Binder1 - anaao assomed piemonte

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Binder1 - anaao assomed piemonte
la Repubblica
SABATO 23 LUGLIO 2011
CRONACA
TORINO
■ XIII
Scuola, scomparsi i 29 milioni
promessi per la manutenzione
La festa lunedì sera alle ex Ogr
I commercialisti
premiati dall’Ordine
Q
UASI 200 commercialisti torinesi, che
nel triennio 20082011 hanno raggiunto il
traguardo dei sessanta,
cinquanta e trent’anni di
professione, saranno premiati lunedì sera dal loro
Ordine alle ex Ogr. «È un
riconoscimento dovuto
— spiega il presidente Aldo Milanese — Continuano a offrire la loro competenza professionale come
contributo al superamento dell’attuale difficile momento economico».
Su 150 interventi pianificati, è partito solo quello del Darwin
OTTAVIA GIUSTETTI
L PIANO straordinario del
governo per la messa in sicurezza degli edifici scolastici dopo la tragedia del
Darwin è stato, fino a oggi, solo
un grande bluff. Dei 29 milioni
messi teoricamente a disposizione delle Province nel 2010
per la manutenzione delle
scuole piemontesi, neppure un
euro è arrivato nelle casse degli
enti. E dei 150 interventi pianificati in tutta la regione, solamente uno è stato approvato,
quello del Liceo Darwin di Rivoli, per evidenti ragioni di immagine. A quasi tre anni dal
crollo che ha ucciso Vito Scafidi
e costretto su una sedia a rotelle Andrea Macrì, quando c’è già
addirittura un colpevole secondo il Tribunale di Torino, la
Provincia, invece, è ancora ferma alla fase di affidamento dell’appalto per i lavori di manutenzione della scuola. Non per
negligenza, ma perché tanto si
è fatto attendere il finanziamento dei lavori. «È incredibile
che nessuno abbia detto nulla
fino a oggi — dice Umberto
D’Ottavio, assessore provinciale all’Istruzione — il governo
ha fatto propaganda su questi
interventi e ha reso di fatto impossibile lo stanziamento dei
fondi».
Perché per un Darwin che
I
L’indagine
SARAH MARTINENGHI
NA nuova tornata di interrogatori per l’inchiesta
sugli appalti truccati della
sanità piemontese. Nei giorni
scorsi sono ricomparsi in procura i due personaggi principali
dell’indagine: Caterina Ferrero,
l’ex assessore regionale costretta
alle dimissioni proprio per questa indagine, e il suo braccio destro Piero Gambarino. Entrambi
sono ancora sottoposti a misura
cautelare, lei ai domiciliari e lui,
invece, in carcere alle Vallette.
L’obiettivo dei sostituti procuratori Stefano Demontis e Paolo
Toso era chiarire alcuni aspetti
dell’indagine che, nei precedenti interrogatori, non erano stati
approfonditi o toccati: gli interrogatori sono stati secretati. Non
solo quindi appalti su pannoloni, cliniche private ed emodinamica, ma anche nuove tematiche su cui i pm mantengono il più
stretto riserbo. Alcune domande
hanno riguardato anche la questione delle due villette in costruzione sulla collina di Castiglione
Torinese: poste una accanto all’altra, in frazione Cordova, erano già finite sotto inchiesta, ma
per abuso edilizio. Ad aprire il fascicolo era stato il pm Francesco
Pelosi che aveva addirittura sentito Gambarino, difeso dall’avvocato Gian Maria Nicastro, una
settimana prima che fosse arrestato. Aveva fatto costruire lui le
due ville, quella per sé e quella
per la famiglia Ferrero-Coral come presidente del Consorzio Torino. Ma i lavori erano stati bloccati a novembre dopo che avevano provocato una frana che incombeva su un’altra villa limitrofa (per arginare il terreno sono
state poi costruite barriere di cemento): si era scoperto così che i
U
Sostituisce alla 1 Corrado Bedogni
IL MINISTRO
Mariastella Gelmini, ministro per
l’Istruzione: neppure un euro è arrivato
nella cassa degli enti in Piemonte
L’assessore D’Ottavio:
“Era esclusivamente
un’operazione di immagine
Il ministero non voleva
versare nemmeno un euro”
forse entro l’anno avrà l’edificio
messo in sicurezza, ci sono altre
149 scuole che continuano ad
