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sistema design nelle imprese di Roma e del Lazio DESIGN FOR MADE IN ITALY 04 Transportation Design diid Ilaria Sacco Antonio Dal Monte Rondine Motor Modelleria Di Laurenzio Arca Camper Belumbury Diamond Style Team sistema design nelle imprese di Roma e del Lazio DESIGN FOR MADE IN ITALY 04 Transportation Design Direttore responsabile | Managing Director Tonino Paris Direttore | Director Carlo Martino Coordinamento scientifico | Scientific Coordination Committe Osservatorio scientifico sul Design del Dipartimanto ITACA, Industrial Design Tecnologia dell’Architettura, Cultura dell’Ambiente, Sapienza Università di Roma Redazione | Editorial Staff Luca Bradini Nicoletta Cardano Ivo Caruso Paolo Ciacci Emanuele Cucuzza Stefano Lacu Antonio Las Casas Sara Palumbo Filippo Pernisco Felice Ragazzo Silvia Segoloni Clara Tosi Pamphili Segreteria di redazione | Editorial Headquarter Via Flaminia 70-72, 00196 Roma tel/fax +39 06 49919016/15 [email protected] Traduzione | Translations Claudia Vettore Progetto grafico | Graphic design Roberta Sacco Impaginazione | Production Sara Palumbo Editore | Publisher Rdesignpress Via Angelo Brunetti 42, 00186 Roma tel/fax +39 06 3225362 e-mail: [email protected] Distribuzione librerie | Distribution through bookstores Joo distribution – Milano DESIGN FOR MADE IN ITALY sistema design nelle imprese di Roma e del Lazio n°4_agosto 2009 allegato alla rivista Distribuzione estero | Distribution for other countries S.i.e.s. srl – Milano 20092 Cinisello Balsamo (MI), via Bettola 18 tel. 02 66030400 – fax 02 66030269 www.siesnet.it e-mail [email protected] diid Stampa | Printing Tipografia Ceccarelli, Grotte di Castro - VT Registrazione presso il tribunale di Roma 86/2002 del 6 marzo 2002 ISSN: 1594-8528 _disegno industriale industrial design Rivista bimestrale di formazione e ricerca Bimonthly magazine of training and research indice 04 _ 09 Topic_Transportation design Una palestra creativa | A creative hotbed_Tonino Paris Largo alla sperimentazione | Make way for experimentation_Carlo Martino Design e Creatività per l’universo Automotive Made in Lazio | Design and Creativity in Lazio’s Automotive Field_Pierpaola D’Alessandro 10 _ 29 Designer Ilaria Sacco e Antonio Dal Monte Il futuro dell’Automotive design | The future of Automotive design_Emanuele Cucuzza La passione è alla base | Passion is the drive_Filippo Pernisco Designer_index 30 _ 33 Focus Rondine Motor La nuova Elettra | The new Elettra_Monica Scanu 34 _ 51 Factory Modelleria Di Laurenzio Via di Tor Sapienza, 171_Felice Ragazzo Arca Camper Camper all’italiana | Camper in the italian style_Paolo Ciacci Oltre l’auto | Besides cars_Loredana Di Lucchio Factory_index 52 _ 61 Innovation Belumbury Una strategia per l’innovazione del quadriciclo | A strategy for the innovation of the quadricycle_Luca Bradini Diamond Style Team Per una mobilità sostenibile | For sustainable mobility_Ivo Caruso 62 _ 63 Lsd _ la sapienza design factory Topic_Transportation design Una palestra creativa | A creative hotbed Tonino Paris 404 Qui nel Lazio, siamo certamente lontani dalla grande industria automobilistica del Piemonte, della Lombardia e dell’Emilia Romagna, in cui hanno avuto storicamente origine i grandi marchi italiani o dove sono nate le famose carrozzerie divenute poi centri di progettazione di livello internazionale. Questa lontananza, anche se relativa - pensiamo a Cassino e agli impianti produttivi Fiat - ha comunque degli aspetti positivi, ed ha stimolato importanti iniziative professionali e produttive, libere dalle implicazioni della grande industria, che definiscono uno scenario laziale del transportation design alquanto originale. D’altro canto Roma e il Lazio, per alcuni settori del trasporto, rappresentano due mercati molto particolari. Non è infatti un caso che la Honda Europe, nel dover impiantare negli anni ‘90 un centro di Ricerche e Sviluppo per il Design di Maxiscooter in Europa, abbia scelto Roma come sede strategica. Roma come area metropolitana, pone oggi alla progettazione per la mobilità, importanti problematiche a cui il design è chiamato a dare soluzione, rappresentando una grande palestra creativa. Per cui accade, ed è accaduto, che in maniera spontanea, questo grande laboratorio della mobilità abbia stimolato la creatività di singoli individui che hanno voluto dare un loro contributo diretto. La palestra creativa romana e laziale, deve però trovare più spazi per una sua educazione per rispondere alla domanda dei giovani sempre più interessati a lavorare in questo settore. Here in the Lazio region we are most definitely far from the large-scale motor industry that can be found in Piedmont, Lombardy and Emilia Romagna, where the big Italian names have their historical origins and the famous body shops that went on to become international design centres were founded. However, this distance is only relative – consider the Fiat production plant in Cassino – and besides it has some positive aspects. It has encouraged some significant professional and production initiatives, free from the implications of large-scale industry, which have helped to create a rather original transportation design scenario in Lazio. Rome and Lazio are also highly distinctive markets for certain transport sectors. It is no coincidence that Honda Europe chose Rome as a strategic base when it was establishing a Maxiscooter Design Research and Development centre in Europe in the 1990s. Rome as a metropolitan area presents mobility issues of considerable importance which designers are called on to resolve, making it a large creative hotbed. Past and present experiences have shown that this huge mobility workshop spontaneously stimulates the creativity of individuals, who want to make their own direct contribution. The creative hotbed in Rome and Lazio must nonetheless provide more opportunities for training in order to respond to demand from young people, from whom there is ever greater interest in working in this sector. Carlo Martino Largo alla sperimentazione | Make way for experimentation Il contributo del Lazio al Transportation design è molto più ampio di quanto trattato all’interno del numero, rientrando in quest’ambito anche il design del trasporto per aria - aeronautica e aerospazio - che tratteremo più avanti e quello per acqua, già affrontato nel numero sulla nautica. Nonostante il campo d’indagine sia più ristretto, è possibile però soffermarsi a riflettere su questioni che connotano il transportation design in quest’area geografica e che ne determinano la specificità. Ci sono certamente soggetti che operano qui a causa di macrostrategie economiche e industriali che li hanno indotti in un passato prossimo, ma anche remoto, ed è certamente questa la ragione per cui, per esempio, è presente a Cassino una delle più importanti unità produttive della Fiat o, nell’ambito del sistema industriale aeronautico, l’esistenza d’importanti industrie è associabile alla presenza nel Lazio del più grande scalo aeroportuale italiano. Una vocazione specifica delle imprese legate al design dei mezzi di trasporto del Lazio è quella degli allestimenti funzionali e ricreativi. Tra questi si citano l’Arca Camper, che da anni è un riferimento internazionale per la produzione di veicoli ricreativi; la Bollanti, per il settore dei veicoli sanitari, per non tralasciare Rail Interior e Finter che allestiscono interni di treni, dai vagoni regionali agli ETR di Giugiaro. Ma il Lazio, e in particolare Roma, è anche la regione in cui hanno sede importanti centri di ricerca (CNR, ENEA, CIRPS, ecc.), che racchiudono tra gli ambiti d’interesse anche il transportation, e ci sono poi le università con i corsi d’ingegneria e di design, e infine numerose realtà, a cavallo tra la progettazione e la produzione. Ed è proprio quest’ultimo gruppo di soggetti che desta un certo interesse fenomenologico. Più che replicare il sistema della progettazione canonica degli autoveicoli, con specifici centri stile cui si affiancano sofisticate realtà ingegneristiche, nel Lazio si sta consolidando una modalità sperimentale che si concentra sull’innovazione tecnologica e tipologica. A guidare il fenomeno è certamente la passione di alcuni personaggi, come i fratelli Nuccitelli, che hanno portato sulle piste da competizione la moto RRV1, a firma Rondine Moto, o quella dei giovani di Diamond Style Team, che attraverso i loro prototipi accolgono le sfide ambientaliste; la Digilab, che sviluppa progetti e prototipi di autoveicoli e Quad o infine la neonata Belumbury, che ha deciso di innovare profondamente le linee e le caratteristiche dei quadricicli. Per cui il Lazio si sta configurando come un territorio, che senza voler competere con le aree geografiche consolidate dell’automotive, si apre con successo alla sperimentazione di nuove tipologie di veicoli. In questo fenomeno, certamente i centri di ricerca e le scuole hanno già un ruolo di stimolo, come la vicenda di Antonio Dal Monte insegna, ma possono ulteriormente favorire processi di sviluppo e di trasferimento tecnologico. Non si dimentichi che in questa regione convivono in un rapporto di contiguità geografica, sofisticate industrie aereonautiche e aerospaziali, e importanti cantieri navali. Per concludere, non è un caso che proprio Roma stia preparando alla carriera di Car Designer nuovi talenti, come il caso di Ilaria Sacco, recentemente approdata alla Pininfarina, dopo una laurea in Design alla Sapienza ed un Master al Royal College of Art di Londra, ci dimostra. 505 Host (Human oriented sustainable transport), un prototipo di veicolo innovativo a basso impatto ambientale, CIRPS | Host (Human oriented sustainable transport), a prototype of a low environmental impact vehicle, CIRPS. Rail interior, interno treno | train interior. Diamond Style Team, Ravenna 2009. 066 The Lazio region’s contribution to transportation design goes far beyond the examples mentioned in this issue, as it also includes airborne transport (aeronautics and aerospace), which we will cover in the future, and travel on water, which has already been discussed in the issue on boating. Although the field of inquiry is more restricted, it is nonetheless possible to reflect on the issues that give transportation design in this geographical area its own identity. There are most certainly those who work here due to induced business as part of large-scale economic and industrial strategies in the recent, as well as the distant, past. For example, this is definitely the reason why one of Fiat’s biggest production units is in Cassino, while in the industrial aeronautics field, the existence of important industrial activities is down to the presence in Lazio of Italy’s largest airport. Lazio’s transportation design companies have a special calling for functional and recreational fitting. Examples include Arca Camper, which has been an internationally renowned recreational vehicle manufacturer for years, Bollanti in the health care vehicles sector, and Rail Interior and Finter, which furnish train interiors, from regional carriages to Giugiaro’s ETRs. However, Lazio – and Rome in particular – is also home to important research centres (CNR, ENEA, CIRPS, etc.) that list transportation among their areas of interest. There are also the engineering and design courses at the universities, and finally numerous entities spanning design and production. It is this last group that awakens interest in a phenomenon. Rather than imitating the standard motor vehicle design system, with specific style centres alongside sophisticated engineering units, in Lazio an experimental approach that focuses on technological and typological innovation is establishing itself. It is driven by the passion of certain people, like the Nuccitelli brothers, who have taken the Motorondine RRV1 motorcycle onto racing circuits, and the young team at Diamond Style, who take up environmental challenges with their prototypes. Further examples include Digilab, who develop motor vehicle designs and prototypes, Quad and finally the recently founded Belumbury, where they have decided to radically innovate the lines and characteristics of quad bikes. Lazio is therefore shaping up to be an area that does not want to compete with the consolidated geographical automotive zones and is instead successfully experimenting with new types of vehicles. In this scenario, the research and teaching centres definitely already play a part in encouraging the phenomenon, as demonstrated by the story of Antonio Dal Monte, but they can still do more to promote the technological development and transfer processes. It should not be forgotten that in this region, sophisticated aeronautical and aerospace industries can be found in close geographical proximity to big shipyards. In conclusion, it is no coincidence that Rome is preparing new talents for careers as car designers. This is illustrated by cases such as that of Ilaria Sacco, who recently arrived at Pininfarina after graduating in Design at Sapienza University and then doing a Master’s degree at the Royal College of Art in London. 707 Pierpaola D’Alessandro* Design e Creatività per l’universo Automotive Made in Lazio | Design and Creativity in Lazio’s Automotive Field *Direttore Affari Industriali Sviluppo Lazio S.p.A. | Director of Industrial Affairs Sviluppo Lazio S.p.A. Il Lazio ospita una tra le più significative filiere produttive legate al comparto della mobilità e più comunemente conosciuto come automotive. Si tratta di un universo produttivo che, nei decenni, da attività artigianale si è trasformato in un polo industriale dove la combinazione di progettazione, ricerca e innovazione contribuisce a creare l’identità e l’immagine del veicolo. Nella sola area di Frosinone operano 150 PMI, che occupano oltre 6mila addetti e che costituiscono parte di quell’indotto automotive che ricopre un ruolo rilevante nell’apparato economico-produttivo locale. Un settore la cui caratteristica principale è quella di essere in continuo “movimento”, grazie alla forte competizione tra case automobilistiche e industria della mobilità in genere, e per questo comunque con forti potenzialità di ripresa nonostante la crisi in cui si muove. Nel contesto in cui cresce e si sviluppa il comparto, emerge la capacità di saper coniugare standard tecnologici elevati con elementi immateriali come la creatività ed il design industriale che si esprime attraverso quel sistema di PMI che fanno degli elementi “intangibili” il valore aggiunto delle loro produzioni, il Made in Italy – Made in Lazio riconosciuto ed apprezzato a livello internazionale per sfida creativa, linee e forme innovative. Design e Automotive, è questo rapporto di equilibrio perfetto che la Regione Lazio, attraverso Sviluppo Lazio sta promuovendo all’estero attraverso progetti di internazionalizzazione che rappresentino vetrine riconoscibili del Made in Italy – Made in Lazio, e che attivino, in un contesto di forte globalizzazione, l’aggregazione tra PMI per mettere a fattor comune le expertise delle imprese ed aggredire attraverso il mix di successo di tecnologia, forme e design industriale, i mercati esteri. Il prossimo appuntamento di sistema dedicato alla valorizzazione della filiera legata alla mobilità, motoristica e subfornitura è in Giappone, un progetto interregionale che vuole valorizzare nell’area orientale le eccellenze tecnologiche e creative del comparto. Attraverso le pagine di questa monografia vogliamo stimolare la curiosità e l’investigazione dell’universo Automotive del Lazio, per scoprire come gli elementi creativi emergono in produzioni sempre più diversificate – dalle autovetture agli interni di ambulanze ed elicotteri - e di alto valore economico. Pomos, Magica II. Enea, Urb-e. Entrambe sfruttano dei supercondensatori per accumulare e restituire energia | Both of them take advantage of overcondenser to accumulate and give back energy. The Lazio region is home to one of the most important automotive industry production chains. It is a production environment that over the decades has moved on from artisanal output to become an industrial centre where the combination of design, research and innovation helps to create the identity and image of vehicles. In the Frosinone area alone there are 150 SMEs, employing over 6,000 people and making up part of the induced automotive trade that plays a significant role in the local economic and production scenario. It is a sector whose main characteristic is continually being in ‘movement’, due to the strong competition between motor companies and in the transport industry in general. For this reason, there is great potential for recovery despite the current crisis. The setting in which this area of trade is growing and developing has seen the emergence of the ability to combine high technological standards with immaterial qualities such as creativity and industrial design. These are expressed by the SMEs, which make ‘intangible’ elements the added value of their products. Items marked Made in Italy – Made in Lazio are recognized and appreciated all over the world for their creative initiative, lines and innovative forms. Design and the Automotive trade: this is the perfectly balanced relationship that Sviluppo Lazio, on behalf of the Lazio regional authorities, is promoting abroad through internationalization projects that constitute showcases for goods which are Made in Italy and Made in Lazio. Against a backdrop of strong globalization, these schemes are promoting mutual collaboration between SMEs in order to pool their expertise and compete on foreign markets with the successful blend of technology, form and industrial design. The next event to promote the transport, motoring and subcontracting chain will be in Japan. This interregional initiative aims to bring the technological and creative excellence of the industry to the attention of the East. In this study, we wish to create curiosity and encourage investigation of Lazio’s automotive trade, in order to reveal how creative elements emerge in products that are increasingly diversified – from cars to the interiors of ambulances and helicopters – and have high economic value. 09 Designer Emanuele Cucuzza 10 L’Automotive design secondo Antonio Dal Monte e Ilaria Sacco: i prototipi di oggi, le interazioni con il settore sportivo, il futuro del mercato… L’intervista doppia fa emergere una visione del settore spesso convergente e due professionalità profondamente diverse. Quella già riconosciuta a livello internazionale di un “veterano” prestato dal mondo della medicina e quella promettente di una giovane designer. Il Prof. Antonio Dal Monte si è laureato in Medicina e Chirurgia a Roma ed ha conseguito la docenza in Fisiologia Umana ed in Medicina dello Sport. Specialista in Pneumologia, Medicina del Lavoro ed in Medicina Aeronautica e Spaziale, è consulente del Gruppo Fiat per sedili e strumentazione di bordo. Ha brevettato innumerevoli strumenti ed apparecchiature di successo, ha studiato e realizzato posti di guida e studio della postura in veicoli da competizione automobilistici, motonautici, aeronautici ed alianti. É stato ed è tutt’ora membro di diverse commissioni medicosportive internazionali anche olimpiche, è stato membro del Consiglio Superiore di Sanità, gli sono state conferite due lauree Honoris Causa ed è perfino Campione Europeo come pilota motonautico… Ben altro è il percorso di Ilaria Sacco, classe 1980, partita da una laurea in Disegno Industriale presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Dopo il Master in Vehicle Design presso il Royal Art di Londra e qualche riconoscimento di prestigio come il Best Production Interior-Interior Motives Design Award, Ilaria fa ora parte del Centro Stile di Pininfarina a Torino. Automotive design in the view of Antonio Dal Monte and Ilaria Sacco: today’s prototypes, interactions with the sports sector, the future of the market... A head-to-head interview showing a vision of the industry often converging as well as two very different expertises. The professional career of a veteran already known worldwide and ‘borrowed’ from the medicine sector and the promising one of a young designer. Prof. Antonio Dal Monte graduated in Medicine and Surgery in Rome and was awarded a chair in Human Physiology and Sports Medicine. He is a Pneumology, Industrial Medicine and Aviation and Aerospace Medicine specialist as well as external consultant to Fiat Group with regard to seating and onboard equipment. He patented an endless number of successful tools and equipment, studied and built driver’s seats and carried out research on the posture in competition cars, motorboats, airplanes and gliders. He was and still is a member of several international sportmedicine boards, even Olympics ones, was a member of the Italian National Health Council, was awarded two honorary degrees and even was European motorboat racing champion... A very different path has been followed by Ilaria Sacco, born in 1980, who started with a degree in Industrial Design at the University La Sapienza of Rome. After taking a Master’s Degree in Vehicle Design at the Royal College of Art of London and being awarded very important prizes such as the Best Production Interior-Interior Motives Design Award, Ilaria now works at Centro Stile Pinifarina in Turin. Ilaria Sacco e Antonio Dal Monte Il futuro dell’Automotive design | The future of Automotive design Dando per scontata l’evoluzione della tecnologia, tra estetica, ergonomia e funzionalità, quale aspetto dell’Automotive o del Car design si sta sviluppando di più nelle auto che guideremo nel prossimo futuro? A.D.M. L’unico rischio è che, avendo sondato tutte le ipotesi possibili, spinti dal desiderio del nuovo a tutti i costi, si finisca per fare qualcosa che nuovo certamente sarà, ma che non è detto sia capace di sposarsi con le strutture fisiche degli utenti. I progettisti e i designer devono lottare contro le caratteristiche antropometriche opposte del pubblico. Infatti, mentre cresce in maniera imprevedibilmente più rapida l’altezza media nei paesi più sviluppati, sono in continuo aumento i fruitori asiatici ben più bassi. I.S. L’approccio è sempre più simile a quello del product design… Finora le auto erano un riferimento estetico che rispecchiava lo status, ma adesso l’attenzione è rivolta alle reali necessità e funzionalità soprattutto degli interni. Si viene attratti da una macchina per il suo esterno, ma si compra solo se si trova comfort e funzionalità nell’abitacolo. In particolare quali esigenze si cerca di soddisfare nei prototipi di oggi? A.D.M. In primo luogo la sicurezza. Oggi non è immaginabile disegnare un auto, soprattutto gli interni, senza tenere in massimo conto l’esigenza di non ledere in caso di urto. L’altra esigenza impone di essere il più antropomorfi dal punto di vista biomeccanico anche se scende la percorrenza media. Il traffico aumenta, il tempo in auto cresce esponenzialmente, anche perché gran parte della popolazione cerca casa, se non altro per motivi economici, lontano dal centro città. Considerate le patologie per posizioni incongrue, quelli che come me vengono dalla medicina, devono cercare di rispettare al massimo i bellissimi disegni dei designer, ma nello stesso tempo far sì che tutte le parti del corpo vengano accolte e supportate in modo coerente con le strutture corporee. I.S. L’esterno incuriosisce, ma l’interno riflette ora un’attenzione maggiore sulla figura umana per raggiungere una versatilità funzionale massima. La strada sembra quella di personalizzazioni più ampie Ph: M. Spinelli. 