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IL SETTIMANALE FREEPRESS DEL CAMPERISTA N.41 N.41 - 16 SETTEMBRE 2010 I G G A I V E L A I SPEC 7: 2005-200 Americhe per le In viaggionostro Bambi con il PRIMA PARTE Telaio AL-KO AMC ora anche con ESP IL SETTIMANALE FREEPRESS DEL CAMPERISTA LA VOCE DEI LETTORI Ma il parco-campeggio si trova ancora? Gentile Redazione, ho concluso le mie vacanze estive da poco e quest'anno, per esigenze dell'ultimo minuto, sono rimasto in Italia ed ho usufruito ( dopo dodici anni di assenza, avendo sempre privilegiato l'estero e le aree di sosta al camping) del parco campeggio. Ma forse è meglio dire del villaggio turistico che di campeggio. La mia meta è stata la zona meridionale della Sicilia e quella Calabra; nulla da dire per le meravigliose zone che ho visitato, per la cordialità della gente incontrata che mi hanno ripagato degli oltre mille chilometri fatti per raggiungerli. Ma sulle strutture visitate le mie valutazioni ( ma anche di altri camperisti conosciuti in alcuni camping in questione) sono negative. Confusione, poca cura dell'ambiente, poca educazione, disorganizzazione... e tantissimi stanziali che occupavano la piazzola ben oltre la loro zona assegnata. In uno di questi mi sono trovato "schiacciato" da due famiglie rumorose, con il televisore accesso di continuo culminando le loro perfomance "vocali" nell'ora di pranzo con il "sottofondo" di due noti telegiornali nazionali in onda alla stessa ora. Sono rimasto solo due giorni, il tempo per osservare la vita da campo; bambini appiccicati ai televisori o ai video giochi,persone che rimanevano a lungo sotto la veranda tra parenti, poca socializzazione tra i presenti. Mi ritengo una persona alla mano e socievole e dovunque stringo rapporti all'insegna della cordialità, ma in particolare due camping dove sono stato non mi è stato possibile farlo. Per non parlare poi dei servizi dedicati ai camperisti. A questo proposito allego delle foto che meglio delle mie parole descrivano quanto detto. Mi domando ( e vi domando) ma il campeggio moderno, in Italia, è questo? Se la risposta è si, viva la sosta libera. Giorgio Pozzetti - Via mail area scarico priva di ogni logica di razionalità e funzionalità N.41 - 16 SETTEMBRE 2010 Due interventi che invitano a diverse riflessioni ma che hanno come matrice comune i mezzi e la vita all'aria aperta. Il primo, secondo Giacomo, sempre più accessoriati del di più che possa servire in vacanza; l'altro, di Giorgio, (che per motivi di spazio abbiamo estratto le note più salienti) che ha trovato nei camping da lui visitati un clima non in sintonia con lo spirito del pleinair. Va da se che ognuno disegna la propria versione del pleinair ma non vanno mai dimenticati che il camper ( come la caravan e la tenda) sono strumenti intelligenti di liberta e mobilità che consentono di vivere il tempo libero viaggiando e sostando in autonomia; magari appoggiandosi alle strutture preposte ad accoglierli i cui responsabili non devono mai dimenticare le reali esigenze di questi turisti-viaggiatori riservando adeguato spazio e reali attenzioni. Così come fanno la stragrande maggioranza di essi verso i turisti che prediligono fermarsi per lunghi periodi, "togliendo le ruote" della loro roulotte o allestendo tendopoli stile casalingo. Magari a discapito delle norme di sicurezza. un pozzetto di scarico per gioc atori di golf 2 IL SETTIMANALE FREEPRESS DEL CAMPERISTA LA VOCE DEI LETTORI Un giovane camperista- jokerista Sono un giovane camperista, anche se sarebbe più esatta la definizione di "jokerista"… Infatti, dopo anni di vagabondaggi a bordo del camper dei miei genitori, con lʼetà e con lʼindipendenza che aumentava, da cinque anni possiedo un bel Joker Vanagon dellʼ89, originale Westfalia. Uno dei primissimi tra quelli che ormai vengono chiamati "camper puri". Era uno dei miei sogni da ragazzino e si è realizzato! Paragonandolo quello che offre il mercato oggi, ritengo doveroso sottolineare come per me, la vita sia cambiata possedendo un veicolo del genere. Faccio parte di un nutrito gruppo di amici che in tutta Italia possiede un mezzo così, ci si ritrova per i raduni, si scambiano opinioni, ci si aiuta per trovare (inevitabilmente) qualche ricambio, e si vive assieme questo glorioso modo di intendere il pleinair, forse anacronistico, ma ancora apprezzato. Di viaggi ne ho fatti per il momento in Europa, e il T3 si è rivelato sempre un compagno di avventure perfetto. Croazia, Danimarca, Germania, Olanda, Austria, Slovenia, Grecia, Francia le mete estere, ma anche tanta Italia, in tutte le stagioni. Sia in coppia che in solitaria, disporre di una piccola porzione di "casa", anche a più di 3.000 chilometri dalla propria, è una gran cosa… Certo, di doccia separata, garage doppi, condizionatore, neanche a parlarne.. Anzi! Ma sono convinto che le poche cose davvero utili in un viaggio sia- N.41 - 16 SETTEMBRE 2010 no altre e non si comprino pagando qualche euro in più al momento dellʼacquisto. In circolazione osservo sempre più veicoli ricreazionali enormi, superaccessoriati, luccicanti. Velocissimi corrono in autostrada, macinano chilometri e chilometri perché il loro programma di viaggio glielo impone, arrivano, si fermano per la sosta e ,senza che dalla porta esca nessuno, si vede spuntare dal tetto la parabola che regola la trasmissione dei canali TV. La questione mi fa riflettere non poco. Lo scopo del nostro pleinair, a mio parere, dovrebbe essere un altro. A me hanno insegnato ad apprezzare ciò che offre il territorio in cui mi trovo, magari dopo giorni di viaggio. Passeggiare nelle vie di una città guardandosi attorno, godere di un tramonto in una spiaggia silenziosa, sedersi ad un bar, e ascoltare con che accento o dialetto parlano le persone intorno a me. Queste sono le immagini e i suoni che mi rimangono nella mente una volta rientrato a casa, e sono queste che ricordo nellʼattesa di ripartire di nuovo. Credo dovremmo pensare meno a tutto ciò che ci servirebbe ma non abbiamo pensato di portare, e di più a cosa avevamo a disposizione e non siamo stati in grado di apprezzare. Congratulazioni per lʼimpronta che ha la rivista, con cordialità e lʼaugurio di continuare così! Giacomo Savron - via mail 3 /LGR$OH[DQGHU IL SETTIMANALE FREEPRESS DEL CAMPERISTA $UHD$WWUH]]DWD 6RVWD&DPSHU VXOPDUH &LUHOOD&6 NEWS WINGAMM STORES i punti vendita dedicati LʼIMPORTANZA STRATEGICA DEL PUNTO VENDITA per la vendita di autoveicoli -e quindi anche dei nostri motorizzati e caravan - riveste sempre più un ruolo di primaria importanza. Come accade per tutti i prodotti esclusivi riservati ad una clientela che vuole distinguersi dalla massa, anche i semintegrali compatti della casa veneta, vengono proposti oggi unicamente attraverso gli Wingamm-Stores. Era il 1977 quando presentarono sul mercato dei veicoli ricreazionali, un camper con CARROZZERIA MONOSCOCCA IN VETRORESINA, struttura monoblocco, autoportante a sandwich che ancora oggi si differenzia in modo sostanziale dalla struttura a PANNELLI ASSEMBLATI degli autocaravan di tipo tradizionale. Alle ottime caratteristiche di resistenza della monoscocca, si unisce da sempre un design che rende la carrozzeria la più aerodinamica e filante possibile. Linee essenziali e pulite ed una sapiente lavorazione del raccordo tra cabina di guida e monoscocca la rendono un tuttʼuno con la motrice. Armonizzando con essa i vari elementi della scocca con una concezione tipicamente automotive " Proporre veicoli compatti rivolti a soddisfare le esigenze del turista itinerante - dichiara Riccardo Atzeni - ci ha da sempre spinti a porre particolare attenzione allo sfruttamento degli spazi interni, alla realizzazione di lay-out razionali e funzionali.Per questo continuiamo a progettare e produrre gli arredi dei nostri veicoli allʼinterno della nostra azienda. Caratteristiche tanto peculiari e molti dettagli di pregio differenziano sostanzialmente il nostro prodotto da quello di produzione industriale. Ad un prodotto tanto particolare si avvicina un cliente preparato che ha già maturato esperienze di camper (mediamente ne ha già avuti due o tre) tendenzialmente vuole arrivare ad un veicolo compatto per potersi muovere con maggiore libertà. Eʼ un cliente che si è documentato, che ha delle esigenze precise e che è sensibilizzato allʼimportante tema della sicurezza... Eʼ un cliente che nella fase di scelta del N.41 - 16 SETTEMBRE 2010 veicolo e poi anche successivamente allʼacquisto sente la necessità di ricevere, allʼinterno della concessionaria, una consulenza ed un supporto professionale, puntuale e competente. Oggi più che mai siamo convinti dellʼimportanza cruciale del punto vendita e del ruolo fondamentale che esso assume nella promozione di un prodotto tanto particolare come il nostro .Dopo aver valutato attentamente il profilo del nostro cliente, - prosegue Riccardo Atzeni - dopo aver fatto molte riflessioni sul comparto e sulle dinamiche che lo hanno caratterizzato anche in seguito alla congiuntura economica abbiamo deciso di cambiare sostanzialmente la nostra strategia commerciale. Abbiamo deciso farci rappresentare da poche, selezionate concessionarie in grado di garantire al nostro cliente consulenza e assistenza valide e sicure. I punti vendita presso cui il cliente potrà visionare una campionatura rappresentativa del nostro marchio verranno denominati WINGAMM-STORE.Allʼinterno di ogni Wingamm-Store verrà dedicato uno spazio preciso ai veicoli Wingamm identificato da una insegna, da un totem e da un adesivo a pavimento.Ad ogni Wingamm-Store verrà affidata una ampia area di competenza. Da parte nostra lʼimpegno a sostenere ed appoggiare tutti gli Wingamm-Stores con iniziative coordinate volte da un lato a promuovere il prodotto e dallʼaltro a potenziare lo Store stesso." Questi i primi WINGAMM-STORE ITALIA presenti sul territorio: BELTRANI CARAVAN MARKET(Emilia-Romagna) CAMPER WORLD ( Campania) CERESA CAMPER (Lombardia) COINOVA (Piemonte) LA VIE ON ROAD (Veneto) PUNTO TRE ( Trentino A.A.) 4 IL SETTIMANALE FREEPRESS DEL CAMPERISTA NEWS Cresce la produzione di VR in Germania La notizia è di quelle che fa ben sperare: i produttori tedeschi di Veicoli Ricreazionali nei primi sei mesi del 2010, hanno prodotto più veicoli rispetto al medesimo periodo dello scorso anno. Si sono prodotte, infatti 21.641 caravan (+ 4,6%) e 16.105 camper (+33%). Il 50,4% dei camper prodotti sono stati destinati alle esportazioni con 8.112 unità, mentre per quanto riguarda le caravan tale percentuale ha raggiunto il 56,4% con 12.206 veicoli. “Negli ultimi due anni si sono fabbricati meno VR di quelli immatricolati. Tuttavia il livello dei veicoli invenduti che si trovano nei depositi è sceso in modo rilevante” ha commentato il presidente dellʼassociazione tedesca di fabbricanti di VR (CIVD) Klaus Foertsch. INFO Non perdete il n.43 di giovedì 30 settembre '10. A tutti dedichiamo questo numero del settimanale al Reportage dal Salone del Camper di Parma, l'importante appuntamento fieristico nazionale. Le novità, le tendenze, l'analisi del nostro comparto sotto l'attenta valutazione dei nostri Redattori. Nuova area sosta camper a San Giovanni d’Asso Eʼ unʼopera di fondamentale importanza per il nostro territorio per soddisfare le esigenze degli abitanti – spiega Michele Boscagli, sindaco di San Giovanni dʼAsso un paese delle Crete Senesi – a cui si aggiunge un più ampio progetto che punta ad attrarre un tipo di turismo in evoluzione a San Giovanni dʼAsso costituito dai camperisti grazie alla realizzazione di una zona attrezzata a loro destinata. Lʼarea infatti, avrà disponibili sette posti per i camper e darà la possibilità di effettuare il carico dellʼacqua e lo scarico dei liquami oltre alle colonnette per lʼenergia elettrica per la sosta notturna”. N.41 - 16 SETTEMBRE 2010 5 IL SETTIMANALE FREEPRESS DEL CAMPERISTA TECNICA www.accessorietecnica.it MAGAZINE sull'equipaggiamento manutenzione,fai da te per camper e caravan Telaio AL-KO AMC ora anche con ESP Il sistema di assistenza alla guida si può già ordinare ed è disponibile per la maggior parte dei passi per i veicoli a due assi. AL-KO Amc equipaggia il 45% dei modelli di autocaravan prodotti in Europa nella fascia di prezzo superiore ai 60.000 euro. Il dispositivo elettronico di sicurezza ESP per il telaio AL-KO AMC è già adesso ordinabile come optional. Questo sistema di assistenza alla guida, diventa, infatti, disponibile per la maggior parte dei passi del telaio a due assi AMC, realizzato su misura per la base del Fiat Ducato X250. Le necessarie prove intensive, eseguite con largo anticipo in collaborazione con Fiat e Bosch, comprendevano numerosi collaudi su diverse piste. Lʼelenco delle manovre di guida includeva sterzate improvvise, percorsi circolari stazionari e percorsi di handling estremamente impegnativi con diversi veicoli di prova con telaio AL-KO AMC. LʼESP è ormai ben noto alla maggior parte degli automobilisti. Dʼora in poi, i nuovi proprietari di camper con telaio AL-KO AMC avranno la possibilità di godere della massima sicurezza di guida: un microcomputer controlla i segnali trasmessi dai sensori ESP, confrontando continuamente la corrispondenza tra le manovre di guida del conducente e il movimento effettivo del veicolo. Se in una situazione critica di guida dinamica i valori differiscono, il sistema reagisce allʼistante – senza lʼintervento del conducente – utilizzando il sistema di frenatura del veicolo per mantenerlo stabilmente sulla traiettoria. LʼESP genera, mediante momenti frenanti calibrati, la forza antagonista necessaria a che il veicolo segua le direttive di guida impartite dal conducente. Allo scopo, lʼESP non genera soltanto momenti frenanti mirati sulle singole ruote, ma è anche in grado di accelerare le N.41 - 16 SETTEMBRE 2010 ruote motrici mediante determinati interventi del motore. In questo modo il veicolo rimane stabile nella misura in cui i limiti fisici lo permettono. Punto forte dellʼopzione ESP è anche la funzione “hill holder”. Nella partenza da fermoin salita, lʼESP registra la situazione e assiste lʼavviamento senza lʼintervento del conducente, mantenendo il veicolo in frenata per un breve lasso di tempo, comunque sufficiente a innestare la frizione e a mettere in moto il veicolo. Lo scomodo azionamento del freno a mano diventa quindi superfluo. Generalmente gli chassis AL-KO AMC sono costituiti da telai ribassati zincati a caldo, a costruzione leggera con baricentro basso, carreggiate larghe appositamente sviluppate da AL-KO e sospensioni a ruote indipendenti. Nellʼintero settore, i telai AL-KO AMC sono sinonimo di maggiore sicurezza, migliore dinamica di guida e comfort sensibilmente superiore alla norma. Un recente studio statistico ha evidenziato che il telaio ALKO Amc ha una quota di mercato consistente nella classe Premium, cioé quella caratterizzata da motorcaravan con prezzo superiore ai 60.000 euro. In questa fascia, infatti, a livello europeo, 174 modelli su 388 (costruiti da 22 produttori diversi) hanno il telaio ALKO Amc per una quota pari al 45%. Analizzando tutta la produzione del mercato europeo, il numero totale di modelli sale a 1034 e i produttori a 68, mentre la quota di autocaravan che utilizzano il telaio AL-KO Amc si attesta intorno al 17%. 