Notiziario n. 28 dicembre 2013
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Notiziario n. 28 dicembre 2013
Etiopia chiama Notiziario n. 28 dicembre 2013 Tariffa Associazioni senza Fini di Lucro: Poste Italiane s.p.a. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv.in.L.27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, C.S.N. -Novara- n° 28/Anno XIV Taxe Perçue - Tariffa riscossa CPO Domodossola 1 Etiopia chiama - n.28/2013 Con il dono della fede, possiamo cambiare il mondo C arissimi benefattori e benefattrici, stiamo terminando il trentesimo anno di aiuti all’Etiopia, grazie a voi tantissimi progetti sono stati realizzati: refettori, ambulatori, asili, scuole, scuole di artigianato per giovani e adulti, progetti agricoltura, 20 pozzi per l’acqua scavati, mulini, ambulatori, cliniche, un ospedale ad Adigrat al Sud dell’Etiopia e uno a Soddo al Nord, 4 centri di accoglienza per bambini abbandonati, l’orfanotrofio “Villaggio Madonna della Vita” che si estende su una superficie di 12.000 mq, il Centro di accoglienza “Giovanni Paolo II ad Areka su una superficie di 45.000 mq dove vi è di tutto, compreso un importante progetto agricoltura, questo centro è il più grande e il più bello, ma soprattutto il più importante che esiste in Etiopia: ospita 120 bambini da 0 a 14 anni ammalati di HIV, cerebrolesi, non vedenti o paralizzati. Nel Centro stanno vivendo una vita normale, ma senza il vostro prezioso aiuto non oso pensare come sarebbero finiti. Dico questo perché ho assistito a tante, troppe sepolture di bambini. So che tanti benefattori con la crisi italiana faticano ad aiutarci, ma lo fanno. Rinunciando non solo al superfluo, ma facendo anche tante rinunce. Sappiate che ne vale la pena perché in questi trent’anni avete salvato oltre 400.000 bambini. Carissimi benefattori, io sono qui tutto l’anno a controllare il buon andamento di tutti i centri e le attività, e mi sembra sempre impossibile che siano stati realizzati dal Centro Aiuti per l’Etiopia…, ma alzo gli occhi al cielo e dico”grazie Signore perché sei tu che illumini le menti e i cuori dei benefattori, il Centro Aiuti è un tuo miracolo. Tu sei un Padre buono, Tu sei un Padre misericordioso, Tu sei un Padre Santo”. A ottobre sono stato in Italia e ho visto giornali e TV, ho visto solo ruberie, omicidi, sesso, prostituzione, disonestà. Sempre cose brutte. Penso che giornali e TV facendo vedere solo cose brutte invoglino i giovani a fare cose brutte. Dovrebbero far vedere tutti i giorni le opere belle che fate voi, far vedere i paesi africani, far vedere gli aiuti che mandate, i progetti realizzati, i bambini salvati, le opere di carità, il lavoro dei volontari, parlare del cuore buono della gente. Così migliorerebbero i giovani e li educherebbero per il loro futuro. Le TV ci mostrano gli sbarchi a Lampedusa e i morti in mare... dovrebbero mostrare i paesi di provenienza e come vivono e muoiono a casa loro. Allora avremmo una visione completa e diventerebbe più facile per le persone di buona volontà aiutare queste persone direttamente nei paesi di origine; si eviterebbero così gli esodi, gli sfruttamenti e i morti in mare o nel deserto. Tutte le sere prego Gesù e Maria perché ci illuminino e ci guariscano dal male peggiore: L’egoismo. Prego perché possiamo diventare fratelli e sorelle, bianchi, neri, ricchi e poveri. Pregate anche voi il buon Dio che faccia il miracolo. Lasciamoci “usare” da Lui e nel suo nome questo miracolo lo possiamo già fare noi. Diciamo al Signore: “io non ho fede” … è la prima cosa che vuole darci e ce la dà e poi chiediamo “aumenta, aumenta ancora la mia fede” e subito la fede aumenta e noi possiamo fare i miracoli nel suo nome. Parlo per esperienza. Provare per credere vi dico. Pregate alla Santa Messa perché con il dono della fede possiamo cambiare il mondo. Qui abbiamo bambini che alla nascita vengono buttati o addirittura dati in pasto agli animali per la disperazione: non hanno latte, vestiti, un giaciglio, un luogo dove vivere dignitosamente, non hanno medicinali, manca tutto quello che serve per vivere; non dico come noi, ma anche molto meno di noi, dei più poveri tra noi. Cosa dobbiamo dire di 1.500.000 aborti fatti solo in Italia: è un genocidio. La vita è sacra. Non possiamo e non dobbiamo assistere a questi 2 Etiopia chiama - n.28/2013 Roberto Rabattoni a Indibir con il Reverendo Monsignor Musié Ghebreghiorgis genocidi, ve lo ripeto: con il Suo aiuto possiamo cambiare il mondo. Quanta ingiustizia abbiamo visto entrando nei campi profughi di Ghimbi; nel vedere tanti bambini, donne, uomini in quelle condizioni pensi: “Ma perché, chi sono, spazzatura umana”? Iniziando a scrivervi questo saluto, pensavo che vi avrei descritto con gioia i numerosissimi progetti di aiuto messi in opera in questi trent’anni, fra cui grazie a voi le ormai più di 5.200 donne operate di prolasso dell’utero a cui è stata ridata la vita, a loro e ai loro 15/20.000 figli. Poi trovi ancora tante realtà ancora peggiori e ti viene da piangere. Sto scrivendo con tristezza, per quello che continuo a vedere, ma vi ringrazio tutti con infinita gratitudine per i preziosi aiuti e vi chiedo nel nome del Signore: “Sosteneteci ancora, perché qui c’è sempre tanto bisogno”. Buon Natale. Roberto Rabattoni Trenta anni di attività 30 1983 CENTRO AIUTI per l’ETIOPIA 30 V I TA DELL’ASSOCIAZIONE 2013 trent’anni di solidarietà R endervi testimonianza di ciò che facciamo grazie al vostro prezioso contributo è ciò che da sempre cerchiamo di fare attraverso queste pagine. Perché vediate, sappiate, conosciate, condividiate con noi la gioia e purtroppo, anche la disperazione di coloro che aiutiamo. Trent’anni sono una tappa importante e le cose da raccontare sono sempre molte perciò abbiamo inserito in questo numero un DVD nel quale sono raccolte le opere realizzate e le persone che in Etiopia ci hanno aiutati a fare questo grande miracolo di aiuto costante agli ultimi. 3 Etiopia chiama - n.28/2013 P R O G E T T I DI SOLIDARIETÀ Dal campo profughi una sola richiesta: AIUTO ! di Massimiliano Gorlani Ghimbi S iamo partiti una mattina nel pieno periodo delle piogge non sapendo come avremmo raggiunto la nostra meta, il confine con il Sudan, circa 700 km ad Ovest di Addis Abeba, per portare speranza ad una moltitudine di profughi etiopi che alcuni anni fa si sono spostati da Est – dalla zona di Harar – ad Ovest, attirati dal miraggio di una “terra promessa” verde ed accogliente. Eravamo diretti oltre Ghimbi, nella zona di Dembi Dolo. Arrivare in queste zone è sempre fortunoso, durante la stagione delle piogge le strade sono piene di fango, a volte ci si impantana in mezzo metro di fango. I camion normalmente impiegano due giorni per arrivare, mentre con un fuoristrada, dalla capitale, ci vuole circa una giornata. Le persone che abitano questi posti sono isolate dal resto del mondo, specialmente quando piove. I campi profughi evocano immagini sempre poco allegre di persone prive di tutto, i loro rifugi improvvisati si sono materializzati nei campi verdi: puntini bianchi come batuffoli di cotone che costellano tutto il paesaggio. A prima vista un paesaggio idilliaco, ma presto la poesia cede il posto alla cruda realtà. Una terra tanto verde, ma anche tanto fredda 4 Etiopia chiama - n.28/2013 l’incontro con una cruda realtà e povera. Questi “batuffoli di cotone” non sono altro che ammassi di cellophane, sterpaglie, rami, sacchi; sono minuscoli ricoveri da cui escono grappoli di bambini, di persone. Sono molti, moltissimi, forse 20/30.000 sparsi sul territorio per kilometri lungo la strada. Siamo giunti in questo posto dopo ore di percorrenza su strada asfaltata, divenuta in seguito –per buona parte del percorso– non asfaltata, piena di buche, avvallamenti e dossi. Abbiamo ad un certo punto raggiunto il camion che era partito prima di noi sospirando di sollievo. Portava un carico di coperte – 1500 coperte di dimensioni generose, circa 2 metri e 20 per 2 metri e 20 – che erano destinate proprio a loro, i profughi del secondo esodo. Solo due settimane prima un altro camion con un carico di 2500 coperte era partito ed aveva raggiunto i profughi del primo esodo arrivati dieci anni fa e ai quali il Governo ha dato alcune terre. I campi profughi che visitiamo ora sono più lontani rispetto a quelli che abitano i profughi del primo esodo, sono arrivati 4 anni fa e dal Governo non hanno ricevuto nulla, neppure un pezzo di terra, ed ora vivono in ricoveri di fortuna in mezzo a campi di mais che non sono di loro proprietà e che non possono toccare. Lungo la strada ci siamo fermati anche a visitare alcuni ricoveri del primo gruppo di profughi. Siamo entrati accovacciati per poter passare dalla piccolissima porta, un’apertura nei sacchi di tela, in un ambiente di un’unica stanza, molto basso per non disperdere il poco calore che si crea. All’interno di questi ambienti si trova anche un focolare, ci sono giacigli fatti di nulla, attrezzati foto in basso: La distribuzione 30 con un paio di coperte, quelle donate, appunto. Ci sono poche pentole, alcune suppellettili, in genere una tanica di plastica usata per l’acqua e pochissimo altro. Durante la stagione delle piogge queste casupole si riempiono di acqua e fango, durante la stagione secca di polvere. I pavimenti non ci sono. Il governo fa quello che può ma non ha risorse, dunque non può fare quasi niente. Tanti sorrisi in mezzo a questo niente e tanta speranza negli occhi della gente; la curiosità dei bambini si percepisce da lontano, del resto qui arrivano pochissime persone bianche, molti di loro addirittura non ne hanno mai viste. Questi profughi devono fare i conti ogni giorno con difficilissime condizioni di vita: il freddo, la fame e la sete. I bambini soffrono particolarmente queste condizioni, vorrebbero andare a scuola, nei luoghi di origine vi andavano, ma qui hanno solamente una baracca di lamiera che li accoglie quando piove, altrimenti seguono le lezioni all’aperto. Abbiamo cominciato la distribuzione delle coperte con i capi villaggio, che avevano delle coperte 5 Etiopia chiama - n.28/2013 30 P R O G E T T I DI SOLIDARIETÀ preparato le loro liste, per non