ics 2010 - catalogo - Incontri Cinematografici di Stresa
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ics 2010 - catalogo - Incontri Cinematografici di Stresa
Stampato su carta 100% riciclata. Prodotta con gas naturale, senza l’utilizzo di sostanze sbiancanti. Media partner DIRETTORE ARTISTICO Luca Evangelisti DIRETTORE OPERATIVO Enrico Pastore DIRETTORE ALLA PROGRAMMAZIONE Massimiliano Maltoni PROMOZIONE E FESTIVAL INTERNAZIONALI Luca Evangelisti Enrico Pastore Massimiliano Maltoni UFFICIO OSPITALITÀ E ACCREDITI Marta Testagrossa Emily Baroni Nathalie Onori Beatrice Borletto IMMAGINE COORDINATA E WEB DESIGN Marco Novello LOGO Federico Torres LOGISTICA E ALLESTIMENTI Marco Pianelli Ochner UFFICIO STAMPA Consuelo Vignarelli Michela Giorgini Serena Galasso REDAZIONE CATALOGO Massimiliano Maltoni Samanta Telleri TRADUZIONI Luca Evangelisti FOTO Mattia Campo RIPRESE IED Milano SERVICE AUDIO E VIDEO Easyway di Leone Loris PROIEZIONI Marco Cristante SOTTOTITOLI Neon Video STAGE Silvia Cavallini VOLONTARI Luca Rodinò Toscano Enrico Follo CONSULENTE PER IL PORTOGALLO Francisco Villa-Lobos RINGRAZIAMENTI Donatella Donati, Nicola Borrelli, Alessandra Priante, Marina D’Andrea, Luciano Sovena, Edoardo Ceccuti, Andrea Paris, Monica Moscato, Christian De Schutter, Eric Franssen, Emmanuel Roland, Pierre Drouout, Ivy Van Haecke e la Caviar, Paolo Cunha e Silva, Patricia Severino, Francisco Villa-Lobos, Peter Da Rin, Micha Schiwow, Hans-Ulrich Tanner, Simone Navarro, Laura Marcellino, Claudia Proverbio, Marion Bush, Solothurner Filmtage, Simone Bachini, Stefano Massenzi, Francesca Zanza e la Vivo Film, Massimo Palma, Benedetta Caponi, Alessandra Angelucci, Riccardo Amorini, Federica Ceraolo, Daniela Staffa, Flaminia Alecci, Roberto Dal Miglio, Alberto Bucci, Erika Baldini, Piers Nightingale, Ida Martins, Alessandro Lombardo, Paul Richer, NIP, Alberto Lastrucci, Carla Silva, Marylise Gomes, Thibaut Potdevin, Xavier Ruiz, Catherine Felli, Eve Commenge, Gabriella Macchiarulo, Patrizia Cacciani, Luis Urbano, Fabienne Martinot, Ennio De Dominicis, Davide Pulici e la redazione di Nocturno, Marco Chiriotti, Piera Sartore, Giulia Bertorello, Luciano Barisone, Paolo Moretti, Nikolas Montaldi, Maria Chiara Lombardi, Rossella Cavalletto, Silvia Rallo, Davide Bracco, Alberto Barbera e il Museo Nazionale del Cinema di Torino, Arcangelo Riganò, Samanta Telleri, Dafne Pizzolitto, Mohammed e Tiziana Soudani, Lara Moslemani, Anna Maria Nonatelli, Davide e Stefano Zanetta, Elena Leoni, Maddalena Ramponi, Massimiliano Termignone, Davide Ciocca e Roberta Bolongaro, Alberto de Martini “Cipo”, Marcello Morotti, Eleonora Ferrari, Ruben Bolla, Giuseppe Alesina, Alberto Chiarlo, Nicoletta Tedeschi, Canio Di Milia, Albino Scarinzi, Alberto Galli, la Famiglia Padulazzi, Alberto Ferrari, Roberto Donghi, Matteo Diverio, Luca Gemelli, Giampiero e Pupa Zanzi, Don Stefano, Rossella Bertolazzi, il Caffé Torino, Il Mini Bar, La Piazzetta, Il Caffè Nazionale, la Pizzeria Centrale. Realizzato da Piazza Matteotti, 20 28921 Verbania (VB) Sedi Operative Via Belfiore 15 – 10125 Torino Via De Vit 30 – 28838 Stresa Uffici Temporanei Stresa (11-20 giugno 2010) c/o Foresteria Villa Ducale Corso Umberto I°, 15 28838 Stresa (VB) [email protected] www.stresacinema.org Città di Stresa Assessorato alla Cultura Quella che ci apprestiamo a vivere è la 5^ edizione consecutiva degli Incontri Cinematografici di Stresa. Fu, infatti, nel 2006 che l’Amministrazione della Città di Stresa credette nell’idea e nel progetto, avanzato da giovani esperti, di promuovere il cinema di registi emergenti unito ad uno scambio di contatti fra professionisti del settore, che per qualità ebbe fin d’allora un riscontro particolarmente gradito. In seguito, ma in particolar modo nel 2009 quello che era nato come Incontri Cinematografici Italo-Svizzeri divenne Incontri Cinematografici di Stresa per estendersi, oltre alla vicina Svizzera ad un’altra realtà cinematografica come il Belgio Francofono al quale quest’anno si sono aggiunti il Belgio Fiammingo e il Portogallo assumendo di fatto sempre più una dimensione Europea. Sulla scorta dell’esperienza degli anni precedenti, nell’edizione di quest’anno, gli organizzatori, hanno messo a punto programmi innovativi, nuove location, presenze e premi a personalità del cinema che fanno di questo, un evento di alto profilo culturale e cinematografico di livello Europeo che a Stresa ancora mancava. Ancora una volta vogliamo ringraziare tutti coloro che con noi hanno voluto sostenere questo “progetto” con l’auspicio che il pubblico che vorrà assistere alle proiezioni possa apprezzare questa “nuova idea di far cinema”. Albino Scarinzi Consigliere con delega alla cultura Il desiderio di rinnovarsi è stata una caratteristica costante, e ha fatto crescere la manifestazione, allargata ora a quattro Paesi - Italia, Belgio, Svizzera e Portogallo - e estesa all’arco di una settimana: gli Incontri Cinematografici di Stresa mantengono la ricchezza e la varietà, maturate nel tempo, di proposte contraddistinte sempre da una particolare e felice propensione pionieristica e curiosa, insieme con la volontà di caratterizzarsi come iniziativa di primo piano per la promozione della cultura e del linguaggio cinematografici. La kermesse cinematografica promossa da Modulo Lem in collaborazione con il Comune di Stresa, la Provincia VCO, la Regione Piemonte ed il Ministero per i Beni e le Attività Culturali crea una preziosa rete di lavoro internazionale instaurando proficui interscambi con molte realtà europee di prestigio. Chiarita fin dall’inizio, attraverso il significativo titolo di “Incontri”, la volontà di creare occasioni di conoscenza fra cinematografie diverse e l’idea di andare oltre il concetto classico di festival cinematografico inteso come semplice vetrina di film, l’obiettivo continua a essere quello di esplorare il cinema indipendente, e in special modo le opere prime e la nuova creatività di autori giovani e emergenti di un panorama sempre più allargato all’Europa. L’obiettivo resta soprattutto quello di creare occasioni di incontro professionale, attraverso incontri tematici, seminari e tavole rotonde, momento diretto di confronto e di accordo tra i principali produttori cinematografici e televisivi. Gli “Incontri”, evento che intelligentemente coniuga un’attitudine a valorizzare la dimensione locale con l‘ambito europeo, si colloca in un Piemonte che ha perseguito, anche nel settore cinematografico, una politica che ha scelto di fare sistema, contribuendo a inserire la nostra regione in quella rete di scambi e di cooperazione a livello internazionale che è il presupposto indispensabile per la promozione di valori culturali condivisi, valido presupposto per il consolidamento e il radicamento di futuri, preziosi rapporti di scambio e la realizzazione di attività intorno a tematiche di interesse comune. Michele Coppola Assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili L’edizione 2010 degli Incontri Cinematografici di Stresa segna una sorta di “esplosione” – uno scatto di qualità fondamentale nel percorso di crescita del festival. Se quella del 2009, col cambio di nome e la decisa apertura verso l’Europa, era stata una scommessa rischiosa ma riuscita, l’edizione 2010 sviluppa ancora più decisamente la nuova filosofia degli Incontri: i Paesi invitati diventano 4 (5, se si considerano quelle del Belgio fiammingo e francofono come due cinematografie distinte), i giorni di programmazione passano dai 5 delle edizioni passate alla settimana piena, le location salgono a 12, i lungometraggi selezionati a 22 – 8 dei quali in anteprima italiana ed uno in anteprima mondiale. Quello che presentiamo quest’anno è insomma un festival in forte espansione, che guadagna sempre più terreno a livello internazionale ed allo stesso tempo si apre sempre di più alla città di Stresa, trasformando per una settimana il tessuto cittadino in un vero “cantiere” cinematografico a cielo aperto. Ma è soprattutto nella ricchezza della programmazione che è possibile vedere il cambio di passo di una manifestazione che non si è mai adagiata nel clichè del festival-vetrina. Ce n’è veramente per tutti i gusti: oltre ai film d’autore, ci sono thriller, polizieschi, film erotici, raffinate ricostruzioni d’epoca, commedie classiche e meno classiche, docu-fiction, drammi realistici e favole piene di fantasia, con opere che spaziano dai continenti più lontani alla provincia più profonda, in una girandola di stili e linguaggi che è quanto di più variegato si possa immaginare. Senza dimenticare poi gli eventi dedicati alla città di Stresa, segno tangibile di una manifestazione che affonda tenacemente le radici nel suo territorio d’origine: i tradizionali aperitivi dell’Ora ICS, i concerti, le feste, i workshop (la cui presentazione chiuderà il festival), i programmi per i più piccini, e soprattutto l’evento Stresa in Luce, preziosa antologia di cinegiornali dall’archivio dell’Istituto Luce, a testimonianza di sessant’anni di storia del Lago Maggiore. Per finire, qualche parola sul Cigno d’Oro di quest’anno – due, per la precisione, che vengono assegnati a Giorgio Diritti, astro nascente del cinema italiano, e ad un gigante della cinematografia mondiale come Manoel de Oliveira. La scelta potrebbe sembrare in contraddizione con quello che è sempre stato l’oggetto degli Incontri, ovvero il cinema indipendente; tuttavia, in entrambi i casi il premio vuole essere prima di tutto un omaggio ad un’attitudine tenace e fieramente indipendente, a due personalità che – nonostante abbiano cominciato (o ricominciato, come nel caso di de Oliveira) a far cinema relativamente tardi – hanno comunque saputo affermarsi contro ogni aspettativa o condizionamento. Luca Evangelisti Presidente Modulo LEM Direttore Incontri Cinematografici di Stresa A CORTE DO NORTE João Botelho Portogallo, 2008 JPEG2000, col, 120’ Versione originale portoghese Premi / Awards Coimbra Caminhos do Cinema Português, Premio del Pubblico / Audience Award Festival Internazionale del Film di Roma, Menzione Speziale / Special Mention Regia / Director João Botelho Soggetto / Original Story dal romanzo di / based on the novel of Agustina Bessa-Luis Sceneggiatura / Script João Botelho Fotografia / Cinematographer João Ribeiro Montaggio / Editor João Braz Suono / Sound Francisco Veloso Scenografia / Art Director Catarina Amaro Interpreti / Cast Ana Moreira (Sissi, Rosalina, Emilia de Sousa, Agueda, Rosamund), Ricardo Aibéo (João Sanha), Rogério Samora (João de Barros), Laura Soveral (D. Matilde), João Ricardo (Gaspar de Barros), Ligia Roque (Margôt), Custodia Gallego (Leopoldina a 50 anni / 50-yearsold Leopoldina), Margarida Vila-nova (Leopoldina a 20 anni / 20-years-old Leopoldina) Produttore / Producer António da Cunha Telles, Pandora da Cunha Telles Produzione / Production FF-Filmes do Fundo (P) Praça do Principe Real, 23 – 1 Dt 1250-184 Lisboa Tel +351 21 324 3200 Fax +351 21 347 3252 [email protected] www.filmesfundo.com 10 Vita e vicissitudini di Emilia de Sousa, la più grande attrice del teatro portoghese della fine del XIX secolo, che abbandonò per anni la propria carriera per sposare il ricco maderiano Gaspar de Barros e diventare la Baronessa Madalena do Mar. Affascinante come Sissi, l’imperatrice d’Austria con cui intrattenne rapporti sociali nell’inverno tra il 1860 e il 1861, Emilia decise di costruire attorno a sé un mistero rimasto irrisolto per quattro generazioni e oltre un secolo. Cosa importa se un gentiluomo va a letto con una donna? Ma quando qualcuno si getta in mare, si aprono diverse possiblità: amore, o semplicemente un pudico atto del sublime? This is the story of Emília de Sousa, the greatest actress on the Portuguese stage at the end of the XIX century, who abandoned her career for several years to marry the rich Madeiran Gaspar de Barros and become the Baroness Madalena do Mar. She was as beautiful as Sissi, the Empress of Austria, with who she socialized in the winter of 1860/61, and she decided to construct a mystery that lasted for four generations and over a century. What does it matter if some gentleman sleeps with a woman? But when someone throws themselves into the sea, that raises several different possibilities. Might this be love, or just the ashamed gesture of the sublime? E’ stata la mia prima esperienza col digitale e mi sono accorto che è l’ideale per la composizione, ma non va bene per la dinamicità della scena. Il digitale costa meno, avevamo pochi soldi ed io ci tenevo molto a raccontare questa storia. Il digitale è una tecnica importante e fondamentale nel cinema attuale, ma pecca di dinamicità. I 35 mm sono un’altra cosa: ci vorranno ancora anni perché si possa arrivare allo stesso livello. Col digitale si vede troppo, gli attori vanno truccati molto […] Il quadro che c’è all’inizio, Giuditta ed Oloferne, riassume l’atteggiamento delle donne: Giuditta seduce Oloferne e poi lo decapita. Anche l’idea portante del romanzo è la forza delle donne e la debolezza degli uomini. La scrittrice che ha scritto il romanzo è una portavoce della lotta per la liberazione delle donne. (João Botelho) A Corte do Norte was my first experience with the digital technique. I realized that it is ideal for the composition, but it does not work for the dynamics of the scenes. The digital technique is cheaper, we did not have so much money and I wanted to tell this story at any cost. It is an important and essential technique of cinema nowadays, but it is missing dynamics. 35mm prints are quite a different matter. Many years will pass before the digital technique provides the same quality. It lets you see too much, actors have to put on a whole lot of makeup […] The picture we see at the beginning - Judith and Holofernes - sums up women’s attitude: Judith entices Holofernes and then she beheads him. Women’s force and men’s weakness is also the novel’s essential theme. The author of the novel is a spokeswoman for women’s liberation. (João Botelho) João Botelho (Lamego, 1949) Si laurea in ingegneria all’Università di Oporto ed è leader del CITAC, una rete di cineclub di Coimbra e Oporto. Dopo il 1970 lavora come grafico e illustratore di libri per bambini, per poi diplomarsi alla Scuola Nazionale di Cinema in Portogallo. Fonda la rivista cinematografica M. Movie e lavora come editorialista per diversi quotidiani e riviste. La sua carriera cinematografica inizia con la realizzazione di cortometraggi per la televisione pubblica nazionale, RTP. I suoi film, sempre presenti ai festival internazionali, comprendono, tra gli altri, Um adeus português (1985), Tempos difícies (1987), No dias dos meus anos (1991), commissionato da RTP/ARTE, Três Palmeiras (1994), Tráfico (1998), Quém es tu? (2001), A mulher que acreditavaser presidente dos Estados Unidos da América (2003), A luz na ria formosa (2005, doc), O fatalista (2005), A terra antes do céu (2007, doc). He took his degree in Engineer at Universidade do Porto and was the leader of CITAC, network of regional film clubs of Coimbra and Porto. After 1970, he became a children’s books illustrator and visual arts graphic. Afterwards he graduated from the Portuguese National Film School. He founded the movie magazine M. Movie and worked as a columnist for several newspapers and magazines. His cinematographic career started directing short films for the public television channel RTP. His films were nominated for several festivals and include, among others, Um adeus português (1985), Tempos difícies (1987), No dias dos meus anos (1991), commissioned by RTP/ARTE, Três Palmeiras (1994), Tráfico (1998), Quém es tu? (2001), A mulher que acreditavaser presidente dos Estados Unidos da América (2003), A luz na ria formosa (2005, doc), O fatalista (2005), A terra antes do céu (2007, doc). 