9,olleiiino salesiano - Bollettino Salesiano
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,9 OLLEIIINO SALESIANO ORGANO DEI COOPERATORI SALESIANI ANNO XCIII • N . 17 • lo SETTEMBRE 1969 Spediz . in abbon . Post. -Gruppo 2- (70) - 1 - quindicina 1 IN QUESTO NUMERO Il mondo ha bisogno di « un supplemento d'anima » Nella luce di Maria la sua operosa giornata (Madre Angela Vespa) Uno scorcio di vita nella Cina . La Cina, con i suoi 750 milioni di abitanti, resta oggi uno dei più assillanti problemi missionari, aggravato perdi più dal comunismo che la travaglia . «Don Bosco Sha » in prima linea Opere sociali delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Costa Rica La Mamma del Grande Spirito Garos addio l Fioretti giapponesi di Mons . Cimatti CINQUEMILA PELLEGRINI DELLA FAMIGLIA SALESIANA A FATIMA Pellegrinaggio Nazionale organizzato dai Cooperatori Salesiani Portoghesi nel 750 dell'arrivo dei Salesiani in Portogallo Il mondo lui bisogno di un supplemento d'anima Pio XII diceva che il mondo moderno ha un corpo tecnico formidabile, ma è letteralmente privo di spirito . Ha quindi bisogno di un « supplemento d'anima », cioè ha bisogno di carità, di amore . Per questo il programma proposto dai Vescovi d'Italia per l'anno 1969-70 è « la carità nella Chiesa e nel mondo » . » sulla Luna per oi si vive in un mondo che cambia . E bastata l'impresa dell'« Apollo N darci il grafico del rapidissimo cambiamento che è in atto nel mondo attuale . Ma non sono le cose che cambiano : è l'uomo che cambia . Come sarà questo tipo di uomo nuovo che si 11 sta delineando dopo il Concilio? Sarà l'uomo che nella sua vita avrà per centro la Carità, l'Amore . Sarà un uomo che saprà totalmente amare . L'uomo del futuro sarà l'uomo che amerà gli altri uomini alla stessa stregua di Gesù : « Amatevi come io vi ho amati » . Nel mondo moderno c'è l'esigenza estrema di un ritorno all'amore . La nostra civiltà, che si sviluppa sull'elettronica, ha raggiunto punte altissime di progresso tecnologico ; ma in fatto di anima e di vita spirituale si è dimostrata terribilmente vuota . Non conosciamo ancora quasi nulla della persona umana . Eppure sentiamo che il punto più delicato del mondo nuovo è proprio la persona umana . Pio XII diceva che il mondo moderno ha un corpo tecnico formidabile, ma è letteralmente privo di spirito . Ha quindi urgente bisogno di un « supplemento d'anima » cioè ha bisogno di carità, di amore . La tecnica moderna ci permette di aumentare fantasticamente i prodotti e i manufatti ; la pedagogia moderna ci permette di elevare rapidamente il livello culturale dell'umanità, di dare una formazione professionale accelerata ; ma vi manca l'ingrediente più importante, la formazione alla carità, la dimensione dell'amore Quando gli Stati Uniti costruirono l'ultima portaerei atomica, spesero in dollari più di quanto l'Argentina e il Brasile messi insieme investono di soldi nelle spese pubbliche in un anno . Eppure questa portaerei atomica non servirà ad altro che a creare una coesistenza di equilibrio precario all'interno dell'odio politico fra i blocchi . Con tutto il denaro profuso nel massacro di 6o milioni di vittime durante l'ultimo conflitto mondiale, sarebbe stato possibile dare un villino con giardino e un'automobile a ogni famiglia del mondo . Perchè non lo si fece? Perchè mancava l'amore . È bastato che venisse Papa Giovanni perchè il mondo sentisse il refrigerio di questa ventata di aria nuova che è la carità . Il mondo prova una nostalgia infinita di amore . Solo Gesù può portare l'amore, perchè è Dio. E Dio è Amore . LA VITA DI AMORE IN DIO Gesù ci ha fatto conoscere che Dio è una famiglia composta di tre Persone divine. Dio non è solo ; in Dio ci sono tre Persone . C'è la prima Persona, l'« IO » : Dio Padre . C'è la seconda Persona : il « TU » : Dio Figlio . C'è la prima Persona plurale : il « NOI », l'amore del Padre e del Figlio nello Spirito Santo, che è l'Amore di ambedue . Questa vita trinitaria tanto bella ci è stata rivelata da Gesù che ci ha parlato della sua intimità divina, del suo amore col Padre nello Spirito Santo . Lo Spirito Santo è l'abbraccio tra il Padre e il Figlio . Unisce i'« Io » e il « Tu » di Dio . i Il Fogazzaro in un libro dal titolo Il mistero del poeta spiega che cosa sia questo # tu » dell'altro . Adopera un'allegoria mutuata dal mondo arabo . Racconta in forma di parabola : « Un'anima, subito dopo la morte, si presentò alla porta del cielo . Bussò . Una voce dal di dentro le chiese - Chi sci? Quell'anima rispose : - Sono lo . - Non ti conosco - e la porta le venne chiusa in faccia . L'anima ridiscese in terra per un anno . Si dette alla carità fraterna ; dopo un anno si ripresentò e bussò di nuovo alla porta del cielo . La voce dal di dentro le chiese : - Chi sci? L'anima rispose : - Io sono Tu . - Allora ti conosco . E la porta venne aperta » . Il « tu » è l'altra persona . essere uno strumento per il mio avere, per arricchirmi : è l'arricchimento economico . Gli altri possono essere uno strumento per il mio piacere, per godermi la vita sfruttamento edonistico . Gli altri possono essere uno strumento per il mio potere, per la mia ambizione di dominio : sfruttamento politico . In ogni caso vengono sempre considerati delle cose . Un gradino più alto ancora c'è l'amore che vede negli altri la proiezione di se stessi . Non è ancora il vero amore . Il vero amore accetta gli altri come differenti da sè . Vedere negli altri un'ombra di se stessi, una proiezione di -sè non è vero amore . Anche se in apparenza ci sembra di amare gli altri, in realtà si ama noi stessi ; si ama un'ombra di noi stessi negli altri . Non è ancora vero amore . LA VERA CARITÀ CHE COS'È LA CARITÀ Che cos'è allora la carità? L una donazione . La donazione non di una cosa, ma di un valore molto più alto, cioè della propria persona, del proprio «io » profondo . Dare a chi ? Agli altri, al « tu », all'altra persona . Amare vuol dire donarsi all'altro . Ci sono vari tipi di donazione, uno superiore all'altro, prima di arrivare al vero Amore . All'infimo gradino della scala sta l'amore superficiale. Consiste nel considerare gli altri con totale indifferenza . Per esempio, quando seduto accanto all'altro in treno, nell'autobus, in macchina, io considero l'altro come una cosa, una sedia, un tavolino, con indifferenza totale, ecco che io dimostro un amore superficiale . Un gradino più sopra sta l'amore interessato . L'altro è una cosa in cui io vedo un'utilità, ma è sempre una cosa ; mi interessa in quanto mi è utile . Un filosofo tedesco, Heidegger, studiò acutamente questo sfruttamento degli altri come cosa, questa strumentalizzazione degli altri . Rilevò una triplice stru2 mentalizzazione : gli altri possono La vera carità è una donazione della propria persona alla persona dell'altro . Suppone tre cose : conoscenza, generosità, slancio . L'amore esige conoscenza dell'altro . Per amare l'altro come altro, ben differente dal mio io, devo conoscere l'altro . Pascal diceva : « Per amare una persona, devo prima conoscere tutto di quella persona » . Devo perciò fare la scoperta dell'altro . E come faccio a conoscere l'altro? I mezzi tecnici non servono . L'altro è sempre un mistero . Tutta la psicotecnica moderna non serve, perchè considera l'altro come un oggetto di classificazione, non come una persona . Cos'è l'altro personalmente ? È la sua intimità, la sua vita profonda . Occorre credere nell'altro e aspettare che l'altro si riveli . Gesù ci ha parlato della vita trinitaria e ce l'ha fatta conoscere : « Padre, io ho loro rivelato il tuo Nome e glielo rivelerò ancora, perchè l'Amore con cui tu hai amato me sia in essi e io in loro » . L'amore porta a una mutua e vicendevole rivelazione : piano piano, ogni giorno c'è una piccola scoperta . Noi non troviamo mai la parola sufficiente per esprimere il La carità non ammette rotture. Guardando questa fotografia, vien fatto di pensare alle ultime raccomandazioni dell'apostolo Paolo al suo giovane discepolo Timoteo : « Custodisci l'eredità del passato » (1 Tim. 5, 1). Qui i/ vecchio si abbandona tra le mani protettrici e già materne della bambina . È lei che interroga con lo sguardo l'avvenire, lei che veglia sull'eredità del passato . La fiaccola ha cambiato di mano, ma la vita continuerà . . . nostro mistero . Soltanto nel cielo conosceremo il mistero totale degli altri e di noi stessi in Dio . L'amore esige generosità . È un darsi sempre più generoso . Occorre fare atti di generosità continuamente . Anche nelle più piccole cose non possiamo risparmiarci . Possiamo essere deboli, manchevoli, ma nelle profondità non possiamo essere egoisti, dobbiamo donarci totalmente . Se uno si impegna, per esempio, ad amare solo per un anno, non ha vero amore . L'amore è sempre eterno, almeno nell'intenzione . L'amore è uno slancio costruttivo . Io devo donarmi all'altro, perchè l'altro, grazie a me, possa essere se stesso secondo il piano di Dio . Io devo e posso aiutare l'altro con le mie idee, con il mio servizio, ma soprattutto con la mia presenza : stargli vicino, essergli accanto . La presenza è stimolante . Gesù nella parabola del Samaritano disse : « Fatevi prossimi degli altri » . GESÙ È AMORE E APPRENSIONE Gesù ci impegna a un amore fraterno sempre maggiore, a una carità sempre più grande e sconfinata . Occorre rileggere l'episodio della tempesta sul lago : Gesù dorme nella piccola barca mentre la tempesta infuria. È stanchissimo . I discepoli avranno notato senz'altro quel suo volto calmo e tranquillo (il volto generalmente si distende nel sonno) . Quale pace doveva irradiare il volto di Dio Incarnato! La bufera non lo sveglia, anzi non potè risvegliarlo . Voleva dormire e dormì . Questo lo fece come un uomo pienamente assorto nel sonno . Nessuna delle sue azioni era, come le nostre, intimamente tormentata o mezzo voluta. Le voci impaurite dei suoi apostoli lo risvegliarono . Il filosofo Bergson disse una volta : « La voce di una mamma, la più debole voce di mamma risuona per il suo bimbo amatissimo come un tuono » . Gli apostoli risvegliarono Gesù . Matteo nota : « lo turbarono » . 3 Il verbo « turbare » lo si riscontra tre volte in San Giovanni : dinanzi a Lazzaro nel sepolcro ; quando Gesù pensa all'ora del Getsemani e della croce ; nel Cenacolo, al tradimento di Giuda . Ma quel turbamento in Gesù è apprensione per gli uomini, e nel Getsemani si aggiunge a un'agonia in cui invoca il Padre di non lasciar dominare la giustizia, ma solo l'amore . In quell'agonia compare un angelo per consolare Gesù . Che cosa significa questo ? Una creatura consola Dio . Dio cioè ha preso su di sè così intensamente l'insicurezza e l'inquietudine umana da dover essere consolato da una creatura finita . Dio è amore (è la definizione del suo essere) . In Gesù, Uomo-Dio, questo amore si rivela anche come apprensione . L'apprensione dimostra che si ama . Una mamma non è tranquilla quando il suo piccino è ammalato . L'apprensione del suo cuore è espressione di amore . Gesù ha concentrato nel suo cuore tutta l'apprensione dell'amore e l'ha sopportata sino all'estremo . Poichè voleva portare la pace, dovette vivere in questa apprensione ; dovette assumersi tutte le tribolazioni e le angustie degli uomini, di tutti gli uomini . Come abbia sopportato questo, noi non sappiamo . Era Dio ; lui solo poteva sopportarlo . Il peso dell'amore deve opprimere anche ciascuno di noi . È bello essere schiacciati dal peso dell'amore, assumersi le preoccupazioni degli altri con carità e con pazienza, esser vicini al fratello nel bisogno e nella necessità . Solo così noi daremo al mondo quel « supplemento d'anima » di cui ha un'esigenza estrema e indilazionabile . Per la Campagna nazionale sul tema della Carità annunciamo che stanno per uscire due volumetti della Collana «Magnificat» (Lire 50 caduno) dal titolo : La carità nei quattro Vangeli e La carità in San Paolo e in San Giovanni (testo e commento) . Si possono richiedere al Centro Mater Divinati Gratiae Rosta (Torino) Giovani allievi salesiani irlandesi, felici nell'esercizio della carità . Sul giovane cristianamente formato la carità è una molla che lo fa scattare nel compimento delle imprese più generose «Ed ecco, si presenta a Gesù un tale dicendo : "Maestro, che cosa di buono devo fare per avere la vita eterna?" . Gli rispose : "Se vuoi entrare nella vita, osserva i Comandamenti" . "Quali?", gli domandò . E Gesù rispose : « Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso ; onora il padre e la madre e ama il prossimo tuo come te stesso" . E il giovane gli disse : "Tutto questo io l'ho osservato fin da ragazzo : che altro mi manca? " . Gesù gli rispose : "Se vuoi essere perfetto, vendi quanto hai, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo ; poi vieni e seguimi" » ( Matteo, iq, 16-21) . Ancor oggi Gesù va in cerca di anime forti, di anime generose, « ribelli alla mediocrità », disposte a tutto per realizzare qualcosa di grande, di sublime . « Se tu vuoi. .. » Tre piccole parole che forse oggi il Signore fa sentire anche a te, giovane generoso che vai in cerca di una soluzione grande, eroica per la tua vita . Tre paroline che riflettono la delicatezza di Gesù con noi : Egli ci lascia liberi di ascoltarlo o di voltarci altrove . Però in questi suoi modi estremamente delicati vibra il suo ardente desiderio, la sua volontà . « Se tu vuoi. . . » È un nuovo programma di vita che ci propone Gesù : il dono totale di noi stessi, il sacrificio completo della nostra vita per il bene delle anime . «Nessuno ha amore più grande di chi è disposto a dare la vita . . . » . Il segreto della gioia piena, della vera grandezza della nostra vita sta nella donazione, nell'amore per gli altri . Essere completamente disponibili per il bene dei giovani, di quelli che soffrono, dei più miserabili : che vita stupenda ! « Se tu vuoi. . . » Non è una chiamata romantica a una vita di avventura e di sogno : è l'appello del Signore che vuole farci partecipi della sua opera di redenzione . Dio ha bisogno di noi, si fida di noi, confida nella nostra generosità e nel nostro amore . «Dammi una mano - ci dice - me ne servirò per diffondere il bene, per sanare, per consolare, per salvare ; ma tutto questo, soltanto "se tu vuoi" » . . . Madre Angela Vespa, superiora Generale emerita delle Figlie di Maria Ausiliatrice Pochi rhesi or sono, all'aprirsi in Roma del Capitolo Generale, con la rinuncia al proprio ufficio, chiudeva il suo operoso e feconda decennio di governo dell'Istituto ; e la sera dell'8 luglio scorso suggellava in Torino la propria vita, nella stessa luce di serenità e di attesa, fervida e vigile al cenno di Dio . « Sono vissuta sempre di fede, ma non sono mai stata con le mani in mano ». E la testimonianza che ha lasciato di sé, nel rispondere alle parole di conforto del Rettor Maggiore, don Luigi Ricceri, accorso il 27 giugno a visitarla quando, colpita da collasso cardiaco, giaceva ormai prossima alla fine . La frase può dirsi la sintesi della sua vita, ispirata e guidata solo da motivi soprannaturali, dalla ricerca della gloria di Dio e dal bene delle anime, e sorretta in ogni momento da illimitata fede nella Provvidenza e da filiale abbandono in Maria Ausiliatrice . La sua fede si rivelò nell'obbedienza quando, nel 1927, cagionevole di salute, chiamata a reggere le grandi Case di Nizza Monferrato, di Torino « Madre Mazzarello » e poi ad assumere maggiori responsabilità, trovò nell'abbandono in Dio la sua forza e il suo sostegno . Con la stessa fede, nell'autunno del 1943, non pose difficoltà alla disposizione del Rettor Maggiore di partire frettolosamente per Roma con un'altra Consigliera generalizia, mentre in quel turbinoso periodo di guerra il fronte avanzava, impedendo ogni comunicazione col resto del 5 mondo . Fu un viaggio avventuroso, di notte, parte su mezzi di fortuna e lunghi tratti a piedi, col peso di bagagli e coperte, fra il susseguirsi di bombardamenti e l'allarme del coprifuoco . . . Ebbe fede e riuscì a superare ogni ostacolo . Nei due anni di sosta a Roma, con la sua chiara mente organizzatrice, seguendo le direttive del prefetto generale dei salesiani don Berruti, diede impulso alle Opere assistenziali per le « ragazze della strada » . L'Orfanotrofio di Via Liberiana, sorto fra difficoltà che parevano insormontabili, ne fu una prova tangibile . Fede, sempre fede nell'aiuto del Signore e nella sentita protezione di Maria Ausiliatrice ; ma fede che non la lasciò mai con le mani in mano . Sospinta dall'ardore del suo zelo per il bene delle anime, specialmente giovanili, si donò generosamente sen- za misurare i limiti della propria dedizione . Fu educatrice insuperabile, preparata dall'amore entusiasta per il metodo di Don Bosco appreso fin dagli anni giovanili della sua educazione in Nizza Monferrato . Gli studi universitari, intrapresi subito dopo la professione e conclusi nel 1915 a Roma con le lauree in lettere e pedagogia, completarono la sua preparazione al sacro apostolato della cattedra e del cortile . «L'ufficio di assistente - soleva dire - è il più bello che si possa avere nell'Istituto, perchè ci dà modo di stare