• Friuli a Roma: cultura, problemi, personaggi, attività, segnalazioni

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• Friuli a Roma: cultura, problemi, personaggi, attività, segnalazioni
ANNO XXV - LUGLIO-DICEMBRE 2003 - N. 2
Rivista semestrale - Spedizione in a.p. art. 2
comma 20/c legge 662/96 - DCB UDINE
TASSA RISCOSSA
UDINE
TAXE PERÇUE
ITALY
Rivista dell’Associazione tra i friulani residenti a Roma e nel Lazio
a d e re n t e a F R I U L I N E L M O N D O ( U d i n e ) e a l l ’ U N A R ( R o m a )
i s c r i t t a n e l l ’ a l b o d e l l e R e g i o n i L a z i o e F r i u l i - Ve n e z i a G i u l i a ,
Via Principessa Clotilde 1/A - 00196 Roma - Tel. 06/3226613 - Fax 06/3610979
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Friuli a Roma: cultura, problemi, personaggi, attività, segnalazioni
Testi di: Ambrosio, Bertossi, Cavallini, Degano, Di Qual, Gasparini, La Torre,
Mattiussi, Melchior, Pelliciardi, Pezza, Picotti, Ricci, Santiloni, Scaini
Merit Furlan
XX
Se une tiere al è il Friûl
di cjatâsi in onestât,
che nus cjanti il rusignûl
di Aquilèe la libertât.
’O sin Patrie di lavôr,
semenât atôr pal mont.
’O sin int ch’e à il so valôr
e ch’e sa tignîlu in cont.
Ai furlans e ai lôr amîs
din il mèrit ch’e àn di vê.
Di vinc’ àins ai nestris dîs
cumò il mont al pò savê.
Il Friûl simpri al onore
cui che j dà splendôr di aurore.
D.Z.
Rives d’Arcjan in Cjscjel,
2/8/2003
Rivista dell’Associazione tra i friulani di Roma e del Lazio
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DIRETTORE
Adriano Degano
COMITATO DI REDAZIONE
Adalberto Leschiutta
Associato
UNIONE
STAMPA
PERIODICA
ITALIANA
Autorizzazione del Trib. di Roma
n. 16373 del 14-5-1976
Tipografia
Arti Grafiche Friulane - Udine
In copertina: Il presidente del Fogolâr illustra
al Sindaco di Roma on. Walter Veltroni il volume “50 anni di Friuli a Roma”. 10.XI.2003
2
Le nostre ansie
Carissimi Soci e Amici,
si avvicina Natale, festa dell’amore e
della famiglia. Si avvicina il Capodanno a
portare nuove speranze di tempi migliori,
nella pace, nella concordia, nella giustizia, nel benessere sociale ed economico.
Si avvicina anche l’assemblea annuale
che dovrà rieleggere gli organi sociali per
il prossimo triennio.
Per noi, del Fogolâr, le incertezze sono
angosce. Perdere una piccola sede, una come diceva Torquato Tasso - “parva sed
apta mihi” “piccola ma per noi adatta,” ci
fa tremendamente soffrire. Avevamo imparato ad amarla, a frequentarla, a sentirla casa nostra. Lo hanno detto anche gli
studenti friulani ed in particolare la prof.
Giuliana Catanese del Liceo “Stellini”
di Udine che ha scritto in una lettera al
Messaggero Veneto (25.XI.1998) che venire al Fogolâr di Roma era come sentirsi
a casa, nel tepore del focolare.
L’acquirente dello stabile, lasciato all’ospedale di Udine dal barone Morpurgo
(non certo per le finalità speculative ora verificatesi), non ci ha fatto conoscere le sue
intenzioni, anche se continua la processione degli aspiranti secondi compratori.
Non sappiamo dove andremo e dove sistemeremo la nostra biblioteca, il ponderoso archivio storico e fotografico, i documenti, le tante suppellettili.
Siamo andati dal Sindaco on. Veltroni
a prospettargli il problema dell’istituzione nella Capitale di una “CASA DELLE
ASSOCIAZIONI,” così come da tempo
avviene in Francia. Abbiamo fatto appello al Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, on. Riccardo Illy, all’assessore alla cultura prof. Antonaz, ed a
quello del personale Franco Iacop, al
presidente di Friuli nel Mondo. Ci siamo
rivolti al friulano assessore alle politiche
del territorio di Roma, l’amico on. Roberto Morassut, ed anche all’assessore
al patrimonio dr. Claudio Minelli.
Attendiamo con fiducia e tanta speranza. Chiediamo anche a tutti i soci che sono in grado di fornirci suggerimenti di
farlo al più presto e di non abbandonarci,
così come chiediamo a tutti i soci di continuare a sostenerci moralmente ed anche
con un generoso gesto di solidarietà economica.
Fra le iniziative importanti che vorremmo realizzare nel 2004 poniamo al primo
posto la solenne cerimonia per il conferimento del Premio “Giovanni da Udine presenza friulana a Roma e nel Lazio”
nel 25° anno di fondazione. Sarà un’occasione per riunire così i nuovi insigniti ed
il folto e glorioso gruppo delle Personalità che il Premio ebbe nelle precedenti
edizioni. Osiamo sperare nella ben nota
sensibilità del Presidente della Repubblica, Carlo Azelio Ciampi, che ci ha già
promesso la Sua benevola attenzione.
Auguri, intanto, a tutti con sincero affetto.
Grazie
Comitato Soci Onorari
Rispondendo al nostro appello, cominciano ad affluire le offerte straordinarie per il Fogolâr.
Ringraziamo di cuore tutti e, particolarmente per la loro generosità, il presidente onorario Sir Paul Girolami, la
contessa Consuelo e dr. Stanislao
Nievo, la contessa Valeria de Concina Valerio Ticozzi Cassinis, il presidente Degano, l’ing. Mario Sist, m°
Nino Brandolini, cons. Carlo Gerosa, grand’uff. Fabrizio Tomada,
Bruno Stocco, Anna Maria Baschieri, dr. Donatello Nancini, dr. Leopoldo Gobbi, Corrado Masetti Zannini
de Concina, Nives Corazza, Nella
Ciani d’Arienzo, Elena Valeri, avv.
Paola Zaghis-Gagliardi.
On. Wiler Bordon, on. Pier Giorgio Bressani, gen. C.d.A. Umberto
Capuzzo, mons. Duilio Corgnali,
gen. C.d.A. Alberto Danese, on.
Mario Fioret, giornalista dr. Mario
Fucile, sir Paul Girolami, gen.
C.d.A. Roberto Jucci, dr.ssa Anna
Marcon, dr. Stanislao Nievo, ten.
gen. Gianfranco Ottogalli, baronessa Tullia Picella, dr. Amedeo Piva, gen. C.d.A. Mario Rossi, on.
Giorgio Santuz, on. Martino Scovacricchi, sen. Mario Toros, on. Tiziano Treu, sen. Giuseppe Zamberletti, dr. Armando Zimolo; Presidente
della Regione Friuli Venezia Giulia,
Presidenti delle Province di Udine,
Gorizia e Pordenone.
Adriano Degano
Incontro
Ferragostano
INCONTRO FERRAGOSTANO FRA
SOCI, EX SOCI ED AMICI DEL
FOGOLÂR FURLAN DI TORINO
h 10.00: ritrovo presso la sede municipale di Verzegnis (alla fraz. Chiaulis, m.
407), ampio parcheggio, incontro con le
autorità locali;
h. 11.00: visita alla “Sella Chianzutan”
(m. 954), con la guida del dr. Bruno
Mongiar. Il valico prativo, tra i boschi di
faggi, è aperto fra i monti circostanti
(Verzegnis m. 1915 e Piombada m. 1744)
con splendido panorama sulla conca tolmezzina dominata dal Monte Amariana.
h. 12.30: visita ad un’azienda agricola
locale con degustazione di prodotti culinari locali;
h. 15.00: visita allo scavo archeologico in corso nell’insediamento protostorico e romano di Colle Mazéit (loc. Castello e Broilatz, m. 495), con la guida
della Dr.ssa Gloria Vannacci Lunazzi,
responsabile della Sezione Carnica della
Società Friulana di Archeologia e conduttrice dello scavo. Prima delle indagini degli anni 2001 e 2002, sulla sommità
del Colle Mazéit, che domina lo sbocco
della valle del But in quella del Tagliamento, negli anni 1989, 1990 e 2000, è
stata scavata una torre-mastio distrutta
da un incendio verificatosi tra il 1150 ed
il 1270 d.C. Nel corso degli stessi anni,
tramite ricerche di superficie, sono
emersi reperti che hanno permesso di attestare la presenza di un probabile luogo
di culto della seconda età del ferro e di
un ripostiglio di bronzi dell’età del bronzo finale (XII-X sec. a.C.).
Nel corso delle campagne di scavo
2001 e 2002, sono state eseguite delle
indagini che hanno permesso di constatare la presenza di un insediamento circondato da una cinta fortificata in pietra, di alcuni vani insediativi, di reperti
sopratutto ceramici che si possono collocare tra la fine del bronzo finale ed il
IV sec. d.C. di almeno tre fibule celtiche
e di industria litica in selce scheggiata
del III millennio a.C. Le indagini del
2002 si sono concentrate lungo la suddetta cinta muraria in pietre, che circonda da est ad ovest il pianoro meridionale sotto la torre medioevale. Le indagini
di quest’anno dovranno chiarire meglio
le varie fasi costruttive dell’insediamento ed i rapporti con la cinta in pietre.
h. 16.00: visita guidata a “L’Art
Park” di Egidio Marzona (alla fraz.
Villa, m. 442);
h 17.00: ritrovo nella Biblioteca comunale (alla fraz. Intissans, m. 451) intitolata al poeta Gjso Fior e gemellaggio con la nostra biblioteca dedicata ad
Albino Battiston.
Premio Gjso Fior
Una delegazione del Fogolâr, col presidente Degano ed il collaboratore Ado
Beltramini, ha partecipato il 9 agosto alla
solenne manifestazione nella sala comunale di Verzegnis per il conferimento dei premi del 3° Concorso di poesia “Gjso Fior”,
il grande cantore della nostra terra. Di lui,
infatti, ricordiamo gli splendidi versi di
“Friul”, musicato dal nostro m° Felice
Cimatti e “Il most di Verzegnas”, delizio-
so nel testo e nella trasposizione musicale.
Alla cerimonia era presente la giovane
figlia del poeta, con il sindaco Gilberto
Deotto. Ha cantato il coro “Panarie” di Artegna. È seguito un ricevimento nell’ospitale palazzo secentesco dell’imprenditore
Enore Deotto che ha fatto gli onori di casa con la gentile consorte. È seguita l’interessante visita agli scavi archeologici protostorici sul colle ed alla biblioteca
Ritratto di Gjso Fior - Autore: Elio Maria Basso.
h. 18.30: cena tipica presso Ristorante
“Osteria al Fogolâr” (alla fraz. Chiaulis).
Sapori ed emozioni: in questo semplice
locale i piatti sono sempre accompagnati
dal profumo avvolgente della polenta cucinata sullo spolert che si trova nella sala da pranzo e che offre ai commensali la
possibilità di gustare anche con gli occhi
la sua lenta preparazione. Menù: toc in
braide (polenta con salsa ai formaggi e
salame all’aceto): orzotto coi funghi e
tortelli alle erbe aromatiche: guancia di
manzo al refosco con frico di patate, contorni misti; pan di Verzegnis (dolce allo
sliwowitz). Euro 26,00
h. 20.30: nella sala consiliare, esibizione del Coro Panarie di Artegna (diretto
dal maestro Paolo Varoni) in una serata
denominata “Tra Villotte e gospel”.
h. 22.30 circa rientro alle proprie destinazioni.
La Pastorele
Oh, e cere benedete, oh ce gnot di paradîs.
A cjantâ la Pastorele sin vignûz in chest paîs.
L’unigenit Fî di Diu su la tiare al è vignût:
in Betlèm intune stale il Signôr al è nassût.
Esponût a la criure lui sul fen al sta pojât:
l’asinel e il bò lu adòrin e lu scjaldin cul lôr flât.
L’unigenit Fî di Diu su la tiare al è vignût:
in Betlèm intune stale il Signôr al è nassût.
I pastôrs par lâ a vedêlu lassin pioris, lassin dut,
e i regalin il formadi e i consegnin l’agnelut.
L’unigenit Fî di Diu su la tiare al è vignût:
in Betlèm intune stale il Signôr al è nassût.
(Rev. di Marco Rossi)
3
FIESTE DAI FURLANS PAL MONT
L’annuale Congresso dei Friulani nel
Mondo si è svolto quest’anno a Cordenons,
3 agosto 2003, secondo un programma ormai felicemente collaudato e solidamente
stabilito da una consuetudine pluriennale.
Dopo il raduno in piazza della Vittoria, la
Santa Messa è stata celebrata nella chiesa di
Santa Maria Maggiore. Hanno fatto seguito
i saluti delle autorità e la deposizione di una
corona di alloro al monumento all’Emigrazione. Dopo il “gustâ in companie”, il pomeriggio è stato dedicato alle manifestazioni culturali e folcloristiche.
In luogo di una cronaca dettagliata della
giornata, riportiamo qui di seguito il discorso di saluto di Mario Toros, Presidente di
Ente Friuli nel Mondo.
Chiesa di S. Maria Maggiore. Congresso dei Friulani nel Mondo (Foto Melchior).
Una festa
per ricordare e progettare
È sempre con grande emozione che la
prima domenica di agosto mi rivolgo ai tanti friulani convenuti in una località del Friuli per passare, insieme, una giornata di festa
e nello stesso tempo manifestare il loro attaccamento all’ente Friuli nel Mondo che
mantiene solidi i rapporti tra i friulani lontani e la “piçule Patrie”.
Quest’anno, però, l’appuntamento ha un
significato che va ben oltre la tradizione. A
Cordenons celebriamo anche 50 anni di vita dell’Ente che fu di Tiziano Tessitori,
Chino Ermacora, Ottavio Valerio, Renato Appi ed oggi appartiene a generazioni e
generazioni di friulani che, in ogni angolo
del mondo, hanno saputo testimoniare il valore di una friulanità aperta al mondo ma fedele ai valori tramandati dai padri. Consci
dell’apporto dato allo sviluppo di paesi lon-
tani e del contributo fornito per il mantenimento, in lunghi decenni, di un dignitoso livello di vita dello stesso Friuli, la diaspora
friulana si prepara, ora, a rispondere alle sfide insidiose della globalizzazione.
Siamo cittadini del mondo e preparati ad
affrontare qualsiasi intemperie perché le radici che affondiamo profondamente nella
Storia di Aquileia fanno del popolo friulano
un unicum apprezzato per la qualità del suo
lavoro, l’impegno delle suo opere e l’onestà
del suo lavoro, l’ingegno delle sue opere e
l’onestà del suo comportamento ma anche
perché ha saputo affermare la propria identità nel rispetto della dignità altrui, in ogni
tempo e situazione.
Le generazioni passano, i costumi si modificano, le culture si trasformano. Nella severa fedeltà alle nostri radici e nella gelosa
difesa dei valori tramandati dai padri, oggi,
si apre davanti a noi un mondo nuovo, pieno
3 Agosto 2003 a Cordenons. Il sen. Toros con il Sindaco e le Autorità (Foto Melchior).
4
di incognite ed insidie. Il rimanere friulani
nel villaggio globale non è un atto di conservazione ma l’espressione di una aggiornata modernità che fa della nostra specificità
un valore aggiunto sulla via del progresso.
La friulanità agli albori del terzo millennio si confronta con un contesto generale
sostanzialmente diverso da quello conosciuto dai pionieri che nella seconda metà
dell’800 varcavano gli oceani alla ricerca di
una vita migliore. Restare insieme, riunirsi,
serrare le fila, organizzare un’operosa solidarietà era la conseguenza diretta della necessità del bisogno. Essere per sopravvivere. Oggi, nelle molteplicità delle opzioni
possibili, entrare attivamente nella rete friulana significa aderire, da protagonisti, ad un
segmento significativo dell’emergente nuova struttura dei rapporti internazionali. Essere per contare.
Il prerequisito per la partecipazione a tal
strategico disegno, il valore fondante di
questa friulanità globale sta sempre di più
nell’affermazione ed il rafforzamento della
sua sostanziale unità, nella Patria e nel
mondo, attraverso la legittima valorizzazione delle sue naturali specificità territoriali.
Diversificare per meglio unire e non dividere per rendere inefficace una identità che si
manifesta, oggi, in termini nuovi e non sperimentati prima.
Non sorprenda quest’appello all’unità sostanziale di tutti i friulani lanciato dalla patria
dell’indimenticabile Renato Appi profeta di
un Friuli in divenire. Quale modo migliore
per onorare la sua memoria che mantenere
fede a tale impegno? Che questa giornata di
festa sia nel tempo memoria e progetto.
Mario Toros
Merit Furlan nel castello di Rive d’Arcano
Omaggio alla cultura friulana
Nella suggestiva cornice del Castello
d’Arcano, alla presenza di un numeroso
pubblico e autorità, sabato 2 agosto sono
stati consegnati i Premi “Merit Furlan”
2003. Del premio, giunto alla sua ventesima edizione, sono stati insigniti Elvia Moro Appi, Odorico Serena, Marcello De
Stefano, Aldo Gallas e Savino Pajani.
Il Premio “Merit Furlan” viene assegnato ogni anno a persone che in Italia
e nel Mondo si sono particolarmente
distinte nel mantenere in vita e diffondere la cultura e la lingua friulana e che,
con il loro impegno nel lavoro e nelle
varie attività umane, hanno onorato la
piccola e grande Patria. Queste le parole
e lo spirito che animano il Premio
espresse dal presidente della giuria, professor Domenico Zannier che ha presentato i premiati.
Elvia Moro, di Cordenons è la vedova
di Renato Appi, scrittore-poeta; Elvia
con lui ha dato lustro al Friuli Occidentale, ha realizzato il vocabolario della parlata di Cordenons e dato alle stampe le favole del passato ed è componente del direttivo della Filarmonica Friulana.
Odorico Serena, nato a Cividale, vive
a Perteole di Ruda, laureato in lettere e filosofia, per anni direttore regionale dell’ONAIRC e ispettore per la scuola materna di Stato. Autore di numerose pubblicazioni con riferimento alla scuola per
l’infanzia, ha tradotto in lingua ladinofriulana gli orientamenti educativi nella
scuola materna statale e ricoperto vari incarichi nei massimi livelli della scuola.
Marcello De Stefano, è nato e vive a
Udine; dopo la laurea in giurisprudenza
frequenta a Cinecittà la scuola sperimentale di cinematografia, vince il primo dei
quattro posti a concorso di aiuto regista.
Sul set ha seguito la lavorazione di vari
film con i registi Antonioni, Rosellini,
De Sica, Zampa, Vidor e Visconti. Rientrato in Friuli ha realizzato 19 file-saggio
e da alcuni anni sta attuando le riprese su
“Il mistero di Medjugorie”. Si è dedicato
anche all’arte pittorica, sue opere sono
state pubblicate alla Biennale di Venezia.
Aldo Gallas, nato a Buenos Aires, vive
a Medea (Gorizia) dove è stato insegnante e consigliere comunale. Fondatore della Società sportiva Medea, della Pro Loco, dei Donatori di Sangue e Giudice conciliatore di Medea. Suoi racconti sono
stati pubblicati su Sot la Nape, Strolic
Furlan e su Marian e i Paîs dal Friûl
orientâl; ha pubblicato “Medea: il territorio e la realtà socio culturale” nonché
“Medea nella prima guerra mondiale”. È
nel direttivo della Filologica Friulana che
lo ha nominato “Maestri di Furlan”.
Savino Pajani, nato a Sclaunicco, abita a Cussignacco, da un ventennio impegnato nel mondo del canto corale infantile, è presidente nazionale dei Pueri Cantores e del complesso del Duomo di Udine. In seminario dove entrò a 11 anni studiò musica con don Albino Perosa e organo con Monsignor Pigani. Fondò il
primo gruppo di Pueri Cantores al Sacro
Cuore di Udine, organizzò a Udine un
convegno di Pueri Cantores al quale parteciparono 39 gruppi dei quali 5 stranieri.
Nel 1972 si laurea in pedagogia e teologia
ed è docente di materie letterarie in diverse scuole medie. Da giugno è in pensione
dalla scuola ma non dai Pueri Cantores.
La cerimonia è cominciata con una S.
Messa celebrata in friulano da monsignor Rizieri De Tina, nella cappella
gentilizia del castello ed è stata accompagnata dal coro “Guarneriano” di San Daniele diretto dal m° Adelchi Zoratti. Al
termine del rito il coro si è esibito nel
piazzale del castello dove si è svolta la
manifestazione; ha eseguito le più belle
villotte del repertorio friulano e della polifonia classica.
Dopo la presentazione dei premiati
hanno portato il saluto le autorità presenti: Paola De Giorgi, vice sindaco di Rive
d’Arcano, che ha fatto gli onori di casa,
consegnando un riconoscimento, si è detta onorata di portare il saluto ad una cerimonia che rende pubblica testimonianza a
persone che hanno onorato il Friuli in Italia e nel Mondo.
Marzio Strassoldo, Presidente della
Provincia di Udine, in buona lingua friulana, ha portato il saluto della Provincia,
ed ha ringraziato i premiati per il loro impegno nella diffusione della cultura friulana e il mantenimento delle nostre tradizioni fra le nuove generazioni che si sono inserite nelle varie nazioni in tutti i
continenti.
Roberto Molinaro, anche a nome di
Paolo Menis, consiglieri regionali, ha
portato il saluto della Regione Friuli Venezia Giulia, congratulandosi con i premiati per avere ben meritato un riconoscimento che fa onore al Friuli e a tutta la
Regione.
Ha chiuso gli indirizzi di saluto Ennio
Benedetti, Presidente della Comunità
Collinare del Friuli, che ha sottolineato
l’importanza del Premio “Merit Furlan”,
per il giusto pubblico riconoscimento a
persone che, spesso anonime, hanno dedicato parte del loro tempo e capacità professionale per onorare la “Picjule Patrie”.
Sono quindi stati consegnati, da parte
delle autorità, gli attestati del premio,
che si avvale del patrocinio della Regione Friuli Venezia Giulia, della Provincia
di Udine, della Comunità Collinare, del
Comune di Rive d’Arcano e del Messaggero Veneto.
Per Friuli nel Mondo, alla manifestazione ha partecipato il Presidente senatore Mario Toros, con il dottor Adriano
Degano, Presidente del Fogolâr furlan di
Roma.
Giovanni Melchior
Elvia Moro-Appi fra Giorgio Serena, Marcello De Stefano, Aldo Gallas ed il m° Savino Pajani
(Foto Melchior).
5
Incontro alpini con gli emigranti
Sul colle di San Mauro di Rive d’Arcano, si è rinnovato l’ideale abbraccio degli
alpini con gli emigranti, manifestazione
che si ripete ogni anno dal 1978. Quella
di domenica quindi è stata la 25a edizione, sempre organizzata dal gruppo ANA
di Rive d’Arcano sotto la guida del cavalier Angelo Nicli, in collaborazione con
il Comune e il patrocinio dell’Ente Friuli
nel Mondo.
La cerimonia è iniziata con il raduno
dei partecipanti sul piazzale del castello
d’Arcano dove alle 10.30 si è formato un
corteo, e con la banda di Rivignano in
testa è stato raggiunto il colle di San
Mauro; dopo il saluto agli emigranti e a
tutti gli intervenuti da parte del capogruppo Angelo Nicli, è seguita l’alza
bandiera e la deposizione di una corona
al cippo che ricorda i Caduti di tutte le
guerre, mentre la banda intonava l’inno
nazionale, il Piave, una tromba ha scandito il “Silenzio”.
Quindi Messa al campo celebrata dal
parroco, don Antonio Castagnaviz, il
quale all’omelia ha sottolineato l’impegno degli alpini sempre disponibili verso
la comunità civile con atti di solidarietà e
Alpini in corteo verso il Colle di Rive d’Arcano (Foto Melchior).
Alessandro Ortis
Presidente Authority Energia e Gas
Mentre andiamo in macchina con la Rivista, apprendiamo con grande soddisfazione che il socio e collaboratore ing. Alessandro Ortis è stato nominato dal Consiglio dei Ministri presidente dell’Authority Energia e Gas.
L’ing. Ortis, fra i tanti prestigiosi incarichi ricoperti, è stato vice presidente dell’Enel durante la presidenza del cav. del Lavoro Franco Viezzoli, nonché stretto collaboratore dell’on. Paolo Battistuzzi. Nell’ultimo periodo è
stato direttore generale, al Ministero dell’Industria, del delicato settore dell’Energia Elettrica e Nucleare.
di servizio in aiuto di quanti sono nel bisogno. Allo scambio di un segno di pace
è stato liberato uno stormo di colombi
viaggiatori.
Al termine del rito, il sindaco, Enzo
D’Angelo, ha portato il saluto del Comune ed ha lodato gli alpini di Rive per
questa iniziativa di tendere una mano
amica agli emigranti che ritornano durante le ferie in Friuli per riveder con figli e nipoti i luoghi di origine. Roberto
Toffoletti, presidente della sezione ANA
di Udine, ha espresso il compiacimento
per questo incontro di sensibilità verso
quanti hanno dovuto lasciare il Friuli alla ricerca di un lavoro all’estero. Toffoletti ha anche ricordato i 45anni di fondazione del gruppo ANA di Rive, di
quanti sono stati alla guida, da Mario
Vacchiani, Provino Federicis, Guglielmo De Bellis e l’attuale Angelo Nicli.
Ha chiuso gli interventi il dottor Adriano Degano, presidente del Fogolâr furlan di Roma, portando il saluto del senatore Mario Toros, presidente dell’Ente
Friuli nel Mondo, l’ente che da oltre 50
anni mantiene viva la fiamma della friulanità, attraverso quel ponte ideale che
collega i friulani in Patria e nel Mondo.
Oltre alle autorità citate, presenti i sindaci di Ragogna, Ebe De Monte, di San
Vito, Narciso Varutti e di Colloredo
Roberto Molinaro che è consigliere regionale. Tanti i gruppi ANA della zona
nonché la sezione di Gemona con labaro; presente anche il generale a riposo
della Julia, Mario D’Angelo.
Infine, sono stati consegnati gli attestati di partecipazione all’incontro: Norma
Mitri, figlia di friulani, in Friuli dopo 70
anni, Adele Mesaglio, originaria di Vidulis, da 52 anni in Svizzera e Francia,
Walter Persello di Buja, ritorna dopo 46
anni dal Venezuela, Gris Magil, canadese, nipote di Marsilio Floreani di Rive
d’Arcano emigrato nel 1911, Lina Pasini vedova di Zeno Zolli, di Carpacco, da
52 anni in Francia, Bruno Orlando, con
la moglie Ida da 55 anni a Parigi, D’Arcano Davide, originario di Rive, dal
1954 in Svizzera, Luisa Burelli figlia di
genitori di Pozzalis, con il marito Michel
Girard da 50 anni in Francia, Pietro
Fontana, figlio di friulani, ora risiede a
Bergamo, Elsa d’Angelo vedova Toniutti, originaria di Silvella, da 50 anni a Bollate - Milano.
Giovanni Melchior
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“Fogolârs Furlans in vacance”
Domenica 10 agosto a Tarcento si sono
dati appuntamento i “Fogolârs in vacance” della Lombardia, ai quali si sono uniti anche quelli del Lazio in particolare
quello di Roma sempre presieduto dall’inossidabile presidente cav. di gran Croce dottor Adriano Degano.
L’incontro è ormai una consolidata tradizione, in quanto sono 24 anni che puntulamente si ripete questo appuntamento
sempre in una località diversa del Friuli
storico, dove la dozzina di Fogolârs della
Lombardia e da qualche anno anche quelli di Roma si ritrovano nel segno della più
cordiale amicizia, durante il periodo di
vacanze ferragostane.
All’appuntamento di Tarcento hanno
partecipato oltre 200 persone fra le quali
anche parenti e amici residenti in Friuli
che si sono uniti alla comitiva per far festa una giornata insieme.
I partecipanti sono stati ricevuti a Palazzo Frangipane, sede del municipio, dove il sindaco, Lucio Tollis, nella sala consiliare, ha portato il saluto della città,
mentre il coro del Fogolâr di Milano, diretto dal maestro Mario Gazzetta, eseguiva “Un salût ‘e furlanie”.
Dopo il benvenuto dell’assessore alla
cultura, Ganzitti, è intervenuto Ernesto
Bosari, presidente del Fogolâr di Bollate,
che ogni anno si assume l’incarico di organizzare l’incontro.
È poi intervenuto il dottor Adriano
Degano, che, dopo avere portato il saluto
del Fogolâr della Capitale, ha ringraziato
il sindaco Tollis per essere stato insignito
del prestigioso premio “Epifania”, che ha
ritenuto essere un premio a tutti i friulani
che a Roma e nell’Agro Pontino hanno
lavorato e sacrificato tante famiglie per
Il Presidente Degano consegna al Sindaco Tollis la medaglia del 50º, pregevole opera di
Eugenio Driutti (Foto Melchior).