11 AMER Hélène Cattet & Bruno Forzani Belgio / Francia, 2009 35mm, col, 90’ Versione originale italiana e francese Premi / Awards (Selezione / Selection) Sweden Fantastic Film Festival (Lund, 2009), Premio “The Blade” / “The Blade” Award Sitges – Catalonian Intl Film Festival (2009), Premio “Nuove Visioni” / “New Visions” Award Montréal Festival of New Cinema (2009), Premio del Pubblico / Public’s Choice Award Gérardmer Film Festival (2010), Menzione Speciale / Special Mention Regia / Director Hélène Cattet & Bruno Forzani Sceneggiatura / Script Hélène Cattet & Bruno Forzani Fotografia / Cinematographer Manu Dacosse Montaggio / Editor Bernard Beets Suono / Sound Dan Bruylandt Scenografia / Art Director Alina Santos Effetti Speciali / Special Effects Lionel Lé Interpreti / Cast Cassandra Forêt (Ana bambina / Ana as a child), Charlotte Eugène Guibbaud (Ana adoloescente / Ana as a teenager), Marie Bos (Ana adulta / Ana as a woman), Bianca Maria D’Amato (madre di Ana / Ana’s mother), Harry Cleven (il tassista / the taxi driver), Jean-Michel Vovk (padre di Ana / Ana’s father), Delphine Brual (Graziella), Bernard Marbaix (nonno di Ana / Ana’s grandfather) Produttore / Producer Eve Commenge, François Cognard Produzione / Production Anonymes Films (B) Rue de Binche, 96 6180 Courcelles Tel + 32 473 94 1243 [email protected] www.anonymesfilms.be Coproduzione / Coproduction Tobina Film (F) Distribuzione Internazionale / World Sales Coach 14 (F) 21 rue Jean-Pierre Timbaud 75011 Paris Tel +33 6 1996 1707 [email protected] 12 Tre momenti chiave, tutti e tre sensuali, scandiscono la vita di Ana. La sua ricerca carnale oscilla tra realtà e fantasie variopinte, e si fa sempre più ossessiva. Una mano di nero velata le impedisce di urlare, il vento le solleva il vestito e le carezza le cosce, la lama di un rasoio le sfiora la pelle: dove la trascinerà questo viaggio caotico e carnivoro? Three key moments, all of them sensual, define Ana’s life. Her carnal search sways between reality and colored fantasies ... becoming more and more oppressive. A black laced hand prevents her from screaming. The wind lifts her dress and caresses her thighs. A razor blade brushes her skin: where will this chaotic and carnivorous journey leave her? Come nei nostri cortometraggi, affrontiamo un tema (in questo caso il confronto con la sensualità e la frustrazione) in maniera assolutamente personale, facendo nostri i codici del cinema di genere. Non il cinema di genere in senso astratto, ma più precisamente il cinema italiano di serie B e quello giapponese degli anni ‘60 e ‘70, perché hanno sviluppato un linguaggio cinematografico molto spinto che ha spesso sfruttato temi legati a Eros e Thanatos. Noi ci serviamo dei loro codici visivi, che appartengono all’immaginario collettivo nato dal cinema popolare, per sviluppare le nostre storie e i nostri universi formali, dove dialogo e spiegazioni sono rari, e a risaltare sono i sensi e la tensione emotiva. (Hélène Cattet & Bruno Forzani) As in our previous short films, in Amer we discuss a subject - here the challenge brought by sensuality and frustration - in a very personal manner by employing the genre films codes. We do not look to genre films in general, but to the Italian B-movies and the Japanese cinema of the 1960s and 1970s, as they developed a very audacious cinematic language that often exploited issues related to Eros and Thanatos. We make use of their visual codes - which are part of the collective imagination born from the popular cinema – to develop our stories and our formal universe, where spoken lines and explanations are uncommon, with the result being that senses and emotional tension stand out. (Hélène Cattet & Bruno Forzani) Hélène Cattet (Parigi, 1976) & Bruno Forzani (Mentone, 1976) Si incontrano a Bruxelles, dove iniziano a dirigere film che producono di tasca propria. I loro lavori sono esperimenti cinematografici attorno al giallo, la pelle nera e strani piaceri... Insieme hanno co-diretto cinque cortometraggi: Catharsis (2001), Chambre jaune (2002), La fin de notre amour (2003), L’etrange portrait de la dame en jaune (2004) and Santos palace (2006). Amer (2009) è il loro lungometraggio d’esordio. They met each other in Brussels where they started to co-direct and produce their films with their own expenses. Their works are cinematic experimentations around giallo, black leather and strange pleasures... They have co-directed 5 short films together: Catharsis (2001), Chambre jaune (2002), La fin de notre amour (2003), L’etrange portrait de la dame en jaune (2004) and Santos palace (2006). Amer (2009) is Hélène & Bruno’s first feature. 13 AQUELE QUERIDO MÊS DE AGOSTO Miguel Gomes Portogallo / Francia, 2008 35mm, col, 150’ Versione originale portoghese Premi / Awards (Selezione / selection) 15th Valdivia International Film Festival (Chile, 2008), Miglior Film Straniero e Premio della Critica / Best International Film and Critics Award Viennale – Vienna International Film Festival (2008), Premio FIPRESCI / FIPRESCI Award 11th Buenos Aires International Festival of Independent Cinema (2009), Miglior film / Best Film Award 14th Golden Globes Awards (Portugal, 2009): Miglior Film / Best Film Award Regia / Director Miguel Gomes Sceneggiatura / Script Miguel Gomes, Mariana Ricardo, Telmo Churro Fotografia / Cinematographer Rui Poças Montaggio / Editor Telmo Churro, Miguel Gomes Suono / Sound Vasco Pimentel Interpreti / Cast Sónia Bandeira (Tânia), Fábio Oliveira (Hélder), Joaquim Carvalho (Domingos), Andreia Santos (Lena), Armando Nunes (Gomes), Manuel Soares (Celestino) Produttore / Producer Luís Urbano, Sandro Aguilar Produzione / Production O Som e a Fúria (P) R. Sociedade Farmacêutica, N°40, 3°ESQ 1150-340 Lisboa Tel +351 21 358 2518 Fax +351 21 358 2520 [email protected] www.osomeafuria.com Coproduzione / Coproduction Shellac Sud (F) Distribuzione Internazionale / World Sales O Som e a Fúria (P) 14 Nel cuore del Portogallo, tra le montagne, il mese di agosto è un pullulare di gente e attività. Gli emigranti ritornano a casa, lanciano fuochi d’artificio, spengono incendi, cantano il karaoke, si gettano dai ponti, cacciano cinghiali, bevono birra, fanno bambini. Se il regista e i suoi collaboratori fossero andati dritti al punto e non si fossero uniti ai festeggiamenti, la sinossi si sarebbe ridotta a: “Il nostro amato mese di agosto segue le vicende affettive di un padre, la figlia e il nipote, tutti musicisti in una band”. Amore e musica, quindi... In the heart of Portugal, amid the mountains, the month of August is a buzz with people and activity. Emigrants return home, set off fireworks, fight fires, sing karaoke, hurl themselves from bridges, hunt wild boar, drink beer, make babies. If the director and film crew had got straight to it and resisted the temptation to join in the festivities the synopsis would come down to: “Our Beloved Month of August follows the affective relationship between a father and daughter, and the daughter’s cousin, all musicians in a dance band.” So, love and music then. La vita non è sempre agevole, amici! Nel giugno del 2006 ci fu una piccola catastrofe. Le riprese del film, già previste per il mese successivo, vennero rinviate a data da destinarsi. C’erano pochi fondi per una sceneggiatura ambiziosa che prevedeva che le riprese avessero luogo nell’interno del Portogallo durante le ferie d’agosto, e anche per le scelte di cast del regista. Superato velocemente il trauma, il regista partì ugualmente alla volta del set, con una cinepresa 16mm e una troupe di sole cinque persone (pochi, ma buoni!), filmando tutto quello che, a suo parere, meritava di essere filmato e ripromettendosi di adattare la trama di conseguenza. Questa storia e quello che ne seguì si possono trovare nel film, anche se, ad essere sinceri, va ricordato che le apparenze ingannano e che certi registi hanno un’innata tendenza alla mistificazione. (Miguel Gomes) Life isn’t always easy, my friends! In July 2006, there was a minor catastrophe. Shooting of the film, scheduled for the following month, had to be postponed indefinitely. Production funds were short for a demanding screenplay, due to be shot in Portugal’s interior during the August fiestas, and the directors casting choices. Quickly getting over that shock, the director decided to set off for the location anyway, with a 16mm camera and a crew of five – small but feisty! – and film everything he deemed worthy of recording, committing himself to rejigging the fiction accordingly. This story and those that follow it can be found in the film, although for the sake of truth it must be acknowledged that appearances are deceptive and that certain directors have an inherent inclination towards mystification. (Miguel Gomes) Miguel Gomes (Lisbona, 1972) Studia alla Scuola di Cinema e Teatro di Lisbona. Dal 1996 al 2000 lavora come critico cinematografico per la stampa nazionale. Dirige molti cortometraggi premiati a festival quali Oberhauser, Belfort e Vila Do Conde, e selezionati a Locarno, Rotterdam, Buenos Aires e Vienna. Il suo primo lungometraggio è A Cara que Mereces (2004). Nel 2008, il suo ultimo film, Aquele Querido Mês de Agosto, viene selezionato alla “Quinzane des Réalisateur” del Festival di Cannes e, successivamente, in oltre 40 festival internazionali, vincendo numerosissimi premi. Al momento è impegnato nella preparazione di un nuovo film, Aurora. He studied at the Lisbon Film and Theatre School. He worked as a film critic for the Portuguese press from 1996 to 2000. He directed several short films awarded in festivals such as Oberhausen, Belfort and Vila do Conde, and screened at Locarno, Rotterdam, Buenos Aires and Vienna. A Cara que Mereces (The face you deserve, 2004) was his first feature film. In 2008, he presented his latest film, Aquele Querido Mês de Agosto, in the Directors’ Fortnight at the Cannes Festival. The film was then selected in more than forty international festivals winning over a dozen prizes. He is currently preparing a new feature film, Aurora. 15 CALL GIRL António-Pedro Vasconcelos Portogallo, 2007 35mm, col, 127’ Versione originale portoghese Premi / Awards Globi d’oro (Portogallo, 2008), Miglior Film, Miglior Attore, Miglior Attrice Golden Globes (Portugal, 2008), Best Film, Best Actor, Best Actress Regia / Director António-Pedro Vasconcelos Soggetto / Original Story Tiago R. Santos, António-Pedro Vasconcelos Sceneggiatura / Script Tiago R. Santos Fotografia / Cinematographer José António Loureiro Montaggio / Editor Pedro Ribeiro Musica / Music Luís Cília Suono / Sound Pedro Melo, Branko Neskov Scenografia / Art Director João Torres Interpreti / Cast Soraia Chaves (Maria), Ivo Canelas (Madeira), Nicolau Breyner (Meireles), Joaquim de Almeida (Mouros), José Raposo (Neves), José Eduardo (Gomes), Maria João Abreu (Amália) Produttore / Producer Tino Navarro Produzione / Production MGN Filmes (P) Rua de S. Bento, 644 – 4°Esq. 1250-223 Lisboa Tel +351 21 388 7276 Fax +351 21 388 7281 [email protected] www.mgnfilmes.pt Distribuzione Internazionale / World Sales MGN Filmes (P) 16 Maria, una escort d’alto bordo, viene assoldata da Mouros per sedurre il sindaco di Vilanova, Meireles, al fine di ottenerne il permesso per costruire un lussuoso resort in un’area protetta. Intanto, gli agenti Madeira e Neves si imbattono nella vicenda ed iniziano ad investigare sull’uomo politico. Le cose si complicano quando Madeira scopre che Maria, l’esca che deve costringere Meireles ad accettare l’offerta di Mouros, è una sua vecchia fiamma mai dimenticata. Maria, a high-class call girl, is hired by Mouros to seduce Meireles, the mayor of Vilanova, in an attempt to obtain his permission to build a luxury resort on protected land. Meanwhile, Madeira and Neves, two cops, come upon the case and begin an investigation on the politician. But when Madeira finds out that Maria is his long lost love and the bait that will force Meireles to accept the offer, everything becomes more complicated. Perché il capitalismo, alla fine, trionfa sempre? Perché è il sistema più vicino a ciò che giace nel profondo della natura umana e fa leva sui nostri istinti primari: egoismo, avidità, ambizione. D’altronde, tutte le utopie che caratterizzano le società comuniste sono destinate al fallimento. Malgrado i nobili intenti che ne stanno alla base, alla fine esse incarnano la suprema contraddizione che trasforma, in nome della virtù, un “sistema per il popolo” in un’orrenda dittatura. Call Girl offre una lettura cinica e fredda di un mondo senz’anima, dove la gente uccide o viene uccisa; un mondo ridotto al ”ognun per sé”, affogato nelle “gelide acque del calcolo egoistico”, come diceva Marx. (António-Pedro Vasconcelos) Why Capitalism always succeeds in the end? Because it’s the system that is closer to what is buried deeply in human nature and appeals to our primary instincts: selfishness, greed and ambition. On the other hand, all the utopias that typify the communist societies are predestined for failure. Even if at their foundation lies a generous reason, they all eventually personify the supreme contradiction of transforming that ‘system for the people’ into overwhelming and hideous regimes, on behalf of virtue. Call Girl is a cold and cynical vision of a world without a soul, a world where people either kill or die, a world reduced to “every man for himself” and to “the frozen waters of egoistical calculation”, as Marx often quoted. (António-Pedro Vasconcelos) António-Pedro Vasconcelos (Leiria, 1939) Regista di successo, noto scrittore, giornalista e docente, inizia la sua carriera dirigendo Tapeçaria (1966, doc). Nel 1973 firma il suo primo film di finzione, Perdido Por Cem. Da allora ha diretto oltre sei lungometraggi di finzione, tra i quali: Oxalá (1980), in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, O Lugar do Morto (1984), Premio come Miglior Attore al Festival di Mosca e grande successo nazionale al botteghino, e Jaime (1999), Premio Speciale della Giuria a S. Sebastian. E’ stato uno dei fondatori del Centro Português de Cinema nel 1969 e un importante membro del Nuovo Cinema Portoghese. E’ stato insignito dal Presidente della Repubblica portoghese dell’“Ordem do Infante D. Henrique”, una delle più alte onoreficenze protoghesi. La Bela e o Paparazzo (2010) è il suo ultimo film. He is a successful film director, a well-known writer, journalist and professor. His career started with Tapeçaria (1966, doc). In 1973 he directed his first feature film, Perdido Por Cem. Since then he directed more than six features films, among them Oxalá (1980), in competition at Venice International Film Festival, O Lugar do Morto (1984), Best Actor Award at the Moscow International Film Festival and a big box-office success in Portugal, and Jaime (1999), awarded with the Jury Special Prize in S. Sebastian. He was one of the founders of the Centro Português de Cinema in 1969 and an important member of the “New Portuguese Cinema”. He was awarded by the Portuguese President with the “Ordem do Infante D. Henrique”, one of Portugal’s highest honours. La Bela e o Paparazzo (2010) is his last feature film. 17 COMPLICES Frédéric Mermoud Svizzera / Francia, 2009 35mm, col, 93’ Versione originale francese Premi / Awards QUARTZ 2010 (Premio del Cinema Svizzero / Swiss Films Awards), Miglior Sceneggiatura / Best Screenplay Regia / Director Frédéric Mermoud Sceneggiatura / Script Frédéric Mermoud, Pascal Arnold Fotografia / Cinematographer Thomas Hardmeier Montaggio / Editor Sarah Anderson Musica / Music Grégoire Hetzel Suono / Sound Michel Casang, Bruno Reiland, Florent Lavallée Scenografia / Art Director François Renaud Labarthe Interpreti / Cast Gilbert Melki (Hervé Cagan), Emmanuelle Devos (Karine Mangin), Nina Meurisse (Rebecca), Cyril Descours (Vincent), Joana Preiss (Esther), Jèrémy Kapone (Thomas) Produttore / Producer Tonie Marshall, Damien Couvreur Coproduttore / Coproducer Robert Boner Produzione / Production Tabo Tabo Films (F) 53, rue du Faubourg Saint-Antoine 75011 Paris Tel +33 1 4929 4550 Fax +33 1 4929 4510 [email protected] Coproduzione / Coproduction Saga Production (CH) Montelly 48 bis 1007 Lausanne Tel +41 21 311 9570 Fax +41 21 311 9572 [email protected] Distribuzione internazionale / World Sales Pyramide International (F) 5, rue du Chevalier de Saint-George 75008 Paris Tel +33 1 4296 0220 Fax +33 1 4020 0551 [email protected] www.pyramidefilms.com 18 Vincent e Rebecca si innamorano a prima vista in un internet café. Sono giovani, appena maggiorenni, e spensierati. Eppure due mesi dopo il corpo di Vincent viene trovato nelle acque del Rodano, mentre Rebecca risulta scomparsa. Il commissario Hervé e la sua assistente Karine Mangin vengono incaricati delle indagini. Mentre ricostruiscono l’infelice storia d’amore tra Vincent e Rebecca, i due si trovano a dover fare i conti con le falle della loro stessa esistenza. Vincent and Rebecca fall in love at first sight in a cybercafé. They are young, barely 18 years old, and have a carefree attitude to life. And yet, two months later, Vincent’s body is found floating in the River Rhône, and Rebecca is missing. Lt Hervé Cagan and his partner Karine Mangin are in charge of the investigation. As they retrace Vincent and Rebecca’s doomed love affair, Hervé and Karine find themselves confronted with the flaws in their own lives. Con Complices ho voluto esplorare, ancora una volta, la questione dell’amore e del desiderio tra i giovani. Credevo potesse essere interessante inserire questa tematica in un genere estremamente codificato come il giallo. Il film mette a confronto due mondi contrapposti che la morte di Vincent, il giovane gigolò, riunirà assieme. Da una parte c’è il mondo degli adulti, abitato da personaggi soli, impauriti e incapaci di amare; dall’altra, il mondo dei giovani, governato dalla spensieratezza e dalla gratificazione immediata. Avevo la sensazione che questi due mondi fossero impermeabili l’uno all’altro. L’intrecciarsi di due differenti periodi narrativi mi ha permesso di dar forza all’idea che questi due mondi coesistano, si tocchino quasi, pur rimanendo soggetti a codici e regole differenti. (Frédéric Mermoud) With Complices, I wanted to explore the issue of love and desire in young people again. I thought it might be interesting to set this theme in an extremely coded genre such as the detective movie. The film confronts two antagonistic worlds that the death of Vincent, the young male prostitute, will bring together. On the one hand, the adult world inhabited by solitary, worried, loveless characters; and on the other, the youngster’s world, governed by a carefree attitude and instant gratification. I had a feeling that these two worlds were impermeable. The intertwining of two narrative times enabled me to reinforce this idea that two worlds coexisted, almost touching, whereas they are governed by different codes and rules. (Frédéric Mermoud) Frédéric Mermoud (Sion, 1969) Dopo essersi laureato in lettere all’Università di Ginevra nel 1994, frequenta il corso di regia audiovisiva presso l’École Cantonale d’Art de Lausanne (ECAL), dove si diploma nel 1999. In questo periodo realizza i suoi primi cortometraggi: Son jour à elle (1998) e Les Electrons libre (1999), quest’ultimo premiato a Locarno col Pardino d’oro. L’escalier (2003) ottiene 18 premi internazionali e vince il premio del cinema svizzero come miglior cortometraggio nel 2004. L’anno seguente realizza il film tv Bonhomme de Chemin, cui fanno seguito i cortometraggi Rachel (2006), nominato ai César, e Le Créneau (2007), presentato alla Settimana della Critica di Cannes. Complices (2009), il suo lungometraggio d’esordio, ha vinto il premio del cinema svizzero QUARTZ 2010 per la miglior sceneggiatura. In 1994, he took his degree in Literature from the University of Geneva. From 1995 to 1999, he studied film-making at ECAL (École Cantonale d’Art de Lausanne), where he received a degree as audiovisual director. During this period he followed his debut short film Son jour à elle (1998) with Les Electrons libre (1999), which was awarded Leopards of Tomorrow in Locarno. His short film L’Escalier (2003) won 18 international prizes and was awarded Best Swiss short film in 2004. The following year he directed the TV film Bonhomme de Chemin, then Rachel (2006) nominated for Best Short Film at César Awards and Le Créneau (2007, short), screened in Cannes Critics’ Week. His first feature film Complices (2009) was awarded the Swiss Film Prize QUARTZ 2010 for Best Screenplay. 