ora anche con ESP

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ora anche con ESP
IL SETTIMANALE
FREEPRESS DEL
CAMPERISTA
N.41
N.41 - 16 SETTEMBRE 2010
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SPEC
7:
2005-200 Americhe
per le
In viaggionostro Bambi
con il
PRIMA PARTE
Telaio AL-KO AMC
ora anche con ESP
IL SETTIMANALE
FREEPRESS DEL
CAMPERISTA
LA VOCE DEI LETTORI
Ma il parco-campeggio si trova ancora?
Gentile Redazione,
ho concluso le mie vacanze estive da poco e quest'anno, per esigenze dell'ultimo minuto, sono rimasto in Italia ed ho usufruito ( dopo dodici anni di assenza, avendo sempre privilegiato l'estero e le aree
di sosta al camping) del parco campeggio. Ma forse
è meglio dire del villaggio turistico che di campeggio. La mia meta è stata la zona meridionale della
Sicilia e quella Calabra; nulla da dire per le meravigliose zone che ho visitato, per la cordialità della
gente incontrata che mi hanno ripagato degli oltre
mille chilometri fatti per raggiungerli. Ma sulle strutture visitate le mie valutazioni ( ma anche di altri
camperisti conosciuti in alcuni camping in questione) sono negative. Confusione, poca cura dell'ambiente, poca educazione, disorganizzazione... e tantissimi stanziali che occupavano la piazzola ben oltre la loro zona assegnata. In uno di questi mi sono
trovato "schiacciato" da due famiglie rumorose, con
il televisore accesso di continuo culminando le loro
perfomance "vocali" nell'ora di pranzo con il "sottofondo" di due noti telegiornali nazionali in onda alla
stessa ora.
Sono rimasto solo due giorni, il tempo per osservare la vita
da campo; bambini appiccicati ai televisori o ai video giochi,persone che rimanevano a lungo sotto la veranda tra
parenti, poca socializzazione tra i presenti. Mi ritengo una
persona alla mano e socievole e dovunque stringo rapporti
all'insegna della cordialità, ma in particolare due camping
dove sono stato non mi è stato possibile farlo.
Per non parlare poi dei servizi dedicati ai camperisti. A questo proposito allego delle foto che meglio delle mie parole
descrivano quanto detto. Mi domando ( e vi domando) ma il
campeggio moderno, in Italia, è questo? Se la risposta è si,
viva la sosta libera.
Giorgio Pozzetti - Via mail
area scarico priva di ogni logica di razionalità e funzionalità
N.41 - 16 SETTEMBRE 2010
Due interventi che invitano a diverse riflessioni ma che hanno
come matrice comune i mezzi e la vita all'aria aperta. Il primo,
secondo Giacomo, sempre più accessoriati del di più che possa
servire in vacanza; l'altro, di Giorgio, (che per motivi di spazio
abbiamo estratto le note più salienti) che ha trovato nei camping
da lui visitati un clima non in sintonia con lo spirito del pleinair. Va
da se che ognuno disegna la propria versione del pleinair ma
non vanno mai dimenticati che il camper ( come la caravan e la
tenda) sono strumenti intelligenti di liberta e mobilità che consentono di vivere il tempo libero viaggiando e sostando in autonomia; magari appoggiandosi alle strutture preposte ad accoglierli i
cui responsabili non devono mai dimenticare le reali esigenze di
questi turisti-viaggiatori riservando adeguato spazio e reali attenzioni. Così come fanno la stragrande maggioranza di essi verso
i turisti che prediligono fermarsi per lunghi periodi, "togliendo le
ruote" della loro roulotte o allestendo tendopoli stile casalingo.
Magari a discapito delle norme di sicurezza.
un pozzetto di scarico per gioc
atori di golf
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IL SETTIMANALE
FREEPRESS DEL
CAMPERISTA
LA VOCE DEI LETTORI
Un giovane camperista- jokerista
Sono un giovane camperista, anche se sarebbe più
esatta la definizione di
"jokerista"… Infatti, dopo
anni di vagabondaggi a
bordo del camper dei miei
genitori, con lʼetà e con
lʼindipendenza che aumentava, da cinque anni possiedo un bel Joker Vanagon dellʼ89, originale
Westfalia. Uno dei primissimi tra quelli che ormai
vengono chiamati "camper
puri". Era uno dei miei
sogni da ragazzino e si è
realizzato!
Paragonandolo quello che
offre il mercato oggi, ritengo doveroso sottolineare come per me, la vita
sia cambiata possedendo
un veicolo del genere.
Faccio parte di un nutrito
gruppo di amici che in
tutta Italia possiede un
mezzo così, ci si ritrova
per i raduni, si scambiano
opinioni, ci si aiuta per
trovare (inevitabilmente)
qualche ricambio, e si vive assieme
questo glorioso modo di intendere il
pleinair, forse anacronistico, ma ancora
apprezzato.
Di viaggi ne ho fatti per il momento
in Europa, e il T3 si è rivelato sempre
un compagno di avventure perfetto.
Croazia, Danimarca, Germania,
Olanda, Austria, Slovenia, Grecia,
Francia le mete estere, ma anche
tanta Italia, in tutte le stagioni.
Sia in coppia che in solitaria, disporre di una piccola porzione di "casa",
anche a più di 3.000 chilometri dalla
propria, è una gran cosa… Certo, di
doccia separata, garage doppi, condizionatore, neanche a parlarne..
Anzi! Ma sono convinto che le poche
cose davvero utili in un viaggio sia-
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no altre e non si comprino pagando
qualche euro in più al momento dellʼacquisto.
In circolazione osservo sempre più
veicoli ricreazionali enormi, superaccessoriati, luccicanti. Velocissimi
corrono in autostrada, macinano
chilometri e chilometri perché il loro
programma di viaggio glielo impone,
arrivano, si fermano per la sosta e
,senza che dalla porta esca nessuno,
si vede spuntare dal tetto la parabola
che regola la trasmissione dei canali TV.
La questione mi fa riflettere non poco. Lo scopo del nostro pleinair, a
mio parere, dovrebbe essere un altro. A me hanno insegnato ad apprezzare ciò che offre il territorio in
cui mi trovo, magari dopo giorni di
viaggio. Passeggiare nelle vie di una
città guardandosi attorno, godere di
un tramonto in una spiaggia silenziosa, sedersi ad un bar, e ascoltare
con che accento o dialetto parlano le
persone intorno a me. Queste sono
le immagini e i suoni che mi rimangono nella mente una volta rientrato
a casa, e sono queste che ricordo
nellʼattesa di ripartire di nuovo.
Credo dovremmo pensare meno a
tutto ciò che ci servirebbe ma non
abbiamo pensato di portare, e di più
a cosa avevamo a disposizione e
non siamo stati in grado di apprezzare.
Congratulazioni per lʼimpronta che
ha la rivista, con cordialità e lʼaugurio di continuare così!
Giacomo Savron - via mail
3
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IL SETTIMANALE
FREEPRESS DEL
CAMPERISTA
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NEWS
WINGAMM STORES i punti vendita dedicati
LʼIMPORTANZA STRATEGICA DEL PUNTO VENDITA per la vendita di autoveicoli -e quindi
anche dei nostri motorizzati e caravan - riveste sempre più un ruolo di primaria importanza.
Come accade per tutti i prodotti esclusivi riservati ad una clientela che vuole
distinguersi dalla massa, anche i semintegrali compatti della casa veneta,
vengono proposti oggi unicamente attraverso gli Wingamm-Stores.
Era il 1977 quando presentarono sul
mercato dei veicoli ricreazionali, un
camper con CARROZZERIA MONOSCOCCA IN VETRORESINA, struttura
monoblocco, autoportante a sandwich
che ancora oggi si differenzia in modo
sostanziale dalla struttura a PANNELLI
ASSEMBLATI degli autocaravan di tipo
tradizionale. Alle ottime caratteristiche
di resistenza della monoscocca, si unisce da sempre un design che rende la
carrozzeria la più aerodinamica e filante
possibile. Linee essenziali e pulite ed
una sapiente lavorazione del raccordo
tra cabina di guida e monoscocca la
rendono un tuttʼuno con la motrice. Armonizzando con essa i vari elementi
della scocca con una concezione tipicamente automotive
" Proporre veicoli compatti rivolti a soddisfare le esigenze del turista itinerante
- dichiara Riccardo Atzeni - ci ha da
sempre spinti a porre particolare attenzione allo sfruttamento degli spazi interni, alla realizzazione di lay-out razionali e funzionali.Per questo continuiamo
a progettare e produrre gli arredi dei
nostri veicoli allʼinterno della nostra
azienda. Caratteristiche tanto peculiari
e molti dettagli di pregio differenziano
sostanzialmente il nostro prodotto da
quello di produzione industriale. Ad un
prodotto tanto particolare si avvicina un
cliente preparato che ha già maturato
esperienze di camper (mediamente ne
ha già avuti due o tre) tendenzialmente
vuole arrivare ad un veicolo compatto
per potersi muovere con maggiore libertà. Eʼ un cliente che si è documentato,
che ha delle esigenze precise e che è
sensibilizzato allʼimportante tema della
sicurezza...
Eʼ un cliente che nella fase di scelta del
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veicolo e poi anche successivamente
allʼacquisto sente la necessità di ricevere, allʼinterno della concessionaria, una
consulenza ed un supporto professionale, puntuale e competente.
Oggi più che mai siamo convinti dellʼimportanza cruciale del punto vendita
e del ruolo fondamentale che esso assume nella promozione di un prodotto
tanto particolare come il nostro .Dopo
aver valutato attentamente il profilo del
nostro cliente, - prosegue Riccardo
Atzeni - dopo aver fatto molte riflessioni
sul comparto e sulle dinamiche che lo
hanno caratterizzato anche in seguito
alla congiuntura economica abbiamo
deciso di cambiare sostanzialmente la
nostra strategia commerciale. Abbiamo
deciso farci rappresentare da poche,
selezionate concessionarie in grado di
garantire al nostro cliente consulenza e
assistenza valide e sicure.
I punti vendita presso cui il cliente potrà
visionare una campionatura rappresentativa del nostro marchio verranno denominati WINGAMM-STORE.Allʼinterno
di ogni Wingamm-Store verrà dedicato
uno spazio preciso ai veicoli Wingamm
identificato da una insegna, da un totem
e da un adesivo a pavimento.Ad ogni
Wingamm-Store verrà affidata una ampia area di competenza. Da parte nostra lʼimpegno a sostenere ed appoggiare tutti gli Wingamm-Stores con iniziative coordinate volte da un lato a
promuovere il prodotto e dallʼaltro a
potenziare lo Store stesso."
Questi i primi WINGAMM-STORE ITALIA presenti sul territorio:
BELTRANI CARAVAN MARKET(Emilia-Romagna)
CAMPER WORLD ( Campania)
CERESA CAMPER (Lombardia)
COINOVA (Piemonte)
LA VIE ON ROAD (Veneto)
PUNTO TRE ( Trentino A.A.)
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IL SETTIMANALE
FREEPRESS DEL
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NEWS
Cresce la produzione di VR in Germania
La notizia è di quelle che fa ben sperare: i produttori tedeschi
di Veicoli Ricreazionali nei primi sei mesi del 2010, hanno
prodotto più veicoli rispetto al medesimo periodo dello scorso
anno. Si sono prodotte, infatti 21.641 caravan (+ 4,6%) e
16.105 camper (+33%). Il 50,4% dei camper prodotti sono
stati destinati alle esportazioni con 8.112 unità, mentre per
quanto riguarda le caravan tale percentuale ha raggiunto il
56,4% con 12.206 veicoli.
“Negli ultimi due anni si sono fabbricati meno VR di quelli immatricolati. Tuttavia il livello dei veicoli invenduti che si trovano nei depositi è sceso in modo rilevante” ha commentato il
presidente dellʼassociazione tedesca di fabbricanti di VR
(CIVD) Klaus Foertsch.
INFO
Non perdete il n.43 di giovedì 30 settembre '10.
A tutti dedichiamo questo numero del settimanale al Reportage dal Salone del Camper di Parma, l'importante appuntamento fieristico nazionale.
Le novità, le tendenze, l'analisi del nostro comparto sotto l'attenta valutazione dei nostri Redattori.
Nuova area sosta camper a San Giovanni d’Asso
Eʼ unʼopera di fondamentale importanza per il nostro territorio per
soddisfare le esigenze degli abitanti – spiega Michele Boscagli,
sindaco di San Giovanni dʼAsso un paese delle Crete Senesi – a
cui si aggiunge un più ampio progetto che punta ad attrarre un tipo di
turismo in evoluzione a San Giovanni dʼAsso costituito dai camperisti
grazie alla realizzazione di una zona attrezzata a loro destinata.
Lʼarea infatti, avrà disponibili sette posti per i camper e darà la possibilità di effettuare il carico dellʼacqua e lo scarico dei liquami oltre
alle colonnette per lʼenergia elettrica per la sosta notturna”.
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IL SETTIMANALE
FREEPRESS DEL
CAMPERISTA
TECNICA
www.accessorietecnica.it
MAGAZINE
sull'equipaggiamento
manutenzione,fai da te per
camper e caravan
Telaio AL-KO AMC ora anche con ESP
Il sistema di assistenza alla guida si può già ordinare ed è disponibile per la maggior parte
dei passi per i veicoli a due assi. AL-KO Amc equipaggia il 45% dei modelli di autocaravan
prodotti in Europa nella fascia di prezzo superiore ai 60.000 euro.
Il dispositivo elettronico di
sicurezza ESP per il telaio
AL-KO AMC è già adesso
ordinabile come optional.
Questo sistema di assistenza alla guida, diventa, infatti,
disponibile per la maggior
parte dei passi del telaio a
due assi AMC, realizzato su
misura per la base del Fiat
Ducato X250.
Le necessarie prove intensive, eseguite con largo anticipo in collaborazione con Fiat
e Bosch, comprendevano
numerosi collaudi su diverse
piste. Lʼelenco delle manovre
di guida includeva sterzate
improvvise, percorsi circolari
stazionari e percorsi di handling estremamente impegnativi con diversi veicoli di
prova con telaio AL-KO
AMC.
