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WEBZINE FREE DOWNLOAD by A.C. JAPANIMATION - Anno II - n. 7
NEWS
COSP
LAY
CULTURA
MUSIC
A
ANDREA “STARCHILD” DI VIRGILIO - Foto di SIMONE DILAGHI
EVENTI
2
EDITORIALE
B
uon Anno a
tutti!! Spero
tanto che
queste feste appena
trascorse abbiano
portato tanta gioia
nelle vostre case; da
noi invece hanno
portato la notizia
che il raduno PARCOSPLAY di Catanzaro non avrà
più luogo: i ragazzi
continueranno ciò
che noi abbiamo
iniziato indipendentemente dal supporto della nostra
associazione... e noi
gli auguriamo un
grosso “in bocca al
lupo” affinché possano coltivare e divulgare la propria
passione per tanto
tempo ancora,
come meritano.
Per quanto concerne questa nostra
webzine, credo proprio che adesso più
che mai abbiamo bisogno del vostro
supporto: la nostra
associazione si
trova infatti in un
periodo ricco di
cose da pianificare
e non sarebbe male
poter ampliare la
nostra cerchia di
collaborazioni per
offrire a tutti i nostri fans un prodotto culturale
ancora più ad hoc
per le proprie esigenze.
Invitiamo quindi
tutti voi ad offrirci il
vostro aiuto, ricordando sempre che
la nostra è un’ottima vetrina pubblicitaria; lo spazio
ideale per poter
trattare le vostre
tematiche preferite
facendo vedere di
che pasta siete fatti:
se vi ritenete dei
bravi artisti o se volete semplicemente
divulgare i vostri
appuntamenti e le
news sulle vostre
attività tematiche...
noi siamo qui per
voi, come sempre.
Altrimenti... cosa ci
stiamo a fare?
V. D’Amico
SOMMARIO
PARCOSPLAY.................................................... pag. 3
Romina Pugliese e la sua arte......................... “
4
Anime Classics in TV: JM Compilation.......... “
5
Focus on Mario Gazzola.................................. “
6
Manga Yaoi: Wonderland .................................. “
7
Cinemaster: cinema e videogiochi................. “
8
FantaTrailers: Clicca sulle immagini ............... “
9
Telefilms Tokusatsu: Garo ................................ “ 11
Coffin&Muffin: il sogno di Elisabetta ............. “ 12
Horror Movie: Interior .................................... “ 14
Horror Book:Vlad Dracula ............................. “ 16
Due studenti, un’unica passione..................... “ 17
Il modellismo robotico: Combattler V.......... “ 18
Attimi di paura e anni di nostalgia................. “ 22
I Signori della guerra: Anno Domini 1375.... “ 24
Dea Fumettista e l’arte di emozionare ........ “ 26
Kikka & Kikko: La gelosia ................................ “ 28
Mi scusi... ............................................................ “ 29
Anime Classics: “Vicky il vichingo”................ “ 30
Effequ & Mammucari: creare fumetti ............ “ 32
J-Rock + Cosplay = Shinigami Squad ............ “ 35
I classici “Urania”: Guerra eterna.................. “ 37
La vostra arte su Japanimando ....................... “ 38
Situazioni da otaku: Episodio 7....................... “ 39
Massimiliano Tedesco........................................ “ 40
Michela Cucchiella ............................................ “ 42
Album 26° PARCOSPLAY di Ostia Lido ..... “ 43
Album PARCOSPLAY Christmas Special .... “ 54
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3
4
ROMINA PUGLIESE E LA SUA ARTE
Su Facebook: Romina Storyboard Illustrations
C
iao a tutti! Mi
chiamo Romina,
sono nata a San
Donà di Piave (VE), classe
1982 ed ora vivo nella
mite Riviera.
Da sempre sono appassionata di disegno, di cartoni animati e di fumetti;
ho imparato a leggere a 4
anni con Topolino che mi
ha fatto compagnia fino ai
14 anni (ancora oggi può
capitare), dopodichè
sono passata ai manga, di
cui sono tutt’ora un’avida
lettrice e collezionista.
Il mio genere preferito è
lo “shojo”, sono molto
romantica e mi piace vedere il mondo in rosa.
Fin dalla tenera età amo
vedere sia i cartoni animati televisivi (dei cartoons “Disney” classici
Paperino è il mio mito
mentre nei cartoni giapponesi lo sono
“Creamy”, “Sailor
“Moon”, E’ quasi magia
Johnny”) che i film d’animazione (“Disney” e
giapponesi).
Il tempo libero lo passavo
sempre a disegnare e mi
piaceva inventare storie,
personaggi e fumetti;
così, dopo essermi diplomata al liceo socio-psico
pedagogico, decisi di iscrivermi prima alla “Scuola
Internazionale di Comics” e poi all’“Istituto
Europeo di Design” dove
mi sono laureata in Illustrazione/animazione
multimediale.
Ho fatto degli stages in
studi di animazione, sia a
Milano che in Ungheria, e
in studi di grafica nella Riviera. Ho lavorato come
storyboard artist e illustratrice. Ho appena illustrato e pubblicato un
libro per piccini intitolato
“La Fattoria di Anna, Il
Pulcino Curiosone”
presso la casa editrice
Edigiò.
Sto lavorando e cercando
di far crescere il design “I
love my Pom”, ovvero i
miei “Pomeranian Spitz”,
design dedicato a questi
batuffoli pelosi.
5
Ho realizzato uno dei
miei sogni della mia vita,
ovvero di andare in Giappone, dove sono stata
ospite presso una famiglia
giapponese a Tokyo e da
alcuni amici a Kyoto.
Spero di poterci tornare
presto!
E’ un viaggio che consiglio vivamente a tutti, agli
appassionati e non del
mondo nipponico.
Vi dedico tre mie opere,
ispirandomi al nostro fantastico Giappone!!
Ciaoooo da Romina Sto-
ryboard Illustrations su
Facebook!
Romina Pugliese
ANIME CLASSICS IN TV: JM COMPILATION
 e © 2002 Edizioni
G.E.S., su licenza Nuova
Fonit Cetra S.r.l., Warner
Music Group, An AOL
Time Warner Company.
Made in Germany by
Warner Music Manufacturing Europe.
Produzione: Santo Verduci.
----------------------1. Bia, la sfida della magia
(2’30”)
2. L’ApeMaia va (3’06”)
3. Marco (3’35”)
4. God Sigma (2’40”)
5. Capitan Futuro (3’00”)
6. Shooting Star (3’05”)
7. La Principessa Sapphire
(3’16”)
8. L’ApeMaia in concerto
(3’04”)
9. Nils Holgersson
(3’30”)
10. Astro Robot Contatto Y (4’08”)
11. Capitan Harlock
(2’58”)
12. Ape Ape ApeMaia
(2’55”)
Buon Ascolto!
6
FOCUS ON MARIO GAZZOLA
www.posthuman.it
“N
el luogo
era in
corso un
rave illegale e la scoperta del corpo del
giovane, letteralmente diviso in due
da un taglio netto, ha
generato il panico e
la fuga degli astanti.”
Con quest’inquietante
immagine – tratta da un
brano del suo romanzo
d’esordio – vi presentiamo un autore della s/f
italiana che intrigherà chi
di voi ama il cyberpunk,
gli scenari apocalittici e
ha il rock nel cuore:
Mario Gazzola. Classe
1964, lavora in un’agenzia di relazioni pubbliche
milanese ed in passato
ha lavorato anche in teatro.
Sbirciando nel suo sito, e
non solo, si scopre che
ha scritto di musica su
diverse testate come
“Rockerilla”, “Rockstar”,
“Musica & Dischi”, “Musica!” di Repubblica,
“JAM”, “Panorama”,
“l’Espresso” ed altre ancora, parlandone inoltre
dai microfoni di “Radio
Lodi”, “Radio Popolare”
e recentemente intervenendo nella ‘Dark Zone’
del programma “Moshpit” su “Radio Base”,
condotto da Eduardo Vitolo (coautore del saggio
“Horror Rock”, con il
quale evidentemente ha
molta affinità).
Ma non finisce qui! Dilettandosi anche di fotografia, oltre a scrivere di
musica e intervistare
musicisti (da Sakamoto a
Nick Cave, da Robert
Wyatt a John Barry e
Tori Amos, che gli ha offerto lo spunto originario per il romanzo di cui
leggete più avanti) ha
partecipato alla mostra
fotografica collettiva
“Dieci anni di Suoni&Visioni” (Milano, Spazio
Oberdan, 2001) e nel
2003 ha realizzato la sua
prima mostra personale,
intitolata “Scatti Sonori”
(Milano, Union Club) e
anche vinto il concorso
“Clikkarezzowave” con
le foto scattate durante
l’edizione 2003 del
“Love Festival”: una di
esse è stata inserita nella
mostra itinerante sul festival.
E’ noto tra i lettori di cinema per aver scritto –
oltre che sul sito linkato
sotto il suo nome –
sull’ormai defunta “HorrorShow” e su “Nocturno” (sito e mensile),
tiene la rubrica “ExCell” sul magazine del
Movimento Connettivista “NeXt” e ha presentato diverse
cineanteprime collaborando con “CiaoRadio”.
Inoltre, nel booklet del
dvd del film “Sheitan”
(ed. Millennium Storm,
versione deluxe) trovate
incluso un suo saggetto
dedicato all’horror francese.
Come autore letterario
nel campo del fantastico
esordisce nel 2007 su
“Robot” n. 51, con un
racconto (“L’Officina dei
Ricambi”). Seguono il
racconto “Come Noi”,
pubblicato su “NeXt”
numero 8 e poi incluso
sull’antologia “Mangiami”
(ed. Magnetica) ed il racconto “Confiteor”, pubblicato da Carmilla
7
online e poi incluso
nell’antologia “Frammenti di una rosa quantica” (ed Kipple) e più
volte presentato in live
reading.
Nel giugno 2009 esce il
suo primo romanzo, che
rielabora in chiave futuribile tutte le esperienze
citate sopra: un thriller
cyberpunk irto di citazioni cinematografiche e
rockettare dal titolo
“Rave di Morte” (edito
da Mursia), che trovate
facilmente in libreria.
Ambientato nel 2025,
alle soglie dalla Quinta
Campagna Irachena, il
romanzo mette in scena
un mondo che sta pericolosamente sfiorando
l'autodistruzione, tra
hacker, macchinazioni
propagandistiche, attentati terroristici nelle metropoli e guerre che
nessuno osa più definire
giuste, esplode la voce
straordinaria di una
nuova cantante pop:
Yorki Amor. Una voce
troppo bella, al punto da
scatenare i sospetti del
protagonista, il critico
Lester Peels, che – attraverso disavventure sempre più apocalittiche –
finirà per scoprire il groviglio di interessi economici, militari e politici
che si nascondo dietro il
patinato mondo del
music biz.
