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29 aprile 2014 - n. 17 - Anno LV FILO DIRETTO CON L’ESPERTO: OK ALL’ATTIVITÀ EXTRAGRICOLA SE LIMITATA E NON PREVALENTE PRIMO PIANO ZOOTECNIA MECCANIZZAZIONE DOSSIER PAC 2014-2020, NUOVI AGRICOLTORI SI DIVENTA SUINICOLTURA, LA REDDITIVITÀ TIENE EUROPA A DUE VELOCITÀ PER I TRATTORI ANCHE LA GESTIONE DEI REFLUI DIVENTA SOSTENIBILE www.agricoltura24.com SPECIALE Settimanale - Poste Italiane S.p.A. - sped. A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004. art. 1. c.1: C/MILANO Pneumatici LEGGI, LAVORO E FISCO: BRUCIARE RAMI E RAMAGLIE È REATO, MA NON PER TUTTI [ FLASH ] n. 17/2014 29 aprile 2014 SGRAVI FISCALI Rimodulazione base imponibile Fabbricati rurali, niente Imu Terra e Vita 3 S econdo il Mipaaf il decreto legge “Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale - Per un’Italia coraggiosa e semplice” appena approvato dal Consiglio dei Ministri, contiene una rimodulazione della base imponibile per i terreni montani e collinari e una correzione fiscale sulla produzione di energie rinnovabili da imprese agricole. Un importante taglio del cuneo fiscale per il settore agricolo - si legge in una nota del Mipaaf - deriva dalla riduzione dell’aliquota Irap del 10%. Il decreto legge - precisa la nota - non contiene la reintroduzione dell’Imu sui fabbricati rurali a uso strumentale. Restano le agevolazioni per il gasolio agricolo, l’esenzione Ires per le cooperative agricole e di piccola pesca e il regime speciale dell’Iva per le imprese agricole. Le organizzazioni professionali hanno accolto con favore la notizia ma ribadiscono che servono anche provvedimenti per favorire la crescita e uno sviluppo duraturo in considerazione di quanto il settore ha espresso sul fronte occupazionale e dell’internazionalizzazione delle imprese. LOTTA ALLE FRODI Ue, ok al regolamento su controllo alimenti PESCA Coldiretti: «Obbligo gps affonda piccole barche» MIELE Ue, no a indicazione ogm Import dalla Cina +29% EARTH DAY Negli ultimi 5 anni persi in Italia 70 ettari al giorno V «L’ N «L’ ia libera del Parlamento obbligo dell’installaeuropeo al regolamento sui zione di un sistema controlli ufficiali nella catena satellitare per le piccole barche alimentare, che prevede anche da pesca è un adempimento la creazione di centri europei di inutile e costoso, tanto più se si riferimento contro la pensa che ne sono frode alimentare. esentate imbarcazioni «In questo modo, per il trasporto dei afferma l’eurodeputa- ON LINE .BIO passeggeri o delle to Mario Pirillo (Pd), Dal 24 aprile le orga- merci fino a 40 volte nizzazioni del biolorelatore in commissio- gico possono utiliz- più grandi». ne Ambiente, Sanità e zare nei loro domini A denunciarlo è Sicurezza alimentare internet la nuova Coldiretti Impresapeestensione “.bio”. del regolamento Ue Tutte le informazioni sca in merito all’applisui controlli ufficiali per la registrazione cazione della direttiva per la catena alimenta- sono riportate nel si- Ue in materia di sicuto internet: re - l’Ue potrà final- www.dot-bio.net. rezza della navigaziomente avviare il perne. In questo modo le corso per garantire ai imbarcazioni di piccocittadini un cibo davvero sicuro. la stazza che svolgono attività di Un passo necessario e urgente pesca costiera, spiega Coldiretti, dopo i tanti scandali di cui si è saranno costrette ad acquistare avuta notizia, tra cui quello delentro il mese di maggio apparati le carni equine all’Ikea». La nordi classe “A” con un costo che mativa è stata approvata a larsupera i 2.500 euro. ghissima maggioranza. «Sono tante – spiega Pirillo – le norme contenute nel provvedimento che contribuiranno a restituire fiducia ai cittadini. Fra queste c’è la frequenza minima dei controlli per tutti i Paesi e l’esenzione dal pagamento delle tariffe obbligatorie da parte delle imprese agricole e delle micro imprese». * el miele in vendita nell’Ue non è necessario indicare in etichetta la presenza di polline contaminato ogm, nonostante il boom delle importazioni da Paesi a rischio contaminazione, come la Cina, che nel 2013 ha aumentato del 29% le spedizioni diventando il secondo fornitore dell’Italia preceduta solo dall’Ungheria. È la Coldiretti a lanciare l’allarme sugli effetti dell’ultima sessione plenaria di questa legislatura a Strasburgo dove il Parlamento europeo ha adottato il testo in base al quale il polline, essendo una componente naturale specifica del miele, non va considerato un ingrediente. Ne consegue, che non sarà necessario indicare in etichetta la presenza di ogm dal momento che rappresenta un valore inferiore allo 0,9% ammesso dalla legislazione Ue. L’interpretazione non rispecchierebbe però la sentenza della Corte di giustizia, secondo la quale il polline è un ingrediente del miele e quindi la presenza di ogm va indicata. A preoccupare è il fatto che la coltivazione di un campo ogm è in grado di determinare la contaminazione del miele con il trasporto del polline da parte delle api. Earth Day (22 aprile) è una giornata fondamentale per rafforzare un confronto globale sui temi della terra, dell’ambiente e dell’alimentazione» ha detto il ministro Maurizio Martina in occasione della Giornata mondiale della Terra. «Questo giorno deve essere anche un momento di riflessione sulla tutela del territorio e sulla capacità produttiva che avremo in futuro» ha aggiunto ricordando che in Italia, negli ultimi 5 anni, si sono persi 8 mq al secondo di terreno, pari a 70 ha al giorno. «Dobbiamo intervenire in fretta – ha precisato Martina –. Intanto ci stiamo impegnando perché l’Italia abbia una legge adeguata sul consumo del suolo, ricordando che l’agricoltura è decisiva per la cura del territorio e la prevenzione dai rischi ambientali». [ METEO ] 4 Terra e Vita n. 17/2014 29 aprile 2014 A CURA DEL GENERALE ALFIO GIUFFRIDA LUNEDÌ 28 E MARTEDÌ 29 MERCOLEDÌ 30 E GIOVEDÌ 1 Piogge e temporali VENERDÌ 2, SABATO 3 E DOMENICA 4 Rovesci Variabile Variabile Piogge Poco nuvoloso Piogge Variabile Rovesci Settimana di tempo variabile, con piogge e temporali, soprattutto al nord. Al nord cielo molto nuvoloso con piogge sparse e temporali sui rilievi, soprattutto su Piemonte e Liguria, ma anche sul Triveneto e nella zona collinare dell’Emilia-Romagna. Al centro e al sud, nuvolosità variabile, più intensa su Toscana e Umbria, dove potranno aversi isolate precipitazioni. Bel tempo sulle due isole maggiori. Temperature senza variazioni di rilievo. SERENO VARIABILE Sulle regioni settentrionali nuvolosità irregolare, con piogge sparse, localmente a carattere temporalesco, specie nelle ore pomeridiane. Le regioni più colpite saranno il Piemonte e la Lombardia. Al centro e al sud, molto nuvoloso, con piogge sparse su Toscana e Umbria e qualche temporale sui rilievi. Possibilità di isolati rovesci anche sul resto della dorsale appenninica. Temperature in lieve ma graduale aumento, specie al sud. NUVOLOSO PIOGGIA Sulle regioni del nord e del centro, nuvolosità variabile, con possibilità di isolate precipitazioni, specie su Piemonte e Liguria. Qualche temporale sui rilievi, nelle ore pomeridiane. Al sud, da nuvoloso a molto nuvoloso, con precipitazioni sparse che, sui rilievi di Lazio, Abruzzo e Campania potranno essere a carattere temporalesco. Temperature stazionarie al nord, ancora in lieve aumento al sud. NEBBIA TEMPORALI NEVE 6 [ SOMMARIO ] Terra e Vita [ NUOVA PAC, LE MISURE PER I GIOVANI AGRICOLTORI ] PAGINA 8 n. 17/2014 29 aprile 2014 [ TIENE LA REDDITIVITÀ DELLA SUINICOLTURA ] PAGINA 10 [ PRIMO PIANO ] PAG. 8 2014-2020 - Pac, le scelte degli Stati in pillole PAG. 11 ZOOTECNIA - Suinicoltura, la redditività tiene DI GIORGIO SETTI PAG. 12 OSSERVATORIO - Biologico, mercato da 50 miliardi PAG. 14 - Kiwi, batteriosi sotto controllo DI CRISTIANO RICIPUTI PAG. 15 AMBIENTE - Specie alloctone, arriva la lista nera DI GIUSEPPE FUGARO PAG. 16 MERCATO - Latte Ue, il mercato sotto Osservatorio DI ALESSANDRO COLTELLI PAG. 17 RAPPORTO ISPRA - Consumo di suolo senza tregua DI GIUSEPPE FUGARO PAG. 18 MECCANIZZAZIONE - Trattori, Europa a due velocità DI FRANCESCO BARTOLOZZI PAG. 19 FOCUS ESPROPRI - Protocolli d’intesa sconsigliabili da che sono saltati i Vam DI G. SARZI BRAGA PAG. 20 Bruciare rami e ramaglie è reato, ma non per tutti DI FRANCESCO MARIO AGNOLI PAG. 24 Filo diretto - Ok all’attività extragricola se limitata e non prevalente A CURA DI DULCINEA BIGNAMI PAG. 26 PAG. 34 Un treno costoso solo in apparenza DI ROBERTO GUIDOTTI PAG. 38 Modelli e misure per tutte le necessità DI FEDERICO MERCURIO PAG. 41 I VOSTRI QUESITI - Nuovi agricoltori, titoli e greening DI ANGELO FRASCARELLI &/.$!4/2% Mons. Ernesto Pisoni Anno LV - Numero 17 - 29 aprile 2014 www.agricoltura24.com shopping su: www.edagricole.it 29 aprile 2014 - n. 17 - Anno LV FILO DIRETTO CON L’ESPERTO: OK ALL’ATTIVITÀ EXTRAGRICOLA SE LIMITATA E NON PREVALENTE PRIMO PIANO ZOOTECNIA MECCANIZZAZIONE DOSSIER PAC 2014-2020, NUOVI AGRICOLTORI SI DIVENTA SUINICOLTURA, LA REDDITIVITÀ TIENE EUROPA A DUE VELOCITÀ PER I TRATTORI ANCHE LA GESTIONE DEI REFLUI DIVENTA SOSTENIBILE www.agricoltura24.com SPECIALE Settimanale - Poste Italiane S.p.A. - sped. A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004. art. 1. c.1: C/MILANO Pneumatici LEGGI, LAVORO E FISCO: BRUCIARE RAMI E RAMAGLIE È REATO, MA NON PER TUTTI $)2%44/ $! Beatrice Toni 2%$!:)/.% Francesco Bartolozzi, Dulcinea Bignami, Gianni Gnudi (capo redattore), Alessandro Maresca, Giorgio Setti (capo redattore), Lorenzo Tosi $)2%44/2% 2%30/.3!"),% Ivo A. Nardella 3%'2%4%2)! $) 2%$!:)/.% 4EL &AX 0IAZZA 'ALILEO 'ALILEI "/,/'.! REDAZIONEEDAGRICOLE NEWBUSINESSMEDIAIT [ ATTUALITÀ ] DI ALESSANDRO MARESCA 5&&)#)/ '2!&)#/ EMMEGI GROUP srl 02/'%44/ '2!&)#/ Cinzia Leone 02/02)%4!2)/ %$ %$)4/2% New Business Media srl 3%$% ,%'!,% Via Eritrea, 21 - 20157 Milano $)2%44/2% %$!'2)#/,% Eugenio Occhialini 3%$% /0%2!4)6! Piazza Galileo Galilei, 6 - 40123 Bologna 5&&)#)/ 05"",)#)4® Tel. +39 051/6575.822 - Fax +39 051/6575.853 [email protected] 5&&)#)/ 42!&&)#/ Piazza Galileo Galilei, 6 - 40123 Bologna Tel. +39 051 6575.842 [email protected] [ LEGGI, LAVORO E FISCO ] [ SPECIALE PNEUMATICI ] Mercato, la quiete dopo la tempesta DI FRANCESCO BARTOLOZZI [ SOMMARIO ] n. 17/2014 29 aprile 2014 Terra e Vita 7 numero 17/29 aprile 2014 Questo numero è stato chiuso in tipografia e spedito il 18 aprile 2014 [ SPECIALE PNEUMATICI ] PAGINA 34!-0! Arti Grafiche Boccia spa Via Tiberio Claudio Felice, 7 84131 SALERNO 33 [ DOSSIER DEIEZIONI ZOOTECNICHE ] PAGINA 44 [ DOSSIER DEIEZIONI ZOOTECNICHE ] 3%26):)/ #,)%.4) 0%2)/$)#) [email protected] Tel. +39 02/3909.0440 - Fax +39 02/3909.0335 Abbonamento annuo cartaceo: Euro 99,00 Abbonamento annuo digitale: Euro 50,00 Estero: Abbonamento annuo prioritaria: Euro 305,00 MODALITÀ DI PAGAMENTO Bonifico bancario su IBAN: IT98G0306909504100000009929 Conto corrente postale: 1017908581 intestati a New Business Media Srl L’abbonamento avrà inizio dal primo numero raggiungibile 2EGISTRAZIONE 4RIBUNALE DI -ILANO N DEL 0RECEDENTEMENTE REGISTRATA PRESSO IL 4RIBUNALE DI "OLOGNA N DEL 2/# h0OSTE ITALIANE 3PA n SPED !0 $, CONV , ARTC$#" -ILANOv 2/# N DEL L FEBBRAIO )33. !SSOCIATO A !DERENTE A ED Ò MEMBRO ITALIANO DI %52/&!2- LASSOCIAZIONE DEI PIá IMPORTANTI GIORNALI PERIODICI AGRICOLI EUROPEI Responsabilità: LA RIPRODUZIONE DELLE ILLUSTRAZIONI E ARTICOLI PUBBLICATI DALLA RIVISTA NONCHÏ LA LORO TRADUZIO NE Ò RISERVATA E NON PUÛ AVVENIRE SENZA ESPRESSA AUTORIZZAZIONE DELLA #ASA %DITRICE ) MANOSCRITTI E LE ILLUSTRAZIONI INVIATI ALLA REDAZIONE NON SARANNO RESTITUITI ANCHE SE NON PUBBLICATI E LA #ASA %DITRICE NON SI ASSUME RESPONSABILITË PER IL CASO CHE SI TRATTI DI ESEM PLARI UNICI ,A #ASA %DITRICE NON SI ASSUME RESPONSA BILITË PER I CASI DI EVENTUALI ERRORI CONTENUTI NEGLI ARTICOLI PUBBLICATI O DI ERRORI IN CUI FOSSE INCORSA NELLA LORO RIPRODUZIONE SULLA RIVISTA !I SENSI DEL $,GS GARANTIAMO CHE I DATI FORNITI SARANNO DA NOI CUSTODITI E TRATTATI CON ASSOLUTA RISERVA TEZZA E UTILIZZATI ESCLUSIVAMENTE AI FINI COMMERCIALI E PROMOZIONALI DELLA NOSTRA ATTIVITË ) 3UOI DATI POTRANNO ALTRESÖ ESSERE COMUNICATI A SOGGETTI TERZI PER I QUALI LA CONOSCENZA DEI 3UOI DATI RISULTI NECESSARIA O COMUN QUE FUNZIONALE ALLO SVOLGIMENTO DELLATTIVITË DELLA NO STRA 3OCIETË )L TITOLARE DEL TRATTAMENTO Ò .EW "USINESS Media Srl, Via Eritrea 21, 20157 Milano. Al titolare del TRATTAMENTO ,EI POTRË RIVOLGERSI MEDIANTE IL NUMERO PER FAR VALERE I 3UOI DIRITTI DI RETTIFICAZIO NE CANCELLAZIONE OPPOSIZIONE A PARTICOLARI TRATTAMEN TI DEI PROPRI DATI ESPLICITATI ALLART $,GS E la gestione dei reflui diventa sostenibile DI STEFANO GUERCINI, CLELIA RUMOR PAG. 44 Nitrati, la Lombardia verso una nuova mappa DI FRANCESCA BACCINO PAG. 50 PROVA IN CAMPO - John Deere S670i, la trebbia su misura per la realtà italiana DI OTTAVIO REPETTI PAG. 54 DIFESA DELLE COLTURE - Oidio, le infezioni ascosporiche DI RICCARDO BUGIANI E MASSIMO BARISELLI PAG. 57 - Imprevedibile peronospora DI FRANCESCO CORVI PAG. 58 - Olivo, controllo delle crittogame DI ARTURO CAPONERO PAG. 59 AZIENDE E PRODOTTI - Malattie in aumento, regali di un inverno caldo e piovoso PAG. 62 - “Biostimolazione” del melone, più produzione minore stress DI P.P. PASOTTI, M. PELLICONI, V. VOLPICELLI PAG. 65 METEO PAG. 4 DAL PALAZZO PAG. 17 REGIONI - Piemonte. Schedario vitivinicolo, riassegnati i primi diritti di reimpianto DI J. FONTANETO PAG. 29 VILLAGGIO RURALE - Web 2.0, bisogna esserci ma “con strategia” DI ALESSANDRA SGARBOSSA PAG. 60 INFORMAZIONI DALLE IMPRESE PAG. 68 ANNUNCI PAG. 71 - Prezzi dei prodotti agricoli PAG. 73 - Il borsino dell’ortofrutta biologica PAG. 77 - Cereali: trend nazionali e internazionali a confronto PAG. 78 - Prezzi dei prodotti ortofrutticoli PAG. 80 [ TECNICA E TECNOLOGIA ] [ RUBRICHE ] [ PERISCOPIO ] TENDENZE E MERCATI 8 [ PRIMO PIANO ] Terra e Vita n. 17/2014 29 aprile 2014 I VOSTRI QUESITI Chi può accedere ai titoli della Pac 2014-2020 e a quali condizioni Nuovi agricoltori, titoli e greening DI ANGELO FRASCARELLI S ono un giovane di 36 anni e a novembre 2013 ho aperto la p. Iva agricola per un regime d’affari inferiore a € 7.000 e ho iniziato l'attività nel terreno che era di mio padre. Questo terreno è inferiore all’ettaro e non ha titoli. Leggendo i vari articoli per accedere alla nuova Pac, mi sono chiesto se posso presentare una domanda di accesso ai titoli della Riserva nazionale come “nuovo agricoltore”. Per far questo sono disposto ad affittare del terreno perché mi serve almeno un ettaro. Ma è sicuro che riesco ad ottenere i titoli?Qual è all'incirca il va- lore di un titolo dalla riserva? Se acquisto i titoli, devo avere sempre il terreno dove spalmarli? Posso acquistare solo un titolo e fare la domanda di aiuto a maggio 2014? Così ho i requisiti per accedere ai nuovi titoli Pac 2015? T.R.- email Un “nuovo agricoltore” può richiedere l’assegnazione di titoli dalla riserva nazionale, tramite una domanda da presentare entro il 15 maggio 2014. Un “nuovo agricoltore” è colui che: - presenta domanda di accesso alla riserva, per la prima volta, nel 2014; - nei cinque anni precedenti, non ha esercitato alcuna attività agricola, né ha esercitato il controllo su una persona giuridica dedita ad un'attività agricola. Non è consentita la richiesta di titoli all’aiuto per superfici ammissibili inferiori ad un ettaro. Il lettore, quindi, deve possedere una superficie di almeno un ettaro, per avere i requisiti di accesso alla riserva nazionale. Il lettore chiede se è sicuro di ottenere i titoli. La domanda è legittima, visto che gli agricoltori non hanno la garanzia di accoglimento della domanda, qualora le risorse finanziarie disponibili non fossero sufficienti per soddisfare tutte le richieste. Dal 2005 al 2013, la riserva nazionale è riuscita a soddisfare le richieste di tutti gli agricoltori che possedevano i requisiti. Ma nel 2014, si potrebbe porre il problema, visto che si annuncia un elevato numero di domande. Qualora le risorse finanziarie disponibili non fossero sufficienti a soddisfare tutte le richieste di accesso alla riserva nazionale, trovano applicazione i criteri di priorità, stabiliti dal Decreto ministeriale 13 maggio 2010. Agea esaminerà le domande presentate, accerterà la presenza delle condizioni di ammissibilità e redigerà una graduatoria, redatta applicando quatto criteri di priorità (v. tab. 1): - età anagrafica; TAB. 1 - CRITERI DI PRIORITÀ PER L’ACCESSO ALLA RISERVA NAZIONALE PUNTEGGIO MASSIMO OTTENIBILE 100 pt. CRITERI DI PRIORITÀ ANAGRAFICA <40 anni > 40 < 65 anni TERRITORIALE 55 pt. 25 pt. IMPRENDITORIA FEMMINILE PROFESSIONALE/ISTRUZIONE contribuzione previdenziale in agricoltura 25 pt. laurea specialistica o vecchio ordinamento 15 pt. 10 pt. laurea 10 pt. 5 pt. diploma 5 pt. montagna 15 pt. collina pianura agricoltore 5 pt. donna [ PRIMO PIANO ] n. 17/2014 29 aprile 2014 TAB. 2 - VALORE DEI TITOLI DALLA RISERVA NAZIONALE ZONA ALTIMETRICA /HA Italia Settentrionale pianura 395,43 Italia Settentrionale collina 213,90 Italia Settentrionale montagna 64,93 Italia Centrale pianura 293,89 Italia Centrale collina 253,16 Italia Centrale montagna 120,49 Italia Meridionale pianura 510,18 Italia Meridionale collina 362,30 Italia Meridionale montagna 230,99 Italia Insulare pianura 212,90 Italia Insulare collina 144,31 Italia Insulare montagna 114,31 - criterio territoriale; - criterio professionale/istruzione; - sesso. Il punteggio massimo ottenibile è di 100 punti. I titoli dalla riserva nazionale saranno assegnati fino ad esaurimento delle risorse disponibili sulla base della graduatoria. Il lettore, avendo 36 anni, ottiene il maggior punteggio nell’ambito dei criteri di priorità, quindi dovrebbe essere abbastanza sicuro di accedere alla riserva nazionale. Il valore dei titoli della riserva nazionale dipende dalla zona in cui è ubicata l’azienda, secondo i valori riportati in tab. 2. In alternativa all’accesso alla riserva nazionale, il lettore può acquistare i titoli entro il 15 maggio 2014. Per ricevere il pagamento, l’agricoltore deve abbinare i titoli a corrispondenti ettari di superficie ammissibile. L’acquisto di titoli consente al lettore di ottenere i pagamenti della Pac nel 2014, ma non per il 2015. Infatti, i requisiti per l’assegnazione dei nuovi titoli sono tre: 1 - essere agricoltore attivo; 2 - presentare una domanda di assegnazione di titoli entro il 15 maggio 2015; 3 - aver presentato una domanda di aiuto per il 2013. Il lettore non possiede il “requisito del 2013”. Invece, con l’accesso alla riserva nazionale il problema è risolto. Infatti, l’art. 24 del Reg. Ue 1307/2013 prevede quattro deroghe; una di queste deroghe riguarda proprio la Riserva nazionale: gli Stati membri possono concedere titoli all’aiuto agli agricoltori che non hanno ricevuto pagamenti diretti per il 2013, se nel 2014 ricevono titoli da riserva. In conclusione, con la domanda di accesso alla riserva nazionale, il letto- re potrà acquisire i titoli nel 2014 e anche i nuovi titoli della Pac 2015-2020. SENZA REQUISITO 2013 Vendere assieme titoli e terra Se un’azienda vende o affitta quest’anno dei titoli a un’altra azienda che non ha mai fatto domanda, come può acquisire il diritto ad avere titoli nel 2015 oltre al fatto di fare una Riserva nazionale nel 2014? Sull’articolo di TV n.10/2014 si dice che per avere il diritto ad avere titoli nel 2015, il requisito 2013 si può acquisire, se nell’atto di vendita o di affitto si inserisce una clausola, di diritto a ricevere i titoli prendendo anche il requisito 2013 come indicato sul Reg. Ue 1307/2017 (art. 24, part.8), che però non parla specificatamente di “vendita o affitto di requisito 2013” ma più in generale di “trasferire i diritti all’aiuto”. Quale è la giusta dicitura da inserire nei contratti di affitto o di vendita? Il problema nasce dalla mancanza del “requisito del 2013”. Infatti, l’assegnazione dei nuovi titoli avverrà sulla base della domanda al 15 maggio 2015, ma con la sussistenza di tre requisiti per l’assegnazione dei nuovi titoli: - essere agricoltore attivo; - presentare una domanda di assegnazione di titoli entro il Terra e Vita 9 15 maggio 2015; - aver presentato una domanda di aiuto per il 2013. L’agricoltore in questione ha due possibilità per risolvere il “requisito del 2013”: 1 - presentare una domanda alla riserva nazionale nel 2014, se possiede i requisiti per l’accesso alla riserva nazionale; 2 - utilizzare la clausola contrattuale, prevista ai sensi dell’art. 24, par. 8 del Reg. 1307/2013, che prevede la possibilità da parte del proprietario, in caso di vendita o affitto dell’azienda, di trasferire il diritto a ricevere i titoli ad uno o più agricoltori. La clausola contrattuale è attivabile solo in caso di vendita o affitto di “terra e titoli” o di sola terra. Non è attivabile in caso di vendita di soli titoli. L’art. 24, par. 8 del Reg. 1307/2013 consente di trasferire, oltre ai titoli e/o alla terra, tutti i diritti per accedere alla nuova Pac, tra cui anche “requisito del 2013”. La dicitura da inserire nei contratti di vendita o affitto non è indicata nei regolamenti comunitari, ma può essere sufficiente specificare: “il proprietario trasferisce all’ac- 10 Terra e Vita [ PRIMO PIANO ] lore unitario iniziale nel 2015 inferiore alla media nazionale; pertanto per effetto della convergenza, il valore dei titoli è destinato ad aumentare dal 2015 al 2019, per arrivare nel 2019 a circa 170 €/ha, pari al 60% della media nazionale. NUOVA AZIENDA Acquisizione titoli 2013 per trasferimento quirente (o affittuario) il diritto a ricevere i titoli all’aiuto ai sensi dell’art. 24, par. 8 del Reg. 1307/2013”. VALORE DEI TITOLI L effetto della convergenza Ho un’azienda zootecnica di 19 ha di cui 10 in proprietà e 9 in affitto, scadenza 2013. Nel 2013 ho presentato domanda per ha 19 in quanto sup. ammissibile, avendo quote per ha 22 per un valore totale di € 6.300. Nel 2014 ho un nuovo affitto per ha 40 più 10 di proprietà con sempre 22 ha di quote; non è possibile la Riserva nazionale in quanto non più giovane. Volevo sapere se l’importo di € 6.300 nel 2015 mi si spalma su 50 ha e, se è così, si avrà una quota pari a circa 100 €/ha, questo importo quanto aumenterà fino al 2019? Volevo sapere se il 60% di aumento viene calcolato dal riferimento della media nazionale/regionale o dalla quota del 2015? L’importo dei pagamenti diretti che l’agricoltore percepirà negli anni 2014-2020 dipenderà dalla scelta nazionale sulla convergenza. Quasi certamente l’Italia sceglierà il cosiddetto “modello irlandese” di convergenza, che prevede un graduale passaggio dal valore dei titoli storici verso valori dei titoli futuri più omogenei senza, pertanto, pervenire al pagamento uniforme nel 2019. In tal caso, il valore dei titoli sarà fissato nel 2015, sulla base degli importi riferiti al 2014. Il numero dei titoli assegnati sarà pari al numero di ettari ammissibili indicati nella Domanda unica al 15 maggio 2015. Il valore unitario iniziale dei titoli dipenderà da due fattori: - il valore storico (pagamenti ricevuti o valore dei titoli detenuti ), riferito all’anno 2014; - il numero di ettari ammissibili riferiti all’anno 2015. Se il valore unitario iniziale è superiore alla media nazionale, il valore dei titoli è destinato a diminuire; se il valore unitario iniziale è inferiore alla media nazionale, il valore dei titoli è destinato ad aumentare. Nel 2019, tutti i titoli dovranno avere un valore pari ad almeno il 60% della media nazionale, in quanto l’Italia ha scelto le regione “unica” nazionale. Nel caso in questione, l’importo di € 6.300, che il lettore percepirà nel 2014, si spalma sui 50 ettari nel 2015. Questo agricoltore avrà un va- Una nuova azienda 2014 che acquisisce titoli tramite un trasferimento da altra azienda (vendita o affitto con terra) o da genitore per decesso di quest’ultimo, quindi non accede alla Riserva Nazionale 2014 e non ha presentato DU nel 2013 , potrà presentare DU nel 2015 ed accedere ai nuovi titoli? Nel caso di vendita o affitto, la nuova azienda può acquisire i titoli nel 2015 in base all’art. 24, par. 8 del reg. 1307/2013; nel contratto di vendita o affitto, va messa una clausola contrattuale che trasferisce il “requisito del 2013”. Nel caso di successione, non ci sono problemi, purché i titoli siano trasferiti per successione. TITOLI STORICI/1 Riduzione massima del 45% nel 2019 Il valore dei titoli storici oppure l’importo che si incasserà nel 2014, subirà una riduzione dal 2015 al 2019 (metodo irlandese) che comporterà una diminuzione del valore max del 30%? Sembra che vi sarà un’altra riduzione già nel 2015; è confermata? Qual è il motivo di quest’altra riduzione? Nel 2019, la riduzione massima del valore unitario iniziale (calcolato nel 2015) è del 30%. Poi occorre tener conto della trattenuta per il pagamento accoppiato (15%) e per i giova- n. 17/2014 29 aprile 2014 ni agricoltori (1%). Quindi, la diminuzione del valore del titolo, nel 2019 rispetto al 2014, sarà di circa il 45%. TITOLI STORICI/2 Spalmato il valore dei pagamenti percepiti Azienda con 10 titoli storici porterà nel 2015 solo il valore di detti titoli (o importo incassato 2014) ma con superficie di 20 ha al 15/5/2015. Il valore (ridotto) sarà spalmato su tutti e 20 gli ettari? In questo caso come saranno assegnati i nuovi titoli sui 10 ha nuovi? Se invece non saranno spalmati su tutti e 20 gli ettari è esatto dire che il valore (ridotto) sarà assegnato solo su 10 ettari e agli altri 10 saranno assegnati 10 titoli nuovi? L’Italia è orientata ad utilizzare il criterio dei “pagamenti percepiti” (incassati). Il valore (ridotto) sarà spalmato su tutti e 20 gli ettari. L’agricoltore riceverà 20 titoli con valore spalmato. GREENING Pagamenti per tutti gli impegni no Per il pagamento greening sarà pagato solo alle aziende obbligate a farlo oltre i 10 ha a seminativo (diversificazione e mantenimento pascoli) ed oltre i 15 ha a seminativo (aree ecologiche) oppure anche a tutte le altre (aziende con solo vigneti e oliveti)? Il pagamento greening sarà pagato a tutte le aziende e su tutta l asuperficie abbinata ai titoli del pagamento di base. Le aziende fino a 10 ettari a seminativo (per la diversificazione) e fino a 15 ettari a seminativo (aree ecologiche) e le aziende con solo vigneti ed oliveti, sono greening per definizione. Pertanto, percepiscono il pagamento greening e non hanno impegni. [ ATTUALITÀ ] n. 17/2014 29 aprile 2014 Terra e Vita 11 2014-2020 Dagli aiuti alla zootecnia fino al sostegno alle leguminose. Le prime decisioni Pac, le scelte degli Stati in pillole L a riforma della Pac ha lasciato agli Stati membri un ampio margine di manovra su diversi aspetti. Per prendere queste decisioni c’è tempo fino al 1° agosto 2014 ed entreranno in vigore dal 1° gennaio 2015. Ma alcuni Paesi hanno già scelto. Ecco cosa e come. TRASFERIMENTO FRA PILASTRI Massimo 15% (25% per alcuni Stati): - dal 1° al 2° pilastro nel 2014: Francia (3%), Germania (4,5%), Lettonia (6,15%), Paesi Bassi (20 milioni €/anno), Gran Bretagna (12%), Scozia (9,5%), Galles (15%); - dal 2° al 1° pilastro a partire dal 2015: Croazia (15%), Polonia (25%), Slovacchia (21%). REGIONALIZZAZIONE È opzionale: - Danimarca: regionalizzazione per favorire il settore lattiero-caseario; - Finlandia: fra regioni; - Spagna: divisione fra irriguo, non irriguo, pascoli e colture permanenti; HANNO DETTO Corsa alla coppia - Regno Unito: Inghilterra (regionalizzazione attuale con una piccola redistribuzione a favore delle zone non coltivate), Scozia (tre regioni: zone coltivate; pascoli; pascoli poveri), Galles (tre regioni: paramos, zone svantaggiate, zone fortemente svantaggiate). PAGAMENTO REDISTRIBUTIVO Pagamento complementare per i primi ettari. Quando si utilizza più del 5% della dotazione nazionale non si applica la riduzione obbligatoria del 5% sui pagamenti superiori a 150mila euro. - Francia: pagamento ai primi 52 ha utilizzando un 5% del la dotazione nel 2015, un 10% nel 2016 e un 20% nel 2018; - Germania: 50 €/ha per i primi 30 ha e 30 €/ha per i successivi 16 ha. Utilizzando un 7% della dotazione nazionale; - Romania: aiuti dai 5 ai 30 pri ettari; - Spagna: non lo applicherà. GREENING Gli stati membri pensano di: - applicare tre misure: rota- P zione delle colture; pascoli permanenti; aree di interesse ecologico: Grecia; Ungheria, Irlanda, Lettonia, Polonia, Regno Unito; - altri paesi pensano a misure equivalenti ad esempio la coltivazione di proteaginose in Olanda o pratiche di copertura invernale per il mais in Francia. - Austria, Bulgaria, Finlandia, Irlanda, Spagna, Galles: 2% della dotazione; - Germania: 1%; - Lettonia: meno dell’1%. - Bulgaria: orticoltura e zootecnia; - Francia, Irlanda, Lettonia, Polonia, Romania, Spagna: introducono aiuti accoppiati per la produzione di leguminose; - Germania, Olanda, Regno Unito: non applicano gli aiuti accoppiati. AIUTI ACCOPPIATI PICCOLE AZIENDE - Grecia: cotone; - Finlandia: tori e vacche nutrici; - Francia: zootecnia da carne e da latte; - Italia: carne e latte; - Polonia: zootecnia da carne e ovini; - Spagna: bovini da carne e da latte, vacche nutrici, ovini, capre; - Scozia; allevamenti da carne; Per quanto riguarda l’adozione di un regime semplificato di aiuti per le piccole aziende ecco le scelte: - Austria, Germania, Italia, Lettonia, Polonia, Slovenia, Spagna, Irlanda del Nord: lo applicano; - Inghilterra, Finlandia, Olanda, Galles: non lo applicheranno. T.V. GIOVANI AGRICOLTORI OMODORO - Il Distretto del pomodoro da industria del Nord Italia - organizzazione interprofessionale che rappresenta circa la metà del pomodoro da industria italiano – ha scritto al ministro Maurizio Martina per richiedere l’introduzione – anche in Italia come sta accadendo in altri Paesi europei - dell’aiuto accoppiato per il pomodoro nell’ambito della definizione della nuova Pac. Spiega il presidente Pier Luigi Ferrari: «Il tema è molto avvertito da tutti i soggetti economici della filiera del pomodoro da industria, consapevoli della complessità, ma fiduciosi nell’azione intrapresa dal governo che intende impegnarsi fortemente sull’agroalimentare». BIETOLA - La Cgbi, associazione che rappresenta l’80% dei bieticoltori non cooperatori, esprime grande sconcerto e ritiene molto grave la mancata presenza della coltura della barbabietola da zucchero nei destinatari degli aiuti accoppiati, nell’ipotesi di ripartizione delle risorse presentate dal ministero nella riunione del 10 aprile con gli assessori regionali all’Agricoltura. «La mancanza degli aiuti accoppiati per la barbabietola da zucchero, si traduce nella chiusura del settore bieticolo saccarifero a partire dal 2015 e questo per responsabilità interne al nostro Paese che dimostrerebbe, così, di non essere in grado nemmeno di allocare le risorse disponibili» si legge nella nota divulgata dalla Cgbi. T.V. [ ATTUALITÀ ] 12 Terra e Vita n. 17/2014 29 aprile 2014 ZOOTECNIA Indagine del Crpa sui costi di produzione: profitti positivi nei conti aziendali 2013 Suinicoltura, la redditività tiene DI GIORGIO SETTI ALLEVARE SUINO PESANTE IN ITALIA, I COSTI E I PREZZI (€/KG P.V.) 2,25 1,75 1,50 1,25 1,00 Prezzo Costi totali Costi espliciti Ge 20 nn 13 . Ge 20 nn. 12 [ Fonte: K. De Roest (Crpa), Reggio Emilia 2014. allora possiamo renderci conto che non c’è spazio per grandi festeggiamenti. I costi di produzione del suino pesante allevato a ciclo chiuso, infatti, nel 2013 sono aumentati di 3 centesimi per kg di peso vivo. E questo, ha spiegato De Roest, è successo «essenzialmente a causa dell’aumento dei costi di alimentazione dovuto ai prezzi di materie prime come mais e soia, che solo nella seconda parte del 2013 si sono un po’ ribassati». I conti sono andati meglio in quegli allevamenti che fanno solo ingrasso, che hanno permesso al Crpa di registrare un costo di produzione dello stesso livello (1,54 €/kg p.v.) di quello dell’anno precedente. Questo buon risultato è stato raggiunto grazie al calo del costo del magrone, «dovuto alla diminuzione del prezzo del suinetto, ma anche a un sensibile aumento della produttività delle scrofaie». RISPETTO AI COMPETITOR Al contrario del resto d’Europa in Italia i suini non vengono macellati a 120 kg ma arrivano a 160 kg; e in quest’ultimo intervallo di peso l’indice di conversione alimentare è peggiore che prima di arrivare a 120 kg. So- SUINO PESANTE, LE SINGOLE SPESE (€/KG P.V.) A CICLO CHIUSO SOLO INGRASSO 2012 2013 2012 Acquisto magrone - - 0,27 0,23 Alimentazione 0,94 0,96 0,96 0,99 Lavoro 0,19 0,19 0,08 0,08 Altri costi 0,25 0,26 0,15 0,15 Totale costi espliciti 1,38 1,41 1,46 1,45 Interessi e ammort. 0,12 0,12 0,08 0,09 COSTI TOTALI 1,50 1,53 1,54 1,54 VOCI DI COSTO Fonte: K. De Roest (Crpa), Reggio Emilia 2014. 2013 Alimentazione Ge 20 nn 14 . 