6 NOVITA’ IN ARRIVO IL SETTIMANALE FREEPRESS DEL CAMPERISTA PROSSIMAMENTE IL TUO CAMPER AVRA' UN...????????? Scoprilo leggendo CAMPERPRESS!!! VIAGGI DEI LETTORI 2005-2007: In viaggio per le Americhe Un Piccolo, strano Motorhome Prima Parte Sono stata disegnata per viaggiare. Qui c'è la mia storia, che cosa ho realizzato, i problemi che ho avuto lungo la strada e come li ho risolti. Bambi Rodante: nata per fare strada Sono orgogliosa di presentarvi i 5 anni di viaggio che ho fatto da Ushuaia, Tierra del Fuego fino a Miami, Florida, insieme a Charlie Bravo, Emiko e Paolo Il viaggio è cominciato a Febbraio del 2005 Ho anche un Diario di Bordo, con molte foto. Scopri alcune delle tante persone, , città e i bellissimi paesaggi che abiamo visto lungo il cammino Charlie Bravo: i primi passi Una mattina di dicembre 2007 ero parcheggiata nel terreno di un mio amico nelle colline di Cordoba quando si avvicina una cagnetta con i suoi cagnolini, fra i quali cʼera Charlie. Giocavano a pochi metri di una delle mie finestre e facevano tanto rumore che sono riusciti a svegliare a Paolo ed Emiko. Mentre scorreva la giornata guardavamo come quelle bollicine di peli, con orecchie, coda e con tratti di Pastore Tedesco, si rotolavano nellʼerba per cercare di togliersi le pulci. Charlie esprimeva i suoi primi segni dʼintelligenza che lo differenziavano dal resto del gruppo: mentre i suoi fratellini leccavano lʼacqua dalla pozzanghera, Charlie alzava la sua piccola testa per bere lʼacqua più fresca che scendeva dal rubinetto. La cagnetta e i suoi cagnolini si allontanarono fra le colline verso la cascina del vicino, mentre Charlie, curiosamente invece di andarsene con il branco, è rimasto con noi a pochi passi della mia porta. Io ormai pensionata dalla funzione dʼospedale ambulante per animali, lavoro che ho fatto per tutta la mia vita in Italia, non ho ospitato subito il cucciolo, e sono andata avanti con mia agenda dʼestate che mi indicava portare ad Emiko fino a Cuchi Corral, la zona di decollo dove lei avrebbe fatto il suo primo volo in parapendio e dove saremmo rimasti tutto il giorno. N.41 - 16 SETTEMBRE 2010 Emiko stava imparando i nomi e le caratteristiche delle nuvole e diceva a voce alta: “Cúmulus Nimbus, o in codice aereo Charlie Bravo”, nome che dʼimprovviso è stato scelto per il cucciolo. Accendendo il motore sento che Paolo parlava con Charlie, e gli diceva una cosa molto difficile per un cagnetto tanto piccolo, ma come dicono in Argentina, ognuno ha la sua pazzia. Comunque Paolo gli ha detto: “Charlie, ascoltami bene, ti lascio sotto lʼombra con una ciotola dʼaqua e unʼaltra di cibo: non andartene, che alla fine del giorno tornerò da te”. Sembrerebbe che sto scherzando, però dopo 8 ore di un giorno afoso dʼestate, siamo tornati … e Charlie Bravo era nello stesso posto dove Emiko e Paolo lo avevano lasciato. IMPRESSIONANTE!!! Nel momento che il sole cominciava a nascondersi, addolcendo il giorno per mescolarsi con la notte, Paolo cominciò a suonare la chitarra e Charlie si sdraiò sullʼerba a dormire. Dʼimprovviso e per prima volta sentiamo la sua voce che con un grugnito puntava verso la collina… Paolo ha smesso di suonare ed Emiko alla luce della luna ha visto il profilo di un altro cane che passava. Io sono rimasta di sasso al vedere che questo nanerottolo stava proteggendo al mio Sono nata nel 1987, a Torino. Ebbene sì, sembro più giovane. Quando il WWF mi ha comprata sono diventata un ospedale per animali e sono stata per 15 anni nel bosco di Vanzago, in provincia di Milano, a curare i piccoli animali che avevano bisogno d'aiuto. Ho fatto davvero pochi kilometri, ma ogni 3 mesi un meccanico veniva a cambiarmi olio e filtri, così quando Paolo mi ha trovato, ero più in forma che mai. Con lui ho attraversato l'oceano Atlantico. Era il marzo del 2005. Da allora ho girato tutta l'America del sud, dalla Terra del Fuoco a Cartagena de Indias. Poi in America Centrale, da Panamá al Belize e quindi in México e USA dove ho intenzione di terminare il mio viaggio. In cinque anni, ho percorso 150.000 kilometri fra autostrade, città, villaggi, strade sterrate, sentieri di campagna, deserti di sale, boschi e spiagge. Ho attraversato fiumi, laghi, mari e ferrovie. Ho scalato montagne fino a 4500 metri d'altezza e attraversto tutti i grandi ponti. L'unico vero problema, alla fase della distribuzione, l'ho avuto in Carmel by the sea, dove mi sono presa un mese di meritato riposo. Adesso sono in forma e in effetti sono più giovane, pronta ad affrontare le prossime avventure. La destinazione è Miami, Florida. E poi chissà... Bambi 7 IL SETTIMANALE FREEPRESS DEL CAMPERISTA ecocamperclub.net VIAGGI DEI LETTORI equipaggio ed a me che peso 4 tonnelate e sono un gigante! WOW!!! Siamo andati tutti a nanna, meno Charlie Bravo che è rimasto attaccato a una delle mie ruote, piangendo tutta la notte. La mattina seguente era un 24 dicembre, Emiko gli ha fatto una bella doccia con shampoo e lo ha pettinato per togliergli le pulci. Più tardi lo hanno portato dal veterinario. Medicina per pulci e zecche, vaccini, pastiglie antiparassiti, shampoo per cani, vitamine, cibo bilanciato, componevano il pacco di Babbo Natale. Così sarebbe tornato da sua mamma più pulito, sano e forte. Arriva un nuovo giorno di volo per Emiko, che dopo ore di attesa sotto il sole, ha sofferto un colpo di calore. Ho dovuto portarla allʼospedale e dopo a un albergo. Paolo per prendersi cura di Emiko ha lasciato a Charlie nella porta dellʼhotel chiedendogli che lo aspettasse fino alla mattina dopo, e io sono testimone che Charlie lo stava facendo. Però, purtroppo, il proprietario dellʼhotel, senza sapere che il cucciolo era nostro amico, lo ha portato di fronte in un terreno abbandonato. Io lo guardavo attentamente mentre lui esplorava fra gli arbusti, però quando è scesa la notte lʼho perso definitivamente di vista. Al risveglio ho visto la faccia triste di Paolo che non trovava più Charlie. CHE TRISTEZZA! Ma quel giorno Emiko e Paolo hanno deciso di adottare Charlie Bravo! E una volta che Emiko si è ripresa, abbiamo cominciato insieme una spedizione di ricerca. Abbiamo percorso ogni centimetro del quartiere allo stesso tempo che Emiko e Paolo lo chiamavano delle mie finestre, però nulla Charlie Bravo non appariva. Paolo, gli aveva fatto belle foto dormendo vicino alle mie ruote, così hanno avuto lʼidea di fare cartelli che hanno attaccato nei supermercati, panetterie, etc. offrendo una ricompensa. Dopo giorni e quando già stavamo perdendo la speranza di trovarlo, chiamò un ragazzino che affermava con il suo simpatico accento di Córdoba: “encontre a su perrito!” Non sapevamo cosa potevamo trovare e a dire la verità: senza acqua e cibo e lontano dal suo ambiente naturale era molto difficile che sopravvivesse Però per fortuna era Charlie! Paolo lo ha portato per la seconda volta dal veterinario, e questa volta in peggiore stato di salute, ma comunque il veterinario disse che si sarebbe ripreso bene. Quel giorno e per prima volta Charlie è salito su di me, e lʼho preso in braccio quando lʼho visto raggomitolarsi incastran- dosi perfettamente nel angolino dove Emiko appoggiava i piedi. Mi ha commosso, così piccolo e indifeso! In quellʼistante ho capito che Charlie mi aveva scelto come la sua casa dal primo momento che mi aveva visto. Charlie Bravo, mi nuovo equipagio e membro della famiglia: quando ho conosciuto a Charlie, lui aveva soltanto due mesi ed oggi dopo di due anni viaggiando insieme posso dire che lʼho visto crescere fisicamente e psicologicamente. In tutto questo tempo Charlie ha viaggiato anche in barca, in ferry, in aereo. Charlie è un grande viaggiatore, che quando parte il mio motore, stia dove stia corre verso di me per salire. Mai in tanti kilometri ha avuto nausea o ha vomitato, non ha mai fatto pìpi o popò e mai lʼho sentito abbaiare a bordo. Quando siamo “on the road”, Charlie riposa sdraiato nel corridoio, a volte si sveglia per bere acqua della sua ciotola. A volte si accomoda su Emiko e affaccia la testa alla mia finestra, cosi sente i differenti aromi dei boschi o delle città e guarda attentamente i paesaggi. È un vero piacere viaggiare con Charlie, e ricordando tutto questo mi sento orgogliosa che ci abbia scelto come il suo branco. al quale relazionarsi è il cameriere, poliglotta: napoletano. Io ho legato con due Francesi (un Francese e un Bretone, in realtà) e dopo i dieci giorni passati a Bilbao insegnando lo spagnolo ai Baschi, ora sto facendo una full immersion transalpina. Allʼesterno, solo il rumore silenzioso del mare, del cielo e della distanza. martedì, marzo 22, 2005, 06:38 PM - Atlantic Ocean Sono in viaggio sulla Repubblica Argentina, cargo battente bandiera Italiana e in questi giorni stiamo affrontando la traversata che ci porterà a Vitoria dove arriveremo fra poco, secondo le stime ufficiali del nostro capitano. Dopo alcuni giorni di sole caldo e, a Conakry, anche molto umido, oggi sta piovendo sullʼoceano. Un perfetto angolo di trecentosessantagradi con goccioloni così, tutto intorno a noi. Acqua sotto e sopra. Acqua sul ponte, sugli oblò, sulle scale. Hai presente lʼacqua, quella bagnata? Bene! Quella. Il viaggio in cargo è la mia esperienza stupenda. Poche persone, nessun fronzolo come le navi turistiche, niente vita sociale se non a tavola. Niente di finto. Niente di forzato. Apprezzo. La vita a bordo è perfetta: fatta di solitudine, di tempo ritrovato, di ricerca interiore. Tutto intorno, una microsocietà che si sposta nel mondo. Lʼequipaggio lavora e si relaziona quotidianamente ai pochi passeggeri solo nellʼindispensabile. Per alcuni di questi lʼunico N.41 - 16 SETTEMBRE 2010 8 IL SETTIMANALE FREEPRESS DEL CAMPERISTA VIAGGI DEI LETTORI Alle giornate tranquille vissute nel continuo dolce rollio, si alternano attracchi ai porti con il relativo traffico di merci e persone. Qui i Cargo entrano in contatto con le comunità più disparate, più o meno professionali ma tutte basate sul sistema della corruzione - a parte gli Stati Uniti - e con modalità, lingue e tempistiche molto varie (anche se, si sa, per mare è lʼinglese è la lingua ufficiale, in Africa lʼInglese assume nuove dimensioni, nuove ristrutturazioni del piano cognitivo: ginnastica per la mente). Sono sceso in tutti i paesi che abbiamo toccato e questa è la cronaca differita della partita, raccontata con lʼocchio ingenuo di chi visita per la prima volta e per poche ore. Casablanca è sempre stata un gran casino? Ebbene, è ancora un gran casino. Il porto è un casino, la città è un casino, la Medina è un casino. Curiosamente non ci sono casini. Non ci sono neanche le donne e quando ci sono, sono inguardabili. Spiegato il motivo. Casablanca è colore e contaminazione di culture. Tutti parlano tutto: Italiano, Francese, Inglese, Spagnolo, Tedesco, Cinese, Ara- N.41 - 16 SETTEMBRE 2010 bo, Berbero. Tutti sono vestiti di scuro. Ladri e poliziotti cavalcano vecchi Ciao o antichi Peugeot scuri come i loro vestiti. Casablanca è la Mecca Cola e il MeccaDonaldʼs, il the alla menta dolcissimo, i minitaxi e le spezie in vendita, per terra. È tanta gente gentile. Casablanca è ricca di alberghi a 26 stelle, e monolocali con 26 abitanti. Venditori di cellulari che fanno anche il caffè e venditori di polli e piccioni vivi. La logistica è altrettanto interessante perché i negozi degli stessi generi sono spesso raggruppati: cʼè la via dei ferramenta, la piazza della frutta secca, il quartiere degli artigiani il comprensorio sciistico delle scarpe e il mercato delle carni. Solo i telecentre sono dislocati con una logica randomica: qua e là. Ci sono pochissimi bar, in confronto a Bilbao, per esempio. [ma Bilbao è unʼaltra storia: ho contato 16 bar in una viuzza con 18 negozi] In compenso i pochi bar che ci sono, sono strapieni, e di soli uomini. Nei bar i Casablanchesi bevono, mangiano, parlano, fumano marijuana, e guardano film americani senza sonoro. Seguono i sottotitoli. Dakar, in una azzeccata espressione italiana, è un porto di mare. Dal porto non si esce e la città è già nel porto. I commercianti di strada iniziano a corteggiarti appena fuori dalla nave e lo fanno con insistenza nel tentativo di farti acquistare di tutto. Se non avessi organizzato ancora prima di uscire dalla nave un tour assieme a Jules, un ragazzo del posto, sarei ancora lì a dire non merci! a trecento ragazzi alti snelli e chiaramente neri. La città appare povera, trasandata e buia. In realtà cʼè tutto. Il grande albergo, il ristorante con terrazza panoramica, lʼingorgo di automobili (dodici, contate) e tutti che suonano il clacson, il supermarché, i portici nelle vie principali e le baracche nelle vie secondarie. E poi i palazzi ministeriali e del governo. In un cybercafé sono riuscito a leggere le e-mail. Da Dakar in poi la presenza del cybercafé è diventato il metro di paragone per capire il livello di vita del luogo dove mi trovo. Allʼinterno pochi ragazzi. Dakar è larga e jolie, con alcuni vecchi palazzi eredità del colonialismo francese e molti nuovi palazzi aborti di qualche architetto di qualche regime filosocialista. La fontana senza acqua al centro di place de lʼindipendence, con i tritoni dorati e le piastrelline verdi potrebbe causare choc anafilattici, ma resisto. 