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Misura 121, parola d'ordine: innovazione Uno sguardo rivolto alle energie rinnovabili I nuovi bandi: la misura 121 e il pacchetto giovani PSR Lazio Inserto redazionale del numero n. 306 del mensile Minerva - Ottobre 2011 Edito dalla casa editrice Minerva Soc. Coop. Via Antonio Pacinotti, 13 – 00146 Roma Tel. 066892972 – fax 0668192977 Mail [email protected] Sito web minervariviste.com Progetto editoriale realizzato da Arsial, per l’informazione e comunicazione delle iniziative rivolte al target donne e giovani promosse dall’Assessorato alle Politiche Agricole e Valorizzazione dei Prodotti Locali della Regione Lazio riferite al PSR 2007-2013. Progetto grafico e impaginazione Francesco Mastantuoni Stampa Arti Grafiche Agostini s.r.l. Via Decollatura, 64 – Morena (RM) Presentazione ARSIAL per il PSR L’impegno per lo sviluppo del territorio, per la valorizzazione dei prodotti tipici di qualità e la loro promozione, così come una grande attenzione ai processi di trasformazione e commercializzazione, sono alcune delle caratteristiche del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Lazio. In questo ambito si inserisce in maniera particolare la misura 121 del PSR. Una misura che prevede il sostegno per tutte quelle imprese agricole che realizzano investimenti materiali e immateriali finalizzati all’ammodernamento delle strutture e all’introduzione di tecnologie innovative. Uno strumento che guarda con grande attenzione allo sviluppo socio-economico e sostenibile del territorio. Possono usufruirne tutte le aziende agricole, singole o associate, che intendono effettuare investimenti per innovazioni tecnologiche volte a migliorare la produttività dell’azienda o incrementarne il rendimento o che vogliono produrre energia da fonti alternative. Grazie alla misura 121, infatti, le aziende hanno la possibilità di accrescere la loro competitività, di orientarsi verso una produzione agricola di qualità e creare strumenti per il controllo e la tracciabilità della filiera, oltre che promuovere la filiera corta. Una filosofia operativa sulla quale, sin dal mio insediamento, ho voluto improntare la politica agricola regionale. Aiutare le aziende a migliorare la qualità dei prodotti e a commercializzarli sul territorio significa, infatti, assicurare ai consumatori prodotti di eccellenza, tracciabili e sicuri, e al contempo, sostenere il reddito delle imprese agricole del Lazio. In questa direzione vanno le due leggi proposte dall’assessorato e approvate dalla Giunta regionale sulla tracciabilità dei prodotti agricoli e agroalimentari e sul sostegno e la valorizzazione dei prodotti a Km 0. Filiera corta, tracciabilità e sviluppo sostenibile del territorio significano anche tutela dell’ambiente. La misura 121, in questo senso, concede aiuti a fondo perduto per la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Le aziende possono così diventare energeticamente autosufficienti. Un’occasione importante, dunque, per rilanciare tutto il sistema produttivo ed economico del nostro territorio e guardare al futuro con maggiore consapevolezza. Proprio come tutti quei giovani imprenditori che, grazie a questo aiuto, possono essere sempre più competitivi sui mercati, facendo del Lazio una regione all’avanguardia sia in ambito nazionale, che internazionale. Nuove tecnologie, energie rinnovabili, filiera corta: il futuro dell’agricoltura nella nostra regione viaggia necessariamente su questi binari in un contesto economico che non consente soste o rallentamenti. Per questo gli strumenti messi a disposizione dal Programma di Sviluppo Rurale e in particolare dalla misura 121, finalizzata al miglioramento della produttività aziendale nel rispetto dell’ambiente, rivestono un ruolo fondamentale per costruire percorsi di sviluppo concreti. I numeri a nostra disposizione attestano la ferma volontà dell’amministrazione di massimizzare i risultati possibili: la Regione Lazio ha dedicato il 47% dei fondi messi a disposizione dal PSR 2007-2013 proprio agli strumenti finalizzati al miglioramento della competitività, meritando il primato nazionale a fronte di una media ferma al 37%. E se le aziende che hanno beneficiato delle risorse sono più di 6 mila, con 145 milioni di euro già erogati fino ad oggi, la misura che ha ottenuto il successo maggiore è senza dubbio la 121 che, tra i numerosi risvolti positivi, interviene a favore dell’energia pulita. Gli agricoltori, infatti, possono ottenere aiuti a fondo perduto per produrre energia da fonti rinnovabili come le biomasse. La formula che ne discende è senza dubbio vincente, sia per i produttori che in questo modo possono conquistare l’autosufficienza energetica e abbattere i costi, sia, ovviamente, per l’ambiente che è e sarà sempre di più una risorsa da proteggere con tutti gli strumenti a nostra disposizione. Di grande importanza anche il collegamento della misura 121 con l’analogo strumento dedicato ai giovani agricoltori, la misura 112, grazie al quale è possibile accedere ai finanziamenti presentando un Programmadi miglioramento aziendale. E se puntare sui giovani non può che rappresentare un diktat per quanti si occupano di pianificare e costruire il futuro di un paese e di una regione, tra le opportunità offerte dalla misura 121 non vanno dimenticate le azioni volte promuovere la filiera corta, una dimensione ideale per far emergere le eccellenze tra i nostri prodotti tipici in arrivo molto spesso da aziende di piccole dimensioni. La sfida della competitività sui mercati nazionali ed esteri non può attendere: in un momento di crisi in cui la programmazione diventa uno strumento fondamentale, l’utilizzo dei fondi messi a disposizione dal PSR può e potrà fare la differenza. Angela Birindelli Assessore alle Politiche Agricole e Valorizzazione dei Prodotti Locali Erder Mazzocchi Commissario straordinario ARSIAL 1 Cos’è la Misura 121 L a Regione Lazio detiene un importante primato nazionale: il Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 si caratterizza, infatti, per la grande attenzione riservata alle misure finalizzate ad accrescere la competitività del sistema delle imprese. Nello specifico, a favore dell’Asse 1, – Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale – è stato dedicato, nei fatti, ben il 47% della dotazione finanziaria dell’ intero Programma, contro una media nazionale che si attesta attorno al 37%. Un impegno, dunque, che si spinge oltre ogni aspettativa e che scavalca di gran lunga la media del Paese. Una scelta precisa e determinante che, soprattutto nel periodo di crisi che ancora stiamo affrontando, ha la duplice funzione di incentivare le imprese e di salvaguardare l’ambiente. Sono più di 6 mila i beneficiari delle numerose misure del PSR, che hanno percepito gli aiuti pubblici per la realizzazione dei loro progetti, con circa 145 milioni di euro di pagamenti effettuati nel periodo di programmazione sin ora trascorso. Tra queste una delle misure che ha ottenuto maggiore successo è stata la 121. Si tratta di una misura che interessa le aziende agricole, singole o associate, che intendono effettuare degli investimenti per produrre energie rinnovabili, da destinare