0,75 0,50 Ge 20 nn. 11 S ono ormai tre anni che l’allevamento del suino pesante a ciclo chiuso riesce a offrire agli allevatori italiani profitti positivi. Nel 2008 questa attività aveva procurato agli allevatori una perdita di circa 0,06 € per kg di peso vivo, in media. Nel 2009 era andata meglio, con un profitto positivo pari a circa 0,005 €/kg peso vivo, ma nel 2010 c’era stata una ricaduta, con una perdita di circa 0,05 euro. Da quell’anno in avanti però, ha sottolineato a un convegno tenutosi a Reggio Emilia Kees De Roest, responsabile Ufficio economia del Crpa, la redditività dell’allevamento ha iniziato a manifestare un trend positivo: nel 2011 il Crpa è tornato a registrare un profitto positivo nella produzione del suino pesante, con circa 0,02 €/kg peso vivo, profitto che nel 2012 è salito a 0,09 euro e che infine nel 2013, per via di una leggera flessione, si è attestato a quota 0,08. Tendenza evidenziata anche, con più dettagli, dalla figura in alto, dove si nota per quanto tempo i prezzi alla stalla (curva verde) siano riusciti a superare i costi di produzione (curva rossa). D’altra parte questi trend sono determinati anche dall’andamento del mercato dei suini, dunque da dinamiche fuori dal controllo dell’imprenditore zootecnico. Se invece guardiamo a situazioni un po’ più legate alla quotidianità dell’allevamento, come l’articolazione dei costi di produzione aziendali (v. tab.), €/kg peso vivo 2,00 prattutto per questo motivo, ha aggiunto l’esperto Crpa, è impari il confronto con gli altri paesi europei produttori di suini: la loro offerta arriva sugli stessi mercati sui quali gravita la produzione dei suinicoltori italiani, ma vantando indici tecnici ben migliori e costi di produzione ben più bassi, risultano più competitivi. «Un esempio: l’indice del numero di suinetti svezzati per scrofa vede l’Italia al penultimo posto nella Ue con una media di 23,35, lontanissima da Danimarca (31,94), Olanda (28,33) e Germania (26,58)». Per non parlare del costo di produzione della carne suina: 1,98 €/kg peso morto in Italia contro gli 1,68 di Danimarca e Olanda e gli 1,80 della Germania. Valori determinati in gran parte dal costo dell’alimentazione, in Italia ben più alto (1,36 € contro gli 1,07 della Danimarca, gli 1,04 dell’Olanda e gli 1,13 della Germania). L’alimentazione in Italia è più onerosa «non solo a causa del peggior indice di conversione dell’ultima fase dell’ingrasso, ma anche per il maggior costo dei mangimi dovuto a carenze logistiche e infrastrutturali». [ ATTUALITÀ ] 14 Terra e Vita n. 17/2014 29 aprile 2014 OSSERVATORIO In Italia i consumi interni crescono ininterrottamente dal 2005 (dati Ismea) Biologico, mercato da 50 miliardi DI ALESSANDRO MARESCA Una superficie mondiale di 37,5 milioni di ettari e 1,9 milioni di operatori O rmai chiamarla nicchia appare riduttivo: un mercato da 50 miliardi di euro, sia pure a livello mondiale, è certamente significativo. Stiamo parlando del giro di affari del biologico, un settore in continua espansione. Parlano chiaro i dati dell’Ifoam (Federazione internazionale dei movimenti dell agricoltura biologica) e del Fibl (Istituto svizzero di ricerca sull agricoltura biologica), elaborati da Ismea, che rilevano una superficie mondiale coltivata col metodo biologico pari a 37,5 milioni di ettari e la presenza di 1,9 milioni di operatori. NORMATIVA Aziende miste in discussione Il mercato si concentra nel Nord America e in Europa, mentre questo è molto meno forte nei continenti dove si concentrano le superfici più ampie di coltivazione. Il fenomeno è la conseguenza di una forte propensione all’export delle zone produttive verso le aree a maggiore domanda. Ci sono poi zone, come i territori dell’Oceania, dove il bio è rappresentato in prevalenza da estensioni a prato e pascolo che hanno scarso impatto sul mercato. In Europa nel 2012 risultano in crescita sia le superfici che il fatturato (entrambi +6%). La S Germania è il paese dove il mercato è più forte, con un giro d’affari oltre i 7 miliardi, seguita dalla Francia, con 4 miliardi, e Regno Unito (1,95 miliardi). L’Italia si trova al quarto posto con un mercato di 1,9 miliardi, che con l’export sale a 3,1 miliardi e un peso complessivo sul mercato europeo bio dell’8%. Sul fronte dei consumi interni Ismea rivela una crescita ininterrotta e piuttosto sostenuta dal 2005, decisamente in controtendenza all’andamento dapprima stagnante e poi addirittura negativo del mercato dell’agroalimentare convenziona- i sta facendo sempre più acceso il dibattito sulla bozza del nuovo regolamento europeo del biologico. Innanzi tutto si teme che la nuova normativa si porti dietro un nuovo carico di burocrazia, ma il punto sul quale la discussione è più accesa è la “soppressione” delle aziende miste (in parte bio e in parte convenzionale). Sicuramente un’azienda tutta bio fornisce maggiori garanzie, ma nella pratica questo può portare a qualche problema. Infatti la maggior parte delle aziende che avviano la conversione lo fa su una parte dell’azienda, per vedere gli sviluppi della scelta bio dopodiché decide il da farsi. La proposta si basa su un sondaggio aperto alcuni anni fa anche ai consumatori. Per questi, come rilevano alcuni operatori del settore, è facile dire che l’azienda deve esser tutta bio, che servono più analisi, che deve essere tolleranza le. Il consumo pro capite annuo in Italia di alimenti biologici rimane comunque contenuto, assestandosi sui 31 euro contro i circa 190 della Svizzera o i 160 della Danimarca. Rispetto all’agroalimentare complessivo in Italia il consumo di bio è appena dell’1,5% contro il 7,5% dei danesi o il 3,7% dei tedeschi. Il produttore leader di mercato in Italia, Almaverde Bio, ha consolidato nel 2013 un fatturato di 34 milioni, coinvolgendo 10mila produttori. Le referenze a marchio sono 400 e coprono tutte le tipologie di prodotto, esclusi, per ora, vino e latticini. Per quanto riguarda i canali commerciali il 70% delle vendite del consorzio passa dalla grande distribuzione. Secondo una recente indagine dell’Agenzia Call Word la notorietà spontanea sollecitata dal marchio Almaverde sul consumatore italia no ha raggiunto il 75%. zero su tutto… Poi, se il prodotto costa 25 centesimi in più (queste richieste, infatti, fanno lievitare i prezzi), lo stesso consumatore afferma che il bio è troppo caro e torna a consumare convenzionale. «Al momento ritengo comunque ci siano urgenze maggiori – afferma Roberto Pinton, segretario di Assobio (Associazione nazionale imprese trasformazione e distribuzione di prodotti bio) –. Per esempio abbiamo bisogno di una banca dati europea delle transazioni e di una degli operatori con informazioni sullo status della loro certificazione. Serve poi una maggiore reattività da parte delle diverse autorità pubbliche nazionali a fronte di segnalazioni di sospetti di infrazione, più ricerca, accordi di equivalenza per semplificare e rendere più sicuri gli scambi internazionali. Decisamente, proposte come la conversione da subito dell’intera azienda o l’introduzione di una certificazione di gruppo per i piccoli produttori, passano in secondo piano». A.M. [ ATTUALITÀ ] n. 17/2014 29 aprile 2014 Terra e Vita 15 OSSERVATORIO La ricerca fa il punto su tutti gli strumenti per limitarne la diffusione Kiwi, batteriosi sotto controllo DI CRISTIANO RICIPUTI T anti accorgimenti per limitare il più possibile la diffusione e lo sviluppo della Psa (batteriosi del kiwi causata dallo Pseudomonas siringae), ma nessuna soluzione definitiva. A Faenza, uno dei territori più vocati a livello nazionale, si è tenuto un convegno organizzato dal Crpv e dalla regione EmiliaRomagna per fare il punto sulle ultime indicazioni del mondo della ricerca. POTATURA FATALE È accertato che il batterio si diffonde anche tramite la potatura, ma non si sapeva che il taglio rimane infettabile per 32 giorni: un aspetto che è stato annunciato al convegno. E non c’è differenza, in questo caso, fra kiwi giallo e verde. L’indicazione rimane quella di proteggere i tagli con trattamenti a base di rame ma, come evidenziato da una ricerca dell’università di Bologna, una ‘malizia’ può essere quella di concentrare tutti gli interventi di potatura. Ad esempio, quando possibile, si dovrebbe potare già AGRONOMIA Azoto e acqua con attenzione in post-raccolta dato che vi sono già le microferite causate dallo stacco dei frutti. Potando in questo periodo, e con trattamenti a base di rame durante o subito dopo, si ottiene una ‘copertura’ e disinfezione più efficace abbassando (non eliminando) le probabilità di penetrazione del batterio. La medesima ricerca dell’ateneo bolognese ha messo a confronto diverse tipologie di prodotti per i trattamenti di disinfezione post-potatura: - prodotti rameici tradizionali di copertura (poltiglia bordolese, ossicloruro, idrossido, solfato tribasico, ossido); - prodotti rameici alternativi (peptidato, gluconato, chelato, nitrato); L - estratti vegetali (di timolo e aldeide cinnamica); - prodotti stimolatori delle autodifese (acibenzolar –S-methvl, fosfito di alluminio); - prodotti filmanti (chitosano) -prodotti sterilizzanti/disinfettanti (acqua elettronizzata, miscele varie di acidi); - prodotti microbiologici o biostimolanti. In base ai risultati, i prodotti rameici tradizionali e alternativi hanno espresso un buon grado d’azione. Fra i prodotti microbiologici i risultati ottenuti sono stati altalenanti e molto variabile è anche l’efficacia degli altri preparati sperimentati. Tra i disinfettanti si è distinto l’attività diretta di ‘Verdeviva’ (base di ipoclorito di potassio) specie se applicato do- e concimazioni azotate facilitano lo sviluppo della batteriosi e ne rendono più gravi i sintomi. Serve attenzione anche nell’irrigazione: il miglior sistema per limitare la diffusione è quello a goccia; è stato accertato che più l’umidità relativa sottochioma è alta, più la malattia si diffonde. Emilio Stefani, dell’Università di Modena, ha detto che «è stata confermata la lunga sopravvivenza del Psa sulle foglie. Sui frutti, Psa riesce a sopravvivere non oltre inizio agosto. Psa è stata trovato su frutteti adiacenti a kiwi malati: su albicocco, ma non su susino. È stato trovato il batterio anche su alcune malerbe come ortica, portulaca, tarassaco, ma non su altre come chenopodio, romice e sonchus. A tutt’oggi non è mai stata rilevata la presenza di Psa su specie spontanee presenti in actinidieti espiantati. Nemmeno su rigermogliamenti dai residui di actinidia rimasti in campo». C.R. po l’infezione: nell’uso in campo potrebbe presentare difficoltà nel posizionamento penalizzato dalla sua bassa persistenza. I prodotti a base di microrganismi appaiono globalmente efficaci, ma necessitano di ulteriori approfondimenti specialmente per quanto riguarda il posizionamento che migliora a maggiore distanza dall’inoculazione. Sono stati presentati poi i risultati di diverse esperienze condotte nella difesa dal cancro batterico con prove sperimentali concertate fra Astra, Servizio fitosanitario regionale, Cap di Ravenna e cooperativa Terremerse. RAME, BUONA EFFICACIA «I dati ottenuti – ha affermato il ricercatore Massimo Scannavini – confermano come tra i prodotti saggiati quelli a base di rame manifestino una buona efficacia, superiore a quella degli altri preparati non manifestando nessun problema di fitotossicità né influenze negative sulla produzione. Buoni risultati sono emersi anche dallo stimolatore delle autodifese Bion, cioè acibenzolar–S-metyl specie quando applicato alla dose di 200g/ha per via fogliare. Interessanti risultati, anche se da verificare ulteriormente, si sono ottenuti con Hendophit (polisaccaridi, carbonio organico e boro) e Kondens (gluconato di rame e acido borico)». Un’altra ricerca ha confermato che il polline può essere veicolo di malattia, mentre i frutti no, perciò gli acquirenti possono stare tranquilli. [ ATTUALITÀ ] 16 Terra e Vita n. 17/2014 29 aprile 2014 AMBIENTE Dalla nutria alla zanzara tigre fino all Ambrosia artermisiifolia che provoca allergie Specie alloctone, arriva la lista nera In arrivo misure per limitare specie animali e vegetali importate da altri ambienti e divenute invasive I l Parlamento europeo spinge l’acceleratore sulla lotta alle specie ’aliene’ invasive, animali e vegetali introdotti in un ambiente diverso dal proprio e che ogni anno provocano almeno 12 miliardi di euro di danni al capitale naturale europeo. L’Europarlamento ha approvato un regolamento che BREVETTI Semi open source Campagna Usa prevede, fra varie misure, la messa a punto di una “lista nera” delle specie alloctone invasive che costituiscono una minaccia emergente o che sono le più dannose a livello comunitario. Una specie è definita aliena o alloctona quando si trova al di fuori del proprio habitat naturale dov’è stata importata dall’uomo accidentalmente oppure intenzionalmente per scopi economici, ludici o estetici. Una specie aliena diventa invasiva solo quando si riproduce allo stato selvatico e le sue popolazioni cominciano ad espandersi. Un esempio in Italia è quello della nutria, un grosso roditore sud-americano, che importato in Italia a partire dal 1920 e ora diffuso ampiamente lungo i corsi d’ac- D qua e nelle zone lagunari del centro e nord Italia. «È il primo atto concreto per affrontare le gravi situazioni causate da specie come lo scoiattolo grigio, la zanzara tigre o la pianta Ambrosia artermisiifolia che provoca allergie a un europeo su quattro» commenta Antonino Morabito, responsabile fauna e benessere animale di Legambiente L’unico modo per contrastare la loro diffusione è quello di vietarne il loro movimento ma se ciò è possibile sino alle frontiere di ciascun Stato, non è altrettanto possibile e facile all’interno di ciascun Stato. La nuova normativa richiede agli Stati membri di accertare quali sono le vie di introduzione e diffusione delle specie aliene invasive nel proprio Pae- agli Stati Uniti in arrivo i semi open source: un gruppo di scienziati e attivisti americani ha lanciato una campagna per cambiare le regole sullo scambio di semi tra agricoltori. Quinoa, broccoli, carote: sono in tutto 29 le varietà che il gruppo sostenuto dall’Università del Wisconsin a Madison ha distribuito a chi si sottoscrive un’intesa open source che salvaguarda la possibilità degli agricoltori di scambiarsi i semi liberamente. L’inziativa Ossi (Opens source seed initiative) si ispira al mondo dell’informatica: il software open source è disponibile liberamente, ma non può essere legalmente convertito in proprietà che genera profitto. In agricoltura significa che l’uso dei semi non può essere limitato da brevetti, licenze o altro tipo di proprietà intellettuale, anzi: ogni varietà derivata dai semi open source potrà essere liberamente scambiata anche in futuro. «In pratica si crea un sistema se, con l’obbligo di istituire sistemi di sorveglianza e piani d’azione. Spetterà agli Stati membri anche definire “appropriate” sanzioni nei confronti di chi viola la nuova legislazione e chiedere di pagare i costi di ripristino dell’ambiente, sulla base del principio “chi inquina paga”. La Commissione Ue potrà comunque concedere deroghe per alcune attività commerciali. La lista di piante considerate di “rilevanza per l’Unione” contiene specie esotiche che non possono essere introdotte, trasportate, immesse sul mercato, conservate, cresciute o rilasciate nell’ambiente. La normativa, già concordata con gli Stati membri, approvata dal Parlamento europeo dovrà ora essere approvata formalmente dal Consiglio Ue. G.F. parallelo, un nuovo universo in cui selezionatori e agricoltori possono condividere i semi ampliandone il patrimonio genetico senza restrizioni» ha spiegato il sociologo Jack Kloppenburg. Irwin Goldman, esperto di orticoltura e breeder all’Università del Wisconsin, tra i promotori della campagna, ha detto: «Se vent’anni fa altri selezionatori ci chiedevano il nostro materiale, mandavamo loro un pacchetto di semi e loro facevano lo stesso con noi. Purtroppo questo magnifico modo di lavorare non esiste più. Oggi i semi sono proprietà intellettuale, alcuni addirittura brevettati come invenzioni: serve il consenso del titolare del brevetto per utilizzarli e i semi del nuovo raccolto non possono essere usati l’anno successivo. Regole adottate anche dai laboratori universitari. Quando Goldman crea nuove varietà di cipolle, carote o barbabietole, l’ufficio responsabile della proprietà intellettuale dell’ateneo registra il trademark prima di venderli alle società che li commercializzano. A giudizio dell’esperto, ciò conduce a una restrizione dell’accesso al germoplasma: «Se non lo condividi, finisci per limitare la nostra capacità di migliorare i prodotti». Intanto due piccole aziende sementiera la High Mowing Organic Seeds e la Wild Garden Seed specializzate in prodotti bio, hanno aggiunto alcuni semi open source al catalogo di quest’anno. T.V. n. 17/2014 29 aprile 2014 [ ATTUALITÀ ] MERCATO Inaugurato a Bruxelles da Ciolos Latte Ue, il mercato sotto Osservatorio DI ALESSANDRO COLTELLI Un monitoraggio sul rapporto tra O rmai manca solo un anno alla fine del regime delle quote latte, 31 marzo 2015, per cui è necessario tenere sotto controllo il mercato attraverso un costante e attento monitoraggio. Ad aprile 2014 è stato inaugurato a Bruxelles l’Osservatorio europeo per il mercato del latte e prodotti caseari. Obiettivo, prevenire squilibri e crisi di mercato con la fine di 30 anni di quote latte in Europa. Sono stati sufficienti sette mesi alla Commissione europea per raccogliere la sfida, lanciata a fine settembre 2013 dal commissario europeo all’Agricoltura Dacian Ciolos, di creare una struttura trasparente, in quanto accessibile a tutti, in grado di fornire in tempi brevi e con grande precisione il numero maggiore di dati per aiutare il settore ad adattarsi alla liberalizzazione del mercato. «Ma il vero valore aggiunto dell’Osservatorio – ha dichiarato Ciolos – risiederà nell’esame costruttivo delle diverse analisi domanda e offerta, andamento prezzi e trend dei costi di produzione di mercato, per aiutare Commissione e Stati membri a prendere le decisioni più adeguate». La nuova sfida sarà quindi di lavorare congiuntamente - operatori del settore, Governi e Commissione europea - per raccogliere dati statistici che vanno dalla produzione lattiero casearia, all’equilibrio tra offerta e domanda di prodotti, dai costi di produzione alle prospettive commerciali. Sarà poi Bruxelles a riunire il materiale per metterlo on line, completandolo con analisi di mercato, previsioni a breve e medio termine, e riunioni che si terranno a intervalli regolari di un comitato economico. L’osservatorio sarà accessibile digitando http://ec.europa.eu/agriculture/mmo. Stando al progetto l’osservatorio sarà in grado di monitorare tendenze presenti e passate dei mercati lattiero-caseari dell’Unione europea e del mondo, verificando livelli di produzione, andamento di domanda e offerta, analisi dei costi di produzione, prospettive dei mercati e altro. Terra e Vita 17 DAL PALAZZO DI MASSIMO ALIPRANDI Il Consiglio dei Ministri di venerdì 18 aprile ha varato il decreto-legge “misure per la competitività e la giustizia sociale - Per un’Italia coraggiosa e semplice” che, attraverso le misure di riduzione del cuneo fiscale, ha l’obiettivo di stimolare l’economia attraverso un aumento dei consumi e la creazione di un ambiente economico più favorevole agli imprenditori e agli investimenti produttivi. Il decreto “sforbicia Italia” non contiene la reintroduzione dell’Imu sui fabbricati rurali a uso strumentale e salvaguarda le agevolazioni per il gasolio agricolo, l’esenzione Ires per le cooperative agricole e di piccola pesca e il regime speciale dell’Iva per le imprese agricole. Inoltre, il provvedimento approvato dal Governo Renzi contiene una rimodulazione della base imponibile per i terreni montani e collinari, una correzione fiscale sulla produzione di energie rinnovabili da imprese agricole e garantisce al settore agricolo un importante taglio del cuneo fiscale attraverso la riduzione dell’aliquota Irap del 10%. CAMERA Camera e Senato hanno approvato il Documento di economia e finanza dando inoltre il via libera alla risoluzione del Governo, presentata su proposta del ministro dell’Economia Padoan, che prevede lo slittamento al 2016 del pareggio di bilancio. Favorevole la valutazione sul Def delle Commissioni Agricoltura di Montecitorio e Palazzo Madama che hanno segnalato le esigenze di destinare le misure prioritariamente all’impresa agricola, quale soggetto che svolge professionalmente l’attività agricola e di garantire il ruolo trainante del made in Italy del comparto agroalimentare, anche combattendo contraffazioni e agromafie. Escludere dai vincoli del patto di stabilità interno le spese per finanziare il contrasto al dissesto idrogeologico: questo l’impegno che ha preso il Governo a seguito delle numerose mozioni bipartisan approvate all’unanimità dall’Aula di Montecitorio. In base ai testi approvati, il Governo dovrà “consentire agli enti locali di realizzare quelle opere fondamentali e necessarie di manutenzione e consolidamento del territorio, di rinaturalizzazione dei corsi d’acqua, di prevenzione del dissesto” e “costruire una cornice normativa chiara per affrontare le emergenze conseguenti alle calamità naturali, nella quale possa agire la protezione civile, e a rifinanziare adeguatamente il Fondo unico per le calamità, al fine di garantire certezza, rapidità e omogeneità degli interventi a beneficio dei territori tragicamente colpiti”. Il sottosegretario per le Politiche agricole Giuseppe Castiglione ha risposto in Commissione Agricoltura a interrogazioni di Ferrari (Pd) sull’individuazione del soggetto preposto alla gestione del programma di distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti e di Oliverio (Pd) sugli interventi per far fronte alle calamità naturali che hanno colpito le imprese agricole nella regione Calabria. Infine, sono proseguite in Commissione Agricoltura le audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla valorizzazione delle produzioni agroalimentari nazionali con riferimento all’Expo 2015 e nell’ambito dell’esame delle proposte di legge recanti norme per la valorizzazione dei prodotti agricoli e alimentari provenienti da filiera corta, a chilometro zero e di qualità. SENATO La Commissione Agricoltura ha approvato una risoluzione nella quale si impegna il Governo a prevedere misure, di natura legislativa e non, a carattere d’urgenza, per un sostegno immediato alle produzioni agricole del modenese e ad adottare tempestivamente, con la collaborazione dei consorzi di bonifica locali, un progetto strutturale di medio lungo periodo per la messa in sicurezza dell’area del modenese inclusa nel bacino idrografico tra i fiumi Secchia e Panaro, particolarmente vulnerabile dal punto di vista delle esondazioni. [ ATTUALITÀ ] 18 Terra e Vita n. 17/2014 29 aprile 2014 RAPPORTO ISPRA Perso il 7,3% del territorio nazionale nel 2012. E 720 km quadrati in tre anni Consumo di suolo senza tregua L’urbanizzazione DI GIUSEPPE FUGARO è l’imputato L’ ultimo rapporto dell’Ispra sul suolo con i dati aggiornati conferma che anche nel 2012 non si ferma il consumo di suolo in Italia. È stato, infatti, perso il 7,3% del territorio nazionale. Negli ultimi tre anni l’Italia ha perso altri 720 km quadrati, un’area grande quanto la somma dei comuni di Milano, Firenze, Bologna, Napoli e Palermo. La perdita del suolo viene intesa come sottrazione all’attività agricola e quindi alla produzione di derrate alimentari. Si è passati da poco più di 21.000 kmq ’divorati’ nel 2009 a quasi 22.000 nel 2012. La perdita del suolo agricolo è dovuta soprattutto ai fenomeni di urbanizzazione che comprendono la costruzione di strade, fabbricati urbani e industriali e ogni altra destinazione non specificatamente agricola. Il quadro sul consumo di suolo nel nostro Paese è disponibile grazie ai dati della rete di monitoraggio del consumo COPERTURE Lombardia e Veneto al top di suolo, realizzata da Ispra con la collaborazione delle Agenzie per la Protezione dell’Ambiente delle Regioni e delle Province autonome. Il sistema permette di ricostruire l’andamento del consumo di suolo in Italia dal secondo dopoguerra ad oggi e mostra una crescita giornaliera del fenomeno che non sembra risentire dell’attuale congiuntura economica e continua a mantenersi intorno ai 70 ha/giorno, con oscillazioni marginali intorno a questo valore nel corso degli ultimi venti anni. Si tratta di un consumo di suolo pari a circa 8 metri quadrati/secon- A numero uno. Forte impatto sui cambiamenti climatici do che continua a coprire, ininterrottamente, notte e giorno, il nostro territorio con asfalto e cemento, edifici e capannoni, servizi e strade, a causa dell’espansione di aree urbane, spesso a bassa densità, di infrastrutture, di insediamenti commerciali, produttivi e di servizio, e con la conseguente perdita di aree aperte naturali o agricole. I dati mostrano, a livello nazionale, un suolo ormai perso che è passato dal 2,9% degli anni ’50 al 7,3% del 2012, con un incremento di più di 4 punti percentuali. I comuni più cementificati d’Italia sono Napoli con il 62,1%, Milano con il 61,7%, Torino con il 54,8%, Pescara, livello regionale, spiega il report dell’Ispra, “il primato nazionale” della copertura artificiale del suolo va a Lombardia e Veneto (oltre il 10%); seguono Emilia-Romagna, Lazio, Campania, Puglia, Sicilia (8-10%). Diverse le tipologie di copertura artificiale che consumano suolo, ma sono poche quelle principali, in cui si concentra la gran parte della superficie persa. Le aree coperte da edifici costituiscono il 30% del totale del suolo consumato, mentre le infrastrutture di trasporto rappresentano ben il 47% del totale di cui 28% dovuto a strade asfaltate e ferrovie, e 19% dovuto a strade sterrate e altre infrastrutture di trasporto secondarie. Altre superfici asfaltate o fortemente compattate o scavate, come parcheggi, piazzali, cantieri, discariche o aree estrattive, costituiscono il 14% del suolo consumato. G.F. 53,4%, Monza 48,6%, Bergamo 46,4 e Brescia con il 44,5%. I dati del rapporto mostrano la gravità della progressiva erosione della risorsa suolo a fini edificatori infrastrutturali con la progressiva trasformazione di città compatte in insediamenti diffusi, caratterizzati da bassa densità abitativa e con pesanti ripercussioni sul paesaggio e sull’ambiente. Secondo i ricercatori dell’Ispra si tratta di cambiamenti praticamente irreversibili nella gran parte dei casi, che incidono sulle funzioni del suolo e riguardano spesso terreni agricoli fertili. Il rapporto dell’Ispra parla anche di “forti impatti” sui cambiamenti climatici in quanto la cementificazione ha comportato dal 2009 al 2012 l’immissione in atmosfera di 21 milioni di tonnellate di CO2 per un costo complessivo stimato intorno ai 130 milioni di euro. Effetti di questa trasformazione si hanno anche sull’acqua e sulla capacità di produzione agricola. Tra il 2009 e il 2012 a causa dell’impermeabilizzazione abbiamo perso una capacità di ritenzione pari a 270 milioni di t d’acqua che, non potendo infiltrarsi nel terreno, dev’essere gestita diversamente con relativi costi. Uno studio del Central Europe Programme stima il costo della gestione dell’acqua non infiltrata in Italia dal 2009 al 2012 intorno ai 500 milioni di euro. [ ATTUALITÀ ] n. 17/2014 29 aprile 2014 Terra e Vita 19 MECCANIZZAZIONE Mercato ancora volatile. Goldoni (FederUnacoma): «Solo l estero ci sta sostenendo» Trattori, Europa a due velocità DI FRANCESCO BARTOLOZZI Primo trimestre 2014 in negativo per Italia e Francia. Bene Germania, Inghilterra e Spagna. Stabile l A ustria I l mercato delle macchine agricole cresce nell’Europa comunitaria, sia pure in modo non omogeneo. I primi tre mesi hanno infatti registrato dati discordanti da paese a paese. Per quanto riguarda l’Italia, secondo i dati di immatricolazione elaborati da FederUnacoma sulla base delle registrazioni fornite dal Ministero dei Trasporti, il primo trimestre del 2014 ha visto una flessione per le trattrici (-2,9% rispetto allo stesso trimestre 2013). Nello stesso trimestre 2014 la Germania è risultata in crescita dell’8,9%, il Regno Unito del 9,6% e la Spagna del 27,6%, mentre in calo di quasi il 25% è risultata la Francia, in fase di assestamento dopo i consistenti incrementi degli ultimi anni. «Mai come in questo momento sono i mercati esteri a spingere la produzione italiana di macchine e attrezzature agricole, che si attesta su un valore di oltre 7,7 miliardi di euro – spiega il presidente di FederUnacoma Massimo Goldo- IMMATRICOLAZIONI ITALIA (GEN-MAR) ni – e dobbiamo essere orgogliosi della capacità che hanno le nostre imprese di competere sui mercati di tutto il mondo, dall’Europa agli Usa, dall’Australia all’Estremo oriente». I dati Istat sul commercio estero indicano, infatti, una crescita dell’export di trattrici nel 2013 pari al 3,4% in valore (oltre 1,7 miliardi di euro) e una crescita anche delle altre tipologie di macchine pari al 7% (quasi 2,9 miliardi). «Il sistema agricolo italiano si sta indebolendo molto rispetto a quello dei principali Paesi europei – ha osservato Goldoni – e una ripresa degli investimenti nella meccanizzazione costituisce uno dei fattori chiave per la competitività della nostra economia primaria, oltre che per una piena ripresa della meccanica di comparto. Proprio a questo fine abbiamo avviato con il Ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina un importante e positivo confronto sulle priorità e sulle possibili politiche per il settore». TRATTORI MIETITREBBIE TRATTRICI CON PIANALI DI CARICO RIMORCHI 2014 4.616 32 217 1.992 2013 4.753 45 244 2.034 -2,9% -28,9% -11,1% -2,1% I DATI NEL DETTAGLIO Guardando nel dettaglio i dati degli altri paesi, in Germania il dato positivo va ascritto in particolare al comparto della medio-alta potenza (+23,6% per il segmento sopra i 150 cavalli e +10,9% per quello tra 101 e 150 cv), mentre sotto i 100 cavalli il primo trimestre è stato negativo (-2,3% nel segmento 51-100 cv e -5,3% sotto i 50 cavalli). In Spagna continua il trend decisamente positivo iniziato a fine 2013: da segnalare in particolare John Deere al primo posto della classifica (23% circa di quota), seguita da New Holland (19% circa) e molto distanziati Case IH (7,5%) e Fendt (7,3%). Nei mercati in calo, la Francia segna probabilmente un caso fisiologico dopo l’exploit del 2013: reagiscono bene solo i trattori specializzati (+9,2%) e l’al- VENDITE TRATTORI IN EUROPA (GEN-MAR) 9.000 8.000 +8,9% -24,9% 2013 2014 7.000 6.000 -2,9% 5.000 4.000 +9,6% 3.000 +27,6% 2.000 -0,6% 1.000 0 Germania Francia Italia UK Spagna Austria tissima potenza (+28%, ma parliamo di numeri bassi), mentre il calo più significativo (-30% circa) lo registra tutto il segmento piccola e media potenza. Chiudiamo con l’Austria, dove il dato dei primi tre mesi è sostanzialmente stabile, con i trattori standard che perdono l’1,1%, mentre crescono i vigneto-frutteto (+13,7%). Come quote mercato leader indiscusso si conferma il brand di casa Steyr (24% di quota), seguito da New Holland (17%), John Deere (13,3%) e Lindner (11,4%), altro brand austriaco. COMPONENTISTICA OK Da segnalare in conclusione il primo quarto dell’anno in attivo per l’industria italiana della componentistica destinata alle macchine agricole e per movimento terra. Secondo le stime diffuse da Comacomp, l’Associazione italiana dei costruttori di componenti aderente a Feder-Unacoma, dopo aver chiuso il 2013 con un incremento complessivo delle vendite sui mercati esteri pari al 5%, ma con un mercato interno stagnante, che non ha dato segnali di ripresa rispetto alla flessione netta (-10%) subita nel 2012, nei primi tre mesi del 2014 le industrie del settore registrano incrementi tanto all’estero quanto in Italia. 20 Terra e Vita [ LEGGI, LAVORO E FISCO ] n. 17/2014 29 aprile 2014 FOCUS INDENNIZZI PER ESPROPRI Protocolli d’intesa sconsigliabili da quando sono saltati i Vam Le principali casistiche su cui i Collegi tecnici arbitrali discutono DI GIANGIACOMO SARZI BRAGA A seguito della sentenza 181/2011 della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il crite- rio indennitario basato sul Vam (valore agricolo medio) (vedi focus TV 28/2011), si impongono impostazioni PROPRIETÀ NON COLTIVABILI Ci si riferisce a provvedimenti espropriativi relativi ad aree non agricole e non coltivate, quali aree a verde pubblico, impiantistica sportiva, parcheggi, fiere all’aperto, esposizioni, agriturismo, campeggi, caccia, cave, ecc. In regime di VAM, che attribuiva rilevanza solo alla tipologia di colture praticate sul terreno o nella zona, la predetta categoria di aree veniva indennizzata con criteri tabellari, con conseguente iniquo soffocamento, ai fini indennitari, di ogni plusvalore derivante da potenzialità di sfruttamento diverse da quelle agricole. Una volta venuto a mancare il VAM deve ritenersi che anche le possibilità di sfruttamento diverse da quelle agricole, acquistino una propria autonoma rilevanza, ai fini della determinazione dell’indennità d’espropriazione. Infatti, nelle motivazioni della sentenza 181 la Corte ha precisato di aver voluto confermare il comma 1° dell’art. 40 solo con riferimento alle aree coltivate; per cui non è possibile estendere la portata di tale norma anche alle aree non coltivate, per le quali l’indennizzo deve rispettare interamente le caratteristiche oggettive del bene (art. 32 Dpr. 327/2001). estimative diverse, rispetto al passato. Di conseguenza nei Collegi Tecnici Arbitrali, costituiti ai sensi dell’art. 21 del Testo unico sugli espropri, i tecnici incaricati si confrontano e discutono per stimare, in contraddittorio, all’unanimità o a maggioranza, un equo indennizzo. Senza più fare riferimento a rigide tabelle di valori che non rispecchiavano affatto la realtà delle nostre ziende agricole. Difficile quindi capire perchè con queste nuove importantissime prospettive, tanti proprietari espropriati continuino a propendere per cieche e fiduciose adesioni ai protocolli d’intesa proposti dai vari enti. La sentenza 181/2011 della nostra Consulta ha rivoluzionato le procedure espropriative per pubblica utilità che per circa quarant’anni hanno impoverito e vessato gli sfortunati proprietari espropriati. n. 17/2014 29 aprile 2014 [ LEGGI, LAVORO E FISCO ] Il Vam era completamente sganciato dal valore venale della singola area espropriata e basato su valori medi tabellari che, per definizione, non potevano tenere in considerazione le peculiarità di ogni singolo fondo espropriato. La nostra suprema Corte scrisse, infatti, che il Vam era “basato su elementi astratti sganciati dalle effettive qualità del fondo espropriato”. La svolta storica compiuta dalla nostra Corte Costituzionale, trae origine, com’è noto, dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo (C.E.D.U.) che ha stabilito un più stretto raccordo fra l’indennità d’espropriazione ed il valore venale del bene espropriato. Anche la C.E.D.U., per la verità, muove dal principio che nella determinazione dell’indennità di espropriazione occorra trovare il giusto equilibrio fra il diritto del privato al rispetto dei propri beni e l’obiettivo della Pubblica amministrazione di realizzare fini di utilità sociale. Quello che ancora differenzia l’impostazione della C.E.D.U. da quella della nostra Consulta è il tasso assai inferiore di discrezionalità che viene lasciato al nostro legislatore nella determinazione di tale equilibrio. INDENNIZZARE LE COLTURE EFFETTIVAMENTE PRATICATE Il dispositivo della sentenza ha, in particolare dichiarato incostituzionale l’art. 40 del Dpr. 327/2001 (Testo unico sugli espropri) commi 2° e 3°. É stato invece salvato il comma 1° del predetto art. 40, il quale, con riguardo alle aree effettivamente coltivate, prevede che l’indennizzo debba essere determinato tenendo conto delle colture effettivamente praticate sul fondo e del valore dei manufatti edilizi legittimamente realizzati, anche in relazione all’esercizio dell’azienda agricola, senza valutare la possibile o l’effettiva utilizzazione diversa da quella agricola. Secondo la Corte Costituzionale, infatti, il riferimento letterale alle colture effettivamente praticate (leggasi “indirizzo produttivo”) e all’azienda agricola, consentirebbe un’interpretazione co- Terra e Vita 21 SUSCETTIVITÀ EDIFICATORIE Quando c’era il VAM, le suscettività edificatorie che caratterizzavano una proprietà fondiaria espropriata, venivano sistematicamente frustrate e il problema non si poneva. Oggi questo aspetto, alla luce della sentenza 181/2011, è oggetto, invece, di animate discussioni nei Collegi Tecnici Arbitrali. L’ art. 32 del Dpr. 327/2001 prevede che, salvi i criteri specifici previsti dalla legge, il bene espropriato debba essere indennizzato in base alle caratteristiche da esso possedute alla data del suo trasferimento alla mano pubblica. Tale norma sottintende che l’indennità debba rispecchiare interamente il valore economico che il bene assume sul mercato, alla luce delle sue condizioni giuridiche e fattuali. Questo articolo è indubbiamente aderente ai principi espressi dalla nostra Consulta nella sentenza n.181/2011. Resta da stabilire se in base alla sentenza della nostra suprema Corte possa risultare valorizzata, ai fini della determinazione dell’indennità di espropriazione, anche la vocazione edificatoria delle aree espropriate. Cioè la possibilita che dette aree, in un futuro più o meno lontano, possano divenire edificabili. Si tratta sempre di aree periurbane che se valutate come semplici aree agricole non esprimerebbero a pieno la loro reale potenzialità economica. Il Testo unico sulle espropriazioni però considera solo aree legalmente edificabili ed aree che non lo sono, mentre il mercato fondiario quota maggiormente le aree periurbane agricole, senza annoverarle, a tutti gli effetti, fra le aree edificabili. Cosa è giusto fare? Se non consideriamo questo plusvalore fondiario, priviamo il proprietario di un equo indennizzo, perché il suo bene ha indubbiamente un valore di mercato superiore al valore agricolo, se per contro, attribuiamo un valore fabbricativo a terreni che ancora non posseggono urbanisticamente tale qualità, riconosciamo un plusvalore discutibile e in pratica, difficilmente identificabile, come tale. È parere dello scrivente che debba essere il mercato la linea guida da seguire. Se dobbiamo valutare una proprietà fondiaria periurbana, con suscettività edificatorie, tale proprietà dovrà essere confrontata con prezzi di mercato di fondi simili (comparables) sempre prossimi al centro urbano e contraddistinti da similari plusvalori. Il mercato, infatti, quota queste aree sensibilmente di più delle aree agricole, per le aspettative che le contraddistinguono, data la loro vicinanza al centro urbano. Tale quotazione però è quella che contraddistingue un’area non edificabile e quindi superiore alla quotazione agricola, ma ben lontana da quella che caratterizza un’area fabbricabile vera e propria. stituzionalmente orientata della norma che, prescindendo dai valori tabellari, (ormai cancellati dall’ordinamento) consentisse al giudice di determinare l’indennizzo, in aderenza alle caratteristiche effettive del fondo espropriato. Nei box a corredo dell’articolo è riportata una casistica pratica ricorrente negli espropri, raffrontandola, caso per caso, con il regime espropriativo precedente, ora abrogato (Vam). Oggi, finalmente, le procedure 22 Terra e Vita [ LEGGI, LAVORO E FISCO ] n. 17/2014 29 aprile 2014 INDENNIZZO PER DANNI PATRIMONIALI Quando un’autostrada attraversa una media azienda con un fronte di 60-70 metri di larghezza spesso annulla il suo valore patrimoniale, distrugge l’impresa agraria e trasforma una proprietà integra ed efficiente in reliquati informi, contraddistinti da esubero di fabbricati produttivi inutilizzabili e per di più costringe l’imprenditore a spendere per sopravvivere (riassetto idraulico-agrario post esproprio). In simili drammatiche situazioni, in regime di VAM, il proprietario espropriato perdeva