sempre con la gioventù e di guidarla al bene » . Nella Scuola Normale di Alì Terme prima e in quella di Bordighera poi, come pure in Nizza Monferrato e a Torino, impresse nelle giovani durature tracce della sua opera educativa . Nel 1937, divenuta Consigliera generalizia preposta agli Studi, affermò in piú vasta cerchia la sua ricca personalità educatrice, facendosi maestra e guida per conservare alla scuola dell'Istituto, secondo il pensiero di Don Bosco, la missione di dare alla famiglia e alla società donne veramente cristiane . L'amore alle giovani la fece restare sempre giovane nell'animo, sempre aperta ai loro problemi, sempre sollecita nella ricerca dei mezzi per risolverli . Ci volle il suo ardimento per affrontare nel 195o il problema della stampa per la gioventù, soprattutto col dar vita alla rivista « Primavera » . Solo una fede intrepida, accompagnata dalla tenacia in un lavoro quanto mai gravoso e impegnativo, potè farla riuscire nell'impresa di cui misurava più il bene che ne sarebbe venuto, che le difficoltà quasi insuperabili . Sono vissuta sempre di fede, ma nr DALL'OMELIA DEL RETTOR MAGGIORE NELLA SOLENNE LITURGIA DI SUFFRAGIO « . . . Ricordo . Qualche giorno prima del trapasso, sul modesto lettino, con l'involucro corporeo ridotto, come quello di San Francesco d'Assisi, all'essenziale per potervi albergare l'anima : è serena . Gli occhi un po' stanchi, ma ben vivi . Mi parla : sono parole rivelatrici di una fede ricca e profonda, cristallina e robusta, vitale : « Sono vis- suta sempre di fede! . . . » . In quei supremi istanti la Madre svela il segreto della sua costante serenità, scopre la sorgente della sua fortezza e della sua pazienza, di tutte quelle sue energie spirituali e morali che hanno caratterizzato il suo lungo curriculum di Religiosa, di Superiora e di Madre . Ma non basta . Quando la fede è vita, quando investe veramente la vita, necessariamente si effonde in opere, in attività, in apostolato . Il Santo, appunto perché vive di fede, è un uomo di azione. Egli sa infatti che i talenti bisogna trafficarli per il Padrone ; sa che Dio assegna a ogni anima una missione personale che solo essa potrà assolvere ; sa che il tempo è breve per raccogliere i mani- poli da trasportare nella terra dei vivi ; sa che tutto quanto egli farà per il prossimo sarà fatto a Cristo Signore : per tutto questo ogni vero Santo è un dinamico . Pensiamo a Don Bosco, il «formidabile lavoratore », come lo definisce Pio XI ; pensiamo a Maria Mazzarello, giovinetta, suora, superiora : nel suo genere, nella sua condizione peculiare riproduce l'instancabile attività del Padre comune Don Bosco . Madre Angela si trova e si muove su questa linea, sempre . Su quel lettino mi aveva detto : « Sono vissuta sempre di, fede » ; ma subito aveva aggiunto con particolare energia : « ma non sono stata con le mani in mano » . Diceva con edificante semplicità una grande e stupenda versta . Parlano le sue realizzazioni, tante, tutte frutto del suo amore ardente all'Istituto, che voleva rispondesse ogni giorno più alla missione assegnatagli da Don Bosco, al suo genuino spirito, alle attese della Chiesa . Parlano le coraggiose iniziative per la formazione delle Suore, che • « Primavera » fiorì - e fiorisce tuttora, voluta -- sono sue parole per portare la norma, l'impulso educativo dello spirito e della purezza salesiana plasmatrice di volontà e di cuori » . • volle che potesse « raggiungere le adolescenti di tutte le terre, di tutti i lidi, di tutte le regioni, per conservarle pure e aiutarle a formarsi donne nel vero senso della parola » . Tutte le adolescenti e le giovani avrebbe voluto raggiungere con il suo grande cuore ; specialmente le più povere e in abbandono, per le quali ideò e promosse Scuole professionali, Opere assistenziali e sociali, e prima sempre, l'incremento degli Oratori festivi . Nel suo decennio di governo dell'Istituto come Superiora Generale (dal settembre 1958 all'inizio del 1969), curò la formazione del personale dal lato religioso e culturale, e legò il suo nome al Movimento Catechistico, iniziato col grande Convegno Catechistico Internazionale del 1963 . Il movimento oggi è esteso in tutte le Diocesi dove lavorano le Figlie di Maria Ausiliatrice, e riscuote il compiacimento e il plauso dei Vescovi, per i frutti copiosi di bene che porta a servizio della Chiesa . Della Chiesa fu e si sentì figlia amantissima, affermandone l'amore con l'impegno fattivo nel tradurne ogni direttiva in pratica realtà . Anche la saggia e illuminata organizzazione del recente Capitolo Generale Speciale voluto dal Concilio Vaticano II, dice la sua ansia di fedeltà e d'amore alla Chiesa è al Papa . Una delle sue ultime consolazioni fu proprio la parola del Papa che, dopo l'udienza del 26 marzo u . s ., nell'intrattenersi paternamente, e ben può dirsi affettuosamente con lei, volle ringraziarla di quanto aveva fatto nei dieci anni di governo dell'Istituto, assicurandola che la Chiesa era grata all'Istituto per la sua opera a bene della gioventú . Lo stesso Paolo VI, nell'aprile del 1964, alla sua richiesta, in previsione del XIV Capitolo Generale, di poter rinunciare alla carica di Superiora Generale, le aveva detto di restare «una disponibile» . E restò «disponibile » alla volontà del Capitolo, che la volle ancora al timone dell'Istituto . Fra due mesi avrebbe celebrato il Giubileo di Diamante di professione religiosà : il Signore volle anticiparle la corona di «diamanti », impreziosita dalle gemme delle ultime dolorose settimane di vita, in cui rifulse tutta la ricchezza della sua profonda interiorità . Si spense lentamente, con lo spirito sempre limpido, in vigile attesa di preghiera e di risposta al celeste invito del « Veni » eterno . >n sono stata con le maami in mano DI MADRE ANGELA VESPA voleva adeguata ai tempi (quale interesse sino all'ultimo per l'Istituto Pedagogico !) . E per la gioventù? Catechesi e stampa, tempo libero e strumenti di comunicazione sociale furono sino alla fine al centro delle sue ansie apostoliche . La stessa preparazione al Capitolo Generale Speciale è stata espressione di questa sua ansia salesianamente apostolica . Possiamo ben dire che tutti i giorni della lunga vita della : pieni di fede e di amore di Madre sono stati « dies pieni» Dio, che trovava alimento nella pietà salesiana fatta di semplicità e di sodezza, di dovere e di gioia ; fede e amor di Dio e della Vergine che riversava nelle sue mirabili Circolari indirizzate alle Sorelle ; giorni sempre illuminati dalla fedeltà a Don Bosco (oh, la preoccupazione costante di conoscere il pensiero dei suoi Successori sui più svariati problemi!) . • il suo attaccamento al Papa? « Santità, l'Istituto vuole essere fedele all'insegnamento di Don Bosco nell'amore e nella fedeltà al Papa » . Sono sue parole a Paolo VI : è un atto di fede, un testamento . . . Ed ora ha concluso il suo generoso e fecondo « servizio », ma non tutto è finito . San Paolo nella Liturgia che celebriamo ci ricorda che « nessuno di noi vive per se stesso, e nessuno muore per se stesso » . A tutti quanti siamo qui raccolti nella preghiera e nell'offerta del Sacrificio, specialmente alle Figlie di Maria Ausiliatrice che dovunque, ad ogni livello, restano a continuarne l'opera preziosa, mi pare che Madre Angela, quasi come messaggio fatto proprio, ripeta le parole a Lei rivolte da Paolo VI nel marzo scorso : « Siete impegnate specialmente per l'edu- cazione della gioventú . Avete scelto una grande via, un grande programma e un grande servizio per la Chiesa del Signore . . . Siete diffuse in tutto il mondo . Diffondete l'amore al Vicario di Cristo . Formate le Suore allo spirito genuino dei vostri Fondatori, per la salvezza della gioventù . La benedizione del Signore vi è assicurata . . . » . Sono parole di Paolo VI, è il messaggio di Madre Angela » . 7 44_ %A 4-1 .›- A- a 1121 DON BOSCO SHA IN PRIMA LINEA Jd 'fit • 't o_) A 0) P di se cent'anni fa, Don Bosco non si limitò a scrivere libri facili per il popolo, ma fondò tipografie grafie allo scopo di diffondere largamente e a buon prezzo il libro buono e sano . Ai suoi figli increduli ripeteva : «Avremo delle tipografie, molte tipografie » . Questo suo entusiasmo per la buona stampa lo lasciò in eredità ai suoi figli . Si spiega quindi perchè nel lontano Giappone i salesiani hanno incominciato prestissimo, quasi subito dopo il loro arrivo, a far gemere i torchi . Come il loro fondatore avevano capito che il buon libro e la rivista possono sovente sostituire il missionario, anzi molte volte valgono più del missionario, perchè possono penetrare dove il ministro di Dio non potrebbe in nessun modo porre piede . La mini-tipografia iniziatasi nella città di Oita nel Kyushu andò crescendo fino a divenire una delle più grandi e benemerite editrici cattoliche in Giappone . Nell'immensa ed esasperante giungla d'asfalto della babi8 lonica Tokyo si può trovare ancora, iù o I> Nonostante il valore àstronomico) terreno fabbricabile, alcune oasi -posanti di verde : il parco Miji, quello di Hibiya nel centro di Tokyo, i giardini del palazzo imperiale, il parco Shinjuku Gyoen e altri ancora, dove si può gustare un po' di pace e di tranquillità e sfuggire così al traffico caotico della capitale . Nel distretto di Shinjuku, uno dei maggiori centri di Tokyo, c'è un rione dal nome poetico : « Wakaba chò : rione delle Tenere Foglie » . Una parte di questo rione conserva la poesia del suo nome : in esso c'è ancora molto verde e tra questo verde, in un angolo quieto sorge la palazzina dell'editrice salesiana «Don Bosco Sha » . La stampa, veicolo di Cristo A tutto il mondo cattolico giapponese questo nome « Don Bosco Sha », cioè «Editrice Don Bosco », suona familiare perchè da quarant'anni l'editrice salesiana lavora piena di vitalità a diffondere in questo straordinario paese del Sol Levante la Parola di Dio attraverso i suoi numerosi libri e la sua rivista mensile Katorikku Seikatsu o «Vita Cattolica» . Lo sviluppo maggiore dell'editrice lo si ebbe nel dopoguerra soprattutto quando, staccandosi dalla scuola professionale « Don Bosco » di Tokyo, divenne un'opera indipendente . Il 1954 vide il trapianto della sede dell'editrice nel rione attuale, in una casetta giapponese, romantica sì, ma per nulla adatta al lavoro di una editrice : locali piccoli e bui con molta umidità. In queste condizioni non era possibile fare un lavoro ad ampio respiro . Così nel 1964 sorse l'attuale palazzina di quattro piani, che consente un lavoro più ampio e più efficiente . I locali spaziosi e pieni di luce consentono allo staff dell'editrice di lavorare con maggior fervore . Il Giappone conta cento milioni di abitanti con soli 350 .000 cattolici : una goccia nell'oceano . Da queste cifre si può dedurre l'importanza enorme della stampa per raggiungere in qual- insonni di coloro che hanno lavorato al lancio dei libri ; ma tutto ciò è il lievito che fa fermentare la massa e la trasforma in pane fragrante e nutriente per tante ànime sconosciute . L'Editrice Don Bosco di Tokyo lavora senza tregua non solo a diffondere la Parola di Dio tra i 350 mila cattolici, ma anche per presentare il vero volto di Cristo ) alla sterminata moltitudine il dei cento milioni di Giapponesi ~~ 4 17 FI % o • r 9 4 a) H tt, vJ che modo questa sterminata moltitudine con la Parola di Cristo . È risaputo che forse in nessun paese del mondo si legge quanto in Giappone . Per questo il mezzo della stampa può essere uno dei fattori principali per portare Cristo alle anime . « La messe è molta, ma gli operai sono pochi » . L'eco di questo grido accorato di Gesù suona più che mai attuale nel mondo moderno . Se gli operai sono pochi, bisogna pregare il padrone della messe che mandi molti operai, ma è anche necessario, attraverso i mezzi della comunicazione sociale, supplire almeno in parte a questa scarsità di operai evangelici . L'Editrice Don Bosco, pur tra innumerevoli difficoltà, ha sempre lavorato con disinteresse per la Chiesa e per le anime . Certamente il bene fatto non può essere tradotto in aride cifre ; tuttavia le cifre ce ne possono dare una qualche idea . Daremo perciò un breve prospetto del lavoro compiuto nell'ultimo decennio . Nelle cifre naturalmente non appaiono i sacrifici, le apprensioni, i sudori, le notti Propaganda biblica In questi ultimi dieci anni sono state pubblicate 630 opere, comprese le ristampe . Questa cifra ha dello sbalorditivo se si pensa alla scarsezza dei mezzi disponibili . Tra queste edizioni c'è la collana della Enciclopedia del Cattolico al giorno d'oggi, di cui sono già stati pubblicati 42 volumi . La Vita di Don Bosco dell'Auffray ha avuto quattro edizioni, di cui due ultimamente ; così - pure la Storia Sacra di San Giovanni Bosco ha avuto l'anno scorso due ristampe . Un numero elevato di edizioni ha avuto il Messalino Quotidiano, preparato da don Federico Barbaro . In Giappone non c'è parrocchia o convento che non usi questo messalino . Per le scuole cattoliche la nostra Editrice ha pubblicato anche dei testi scolastici di religione che hanno già avuto parecchie edizioni . Un'altra opera di polso che fa onore alla « Don Bosco Sha » è la pubblicazione della Collana Commento al Nuovo Testamento, preparata anch'essa da don Barbaro, in dodici grossi volumi . Questa collana è largamente usata anche dai protestanti per i loro studi biblici, il che prova la bontà dell'opera . Ma l'opera più bella, più meritoria direi più missionaria, è la traduzione e la diffusione della Sacra Bibbia, Vecchio e Nuovo Testamento . La Chiesa cattolica giapponese non aveva ancora una versione della Bibbia in lingua parlata ; c'era la versione in lingua letteraria, ma era quasi incomprensibile per la maggioranza della gente ; si sentiva quind'. la necessità di una Bibbia tradotta in lingua parlata e perciò comprensibile . Lo scrivente, allora incaricato dell'Editrice, posò lo sguardo su don Barbaro e lo pregò di porre mano a questo immane lavoro . Dopo i primi rifiuti e tergiversazioni, don Barbaro accettò l'incarico e a tempo di primato ci diede prima la traduzione del Nuovo Testamento e poi di tutta la Bibbia in un giapponese limpido e scorrevole che ebbe il riconoscimento del mondo letterario giapponese e dello stesso Ministero della Pubblica Istruzione, che volle conferire a don Barbaro una decorazione per i suoi meriti culturali . Fu questo il riconoscimento ufficiale piu ambìto non solo per don Barbaro, ma per tutti i salesiani e per la Chiesa in Giappone . Concretizzando in cifre, l'edizione completa della Bibbia ha avuto in cinque anni quattro ristampe con un complesso di 30 mila copie, mentre il Nuovo Testamento, solo in questi ultimi dieci anni ha avuto ben ventitrè edizioni con 313 .950 copie, un successo senza precedenti . Grazie agli aiuti ottenuti dalla Santa Sede, si potè mantenere un prezzo relativamente basso sia per l'edizione completa della Bibbia che per il Nuovo Testamento ; non solo, ma nel dicembre del 1967 l'Editrice Don Bosco potè regalare ai Vescovi del Giappone dieci mila copie del Nuovo Testamento . Un'altra attività dell'Editrice salesiana degna di menzione è la pubblicazione della rivista mensile Katorikku Seikatsu, ovvero «Vita Cattolica » . Si può dire che è la rivista cattolica più diffusa in tutto il Giappone . Sono 17 mila copie mensili che portano a tante anime la parola sicura del Papa e dànno una direttiva adeguata in fatto di fede e di morale . Come numero di copie, paragonata alle grandi riviste del mondo, la «Vita Cattolica» è certamente insignificante, ma se pensiamo al numero dei cattolici giapponesi, appare chiara l'importanza di questa rivista, anche se deve percorrere ancora molta strada per arrivare a influenzare in qualche modo il gran pubblico non cristiano . La tecnica moderna a servizio del Vangelo E ora penso che non sia fuori di proposito accennare a un altro successo dei Figli dì Don Bosco in campo di pubblicazioni Doti Barbaro pubblicò l'anno scorso, per i tipi di una delle più grandi editrici giapponesi, un libro intitolato In cerca dell'amore, cioè esperienze missionarie in Giappone . Il libro incontrò nel gran pubblico, tanto che si dovette curarne subito una ristampa . Ora la medesima editrice sta preparando una edizione di lusso della Vita di Cristo del Ricciotti, tradotta dal medesimo don Barbaro . Sono conquiste che fanno onore alla Chiesa e nello stesso tempo sono realtà consolanti nel campo della evangelizzazione . Qui si dovrebbe parlare di tante altre persone che nel settore stampa hanno lavorato e lavorano con dedizione non comune, ma diventerebbe una litania troppo lunga ; mi accontenterò di accennare al salesiano don Luigi Del Col, che nel lavoro di traduzione del Vecchio Testamento ha dato un grande 'contributo . I salesiani in Giappone nella dif- 9 Tokyo • Nel "Rione delle Tenere Foglie" sorge, in un angolo verde e quieto, la palazzina a quattro piani della Editrice Don Bosco Il Rettor Maggiore Don Luigi Ricceri visita la "Don Bosco Sha" e si compiace del lavoro compiuto con l'ispettore Don Dell'Angela (alla sua sinistra) e con Don Barbaro (alla sua destra) fusione della stampa sono in prima