11 e mercati più eterogenei. Si stanno diffondendo le MMI, console centrali che permettono di controllare più cose contemporaneamente con la massima fruibilità. Alcune aziende le stanno sviluppando con controlli vocali, per non disturbare la guida… Mentre prima i prototipi erano realizzati interamente in CLAY, ora sono più rapidamente sviluppati grazie a modelli 3d con CAD per arrivare a modelli in poliuretano/clay grazie ai quali è più immediata la verifica ergonomica e volumetrica. Il settore sportivo rappresenta ancora l’avanguardia del parco macchine degli utenti comuni o parliamo di mondi sempre più lontani e separati? A.D.M. Il settore sportivo comprende vetture derivate dalla “serie” e dalle monoposto a ruote scoperte. Per queste ultime la performance è tutto ed il conducente deve essere sufficientemente comodo per guidare l’auto solo per circa un’ora e mezza, il tempo medio per le competizioni. Le vetture derivate dalla serie ed altamente modificate sono, però, impiegate in gare di velocità, di rally, di fuoristrada. Se venissero utilizzate alle velocità previste dal codice, sarebbero le auto più sicure dal punto di vista della resistenza passiva agli urti. Ci dovremmo spingere nella loro direzione per auto più sicure: irrobustimento massimo della gabbia interna, inglobamento di roll-bar e di traverse incrociate in tutte le parti, sedili più contenitivi in caso di urti da tutte le direzioni, cinture di sicurezza di tipo simmetrico, quindi non a bandoliera, con 4 o meglio 6 punti di fissaggio, e non bisognerebbe lesinare nel numero e nell’efficacia degli airbag. I.S. Escludendo la tecnologia, che certo entra gradualmente sempre di più anche nelle auto di tutti i giorni, mi sembrano mondi sempre più lontani e separati… nelle auto sportive il comfort è relativo perché sono più importanti le prestazioni. Quanti anni di ritardo ci sono tra la capacità del mercato di assorbire l’offerta commerciale rispetto a quel che la ricerca è già in grado di realizzare? Tra quanto tempo ritroveremo nelle nostre utilitarie brevetti utilizzati prima sulle auto sportive o sui prototipi? Ilaria Sacco, modello 1:1 del cruscotto | 1:1 model of the dashboard. Ilaria Sacco, modello 1:1 del cluster. Le indicazioni sulla strumentazione sono organizzate a livelli, dalle più importanti alle meno importanti | 1:1 model of the cluster. The indications on equipment are organized according to levels, from the most important to the least important ones. Ilaria Sacco, disegni di concetto e modello 3D renderizzato | concept design and 3D rendered model. A.D.M. Il tempo medio dai primi segni a matita all’entrata in produzione si aggirava intorno ai 4 anni, ma si tende a ridurli, soprattutto se si parte da pianali di vetture già in serie, ma di fronte alla novità la paura di sbagliare fa sì che, a volte, vetture equipaggiate con spunti utilizzati sulle auto sportive siano state male accettate dai mercati portando quasi al fallimento l’azienda produttrice. A metà degli anni Trenta, per esempio, la Chrysler anticipò le linee aerodinamiche di moda oggi, in contrasto con le forme squadrate di allora, e fu un fiasco terribile. I.S. Da un punto di vista tecnologico purtroppo spesso influiscono anche le decisioni politiche… Tante 13 Alcuni dei progetti e dei brevetti firmati Antonio Dal Monte | Products are designed and patented by Antonio Dal Monte. tecnologie esistenti e testate da tempo non entrano in produzione per questi motivi. La tecnologia ad idrogeno, ad esempio, è già da tempo sviluppata… Da un punto di vista estetico ad esempio ad un Salone di Parigi, la Citroen ha presentato la Citroen GT concept in cui c’erano parte del cruscotto e della console centrale fatta di rame. Questo significa che si spinge molto la ricerca, ma per la produzione il mercato forse ha gusti meno coraggiosi e non si vuole correre un “rischio”. L’offerta commerciale legata alla componente estetica dell’automotive, in particolare degli interni, sarà davvero, come alcuni sostengono, sempre più frammentaria e diffusa? Prevede, quindi, che si possano sviluppare realtà equivalenti ad IKEA nella fornitura di singoli componenti degli interni dell’auto, in vista di una personalizzazione sempre più accentuata e libera? A.D.M. Si va nelle due direzioni opposte: da una parte vetture semplicissime e standardizzate in pieno rifiuto dell’eccedenza di gadget e dall’altra ci saranno sempre appassionati di un’auto differente dalle altre, magari di poco, ma purché si distingua. I.S. Secondo me sì, c’è sempre più competizione tra categorie… Differenziarsi è più che mai importante ora. La macchina deve rispecchiare quello che sei nella vita. In futuro secondo me si compreranno strutture da personalizzare a 360°. I primi segnali arrivano dalla BMW e dalla Fiat che con la Mini e la 500 permettono una maggiore libertà negli allestimenti, seppur gli abbinamenti siano più che altro superficiali. Ma mi piacerebbe si arrivasse a quattro sedili diversi: uno Kartell, uno Poltrona Frau e dietro una panca… Ma non al livello estremo del mondo del “tuning”, reso celebre dal programma di MTV “Pimp my ride”, che in genere non spicca per eleganza. Io credo che nasceranno anche aziende specializzate nella personalizzazione dei singoli pezzi... Questo sicuramente favorirà una maggiore competizione tra aziende e quindi una qualità più elevata. 14 Che ruolo ricoprono l’Italia ed il Lazio nell’innovazione dell’Automotive design? Quali realtà emergono tra quelle che Lei stesso rappresenta? A.D.M. Per la verità, il design e l’innovazione non vede secondo me una realtà regionale, ma la nascita, assolutamente casuale, di soggetti che hanno una marcia in più. I.S. L’Italia rappresenta forse la tradizionale eleganza, il bilanciamento nelle proporzioni, l’armonia delle linee… Pininfarina, Bertone, Giugiaro rappresentano i veri Centri Stile del settore, specializzati nella ricerca della bellezza morfologica, ma l’Italia certo non è patria di grandi innovazioni: materiali e colori sono sempre molto classici e non eccelliamo nell’estro più coraggioso… Nel Lazio in particolare non c’è praticamente niente di automotive… Le università sono un punto di partenza, ma poi sono necessarie esperienze formative come il master che ho Ph: M. Spinelli. frequentato a Londra o lo IED di Torino dove so che c’è un corso specifico di car design… Quali iniziative o migliorie suggerisce affinché la nostra città e la nostra regione diventino progressivamente un terreno più fertile per sviluppare professionalità come la sua? A.D.M. Io mi sono trovato una nicchia nel quale ingegneri non sono in grado di inserirsi perché non sanno come sia fatto o funzioni il corpo umano. Nemmeno i medici possono riuscirci perché non sanno progettare e “bricolare”. E quando c’è poca concorrenza, è più facile vincere… I.S. Certo sarebbe utile inserire, nell’ambito del disegno industriale, una laurea specialistica con molta più pratica che teoria su materie specifiche come il Car design… Spesso usciamo senza neanche saper disegnare, ma il livello chiesto dal mercato è molto alto ed è indispensabile essere in grado di fare rapidamente tante proposte per ogni auto. Come ha cominciato ad occuparsi di questo settore? A.D.M. Io facevo ricerca scientifica in campo fisiologico e biomeccanico con l’Istituto di Scienza dello Sport. Mi occupavo anche della rubrica medica di Quattroruote ed avevo messo a punto il protocollo sul comfort di guida e abitabilità delle vetture, valutando centinaia di auto. Studiando questi aspetti seguivo anche le competizioni, che per la verità ho sempre adorato, soprattutto quelle motoristiche. Come potenza muscolare ero una frana eppure volevo competere lo stesso. Diventai campione d’Europa in motonautica. Questo mi consentì di passare a disegnare motoscafi, a venire pagato per questo, e di fare il gentleman driver, ossia pilotare in gara le barche di qualcun altro gratis. Un bel giorno mi ritrovai a parlare con Cesare Fiorio, allora grande capo della Lancia Corse, durante la prova di campionato europeo Tour de corse. Criticai l’ergonomia delle auto e mi chiese se sapessi fare di meglio. Risposi: “Di peggio è impossibile…” Su richiesta mandai qualche cosa e la Fiat mi chiese di diventare loro consulente, con grande sorpresa scoprii che utilizzavano il protocollo che avevo inventato per Quattroruote. È passato qualche decennio, ma sono ancora con loro, e con loro ho realizzato già quasi un centinaio di brevetti… I.S. Negli ultimi sei mesi prima della laurea ho voluto frequentare un corso di Transportation design… Fare qualcosa di più complesso come gli interni di auto per prepararmi a realizzare più facilmente un prodotto. Realizzai una City car. Poi un professore ci raccontò che per eccellere sarebbe stato opportuno frequentare un master o al Royal College of Art di Londra o all’Art Center di Pasadena in California… Dati i costi, mi concentrai sulla meta più vicina da raggiungere. 16 Di quale suo progetto è più fiero? A.D.M. Non lo consideravo un gran progetto, ma la risonanza fu tale… Parlo delle ruote lenticolari delle biciclette del record dell’ora e delle medaglie olimpiche. Mi diedero molta popolarità. I.S. Di quello per cui ho vinto l’Interior Motive Award 2008. Si tratta di un interno multifunzione personalizzabile multitasking, realizzato dopo aver curato l’intero processo nell’ultimo anno del Royal College, un progetto che mi ha duramente messo alla prova. Su quali ricerche sta lavorando in questo momento e quali sorprese pensa che il futuro ci riserverà? A.D.M. Su sedili innovativi, dai quali cerco di ottenere di più, ma ad un costo inferiore, su strumentazione scientifica in campo fisiologico e sul perfezionamento di una mia invenzione, che mi ha restituito una buonissima qualità della vita nonostante tre vertebre cervicali fratturate. Questa invenzione in realtà è molto stupida, ma mi ha ridato il benessere… Di certo piacerebbe ad Archimede perché si occupò dello studio delle leve ed il corpo umano è fatto di leve. I.S. Sul progetto Pininfarina per i treni Eurostar che attraverseranno La Manica… Sono responsabile del settore Colori, Materiali e Finiture. Il futuro? Le auto avranno interni più allegri e giovanili. Ilaria Sacco, modello in scala 1:3 dell’interno “My lounge”. Nel modello in scala sono stati riprodotti i colori e le finiture reali per meglio rendere il concetto della personalizzazione | 1:3 model of ‘My Lounge’ interior trim. In the scale model, colours and interior trim were reproduced in order to better convey the concept of customization. Ilaria Sacco, Dettaglio del terzo sedile posteriore. Più che un semplice terzo sedile si è voluta ricreare un’area lounge | Detail of the third seat, the back seat. Rather than designing a simple third seat, the aim was to recreate a lounge environment. Ilaria Sacco, l’esterno di My lounge è stato disegnato intorno all’abitacolo, per garantire il massimo comfort e spazio all’interno del veicolo. Le linee delle portiere enfatizzano e preannunciano le linee e le forme degli interni. My Lounge è un monovolume per la città lungo 4,20 mt e alimentato ad idrogeno | The outside of My Lounge was designed based on car interior, in order to guarantee the best comfort and space inside the vehicle. The lines of the doors emphasize and preannounce the lines and the shapes of the interior. My Lounge is a city minivan, 4.20 m long and powered by hydrogen. 17 As technology developments can be taken for granted, what aspect of Automotive or Car Design when considering aesthetics, ergonomics and functionality, is being more developed in the cars we will drive in the next future? A.D.M. The only risk is that, after testing all hypotheses, something certainly new will be invented, being pushed by the eagerness for new at any cost, but it will not necessarily be able to meet users’ physical structures. Planners and designers must fight against the opposite anthropometric characteristics of customers. While in more developed countries man’s average height is growing increasingly faster in an unpredictable way, on the contrary there are a growing number of shorter Asian users. I.S. The approach is increasingly more similar to that of product design... Up to now, cars were an aesthetical point of reference mirroring the social status of their owners, whereas now the attention is focused on the actual needs and functions, mainly those of interiors. If the outside of a car is what appeals customers, it is also true that they buy it only if they find comfort and functionality in the cabin. 18 More specifically, what needs do you try to meet in today’s prototypes? A.D.M. First of all, safety. Today it would be unthinkable to design a car, especially its interiors, without taking into full account the need to avoid injuries in case of crash. The other requirement designers must meet is to be as much anthropomorphic as possible from a biomechanical point of view, even though average journey length is decreasing. Road traffic is increasing and the time spent inside cars is exponentially growing, even because most of the people look for a house far from city centres, at least due to economic reasons. When taking into consideration the pathologies due to inadequate postures, those who like me come from the medical field must try to comply with the beautiful designs of designers as much as possible, but at the same time they must allow all the parts of the body to be ‘accommodated’ and supported in a way consistent with body structures. I.S. The outside arouses curiosity, but the interiors now mirror an even greater attention to human figure in order to achieve the best functional versatility. More extensive customization and heterogeneous markets seem to be the prevailing trends. Increasingly more widespread are becoming MMIs, which are consoles on dashboards giving the driver the opportunity to control more things at the same time with the best usability. Some companies are developing MMI voice controlled systems to be operated safely while driving. In the past prototypes were made of CLAY, now they are more quickly developed thanks to computer generated 3D models created with CAD and later built as clay/polyurethane models which allow more direct ergonomic and volumetric checks to be carried out. Does the sports sector still represent the cutting-edge development for common users’ cars or are we talking about two worlds increasingly separate and distant? A.D.M. The sports sector includes cars deriving from ‘mass-production’ and from single-seater cars. With regard to the latter, performance is the most important thing and the driver must be adequately comfortable to drive the car alone for about one hour and a half, which is the average time length of a competition. However, the cars derived from mass-production and highly modified cars are used in speed and off-road racing and rallies. Should they be used at the speed provided for by road laws, they would be the safest cars from the point of view of impact strength. We should follow their design to have increasingly safer cars: maximum strengthening of the internal cage, incorporation of roll bars and cross members in any part, a stronger containment feature of seats in case of impact from any side, symmetrical 4-point or better 6-point seat belts, therefore avoiding shoulder seat belts, without skimping on the number and effectiveness of airbags. I.S. Excluding technology, which is certainly gaining a far greater importance even on everyday cars, they seem to me two worlds more and more distant and separate... in sports cars, comfort is relative because performance is more important. What is the gap between the capacity of the market to absorb the commercial offer and what research is already able to create? How long will we have to wait before we find patented products first used by sports cars or prototypes on our economy cars? A.D.M. The average time passing from the first drawings to mass-production was about four years, but the trend is to make it shorter, in particular if the starting point is the floor of cars already mass-produced. However, when facing novelties, the fear to fail sometimes caused that cars fitted out with ideas taken from sport cars were not very welcomed on the markets thus almost leading manufacturing companies to bankruptcy. For example, in the mid-Thirties, Chrysler anticipated the streamlines in fashion today, in contrast with the square shapes of the time, and it turned to be a total flop. I.S. From a technological point of view, unfortunately political decisions often have their influence... many existing technologies already tested long time ago do not enter mass-production for those reasons. For example, hydrogen technology has been developed for a long time... From an aesthetic point of view, another example can be found during one of Paris motor shows where Citroen presented Citroen GT concept in which a part of the dashboard and central control panel were covered with copper. This means that research is far more encouraged, but for mass-production the market has less ‘brave’ tastes and does not want to run any ‘risk’. Will the commercial offer linked to the aesthetic feature of automotive industry, especially with regard to interiors, be increasingly fragmented and widespread, as someone assert? Do you think that enterprises based on IKEA-like business may develop in the field of supply of single components for car interiors, with a view to an increasingly marked and free customization? A.D.M. The trend is to go toward two opposite directions: on one hand, very simple and standard cars totally rejecting the surplus of gadgets, on the other hand there will always be people passionate about a car different from the others, maybe just slightly different, but which can stand out. 19 I.S. In my opinion there is an increasing competition among categories... differentiating from each other is important now as never before. A car must mirror what you are in your life. I think that in the next future we will be able to buy structures to be completely customized. The first signs come from BMW and Fiat, which allow a greater freedom in the interior trim of the New Mini and Fiat 500 models, even though matchings are mainly superficial. However, I would like to see four different seats: one Kartell, one Poltrona Frau and a bench at the back... not the extremism of the world of ‘tuning’ made famous by the MTV TV programme ‘Pimp my ride’, which more in general cannot be said to be elegant. I think that specialized companies will be built in order to customize single parts... This will certainly boost a higher competition among companies and therefore a higher quality. 