la proprietà e veniva indennizzato, men che simbolicamente, in base al valore tabellare del terreno espropriato. Oggi in base alla sentenza 181/2011 quando una proprietà fondiaria è oggetto di esproprio parziale e di scorporo fondiario, per determinare l’indennità d’esproprio si deve applicare, invece, il così detto valore complementare. Il valore complementare si ottiene dalla differenza tra due valori di mercato: valore della proprietà ante esproprio, nella sua primitiva integrità e valore di mercato della parte residua. Entrambi i suddetti valori si riferiscono a unità fondiarie supposte in perfetto assetto funzionale. La differenza tra i due valori di stima, identifica appunto il danno patrimoniale ricercato, relativo, sia alla superficie espropriata, che alla divisione fondiaria permanente subita. Il problema, sotto il profilo estimativo è solo apparentemente semplice, in realtà è fonte di accese discussioni in seno ai Collegi Tecnici Arbitrali. Qualche collega professionista, infatti, si ostina a sostenere un’impostazione estimativa “scolastica” che considera il danno patrimoniale ottenuto applicando il valore complementare, onnicomprensivo. Si tratta però, secondo lo scrivente, di un’iniqua e frettolosa approssimazione alla realtà, non certo condivisibile. Con l’applicazione del valore complementare, infatti, si ipotizza un raffronto fra il valore venale del fondo ante e post esproprio, supposti entrambi in perfetto assetto funzionale. In pratica si osserva, però, che un proprietario espropriato, per rendere nuovamente funzionale la porzione fondiaria residua della sua proprietà, dovrà sopportare delle spese di riassetto fondiario e dovrà subire, nel contempo, perdite reddituali conseguenti allo scorporo fondiario imposto. Entrambi questi aspetti devono essere considerati. Si tratta di spese per turbative fondiarie rimediabili (es. riassetto idraulico-agrario del fondo e ripristino della viabilità intrapoderale) o turbative non rimediabili, con conseguenti perdite reddituali (es. aggravio nei tempi di lavoro, nei percorsi e nei costi colturali, tare improduttive e produttive, ecc.). Queste voci non possono essere conglobate nel minor valore della porzione fondiaria residua, post esproprio, perché il mercato fondiario non riesce certo a percepire l’entità e la consistenza delle suddette anomalie indotte ed è evidente che le stesse debbano essere stimate a parte, altrimenti si prive rebbero i proprietari espropriati di equi indennizzi. INDENNIZZO PER DANNI AMBIENTALI Oggi la grande distribuzione (catene di supermercati) impone la tracciabilità ai produttori ortofrutticoli, con severe ispezioni in campo e rifiuta le produzioni ottenute a meno di 500 metri di distanza dalle autostrade o da strade d intenso traffico, a meno che non siano poste in atto valide misure di salvaguardia dall’inquinamento autostradale. Un’azienda ortofrutticola espropriata da un’autostrada quindi per continuare a produrre in maniera remunerativa, cioè con un ampio orizzonte commerciale come quello assicurato dalla grande distribuzione, dovrà difendersi nel miglior modo possibile dall’inquinamento, per non decadere a proprietà marginale ad indirizzo estensivo. Occorrerà quindi programmare e realizzare misure di salvaguardia ambientale che diano le migliori garanzie antinquinamento possibili. Il più avanzato stato dell’arte, in questo senso, lo notiamo nei progetti autostradali più moderni ed attenti alla salvaguardia ambientale antinquinamento, messi in atto per preservare indirizzi produttivi d’alto reddito (Alto Adige). In questi casi si consiglia una fascia di rispetto limitrofa alla sede autostradale, costituita da una fitta e alta barriera sempreverde a filare, per contenere copiose scie d’aerosol inquinanti. La densa coltre verde arborea, nel suo massimo sviluppo, infatti, formerà barriere praticamente impenetrabili, a protezione delle coltivazioni frutticole da preservare. Soluzioni di questo tipo sono sempre accettate, dalla grande distribuzione, in alternativa all’isolamento di 500 metri. Si tratta però di una spesa conseguente all’esproprio (costo della barriera e mancati redditi relativi alla striscia perennemente asservita) finalizzata a garantire, la salvaguardia delle produzioni aziendali attuali, e come tale dovrà essere riconosciuta e rimborsata. Sono indubbiamente aspetti nuovi che in seno ai Collegi Tecnici destano oggi inevitabili perplessità, così come è accaduto con le prime barriere autostradali antirumore, ma che per gli indirizzi d’alto reddito dovranno essere considerati. n. 17/2014 29 aprile 2014 [ LEGGI, LAVORO E FISCO ] Terra e Vita 23 INDENNIZZI PER DANNI ALL’IMPRESA In regime di VAM i rigidi schematismi imposti non contemplavano la stima dei danni da esproprio alle imprese agrarie e ci si limitava solo a definire il valore tabellare delle superfici espropriate. L’esproprio e lo scorporo fondiario però possono arrecare pesanti danni anche alle imprese agrarie. Si consideri, ad esempio, una proprietà fondiaria ad indirizzo zootecnico intensivo, che espropriata e scorporata parzialmente, potrà risultare danneggiata, sia nel suo patrimonio fondiario, che nella sua attività d’impresa. Infatti, la riduzione di superficie fondiaria indotta, si ripercuoterà sulla stalla e sull’attività di trasformazione relativa (numero di capi allevabili, produzioni zootecniche e potenzialità di smaltimento liquami). Questa attività di trasformazione è caratterizzata, com’è noto, espropriative del nostro Paese sono simili a quelle europee, con indennizzi indubbiamente più adeguati ai sacrifici imposti ai proprietari. da forte rigidità, ed è facilmente dimostrabile che la soluzione più razionale ed economica per rimediare allo sconvolgimento indotto nell’assetto d’impresa, sia affittare dei terreni per ripristinare la superficie originaria, ante esproprio. L’indennizzo è costituito dalla capitalizzazione del reddito netto perso (costo presunto dell’affitto del terreno necessario per la produzione di foraggi e lo smaltimento liquami) per la durata economica residua della struttura zootecnica. Pare giusto considerare un tempo finito e pari alla durata economica residua della struttura zootecnica aziendale, perché l’indennizzo non è da confondere con una rendita infinita, intesa in senso finanziario. Anche questo danno non può certo essere conglobato nel minor valore fondiario post esproprio, ma deve essere sti mato, a parte, e riconosciuto al titolare dell’impresa. Nei Collegi Tecnico Arbitrali oggi si stimano i valori venali dei beni oggetto d’esproprio, senza assurdi automatismi tabellari, in base alle condizioni giuridiche e fattuali di ogni proprietà, ottenendo così equi indennizzi proporzionali ai danni realmente sofferti, co me succede in tutt’Europa. 24 Terra e Vita [ LEGGI, LAVORO E FISCO ] n. 17/2014 29 aprile 2014 Bruciare rami e ramaglie è reato, ma non per tutti Se dagli enti locali arrivano norme “diverse” da quelle nazionali DI FRANCESCO MARIO AGNOLI L’ antica pratica agricola di bruciare nei campi stoppie, ramaglie, avanzi di potature, residui vegetali in genere, è stata sempre circondata da alcune cautele per il timore che, sfuggendo al controllo, potesse divenire causa d’incendi. Ma la si è sempre ritenuta un’attività lecita. Da qualche anno non è più questione del pericolo d’incendio, perché la stessa pratica ha assunto, di per sé, in quanto tale, rilevanza penale, dapprima come contravvenzione, comunque sanzionata anche (in via alternativa) con pena detentiva, per divenire poi, in un crescendo wagneriano, un vero e proprio delitto, che comporta la reclusione da due a cinque anni. RIFIUTI O MATERIA PRIMA SECONDARIA? Il problema è se i residui provenienti da attività di disboscamento, potatura, raccolta, pulizia di boschi, campi, giardini, aree verdi ecc. integrino la nozione di “rifiuto” di cui all’art. 183, co. 1, lett. a) del Dlgs. n. 152/2006 (“qualsiasi sostanza od oggetto che rientra nelle categorie riportate nell’allegato A alla parte quarta del presente decreto e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi”) e vadano come tali trattati. La risposta positiva è contenuta nel cosiddetto “Codice ambientale” (Dlgs. n. 152/2006), che all’art. 184 classifica come “urbani” i “rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali” (comma 2/lettera e) e come “speciali” “i rifiuti da attività agricole e agro-industriali ai sensi e per gli effetti dell’art. 2135 cod. civ.” (comma cenere fra i “prodotti secondari”, che l’art. 181bis escludeva dall’ambito dei rifiuti, purché in possesso delle caratteristiche da determinarsi con decreto del ministro dell’Ambiente di concerto con la Salute e lo Sviluppo economico. LA GIURISPRUDENZA 3/lettera a). Dal momento che viene richiamato l’art. 2135 del codice civile, che disciplina le attività agricole, non vi è dubbio a quali residui di lavorazione si faccia riferimento. In via di principio si tratta, quindi, di “rifiuti” nel senso proprio del termine, che debbono essere smaltiti secondo le apposite procedure previste, a seconda della loro classificazione (urbani o speciali), che nel caso si fonda, più che sulla loro natura, sulla loro provenienza (giardini, aree verdi urbane, parchi, cimiteri oppure imprese agricole). Da parte dei produttori agricoli contravvenzionati per avere bruciato stoppie e ramaglie sui loro campi con l’intento poi di utilizzare la cenere per la concimazione dei campi si è tentato di fare ricorso o all’art. 183 del Codice ambientale, che fra le altre cose prevede la possibilità della prevenzione, cioè di misure adottate per evitare che “una sostanza, un materiale o un prodotto diventi rifiuto” ad esempio “attraverso il riutilizzo dei prodotti o l’estensione del loro ciclo di vita”, o, più spesso, di includere la L’art. 181 bis è stato abrogato dal Dlgs. n. 205/2010, ma già nella sua vigenza la giurisprudenza, nella scelta fra la qualificazione di “rifiuto” e quella di “materia prima secondaria riutilizzata in settori produttivi diversi senza pregiudizio per l’ambiente”, propendeva per il rifiuto con conseguente definizione dell’abbruciamento di stoppie e ramaglie quale reato di smaltimento non autorizzato di rifiuti speciali non pericolosi di cui all’art. 256, co. 1, lett. a), Dlgs. n. 152/2006. In tal senso, in un caso di taglio di alberi con conseguente bruciatura di rami, si è pronunciata, confermando la decisione dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello di Trento) con la sentenza n. 46213/2008 la Corte di Cassazione, che, per escludere la riutilizzabilità delle ceneri in un processo produttivo, si è data cura di precisare che la loro utilizzazione come concime naturale non trova riscontro nelle attuali tecniche di coltivazione. Con il Dlgs. n. 205/2010 il legislatore intendeva forse venire incontro a una parte delle istanze dei produttori agricoli attraverso una più puntuale distinzione fra rifiuto e sottoprodotto o materia prima secondaria di provenienza agrico- n. 17/2014 29 aprile 2014 la. È stato così introdotto nel “Codice ambientale” un nuovo articolo (184/bis) ed è stato modificato il testo dell’art. 185 per escludere dalle procedure di smaltimento rifiuti “paglia, sfalci e potature, nonché altro materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso utilizzati in agricoltura, nella selvicoltura o per la produzione di energia da tale biomassa mediante processi o metodi che non danneggino l’ambiente né mettono in pericolo la salute umana”. Ne è risultato però un aggravamento per quanto riguarda la pratica dell’abbruciamento, in quanto ne deriva, al contrario, che in questo caso paglia, ramaglia ecc. continuano a essere considerati “rifiuti” o comunque a essere sottoposti ai processi di smaltimento per questi previsti dal momento che ardendoli non si produce energia (nel senso voluto dalla legge, anche se il fuoco è indubbiamente una forma - spesso terribile – di energia) e nemmeno si ottiene un prodotto utilizzabile in agricoltura se si accede alla tesi della Cassazione (per il vero molto discutibile), che esclude dalla buona tecnica agraria l’impiego delle ceneri come concimante naturale. IL DECRETO TERRA DEI FUOCHI Su questa situazione si è innestato, aggravandola per quanto riguarda la natura del reato (da contravvenzione a delitto) e la misura della pena, il Dl. n. 136/2013 (convertito con L. n. 6/2014). Questo provvedimento, nell’intento di reprimere le vicende criminose e dannose dal punto di vista ambientale, della cosiddetta “Terra dei fuochi”, in Campania, ha introdotto nel Codice ambientale il nuovo reato di “Combustione illecita di rifiuti” che, nella sua ipotesi base (sono previste aggravanti e +sanzionate altre attività connesse), punisce con la reclusione da due a cinque anni “chiunque appicca il fuoco a rifiuti abbandonati ovvero depositati in maniera incontrollata in aree non autorizzate” (va meglio per i rifiuti vegetali “urbani”, provenienti cioè da giardini, aree verdi, cimiteri, che se la cavano con una pur robusta sanzione pecuniaria di natura amministrativa). [ LEGGI, LAVORO E FISCO ] TERRITORIO Regioni e Comuni Vale il fai da te Terra e Vita 25 L a gravità delle sanzioni che colpiscono in tal modo gli agricoltori rimasti fedeli a una pratica supportata da una secolare tradizione ha determinato già prima del provvedimento “Terra dei fuochi” e in misura ancora maggiore dopo la sua entrata in vigore, l’intervento degli enti locali, in particolare Regioni e Comuni. Così in Lombardia si è ribadito che la combustione all’aperto di materiale di origine vegetale è vietata nel periodo che va dal 15 ottobre al 15 aprile (periodo di maggiore criticità per l’inquinamento atmosferico), così implicitamente, ma necessariamente ammettendola negli altri periodi. La Liguria ha espressamente escluso che i residui vegetali vadano classificati come rifiuti e ne ha consentito l’“abbruciamento controllato, nel rispetto delle norme per la prevenzione degli incendi”. Dopo il varo del decreto “Terra dei fuochi”, sono intervenute la Regione Sicilia per consentire, con determinate cautele, la bruciatura dei residui vegetali, e la Regione Veneto con un apposito disegno di legge, che affida ai Comuni il compito di disciplinare con i propri regolamenti di polizia rurale “la combustione controllata sul luogo di produzione dei residui vegetali”. In altri casi si è proseguito nell’applicazione dei regolamenti locali. È il caso, in Toscana, del Comune di Massa, il cui Regolamento del verde pubblico e privato prevede che per bruciare scarti derivanti da attività agricole e di giardinaggio si debba richiedere al Sindaco un’autorizzazione con domanda F.M.A. in carta semplice. CONFLITTI DI COMPETENZA I produttori agricoli e le loro associazioni hanno accolto con favore gli interventi di alcuni enti locali, Regioni e Comuni, che hanno cercato di venire incontro alle esigenze degli agricoltori (vedi box). Rimane tuttavia il contrasto, indubbiamente grave sotto vari profili a cominciare dalla certezza del diritto, fra questi provvedimenti regionali e una legge nazionale, che deve necessariamente prevalere tanto più che nella maggioranza dei casi i provvedimenti locali hanno natura amministrativa. Problema che comunque permane, anzi si aggrava per la maggiore difficoltà di individuare la normativa effettivamente applicabile, quando, come nel caso del Veneto, la Regione interviene con una propria legge. Difatti l’art. 117 della Costituzione attribuisce sì alle Regioni la potestà legislativa in materia agricola, ma provvedimenti di questo ge- nere (in particolare quello della “Terra dei fuochi”) coinvolgono anche aspetti di legislazione concorrente Stato-Regioni (salute e sanità) o addirittura di competenza esclusiva dello Stato. Basti pensare, per quest’ultimo punto, al provvedimento riguardante la “Terra dei fuochi”, che ha motivazioni, oltre che ambientali, di ordine pubblico e sicurezza, e alla conseguente difficoltà di ammettere la legittimità di un intervento modificativo della Regione più di ogni altra interessata, la Campania, alla quale tuttavia non potrebbe essere negata la relativa competenza legislativa qualora la si riconosca alle altre Regioni. Se n’è mostrato perfettamente consapevole il governatore del Veneto, Luca Zaia, che, pur promuovendo il varo di una legge regionale, si è augurato che il governo si affretti a «proporre una legge nazionale per evitare di complicare inutilmente la vita alla gente». 26 Terra e Vita [ LEGGI, LAVORO E FISCO ] n. 17/2014 29 aprile 2014 FILO DIRETTO CON L’ESPERTO Ok all’attività extragricola se limitata e non prevalente Sia in termini di reddito che di tempo impiegato S ono iscritto all’Inps come coadiuvante nell’azienda agricola di proprietà di mio padre di circa 15 ettari coltivati a frutteto e seminativi. Suppongo, in quanto nel quesito non è scritto, che il lettore sia iscritto nella gestione Inps lavoratori autonomi nella posizione Cd come coadiuvante del padre e che voglia effettuare saltuariamente attività di lavoratore dipendente. Se è così, debbo dire che l’Inps ha trattato le questione nella circolare 177/2003. La L. n. 9/63 all’art. 2, 2° comma, introduce, ai fini della valutazione dei requisiti per l’iscrizione alla gestione, il criterio della “prevalenza” nella parte in cui recita: “il requisito dell’abitualità nella diretta e manuale coltivazione dei fondi e nell’allevamento --omissis --si ritiene sussistente quando i soggetti --omissis..si dedicano in modo esclusivo o almeno prevalente a tali attività”. Nel successivo 3° comma la norma precisa: “per attività prevalente, ai sensi di cui al precedente comma, deve intendersi quella che impegni il coltivatore diretto e il mezzadro o colono per il maggior periodo di tempo nell’anno e che costituisca per essi la maggiore fonte di reddito”. È di tutta evidenza che la norma appare più restrittiva rispetto alla precedente dizione dell’art. 1 della citata L. n. 1047/57 perché presuppone il perfezionamento del requisito per l’iscrizione alla gestione non più sulla base di un criterio “semplicistico” di abitualità, bensì tenendo presente due ordini di fattori a valenza annuale: - tempo impiegato nell’azienda; - fonte di maggior reddito che deve derivare dall’attività esercitata in azienda. Poiché la L. n. 9/63 non definisce il reddito derivante da attività agricola da valutare ai fini della prevalenza, finora si è È possibile svolgere saltuariamente attività di lavoratore dipendente ad es. come lavoratore interinale, o a tempo determinato presso un’azienda? R.F. - email ritenuto di poterlo identificare nel solo reddito agrario secondo una consuetudine e una prassi consolidata nell’operato dell’ex SCAU. Conseguentemente a ciò possiamo dire che l’attività lavorativa esterna non è preclusa ma dovrà essere limitata e non prevalente sia in termini di reddito che di tempo impiegato (giornate retribuite). Per una quantificazione soggettiva dei limiti operativi consigliamo di rivolgersi a un patronato. Luciano Boanini COLLABORAZIONE FAMILIARE Contemporanea a lavoro dipendente: si presume sia “occasionale” Sono figlio di un coltivatore diretto in pensione e conduco l’azienda di famiglia (circa 20 ha) con l’aiuto di mio padre e dei miei fratelli. Mio padre continua a pagare i contributi Inps ed è formalmente il conduttore dell’azienda. Io “vorrei” essere riconosciuto come coadiuvante/collaboratore familiare, anche per rappresentarlo nelle associazioni cooperative dove conferiamo i prodotti agricoli. Sono dipendente a tempo indeterminato presso un’azienda metalmeccanica. Ho già sottoposto il mio caso all’associazione di categoria cui mio padre è iscritto, fornendo loro anche gli estremi di una circolare del ministero del Lavoro (n. 37/0010478 del 10/6/2013) la cui interpretazione ci vede discordi. Ritengo che il mio caso non sia isolato in quanto l’età dei Cd proprietari di piccoli poderi aumenta e la redditività non permette ai più di lasciare un lavoro dipendente per assumere la conduzione dell’azienda. È coltivatore diretto colui che svolge l’attività di coltivazione materiale del fondo, con abitualità e prevalenza, per impegno lavorativo e reddito ricavato (artt. 1 e 2 L. 1047/57). Ai sensi dell’art. 2 della L. 9/63, il requisito dell’abitualità si ritiene sussistere quando l’attività sia svolta in modo esclusivo o prevalente, intendendosi per attività prevalente quella che occupi il lavoratore per il maggior periodo di tempo nell’anno e costituisca la maggior fonte del reddito. Relativamente ai requisiti di cui sopra, così si esprime la giurisprudenza: “Presupposti per l’iscrizione negli elenchi dei coltivatori diretti sono, in primo luogo, la diretta, abituale e manuale coltivazione del fondo ovvero il diretto ed abituale allevamento e governo del bestiame, dovendosi intendere realizzato il requisito dell’abitualità quando le suddette attività vengano svolte in modo esclusivo o almeno prevalente, e cioè quando [ LEGGI, LAVORO E FISCO ] n. 17/2014 29 aprile 2014 esse impegnino il coltivatore per il maggior periodo di tempo nell’anno e costituiscano la sua maggior fonte di reddito. È necessario altresì che l’effettiva prestazione di lavoro del coltivatore non sia inferiore a un terzo di quella occorrente per le normali necessità delle coltivazioni del fondo e per l’allevamento e il governo del bestiame e che la lavorazione del fondo richieda un fabbisogno di manodopera non inferiore a 104 giornate lavorative annue, da intendersi come numero mino di giornate lavorative prestate dal coltivatore”. Così la cassazione, con sentenza n. 4810/95, sui requisiti di cui all’art. 3 della L. n. 9/63. Per inciso, la circolare ministeriale del 10/6/2013 (n. 37 del ministero del Lavoro) ben chiarisce che la contemporanea sussistenza di rapporti di collaborazione familiare e lavoro dipendente presso terzi genera una presunzione di “occasionalità” della collaborazione, presunzione che può essere vinta con la prova contraria, che, peraltro nel caso del lettore, dovrebbe comunque portare a dimostrare la sussistenza della “prevalenza” dell’attività agricola sull’attività subordinata, sia per il requisito del tempo che del reddito. Massimo Mazzanti NUOVA ATTIVITÀ L’allevamento di cani è a tutti gli effetti un’attività agricola Vorrei aprire un allevamento di cani, possiedo un terreno di mq 3.500, con destinazione agricola. Vorrei sapere l’iter da seguire, e se esistono dei finanziamenti. “Non sono comunque imprenditori agricoli gli allevatori che producono nell’arco di un anno un numero di cani inferiore a quello determinato, per tipi o per razze, con decreto del ministro dell’Agricoltura e delle foreste ...” (art. 1, comma 3). Con il successivo Dm. del 28/1/94, è stato disposto che: “Non sono imprenditori agricoli gli allevatori che tengono in allevamento un numero inferiore a cinque fattrici e che annualmente producono un numero di cuccioli inferiore a trenta unità”. Dopo aver inquadrato l’attività dal punto di vista normativo, sarà necessario aprire una p. Iva e rispettare tutti i conseguenti adempimenti di carattere amministrativo, fiscale ecc., nonché di carattere sanitario previsti dal servizio veterinario dell’Usl di competenza. Per quanto concerne, infine, i finanziamenti, è opportuno verificare se si può adire a qualche misura del Psr. Rosaria Traverso DOPPIA ATTIVITÀ La doppia contribuzione è da rapportarsi alle varie gestioni Un lavoratore dipendente (pubblico o privato) a tempo indeterminato che apre una ditta individuale agricola (con p. Iva e Cciaa spec. agricola) è obbligato a iscriversi anche alla gestione previdenziaDECRETO 28 GENNAIO 1994 le Inps agricola? In ossequio alla L. n. 349/93, il lettore potrà aprire un’attività agricola “Definizione di “imprenditore agricolo”, ai senex art. 2135 c.c. dedi- si dell’art. 2, comma 3, della legge 23 agosto ta all’allevamento, 1993, n. 349, recante: “Norme in materia di atti- Il tema della alla selezione e al- vità cinotecnica” (G.U. n. 40 del 18/2/1994). doppia attività, e l’addestramento di correlativamente cani. della doppia contribuzione, rispetto alle Infatti, l’attività cinotecnica è a tutti gli professioni agricole, è da rapportarsi alle effetti, grazie alla legge succitata, un’attivarie gestioni. In generale, tre sono le vità agricola purché “i redditi che ne deriprincipali fattispecie: vano siano prevalenti rispetto a quelli di altre - coesistenza di un rapporto di lavoro attività economiche non agricole svolte dallo pubblico o privato e un’attività di lavoro stesso soggetto” (art.1, co. 1). agricolo subordinato, * Terra e Vita 27 - coesistenza di un rapporto di lavoro pubblico e privato e un’attività di lavoro agricolo autonomo (Cd o Iap) o imprenditoriale agricola; - coesistenza di un rapporto professionale e un’attività imprenditoriale agricola. Per il primo gruppo di casistiche vige, in generale, un principio che si fonda sulle norme codicistiche (artt. 2104- 2105 c.c.) in tema di diligenza, fedeltà e concorrenza; il lavoro pubblico è incompatibile con l’esercizio di altri rapporti privatistici. Per quanto attiene il lavoro privato, la coesistenza è possibile previa autorizzazione, dovendosi peraltro ipotizzare la trasformazione degli eventuali rapporti a tempo indeterminato in part–time. Più semplice la coesistenza di rapporti a termine. In ipotesi di coesistenza si avrà una doppia contribuzione Inps. Venendo alla seconda fattispecie, la coesistenza tra rapporti di lavoro ed esercizio dell’impresa è meno complessa salvo per i dipendenti pubblici: per questi infatti, è ipotizzabile la coesistenza dei due ambiti lavorativi purché l’attività d’impresa, anche agricola, non sia prevalente; in ogni caso l’attività può essere svolta previa autorizzazione del datore. La mancanza di prevalenza non fa insorgere l’obbligo assicurativo Inps. In merito ai requisiti del Cd si vedano i quesiti precedenti. Per quanto riguarda lo Iap invece tre sono i requisiti richiesti: professionalità; tempo dedicato; reddito ricavato (fonte principale). Qualora il soggetto eserciti contemporaneamente più attività, è ne- [ LEGGI, LAVORO E FISCO ] cessario, quindi, determinare quale sia l’attività prevalentemente esercitata in riferimento al tempo e al reddito ricavato. Sulla base della prevalenza si avrà l’obbligo della contribuzione Inps agricola. In caso di coesistenza tra un’occupazione a tempo parziale subordinata e la prevalente attività agricola si avrà una doppia iscrizione previdenziale e una doppia contribuzione. Relativamente alla terza e ultima casistica, sempre fatto salvo il criterio della prevalenza, si dovrà far riferimento alle regole di ogni singolo ordine professionale. A puro titolo esemplificativo, si osserva come l’avvocato non possa esercitare l’attività agricola se effettuata a livello di Iap. Un recente provvedimento del Consiglio nazionale forense (CNF) ha stabilito l’incompatibilità tra l’esercizio dell’avvocatura e la qualifica di Iap. Secondo il CNF, al piccolo imprenditore agricolo manca “quel quid pluris, rappresentato, ad es., da un’organizzazione aziendale molto articolata, o dallo smercio di prodotti chiaramente eccedenti quelli prodotti dal fondo, o, anche, da una rilevante trasformazione del prodotto naturale, da cui si possa arguire che il carattere predominante dell’attività intrapresa è l’esercizio del commercio, anziché il mero sfruttamento delle risorse terriere”. Massimo Mazzanti ATTIVITÀ CONTO TERZI Possibile se resta nei limiti di un’attività agricola connessa di servizi Sono titolare di un’azienda agricola. Posso svolgere attività di conto terzi presso un’altra azienda agricola molto più grande? Per rimanere nell’ambito agricolo, e non ricadere in quello artigianale/commerciale, il lettore dovrebbe svolgere l’attività di conto terzi nei limiti di un’attività agricola connessa di servizi; è tale, secondo la definzione dell’art. 2135 c.c., l’attività diretta alla fornitura di beni o servizi mediante l’utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell’azienda normalmente impiegate nell’attività agricola esercitata. Pertanto, è necessario che siano utilizzate prevalentemente attrezzature o risorse che normalmente sono impiegate nell’attività agricola princi- n. 17/2014 29 aprile 2014 Foto Concorso Fata 2009 di Christian Devers 28 Terra e Vita pale. Ciò significa che è possibile avvalersi anche di attrezzature utilizzate esclusivamente per la prestazione di questi servizi, ma è necessario che le attrezzature normalmente impiegate nell’attività agricola siano prevalenti, con riguardo al fatturato ottenuto dall’impiego di ogni attrezzatura (circ. n. 44/E del 15/11/2004 agenzia delle Entrate); inoltre, nell’effettuare tale confronto, non si devono includere tra le attrezzature normalmente impiegate nell’attività agricola beni le cui potenzialità siano sproporzionate rispetto all’attività agricola svolta o che non sono necessari allo svolgimento della stessa. In ogni caso, l’attività di fornitura di servizi non deve assumere per dimensione, organizzazione di capitali e risorse umane, il carattere di attività principale. Dal punto di vista della tassazione, le attività connesse di servizi sono tassate in modo forfettario: Irpef: è tassato il 25% dei corrispettivi; Iva: l’imposta dovuta è pari al 50% dell’Iva applicata alle operazioni attive; Scritture contabili: devono essere tenuti i registri previsti dalle norme Iva. Barbara Segato PENSIONATO Le somme percepite per la pensione non rientrano nel reddito da lavoro Un pensionato di 82 anni detiene terreni agricoli (noccioleto) di circa 7.000 mq in area montana. È titolare di p. Iva e in regime di esonero e non è iscritto nel Registro imprese. Nel periodo della raccolta si avvale di quattro braccianti per un totale di circa 200 giornate lavorative. Deve essere iscritto alla gestione Inps dei Cd e nel Registro imprese? Il fatto che non presti direttamente attività lavorativa nel fondo ha delle implicazioni? Per i lavoratori autonomi agricoli che rivestono la qualifica di Cd o Iap sono previsti specifici obblighi contributivi obbligatori. Nel quesito non è chiaro se il lavoro svolto per la coltura del fondo sia effettuato esclusivamente o prevalentemente da braccianti non facenti parte del nucleo del coltivatore. In caso affermativo, mancherebbe il requisito della coltivazione diretta del fondo. Un obbligo contributivo potrebbe essere sussistente anche qualora il lettore fosse assimilabile a un Iap. Con riferimento al quesito si precisa che le somme percepite a titolo di pensione non vanno computate nel reddito da lavoro (viene considerato quello dichiarato ai fini fiscali). Peraltro, per le aziende ubicate in zone svantaggiate o zone montante, la soglia di reddito rilevante è abbassata al 25%. Con riferimento all’obbligo di iscrizione nel Registro delle imprese è previsto l’esonero nel caso di volume d’affari non superiore a € 7.000. Luca Andretta DOVE INVIARE I QUESITI New Business Media Srl Piazza Galileo Galilei, 6 - 40123 Bologna fax: 051-6575856 e-mail: [email protected] n. 17/2014 29 aprile 2014 [ ATTUALITÀ/REGIONI ] PIEMONTE Coinvolte 7.800 aziende su 850 ettari Schedario vitivinicolo, riassegnati i primi diritti di reimpianto I l Piemonte approva l’aggiornamento dello schedario vitivinicolo regionale e riassegna i primi diritti di reimpianto: si chiude così un percorso avviato e concordato nel 2011 con cui si prevedeva, a fronte dell’obbligo comunitario di allineare le superfici vitate al Gis, un percorso volto a recuperare i diritti di reimpianto eventualmente persi con la rideterminazione delle superfici e la riassegnazione del diritto all’impresa agricola medesima. Un lavoro non semplice: ogni vigneto storicamente presente negli archivi cartacei, al tempo misurato coi sistemi tradizionali, è stato sottoposto a un procedimento di rideterminazione, appunto con l’ausilio del gis, e in ottemperanza alle nuove regole comunitarie. Sono 850 gli ettari di vigneto riassegnati a oltre 7.800 aziende; i restanti lo saranno nei successivi 120 gior- ni, fino a raggiungere una superficie di oltre 1.400 ha. «Il piano operativo concordato con le organizzazioni agricole – commenta l’assessore regionale all’agricoltura Claudio Sacchetto – prevedeva che i diritti derivanti da misurazioni precedenti rimanessero a disposizione delle aziende per evitare alle stesse di perdere diritti di reimpianto dopo averli acquistati in passato, senza avere alcuna responsabilità in quanto gli stessi derivavano da misurazioni effettuate dalle pubbliche amministrazioni. Il completamento del piano operativo ci consente di mantenere il potenziale vitivinicolo piemontese intatto, anche a seguito dell’allineamento Gis, dando alle imprese le superfici perse con lo stesso». Jacopo Fontaneto PIEMONTE Un prodotto monoflorale di acacia Terra e Vita 29 LOMBARDIA Colpiti prodotti orticoli e kiwi Grandinata sui campi del Mantovano P ioggia di chicchi di ghiaccio sui campi del Mantovano al confine con il Cremonese. Coinvolta la zona a sud est della regione. Secondo una rilevazione della Coldiretti Lombardia, le fasce maggiormente colpite sono state attorno a Viadana, nell’alto Mantovano e nei prezzi di Goito. Coinvolti campi con piantine di pomodoro, di meloni, di angurie e nei frutteti di kiwi. L’area dei comuni di Viadana, Commessaggio e Sabbioneta – spiega la Coldiretti Lombardia – ha subìto lievi danni alle colture orticole e frutticole. A Volta Mantovana e Roverbella la grandine ha creato qualche problema al kiwi, danneggiando le foglie. Sui campi di Rivalta e Ceresara (zona goitese) la grandinata è stata intensa ma per fortuna con chicchi molto piccoli. T.V. FRIULI-VENEZIA GIULIA Un’attività della Cciaa Promozione e internazionalizzazione N NORD ell’ambito delle attività di promozione del comparto agroalimentare friulano (produzione e trasformazione di prodotti alimentari), la Camera di Commercio di Udine ha organizzato una due giorni a Vienna (il 21 e 22 maggio), con l’obiettivo di favorire i processi di internazionalizzazione delle imprese e promuovere il territorio friulano, sensibilizzando il bacino di potenziali clienti finali. La vicinanza di questo Paese con il Friuli Vg rende questo mercato molto appetibile. Anche i dati sull’andamento del mercato sono incoraggianti: nel 2013 il Pil austriaco si è attestato intorno a un +0,4% e per il 2014 si prevede una crescita dell’1,6%. Adriano del Fabro LIGURIA Domande aperte fino al 30 giugno Arriva la dop per il Miele Varesino Riapertura bandi Psr 2007-2013 I l Miele Varesino è Dop: notizia attesa per uno dei prodotti più rappresentativi della provincia prealpina. Il risultato consente di portare a 262 il numero delle Dop e Igp italiane registrate in ambito comunitario, rinsaldando la posizione di primato del Paese. Come riporta il disciplinare, il “Miele Varesino” è un miele monoflorale di acacia a elevato grado di purezza. Il miele è peculiarmente liquido e presenta un colore chiaro, da trasparente a giallo paglierino, un odore leggero e delicato, privo di odori marcati e un sapore molto dolce. La zona geografica di produzione si estende ai piedi delle Alpi, tra i fiumi Ticino ed Olona e tra i laghi Maggiore e di Lugano e corrisponde alla Provincia di Varese. J.F. A ncora una riapertura dei termini per la presentazione delle domande di aiuto inerenti alcune misure del Psr 2007-2013. Questa volta è toccato a quella relativa all’accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali; gli obiettivi sono quelli di migliorare la remunerazione della materia prima ai produttori di base; incentivare la commercializzazione dei prodotti agricoli e forestali primari; potenziare l’introduzione di tecnologie innovative finalizzate a rispondere a nuove opportunità di mercato. L’aiuto previsto è concedibile nell’intero territorio regionale. Le risorse finanziarie ammontano a 4.258.854 € e le domande possono essere presentate al Settore ispettorato agrario regionale entro il 30 giugno. Isabella Puma 30 Terra e Vita [ ATTUALITÀ/REGIONI ] VENETO Trenta milioni per insediare i giovani Ammodernamento aziende agricole, arrivano 60 milioni L a Giunta veneta ha approvato il Bando che mette a disposizione 60 milioni di euro complessivi per l’anno corrente, finalizzati all’ammodernamento delle imprese agricole. «Dopo il parere espresso dalla Commissione consiliare – ha ricordato l’assessore Franco Manzato – abbiamo dato il via formale all’iniziativa, che punta su due fronti: 30 milioni per insediare giovani under 40 come titolari di nuove aziende; 30 milioni per ammodernare strutture aziendali esistenti. Per ciascuna di queste tematiche, 7,5 milioni sono riservati alla montagna, alla quale dunque andranno 15 milioni: un quarto della disponibilità totale». La scadenza delle domande è stata fissata al 30 giugno prossimo. Per quanto riguarda i giovani, il bando fa riferimento alla misura 112 “Insediamento di giovani agricoltori” del Psr 2007-2013, che prevede anche la possibilità di sostenere e sviluppare le capacità imprenditoriali professionali mediante la cosiddetta “progettazione integrata”, che comprende più misure del Psr. Tra queste ci sono la misura 121, azione Pgb“Ammodernamento delle aziende agricole” che consente di intervenire nella ristrutturazione aziendale, la misura 111 azione 3 “Interventi di formazione individuale in azienda” e la misura 114 azione 1 “Servizi di consulenza agricola rivolti agli imprenditori agricoli”. Quanto all’“Ammodernamento delle aziende agricole”, si tratta invece della sola misura 121, alla quale può ricorrere la generalità degli imprenditori agricoli, non solo i giovani. Daniela Del Zotto VENETO Innovazione proposta da Avepa n. 17/2014 29 aprile 2014 EMILIA-ROMAGNA Online modello delle Entrate Sisma 2012, credito d’imposta al via L’ NORD agenzia delle Entrate ha reso disponibile online il modello per prenotare il credito d’imposta per le imprese danneggiate dal sisma del 20 e 29 maggio 2012. Le imprese e i lavoratori autonomi locali che per effetto del sisma hanno subìto la distruzione o l’inagibilità dell’azienda, dello studio professionale, o la distruzione di attrezzature o di macchinari utilizzati per la loro attività, potranno fruire del credito per utilizzarlo in compensazione nel caso abbiano sostenuto, o sostengano entro il 30 giugno prossimo, costi per ricostruire, ripristinare o sostituire i beni distrutti o danneggiati. Tale agevolazione spetta anche alle imprese ubicate nei territori indicati all’art. 1, co. 1, del Dl. 74/2012, che, pur non beneficiando dei contributi ai fini del risarcimento del danno, sono tenute al rispetto degli adempimenti finalizzati al miglioramento sismico degli edifici (art. 3, co. 10 dello stesso Dl). La richiesta del credito d’imposta va presentata telematicamente alle Entrate (direttamente o tramite i soggetti incaricati): dal 14 aprile al 30 giugno, per i costi sostenuti negli anni 2012 e 2013; - nel 2015, dal 2 febbraio al 30 aprile, per i costi sostenuti nel 2014 e per quelli non indicati nelle eventuali richieste presentate in precedenza. La misura del credito d’imposta spettante è determinata sulla base del rapporto tra l’ammontare delle risorse stanziate e l’ammontare del credito richiesto ed è resa nota mediante provvedimento delle Entrate. Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione, a decorrere dal giorno dopo a quello della pubblicazione del provvedimento che T.V. determina la % del credito attribuito. EMILIA-ROMAGNA Iniziativa sostenuta dal Cso Meno burocrazia con la firma digitale Parte il Progetto ortofrutta d’Italia A vepa ha presentato al Vinitaly due innovazioni finalizzate a eliminare o ridurre la burocrazia. Si tratta della firma grafometrica per la sottoscrizione dei documenti digitali e di un portale innovativo a servizio degli utenti dell’Agenzia. I due strumenti sono stati presentati direttore Fabrizio Stella, presente lo stesso governatore del Veneto Luca Zaia, che ha firmato per primo “digitalmente” i documenti di Avepa. Nell’occasione sono state consegnate le prime tavolette grafiche per la firma digitale ai rappresentanti dei Centri di assistenza agricola convenzionati con Avepa. Questi ultimi hanno firmato “virtualmente” il verbale di consegna, che arriverà D.D.Z. loro in originale in posta elettronica.. I l calo dei consumi di frutta e verdura è una pericolosa tendenza degli ultimi anni, con riflessi estremamente negativi anche sul benessere. Parte da qui il Progetto Ortofrutta d’Italia, iniziativa del Cso per dare valore e visibilità al sistema produttivo organizzato nazionale fatto di imprese eccellenti, di tecniche produttive all’avanguardia, di innovazione, di rispetto per l’ambiente, di qualità intesa nel senso più ampio del termine, di forza lavoro in crescita. Nei primi due anni il Progetto ha raggiunto, con le attività di comunicazione, oltre 80 milioni di contatti utili grazie alle campagne sulla stampa nazionale e sul web, mentre da quest’anno l’attività sarà realizzata nei reparti ortoT.V. frutta e rivolta direttamente ai clienti. n. 17/2014 29 aprile 2014 [ ATTUALITÀ/REGIONI ] TOSCANA Messo a punto da Sèrge Genomics Brevetto per rilevare l’identità genetica della Cinta senese I l brevetto per l’identificazione genetica della razza suina è stato messo a punto da Sèrge Genomics, azienda spin off dell’Università di Siena, con la collaborazione del Consorzio di Tutela della Cinta senese e della Provincia di Siena. Il brevetto è stato presentato presso la Provincia di Siena alla presenza di Monica Scali di Sèrge Genomics, Simone Bezzini, presidente della Provincia, Anna Maria Betti, assessore provinciale all’Agricoltura e sviluppo rurale e Chiara Santini, presidente del Consorzio di tutela della Cinta senese. Il brevetto riguarda un metodo basato sull’analisi del Dna, che permette di stabilire in un campione analizzato la distanza genetica della razza suina Cinta senese, mediante il suo confronto con il genotipo della razza. Il percorso per mettere a punto il brevetto ha portato a selezionare e con- frontare geneticamente animali appartenenti alla razza Cinta senese, da altre razze suine, quali Landrace, Large White, Duroc, Hampshire, incroci tra la razza Large White e Landrace ed incroci tra la razza Landrace e Cinta senese. L’analisi ha permesso di estrapolare nei maiali di Cinta senese un “genotipo consenso” che si è distinto dal genotipo delle altre razze suine e degli incroci e ha posto le basi per l’attuazione di un sistema di tracciabilità analitica lungo la filiera di produzione. Il brevetto è il risultato di un lavoro iniziato qualche anno fa che ha permesso di definire i caratteri genetici minimi che consentono di identificare la razza Cinta senese (genotipo) ed il grado di variabilità genetica all’interno della razza Roberto Sorrentino stessa. Terra e Vita 31 TOSCANA Partono le assunzioni “condominiali” Un dipendente per più aziende L e aziende agricole potranno unirsi nel fare assunzioni e un unico dipendente potrà essere assunto “in condominio” da più aziende. Il decreto verrà pubblicato in gazzetta a fine aprile. Questa novità è stata presentata a un recente convegno, svoltosi a Serre di Rapolano (Si) sulla fiscalità agricola organizzato dall’Unione provinciale agricoltori di Siena. Ad esempio, tre piccole aziende per cui un dipendente a tempo pieno o anche part-time è troppo, possono assumere un full-time “in condominio”. Tutta la parte burocratica è a carico di una sola impresa, quella capofila. Un’eventuale ispezione di verifica andrà fatta nell’azienda capofila. La responsabilità nei confronti dei dipendenti è divisa in parti uguali tra i soggetti. R.S. MOLISE Domande aperte fino al 15 maggio Riaperto bando per misure 211 e 212 È CENTRO stato riaperto in Molise il bando per l’attivazione delle misure 211, “indennità compensative degli svantaggi naturali a favore degli agricoltori delle zone montane”, e 212, “indennità a favore degli agricoltori delle zone caratterizzate da svantaggi naturali, diverse dalle zone montane”. Entro il 15 maggio, pertanto, gli imprenditori agricoli interessati potranno presentare domanda utilizzando il modello fornito da Agea. I beneficiari dovranno rispondere a determinati requisiti e condurre aziende zootecniche registrate ai servizi veterinari dei Distretti sanitari di appartenenza e iscritte nei registri Ilaria Casagrande Inps e Cciaa. TOSCANA Finanziati 11 progetti con 1,34 milioni SARDEGNA Domande entro il 15/5 e il 9/6 Valorizzazione dei prodotti locali Fondi per la tutela degli habitat S ono 11 i progetti finanziati dalla Regione Toscana, per un importo di 1,34 milioni € circa, che porteranno soluzioni innovative e valorizzeranno le qualità salutistiche, nutrizionali e la rintracciabilità dei prodotti agro-alimentari d’eccellenza della Toscana. Il finanziamento della Regione copre il 70% del costo totale. L’obiettivo è valorizzare la qualità e la tracciabilità delle produzioni toscane, avvalersi delle tecnologie di ultimissima generazione, sfruttare le potenzialità e le caratteristiche delle molecole presenti nei prodotti agro-alimentari della Toscana, per produrre alimenti che fanno bene alla salute, garantire la sicurezza, valorizzare il legame del prodotto con il territorio e puntare all’ampliamento della gamma commerciale. R.S. L a misura 214 del Psr “Pagamenti agro ambientali” ha disciplinato una serie di azioni che riguardano la tutela degli habitat, l’agricoltura bio e integrata e la tutela dell’habitat della gallina prataiola. Il fabbisogno necessario per il pagamento delle domande di aiuto è assicurato attraverso due condizioni. La prima è una dotazione finanziaria residua assegnata alla misura 214 del Psr 2007/2013. La seconda la dotazione assegnata dal Psr 2014/2020. L’Assessorato dell’Agricolturainforma che le domande dovranno essere presentate entro il 15 maggio. Mentre le domande di pagamento dell’intervento ”Razze minacciate di abbandono” possono essere presentate entro e non oltre il 9 giugno. Maurizio Orrù 32 Terra e Vita [ ATTUALITÀ/REGIONI ] PUGLIA Distrutto il 40% delle ciliegie precoci Grandine e venti forti mettono a dura prova le campagne pugliesi P iogge continue, violente raffiche di vento e forti grandinate hanno colpito i campi pugliesi devastando ciliegi in piena produzione, vigneti, mandorleti, agrumeti e ortaggi in piena aria, come insalate e patate. In provincia di Bari, informa il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, «le grandinate hanno colpito duramente il comparto cerasicolo distruggendo il 40% della produzione della ciliegia più precoce, la Bigarreau. In prospettiva gravi sono i danni all’occupazione: il fabbisogno di lavoro per ettaro di ciliegeto specializzato è pari a circa 600 ore, l’85% delle quali assorbite dalla raccolta. In poche ore è stato spazzato via il lavoro di tanti, rendendo impossibile per i cerasicoltori recuperare l’investimento effettuato». Campi allagati e forti venti anche nelle province di Taranto e Foggia, dove risultano compromesse le infiorescenze di agrumi e viti e colpiti asparagi e altre ortive. «L’agricoltura pugliese – evidenzia il direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – sta soffrendo, dall’inverno fino a primavera inoltrata, continui sbalzi termici che non giovano alle piante. In poche ore si sono alternate eccezionali ondate di maltempo a temperature troppo elevate e fuori stagione: si è passati da 20-25 °C a pochi gradi sopra 0 °C per poi ritornare a temperature quasi estive! L’anticipo di maturazione di circa 20 giorni di diverse colture è stata azzerata da grandinate o da cali delle temperature». G. F. Sportelli n. 17/2014 29 aprile 2014 CAMPANIA Domande aperte fino al 31 maggio «Vendemmia verde» 2013-2014 E SUD ntro il 31 maggio i viticoltori campani possono inoltrare le domande di adesione alla misura “Vendemmia verde 2013/2014”. Il 50% dell’importo massimo del sostegno ad ettaro è di 1.235 € per le uve per vini da tavola, 2.457 € per le uve per vini a Igt e 3.112 € per le uve per vini a denominazioni di origine. Questa misura mira a intervenire principalmente su alcune varietà di uva al fine di riequilibrare il mercato anche nella considerazione che nelle ultime campagne il prezzo medio delle uve Aglianico, Falanghina, Piedirosso, Trebbiano, Malvasia e Sangiovese, ha subito sensibili diminuzioni. La quotazione finanziaria assegnata alla Regione Campania è pari a 366.129 €. La vendemmia verde consiste nella distruzione totale dei grappoli ancora non giunti a maturazione entro il periodo dell’invaiatura ed è effettuata manualmente oppure meccanicamente e chimicamente. Questa misura elimina le eccedenze evitando le crisi di mercato che negli ultimi anni hanno interessato la provincia di Benevento. Il sostegno a favore della suddetta misura consiste nell’erogazione di una compensazione sotto forma di pagamento forfettario per ettaro che non supera il 50% della somma dei costi diretti della distruzione o dell’eliminazione dei grappoli e della perdita di reddito. La superficie minima per poter accedere alla misura è pari a 3mila mq, mentre quella massima è di 20 ha. La domanda va presentata tramite le procedure predisposte da Agea sul portale Sian presso i Centri di assistenza agricola o presso il competente Ufficio regionale. R.S. PUGLIA A seguito del trasloco in un altra sede CALABRIA Un bando a favore di 51 aziende A rischio la banca del germoplasma Quattro milioni per il bergamotto S ono in pericolo le 84mila specie di semi conservate nell’Istituto di genetica vegetale (Igv) di Bari, che costituisce uno degli archivi genetici più importanti al mondo: la Banca pugliese del germoplasma è unica in Italia, seconda in Europa e tra le prime dieci al mondo. Oggi un’altra tegola si appresta a cadere sulla Banca del Germoplasma: il trasferimento in un’altra sede. «Salvare la banca del germoplasma è un dovere per questo Stato – dichiara Giuseppe L Abbate (M5S), deputato pugliese della Commissione Agricoltura, che con la collega siciliana Loredana Lupo (M5S) ha presentato una risoluzione per chiedere al ministro Maurizio Martina un intervento immediato –. I costi per il trasloco sono elevatissimi e si tratta di un’operazione complicata che potrebbe mettere a rischio l’integrità del patrimonio genetico».T.V. Q uattro milioni di euro per le aziende bergamotticole calabresi. La Regione ha destinato questi fondi, in seguito ad un bando, a 51 aziende. Per 41 si tratta di investimenti nelle aziende bergamotticole, mentre per 11 sono fondi a sostegno degli investimenti per la trasformazione e commercializzazione del pregiato agrume e dei suoi derivati. «Le aziende beneficiarie – ha sottolineato l’assessore all’agricoltura Michele Trematerra – potranno realizzare investimenti per l’ammodernamento aziendale, introdurre nuove tecniche di gestione, sostenere la riconversione colturale, l’ampliamento delle superfici coltivate, accelerare l’adeguamento delle produzioni alle normative comunitarie in materia di ambiente, sicurezza sul lavoro, igiene, e ottenere un incremento del valore aggiunto dei prodotti».Vincenzo Canonaco SPECIALE Pneumatici COORDINAMENTO DI FRANCESCO BARTOLOZZI Mercato, la quiete dopo la tempesta PAGINA 34 Un treno costoso solo in apparenza PAGINA 38 Modelli e misure per tutte le necessità PAGINA 41 34 [ SPECIALE PNEUMATICI ] Terra e Vita Mercato, la quiete dopo la tempesta n. 17/2014 29 aprile 2014 Pneumatici mercato ricambi in Europa 2013 2013 Dopo un 2012 DI FRANCESCO BARTOLOZZI difficile, il volume di pneumatici nel 2013 in Europa si è mantenuto sugli stessi livelli dell’anno precedente. Segnali di ripresa per il 2014 LE NOSTRE DOMANDE 1) Come si è chiuso il 2013 e come è iniziato il 2014? 2) Quante unità complessivamente sono state vendute in Italia nel 2013? In percentuale quanti radiali e quanti convenzionali? Quanti come primo equipaggiamento e quanti come ricambi? Ci sono stati dei cambiamenti per quanto riguarda queste ripartizioni (radiali/convenzionali e primo equipaggiamento/ricambi)? 3) Qual è la vostra quota di mercato in Italia? 4) Quali sono i mercati emergenti dove lo pneumatico agricolo ha i maggiori spazi di crescita? 5) Quanto è cresciuta negli ultimi tempi l’attenzione che il cliente agricolo dedica a un componente importante come lo pneumatico? 6) Potete anticipare le eventuali novità che presenterete in occasione di Eima 2014? C ontinua a manifestarsi vivace il mercato dei pneumatici agricoli (vedi anche articolo di pag. 41), nonostante gli alti e bassi degli ultimi anni. Lo scorso anno avevamo sottolineato la difficoltà nelle vendite, con un calo significativo rispetto all’anno precedente, ma per fortuna questa “emorragia” si è fermata nel 2013 e a livello europeo il mercato dei ricambi ha segnato una sostanziale stabilità (+1%, dati EuroPool), anche se l’Italia ha registrato una leggera flessione. Come sempre cerchiamo di entrare un pochino di più nel dettaglio del mercato nostrano, affidandoci quest’anno al prezioso commento di due dei marchi più importanti che sono presenti sul territorio italiano e che hanno gentilmente risposto alle nostre domande (vedi box sottostante). BRIDGESTONE-FIRESTONE 1) Secondo i dati Europool – risponde Andrea Marconcini, Director, Commercial Product Bridgestone – la domanda di mercato per l’anno 2013 si è dimostrata in linea con l’anno precedente. Il mercato si è mantenuto stabile a fronte di un 2012 davvero impegnativo e sfidante, ma abbiamo avuto una crescita nella richiesta dei prodotti radiali. Bridgestone South Region ha assistito a una radializzazione dei mercati dell’Est, soprattutto in Romania. Le previsioni 2014 fanno intravedere cenni di ripresa sia a livello italiano sia europeo; l’incremento della domanda nel ricambio resta comunque sotto al 5%, ma lascia ben sperare per un anno decisamente più positivo rispetto al 2013. 2) Il 2012 è stato un anno negativo e il 2013 si è chiuso a pareggio. Le vendite Firestone per l’anno passato hanno visto una maggiore percentuale di prodotto radiale rispetto al convenzionale, con un aumento rispetto al 2012. Per quanto riguarda il mercato del primo equipaggiamento, Firestone fornisce da diversi anni lo stabilimento Cnh di Jesi con volumi decisamente in crescita . La strategia perseguita a livello europeo si concentra su un forte impegno nel business del primo equipaggiamento, focalizzando l’attenzione non solo sui clienti già acquisiti, ma ampliando anche la rete dei prospect. 3) La strategia del marchio Firestone è quella di focalizzarsi sul segmento radiale; nel 2013, a fronte di un mercato stagnante, Firestone è stata in grado di mantenere stabile la propria quota di mercato. A livello europeo abbiamo invece assistito a un incremento (oltre 20%) anche grazie ai nuovi prodotti come Combine e XL. 4) I mercati dell’Europa dell’Est sono sicuramente quelli a più alto potenziale di crescita anche grazie al supporto delle politiche agricole europee che stimolano e sostengono l’avvio di attività agricole, favorendo l’arrivo di investitori esteri e garantendo quindi un’espansione del mercato e l’evoluzione nella richiesta del prodotto radiale. 1.668.921 n.n. 2012 2012 1.652.397 n.n. 2011 2011 1.874.820 n.n. Dati Europool* * I dati Europool non tengono conto dei costruttori di pneumatici che non hanno stabilimenti in Europa. Si stima che al valore Europool vadano aggiunti circa 250.000 pezzi a livello europeo. [ SPECIALE PNEUMATICI ] n. 17/2014 29 aprile 2014 Terra e Vita 35 Pneumatici mercato ricambi in Italia 2013 2013 112.500 nn.. 2012 2012 113.595 n.n. 2011 2011 135.700 n.n. Dati Europool* VENDITE PNEUMATICI AGRICOLI IN EUROPA 2010-2013 (.000 UNITÀ) Agro 2010 Agro 2011 Agro 2012 Agro 2013 Bo sn ia -E rz eg o Bu vina l Re gar p. ia C Es eca to Cr nia o Un azia g Lit aria ua Le nia tt Po onia Se l rb Ro onia ia ma + ni Ko a Sl sov Sl ove o ov ni ac a Be A chia lg ust io ri /L a Sv uss Ge izze . r Da rma a ni nia m a Sp rca Fin agn la a n Gr an Fra dia Br nc et ia ag Gr na ec ia Eir It e Ol alia No and a Po rveg rto ia ga Sv llo ez ia 350 300 250 200 150 100 50 0 [ Fonte: Europool ETRMA. 36 Terra e Vita [ SPECIALE PNEUMATICI ] 5) L’attenzione nei confronti dei pneumatici è cresciuta proporzionalmente all’attenzione alla redditività e all’efficienza produttiva, soprattutto nelle aziende più organizzate che hanno un’impronta decisamente imprenditoriale. Le performance del pneumatico incidono su elementi che influenzano i costi delle aziende agricole e oggi le aziende e i contoterzisti sono molto attenti alla riduzione dei costi operativi, causa anche la sfavorevole congiuntura. Firestone lavora già da anni in questo senso, proponendo soluzioni di business e nuove tecnologie che garantiscano un ottimo rapporto qualità/prezzo. Inoltre, Firestone veicola i propri servizi e prodotti attraverso una selezione di rivenditori dettaglianti specializzati nella vendita dei pneumatici agricoltura. I dealer sono selezionati in base a determinati criteri e parametri di eccellenza che li rendono dei veri e propri opinion leader nella zona di competenza. 6) Abbiamo grandi novità quest’anno. Dopo una fervente attesa il marchio Bridgestone sarà introdotto anche nel mercato Agricoltura. Il lancio europeo avverrà a maggio durante il Reifen di Essen, mentre per il mercato italiano abbiamo appunto scelto la rassegna bolognese. La gamma Bridgestone in Agricoltura si affiancherà a quella Firestone, andando a coprire la fascia alta di mercato caratterizzata da una crescente richiesta tecnologica e da prodotti innovativi; la gamma Firestone rimarrà elemento fondamentale della nostra offerta di prodotto grazie al vasto line-up e all’ottimo rapporto qualità/prezzo. In quest’ottica i prodotti della gamma Bridgestone avranno un altissimo contenuto tecnologico: nello sviluppo si è puntato molto sull’ecosostenibilità, in particolare sulla bassa compattazione del terreno grazie all’innovativa tecnologia VF specificamente studiata per carichi molto elevati. Il risultato finale è un perfetto bilanciamento tra efficienza produttiva e rispetto del suolo, volto a diminuire i costi operativi delle aziende agricole di oggi e di domani. Bridgestone è il primo produttore di pneumatici al mondo e la scelta di entrare con il proprio marchio di riferimento nel mercato Agricolo testimonia chiaramente la volontà di investire in questo importante settore dell’economia. MICHELIN 1) La congiuntura economica negativa del 2012 è proseguita nel 2013 – risponde Ernesto Meroni, responsabile Marketing Operativo settore Pneumatici Agricoli – condizionando anche il mercato degli pneumatici per agricoltura. Ci sono stati deboli segnali di ripresa del mercato nella prima parte del 2013, controbilanciati però dalle difficoltà finanziarie. Si può dire comunque che il mercato è rimasto stabile rispetto al 2012 e che i primi mesi del 2014 mostrano segnali di ripresa. 2) Lasciando da parte i dati sensibili, possiamo dire che il rapporto tra radiali e convenzionali è stabilizzato e dell’ordine di 90 a 10. Bisogna comunque tener conto delle variazioni legate alle gamme: le gamme più tecniche, infatti, sono totalmente radiali. Per quanto riguarda il mercato primo equipaggiamento, è in leggero calo sul 2012. 3) Il gruppo mantiene la leadership. 4) I mercati emergenti sono il Sudamerica e i mercati orientali. Tra i principali, Brasile, India e Cina. 5) Le imprese agricole sollecitano sempre più i fornitori per trovare soluzioni capaci di soddisfare le specifiche esigenze e che offrano il miglior ritorno possibile sull’investimento. Michelin continua a impegnarsi nello sviluppo di gamme capaci di rispondere alle loro attese. Il gruppo, che investe annualmente oltre 600 milioni di euro nel settore Ricerca e Sviluppo, ottiene risultati sempre più rilevanti nelle gamme n. 17/2014 29 aprile 2014 tecnologiche. Si pensi ai prodotti Michelin a tecnologia Ultraflex, capaci di incidere sui rendimenti sia in termini di resa agronomica, sia di risparmio di tempo e carburante. 6) Proprio grazie alla costante attività di ricerca di Michelin, i nostri prodotti sono in continua evoluzione. Le tempistiche sono legate alle esigenze prioritarie del mercato ed alle pianificazioni industriali. Non saremo presenti a Eima, ma potremmo avere in corso d’anno delle novità prodotto. TRELLEBORG WHEEL SYSTEMS 1-3) Il 2013 – risponde Paolo Fogagnolo, Country Manager - Italy & Greece BU Agricultural & Forestry Tyres – ha registrato ancora un calo del mercato se consideriamo l’andamento di tutte le tipologie, in linea con le aspettative; possiamo affermare con certezza che la domanda di prodotto radiale soffre meno. Continuano a manifestarsi le problematiche segnalate negli ultimi anni, come la mancanza di liquidità, che influenza le scelte d’acquisto degli utilizzatori finali, aumentando la ricerca di prodotti qualitativamente meno performanti, ma più economici. Se scendiamo nel dettaglio della realtà globale Trelleborg, il 2013 si è chiuso con segno positivo rispetto all’anno precedente, con un ruolo importante svolto dai mercanti extraeuropei. Non registriamo un cambiamento nella distribuzione tra radiale e convenzionale, così come sostanzialmente invariata è rimasta la distribuzione delle vendite tra il canale ricambi e il primo equipaggiamento. 4) L’Europa continua a essere un mercato sostanzialmente molto stabile, come ci testimoniano i dati relativi alle immatricolazioni. I mercati in forte sviluppo oggi sono ancora quelli in cui il livello di meccanizzazione agricola è in crescita, come la Cina, o i paesi in cui il processo di conversione dal convenzionale al radiale ha trend di crescita significativi (vedi gli Stati Uniti). 5) Oggi i professionisti dell’agricoltura, siano essi contoterzisti o agricoltori, sono sempre più sensibili ai costi di gestione; all’interno di questi, una parte importante è rappresentata dal pneumatico e dalle sue prestazioni. Oggi la qualità di un pneumatico si misura anche attraverso la sua capacità di incidere sul consumo di carburante, che è la maggiore voce di spesa giornaliera. L’efficienza del pneumatico in termini di riduzione dei consumi di carburante, dato che a parità di lavoro svolto riduce il tempo impiegato, ha anche un importante impatto sulle scadenze della manutenzione programmata, quindi diventa la chiave del successo. 6) L’Eima 2014 sarà l’occasione per ripresentare al mercato tutte le novità messe in pista negli ultimi mesi, in cui Trelleborg ha dimostrato di perseguire l’innovazione nel pieno rispetto dell’ambiente. Riprenderemo, quindi, il tema a noi molto caro dell’agricoltura sostenibile, testimoniando l’impegno dell’azienda nel fornire soluzioni che offrono valore aggiunto al cliente nel pieno rispetto dell’ambiente. Sarà anche l’occasione per far toccare con mano agli utenti italiani l’innovativo pneumatico ProgressiveTraction, un concetto di pneumatico agricolo specificatamente progettato per migliorare l’efficienza in agricoltura grazie a un doppio rampone che, operando sul terreno in tempi diversi, rilascia progressivamente una maggiore trazione dove e quando richiesto. Ribadiremo, inoltre, il nostro impegno nei confronti degli strumenti digitali e della comunicazione mobile lanciando una nuova app, Tire Efficiency, e ricordando ai professionisti dell’agricoltura l’utilità della nostra presistente offerta, attraverso le app Load Calculator, Tire Book, Tire iBrochure, Dealer Locator e Attraction. 38 Terra e Vita [ SPECIALE PNEUMATICI ] n. 17/2014 29 aprile 2014 Un treno costoso solo in apparenza DI ROBERTO GUIDOTTI D Avere le gomme giuste climatici, e che la scuola agronomica tradizionainanzi alla diminuzione della marginaper ogni esigenza le conta ancora numerosi sostenitori, tuttavia il lità economica la reazione più comune, problema è soprattutto di ordine tecnico. La e certamente più istintiva, è quella di significa risparmiare questione non riguarda la tecnologia, resa amridurre i costi di produzione. Ma in economia è piamente disponibile dal contoterzismo: tutte le bene lasciare da parte l'istintività e ragionare sulle spese imprese agromeccaniche hanno almeno una secon freddezza, limitandosi ai fatti. E i fatti ci minatrice da sodo e una serie di attrezzature per mostrano che non basta ridurre i costi, ma bisoper le lavorazioni la minima lavorazione. Dire che il problema è di gna agire anche sulla produzione. natura tecnica significa che troppo poche sono Se anche volessimo continuare a ignorare necessarie ancora le macchine agricole dotate di pneumatil'esistenza del fenomeno del “land grabbing”, che ci adatti per operare in regime di lavorazioni ha già fatto passare di mano diverse decine di per ripristinare ridotte o assenti. milioni di ettari a livello mondiale, e ci limitassimo alle previsioni della Fao per il prossimo dela sofficità cennio, potremmo convincerci che il vero pro IL PREZZO, ELEMENTO ANCORA blema risiede nell'incremento delle rese, seppure FONDAMENTALE del terreno con una diversa dinamica dei costi di produzioChi acquista una trattrice con la prospettiva di ne. Pensiamo per esempio alle lavorazioni del impiegarla per meno di 250 ore all'anno, come “mal calpestato” terreno: terminata la fase storica che attribuiva accade per oltre tre quarti dei ventimila trattori l'incremento delle rese all'aumento della profonche ancora si vendono, annualmente, nel nostro dità di lavoro, oggi prevalgono le scuole di pensiero che sostengoPaese, cerca una gomma con caratteristiche intermedie, capaci di no l'opportunità di ridurre l'intensità degli interventi, fino ad operare sul campo e sulla strada. La trazione è ancora consideraarrivare alla semina diretta anche per le colture da rinnovo. ta una prestazione fondamentale, tuttavia l'elemento determiLe lavorazioni ridotte, in linea generale, sono oggi possibili nante è sempre il prezzo: nessun riguardo alla flessibilità in solo su una quota limitata della superficie agricola, che varia di campo, al profilo trasversale, alla riduzione dello slittamento o al anno in anno; una vera rarità, poi, sono le aziende a regime galleggiamento. Fattori come l'angolo di incidenza del rampone sodivo, in cui le lavorazioni sono del tutto abolite. di aderenza rispetto al suolo, la pressione minima di gonfiaggio o È un fenomeno davvero singolare: è mai possibile che una la composizione della mescola sono totalmente sconosciuti, e tecnica colturale capace di far comunque ritenuti ininfluenti risparmiare da 100 a 300 euro/ sul piano delle prestazioni riha stenti tanto a diffondersi e chieste dall'utente medio. rimanga confinata su una suQuesti è tuttora legato al conperficie marginale? La rispocetto di aderenza espresso dal sta non è affatto scontata. Vero cingolato tradizionale o dalla è che la tecnica delle lavorazioruota metallica, in cui l'organo ni ridotte non è applicabile in di aggrappamento penetra fitutti i terreni e in tutti i contesti sicamente nel terreno ed è la resistenza interna di quest'ul Se la trazione è ancora timo il fattore determinante per aumentare lo sforzo di traconsiderata una prestazione zione: paradossalmente, più il fondamentale in uno pneumatico, terreno è duro, meglio si lavotuttavia l’elemento determinante ra, ora che i cavalli sono tanti e nella scelta è tuttora il prezzo. n. 17/2014 29 aprile 2014 [ SPECIALE PNEUMATICI ] Terra e Vita 39 relativamente a buon mercato. Sono concetti che, per quanto discutibili, hanno avuto una profonda valenza culturale e come tali vanno rispettati. È normale che chi professa queste idee fatichi a rendersi conto della differenza di prezzo fra due pneumatici apparentemente uguali, così come è normale dire che fra una gomma di marca e una economica la differenza stia tutta nel marchio. 