Milano, Bollate e Roma assieme col sindaco Tollis (Foto Melchior).
rendere fertili quelle terre già paludose e
infestate dalla malaria. Il senatore Mario
Toros, presidente dell’Ente Friuli nel
Mondo, ha sottolineato l’importanza della presenza dei Fogolârs delle Regioni più
importanti d’Italia, dove i nostri emigranti hanno onorato il Friuli con il loro impegno nel lavoro e nelle professioni. Ha
chiuso gli interventi Alessandro Secco,
presidente del Fogolâr di Milano, che si è
detto felice di salutare nel suo paese di
origine, Tarcento, gli amici dei Fogolârs
lombardi con i quali ha il piacere di collaborare in tante iniziative.
Poi, tutti nel vicino Duomo per assistere
alla S. Messa celebrata da don Plinio Donati, che ha ricordato l’amore dei friulani
per la loro terra; e lo dimostra quest’incontro che da tanti anni si ripete. Dopo il rito
tutti al convivio nel Centro Ceschia sulle
sponde del Torre, dove i partecipanti si sono dati appuntamento per il 25° incontro
del prossimo anno.
Giovanni Melchior
7
il viaggio in regione, IN Istria e Dalmazia
con sentimento tra natura e storia
Un percorso di oltre duemilatrecento
chilometri, che si è snodato nell’arco di
nove giorni attraverso sette tappe principali, corredate di escursioni quotidiane
più o meno ampie per raggiungere le varie località oggetto di visita. Un tour de
force abbastanza intenso che, se ha lasciato poco spazio a momenti di libertà
individuale, ha in compenso riempito il
tempo del viaggio di visite a luoghi di eccezionale interesse storico e paesaggistico e di incontri particolarmente coinvolgenti: questo è, in estrema sintesi, il condensato del viaggio organizzato dal Fogolâr furlan tra la fine di agosto e la prima decade di settembre nelle terre istriane e dalmate, con la sponsorizzazione
dell’Assessorato al Turismo della Regione Friuli Venezia Giulia e dell’Assessorato alla Cultura, Turismo e Sport
della Regione Lazio.
Va infatti ricordato subito che lo scopo
del viaggio era sì quello di far conoscere
(ai neofiti) o di far esplorare nuovamente
(ai veterani) aspre bellezze naturali come
l’ambiente carsico, paesi pieni di vestigia
storiche e di pregevoli architetture civili e
religiose, località di forte richiamo al soprannaturale ed alla fede; ma anche e soprattutto quello di portare i rappresentanti in Roma delle varie Regioni italiane ad
incontrare e conoscere i rappresentanti ed
i problemi di un’altra Regione (nonostante tutto, ancora in parte italiana, seppure
solo in modo virtuale), che si affaccia sull’altra sponda dell’Adriatico. Ampia la
composizione regionale dei partecipanti,
anche questa per indicare l’intento aggregante dell’iniziativa che il Fogolâr furlan
ha realizzato nello spirito dell’UN.A.R.,
l’Unione delle Associazioni Regionali in
Roma.
Anche dal punto di vista climatico tutto
si è svolto nei migliore dei modi. Infatti,
partiti da Roma nell’ultima giornata di questa torrida estate, siamo stati assistiti da un
clima ideale, con giornate serene - tranne
un breve acquazzone che ci ha sorpreso per
strada appiedati e ci ha costretto ad un veloce riparo di fortuna - e temperatura mite.
Complesso e difficile - oltre che di non
rilevante interesse - sarebbe fare un resoconto cronachistico dell’evento, anche
perché già sintetizzato nel programma distribuito prima della partenza. Per contro,
va detto invece che ciò che ha maggiormente colpito ed è rimasto sicuramente
impresso nel ricordo dei partecipanti è
stata la ricchezza di spunti offerti dal viaggio sotto una molteplice varietà di aspetti.
Innanzitutto va evidenziato il grande
interesse suscitato come PERCORSO
DELLA NATURA.
Già in fase di avvicinamento a Trieste prima tappa del viaggio - l’ambiente carsico da una parte ed il mare dall’altra hanno cominciato a fare da fondale ai nostri
spostamenti, in una cornice unica ed affascinante.
In questo scenario fisso, si sono poi via
via inserite le singole località di interesse
naturalistico. Partendo dal primo fugace
sconfinamento in terra slovena, che ci ha
portato a Lipica attraverso i territori di allevamento dei cavalli lipizzani, famosi
per il loro utilizzo nella Scuola di equitazione viennese, le bellezze naturali istriane si sono espresse al meglio con il magnifico e ben curato Parco dell’Isola di
Brioni, (dove è visitabile anche un interessantissimo Museo della Fauna, che
espone una ricca varietà di esemplari imbalsamati di mammiferi e di uccelli) per
terminare con l’incantevole prospetto sul
Uno splendido panorama di Trieste (Foto Volpato).
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mare di Abbazia (Opatija) con il curatissimo Parco-giardino prospiciente Villa
Angiolina e l’Hotel Kvarner, in stile liberty, del 1884.
Nella regione dalmata, durante tutte le
tratte del viaggio di trasferimento da un
posto all’altro, continua è stata la visione
delle numerosissime isole che si stendono
parallelamente alla costa, in particolare il
frastagliato raggruppamento di circa 150
isole che compongono il Parco Nazionale
di Kornati (il cui nome deriva dall’isola di
Kornat, Isola Incoronata), caratteristiche
per la bellezza selvaggia della pietra e per
il chiarore azzurro del mare. Indimenticabili infine le Cascate del Krka (con un dislivello di 46 m), la più grande barriera di
tufo in Europa formata dal fiume Krka, la
cui corrente inferiore, dopo il passaggio
per un canyon profondo e pittoresco lungo
75 km e numerose cascate, passa attraverso il lago di Pruklian e sbocca nell’insenatura di Sebenico, lunga 9 km. In questo
avvincente scenario naturale durante gli
spostamenti ci ha fatto compagnia una delicata borina, le cui raffiche erano visibili
sul mare leggermente increspato per la
presenza di un sottile velo di schiuma.
Una seconda chiave di lettura ci viene
dal PERCORSO DELL’ARTE E DELLA STORIA.
Innumerevoli, in un territorio ricco di
storia come quello della costa adriatica, le
testimonianze del passato; impossibile visitarle in un tempo limitato, quale quello
a nostra disposizione, senza fare molte,
necessarie - ed anche dolorose - rinunce.
Innanzitutto vanno citate le città tappa del
nostro itinerario: Trieste in primis (con
l’ineguagliabile Piazza dell’Unità d’Italia, la Cattedrale di S. Giusto, il Castello,
solo per citare le attrazioni principali), poi
Rovigno (Rovinj), Pola (Pula) (con l’Anfiteatro, Porte e mura romane, i resti dei
Templi), Fiume (Rijeka) ( con la Torre civica, eretta sull’antica porta cittadina rivolta al mare, il Palazzo del Municipio
con la Colonna dello stendardo, la Cattedrale di S. Vito), Zara (Zadar) (con il
Convento di S. Francesco, la Cattedrale
di S. Eustachia, il Foro romano del I secolo, l’Esposizione permanente di Arte
sacra, con molti oggetti sacrali dorati in
forma di reliquiario e quadri delle chiese
zaratine e dei dintorni, la Piazza dei cinque pozzi), Sebenico (Sibenik) (città natale di Niccolò Tommaseo, con le fortezze di S. Anna e S. Giovanni, la Cattedrale di S. Giacomo, cui diede un determinante contributo il maestro Giorgio Corsini il Dalmata - che si firmava Jiuray
Dalmatinac-, la chiesa di S. Giovanni
Battista), Spalato (Split) (con il celebre
Il prof. Maurizio Tremul, presidente delle Associazioni italiane in Slovenia e Croazia illustra
i problemi delle comunità italiane (Foto Volpato).
Palazzo-città di Diocleziano), Salona
(Solin) (l’antica città natale di Diocleziano ricchissima di reperti archeologici) e
Traù (Trogir) (città-museo, piena di costruzioni e di angoli di grande suggestività).
E moltissime altre sarebbero - ma è impossibile enumerarle tutte - le testimonianze relative alla storia ed all’arte millenaria di questa terra che per un lungo
periodo di tempo ha condiviso la propria
sorte con quella della zone contermini del
versante italiano, in particolare con la Repubblica di Venezia.
Non meno importante è stata la terza
componente del viaggio: IL PERCORSO
DELLA FEDE.
Il primo incontro con la tematica religiosa, non contando le visite alle chiese di
interesse artistico, è rappresentato dall’escursione al Convento francescano di
Tersatto (Trsat), il più vecchio santuario
della Croazia nelle vicinanze di Fiume, la
cui nascita è legata alla leggendaria traslazione della casina della Sacra famiglia
dalla terra santa all’Europa. Tersatto funse da stazione intermedia tra Nazareth,
punto di partenza, e Loreto, punto d’arrivo: secondo la leggenda, la casina vi si
soffermò dal 1291 al 1294. Intreccio di
fasi architettoniche gotico-rinascimentali-barocche-biedermeier, la chiesa a due
navate è ricca di arredi e di opere pittoriche. Molto suggestiva è stata la visita alla Cappella dei Doni votivi, dove, tra una
moltitudine di rappresentazioni figurative
popolari di miracoli operati dalla Madonna di Tersatto, spicca una scultura gotica
della Madonna di Slunj ed è esposto il
seggio usato dal Santo Padre Giovanni
Paolo II in occasione della recente visita
al Santuario.
Occasione particolare di calma spirituale è stata anche l’escursione all’isola
di Visovac, situata nel mezzo della vasta
estensione lacuale del fiume Krka e sede
di un convento (oggi) francescano, immerso nel verde di alberi ad alto fusto e di
variopinte aiuole fiorite.
Ma l’obiettivo principale è stata la visita al Santuario di Medjugorie, oltre il
confine bosniaco. Pur nella libertà di opinione che la stessa Chiesa lascia ai singoli quando si tratta di eventi miracolosi ancora non ufficialmente dimostrati e riconosciuti, non c’è dubbio che la storia delle apparizioni di Medjugorie costituisce
un robusto richiamo alle tematiche della
fede e della spiritualità, fortemente a rischio nella attuale società caratterizzata
da un consumismo troppo spesso esasperato sia sul piano materiale sia su quello
intellettuale. La personale testimonianza
del giovane che ha fatto da guida sui luoghi delle apparizioni, che tuttora continuano seppure con periodicità diverse per
i singoli veggenti, è stata per tutti una dimostrazione di quanto questo tipo di
eventi siano in grado di incidere (anche
sotto l’aspetto, non propriamente edificante, di uno smodato sfruttamento commerciale) sulla vita di una comunità.
Da ultimo, ma solo per dargli maggior
rilievo, viene il PERCORSO DELLA
MEMORIA.
Percorso basato sull’idea portante di
tutta l’iniziativa, che era quella di avvicinare i partecipanti - espressione, come
detto in apertura, di tutte le Regioni italiane - a luoghi e popolazioni che ancora
portano nella carne e nello spirito i segni
di un passato drammatico e indelebile.
Sono noti i tragici avvenimenti legati al
secondo conflitto mondiale, con le sue
Segue a pagina 10
Al Castello del Camerlengo di Trogir (Foto Volpato).
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Continua da pagina 9
sanguinose contrapposizioni e le laceranti conseguenze, che hanno avuto effetti dirompenti sul piano individuale e collettivo, sulla geografia politica e sull’economia di tutta l’area giuliana, istriana e dalmata.
Il primo incontro con questa realtà è avvenuto a Trieste già nella serata del primo
giorno. Negli splendidi ambienti del Caffè
degli Specchi, che si affaccia sulla magnifica Piazza dell’Unità d’Italia, i partecipanti hanno incontrato e festeggiato il Sindaco di Trieste, il dott. Roberto Di Piazza, accompagnato dalla gentile consorte,
in un cordiale clima di amicizia alla presenza di vari giornalisti ed altri esponenti
di varie Istituzioni, fra le quali il Vice Presidente della Associazione “Giuliani nel
mondo”. Sono intervenuti, con parole di
saluto e di apprezzamento, il Presidente di
“Friuli nel Mondo” sen. Mario Toros, il
Presidente del Fogolâr di Roma dott.
Adriano Degano, il dott. Armando Zimolo, Direttore delle Assicurazioni Generali e Vice Presidente dell’Associazione
dei Triestini e Goriziani in Roma.
La visita, all’indomani, al complesso al
Monumento Nazionale Risiera di S.
Sabba (il grande complesso di edifici situato nel periferico rione triestino, utilizzato dall’occupatore nazista dapprima come campo di prigionia provvisorio per i
militari italiani e poi allo smistamento dei
deportati in Germania e in Polonia , nonché alla detenzione ed eliminazione di
ostaggi, partigiani, detenuti politici ed
ebrei) ha concluso con sentimenti di grande commozione la fase della memoria in
territorio italiano.
Preparatorie per il secondo incontro sono state le letture fatte in pullman dall’Avv. Rodolfo Gagliardi e tratte dal libro di Arrigo Petacco “L’Esodo”: brani
di grande drammaticità che descrivono,
anche con abbondanti dati quantitativi, lo
sradicamento forzato di intere popolazioni giuliano-dalmate dalla propria terra.
Sapevamo che, accanto al dramma di chi
aveva dovuto subire un esilio immeritato,
ce n’era un altro, ugualmente doloroso,
quello di coloro che, per scelta o per forza, avevano deciso di rimanere. L’incontro con i rappresentanti delle Comunità
italiane della ex Federazione Jugoslava
(oggi situate rispettivamente nelle Repubbliche di Slovenia e di Croazia) nei locali del Grand Hotel Bonavia di Fiume è
stato particolarmente commovente. Erano
presenti il Prof. Maurizio Tremul, Presidente dell’Unione delle Associazioni degli Italiani di Slovenia e Croazia, accompagnato dal Vice Presidente, il poeta
Prof. Giacomo Scotti, e dalla Presidente
della Giunta Prof.ssa Gianna Massieri.
Rispondendo alle parole di fraterno saluto pronunciate dal presidente Degano, il
dott. Tremul ha illustrato la situazione
attuale delle comunità italiane oltre confi-
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Al sindaco di Trieste, dr. Roberto DI Piazza, la medaglia di Driutti. A destra il Senatore Mario Toros (Foto Volpato).
ne, ne ha tratteggiato la storia dagli anni
dell’immediato dopoguerra ad oggi, ha
rievocato le difficoltà sempre incontrate e
non ancora dissolte nonostante il mutato
clima politico. Soprattutto ne ha messo in
evidenza lo spirito di attaccamento alle
radici ed i sacrifici fatti per mantenere vivi i rapporti con la terra d’origine a dispetto di una politica vessatoria e punitiva ed ha manifestato la gratitudine per
quanti nel corso degli anni non hanno dimenticato i nostri connazionali rimasti
fuori del territorio italiano. In particolar
modo a nome di tutte le comunità da lui
rappresentate ha rivolto un sentito ringraziamento al dott. Degano, ricordando
quanto questi si è prodigato per estendere
la pensione minima agli italiani all’estero
sulla base dei periodi di servizio militare
prestato in Italia; è proprio grazie a tale
normativa che molti dei nostri connazionali residenti nell’ex Jugoslavia hanno
potuto avere dignitose condizioni di vita.
Infine, il terzo ed ultimo incontro è avvenuto a Zara con il Prof. Coen, Presidente della locale comunità italiana, purtroppo ormai numericamente molto ridotta a causa del passare del tempo e delle
avverse condizioni politiche. Egli si è
cordialmente intrattenuto con la delegazione italiana e l’ha poi accompagnata in
un rapido giro della città.
Oggi, l’orologio delle relazioni internazionali sembra girare nel senso giusto. La
situazione politica è mutata: la Slovenia
entrerà nella Comunità Europea all’inizio
del prossimo anno e anche la Croazia
aspira a fare lo stesso passo. Il tempo, che
lenisce le ferite e attenua anche i dolori
più acuti, e uomini di governo più sensibili forse riusciranno a porre un qualche
rimedio alle terribili ingiustizie praticate
in nome di una ragion di stato cieca e sorda. In qualche modo giuliani e dalmati,
indipendentemente dalle appartenenze
nazionali, saranno più vicini.
È questo l’auspicio che ognuno dei partecipanti ha formulato in cuor suo al termine di questa magnifica occasione di incontri.
Ferdinando Pelliciardi
Nota tecnica n. 1: Il viaggio ha avuto
luogo dal 30 agosto al 7 settembre 2003
con la partecipazione di n. 38 persone, tra
le quali esponenti delle Associazioni regionali di Roma (UNAR), del Ministero
dei Beni Culturali, Storici e Archeologici,
docenti universitari, avvocati e giudici,
soci del Fogolâr di Roma.
Nota tecnica n. 2: Le visite alle diverse mete del viaggio sono state effettuate
con l’ausilio di guide locali (per l’esattezza 8, 6 donne e 2 uomini) con un andamento qualitativo, ahimè, decrescente.
Perfette e preparate, oltre che emotivamente vicine e coinvolte, quelle che ci
hanno accompagnato nelle visite in terra
giuliana ed istriana; con crescenti lacune
di conoscenza linguistica e di abilità comunicativa le guide dalmate; linguisticamente ineccepibile, invece, e religiosamente ispirata la guida bosniaca. Per nostra fortuna, a tutto hanno sopperito i preziosi ed esaustivi interventi della dottoressa Anna Maria Rinaldi Veloccia,
Ispettrice del Ministero dei Beni Culturali e Archeologici, che hanno integrato (e,
dove necessario, sostituito) le esposizioni
delle guide locali.
Nota tecnica n. 3: Per gli aspetti organizzativi e logistici, tutti i partecipanti devono un grazie particolare alle sempre solerti signore Luciana Camerlo, Rita Volpato e Carmen Cargnelutti (sempre e
ovunque impegnata nella conta delle...
pecorelle).
Visita del Fogolâr furlan di Roma a Latisana
Nella sala consiliare col Sindaco Micaela Sette (Foto Ambrosio).
In visita nella cantina (Foto Ambrosio).
Una foltissima rappresentanza del
“Fogolâr furlan di Roma”, capitanata dal
“presidentissimo” cav. di gran Croce dr.
Adriano Degano, ha effettuato il 18 settembre 2003 la consueta visita annuale alla comunità latisanese, per l’organizzazione del “console friulano del Fogolâr” a
Latisana, il comm. Ario Cargnelutti.
Il sindaco di Latisana, dott.ssa Micaela Sette, ha fatto aprire agli inservienti la
maestosa sala consiliare, ove è avvenuto
l’incontro ufficiale e lo scambio di doni,
con la regia della dott.ssa Denise Della
Bianca, segretario del primo cittadino (al
femminile) latisanese.
A Latisana, in Municipio, attendevano
la delegazione romana, il comm. Mario
Ambrosio, il cav. uff. Antonino Gurrisi,
il pittore Gianfranco Valvason, il poeta
Franco Romanin, il cav. Giampaolo
Zoffi con la simpaticissima “Miss Saudagi”, il comm. Severo Gotti dell’ANIOC, il dott. Frezza, sindaco di Tavagnacco, il conte Mario GB Altan e l’Assessore cav. Giacomo Perosa, mentre la
comitiva romana annoverava il presidente Degano, il comm. Romeo Fattori, il
cav. Giampaolo Zoffi, Ado Beltramin.
Successivamente, una lunga teoria di
autovetture ha raggiunto località “Busoni” di Pertegada, ove tutti i convenuti sono stati ospiti dell’azienda vitivinicola
“Battista II” di Giovanni e Luciana Lorenzonetto, e deliziati di assaggi di ottimi
vini e formaggi tipici della Bassa Friulana. La giornata d’incontro e d’amicizia ha
avuto il “clou” nel “gustà in compagnie”
presso la residenza del Vice sindaco latisanese, cav. Cesare Canova ad Aprilia
Marittima con un menù a base di pesce,
considerato che la località è sita in un’attrezzatissima laguna ospitante natanti lussuosissimi e di grande cabotaggio. Il brindisi finale aveva come auspicio “l’arrivederci al 2004”, celebrato da tutti i numerosi partecipanti.
Il gruppo del Fogolâr al Municipio di Latisana (Foto Ambrosio).
Mario Ambrosio
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Premio “il più gradito” a Sir Paul Girolami
Fanna, 2 ottobre 2003
Il nostro presidente onorario, Sir Paul
Girolami, per i suoi alti meriti professionali, imprenditoriali e umani ha ricevuto
una grande sequenza di Premi, Onoreficenze, Lauree ad honorem, ma lui stesso
ha definito “il più gradito” quello ricevuto oggi a Fanna, suo paese natale Appunto per questo.
Si tratta del Premio “Odorico da Pordenone” istituito dalla Provincia omonima e
ricevuto dalle mani dello stesso Presidente dottor Elio De Anna che ha rivolto all’illustre ospite calde, appassionate parole a motivazione del Premio stesso.
La cerimonia, perfettamente organizzata dal Comune e in primis dal Sindaco,
dott.ssa Maria Grazia Girolami, si è
svolta nella gremitissima Sala della Società Operaia di Fanna, dove una dozzina
d’anni prima, sempre alla presenza di Sir
Paul, era stato presentato il volume “Cadel da Fanna” edizione critica completa
di tutte le opere poetiche e pittoriche del
grande compaesano Vittorio Cadel pubblicazione voluta e sostenuta da Paolo Girolami e curata da Alberto Picotti,
pure presente alla premiazione odierna.
Al sindaco, al festeggiato, al dr. De Anna facevano ala l’architetto Luigi Luc-
Sir Paul Girolami.
chini e il dr. Grossutti che ha svolto una
relazione incentrata sull’eccezionale carriera di Sir Paul sottolineando ovviamente l’aspetto “emigrante” della sua famiglia trasferitasi a Londra quando lui aveva appena due anni.
Dopo l’intervento di Lucchini, quale
presidente dell’EFASCE, si è svolto un
cordialissimo e simpatico dialogo fra il
festeggiato ed uno stuolo di bambini delle scuole locali che lo hanno bersagliato
di domandine alle quali il celebre com-
Spazi di luce e di colori nella personale
di Enzo Beltramini
Roma 8 ottobre. Nei locali del Fogolâr
furlan di Roma, si è aperta la mostra di Enzo Beltramini che presenta una vasta selezione delle sue opere dagli esordi ad oggi.
Il pittore-disegnatore, come ama definirsi, è nativo di Pavia di Udine ma vive
e lavora a Lumignacco, si presenta al
pubblico romano con una serie di oli su
tela di forte impatto emotivo.
Dalle prime esperienze - bellissimi
esempi “Fiori secchi” e “Fiori recisi” - in
cui la gamma dei gialli e dei marroni dipingono una natura lievemente triste quasi cristallizzata nel tempo si passa, in evoluzione, ad un uso maturo del colore, più
vivido e in tavolozza completa. Anche in
questa fase, tema prediletto dall’artista
sono i fiori presenti in molte tele, da soli
L’on. R. Ricciuti, presidente UN.A.R. con il critico F. Anselmetti e il prof. Sanna inaugura la
mostra di Enzo Beltramini (Foto Fluri).
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paesano ha risposto con arguzia e vivacità
appagando appieno le aspettative dei
bimbi e delle loro insegnanti presenti in
sala.
Nel suo applaudito intervento il nostro
Presidente onorario ha sottolineato i motivi squisitamente umani perché questo
Premio, per lui, è considerato fra tutti
quelli ricevuti: “il più gradito”!
A conclusione dello storico pomeriggio,
la prima cittadina dott.ssa Girolami (ovviamente omonima di Sir Paul) ha chiamato il poeta Alberto Picotti che ha raccontato un toccante aneddoto sulla sensibilità anche “poetica” di Paolo Girolami
e quindi ha letto la poesia celebrativa con
cui il 27 ottobre 1993 - esattamente dieci
anni prima - Sir Paul veniva acclamato
Presidente onorario del Fogolâr della Capitale. Del presidente Degano, in apertura, era stato letto il telegramma con le cordiali espressioni di compiacimento e riconoscenza verso Sir Paul.
Prima del rinfresco che ha concluso la
riuscitissima manifestazione sono state
distribuite in omaggio dieci copie del volume “Proverbi Friulani”, una rinnovata
e completa edizione sostenuta anch’essa
dalla generosità del nostro Presidente
onorario.
A.P.
come in “Vaso di fiori”, “Girasoli” o immersi in paesaggi vagamente sognanti come “Spazi di luce” dove rossi, verdi, gialli non squillano ma sembrano come impastati a gocce di luce che rendono vividamente l’emozione dell’autore.
Enzo Beltramini è un pittore di talento,
dotato di grande umanità, dipingere per lui
è un inno alla vita, alla creatività, così in
questi anni ha raccontato nelle sue tele
l’avventura dell’uomo in rapida evoluzione. Ecco allora “Fuga da Manhattan”,
“Space Shuttle” (Columbia), “Vittime delle circostanze”, “Temi e Problemi”, in cui
passioni e pulsioni colpiscono il visitatore
ancora attraverso l’uso sapiente e vitale del
colore.
Nei dipinti di quest’ultimo periodo si
percepiscono i grandi ideali che hanno accompagnato Beltramini fin dagli esordi. Il
coraggio e la forza d’animo, la tenacia nel
tener fede alle proprie convinzioni gli hanno permesso, rifuggendo ai richiami delle
mode, di seguire un proprio percorso artistico che gli ha valso molti riconoscimenti
e unanimi consensi di critica e di pubblico.
Nonostante i gravissimi problemi legati al futuro della sua sede, il Fogolâr furlan di Roma con questa bella mostra riapre l’anno sociale nel segno dell’arte e
della sua funzione di presenza forte del
Friuli nella realtà romana.
La presidenza a rotazione unisce il Friuli
Toros e la riforma dell’ente
Udine. Il Senatore Mario Toros (nella
foto), personaggio di spicco della terra
friulana, ministro del lavoro dal ’74 al ’76
e per cinque volte di seguito, dal ’68 al
’74, sottosegretario sempre nel Ministero
del Lavoro, è stato nominato presidente
onorario dell’Ente Friuli nel Mondo. A
conferma dell’apprezzamento per l’opera
svolta in tanti anni di guida del sodalizio.
Presidente, com’è nato “Friuli nel
Mondo”?
“Friuli nel Mondo” è nato da una costola della Filologica che ha votato un ordine del giorno per l’istituzione di questo
nuovo ente facendo appello ai comuni capoluogo di provincia, quelli di mandamento, alle Province stesse (quella volta
non c’era ancora Pordenone), alle Camere di Commercio e alle Casse di Risparmio. “Friuli nel Mondo” è nato con la solidarietà di queste istituzioni. Primo presidente è stato Tiziano Tessitori il quale,
con Ottavio Valerio, cantore della friulanità, Chino Ermacora, che manteneva i
collegamenti con i “Fogolârs”, e monsignor Ridolfi, cappellano degli emigranti,
ha girato per il mondo ed ha attraversato
numerose volte l’Atlantico.
Di questi cinquant’anni, ventuno sono
griffati Mario Toros. Sono stati anni di
grandi cambiamenti: “Friuli nel Mondo”
com’è cambiato?
In questi ultimi vent’anni non c’è stata
più emigrazione e quindi non esiste più
quel “ponte” tra la terra che gli emigranti hanno lasciato e quella nuova, in paesi
stranieri, dove i giovani sono arrivati e,
rappresentando la storia più recente del
Friuli, hanno mantenuto viva l’anima
della friulanità. Ora, per questo scopo,
bisogna camminare per le vie telematiche, bisogna mantenere i contatti con le
video conferenze, ma l’anima ha bisogno
anche di un corpo. Questo è stato il compito che “Friuli nel Mondo” ha svolto in
tutti questi anni.
Ora nella conduzione di “Friuli nel
Mondo” entrano le tre Province di Udine,
Gorizia e Pordenone. È un rinnovo all’insegna della continuità?
Si, è proprio così, perché vincolando le
tre province si rappresenta tutto il territorio storico del Friuli, quello di ieri, di oggi e di domani. I presidenti, a turno, reggeranno, per due anni, le sorti dell’ente.
Naturalmente cambiando le situazioni bisogna cambiare i progetti. Vincolare le
presidenze pro tempore delle Province
può essere indice di garanzia nella gestione di questi progetti. Personalmente ho
lavorato per questa soluzione che, a mio
parere, è garanzia di una formula di rinnovamento nella continuità.
Forse non è giusto dire che lei lascia
“Friuli nel Mondo”, perché in effetti
non lo lascerà. Quali sono i suoi nuovi
impegni?
