realtà del mondo automobilistico della provincia. Con oltre 50.000 vetture vendute, la concessionaria ha contribuito fortemente alla motorizzazione di Messina. Attualmente, la sede si estende su 25.000 metri quadrati, di cui 16.000 coperti, e al suo interno operano oltre 40 dipendenti, con un alto livello di specializzazione. Siracusano Automobili è inoltre da sempre presente nella vita sociale, culturale e sportiva del proprio territorio, attraverso numerose iniziative di sponsorizzazione e uno scrupoloso rispetto delle normative ambientali. S.S. 114 KM. 6,300 Loc. Tremestieri 98128 Messina (ME) Tel. 090/6254500 Fax 090-6254483 [email protected] Spataro Automobili La Spataro Automobili, nata a Palermo dall’impegno della famiglia Spataro, è un’azienda che opera nel settore automobilistico ormai da un ventennio, rappresentando con orgoglio un marchio d’elite qual è quello Lancia. L’impegno profuso in questi anni di attività ha portato la Spataro Automobili a diventare una realtà solida sul proprio territorio di competenza. L’azienda, ubicata sulla Provinciale Di Paternò al civico 132, si trova in una zona strategica della città, e si avvale di una struttura moderna e funzionale con ben otto grandi vetrine; offre, altresì, un servizio assistenziale di alto livello che garantisce al cliente il massimo della soddisfazione. Il team della concessionaria è formato da 14 dipendenti, ciascuno dei quali svolge il proprio lavoro con massima professionalità, solerzia e disponibilità nei confronti dei clienti. Via Principe di Paternò 132 - 90144 Palermo (PA) Tel. 091/6251774 Fax 091/6251789 18 IL MONDO DELL’AUTO: UN CAMBIAMENTO culturale o epocale? Cosa sta cambiando nel mercato dell’auto? Quali sono le tendenze emergenti? A che aspetti guarda oggi il cliente rispetto a un tempo? A queste e ad altre importanti questioni utili a comprendere un settore in veloce evoluzione, ha risposto Giuseppe Volpato, del Dipartimento di Economia e Direzione Aziendale dell’Università “Ca’ Foscari” di Venezia e responsabile dell’Auromotive Dealer Day. ne dei tempi di ricarica), allora potremmo avere una trasformazione radicale del mercato con cambiamenti che impatteranno su tutti gli aspetti della filiera automobilistica, non solo nella produzione ma anche nella commercializzazione delle auto elettriche e nell’organizzazione della manutenzione. Ai suoi albori, l’auto era l’emblema della velocità, del tempo e delle distanze che si accorciavano. Ad oltre un secolo di distanza da quei giorni, tante cose sono cambiate. Oggi nell’immaginario collettivo cos’è l’automobile? Quali grandi cambiamenti culturali nel rapporto uomo/automobile ci sono stati in poco più di cento anni? La diffusione dell’automobile tra tutti i ceti sociali, derivante ad esempio dal fatto che in Italia abbiamo oltre 670 vetture circolanti ogni 1000 abitanti (e quindi 2 vetture in media per ogni nucleo famigliare), comporta tanti immaginari collettivi diversi a seconda delle diverse classi sociali. Si va da chi vede l’automobile come un fatto puramente emozionale a chi lo considera come uno dei possibili mezzi di trasporto con pregi e difetti peculiari. Un consorzio come CSA non ha ancora eguali in Italia per dimensioni e organizzazione. Secondo Lei quale ruolo può giocare il CSA nel rilancio di una nuova cultura dell’auto? Quali possono essere aspetti importanti da tenere presenti in tale ambito? Secondo me un consorzio come il CSA deve guidare un processo di crescente consapevolezza tra i propri associati, e tra il pubblico in generale, che l’automobile ha tutto da guadagnare da un forte orientamento ecologico e dalla consapevolezza che l’uso dell’automobile deve potersi integrare, soprattutto nelle città, con tutti gli altri mezzi di trasporto. L’auto non deve essere un concorrente del servizio pubblico, ma una modalità di trasporto che va armonizzata con le altre, altrimenti si rischia la paralisi. Ovviamente anche i pubblici poteri dovrebbero svolgere un ruolo importante in questo processo di integrazione. Cavour profferì la celebre frase: “L’Italia è fatta, ora facciamo gli italiani”. A Lei chiedo: ora che il CSA è fatto, quali obiettivi bisogna mettere in agenda? E in che modo? Un Consorzio deve essere un’associazione di operatori che non intende solo tutelare i propri interessi individuali, peraltro legittimi, ma che considera anche i problemi della collettività nel suo complesso e si organizza in modo tale che servendo meglio gli interessi collettivi legittima anche il proprio ruolo e la propria utilità. Ad esempio la definizione da parte degli associati di un precisa deontologia professionale da applicare sistematicamente nei confronti della propria clientela è un aspetto che mi pare di grande importanza. Prof. Volpato, non si può iniziare a parlare del mercato dell’auto senza una riflessione sull’attuale momento di crisi. Oggi tendenzialmente cosa chiede di diverso il cliente italiano rispetto a solo 4 – 5 anni fa? Se guardiamo al mercato automobilistico, l’attuale momento economico, caratterizzato da una crisi profonda, presenta una duplice valenza: quella di breve termine, riguardante l’attuale fase di stagnazione, e quella che ci auguriamo possa iniGiuseppe Volpato ziare a breve (ma che si ritiene non possa iniziare prima del 2011), che dovrebbe vedere una progressiva ripresa del PIL e dell’occupazione. Nella fase attuale, la propensione all’acquisto di autovetture si manterrà a bassi livelli, inferiori ai 2 milioni di unità in assenza di incentivazioni. Nella successiva, le immatricolazioni ricominceranno a crescere, ma si manterrà un atteggiamento di austerità che privilegerà vetture di dimensioni contenute e soprattutto con bassi costi di esercizio. Tecnologia, estetica, prestazioni, comfort (spazio), rispetto ambientale: il mercato ci dice come possiamo ordinare in ordine decrescente di importanza questi aspetti di un’auto? Ci sono altri fattori importanti di cui tenere conto a tal proposito? Tutti questi aspetti sono importanti per gli automobilisti, anche se in funzione diversa rispetto alla posizione sociale e all’età. In questa fase però tutto viene filtrato da una valutazione di natura economica. L’automobilista in questo momento ragiona più con il portafoglio che con il desiderio di ostentazione e pondera ogni caratteristica tenendo conto di quanto essa influisce sul costo perché intende acquistare solo ciò che si giustifica in chiave economica. In questo senso ogni soluzione che aumenta la sicurezza della vettura e l’infotainment è molto apprezzata. Il futuro si costruisce nel presente: con la sua esperienza nel settore delle quattro ruote, può anticipare alcune caratteristiche innovative dell’auto del 2015? E di quella del 2020? Per il 2015 la motorizzazione sarà ancora centrata in modo quasi esclusivo su vetture a motore endotermico, con una marcata presenza in Italia di modelli ibridi benzina-GPL e benzina-metano. Soprattutto se verrà varato il disegno di legge N. 2172 a sostegno di quest’ultimo tipo di motorizzazione. Invece, per il 2020, le prospettive sono ancora incerte circa la possibilità di una affermazione di massa dell’auto elettrica. Se si concretizzeranno le innovazioni nella produzione di batterie agli ioni di litio, alle quali stanno puntando i costruttori (abbattimento dei costi, aumento dell’autonomia, riduzio- Da sinistra: il Dealer Day 2009, auto e autobus matrimonio possibile, un cimitero d’auto in un parco cittadino 19 “E’ NECESSARIA una nuova politica di rete” Intervista esclusiva a Giacomo Jannotta, consulente specializzato nel settore auto per problematiche fiscali, giuridiche e di controllo di gestione Giacomo Iannotta (soprattutto di quelli a km zero), la modifica delle condizioni contrattuali che hanno ridotto l’originale margine fisso provvigionale del 15,5% in un margine fisso del 10,2% ed in una quota variabile del 5,3%, che normalmente viene erogata dopo molti mesi. Questa crescita esponenziale del fabbisogno di capitale è stata solo in parte sostenuta dalla concessionaria ed ha generato un inevitabile ricorso al credito che ha prodotto, dal 2005 ad oggi, una crescita dei costi finanziari di circa il 71%. Per il futuro è necessario un profondo ripensamento del modello di business. Tranne pochissime eccezioni, le case automobilistiche anziché rivedere criticamente le politiche commerciali e di rete degli ultimi anni, continuano a guardare spasmodicamente alle immatricolazioni e alle quote di mercato. Si preferisce piuttosto “espellere” dalla rete un concessionario in difficoltà ed “assegnare la zona” ad un altro concessionario, dello stesso o di Dott. Jannotta, le previsioni del settore auto per tutto il 2010 sono molto preoccupanti. Sulla base della Sua esperienza, come dovrebbe affrontare questo periodo una concessionaria? Dove potrebbero intravedersi fonti di redditività? Il documento governativo di programmazione economica del 2008 ha indicato come strada privilegiata per l’economia dei prossimi anni l’adozione di sistemi retributivi incentivanti basati sulla produttività. Condivido pienamente questa filosofia. In ogni area di attività di una concessionaria, c’è la possibilità di recuperare produttività. Alcuni esempi: nella vendita dei veicoli, basti pensare che incassando il costo del minipassaggio su tutte le vetture permutate, su 1000 vetture a 200 euro la maggiore produttività sarebbe pari a 200.000 euro. Così, recuperando 100 euro su una più attenta compilazione dello stato d’uso di un veicolo usato, su 1000 auto permutate la maggiore produttività sarebbe di 100.000 euro. Riuscendo a far crescere la produttività dell’officina di 5 minuti su ogni ora, sulle 1.680 ore teoricamente disponibili in un anno si fatturerebbero 140 ore in più, che ad una tariffa di 40 euro significherebbe 5.600 euro di fatturato in più per addetto, ovvero 56.000 euro per 10 operai. Nel settore ricambi, su un fatturato di 2.120 euro, riducendo il “break even” del reparto (che è funzione del fatturato, del margine lordo prodotto, dei costi di gestione e della rotazione dell’inventario) dal 68 % al 64%, si recupererebbe una maggior utile di 41.102 euro. Dal punto di vista finanziario, basti pensare che uno stock di 2.500.000 al tasso del 8% genera un costo giornaliero per interessi passivi di 548 euro. Un più attento controllo delle condizioni praticate o dei tempi di giacenza permetterebbe economie rilevanti. La verità è che è necessario un cambiamento di orizzonte e di clima all’interno delle aziende e delle concessionarie in particolar modo. Per anni la concessionaria ha sopportato dispersioni, sopportabili e sopportate in relazione ai margini di cui disponeva che erano in grado di assorbirli. Oggi tutto ciò non è più possibile. La forte competitività, la crescita costante del capitale investito, le regole del gioco profondamente mutate, impongono la massima attenzione e un forte impegno nel recupero della produttività. Ogni dipendente ha in mano delle leve, delle opportunità per far crescere la produttività della azienda in cui lavora. E’ dovere di tutti i collaboratori far emergere queste potenzialità. Quando, secondo Lei, il settore auto potrà davvero recuperare e iniziare la propria ripresa? E quali potranno essere i fattori che porteranno a questa svolta? La “tempesta perfetta” che ha registrato il settore dell’auto nel 2008 e nel 2009 in particolare, non ha ancora esaurito i suoi effetti. Le ripercussioni si registreranno ancora nel corso di quest’anno. I