20 What role do Italy and Lazio region play in the innovation of Automotive design? What is the picture companies, universities and government bodies represent, among excellent examples as the one you personally represent? A.D.M. Frankly speaking, I do not think that design and innovation belong to a region, but they benefit from the birth, completely accidental, of people who have an edge over others. I.S. Italy may represent traditional elegance, the balance of proportions, and harmony of lines... Pininfarina, Bertone, Giugiaro are the real Design Centres in the field, as they are specialized in research of morphological beauty, but Italy is not home to great innovations: materials and colours are always very classic and our creative flair cannot be said to be very daring... In Lazio region there is virtually nothing related to automotive industry... Universities are a starting point, but training periods are needed after graduation, like the Master I attended in London or courses of Turin’s European Institute of Design where I know there is a specific course in Car Design. What initiatives or improvements would you suggest in order to make our city and region an increasingly richer soil to develop expertise like yours? A.D.M. I found a niche which engineers cannot enter because they do not know the structure of the human body or how it works. Not even doctors can enter it, because they are not able to ‘design’ and ‘DIY’. So, when there is less competition, it is easier to win... I.S. It would certainly be useful to include, in the field of industrial design, a postgraduate degree in the Italian higher education system offering much more practice than theory about special subjects such as Car Design... Often students graduate without even being able to design, but the level the market requires is very high and it is essential to be able to put forward many proposals for each car. How did you start to work in this field? A.D.M. In collaboration with the Institute of Sport Science (Istituto di Scienza dello Sport) I worked on scientific research in the field of physiology and biomechanics. I also managed the medical column of Quattroruote (a popular Italian automobile magazine, Translator’s Note) and developed a protocol for car riding and space comfort, assessing hundreds of cars. While studying those features I followed sport competitions, which actually I have always liked, mainly motor races. With regard to my muscle power, I was hopeless, but I wanted to compete. I became European champion of speedboat racing. This allowed me to start designing motorboats and to be paid for it, and to become a gentleman driver, i.e. driving the motorboats of someone else for free. One day, during the practice of the European championship Tour de Corse, I was talking with Cesare Florio, who at that time was the head manager of the Lancia rally department, Lancia Corse, and I criticized the ergonomics of cars and he asked me if I would be able to do better. I replied: ‘It would be impossible to do worse than that...’. Upon his request I sent something over and Fiat company asked me to become one of their consultants and with great surprise I discovered they used the protocol I had invented for Quattroruote. Some decades have passed and I still work with them, and in collaboration with them I already took out almost one hundred of patents... I.S. During the six months before my graduation, I wanted to attend a Transportation Design course... I wanted to do something more complex such as car interiors in order to prepare myself to create a product more easily. I made a City car. Later on, a professor told us that in order to stand out in the field it would be advisable to attend a Master course either at the Royal College of Art in London or at the Art Center of Pasadena, California... Considering the costs, I focused my attention on the closest destination successfully. Which project are you more proud of? A.D.M. I did not regard it as a very good project, but it aroused such a great interest... I am talking about the non-spoked disc wheels for bicycles for the hour record and Olympic medals. They gave me much popularity. I.S. The one for which I was awarded the Interior Motive Award 2008. It is a multifunction and multitasking interior that can be personalized, which was created after managing the whole process during my last year at the Royal College, a project which strained me very much. On what research are you working now and what surprises do you think future has in store for us? A.D.M. I am working on innovative seats, from which I am trying to obtain more, but at a lower cost, on scientific equipment in the field of physiology and also on the improvement of an invention of mine, which gave me back a very good life quality despite the fracture of three cervical vertebrae. Actually, this is a very stupid invention, but it gives me well-being... Archimedes certainly would like it because he studied levers and human body is made of levers. I.S. I am now working on the Pinifarina project for Eurostar trains crossing the English Channel... I am the manager of the Colors, Materials and Finishes sector. What about the future? Cars will have brighter and younger interiors. nella pagina precedente | in the previous page Ilaria Sacco, immagine pubblicitaria di My Lounge | Advertising image of My Lounge. Spazio espositivo presso il Royal College of Art | exhibition space at the Royal College of Art. Ilaria Sacco, dettaglio del modello in scala | detail of the scale model. In questa pagina | in this page Alcuni dei progetti e dei brevetti firmati Antonio Dal Monte | Products are designed and patented by Antonio Dal Monte. 21 Filippo Pernisco La passione è alla base Passion is the drive 22 L’industria legata alla progettazione e costruzione di mezzi di trasporto, sia pubblici che individuali, sta sicuramente affrontando uno dei periodi più difficili di sempre: tutte le aziende sono state investite da problematiche economiche rischiando il fallimento e in molti casi sono state aiutate a fronte di impegni concreti nello sviluppo di progetti che vanno nella direzione di una maggiore sostenibilità ambientale. La crisi mondiale, che purtroppo sta investendo tutti i settori industriali, ha difatti messo ognuno di fronte alle proprie responsabilità: ogni settore economico è stato travolto da situazioni finanziarie drammatiche, le cui ripercussioni avranno un’influenza diretta sullo sviluppo dei prodotti di prossima generazione, sulle strutture aziendali e di conseguenza abbracceranno tutto il sistema della formazione dei professionisti. È infatti evidente come, una volta passata la tempesta, ogni settore industriale dovrà liberarsi di metodologie e figure professionali basate su una certa consuetudine e puntare sull’innovazione, affrontando gli impegni presi a fronte degli aiuti ricevuti in maniera costruttiva, proponendo prodotti e soluzioni in linea con questi. Il ruolo di primaria importanza che il mercato laziale ricopre nel comparto dell’automotive, fa di questa regione un territorio di grande interesse strategico per il settore. Solamente la città di Roma conta un numero altissimo di automobili e scooter in circolazione: è quindi evidente come il riscontro di questo mercato sia di grande rilevanza per tutte le aziende del settore. La grande predisposizione del territorio all’utilizzo di mezzi per il trasporto individuale ha, seppur con notevoli difficoltà, lentamente portato alla nascita di aziende, frutto della passione di alcuni imprenditori, e scuole di design con corsi espressamente rivolti all’automotive. Basta pensare che dal 1996 è operativo a Roma il centro Honda R&D Europe espressamente rivolto alla ricerca e alla progettazione di nuovi concetti di moto e scooter. Il design svolge un ruolo strategico in questo momento: è infatti grazie ad una progettazione basata su competenze che abbracciano i settori più diversi, che si possono impostare le strategie per proporre nuovi prodotti competitivi, rispettosi dei vincoli necessari per giungere ad una mobilità efficiente e sostenibile, e che siano in grado di essere efficienti e dare un contributo alla società anche in termini di qualità della vita. I risvolti sociali che derivano dall’utilizzo dei mezzi di trasporto, sia individuali che pubblici, e quindi dalla loro progettazione, sono molteplici e di primaria importanza: la sicurezza, per esempio, deve far riflettere su come la ricerca in questo senso debba essere una priorità, perseguita attraverso innovazioni tipologiche e tecnologiche all’interno degli abitacoli, ma anche strutturali, con un evidente coinvolgimento di una ricerca anche in termini di materiali, forme e modi di utilizzo. Questi scenari portano, come spesso accade, all’affermazione di professionisti lungimiranti che, forti dell’esperienza in realtà diverse, riescono a percepire carenze nella produzione, apportando soluzioni innovative. È il caso di Antonio Dal Monte che, con un passato da medico e da appassionato di competizioni, si è reso conto di come fosse necessario intervenire in maniera ben più profonda nella progettazione della sicurezza sulle autovetture, divenendo così autore di moltissimi brevetti con Fiat. L’ergonomia degli automezzi è, infatti, un argomento di grande rilevanza, che investe a livello progettuale sia figure tecniche, coinvolte nella progettazione di strutture in grado di accogliere e proteggere al meglio gli utilizzatori, sia professionalità volte ad un approccio concettuale e creativo, oltre chiaramente ad aziende che hanno un know-how tale da realizzare progetti che non siano basati su architetture consuete. Le numerose aziende che operano nel Sud della regione, nella realizzazione d’interni di mezzi di trasporto hanno clienti e consulenti di primo livello: la Testori Europe è infatti parte del grande gruppo americano Testori e si occupa di interior design e realizzazione di interni per treni destinati a diversi Paesi. La Rail Interiors, azienda specializzata nella produzione di comparti interni per treni, navi e aerei, ha clienti di primo livello: ha infatti realizzato su disegno di Giugiaro, gli interni di diversi treni per mercati europei. La maggiore sensibilità ambientale, che sempre più si sta affermando, e gli accordi internazionali in termini di riduzione di emissioni inquinanti raggiunti in seguito ai momenti difficili del settore auto, fa sì che le industrie si debbano oggi più che mai adeguare a nuovi standard progettuali. Questa sfida apre ovviamente a scenari non ancora ben definiti, visto che le propulsioni alternative influiscono in maniera sensibile sul design nel suo complesso. Marco Nuccitelli, monoposto “Sparta” realizzata per l’Istituto di Formazione professionale “Gerini” di Roma | single-seater car “Sparta” maded for “Gerini” Istitute of Professional Training. Antonio Dal Monte, interni per la Elasis| interior for Elasis. Francesca Furzi, Barchetta. Il caso Diamond Style è quanto mai significativo: un team di giovani designer che realizzano una vettura per le competizioni capace di realizzare 300 km con un litro di carburante, sperimentando oltretutto soluzioni per la mobilità urbana che tengono conto di spazi ristretti e dell’utilizzo cittadino delle vetture. La necessità di abbattere le emissioni di CO2 porterà sicuramente a ridefinire l’idea stessa di automezzi creando i presupposti per l’introduzione di nuovi concetti e modi d’interpretazione. L’architettura stessa degli autoveicoli sarà necessariamente ripensata, per provvedere all’ottimizzazione dei moderni sistemi di trazione. Inoltre l’introduzione di nuovi materiali tecnologici apre la strada a nuove metodologie di progettazione. La passione è comunque alla base di qualsiasi iniziativa. Designer con una visione imprenditoriale segnano spesso casi di successo: Rondine Motors, è un’azienda che nel corso degli anni ha fatto fruttare l’esperienza maturata con Bimota, ha implementato il proprio know-how, sino ad essere in grado di progettare e realizzare una moto con tecnologie avanzate. In questo scenario territoriale il ruolo delle scuole di design è quanto mai importante. Gli istituti che propongono corsi di transportation design formano professionisti in grado di gestire il complesso processo di progettazione di automobili, moto e mezzi di trasporto in generale, tenendo conto del rapporto con il territorio. I corsi di studio prevedono, infatti, lezioni che spaziano dalla storia del design, all’ergonomia e comprendono corsi di simulazione virtuale e prototipazione rapida. La grande importanza di confrontare continuamente ciò che si sta progettando con docenti di primo livello è garantita dalla presenza di personaggi provenienti dal mondo dell’industria che portano la loro esperienza. Gino Finizio, che ormai da anni lavora con le principali aziende italiane e Miguel Galluzzi, rispettivamente consulente per progetti Fiat e direttore del design Aprilia (oltre che padre della Ducati Monster) insegnano o hanno insegnato al corso di Laurea in Disegno Industriale dell’Università La Sapienza. La costante collaborazione con le aziende porta i giovani designer ad avere la possibilità di confrontare le proprie idee con la realtà produttiva: sono infatti diversi i neolaureati che tramite stages entrano in contatto con la realtà industriale contribuendo all’innovazione delle aziende. 23 24 The industry involved in the design and construction of vehicles, both for public and individual use, is undoubtedly going through one of the most difficult periods in its history: all of the companies have been hit by economic problems, leaving them in danger of going bust. Many have been bailed out in exchange for concrete commitments to develop projects offering greater environmental sustainability. The global financial crisis that is unfortunately affecting all fields of industry has made everyone face up to their responsibilities: every area of the economy has been struck by dramatic financial circumstances, with repercussions that will directly influence both the development of the next generation of products and company structures, thus affecting the entire training system of professionals. Indeed, it is clear that once the current turbulent times have passed, each area of industry will have to do away with professional figures and methods based on a form of habit and focus on innovation, facing up to the commitments they have taken on in exchange for help in a constructive manner by offering products and solutions that match the stated requirements. The Lazio market has a role of the utmost importance in the automotive industry, meaning it is of great strategic interest for the sector. The city of Rome by itself has an enormous amount of cars and scooters in circulation, so it is clear that approval from this market is of huge significance for all of the companies in the trade. The area’s marked inclination to use individual means of transport has, albeit with great difficulty, slowly led to the creation of companies by certain enthusiastic entrepreneurs and to courses specifically concentrating on the automotive field in design schools. For example, since 1996 there has been a Honda R&D Europe centre in Rome dedicated to research and designing new concepts for motorcycles and scooters. Design is playing a strategic role right now: thanks to projects based on competences from an extremely wide range of sectors, it is possible to establish approaches for introducing competitive new products that are in line with the constraints necessary in order to achieve efficient, sustainable mobility and that are also capable of making a contribution to society in terms of quality of life. The social consequences of the use of both individual and public forms of transport, and therefore of their design, are numerous and of great importance: research into safety, for example, must be a priority. It should be pursued through typological and technological innovation inside vehicles and structurally, which clearly also entails studying materials, forms and means of use. These scenarios often lead to the success of forwardthinking professionals from different backgrounds who are able to identify shortcomings in the production process and offer innovative solutions. This is the case with Antonio Dal Monte, a former doctor and racing enthusiast who realized that it was necessary to look far more closely into safety design in cars. Together with Fiat, he now has numerous patents in this field. Ergonomics in vehicles is a topic of great significance. In terms of design, it involves technical figures who work on structures that accommodate and protect users in an optimum manner, professionals who focus on the conceptual and creative approach, and of course companies with the know-how to manufacture projects that are not based on the usual formats. The plethora of vehicle interior companies in the south of the Lazio region have top-class customers and consultants: Testori Europe, for instance, is part of the big American group Testori and works on interior design and production for trains destined for use in various countries. Rail Interiors is a company that specializes in the production of internal compartments for trains, ships and aeroplanes. It too has an important clientele: it has produced various train interiors for European markets based on designs by Giugiaro. With the greater environmental awareness that is becoming more and more established and the international agreements on reducing harmful emissions that have been made following the troubled times for the motor industry, now more than ever the trade is having to adapt to new design standards. This challenge obviously opens up scenarios that are not as yet clearly defined, since alternative forms of propulsion have a considerable effect on design as a whole. The example of Diamond Style is highly significant: this Gino D’Eramo, rendering concept peugeot. Ilaria Sacco, esterno “My lounge” | “My lounge” exterior. Arturo Vittori, MarsCruiserOne, progetto di veicololaboratorio pressurizzato per l’esplorazione di Marte, 2007 | pressurized, habitable rover, designed to allow exploration of Mars, 2007. team of young designers have produced a competitive vehicle that is capable of covering 300 km with a single litre of fuel. They have also experimented with approaches to urban mobility that take into account driving habits in cities and the restricted spaces available. It is certain that the need to reduce CO2 emissions will lead to a redefinition of the actual concept of motor vehicles, providing the conditions necessary for the introduction of new ideas and means of interpretation. Their very structure will have to be reconsidered in order to optimize the modern traction systems. In addition, the use of new technological materials will open the door to new design methods. It is always the case that passion is behind any initiatives. Designers with an entrepreneurial vision often enjoy success: Rondine Motors is a company that has put the experience built up with Bimota to good use over the years and applied its know-how in the design and production of a motorcycle featuring advanced technology. In this territorial scenario, the role of design schools is hugely important. Institutes offering ‘transportation design’ courses produce professionals who are capable of managing the complex process of designing cars, motorcycles and vehicles in general, taking account of the relationship with the local area. The study programmes include lessons that range from the history of design to ergonomics and there are also modules on virtual simulation and rapid prototyping. It is possible for students to go through the extremely important process of continually examining their design projects together with first-class teaching staff thanks to the presence of figures from the world of industry and the experience they contribute. Gino Finizio, who has been working with the main Italian companies for years now, and Miguel Galluzzi, respectively a design consultant for Fiat and Aprilia’s design director (as well as the father of the Ducati Monster), teach or have taught on the Industrial Design Degree course at Sapienza University. Constant collaboration with companies allows young designers to compare their ideas with those in the world of production: through work internships, a number of graduates experience life in industry and contribute to the innovation of companies. 