19 DE HELAASHEID DER DINGEN Felix Van Groeningen Belgio / Olanda, 2009 35mm, col, 108’ Versione originale fiamminga Premi / Awards (selezione / selection) Cannes International Film Festival, 2009, Premio “Art et Essai” / “Art et Essai” Award Cinessone (Francia, 2009), Miglior Film / Best Film, Miglior Attore / Best Actor (Koen de Graeve & Kenneth Vanbaeden), Premio del pubblico / Audience Award Flanders International Film Festival (Ghent, 2009), Premio “Jo Röpcke” / “Jo Röpcke” Film Award Regia / Director Felix Van Groeningen Soggetto / Original Story dal romanzo di / based on the novel by Dimitri Verhulst Sceneggiatura / Script Felix Van Groeningen, Christophe Dirickx Fotografia / Cinematographer Ruben Impens Montaggio / Editor Nico Leunen Musica / Music Jef Neve Suono / Sound Jan Deca Scenografia / Art Director Kurt Rigolle Interpreti / Cast Kenneth Vanbaeden (Gunther Strobbe a 13 anni, 13-years-old Gunther Strobbe), Valentijn Dhaenens (Gunther Strobbe), Koen De Graeve (Marcel ‘Celle’ Strobbe), Wouter Hendrickx (Lowie ‘Petrol’ Strobbe), Johan Heldenbergh (Pieter ‘Breejen’ Strobbe), Bert Haelvoet (Koen Strobbe), Gilda De Bal (Meetje), Natali Broods (Zia Rosie / Aunt Rosie), Pauline Grossen (Sylvie) Produttore / Producer Dirk Impens Coproduttore / Coproducer Jeroen Beker, Frans van Gestel Produzione / Production Menuet (B) Ferdinand Lousbergskaai, 105 9000 Ghent Tel +32 9 235 7370 Fax +32 9 235 7379 [email protected] www.menuet.be Coproduzione / Coproduction IDTV Film (NL) Distribuzione internazionale / World Sales MK2 (F) 55, rue traversiere 75012 Paris Tel +33 1 4467 3265 Fax +33 1 4307 2963 [email protected] www.mk2.com 20 Gunther Strobbe ha 13 anni e vive dalla nonna con il padre Celle e i tre zii Breejen, Koen e Petrol. Questa famiglia di soli uomini vive nel più lurido tugurio di un’anonima città, Reetveerdegem, seguendo l’unico comandamento: “Dio ha creato il giorno e noi lo passiamo spassandocela”. Ogni sera Gunther si trova con il padre e gli zii nel bar del posto e, mentre questi si sbronzano, scrive le sue poesie. L’arrivo di zia Rosie e di sua figlia Sylvie sono per Gunther un piacevole diversivo nel tran tran della vita quotidiana: Rosie e Sylvie sono per lui la prova che c’è vita fuori Reetveerdegem. Alla fine, quella routine fatta di sbronze, andare a donne e bighellonare viene interrotta dall’inaspettata visita di un’assistente sociale. Gunther Strobbe, 13, lives with his father Celle and three uncles (Breejen, Koen and Petrol) at his grandmother’s. The all-male family lives in the filthiest shack in the unsightly town of Reetveerdegem by the principle: “God created the day and we party our way through it.” Every evening Gunther joins his father and uncles in the local bar. They drink themselves into oblivion while Gunther does his lines. The arrival of aunt Rosie and her daughter Sylvie is a welcome break in the drudgery of his daily life. For Gunther, Rosie and Sylvie are proof that there is life outside of Reetveerdegem. The routine of boozing, chasing women and loafing about is finally broken by an unexpected visit by Child Protective Services. Durante le riprese ci siamo fatti un sacco di risate. Molte scene sono comiche, ma di colpo le cose diventano così commoventi che le risate ti muoiono in gola. Ecco perché lo fai, perché fai un film. Lo spettatore ride come un pazzo, proprio come il lettore, poi ci sono volte in cui le cose cambiano repentinamente. Ho già avuto a che fare con questi estremi nei miei lavori precedenti […] Amo i film dal forte impatto visivo. Questo film si snoda tra presente e passato, così ho scelto due stili differenti: ho tenuto su toni sobri e leggeri la storia del giovane che aspira a diventare scrittore; il passato, invece, doveva essere come un “trip”. Ho cercato di rendere un caos organizzato: succede di tutto e tutto assieme. Abbiamo girato con la camera a mano, molto dinamica. Il “look” è quello degli anni ‘80, ma lo stile registico è più recente. Non troppo, diciamo contemporaneo. (Felix van Groeningen) During the filming we laughed a lot. Many scenes are hilarious but suddenly things turn so poignant that the laughs die in your throat. That is why you do this, that is why you make a film. The viewer will laugh himself or herself silly, just like the reader, but then things sometimes turn around quickly. I already dealt with those extremes in my previous films […] I love visually strong films. The film jumps between the present and the past. I chose two different styles. The story of the young man trying to be a writer I kept sober and light. The past should be a trip. I looked for orchestrated chaos: all kinds of things happened all the time, simultaneously. We filmed with the camera in our hands, very fast. The look is from the eighties, but the style is more recent. Not very recent, but contemporary. (Felix van Groeningen) Felix Van Groeningen (Ghent, 1978) Frequenta un Master in Arti Audiovisive al KASK di Ghent, dove si laurea nel 2000 con il cortometraggio 50 CC. Realizza quindi alcuni altri cortometraggi, scrive e dirige diverse pièces teatrali per il gruppo Kung Fu, Victoria (come Best of e Discotheque); è inoltre primo attore nell’opera Aalst, sempre con il gruppo Victoria. Dopo svariate deviazioni nel mondo della cultura, decide di tornare al suo primo amore: fare film. Da allora, assieme al produttore Dirk Impens, ha diretto tre lungometraggi, tutti acclamati dal pubblico e dalla critica: Steve + Sky (2004), Dagen zonder lief (2007), De Helaasheid der dingen (2009). He graduated with a Master Audiovisual Arts from the KASK in Ghent in 2000 with his short movie 50 CC. Then he made a few short films and wrote and directed various theatre pieces, such as Best of and Discotheque for the theatre group Kung Fu, Victoria. In addition, he played the lead in the play Aalst, also with theatre group Victoria. After various detours through the cultural world, Felix decisively chose to return to his first love: making movies. Together with producer Dirk Impens, Felix has so far directed three full-length movies, each of which was highly acclaimed by the press and the public: Steve + Sky (2004), Dagen zonder lief (2007), De Helaasheid der dingen (2009). 21 DIRTY MIND Pieter Van Hees Belgio, 2009 16mm, col, 102’ Versione originale fiamminga Regia / Director Pieter Van Hees Sceneggiatura / Script Pieter Van Hees, Wim Helsen Fotografia / Cinematographer Jan Vancaille Montaggio / Editor Nico Leunen Musica / Music Michel Hatzi Suono / Sound Jan Deca Scenografia / Art Director Johan Van Essche Effetti speciali / Special Effects Harry Wiessenhaan Interpreti / Cast Wim Helsen (Diego, Tony T), Robby Cleiren (Cisse), Peter Van Der Begin (David Vandewoestijne), Kristine Van Pellicom (Jaana), Maaike Neuville (Kiki), Sien Eggers (Annie), Peter Van Den Eeden (Roger) Produttore / Producer Frank Van Passel, Bert Hamelinck, Kato Maes Produzione / Production Caviar (B) Havenlaan 75 1000 Brussels Tel +32 2 423 2300 Fax +32 2 423 2301 [email protected] www.caviarcontent.com Distribuzione internazionale / World Sales Media Luna New Films (D) Aachener Strasse 24 50674 Köln Tel +49 221 5109 1891 Fax +49 221 5109 1899 [email protected] www.medialuna.biz 22 Diego è sempre stato all’ombra del fratello nella loro squadra di stuntmen, finché, a seguito di un incidente, si risveglia nei panni del duro ed impavido Tony T. L’ambiziosa neurochirurga Jaana, che sta lavorando alla tesi di dottorato, vede in lui un tipico caso di Sindrome Frontale e decide di curarlo. Ma Tony non vuole essere curato subito: diventa così il miglior stuntman in circolazione e conquista il rispetto della famiglia. Le donne difficilmente resistono alla sua disarmante sfrontatezza; tutte tranne Jaana, quella da cui si sente sempre più attratto. Quando si rende conto che il suo atteggiamento esuberante gli sta procurando molti nemici, le certezze di Tony iniziano a vacillare... Diego has always been number two in the stuntman team with his brother, till he gets injured in an accident and wakes up as the cool and fearless Tony T. Jaana, an ambitious neurologist working on her doctor theses, sees in him a typical case of Frontal Syndrome and wants to cure him. But Tony doesn’t want to be cured right away. He becomes a top stuntman and wins the respect of his family. Women find it hard to resist Tony’s disarming straightforwardness. Except that one woman Tony feels increasingly attracted to: Jaana. Tony’s dilemma grows when he notices his exuberant behavior is getting him more and more enemies... Oggi che non è più politicamente corretto prendere in giro le lesbiche conservatrici, l’Islam o il lancio del nano, sono rimaste solo due minoranze attorno cui far ruotare una commedia: i maschi bianchi e borghesi, ed i neurochirurghi. Così ho deciso di fare un film su entrambi. Per me, questa Sindrome Frontale è semplicemente una metafora utile per parlare di come gli uomini occidentali lottino con la loro mascolinità. Ho cercato di fare di Dirty Mind un film grezzo, nu style e sporco e, ancora più importante, divertente, ma anche toccante: la comicità autentica fa male. (Pieter Van Hees) Now that it’s no longer politically correct to make fun of lesbian conservatives, the Islam or dwarf throwing, there are only two minority groups left to make comedies about: white middleclass males and neurotic brain scientists. I decided to make a film about both of them. For me, the whole Frontal Syndrome involved is just a metaphor to talk about how Western males struggle with their masculinity. I tried to make Dirty Mind raw, nu and dirty. And more importantly, funny, but also moving. Real comedy hurts. (Pieter Van Hees) Pieter Van Hees (1970) Dopo una laurea in Lettere, si iscrive alla scuola di cinema di Bruxelles. Gira molti cortometraggi che hanno grande successo ai festival (Black XXX Mas è premiato a Houston, Hollywood, Montréal, Lille, Berlino, Seoul, mentre Belgium Strikes Back viene selezionato al New Directors/New Films di New York), prima di imbarcarsi nella trilogia di lungometraggi Anatomy of Love and Pain (Anatomia dell’amore e del dolore), in cui sviscera i differenti aspetti delle relazioni: Left Bank (2008), che tratta del corpo, Dirty Mind (2009), che si incentra sulla mente, e A love supreme (in sviluppo), focalizzato sull’anima. E’ il protagonista di ciascun film a determinarne il genere: il modo in cui si combinano l’originalità della narrazione e il nu visual style è ciò che rende Pieter Van Hess una figura unica nel panorama del cinema belga. After graduating in Literature, he started film school in Brussels. He made several short films with strong festival careers (Black XXX Mas won awards in Houston, Hollywood, Montréal, Lille, Berlin, Seoul, while Belgium Strikes Back was selected for the New Directors/New Films Festival in New York) before embarking on a trilogy of features called Anatomy of Love and Pain, in which he dissects all aspects of a relationship: Left Bank (2008) focuses on the body, Dirty Mind (2009) on the brain and A Love Supreme (still in development) on the soul. The genre of each film is determined by the main character. The way these films combine a highly original way of storytelling with a very nu visual style makes Pieter Van Hees a quite unique voice in Belgian cinema. 23 GOOD MORNING AMAN Claudio Noce Italia, 2009 35mm, col, 90’ Versione originale italiana Regia / Director Claudio Noce Soggetto / Original Story Diego Ribon, Elisa Amoruso, Claudio Noce Sceneggiatura / Script Diego Ribon, Heidrun Schleef, Claudio Noce in collaborazione con / in cooperation with Elisa Amoruso Fotografia / Cinematographer Michele D’Attanasio Montaggio / Editor Andrea Maguolo Musica / Music Valerio Vigliar Suono / Sound Mirko Perri Scenografia / Art Director Paki Meduri Interpreti / Cast Valerio Mastandrea (Teodoro), Said Sabre (Aman), Anita Caprioli (Sara), Amin Nour (Said), Giordano De Plano (Brando), Adamo Dionisi (Bruno), Sandra Toffolatti (moglie di Teodoro / Teodoro’s wife) Produttore / Producer Dodo Fiori Produzione / Production DNA Cinematografica (I) Via G.P. da Palestrina, 47 00193 Roma Tel +39 06 3938 8451 [email protected] Distribuzione / Distribution CINECITTA’ LUCE S.p.A. (I) via Tuscolana 1055 00173 Roma Tel +39 06722861 Fax +39 067221883 www.cinecittaluce.it 24 Aman, ventenne somalo cresciuto a Roma, lavora presso un rivenditore di auto usate. La notte, poiché soffre di insonnia, cammina senza meta per le strade dell’Esquilino, tra la stazione Termini e piazza Vittorio. Una sera, salito di nascosto sul terrazzo di un condominio, incontra Teodoro, un ex pugile quarantenne dal passato oscuro. Tra i due nasce un’amicizia che via via si trasforma in un legame dai contorni fortemente ambigui. Teodoro si serve del ragazzo, ma a sua volta Aman intravede nel rapporto con l’uomo la possibilità di un riscatto. Aman, a 20 year-old Somali boy who grew up in Rome, works in a second-hand car store. At night, since he suffers from insomnia, he is used to cruise through the Esquiline Hill streets, between the Termini Railway Station and Vittorio Emanuele Square. One of those nights, he secretly goes up to the balcony of an apartment building, and there he meets Terry, a 40-years-old ex-boxer with a dubious past. The two become friends and little by little this friendship turns into a strongly ambiguous relation. Terry uses the boy for his own purpose, but Aman, in turn, foresees in this relation a chance of social redemption. Good Morning Aman è un vero romanzo di formazione in cui si mettono a confronto due umanità smarrite e alla ricerca della propria identità; uno sguardo sull’irreversibile processo multiculturale che sta cambiando la nostra società. Aman è un guerriero, che impugna una lancia affilata per trafiggere l’indifferenza. Si arma per scrollarsi di dosso le sue paure, le sue delusioni, le sue speranze. Il suo è un grido di aiuto che fa ad ogni singolo spettatore... e per questo ogni singolo spettatore amerà Aman! (Claudio Noce) Good Morning Aman is a true novel of education in which two disoriented human beings compare themselves with one another in their search for their own identity. It is also an overview of the irreversible multi-cultural process that is changing our society. Aman is a warrior who grasps his sharpened spear to pierce indifference. He arms himself to get rid of his fears, his disillusions and his hopes. He cries for help to every single member of the audience... And this is why every single member of the audience will fall in love with him! (Claudio Noce) Claudio Noce (Roma, 1975) All’età di vent’anni comincia a realizzare cortometraggi e documentari, e lavora come assistente e aiuto regista per cinema, pubblicità e video clip. Nel 2003 dirige il cortometraggio Gas con protagonista Elio Germano. Seguono il cortometraggio Eclisse (2004) ed Aria (2005), con cui vince il Nastro d’Argento e il David di Donatello come miglior cortometraggio dell’anno. Con il documentario Aman e gli altri (2006) ha partecipato al Festival di Torino e con il cortometraggio Adil e Yusuf (2007) alla 64. Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia. Good Morning Aman (2009) è il suo primo lungometraggio. When he was 20, he started directing short films and documentaries, while working as an assistant director for films, commercials and video clips. In 2003 he directed the short film Gas starring Elio Germano. There followed Eclisse (2004) and Aria (2005), which was awarded the Silver Ribbon and the David of Donatello for the best short film of the year. With the documentary Aman e gli altri (2006) he participated at the Turin Film Festival, while his short film Adil e Yusuf premiered at 64. Venice Film Festival. Good Morning Aman (2009) is his debut feature film. 25 LE JOUR OÙ DIEU EST PARTI EN VOYAGE Philippe van Leeuw Belgio / Francia, 2009 35mm, col, 94’ Versione originale francese Premi / Awards (selezione / selection) San Sebastian (2009), Miglior Opera Prima / Best Debut Film Bratislava Intl Film Festival (2009), Miglior Film e Miglior Attrice / Best Film and Best Actress Thessaloniki Intl Film Festival (2009), Miglior attrice / Best Actress Regia / Director Philippe van Leeuw Sceneggiatura / Script Philippe van Leeuw Fotografia / Cinematographer Marc Konickx Montaggio / Editor Andrée Devanture Musica / Music Annonciata Kamaliza Suono / Sound Paul Heymans Scenografia / Art Director Kathy Lebrun Interpreti / Cast Ruth Nirere (Jacqueline), Afazali Dewaele (l’uomo ferito / wounded man) Produttore / Producer Patrick Quinet, Toussaint Tiendrebeogo Coproduttore / Coproducer Tomas Leyers, Arlette Zylberberg Produzione / Production Artémis Production (B) 60 rue Gallait 1030 Bruxelles Tel + 32 2 216 2324 [email protected] www.artemisproductions.com Coproduzione / Coproduction Les Films du Mogho (F) Liason Cinematographique (F) Minds Meet (B) RTFB (B) Distribuzione Internazionale / World Sales MK2 (F) 55 rue Traversière 75012 Paris Tel +33 1 4467 3265 Fax +33 1 4397 2963 [email protected] www.mk2.com 26 Ruanda, Aprile 1994. Durante i primi giorni del genocidio, gli occidentali abbandonano il paese. Prima di essere evacuata, una famiglia belga nasconde Jacqueline, la giovane tata, in soffitta. Nonostante le atrocità che si perpetuano all’esterno, Jaqueline abbandona il nascondiglio per tornare al suo villaggio e cercare i figli, i cui corpi senza vita ritroverà tra gli altri cadaveri. Cacciata dal villaggio, braccata come un animale, cercherà rifugio nella foresta. Rwanda, April 1994. During the first days of the genocide, Westerners escape the country. Before being evacuated, a Belgian family finds a hiding place for Jacqueline, their young nanny, in the attic. Despite the horror taking place outside, Jacqueline leaves her hideout to find her way back to her village and her children, only to find their lifeless bodies among the dead. Cast out from her village, hunted like an animal, she seeks refuge in the forest. Restituire all’uomo il suo ruolo. Non fare un film d’azione. Raccogliere e trasporre gli stati d’animo là dove non ci si aspetta che i riflessi del corpo. Mostrare senza effetti speciali, ma con immagini forti e leggibili, con una macchina da presa discreta e non invadente, con inquadrature semplici, possibilmente fisse, o a spalla nelle scene di movimento, ma senza manierismi né dogmatismi. Evocare le cose senza doverle mostrare. Raccontare i massacri, il terrore, il pericolo, senza corrompere le idee, né aggiungere il voyerismo alla violenza. Trattare con rispetto e dignità le sofferenze delle vittime e dei superstiti. Evitare la violenza esplicita in quanto mai del tutto credibile se riproduce eventi reali... (Philippe van Leeuw) To give the man back his role. Not to do an action film. To gather and transpose moods where nothing else than body reflexes is supposed to be. To show things not using special effects, but strong, clear images, with a discreet and sensible camera, with plain shots – fixed ones when possible, otherwise over the shoulder shots when filming motion scenes – with no mannerism or dogmatism. To evoke things without having to really show them. To describe massacres and dreadful and dangerous events without corrupting the ideas or adding voyeurism to violence. To respect victims’ and survivors’ sufferings. To avoid explicit violence because of its unbelievability when depicting real events... (Philippe van Leeuw) Philippe Van Leeuw (Bruxelles, 1954) Studia all’Istituto Nazionale Superiore per le Arti dello Spettacolo e per le Tecniche di Diffusione (INSAS) di Bruxelles e, successivamente, all’American Film Institute di Los Angeles, dove è allievo di Sven Nykvist e Conrad Hall. Ha lavorato come direttore della fotografia in numerosi film, tra i quali La Vie de Jésus (1996) di Bruno Dumont e Les bureaux de Dieu (2007) di Claire Simon. Le jour où Dieu est parti en voyage è il suo primo film da regista. He studied at Institut National Supérieur des Arts du Spectacle et des Techniques de Diffusion (INSAS) in Brussels, and the American Film Institute in Los Angeles, where he was tutored by Sven Nykvist and Conrad Hall. He has served as a cinematographer on over a dozen feature films, including Bruno Dumont’s La Vie de Jésus (1996) and Claire Simon’s Les bureaux de Dieu (2007). Le jour où Dieu est parti en voyage is his first feature film as a director. 27 LINKEROEVER Pieter Van Hees Belgio, 2008 35mm, col, 98’ Versione originale fiamminga Regia / Director Pieter Van Hees Sceneggiatura / Script Pieter Van Hees, Dimitri Karakatsanis Fotografia / Cinematographer Nicholas Karakatsanis Montaggio / Editor Nico Leunen Musica / Music Eavesdropper, Simon Lenski Suono / Sound Jan Deca, Senjan Janssen Scenografia / Art Director Johan Van Essche Effetti speciali / Special Effects Harry Wiessenhaan Interpreti / Cast Eline Kuppens (Marie), Matthias Schoenaerts (Bobby), Sien Eggers (Bieke), Tom De Wispelaere (Dirk), Marilou Mermans (madre di Bobby / Bobby’s mother) Produttore / Producer Frank Van Passel, Bert Hamelinck, Kato Maes Produzione / Production Caviar (B) Havenlaan 75 1000 Brussels Tel +32 2 423 2300 Fax +32 2 423 2301 [email protected] www.caviarcontent.com Distribuzione internazionale / World Sales High Point Films (UK) Suite 16, Deane House Studios, Greenwood Place NW5 1LB London Tel +44 20 7424 6870 Fax +44 20 7435 3281 [email protected] www.highpointfilms.co.uk 28 Maria, una giovane atleta introversa, sviene ed è costretta ad un riposo forzato. Decide così di trasferirsi nell’appartamento del suo nuovo ragazzo sul Linkeroever (lett. riva sinistra), un quartiere di Anversa. Questa passionale relazione sembra davvero giovare alla ragazza, finché Maria non scopre che la precedente inquilina dell’appartamento è misteriosamente scomparsa: comincia allora a nutrire dei dubbi sul suo compagno. La vita sul Linkeroever, inizialmente immaginata come una favola, diventa un incubo alienante. Lentamente, Maria comincia a perdere contatto con la realtà. When Marie, an introverted young athlete, collapses and is forced to rest, she decides to move in with her new boyfriend in his flat on Left Bank (a part of Antwerp). Their passionate relationship seems to be really helping her, until she discovers that the previous tenant of the flat mysteriously disappeared. Marie begins to doubt whether she can really trust her boyfriend. Life in Left Bank, once envisaged as a dream town, starts to become an alienating nightmare. Slowly, she loses grip on reality. Per me il cinema è essenzialmente un “campo di battaglia delle emozioni” (per citare il leggendario Sam Fuller). La sceneggiatura, la fotografia, le scenografie, il montaggio, la musica... sono tutti strumenti per veicolare quante più emozioni possibile. Molto in concreto, a livello dei personaggi principali: come puoi perderti completamente in qualcuno; come puoi avere una totale intimità con una persona che conosci a malapena; in che modo ogni amante porta con sé un intero universo e fino a che punto è disposto ad abbandonarlo per la paura indotta da certe scelte... L’amore richiede sempre sacrificio, e amore e dolore sono profondamente legati. (Pieter Van Hees) To me cinema is essentially a ‘battlefield of emotions’ (to quote the legendary Sam Fuller). Script, camera, art direction, editing, music... they are just tools to convey as much feeling as possible. Very concretely on the level of the main characters: how you can totally lose yourself with someone, how you can be very intimate with someone without hardly knowing that person, how every lover brings a whole universe with him and to what extent you’re willing to leave your own universe behind for that, the fear that that induces... Love always demands sacrifices. Love and pain are deeply connected. (Pieter Van Hees) Pieter Van Hees (1970) Dopo una laurea in Lettere, si iscrive alla scuola di cinema di Bruxelles. Gira molti cortometraggi che hanno grande successo ai festival (Black XXX Mas è premiato a Houston, Hollywood, Montréal, Lille, Berlino, Seoul, mentre Belgium Strikes Back viene selezionato al New Directors/New Films di New York), prima di imbarcarsi nella trilogia di lungometraggi Anatomy of Love and Pain (Anatomia dell’amore e del dolore), in cui sviscera i differenti aspetti delle relazioni: Left Bank (2008), che tratta del corpo, Dirty Mind (2009), che si incentra sulla mente, e A love supreme (in sviluppo), focalizzato sull’anima. E’ il protagonista di ciascun film a determinarne il genere: il modo in cui si combinano l’originalità della narrazione e il nu visual style è ciò che rende Pieter Van Hess una figura unica nel panorama del cinema belga. After graduating in Literature, he started film school in Brussels. He made several short films with strong festival careers (Black XXX Mas won awards in Houston, Hollywood, Montréal, Lille, Berlin, Seoul, while Belgium Strikes Back was selected for the New Directors/New Films Festival in New York) before embarking on a trilogy of features called Anatomy of Love and Pain, in which he dissects all aspects of a relationship: Left Bank (2008) focuses on the body, Dirty Mind (2009) on the brain and A Love Supreme (still in development) on the soul. The genre of each film is determined by the main character. The way these films combine a highly original way of storytelling with a very nu visual style makes Pieter Van Hees a quite unique voice in Belgian cinema. 29 L’UOMO CHE VERRÀ Giorgio Diritti Italia, 2009 35mm, col, 117’ Versione originale dialetto bolognese Premi / Awards Festival Internazionale del Film di Roma, Gran Premio della Giuria, Premio del Pubblico / Special Jury Prize, Audience Award David di Donatello (2010), Miglior Film, Miglior Produttore, Miglior Suono / Best Film, Best Producer, Best Sound Regia / Director Giorgio Diritti Soggetto / Original Story Giorgio Diritti Sceneggiatura / Script Giorgio Diritti, Giovanni Galavotti, Tania Pedroni Fotografia / Cinematographer Roberto Cimatti Montaggio / Editor Giorgio Diritti, Paolo Marzoni Musica / Music Marco Biscarini, Daniele Furlati Suono / Sound Carlo Missidenti Scenografia / Art Director Giancarlo Basili Interpreti / Cast Maya Sansa (Lena), Alba Rohrwacher (Beniamina), Claudio Casadio (Armando), Greta Zuccheri Montanari (Martina), Stefano Bicocchi (il Signor Bugamelli / Mr. Bugamelli), Eleonora Mazzoni (la Signora Bugamelli / Mrs. Bugamelli), Orfeo Orlando (il mercante / the merchant) Produttore / Producer Simone Bachini, Giorgio Diritti Produzione / Production Aranciafilm S.r.l. (I) Via Castiglione, 4 40124 Bologna Tel +39 051 656 9657 Fax +39 051 588 3723 [email protected] www.aranciafilm.com Coproduzione / Coproduction RAI Cinema (I) Distribuzione / Distribution Mikado Film S.p.A. (I) Viale Maresciallo Pilsudski, 124 00197 Roma Tel +39 06 9594 7801 Fax +39 06 9594 7880 [email protected] www.mikado.it CIGNO D’ORO 30 Inverno 1943. Martina ha 8 anni, vive alle pendici di Monte Sole, non lontano da Bologna, ed è l’unica figlia di una famiglia di contadini che, come tante, fatica a sopravvivere. Anni prima ha perso un fratellino di pochi giorni e da allora ha smesso di parlare. In dicembre la mamma rimane nuovamente incinta. I mesi passano, il bambino cresce nella pancia della madre e Martina vive nell’attesa, mentre la guerra man mano si avvicina e la vita diventa sempre più difficile. Nella notte tra il 28 e il 29 settembre 1944 il piccolo viene finalmente alla luce. Quasi contemporaneamente, le SS scatenano nella zona un rastrellamento senza precedenti, che passerà alla storia come “La strage di Marzabotto”. Winter, 1943. 8-years-old Martina lives on the slopes of Monte Sole, not far from Bologna. She is the only child of a peasant family which, like many others, is struggling to get by. Years before she lost her newborn brother and has not spoken since then. In December her mother becomes pregnant again. Months go by and the child grows in its mother’s womb. Martina anxiously awaits her brother’s arrival as the war gets closer and life becomes more and more hard. On the night of September 28th, 1944, the baby is finally born. Almost simultaneously the SS unleash an unprecedented reprisal in the area, which will go down in history as “The Marzabotto Massacre”. L’uomo che verrà vuol essere un film sulla guerra vista dal basso, dalla parte di chi la subisce e si trova suo malgrado coinvolto nei grandi eventi della storia che sembrano dimenticare le vite degli uomini. Un racconto cadenzato nei nove mesi d’attesa per la nascita di un bambino in un’umile famiglia di contadini. Le vicende della guerra e della Resistenza si fondono man mano alla quotidianità in una faticosa convivenza che non intacca però il senso di speranza nel futuro e che pare ad una svolta positiva con l’imminente liberazione degli alleati. Ma gli eventi hanno un corso diverso e proprio il giorno in cui il bambino viene alla luce, le SS scatenano nella zona una strage. In questa tragedia disumana, la piccola Martina si rende protagonista di un percorso di speranza. (Giorgio Diritti) L’uomo che verrà is a film about war as seen from below, from the perspective of those who suffer, the simple folk who unwittingly find themselves caught up in the great historical events that seem to neglect the lives of ordinary people. The story unfolds during the nine months of pregnancy of a mother in a humble peasant family. The vicissitudes of the war and of the Resistance gradually blend into the everyday life in an arduous coexistence that yet does not undermine the sense of hope in a future set for a positive outcome with the imminent liberation by the Allies. But events are destined to take a different turn and on the very day the baby is born, the area is the scene of an unprecedented reprisal at the hands of the SS. Within this barbaric tragedy, young Martina becomes the protagonist of a path of hope. (Giorgio Diritti) Giorgio Diritti (Bologna, 1959) Regista, sceneggiatore e montatore, si forma lavorando al fianco di vari autori italiani, in particolare Pupi Avati, con cui collabora in vari film. Partecipa all’attività di Ipotesi Cinema, istituto per la formazione di giovani autori, fondato e diretto da Ermanno Olmi. Come autore e regista dirige documentari, cortometraggi e programmi televisivi. Il suo primo cortometraggio, Cappello da marinaio (1990), viene selezionato in concorso a numerosi festival internazionali, tra cui quello di Clermont-Ferrand. Nel 1993 realizza Quasi un anno, film per la TV prodotto da Ipotesi Cinema e RAI 1. Il suo film d’esordio, Il vento fa il suo giro (2005), partecipa ad oltre 60 festival nazionali ed internazionali, vincendo più di 36 premi. A director, screenwriter and editor, his formative experiences in filmmaking included working beside various Italian filmmakers, particularly Pupi Avati, with whom he collaborated on various films. He worked with Ipotesi Cinema, an institute founded and directed by Ermanno Olmi, which organizes training for young filmmakers. He also made documentaries, short films and television series as a writer and director. His first short film, Cappello da marinaio (1990), was selected in competition at many international film festivals, Clermont-Ferrand included. In 1993 he made Quasi un Anno, a TV movie produced by Ipotesi Cinema and Italian state broadcaster Rai 1. His debut feature film, Il vento fa il suo giro (2005), was shown at over 60 national and international film festivals, winning 36 awards. 31 L’UOMO FIAMMIFERO Marco Chiarini Italia, 2009 35mm, col, 81’ Versione originale italiana Premi / Awards (selection) Cairo International Film Festival for Children (2009), Premio Internazionale della Giuria / International Jury Prize IX Festival del Cinema Indipendente (Foggia, 2009), Miglior Film / Best Film Busto Arsizio Film Festival (2010), Miglior Opera Prima / Best Debut Film Regia / Director Marco Chiarini Soggetto / Original Story Marco Chiarini, Giovanni De Feo Sceneggiatura / Script Marco Chiarini, Giovanni De Feo, Pietro Albino Di Pasquale Fotografia / Cinematographer Pierluigi Piredda Montaggio / Editor Lorenzo Loi, Marco Chiarini Musica / Music Enrico Melozzi Suono / Sound Vincenzo Schiavo Scenografia / Art Director Michele Modaferri Effetti Speciali / Special Effects Ermanno Di Nicola Animazioni Stop Motion / Stop Motion Animation Marco Chiarini Interpreti / Cast Francesco Pannofino (il padre / Simone’s father), Marco Leonzi (Simone), Greta Castagna (Lorenza), Davide Curioso (Rubino), Tania Innamorati (la mamma / Simone’s mother) Produttore / Producer Marco Chiarini, Dimitri Bosi, Fabrizio Cico Diaz Produzione / Production Cineforum Teramo (I) Via Nicola Palma 126 4100 Teramo Tel + 39 086 124 7350 www.cineforumteramo.it Distribuzione / Distribution Social Distribution (I) www.socialdistribution.org FILM DI CHIUSURA 32 Simone, un bambino di undici anni, è costretto a restare un’intera estate in casa, nelle campagne teramane, sotto l’occhio un po’ feroce del padre. Fuori: il dolce vento dell’avventura. Dentro: la noia più tetra. Finché dalla città arriva Lorenza, tredici anni, mistero di occhi verdi. Per Simone diventa una questione di vita o di morte: evadere da casa e scappare con lei nel suo regno fantastico. Lì, tra amici immaginari che parlano al contrario, giganti nani e gemelli a metà, i due andranno in cerca del Re di quel serraglio incantato: l’Uomo Fiammifero, che viene la notte ad accendere luci e ad indicare la via! 11-years-old Simone is forced to stay home all summer under his father’s angry eye. Outside, the sweet wind of adventure; inside, only the utmost boredom. But things change when Lorenza, a 13-year-old, green-eyed girl, comes to the country from the city for vacation. It is the beginning of the most unforgettable summer of Simone’s life: looking for The Thin Match-Man, he introduces Lorenza to his strange crazy world where some friends live: PatTheFAT, Appear-Daisy, Mark theDARK, Uncle Disk and Big Hands. But Rubin, Simone’s enemy no.1, is on their trail… Da sempre, da quando costruivo le piste per le biglie sulla sabbia, quando cercavo lungo il fiume le tracce di toporagno, dell’Uomo Fiammifero, o di formiche volanti, quando sotto le lenzuola c’era una grotta e nell’armadio il passaggio segreto per il passato, ho sempre voluto vedere al cinema storie in cui la felicità creativa di un bambino fosse protagonista (penso a La Storia Infinita, Alice nel Paese delle Meraviglie, I Banditi del tempo). Poi sono cresciuto, ho visto che ero felice quando facevo il regista, e, dopo numerosi, variopinti esperimenti cinematografici, ho capito che era bello raccontare quelle storie che avrei voluto vedere da bambino; e così ho fatto con L’Uomo Fiammifero. (Marco Chiarini) Since the time I made marble trails in the sand, when I looked for the tracks of a shrew or the Match-man or flying ants along the river, when I could feel like in a cave under my bed sheets and see a secret passage to the past in my wardrobe, I have always liked to watch stories whose main character was a child’s creative happiness (like in The Neverending Story, Alice in Wonderland and Time Bandits). When I grew up, I saw that I felt truly happy working as a film director and, after various film experiments, I realized how beautiful it was to tell the imaginary stories of my childhood. This is what I did in The Thin Match-man. (Marco