prevalentemente al consumo interno, introdurre nuove tecnologie per migliorare la produttività dell’azienda come l’acquisto di nuove strumentazioni, lo sviluppo di tecniche innovative, l’acquisizione di nuovi standard finalizzati all’incremento del il rendimento e creare strumenti per il controllo e la tracciabilità del prodotto lungo tutta la filiera, oltre che per la promozione della filiera corta. L’intensità di aiuto si attesta in media attorno al 40%, con oscilla- 2 zioni che vanno da un minimo del 35% per le attrezzature e le dotazioni, e un massimo del 55% per le strutture. L’erogazione dei contributi avviene con la formula dell’aiuto a fondo perduto o in conto interesse. Per accedere ai benefici concessi dalla misura, l’azienda agricola richiedente deve elaborare e presentare un piano di investimenti aziendali, il business plan, nel quale si dimostra il miglioramento della redditività dell’impresa. Sono previste limitazioni in termini di massima spesa ammissibile a finanziamento, per singola domanda e per l’intero periodo di programmazione. I contributi coprono le spese sostenute per la costruzione o la ristrutturazione di immobili, per l’acquisto e l’in- stallazione di impianti, per l’acquisizione di macchinari e tutte le spese immateriali e generali. Una misura efficace a tutto tondo La misura 121 è, tradizionalmente, una delle misure con la mag- giore dotazione finanziaria nell’ambito del PSR. Oltre agli investimenti nel settore delle agroenergie, la misura finanzia, a fondo perduto, ogni tipo di investimento finalizzato alla ricerca della competitività e dell’ammodernamento delle aziende agricole del- la regione. In questa ottica particolare attenzione deve essere prestata alla griglia delle priorità individuate dalla Regione per la selezione delle domande e alla possibilità di presentare delle domande attraverso l’approccio collettivo (Progetti Integrati di Filiera). I molti investimenti fatti nell’industria agro-alimentare hanno sviluppato un notevole introito da parte del territorio, grazie ai contributi pubblici a favore di numerosi operatori del settore. È importante sottolineare che a beneficiare dei vantaggi economici prodotti dalla misura non sono stati i soli richiedenti, ma anche l’intero indotto che si è potuto nutrire di nuovi capitali. Una marcia in più: energia pulita che tutela l’ambiente La marcia in più della misura 121 non consiste solo nella creazione di maggiore produttività per le aziende, in favore di un ulteriore risparmio economico, ma anche nella creazione di energia pulita. Le aziende, così facendo, possono diventare autosufficienti nella produzione energetica per il proprio fabbisogno, diventando un modello nel rispetto e nella tutela dell’ambiente. Infatti sull’ammodernamento delle imprese agricole la misura concede aiuti a fondo perduto per la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Parliamo di energia pulita e non inquinante: idroelettrica,che produce energia sfruttando e rispettando l’ambiente ed i corsi d’acqua; solare, la più diffusa e conosciuta forma di energia alternativa prodotta sfruttando direttamente l'energia irraggiata dal sole; eolica, una forma di energia rinnovabile alimentata dal vento, da biomassa, che sfrutta i materiali di origine organica e rientra fra le fonti rinnovabili in quanto la CO2 emessa per la produzione di energia non rappresenta un incremento dell’anidride carbonica presente nell’ambiente. L’aliquota di aiuto a fondo perduto può raggiungere il 55% della spesa ammessa a finanziamento. È previsto l’obbligo di alimentare gli impianti con materie prime provenienti dall’azienda, in ragione di almeno i 2/3 del fabbisogno. Collegamenti con altre misure La misura trova sinergia nei collegamenti con altre misure del PSR, come la misura 112 “Insediamento di giovani agricoltori”, perché prevede contributi per i giovani agricoltori e per il giovane che presenta un piano di miglioramento della propria azienda in linea con la filosofia della misura, con tutte le misure funzionali al raggiungimento dell’obiettivo generale del “Consolidamento e sviluppo della qualità delle produzioni agricole”, con le misure volte al “Miglioramento della capacità imprenditoriale e professionale della manodopera” e in particolare con le misure 111 “Formazione professionale e azioni di informazione” e 114 “Servizi di consulenza aziendale”. Inoltre, si collega con le misure che possono essere attivate nell’ambito della Progettazione Integrata di Filiera e in particolare con la misura 123 per la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli, con le misure che erogano servizi a supporto della impresa agricola e con quelle volte a realizzare iniziative per la valorizzazione e promozione dei prodotti di qualità, con la misura 311 “Diversificazione verso attività non agricole” e altre misure attivabili con la Progettazione Integrata. Requisiti e localizzazione Possono beneficiare degli aiuti gli imprenditori agricoli, come impresa individuale o organizzati in forma societaria, titolari di parti- ta IVA ed iscritti nel Registro delle Imprese, che realizzano un business plan coerente con gli obiettivi e le finalità perseguite dalla misura, in cui si evidenzi il miglioramento del rendimento globale dell’azienda agricola e la conformità degli investimenti alle norme comunitarie che li riguardano. La valutazione del piano sarà funzionale all’attribuzione delle priorità assolute e relative individuate per la selezione dei progetti. La misura interessa tutto il territorio regionale, con priorità per le aziende ricadenti nelle Aree D, ovvero le “Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo”. Settori di intervento Il sostegno è concesso esclusivamente nell’ambito dei prodotti di cui all’allegato I del Trattato dell’Unione Europea, per le filiere produttive: • lattiero-casearia, ivi incluso latte bufalino • carne bovina, suinicola, avicola e uova • ovi-caprina • cerealicola • ortofrutticola • olivicola • vitivinicola • ortoflorovivaistica • colture industriali e oleoproteaginose • tabacco; • foresta-legno 3 La Misura 121: un sostegno al nuovo nell’agricoltura A bbiamo intervistato la Dott.ssa Nadia Biondini, dirigente regionale dell'Area Produzioni Agricole e Marketing Agroalimentare e responsabile della Misura 121 del PSR Lazio 2007/2013, per farci illustrare le peculiarità della misura e i vantaggi che questa ha apportato alle aziende che operano nel settore agricolo della nostra regione. Le politiche di sostegno all’ammodernamento delle aziende agricole nel Lazio vengono garantite attraverso la Misura 121 del Programma di Sviluppo Rurale del Lazio 2007-2013, che introduce un regime di sostegno per le imprese agricole che realizzano investimenti materiali e immateriali per l’ammodernamento delle strutture e l’introduzione di tecnologie innovative. Ci può inizialmente spiegare quali sono le modalità di accesso a questo regime di aiuti? “La misura prevede diverse modalità di accesso: può essere atti- Ora che abbiamo chiarito quali sono le modalità di accesso ai benefici concessi con la Misura 121, e considerato che il PSR Lazio è giunto ormai a circa metà percorso, ritengo possa essere utile fornire qualche dato. Ci può