25 designer_index Antonio Dal Monte Ilaria Sacco Paolo De Leva [email protected] [email protected] www.delevadesign.it Medico e docente di Fisiologia Umana e Medicina dello Sport. Direttore Scientifico dell’Istituto di Scienza dello Sport del C.O.N.I. e Capo del Dipartimento di Fisiologia e Biomeccanica dello stesso Istituto. Titolare di oltre centocinquanta brevetti industriali, ha progettato e realizzato numerose apparecchiature, in diversi campi. Consulente del gruppo FIAT, del Gruppo CRESPI, della COSMED. Campione Europeo di Motonautica. Pilota di Aereo e di Aliante. Laureata con lode presso la facoltà di Disegno Industriale a Roma, diventa assistente per i corsi “Innovazione di processo e di prodotto nell’area del Transportation Design” per la stessa università. Nel 2005 si trasferisce a Londra per seguire il master biennale in Vehicle Design presso il Royal College of Art and Design. Al suo attivo tirocinii presso l’Atelier Bellini di Milano e lo studio Priestman Goode di Londra per la progettazione di interni di aerei. Vanta anche vari riconoscimenti come il 1°premio per “Best production Interior” agli Interior Motives Design Awards‘08 e “Highly commended on Automotive Design” dalla Worshipful Company of Coachmakers and Coach Harness Makers. Designer, Roma 1962. Diplomato all’ISIA di Roma. Collabora già durante gli studi con le industrie Breda e Telettra. Ha lavorato a Milano con gli studi di Antonio Zanuso, Paolo Nava, Antonio Citterio, sviluppando inoltre per diverse industrie, alcuni progetti presenti al Salone del Mobile. Nel 1990, ottiene il Master in Industrial Design alla Domus Academy di Milano. Ha collaborato con: Arboris Thema, Breda S.p.A., Brunati, Cisal, Digi. Lab, Enolinea. Physician and lecturer in Human Physiology and Sport Medicine. S Scientific Director of the Istituto di Scienza dello Sport, Direttore Scientifico dell’Istituto di Scienza dello Sport of C.O.N.I. and Department Head of Physiology and BioMechanics at the same Institute. Possessing more than 150 industrial patents, Dal Monte has planned and realised numerous pieces of equipment in various fields. A consultant for the FIAT group, the CRESPI group and COSMED. He is European champion of speedboating and is an aeroplane and glider pilot. 26 After graduating with honours at the Faculty of Industrial Design, University of Rome La Sapienza, Italy, she became assistant lecturer for the courses ‘Process and Product Innovation in the field of Transportation Design’ at the same university. In 2005, she moved to London to attend a 2year Masters course in Vehicle Design at the Royal College of Art and Design. She spent training periods as a designer at Atelier Bellini in Rome and Priestman Goode in London working as a designer for airplane interiors. She also boasts several awards such as the first prize for ‘Best production Interior’ at the Interior Motives Design Awards‘08 and a ‘Highly commended on Automotive Design’ award by the Worshipful Company of Coachmakers and Coach Harness Makers. He is a designer and was born in Rome in 1962. He got his degree at ISIA (Superior Institute for Artistic Industries) in Rome. While studying, he started working with Breda Industries, as well as with Telettra. He has worked in Milan with the sudios of Antonio Zanuso, Paolo Nava, Antonio Citterio and, together with several companies, he has developed some projects exhibited at the Salone del Mobile (Furniture Fair). In 1990 he obtained a Master in Industrial Design from the Domus Academy in Milan. He cooperated with: Arboris Thema, Breda S.p.A., Brunati, Cisal, Digi. Lab, Enolinea. Francesca Furzi Gino D’Eramo Piero Quintiliani Diego Mattu www.francescafurzi.com www.digilander.libero.it/ginoderamo www.pqdesign.it www.genemultimedia.com Francesca Furzi si diploma presso l’ISIA di Roma con la partecipazione della Bialetti Industrie e della Dupont, iniziando così percorso di consulenze che la porteranno presto a collaborare con FIAT, Sandwick, Bialetti, Inovo, Pininfarina, Lancia, Stile Bertone. La sua più recente linea di ricerca è dedicata al design del gioiello, nel quale sta fondendo la sua esperienza nel campo dell’automotive, con le suggestioni provenienti da luoghi e culture lontane, tese alla ricerca del bello oltre le mode contingenti. (A.L.C.) Laureato in disegno industriale a Roma, Gino D’Eramo è un dotato ed appassionato progettista nel campo dell’automotive, dagli interni di veicoli come camper e yacht, fino alle linee di stile di auto da corsa. Significativa la sua collaborazione presso l’Arca Camper, che lo vede occuparsi di diversi settori, dalla progettazione dell’involucro, agli arredi interni, fino alle parti meccaniche e di carrozzeria. (A.L.C.) Designer, Roma 1977. Nel 2002 si laurea presso l’ISIA di Roma. Partecipa alle mostre internazionali di Dupont Imagineering, 2000/2001 con il progetto “Mono”, occhiali monomaterici. Promosedia, nel 2001; di LG Electronics Design Competition, sempre nel 2001 con il progetto “Egg” telefono mobile. Ha collaborato con diverse aziende tra cui Dupont, Bontempi, Ginevri, Nac sound, Telecom italia, Tim, Renato Balestra. Designer, Roma 1946, diplomato ISIA di Roma. Ha collaborato con gli studi Aymonino, Piluddu, Mari e Van Onck. Designer manager CIFA, Aviointeriors, Castelli SPA, Clestra Hausermann e Finter. Docente IED. Partecipa al: Salone del mobile, Abitare il Tempo, Forum PA, Casaidea, Officina delle arti, Macef, Biennale di Architettura di Venezia. Consulente per: ICF – De Padova, Marazzi|Richard Ginori, Euroventil, Aviolight, Testori interiors, Eurolepina, Artel, Istituto Mides, CEI, Trenitalia. Designer, born in Rome in 1977. He graduated from the ISIA of Rome in 2002. He participated in the international competitions of Dupont Imagineering 2000/2001with the “Mono” design for mono-material glass frames; Promosedia, in 2001; still in 2001, the LG Electronics Design Competition with the “Egg” design for a mobile telephone. He has collaborated with several companies, among which: Dupont, Bontempi, Ginevri, Nac sound, Telecom italia, Tim and Renato Balestra. Designer, born in Rome in 1946 and graduated from the ISIA of Rome, he has worked with the practices of Aymonino, Piluddu, Mari and Van Onck. He has been a project manager in the CIFA, Aviointeriors, Castelli SPA, Clestra Hausemann and Finter. Teaching at IED. He exhibited in: Salone del mobile, Abitare il Tempo, Forum PA, Casaidea, Officina delle arti, Macef, Venice Biennale of Architecture. He is consultant for: ICF – De Padova, Marazzi|Richard Ginori, Euroventil, Aviolight, Testori interiors, Eurolepina, Artel, Istituto Mides, CEI, Trenitalia. Francesca Furzi graduated from the Higher Institute for Artistic Industries in Rome in the presence of Bialetti Industrie and Dupont, thus initiating a series of consultancies which soon saw her working with FIAT, Sandwick, Bialetti, Inovo, Pininfarina, Lancia and Stile Bertone. Her latest line of research has focused on jewel design, a field in which she is fusing her automotive experience with influences from distant cultures and places, in a quest for beauty that goes beyond incidental fashions. Gino D’Eramo is a gifted, enthusiastic designer who graduated in industrial design in Rome. His professional interests in the automotive field range from the interiors of vehicles such as motor homes and yachts to the stylish lines of race cars. His work at Arca Camper is a significant experience that sees him involved in various areas, including the design of the outer shell, the interior decoration, the mechanical parts and the bodywork. 27 Arturo Vittori Fabio Lenci Giuseppe Pignataro www.architectureandvision.com www.studiolenci.it www.pignatarodesign.com Architetto, Viterbo 1971. Nel 1996 si laurea in Architettura presso l’università di Firenze, compiendo parte degli studi in Germania. Nel 2006 lavora presso lo studio FrancisDesign, a Londra. Nel 2001 collabora col l’atelier di Jean Nouvel, a Parigi. Nel 2002 fonda con Andreas Vogler, lo studio in rete Architecture+Vision, con sedi a Bomarzo, Monaco e Tolosa, che si connota per la ricerca in ambito aerospaziale e in ambienti estremi. Lenci Design è un’impresa di servizio per l’industria. Ad oggi, ha realizzato oltre 600 progetti nel campo del design industriale, dai prodotti di arredo per interni ed esterni per la casa e per l’ufficio a mobili, imbottiti, cucine, illuminazione ed arredobagno, dal fitness alla progettazione di imbarcazioni, scooters e aerei ultraleggeri. Tutto ciò, unito al costante impegno nella ricerca e alla versatilità in ogni fase del progetto, ha dato alla Lenci Design la capacità di interpretare le esigenze del cliente. Nato a Ferentino (FR) nel 1980, laureato in Disegno Industriale nel luglio 2003. Dopo la laurea si specializza nella progettazione di prodotti termoplastici, continuando gli studi inerenti la modellazione 3d avanzata e l’ingegnerizzazione del prodotto. Oggi responsabile Ricerca e Sviluppo della Orion Italia, azienda leader di accessori per moto, per la quale cura anche l’immagine. I prodotti realizzati per la Orion Italia hanno riscontrato grande successo nel mercato europeo, e molti di questi sono oggi primo equipaggiamento per importanti case motociclistiche. (S.P.) Architect, born in Viterbo in1971. In 1996 he obtained a Degree in Architecture from the University of Florence while doing part of his studies in Germany. I In 2006 he worked as Senior Designer with the FrancisDesign firm of London. In 2001 he collaborated with the Paris atelier of Jean Nouvel. In 2002, together with Andreas Vogler, he founded the online Architecture+Vision company with offices in Bomarzo, Munich and Toulouse, which operates in the field of aerospace research and extreme environments. 28 Lenci Design is a service for industry. Up to the present day, it has carried out more than 600 projects in the field of industrial design, ranging from internal and exterior furnishings for the home and office to furniture, quilting, illumination and sanitary ware, from fitness equipment to the planning of boats, scooters and ultra-light aircraft. All of this, coupled with constant endeavour in research and versatility in every phase of the project, has given Lenci Design the ability to interpret the needs of clients. He was born in Ferentino in 1980, and he got a degree in Industrial Design in July 2003. After his degree he got a major in the thermoplastic product engineering, still continuing studies on the 3d design and on product engineering. Nowadays he is the person in charge of the R&D department of the Orion Italia, a leader company for motorcycle accessories. The products designed for Orion Italia are having a great success on the European market, and many of these are part of the first equipment of the most important motorcycles factories. Marco Nuccitelli Luca Galliano [email protected] Classe ’62, Marco Nuccitelli, titolare della Copem Design in qualità di co-amministratore fino al 2000, è oggi Amministratore Unico della COPEM GROUP S.r.l., azienda che sviluppa attività di Design Industriale, Engineering di prodotto, costruzione di modelli e prototipi e piccole serie. Designer, progettista di stile e meccanico, è Membro del CD del Consorzio Lises e referente tecnico in progetti di ricerca finanziati dal MURST e dalla Comunità Europea. (S.P.) Born in 1962, Marco Nuccitelli was the owner and joint manager of Copem Design until 2000 and is now the Sole Director of COPEM GROUP S.r.l., a company that works in the fields of industrial design, product engineering, model and prototype making and small batch production. A designer, style planner and engineer, he sits on the Board of Directors of the Consorzio Lises and is a technical consultant for research projects funded by the Italian Ministry for Scientific and Technological Research and the European Community. Luca Galliano (Torino 1964) si laurea alla facoltà di Architettura di Roma. Libero professionista, ha svolto attività di consulenza presso il Centro Stile Lotus Engineering (Norfolk – Inghilterra) specializzando l’attività sul tema del Transport Design. Docente a contratto dal 2000 al 2004 per “Laboratorio di modellazione e prototipi” presso il corso di Laurea in Disegno Industriale -“La Sapienza” Università di Roma, svolge diretta esperienza nell’ambito della progettazione architettonica e del disegno Industriale. (S.P.) Luca Galliano (born in Turin in 1964) graduated from the Faculty of Architecture in Rome. He works freelance and has carried out consultancy services at the Lotus Engineering Style Centre (Norfolk – England), specializing in Transport Design. He was a contract lecturer from 2000 to 2004 in the ‘Modelling and Prototype Workshop’ for the Industrial Design Degree Course at ‘La Sapienza’ University in Rome, offering direct experience in the areas of architectural and industrial design. Team Iwakiri Diamond Style team www.teamiwakiri.jp www.diamondstyle.it Shigeru Iwakiri, allievo del maestro Kenzo Tange, nel 2002 decise di fondare contemporaneamente il suo studio di progettazione a Roma ed a Tokio, per formare un team internazionale ed offrire un “design a scala globale”. Toyota, BMW, Nissan, Frau, sono tra i maggiori estimatori del lavoro del Team Iwakiri. Opera del team è il nuovo volto della sede di rappresentanza e di tutti i concessionari Toyota e Lexus in Italia ed in Russia. Segue adesso anche la Corporate Identity delle concessionarie Nissan Italia. (A.L.C) Fondata nel 2007, la giovane scuderia automobilistica con sede a Lariano è attiva nel campo della sportività sostenibile. Il team progetta, testa e produce veicoli da competizione ad alta efficienza energetica ed a basso impatto ambientale impegnati nella famosa gara annuale Shell Eco Marathon. Lavorando su leggerezza delle componenti, perfezionamento dell’aerodinamica e riduzione degli attriti, i designer e gli ingegneri del gruppo aspirano a coprire una distanza di 300 Km con un solo litro di benzina. (I.C.) In 2002 Shigeru Iwakiri, a disciple of the master Kenzo Tange, decided to found a design studio in both Rome and Tokyo, thus putting together an international team offering ‘design on a global scale’. Toyota, BMW, Nissan and Frau are some of the biggest admirers of Team Iwakiri’s work. The studio is behind the new look for the Toyota and Lexus representative office and all of the dealerships in Italy and Russia. This has now been followed by the corporate identity of Nissan Italy dealerships. Founded in 2007, this young Lariano-based automobile group works in the field of sustainable competition. The team designs, tests and makes highly energyefficient vehicles with low environmental impact that compete in the famous annual Shell Eco Marathon. By working on the lightness of the components, perfecting the aerodynamics and reducing friction, the group’s designers and engineers aim to cover 300 km with just one litre of petrol. 29 Focus Rondine Motor La nuova Elettra | The new Elettra Monica Scanu 30 Marco Nuccitelli, Elettra “la Buttera”, primo bozzetto di studio, rendering, Rondine Motor, gennaio 2009. In questo concept la motocicletta ha una sella rivestita in pelle di cavallo. É stata immaginata come un cavallo contemporaneo per l’allevamento dei bufali, rispettosa dell’ambiente circostante e dedicata al territorio di Cisterna di Latina, e in particolare ai Butteri, allevatori di bufali originari di questo territorio, e poi spostatisi in Maremma | Marco Nuccitelli, Elettra ‘la Buttera’, first preliminary sketch, rendering, Rondine Motor, January 2009. In this concept model, the motorcycle has a saddle covered in horsehide leather. It was imagined and designed as a modern horse for buffalo breeding, environmentally friendly and dedicated to the area of Cisterna di Latina, and more in particular to Butteri, who were the buffalo breeders coming from this area, before moving to Maremma, in Tuscany. Certamente il destino di Elettra, la nuova moto di Rondine Motor di Filippo e Marco Nuccitelli, non avrà nessuna delle caratteristiche del personaggio eroico della mitologia greca. Filippo e suo fratello Marco hanno creato nel 1980 la loro piccola azienda artigianale, in seguito diventata Rondine Motor, che progetta e realizza motocicli ad alte prestazioni, puntando su un riuscito mix fra il grande entusiasmo e la tecnologia, capacità creative e artigianali, così come accade in molte fra le piccole e medie imprese italiane. La vocazione per i motocicli proviene dal padre, grande tecnico appassionato di motociclette inglesi. Il percorso dei due fratelli è lungo, fatto di sacrifici e fatiche ma anche di grandi soddisfazioni, e si considerano appena all’inizio. La loro prima motocicletta, la RRV1, è nata quando finalmente i due fratelli si sono fermati e “hanno ascoltato il cuore “. L’elemento caratterizzante della RRV1 è la sua struttura portante che è costituita da telaio e forcellone, realizzati da blocchi di alluminio fresati nella forma, e poi incollati tra loro. Ma soprattutto, questo geniale accorgimento ben rappresenta il livello di innovazione e la capacità creativa della piccola engineering italiana. Marco Nuccitelli, Elettra versione Polizia, rendering, Rondine Motor, gennaio 2009. La modularità del progetto permette la possibilità di differenziarla. I diversi componenti di Elettra caratterizzano ad esempio la versione Racing da quella per il corpo forestale oppure per il salvataggio | Marco Nuccitelli, Elettra, Police motorbike, rendering, Rondine Motor, January 2009. The modularity of the project gives the opportunity to differentiate it. The several different components of Elettra make the Racing version, for example, differ from that of forest rangers or that of rescuers. Marco Nuccitelli, Elettra versione Forestale e versione Poste Italiane, rendering, Rondine Motor, gennaio 2009 | Marco Nuccitelli, Elettra, Forest rangers’ motorbike and Italian Postal service motorbike, rendering, Rondine Motor, January 2009. Rondine Motor è oggi impegnata in un nuovo progetto che, grazie al sostegno della Fondazione Targa Florio, viene sviluppato nella provincia di Latina in collaborazione con il Polo per la Mobilità Sostenibile (POMOS), centro di eccellenza tecnologica nato nel 2007 con il contributo della Regione Lazio. Non solo in collaborazione, ma anche all’interno del centro stesso, a Cisterna di Latina, dove il laboratorio di Rondine Motor è ospitato. L’idea di partenza è di progettare un nuovo prodotto sostenibile: una motocicletta semplice nella meccanica, esteticamente interessante ad un costo finale accessibile, scegliendo un motore elettrico, ma mantenendo caratteristiche formali vicine a quelle delle altre moto, con un pacco batterie molto geometrico. L’idea progettuale di base è quella del binomio endotermico/elettrico. L’azienda punta su un prodotto che sia inizialmente una motocicletta completamente elettrica, poi motocicletta endotermica di media cilindrata ed in futuro ibrida, e sull’integrazione di diversi propulsori e diversi allestimenti, come già nella RRV1. Evocando formalmente i vecchi ciclomotori detti “tuboni”, come ad esempio il Califfo e il Gilera CB1, Rondine Motor ha progettato la nuova moto con uno o due tubi come asse portante, che nel secondo caso sono saldati fra loro e generano una omega chiusa, molto robusta. Su questi tubi si innesta un traliccio discendente verso il motore, che può essere sia endotermico che elettrico, a cui è appeso tramite delle piastre fresate dal pieno di alluminio, modificabili a piacimento in funzione degli attacchi dei differenti propulsori utilizzabili. Altra innovazione è costituita dalla trasmissione che nella versione elettrica è indiretta. Delle due varianti, la variante endotermica è tradizionale, ma si inserisce in una nicchia di mercato particolare, quella dei motori monocilindrici stradali a basso costo il cui valore aggiunto è da identificare nella ricerca formale delle plastiche della carrozzeria e dall’elevato grado di ingegnerizzazione del prodotto. La versione elettrica è dotata di un motore brushless assiale D.C. da 8.5 KW, le batterie sono ai polimeri di litio e consentono di avere una autonomia di circa 60/70 km e una capacità di ricarica piuttosto veloce. La modularità del progetto consente l’aggiornamento costante della moto e la possibilità di differenziarla. Questa modularità, tratto distintivo di Elettra, diventa elemento caratterizzante dell’intera gamma di motociclette, i cui componenti distinguono ad esempio la versione Racing da quella per il corpo forestale oppure per il salvataggio. 