Chiarini) Marco Chiarini (Teramo, 1974) Dopo il diploma in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Urbino frequenta il corso di regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma dove si diploma nel 2002. Gira numerosi corti e documentari e si interessa fortemente alla didattica dell’audiovisivo per scuole di ogni ordine e grado tenendo corsi di introduzione al linguaggio audiovisivo. Con Normanno e Denisio (2003, corto) vince il Torino Sottodiciotto Film Festival dedicato ai prodotti audiovisivi delle scuole. Nel 2005 mette in piedi il festival “Cineramnia si gira a Teramo” di cui è direttore artistico insieme a Dimitri Bosi e al regista Stefano Saverioni. Nel 2009 vince il Premio Speciale della Giuria all’Arcipelago Film Festival di Roma con il documentario Basilio D’Amico. He took a degree as production designer from the Academy of Fine Arts in Urbino. Then he attended the directing progamme at the Centro Sperimentale di Cinematografia in Rome (degree in 2002). He directed several shorts and documentaries. He taught audiovisual language in several Italian schools dedicated to school audiovisual productions. In 2003 his short film Normanno e Denisio was awarded the first prize at the Torino Under18 Film Festival. He is the artistic director, along with Dimitri Bosi and director Stefano Saverioni, of the festival “Cineramnia shot in Teramo”, which he set up in 2005. In 2009, his documentary Basilio D’Amico was awarded the Jury Special Prize at Arcipelago Film Festival in Rome. 33 MIRNA Corso Salani Italia / Svizzera, 2009 Beta Digitale, col, 75’ Versione originale italiana e spagnola Regia / Director Corso Salani Sceneggiatura / Script Corso Salani, Vanessa Picciarelli Fotografia / Cinematographer Corso Salani Montaggio / Editor Corso Salani, Vanessa Picciarelli Musica / Music Macadores Nuevos Suono / Sound Marianna Bacci Interpreti / Cast Magalí Lopez (Mirna), Anita Kravos (voce di Monica / Monica’s voice) Produttore / Producer Gregorio Paonessa, Corso Salani Coproduttore / Coproducer Elda Guidinetti, Andres Pfaeffli Produzione / Production Vivo film srl (I) Via Alamanno Morelli 18 00197 Roma Tel +39 06 807 8002 Fax +39 06 8069 3483 [email protected] www.vivofilm.it Coproduzione / Coproduction Ventura Film (CH) in collaborazione con / in partnership with Fuori Orario / Rai Tre (I) Distribuzione internazionale / World Sales Vivo film srl (I) 34 Quando Mirna sta per abbandonare Buenos Aires, troppo grande, troppo complicata, incontra Monica e tutto cambia. Sono due donne che si amano, due corpi che hanno bisogno l’uno dell’altro, mentre tutto il resto attorno, la città, il mondo intero, scompare. Attraverso gli occhi e le parole di Monica, uniche tracce della sua presenza, viene raccontata, in una sorta di diario filmato, struggente e malinconico, la relazione tra le due donne, mentre seguiamo Mirna attraverso le Ande aspre e desolate. As she is going to leave Buenos Aires - too big and too complicated for her - Mirna meets Monica and everything changes. The two women love each other, their bodies need each other, while everything else, the city and the whole world, vanishes. Through Monica’s eyes and words - the only traces we have of her presence - the relationship between the two women is related in the form of a melancholy yet compelling film diary, while we follow Mirna on her quest through the harsh Andean wasteland. Questo film è la storia di un duplice percorso: fisico, quello di Mirna attraverso le Ande per raggiungere il luogo che le dirà chi è; interiore, ossessivo e conturbante quello di Monica, che scandaglia le ragioni di un amore e della sua fine. Da un lato il paesaggio andino, la vastità, l’asprezza, la desolazione, in accordo con gli stati d’animo di Mirna. Dall’altro, la macchina da presa trasformata negli occhi di Monica, voce parlante e invisibile, commento a un obiettivo stretto su Mirna, dove Buenos Aires non è che sfondo sfocato del corpo di Mirna. (Corso Salani) This film is the story of a twofold path: Mirna’s quest through the Andes for the place where she would find herself and Monica’s intimate, obsessive and tormented attempt to make sense of a love and its end. On the one hand, the snow-capped Andean peaks, their vast beauty and harsh desolation, which echo Mirna’s state of mind. On the other, the camera adopts Monica’s perspective, an invisible, speaking voice, commenting the focus on Mirna, while Buenos Aires is nothing but a blurry backdrop to Mirna’s body. (Corso Salani) Corso Salani (Firenze, 1961) Viaggiatore instancabile, alterna l’attività di attore e quella di regista. Nel 1989 gira il suo primo lungometraggio, Voci d’Europa, con cui vince il Premio Speciale a Riminicinema. Nel 1995 tiene un corso sul cinema a basso costo presso la Universidad del cine di Buenos Aires. Tra i suoi film di finzione: Gli occhi stanchi (1995), Occidente (2000), Corrispondenze private (2002), Palabras (2003); tra i numerosi documentari: Cono Sur (1998), Tre donne in Europa (2004), C’è un posto in Italia (2005), e la fortunata serie in sei episodi Confini d’Europa (2006-2007), cui il Festival di Locarno ha dedicato una retrospettiva nel 2008. Tra le sue interpretazioni ricordiamo Il muro di gomma di Marco Risi, Il Conte di Montecristo di Ugo Gregoretti (film tv), Mar Nero di Federico Bondi e ll mostro di Firenze di Antonello Grimaldi, in uscita nel prossimo autunno. Nel 2008 ha esordito come narratore, pubblicando il racconto Pochi metri d’occidente (Donzelli editore). A tireless traveller, he both directs and acts. In 1989 he realized his first long feature film, Voci d’Europa, awarded the Special Prize at Riminicinema. In 1995 he taught a course on low-cost cinema at the Universidad del Cine in Buenos Aires. His filmography includes the feature films Gli occhi stanchi (1995), Occidente (2000), Corrispondenze private (2002), Palabras (2003), and the documentaries Cono Sur (1998), Tre donne in Europa (2004), C’è un posto in Italia (2005) and the celebrated six-documentary series Borders of Europe (2006-2007), to which the Locarno Film Festival dedicated a retrospective in 2008. His roles as an actor include Il muro di gomma by Marco Risi, Il Conte di Montecristo by Ugo Gregoretti (tv film), Mar Nero by Federico Bondi and Il mostro di Firenze by Antonello Grimaldi, planned for Autumn 2010. In 2008 he made his debut as novelist with Pochi metri d’occidente (A few western meters), published by Donzelli. 35 MY QUEEN KARO Dorothée van den Berghe Belgio / Olanda, 2009 35mm, col, 101’ Versione originale olandese e francese Regia / Director Dorothée van den Berghe Sceneggiatura / Script Dorothée van den Berghe, Peter Van Kraaij Fotografia / Cinematographer Jan Vancaillie Montaggio / Editor Marie-Hélene Dozo Musica / Music Peter Vermeersch Suono / Sound Christian Monheim, Gert Janssen Scenografia / Art Director Gert Stas Interpreti / Cast Anna Franziska Jaeger (Karo), Deborah François (Dalia), Matthias Schoenaerts (Raven), Maria Kraakman (Alice), Samuel Du Chatinier (Daniel), Cezanne Q. Cuypers (Tara) Produttore / Producer Frank Van Passel, Bert Hamelinck, Kato Maes Coproduttore / Coproducer Frans Van Gestel, Jeroen Beker, Joseph Rouschop, Valérie Bournonville, Arlette Zylberberg Produzione / Production Caviar (B) Havenlaan 75 1000 Brussels Tel +32 2 423 2300 Fax +32 2 423 2301 [email protected] www.caviarcontent.com Coproduzione / Coproduction IDTV Film (NL) Tarantula Belgique (B) Distribuzione internazionale / World Sales Doc & Film International (F) 13 rue Portefoin 75003 Paris Tel +33 6 8254 6685 [email protected] www.docandfilm.com 36 1974. Karo, una bambina di dieci anni, ed i suoi genitori, Raven e Dalia, si uniscono ad un gruppo che sta edificando una nuova società basata sul concetto di amore libero: nessuna regola o barriera, solo amore. Essendo l’unica bambina del gruppo, Karo conduce una vita spensierata dentro a questa “utopia per adulti”. La regola dice che, nella comune, si deve condividere ogni cosa, ma non tutti sono in grado di onorare questi principi e ben presto Karo si trova nel mezzo dei conflitti che cominciano a ledere l’unità del gruppo. Divisa tra l’amore per la madre e la lealtà verso il padre ed i suoi prinicipi, pian piano Karo si rende conto che niente è per sempre. It’s 1974. Ten-year-old Karo and her parents, Raven and Dalia, join a group building a new society based on the notions of free love - no walls, no rules, only love. As an only child, Karo leads a carefree existence in this utopia-for-adults. The mandate says that everything is to be shared in the commune. But soon not everyone is able to honor these principles, leading Karo to get caught in the crossfire of the internal conflicts that start to divide the group. She is torn between the love of her mother and loyalty towards her father and his ideals. Karo slowly realizes that nothing can stay the same forever. Con My Queen Karo ho voluto tratteggiare il ritratto di un’epoca, gli anni ‘70, visti attraverso gli occhi di una bambina. Era un’epoca in cui ci si interrogava sui valori, la gente si dedicava alla sperimentazione e lottava per i propri ideali. È un idealismo che, da regista, mi affascina: mi interessano queste persone che scendono in piazza per difendere i loro interessi, che occupano case per opporsi alla speculazione, che cercano nuovi modi di organizzazione della famiglia e che sperimentano liberamente sessualità e droghe. Ho voluto fare un ritratto di chi non si ferma davanti a certi limiti, non rinnega i propri ideali e cerca di metterli in pratica. Spesso non è possibile conciliare i nostri ideali precostituiti con quanto la vita ha in serbo per noi, così nel film ho voluto esplorare questo conflitto. (Dorothée van den Berghe) With My Queen Karo, I intended to sketch the portrait of an era, the seventies, as seen through the eyes of a young girl. It was a time when values were questioned, and people gave themselves over to experimentation and fought for ideals. As a director, this idealism intrigues me. I am interested in these people who take to the streets to defend their interests, who occupy buildings to oppose speculation, who seek new ways of configuring the family and who experiment freely with sexuality and drugs. I wanted to draw a portrait of people who push back limits, who commit to ideals and try to apply them in practice; it is often impossible to reconcile what real life has in store for us with our pre-established ideals, so I wanted to explore this conflict in the film. (Dorothée van den Berghe) Dorothée van den Berghe (Ghent, 1968) Trascorre parte della sua infanzia ad Amsterdam per poi studiare scultura e cinema alla Sint-Lucas School di Bruxelles. Dopo aver realizzato diversi cortometraggi, applauditi in molti festival, e qualche film per la televisione, completa il suo primo lungometraggio Meisje (2002), con cui vince il Premio della Giuria dei Giovani e il Premio della Giuria CICAE al Festival di Locarno. Malgrado gli impegni dovuti alla realizzazione del suo secondo lungometraggio, My Queen Karo, ha continuato a dirigere cortometraggi (Kroeskop, 2006, e Zoe, 2007) e numerosi spot pubblicitari. She spent most of her childhood in Amsterdam. She studied sculpture and film at the Sint-Lucas School in Brussels. After making several short films with successful festival turnouts and a few films for television, Dorothée completed her first feature, Meisje (Girl, 2002), which was awarded the First Prize (Youth Jury) and the CICAE Jury Prize at the Locarno International Film Festival. While focusing on her second feature, My Queen Karo, she continued working as a director on other shorts, Kroeskop (2006) and Zoe (2007), as well on several commercials. 37 OCCHI Lorenzo Bianchini Portogallo / Italia, 2010 HD, col, 72’ Versione originale italiana Regia / Director Lorenzo Bianchini Sceneggiatura / Script Lorenzo Bianchini Fotografia / Cinematographer Ivan Scialino Montaggio / Editor Rui Branquinho, Lorenzo Bianchini Suono / Sound Enrico Medri, Giovanni Buoro Scenografia / Art Director Alex Nazzi Effetti Speciali / Special Effects Alex Nazzi, Michele Bazzana Interpreti / Cast Giovanni Visentin (Gabriele, Lorenzo Gori), Sofia Marques (Ana), Gianni Nistri (Sovrintendente ai Beni Culturali / Head of the Monuments and Fine Arts Office), Edo Basso (custode / attendant), Ezio Rigo (Commissario / officer), Michele Bazzana (Lorenzo Gori), Angelo Bianchini (padre di Lorenzo Gori / Lorenzo Gori’s father), Annalisa Gaudio (madre di Lorenzo Gori / Lorenzo Gori’s mother), Terenzio Russo (Lorenzo Gori da bambino / Lorenzo Gori as a child), Produttore / Producer Francisco Villa-Lobos Produttore Associato / Associate Producer Elena Pollacchi Produzione / Production Contracosta (P) Rua D. Alfonso Henriques 1007 A 2765-572 Estoril Tel. +351 70 397 9309 Fax +351 30 970 3979 [email protected] Distribuzione Internazionale / World Sales Contracosta (P) FILM D’APERTURA 38 “Tutte le case hanno una propria sensibilità, assorbono la vita di chi le abita. Se i muri potessero parlare… Ma i muri tacciono. Ascoltano tutto, ma tacciono.” Ci sono occhi che sanno penetrare nella sensibilità di una casa sino a rimanere accecati dalle storie agghiaccianti che i muri, a volte, trasmettono. Le pareti affrescate di una villa del ‘600 appoggiata sui silenzi gelidi della bassa friulana, sono state danneggiate in modo strano. I volti hanno gli occhi strappati dalla furia di uno scalpello. Ad occuparsi del restauro arriva Gabriele Morelli, un esperto restauratore che abiterà per qualche tempo nella villa con Anna, amica di lunga data, alle prese con un momento difficile della propria vita. “Every house has its own sensibility; it takes up the life of its inhabitants. If walls could talk... But walls are silent. They hear everything, but they are silent.” There are eyes that are able to penetrate into that sensibility until they are left blind because of the terrifying stories that walls sometimes convey. The fresco walls of a 17th century villa standing in the chilly stillness of the Friuli lowland have been strangely damaged. The eyes in the frescoes have been removed by the fury of a scalpel. Gabriele Morelli comes to the villa to restore the frescoes: he is to live there for some time along with Anna, a long-standing friend of his who is going through a difficult time in her life. La motivazione che mi spinge a realizzare film horror è puro amore per un genere di cinematografia che ha visto nascere in passato dei veri e propri gioielli, invidiati ed imitati in tutto il mondo e firmati dai nostri grandi maestri nei tempi d’oro dell’horror italiano. Penso che la carta vincente sia quella di costruire un storia thriller-horror che non sia fine a se stessa ma culturalmente valida, riportando alla luce e facendo scoprire al pubblico - attraverso situazioni e storie di alta tensione emotiva - figure mitiche e mitologiche, riti e culti religiosi, che realmente appartenevano ai nostri antenati e di cui esistono reperti e documentazioni. L’idea che queste energie antiche, queste forze divine, si facciano sentire ancora oggi è affascinante, intrigante, coinvolgente. (Lorenzo Bianchini) I make horror films because of the “pure love” I feel towards a cinema genre that produced real masterpieces that were signed by our great directors in the golden era of Italian horror and are envied and imitated all over the world. I think that the key is to tell a horror/thriller story that is not an end in itself, but it’s culturally valuable, to uncover to the audience – by highly emotional stories and circumstances – legendary and mythological characters, religious rites and creeds that were of our ancestors and can be found in documents and reports. It’s a fascinating and intriguing idea that these old, divine forces be alive today. (Lorenzo Bianchini) Lorenzo Bianchini (Udine, 1968) Appassionato di cinema, inizia a realizzare opere audiovisive nel 1997 con un cortometraggio intitolato Paura dentro, seguito l’anno successivo da Smoke Allucination. Nel 1999 partecipa alla “Mostre dal Cine Furlan”, rassegna biennale a carattere competitivo dedicata a opere in lingua friulana organizzata dal CEC, vincendo la sezione fiction con il mediometraggio I dincj de lune, il primo horror in lingua friulana. Con √3, il suo secondo film in friulano, vince nuovamente il primo premio alla “Mostre”. Il film diventa subito un cult in tutta la regione e suscita curiosità in tutta Italia. Nel 2004 realizza Custodes Bestiae e all’inizio del 2005 gira il noir metropolitano Film sporco. Occhi (2010) è la sua ultima fatica. A cinema buff, Bianchini’s first audiovisual works are the short features Paura dentro (1997) and Smoke Allucination (1998). In 1999, his first Friuli dialect spoken film, I dincj de lune, was awarded best feature film at the “Mostre dal Cine Furlan”, a biennal contest for works in local dialect organised by CEC in Udine. His second film in dialect, √3 (2001), was awarded the “Mostre” first prize again. The film immediately rose to a cult status in the Friuli region and soon aroused great curiosity throughout Italy. Bianchini’s next films were Custodes Bestiae (2004) and the urban noir Film sporco (2005). Occhi (2010) is his last work. 39 SIMON KONIANSKI Micha Wald Belgio / Francia / Canada, 2009 35mm, col, 100’ Versione originale francese Regia / Director Micha Wald Sceneggiatura / Script Micha Wald Fotografia / Cinematographer Jean-Paul De Zaeytijd Montaggio / Editor Susana Rossberg Suono / Sound Claude Lahaye Scenografia / Art Director Anna Falgueras Interpreti / Cast Jonathan Zaccaï (Simon Konianski), Popeck (Ernest Konianski), Abraham Leber (Maurice), Irène Herz (Mala), Nassim Ben Abdelmoumen (Hadrien), Marta Domingo (Corazon), Ivan Fox (Jorge) Produttore / Producer Jacques-Henry & Olivier Bronckart Produzione / Production Versus production (B) 9, Quai de la Goffe 4000 Liège Tel +32 4 223 1835 Fax +32 