1.000 euro di differenza Spesso si presta poca attenzione alla scelta degli pneumatici che equipaggiano la trattrice fra l'uno e l'altro, però, non valgono la griffe e c'è da attenimpiegata per il trasporto dei cereali o agli stessi rimorchi. dersi che, messi alla prova in condizioni critiche, lo pneumatico più caro – e tecnologicamente IN STRADA E SUL CAMPO avanzato – avrà prestazioni migliori. Prendiamo per esempio il In ambito stradale nessuno pneumatico agricolo si trova veragalleggiamento sul terreno, rispetto al quale potremmo scoprire mente a suo agio, perché le condizioni ottimali sono esattamente che fra una gomma di qualità e una scadente la differenza nel opposte: su fondo duro lavorano meglio le gomme piuttosto prezzo di vendita si ammortizza più velocemente. Altro esempio: strette e rigide (si scaldano meno e si consumano meno in curva), è poco frequente dedicare attenzioni particolari alla scelta degli mentre i rilievi del battistrada devono avere un profilo longitudipneumatici che equipaggiano la trattrice impiegata per il traspornale e non troppo pronunciato. Sul campo è tutto diverso, a to dei cereali, o agli stessi rimorchi, specie se devono percorrere partire dalla pressione di gonfiaggio, dalla forma e incidenza dei parecchi chilometri su strada. ramponi di aderenza, nonché dalla larghezza della sezione e dal 40 Terra e Vita [ SPECIALE PNEUMATICI ] profilo del battistrada, senza contare la capacità di adattarsi al profilo superficiale del suolo. Quando si raccoglie con terreno umido, con notevole accumulo di residui colturali, non è facile accorgersi dei danni da calpestamento, perché la vegetazione nasconde la deformazione del profilo superficiale; ma il danno più grave è quello che avviene in profondità e si può apprezzare solo in seguito, specialmente dopo forti piogge. Un treno di pneumatici adatti, sia sulla trattrice che sul rimorchio, permette di limitare i danni dovuti al calpestamento. Anche il costo del trasporto su strada fatalmente aumenta, ma il risparmio sui costi delle lavorazioni necessarie per ripristinare la sofficità del terreno permette di ammortizzare il maggior prezzo di acquisto delle gomme, pur tenendo conto della più rapida usura su strada. Se l'adozione di queste precauzioni comincia a diffondersi fra gli agromeccanici, che hanno un impiego professionale del cantiere di lavoro (qualche centinaio di ore all'anno per i trasporti, un migliaio di ore per la trattrice), gli agricoltori non sembrano preoccuparsene. Eppure dovrebbe essere il proprietario del fondo il primo a preoccuparsi per il mantenimento della fertilità naturale del terreno. Per questo le minime lavorazioni stentano a diffondersi: gli effetti più gravi del compattamento si rilevano infatti negli strati del terreno più vicini alla superficie, ma posti a profondità tale che l'attrito interno del suolo impedisce i movimenti elastici e consente solo quelli plastici. La massima deformazione (schiacciamento senza “ritorno”) si realizza infatti fra i 25 e i 50 cm di profondità, che è poi quella in cui devono essere eseguite le lavorazioni profonde per ripristinare una struttura sufficientemente omogenea. n. 17/2014 29 aprile 2014 Un treno di pneumatici adatti, sia sulla trattrice che sul rimorchio, permette di limitare i danni dovuti al calpestamento (foto www.marchi-gomme.it). gomma più rigida possa portare un carico maggiore e sia, quindi, più robusta e affidabile. I cataloghi dei costruttori mostrano invece che ci sono gomme a bassa pressione di gonfiaggio (al di sotto di 1 bar) con portate superiori a 10 tonnellate, a velocità ben maggiori di quella (40 km/h) consentita in Italia, in grado di adattarsi perfettamente al profilo superficiale del terreno e assicurare un'ottima aderenza. Questa condiziona lo slittamento, fenomeno presente in tutti gli organi di trazione in relazione al tipo di fondo. Il minimo slittamento (qualche punto %) si realizza per le ruote dei veicoli stradali, il massimo (oltre il 50%) si può verificare in campagna, specialmente durante l'aratura in solco. Benché ci sia chi si vanta di sapere riconoscere un minimo slittamento percentuale, al di sotto del 10% il fenomeno è quasi impercettibile a occhio nudo e solo con percentuali maggiori diventa sempre più evidente. Il principale effetto negativo dello slittamento consiste nel consumo di gasolio, anche se uno pneumatico convenzionale raggiunge di norma il massimo sforzo di trazione con uno slittamento del 20-25%. Per collegare queste percentuali con la realtà possiamo osservare che con uno slittamento del 30% una certa trattrice percorre 700 metri invece dei 1.000 che percorrerebbe a vuoto; se riuscissimo, a parità di sforzo di trazione, a portare tale valore al 15%, la distanza percorsa salirebbe a 850 metri, con un incremento di circa il 20% in termini di produttività oraria, oltre a un corrispondente calo dei consumi di gasolio. È interessante notare che il salto tecnologico si ripaga in breve tempo: ammesso che nell'annata il vantaggio percentuale si dimezzi (10%) in relazione alla presenza di lavora FLESSIBILITÀ E SLITTAMENTO zioni diverse, una trattrice di 300 CV impiegata per 1.000 ore/anLa flessibilità della carcassa, nella mentalità corrente, è ritenuta no può risparmiare almeno 4.000 litri di gasolio. un difetto più che un pregio, nell'erronea convinzione che una Lavorando con macchine di grande potenza, poi, la scelta delle gomme deve avvenire in funzione della potenza da scaricare al suolo. Se la gomma economica può andare bene per una trattrice di piccola potenza, impiegata saltuariamente per servizi leggeri, per un trattore al top ci vogliono gomme adeguate, anche perché il risparmio di gasolio può essere tale da fare spostare l'ago della bilancia verso un equipaggiamento di Per trattori di alta potenza servono gomme idonee e non economiche. qualità. n. 17/2014 29 aprile 2014 [ SPECIALE PNEUMATICI ] Terra e Vita 41 Modelli e misure per tutte le necessità DI FEDERICO MERCURIO N on è ormai una novità che il settore dei pneumatici abbia guadagnato un ruolo di primo piano nel mondo delle macchine agricole. E ne è stata una riprova l’ultima edizione di Agritechnica ad Hannover, che ha visto tutti i player più importanti del settore adoperarsi per presentare le proprie novità. Ve ne forniamo una rapida sintesi. L’ultima edizione di Agritechnica 2013 ha visto tutti i player attivi con diverse novità BKT Il gruppo indiano ha presentato due nuove gamme di prodotti in anteprima europea e ampliamenti di misure. La prima novità è Constar, pneumatico progettato per mezzi agro-industriali di movimentazione (sollevatori telescopici, pale gommate) capace di conferire grande stabilità verticale e laterale. È dotato di ampi ramponi che aumentano l’area di contatto con la superficie e consentono di sopportare carichi particolarmente pesanti. La specifica mescola utilizzata ne esalta le caratteristiche di resistenza a tagli e impatti che contribuiscono ad allungare il suo ciclo di vita. Quanto alla seconda new entry ci limitiamo a indicarne il nome (Star Trac) visto che non ha un grande interesse per il mercato italiano (è un pneumatico per macchine adibite alla raccolta nelle piantagioni di cotone). Dopo la presentazione ad Hannover le due new entry saranno disponibili sui mercati di riferimento a partire dalla fine di quest’anno. Inoltre, sono stati annunciati numerosi ampliamenti di misure. In primis AgrimaxForce, pneumatico radiale per trattori da 250 Il Maxi Traction IF 800/70R38 di Firestone. Sopra, il logo del nuovo marchio Bridgestone per l agricoltura. CV in su, che si arricchisce delle misure IF 600/70 R 30, IF 650/65 R 34, IF 650/85 R 38, IF 800/70 R 38 e IF 710/70 R 42 in aggiunta alle esistenti IF 710/60 R 30, IF 710/60 R 34 e IF 900/60 R 38. Anche Agrimax Spargo (per irroratrici e colture in filare) si estende con la nuova misura VF480/80 R 50, aggiungendosi alla VF380/90 R 46 già in commercio, così come nell’ambito dell’utilizzo su manti erbosi e terreni soffici, la gamma Agrimax RT 600 si allarga con la nuova misura 1050/50 R 32. Per i rimorchi, Bkt ha esposto la misura 750/60 R 30.5 dello pneumatico FL 630 Super. Infine, Agritechnica ha ospitato l’inedito 480/80 R 42 per Agrimax Elos, pneumatico per trattori che operano su terreni bagnati e paludosi. La nuova misura si aggiunge alla 420/85 R 38, 340/85 R 38 e 380/85 R 38 già in distribuzione, mentre a breve saranno disponibili sul mercato due nuove varianti:16.9 R 28 e 520/85 R 42. BRIDGESTONE/FIRESTONE Bkt Constar (a sinistra) e Agrimax Elos. Nessuna novità di prodotto, ma l’annuncio di una importante strategia per il gruppo nippo-americano. In futuro, infatti, il mar- 42 Terra e Vita [ SPECIALE PNEUMATICI ] chio Bridgestone entrerà anche nel mercato dei pneumatici per l’agricoltura in Europa. I pneumatici agricoli Bridgestone saranno destinati al segmento “finale” del mercato europeo, cioè equipaggeranno le macchine agricole più potenti. In linea con la strategia multimarchio del gruppo, la nuova gamma Bridgestone integrerà l’esistente business Firestone nei pneumatici agricoli. Firestone ha investito fortemente Lo SprayBib VF 420/95R50 (a per rinnovare il suo portafoglio prodotti e si è guadagnato una IF 900/65R46 di Michelin. posizione solida nel mercato europeo, offrendo a molti agricoltori alti livelli prestazionali e di produttività. Con Bridgestone che si concentrerà sulle macchine più grandi ai livelli top del mercato, il gruppo intende evitare sovrapposizioni di misure e di standard tra i due marchi. «I marchi Bridgestone e Firestone hanno diversi punti di forza e diverse caratteristiche – ha detto Lothar Schmitt, direttore pneumatici agricoli e fuori strada di Bridgestone Europe –. Insieme al nostro approccio multi-marchio possono fornire agli agricoltori la soluzione ottimale in tutti i segmenti di potenza». Secondo Bridgestone l’agricoltura in Europa sta aumentando in termini di dimensioni aziendali e le macchine agricole stanno diventando più grandi e più potenti: questa evoluzione rappresenta una sfida seria per i costruttori di pneumatici agricoli e Bridgestone la sta cogliendo con una gamma prodotti multi-marchio su misura per i clienti che soddisferà le necessità di tutti gli operatori nel settore agricolo. MICHELIN Nel 2014 Michelin ampia la propria gamma per coprire completamente tutte le fasi del ciclo colturale e adattarla ai nuovi tipi di utilizzo. In particolare ad Agritechnica sono stati presentati due nuovi pneumatici, lo SprayBib VF 420/95R50 e il BibLoad Hard Surface. Il primo va a integrare la tecnologia Ultraflex di Michelin in una nuova dimensione per le irroratrici, a fianco della già presente VF380/90R46. All’interno del ciclo colturale, sostiene Michelin, le diverse fasi colturali sono fondamentali per un raccolto di successo. Proteggere le colture e allo stesso tempo il terreno è difficile e questo compito spesso va svolto in periodi sempre più brevi a causa delle condizioni climatiche. Questo nuovo pneumatico opera in campo a basse pressioni e quindi protegge in modo più efficace il terreno, migliorando anche la stabilità della macchina che deve portare carichi pesanti. La seconda novità riguarda una nuova gamma di pneumatici per pale gommate e caricatori n. 17/2014 29 aprile 2014 telescopici. Secondo Michelin alcuni agricoltori passano fino al 50% del loro tempo lavorativo su superfici dure, per cui questo pneumatico è dedicato proprio a loro, grazie a un nuovo battistrada con ramponi a forma di diamante smussato che migliorano la tenuta di strada e la resistenza quando ci si sposta lateralmente. Oltre a questi due modelli, Michelin ha esposto quello che definisce il più grande pneumatico per trattori, l’AxioBib IF sinistra) e l AxioBib 900/65R46. La gomma ha una larghezza di 900 mm, un diametro di 2,32 m, una capacità di carico di 10.600 kg e la capacità di operare a 65 km/h (ove concesso). Ad Hannover questo pneumatico era montato sul T9 di New Holland, sulla serie 11 di DeutzFahr. Anche Krone ha annunciato che equipaggerà la prossima generazione di macchine da raccolta da oltre 1.100 CV con questo pneumatico. MITAS Il marchio ceco del gruppo Cgs ha presentato il nuovo concetto produttivo PneuTrac, montato su un cerchio da 38”, sviluppato in collaborazione con l’israeliana Galileo Wheel. Mitas ha già iniziato a testare la produzione anche su cerchi da 18” e i test stanno dimostrando i vantaggi di questo innovativo prodotto: tra i più importanti, una maggiore impronta a terra, migliore stabilità laterale e aumentata forza trattiva con pressioni di gonfiaggio inferiori, se confrontata con i pneumatici standard. «Mitas PneuTrac è sinonimo di maggiore produttività e minori costi operativi, grazie ai notevoli miglioramenti che permettono un più agevole trasferimento della forza trattiva sul terreno – ha detto Andrew Mabin, direttore marketing e vendite di Mitas –. PneuTrac inoltre può essere montato su cerchi standard, senza bisogno di alcuna modifica». «Il nostro fine era quello di progettare un pneumatico con un’impronta a terra più larga e una pressione di gonfiaggio inferiore – ha aggiunto Alon Hayka, amministratore delegato di Galileo Wheel, che mantenesse però un’omogenea distribuzione della pressione stessa sul terreno e determinasse un minore compattamento». Mitas riferisce che PneuTrac ha un’impronta a terra maggiore del 53% rispetto a un pneumatico standard e una stabilità laterale fino al 167% più alta. Mitas PneuTrac non è Mitas SFT 900/60R42 e, a sinistra, PneuTrac. n. 17/2014 29 aprile 2014 [ SPECIALE PNEUMATICI ] Terra e Vita 43 di Tws – è stata guidata da due obiettivi chiave, aumentare la prestazione del pneumatico e avere più cura dell’ambiente». A livello di tecnologia, dopo due anni di test indoor e outdoor, Trelleborg ha applicato per la prima volta a un pneumatico agricolo la sua ProgressiveTraction technology nella misura 650/65R38. Il doppio rampone del nuovo battistrada opera sul suolo in tempi diversi, rilasciando progressivamente maggiore trazione quando e dove è necessario, e fornisce migliore capacità di galleggiamento, assicurando un’uniforme distribuzione della pressione, oltre a un’impronta extra-large. Il progetto ProgressiveTraction è giunto alla sua fase finale e i primi risultati sono stati positivi. VREDESTEIN Trelleborg IF900/65R46 TM1000 High Power (a sinistra) e prototipo per la ProgressiveTraction technology. attualmente in commercio. Altra novità presentata da Mitas è stata l’estensione di gamma del modello Super Flexion Tyres (SFT) per trattori di alta potenza (oltre i 180 CV), venduto nel mercato nord-americano. TRELLEBORG Prodotti e tecnologie al centro delle novità proposte da Trelleborg ad Agritechnica 2013. Tra i prodotti spiccava sicuramente il gigantesco IF900/65R46 TM1000 High Power, un innovativo disegno che massimizza l’ampiezza del battistrada e, sostiene il gruppo italo-svedese, garantisce l’impronta più ampia presente sul mercato, fornendo un’ottima distribuzione della pressione e un estremo rispetto del suolo. «Il battistrada BlueTire technology sviluppato per il nostro ultimo gigantesco pneumatico – ha detto Piero Mancinelli, direttore Ricerca e sviluppo dei pneumatici agricoli e forestali di Trelleborg Wheel Systems – è il potente risultato dei nostri avanzati processi ingegneristici. Il nuovo battistrada BlueTire aumenta significativamente l’ampiezza del battistrada e, quando applicato alla misura IF900/65R46 TM1000 High Power, assicura un’impronta extra- larga a bassa pressione e una prestazione imbattibile in termini di galleggiamento. Vredestein Traxion Cereall IF Questo si traduce in un’ottima distribuzione della pressione e Traxion XXL 710/75R38. sul suolo, che incrementa le rese e preserva il suolo da compattamento ed erosione». Trelleborg offre due alternative di diametro 2,3 m per il segmento dei 46 pollici, nelle misure IF750/75R46 e IF900/65R46, entrambe disponibili in soluzione ruota completa con i cerchi Trelleborg THK. «L’estensione della linea TM1000 High Power e la sua offerta di cerchi THK – ha aggiunto Lorenzo Ciferri, direttore Marketing pneumatici agricoli e forestali La crescente domanda di pneumatici per uso agricolo del marchio Vredestein ha portato quest'anno il gruppo olandese alla decisione di aumentare la capacità produttiva degli stabilimenti in Europa e India, in particolare per gli pneumatici per trattori e gli pneumatici radiali per uso agricolo delle gamme Traxion e Flotation. Gli investimenti previsti consentiranno ad Apollo Vredestein di produrre pneumatici ancora più grandi e larghi. Inoltre, l'aumento della produzione di pneumatici per uso agricolo consentirà a Vredestein di concentrarsi su nuovi mercati geografici, come l'America e l'Asia. In occasione di Agritechnica 2013 Vredestein ha presentato diverse novità, tra cui le più significative sono state: - Traxion Cereall IF 800/70R32 CFO: pneumatico per mietitrebbie che garantisce il 20% in più di flessione grazie alla tecnologia Vredestein F+; - TraxionXXL 710/75R38 (pneumatico dalla superficie ampia per una maggiore trazione e una minore resistenza al rotolamento, che permette di non dovere installare cerchi più grandi) e 710/60R30 (misura molto diffusa sia sull'asse anteriore dei trattori pesanti che sull'asse sterzante delle trince semoventi); - Flotation Trac 520/50R17 (sostituisce il 500/50R17 Flotation Pro e viene montato su molte presse, avvolgitori per balle e rimorchi), 520/55R22,5 (pneumatico radiale con diametro da 1.140 mm e 500 mm di larghezza, richiesto per presse, rimorchi con caricamento automatico e ruote di supporto macchinari agricoli di grandi dimensioni), 560/60 R 22,5 161D (questo modello farà pre800/70R32 CFO (a sinistra) sto parte della gamma Flotation Trac, particolarmente indicata per le superfici arabili) e 650/40R22,5 (questo pneumatico amplia la gamma 620/40R22.5 con un diametro di 1.085 mm ed è particolarmente indicato per rimorchi con caricamento automatico); - Traxion+ 540/65 R 34 TL 152D, ideale per trattori ad alta velocità; - 210/60-10 Greentrax e 270/50-12 Greentrax, nuovi pneumatici per tagliaerba pro fessionali. 44 Terra e Vita 1 [ DOSSIER ] n. 17/2014 29 aprile 2014 2 COORDINAMENTO COORDINAMENTO DI DI GIORGIO IORGIO SETTI ETTI E la gestione dei reflui diventa sostenibile DI STEFANO GUERCINI, CLELIA RUMOR (*) U Con opportune modalità delle anomalie meteorologiche, soprattutto di na corretta gestione degli effluenti negli di stoccaggio, quelle legate alle precipitazioni. La distribuzione allevamenti di bovini, quale che sia la cadelle piogge non sembra essere più quella statistitegoria (latte, carne rossa, carne bianca), e con i trattamenti camente conosciuta, caratterizzata com’è da una obbedisce a una regola fondamentale e molto semmaggiore frequenza di prolungati periodi piovosi plice: chi assicura al proprio allevamento un’adedi corredo, che magari vanno a interessare momenti dell’anno guata capacità di stoccaggio delle deiezioni può che le statistiche considerano relativamente secdormire sonni abbastanza tranquilli. le deiezioni bovine chi, con buona pace, purtroppo, dei momenti in Lo stoccaggio è dunque lo strumento gestionacui, secondo la direttiva Nitrati, è possibile distrile indispensabile e ordinario per garantire che gli possono rispettare buire gli effluenti. interventi di distribuzione degli effluenti zootecnici possano avvenire nei tempi e nei modi più La ripetitività di tali eventi è tale da far supl’ambiente porre come tali fenomeni, da “anomali”, stiano idonei dal punto di vista agronomico e ambientale. Nel caso dell’azoto ciò si traduce nel suo massipoco alla volta diventando “normali”, aprendo forse un nuovo capitolo sulle caratteristiche climatiche dei nostri mo utilizzo da parte delle colture, in un ridotto rilascio per dilavamento, scorrimento superficiale e volatilizzazione. Azioni tutte che, territori. Chi vivrà vedrà. Quanto sopra menzionato sulle intemperanze meteorologiche escludendo la volatilizzazione, si possono estendere anche al fosforo e al potassio contenuti negli effluenti. coinvolge due aspetti essenziali dello stoccaggio delle diverse matrici (palabili e non palabili) che sarebbe auspicabile rivisitare in un Lo stoccaggio rappresenta dunque il fulcro attorno al quale ruota l’organizzazione delle operazioni che lo precedono nella cosiddetta prossimo futuro: 1. L’aumento della capacità di stoccaggio aziendale oltre i tempi fase aziendale (dal trasferimento delle deiezioni fuori dalla stalla a eventuali trattamenti preliminari) e di quelle che lo seguono (traminimi previsti dalla normativa. Una tale azione consentirebbe di scongiurare la malaugurata combinazione di una vasca/concimaia, sporto e distribuzione sui terreni) nella cosiddetta fase di campo. E ora spieghiamo perché abbiamo usato il termine ”abbastanza”. al limite del riempimento all’inizio del periodo consentito per la distribuzione e l’impossibilità di entrare in campo causa persistenti precipitazioni e/o impraticabilità dei terreni. Una rapida analisi dei IL PROBLEMA DEL METEO dati sulle precipitazioni di questi ultimi anni in località della pianura È poco più che una sensazione, che andrebbe meglio approfondita, veneta permette di quantificare in non meno di 30-45 giorni tale ma questi ultimi anni sembrano essere caratterizzati da un aumento n. 17/2014 29 aprile 2014 1 - Vasca prefabbricata in cemento armato a pianta circolare, a cielo aperto. 2 - Contenitore a sacco adibito allo stoccaggio dei liquami di un allevamento di bovini da latte. 3 - Concimaia scoperta, chiusa su tre lati. [ DEIEZIONI ZOOTECNICHE ] TAB. 1 - CON DIVERSE ATTREZZATURE DI SEPARAZIONE SOLIDO-LIQUIDO CATEGORIA SOLIDO-LIQUIDO Il primo, il più semplice da adottare e forse anche il più conosciuto e diffuso tra i trattamenti che si possono applicare ai liquami prima del loro stoccaggio è la separazione di fase. Come dice il nome, la separazione solido-liquido permette di estrarre dal liquame tal quale una parte più o meno rilevante dei solidi sospesi, che vanno a costituire la frazione solida palabile, e da una frazione liquida chiarificata, alleggerita cioè dei solidi sospesi. Nella frazione solida si trasferisce inoltre una parte consi- RIMOZIONE (% IN PESO CHE SI EFFICIENZA DI TRASFERISCE NELLA FRAZIONE SOLIDA) SEPARAZIONE SOLIDI TOTALI N TOT P TOT Vagli statici e vibranti bassa < 25 Separatori a cilindro e rulli prementi e a vite senza fine media 25 ÷ 40 15 ÷ 25 10 ÷ 20 alta > 40 25 ÷ 30 60 ÷ 70 Decantatori centrifughi 3 aumento dello stoccaggio. 2. La copertura delle strutture di stoccaggio. Questa soluzione, finora poco praticata nel nostro Paese, svolge in realtà un ruolo chiave su più fronti. Anzitutto evita l’ingresso delle acque meteoriche, il che si traduce, nel caso dei materiali non palabili, nella possibilità di aumentare, a parità di capienza del manufatto, la sua capacità di stoccaggio; relativamente ai materiali palabili, la copertura della concimaia permette di ridurre la produzione di percolati (che a loro volta vanno ad aumentare i volumi degli effluenti non palabili da stoccare), di migliorare il processo di maturazione del prodotto e di conservarne la palabilità, con indubbi vantaggi al momento del prelievo per la distribuzione. In secondo luogo la copertura dello stoccaggio riduce le emissioni di gas e odori da questa fase. Aspetto questo sempre più all’ordine del giorno sia per quanto riguarda le problematiche dovute alla vicinanza dei centri abitati con le zone agricole, sia per la necessità di adottare pratiche che riducano le emissioni di quei gas nocivi per l’atmosfera: in primis, ammoniaca e metano. LA SEPARAZIONE Terra e Vita 45 5 ÷ 10 10 ÷ 20 stente dell’azoto organico e del fosforo; in quella chiarificata troviamo invece buona parte dell’azoto inorganico (sotto forma di ammonio) e del potassio. La capacità di una attrezzatura di trasferire quantitativi più o meno consistenti di solidi sospesi, azoto, fosforo e potassio dal liquame di partenza alla frazione solida ne esprime la cosiddetta “efficienza di separazione” e permette di suddividere le attrezzature di separazione comunemente utilizzate in zootecnia nei gruppi a bassa, media, e alta efficienza (tabella 1). Nel primo ricadono i vagli statici, i vibro-vagli e i tamburi rotanti; nel secondo i vagli a compressione elicoidale o a rulli prementi; nel terzo i separatori centrifughi. Le attrezzature più rappresentate negli allevamenti bovini appartengono al secondo gruppo, grazie al buon compromesso che tali macchine consentono di esprimere tra prezzo di acquisto, costo di gestione, efficienza di separazione e robustezza costruttiva. Nel trattamento dei liquami bovini esse consentono di ridurre il volume della frazione liquida separata del 15-20%, rimuovendo dallo stesso il 10-15% dell’azoto totale e il 10-20% del fosforo inizialmente presenti nel liquame e producendo una frazione solida al 20-25% di sostanza secca. Vasca di stoccaggio per liquami coperta da una struttura I vantaggi offerti dalla separazione solido-liquido sono diintelaiata in acciaio zincato. versi. 1) Si riduce il volume della frazione non palabile da stoccare e, successivamente, da distribuire, nonché il contenuto in azoto della stessa, fatto questo che consente di ridurre la superficie di terreno su cui distribuire detta frazione di una quota pari all’azoto trasferito nel solido (10-15%); quest’ultimo, in virtù del minore contenuto di acqua e della sua intrinseca maggiore qualità agronomica, potrà essere trasportato a maggiori di- 46 Terra e Vita [ DOSSIER ] n. 17/2014 29 aprile 2014 Concimaia coperta da una bella struttura in legno lamellare. Concimaia coperta da una struttura leggera a tunnel. stanze dal centro aziendale con costi contenuti rispetto al liquame di partenza e/o ceduto a terzi. 2) Si limitano le emissioni odorigene durante lo stoccaggio della frazione liquida, grazie al ridotto contenuto in sostanza organica rispetto al liquame tal quale. 3) Riducendo il contenuto in solidi del liquame, a) si limita la stratificazione dello stesso nella vasca di stoccaggio, quindi la formazione di deposito sul fondo o della crosta superficiale; b) se ne migliora la pompabilità nella fase di prelievo per la distribuzione; c) si favorisce la sua percolazione nel terreno una volta distribuito, limitando quindi la permanenza in superficie, con conseguenze positive sulle emissioni di ammoniaca e odori. A fronte di questi numerosi e importanti vantaggi bisogna ricordare la necessità di accompagnare l’acquisto del separatore con la realizzazione di un’adeguata platea per lo stoccaggio del solido separato, possibilmente coperta per quanto prima esposto, e con l’adozione di appositi mezzi per la sua movimentazione e distribuzione agronomica. Negli ultimi dieci anni la digestione anaerobica ha ri-trovato una “seconda giovinezza” presso i nostri allevamenti zootecnici grazie alla politica di incentivi legati alla vendita dell’energia elettrica che ha consentito agli imprenditori di conseguire un’integrazione al reddito aziendale assai appetita, considerato il periodo di crisi che la zootecnia italiana sta attraversando. Dopo l’overdose della tariffa omnicomprensiva di 280 `/MWh, che ha consentito la realizzazione di impianti alimentati anche esclusivamente con colture vegetali dedicate, dal 2013 la nuova tariffa, mediamente attestata su 230 `/MWh, ha fortunatamente ridimensionato la situazione rendendo possibile la costruzione di impianti che, per “stare in piedi” dal punto di vista economico, debbono utilizzare solo, o in buona parte prodotti di scarto o sottoprodotti, quali sono le deiezioni zootecniche. Ma non è di questo che vogliamo parlare in questa sede. La digestione anaerobica in un’azienda zootecnica offre infatti opportunità interessanti per migliorare la gestione degli effluenti dal punto di vista agronomico, con positivi riflessi anche sull’ambiente. La necessità di avere un materiale il più possibile fresco da utilizzare in digestione anaerobica impone di fatto un cambiamento nella gestione della stalla attraverso la rimozione frequente degli effluenti dai ricoveri di allevamento: giornaliera nel caso dei liquami, per lo più settimanale nel caso dei letami. Con la positiva conseguenza di un miglioramento dell’ambiente di stalla grazie alla ridot- Un separatore a rulli prementi. Sullo sfondo la concimaia per l accumulo del letame e della frazione solida separata. Le vasche di carico del liquame tal quale, e di scarico di quello separato, relative al separatore della foto qui accanto. LA DIGESTIONE ANAEROBICA 48 Terra e Vita [ DOSSIER ] ta permanenza delle deiezioni nei locali di allevamento. Il digestato ottenuto da deiezioni bovine è un materiale che ha un contenuto di sostanza secca e sostanza organica inferiore a quello dei materiali di partenza - quello che manca se ne è andato come biogas ma con lo stesso tenore in azoto totale, ed una percentuale di azoto ammoniacale superiore a quella del prodotto in ingresso; caratteri- n. 17/2014 29 aprile 2014 stiche queste che accentuano le proprietà ammendanti del digestato, accentuate dalle seguenti caratteristiche: - stabilizzazione, ovvero ridotta fermentescibilità, quindi minore produzione di odori durante lo stoccaggio e assenza di fitotossicità, dato che le trasformazioni a carico della sostanza organica sono già occorse durante il processo anaerobico; Un attrezzatura mobile di separazione in azione presso un allevamento di bovini da latte in Olanda. Il rimorchio ospita anche un generatore di corrente. Particolare dei tre separatori presenti nell attrezzatura mobile. n. 17/2014 29 aprile 2014 [ DEIEZIONI ZOOTECNICHE ] - buona sanitizzazione, con risultati crescenti passando dal processo mesofilo (35-40 °C) a quello termofilo (50-55 °C). Infine, la sua consistenza fluida ne consente una maggiore capacità di infiltrazione nel terreno all’atto della distribuzione, riducendo quindi il tempo di esposizione all’aria, e quindi l’emissione di ammoniaca. Anche per il digestato sarebbe buona norma operare la separazione solido-liquido prima della sua immissione nelle strutture di stoccaggio, per evitare gli inconvenienti citati in precedenza. Con riferimento alla direttiva Ippc (direttiva sul Controllo e la riduzione integrate dell’inquinamento) e alla necessità sempre più attuale di limitare le emissioni di gas serra e ammoniacale in atmosfera, la digestione anaerobica offre da un lato il vantaggio di ridurre le emissioni di metano dagli effluenti, ma dall’altro aumenta le emissioni di ammoniaca dallo stoccaggio, che quindi dovrebbe essere coperto. Il processo fermentativo continua infatti anche durante lo stoccaggio, con produzione sia di metano che emissione di ammoniaca, Terra e Vita 49 Un digestore anaerobico alimentato con deiezioni bovine; in evidenza le vasche stoccaggio coperte. complice anche la temperatura del prodotto all’uscita del digestore. Uno studio condotto dall’Università di Torino - Dipartimento Deiafa ha dimostrato come lo stoccaggio del digestato produce il 10-12% in più di emissioni di gas serra espressi in CO2 equivalente (principalmente metano) e di ammoniaca rispetto allo stoccaggio dell’effluente di non digerito. La copertura delle vasche di stoccaggio è quindi consigliata: sia per l’aspetto ambientale, sia per i vantaggi già citati in precedenza, e infine perché consente di recuperare e utilizzare anche la quota di biogas prodotta nella fase di stoccaggio, che altrimenti verrebbe persa in atmosfera; a tale proposito il sopra menzionato studio del Dipartimento Deiafa ha messo in evidenza come il biogas recuperato dallo stoccaggio consenta un aumento del 3% della produzione elettrica annuale. (*) Gli autori sono dell’Università di Padova. [ DOSSIER ] 50 Terra e Vita n. 17/2014 29 aprile 2014 Nitrati, la Lombardia verso una nuova mappa L’assessore DI FRANCESCA BACCINO regionale Gianni S i sta per posare sui tavoli Ue una nuova Fava presenterà mappa italiana sulle aree vulnerabili ai nitrati, elaborata dalla Regione Lombardia. alla Ue «Sulla direttiva nitrati abbiamo gli elementi per rivedere le zone vulnerabili. E soprattutto, oggi, una proposta abbiamo gli strumenti scientifici per dire che quelle aree, identificate in passato solo sulla carta, sono di revisione della sbagliate». Lo ha detto l’assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, Gianni Fava, all’assemblea annuale di Fedagri Confcooperative Lombar- geografia delle zone dia, annunciando anche che la prima settimana di vulnerabili aprile sarebbe stato a Bruxelles per presentare la nuova mappa delle aree vulnerabili. Ottenere dalla Ue una riduzione di questa misura è un traguardo L’obiettivo è quello di aumentare il carico di azoto per ettaro che fondamentale per garantire un futuro al milione e mezzo di bovini e si può distribuire nei campi in un anno attraverso i reflui zootecnici e ai 4 milioni e mezzo di suini che sono oggi allevati in Lombardia in che nelle aree vulnerabili non può superare i 170 kg (mentre può oltre 17mila fra stalle e porcilaie. arrivare a 340 kg nelle zone non vulnerabili). Secondo l’assessore «Vogliamo difendere la zootecnia e rivedere la geografia delle lombardo in base alle evidenze scientifiche la superficie di queste zone vulnerabili ai nitrati» ha spiegato ancora Fava, ricordando che aree a rischio risulterebbe inferiore di circa il 20-30% rispetto a quelle la direttiva comunitaria prevede una revisione delle stesse aree e che attuali. NORMATIVA Buon viso a cattivo gioco È ormai da un po’ di tempo che le tematiche afferenti la gestione degli effluenti zootecnici hanno assunto pari dignità, se così si può dire, rispetto a quelle relative all’alimentazione e alla cura degli animali e alla cura dei prodotti da essi ottenuti. E, parlando di un sistema produttivo molto spesso caratterizzato da produzioni di pregio, richieste, invidiate e imitate in mezzo mondo, la cosa fa ben sperare sulla presa di coscienza dei nostri allevatori. Come mai tutta questa attenzione? Pensiamo di non sbagliare molto se ipotizziamo che questa virtuosità sia stata indotta anche da una vera e propria pioggia di prescrizioni che, da una ventina d’anni a questa parte, mittente l’Unione europea, ha interessato il settore. Tra tutte ne spiccano per importanza due: la “direttiva Nitrati” e la “direttiva sul Controllo e la riduzione integrate dell’inquinamento”, forse meglio nota con l’acronimo Ippc. La direttiva Nitrati, ormai ben rodata ma perfettibile per venire meglio incontro alle peculiarità dell’ambiente agronomico italiano. La direttiva Ippc, nata per gli allevamenti di suini e avicoli che superano determinate dimensioni e di recente estesa a una parte degli allevamenti bovini, la consideriamo importante in quanto propone un approccio ragionato, con il criterio della lista di controllo, alle azioni che ciascun allevatore può attuare nei confronti dell’ambiente. Chiamiamolo pure buon viso a cattivo gioco, fatto sta che molti dei nostri allevatori in questi ultimi quattro lustri hanno rivisto anche questa fase del processo produttivo con innegabili vantaggi dal punto di vista organizzativo e della salvaguardia ambientale. Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia, in questo caso identificabile con gli incentivi sulla produzione di energia da fonti rinnovabili che - con riferimento alla produzione del biogas - nell’edizione in corso sta privilegiando la realizzazione di impianti di medio-piccole dimensioni, alimentati in prevalenza con le deiezioni dell’allevamento. E speriamo che un aiuto per migliorare ulteriormente l’impronta ambientale dell’allevamento continuerà ad arrivare con le misure del nuovo Psr, che nella prossima edizione sembra puntare proprio sul tema della sostenibilità ambientale. Stefano Guercini n. 17/2014 29 aprile 2014 il comparto allevatoriale deve essere «tutelato e sostenuto, non accusato ingiustamente». BALLETTO DI COMPETENZE [ DEIEZIONI ZOOTECNICHE ] ISOTOPI Lavori in corso all’Istituto Ispra Terra e Vita 51 vulnerabili e la seconda, del 2013, ha ugualmente costretto la Lombardia e le altre regioni del bacino padano a tornare sui loro passi. In particolare un obbligo di legge (il comma 7 quater) aveva stabilito di sospendere per un anno gli obblighi degli allevamenti che ricadono nelle aree vulnerabili nell’attesa di una nuova mappa delle stesse zone vulnerabili. Nell’attesa si sarebbero applicati i limiti di spandimento previsti per le aree non vulnerabili, i 340 kg di azoto per ettaro. Tempestiva e molto chiara la reazione di Bruxelles che aveva chiesto all’Italia un immediato dietrofront e poi aveva deferito il nostro Paese alla Corte di giustizia europea. Solo con l’abolizione del comma contestato Bruxelles ha ritirato formalmente la procedura. A definire una nuova mappa dei nitrati punta anche una ricerca su base scientifica che è stata avviata l’anno scorso dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e che era stata presentata come “una svolta” al problema dei nitrati. Lo studio, commissionato dal Mipaaf, si basa su un’analisi degli isotopi applicata alle rilevazioni e alle analisi dei terreni. C’è da dire tuttavia che questo studio avrebbe già dovuto esser pronto, come annunciato nel corso di presentazione di Regione Lombardia, per fine 2013; invece non sarà completato prima di giugno 2014. La Regione Lombardia si è infatti mossa in modo autonomo rivolgendosi F.B. all’Università di Milano e all’Arpa. Tuttavia, ha rimarcato Fava, «serve compattezza nel mondo agricolo e nel sistema. Nei giorni scorsi il presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, ha dichiarato che la richiesta di deroga non può essere avanzata a Bruxelles dalla Regione Lombardia e si dice sicuro che il negoziato sarà condotto dallo Stato. Io non ne sono così sicuro, perché se lo Stato italiano avesse voluto salvaguardare la zootecnia, l’avrebbe fatto prima». Al di là delle polemiche che inevitabilmente ogni tanto affiorano la questione resta molto delicata per un Paese come l’Italia che già due volte è stato messo in mora dall’Ue e si è dovuto scagionare dall’accusa di violazione degli obblighi stabiliti dalla direttiva Ue sui nitrati. La procedura d’infrazione aperta nel 2006 aveva infatti obbligato la Lombardia e le altre regioni padane ad ampliare le aree STUDI DI UNIVERSITÀ, ARPA ED ERSAF La possibilità di ridefinire la mappa italiana dei nitrati era stata al centro dell’incontro del 13 febbraio scorso organizzato da Regione 52 Terra e Vita [ DOSSIER ] n. 17/2014 29 aprile 2014 più densamente popolate. Lombardia per presentare alle Sulla base dei commenti racassociazioni agricole i risultati colti dall’Informatore Zootecnidegli studi commissionati alco presso alcune delle associal’Università di Milano, all’Arpa zioni agricole presenti all’incone anche all’Ersaf. «Siamo arrivatro, lo studio condotto dall’Arpa ti a un risultato che ridefinisce si sarebbe invece focalizzato l’origine dell’azoto presente nelsullo stato delle acque superfile acque, la capacità di assorbiciali e sull’eutrofizzazione arrimento dei suoli e la gestione vando a conclusioni simili, andelle aziende». Per l’assessore che se molto meno evidenti risi tratta di «un documento straspetto a quelle dell’Università tegico per il confronto sia con il di Milano. Restano comunque Governo di Roma che con diverse, anche se sostanziall’Unione europea a Bruxelles». Stoccaggio dei liquami in un allevamento di bovine da latte mente convergono, come hanno I risultati di uno studio delsegnalato le rappresentanze di l’Università di Milano, come del Nord est. categoria, Confagricoltura Lomspiega un comunicato di Regiobardia e Cia Lombardia, le modalità di analisi e i parametri utilizzati ne Lombardia, potrebbero portare a un alleggerimento delle zone nei diversi studi. vulnerabili ai nitrati anche del 30% circa. A beneficiarne, secondo il Molto più ottimistico è invece il commento di Ettore Prandini, professor Marco Masetti, associato di Geologia applicata presso il presidente della Coldiretti Lombardia: «Non dimentichiamo – ha dipartimento di Scienze della terra dell’Università degli Studi di scritto in un editoriale uscito sul n. 5/2014 dell’Informatore ZootecMilano, «sarebbero, in modo particolare, tutta la provincia di Mantonico – che le aree vulnerabili applicate fino a oggi fanno riferimento a va, parte del cremonese e del bresciano, nell’area di pianura». una situazione di oltre 20 anni fa, scritta sulla carta da qualche Questo studio sulle acque sotterranee che si basa su valutazione burocrate senza approfondire se gli eventuali punti critici fossero statistiche avrebbe inoltre messo in luce la responsabilità degli dovuti agli scarichi industriali e civili, più che all’agricoltura». scarichi civili individuando una marcata vulnerabilità nelle aree n. 17/2014 29 aprile 2014 [ ] Terra e Vita 53 54 Terra e Vita [ TECNICA E TECNOLOGIA ] n. 17/2014 29 aprile 2014 PROVA IN CAMPO Test su riso nel Novarese per la rotativa media del gruppo americano John Deere S670i, la trebbia su misura per la realtà italiana DI OTTAVIO REPETTI La S670i al lavoro nelle risaie del Novarese. Il Cervo ha deciso punto, su un prodotto “difficile”. La S670i si presenta come un’assiale di media potenza, probabilmente più adatta alla realtà italiana della maxi S690 da 620 cavalli. Pertanto può ingolosire sia l’agromeccanico di media taglia sia la grande azienda agricola. O risicola, come nel caso del nostro test, eseguito nei pressi di Trecate, provincia di Novara, su riso non particolarmente abbondante, ma in una zona caratterizzata da appezzamenti di piccole dimensioni, poco adatti sia alle dimensioni della S670i, sia al suo sistema di trebbiatura, che come noto predilige le grandi