31 Marco Nuccitelli, RRV1, foto, Rondine Motor, 2005. Il prodotto di punta di Rondine Motor, la RRV1, ha una struttura portante costituita da telaio e forcellone, realizzati da blocchi di alluminio fresati nella forma, e poi incollati tra loro | Marco Nuccitelli, RRV1, photo, Rondine Motor, 2005. The flagship product of Rondine Motor, the RRV1, has a chassis composed of frame and rear fork machined from blocks of aluminium milled into shape and held together using structural glues. The destiny of Elettra, the new motorbike by Rondine Motor, the company of Filippo and Marco Nuccitelli, certainly will not have any of the features of the heroine of Greek mythology. In 1980 Filippo and his brother Marco founded their small-scale company, which later became Rondine Motor, a company designing and building high-performance motorcycles, relying on a successful mix of great enthusiasm and technology, creativity and craft skills, as it happens in many small and mediumsized Italian companies. Their talent for motorcycles comes from their father, a great engineer passionate about English motorbikes. The path the two brothers followed has been long, full of sacrifices and toil, but also full of great satisfactions, but they regard themselves to be just at the beginning of their adventure. The first motorbike they built, RRV1, was ‘born’ when at last the two brothers took a rest and started ‘listening to their heart’. The characterizing feature of RRV1 is its chassis, which is composed of frame and rear fork machined from blocks of aluminium milled into shape and held together using structural glues. Such a brilliant device actually shows the level of innovation and creativity of small Italian engineering. 32 Marco Nuccitelli, Elettra Racing, rendering, Rondine Motor, gennaio ‘09. La nuova moto Elettra racing è inizialmente completamente elettrica, con l’obiettivo di diventare ibrida. Il concept è basato sull’integrazione di diversi propulsori e diversi allestimenti | Elettra Racing, the new motorbike, will be fully electric in the beginning with the aim of turning it into a hybrid motorbike. The concept is based on the integration of different propulsors and equipments. Marco Nuccitelli, Elettra versione Baywatch Salvataggio , rendering, Rondine Motor, gennaio 2009 | Marco Nuccitelli, Elettra, Baywatch-lifeguards motorbike, rendering, Rondine Motor, January 2009. Rondine Motor is a company today involved in a new project being developed in the province of Latina, in collaboration with POMOS, Polo per la Mobilità Sostenibile (Centre for Sustainable Mobility), a centre of technological excellence founded in 2007 with the contribution of Lazio Regional Government. The project is not just a collaboration, but it is developed inside the same Centre, in Cisterna di Latina, where the labs of Rondine Motor are hosted. The starting point is to plan a new sustainable product: a motorbike with a simple mechanics and an appealing aesthetics at an affordable final cost, with the choice of an electrical engine, which however keeps formal features similar to those of other motorbikes, with a very geometric battery pack. The main design idea is that of combining endothermy and electricity. The company aims at a product that will be a fully electric motorbike in the beginning, later on a mid-range endothermic motorbike and in the future a hybrid motorbike, as well as they aim at integrating different propulsors and equipments as they already did with RRV1. Formally evoking the old mopeds such as Califfo and Gilera CB1, dubbed ‘tuboni’ (big tubes, Translator’s Note) in the Italian technical jargon, Rondine Motor designed the new motorbike with one or twin tube as its head tube, which in the latter case are welded together to create a very strong structure shaped similar to a closed omega. On those tubes a trellis frame is inserted going down to the engine, which can be either endothermic or electric, and to which it is hanged through the means of plates milled from full aluminium, which can be modified as you like depending on the attachments of the different propulsors that can be used. Another new feature is the indirect transmission of the electric prototype. With regard to the two models, the endothermic model is a traditional motorbike, but it is included in a particular market niche, the one of road low-cost single-cylinder motorcycles whose added value is to be found in the formal research on the shapes of the plastic parts of the body and in the high degree of product engineering. The electric model is provided with an axial DC brushless engine, 8.5 KW, and Li-poly batteries which allow energy autonomy for about 60/70 km, with a quick charge capacity. The modularity of the project gives the opportunity to update the motorbike constantly and to differentiate it. Modularity, which is the distinguishing feature of Elettra, becomes the characteristic feature of the whole range of motorcycles whose components make the Racing version, for example, differ from that of forest rangers or that of rescuers. 33 Factory 34 Felice Ragazzo Nel presente numero si accostano due tipi di imprese, la Modelleria Di Laurenzio e la Arca Camper, le quali sono paradigmatiche di due peculiari caratteristiche del sistema industriale nel Lazio. La modelleria Di Laurenzio è una piccola azienda metalmeccanica a conduzione famigliare, con sede nella periferia Sud-Est di Roma. Produce prevalentemente stampi di fusione e pressofusione per alluminio, realizzati mediante tecnologie CAD/CAM. La cifra identificativa della modelleria Di Laurenzio consiste, in un certo senso, nel rappresentare la reincarnazione di un tipo di impresa artigianale peculiare fino ad alcuni decenni addietro del Centro Storico di Roma. L’azienda Arca Camper, invece, pur non potendosi dire di medie dimensioni, mostra tuttavia di avere una spiccata vocazione in tal senso, come stanno a dimostrare la governance di tipo manageriale e l’eccellente brand acquisito. Il core business consiste nella fabbricazione di camper, i ben identificati mezzi di trasporto per un tipo di turismo da vacanze e tempo libero. L’azienda è giovane; le sue origini sono piemontesi, ma la sede è ora a Pomezia, località a Sud di Roma che in passato ha beneficiato di agevolazioni imprenditoriali. Pagina a fianco | Next page, Motocicletta Honda 600 in corsa | The Honda 600 motorcycle in action. This issue features two companies of different kinds: Modelleria Di Laurenzio and Arca Camper. They exemplify two typical characteristics of Lazio’s industrial system. Modelleria Di Laurenzio is a small family-run metal engineering company based in the south-east suburbs of Rome. It mainly produces casting and pressure die-casting moulds for aluminium using CAD/CAM technology. What makes Modelleria Di Laurenzio stand out to a certain extent is its identity as the reincarnation of a distinctive type of artisanal company that could be found in the historical centre of Rome until a few decades ago. Arca Camper, meanwhile, cannot be described as a medium-sized company but it nonetheless shows some outstanding qualities usually associated with them, such as its managerial governance system and the excellent brand reputation it has acquired. Its core business is manufacturing motorhomes, the well-known vehicles used for holidaying and free time. It is a young company with origins in Piedmont, but it is now based in Pomezia, a town south of Rome which has benefited from business incentivization schemes in the past. Modelleria Di Laurenzio Via di Tor Sapienza, 171 Inizio mettendo l’accento sul topos per sottolineare il fatto che fino a qualche decennio fa la zona di Tor Sapienza a Roma esprimeva la tipica periferia adatta a locations di film neorealisti e che oggi, invece, ci da l’occasione di raccontare una storia virtuosa tra industria e design. Il fatto che sto per narrare ovviamente non nasce dal nulla, anzi, se avessi più righe a disposizione potrei meglio perdermi nello spirito de «Le mille e una notte» o di «Cent’anni di solitudine». Veniamo dunque subito al fatto: la modelleria meccanica Di Laurenzio è stata di recente incaricata di intervenire sulla testata di un motore Honda 600 per migliorarne le prestazioni. Non si tratta di un incarico proveniente direttamente dalla casa giapponese, anche se questa ha in attivo a Roma un Centro di Ricerca e Sviluppo ed è sensibile alle attività collaterali riguardanti i suoi prodotti. Più precisamente, si tratta di un incarico proveniente da un Team che si esercita con motocicli Honda di serie e che partecipa a gare in cui sono ammesse soltanto lievi modifiche ai motocicli stessi. Per esempio, non è assolutamente ammesso l’aumento di cubatura dei cilindri. In che cosa è consistito dunque l’intervento? Per capire, bisogna sapere che la testata di un motore è frutto di una complessa fusione di alluminio. I condotti di ingresso del propellente e quelli di scarico dei gas, in prossimità della testata, sono per forza di cose tortuosi e quindi poco ricettivi di rifiniture meccaniche, come invece accade per le geometrie destinate a tolleranze accurate. Ciò può significare che le difformità geometriche eventualmente verificabili, quando interne agli standard, la Casa Madre le trascuri. Può accadere che lievi o lievissime anomalie di fusione comportino una minima contrazione di rendimento del motore. Su strada, ciò non ha comprensibilmente alcuna rilevanza, ma su pista può fare la differenza. I due o tre cavalli di potenza in più che si possono ottenere correggendo o modificando la geometria dei condotti di adduzione e scarico possono far guadagnare due o tre chilometri in più di velocità e rendere magari appena più vivace l’accelerazione. Questa sorta di operazione a «cuore aperto» è appunto ciò che hanno fatto i tecnici della modelleria Di Laurenzio, in forza della strumentazione digitale di misura e, soprattutto, in forza degli apparati di elettrofresatura a controllo numerico, di cui dispone l’azienda. Attualmente la motocicletta così trattata sta sviluppando prove presso circuiti disseminati in vari continenti. Voltiamo pagina per aprire uno squarcio su chi ha commissionato l’incarico. La sigla è: «Team Honda althearacing», ed è condotto da Massimo Tulli, coadiuvato da Giuseppe Biagioli. Ci sono vari sponsor a sostegno di questo Team. Quello che figura dopo Honda e che contribuisce a formare il nome è «Althea Ceramiche», di Civita Castellana, città a Nord di Roma. Voltiamo ancora pagina per parlare della modelleria Di Laurenzio. Dal 1959 ha sede in Via di Tor Sapienza, 171. L’attuale attività consiste soprattutto nella fabbricazione di stampi di fusione e pressofusione per alluminio. Tra i clienti figurano le Ferrovie dello Stato, l’ENEA, l’Alenia, il CNR, La Sapienza, e tanti altri. I massicci blocchi di acciaio vengono elettrofresati tramite centri di lavoro a controllo numerico, sulla base di elaborazioni digitali CAD/CAM. Funziona anche un piccolo centro di lavoro per elettro-erosione. Sopravvive un reparto di modelleria per fonderia tradizionale che in effetti mantiene saldo il collegamento con le origini. È il reparto in cui si fanno i modelli di fusione in legno di cirmolo secondo la tecnica della «cassa d’anima». Quando fu fondata, nel 1934, la sede era in Piazza Margana (Quartiere Campitelli) e il titolare era Giovanni Di Laurenzio, padre di Ubaldo e nonno di Alessandro. Prima ancora, Alessandro Di Laurenzio, bisnonno di quello attuale, lavorava presso la fonderia Bastianelli Avanzini, l’azienda che realizzò il monumento equestre dell’Altare della Patria. Nell’eloquio di Ubaldo scorrono i nomi dei migliori modellisti romani del suo tempo, fino ad arrivare a Massimo Floresta, da lui formato, ed attuale dipendente. Emerge uno scenario nebuloso, ma risulta chiaro il fatto che fino a qualche decennio fa il Centro Storico di Roma era nei fatti una fabbrica pulsante. 35 36 I should begin by focussing on the topos, to underline the fact that until just a few decades ago, the Tor Sapienza area of Rome was one of those typical suburbs preferred for locations for neo-realistic films, but that today, it provides an opportunity to tell a virtuous story of industry and design. The story I’m about to tell doesn’t come out of nowhere; in fact, if I had more space, I could spin a yarn in the spirit of The Arabian Nights, or One Hundred Years of Solitude. But, let’s get down to business: Di Laurenzio mechanical model makers were recently commissioned to improve the performance of the cylinder head of a Honda 600 engine. The order didn’t come from the Japanese head office, although it does have an R&D centre in Rome, and is sensitive to collateral activities concerning its products. Rather, the contract came from a team that races street motorcycles in competitions where only minor modifications can be made to the bikes; for example, the cylinder capacity must not be increased. So, what were the De Laurenzio designers asked to do? To understand, you need to know that an engine’s cylinder head is the fruit of a complex fusion of aluminium. The fuel inlet and the gas outlet, near the cylinder head, are necessarily twisted and therefore not very suitable for mechanical finishing, as can be done for shapes intended for precise tolerances. This could mean that the parent company may ignore geometric deformities occurring inside the standard elements. There may be small or even tiny fusion abnormalities that reduce engine performance the tiniest bit. On the street, this wouldn’t have any noticeable impact, but on the track it can make all the difference in the world. The two or three additional horsepower that could be obtained by correcting or modifying the geometry of the inlet and the exhaust can add two or three extra km/h in speed and possibly improve acceleration very slightly. This sort of ‘open heart surgery’ is what the technicians at the Di Laurenzio model maker do, using digital measurement instruments, and most of all, using the company’s digital electronic milling apparatus. The motorcycle that was operated on is currently being tested on tracks around the world. Let’s now turn to the ‘Team Honda Althearacing’, the client ordering the job. It is run by Massimo Tulli, who is assisted by Giuseppe Biagioli. The team has a number of sponsors, including Honda and the company that gave it its name: Althea Ceramiche, of Civita Castellana, a city north of Rome. Now let’s take a look at Di Laurenzio model makers. The company has been working out of number 171 on Via di Tor Sapienza since 1959. Currently, its primary activity involves manufacturing casting moulds and die casting for aluminium. It clients include Ferrovie dello Stato, ENEA, Alenia, CNR, La Sapienza, and many others. Massive blocks of steel are electronically milled using digitally-controlled machining centres, and based on digital CAD/CAM designs. It also has a small electro-discharge machining centre and is a model maker for traditional foundry, thereby keeping strong its links with its origins. This is the division that makes Swiss pine models using the ‘core box’ technique. When it was founded in 1934, the company was located in Piazza Margana (in the Campitelli quarter) and it was owned by Giovanni Di Laurenzio, the father of Ubaldo and the grandfather of Alessandro. Before him, Alessandro Di Laurenzio, the current Alessandro’s great-grandfather, worked for the Bastianelli Avanzini foundry, which made the equestrian monument of Rome’s Altar to Homeland. As you listen to Ubaldo talk, you hear the names of the finest Roman model makers of his time, including Massimo Floresta, who was trained by him and currently works for him. Although the details are fuzzy, what is clear is that until a few decades ago, Rome’s historic centre was a lively factory. Faccia interna di una delle due flangie di uno stampo di fusione per alluminio | Internal face of one of the two flanges of a casting die for aluminium. Elettrofresatura nella testata di uno dei quattro cilindri | Electronic milling of one of the four cylinder heads. Fase di misurazione micrometrica tramite comparatore montato su CNC | Micrometric measurement phase using a CNC-mounted comparator. Elettrofresatura di un blocco di acciaio per realizzare uno stampo di fusione per alluminio | Electronic milling of a block of steel to create a casting die for aluminium. Scorcio del reparto CNC della modelleria Di Laurenzio | View of the Di Laurenzio model maker’s CNC division. 37 Paolo Ciacci Arca Camper Camper all’italiana | Camper in the italian style 38 Arca Camper è sinonimo di CAMPER, un importante riferimento nazionale ed internazionale nel settore dei veicoli ricreativi. L’investimento di base sulla conoscenza tecnica e qualitativa del proprio settore le ha permesso di essere sempre tra le prime a innovare seguendo sia le nuove tecnologie sia le esigenze dei possibili utilizzatori destinati ad apprezzare nuove proposte in questo ambito. L’Arca, nata nel 1959, fu la prima azienda del centro Italia a produrre veicoli per il tempo libero: in Italia tutto cominciò più o meno alla fine degli anni ‘50, quando all’Arca ebbero l’idea di togliere chassis e ruote a una roulotte e di caricarla sul cassone di un veicolo commerciale. ricerca tesa a esaudire le aspirazioni di esplorazione e di viaggio delle persone. Negli anni, infatti, l’Arca continua a produrre innovazione, sia a livello progettuale che a livello costruttivo, lanciando, per esempio, il primo Motorhome ed il primo veicolo mansardato costruito in serie in Italia. L’obiettivo dell’azienda è creare veicoli che durino nel tempo, progettati e realizzati per proteggere gli utilizzatori da ogni clima; quindi i valori principali sono la robustezza delle strutture, la qualità dei materiali, le dotazioni di bordo, le finiture degli interni e il design. Questi elementi sono tutti presenti nella gamma di prodotti dell’Azienda, che a oggi si articola nelle tre categorie tese a rispondere alle diverse esigenze degli appassionati del settore: i Profilati, i Motorhome e i Inizia così l’epoca dell’autocaravan, la più grande innovazione nel settore del turismo en plein air, che lancia la lunga storia del motocaravaning italiano. Questo fenomeno straordinario, che inizia soprattutto in Gran Bretagna e nelle colonie inglesi, ha portato le persone, sempre più abituate a muoversi su autovettura, a riscoprire il valore del vivere la natura, a condividere meglio la famiglia anche viaggiando, a conoscere luoghi anche solo molto vicini. L’Arca è stata l’azienda che ha trasmesso questi valori nel territorio italiano, grazie soprattutto alla continua Mansardati. Il primo profilato risale al 1983. È un veicolo storico, che unisce eleganza e confort. La caratteristica tecnica principale è un cupolino aerodinamico che unisce la cabina di guida alla cellula abitativa migliorando le prestazioni, l’estetica e la silenziosità del veicolo. Il cupolino in vetroresina, made by Arca, abbinato ad un funzionale ed elegante giro mobili, caratterizza i semintegrali Arca. La seconda categoria di prodotto sono i mansardati, veicoli dedicati per eccellenza alla famiglia. Sono caratterizzati da un letto matrimoniale sopra la cabina di guida, il quale libera spazio nella cellula abitativa, migliorando la qualità della vita a bordo. L’Arca produce questo tipo di veicolo dal 1971, ed il successo già allora fu immediato tant’è che è ancora la tipologia di camper più diffusa in Italia. Difatti il mansardato Arca, propone il massimo per la famiglia: 5 posti omologati protetti da un doppio pavimento riscaldato su chassis Fiat AL-kO; un garage posteriore di grandi dimensioni per caricare le attrezzature più ingombranti o anche uno scooter, cucina con 4 fuochi, forno, grill e cappa aspirante, 3 finestre in mansarda più l’oblò. Arca Camper, Motorhome Arca H699 GLG, esterni e interni | external and interior. Arca Camper, Latini, esterni e interni | external and interior. 39 I Motorhome, la terza categoria di prodotti, sono il simbolo distintivo dei viaggiatori più esperti ed esigenti. Gli interni del motorhome raccontano la storia di un’Azienda che ha fatto della qualità e dell’attenzione al dettaglio la propria bandiera. L’arredamento degli interni è costruito con i materiali più pregiati e resistenti: zona notte separata con porta scorrevole, due letti gemelli e la possibilità di trasformarli in un unico grande letto matrimoniale trasversale. La crescita di questi veicoli, nel mercato di settore, è dovuta in parte alla prestazioni tecnologiche ma anche molto alla sempre maggiore attenzione posta dall’azienda al design. Le finiture, le luci, la comodità della zona living e di quella notturna, rendono questi abitacoli viaggianti, delle vere e proprie abitazioni lussuose. L’Arca ha un prestigioso trascorso di collaborazioni con noti designer, tra cui spicca il nome di Giugiaro, autore negli anni 1991 della famosa linea New Deal. Oggi grazie al contributo di un ufficio ricerche e sviluppo molto avanzato è in grado di accogliere e declinare le questioni ambientali nei nuovi prodotti “Green” come il nuovo Crossover GL M699. Arca Camper, M 681 GLM 2310 mm x 6810 mm H 3130 mm Autotelaio, Fiat Ducato X2-50 AL-KO, esterni e interni | external and interior. 40 Arca Camper, H 720 GLM 2310 mm x 7200 mm H 2910 mm Autotelaio, Fiat Ducato X2-50 ALKO, esterni e interni | external and interior. Arca Camper, P 680 LSX Elegance, 2310 mm x 6800 mm H 3020 mm Autotelaio, Fiat Ducato X2-50 AL-KO, esterni e interni | external and interior. 