4 223 2171 [email protected] www.versusproduction.be Coproduzione / Coproduction Haut et Court (Carole Scotta, Simon Arnal, F) Forum Films (Richard Lalonde, CAN) RTBF (Arlette Zylberberg, B) Distribuzione / Distribution Fandango S.r.l. (I) Viale Gorizia, 19 00198 Roma Tel +39 06 8521 85 Fax +39 06 8521 8130 [email protected] Distribuzione Internazionale / World Sales Film Distribution (F) 34, rue du Louvre 75001 Paris Tel +33 1 5310 3399 Fax +33 1 5310 3398 [email protected] www.filmsdistribution.com 40 Simon, 35 anni, eterno adolescente, è stato da poco lasciato dalla donna della sua vita, una danzatrice goy (non ebrea). Il padre Ernest è costretto ad ospitarlo temporaneamente, il che rende presto la vita impossibile ad entrambi. La famiglia Konianski comprende inoltre: Hadrien, il figlio di Simon, appassionato dei terribili racconti del nonno, exdeportato; Maurice, l’anziano zio paranoico; e la zia Mala, dalla parlantina facile. Con la scomparsa del padre, Simon si sente in dovere di esaudirne le ultima volontà: essere seppellito in un paesino dell’Ucraina. I Konianski s’imbarcano così in un viaggio non privo di sorprese. Simon Konianski, 35, is an eternal teen who has been recently left by the love of his life, a goy dancer. His father Ernest is forced to take him in, which soon makes life unbearable for both of them. His family is also made up of his son, Hadrien, a boy passionately fond of his grandfather’s gruesome stories as a former deportee, paranoid old uncle Maurice and nagging aunt Mala. When Ernest passes away, Simon feels compelled to fulfill his father’s last request: to be buried in the depths of Ukraine. The Konianskis then begin a journey that will not be short of surprises. Non volevo fare di Simon un “bravo ragazzo”: è un ribelle, che ama e amerà sempre essere contro tutto e tutti. Volevo invece che Simon partisse alla scoperta delle sue radici, della sua famiglia, di quello che ha sempre rifiutato in blocco semplicemente perché ne aveva soltanto la versione di suo padre, quella sulla guerra, sui campi. Quello che Simon ha sempre rinnegato tornerà durante il viaggio. È come se scoprisse che tutto quello che suo padre gli ha raccontato è parte della sua stessa vita, della sua storia, delle sue nevrosi, dei suoi fallimenti… Come se il fantasma del padre gli dicesse: “Devi accettare, devi affrontare. Non poi rifiutare tutto.” Questo viaggio, in cui si è imbarcato un po’ forzatamente, gli consentirà di vedere le cose per quello che realmente sono. (Micha Wald) I did not want to make a “good guy” of Simon: he is a rebel, who loves and will always love to be against everything and everyone. Instead, I wanted Simon to begin a journey to discover his own roots, his family, everything he had always refused simply because the idea he had of it was his father’s – a one made of war and concentration camps. What Simon has always denied is coming back during the journey. It’s like finding out that everything your father told you is part of your own life, your obsessions, your failures... It’s like his father’s ghost is telling him, “You have to accept it, to face it. You cannot deny everything”. The journey he unwillingly embarked on will let him see things as they truly are. (Micha Wald) Micha Wald (Bruxelles, 1974) Dopo gli studi conclusi presso l’INSAS (Istituto Nazionale Superiore di Arti Drammatiche) di Bruxelles, realizza tre cortometraggi tra cui la commedia Alice et moi (2004), che gli fa vincere il Petit Rail D’Or alla 43. Settimana Internazionale della Critica di Cannes e una quarantina di altri premi in tutto il mondo. Il suo primo lungometraggio, Voleurs de chevaux (2007), un affresco storico e drammatico della cultura cosacca, viene selezionato alla Settimana Internazionale della Critica del 60. Festival di Cannes, al Festival du Nouveau Cinéma di Montréal e al Festival di Pusan (Corea). Simon Konianski (2009), il suo secondo lungometraggio, riprende le disavventure del personaggio di Alice et moi e i suoi rapporti conflittuali con la famiglia e l’ebraismo. He took a degree at INSAS (National Conservatory of Dramatic Arts) in Brussels, then he directed three short films, among them the comedy Alice et moi (2004), which was awarded the Petit Rail D’Or at 43rd Cannes International Critics’ Week, along with more than forty other awards all over the world. His first feature film, Voleurs de chevaux (2007), a historical drama depicting the Cossack culture, was selected at International Critics’ Week of the 60th Cannes Film Festival, at Festival du Nouveau Cinéma de Montréal and at Pusan International Film Festival. Simon Konianski (2009), his second feature film, picks up with the misadventures of the main character in Alice et moi and his conflicts with family and Judaism. 41 SINGULARIDADES DE UMA RAPARIGA LOURA Manoel de Oliveira Portogallo / Francia / Spagna, 2009 HDCAM, col, 64’ Versione originale portoghese Regia / Director Manoel de Oliveira Soggetto / Original Story da un racconto di / from the story by Eça de Queiroz Sceneggiatura / Script Manoel de Oliveira Fotografia / Cinematographer Sabine Lancelin Montaggio / Editor Manoel de Oliveira, Catherine Krassovsky Suono / Sound Henri Maikoff Scenografia / Art Director Christian Marti, José Pedro Penha Interpreti / Cast Ricardo Trêpa (Macário), Catarina Wallenstein (Luisa Vilaça), Diego Dória (Zio Francisco / uncle Francisco), Júlia Buisel (Dona Vilaça), Leonor Silveira (donna sul treno / woman on the train) Produttore / Producer Maria João Mayer, François D’Artemare Coproduttore / Coproducer Luis Miñarro Produzione / Production Filmes do Tejo II (P) Avenida da Libertade, 85 – 3° 1250-140 Lisboa Tel +351 21 323 4400/1 Fax +351 21 347 1087 [email protected] www.filmesdotejo.pt Coproduzione / Coproduction Les Films de l’Après-Midi (F) Eddie Saeta (E) Distribuzione / Distribution Mediaplex Italia (I) Via Panama, 88 00198 Roma Tel +39 06 854 1487 Fax +30 06 855 3880 [email protected] Distribuzione internazionale / World Sales Pyramide International (F) 5, rue du Chevalier de Saint-George 75008 Paris Tel +33 1 4296 0220 Fax +33 1 4020 0551 [email protected] www.pyramidefilms.com 42 Macário passa un intero viaggio in treno verso l’Algarve a parlare con una sconosciuta delle proprie pene d’amore. Subito dopo aver accettato il suo primo lavoro come contabile nel negozio dello zio a Lisbona, si innamora perdutamente di una giovane ragazza bionda che vive dall’altro lato della strada: appena incontrata, la vuole subito sposare. Suo zio, del tutto contrario al matrimonio, lo licenzia e lo butta fuori di casa. Macário parte per Capo Verde dove fa fortuna. Quando infine riesce a strappare allo zio l’approvazione delle nozze con la propria amata, Macário ne scopre la “singolarità”. Macário spends an entire train journey to the Algarve talking to a woman he does not know about the trials and tribulations of his love life: straight after starting his first job as a book keeper at his Uncle Francisco’s shop in Lisbon he falls madly in love with a young blonde, who lives across the road. No sooner does he meet her than he straightaway wants to marry her. His uncle, totally opposed to the match, fires him and kicks him out of the house. Macário departs for Cape Verde where he makes his fortune. When he finally wins his uncle’s approval to marry his beloved, he discovers the “singularity” of his fiancée’s character. Singularidade de uma rapariga loura è il primo film che ho tratto dall’opera di uno scrittore realista. E’ stata un’esperienza davvero interessante. Ho cambiato molto la sceneggiatura perché questa era nata prima della “dislocazione”, ovvero ho dovuto adattare il film in base alla “dislocazione”. Comunque, il vero lavoro di un regista è lasciare evolvere le cose, sia che funzioni e le cose vadano bene, o non lo faccia e le cose vadano male. In tutti i miei film ho sempre mirato al realismo. Ma sto avendo delle difficoltà perché la mia idea di realismo nel cinema è che il cinema non possa filmare il passato senza tornare indietro a quel tempo. Non si può filmare il pensiero, così come non si possono filmare i sogni. E adesso mi ritrovo a filmare il passato in Singularidade de uma rapariga loura... (Manoel De Oliviera) Singularidade de uma rapariga loura is my first film based on the work of a realist writer. It was a very interesting experience. I changed the découpage a lot because that came before the répérage, which meant I then had to adapt the film with regard to the répérage. In any case, the real work of a director is to let things evolve, which either works and things turn out well, or doesn’t and things go badly. In all my films I aim for realism. But I’m having a bit of a hard time because my idea of the realism of cinema is that cinema can’t film the past without going back to that time; you can’t film thought; just as you can’t film dreams. And now I find myself with Singularidade de uma rapariga loura where I’m filming the past… (Manoel De Oliveira) Manoel De Oliveira (Oporto, 1908) E’ il più longevo regista della storia del cinema ancora in attività. Inizia la sua carriera come pilota di macchine da corsa e atleta; poi gira il suo primo film muto, Douro Faina Fluvial, nel 1931. Nel 1942, a seguito dell’insuccesso di un suo film, si dedica al commercio del vino di porto. Ritorna al cinema nel 1972, realizzando un cospicuo numero di film (con attori del calibro di, tra gli altri, Marcello Mastroianni, Catherine Deneuve e Michel Piccoli), che lo rivelano come uno dei più inimitabili e sorprendentemente giovani paladini del cinema. Il suo ultimo film, O Estranho caso de Angelica (2010), è stato selezionato nella sezione Un certain regard all’ultimo Festival di Cannes. He is the oldest active director in the history of cinema. Beginning his career as a racing driver and athlete, he made his first silent film, Douro Faina Fluvial, in 1931. After a film flop in 1942 he became a port vintner. Returning to film in 1972, he has made a large number of films featuring Marcello Mastroianni, Catherine Deneuve and Michel Piccoli amongst others, which have made him one of cinema’s most unique and astonishingly youthful proponents. His last film, O Estranho caso de Angelica (2010), was selected in the Un Certain Regard section at the 63rd Cannes Film Festival. 43 TAXIPHONE Mohammed Soudani Svizzera / Algeria, 2010 35mm, col, 94’ Versione originale svizzero tedesca, francese, araba Regia / Director Mohammed Soudani Sceneggiatura / Script Lorenzo Buccella, Mohammed Soudani, Quitterie Duhurt Fotografia / Cinematographer Bachir Sellami Montaggio / Editor Jacopo Quadri Musica / Music Corry Knobel Suono / Sound Jean Pierre Fénié Scenografia / Art Director Fabrizio Nicora Interpreti / Cast Mona Petri (Elena), Pasquale Aleardi (Oliver), Tarik Bouarrara (Saïd), Adila Bendimerad (Aya), Stefan Kollmuss (Magnus), Belghanami Driss (Ibrahim), Jean-Luc Bideau (Vieux Coyote), Bruno Ganz (se stesso / himself) Produttore / Producer Tiziana Soudani Coproduttore / Coproducer Ahmer Behloul Produzione / Production Amka Films Productions SA (CH) Via Sole 2 6942 Savosa Tel +41 91 967 4076 Fax +41 91 967 2172 [email protected] www.amka.ch Coproduzione / Coproduction Maghreb Films (DZ) RSI – Radiotelevisione Svizzera (CH) EPTV – Etablissement Public de Television (DZ) Distribuzione Internazionale / World Sales Adriana Chiesa Enterprises (I) Via Barnaba Oriani, 24/A 00197 Roma Tel +39 06 808 6052 Fax +39 06 8068 7855 [email protected] www.adrianachiesaenterprises.com 44 Oliver ed Elena, una coppia di svizzeri, attraversano in camion il grande deserto in direzione Timbuctu, nel Mali, dove devono consegnare il veicolo a Moussa, un cliente che attende con impazienza il loro arrivo. Un guasto in pieno deserto li costringe a fermarsi nell’oasi algerina di Djanet. La vita quotidiana dell’oasi ruota attorno ad un piccolo Taxi Phone, gestito da Said, un giovane tuareg. È l’unico posto dove si possa telefonare, ricevere e spedire posta, o trovare una guida turistica. Qui i due incontrano altri viaggiatori, giovani che sognano di immigrare in Europa, bambini con grandi speranze e fantastici narratori. Mentre Oliver fatica ad adattarsi alla vita del deserto e spera di poter presto riprendere il cammino, Elena non tarda a essere sedotta da questo mondo affascinante. Oliver and Elena, a young Swiss couple, are crossing the Sahara by truck to get to Timbuktu, Mali, where they are expected to deliver the truck to Moussa, a client of theirs who is eagerly waiting for their arrival. When their truck breaks down, they are forced to stop in the Algerian oasis of Djanet. The everyday life of the place rotates around a small Taxi Phone, owned by the young Tuareg Said. It is the only place one can call from, get or send mail, find tourist guides. Here they meet other tourists, young people dreaming of immigrating to Europe, children with big hopes, and fantastic storytellers. While Oliver has a hard time getting accustomed to life in the desert and wants to resume the trip quickly, Elena is soon absorbed by this fascinating world. Il viaggio di una coppia svizzera attraverso l’Algeria simboleggia l’incontro tra il mio paese di origine e la Svizzera, il mio paese d’adozione. E’ anche e soprattutto l’incontro tra Nord e Sud – tra la cultura delle vette innevate e quella delle tempeste di sabbia. Due mondi che sono parte di me e mi hanno reso la persona che sono. Purtroppo, al giorno d’oggi, questi due mondi, che hanno molte cose in comune, sembrano essersi voltati le spalle ed aver deciso di ignorarsi. Nel film, le maschere e i pregiudizi crollano non appena ci si rende conto che tutto ciò che occorre fare per capire meglio il nostro mondo è guardarsi attorno in modo differente. Un mondo che diventa sempre più piccolo grazie ai nuovi mezzi di comunicazione, e sempre più violento spesso a causa dell’incomprensione dell’altro. (Mohammed Soudani) The voyage of a Swiss couple through Algeria symbolizes the encounter of my country of origin with Switzerland, my country of adoption. It is also, and above all, the encounter between North and South – the culture of snow-capped peaks and the culture of sandstorms. Two worlds that are a part of me and have made the person I am. Unfortunately, today these two worlds, that have so much to share, seem to have turned their backs on each other, to have decided to ignore each other. In the film, masks and prejudices crumble as we realize that all we have to do is look around us in a different way to better understand our world. A world that becomes smaller and smaller thanks to new means of communication, and more and more violent, often out of our ignorance of the other. (Mohammed Soudani) Mohammed Soudani (El-Chelif, 1949) Dopo gli studi presso l’IDHEC (Institut des Hautes Études Cinématographiques) di Parigi, lavora come cameraman alla TV algerina. Dal 1972 al 1986 è alla Polivideo SA in Svizzera, prima come cameraman, poi come direttore della fotografia. Tra il 1992 e il 2007 realizza oltre trenta documentari per la RTSI – televisione svizzera. Nel cinema, dopo aver lavorato come direttore della fotografia, debutta alla regia con Waalo Fendo, là dove la terra gela (1997), selezionato al festival di Locarno e vincitore di molti premi. Seguono i documentari Sud – Les diseurs d’histoires (1998), Guerre sans image (2002), selezionato a numerosi festival in tutto il mondo, Roulette (2007, film tv) e Taxiphone (2010). Ha appena terminato le riprese di Lionel, una fiaba moderna ambientata tra la Svizzera italiana e l’Africa. After graduating at IDHEC (Institut des Hautes Études Cinématographiques) in Paris, he worked as a cameraman for Algerian television. From 1972 to 1986 he worked at Polivideo SA in Switzerland, first as a cameraman and then as a cinematographer. From 1992 to 2007 he made more than thirty documentaries for Swiss television RTSI. His career in cinema began with him working as a cinematographer, while he made his debut as a director in 1997 with Waalo Fendo, Là où la terre gèle, which was selected at Locarno Film Festival and awarded dozens of prizes. There followed: Sud – Les diseurs d’histoires (1998), Guerre sans image (2002), selected at countless festivals all over the world, Roulette (2007, tv film) and Taxiphone (2010). He has just finished shooting Lionel, a modern tale set both in Italian Switzerland and Africa. 