LʼESP è ormai ben noto alla
maggior parte degli automobilisti. Dʼora in poi, i nuovi
proprietari di camper con
telaio AL-KO AMC avranno
la possibilità di godere della
massima sicurezza di guida:
un microcomputer controlla i
segnali trasmessi dai sensori
ESP, confrontando continuamente la corrispondenza
tra le manovre di guida del
conducente e il movimento
effettivo del veicolo. Se in
una situazione critica di guida dinamica i valori differiscono, il sistema reagisce allʼistante – senza lʼintervento del
conducente – utilizzando il sistema di frenatura del veicolo per
mantenerlo stabilmente sulla traiettoria. LʼESP genera, mediante momenti frenanti calibrati, la forza antagonista necessaria a
che il veicolo segua le direttive di guida impartite dal conducente. Allo scopo, lʼESP non genera soltanto momenti frenanti mirati sulle singole ruote, ma è anche in grado di accelerare le
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ruote motrici mediante determinati interventi del motore. In questo modo il veicolo
rimane stabile nella misura
in cui i limiti fisici lo permettono. Punto forte dellʼopzione ESP è anche la funzione
“hill holder”.
Nella partenza da fermoin
salita, lʼESP registra la situazione e assiste lʼavviamento
senza lʼintervento del conducente, mantenendo il veicolo in frenata per un breve
lasso di tempo, comunque
sufficiente a innestare la
frizione e a mettere in moto il
veicolo. Lo scomodo azionamento del freno a mano
diventa quindi superfluo.
Generalmente gli chassis
AL-KO AMC sono costituiti
da telai ribassati zincati a
caldo, a costruzione leggera
con baricentro basso, carreggiate larghe appositamente sviluppate da AL-KO
e sospensioni a ruote indipendenti. Nellʼintero settore,
i telai AL-KO AMC sono sinonimo di maggiore sicurezza, migliore dinamica di guida e comfort sensibilmente
superiore alla norma. Un
recente studio statistico ha
evidenziato che il telaio ALKO Amc ha una quota di
mercato consistente nella
classe Premium, cioé quella
caratterizzata da motorcaravan con prezzo superiore ai 60.000 euro.
In questa fascia, infatti, a livello europeo, 174 modelli su 388
(costruiti da 22 produttori diversi) hanno il telaio ALKO Amc per
una quota pari al 45%. Analizzando tutta la produzione del
mercato europeo, il numero totale di modelli sale a 1034 e i
produttori a 68, mentre la quota di autocaravan che utilizzano il
telaio AL-KO Amc si attesta intorno al 17%.
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NOVITA’ IN ARRIVO
IL SETTIMANALE
FREEPRESS DEL
CAMPERISTA
PROSSIMAMENTE IL TUO
CAMPER AVRA' UN...?????????
Scoprilo leggendo CAMPERPRESS!!!
VIAGGI DEI LETTORI
2005-2007: In viaggio per le Americhe
Un Piccolo,
strano Motorhome
Prima Parte
Sono stata disegnata per viaggiare.
Qui c'è la mia storia, che cosa ho realizzato, i problemi che ho avuto lungo
la strada e come li ho risolti.
Bambi Rodante: nata per fare strada
Sono orgogliosa di presentarvi i 5 anni di viaggio che ho fatto da Ushuaia, Tierra del
Fuego fino a Miami, Florida, insieme a Charlie Bravo, Emiko e Paolo
Il viaggio è cominciato a Febbraio del 2005 Ho anche un Diario di Bordo, con molte foto. Scopri alcune delle tante persone, , città e i bellissimi paesaggi che abiamo visto lungo il cammino
Charlie Bravo: i primi passi
Una mattina di dicembre 2007 ero parcheggiata nel terreno di un mio amico nelle colline
di Cordoba quando si avvicina una cagnetta
con i suoi cagnolini, fra i quali cʼera Charlie.
Giocavano a pochi metri di una delle mie
finestre e facevano tanto rumore che sono
riusciti a svegliare a Paolo ed Emiko.
Mentre scorreva la giornata guardavamo come quelle bollicine di peli, con orecchie, coda
e con tratti di Pastore Tedesco, si rotolavano
nellʼerba per cercare di togliersi le pulci.
Charlie esprimeva i suoi primi segni dʼintelligenza che lo differenziavano dal resto del
gruppo: mentre i suoi fratellini leccavano
lʼacqua dalla pozzanghera, Charlie alzava la
sua piccola testa per bere lʼacqua più fresca
che scendeva dal rubinetto.
La cagnetta e i suoi cagnolini si allontanarono fra le colline verso la cascina del vicino,
mentre Charlie, curiosamente invece di andarsene con il branco, è rimasto con noi a
pochi passi della mia porta.
Io ormai pensionata dalla funzione dʼospedale
ambulante per animali, lavoro che ho fatto per
tutta la mia vita in Italia, non ho ospitato subito
il cucciolo, e sono andata avanti con mia
agenda dʼestate che mi indicava portare ad
Emiko fino a Cuchi Corral, la zona di decollo
dove lei avrebbe fatto il suo primo volo in parapendio e dove saremmo rimasti tutto il giorno.
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Emiko stava imparando i nomi e le caratteristiche delle nuvole e diceva a voce alta:
“Cúmulus Nimbus, o in codice aereo Charlie
Bravo”, nome che dʼimprovviso è stato scelto
per il cucciolo.
Accendendo il motore sento che Paolo parlava
con Charlie, e gli diceva una cosa molto difficile per un cagnetto tanto piccolo, ma come
dicono in Argentina, ognuno ha la sua pazzia.
Comunque Paolo gli ha detto: “Charlie, ascoltami bene, ti lascio sotto lʼombra con una
ciotola dʼaqua e unʼaltra di cibo: non andartene, che alla fine del giorno tornerò da te”.
Sembrerebbe che sto scherzando, però dopo 8 ore di un giorno afoso dʼestate, siamo
tornati … e Charlie Bravo era nello stesso
posto dove Emiko e Paolo lo avevano lasciato. IMPRESSIONANTE!!!
Nel momento che il sole cominciava a nascondersi, addolcendo il giorno per mescolarsi con la notte, Paolo cominciò a suonare
la chitarra e Charlie si sdraiò sullʼerba a
dormire. Dʼimprovviso e per prima volta sentiamo la sua voce che con un grugnito puntava verso la collina…
Paolo ha smesso di suonare ed Emiko alla
luce della luna ha visto il profilo di un altro
cane che passava.
Io sono rimasta di sasso al vedere che questo nanerottolo stava proteggendo al mio
Sono nata nel 1987, a Torino. Ebbene
sì, sembro più giovane.
Quando il WWF mi ha comprata sono
diventata un ospedale per animali e
sono stata per 15 anni nel bosco di
Vanzago, in provincia di Milano, a
curare i piccoli animali che avevano
bisogno d'aiuto. Ho fatto davvero pochi kilometri, ma ogni 3 mesi un meccanico veniva a cambiarmi olio e filtri,
così quando Paolo mi ha trovato, ero
più in forma che mai. Con lui ho attraversato l'oceano Atlantico. Era il marzo del 2005.
Da allora ho girato tutta l'America del
sud, dalla Terra del Fuoco a Cartagena de Indias. Poi in America Centrale,
da Panamá al Belize e quindi in México e USA dove ho intenzione di terminare il mio viaggio.
In cinque anni, ho percorso 150.000
kilometri fra autostrade, città, villaggi,
strade sterrate, sentieri di campagna,
deserti di sale, boschi e spiagge. Ho
attraversato fiumi, laghi, mari e ferrovie. Ho scalato montagne fino a 4500
metri d'altezza e attraversto tutti i
grandi ponti.
L'unico vero problema, alla fase della
distribuzione, l'ho avuto in Carmel by
the sea, dove mi sono presa un mese
di meritato riposo. Adesso sono in
forma e in effetti sono più giovane,
pronta ad affrontare le prossime avventure. La destinazione è Miami,
Florida. E poi chissà...
Bambi
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IL SETTIMANALE
FREEPRESS DEL
CAMPERISTA
ecocamperclub.net
VIAGGI DEI LETTORI
equipaggio ed a me che peso 4 tonnelate e
sono un gigante! WOW!!!
Siamo andati tutti a nanna, meno Charlie
Bravo che è rimasto attaccato a una delle
mie ruote, piangendo tutta la notte.
La mattina seguente era un 24 dicembre,
Emiko gli ha fatto una bella doccia con shampoo e lo ha pettinato per togliergli le pulci. Più
tardi lo hanno portato dal veterinario.
Medicina per pulci e zecche, vaccini, pastiglie antiparassiti, shampoo per cani,
vitamine, cibo bilanciato, componevano il
pacco di Babbo Natale.
Così sarebbe tornato da sua mamma più
pulito, sano e forte.
Arriva un nuovo giorno di volo per Emiko,
che dopo ore di attesa sotto il sole, ha
sofferto un colpo di calore. Ho dovuto portarla allʼospedale e dopo a un albergo.
Paolo per prendersi cura di Emiko ha lasciato a Charlie nella porta dellʼhotel chiedendogli che lo aspettasse fino alla mattina
dopo, e io sono testimone che Charlie lo
stava facendo.
Però, purtroppo, il proprietario dellʼhotel,
senza sapere che il cucciolo era nostro
amico, lo ha portato di fronte in un terreno
abbandonato.
Io lo guardavo attentamente mentre lui
esplorava fra gli arbusti, però quando è scesa la notte lʼho perso definitivamente di vista.
Al risveglio ho visto la faccia triste di Paolo che
non trovava più Charlie. CHE TRISTEZZA!
Ma quel giorno Emiko e Paolo hanno deciso di adottare Charlie Bravo!
E una volta che Emiko si è ripresa, abbiamo
cominciato insieme una spedizione di ricerca.
Abbiamo percorso ogni centimetro del
quartiere allo stesso tempo che Emiko e
Paolo lo chiamavano delle mie finestre,
però nulla Charlie Bravo non appariva.
Paolo, gli aveva fatto belle foto dormendo
vicino alle mie ruote, così hanno avuto
lʼidea di fare cartelli che hanno attaccato
nei supermercati, panetterie, etc. offrendo
una ricompensa.
Dopo giorni e quando già stavamo perdendo la speranza di trovarlo, chiamò un ragazzino che affermava con il suo simpatico
accento di Córdoba: “encontre a su perrito!”
Non sapevamo cosa potevamo trovare e a
dire la verità: senza acqua e cibo e lontano
dal suo ambiente naturale era molto difficile che sopravvivesse Però per fortuna era
Charlie!
Paolo lo ha portato per la seconda volta
dal veterinario, e questa volta in peggiore
stato di salute, ma comunque il veterinario
disse che si sarebbe ripreso bene.
Quel giorno e per prima volta Charlie è
salito su di me, e lʼho preso in braccio
quando lʼho visto raggomitolarsi incastran-
dosi perfettamente nel angolino dove
Emiko appoggiava i piedi. Mi ha commosso, così piccolo e indifeso!
In quellʼistante ho capito che Charlie mi
aveva scelto come la sua casa dal primo
momento che mi aveva visto.
Charlie Bravo, mi nuovo equipagio e membro della famiglia: quando ho conosciuto a
Charlie, lui aveva soltanto due mesi ed
oggi dopo di due anni viaggiando insieme
posso dire che lʼho visto crescere fisicamente e psicologicamente.
In tutto questo tempo Charlie ha viaggiato
anche in barca, in ferry, in aereo.
Charlie è un grande viaggiatore, che
quando parte il mio motore, stia dove stia
corre verso di me per salire.
Mai in tanti kilometri ha avuto nausea o ha
vomitato, non ha mai fatto pìpi o popò e
mai lʼho sentito abbaiare a bordo.
Quando siamo “on the road”, Charlie riposa sdraiato nel corridoio, a volte si sveglia
per bere acqua della sua ciotola.
A volte si accomoda su Emiko e affaccia la
testa alla mia finestra, cosi sente i differenti aromi dei boschi o delle città e guarda
attentamente i paesaggi.
È un vero piacere viaggiare con Charlie, e
ricordando tutto questo mi sento orgogliosa che ci abbia scelto come il suo branco.
al quale relazionarsi è il cameriere, poliglotta: napoletano. Io ho legato con due
Francesi (un Francese e un Bretone, in
realtà) e dopo i dieci giorni passati a Bilbao
insegnando lo spagnolo ai Baschi, ora sto
facendo una full immersion transalpina.
Allʼesterno, solo il rumore silenzioso del
mare, del cielo e della distanza.
martedì, marzo 22, 2005,
06:38 PM - Atlantic Ocean
Sono in viaggio sulla Repubblica Argentina, cargo battente bandiera Italiana e in
questi giorni stiamo affrontando la traversata che ci porterà a Vitoria dove arriveremo fra poco, secondo le stime ufficiali del
nostro capitano.
Dopo alcuni giorni di sole caldo e, a Conakry, anche molto umido, oggi sta piovendo
sullʼoceano. Un perfetto angolo di trecentosessantagradi con goccioloni così, tutto
intorno a noi. Acqua sotto e sopra. Acqua
sul ponte, sugli oblò, sulle scale. Hai presente lʼacqua, quella bagnata? Bene!
Quella.
Il viaggio in cargo è la mia esperienza stupenda. Poche persone, nessun fronzolo
come le navi turistiche, niente vita sociale
se non a tavola.
Niente di finto. Niente di forzato. Apprezzo.
La vita a bordo è perfetta: fatta di solitudine, di tempo ritrovato, di ricerca interiore.
Tutto intorno, una microsocietà che si sposta nel mondo.
Lʼequipaggio lavora e si relaziona quotidianamente ai pochi passeggeri solo nellʼindispensabile. Per alcuni di questi lʼunico
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IL SETTIMANALE
FREEPRESS DEL
CAMPERISTA
VIAGGI DEI LETTORI
Alle giornate tranquille vissute nel continuo dolce rollio, si alternano attracchi ai porti con il relativo traffico di merci e persone. Qui i
Cargo entrano in contatto con le comunità più disparate, più o meno professionali ma tutte basate sul sistema della corruzione - a
parte gli Stati Uniti - e con modalità, lingue e tempistiche molto
varie (anche se, si sa, per mare è lʼinglese è la lingua ufficiale, in
Africa lʼInglese assume nuove dimensioni, nuove ristrutturazioni
del piano cognitivo: ginnastica per la mente).
Sono sceso in tutti i paesi che abbiamo toccato e questa è la cronaca differita della partita, raccontata con lʼocchio ingenuo di chi
visita per la prima volta e per poche ore.