Un romanzo parecchio
“tarantiniano” che diversi lettori hanno trovato anche alquanto
vicino al mondo del graphic novel nell’iperrealismo pulp delle situazioni
e della violenza grafica.
Dopo il romanzo, nel
2010 il suo racconto
“Vermi e Ragni” esce su
“NeXt” n. 14, mentre
nel 2011 esce il brevissimo “Silenzi” sull’antologia “365 Racconti
Horror per un Anno”, a
cura di Franco Forte per
“Delos Books” (altro titolo agevolmente reperibile in tutte le librerie).
Grazie a questa visione
“cinematografica” della
scrittura ha anche realizzato – insieme all’amico
e coregista Walter L’Assainato – un cortometraggio totalmente
autoprodotto, di gusto
tra l’Aronofsky di “Pi
Greco” e il Cronenberg
più mutante: “Con gli
occhi di domani” (su un
soggetto da lui scritto
adattando liberamente il
tema de “L’Occhio del
Purgatorio” di Jacques
Spitz, recentemente riedito da Urania Collezione), che potete
vedere in streaming sul
sito www.posthuman.it,
di cui l’autore cura i
contenuti con un piccolo pool di fidati amicicollaboratori.
Ovviamente, la storia
continua: infatti non crediamo proprio che un
soggetto del genere si
fermi qui... e meno male.
A quanto ci racconta,
sta infatti organizzando
due giornate dedicate al
fantastico presso lo spazio Mohole a Milano
(www.mohole.it) per la
fine di marzo 2012: vi
terremo aggiornati
anche su quell’iniziativa!
Vincenzo D’Amico
MANGA YAOI
www.tekeditori.com
WONDERLAND
di Taishi (disegni) - Kinno (Testi)
Wonderland un tempo
era una terra florida abitata da genti pacifiche,
una tranquillità destinata
a cessare. Le sorti di
questo mondo sono appese ad un filo e solo
una nuova Alice potrà
salvarlo dalla fine "... e
così la bambina cadde
nella tana del coniglio...
trovandosi in un'altra realtà" bisbigliò Fenn. "Chi
sarà la prossima Alice?"
------------------------------Prima Edizione:
Luglio 2011
(per un pubblico adulto)
Numero di pagine: 130
Prezzo: € 8,50
8
CINEMASTER: CINEMA & VIDEOGIOCHI
Clicca su: www.comunicazione.uniroma1.it - www.cine-master.it - www.aiv01.it
Roberto
Faenza
C
inema e videogiochi. Questa accoppiata
trent’anni fa avrebbe fatto
scalpore per alcuni, mentre per altri non avrebbe
avuto senso: come si poteva accostare un’arte ad
un passatempo elettronico? Ma ora, sembra che
questo connubio mediale,
reputato tanto assurdo in
passato, sia diventato un
rapporto dialettico di cui
entrambi i media non
possono fare a meno.
Infatti questa relazione,
grazie anche al ruolo di
tramite svolto dalla rivoluzione digitale, ha modificato (e continua a
modificare), attraverso un
mutuo scambio l’aspetto,
i contenuti, lo stile e gli
strumenti espressivi sia
del videogioco che del cinema. E’ nato così “Cinemaster – Sceneggiatura
cinematografica e videogame direction”, un
nuovo master universitario di primo livello nato
con l’obiettivo di individuare, potenziare e
creare figure professionali
nel settore della “scrittura creativa per i
media”, con particolare
riferimento alla crossmedialità e al videogioco
come prodotto culturale.
L’esigenza di questo tipo
di esperto in scrittura, visibile negli attuali mutamenti del mercato
culturale, è particolarmente evidente nel settore del videogioco, un
comparto che in tre anni
ha raddoppiato il proprio
valore e rappresenta oggi
un ambito tecnico-professionale in rapida evoluzione. Ideato dal
Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale
dell’Università di Roma
“La Sapienza”, organizzato in collaborazione
con l’Accademia Italiana
Videogiochi e con il patrocinio delle Istituzioni
Biblioteche di Roma, Cinemaster, unico nel suo
genere in Italia, intende
rispondere alla crescente
domanda di formazione
di scrittori in grado di gestire una narrazione di
tipo interattivo.
Cinemaster ha elaborato
un percorso di studio
concreto, diviso in aree
tematiche congrue, che
metta in grado lo studente di avvicinarsi concretamente al mondo del
lavoro. Un’offerta formativa fortemente orientata
alla pratica, grazie alla
presenza di professionisti
del settore, sceneggiatori
e registi. Alla fine del
corso i partecipanti
avranno realizzato concretamente, attraverso
un’attività di laboratorio
costantemente monitorata dai docenti, un prodotto narrativo
crossmediale. La scadenza
per presentare le domande di ammissione al
Master, che avrà inizio il 1
febbraio 2012, è fissata
per il 13 gennaio. La durata del master, destinato
ad un massimo di 25 corsisti, è di 12 mesi. Possono accedervi coloro
che sono in possesso di
laurea (triennale, specialistica/magistrale o vecchio
ordinamento), senza
alcun vincolo di provenienza o di età. L’iscrizione al master è
incompatibile con qualsiasi altro corso di studio
ad eccezione dei corsi di
alta formazione.
Le domande di ammissione potranno essere
fatte pervenire entro e
non oltre le ore 17 del
13 dicembre 2012:
a) via mail al seguente indirizzo: [email protected].
A coloro i quali intendano avvalersi di questa
modalità di invio della do-
manda di ammissione al
Master verrà inviato un
messaggio di avvenuta ricezione.
b) consegnando a mano
alla Segreteria Cinemaster, via Salaria 113
(stanza B11c, primo
piano), 00198 Roma, martedi e giovedì ore 15-17.
E’ possibile, inoltre, consegnare la domanda alla
Referente tecnico-Amministrativa dei Master
Dott.ssa Giorgia D’Ambrosi, scrivendo al seguente indirizzo di posta
elettronica: [email protected] per
concordare un appuntamento in giorni ed orari
alternativi.
Le strutture saranno
chiuse per la pausa natalizia dal 23 dicembre al 9
gennaio.
c) consegnando mediante
raccomandata A/R al seguente indirizzo:
Direttore del Master
Prof. Roberto Faenza
presso Facoltà di Scienze
Politiche, Sociologia, Comunicazione, via Salaria
113 (stanza B11c, primo
piano), 00198 Roma.
Non farà fede alcun timbro postale.
Per ulteriori informazioni
e per scaricare il Bando
mandare una e-mail su [email protected]
oppure cliccare sui siti indicati in alto.
Valentina Leotta
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FANTATRAILERS: CLICCA SULLE IMMAGINI
DOGORA IL MOSTRO DELLA GRANDE PALUDE
Titolo originale: Uchu Daikaiju Dogora
Titolo inglese: Space monster Dogora
Produzione: Toho. Giappone, 1964
Durata: 81 minuti
Regia di Ishiro Honda
Scritto da Shinichi Sekizawa
Musiche di Akira Ifukube
Effetti speciali di Eiji Tsuburaya
Produttore esecutivo Tomoyuki Tanaka
Cast:Yosuke Natsuki, Hiroshi Koizumi, Akiko Wakabayashi,
Yoko Fujiyama, Nobuo Nakamura, Robert Dunham
Testo tratto dal lato B del DVD prodotto
e distribuito dalla Eagle Pictures S.p.a. / Passworld:
Un satellite per le trasmissioni televisive, lanciato in orbita
terrestre da un centro spaziale, scompare dopo pochi minuti di volo. Sugli schermi del controllo, per brevi istanti, si
intravede una misteriosa entità proveniente dal cosmo profondo. La creatura è Dogora, simile ad una gigantesca medusa. Il pianeta Terra rappresenta una preda ambita poiché
sulla superficie esistono moltissime miniere di carbonio a
cielo aperto, suo cibo naturale... Una banda di ladri di diamanti, un ispettore della polizia giapponese ed uno scienziato si troveranno così a dover fronteggiare il mostro.
LA DONNA ESPLOSIVA
Titolo originale: Weird Science
Produzione: Hughes/Silver - Universal Studios. USA, 1985
Durata: 87 minuti circa
Scritto e diretto da John Hughes
Musiche di Ira Newborn e Jimmy Iovine
Cast: Anthony Michael Hall, Kelly LeBrock, Ilan MitchellSmith, Bill Paxton, Suzanne Snyder, Judie Aronson, Robert
Downey Jr., Robert Rusler, Britt Leach, Barbara Lang,Vernon Wells, Michael Berryman, D'Mitch Davis
Testo tratto dal lato B del DVD prodotto
e distribuito dalla Universal Studios:
La leggenda di Frankenstein viene ribaltata in questa provocatoria commedia piena di effetti speciali dallo sceneggiatore-regista di “Un compleanno da ricordare” e “The
Breakfast Club”. L’apprezzato regista John Hughes ci riprova: qui, dà all’impacciato genio del computer Ilan Mitchell-Smith e al suo migliore amico Anthony Michael Hall il
potere di programmare la donna perfetta (Kelly LeBrock).
Come una fatina generata al computer, la creatura ultraterrena creata dai due protagonisti, li guida tra gioie e dolori
dell’adolescenza. Al ritmo rock di una colonna sonora in cui
compaiono molte superstar della musica, come gli Oingo
Boingo, questa originale favola fantascientifica dà vita a una
delle nostre fantasie adolescenziali preferite.
10
11
TELEFILMS TOKUSATSU: GARO
Clicca su:Tokusatsu Forum
K
oga Saejima è
Garo, un guerriero del Makai
che combatte contro gli
“Orrori”, degli esseri nati
dalle pulsioni malvage
degli uomini, con l’uso di
un’armatura dorata dalle
fattezze di un lupo che
può utilizzare per soli
99,9 secondi.
Un giorno incontra
Kaoru Mitsuki, una giovane pittrice, e la salva da
un Orrore. Kaoru viene
però contaminata dal
sangue di quell’essere ed
è pertanto destinata a diventare essa stessa un
Orrore entro 100 giorni.
Inizialmente Koga decide
di lasciarla in vita in
quanto la ragazza è un
vero e proprio “richiamo” per quegli esseri
ma, col tempo, arriverà ad
innamorarsene tanto da
rischiare la vita nella ricerca di una cura.
Kaoru nel frattempo conosce Rei Suzumura, un
ragazzo che si rivelerà essere anch’egli un guerriero del Makai chiamato
Zero, munito di 2 spade
ed un’armatura di colore
argento.
Garo e Zero, durante le
loro incredibili avventure,
conquisteranno anche 2
speciali cavalli, si ritroveranno a faccia a faccia
con mostri terribili e dovranno affrontare il tradimento di coloro che
consideravano essere
loro alleati.