9 IL SETTIMANALE FREEPRESS DEL CAMPERISTA VIAGGI DEI LETTORI corruzione. Gli ho risposto che il computer A parte i commercianti, le altre persone è uno strumento di comunicazione. Più sono gentili e riservate. Vestono in maniera potente di un telefono, più completo di un semplice e del tutto sobria. Decisamente televisore. È lʼuomo che può andare più elegante. Ho apprezzato alcune ragazze velocemente verso la sagcarine. Le uniche che ci hangezza o verso la corruziono salutato, però, erano ne. Not the computer delle prostitute. Conakry è lʼaltro mondo. itself. Un altro ragazzo A Banjul non ho visto cyConakry è lʼafa tropicale che fino a quel momento bercafé. A Banjul non ho che adoro e venti barche sembrava muto, ha fatto visto commercianti di straampi gesti di approvazioda o ristoranti o terrazze. affondate e abbandonate ne. Ho offerto una birra a Nemmeno ragazze carine. appena fuori dal porto. tutti i presenti e siamo A Banjul non ho visto nulla. Conakry è lʼAfrica come la andati via. Banjul è nera come i suoi immagino. Autobus arrugMister M mi porta a casa sua. abitanti, senza luci per giniti e senza finestrini, Dietro alla porta di comstrada, senza automobili, motorette multicolori guipensato, a terra cʼè un senza i nomi delle strade, date da capitribù. Antenne materasso, di fianco un forse anche senza strade. da parco nazionale del mobiletto con un vecchio Lungo il marciapiede cʼè Serengeti montate su impianto stereo, di fronte una porta. No anzi, la porun frigorifero basso e ta non cʼè. Lungo il marsplendide HZJ 105, la jeep lercio, un televisore e un ciapiede cʼè un passaggio. migliore al mondo. ventilatore che è riuscito Al di là del passaggio, un a far partire per miracolo. chiamiamolo cortile. A deAlle pareti i posters di 2pac e Bob Marley e stra lʼentrata di una camera di 2 metri per 3 una lampadina a incandescenza verde che con un frigorifero e la radio accesa. In alto illumina il palazzo. Nellʼarmadietto, chiuso a un neon azzurro. Nel cortile 4 sedie di plachiave, da una grande borsa di plastica tira stica. Sopra di noi, una magnifica stellata. fuori un kilo di marijuana. Non me ne intenQuesto è il bar…. Sono insieme a Mario do, ma il profumo sembra ottimo. È entrato che è vestito come un qualsiasi ragazzo suo fratello, vestito come lui, ma più da nero di NYC, e dato che anche lui è un fan basket, e si è messo a fumare erba e sordi Reservoirʼs dog, mi presenta come Mister seggiare yougurth da un sacchetto. La teleP a un nano, Rud di 50 anni, amico suo. visione trasmetteva CNN. Difficile immagiParlo in inglese e in francese. Rud è stato nare come vivessero quotidianamente. Ma in Italia, a Verona, e ha vissuto per un poʼ in molte cose a questo mondo non mi è dato Norvegia. Dopo qualche ciao bella e buonsapere. Mister M prima di uscire mi ha giorno come stai, Rud si è lanciato nella spruzzato addosso un poʼ di profumo che dichiarazione che i computer sono strumenneanche la mia bisavola osava portare. Non ti cattivi e stanno portando lʼuomo verso la N.41 - 16 SETTEMBRE 2010 sono riuscito a fermarlo in tempo. Poi ha esagerato su se stesso e siamo usciti. Quelli che lui chiama negozi restano aperti fino alle due di notte, quindi – come dire – cʼè vita per la strada. Conakry è lʼaltro mondo. Conakry è lʼafa tropicale che adoro e venti barche affondate e abbandonate appena fuori dal porto. Conakry è lʼAfrica come la immagino. Autobus arrugginiti e senza finestrini, motorette multicolori guidate da capitribù. Antenne da parco nazionale del Serengeti montate su splendide HZJ 105, la jeep migliore al mondo. Le donne nei costumi tradizionali, pacchiani e stupendi, o con pesanti vassoi in testa, i piatti di yogurth e le banane fritte agli angoli delle vie, lʼodore umido, il caldo torrido, il parrucchiere sotto la tenda appesa al muro e le bottiglie di aranciata del 1946. Ma Conakry è anche il contrario di tutto: una capitale con strade bombardate dallʼincuria e case spettrali, accanto a palazzine diplomatiche con i giardinetti curati allʼinglese. È la sagoma rotondeggiante del Novotel turistico che fa da contrasto alla squadrata cattedrale cattolica e allo squadratissimo palazzo presidenziale. Sono le ambasciate e i ministeri circondati da venditori di telefoni portatili, cartes et décodage, con tanto di pubblicità sullʼinsegna. Conakry è lʼarte di arrangiarsi, è la polizia corrotta e tra loro la maggioranza sono donne, i dieci euri che dobbiamo pagare per uscire dal porto, i dieci euri per rientrare, e il ministro dellʼinterno che viene destituito il giorno stesso della nostra visita. Per corruzione. Conakry è Serif. Un vecchio artigiano del legno che ora ha unʼindustria, per così dire. 10 /LGR$OH[DQGHU IL SETTIMANALE FREEPRESS DEL CAMPERISTA $UHD$WWUH]]DWD 6RVWD&DPSHU VXOPDUH &LUHOOD&6 VIAGGI DEI LETTORI Ogni anno partecipa alle esposizioni in giro per il mondo e ora sta preparando un baule per la prossima data, in Giappone. Ê stato anche a Roma, Firenze e Venezia. Per me, alcune delle maschere di legno appese alle pareti sono beute che ha rubato in laguna. Ma nel suo album fotografico ha una foto abbracciato a Chirac e Bernadette e la faccenda impone molto rispetto. E ammirazione, come il suo sguardo da vecchio saggio. Conakry è una bambina di forse sette anni che con apparente disinvoltura porta in spalla un fratellino avvolto nella stoffa. Ci passa a fianco e non sa. La vediamo passare e non sappiamo. Conakry è la vita alternativa. Così lontana, così vicina. Ieri era la festa della donna, ma non so più cosa ci sia da festeggiare. Sul tappo delle bottiglie di Coca Cola cʼè scritto: Vivez lʼinstant! Misteri degli uffici marketing di Atlanta… mi sembra estratto paro paro da un carpe diem di luculliana memoria e non trovo alcun nesso con le bollicine scure. Comunque il consiglio è buono. Sono in un perenne tragitto da Cima Gogna alla diga, quando tutte le sensazioni si accumulano in una inebriante esperienza di droga pesante gratuita. La traversata sembra lunga ma vorrei che non finisse mai, mentre fra pochi giorni N.41 - 16 SETTEMBRE 2010 vedremo il Brasile. Non sono interessato a nulla, se non questo oceano rigenerante che mi sta pulendo l'anima. Vorrei restare su questa nave in eterno. Il mare è blu intenso, profondo e brillante. Qui c'è tutta la solitudine che cerco. Ieri abbiamo passato l'equatore. Una sirena sulla nave ha dato l'avviso, poi, sul ponte alto, l'equipaggio ci ha fatto il battesimo del passaggio inondandoci d'acqua con le lance degli estintori. Ieri è cambiato il fuso orario e stanotte cambierà di nuovo. Io e Pierre abbiamo fatto l'esperimento del senso dell'acqua, che ora vediamo girare in senso antiorario. In ogni porto africano mi hanno proposto di infilarlo in qualche posto caldo. Temo che in Brasile la faccenda si farà ancora più seria. Qui TUTTI fanno di tutto per pubblicizzarmi il Brasile. Il comandante parla perfettamente brasiliano, il cameriere racconta aneddoti ai limiti della credibilità. Jean, il francese di 84 anni, ci ha vissuto e oltre che a parlarlo discretamente, conosce quasi tutto intorno a Rio e la sua frase di rito è tu ne peux pas l'imaginer. Grazie, ma io sto andando in Argentina. Sì, anche lì è bello ma fa freddo, poi ci sono meno ragazze, il Brasile è un paradiso e bla bla bla che tu ne peux pas l'imaginer. Che palle. Meglio non parlare con nessuno e continuare a sognare. Tra Conakry e Vitoria sulla rotta 222, non abbiamo mai trovato mare mosso. Solo una enorme chiazza di olio blu ribattezzata dal sottoscritto Lago Atlantico. Meglio così. La traversata sembra lunga ma vorrei non finisse mai, mentre fra pochi giorni vedremo il Brasile. Non sono interessato a nulla, se non a questo mare che sta pulendo lʼanima. Vorrei restare su questa nave in eterno. O almeno fino a quando avrò finito di sognare. E dubito che quel giorno arriverà. Il mare è blu intenso, profondo e brillante.Il cargo dà questa sensazione: essere solo. Dà la possibilità – specialmente alle persone mentalmente instabili come il sottoscritto – di confondersi con la nave, con il cielo aperto e il mare immenso che si attraversa in solitudine. Come se il mare fosse lì solo per te. Come se nessuna altra imbarcazione sia stata ancora inventata. Nelle giornate appena trascorse, lʼunica forma di vita che potevo osservare intorno a me sono stati i pesci volanti che al passaggio dello scafo spiccavano il loro salto per allontanarsi dal Mostro Natante. Sono migliaia e spesso si allontanano volando in gruppo. Alcuni percorrono 40 metri e più. Sono piccoli, direi 15 centimetri fuori tutto. E sono argentati come delfini. La regolarità della loro presenza si amalgama perfettamente al rollio sordo del cargo, alla totale assenza di altre navi allʼorizzonte e al ritmo lento dei tanti rumori di sottofondo con cui conviviamo: le onde, la vibrazione dalla sala macchine, lʼaria climatizzata in camera, il vento. Purtroppo (e carico questo purtroppo di tutta la nostalgia immaginabile) stamattina un cormorano nero mi ha fatto pensare che abbiamo ormai superato lʼequatore e il Brasile non è a più di 90 miglia. Il cormorano è più grande del gabbiano. Attenzione: non sono sicuro che si tratti di un cormorano, ma per salvaguardare il tuo equilibrio ormonale evito di chiamarlo grande uccello nero. Ha il becco allungato e lo sguardo sveglio. Venuto da chissà dove, continuava a passarmi davanti mentre facevo ginnastica sul ponte più alto. Diciamo che eravamo reciprocamente inte- 11 IL SETTIMANALE FREEPRESS DEL CAMPERISTA VIAGGI DEI LETTORI E poi, nel fiordo al di là del ponte, facciamo lo ressati. Konrad Lorenz capirebbe. slalom speciale tra gli isolotti verdeggianti che Dopo aver volato fino alla prua della nave tornava E poi, nel fiordo al di là del separano il mare dal porto. Tra i grattacieli in priindietro e arrivato alla mia altezza si tuffava nelponte, facciamo lo slalom mo piano e la foresta tropicale sullo sfondo, un lʼoceano. Spaccone. Alcune volte il tuffo iniziava speciale tra gli isolotti muro di centinaia di decine di migliaia di miliardi da considerevole altezza e in questi casi restava verdeggianti che separano di case piccole e vecchie e brutte e in perenne sottʼacqua per dieci o quindici secondi per poi il mare dal porto. Tra i costruzione che quando glielʼho raccontato al volare via. Altre volte si immergeva quasi dal pelo grattacieli in primo piano e Duomo di Milano, è arrossito. dʼacqua per riemergere dopo pochi secondi, e la foresta tropicale sullo Dopo aver fatto retromarcia, attracchiamo in una sedersi per alcuni istanti sul mare. sfondo, un muro di centilingua dʼacqua colore coca cola che ci separa dal Dovete immaginarmi mentre calcolo i secondi di centro città. immersione e cerco di non perdere di vista il punnaia di decine di migliaia Il taxi ci porta al Chope Vitoria per 6 dolares. Il to dove lʼho visto sparire. di miliardi di case piccole taxista sembra avere una paresi che lo costringe Agile, veloce, potente, a Pellizzari gli fa una pippa. e vecchie e brutte e in pea ridere e proferire cagate a manetta in uno Ho anche cercato di analizzare il suo volo in base renne costruzione che spanglish, pardon, portunglish da accapponare la agli studi di aerodinamica che mi sono serviti per quando glielʼho raccontato pelle. Comunque lungo il tragitto imparo i fondadiventare pilota di parapendio, e ogni volta che al Duomo di Milano, mentali della lingua locale. vedevo il cormorano volare controvento senza è arrossito. Soprattutto leggendo i cartelloni pubblicitari o le sbattere le ali e andare più veloce della nave, che insegne dei negozi mi convinco che i brasiliani viaggia a 19 nodi, mi dicevo che tutte quelle regole parlano Spagnolo. Solo che sono costantemente sborsono colossali scientifiche palle. La giornata è perfetta. niati, forse solo di troppo sole, e quindi gli viene fuori il portughenIl sole è reso cocente dal riverbero dellʼacqua. Ci allontaniamo ji. Che è come uno spagnolo pronuncerebbe lo spagnolo con una dallʼequatore e anche se per alcuni giorni sarà ancora clima tropiSan Miguel infilzata nei premolari. cale, raggiungeremo inesorabilmente climi più temperati che mi Arriviamo al Chope Vitoria. Riesco a non vomitare nel taxi e a faranno