linea, perchè hanno raccolto con entusiasmo l'eredità di Don Bosco . È troppo bello, e troppo lusinghiero questo campo per poterlo abbandonare ; bisogna a ogni costo fare di più e in più larga scala perchè Cristo sia conosciuto da questo grande popolo giapponese . Guardando alle seguenti statistiche possiamo comprendere quanto cammino abbia ancora da percorrere la stampa cattolica e quanto i mezzi di comunicazione siano importanti nel campo della evangelizzazione . Il quotidiano Asahi Shinbun ha una tiratura di 4 .919 .281 copie ; il Seikyò Shinbun, organo ufficiale della setta buddista Soka Gakkai, esce in 3 .600 .000 esemplari ; l'organo ufficiale del partito comunista giapponese, Aka Hata (Bandiera Rossa), è pubblicato in goo .ooo esemplari, mentre il giornale cattolico Katorikku Shinbun, organo ufficiale della Chiesa cattolica, ha solo 16 .500 copie settimanali . Ogni famiglia giapponese è abbonata a uno o due quotidiani ; c'è un apparecchio radio per ogni 5 persone e un televisore per ogni 6 persone . Un giapponese in media impiega ogni giorno 32 minuti per la lettura di libri e riviste, 36 minuti per il giornale, 32 minuti per la radio e 2 ore e 18 minuti,per la televisione . Il Rettor Maggiore . dei salesiani don Luigi_Ricceri, nella sua recente visita in Giappone, durante il ricevimento dato in suo onore nella sede della « Don Bosco Sha », ebbe parole di plauso e di incoraggiamento per lo staff dell'editrice, ripetendo : « Sempre più e sempre meglio» . Bisogna a ogni costo predicare Cristo in tutti i modi, soprattutto modernamente attraverso i mezzi della comunicazione, perchè in Giappone Cristo è conosciuto, sì, ma troppo poco e troppo superficialmente . La conversione di questo gran popolo dipende dallo sforzo che faranno i cattolici per presentare il vero volto di Cristo attraverso la loro fede profondamente vissuta e attraverso le opere di carità ; ma non va dimenticato che bisogna usare largamente dei mezzi che la tecnica moderna ci dà, quali la stampa, il cinema, la radio e la televisione . I salesiani, nel loro piccolo, continueranno a lavorare con entusiasmo nel campo della stampa, perchè sanno che il buon libro è come il seme di quella pianticella erbacea che i Giapponesi chiamano tampopo, cioè il dente-di-leone che, posandosi sulle ali del vento, va a portare una nuova vita anche nei luoghi più remoti e impervi . DON GIOVANNI MANTEGAZZA, salesiano Il 10 maggio 1968 moriva l'ultimo ex allievo astigiano di Don Bosco . Si chiamava Chiuminatti e aveva l'invidiabile età di 93 anni . Non si era mai scordato di Don Bosco . Perchè? Aveva incontrato in Don Bosco un prete che si era mostrato attento e comprensivo verso di lui fanciullo . Da quel tempo gravitò sempre verso Don Bosco con una riconoscenza illimitata . Era stato messo in collegio a Valdocco ; i primi giorni della sua permanenza gli stagnava sull'anima una nebbiolina sottile che gli pungeva il cuore : la malinconia . Don Bosco, che possedeva in sommo grado la dolce virtù dell'attenzione, lo vide e se ne accorse . Lo avvicinò in tempo di ricreazione, s'informò del suo nome, del suo paese di provenienza, della sua famiglia. A un tratto gli chiese : - Perchè hai quel velo di pianto negli occhi? E il ragazzo subito con franchezza, comprendendo d'istinto che quella era proprio la persona che poteva sollevargli l'animo e allietargli la giornata, rispose : - Perchè non conosco nessuno . - E dimmi : cosa desideri che io ti possa dare ? - Una palla . Il giorno dopo, Chiuminatti ebbe la palla, dono di Don Bosco . Gli svanì ogni melanconia ; si fece degli amici, mise in piedi una squadretta tra i compagni e dopo lunghi allenamenti riuscì a sconfiggere l'imbattibile squadra del suo superiore nel gioco di palla a pugno . Che cosa bisogna possedere per poter aiutare le persone che si trovano in difficoltà? L'arte dell'attenzione . « L'attenzione - è stato detto - è analoga al genio : è il fiore della carità» . Dite ai ragazzi che in ogni persona è radicato il desiderio di suscitare l'interesse altrui . Il non riuscirvi provoca in molti un'insopportabile sofferenza psichica . Ogni persona, a suo modo, lancia di tanto in tanto un percepibile segnale di allarme, quasi un grido disperato : « Ho bisogno della vostra attenzione» . Come insegnare ai ragazzi la dolce virtù dell'attenzione? L'attenzione è una delle principali manifestazioni di rispetto e di carità che noi dobbiamo al prossimo . Essa è come una preghiera rivolta agli altri . Fare attenzione a qualcuno è come un giudicarlo degno di fermare e di fissare la nostra anima, fosse anche solo per un istante . Vuoi :dire entrare in comunione col prossimo e - dargli la fierezza di esistere . Ognuno si sente innalzato su di un piedestallo quando si vede trattato con attenzione . La liturgia dell'attenzione richiede un tirocinio di quattro punti : 1 . Insegnate ai ragazzi ad ascoltare . Per dare veramente la propria attenzione agli altri è necessario impegnarsi con il cuore e con la mente a concentrare sugli altri tutto il proprio interessamento . Per comprendere gli altri, occorre impegnarsi ad ascoltarli . 2 . Insegnate ai ragazzi a vincere il proprio egoismo . È istintivo rivolgere la propria attenzione a se stessi . Il proprio io che pure è assetatissimo di attenzioni, deve rinunciare a tenere il ruolo di protagonista ; deve ,jirarsi in disparte . È un fatto che la capacità di annullarsi per gli altri esiste più spesso nelle persone equilibrate che in quelle insicure . 3 . Insegnate ai ragazzi a essere pazienti . Per dare agli altri la propria attenzione bisogna saper aspettare . La pazienza è un prolungamento di amore . L'impaziente non è mai attento agli altri ; non riesce a comprendere le difficoltà in cui si dibatte l'altra persona . 4 . Insegnate ai ragazzi a mostrare un sincero interesse . E inutile dare o far finta di dare la propria attenzione a una persona se non si è disposti a condividere le sue sofferenze e i suoi problemi . Occorre mostrare un interesse sincero agli altri ; e gli altri devono accorgersene, altrimenti non si sentono compfesi . La cosa più meravigliosa è che appena una persona infelice o in difficoltà sente che qualcuno si interessa di lei, generalmente comincia a sua volta anche lei a interessarsi agli altri . E come una reazione a catena . Amore genera amore : ecco il più stupendo prodigio dell'attenzione. Si capisce allora perchè l'attenzione sia analoga al genio : al pari del genio, crea . repubblica di Costa Rica allarga, su una superficie L aequivalente all'incirca a quella del Piemonte e della Lombardia, una popolazione inferiore a quella di Torino . È un paese in via di sviluppo, che attinge le sue risorse dai legnami pregiati delle foreste (si estendono per oltre la metà del territorio nazionale) e soprattutto dalla coltivazione del caffè e delle banane, il cui prodotto viene assorbito quasi per intiero dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti . I figli e le figlie di Don Bosco lavorano in Costa Rica con opere varie, che si prefiggono l'elevazionè materiale e morale della popolazione . Vogliamo presentarne una, diretta dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, che merita particolare attenzione, perchè sembra sfidare ogni calcolo umano e trascendere ogni spiegazione puramente razionale . Si tratta del Centro Sociale Maria Ausiliatrice . Il campo di lavoro A chi si rivolge il Centro ? È presto detto : a tutti coloro, di ogni età e sesso, che vi ricorrono per aiuti sia materiali che spirituali . I primi, più numerosi e prediletti, sono naturalmente i ragazzi . Ogni domenica accorrono a frotte da ogni punto della città non meno di quattro-cinquemila ragazzi e ragazze in i8 centri periferici, per una giornata di svaghi, di allegria e di educazione cristiana . Tra di essi, suore, allieve ed exallieve si prodigano per organizzare giochi, passeggiate, divertimenti, e per insegnare i princìpi basilari della fede e della vita cristiana . Ma lo spettacolo più bello si ripete ogni anno il 28 dicembre, festa dei Santi Innocenti . Una lunga teoria di altri piccoli innocenti, cioè di bambini poveri dai due anni in giù, proprio come quelli di Betlemme, ma cento volte più numerosi (arrivano infatti fino a 2000), si presentano in braccio alle loro mamme per ricevere il dono dell'amore : vestiti e giocattoli . Gli indumenti sono il dono più ricercato . Con quelli che vengono donati ad altre categorie di persone, e di cui diremo dopo, si aggiunge ogni anno la cifra di 13 .000 capi di vestiario . Chi provvede tanto ben di Dio? Le Cooperatrici e le Exallieve, che di loro mano tagliano e confezionano tutta la biancheria . I più grandicelli sono premiati a Natale con indumenti, coperte, giocattoli . E gli adulti? Anch'essi hanno bisogno di aiuto . Molte povere donne non hanno neanche il necessario per sfamarsi, e il Centro distribuisce loro tutto quello che riceve ogni giorno in viveri . A quelle poi che si distinguono per puntualità e assiduità alle lezioni di catechismo, per diligenza e proprietà nei lavori domestici, si dànno in premio indumenti o utensili per la casa . Ma la carità non è soltanto di pane . Ci sono mamme che non sanno nè leggere nè scrivere, e si sentono perciò in condizione di inferiorità rispetto ai figli che frequentano le scuole . Il Centro ha pensato anche a loro, e con il generoso e disinteressato aiuto di Cooperatrici ed Exallieve, ha istituito corsi per analfabeti . Nel 1967 furono una sessantina quelle che impararono a leggere e a scrivere, e alcune avevano passato i 7o anni! Quelle brave donne vollero dimostrare la loro riconoscenza prestandosi per la pulizia della casa . Prime comunioni e matrimoni Non è raro il caso di incontrare adulti che non hanno 12 ancora fatto la prima Comunione, o che si trovano in si- tuazione coniugale irregolare . A questi le suore del Centro dedicano le cure più affettuose, e li preparano a ricevere con fede e amore i Sacramenti dell'Eucarestia e del Matrimonio . Ogni anno, l'8 dicembre, festa dell'Immacolata, piccoli e grandi vivono il loro primo incontro con Gesù Eucaristico . La gioia dello spirito è accresciuta dai doni che i più poveri ricevono con generosità : indumenti, libri di pietà, rosari, e dolci per tutti . Alle coppie che, dopo adeguata preparazione, regolarizzano la loro unione, si regalano indumenti, viveri, l'anello nuziale, e perfino le arre o monetine che lo sposo deve offrire alla sposa come caparra . Quando poi la famiglia è allietata dalla nascita di una nuova creatura, si dona un corredino completo per il neonato, compreso l'abito per il battesimo . Ma, si sa, non è facile perseverare, anche se si è cominciato bene . Le suore non perdono di vista queste anime, e ogni mese, in occasione del primo venerdì o del primo sabato, offrono la possibilità di rinnovare gli impegni di vita cristiana . In una di queste occasioni, il Centro osò invitare due Arcivescovi : mons . Carlo Rodríguez Quiros di Costa Rica perchè tenesse un discorsino, e mons . Giuseppe Turcios y Barraona di Honduras per la santa Messa . Accettarono entrambi con gioia ; e mons . Rodríguez, congratulandosi con i 4oo e più poveri presenti, disse amabilmente : « Mai si sono trovati insieme due arcivescovi per la stessa funzione religiosa . . . ma qui siamo uniti nel servizio dei poveri! » . La perseveranza nel bene si può dire assicurata per coloro che riescono a fare ogni anno qualche giorno di ritiro, i cosiddetti « Esercizi spirituali » . Il Centro si è dato premura di organizzarli, in forma OPERE SOCIALI DELLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE IN COSTARICA completamente gratuita, per le più diverse categorie di persone . I frutti conseguiti incoraggiano a incrementare sempre più questa provvidenziale iniziativa . Il dispensario « Maria Ausiliatrice » Lo sviluppo del Centro ha indubbiamente qualcosa di prodigioso . L'8 dicembre 1966 l'arcivescovo mons . Carlo Rodríguez benedisse la prima pietra di una costruzione a tre piani destinata a dispensario per i poveri più poveri della Nazione . Sei mesi dopo tornava per benedire l'edificio quasi ultimato che comprende sei ambulatori medici, più uno per i Raggi X, un laboratorio, un ambulatorio dentistico, oftalmico, e anche un consultorio giuridico . Dove si trovarono i fondi necessari ? Rispondono le suore del Centro : « È tutta opera della Madonna : Essa la volle e la realizzò! » . Un solo particolare . L'organo della cappella è un dono di un nicaraguense, sig . Angelo Bonilla . Era affetto da un cancro alla testa . I migliori specialisti di San José non gli avevano dato più di due giorni di vita . Al consulto mancava però la Madonna, che invocata con fiducia ottenne la grazia di una completa guarigione . Ora l'organo canterà ogni giorno a Dio la riconoscenza del miracolato . E chi provvederà le medicine per tanti ammalati poverissimi? Rispondono ancora le suore : «A questo non pensiamo neppure . La Madonna si incaricherà Lei di tutto . Abbiamo fede cieca nella promessa del Signore : "Cercate prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia, e tutto il resto vi sarà dato in soprappiù" . Lo stesso Arcivescovo ci ha assicurato che la Provvidenza non ci sarebbe mai mancata » . Il funzionamento del Dispensario è una commovente testimonianza del più autentico cristianesimo . « Le cure mediche e il servizio legale - ci dicono le suore - è prestato gratuitamente da medici e avvocati che si sono offerti spontaneamente . Infermiere sono le loro stesse spose, insieme con varie Religiose di diverse comunità . È dunque un'opera nella quale tutti, formando un cuor solo e un'anima sola come i primi cristiani, praticano ininterrottamente la carità verso coloro che rappresentano al vivo Gesù . Che spettacolo vedere giungere insieme con i dottori le loro spose che, mentre i loro mariti stanno visitando, fungono da infermiere, praticando così il desiderio del Signore : « Il più grande tra voi sia come il più piccolo, e chi presiede come colui che serve »! Le `animatrici del centro Ma quante sono le Figlie di Maria Ausiliatrice che dirigono un'opera così vasta e complessa ? La risposta è sbalorditiva : inizialmente due, da qualche tempo tre . Esse sono le prime a riconoscere che questo è un vero e grande miracolo che due o tre suore soltanto, con tutti i loro limiti, possano attendere con serenità ed efficacia a un'opera così colossale . E ne dànno anche la ragione : « Non dobbiamo bastare da sole . Dobbiamo aver bisogno dell'aiuto dei laici . Così ha sempre voluto Don Bosco che ha fondato i Cooperatori a questo fine, e così vuole ufficialmente oggi la Chiesa del Concilio . Ed ecco che al momento giusto la Madonna ci manda persone generose che chiedono come un onore di poter lavorare a vantaggio dei poveri della Sua casa . Con il loro aiuto 13 l'opera va avanti, anzi . . . crescerà ancora, perchè vi dobbiamo dire in confidenza che accarezziamo un altro bellissimo sogno : costruire un Asilo e Scuole elementari per bambini poveri, Scuole di economia domestica per le ragazze povere . Vorremmo che la nostra opera fosse come l'arca della salvezza per tanta gioventù bisognosa, vorremmo moltiplicare la gioia di offrire ad essa, con l'aiuto della Madonna, il soccorso più completo per il corpo e per l'anima . . . » . Ma la ragione più profonda di questo prodigio sta nella fede e nell'amore che queste donne generose nutrono per Dio e per Maria Santissima . Esse hanno preso alla lettera l'invito di Don Bosco : «Propagate la devozione a Gesù Sacramentato e a Maria Ausiliatrice, e vedrete che cosa sono i miracoli» . Così, chiunque venga alla Casa della Madonna per qualsiasi necessità, viene prima di tutto invitato a:" riporre tutta la sua fiducia nella Divina Provvidenza, a rivolgersi con amore a Gesù Eucaristico e a Maria Santissima . Ed ecco che i favori non si fanno aspettare e gli aiuti giungono in proporzione delle necessità . Una «Valdocco » centro-americana Prima della distribuzione dei viveri, si distribuisce il pane della Parola di Dio, adattandola alla loro mentalità e ai loro bisogni spirituali Ed ora la distribuzione del «ben di Dio», resa possibile dai generosi che si rendono strumenti della Provvidenza per i fratelli bisognosi Questo è lo scopo principale che si propone il Centro : diffondere la fede e l'amore a Gesù e a Maria Ausiliatrice . Non solo il primo sabato del mese, come si è detto, ma ogni sabato è occasione per invitare la popolazione a onorare Maria con la santa Messa e la santa Comunione ; talvolta la folla dei fedeli supera il numero di cinquecento. Ma il giorno più splendido è il 24 maggio, in cui la casa si trasforma in una « Valdocco » centro-americana o, come dicono i Costarricensi, nella Lourdes di Costa Rica . Già la novena vede un succedersi ininterrotto di fedeli, dalle 7 del mattino alle 7 di sera, in continua preghiera . Dall'antivigilia la fila dei devoti non si interrompe più ; i fiori, per adornare l'altare e la strada per la quale sfilerà la processione, arrivano a fasci . Il giorno 24 la casa si riempie di folla che giunge da ogni parte della Repubblica, e anche da altre repubbliche del Centro America, per onorare e ringraziare la Madonna . Fin dalle 4 del mattino i devoti cominciano a festeggiare la loro Regina con le mananitas o canti mattutini, accompagnati dall'orchestrina o dalla banda, e con la recita del santo Rosario . Poi hanno inizio le sante Messe, mentre due sacerdoti si prestano senza tregua per confessare e distribuire la santa Comunione . Verso sera si celebra l'ultima Messa e si dà inizio alla grandiosa processione, che vede sfilare migliaia e migliaia di persone . I ragazzi formano da soli una massa imponente di due o tre mila . Una signora che per la prima volta assisteva a tale spettacolo, fuor di sè per la meraviglia, disse alla Suora : « Ma questo è il Paradiso in terra! Madre, mi permetta di telefonare subito alla mia famiglia perchè venga a vedere questo spettacolo! » . Le generose animatrici del Centro Maria Ausiliatrice non pretendono certo di risolvere da sole il problema sociale dei poveri . Esse sanno bene che la soluzione potrà venire soltanto dall'attuazione coraggiosa delle direttive enunciate dal Papa nella « Populorum progressio » . Ma, come tutte le anime generose, non attendono che altri faccia ; sono le prime a sacrificarsi perchè i poveri abbiano condizioni di vita meno miserabili, e soprattutto perchè coltivino. quella fede che è indispensabile perchè il futuro auspicato « benessere » non si tramuti in un irreparabile danno per le anime . NEL MONDO SALESIANO Il tempio di Maria Ausiliatrice in San Salvador Nel 1914 un santo sacerdote della città di San Salvador (EI Salvador, C . A .) lasciava per testamento di costruire una cappella a San Michele Arcangelo nel "Barrio S . Miguelito" . Ma per varie difficoltà, che oggi appaiono provvidenziali, non si fece nulla fino al 1942, quando i salesiani vi costruirono lo studentato teologico "Don Rua". Nel 1945 don Ambrogio Rossi seppe suscitare l'entusiasmo generale per la costruzione « non di una cappella, ma di un grandioso tempio a Maria Ausiliatrice» . Oggi il Santuario di Maria Ausiliatrice in San Salvador è una realtà ed è considerato tra i Santuari più grandi e belli dell'America Latina . Sotto l'aspetto architettonico il tempio è un complesso armonico e funzionale . Ha la capacità di 2000 persone ed è sormontato da una grandiosa cupola, sulla quale domina una statua di Maria Ausiliatrice alta m . 