fare un bilancio relativo alla prima presentazione delle doman- è stato dichiarato non ammissibile a causa di mancanze nella documentazione generale presentata e nello specifico in riferimento al business plan. La provincia con il maggior numero di aziende partecipanti è quella di Viterbo e all’opposto con il minor numero troviamo Rieti che dispone di un territorio sicuramente più difficile. Il dato tuttavia, che vorrei far rilevare, è quello economico, infatti, a fronte di un contributo complessivo di circa 26 milioni di euro si ha un investimento sul territorio di circa 70 milioni di euro; da qui emerge che l’impegno profuso per migliorare e rendere più competitive le nostre aziende è sicuramente notevole. Ad oggi gli agricoltori laziali per questa prima presentazione hanno percepito contributi per circa 12 milioni di euro, siamo quindi a metà percorso”. La regione, relativamente al bando singolo della Misura 121 dispone di dati precisi solo in meri- de con il bando singolo della Misura? “Come è possibile notare dalla tabella di seguito riportata, il numero di aziende che hanno presentato domanda con il cosiddetto primo Stop & Go ammontano complessivamente a 704; di queste, tuttavia, un numero notevole Tab. 1 - Prima Sottofase Temporale Domande Misura 121 (Bando Singolo) afferenti al promo Stop & Go ADA Domande presentate Ammesse e finanziate Investimento finanziabile Contributo FINANZIATO Contributo LIQUIDATO FR 80 56 7.272.216,41 2.930.527,96 LT 114 63 14.224.800,04 5.681.198,91 Di cui anticipo Di cui acconto Di cui saldo Non ammissibili 1.583.194,75 794.711,42 89.865,69 698.617,64 24 2.561.285,06 85.759,00 0,00 2.475.526,06 51 24 RI 75 51 8.696.624,87 3.686.302,53 1.554.782,86 591.735,08 92.428,25 870.619,53 RM 158 77 16.432.003,05 6.029.164,03 2.065.978,30 931.859,29 51.645,86 1.082.473,15 81 VT 277 160 22.697.342,86 8.297.033,00 4.439.607,97 718.280,49 327.249,31 3.394.078,17 117 TOT. 704 407 69.322.987,23 26.624.226,43 12.204.848,94 3.122.345,28 561.189,11 8.521.314,55 297 vata con singole operazioni nell’ambito dello specifico bando pubblico o inserita, secondo le disposizioni previste per l’attuazione della misura 112, da un giovane agricoltore al primo insediamento nella progettazione integrata aziendale (c.d. “pacchetto giovani”). La misura, altresì, può essere attivata anche nella Progettazione Integrata di Filiera (PIF) secondo le modalità stabilite dal relativo avviso pubblico”. 4 Tab. 2 - Seconda Sottofase Temporale Domande Misura 121 (Bando Singolo) afferenti al 2° Stop & Go ASPA Domande presentate Domande ammesse Investimento finanziabile Contributo concesso Di cui ammesse e FINANZIATE Contributo FINANZIATO Non ammesse FR 61 53 9.448.427,01 3.898.356,05 16 1.622.159,77 8 LT 113 88 26.369.513,30 9.976.352,79 26 4.800.339,66 25 RI 52 31 4.612.585,27 1.831.674,65 5 419.091,85 21 RM 101 70 10.601.340,83 3.895.192,07 20 1.382.181,35 31 VT 152 127 15.512.915,42 5.327.116,61 32 1.766.334,56 25 TOT. 479 369 66.544.781,83 24.928.692,17 99 9.990.107,19 110 to alla prima presentazione delle domande oppure è riuscita a concludere l’iter amministrativo di altre raccolte? “In merito al cosiddetto secondo Stop & Go, posso affermare che, dopo un lungo lavoro istruttorio, finalmente abbiamo predisposto l’atto di finanziamento. Purtroppo, però, le risorse finanziarie non sono state sufficienti a coprire tutte le richieste e la Regione è riuscita a finanziare solamente le ditte che, nella graduatoria redatta seguendo le priorità di cui al bando pubblico, sono in possesso delle priorità assolute, ovvero la qualifica di imprenditore agricolo professionale e di giovane imprenditore. Un dato particolare è che, in percentuale, il numero di domande non ammesse rispetto al primo Stop & Go è inferiore, segno di un miglioramento qualitativo dei progetti. Per quanto riguarda le raccolte successive non si sono ancora concluse le istruttorie tecniche”. All’inizio della nostra intervista lei ci ha detto che esistono diverse modalità di accesso alla Misura. Fino ad ora abbiamo parlato delle raccolte effettuate con il bando singolo, lei dispone dei dati relativi alla situazione della 121 all’interno della Progettazione Integrata di Filiera? “Questa modalità di accesso ha offerto grandi opportunità, infatti, come possiamo verificare dalla tabella che segue le aziende ammesse a finanziamento all’interno della Progettazione Integrata di Filiera sono 194, numero non indifferente, per un contributo ammesso di circa 18 milioni di euro a cui corrisponde un investimento sul territorio pari a circa 41 milioni di euro. Ad oggi abbiamo liquidato quasi 5 milioni. In questo momento di crisi, investimenti così elevati su tutto il territorio, rappresentano sicuramente una possibilità di sviluppo per il territorio in generale ed una opportunità di maggiore competitività sui mercati da parte delle aziende”. Possiamo provare a fare un bilancio dell’ultima possibilità di accesso ai benefici della Misura Tab. 3 - Progettazione Integrata di Filiera (PIF) Domande Misura 121 (PIF) ADA Istruite positivamente Investimento finanziabile Commissione PIF Contributo FINANZIATO Contributo LIQUIDATO Di cui anticipo Di cui acconto Di cui saldo FR 17 2.925.989,19 1.392.139,37 557.439,57 424.217,42 133.222,15 LT 24 12.330.032,50 5.385.854,15 1.928.886,20 1.672.730,51 256.155,69 0,00 RI 22 4.856.232,82 2.129.213,31 669.292,14 462.625,64 206.666,50 0,00 RM 44 11.313.657,10 4.889.020,80 890.345,37 760.368,45 129.976,92 0,00 VT 87 9.633.163,82 4.054.967,69 875.768,16 375.000,00 500.768,16 0,00 TOT. 194 41.059.075,43 17.851.195,32 4.921.731,44 3.694.942,02 1.226.789,42 0,00 121 e cioè quella offerta ad un giovane agricoltore al primo insediamento nella progettazione integrata aziendale (c.d. “Pacchetto Giovani”). Qual è la situazione allo stato attuale? “Prima di parlare di dati credo sia necessario effettuare una premessa circa il significato di “Pacchetto Giovani” che rappresenta la grande novità del PSR Lazio 2007 – 2013. Per Pacchetto Giovani si intende l’insieme delle operazioni che un giovane neo insediato può attivare attraverso la partecipazione congiunta con altre Misure del Piano ed in particolare con le Misure 121, 311, 111, 114 e 132. Pertanto, con l’attuale PSR, si intende non solo favorire il ricambio generazionale nella gestione delle imprese agricole, ma anche attraverso gli investimenti di cui alla Misura 121, migliorare il rendimento globale delle aziende, aumentare la loro competitività, incrementare la produzione agricola in particolare quella di qualità, ed offrire, pertanto, un volano per le aziende stesse. L’adesione a questa Misura innovativa è stata elevata, come è possibile notare dalle schede allegate riferite alle prime due raccolte di domande. La Regione incentiva questa forma di accesso ai benefici, infatti, tutte le domande presentate con il Pacchetto Giovani, se istruite positivamente, vengono ammesse a 0,00 finanziamento senza la necessità di redigere apposita graduatoria. Ad oggi abbiamo finanziato tutte le domande presentate nei cosiddetti primo e secondo Stop & Go e stiamo procedendo a finanziare quelle del terzo. Come è possibile notare, il contributo concesso per la Misura 121 con le