fattori che l’hanno determinata sono di natura economica ma, fondamentalmente, finanziaria. Nel corso degli ultimi 5 anni il fabbisogno di capitale delle concessionarie è cresciuto sensibilmente, a causa di diversi motivi: gli investimenti strutturali richiesti per l’adeguamento agli standard contrattuali, la dilatazione degli stock di veicoli Trattativa commerciale in una moderna concessionaria Fiat siciliana 20 un altro marchio, purché il tutto avvenga in tempi ristrettissimi in modo da non creare traumi ma, soprattutto, in modo da non perdere vendite. Dall’altra parte la politica di molte concessionarie è quella di acquisire altri mandati nella convinzione che aumentare il fatturato voglia dire l’unica via di uscita. La proliferazione dei “gruppi” ne è la riprova. Ma lo slogan “grande è bello” non sempre genera gli effetti sperati. Se non si producono le “economie di scala” si corre il rischio di far proliferare i costi senza determinare gli effetti positivi sull’utile che l’espansione del volume di affari dovrebbe generare. L’attenzione del concessionario dovrà essere sempre più focalizzata sulle proprie capacità gestionali e finanziarie. Entrambi, casa e concessionario, dovranno comprendere che solo realizzando questa inversione di tendenza si uscirà dalla crisi. L’esperienza del CSA, nonostante il momento congiunturale, sta proseguendo positivamente. Lei come giudica i consorzi tra concessionari? Potranno essere un modello vincente anche per il futuro? Otto anni fa curai un progetto di creazione di un consorzio tra concessionari in Puglia. L’esperienza non ebbe un esito positivo per una riserva mentale che quasi tutti gli associati avevano nell’aderire all’iniziativa e che emerse, dopo poco, nella pratica quotidiana: acquisire “vantaggi competitivi” da utilizzare per farsi ancora di più concorrenza tra di loro. Laddove, invece, lo strumento consortile viene usato correttamente, gli effetti positivi che esso determina sono evidenti. Basti pensare all’ormai “storico” consorzio per la vendita dei ricambi creato dai concessionari della Romagna, che è una risorsa per tutti. Un altro esempio significativo fu il Consozio tra i Concessionari di Cremona, che aveva una notevole capacità propositiva nell’area fiscale ed una capacità di alimentare il dibattito sugli argomenti di attualità. Ancora un altro esempio è il Consorzio dei Concessionari di Trieste, che riesce a fare convenzioni con gli Enti Locali a vantaggio dei clienti dei propri associati. Il concessionario è un individualista. E’ stato costretto a diventarlo, molto spesso, dalla politica di rete delle case, dalla competitività sempre più spinta scatenata dalla proliferazione dei punti di vendita, dallo stesso Regolamento 1400/2002, che “liberalizzando” il territorio ha riconosciuto il diritto ad ogni concessionario di aprire punti di vendita ovunque voglia. Oggi spesso la realtà dimostra che la concorrenza più spinta è quella “intra brand”; il primo competitor di un concessionario è proprio il collega confinante che opera per il suo stesso marchio. Il Consorzio rappresenta un vantaggio notevole: quello di dare ad un gruppo di imprenditori un potere contrattuale verso i terzi notevolmente accresciuto. La forza di un organismo consortile si esalta proprio nei momenti congiunturali. “Fare squadra” è un vantaggio per tutti soprattutto nei momenti difficili. La ripresa del mercato dell’auto sarà più difficile in Italia o negli altri Paesi europei? Perché? E secondo Lei come si evolverà la Sergio Marchionnne situazione in Sicilia? Dopo un avvio disastroso (gennaio 2009 : - 26,5%; febbraio 2009: - 17,3%) il mercato europeo dell’auto ha fatto registrare un risultato dell’anno 2009 complessivamente migliore del previsto, con una crescita dello 0,5% sul 2008. In valori assoluti questo numero può sembrare relativamente importante, ma i dati che lo hanno determinato sono estremamente eterogenei. E’ evidente che sulla ripresa ha inciso in maniera determinante il varo degli incentivi alla rottamazione ed all’acquisto di auto ecologiche adottata nei cinque maggiori mercati: Germania, Francia, Italia, Regno Unito e Spagna. E che siano stati proprio gli incentivi a vivacizzare il mercato lo dimostra il fatto che in Germania e Francia, i due Paesi che prima degli altri hanno adottato il sostegno al mercato, gli effetti si sono già esauriti, tant’è che a febbraio 2010 la Germania ha registrato addirittura un – 29,8%. L’Italia ha deciso di adottare gli incentivi alcuni mesi più tardi, sicché ne ha subito gli effetti nella seconda metà del 2009 ed ha chiuso l’anno con un lieve incremento. Regno Unito e Spagna, che erano stati gli ultimi due Paesi in ordine cronologico ad adottare gli incentivi, hanno chiuso il 2009 rispettivamente con un – 6,4% ed un – 17,9%. E’ prevedibile però che il primo semestre del 2010 presenti un bilancio sostanzialmente positivo. Già i primi due mesi del 2010 si sono presentati in questi due Paesi con un risultati decisamente positivi. E’ prevedibile, quindi, che gli effetti positivi degli interventi governativi sul mercato dell’auto si esauriscano entro il primo semestre del 2010, se non prima. Rimane l’incognita rappresentata dagli altri Paesi europei che non hanno adottato gli incentivi e da quelli che di recente sono entrati nell’UE. Questi ultimi hanno fatto registrare nel 2009 una flessione di mercato del 26,6%. C’è un altro dato che, oltre alla fine dei sostegni governativi all’auto, pesa sul 2010: la situazione congiunturale europea, che rimane negativa. La disoccupazione continua a crescere e nei più importanti Paesi ha toccato livelli preoccupanti. Un dato altrettanto evidente, però, emerge, ed è quello relativo ai produttori. Il gruppo che nel 