5,50 . Le vetrate della cupola, eseguite a Zaragoza (Spagna), rappresentano i titoli principali con i quali la Vergine è onorata nel mondo . Un'altra serie di vetrate eseguite a Firenze circonda la parte superiore del tempio e rappresenta le litanie del Sacro Cuore e della Vergine . Nella parte inferiore una terza serie di venti vetrate istoriano la devozione di Maria Ausiliatrice . Sull'altare maggiore domina una riproduzione fedele del quadro della Basilica di Torino . Anche i salesiani di San Salvador, come Don Bosco, possono ripetere : « La Vergine si è costruita la casa : ogni pietra di questa chiesa è una grazia di Maria Ausiliatrice». E, cosa interessante, la chiesa fu costruita con i soldini della povera gente. Don Rossi seppe destare tra di essi tanto interesse che, dove per 30 anni non si era riusciti a costruire un'umile cappella, si potè erigere un tempio che figurerebbe bene nei paesi più ricchi . Ma nello sforzo spontaneo e generoso che la gente compiva per erigere alla Vergine una casa degna, andava facendosi sempre più cristiana . L'aveva previsto don Rossi, che soleva ripetere : « La costruzione del monumento di pietre è indispensabile se vogliamo costruire il monumento di anime. Il tempio esterno non sarà che un simbolo di un popolo divenuto più cristiano ». Oggi attorno al tempio di Maria Ausiliatrice ferve tutto un complesso di opere religiose e caritative. Ecco le principali : una fiorente parrocchia, una casa di assistenza dove un minimo di 300 poveri ricevono un pasto al giorno ; una scuola parrocchiale di 400 allievi ; il collegio Maria Ausiliatrice con 900 alunne ; l'oratorio con 500 ragazzi e giovani ; il movìmento Famiglia Cristiana, il Centro di alfabetizzazione ecc. Si è così realizzato ancora una volta, per la fede dei suoi figli, il pensiero di Don Bosco : quando si tratta del culto di Dio e della sua Santissima Madre, nessuna economia : Dio è buon pagatore . NEL MONDO SALESIANO Frattocchie (Roma) 111 Convegno Gruppi Giovanili Cooperatori Salesiani dell'Ispettoria Romana Il convegno si è svolto a Villa Oasi (Frattocchie), in una meravigliosa giornata di sole . Si è aperto con la presentazione dei Gruppi giovanili partecipanti, quindi si è dato il via alle relazioni, che furono tenute da giovani Cooperatori, il che ha costituito la nota viva del convegno . Maurizio Armisi ha trattato il problema del Terzo Mondo e ha posto l'accento sull'importanza di sensibilizzare al problema . Tra le molte attività svolte : la mostra missionaria, la raccolta di medicinali, l'introduzione nei vari Centri di una rivista missionaria . Tra le proposte per il prossimo anno, una ""Operazione Carta' e una serie di spettacoli realizzati dalla Equipe 24, a beneficio delle Missioni . È seguita la relazione di Giuseppe Sbardella del Centro "Fides" sull'argomento della responsabilizzazione . Dopo la relazione di Enzo Del Monaco circa il "Foglio di Collegamento", Emilio Mainini ha riferito sulla utilità dei soggiorni formativi : quello dell'anno scorso a Bormio e quello di quest'anno in Val d'Aosta . L'assemblea si è trovata unanime nel costatare l'effettiva utilità di tali soggiorni, anche per lo scambio di esperienze tra giovani di diverse regioni d'Italia. A questo punto Nadia Pacifici ha tenuto la relazione riguardante l'oratorio organizzato da giovani Cooperatori a Monte Mario. Maria Baranello ha fatto un intervento sulla sua esperienza di presentatrice negli spettacoli organizzati da "Equipe 24", e ha messo in luce il lato positivo e umanitario di tali esperienze . A chiusura delle relazioni Claudio De Cet ha parlato del Convegno sulla contestazione universitaria, tenutosi alla "Pro Civitate Christiana" di Assisi . La signorina Anna Fontanella ha trattato della Messa dei giovani, rilevandone lo scopo di renderne più interessante e più viva la partecipazione . II convegno si è chiuso con la presentazione di un documentario realizzato da Armisi sui Centri giovanili Cooperatori salesiani del Lazio . 16 L'incontro, a cui erano presenti ben 90 persone, si è svolto nel clima di familiarità e di spensieratezza propria dei giovani, ma con serietà d'intenti e concretezza di ideali . NEL MONDO SALESIANO Pellegrinaggio Nazionale Salesiano a Fatima nel 750 dell'arrivo dei Salesiani in Portogallo II 160 Pellegrinaggio della Famiglia salesiana del Portogallo a Fatima ha assunto quest'anno un aspetto particolarmente solenne per la ricorrenza del 750 dei Salesiani nel Portogallo . Il 31 maggio e il 1 o giugno 5 mila pellegrini - cooperatori, exallievi, allievi e amici dell'Opera di Don Bosco - si sono riversati nella Cova da Iria per ringraziare la Madonna dei benefici ricevuti in questi 75 anni, per pregare per il Papa, per l'Episcopato portoghese, per la pace nel mondo, per la santificazione dei membri delle tre Famiglie Salesiane, e per promettere alla Vergine di Fatima fedeltà al magistero della Chiesa e allo spirito di Don Bosco . La manifestazione fu presieduta dal Vescovo della Diocesi, mons . Giovanni Pereira Venancio. Ne//a foto : la Cooperatrice Dr. Elena Teixeira illustra l'applicazione del sistema preventivo di Don Bosco nella famiglia . La radio nazionale portoghese ha trasmesso « Ragazzi del Cielo » «Ragazzi del Cielo» narra la vita di Domenico Savio, di Magone Michele e - di altri alunni di Don Bosco e ne illustra il metodo educativo . Sono 18 episodi di 20 minuti ciascuno, che furono trasmessi settimanalmente dalla Radio Nazionale a tutto il Paese . Sono stati scritti e incisi da una Cooperatrice salesiana non nuova a lavori del genere . Un suo primo lavoro sulla vita salesiana, dal titolo "L'apostolo della gioventù", andò in onda due anni fa, e ricevette il premio "Ondas" da parte della Radio di Barcellona . In « Ragazzi del Cielo» hanno lavorato attori di fama nazionale e alunni delle "Oficinas de S . José" di Lisbona, iniziati dalla stessa autrice all'arte teatrale e alla vita artistica . Ne//a foto : un momento della radiotrasmissione di «Ragazzi del Cielo» . Michele Magone (a sinistra di chi guarda) in dialogo con un compagno . Dhekiajuli (Assam - India) Come è sorta la nuova chiesa di Maria Ausiliatrice Dhekiajuli, a 45 chilometri da Tezpur, è un .centro missionario con una scuola frequentata da 420 ragazzi, un collegio con 160 interni e 54 villaggi da visitare con 8000 cristiani . La costruzione della nuova chiesa è costata gravi sacrifici, primo fra tutti quello di don Boscardin, che a mezzogiorno avanzava metà del suo pranzo per non spendere per la cena . Sul suo esempio i cristiani si tassarono un tanto di riso per famiglia e tutti prestarono gratis alcuni giorni dì lavoro . Le offerte dei benefattori e dei Superiori di Torino hanno completato l'opera . La bella chiesa di Maria Ausiliatrice è stata benedetta da mons . Marengo, vescovo di Tezpur . NEL MONDO SALESIANO Porto Velho (Brasile) • Decorato il Padre « che non si lamenta mai di nulla fuorchè, del peccato » Don Francesco Pucci, figura popolarissima conosciuta sotto il nome di "Padre Schichigno" (Ceschino), oggi rappresenta una delle reliquie più care che possiede Porto Velho . Gli abitanti della regione del Río Madeira lo conoscono come « il padre che non si lamenta mai di nulla fuorchè del peccato », La sua vita di sacrifici, di lotte intense nell'interno dell'immensa regione, tutta dedicata alla pacificazione dei selvicoli e all'assistenza religiosa dei "seringueiros" (estrattori di gomma), ha fatto sì che la Società dei proprietari delle tenute gommifere regionali, come segno di gratitudine, indicasse il nome di Padre Pucci per essere decorato con la "Medaglia al Merito Maresciallo Rondon" . Questa onorificenza è concessa alle persone più benemerite della regione in una grandiosa cerimonia cittadina a Porto Velho, con la partecipazione di tutte le forze armate regionali e delle autorità civili ed ecclesiastiche . Quest'anno per i salesiani di Porto Velho ha segnato qualcosa di più : ha indicato il pieno accordo che regna tra le autorità civili • militari e la Chiesa, il cui lavoro evangelico • sociale oggi è pienamente riconosciuto . Verona • 11 Laboratorio « Mamma Margherita » lavora da dieci anni 18 « Un gruppo di Cooperatrici salesiane, animate da don Nereo Gilardi, ha dato vita a un laboratorio intitolato alla Mamma di Don Bosco, Margherita . Dapprima furono solo in cinque, capeggiate dalla signora Carletti e dalla signorina Avesani ; poi lo sparuto gruppetto crebbe • oggi, a dieci anni di distanza, ha raggiunto il numero di cinquanta aderenti . È facile immaginare quali difficoltà si siano dovute superare : dalla mancanza di macchine da cucire alla estrema carenza di fondi e di materiale . »Poi una macchina da cucire avuta in prestito e una colletta che permise il primo acquisto di pezze di lino, diedero il via alla benefica opera . . . Oggi le macchine da cucire sono tre e due di esse sono state acquistate risparmiando il centesimo . Da questa industriosità nascono paramenti sacri e indumenti, che vanno a rasserenare le chiese povere e i poveri della diocesi • delle missioni, e altra contropartita non è richiesta che non sia la gioia di donare a chi non ha» (da — Il Gazzettino") . LA MAMMA DEL "GRANDE SPIRITO" Un intero villaggio bororo difese la sua « Madre Maria » . Mi misi allora a ricercare il motivo di una così diffusa e filiale devozione alla Madonna presso i Bororo . La trovai scivo un giorno assai impressionato da una capanna bororo, dove avevo ascoltato i lamenti di una donna in fin di vita . Non erano i soliti gemiti di dolore o l'ansia della morte imminente, ma espressioni toccanti di rammarico «per il ritardo della Madonna nel venire a prenderla e portarla nella casa del Padre Grande » . Mi stupiva che una povera india fosse capace di tanta forza d'animo ed elevatezza di fede . Nell'accomiatarmi avevo promesso alla moribonda che «la Madonna sarebbe arrivata facilmente il giorno seguente, sacro alla commemorazione mensile di Maria Ausiliatrice » . La sua risposta fu un sorriso pieno di speranza . E l'indomani il suo desiderio fu esaudito . U L'impressione di questo fatto, accaduto nel lontano 1915, rimase sempre viva nella mia mente . La profonda devozione verso la Madonna di quella povera india era solo frutto della grazia di Dio o presupponeva anche una spiegazione umana? L'interrogativo mi veniva riproposto da altri episodi simili, assai significativi . Una sera del 1935, durante la visita a un villaggio bororo sulle sponde del rio Vermelho, mi trovavo sulla veranda di una casetta di legno, a poca distanza dalle capanne, indigene . Mi teneva compagnia un ragazzo bororo. « Sa di chi è questa casa in cui ci troviamo? » mi chiese . 19 « No » risposi . « È di un protestante, che vuole insegnarci la sua religione . Non piace a nessuno perchè parla con poco rispetto della Madonna, anzi è giunto al punto di esortarci a buttar via la medaglia, che portiamo al collo, perchè è una immagine del diavolo . Ma una donna si è fatta avanti a nome di tutti e, mostrando la medaglia, gli ha detto forte : « Questa è Pagge Maria, diavolo sei tu! Se continui a parlare male della Madonna, saremo noi a buttar via te . Hai capito? » . Questa volta era il caso di un intero villaggio che difendeva la sua « Madre Maria » . Le tradizioni Bororo e don Balzola Mi sentii maggiormente animato a continuare le ricerche sulle tradizioni e leggende dei bororo, tenute fino allora sotto sigillo . Per fortuna la barriera di diffidenza che ancora perdurava tra i Bororo e i missionari, andava diminuendo e non mi fu difficile trovare alcuni anziani qualificati che accettarono di farmi partecipe dei più gelosi segreti della tribù . Questa provvidenziale apertura d'animo mi permise di trovare la spiegazione, da tempo cercata, della filiale e diffusa devozione alla Madonna e della benevola accoglienza che in generale aveva ottenuto presso i Bororo la catechesi cristiana . La loro tradizione ammetteva un Essere Supremo, chiamato « Padre degli Spiriti », e ne faceva oggetto di un lungo ciclo di leggende . 20 Questo Essere misterioso aveva fatto la . sua comparsa nella tribù sotto le sembianze di un uomo adulto, pieno di autorità e con potere che dimostrava con opere straordinarie, perfino con la resurrezione dei `morti e anche di se stesso . Disgraziatamente non era esente da scorrettezze e gravi pecche, per cui gli stessi Bororo lo rispedirono a forza in cielo . Accanto a questo « Padre degli Spiriti », la leggenda pone anche una « Madre degli Spiriti », la quale però non esercita alcuna influenza sulla tribù . Sembra una « madre fantasma » . Idee religiose primordiali, senza dubbio, ma che offrono la possibilità di introdurne altre più nobili, senza forti contrasti o perturbamenti . I primi missionari salesiani, che evangelizzarono i Bororo sotto la guida di don Balzola, non conoscevano queste tradizioni religiose . Eppure don Balzola, con la sua catechesi semplice e paterna, insegnò le verità essenziali del cristianesimo con termini così adatti alla mentalità bororo da sembrare ispirato dall'alto . Egli senza saperlo modificò leggermente le espressioni tradizionali dando loro un significato cristiano . Così insegnò a chiamare Dio con il nome di « Papà Grande » e la Madonna con quello di « Mamma del Grande Spirito », termini che corrispondono a quelli della leggenda ed erano allora assolutamente ignorati dai missionari . Ed è interessante notare come al nome di « Mamma del Grande Spirito » egli aggiunse poi : « Gesù e Mamma nostra » (l'espressione completa è : « Madre del Grande Spirito Gesù e Madre nostra ») . Aggiunta felicissima che conquistò i Bororo : la Madre del Cielo, a cui prima guardavano come a un « fantasma » lontano e impotente, divenne vicina e premurosa come una vera madre . Pagge Maria e i figli della foresta Un linguaggio universale, il primo tra i mezzi espressivi, che anche i bambini Bororo imparano prontamente (a sinistra) Mato Grosso (Brasile) Missione Salesiana tra Bororo e Xavante . Ragazzi di varie razze (i capelloni sono Xavante) ascoltano interessati un racconto del missionario Don Giaccaria Nel linguaggio dei missionari i Bororo avevano trovato i nomi che maggiormente li impressionavano e commovevano . La Provvidenza si era servita anche di questo mezzo per attirare a sè questi indomiti figli della foresta, felici di aver scoperto una Madre misericordiosa, che tanto volentieri posero al posto della «madre fantasma» e che incorporarono nella tribù col bel nome di Pagge Maria (nostra Madre Maria) . Essa è madre specialmente per chi è sulle soglie di un'altra vita, in cui i Bororo credono fermamente ma che la loro tradizione presentava squallida, priva di ogni luce di amore e di felicità . Fu don Balzola che per primo fece loro conoscere la Madre che consola i suoi figli nell'ora suprema, e si servì di un grande quadro di Maria Ausiliatrice, davanti al quale i fieri Bororo chinarono il capo e iniziarono la loro profonda trasformazione interiore . I figli della foresta adesso sanno che al termine della vita li attende Pagge Maria per introdurli nella casa del « Padre Grande » e di quell'altro « Grande Spirito Gesù », che l'Ausiliatrice stringe al suo cuore . DON CESARE ALBISETTI, missionario salesiano UNA NUOVA PUBBLICAZIONE SALESIANA che interessa particolarmente i membri e gli amici delle tre Famiglie di Don Bosco . È il DIZIONARIO BIOGRAFICO DEI SALESIANI volume di 480 paginé, formato grande (20 x 30), legato in linson, con sopraccoperta a colori . Contiene 680 nomi dei più noti Salesiani dalle origini al 1968 ; 137 clichés di Salesiani ; 11 fotografie storiche, 140 pagine di illustrazioni fuori testo delle attività salesiane nel mondo, con le statistiche del 1968 . Il volume è offerto al prezzo speciale di L . 