Casablanca è sempre stata un gran casino? Ebbene, è ancora un
gran casino. Il porto è un casino, la città è un casino, la Medina è
un casino. Curiosamente non ci sono casini. Non ci sono neanche
le donne e quando ci sono, sono inguardabili. Spiegato il motivo.
Casablanca è colore e contaminazione di culture. Tutti parlano
tutto: Italiano, Francese, Inglese, Spagnolo, Tedesco, Cinese, Ara-
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bo, Berbero. Tutti sono vestiti di scuro. Ladri e poliziotti cavalcano
vecchi Ciao o antichi Peugeot scuri come i loro vestiti.
Casablanca è la Mecca Cola e il MeccaDonaldʼs, il the alla menta
dolcissimo, i minitaxi e le spezie in vendita, per terra. È tanta gente
gentile. Casablanca è ricca di alberghi a 26 stelle, e monolocali
con 26 abitanti. Venditori di cellulari che fanno anche il caffè e
venditori di polli e piccioni vivi.
La logistica è altrettanto interessante perché i negozi degli stessi
generi sono spesso raggruppati: cʼè la via dei ferramenta, la piazza
della frutta secca, il quartiere degli artigiani il comprensorio sciistico delle scarpe e il mercato delle carni.
Solo i telecentre sono dislocati con una logica randomica: qua e là.
Ci sono pochissimi bar, in confronto a Bilbao, per esempio. [ma
Bilbao è unʼaltra storia: ho contato 16 bar in una viuzza con 18
negozi] In compenso i pochi bar che ci sono, sono strapieni, e di
soli uomini. Nei bar i Casablanchesi bevono, mangiano, parlano,
fumano marijuana, e guardano film americani senza sonoro. Seguono i sottotitoli.
Dakar, in una azzeccata espressione italiana, è un porto di mare.
Dal porto non si esce e la città è già nel porto. I commercianti di
strada iniziano a corteggiarti appena fuori dalla nave e lo fanno
con insistenza nel tentativo di farti acquistare di tutto. Se non
avessi organizzato ancora prima di uscire dalla nave un tour assieme a Jules, un ragazzo del posto, sarei ancora lì a dire non
merci! a trecento ragazzi alti snelli e chiaramente neri.
La città appare povera, trasandata e buia. In realtà cʼè tutto. Il
grande albergo, il ristorante con terrazza panoramica, lʼingorgo di
automobili (dodici, contate) e tutti che suonano il clacson, il supermarché, i portici nelle vie principali e le baracche nelle vie secondarie. E poi i palazzi ministeriali e del governo. In un cybercafé
sono riuscito a leggere le e-mail. Da Dakar in poi la presenza del
cybercafé è diventato il metro di paragone per capire il livello di
vita del luogo dove mi trovo. Allʼinterno pochi ragazzi.
Dakar è larga e jolie, con alcuni vecchi palazzi eredità del colonialismo francese e molti nuovi palazzi aborti di qualche architetto di
qualche regime filosocialista.
La fontana senza acqua al centro di place de lʼindipendence, con i
tritoni dorati e le piastrelline verdi potrebbe causare choc anafilattici, ma resisto.
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IL SETTIMANALE
FREEPRESS DEL
CAMPERISTA
VIAGGI DEI LETTORI
corruzione. Gli ho risposto che il computer
A parte i commercianti, le altre persone
è uno strumento di comunicazione. Più
sono gentili e riservate. Vestono in maniera
potente di un telefono, più completo di un
semplice e del tutto sobria. Decisamente
televisore. È lʼuomo che può andare più
elegante. Ho apprezzato alcune ragazze
velocemente verso la sagcarine. Le uniche che ci hangezza o verso la corruziono salutato, però, erano
ne. Not the computer
delle prostitute.
Conakry è lʼaltro mondo.
itself. Un altro ragazzo
A Banjul non ho visto cyConakry è lʼafa tropicale
che fino a quel momento
bercafé. A Banjul non ho
che adoro e venti barche
sembrava muto, ha fatto
visto commercianti di straampi gesti di approvazioda o ristoranti o terrazze.
affondate e abbandonate
ne. Ho offerto una birra a
Nemmeno ragazze carine.
appena fuori dal porto.
tutti i presenti e siamo
A Banjul non ho visto nulla.
Conakry è lʼAfrica come la
andati via.
Banjul è nera come i suoi
immagino. Autobus arrugMister M mi porta a casa sua.
abitanti, senza luci per
giniti e senza finestrini,
Dietro alla porta di comstrada, senza automobili,
motorette
multicolori
guipensato, a terra cʼè un
senza i nomi delle strade,
date da capitribù. Antenne
materasso, di fianco un
forse anche senza strade.
da parco nazionale del
mobiletto con un vecchio
Lungo il marciapiede cʼè
Serengeti montate su
impianto stereo, di fronte
una porta. No anzi, la porun frigorifero basso e
ta non cʼè. Lungo il marsplendide HZJ 105, la jeep
lercio, un televisore e un
ciapiede cʼè un passaggio.
migliore al mondo.
ventilatore che è riuscito
Al di là del passaggio, un
a far partire per miracolo.
chiamiamolo cortile. A deAlle pareti i posters di 2pac e Bob Marley e
stra lʼentrata di una camera di 2 metri per 3
una lampadina a incandescenza verde che
con un frigorifero e la radio accesa. In alto
illumina il palazzo. Nellʼarmadietto, chiuso a
un neon azzurro. Nel cortile 4 sedie di plachiave, da una grande borsa di plastica tira
stica. Sopra di noi, una magnifica stellata.
fuori un kilo di marijuana. Non me ne intenQuesto è il bar…. Sono insieme a Mario
do, ma il profumo sembra ottimo. È entrato
che è vestito come un qualsiasi ragazzo
suo fratello, vestito come lui, ma più da
nero di NYC, e dato che anche lui è un fan
basket, e si è messo a fumare erba e sordi Reservoirʼs dog, mi presenta come Mister
seggiare yougurth da un sacchetto. La teleP a un nano, Rud di 50 anni, amico suo.
visione trasmetteva CNN. Difficile immagiParlo in inglese e in francese. Rud è stato
nare come vivessero quotidianamente. Ma
in Italia, a Verona, e ha vissuto per un poʼ in
molte cose a questo mondo non mi è dato
Norvegia. Dopo qualche ciao bella e buonsapere. Mister M prima di uscire mi ha
giorno come stai, Rud si è lanciato nella
spruzzato addosso un poʼ di profumo che
dichiarazione che i computer sono strumenneanche la mia bisavola osava portare. Non
ti cattivi e stanno portando lʼuomo verso la
N.41 - 16 SETTEMBRE 2010
sono riuscito a fermarlo in tempo. Poi ha
esagerato su se stesso e siamo usciti.
Quelli che lui chiama negozi restano aperti
fino alle due di notte, quindi – come dire –
cʼè vita per la strada.
Conakry è lʼaltro mondo. Conakry è lʼafa
tropicale che adoro e venti barche affondate e abbandonate appena fuori dal porto.
Conakry è lʼAfrica come la immagino. Autobus arrugginiti e senza finestrini, motorette
multicolori guidate da capitribù. Antenne da
parco nazionale del Serengeti montate su
splendide HZJ 105, la jeep migliore al mondo. Le donne nei costumi tradizionali, pacchiani e stupendi, o con pesanti vassoi in
testa, i piatti di yogurth e le banane fritte
agli angoli delle vie, lʼodore umido, il caldo
torrido, il parrucchiere sotto la tenda appesa al muro e le bottiglie di aranciata del 1946.
Ma Conakry è anche il contrario di tutto:
una capitale con strade bombardate dallʼincuria e case spettrali, accanto a palazzine
diplomatiche con i giardinetti curati allʼinglese. È la sagoma rotondeggiante del Novotel turistico che fa da contrasto alla
squadrata cattedrale cattolica e allo squadratissimo palazzo presidenziale. Sono le
ambasciate e i ministeri circondati da venditori di telefoni portatili, cartes et décodage,
con tanto di pubblicità sullʼinsegna.
Conakry è lʼarte di arrangiarsi, è la polizia
corrotta e tra loro la maggioranza sono
donne, i dieci euri che dobbiamo pagare
per uscire dal porto, i dieci euri per rientrare, e il ministro dellʼinterno che viene destituito il giorno stesso della nostra visita.
Per corruzione.
Conakry è Serif. Un vecchio artigiano del
legno che ora ha unʼindustria, per così dire.
10
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IL SETTIMANALE
FREEPRESS DEL
CAMPERISTA
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VIAGGI DEI LETTORI
Ogni anno partecipa alle esposizioni in giro
per il mondo e ora sta preparando un baule
per la prossima data, in Giappone. Ê stato
anche a Roma, Firenze e Venezia. Per me,
alcune delle maschere di legno appese alle
pareti sono beute che ha rubato in laguna.
Ma nel suo album fotografico ha una foto
abbracciato a Chirac e Bernadette e la faccenda impone molto rispetto. E ammirazione, come il suo sguardo da vecchio saggio.
Conakry è una bambina di forse sette anni
che con apparente disinvoltura porta in
spalla un fratellino avvolto nella stoffa.
Ci passa a fianco e non sa. La vediamo
passare e non sappiamo.
Conakry è la vita alternativa. Così lontana,
così vicina. Ieri era la festa della donna, ma
non so più cosa ci sia da festeggiare.
Sul tappo delle bottiglie di Coca Cola cʼè
scritto: Vivez lʼinstant!
Misteri degli uffici marketing di Atlanta… mi
sembra estratto paro paro da un carpe diem
di luculliana memoria e non trovo alcun
nesso con le bollicine scure.
Comunque il consiglio è buono.
Sono in un perenne tragitto da Cima Gogna
alla diga, quando tutte le sensazioni si accumulano in una inebriante esperienza di
droga pesante gratuita.
La traversata sembra lunga ma vorrei che
non finisse mai, mentre fra pochi giorni
N.41 - 16 SETTEMBRE 2010
vedremo il Brasile.
Non sono interessato a nulla, se non questo oceano rigenerante che mi sta pulendo
l'anima. Vorrei restare su questa
nave in eterno. Il mare è blu intenso, profondo e brillante.
Qui c'è tutta la solitudine che cerco.
Ieri abbiamo passato l'equatore. Una
sirena sulla nave ha dato l'avviso,
poi, sul ponte alto, l'equipaggio ci ha
fatto il battesimo del passaggio inondandoci
d'acqua con le lance degli estintori.
Ieri è cambiato il fuso orario e stanotte
cambierà di nuovo.
Io e Pierre abbiamo fatto l'esperimento del senso dell'acqua, che ora
vediamo girare in senso antiorario. In ogni
porto africano mi hanno proposto di infilarlo
in qualche posto caldo.
Temo che in Brasile la faccenda si farà ancora più seria. Qui TUTTI fanno di tutto per
pubblicizzarmi il Brasile. Il comandante
parla perfettamente brasiliano, il cameriere
racconta aneddoti ai limiti della credibilità.
Jean, il francese di 84 anni, ci ha vissuto e
oltre che a parlarlo discretamente, conosce
quasi tutto intorno a Rio e la sua frase di
rito è tu ne peux pas l'imaginer.
Grazie, ma io sto andando in Argentina. Sì,
anche lì è bello ma fa freddo, poi ci sono
meno ragazze, il Brasile è un paradiso e bla
bla bla che tu ne peux pas l'imaginer.
Che palle. Meglio non parlare
con nessuno e continuare a
sognare.
Tra Conakry e Vitoria sulla
rotta 222, non abbiamo mai
trovato mare mosso. Solo una
enorme chiazza di olio blu
ribattezzata dal sottoscritto
Lago Atlantico. Meglio così.
La traversata sembra lunga
ma vorrei non finisse mai,
mentre fra pochi giorni vedremo il Brasile. Non sono interessato a nulla, se non a questo mare che sta pulendo
lʼanima. Vorrei restare su
questa nave in eterno. O almeno fino a quando avrò finito
di sognare. E dubito che quel
giorno arriverà. Il mare è blu
intenso, profondo e brillante.Il
cargo dà questa sensazione:
essere solo.
Dà la possibilità – specialmente alle persone mentalmente instabili come il sottoscritto – di confondersi con la
nave, con il cielo aperto e il
mare immenso che si attraversa in solitudine. Come se
il mare fosse lì solo per te.
Come se nessuna altra imbarcazione sia
stata ancora inventata.
Nelle giornate appena trascorse, lʼunica
forma di vita che potevo osservare intorno a
me sono stati i pesci volanti che al passaggio dello scafo spiccavano il loro salto per
allontanarsi dal Mostro Natante. Sono migliaia e spesso si allontanano volando in
gruppo. Alcuni percorrono 40 metri e più.
Sono piccoli, direi 15 centimetri fuori tutto.
E sono argentati come delfini. La regolarità
della loro presenza si amalgama perfettamente al rollio sordo del cargo, alla totale
assenza di altre navi allʼorizzonte e al ritmo
lento dei tanti rumori di sottofondo con cui
conviviamo: le onde, la vibrazione dalla
sala macchine, lʼaria climatizzata in camera, il vento.
Purtroppo (e carico questo purtroppo di
tutta la nostalgia immaginabile) stamattina
un cormorano nero mi ha fatto pensare che
abbiamo ormai superato lʼequatore e il Brasile non è a più di 90 miglia.
Il cormorano è più grande del gabbiano.
Attenzione: non sono sicuro che si tratti di
un cormorano, ma per salvaguardare il tuo
equilibrio ormonale evito di chiamarlo grande uccello nero.
Ha il becco allungato e lo sguardo sveglio.
Venuto da chissà dove, continuava a passarmi davanti mentre facevo ginnastica sul
ponte più alto.