45 VELMA Piero Tomaselli Italia, 2009 HD, col, 90’ Versione originale dialetto maranese Premi / Awards Trieste Film Festival, Premio del Pubblico / Audience Award Houston Independent Film Festival, Premio Gold Remi / Gold Remi Award Regia / Director Piero Tomaselli Sceneggiatura / Script Piero Tomaselli in collaborazione con / in cooperation with Giorgio Monte, Manuel Buttus Fotografia / Cinematographer Alberto Marchiori Montaggio / Editor Gianmaria Scibilia Musica / Music Gianluca Ballarin, Andrea Fontana Suono / Sound Giacomo Avanza Scenografia / Art Director Katia Bonaventura Interpreti / Cast Camilla Zanoner (Velma), Giorgio Monte (il Capitano / the Captain), Manuel Buttus (Manuel), Gianmarco Tognazzi (Giona) Produttore / Producer Manuel Buttus, Vittorio Giacci Produzione / Production ACT MULTIMEDIA (I) Giulio Reale Palazzina 59 – via Tuscolana 1055 00173 – Cinecittà, Roma Tel +39 06 7229 3755 [email protected] www.actmultimedia.tv Coproduzione / Coproduction Prospettiva T_ teatrino del Rifo (I) Distribuzione Internazionale / World Sales Wonderphil Productions (US) 4715, Admiralty Way #324 Marina del Rey, CA 90292 Tel +1 310 482 1324 [email protected] www.wonderphil.biz 46 Il “Capitano”, un pescatore dal controverso passato e dal carattere molto schivo, vive da solo in uno sperduto casotto della laguna di Marano. Suoi unici contatti con la comunità sono un ragazzo, Manuel, da tutti considerato un po’ tocco, ed un carabiniere dai modi un po’ eccentrici, Giona, che per qualche motivo si è affezionato al marinaio. Il misterioso ritrovamento da parte del Capitano di una bambina, Velma, impigliata in una rete sul bagnasciuga, e il difficile rapporto che da quel momento si instaura tra i due, sono destinati a cambiare completamente la vita del pescatore fino ad un epilogo emblematico e catartico. The “Captain”, a fisherman with a controversial past and a very aggressive nature, lives alone in a remote hut in a lagoon nearby Venice, where he has voluntarily isolated himself since many years. His only relationships with the community of fishermen are Manuel – who is considered a bit touched by all - and Giona, a “bobby” with very eccentric manners who has become very close to him. The mysterious finding of a young girl (Velma) entangled in a net on the shore and the complicated relationship between Velma and the Captain will completely change his life, leading him to a symbolic and cathartic epilogue. Considerato che abbiamo girato il film con un budget quasi simbolico, in due settimane... beh, sono molto soddisfatto... Velma è un piccolo film indipendente, poco accattivante da un punto di vista commerciale e, come mi ha suggerito qualcuno, forse un po’ troppo enigmatico... Tuttavia credo che qualche piccolo pregio ce l’abbia. Del resto, le selezioni e i riconoscimenti che stanno arrivando da tanti festival internazionali ci inorgogliscono e ci premiano dei tanti sforzi sostenuti. (Piero Tomaselli) Considering we shot the film with some sort of nominal budget in a couple of weeks... well, I’m quite satisfied. Velma is a small independent film, not very attractive commercially speaking, and, as someone suggested, maybe a bit too much enigmatic... Anyway, I think it has indeed some good points. The film has in fact been selected and praised at many festivals worldwide and that is what makes us proud and fully rewards us for the many efforts made to make it. (Piero Tomaselli) Piero Tomaselli (Udine, 1974) Laureato in filosofia a Padova con una tesi sul rapporto tra arte, poesia e nichilismo nel pensiero di Heidegger nel 2000, si diploma in regia cinematografica a Cinecittà e vive stabilmente a Roma, dove collabora come docente di narratologia filmica, sceneggiatura ed estetica cinematografica. Oltre a Velma (2009), la sua filmografia comprende il cortometraggio Deinos (2003), il mediometraggio Lintver (2006), con la colonna sonora di Elisa, e la pluripremiata docu-fiction Simone Lecca e il cinema (dell’) in-visibile (2005-2009) con la partecipazione di, tra gli altri, Carlo Lizzani, Vittorio Giacci, Giuliano Montaldo, Pierre Bazieh, Moni Ovadia e Enrico Ghezzi. Da più di due anni lavora al lungometraggio thriller HanasH, previsto per la fine del 2010. He graduated in philosophy in Padua in 2000 with a thesis on the relationship between art, poetry and nihilism in the thinking of Heidegger. He currently lives in Rome, where he graduated in film directing at Cinecittà and where he now works as a professor of narratology film, screenplay and film aesthetics. His works include the short films Deinos (2003), Lintver (2006), with the soundtrack of Italian singer Elisa, and the mockumentary Simone Lecca and the in-visible’s cinema (2005-2009) with Carlo Lizzani, Vittorio Giacci, Giuliano Montaldo, Pierre Bazieh, Moni Ovadia and Enrico Ghezzi. He has been working for two years on the horror film HanasH, whose release is planned for the end of 2010. 47 VERSO Xavier Ruiz Svizzera / Belgio / Lussemburgo, 2009 35mm, col, 105’ Versione originale francese Regia / Director Xavier Ruiz Sceneggiatura / Script Nicholas Cuthbert, Xavier Ruiz Fotografia / Cinematographer Greg Pedat Montaggio / Editor Jean-Paul Cardinaux Musica / Music Tom Bimmerman Suono / Sound Alain Sironval Scenografia / Art Director Daniel Raduta Interpreti / Cast Laurent Lucas (Alex Decker), Carlos Leal (Victor Preiswerk), Chloé Coulloud (Lou Decker), Nicole Max (Clara Decker), Delphine Chaneac (Anja Lagrange Abramovich) Produttore / Producer Xavier Ruiz, Donato Rotunno, Pierre Roger Coproduttore / Coproducer Joseph Rouschop Produzione / Production Tarantula Suisse (CH) c/o LPR Productions SA 41 rue Eugène Marziano CP 1750 1211 Genève 26 Tel + 41 22 301 8592 Fax +41 22 301 7437 [email protected] www.tarantula.lu Coproduzione / Coproduction Tarantula Belgique (B) Tarantula Luxembourg (L) 48 Alex Decker, veterano della squadra speciale di Ginevra, ha appena divorziato ed è ora impegnato nel tentativo di riconquistare l’affetto della figlia adolescente. D’un tratto, il suo ex-partner e migliore amico, Victor Preiswerk, che Decker è stato costretto ad arrestare anni prima per il brutale assassinio di una giovane prostituta, riappare nella sua vita. I due, legati sin dall’infanzia da un trauma comune, instaurano una fragile tregua, ma quando Preiswerk, ora al soldo di un boss locale, comincia a frequentare l’ex moglie di Decker, l’istinto del poliziotto prende il sopravvento. Temendo la vendetta di Preiswerk, Decker proverà ad arrestarlo nuovamente, incurante del pericoli a cui esporrà tanto la sua carriera quanto la vita del suo rivale. Following his divorce, Alex Decker, a seasoned member of the Geneva SWAT brigade, is mainly concerned with regaining his teenage daughter’s affection when Victor Preiswerk, his former partner and best friend, who Decker had been forced to put behind bars a dozen years earlier for the brutal murder of a young prostitute, re-appears into his life. The two men, united from childhood by a common trauma, settle for a fragile truce but when Preiswerk, now working for the local mob, begins dating Decker’s ex-wife, the policeman’s instincts get the better of him. Wary of his ex-partner’s desire for revenge, Decker will try to put his old friend back in jail, heedless of the dangers to which he is exposing both his career and his enemy’s life. Verso, per me, è una storia esemplare. Tratta delle difficoltà che incontra un essere umano a vivere in una società artificiale troppo complessa da comprendere. Amore, vendetta e redenzione sono temi classici del cinema contemporaneo, sebbene raramente siano trattati da un punto di vista umano, nella cornice dell’eroismo insito nella quotidianità di un poliziotto. In effetti, Verso non è né un polar, né un poliziesco classico: non vi è alcuna (o quasi nessuna) indagine e, pur potendo rientrare nel genere noir, se ne distacca proponendo un approccio agli antipodi del classico poliziesco. (Xavier Ruiz) Verso is an essential story to me. It broaches the difficulty for a human being to live in a artificial society and that turns out to be hard to understand. Themes of love, vengeance and redemption are classical themes in contemporary cinema, yet they are rarely treated in a human way, in the heroic frame of the present and daily profession of police officer. Indeed Verso is neither a polar nor a typical police film. It doesn’t contain any investigation (or few) and although it can belong to the film noir genre, it differs by proposing a completely opposite axis to the classic police film. (Xavier Ruiz) Xavier Ruiz (Ginevra, 1970) Dal 1992 al 1994 frequenta l’École Supérieure de Réalisation Audiovisuelle (ESRA) di Parigi e l’anno successivo un workshop AVID su cinema, video e arti a New York. Dal 1992 al 1999 è produttore e direttore di produzione di cortometraggi, mentre dal 1995 al 1999 lavora come montatore indipendente. Insegna produzione e montaggio a Losanna e Barcellona. E’ produttore e regista sia per la televisione che per il cinema. Nel 2006, la sua casa di produzione, Navarro Films, entra a far parte del gruppo di produttori europei Tarantula. Tra i suoi lavori: The Toilette Zone (1997, serie tv), Neutre (2001, fiction), PhotoSuisse (2003, doc), Swiss Made In Hollywood (2005, doc). From 1992 to 1994, he attends ESRA (École Supérieure de Réalisation Audiovisuelle). The following year he attends AVID Workshop Film, Video & Arts in New York. From 1992 to 1999 he works as a producer and production director of numerous short films, as well as an independent film editor (1995-99). He teaches audiovisual production and film editing classes in Lausanne and Barcelona. He is a producer and director both for cinema and television. In 2006, his production company, Navarro Films, joins the group of European producers Tarantula. His filmography includes The Toilette Zone (1997, tv series), Neutre (2001, fiction), PhotoSuisse (2003, doc), Swiss Made In Hollywood (2005, doc). 49 www.av.cfwb.be Centre du Cinéma et de l’Audiovisuel de la Communauté française de Belgique We’ll always be there to support cinema: production, promotion, diffusion 44 boulevard Léopold II - B-1080 Bruxelles T +32 (0)2 413 22 19 EVENTI SPECIALI LES ARBITRES Yves Hinant, Eric Cardot, Delphine Lehericey Belgio, 2009 HDCamSR, col, 77’ Versione originale francese, inglese, spagnola, italiana Regia / Director Yves Hinant, Eric Cardot, Delphine Lehericey Soggetto / Original Story Yvan Cornu Fotografia / Cinematographer Didier Hill-Derive, Antonio Capurso, Vincent Hufty Montaggio / Editor Françoise Tourmen Musica / Music Van Romaine Suono / Sound David Gillain Produttore / Producer Michel Vallier Produzione / Production Entre Chien et Loup (B) Rue de L’Amblève 28 1160 Bruxelles Tel +32 2 736 4813 Fax +32 2 7323383 [email protected] www.entrechienetloup.be Distribuzione Internazionale / World Sales Thibaut Potdevin Tel +41 79 829 2605 [email protected] EVENTO SPECIALE 52 In che modo pochi secondi di una partita di calcio possono stravolgere la vita di un’intera famiglia? Cosa provano gli “uomini in nero” di fronte agli insulti e alle minacce dei tifosi? Les Arbitres rivela la vita nascosta di questi uomini, i retroscena di un importante campionato di calcio. Tra loro, l’arbitro inglese Howard Webb, che suscitò molte polemiche per un rigore concesso all’Austria allo scadere della partita con la Polonia; lo spagnolo Mejuto Gonzales, lo svizzero Maurizio Busacca, lo svedese Peter Fröjdfeldt e l’italiano Roberto Rosetti, che arbitrerà la finale. How can a few seconds of a football match put a family in upheaval? How do these “men in black” put up with insults and threats from fans? Les Arbitres reveals the hidden lives of these men behind the scenes of a major football tournament. Amongst them, the English referee Howard Webb, who provoked incredible controversy when he gave a penalty to Austria just before the end of the match with Poland; the Spanish referee Mejuto Gonzales, his Swiss colleague Maurizio Busacca, the Swedish Peter Fröjdfeldt, and the Italian Roberto Rosetti, who refereed the final. Volevo guardare laddove gli sguardi non si erano ancora posati, vivere il più vicino possibile ai loro dubbi, alle loro certezze e ai loro interrogativi in quanto uomini, e non solamente come arbitri […] Riprendendoli da vicino, io e Jean Libon volevamo farne degli individui, invece che degli oggetti di repulsione. E questo progetto ha suscitato l’interesse di Michel Platini. (Yves Hinant) I wanted to look where no one had before, to live the closest to their doubts, their beliefs and their questions as men, rather than as referees […] Shooting them close-up, Jean Libon and I wanted them to be perceived as individuals, instead of being loathed. And this project stirred up Michel Platini’s interest. (Yves Hinant) © Boris Conte Yves Hinant (Liegi, 1968) Debutta alla RTBF come giornalista sportivo e, dopo due anni, si unisce all’equipe della trasmissione “StripTease”, diretta da Jean Libon e Marco Lamensch. Ha diretto una trentina di film, tra cui Tien ta droite, Histoire d’Ivoire (nominato al Premio Europa) e Le Flic, la Juge et l’Assassin (Premio della Giuria per il Miglior Documentario Belga al Docville di Leuven 2008). He started as sports journalist for RTBF for two years. Following this, he joined the “Strip Tease” show directed by Jean Libon and Marco Lamensch. He has directed thirty odd films including Tien ta droite, Histoire d’Ivoire (nominated for the Europa Prize) and Le Flic, la Juge et l’Assassin (which won the Jury Award for Best Belgian Documentary at Docville in Lueven 2008). 53 HUGO EN AFRIQUE Stefano Knuchel Svizzera, 2009 HD, col, 91′ versione originale francese Premi / Awards 66. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (Venezia), Premio della Critica Indipendente / Indipendent Critics’ Award Regia / Director Stefano Knuchel Sceneggiatura / Script Stefano Knuchel Fotografia / Cinematographer Ariel Salati Montaggio / Editor Emanuela Andreoli Musica / Music Zeno Gabaglio Suono / Sound Riccardo Studer Interpreti / Cast Hugo Pratt, Jean Claude Guilbert, Jean-Luc Bideau, Patrizia Zanotti Produttore / Producer Stefano Knuchel Coproduttore / Coproducer Pietro Gerosa, Alfredo Knuchel, Luisella Realini Produzione / Production Venus and beyond (CH) Via Monte Generoso 1 6828 Balerna Tel +41 91 605 2544 [email protected] www.hugoinafrica.com Coproduzione / Coproduction Cong S.A. (CH) Alfredo Knuchel Filmproduktion (CH) RSI Televisione svizzera (CH) EVENTO SPECIALE 54 Al momento della sua morte, avvenuta nel 1995, Hugo Pratt stringeva sul petto una croce etiope. Il suo rapporto intenso con l’Africa è rimasto misterioso fino alla fine. Grazie a documenti audiovisivi assolutamente inediti e ad un viaggio odierno, Hugo in Africa racconta questa storia d’amore segreta nata nel 1936, quando Pratt arriva in Etiopia con la famiglia. A soli dieci anni si ritrova proiettato dalla sua tranquilla infanzia veneziana nella sciagurata avventura fascista dell’Africa Orientale Italiana. I sei anni che vi trascorre segneranno per sempre la sua vita e la sua opera nascente. When he died in 1995 Hugo Pratt was holding an Ethiopian cross to his chest. His intense relationship with Africa has remained mysterious until now. Thanks to neverseen-before audiovisual documents and a recent trip, Hugo in Africa tells this secret love story, which began in 1936 when Pratt arrived in Ethiopia with his family. At ten years of age he found himself thrown from a normal Venetian childhood into a wretched Fascist adventure in Italian East Africa. The six years he spent there will mark his life and his work forever. Raccontare Pratt significa parlare di libertà. Seguire le orme della sua vita significa ritrovarsi in un labirinto dove passato, presente e futuro convivono. In questo documentario convivono almeno tre viaggi che ci portano sulle tracce lasciate da Hugo e dai suoi personaggi africani durante le mille avventure e vicissitudini che hanno segnato il corno d’Africa nell’ultimo secolo. Seguiremo queste tracce fino al punto in cui si confonderanno, in un labirinto, dove sarà piacevole ritrovarsi. (Stefano Knuchel) Talking about Pratt means talking about freedom. Following the footsteps of his life one finds oneself in a labyrinth where past, present and future live side by side. In this documentary we travel three different roads that take us along the tracks left by Hugo and his African characters during the many adventures and ups and downs that the horn of Africa went through in the past century. We will follow these tracks until they become blurred, in a labyrinth, where it will be pleasant to meet. (Stefano Knuchel) Stefano Knuchel (Locarno, 1966) Studia musica, recitazione e ballo e nel 1988 diventa animatore radiofonico per la Radio Svizzera Italiana. Nel 1998 si trasferisce alla Televisione Svizzera Italiana. Nel 2001 si diploma in regia presso il prestigioso The Film & Photographic Workshop di Rockport nel Maine. Dal 2008 si occupa del programma “Fuoricampo” della Televisione svizzera, dedicato alla documentaristica d’autore. Nel 2004 fonda la casa di produzione Venus and beyond. Come regista indipendente dirige diversi videoclip, vincendo nel 2001 e nel 2006 il premio MEI di Faenza per il Migliore Video Indipendente Italiano. La sua filmografia comprende i documentari Nocaut (2004), Paint Me a Life (2005) e Locarno 60 (2007). He studied music, acting and dance. In 1988 he becomes a deejay for the youth channel of Swiss Radio, Rete 3, and in 1998 he moved to Swiss television. In 2001 he graduated in filmmaking from the prestigious The Film & Photographic Workshop of Rockport, Maine. Since 2008 he has been responsible for the program “Fuoricampo”, dedicated to original documentaries. In 2004 he founded the production house Venus and beyond. As an independent film director he directed various videoclips, in 2001 and 2006 winning the prize MEI di Faenza for Best Independent Italian Video. His filmography includes the following documentaries: Nocaut (2004), Paint Me a Life (2005) and Locarno 60 (2007). 