2600, direttamente alle Case dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice e ai Cooperatori salesiani . Farne richiesta a : Ufficio Stampa Salesiano - Via Maria Ausiliatrice, 32 - 10100 Torino L . 2600 + L . 150 per spedizione raccomandata . 21 Per 15 anni don Domenico Curto aveva lavorato fra le tribù Garos dell'Assam, insegnando loro a lavorare la terra, ad amare Dio e a volersi bene . Ora in un momento difficile per i missionari stranieri in Assam, ha dovuto abbandonare questi suoi figli di adozione. Un distacco doloroso : don Curto è fuggito dalla missione alle quattro del mattino, di nascosto, per non 22 vederli piangere . ROS Don Curto, vuole descrivere Damra, la sua missione in Assam, e dire come si presenta oggi? Nel centro di Damra ora c'è una scuola media superiore per i ragazzi e un'altra per le ragazze, un complesso ' per 650 studenti . C'è anche una scuola elementare di 120 alunni . I fabbricati sono in muratura, un lusso da quelle parti . Poi c'è un bungalow per le suore, con un dispensario medico e un reparto per accogliere i malati che non sono in grado di tornare a casa . Poi nove casette per i maestri elementari (una volta essi non erano cattolici, ora otto sono già battezzati) . Ho lasciato pure otto chiese in muratura nei diversi centri, e 14 .500 cristiani . La missione è organizzata in dodici centri . Il capo supremo dei centri è un catechista di nome Probìtro Momin, il migliore, che potrebbe essere fatto diacono perchè per pietà, intelligenza e spirito d'apostolato ne ha tutte le qualità. Ognuno dei dodici centri ha il suo catechista, che gira regolarmente fra i venti o trenta villaggi a lui affidati . Ogni centro è retto da un comitato che decide per i problemi religiosi, economici e scolastici . La vera ricchezza che ho lasciato a Damra sono questi catechisti . Da alcuni anni io non potevo più visitare i centri perché ero troppo solo, ma i catechisti andavano a due a due, proprio come comandò Gesù, a predicare . Si fermavano in ogni villaggio da sette a quindici giorni, tenendo veri corsi di istruzione religiosa intensiva . Cooperano tutti insieme La mia missione aveva avuto molti aiuti economici dal giornale « La Stampa » di Torino e dalla Diocesi III di Ivrea, alla quale è dedicato un villaggio che si chiama "Ivrea Girì" . Se lo meritano . L'anno scorso erano venuti il Vescovo e il Sindaco di Ivrea, con altri benefattori, e avevano costatato il buon uso che si era fatto dei loro aiuti . Ciascun centro ha in mano una somma che si aggira sui tre-cinque milioni di lire, da trafficare . Il comitato di ciascun centro li amministra prestandoli ai Garos più intraprendenti, che vogliano comperare una risaia o un paio di buoi, • mettere su una botteguccia ; ma quel denaro dev'essere restituito perchè possa servire ad altri . Infatti non servirebbe continuare a fare la carità tutti gli anni ; si farebbe di loro solo dei mendicanti, degli straccioni . Il denaro restituito, invece, continua a ruotare a loro beneficio . Ho anche fabbricato in ogni centro un silos per il riso . In dicembre • gennaio, quando il riso è a buon prezzo, il comitato ne acquista una buona scorta, da 200 a 500 sacchi, • lo immagazzina nei silos . Quando il prezzo del riso sale, le scorte vengono messe in vendita a un prezzo molto inferiore a quello del mercato, o prestato a un minimo di interesse. Era necessario fare ciò, per liberare quella povera gente dallo strozzinaggio degli usurai che richiedevano la restituzione del triplo . I piccoli guadagni fatti dal centro vanno a vantaggio di tutti, perché con quei soldi si costruiscono opere di utilità generale . La missione ha acquistato anche delle risaie che i Garos coltivano tenendo per sé metà del riso . La metà che tocca alla missione serve per pagare nuove scuole, le chiese • le opere di pubblica utilità . A poco a poco i Garos hanno imparato a conoscere la civiltà, non solo nei suoi aspetti esteriori come case scuole e strade, ma soprattutto nel costituirsi di gruppi che superano il loro egoismo individuale • cooperano tutti insieme per il bene gli uni degli altri . Questo è cristianesimo. Mi puoi bastonare perchè sei mio padre Questa Damra che lei, don Curto, ha ora lasciato, ha l'aria di un alveare operoso, tutto proteso verso un concreto avvenire . Come era invece la Damra di 15 -anni fa, quando lei vi arrivò ? Trovai la missione già incominciata, una residenza molto povera, la prima chiesa in muratura, e tremila cattolici . Ancora nessuna scuola secondaria . La gente era molto povera . Il venti per cento erano lebbrosi . Ricordo questa barbara usanza diffusa in mezzo ai Garos : quando un Garo lebbroso era in stadio di malattia molto avanzato, gli altri lo ubriacavano con un liquore di riso, lo conducevano in una capanna isolata in mezzo alla foresta, lo chiudevano dentro, davano fuoco alla capanna • lo facevano morire . Non potevo permettere che continuassero così ; protessi qualche lebbroso assistendolo fino alla morte, e a poco a poco anche gli altri smisero di bruciarli vivi. Ricordo la povertà di quella gente : alcuni morivano di fame . Mancando allora le cooperative che ora li aiutano, erano vittime degli strozzini . Dovevano lavorare un anno intero per pagare i debiti dell'anno precedente, poi contraevano nuovi debiti per acquistare il riso da seminare • mangiare, e così non si tiravano mai fuori . Ricordo famiglie che lavorarono per dieci, quindici anni, per riuscire a pagare i debiti contratti in un'annata andata a male . Noi troviamo tante cose che non 23 vanno in mezzo ai cristiani ; ma bisogna vedere quanto male e quanto egoismo c'è in mezzo ai pagani! Dica, don Curto, con molta schiet- tezza : che cosa rappresentava lei, il missionario, per i Garos cristiani? Alla fine mi trovavo in una situazione particolare : più di metà dei cristiani Garos erano stati battezzati da me, oltre ottomila . Perciò la gente mi considerava come il loro padre, come loro tutto . Nella giungla, chi andava a trovarli? Il vescovo • altri non potevano passare di villaggio in villaggio . Mi dicevano : « Tu sei il nostro vescovo, il nostro padre • tutto quanto » . Un giovanotto ben piantato ne aveva fatta una grossa • io lo sgridai : "Ti bastono!". Mi rispose : « Padre, tu mi puoi bastonare quanto vuoi perchè sei mio padre . Accetterò tutte le bastonate che mi darai » . Avevo dato loro la religione, la grazia di Dio e i mezzi per vivere in questo mondo ; per questo mi consideravano il loro tutto . Credo che solo uno che abbia battezzato possa avere questa autorità così totale su anime e corpi . E per lei, che cosa rappresentavano i suoi cristiani Garos? Ho lavorato quindici anni nella giungla e ho lavorato più che ho potuto per loro . Ho visto gente che dal paganesimo, dall'ignoranza massima e dall'indigenza assoluta a poco a poco sono divenuti un po' uomini : per me erano più che figli . Pensi a un bambino che nell'infanzia abbia fatto soffrire molto i genitori perché era sempre ammalato e lì per morire ; finalmente lo vedono crescere sano ; ne sono tanto contenti e lo amano più degli altri figli . Questa è la mia posizione davanti ai Garos . Quali persone incontrate a Damra ricorda più volentieri? 24 Fra i Garos il mio braccio destro, il capo dei catechisti Probìtro Momin : interpretava tutti i miei desideri e li eseguiva con schiettezza . Mi diceva : « Padre, perchè i missionari non sono venuti qui prima? Io non mi sarei sposato e avrei lavorato tutto e solo per la mia gente ». Non ha figli, e dice : « Il Signore non mi dà figli perchè vuole che io lavori solo per lui » . Ho molta fiducia che il lavoro cominciato fra i Garos vada avanti, e la mia fiducia poggia soprattutto su di lui . Mi ha scritto molte lettere assicurandomi : « Padre, farò tutto il possibile perché qui vada tutto bene, e con frutto » . Negli ultimi anni c'era a Damra una suora meravigliosa, suor Angeles Cosculluvela, spagnola, che i cristiani chiamano "la mamma dei Garos" . Sovente mi sostituiva nei giri per i villaggi, prendendo il mio posto in tutto, eccetto la messa e le confessioni . . . Naturalmente, c'è padre Martino Calligaris, che vive e lavora con me da 33 anni . Ora fa anche la mia parte fra i Garos . Le cortesi bestie feroci Lei ha la scorza dura del missionario di prima linea, abituato alla lotta . Ci dica : non ha. mai avuto qualche momento di scoraggiamento, il desiderio di piantar lì tutto e di andar a fare una vita più comoda e borghese? Prima di andare tra i Garos facevo scuola e mi piaceva moltissimo . Eri) felice . Ma questi quindici anni di missione sono stati gli anni migliori, e se potessi rifare la vita ricomincerei da capo . Ho avuto molto lavoro, molte sofferenze, ma non ho avuto un attimo di rimpianti, non un secondo di tristezza . Difficoltà, ne ho avute . Scoraggiamenti temporanei, molti . La gente delle tribù, selvaggia, è tremenda, bisogna avere con loro la pazienza di cento Giobbi . A volte, quando ero stanco morto, ho provato un po' di scoraggiamento . Il clima era caldissimo ; andando in giro si faceva la fame (si mangiava al mattino presto e più niente fino alla sera) . A parte questi momenti di abbattimento, mai ho pensato a abbandonare il mio lavoro per cercare una vita più facile . E ora che sono' n Europa non desidero altro che tornare in qualche posto tra i primitivi, per fare loro del bene . Lei ha vissuto fino a ieri q uella vita missionaria piena di avventure nella foresta, che suscita facilmente l'entusiasmo dei ragazzi . Vuole ricordare qualche brivido, qualche momento di pericolo e di paura? Tre mesi fa ritornavo a piedi da un centro, e mi prese un attacco d'ulcera . Mi corico per terra nella foresta, attendo che mi passi . Sento un fruscìo, e penso : saranno i bufali dei nepalesi che pascolano qui vicino . I bufali sono tranquilli e pacifici . « No, padre - dice il Garo che mi accompagna . - Sono gli elefanti» . Dopo un po' mi sento meglio, mi alzo, mi giro e trovo davanti a me, a sei metri, un grosso elefante selvaggio . Io lo guardo, lui mi guarda . Penso : se è solo, scappato dal branco, ha paura e è pericoloso ; se è col branco, starà tranquillo . Ma la prudenza non è mai troppa . Sto fermo . Se gli saltasse il ticchio mi afferrerebbe con la proboscide e mi sbatterebbe in terra . Povero me . Dopo un po' che ci guardiamo, muovo un braccio per allontanarlo . Lui leva la proboscide, esce in un barrito, si gira e se ne va . Cinque o sei anni fa, la notte di Natale dicevo la messa nella capanna di un villaggetto . D'un tratto sento come un terremoto . È un branco di Damra (Assam-India) . Bastano piccoli doni per far felici questi bambini Garos. elefanti . La gente voleva scappare, e sarebbe stato peggio ; riuscii a trattenere tutti nella cappella . Fuori c'era la luna piena . La capanna aveva larghe fessure nei muri . Riuscii a contare fino a trenta elefanti che passavano di corsa. Un elefante o due urtarono col fianco il tetto della capanna e ne inclinarono le pareti . Per fortuna evitarono di metterci addosso qualche zampata . Una volta ritornavo attraverso la foresta : sento dietro di me un sordo ruggito, poi silenzio . Altro ruggito, poi di nuovo silenzio . Dopo due ore giungo a un piccolo fiume, e lo supero, ma un rumore mi fa tornare indietro . Trovo una tigre che sta assaltando una mucca . Quella tigre mi avevo seguito dirante le due ore di marcia nella foresta . Altra volta, attraverso un tratto di foresta molto fitto, andavo a zig-zag . A un tratto sposto un ramo e trovo davanti a me un orso bruno dritto sulle gambe . Pericoloso . Che fare? Alzo il bastone e cammino all'indietro . Lui abbassa le zampe e digrignando i denti se ne va . Non parliamo dei pitoni che incontravo, lungo la via, dei cobra che venivano sulla mia zanzariera di notte, o sotto il materasso di gomma che usavo quando andavo in giro . Al mattino li trovavo lì vicino che dormivano . Mi ero abituato a queste cose . Poi non è che le bestie feroci assaltino sempre, come si crede qui in Europa : sovente. sono molto più cortesi di certi uomini . Sono scappato alle quattro del mattino r Vuole raccontare come è nata la sua vocazione alle missioni? Da ragazzo andai al collegio salesiano di Ivrea vicino a Torino, un aspirantato missionario . L'ispettore don Zolin un giorno mi domandò se avevo la vocazione missionaria ; dico : « No, non ce l'ho ». « E allora perché sei qua? Mi hanno detto che vuoi andare in India » . « Sì, - dico io - io voglio andare in India ». «Allora hai vocazione » . Rispondo : c Non so, ma se mi manda, io ci vado » . E ci sono andato . Da allora non ho mai avuto il desiderio di tornare indietro . Motori animali e motori meccanici . Don Curto durante un suo viaggio missionario . Lei teme che adesso le cose a Damra possano finire male? Ho sempre pensato che l'opera di un uomo è necessariamente limitata nel tempo . Soprattutto in questi ultimi anni sentivo il pericolo di un mio allontanamento, e quindi ho avviato le cose in modo che potessero continuare bene anche senza di me . I catechisti con il loro capo e i comitati dei centri sono in grado di fare le loro riunioni religiose . Sul piano sociale ed economico sono così strettamente interdipendenti tra loro che si controllano a vicenda, e non possono succedere pasticci . Vuole ricordare il suo addio ai Garos? a Pensi a un padre e a una madre che abbiano dieci o dodici figli, e a un tratto li perdano tutti . Ho ancora .il mio cuore tutto là, a Damra . I cristiani, nell'ultimo mese, venivano a trovarmi a frotte, a settanta-ottanta per volta, magari dopo tre o quattro giorni di strada a piedi . Donne con i bambini sulla schiena . Vecchi che quasi non potevano camminare . Io mi affacciavo dall'ufficio e prima che dicessi una parola si mettevano a piangere . Io non potevo certo restare a occhi asciutti . Gli ultimi giorni furono tremendi . Soprattutto i giovani, . mi si aggrappavano e non volevano più lasciarmi andar via . L'ultima sera gli abitanti di Damra, 250 persone, erano tutti lì a piangere . A notte tarda arrivavano altri che volevano vedermi per l'ultima volta . Proprio non mi sentivo più di salutare questa gente, e sono scappato alle quattro del mattino per non vedere più nessuno . Lei sa che il suo allontanamento da Damra è dovuto alle pressioni di alcune persone. Che cosa prova in cuor suo nei confronti di queste persone? Il Signore abbia misericordia di loro, e perdoni il male che hanno fatto . Non a me ma ai Garos, che io potevo ancora aiutare . Io prego come Gesù : «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno » . 2 C. u F t onsignor Cimatti non esitava a mettersi a servizio M anche degli estranei . Un episodio tra i molti . Nel dopoguerra le strade di Tokyo-Meguro erano diventate impraticabili . Nella stagione secca un polverone da affondarvi; durante le piogge, fango e acqua da guazzarvi a piacimento . Una domenica di pioggia mons . Cimatti tornava da celebrare, tutto intento a non incappare in qualche buca più profonda delle altre, quando vide una signora in kimono, ferma, in grande imbarazzo e impossibilitata a muoversi, perché la striscia di velluto che passa tra l'alluce e le altre dita e che tiene il piede aderente alla "gheta", si era staccata . La signora, al vedere quel venerando sacerdote dalla barba bianca e fluente, non ebbe il coraggio di chiedergli aiuto, ma mons . Cimatti, che ne aveva intuito l'imbarazzo, con semplicità incantevole, si avvicinò, s'inginocchiò nel fango, estrasse di tasca un pezzo di spago (di cui era sempre fornito) e riparò la "gheta" . La signora ringraziò confusa e non ebbe neanche il tempo di chiedere il nome del suo benefattore, perchè si era già allontanato . Ma notò che il vecchio prete entrava nel cortile della Missione Cattolica e non dimenticò più quell'atto di umiltà e di carità . Passarono due anni . Un giorno si presenta alla Missione e chiede di essere istruita nella religione cattolica . Don Luigi dal Fior volle chiederle il movente di questa decisione e si sentì raccontare il fatto della "gheta" . E la signora concluse : « Mi sono convinta che un uomo simile non poteva essere che un uomo di Dio » . COME SAN FILIPPO NERI Tutti conoscevano lo spirito di mortificazione di mons . Cimatti : non era per nulla appariscente, ma profondo e interno . Quando era direttore allo studentato di Chofu, i confratelli di Tokyo si recavano volentieri a trovarlo per sentire una di quelle sue parole che scendevano al cuore . L'accoglienza era sempre , cordialissima e paterna . S'interessava anche perché venisse offerto all'ospite un rinfresco, e se poteva lo accompagnava lui stesso in refettorio e lo serviva con una semplicità che incantava . Lui però non prendeva mai nulla . Un giorno a un ospite era stato servito del vino . Era vicina l'ora della merenda e Monsignore, al solito, era presente per vedere che tutto fosse a puntino . Un giovane sacerdote invita Monsignore a prendere un sorso di vino, ma questi si schermisce e rifiuta . Allora il giovane sacerdote, senza tanto riflettere, dice : « Lei, Monsignore, si . mortifica troppo! ». Monsignore-non rispose, ma prese la bottiglia, se la portò alla bocca con avidità e ne tracannò qualche sorso, lasciando stupiti i presenti . Fu un gesto rapido e naturale ; il sacerdote rimase mortificato, ma Monsignore lo tolse d'imbarazzo continuando a conversare con giovialità . Qualcuno pensò alla scena avvenuta qualche secolo prima in una via affollata di Roma, quando il santo del buonumore, Filippo Neri, preso dalle mani di San Felice il fiasco del vino, se l'era portato alla bocca per dimostrare che non era poi quel santo che 26 la gente pensava . UN PRIMATO IMBATTIBILE Era proverbiale il suo spirito di povertà . Non solo aborriva il lusso, ma rifuggiva da tutto quello che sapeva di agio e di comodità . In fatto di distacco e di amore alla povertà godeva di un primato imbattibile e forse nessuno di noi ha mai pensato a imitarlo integralmente . Vesti e calzature erano sempre dimessi e portati al limite estremo . La biancheria di Monsignore era un ammasso di toppe . Per fargli accettare qualcosa di nuovo, bisognava usare qualche stratagemma per sottrargli ciò che ormai era inservibile . Quando era prefetto apostolico a Miyazaki usava un parapioggia giapponese fatto di bambù e di carta oleata, il karakasa; questo ombrello era vecchiotto e, quando era aperto, fungeva da barometro e permetteva il controllo del cielo . Noi s'insisteva perchè lo cambiasse con un parapioggia ordinario, ma lui rispondeva : « Ma siete dei bei tipi! Questo karakasa mi serve benissimo e poi nei miei continui viaggi, io che sul treno dormo facilmente, sono sicuro che nessuno me -lo ruba ». Nel 1935 il piccolo studentato . filosofico era sistemato a Miyazaki . Il prefetto apostolico, più che direttore I FIORETTI GIAPPONESI DI MONS. CIMATTI di DON GIOVANNI MANTEGAZZA Istantanee sulla vita di mons . Cimatti, fondatore delle Opere di Don Bosco in Giappone . Il titolo di « Fioretti » richiama la semplicità, la povertà e l'umiltà di San Francesco d'Assisi, virtù che in mons . Cimatti erano cementate dall'amore come nel serafico «Santo Francesco» . e insegnante, era il papà degli otto studenti . Quando gli impegni glielo permettevano, il giovedì andava a passeggio con loro . Un giorno si seppe che sulla spiaggia di Miyazaki, dalla burrasca era stata gettata una grossa balena . I chierici espressero il desiderio di andarla a vedere . Monsignore volle accompagnarli . Giunti sul luogo, videro che una corda teneva a distanza la folla e un cartello annunciava che l'ingresso era tassato di un sen . Monsignore pagò i dieci sen richiesti per la comitiva e i chierici poterono avvicinarsi al grosso mammifero marino e costatarne la gran mole . Quel giorno era domenica e quattro chierici avrebbero dovuto recarsi alla Missione per aiutare nell'Oratorio festivo . Per guadagnare tempo Monsignore decise di attraversare il fiume Oyodo sul ponte più vicino . Il pedaggio del ponte era di due sen a testa, una cifra irrisoria . Monsignore fruga nelle tasche e, dopo una laboriosa ricerca, riesce a mettere insieme -una decina di sen. Che fare? Mons . Cimatti non si scompone : paga per i quattro assistenti dell'Oratorio e dice agli altri : « Noi che abbiamo tempo, facciamo il giro » . Quante volte monsignor Cimatti si trovò senza un soldo in tasca! Questo mi fa ricordare la risposta che mons . Bréton, vescovo di Fukuoka, suo grande amico, gli diede un giorno . Monsignore gli aveva chiesto qualche direttiva sul come amministrare i soldi della prefettura apostolica . Mons . Bréton gli chiese : « Mi dica, Monsignore, ora come li amministra? ». « Be', quando ne ho, li distribuisco subito ai missionari ». E il vescovo : « Allora continui come ha fatto finora : è ill metodo più sicuro per amministrare i beni della Chiesa » . Per mons . Cimatti il tempo del religioso è parte del suo voto di povertà . Non esagero se dico che ho conosciuto nella mia vita un solo uomo che non abbia mai sprecato il tempo in modo assoluto : quest'uomo è mons . Cimatti . La stessa impressione hanno avuto quanti sono vissuti in intimità con Monsignore . Sempre in moto, sempre con' qualcosa da fare . L'ultimo a coricarsi, il primo ad alzarsi, contento di poche ore di sonno . La penna e la matita sul suo scrittoio erano sempre in movimento per scrivere lettere, articoli, musica, libri, appunti di ogni genere . Il suo riposo consisteva nel cambiare lavoro . Dotato di una resistenza fisica straordinaria, non si concedeva vacanze . Lavorava anche in treno e, quando la stanchezza lo vinceva, si abbandonava a un sonno profondo che gli restituiva le energie richieste dal suo estenuante lavoro . Si dice che il tempo è moneta : per lui il tempo valeva l'eternità . UN FIORE CARICO DI PROFUMO Ultimi mesi della vita di Monsignore . Ormai la vista e l'udito si sono affievoliti . Sovente è assopito a causa della grande debolezza ; ma quando è sveglio, il rosario scorre incessantemente tra le sue dita scarne . Un giorno arriva a Tokyo mons . Luigi Morrow Laravoire, vescovo salesiano di Krishnagar (Bengala) . Viene introdotto con cautela nella camera dell'infermo . Nessuno pensa di svegliare Monsignore perché si crede che non possa ricordarsi del Vescovo . I presenti stanno parlando a bassa voce quando improvvisamente mons . Cimatti apre gli occhi, alza le braccia in un gesto a lui familiare e con voce forte ma con un tremolio che manifesta la sua commozione, esclama : « O Luigi, o Luigi, tante grazie per tutto quello che hai fatto per il nostro povero chierico! » . Mons . Morrow, al sentirsi chiamare per nome da chi sembrava del tutto assente, è preso da grande meraviglia e commozione ma, a differenza dei presenti, ha capito benissimo quello che mons. Cimatti vuol dire . Durante la seconda guerra mondiale mons . Morrow era segretario di mons . Guglielmo Piani, delegato apostolico a Manila . In quel tempo il chierico Giovanni Nishimura, salesiano giapponese, si trovava a Manila nel Corpo della Pace giapponese e naturalmente frequentava la delegazione, sempre accolto con cordialità salesiana . A Manila il chierico Nishimura si ammalò gravemente e morì. In tutto il tempo della malattia il futuro vescovo di Krishnagar assistette il buon chierico con amore paterno . Erano trascorsi più di vent'anni dalla morte del chierico Nishimura, eppure, nonostante la sua estrema debolezza, Monsignore conservava nel cuore, come un fiore appena sbocciato e carico di profumo, la riconoscenza più squisita per il vescovo benefattore . 27 L'ATTUALITÀ DI UNA RIFLESSIONE « A superiori han sempre ragione anche quando hanno torto, e gli inferiori han sempre torto anche quando hanno ragione » . Se questo poteva essere in parte vero fino a un recente passato, non lo fu mai per mons . Cimatti, che aveva un vero culto per la giustizia. Ne ebbi una prova anch'io quand'ero ancora giovane chierico . Un giorno fui sgridato molto severamente e anche ingiustamente dal mio direttore . Ne rimasi talmente scosso che corsi da mons . Cimatti, allora prefetto apostolico e ispettore . Appena mi vide disse : « Che buon vento ti porta, caro Giovanni? ». Stavo per rispondere quando arriva il mio direttore . Mi venne spontaneo dire : « Glielo dirà il mio direttore » . Dopo circa dieci minuti di colloquio col mio superiore, escono dall'ufficio e Monsignore mi dice : « Caro Giovanni, tutto è a posto . Il tuo superiore è qui che ti chiede scusa : sappi perdonare, ritorna al tuo lavoro e sta allegro » . Il mio direttore allora si affrettò a chiedermi scusa e io rimasi senza parola e col cuore in gola davanti a tanta bontà di Monsignore e all'umiltà del mio superiore . A tempo debito però sapeva anche essere forte . A un confratello che si mostrava eccessivamente attaccato al denaro, non esitò a scrivere : « Se non ti metti a posto, andrai all'inferno con i tuoi soldi! » . A un gruppo di chierici che si permettevano apprezzamenti e critiche sistematiche, con fare serio e secco disse : « Se ancora vi sento parlare così, vi rimando in Italia » . Un chierico, per esercitarsi nella lingua giapponese, in mancanza di riviste cattoliche, leggeva la rivista King, pagana ma non immorale . Un giorno Monsignore visita il laboratorio dei falegnami e gli trova tra le mani la rivista . Senza nulla dire, gli si avvicina, prende la rivista e la getta nella stufa della colla . Al chierico che era rimasto tutto mortificato, dà una risposta piena di sapienza : « Non devi leggere certe riviste se non vuoi perdere lo spirito soprannaturale ». Verissimo, perchè « dimmi che cosa leggi e ti dirò che cosa pensi » . Quando invece non c'era di mezzo il pericolo dell'offesa di Dio, Monsignore usava la più larga condiscendenza . Un giorno, allo studentato teologico di Tokyo, un gruppo di chierici, montati su da un architetto, decisero di abbattere la colonnina marmorea che sorgeva al centro della fontana . Motivazione : è troppo classica, bisogna sostituirla con un'altra più moderna . Mons . Cimatti, che era direttore, diede il permesso . Un sacerdote, vedendo i chierici che con grande entusiasmo abbattevano la colonnina, chiese a Monsignore : « Ma che cosa vogliono fare? » . E Monsignore col suo fare bonario : « Caro don Moskwa, lasciali fare ; tu che sei giovane, ne vedrai ancora di cose interessanti . . . » . E infatti, dopo la demolizione, non si parlò più di sostituzione e la fontana rimase senza la sua bella colonnina . Mons . Cimatti più tardi commentava : « È una esperienza utile ; li convince che prima di distruggere una cosa vecchia ma bella e utile, bisogna essere sicuri di poterla sostituire con un'altra più bella e più utile . Se no, si va a rischio di demolire senza costruire » . DUE SANTI IN UNA FAMIGLIA Mons . Cimatti, quando ritornò per la prima volta in Italia, andò a trovare la sorella, suor Maria Raffaella Cimatti della Misericordia, superiora dell'Ospedale di Alatri . Dopo l'abbraccio fraterno, si scambiarono i primi complimenti alla romagnola - Cum a t'se brutt! (come sei brutto!) - esclamò lei al vederlo tutto barbuto e scurito nel volto per il lungo viaggio di mare. - E ti, a t'se bela? (e tu sei bella?) ribattè pronto il fratello missionario . Oggi suor Maria Raffaela Cimatti, della Congregazione delle Ospedaliere dette « Sorelle della Misericordia », è . . . sotto processo per la santità della sua vita . Ne hanno infatti introdotta la causa di beatificazione e canonizzazione. Mons. Cimatti, nella sua infanzia, ebbe nella sorella Santina, che divenne poi suor Maria Raffaela, una seconda 28 madre . Gli poteva essere mamma per l'età perchè alla nascita di Vincenzino contava già 18 anni . E gli fu veramente tale . Separatisi per seguire la propria vocazione, ebbero incontri rari, brevi e improntati a semplicità e buonumore. Tale fu anche la loro corrispondenza . Così, riferendosi a una visita precedente che era stata rapidissima, Monsignore le scriveva : «Ma quando tornerò, non verrò mica di notte!- Voglio che -mi facciate i maccheroni . . . Allegre tutte chè il Signore ci vuol,, bene» . Una volta pio suor Maria Raffaela scrisse a lungo esponendo le cose sue al fratello missionario . Poi rimase in attesa di una lunga risposta che la illuminasse sui suoi problemi . La risposta venne pronta . Era di una riga o poco meno : « Santina, facciamoci santi » . Su quelle tre parole suor Maria Raffaela pianse a lungo . Quando Monsignore seppe che si stava per introdurre la « Causa » della sorella, scrisse a un sacerdote salesiano a lui carissimo : « Vogliono imbastire un processo per la beatificazione di mia sorella. Cercherò di approfittarne per il primo pregandola per me e anche per te » . Su di una immaginetta della serva di Dio Suor Maria Raffaela Cimatti si legge questo profilo : « Umiltà profonda, modestia verginale e purezza angelica, ispirante rispetto e venerazione . Soavità di modi e di parole . Carità e abnegazione fino all'eroismo . Modello di superiora per prudenza, affetto e cure materne, risparmiava le sue consorelle e onerava se stessa . Amore alla preghiera e al raccoglimento . Pazienza inalterabile nei dolori, offese ricambiate con dolce sorriso » . Pensiamo che non sarà molto dissimile il profilo morale del fratello Monsignore se la Chiesa prenderà in esame la sua santa vita . E DEL SUO APOSTOLO SAN GIOVANNI BOSCO PER INTERCESSIONE DI MARIA AUSILIATRICE MARIA AUSILIATRICE LA GUARISCE PER LA SUA FESTA ESCE ILLESO DALLA MACCHINA SFASCIATA La mia bambina Maria di sette anni era stata colpita da encefalite postmorbillare . Il medico, chiamato d'urgenza, dichiarò la bambina gravissima e chiese un consulto con il pediatra . La diagnosi confermò che il caso era gravissimo . In preda a forti convulsioni e priva di conoscenza, fu portata all'ospedale di Molfetta . Non mancarono esami, cure e diagnosi accuratissime, sotto la direzione del primario della Clinica pediatrica . Ma la febbre si manteneva alta e continuavano gli attacchi, che facevano preoccupare tutti . Al mio cuore di madre angosciata non rimaneva che la fede in Dio . Presi la reliquia ex ossibus di San Giovanni Bosco, la misi sulle labbra tremule della mia creatura, poi gliela appuntai sul petto . Con tutta fiducia iniziai con tutti i miei familiari la novena consigliata da Don Bosco e l'offerta di sacrifici quotidiani . Dopo un mese di degenza all'ospedale, non vedendo nessun miglioramento, con mio marito decidemmo di portare a casa la piccola, sicuri che la Vergine Ausiliatrice, che l'aveva conservata in vita, ce l'avrebbe fatta guarire . Io dicevo a tutti che il 24 maggio, festa dell'Ausiliatrice, la Madonna ci avrebbe concesso la grazia . Il 23 maggio la bambina, per la prima volta, disse il suo nome e cognome . Il primario dell'ospedale, molto emozionato, la visitò e la dichiarò guarita, lieto che si fosse avverato quanto lui stesso aveva più volte ripetuto : «Solo un miracolo! . . . ». Desidero rendere note due grazie concesse da Maria Ausiliatrice alla mia famiglia . La mamma, ammalata da sei anni e ripetutamente spacciata dai medici, lo scorso novembre ebbe una emorragia . Portata al pronto soccorso, il professore dichiarò il caso gravissimo, trattandosi di un fatto renale. L'unica via per salvarla sarebbe stata una grave operazione . Preferimmo affidarla a Maria Ausiliatrice e, senza intervento chirurgico, la mamma è migliorata e continua benino, pur tra cure e riguardi . Una seconda grazia Maria Ausiliatrice l'ha concessa a mio fratello, mentre andava all'ospedale a prendere la mamma e a portare un mazzo di fiori alla Madonna . In una curva la macchina sbandò e andò a sfasciarsi in modo da diventare inservibile . E quale non fu la meraviglia di tutti quelli che assistettero alla tragedia quando videro il fratello uscire illeso, con qualche semplice graffiatura! Gli stessi meccanici che andarono a prendere i rottami dissero che il fratello era stato salvato da morte sicura . In famiglia siamo convinti che Maria Ausiliatrice ha avuto compassione di mio fratello, padre di due bambini e con la mamma a carico . Per questo desideriamo rendere pubblica la nostra riconoscenza . Ora la bambina cresce bene, è sana e intelligente . Nella casa è tornata la gioia e un risveglio di vita cristiana . Per questo, insieme con mio marito e i miei familiari, ringrazio di cuore Maria Ausiliatrice e San Giovanni Bosco e li prego di continuarci la loro protezione . Il medico di casa, come vari dottori di Caceres, avevano dichiarato mio figlio spacciato, a causa di una malattia del sangue che fino ad oggi non ha trovato rimedi umani . L'unica soluzione incerta e lontana sarebbe stata un'operazione con scarse probabilità di riuscita e che i medici non si azzardavano a fare data la giovane età del figlio . Avendo letto sul Bollettino Salesiano le grazie che Maria Ausiliatrice concede a quelli che la invocano con fede, riposi in Lei ogni mia speranza . La grazia si fece attendere un poco, ma venne a premiare la nostra fede . Infatti quando fui a Caceres per nuovi controlli medici, si pensi alla mia gioia quando Ruvo di Puglia (Bari) CONIUGI FRANCA E MARIO CARLUCCI La mamma della bambina rinata è mia sorella : la sua relazione corrisponde a verità . DON MICHELE MONTARULI parroco di Ruvo di Puglia Catania SR. CONCETTINA SALEMI F .M.A . lo specialista, dopo una accurata visita, mi disse che mio figlio era completamente guarito . Me lo feci ripetere varie volte perchè non credevo alle mie orecchie. Riconoscentissima a Maria Ausiliatrice, prego che si pubblichi la grazia e invio un'offerta per le vocazioni salesiane . Viilanueva de la Serena (Spagna) ANNA GONZALEZ CI HANNO PURE SEGNALATO GRAZIE MESE DI AGOSTO Norese Angela - Notarpaolo Antonietta - Obinu Caterina - Oliva Santò - Olivieri Armando e Giacinta - Ortelli Rosalia - Ottolini Lattuad' Antonia - Pagano Maria - Pagliassotto Margherita - Paletta Maddalena - Palmieri Rosa - Panepinto Pino Vito - Panzavecchia Francesca - Paolino Concettina - Papetti Anna - Papetti Delia - Paradiso Raffaelina - Parinello Nunziato - Parisi Cipolla Sarina - Parlanti Romelia - Parodi Lidia - Parodi Bottero Teresa - Paroletti Almici Maria - Pastero Giampiero - Patrone Roasio Maria - Pavesio Anna - Peduto Antonietta - Pegoraro Michelina - Pelissero Teresa - Perani Maria - Perino Vaira Rina - Perla Maria - Pero Rossignolo Lidia Perruchon Vittoria - Petazzi Viscoli Maria Petrone Anna - Peveri Teresa - Pezzotta Locatelli Elisabetta - Pianta Carmen - Piazzi Natalina Piccirillo Angela - Pieralli lago - Pio Franca ed Umberto - Pisana Benita - Pittella Giacomina Pizzorni Martini Centina - Polani Luigina Polleri Laura - Polli Santina - Pollone Emma Polzella Giuseppina - Poma Rosita - Pomponi AI NOSTRI LETTORI 1. RISANA DA UNA MALATTIA INGUARIBILE Quando cambiate casa, col'indirizzo municateci, con nuovo, anche il vecchio indirizzo, ritagliandolo dalla copertina del Bollettino. 