Vincenzo D’Amico
Sebastiano Lombardo
ELENCO
DEGLI
EPISODI
Capitolo del “Lupo Nero”
Genere:
Tokusatsu
Creato da:
Keita Amemiya
Cast:
Hiroki Konishi,
Mika Hijii, Ray Fujita,
Masaki Kyomoto
Compositori:
Shinji Kinoshita,
Kōichi Ōta,
Paese:
Giappone
Numero di episodi:
25
Produttori esecutivi:
Minoru Kubo,
Kiyotaka Ninomiya,
Makoto Shiraishi,
Produttori:
Kōichi Ishida,
Hiroyuki Hattori,
Junpei Nakagawa
Durata di
ciascun episodio:
24-25 minuti
01 - Il libro illustrato
02 - Anima oscura
03 - Orologi
04 - Il banchetto
05 - Chiaro di luna
06 - Bellezza
07 - Zanna d’argento
08 - L’anello
09 - La prova
10 - Maschere
11 - Come in un videogame
12 - Taiga
13 - Promessa
14 - Incubo
15 - Sculture divine
16 - Sakè rosso
17 - La vasca
18 - Tracce
19 - Fuoco nero
20 - Vita
21 - Proiettili demoniaci
22 - Incisione
23 - Bestia senza anima
24 - Fanciulla
25 - Lo spirito dei grandi
GARO Gaiden
01 - Sorriso
Più 2 mini serie speciale:
GARO: “Bestia della
notte bianca”
GARO: “Red Requiem”
Spin off:
KIBA Gaiden
Per acquistare la serie,
clicca sulla copertina qui
a sinistra e vai al sito
della Dynit.
12
COFFIN&MUFFIN: IL SOGNO DI ELISABETTA
www.coffinandmuffin.com
C
iao a tutti i lettori
di Japanimando,
mi chiamo Elisabetta, meglio conosciuta
come “Coffin&Muffin” o
Maisha/Maetel di Galaxy
Express 999.
Ho la passione per i costumi e del creare qualsiasi cosa fin da
quand’ero molto piccola.
Col tempo ho iniziato a
conoscere il Giappone e
tutto quello che rappresenta, così come il fenomeno cosplay quando
ancora qui in Italia non
era molto noto.
Ho iniziato quest’hobby
praticamente da piccolissima, quando ancora non
sapevo nemmeno che esistesse, facendomi vestiti
di carta crespa e imitando i personaggi dei
cartoni che più mi piacevano ed immaginando di
rivivere le loro storie.
Quando cominciai a leggere e disegnare fumetti
e documentarmi sul
Giappone vidi che questa
passione era una cosa
che cominciava a diffondersi e da lì non ho più
smesso, anzi poco a poco
ha preso anche forma
concreta nel mio sogno,
un sogno che ho voluto
chiamare “Coffin&Muffin”.
“Coffin&Muffin” significa
letteralmente “Bara e
dolcetto” e come nome
racchiude un po’ sia lo
stile dark-gothic che il lolita, i due stili preponderanti nel mio marchio ma
che poi spaziano a qual-
siasi altro genere o sottogenere.
Il marchio, registrato con
nome e logo nel 2007,
formato da una teiera e
una piccola bara, racchiude tutta una serie di
attività creative che spa-
ziano dalla realizzazione
100% handmade di abiti
ed accessori come collezioni, in stile dark-gothic,
lolita, cyber, steampunk,
fantasy, kawaii, in stile
giapponese tradizionale o
rivisitato, articoli esote-
rici e realizzazione di cosplay ed accessori, abiti
per gioco di ruolo dal
vivo, armi ed armature, ed
anche scenografie o costumi teatrali... e qualsiasi
altra cosa possa essere
immaginata!
Il mio percorso stilistico
e creativo nasce da autodidatta, perfezionato poi
con la laurea in Design di
moda ed alcuni corsi di
specializzazione di taglio
e cucito e in altri ambiti,
ma soprattutto con lo
sperimentare o inventare
nuove tecniche e provare
nuovi materiali.
Tra i vari cosplay che ho
realizzato quello che preferisco è Maisha/Maetel
di “Galaxy Express 999”
che porto ormai da diversi anni, mi ritrovo
molto nel personaggio ed
era uno dei cartoni che
più mi piacevano.
Tra gli altri vi sono Alexiel da “Angel Sanctuary”, Hinoto da
“x/1999”, Warlock e Void
da “World of Warcraft”
con cui abbiamo vinto
come miglior gruppo videogioco a Lucca 2007,
“La principessa Zaffiro” e
molti altri ancora.
Penso che il cosplay sia
un hobby appassionante,
permette di unire creatività, fantasia, ingegno e
che accomuni anche
molte persone con interessi in comune, permettendo anche nuove
conoscenze ed amicizie e
nuovi punti d’incontro,
oltre all’emozione di tra-
13
una bella storia, poterla
vivere con i nostri occhi,
cambiandola ogni volta
che vogliamo.
Così al mare posso diventare una sirena, o
posso farmi spuntare un
paio d’ali, diventare quel
personaggio che amavo
tanto, o immaginare qualsiasi altra cosa, e condividerlo anche con coloro
che hanno questi stessi
sogni.
Mi impegno moltissimo in
questo progetto e ci
metto tutta la passione
che ho, non si tratta solo
di cucire dei vestiti, ma di
metterci anima e cuore in
ogni singolo pezzo.
Ogni creazione viene realizzata con cura, scegliendo personalmente
materiali e tecniche più
adatte, per renderla il più
realistica e fedele possibile, viene tutto realizzato
sformarsi nel personaggio che più ci piace e a
cui ci sentiamo affini.
Ogni fiera è sempre
un’emozione, piena di
preparativi, colori, nottate in bianco passate a
cucire, creare, incollare,
tagliare, correre e ingegnarsi per riuscire poi a
portare l’agognato progetto.
Il mio sogno è di poter
trasformare la fantasia in
realtà, di veder nascere
ogni volta tra le mie
mani creature fantastiche, materiali inermi diventare qualcosa che
prima non c’era, e vivere
i sogni come realtà,
emozionandosi come si
farebbe con un film o
a mano sia dalla fase
della creazione della base
che del cartamodello che
nella realizzazione vera e
propria fino all’ultimo
dettaglio.
Tutto questo nasce come
un sogno, un viaggio fantastico che ogni giorno
cerco sempre di migliorare e di poter concretizzare, magari con
l’apertura di uno shop
della fantasia che possa
racchiudere tutti questi
mondi.
Comunque, nel frattempo, con il mio “treno
immaginario 999” viaggerò ancora per molte
fiere e mercatini con
tante nuove creazioni... il
viaggio della fantasia non
termina mai!
Elisabetta
Coffin&Muffin
14
HORROR MOVIE: INTERIOR
www.scheletri.com
INTERIOR
Titolo internazionale:
Inside
Regia:
Alexandre Bustillo e
Julien Maury
Cast:
Béatrice Dalle,
Alysson Paradis,
Nathalie Roussel,
François-Régis
Marchasson,
Jean-Baptiste Tabourin,
Dominique Frot,
Claude Lulé,
Hyam Zeytoun,
Tahar Rahim,
Emmanuel Guez
Anno:
2007
Nazione:
Francia
Durata:
83 minuti
- HORROR MOVIE -
INTERIOR
TRAMA
Sarah ha appena perso il
compagno in un terribile
incidente, nel quale lei
era alla guida. Lei e il suo
bambino non ancora nato
si sono salvati, ma il suo
stato emotivo è molto instabile. La sera di Natale,
quando è sola in casa e
sotto l’effetto dei tranquillanti, una donna bussa
alla sua porta. Lei non
aprirà, ma la donna misteriosa troverà il modo di
entrare all’interno e dare
la caccia al bambino che
cresce nel ventre di
Sarah.
RECENSIONE
À l’interieur è un luogo
altro che ci si immagina
protetto dal mondo e
dagli urti che la vita riserva. Sarah, come molte
donne al termine della
15
gravidanza, vive dentro
il suo corpo come fosse
una trincea. Il bambino
che lei ha dentro di sè
rappresenta tutto il suo
mondo, dal momento che
ha anche avuto la sfortuna di perdere il suo
compagno. E l’aspetto totalizzante di questa situazione è ben espresso nel
concetto archetipo di
Uroboro, un posto indifferenziato e senza tempo,
da dove tutti veniamo e
dove finiremo per tornare. Ovvio che un horror incentrato sulla
fallace percezione di sicurezza che dà l’interno del
corpo della madre debba
risultare assai disturbante. Ma i due diabolici
registi, alla loro opera
prima, non si fermano
qua. Quello che alla fine
confezionano è un horror
totalizzante, nella misura
in cui l’interno della pancia dove abita il piccolo
oggetto delle mire di una
donna sconosciuta, presto diviene l’interno
stesso della casa. A mano
a mano il sangue sporcherà ogni parete e il
bianco delle piastrelle del
bagno diverrà schermo
sul quale proiettare le
peggiori ansie rispetto
alla maternità.
Ma andiamo per ordine,
Sarah alla prima inquadratura è già coperta di sangue. L’incidente nel quale
ha perso il suo compagno
è appena avvenuto, lei si
controlla la pancia, e poi
guarda di fianco a sè. La
diagnosi è presto fatta: il
bambino c’è ancora, il
compagno purtroppo no.
Dopo poche scene in
ospedale, la vediamo andare in giro a fare foto
nei parchi, foto di famiglie
felici, come quella che
avrebbe avuto lei se le
cose fossero andate diversamente. Alla fine decide, contro il parere
dell’intera famiglia, di trascorrere da sola la sera di
Natale. Si chiude in casa e
prende qualche pillola
per dormire. Poco prima
di andare a letto una
donna bussa alla sua
porta, lei non solo non la
lascia entrare, ma chiama
anche la polizia, si sa che
le donne in gravidanza
sono un tantino apprensive.
Da questo momento in
poi il film comincia ad insinuare nello spettatore e
nella stessa protagonista,
il senso di instabilità tipico di chi sperimenta un
intrusione nel proprio
spazio intimo. Come i
protagonisti di Ils prima
di lei, anche Sarah dovrà
fare i conti con la nuova
paura dei cineasti francesi: l’intrusione non au-
torizzata dall’esterno con
intenti distruttivi. E se i
precedenti sfortunati
protagonisti del disvelamento della recente deriva psichiatrica da cui
pare afflitta la Francia attuale, hanno potuto contare sulla complicità dello
spettatore, questa nuova
storia è dedicata in prima
battuta alle donne. Solo
una donna può davvero
capire l’orrore di qualcuno che non solo ti
entra in casa, ma che ti
vuole prendere un figlio
dal ventre. E per meglio
coinvolgere anche quelli
che non lo possono sapere, i registi si dedicano
al meticoloso lavoro di
estendere lo spazio interno del corpo di Sarah
all’intera casa.
Ecco quindi spuntare coltelli, forbici, ferri da calza
e quant’altro nel tentativo di bucare la parete
oltre la quale il sangue
scorre copioso.