prime due raccolte ammonta complessivamente a circa 53 milioni di euro a fronte dei quali ne abbiamo liquidati circa 14 milioni di euro. Ritengo questo, pertanto, uno strumento importantissimo ai fini dello sviluppo del territorio e delle aziende che vi partecipano, in quanto l’investimento economico sul territorio sarà pari a 47 milioni di euro”. Tab. 4 - Misure afferenti alla progettazione integrata aziendale (c.d. Pacchetto Giovani) Prima Sottofase Temporale Misura Investimento ammesso 112 Contributo concesso Autorizzati alla liquidazione 0.775.000,00 885.000,00 996.064,29 121 47.662.992,43 22.945.027,79 311 636.420,15 245.522,48 114 345.765,00 269.514,92 132 48.567,37 38.778,30 111 70.425,00 56.320,00 Seconda Sottofase Temporale Misura Investimento ammesso 112 Contributo concesso Autorizzati alla liquidazione 15.100.000,00 7.445.000,00 121 64.073.533,12 29.994.141,33 13.186.337,63 311 3.544.053,87 1.828.107,06 114 476.542,00 375.856,30 132 79.474,18 68.696,75 111 67.855,00 54.224,10 5 Azienda modello Roma L’ azienda comincia la propria attività nel 1981 nel comune di Roma, coltivando pesche, kiwi e nettarine. Oggi, da piccola azienda locale, è diventata una delle più importanti per qualità dei prodotti e per innovazioni tecnologiche. Questa realtà agricola romana rappresenta un esempio anche per quanto riguarda l’imprenditoria giovanile. Il titolare, infatti, vince nel 2001 il bando del PSR Lazio 2000/2006 come giovane imprenditore, frequenta il corso organizzato dalla Regione e riesce a trasformare la propria azienda in una vera e propria industria biologica. Negli ultimi anni i risultati sono stati molteplici. Dal punto di vista occupazionale, oltre trenta persone sono attualmente impiegate. Per quanto riguarda il rispetto della natura, infatti, i trattamenti per le piante sono a impatto zero e infine nel rispetto delle strutture architettoniche, la struttura 6 che ospita la produzione riprende nelle forme e nelle caratteristiche un vecchio casale. L’azienda è stata selezionata come modello anche dall’Istituto di Frutticoltura di Roma che ha scel- to i terreni per eseguire lo studio dei microclimi in campo sperimentale delle piante da frutta. Il fondo agricolo è composto anche da un vivaio dimostrativo a livello nazionale, che consente a chiunque di poter studiare le qualità della pianta e del frutto, oltre che le tecniche di coltivazione, prima di acquistare e innestare. Inoltre, nella prevenzione delle malattie e dei parassiti che infe- stano il pesco e il kiwi gli standard utilizzati sono ormai altissimi e all’avanguardia, non è presente l’utilizzazione dei pesticidi e tutto viene conservato e sviluppato grazie a tecniche che tutelano l’ambiente circostante e preservano la salute dei consumatori. Molto importante è stato anche il contributo sperimentale che l’azienda ha dato alla ricerca, fornendo i propri terreni e le proprie piante per la sperimentazione delle cure contro la batteriosi del kiwi. Ad oggi la produzione aziendale è notevolmente cresciuta: su cinquantatre ettari di terreno vengono prodotti annualmente circa diecimila quintali di pesche e nettarine e settemila di kiwi, destinate alla grande e piccola distribuzione, in particolar modo della nostra regione. Altro elemento che contribuisce allo sviluppo tecnologico della produzione aziendale è la stazione di rilevamento atmosferico che riesce a fornire in tempo reale la situazione climatica in modo da ottimizzare la raccolta e la coltivazione delle piante da frutta. Grazie alla sinergia col PSR 2007/2013, attraverso la misura 121 “Ammodernamento delle aziende agricole”, l’azienda è riuscita a migliorare ulteriormente i propri standard di efficienza e qualità. L’elemento più significativo del piano di miglioramento proposto, è rappresentato dalla realizzazione di un edificio per la movimentazione, cernita e confezionamento dell’intera produzione da destinarsi sia ai mercati locali che alla vendita diretta in azienda. Inoltre, per rendere più tempestivo ed economico lo svolgimento delle attività colturali, è stato necessario che tutte le macchine e le attrezzature aziendali venissero mantenute in un unico corpo, ovvero in un locale destinato alla lavorazione e confezionamento della frutta e rimessa delle macchine agricole, con un locale attrezzeria e un deposito concimi. Il fabbricato è stato progettato e realizzato nel più completo rispetto dell’ambiente e rispec- chiando, dal punto di vista architettonico, tutti gli elementi dei vecchi casali diffusi e tutelati nell’Agro Romano. Oggi, dopo gli interventi finanziati, lo sviluppo aziendale è in crescita e passa agevolmente dalla coltivazione della frutta alla commercializzazione. Molte macchine sono state rinnovate e sostituite, tra tutte hanno particolare importanza la macchina selezionatrice, le piattaforme semoventi per la raccolta e le attrezzature per curare i campi e tagliare l’erba. IL CARRO PER LA RACCOLTA SEMOVENTE Tutte le agevolatrici sono equipaggiate di piattaforme/pedane elevabili attraverso martinetti oleodinamici, cinematismi a pantografo oppure mediante cremagliere simili a quelle dei muletti. L’altezza massima raggiunta dalle piattaforme non supera i tre metri, mentre le pedane possono essere traslate lateralmente mediante sistemi di scorrimento meccanico o elettroidraulico fino al limite massimo di un metro per ragioni di stabilità. Con riferimento alla guida si ricorda che oltre a quella manuale sono possibili soluzioni moderne che consentono l’avanzamento automatico del carro mediante l’ausilio di uno o più organi tastatori laterali regolabili, che attraverso il contatto con i tronchi di un filare o entrambi, provvedono a mantenere il carro ad una distanza prefissata da questi, oppure grazie a dei lettori ottici (fotocellule) o ad un sistema ad ultrasuoni veicolano direttamente la macchina senza alcun intervento dell’uomo. Generalmente i carri raccolta sono dotati di sistemi di carico, scorrimento e scarico automatico dei cassoni grazie a caricatori elevatori (muletti) e sistemi a catena o rulliere per gli spo- stamenti orizzontali degli stessi. Sul carro raccolta può essere istallato un impianto ad aria compressa che consente di effettuare la potatura meccanica mediante forbici pneumatiche e/o l’azionamento di seghetti. 