41 42 Arca Camper is synonymous with the term CAMPER; it is an important landmark in the national and international recreational vehicle field. Thanks to its fundamental investment in technical and qualitative know-how in the sector, it has always been among the first to innovate, keeping a close eye on both new forms of technology and the requirements of potential users who might appreciate new offerings in this area. Arca was founded in 1959 and was the first company in central Italy to produce vehicles for leisure time: in Italy everything started around the end of the 1950s, when Arca came up with the idea of removing the chassis and wheels from a caravan and then placing it on the body of a commercial vehicle. This marked the start of the era of the motor home, the greatest innovation in the outdoor tourism field, and the beginning of a long Italian tradition involving the use of such vehicles. This extraordinary phenomenon, which largely originated in Great Britain and its colonies, led people – who were increasingly used to travelling in automobiles – to rediscover the value of experiencing nature, do things as a family even when travelling, and get to know places that might even be nearby. Arca was the company that conveyed these values in Italy, thanks in particular to the continual research that focused on satisfying people’s desires to explore and travel. Over the years, Arca has continued to innovate, in terms of both design and construction. For example, it produced the first class A motor home and the first mass-produced class B camper van in Italy. The company’s aim is to create vehicles that last over time, designed and produced to protect users from weather of all kinds; the main values on which they concentrate are therefore sturdy structures, quality materials, on-board equipment, finishings for the interior, and the design. These elements are all present in the company’s range of products, which is currently divided into three categories to meet the different needs of enthusiasts: class B camper vans, class C motor homes and class A motor homes. The first class B camper van dates back to 1983. It is a historical vehicle that combines elegance and comfort. Arca Camper, P740 GLC Saxon, esterni ed interni | external and interior. Its main technical characteristic is the aerodynamic dome that joins the driving cab to the living area, thus improving the performance, appearance and noise levels of the vehicle. The fibreglass dome made by the company and the functional and elegant furnishings are the distinguishing features of Arca class B camper vans. The second category is Class C motor homes, which are ideal for families. They have a double bed over the driving cab, freeing up space in the living area and thus improving the quality of life on board. Arca has been producing this type of vehicle since 1971. It was a success right from the start and indeed it is still the most common type of motor home in Italy. Arca’s vehicle really is perfect for families: with an official capacity of 5, it has double-heated flooring on a Fiat ALkO chassis, a large rear garage section for loading bulky equipment or even a scooter, a 4-ring hob, an oven, a grill with a ventilation hood, and three windows in the over-cab section in addition to the porthole. Class A motor homes, the third product category, are typically associated with the most demanding, expert travellers. The interiors tell you all there is to know about a company that has made quality and attention to detail its distinguishing features. The most refined, durable materials are used for the furnishing. A sliding door leads to the sleeping area, which features twin beds that can be converted into a single large double bed going crosswise. The growth these vehicles have shown on the sectoral market is partially down to the technological performance, but to a large extent it is due to the company’s ever greater focus on design. The finishings, the lights and the comfort in the living and sleeping areas make these travelling cabs into genuine luxury dwellings. Arca has a prestigious history of joint projects with renowned designers. One name that stands out is Giugiaro, who was behind the famous New Deal line in 1991. Thanks to the contribution of its highly advanced research and development office, it is now able to take on board and deal with environmental issues in its new green products such as the recent Crossover GL M699. 43 Loredana Di Lucchio Oltre l’auto | Besides cars 44 Affrontare un’analisi critica di un settore produttivo come quello dell’automotive significa immergersi in dinamiche eterogenee: andamenti e scelte economiche, processi di innovazione tecnologica, politiche istituzionali e sociali. Non è un caso che, in un illuminato testo di 20 anni fa pensato come retrospettiva di quella che era stata definita (guarda caso) l’era fordista, l’economista R. Reich definisce l’industria automobilistica “l’economia delle Nazioni” (The Work of Nations), a descrivere l’indissolubile legame tra questo settore produttivo e le scelte politiche dei Paesi di tutto il mondo. E il binomio Fiat-Italia non ha fatto certo eccezione se non rappresentarne un caso più che emblematico. Nata nel 1899, per circa un secolo, Fiat è stata il baricentro dell’industrializzazione italiana, esercitando una spinta propulsiva allo sviluppo economico e sociale post-bellico. Questo in un’Italia sostanzialmente poco industrializzata e che tranne eccezioni nell’asse Torino-Milano (Alfa-Romeo e Lancia)e in Emilia (Ferrari e lamborghini), non aveva certo una tradizione manifatturiera legata alla metalmeccanica. Nelle altre regioni italiane, se oggi si può parlare di settori produttivi legati all’automotive è grazie alla politica di decentramento verso sud delle “grandi industrie” facilitata dalla “celebre” Cassa del Mezzogiorno. È così che in alcuni contesti assolutamente poco vocati sono stati impiantati stabilimenti produttivi intorno ai quali si è venuto a formare un indotto che vive esclusivamente all’ombra della grande impresa. Un tale assetto qualifica anche il settore automotive del Lazio che in sostanzaruota intorno allo stabilimento Fiat di Cassino realizzato nel 1973. Alla sua nascita – soprattutto per la collocazione in un contesto relativamente ben servito da infrastrutture – l’insediamento era stato pensato come il secondo in Italia (dopo Mirafiori). E sin dall’inizio, nasce intorno ad esso una rete di operatori più piccoli, industriali e artigianali, con il ruolo di distributori, fornitori e subfornitori. Ma in trent’anni di storia l’effetto volano che si auspicava per il territorio, a favore di processi di specializzazione economica e di vitalità imprenditoriale, non ha avuto luogo. In particolare perché la supply-chain costruita da gruppo Fiat non ha mai puntato sul localismo ma più su un sistema “concentrico” di fornitori principali che operano a livello nazionale e su fornitori di secondo livello, che non hanno contatti con l’impresa madre, che operano in regimi di brevissimo termine e soprattutto nella logistica. Insomma, parlare di settore manifatturiero dell’automotive nel Lazio, escludendo lo stabilimento Fiat, significa parlare di piccole realtà, che lavorano a livelli semi-industriali, con produzioni di nicchia e troppo spesso assolutamente non votate all’innovazione. Non è un caso che sia più facile riconoscere realtà interessanti fuori dal territorio di Cassino, che si sono sviluppate grazie all’impegno di piccoli imprenditori (come la Bollanti Veicoli Sanitari) o magari per la lungimiranza di un grosso marchio estero (come la Arca Camper). Resta però evidente che nel Lazio questo settore è presente, occupa una percentuale interessante del manifatturiero regionale e che, in questo periodo congiunturale, deve e può trovare una propria strada evolutiva che superi la sua condizione principale di sub-indotto. È dunque necessario allargare l’orizzonte per cogliere le macrotendenze di questo settore che ancora rappresenta, nell’era post-industriale, il “motore” dello sviluppo tecnologico mondiale. Ed è evidente che la parola chiave per il futuro sembra essere la sostenibilità. Infatti, il settore dell’automotive rappresenta una filiera produttiva ad altissimo consumo energetico e dispendio di materie prime non rinnovabili e inquinanti (qualsiasi autovettura, scooter o moto sono realizzati esclusivamente con materiali e/o compositi cosiddetti vergini) e il trasporto stradale (passeggeri e merci) ricopre una quota di consumo energetico pari all’83% del totale e dipende esclusivamente da energie non rinnovabili. Non è un caso che negli ultimi anni in tutte le più importanti fiere di settore, le grandi case hanno presentato versioni di motori “ibridi” alimentati con combustibili organici, concept-car a idrogeno e veicoli elettrici. Anche se recenti e ottimistiche previsioni non immaginano una diminuzione dell’uso dei carburanti fossili prima di 25 anni è indubbio come si stia compiendo un passaggio epocale: dove per la prima volta dalla produzione in massa di fordiana memoria, l’acquisto dell’automobile non segue più la sola logica dell’aumento delle performance tecniche e dell’appagamento estetico, ma anche il giudizio critico sull’effettiva utilità a lungo termine e sul suo impatto globale. E accanto ai R&D delle case automobilistiche, molti centri di ricerca universitari si stanno dedicando ad immaginare e costruire un’alternativa Indotto Fiat, Cassino. praticabile all’attuale concetto di trasporto su ruote. La stessa Fiat ha di recente presentato Phylla, una utilitaria 2+2 a zero emissioni di C02: costruita con materiali totalmente riciclabili, a trazione integrale, alimentata a energia solare recuperando anche l’energia dissipata dai 4 freni a disco, con un peso complessivo di 750kg e una velocità massima di 130km/h per un’autonomia di 220km. Insomma un prototipo che racchiude in se tutti gli aspetti su cui si potrebbe concentrare una produzione automotive evoluta: l’uso di energie alternative, l’utilizzo di materiali riciclati e riciclabili, il corretto rapporto dimensione del veicolo e potenza del motore. Una sfida che le aziende del Lazio, se opportunamente guidate e incentivate, in sinergia con il sistema della ricerca regionale (nel campo dell’Ingegneria e del Transportation Design) sono in grado di cogliere grazie alla dimensione snella dei loro cicli produttivi, giocati sulle competenze (risorse umane) e sulle capacità (macchinari). Ne è un esempio il progetto guidato dal Tecnopolo Tiburtino presentato per il PI di Industria 2015 “Mobilità Sostenibile”: l’unico finanziato composto solo da PMI in maggioranza residenti nel Lazio. La sfida è aperta e non viene solo dalla necessità di migliorare gli standard economici di un territorio ma da una lettura aggiornata di questo settore produttivo e di consumo: dove accanto alle grandi multinazionali, le piccole aziende possono, secondo una dinamica di rete, costruire sinergie virtuose. E chissà che a breve realtà come la Fionda, che produce interni imbottiti, possa lavorare su materiali salubri, ecocompatibili e riciclabili, che il Gruppo Ages che offre tutte le tecnologie produttive dell’automotive (gomma, plastica, metalli) si concentri sullo sviluppo di componenti facilmente sostituibili e riciclabili, o che il gruppo Marangoni che opera nei diversi cicli di produzione legati ai pneumatici, che da soli rappresentano uno dei fattori più inquinanti del settore, inizi un ciclo di produzione di pneumatici “verdi”. Ma anche che le aziende di questo indotto possano trovare sinergie con settori produttivi a più alta capacità innovativa – come i settori delle nanotecnologie, dell’informatica, dell’energia – e chissà che in un prossima fiera non si parli solo di auto ma di piccole e importanti produzioni sostenibili capaci di andare oltre l’attuale concetto di trasporto. Nuova Fiat Bravo, interni e esterni. La Nuova Fiat Bravo è attualmente prodotta nella sede di Cassino | New Fiat Bravo, interior and exterior. The New Fiat Bravo is nowdays produced in the Cassino’s side. 45 46 Making a critical analysis about a productive sector such as the automotive means to dip into different related aspects: such as trends and economic choices, innovation and technological processes, institutional and social policies. It isn’t a coincidence that, within an illuminated text of almost 20 years ago as retrospective of the “Fordist era”, the economist Robert Reich defines the automotive industry “The Work of Nations”, to describe the indissoluble link between this industry and the policy choices of countries in every hemisphere of the planet. And the link Fiat-Italy isn’t an exception but it’s an emblematic case of this economic condition. Fiat was founded in 1899 and, during a century, it was the centre of gravity and the symbol of Italian industrialization, by exerting an incomparable propulsive force towards the post-war economic and social development, both in terms of industrial culture and technological progress.This was happening in Italy at the time when there were very few motor industries, except in Turin and Milan (Alfa-Romeo and Lancia) and in Emilia Romagna (Ferrari and Lamborghini). Therefore if today, in other Italian regions, there are some productive sectors of the automotive industry, it is a consequence of the policy of decentralization of the “big companies” towards the south, according to the “famous” Cassa del Mezzogiorno (which is a law to help the foundation of new industries in the south of Italy). As a result, in some contexts without the presence of any expertise, some branches of the big companies were planted and under their shadow, supplychains were born. In the same way, with some peculiarities, the automotive industry of Lazio was born together with the factory of Fiat Cassino, which was built in 1973. Thanks to its geographical location, in a context that is relatively well served by infrastructures, this plant had been imagined as one of the most important in Italy (after the plant of Mirafiori) and from the beginning, a network of smaller distributors, suppliers and subcontractors was founded, some of them involving industrial processes, others just with craft capabilities. But in 30 years of history, the effect that was expected for the area in the direction of processes of specialization and economic entrepreneurships, has not taken place to some extent because of a specific economic policy of the main Turin’s brand and partly because of cyclical factors. In particular, this condition is due to the fact that the supply-chain built by the Fiat group has never been focused on a local scheme, but more generally on a “concentric scheme” of suppliers, where the first level operates across national (sometimes international) and the second-tier suppliers operates in regimes of short-term and especially in services related to logistics, often without any direct contact with the main company. Therefore, speaking about the automotive manufacturing sector in Lazio, if we exclude the Fiat’s plant for obvious reasons, it’s all about small companies, that work on semi-industrial level, along with niche production and often not focused on innovation. It isn’t a coincidence that it’s easier to recognize cases of interest outside of Cassino, which have evolved through the efforts of small entrepreneurs (like Bollanti Veicoli Sanitari) or perhaps thanks to the foresight of a large foreign company (such as the Arca Camper ). However, it’s clear that in Lazio this sector of production is present while occupying an interesting part of the regional manufacturing and, during this economic phase, it can and must find its own evolutionary path that exceeds his role of sub-contractor. Therefore, it’s important to open the horizon in order to understand the macro-trends of this sector that still represents, in this post-industrial era, the “engine” of technological development worldwide. And the key-word for the future of this production sector is clearly “sustainability”. In fact, the automotive industry not only represents a productive chain with highly employing energy and non-renewable materials (any car, but also scooters and motorcycles, is manufactured exclusively with virgin polymers and/or composite materials), but moreover road transportation (of passengers and goods) holds a share of energy consumption equal to the 83% of the total and depends only on non-renewable energy resources. In consequence of that, in recent years, in all the major fairs of this sector, the big companies have presented versions of organic “hybrid fuelled” engines, concept-cars by hydrogen and electric vehicles with four or two wheels. Although recent and optimistic forecasts do not imagine a decrease in the use of fossil fuels before 25 years, there is no doubt nowadays we are making an important step: because, for the first time from mass production of the fordist memory, the consumption of cars isn’t anymore based only on technical and aesthetic performance, but also on the critical evaluation about the long-term utility and the environmental impact. And, besides to the R&Ds of the automobile brands, many university research centres are working, on a viable alternative to the actual concept of transport on wheels, in a more decisive manner. For example, Fiat has recently presented Phylla, a 2+2 car with zero-emissions of C02: it’s built with fully recyclable materials, it’s four-wheel-drive solar-powered self-recovering the energy dissipated by the 4 disc brakes, it weights 750kg in total (of which 150Kg is the weight of hydrogen cylinders) and its maximum speed is 130km/h for an autonomy of 220km. In short, a prototype that contains in itself all the aspects about which an evolved automotive production should be concentrated: the use of alternative energies, the use of recycled and recyclable materials, the correct relationship between the size of the vehicle and the engine power. This is a challenge that the companies of Lazio are able to face, if properly guided and encouraged in synergy with the research system of the Region (in the field of the Engineering and Transportation Design), also thanks to the slim size of their production cycles, both based on the skills (human resources) and capabilities (equipment). An example of this opportunity is the project headed by Tecnopolo Tiburtino and presented to the IP Industry 2015 “Sustainable Mobility” (a government program of research founding) which is the only one exclusively composed by SMEs within the projects which have been funded, many of them based in the Region of Lazio. Therefore, the challenge is open, not only to improve the economic standards of a particular area, but to renovate this productive and consumption sector: where, in addition to large multinationals, small companies can change their status from mere suppliers, to “genuine innovators, while building dynamic networks and developing virtuous synergies. And maybe, very soon, companies as Fionda - which produces upholstery for interiors - can work on healthy, environmentally friendly and recyclable materials products; or companies, such as Group Ages - offering all the technologies for the automotive manufacturing (rubber, plastic, metals) - can be focused on the development of components with low environmental impact, easily replaced and recycled; or that the Marangoni group - that operates in different cycles of production related to tires, which is one of the most polluting industries - begins a cycle of production of “organic” tires. But even it will be the opportunity for the companies of this territory to build synergies with other production sectors with a higher innovation - such as the areas of nanotechnology and information technology, or energy - and, as a result, in the forthcoming fairs to be possible to see not only cars, but also less important sustainable products, capable of going beyond the current concept of transportation. Phylla, city car di tipo A, è alimentata con “innervature” fotovoltaiche che le consentono di sfruttare la luce solare. Ma ha anche la possibilità di usare l’idrogeno | Phylla, city car of type A, has an “innervature” Photovoltaic that to harness sunlight. But also the possibility of using hydrogen. Bollanti, Automedica Land Rover | Medical car Land Rover. 