L’assemblea mi ha manifestato grande
stima e riconoscimento per il lavoro svolto nominandomi presidente emerito a vita. Continuerò a presiedere la Fondazione
della “Cjase dai furlans pal mont”, che ha
sede nella ex villa Deciani a Villalta di
Fagagna. Sarà proprio questa fondazione,
che ha un riconoscimento giuridico autonomo ma parallelo a “Friuli nel Mondo”,
a fare da collegamento organizzando
eventi e manifestazioni e creando occasioni per garantire la memoria storica delle nostre comunità nel mondo.
Silvano Bertossi
(Messaggero Veneto 6.10.2003)
Sen. Mario Toros.
Cordenons - Personalità di Friuli nel Mondo: ing. Brandolin, dr. De Anna.
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Staffetta di beneficenza Roma-Capo Nord
Tutto è nato da Vittoria Savio, un’ex insegnante italiana, che in- ne, con il compito di monitorare i podisti. Deve cioè rilevare le fresieme ad altri volontari ha fondato un centro di accoglienza, il quenze cardiache e valutarne il progressivo stato di affaticamento.
CAITH (Centro de Apajo Integral para los Trabajeros dell’Hoger) Studio questo che servirà al laureando per sostenere la sua tesi di
per le bambine di Cuzco, nel cuore del Perù. Sono le figlie dei cam- laurea.
Il gruppo è partito da Roma, alle 11 del 26 luglio, da piazza del
pesinos delle Ande, che vivono in pessime condizioni igienico-sanitarie ed economiche. Spesso, infatti, sono gli stessi genitori che, Campidoglio, dopo il ricevimento in municipio, la conferenza
in cambio di un lavoro, le affidano ad altre famiglie nella speranza stampa tenutasi nella sala del Carroccio con la presenza di autorità
che per le bambine si apra un futuro migliore. Purtroppo, però, le e rappresentanti delle Ferrovie, della Confartigianato, dei Fogolârs
promesse non vengono sempre mantenute e le bambine preferisco- Furlans e dell’Ente Friuli nel Mondo, la benedizione degli atleti e
no fuggire, segnando così il loro triste destino. L’idea di Vittoria di gli applausi di incoraggiamento. Il primo staffettista a muoversi è
costruire una casa-famiglia per accoglierle, nutrirle ed educarle è stato Claudio Gasparini del Dopolavoro Ferroviario di Udine
stata accettata da educatori, psicologi e medici che con il loro assi- che, dalla scalinata del Campidoglio, è sceso a Piazza Venezia,
duo lavoro cercano di porre rimedio a questo stato di cose e prepa- percorrendo poi Via del Plebiscito, Corso Vittorio. Emanuele fino
rarle ad affrontare la vita futura. Il piano CAITH è stato adottato ad arrivare sulla via Cassia, direzione di Viterbo e poi su verso il
dall’Associazione di Volontariato di Udine “Ascoltiamo le voci che Nord. Da quel momento la corsa non è mai stata interrotta, indichiamano” che insieme ad altre associazioni contribuiscono a fa- pendentemente dal tempo e dalla difficoltà del percorso.
Il percorso, organizzato in maniera impeccabile da Claudio
vorire questa iniziativa.
Ed è proprio l’Associazione “Ascoltiamo le voci che chiama- Gasparini, ha attraversato il Lazio, la Toscana, l’Emilia Romano”che ha organizzato, per il 2003, la staffetta podistica Roma-Ca- gna, il Veneto e il Friuli Venezia Giulia. Il Gruppo, con 15 automezzi al seguito, ha poi proseguito per
po Nord, intitolata “Coast to Coast 5000 km
l’Austria, la Germania, da dove si sono imdi solidarietà”, il cui incasso servirà per la
barcati per la Svezia. Qui, dal porto di Rocostruzione di una scuola in favore del prostok hanno percorso superstrade, attravergetto “Le bambine invisibili delle Ande”.
sando laghi e foreste fino al confine di TorAll’iniziativa, sostenuta dalla Provincia di
nio, l’ingresso della Finlandia. Il Gruppo
Udine, dalla Confederazione Nazionale delha poi proseguito per Rovanievi, dirigenl’Artigianato e della Piccola e Media Impredosi in Norvegia. La sospirata meta di Casa e dalla CNA di numerosi comuni del
po Nord è stata raggiunta l’11 agosto, alle
Friuli, hanno aderito il Gruppo Podistico del
ore 22.45 da tutto il gruppo partecipante. Ci
Dopolavoro Ferroviario di Udine, l’Assosono voluti 17 giorni e 17 notti di maratociazione Italia Marathon Club di Roma,
na, superando ostacoli di ogni genere, da
l’Ente Friuli nel Mondo e il Fogolâr furlan
quelli fisici a quelli geografici, ma la gioia
di Roma.
di compiere un’azione benemerita per le
Del gruppo, 70 persone, tra le quali 25
bambine abbandonate del Perù ha dato a
atleti, un cineoperatore, due fotografi, un
tutti la forza di raggiungere “l’ultima città
medico, un massaggiatore, un addetto-stamdel mondo”, Capo Nord.
pa e semplici privati in forma totalmente autonoma, fa parte anche David Tancon, uno
Piazza del Campidoglio (ore 11.00 di sabato
Roma, 13 agosto 2003
studente all’ultimo anno di Medicina, Corso 26 luglio 2003). In una caldissima e splendiMaria La Torre
in Scienze motorie, dell’Università di Udi- da Roma l’euforia della partenza.
Primo convegno internazionale degli imprenditori Italiani nel Mondo
Ancora un grande successo per il ministro per gli Italiani nel Mondo, Mirko Tremaglia, sempre più deciso a dare visibilità
agli Italiani all’estero e a proseguire sulla
strada del filone dell’“eccellenza italiana
nel mondo”. Su sua iniziativa e sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, si è svolto a Roma, presso la sede della FAO, dal 20 al 22 ottobre 2003, il
Primo Convegno Internazionale degli Imprenditori Italiani nel Mondo. Ai lavori,
presieduti dal ministro Tremaglia, hanno
partecipato numerose alte cariche istituzionali del Paese e quasi 200 imprenditori italiani provenienti da tutti i paesi nel mondo.
Il Convegno è stato aperto dall’ambasciatore Manfredi Incisa di Camerana, in
rappresentanza del Vice Direttore Generale
della FAO, David Harchaik, e dal ministro
Mirko Tremaglia che, rivolgendosi ai nostri connazionali, ha dichiarato che grazie
al loro impegno sono riusciti a far conoscere al mondo particolarità e prerogative prettamente italiane. Un evento, questo, che at-
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traverso il confronto e lo scambio di esperienze con imprenditori in Italia, contribuirà non solo a consolidare i legami di chi
opera all’estero con il Paese d’origine, ma
soprattutto ad offrire opportunità di collaborazione economica e commerciale fra
l’Italia e le imprese italiane all’estero.
Sono intervenuti ai lavori della prima
giornata Franco Frattini, ministro degli
Affari esteri, Gianni Letta, Sottosegretario
di Stato alla Presidenza del Consiglio, Beniamino Quintieri, presidente dell’Istituto
del Commercio Estero ed Edoardo Pollastri, Vice presidente dell’Assocamerestero.
Tutti hanno voluto sottolineare che la business community italiana nel mondo costituisce per il Paese d’origine e per quello di
adozione lo strumento essenziale di sviluppo del “processo di internazionalizzazione
dell’economia italiana”.
I lavori della “tre giorni” si sono articolati in quattro sessioni, ognuna delle quali dedicata a una vasta area geografica - Europa,
Nord America, Sud America, Oceania,
Asia, Africa - per discutere i problemi strettamente connessi con le regioni specifiche.
Ogni sessione, guidata da un moderatore,
prevedeva un numero stabilito di contributi, seguiti poi dal dibattito che ha visto
un’ampia partecipazione degli imprenditori.
I convenuti hanno manifestato la loro
soddisfazione per l’approvazione, il 31 luglio scorso, da parte del Consiglio dei Ministri, del disegno di legge recante “misure
per l’internazionalizzazione delle imprese”, che valorizza il patrimonio rappresentato dall’imprenditoria italiana e di origine
italiana nel mondo. Il disegno di legge prevede investimenti per la creazione di sportelli unici all’estero, promossi dal Ministero delle Attività Produttive e dal Ministero
degli Affari Esteri, insieme al Ministero
dell’Economia e delle Finanze e al Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie. Lo
Sportello unico costituirà l’interfaccia degli
imprenditori italiani operanti nel Paese e
delle imprese degli italiani all’estero, so-
prattutto perché coordinerà le sedi estere
dell’ICE e delle Camere di commercio.
Tutto ciò servirà a rafforzare efficacemente
la sinergia degli imprenditori italiani che
operano all’estero, sostenendo di conseguenza l’internazionalizzazione del sistema produttivo italiano e le iniziative in ambito linguistico e culturale.
La sera della prima giornata dei lavori,
una delegazione di imprenditori italiani
all’estero guidata dal ministro Mirko
Tremaglia, è stata ricevuta nel Salone
delle Feste del Quirinale dal Presidente
della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi,
che si è felicitato per la “versatilità e la
capacità italiana di operare senza frontiere”. Sottolineando che azienda e cultura
devono evolvere di pari passi, il Presidente ha ricordato che il Governo Italiano ha
appena concordato con altri Stati numerose iniziative linguistico-culturali. Basti
pensare all’accordo firmato alcuni mesi
fa con gli Stati Uniti per l’introduzione
dell’insegnamento della lingua italiana in
ben 500 scuole superiori.
A conclusione della sessione dei lavori
dedicata all’America del Sud, Giulio Tremonti, ministro dell’Economia, rivolgendosi agli imprenditori ha affermato che “è
necessario andare all’estero e dire che gli
italiani sono migliori degli altri”, ed ha
poi annunciato di aver appena firmato il
provvedimento per il finanziamento delle
Camere di Commercio italiane all’estero.
Il ministro della Salute, Girolamo Sirchia, ha invece sottolineato che in Italia
non c’è ancora la reale percezione della
grande forza rappresentata dalle comunità
italiane all’estero e che occorre attivarsi
per valorizzare le grandi potenzialità italiane nel mondo.
Alla conclusione dei lavori, dopo gli interventi di Gianfranco Fini, Vice presidente del Consiglio, del ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, del ministro
delle Attività Produttive, Antonio Marzano e del ministro delle Telecomunicazioni,
Maurizio Gasparri, il ministro Tremaglia
ha ringraziato per la massiccia presenza sia
di importanti esponenti del Governo, che
con il loro contributo hanno dimostrato
sensibilità ai problemi degli Italiani nel
mondo, sia di centinaia di imprenditori italiani o di origine italiana che hanno accettato l’invito di tornare, seppure per tre giorni, nella Madrepatria.
Il ministro ha quindi proposto di mettere
a disposizione delle imprese italiane all’estero il sistema informativo PLA.net delle
Camere di Commercio italiane all’estero,
per creare una vera e propria comunità virtuale, con una banca dati degli imprenditori italiani nel mondo, che servirà a collegarli con gli imprenditori operanti in Italia.
Particolarmente importante, secondo lui, è
perciò il rafforzamento della rete diplomatico-consolare e l’interazione con altri sistemi informativi, compresi quelli istituzionali. Ha inoltre invitato gli imprenditori a sviluppare gli investimenti di ritorno
servendosi degli strumenti di cui dispone
“Sviluppo Italia”, agenzia nata nel 1998
con il preciso scopo di attirare investitori
nazionali ed esteri nelle aree sottoutilizzate del nostro Paese, nonché l’informazione
di ritorno per rinsaldare i legami con il
Paese d’origine. A tale proposito, è in via
di definizione la Convenzione tra il Mini-
stro per gli Italiani nel Mondo e Rai International in virtù della quale verrà creata
una finestra aggiornata nelle 24 ore contenente non solo le informazioni che possono interessare gli italiani all’estero, ma tutte le informazioni relative al Paese Italia.
Per garantire l’ampio progetto di programma, è stato istituto un Comitato Permanente degli Imprenditori italiani nel
mondo, presieduto dal ministro Tremaglia e composto dai membri del Comitato
Organizzatore del Convegno, da due imprenditori di origine italiana e da esponenti rappresentativi dell’imprenditoria nazionale, nominati dal Ministro per gli Italiani nel Mondo. Il Comitato si riunirà
ogni sei mesi per monitorare l’attuazione
delle decisioni approvate nel corso del
Primo Convegno Internazionale e formulare ogni proposta utile al conseguimento
degli obiettivi prefissati.
I numeri dell’Italia all’estero
• 150 uffici commerciali presso le Ambasciate
• 69 Camere di commercio italiane
• 104 Uffici dell’ICE
• 25 Uffici dlel’ENIT
• 353 Parlamentari di origine italiana
• - Rappresentanze delle Regioni
• - Associazioni Emigrazione
- Comites
- CGIE
- Dante Alighieri
- 191 mila miliardi di vecchie lire è l’indotto annuale a favore dell’Italia.
Roma, 29 ottobre 2003
Maria La Torre
L’Europa e la cultura
Il 25 luglio u.s. a Cividale è stato organizzato dalla Direzione regionale degli Affari Europei in collaborazione con la Direzione Regionale dell’Istruzione e della Cultura l’incontro “Info Day Cultura 2000”
Il programma comunitario “Cultura
2000”, che si articola su tre anni dal 2002
al 2004, è incentrato sulla presentazione
in ambito europeo di progetti culturali,
sperimentali, innovativi e di cooperazione, nei settori delle arti visive, arti dello
spettacolo, patrimonio culturale, libri e
letteratura. Le opere che vengono, di volta in volta, selezionate dalla Commissione
Europea DG Istruzione e Cultura beneficiano di un contributo comunitario e consentono di realizzare, con specifici accordi di cooperazioni culturali transnazionali
e pluriennali, il coinvolgimento del maggior numero di operatori culturali dei Paesi europei, la promozione di un’ampia
mobilità di artisti e professionisti ed un’azione di circolazione, negli Stati partecipanti, di opere di alto valore europeistico.
Nell’incontro informativo, che si è tenuto alla presenza del Sindaco di Cividale A.
Vuga e dell’Assessore regionale agli Affari Internazionali E. Beltrame, si è proce-
duto all’illustrazione del bando per l’anno
2004 a cura degli esperti nazionali dell’Antenna Culturale Europea di Torino.
Tra i vari relatori sono ampiamente intervenuti il dr. E. Ambrosi della Direzione regionale agli Affari Europei, il dr. N.
Molea della Direzione regionale all’Istruzione e Cultura e il dr. O. Pressburger in
rappresentanza dell’Associazione Mittelfest. Per il Fogolâr furlan di Roma erano
presenti il comm. R. Fattori ed i collaboratori Paolo e Gloria Giacomello.
Infoday cultura 2000.
15
Al friulano Luigi Papaiz il premio per gli Italiani nel Mondo
Luigi Papaiz, grande industriale e noto
mecenate, è giunto a Roma dal lontano
Brasile per ritirare il Premio consegnatogli dal ministro per le Politiche Agricole e
Forestali, Giovanni Alemanno. Una vita,
quella di Papaiz, segnata dalla grande dedizione al lavoro, sin dal suo arrivo in
Brasile, come emigrante, nel 1952. Aveva
solo 27 anni, ma viveva già l’esperienza
dell’emigrazione. Il padre e i fratelli erano emigrati prima negli Stati Uniti e poi,
nel 1930, in Canada. Lui, originario di
Sesto al Reghena, provincia di Pordenone, si trasferì a Bologna dove seguì un
corso come tecnico industriale nel collegio Don Bosco dei padri Salesiani. Fatto
questo che ha segnato profondamente il
suo carattere e la sua visione della vita.
Finiti gli studi, partecipa, nel capoluogo
emiliano, ad alcune società di macchine
per lavorare il legno; poi, con i soldi prestatigli dai fratelli, decide di fabbricare in
proprio valvole di pressione per gas liquido e altri prodotti: suo è il primo ferro
elettrico a vapore italiano. Ma la situazione italiana del dopoguerra era dura e gli
affari non andavano troppo bene. Per questo, decise di espatriare anche lui e scelse
l’America del Sud perché lì aveva la possibilità di costruire una fabbrichetta tutta
sua. A San Paolo del Brasile, oltre agli effetti personali, portò con sé macchinari
italiani e dopo alcuni tentativi falliti per la
mancanza di mercato, decise di fabbricare, assieme ad altri due italiani conosciuti
in quel paese, lucchetti e serrature. Oggi,
impiega 1.400 dipendenti, la fabbrichetta
si è trasformata in una holding di sei imprese, con filiali negli Stati Uniti, in Canada, in Argentina e in Asia, con un volume d’affari di 100 milioni di dollari. Ma
Luigi Papaiz non si ferma qui. Vuole realizzare i suoi sogni giovanili: accanto alla
fabbrica-modello brasiliana, ha fatto costruire una cappella avveniristica in onore di Don Bosco, consacrata nel 1988; ai
suoi dipendenti eroga servizi sociali di
prima qualità perché oltre allo stipendio
la fabbrica provvede alle lacune dell’assistenza sanitaria pubblica per tutta la famiglia del lavoratore; crea gli asili-nido e altri servizi che mancano all’esterno; provvede all’istruzione e alla formazione degli operai. Ora, Luigi Papaiz ha lasciato
il suo posto ai figli e si dedica quasi unicamente alla beneficenza e al mecenatismo, promuovendo iniziative a favore
dell’Italia o degli Italiani in Brasile.
Il Premio che Luigi Papaiz ha ricevuto
fa parte della terza edizione del Premio
per gli Italiani nel Mondo, che ha avuto
come scenario la Terrazza del Bollettino
del Vittoriano di Roma. Palcoscenico naturale per un evento festoso che la sera
del 3 settembre ha visto sfilare tanti italiani famosi provenienti da tutto il mondo
che hanno raggiunto il successo nelle più
diverse professioni. Il Premio, voluto da
Mirko Tremaglia, ministro per gli Italiani nel Mondo, dedicato alla memoria del
figlio Marzio, scomparso prematuramente, “è un atto d’amore verso gli Italiani
che hanno portato progresso e civiltà” nel
mondo, per ripetere le parole del messaggio inviato dal Capo dello Stato, Carlo
Azeglio Ciampi. Erano presenti numerosi esponenti del Governo, il Vice Presidente del Consiglio, Gianfranco Fini, il
Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, lo stesso ministro
Mirko Tremaglia, il ministro per le Infrastrutture e Trasporti, Pietro Lunardi,
il ministro della Sanità, Girolamo Sirchia, il ministro per le Politiche Agricole
e Forestali, Giovanni Alemanno, il Vice
ministro delle Finanze, Mario Baldassarri, il Direttore di Rai International,
Massimo Magliaro, il Presidente della
Regione Lazio, Francesco Storace. Un
grande incontro, inframmezzato dalla
musica di Gigi D’Alessio, Serena Autieri e dal tenore italo-canadese Jo Nicefori,
dalla proiezione di immagini di film italiani e dalla sfilata di moda della casa
Gattinoni, che ha presentato sontuosi abiti ispirati alle regioni del mondo in cui vivono i nostri connazionali. Commovente
l’interpretazione di Giorgio Albertazzi,
che ha letto il Vademecum degli emigranti, preparato dalla Dante Alighieri nel
1911, periodo quello in cui migliaia di
italiani erano costretti a lasciare la Patria
per andare a cercare lavoro in altri paesi.
La manifestazione, condotta da Pippo
Baudo e da Roberta Capua, ha avuto
come madrina la bellissima Sophia Loren, che ha ricevuto dal ministro Mirko
Tremaglia un Premio speciale. Uno scroscio di applausi si è levato dai convenuti
quando è salita sul palco la principessa
Elettra Marconi, che ha ritirato il Premio
speciale alla memoria del padre, il genio
italiano inventore della radio, consegnatole dal Premio Nobel Carlo Rubbia.
Fra le altre personalità italiane all’estero che hanno ottenuto l’ambito Premio,
ricordiamo il pilota della Ferrari, Rubens
Barrichello, Maurizio Bevilacqua, ministro del Governo del Canada, sir James
Gobbo, ex Governatore dello Stato di
Victoria, Australia, Roberto Rocca, imprenditore proveniente dall’Argentina,
padre Luciano Segafreddo, direttore del
“Messaggero di S. Antonio”,
edizione italiana per l’estero.
Mentre nei megaschermi
scorrevano le immagini commoventi del film “Pane e
cioccolata”, interpretato dal
grande Nino Manfredi, il Vice Sindaco di Roma, Maria
Pia Garavaglia, ha consegnato alla Signora Erminia,
sua moglie, il Premio assegnato all’attore.
Tutti i premiati hanno manifestato l’orgoglio di essere
Italiani e di appartenere all’Italia e hanno ringraziato il
ministro Mirko Tremaglia
per la sua instancabile azione
di “ricongiungimento” con la
Madrepatria.
Il cav. del lavoro Luigi Papaiz con la consorte, all’atto di costituzione della fondazione “Ciase dai furlâns
pal mont”.
16
Roma, 10 settembre 2003
Vittoria Di Qual
50 anni di Friuli a Roma
Da quasi trent’anni il dr. Adriano Degano è ormai il mitico Presidente del Fogolâr di Roma, al quale - va detto - aveva
dato un particolare impulso già nel 1961
stimolando la “rifondazione” del Fogolâr
stesso e poi sviluppando - come Vice Presidente - l’intensa attività culturale del sodalizio. È indubbio il suo merito di aver
saputo caratterizzare il ruolo, l’intensa attività e le importanti iniziative della comunità friulana come gruppo etnico capace di essere dinamico portavoce di friulanità nel crogiuolo della composita società
della capitale.
Ruolo non solo di presenza, ma soprattutto di portabandiera di una friulanità viva e operante che sa ben amalgamarsi e
far sentire la peculiarità della cultura, della tradizione, della storia della gente friulana. Un modo di essere non da primi della classe, ma capaci di essere portavoce
vivace e ascoltato di una “friulanità” vis-
suta in tus et in cute”, cioè dentro e fuori
della propria pelle.
Prova ne sia il successo di una mostra
scaturita in un poderoso volume che per
la prima volta a tutto tondo presenta il
volto di una comunità - la friulana - attiva
nel cuore dello Stato. Comunità silenziosa ma volitiva e caparbia, che ha saputo
imporsi per doti, qualità, tratto affabile e
soprattutto per la capacità di operare con
gli altri e per gli altri.
La mostra “50 anni di Friuli a Roma”
è stata aperta nella Galleria “l’Agostiniana” (9 aprile-10 maggio 2002) dal
presidente della Camera dei Deputati,
on.le Pierferdinando Casini, dal card.
Fiorenzo Angelini (ministro della sanità
della Curia Romana) e dal Presidente
della Regione Friuli Venezia Giulia, dr.
Renzo Tondo, con tanti altri esponenti
del mondo politico, sociale, imprenditoriale e culturale della nostra terra,
col Presidente di Friuli nel Mondo, sen.
Mario Toros.
Tutto ciò per l’originale e straordinario
linguaggio discorsivo e di immagini nel
narrare la storia di una ultracinquantennale presenza dei “furlans”, in tutte le maglie del tessuto romano, dalla Chiesa, alla
politica, dalla finanza alla diplomazia,
dalla scienza alla docenza, dall’imprenditoria ai più diversificati mestieri ed attività professionali, dal cinema alla musica,
dalle arti figurative e plastiche alle creazioni architettoniche, dallo spettacolo ai
primati sportivi. Ogni campo è stato sviscerato con cura, presentando una serie
eccezionalmente immensa di personaggi,
di volti, di gesta e realizzazioni che nessuno immaginava. Tanti e tanti personaggi che sono emersi da quel felpato silenzio che circonda il loro saggio, paziente,
metodico modo di operare, nell’amalgamarsi con il mondo che li circonda.
Opera davvero immane
quella realizzata dal Fogolâr,
tanto da non essere esente da
inevitabili omissioni e anche
lacune. Ma tuttavia importante come documento, come antologia parlante di una “presenza” - la friulana” altrettanto straordinaria come ben
hanno saputo descrivere i collaboratori del livello di Carlo
Sgorlon, Stanislao Nievo,
Giuliana Morandini, Roberto Gervaso, Mario
Quargnolo, Licio Damiani,
Giò Batta Altan, Elio Venier, Gianluigi Pezza, Domenico Zannier, Alberto
Picotti, Luciano Provini,
Carlo Mattiussi, Mariarosa
Santiloni, Antonio Clemente, Adalberto Leschiutta,
Piero Fortuna, Eddy Bortolussi, Luciano Pettoello,
Laura Gritti, Bruno Martinis, Gianfranco Plenizio,
Silvano Bertossi, Saverio Simonelli e tanti altri. Merito
indubbio dell’estro creativo
ed espositivo di Gianluca
Cresciani, Carmen Cargnelutti, Leonardo Pascoletti e
di altri collaboratori con Luciana Camerlo, coordinati e
guidati dall’impulso frenetico
e trascinatore del Presidente
Degano.
Voleva lasciare un segno e
c’è riuscito appieno.
Invito e copertina del volume con i volti sul recto di Cargnelutti, Desio, Maseri, Rubbia, Afro, Mirko,
Angeli, Pasolini, Turoldo, Astaldi. Nel verso: Tondo, Tessitori, Valerio, Toros, Leicht, Sartogo, Galanti,
Zucchet, Girolami, Degano.
Roma 5 novembre 2003
Vittoria Di Qual
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VIAGGIO CONOSCITIVO IN ABRUZZO
Provincia di Teramo
L’Abruzzo ha fatto il bis: questa volta
con la Provincia di Teramo. Quelli che
due anni fa, al termine della visita alla
Provincia dell’Aquila, avevamo definito
“due giorni che non si dimenticano facilmente, vissuti in una gioiosa atmosfera di
scampagnata, bilanciata nel contempo dal
serio impegno conoscitivo di una realtà
regionale per certi versi sorprendente” si
sono ripetuti nel week-end di sabato 8 e
domenica 9 novembre di questo 2003,
quando per la seconda volta un nutrito
gruppo di Presidenti, Vice Presidenti o
Consiglieri delle principali Associazioni
regionali, operanti nella Capitale, sono
stati (e continuiamo con la citazione)
“impegnati in un “tour” ricco di emozioni e di incontri con l’ambiente, con la storia, con la cultura - intimamente uniti a
due dei più importanti prodotti agricoli, il
vino e l’olio - della terra d’Abruzzo”.
La partecipazione di quest’anno è stata
particolarmente significativa, in quanto
sono state ben 13 le Associazioni aderenti all’UN.A.R. che hanno preso parte a
questa ulteriore fase del Progetto avviato
alcuni anni or sono con lo scopo di far conoscere - tramite il contatto diretto - le
realtà culturali e socio-economiche delle
diverse Regioni italiane.
Come sempre, determinanti per la perfetta riuscita dell’iniziativa sono stati
l’assistenza ed il contributo dei principali
Enti economici locali: in questo caso la
Coldiretti di Teramo, la Camera di Commercio Industria Agricoltura e Artigianato (C.C.I.A.A.) di Teramo, l’Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo Agricolo (A.R.S.S.A.).
Lasciata l’Autostrada (un tempo denominata con l’asettico acronimo “S.A.R.A.”
ed oggi, in maniera più propria ed accattivante, “Autostrada dei Parchi”) abbiamo raggiunto, superando continui anche
se non elevati dislivelli collinari, la prima
meta del viaggio: preceduta da grandiosi
ed estesi calanchi di erosione delle argille, Atri, l’antica “Hatria” città del Piceno,
che disputa alla veneta Adria l’aver dato
il nome all’Adriatico.
Poco conosciuta perché non ancora pienamente inserita nei grandi flussi turistici, Atri è stata per molti una autentica sorpresa. Tra i vari monumenti abbiamo visitato la Cattedrale, che è una delle più imponenti d’Abruzzo e contiene all’interno
brani di affreschi votivi del XIV secolo e
nell’abside uno splendido ciclo di affreschi della seconda metà del secolo XV,
mentre sotto il presbiterio sono visibili
tratti del pavimento musivo dell’edificio
termale romano su cui sorge. Maestosa
poi la cisterna situata nel livello sottostante la chiesa ed utilizzata per usi diver-
18
Il saluto agli ospiti visitatori del presidente della Camera di Commercio di Teramo dr. Giustino di Carlantonio (Foto Vianello).
si nelle varie epoche storiche, interessante il Museo annesso ricco di arredi ed oggetti sacri nonché di splendidi esemplari
della locale produzione di maioliche. Notevole anche il Palazzo Acquaviva, oggi
sede comunale, che nel loggiato del cortile interno mantiene i lineamenti originari
del secolo XIV ed in alcune sale interne
tracce di antichi affreschi.
Per restare nella dimensione storicoturistica del viaggio, va citata la visita alla Cattedrale di Teramo, la cui parte anteriore risale al secolo XI mentre il prolungamento nelle snelle arcate ogivali
oltre il tiburio è trecentesco. E se non abbiamo potuto ammirare il grandioso portale romanico di Diodato Romano che
orna la facciata perché nascosto dalle impalcature per il restauro, in compenso
siamo rimasti affascinati dal prezioso paliotto quattrocentesco in argento di Nicola da Guardiagrele incastonato nell’altare maggiore.