rimpiangere presto questo viaggio. Primo scalo Vitoria. trasmettergli con una certa scioltezza che la nostra intenzione è Beh. Lʼavvicinamento al porto è quanto meno impressionante. visitare il centro della città e non il centro commerciale. Lunghe spiagge soffocate da grattacieli come a Honk Kong (hai Lʼespressione visitare il centro città alle tre del pomeriggio, in presente Honk Kong, vero?) a loro volta soffocati da colline, panportughenji significa fottere una troia, così ci propone una disconozzi di zucchero e montagne. teca. Non lo ammazzo ma poco ci manca. Giganteschi e flessuosi ponti sotto i quali questo mostro di ReEsausti dal caldo arriviamo non vi dico dove, ma tanto per darvi pubblica Argentina passa agevolmente. In alto, il monastero bianlʼidea era qualcosa di maledettamente vicino al buco del cargo del co arroccato come sul monte Athos. mondo. Gli mollo altri 5 dolares e lui mi lascia un suo biglietto da visita scritto a penna blu e illeggibile, con un numero di telefono. Non lo commento, ma lo conservo a futura memoria. La città di Vitoria è una selva di insegne marce e di stili architettonici: anonimo, europeo anni sessanta, tropicale filo socialista anni settanta, favelas di classe, chalet canadese, fascista o Gotham City, Asia filo capitalista (immagina Gratosoglio bombardata dagli zero), coloniale spagnolo, postmoderno, fai da te, mordi-e-fuggi, Montecarlo dei nullatenenti, Legoland. Uno schifo che è difficile pensare di farci qualcosa di diverso da sommergerla di inverosimile e venire via senza salutare. Altro taxi. Il taxista ha una paresi ancora più accentuata del primo. Io gli consiglio un chirurgo plastico, e lui mi dice che vivere a Vitoria è bellissimo, anzi gostoso. A parte la mafia, i mafiosi, la polizia mafiosa e gli amici mafiosi e le N.41 - 16 SETTEMBRE 2010 12 IL SETTIMANALE FREEPRESS DEL CAMPERISTA VIAGGI DEI LETTORI persone mafiose che incontra per strada. Cazzo, ma io sono scemo! Vendo il Bambi e mi installo qui subito! Decidiamo di attraversare in barca il canale che separa la città dal molo dove è attraccata la Repatina. 1 Real a persona. Un tizio guida uno yacht a remi con cinque posti. Si sbarca, si sale una scala dove un tizio indica dove andare a pagare, vale a dire di fronte a lui. Si paga a un terzo tizio e si esce da una sottospecie di cancello contapersone costruito nel 1934 e ripitturato con cura nel 1978. Se passando fai scattare il cancello due volte, paghi doppio. Mettersi a discutere senza conoscere bene né lʼidioma né lʼidiozia locale è idiota. In qualsiasi chope in giro per la città è così. Uno ti serve, uno ti indica dove pagare e un terzo prende i soldi. Mi ricordo qualcosa del genere in Goodbye Lenin, naturalmente prima dellʼ89. La sola, piccola fresca essenza che vale la pena segnalare a chi non la conosce è il Caldo de Caña. Che non è altro che il Guarapo della Isla, mi querida Cuba. Che non è altro che un bastone di canna da zucchero stritolato al momento e versato in un bicchierino di plastica bianca con un poʼ di ghiaccio. Una leccornia. Vale il viaggio. Altra nota positiva della città: pessoas com N.41 - 16 SETTEMBRE 2010 www.accessorietecnica.it MAGAZINE sull'equipaggiamento manutenzione,fai da te per camper e caravan carinho, la cortesia delle persone e in particolare la ragazza dagli occhi dolci come quelli di una ragazza brasiliana dagli occhi dolci, che ci ha servito il Caldo de Caña. La città è costellata di negozi che vendono occhiali da sole Italiani: Repsol, Ray Ban, Gucci eccetera, agli stessi prezzi che in Europa! Le altre botteghe vendono solo residuati bellici della terza guerra mondiale, che di sicuro qui cʼè stata. Non so se piangere o vomitare, ma i conati mi fanno propendere per la seconda. Poi ci bevo su con un altro Guarapo, pardon, Caldo de Caña. Anche il Sugo de Mango con agua o con leche è fatto al momento ed è unʼesperienza. Per scendere a Rio, siamo partiti alle 14:30 del 15 sulla rotta 236 e abbiamo visto le prime luci della città allʼaurora. Entrare nella Baía de Guanabara a Rio de Janeiro, in nave, allʼalba. Forse la frase stessa basta e rendere lʼidea di quanto magico possa essere vivere questa esperienza. Le decine di Pão fanno da corollario alla città. Allʼestrema sinistra il Pão de Açúcar, tra la Praia de Flamenco e quella di Copacabana, la più grande di tutte. A destra il lungo, immenso, sinuoso ponte Costa e Silva che unisce Rio a Niterói. In mezzo, il Corcovado bianco che saluta e domina. Rio è una città che ha vissuto una urbanizzazione da neuropsichiatria atlantica. O poco ci manca. Sulle piccole case coloniali a due piani sono stati edificati grattacieli sui quali dominano le catapecchie. Tra le case coloniali e il mare, hanno spianato un aeroporto e gli aerei sembrano 13 IL SETTIMANALE FREEPRESS DEL CAMPERISTA VIAGGI DEI LETTORI NOVITA’ IN ARRIVO PROSSIMAMENTE IL TUO CAMPER AVRA' UN...????????? Scoprilo leggendo CAMPERPRESS!!! per qualche ora. Ma di sicuro non è lʼacqua decollare dallʼacqua. Sopra le favelas, si più pulita del mondo! levano in alto i monti lussureggianti che Meglio un Guarapo, cioè un Caldo de Caña. circondano il golfo e sopra i monti cʼè il Ipanema è – forse – più a misura dʼuomo. Ma Cristo a braccia aperte che sconfortato quellʼuomo non sono io. sembra lì lì per dire: ma guarda che razza La rotta per scendere da Rio a Santos è di casino qui sotto! 244. Siamo partiti mercoledì alle 20:30 e La parte più decentrata e lontana dalle ieri mattina alle 9:30 abbiamo gettato lʼanspiagge è il centro, con accanto lʼaeroporto. cora in coda ad altri cargo in attesa di una Il centro è a sei chilometri da Copacabana, banchina libera. a otto da Ipanema. Il resto è più lontano.Ma Il mondo non è mai come lo si immagina. almeno qui, Linate - rispetto a Piazza DuoMentre tutti ci consigliavano di prendere un mo - è in piazza San Babila. taxi e raggiungere il centro e la spiaggia Per quelli non molto pratici di Milano (o che Gonzaga che è la parte migliore di Santos e scelgono Parabiago per dormirci un week di stare attenti alle favelas di fronte al porto, end), è come a Paris se lʼEiffel fosse la io e Pierre, il mio compagno di viaggio Bretorre di controllo e Les Champs Elisées la tone, siamo scesi e a piedi abbiamo visitato pista. Sempre per paragonare con la Franproprio il quartiere intorno ce, Copacabana non è conal porto. cettualmente diversa di Le belle case fineottocenNice. Ecco. Rio suda. Questa è to slash inizionovecento Un lungomare leggermenuna verità che merita uno abbandonate e decrepite, te concavo sul quale si scalpello e del ci dicevano che un tempo affacciano grandi Hotel travertino.Anche per quequello era un quartiere internazionali dai nomi noti sto non si può resistere ricco. Ora, dietro le face le facciate bianche. Solo alla gioiosa sensazione ciate conservate male, che marciapiedi, strade, dellʼacqua dellʼoceano sul hanno costruito dei granspartitraffico e spiaggia, a di depositi che vivono del Rio sono larghi il triplo. corpo che ti illude di sallavoro che dà il porto. La Tra la strada e la spiaggia vare la ghirba ancora per gente è povera, loquace stanno ancora smontando qualche ora. Ma di sicuro e allegra. Una ragazza gli enormi tralicci per gli non è lʼacqua più pulita nel bar dove abbiamo spettatori della parata di del mondo! preso un caffè, non ha carnevale di un mese fa. nascosto di apprezzare i Penso che finiranno a Setmiei occhi, manifestazione tembre, giusto in tempo per quasi inconcepibile in Europa, pur essendo cominciare a rimontarli.A differenza di Nice, io accessoriato di stupendi occhi blu. sparsi per Rio ci sono degli orologi che La macchina del caffè è italiana – San Marsembrano funzionare, ma quando si alterco – il caffè è buono, ma decisamente dinano a indicare la temperatura viene semverso dallʼespresso nazionale. pre fuori 38°. Che è la febbre di Loretta con In un alimentari, la signora al banco parlava la tracheite, oggi. E la giornata è nuvolosa! una lingua comprensibilissima, ai limiti dello E Loretta non ce la fa a sudare così tanto in Spagnolo. Carlos, entrato dopo di noi e tutta la vita. parlandomi in Italiano mi fa notare che loro Ecco. Rio suda. Questa è una verità che non sono mica bayanas, quelli del nord. merita uno scalpello e del travertino.Anche Evidentemente al nord hanno accenti che in per questo non si può resistere alla gioiosa Padania definiscono terroni. Mi dice che sensazione dellʼacqua dellʼoceano sul corsuo cugino vive a Roma, lavora alla FAO ed po che ti illude di salvare la ghirba ancora N.41 - 16 SETTEMBRE 2010 è un amico del proprietario della Grimaldi. Verosimile: il mondo è il giardino di casa mia. Carlos è proprietario di - Milano -, il negozio di piastrelle accanto agli alimentari. A proposito di Milano. Mi viene in mente che già a Rio ho saputo che Ale si è fatto il regalo di Natale, senza dirlo a nessuno. Beh, Ale, ora lo sanno tutti! E forse tu eri lʼunico a non sapere quello che tutti sapevano già. Peccato non essere lì a vedere la tua espressione: prima inebetita, poi incredula e poi inquisitoria su chi e come e dove e quando e perché e perché tu non hai avuto la situazione sotto controllo e… ma quante paranoie ti fai? Beh, in ogni caso congratulazioni, amico! Stai diventando lʼuomo più adatto che conosco per fare il papà. Ricorda sempre che il compito dei genitori non è tener legati, ma saper rendere indipendenti i figli, e sarai un ottimo papà. Dopo aver camminato nelle città Brasiliane ti ritrovi in tasca una manciata di fogliettini che recitano Dinheiro Rápido! Vorrebbe essere una offerta di prestito, ma a me, da bravo alloctono, suona più come un O la borsa o la vita! non so a te. Leggendo meglio servono solo: i due ultimi contra-cheques, più la carta di identità e la residenza in Xerox. Mi viene in mente che negli States chiamano Kleenex i fazzolettini di carta, o Jacuzzi le vasche con idromassaggio. Così ho pensato di fare tante Xerox di Dinheiro Rapido! per usarli come Kleenex. Ma forse rendono meglio come Scottex. Battuta filoescatologica a parte, il Lago Atlantico non accenna a mostrare non dico la sua potenza, ma neppure un poʼ di schiuma da sembrare onda. Meglio così. Il viaggio è lungo. La velocità è quella di una bicicletta. Prossima puntata: Argentina! Per il momento è tutto. Passo e chiudo 14 IL SETTIMANALE FREEPRESS DEL CAMPERISTA ecocamperclub.net VIAGGI DEI LETTORI Buenos Aires, la città che non aspetti 2005-04 giovedì, April 27, 2005, 04:28 PM Argentina Buenos días. Buenos Aires, come tutte le città, è stancante. Intendo. Io non amo le città. Me ne sono andato da Milano, che nel mondo ha fama di bella città, perché sono insofferente alla moltitudine e allo smog. Quindi è possibile che non sia obiettivo nel giudizio sulle città. In effetti BsAs è una bellissima città. Vediamo. Innanzitutto è enorme. Come un girasole al confronto di una margherita. 8G di Ram, al confronto di 64M. Una ragazza di Botero, al confronto di una di Modigliani, Per essere sicuro che tutti capiscano aggiungo John Holmes al posto del sottoscritto. Poi, oltre ad essere enorme è farcita come una cassata, ripiena come il tacchino del Thanksgiving day (chi non lʼha mai mangiato non immagina quanto è buono). Un immenso centro commerciale che risente solo in parte della tanto vituperata globalizzazione. Infatti qui cʼè coesistenza apparentemente che ci sono qui intorno. Credo che ci sia un grattacielo per ognuno pacifica tra il kiosco, dove in quattro metri quadrati cʼè di tutto, e il dei dodici milioni di abitanti, più o meno. mega-iper-global. La città è ricca e accattivante, anche se solo ieri ho visto un Barrio A parte Harrods, che è fallito nel 2001. di cui varrebbe la pena innamorarsi. Una sera, al TangoTasso.com, Convivenza pacifica anche tra i piccoli locali dove si balla e si Barrio di San Telmo, calle Defensa, 1575 ho assistito al primo spetascolta musica e gli enormi teatri con Marcel Marceau, El retrato de tacolo musicale: una bella orchestra composta da pianista, basso, Dorian Gray e i Beach Boys. LʼAvenida 9 de Julio è la strada più violoncello, viola, chitarra, 4 violini e 4 bandoneón. Tra lʼaltro tutto larga del mondo. Giurerei anche quella più trafficata. gratuito, perché ero invitato. Ma i discorsi della gente sono quelli di dappertutLa strada è circondata da splendide case coloniali to…gli affitti sempre più cari, il governo da camIn effetti Bs As è Londra a un solo piano forse mai ristrutturate, tanto sono biare, lʼassicurazione sulla vita, la noia delle copcalda, le persone sono semplici e solide così, e adatte per girarci un epipie sposate, la pizza e la coca-cola, la pubblicità cordiali e costa tutto fino a sodio di Zorro. dei telefoni cellulari, il Boca e il River…il Papa. Il 5 volte meno che in Italia. Nella esquina magica (soprannominata così dal mondo funziona proprio così! In effetti Bs As è Un esempio concreto. Una sottoscritto, un giorno forse spiegherò il perché), di Londra calda, le persone sono cordiali e costa cena che a Milano ti fa fronte al Parque Lezama, ci sono dei bar autentici. tutto fino a 5 volte meno che in Italia. Un esempio volatilizzare 40-50-60€, qui Sembrano imbalsamati nel tempo agli anni trenta concreto. Una cena che a Milano ti fa volatilizzare - mangiando pezzi di carne o quaranta … luci basse, musica gradevole, tango 40-50-60€, qui - mangiando pezzi di carne così - ti così - ti costa 25Ar$ (peovvio, e tutto: le sedie, le pareti, il bancone del costa 25Ar$ (pesos), cioè 9US$, cioè 8€...rendo sos), cioè 9US$, cioè bar, i quadri e i lampadari chissà come sono riulʼidea? 