55 STRESA IN LUCE ITINERARIO TURISTICO DOMODOSSOLA MILANO ROMA (Documentario Incom, s.d., 2’46’’, segmento dedicato a Stresa) STRESA – VEDUTE PANORAMICHE E CONCORSO IPPICO (Cinegiornale A0668, 10/1930, 1’48’’) RIEVOCAZIONE NAPOLEONICA SUL LAGO MAGGIORE (Cinegiornale A0856, 09/1931, 2’49’’) MOTONAUTICA SUL LAGO MAGGIORE (Cinegiornale A1002, 09/1932, 1’52’’) LE STAZIONI INVERNALI ITALIANE. MOTTARONE, SOPRA STRESA, E’ UN INCANTEVOLE RITROVO PER GLI APPASSIONATI DELLO “SKY”... (Cinegiornale B0409, 1934, 1’56’’) CONCORSI DI BELLEZZA. IL PIU’ BEL SORRISO E LA BELLA ITALIANA (Settimana Incom 00083, 03/101947, 1’37’’) VERSO LONDRA: LA FIACCOLA OLIMPICA AL CONFINE D’ITALIA (Settimana Incom 00176, 30/07/1948, 1’26’’) OSPITI D’ECCEZIONE: ERNEST HEMINGWAY, ERIK JOHNSON, DOUGLAS FAIRBANKS JR. (Settimana Incom 00195, 08/10/1948, 1’26’’) NOTIZIE DA TUTTO IL MONDO: INGHILTERRA, VENEZIA, LAGO MAGGIORE (Settimana Incom 00336, 09/09/1949, 34’’, segmento dedicato a Stresa) CROCIERA DI MAESTRANZE, PREMIO AL LAVORO (Settimana Incom 00650, 28/09/1951, 1’11’’) ELEGANZA A QUATTRO RUOTE (Mondo Libero, 25/09/1959, 1’14’’) PASSERELLA DELLA MODA A STRESA (Settimana Incom 01401, 11/05/1956, 57’’) PREGO, SORRIDA! STRESA: ELEZIONE DI MISS ITALIA (Caleidoscopio Ciac C1130, 09/10/1958, 35’’) IL MONDO DELLE DONNE (Settimana Incom 01699, 11/10/1958, 52’’, segmento dedicato a Stresa) PER LEI SIGNORA! ITALIA: STRESA. ULTIME NOVITÀ NEL CAMPO DELL’OMBRELLO (Settimanale Ciac SC489, 04/1958, 53’’) CRONACA. STRESA: INTERVISTA CON GOFFREDO LOMBARDO DELLA TITANUS (Settimanale Ciac SC548, 18/06/1959, 51’’) OBBIETTIVO SULLA CRONACA. STRESA: CONVEGNO DEL MONDO CINEMATOGRAFICO (Caleidoscopio Ciac C1166, 18/06/1959, 1’19’’) ARONA. MISS LAGO MAGGIORE (Caleidoscopio Ciac C1527, 05/1963, 1’25’’) OBBIETTIVO SULLA CRONACA. STRESA: INCONTRO “TRAMA D’ORO” (Caleidoscopio Ciac C1562, 10/10/1963, 1’52’’) OBBIETTIVO SULLA CRONACA. TORINO - SALONE AUTOMOBILISTICO (Caleidoscopio Ciac C1725, 05/11/1965, 1’10’’) A STRESA L’ANNUALE CONSEGNA DEL “BAGATTO D’ORO” (Radar 0442, 08/07/1971, 2’01’’) IERI. TOTÒ AL GIRO D’ITALIA DI STRESA (Caleidoscopio Ciac C9003, 19/10/1990, 33’’) EVENTO SPECIALE 56 E’ il documentario “Aethiopia”, proiettato nel novembre del 1924 al Teatro Augusteo di Roma, a tenere a battesimo ufficialmente l’Unione Cinematografica Educativa L.U.C.E. Nata dalla trasformazione di una piccola società, il Sindacato Istruzione Cinematografica, l’Istituto Luce aveva come obiettivo primario quello di utilizzare il cinema come strumento di divulgazione culturale. Nel 1925, acquistato dallo Stato, diventa la prima casa di produzione cinematografica di proprietà pubblica esistente in Occidente, e molto presto, anche per effetto di speciali leggi nazionali, i documentari dell’Istituto Luce entrano a far parte delle programmazioni di tutte le sale cinematografiche italiane. Nel 1927 nasce il Giornale Luce che rappresenta, al tempo stesso, uno strumento di cronaca e di propaganda del Governo italiano degli anni Trenta e costituisce ancora oggi una fondamentale testimonianza della storia del nostro Paese. L’arrivo in Italia del cinema sonoro trova l’Istituto Luce pronto ad accogliere la nuova sfida e, a partire dal 1931, viene trasmesso il Giornale Sonoro. La serie di Cinegiornali realizzati e acquisiti dall’Istituto Luce copre l’arco temporale che va dal 1928 ai primi anni del 1980 e comprende i Giornali LUCE, prodotti dall’Istituto stesso nel Ventennio fascista. Oggi l’Archivio Luce è composto da 12.000 cinegiornali, 3.000.000 di fotografie, 9.000 documentari e fondi minori acquisiti da enti pubblici e privati, che variano dalla cinematografia delle origini a repertori e filmati di avvenimenti del Novecento. Nel sito web dell’Istituto Luce (www.archivioluce.com) si trovano oltre 4.000 ore di filmati, rubriche, sale di proiezione, percorsi tematici e strumenti di ricerca. L’intero Archivio cinematografico e circa 450.000 fotografie dell’immenso patrimonio fotografico sono consultabili gratuitamente. The documentary “Aethiopia”, screened at Teatro Augusteo in Rome in November 1924, was the godfather of Unione Cinematografica Educativa L.U.C.E. Istituto Luce was born out of the transformation of a small company - the Sindacato Istruzione Cinematografica - with the primary objective of making cinema an agent of cultural popularization. When it was acquired by the Italian government, it became the first publicly owned production company in the West. Soon after the promulgation of special laws for national cinema, Istituto Luce’s documentaries began to be shown in Italian movies theaters. The Giornale Luce (Luce Gazette), born in 1927, provided both a means to report local news and a propaganda tool for the Italian government of the 1930s. It is still today a fundamental testimony of the country’s history. The introduction of sound into the Italian film industry found Istituto Luce ready to take up the new challenge. Giornale Sonoro (Sound Gazette) began to be broadcast in 1931. The Cinegiornali (Newsreels) – either made or acquired by Istituto Luce - span from 1928 to the beginning of the 1980s and include the Giornali LUCE (LUCE Gazettes), produced by the Istituto during the Fascist period. Today Luce Archive consists of 12,000 newsreels, 3,000,000 photographs, 9,000 documentaries and minor collections that were acquired from private and public institutions and includes materials and footage from the beginning of the cinema era to the 20th Century. On Istituto Luce’s website (www. archivioluce.com) more than 4,000 hours of films, as well as reports, movies theaters information, thematic trails and search tools, are available. The whole cinema Archive and nearly 450,000 photographs out of the Istituto’s entire photographic estate are freely accessible. 57 LA MISURA DEL CONFINE Andrea Papini Italia, 2010 HD 4 K Red, col, ca. 90’ Versione originale italiana Cine-incontro con il regista Andrea Papini. Proiezione del backstage del film girato ad Alagna al Rifugio Vigevano. Evento in collaborazione con Lago Maggiore LetterAltura Regia / Director Andrea Papini Sceneggiatura / Script Andrea Papini in collaborazione con / in cooperation with Monica Rapetto Fotografia / Cinematographer Benjamin Nathaniel Minot Montaggio / Editor Maurizio Baglivo Musica / Music Musica Nuda Suono / Sound Bernadette Signorin Scenografia / Art Director Roberto Conforti Interpreti / Cast Paolo Bonanni (Mathias Veletti), Lorenzo Degl’Innocenti (Cunaccia), Giovanni Guardiano (Giovanni), Luigi Iacuzio (Osvaldo), Peppino Mazzotta (Peppino), Beatrice Orlandini (Beatrice), Adriana Ortolani (Rosamaria), Tommaso Spinelli (Tommy), Thierry Toscan (Ulrich), Massimo Zordan (Bagher) Produttore / Producer Sandro Frezza, Fernando Vicentini Orgnani, Sergio Bernardi Produzione / Production Alba Produzioni (I) Via Carlo Emery, 47 00188 Roma Tel +39 06 4542 8920 [email protected] www.albaproduzioni.it EVENTO SPECIALE 58 Un topografo svizzero e uno italiano vengono chiamati dall’amministrazione di un piccolo comune delle Alpi per individuare i confini tra i due stati, andati perduti, e definire così la proprietà di una mummia emersa dai ghiacci. Il sindaco del piccolo paese italiano spera in tal modo di rilanciare il turismo del luogo. Ma le accurate indagini dei due topografi portano alla luce un delitto del dopoguerra e il suo segreto. A Swiss and an Italian topographer are hired by the Administration of a small village in the Alps to mark the long-forgotten boundaries of the two countries in order to determine the legal owner of a mummy found in the ice. The purpose of the mayor of the Italian village is to enhance the local tourism, but the accurate investigations of the two topographers stumble on a post-war crime and its secrets. La misura del confine nasce da un premio vinto dal mio precedente film (una raffinata camera Red), dal coraggioso cast che ha accettato le difficili condizioni di lavorazione a 3000 metri, e dal mio desiderio di parlare dell’Italia di oggi osservandola da lontano, dai luoghi ai quali sono legato da sempre: il Monte Rosa e le valli che lo circondano. Quasi la montagna avesse avuto il desiderio di farsi filmare, il tempo è stato benevolo e la fortuna ci ha permesso di portare a termine la lavorazione di questa produzione sperimentale. Il film, non sulla montagna ma ambientato in montagna, è la storia di un eterogeneo gruppo di persone che per un caso, diventano testimoni di un antico delitto che le riguarda, ma del quale faticano a cogliere lo spessore morale. L’idea è di esplorare i sogni del presente mettendo i protagonisti di fronte al loro stesso passato e all’ipnotica attrazione che la montagna crea sui loro desideri. (Andrea Papini) La misura del confine was born out of a prize that I was awarded for my previous film (a hi-tech Red camera), of the brave crew that accepted to work in difficult conditions at 3,000 meters of altitude and of my desire to talk about contemporary Italy looking at it from afar, from the places I have always been fond of: the Monte Rosa and the surroundings valleys. It was like the mountain wanted to be filmed, as the weather was kind to us and luck was with us in that we were able to go through this experimental production. The film is not about mountains, it is set in the mountains. It tells a story of an heterogeneous group of people that, by chance, become witnesses of an ancient crime in which they are involved, but of which they have a hard time to understand the moral dimension. I wanted to explore contemporary dreams putting the characters face to face with their own past and the hypnotic attraction the mountain is exerting on their desires. (Andrea Papini) Andrea Papini (Varallo Sesia, 1958) Piemontese di nascita, milanese per formazione, romano per lavoro, una laurea in ingegneria che gli è servita per fondare il network satellitare Microcinema, società di cui ora è presidente. Inizia l’attività cinematografica a metà degli anni ’80: regista di documentari, cortometraggi e spot pubblicitari, ha lavorato tra Roma, Milano e Torino. Ha tenuto lezioni sul cinema digitale ai Master del Politecnico di Milano e alla Scuola Nazionale di Cinema di Roma. Tra i film più recenti: Nuovo cinema paradosso (2005), film collettivo presentato alle Giornate degli Autori della 62. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, e La velocità della luce (2008). Tra gli spot più recenti: Accorcia la notte, allunga la vita (2004), realizzato per la Presidenza del Consiglio. Born in Piedmont, he studied in Milan and now works in Rome. He took a degree in engineering, which was useful to found the satellite network Microcinema, a society of which he is now the chairman. He began his film career toward the middle of the 1980s. He directed documentaries, short films and commercials, working in Rome, Milan and Turin. He lectured on digital cinema for the Ph.D programme of the Politecnico of Milan and the National School of Cinema in Rome. Among his most recent works: Nuovo cinema paradosso (2005), a collective film that was presented at the 62nd Venice Film Festival (Venice Days section) and La velocità della luce (2008). He directed the commercial Accorcia la notte, allunga la vita (2004), promoted by the Italian Government. 59 WORKSHOPS ED ALTRI EVENTI STRESA IMMAGINARIA Stresa immaginaria è un workshop sull’animazione che, utilizzando tecniche a “passo uno” e movimenti digitali all’interno di immagini fotografiche, spinge i ragazzi ad immaginare e descrivere la loro città in maniera originale. I partecipanti vengono portati a riflettere sugli elementi visivi che distinguono la loro città (ad es. il lago Maggiore, il parco di Villa Pallavicino, la Villa Ducale, ecc.), per poi reinventare la geografia del loro territorio: far navigare un transatlantico nel lago, portare piante tropicali nel famoso parco all’inglese di Villa Pallavicino, far emergere dal lago il Colosseo accanto alle isole Borromee. Per stravolgere il proprio territorio è infatti necessario conoscerlo. I ragazzi usciranno dunque in giro per la città e realizzeranno delle foto che poi verranno trasformate e arricchite attraverso l’intervento animato. Verranno usate anche foto e cartoline d’epoca da reperire nelle collezioni private, in mercatini e negozi di rigattieri. Le immagini verranno rielaborate sia al computer, sia attraverso interventi di animazione “passo uno” con oggetti, disegni e collage, in modo da inventare un tour completamente originale e inedito della città: un “intermezzo” animato frutto della fantasia e della creatività dei ragazzi. Oltre ad insegnare i rudimenti dell’animazione, scopo del laboratorio è indurre a ragionare sul linguaggio delle immagini e sull’importanza di preservare e valorizzare il proprio territorio, sconvolgendolo nella finzione ma comprendendone le peculiarità che lo rendono unico. Stresa immaginaria è coordinato da due professionisti (un esperto di compositing digitale e un animatore) messi a disposizione dalla Cooperativa di produzioni audivisive Kiné. Stresa immaginaria is a workshop on animation, which endeavours to have teenagers imagining and describing their town in an original manner through the use of stop motion animation and digital movements. The participants will be driven to reflect on the visual elements that make their own town unique (i.e., the Maggiore Lake, Villa Pallavicino’s park, Villa Ducale and so on) in order to be able to reinvent the geography of their territory – to have an ocean liner sailing on the lake, to take tropical plants to the famous English-style park of Villa Pallavicino, to have the Coliseum emerging from the water next to the Borromean Islands. It is indeed necessary to know an area to be able to distort it. The participants will wander around town and take photos that will be manipulated and enriched by means of the animation techniques. They will also use period photos and postal cards to be found in private collections, local markets and second-hand dealers. The images will be manipulated both via computer and stop motion animation (by means of objects, pictures and collages) in order to create a fresh, fully original tour of the town – an animated “interlude” born out of the participants’ imagination and creativeness. Besides teaching the ABCs of animation techniques, the workshop aims to teach teenagers to think about the language of images and the importance of preserving and exploiting their territory, which will be distorted in fiction, but understood in its distinctive features in real life. Stresa immaginaria is coordinated by two professionals (a digital composer and an animator) provided by Kiné Cooperative of audiovisual productions. WORKSHOP 62 Claudio Giapponesi (1980) è uno dei fondatori della Cooperativa di produzione audiovisiva Kiné che ha sede in Toscana ed Emilia Romagna. Montatore, da alcuni anni si occupa nello specifico di documentari e di rielaborazioni di materiali d’archivio. Collabora stabilmente con l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e con l’Archivio Nazionale del Film di Famiglia. Tra le ultime produzioni che ha curato per Kiné: M*** verofinta di Valentina Monti, J’attends une femme di Chiara Malta, Il nemico interno di Michele Manzolini e Federico Ferrone. Come autore ha realizzato insieme a Mirko Grasso e Paolo Simoni il foud-footage film Come un canto. Come montatore e produttore sta realizzando con Luca Magi il documentario Anita. Claudio Giapponesi (1980) is one of the founders of Kiné Cooperative of audiovisual productions, which has its offices in Tuscany and Emilia Romagna. He is an editor and has been focusing on documentaries and manipulation of archive materials for some years. He is a long-term collaborator with the University of Modena and Reggio Emilia and the National Archive of Family Films. Among the last productions he managed for Kiné: M *** verofinta by Valentina Monti, J’attends une femme by Chiara Malta, Il nemico interno by Michele Manzolini and Federico Ferrone. As an author, he made the foud-footage film Come un canto together with Mirko Grasso and Paolo Simoni. As an editor and a producer, he is working with Luca Magi on the documentary Anita. Luca Magi (1976) è diplomato in Progettazione Multimediale all’Accademia di Belle Arti di Urbino. In qualità di disegnatore, animatore e illustratore, ha collaborato con diverse imprese e importanti casi editrici italiane (Rainbow, Clementoni, Giunti, Mondadori, Eli, Raffaello). Il suo percorso artistico si è sviluppato in particolare nel campo della videoarte. I suoi lavori sono apparsi in diversi festival e manifestazioni artistiche nazionali e internazionali, come il Torino Film Festival, il Flash Art Museum di Trevi, il Festival Transmediale di Berlino. Sta realizzando il suo primo documentario, Anita, per Kiné. Luca Magi (1976) graduated in Multimedia Design at the Academy of Fine Arts in Urbino. He collaborated with important Italian companies and publishers as a designer, animator and illustrator (Rainbow, Clementoni, Giunti, Mondadori, Eli, Raffaello). His artistic career has developed particularly in the field of video art. His works have been selected at many national and international film festivals and artistic events, among them Torino Film Festival, Transmediale Festival in Berlin and Flash Art Museum in Trevi. He is now working on his first documentary, Anita, for Kiné. Foto tratte da M***, la Modena immaginaria di Antonio Delfini. 63 ORA “ICS” L’ora “ICS”, scoccata per la prima volta con l’edizione 2009 degli Incontri Cinematografici di Stresa, torna anche quest’anno ad indicare alla cittadinanza e al pubblico del festival una serie di appuntamenti per “vivere” Stresa con gli Aperitivi Itineranti, accompagnati da musica dal vivo, afterhours al termine delle proiezioni e feste a tema. Gli eventi dell’ora “ICS”, realizzati in collaborazione con alcuni dei più rinomati locali di Stresa e prestigiose aziende vinicole, rispondono infatti a quella che, sin dalle proprie origini, è una prerogativa fondamentale degli Incontri: il radicamento sul territorio e la promozione e valorizzazione delle sue risorse in ambito culturale, turistico ed economico. Il festival “esce” dalla sala cinematografica e invade le piazze e le vie di Stresa: viene così a rinsaldarsi, anno dopo anno, quel legame a doppio filo che unisce la manifestazione alla città che la ospita. L’ora “ICS” batterà il primo rintocco giovedì 17 giugno con i Soul Sissy in concerto all’Enoteca La cambusa, e tornerà a suonare la stessa sera sul lungolago per salutare le “Miss sotto le stelle” ospitate dal Lido Blu. Venerdì si rivivranno gli anni ‘50 con i Fabolous Fifty in concerto al Bar Caffè Moka. E poi arriva il weekend: sabato 19 all’Enoteca Giannino gli Shot on Sight in concerto e, al termine delle proiezioni, com’è tradizione della manifestazione, il Dj set al Caffé Savoy per l’ICS party. La domenica, appuntamento speciale e particolare dedicato alle famiglie e ai più piccini: nel pomeriggio, al Camelot Pub, si serve la merenda “animata”, accompagnata da un programma speciale di cartoni animati. Poche ore più tardi, sempre al Camelot Pub, l’ora “ICS” suonerà per l’ultima volta e darà l’appuntamento al 2011 con la festa di chiusura del festival e la musica dei D-Soul.