Un tuffo nella storia, in parte sconosciuta, ha infine rappresentato l’arrampicata, non certo agevole ma fonte di grande soddisfazione, alla Fortezza di Civitella del Tronto, una delle più imponenti
opere di ingegneria militare in Italia, che
si estende su una cresta rocciosa per più
di 500 metri di lunghezza. La descrizione
del sito e il racconto delle drammatiche
vicende storiche di cui la Fortezza è stata
protagonista - specialmente nel periodo
tra la fine del regno borbonico e l’inizio
del regno unitario d’Italia - da parte di
una preparatissima ed appassionata guida
locale hanno arricchito le nozioni storiche
dei presenti di conoscenze su persone ed
avvenimenti che i testi di istruzione ufficiali hanno sempre taciuto.
Ma se era giusto approfittare delle varie soste per ammirare le bellezze artisti-
che e naturali dei luoghi attraversati, tuttavia mai è stato dimenticato lo scopo
primario del viaggio. E così, lungo l’itinerario della conoscenza, tappe fondamentali per comprendere questa regione
un tempo esclusivamente agricola e pastorale sono state le visite agli stabilimenti di origine di alcuni dei prodotti più
caratteristici del territorio teramano, così
come le occasioni conviviali, dove tali
prodotti preparati con sapiente abilità e
pazienza sono stati serviti.
A Morro d’Oro l’azienda “Di Pasquale” ha dato una dimostrazione diretta del
metodo di produzione di un olio di eccellente qualità offerto anche alla degustazione; a Torano Nuovo l’azienda vitivinicola “Barone Cornacchia” ha presentato i suoi vini DOC Montepulciano d’Abruzzo (anche nella versione Cerasuolo)
e Trebbiano d’Abruzzo; sempre a Torano
Nuovo, poi, presso l’azienda di produzione biologica “Gioie di fattoria” sono
state illustrate le caratteristiche e le qualità nutrizionali di antichi alimenti, come
il farro ed altri cereali minori, tutti coltivati e prodotti con i metodi dell’agricoltura biologica.
A tavola, il momento delle verifiche.
Qui la cucina teramana, che conserva ancora intatti tutti gli elementi della tradizione contadina e pastorale, ha espresso
il meglio impiegando proprio i prodotti
già osservati sui luoghi di origine e presentando una serie di piatti tipici che
hanno costretto alla resa anche i più incalliti fautori della dieta. Mozzarelle teramane come antipasto; spaghetti alla
chitarra con polpettine, scrippelle ‘mbusse, pecorara, ceppe di Civitella in salsa
borbonica, come primi piatti; pecora al
cottoro (detta anche al caldaio o chiaranese e che richiede esclusivamente carne
NIMIS:
Bandiera
d’onore europea
Davanti alla cattedrale di Atri (Foto Pelliciardi).
Il barone e la baronessa Cornacchia produttori di celebri vini (Foto Pelliciardi).
di ciavarra, cioè pecora che non ha figliato), spiedini, tacchinella alla canzanese, come secondi: sono solo alcune
delle portate che hanno soddisfatto anche
i palati più esigenti, sempre precedute da
una esauriente presentazione del Presidente Ricciuti. Con la benedizione dei
vini citati poco sopra.
È perciò comprensibile come l’itinerante delegazione dell’UN.A.R. abbia
sentito il dovere di manifestare la propria
riconoscenza agli Amministratori, che
hanno reso possibile questo viaggio, nel
corso dell’incontro che si è tenuto presso
la sede della C.C.I.A.A. di Teramo. Ha
fatto gli onori di casa il Presidente della
Camera di Commercio dott. Giustino Di
Carlantonio, accompagnato da Giandomenico Di Sante Vice Presidente CCIAA
e Presidente della Banca Popolare dell’Adriatico, da Alfiero Barnabei Presidente
regionale degli Industriali, dal dott. Bruno Petrei Presidente della Federazione
Provinciale Coldiretti e Consigliere Camerale CCIAA, da Mimmo del Trappeto Vice Presidente Coldiretti, da Amedeo
Di Lodovico industriale venezuelano.
Durante l’incontro sono stati messi in evidenza gli enormi sviluppi che hanno ca-
ratterizzato negli ultimi decenni l’economia abruzzese, e teramana in particolare,
dal settore agricolo (dove ormai è definitivo il passaggio dalla produzione di
quantità a quella di qualità) al settore industriale ed a quello dei servizi.
La visita all’antico borgo di Campli,
con la restaurata chiesa romanica di S.
Francesco, il Palazzo Comunale del XIV
secolo, la chiesa della Madonna della Misericordia (dove abbiamo assistito alla S.
Messa), la Scala Santa, ha concluso, in
una finale atmosfera surreale d’altri tempi (lungo strade buie per la mancanza di
illuminazione pubblica causa guasto), il
viaggio in terra d’Abruzzo.
Una nuova esperienza di certo istruttiva
e piacevole, con positive ricadute in termini di conoscenza e divulgazione dei
prodotti abruzzesi.
Un ringraziamento particolare va all’on. Romeo Ricciuti, ideatore e regista
del viaggio, ad Adriano Simonelli, impeccabile organizzatore, ad Adriano Degano, guida enciclopedica di istruttiva e
rapida consultazione.
Ferdinando Pelliciardi
Roma, 13 novembre 2003
Il presidente Degano con i collaboratori Paolo e Gloria Giacomello ed i soci
Bruno e Beppina Senno-Falsini hanno
presenziato alla solenne celebrazione
svoltasi a Nimis il 21.09.2003 per la consegna, da parte del commissario europeo
Benno Zierer, della Bandiera d’onore
europea al comune di Nimis, unico riconoscimento, per il 2003, assegnato dal
Consiglio d’Europa all’Italia.
Alla cerimonia sono intervenuti Autorità della Regione con l’Assessore alle Politiche Comunitarie Ezio Beltrame ed il
Presidente del Consiglio Alessandro Tesini, della Provincia, sindaci del comprensorio, della Stiria, Carinzia e Slovenia. Il
sindaco di Nimis, Renato Picogna, ha tenuto a precisare che la Bandiera d’Europa
è stata assegnata idealmente come premio
a tutti i cittadini che hanno contribuito alle varie iniziative per la diffusione dell’ideale di una Unione Europea.
Dopo alcuni interventi dei presenti, fra
i quali dell’assessore Lanfranco Sette, e
la premiazione degli alunni che avevano
partecipato ad un concorso sull’Europa, il
sindaco ha conferito al dr. Rodolfo Zilli,
figlio del noto scultore internazionale Rodolfo Zilli (entrambi di nome Rodolfo),
la cittadinanza onoraria di Nimis, per aver
compiuto sforzi notevoli nell’impegno di
proseguire l’opera, già iniziata dal padre,
volta a diffondere l’idea dell’Europa e
l’attuazione del gemellaggio tra la città di
Lannach, in Stiria, e Nimis.
Il dr. Zilli, pur risiedendo sempre all’estero, ha conservato un forte attaccamento per la sua terra d’origine e per la
gente di Nimis, proponendo e sostenendo
iniziative di scambi culturali, commerciali, incontri di collaborazione e promozioni varie dei due territori. Dopo i convenevoli di rito, visibilmente commosso,
il dr. Zilli ha ricordato anche la figura del
padre, pellegrino ed emigrante d’Europa.
Nel Duomo di Nimis, mons. Rizieri
De Tina ha concelebrato un solenne rito;
hanno suonato le bande musicali di Nimis e Lannach e la mattinata si è conclusa con un festoso pranzo “Europeo” offerto in località “Le Pianelle”.
***
La nuova Associazione Piemontesi nel
Lazio, presieduta dall’on. Vittorio Zanone, ha organizzato domenica 5 ottobre, nella nostra sede, un incontro conviviale con specialità della cucina e dei vini piemontesi. L’ha curato il segretario
dr. Mario Chianale. Il successo è stato
grandissimo, sia per la numerosa partecipazione, sia per la qualità dei cibi e dei
vini serviti.
19
Incontro con il Sindaco di Roma on. Walter Veltroni
10 novembre 2003
Il sindaco di Roma, Walter Veltroni riceve la Presidenza dell’UN.A.R.. A ds. l’on. Romeo Ricciuti, l’ing. Ferdinando Pelliciardi e il segretario
del Sindaco Matteo Rebesani. A sin. Adriano Degano, Adriano Simonelli e l’Assessore al Patrimonio, on. Claudio Minelli.
Lunedì 10 novembre una delegazione
del Consiglio di Presidenza dell’UN.A.R.
è stata ricevuta in Campidoglio dal Sindaco on. Walter Veltroni. Era composta
dal Presidente on. Romeo Ricciuti con il
vice Presidente Adriano Degano, il segretario Adriano Simonelli e il tesoriere
Ferdinando Pelliciardi.
L’incontro era stato sollecitato dalla
presidenza per poter fare una presentazione dell’UN.A.R. al Sindaco, informarlo
sul ruolo svolto dalle Associazioni aderenti ed esporgli alcuni dei problemi organizzativi da tempo sul tappeto e che il
tempo, purtroppo, tende ad acuire.
Nel corso dei colloqui il Presidente
Ricciuti ha illustrato al Sindaco le principali attività dell’Unione quali lo sviluppo
dei reciproci rapporti tra le varie Associazioni che rappresentano le diverse Regioni italiane, da cui proviene gran parte della popolazione di Roma, nonché lo sviluppo dei rapporti tra le Associazioni
stesse e il Comune di Roma, la Provincia
di Roma e la Regione Lazio.
Ha poi sottolineato che uno dei problemi
più sentiti in questo momento è quello della mancanza di una Sede appropriata sia
per l’UN.A.R. sia per numerose delle Associazioni aderenti; inoltre ha fatto rilevare che a Roma manca un preciso punto di
riferimento per gli italiani residenti all’estero, nel momento in cui essi si trovano a
transitare o a dimorare nella Capitale.
Ha perciò sottoposto al Sindaco la richiesta di prendere in considerazione la
possibilità di creare una “Casa delle As-
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sociazioni”, ponendo a disposizione idonei locali fra i tanti dell’Amministrazione, in analogia a quanto avviene all’estero (in particolare in Francia, dove una soluzione del genere viene attuata da moltissimi anni nei vari Comuni, di qualunque dimensione essi siano), mettendo in
rilievo che una siffatta soluzione porrebbe la città di Roma all’avanguardia nel
sostegno alle iniziative culturali e sociali,
proprie del ruolo e dei fini statutari delle
Associazioni regionali, come portatrici di
valori e di culture che arricchiscono il patrimonio della città.
Ha infine anticipato l’intenzione di istituire, in caso di esito positivo della richiesta, una Fondazione cui affidare il
compito di gestire gli aspetti gestionali di
tale struttura, nonché quelli eventuali di
tipo economico-commerciale collaterali.
Il Sindaco ha ritenuto la richiesta degna
di interesse ed ha affidato all’Assessore al
Patrimonio dott. Claudio Minelli, presente all’incontro, l’incarico di verificare
le disponibilità immobiliari del Comune,
per poi esaminare con l’UN.A.R. un possibile piano di attuazione. Ha comunque
precisato che l’intervento del Comune
non potrebbe andare oltre la messa a disposizione dei locali, restando a carico
dell’UN.A.R. l’onere di reperire i fondi
eventualmente necessari per una loro sistemazione.
Al termine dell’incontro, è stata offerta al Sindaco l’artistica targa argentea
“Italica gens”, pregevole opera di Pietro
Giampaoli, con i monumenti emblema-
tici delle città d’Italia ed al centro la lupa romana.
Il Presidente del Fogolâr, dott. Degano, ha presentato l’imponente volume
“50 anni di Friuli a Roma”, mettendo in
risalto l’iniziativa intesa a documentare
una qualificata cinquantennale presenza, ottenendo pieno apprezzamento dal
Sindaco.
Ferdinando Pelliciardi
Il museo
delle farfalle
Accompagnati dal Sindaco abbiamo
visitato, nell’agosto scorso, assieme al
Presidente dei Triestini cav. di gran
Croce Aldo Clemente ed allo scrittore
Alberto Picotti lo straordinario museovivaio delle farfalle. È un’opera ideata
e voluta dall’estroverso e fantasioso
sindaco Enore Picco, che ha saputo
trovare fondi dalla Regione Friuli Venezia Giulia e da altri Enti per la creazione di un complesso museale dove
non solo è documentata la storia delle
farfalle nel mondo, ma dove vivono e
si riproducono le farfalle dei vari continenti, grazie all’apposito ecoclima
naturale, creato in ciascun ambiente.
Un’opera meravigliosa da visitare e
studiare per apprezzare sempre di più
questi eccezionali insetti svolazzanti
con le loro splendide ali.
Eventi
Il Messaggero Veneto, nel dare notizia
del cambio avvenuto al vertice dell’Ente
Friuli nel Mondo, - a seguito dell’assemblea del 15 settembre - ha posto in risalto
l’intensa e qualificata azione svolta per
oltre 21 anni dal sen. Mario Toros. Ha altresì pubblicato un’intervista di Silvano
Bertossi nella quale vengono poste in risalto le varie tappe operative e l’azione
che ora sta svolgendo come presidente
della fondazione “Cjase dai Furlans pal
mont” a villa Deciani di Villalta.
Al sen. Toros il Fogolâr di Roma ha inviato un caloroso telegramma di ringraziamento e di augurio, così come ha augurato buon lavoro al nuovo Presidente.
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IL ROMAGNOLO DELL’ANNO
“Romagnoli a Roma” - il nr. 6/2003
dell’Associazione omonima, presieduta
dal dr. Boschetti, riporta un ampio resoconto del conferimento del “Premio Romagnolo dell’anno” svoltosi l’8 ottobre
nella festosa cornice dell’ex chiesa del
Residence Ripetta. Gli onori di casa erano curati, oltre che dal presidente, dall’infaticabile ed attento vice presidente, ing.
Ferdinando Pelliciardi con la consorte.
Quest’anno il premio è stato assegnato
al grande imprenditore Ettore Sansavini,
presidente del Gruppo “Villa Maria” di
Lugo - Cotignola.
Alla cerimonia con diversi parlamentari emiliani ha partecipato S. Em. il card.
Achille Silvestrini.
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MODENESE DELL’ANNO
Mercoledì 22 ottobre, il nostro presidente con il vice, ing. Carlo Mattiussi, e
numerosi presidenti delle associazioni regionali di Roma ha portato il saluto della
Comunità friulana di Roma al dr. William Montorsi per il conferimento del
premio Modenesi dell’anno 2003.
Faceva gli onori di casa, a palazzo Barberini, il presidente dell’Associazione
Turchi con la consorte Sandra. Il dr.
Montorsi è un archeologo e autore di numerosi libri, particolarmente grazie alla
sua attività di Curatore della biblioteca
del Senato.
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PUERI CANTORES
In occasione del congresso internazionale dei “Pueri Cantores” che il Santo Padre ha lodato e ringraziato nel corso della
solenne cerimonia a San Pietro (domenica
23 novembre), sono venuti a trovarci La
Corale “San Clemente” della parrocchia
di Povoletto, con la maestra prof. Branz
Marika, e il gruppo della Corale “Pueri
Cantores” della cattedrale di Udine con il
Apostolico riscontro
S.S. Giovanni Paolo II ha espresso il suo compiacimento e riconoscenza al sindaco di Povoletto prof. Roberto Tracogna che, assieme all’artista Francesco Fattori,
gli ha portato in dono il quadro realizzato dallo stesso Fattori (12 novembre 2003).
Il quadro, esposto alla Mostra del Fogolâr di Roma dal 18 maggio 2003, raffigura
il Santo Padre con la colomba come apostolo di pace.
Gli è stato donato nell’83° genetliaco (18 maggio) e nel 25° di pontificato. Nell’accomiatare gli ospiti, che erano accompagnati dalle rispettive consorti e dalla figlia
del sindaco, ha impartito l’apostolica benedizione ai cittadini di Povoletto
(12.11.2003).
L’artista Francesco Fattori ed il Sindaco di Povoletto, prof. Roberto Tracogna, porge al
Santo Padre la sua opera in omaggio per il 25º di Pontificato, preso in consegna dal decano della camera pontificia, dott. Adalberto Leschiutta (Foto Osservatore romano).
m° Savino Pajani, già presidente internazionale ed ora consigliere della prestigiosa associazione corale che ha celebrato il
25° anno di fondazione. Il nostro presidente ha guidato il Gruppo di Povoletto
nella visita ai Musei Vaticani, alle Stanze
di Raffaello ed alla Cappella Sistina.
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COSTITUITA LA FARIL
Con atto notarile si è costituita a Roma
la Federazione delle Associazioni regio-
nali del Lazio (FARIL), stimolata dall’Assessorato alla cultura, sport e turismo
della Regione.
Promotore, fra gli altri, è stato il dott.
Francesco Sanzi, la cui attenzione verso
le associazioni è ben nota ed apprezzata.
Presidente è stata eletta la prof. Paola
Soncini Panerai. Al Faril, ha aderito anche il Fogolâr come socio fondatore. Ha
sede presso il “Brutium 2000”, in via IV
novembre, 152 (00187) Roma - tel.
06.6785964 - fax 06.6782994.
Premio “Latisanese dell’anno”
L’intraprendente e dinamico segretario dell’associazione culturale “Il campanilio” di Latisana ci ha invitati al conferimento del XIV Premio “Presenza latisanese”, svoltosi il 30 novembre 2003
nel palazzo polifunzionale di via Goldoni. Il premio è stato conferito al cav.
Giuseppe De Marchi (cultura), comm.
Albino Guerin (sport), Giovanni Battista Lorenzonetto (imprenditoria).
Facevano gli onori di casa il sindaco
dr. Micaela Sette e, per l’associazione,
il presidente Ennio Lorigliola, Mario
Ambrosio ed Ario Cargnelutti.
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Fradae e culture
Anche quest’anno il gruppo di soci, che
fanno parte di “Fradae e culture”, ha festosamente inaugurato il ciclo di “Incontri 2003-2004” che ha avuto inizio il 15
ottobre scorso.
“Reverenti memorie sulla illustrissima
signora polenta” è stato il tema dell’incontro, condotto brillantemente - con il
consueto sottile umorismo - dall’impareggiabile vice presidente del Fogolâr, ingegner Carlo Mattiussi. Un tema riguardante una delle tradizioni gastronomiche
del nostro Friuli, che il pubblico, accorso
numeroso come sempre, ha dimostrato di
gradire particolarmente. Mattiussi, che
ha svolto una ricerca minuziosa ed accurata sulla storia e sugli usi culinari della
polenta, con particolare riguardo a quelli
della nostra regione, ha svolto il tema con
un florilegio di divertenti citazioni e sottile ironia.
Il secondo “Incontro”, svoltosi il 12 novembre scorso, ha avuto quale protagonista il socio prof. Giancarlo Pesamosca,
docente di Analisi numerica alla prima
Università di Roma, il quale ha intrattenuto l’uditorio, con una interessantissima
conversazione, accompagnata da proiezioni, sul tema “Duemila anni di storia ed
etnica della valle del Fella”. Pesamosca,
friulano doc e, guarda caso, proprio della
valle del Fella, non si è limitato a parlare
della sua valle, ma ha spaziato nella storia con dotti riferimenti alle scorrerie dei
Avv. Ferraro, G. Manuti, Carlo Mattiussi, G.L. Pezza (Foto Pesamosca).
Gruppo
Bridge
Il gruppo di socie, animato da Mirka
Vianello (originaria di S. Vito al Tagliamento), settimanalmente si è riunito
in sede con spirito di familiarità e di
amicizia per una amichevole partita di
Bridge. Si riunisce poi in cucina per un
simpatico brindisi, così come nel giorno del compleanno delle varie Socie.
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popoli barbari che hanno attraversato il
Friuli, lasciando segni indelebili nella lingua e nelle tradizioni popolari.
Mercoledì 10 dicembre Gian Luigi
Pezza intratterrà gli amici di “Fradae e
culture” sul tema “le musiche del santo
Natale, dalle origini ai nostri giorni” con
ascolto di dischi e videoproeizioni.
Gli incontri proseguiranno, secondo la
tradizione, ogni secondo mercoledì del
mese e saranno, come sempre, curati dall’avv. Massimo Ferraro, da Gabriella
Manuti e da Gian Luigi Pezza.
gipe
“Sua maestà la polenta”
La polenta intesa come pietanza a base
di farina cotta nell’acqua è un cibo usato
dall’uomo sino da tempi antichissimi. Nei
geroglifici delle tombe egizie delle prime
dinastie, 5.000 anni a.C., sono raffigurati
dei servi intenti a macinare e poi cuocere
in acqua semi di cereali. Anche i Romani
apprezzavano molto la polenta, e usavano
cuocere e scodellare polente di avena, di
farro, di miglio, di ceci o di fave, di sorgo
e di spelta che poi condivano e insaporivano con latte, formaggio, carne di agnello o
di maiale oppure con salse acide e sughi.
Il consumo di polente sempre più raffinate, farcite con ripieni saporiti o dolci, si
potrasse fino al Medioevo, ma nel 1493
Cristoforo Colombo, al ritorno in Spagna
dal suo primo viaggio nel Nuovo Mondo,
porterà un nuovo cereale che soppianterà,
perché più buono, il consumo di tutti i cereali fino ad allora utilizzati: il mais. Passeranno circa trent’anni, prima che il
mais, superata la fase sperimentale degli
orti botanici e dei conventi, inizi a essere
coltivato nei campi superando pregiudizi
politici e ostracismi perfino “teologici”.
Infatti la Chiesa riteneva che i cristiani
dovevano nutrirsi esclusivamente di frumento, che dà il pane eucaristico, e considerava il mais un cibo da pagani.
La polenta - Olio di Otto d’Angelo.
Invece, col tempo, la coltivazione di un
cereale che maturava in soli tre mesi e non
richiedeva l’uso dell’aratro, indusse gli
spagnoli a coltivarlo in larga scala e ad apprezzare il sapore della farina che se ne ricavava. Gradualmente la coltivazione del
mais si diffuse in tutta Europa, in una fascia ben precisa che và dal Golfo di Biscaglia al Caucaso, attraversando la Spagna, la Francia, l’Italia del Nord, la Germania e tutti i Paesi lungo il Danubio fino
all’Ucraina e al Caucaso. Più a Nord il clima era troppo freddo, più a Sud caldo.
L’alta redditività, il basso costo di produzione, il rapido ciclo vegetativo decretò il
successo del mais, che incominciò ad essere per gli Europei quello che era stato
per gli Indo-americani: un Dono degli Dei.
Il mais arriverà in Italia, verso il 1530, tramite i commerci della Serenissima, che ne
farà grandi piantagioni nel Polesine e nel
Friuli, trovandovi un habitat particolarmente
adatto. Quasi contemporaneamente il mais
giunge anche nel Vicereame di Napoli, legato per casato alla Spagna e successivamente
si diffonderà nel vicino Lazio e nell’intero
Stato della Chiesa, facendosi apprezzare
generalmente sotto forma di polenta.
Al suo consumo si indirizzeranno le fasce più povere della popolazione che ne
faceva il nutrimento principale.
Questa alimentazione saziava ma,
essendo priva di
proteine e vitamine, predisponeva
alla “pellagra”. La
malattia si manifestava con arrossamenti della pelle, disturbi intestinali, depressione
che poteva degenerare in demenza. Le popolazioni colpite erano
quelle più povere
del Veneto e della
Lombardia che si
cibavano principalmente di polenta di mais. Il
noto antropologo
e psichiatra Cesare Lombroso decretò che responsabile della pellagra era un veleno
che si annidava
nel granoturco,
che egli chiamò
“pellagrosina”.
Da quel momento
la polenta venne
bandita dalle tavole: i contadini più poveri e i braccianti a giornata che, bene o male, con la polenta si erano tolti un pò di fame, tornarono nell’indigenza più nera.
A riabilitare il mais e la polenta venne,
per fortuna, nel 1912 lo scienziato polacco Casimiro Funk, lo scopritore delle vitamine, il quale sostenne che la pellagra
era provocata solo da “insufficienza vitaminica” senza altri interventi venefici di
“pellagrosina”.
Sarebbe bastato, come facevano i popoli precolombiani, accompagnare la polenta con legumi, carni, pesci. “Sua maestà la
polenta, scriveva Paolo Monelli, è come
certe zitelle acide. Basta maritarle bene,
perché perdano tutti i cattivi umori”.
Fortunatamente nel ‘900, le migliorate
condizioni economiche dei contadini e dei
braccianti danno origine nelle regioni italiane a quei piatti divenuti “classici” per le
cucine regionali, tanto che l’Accademia
Italiana della Cucina, nel suo valido Ricettario delle Cucine Regionali” ha censito ben 25 piatti a base di polenta. Se sulla
mensa dei poveri, la polenta era il quotidiano, massiccio riempitivo dello stomaco, su quella dei benestanti diventava
“ghiottoneria” allorché, sposata alla cacciagione, diventava un piatto tanto squisito da ispirare al poeta Lorenzo Stecchetti, questa bella quartina
i tordi, più di trenta
in suprema maestà
a seder sulla polenta
come turchi sul sofà
L’arrivo del mais in Europa ha rappresentato una “rivoluzione” per le abitudini
alimentari del Vecchio Continente, ma,
dopo oltre 500 anni, questa rivoluzione
non ha ancora esaurita la sua spinta. Di
questo cereale si consumano, ogni anno
nel mondo, oltre tre miliardi di quintali;
ma il suo consumo, oltre alla alimentazione umana sotto forma di farina, sgranato
in chicchi è impiegato nell’alimentazione
animale. Da tempo, anche la moderna industria alimentare ricava dal mais una serie di prodotti per uso alimentare o industriale. Basti pensare all’olio di mais, che
fà bene al cuore, ai biscotti dietetici di farina di mais, ai “corn flakes”, per la prima
colazione, ai “pop corn” e alla serie di salatini che ci vengono serviti al bar insieme
alle patatine fritte e alle arachidi, magari
per accompagnare un succo di pomodoro.
Fino ad arrivare alla plastica verde, ricavata anch’essa dal mais. L’affermazione
mondiale del mais conclude il grande ciclo delle piante definite “Piante di Civiltà” perché hanno organizzato e indirizzato la vita dei popoli che se ne nutrivano;
infatti grano, riso e mais sono i tre cereali
che sfamano il mondo.
Carlo Mattiussi
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“Perché Giovanni fu sepolto al Pantheon?”
Svelato a Roma il mistero
Curata dal Fogolâr furlan di Roma, nel
salone dell’Associazione “Civita”, palazzo delle Assicurazioni Generali a Piazza
Venezia, il 18 novembre si è svolta la presentazione del saggio di Marisanta di
Prampero de Carvalho “Perché Giovanni è sepolto al Pantheon?” per i tipi
dell’editore Paolo Gaspari di Udine.
Nel dar il benvenuto agli ospiti che gremivano la sala, il presidente del Fogolâr
furlan Adriano Degano, prima di iniziare,
ha voluto ricordare nella giornata di lutto
nazionale i militari italiani morti a Nassiriya. Poi l’introduzione al grande artista
friulano Giovanni da Udine a cui si intitola anche il premio che il Fogolâr furlan
romano attribuisce ai friulani che, operando a Roma, si sono distinti per eccellenza.
E quale miglior testimone di Giovanni
Nani, figlio di Francesco Ricamatore,
nato a Udine nel 1487 che morì a Roma
nel 1561 ed ebbe funerali in Vaticano e la
sepoltura al Pantheon con Raffaello e altri importanti artisti? Sodali di Bramante
nel cenacolo che si era formato a Roma
attorno a papa Giulio II, nell’intento di ricreare la grandiosità della Roma imperiale, manifestazione esteriore del rinnovamento dello stato della Chiesa.
Nel tratteggiare la figura del grande artista, la giornalista Mariarosa Santiloni ha
messo in evidenza l’importanza di questo
saggio che “racconta” la ricerca di Marisanta di Prampero nel riportare all’evidenza tutta l’opera di Giovanni non solo
come pittore di grottesche ma in particolare quale architetto nella Patria del Friuli
che lo nominò nel 1542, per l’appunto,
proto e architetto in considerazione delle
grandi opere già eseguite tra cui la Torre
dell’Orologio, tutt’ora visibile a Udine.
Pubblico attento alla conversazione. A sin. si nota l’on Romeo Ricciuti (Foto Mirka).
Tutto ha avuto inizio da alcuni ritrovamenti nel Palazzetto Susanna di
Prampero, a Udine, dove l’autrice è
vissuta da bambina. Così, aiutata dai ricordi e da una rigorosa quanto profonda
e multidisciplinare ricerca - peraltro
non ancora conclusa - Marisanta di
L’omaggio floreale alla contessa Marisanta di Prampero de Carvalho (Foto Mirka).