8€...rendo lʼidea? sciti a sopravvivere agli ultimi 30 pesanti e penosi E mi riferisco a ristoranti di un certo livello… turianni di progresso-pubblicità-profitto. stico, per così dire. È sufficiente adattarsi al Al Britannico – un bar che NON CHIUDE MAI - è (buon) livello degli autoctoni per uscire con la tasca stata girata la prima scena di Diarios de la motocicleta, con Truyillo, piena come la pancia. Un altro esempio: pollo (pata e muslo, cioè il cameriere bradipo: una istituzione. Come dire che mi sono seduto coscia e sovracoscia) con puré, senape, pane e una Quilmes in accanto a dove era seduto Ernesto Rafael Guevara de la Serna, lattina, 8 pesos cioè meno di 3€. non so se mi spiego… Procedo nella mia piccola infinità, in questo angolo della querida tierra. Ordino un caffè (bien corto, por favor) e una medialuna de grasa o È una bella giornata e sono al Parque Thays. Quello dietro la stade manteca. Non esiste altro tipo di croissant, in città. Vivo situazione, se lʼindicazione dice qualcosa. Thays è lʼarchitetto che lo ha zioni anomale. Tanto per intenderci, parlo anche per dei minuti anconcepito: i prati, a grandi quadrati, sono in erba all'inglese. che con i poliziotti che mi chiedono del Bambi e mi augurano SuerDò un occhio al mio Bambi parcheggiato e sono connesso al web te! per quello che sto facendo... con una wireless (red inalambrica) di uno dei milioni di grattacieli Barrio Palermo. N.41 - 16 SETTEMBRE 2010 15 IL SETTIMANALE FREEPRESS DEL CAMPERISTA VIAGGI DEI LETTORI Oscar fa i turni di pattuglia accanto ad alcune residenze diplomatiche in Plaza Alemania. Ieri sera, mentre accanto al Bambi è passato Ariel Sharon, gli ho mostrato una banconota e una moneta in Euro. Come un bambino davanti al giocattolo nuovo, mi diceva che non aveva mai visto un Euro e che secondo lui assomigliava al Real Brasiliano. Porta a casa 270 US$/750 pesos, e vive benino. Mi ha anche controllato i documenti, scusandosi ma doveva farlo, e poi mi ha detto che se volessi passare la notte, Plaza Alemania è un posto sicuro. Basta avvisarli. Intanto imparo la lingua...ora tecnicamente sono "de resaca" dato che stanotte ero "borracho". Alle 5 di stamattina, quando sono riuscito a trascinarmi di bolina larga verso il Bambi, ero pieno di tequila da fare invidia a Emiliano Zapata dopo un assalto vittorioso. Eravamo 7 persone: Porteños, Spagnoli, Francesi e me. A BsAs la discoteche aprono alle 3, i ragazzi si fanno 1-2 ore in fila (indiana!) per entrare. N.41 - 16 SETTEMBRE 2010 Grazie allʼamico dellʼamico, riusciamo a approdare in una discoteca aperta solo per noi dalle due alle tre (!!!! mai divertito così tanto en boîte!!!!)... Infine, verso le quattro, abbiamo raggiunto a fatica un pub che si entra solo se si è già ubriachi marci, sennò nisba. L'età mi permette solo lunghissimi periodi di recupero, perciò in questo frangente non sono totalmente responsabile di quello che sto scrivendo... Se ora vedo la tequila, le sparo.Giro Buenos Aires ormai da un mese. Conosco sempre meglio la città e ne apprezzo i quartieri chic, come Recoleta, Flores e Palermo, quelli caratteristici e più tranquilli, come San Telmo (dove praticamente vivo) e Boca, e l'enorme cintura di bidonville (Gerli, La Matanza eccetera) che circonda la Regina del Plata (BsAs). Sto facendo una vera full immersion di Argentino della calle (qui ll si legge come il suono -ge francese per cui calle suona come cage). La frequento quel tanto che basta per diventare porteño in 2/3 mesi. Ma rimarrò sempre un tano, perché gli Italiani, qui li chiamano comunque tano. Poi vedrò di scoprire il resto del paese…el País, la vera Argentina, come dicono qui. Ho sempre provato il desiderio di girare lʼAmerica Latina. Deve trattarsi di una esigenza dei nostri tempi: mi vengono in mente alcuni nomi che hanno risolto se stessi solo dopo essere andati a vivere all'estero... (di seguito cito gli unici di cui vanto autorizzazione autografa) ...Ernest Hemingway, Herry Miller, Che Guevara. Poiché possiedo lʼetà del primo, la perversione del secondo e il carattere del terzo, sono riuscito a passare la dogana con la mia fedele cerbottana per scatenare la prossima rivoluzione. Qui la vita di città non è molto diversa da Milano, per cui prevedo che mi romperò presto. In questa ottica, il tempo pensato di 2 mesi (mas o meno) da dedicare a BsAs, sembra consono alle mie esigenze di libertà. Vero è che in questa camioneta barbara y linda, mi sento un Uomo Quasi Libero, e in questa città, un Signore. Vero è che le relazioni interpersonali sono decisamente più semplici. Il saluto Argentino, tra uomini donne vecchi e bambini, tutti insomma, è un bacio sulla guancia mentre ci si abbraccia. Esattamente come noi diamo la mano.Questo può forse rendere l'idea della diversa impostazione rispetto all'Europa. Le donne di BsAs comunque sono bien conchetas, come in Italia. Forse solo un po`più 16 IL SETTIMANALE FREEPRESS DEL CAMPERISTA VIAGGI DEI LETTORI dolci. Gli uomini, invece, sono di una amabilità esemplare. Paternalistici, direi. Qui è tutto facile, tutto possibile, tutto rimediabile: no hay problema, arreglamos a todos... con quella cadenza un po' anziana e rassicurante che fa piacere... almeno a me. È interessante il contrasto e il mix seghetto a mano - telefono (pen)ultima generazione con il quale convivono. Anche i grandi uffici, o i grandi negozi, hanno un non so che di aperto, recettivo. E se in strada nessuno mette la freccia (!!!), senza un'auto sotto il culo formano lunghe file indiane (o inglesi?), parallele al marciapiede, per aspettare il bus o per entrare in banca, o in posta… se dico perfino in discoteca! In pochi giorni ho conosciuto tante persone, e la faccenda non accenna a fermarsi. Potrei parlare del sorprendente sistema di nome e numerazione delle vie di BsAs... Tutte strade a senso unico, eccetto alcune Avenidas. Quelle di scorrimento hanno dalle 7 alle 12 corsie per ogni senso di marcia. Non si parcheggia in strada. Grandi E indicano gli Estacionamentos che utilizzano tutti. I taxi sono gialli e neri. Gli autobus sono vecchi, colorati e veloci. Non esistono vigili. Il sistema è a prova di imbecilli e un incidente tra una Fiat 127 e un negozio è trasmesso alla televisione nazionale. Io guido lʼunico veicolo con una targa non argentina.Potrei parlare del sole e del cielo...Il cielo di Buenos Aires è differente da quello che siamo abituati a osservare in Europa. La stranezza è che nonostante 12 milioni di cristiani (appropriato) e automobili che catalitico per loro è un'era geologica, qui non c'è inquinamento. Il cielo è BLU così, l'aria è quasi profumata e le nuvole corrono veloci. Quando piove un uragano di acqua sciacqua tutto. Dopo ritorna il sole (o la luna con le stelle) e lʼaria profumata. Buenos Aires. Appunto. L'autunno è piacevolmente caldo. E per me operoso e carico di tensioni positive. Il mio Bambi è sempre più una ragazzina che scalpita per partire e io sto vivendo l'esperienza che è l'inizio e lo scopo della mia vita. Senza sapere né dove, né quando, né precisamente cosa farò.Non sono mai stato così felice. Qui tutti sono letteralmente innamorati dell'Argentina. Sono prodighi di consigli su dove andare, quando andare e cosa vedere. A tutti piace parlare per dei quarti d'ora del País. Per un ingenuo distratto, questa è la Capital Federal.Naturalmente è molto di più. E molto diversa. Intorno, a cornice di questo meraviglioso benessere, la Grande Buenos Aires, che a detta di tutti è lʼArgentina più pericolosa. Ho potuto conoscerla per via delle necessità del Bambi. Anche oggi sarò a Gerli (si scrive così ma è praticamente illeggibile). Las villas, le favelas di BsAs. Povertà. Distruzione, apparente abbandono e una miriade di attività legali e non. Un carabiniere di Milano o Napoli, ha sicuramente visto di peggio. È solo il livello di povertà che impressiona. Che fa pensare al perchè sto passandoci in mezzo, io, su una camioneta con i sedili nuovi, el televisor y la heladera? Fine considerazione morale, riparte la pubblicità. Brigitte l'ho perduta una sera tra Paraguay e San Martin. Io ero a dei tassi di tequila impensabili a Milano. Lei peggio. Devo dire che le avventure si susseguono e il bello è che sono le 21 e non so neppure che mi accadrà stasera. Ma qualcosa accadrà. Forse nulla, che sarebbe una novità. Ho scelto il locale ed è praticamente perfetto. So che mangerò spendendo dai 12 ai 15 pesos. Dividi per quattro e hai gli Euri. Buen provecho. martedì, maggio 28, 2005, 06:38 PM - Argentina “è meglio stare zitti e dare lʼimpressione di essere stupidi, piuttosto che parlare e togliere ogni dubbio” Nel dubbio se parlare di sesso o di politica, scelgo il secondo argomento che sembra riempire la bocca di molte persone, più del primo. Non provo piacere per questo. Ma trovo che preferire la politica al sesso sia una smodata perversione. E questo non mi dispiace. Ho sempre avuto tanti amici e amanti di sinistra. Finché non parlano di politica sono adorabili. Oddio! sono adorabili anche quando si appassionano di questo o di quel risultato elettorale provando la stessa emozione di una vittoria o di una sconfitta della squadra del cuore. Ma diventano leggermente pesanti quando da perfetti amatori (intendo non professionisti – della politica) vogliono trasmettere la giustezza loro idee sicuri la drammatica congiuntura di un paese governato da una coalizio- N.41 - 16 SETTEMBRE 2010 17 /LGR$OH[DQGHU IL SETTIMANALE FREEPRESS DEL CAMPERISTA VIAGGI DEI LETTORI ne politica, come la chiamano loro, “di destra”.Ad esempio Giorgio Gaber in questo preciso istante si sta rivoltando nella tomba. Una sera, in compagnia della mia amica Simonetta (anche lei si definisce di sinistra), ho parlato con un personaggio molto famoso in Argentina come comico e conosciuto anche in Giappone come cantante. “Noi Argentini siamo cinici. Siamo i più cinici del mondo. Perché sappiamo come vanno le cose in questo paese: ogni 5 anni cambia il governo e ogni 15 anni cʼè una rivoluzione economica o politica. Ovviamente i potenti e gli amici degli amici, non hanno perso niente, anzi ci hanno guadagnato” Questo è quello che mi ha detto Alfredo “Gordo” Casero, in una delle rare notti di pioggia di questo otoño fantástico, come dicono qui, che sto vivendo come fosse ancora estate. Io gli concedo amorevolmente lʼillusione di essere i più cinici del mondo. E continua: “..San Telmo ora è una bugia. Ora è piena di turisti e ogni domenica cʼè una festa. Chiudono il traffico in alcune vie e la città si riempie di bancarelle, di musicisti e ragazze che ballano il tango e di artisti di strada...ma fino a dieci anni fa i ragazzi si ammazzavano per la strada, qui!” E lo diceva come se fosse stato meglio prima! Il turismo a Buenos Aires è questo: visitare N.41 - 16 SETTEMBRE 2010 $UHD$WWUH]]DWD 6RVWD&DPSHU VXOPDUH &LUHOOD&6 Mentre ogni settimana il governo assiste a una manifestazione. Gli ex militari scendono in piazza per essere risarciti della guerra alle isole Malvinas, le donne per ritrovare i figli desaparecidos durante la dittatura di Videla, gli uomini per avere giustizia di un sistema che nel 2001 ha preferito salvare le banche a scapito di tutta la popolazione. A quattro anni di distanza la ferita è ancora così aperta che un Argentino non parla di questo argomento volentieri. Perché non parlo del Che? Al mondo – e quindi in Italia come in Argentina – vivono persone che si definiscono di sinistra. Io non sono fra questi. Le stesse persone pensano che le amministrazioni di destra democraticamente elette (e dunque coloro che di solito rappresentano la maggioranza degli elettori) siano incapaci di governare, che lo facciano illegalmente o agiscano negli interessi di loro stessi e degli amici degli amici. Io non la penso così. O per lo meno non limito ai soli governi di destra, queste ammirabili qualità. el Boca, vivere a San Telmo, vedere danzaPer le persone che si definiscono di sinistra, re al caffè Tortoni, ballare al Club Español, qualsiasi fatto nel mondo avviene per realizascoltare il Tango al Torquato Tasso, o zare gli interessi dellʼamministrazione che unʼopera al Teatro Colón. Il teatro Colón loro non avrebbero eletto. non ha nulla da invidiare alla Scala e la sua Lo sport preferito è sospettare il acustica è tra le migliori complotto. Accusare di ineffidel mondo. Poi la casa cienza, denunciare il sopruso. Rosada, il Cementerio di Di notte i ragazzi più poveLa critica è tanto dura e la Recoleta, e quello della ri separano la plastica dai condanna è così radicale Chacarita, il più grande sacchi dei rifiuti per straverso i rappresentanti del Cementerio di America da, prima che passino i popolo, che perdono il senso (una vera città dove i della istituzione. camion della municipalità morti si chiamano Di Attaccando cioè la persona, per portare la basura alStefano, Pellizzari, non si accorgono di sputare lʼinceneritore. Mentre ogni Lamperti, Colombo, sopra al sistema scelto dagli giorno giovani e vecchi Morselli, Battaglia…si stati democratici del mondo, entra in auto e ci si percartoneros si fanno largo Argentina, Svizzera, Canade), il Mamba e il Malba. tra le auto con dei carretti da, dagli Stati Uniti nel 1776 Mentre di notte i ragazzi carichi di scatole di care dalla maggioranza degli più poveri separano la tone appiattite, per guaeuropei nel 2004. plastica dai sacchi dei dagnarsi la giornata. La Democrazia costituziorifiuti per strada, prima nale e federativa che, sepIn Italia si chiama raccolta che passino i camion pure mai immune da errori, differenziata. della municipalità per a volte macroscopici, perportare la basura allʼinmette più libertà e benesseceneritore. Mentre ogni re individuale di qualsiasi altra giorno giovani e vecchi cartoneros si fanno logica di amministrazione. Sicuramente prelargo tra le auto con dei carretti carichi di cedente e forse futura. E certamente mi inscatole di cartone appiattite, per guadaganno, essendomi dichiarato non di sinistra. gnarsi la giornata. In Italia si chiama raccolMa chissà perché, se democraticamente vieta differenziata. 