estensioni, dove può lavorare a lungo con il rotore pieno e pertanto dare il meglio in termini di sgranatura e pulizia. Tanto è vero che la granella più sporca si raccoglie alla di concentrarsi sui modelli assiali. Convinto che siano adatti anche alle nostre condizioni N on è una novità che John Deere scommetta sulle mietitrebbie assiali, al punto da aver abbandonato la tecnologia ibrida per concentrarsi meglio sulla separazione rotativa. Per di più, mono-rotore. Sulla falsariga di quanto fa Case IH, per capirci. E che sembra essere, a questo punto, il sistema di trebbiatura preferito dagli ame- vità della sua paglia, vuoi per le ricani. Sarà però anche adatto alben note difficoltà di separaziole nostre condizioni di lavoro? ne dei chicchi. Non parliamo tanPertanto il test to di mais, quanto 270.000 € che riassumiamo in di prodotti più PREZZO D’ACQUISTO queste pagine e che ostici, con caratteDELLA MACCHINA UTILIZZATA vede una S670i al laristiche specifiche PER LA PROVA voro in risaia è dopche li possono renpiamente significatidere un vero provo: per valutare la macchina in blema. Uno di questi è il riso, sé e per vederla lavorare, apnaturalmente. Vuoi per l’abrasi- Cingolatura in ferro indispensabile quando si lavora in risaia. La velocità di svuotamento è pari a 120 litri al secondo. n. 17/2014 29 aprile 2014 [ TECNICA E TECNOLOGIA ] Organizzazione razionale per i comandi, raggruppati sul bracciolo destro e sulla consolle a fianco di quest’ultimo. Terra e Vita 55 Il terminale Greenstar in versione touch screen è l’ideale per la gestione della macchina in maniera versatile e rapida. CARATTERISTICHE TECNICHE PRINCIPALI TAGLIO E ALIMENTAZIONE Testata cereali a paglia 600r (4,3-10,7 m) Testata mais 600c velocità fissa (opt. heavy duty 5 velocità – regolazione inclinazione laterale) Canale elevatore Dimensioni 139x172 cm SEPARAZIONE Tastatori meccanici per la regolazione automatica dell’altezza di taglio. fine e all’inizio della passata, quando si deve ridurre la velocità per effettuare la svolta. RESA BUONA, ROTTURE ASSENTI Lo abbiamo visto bene nel test. L’apertura della risaia, per esempio, comporta la presenza di qualche residuo inatteso nel cassone della granella, mentre non appena si comincia a lavorare su spazi liberi il risultato migliora nettamente. Parlando di qualità del prodotto abbiamo sempre una resa eccellente, con rotture praticamente assenti. Anche le prestazioni non sono sembrate male, sebbene la dimensione degli appezzamenti non fosse quella ideale per vedere davvero cosa sa fare questa S 670i. A ogni modo abbiamo raccolto a circa 4 km orari di velocità, con 6,7 metri di testata. Quest’ultima è stata il vero limi- te della macchina: leggermente piccola e soprattutto poco adatta al riso come tipo di lama. Ecco quindi che l’uso di una testata pensata apposta per questo prodotto permetterebbe probabilmente di migliorare in modo sensibile l’andatura e, con essa, la resa oraria. Per esempio una nostra vecchia conoscenza, Daniele Manzo, agricoltore vercellese, con una barra a tappeti da 7,5 metri e la stessa macchina arriva senza difficoltà a 5 km/h. Naturalmente il motore non è parso minimamente in affanno, durante il test. Del resto la 670 ha, sulla schiena, un sei cilindri Power Tech con doppio turbocompressore: 9 litri di volume e sistema Egr avanzato per rispettare i parametri Stage IIIB. La potenza massima è di 431 cavalli (317 kW) mentre quella nominale si ferma a 378 cv (278 kW). separazione assiale con rotore Tristream (opt. rotore flusso variabile) Sistema di separazione Lunghezza rotore 3,12 m Diametro rotore 76 cm Regime di rotazione 210 – 550/380 – 1.000 rpm Superficie controbattitore 1,1 mq Superficie di separazione 1,54 mq PULIZIA Sistema di pulizia sistema crivellante con precrivello fisso Velocità ventilazione 620-1.350 rpm SCARICO Trinciapaglia con deflettore a regolazione elettrica, con o senza mulinello superiore Nr coltelli 44 o 100 Capacità serbatoio 10.600 l Velocità di scarico 120 l/sec MOTORE E TRASMISSIONE Motore Cilindri/volume PowerTech PSX, biturbo Egr, Tier 4i 6/9 l Potenza nominale (ECE R120 – kW/cv) 278/378 Potenza massima (ECE R120 – kW/cv) 317/431 Trasmissione Numero rapporti idrostatica (Prodrive optional) 3 [ TECNICA E TECNOLOGIA ] 56 Terra e Vita n. 17/2014 29 aprile 2014 LE CHIAVI DI VALUTAZIONE Prestazioni 7,5 Buona capacità di lavoro: fino a 5 km orari su riso, a condizione di usare la barra adatta. Nel caso del nostro test, la lama ha incontrato alcune difficoltà con gli steli del riso. Rotore Tristream efficiente, sbriga il lavoro in fretta e, anzi, avrebbe necessità di essere più alimentato. In quella situazione garantisce una puliza elevata e pochissime perdite. Velocità di scarico eccellente, si vuota l’enorme serbatoio in un minuto e mezzo circa. Buona maneggevolezza e, ovviamente, dotazione tecnologica molto avanzata. Nel complesso, una mietitrebbia di media potenza, per la media azienda di lavorazioni in conto terzi oppure l’azienda agricola evoluta. Condizioni di lavoro 7 Una cabina in cui si vive bene equipaggia questa nuova versione della assiale John Deere. C’è tutto quel che serve per stare molte ore in postazione di lavoro: visibilità elevata su tutti i lati con, a richiesta, telecamera sul retro e sul canale di scarico e insonorizzazione molto In cabina abbiamo spazio in abbondanza, ma anche una eccellente insonorizzazione: si parla tranquillamente, sia faccia a faccia sia al telefono. Eccellente anche la visibilità, favorita dal canale alimentatore allungato (una delle novità introdotte sull’ultima versione della serie S). Importante la disponibilità di telecamere: si possono piazzare sul retro e sul tubo di scarico. Le immagini sono visualizzate sul terminale di bordo, così da ridurre il numero di monitor nell’abitacolo. ELETTRONICA ECCELLENTE A proposito di monitor, ricordiamo l’eccellente dotazione efficiente – cosa non scontata su una mietitrebbia e buon climatizzatore. Da rinnovare, invece, la leva multifunzioni: non male, ma ormai sorpassata dalle ultime proposte della concorrenza. Costi 6,5 Come prezzo d’acquisto siamo leggermente sopra la media. Il costruttore dichiara un consumo medio di carburante tra 48 e 52 litri/ora in funzione della resa, dell’umidità del prodotto e della lunghezza della paglia con trinciapaglia innestato. Diciamo che sul mercato c’è chi costa e consuma un po’ meno, ma le differenze non sono poi così alte. Il trinciapaglia è stato ripensato per evitare intasamenti ed eccessivo assorbimento di potenza. elettronica di questa macchina. Si parte dal display a montante: abbastanza leggibile e chiaro, molto utile per una rapida occhiata sui principali parametri di lavoro. Questo, però, è soltanto l’antipasto: accanto al terminale standard possiamo avere il Command Center Greenstar 3, che supporta le funzioni Autotrac (guida satellitare) e videocamera, oltre a permettere di impostare i parametri di lavoro della macchina e la regolazione automatica della velocità di avanzamento (Harvest Smart). Il Command Center di base si controlla con una serie di tasti ben collocati sul fianco del bracciolo, in posizione facilmente raggiungibile, al punto che dopo qualche giorno non si fatica a trovarli al tatto, senza doverli guardare. Per chi non volesse più avere a che fare con fisicità, però, è disponibile anche la versione Touch Screen del terminale: più intuitiva e comunque dotata anche della pulsantiera. Che in certe situazioni, a nostro avviso, è anche meglio dello Canale elevatore allungato e ripensato: un’altra miglioria della nuova serie S. schermo a contatto. Infine, il top dell’offerta: il Greenstar 2630, 26 cm di lato e possibilità si sfruttare tutte le potenzialità del sistema Ams, come la raccolta di dati su umidità, peso e resa delle varie parti del campo. Anche se si decide di non sfruttare queste tecnologie, la S 670i resta una macchina assai interessante, con una buona capacità di lavoro dovuta soprattutto al rotore Tristream e un innegabile comfort in cabina. Ma non c’è dubbio che fa pienamente onore alla sua natura soltanto se utilizzata per ciò per cui è stata pensata: non soltanto una mietitrebbia, ma un piccolo laboratorio viaggiante. [ TECNICA E TECNOLOGIA ] n. 17/2014 29 aprile 2014 Oidio, le infezioni ascosporiche NORD ITALIA N on più relegato soltanto alle aree viticole collinari, l’oidio della vite, causato dall’ascomicete nella sua forma sessuata di Uncinula necator (Schweinitz) Burril e forma imperfetta Oidium tuckeri Berk., in questi ultimi anni si è manifestato con una certa regolarità anche aree viticole di pianura dove generalmente il patogeno non era solito provocare danni consistenti. È bene ricordare che recenti studi hanno dimostrato che negli ambienti viticoli nord italiani, i sintomi precocissimi delle “foglie a bandiera” caratteristici delle infezioni da micelio solo per lo più relegate a quei vigneti poco curati che con il tempo hanno accumulato una forte carica di inoculo. Al contrario, la forma PERONOSPORA L’anticipo delle primarie Terra e Vita 57 Decolorazioni sulla pagina fogliare superiore e imbrunimento delle nervature in corrispondenza di queste nella pagina inferiore sono i classici sintomi delle infezioni ascosporiche di oidio sulla vite (foto Bugiani). DI RICCARDO BUGIANI E MASSIMO BARISELLI di svernamento più comune è quella di cleistotecio. In primavera questi ultimi rilasciano le ascospore sulle foglie basali più vicino al ritidoma ogniqualvolta si verifica una pioggia di almeno 2,5 mm con una temperatura di almeno 10 °C. Le ascospore quindi germinano in un arco termico ottimale tra 20 e 25 °C, e in poche ore penetrano la superficie vegetale. Sono queste le condizioni climatiche idonee perché si possano avere infezioni ascosporiche. Il tempo di incubazione, in funzione della temperatura, può andare da un minimo di 6-7 giorni ad un massimo di 15 giorni. Le esplosioni epidemiche siamo soliti osservare a partire da fine maggio-inizio giugno sono quindi la causa di infezioni L’ che avvengono precocemente, da poco dopo il germogliamento immediata prefioritura fino alla fase di formazione del grappolo. STRATEGIA In questa prima fase fino alla pre-fioritura, è consigliabile utilizzare meptyldinocap (massimo 2 interventi all’anno), zolfo bagnabile a dosi elevate (800 g/hl), o gli IBE ad intervalli di circa 8-10 giorni. Da pre-fioritura fino alla allegagione è preferibile invece utilizzare prodotti più specifici come metrafenone o spiroxamina, cyflufenamid, (massimo 3 interventi all’anno) o esperienza dell’anno passato, nel quale la peronospora è comparsa con una particolare aggressività in seguito ad un andamento stagionale particolarmente favorevole, suggerisce di non sottovalutare il rischio infettivo in questa prima parte della stagione. Aprile e maggio sono solitamente i mesi in cui si verificano le prime infezioni peronosporiche. Anzi, gli ultimi due anni hanno registrato un consistente anticipo della fine della fase di latenza delle oospore e di conseguenza un anticipo del rischio peronosporico. Oggi sono disponibili nuovi modelli previsionali particolarmente efficienti e affidabili sui quali ci si può basare per una razionalizzazione dei trattamenti antiperonosporici. In mancanza di tali strumenti è raccomandabile, in previsione di piogge, intervenire cautelativamente con propineb, metiram, zoxamide, Sali di rame anche associati a fosetyl-Al in caso di vegetazione in attiva crescita. Dopo le piogge e in presenza di vegetazione non protetta si può intervenire con cimoxanil, dimeto- quinoxyfen, caratterizzati dall’avere una ottima affinità alle cere epicuticolari e dotati anche di una buona attività stoppante anche in presenza di infezioni secondarie. Vicino alla fase di pre-chiusura grappolo è possibile utilizzare anche principi attivi, come fluopiram, boscalid e tryfloxystrobin efficaci anche nei confronti della botrite. morf, iprovalicarb, in miscela con prodotti di copertura o la miscela dimetomorf+dithianon. In situazioni di alto rischio e ove si intenda proteggere la vegetazione è consigliabile intervenire con prodotti sistemici a base di metalaxyl o benalaxyl (da non utilizzare in presenza di piante sature d’acqua in quanto traslocati molto lentamente) o citotropici come ciazofamide. Per la protezione dei grappoli è invece opportuno fare ricorso a prodotti in grado legarsi saldamente alle cere epicuticolari ed essere più difficilmente dilavati dalle frequenti piogge, quali, ametoctradin, mandipropamide, famoxate, zoxamide, amisulbron, fenamidone, ciazofamide, la miscela flupicolide+fosetyl-Al, piraclostrobin+metiram. È bene ricordare che per non incorrere nell’insorgenza di popolazioni di Plasmopara viticola resistente a taluni fungicidi antiperonosporici, è buona norma alternarli con altri egualmente efficaci ma a diverso meccanismo d’azione e limitare il loro utilizzo nel corso dell’annata. [ TECNICA E TECNOLOGIA ] 58 Terra e Vita CENTRO ITALIA L’ incidenza delle infezioni di peronospora della vite che hanno caratterizzato l’annata 2013 e i problemi riguardanti il suo controllo hanno spinto a focalizzare nuovamente l’attenzione su un patogeno il cui comportamento epidemico presenta aspetti ancora da indagare. La sopravvivenza del patogeno durante l’inverno è garantita dalla sua capacità di differenziare strutture quiescenti, le oospore. Studi compiuti sulla biologia ed epidemiologia di Plasmopara viticola hanno evidenziato che le condizioni climatiche invernali, e in modo particolare la pluviometria, hanno grande importanza nel FUNGICIDI Endoterapici e di copertura DI FRANCESCO CORVI G Esiti dell’attacco di peronospora su foglia di vite. determinare la maturazione delle oospore e la gravità dell’epidemia. Altri studi hanno permesso di accertare che la germinazione delle oospore e il conseguente sviluppo di infezioni primarie, si prolunga nel corso della stagione vegetativa con un netto decremento a fine maggio-inizio giugno. TRE DIECI ALLA FRUSTA Un aspetto tradizionalmente dibattuto della difesa antiperonosporica è l’inizio dei trattamenti dopo la ripresa vegetativa. Purtroppo, con il passare degli anni, la “regola dei 3 dieci” ha dimo- TIPO E COMPORTAMENTO NELLA PIANTA I fungicidi endoterapici sono dotati di vari gradi di penetrazione e mobilità nei tessuti, di un’azione preventiva interna ed esterna e curativa di varia entità 29 aprile 2014 Imprevedibile peronospora strato di non essere sempre affidabile, tendendo a sottostimare il rischio di infezione nelle situazioni molto favorevoli al patogeno e a sovrastimarlo in quelle contrarie. Ciò nonostante può ancora oggi svolgere un ruolo importante per la limitazione dei trattamenti superflui iniziali, purché venga utilizzata in maniera flessibile riguardo al fattore pioggia. CARATTERISTICHE DEI FUNGICIDI ATTUALMENTE AUTORIZZATI SU VITE I fungicidi di copertura non sono in grado di penetrare all’interno dei tessuti ed esercitano esclusivamente un’azione preventiva dall’esterno n. 17/2014 Persistenza limitata Tradizionali Moderni Elevata penetrazione e traslocazione sistemica Elevata penetrazione e traslocazione locale Penetrazione più o meno marcata con traslocazione parziale. Parziale permanenza in superficie SOSTANZE ATTIVE Remeici (Poltiglia Bordolese, Solfato Tribasico, Ossicloruri, Idrossido, Ossido) Ditiocarbammati (Mancozeb, Metiram, Propineb) Maggiore persitenza specie sui grappoli Folpet Ditianon Buona persistenza anche grazie alla affinità con le cere cuticolari Famoxadone Zoxamide Ametoctradin Sistemicità acropeta e basipeta, buona persistenza Fosetyl-Al Sistemicità acropeta, buona persistenza Metalaxil, Metalaxil-M Benalaxil, Benalaxil-M Persistenza limitata Cimoxanil Buona persistenza anche grazie alla più o meno elevata affinità per le cere cuticolari Dimetomorf Iprovalicarb, Bentiavalicarb, Valifenalate Mandipropamid Piraclostrobin, Fenamidone Ciazofamid, Amisulbrom Fluopicolide li antiperonosporici registrati su vite possono essere distinti in due categorie. I fungicidi tradizionali di copertura (rameici, mancozeb, metiram, propineb, folpet, ditianon) sono esclusivamente preventivi ed esplicano un’azione multisito nei confronti del metabolismo cellulare. I fungicidi moderni endoterapici sono in grado di penetrare nei tessuti, traslocare in maniera più o meno marcata ed esercitare un’azione specifica sul metabolismo cellulare. Rientrano in questa categoria 19 p.a. distinti in base alla modalità con cui sono in grado di muoversi all’interno dei tessuti, al gruppo chimico di appartenenza, al meccanismo di azione e al rischio di resistenza. Per una corretta impostazione della difesa del vigneto debbono essere impiegati esclusivamente in miscela con i prodotti di copertura ed in modo preventivo. L’attuale disponibilità di strumentazioni elettroniche in grado di registrare i dati meteoclimatici e la possibilità di acquisire più affidabili criteri di valutazione del rischio di infezione attraverso l’applicazione dei modelli previsionali, consentono al viticoltore di scegliere sempre più soddisfacenti soluzioni operative per combattere la peronospora. Se a ciò si aggiunge l’ampia e diversificata disponibilità di fungicidi molto efficaci nei confronti del patogeno, si può affermare che oggi la difesa antiperonosporica della vite ha raggiunto livelli più che mai soddisfacenti sul piano della sicurezza protettiva. n. 17/2014 29 aprile 2014 [ TECNICA E TECNOLOGIA ] Terra e Vita 59 Olivo, controllo delle crittogame SUD ITALIA P er il controllo degli scolitidi (Phloeotribus scarabeoides, Hylesinus oleiperda) dell’olivo le esche costituite dai fasci di rami lasciati durante la potatura andranno bruciate prima dello sfarfallamento degli adulti che, nelle aree meridionali, solitamente avviene alla fine di questo mese. I nuovi attacchi degli scolitidi sulle piante saranno evidenziabili dalla presenza di cumuletti di rosura sui rami, in corrispondenza dei fori di penetrazione che spesso sono all’ascella dei rami. Si ricorda che gli interventi diretti contro gli scolitidi non sono consigliabili mentre è importante rimuovere le cause che predispongono le piante a queste infestazioni come gli stress idrici o la presenza di rami secchi. Negli oliveti in cui nello DI ARTURO CAPONERO LEBBRA Novità nelle registrazioni Forte defogliazione per un attacco di lebbra. C ome evidenziato da sperimentazioni condotte in Puglia, per abbattere la carica di inoculo negli oliveti attaccati da lebbra, più che i trattamenti invernali, sono utili quelli contro le infezioni latenti primaverili. In primavera, infatti, il fungo colonizza i residui fogliari, le olivine, i teneri rametti e le foglie e si mantiene in forma di micelio fino alle prime piogge autunnali, quando differenzia i conidi e diffonde l’infezione sulle drupe. È questo, pertanto, il periodo migliore per intervenire. Nel biennio scorso, per fronteggiare la recrudescenza di lebbra in Puglia, era stato autorizzato su olivo da olio l’uso eccezionale in primavera-estate della piraclostrobina, che ha mostrato una buona attività su entrambe le specie di Gloeosporium, e della citata miscela a base di tebuconazolo e trifloxystrobin. È probabile che entrambi i prodotti otterranno quest’anno la registrazione su olivo contro la lebbra, sebbene questa patologia è passata decisamente in secondo piano in Puglia da quando è stata accertata nel Salento una diffusa infezione del batterio xilofago Xylella fastidiosa, polifago patogeno da quarantena prima d’ora mai segnalato in Europa e di cui si temeva l’introduzione. Sintomi di occhio di pavone su foglie di olivo. scorso anno sono stati osservati attacchi diffusi di occhio di pavone (Spilocaea oleaginea), di piombatura (Mycocentrospora cladosporoides) o di lebbra (Gleosporium olivarum, G. clavatum), prima della fioritura andrà effettuato un trattamento specifico per proteggere la nuova vegetazione, devitalizzando la carica di inoculo localizzata sulle foglie e i rametti infetti o sulle drupe mummificate. I prodotti a base di rame sono ad ampio spettro e quindi attivi anche su altre malattie tra cui la rogna batterica. Il rame agevola la caduta delle foglie infette, soprattutto di quelle colpite da spilocea, più sensibili alla fitotossicità dello ione metallico il quale penetra più facilmente nel mesofillo fogliare attraverso le lesioni della cuticola provocate dal fungo. In alternativa ai composti rameici è sempre possibile l’uso della dodina la quale non ha effetti fitotossici e può essere applicata anche a ridosso della fioritura sia per proteggere la nuova vegetazione che per devitalizzare i conidi ancora presenti. Contro la spilocea dell’olivo è registrata una miscela a base di tebuconazolo e trifloxystrobin attiva anche contro gli agenti fungini responsabili della lebbra. 60 [ RUBRICHE ] Terra e Vita n. 17/2014 29 aprile 2014 COMUNICAZIONE I consigli degli esperti per un’azienda sempre più social Web 2.0, bisogna esserci ma con strategia DI ALESSANDRA SGARBOSSA D odici imprenditori agricoli, tra i 30 e i 40 anni, a lezione di social network come strumento di business. È quanto è accaduto nella sede di Veneto Agricoltura, azienda della Regione Veneto, dove si è concluso un laboratorio di tre lezioni (un giorno a settimana) dedicato all’uso dei social network. Nella prima edizione, lo scorso anno, la dozzina di posti disponibili nell’aula informatica attrezzata si erano vo- VADEMECUM Gli errori da evitare latilizzati in pochissimi giorni, generando una lista d’attesa di 73 persone, scesa a 40 con questo secondo corso. Il seminario, finanziato nell’ambito del Psr 2007-2013, ha fornito alle aziende del sistema rurale indicazioni su come sfruttare le opportunità offerte dal web 2.0. Dopo alcuni riferimenti ai principi di web-marketing, i partecipanti, divisi sostanzialmente a metà tra rappresentanti di aziende agricole pure e aziende agrituristiche, hanno operato direttamente sul web tramite pc, acquisendo gli elementi basilari per potere da un lato rivolgersi con consapevo- N lezza ai professionisti del web, dall’altro gestire autonomamente alcune fasi della presenza sul web, in particolare sui social network. «La gestione dei social network nel privato è differente da quella nel lavoro – spiega la docente Claudia Zarabara –. Il 90% dei partecipanti ha chiesto approfondimenti su Facebook, il più popolare dei social, ma si è trattato anche di YouTube, Twitter, molto in voga nel settore bio, wine, food e turismo, on creare monconi: navigando in internet si trovano spesso spazi, siti web o pagine sui social network, creati ma non gestiti. È un approccio controproducente ma diffuso. Se si decide di stare sui social network, bisogna presidiarli. Aggiornamento una tantum e domande o post degli utenti senza risposte fanno arrabbiare i fans, perdendo potenziali clienti. Non usare per l azienda il profilo Fb, che da regolamento del social è rivolto a persone fisiche per usi privati, e aprire la “pagina”. Oltre a non avere limiti di contatti (il profilo può gestire fino a 5mila amici), la pagina è visibile anche da chi non è iscritto a Fb attraverso la ricerca con Google, il motore in assoluto più usato al mondo. Linkedin, più adatto a chi deve esportare, Google AdWords per quantificare gli accessi e raggiungere nuovi clienti, e dell’ottimizzazione dei motori di ricerca». Si è parlato di cosa e come scrivere, come evitare strafalcioni dannosi per l’azienda, come coinvolgere i fans e conoscerne i gusti attraverso il campionamento, quali sono i servizi di advertising a pagamento e su quali puntare. Ad esempio, per la vendita diretta dei prodotti in aziendali la formula promozionale adatta è quella che si attiva per gli utenti che si connettono nel raggio di 30 km dall’impresa, mentre un B&B dovrà optare per annunci visibili anche dall’estero, come in Russia, uno dei mercati in evoluzione del settore ricettivo anche rurale. Non scrivere troppo o inserire messaggi troppo commerciali su Fb che portano i fan a disiscriversi dalla pagina. Va usato un linguaggio informale per raccontare il quotidiano. E gli agricoltori hanno molto da raccontare, basti pensare anche solo alla stagionalità e al ritmo della natura. Su Fb le persone chiacchierano, si deve chiacchierare con loro e sentirsi parte del network. Sbagliato non monitorare la rete per vedere se si parla di noi su altri siti, ancor più cancellare eventuali post negativi, a meno che non siano offensivi o lesivi della dignità di qualcuno. Nella risposta non essere precipitosi e, se fosse il caso, implodere “fuori” dal social. Non mescolare sfera privata e pubblica. Sbagliato tenere il proprio profilo Fb “aperto”, si crede di parlare con gli amici e non si usano filtri in quello che si scrive, rischiando veri e propri autogol. n. 17/2014 26 29 aprile 2014 Il concetto è che nei social le persone vogliono partecipare, non essere il bersaglio di comunicazione altrui. «Bisogna sposare il modo di “vedere digitale” del consumatore, dando ascolto alla sua voce, alle sue necessità, al suo modo di concepire il web – racconta l’esperta di web marketing –. Il sistema digitale dell’azienda ha il sito ufficiale al centro come un sole attorno a cui gravitano come pianeti gli altri social, il sole del sistema digitale del consumatore sono i social principali. Se si ha bene in mente la strategia da perseguire, basta davvero una mezz’ora al giorno dedicata al social. Gli effetti sono misurabili, ad esempio su Facebook con numero di “mi piace”, condivisioni e commenti che hanno un effetto virale». Veneto Agricoltura sta verificando la possibilità di promuovere altri corsi per rispondere all’alto numero di adesioni pervenute, segno che è stato individuato un bisogno indispensabile del mondo rurale: l’innovazione digitale anche nella comunicazione. Se la radio ha Terra e Vita [61RUBRICHE ] impiegato 38 anni ad arrivare a 50 milioni di utenti nel mondo, Facebook ne ha impiegati appena due. Oggi solo in Italia gli utenti FB sono 24 milioni. «Tuttavia, secondo il Censimento dell’agricoltura, soltanto il 5% delle aziende agricole venete dispone di un computer o altre attrezzature informatiche per lo svolgimento di attività amministrative e gestionali, solo il 3% le utilizza direttamente nella gestione tecnica e appena il 2% ha un sito web – commenta Stefano Barbieri, responsabile dell’unità complessa per l’informazione di Veneto Agricoltura –. L’approccio digitale nel rapporto tra aziende agricole e pubblica amministrazione è mediato dalle associazioni di categoria che fanno sì da filtro, ma spesso anche da tappo». «Esserci, ma esserci con strategia. Se è vero che per usare i social non servono competenze informatiche particolari, è altrettanto vero che servono competenze comunicative». È questo il consiglio di Claudia Zarabara per le aziende che vogliono diventare “social” o che già lo sono. Alcuni esempi tratti dalla rete: il gestore dell’agriturismo che nella pagina aziendale o nel sito afferma che tutti sono i benvenuti e nel profilo personale si lascia andare a commenti xenofobi, o l’agricoltore che al termine di una giornata con le scuole nella sua fattoria didattica si sfoga con gli amici Fb che quei “vandali” gli hanno distrutto il campo, con la possibilità di essere letto anche dai genitori degli stessi studenti. Non volere entrare su tutti i social, ma scegliere quello più adatto al proprio target. Strumento giusto e modo corretto di comunicare: Fb e Twitter sono diversi nel modo di scrivere, nella diffusione e nel target. Non delegare la comunicazione a persone non preparate: è frequente il caso di pagine Fb date da aggiornare ai figli adolescenti perché sanno usare tecnicamente il social, ma un ragazzino non può essere maturo per gestire la comunicazione aziendale. A.S. Terra e Vita 61 62 Terra e Vita [ AZIENDE E PRODOTTI ] n. 17/2014 29 aprile 2014 IN CAMPO Proliferano virosi, septoria, ruggini e si segnala una certa carenza di azoto Malattie in aumento, regali di un inverno caldo e piovoso Serve un’oculata gestione agronomica per controllare gli attacchi fungini e ottenere buone rese e marginaliltà S Forte attacco di Ruggine in dalle prime settimane di marzo è possibile gialla (Maccarese, marzo 2014). osservare su molte colmesi di dicembre, gennaio e, tivazioni di cereali attacchi di soprattutto, febbraio sono stati vari patogeni fungini, in modo decisamente più caldi con particolare di Septoria e Rugtemperature minime superiori gine gialla. Ciò è causato, oltre anche di 5 °C. che dalla presenza dell’inocuIn funzione dei fabbisogni lo, dalle condizioni climatiche in termini di fortemente pretemperature e disponenti, speIN COLLABORAZIONE CON umidità che ciacie in termini di APSOVSEMENTI scun patogeno temperature e ha per riprodursi e diffonderumidità. Rispetto all’andasi, le malattie tendono a commento medio degli stessi mesi parire in specifiche fasi fenolonegli ultimi 10 anni, le minigiche della pianta. Ciò si può me, in particolare, sono deciriassumere nella tabella 1. samente superiori alle medie. I VARIETÀ Alternative in forte anticipo L CONCIMAZIONE Aumentare l’azoto del 15% L e temperature minime elevate hanno fatto sì che le varietà alternative (senza o con basso fabbisogno di freddo per passare alla fase riproduttiva) risultino generalmente in anticipo di 2-3 settimane rispetto alla normale data di spigatura. Questo le espone al rischio che eventuali ritorni di freddo possano causare sterilità nelle spighe e a maggiori attacchi di funghi vista l’elevata probabilità di pioggia delle prossime settimane. Per queste varietà, nelle zone più a rischio, ed ove possibile, si consiglia di prevedere un programma di difesa con 3 interventi. e abbondanti piogge, oltre ai citati problemi fitosanitari, hanno causato forti dilavamenti e lisciviazioni di azoto, elemento essenziale per lo sviluppo delle piante e per consentire buone produzioni. Di questo occorre tener conto nella pianificazione degli interventi di concimazione, apportando maggiori quantità di azoto per integrare quello dilavato. A seconda degli organi che ciascuna malattia colpisce e in funzione dell’entità del danno provocato, si possono verificare perdite di produzione e/o riduzione della qualità del TAB. 1 - LE MALATTIE IN FUNZIONE DELLO STADIO FENOLOGICO DEI FRUMENTI MALATTIA Oidio Ruggine gialla Ruggine bruna Septoriosi Fusariosi della spiga EMERGENZA ACCESTIMENTO LEVATA BOTTICELLA SPIGATURA FIORITURA MATURAZIONE FINO A 3 FOGLIE prodotto ottenuto (tab. 2). Di questo occorre tener conto quando si mette a punto il programma di difesa. Il primo passo per la prevenzione è senz’altro individuare, ove disponibili, le varietà meno sensibili ai patogeni più frequentemente presenti nell’area di coltivazione. In secondo luogo, si deve tenere presente che i principi attivi oggi disponibili non sono sempre efficaci nel contenere tutte le malattie. In tabella 2 sono riportate alcune informazioni utili a riguardo. [ AZIENDE E PRODOTTI ] n. 17/2014 29 aprile 2014 TAB. 2 - L’IMPATTO DELLE MALATTIE FUNGINE INCIDENZA EFFICACIA RESA QUALITÀ TRATTAMENTI PATOGENI Oidio VARIETÀ RESISTENTI + + Elevata Si Ruggine gialla +++ ++ Buona Si+ Ruggine bruna +++ ++ Elevata Si+ Septoriosi ++ ++ Buona Si Fusariosi “della spiga” +++ +++ Buona Si? ALLERTA Ruggine gialla attacchi in corso Differenze in campo tra seme trattato e non trattato con insetticida sistemico. SOLUZIONI IN ARRIVO PER LE VIROSI Un altro problema che si sta diffusamente segnalando è la presenza di virosi, in particolare Nanismo giallo dell’orzo che colpisce anche il frumento. L’infezione è avvenuta a causa di afidi che, sempre in conse- Terra e Vita 63 guenza delle temperature miti autunnali, hanno proliferato nelle prime fasi del ciclo fenologico dei cereali consentendo la diffusione del patogeno con tutti i danni che ne conseguono. Gli unici sistemi per prevenire i danni da virosi da sono quelli di utilizzare varietà resi- D ai primi di marzo sono stati segnalati attacchi, anche molto intesi, a carico di varietà di triticale, in Sardegna, Sicilia , Puglia e anche nelle zone litoranee del Lazio. Negli ultimi giorni abbiamo verificato i primi attacchi anche su frumento tenero, duro e triticale in Centro e Nord Italia. Anche dalla Francia arrivano notizie preoccupanti: come in Italia il patogeno quest’anno ha una fortissima virulenza. La malattia, che predilige temperature miti, una volta ben istallata è difficile da controllare. La presenza incostante negli anni ha reso più difficile la selezione di varietà resistenti, inoltre il patogeno è in continua evoluzione, va tenuto presente che si adatta e muta rapidamente, quindi cultivar che in passato erano resistenti possono comunque essere attaccate e viceversa. In generale è necessario intervenire tempestivamente, alla comparsa delle prime pustole, con principi attivi specifici. Miscele che mostrano una buona efficacia anche in termini curativi sono quelle a base di: Tebuconazolo + Azoxystrobin e Tebuconazolo + Pyraclostrobin. In generale visto che di stanno verificando forti anche attacchi di ruggine bruna, e che ben poche varietà combinano la doppia resistenza alle due ruggini, il suggerimento è quello di mantenere le colture costantemente “coperte” dai fungicidi. Tenendo presente che l’efficacia della maggior parte dei principi attivi di esaurisce dopo circa 25 gg dall’applicazione. Il suggerimento, laddove i disciplinari lo permettano, è di programmare in totale 2 intervento nel CentroSud e 3 nel Nord Italia o comunque dove lo stadio delle culture non è ancora troppo avanzato. Teniamo anche presente che l’anticipo generalizzato delle spigature allungherà il periodo di fioritura e granigione esponendo le spighe ad una maggiore possibilità d’infezioni da Fusarium. TAB. 3 - PRINCIPALI VIROSI VEICOLATE DA AFIDI MALATTIA Nanismo giallo dell'orzo SPECIE COLPITE Barley yellow dwarf virus BYDV-PAV/MAV/PAS diversi agenti virali Barley yellow dwarf virus BYDV-RMV/SGV/GPV diversi agenti virali Sintomi: quando dipende dall'infezione che può avvenire alla semina o in primavera Sintomi: quali Sintomi: localizzazione ingiallimenti dall'apice verso la lamina, arrossamenti, nanismo e inibizione della levata; assenza di spiga/spiga sterile macchie, seguono l'andamento e la diffusione del vettore MALATTIA Nanismo giallo dei cereali Sintomi: quando dipende dall'infezione che può avvenire alla semina o in primavera frumento, orzo, segale, avena (+mais e riso) SPECIE COLPITE Barley yellow dwarf virus CYDV-RPV/RPS diversi agenti virali frumento, orzo, segale, avena (+mais e riso) Sintomi: quali Sintomi: localizzazione ingiallimenti dall'apice verso la lamina, arrossamenti, nanismo e inibizione della levata; assenza di spiga/spiga sterile macchie, seguono l'andamento e la diffusione del vettore LOTTA Controllo dei vettori tramite insetticidi o con rotazioni e controllo degli ospiti LOTTA Controllo dei vettori tramite insetticidi o con rotazioni e controllo degli ospiti [ AZIENDE E PRODOTTI ] 64 Terra e Vita LEGUMINOSE Forti attacchi di antracnosi Attacco di Antracnosi su favino. stenti, che per l’orzo sono ampiamente disponibili (Atenon, Cometa, Pandora). Nel caso dei frumenti si possono applicare insetticidi nei primi stadi di ve- n. 17/2014 29 aprile 2014 I n tutta Italia sono segnalati diffusi attacchi di antracnosi, (Ascochyta spp) una delle malattie fungine più dannose per le leguminose da granella. Per ordine di suscettibilità crescente al patogeno possiamo classificare: Pisello > Favino > Cece. Ovviamente all’interno delle diverse specie vi sono ovviamente varietà più o meno tolleranti. Nel favino si manifesta con ampie necrosi circolari simili a bruciature da sigaretta. Nel caso di pisello e cece la malattia si sviluppa nell’intersezione tra il fusto e le ramificazioni. Essendo di origine crittogamica, la malattia ha ampiamente proliferato in condizioni di elevate temperature e umidità. Condizione predisponente è sicu- Varietà di cece resistente all’Antracnosi ramente una rotazione stretta con queste leguminose e sullo sfondo e varietà suscettibile. l’utilizzo di seme non trattato. Purtroppo solo per il pisello sono disponibili fungicidi specifici registrati per i trattamenti in vegetazione mentre non c’è quasi nulla per favino e cece. In altri paesi sono state fatte positive esperienze con applicazioni di Tebuconazolo solo o in miscela con strobilurine. getazione, operazione non sempre possibile per causa delle condizioni meteo. Il metodo più sicuro per prevenire il problema