dimenticare le persone maggiormente bisognose, le avevano avvisate in modo che si presentassero per la distribuzione delle coperte. Il camion è stato scaricato da tante formichine operose, pesi pesantissimi portati da queste persone, molto magre ma all’occorrenza forti. Le persone si raccoglievano intorno a noi in maniera rispettosa ed attendevano di venire chiamate. Se ne andavano poi con le loro coperte, ne sono state date due a ciascun nucleo familiare. Anche i teli delle coperte, che pensavamo di buttare, sono serviti. Quando hanno capito che li volevamo buttare, parecchie persone si sono quasi avventate su di essi, servivano per riparare le loro abitazioni, le loro tende. Allora abbiamo cominciato a distribuirli alle donne con bambini, loro sono sempre i destinatari delle nostre attenzioni più speciali. Questi bambini vorrebbero andare a scuola, e noi vedendo le condizioni degli ambienti che utilizzano come aula, abbiamo subito pensato a quanto importante potrebbe essere un aiuto che consenta a queste migliaia di bambini di accedere ad un minimo di istruzione. Nella nostra mente si è subito fatto largo il pensiero di un progetto che potesse coinvolgere i bambini e le scuole in Italia. Abbiamo pensato di proporre un sostegno a distanza non per il singolo bambino, ma per un’intera classe scolastica, in modo che questi bimbi possano ricevere materiale didattico ed 6 Etiopia chiama - n.28/2013 Un foto in basso e a lato: padre di famiglia del campo profughi di Ghimbi ricevute in dono le coperte fa ritorno a “casa” uno degli accampamenti della zona di Ghimbi che si incontrano per kilometri. un pasto al giorno. Se sarà possibile vorremmo anche farci carico dell’allestimento delle aule. Calibreremo gli interventi in accordo con le autorità locali ed a seconda delle necessità. Il contributo che chiediamo per poter dare questo aiuto è di soli 10 euro al mese. Per noi una piccola ma importante rinuncia, per questi bambini un investimento per il futuro. Siamo tornati dal viaggio con la tristezza nel cuore, ma anche con tanta speranza che con l’aiuto di molti si possa fare ancora più di quanto immaginiamo. A pagina 8 il modulo per l’adesione al progetto 7 Etiopia chiama - n.28/2013 Per avviare il Sostegno a una classe è sufficiente compilare e sottoscrivere questo modulo e inviarlo alla sede dell’Associazione. Una volta all’anno riceverai una lettera con la quale ti informeremo sullo stato di avanzamento del progetto grazie anche al tuo contributo per il futuro dei bimbi di Ghimbi. P R O G E T T I DI SOLIDARIETÀ Modulo per l’avvio del SOSTEGNO a una CLASSE Con la presente aderisco al progetto “Sostegno scolastico” e mi impegno a versare 10 Euro al mese (N.B.: Scrivere in stampatello leggibile e chiaro) Dalla parte sba gliata del m ondo Cognome Nome di via C.a.p. n° Città Prov. Telefono Fax (continua a pag. 21) Cellulare E-mail Autorizzo il Centro Aiuti per l’Etiopia ad utilizzare i miei dati personali per l’invio di materiale informativo e promozionale ideato dal Centro Aiuti per l’Etiopia. In ogni momento e gratuitamente ai sensi del D. Lgs. 196/2003 potrò consultare o far modificare i miei dati o oppormi al loro utilizzo per tali finalità scrivendo a Centro Aiuti per l’Etiopia - Via quarantadue Martiri, 189 28924 Verbania (VB) Italia, o via e-mail all’indirizzo [email protected] Data Firma Il presente modulo va spedito in busta chiusa alla sede dell’Associazione oppure trasmesso al numero di Fax 0323 583062 o mediante e-mail a [email protected] Chi siamo? Il Centro Aiuti per l’Etiopia è un’associazione ONLUS a carattere strettamente assistenziale che non persegue fini di lucro. Nato a Mergozzo (Verbania) il 24/12/1983 su iniziativa di Roberto Rabattoni, il Centro promuove iniziative che hanno per obiettivo l’educazione, l’istruzione, l’assistenza sociale e sanitaria a favore delle popolazioni di Etiopia, Eritrea e Sudan. Per aderire al progetto “Sostegno scolastico” dei bambini del campo profughi di Ghimbi compila il modulo e invialo alla sede dell’Associazione oppure trasmettilo via Fax (0323 583062) o E-mail a info@centroaiutietiopia. it ed effettua il tuo versamento (10 Euro al mese o 120 Euro per un anno) mediante: Per sostenere il progetto “Viaggi della speranza” chiedi informazione alla sede dell’Associazione telefono 0323 497320 o e-mail a [email protected] o puoi effettuare un’offerta libera mediante: - Bonifico bancario a: Centro Aiuti per l’Etiopia Via Quarantadue Martiri,189 28924 Verbania Fondotoce (VB) Banca Intesa SanPaolo - Filiale di Mergozzo (VB) Causale: offerta per “Sostegno scolastico” o “Viaggi della speranza” IBAN: IT48 E 03069 4551 0000 00166 4172 - C/C Postale N° 11730280 8 Etiopia chiama - n.28/2013 Roberto Castelli Viaggi della speranza Q ueste parole vogliono dare voce alle sofferenze, alle angosce, alle speranze, delle persone che lasciano la loro terra e animate dal desiderio di guarire affrontano il dolore lontano dai loro cari e dai loro affetti. E tutto questo perché? Perché sono nati dalla “parte sbagliata del mondo”. E poi la malattia, quelle malattie che altrove si diagnosticano e si curano, spesso in Etiopia non lasciano scampo: allora ecco farsi strada nella loro mente e nel loro cuore una speranza: “Forse in Italia, forse là, dove c’è civiltà e tecnologia, laddove c’è ricchezza ed abbondanza, forse c’è speranza anche per me o per mio figlio malato”. Credo che suppergiù, sia stato questo il pensiero che è passato nelle menti e nei cuori delle persone che hanno lasciato l’Etiopia per i famosi viaggi della speranza. Si tratta in genere di persone giovani, di persone con una età compresa tra 1 e 33 anni. Le patologie che le hanno portate in Italia tra le più svariate: dalle neoplasie, alle malattie cardiovascolari, alle neoplasie ematologiche, all’emofilia, alle gravi patologie cardiache, alle malattie degenerative del sistema nervoso centrale, con problemi motori più o meno gravi. Queste persone sono state accolte nei principali Ospedali italiani con fondi stanziati dalle Regioni, destinati alle cura di pazienti provenienti dal Terzo Mondo. Il Centro Aiuti Etiopia (CAE) ha sostenuto per ognuno di loro le spese di trasporto, i costi di permanenza in Italia, in alcuni casi i costi aggiuntivi per i ricoveri e le cure, i viaggi per i familiari perché anche queste persone possano avere il conforto dei loro cari nei momenti più difficili. Alcune persone sono potute rientrare nel loro Paese continuando le terapie necessarie, altri invece, per le gravi condizioni di salute e per la continua necessità di cure specifiche, sono dovuti rimanere in Italia. Per tre pazienti affetti da insufficienza renale terminale, il loro viaggio della Speranza ha avuto come meta l’India, dove sono stati sottoposti a trapianto renale. Per alcuni di loro invece non c’è stato alcun viaggio della speranza: la malattia li ha stroncati, prima che si reperissero i fondi necessari o che si completassero le pratiche per l’espatrio, tutto, senza aver avuto neppure “la fortuna” di essere curati. Accanto a queste persone, spesso ci sono i gruppi delle famiglie del CAE, famiglie che portano, per alcuni tratti anche lunghi, la croce di questi malati: li sostengono, li accompagnano alle visite, offrono loro ospitalità, vicinanza, affrontano Insieme momenti, anche i più bui della croce, quei momenti in cui le cose non si possono spiegare o non si sa come continueranno. Mi piacerebbe sapere e raccontare qualcosa di tutti loro, perché chi ha avuto la fortuna di vivere loro accanto, ha avuto modo di imparare cosa significa vivere ed in alcuni casi, cosa significa anche morire. Mi piacerebbe… ma non posso farlo di tutti, 30 I casi nello specifico ABERA LEMMA - uomo di 36 anni; Mielopatia spondilosica cervicale; problemi alla colonna cervicale con deformità e plurime ernie del disco a livello cervicale che comprimono il midollo spinale e causano paresi agli arti superiori e inferiori. Arrivato in Italia il 15 ottobre e non ancora rientrato. Operato all'ospedale di Rovereto (TN) - Dott.Conti. Il CAE si è fatto carico del costo del viaggio e di tutta l'organizzazione. Il costo dell'ospedale verrà coperto dalla provincia di Trento. Il malato è stato accolto da volontari di Varese e Brescia e poi portato fino a Trento dalla famiglia che lo ha ospitato fino al ricovero in ospedale e per il post operatorio. Altre famiglie lo supportano anche ora in ospedale. Resterà in italia fino a fine anno. YOHANNES: uomo di 24 anni; arrivato ad agosto all'ospedale civile di Brescia (ricoverato grazie al supporto del Dott. Ferrari, volontario del CAE) per un trattamento radioterapico in quanto la cartella clinica rilasciata in Etiopia diceva che gli era stata asportata la tiroide. Invece in parte non era stata asportata. É stato quindi operato prima di iniziare il trattamento Costi sostenuti circa 4.000,00 Euro per cure mediche più il volo. HAILELEUL - Non vedente; con problemi alla prostata. Visitato dal dott. Galli del Fatebenefratelli. É stato accolto da un volontario alla stazione di Milano e trasportato all’ospedale. 