Lo spazio interno della
casa, come anche quello
del corpo, di colpo per-
dono la loro caratteristica principale, quello di
fare da barriera contro
l’esterno. E così ogni movimento è teso a lacerare
e colpire dove fa più
male, nel tentativo di derubare un corpo e una
casa del suo abitante. Le
progressive estensioni
della follia strisciano silenziose all’interno delle
stanze per poi esplodere
ogni volta che viene
aperta una porta. Ad ogni
apertura esterna corrisponde una lacerazione
del corpo e, se tutti quelli
che entrano in quella casa
finiscono per essere coinvolti è solo perchè il sangue è vischioso e si
attacca a tutto. E poi se
come dicono i vampiri: il
sangue è la vita, qua di
vita ce n’è più che a sufficienza.
La battaglia infatti è di natura primordiale, è la
guerra che si fa per proteggere la vita stessa, minacciata in questo caso,
non come poteva apparire ad un primo sguardo
dalla follia, ma dalla sfortuna.
Ed è per questo che il
film regge, almeno visivamente, certo il plot è
semplicistico e anche un
tantino inconsistente, ma
la rappresentazione ad un
certo punto prende possesso dell’intera operazione, e allo spettatore
non importa neanche più
di sapere perchè quella
donna voglia fare una
cosa così terribile, chi
guarda alla fine vuole solo
sapere se ce la farà.
Anna Maria Pelella
16
HORROR BOOK:VLAD DRACULA
www.scheletri.com
D
racula è noto al
mondo nella versione romanzata
del vampiro mai morto.
Ma dietro questo mito
letterario si cela la storia
vera del principe valacco
Vlad Tepes, cavaliere del
Drago, il cui regno in Valacchia fu conteso nel XV
secolo con la forza e il
terrore da due voraci
predatori: l’impero ottomano e l’Ungheria.
Dracula rispose ai suoi
nemici con una personalissima idea della giustizia,
rendendosi protagonista
di episodi di efferata crudeltà e di atroci rappresaglie, attuando le
raccapriccianti pratiche di
sterminio che gli valsero
l’orrido appellativo di
Vlad l’Impalatore.Venerato come temerario difensore della cristianità e
dell’indipendenza nazionale rumena, divenne ben
presto una leggenda in
tutto il mondo (dalla se-
conda di copertina).
Libro di esordio dell’americano Michael Augustyn,
“Vlad Dracula” è un avvincente romanzo storico
che ripercorre le gesta
del leggendario principe
della Transilvania, diventato celebre in tutto il
mondo grazie all’opera di
Bram Stoker.
Prima fuggitivo dalla propria terra, poi principe in
Valacchia e infine prigioniero in Ungheria, attraverso il dettagliato
resoconto storico di Augustyn, abbiamo la possibilità di conoscere i
molteplici aspetti di un
personaggio controverso:
da una parte il Dracula
sanguinario e spietato e
dall’altra il valoroso condottiero che lottò fino
alla morte per difendere
la propria patria dall’arroganza turca.
Il libro si conclude con la
“leggenda” di Dracula,
dove l’autore offre la sua
personale teoria sulla nascita del vampiro più famoso della letteratura.
Da leggere!
Alessandro Balestra
--------------------VLAD DRACULA
di Michael Augustyn
Pagine 361
Euro 9,90
Newton & Compton
VOLETE COLLABORARE
A TITOLO GRATUITO
AL NOSTRO PROGETTO
NON PROFIT “JAPANIMANDO”?
INVIATECI UNA E-MAIL:
[email protected]
17
DUE STUDENTI, UN’UNICA PASSIONE
www.mangateam.it
S
alve a tutti! Il nostro
staff è pronto a spiegarvi le motivazioni
e le passioni che ci spingono a lavorare a questo
progetto e gli obiettivi
che ci siamo posti.
Il progetto Mangateam
nasce dall’hobby... o meglio... dalla passione di
due giovani studenti universitari, Carlo e Maurizio (rispettivamente di 20
e 21 anni), entrambi accomunati dalla passione
per i manga (ovvero i fumetti giapponesi).
Proprio da questo genere
di narrativa sono stati
tratti i cartoni animati di
successo che hanno accompagnato la crescita,
non solo della nostra generazione ma anche
quella dei nostri genitori.
L’idea di creare un portate dove sfogare le nostre passioni è nata per
caso, in uno dei tanti discorsi che si fanno
quando ci si incontra in
fumetteria; e così, pian
piano, nel giro di pochi
mesi, ritagliando del
tempo dagli impegni universitari, siamo riusciti a
mettere in piedi qualcosa
di concreto: un progetto
ancora in stato embrionale, che potrà però
avere grandi sviluppi.
Su Mangateam.it abbiamo
unito le predisposizioni di
ognuno di noi: Maurizio si
dedica infatti ai contenuti,
in particolar modo alle
video recensioni, dove
può dare sfogo alla sua
voglia di far conoscere
questo fantastico mondo
Carlo Arcidiacono
di sogni attraverso il fumetto e l’animazione
giapponese; Carlo invece,
anch’egli lettore di
manga, ha deciso di mettere a disposizione la sua
passione per l’informatica
e le sue conoscenze di
programmazione per
mettere in piedi la struttura tecnica del sito ed
implementare sempre
nuove funzioni e migliorìe
tecniche.
E così insieme, passo
passo, vogliamo dare vita
ad uno spazio a disposizione di tutti, dove noi in
prima linea diamo sfogo
alla nostra passione
dando anche la possibilità
a tutti gli appassionati italiani di:
a) scambiare idee ed opinioni;
b) consigliare interessanti
letture;
c) discutere nel forum
(collegato al portale)
sulle serie di culto, sui
personaggi, sulla cultura
giapponese che tanto ci
affascina, nonché su tutto
ciò che accomuna molti
ragazzi della nostra generazione ovvero i videogames, i giochi di ruolo, i
giochi di carte, e tante
altre cose che ci permettono di sognare, di evadere dai vari problemi
giornalieri e dalle brutture della nostra società.
Supportateci a aiutateci
ad espandere i nostri
confini!
Mangateam Staff
Maurizio Pilato
18
IL MODELLISMO ROBOTICO: COMBATTLER V
Su Facebook: L’Alabarda Spaziale - Modellismo Robotico FB Italia
U
n saluto a tutti i
lettori di JAPANIMANDO e ovviamente i migliori auguri di
Buon Anno!!
Ben ritrovati al consueto
appuntamento dedicato
al Modellismo Robotico a
cura de “L’Alabarda Spaziale” (che trovate anche
su Facebook all’indirizzo
www.facebook.com/lalabardaspaziale).
Iniziamo il 2012 con un
viaggio indietro nel
tempo; Accendiamo la
nostra fiammante DeLorean, impostiamo i circuiti
temporali su “Giugno
1999” e VIA!!
In questo periodo la Bandai, nota azienda giapponese produttrice di
giocattoli, ha da poco
inaugurato la nuova serie
“Soul of Chogokin” modelli robotici Diecast destinati al mercato
collezionistico. Dopo le
prime due uscite (GX-01
Mazinger Z e GX-02
Great Mazinger) viene
lanciato sul mercato il
primo prodotto targato
“Soul of Chogokin” componibile: Stiamo parlando
del GX-03: Combattler V.
Ma partiamo dalle origini:
“Chodenji Robo Combattler V” (Robot Super
Elettromagnetico Combattler V) è un anime robotico di 54 puntate
prodotto nel 1976 da
Nippon Sunrise, ad opera
di Saburo Yatsude e Tadao
Nagahama. Nella serie, gli
alieni del pianeta Cambell
invadono la Terra: Per
contrastarli il professor
Stevens (Nanbara nell’anime originale) costruisce il robot
elettromagnetico Com-
battler V, composto da 5
velivoli (custoditi nel laboratorio posta su una
scogliera, la Base Nanbara) pilotati da Roy
Lambert (Hyouma Aoi),
Furio Batler (Juzo Naniwa), Gonghi Kasuki
(Daisaku Nishikawa), Jolly
Lynch (Kosuke Kita) e la
nipote del professore,
Maggie Stevens (Chizuru
Nanbara). Questo anime
sarà il predecessore di un
altro famoso robot molto
simile e altrettanto apprezzato:Vultus V.
La versione che andremo
a recensire sarà la GX03. Sono state messe in
commercio un’accattivante versione “black”
(GX-03b) e la versione
“renewal” GX-50, leggermente modificata e migliorata, pubblicata nel
2009 nell’occasione del
10° anniversario.
LA CONFEZIONE
Come tutti i prodotti
Bandai, il packaging è ottimo. La scatola è grande,
colorata e attraente. Sul
19
retro, altre ottime immagini che illustrano l’agganciamento e le armi del
Combattler V. All’interno,
ben protetti in un grande
involucro di polistirolo,
troviamo le armi (due
Super Electromagnetic
Yo-Yo, le due Twin Lancer,
due Atomic Burner da innestare all’altezza delle
braccia e il Super Electromagnetic Spin) con il
loro stand espositivo, e le
cinque navicelle: Battle Jet
(testa), Battle Crasher
(braccia/petto), Battle
Tank (busto), Battle Marine (gambe) e Battle
Craft (piedi). Un manuale
ricco e dettagliato completa il tutto.
I PREGI...
A livello estetico, nulla da
obiettare: I tecnici della
Bandai hanno svolto un
ottimo lavoro, nonostante all’epoca fossero
solamente al loro terzo
SoC. Le navicelle e il
Combattler V hanno uno
sculpt ottimo e definito,
molto fedele alla serie
animata; lo stesso discorso vale per i colori
utilizzati. Senza dubbio
uno dei migliori modelli
in commercio relativi a
questo grande robot.
Le armi sono tante e ben
realizzate, con il modello
renewal GX-50 sono
state addirittura aumentate, rendendo lo stand
espositivo delle armi uno
dei più grandi mai visti...
Provate quindi a immaginare in quante maniere
potreste esporlo, visto la
notevole quantità di accessori!
I materiali utilizzati (Diecast e PVC) sono ben
dosati, dando a questo
modello il giusto peso
(circa 664 grammi) per
un’altezza di poco più di
24 cm.
L’aspetto generale è soddisfacente. Il robot è imponente e
proporzionato, esposto
in vetrinetta fa decisamente la sua figura!
...E I DIFETTI
Per quanto sia un modello eccellente, anche
questo gokin ha i suoi
punti deboli (a parer mio
trascurabili specialmente
se, come me, siete fan di
Combattler e Vultus).
20
nell’altra variante, ovvero
il carro armato gigante
Grand Asher, pare non
essere un granchè in
fatto di estetica. Molti
collezionisti preferiscono
esporlo come robot,
dove può essere apprezzato per la maestosità, la
fedeltà con l’anime e la
vasta gamma di armi in
dotazione.