delle virosi veicolate da afidi è l’utilizzo di seme conciato con un insetticida sistemico, una novità per i cereali a paglia, che garantisce la copertura fin dall’emergenza senza dover re- alizzare interventi in campo. Inoltre questo principio attivo permette di controllare molti altri insetti terricoli come Elateri di, Zabro e Mosca Gialla. n. 17/2014 29 aprile 2014 [ AZIENDE E PRODOTTI ] Terra e Vita 65 ORTOFRUTTA I risultati di una prova di due anni a Imola (Bo) in coltura semiforzata “Biostimolazione” del melone più produzione minore stress DI P.P. PASOTTI*, M. PELLICONI*, V. VOLPICELLI** Valorizzazione qualitativa L Nel corso del biennio 2012a concimazione fogliare 2013, per approfondire gli è una tecnica di fertilizaspetti legati a questa tecnica zazione che prevede la nutrizionale, Astra Innovaziofornitura di nutrienti e sali mine e Sviluppo di Faenza ha conerali alle colture attraverso la ordinato la realizzazione di 2 cuticola di foglie, steli e di alprove sperimentali su melone tre parti verdi della pianta. Gli in semiforzatura; l’attività, apporti fogliari, oltre ad intecondotta presso il centro grare le tradizionali somminiaziendale dell’Unità Operatistrazioni al terreno, fornendo va “Mario Neri” di Imola, ha elementi di pronta disponibipotuto verificare le caratterilità, e/o risolvere carenze da stiche di nuovi microelementi prodotti fogliari (rame, mangaIN COLLABORAZIONE CON forniti dalla ditnese, ferro, boCIFO ta Cifo di San ro, ecc.), sono Giorgio di Piaparticolarmenno, in provincia di Bologna. te indicati per l’applicazione Per le prove è stato utilizzadi biostimolanti, prodotti ad to l’ibrido Expo, melone retato azione specifica in grado di con meridiani, caratterizzato incrementare lo sviluppo e la da frutti ovali, di colore giallo produzione delle piante, con a maturazione. meccanismi diversi rispetto ai fertilizzanti, in quanto non Piante di melone in fase imputabili agli elementi nutritivi. di sviluppo vegetativo (foto Cifo). LA PROVA I biostimolanti, inoltre, favoriscono la pianta nel superamento degli stress ambientali e fisiologici, e aumentano le potenzialità produttive (Nardi S., Pizzeghello D., Tosoni M., 2005). In alcuni casi sono state dimostrate azioni ormono-simili (hormon-like), che permettono di esplicare un’azione favorevole a basse o bassissime concentrazioni (Ciavatta C., 2005). e nutraceutica con l ap plicazione di metodologie nutrizionali equilibrate e sostenibili Per la concimazione sono stati impiegati i seguenti prodotti: - Actisel, concime in polvere solubile, biologico,ad alto contenuto di magnesio, zolfo, manganese, zinco, ed antiossidanti naturali, ben assimilabile dai tessuti vegetali; - Selfort, concime liquido a elevato tenore in fosforo, potassio e microelementi; contiene selenio in forma organicata. Di questi due prodotti è stata valutata la capacità di incrementare le rese, il livello qualitativo e nutraceutico, con particolare riferimento al contenuto di selenio nei frutti; - Sinergon 3000, biostimolante ammesso ai sensi dlgs 75/2010, utilizzabile sia per via fogliare che per fertirrigazione, in grado di migliorare l’assorbimento e la traslocazione dei nutritivi, rendere le piante più resistenti a stress ambientali (con particolare ri- Frutti dell ibrido Expo (foto Astra). ferimento ad escursioni termiche, alte temperature estive ed elevata traspirazione) mantenendo elevati standard qualiquantitativi nella produzione finale. IMPOSTAZIONE IN CAMPO I campi sono stati così impostati: - Tesi Cifo 1: Actisel 2,5 kg/ ha (fogliare) - 3 applicazioni a partire dallo stadio di prime foglie vere, con trattamenti ripetuti ogni 10-12 gg.; Selfort 5 l/ha (fogliare) - 3 applicazioni a partire dalla fase fenologica della comparsa dei primi frutti con trattamenti ripetuti ogni 10-15 giorni circa; - Tesi Cifo 2: stessi prodotti e metodologia adottata per la tesi Cifo 1 aggiungendo, per ciascun trattamento, 500 g/ha di Sinergon 3000 (in totale 6 applicazioni con l’aggiunta del biostimolante); - Tesi aziendale: senza ap- [ AZIENDE E PRODOTTI ] 66 Terra e Vita 240 TESI VIGORIA VEGETATIVA (*) STATO SANITARIO (**) % 1A SETT. DI RACCOLTA SUL TOTALE AZIENDALE 7,5 6,5 62,1 CIFO 1 7,5 7,5 44,3 CIFO 2 7,5 8 29,4 215 Medie 7,5 7,5 45,3 210 A livello vegetativo non sono state rilevate differenze sostanziali tra le diverse tesi in osservazione, con vigoria tendenzialmente elevata su tutte le parcelle. Indicazioni interessanti sono emerse invece a livello fitosanitario. Nel corso del 2012, a partire dalla fase di inizio raccolta, è stata rilevata la comparsa di macchie necrotiche sulle foglie che, confluendo tra loro, hanno portato a disseccamenti più o meno estesi penalizzan- 238,2 234,0 235 q.li/ha 230 225 217,9 220 205 Legenda *Vigoria vegetativa : 1= scarsa; 10 = molto elevata; **Stato sanitario : 1 = mediocre; 10 = ottimale VEGETAZIONE E SALUTE 29 aprile 2014 FIG. 1 - PRODUZIONE COMMERCIALE TAB. 1 - RILIEVI VEGETATIVI ANNO 2012 porti di fertilizzanti per via fogliare. Tutte le tesi hanno ricevuto le stesse unità di N (105 kg/ anno), P (92 kg/anno) e K (100 kg/anno), apportate mediante concimazione di fondo prima dei trapianti. Per i trattamenti fitosanitari sono state seguite le direttive previste dal Disciplinare di produzione integrata Regione EmiliaRomagna. Gli schemi sono stati impostati adottando un modello sperimentale a blocchi randomizzati con 4 ripetizioni. Ogni parcella era composta di 10 piante e presentava una superficie complessiva di 20 m2; i sesti di impianto prevedevano file a cm 200 e, sulla fila, piante a cm 100, per una densità di 5.000 pp/ha. n. 17/2014 AZIENDALE CIFO1 [ Valori medi biennio 2012-2013 CIFO2 TAB. 2 - RILIEVI PRODUTTIVI TESI PRODOTTO COMMERCIALE PRODOTTO PICCOLO PRODOTTO TOTALE PESO MEDIO (Q/HA) (Q/HA) (Q/HA) (KG) PRODOTTO PIANTA (KG) AZIENDALE 217,9 9 226,9 1,45 4,35 CIFO 1 234 7,5 241,5 1,6 4,65 CIFO 2 238,2 6,5 244,7 1,53 4,7 Media 230 7,7 237,7 1,53 4,57 Valori medi biennio 2012-2013 do, nei casi più gravi, l’attività fotosintetica delle piante. Tale sintomatologia, determinata dalle ripetute ondate di caldo torrido che hanno investito la nostra penisola nell’estate 2012, è stata particolarmente evidente e diffusa sulle foglie della tesi aziendale, e in maniera molto più limitata e sporadica in quelle della tesi Cifo 1. I prolungati periodi di stress termico hanno, inoltre, indotto nelle suddette tesi a una maggiore concentrazione di frutti maturi, con quantitativi di prodotto staccato nella prima settimana di raccolta variabili rispettivamente tra il 62,1 e il 44,3 %. La tesi Cifo 2, con l’aggiunta del biostimolante Sinergon 3000, non ha presentato problematiche sanitarie, mettendo in evidenza piante vegeta- tivamente più efficienti e una maggiore scalarità di maturazione, con il 29,4% di prodotto ottenuto nella prima settimana di raccolta (tab. 1) L’evidente azione positiva del prodotto, nel caso specifico, si attribuisce alla presenza di amminoacidi naturali quali la prolina e idrossiprolina che, accumulandosi nel citoplasma cellulare, contrastano i radicali liberi che si formano a seguito di stress idrici e osmotici da elevate temperature ambientali. LA PRODUZIONE Impianto di melone in semiforzatura (foto Cifo). Nonostante le rese produttive nel complesso non elevatissime, a causa dei trapianti eseguiti in epoca tardiva, il bilancio del biennio ha confermato un andamento piuttosto uniforme dei risultati, con una linea di tendenza che ha privilegiato la tesi Cifo 2 confermatasi la più produttiva in entrambe le annate di prova. [ AZIENDE E PRODOTTI ] n. 17/2014 29 aprile 2014 LA QUALITÀ Sia il parametro dolcezza (Residuo Secco Rifrattometrico) che la consistenza della polpa (durezza) è stato superiore in entrambe le tesi Cifo rispetto al testimone aziendale. Considerando i valori medi del biennio di sperimentazione, si è passati dai 11,4°Bx della tesi aziendale ai 12,3°Bx della tesi Cifo 2 e ai 12,6°Bx della tesi Cifo 1, con un incremento medio intorno al 10%. Ancora più alto e significativo è stato nelle tesi Cifo l’incremento del parametro durezza: in media + 12% rispetto al testimone aziendale (tab. 3 e fig. 2). In merito al colore della polpa e alle caratteristiche morfologiche dei frutti non si sono osservate differenze significative in funzione delle TAB. 3 - CARATTERISTICHE DELLA POLPA TESI RESIDUO SECCO (° BRIX) DUREZZA (KG/0,5 CMQ) AZIENDALE 11,4 2,1 CIFO 1 12,6 2,3 CIFO 2 12,3 2,4 Media 12,1 2,3 Valori medi biennio 2012-2013 TAB. 4 - CONTENUTO DI SELENIO NELLA POLPA TESI TENORE IN SELENIO (UG/KG) *SIGNIFICATIVITÀ AZIENDALE 3,2 b CIFO 1 3,9 ab CIFO 2 4,4 a Duncan test (p = 0,05) Valori medi biennio 2012-2013 diverse modalità di concimazione.Tra i principali obiettivi della sperimentazione, vi era la valutazione di efficacia dei formulati Cifo nel migliorare il valore nutraceutico della produzione finale, con particolare riferimento al contenuto di selenio anti-ossidante nei frutti. Le analisi post-raccolta, eseguite presso Artest Laboratorio e Servizi di Modena hanno confermato la diversa influenza dei fertilizzanti impiegati sulla concentrazione di selenio nella polpa. Entrando nel dettaglio si può chiaramente notare come in entrambe le tesi Cifo il contenuto di selenio nella polpa dei frutti sia aumentato rispetto al testimone aziendale. In tutti e due gli anni di sperimentazione, la tesi Cifo 2 ha confermato una superiorità sulle altre tesi in prova: in media il contenuto di selenio è incrementato + 12,8% rispetto alla Cifo 1 e un + 37,5% nei confronti della tesi “aziendale” (tab. 4). UN BIENNIO DI ATTIVITÀ Nella comparazione produttiva relativa al biennio 20122013 si delinea una chiara li- FIG. 2 - RESIDUO SECCO RIFRATTOMETRICO Grado Brix La produzione commerciale media, nella tesi Cifo 2, si è attestata su livelli di poco inferiori ai 240 q.li/ha, con un leggero incremento di circa il 2% nei confronti della tesi Cifo 1 (234 q/ha) e di oltre il 9% rispetto alla tesi aziendale (218 q/ha) (tab. 2 e fig. 1). Da rilevare l’impatto significativo che ha avuto, nell’anno 2012, la produzione di frutti con taglia inferiore a quella commerciale (indicata in tabella come prodotto piccolo), causata dalle condizioni di forte stress ambientale di cui sopra. Anche in questo caso si registra l’azione positiva esercitata dai prodotti fogliari Cifo, in particolare nella tesi Cifo 2 la riduzione di frutti piccoli è stata del 13% rispetto alla tesi Cifo 1 e di quasi il 28% rispetto al testimone aziendale. La pezzatura dei frutti, simile per tutte le tesi in osservazione, si è mantenuta tra i 1.400 e i 1.600 grammi per bacca. 12,8 12,6 12,4 12,2 12 11,8 11,6 11,4 11,2 11 10,8 12,6 12,3 11,4 AZIENDALE [ Valori medi biennio 2012-2013 CIFO1 CIFO2 Terra e Vita 67 nea di tendenza con le tesi Cifo che si confermano le più fertili rispetto al testimone aziendale. Tra le due tesi Cifo in prova, quella in cui è stato aggiunto il biostimolante Sinergon 3000 ha registrato le migliori performance in termini di resa commerciale, mentre non vi sono state differenze significative con riferimento ai parametri qualitativi, pur confermandosi la superiorità rispetto alla tesi aziendale. È stato in particolare durante il ciclo colturale del 2012, caratterizzato da un andamento climatico che ha fortemente condizionato il risultato vegetativo ed agronomico dell’impianto, che è emersa chiaramente l’azione positiva antistress e fitostimolante del Sinergon 3000. TENORE IN SELENIO Indicazioni ancor più interessanti sono emerse dall’analisi sul tenore di selenio nella polpa. I frutti trattati per via fogliare con i formulati Cifo evidenziano una concentrazione superiore di selenio rispetto alla tesi aziendale, con incrementi significativi in particolare nella tesi dove è stato utilizzato il biostimolante. Le componenti organiche di quest’ultimo hanno, presumibilmente, migliorato l’assorbimento fogliare del selenio, contenuto negli altri formulati. Buone prospettive, pertanto, emergono nell’ambito della valorizzazione qualitativa e nutraceutica del melone, mediante l’applicazione di specifiche metodologie nutrizionali equilibrate e sostenibili. *Astra Innovazione e SvilupU.O. M. Neri Imola **Cifo San Giorgio di Piano (Bo) po 68 Terra e Vita [ INFORMAZIONI DALLE IMPRESE ] n. 17/2014 29 aprile 2014 ORTOFRUTTA L’accordo mira a rispondere ai requisiti della gdo in materia di sostenibilità Partnership Syngenta-Univeg I l leader dell’agribusiness Syngenta e Univeg Trade Italia, società specializzata nella commercializzazione di prodotti ortofrutticoli, siglano il secondo accordo triennale per promuovere la produzione ortofrutticola sostenibile. La partnership mira ad aiutare gli agricoltori a rispondere ai requisiti della grande distribuzione in materia di sostenibilità. Nello specifico l’accordo prevede da parte di Syngenta l’erogazione di corsi di formazione sul corretto uso degli agrofarmaci, l’implementazione di programmi di Integrated Pest Management (Ipm), che combinano l’utilizzo di agrofarmaci con mezzi di lotta biologica, nonché l’accesso ai programmi di Agricoltura responsabileTM quali Heliosec®, per la gestione delle acque di risulta dei trattamenti fitoiatrici, e Operation Pollinator®, che mira ad aumentare il numero degli insetti impollinatori ricreando il loro habitat naturale nelle aree poco produttive delle aziende agricole come i bordi campo. Univeg da parte sua si è impegnata a rifornire le catene distributive con i prodotti provenienti dalle aziende agricole coinvolte nel progetto e a verificare il rispetto dei requisiti di sostenibilità, anche grazie al supporto della Wba, World Biodiversity Association, organizzazione scientifica senza scopo di lucro che ha creato “Biodiversity Friend”, innovativo metodo per il monitoraggio della biodiversità. In questi primi tre anni, Syngenta e Univeg hanno operato Vigneto di uva da tavola. concentrandosi su circa 200 ettari di uva da tavola tra le province di Bari e Taranto. In queste aree, l’adozione nelle aziende agricole della linea di difesa integrata Ipm Plus e del programma per la corretta gestione delle acque Heliosec® ha permesso di limitare sensibilmente i rischi di contaminazione puntiforme delle risorse idriche. Inoltre, l’introduzione di Operation Pollinator®, la semina di oltre 60 ettari di sovescio e la piantumazione di oltre 2mila metri di siepi hanno portato a un sensibile aumento della biodiversità nell’area. La collaborazione, nata nel 2010 tra le filiali italiane delle due società è stata estesa anche a livello internazionale a partire dal 2012. Il nuovo accordo prevede un potenziamento dei corsi di formazione, e l’implementazione oltre a quelli già esistenti, di nuovi progetti sulla qualità della distribuzione (Application Technology), l’ottimizzazione del numero dei trattamenti e dell’irrigazione grazie a un’accorta gestione tecnica e a servizi previsionali, nonché la ricer- ca e lo sviluppo di strumenti per l’incremento della bioversità, quale l’adozione di rifugi per gli ausiliari (Hotel degli insetti) e per i chirotteri. Oltre all’uva da tavola verranno interessate altre filiere importanti ortofrutticole a partire dal pomodoro da mensa. «Il lavoro svolto ha permesso di garantire la perfetta rispondenza dei requisiti di sanità e sicurezza richiesta dai principali operatori della grande distribuzione europea, valorizzando allo stesso tempo uno dei prodotti italiani di eccellenza esportato in tutto il mondo, come l’uva da tavola» ha dichiarato Roldano Calzolari, Amministratore di Univeg Trade Italia. «Progetti di questo tipo dimostrano come sia sempre più importante per le aziende agricole promuovere i concetti di agricoltura sostenibile attraverso azioni concrete svolte quotidianamente in campo, e come sia possibile coniugare il ri- spetto per l’ambiente e la sicurezza con le richieste del mercato moderno, con tutto vantaggio per gli agricoltori e per il territorio ove essi operano» ha aggiunto Mauro Coatti, responsabile colture vite e frutta di Syngenta Italia. Entrambe le aziende sono impegnate da anni a sostenere pratiche produttive sostenibili. Dal 2008 Univeg Trade Italia promuove sistemi di produzione non degenerativi, economicamente applicabili e socialmente accettabili attraverso il progetto Filiera Univeg. Esso opera sull’intero sistema di produzione tramite l’individuazione di pratiche basate sul mantenimento della fertilità dei suoli, sull’incentivazione della biodiversità, sulla razionalizzazione degli input di fertilizzanti e agrofarmaci, sulla gestione di acqua ed energia, sul monitoraggio delle emissioni e sulle pratiche di responsabilità sociale e sicurezza del lavoro. Nel 2013 Syngenta ha lanciato “The Good Growth Plan Gli impegni concreti per il futuro dell agricoltura” un ambizioso piano per affrontare la sfida globale della sicurezza alimentare con dei progetti concreti volti a potenziare l’efficienza delle risorse naturali, rinvigorire gli ecosistemi e rafforzare le comunità rurali. La partnership con Univeg è uno dei 7 progetti italiani di The Good Growth Plan. Per informazioni: www.syngenta.it n. 17/2014 29 aprile 2014 [ INFORMAZIONI DALLE IMPRESE ] Terra e Vita 69 FERTILIZZANTI Con un sacco di Epso Top® di K+S Italia il problema può essere risolto Carenze, attenzione al magnesio I n molte regioni i primi mesi del 2014 sono stati caratterizzati da piogge estese e intense. Le precipitazioni in diverse regioni hanno causato il dilavamento del magnesio nei suoli sabbiosi e il conseguente manifestarsi, a “macchia di leopardo”, dei sintomi di carenza. Nel terreno. Il Mg può risultare indisponibile per la pianta anche quando presente nel terreno: 1) Il Mg disponibile nel terreno è solo il 2% di quello totale; 2) Viene facilmente lisciviato, allontanato dalle radici con l’acqua piovana o d’irrigazione verso gli strati più profondi. Le perdite annuali per lisciviazione aumentano nei terreni sciolti e con un pH acido (dai 20-40 kg MgO in suoli limosi fino ai 40-80 kg MgO in suoli sabbiosi); 3) In estate, sono sufficienti pochi giorni di stress idrico per compromettere l’assorbimento radicale e penalizzare la produzione. Nella pianta. Orticole, frutticole e vite hanno un costante fabbisogno in magnesio (25-40 kg MgO/ha) che raggiunge dei picchi di assorbimento nelle fasi d’intensa crescita cellulare. La carenza di magnesio si manifesta con una clorosi tra le nervature delle foglie, a partire da quelle più vecchie, inibendo lo sviluppo radicale, il trasporto degli zuccheri dalle foglie alle radici e determinando una minore efficienza fotosintetica del- Da sinistra: carenza di magnesio su melo, fagiolo e cocomero (fonte: K+S Kali GmbH) MECCANIZZAZIONE Nuova versione ottimizzata per i filari stretti Drop Save Ideal per vigneti slim I deal propone “Drop Save”, un irroratore con recupero di prodotto, che dispone di 4 pannelli che si posizionano a destra e a sinistra del filare, consentendo un’azione su due filari alla volta. La nuova versione 1.000 l di questa innovativa macchina ha una larghezza di lavoro ora abbassata a 2 m rendendo disponibile questa tecnologia per i vigneti a filare stretto. Una delle caratteristiche che hanno distinto con successo Drop Save L irroratriceDrop Save da 1.000 litri della ideal. da analoghe tecnologie operative è che, su ciascun pannello, è installata sia una serie di ugelli per la distribuzione del fitofarmaco, sia un potente getto d’aria che contribuisce a migliorare il le foglie danneggiate. Raccomandazioni. Per prevenire la carenza di magnesio si raccomanda l’impiego al terreno di 100-300 kg/ha ESTA® Kieserit (25% MgO, 50% SO3) in autunno-fine inverno e 15-25 kg/ ha di EpsoTop® in 2-3 interventi fogliari a partire dalla ripresa vegetativa (0,5-2 kg/100 l). Esta® Kieserit è un solfato di magnesio granulare (25% MgO, 50% SO3). EPSO Top® è un concime idrosolubile a base di Mg e S (16% MgO, 32% SO3) ad effetto immediato, completamente solubile in acqua, non lascia vi alcun residuo. Miscelabile con la maggior parte dei fitofarmaci, regolatori di crescita e diserbanti. Entrambi consentiti in agri coltura biologica. Per informazioni: K+S Italia Srl. Tel. 045-597977, e-mail: [email protected] direzionamento verso la vegetazione. Altro particolare che ha reso Drop Save una macchina innovativa e interessante è che il sistema frangiflutti fa circolare l’aria dietro alla griglia di recupero creando un vortice che aumenta l’efficacia di copertura della macchina senza pregiudicare le potenzialità di recupero. Per facilitare gli operatori, è disponibile un software per la regolazione automatica della larghezza dei pannelli, automatizzato da un sistema brevettato di sensori di prossimità ad effetto elettromagnetico Hall. Un sistema elettronico sincronizza l’erogazione alla velocità di avanzamento. Per informazioni: www.idealitalia.it. 70 Terra e Vita [ INFORMAZIONI DALLE IMPRESE ] n. 17/2014 29 aprile 2014 SEMENTI ORTICOLE Il 18% del fatturato, che ammonta a 247 milioni di euro, è investito nella ricerca 65 candeline per Clause Italia I l nome Clause non dirà molto a una parte dei nostri lettori, ma sicuramente accende una lampadina nella testa di chi si occupa di orticole. Il marchio, che fa parte della galassia Limagrain, è infatti il secondo produttore di sementi per orto del mercato italiano. Ed è, soprattutto, leader incontrastato nella ricerca, con 18 genetisti attualmente al lavoro su tredici specie diverse, tutte specifiche per il mercato nazionale. Il 2014 è un anno importante per la filiale italiana di questo gruppo particolarmente votato alla selezione: ricorrono infatti i 65 anni dalla fondazione della medesima. Era il 1949 quando Paul Cordeau apriva a Bologna la sezione italiana della Clause Sa, nata 60 anni prima in Francia. Da allora, fanno notare gli attuali vertici della società, Clause ha portato innovazione nell’orticoltura italica, introducendo dapprima concetti come il seme calibrato e contribuendo poi a trasformare prodotti di nicchia in ortaggi di largo consumo. «Se oggi il finocchio ha assunto queste dimensioni, se il pomodoro ciliegino è esportato in tutto il mondo e se il cavolfiore romanesco non è più, per l’appunto, un fenomeno esclusivamente laziale, il merito è sostanzialmente dei nostri ricercatori», ha spiegato il direttore Basile de Bary accogliendo la stampa nella sede di Venaria Reale, alle porte di Torino. MEZZO SECOLO DI SUCCESSI Difficile ricordare tutti i successi di questo marchio, che da oltre mezzo secolo lega il suo nome all’orticoltura di casa nostra, fi- zione di seme e al decimo l’ibrido arriva sul mercato. Non è possibile andare più veloci. La trasformazione del mercato del finocchio – continua il direttore di Clause – ha richiesto, dal lancio di Carmo, nel 1983, quasi 30 anni per arrivare a Donatello e Caravaggio, le varietà che hanno portato l’omogeneità degli ibridi su tutti i segmenti stagionali». Al centro, il direttore Basile de Bary con alcuni manager di Clause Italia in occasione della celebrazione dei 65 anni. no a fare della filiale italiana la prima del gruppo per importanza. «Tra i tanti successi – ha aggiunto de Bary – ricordiamo, nel 1975, l’ibrido di carota Nandor F1. Dodici anni dopo abbiamo il primo melone resistente al fusarium, il Calipso F1 e nel 1990 melody, che apre il segmento del pomodoro a grappolo». Passano tre anni ed ecco altri due risultati di primo piano: il melone super-retato Baggio, che porterà alla conquista del mercato del melone a fetta, e soprattutto la valeriana Trophy. «Prima di questo ibrido, la valeriana aveva seme grosso. L’introduzione di Trophy, con seme piccolo alla francese, ha permesso lo sfruttamento di questo prodotto per la quarta gamma, contribuendo a creare il distretto bergamasco». Qualcosa di simile accade per il cavolfiore. Prima Navona stravolge il settore del cavolfiore romanesco e poi, nel 2001, Rafale apre le porte del mercato estero. «A differenza degli ibridi precedenti – spiega il direttore di Clause Italia – Rafale è ecce- zionalmente sodo e compatto e per queste caratteristiche rende possibile la copertura con pellicola e la conseguente esportazione». L’ultimo vero successo è del 2006: Genio, il pomodoro ciliegino resistente alla spaccatura, permette la diffusione su larghissima scala di questo prodotto. «Questi successi non sono casuali, ma frutto di precise strategie e hanno permesso ai produttori italiani di diventare più competitivi o di attrezzarsi per nuovi mercati. Per esempio, con Genio gli orticoltori siciliani hanno potuto riprendere le esportazioni senza paura di contestazioni per prodotto spaccato», fa notare de Bary. TEMPI LUNGHI Tutto questo non avviene dall’oggi al domani. «La selezione genetica richiede tempi molto lunghi. Anche con le moderne tecnologie, ci vuole circa un decennio per creare una nuova varietà. Dopo i primi incroci, al quarto anno si ha la varietà formata, dopo sette inizia la produ- LA RICERCA Per ottenere risultati, naturalmente, occorre investire. «Il 18% del nostro fatturato, che ammonta a 247 milioni di euro, è investito nella ricerca. Siamo presenti in tutte le aree più importanti del paese, perché la conoscenza del territorio è fondamentale. Abbiamo 18 genetisti, nel mondo, che lavorano su 13 specie per il mercato italiano; quest’ultimo vale, per quanto riguarda i prodotti da noi seguiti, circa 130 milioni di euro. Ogni anno proviamo circa 150 nuove varietà; potremmo ridurre questo numero, ma crediamo nel valore della diversificazione». A guidare l’azione di Clause, conclude de Bary, sono i valori fondanti dell’azienda: «Collaborazione, spirito di squadra, responsabilità e trasparenza sono i principi che guidano il nostro lavoro quotidiano. Collaboriamo, quando possibile, con il settore pubblico, finanziando la loro ricerca. Lo abbiamo fatto, per esempio, per il cavolfiore romanesco, portando questo prodotto a essere raccolto su un periodo di dieci mesi. Responsabilità e trasparenza, infine, sono sempre alla base delle nostre azioni». Ottavio Repetti TARIFFE: minima 9,00. Oltre 15 parole 0,70 a parola, in neretto L. 0,80 a parola. Modulo (cm 4 × 4) 126,00 per TERRA E VITA e INFORMATORE ZOOTECNICO Tutti i prezzi si intendono Iva inclusa. I testi degli annunci dovranno pervenire almeno 30 giorni prima della data di copertina. 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Al titolare del trattamento Lei potrà rivolgersi mediante il numero 02/3909.0349 per far valere i Suoi diritti di rettificazione, cancellazione, opposizione a particolari trattamenti dei propri dati, esplicitati all’art. 7 D.Lgs 196/03. Ritagliate e spedite in busta chiusa: New Business Media srl Piazza Galileo Galilei 6, 40123 Bologna (sede operativa) TARIFFE: minima 9,00. Oltre 15 parole 0,70 a parola, in neretto L. 0,80 a parola. Modulo (cm 4 × 4) 126,00 per TERRA E VITA e INFORMATORE ZOOTECNICO Tutti i prezzi si intendono Iva inclusa. I testi degli annunci dovranno pervenire almeno 30 giorni prima della data di copertina. 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I Suoi dati potranno altresì essere comunicati a soggetti terzi per i quali la conoscienza dei Suoi dati risulti necessaria o comunque funzionale allo svolgimento dell’attività della nostra Società. Il titolare del trattamento è: New Business Media Srl - Via Eritrea 21, 20157 Milano. Al titolare del trattamento Lei potrà rivolgersi mediante il numero 02/3909.0349 per far valere i Suoi diritti di rettificazione, cancellazione, opposizione a particolari trattamenti dei propri dati, esplicitati all’art. 7 D.Lgs 196/03. CONTOTERZISTA OFFRE NEI NOCCIOLETI DEL PIEMONTE TUTTE LE LAVORAZIONI MECCANICHE MANUALI E LA REALIZZAZIONE DI NUOVI IMPIANTI. POSSIBILITA’ DI STIPULARE UN CONTRATTO DI GESTIONE ANNUALE DALLA POTATURA ALLA RACCOLTA. CERCHIAMO NOCCIOLETI DA COLTIVARE CON CONTRATTO DI AFFITTO. TEL. 333/3023097. Ann. n. 732/12/G n. 17/2014 29 aprile 2014 [ TENDENZE E MERCATI ] Terra e Vita 73 Periscopio Vini Dop e Igp, nel 2013 produzione certificata +3,3% N el 2012 le superfici in produzione investite a vini Dop e Igp sono risultate pari a oltre 338mila ettari, ovvero quasi il 76% del totale delle superfici vitate italiane, secondo l’analisi Ismea sul settore (l’analisi si basa su dati provenienti dagli Organismi di Controllo e forniti dagli stessi all’Icqrf; i dati riguardano le “superfici rivendicate” e la “produzione di uva” del 2012 e la successiva produzione di vino - potenziale, certificata e imbottigliata - del 2013). La “produzione potenziale” (calcolata applicando il coefficiente di resa in vinificazione da disciplinare alla produzione denunciata di uva) è ammontata nel 2013 a 28,4 milioni di ettolitri, con 15 milioni di vino Dop (il 53%) e 13,4 milioni di vino Igp (47%), pari al 71% dell’intera produzione di vino italiana. A confronto con l’anno precedente, i vini Dop e Igp mostrano una flessione di oltre il 7% nelle superfici investite e del 4,5% nella produzione potenziale. Il ridimensionamento produttivo riguarda soprattutto i vini Igp, mentre per i vini Dop la riduzione è più contenuta. Inoltre, per questi ultimi, la produzione certificata nel 2013 risulta in aumento (+3,3%) - per un ammontare complessivo di 12,5 milioni di ettolitri (11,5 milioni l’imbottigliata, +0,8%) – a dimostrazione del fatto che una quota sempre maggiore della produzione potenziale Dop viene certificata, ossia valorizzata commercialmente. Al di là delle variazioni rilevate nel 2013, i volumi produttivi, sia per le Dop che per le Igp, sono ancora molto concentrati su poche denominazioni. Le prime dieci Dop rappresentano quasi il 46% della produzione potenziale e il 42% della produzione certificata. In termini di regioni, Veneto, Piemonte, Toscana, Emilia-Romagna, Abruzzo e Trentino Alto Adige coprono il 60-62% della produzione potenziale e certificata del 2013. Ugualmente, tra le Igp, le prime dieci denominazioni rappresentano il 75% della produzione potenziale; Veneto, Emilia-Romagna, Sicilia, Puglia e Toscana coprono circa l’80% della stessa. A contribuire all’incremento della produzione certificata di vino Dop nel 2013 sono stati soprattutto i cospicui aumenti del Prosecco e del Montepulciano d’Abruzzo, mentre più contenuti sono risultati gli incrementi per l’Asti e il Conegliano Valdobbiadene Prosecco. Cala invece la produzione certificata di Chianti e della Dop Trentino. BAG-IN-BOX Per quanto riguarda il vino Dop confezionato in bag-in-box, i dati disponibili evidenziano nel 2013 un ammontare di poco superiore ai 57mila ettolitri che rappresenta lo 0,5% del vino imbottigliato complessivamente a Dop. Le denominazioni che spiccano in questo tipo di graduatoria sono le Dop Soave e Piemonte che da sole presentano un peso sul totale in bag-inbox pari a quasi il 75%. Per quanto riguarda il vino Igp in bag-inbox, si registra un quantitativo di poco superiore ai 210mila ettolitri (quasi 5,7 milioni di confezioni), un ammontare quindi ben superiore a quello che si rilevava per i vini Dop. Anche l’incidenza sul totale imbottigliato è superiore a quella delle Dop (in media al 2,5% lo scorso anno). Le denominazioni che primeggiano sono le Igp Terre Siciliane, Toscana e Venezia Giulia, che da sole presentano un peso sul totale in bag-in-box pari a oltre il 61%. Al primo trimestre del 2014, le denominazioni e le indicazioni geografiche dei vini sono soltanto lievemente aumentate rispetto allo scorso anno, giungendo a quota 523, ma soltanto a causa di uno scorporo di Dop già esistenti (a seguito di osservazioni della Commissione Ue che ha valutato i 521 disciplinari trasmessi a fine 2011). Le denominazioni più numerose sono ancora le Doc [ TENDENZE E MERCATI ] 74 Terra e Vita (332), che costituiscono quasi i 2/3 del totale, seguite dalle Igt (118, pari a circa il 23%); il rimanente 14% è costituito da Docg (73 denominazioni). Pertanto si hanno attualmente in Italia 405 vini Dop e 118 Igp. La regione con il maggior numero di vini Dop e Igp è il Piemonte (58), a cui si è affiancata ora la Toscana. Segue il Veneto con 52, la Lombardia con 42 e, con quasi 40, la Puglia e il Lazio. Oltre il 41% del totale è concentrato nel Nord Italia, seguono il Centro e il Sud con un peso simile (21-25%) e le Isole (12%). VALORE DELLE PRODUZIONI Secondo le stime Ismea, nel 2013, il valore all’origine del vino complessivamente prodotto in Italia è stato di 3,9 miliardi di euro, di cui 2,7 rappresentati dai vini Dop e Igp: 1,9 miliardi di euro il valore dei vini Dop; 812 milioni quello dei vini Igp. I PREZZI ALL’ORIGINE Il 2013, sulla scorta di quanto già accaduto nel 2012 e prima ancora nel 2011, si è chiuso con un aumento medio annuo dei listini. Infatti, nonostante le flessioni iniziate in primavera e continuate in maniera più decisa a fine anno e nei primi mesi del 2014, il dato complessivo del 2013 risente dei livelli record raggiunti dai listini nei mesi di gennaio e febbraio. Il settore vino nel suo complesso nel 2013 ha fatto segnare un +15% su base annua, ottenuto da un +17% dei vini comuni e Igt e da un +11% dei vini a denominazione. Da segnalare che tali aumenti si sono sommati a quelli di un 2012 caratterizzato già da un rialzo complessivo dei listini molto importante, del 33%, nell’ambito del quale si è stagliato il +40% dei vini comuni e Igp e il +14% dei vini Dop. A ritroso, anche il 2011 si era chiuso con un generalizzato +20%. LA DOMANDA INTERNA I dati sugli acquisti presso la distribuzione moderna (iper e supermercati, superettes, libero servizio) confermano la dinamica flessiva dei consumi di vino e spumanti nel 2013. Infatti, i vo- n. 17/2014 29 aprile 2014 lumi acquistati di vino e spumanti sono scesi del 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima, a fronte di un aumento della relativa spesa (+4%). I forti aumenti dei listini all’origine sembrano essere stati trasferiti sui prezzi al consumo in modo abbastanza importante anche se non completamente. A fare le maggiori spese del calo della domanda sono stati i vini Igp, anche se questo è il segmento che, insieme ai vini comuni, ha visto crescere in misura maggiore il valore unitario. La lieve flessione per i vini Dop è maturata interamente nel segmento dei vini rossi, mentre i volumi acquistati dei bianchi sono cresciuti del 2%. Questa è peraltro l’unica eccezione positiva in un panorama di flessioni più o meno importanti. I vini comuni, di contro, hanno subito una pesante riduzione degli acquisti in volume a fronte di un +17% dei prezzi medi di vendita al consumatore. Anno molto positivo sul fronte dei volumi anche per gli spumanti. LA DOMANDA ESTERA In tema di commercio con l’estero il 2013 si è chiuso secondo le aspettative. I volumi consegnati oltre i confini nazionali sono scesi del 4%, pur restando in termini assoluti sopra i 20 milioni di ettolitri. Questo conferma la tendenza, evidente già da tempo, e cioè la sempre maggior dipendenza del settore vino dalla domanda estera che ormai assorbe quasi la metà della produzione nazionale. La nota assolutamente positiva si registra sul fronte dei valori. Anche in questo caso le stime sono state confermate e gli introiti hanno segnato un nuovo record, superando i 5 miliardi di euro con un saldo positivo di 4,8 miliardi. Da sottolineare, in conclusione, che il vino incide per circa il 15% sul totale dell’export agroalimentare italiano in termini di valore. Il report in versione integrale è scaricabile su www.ismeaservizi.it PREZZI DEI PRODOTTI AGRICOLI (DAL 14 AL 22 APRILE) In collaborazione con ISMEA - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare ANIMALI VIVI UOVA E MIELE BOVINI DA RISTALLO AGNELLI DA MACELLO €/KG €/KG KG. 10-12 CAGLIARI FERRARA KG. 11-13 MACOMER 4,5/5 3,5/3,6 4,8/4,8 AGNELLONI DA MACELLO €/KG NAZIONALI KG 20 FERRARA 3/3,2 ANATRE €/KG GENERALE AREZZO CUNEO FORLI' TREVISO VERONA 2,3/2,54 2,35/2,54 2,3/2,54 2,34/2,51 2,35/2,54 BALIOTTI INCROCIO CREMONA VICENZA 3/4 1,7/2 BALIOTTI PEZ.NERA CREMONA MODENA PADOVA VICENZA 1/1,4 1,45/2,05 1,5/2,1 0,9/1,3 BALIOTTI PEZ.ROSSA VICENZA 3/4 BALIOTTI R. CARNE MODENA PADOVA 3,635/4,35 3/3,5 BALIOTTI R. VARIE MONTICHIARI R. EMILIA 1,3/1,5 2,7/2,825 CHAROLAISE MODENA MONTICHIARI PADOVA 2,79/3,1 2,94/3,04 3,08/3,13 INCROCIO FRANCESE MONTICHIARI PADOVA 2,94/3,04 3,1/3,15 PERUGIA TREVISO VERONA 1,93/2,07 2,04/2,08 2/2,04 LIMOUSINE MODENA MONTICHIARI 3,03/3,42 3,12/3,22 POLACCHI MODENA 2,28/2,4 TAGLIA PESANTE AREZZO FORLI' TREVISO 1,93/2,07 1,93/2,07 2,14/2,18 CONIGLI €/KG €/KG ALLEVAMENTO INTENSIVO AREZZO 1,86/1,99 CUNEO 1,89/1,99 FORLI' 1,86/1,99 MACERATA 1,72/1,78 PERUGIA 1,77/1,83 TREVISO 1,75/1,87 VERONA 1,77/1,89 FARAONE €/KG TAGLIA LEGGERA CUNEO PADOVA GALLINE 2/2,04 2,1/2,14 TAGLIA MEDIA AREZZO CUNEO PERUGIA TREVISO VERONA 0,3/0,32 0,3/0,32 0,33/0,35 0,32/0,34 0,25/0,27 TAGLIA PESANTE AREZZO CUNEO FORLI' PADOVA TREVISO VERONA 0,39/0,43 0,39/0,43 0,39/0,43 0,38/0,4 0,38/0,4 0,39/0,43 MANZE DA MACELLO €/KG CHAROLAISE CARMAGNOLA MODENA MONTICHIARI VICENZA FRISONA/PEZZ. NERA CREMONA MODENA INCROCIO FRANCESE CREMONA MACERATA MONTICHIARI VICENZA LIMOUSINE CARMAGNOLA MODENA MONTICHIARI VICENZA PEZZATA ROSSA MODENA PIEMONTESE/COSCIA CUNEO 2,1/2,1 2,57/2,65 2,55/2,65 2,7/2,8 1,03/1,35 1,42/1,57 1,81/2,19 3,3/3,45 2,49/2,59 2,25/2,5 2,45/2,65 2,83/2,98 2,87/2,97 2,9/3,05 2,02/2,17 2,7/3,425 [ TENDENZE E MERCATI ] n. 17/2014 29 aprile 2014 Terra e Vita 75 PREZZI DEI PRODOTTI AGRICOLI RAZZE DA CARNE MILANO MODENA RAZZE VARIE MILANO 3,3/3,475 1,975/2,05 PECORE DA MACELLO €/KG KG. 30-50 CAGLIARI FERRARA 0,4/0,5 1/1,1 PICCIONI €/KG GENERALE AREZZO CUNEO FORLI' 5,9/6,1 5,9/6,1 5,9/6,1 POLLI €/KG A TERRA AREZZO CUNEO FORLI' MACERATA PADOVA PERUGIA TREVISO VERONA 1,15/1,17 1,14/1,16 1,15/1,17 1,09/1,11 1,14/1,16 1,15/1,17 1,11/1,13 1,14/1,16 SUINI DA MACELLO €/KG DA KG. 115/130 AREZZO CREMONA MACERATA MILANO MODENA PERUGIA R. EMILIA SIENA DA KG. 160/180 MACERATA MANTOVA DA KG. 90/115 MACERATA MILANO MODENA PERUGIA R. EMILIA SIENA DA KG.130/144 CREMONA FORLI' MACERATA MANTOVA MILANO MODENA PERUGIA R. EMILIA SIENA DA KG.145/160 MACERATA MANTOVA DA KG.176/180 CREMONA MILANO MODENA PERUGIA R. EMILIA SIENA KG. 144/156 CREMONA FORLI' MILANO MODENA n.q. 1,35/1,38 n.q. 1,39/1,39 n.q. n.q. n.q. 1,34/1,42 n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. 