9 Etiopia chiama - n.28/2013 30 vorrei farvi arrivare la loro profonda dignità, il loro attaccamento alla vita, la loro Fede. Quello che posso fare però, è ricordare Halina ed il suo appello, un appello fatto durante una delle tante visite, in uno di quei rari momenti in cui ho trovato il tempo di salire con lei verso il suo Calvario: “Ti prego dr. Castelli, fai qualcosa per la mia gente”. Oggi la situazione è drammatica, ed il dignitoso appello di Halina corre il rischio di cadere nel vuoto; la crisi ha consumato tutto, i fondi sono finiti, e vengono concessi con estrema difficoltà, spesso addirittura negati. Mi domando e Ospitato la notte da una vi domando: in futuro come potremo aiutare queste famiglia adottiva che il giorno persone? Credo che l’unica soluzione, in assenza di fondi successivo l’ha accompagnato istituzionali, possa tradursi concretamente in una sorta in stazione per il ritorno in di “adozione a distanza”, soluzione che permetterebbe al Etiopia con i farmaci per la cura; CAE di continuare a dare speranza alla “gente di Halina”. Non lasciamo che le loro sofferenze, le loro angosce, le BEREKET - uomo di 25 anni. Già loro speranze rimangano loro, non restiamo indifferenti… curato con chemioterapie a Lucca altrimenti saremo noi ad essere nati dalla parte sbagliata qualche anno fa per un tumore al del mondo. cervello. I medici dell'ospedale civile di Brescia (ricoverato grazie al supporto del Dott. Ferrari, volontario del CAE) volevano valutare l'intervento chirurgico (svuotamento linfonodale laterodi padre Berhé cervicale) che invece non è stato possibile e l'hanno sottoposto l Centro Aiuti per l'Etiopia (CAE) si è assunto a 4 o 5 cicli di chemio terapia come obbiettivo principale del suo programma ai quali ha risposto benissimo. d'azione, la cura degli ammalati, investendo Arrivato a maggio, è stato ospite risorse importanti a vantaggio delle persone con di una famiglia di volontari. problemi di salute, nella consapovelezza di dovere Recentemente rientrato in Etiopia, alleviare la sofferenza di fratelli e sorelle. Ha svolto nel sta molto meglio e può riprendere campo sanitario un'azione apprezzata e ben accetta dal gli studi di ingegneria. Ministero delle donne, dei bambini e dei giovani. A questo Costi sostenuti circa15.000 Euro ministero è affidato il compito di dirigere e di coordinare, per le cure e il volo aereo. ogni intervento volto ad aiutare le donne, i bambini e i KEFA - uomo di 36 anni. Operato giovani, inclusi gli interventi nel campo della sanità. all'ospedale di Rovereto (TN) I più vulnerabili alla malattia e alla morte sono i bambini dal Dott.Conti, neurochirurgo. e le loro madri, per cui il CAE ha appoggiato e finanziato Era praticamente cieco e dopo la costruzione di strutture sanitarie, ha firmato accordi l'intervento ha recuperato la con gli ospedali impegnandosi a pagare il costo delle vista. Il costo dell'ospedale (Euro cure e delle operazioni chirurgiche sostenute dai membri 16.600,00) è stato coperto dalla di famiglie povere. Si contano a migliaia i malati che provincia di Trento. Il CAE si è hanno usurfruito di questi interventi, tramite i quali fatto carico del costo del viaggio e sono state salvate da morte certa molte persone colpite di tutta l'organizzazione. Il malato da malattie curabili in Etiopia solo con il contributo e è stato accolto da una famiglia l’interessamento di persone generose. adottiva di Brescia e portato in La denutrizione e la mancanza di alimenti nelle famiglie ospedale. Rientrato in Etiopia a povere dove i figli sono numerosi, espone i bambini e giugno, dopo l’intervento, è stato le donne ad ogni genere di malattia, per cui spesso è ospite di una famiglia adottiva. sufficiente aiutare le famiglie ad avere una alimentazione La generosità cura le persone I 10 Etiopia chiama - n.28/2013 30 P R O G E T T I DI SOLIDARIETÀ Poveri e ammalati ci chiedono cure S adeguata per proteggerli e immunizarli dagli attacchi delle infezioni e delle malattie. I neonati e le loro madri sono accettati nei centri gestiti direttamente dal CAE, dove ricevono alimentazione sufficiente, visite mediche e le cure richieste dalle loro condizioni fisiche. Quando sono ritenuti fuori pericolo da ricadute, sono rimandati a casa sufficientemente preparati ad affrontare la vita normale. Grazie a questo, si sono registrati risultati importanti, nella riduzione della mortalità infantile e nella riduzione della morte delle mamme durante il parto. Il Centro Aiuti per l'Etiopia ha fatto curare tanti ammalti poveri non in grado di pagarsi le cure, i medicinali e la degenza ospedaliera sia negli ospedali in Etiopia sia, quando le malattie erano gravi e non potevano essere curate, all'estero con la copertura spese del CAE; principalmente in Italia, ma anche in altri paesi come l'India e la Thailandia, dove i costi delle cure sono ragionevoli. Tante malattie sono curabili negli ospedali e nelle cliniche disseminate sul territorio nazionale. Tanto per citarne una: l’insufficienza renale per cui c'è bisogno della dialisi. I costi della dialisi al momento attuale sono così alti che i treattamenti sono impossibili da sostenere da parte di una famiglia con un reddito medio. In Etiopia un trattamento di dialisi costa quanto lo stipendio di un mese di un operaio che guadagna bene, ma la dialisi si pratica tre volte alla settimana e dodici volte al mese. Vari ammalati si sono rivolti al CAE affetti da problemi al cuore. Ci sono ospedali dove i problemi più lievi al cuore possono trovare rimedio a livelo locale. Per i casi più gravi invece, grazie alla sensibilità umana e professionale di tante persone coinvolte nel settore della sanità, ha reso possible le cure e l’intervento chirurgico in Italia. ono numerosi i malati che cercano aiuto alla nostra associazione recandosi presso i nostri centri in Addis Abeba. Bussano al cancello e chiedono di poter essere aiutati. Tutti i giorni si presentano almeno quattro cinque malati, spesso in condizioni disperate... Sono piccoli accompagnati dai genitori o da qualche parente, sono anziani o adulti, tutti con problemi di salute fisica oppure con tumori, leucemie, malattie ai reni. Nel 2012, 342 di loro sono stati curati negli ospedali di Addis Abeba. I costi che il Centro Aiuti per l’Etiopia ha sostenuto per le cure sono stati ingenti e le urgenze sono ancora molte in quanto l’afflusso e le richieste sono tantissimi e per i più poveri i costi delle spese mediche sono pressoché inaccessibili. Chiediamo a tutti voi di contribuire generosamente al “CURE MEDICHE Progetto PER MALATI IN ETIOPIA”, con queste vostre offerte presteremo le cure mediche urgenti a tutti coloro che busseranno alle nostre porte. Grazie per quanto potrete fare, per qualsiasi vostro contributo che, siatene certi, si trasformerà in aiuto concreto, in speranza di vita per questi ultimi della terra in difficoltà. Il Signore vede i nostri gesti e i nostri cuori e ci ricompensa già su questa terra. A nome degli ammalati Grazie! 11 Etiopia chiama - n.28/2013 30 P R O G E T T I DI SOLIDARIETÀ Modulo per l’avvio di una ADOZIONE a DISTANZA Dare da mangiare agli affamati Adozione a distanza L ’iniziativa dell’adozione a distanza, iniziata nel 1988, continua a rappresentare un forma di aiuto concreto ed efficace. Oggi sono oltre 35.000 i bambini e i ragazzi che ricevono sostegno continuativo nei 90 villaggi in Etiopia, Eritrea e Sudan da noi assistiti. Nel corso di quest’anno, grazie all’impegno e la testimonianza delle nostre famiglie volontarie, altre 7.000 persone hanno deciso di aiutare altrettanti bambini: un risultato importante considerando le difficoltà economiche che colpiscono tutti noi. Segno che è stato compreso che il sacrificio che compiamo produce un beneficio enorme su chi ne usufruisce. Anche nel 2013 i volontari che collaborano nel nostro ufficio si sono messi in contatto con quei benefattori che risultavano non aver rinnovato l’adozione da alcuni mesi. In questo modo si è cercato di verificare quali fossero le motivazioni del ritardo: una semplice dimenticanza, un errore da parte nostra, un disguido o l’intenzione di rinunciare. Spesso si è trattato di dimenticanza o della mancanza di bollettini; al proposito ricordiamo che potete richiederli alla sede telefonicamente o a mezzo E-mail, oppure scrivendo nello spazio della causale dopo i dati del bambino che sostenete “Inviare bollettini”. Il rinnovo puntuale delle quote è fondamentale per assicurare ai bambini continuità e sicurezza dell’assistenza. Spesso accade che i benefattori non ci comunichino la decisione di interrompere i versamenti e questo crea problemi, prima di tutto, al bambino adottato. Per questo motivo chiediamo sempre una semplice telefonata o una mail in modo da poter trovare un nuovo “adottante” nel più breve tempo possibile. Il rapporto diretto con i nostri sostenitori, a volte fonte di critiche, a volte di suggerimenti e incoraggiamenti, è sempre proficuo. Ci siamo resi conto che molti si attendono di ricevere notizie e nuove fotografie dei bambini solo dopo qualche mese dall’avvio dell’adozione. 12 Etiopia chiama - n.28/2013 Centro Aiuti per l’Etiopia ONLUS Via quarantadue Martiri, 189 - 28924 Verbania Fondotoce (VB) - Italia Tel. 0323 497320 - Fax 0323 583062 Indispensabile aiuto alla vita In genere invece la prima corrispondenza viene inviata dai villaggi all’incirca dopo un anno. Solo trascorso questo lasso di tempo è infatti possibile avere un primo riscontro dell’impegno intrapreso. Ricordiamo inoltre che l’Etiopia, così come altri Paesi, utilizza un calendario diverso dal nostro con una differenza di 7 anni e 8 mesi circa. Per fare un esempio oggi - 10/12/2013 - in Etiopia è il 02/04/2006. É possibile quindi che le lettere o le pagelle dei bambini siano datate secondo il calendario etiopico creando a volte perplessità e dubbi in alcuni benefattori. Per quanto riguarda le letterine dei bambini dai villaggi, permangono ancora difficoltà e ritardi che stiamo cercando di superare. Dobbiamo sempre tener presente che le comunicazioni in Etiopia, Eritrea e Sudan sono problematiche e talvolta impossibili. Si tratta di Paesi in Via di Sviluppo in cui i servizi sono al di sotto degli standard europei. Alcuni villaggi sono molto distanti dai principali centri urbani, non dispongono di collegamento internet e le linee telefoniche posso subire interruzioni. Durante la stagione delle piogge, da giugno a settembre, le strade sono difficilmente praticabili e questo aggrava sensibilmente la situazione. Ovviamente tutto ciò non fa venir meno l’impegno preso nei confronti dei nostri benefattori: per questo continuiamo a rivolgere gli sforzi anche su questo aspetto, confidando in un po’ di comprensione e pazienza da parte vostra. Avvisateci Per evitare ritardi e disguidi, vi esortiamo ad avvisarci sempre se: cambiate indirizzo - non ricevete più notizie dall’Etiopia non potete più sostenere il bambino, inviando una mail a: adozione.distanza@ centroaiutietiopia.it oppure a: info@centroaiutietiopia. it o telefonate allo 0323 497320. FAQ Se avete qualche dubbio contattateci, oppure leggete le risposte alle domande più frequenti sull’adozione a distanza che trovate sul sito ( http:// www.centroaiutietiopia.it ) cliccando su: cosa puoi fare / adozione a distanza / faq. Mi impegno ad adottare un bambino a distanza senza vincoli temporali, verserò le quote utilizzando una delle modalità indicate sul volantino che mi è stato consegnato. (N.B.: Scrivere in stampatello leggibile e chiaro) Cognome Nome via C.a.p. n° Città Prov. Telefono Fax (continua a pag. 21) Cellulare E-mail Autorizzo il Centro Aiuti per l’Etiopia ad utilizzare i miei dati personali per l’invio di materiale informativo e promozionale ideato dal Centro Aiuti per l’Etiopia. In ogni momento e gratuitamente ai sensi del D. Lgs. 196/2003 potrò consultare o far modificare i miei dati o oppormi al loro utilizzo per tali finalità scrivendo a Centro Aiuti per l’Etiopia - Via quarantadue Martiri, 189 - 28924 Verbania Fondotoce (VB) Italia, o via e-mail all’indirizzo [email protected], oppure [email protected] Sono consapevole che, se entro un mese non avessi ancora versato la prima quota del sostegno, l’Associazione è autorizzata a mettere in riadozione il bambino. Ricordiamo che per usufruire delle agevolazioni fiscali, è sufficiente conservare la ricevuta del versamento (bollettino postale); le note contabili o estratto conto bancario (bonifico bancario); oppure fotocopia dell’assegno. Data Firma Il presente modulo, staccato dal pieghevole, va consegnato al nostro volontario o spedito in busta chiusa alla sede dell’Associazione oppure trasmesso al numero di Fax 0323 583062 o mediante e-mail a [email protected], o a [email protected] La compilazione della parte sottostante è riservata all’ufficio Bambino n° Nome Villaggio Ricordiamo che le donazioni a favore del Centro Aiuti per l’Etiopia, Onlus di diritto, sono deducibili o detraibili: Erogazione deducibile ai sensi e per gli effetti dell’art. 14 comma 1 del D.L. 35/05 convertito in legge n. 80 del 14/05/2005 oppure detraibile per le persone fisiche ai sensi dell’art. 15, comma 1 lettera i-bis del D.P.R. 917/86 e deducibile ai sensi art. 100, comma 2, lettera h del D.P.R. 917/1986 per le imprese. Si consiglia di verificare la normativa più favorevole in base al proprio reddito. Per usufruire di questa possibilità occorre conservare la ricevuta della donazione, sia postale che bancaria. 13 Etiopia chiama - n.28/2013 30 S O L I D A R I E T À E COOPERAZIONE Grazie al vostro sostegno ... OPERE Soddo: L’ingresso dell’ospedale e una delle sale di degenza N Donazioni piccole e grandi ridonano vita e speranza iente di ciò che abbiamo realizzato sarebbe stato possibile senza il vostro sostegno economico, senza che la provvidenza abbia toccato i vostri cuori e fatto si che vinceste diffidenze innate per donare a chi non ha nulla. Grande sarà la ricompensa per voi nei Cieli, ma anche oggi vi accompagni la gioia nel sapere che grazie a voi moltissime persone: bambini, giovani e adulti, sono sopravvissuti alle malattie, ai morsi della fame, a un destino inclemente. Grazie a voi, a molti di questi nostri fratelli è stata allungata la vita e ridata speranza nel futuro. 70 posti letto nell’Ospedale più bello e avanzato d’Etiopia. Intitolato a Claudia Carlesso, l’ospedale situato a Soddo è terminato nella parte edile con tutte le finiture, i servizi igienici e l’energia elettrica. Le sale degenza sono state arredate con letti in legno e ferro, comodini e un armadio in legno ogni due letti. Arredati anche i corridoi con panchine in ferro e legno per l’attesa. Terminata dal punto di vista edile anche la confinante sala tac e radiologia; sono prossimi alla partenza dall’Italia i container con le apparecchiature mediche. L’intera opera che diventerà un punto di riferimento sanitario per tutto il Sud d’Etiopia sarà un ospedale specializzato nelle cure materno infantili accessibile a tutte le donne in difficoltà e diventerà il punto di riferimento territoriale per avviare azioni di prevenzione e sensibilizzazione rivolte alla salute materno-infantile, partendo dalla promozione dei parti assistiti in ospedale e da attività di prevenzione al prolasso uterino delle donne. Un importante progetto di cooperazione che necessita ancora di aiuto: rinnoviamo pertanto l’invito a donare per questa iniziativa al fine di arrivare a saldare il costo totale dell’opera che si aggira sugli 800.000 euro. 14 Etiopia chiama - n.28/2013 La Soddo: scuola superiore L a scuola secondaria superiore di Soddo è stata completata lo scorso settembre ed è oggi interamente funzionante. É frequentata da 4500 studenti che seguono le lezioni organizzate in più turni. Gli insegnanti sono dipendenti del Governo zonale del Wollayta. La scuola prepara i ragazzi all’università, ma essendo il sitema scolastico fortemente meritocratico soltanto i migliori studenti vi potranno accedere. É il governo che, sulla base dei risultati scolastici dei ragazzi e a seconda delle figure professionali di cui necessita il Paese, indirizza gli studenti meritevoli verso le facoltà, stabilendo anche in quale sede universitaria dell’Etiopia lo studente dovrà frequentare. A Soddo, i ragazzi seguivano le lezioni all’esterno, per terra, senza uno spazio specifico e con notevoli difficoltà nella stagione delle piogge. Questo nuovo edificio rappresenta un’importante opera sociale che garantirà continuità e spazi coperti agli studenti per studiare e frequentare le lezioni. L a Mensa dei Poveri di Wolkitè in Gurage inaugurata nel 2010 continua ad essere di grande aiuto per i poveri della zona. La struttura consta di sala da pranzo arredata, cucina, ufficio, ed esternamente servizi igienici e docce. Ai poveri della zona organizzati in turni, una volta a settimana, viene dato un pasto completo e ricevono una scorta di cibo: engera, pane e frutta, che viene da loro consumata durante la settimana. Le Suore di Sant’Anna gestiscono il registro degli iscritti e si occupano dell’erogazione dei pasti e della pulizia della struttura. La mensa (foto in alto) rappresenta una risorsa importante che soddisfa il bisogno primario di cibo ed assistenza medica in caso di necessità. Le suore ci dicono che se gli aiuti fossero maggiori, sarebbero in grado di organizzare altri turni per permettere l’accesso al servizio ad altri poveri. I benefattori che vorranno contribuire al progetto possono versare con causale “Buoni pasto per i poveri”. É in costruzione a Nazareth la scuola Materna ed Elementare. L’edificio si sviluppa su 4 piani in cui sono distribuite 18 aule scolastiche da 48 m2 ciascuna, un’aula conferenze di 235 m2, 3 uffici e servizi igienici completi in ogni piano. I lavori di costruzione sono stati terminati nel mese di marzo di quest’anno, sono da ultimare le finiture e gli impianti sanitario ed elettrico. La scuola, che sarà gestita dai frati della Vice Provincia Cappuccina d’Etiopia, potrà accogliere oltre 700 bambini. A l “Centro di accoglienza Giovanni Paolo II” di Areka lavorano circa 70 persone regolarmente stipendiate: I diversi lavoratori sono facilmente riconoscibili attraverso divise di diversi colori che individuano i ruoli svolti. 25 bambinaie, 1 maestra, 8 donne delle pulizie di cui una svolge anche la funzione di guardiana, 6 cuoche, 5 lavandaie, 6 guardiani, 16 agricoltori, infermiere, autista, 1 manutentore, 1 responsabile. Bambinaie, cuoche, guardiani e infermiere lavorano seguendo due turnazioni dal lunedì alla domenica con un giorno di riposo variabile. La chiesa di Areka, prima al mondo intitolata a Papa Giovanni Paolo II e alla madonna degli scout sarà inaugurata il 27/04/2013 giorno della canonizzazione di Papa Woityla. Wolkitè: Gli ospiti della mensa 15 Etiopia chiama - n.28/2013 30 V I TA DELL’ASSOCIAZIONE C Un giorno davvero speciale Festa delle famiglie L a festa delle famiglie che per tradizione, ormai da anni si svolge nei padiglioni della Fiera di Montichiari è principalmente l’occasione di incontro delle famiglie che hanno adottato giuridicamente con la nostra Associazione, e di coloro che sono in attesa di abbinamento o di partire per l’Etiopia per D incontrare il proprio figlioletto. Fra i partecipanti, numerose sono anche le persone che sostengono un bambino a distanza nei villaggi assistiti che vengono a conoscere e incontrare la nostra realtà. Grazie a tutti per la partecipazione e per il contributo dato per la raccolta fondi. omenica 27 ottobre a Montichiari, il Centro aiuti per l’Etiopia ha festeggiato il suo trentesimo compleanno. Che emozione! É stata proprio la festa delle famiglie, dei bambini, degli amici di questa associazione che ormai è arrivata al suo trentesimo anno di vita e continua con passione ed entusiasmo a “immaginare” nuove frontiere di solidarietà, promuovere nuovi progetti, incentivare sostegni a distanza. Sin dalle prime ore della mattinata nel capannone della fiera di Montichiari si è respirato calore, gioia di condividere e donare. Si è rivelata la festa del “fare”. L’entusiasmo del Presidente Roberto Rabattoni è stato coinvolgente. Le sue parole piene di speranza e di fede ci hanno riempito il cuore, rendendo da subito evidente a tutti il fatto che dietro il Cae esistono persone, famiglie che quotidianamente offrono il loro tempo, le loro energie psicofisiche, le loro competenze a servizio di un progetto di vita e di carità. I bambini, i loro bisogni e il loro futuro rappresentano il motore di ogni attività. Noi, gruppo di Varese, abbiamo come tanti contribuito a raccogliere fondi per i molteplici progetti che l’Associazione ha in atto nel Paese africano. É stato davvero coinvolgente ed entusiasmante preparare i banchetti, realizzare gli oggetti che avremmo poi venduto alla festa. Nei giorni precedenti l’evento il gruppo si è riunito più volte per creare bigliettini d’auguri, palle di Natale, lo stand con il manifesto dell’evento. Abbiamo realizzato degli adesivi per le auto e altri oggetti da appendere come “fiocco” di benvenuto al figlio tanto desiderato. Alcuni hanno poi pensato che un pasto dolce sarebbe stato gradito e hanno offerto dei waffel con la nutella. Molto apprezzato è 16 Etiopia chiama - n.28/2013 Testimonianza dei componenti di alcuni gruppi famiglia presenti alla festa stato anche il banchetto dove tre ragazze infaticabili hanno dipinto le unghie dei colori dell’Etiopia a tutti coloro i quali desideravano