Diciamo che eravamo reciprocamente inte-
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IL SETTIMANALE
FREEPRESS DEL
CAMPERISTA
VIAGGI DEI LETTORI
E poi, nel fiordo al di là del ponte, facciamo lo
ressati. Konrad Lorenz capirebbe.
slalom speciale tra gli isolotti verdeggianti che
Dopo aver volato fino alla prua della nave tornava
E poi, nel fiordo al di là del
separano il mare dal porto. Tra i grattacieli in priindietro e arrivato alla mia altezza si tuffava nelponte, facciamo lo slalom
mo piano e la foresta tropicale sullo sfondo, un
lʼoceano. Spaccone. Alcune volte il tuffo iniziava
speciale tra gli isolotti
muro di centinaia di decine di migliaia di miliardi
da considerevole altezza e in questi casi restava
verdeggianti che separano
di case piccole e vecchie e brutte e in perenne
sottʼacqua per dieci o quindici secondi per poi
il mare dal porto. Tra i
costruzione che quando glielʼho raccontato al
volare via. Altre volte si immergeva quasi dal pelo
grattacieli in primo piano e
Duomo di Milano, è arrossito.
dʼacqua per riemergere dopo pochi secondi, e
la foresta tropicale sullo
Dopo aver fatto retromarcia, attracchiamo in una
sedersi per alcuni istanti sul mare.
sfondo, un muro di centilingua dʼacqua colore coca cola che ci separa dal
Dovete immaginarmi mentre calcolo i secondi di
centro città.
immersione e cerco di non perdere di vista il punnaia di decine di migliaia
Il taxi ci porta al Chope Vitoria per 6 dolares. Il
to dove lʼho visto sparire.
di miliardi di case piccole
taxista sembra avere una paresi che lo costringe
Agile, veloce, potente, a Pellizzari gli fa una pippa.
e vecchie e brutte e in pea ridere e proferire cagate a manetta in uno
Ho anche cercato di analizzare il suo volo in base
renne costruzione che
spanglish, pardon, portunglish da accapponare la
agli studi di aerodinamica che mi sono serviti per
quando glielʼho raccontato
pelle. Comunque lungo il tragitto imparo i fondadiventare pilota di parapendio, e ogni volta che
al Duomo di Milano,
mentali della lingua locale.
vedevo il cormorano volare controvento senza
è arrossito.
Soprattutto leggendo i cartelloni pubblicitari o le
sbattere le ali e andare più veloce della nave, che
insegne dei negozi mi convinco che i brasiliani
viaggia a 19 nodi, mi dicevo che tutte quelle regole
parlano Spagnolo. Solo che sono costantemente sborsono colossali scientifiche palle. La giornata è perfetta.
niati, forse solo di troppo sole, e quindi gli viene fuori il portughenIl sole è reso cocente dal riverbero dellʼacqua. Ci allontaniamo
ji. Che è come uno spagnolo pronuncerebbe lo spagnolo con una
dallʼequatore e anche se per alcuni giorni sarà ancora clima tropiSan Miguel infilzata nei premolari.
cale, raggiungeremo inesorabilmente climi più temperati che mi
Arriviamo al Chope Vitoria. Riesco a non vomitare nel taxi e a
faranno rimpiangere presto questo viaggio. Primo scalo Vitoria.
trasmettergli con una certa scioltezza che la nostra intenzione è
Beh. Lʼavvicinamento al porto è quanto meno impressionante.
visitare il centro della città e non il centro commerciale.
Lunghe spiagge soffocate da grattacieli come a Honk Kong (hai
Lʼespressione visitare il centro città alle tre del pomeriggio, in
presente Honk Kong, vero?) a loro volta soffocati da colline, panportughenji significa fottere una troia, così ci propone una disconozzi di zucchero e montagne.
teca. Non lo ammazzo ma poco ci manca.
Giganteschi e flessuosi ponti sotto i quali questo mostro di ReEsausti dal caldo arriviamo non vi dico dove, ma tanto per darvi
pubblica Argentina passa agevolmente. In alto, il monastero bianlʼidea era qualcosa di maledettamente vicino al buco del cargo del
co arroccato come sul monte Athos.
mondo. Gli mollo altri 5 dolares e lui mi lascia un suo biglietto da visita scritto a penna
blu e illeggibile, con un numero di telefono.
Non lo commento, ma lo conservo a futura memoria.
La città di Vitoria è una selva
di insegne marce e di stili
architettonici: anonimo, europeo anni sessanta, tropicale
filo socialista anni settanta,
favelas di classe, chalet canadese, fascista o Gotham
City, Asia filo capitalista (immagina Gratosoglio bombardata dagli zero), coloniale
spagnolo, postmoderno, fai da
te, mordi-e-fuggi, Montecarlo
dei nullatenenti, Legoland.
Uno schifo che è difficile pensare di farci qualcosa di diverso da sommergerla di inverosimile e venire via senza salutare.
Altro taxi. Il taxista ha una
paresi ancora più accentuata
del primo. Io gli consiglio un
chirurgo plastico, e lui mi dice
che vivere a Vitoria è bellissimo, anzi gostoso. A parte la
mafia, i mafiosi, la polizia mafiosa e gli amici mafiosi e le
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IL SETTIMANALE
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VIAGGI DEI LETTORI
persone mafiose che incontra per strada.
Cazzo, ma io sono scemo! Vendo il Bambi
e mi installo qui subito!
Decidiamo di attraversare in barca il canale
che separa la città dal molo dove è attraccata la Repatina. 1 Real a persona.
Un tizio guida uno yacht a remi con cinque
posti. Si sbarca, si sale una scala dove un
tizio indica dove andare a pagare, vale a
dire di fronte a lui. Si paga a un terzo tizio e
si esce da una sottospecie di cancello contapersone costruito nel 1934 e ripitturato
con cura nel 1978. Se passando fai scattare
il cancello due volte, paghi doppio.
Mettersi a discutere senza conoscere bene
né lʼidioma né lʼidiozia locale è idiota.
In qualsiasi chope in giro per la città è così.
Uno ti serve, uno ti indica dove pagare e un
terzo prende i soldi. Mi ricordo qualcosa del
genere in Goodbye Lenin, naturalmente
prima dellʼ89.
La sola, piccola fresca essenza che vale la
pena segnalare a chi non la conosce è il
Caldo de Caña. Che non è altro che il Guarapo della Isla, mi querida Cuba. Che non è
altro che un bastone di canna da zucchero
stritolato al momento e versato in un bicchierino di plastica bianca con un poʼ di
ghiaccio. Una leccornia. Vale il viaggio.
Altra nota positiva della città: pessoas com
N.41 - 16 SETTEMBRE 2010
www.accessorietecnica.it
MAGAZINE
sull'equipaggiamento
manutenzione,fai da te per
camper e caravan
carinho, la cortesia delle persone e in particolare la ragazza dagli occhi dolci come
quelli di una ragazza brasiliana dagli occhi
dolci, che ci ha servito il Caldo de Caña.
La città è costellata di negozi che vendono
occhiali da sole Italiani: Repsol, Ray Ban,
Gucci eccetera, agli stessi prezzi che in
Europa! Le altre botteghe
vendono solo residuati bellici
della terza guerra mondiale,
che di sicuro qui cʼè stata.
Non so se piangere o vomitare, ma i conati mi fanno propendere per la seconda.
Poi ci bevo su con un altro
Guarapo, pardon, Caldo de
Caña. Anche il Sugo de Mango con agua o con leche è
fatto al momento ed è
unʼesperienza.
Per scendere a Rio, siamo
partiti alle 14:30 del 15 sulla
rotta 236 e abbiamo visto le
prime luci della città allʼaurora.
Entrare nella Baía de Guanabara a Rio de Janeiro, in nave, allʼalba. Forse la frase
stessa basta e rendere lʼidea
di quanto magico possa essere vivere questa esperienza.
Le decine di Pão fanno da
corollario alla città. Allʼestrema
sinistra il Pão de Açúcar, tra la
Praia de Flamenco e quella di
Copacabana, la più grande di
tutte. A destra il lungo, immenso, sinuoso ponte Costa e
Silva che unisce Rio a Niterói.
In mezzo, il Corcovado bianco
che saluta e domina.
Rio è una città che ha vissuto
una urbanizzazione da neuropsichiatria
atlantica. O poco ci manca. Sulle piccole
case coloniali a due piani sono stati edificati
grattacieli sui quali dominano le catapecchie. Tra le case coloniali e il mare, hanno
spianato un aeroporto e gli aerei sembrano
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NOVITA’ IN ARRIVO
PROSSIMAMENTE IL TUO
CAMPER AVRA' UN...?????????
Scoprilo leggendo CAMPERPRESS!!!
per qualche ora. Ma di sicuro non è lʼacqua
decollare dallʼacqua. Sopra le favelas, si
più pulita del mondo!
levano in alto i monti lussureggianti che
Meglio un Guarapo, cioè un Caldo de Caña.
circondano il golfo e sopra i monti cʼè il
Ipanema è – forse – più a misura dʼuomo. Ma
Cristo a braccia aperte che sconfortato
quellʼuomo non sono io.
sembra lì lì per dire: ma guarda che razza
La rotta per scendere da Rio a Santos è
di casino qui sotto!
244. Siamo partiti mercoledì alle 20:30 e
La parte più decentrata e lontana dalle
ieri mattina alle 9:30 abbiamo gettato lʼanspiagge è il centro, con accanto lʼaeroporto.
cora in coda ad altri cargo in attesa di una
Il centro è a sei chilometri da Copacabana,
banchina libera.
a otto da Ipanema. Il resto è più lontano.Ma
Il mondo non è mai come lo si immagina.
almeno qui, Linate - rispetto a Piazza DuoMentre tutti ci consigliavano di prendere un
mo - è in piazza San Babila.
taxi e raggiungere il centro e la spiaggia
Per quelli non molto pratici di Milano (o che
Gonzaga che è la parte migliore di Santos e
scelgono Parabiago per dormirci un week
di stare attenti alle favelas di fronte al porto,
end), è come a Paris se lʼEiffel fosse la
io e Pierre, il mio compagno di viaggio Bretorre di controllo e Les Champs Elisées la
tone, siamo scesi e a piedi abbiamo visitato
pista. Sempre per paragonare con la Franproprio il quartiere intorno
ce, Copacabana non è conal porto.
cettualmente diversa di
Le belle case fineottocenNice.
Ecco. Rio suda. Questa è
to slash inizionovecento
Un lungomare leggermenuna verità che merita uno
abbandonate e decrepite,
te concavo sul quale si
scalpello
e
del
ci dicevano che un tempo
affacciano grandi Hotel
travertino.Anche per quequello era un quartiere
internazionali dai nomi noti
sto non si può resistere
ricco. Ora, dietro le face le facciate bianche. Solo
alla gioiosa sensazione
ciate conservate male,
che marciapiedi, strade,
dellʼacqua dellʼoceano sul
hanno costruito dei granspartitraffico e spiaggia, a
di depositi che vivono del
Rio sono larghi il triplo.
corpo che ti illude di sallavoro che dà il porto. La
Tra la strada e la spiaggia
vare la ghirba ancora per
gente è povera, loquace
stanno ancora smontando
qualche ora. Ma di sicuro
e allegra. Una ragazza
gli enormi tralicci per gli
non è lʼacqua più pulita
nel bar dove abbiamo
spettatori della parata di
del mondo!
preso un caffè, non ha
carnevale di un mese fa.
nascosto di apprezzare i
Penso che finiranno a Setmiei occhi, manifestazione
tembre, giusto in tempo per
quasi inconcepibile in Europa, pur essendo
cominciare a rimontarli.A differenza di Nice,
io accessoriato di stupendi occhi blu.
sparsi per Rio ci sono degli orologi che
La macchina del caffè è italiana – San Marsembrano funzionare, ma quando si alterco – il caffè è buono, ma decisamente dinano a indicare la temperatura viene semverso dallʼespresso nazionale.
pre fuori 38°. Che è la febbre di Loretta con
In un alimentari, la signora al banco parlava
la tracheite, oggi. E la giornata è nuvolosa!
una lingua comprensibilissima, ai limiti dello
E Loretta non ce la fa a sudare così tanto in
Spagnolo. Carlos, entrato dopo di noi e
tutta la vita.
parlandomi in Italiano mi fa notare che loro
Ecco. Rio suda. Questa è una verità che
non sono mica bayanas, quelli del nord.
merita uno scalpello e del travertino.Anche
Evidentemente al nord hanno accenti che in
per questo non si può resistere alla gioiosa
Padania definiscono terroni. Mi dice che
sensazione dellʼacqua dellʼoceano sul corsuo cugino vive a Roma, lavora alla FAO ed
po che ti illude di salvare la ghirba ancora
N.41 - 16 SETTEMBRE 2010
è un amico del proprietario della Grimaldi.
Verosimile: il mondo è il giardino di casa
mia.
Carlos è proprietario di - Milano -, il negozio
di piastrelle accanto agli alimentari.
A proposito di Milano. Mi viene in mente
che già a Rio ho saputo che Ale si è fatto il
regalo di Natale, senza dirlo a nessuno.
Beh, Ale, ora lo sanno tutti!
E forse tu eri lʼunico a non sapere quello
che tutti sapevano già.
Peccato non essere lì a vedere la tua
espressione: prima inebetita, poi incredula
e poi inquisitoria su chi e come e dove e
quando e perché e perché tu non hai avuto
la situazione sotto controllo e… ma quante
paranoie ti fai?
Beh, in ogni caso congratulazioni, amico!
Stai diventando lʼuomo più adatto che conosco per fare il papà.
Ricorda sempre che il compito dei genitori
non è tener legati, ma saper rendere indipendenti i figli, e sarai un ottimo papà.
Dopo aver camminato nelle città Brasiliane
ti ritrovi in tasca una manciata di fogliettini
che recitano Dinheiro Rápido! Vorrebbe
essere una offerta di prestito, ma a me, da
bravo alloctono, suona più come un O la
borsa o la vita! non so a te.
Leggendo meglio servono solo: i due ultimi
contra-cheques, più la carta di identità e la
residenza in Xerox.
Mi viene in mente che negli States chiamano Kleenex i fazzolettini di carta, o Jacuzzi
le vasche con idromassaggio.
Così ho pensato di fare tante Xerox di Dinheiro Rapido! per usarli come Kleenex. Ma
forse rendono meglio come Scottex.
Battuta filoescatologica a parte, il Lago
Atlantico non accenna a mostrare non dico
la sua potenza, ma neppure un poʼ di
schiuma da sembrare onda. Meglio così.
Il viaggio è lungo. La velocità è quella di
una bicicletta.
Prossima puntata: Argentina! Per il momento è tutto. Passo e chiudo
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ecocamperclub.net
VIAGGI DEI LETTORI
Buenos Aires, la città che non aspetti
2005-04 giovedì, April 27, 2005, 04:28 PM
Argentina
Buenos días. Buenos Aires, come tutte le
città, è stancante. Intendo. Io non amo le
città. Me ne sono andato da Milano, che nel
mondo ha fama di bella città, perché sono
insofferente alla moltitudine e allo smog.