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Prampero è giunta ad importanti risultati.
L’intervento dello scrittore Stanislao
Nievo - nel ricordare che Giovanni da
Udine è l’autore di splendidi affreschi
che ornavano il Castello di Colloredo - si
è incentrato sul carattere dell’artista che,
proveniente dalla bottega veneziana del
Giorgione, ha saputo inserirsi con grande
professionalità nell’ambiente romano lavorando con Bramante, Raffaello e Michelangelo, con quelle doti umane e caratteriali che contraddistinguono ancora
“l’emigrazione” friulana.
L’autrice ha concluso l’incontro parlando dell’impegno profuso nella stesura del
saggio, proponendo assieme al presidente
Degano di ripristinare al Pantheon una
targa che indica la sepoltura di Giovanni
da Udine. Targa andata perduta nei lavori di ripristino nel Tempio stesso. Moltissimi gli intervenuti all’incontro tra cui abbiamo notato l’on. Romeo Ricciuti, il
dott. Nigris, l’ing. Cassinis, la co.ssa
Valerio Ticozzi, la dr.ssa CostantiniScala e numerosi Presidenti delle associazioni regionali che hanno dato l’assalto ai numerosi volumi forniti dalla libreria Gremese, firmati poi dall’autrice.
Mariarosa Santiloni
A Colloredo di Montalbano l’ultima fase della ricostruzione
Il Castello di Colloredo di Montalbano,
del XIV secolo, dove Ippolito Nievo
scrisse le sue “Confessioni di un Italiano”,
è diventato il simbolo della completa rinascita del Friuli, dopo il sisma che ha colpito la regione 27 anni fa.
Il Presidente della Camera, Pierferdinando Casini, giunto al Castello il 20 ottobre, alle 19.45, ha dato l’avvio all’ultima fase della ricostruzione. Ed è proprio
l’ufficialità portata dalla terza carica dello
Stato che ha trasformato il Castello in
simbolo della ricostruzione post-terremoto e della laboriosità e tenacia dei Comuni e della gente friulani.
Il sindaco, Roberto Molinaro, ha dichiarato: “Oggi, viene avviata l’ultima fase di un cammino comune intrapreso 27
anni fa da uomini e istituzioni, una grandiosa opera di rinascita voluta dal Parlamento con una legge, dalla Regione e dai
Comuni”: Ha continuato sottolineando
che “è anche un piccolo contributo a costruire uno Stato federale con Regioni e
Comuni forti, purché - ha precisato - non
ospitino il neocentralismo”.
Il Presidente Casini ha elogiato l’impegno dei friulani dimostrato fin dai primi
giorni successivi al terremoto: “La gente
del Friuli - ha aggiunto - si è subito resa
conto che in quel tragico momento gravavano doveri più grandi del passato..., con
quel senso di responsabilità grazie al quale siamo qui ad avviare simbolicamente,
con il recupero di una prestigiosa testimonianza della nostra storia e della nostra
cultura, l’ultima fase della ricostruzione
del Friuli. Un cammino lungo cui l’Italia
ha potuto guardare come modello e che ha
visto il concorso della solidarietà del Paese e della comunità internazionale [...].
Risultato di un processo di cooperazione
istituzionale, al quale hanno contribuito
Stato, Regione e Comuni secondo un disegno coerente con lo spirito dello statuto
che è alla base dell’Autonomia del Friuli
Venezia Giulia”.
Il Presidente della Regione, Riccardo
Illy, ha dichiarato che si deve “ricostruire
dov’era e com’era per cancellare le ultime
tracce dell’Orcolat”. Ha quindi sottolineato il percorso di ricostruzione fatto non
solo di coraggio ma anche della capacità
degli amministratori locali. Rivolgendosi
al Presidente Casini, ha evidenziato tra
l’altro i risultati dello “sforzo corale delle
istituzioni e della gente: case nuove, senza più traccia delle ferite del sisma, i paesi ordinati dove, per quanto possibile, si è
cercato di conservare le forme e il disegno
urbano dei vecchi abitati”. La ricostruzione del Castello, secondo lui, è il “simbolo
di questo modello”.
Va ricordata la tenace azione combattuta per anni dal nostro socio benefattore,
dr. Stanislao Nievo, pronipote di Ippolito e comproprietario del maniero, per la
sua rinascita.
Entro il prossimo anno, dovrebbe essere pronto il progetto per la sua ricostruzione e si spera che i cantieri chiuderanno
nel 2006, quando si celebreranno i 30 anni dal terribile terremoto. Solo allora, il
Friuli si riapproprierà del suo simbolo. Per
i lavori la Regione stanzierà ulteriori 16,5
milioni di Euro.
La costruzione del Castello ebbe inizio
nel lontano 1302. Ricostruito dopo la prima distruzione ad opera dei Conti di Gorizia, si trasformò in difesa del territorio,
finché non passò nelle mani della Serenissima Repubblica di Venezia. Fu più volte
danneggiato anche da eventi naturali; è
stato restaurato e conserva le caratteristiche originarie. Da un’antica pergamena
del 1258, risulta che Colloredo era feudo
dei Visconti di Mels. Nel 1302, il patriarca di Aquileia, Ottobono de’ Razzi, dava
la possibilità al barone Guglielmo di
Waldsee, visconte di Mels, di costruire
un nuovo castello su di un colle di proprietà nei pressi dell’avito maniero di
Mels. Il castello fu completato dai figli di
Guglielmo che per primi assunsero il cognome di Colloredo-Mels. Nel 1420 il
Castello cadde nelle mani dei Veneziani;
nel 1511 venne saccheggiato e poi distrutto dal terremoto.Verso il XVI secolo, finite le lotte feudali, i proprietari si dedicarono a sistemare ed abbellire l’antica dimora. Risalgono a questo periodo le decorazioni di Giovanni da Udine del famoso
studiolo del Castello che rappresenta uno
dei momenti più fecondi dell’artista.
Nell’Ottocento, il maniero è tornato a
risplendere per aver ospitato lo scrittore
Ippolito Nievo dove ha scritto il suo capolavoro letterario. Attualmente, è sede
della Comunità Collinare del Friuli e del
Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli storici della Regione.
Roma, 25 ottobre 2003
Maria La Torre
Il Castello di Colloredo di Montalbano.
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L’ora della risurrezione
che scorrono e precipitano e travolgono”
(B. Pascal, Pensieri, 459).
Mentre noi stiamo a gingillarci con le
scioccherie, l’invisibile fiume dei giorni
cammina infatti alla sua foce eterna; e sulle sfuggenti rive cerchiamo di costruire, e
lì vanno i nostri occhi, i nostri desideri, i
nostri sogni, il cuor nostro. Quando rientri
in casa, quando vai sul tram, quando sali
sul treno, quando vedi la coda delle automobili per le strade, quando pensi a tutta
la farragine di cose che interessano la vita
di milioni di uomini: “non piangere!”.
Viviamo purtroppo dispersi su strade
che si snodano come nastri, dove tutti corrono su e giù con le automobili, e dove
“mille vigili che dirigono il traffico non
sanno dirvi né perché venite né dove andate” (T. S. Eliot, Cori da “La Rocca”,
Biblioteca Universale Rizzoli, Milano
1994, p. 65). L’incognita della fine altro
non è che l’incognita del come si è giunti
a questa che fa incontrare un uomo mai
visto e che, di fronte al dolore della donna
da lui veduta per la prima volta, le dice:
“Non piangere!”.
“Non piangere!”
“Non piangere!”
Quando vediamo tutto il movimento
Questo è il cuore con cui noi siamo
del mondo, nel cui fiume tutti gli uomini
si rendono presenti alla vita, non possia- messi davanti allo sguardo, davanti alla
mo non pensare ai “fiumi di Babilonia, tristezza e davanti al dolore di tutta la gente con cui entriamo
in rapporto per la
strada o nei nostri
viaggi.
È una cosa inimmaginabile che il Figlio di Dio, che “sostiene il mondo con
la potenza della sua
parola” (Eb 1, 3),
possa dirci, anche in
questo momento:
“Uomo, non piangere, perché non è
per la morte, ma per
la vita che ti ho
fatto!”
Uomo, donna, ragazzo, ragazza, chiunque tu sia, non piangere!
C’è uno sguardo e
un cuore che vi penetra fin nel midollo
delle ossa e vi ama
fin nel vostro destino.
Uno sguardo e un
cuore che nessuno
può fuorviare, nessuno può rendere incapace di dire quello che pensa e quello che sente, nessuno può rendere impotente.
L’arcivescovo M. Costalunga e Mons. Elio Venier.
Quella sera il cammino di Gesù verso
Nain, un villaggio a sud est di Nazaret, fu
interrotto alle porte del villaggio, perché
c’era un pianto altissimo di donna, un grido di dolore che percuoteva il cuore di tutti i presenti, ma sopratutto quello di Gesù (cf Lc 7, 11-17).
Veniva portato al sepolcro un morto, il
figlio unico di una madre vedova.Vedendola, il signore ne ebbe compassione e le
disse: “Non piangere!”
“Non piangere!”
Mai vista, mai conosciuta prima quella
donna. Che sostegno poteva avere quella
donna nell’ascoltare la parola che Gesù
rivolgeva a lei?
“Non piangere!”
Com’era allora decisivo lo sguardo che
un bambino o un grande avrebbero portato a quell’uomo che veniva in capo a un
gruppetto di amici, che non aveva mai visto quella donna, ma si era fermato quando il suono, il riverbero del pianto era
giunto sino a lui.
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“Gloria Dei vivens homo”, l’uomo vivente è gloria di Dio, ha scritto S. Ireneo
(S. Ireneo, Trattato contro le eresie, IV,
20, 7). La gloria di Dio, la grandezza di
colui che fa le stelle del cielo, che mette
nel mare goccia a goccia tutto l’azzurro
che lo definisce, è l’uomo che vive. Non
c’è nulla che possa sospendere quell’impeto immediato di amore, di attaccamento, di stima, di speranza. Perché è diventato speranza per ognuno che lo ha visto,
che ha udito Gesù dire: “Non piangere!”
Non c’è nulla che possa fermare la sicurezza di un destino misterioso e buono.
La gloria di Dio, quella per cui egli sorregge il mondo e l’universo, è l’uomo
che vive, ogni uomo che vive. L’uomo
che vive, la donna che piange, la donna
che sorride, il bambino, la donna che
muore madre. Indubbiamente ogni uomo, particolarmente nelle ore più penose
e decisive, è chiamato a rivivere il mistero di Gesù crocifisso e risorto. Ci sono
istanti nei quali ogni luce si spegne e
ogni fiducia sembra inaridirsi; quando un
masso opprimente, come quello che Giuseppe d’Arimatea fece rotolare contro
l’entrata del sepolcro del Signore (cf. Mc
15, 46), sembra soffocare in noi ogni
sentimento e ogni voglia di vivere. Ma
non sarà per sempre, ci assicura oggi la
parola del Signore. Arriva infatti il momento in cui il masso viene rotolato via,
come è avvenuto per il sepolcro di
Cristo, quella mattina di primavera,
“quand’era ancora buio” (Gv, 20, 1). Un
buio che dura poco: solo da mezzogiorno
fino alle tre del pomeriggio, come era
stato sul Calvario, il giorno della Parasceve (cf Lc 23, 44). Poi la vita trionfa
sulla morte; e sarà senza fine. Non cercate i vostri fratelli, i vostri cari, i vostri
amici tra i morti, dicono a noi questa sera gli angeli della risurrezione (cf Lc 24,
5), mentre nella preghiera di suffragio ricordiamo, come ogni anno, i defunti della famiglia del Fogolâr furlan. Essi vivono col Signore Gesù, nel quale hanno
creduto e sperato. Noi li rivedremo ed essi ci rivedranno, in una patria dove non
sarà consentito né agli uomini né alle
malattie di insidiare la nostra gioia. Il Siracide, giunto al termine del suo libro
sapienzale, tesse l’elogio degli uomini illustri, gli antenati del popolo eletto, nei
quali il Signore aveva profuso la sua gloria (Sir 44, 1-2). Tra i numerosi personaggi menzionati, ad un certo punto,
compare Elia, il “profeta simile al fuoco”, la cui “parola bruciava come fiaccola” (Sir 48, 1). Il panegirico, nel quale
sono ricordati gli episodi e i prodigi che
lo resero famoso nel corso della sua vita,
si conclude con una promessa di beatitudine: “Beati coloro che ti videro e che si
sono addormentati nell’amore! Perché
anche noi vivremo eternamente” (Sir 48,
11). Mi ha sempre colpito l’espressione
“addormentarsi nell’amore”, perché mi
ricorda che la vita dell’uomo è come racchiusa tra due dolcissime parentesi.
Essa, infatti, si apre e si chiude con un
bacio.
Nella vita di Cristo, uscita dal cuore innamorato di Luigi Santucci, c’è un capitolo cui l’autore ha dato il titolo Beata
dormitio, due parole latine che non hanno
bisogno di essere tradotte, che inizia così:
“C’è tutto, nel grembo di queste valli
terrestri dove trascorriamo i nostri giorni.
C’è la casa dove siamo nati, il bosco dove
si smarrivano i personaggi della fiaba, i libri istoriati dei paladini con gualdrappe
variopinte;...
“C’è il sentiero solitario d’ottobre, e il
davanzale con la prima neve; la notte e il
giorno, le stagioni, il letto, il focolare, la
guerra, i sogni.
“C’è il nostro destino fatto di angustia e
di gioia, le cose che ricordiamo e quelle
che abbiamo ormai dimenticato.
“Ma c’è infine su tutto la morte. L’ultima parola che impara l’essere umano perché in realtà nulla le corrisponde che abbia senso e misura; che le madri non pronunciano davanti al bambino assetato di
parole, dobbiamo impararla da soli con gli
altri nomi dei misteri della vita...
“La morte ci atterrisce perché è senza
cose; il suo fiume incolore non ci è dato
varcarlo neppure con la fantasia. Sappiamo solo che essa ci aspetta, annidata in
questo nostro corpo,...
“Solo Cristo ci ha conciliato con la
morte... Beata dormitio - sonno di gioia:
fragranza di sillabe che capovolge l’incubo in benigna cosa di natura...
“Si, dopo di lui la morte ha sapore d’infanzia, all’indomani della buona novella
ogni nome cambia, e la bara è culla, e il
giorno della morte dei suoi giusti la famiglia di Cristo la chiamerà, con gaio candore, dies natalis” (G. Santucci, Volete
andarvene anche voi?, A. Mondadori ed.,
Vicenza 1974, 6° ed., p. 122-123).
Amo allora immaginare che, questa sera, Gesù ripeta a noi quello che deve aver
detto agli apostoli, ancor pieni di stupore,
dopo aver risuscitato il figlio della vedova
di Nain: “E voi statemi vicino anche
quando non ci sarò più; cercatemi nel buio
delle vostre paure, perché le conosco e anch’io le attraverso, e sarà sempre come al
mattino quando vi svegliate e il vostro
cuore si apre alla gioia.
“Perché la morte è il grande scandalo
della nostra vita. E io sono venuto per vincerla. Non soltanto per il figlio della vedova”. (S. Jacomuzzi, Cominciò in Galilea, Edizioni Piemme, Casale Monferrato
1995, p. 163).
Arcivescovo Marcello Costalunga
Omelia alla Messa dei Defunti
del Fogolâr - 22.XI.20000
Messa dei defunti
Prein pai nestris Fradis
Con una solenne commovente concelebrazione, sabato 22 novembre, il Fogolâr si è stretto vicino ai familiari dei
tanti Confratelli deceduti nel corso dell’anno 2003.
Presiedeva il rito l’Arcivescovo titolare di Aquileia, mons. Marcello Costalunga, originario di San Vito al Tagliamento. Era assistito da mons. Elio Venier, primicerio della Confraternita di S.
Eligio de’ Ferrari. Le varie fasi sono state sottolineate dal Nuovo Coro Alpino,
diretto dal m° Ermanno Testi.
Nell’omelia, mons. Costalunga si è
soffermato sul significato del dolore come mezzo di purificazione e di ascesa
verso i lidi della salvezza, quando lo si
sopporta con fortezza e serenità offrendolo al Signore, sempre misericordioso.
All’offertorio Andreina Treu-Fantin
ha scandito lentamente i tantissimi nomi
dei nostri cari, fra i quali alcuni grandi e
cari amici scomparsi in Friuli.
Prein pai nestris fradis che nus an
lassas chist an: Barbara Antonini,
Bernardino Antonini, Giovanni Cereatti, Luigina Cirio, Irma Comisso,
Renzo Croppo, Paola Dal Dan, co.ssa
Andriana de Concina Ticozzi Valerio, Lina De Martino, Iro Degano,
Teresa Fabbro, Vito mons. Ferini,
Massimo Ficuciello, Sofia FontanelliLevi, Piero Fortuna, Giuseppe Gesualdi, Maria Giampaoli-Fontani,
David Grazioso, Paola Guglielmetti,
Antonietta Maria Lendaro, Luisa
Lorenzini-Petris, Maria GiampaoliMacoritto, don Pier Giorgio Marcuzzi, Reginaldo Martin, Mario Martinis, Luciano Miurin, Melania Moretti Magoni, Antonia SammartinoFranciosa, Davide Panigutti, Paolo
Paolini, Enrico Pierantoni, Riedo
Puppo, Mario Quargnolo, Angela
Scarano, Giustina Scovacricchi,
Adelmi Tomada, Gian Alberto Tomini, Imelda Trevisan, Eugenio Zanuttini, Ermanno Zucchiatti.
Ricordiamo pure i Caduti italiani dell’Iraq e tutti i nostri cari defunti.
Alla S. Messa per i Confratelli defunti.
Il m° Ermanno Testi ed il Nuovo Coro Alpino di Roma.
27
MOSTRA PISIGNANO
Mercoledì 26 novembre alle ore 17.30
è stata inaugurata nella nostra sede di via
Principessa Clotilde 1/A la mostra della
pittrice di Frisanco (PN) dott. Maria
Cristina Pisignano.
La mostra, di grande interesse, tratta
l’originale tema “Natura improbabile”
con una serie di acquerelli e disegni di
soggetti interpretati in chiave naturalistica. È stata presentata dal critico d’arte
della Marsilio Editori di Venezia dr. Fer-
dinando Anselmetti che ha posto in risalto la delicatezza ispirata della pittrice.
Elogi sono stati espressi anche dal giornalista di Rai Due comm. Augusto Giordano, che ha segnalato la mostra anche in
una trasmissione radiofonica.
Così si è espressa la critica prof. Anna Favi.
“Il giorno 26 novembre alle ore 17.30
presso la nostra sede di via Principessa
Clotilde vi è stato il vernissage
della mostra “Natura improbabile” della pittrice friulana Cristina Pisignano che resterà
aperta fino al 13 dicembre prossimo. Sono stati esposti una serie di deliziosi acquerelli, il colore dei quali non è naturale ma
ricavato dalle riflessioni della
“Teoria dei colori” di Goethe
con riferimenti a Kandinsky e
Klee entrambi musicisti.
Inoltre, completano la serie alcuni olii surrealisti; dal tutto si
evince la musicalità del colore.
La dott. Cristina Pisignano spiega i criteri ispirativi delÈ seguito un brindisi in onore
la sua arte. si notano la prof. Favi, il dr. Anselmetti, l’arch. Bertossi, il gen. Giovannetti (Foto Pesamosca).
dell’ospite”.
Corso “Ballo di gruppo”
Nel mese di novembre u.s. è iniziato il
corso di “Ballo di gruppo” nella sede del
Fogolâr furlan di Roma. L’iniziativa è stata
proposta dalla nostra benvoluta socia collaboratrice Piera Martinello, la quale è riuscita a superare le resistenze del presidente
dr. Adriano Degano e a dispetto anche dello spazio non proprio illimitato presso la
sede, grazie alla disponibilità e adattabilità
delle socie allieve, le prime lezioni si sono
svolte in clima di spensieratezza ed allegria, a ritmo di samba, mambo, merengue e
cha-cha-cha. L’insegnante è la nostra socia
prof.ssa Adriana Ginanneschi.
Tutto il gruppo del “corso” ringrazia il
Presidente e manda tanti auguri di un felice anno nuovo 2004 a tutto il Fogolâr.
14A MOSTRA COLLETTIVA
L’inaugurazione della 14a mostra collettiva degli artisti friulani di Roma ha
avuto luogo giovedì 18 dicembre 2003 alle ore 17.30 in sede.
Alla mostra curata come sempre con
particolare impegno dai proff.ri Luigi
Pittini e Piergiorgio Colautti hanno partecipato artisti noti ed anche altri che con
passione, bravura ed anche sacrificio si
dedicano all’arte. Ne parleremo in sede
critica sul prossimo numero del Fogolâr.
Piancavallo, Cellina e Livenza
Giornalisti, operatori e soci (Foto Fluri).
Serata all’insegna di immagini e sapori
tipici friulani all’Hotel Morgagni di Roma, nei pressi della Città universitaria, offerta dall’AIAT, Agenzia di Informazione ed Accoglienza Turistica del comprensorio di Piancavallo, Cellina e Livenza, provincia di Pordenone, in collaborazione con il Fogolâr furlan di Roma
rappresentato dal suo presidente, cav. di
gran Croce dr. Adriano Degano. Sabato
28 novembre, la sala dell’albergo era gremita di pubblico, giornalisti, rappresentanti di CRAL aziendali, soci del Fogolâr,
per assistere alla proiezione di un documentario sulle bellezze naturali e faunistiche della Valcellina, area che fa parte del
Parco Naturale delle Dolomiti Friulane. Istituito con legge regionale del 1996,
28
il Parco, disseminato di strut- e magia. Basti pensare al sito di Casavento,
ture d’appoggio quali casere, oltre le sorgenti del Cellina, dove sono staricoveri e bivacchi, si estende te rinvenute, nel corso di un progetto di stuper 37 mila ettari. L’obiettivo dio sull’ambiente naturale e umano della
della sua creazione è quello di montagna del 1994, due orme di dinosauro,
conservare e tutelare gli ecosi- risalenti a 215 milioni di anni fa.
stemi, di attuare la ricerca
A conclusione della serata, l’AIAT ha
scientifica e, soprattutto, di offerto a tutti i partecipanti un buffet a basvolgere didattica educativa e se dei migliori prodotti e vini provenienti
formativa.
dal Friuli.
In particolare, le immagini
Un caloroso applauso ha accolto il cirsi sono soffermate sulla Riser- constanziato messaggio del presidente della
va naturale Forra del Celli- Provincia di Pordenone, dr. Elio De Anna.
na, mostrando gli spettacolari
strati calcarei erosi nel tempo
Roma, 29 novembre 2003
dal torrente Cellina, prima del suo sbocco
Vittoria Di Qual
nell’alta pianura friulana.
Il presidente del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, dr.
Gionata Sturam, il presidente
dell’Associazione Piancavallo,
Vittorio Tomasini e il direttore
dell’AIAT, Maurizio Perissinot hanno brevemente presentato al pubblico tutte le possibilità di soggiorno nell’area che
vanno dalle settimane verdi al
trekking, dalle escursioni alla
mountain-bike, dagli sport invernali alle ascensioni alpinistiche. Non mancano naturalmente le settimane di relax e i viag- Il dr. Maurizio Perissinot illustra le offerte del comprensogi ricchi di sport, cultura, storia rio. A lato il dr. G. Sturam e il dr. V. Tomasini (Foto Fluri).
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Notizie
P. P. Pasolini e il suo Friuli
Una serata col suono ipnotico di una lingua sconosciuta. Fram- ro pasoliniano, ricordate dalla dottoressa Cortella, hanno evocato
menti di memoria e di un mondo incantato, capaci di avvincere un una realtà più nostalgica. Un senso della provenienza lontano e digiovane Pierpaolo Pasolini ancora ignaro del suo futuro di arte e menticato finché un particolare, magari piccolo, lo scopre in tutta
di morte. Un’atmosfera ancora, sottilmente, fiabesca, rievocata nei la sua evidenza.
giorni scorsi da Roberta Cortella per i Giovani del Fogolâr furlan
Come ammesso dalla stessa Cortella: “Manco dal Friuli da quatdi Roma.
tro anni spiega la studiosa, ora impegnata nella realizzazione di
Una serata di simpatia (coronata dalle tagliatelle al tartufo in una documentari per la Rai.
trattoria in centro).
Esiste un collegamento tra ladino, catalano e
spagnolo castigliano? Geograficamente pare un’utopia, linguisticamente l’esperimento è riuscito.
Certo, per amalgamare tre ceppi linguistici tanto
diversi tra loro c’è voluto il genio di un Pasolini,
ma il risultato mette in luce, se non altro, l’anarchia di una lingua dispersa in mille rivoli montani,
frutto dell’isolamento e di un’indole caparbia che
ancora oggi fa litigare studiosi e poeti locali. L’occasione per parlare di questo, e non solo, è stata
appunto la tesi di laurea su Pasolini di Roberta
Cortella, laureata (col massimo dei voti e lode) alla facoltà di lingue di Udine. Un lavoro certosino
che ha richiesto due anni di sforzi e ha avuto come
relatrice Piera Arizzolatti, docente di lingua e letteratura friulana. Il manoscritto invece, è un ritrovamento dello studioso Gianfranco Ellero.
Pochi ingredienti per una serata all’insegna delle curiosità linguistiche, come le metamorfosi di
una parola che cambia la sillaba finale per tre vol- Giovani in sede (Foto Fluri).
te nel giro di pochi chilometri.
Una serata da cui è emerso un dato oggettivo delle lingue minoDa tempo volevo avvicinarmi al Fogolâr, e sono contenta di
ri: è inutile tentare una loro categorizzazione, come resta vano averlo fatto: mi ha aperto una porta sul Friuli. Mi è sembrato di
ignorarne il degrado, un lento processo di estinzione a cui si op- tornare al mio paese, Montanelle Valcellina. Davvero, non ti rendi
pone, tenue, il tentativo da sala operatoria dello studioso o, peggio, conto dell’unicità del luogo in cui vivi se non quando te ne allondel compilatore di vocabolario.
tani e, poi, lo ritrovi. Un’emozione intensa, di cui ringrazio i raIdentità regionale come tesoro che svanisce. Per questo, le paro- gazzi del Fogolâr”.
le affidate al vento e al torrente del piccolo sconosciuto capolavoAnnapaola Ricci
I giovani elaborano un programma coinvolgente
Un discreto numero di giovani friulani
di Roma si è riunito lunedì 1 dicembre
presso la sede del Fogolâr furlan della capitale al fine di programmare le nuove attività del gruppo. Presenti vecchie e nuove conoscenze, mosse dal desiderio di
stare insieme all’insegna della friulanità...
e non solo.
Tra le proposte avanzate dai partecipanti, è stata accolta con particolare entusiasmo quella della realizzazione di un breve
filmato da farsi tutto “in casa”. Un’occasione per conoscersi e lavorare insieme e,
fondamentalmente, per divertirsi. L’idea
di improvvisarsi produttori, registi, attori,
sceneggiatori ed operatori di ripresa ha
immediatamente messo in moto la caccia
all’argomento da trattare. La scelta è ricaduta immancabilmente sul Friuli, una
scelta quasi scontata (ma dovuta) dettata
dal desiderio di rafforzare un legame reso
sempre più labile dalla distanza e dal tem- golâr furlan di Roma possa presto venire
po, ma pur sempre presente. Sarà uno “sfornata” questa nuova iniziativa.
spot, un corto, un documentario? Il progetto non ha ancora preso una sua forma
Roberta Cortella
precisa, non ha né un
titolo né una sceneggiatura, è semplicemente un’occasione
per mettersi in gioco e
fare qualcosa di diverso che possa coinvolgere tutti.
La serata si è conclusa come sempre con un
brindisi e con un
“compito per casa”:
quello di elaborare presto delle idee concrete.
Non ci resta dunque
che aspettare che dalla Il responsabile del “Gruppo Giovani”, arch. A. Scaletti propone il
giovane fucina del Fo- programma di attività, 1° dicembre 2003 (Foto Fluri).
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Fogolâr furlan di Latina e Agro Pontino
VIII Giornata
del fungo porcino
Domenica 12 ottobre 2003 si è svolta la
giornata del fungo porcino del Parco Nazionale del Circeo con un programma
nuovo. La preside prof. Carla Melegari
Carelli dell’Istituto Comprensivo “Giulio
Cesare” di Sabaudia ha aperto la giornata
con una relazione sugli otto anni di attività degli alunni degli istituti scolastici
chiamati ad esprimersi sui temi dettati in
occasione di questa iniziativa. Un’iniziativa altamente positiva e gradita al corpo
docente. Il presidente Scaini ha intrattenuto l’uditorio sulla grande opportunità
che ha avuto il nostro sodalizio nell’intervenire con premi in denaro e pubblicazioni per gli studenti, stimolando in loro la
competizione, onde esternare i migliori
talenti. Nella circostanza il presidente
Scaini ha rivolto il benvenuto al nuovo
direttore del Parco Nazionale del Circeo,
dott. Luciano Perotto, il quale, già a conoscenza della manifestazione, ha confermato la bontà di questa iniziativa del Fogolâr furlan di Latina e Agro Pontino. A
seguire, tutte le autorità presenti hanno rivolto il proprio benvenuto al nuovo direttore del Parco ed un sentito ringraziamento a tutti i partecipanti. Come di consueto,
al Museo del Centro Visitatori del Parco
si è reso disponibile il personale del Parco
per visite guidate. Al pranzo sociale a base di funghi, che ha concluso la giornata,
con la presenza delle autorità, tra canti,
balli e poesia, ha vinto la spensieratezza.