avere un segno tangibile dell’evento. La fede alimenta il desiderio di donarsi agli altri, dando così un senso alla propria vita. Ecco perché il 27 ottobre a Montichiari erano presenti così tante famiglie adottive e non, pronte ad aprire i loro cuori a un fratello che appartiene a un popolo antico e fiero e il cui destino si intreccia ormai con il nostro. Gruppo famiglie di Varese ome ormai consuetudine anche quest'anno il gruppo di volontari delle famiglie di Monza e della Brianza ha portato il suo contributo alla Festa Annuale del Centro Aiuti a Montichiari. Ci sono gli amici di sempre, il gruppo con cui ci si ritrova periodicamente per i banchetti che durante il corso di tutto l'anno si organizzano nelle parrocchie per promuovere le adozioni a distanza, e ci sono le famiglie che vivono più lontane e che non sempre riescono a partecipare, ma per tutti, Montichiari è un appuntamento irrinunciabile: sia per coloro che sono in attesa di abbinamento o di incontrare il proprio figlioletto sia per chi ha già completato il percorso adottivo ma è desideroso di rincontrare i suoi “compagni di avventura” o “fratelli d’Africa” che non vede da tempo; è una gioia vedere i bimbi che si ritrovano, si studiano un attimo e poi corrono via a giocare assieme. É sempre una grande emozione ritrovare chi magari viene dall'altra parte dello stivale e con cui abbiamo condiviso un'esperienza così fondamentale come la costruzione della nostra famiglia. La vendita delle torte è per il nostro gruppo un collaudato cavallo di battaglia: ogni famiglia porta le torte fatte in casa con il contributo di nonne e zie, per la vendita a favore dei progetti del CAE. Quest'anno ci è venuta in aiuto anche la pasticceria artigianale Burovo, di Galliate (NO), che ha voluto contribuire mettendo a disposizione i suoi deliziosi e genuini prodotti, decisamente molto apprezzati. Così, un po' il passaparola, un po' l'attività dei nostri baldi ragazzi che giravano per i tavoli, le torte e i dolcetti si sono 'smaterializzati' già all'ora della merenda, complice un bel pentolone di tè etiope speziato che offrivamo in assaggio: con il suo aroma attirava la curiosità di grandi e piccini, che spesso si sporgevano per “annusare” il delizioso profumo. La variegata offerta del nostro banchetto prevedeva poi un nutrito assortimento di fiori artificiali e rose stabilizzate in deliziose composizioni colorate e originali: una vera perla di colore al centro della padiglione. Sul nostro banchetto non poteva certo mancare il CD realizzato dalla scuola Allende in ricordo di Habtamu, con la collaborazione di alcuni dei nostri volontari. Una grande festa per tutti, all'insegna della solidarietà e del sentimento condiviso di gratitudine nei confronti di una terra e di un popolo che a queste famiglie ha dato tanto: l'Etiopia. Gruppo famiglie Monza e Brianza T orte, macchina per il caffè, stoviglie varie, tavolini… tutto pronto! Ecco che giorni di fermento e di corse per conciliare tutti gli impegni hanno trovato compimento nella tanto attesa festa annuale dell’Associazione, una piacevole consuetudine per qualcuno e un appuntamento d'ora in poi imperdibile per qualcun altro. Il 27 ottobre infatti era segnato da tempo su tutti i nostri calendari e con convinzione ora possiamo affermare che la realtà ha persino superato le nostre aspettative. Dall’apertura della festa fino alla sua chiusura il banchetto del gruppo CAE di Brescia non si è fermato un secondo, animato da volontari desiderosi di rendersi utili e dal viavai di persone desiderose di assaporare l’ottimo caffè africano e acquistare le torte fatte in casa. Davanti e dietro il bancone del nostro bar improvvisato ognuno portava con sé la propria storia e condividerla con interlocutori spesso sconosciuti è stato spontaneo, naturale. Ci si è immediatamente riconosciuti per la capacità di capire nel profondo quel turbine di emozioni che tutti noi abbiamo provato: dalla commozione nel fare i primi passi all’interno della fiera all’incredibile energia che muove chi si adopera per aiutare i più bisognosi. Sì, perché 17 Etiopia chiama - n.28/2013 proprio di energia si tratta: una sorta di forza misteriosa che si rafforza continuamente propagandosi come qualcosa di contagioso. L’emozione di sentirsi parte di un gruppo e di un’associazione che condivide con te esperienze così profonde non può essere infatti sottovalutata, così come la sensazione di creare relazioni che partono da un livello diverso rispetto al solito. Vedere poi così tante famiglie e tanti bambini insieme è stato qualcosa di indescrivibile, così com’era palpabile la gioia di quei genitori che per la prima volta hanno partecipato alla festa con il loro bimbo o bimba. I piccoli, ammettiamolo, ci hanno rubato il cuore, ma forse ancor più siamo stati colpiti dagli occhi dei ragazzi grandi che, pur essendo stati adottati tanti anni fa, non nascondono l’orgoglio di essere parte di questo grande gruppo. Questi ragazzi hanno il sapore di un sogno diventato realtà e non siamo stati gli unici a rimanerne stregati: anche i bimbi non più piccolissimi ma non ancora adolescenti li guardavano e sembravano pensare: "da grande mi faccio anch’io il ciuffo colorato!" Ma ora facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire meglio chi anima il nostro gruppo famiglie di Brescia. Non si può parlare di un numero preciso di persone, ma sicuramente si può parlare di una grande famiglia fatta da persone che si conoscono da tanto e da poco tempo e persino da persone che non si conoscono ancora, ma che prima o poi diventeranno compagni di banchetto (in occasione delle testimonianze rese durante le messe per proporre l’adozione a distanza. n.d.r), luogo deputato per incontrarsi, conoscersi e rafforzare questa relazione. Ci si dà appuntamento sul sagrato di una chiesa della provincia ed è fatta! Mentre si dispongono sul tavolino le fotografie di quei meravigliosi bambini che necessitano di sostegno a distanza si ascoltano con curiosità le esperienze di coloro che in Africa ci sono già stati e ci si convince sempre più della necessità di non focalizzarsi solo sulla propria vicenda personale, ma di mantenere ampi gli orizzonti. Sì, perché Centro Aiuti per l’Etiopia significa proprio questo: coronare il sogno di completare la propria famiglia, ma anche creare un legame indissolubile con il corno d’Africa, un legame che ti fa capire che l’aiuto che tu dai non è nulla in confronto alla ricchezza che ne ricevi. Per concludere possiamo quindi dire con orgoglio che “noi a Montichiari c'eravamo” e probabilmente coloro che già sono genitori adottivi hanno rivisto nei nostri occhi di aspiranti quella speranza e quell’entusiasmo che sono tipici di ogni inizio, ma di certo noi abbiamo riconosciuto in loro quella fiamma e quella tenacia che da 30 anni animano questo meraviglioso mondo, il mondo del Centro Aiuti per l’Etiopia. Gruppo famiglie Brescia 18 Etiopia chiama - n.28/2013 30 P R O G E T T I DI SOLIDARIETÀ V I TA DELL’ASSOCIAZIONE I É stato un viaggio lungo e faticoso e la domanda che ci eravamo posti sin dall’inizio era: “ne vale la pena?” Non avevamo mai partecipato, come sparuto gruppo campano, all’incontro nazionale del CAE. Affrontare un simile viaggio per un appuntamento di poche ore ci aveva visti sempre titubanti. Inoltre, negli anni scorsi, la festa di Montichiari era sempre coincisa con qualche incontro organizzato nelle nostre zone, ben più piccolo, si intende, ma sempre importante nell’ottica degli obiettivi che ci siamo prefissati. Alla fine abbiamo deciso che, almeno per quest’anno, era importante essere presenti, per tanti motivi: Rivedere Roberto, che avevamo incontrato per l’ultima volta più di un anno fa, essere aggiornati sullo stato dei progetti per i quali ci siamo attivamente impegnati nell’ultimo anno (progetto agricoltura, adozioni a distanza), incontrare le famiglie con cui abbiamo condiviso i nostri viaggi in Etiopia. Abbiamo viaggiato di notte, per poter permettere ai bambini di riposare meglio, sia all’andata che al ritorno. Dieci ore in gran parte trascorse a ricordare le proprie esperienze relative all’adozione, intervallate da brevi riposi. La festa non ci ha delusi: tantissime persone e bambini di ogni età che hanno trascorso la giornata giocando e correndo da una parte all’altra nell’immenso spazio a disposizione. Abbiamo partecipato alla Santa Messa, vero momento di aggregazione per grandi e piccini, durante la quale sono state battezzate due sorelline e quindi al momento conviviale del pranzo. Roberto ci è apparso un po’ affaticato, ma sempre pronto ad infonderti con il racconto delle sue esperienze, quell’energia di cui ognuno di noi ha bisogno per continuare ad impegnarsi attivamente nelle attività di volontariato. Abbiamo saputo che il progetto agricoltura è quasi ultimato, che le adozioni a distanza, aiuto cardine per i minori e le loro famiglie che ne vengono beneficiati, procedono, nonostante le difficoltà nell’inviare le dovute notizie, soprattutto quelle relative ai minori che vivono nei villaggi periferici. Ho avuto modo, relativamente a questo aspetto, di parlare con padre Berhè, conosciuto nel mio ultimo viaggio in Etiopia, quando mi ero recato con altri due amici, presso la povera casa di una bambina che, come gruppo campano, avevamo fatto venire in Italia per cure mediche. Lo stato di miseria in cui viveva l’intera famiglia, ci indusse a sostenerla a distanza. Il sapere oggi che, con il nostro aiuto, il tenore di vita di questa famiglia è migliorato, che la piccola ed i suoi fratelli vanno a scuola e possono mangiare, è stato uno dei momenti di maggiore felicità vissuti a Montichiari. La stessa gioia vissuta nel rivedere i piccoli e le loro famiglie che dal giorno del ritorno da Addis Abeba non avevamo più incontrato. Ci siamo scambiati le nostre esperienze, spesso simili, descrivendo con orgoglio, la vitalità e l’intelligenza dei nostri figli. Non da meno, è stato bello dare un volto alle tante persone con cui ho parlato telefonicamente nel corso di questi anni. Complessivamente abbiamo vissuto un esperienza positiva, che ha avuto come merito ulteriore, quello di cementare ancor di