7 Azienda modello Viterbo N el cuore dell'Agro Falisco, delimitato ad est dal corso del Tevere e ad ovest dall’apparato vulcanico dei Monti Cimini, nasce nel 1950 l’azienda beneficiaria, produttrice di latte biologico, con un primo allevamento di vacche olandesi. Nel dicembre del 1998, si decide di ampliare l'attività inaugurando il caseificio e lo spaccio aziendale. Attualmente l'azienda produce latte fresco appena munto, ricotta, mozzarella fior di latte, caciotta fresca e stagionata, provole, ma soprattutto un'ampia gamma di sapori, quelli di una volta, quelli che una vecchia famiglia di allevatori laziali ha saputo tramandare sino ai giorni nostri. È in questo contesto produttivo che cresce e si sviluppa il concetto di fattoria biologica che oggi trova pieno compimento nella salvaguardia dei sapori e nella garanzia della genuinità dei prodotti della nostra regione. Inoltre, il benessere economico dell’azienda si sposa con la tutela 8 dell’ambiente circostante, infatti l’azienda beneficiaria del finanziamento trae energia da un impianto fotovoltaico. L’impianto, che garantisce la fornitura di energia elettrica attraverso l’irraggiamento del sole, contribuisce all’economicità e alla produttività dell’azienda stessa, oltre che inserirsi nella filosofia di rispetto della natura circostante. Questo impianto è infatti a impat- to ambientale zero. Ma questo non è l’unico esempio da seguire. La fattoria è un modello anche perché fa del proprio lavoro una vera e propria opera didattica. Tutti i ragazzi possono visitare la fattoria ed entrare in contatto con un mondo fatto di tradizione e di naturalità per riscoprire le proprie origini e comprendere come nascono gli alimenti che poi troveranno sulla propria tavola. Un modo nuovo di mettere in relazione l’ambiente della fattoria e i visitatori, che possono così portare i propri figli in un luogo sano per incontrare i bovini e assistere alla mungitura. Fare scuola all’aperto significa ritrovare il collegamento perduto tra città e campagna. Gli agricoltori biologici intendono mettere a disposizione la loro terra per un fine educativo e gli insegnanti scelgono di accompagnare i loro allievi a lezione dai nuovi maestri: i contadini. L'azienda, è a prevalente indirizzo zootecnico ed anche nei periodi di industrializzazione dell'agricoltura non ha mai utilizzato prodotti chimici di sintesi, né praticato colture intensive. Da oggi questa azienda modello potrà incrementare ulteriormente le proprie potenzialità grazie al finanziamento concesso attraverso la partecipazione al bando del PSR 2007-20013 della Regione Lazio (misura 121 ammodernamento delle aziende agricole). L’azienda potrà migliorare tutti gli standard nella produzione e offrire un prodotto sempre più rispondente alle esigenze del mercato e del benessere della persona. La fattoria è già all’avanguardia per la tecnologia applicata in tutti i settori di attività ma ora, grazie allo stanziamento della Regione, può usufruire anche di un impianto di sub irrigazione, di nuove vasche di abbeveraggio per gli animali, di un robot da mungitura e di un distributore per il latte. Le nuove tecnologie inserite potranno, inoltre, aiutare l’azienda a restare sempre ai massimi livelli di sicurezza sul lavoro e garantire ai propri dipendenti una stabilità economica. L’INNOVAZIONE: IL ROBOT PER LA MUNGITURA Il robot per la mungitura semplifica la gestione delle stalle e consente anche di migliorare il benessere animale, perché diminuisce lo stress delle bovine. Ecco perché la mungitura automatica (AMS – Automatic Milking System), usata da tempo negli allevamenti nord-europei, ora si sta diffondendo anche in Italia, in particolare nelle regioni del nord. Questa tecnologia richiede, infatti, allevamenti di dimensioni medio-grandi, dove permette di effettuare la mungitura lungo tutto l’arco della giornata e con maggiore frequenza, facilitando la gestione della mandria e favorendo il benessere delle bovine. L’adozione di questa tecnologia prevede un approccio diverso all’allevamento che coinvolge tutta l’attività dell’azienda: dall’alimentazione all’educazione della bovina, al sistema di gestione della mandria passando per un’adeguata formazione professionale degli addetti. Occorrono interventi strutturali sulla stalla per favorire l’accesso ordinato di tutte le bovine alla zona di alimenta- zione e alla posta di mungitura. L’esigenza della bovina di alimentarsi deve essere sfruttata con l’utilizzo di cancelli separatori per convogliare gli animali verso il robot di mungitura, dove viene somministrato anche il mangime. Dopo la mungitura, l’alimentazione con concentrato, foraggio o unifeed stimola la bovina a trattenersi in piedi per un tempo sufficiente a permettere la chiusura dello sfintere dei capezzoli, riducendo, quindi, il rischio di mastiti. Anche la possibilità di mungere più volte la bovina nell’arco della giornata, riducendo la pressione intra- mammaria del latte, migliora il benessere dell’animale. Per queste ragioni la presenza di un sistema AMS è considerato da parte delle industrie lattiero casearie un requisito importante nella scelta degli allevamenti da cui approvvigionarsi di latte. E come tale rientra nell’audit svolto dall’industria su ogni allevamento: un test complesso, che valuta sia gli aspetti strutturali che quelli produttivi, necessario affinché l’industria possa ottenere le massime garanzie dai suoi fornitori e, a sua volta, offrire le massime garanzie di sicurezza e qualità ai suoi consumatori. LE FATTORIE DIDATTICHE Una fattoria didattica è un’azienda agricola in cui si fanno attività educative “attive”, in particolare per bambini e ragazzi. L'azienda resta una realtà produttiva a tutti gli effetti, la didattica è un'integrazione alle normali attività. L’obiettivo della fattoria didattica è diffondere la conoscenza sulle attività svolte in fattoria, coinvolgendo gli ospiti (bambini, ragazzi e anche adulti) nella realizzazione di un prodotto o in altre attività agricole, come la raccolta di prodotti ortofrutticoli. La qualifica di Fattoria Didattica è conferita dalle singole amministrazioni regionali, talvolta anche dalle singole province, sulla base del rispetto di alcuni parametri, definiti da un documento che è chiamato "Carta della qualità". Le Fattorie didattiche creano contatti fra mondo urbano e rurale, aprono al pubblico le fattorie at- traverso la promozione e l’educazione, diffondono nelle nuove generazioni e nella società tradizioni e usanze della cultura contadina. Ancor più importante, le fattorie didattiche valorizzano i mestieri e la manualità artigianale con l’esperienza diretta. 9 Azienda modello Frosinone L’ azienda è presente da vent’anni sul versante sinistro della media valle del fiume Liri, su di un sistema collinare ad un'altitudine di circa 450 sul livello del mare. Nasce come allevamento di suini, con circa trenta scrofe, destinati alla macellazione, per diventare, oggi, un vero e proprio centro di nascita, crescita e trasformazione dei suini con annesso punto vendita per la commercializzazione. Sono prodotti insaccati e prosciutti, sia cotti che crudi, il tutto utilizzando le carni allevate nella stessa fattoria garantendo così ai consumatori la freschezza, la sicurezza e la genuinità. Anche nella crescita dei suini sono rispettate tutte le procedure che certificano la sicurezza dei mangimi che, dunque, forniscono il giusto apporto nutrizionale all’allevamento affinché il 10 LA TRATTRICE La trattrice è una macchina in grado di fornire energia meccanica sotto varie forme. Può essere utilizzata: • come mezzo di trazione, sviluppando un lavoro di trazione; • come centrale fissa di potenza, per lavori da fermo, trasmettendo il moto con pulegge e cinghie, presa di forza o tramite l'impianto idraulico (lavoro di rotazione); • come centrale mobile di potenza, sviluppando contemporaneamente un lavoro di rotazione attraverso la presa di forza o l'impianto idraulico ed un lavoro di trazione e di spostamento. È la macchina più usata nelle aziende agricole perché sopperisce a molte esigenze colturali. La sua presenza è maggiore nelle zone pianeggianti o con