Quindi è possibile che non sia obiettivo nel
giudizio sulle città. In effetti BsAs è una bellissima città. Vediamo. Innanzitutto è enorme. Come un girasole al confronto di una
margherita. 8G di Ram, al confronto di 64M.
Una ragazza di Botero, al confronto di una
di Modigliani,
Per essere sicuro che tutti capiscano aggiungo John Holmes al posto del sottoscritto.
Poi, oltre ad essere enorme è farcita come
una cassata, ripiena come il tacchino del
Thanksgiving day (chi non lʼha mai mangiato
non immagina quanto è buono). Un immenso centro commerciale che risente solo in
parte della tanto vituperata globalizzazione.
Infatti qui cʼè coesistenza apparentemente
che ci sono qui intorno. Credo che ci sia un grattacielo per ognuno
pacifica tra il kiosco, dove in quattro metri quadrati cʼè di tutto, e il
dei dodici milioni di abitanti, più o meno.
mega-iper-global.
La città è ricca e accattivante, anche se solo ieri ho visto un Barrio
A parte Harrods, che è fallito nel 2001.
di cui varrebbe la pena innamorarsi. Una sera, al TangoTasso.com,
Convivenza pacifica anche tra i piccoli locali dove si balla e si
Barrio di San Telmo, calle Defensa, 1575 ho assistito al primo spetascolta musica e gli enormi teatri con Marcel Marceau, El retrato de
tacolo musicale: una bella orchestra composta da pianista, basso,
Dorian Gray e i Beach Boys. LʼAvenida 9 de Julio è la strada più
violoncello, viola, chitarra, 4 violini e 4 bandoneón. Tra lʼaltro tutto
larga del mondo. Giurerei anche quella più trafficata.
gratuito, perché ero invitato.
Ma i discorsi della gente sono quelli di dappertutLa strada è circondata da splendide case coloniali
to…gli affitti sempre più cari, il governo da camIn effetti Bs As è Londra
a un solo piano forse mai ristrutturate, tanto sono
biare, lʼassicurazione sulla vita, la noia delle copcalda, le persone sono
semplici e solide così, e adatte per girarci un epipie sposate, la pizza e la coca-cola, la pubblicità
cordiali e costa tutto fino a
sodio di Zorro.
dei telefoni cellulari, il Boca e il River…il Papa. Il
5 volte meno che in Italia.
Nella esquina magica (soprannominata così dal
mondo funziona proprio così! In effetti Bs As è
Un esempio concreto. Una
sottoscritto, un giorno forse spiegherò il perché), di
Londra calda, le persone sono cordiali e costa
cena che a Milano ti fa
fronte al Parque Lezama, ci sono dei bar autentici.
tutto fino a 5 volte meno che in Italia. Un esempio
volatilizzare 40-50-60€, qui
Sembrano imbalsamati nel tempo agli anni trenta
concreto. Una cena che a Milano ti fa volatilizzare
- mangiando pezzi di carne
o quaranta … luci basse, musica gradevole, tango
40-50-60€, qui - mangiando pezzi di carne così - ti
così - ti costa 25Ar$ (peovvio, e tutto: le sedie, le pareti, il bancone del
costa 25Ar$ (pesos), cioè 9US$, cioè 8€...rendo
sos), cioè 9US$, cioè
bar, i quadri e i lampadari chissà come sono riulʼidea?
8€...rendo lʼidea?
sciti a sopravvivere agli ultimi 30 pesanti e penosi
E mi riferisco a ristoranti di un certo livello… turianni di progresso-pubblicità-profitto.
stico, per così dire. È sufficiente adattarsi al
Al Britannico – un bar che NON CHIUDE MAI - è
(buon) livello degli autoctoni per uscire con la tasca
stata girata la prima scena di Diarios de la motocicleta, con Truyillo,
piena come la pancia. Un altro esempio: pollo (pata e muslo, cioè
il cameriere bradipo: una istituzione. Come dire che mi sono seduto
coscia e sovracoscia) con puré, senape, pane e una Quilmes in
accanto a dove era seduto Ernesto Rafael Guevara de la Serna,
lattina, 8 pesos cioè meno di 3€.
non so se mi spiego…
Procedo nella mia piccola infinità, in questo angolo della querida tierra.
Ordino un caffè (bien corto, por favor) e una medialuna de grasa o
È una bella giornata e sono al Parque Thays. Quello dietro la stade manteca. Non esiste altro tipo di croissant, in città. Vivo situazione, se lʼindicazione dice qualcosa. Thays è lʼarchitetto che lo ha
zioni anomale. Tanto per intenderci, parlo anche per dei minuti anconcepito: i prati, a grandi quadrati, sono in erba all'inglese.
che con i poliziotti che mi chiedono del Bambi e mi augurano SuerDò un occhio al mio Bambi parcheggiato e sono connesso al web
te! per quello che sto facendo...
con una wireless (red inalambrica) di uno dei milioni di grattacieli
Barrio Palermo.
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VIAGGI DEI LETTORI
Oscar fa i turni di pattuglia accanto ad
alcune residenze diplomatiche in Plaza
Alemania. Ieri sera, mentre accanto al
Bambi è passato Ariel Sharon, gli ho mostrato una banconota e una moneta in Euro.
Come un bambino davanti al giocattolo
nuovo, mi diceva che non aveva mai visto
un Euro e che secondo lui assomigliava al
Real Brasiliano. Porta a casa 270 US$/750
pesos, e vive benino.
Mi ha anche controllato i documenti, scusandosi ma doveva farlo, e poi mi ha detto
che se volessi passare la
notte, Plaza Alemania è un
posto sicuro. Basta avvisarli.
Intanto imparo la lingua...ora
tecnicamente sono "de
resaca" dato che stanotte ero "borracho".
Alle 5 di stamattina, quando
sono riuscito a trascinarmi di
bolina larga verso il Bambi,
ero pieno di tequila da fare
invidia a Emiliano Zapata
dopo un assalto vittorioso.
Eravamo 7 persone: Porteños,
Spagnoli, Francesi e me. A
BsAs la discoteche aprono alle
3, i ragazzi si fanno 1-2 ore in
fila (indiana!) per entrare.
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Grazie allʼamico dellʼamico, riusciamo a approdare in una discoteca aperta solo per noi
dalle due alle tre (!!!! mai divertito così tanto
en boîte!!!!)... Infine, verso le quattro, abbiamo raggiunto a fatica un pub che si entra
solo se si è già ubriachi marci, sennò nisba.
L'età mi permette solo lunghissimi
periodi di recupero, perciò in questo frangente non sono totalmente responsabile di
quello che sto scrivendo... Se ora vedo la
tequila, le sparo.Giro Buenos Aires ormai
da un mese. Conosco sempre meglio la
città e ne apprezzo i quartieri chic, come
Recoleta, Flores e Palermo, quelli caratteristici e più tranquilli, come San Telmo
(dove praticamente vivo) e Boca, e
l'enorme cintura di bidonville (Gerli,
La Matanza eccetera) che circonda la
Regina del Plata (BsAs).
Sto facendo una vera full immersion di
Argentino della calle (qui ll si legge come
il suono -ge francese per cui calle suona
come cage). La frequento quel tanto che
basta per diventare porteño in 2/3 mesi.
Ma rimarrò sempre un tano, perché gli
Italiani, qui li chiamano comunque tano.
Poi vedrò di scoprire il resto del paese…el País, la vera Argentina, come dicono qui. Ho sempre provato il desiderio
di girare lʼAmerica Latina.
Deve trattarsi di una esigenza dei nostri
tempi: mi vengono in mente alcuni nomi
che hanno risolto se stessi solo dopo
essere andati a vivere all'estero...
(di seguito cito gli unici di cui vanto autorizzazione autografa) ...Ernest Hemingway, Herry Miller, Che Guevara.
Poiché possiedo lʼetà del primo, la perversione del secondo e il carattere del terzo,
sono riuscito a passare la dogana con la
mia fedele cerbottana per scatenare la
prossima rivoluzione.
Qui la vita di città non è molto diversa da
Milano, per cui prevedo che mi romperò
presto. In questa ottica, il tempo pensato di
2 mesi (mas o meno) da
dedicare a BsAs, sembra
consono alle mie esigenze di
libertà. Vero è che in questa
camioneta barbara y linda,
mi sento un Uomo Quasi
Libero, e in questa città, un
Signore. Vero è che le relazioni interpersonali sono
decisamente più semplici. Il
saluto Argentino, tra uomini
donne vecchi e bambini, tutti
insomma, è un bacio sulla
guancia mentre ci si abbraccia. Esattamente come noi
diamo la mano.Questo può
forse rendere l'idea
della diversa impostazione
rispetto all'Europa.
Le donne di BsAs comunque
sono bien conchetas, come
in Italia. Forse solo un po`più
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VIAGGI DEI LETTORI
dolci. Gli uomini, invece, sono di una amabilità esemplare. Paternalistici, direi. Qui è
tutto facile, tutto possibile, tutto rimediabile:
no hay problema, arreglamos a todos... con
quella cadenza un po' anziana e
rassicurante che fa piacere... almeno a me.
È interessante il contrasto e il mix seghetto
a mano - telefono (pen)ultima generazione
con il quale convivono.
Anche i grandi uffici, o i grandi negozi, hanno
un non so che di aperto, recettivo. E se in
strada nessuno mette la freccia (!!!), senza
un'auto sotto il culo formano lunghe file
indiane (o inglesi?), parallele al marciapiede,
per aspettare il bus o per entrare in banca, o
in posta… se dico perfino in discoteca!
In pochi giorni ho conosciuto tante persone,
e la faccenda non accenna a fermarsi. Potrei parlare del sorprendente sistema di
nome e numerazione
delle vie di BsAs...
Tutte strade a senso
unico, eccetto alcune
Avenidas. Quelle di
scorrimento hanno dalle
7 alle 12 corsie per ogni
senso di marcia. Non si
parcheggia in strada.
Grandi E indicano gli
Estacionamentos che
utilizzano tutti. I taxi
sono gialli e neri. Gli
autobus sono vecchi,
colorati e veloci. Non
esistono vigili. Il sistema
è a prova di imbecilli e
un incidente tra una Fiat
127 e un negozio è
trasmesso alla televisione nazionale. Io guido lʼunico veicolo con
una targa non argentina.Potrei parlare del
sole e del cielo...Il cielo di Buenos Aires è
differente da quello che siamo abituati a
osservare in Europa. La stranezza è che
nonostante 12 milioni di cristiani (appropriato) e automobili che catalitico per loro è
un'era geologica, qui non c'è
inquinamento. Il cielo è BLU così, l'aria è quasi profumata e le nuvole corrono
veloci. Quando piove un uragano di acqua
sciacqua tutto. Dopo ritorna il sole (o la
luna con le stelle) e lʼaria profumata. Buenos Aires. Appunto.
L'autunno è piacevolmente caldo. E
per me operoso e carico di tensioni positive. Il mio Bambi è sempre più una
ragazzina che scalpita per partire e io sto
vivendo l'esperienza che è l'inizio e lo scopo della mia vita. Senza sapere né dove, né quando, né precisamente
cosa farò.Non sono mai stato così felice.
Qui tutti sono letteralmente innamorati
dell'Argentina. Sono prodighi di consigli su dove andare, quando andare e cosa
vedere. A tutti piace parlare per dei quarti
d'ora del País.
Per un ingenuo distratto, questa è la Capital
Federal.Naturalmente è molto di più. E molto diversa. Intorno, a cornice di questo meraviglioso benessere, la Grande Buenos
Aires, che a detta di tutti è lʼArgentina più
pericolosa. Ho potuto conoscerla per via
delle necessità del Bambi. Anche oggi sarò
a Gerli (si scrive così ma è praticamente
illeggibile). Las villas, le favelas di BsAs.
Povertà. Distruzione, apparente abbandono
e una miriade di attività legali e non.
Un carabiniere di Milano o Napoli, ha sicuramente visto di peggio. È solo il livello di
povertà che impressiona.
Che fa pensare al perchè sto passandoci in
mezzo, io, su una camioneta con i sedili
nuovi, el televisor y la heladera?
Fine considerazione morale, riparte la pubblicità.
Brigitte l'ho perduta una sera tra
Paraguay e San Martin. Io ero a dei tassi di
tequila impensabili a Milano. Lei peggio.
Devo dire che le avventure si susseguono e
il bello è che sono le 21 e non so neppure
che mi accadrà stasera. Ma qualcosa accadrà. Forse nulla, che sarebbe una novità.
Ho scelto il locale ed è praticamente perfetto. So che mangerò spendendo dai 12 ai 15
pesos. Dividi per quattro e hai gli Euri.
Buen provecho.
martedì, maggio 28, 2005, 06:38 PM - Argentina
“è meglio stare zitti e dare lʼimpressione
di essere stupidi, piuttosto che parlare
e togliere ogni dubbio”
Nel dubbio se parlare di sesso o di politica, scelgo il secondo
argomento che sembra riempire la bocca di molte persone, più
del primo.
Non provo piacere per questo. Ma trovo che preferire la politica al
sesso sia una smodata perversione. E questo non mi dispiace.
Ho sempre avuto tanti amici e amanti di sinistra. Finché non
parlano di politica sono adorabili. Oddio! sono adorabili anche
quando si appassionano di questo o di quel risultato elettorale
provando la stessa emozione di una vittoria o di una sconfitta
della squadra del cuore. Ma diventano leggermente pesanti
quando da perfetti amatori (intendo non professionisti – della
politica) vogliono trasmettere la giustezza loro idee sicuri la
drammatica congiuntura di un paese governato da una coalizio-
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/LGR$OH[DQGHU
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ne politica, come la chiamano loro, “di
destra”.Ad esempio Giorgio Gaber in questo
preciso istante si sta rivoltando nella tomba.
Una sera, in compagnia della mia amica
Simonetta (anche lei si definisce di sinistra), ho parlato con un personaggio molto
famoso in Argentina come comico e conosciuto anche in Giappone come cantante.