2009 ha conseguito l’incremento più forte rispetto al 2008, per effetto degli incentivi, è stato Fiat (+6,3%), seguito da Renault (+3,9%) e Ford (2%). Per la Rete Fiat, questo è quindi un dato che si riflette in maniera negativa sulla previsione dell’anno in corso. Per quanto concerne poi il mercato siciliano, si aggiunge la situazione di incertezza che deriva dalle vicende di Termini Imerese e dai possibili riflessi che potrebbero derivarne sull’occupazione. Questa situazione esalta ancora di più la funzione del CSA. Potrà essere l’occasione per trovare quella coesione operativa che meglio permetterà di affrontare le difficoltà. E’ ormai assodato che dalla crisi del settore auto si uscirà insieme, case costruttrici e concessionari. Per accelerare questo processo, secondo Lei quali sono i compiti che oggi spettano alle case costruttrici e quelli che invece spettano al singolo concessionario? Il Regolamento 1400/2002 ha introdotto il concetto di “distribuzione selettiva”, intendendo con questo principio la condizione che far parte di una Rete di distribuzione automobilistica voglia dire corrispondere ad alcuni requisiti strutturali fissati dal produttore o dall’impor21 In alto e in basso: l’efficiente officina e il rifornito magazzino ricambi di una concessionaria Fiat della Sicilia tatore. Detti requisiti costituiscono gli “standard”. Nel tempo gli standard imposti dalle case hanno finito per riguardare la maggior parte dell’attività della concessionaria. A cominciare dagli impianti: gli spazi interni ed esterni e la loro distribuzione, le aree destinate a deposito, l’immagine esterna, gli arredi, il numero di sedi di vendita in relazione al territorio. Per passare, poi, ai diversi reparti: l’area disponibile per l’esposizione delle vetture nuove in relazione alla potenzialità di vendita, l’allestimento del mercato dell’usato, il numero di posti di lavoro in officina in relazione al circolante, l’area da destinare al magazzino ricambi in relazione all’obiettivo. Non meno vincolanti sono gli standard di personale: un venditore di vetture nuove per ogni x unità di vetture dell’obiettivo di vendita, x addetti improduttivi ogni y operai produttivi, un magazziniere ogni x centinaia di migliaia di euro di obiettivo ricambi. Si passa, poi, agli stock minimi imposti contrattualmente. C’è quello delle vetture nuove, quello delle vetture di dimostrazione, quello delle vetture di cortesia, quello dei ricambi. Passiamo, poi, ai requisiti finanziari. Il rapporto di liquidità, il rapporto tra capitale proprio e attivo patrimoniale, il fabbisogno di capitale netto, ecc. Altri standard non sono previsti contrattualmente ma pesano ugualmente in misura determinante per l’economia della concessionaria, in quanto legati ai bonus qualitativi e quantitativi: la partecipazione alle attività di formazione, la partecipazione al programma di business management, il raggiungimento di un determinato risultato nel CSI. In definitiva la casa costruttrice ha finito per “disegnare” contrattualmente un modello strutturale – organizzativo - finanziario e le concessionarie sono state costrette a realizzarlo a proprie spese. Questo modello dovrebbe, però, anche garantire il successo economico della concessionaria. Ma così non è e non è stato. Purtroppo, in molti casi, pur avendo la concessionaria adottato e realizzato gli standard contrattuali, non ha potuto evitare l’insuccesso economico. Ritengo, quindi, che si debba tornare ad un rapporto più equilibrato, in cui casa costruttrice e concessionari svolgano ognuno il proprio ruolo imprenditoriale assumendosi senza forzature i rischi connessi alle relative scelte. In base alla Sua esperienza, Fiat parte avvantaggiata o svantaggiata per uscire da questo difficile momento? L’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, presentando il piano di sviluppo della produzione auto italiana al Governo ed ai rappresentanti delle associazioni dei lavoratori, piano che è stato da lui stesso definito “ambizioso“, ha sottolineato che lo stesso ha i suoi punti focali nella ristrutturazione e nel rilancio delle infrastrutture produttive nella Penisola, nonché in un radicale rinnovamento dell’offerta di prodotto. La dismissione degli impianti di Termini Imerese, se da un lato produrrà effetti pesanti sull’occupazione, dall’altro potrà realizzare economie produttive importanti. La nuova strategia industriale prevede anche la necessità di rinnovare il parco macchine offerto da Fiat, che si tradurrà nella entrata in produzione, in tempi relativamente brevi, di undici nuovi modelli. Se Fiat realizzerà presto questa strategia, l’obiettivo di una produzione nazionale di quasi 1 milione di unità entro il 2012 non sembra difficile da raggiungere. In più a breve diventerà “concreto” l’accordo FiatChrysler. Le condizioni preposte prevedono che Fiat dia libero accesso a Chrysler alle sue piattaforme per vetture mini, piccole, mediobasse e medio-alte, oltre che motori e trasmissioni. Da parte sua, Chrysler pagherebbe Fiat con azioni proprie e così diventerebbe socia senza esborso di contanti. A tutto ciò si affiancherà positivamente il ritorno sul mercato americano di Fiat Auto, da cui era assente da qualche anno, sia pure solo inizialmente con il marchio Alfa Romeo. Ciò produrrà sicuramente degli effetti positivi sull’assetto patrimoniale e finanziario della Casa torinese e prospettive di mercato altrettanto positive. Gli effetti sul mercato interno, però, non si produrranno a breve o, almeno, non per il 2010, visto che proprio in questa ottica le previsioni di mercato per l’anno in corso si attestano su 1.700.000 unità immatricolate. Questo vuol dire che ancora per quest’anno i concessionari dovranno affrontare una difficile condizione di mercato. C’è, però, un timido segno di cambiamento. Si sta verificando, da qualche mese, un mutamento nel rapporto tra case e concessionari che si è tradotto in una nuova strategia di comunicazione. E’ auspicabile che la partnership tra case e concessionari si trasformi in una nuova politica di rete e non rimanga solo uno slogan pubblicitario. 