2 . L'indirizzo sia sempre scritto in modo ben leggibile e col numero del quartiere postale . Se ce lo comunicate con il conto corrente, potete se- gnalare il cambio scrivendo i due indirizzi nel posto destinato alla corrispondenza . 3 . Don Bosco benedica quanti cooperano a evitare spese inutili segnalandoci i doppioni, i trasferimenti e i decessi. 29 betta - Boccaccio Angela ved. Panelli - Boi Luigi - Bongiorni Bice - Bosio Donata - Botteri Maria Briguglio Rigano Francesca - Brocca Tina Brunelli Brigida - Brunet Battista - Buffa Erinna Buriolla Augusta - Cabiati Bruno - Cabras Ermelina - Caligari Assunta - Catalbiano Alfia- Calvagno Piera - Cancemi Antonia - Capelli Giorgio Cappelletti Giuseppina - Cappellini Elisa - Caratti Augusto - Caroti Ginetta - Carpisani suor Antonietta - Carrara Adele - Caserta Graziella - Castellano Lidia - Catalano Giuseppina - Cento Fiorentina - Cereda Teresa - Ceresa Erminia Chasseur Isolina - Chiappa Maria - Cinquatti Concetta - Ciofalo Pia - Codiroli Angelo e Giuseppina - Confalonieri-Gaspari - Corso Romana Cortese Anna - Corvino Aniello - Costa Maria Crosetti Carlo - Cuomo Assunta - Dal Bò Amelia - Dal Negro Emma - D'Ambrosio Paolina ved . Conti - Damiani Eledis - De Cecco Elisa Della Torre Carla - Dessiloni Rosa - D'Este Giuseppina - De Vasis Domenica - Dimichino Egle - Dondeynaz Cecilia - Facelli Ferdinando Fallo Caterina - Fanton Regina - Farina Carlo - Fasciana Carmelina - Fassone Marco Domenico Favre Palmira - Fazio Giuseppa - Fea Aldo Fenini Leone - Fenta Maria - Ferrante dott. Giulio - Ferraró Claudia - Ferrari Pierina - Filocamo Mariella - Filipozzi Natalina - Fiorenzo Maria Fossati Venezia Gemma - Fumagalli Savina Gaeta prof . Manfredo - Gagiada Giovanni - Cagliano Antonietta - Gardini Luigia e Maria Garré Giovanna - Garrone Liliana - Gasparoni Ermelinda - Gastaldi Tilde - Giacomelli coniugi Gianazza sorelle - Gianferrari Angela - Giannini Sergio - Giannitrapani dott . Silvio - Gianolio Andreina - Gianolio Angiolina - Gili Giuseppe - Gioana Carolina - Gioberto Maria - Giordanengo Stefano - Gonella Maria - Gosmar Luigi - Grassi Renzo - Grasso Anna - Gualco Maria - Guarda Giuseppe - Guarnaccia Raffaella - Guarella Giovanna - Guerra Maria - Henriet Virginia - lerardi Filippo - Imparato Bianca - Invernizzi Maria Ieri Elisa - Ivaldi Armanda Giuditta - Krismancicc Anna Maria - Lanzetti Iolanda - Lanzini Veltri Fortuna - Lasagna Maria - Lazzoni cont .ssa Vittoria - Leonardi Antonietta ved . Di Bella Liceri Anna Maria - Lo Giudice D'Amore Rosa Lucat Zita - Malassetti Carla - Manello Caretto Scolastica - Manghisi Maria - Mangiarotti Anita Mangini Luisa - Maniscalco Nugara Gesua Mannelli Polo Clementina - Mantovani Santo Manzini L . - Mapelli Lina ved . Airoldi - Marchetti Emiliani Eumenide - Mariani Rina - Mariotti Bruna - Marocchino Maria - Marsili Fortunata - Martinoni Rosina - Martolio Rosa - Marzolini Soave - Masino Giuseppa - Matteis Rosa e Battista - Mazzeo Maria - Mazzi Albino e Anita Messina Anna - Micolino Santa - Migliorini Antonina - Milone Maria - Molinelli Guglielmina - Monteu Bottere Luciano - Moroni Verri Dina - Morandi Emilia ved . Morandi - Musso Nicolussi Concetta Piero - Napolitano Concetta - Nuvoli Antonietta - Origgi Lucia - Ottaviani Margherita - Palazzi Giovanni - Palmieri Giovanna e Maria - Paolucci Clelia - Paracchini Natalina Pellegrini Dusola - Peruzzi suor Anita - Pianta Carmen - Piazzi Maria Teresa - Piccioli Anna Pili Amelia - Pitzianti Liliana - Pizzuti Vincenzo Poggi Luigi - Pollini Giustina - Pollini Maria MESE DI SETTEMBRE Poma Rosetta - Ponte Assunta - Pramotton Maria - Prevignano Giuseppina - Prinì- Pastore Maria Puppi Antonietta - Pusceddu Sanna Francesca Accastello Caterina - Agosti Lucia - Alcaro EmiQuaranta Salerno Palma - Quintarelli Pierina lia ved. Antico - Alioto Giuseppe - Almasio CleAndreose ClemenRaimondo Leoncini - Ramus Teresa - Reinaudo mentina - Anastasi Rosario Edvige - Ricci Marino - Richini Luigi - Rignoni tina - Antonelli Elda - Aquila Ernesto - Arecco Teresa - Ritrovato Savino Annunziatina - Rizzi Desolina - Arellini Maria - Armaleo Santa - ArraColetti Rosalia - Rochira Pietro - Ronzani Catebito Maria - Aru Dario e Luciana - Attinà Lina rina - Rostagno Luciana - Sabbatini Enrica - Baldassarri Linda - Baltaro Delfina - BarbaSantolini Domenica - Scalmani Maria - Scavano gallo Leonarda - Barbera Rita - Barberis CasMario - Secchi Giuliana - Serena Guinzio Domesinis Flavia - Bartolo Pasqua - Battiato Rosaria - Serino Ester - Severino Pinuccia - Sofi nica - Benedetto Francesco - Berlusconi Leonardo Maria - Somaschini Pietro - Sonu Agnese - SorBiscaldi Luigina - Bissola Giuseppe - Blasi Elisa- Milena - Ponte Don Antonio - Porcellana Carolina Porotti Carolina - Pozza Pia - Pozzoli Alberto Prampolini Teresa - Priano Ernesto e Giuliana Primavori Mirella - - Prosdocimi Filippo - Proto Marchio Enrichetta - Proverbio Restelli Emilia Pulze Ines - Puppo Mariuccia - Rabini Angela Raffaelli Maria - Ragusa Enrico - Raineri Rita Rami Giuseppa - Ramistella Cardona Giuseppina - Re Rita - Ribaudo Santa - Ricci Rag . Giuseppe - Ricciardi Amelia - Ricciu Antonia Angela - Richini Luigi - Rigamonti Maria - Rigato Luigi Rinaldi Gianna - River Tecla - Rizzo Caterina Rizzo Anna Maria - Rizzo Rosa - Rocco Geppina - Roggeri Maria - Rolandelli Domenica Albina - Romano Rina - Romeo Maria - Rosa Luigi - Rossi Manara Fausta - Rossini Vittorio - Rubiolo Maria - Rustica Ins . Lina - Sabaini Agostino - Saettone Elisabetta - Sala Antonino - Sala Schenone Rosa - Salvo Giuseppina - Sanfilippo Riccardo - Sanna Francesco - Sansonetti Pietro - Santi Bice - Sapellani Lina - Saracco Claudina - Savarino Santana Giovanna - Savin Maria - Scaccianoce Caterina - Scapino Teresa - Scevola Giuseppina - Schiffo Giorgio - Sciutto Maria - Scomiglia Olimpia - Scuderi Agatina Scuderi Agatina - Seneca Giovanni - Sentino Pietro - Serpetta Graziella - Sesto Vassallo Santina - Sferrazza Antonia - Sferrazza Calogera Simeone Maria - Simonetta Maria - Soave Palmira - Solenghi Paola - Somaghi Tilde.- Sorrentino Gabrieli Rosanna - Sozzani Barisonzi Rosa Spadolini Renato - Spanò Giuseppe - Spinucci Don Antonio - Strambio Lucia - Struppia Filippo - Strazzeri Fausta - Stura Bianca - Sutti Zucconi Teresa - Tacelli Gangemi Rosa - Tamietti Caterina - Taricco Fam. - Taveri Amalia - Tenito Calogera - Teodosio Vitantonio - Tereno Giuseppe - Territo Petronilla - Tessarolo Don Luigi Tessitore Prof. Lucia - Testa Pezzullo Giuseppina - Ticca Maria Antonia - Tigni Angela - Tinetti Lucia - Tita Concettina - Todescan Maria Tollino Grazia - Tomasin Candida - Tonello Angelina - Toreno Giuseppina e Fam . - Tosatto Gino - Tovozzi Cornelli Augusta = Tramiti Albina - Traversini Gabriella - Traverso Linda Treglia Nunzia - Triggiani Michela - Trimarchi Tanina - Trincheri Orengo Adelina - Triolo Maria Gioconda - Turchetti Ogelia - Turotti Rita - Ugazzi Esterina - Ulmi Marcella - Urso Suor Grazia - Valente Franca - Valli Giovanna Valloire Sorelle - Valpreda Angela - Valvo Elena - Vanini Lucia - Verde Agnesina - Verde Lina - Vecchio Comm . Antonino - Velorio Don Giovanni - Ventrella Margaria Emma - Veronelli Carla - Verzeroli Isolina - Vesco Piera - Vetrano Fiorenza - Vezzoli Teresa - Vignaga Ferdinando Vignola Rosalia - Villa Carolina - Visalli Caterina Vitale Aldo e Pina - Vitale Vincenza - Vitali Pietro - Vittorie Aimone - Vivo Caliti Teresa Volpini Liberata - Voyat Letizia - Zanotti Fiorenza - Zanotto Rina - Zattel Elena - Zecca Lina - Zemite Ermelinda - Ziliani Fiorina - Zingherle Maria - Zingrini Carini Angela - Zucchelli Venturina - Zimino Gallo Claudia . 30 rentino Bina - Sorrentino Santa - Spada Marta Spallino Rosalia - Spelgatti Colomba - Stuppini Linda - Summo Luciano - Tagliani Angela Tardito Valentina - Tavazzi Cornelli Augusta Tito Liliana - Tomasini Giancarlo - Tonetti Piera - Tovozzi Cainelli Augusta - Tramiti Albina - Traversé-Colombina - Tullio Fausta - Turco Gentile - Tuti Caterina - Urgesi Filomena Vannini Maria - Varale Francesco - Venosta Lea - Verzeroli-Bertuletti - Vincenzi Graziano Vinotto Ferdinando - Zaffaroni Carlo - Zamboni Maria - Zanetti Rosa - Zerbo Gaetano - Zorzan Antonio - Zuliani Giovanni - Zurlan Augusta . C'È OBBLIGO DI PUBBLICARE LE GRAZIE OTTENUTE? A chi otteneva grazie da Maria Ausiliatrice Don Bosco raccomandava di curarne la pubblicazione «per ravvivare in tutto il mondo una illimitata fiducia in Colei che in mezzo alle angustie, alle tribolazioni, agli errori, ai pericoli di questa povera vita mortale, è e sarà sempre l'amorosa, la pronta, la potente nostra Ausiliatrice» . Però aggiungeva : « Molti di quelli che hanno ottenuto grazie particolari da Maria Ausiliatrice, per giusti motivi non amano che il loro nome sia conosciuto, specialmente se le grazie sono spirituali, che sono in maggior numero . Ma nessuno deve dispensarsi dai doveri di gratitudine verso la sua celeste Benefattrice. Questi doveri si possono compiere in due modi raccontando ad altri la grazia ottenuta e promovendo con altro mezzo la devozione verso questa nostra Madre. Ciò servirà ad altri di eccitamento a far ricorso a Maria nelle loro nenessità ; mentre aprirà ai graziati la strada a conseguire grazie ancor più segnalate » . (Memorie Biografiche, VIII, 367-8 e IX, 407) PER INTERCESSIONE DI SAN DOMENICO SAVIO UNA GUARIGIONE E UNA CONVERSIONE Inviamo una modesta offerta, ringraziando S . Domenico Savio per avere scongiurato al nostro caro Luca di anni 10 il pericolo di una gravissima malattia . Questa segnalata grazia portò con sè il frutto di una conversione . Un familiare infatti si accostò, dopo 35 anni, ai santi Sacramenti . Invochiamo ancora sempre sulle nostre famiglie la protezione di questo caro Santo . Marina di Pisa FAMIGLIA SALVADOR/ COLLOCANO UNA STATUA DI SAN DOMENICO SAVIO SUL MURO ESTERNO DELLA CASA La piccola Tonina, di 8 anni, aveva subìto l'asportazione delle tonsille . Quattro giorni dopo l'operazione le venne una emorragia alla ferita tanto abbondante da metterla in pericolo di morte . Per consiglio del medico di famiglia, il padre della bimba stava portandola a Palermo sperando di arrivare in tempo a salvarla, quando una vicina di casa mise in mano alla piccola un abitino di San Domenico Savio, assicurandola che il piccolo Santo l'avrebbe aiutata . La bambina strinse con tanta fede quell'abitino, e alla madre, che durante il viaggio piangeva costernata, fece cenno con le mani e con gli occhi, giacct'è non aveva più forza di parlare, di non piangere, chè San Domenico l'avrebbe salvata . Giunti a Palermo, lo sp^''cialista che l'aveva operata, dopo un'accurata visita, disse che fino alla mezzanotte non poteva pronunziarsi perchè il caso era molto grave . La bimba . teneva sempre in mano l'abitino senza volerlo lasciare un attimo . Trascorsero quelle ore che parvero secoli, sempre pregando con fede San Domenico Savio. E in verità fummo esauditi . La nipotina cominciò a riprendersi e a stare sempre meglio, finchè dopo due giorni potè tornare a casa . Tutti in famiglia abbiamo attribuito la grazia a San Domenico Savio e abbiamo cercato di esprimere la nostra riconoscenza collocando una sua statuina in una nicchia ricavata sul muro esterno di una casa che mio figlio stava in quel tempo costruendo in campagna, luogo molto frequentato nel tempo della villeggiatura . Così tutti quelli che passano di là gli possono rivolgere un saluto e .una preghiera . Fu pure aggiunto il nome Domenica a una sorellina di Tonina, nata quest'anno nel mese di febbraio, che perciò si chiama Domenica Maria Carmelina . Ora, dopo due anni da quando ha ri- cevuto la grazia, la nipotina si è rimessa perfettamente in salute ed è florida e colorita, mentre prima era pallida e magrolina . Trabia (Pa/ermo) SALVATRICE GRECO GLI SALVA LA MANO Il nostro figlio Domenico Savio di 13 anni, lo scorso agosto ebbe la disgrazia che la mano destra s'incastrò in un rullo elettrico e dovette rimanere 60 giorni degente in ospedale col pericolo grave di perdere la mano . Invocammo con tanta fiducia San Domenico Savio, del quale porta il nome, mettendone l'immagine sotto il guanciale . E il piccolo Santo ci fece la grazia di salvargli la mano e di riaverla in condizione di poter lavorare . Lo ringraziamo e invochiamo la sua protezione sul nostro Domenico Savio e sugli altri dodici figli, perchè crescano buoni e laboriosi, lontani dal male e dal peccato . Oravi (Nuoro) NOLI COSIMO E MARIA ITRIA SANNA DA QUEL GIORNO LE SUE CONDIZIONI VOLSERO AL MEGLIO La mia Irene di quattro anni e mezzo nel gennaio del corrente anno si ammalò di anemia emolitica acuta . Ben presto le sue condizioni raggiunsero una gravità tale che i medici disperavano in un suo ritorno alla normalità . Un mio fratello, giunto a Napoli appositamente dalla Sicilia, portò con sè un abitino del Santo miracoloso, che io misi addosso alla bambina pregandolo ardentemente di farla guarire. Da quel giorno le sue condizioni volsero al meglio ed ora, a distanza di 45 giorni dalla malattia, sta bene . Riconoscentissimo a San Domenico Savio, segnalo la grazia ricevuta e invio offerta . Napoli ROSARIO MUSUMECI GENITORI PREMIATI NELLA LORO FEDE Stando ai giudizi umani, la mia casa avrebbe dovuto restare sempre vuota, come un giardino senza fiori . Offersi al Signore la mia pena e il malessere fisico, pur di arrivare al traguardo . E ci sono arrivata con mille difficoltà . Grazie a San Domenico Savio, oggi posso stringere tra le mie braccia un bel bambino, che è la mia gioia e quella di mio marito . Vorrei che tutte le mamme confidassero in San Domenico Savio anche quando tutto sembra perduto . Baraggia di Suno (Novara) ZANINETTI RINANGELA in ANDORNO Un grosso fibroma metteva in pericolo la maternità appena iniziata . Il professore che mi aveva in cura diceva che non sarei arrivata alla fine . Con fede pregai San Domenico Savio e il 10 gennaio 1969 è nata una bambina sana e vispa . Il professore l'ha chiamata la bimba del miracolo . Il piccolo Santo mi ha esaudita . Desidererei ricevere l'abitino da appendere alla culla della piccola Gemma . Raossi Vallarsa (Trento) ROSSARO CORINNA Dal paese (San Giacomo di Romano d'Ezelino) la signora Natalina Bonanigo mi comunica con gioia la nascita di una bimba . Per tre volte aveva dovuto interrompere la maternità e per due volte era stata ricoverata d'urgenza all'ospedale . Avendo conosciuto la potenza d'intercessione di San Domenico Savio, si affidò a lui, indossandone l'abitino per nove mesi, al termine dei quali è nata felicemente Alessandra, che i genitori affidano alla protezione del Santo per tutta la vita . Porvenir (Tierra del Fuego - Cile) PIETRO PELLIZZATO, salesiano Avevo sempre desiderato che sbocciasse un fiore che rendesse più completa la nostra unione . Tardando a compiersi questo per la mia salute precaria, ricorsi alla scienza medica, ma ne rimasi fortemente delusa . Intanto una suora mi diede l'abitino di San Domenico Savio . Allora mi rivolsi con fiducia al piccolo Santo . Non fui delusa . Dopo cinque anni di matrimonio, venne ad allietare il nostro focolare la piccola Simona Domenica, vero dono di Dio . Ringrazio San Domenico Savio con tutta la effusione di cui è capace il cuore di una mamma . Poviglio-(Reggio Emilia) GUIDETTI BICE in FERRAR/ Sposata da 19 anni, avevo il dolore di vedere la nostra casa ancora deserta . Finalmente si profilò la gioia di un bambino, ma tutto sembrava difficile . Consigliata dai medici, fui ricoverata all'ospedale in pericolo di perdere la vita . In quello stato angoscioso ci rivolgemmo con fede a San Domenico Savio . Dopo un'operazione rischiosa, il Santo ha voluto consolarmi con la nascita di un bel bambino. Lo ringraziamo e gli chiediamo che ci aiuti a crescere il nostro tesoro buono come Lui . Sutera (Caltanissetta) CARMELA E GIUSEPPE ORLANDO 31 GRAZIE DI SAN DOMENICO SAVIO Coniugi Giovanni e Ernestina Boffa (Diano d'Alba - Cuneo) ascrivono all'intercessione di S . D . S . la nascita tanto attesa della loro primogenita e lo ringraziano con ammirata gratitudine perchè la crescita della piccola Maria Rosa e le condizioni della mamma hanno dissipato le previste apprensioni . Rosalba Pescarmona Modotti (Banchette d'Ivrea - Torino) attesta che il suo bambino Marcello fu colpito da grave malattia polmonare . Il medico diede poche speranze di salvarlo . Allora essa invocò S . D . S. e il bimbo migliorò e in breve guarì . Daniela Galfiore Torello (Medellín Colombia) scrive : « Ho dodici anni, ero figlia unica, desideravo tanto un fratellino . Una Figlia di Maria Ausiliatrice mi consigliò di fare una novena a S . D . S . con promessa di pubblicare la grazia e di inviare offerta . È nato Paolo, è bello, sta bene, ha già nove mesi e io sono felice » . Coniugi Luciano Arnaldo e Rosetta (Torino) ringraziano di cuore S . D . S . perchè ha loro ottenuto dal Signore un bel maschietto dopo 7 anni di matrimonio è nonostante la difficile attesa in cui si temeva di perderlo. Riconoscenti, invocano ancora la sua protezione sul piccolo che ne porta il nome. Giuseppe e Maria Zanchetta (Bivio di Frossasco - Torino) dichiarano che, superando gravi difficoltà e fondati timori, videro la loro casa rallegrata per la quarta volta con la felice nascita del piccolo Franco . Esprimono tutta la loro riconoscenza a S . D . S . per questa specialissima grazia . Antonio e Livia Mena (Cavaglià Vercelli) sono grati a S . D . S . perchè, per sua particolarissima intercessione, hanno ottenuto la tanto sospirata grazia della nascita della piccola Nadia, che mettono sotto la sua speciale protezione . Maria Garuti Bianchi (Ormea - Cuneo) si raccomandò con fede a S . D . S. per la guarigione di una persona cara e ne ottenne rapida guarigione . Antonietta Milani (Melara - Rovigo) ringrazia S . D . S . che ha voluto ricompensare la fiducia che aveva riposto in Lui in occasione della nascita del nipotino, e lo mette sotto la sua protezione . Michele e Olimpia Ferrero (Piossasco - Torino) mediante l'intercessione di S . D . S . hanno visto la loro unione ancora una volta allietata dalla nascita di un caro bambino . In segno di viva riconoscenza gli hanno imposto il nome di Domenico . 