“Noi Argentini siamo cinici. Siamo i più cinici del mondo. Perché sappiamo come vanno le cose in questo paese: ogni 5 anni
cambia il governo e ogni 15 anni cʼè una
rivoluzione economica o politica. Ovviamente i potenti e gli amici degli amici, non hanno perso niente, anzi ci hanno guadagnato”
Questo è quello che mi ha detto Alfredo
“Gordo” Casero, in una delle rare notti di
pioggia di questo otoño fantástico, come
dicono qui, che sto vivendo come fosse
ancora estate.
Io gli concedo amorevolmente lʼillusione di
essere i più cinici del mondo.
E continua: “..San Telmo ora è una bugia.
Ora è piena di turisti e ogni domenica cʼè una
festa. Chiudono il traffico in alcune vie e la
città si riempie di bancarelle, di musicisti e
ragazze che ballano il tango e di artisti di
strada...ma fino a dieci anni fa i ragazzi si
ammazzavano per la strada, qui!”
E lo diceva come se fosse stato meglio prima!
Il turismo a Buenos Aires è questo: visitare
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Mentre ogni settimana il governo assiste a una manifestazione. Gli ex militari scendono in
piazza per essere risarciti della
guerra alle isole Malvinas, le
donne per ritrovare i figli desaparecidos durante la dittatura di
Videla, gli uomini per avere
giustizia di un sistema che nel
2001 ha preferito salvare le
banche a scapito di tutta la
popolazione. A quattro anni di
distanza la ferita è ancora così
aperta che un Argentino non parla
di questo argomento volentieri.
Perché non parlo del Che?
Al mondo – e quindi in Italia come
in Argentina – vivono persone che
si definiscono di sinistra. Io non
sono fra questi.
Le stesse persone pensano che
le amministrazioni di destra
democraticamente elette (e
dunque coloro che di solito
rappresentano la maggioranza
degli elettori) siano incapaci di
governare, che lo facciano illegalmente o agiscano negli interessi di loro stessi e degli amici
degli amici. Io non la penso
così. O per lo meno non limito
ai soli governi di destra, queste
ammirabili qualità.
el Boca, vivere a San Telmo, vedere danzaPer le persone che si definiscono di sinistra,
re al caffè Tortoni, ballare al Club Español,
qualsiasi fatto nel mondo avviene per realizascoltare il Tango al Torquato Tasso, o
zare gli interessi dellʼamministrazione che
unʼopera al Teatro Colón. Il teatro Colón
loro non avrebbero eletto.
non ha nulla da invidiare alla Scala e la sua
Lo sport preferito è sospettare il
acustica è tra le migliori
complotto. Accusare di ineffidel mondo. Poi la casa
cienza, denunciare il sopruso.
Rosada, il Cementerio di
Di notte i ragazzi più poveLa critica è tanto dura e la
Recoleta, e quello della
ri separano la plastica dai
condanna è così radicale
Chacarita, il più grande
sacchi dei rifiuti per straverso i rappresentanti del
Cementerio di America
da, prima che passino i
popolo, che perdono il senso
(una vera città dove i
della istituzione.
camion
della
municipalità
morti si chiamano Di
Attaccando cioè la persona,
per portare la basura alStefano, Pellizzari,
non si accorgono di sputare
lʼinceneritore.
Mentre
ogni
Lamperti, Colombo,
sopra al sistema scelto dagli
giorno giovani e vecchi
Morselli, Battaglia…si
stati democratici del mondo,
entra in auto e ci si percartoneros si fanno largo
Argentina, Svizzera, Canade), il Mamba e il Malba.
tra le auto con dei carretti
da, dagli Stati Uniti nel 1776
Mentre di notte i ragazzi
carichi di scatole di care dalla maggioranza degli
più poveri separano la
tone appiattite, per guaeuropei nel 2004.
plastica dai sacchi dei
dagnarsi la giornata.
La Democrazia costituziorifiuti per strada, prima
nale e federativa che, sepIn Italia si chiama raccolta
che passino i camion
pure mai immune da errori,
differenziata.
della municipalità per
a volte macroscopici, perportare la basura allʼinmette più libertà e benesseceneritore. Mentre ogni
re individuale di qualsiasi altra
giorno giovani e vecchi cartoneros si fanno
logica di amministrazione. Sicuramente prelargo tra le auto con dei carretti carichi di
cedente e forse futura. E certamente mi inscatole di cartone appiattite, per guadaganno, essendomi dichiarato non di sinistra.
gnarsi la giornata. In Italia si chiama raccolMa chissà perché, se democraticamente vieta differenziata.
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ne scelto un governo di destra, allora non va bene. Non va bene COMUNQUE. Criticano tanto da convincersi che il loro piccolo pensiero
coincida con la grande verità. Che noia. (e Giorgio Gaber sta provando un doppio carpiato con tre avvitamenti!)
Perché non parlo del Che?
Io sono tornato da Cuba anticomunista e anticapitalista. Ma lʼalternativa qualʼè?
Forse non ne sono orgoglioso, né entusiasta, ma cosa ho fatto io per
migliorare lʼEuropa che sento mia? O solo lʼItalia? O solo Milano?
Cosa stiamo facendo noi poveri sfigati amatori, a parte criticare
sempre e comunque chi sta cercando di governare?
Perché ho dovuto andarmene per non ascoltare più le panzanate
da bar sui politici e sopra tutti Berlusconi? Berlusconi, i suoi amici e
gli amici degli amici.
Perché i quotidiani italiani non riportano i fatti, quello che succede e
come si evolve nel paese, ma solo le polemiche? Perché in prima
pagina ci sono gossip? Il tale ha detto quella cosa e il talaltro ha
risposto in quel modo. La replica è stata…… Lʼarticolo è pronto per
la stampa. Che noia.Perché non parlo del Che?
Qui in Argentina, si condanna lʼex presidente Menem come un uomo
corrotto e di destra “…che ha fatto solo i suoi interessi e in dieci anni
è riuscito a distruggere lʼindustria e ora non si produce più neppure
una vite… quello che sa succedendo anche in Italia con Berlusconi”.
Mentre Menem è colui che ha cambiato la centenaria (1853) costituzione liberale (e cioè “di destra”) in una costituzione sociale (1992).
Parimenti privatizzando (solo per fare un esempio: la telefonia), ha
permesso agli Argentini di avere il telefono in casa. Ancora oggi, negli
annunci di vendita delle case si specifica la presenza del telefono
come un plus, retaggio di non molti anni fa quando pochissimi lo avevano solo perché conoscevano il tale che lavorava per lo Stato.
E questo sì, significava essere amici degli amici.LʼArgentina – come
lʼItalia – soffre ora un pesantissimo debito verso gli stati esteri. Secondo
alcuni economisti, inoltre, il paese sta andando verso un collasso energetico (Le monde diplomatique, Aprile 2005), poiché esistono riserve
comprovate solo per i prossimi 15 anni.
Accanto ai grattacieli, nel pieno centro di
Buenos Aires esiste una bidonville, Villa 31,
che il governo ha deciso di far sparire, incredibilmente senza sterminare le migliaia di
persone che la abitano. Problemino non da
poco. Ma oggi le persone di sinistra criticano
il presidente Kirchner perché non riesce ad
applicare le leggi sociali a tutela dei più deboli e poveri, per cronica mancanza di fondi.
Perché non parlo del Che?
In Italia, gli interessi sono quelli di Berlusconi, se si tratta di Iraq, allora sono interessi di Bush. Naturalmente se le stesse
azioni le decide Blair, che è di sinistra, non
se ne parla. Bush è il grande burattinaio?
LʼArgentina crolla: Bush ci guadagna. Appena si parla di petrolio nel mondo: Bush ci
guadagna. La crisi israelo-palestinese,
lʼafghanistan, lʼIraq, lo tzunami?
E così queste persone rimangono schiave
di questa infantile, triste idea.
Ogni avvenimento da loro è vissuto come
il sopruso di un grande e potente verso i
piccoli indifesi.
E parimenti dagli Stati Uniti è preteso lʼaiuto
e il sostegno per il mondo intero. E le persone di sinistra criticano anche quando questo
arriva… “è poco, è in ritardo, se lo fanno,
N.41 - 16 SETTEMBRE 2010
allora è per interesse proprio….o degli amici degli amici”. Sicuramente un complotto. Sicuramente Bush ha abbattuto il WTC. Anzi no, è
stato il Berlusca. E i piccoli oppressi sono sempre loro.
Ma in base a quali criteri decidiamo chi è piccolo e chi è grande?
Chi è potente e chi nullità? Chi opprime e chi è oppresso?
La storia è farcita di falsi eroi. Napoleone Bonaparte, Hiro Hito,
Iósiv Stalin, Hitler, Che Guevara, Mao Tze Tung, Nicolae Ceausescu, Yasser Arafat, Kim Sung, Gheddafi, Saddam. I nostri baldi si
chiamano Colombo, Mussolini e Garibaldi.Alcuni di loro caduti in
disgrazia in vita, altri celebrati ancora oggi come idoli.
In realtà tutti semplicemente disumani. Nati uomini come ognuno di
noi, uguali a noi.Divenuti brutali assassini per scelta.
Convinti di fare lʼinteresse proprio, del proprio popolo, del proprio
Re, del proprio Dio. E non necessariamente quello di Bush.
Sto parlando di criminali. Di regimi non democratici, di conquistatori
e di pazzi. Non di uomini rappresentanti di altri uomini perché democraticamente eletti dalla maggioranza (a parte Mussolini che
divenne capo del governo col 64,9% dei voti). Criminali non di destra o di sinistra, e che dovrebbero essere condannati non da destra o da sinistra, ma da qualsiasi essere pensante come tali: criminali. Criminali, ma in realtà burattini. Uomini cresciuti nel mito del
potere e della ricchezza, della religione o del totalitarismo: della
libertà per sé stessi e delle proprie convinzioni, a discapito della
libertà e delle convinzioni altrui. Assassini burattini.
E dʼaltronde anche Bush, anche tutti i presidenti degli Stati Uniti,
anche se pur democraticamente eletti, anche se sono il solo che lo
dichiara, sono in realtà dei burattini. Presidenti burattini.
Stanno a questo mondo cercando di fare il loro gioco.
Ma le persone di sinistra dicono che giocano sporco. Sospettano,
condannano e richiamano a valori diversi, a valori più alti. Ai fantasmi di una immaginaria cultura di sinistra. Una cultura “migliore”,
che non è mai esistita (lʼunica citabile è il Satyagraha di Mohandas
Karamchand, il droghiere. E lo faccio volentieri io, cosciente che di
sinistra non è) e che chissà se mai esisterà.
E questa è da sempre la storia di tutti, che nessuno ammetterà mai.
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www.accessorietecnica.it
MAGAZINE
sull'equipaggiamento
manutenzione,fai da te per
camper e caravan
banca di Miami?
E continueranno a sputarsi addosso da
Nulla di tutto questo. Con quanti ho parlato
destra a sinistra e viceversa.
io, ognuno si sente forte e orgoglioso di
Perché non parlo del Che?
essere caduto e di essersi ripreso.
LʼArgentina è un paese popolato da persone
LʼArgentina e tutta la sua grave storia sono
che detestano gli americani (Yankees) ma
mischiate in un paese che ogni giorno si
adorano McDonaldʼs; ammazzerebbero gli
rinnova e insistentemente ricomincia.
inglesi ma vivono di Shell; hanno almeno tre
La città e il paese non sono immuni dai prononni italiani e il doppio passaporto, ma non
blemi, ma è certo che BsAs, y todo el País,
conoscono da dove vengono; sfottono gli
ad ogni mazzata, per quanto pesante possa
spagnoli (Gallegos) ma parlano come loro.
essere, cadranno sempre in piedi.
Ogni Argentino pensa che nel 2001 “chi
Perché questo luogo nel mondo dove il
aveva i soldi” (i potenti, gli amici degli amipeggio (fogne, inquinamenci) li ha mantenuti, salvato) si disperde nellʼoceano
guardandoli per tempo in
(e sarà per questo che non
posti più sicuri di una
LʼArgentina è un paese poamano pescare); questo è
banca Argentina.
polato da persone che deil paese la cui superficie è
Ma - a parte i fantomatici
testano gli americani (Yancome lʼEuropa, ma con la
amici degli amici (e cioè
kees) ma adorano McDostessa popolazione della
amici dellʼamministrazionaldʼs; ammazzerebbero gli
Polonia; questa è terra
ne Statunitense, o meinglesi ma vivono di Shell;
ricca, dove ricca è un palliglio della triade Bushhanno almeno tre nonni
do eufemismo, perché è
Cheney-Rumsfeld) - le
italiani e il doppio passarigogliosa e umida, piena persone di serie B, quelli
anzi relleña - di tutto: acche ad ogni cambiamenporto, ma non conoscono
qua, mare, montagne,
to, grande o piccolo, ci
da dove vengono; sfottono
campagna, immense riserrimettono, e cioè tutti gli
gli spagnoli (Gallegos) ma
ve naturali, macro e microsfigati rappresentanti del
parlano come loro.
climi differenti, vino, birra,
genere umano, e un Arfrutta, vacche, vacche, vacgentino in particolare,
che e ancora vacche; questa
che ne pensa?
città è extrasize, interminabile: lunga, larga,
Preferisce guardare avanti o semplicemenalta e colorata, equamente contaminata da
te il dolore è ancora così grande che non è
Europa e Stati Uniti nella storia, nei costumi
rasserenante parlarne? Prova il coraggio di
e nei consumi.
essere sopravvissuto a questo o la rabbia
E questo luogo, come tutti i paesi di questo
di aver perso quasi tutto? Ha di nuovo fidumondo, è pieno di contraddizioni e scontri
cia nel sistema o come sempre lo teme?
sociali che si risolveranno, forse, quando la
Capisce le potenzialità di questo paese o
democrazia sarà matura e rispettata da tutti.
cinicamente deposita i suoi risparmi in una
N.41 - 16 SETTEMBRE 2010
Anche in Italia.
E dellʼItalia potrei anche parlare meglio.
Anche se è piena di sinistre contraddizioni.
Ognuno di noi è potenzialmente giudice e
criminale, papa e scomunicato, vittima e
carnefice, adorabile e odioso, sincero e
falso. Opprime ed è oppresso. Così si tira
avanti. Il cervello umano è il luogo dove tutti
i contrari convivono molto poco pacificamente. È tutta qua la nostra coerenza?
Perché non parlo del Che:
Perché, signori miei, il Che non esiste.