18 IL SETTIMANALE FREEPRESS DEL CAMPERISTA VIAGGI DEI LETTORI ne scelto un governo di destra, allora non va bene. Non va bene COMUNQUE. Criticano tanto da convincersi che il loro piccolo pensiero coincida con la grande verità. Che noia. (e Giorgio Gaber sta provando un doppio carpiato con tre avvitamenti!) Perché non parlo del Che? Io sono tornato da Cuba anticomunista e anticapitalista. Ma lʼalternativa qualʼè? Forse non ne sono orgoglioso, né entusiasta, ma cosa ho fatto io per migliorare lʼEuropa che sento mia? O solo lʼItalia? O solo Milano? Cosa stiamo facendo noi poveri sfigati amatori, a parte criticare sempre e comunque chi sta cercando di governare? Perché ho dovuto andarmene per non ascoltare più le panzanate da bar sui politici e sopra tutti Berlusconi? Berlusconi, i suoi amici e gli amici degli amici. Perché i quotidiani italiani non riportano i fatti, quello che succede e come si evolve nel paese, ma solo le polemiche? Perché in prima pagina ci sono gossip? Il tale ha detto quella cosa e il talaltro ha risposto in quel modo. La replica è stata…… Lʼarticolo è pronto per la stampa. Che noia.Perché non parlo del Che? Qui in Argentina, si condanna lʼex presidente Menem come un uomo corrotto e di destra “…che ha fatto solo i suoi interessi e in dieci anni è riuscito a distruggere lʼindustria e ora non si produce più neppure una vite… quello che sa succedendo anche in Italia con Berlusconi”. Mentre Menem è colui che ha cambiato la centenaria (1853) costituzione liberale (e cioè “di destra”) in una costituzione sociale (1992). Parimenti privatizzando (solo per fare un esempio: la telefonia), ha permesso agli Argentini di avere il telefono in casa. Ancora oggi, negli annunci di vendita delle case si specifica la presenza del telefono come un plus, retaggio di non molti anni fa quando pochissimi lo avevano solo perché conoscevano il tale che lavorava per lo Stato. E questo sì, significava essere amici degli amici.LʼArgentina – come lʼItalia – soffre ora un pesantissimo debito verso gli stati esteri. Secondo alcuni economisti, inoltre, il paese sta andando verso un collasso energetico (Le monde diplomatique, Aprile 2005), poiché esistono riserve comprovate solo per i prossimi 15 anni. Accanto ai grattacieli, nel pieno centro di Buenos Aires esiste una bidonville, Villa 31, che il governo ha deciso di far sparire, incredibilmente senza sterminare le migliaia di persone che la abitano. Problemino non da poco. Ma oggi le persone di sinistra criticano il presidente Kirchner perché non riesce ad applicare le leggi sociali a tutela dei più deboli e poveri, per cronica mancanza di fondi. Perché non parlo del Che? In Italia, gli interessi sono quelli di Berlusconi, se si tratta di Iraq, allora sono interessi di Bush. Naturalmente se le stesse azioni le decide Blair, che è di sinistra, non se ne parla. Bush è il grande burattinaio? LʼArgentina crolla: Bush ci guadagna. Appena si parla di petrolio nel mondo: Bush ci guadagna. La crisi israelo-palestinese, lʼafghanistan, lʼIraq, lo tzunami? E così queste persone rimangono schiave di questa infantile, triste idea. Ogni avvenimento da loro è vissuto come il sopruso di un grande e potente verso i piccoli indifesi. E parimenti dagli Stati Uniti è preteso lʼaiuto e il sostegno per il mondo intero. E le persone di sinistra criticano anche quando questo arriva… “è poco, è in ritardo, se lo fanno, N.41 - 16 SETTEMBRE 2010 allora è per interesse proprio….o degli amici degli amici”. Sicuramente un complotto. Sicuramente Bush ha abbattuto il WTC. Anzi no, è stato il Berlusca. E i piccoli oppressi sono sempre loro. Ma in base a quali criteri decidiamo chi è piccolo e chi è grande? Chi è potente e chi nullità? Chi opprime e chi è oppresso? La storia è farcita di falsi eroi. Napoleone Bonaparte, Hiro Hito, Iósiv Stalin, Hitler, Che Guevara, Mao Tze Tung, Nicolae Ceausescu, Yasser Arafat, Kim Sung, Gheddafi, Saddam. I nostri baldi si chiamano Colombo, Mussolini e Garibaldi.Alcuni di loro caduti in disgrazia in vita, altri celebrati ancora oggi come idoli. In realtà tutti semplicemente disumani. Nati uomini come ognuno di noi, uguali a noi.Divenuti brutali assassini per scelta. Convinti di fare lʼinteresse proprio, del proprio popolo, del proprio Re, del proprio Dio. E non necessariamente quello di Bush. Sto parlando di criminali. Di regimi non democratici, di conquistatori e di pazzi. Non di uomini rappresentanti di altri uomini perché democraticamente eletti dalla maggioranza (a parte Mussolini che divenne capo del governo col 64,9% dei voti). Criminali non di destra o di sinistra, e che dovrebbero essere condannati non da destra o da sinistra, ma da qualsiasi essere pensante come tali: criminali. Criminali, ma in realtà burattini. Uomini cresciuti nel mito del potere e della ricchezza, della religione o del totalitarismo: della libertà per sé stessi e delle proprie convinzioni, a discapito della libertà e delle convinzioni altrui. Assassini burattini. E dʼaltronde anche Bush, anche tutti i presidenti degli Stati Uniti, anche se pur democraticamente eletti, anche se sono il solo che lo dichiara, sono in realtà dei burattini. Presidenti burattini. Stanno a questo mondo cercando di fare il loro gioco. Ma le persone di sinistra dicono che giocano sporco. Sospettano, condannano e richiamano a valori diversi, a valori più alti. Ai fantasmi di una immaginaria cultura di sinistra. Una cultura “migliore”, che non è mai esistita (lʼunica citabile è il Satyagraha di Mohandas Karamchand, il droghiere. E lo faccio volentieri io, cosciente che di sinistra non è) e che chissà se mai esisterà. E questa è da sempre la storia di tutti, che nessuno ammetterà mai. 19 IL SETTIMANALE FREEPRESS DEL CAMPERISTA VIAGGI DEI LETTORI www.accessorietecnica.it MAGAZINE sull'equipaggiamento manutenzione,fai da te per camper e caravan banca di Miami? E continueranno a sputarsi addosso da Nulla di tutto questo. Con quanti ho parlato destra a sinistra e viceversa. io, ognuno si sente forte e orgoglioso di Perché non parlo del Che? essere caduto e di essersi ripreso. LʼArgentina è un paese popolato da persone LʼArgentina e tutta la sua grave storia sono che detestano gli americani (Yankees) ma mischiate in un paese che ogni giorno si adorano McDonaldʼs; ammazzerebbero gli rinnova e insistentemente ricomincia. inglesi ma vivono di Shell; hanno almeno tre La città e il paese non sono immuni dai prononni italiani e il doppio passaporto, ma non blemi, ma è certo che BsAs, y todo el País, conoscono da dove vengono; sfottono gli ad ogni mazzata, per quanto pesante possa spagnoli (Gallegos) ma parlano come loro. essere, cadranno sempre in piedi. Ogni Argentino pensa che nel 2001 “chi Perché questo luogo nel mondo dove il aveva i soldi” (i potenti, gli amici degli amipeggio (fogne, inquinamenci) li ha mantenuti, salvato) si disperde nellʼoceano guardandoli per tempo in (e sarà per questo che non posti più sicuri di una LʼArgentina è un paese poamano pescare); questo è banca Argentina. polato da persone che deil paese la cui superficie è Ma - a parte i fantomatici testano gli americani (Yancome lʼEuropa, ma con la amici degli amici (e cioè kees) ma adorano McDostessa popolazione della amici dellʼamministrazionaldʼs; ammazzerebbero gli Polonia; questa è terra ne Statunitense, o meinglesi ma vivono di Shell; ricca, dove ricca è un palliglio della triade Bushhanno almeno tre nonni do eufemismo, perché è Cheney-Rumsfeld) - le italiani e il doppio passarigogliosa e umida, piena persone di serie B, quelli anzi relleña - di tutto: acche ad ogni cambiamenporto, ma non conoscono qua, mare, montagne, to, grande o piccolo, ci da dove vengono; sfottono campagna, immense riserrimettono, e cioè tutti gli gli spagnoli (Gallegos) ma ve naturali, macro e microsfigati rappresentanti del parlano come loro. climi differenti, vino, birra, genere umano, e un Arfrutta, vacche, vacche, vacgentino in particolare, che e ancora vacche; questa che ne pensa? città è extrasize, interminabile: lunga, larga, Preferisce guardare avanti o semplicemenalta e colorata, equamente contaminata da te il dolore è ancora così grande che non è Europa e Stati Uniti nella storia, nei costumi rasserenante parlarne? Prova il coraggio di e nei consumi. essere sopravvissuto a questo o la rabbia E questo luogo, come tutti i paesi di questo di aver perso quasi tutto? Ha di nuovo fidumondo, è pieno di contraddizioni e scontri cia nel sistema o come sempre lo teme? sociali che si risolveranno, forse, quando la Capisce le potenzialità di questo paese o democrazia sarà matura e rispettata da tutti. cinicamente deposita i suoi risparmi in una N.41 - 16 SETTEMBRE 2010 Anche in Italia. E dellʼItalia potrei anche parlare meglio. Anche se è piena di sinistre contraddizioni. Ognuno di noi è potenzialmente giudice e criminale, papa e scomunicato, vittima e carnefice, adorabile e odioso, sincero e falso. Opprime ed è oppresso. Così si tira avanti. Il cervello umano è il luogo dove tutti i contrari convivono molto poco pacificamente. È tutta qua la nostra coerenza? Perché non parlo del Che: Perché, signori miei, il Che non esiste. Il Che è solo il mito fantasma per le persone di sinistra in Europa. Qui in Argentina, anzi, qui a Buenos Aires, la capitale culturale del Sudamerica, dove il Che è nato e cresciuto, lo conoscono appena. Dalle librerie del centro alle bancarelle del parco Rivadavia, non trovo nemmeno il libro con cui sono partito “Aquí va un soldado de America” per rileggerlo in versione originale. “…Che Guevara è… un Cubano… se ne è andato via dallʼArgentina in motocicletta e ha fatto il rivoluzionario… e a noi Argentini non dice niente”. "Un esponente della dottrina comunista, che è morta". Questo è quello che pensa la gente in Argentina. E non una bandiera, un monumento, una via, non una T-shirt, non un libro esposto. Dove è seppellito il Che? “Boh? Forse a Recoleta…” [è sepolto a Santa Clara, Cuba} In Argentina i miti si chiamano Evita Peron, Diego Maradona, Monzon, Fangio, Batistuta, Sabatini…. TUTTI ITALIANI insomma. In realtà il vero e unico mito, è Carlos Gardel, cantante di Tango “inalcanzable” dei tempi di Caruso. Nato francese di Toulouse, 20 IL SETTIMANALE FREEPRESS DEL CAMPERISTA VIAGGI DEI LETTORI si chiamava Gardés, Poi il solito errore di scrittura del poco scrupoloso responsabile dellʼufficio immigrazione. Sono arrivato pensando di perdermi negli orizzonti di paesaggi incontaminati e trovo una megalopoli di 12 (Dodici!) milioni di abitanti. Un popolo che sogna lʼItalia e che ama lʼItalia come un mito. Non lo sanno che passiamo il tempo a sputarci addosso. Sono arrivato pensando di vivere lʼavventura e non avevo conosciuto nulla di più comodo. Sono arrivato con tutto, pensando di trovare poco. Invece qui cʼè molto di più. Sono arrivato pensando di mettermi finalmente a dieta. Ebbene sappi che in Argentina è impossibile. Sono arrivato da solo e senza conoscere nessuno. Dopo un mese posso contare su alcune persone affidabili ed entusiasmanti. Ma temo di aver perso definitivamente la stima di alcuni compatrioti, scrivendo queste righe. Non spero neppure di far vivere questo blog, tanto è poca la volontà di confronto. Esagero? No, sono solo di passaggio, come tutti, in questa vita meravigliosa. E me ne rendo conto. |No, non mi sto drogando. Ho anche provato, giuro. Qui anche il fumo e la cocaina costano come un sandwich. Ma la cocaina sembra darmi effetti che non valgono la spesa e il fumo non posso neppure aspirarlo. Non sono venuto qui per drogarmi. Non è certo l'Argentina il paese della neve (che non manca a Bariloche e Neuquén), né dell'erba (di cui si nutrono le vacche). Ho lasciato Buenos Aires. Lasciare Buenos Aires non é una scelta dettata dal desiderio. Lasciare Buenos Aires non é mai una scelta desiderata. Buenos Aires é il mondo a parte . Dove convive tutta la civiltà conosciuta con la realtà che si incontra solo a Buenos Aires. I mille teatri, le orchestre musicali, venti squadre di calcio (e venti stadi), i locali per ballare tango, e i palazzi di chiaro stile transalpino. gli SPA (Salutae Per Aqua) locali di massaggi e trattamenti rilassanti con hammam, idromassaggi e camere per dormire.....i parchi – immensi, con centinaia di travestiti che di notte danno spettacolo: N.41 - 16 SETTEMBRE 2010 NOVITA’ IN ARRIVO PROSSIMAMENTE IL TUO CAMPER AVRA' UN...????????? Scoprilo leggendo CAMPERPRESS!!! tette perfette, culi perfetti, labbra e occhi perfetti, ostentati con molto orgoglio e una buona dose di cocaina per resistere al freddo. Le auto, a cinque allʼora, formano una coda praticamente interminabile che si insinua delle curve del parco con lʼobiettivo di scegliere bene in quale migliori curve entrare.... Manca solo la pubblicitá dei chirurghi plastici che di questo bengodi sessuale sono gli artefici. A Buenos Aires si parla una lingua – il lunfardo – sconosciuta al resto del mondo, anzi, sconosciuta al resto del País. Espressioni quotidiane qui, risultano ignote ad appena 500 kilometri di distanza. Pochi pesos per un dizionario aprono la cittá al neòfita, che provvisto