La famiglia del Presidente del Fogolâr di Latina, Ettore Scaini nel 23º dell’incontro che li riunisce annualmente.
La sagra del fungo porcino
Grazie alla perfetta organizzazione,
ha ottenuto grande successo l’VIIIa edizione della sagra del fungo porcino,
svoltasi domenica 5 ottobre 2003 a Sabaudia presso il Centro Visitatori del
Parco Nazionale del Circeo.
Dopo la Santa Messa, celebrata nella
sala congressi, officiata dal parroco
Padre Maria Gelindo della Santissima Annunziata di Sabaudia in suffragio dei Pionieri e dei Forestali dell’Agro Pontino, ha avuto inizio la manifestazione.
Nella Sala Congressi, alla presenza
del vice sindaco di Sabaudia dott. Livi,
del direttore del Parco dott. Perotto,
che hanno brevemente salutato i partecipanti, il comm. Scaini, moderatore del
dibattito, ha concesso la parola alla
prof.ssa Carla Malesari Corelli che
nella sua relazione ha ricordato la nascita di questa manifestazione e le attività
da lei svolte, sia in campo scolastico come preside dell’Istituto Comprensivo
“Giulio Cesare”, che del suo convinto
sodalizio col Fogolâr furlan di Latina,
nel comune intento di sollecitare la sensibilità degli studenti al rispetto della
natura e dell’ambiente del Parco.
Successivamente, in modo formale,
ha consegnato il testo prescelto per il tema scolastico dell’anno 2004 al suo successore prof. Giovanni Battista Galassi che, dopo brevi parole di ringraziamento, ha confermato il suo impegno a
proseguire, nello spirito della salvaguardia dell’ambiente e della natura, questa
iniziativa anche nei prossimi anni.
La manifestazione è poi proseguita
negli accoglienti locali del ristorante
L’Olimpo dove, ancora una volta davanti ai prelibati e succulenti piatti a base di
funghi porcini, allietati dall’Orchestra
Pozzobon, si è rinnovata la tradizione
del Fogolâr: incontrarsi e trovarsi in
un’atmosfera gioiosa e familiare. In rappresentanza del Fogolâr di Roma hanno
partecipato l’ing. Mattiussi e il socio
Beltramini.
C. Mattiussi
Soggiorno a Piancavallo
La signora Gardin Marina, friulana
di Pordenone, ha compiuto 100 anni. Il
Fogolâr furlan di Latina e Agro Pontino si è unito al Presidente Ettore Scaini per gli auguri vivissimi. Auguri anche alla figlia Wilma con la nostra più
profonda considerazione.
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Dal 29 luglio al 6 agosto questo Fogolâr ha organizzato una gita in Friuli nella località turistica di Piancavallo, in provincia di Pordenone. Per nove giorni i cinquanta partecipanti sono stati oggetto dell’attenzione dell’Ente Friuli nel Mondo con visite dei
propri consiglieri. In occasione della Festa dell’Emigrante, in quel di Cordenons (PN),
il nostro gruppo si è incontrato con tanti altri provenienti da varie parti d’Europa ed è
stato riconosciuto che il Fogolâr furlan di Latina e Agro Pontino è il più numeroso dei
Fogolârs europei ed anche il più attivo, con tutte le iniziative culturali che riesce ad organizzare. Sono stati nove giorni interessanti e piacevoli; vivi ringraziamenti vanno al
dott. Maurizio Perissinot, presidente dell’AIAT, al dott. Elio De Anna presidente dell’Amministrazione Provinciale di Pordenone, ai dirigenti e al personale tutto dell’Hotel Antares per la squisita accoglienza riservataci.
Fogolâr di Aprilia
Cocomerata 2003
XIV Edizione
La tradizionale festa di mezza estate,
meglio conosciuta come “Cocomerata”,
che il Fogolâr furlan di Aprilia organizza
ormai da quattordici anni nella seconda
domenica di luglio, si è puntualmente
svolta il 13 luglio nella suggestiva cornice della pineta detta “Campana”. L’organizzazione ha superato l’eccellenza degli
anni scorsi arrivando persino a stendere
dei teli tra i pini in modo da ombreggiare
meglio l’intera zona dei tavoli che hanno
ospitato, come per gli anni passati, più di
450 persone. Inutile dire che la giornata è
volata via tra l’allegria generale accompagnata dal tradizionale ottimo pranzo seguito da musica, danze e giochi. Il Fogolâr di Aprilia desidera ringraziare tutti
gli intervenuti sia Friulani che Simpatizzanti ed in particolare il Sindaco di Aprilia e le autorità di Nettuno, Latina e dell’Ente Friuli nel Mondo che hanno onorato la festa con la loro partecipazione.
La S. Messa al Campo nel parco Borghese.
Ci hanno scritto:
Folla alla cocomerata di Aprilia.
Gita in Friuli 2-5 agosto 2003
Il Fogolâr di Aprilia ha partecipato
l’estate scorsa, con un folto gruppo di
soci e simpatizzanti, alla festa dei
Friulani nel Mondo tenutasi a Cordenons (PN) il 3 agosto. Oltre a questa
giornata dedicata all’incontro tra rappresentanze di molte comunità friulane sparse per il mondo, il gruppo ha
avuto la possibilità di trascorrere qualche giorno effettuando interessanti
escursioni a Udine, Tolmezzo, Buja e
San Daniele. Ottima è stata l’accoglienza nell’albergo di Barcis e confortevole il viaggio in pullman. Alla
luce dei risultati ottenuti, il Fogolâr di
Aprilia si adopererà per fare ancora
meglio l’anno prossimo.
Il gruppo del Fogolâr di Aprilia in visita al
Friuli.
Ci hanno scritto, mandato messaggi o
sono venuti a trovarci: prof. Bruno Molinaro, gen. Giampaolo Ganzer, il sindaco di Varmo Graziano Vatri, giornalista
Sergio Levre, sen. Giulio Andreotti,
Paola e Valentina Troiano, ten. gen.
Umberto Ficuciello, ten. gen. Gianfranco Ottogalli, prof.ssa Alessandra Guerra, cav. uff. Severo Gotti, m° Silvio Donati, consigliere regionale, Gianfranco
Moretton, Riccardo Illy (presidente Regione), assessore prof. Roberto Antonaz,
assessore dr. Enrico Bertossi, sen. Giovanni Collino, Cristiano Degano, Giorgio Venier Romano, Daniele Gerolin,
avv. Daniele Tonon, presidente dell’Ass.
Senesi e Grossettani, il Sindaco di Tarvisio Eliseo Ponta, il gruppo folkloristico
“Stelutis Alpinis” di Udine, dr. Silvano
Zinant e signora, Hildaga e Marino Boscariol da Mar del Plata (Argentina),
Suor Stefania da Gorizia, Luigia Freschi-Tommasino, prof. Gilberto Ganzer, signora Toffoletti da Cividale, Assoc.
“Sot la Nape”, il sindaco di Majano Luigino Botto, Luciana e Bepi Lenardon,
Beppina e Bruno Senno, don Vittorino
Ghenda, on. Claudio Santini, Amelia
Daffara, Gianna Clabassi e altri, dr.
Giancarlo Degano da Catania, Suor
Amelia Cimolino dall’India, Lidia e
Giancarlo Peresson, cav. Marisa Maricing, mons. Luigi Petris, Andreina Treu
e Mario Fantin, comm. Alessandro Masi, on. Manlio Collavini, dr. Stefano Cumer, prof. Piero Monassi, Gianna e avv.
Roberto Petiziol, Marisella Fortuna,
prof. Germano Taddio, Paola e Luciano
Pascoletti, Tommaso Stella dalla Russia,
Paolo Gori, padre Alfio della curia generale dei Capuccini, dr. Antonello Chiavello, avv. Romolo Marzullo, Bernardino Piva, consorte e figlio dr. Raffaele,
cons. reg. Antonio Martinis, assessore
Franco Jacop, il sindaco di Nimis Renato Picogna e moltissimi altri visitatori che
hanno firmato il libro “ospiti” in sede.
31
Notizie da Roma e dal Friuli Venezia Giulia
In Friuli, nel corso dell’estate, sono state organizzate un pò ovunque le giornate dell’emigrante. Ricordiamo quella dei Comuni di Sedegliano, Lusevera, Dignano, Mereto di Tomba, Rive d’Arcano.
***
A Povoletto è stata ritrovata, sotto il tetto della
chiesa parrocchiale, una campana dei primi
dell’‘800 già collocata nel piccolo campanile della
chiesa del Cimitero. I parrocchiani hanno voluto che
venisse riposta una nuova campana, con il concorso
della Parrocchia e del Comune. l’inaugurazione ha
avuto luogo il l2 novembre c.a.
***
Il nostro amico e collaboratore cav. Gino Tonutti, che ci ospitò nella indimenticabile visita al “Museo delle Auto e delle Attrezzature agricole e artigiane” di Selvis di Remanzacco, si è gravemente
ustionato in novembre, mentre - nonostante i suoi
83 anni - lavorava per riparare i suoi pezzi da museo. Auguri affettuosi di completa guarigione.
***
La presidente di “Itineraria”, Maria Paola Frattolini, ha promosso nella Villa Manin di Passariano
un convegno su “Parlare di paesaggio oggi”; Sono
intervenuti la prof. Francesca Venuto dell’Università veneziana di Ca’ Foscari e Renato Bosa presidente della Sezione Udinese di “Italia Nostra”.
***
La sezione italiana dell’A.W.R. (Associazione internazionale per lo studio dei problemi dei rifugiati
e dei profughi) ha tenuto a Rocca di Narni un Convegno sui “recenti sviluppi della normativa comunitaria”, con interventi dei proff. Maria Rita Saulle,
Ersiliagrazia Spatafora, Daniela Floridia, Luigino Manca, Raffaele Cadin.
***
L’A.W.R. nel settembre u.s. ha tenuto il Congresso internazionale a Vienna (20-23 settembre).
***
Il nostro presidente ha partecipato con il dr. Giovanni Fabris, consigliere di Friuli nel Mondo, al
Convegno su “Alcide de Gasperi”, promosso dalla
fondazione omonima, nella Sala della Lupa di Montecitorio. Fra gli altri, sono intervenuti il presidente
della Camera, on. Pierferdinando Casini, e la figlia di Alcide de Gasperi donna Francesca (14 ottobre 2003).
***
Avremo una nuova provincia?
Nella regione Friuli Venezia Giulia si è sviluppato un
ampio dibattito sulla costituenda Provincia della Carnia, con capoluogo Tolmezzo, secondo un piano sostenuto dal presidente della regione, dr. Riccardo Illy.
***
Il prosciuttificio Wolf di Sauris ha sponsorizzato il
rinnovo dell’azienda di Soggiorno e Turismo, inaugurata il 15 giugno 2003.
***
Grande successo hanno conseguito a New York i
vini friulani nella realizzazione del progetto redazionale promosso dal giornalista Piero Fortuna, alla cui
memoria è stata dedicata la manifestazione (Messaggero Veneto del 14.X.2003).
***
Madre Teresa beata
Da tutte le parti del mondo, sono giunti a Roma
pellegrini e personaggi per assistere alla beatificazione (19 ottobre 2003) di Madre Teresa di Calcutta, la
grande apostola di carità fra i lebbrosi e per tutti i derelliti e abbandonati. Mai così una minuscola suorina
ha saputo suscitare l’ammirazione incondizionata in
tutti i Continenti.
Per lei era avvenuta, al momento dei funerali,
quella proclamazione di santità che caratterizzava i
primordi della Chiesa cristiana e il suo irradiarsi nel
mondo.
***
A Gemona si sono svolte, con particolare slancio,
la festa “tempus est jucundum - chi vuol essere lieto
sia” ed i palio dei Niederlech e dama castellana (9-10
agosto 2003).
***
A Tarcento, nel ricordo di “Sior Vittorio” (Vittorio Gritti) papà del folclore, si è svolto con la ormai
tradizionale grandiosità il “Festival internazionale dei
cuori” (agosto 2003).
***
Intenso e ricco di spettacoli ed iniziative promozionali è stato il tradizionale “Mittelfest” di Cividale
del Friuli (luglio 2003). Vi ha collaborato per l’allestimento e la cartellonistica anche il nostro giovane
artista Gianluca Cresciani, progettista della nostra
grande mostra “50 anni di Friuli a Roma”.
***
La fondazione “don Gilberto Pressacco” di Udine ha organizzato gli incontri: “Progetto Maquor
2003; radici aquileiesi” (20 settembre 2003).
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***
La Comunità friulana di Roma, che mai aveva dubitato dell’innocenza del sen. Giulio Andreotti, ha
voluto manifestargli la grande soddisfazione per la
proclamata assoluzione e “per non aver commesso il
fatto” sentenziata dalla suprema Corte di Cassazione.
Gli amici e collaboratori Gloria e Paolo Giacomello hanno rappresentato il Fogolâr al “Folkrama
2003 - rassegna internazionale” organizzata con la
ben nota bravura ed entusiasmo dal Gruppo Folklorostico di Pasian di Prato (10-12 luglio 2003).
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Il nostro presidente è intervenuto alla serata del
“Seniores club di Roma” promossa per celebrare l’epopea delle trasvolate atlantiche. È intervenuto anche
l’avv. Paolo Balbo, che con animo commosso ha ricordato la figura del padre Maresciallo dell’Aria,
Italo Balbo. Sull’argomento ha tenuto un’interessante conversazione lo storico dr. Cesare Falessi
(29.09.2003).
Il dott. Amedeo Piva, presidente dell’associazione “Amici per la Città”, ha organizzato un convegno
sul tema “Il controllo della pubblica opinione”. Relatore il dr. Luigi Zanda (20.05.2003).
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Don Primo Minin, parroco e custode del Tempio
Sacrario nazionale dei Caduti in Russia di Cargnacco
(Udine), ha organizzato una manifestazione per l’intitolazione della piazza al compianto ideatore e fondatore, mons. Carlo Caneva. Nel corso della giornata hanno tenuto concerti i cori ANA di Codroipo,
Lauzacco, Passons ed il coro “Voci del Friuli”. Una
mostra ha messo in risalto un’importante serie di lettere dal Fronte russo (26.1.2003).
Promossa dall’assessore dr. Sergio Bertossi, la
direzione regionale del Commercio, Turismo e Terziario del Friuli Venezia Giulia ha organizzato una
serata promozionale “Workshop” nell’hotel Ambasciatori (14 ottobre). Sono intervenuti esponenti di
tutte le aziende di promozione turistica della Regione che hanno presentato le offerte promozionali,
mettendo in risalto la qualità delle strutture di accoglimento e le bellezze dell’ambiente.
Il Fogolâr furlan di Buenos Aires ha festeggiato
con una serie di importanti iniziative il 75° anno di
fondazione (novembre 2002).
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La Società Filogica friulana ha voluto caratterizzare la sua attenzione alle popolazioni contermini al
Friuli celebrando il suo 80° congresso annuale a Lubiana, capitale della Slovenia. L’intenso programma
di interventi e di iniziative è stato presentato da Lorenzo Pelizzo (20-21 settembre 2003).
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La Provincia di Udine, presieduta dal prof. Marzio
Strassoldo, ha promosso un interessante convegno su
“Lingua friulana e RAI regionale: prospettive per
l’attuazione della legge 482/99”.
Sono intervenuti il presidente della regione Riccardo Illy, il sindaco di Udine Cecotti, il presidente Strassoldo, Fabrizio Cigolot, Roberto Collini, Domenico Morelli, molti altri docenti ed
esponenti della RAI (Alessandro Rudolf, Antonio
Rocco, Felice Besostri, Carlo Romeo, Daniele
Damele e altri).
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Sacile: capitale per un giorno dell’emigrazione
L’incontro “Migrazioni: diritti e doveri in una società”, sarà organizzato dalla Commissione Cattolica
per le Migrazioni in Italia (CCMI).
In concomitanza con la festa organizzata per il
centenario della rivista “L’Emigrato”, si terrà il
prossimo 21 ottobre nella città di Sacile, in provin-
cia di Pordenone, alla presenza di numerose autorità
civili e religiose, l’incontro “Migrazioni: diritti e
doveri in una nuova società” organizzato dalla
Commissione Cattolica per le Migrazioni in Italia
(CCMI). L’appuntamento è l’inizio di un fitto programma sviluppato in quattro momenti-studio che si
terranno in alcuni Comuni della Provincia di Pordenone e prevede la partecipazione di personaggi di
prestigio, tra cui il Presidente della Camera Pier
Ferdinando Casini. Tra gli interventi previsti,
quelli di Stefano Zamagni della Commissione Cattolica Internazionale per le Migrazioni; del Direttore Generale Migrantes, Monsignor Luigi Petris;
del direttore de’ “L’emigrato”, Padre Gianromano
Gnesotto; del Presidente vicario del CNEL (Consiglio Nazionale Economia e Lavoro) Giorgio Alessandrini; del Consigliere regionale per il Friuli Venezia Giulia, Roberto Molinaro.
Il meeting, teso a sviluppare una pluralità di tematiche legate al mondo dell’emigrazione, affronta temi
riguardanti gli aspetti legislativi comunitari e internazionali che coinvolgono i lavoratori migranti, toccando nello specifico la realtà dell’immigrazione nella
Regione Friuli Venezia Giulia, ripercorrendo la storia
dell’emigrazione friulana nel mondo e sottolineando
il ruolo ricoperto dalla figura femminile in questo
processo.
“Un modo - spiegano dall’organizzazione - per
leggere un passato di emigrazione italiana con un futuro di accoglienza per i ‘nuovi italiani’ destinati a integrarsi con noi, le nostre comunità, con i nostri figli,
con la nostra parlata e con le nostre memorie, recando il contributo di una nuova linfa vitale”. Al termine
della manifestazione è prevista la realizzazione di
una tavola rotonda che riassumerà i discorsi e le tematiche affrontate.
(News Italia Press)
“Amici del Campanilio”
“L’agenda friulana 2004 presentata a Roma”
Per l’organizzazione di Sir Paul Girolami, del Presidente Onorario di “Friuli
nel Mondo”, senatore Mario Toros, e del
dott. Adriano Degano, Presidente del Fogolâr furlan di Roma, nella prestigiosa sala conferenze dell’Associazione “Civita”,
in Piazza Venezia 11, in Roma, è stata presentata, alla presenza di un folto pubblico,
la ventottesima edizione dell’Agenda Friulana edita dalla casa editrice “Chiandetti
Editore” di Reana del Rojale. Le relazioni
uffciali sono state tenute dalla dott.ssa
Cristina Chiandetti che ha illustrato l’opera, definendola “uno zibaldino friulano
strumento di conversazione delle radici
della nostra gente e della nostra terra”, e
dal comm. Ario Cargnelutti che ha relazionato su uno dei prodotti tipici della cucina e dell’alimentazione friulana: la patata, ponendo la domanda (alle numerose autorità romane presenti in sala): perché agli
antichi Romani non piacevano le patate?
...Nessuno in sala ha saputo rispondere,
trincerandosi dietro un imbarazzato ghigno! Ma semplice: questo tubero approdò
in Europa qualche millennio dopo, dalle
scoperte europee in Cina, assieme al riso,
ai pomodori, agli spaghetti e quant’altro. Il
tutto è terminato in un applauso liberatorio. Infine, il comm. Mario Ambrosio,
consigliere dell’associazione culturale “la
bassa” e Presidente dell’AREA (Associazione Regionale Espressioni Artistiche) di
Latisana, ha parlato delle difficoltà insorte
in Friuli dopo la decisione della Giunta
Regionale conseguentemente ai riparti dei
contributi alle associazioni culturali, “visto
l’azzeramento degli aiuti economici che
hanno direttamente colpito e ‘la bassa’ ed
il ‘Fogolâr furlan di Roma’ come da recentissima deliberazione regionale”. La presenza latisanese a Roma, oltre che da Cargnelutti ed Ambrosio era composta pure
dal prof. Giuliano Pericolo, consigliere
comunale e dalla figlia Giulia, nonché da
Riccardo ed Elisa Mauro.
***
L’UN.A.R. rinnova le cariche sociali
Roma, 12 dicembre 2003. In conformità con le
norme statutarie, il giorno 11 dicembre u.s. presso la
sede dell’associazione Abruzzese in Piazza Cavour 3
si sono riuniti l’Assemblea Generale dell’UN.A.R.
(Unione delle Associazioni Regionali di Roma) ed il
Consiglio dei Presidenti delle Associazioni per il rinnovo biennale delle cariche sociali dell’Unione.
Esprimendo vivo apprezzamento per il proficuo lavoro svolto nel corso dell’ultimo mandato, l’Assemblea ed il Consiglio hanno deciso all’unanimità la riconferma del gruppo dirigente uscente.
Il consiglio di Presidenza per il biennio 2004-2005
risulta pertanto composto da: on. dott. Romeo Ricciuti (Presidente), dott. Adriano Degano (Vice Presidente vicario), dott. Duilio Benvenuti (Vice Presidente), dott. Aldo Clemente, gen. Narciso Giovanetti, Fulvio Sbrighi, dott. Stefano Spataro (Consiglieri), rag. Adriano Simonelli (Segretario Generale), ing. Ferdinando Pelliciardi (Segretario aggiunto o Tesoriere).
Compongono il Collegio dei Revisori dei Conti:
dott. Antonio Sanna (Presidente), Alfredo De Stefano, prof. Nicola Aliota (Membri effettvi), rag. Anselmo Turchi, Dino Conti (Membri supplenti).
Il sodalizio, di cui fanno attualmente parte 17 Associazioni regolarmente operanti a Roma e nel Lazio, è
nato nel 1976 allo scopo di sviluppare e coordinare i
rapporti sociali, culturali e di collaborazione tra le singole Associazioni aderenti e tra queste e gli Enti e le
Amministrazioni di Roma e del Lazio, in particolare
Comune, Provincia e Regione.
Roma, venerdì 5 dicembre 2003: la delegazione friulana (Cristina Chiandetti, Riccardo ed
Elisa Mauro, Ario Cargnelutti, Mario Ambrosio), con il presidente gr. uff. dott. Adriano Degano, ospiti di Maria e Giulio Massa, alla presentazione dell’“agenda friulana 2004”.
AGENDA FRIULANA 2004
Nella sala dell’Associazione “Civita” all’ultimo piano del Palazzo delle Assicurazioni Generali, che spazia sullo splendore dei Fori illuminati e sull’Altare della Patria, è
stata presentata anche quest’anno la bella agenda friulana 2004, assai ricca di notizie e
di illustrazioni.
L’ha presentata lo stesso editore, comm. Luigi Chiandetti di Reana del Rojale, che
ha illustrato ai numerosi intervenuti l’attività editoriale della sua Azienda, intesa a dare spazio particolarmente alla produzione letteraria e scientifica che valorizza il Friuli
e la sua cultura.
Assai simpatica anche la conversazione del comm. Ario Cargnelutti che ha intrattenuto l’auditorio con notizie sulla patata portata in Europa da Cristoforo Colombo. Fra
gli intervenuti ricordiamo il saluto ospitale fatto dal Direttore delle Generali di Roma
dr. Armando Zimolo e quello del nostro presidente, che ha presentato i medaglioni sui
friulani operanti nella Capitale, concernenti: Paola Bacchetti, Renzo Croppo, Antonello Dose, Vittorino Canciani, Pio Paschini, Anna Marcon, Marcello D’Olivo,
Mimma Fabbrini, Gianlauro Costantini-Scala, Leda Palma, Adalberto Pellegrino,
Alessandro Ortis, Fabrizio Tomada, Antonio Zanardi-Landi, Aurelio Zorzi.
33
Buinis
Il 16 ottobre di 25 anni fa, Karol Wojtyla divenne Pontefice col nome di Giovanni Paolo II.
L’anniversario di questo evento è stato festeggiato per tre giorni nella capitale, che si è riempita di
gente venuta da tutte le parti del mondo per dimostrare riconoscenza a questo grande Papa, che
infaticabilmente prega per “aprire le porte a Cristo” e perché regni la pace nel mondo, l’amore fra
genti di razza e fedi religiose diverse. Come non
ricordare la Sua esortazione a “tigni dur te fede
cristiane” rivolta ai friulani durante la visita pastorale del 1992? La Sua figura rimarrà impressa
nella storia dell’umanità fino alla fine dei secoli,
come quella di un gigante buono che, oltre ogni
misura e sofferenza, continua a dare tutto se stesso per il bene dell’umanità intera.
***
Il Comune di Roma ha deliberato di intitolare
una via della capitale per onorare la memoria del
grande Ardito Desio e la sua non comune e lunghissima attività di studioso e sportivo.
***
Com’è tradizione del Fogolâr di Roma, per Natale i soci ed amici versano in sede offerte a favore delle opere assistenziali per i lebbrosi dell’India, cui si dedica Suor Amelia Cimolino, friulana, che ha recentemente compiuto 93 anni. Alla
suora i nostri caldi auguri anche per la sua meravigliosa opera di carità.
***
Il 13 giugno ha compiuto 90 anni Ida Vidussi,
vedova del comm. Giuseppe Fabbrini, noto come autore del testo “Incontri con Santo Francesco” e fondatore della FACE (Famiglia Artisti
Cattolici di Udine). È stata festeggiata da parenti
e amici nella villa all’Olgiata del figlio prof.
Giorgio Fabbrini, docente di chirurgia alla 2a
Università e al Bambin Gesù, dalla figlia prof.
Mimma, e dal figlio prof. Fabrizio che fu il primo obiettore di coscienza ed è docente di diritto
romano all’Università di Firenze.
***
Auguri all’attivo mons. Ugo Turchetti che il 9
ottobre ha compiuto ben 87 anni, portati con
gioioso spirito e serenità.
***
L’attrice e cantante Miranda Martino, nata in
Friuli da genitori napoletani, ha compiuto 70 brillantemente e giovanilmente portati. Auguri cordialissimi.
***
Congratulazioni al Consigliere Fabrizio Tomada nominato Grand’ufficiale dell’Ordine al
merito della Repubblica.
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Il prof. Mario Angelo Protano, conte di Bernek, ha ricevuto l’ambito Premio “Gold Hercules” dalla Federation of Authonomous Priores of
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the Sovereign Military and Hospitalier Order of
St. John of Jerusalem “Knights of Malta”. Congratulazioni ed auguri dal Fogolâr.
***
Il Fogolâr di Roma si è rallegrato con il dott.
Adalberto Leschiutta nominato Accademico Teatino per le Scienze. Il dr. Leschiutta è decano della Camera Pontificia e vice presidente del Fogolâr.
***
Paolo Zompicchiatti
Nipote del nostro compianto collaboratore Ermenelgildo, ha conseguito la laurea in giurisprudenza e, svolto il previsto periodo propedeutico,
ha superato l’esame di avvocato. Complimenti ed
auguri. È figlio del socio cav. Maurizio. Ha studio legale assocciato con l’avv. Papisca, in via
Val Brembana, 9. (tel./fax nr. 06.8660286).
nostro vice presidente cav. di gr. croce dr. Adalberto Leschiutta.
***
Nella solennità romana del Pantheon, mons.
Michetti ha celebrato il matrimonio del barone dr.
Candido Francica di Panaya con l’avv. Sabina
Ranieri-Massimo (26 ottobre 2003). Gli sposi,
che vivono a Villa San Giovanni (RC), hanno ridato vita, per la celebrazione del loro matrimonio, al
magnifico Castello dei Ruffo di Calabria di cui lo
sposo è discendente, dopo secoli di quasi silenzio.
Agli sposi gli auguri del Fogolâr di Roma.
***
Il Fogolâr furlan di Roma porge vivissime
congratulazioni alla famiglia del dr. Gaetano
Gifuni, segretario generale della Presidenza della Repubblica, per la nascita della piccola nipote
Valeria.
***
Il 28 giugno 2003 a Campomarino (CB) si sono uniti in matrimonio Roberto Piccoli e Lea Di
Lallo. Il Fogolâr di Roma augura agli sposi ogni
bene e felicità.
***
Il 13 aprile la nascita della piccola Martina ha
rallegrato i nonni Gen. Ugo e Gianna Bari. Auguri ai genitori della neonata.
***
Nella suggestiva cornice del tempietto dei Cavalieri di Rodi (ora di Malta) sul Foro di Augusto,
si sono giurati fedeltà la gentile Avv. Alessia Leschiutta ed il dr. Marco Santucci (4 ottobre).