Il Che è solo il mito fantasma per le persone di sinistra in Europa. Qui in Argentina,
anzi, qui a Buenos Aires, la capitale culturale del Sudamerica, dove il Che è nato e
cresciuto, lo conoscono appena. Dalle librerie del centro alle bancarelle del parco Rivadavia, non trovo nemmeno il libro con cui
sono partito “Aquí va un soldado de America” per rileggerlo in versione originale.
“…Che Guevara è… un Cubano… se ne è
andato via dallʼArgentina in motocicletta e
ha fatto il rivoluzionario… e a noi Argentini
non dice niente”. "Un esponente della
dottrina comunista, che è morta".
Questo è quello che pensa la gente in Argentina. E non una bandiera, un monumento, una via, non una T-shirt, non un libro
esposto. Dove è seppellito il Che? “Boh?
Forse a Recoleta…” [è sepolto a Santa
Clara, Cuba} In Argentina i miti si chiamano
Evita Peron, Diego Maradona, Monzon,
Fangio, Batistuta, Sabatini…. TUTTI ITALIANI insomma.
In realtà il vero e unico mito, è Carlos Gardel, cantante di Tango “inalcanzable” dei
tempi di Caruso. Nato francese di Toulouse,
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VIAGGI DEI LETTORI
si chiamava Gardés, Poi il solito errore di scrittura del poco scrupoloso responsabile dellʼufficio immigrazione. Sono arrivato pensando di perdermi negli orizzonti di paesaggi incontaminati e trovo
una megalopoli di 12 (Dodici!) milioni di abitanti.
Un popolo che sogna lʼItalia e che ama lʼItalia come un mito.
Non lo sanno che passiamo il tempo a sputarci addosso.
Sono arrivato pensando di vivere lʼavventura e non avevo conosciuto nulla di più comodo.
Sono arrivato con tutto, pensando di trovare poco. Invece qui cʼè
molto di più.
Sono arrivato pensando di mettermi finalmente a dieta. Ebbene
sappi che in Argentina è impossibile.
Sono arrivato da solo e senza conoscere nessuno. Dopo un mese
posso contare su alcune persone affidabili ed entusiasmanti.
Ma temo di aver perso definitivamente la stima di alcuni compatrioti, scrivendo queste righe. Non spero neppure di far vivere
questo blog, tanto è poca la volontà di confronto.
Esagero? No, sono solo di passaggio, come tutti, in questa vita
meravigliosa. E me ne rendo conto.
|No, non mi sto drogando. Ho anche provato, giuro. Qui anche il
fumo e la cocaina costano come un sandwich. Ma la cocaina
sembra darmi effetti che non valgono la spesa e il fumo non posso
neppure aspirarlo. Non sono venuto qui per drogarmi. Non è certo
l'Argentina il paese della neve (che non manca a Bariloche
e Neuquén), né dell'erba (di cui si nutrono le vacche).
Ho lasciato Buenos Aires.
Lasciare Buenos Aires non é una scelta dettata dal desiderio.
Lasciare Buenos Aires non é mai una scelta desiderata. Buenos
Aires é il mondo a parte . Dove convive tutta la civiltà conosciuta
con la realtà che si incontra solo a Buenos Aires. I mille teatri, le
orchestre musicali, venti squadre di calcio (e venti stadi), i locali
per ballare tango, e i palazzi di chiaro stile transalpino. gli SPA
(Salutae Per Aqua) locali di massaggi e trattamenti rilassanti con
hammam, idromassaggi e camere per dormire.....i parchi – immensi, con centinaia di travestiti che di notte danno spettacolo:
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NOVITA’ IN ARRIVO
PROSSIMAMENTE IL TUO
CAMPER AVRA' UN...?????????
Scoprilo leggendo CAMPERPRESS!!!
tette perfette, culi perfetti, labbra e
occhi perfetti, ostentati con molto
orgoglio e una buona dose di cocaina per resistere al freddo. Le auto,
a cinque allʼora, formano una coda
praticamente interminabile che si
insinua delle curve del parco con
lʼobiettivo di scegliere bene in quale
migliori curve entrare.... Manca solo
la pubblicitá dei chirurghi plastici
che di questo bengodi sessuale
sono gli artefici.
A Buenos Aires si parla una lingua –
il lunfardo – sconosciuta al resto del
mondo, anzi, sconosciuta al resto
del País. Espressioni quotidiane
qui, risultano ignote ad appena 500
kilometri di distanza. Pochi pesos
per un dizionario aprono la cittá al
neòfita, che provvisto solo di dizionario ufficiale piangerebbe chiamando la mamma.
Di Buenos Aires amo quanto poco
costa mangiare e la qualità del cibo,
amo il vento che permette alle
enormi bandiere bancoazzurre di
garrire orgogliose, amo i negozi, i
bar, i ristoranti, i supermercati, le
stazioni di servizio, aperti 24 ore; il
parco auto che va dalle vecchie
chevy cabriolet stile Happy days, alle BMW serie 5 ultima generazione, passando dalle vecchie (e mitiche) Ford Falcon verdi, memori della polizia durante la dittatura (che ora vanno a ruba), le
decine di reti wireless sparse per la città, la capacità manuale dei
taller: meccanici, tappezzieri, carrozzieri, carpinteri, saldatori,
motoristi...le ragazze che ballano, le ragazze che salutano, le ragazze che sorridono.
Di Buenos Aires amo la luce. Di giorno il vento, giocando veloce
con le nuvole chiare, disegna il sipario perfetto alla città. Di notte...
una notte Paris è passata di qui e a momenti si vergognava.
Di Buenos Aires amo i prezzi delle case. Ho visitato deliziosi loft di
50 metri quadri con terrazza (e immancabile parrilla) circondati
dalle case a tre piani di San Telmo, come appartamenti signorili a
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Belgrano con vista sulla avenida Cordoba o sedetevi-agitate le mani, cercava di far ingiSanta Fe, a poco piú o poco meno di 1.000 nocchiare Satanás nascosto nel corpo di
USD al metro quadro. Tutto é a buon mer- una vecchietta. Qui il Brasile è un poʼ quello
cato eccetto i notebooks e i televisori LCD, che per lʼEuropa è lʼIndia: la culla del metache costano il doppio. Bere, come mangia- fisico e la rivelazione dellʼignoto. A un prezzo decisamente più a buon mercato.
re, é il vero sport nazionale argentino.
Il caffé assomiglia appena al nostro, ma a Sono stato invitato a un Casamiento. Qui si
Buenos Aires è sempre servito con un bic- sposano il venerdì mattina e fanno la festa il
chiere dʼacqua e un complimento. Ma devi sabato sera. Alle 23 inizia la cena - orario
insistere! Se lu vuoi corto, ristreto o fuerte. del tutto normale, qui. Ho lasciato la sposa
ubriaca marcia alle 5 di mattina che contiIl concetto varia da barrio a barrio.
Della vacca non si lascia niente (noi lo fac- nuava a ballare sui muri alla Union des Anciamo col maiale, no?). Cosí sulla parrilla ciens Combattants, tra parenti ben vestiti e
dei ristoranti si possono vedere profumati ingioiellati, una orchestra di soli brass, inChorizo (salsiccia), Asado de tira (costole), ventata da Kusturica in persona, e la cena
Morcilla (sanguinaccio) e Chinchulin (inte- con lo stesso menù del Pranzo di Babette.
riora), accanto a ENORMI tagli di Vacio ed Non ho lasciato Buenos Aires per ché desiEntraña, che, al confronto, una fiorentina deravo farlo. Purtroppo il freddo dellʼinverno
Australe e le poche giornate uggiose mi
come dio comanda è un antipasto.
Amo il vino che si beve a Buenos Aires. ricordavano troppo Milano. Succede che
Provate Los Arboles. Finca Navarro Correa. ogni volta che penso di essere a Milano, mi
viene in mente che a Milano
É una miscela di Cabernet
io sto male. Le auto che
Sauvignon e Malbec (uva
sputano veleno, le case
argentina) che fa paura!
Della vacca non si lascia
che eruttano veleno, la
Poi chiamatemi per imniente (noi lo facciamo col
gente che fuma veleno....e
portarlo. Non per arricmaiale, no?). Cosí sulla
mio cugino che mi consichirsi – purtroppo mi
glia: vai a vivere al mare.
manca il senso degli
parrilla dei ristoranti si
Caldo e Mare. Che ancora
affari – ma per sbronzarpossono vedere profumati
aspetto di trovare. Sopravsi. Esiste anche la verChorizo (salsiccia), Asado
viveró fino a quel giorno?
sione bianco, una miscede tira (costole), Morcilla
Alcuni pensano che io prola Chardonnay-Chennin
(sanguinaccio) e Chinchuvi nostalgia e che un giorche non sfigura.
lin (interiora), accanto a
no torneró in Italia. La
Amo la vita artistica che
realtá é che non desidero
freme e rigogliosa si
ENORMI tagli di Vacio ed
tornare. Desidero solo
rinnova. Ho visto Obit,
Entraña, che, al confronto,
cambiare. Conoscere posti
della Fura dels Baus.
una fiorentina come dio
nuovi, lingue differenti. Ma
Messaggio forte e chiaro
comanda
è
un
antipasto.
non sono qui solo per vequanto criptato e ermetidere le cascate di Iguazú o
co. Incomprensibile ai
la Patagonia. Adoro inconpiù: geniale. Ho assistito
trare le persone. Sapere la
a prove di concerti Swing nei
garage di San Telmo, a divertenti spettacoli loro storia, insinuarmi nella loro vita. Tanto
teatrali in teatri off, alla fantasia dei giocolie- tempo fa ho scritto una canzone – Il cielo –
ri da strada, a ridicoli miracoli da religione di che dice.... una terra simile alla tua anima,
provincia, dove un sacerdote con forte ac- nel tuo cuore è tutto ciò che vuoi....in fondo
cento Brasiliano, di fronte alla solita folla lʼArgentino non è altro che una interessante
partecipe con ginnastiche del tipo alzatevi- variante di Italiano, nel quale io mi riconosco
N.41 - 16 SETTEMBRE 2010
meglio.
Ora, favorito dalla migliore attitudine
della gente, vivo lʼadagio: quanto prima
avrai nuovi amici, quanto prima avrai
vecchi amici. A Buenos Aires ho incontrato persone che posso ora chiamare
Amico. Simonetta, Miguel, Diego, Pablo. Altre mi scrivono, che mi chiedono di
tornare, come la bella Laura, Chico,
Flor, Raul. In qualità di Tano d.o.c., e
con la buena suerte che mi accompagna, ho avuto accesso a eventi e incontri che il cittadino di Buenos Aires
neanche in tutta la vita. Ho conosciuto
persone note. Alcune interessanti,
altre le solite teste di cazzo. Sono stato invitato al Congresso alla presentazione del libro del deputato Mirta Perez. Un giorno, uscendo di casa in
auto con tutta la famiglia, dei banditi
hanno puntato unʼarma per derubarli. Il panico ha fatto accellerare lʼauto e il colpo
partito dallʼarma ha ucciso il figlio piccolo tra
le sue braccia. Ha reagito. Combatte contro
la delinquenza. Il libro si intitola El antes y
el después.
Ora parlo un discreto Spagnolo. Suppongo
che in tre-quattro mesi non avró piú quelle
difficoltá che ancora mi identificano come
un turista da afanare, un boludo a cui
estrorcere pochi pesos in piú (senza comunque poter mai raggiungere le vette della
rapina organizzata di Venezia o Cannes o
Cortina o Zermatt o London). Immagino che
allora sarò pronto per affrontare i luoghi e i
personaggi piú impervi di questo continente
e non escludo nemmeno alcune imprese
che metteranno un poʼ alla prova il Bambi.
Giá, il mio Bambi Rodante. Macchina meravigliosa, casa e compagna delle mie avventure. Ho detto che mi manca il senso degli
affari ma con il Bambi ho avuto fortuna e
fiuto. Ma non finirò mai di ringraziare Alessandro, per questo. Ora é praticamente perfetta e decisamente bella. Quarantaquattromila kilometri e tanta voglia di masticare
terra americana.
Questo tropico del cuore mi ha amato e si è
fatto amare. Complice la lingua, lo sguardo
semplice della gente, lʼospitalità e il sentimento di appartenenza, e questa rete di fili
che avvolge i palazzi e fa dellʼArgentina un
paese ancora da mettere a posto, ma un
paese vero, integro e – a dispetto di tutte le
raccomandazioni - senza dubbio più sicuro
di qualsiasi città Europea. Le guide turistiche, Fodor's, Guide du Routard, Lonely Planet eccetera, parlando del sudamerica consigliano di fare attenzione ai ladruncoli locali. Qui scrivono che New York, Madrid,
Roma, London e Paris sono città pericolose
anche per il rischio di attentati politici....
Lascio Buenos Aires con la voglia di tornare
nella cittá che mi ha dato tanto, ma ancora
non tutto. Ma che piú di ogni altra cittá, oggi, mi fa sentire a casa.
Ma basta parlare. Il vero viaggio comincia ora.
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IL SETTIMANALE
FREEPRESS DEL
CAMPERISTA
VIAGGI DEI LETTORI
Tinnamora - 2005-06
martedì, giugno 29, 2005, 06:38 PM
Argentina
Lasciando la provincia di Buenos Aires
diretti a nord, si lascia la ricchezza
porteña dei Country, e delle Quintas
(villette per il week end, in puro stile
Nordamericano), degli enormi centri
commerciali e degli alberghi, delle
fabbriche e dei grandi magazzini di
distrubuzione. Quindi si attraversa
lʼimponente ponte sul Rio Paraná, per
entrare nella Provincia di Entre Rios (il
Paraná e il rio Uruguay, appunto). A
Nord di Entre Rios, le provincie di Corrientes e Misiones. La regione è chiamata tecicamente NOE NOrd Este, ed è
conosciuta anche come Mesopotamia.
Entre Rios fa pietà.
Lʼunico aspetto degno di nota di Entre
Rios è la straordinaria efficienza della
Policia in autostrada: 276, 50 Pesos di
multa per eccesso di velocitá (75 km
orari invece che 60), mi hanno fatto
capire chi è il pollo da spennare e chi il
bastardo. Il souvenir é un foglietto di
carta con timbro, apparentemente ufficiale, che ho esposto con orgoglio a tutti i blocchi successivi che
volevano terminare bene il lavoro di ripulitura.