22 23 ANTONELLO BLANDI quando l’arte porta fortuna L’arte e la scaramanzia sono state protagoniste lo scorso marzo a Palermo, presso Villa Niscemi, nella mostra di Antonello Blandi, dal titolo “Scaraman Pittando”. Sostenitore dell’iniziativa anche il CSA. Ferri di cavallo, corni rossi, soli dardeggianti, assieme a barche sul cielo, aquiloni, casette multicolori e altro ancora. Questi sono alcuni dei soggetti principali che hanno caratterizzato la mostra d’arte “Scaraman Pittando” di Antonello Blandi, tenutasi lo scorso marzo a Villa Niscemi e qui ricordata con la riproposizione di alcune opere e di momenti della giornata inaugurale. Si è trattato di un appuntamento a cui tanti non hanno voluto mancare, tra cui lo stesso Presidente del Senato, on. Renato Schifani, che ha visitato l’esposizione il giorno dopo quello del vernissage. Le opere presenti alla mostra si possono ora visitare sul sito www.siciliacolorata.it, in cui sono esposti peraltro alcuni tratti fondamentali della poetica dell’artista: “Antonello Blandi si allontana volutamente dai temi e dai canoni della pittura accademica, per creare fantastiche visioni di sogno, colme di fascino e di gioia… In tutte le opere dell’Artista è sempre presente la casa, elemento di primaria importanza per l’uomo, le cui instabili architetture appaiono mutevoli e imprevedibili, simili a pittoresche composizioni riflesse dai frammenti colorati di un fantastico caleidoscopio”. 25 “SVILUPPO SOSTENIBILE, la chiave di lettura per la mobilità di domani” Come sarà l’auto di domani? Quali criteri costruttivi emergeranno? E cosa si sta facendo oggi per prepararsi al futuro? A tutto questo e a molto altro ancora ha risposto il Dott. Carlo D’Angelo, presidente di Effedi S.p.A., azienda di Carini all’avanguardia nella progettazione e realizzazione di veicoli elettrici e non solo. alla normalità erogando i finanziamenti, soprattutto a mezzo leasing, che oggi sono materialmente bloccati dagli istituti di credito e rendono impossibile trasformare un ordine di un cliente in una vendita. Ora uno sguardo alla mobilità privata. Anche in questo ambito i dati parlano di una grande sofferenza del mercato. Quali sono secondo Lei le abitudini che dovranno cambiare nei consumatori? La mobilità privata è in una fase di grandi cambiamenti: il futuro, secondo me, è indirizzato verso un utilizzo sempre maggiore di mezzi di trasporto pubblici e, in alternativa, di veicoli che saranno locati (car sharing) a causa dei costi sempre più elevati che gravano sull’automobile per uso privato, oltre alla congestione dovuta al traffico. La fortuna imprenditoriale di un’azienda è legata alla sua capacità di dare risposte adeguate a una o più domande dei consumatori. Cosa chiederanno secondo Lei gli automobilisti del futuro? L’automobilista del futuro utilizzerà sempre più l’automobile quale mezzo di spostamento in assenza di trasporto pubblico, non vedendo più l’automobile come uno status symbol. Saranno preferiti pertanto gli acuisti di veicoli essenziali, con dimensioni sempre più contenute e con un occhio particolare alla sicurezza e all’ambiente. Il Consorzio Servizi Auto rappresenta indubbiamente una realtà importante per tutta la Sicilia, non da ultimo perché supera gli individualismi e attua ragionamenti in un’ottica di sistema. Secondo Lei questa formula può essere adeguata anche per superare il momento contingente? Da costruttore, qual è più in generale la Sua opinione sui consorzi di concessionari? Il concessionario è schiacciato da una parte dalle case costruttrici e dall’altra parte da un cliente sempre più esigente e attento al prezzo. Pertanto, l’unione dei concessionari in consorzi garantirà agli affiliati una voce più autorevole nei confronti delle case mandanti, oltre ad un sicuro abbattimento di costi per servizi che potranno essere gestiti in maniera centralizzata. Ha a disposizione alcune righe per lanciare un messaggio ai lettori. Cosa scriverebbe? Siamo tutti profondamente colpiti dalla crisi economica in atto ed i comportamenti dei consumatori non saranno più gli stessi che abbiamo conosciuto nei decenni passati: un approccio allo sviluppo sostenibile da parte di tutti sarà la chiave vincente per consegnare alle generazioni future un mondo migliore. Da oltre trent’anni, Effedi è una realtà all’avanguardia nel mondo della mobilità professionale e innovativa. Oggi, nel contesto molto critico che sta attraversando tutto il settore, che momento sta vivendo la sua Azienda e quali obiettivi vi siete posti nel breve – medio periodo? Nonostante un mercato in profonda crisi, che negli ultimi due anni, 2008 e 2009, ha registrato una flessione pari al 50%, Carlo D’Angelo la nostra azienda ha contenuto il calo di fatturato al 7%. Per il 2010 prevediamo un incremento di fatturato superiore al 20%, con un obiettivo pari a 11.800.000 euro. Stiamo già lavorando per portare sul mercato non solo la versione euro 5 dell’attuale prodotto Gasolone, che stiamo sviluppando grazie a un accordo con la Peugeot, ma sempre con la Peugeot contiamo nel 2011 di lanciare le versioni a metano e a GPL. Come Azienda, siete stati tra i pionieri dell’auto elettrica. Secondo Lei questa strada sarà il futuro della mobilità? Se sì, in cosa occorrerà migliorare? La nostra azienda propone sul mercato veicoli a trazione elettrica da oltre un decennio, ma purtroppo la diffusione è stata