leggere pendenze. Negli ultimi decenni le trattrici a doppia trazione hanno preso il sopravvento su quelle a trazione semplice. Grazie alla loro maggiore adattabilità e affidabilità nel lavoro questo tipo di trattrice si è diffusa anche nei terreni declivi sostituendosi a trattrici a cingoli, più lente e di difficile circolazione su strada. Le trattrici a cingoli si trovano prevalentemente nelle zone collinari e montane perché garantiscono aderenza, stabilità e manovrabilità in spazi stretti. Vengono comunque utilizzate in parte anche in pianura per eseguire alcune lavorazioni, come l'aratura, in quanto, rispetto alle trattrici a ruote, a parità di potenza, hanno una maggiore capacità di trazione. prodotto finito sia conforme alla tradizione e ai sapori del territorio. Grazie alla misura 121 “Ammodernamento delle aziende agricole” del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Lazio l’azienda è riuscita a crescere ulteriormente, ad aumentare la produzione e a garantire la massima sicurezza sul luogo di lavoro. Con l’iniziativa progettuale proposta, l’azienda intende dotarsi di una struttura che gli consenta la lavorazione, la trasformazione e la vendita diretta dei propri prodotti. Pertanto, il progetto approvato prevede la realizzazione di un laboratorio annesso per la lavorazione e trasformazione delle carni suini, con punto vendita aziendale dei prodotti lavorati, oltre all’acquisto di una trattrice con relative attrezzature.L’azienda è un esempio nella gestione e nel rispetto del benessere dei suini e dell’ ambiente circostante. Infatti, nel moderno allevamento suino la questione del benessere animale deve essere affrontata in maniera integrata, anche in considerazione delle complesse implicazioni ambientali che questo tipo di allevamento comporta: tutela del territorio e rispetto delle diverse peculiarità dell’animale allevato. L’IMPIANTO PER LA MACELLAZIONE DEI SUINI Gli impianti di macellazione e lavorazione delle carni sono fondamentali nella catena agro alimentare. Le linee di macellazione per suini presentano un elevato grado di automazione principalmente durante le fasi di dissanguamento, depilazione ed eviscerazione, con diversa potenzialità produttiva: da 20 a 350 capi/ora, con funzionamento parzialmente o completamente automatizzato. Ogni impianto richiede l’applicazione di differenti tecnologie ed è studiato per le singole operazioni, garantendo il massimo dell’efficienza produttiva e il rispetto delle condizioni igieniche e sanitarie. L’incremento del consumo di carni fresche esige un continuo aggiornamento delle tecniche più progredite di lavorazione primaria e di confezionamento per la grande distribuzione. L’ampia diffusione dei prodotti di salumificio e il crescente consumo di piatti precucinati rendono indispensabile completare le fasi di macellazione e lavorazione primaria delle carni con impianti per la loro trasformazione. I procedimenti tecnologici applicati nei processi di trasformazione e conservazione garantiscono il mantenimento delle qualità e delle condizioni igieniche del prodotto. 11 Azienda modello Latina L’ azienda modello conduce in affitto tre aziende agricole localizzate nel comune di Sabaudia. La produzione aziendale è integrata con acquisti provenienti dalle aziende condotte individualmente dai soci e si configura come un’ “impresa associata su base volontaria”. Realizza la coltivazione di fondi agricoli e attività connesse tra cui, in particolare, la lavorazione e la trasformazione di prodotti orticoli provenienti dalle aziende agricole condotte direttamente dai soci. L’attività svolta nello specifico riguarda la produzione orticola in serra, con particolare riferimento al ravanello e la lavorazione, confezionamento e conservazione dei prodotti orticoli provenienti dall’azienda e dalle aziende degli associati. Il ravanello è il principale prodotto dell’azienda: nel 2009 sono stati commercializzati 211 milioni di ravanelli con foglia per un valore di 2,11 milioni di euro, pari al 68,7% del volume d’affari annuo, e 51 milioni di ravanelli in busta per un valore di 767 mila euro, pari al 25% del volume d’affari. Le vendite sul mercato interno sono ammontate a 1,7 milioni di euro, pari al 91,4% 12 del fatturato annuo, e hanno interessato per il 70% le regioni settentrionali (Lombardia e Veneto) e per il 30% le regioni centrali (Lazio). I canali di vendita più rappresentativi sono i commissionari operanti sui mercati di Milano e gli esportatori operanti nella provincia di Verona e Latina. Le vendite sul mercato europeo, pari all’8,6% del fatturato annuo, sono destinate per il 90% verso la Repubblica Ceca e per il 10% verso la Polonia. Le vendite avvengono attraverso il canale degli importatori. L’idea imprenditoriale alla base della decisione della Società di formulare il piano d’impresa oggetto della domanda di adesione al P.S.R. 2007-2013 del Lazio nasce dalle seguenti opportunità di mercato: Ampliare la produzione di ravanelli di calibro medio-grande e grande (diametro da 25 a 35 mm) impiegato per la preparazione di mazzetti. Aumentare le esportazioni di ravanelli in mazzi nei paesi dell’Europa settentrionale (Germania e Olanda) e dell’Europa dell’Est (Repubblica Ceca e Polonia). Le esportazioni si concentrano nel periodo compreso tra ottobre e marzo, quando nei paesi dell’Europa settentrionale sussistono difficoltà di coltivazione legati a condizioni climatiche avverse (ridotta luminosità e bassa temperatura) con problemi di qualità del prodotto ed ele- vati costi di produzione (illuminazione artificiale); Aumentare la redditività conseguente alle maggiori quotazioni del prodotto nel periodo invernale (il prezzo di vendita del ravanello nel mese di dicembre è superiore del 35% rispetto alla media) e alla possibilità di ridurre i costi diretti di produzione (specializzazione colturale); Fidelizzare del cliente che disporrà di un prodotto standardizzato per tutto l’anno nei quantitativi richiesti; Ampliare la gamma di prodotto con l’introduzione del ravanello senza foglia confezionato in busta Utilizzare i ravanelli di calibro medio (diametro da 18 a 25 mm) e piccolo (diametro da 13 a 18 mm) ottenuti dalle produzioni di pieno campo o da errori di coltivazione nelle produzioni in serra che non hanno quote di mercato apprezzabili se confezionato in mazzetti e comunque spunterebbero sul mercato quotazioni inferiori con conseguente perdita di redditività anche per il maggiore fabbisogno di manodopera nelle operazioni di raccolta, lavorazione e confezionamento; Allungare il periodo di conservazione in cella frigorifera che per il ravanello senza foglia è di due mesi. L’ idea imprenditoriale si realizza essenzialmente nella specializzazione sulla coltura sfruttando tre punti di forza: la dimensione rilevante e concentrata in un unico corpo, le caratteristiche pedo-climatiche del comprensorio ove sarà localizzata la nuova azienda idonee alla produzione di ravanello per l’esportazione, il territorio di Latina caratterizzato dalla concentrazione di importanti gruppi commerciali del settore ortofrutticolo fortemente strutturati per l’esportazione nei paesi dell’Europa centrosettentrionale che con un forte potere contrattuale sui