Il primo, se proprio vogliamo dirla tutta, è la posabilità. Essendo un SoC
un po’ datato la Bandai
non aveva ancora dimestichezza nel produrre i
propri modelli. Le articolazioni sono quindi un po’
limitate, e non sarà facile
mantenere questo mecha
in posizioni particolarmente complesse. Stesso
discorso anche per il
montaggio delle cinque
navicelle: in particolar
modo dovrete fare particolare attenzione ad
unire il busto e il petto,
dove è richiesta un po’
più di forza per poter agganciare o sganciare i due
moduli.
La possibilità di “trasformare” il Combattler
CONCLUSIONE
Il GX-03 ha sicuramente
fatto storia. E’ stato il
primo robot componibile
ad essere prodotto per la
prestigiosa serie targata
Bandai e ha goduto di un
discreto successo, essendo probabilmente (ad
eccezione del GX-50 renewal) il migliore modello del Combattler V in
circolazione. Tenendo
conto anche del prezzo
(mediamente si va dai
100 ai 140 €, mentre per
la versione renewal si va
verso i 180 €) se siete
appassionati di robot
componibili non potete
lasciarvelo scappare, insieme al suo “fratello”
Vultus V.
Se poi riuscite ad accaparrarvi la riproduzione
della Nanbara Connection Base, con le rampe
di lancio per le cinque navicelle, potete ritenervi
davvero soddisfatti, anche
perchè è un oggetto particolarmente raro, in versione Tamashii Limited!
Con questo concludo il
mio articolo, un saluto a
tutti e alla prossima!
MATA NE! ^_^
Roberto
“Robb” Morello
21
22
ATTIMI DI PAURA E ANNI DI NOSTALGIA
Gruppo su Facebook: I FUMETTI SONO UNA COSA SERIA!
S
ono passati 37 anni
da quel giugno del
1974 in cui nelle
edicole italiane apparve
una rivista dall’inconsueto
formato e dallo strano
nome: “Il Corriere della
Paura”. Quella rivista
“anomala” durò solo 22
numeri ed ebbe meno di
due anni di vita editoriale
eppure il suo ricordo è
“fissato” nella memoria di
chi la lesse all’epoca e di
chi ha avuto la possibilità
di leggerla successivamente. Quale è il motivo
di questa incredibile “durata”, di questo successo
che continua ancora oggi?
A mio modesto parere,
molto nasce dal felice
connubio tra fumetti
(“Made in USA”) e articoli (di completa produzione nostrana).
L’Editoriale Corno stava
vivendo il momento di
massima espansione;
l’anno prima aveva cominciato a pubblicare gli
“Albi dei Super Eroi”, una
collana in cui i personaggi
si alternavano a rotazione
senza una testata fissa. Si
trattava di storie dai contenuti diversissimi che
spaziavano dal “western”
di Red Wolf allo “Sword
and Sorcery” di Conan
the Barbarian all’“horror”
raffinato del “Dracula” di
Gene Colan e del “Werewolf by Night” di Mike
Ploog. Proprio partendo
dalla discreta accoglienza
accordata a questi personaggi, la Direttrice Responsabile della Corno,
Maria Grazia Perini, propose al suo editore una
vera e propria rivista di
genere. Ricevuto l’“imprimatur” la Perini, confermando tutto il suo
talento, snocciolò una
serie infinita di idee vincenti:
1) La scelta del nome che
certamente rimanda allo
storico “Corriere dei Piccoli” ma che richiama alla
memoria anche prestigiosi quotidiani come il
“Corriere della Sera”.
2) Il formato di dimensioni maggiorate (cm 21
x 27,5) rispetto agli albi
dedicati ai supereroi che
permette una adeguata
visibilità nelle edicole.
3) la scelta di un rigoroso
bianco e nero (stile a cui
grazie agli albi della Bonelli, il lettore è ormai affezionato).
4) L’utilizzo (almeno per i
primi 15 numeri) di copertine pittoriche; quella
del N°1 (Tratta da “Dracula Lives!” N° 5) dell’illustratore argentino Luis
Dominguez (1923-) con
un Dracula alle prese con
la vittima di turno, cattura
l’attenzione e così sarà
anche per quelle successive, affidate al talento di
artisti come Earl Norem
e Boris Vallejo.
5) L’allestimento di un
apparato redazionale, interessante e ben curato,
affidato ad esperti di rilievo come Cesare Medail
(1943-2005), curatore di
una serie di articoli sui
vari aspetti dell’esoterismo o come Giovanni
Mongini (1944-), critico e
storico del Cinema che si
occupò di una rubrica
fissa sull’horror in celluloide.
E poi c’era lei, “la strega”
Maria Grazia con la sua
asciutta ma esauriente
pagina introduttiva e la
sua seguitissima rubrica
della posta in cui dava
prova delle sue innegabili
qualità professionali ma
23
ancor di più della sua
straordinaria capacità comunicativa. La posta della
Strega in breve diventò
un gioco a rimpiattino tra
la Direttrice e i lettori
dal tono scherzoso e mai
sopra le righe. A chiudere
idealmente il cerchio arrivava “l’Astranero di Sargatanas” una pagina
dell’oroscopo “sui generis” in cui, ancora una
volta, era l’ironia a farla
da padrona.
Ovviamente, neppure il
grande talento mediatico
della Perini avrebbe potuto reggere per molto
se non fosse stato supportato da una eccellente
produzione fumettistica.
Tutte le storie pubblicate
dal “Corriere della
Paura” attingevano all’immenso serbatoio della
Marvel Comics con la
quale l’editoriale Corno
aveva da tempo stabilito
un produttivo sodalizio.
La “Casa delle Idee”, approfittando di un certo
allentamento delle maglie
della censura (il famigerato Comics Code) aveva
iniziato a pubblicare una
linea di fumetti horror
dai toni decisamente forti
(per l’epoca) sia nei testi
che nei disegni. I protagonisti erano assolutamente
spiazzanti: vampiri come
il Conte Dracula, “freak”
come la Creatura di
Frankenstein, persino
“zombie” come Simon
Garth. Le storie erano
brillantemente raccontate da autori solidi e
preparati come Roy Thomas, Marvin Wolfman,
Doug Moench, Gerry
Conway, Steve Gerber,
Len Wein e Tony Isabella.
I disegni apparivano
“forti” ma mai truculenti,
lo splatter veniva suggerito ma non esibito e qua
e là affiorava qualche piccola scena di nudo femminile.
Su riviste antologiche dai
nomi evocativi come
“Dracula Lives!”, “Monsters Unleashed”,
“Strange Tales”, “Vampire
Tales” e “Tales of the
Zombie” sfilarono autentici “Maestri” come John
Buscema, Neal Adams,
Gene Colan e ottimi professionisti come Val Mayerik e Pablo Marcos.
Per 22 numeri gli adolescenti di quegli anni furono condotti per mano
nel regno del Terrore,
poi, come tutte le cose, il
“Corriere della Paura”
finì. Fu una morte pulita,
perché la testata si tra-
sformò in una canonica collana dedicata al
Dracula di Wolfman e
Colan, ma non indolore.
Per carità, le storie erano
belle, ma era venuto
meno quel senso di appartenenza ad un gruppo
(a una setta!) e quella ritualità che avevano reso
imprescindibile l’appuntamento in edicola con la
rivista.
D’altra parte, se ancora
oggi il “Corriere della
Paura” è una delle pubblicazioni ricordate con
maggior affetto e nostalgia e se esistono legioni
di collezionisti disposti a
sborsare cifre incredibili
per il ninnolo accluso al
primo numero (il mitico
“amuleto scacciaguai), ci
sarà pure un motivo... o
no?
Pietro Zerella
24
I SIGNORI DELLA GUERRA: ANNO DOMINI 1375
www.isignoridellaguerra.com
E
hi... tu! Entra nell’Europa del 1375 e
scopri un mondo
pieno di intrighi e complotti, Imperatori e Gran
Duchi, dove la politica, la
spada e la fede si incrociano in battaglie e cene
diplomatiche dove sarà il
destino d’Europa ad essere forgiato...
In questa ipotetica Europa del 1375 un Unico,
grande Impero, domina
incontrastato sul vecchio
continente e parte del
nord Africa.
Sul trono, a Berlino, l’imperatore Teodorico V e
sua moglie Sigilda governano con un pugno di
ferro le province imperiali, collaborati da uno
stuolo di Prefetti che, con
l’ausilio della Magna
Carta Imperii, schiacciano
con ferocia ed efficienza
qualsivoglia “trasgressione”. Ma questo impero, conosciuto dai
contemporanei come
Unico Impero, è formalmente diviso in 4 fazioni:
l’Unico Impero (la fazione
dominante), il Gran Ducato Anglosassone, il
Gran Ducato Germanico
ed il Gran Ducato Italico.
Un mondo dove solo coloro che hanno la forza
delle armi o delle masse
riescono a forgiare il proprio destino, e dove il popolo affamato ed
oppresso guarda a questi
potenti definendoli... I Signori della Guerra!
L’A.S.D. I Signori della
Guerra propone un modello di gioco di ruolo innovativo! Le nostre
sessioni comprendono
non solo battaglie campali, ma tutta una serie di
figure ed intrecci narrativi
che daranno sfogo sia alla
tua fantasia sia alle tue
capacità interpretative!
Potrai impersonare un
membro della Santa
Chiesa di Roma, un abile
duellante, un feroce berroviere o un impavido cerusico! Le vicende della
campagna saranno stabilite dai giocatori, dalle
loro scelte e dalle loro
azioni! Durante l’anno, infatti, verranno organizzate delle sessioni dove
ognuno dei partecipanti
ricoprirà una carica politica di altissimo rango
che avrà il potere di influenzare il destino de’Europa!
In gioco, più che un regolamento esterno, saranno
le leggi del mondo di
gioco a stabilire cosa potrai fare... quali benefici e
conseguenze avrà ogni
tua singola azione: vuoi
saccheggiare un nemico
incosciente senza averne
l’autorizzazione? Puoi
farlo, me se il misfatto
giunge alle orecchie del
Prefetto Imperiale, rischi
la fustigazione, o peggio...
25
Tutte le sessioni de I Signori della Guerra, inoltre, sono impreziosite da
contratti, condotte, mandati di cattura, pozioni
con effetti ben definiti e
leggibili, mercanti, soldi
realmente esistenti e
spendibili durante il
gioco... questo, e molto
altro, ti aspetta nell’Europa medievale.
Benvenuto nel mondo dei
Signori della Guerra!