più il rapporto creatosi tra le famiglie adottive della nostra area geografica, tutte convinte nel voler ripetere, anche in maggior numero, l’esperienza vissuta quest’anno. Gruppo famiglie di Benevento l desiderio di sostenere le attività del CAE nacque nel 2005 quando ospitammo Roberto Rabattoni nella parrocchia di Osnago. Eravamo da poco tornati da un viaggio in Etiopia in cui avevamo maturato la convinzione di portare a termine il progetto adottivo. L’intervento di Roberto conquistò molti nostri compaesani e furono proprio alcuni di loro a sollecitarci a un coinvolgimento più attivo in favore dell’Associazione. Così iniziò la partecipazione annuale a “Manifesta”, fiera del sociale della provincia di Lecco. Tutti gli anni siamo presenti con uno stand che propone oggetti realizzati da noi e quelli tipici dell’Etiopia. Grazie a questa manifestazione abbiamo conosciuto altre associazioni del territorio e così siamo stati ospiti degli eventi da loro proposti, ampliando le occasioni di raccogliere fondi e diffondere i progetti del CAE. Pur non essendo un gruppo numeroso godiamo di una rete di sostenitori che ci aiutano a preparare alcuni prodotti, tra cui le magliette, che da anni proponiamo alla festa di Montichiari. Il nostro contributo è sicuramente modesto ma convinto e costante. Nel corso degli anni abbiamo mantenuto contatti con la famiglia di origine della nostra bimba adottiva, di cui abbiamo sostenuto l’educazione delle sorelle. Questo paese ci ha affascinati forse perché ci fa sentire un po’ più utili soprattutto verso chi è completamente indifeso. Gruppo famiglia di Lecco 19 Etiopia chiama - n.28/2013 30 I M P R E S S I O N I DI VIAGGIO Realtà che ci vengono incontro dure e spietate di TURISMO RESPONSABILE É la proposta di viaggi aperti a tutti che vi proponiamo per il 2014 Laura Panziera Viaggi del CUORE I promotori lo hanno chiamato: ”il viaggio del cuore” e così è stato. Con il cuore abbiamo sentito e visto, il nostro cuore si è aperto ma più spesso si è chiuso di dolore e compassione, inutile cartoccio. L’impatto con Addis Abeba è brutale: si respira povertà e degrado, trasuda incuria e miseria. É baracche di lamiera arrugginita anguste e sudicie, donne che lavorano, uomini che chiacchierano, bambini famelici e questuanti, traffico assordante. Addis Abeba è un caravanserraglio di uomini donne, bambini, asini, capre, mucche in perpetuo movimento verso mete a noi sconosciute. É una città in cammino. Ci resta impressa l’immagine di un esercito multicolore e stracciato, mite e dimesso impegnato in una sola battaglia: la sopravvivenza quotidiana. Durante la nostra permanenza assistiamo al meeting delle 2500 donne operate quest’anno di prolasso all’utero, malattia che è la conseguenza e il simbolo della fatica di essere donna, moglie e madre in questo paese. Ci commuoviamo per la gioia e la riconoscenza che ci esprimono con canti, balli, preghiere, per essere nate una seconda volta grazie all’intervento. Areka è la sede del “Centro aiuti” in Wollayta, ospita 140 bambini, alcuni in adozione a distanza, altri in adozione vera e propria, altri che nessuno adotterà perché sono handicappati o malati di AIDS. Il centro è “un fiore nel deserto”, pulito, ordinato e funzionale. É gestito da personale del posto coordinato e supervisionato dall’onnipresente Roberto Rabattoni. Siamo tutti affascinati dalla sua non comune personalità, dalla sua straordinaria capacità imprenditoriale ma soprattutto dalla sua straripante umanità. Soddo, Zezencho, Emdibir, Moganasse, Kullit, Wolisso, Welkite, villaggi e città tra la regione del Wollayta e del Guraghe, rappresentano tutti tappe importanti del nostro viaggio: visitiamo orfanotrofi, scuole, ospedali, mensa 20 Etiopia chiama - n.28/2013 30 dei poveri; realtà costruite dal “Centro aiuti per l’Etiopia” e che ora sovvenziona. Le diverse realtà ci vengono incontro dure e spietate e abbiamo netta la sensazione che, in questa desolata frontiera del mondo, l’infanzia non esista. Ben lontana dall’avere diritti, è semplicemente negata, calpestata o rubata. Del resto anche l’essere adulti, Abbiamo l’impressione che l’infanzia non esista, ma anche l’essere adulti non da garanzia uomini e soprattutto donne, non preserva dall’asprezza e dalla imprevedibilità della disperazione, non ha e non dà garanzia di vita più umana. Non possiamo fare a meno di fotografarli questi “ultimi della terra”. Siamo figli della spettacolarizzazione di tutto, anche della miseria. In compenso i paesaggi che attraversiamo esplodono di bellezza e di colore. Questo immenso altopiano alterna vegetazione rigogliosa a radure, campi coltivati a boschi, case di fango a tukul. E qui, a 1800 metri ma poi a 2500 e a 3000, è difficile distinguere, separare gli elementi: natura, persone, animali si confondono, si com-prendono, sono terra rossa e verde diffuso, sono animalità e umanità in primitiva fusione e con-fusione. Concludiamo il nostro viaggio con l’incontro al centro “Madonna della vita” di Addis Abeba, di alcuni ragazzi adottati a distanza con i loro benefattori appartenenti al nostro gruppo. Sono ragazzi/e, bambini/e che grazie agli aiuti vanno a scuola e guardano al futuro: da grandi vogliono fare i medici o i poliziotti. Nelle loro mani è riposto il riscatto, sicuramente lento e faticoso ma possibile di questo paese lacerato però giovane e bellissimo. Grazie al “Centro aiuti per l’Etiopia” qualcuno ce la farà e sarà da monito e sprone perché altri ce la possano fare. Il nostro volo riparte a mezzanotte del 10 ottobre ma per il calendario etiope è il 28 settembre 2006. Si è più giovani in Etiopia e c’è speranza. Ci restano dentro mille occhi di bambino profondi come pozzi, mille mani tese a chiedere, tanto bisogno di essenzialità e di riscoperta di sé attraverso di loro. Ci restano dentro. Vogliamo farvi conoscere l’Etiopia: le bellezze geografiche, la cultura, la storia, ma vogliamo anche darvi la possibilità di toccare con mano ciò che testi e immagini non possono trasmettere. Vogliamo farvi comprendere ciò che ci spinge ad aiutare questo popolo al quale siamo legati affettivamente. Vogliamo farvi toccare con mano le opere realizzate in questi anni. Sarà un viaggio dal quale tornerete profondamente cambiati. Allegato a questo numero di “Etiopia chiama” trovate il pieghevole che illustra l’iniziativa. Non esitate a chiamarci, vi aspetta un’esperienza che non dimenticherete. 21 Etiopia chiama - n.28/2013 30 Sono fortunato. Tutto quà. di F are volontariato in Etiopia con la nostra Associazione non va inteso come un’esperienza estemporanea. Alessandro Vivalda VOLONTARIATO H o riflettuto molto sulla breve esperienza vissuta in Etiopia ed una cascata di emozioni non mi permetteva di focalizzare la sensazione rimasta che ha lasciato un segno indelebile. Sono fortunato. Tutto qua. Potevo nascere in uno dei tanti Paesi poveri del mondo, dove regna la carestia o c’è una guerra, invece no, sono nato a Cuneo, da una famiglia che mi ha cresciuto con amore, mi ha dato la possibilità di studiare e mi è stata vicino nell’approccio del mondo del lavoro. Il destino ha voluto così, mi sono state date delle possibilità ed io le ho colte. Quando vedi i bambini etiopi ti chiedi se loro avranno mai delle possibilità, cercano di sopravvivere e se ci riusciranno sarà già un successo. Vivere l’esperienza del volontariato ti permette di entrare nell’intimità della vita delle persone e respirare il vissuto di un popolo che soffre... dopo questo nulla sarà più come prima... Visitare le scuole, le strutture di prima accoglienza per i bambini abbandonati e anche gli ospedali. Già... gli ospedali. Ho visto quello di Soddo. Anche qui ti ritieni fortunato, in primis perché sei sano e poi perché se ti ammali hai delle strutture che ti curano e persone specializzate che ti stanno vicino. In Etiopia se hai la sfortuna di ammalarti (non patologie particolari ma infezioni o fratture anche banali dal nostro punto di vista) inizia un percorso drammatico in stanze fatiscenti, senza acqua corrente e spesso senza la luce, sempre che tu abbia i soldi per permetterti tutto questo, altrimenti vieni abbandonato a te stesso e sei in mano alla Provvidenza. Vedere di persona quello che sta facendo il CAE ti lascia stupito. Lo sforzo, la passione e l’impegno che viene messo è straordinario e lo vedi negli occhi dei bambini di Areka: gli leggi la speranza. Il CAE gli dà una possibilità e poi resterà a loro sfruttarla al meglio, ma dare una speranza ad un popolo, anche se ad una minima parte di esso, è una cosa straordinaria. Trascorrere due settimane ad Areka mi ha insegnato che 22 Etiopia chiama - n.28/2013 30 T E S T I M O N I A N Z E DI VOLONTARIATO l’aiuto è fatto di piccoli gesti, come costruire un canestro e giocare con i bambini i quali poi ti ringraziano per la giornata trascorsa insieme, aiutare a spostare un mobile, lubrificare porte e finestre, accompagnare i ragazzi a scuola, andare a Messa la domenica, guardare un film tutti insieme e decine di altri episodi quotidiani... momenti di Vita Vissuta! L’opera di volontariato è fonte di crescita personale Questo, mentre adempivo al mio compito di sistemare le medicine nella piccola infermeria del Centro. Non potrei definirlo una lavoro, è stato divertente. I bimbi facevano a gara per aiutarmi ed è stata una grande soddisfazione vedere tutto pulito ed ordinato facilitando così il lavoro delle infermiere. Ma venire ad Areka ti insegna una cosa che ormai abbiamo dimenticato, quella di apprezzare le cose semplici: schiacciare l’interruttore ed accendere la luce, aprire il rubinetto ed avere acqua, mangiare regolarmente tutti i giorni. Grazie a voi del CAE che avete permesso a me, mia moglie Cristina, Claudia e L’azione diretta sul campo rappresenta un fondamentale passaggio esperienziale che aiuta a comprendere e testimoniare l’attività del Centro Aiuti per l’Etiopia e i bisogni del popolo etiope. L’obiettivo del volontario dovrebbe essere quello di un coinvolgimento a lungo termine, anche in Italia, prima e dopo la partenza, in un percorso di crescita all’interno dei gruppi di volontariato dell’Associazione. Ciò che richiediamo al volontario è la