Alessia è la figlia di Margherita Peratoner e del
***
Rallegramenti al dr. Giovanni Fabris insignito della nomina di Grand’Ufficiale dell’Ordine al
merito della Repubblica. È sindaco e revisore dei
conti di Friuli nel Mondo e presidente di Unionservizi Confabi.
Quelli che contano
Ferdinando Anselmetti, puntuale all’appuntamento biennale,
ci regala un nuovo volume, elegante nella veste, agile, discorsivo ma carico di sostanziale contenuto. “Quelli che contano” fra
i maestri italiani raccoglie nel 9º
volume opere e schede biografiche e critiche di 30 artisti che
hanno esposto con successo la loro produzione nelle Gallerie di
Roma (Marsilio editore, Venezia,
Il nostro presidente con donna Vittoria Leone, il prof. 2003). Fra essi troviamo, con
L. Pittini davanti ad una sua opera, e il critico F. Angrande soddisfazione, i nomi delselmetti, alla galleria “Cassiopea”.
l’udinese Giorgio Celiberti, del
pordenonese Giovanni Centazzo, del carnico Luigi Pittin e di Jvanoe Zavagno mosaicista
di Spillimbergo, artisti che si sono segnalati proprio nelle collettive del Fogolâr.
Di Celiberti, attivo a Roma sin dagli anni sessanta, abbiamo avuto l’opportunità straordinaria di presentare un interessante gruppo di quadri nella Mostra “50 anni di Friuli a Roma”,
come del resto quelli di Pittin e di Zavagno. Quest’ultimo ha avuto anche il merito di aver
contribuito alla realizzazione della Mostra stessa, raccogliendo a Udine le varie opere dei
maggiori artisti (Dino, Levi, Tamburi, Savino, Celiberti, Pizzinato, Vuattolo, Zavagno), e
inviandole a Roma per l’esposizione.
Ogni artista è analizzato dall’Anselmetti con acuto senso critico, con un esame attento e convincente delle capacità artistiche e sensitive dei vari personaggi che presenta nella sua rigorosa selezione qualitativa, esibendo poi le opere scelte in modo che il lettore
possa conseguire la migliore conoscenza delle caratteristiche operative di ciascun artista
e comprenderne la poetica che li ispira.
Il volume è stato presentato a Roma il 9 ottobre nel corso della Mostra collettiva delle opere
selezionate ed esposte nella nuova Galleria romana “Cassiopea” di via Basento 24 che, con la
Mostra stessa, segnaliamo per importanza e prestigio fra le Gallerie d’arte della capitale.
Argo
Segnalazioni
Nella rubrica “Incontri” della rivista Terra Nostra, a cura di Silvana Di Giosué, è apparsa una
centrata e lusinghiera recensione del volume “50
anni di Friuli a Roma”, catalogo dell’omonima mostra che il Fogolâr ha organizzato a Roma dal 9
aprile al 10 maggio 2002.
***
Fra le numerose pubblicazioni che riceviamo, segnaliamo l’ottima e ben informata rivista “A fuoco
lento”. Vi collabora anche la nostra consigliere
prof. Mariarosa Santiloni, maitre des Cordons
bleus. La rivista è ben documentata ed è illustrata
con appropriate presentazioni di prodotti commestibili e di vini di grande qualità DOCG.
***
In tono minore, ma interessante, anche il notiziario “Buon gusto”, edito dall’Accademia del Desco
d’Oro. Tratta di storia, tradizioni, curiosità, ricette e
segnala i ristoranti di maggior qualità.
***
Da Melbourne (Australia) ci perviene regolarmente il bollettino “Il Furlan” con resoconti sull’attività svolta dal Club, che è uno dei più attrezzati
per la dovizia di servizi di accoglienza e impianti
ricreativi e sportivi. Lo cura il friulano Egilberto
Martin, addetto culturale.
***
Nella nuova Guida del Friuli Venezia Giulia
2004, sono ancora una volta protagonisti le splendide zone collinari e, soprattutto, il meraviglioso
comparto archeologico di Aquileia. Realizzata dalle quattro Camere di Commercio della Regione, è
stata presentata a Pordenone l’11 ottobre 2003.
***
Il Museo Provinciale della Vita Contadina “Diogene Pelizzi” di Cavasso Nuovo (PN) ha diffuso un
elegante depliant che illustra le caratteristiche e
l’importanza del Museo stesso.
***
La Wine Academy di Roma ha promosso “Assaggio a Nordest”, incontro con i vini doc del Friuli Grave (Roma, 20 ottobre 2003).
***
La prima emigrazione nel mondo
Il giornalista Giampaolo Carbonetto, direttore
dei servizi culturali del Messaggero Veneto, ha presentato ad un folto pubblico il volume “L’Orda:
quando gli Albanesi eravamo noi” del giornalista
del Corriere della Sera Gian Antonio Stella. Sono
pagine mordenti e dolorose che mettono a fuoco il
tremendo tema della prima immigrazione nel mondo della nostra gente, che doveva affrontare le stesse e forse ancor più tremende, situazioni degli immigrati del giorno d’oggi. È seguito un dibattito,
messo poi a fuoco sul Messaggero dallo stesso dr.
Carbonetto e da Francesco Mannoni (Messaggero Veneto 30 luglio 2003).
***
Guida di Povoletto
Elegante e ben documentata, sia pure nella sua
voluta concisione, è la Guida turistica di Povoletto,
redatta da Luigino Merluzzi che, da anni, va pubblicando testi sulla storia del Comune. È edita dalla Pro Loco, presieduta da Francesco Conchione.
***
Il Fogolâr furlan di Tolosa (Francia) pubblica “El
Cjarne”, foglio di programmi e relazioni sull’attività svolta. Lo cura Gabriele Cassola.
dell’Europa. L’organizza l’intraprendente console
dr. Paolo Petiziol, consigliere di Friuli nel Mondo
(14-17.8.2003).
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Friulano grande del cinema
Al nostro socio Sandro d’Eva, marito della ben
nota ristoratrice Pina Gottardis, la rubrica “Album” del Messaggero Veneto (30.7.2003) dedica
un’intera pagina. Pone in risalto l’eccezionale attività di operatore cinematografico, che gli ha fatto
conseguire successi ed apprezamenti di altissimo livello nazionale ed internazionale. Ha operato con
tutti i più famosi registi, da Folco Quilici, a De Sica, Antonioni, Fellini, Carlo Lizzani, Scola, Damiano Damiani, Dino Risi, che lo ha definito: “un
grande sul set”. Oggi, d’Eva è docente alla Scuola
nazionale del Cinema. È nato a Udine nel 1927; vive e opera a Roma.
***
A Povoletto un’interessante e qualificata Mostra
del paesaggio friulano ha caratterizzato l’intenso
programma di manifestazioni per la tradizionale
“Quarte d’Avost” (26 -30 agosto). È stata realizzata con il prestito di importanti opere di artisti
dell’800 e ‘900 friulano dai civici Musei e Gallerie
di Udine, nonché da diversi privati. Pure interessante la mostra del 2° concorso internazionale, organizzata dall’Associazione “Arte insieme”, presieduta da Francesco Fattori.
Eccezionale domenica 28 agosto il concerto della Società Filarmonica “Euritmia”, diretta dal m°
Roberto Brusin, che ha confermato l’eccezionale
bravura del numeroso complesso bandistico. Ad essi ha rivolto un caloroso apprezzamento il cittadino
onorario dr. Adriano Degano. È stata pure presentata l’ottima guida di Povoletto redatta da Luigino
Merluzzi.
***
L’istituto “Luigi Sturzo” di Roma ha organizzato
a Palazzo Baldassini (10 ottobre 2003) un convegno su “Lavoro, formazione e politiche culturali”.
A palazzo Baldassini, pregevole architettura del
Sangallo, vi sono splendidi affreschi di grottesche
di Giovanni da Udine.
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Nell’ambito della Mostra del libro friulano, organizzata dal Fogolâr furlan di Milano, è stato presentato il volume di Pietro De Rosa (12.XI. 2002).
Lo ha presentato Gianni Colledani come autore
che “scrive con la luce”.
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Beato Marco D’Aviano.
Il 12 agosto, a Villotta di Aviano, paese natale del
nuovo Beato, si è svolta la solenne liturgia del “transito”, presieduta da S.E. il Vescovo di Vittorio Veneto, mons. Alfredo Magarotto, presente S.E. mons.
Ovidio Poletto, Vescovo di Concordia - Pordenone.
***
***
Lucani a Roma
Intensa è l’attività della associazione “Lucani a
Roma e nel Mondo”. L’associazione dirama mensilmente un bollettino che mette in evidenza l’attività culturale e sociale. L’associazione è presieduta
da Francesco Telesca.
Il Conte dr. Alvise Zorzi, già presidente del
“Premio Italia” della RAI e presidente dell’Associazione Veneti nel Lazio, è autore di un suo nuovo
e interessantissimo volume edito da Mondadori. Si
tratta di “Il colore e la Gloria” che offre al lettore il
piacere di conoscere genio, fortuna e passione del
grande pittore veneto Tiziano Vecellio. Il volume è
stato presentato giovedì 27 novembre nella libreria
Mondadori-Trevi di Roma.
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A Milano
Il Fogolâr di Milano farà celebrare, anche quest’anno, in Duomo la Santa Messa Natalizia in friulano (domenica 21 dicembre). Sarà officiata dall’arcivescovo di Udine mons. Pietro Brollo, e animata dal Coro dello stesso Fogolâr diretto dal m°
Mario Gazzetta. Il Fogolâr, inoltre, organizza le
settimane della cultura friulana a Milano, con una
Mostra dei libri in lingua ladina.
***
Paolo Cristiano ci ha inviato il suo ultimo libro
di poesie “Le spine del vivere”, con una raccolta di
versi che, com’è nel carattere del poeta, ama scavare nei sentimenti più reconditi dell’animo. Sul numero di gennaio-giugno, abbiamo già pubblicato
“L’ultima sponda” come monito ad essere perseveranti nell’operare bene, nella speranza di un riposo
meritato nell’immensità del silenzio. Il volume è
uscito nelle “Edizioni del Leone”.
***
L’U.C.S.I. (Unione cattolica della stampa italiana), in collaborazione con l’U.C.I.P. (International
Catholic Union of Press) e la L.U.M.S.A. (Libera
università Maria SS. Assunta), ha promosso un forum su “Media education: esperienze nel mondo”
(14 novembre 2003).
***
Il ben noto scrittore friulano Carlo Sgorlon ha
vinto la 13a edizione del “Premio Pen Club Italiano”
con il suo libro “L’uomo di Praga”. Le operazioni di
scrutinio hanno avuto luogo, come sempre, in provincia di Parma a Compiano. Ogni anno il suddetto
club seleziona una quarantina di libri pubblicati nell’anno appena trascorso e li sottopone al voto dei soci sotto due aspetti: il primo per formare la rosa dei
5 finalisti, la seconda per stabilire il vincitore. Al
premio è stata affiancata una mostra d’arte sul tema:
“Guerra e Pace”. All’illustre scrittore, che come si
ricorderà fu ospite del nostro Fogolâr qualche anno
fa, siamo particolarmente lieti di esprimere le più vive felicitazioni, nella speranza, magari, che lo si
possa rivedere dalle nostre parti per un’occasione similare. Di Praga conosciamo la straordinaria bellezza e freschezza, del prosciutto di Praga conosciamo
la fragranza, dell’“Uomo di Praga” sappiamo poco.
Quale occasione migliore per saperne di più?
***
La fondazione don Gilberto Pressacco, in collaborazione con la Provincia di Udine e la fondazione Cassa di Risparmio di Udine-Pordenone, ha organizzato un incontro nell’ambito del progetto
“Maquor 2003” per la presentazione del volume
“L’arc di San Marc” dello stesso don Pressacco
(Udine 7.11.2003).
***
A Giassico di Cormons si è svolta, con la consueta e grandiosa solennità, la 115a festa dei Popoli
35
Mostre
Una folla enorme di personalità ed
esponenti del mondo della cultura romana affollava la sera del 25 nov. c.a. le
suggestive sale quattrocentesche del
Pio Sodalizio dei Piceni, ove sono collocate le opere della fondazione “Mastroianni”.
Si inaugurava la mostra “Il pro e il
contro” con opere di eccezionale spessore e valore artistico di Ugo Attardi,
Ennio Calabria, Ferdinando Farulli,
Alberto Gianquinto, Piero Guccione,
Renzo Vespignani. Era organizzata
dalla galleria “Ca’ d’oro” per l’ente
Mostra di pittura contemporanea del
comune di Marsala (Sicilia). Anfitrione
della mostra stessa - sponsorizzata da
molti enti e dal comune di Roma - è stato il consigliere comunale avv. Claudio
Santini, che ha accolto le personalità
fra le quali l’on. Tajani, parlamentare
europeo.
***
Nel foyer della basilica di San Carlo
a Milano, sabato 15 novembre c.a., è
stata inaugurata l’interessante mostra
“Milan in man, Friul tal cur” del noto
ed apprezzato fotografo Walter Mirolo, originario di Povoletto. La mostra è
stata promossa dal Fogolâr furlan di
Milano.
***
L’amico prof. Giovanni Centazzo
va tenendo mostre un pò ovunque per
l’Italia. In particolare abbiamo visto
quella così felice per la dovizia di suggestivi paesaggi tenuta nel paese delle
Farfalle a Bordano (agosto - settembre
2003).
***
Anche l’amico Gaetano Tajariol
espone le sue opere nelle varie città accolto da pubbliche amministrazioni e da
gallerie. Il 5 ottobre ci ha invitati a Villa Pasqualini. La mostra era presentata
dal critico Mario Coccolo.
***
La socia prof. Margherita Graziadei ha esposto una simpatica e originale serie di ceramiche alla mostra collettiva “La parola concreta”, tenutasi dal
26 giugno 2003 nella galleria “Il Ponte”
di via Cimone, 139.
***
Con l’interessante mostra dell’artista Claudio Polese, il Fogolâr ha scoperto di avere un nuovo personaggio
da aggiungere alla sua “galleria”,
Claudio Polese, che infatti è di fami-
36
La medaglia di Monassi
per il decennale di Turoldo
Nel decennale della sua scomparsa, la
figura e l’opera di padre David Maria
Turoldo, l’insigne poeta e scrittore friulano nato a Coderno il 22 novembre
1916 e deceduto il 6 febbraio 1992, sono state ricordate in Friuli e in varie
parti d’Italia, soprattutto dove
vivono e operano tante famiglie friulane che si
raccolgono spesso
accanto alla fiamma
simbolica dei Fogolârs, in nome
delle comuni radici, con una lunga
serie di manifestazioni ed incontri,
spesso di altissimo
significato.
Il Comune di Sedegliano, tra l’altro, ha commissionato al noto scultore, incisore e medaglista Piero Monassi, artista
originario di Buia che opera da tempo a
Milano, dove ha presieduto per vari anni anche il locale Fogolâr furlan, una
splendida medaglia commemorativa.
L’opera di Monassi, della quale si propone qui una felice immagine della parte anteriore, il cosiddetto recto, è stata
glia friulana del Pordenonese. La mostra, corredata di documentato e ampio catalogo, è stata presentata dalla
prof. Nicoletta Prinzi, giornalista che
scrive saggi critici in particolare sul
periodico “Roma”. La Prinzi ha porto
in evidenza la straordinaria capacità
espressiva dell’artista, che ben conosce regole e princìpi della pittura figurativa e sa imprimere un
forte carattere espressivo ai
volti dei suoi personaggi.
Ma soprattutto di lui va
sottolineata la spiritualità
intensa e vissuta, per cui
il tema trattato “La resurrezione” appare
appropriato alla sua
sensibilità di pittore e di grafico.
Ottimo, infatti,
il libro omonimo che il-
pubblicamente presentata venerdì 17
maggio nella Sala parrocchiale di Coderno, in occasione di una serata organizzata dal Comune e dall’Associazione Culturale “P. David M. Turoldo”.
In tale occasione, oltre alla presentazione della medaglia, è
stato presentato al pubblico il libro “La Pace
- dono e conquista”
di don Nicolino
Borgo, che ha
avuto, nella splendida voce recitante di Fabiano Fantini e con l’accompagnamento
del pianista Glauco
Venier, momenti di altissima suggestione.
Piero Monassi, considerato oggi il più insigne artista-incisore-medaglista che abbia l’Italia, è
anche l’autore di un bassorilievo in
bronzo che amici e soci del Fogolâr furlan di Monza hanno fatto murare sulla
casa natale del grande religioso dei Servi di Maria.
Eddy Bortolussi
lustra i vari momenti della sua arte
creativa ispirata al tema del risorgere,
in senso figurato ma come prospettiva
della vera resurrezione finale. Il volume è stato presentato nel 25° di Pontificato a Giovanni Paolo II, raffigurato in un quadro carico di spiritualità
col Santo Padre in assorta preghiera davanti ai fili spinati, che tormentano e legano soprattutto i
cuori dei Popoli. La mostra ha
avuto luogo a Palazzo Barberini dal 20 al 28 ottobre ed è
stata resa interessante anche con una serie di serate
di musica classica e moderna. Nella circostanza, oltre al volume, è
stato distribuito anche un cd-rom
sulla mostra e
sulle musiche
eseguite.
La guerra del Golfo (tecnica mista su tela cm 100x100x100) di Claudio Polese.
Mostre
Anche le opere dei Cresciani a Cividale
Cividale: nell’ambito di Mittelfest, la
mostra all’ex Monastero maggiore delle
suore Orsoline dei fratelli Giorgio e
Gianfranco Cresciani e del nipote
Gianluca, romani d’adozione, è il “ritorno a Itaca” d’una famiglia di artisti le cui
radici affondano nell’Europa asburgica.
I Cresciani, istriani con lunga permanenza a Trieste, si chiamavano in origine
Krisciac. Erano una famiglia di musicisti che negli anni successivi al secondo
dopoguerra si stabilirono a Roma. Il ramo materno - gli Augustini - operava invece nelle arti figurative e, tra la fine
dell’Ottocento e i primi del Novecento,
frequentava Vienna il gruppo raccolto
intorno a Klimt.
Giorgio, Gianfranco, Gianluca, pur
nella diversità dei temperamenti e delle
forme espressive, distillano questa eredità avita arricchendola di nuovi apporti
e di linfe della contemporaneità. Il filo
rosso che li unisce, e al quale ognuno dà
un interpretazione tutta personale, è una
sorta di evocazione del linearismo secessionista.
Giorgio Cresciani alterna l’attività
pittorica a quella di architetto con un af-
fermato studio nella capitale. Ha realizzato, fra l’altro, il parco archeologico di
Selinunte e l’Orto botanico di Roma. La
consuetudine professionale a riorganizzare elementi naturali e preesistenze ereditate dalla storia si riflette e condiziona
creativamente i dipinti, nei quali l’assemblaggio di lacerti narrativi si decontestualizza e rivive in un’aura metafisica. Tasselli d’immagini stilizzate della memoria
- il liceo classico Stellini frequentato a
Udine, il duomo del capoluogo friulano,
marine dell’Istria - vengono ricondotti a
un’intelaiatura di policrome gabbie ortogonali proiettate sul piano.
Gianfranco Cresciani, che festeggia
quest’anno quarant’anni di attività pittorica, immette l’eco delle filiformi dorature klimtiane in espressionistici intrecci
gestuali calibrati da musicali assonanze.
La lega informale si riordina nelle proiezioni di verticali strisce cangianti, di tondi e di sanguigne sezioni circolari d’astri
fantascientifici, di “piastre” e di finestre
ricamate d’intricati sviluppi segnici, di
concrezioni geologiche, di misteriose lapidi murarie. Egli sembra dare voce di
contemporaneità ai remoti distici di un
mitico “nostos” mediterraneo; e non casualmente nei titoli delle sue opere risuonano accenti dell’epos omerico. Nato a
Gorizia, ha frequentato a Trieste l’Istituto d’arte e a Roma l’Accademia, allievo
di Mario Mafai. Ma a emergere è, soprattutto, l’influenza degli arazzi arcani,
tra metafisici e surreali, del capodistriano
Dino Predonzani, con il quale aveva
collaborato alle decorazioni navali.
Gianluca, nato a Roma da madre gemonese, si indirizza verso un’ampia
gamma di sperimentazioni aperte al sociale, a servizio di una comunicazione
pubblicitaria d’alto livello e della riqualificazione ambientale. Da due anni cura
l’immagine del Mittelfest. La sua opera
di maggior impegno è il gigantesco murale (oltre 100 mq) realizzato a Gemona,
all’esterno di casa Venchiarutti, primo
edificio d’abitazione ricostruito a Gemona dopo il terremoto. Un gran pavese
di tarsie frammiste a scritte in lingua
friulana, un inno alla gioia per un’identità ritrovata.
Licio Damiani
(Messaggero Veneto - 18.7.2003)
Mostra dei Cresciani al Mittelfest 2003 di Cividale del Friuli.
37
Libri e riviste
Abbiamo ricevuto le seguenti pubblicazioni:
Storie e maschere del carnevale tarcentino
Parole di carta
La “città aperta” nella Seconda Guerra Mondiale
1938-1942 Gli anni oscuri della guerra in Germania
La cultura humanistica latina y la identidad de México
Voci dialettali, rivista trimestrale
Il giornale dei poeti, mensile
Int, mensile bilinguale
Notizie Pro Pordenone
Il Fogolâr furlan di Milano
Voce Isontina
Stelutis Alpinis
Sot la Tôr
La voce del Fogolâr
Parole in rima
Un pittore friulano a Roma
Resurrezione
Umanesimo Latino en la Cultura Portuguesa
La Panarie
Il mendicante di stelle
35 anni con la buona tavola
Per li pellegrini et persone divote
Prima che venga sera
Non indugiare
Sêt d’infinît
L’altare del crocifisso
Gli oggetti liturgici
La diaspora negata
Arte in collina
Bruno Picherle
Carlo Michelstaedter
L’architetto dei due mondi
Tarcin da l’aghe Tarcin dal fûc
La Panarie
Udine - Pechino - Tahiti - Cinecittà
Si. Si. No. No.
L’Artugna
Fogolâr furlan di Melbourne
La Panarie
La Panarie
Ce fastu?
Servizio migranti
Desk
Ciavedal
Trent’anni di storia
La Difesa
L’altra Tavagnacco
Buja, terra e popolo
La scuola del lavoro
Alfredo Berzanti (Paolo)
Il giardino del tempo
A casa delle streghe
Cittadinanza onoraria al cinghiale mayan
Il Friuli vicino
Sulla strada del giorno
Il diario di Bolla (Francesco De Gregori)
Guâns. Identità di un paese chiamato Verzegnis
La toponomastica di Pontebba
Come une sisile
I tre cantastorie del castello
38
Prov. Udine
di Pietro Nanis
di Giuseppe Vedonato
don Ascanio Micheloni
anno 2001
N. 119, 125, 128
N. 3-4-6-7-8
N. 4-8-9
periodico N. 29
notiziario trimestrale N. 2
settimanale dell’arcidiocesi
di Gorizia, N. 39
mensile dell’U.O.E.I., N. 10
N. 48
trimestrale N. 2
di Giorgio Scazzocchio
di Arturo Barazzutti
di Claudio Polese
rivista trimestrale N. 1
di Claudio Toscani
di Eugenio Maranzona
e Antonia Saccomani
Regione Piemonte
di Licia Guida
di Giovanni Zanier
di Luigi Bevilacqua
di Francesca Venuto
Museo Renato Gregorin
a cura di Laura Capuzzo
Scultura e mosaico 2003
di Miriam Coen
di Alessandro Arbo
di Fabbro Rinaldo
di Ezio Pellizer
trimestrale N. 135
di Alessandro D’Eva
quindicinale cattolico N. 12
periodico della comunità N. 99
relazione annuale 2002-2003
rivista trimestrale N. 1
rivista trimestrale N. 137
semestrale 2003 N. 1
bimestrale N. 3
trimestrale N. 2
numero speciale agosto 2003
30° Ducato dei vini friulani
libro bianco 2002
a cura di Grossutti e Miceli
di Gian Franco Ellero
di Matteo Ermacora
Ass. Part. Osoppo
di Giuliana Populin
di Margaret Mazzantini
di Aldo Barbina
di Piero Isola
di Giacomo Scotti
a cura di Giannino Angeli
di Barbara Cinansero
Poesie di Giulia Bertolissi
Ermes di Colloredo,
Ippolito Nievo, Stanislao Nievo.
Il Pignarul
Sotto il manto della stessa madre
Guida agli organi d’arte di Concordia Pordenone
Antonio Comelli
Itinerari organistici in Friuli Venezia Giulia
Civiltà del lavoro
Guida alla stampa di Roma e provincia
Giovanni Paolo II.
L’umiltà di un pontificato realmente universale
Tracce del passato
La fragilità del Bel Paese
Le spine del vivere
Sarajevo Italia
Progetto Europa
Il Corriere della Provincia di Roma
Sot la Tôr
El Neuv-Gribaud. Dissionari Piemonteis
Per Alfredino
Morire sul Don
Coordinamento Adriatico
Int
Panda
L’Abbazia
La voce del Fogolâr
Il mondo domani
L’Artugna
Il Corriere della Provincia di Roma
Sevizio Migranti
Perché Giovanni fu sepolto al Pantheon
Sicurezza sul lavoro
Per vivere bene la terza età
Campania
Fogolâr furlan Bruxelles
Il libro della bora
Patrie dal Friûl
Calendario Esercito 2003
Il giornale del Lazio
Pordenone - fotografie Città d’acqua e di verde
Stele di Nadal 2003
Friuli orientale
Stelutis Alpinis
Mario Schifano
Chi ha ucciso il curato di S. Martino?
14a Mostra del soldatino da collezione
Chiesa e uomini di Chiesa
Antologia (pittori, scultori, poeti, saggisti)
in onore di Maria Grazia Bartalucci
Messaggi del Papa
Tutte le genti
Via Verità e Vita
Emigrazione e panorama multireligioso in Italia
Annuario Migrantes 2001
Servizio Migranti
Ce fastu?
Assistenza pastorale agli internati e agli emigranti italiani
Gioielli e tradizione popolare in Fiuli
Presenze romane nel territorio del Medio Friuli
Il Friuli nelle mani di Evo
Sedegliano - Profilo storico
Storia, Arte, Ambiente nel comune di Sedegliano
Sedegliano, un popolo una cultura ieri e oggi (3 volumi)
Pagine della Dante
Gli animali nell’immaginario dell’uomo
Geometrie di pietra
Libri e riviste
periodico annuale
di Elio Venier
di Licio Damiani
e Luciano De Cillio
USCI Friuli Venezia Giulia
N. 1
agenzie quotidiani
supplemento Avvenire
di Bruno Martinis
di Bruno Martinis
di Paolo Cristiano
di Pino Agnetti
di Ruggero Stanglini
periodico N. 6
periodico di Aiello del Friuli
di Gianfranco Gribaudo
Compagnia del Brandè
di Piero Ferrari
periodico N. 1-4
mensile bilingue N. 3-5
periodico del WWF
periodico Sesto al Reghena
trimestrale del Fogolâr di Verona
mensile UNICEF
period. Dardago-Budoja-Santa Lucia
N. 7
bimestrale N. 2, 2003
Collana Storica Gaspari
www.p.c.f.editoriale.it
Famiglia Cristiana
Org. uff. cons. reg. della Campania
Ente Friuli nel Mondo
di Corrado Belci
mensile
Stato Maggiore dell’Esercito
quindicinale
autori vari
periodico
period. del Circ. Cult. Jacopo Stellini
periodico mensile dell’ U.O.E.I.
di Gian Carlo Iosini, Vol II
di Guerrino Ermacora
Sala Agostiniana marzo 2003
di Enrico Zoffoli
Fondazione Migrantes
Conv. Naz. sulle Migrazioni 2003
Edizioni Paoline N. 192
di Franco Ettan e Alberto Colaiacono
quaderno di Servizio Migranti N. 34
1/2003 - 4/2000
Soc. Fil. Friulana Graziadio I. Ascoli N. 2
Fondazione Migrantes
di Carlo Rinaldi
di Tiziano Cividini
di Carlo Rinaldi
di Carlo Rinaldi
di Carlo Rinaldi
di Carlo Rinaldi
Società Dante Alighieri N. 4
di Bruno Martinis
di Fabrizio Zanfagnini
Cucinando per Madam
Il zupet - Puisîis
Suspice Caelum. Letture dell’universo
Rassegna
L’Artugna
Valvason
Friuli Orientale
Nuova Puglia Emigrazione
La voce di Buccino
Coordinamento Adriatico
Notiziari USPI
Il vino del F.V.G.