principali prodotti orticoli (rape, carote, insalate, ecc.) potenzialmente fungeranno da traino anche per prodotti di nicchia quali il ravanello. Le innovazioni di processo, ottenute con impiego di notevoli capitali, hanno l’obiettivo di migliorare i margini di produzione attraverso l’esportazione del prodotto nei paesi dell’Europa settentrionale (Germania e Olanda), l’aumento della redditività conseguente alle maggiori quotazioni del prodotto nel periodo invernale (il prezzo di vendita del ravanello nel mese di dicembre è superiore del 35% rispetto alla media) e alla possibilità di ridurre i costi di produzione (specializzazione colturale). Con gli interventi finanziati dal P.S.R. 2007-2013 del Lazio, misura 121 “Ammodernamento delle aziende agricole”, si sono costruite due serre multiple in struttura metallica con copertura in film di plastica lunga vita estese complessivamente m2 35.239, complete di finestre automatiche in gronda e laterali, impianti per irrigazione aerea (con ugelli nebulizzanti) e basale (a manichetta) e un impianto per la lavorazione e il confezionamento dei ravanelli senza foglie installato nell’avanserra di lavorazione. Le funzioni svolte dall’impianto in oggetto, di fabbricazione olandese, sono di lavaggio del ravanello, eliminazione delle foglie e della radichetta, confezionamento del prodotto in buste di plastica a forma di cono pre-pesate ed etichettate o in sacchi da 5 a 10 kg. I benefici conseguenti agli investimenti progettati sono i seguenti: Ampliare la produzione di ravanelli di calibro medio-grande e grande (diametro da 25 a 35 mm) impiegato per la preparazione di mazzetti allo scopo di: Aumentare le esportazioni di ravanelli in mazzi nei paesi dell’Europa settentrionale (Germania e Olanda) e dell’Europa dell’Est (Repubblica Ceca e Polonia). Le esportazioni si concentrano nel periodo compreso tra ottobre e marzo, quando nei paesi dell’Europa settentrionale sussistono difficoltà di coltivazione legati a condizioni climatiche avverse (ridotta luminosità e bassa temperatura) con problemi di qualità del prodotto ed elevati costi di produzione (illuminazione artificiale); Aumentare la redditività conseguente alle maggiori quotazioni del prodotto nel periodo invernale (il prezzo di vendita del ravanello nel mese di dicembre è superiore del 35% rispetto alla media) e alla possibilità di ridurre i costi diretti di produzione (specializzazione colturale). Fidelizzare del cliente che disporrà di un prodotto standardizzato per tutto l’anno nei quantitativi richiesti; ampliare la gamma di prodotto con l’introduzione del ravanello senza foglia confezionato in busta allo scopo di: utilizzare i ravanelli di calibro medio (diametro da 18 a 25 mm) e piccolo (diametro da 13 a 18 mm) ottenuti dalle produzioni di pieno campo o da errori di coltivazione nelle produzioni in serra che non hanno quote di mercato apprezzabili se confezionato in mazzetti e comunque spunterebbero sul mercato quotazioni inferiori con conseguente perdita di redditività anche per il maggiore fabbisogno di manodopera nelle operazioni di raccolta, lavorazione e confezionamento; Allungare il periodo di conservazione in cella frigorifera che per il ravanello senza foglia è di due mesi. Gli obiettivi proposti in ordine al miglioramento del rendimento globale dell’azienda sono stati interamente raggiunti, il volume d’affari della linea di prodotto “ravanelli” è ammontato ad € 2.925.414,00 con RAVANELLI: PROPRIETÀ E BENEFICI Il ravanello, conosciuto anche col nome di rapanello, è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle crucifere originaria dell'Asia; il suo ciclo vegetativo è molto breve tanto che i suoi piccoli fiori sbocciano già tre mesi dopo la semina dando origine in seguito ai suoi frutti dal caratteristico colore rosso scuro. Il ravanello viene coltivato in tutte le zone d'Italia e, grazie alle colture sviluppate in serra e all'importazione da paesi esteri, lo possiamo trovare sulle nostre tavole in tutti i periodi dell'anno. La sua disponibilità in natura corrisponde al periodo primaverile estivo; aprile e luglio i mesi migliori per la sua raccolta. Il ravanelli, già conosciuti all'epoca dell'impero romano, erano impiegati per favorire il sonno, questo grazie alla presenza della vitamina B e delle sue proprietà tranquillanti. Le principali sostanze che compongono il ravanello sono: acqua, sodio, ferro, potassio, calcio, fosforo, vitamina B e C, niacina, fibra alimentare, proteine in piccole quantità, e glucidi. Sono ormai molto note le proprietà depurative e diuretiche dei ravanelli; non solo, è stata dimostrata la sua efficacia come alimento calmante della tosse; in caso di problemi al fegato si consiglia di assumere una tazzina del suo succo prima di qualsiasi pasto. Per concludere, il ravanello può essere utilizzato come aiuto naturale nella cura di diverse patologie come l'asma, le affezioni polmonari in generale e l'inappetenza. Il periodo giusto per la semina del ravanello all'aperto va da aprile fino a luglio, mentre se si deci- de di seminarli nei primi mesi dell'anno, la semina va fatta in un ambiente riparato. Durante la crescita si consiglia di estirpare le piantine più deboli per permettere alle altre di crescere più rigogliose e produrre così ravanelli di qualità. La pianta del ravanello teme solo due cose: la siccità e le alte temperature. Questo il motivo per cui si consiglia di irrigare frequentemente le piantine di ravanello. In Giappone si coltiva una varietà di ravanello, denominata Daikon, che può raggiungere il peso di 4 chilogrammi e la lunghezza di un metro. Pare che già nell'epoca dell'antico Egitto, questi ortaggi venissero consumati crudi insieme a gustosi spicchi d'aglio. Quando si acquistano dei ravanelli è bene prendere in considerazione le loro dimensioni e preferire quelli più piccoli in quanto quelli di maggiori dimensioni potrebbero risultare troppo "legnosi" da masticare. È bene fare attenzione anche allo stato delle foglie, quelle non ancora appassite stanno ad indicare la freschezza del prodotto. Con le loro 11 calorie per 100 grammi di sostanza edibile i ravanelli rappresentano una delle verdure meno caloriche in assoluto. Per accentuare la "croccantezza" del ravanelli si possono immergere un paio d'ore in acqua fredda prima di consumarli. I ravanelli possono essere conservati in frigorifero avvolgendoli in un canovaccio umido riposto all'interno di un sacchetto aperto, in questo modo possono essere conservati anche per una decina di giorni. 