32 Giovanni Levicotti e familiari (Verzuolo - Cuneo) soffriva di calcolosi renale. In seguito a molte cure risultate inutili, fu consigliato di farsi operare e di affidarsi all'intercessione di S . D . S . indossandone l'abitino . L'intervento chirurgico, previsto pericoloso e difficile, ebbe esito felicissimo. PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI SALESIANI DEFUNTI t Don Leo Coppo a Chieri (Torino) a 58 anni . Dello zio, mons . Ernesto Coppo, esemplare figura di Vescovo missionario salesLn ., aveva la semplicità, la serenità e lo zelo apostolico e missionario . Giovane chierico, studiò in Inghilterra e svolse il suo primo apostolato giovanile negli Stati Uniti . Fu ordinato sacerdote a Torino e continuò la sua missione educativa in Italia . Si consacrò pure alla predicazione, che gli fluiva facile e venata di un sereno ottimismo . Dotato di buone qualità musicali, fece della musica uno strumento di apostolato giovanile. Un tumore al cervello ne stroncò l'attività tra gli aspiranti di Chieri ; ma anche nel dolore conservò la serenità e l'ottimismo che gli erano abituali, trasformando il suo letto in una cattedra di rassegnazione e di fortezza cristiana . Coad. Antonio Mas ta Mataró (Spagna) a 9o anni . Don Reinaido Acero t a Medellín (Colombia) a 69 anni . Coad. Giuseppe Martínez Coad. Adriano Fiores t t a San Paolo (Brasile) a 54 anni . a Managua (Nicaragua - C .A .) a 29 anni . COOPERATORI DEFUNTI t in Cavaglio d'Agogna (Novara) . Cav. Uff. Marcante Rínaldi Uomo di singolare virtù, visse piamente e operosamente la sua giornata, lasciando l'esempio luminoso della sua fede integra, della sua attività apostolica quale socio di A . C . e Cooperatore Salesiano, e della sua bontà tra i compaesani, che per ben r8 anni lo vollero Sindaco amato, ammirato e ora largamente rimpianto . t Giuseppe Lissandro a Villanova di Padova a 73 anni . Dotato di un forte senso del dovere e di una fede viva, seppe santificare la fatica e guidare sulla via dell'impegno cristiano e della dedizione al prossimo le sue sei figlie, tre delle quali donò al Signore nell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e nella Congregazione delle Salesie di Padova . t Genoveffa di Cieco in Fargnolí a S. Andrea (Frosinone) a 71 anni . Visse tutta per la famiglia e per la chiesa, senza risparmio di sacrifici . Il suo spirito di profonda pietà cristiana le dava forza e coraggio per affrontare le difficoltà . Confidava molto nell'aiuto del Signore e di Maria Ausiliatrice, della quale era amantissima . Madre di sette figli, ha consacrato e consegnato a Don Bosco il suo primogenito don Giovanni . L'amore che portava a Don Bosco la spingeva anche ad aiutarne le Opere con offerte . La vita di Mamma Margherita, donatale da un direttore salesiano, fu per lei un esempio da imitare . t Sperindio Lombardi a Piacenza a 83 anni . Uomo di fede profonda e di Comunione quotidiana, era appassionato del Vangelo, della Messa e del Rosario . Partito per l'Argentina con la sua giovane sposa, lavorando con amore e vivendo santamente il suo matrimonio, educò saggiamente nella pietà i suoi dodici figli . Tre di essi sono Sacerdoti e tre Suore . Gli altri, cristianamente sposati, gli hanno regalato la corona di i8 nipoti . Accompagnato dal figlio sacerdote salesiano e dalla figlia Ines, venne dopo cinquant'anni a visitare il suo paese natale, dove lo hanno avvicinato tanti parenti, attirati dalla sua bontà . Il 24 maggio si recò a Torino a celebrare la festa di Maria Ausiliatrice, di cui come buon Cooperatore, era devotissimo . Si spense il primo sabato di giugno, come aveva desiderato . ALTRI COOPERATORI DEFUNTI Badoino Camillo - Barberis Luisa - Barberis Pietro - Barri Giovanni - Briano Bagatto Rosalia - Bruzzone Maria - Caelli Marcora Genoveffa - Camilla Matilde ved . Marrone - Carisio Riccardo - Defrancisco Felicita - Demattia Maria - Dondero Domenica - Ferraris Carlo - Friolotto Giovanni - Giuliani Lagasio Teresa - Greppi Giovanni - Guazzo Lucrezia - Manara don Agostino - Marchetti Cesare - Marozio Elisabetta - Martinello Domenica - Marucchi Bologno Augusta - Meleri Francesco - Morelli Foianini Maria - Piaggio Ricci Antonietta - Quatroccolo Domenico Rizzi Filippini Eufemia - Roasio Caterina - Roveglia Francese Pataria - Rusca cav. Angelo Giulio - Russo Rosa ved . Galati - Valli Maria - Virzì Maria - Zublena Adamo . L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, eretto in Ente Morale con Decreto 12 gennaio 1924, n . 22, può legalmente ricevere Legati ed Eredità. Ad evitare possibili contestazioni si consigliano le seguenti formule : Se trattasi d'un legato : « . . . lascio all'istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino a titolo di legato la somma di Lire . .. (oppure) l'immobile sito in . .. ». Se trattasi, invece, di nominare erede di ogni sostanza l'istituto, la formula potrebbe essere questa : « . . . Annullo ogni mia precedente disposizione testamentaria. Nomino mio erede universale l'istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino, lasciando ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo» . (luogo e data) (firma per esteso) TOTALE MINIMO PER BORSA L. 50.000 e Avvertiamo che la pubblicazione di una Borsa incompleta si effettua quando il versamento iniziale raggiunge la somma di L. 25 .000, ovvero quando tale somma viene raggiunta con offerte successive e Non potendo fondare una Borsa, si può contribuire con qualsiasi somma a completare Borse già fondate 3MI SSIÓNÀRIÀ RU BORSE COMPLETE Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco, invocando protezione, a cura di Moretti Franchi Felicita (Offlaga - Brescia) . L . so .ooo . Borsa : Don Michele Rua, a cura del dottor Carlo Panizzi, exallievo di Alassio (Sanremo) . L. 5o .000. Borsa : Maria Ausiliatrice, in ringraziamento, a cura di N . N . (Lodi - Milano) . L . 50.000 . Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, a cura di Giovanni Murachelli (Capo di Ponte Brescia) . L . 5o .ooo . Borsa : Don Alasonatti, a cura di N . N . (Napoli). L . 50 .000 . Borsa : Sacro Cuore di Gesù, Maria Ausiliatrice, Santi Salesiani e Papa Giovanni XXIII, in ringraziamento, invocando l'unità della Chiesa e la pace nel mondo, a cura di N . N. (Aosta) . L . 50 .000 . Borsa : Don Michele Rua, a cura di Gorret Amato Orso (Breuil - Cervinia) . L. 50 .000 . Borsa : Don Filippo Rinaldi, a cura di Gorret Amato Orso (Breuil - Cervinia) . L . 50.000 . Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Filippo Rinaldi, a cura di N . N. (Pavia) . L . 50 .000 . Borsa : Edmea Re, insegnante e cooperatrice, in ricordo e suffragio, a cura della nipote Maria Pia Speciani in ottemperanza al desiderio della defunta (Milano) . L . too .ooo . Borsa : Maria Ausiliatrice, in memoria e suffragio di don Giuseppe Pianca nel quinto anniversario della morte, a cura delle sorelle (Treviso) . L. 50 .000. Borsa : Franca Genetti, in memoria e suffragio, a cura dei familiari . L. 50 .000 . Borsa : San Giovanni Bosco, a cura di S .C .A. (Asti) . L. 50.000 . Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, in suffragio dei defunti, a cura di N . N . (Monza) . L . 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice, a cura di N . N. (Torino) . L. 50.000 . Borsa : Don Andrea Beltrami e S. Antonio, a cura di una nonna . L . 50 .000. Borsa : Don Bosco, in memoria e suffragio di L . T ., a cura di F . C . (Genova) . L . 50.ooo . Borsa : Sacro Cuore di Gesù, Maria Ausiliatrice, S . G. Bosco e Mamma Margherita, in ringraziamento e invocando continua protezione, a - cura di N . N ., L . 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, a cura di N. N . L. 50 .000 . Borsa : Viva Maria! a cura di N. N. (Carmagnola). L . 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice, in ringraziamento, a cura di Miranda Vogliazzo Ansaldi (La Loggia - Torino) . L . 50 .000 . Borsa : Divina Provvidenza, a cura di Francesco Boglione (Torino) . L. 5o .000 . Borsa : San Giovanni Bosco, S. D . Savio e Papa Giovanni XXIII, a cura della famiglia De Guglielmi (Oneglia) . L. 62 .000 . Borsa : Giuseppina Rivola in Dalla Vecchia, a cura dello zio sac . Adolfo Morigi, Parroco di S . Apollinare di Casola Valsenio (Ravenna) . L . 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice e S. G . Bosco, venite incontro alle mie necessità, a cura di Adele Invernizzi, (Villa Fornaci - Milano) . L . 50 .000. Borsa : Maria Ausiliatrice, in ringraziamento, a cura di Ester Longoni Frattini (Varese) . L . 50 .000. Borsa : Santi Salesiani, in ringraziamento, a cura di Giuseppina Malpieri Rinaldi (Roma) . L. 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice, in suffragio dei fratelli Marciante e familiari, a cura di fu Celestina e Vincenzo . L . 250 .000 . Borsa : Don Bosco, in suffragio dei fratelli Marciante e familiari, a cura di fu Celestina e Vincenzo . L. 250 .000 . Borsa : Mater Boni Consilii, a cura di Pietro Losanna (Torino) . L . 5o .ooo . Borsa : Maria Ausiliatrice, proteggi la mia famiglia, a cura dell'ing . Giovanni Manfredi e Maria Cerisola (Mondovì) . L . 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, a cura di Maria Merlo (Torino) . L . so .ooo . Borsa : Maria Ausiliatrice, S . G . Bosco e ven. D . M . Rua, in suffragio dei miei defunti e invocando protezione, a cura di Rosina Maizza (Monopoli - Bari) . L . 50 .000 . Borsa : Sacro Cuore di Gesù e S . G . Bosco, a cura della cooperatrice Luisa Mirabile (Menfi - Agrigento) . L . 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, a cura di Guglielmo Negrini (Pisogne - Brescia) . L . 50 .000 . Borsa : S . Giuseppe, proteggete mio figlio! a cura di N . N . L . 50 .000 . Borsa : Virginia e Daniele Ruschena, a cura di Morando Ruschena (Alessandria) . L . 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice, S . G. Bosco e Don F. Rinaldi, continuate a proteggerci, a cura di Margherita Ricoveri Fantoni (Mestre Venezia) . L . 50.000 . Borsa : Maria Ausiliatrice e _Don Bosco, a cura di Lucia Bertini (Dovadola - Forlì) . L . 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco, a cura di Paola Calcaterra (Cantù - Milano) . L. 50 .000 . Borsa : Buset Antonietta, a cura dei genitori (Pordenone - Udine) . L . 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, in suffragio delle anime dei miei cari defunti, a cura di Lina Verri (Finale Ligure) . L . 50 .000 . Borsa : Sacro Cuore di Gesù e Maria Ausiliatrice, a cura di Grignolo Cellerio Clara (Cuneo) . L . 50 .000 . Borsa :. Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, in ringraziamento, a cura di N . N. (Pinerolo Torino) . L . 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, a cura di Maria Valota (Bergamo) . L. iz.ooo ; Carmen Pianta (Svizzera) . L . 14.500 ; Rosa Fighetti (Alessandria) L. x2 .000 ; Elvira Alasio (Castelnuovo Calcea - Asti) . L. r2 .ooo . Borsa : San Giovanni Bosco, in memoria di Domenico Brazzani, a cura di Leonardo Brazzani (Torino) . 20 .000 ; Adriana Pippio Grillo (Chiavari) . L. r5 .ooo ; Giovanni Villa (Pordenone) . L. 5 .000 ; Nicolina Tropiano (Castelbuono - Palermo) . L . ro .ooo . Borsa : San Domenico Savio, in suffragio della defunta sorella, a cura di A . (Alessandria) . L . 25 .000 ; Amerigo Frigerio (Buscate Milano) . L . 25 .000. Borsa : Maria Ausiliatrice, S . G . Bosco e S. D . Savio, a cura di Francesca Davico (Torino) . L . 2o .ooo ; Marta Saglietti (Castagnole Lanze - Asti) . L. iz.ooo ; Landi Maria (Napoli) . L . x2 .000 ; Maria De Marzio (Serracappiola) . L . 5 .000 ; Francesco Soave (Grognardo Alessandria) . L . i .coo . Borsa : Maria Ausiliatrice, S . G . Bosco e Don Michele Rua, invocando protezione, a cura delle sorelle Zanotti (Virle Treponti Brescia) . L . iz .ooo ; Geom . Giuseppe Fabbri (Rimini) . L. iz .ooo ; Elda Antonelli (Perugia) . L . x5 .000 ; Maria Dotti (Montaldo Bormida - Alessandria) . L . ro .ooo ; Luisa Bertoldo (Arzignano - Vicenza) . L . 2 .000 . Borsa : San Domenico Savio, p. g . r ., a cura di Teresa Gulliotti (Perugia) . L . 20 .000 ; Spreafico Virginia ved . Colombo (Lecco) . L . iz .ooo ; Ernesto Chiri (Trento) . L . 12 .000 ; Ines Greco (Sestri Levante) . L. t .0o0 ; Carmela Raiola (Torre del Greco - Napoli) . L . 5 .000 . Borsa : Don Filippo Rinaldi, a cura di Albina Garbarino (Favale di M . Genova) . L . iz .ooo ; Umberto Dadone (Revigliasco d'Asti) . L . iz .ooo ; Angela Geromini (Borgomanero - Novara) . L . r2 .ooo ; Salvatore Vitale (Maniago - Pordenone) . L . ro .ooo ; Rosina Savoini (Briga) . L . 5 .000 . Borsa : Papa Giovanni XXIII, in ringraziamento, a cura di Maria Collo (Udine) . L. 6.ooo ; Rina Vanini (Carona - Bergamo) . L. r2 .ooo ; Piera Vicario (Borgomanero) . L. x2 .000 ; Sivalli Jole Telò (Novara) . L . zo .ooo . Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, a cura di N . N . L . [0 .000 ; Scipione Conte (Monselice - Padova) . L . 2o .ooo ; Angelino Marione Luigi (Torino) . L . ro .00o ; Artale Ida (Napoli) . L . 5 .000 ; Pietruccia Ortu (Osilo - Sassari) . L. 6 .ooo . Borsa : San Giovanni Bosco a S . D . Savio, a cura del prof. Salvatore Stella (Catania) . L . [0 .000 ; Margherita Mattivi (Bedollo Trento) . L . ro .oo0 ; Angela Giromini (Borgomanero) . L . t5 .ooo ; Antonietta Dallera (Belgioioso - Pavia) . L. r5 .ooo . Borsa : Don Giorgio Seriè, in ricordo e suffragio, a cura di Suor Clotilde Mazzucco (Spigno Monferrato - Alessandria) . L . [0 .000 ; Anna Maria Musso . (Torino) . L . 20 .000 ; N . N . L . zo.ooo . (csxxn vÀ) Spediz, in abbon. postale - Gruppo 2v (70) - 1' quindicina cousRr I LIBRI CHE SI `BEVONO" D'UN FIfiTO I Formidabile iniziativa S.E.I . : 20 libri + 2 volumi d'arte a sole L . 9 .100! 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Prego spesa 1 Po pontifici l COLIBRI L. 4.300 postali)eilrlibro io 1 .9.10 : parmali o . + O Prego inviarmi contrassegno il 2' GRUPPO di 10 volumi de I COLIBRI IL . 4.800 + spese postali) e il libro in regalo : Il Beato Angelica. inviarmi contrassegno tutti i 20 volumi de I COLIBRI (L. 9.100 + spese o Prego postali) e i 2 libri in regalo : I corpi armati pontifici e il Beato Angelico. Cognome e Nome Firma Si pubblica: il l o del mese per i Cooperatori Salesiani il 15 del mese peri Dirigenti dei Cooperatori S'invia gratuitamente ai Cooperatori, Benefattori e Amici delle Opere Don Bosco Direzione e amministrazione : via Maria Ausiliatrice, 32 10100 Torino - Telef . 48 .29 .24 Direttore responsabile Don Pietro Zerbino Autorizzazione del Trib . di Torino n . 403 del 16 febbraio 1949 Per inviare offerte servirsi del conto corrente postale n . 2-1355 intestato a : Direzione Generale Opere Don Bosco - Torino Per cambio d'indirizzo inviare anche l'indirizzo precedente Indirizzo Cod . Postale BOLLETTINO SALESIANO città Officine Grafiche SEI - Torino