solo di dizionario ufficiale piangerebbe chiamando la mamma. Di Buenos Aires amo quanto poco costa mangiare e la qualità del cibo, amo il vento che permette alle enormi bandiere bancoazzurre di garrire orgogliose, amo i negozi, i bar, i ristoranti, i supermercati, le stazioni di servizio, aperti 24 ore; il parco auto che va dalle vecchie chevy cabriolet stile Happy days, alle BMW serie 5 ultima generazione, passando dalle vecchie (e mitiche) Ford Falcon verdi, memori della polizia durante la dittatura (che ora vanno a ruba), le decine di reti wireless sparse per la città, la capacità manuale dei taller: meccanici, tappezzieri, carrozzieri, carpinteri, saldatori, motoristi...le ragazze che ballano, le ragazze che salutano, le ragazze che sorridono. Di Buenos Aires amo la luce. Di giorno il vento, giocando veloce con le nuvole chiare, disegna il sipario perfetto alla città. Di notte... una notte Paris è passata di qui e a momenti si vergognava. Di Buenos Aires amo i prezzi delle case. Ho visitato deliziosi loft di 50 metri quadri con terrazza (e immancabile parrilla) circondati dalle case a tre piani di San Telmo, come appartamenti signorili a 21 IL SETTIMANALE FREEPRESS DEL CAMPERISTA ecocamperclub.net VIAGGI DEI LETTORI Belgrano con vista sulla avenida Cordoba o sedetevi-agitate le mani, cercava di far ingiSanta Fe, a poco piú o poco meno di 1.000 nocchiare Satanás nascosto nel corpo di USD al metro quadro. Tutto é a buon mer- una vecchietta. Qui il Brasile è un poʼ quello cato eccetto i notebooks e i televisori LCD, che per lʼEuropa è lʼIndia: la culla del metache costano il doppio. Bere, come mangia- fisico e la rivelazione dellʼignoto. A un prezzo decisamente più a buon mercato. re, é il vero sport nazionale argentino. Il caffé assomiglia appena al nostro, ma a Sono stato invitato a un Casamiento. Qui si Buenos Aires è sempre servito con un bic- sposano il venerdì mattina e fanno la festa il chiere dʼacqua e un complimento. Ma devi sabato sera. Alle 23 inizia la cena - orario insistere! Se lu vuoi corto, ristreto o fuerte. del tutto normale, qui. Ho lasciato la sposa ubriaca marcia alle 5 di mattina che contiIl concetto varia da barrio a barrio. Della vacca non si lascia niente (noi lo fac- nuava a ballare sui muri alla Union des Anciamo col maiale, no?). Cosí sulla parrilla ciens Combattants, tra parenti ben vestiti e dei ristoranti si possono vedere profumati ingioiellati, una orchestra di soli brass, inChorizo (salsiccia), Asado de tira (costole), ventata da Kusturica in persona, e la cena Morcilla (sanguinaccio) e Chinchulin (inte- con lo stesso menù del Pranzo di Babette. riora), accanto a ENORMI tagli di Vacio ed Non ho lasciato Buenos Aires per ché desiEntraña, che, al confronto, una fiorentina deravo farlo. Purtroppo il freddo dellʼinverno Australe e le poche giornate uggiose mi come dio comanda è un antipasto. Amo il vino che si beve a Buenos Aires. ricordavano troppo Milano. Succede che Provate Los Arboles. Finca Navarro Correa. ogni volta che penso di essere a Milano, mi viene in mente che a Milano É una miscela di Cabernet io sto male. Le auto che Sauvignon e Malbec (uva sputano veleno, le case argentina) che fa paura! Della vacca non si lascia che eruttano veleno, la Poi chiamatemi per imniente (noi lo facciamo col gente che fuma veleno....e portarlo. Non per arricmaiale, no?). Cosí sulla mio cugino che mi consichirsi – purtroppo mi glia: vai a vivere al mare. manca il senso degli parrilla dei ristoranti si Caldo e Mare. Che ancora affari – ma per sbronzarpossono vedere profumati aspetto di trovare. Sopravsi. Esiste anche la verChorizo (salsiccia), Asado viveró fino a quel giorno? sione bianco, una miscede tira (costole), Morcilla Alcuni pensano che io prola Chardonnay-Chennin (sanguinaccio) e Chinchuvi nostalgia e che un giorche non sfigura. lin (interiora), accanto a no torneró in Italia. La Amo la vita artistica che realtá é che non desidero freme e rigogliosa si ENORMI tagli di Vacio ed tornare. Desidero solo rinnova. Ho visto Obit, Entraña, che, al confronto, cambiare. Conoscere posti della Fura dels Baus. una fiorentina come dio nuovi, lingue differenti. Ma Messaggio forte e chiaro comanda è un antipasto. non sono qui solo per vequanto criptato e ermetidere le cascate di Iguazú o co. Incomprensibile ai la Patagonia. Adoro inconpiù: geniale. Ho assistito trare le persone. Sapere la a prove di concerti Swing nei garage di San Telmo, a divertenti spettacoli loro storia, insinuarmi nella loro vita. Tanto teatrali in teatri off, alla fantasia dei giocolie- tempo fa ho scritto una canzone – Il cielo – ri da strada, a ridicoli miracoli da religione di che dice.... una terra simile alla tua anima, provincia, dove un sacerdote con forte ac- nel tuo cuore è tutto ciò che vuoi....in fondo cento Brasiliano, di fronte alla solita folla lʼArgentino non è altro che una interessante partecipe con ginnastiche del tipo alzatevi- variante di Italiano, nel quale io mi riconosco N.41 - 16 SETTEMBRE 2010 meglio. Ora, favorito dalla migliore attitudine della gente, vivo lʼadagio: quanto prima avrai nuovi amici, quanto prima avrai vecchi amici. A Buenos Aires ho incontrato persone che posso ora chiamare Amico. Simonetta, Miguel, Diego, Pablo. Altre mi scrivono, che mi chiedono di tornare, come la bella Laura, Chico, Flor, Raul. In qualità di Tano d.o.c., e con la buena suerte che mi accompagna, ho avuto accesso a eventi e incontri che il cittadino di Buenos Aires neanche in tutta la vita. Ho conosciuto persone note. Alcune interessanti, altre le solite teste di cazzo. Sono stato invitato al Congresso alla presentazione del libro del deputato Mirta Perez. Un giorno, uscendo di casa in auto con tutta la famiglia, dei banditi hanno puntato unʼarma per derubarli. Il panico ha fatto accellerare lʼauto e il colpo partito dallʼarma ha ucciso il figlio piccolo tra le sue braccia. Ha reagito. Combatte contro la delinquenza. Il libro si intitola El antes y el después. Ora parlo un discreto Spagnolo. Suppongo che in tre-quattro mesi non avró piú quelle difficoltá che ancora mi identificano come un turista da afanare, un boludo a cui estrorcere pochi pesos in piú (senza comunque poter mai raggiungere le vette della rapina organizzata di Venezia o Cannes o Cortina o Zermatt o London). Immagino che allora sarò pronto per affrontare i luoghi e i personaggi piú impervi di questo continente e non escludo nemmeno alcune imprese che metteranno un poʼ alla prova il Bambi. Giá, il mio Bambi Rodante. Macchina meravigliosa, casa e compagna delle mie avventure. Ho detto che mi manca il senso degli affari ma con il Bambi ho avuto fortuna e fiuto. Ma non finirò mai di ringraziare Alessandro, per questo. Ora é praticamente perfetta e decisamente bella. Quarantaquattromila kilometri e tanta voglia di masticare terra americana. Questo tropico del cuore mi ha amato e si è fatto amare. Complice la lingua, lo sguardo semplice della gente, lʼospitalità e il sentimento di appartenenza, e questa rete di fili che avvolge i palazzi e fa dellʼArgentina un paese ancora da mettere a posto, ma un paese vero, integro e – a dispetto di tutte le raccomandazioni - senza dubbio più sicuro di qualsiasi città Europea. Le guide turistiche, Fodor's, Guide du Routard, Lonely Planet eccetera, parlando del sudamerica consigliano di fare attenzione ai ladruncoli locali. Qui scrivono che New York, Madrid, Roma, London e Paris sono città pericolose anche per il rischio di attentati politici.... Lascio Buenos Aires con la voglia di tornare nella cittá che mi ha dato tanto, ma ancora non tutto. Ma che piú di ogni altra cittá, oggi, mi fa sentire a casa. Ma basta parlare. Il vero viaggio comincia ora. 22 IL SETTIMANALE FREEPRESS DEL CAMPERISTA VIAGGI DEI LETTORI Tinnamora - 2005-06 martedì, giugno 29, 2005, 06:38 PM Argentina Lasciando la provincia di Buenos Aires diretti a nord, si lascia la ricchezza porteña dei Country, e delle Quintas (villette per il week end, in puro stile Nordamericano), degli enormi centri commerciali e degli alberghi, delle fabbriche e dei grandi magazzini di distrubuzione. Quindi si attraversa lʼimponente ponte sul Rio Paraná, per entrare nella Provincia di Entre Rios (il Paraná e il rio Uruguay, appunto). A Nord di Entre Rios, le provincie di Corrientes e Misiones. La regione è chiamata tecicamente NOE NOrd Este, ed è conosciuta anche come Mesopotamia. Entre Rios fa pietà. Lʼunico aspetto degno di nota di Entre Rios è la straordinaria efficienza della Policia in autostrada: 276, 50 Pesos di multa per eccesso di velocitá (75 km orari invece che 60), mi hanno fatto capire chi è il pollo da spennare e chi il bastardo. Il souvenir é un foglietto di carta con timbro, apparentemente ufficiale, che ho esposto con orgoglio a tutti i blocchi successivi che volevano terminare bene il lavoro di ripulitura. A parte questo, Entre Rios e Corrientes sono 1000 kilometri di niente. Vacas y pasto. Vacche e prati. Ho viaggiato due giorni sotto una pioggia incessante che almeno ha regalato qualcosa al paesaggio: vacas, pasto y lluvia, lluvia, lluvia. Ho cercato di fotografare questo niente, ma non riuscivo a inquadrare niente, e anche dopo lo scatto, la mia fedele Lumix FZ20, non fotografava niente. Increiiible!! Il viaggio è cominciato.Ogni viaggio argentino è intervallato ogni 100/200 km dalla visita al Gauchito Gil. Le bandiere rosse a lato della strada indicano la cappelletta piena di statuette, iscrizioni, N.41 - 16 SETTEMBRE 2010 quadretti, targhe di automobili che funziona come piccolo santuario laico per proteggere il viaggio. Noi, sicuramente più pragmatici degli Argentini, ci tocchiamo le palle e via! A metá strada il paese di Chajarí non dovrebbe neppure essere nominato. Ma è talmente brutto, che devo farlo.Ragazzi, Chajarí è da vedere. É un paese orribile, giuro! Le solite strade regolari a Manzana come tutte le città americane e solo alcuni negozi nella via centrale, scura. Poi basta. In compenso non esiste la depressione. Uno a Chajarí non entra in depressione, si suicida direttamente. Ok, spiego la Manzana. Manzana significa anche mela ma in topografia indica un quadrato di 100 metri per 100 che delimita le strade (calles y avenidas) di tutte le città argentine. Così dare la vuelta a una manzana significa fare il giro del quadrato, per ritrovarsi al punto di partenza. Orientarsi è facile. Ogni calle inizia da una parte della città e termina dall'altra. In mezzo c'è una piazza, generalmente grande come 4 manzane. Misiones si trova ancora più lontano dalla Capitale: 1200 kilometri e 15 gradi Celsius più su. Misiones geograficamente inizia con lʼEstablicimiento Maria, uno dei tanti dove si coltivaYerba Mate, che con il legno e lʼacqua sono le tre ricchezze della Provincia. Qui il paesaggio si fa collinare e rigoglioso di alberi dalle specie piú distinte. Il clima è subtropicale e le varietà vanno dalla Palma al Pino. Ma la selva originaria è piena di Timbó, Paolo Rosa, Palmito, Ysapuy, Cancharana e Guatambú. Il Pino la fa da padrona e ogni giorno enormi camion carichi di legna sfrecciano per la gioia di Mister Ikea. A volte sembra di essere in Veneto, tra Cittadella e Feltre, per intenderci. Per essere uguale, però, bisognerebbe togliere tutte le case e non è mica facile. La caratteristica fondamentale della zona è la terra che è rossa. Un enorme Roland Garros con le strade che seguono lʼandamento delle colline e si insinuano nella foresta. La terra è rossa per un raggio di trecento kilometri intorno alle Cascate di Iguazu. Qui come in Brasile, i più curiosi mi chie- 23 IL SETTIMANALE FREEPRESS DEL CAMPERISTA VIAGGI DEI LETTORI dono di che colore è la terra in Italia. Marrone scuro, rispondo. Ah, che strano... Tra una città e lʼaltra ci sono vari punti turistici, come Saltos (cascatelle) e Mirador (panorama). Misiones per tutto questo è detta “la linda”. Misiones si chiama così perchè i primi rompicoglioni Cristiani hanno trovato qui – come in alto Paraguay e nel Paraná Brasiliano - le tribù Guaraní da indottrinare, costruendo enormi città in pietra – las Misiones Jesuiticas - di cui oggi si ammirano le Rovine. Misiones è una terra di confine e si parla anche Brasiliano e un po`Guaraní, lʼantica lingua degli indios. Misiones è una terra di etnie. Qui, più che in altre provincie del País, si trovano Tedeschi, Ucraini, Italiani, Svizzeri. Lʼinfluenza si sente, i meccanici sono tedeschi, le case svizzere, le ragazze sono facilmente provviste di occhi azzuri o verdi e di capelli biondi ma non parlano Danese. A Misiones le città si chiamano Montecarlo, Jardin America, Puerto Rico, Posadas, Esperanza, Libertad... ma chi è il genio che ha inventato questi nomi??? Sono passato anche a Oberà che in lingua Guaranì significa "colei che brilla". La provincia di Misiones è una lingua di terra rossa, calda, che si insinua nel fondo del Brasile circondata dalle acque, il rio Paranà e il rio Uruguay.... e in cima, nel punto del massimo piacere, ci sono le cascate di Iguazu....sexy, vero?... Non è una battuta, però. Qui il sesso è vita. Bambini e donne incinta o che allattano per strada. Il sesso lo fanno anche le montagne, la terra, le piante, le foglie, la frutta....Spiegherò. Il 20 Giugno è il giorno della Bandiera. Tanto per sottolineare, la bandiera Argentina è stata inventata da un Italiano... il generale Manuel Belgrano. Quella mattina a Panambí ho partecipato alla inaugurazione della Ruta Costera 2, intitolata a Juan N.41 - 16 SETTEMBRE 2010 Pablo II. Stretta di mano al Governador Rovira, sfilata militare e giuramento alla Bandiera