-----------------Calendario live
2011/2012:
1° Sessione:
25 Settembre
2° Sessione:
23 Ottobre
3° Sessione:
13 Novembre
4° Sessione:
4 Dicembre
5° Sessione:
29 Gennaio
6° Sessione:
19 Febbraio
7° Sessione:
18 Marzo
8° Sessione:
22 Aprile
9° Sessione:
20 Maggio
10° Sessione:
17 Giugno
11° Sessione:
8 Luglio
SdG
26
DEA FUMETTISTA E L’ARTE DI EMOZIONARE
[email protected] - Facebook: Dea Fumettista
C
iao, mi chiamo
Dea, ho 27 anni.
Da sempre amo
disegnare e raccontare
con le immagini. Mi piace
pensare che sia stata questa arte a scegliere me e
non viceversa. Fin da piccolissima mia madre mi
dava fogli e colori per intrattenermi durante le
giornate passate, in posta,
in banca oppure a casa
una volta finiti i compiti
per tenermi impegnata.
L’attenzione per i fumetti
è cresciuta anche grazie a
mio padre, fan dei classici
da topolino a Bonelli. La
passione per il fantastico
è stato sempre un legante per la mia piccola
famiglia: appuntamento rigoroso al cinema per il
film di natale della Disney
ancora adesso. Crescendo ho continuato a
trovare nel disegno il
mezzo in cui riuscivo ad
esprimermi meglio, anche
per quanto riguarda le
emozioni più intime. Ed è
proprio in questo modo
che durante gli anni del
Liceo nascono i miei due
primi personaggi
“Aikè&Andrea”, che ho
continuato ad amare con
il passare degli anni e che
proprio pensando a loro,
nonostante mille difficoltà
e momenti di sconforto,
continuo a sognare in
grande. Da circa un anno
questa passione è diventata anche la mia professione! Come tanti
disegnatori di fumetti
sono laureata in Architet-
tura. Ho frequentato diversi corsi di disegno e
pittura tra cui quello con
il Maestro di acquerello
Dino Massarenti. Sono diplomata alla “SRF”
(scuola romana dei fumetti). Lo stile attraverso
il quale preferisco esprimermi è umoristico, una
sintesi che evidenzia il
mio background MangaDisneyano! Tuttavia mi diletto anche misurandomi
in stili diversi, dal semirealistico al Manga vero e
proprio! Ho partecipato
a numerosi concorsi di
fumetto, conquistando tra
gli altri il primo posto al
contest organizzato durante la manifestazione
Narnia Fumetto. Ho
preso parte a diverse
esposizioni collettive, tra
cui quella organizzata per
il concorso Imago al Comicon 2011 di Napoli.
Adoro prendere parte
alle fiere del Fumetto
come autore emergente
autoprodotto: fino ad
oggi ho partecipato alla
già menzionata “Narnia
Fumetto” (settembre
2011), “Lamezia Comics
and Games” (settembre
2011), “Romics” (ottobre
2011). È un’esperienza
fantastica poter disegnare
per il pubblico, incontrare
appassionati e colleghi
con i quali scambiare
idee, opinioni, consigli.
Sono curatrice artistica di
due corsi di fumetto:
“ComiXfactory”, rivolto
a ragazzi dai 15 anni in su
e “Comix Lab”, rivolto a
giovani tra gli 8 e i 14
anni. Quest’ultimo è un
corso davvero interessante poiché si rivolge a
ragazzi che hanno disturbi specifici dell’apprendimento ed è
realizzano in collaborazione con il “Doposcuola
studio e gioco” di Aprilia,
la città in cui vivo.
Al momento, oltre a lavorare su commissioni per
privati (pubblicazioni,
pubblicità ecc.), collaboro
attivamente con giovani
sceneggiatori e pubblico
con assiduità su diverse
fanzine e webzine.
Non nego, tuttavia che mi
27
piacerebbe poter lavorare anche con qualche
casa editrice affermata!
La tavola che vi presento
è parte di un progetto
personale che sto curando e che vedrà la luce,
come mia prima opera
monografica entro il
2012.
Si tratta di
“Kikka&Kicco”, una coppia di “innamorati” rispettivamente di 27 e 18
anni. Le loro (dis)avventure raccontano la vita
quotidiana di un coppia,
piuttosto fuori dall’ordinario, che ricordano le vignette di Kim Casali
(“love is...”) rivisitate in
chiave umoristica. Del
progetto fanno parte diverse creazioni, tra cui “I
segni Zodiacali di
Kikka&Kicco”, calendari,
spillette ed altri gadget
che anticipano l’uscita del
volume a fumetti e che
potete trovare nella mia
pagina Facebook.
Credo fermamente in
una cosa: essere bravi disegnatori non coincide
con l’essere dei bravi fumettisti. Il fumetto è
molto di più... è cinema,
teatro, letteratura e soprattutto emozione... se
un disegnatore riesce ad
emozionare, a comunicare a lasciare il segno
con la sua originalità bè,
allora credo che solo allora si possa chiamare fumettista.
Dea Fumettista
28
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MI SCUSI...
“M
i scusi,
posso
avere un
foglio della liberatoria?”...
Così si è rivolto un cosplayer più giovane a uno
dei più grandi. Qui iniziano una serie di complessi, nonché di
riflessioni. C’è un divario
di età e questo è ovvio,
naturale. D’altronde il
cosplay è un fenomeno
che ha preso piede da
qualche anno, sebbene
sia ancora “giovane”.
Quando ho iniziato ero
già grandicella, (non si
chiede l’età a una signora), ho iniziato nel
2008 e più o meno i cosplayer avevano una
stessa fascia d’età che si
attestava sui vent’anni.
Oggi noto come l’età si
sia abbassata di molto,
siamo scesi infatti attorno ai tredici, quattordici anni.
Tutto ciò porta al fenomeno dell’esplosione di
nuovi personaggi che
però i più grandi conoscono a malapena. Chi
dei più grandi conosce
ad esempio Kuroshitsuji?
Ormai si sa di cosa si
parla perché c’è stato un
boom di maggiordomi
demoniaci con tanto di
signorini viziati.
Si guarda quindi con nostalgia al passato, ai robottoni, Bia e chi più ne
ha ne metta... Insomma
parlo dei vecchi cartoon
anni ‘70-‘90 che oggi
sono quasi spariti.
E’ raro vederli.
Siamo nell’era dei “Pokemon” e di strani e... perché no... bizzarri
personaggi. Proviamo a
chiedere ai più giovani:
ma tu conosci questo
personaggio? Ti guardano
come se venissi da un
altro pianeta.
Tutto ciò è un vero peccato perché rischiamo
che i vecchi cartoni divengano un pezzo di antiquariato e che si
ricoprano di polvere fino
a finire nel dimenticatoio. Nonostante ciò ci
sono valide persone, soprattutto tra gli organizzatori che fanno di tutto
per far tornare il “vecchio e poco conosciuto”
alla ribalta. Come? Facendo dei raduni a tema,
ad esempio la Star Shop
di Ostia ha organizzato,
ultimamente, un raduno
dedicato ai robottoni.
Oppure lo stesso organizzatore del PARCOSPLAY, che non si stanca
mai di invitare Cybernella, Goldrake, Lady
Oscar, Cyborg 009, e c’è
da dire che questo appello non passa del tutto
inosservato. Si spera che
così questo salto generazionale si possa superare
con un’unione ideologica
e uno scambio tra vecchio e nuovo in modo da
coniugare la conoscenza
dei manga più contemporanei con i cartoon
tanto cari e tanto rimpianti dai più grandi.
Maria Merola
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ANIME CLASSICS: “VICKY IL VICHINGO”
N
el 1976, prima
dell’arrivo di
Goldrake e di
Heidi, Rai 2 apre i cancelli
al primo anime televisivo
giapponese in assoluto,
“Vicky il vichingo”.
Ben settantotto esilaranti
episodi, di cui, inizialmente ne rimasero fuori
una decina, realizzati sulla
base dei racconti per
bambini di Runer Jonsson
(1916 – 2006), giornalista
e romanziere svedese, apparsi anche in Italia a
puntate verso la fine degli
anni ’60 sulle pagine del
“Corriere dei Piccoli”.
Trasmesso quasi in sordina, l’anime è una coproduzione nippo-tedesca
della giapponese Zuiyo
(in futuro, Nippon Animation) con la Taurus Film
risalente al 1974 e narra
le fantasiose avventure
del piccolo Vicky, giovane
e mingherlino vichingo, figlio di Halvar, capo del
villaggio Flake, sullo
sfondo di una antica e
leggendaria Norvegia. Il
brusco genitore solca i
mari alla ricerca di bottini
da recuperare. Il suo galeone con un equipaggio
di vichinghi, uomini generalmente grossi e ottusi,
ma non cattivi, incappa
puntualmente in situazioni incredibilmente movimentate le quali
troveranno soluzioni
sempre brillanti e originali grazie agli ingegnosi
Titolo originale:
Chiisana vicking Wicke
(Wicke il piccolo vichingo)
Soggetto e romanzo originale: Runer Jonsson
Character designer: Shuichi Seki
Musica: Christian Bruhn, Karel Swoboda
Regia: Hiroshi Saito
Produzione:
Taurus Film, Zuiyo Enterprise Co.,
Fuji TV, ZDF, ORF (1974)
Numero di episodi: 78
piani dell’arguto e riflessivo Vicky. Contrariamente all’abituale
brutalità risolutiva del
popolo vichingo,Vicky
raggiungerà il buon fine
giocando d’astuzia e d’intelligenza, anziché impiegando unicamente la
temerarietà fine a se
stessa e la forza fisica (di
cui comunque non sarebbe dotato), ottenendo
così l’apprezzamento e
l’affetto di tutti. Caratteristico il suo gesto di
strofinarsi il naso, che
prelude ogni volta l’idea
geniale, in barba alle
“rozze trovate” del papà
Halvar sempre stupito
dalle capacità del figlio.
Per non rimetterci le
penne, la soluzione ottimale, dagli esiti spassosi e
bizzarri, contemplerà così
l’unione della mente di
Vicky con la grossolana e
pratica manualità della divertente ciurma. Queste
due forze sono complementari tra loro perdendo efficacia separate.
Ne deriva che i muscoli
non sono indispensabili
per risolvere i problemi,
e non servirebbero a
nulla senza il supporto di
un cervello funzionante
sostenuto dalla cooperazione. Un valore, questo,
attualissimo tutt’oggi,
espresso in modo efficiente e spiritoso dalla
simpatia di Vicky che, per
questo suo ruolo, sottolineato anche dall’essere
un bambino minuto, rischiava di risultare pre-
suntuoso e antipatico.
“Vicky” è un’anime vivace
e grintoso dove la violenza è praticamente assente. Il linguaggio è
decisamente infantile ma
in grado di non annoiare
l’adulto con toni da commedia e spunti umoristici.
Eccellente prodotto fruibile anche dai ragazzini di
oggi, educativo nel messaggio, dotato di un buon
ritmo narrativo, simpatiche caratterizzazioni e
musiche mai fuori luogo.