condivisione dei principi di base del nostro operato, un interesse sincero nei confronti delle attività che stiamo portando avanti, apertura e flessibilità mentale, attitudine al dialogo e al lavoro di gruppo, disponibilità a mettere in discussione i propri pregiudizi e capacità di adattamento a condizioni di vita molto diverse rispetto a quelle a cui siamo abituati. Le attività che si possono svolgere nelle nostre strutture sono le più varie e verranno adeguate alle esigenze del momento Maurizio di vivere tutto questo!! Ci impegneremo a continuare anche dall’Italia il lavoro del CAE con l’obiettivo di leggere ancora speranza negli occhi dei bambini. Perchè se la leggiamo nei loro occhi, la troveremo anche nel nostro cuore. Ameuseuganallo Etiopia per le emozioni vissute. La Cappella del Villaggio Madonna della Vita tenendo conto delle attitudini di ciascuno. Al momento necessitiamo di figure quali falegnami, idraulici, elettricisti, “tuttofare” e di persone che possano garantire presenze medio lunghe (1-3 mesi). Permanenze per periodi brevi verranno comunque valutate anche per attività di altro tipo. Nello spirito della nostra Associazione precisiamo che il volo aereo e la copertura assicurativa obbligatoria sono a carico del partecipante e che viene richiesto un contributo di rimborso spese per vitto e alloggio di 10 Euro al giorno. Chi fosse interessato può scaricare e compilare la scheda “aspirante volontario“ dal nostro sito internet www.centroaiutietiopia.it nella Sezione: Cosa puoi fare -> Diventa Volontario -> in Etiopia ed inviarla a giovanna.minoggio@ centroaiutietiopia.it. Per info: Centro Aiuti per l’Etiopia onlus Verbania tel. 0323/497320 fax 0323-583062 Ti aspettiamo ! Grazie ! Messe di suffragio Cari benefattori amici di Signor Rabattoni, vi saluto dall’Etiopia. Ecco voglio ringraziarvi per la vostra generosità con le intenzioni delle messe. Io Padre Hailegiorgis-Eshete, faccio Capellano nel vilaggio di Madonna della Vita aiutato e sostenuto da Signor Rabattoni e voi benefattori. Grazie che ci sostenete con le intenzioni delle messe che sarà di un grande aiuto a me e ai poveri che aiuto. Per favore continuate a mandarci le intenzioni delle messe. Grazie e rimaniamo uniti nella preghiera. Grazie con cuore Padre Hailegiorgis-Eshete La vita dei bambini all’interno del Villaggio Madonna della vita, scorre ritmata dalle attività della giornata, al centro della quale sta la Celebrazione Eucaristica. Ogni giorno Padre Hailegiorgis celebra la Messa con i bambini ospiti del villaggio, questi pregano regolarmente per i loro genitori e per i loro futuri genitori adottivi. É possibile far celebrare messe in suffragio per i propri defunti telefonando al nostro ufficio e manifestando l’intenzione, oppure nel bollettino con cui invierete un’offeta libera, sarà sufficiente scrivere nella causale: “Messa per: . . . . . . . . . . indicando il nome del defunto cui volete sia officiata la messa. Le offerte saranno devolute ai poveri della città. 23 Etiopia chiama - n.28/2013 30 I N I Z I A T I V E DI SOLIDARIETÀ Il Sannio per l’Etiopia 9.000 km per un ospedale I Alessio Sannino INIZIATIVE C on, Marco Russo e Poderosa (la moto), abbiamo attraversato 5 Stati, percorso 9.000 km, conosciuto persone meravigliose ed anche incontrato ostacoli, ma lo abbiamo fatto per mettere in luce l’emergenza sanitaria del paese e far conoscere la risposta che l’Associazione Claudia per l’Etiopia ed il Centro Aiuti per l’Etiopia hanno dato finanziando la costruzione di un ospedale modello. Un grossissimo traguardo! Partiti dall’Italia il 6 Aprile 2013 siamo arrivati a Soddo dopo ben 38 giorni, nei quali abbiamo vissuto situazioni mai incontrate prima. Viaggiare significa mettere le emozioni davanti a tutto, perché sono quelle a guidarti, perché ogni metro che percorri è diverso da quello precedente. Da una parte sei felice mentre dall’altra sei destabilizzato dal sali e scendi di emozioni, una sensazione stupenda! Arrivare ad Areka al Centro Giovanni Paolo II, è stata una gioia infinita. Avevamo portato a termine il viaggio e tutte le preoccupazioni. Ce l’avevamo fatta! Poi… però è incominciato un altro “viaggio”, quello della scoperta del Volontariato! Al Centro abbiamo aiutato i volontari Sara e Alessio, dando una mano dove serviva, rendendoci utili il più possibile. Siamo rimasti tre settimane e queste mi hanno cambiato la vita! Appena ho visto tutti quei bambini ho voluto ascoltare le loro storie emozionanti. Ho voluto bene ad ogni bambino, ed ognuno mi ha lasciato un sorriso. In cuor mio so che un giorno li rivedrò! Il presidente del CAE, Rabattoni, uomo straordinario, ci ha accolto a braccia aperte e ci ha portati a vedere il nuovo Ospedale. Ero felice ed entusiasta mi sono commosso nel vedere la costruzione finita! Dopo quattro anni che ti adoperi per un progetto, vederlo realizzato, ti tocca il cuore! L’entusiasmo però è durato poco perché siamo poi entrati nel 24 Etiopia chiama - n.28/2013 vecchio Ospedale, che è davvero in condizioni disastrate: i medici non hanno materiale e quindi sono costretti a riutilizzarli, la gente rimane nei corridoi perché alcune stanze sono inagibili, l’odore, i lamenti delle persone, i bambini malati… Indescrivibile! Così prometto a me stesso che devo fare qualcosa e chissà, magari nascerà qualche altro Progetto! Dopo questa esperienza, invito chi, dentro di sé ha anche una minima voglia, di provare a fare volontariato, perché cambia la vita! Il Viaggio lo abbiamo documentato giorno per giorno con foto e video sul sito internet www.claudiailviaggio. com, per portare più persone a conoscenza del Progetto di Emergenza Sanitaria. L’ Etiopia ha bisogno di una mano! Questa esperienza mi ha cambiato. Cambia tutto, il modo di vivere, il modo di pensare, il modo di agire… e ti lascia un vuoto quando torni in Italia, che puoi riempire solamente tornando!!! l 2013 è stato per il nostro gruppo un anno ricco di soddisfazioni. Siamo come una grande famiglia e il veder crescere a poco a poco il numero di coloro che adottano in Etiopia, è fonte di gioia e felicità. In questi anni tutti coloro che hanno adottato giuridicamente hanno capito che è importante continuare a mantenere un filo diretto con il paese di provenienza del proprio bimbo, per contribuire alla realizzazione di opere di interesse sociale. Con questo spirito abbiamo ultimato da due anni la casa di accoglienza “Geny Tranfa” ad Areka, che ospita bambine affette da handicap ed ora siamo impegnati nella raccolta fondi per la costruzione della casa di prima accoglienza “San Nicola”, ad Areka, che ospiterà i piccoli abbandonati che saranno successivamente indirizzati verso il percorso adottivo. I lavori sono iniziati da pochi mesi e procedono rapidamente. L’inaugurazione è prevista per aprile 2014. In questa raccolta siamo supportati dalla comunità parrocchiale di un piccolo comune della provincia di Benevento, Fragneto Monforte, guidata da don Donato D’Agostino, che ha adottato il nostro progetto ed ha organizzato numerosi eventi indirizzati a tal fine; per esempio il raduno internazionale delle mongolfiere, per il quale il paese è famoso. Un grosso supporto viene garantito anche dalla società “Betelgeuse” di Benevento che, negli ultimi anni, dona il ricavato di un’intera giornata del “Sannio Fest” alle nostre iniziative. I maggiori ricavi degli ultimi anni sono dovuti alla loro collaborazione e di ciò non possiamo che esserne grati a tutti i soci. Molti degli appuntamenti che organizziamo hanno cadenza annuale e, se riusciamo a ripeterli, lo dobbiamo a tanti amici: l’associazione “Agorà” e gli abitanti di San Pietro Irpino, l’agriturismo “Caseria” in Castelfranco in Miscano, la fattoria didattica “La Cinta” e tanti altri. L’adesione delle famiglie del nostro gruppo alle varie manifestazione così come ad altri incontri conviviali che organizziamo fa si che il gruppo si senta unito, ed è bello vedere i nostri figli crescere mantenendo stretti rapporti con gli altri bambini adottati. Si conoscono tutti ed accolgono con gioia gli ultimi arrivati. A poco a poco, nei più grandicelli, cresce la consapevolezza del dover contribuire nel loro piccolo, agli eventi organizzati. Così li vedi spesso dietro i banchetti vendita, insieme ai loro genitori, aiutandoli a prendere e spostare oggetti. Un aspetto non secondario dell’attività svolta nel corso di tutto l’anno, è il benessere psicologico che ne deriva per tutti noi. Trovarsi per progettare opere a costi ben definiti, pianificare le manifestazioni da cui ricavare le somme per finanziare i progetti, organizzare le domeniche per le visite nelle parrocchie per promuovere le adozioni a distanza, sono solo alcune delle attività che svolgiamo che ti danno uno scopo, ti fanno sentire utile, in una nazione che sembra aver perso ogni slancio ed in cui la mediocrità la fa da padrona. Gruppo famiglie di Benevento 25 Etiopia chiama - n.28/2013 30 S O L I D A R I E T À CONCRETA Per Natale fai un regalo solidale, aiuta chi ha bisogno PROGETTI Centro di accoglienza Giovanni Paolo II di AREKA Acqua per la vita Il centro ad oggi ospita circa 120 bambini da 0 a 14 anni ammalati di HIV, cerebrolesi, non vedenti o paralizzati. Necessitiamo di fondi per pagare le accudienti, i fisioterapisti, le cuoche, gli addetti alla pulizia e i giardinieri. Anche l’attività agricola necessita di denaro per lo stipendio dei braccianti, per l’acquisto delle sementi, di attrezzi vari e del carburante per il trattore e l’autocarro. Per sostenere il Centro puoi contribuire con un offerta libera. Villaggio Madonna della Vita di Addis Abeba Il Villaggio Madonna della Vita è la struttura dove ospitiamo gli orfani in attesa di adozione internazionale. Progetto Personale medico e paramedico: Nel villaggio i bambini vengono assistiti da personale medico e paramedico presente all’interno della struttura. Puoi contribuire per: 1 mese di lavoro di un’infermiera 120 1 mese di lavoro del pediatra 200 Euro Euro Progetto Scuola: Gli ospiti del Villaggio Madonna della Vita, necessitano di un minimo di corredo scolastico. Inviaci la tua offerta per: 26 Etiopia chiama - n.26/2012 n.28/2013 40 Euro Vi proponiamo