rallentata dalla mancanza di infrastrutture di ricarica. Certamente il veicolo a trazione elettrica potrà rappresentare per i prossimi 10/15 anni la soluzione dei problemi di mobilità e di inquinamento all’interno degli agglomerati urbani. Tutto dipenderà dagli interventi nel campo delle infrastrutture di ricarica da un lato e, dall’altro, dalle agevolazioni all’acquisto che il Governo metterà in campo, essendo comunque questo tipo di veicoli più cari di circa il 30% rispetto alla trazione endotermica. Parliamo di mobilità professionale. I dati parlano di una netta frenata negli acquisti, dovuta soprattutto al momento critico a livello internazionale. Secondo la Sua esperienza di imprenditore, come si potrebbe uscire da questo momento di empasse? La crisi che sta attraversando il settore dei veicoli commerciali leggeri è dovuta a diversi fattori per i quali servono soluzioni diverse. In primo luogo è necessario incentivare l’acquisto tramite l’introduzione di leggi quali il credito d’imposta per l’acquisto di veicoli strumentali; in secondo luogo è necessario che il sistema bancario torni In questa foto: il Gasolone, veicolo commerciale per la gestione dei rifiuti urbani, accanto: “Maranello” la nuova auto elettrica senza patente della FD. 26 QUALE FUTURO per Termini Imerese? Su gentile concessione de “Il Giornale di Sicilia”, si pubblica di seguito un’intervista al presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Francesco Cascio, realizzata da Filippo Pace e pubblicata sul quotidiano il 18 febbraio 2010, che tratta di possibili scenari futuri per Termini Imerese. PALERMO. Un polo industriale dedicato alle automobili elettriche: lo immagina per Termini Imerese il presidente dell’Ars, Francesco Cascio, auspicando il coinvolgimento della stessa Fiat insieme ad altre imprese del settore. “Oggi la sfida si gioca tutta sulle nuove auto a ridotto impatto ambientale” afferma, ponendo come condizione irrinunciabile di qualsiasi nuovo scenario “il mantenimento degli attuali livelli occupazionali”. Quale futuro per i lavoratori Fiat di Termini? “Si potrebbe verificare la disponibilità della Fiat a farsi coinvolgere nel polo termitano pure con soluzioni diverse dall’attuale, anche perché reputo improbabile che un “vuoto” lasciato dalla Casa torinese possa essere colmato da una sola iniziativa produttiva. Tra le tante proposte pervenute si sono delineate alcune possibili soluzioni industriali che ruotano attorno all’auto elettrica a zero emissioni” Quali? “Ad esempio la proposta di Simone Cimino che riguarda la produzione in Sicilia e su licenza dell’indiana Reva di un’auto elettrica già commercializzata in Italia, alimentata con batterie al litio. Questo progetto prevede la realizzazione in Sicilia di una rete capillare di punti di rifornimento stradale per ricaricare le batterie delle auto. Una seconda proposta, quella dell’imprenditore palermitano Carlo D’Angelo, riguarda la produzione su scala più grande di un’auto elettrica, sempre con batteria al litio, che attualmente è prodotta in tiratura limitata in uno stabilimento di Carini e venduta sia in Italia che all’estero”. Quale ruolo potrebbe avere la Fiat? “Credo che nessuna di queste proposte possa garantire da sola l’attuale presenza occupazionale della Fiat. Si potrebbe sondare la disponibilità della Casa torinese a collaborare per la nascita a Termini Imerese di un polo di ricerca orientato alla progettazione di nuove batterie per auto che diano più garanzie di durata rispetto alle attuali. Non va dimenticato che la Fiat ha realizzato a Pomigliano d’Arco l’Elasis, un grande centro per la ricerca applicata all’automobile che dà lavoro a quasi ottocento giovani ricercatori. Insomma, penso che la Fiat possa essere interessata ai cospicui fondi europei a disposizione della Sicilia per la ricerca. Ma tutto ciò a una condizione”. Cioè? “Devono essere mantenuti gli attuali livelli occupazionali, e questo sia per gli impiegato dello stabilimento di Termini che per i numerosi addetti dell’indotto. In Sicilia sarebbe così presente un settore industriale strategico, avanzato e rispettoso dell’ambiente. E il territorio termitano garantirebbe un beneficio occupazionale duraturo per tanti giovani laureati siciliani oggi costretti ad emigrare”. Foto in alto: il “progetto” della Reva, al centro: il centro industriale Fiat di Termini Imerese, sotto: l’attuale linea di montaggio della Punto. 27 E’ CAMBIATA L’AUTO o il modo di venderle? Intervista a Pietro Quattrocchi, direttore commerciale Fiat per il sud Italia Direttore Quattrocchi, cominciamo innanzitutto a dare dei numeri a livello locale. Quale situazione sta vivendo il mercato siciliano dell’auto? E qual è il posizionamento del marchio Fiat? E’ rispettata la media rispetto alla situazione nazionale o la Sicilia rappresenta per alcuni aspetti una realtà a parte? Pietro Quattrocchi Parlando strettamente di numeri, il mercato siciliano sta seguendo la tendenza nazionale che ci vede ancora sotto la grande ondata di ordinativi dello scorso fine anno. E’ quindi un mercato fortemente sostenuto nelle immatricolazioni (+25% rispetto al pari periodo gennaio/ marzo 2009) a causa della fine degli incentivi alla rottamazione statale, ma che sta inevitabilmente subendo un forte rallentamento nelle acquisizioni. Dovendo raffigurare graficamente questa situazione “anomala”, vedremmo due curve distanziate di qualche mese: quella delle vendite con un picco a fine dicembre 2009, quella delle immatricolazioni con lo stesso picco a marzo. Al 31 marzo si sono chiusi improrogabilmente i termini di immatricolazione di queste vetture, per cui abbiamo assistito ad un boom di targhe cui succederà un inevitabile stallo nei successivi 2, 3 mesi. Il mercato