Si serve, inoltre, di un’animazione godibile e una
grafica poco convenzionale, sintetica eppure
buffa di stampo europeo,
provvista di un retrogusto giapponese che traspare, ad un occhio
attento, da piccoli dettagli.
Dopo un lungo silenzio
dall’ultima emissione su
Canale 5 del 1981, la
serie viene riportata alla
luce da Mediaset nel
2003, fortunatamente
senza riadattamenti o
manipolazioni di alcun
tipo, piuttosto integrata
dei restanti episodi non
doppiati all’epoca. Dal
2009 è in fase di rilancio:
repliche in tv, edizione in
DVD, due live action/CG
di Michael Herbig prodotti in Germania rispettivamente nel 2009 e a
partire dal 2010 una linea
di prodotti surgelati della
Tulip (cibo da vero vichingo!). Tutte operazioni
che mirano a farlo conoscere alle nuove genera-
31
zioni.
“Vicky”, a dispetto del
valido riscontro italiano,
ebbe forse la sfortuna di
essere, di lì a poco, sbaragliato, dalla furia del
robot Goldrake, dall’innocenza della pastorella
Heidi, seguiti dalla prima
massiccia invasione degli
anime in Italia. Nuove
serie, ricche d’innovazioni anche sul piano
grafico, strizzavano l’occhio ad un target di
adolescenti e di ragazze
e segnarono la fortuna
breve di Vicky.
Sulle prime, in Italia fu
adoperata l’opening tedesca, successivamente
tradotta e cantata nel
1981 da Alessandro
Alessandroni e il suo
coro, sotto il nome de
“Gli Alessandroni” mantenendo la medesima
base musicale. In commercio, fumetti, trasferelli, puzzles, libri
cartonati e piccole miniature dei personaggi
ma, misteriosamente,
nessun 45 giri con incisa
la sigla nostrana.
Nonostante questo percorso, “Vicky” diventò e
resta tutt’oggi un prodotto per pochi, ma validissimo, che si è
guadagnato un posto nel
cuore e nella memoria
dei giovani della cosiddetta “Goldrake generation” e dei nostalgici del
cartoon semplice, genuino e caldo di un
tempo. Restano nell’iconografia comune, i capelli lunghi e rossi di
Vicky, la tipica nave vichinga, l’equipaggio ben
caratterizzato e gli elmetti cornuti. Possibile
accostare “Vicky” all’odierno noto manga e
anime a sfondo piratesco “One Piece” da cui
l’autore, Eiichiro Oda ha
preso ispirazione per il
tipo di ambientazioni
ricche di situazioni corali e rocambolesche.
Speriamo che il rosso
Vicky riesca ad uscire da
questa nicchia e possa
conquistare le nuove generazioni. Chissà che un
primo incontro non
possa anche avvenire
per mezzo di una scatola di crocchette di
pollo surgelate, magari
acquistate da una
mamma trenta - quarantenne che lo riconoscerà sulla confezione!
Fabio
Cassella
SIGLA TV ITALIANA
-------------------------La sigla inizialmente trasmessa in Italia
fu quella originale tedesca,
sostituita nel 1981 dalla versione in italiano.
Questa versione, mantenne la base musicale tedesca.
Testo: Alessandro Alessandroni
Musica: Christian Bruhn, Karel Svoboda
Interpreti: Gli Alessandroni
Casa discografica: RCA
Durata: 2’16”
Anno: 1981
TESTO:
Hey hey Vicky hey Vicky hey
giovane eroe vichingo
hey hey Vicky cavalca e vai
non temi nulla al mondo
na na na na na na na na na na na Vicky
Anche se c’è chi tenterà
contro di te nulla potrà
piccolo eroe non saprà mai
che il cielo ti proteggerà
Hey hey Vicky hey Vicky hey
tu sarai come il vento
no non credo che incontrerai
chi ti potrà fermare
na na na na na na na na na na na Vicky
Anche se c’è chi tenterà
contro di te nulla potrà
piccolo eroe non saprà mai
che il cielo ti proteggerà
Hey hey Vicky hey Vicky hey
giovane eroe vichingo
Hey hey Vicky cavalca e vai
non temi nulla al mondo
na na na na na na na na na na na Vicky
Anche se c’è chi tenterà
contro di te nulla potrà
piccolo eroe non saprà mai
che il cielo ti proteggerà
Hey hey Vicky hey Vicky hey
tu sarai come il vento
no non credo che incontrerai
chi ti potrà fermare
na na na na na na na na na na na Vicky
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www.parcoesposizioninovegro.it
33­
EFFEQU & MAMMUCARI: CREARE FUMETTI
www.effequ.it
L’AUTORE
Emiliano Mammucari disegna fumetti da tredici
anni. Per la Sergio Bonelli
editore ha lavorato nello
staff di Napoleone e in
quello di Jan Dix. È l’autore delle copertine della
serie “Caravan” (premio
Pay 2010 come miglior
copertinista italiano) e
del primo numero della
fortunatissima serie John
Doe per l’“Eura editoriale”. Insegna alla “Scuola
Internazionale di Comics” di Roma.
Effequ Staff
C
reare è una cosa,
pubblicare è
un’altra.
La prima guida completa
per chi, “da grande”, vuole
raccontare storie disegnando.
“Cosa si deve fare per
cominciare a fare fumetti?
Dopo tredici anni di mestiere un consiglio mi
sento di darvelo: fate
come si faceva una volta.
Fate come si fa in America, o in Giappone.
Metteteci la faccia. Siete
due, tre, quattro? Aprite
una partita IVA come associazione culturale e autoproducete il vostro
materiale. Prendete uno
stand alle fiere, e le copie
che può vendere un sedicente piccolo editore le
fate con Lucca e Napoli
Comicon. Realizzate qual-
cosa di cui andare orgogliosi”. Sono cinquant’anni che si parla di crisi
del fumetto, eppure pochi
sanno che il mercato del
fumetto italiano è il terzo
del mondo.
Attraverso lezioni brevi,
autorevoli e ironiche,
l’autore illustra doti e
competenze necessarie,
opportunità per imparare
il mestiere – non solo le
tecniche – offre suggerimenti per proporsi, realizzare un book,
affrontare il mercato editoriale e orientarsi nel
passaggio dal formato
cartaceo a quello digitale.
Una visione “dal di dentro” di come funziona il
mondo del fumetto e uno
sguardo attento e documentato per imparare a
muoversi nell’editoria
francese, americana, italiana.
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35
J-ROCK + COSPLAY = SHINIGAMI SQUAD
www.shinigamisquad.altervista.org
L’
idea di creare una
band che trattasse un genere
unico, raramente visto in
Italia, e che conciliasse
più passioni, quali anime,
Giappone e musica, nasce
nell’ottobre del 2008
dalle menti di Neko e
Fabio, rispettivamente
batterista e chitarrista. Il
tutto avvenne mentre
guardavano un anime la
cui opening li affascinò al
punto da avvicinarli al panorama J-Rock. Già da
tempo entrambi avevano
iniziato a strimpellare
qualche pezzo finché assieme non decisero che
l’unica opzione era mettere su una band: non gli
bastava più ascoltare
quelle canzoni o magari
suonarle nella stanza con
solo un pc a fare da partner!
L’impresa si presentava
alquanto ardua, poiché
trovare componenti con
le stesse passioni e allo
stesso tempo capaci era
una pretesa decisamente
eccessiva (ma “Impossible
is Nothing!”).
La perseveranza, la testa
dura dei due ragazzi e un
assiduo volantinaggio portarono dei risultati: infatti
circa un mese dopo li affiancò Emilio, in veste di
chitarrista e subito dopo
le vacanze natalizie entrò
nel gruppo Marco, il bassista.
La band finalmente si faceva più forte, tanto da
ufficializzare il nome già
pensato in precedenza
dai due fondatori, dato
dall’unione di due famosi
anime: Bleach e Beck –
MCS. Dopo 1 anno e
mezzo di via vai, nel Settembre del 2010, la band
riuscì a riacquistare la sua
stabilità con l’arrivo in
formazione di Kana. Questa portò fortuna ai ragazzi: infatti dopo pochi
mesi, nell’Aprile del 2011,
li raggiunse quale voce
maschile, Dom.
Finalmente con la formazione stabile, il progetto
poteva proseguire... ed
eccoci qui!
Non suoniamo un vero e
proprio genere musicale,
ma sicuramente la nostra
musica può essere apprezzata da tutti gli appassionati di anime e
manga giapponesi e non.
Non c’è un criterio preciso di selezione: scegliamo quali cover
trattare in base agli anime
che più ci piacciono. Si
tratta quindi di musica JRock, J-Metal e J-Pop,
senza discriminare alcun’artista, semplicemente
suonando ciò che ci attrae e che ovviamente è
eseguibile con la nostra
passione e con degli strumenti musicali!
Attualmente ci stiamo
dedicando anche ad altri
aspetti del mondo degli
anime: infatti in vista dei
primi live stiamo realizzando, con la collaborazione di cosplayers più
esperti, alcuni costumi
per rendere il tutto più
divertente e per danzare
sulle canzoni degli anime
anche come “protagonisti” degli anime stessi.
Qui inoltre entra in gioco
l’importanza del pubblico:
immaginatevi in veste di
un Naruto che balla sulle
note di Haruka Kanata
degli Asian Kung-Fu Generation, darebbe un’
aspetto molto più “realistico” alla musica!
Per ascoltarci potete visitare il nostro sito, la nostra pagina Facebook
[/ShinigamiSquadBand], o
magari venire ad uno dei
nostri live: il prossimo è a
Bologna l’11 Febbraio
(per maggiori informazioni visitate il sito Web).
Let’s (J)Rock!
Domenico
Prudenzano
HERE WE ARE!
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37
I CLASSICI “URANIA”: GUERRA ETERNA
Gruppo su Facebook: I FUMETTI SONO UNA COSA SERIA!
C
ome verrebbe
combattuta una
guerra interplane-
taria?
A questa domanda hanno
risposto tanti autori di
fantascienza con risultati
diversi, anche molto fantasiosi.
Prendiamo, ad esempio, le
due saghe fantascientifiche più famose della celluloide, cioè “Star Trek” e
“Guerre Stellari”.
Nella prima si è scelto di
prendere come modello
le battaglie navali del ‘600
e ‘700: enormi navi che si
fronteggiano a cannonate
fino al momento dell’arrembaggio. La scelta era
strumentale, dato che
l’Enterprise era una moderna nave che solcando
il mare infinito delle galassia esplorava mondi
nuovi.
In “Star Wars” si sono
prese ancora a modello
le battaglie navali, ma stavolta quelle della II guerra
mondiale. In questa saga
infatti veloci caccia monoposto si fronteggiano
nello spazio, lanciati a colpire astronavi ammiraglie
e incrociatori ( per non
parlare del planetoide artificiale detto la Morte
Nera).
C’è poi un altro punto su
cui spesso si sorvola ed è
la relatività del tempo.