1,38/1,44 n.q. n.q. 1,4/1,41 n.q. n.q. n.q. 1,34/1,42 n.q. 1,41/1,44 1,41/1,44 n.q. n.q. n.q. 1,34/1,42 1,44/1,44 n.q. 1,41/1,44 n.q. PERUGIA R. EMILIA SIENA n.q. n.q. 1,34/1,42 KG. 156/176 CREMONA FORLI' MILANO MODENA PERUGIA R. EMILIA SIENA 1,44/1,44 n.q. 1,44/1,44 n.q. n.q. n.q. 1,34/1,42 KG.180/185 AREZZO CREMONA MANTOVA MILANO MODENA PERUGIA R. EMILIA n.q. 1,41/1,41 1,41/1,41 n.q. n.q. n.q. OLTRE KG. 185 CREMONA MANTOVA MILANO MODENA PERUGIA R. EMILIA 1,41/1,41 1,41/1,41 n.q. n.q. n.q. SUINI D’ALLEVAMENTO €/KG DA 100 KG. CREMONA MACERATA MANTOVA MILANO MODENA PERUGIA R. EMILIA n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. DA 15 KG. CREMONA MANTOVA MILANO MODENA PERUGIA R. EMILIA n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. DA 20 KG. AREZZO FORLI' n.q. n.q. DA 25 KG. CREMONA MACERATA MANTOVA MILANO MODENA PERUGIA R. EMILIA SIENA n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. 3,01/4,42 DA 30 KG. AREZZO CREMONA FORLI' MACERATA MANTOVA MILANO MODENA PERUGIA R. EMILIA n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. DA 40 KG. AREZZO CREMONA FORLI' MACERATA MANTOVA MILANO MODENA PERUGIA R. EMILIA SIENA n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. 2,11/3,01 DA 50 KG. CREMONA FORLI' MACERATA MANTOVA MILANO MODENA PERUGIA R. EMILIA DA 60 KG. FORLI' DA 65 KG. AREZZO CREMONA MACERATA MANTOVA MILANO MODENA PERUGIA R. EMILIA SIENA DA 80 KG. CREMONA MACERATA MANTOVA MILANO MODENA PERUGIA R. EMILIA SIENA n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. 1,75/1,75 n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. 1,79/2,11 n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. n.q. 1,58/1,79 UOVA GALLINA DA CONSUMO €/100 UNITÀ GENERALE AREZZO CUNEO FIRENZE FORLI' MACERATA MILANO PADOVA PERUGIA TREVISO VERONA 12,9/13,1 n.q. 12,18/12,38 11,65/11,85 11,5/12,05 n.q. n.q. 12,13/12,33 12,625/12,825 n.q. VACCHE DA MACELLO €/KG BRUNA VICENZA CHIANINA GROSSETO PERUGIA FRISONA/PEZZ. NERA CARMAGNOLA CREMONA MODENA MONTICHIARI PERUGIA R. EMILIA VICENZA MARCHIGIANA MACERATA MAREMMANA GROSSETO PEZZATA ROSSA PERUGIA VICENZA PIEMONTESE CARMAGNOLA CUNEO RAZZE DA CARNE MILANO MODENA VARIE RAZZE MILANO 0,9/1,05 1,35/1,475 1,425/1,6 0,86/1,215 0,67/0,79 0,7/0,85 0,5/0,65 1,01/1,165 0,85/1,15 1,35/1,53 0,875/1,05 0,65/0,85 1,2/1,3 1,35/1,575 1,23/2,25 1,25/1,3 0,83/0,95 PADOVA VICENZA 1,03/1,14 0,5/0,6 VITELLI VITELLE DA MACELLO €/KG FRISONA/PEZZ. NERA MODENA MONTICHIARI R. EMILIA INCROCI CUNEO GROSSETO PERUGIA MARCHIGIANA MACERATA PIEMONTESE/COSCIA CUNEO POLACCHI MODENA RAZZE DA CARNE MILANO MODENA VARIE RAZZE MILANO PADOVA VICENZA 2,65/2,85 1,6/2,1 2,65/4,5 3,55/3,65 3,4/3,55 4,15/4,35 4,4/5,675 3,9/4 2,6/2,775 3,61/3,85 3,1/3,33 VITELLONI / MANZI DA MACELLO €/KG CHAROLAISE CARMAGNOLA MODENA MONTICHIARI PADOVA VICENZA CHIANINA GROSSETO PERUGIA FRISONA/PEZZ. NERA CARMAGNOLA CREMONA MODENA MONTICHIARI PADOVA R. EMILIA VICENZA INCROCI CREMONA GROSSETO MACERATA MODENA PADOVA PERUGIA VICENZA INCROCIO FRANCESE MONTICHIARI LIMOUSINE CARMAGNOLA MODENA MONTICHIARI PADOVA VICENZA MARCHIGIANA MACERATA PEZZATA ROSSA MODENA MONTICHIARI VICENZA PIEMONTESE CARMAGNOLA CUNEO PIEMONTESE/COSCIA CUNEO 2,4/2,6 2,42/2,54 2,56/2,66 2,475/2,55 2,65/2,8 2,85/2,95 2,85/2,975 1,45/1,6 1,34/1,495 1,51/1,64 1,39/1,515 1,6/1,72 2/2,2 1,715/1,875 1,775/1,9 2,5/2,625 2,03/2,155 2,2/2,25 1,65/1,775 2,3/2,45 2,46/2,56 2,5/2,7 2,62/2,85 2,76/2,86 2,71/2,89 2,8/2,9 2,7/2,95 2,01/2,12 2,34/2,44 2,4/2,55 POLACCHI MODENA MONTICHIARI PADOVA RAZZE DA CARNE GROSSETO MILANO VARIE RAZZE MILANO 1,76/1,89 2,14/2,24 2,11/2,25 2,35/2,55 2,575/2,725 1,5/1,625 CEREALI AVENA €/TONNELLATE ESTERA BOLOGNA CATANIA FIRENZE MILANO NAPOLI PADOVA ROMA TORINO TREVISO NAZIONALE BARI BOLOGNA CATANIA FIRENZE FOGGIA GROSSETO MACERATA NAPOLI ROMA TORINO 200/210 198/210 204/207 193/195 210/215 157/160 141/146 155/160 240/250 190/195 165/170 - FRUMENTO DURO €/TONNELLATE BUONO MERCANTILE BARI CAGLIARI CATANIA FOGGIA GROSSETO MILANO NAPOLI PALERMO PESCARA ROMA FINO ANCONA BARI BOL.IT. SUD BOL.IT.CENT BOL.IT.NORD CAGLIARI CATANIA FIRENZE FOGGIA GROSSETO MILANO NAPOLI PALERMO PESCARA ROMA MERCANTILE BARI CATANIA FOGGIA NAPOLI PALERMO PESCARA ROMA 278/282 n.q. 245/250 275/280 285/290 284/289 291/293 245/250 278/282 265/275 279/282 285/288 288/290 285/290 n.q. 255/260 241/243 280/285 290/295 292/297 296/298 255/260 285/290 278/288 240/245 270/275 240/245 - FRUMENTO DURO ESTERO €/TONNELLATE 2,7/3,175 AMBER DURUM 1-2 BOLOGNA MILANO NAPOLI - [ TENDENZE E MERCATI ] 76 Terra e Vita n. 17/2014 29 aprile 2014 PREZZI DEI PRODOTTI AGRICOLI GRECO MILANO NAPOLI MONDUR MILANO - FRUMENTO TENERO €/TONNELLATE BUONO MERCANTILE ALESSANDRIA ANCONA BOLOGNA BRESCIA CUNEO FIRENZE GROSSETO MILANO NAPOLI PADOVA PERUGIA PESCARA ROMA TORINO TREVISO UDINE VERCELLI FINO ALESSANDRIA ANCONA BOLOGNA BRESCIA FIRENZE GROSSETO MILANO NAPOLI PADOVA PERUGIA PESCARA ROMA TORINO TREVISO VERCELLI GRANI DI FORZA ALESSANDRIA BOLOGNA BRESCIA MILANO PADOVA TREVISO MERCANTILE ALESSANDRIA CUNEO NAPOLI PADOVA PESCARA ROMA TORINO TREVISO UDINE VARIETÀ SPECIALI ALESSANDRIA BOLOGNA BRESCIA MILANO PADOVA ROMA 213/218 207/212 180/184 247/253 248/252 213/215 242/247 208/211 216/218 213/215 206/211 196/200 210/215 257/260 221/223 260/262 196/200 250/257 233/235 241/245 262/270 231/234 - 245/247 218/220 298/300 303/305 312/316 300/302 316/320 GRANTURCO €/TONNELLATE COMUNITARIO ALESSANDRIA BOLOGNA BRESCIA CATANIA FIRENZE MACERATA MILANO NAPOLI ROMA TORINO IBRIDO-NAZIONALE ALESSANDRIA BOLOGNA BRESCIA FIRENZE GROSSETO MACERATA MANTOVA MILANO MODENA NAPOLI PADOVA PERUGIA R. EMILIA ROMA TORINO TREVISO UDINE 205/207 204/206 203/205 185/188 193/197 164/166 200/205 200/202 190/193 195/196 199/200 220/222 188/191 185/190 185/187 190/194 186/188 189/191 186/188 ORZO 195/197 202/207 240/242 205/209 214/216 197/199 214/219 237/244 - FRUMENTO TENERO ESTERO €/TONNELLATE COMUNITARIO BOLOGNA MILANO NAPOLI C.W.R.S. N.1 CUNEO MILANO NAPOLI PADOVA FRANCESE PANIFICABILE BARI BOLOGNA BRESCIA CUNEO MILANO NAPOLI PADOVA ROMA TORINO TREVISO NORTHERN SPRING ALESSANDRIA BOLOGNA MILANO NAPOLI PADOVA TORINO 218/222 223/228 313/315 310/314 300/302 - €/TONNELLATE ESTERO BOLOGNA BRESCIA CATANIA CUNEO FIRENZE MACERATA MANTOVA MILANO MODENA NAPOLI PADOVA ROMA TORINO TREVISO NAZIONALE BARI BOLOGNA BRESCIA CATANIA CUNEO FIRENZE FOGGIA GROSSETO MACERATA MANTOVA MILANO MODENA 214/216 215/220 213/218 219/222 217/228 210/213 218/222 192/195 159/167 160/165 235/240 186/191 212/214 214/216 NAPOLI PADOVA R. EMILIA ROMA TORINO TREVISO UDINE 213/215 218/220 193/196 195/199 210/213 204/209 RISONE €/TONNELLATE ARBORIO BOLOGNA MILANO MORTARA NOVARA VERCELLI ARGO/PADANO MILANO MORTARA BALILLA-ORIGINARIO MILANO MORTARA NOVARA VERCELLI CARNAROLI E SIMILI MILANO MORTARA NOVARA EUROPA-LOTO E SIM. MILANO MORTARA NOVARA VERCELLI LIDO-ROSA M. E SIM MILANO MORTARA NOVARA VERCELLI LUNGOB(IND.PA.TH.) MILANO MORTARA NOVARA VERCELLI RIBE E SIMILARI MILANO MORTARA NOVARA VERCELLI RIZZOTTO S.ANDREA MILANO NOVARA VERCELLI ROMA MILANO MORTARA NOVARA VERCELLI VIALONE NANO MILANO MORTARA 680/690 710/730 650/680 690/710 660/700 270/280 270/280 270/280 PRATO STABILE BRESCIA CREMONA MODENA UDINE 160/180 130/160 PAGLIA €/TONNELLATE FRUMENTO BRESCIA CREMONA MODENA UDINE 115/125 100/120 720/740 630/680 700/720 410/430 415/430 420/450 415/450 360/380 385/400 375/390 250/260 230/250 250/260 240/250 410/430 430/450 640/660 640/670 640/670 640/675 650/670 650/670 925/960 960/980 195/199 192/197 COLTIVAZIONI FORAGGERE FIENO €/TONNELLATE - 7,95/8,55 8,25/8,5 PARMIGIANO REGGIANO €/KG STAGIONATO 1 ANNO MANTOVA MODENA R. EMILIA 8,6/8,85 8,75/9,1 8,7/9,05 STAGIONATO 2 ANNI MANTOVA MODENA R. EMILIA 10,05/10,25 10/10,35 10/10,35 PECORINO ROMANO €/KG LATTE E DERIVATI 7,5/7,6 €/KG EXP.PRODUZ.LAZIALE ROMA 8/9 ITALIA PRODUZ.LAZ. ROMA 8/9 LATTE INT. 20 GG DI MATURAZIONE THIENE 5,27/5,27 PROVOLONE €/KG BURRO CEE MANTOVA R. EMILIA €/KG 3,3/3,3 - BURRO PASTORIZZATO CREMONA 3,15/3,15 VAL PADANA FRESCO CREMONA 5,55/5,7 VAL PADANA MATURO CREMONA 5,75/6 FRESCO D’AFFIORAMENTO THIENE 3,77/3,78 RICOTTA ZANGOLATO DI CREME FRESCHE MANTOVA 2,2/2,2 MODENA 2,15/2,15 R. EMILIA 2,05/2,05 LATTE OVINO CAGLIARI ROMA CACIOTTA 6,2/7,8 LATTE OVINO 6 MESI ROMA 8,5/9,8 LATTE OVI.20/40GG. ROMA 6,8/8,2 CRESCENZA €/KG 6/6,4 FONTINA €/KG MATURA AOSTA 1,7/1,8 3,5/6 OLIO DI OLIVA ED ALTRI OLI E GRASSI €/KG LATTE OVINO FRESCA ROMA MATURA UDINE €/KG OLIO DI OLIVA €/KG 8/9,95 GORGONZOLA €/KG VERGINE BARI FOGGIA PESCARA 2,2/2,35 2,5/2,65 - VERGINE EXTRA ALTO TAVOLIERE ANDRIA BARI BASSO TAVOLIERE BITONTO CHIETI FOGGIA GARGANO MILANO PESCARA 3,11/3,21 3,35/3,38 3,11/3,21 3,37/3,4 3,7/3,8 3,3/3,35 3,13/3,37 3,7/3,8 VERG.LAMPANTE OLTRE BARI 1,66/1,68 GIOIA TAURO 1,38/1,58 SEMI SEMENTI COLTURE INDUSTR. E DERIVATI FRESCO DOLCE NOVARA 4,25/4,45 MATURO DOLCE NOVARA 6/6,3 GRANA PADANO 192/197 STAGION.16/24 MESI CREMONA MANTOVA EXP. PRODUZ. SARDA CAGLIARI BURRO €/TONNELLATE ERBA MEDICA BRESCIA 210/245 95/105 240/270 ASIAGO PRESSATO SORGO BIANCO BOLOGNA MACERATA ROSSO BOLOGNA MACERATA CREMONA MODENA PIACENZA UDINE €/KG POLPA BARBABIETOLA €/TONNELLATE GENERALE MODENA PADOVA TREVISO 228/233 243/246 SOIA (PREZZI) STAGION. 4/12 MESI CREMONA MANTOVA 7/7,2 6,9/7,15 STAGION.12/15 MESI CREMONA MANTOVA 7,6/7,8 7,75/8 €/TONNELLATE GENERALE BOLOGNA MILANO TREVISO 465/470 472/475 470/475 [ TENDENZE E MERCATI ] n. 17/2014 29 aprile 2014 Terra e Vita 77 IL BORSINO DELL’ORTOFRUTTA BIOLOGICA* A cura di Duccio Caccioni S ul mercato dei prodotti ortofrutticoli bio prosegue l’armonico avvicendamento dei prodotti stagionali. È cessata l’offerta di prodotti quali i finocchi oltre che delle brassiche in generale. Si avvia verso il termine anche la stagione delle carote, mentre sono in arrivo le prime carote novelle siciliane (che dovrebbero essere quotate la prossima settimana). Ancora scarsa l’offerta di patate novelle: il prodotto non è ancora quotato, ma sono in arrivo carichi dalle diverse di zone mediterranee (oltre alla Sicilia anche Egitto e Cipro). In netto ribasso la quotazione delle lattughe (-30 cent kg). Per questa settimana si è continuato a non quotare i pomodori di tutte le varietà a causa dei prezzi sempre molto elevati e della limitata disponibilità. Fluttuante il prezzo delle zucchine , per le quali è stata stabilita una riduzione sul listino di 10 cent/kg. Esaurita l’offerta di arance Tarocco, mentre hanno fatto l’esordio le arance cv Valencia di produzione nazionale: per il calibro 8 è stato ribadito lo stesso prezzo attribuito precedentemente al medesimo cali bro delle Tarocco. *La Commissione prodotti ortofrutticoli biologici fa parte del Comitato della Borsa Merci della Camera di Commercio Ind. Agricoltura e Art. di Bologna (Presidente Bruno Filetti). Membri della Commissione: La Commissione prodotti ortofrutticoli biologici fa parte del Comitato della Borsa Merci della Camera di Commercio Ind. Agricoltura e Art. di Bologna (Presidente Bruno Filetti). Membri della Commissione: Naturitalia (Simone Beghelli), APO FRUT (Ilenio Bastoni), Gruppo AGRIBOLOGNA (Cinzia Ferrari), BioService Italia (Gianluigi Trama), Brio Spa (Alessandro Stagnoli), Ecor spa (Gabriele Borghesan), Copagri (Luigi Andrea Gallerani), Coop. Agrobiologica, Verdefrutta, DiPisa, CORER-PEMPA (Ivo Lanconelli), UNACOA-AFE (Marco Salvi), Consorzio Mercabio, PROBER (Paolo Carnemolla), CSO (Elisa Macchi). Presidente: Duccio Caccioni. Segretario: Nadia Trudaiu (CCIIAA di Bologna). LE QUOTAZIONI (17 APRILE) SPECIE VARIETÀ PROV. CAL. CONFEZIONE MIN. MAX. PREV. VAR ° ORTICOLE Aglio secco Pvn Rete 3 teste n.q Aglio secco Pve Sfuso in casse da 10 kg Bietole Pvn Casse 7 kg Carote Pvn Cartoni 10 kg Cavolfiore Cavolfiore Pvn 8/10 pz n.q. / 4,8 5 4,9 = 2 2,2 2 = 2 2,2 2,1 = Plat n.q. n.q. n.q. / Casse 8 kg n.q. n.q. n.q. / Romanesco Pvn Cetrioli 1 cat Pvn Cipolle Dorate Pvn Cipolle Dorate Pvn 40/60 Cassa 10 kg Cipolle Dorate Pve 60/80 Cassa 10 kg 40/60 60/80 n.q. Plateaux 1 strato n.q. n.q. n.q. / Cassa 10 kg n.q. n.q. n.q. / n.q. n.q. n.q. / 1,65 1,75 1,7 = Cipolle Dorate Pve Cassa 10 kg 1,5 1,6 1,65 = Indivia Scarola Pvn Plateaux 5 kg n.q. n.q. n.q. / Lattuga Trocadero Pvn Cassa 1 strato 2,5 2,8 2,7 - Lattuga Gentile Pvn Cassa 1 strato 2,55 2,85 2,75 - Melanzane Ovale Pvn Cassa 1 strato n.q. n.q. n.q. / Patate Comuni Pve Sacchi 10 kg 1,6 1,7 1,65 = Patate Comuni Pvn Sacchi 10 kg 1,5 1,65 1,6 = Pomodori Ciliegino Pvn Vaschetta 500 g n.q. n.q. n.q. / Pomodori Insalataro tondo liscio verde Pvn Plateaux 5 kg n.q. n.q. n.q. / Pomodori Insalataro tondo liscio verde Sud Italia Plateaux 5 kg 2,8 2,9 2,85 = Pomodori T.l. grappolo Sud Italia Rinfusa cassa 5 kg 3 3,2 3,1 = Pvn Casse 8/10 kg n.q. n.q. n.q. / Porro Sedano Verde Pvn Casse 8 kg 2,2 2,4 2,3 = Zucche Varie cvv Pvn Casse 8 kg n.q. n.q. n.q. / Scure medie Pvn Doppio strato cassa 5 kg 2,1 2,2 2,25 - Zucchine FRUTTICOLE Actinidia Hayward Pvn 33/36 Casse 2,25 2,45 2,35 = Navel Pvn 8 Casse n.q. n.q. n.q. / Arance Tarocco Pvn 8 Casse n.q. n.q. n.q. / Arance Valencia Pvn 8 Casse 1,45 1,65 1,55 / Arance Ovale Sicilia 6/8 Casse 1,45 1,65 1,55 = Arance Clementine Comuni Pvn 3/4 Casse n.q. n.q. n.q. / Clementine Tardive Pvn 3/4 Casse n.q. n.q. n.q. / Primofiore Sicilia 58/67 Casse multistrato 10 kg 1,5 1,7 1,6 = Avana Pvn 3/4 Casse n.q. n.q. n.q. / Mele Rosse varie cvv Montagna 70/75 Casse 2,1 2,3 2,2 = Mele Golden Pianura 70+ Casse n.q. n.q. n.q. / Mele Golden Montagna 70+ Casse 2,25 2,35 2,3 = Pere William Argentina 60+ Box cartone 2,2 2,4 2,3 = Limoni Mandarini ° legenda colonna VAR. (variazione): = prezzo invariato, + prezzo in aumento, - prezzo in diminuzione. PVN provenienza varia nazionale PVE prov.varia estera NQ non quotato 78 Terra e Vita [ TENDENZE E MERCATI ] n. 17/2014 29 aprile 2014 PREZZI NAZIONALI E MONDIALI A CONFRONTO (DALL 11 AL 17 APRILE 2014) a cura di Stefano Serra Frumento tenero, domanda quasi assente 340 305,0 310 (euro / t) Italia la settimana corta ha suggerito cautela agli operatori che non hanno trattato oltre le coperture di brevissimo. La domanda dei molini è quasi assente salvo per acquisti di complemento soprattutto per grani rossi e di forza e l’offerta fatica a trovare controparte per collocare i volumi restanti prima della transizione tra le due campagne. I misti rossi valgono sui 215 `/t partenza, i bianchi sui 220 `/t e i grani di forza sui 245 `/t. La tendenza rispecchia appieno le indicazioni ribassiste che arrivano dall’Europa, ma in regime di festività le mercuriali si consolidano sui valori della scorsa settimana. Buone notizie agronomiche sul nuovo raccolto nostrano, mentre sono ancora poco disponibili le origini Usa che restano a forte premio rispetto ai grani italiani ed europei. Europa l’attenzione è sui raccolti mondiali che influiranno sugli scambi nei prossimi mesi e soprattutto alle prospettive di esportazione a brevissimo verso il Nord Africa. Francia: i molini sono coperti sulla restante parte della campagna e di scambi se ne registrano pochi. Preoccupa la conferma del limite del 13% max di umidità nella granella per l’export verso l’Egitto. Il prezzo Fob per il 76kg/hl - 220Hag. e 11% proteina si conferma a 200 `/t. Altri UE: la domanda spagnola latita e dall’Est si fatica a trovare offerta per il generici 76-220-12,5% di proteina; anche i grani di forza sono in crisi. 280 245,0 250 214,5 210,9 220 190 160 GEN-13 MAR-13 MAG-13 LUG-13 Fino Panificabile 3 Ager BO 1 DNS 16% pro CIF 195,0 SET-13 NOV-13 GEN-14 MAR-14 N° 1 Speciali Forza Ager BO Francia partenza Eure et Loir Black Sea Milling FOB Mercato mondiale la siccità in Usa e la crisi nel Mar nero mantengono in tensione il mercato, ma con toni sempre meno forti. Usa: il clima nelle aree del centro migliora con l’arrivo di piogge, ma sui mercati a termine regna ancora la volatilità con rischio di brusche virate. Mar Nero: esecuzioni nella norma; i dubbi sull’affidabilità dell’offerta scemano. Prezzi Fob: argentino “pan” 360 $/t (-5), spring US “Pacifico” a 360 $/t (+6), australiano Soft White 290 $/t (+2). Duro, torna la calma 310 (euro / t) 290 Italia il mercato vive il progressivo arrivo dei volumi di estero attesi sul gennaio-febbraio e di colpo torna la calma su tutte le piazze. La domanda resta presente e in prospettiva non ha ancora le coperture per raggiungere la congiuntura di campagna, ma i molini restano attendisti confidando in un graduale ritorno alla normalità dell’offerta mondiale e nel conseguente riposizionamento dei prezzi del nazionale sui valori stimati (al ribasso sul pronto) per il nuovo raccolto. Prezzi: a Foggia e Bologna il fino vale 290 `/t, alla Granaria di Milano l’origine Centro è confermata attorno ai 300 `/t arrivo. Europa nessuna nota di rilievo in un contesto ove i raccolti 2014 procedono agronomicamente al meglio, mentre da settimane langue l’offerta di vecchio raccolto. Francia: si confermano le superfici seminate sui 293mila ettari, con i campi in buone condizioni vegetative ma le prospettive di raccolto (inferiore al 2013) suggeriscono ai produttori di attendere. Poco o nulla l’attività sul pronto con la qualità (volpatura) che resta il grande problema. Spagna: nuovo raccolto offerto a prezzi alti come il prontissimo; i molini hanno basse scorte. Grecia: si guarda al giugno 2014, ma con cautela per qualità offerta e prezzi. Il “reso Cif Italia”: i tipo fino greco per giugno si stima sui 265 `/t, il tipo buono-mercantile spagnolo sui 268 `/t. 290,0 270 255,0 250 230 242,8 210 GEN-13 MAR-13 MAG-13 LUG-13 Centro fino Ager BO SET-13 NOV-13 GEN-14 MAR-14 Francia partenza Sud-Ovest # 2 HAD FOB USA Mercato mondiale timidamente ritorna l’offerta in regime di progressiva regolarizzazione dei flussi di trasporto interni di Usa e Canada. Usa e Canada, le temperature miti e l’assenza di piogge facilitano le semine, ma al momento le stime di resa “media” parlano di raccolti 2014 inferiori al 2013. Attesa per un prepotente ritorno di offerta dal Canada sul giugno-luglio. Messico: l’export 2014 sarà in gran parte per il Nord Africa e la Turchia. Prezzi Cif Italia: il # 1/2 Cwad a 290 `/t (-5), il #3 Canada a 280 `/t, il Messicano a 272 `/t (-3). Legenda: 1 DNS 14 pro CIF : 1 Dark Northern Spring con 16% di proteina sulla s.s. reso porto di sbarco Rotterdam - Partenza Francia (E&L) Eure & Loire - HAD FOB USA : 2 Hard Amber Durum reso porto imbarco Laghi USA/Canada - YC 3 CIF Rotterdam : 3 Yellow Corn reso porto di sbarco Rotterdam [ TENDENZE E MERCATI ] n. 17/2014 29 aprile 2014 Terra e Vita 79 PREZZI NAZIONALI E MONDIALI A CONFRONTO (DALL’11 AL 17 APRILE 2014) Mais, quotazioni in linea con l’estero Italia il cedimento del mercato potrebbe essere quasi al termine con le quotazioni del nazionale in linea, se non a lieve sconto, rispetto alle alternative comunitarie ed estere. Ai prezzi odierni la domanda è presente, ma la tendenza ribassista che ancora non si placa la porta a coprire non oltre le poche settimane e l’offerta si trova in difficoltà a collocare i volumi restanti. Nonostante le semine 2014 in calo, le superfici europee e la possibile liberalizzazione dell’import ucraino dettano il sentimento di mercato: in tutto il Nord Italia è lasso sia sul breve che, a prezzi molto simili, sul medio termine per un valore arrivo sui 195 €/t; l’ucraino è sempre a premio di un 8-10 €/t. Europa la tendenza ribassista dei cereali a paglia si riflette con effetto domino e l’industria riduce progressivamente i volumi nelle miscele e nelle diete zootecniche. Francia: il mercato vive giorni di riflessone tra una domanda locale debole e una richiesta comunitaria poco pressante sia dal Sud Est (Italia) che da Sud Ovest (Spagna); anche l’industria dell’amido è attendista. I prezzi per l’ottobre-dicembre restano a premio sul pronto di un 10 euro/t. Altri UE: la mancanza di ritardi dal Mar Nero preme sul partenza con prezzi in calo a 265 €/t per un arrivo Nord Italia a ridosso dei 200 €/t. Mondiale le notizie sul clima in sud America, l’export Usa e lo scenario mondiale si miscelano ma il risultato è un nulla di fatto. Sul Cbot gli operatori incassano i premi e le prospettive di prezzo e scambi si consolidano su valori “medi”. Oleaginose e cereali foraggeri Italia Cereali foraggeri: il tenero che si consolida sui valori della scorsa settimana è contagioso anche per l’orzo e il sorgo che registrano degli invariati. Resta ai minimi la domanda sia sul pronto che sul breve periodo, con un occhio ai prezzi in Europa che in regime di volatilità restano tendenzialmente cedenti. L’orzo vale 210 €/t arrivo, il sorgo bianco quota sui 199 €/t partenza e il tenero resta a 216 €/t arrivo. Oleaginose: le notizie internazionali restano legate al weather market e in area dollaro si registra volatilità, ma sulle nostre piazze prevale la prudenza. Europa Cereali foraggeri: trend dettato dal grano. C’è discussione sulle reali semine di orzo in Francia che potrebbero essere superiori alle stime, ma sul pronto l’orzo si rafforza a 188 €/t (+7) reso Rouen; il tenero Uk quota Fob sui 214 €/t (+5). Oleaginose: netto rialzo per effetto combinato del prezzo del petrolio e dell’olio di palma mondiale. Il mercato è fatto principalmente dalle origini est europee, con la Francia che ha ormai poca disponibilità e quota l’aprile-giugno a 409 €/t (+4) reso Rouen; il girasole resta a 350 €/t sull’aprile. Mondiale Cereali foraggeri: migliorano ulteriormente le condizioni di semina dell’orzo in Australia. Si raccoglie il sorgo in Argentina e la nuova offerta ne deprime le quotazioni. Prezzi Fob: il tenero “feed” Russo a 255 $/t (-3); il Soft Red Winter a 295 $/t (+6), l’orzo Australiano a 253 $/t (-1) Fob Adelaide; il sorgo Argentino a 187 $/t (-11) Fob Up River. NOLI FLASH Non si ferma la discesa dei noli con maggiore pressione depressiva sulle panamax, che cedono per eccesso di offerta a fronte di una domanda stagnante in entrambi gli oceani. Anche per le supramax eccesso di disponibilità e sololehandysizetengonoleposizioniconquotazionidalSudAmericasull’Europaa31$/t(inv). EU-Ucraina: la Commissione Ue ha varato un regolamento per la creazione di quote a dazio zero per l’import di cereali dall’Ucraina. Non appena sarà resa effettivo, potranno entrare senza onere: 0,95 mio/t di grano, 0,4 mio/t di mais e 0,25 mio/t di orzo. La nuova quota sarà in aggiunta ai già esistenti limiti per l’importazione a dazio ridotto di cereali da paesi terzi. EU-Francia: fonte agricoltori conferma il rapido progredire delle semine di mais, già al 2%, e di orzo, completate al 97%. Le condizioni in campo del tenero Botta e risposta I prezzi dei sottoprodotti sono molto alti e i cereali in calo. Per l’acquisto di farine meglio aspettare? Il prezzo dei cereali è tipico della primavera mentre subisce la contingenza per i sottoprodotti, molto alti rispetto alle alternative cerealicole foraggere d’importazione. C’è una situazione favorevole per il “calcolo” delle farine, ma a breve si dovrebbe tornare nella norma per i sottoprodotti (quindi in calo), con l’incognita del prezzo del grano che potrebbe ulteriormente cedere se, come sembra, tutto andasse per il meglio in ambito Italia, in Europa e nel Mar Nero. Il momento è favorevole per quantificare il prezzo delle farine in quanto la super valutazione dei sottoprodotti già abbatte il calcolo di un qualcosa in più. Se calerà il grano e anche il ricavo dei sottoprodotti, si potrebbe avere allo stesso valore di oggi della farina. Se non calerà il grano, si potrebbe arrivare a pagarla anche di più: meglio un uovo oggi che una gallina domani? Forse. INVIATE LE VOSTRE DOMANDE A: [email protected] sono ottime nel 75% dei casi, e nel 60% per il duro. EU-Oleaginose: fonte privata indica le superfici Ue a girasole e soia, rispettivamente a 8,1 mio/ha (- 9% sul 2013) e 1,4 mio/ha (+7%). Russia: alla luce della recente acquisizione della Crimea, l’offerta di cereali per la campagna 2014/15 è stata rivista a 25 mio/t su una produzione totale di oltre 90 mio/t. Egitto: nonostante le pressioni della Comunità, e della Francia in particolare, il governo ha confermato al 13% il limite massimo di umidità per il grano estero: favorite le RIPRODUZIONE RISERVATA origini del Mar Nero. [ TENDENZE E MERCATI ] 80 Terra e Vita n. 17/2014 29 aprile 2014 PREZZI DEI PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI (14 APRILE) LISTINO BMTI (€/KG) SPECIE VARIETÀ coordinamento di Fabrizio De Giacomi CALIBRO PRESENTAZIONE BOLOGNA PROVENIENZA FRUTTICOLE ARANCE NAVEL LATE 70-80 (6) ALLA RINFUSA CON FOGLIE SPAGNA ARANCE NAVEL LATE 77-88 (4) A PIÙ STRATI SPAGNA ARANCE NAVEL LATE 77-88 (4) ALLA RINFUSA CON FOGLIE SPAGNA ARANCE SANGUINELLO 64-73 (8) A PIÙ STRATI SICILIA ARANCE SANGUINELLO 70-80 (6) A PIÙ STRATI SICILIA ARANCE TAROCCO 70-80 (6) A PIÙ STRATI SICILIA ARANCE TAROCCO 70-80 (6) A PIÙ STRATI SICILIA ARANCE TAROCCO 77-88 (4) MONOSTRATO SICILIA ARANCE TAROCCO 77-88 (4) A PIÙ STRATI SICILIA CLEMENTINE ORRI 58-69 (2) A PIÙ STRATI LIMONI PRIMO FIORE 58-67 (4) A PIÙ STRATI SICILIA LIMONI PRIMO FIORE 58-67 (4) A PIÙ STRATI SPAGNA MANDARINI TARDIVI 63-74 (1X) A PIÙ STRATI SICILIA MANDARINI TARDIVI 67-78 (1XX) A PIÙ STRATI SICILIA ACTINIDIA HAYWARD 120-130 G ALLA RINFUSA ITALIA ACTINIDIA HAYWARD 130-140 G ALLA RINFUSA ITALIA ACTINIDIA HAYWARD 90-100 G ALLA RINFUSA ITALIA FRAGOLE 30-40 IN VASCHETTE ITALIA FRAGOLE 30-40 IN VASCHETTE ITALIA FRAGOLE CANDONGA 30-40 IN VASCHETTE ITALIA MELE ANNURCA 65-70 DOPPIO STRATO CAMPANIA MELE ANNURCA 70-75 MONOSTRATO CAMPANIA MELE CRIPPS PINK 80-85 MONOSTRATO ITALIA MELE FUJI 80-85 MONOSTRATO EMILIA-ROMAGNA MELE FUJI 80-85 MONOSTRATO TRENTINO MELE GOLDEN DELICIOUS 80-85 MONOSTRATO ALTO ADIGE MELE GOLDEN DELICIOUS 80-85 MONOSTRATO TRENTINO MELE GRANNY SMITH 80-85 MONOSTRATO ALTO ADIGE MELE MORGENDUFT 80-90 ALLA RINFUSA ITALIA MELE RENETTA DEL CANADA 85-90 MONOSTRATO TRENTINO MELE RENETTA DEL CANADA 90-95 MONOSTRATO TRENTINO MELE ROYAL GALA 75-80 A PIÙ STRATI CILE MELE STARK DELICIOUS 80-85 MONOSTRATO ALTO ADIGE NESPOLE GIAPPONESI G ALLA RINFUSA SPAGNA NESPOLE GIAPPONESI GG ALLA RINFUSA SPAGNA NESPOLE GIAPPONESI GG DOPPIO STRATO SPAGNA PERE ABATE FETEL 70-75 MONOSTRATO 16 PZ. (30X50) EMILIA-ROMAGNA PERE ABATE FETEL 75-80 A PIÙ STRATI 35 PZ. CILE PERE ABATE FETEL 75-80 MONOSTRATO 14 PZ. (30X50) EMILIA-ROMAGNA PERE BUTIRRA D'ANJOU 80-85 A PIÙ STRATI 35 PZ. CILE PERE CONFERENCE 70-75 MONOSTRATO 20 PZ. (30X50) EMILIA-ROMAGNA PERE CONFERENCE 75-80 MONOSTRATO 18 PZ. (30X50) EMILIA-ROMAGNA PERE DECANA COMIZIO 75-80 VERTICALE 14 PZ. (30X40) EMILIA-ROMAGNA PERE KAISER 70-75 MONOSTRATO 20 PZ. (30X50) EMILIA-ROMAGNA PERE KAISER 75-80 MONOSTRATO 18 PZ. (30X50) EMILIA-ROMAGNA PERE MAX RED BARTLETT 70-75 A PIÙ STRATI 90 PZ. ARGENTINA PERE MAX RED BARTLETT 75-80 A PIÙ STRATI 40 PZ. ARGENTINA PERE WILLIAM 70-75 A PIÙ STRATI 90 PZ. ARGENTINA PERE WILLIAM 80-85 A PIÙ STRATI 35 PZ. ARGENTINA UVA DA TAVOLA BIANCA SULTANA (THOMPSON) N.C. MONOSTRATO CILE UVA DA TAVOLA NERA ALPHONSE LAVALLEE (RIBIER) N.C. MONOSTRATO CILE UVA DA TAVOLA ROSATA RED GLOBE N.C. MONOSTRATO PERÙ ORTICOLE AGLI FRESCHI N.C. IN MAZZI EGITTO AGLI BIANCHI 40-60 IN TRECCE ITALIA AGLI BIANCHI 50-70 ALLA RINFUSA SPAGNA AGLI ROSA N.C. ALLA RINFUSA FRANCIA ASPARAGI VERDI 12-16 IN MAZZI ITALIA ASPARAGI VERDI 16-20 IN MAZZI ITALIA ASPARAGI VERDI ASPARAGINA IN MAZZI ITALIA ASPARAGI VERDI N.C. IN MAZZI ITALIA BIETOLE DA COSTA N.C. A PIÙ STRATI ITALIA CARCIOFI 6-7.5 CM A PIÙ STRATI ITALIA CARCIOFINI MEDI ALLA RINFUSA ITALIA CARCIOFINI PICCOLI ALLA RINFUSA ITALIA CARCIOFI ROMANESCO APOLLO 11-13 CM IN MAZZI ITALIA CARCIOFI VIOLETTO TEROM 7.5-9 CM A PIÙ STRATI ITALIA CAROTE N.C. ALLA RINFUSA ITALIA CAROTE N.C. VASSOI FILMATI ITALIA CAVOLFIORE ROMANESCO 6 PZ. (30X50) MONOSTRATO ITALIA CAVOLI VERZA 6 PZ. (30X50) MONOSTRATO ITALIA PREZZO PADOVA PROVENIENZA 0.60 0.75 0.90 0.80 1.00 1.00 0.90 1.60 1.40 SPAGNA SPAGNA SPAGNA 0.60 0.80 0.80 0.90 1.40 1.50 1.00 1.70 3.00 4.00 1.10 1.50 1.90 1.70 1.70 1.30 1.70 1.40 0.90 1.45 1.50 1.40 1.60 3.50 4.50 6.50 1.50 1.50 1.65 1.85 1.50 1.60 1.80 1.30 1.40 1.50 1.65 1.40 1.80 3.60 2.70 2.50 SICILIA SPAGNA SICILIA SICILIA ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA CAMPANIA CAMPANIA ITALIA EMILIA-ROMAGNA TRENTINO ALTO ADIGE TRENTINO ALTO ADIGE 2.20 3.00 2.00 6.00 2.00 3.00 2.20 2.00 0.50 0.18 1.20 1.40 0.50 0.30 0.50 0.60 1.30 0.60 SICILIA SICILIA SICILIA SICILIA TRENTINO TRENTINO ALTO ADIGE SPAGNA EMILIA-ROMAGNA EMILIA-ROMAGNA EMILIA-ROMAGNA EMILIA-ROMAGNA EMILIA-ROMAGNA EMILIA-ROMAGNA EMILIA-ROMAGNA ARGENTINA ARGENTINA ARGENTINA PREZZO 0.55 0.65 0.58 0.67 0.77 0.95 0.75 1.05 0.90 2.00 0.84 0.80 0.85 0.70 SICILIA 0.90 SICILIA SPAGNA SICILIA SICILIA ITALIA ITALIA ITALIA 0.70 0.90 0.67 0.75 1.47 1.52 1.12 ITALIA ITALIA 2.00 2.80 EMILIA-ROMAGNA 1.62 ITALIA TRENTINO 1.00 1.32 EMILIA-ROMAGNA 1.20 EMILIA-ROMAGNA 1.35 1.50 1.65 EMILIA-ROMAGNA EMILIA-ROMAGNA 1.05 1.28 0.83 1.10 1.33 1.60 1.22 1.60 3.55 EMILIA-ROMAGNA EMILIA-ROMAGNA 1.00 1.20 PERÙ 2.55 EGITTO 2.00 SPAGNA 2.20 ITALIA ITALIA ITALIA 2.80 3.30 2.30 ITALIA 1.70 ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA 0.57 0.60 1.75 0.35 1.48 1.60 1.17 1.10 1.90 3.50 1.20 1.35 1.83 1.55 1.55 1.15 1.50 1.30 0.77 1.41 1.35 2.80 3.10 5.10 1.40 1.75 1.60 2.00 SPAGNA ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA PREZZO SICILIA PERÙ ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA VERONA PROVENIENZA 2.20 2.85 1.20 1.20 0.55 0.07 1.60 0.32 0.28 0.55 0.58 [ TENDENZE E MERCATI ] n. 17/2014 29 aprile 2014 Terra e Vita 81 LISTINO BMTI (€/KG) SPECIE CETRIOLI CICORIA WITLOOF CICORIA CICORIA CICORIA CIME DI RAPA CIPOLLE CIPOLLE CIPOLLE CIPOLLE CIPOLLOTTI CIPOLLOTTI FAGIOLINI FAGIOLINI FAGIOLINI FAVE FINOCCHI INDIVIE LATTUGHE LATTUGHE LATTUGHE LATTUGHE MELANZANE MELANZANE MELANZANE MELANZANE MELONI MELONI MELONI MELONI PATATE PATATE PATATE PATATE PEPERONI PEPERONI PEPERONI PEPERONI PEPERONI PEPERONI PISELLI POMODORI POMODORI POMODORI POMODORI POMODORI POMODORI POMODORI POMODORI POMODORI POMODORI POMODORI POMODORI POMODORI POMODORI PORRI PORRI PREZZEMOLI RADICCHIO RADICCHIO RADICCHIO RADICCHIO RAVANELLI SCALOGNO SEDANI SPINACI ZUCCHINE ZUCCHINE ZUCCHINE ZUCCHINE VARIETÀ BIANCA LUNGA DI MILANO CATALOGNA A PUNTARELLE CATALOGNA PIATTE BIANCHE TONDE BIANCHE TONDE DORATE TONDE ROSSE BIANCHI ROSSI DI TROPEA PIATTI VERDI SCAROLA CAPPUCCIO GENTILE ICEBERG ROMANA CHIARE LUNGHE CHARENTAIS GIALLI INVERNALI RETATI RETATI P. BIANCA P. GIALLA P. GIALLA ROSSE LUNGHI GIALLI LUNGHI ROSSI QUADRATI GIALLI QUADRATI GIALLI QUADRATI ROSSI QUADRATI ROSSI VERDI SCURI CILIEGINI CILIEGINI CILIEGINI COSTOLUTI TIPO MERINDA COSTOLUTI VERDI COSTOLUTI VERDI CUORE DI BUE VERDI DATTERINI TIPO PICCADILLY TIPO PIXEL TONDI LISCI ROSSI A GRAPPOLO TONDI LISCI ROSSI A GRAPPOLO TONDI LISCI VERDI TONDO SARDO CICORINO MISTO ROSSO LUNGO PRECOCE ROSSO TONDO VARIEGATO TONDI ROSSI COMUNE DA COSTA VERDI RICCI COSTOLUTE SCURE LUNGHE SCURE LUNGHE SCURE LUNGHE coordinamento di Fabrizio De Giacomi CALIBRO PRESENTAZIONE 14-21 CM N.C. N.C. N.C. N.C. N.C. 30-50 60-80 60-80 60-80 N.C. N.C. N.C. N.C. N.C. N.C. 10 PZ. (30X50) 8 PZ. (30X50) 6 PZ. (30X50) 8 PZ. (30X50) 6 PZ. (30X50) 8 PZ. (30X50) N.C. N.C. N.C. N.C. 1000-1250 G 1600-2000 G 1000-1250 G 1000-1250 G 40-60 40-60 40-60 40-60 N.C. N.C. GG (90-110) GG (90-110) GG (90-110) GG (90-110) N.C. MEDI MEDI PICCOLI 57-67 67-82 82-102 82-102 N.C. N.C. N.C. 67-82 67-82 82-102 N.C. 40-60 40-60 N.C. N.C. N.C. 12 PZ. (30X50) N.C. N.C. N.C. MEDI N.C. 14-21 CM 14-21 CM 21-28 CM 7-14 CM A PIÙ STRATI VASSOI FILMATI MONOSTRATO MONOSTRATO A PIÙ STRATI IN MAZZI A PIÙ STRATI MONOSTRATO ALLA RINFUSA ALLA RINFUSA ALLA RINFUSA IN MAZZI IN MAZZI ALLA RINFUSA ALLA RINFUSA ALLA RINFUSA ALLA RINFUSA MONOSTRATO MONOSTRATO MONOSTRATO MONOSTRATO MONOSTRATO MONOSTRATO MONOSTRATO DOPPIO STRATO DOPPIO STRATO MONOSTRATO MONOSTRATO MONOSTRATO MONOSTRATO MONOSTRATO ALLA RINFUSA ALLA RINFUSA ALLA RINFUSA ALLA RINFUSA MONOSTRATO A PIÙ STRATI ALLA RINFUSA ALLA RINFUSA ALLA RINFUSA ALLA RINFUSA ALLA RINFUSA A PIÙ STRATI IN VASCHETTE A PIÙ STRATI DOPPIO STRATO DOPPIO STRATO MONOSTRATO MONOSTRATO IN VASCHETTE A PIÙ STRATI ALLA RINFUSA DOPPIO STRATO DOPPIO STRATO MONOSTRATO ALLA RINFUSA ALLA RINFUSA ALLA RINFUSA IN MAZZI ALLA RINFUSA A PIÙ STRATI MONOSTRATO MONOSTRATO 20 MAZZI ALLA RINFUSA MONOSTRATO ALLA RINFUSA A PIÙ STRATI A PIÙ STRATI A PIÙ STRATI A PIÙ STRATI BOLOGNA PROVENIENZA SICILIA FRANCIA ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA OLANDA ITALIA ITALIA CALABRIA MAROCCO SICILIA MAROCCO ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA SICILIA SICILIA SICILIA SICILIA GUADALUPA COSTA RICA MAROCCO SICILIA ITALIA OLANDA SICILIA ITALIA SICILIA SICILIA OLANDA SPAGNA OLANDA SPAGNA ITALIA SICILIA SICILIA SICILIA SICILIA SICILIA SICILIA ITALIA SICILIA SICILIA SICILIA SICILIA SPAGNA ITALIA ITALIA FRANCIA ITALIA ITALIA ITALIA VENETO ITALIA 1.10 1.30 0.70 0.70 0.60 1.30 1.00 0.70 0.45 0.70 0.70 2.20 1.80 6.00 2.00 1.00 1.40 1.40 0.70 0.70 1.00 0.80 0.90 1.10 0.60 0.75 4.20 1.30 2.50 3.00 0.65 0.40 0.90 0.80 1.60 1.30 1.90 1.40 1.90 1.40 2.30 1.80 1.90 2.00 4.20 1.80 2.00 1.50 3.00 2.00 2.00 1.35 1.30 1.30 3.50 0.70 0.70 1.00 1.80 2.80 1.50 ITALIA FRANCIA ITALIA ITALIA 0.35 1.80 0.50 1.20 ITALIA ITALIA ITALIA 0.40 0.35 0.60 N.B. I prezzi si riferiscono a prodotti di 1a categoria (regolamento Ue 2251/92); calibratura in mm e imballaggi base 30x50 cm. Per motivi indipendenti dalla nostra volontà ripubblichiamo i listini del 14 aprile scorso. PREZZO PADOVA PROVENIENZA SICILIA FRANCIA ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA MAROCCO PREZZO 0.70 1.65 VERONA PROVENIENZA PREZZO FRANCIA ITALIA 1.40 1.00 ITALIA OLANDA ITALIA ITALIA CALABRIA MAROCCO 0.58 0.40 0.58 1.20 1.30 2.15 MAROCCO ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA 2.20 1.00 1.25 1.80 0.75 0.65 SICILIA 0.80 0.42 0.60 0.38 0.90 1.20 1.30 2.40 4.00 2.00 1.15 1.20 1.80 0.95 0.70 MAROCCO ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA SICILIA SICILIA SICILIA SICILIA GUADALUPA 1.00 1.10 0.70 0.80 3.80 MAROCCO SICILIA 2.50 2.50 MAROCCO SICILIA 2.90 2.30 OLANDA 0.34 0.70 OLANDA 0.38 SICILIA SICILIA OLANDA SPAGNA OLANDA SPAGNA ITALIA SICILIA SICILIA SICILIA SICILIA SICILIA SICILIA ITALIA SICILIA SICILIA SICILIA SICILIA SPAGNA ITALIA ITALIA FRANCIA ITALIA ITALIA ITALIA VENETO ITALIA VENETO ITALIA FRANCIA ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA ITALIA 1.60 1.30 1.38 SPAGNA 1.30 1.38 2.20 1.70 1.70 1.90 2.60 1.65 1.80 1.90 2.80 1.80 SPAGNA ITALIA SICILIA SICILIA 1.30 2.30 1.60 1.85 SICILIA 2.80 ITALIA SICILIA 1.80 3.00 1.30 SICILIA SPAGNA 1.35 1.25 ITALIA FRANCIA ITALIA ITALIA 1.85 0.65 0.55 0.95 VENETO ITALIA FRANCIA ITALIA ITALIA 2.00 0.32 2.00 0.65 1.00 ITALIA 0.95 1.70 2.20 0.35 1.10 1.50 1.10 1.80 0.20 0.60 0.70 0.50