Sot la Nape
Pozzalis
Il Furlan
La Madonna di Castelmonte
La Galleria del Girasole 1956-2002
Nuova Emigrazione
La Patrie
L’Abbazia
Servizio Migranti
Stare con le erbe
Guida dei vini del Friuli Venezia Giulia 2003
La Panarie
Povoletto incontra la Slovacchia
Pagine della Dante
AWR Bulletin
Le specialità agroalimentari delle valli pordenonesi
Storia di una fattoria africana
A guardar quella chiesina dal piano...
Sêt d’infinît
Antichi mosaici della Basilica di San Pietro in Vaticano
Valcellina. Percorsi di memoria
Scusate... mi racconto
Pieris e Claps
Buje. Storie di noms di lucs
Gesti da museo
Diario di prudenza
X-Rays in art
Terra Nostra
Rapp. annuale sull’attuazione
del Programma di Governo 2001-2002
Ardito Desio dal K2 all’Antartide, al Deserto del Sahara
La Loggia
Desk
Int
Voci Dialettali
L’Artugna
Il Barbacian
I Netini di Roma
Valcellina
Monte S. Simeone
La voce dell’emigrante
Panda
Tam Tam
Triestini Goriziani in Roma
Festa della Polizia
Di ca e di là da l’aghe
AWR Bulletin
Civiltà del lavoro
Il cenacolo marchigiano
di Marta Sgubin
di Luciano Tami
di Leonardo Zanier
mensile culturale della A.N.R.P.
per. di Dardago, Budoia, S. Lucia
Centro Culturale “Ippolito Nievo”
per. del Circolo “Jacopo Stellini”
bimestrale
periodico dei Buccinesi nel mondo
trimestrale
mensile stampa periodica italiana
La Panarie rivista trimestrale
trimestrale della Soc. Fil. Furlane
di Giovanni Melchior
Fogolâr furlan di Melbourne
mensile
Centro Friulano Arti Plastiche - UD
trimestrale dell’ALEF
mensile de La Patrie dal Friûl
periodico di Sesto al Reghena
rivista di Fondazione Migrantes
Comunità Montana Cellina Meduna
Camere di Comm. di Go-Pn-Ts-Ud
trimestrale
autori vari “Il sole 24 ore”
trimestrale della Soc. Dante Alighieri
trimestrale sui problemi dei rifugiati
Produttori agr.ri del FVG
di Oliver Schreiner
di Maura Cragnolini
di Luigi Bevilacqua
di Giuseppe Zander
Museo Casa Clautana
di Redento Bello
Comune di Trivignano Udinese
Comune di Buja 2000
di Marco Tonon
Provincia di Roma
di Arturo Gilardoni
periodico mensile dei ciociari
Presidenza del Consiglio dei Ministri
di Giuliana V. Fantuz
rivista della Pro PN N. 5 - 2002
periodico U.C.S.I. N. 4 - 2002
mensile gennaio 2003 N. 1-8-11-12
rivista N. 126
periodico N. 97 - 2002
periodico
periodico gennaio 2003
periodico notizie
periodico di Bordano
periodico N. 10 - 2000
WWF N. 3
Foglio dell’I.C.S.E. anno 2003
bollettino 2003
2003 N. 3
Istitut Ladin Furlan
trimestrale Ass. rifugiati
periodico N. 6
trimestrale N. 1
39
Ricordiamoli
Tragedia a Nassirya
L’Italia si è sentita stroncare alla notizia
(12 novembre) del tremendo attentato terroristico contro il Comando dei carabinieri di Nassirya. Diciannove caduti eroicamente fra i quali il tenente Massimo, figlio del tenente generale Alberto Ficuciello, già comandante delle Forze Armate del Nord Est e socio del Fogolâr. Sono
caduti anche tre carabinieri di stanza a
Gorizia: Daniele Ghione, Ivan Ghitti e
Andrea Filippa. L’Italia si è fermata in
raccoglimento, quando le Salme hanno ricevuto gli onori militari all’Altare della
Patria dal Presidente della Repubblica
con le massime autorità dello Stato. Poi la
benedizione nella basilica di San Paolo,
impartita dal Card. Vicario Camillo
Ruini (18.11.2003). Una tragedia ed un
dramma che fanno pensare. Conseguenza
di una guerra tremenda che vuol portare
la democrazia in IRAQ, dopo la fuga di
Saddam. I caduti operavano per la pace,
laggiù è guerra. Speriamo che si trovi veramente la via della pace e dell’ordine.
ironico metteva alla gogna i tanti difetti
degli italiani e specialmente dei governanti, grandi o piccoli che fossero. Ed ancora
tanti testi di chiose precise, attente ai fatti,
pronto a mettere in risalto i veri valori dello spirito, della fede, della cultura, della
storia. Ed ancora “lis contis”, le novelle
ispirate essenzialmente alla vita della povera gente, dei tanti “Cristi” che lavorano
e soffrono in silenzio, delle piccole cose
dei nostri paesi che finiscono per essere
grandi storie e quadri di vita vissuta e voce di grande magistero (era anche un maestro di scuola elementare) e di vita. Un
grandissimo, lui così gracile e piccoletto di
statura, magro, ossuto, con un paio di occhioni che ti tagliavano con lo sguardo e ti
penetravano nel fondo dell’animo. Riedo
Puppo, mio coetaneo (classe 1920), era
unito ai friulani che si sentivano coetanei
del Santo Padre, del Presidente della Repubblica e del Presidente della Regione
Friuli Vnezia Giulia, Antonio Comelli.
Amava scherzare sulla nostra longevità e
sulla caparbietà di non voler arrendersi.
A.D.
***
***
Mandi Riedo!
Lo ricordo ancora al Fogolâr furlan di
Roma, nel lontano 1963, con la sua voce
fresca e carica di sottile verve ironica. Poeta d’istinto, Riedo Puppo è stato una delle
più chiare e significative voci del gruppo
“Risultive”, alla scuola del grande filologo
e storico prof. don Giuseppe Marchetti.
Poi, Riedo per anni scriveva su “La Vita
Cattolica” i suoi “Si fâs par mût dî”, “Si fa
per dire”, dove con un eccezionale spirito
Riedo Ruppo al Fogolâr di Roma il 23 ottobre 1963.
40
Mandi Piero!
Mi è assai difficile scrivere di Piero, dopo la raffinata e centratissima orazione funebre recitata in duomo da Piero Villotta
all’attonita folla che gremiva il tempio udinese per l’estremo saluto. Ed anche dopo
quanto ha scritto Licio Damiani sul Messaggero Veneto del 9 agosto. Lo avevo conosciuto giovane battagliero e ardimentoso
ai tempi delle scuole superiori a Udine,
quando avevo compagno di banco il fratello Loris e frequentavo la casa del papà, già
mio professore di stenografia al Collegio
Bertoni. Dopo un’esperienza alla Cassa di
risparmio di Udine, Piero viene arruolato
fra gli Alpini della Julia e viene sbattuto,
giovane tenente, nelle steppe nevose della
Russia. Salvatosi per miracolo fra indescrivibili stenti e sofferenze, Piero, come narra
nel commovente volume “Il tragico Don”,
riesce a tornare in Patria. Si dedica allora al
giornalismo operando in varie sedi e per diverse testate, sinché, inviato speciale di
Grazia, Epoca e de “Il Giornale nuovo”,
giunge a Roma con la cara e mai dimenticata consorte, giornalista Luciana Jorio, la
cui tragica sorte lascia un doloroso segno
nel suo animo sensibile. Rientra poi a Udine ove continua la sua attività collaborando
con quotidiani e riviste e dirigendo “Il Punto” che con la sua direzione raggiunge un
alto livello nel valorizzare tutto ciò che caratterizza storia, arte, tradizioni, cultura del
popolo friulano. In quella redazione è sbocciato il secondo amore della sua vita per
Marisella Moro. Distinto e affabile, dotato di un sottile senso critico, ha saputo essere un “Signore” della penna, coniugando
lo spirito di verità con quello della più squi-
sita e schietta sensibilità umana. Un giornalista di valore e dal cuore grande, che lascia un vuoto anche nella Comunità friulana, che lo ebbe consigliere del Fogolâr.
L’ultima sua prova di attenzione e stima ce
l’ha lasciata con il magistrale e stupendo
testo scritto, sul giornalismo friulano a Roma, per il Volume-Catalogo della nostra eccezionale Mostra della primavera dello
scorso anno. Lo conclude con queste parole: “Cose passate, ma ancora vive nella
memoria, come la mia stagione romana da
giornalista. Adesso Roma è lontana, Udine
ma ha ripreso al volo dopo un’assenza di
trent’anni. L’ho ritrovata come la ricordavo. Fedele a se stessa, elegante, affettuosa
come una signora in età, dignitosa ma anche ammiccante. E col bicchiere levato nel
segno del saluto”.
A.D.
***
Mario Quargnolo
Ho provato un gran dolore alla notizia
della scomparsa del caro compagno di classe, poi ottimo collaboratore al Cine club di
Udine, che presiedevo, e amico di sempre.
Mario Quargnolo è stato sempre un personaggio ermetico, solo, appartato, umile
eppure grande. Uno di quei grandi che non
fa sfoggio, non cerca di emergere, ma opera in silenzio con l’amore smisurato per gli
studi, le ricerche, le note storiche. Era un
appassionato di spettacolo, teatro, cinema,
cultore profondo e sapiente critico, profondendo la sua sapienza in scritti, note per
l’enciclopedia dello spettacolo, in innumeri saggi critici pubblicati su libri e riviste e
soprattutto sul Messaggero Veneto di Udine. È stato un grande storico del cinema e
del teatro, specie di quelli che riguardavano
avvenimenti a Udine o artisti e attori del
Friuli. Ne ebbi una grande prova in più occasioni e specie con le schede che mi preparava per le serate del Cine forum udinese e per i commenti dei documentari che
venivano realizzati dai soci del Cine club.
Di recente mi ha offerto generosamente le
succose e sapienti note sui personaggi dello spettacolo di origine friulana operanti a
Roma (cfr. pag. 159 - Voci friulane nello
spettacolo del volume “50 anni di Friuli a
Roma” - ed. AGRAF di Feletto Umberto).
Mandi Mario, mandi. Lasci un vuoto difficilmente colmabile, come ha giustamente
detto il Sindaco di Udine, Sergio Cecotti,
nel rivolgerti l’estremo saluto dei friulani.
A.D.
***
A Gemona è deceduta l’8 giugno 2003 la
signora Sofia Fontanelli, madre amata della dott. Grazia Levi già dirigente dei servizi culturali della RAI e quindi dirigente della Radio regionale di Trieste. La mamma,
per molti anni, è vissuta a Roma accanto alla figlia che l’ha amorosamente assistita.
Ricordiamoli
Il 18 settembre è deceduta a Roma Antonia Sammartino, consorte del giornalista
e nostro apprezzato collaboratore Carlo
Franciosa, lasciando un commevente saluto: “Non piangete la mia assenza sono
beata in Dio e prego per Voi. Io vi amerò
in cielo come vi ho amato in terra”.
***
A San Daniele del Friuli è deceduta il 3
novembre la contessa Andriana de Concina Ticozzi Valerio, madre della nostra
stimatissima e benemerita socia Valeria,
sposa dell’ing. Ferdinando Cassinis.
Così il Gazzettino di Venezia ne ha dato l’annuncio: “Era una persona nobile in
tutti i sensi, essendo stata ottima come figlia, moglie, madre e zia”, sono le parole
pronunciate fra le lacrime da Anna Maria Masetti Zannini de Concina, nipote
della contessa, Andriana de Concina,
deceduta ieri alla veneranda età di 98 anni nel reparto di medicina dell’ospedale
di San Daniele, dov’era ricoverata da
qualche giorno per l’insorgere di problemi cardiologici e polmonari. I tratti della
persona vengono confermati anche da
Gianfranco Vanin, suo medico curante
da una decina d’anni: “Era una persona
molto riverente e rispettosa - dice Vanin -
proprio degna del titolo che portava”. Il
titolo di contessa lo aveva ereditato dalla
nascita, da un ceppo Settecentesco dei de
Concina, originario di Clauzetto (Pn). Era
rimasta vedova da una ventina d’anni dall’avvocato milanese, Piero Ticozzi Valerio, dal quale aveva avuto due figli, Paolo e Carlo, che vivono rispettivamente a
Portogruaro e Milano, e Valeria che vive
a Roma. Per parecchi anni conduceva l’esistenza facendo la spola tra Milano, la
città del marito, e San Daniele, dove veniva trascorrere le estati. Negli ultimi anni viveva sola in pianta stabile nella grande casa della cittadina collinare di via San
Sebastiano, accudita giorno e notte da due
governanti. Nell’abitazione accanto abita
la nipote Annamaria; a San Daniele abita anche un altro nipote, Corrado, figlio
della sorella della defunta. “Le dicevo
sempre, zia tu sei il portabandiera dei de
Concina - commenta ancora con commozione la nipote Annamaria - per via della tempra forte e dell’ottimo esempio che
dava come persona a tutti noi”. I funerali
saranno celebrati oggi, alle 10.30, nella
chiesa del castello di San Daniele.
Ivano Mattiussi
(Il Gazzettino, 5.11.2003)
Il prof. Celestino Giampaoli ci ha segnalato la scomparsa del prof. Piero
Giorgio Marcuzzi, friulano sacerdote salesiano, avvenuta a Roma il 12 aprile
2003. Aveva esercitato la sua missione di
educatore e docente per oltre 42 anni in
diverrse sedi, da Torino fino a Roma, ove
insegnava all’Ateneo Salesiano, come decano e professore della Facoltà di diritto
canonico.
***
Il Fogolâr furlan di Roma ha perduto un
prezioso e valido collaboratore e dirigente con l’immatura scomparsa del consigliere Davide Panigutti, avvenuta il 24
aprile 2003.
***
***
La signora Elena Bellina ci ha segnalato la dolorosa scomparsa del nostro socio
Giovanni Cereatti.
***
Il giornalista Claudio Lendaro ci ha
partecipato la dolorosa scomparsa dell’amata mamma Antonietta Maria Lendaro Di Salvo, nostra ottima socia.
***
Siamo vicini alle famiglie Giampaoli,
e sopratutto al prof. Celestino, per la serena scomparsa della sorella Maria
Giampaoli Macoritto, deceduta a San
Daniele del Friuli, alla veneranda età di
110 anni, e della sorella Maria Giampaoli Fontani, deceduta a Roma.
La comunità di Cavasso Nuovo è in lutto per la scomparsa di Giovanni Pessa,
presidente sezionale dell’associazione
Combattenti e Reduci. Pessa, 82 anni, si è
spento all’ospedale di Spilimbergo. Lascia nel dolore la moglie, le figlie, i fratelli e molti nipoti. Alpino, si era distinto nel
secondo conflitto mondiale dopo essere
stato tra i pochi reduci della campagna di
Grecia e Albania. A Cavasso Nuovo la
scomparsa ha suscitato dolore per il vuoto
che la sua assenza creerà soprattutto nelle
Il 24 luglio 2003 è deceduto in Toscana, durante un breve soggiorno,
l’artista friulano prof. David Grazioso, che per tanti anni ha operato ed insegnato a Roma.
Di lui ricordiamo la bravura di artista
sensibile e delicato, amante soprattutto
del figurativo. Subito dopo il terremoto
del 1976 in Friuli, donò un quadro denso di soave spiritualità, raffigurante la
Madonna con la colomba della pace
con nel fondo le case diroccate. Venne
donato alla Comunità di Majano e collocato sull’altare del capannone utilizzato come chiesa dei terremotati. Lascia la moglie Nadia e due figli.
41
Ricordiamoli
attività di ricordo e valorizzazione delle
truppe impegnate nei vari conflitti. Era
padre della nostra socia e corista Emma
Pessa-Bucick.
(Messaggero Veneto del 15.11.2003)
***
Ampezzo. Sono stati celebrati il
21.5.2003 i funerali di Luciano Miurin,
morto a Roma all’età di 92 anni. La salma
di Miurin è arrivata in paese da Roma, dove è deceduto nel primo pomeriggio del 19
ed è stata ospitata nel duomo stesso in attesa di ricevere l’estremo saluto dei suoi
compaesani prima del rito funebre. Miurin
era originario della frazione di Oltris, dove
il padre faceva il sarto. Un mestiere di famiglia che però nè Luciano e neppure il
fratello Marino hanno continuato. Da giovani i due fratelli si sono recati a studiare a
Trieste, quindi Luciano si è traferito a Roma dove ha lavorato come dirigente del
personale della Banca d’Italia sino all’età
pensionabile. Dopo la morte della moglie,
Daisy Ariosa, avvenuta nel 1996, Luciano
ha vissuto con la figlia Cristina, anch’essa
vedova, nella capitale. Non appena poteva
però, Miurin tornava ad Ampezzo, dove
era molto legato alla gente e alla storia del
paese. Molti si ricordano le sue uscite in
paese dal “villaggio” in via Concerni, dove
aveva stabilito la sua residenza carnica, a
bordo della sua 500. Da alcuni anni era
però costretto in carrozzella pr la rottura di
un femore. Dopo le esequie della moglie,
tumulata nel cimitero del centro della Carnia, Luciano ha inteso donare alla chiesa,
in memoria della consorte, tutti i banchi
della parrocchia dove pregano i fedeli. Don
Pietro Piller ha celebrato il funerale di
questo benefattore della chiesa ampezzana
prima di accompagnarlo in cimitero dove
riposerà nella tomba di famiglia. Oltre alla
figlia Cristina, Luciano lascia anche un figlio, Paolo, anche lui dirigente di banca.
Per molti anni è stato apprezzato e stimato
consigliere del Fogolâr furlan di Roma.
(Messaggero Veneto, 21.5.2003)
***
È morta a 53 anni Maria Giustina Scovacricchi, figlia dell’onorevole Martino,
già parlamentare e sottosegretario alla Difesa e nipote di Tiziano Tessitori, il “padre” della regione Friuli Venezia Giulia. La
donna è deceduta nel sonno a causa di un
collasso che ha minato un fisico già debilitato da una grave forma di bronchite per la
quale era in cura da qualche tempo. La
mattina di martedì il figlio Enrico, 30 anni,
programmatore in un’azienda del Manzanese, non sentendola rispondere al telefono, si è presentato nell’abitazione di via
Gorizia dove la donna abitava e, capito che
potesse essere accaduto qualcosa di grave,
ha allertato le forze dell’ordine per farsi
aprire la porta. Maria Giustina Scovacricchi è stata trovata riversa a letto, ancora in pigiama, e questo ha fatto formulare
l’ipotesi del collasso. Maria Giustina “Ninni” per i parenti - , era una donna con
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molteplici interessi e con una particolare
inclinazione per l’arte e per la cultura. Laureatasi in lettere con una tesi sul pittore preraffaellita Tita Gori, illustre antenato della
famiglia, aveva a alungo lavorato nell’ambito dell’insegnamento e fino a poco tempo
fa era stata bibliotecaria al liceo classico
Stellini, dove si era distinta anche per un lavoro di catalogazione e riordino cui si era
dedicata con molta passione. Maria Giustina era la seconda figlia di Martino Scovacricchi. Il primogentio, Roberto, 54 anni, è alto funzionario all’OIT, l’Organizzazione internazioanle del lavoro nell’ambito
dell’UNESCO; Tiziano, 49, l’altro fratello,
è ricercatore al CNR. Ieri il procuratore
Caruso, come da prassi, ha disposto l’autopsia. Alla famiglia Scovacricchi vanno le
condoglianze del Messaggero Veneto.
(Messaggero Veneto del 23.10.2003)
***
A Melbourne (Australia) è scomparso,
dopo grave malattia, l’amico e prezioso
collaboratore Reginaldo Martin, dirigente
industriale e grande manager legato al famoso gruppo industriale - imprenditoriale
della famiglia Grollo. Avevamo avuto
grande accoglienza in occasione delle due
visite a Melbourne, portandoci in elicottero
sul cielo della grande e straordinaria città.
Poi venne a Roma e lo accompagnammo
con la consorte in udienza speciale dal Santo Padre. Restammo legati da affettuosa
corrispondenza e ci parlava dei suoi progetti e, in seguito, della sua sofferenza. La
famiglia era originaria di Sedegliano.
***
Scomparso a Roma
Ermes Disint
Ermes Disint era un caro amico e un appassionato autore e collaboratore del Fogolâr. Amava scrivere chiosando sui fatti e
avvenimenti del Friuli e sulle bellezze paesaggistiche della nostra regione e particolarmente delle valli tarcentine del Torre.
Poetico è il suo “mandi”, un testo che fa
chiarezza sul duplice significato beneaugurante del nostro caratteristico saluto. Nato a
Tarcento il 9 ottobre 1927, Ermes Disint,
cavaliere al merito della Repubblica Italiana, amava riunire a Tarcento i coetanei della classe, finalizzando i vari incontri a
grandi iniziative benefiche per la casa di riposo, per la biblioteca della scuola media,
per l’asilo, per l’assistenza ai poveri e tante
altre istituzioni. Coniugato con Giuliana
Battilocchi, lascia, oltre alla consorte affranta, il figlio dottor Massimo, medico
psichiatra, la dott.ssa Francesca e i nipoti
Chiara, Alice, Edoardo e Laura. Già collaboratore della Zoppas, quindi della società Fiorentini, ove era divenuto capocentro collaudi e quindi addetto al commercio
estero, passò poi alla “Giovannetti macchine”, divenendo assistente del direttore generale. Sarà poi direttore commerciale della G.I.M.A.C. e quindi dirigente alla MAIA
di Roma, per la quale curerà la rivista
“Mondo bancario”, quale capo ufficio
stampa e pubbliche relazioni. Accademico
dell’Accademia Tiberina di Roma, ha caratterizzato la sua azione come giornalista
con scritti e articoli di vario interesse, nel
campo professionale, industriale e particolarmente in quello delle problematiche sociali del vivere quotidiano nonché in quello – che prediligeva – dedicato all’ambiente friulano, esplorato sotto l’aspetto delle
sue bellezze naturali. Consigliere stimato e
autorevole del Fogolâr furlan di Roma,
aveva svolto un’importante indagine demoscopica sulla presenza dei friulani nella
capitale che va oltre le trentamila unità,
compreso l’hinterland. I suoi articoli trovavano spazio su giornali e riviste e soprattutto sul “Messaggero Veneto” di Udine. È
stato salutato dalla numerosa comunità
friulana nella Basilica di San Giacomo al
Corso. Ora è tornato nella sua Tarcento che
tanto amava. Mandi Ermes, mandi.
A.D.
Tornâ
S’o ves di tornâ / o sarin in doi a fâ fieste.
S’o ves di tornâ / spietimi di cûr.
Al finirà di plovi / al finirà di sglavinâ
al tornarà il seren. / S’o ves di tornâ
no sta lassâmi tornâ / dibessol.
Duili Curgnâl
Concerti
Concorso pianistico
internazionale
ASSOCIAZIONE TRA I FRIULANI
RESIDENTI A ROMA E NEL LAZIO
FRIULI NEL MONDO
ROMA
Via Principessa Clotilde 1/a (00196)
Tel. 06/3226613 - Fax 06/3610979
E-mail: [email protected]
www.fogroma.it
CONSIGLIO DIRETTIVO
Da sinistra; Ursula Seiler, Umberto Tonnarelli, Della Eko, Marcella Crudeli, Alessandro
Castriani, il vincitore Wei-Chi-Lin, il consigliere Tito Lucrezio Rizzo della Presidenza della Repubblica e il dott. Armando Zimolo delle Assicurazioni Generali.
Nella sala delle Conferenze del Centro Culturale della Banca d’Italia dal 14 al 27 ottobre, l’Associazione “Fryderyk Chopin” ha organizzato, sotto la direzione artistica di Marcella Crudeli, il
14° Concorso Pianistico Internazionale per Giovani Pinaisti e il Concorso Pianistico Internazionale
“Roma 2003”.
Alla competizione, che si è svolta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, il patrocinio ed il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Lazio, dell’Ecole Normale de Musique de Paris “A. Cortot-Comitè A. Roussel”, il contributo di ospitalità del
CASC-Banca d’Italia, il patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati, della
Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea,
del Ministero degli Affari Esteri, dell’Istruzione, del Comune di Roma, dell’Ambasciata di Francia
e dell’FPTA-Italy, si sono iscritti 137 pianisti provenienti da 24 nazioni di tutto il mondo.
Le giurie del Concorso Pianistico Internazionale per Giovani Pianisti e “Roma 2003”, presiedute rispettivamente da Andrea Talmelli (Italia) e Narcis Bonet (Francia), hanno assegnato: primi
premi assoluti a Yoshio Hamano (Giappone), Anastasia Seifetdinova (Ucraina), Amy Hamann e
Sara Hamann (Stati Uniti); premi speciali al duo Armine Grigoryan - Sonia Barseghyan (Armenia), Anastasia Seifetdinova (Ucraina). Per il Concorso Pianistico Internazionale “Roma 2003”,
il primo premio è andato a Lin-Wei-Chi (Taiwan), il secondo premio a Marc Toth (Canada) ed il
terzo “Premio Marcella Crudeli” ad Armine Grigoryan (Armenia); i premi speciali “David Macculli” e “AIAR-Associazione Italico Abruzzese a Roma” sono stati assegnati rispettivamente agli
italiani Ida Zicari e Giuseppe Cataldi.
I finalisti del Concorso Pianistico “Roma 2003” sono stati accompagnati dall’Orchestra sinfonica “Res Musica” diretta dal m° Fabrizio Santi, che ha riscosso un rilevante successo di pubblico e
di critica. Il concerto dei premiati, presentato da Rosanna Vaudetti, si è svolto al Teatro Valle di
Roma ed è stato registrato dalla Radio Vaticana.
La targa d’argento e la pergamena per il più giovane finalista vincitore di premio al Concorso
“Roma 2003” sono andate a Wei-Chi-Lin.
Nella basilica di Sant’Andrea della Valle, con invito diramato dalle Eminenze i Cardinali Paul
Poupard e Sergio Sebastiani, si è svolto un concerto dedicato a S.S. Giovanni Paolo II, nel 25°
del suo pontificato. Il concerto è stato promosso dalla fondazione Domenico Bartolucci. Sono
stati eseguiti, per la direzione di mons. D. Bartolucci, il “Baptisma” e lo “Stabat mater”.
***
Motivi regionali
Una serie di cd, curata da Michele Placido, presenta i più celebri motivi regionali. Vi troviamo come protagonisti il Coro Peresson di Arta, Zahire con Fausto Zarabara, Braul e Sedon
Salvadie, i gruppi folkloristici di Resia e di Aviano, Pakai e Dario Zampa, Casoccia-Guerrato, Camuffo e Del Ponte, Teddy Reno e Luttazzi (Messaggero Veneto, 24.XI. 2002).
Presidente onorario: cav. lav. dr. Sir
Paul Girolami.
Presidente: cav. Gran Croce, dott.
Adriano Degano.
V. Presidente vicario: cav. Gran Croce,
dr. Adalberto Leschiutta.
V. Presidente: ing. Carlo Mattiussi.
V. Presidente: dr. Gian Luigi Pezza.
Segretaria: Luciana Camerlo.
Tesoriere: comm. Giorgio De Piante
Consiglieri: cav. rag. Giuseppe Baruzzini, Luca Cosson, Mario Fantin, dr. Leopoldo Gobbi, dr. Rino Militti, dr. Luciano Pascoletti, arch. Alessandro Scaletti,
comm. Fabrizio Tomada.
***
Collegio Revisori dei Conti: comm.
Romeo Fattori, presidente; comm. Eugenio Braida, Riccardo Gubiani, dr. Emilio
Lazzaro, rag. Giuliano Panzardi.
Collegio dei Probiviri: co. Corrado Masetti-Zannini de Concina, presidente; dr. Enzo Annichiarico, arch. Rodolfo Grasso, arch. Francesca Sartogo, Bruno Menis.
Biblioteca: Mirka Vianello.
Contabilità: Wanda Magoni.
Soci collaboratori: Paola Barberi, Ado
Beltramini, Nives Corazza, dr. Antonella
de Francesco, Gianna Flury, Enza JanneceBattistuzzi, Paolo Giacomello, Irma Levan, Carmelo Lo Carmine, Gabriella Manuti, Piera Martinecco, Gabriella Munisso,
Bruno Nardini, Valeria Pellis, Luisa Polano
Di Trapani, Ersilia Pasotti, Mario Romani,
Marella Sandicchi, Gloria Traina Giacomello, Rita Volpato.
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Il gruppo Podisti del Friuli prima della partenza della staffetta Roma-Capo Nord - 5.000 km di solidarietà (Publifoto).
di Roma
Associazione fra i friulani residenti a Roma - Friuli nel mondo
aderente all’UNAR - Unione delle Associazioni Regionali di Roma
Via Principessa Clotilde 1/a (00196) - Tel. 06/3226613 - Fax 06/3610979
Sito internet: http://www.fogroma.it - E-mail: [email protected]
Spediz. in a.p. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - DCB di Udine
In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio di Udine Ferrovia
per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la tariffa in vigore.
Sig.
S TA M P E
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