Sempre prendendo come
esempio le due saghe di
cui sopra, entrambe considerano che il tempo
scorre nello stesso modo
ovunque. Per cui le co-
GUERRA ETERNA
(titolo originale “The Forever War”)
Romanzo di fantascienza del 1974
dello scrittore statunitense Joe Haldeman,
che ha vinto il Premio Hugo
e il Premio Nebula, nel 1976.
municazioni, ad esempio,
tra Enterprise e le basi
terrestri sono immediate
e il tempo soggettivo
dell’astronave è uguale a
quello del nostro pianeta.
Ma secondo la fisica
quantistica nessuno delle
due soluzioni si avvicina
neanche lontanamente
alla realtà.
Joe Haldeman con questo
romanzo parte invece
proprio dai concetti della
teoria della relatività che
altri autori ignorano o
minimizzano per mostrarci come sarà combattuta una guerra del
futuro su pianeti lontani.
Haldeman, inoltre ha partecipato alla guerra in
Vietnam e sia lo stile del
romanzo, scritto con toni
crudi e graffianti, sia molti
temi che tratta, i soldati
mandati a morire in battaglia storditi dalle droghe; i massacri
indiscriminati; la sperimentazione di armi direttamente sul campo,
l’inesorabile perdita dei
propri compagni uccisi; le
spaventose conseguenze
sulla psiche dei sopravvissuti; la drammatica difficoltà dei reduci di
reinserirsi nella società
d’origine; le manipolazioni
da parte del governo dei
media, che controllano le
notizie proveniente dal
fronte.
Lo scenario che ci mostra è a dir poco desolante: la guerra con gli
alieni scoppia quando
un’astronave terrestre
viene abbattuta senza un
motivo apparente e senza
chiedersi tantomeno il
perchè dell’aggressione si
passa ai fatti direttamente.
Ma il teatro delle operazioni è lontano anni luce
dalla Terra per cui mentre
per chi combatte passa
qualche anno, sul nostro
pianeta passano decenni,
addirittura secoli.
Il risultato è che i soldati
terrestri, man mano che
va avanti il conflitto, si
trovano sempre più
estranei a quel pianeta
che dovrebbero difendere, tanto da preferire di
restare in eterno sul
fronte piuttosto che tornare e trovare la Terra
popolata da alieni perchè
tali sembrano ai reduci
vecchi di centinaia di
anni.
Insomma un bel romanzo
antimilitarista e pacifista
che ci mostra come la
guerra anche se viene
combattuta in un futuro
anteriore sia comunque
deleteria anche per chi
ritorna a casa vivo ma
non intatto.
E come succede nel nostro presente, chi si ricorderà dei reduci mandati a
morire spesso inutilmente in posti così lontani da non sapere
nemmeno il loro nome?
Alfonso Verdicchio
38
LA VOSTRA ARTE SU JAPANIMANDO
stre opere artistiche.
Naturalmente questo
spazio può essere condi-
viso sia dai professionisti
che dai semplici amanti
del disegno di qualsiasi
età: libertà totale alle vostre espressioni artistiche
quindi!
Disegno: Anna Bruno
Disegno: Simone Ceccano
T
orna il noto angolo della webzine
dedicato alle vo-
39
40
MASSIMILIANO TEDESCO
me cara ormai purtroppo
scomparsa.
Da allora le mie opere
sono una commistione di
elementi che mi diverto a
riplasmare e confondere
lasciando l’osservatore in
uno stato d’incomprensibilità del medium che mi
contraddistingue fortemente.
Fin da subito mi fu chiaro
che oltre alla raffigurazione mi piaceva molto
descrivere situazioni già
intorno ai dieci anni
creavo delle narrazioni a
fine morale strutturate a
mo di favola!
Si sono bacchettone!
So essere però anche
molto divertente, ho un
carattere Lunare e come
P
ur essendo un personaggio piuttosto
misterioso, approfitto di questo spazio
gentilmente concessomi
per svelare alcune cose
su di me!
Nasco venticinque anni fa
a Roma e fin dall’infanzia
manifesto il mio vero
grande AMORE: l’ARTE!
Ho iniziato disegnando in
maniera seriale delle raffi-
gurazioni zoomorfe stilizzate (di forma animale),
poi crescendo iniziai a
creare situazioni di vita
faunistica affiancate da
raffigurazioni molto personali di creature fantastiche anche mitologiche.
E’ tuttavia verso i sedici
anni che la mia produzione artistica si delinea
con uno stile lineare e
pulito estremamente sintetico ma molto efficace,
capace di creare delle effimere illusorie emergenti
da un infinito bianco.
Subito dopo un iniziale
periodo di matita a solo
ci fu la reimmissione del
colore con i pastelli e l’affiancarsi contemporaneamente di una tecnica a
me molto cara l’acquerello. A cui fui iniziato da
parte di una persona a
la Luna ha una doppia faccia una molto positiva e
l’altra fin troppo struggente... ahahahahah!
Lo sa chi mi sta intorno!
Più che doppio pero polimorfo, sarà che vengo
dall’acqua non a caso
sono dei Pesci.
Per questo nel mondo
del cosplay ho debuttato
a Marzo per una spinta
umorale e per voler elogiare un personaggio mitico che rifaceva capolino
in tv e mi riportava all’infanzia che per certi versi
mi somiglia e per altri no,
Sailor Moon!
Certo è svogliata, pigra e
piagnucolosa però proprio come me crede nella
Giustizia e nel Perdono è
41
fiera, tenace e ostinata ed
ha uno spirito puro e romantico.
Nella realizzazione dell’abito ho seguito il filo
conduttore della mia
lunga esperienza artistica,
lo stile eclettico dell’opera finale è forse un
sunto di tutte le cose che
ho creato nel tempo ed
al suo interno si uniscono segreto di produzione e mistero di
profondi significati che a
mio avviso si accostano al
personaggio e ne omaggiano la Purezza.
Non a caso, nello scettro
ho voluto dimostrare ciò
che per me si evince nella
terza saga dell’eroina da
cui ho tratto il modello
ossia, il mito di Amore e
Psiche.
Devo dirvi che l’avventura iniziata con Sailor
Moon non avrebbe trovato seguito se non per il
grande aiuto e sostegno
che mi da la mia cara
nonnina sarta, la quale
pur essendo di un’altra
generazione e non lavorando più da tempo è in
piena sintonia con le mie
esigenze ed insieme
siamo un equipe imbattibile!
Dopo aver realizzato
quest’estate, un tributo
dovuto, vista la mia matrice artistica alla Sirenetta adesso mi sto
accingendo alla realizzazione di un altro personaggio della mia infanzia
Magica Emi per il quale
ho dei progetti che andranno ad esprimere
(spero al meglio) il mio
eclettismo. Dovrò rompere le scatole ad un po’
di persone!
Vi voglio confessare una
cosa, essendo scrittore
ermetico molto metrico
e assai bislacco più di una
volta sono stato guardato
con occhio bieco manco
fossi un biacco!
No, no era uno scherzo!
Non vi tedierò in rima,
mi sembra tuttavia
corretto esprimervi il
mio punto di vista sintetico su ciò che faccio che
può essere espresso così:
scrivo, quando dipingo e
dipingo, mentre scrivo.
A vederlo è proprio un
chiasmo, una figura retorica e forse antica come
il mio nome d’arte che è
Eris che esprime a pieno
il contrasto dell’Essere.
Aspetto un giorno di vedere pubblicati i miei racconti per il personaggio
della mia vita Alice di cui
scrivo fin dall’ormai lontano 2003.Viaggia con me
in ogni dove e spero un
giorno di ritornare con
essa nel favoloso paese
delle Meraviglie.
Per ora sto qui e spero di
non avervi annoiato in
queste righe, mando ad
ognuno un raggio color
verde!
Massimiliano Tedesco
42
S
alve mi chiamo Michela Cucchiella, ho
24 anni e sono
un’appassionata di cosplay, nonché cosplayer.
Sono amante dei videogames, dei fumetti e del disegno: nel mio tempo
libero pratico tutto questo perché mi fa stare
bene, ma la mia passione
piu grande è creare cosplay.
Il cosplay per me è
un’arte. Con la fantasia
tutto è possibile, dal nulla
possiamo tirar fuori
opere meravigliose, con
impegno, costanza, amore
e determinazione.
Quando lavoro su un personaggio cerco di studiarlo nel migliore dei
modi, partendo dal carattere ai tratti fisici fino ad
arrivare ai particolari
degli accessori e dei vestiti. I miei personaggi
sono prevalentemente
donne dal carattere forte
e guerriero; questo perchè si sposa con il mio
nella vita reale. Le interpretazioni che ho realizzato fino adesso sono:
C-18; X-23; Julie di “Dirty
Pair”, Bayonetta e Crimson Viper. Le ultime tre le
definisco “le mie pupille”
perché è stata un’emo-
zione unica rappresentarle... sentendole mie sin
dal primo momento in
cui ho conosciuto la loro
storia. Ciò che mi spinge
a praticare questa attività
deriva dalla voglia di dare
il miocontributo nell’importare una delle più
belle culture giapponesi
anche nel nostro Paese e
far capire alle persone
che non siamo un gruppo
di gente fuori di testa che
amano girare per la
strada vestiti in modo
strano ma dei ragazzi che
vogliono comunicare un
messaggio importante
con grande coraggio e
forza di volontà; perché
dietro ad ogni lavorazione di un vestito c’è
anima, duro lavoro, tanta
Foto: Noriyùkì Wakabayashi
Foto:Vitali - Shkaruba
MICHELA CUCCHIELLA
concentrazione e tanto
cuore. Grazie al cosplay
ho avuto la fortuna di conoscere molte persone
che sono diventate amici
importanti; grazie a loro,
ho potuto apprendere
dell’esistenza del raduno
PARCOSPLAY e di altri
fantastici eventi. Il mio
sogno più grande sarebbe
quello di diventare una
disegnatrice di fumetti ed
interpretarne i personaggi come “modella cosplayer”. Spero un giorno
di riuscire a realizzarlo
perché il cosplay è una
cosa che amo ed amerò
per sempre. Un saluto
grande, ci vediamo al
PARCOSPLAY di Ostia
Lido!
Michela Cucchiella
43
ALBUM
Foto di Simone Dilaghi,
Anna Bruno e Giovanni Salerno
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46
47
48
49
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52
53
54
ALBUM
Foto di Mauro Montagna
[email protected]
& Silvia Gloriani (da pag. 61)
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56
57
58
59
60
61
Foto: Silvia Gloriani
Foto: Silvia Gloriani
Foto: Silvia Gloriani
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Foto: Silvia Gloriani
Foto: Silvia Gloriani
Foto: Silvia Gloriani
63
Foto: Silvia Gloriani
Foto: Silvia Gloriani
Foto: Silvia Gloriani