13 Azienda modello Rieti L ungo il versante settentrionale del Terminillo e la Val Leonina nel territorio di Leonessa nasce alla fine degli anni sessanta un’azienda che produce latte vaccino, con soli tre capi e una produzione di diciotto litri di latte al giorno. Nel 1976 i capi passano a quarantacinque unità e si acquista anche un impianto meccanico per la mungitura. Negli anni ottanta viene inserita la stabulazione, con la possibilità di far pascolare i bovini all’aperto, sino ad arrivare agli anni novanta durante i quali, con il contributo della Regione, l’azienda riesce a creare una sala di mungitura e portare l’allevamento a duecento capi. Oggi quell’azienda è cresciuta ancora e, pur mantenendo una gestione familiare, rappresenta un modello di tradizione e innovazione tecnologica. La tradizione ha a che fare con la passione nel lavoro e la qualità del latte prodotto, i nuovi strumenti meccanici sono, però, indi- 14 spensabili per essere competitivi e restare sul mercato. L’azienda produce e vende latte bovino di alta qualità nel rispetto delle quote latte assegnate, immettendolo poi nella grande distribuzione attraverso i consorzi locali e poi la GDO, un vantaggio questo per tutti i consumatori che possono così contare su una qualità del prodotto sempre certificata e garantita. Il piano degli investimenti presentato dall’azienda e finanziato attraverso la misura 121 del PSR 2007- 2013 “Ammodernamento delle aziende agricole” prevede l’acquisto di attrezzature per il rinnovo delle macchine, puntando così all’obiettivo di un miglioramento della sicurezza sul lavoro per gli operatori ed al risparmio energetico. Sono state acquistate strumentazioni di ultima generazione per dare nuovo vigore e slancio all’attività dell’azienda. Una su tutte il carro miscelatore Unifeed, una macchina agricola usata per pesare con precisione, miscelare e distribuire cibo ai ruminanti, in particolare bovini da latte. L'utilizzo fa parte della disciplina della zootecnia, rappresentando una delle tecnologie più avanzate di alimentazione animale. Rispetto all’alimentazione di tipo tradizionale, che non prevedeva la miscelazione tra foraggi e concentrati, l’uso del carro miscelatore favorisce una serie di vantaggi di carattere nutrizionale e gestionale. Riduce, nei fatti, la capacità di selezione da parte dell’animale verso gli alimenti più appetibili della dieta la cui assunzione viene diluita nel corso dell’intera giornata, stimolando un aumento di ingestione di sostanza secca, garantendo più uniformi e costanti condizioni dell’ambiente ruminale in cui non si evidenziano marcati picchi di fermentazione e conseguenti cadute del pH. Così si elimina il rischio di disordini metabolici, diminuendo i tempi e semplificando le operazioni di preparazione e distribuzione de- gli alimenti. Tutto questo porta ad uno status di maggior benessere per l’animale con una conseguente migliore risposta produttiva. Questi risultati sono un esempio di come le istituzioni, in primis quelle locali, siano vicine alle realtà aziendali del territorio; solo così si può impedire che le nostre campagne perdano la loro vocazione naturale. È sotto gli occhi di tutti, anche lo scopo didattico delle fattorie. Infatti, l’azienda beneficiaria, presente in un territorio a vocazione turistica, è spesso oggetto di visite di curiosi e di famiglie che portano i propri figli ad assistere alla mungitura e alla raccolta del latte. Esperienze formative importanti che non si possono imparare sui libri e che non tutti hanno la possibilità di fare. Anche per questo l’azienda rappresenta un modello da seguire e tenere in considerazione per la salvaguardia del nostro patrimonio naturale e gastronomico. L’INNOVAZIONE UNIFEED Lʼintroduzione della tecnica del piatto unico (Unifeed) ha certamente costituito una tappa molto importante nella gestione organizzativa ed alimentare per gli allevamenti della vacca da latte italiani. Nel nostro Paese, in particolare, lʼUnifeed si è sviluppato solo alla fine degli anni sessanta; inizialmente ha riguardato esclusivamente le aziende con bovini da carne dove esisteva il problema del prelievo e della distribuzione di notevoli quantità di silo mais impiegate; il carro miscelatore era molto semplice, a coclee orizzontali sprovviste di lame in quanto destinate alla sola miscelazione di foraggi già trinciati, con lʼaggiunta di concentrati e/o farine. Negli allevamenti da latte lʼUnifeed apparve solo a cavallo degli anni ottanta, quando i successi delle sperimentazioni vinsero la diffidenza nei confronti di tale tecnica e i carri miscelatori si dotarono di lame per la trinciatura del fieno il cui utilizzo costituiva allʼepoca una regola indiscutibile, successivamente trasgredita dalla diffusione di valide razioni ottenute principalmente con insilati. Oggi lʼUnifeed rappresenta una nuova possibilità nel campo dellʼalimentazione delle vacche che ha cambiato radicalmente le operazioni di stalla e che ha richiesto unʼanaloga svolta anche al momento di coltivare i foraggi. 15 I nuovi bandi Con deliberazione di Giunta regionale n. 368 del 2 settembre 2011 sono stati approvati i bandi pubblici per l’attuazione di talune Misure ad investimento fra i quali quello relativo alla Misura 121. Tale bando pubblico si caratterizza e si differenzia dai precedenti in quanto è stato attivato esclusivamente nell’ambito della Progettazione Integrata Aziendale. Al bando, pertanto, possono aderire esclusivamente i giovani agricoltori con età compresa fra i 18 ed i 40 anni (non ancora compiuti al momento della presentazione della domanda) che si insediano per la prima volta in qualità di capo dell’azienda agricola, sia essa in forma individuale che in forma societaria. Quindi, il giovane agricoltore neo insediato che vorrà presentare domanda di contributo ai sensi del presente bando, dovrà obbligatoriamente aderire alle misure 112 e 121 del PSR Lazio e dovrà poi scegliere una fra le seguenti: • 311 “Diversificazioni verso attività non agricole” • 114 “Consulenza aziendale” • 132 “Sostegno agli agricoltori che partecipano a sistemi di qualità”. La Regione, rendendo obbligatorie le Misure 112 e 121, intende favorire sia il ricambio ge- ATTENZIONE I BANDI SCADONO IL 13 DICEMBRE 2011 si possono scaricare dal portale della Regione Lazio http://www.agricoltura.regione.lazio.it/psr nerazionale che il rilancio produttivo delle aziende agricole con la realizzazione di investimenti capaci di incrementare il valore aggiunto delle produzioni agricole ed in particolare di quelle di qualità. PER SAPERNE DI PI Ù Per avere informazioni più approfondite sulla Misura 121 rivolgersi alla Dott.ssa Nadia Biondini, responsabile della misura, Dirigente Area Produzioni Agricole e Marketing Agroalimentare Direzione Regionale Agricoltura Regione Lazio - Via R. Raimondi Garibaldi,7 - 00145 Roma Tel 06.51683445 - Fax n. 06.51683503 mail [email protected] Oppure ai settori provinciali per l’agricoltura: DIREZIONE REGIONALE AGRICOLTURA Via Rosa Raimondi Garibaldi, 7 - 00145 Roma - 06.51683106 SETTORE PROVINCIALE AGRICOLTURA DI FROSINONE Via Adige, 41 - 3100 Frosinone - 0775.851670/851699 SETTORE PROVINCIALE AGRICOLTURA DI LATINA Via Villafranca 2/d - 4100 Latina - 0773.446600 SETTORE PROVINCIALE AGRICOLTURA DI RIETI Via Raccuini 21/a - 2100 Rieti - 0746.264600 SETTORE PROVINCIALE AGRICOLTURA DI ROMA Via Pianciani, 16 - 00185 Roma - 06.51686614/51686613 SETTORE PROVINCIALE AGRICOLTURA DI VITERBO Via Maresciallo Romiti, 80 - 1100 Viterbo - 0761.298602 ARSIAL - Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio Via Rodolfo Lanciani, 38 - 00162 Roma - 06.86273451 CONTATTI [email protected] [email protected] 16 APPROFONDIMENTI www.agricoltura.regione.lazio.it/psr 3 Collana Arsial – Opuscoli PSR Lazio Progetto di comunicazione del PSR Lazio 2007-2013 Per informazioni e numeri arretrati: [email protected] Tel. 06 6892972 Fax 06 68192977 M p i U r r I l e