47 factory_index Enea Cirps Pomos www.enea.it www.cirps1.uniroma1.it [email protected] Enea è impegnata nella ricerca e promozione di veicoli di trasporto urbano con caratteristiche di basso consumo energetico e basso impatto ambientale. Ha realizzato Urb-e, (Urban easy), prototipo dimostrativo dotato di trazione ibrida di tipo “serie”, motore termico da 250 cc, accumulo elettrico in supercondensatori, carrozzeria essenziale in pannelli intercambiabili. É in grado di raggiungere 70 km/h, possiede ottima accelerazione, percorre alcuni km di marcia in solo elettrico. Il CIRPS (Centro Interuniversitario di Ricerca per lo Sviluppo Sostenibile) è stato il coordinatore del progetto HOST (Human oriented sustainable transport) finanziato dall’UE (3,2 M€) nell’ambito del 6° programma quadro iniziato nel gennaio 2005 e concluso ad aprile 2009 al quale hanno partecipato 8 diversi partner europei tra cui Volvo, Stile Bertone e Jelley Limited, aziende di livello internazionale. Il Cirps ha diretto e organizzato tutte le attività di ricerca, l’assemblaggio, la dissemination e tutti gli aspetti legali e burocratici inerenti al progetto, oltre ad organizzare i vari meeting tra i diversi partner. Il Polo per la Mobilità Sostenibile di Cisterna di Latina (Pomos) nasce nel 2007, grazie ad un finanziamento della Regione Lazio. É un centro di ricerca, di sperimentazione e innovazione tecnologica, un punto di aggregazione per le PMI. Ha elettrificato un Quad della Wt Motors, ha progettato la versione ibrida della Bizzarrini P538 ed organizzato la seconda edizione della Summer School ISHEV. Il Responsabile Scientifico del Pomos è il prof. F.M. Frattale Mascioli della facoltà di Ingegneria della “Sapienza” di Roma. Enea is committed to the research and promotion of urban transport vehicles with characteristics of low power consumption and low environmental impact. It realized Urb-e, (Urban easy), a demonstrative prototype with hybrid pull type “series,” heat engine 250 cc, electric accumulation in overcondenser, essential interchangeable body panels. It can reach 70 km/h, it has good acceleration, runs a few km of running only in electric. 48 The CIRPS (Interuniversity Centre for Research into Sustainable Development) co-ordinated the HOST (Human-Oriented Sustainable Transport) project funded by the EU (€3.2m) as part of the 6th Framework Programme, which started in January 2005 and finished in April 2009. 8 European partner companies that operate internationally took part, including Volvo, Stile Bertone and Jelley Limited. The CIRPS directed and organized all of the research activities, assembly, dissemination and all of the legal and bureaucratic aspects of the project, as well as organizing the meetings between the various partners. The Polo per la Mobilità Sostenibile di Cisterna di Latina (Cisterna di Latina Sustainable Transport Centre – Pomos) was founded in 2007, thanks to funding from the Lazio regional authorities. It is a research, experimentation and technological innovation centre that brings together SMEs. It has electrified a Wt Motors Quad, designed the hybrid version of the Bizzarrini P538 and organized the second ISHEV Summer School. The Pomos Scientific Director is Prof. F.M. Frattale Mascioli from the Faculty of Engineering at ‘La Sapienza’ University in Rome. Rondine Motors | Copem Group Bollanti Veicoli Guido Simplex Orion www.rondinemotor.com www.bollanti.it www.guidosimplex.it/ www.orion-italia.it Copem group è uno studio di design che cura la progettazione di nuovi prodotti, dall’idea alla costruzione del prototipo funzionante. Particolare attenzione è rivolta alla scelta dei materiali e al loro utilizzo, ricercando sempre l’equilibrio tra forma e funzione. La costruzione del prototipo funzionale, dei modelli volumetrici - anche con tecniche di prototipazione rapida - consente di validare il progetto e di eseguirne in tempi rapidi eventuali modifiche. Bollanti Veicoli Sanitari nasce nel 1985 per rispondere alla richiesta di veicoli sanitari che fossero professionali, moderni, versatili. Per questo l’azienda ha scelto fin da subito di fornire una gamma di soluzioni ampia e personalizzabile. Bollanti Veicoli Sanitari può oggi contare su un parco circolante di migliaia di veicoli che portano cura e soccorso in tutto il mondo. La Guidosimplex è un’azienda attiva nel settore di sviluppo e progettazione di dispositivi per la guida di autovetture da parte di persone con ridotte capacità motorie. Nella sede di Roma si disegnano ausili di guida e di trasporto, dispositivi di total driving ed allestimenti personalizzati per le varie tipologie di patologie previste dai codici comunitari. Molte delle realizzazioni dell’azienda sono attuate in partnership con le maggiori case automobilistiche tra cui: Fiat, Volkswagen, Opel e Renault. (I.C.) Orion è una delle grandi realtà italiane nel settore degli accessori e del design per moto e scooter, un fiore all’occhiello per l’industria della provincia di Frosinone, sempre attenta alle richieste dei consumatori in un mercato mondiale sempre più attento ed esigente. L’azienda è dotata di autonomo ciclo produttivo. Dall’idea al progetto, dallo stampaggio delle materie plastiche fino alla verniciatura e al montaggio finale. I bauletti, le manopole ed i retrovisori Orion si distinguono per qualità e stile. Guidosimplex is a company that works on the development and design of devices to help people with limited movement to drive cars. In their Rome offices, they design driving and transportation aids, total driving devices and customized equipment for the various kinds of disabilities covered by EC law. Many of the company’s products are created in partnership with big car manufacturers, including Fiat, Volkswagen, Opel and Renault. Orion is a large Italian motorcycle and scooter accessories and design company. This fine representative of the industry in the province of Frosinone is always attentive to the requirements of consumers on an increasingly watchful and demanding international market. The company has an independent production cycle: from the idea to the design, from the moulding of the plastic materials to the coating and the final assembly. Orion’s top cases, handlebar grips and rear-view mirrors stand out thanks to their quality and style. Copem Group is a design studio, developing new products from the initial idea through to construction of a functioning prototype. Particular attention is paid to the choice of materials and their use, the aim always being to find balance between form and function. The construction of a functioning prototype through volumetric models, sometimes using rapid prototyping techniques, permits prompt validation of the design and swift accomplishment of any necessary modifications. Bollanti Veicoli Sanitari began operating in 1985 in answer to the request for sanitary vehicles that were professional, modern and versatile. For this reason the company immediately chose to supply a wide and personalised range. Today Bollanti Veicoli Sanitari can count on the circulation of thousands of vehicles carrying assistance throughout the world. 49 Comp.Tech.Europe Rail Interiors Finter www.testoriamericas.com/comp.html www.railinteriors.it www.finter.it Comp.Tech.Europe, con sede a b.go San Michele, Latina (LT), è un fornitore di soluzioni per interni per l’industria del trasporto di massa. É una delle 5 sedi della Testori Americas group e conta 54 dipendenti. La vasta conoscenza dei materiali e la continua collaborazione tra il reparto di progettazione e produzione, permette a Comp.tech.Europe di poter soddisfare ogni tipo di aspettativa del cliente. Rail Interiors è specializzata nell’allestimento degli arredi interni di carrozze ferroviarie. É specialista nei seguenti settori di mercato: treni convenzionali, alta velocità e tilting, treni regionali e ad alta frequentazione. É presente nel settore ferroviario dagli anni ‘90 e nel tempo ha assunto il ruolo di integratore di sistemi per meglio rispondere alle esigenze dei propri clienti, fornendo un servizio “chiavi in mano” attraverso la fornitura di kit completi e pronti per l’installazione. L’azienda nasce nel 1978 ad opera di Roberto Fini. È specializzata nella realizzazione di rivestimenti e componenti per interni di veicoli, aeromobili, carrozze ferroviarie e yacht. Le esperienze e conoscenze sulle nuove tecnologie e sui nuovi materiali maturate nel laboratorio prototipi, sono state applicate secondo le prove di certificazione per essere poi travasate nei diversi settori del trasporto. Tra i principali clienti Alitalia S.p.a. e Trenitalia S.p.a. Comp.Tech.Europe is located in b.go San Michele, Latina (LT) Italy, and it is a supplier of turnkey interior solutions for the Mass Transit industry. It is one of the five manufacturing facilities of Testori Americas group, and it has 54 employees. The wide knowledge of materials and the continued collaboration between design department and production department, allows Comp.Tech.Europe satisfy all client desires. 50 Rail Interiors specialises in the interior furnishings of railway carriages. Specifically it specialises in the following categories: normal trains, high speed and tilting trains, regional and high frequency trains. The company has been involved in the railway sector since the 1990s and has taken on the role of integrating the systems in order to provide a better response to its clientele, supplying a “ready to go” service through the distribution of complete kits ready for installation. The Company was established in 1978 by Roberto Fini. It specializes in the production of linings and components for automobiles, aircraft, railway coaches and yachts. Its knowledge and experience of new technologies and the new materials it has developed in its prototype laboratory have been applied in compliance with certification tests to be subsequently transferred to different transport sectors. Among its major customers are Alitalia S.p.a. and Trenitalia S.p.a. Arca Camper Modelleria Di Laurenzio Cast Italia Digilab www.arcacamper.it www.modelleriameccanica.it www.castitalia.it www.digilab.it L’azienda progetta Mansardati, Profilati e Motorhome ARCA per essere vissuti nel tempo in assoluta libertà e comfort. L’Alto di Gamma ARCA si contraddistingue per l’elevata qualità dei materiali e delle rifiniture scelti per sposarsi perfettamente con il design sobrio ed elegante della linea. La tradizione e i valori legati al marchio si esprimono in modo completo nelle caratteristiche dei veicoli adatti ad ogni clima e condizione. La modelleria Di Laurenzio è una piccola azienda metalmeccanica operante a Roma, con un raggio d’azione di livello nazionale. I prodotti prevalenti sono gli stampi di fusione e pressofusione per alluminio, realizzati mediante tecnologie CAD/CAM. Funziona anche un laboratorio modelli di tipo convenzionale, orientato oggi alla prototipazione. La modelleria Di Laurenzio può essere considerata la reincarnazione di un tipo di impresa artigianale peculiare alcuni decenni addietro del Centro Storico di Roma. (F.R.) La CAST ITALIA S.r.l. è una Società di Servizi, con sede a Cittaducale (RI), che opera nei settori del RP (Rapid Prototyping), DRE (Disruptive Reverse Engineering/ C.G.I. System), RM (Rapid Modelling), consulenza di progettazione di stampi ad iniezione e modellazione tridimensionale nonché, attiva nel settore di ricerca e sperimentazione di nuovi materiali per la sinterizzazione. Tra i settori produttivi interessati : autoveicoli, avionico e aerospaziale; navale; elettronico, elettrotecnico, illuminazione, sanitario, ceramico; medicale. Dal 1994 la Digi.Lab è il leader del mercato dei servizi e dei sistemi dedicati al Reverse Engineering. La Divisione Service RE mette a disposizione dei progettisti e dei responsabili della produzione una struttura dinamica e preparata, in grado di analizzare e risolvere attraverso una completa gamma di prodotti e servizi le più complesse problematiche legate alla scansione 3D, alla ricostruzione di modelli matematici, al collaudo dimensionale e al controllo qualità delle attrezzature e della produzione. The company designs mansards, metal-sectioned structures and the ARCA Motorhome all to be lived in while enjoying absolute comfort and freedom. The Alto in the ARCA range stands out for the high standard of its materials and its fine finishing chosen to combine perfectly with its sober and elegant line. Tradition and the values linked to this logo are fully expressed in the characteristics of the vehicles adapted to all climates and conditions. Modelleria Di Laurenzio is a small Rome-based metal engineering company which operates throughout Italy. It mainly produces casting and pressure die-casting moulds for aluminium using CAD/CAM technology. There is also a traditional model workshop which is now used to develop prototypes. Modelleria Di Laurenzio can be considered the reincarnation of a distinctive type of artisanal company that could be found in the historical centre of Rome until a few decades ago. CAST ITALIA S.r.l. is a Service Company headquartered in Cittaducale (Rieti) that operates in the sectors of RP (Rapid Prototyping), DRE (Disruptive Reverse Engineering/C.G.I. System), RM (Rapid Modelling), by providing consultancy in the design of injection moulds and 3D modelling. It is also active in the research and testing of new sintering materials for the following production sectors: automobile, aviation and aerospace; naval; electronic, electrotechnical, lighting, sanitary, ceramics and medical. From 1994 the Digi.Lab is leader in the Reverse Engineering services market. The Service Division offers a dynamic and performative structure to designers and companies, able to analyze and resolve, with a complete range of products and services, the most complex 3D-scan problems: from the reconstruction of mathematical models, to the dimensional test and the quality control of the equipments and the production. 51 Innovation Ivo Caruso 52 Uno degli elementi predominanti negli attuali scenari cittadini è il traffico. L’automobile, si sa, è uno status symbol, una vera e propria protesi; ma, osservando gli atteggiamenti di coloro che la adoperano per recarsi ogni giorno a lavoro, in alcuni casi può diventare un mezzo di sopravaricazione. Tale trend comportamentale non è più sostenibile, le arterie delle grandi metropoli sono sempre più incapaci di sopportare tali volumi e tipologie di fruitori. I veicoli che risultano dalle attività di ricerca della Belumbury e del Diamond Style Team tendono a prefigurare un futuro prossimo fatto di mezzi urbani decisamente meno ingombranti, meno potenti perché studiati sulle reali esigenze dell’utente cittadino, energeticamente più efficienti e a minore impatto ambientale; evitando comunque di trascurare le caratteristiche di personalità e stile tanto ricercate dal mercato. La scelta di una macchina è da considerarsi una vera e propria interpretazione dei concetti di movimento, bellezza, forza, libertà e modernità. Vetture decisamente nuove nei materiali, nella componentistica e nelle tecnologie, ma soprattutto nella concezione. Veicoli a misura di città, per città a misura d’uomo. One of the predominant elements in current urban environments is traffic. Everyone knows that cars are status symbols, genuine extensions of ourselves; however, from observing the behaviour of those who use them every day to go to work, it seems that in certain cases they can become a means of excess. This behavioural trend is no longer sustainable; the roads in the big cities are less and less able to deal with such volumes and types of users. The vehicles which spring from the research of Belumbury and Diamond Style Team tend to pre-announce a near future with decidedly less bulky forms of urban transport. Designed to meet the real needs of city dwellers, they are therefore less powerful, as well as being more energy efficient and having a lower environmental impact; all this without neglecting the personality and style very much in demand from the market. Choice in cars should be considered an authentic interpretation of the concepts of movement, beauty, power, freedom and modernity. These vehicles are new in terms of materials, components and technology, but above all in their conception. Vehicles designed for cities, in cities designed for people. Luca Bradini Belumbury Una strategia per l’innovazione del quadriciclo | A strategy for the innovation of the quadricycle Nei contesti urbani ad alta densità di traffico si assiste ad uno sviluppo della mobilità, soprattutto privata, che si rinnova con nuove formule tipologiche alternative a quelle consolidate, attraverso prodotti più contenuti nelle loro dimensioni e sostitutivi dei mezzi usuali. Tra questi, il quadriciclo rappresenta un ibrido normativo/tipologico che si posiziona tra il mondo delle due ruote a bassa cilindrata e le autovetture di categoria A . Attualmente, tali prodotti sono sviluppati da realtà produttive tradizionali a forte vocazione artigianale e sono, in termini qualitativi, ancorati al prodotto di riferimento quale è il ciclomotore. Hanno infatti come target principale il mondo giovanile, soprattutto dei minorenni, e la scarsa ambizione di poter arrivare ad un mercato più vasto come quello delle autovetture di categoria compatta, anche perché quest’ultima è costituita da una serie di prodotti estremamente sofisticati ed industrialmente più competitivi rispetto quella dei quadricicli. Altresì l’evoluzione del panorama commerciale ha decretato un discreto successo dei quadricicli soprattutto nei grandi centri urbani, come ad esempio nella città di Roma, successo indotto sia dalla possibilità per questi prodotti di circolare nelle zone a traffico limitato, sia perché rappresentano un prodotto appetibile ad un mercato di giovani, 53 54 i quali, non potendo ancora condurre le autovetture “normali”, trovano in questi prodotti ibridi una sufficiente simulazione. In merito al prodotto quadriciclo, nel territorio Laziale, presso l’area di Colleferro, si sta concretizzando un’esperienza di ricerca nel settore che vede coinvolti diversi attori, non tutti ricadenti nel territorio Laziale, ma che fanno capo a questa nuova realtà produttiva. La Belumbury, nome della costituente realtà produttiva, sta investendo delle risorse per lo sviluppo e la messa a punto di un quadriciclo in grado di proporre delle soluzioni più allineate al reale sviluppo di questo prodotto, con l’obiettivo di introdurre una nuova tipologia di mezzo molto più vicino alle reali esigenze e potenzialità del trasporto urbano privato nella città. Da un lato si propone di consolidare il mercato di riferimento, dall’altro vuole acquisire fasce di mercato provenienti dal mondo delle autovetture compatte che riscontrano nel quadriciclo delle economie di scala più competitive, sia nei costi di acquisizione che di manutenzione. Belumbury è un nuovo marchio che oggi si sta concretizzando nel progetto di un nuovo prodotto per la mobilità derivante e facente parte, in termini tipologici normativi, alla categoria dei quadricicli, ma che ha nelle intenzioni finali quello di costituire un tipo di prodotto in equilibrio tra gli attuali quadricicli e il mercato delle auto di categoria compatta. L’idea di costruire questo prodotto come evoluzione naturale dell’attuale quadriciclo si sviluppa su alcuni temi tecnologici specifici che hanno l’obiettivo, da un lato, di determinare un prodotto più sicuro ed affidabile in termini telaistici e meccanici, dall’altro, di allinearsi alle attuali nuove tendenze nel campo della sostenibilità, proponendo un mezzo in grado di dotarsi di motoristiche bi fuel, altresì elettriche. Il progetto di ricerca si avvale del contributo progettuale, per gli interni, di alcuni giovani designer del territorio romano provenienti dal Corso di Laurea in disegno industriale dell’ Università “La Sapienza” guidati dal sottoscritto e dal prof. Giuseppe Losco, per gli esterni, la telaistica e la motoristica dalla realtà produttiva della Picchio (localizzata nelle Marche), che cura anche la realizzazione degli attuali prototipi. L’ideatore dell’impresa è l’imprenditore Stefano Maccagnani, coadiuvato da Nando Bianchi, che ha colto nel prodotto la possibilità potenziale di costituire una nuova tipologia che migliorasse il prodotto sotto il punto di vista della sicurezza rendendolo più allineato ai nuovi trend motoristici legati alla sostenibilità ed alla eco compatibilità, e che in ultimo presentasse una soluzione formale svincolata dall’attuale quadriciclo per allinearlo in termini concreti ad un’immagine più legata alla autovettura di classe superiore. Il telaio dell’autovettura, di derivazione sportiva, ha un dimensionamento tale da rendere l’autovettura lunga circa tre metri, permettendo così oltre ad una Quadriciclo Belumbury in versione non definitiva, alcune ipotesi di styling dell’esterno. Il progetto dell’esterno, della telaistica, della meccanica e la realizzazione dei prototipi è a cura della Picchio Spa. Gli styling esterni qui rappresentati sono una ipotesi elaborata, su modello Picchio Spa, dalla Zuccon International Project. srl | Belumbury quadricycle, non-definitive version, a few possibilities for the styling of the exterior. The project of the exterior, the framework, and the mechanics, along with the building of the prototypes, is carried out by Picchio spa. The styling of the exteriors, based on Picchio spa models, has been elaborated by Zuccon International Project srl. spazialità interna superiore a quasi tutti i quadricicli sul mercato, anche una sicurezza agli impatti, migliorata sia dalla maggiore distanza dell’abitacolo dalle parti esterne, sia per l’alloggiamento nella parte anteriore di un crash box di derivazione sportiva, che funge da dissipatore d’urto, innovazione assoluta per la categoria. Il design degli interni propone delle soluzione stilistiche che mediano tra una caratterizzazione delle forme decise e delineate, e l’utilizzo di un sistema di componenti ed accessori derivanti da prodotti di serie. Il disegno della plancia, collocato centralmente, lascia la possibilità di richiamare nei “baffi” laterali la carrozzeria esterna così da sottolineare l’impatto sportivo dell’impianto. Richiamo che poi viene ripreso in tutte le componenti interne attraverso una fascia di collegamento avvolgente. Il design degli esterni nella versione non definitiva , come è anche quella degli interni, propone delle scelte formali che evidenziano la vocazione a collocare il prodotto nella fascia di mercato più prossima a quello delle autovetture compatte, pur essendo tutta la componentistica di carrozzeria realizzata in termoformato per ridurre i pesi e rientrare nei limiti normativi previsti per questo tipo di prodotti. Il quadriciclo sarà realizzato con processi di tipo semi-industriale, propri di una realtà produttiva del nostro territorio, che permette, anche per i prodotti complessi di automotive, soluzioni economicamente più contenute grazie all’utilizzo parziale di componentistica già commercializzata da aziende provenienti dall’indotto del settore automobilistico italiano, site anche nel basso Lazio. Questo prodotto, nelle intenzioni della Belumbury, rappresenterà per il territorio un’esperienza significativa il cui obiettivo è quello di costituire una nuova categoria commerciale in controtendenza rispetto ad un mercato che sembra assolutamente in crisi, e incapace di mantenersi competitivo sui piccoli numeri. Inoltre si propone anche come un prodotto capace di sfidare i giganti industriali dell’automotive delle citycar industrializzate, con un mezzo che sembra ripercorrere le esperienze dei carrozzieri italiani degli anni ‘40 e ‘50. 