una sintesi dei progetti per cui abbiamo sempre bisogno del vostro contributo. Ricordiamo che le donazioni a favore del Centro Aiuti per l’Etiopia, Onlus di diritto, sono deducibili o detraibili: Erogazione deducibile ai sensi e per gli effetti dell’art. 14 comma 1 del D.L. 35/05 convertito in legge n. 80 del 14/05/2005 oppure detraibile per le persone fisiche ai sensi dell’art. 15, comma 1 lettera i-bis del D.P.R. 917/86 e deducibile ai sensi art. 100, comma 2, lettera h del D.P.R. 917/1986 per le imprese. Si consiglia di verificare la normativa più favorevole in base al proprio reddito. Per usufruire di questa possibilità occorre conservare la ricevuta della donazione, sia postale che bancaria. Nella causale indicare sempre il progetto prescelto In Etiopia, nelle zone dove l’acqua non manca, viene prelevata da rigagnoli, pozze, ruscelli o fiumi e trasportata nei villaggi dalle donne e dai bambini in taniche spesso sporche per usi alimentari. Negli stessi corsi d’acqua, le donne vi lavano i panni, talvolta uomini e bambini vi fanno il bagno, mentre agli stessi corsi d’acqua accedono anche animali per dissetarsi o per guadarli. Nei tukul, l’acqua non viene bollita, perché la legna é un bene prezioso e va risparmiato. Conseguenza di queste abitudini sono malattie di vario genere che portano anche alla morte adulti e bambini. In altre zone, la siccità costringe le donne o i bambini a ore di cammino per raggiungere un corso d’acqua non potabile o, nel migliore dei casi, un pozzo. Per porre parzialmente rimedio a questo stato di cose, da anni raccogliamo fondi per far scavare pozzi nei villaggi da ditte specializzate. Per trovare l’acqua, spesso occorre scendere a 50, 80 o più metri e questo è possibile soltanto con una trivella. Il pozzo viene ovviamente consegnato con generatore di corrente, pompa, tubazioni e serbatoio per la raccolta, e una fontana con più rubinetti per la distribuzione. Puoi contribuire al miglioramento della qualità della vita di queste popolazioni sostenendo il progetto con contributi liberi di qualsiasi importo. Ospedale di Soddo In Etiopia Tetano, difterite, morbillo e diarrea spesso sono causa di morte in particolare tra i bambini. Poliomielite, pertosse, malaria e altre patologie endemiche sono le caratteristiche della vita quotidiana. Il nuovo centro medico di Soddo sarà interamente destinato alle cure materno-infantili diventerà il punto di riferimento territoriale per avviare azioni di prevenzione e sensibilizzazione rivolte alla salute materno-infantile, partendo dalla promozione dei parti assistiti in ospedale e da attività di prevenzione al prolasso uterino delle donne. Il parto in ospedale Per ridurre i decessi e le complicanze da parto per le mamme, i traumi, le malformazioni e complicanze di ogni genere per i bambini, nelle aree dove vi sono ospedali, unitamente al Ministero della Salute, faremo una grande sensibilizzazione affinché le donne partoriscano in ospedale, ma è indispensabile la vostra generosità, perchè in Etiopia non esistono forme mutualistiche di assistenza sanitaria. Per salvare una vita sono sufficienti 30 Euro. Tanto poco basta per far nascere un bambino in ospedale. Rinunciamo al nostro superfluo ed evitiamo ad una donna e al suo bambino le complicanze del parto. Borsa di studio a Zuway Una coperta per i Sono disponibili presso la sede profughi profili di studenti della scuola superiore della località di Zuway. Il costo annuale degli studi va dai 390 Euro ai 500 Euro. I costi coprono le spese connesse al materiale scolastico, trasporto, divisa, iscrizione, pasti, vitto e alloggio. Progetto “Istruzione” L’istruzione è l’elemento fondamentale che permette ad un individuo di conoscere, quindi di riscattarsi dalla condizione di sudditanza intellettuale e di lottare per il miglioramento. Offri un mese di: istruzione ad un giovane 20 aiuto ad uno studente che ha bisogno di alloggio 70 Offri un anno di studio ad un piccolo profugo 200 Offri una borsa di studio: - ad uno studente di falegnameria 500 - per l’università ad un profugo sudanese 1.000 - ad uno studente di meccanica 1.000 - per un infermiere a Wolisso 1.000 Aiuta una persona che vuole specializzarsi come maestro 1.000 Euro Euro Euro Euro Euro Euro Euro Euro “Viaggi della speranza” Il progetto prevede il trasporto in Italia (se minori, anche dei genitori), o se possibile, la cura in Etiopia, Eritrea o Sudan, di bambini, giovani o adulti. 1 giorno di degenza in una struttura sanitaria etiope italiana 1 biglietto aereo per l’Italia 20 200 800 Euro Euro Euro CENTRO AIUTI per l’ETIOPIA 1983 Il vostro aiuto per ridare speranza Kit per un anno scolastico comprendente quaderni, pastelli, tempere, biro, matite per un bambino 30 2013 trent’anni di solidarietà Con l’intervento umanitario Emergenza coperte il Centro Aiuti per l’Etiopia ha distribuito più di 4000 coperte ai profughi, oltre 6000, abitanti il campo di Dembi Dollo località situata a circa 700 km a ovest di Addis Abeba nella Regione amministrativa dell’Oromia, vicino al confine con il Sudan. I profughi, provenienti dalla zona di Harar sono arrivati in questi zone dieci anni fa nel primo esodo. Questo gruppo aveva ricevuto dal governo dei terreni da coltivare, mentre la successiva ondata di profughi, quattro anni dopo, non ha beneficiato di alcun sostegno da parte dello stato e tutt’oggi vive in condizioni di estrema necessità in ricoveri di fortuna. Essi sono costituiti da capanne di cellophane, sterpaglie, rami, sacchi, ripari nei quali vivono adulti e bambini. Poche pentole, alcune suppellettili, in genere una tanica di plastica usata per l’acqua e pochissimo altro arreda questi spazi che si riempiono di acqua e fango durante la stagione delle piogge e di polvere in quella secca. Ancora molte sono le persone che ogni giorno devono fare i conti con difficilissime condizioni di vita, la fame e la sete. Le coperte hanno garantito a queste persone di potersi riparare dal freddo della stagione delle piogge. Con soli 12,00 euro regali una coperta. Progetto “Abbandonati” In Etiopia essere lebbroso, ammalato, diversamente abile, anziano, significa essere abbandonato da tutti e costretto a vivere sulla strada in attesa della morte. Per un mese: mantieni un non vedente 25 Euro aiuta un anziano 25 Euro mantieni un lebbroso 30 Euro sostieni un diversamente abile 30 Euro offri ad un ammalato cure mediche nei villaggi assistiti dal CAE 40 Euro acquista un triciclo elettrico per un disabile 3.000 Euro Dona ora Bonifico bancario Beneficiario: Centro Aiuti per l’Etiopia Via 42 Martiri,189 - 28924 - Verbania Fondotoce (VB) Banca: Intesa SanPaolo - Mergozzo (VB) Descrizione/Causale: OFFERTA per . . . IBAN: IT48 E0306 94551 00000 01664 172 27 Etiopia chiama - n.28/2013 C/C Postale N° 11730280 “Etiopia: Un mondo da scoprire” - Verso l’adozione - Un insegnante, due medici e una psicologa/psicoterapeuta si sono uniti per scrivere un breve volume pensato per accompagnare chi si prepara ad affrontare il percorso della genitorialità adottiva. A un breve inquadramento storico, geografico e culturale dell’Etiopia, seguono informazioni di carattere pratico utili per il soggiorno. Per il ritorno a casa un esaustivo vademecum di informazioni sanitarie e una incoraggiante serie di risposte a dubbi e ansie che talvolta attanagliano la psiche. Offerta minima: 10 Euro (72 pag. - 12 illustrazioni in BN) “La nostra storia” - Racconti di adozione - Scritto, pensato e raccolto da genitori che vivono l’esperienza dell’adozione giuridica, è un volume che non ha altra pretesa che quella di essere una raccolta di testi a tema, non vuole dare suggerimenti o soluzioni, ma semplicemente far conoscere il mondo di emozioni che pervadono questa avventura. Offerta minima: 12 Euro (184 pag. - 16 a colori) SOMMARIO Vita dell’Associazione 2 Con il dono della fede ... 16 Festa delle famiglie Progetti di solidarietà 4 Ghimbi 8 Viaggi della speranza 12 Adozione a distanza Solidarietà e cooperazione 14 Le opere Impressioni di viaggio 20 Viaggi del cuore Testimonianze di volontariato 22 Sono fortunato. Tutto quà. Iniziative di solidarietà 24 9.000 km per un ospedale 25 Il Sannio per l’Etiopia 26 Progetti Etiopia chiama Notiziario di informazione del Centro aiuti per l’Etiopia Anno XIV, n. 28, dicembre 2013 “Il mio nome è Medhanit” L’adozione giuridica, come la nascita di un figlio, è un’esperienza che ti cambia la vita e non ti abbandona più. Un padre veterinario, in una narrazione che intreccia professione e famiglia, attraverso le storie dell’una e dell’altra ci accompagna in un percorso sempre più coinvolgente, fino a che, pagina dopo pagina, ci accorgiamo di sentirci più vicini a chi ha sofferto e comprendiamo meglio il bisogno di ogni essere umano di vivere nella gioia. Offerta minima: 15 Euro (70 pag. - 12 illustrazioni) Per informazioni o richieste di invio di una o più copie telefonare alla sede dell’Associazione (0323 497320), aperta dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 12:30 e dalle 14:00 alle 17:30. GRAZIE N.B.: Per tutte le spedizioni con importi inferiori a 20 Euro è richiesto un contributo di 5 Euro per le spese di spedizione. 28 Etiopia chiama - n.28/2013 Centro Aiuti per l’Etiopia -Associazione ONLUSVia quarantadue Martiri, 189 28924 Verbania Fondotoce (VB) Tel. 0323/497320 - Fax 0323/583062 e-mail: [email protected] sito:http://www.centroaiutietiopia.it Autorizzazione Tribunale di Verbania n. 4 del 28/08/2006 Direttore Responsabile: Enrico Guenzi Redazione: Via quarantadue martiri, 189 - Verbania Fondotoce (VB) Periodicità: Semestrale Editore: Centro Aiuti per l’Etiopia Stampa: Pressgrafica - Gravellona Toce (VB) Hanno collaborato: R. Castelli, M. Gorlani, L.Panziera, A. Sannino, D. Simeone, T. Berhè, A. Vivalda, i gruppi famiglia di Benevento, Brescia, Lecco, Monza e Brianza e Varese. Le immagini sono dell’archivio del CAE o gentilmente concesse dalle famiglie Bonometti, Carrera, Gorlani, Mosso Rinoldi, Orsa, Sannino, Simeone, Vivalda e da M. Albizzati, V. Amato. Centro Aiuti per l’Etiopia -Associazione ONLUS- Via quarantadue Martiri, 189 - 28924 Verbania Fondotoce (VB) Italia - Tel. 0323/497320 - Fax 0323/583062