siciliano potrebbe risentire maggiormente di questa situazione, dovuta al fatto che il parco circolante al Sud Italia è mediamente più anziano di quello delle altre parti del Paese. Ciò significa che si è fatto ricorso alla rottamazione più che altrove (in Sicilia le immatricolazioni segnano un +35% rispetto al pari periodo gennaio/marzo 2009) e pertanto chi doveva sostituire la vettura rottamando quella vecchia, ha largamente approfittato della fine degli incentivi statali. Il riflesso sul mercato di quest’anno potrà essere quello di una contrazione delle vendite sostenute da una semplice attività di “sostituzione”, ovvero cambio la vettura solo perché costretto (guasti irreparabili; divieti di circolazione in aree urbane, ecc.). In questo scenario che si prospetta alquanto negativo in assenza di sostegni alla rottamazione, il marchio Fiat mantiene la leadership sul mercato, incrementando la propria quota di quasi un punto percentuale (26% circa nei primi tre mesi dell’anno) grazie al contributo di vetture qualitativamente ottimali (vedi la nuova Punto Evo). Al resto delle perfomance hanno certamente contribuito l’inossidabile Panda (grazie anche alle versioni GPL) e la 500. E’ da notare in ogni caso che le performance del brand Fiat in Sicilia sono migliorate pur non potendo contare su una distribuzione uniforme dei rifornimenti di metano. Cosa c’entra? E’ presto detto: grazie agli incentivi statali sulle vetture GPL e metano, alcune regioni d’Italia hanno potuto assistere ad un notevole incremento delle vendite di queste vetture ad alimentazione ibrida: regioni come l’Emilia Romagna, dove esiste già da anni una distribuzione capillare dei rifornimenti di metano per autotrazione, circa il 30% del venduto Fiat è costituito dalle versioni a metano, tecnologia nella quale il marchio è leader quasi assoluto. In Sicilia tale diffusione è limitata a pochi centri, specie nel versante orientale dell’isola, mentre altre aree ne sono del tutto prive (v. Trapani). E’ l’ennesimo paradosso di cui la nostra terra è decisamente piena: siamo letteralmente attraversati dai grandi metanodotti che dal Nord Africa si dirigono verso il resto del Continente, ma di questo copioso “fiume” ci rimangono pochissime gocce. Questa situazione ovviamente rallenta parecchio la motivazione all’acquisto da parte di enti e privati, per cui l’ottimo di risultato di vendite a livello locale è da leggersi come un’ulteriore forza del Marchio e della sua ben radicata rete dei concessionari. Parliamo di vendite. Tanto più in un periodo come quello attuale, la figura del venditore recita un ruolo fondamentale per una con- Luca Cordero di Montezemolo con John Elkan nuovo Presidente della Fiat 28 cessionaria auto. E’ cambiato qualche cosa nelle tecniche di vendita rispetto a una decina di anni fa? In caso affermativo, che cosa? Questo è un argomento apparentemente semplice da affrontare, ma che nasconde una vera e propria rivoluzione oserei dire “culturale” del ruolo del venditore. Se proviamo a leggere questo ruolo in ottica cliente, non vi è dubbio che oggi rispetto al passato il venditore è più vicino alla figura di un consulente, dovendo gestire informazioni di carattere finanziario, a volte di fiscalità, certamente tecniche, laddove il cliente oggi più che mai grazie ai canali informativi specializzati (stampa e internet) arriva in concessionaria con un grado di preparazione a volte stupefacente. Il ventaglio di prodotti che il venditore può oggi gestire è quindi notevolmente ampio: la scelta del finanziamento più appropriato (circa l’80% dei clienti auto compra con una dilazione di pagamento), la gestione dei rifiuti delle finanziarie, proponendo strumenti alternativi quali la cessione del quinto; i prodotti accessori al finanziamento, quali assicurazioni e garanzie estese. Sono solo alcuni esempi del grado di preparazione che oggi il venditore di un bene di proprietà (siamo ancora culturalmente lontani dal mondo anglosassone che da questo punto di vista predilige sempre di più la formula del noleggio piuttosto che l’acquisto in proprietà), che è classificato come il più importante ed impattante sulla famiglia dopo la casa, deve raggiungere nel suo background professionale. politico e oratore greco Pericle. Trasponendo il tutto alla situazione che sta vivendo il mercato dell’auto nell’attualità, quali sono in base alla Sua esperienza quegli elementi che potranno rilanciare il settore? Vi è sostanzialmente un dato su tutti che ci fa comprendere le forti problematiche che vive il settore dell’auto: l’eccesso di produzione. Oggi si producono più vetture di quanto sia in grado di assorbirne il mercato. Ciò è ancor più vero per quei mercati cosiddetti “saturi” o “maturi”, quali quelli occidentali. Da un lato quindi i paesi emergenti (Cina ed India) “spingono” con prodotti low-cost, magari non eccelsi a livello qualitativo, ma che rispondono ad una specifica richiesta del mercato: il prezzo. Dall’altra le case europee tentano di rispondere creando forti aggregazioni per mantenere i livelli della produzione ad una quota definita “vitale”. Il caso Fiat-Chrysler ne è un chiaro esempio tra i tanti. E’ difficile quindi potersi lanciare in previsioni di medio - lungo termine in un momento in cui la congiuntura internazionale non ha mollato ancora la presa ed il settore si trova ancora in una fase di ridefinizione degli equilibri globali. Quello che possiamo azzardare oggi è una previsione di breve calata in contesti socio-geografici ben circoscritti. La ricerca di economie di scala quali valide alternative alla perdita di margini sulla pura vendita dell’automobile, il consolidamento di tutte le aree di business della rete distributiva (N.d.R.: nuovo, usato, ricambi, officina) attraverso