di tutti, a partire dai ragazzini della scuola. Lo stesso pomeriggio sono passato a Obera, la città dove le etnie hanno costruito nel al Parque de los immigrantes, ognuno la sua casa.... In casa Italia la comunitá italiana stava eleggendo la "Regina della Nazione", che rappresenterà lʼItalia in Sttembre alla Festa de los Immigrantes, un concorso di bellezza tra le varie comunità (Polacca, Svizzera, Russa, Ucraina, Svedese, Tedesca, eccetera) dal quale uscirà la Reina Nacional de las Naciones. Appena arrivato ho conosciuto il presidente della comunitá (Cacho, in italiano sarebbe Ciccio) che mi ha accolto come un divo....mi ha introdotto a tutta la comunitá e mi ha invitato a presenziare come giurato. Sono stato perfino intervistato dalla TV locale. Il fatto che a Misiones lʼunione economica, politica e di lingua, sia fatta dal popolo e non dagli stati, mi affascina piú che una unione di Stati. La Reina si chiama Juliana Emanuela Sansaloni. Poi baci, abbracci, arrivederci a presto eccetera eccetera... Le magnifiche Ruinas de Trinidad, in Paraguay, e di San Ignacio, non mi hanno emozionato più di tanto.... da questa osservazione deduco che tra le varie aspetti della vita continuano a sedurmi meglio le giovani e belle rispetto alle vecchie o morte. A Candelaria (dove Belgrano ha innalzato la prima bandiera biancazzurra) ho assistito alla recita in costume di uno dei tanti San Jorge incarnato in un giovane autoctono. In questo caso si trattava di una ragazza di 35 anni. Il nome da semplice umano è Monica. Quando San Jorge si manifesta cura i bisognosi esprimendosi in Brasiliano. Prodigi della metafisica di provincia. Con la benedizione della Santa Apostolica Romana Chiesa! A Eldorado Radio Metropolis è uno sgabuzzino di due stanze: in una il fonico, nellʼaltra lo speaker. Non ci sono porte. Si sentono i rumori del centro commerciale adiacente e quelli provenienti dalla strada. Sia il fonico 24 /LGR$OH[DQGHU IL SETTIMANALE FREEPRESS DEL CAMPERISTA $UHD$WWUH]]DWD 6RVWD&DPSHU VXOPDUH &LUHOOD&6 VIAGGI DEI LETTORI che lo speaker bevono Mate. La chiaccherata con il sottoscritto si snoda velocemente su temi economici, politici, di attualità. Bene amici, auguriamo buon viaggio al Tano, che ritorni a Eldorado! E pensare che mi avevano invitato a parlare dellʼequipaggiamento del Bambi! Da Eldorado decido di raggiungere le Foz di Iguazu per il percorso che solo Paolo Zanaboni può pensare….passando dal Parque Urugua-í e dal Parque Iguazu. È un recorrido molto più lungo della strada normale e si percorrono 120 kilometri di consolidado (non asfaltato) e empedrado, ma se non lo faccio io che sono comodamente seduto sotto quattro ruote motrici nuove!?! Il primo vero test per il Bambi. La strada attraversa la Selva Misionera da centoventinove anni ed è in perenne costruzione. Il politico di turno, appena eletto, riapre i lavori per 6 mesi e poi si dimentica. È la loro Salerno-Reggio Calabria, per intenderci. Juan Perez, un professore della facoltà di Scienze Forestali di Oberà, mi ha consigliato di fermarmi dal Guardaparque, Aloisio Folletto, disfrutando la selva, la ultima porzione di selva che rimane nella regione (Paraguay-Brasile-Misiones) che è appena lʼotto percento dellʼoriginale. Durante lʼultimo secolo, sono stati distrutti miliardi di alberi per sfruttare la coltivazione. La seconda riserva naturale di ossigeno, dopo lʼAmazzonia, è quasi sparita. Quello che rimane, a San Sebastian de la Selva, è un paraiso. Aloisio è uno gnomo inventato da Tolkien e gli alberi sono gli stessi alberi che circondano la terra di Mordor, dove lʼombra non scende. Nellʼagroturismo di Don Camillo tutto è immenso e pacifico. Mi viene in mente Gone with the wind, e the beloved Tara, la casa di Scarlett. Ho cenato con gnocchi di mandioca. Ho pelato, ho lavato, ho imparato a cucinare, a friggere e a coltivare la mandioca. Impressionante. Una patata più buona della patata che in tre mesi (!) dallʼinterramento di 10 centimetri del fusto sviluppa dieci radici commestibili. Una ricchezza. Lasciato il paraiso dirigo il Bambi verso Puerto Iguazu, una delle città sulla tripla frontiera, e le cascate. A 35 orari, la 4x4 inserita, tra voragini da Star Wars e sassi come a Matera, la meccanica del Bambi è una bomba. Ma allʼinterno la mobilia soffre. I pochi supporti deboli, si sono rotti tutti. Sbrigherò i lavoretti con calma. Il Bambi ha superato il test egregiamente. Porto Iguazu, in Argentina, penalizzata dal cambio e forse dalle poche attitudini commerciali dei suoi abitanti, è una città quasi fantasma, rispetto alle altre due. Las Cataratas sono davvero belle. Dal lato Argentino si vede molto di più, sono in tutto 173 cascate e la più imressionante è la Garganta del Diablo. N.41 - 16 SETTEMBRE 2010 Dal lato Brasileño, il giorno dopo per esagerare e per esaltare le possibilità della videocamera ragalata dai miei amici prima di partire, affitto un elicottero per un volo di ricognizione. Niente mi è costato così caro, finora: sessanta dollari. Ma vale la spesa. Foz de Iguaçu vive di questa ricchezza, ma la città, seppure ricca in confronto alle città argentine, non è niente di speciale. Speciale è invece Ciudad de lʼeste, in Paraguay. Ciudad de lʼeste, a parer mio vale un viaggio. Sucio, mugre, pobreza… Sporco, sporcizia e povertà, accanto a enormi pubblicità Samsung, Sony, Panasonic con foto di ragazze orientali e scritte in ideogrammi. In Paraguay si sono iperspecializzati in elettronica. Un numero infinito di negozi propone a prezzi Internet statunitensi, qualsiasi Tv, autoradio, computer, impianto stereo, videocamere, fotocamere, telefoni cellulari eccetera eccetera. Impressionante. La gente mangia per la strada sotto formati dalle bancarelle perenni. Se mangiassero con los palitos, i bastoncini, sarebbe identica alla Los Angeles di Blade Runner. Dal Brasile torno a Eldorado. Non so bene quale sentimento mi lega a quella città, ma non posso farne a meno. Misione tinnamora. Decido di buttarmi ancora in Brasile, questa volta attraversando il Rio Uruguay. Il lato Brasileño è una campagna francese con larghe colline coltivate e fattorie di legno. Come in Paraguay, la selva qui è stata totalemente distrutta. Il recorrido al Salto del Moconà, è un inferno. Ma come si sa, lʼinferno è un paradiso:150 kilometri di ripio. Il ripio è la strada polverosa dove quando incroci un camion, quello ti saluta lanciandoti sassi come proiettili sul parabrezza. Ma, come una regia di un film di orrore psicologico, in questo caso il ripio non è continuo, bensì intervallato da tratti di nuovissimo asfalto, cosicchè passo improvvisamente dal sogno allʼincubo, senza possibilità di uscirne. Ma il Bambi non demorde ed è così bravo, che credo che presto gli comprerò un paio di fari nuovi….ho deciso che viaggerò anche di notte e la prudenza non è mai troppa, con i cavalli e le vacche che attraversano qualsiasi strada, anche fuori dalle strisce pedonali. Ritorno a Posadas, la capitale, per dirigermi verso Corrientes, attraversare il Chaco, Santiago del Estero e salire a Tucuman e Salta dove fa un freddo cane….. a presto, se sopravvivo, chettelodicoaffare? Continua.... 25 IL SETTIMANALE FREEPRESS DEL CAMPERISTA Guida alle case costruttrici I prezzi riportati si riferiscono ai modelli prodotti dalle aziende per la stagione 2010 e sono indicativi e comprensivi di iVA. Si suggerisce di visitare il sito aziendale per ogni aggiornamento. LA DIRECTORY DEL CAMPERISTA ACE CARAVANS www.ace-caravans.com [email protected] produce: motorcaravan, semintegrale prezzi da € 36.351 a € 52.864,00 IC ADRIA Via S. 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PAPILLON N.41 - 16 SETTEMBRE 2010 Via Laurentina km 23,800 00040 Pomezia (Roma) tel. 06/91969036 fax 06/91385926 [email protected] produce: camper,motorcaravan,semintegrali prezzi da € 53.000 a € 68.000 Via dell'Industria 6 27020 Trivolzio (PV) tel. 0382.45301 fax 0382.4530550 [email protected] produce: motorcaravan, semintegrali prezzi da € 3334.870 a 43.870 S-LIGHT Camperbusiness-Via Cava,32 56011 Calci(PI) tel. 339.8407119-050.7846123 [email protected] produce: motorcaravan, semintegrali prezzi da € 37.940 a € 40.050 SOLARIA Via 1°maggio, 3/C 12023 Caraglio(CN) tel./fax 0171/817441 [email protected] produce: camper prezzi da € 38.500 a € 42.200 SUN LIVING Via S. Maria Goretti 8 30174 Mestre(VE) tel. 041.5350731 fax 041.5349231 [email protected] www.sun-living.com produce: camper, motorcaravan, semintegrali prezzi da € 33.900 a € 40.900 TOP GROUP Via Regia,78 SS PD-VE km 392 35010 Busa di Vigonza(PD) [email protected] tel. 049/ 725586 produce: motorcaravan, semintegrali, motorhome prezzi da € 93.500 a € 125.000 V.A.S. Via Baldanzese,251 50040 Calenzano (FI) tel. 055/882242 fax 055/8825726 [email protected] www.vas-motorhome.it produce: semintegrali, motorhome prezzi da € 85.000 a € 358.000 VOLKSWAGEN autogerma -Viale Gumbert 1 37100 Verona tel. 045/8091111produce: camper prezzi da € 43.270 a 53.707 28 IL SETTIMANALE FREEPRESS DEL CAMPERISTA Guida agli accessori LA DIRECTORY DEL CAMPERISTA » Coleman » Dimatec lampade, fornelli e stufe a benzina e gas accessori tecnici per gas, riscaldamento e non solo. » Nova » Mikitex verande e tendalini per caravan e cam- verande per caravan camper ed acces- » Camping Gaz sori camping fornelli, lampade, stufe, torce, borrac- » Al-ko ce....... componentistica ed accessori per telai per caravan e camper » Brunner accessori tecnici, camping ed outdoor » Outdoor Italia » Thetford » Mirko Magnani zaini, sacchiletto, bastoncini trek wc, accessori ed ora anche refrigera- accessori termici per il camper e la zione caravan » Eurocamping accessori a gas e componentistica per il » Garmin gas navigatori satellitari » Dometic per l'auto, il camper, il trekking...... leader mondiale in refrigerazione ed accessori, climatizzazione e generatori di corrente » Viesa Sistemi di climatizzazione evaporativa a 12 V » Conver accessori campeggio, verande e tende » Sikura » Sat-Store Antifurti, controllo satellitare, sistemi di sistemi multimediali per mezzi mobili parcheggio e navigatori » Moscatelli » Ecosan accessori tecnici per wc e sistemi tavoli seggiole poltrone mobili cucina igenici » Garmin Prodotti di Qualità Superiore per Mo- gps e navigatori satellitari torhomes, Caravan di lusso e Camper Van. » Yamaha generatori di corrente portatili » Fiamma » Teleco antenne satellitari e terrestri » Honda generatori di corrente portatili » Waeco » Vecam » Sifi prodotti di qualità ed una scelta sempre accessori tecnici e ricambi per camper più vasta e caravan » ST.LA. » U-Flex accessori tecnici di vario genere sistemi fotovoltaici, eolici, inverter ed » Efoy accessori elettrici correlati La pila combustibile, il futuro dell'ener- » Uflex » Webasto tecnologie a gasolio prodotti per fonti di energia rinnovabili. 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N.41 - 16 SETTEMBRE 2010 » NCA Camping accessori tecnici per camper 29 IL SETTIMANALE FREEPRESS DEL CAMPERISTA www.camperpress.info Edito da DIAPASON COMUNICAZIONE Registrato ed iscritto al ROC (Registro Operatori della Comunicazione) n. 18412 del 22/6/2009 Direttore Editoriale e Responsabile: Paolo Donato Redazione e Collaborazioni: Maurizio Fontana, Gaspare Zanini, Sara Bellinelli, Fabio Lombardi, Max Russo, Maurizio Valenzi, Michael Assino Progetto grafico: Rosso www.rosso.org [email protected] LA VOCE DEI LETTORI Questa rubrica è a disposizione di tutti per esprimere opinioni, esperienze, lanciare idee, denunciare fatti e situazioni, chiedere un consiglio. Per nostra scelta e per la tutela della privacy, non pubblicheremo gli indirizzi e-mail, ma vi chiediamo di fornire sempre e comunque il vostro nome e cognome e la città da cui scrivete. Nel caso di lamentele, forniremo all’Azienda coinvolta – se interessata- i vostri dati, in modo che possa mettersi in contatto con voi per risolvere la questione, salva sempre la possibilità di una risposta sulla rivista. Allegate le eventuali foto in formato jpg con didascalia. SCRIVETECI inviando una e-mail a: redazione@camperpress. info - o un fax ( in orario di ufficio) al numero 09. 840. 13. 360 COMMUNITY Vita da Camperista Inviateci un resoconto del vostro viaggio più bello, le esperienze più emozionanti vissute in camper con i vostri cari, una storia nata grazie al camper. Perché avete scelto il camper per il vostro tempo libero e le vacanze, quale emozione vi trasmette questo strumento. Scriveteci, fate partecipi tutti i lettori della vostra esperienza carica di significato. Inviateci testi e foto via mail a: [email protected] Importante MODALITAʼ INVIO MATERIALE A CAMPERPRESS: Tutti i testi devono essere inviati come file di testo senza foto (.doc, .txt, .rtf). Inserite le foto .jpg con didascalia in una cartellina (potete creare una cartellina .zip). Stile e armonia secondo natura FOTO DELLA Sede legale, Amministrazione, Redazione: Contatti SETTIMANA [email protected] [email protected] Tel. (++39). 09.840.13.360 Ufficio Marketing e pubblicità: [email protected] cell. 380. 8070600 E’ vietata la riproduzione, anche parziale, di testi e foto senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. Non verranno restituiti manoscritti, foto, video, disegno, o altro materiale inviato anche se non pubblicato. CAMPERPRESS è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti delle illustrazioni e dei brani riprodotti N.41 - 16 SETTEMBRE 2010 Diventa fan di Camper Press su Facebook SCOPRIRAI COME È FACILE ED ECONOMICO RAGGIUNGERE NUOVI POTENZIALI CLIENTI 30
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