55 56 In high-density traffic urban settings there is a development in transportation, especially private, that renews itself with new alternative typological formulas that replace existing ones, through products with smaller dimensions and that are able to replace standard vehicles. Among these, the quadricycle represents a normative/typological hybrid that places itself between the world of two-wheelers with low cubic capacity and cars in the A category. Currently, these products are developed in traditional productive realities with strong craft vocations and, in terms of quality, they are anchored to the model product of the moped. Indeed their main target is the young world, especially minors, as it is difficult to enter a vaster market like that of compact vehicles. This market is composed of a series of extremely sophisticated products that are industrially more competitive than quadricycles. Moreover, the evolution of the commercialization of quadricycles has had fairly good success, especially in large urban centres, like in the city of Rome, both because these products can circulate in limited traffic zones, and because they represent an attractive product to the young target market, not yet of age to drive ‘normal’ vehicles. With these hybrid products they find sufficient simulation. As far as the quadricycle is concerned, in the Lazio territory, near the area of Colleferro, a research experience is taking shape in the sector involving different actors, not all in Lazio, but still the leaders of this new productive reality. Belumbury, the name of this emerging productive reality, is investing resources for the development and adjustment of a quadricycle more in line with the practical development of this product, with the objective of introducing a new typology of a product that better meets real needs and increases the potentiality of private transportation in cities. Belumbury proposes consolidating the target market and also conquering other segments of the compact vehicle market who might find the lower purchase and maintenance costs of the quadricycle appealing. Belumbury is a new brand that is being created in the project of a new transportation product that in normative typological terms derives from and is part of the quadricycle category. Belumbury’s ultimate goal is to create a type of product in balance between present-day quadricycles and vehicles of the compact car category. The idea to create this product as a natural evolution of the present-day quadricycle is based on a few specific technological issues and has the objective of making a more secure and reliable product (frame and mechanics) that can fall in line with new present-day tendencies in the field of sustainability, with a product able to operate with bi-fuel and even electric motors. For the interiors, the research project has the design contributions of a few young Quadriciclo Belumbury in versione non definitiva, alcune ipotesi degli interni. Il progetto degli interni è a cura di Giuseppe Losco, Luca Bradini, Lara Pozzi, Gabriele Rosa, Fabio Bellia, Riccardo Angelini | Belumbury quadricycle, non-definitive version, a few possibilities for the interiors. The project of the interiors is carried out by Giuseppe Losco, Luca Bradini, Lara Pozzi, Gabriele Rosa, Fabio Bellia, Riccardo Angelini. designers from the Roman territory who have received degrees in industrial design from ‘La Sapienza’ University and have been under my guidance and that of prof. Giuseppe Losco. The exteriors, the frame and the mechanics are designed at Picchio (in the Marche region), where the prototypes are also created. The creator of the company is the entrepreneur Stefano Maccagnani, assisted by Nando Bianchi, who has found in the product the a potential for building a new typology to improve the product in terms of security, more in line with new motorist trends tied to sustainability and eco-compatibility. This represents a formal solution different from the model of the present-day quadricycle, with the intention of creating an image more tied to cars of a superior class. The sports-derived car frame is about 3-metre long, allowing not only for more inner space than any other quadricycle on the market, but also for more collision security, improved both by the greater distance from the external parts of the cabin, and also by the placement of a sports-derived crash box in the front part of the product which acts as a shock absorber, an absolute innovation in this category. The design of the interiors proposes stylistic solutions with both precise and outlined forms and the use of a system of components and accessories that come from off-theshelf products. The dashboard design is centrally located and you can see the sports impact also on the exterior pattern. This theme is repeated in the interior with a seamless and ‘wrapping’ continuous design. The design of the exteriors in the non-definitive version, like that of the interiors, proposes formal choices that indicate the desire to place the product in the market segment closer to that of compact cars, even though all of the bodywork is made in thermoform to reduce the weight and to stay within the regulatory limits for this type of product. The quadricycle will be created with semi-industrial processes, belonging to a production reality of our territory which allows, even for complicated automotive products, solutions that are economically more contained thanks to the partial use of components already commercialised by companies coming form the Italian automotive sector, located also in southern Lazio. In the intentions of Belumbury, this product will represent an important experience for the territory, with the objective of building a new commercial category in countertendency to a market that appears to be in deep crisis and unable to stay competitive with small numbers. In addition, the product is meant to challenge the giant automotive industry of the industrial city cars, with a product that seems to retrace itself back to the experience of Italian car designers and builders of the 1940s and 50s. 57 Ivo Caruso Diamond Style Team Per una mobilità sostenibile | For sustainable mobility Nell’immaginario collettivo la città è un luogo rumoroso, inquinato, in cui file interminabili di contenitori metallici quotidianamente fanno la spola tra le aree abitative e quelle lavorative. Le vetture diventano sempre più ingombranti, potenti, superaccessoriate e pesanti, quasi come a voler diventare veicoli da battaglia, adatti a contrastare gli altri nelle lotte in tangenziale per conquistare qualche metro, per guadagnarsi uno spazio in un panorama urbano sempre più denso, disordinato e degenerante. Ci sarebbe bisogno di indurre le persone a cambiare modo di pensare, prima che a cambiare modo di agire in relazione a tale tematica. In linea con tale bisogno lavora il Diamond Style Team (DST). Il gruppo di designers ed ingegneri punta sullo sport come mezzo per influenzare il comportamento pubblico. I membri di questa giovane scuderia automobilistica ogni anno si cimentano nella famosa Shell Eco Marathon (SEM), dando prova della loro esperienza tecnica, della loro capacità imprenditoriale e comunicativa, e della loro forte sensibilità nei confronti del tema della sportività sostenibile. La singolare competizione premia il veicolo che fa registrare i consumi più bassi nell’affrontare un circuito di circa 25 km, producendo il minor tasso di emissioni. Vi partecipano prototipi originali, leggerissimi, curati nei minimi particolari nella meccanica, nella componentistica e nell’aerodinamica. Il DST vi ha preso parte per la prima volta nel 2007 con il prototipo LV50 che è stato capace di percorrere 102,5 km con un litro di benzina. Il 2008 ha visto il lancio della Superleggera. Il veicolo, perfezionato nelle prestazioni e aggiornato nell’estetica, presenta una scocca dalla linea fluente, una fanaleria accattivante ed una verniciatura che colpisce l’osservatore, ha dimensioni tali che lo fanno rientrare nei requisiti di ingombro previsti dal codice della strada, prevede la possibilità di inserimento di un sedile per un passeggero, è 58 capace di compiere fermate a motore acceso, riesce a far convivere un’alta efficienza (300 km/litro) con un minimo impatto ambientale. Queste caratteristiche rendono la Superleggera un agile e flessibile urban concept per la mobilità di massa. Intervista a Valerio Conti, team leader del DST Come è nato il progetto DST? V.C. L’idea di realizzare un progetto per la SEM nasce leggendo un articolo su una testata giornalistica automobilistica. Da lì è maturata l’idea di mettere in pratica quello che l’Università ci aveva insegnato, ma che purtroppo non avevamo mai potuto sviluppare veramente, e così abbiamo cominciato a lavorare per vincere la nostra scommessa: mettere in pista una vettura ecologica, la LV50, con un solo mese e mezzo di lavoro e con un budget di appena 1500 euro. V.C. Quali sono state le maggiori difficoltà che avete dovuto affrontare? Le difficoltà incontrate durante la realizzazione pratica delle vetture sono state molteplici, dal reperimento del materiale fino alla mancanza di attrezzature adeguate per costruire i diversi pezzi della meccanica. Tuttavia, la più grande difficoltà che abbiamo affrontato, e con la quale lottiamo ogni anno, è far capire l’importanza del progetto ai potenziali sponsor e partner; per questo motivo abbiamo preparato molto materiale, corredato di rassegna stampa, in cui è spiegato il valore della manifestazione e soprattutto la risonanza mediatica che una vettura ecologica può avere in campo locale, nazionale ed internazionale. Come è possibile dirottare le vostre innovazioni dal campo delle competizioni verso un’applicazione di mercato? V.C. Noi non abbiamo naturalmente la presunzione di aver creato l’auto ecologica del secolo, ma quello che in realtà vogliamo dimostrare è che lavorando solamente su tre semplicissimi fattori (leggerezza, aerodinamica e riduzione degli attriti) è possibile realizzare vetture a basso impatto ambientale con un budget decisamente ristretto. La SEM per noi è un vero laboratorio di sperimentazione. Le innovazioni tecnicomeccaniche vengono testate direttamente su pista e potrebbero, in seguito, essere sviluppate per essere trasferite su una produzione di serie. LV50 in gara, Shell Eco Marathon 2007, Nogaro, Francia | LV50 during a competition, Shall Eco Marathon 2007, Nogaro, France. Diamond Style Team, Shell Eco Marathon, 2008. Quali sono gli obiettivi futuri del DST? V.C. Il DST parteciperà alla prossima edizione della gara nel maggio del 2010 sul circuito di Lausitz in Germania, portando in pista un’evoluzione della Superleggera 2009. L’obiettivo cardine è quello di superare i 300 km con un litro di benzina, continuando comunque a dare alla SEM quello spirito di innovazione che ha caratterizzato le nostre passate partecipazioni. 59 In our collective imagery the city is a loud, polluted place with unending lines of metal containers commuting between residential and business areas everyday. Cars are becoming more and more cumbersome, powerful, accessorized and heavy, almost as if they wanted to become battle vehicles, able to fight others in a war on the highways to obtain even just a few metres, and to win a spot in an urban landscape that is increasingly dense, messy, and degenerative. There is a need to induce people to change the way they think, before changing the way we act in this area. The Diamond Style Team (DST) works towards this end. The group of designers and engineers looks to sports as a means to influence public behaviour. The members of this young automobile team put themselves to the test every year during the famous Shell Eco Maratona (SEM), where they demonstrate their technical experience, their entrepreneurial and communicative capacities, and their strong sensibility to the theme of sustainable sportsmanship. This unique competition rewards the car that registers the lowest consumption and produces the lowest amount of gas emission on a circuit of about 25 km. Original, light prototypes participate in this event and devised in the smallest mechanical details, both in their accessories and in aerodynamics. The DST participated for the first time in 2007 with the LV50 prototype, able to travel 102.5 km with a litre of gasoline. In 2008 the Superleggera was launched. The vehicle, perfected in its performance and aesthetically upto-date, has a body with a smooth line, captivating front and rear lights, and a paint job that strikes the observer. Its dimensions are in compliance with the street code, and it is possible to add a passenger seat. It is able to stop with its motor on and it reconciles high efficiency (300 km/litre) with a minor impact on the environment. These characteristics make the Superleggera an agile and flexible urban concept for mass mobility. Interview to Valerio Conti, DST team leader How was the DST project born? V.C. The idea to carry out a project for the SEM was born when reading an article in an automotive magazine. From there matured the idea to put into practice what the university had taught us, but that unfortunately we had never been able to develop. So we began to work to win our bet: to put an ecological car, the LV50, on the racetrack, in only a month and a half and with a budget of 1,500 euros. 60 What were the major challenges you faced? V.C. The challenges faced during the realization of the cars were many, from finding the materials to the lack of appropriate equipment to build the various mechanical parts. However, the biggest challenge we faced and the one with which we wrestle every year, is to make potential sponsors and partners understand the importance of the project. This is why we have prepared a lot of material, accompanied with press clippings, in which we show the value of the demonstration and the impact that an ecological vehicle can have on the local, national, and international levels. How is it possible to shift your innovations from the competitive fields to the general market? V.C. We don’t assume we have created the ecological car of the century, but what we want to demonstrate is that by working on only three simple factors (lightness, aerodynamics, and friction reduction) it is possible even with a tight budget to create a vehicle with a low impact on the environment. The SEM is for us a real experimental lab. The technical/mechanical innovations are tested directly on the tracks and they could, in the future, be developed for mass-production. What are the future goals of the DST? V.C. The DST will participate in the next edition of the race in May of 2010 in Lausitz, Germany, using an evolution of the Superleggera 2009. The main objective is to surpass 300 km with one litre of gasoline, continuing nonetheless to give SEM that innovative spirit that has characterized our past participations. Diamond Style Team, Shell Eco Marathon, 2009. Diamond Style Team, Shell Eco Marathon, 2008. Diamond Style Team, fasi costruttive | phases of construction. 61 LSD_la sapienza design factory City car a passo variabile | City car with adaptable dimensions Maurizio Firrincelli Progetto sperimentale | Experimental project Tutor: Giovanni Zuccon Il progetto propone un’auto che si adegui al tessuto della città e, come un organismo, muti adattandosi dimensionalmente agli spazi urbani, variando la propria dimensione in lunghezza da 200 cm a 250 cm. La dinamica è attivata da una struttura telescopica posta sotto la scocca e irrigidita da due montanti, legati alla scocca tramite delle cerniere; questo permette di avere una Microcar con passo variabile flessibile che si configura adeguandosi agli spazi di parcheggio e alle esigenze del fruitore. 62 The project presents a car that adapts to the make-up of the city. Like an organism, it alters its dimensions to adjust to urban spaces, with its length varying from 200 cm to 250 cm. The movement is started up by a telescopic structure situated under the bodywork and supported by two rods which are attached to it with hinges; this gives a microcar with flexible, adaptable dimensions that assumes a form to match parking spaces and the needs of the user. Tecnobus New Gulliver | Tecnobus New Gulliver Ducati Monster evoluzione | Ducati Monster evolution Francesco Dario Picierro, Simone Signori Roberto Belisario Progetto sperimentale | Experimental project Tutor: Giovanni Zuccon, Luca Bradini Progetto sperimentale | Experimental project Tutor: Giovanni Zuccon, Luca Bradini Il progetto, realizzato per la Tecnobus spa, si basa fondamentalmente sul ripensamento concettuale e sulla riprogettazione estetica e funzionale del design degli esterni e degli spazi fruibili interni di un mezzo di trasporto pubblico. Il modello di riferimento sul quale si è incentrato il lavoro è il modello base del Gulliver della Tecnobus. Sul tema ambientale e sull’integrazione tra uomo e contesto ambientale si struttura il concept. Il focus del progetto ha riguardato in particolar modo le aree pedonali dei centri storici delle grandi città d’arte italiane e le località turistiche di maggior rilievo, nonchè l’accessibilità senza barriere al mezzo. Il progetto rielabora il concetto originale di “Naked” secondo Ducati. La componentistica è ridotta all’essenziale e la sovrastruttura è contenuta nelle dimensioni per esaltare le parti meccaniche, a tal fine il gruppo faro/strumentazione è stato posizionato sopra il serbatoio in modo da rendere visibile la sospensione anteriore. Un monitor sopra il serbatoio permette il controllo della visuale posteriore eliminando così gli specchi laterali, completa il progetto la possibilità di personalizzare la posizione di guida modificando la posizione della sella e delle pedane. The project was produced for Tecnobus S.p.A. and is essentially based on a conceptual rethink and an aesthetic and functional redesign of the exterior and useable interior spaces of a public transport vehicle. The work is centred around the basic model of Tecnobus’s Gulliver. The structure of the concept is founded on ecological issues and the integration of humans and the environment. The project focuses in particular on the pedestrian areas of Italy’s great cities of art and the most important tourist destinations, as well as barrier-free access for the vehicle. The project reworks Ducati’s original concept of ‘Naked’. The components are reduced to the bare minimum and the outer structure is of limited dimensions in order to place emphasis on the mechanical parts. To this end, the headlight/instrument panel unit has been placed on top of the fuel tank in order to make the front suspension visible. A monitor on top of the fuel tank provides a rear view, allowing the side mirrors to be removed. The project is completed by the option of moving the saddle and the footrests to personalize the riding position. 63