operazioni commerciali e finanziarie che sostengano i fatturati, necessari per la sopravvivenza delle Case e della Rete. In questo contesto, il Consorzio dei dealer siciliani può svolgere un ruolo chiave ponendosi come interlocutore forte e rappresentativo delle esigenze dei concessionari. Sintetizzando al massimo, si può indubbiamente affermare che un affare si conclude quando domanda e offerta si incontrano. Ma a proposito di domanda, cosa richiede oggi il consumatore a una concessionaria auto? In altri termini, cosa è cambiato nel suo atteggiamento rispetto al passato? Come già accennato prima, oggi non v’è dubbio che il consumatore è più consapevole. E’ più preparato tecnicamente, pone domande specifiche sul prodotto e sul servizio. Sa bene che la gestione del suo acquisto è un impegno non indifferente per il proprio portafogli per tutta la durata del bene. Le normative anti-inquinamento dei centri urbani, l’inasprimento delle sanzioni stradali, l’aumento del prezzo del carburante, le rate del finanziamento, le tasse auto, la svalutazione della vettura… La scelta inconsapevole dell’acquisto può rivelarsi un boomerang micidiale per il consumatore. Oggi quindi la concessionaria deve essere una sorta di seconda casa per il cliente (non solo in termini estetici) e deve pensare a lui non come una “vittima” da spennare ma come un “promoter” (per dirla in gergo Customer Care), in grado cioè di orientare la scelta della sua cerchia di familiari e dei suoi amici verso il nostro prodotto e le nostre concessionarie. In qualità di direttore commerciale Fiat d’area, quali sono le sfide che questo Consorzio dovrà vincere nel breve e nel medio periodo? E Lei come immagina il futuro? Riprendendo i concetti appena espressi nella mia precedente risposta, ho sempre creduto in tre elementi fondamentali: la forza del Gruppo, l’importanza della Relazione, la Motivazione della Rete. Sono concetti che soprattutto in Sicilia ed al Sud in genere sono più difficili, per così dire, da “digerire”. Vi sono fatti culturali atavici che non ritengo sia il caso di esplicitare in questo contesto, ma che sono dei capisaldi nella tradizione isolana. Mi limito qui a dire che la grande sfida che il Consorzio dovrà vincere nel medio periodo è il superamento delle diffidenze dei suoi componenti. Domani il Consorzio potrà davvero rappresentare uno degli attori più importanti non solo del settore ma dell’intera economia dell’isola, capace già oggi di sedere al tavolo delle istituzioni, forte di una rete con più di 1.000 dipendenti, oltre 800 € milioni di fatturato ed in grado di pesare per oltre il 6% del P.I.L. siciliano. “Noi non possiamo prevedere il futuro, ma dobbiamo essere ben preparati per affrontarlo”. Così disse, già nel V secolo a.C., il grande L’accogliente e luminoso show room vetture nuove di una concesionaria Fiat aderente al CSA 29 FIAT history 2° parte dal 1922 agli albori della 2° guerra Mondiale Alla fine della Prima Guerra Mondiale, la Fiat ha le forze per riprendere subito la propria produzione. A dimostrarlo sono i fatti, tanto che già nel 1919 è presentata la Fiat 501, un modello che venderà 45.000 unità. Contestualmente, l’Azienda avverte la necessità di espandersi e di diversificarsi, sia nel campo dei veicoli industriali sia nell’accessoristica, cosicché nello stesso anno dà vita alla joint venture F.I.M.M., acronimo di Fabbrica Italiana Magneti Marelli. Sono anni fervidi e ricchi di iniziative, destinati a lasciare un segno indelebile nella storia dell’automobile. Non a caso, nel 1922, alla presenza del Re d’Italia e del Senatore Agnelli, è inaugurato a Torino il celeberrimo Lingotto, l’avveniristico edificio di 5 piani e 153.000 mq. con tanto di pista prove sul tetto, nel quale sono fatte convogliare le diverse officine Fiat presenti a Torino. Per l’epoca il Lingotto, giunto alla piena operatività solo alla fine degli Anni Venti, rappresentò una svolta epocale: al suo interno iniziò la vera e propria produzione in serie, che tanto successo avrebbe avuto negli anni a venire. In questo periodo vedono la luce modelli come l’utilitaria Fiat 509 e la berlina Fiat 529, quest’ultima equipaggiata di volante regolabile e di freni su tutte e quattro le ruote. Anche i materiali pian piano cambiano, e nel 1928 Fiat è la prima al mondo ad utilizzare l’alluminio per produrre le teste dei motori. I numeri e i mezzi non mancherebbero a Fiat per potersi affacciare sullo scenario internazionale, ma la situazione politica dell’epoca impedisce un’espansione all’estero, spingendo però il mercato interno. Nel 1932 debutta quindi la Fiat 508 Balilla, che due anni più tardi passerà da 3 a 4 marce. Questo modello fa segnare anche all’Azienda torinese il nuovo record di produzione: 110.000 esemplari. Sembravano molti, ma già nel 1936 comincia a circolare sulle strade italiane un mito che in vent’anni polverizzerà il precedente traguardo: la Topolino, destinata a raggiungere i 500.000 esemplari. Un anno prima, nel 1935, era nata anche la Fiat 6 cilindri 1500, caratteristica per le sue innovative doti aerodinamiche. Nel 1937 è poi la volta della Fiat Nuova Balilla 1100 (la prima a fregiarsi del titolo di 1100), seguita nel 1938 dall’ammiraglia Fiat 2800, che inaugura un’inedita forma del cofano. I venti di guerra ormai soffiano impetuosi, tanto che della stessa Fiat 2800 sono costruiti anche esemplari in versione militare. Con l’ingresso dell’Italia nel secondo conflitto mondiale, la produzione di autovetture subisce una drastica riduzione a favore di veicoli commerciali funzionali alla macchina bellica. Qui sopra: Fiat 509 (1923), accanto: Fiat 501 (1937) e sotto: Fiat 2008 (1938) 31
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