A parte questo, Entre Rios e Corrientes sono 1000 kilometri di niente. Vacas y pasto. Vacche e prati. Ho viaggiato due giorni sotto una
pioggia incessante che almeno ha regalato qualcosa al paesaggio:
vacas, pasto y lluvia, lluvia, lluvia. Ho cercato di fotografare questo
niente, ma non riuscivo a inquadrare niente, e anche dopo lo scatto, la mia fedele Lumix FZ20, non fotografava niente. Increiiible!!
Il viaggio è cominciato.Ogni viaggio argentino è intervallato ogni
100/200 km dalla visita al Gauchito Gil. Le bandiere rosse a lato
della strada indicano la cappelletta piena di statuette, iscrizioni,
N.41 - 16 SETTEMBRE 2010
quadretti, targhe di automobili che funziona come piccolo santuario
laico per proteggere il viaggio. Noi, sicuramente più pragmatici degli
Argentini, ci tocchiamo le palle e via!
A metá strada il paese di Chajarí non dovrebbe neppure essere
nominato. Ma è talmente brutto, che devo farlo.Ragazzi, Chajarí è
da vedere. É un paese orribile, giuro! Le solite strade regolari a
Manzana come tutte le città americane e solo alcuni negozi nella via
centrale, scura. Poi basta. In compenso non esiste la depressione.
Uno a Chajarí non entra in depressione, si suicida direttamente.
Ok, spiego la Manzana. Manzana significa anche mela ma in topografia indica un quadrato di 100 metri per 100 che delimita le strade
(calles y avenidas) di tutte le città argentine. Così dare la
vuelta a una manzana significa fare il giro del quadrato, per
ritrovarsi al punto di partenza. Orientarsi è facile. Ogni calle
inizia da una parte della città e termina dall'altra. In
mezzo c'è una piazza, generalmente grande come 4
manzane.
Misiones si trova ancora più lontano dalla Capitale: 1200
kilometri e 15 gradi Celsius più su. Misiones geograficamente inizia con lʼEstablicimiento Maria, uno dei tanti dove
si coltivaYerba Mate, che con il legno e lʼacqua sono le tre
ricchezze della Provincia. Qui il paesaggio si fa collinare e
rigoglioso di alberi dalle specie piú distinte. Il clima è subtropicale e le varietà vanno dalla Palma al Pino. Ma la selva
originaria è piena di Timbó, Paolo Rosa, Palmito, Ysapuy,
Cancharana e Guatambú.
Il Pino la fa da padrona e ogni giorno enormi camion carichi
di legna sfrecciano per la gioia di Mister Ikea.
A volte sembra di essere in Veneto, tra Cittadella e Feltre,
per intenderci. Per essere uguale, però, bisognerebbe togliere tutte le case e non è mica facile.
La caratteristica fondamentale della zona è la terra che è
rossa. Un enorme Roland Garros con le strade che seguono lʼandamento delle colline e si insinuano nella foresta. La
terra è rossa per un raggio di trecento kilometri intorno alle
Cascate di Iguazu. Qui come in Brasile, i più curiosi mi chie-
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IL SETTIMANALE
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VIAGGI DEI LETTORI
dono di che colore è la terra in Italia. Marrone
scuro, rispondo. Ah, che strano...
Tra una città e lʼaltra ci sono vari punti turistici, come Saltos (cascatelle) e Mirador
(panorama). Misiones per tutto questo è
detta “la linda”.
Misiones si chiama così perchè i primi rompicoglioni Cristiani hanno trovato qui – come in alto Paraguay e nel Paraná Brasiliano
- le tribù Guaraní da indottrinare, costruendo enormi città in pietra – las Misiones Jesuiticas - di cui oggi si ammirano le Rovine.
Misiones è una terra di confine e si parla
anche Brasiliano e un po`Guaraní, lʼantica
lingua degli indios. Misiones è una terra di
etnie. Qui, più che in altre provincie del
País, si trovano Tedeschi, Ucraini, Italiani,
Svizzeri. Lʼinfluenza si sente, i meccanici sono
tedeschi, le case svizzere, le ragazze sono
facilmente provviste di occhi azzuri o verdi e di
capelli biondi ma non parlano Danese.
A Misiones le città si chiamano Montecarlo,
Jardin America, Puerto Rico, Posadas,
Esperanza, Libertad... ma chi è il genio che
ha inventato questi nomi???
Sono passato anche a Oberà
che in lingua Guaranì significa
"colei che brilla". La
provincia di Misiones è una lingua
di terra rossa, calda, che si insinua
nel fondo del Brasile circondata
dalle acque, il rio Paranà e il rio
Uruguay.... e in cima, nel punto del
massimo piacere, ci sono le cascate di Iguazu....sexy, vero?...
Non è una battuta, però. Qui il
sesso è vita. Bambini e donne
incinta o che allattano per strada. Il sesso lo fanno anche le
montagne, la terra, le piante, le
foglie, la frutta....Spiegherò.
Il 20 Giugno è il giorno della
Bandiera. Tanto per sottolineare, la bandiera Argentina è stata
inventata da un Italiano... il generale Manuel Belgrano. Quella
mattina a Panambí ho partecipato alla inaugurazione della
Ruta Costera 2, intitolata a Juan
N.41 - 16 SETTEMBRE 2010
Pablo II. Stretta di mano al Governador
Rovira, sfilata militare e giuramento alla
Bandiera di tutti, a partire dai ragazzini della scuola.
Lo stesso pomeriggio sono passato a Obera, la città dove le etnie hanno costruito nel
al Parque de los immigrantes, ognuno la
sua casa.... In casa Italia la comunitá italiana stava eleggendo la "Regina della
Nazione", che rappresenterà lʼItalia in
Sttembre alla Festa de los Immigrantes, un
concorso di bellezza tra le varie comunità
(Polacca, Svizzera, Russa, Ucraina, Svedese, Tedesca, eccetera) dal quale uscirà
la Reina Nacional de las Naciones.
Appena arrivato ho conosciuto il presidente
della comunitá (Cacho, in italiano sarebbe
Ciccio) che mi ha accolto come un
divo....mi ha introdotto a tutta la comunitá e
mi ha invitato a presenziare come giurato.
Sono stato perfino intervistato dalla TV
locale. Il fatto che a Misiones lʼunione economica, politica e di lingua, sia fatta dal
popolo e non dagli stati, mi affascina piú
che una unione di Stati. La Reina si chiama
Juliana Emanuela Sansaloni. Poi baci, abbracci, arrivederci a presto eccetera eccetera...
Le magnifiche Ruinas de Trinidad, in Paraguay, e di San Ignacio, non mi hanno emozionato più di tanto.... da questa osservazione deduco che tra le varie aspetti della
vita continuano a sedurmi meglio le giovani
e belle rispetto alle vecchie o morte.
A Candelaria (dove Belgrano ha innalzato
la prima bandiera biancazzurra) ho assistito
alla recita in costume di uno dei tanti San
Jorge incarnato in un giovane autoctono. In
questo caso si trattava di una ragazza di 35
anni. Il nome da semplice umano è Monica.
Quando San Jorge si manifesta cura i bisognosi esprimendosi in Brasiliano. Prodigi
della metafisica di provincia. Con la benedizione della Santa Apostolica Romana Chiesa!
A Eldorado Radio Metropolis è uno sgabuzzino di due stanze: in una il fonico, nellʼaltra
lo speaker. Non ci sono porte. Si sentono i
rumori del centro commerciale adiacente e
quelli provenienti dalla strada. Sia il fonico
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che lo speaker bevono Mate. La chiaccherata con il sottoscritto si snoda velocemente su temi economici, politici, di attualità.
Bene amici, auguriamo buon viaggio al Tano, che ritorni a Eldorado! E pensare che mi avevano invitato a parlare dellʼequipaggiamento del Bambi!
Da Eldorado decido di raggiungere le Foz di Iguazu per il percorso
che solo Paolo Zanaboni può pensare….passando dal Parque Urugua-í e dal Parque Iguazu. È un recorrido molto più lungo della
strada normale e si percorrono 120 kilometri di consolidado (non
asfaltato) e empedrado, ma se non lo faccio io che sono comodamente seduto sotto quattro ruote motrici nuove!?!
Il primo vero test per il Bambi. La strada attraversa la Selva Misionera da centoventinove anni ed è in perenne costruzione. Il politico
di turno, appena eletto, riapre i lavori per 6 mesi e poi si dimentica.
È la loro Salerno-Reggio Calabria, per intenderci.
Juan Perez, un professore della facoltà di Scienze Forestali di Oberà, mi ha consigliato di fermarmi dal Guardaparque, Aloisio Folletto,
disfrutando la selva, la ultima porzione di selva che rimane nella
regione (Paraguay-Brasile-Misiones) che è appena lʼotto percento
dellʼoriginale. Durante lʼultimo secolo, sono stati distrutti miliardi di
alberi per sfruttare la coltivazione. La seconda riserva naturale di
ossigeno, dopo lʼAmazzonia, è quasi sparita. Quello che rimane, a
San Sebastian de la Selva, è un paraiso. Aloisio è uno gnomo inventato da Tolkien e gli alberi sono gli stessi alberi che circondano
la terra di Mordor, dove lʼombra non scende.
Nellʼagroturismo di Don Camillo tutto è immenso e pacifico. Mi viene in mente Gone with the wind, e the beloved Tara, la casa di
Scarlett. Ho cenato con gnocchi di mandioca. Ho pelato, ho lavato,
ho imparato a cucinare, a friggere e a coltivare la mandioca. Impressionante. Una patata più buona della patata che in tre mesi (!)
dallʼinterramento di 10 centimetri del fusto sviluppa dieci radici
commestibili. Una ricchezza.
Lasciato il paraiso dirigo il Bambi verso Puerto Iguazu, una delle
città sulla tripla frontiera, e le cascate. A 35 orari, la 4x4 inserita, tra
voragini da Star Wars e sassi come a Matera, la meccanica del
Bambi è una bomba. Ma allʼinterno la mobilia soffre. I pochi supporti deboli, si sono rotti tutti. Sbrigherò i lavoretti con calma. Il Bambi
ha superato il test egregiamente.
Porto Iguazu, in Argentina, penalizzata dal cambio e forse dalle
poche attitudini commerciali dei suoi abitanti, è una città quasi fantasma, rispetto alle altre due. Las Cataratas sono davvero belle.
Dal lato Argentino si vede molto di più, sono in tutto 173 cascate e
la più imressionante è la Garganta del Diablo.
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Dal lato Brasileño, il giorno dopo per esagerare e per esaltare le
possibilità della videocamera ragalata dai miei amici prima di partire, affitto un elicottero per un volo di ricognizione. Niente mi è costato così caro, finora: sessanta dollari. Ma vale la spesa.
Foz de Iguaçu vive di questa ricchezza, ma la città, seppure ricca
in confronto alle città argentine, non è niente di speciale.
Speciale è invece Ciudad de lʼeste, in Paraguay. Ciudad de lʼeste, a
parer mio vale un viaggio.
Sucio, mugre, pobreza… Sporco, sporcizia e povertà, accanto a
enormi pubblicità Samsung, Sony, Panasonic con foto di ragazze
orientali e scritte in ideogrammi.
In Paraguay si sono iperspecializzati in elettronica. Un numero
infinito di negozi propone a prezzi Internet statunitensi, qualsiasi
Tv, autoradio, computer, impianto stereo, videocamere, fotocamere,
telefoni cellulari eccetera eccetera. Impressionante.
La gente mangia per la strada sotto formati dalle bancarelle perenni. Se mangiassero con los palitos, i bastoncini, sarebbe identica
alla Los Angeles di Blade Runner.
Dal Brasile torno a Eldorado. Non so bene quale sentimento mi
lega a quella città, ma non posso farne a meno. Misione tinnamora.
Decido di buttarmi ancora in Brasile, questa volta attraversando il
Rio Uruguay. Il lato Brasileño è una campagna francese con larghe
colline coltivate e fattorie di legno. Come in Paraguay, la selva qui è
stata totalemente distrutta. Il recorrido al Salto del Moconà, è un
inferno. Ma come si sa, lʼinferno è un paradiso:150 kilometri di ripio. Il ripio è la strada polverosa dove quando incroci un camion,
quello ti saluta lanciandoti sassi come proiettili sul parabrezza. Ma,
come una regia di un film di orrore psicologico, in questo caso il
ripio non è continuo, bensì intervallato da tratti di nuovissimo asfalto, cosicchè passo improvvisamente dal sogno allʼincubo, senza
possibilità di uscirne.
Ma il Bambi non demorde ed è così bravo, che credo che presto gli
comprerò un paio di fari nuovi….ho deciso che viaggerò anche di
notte e la prudenza non è mai troppa, con i cavalli e le vacche che
attraversano qualsiasi strada, anche fuori dalle strisce pedonali.
Ritorno a Posadas, la capitale, per dirigermi verso Corrientes, attraversare il Chaco, Santiago del Estero e salire a Tucuman e Salta
dove fa un freddo cane….. a presto, se sopravvivo, chettelodicoaffare?
Continua....
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della Comunicazione)
n. 18412 del 22/6/2009
Direttore Editoriale
e Responsabile:
Paolo Donato
Redazione e
Collaborazioni:
Maurizio Fontana, Gaspare
Zanini, Sara Bellinelli,
Fabio Lombardi, Max Russo,
Maurizio Valenzi, Michael
Assino
Progetto grafico:
Rosso www.rosso.org
[email protected]
LA VOCE DEI LETTORI
Questa rubrica è a disposizione di tutti per esprimere opinioni, esperienze, lanciare idee,
denunciare fatti e situazioni, chiedere un consiglio. Per nostra scelta e per la tutela della
privacy, non pubblicheremo gli indirizzi e-mail, ma vi chiediamo di fornire sempre e comunque il vostro nome e cognome e la città da cui scrivete.
Nel caso di lamentele, forniremo all’Azienda coinvolta – se interessata- i vostri dati, in
modo che possa mettersi in contatto con voi per risolvere la questione, salva sempre la
possibilità di una risposta sulla rivista. Allegate le eventuali foto in formato jpg con didascalia. SCRIVETECI inviando una e-mail a:
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in camper con i vostri cari, una storia nata grazie al camper. Perché avete scelto il camper per il vostro tempo libero e le vacanze, quale emozione vi trasmette questo strumento. Scriveteci, fate partecipi tutti i lettori della vostra esperienza carica di significato.
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