attendere i soldi per avviare i lavori. Scuole con problemi anche gravissimi di messa a norma, fatiscenti. Nonostante la
delibera del Cipe, il ministero
delle Infrastrutture ha infatti
fissato una procedura molto
complessa per l’erogazione vera e propria dei fondi. Gli enti
devono stipulare delle convenzioni, inviare per ogni intervento un progetto al ministero che
lo dovrebbe restituire firmato e
solo dopo il provveditorato regionale delle infrastrutture può
approvare il progetto e stanziare materialmente i fondi. È un
fatto che nessun progetto per
nessuna scuola piemontese,
salvo il liceo Darwin, ha ricevuto la firma del ministero. Dunque i finanziamenti sono rimasti assolutamente virtuali. È il
caso anche del liceo Vasco Scuro di Mondovì, dove un comitato di genitori si è mobilitato per
capire dove fossero rimasti
bloccati i finanziamenti. Dopo
aver incontrato l’assessore provinciale, l’associazione di genitori ha chiesto di essere ricevuta in Regione, dall’assessore Alberto Cirio, per ottenere chiarimenti. Mondovì aspetta per l’Istituto Rosa Govone, per il
Giambattista Vasco e il Giolitti
fondi per 650 mila euro, per l’Istituto Rosa Govone 200 mila
euro, ancora per il Vasco 575
mila euro. «Finalmente qualcuno viene a chiedere conto di
questi soldi che sono attesi da
due anni — dice l’assessore
Umberto D’Ottavio — È chiaro
che il governo ha fatto solo
un’operazione di immagine
sull’onda della tragedia del
Darwin, ma non aveva alcuna
intenzione di finanziare la messa in sicurezza delle scuole».
Torino aspetta l’approvazione
di 18 progetti. «Sono stati tutti
regolarmente inviati dalla Provincia — dice D’Ottavio — ma
non ci è mai stata restituita alcuna convenzione».
lavori non erano affatto realizzati in conformità con le licenze.
A Caterina Ferrero i pubblici
ministeri hanno quindi chiesto
conto della villetta, e dei relativi
pagamenti, sia del terreno su cui
si erge la sua futura dimora, sia
dei lavori per la costruzione. È da
sottolineare comunque che non
sono state fatte contestazioni
formali a nessuno dei due indagati: non ci sono, al momento
nuove accuse nei loro confronti.
L’ex assessore, difesa dall’avvocato Roberto Macchia, ha soste-
Il caso
ARRESTATI
L’assessore
Caterina
Ferrero è
attualmente
ai domiciliari
Resta nel
carcere delle
Vallette
il suo braccio
destro
Gambarino
IOVANNI Monchiero è il nuovo commissario dell’Asl Cuneo1. Sostituisce il dimissionario Corrado Bedogni,
che si trasferisce a Genova.
Dal primo agosto, sotto la direzione di Monchiero, già
commissario dall’Asl Cuneo2, sarà riunita la gestione
di entrambe le Asl cuneesi.
La nomina è stata decisa ieri
dalla giunta regionale, coordinata dal presidente Cota,
che ha ribadito l’impegno
per il completamento del
nuovo ospedale di Verduno.
G
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I pm allargano i temi degli interrogatori per l’ex assessore e Gambarino: vogliono capire se e come le loro case sono state pagate
Dagli appalti truccati alle ville
un nuovo round per Ferrero
Monchiero commissario
delle due Asl cuneesi
Giovanni Monchiero
L’altra notte alla periferia sud
nuto la regolarità dei pagamenti
e ha portato fatture per 77 mila
euro per dimostrare il pagamento dellla prima tranche dei lavori.
Davanti ai pm, sempre nei
giorni scorsi, era anche ritornato
l’ex commissario dell’Asl To 5 Vito Plastino, assistito dall’avvocato Anna Ronfani, scarcerato su
decisione del tribunale della libertà: aveva subito ammesso di
aver preso le tangenti dall’imprenditore Pierfrancesco Camerlengo (15 mila euro in fatture
false che venivano rilasciate attraverso lo studio dentistico di
Marco Mozzati). Anche il suo interrogatorio è stato di approfondimento sulle accuse già contestate.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Un malore e si uccide
in auto contro il muro
NNESIMO incidente
mortale l’altra notte
alla periferia sud di
Torino. Probabilmente per
un malore improvviso, il
conducente di un'autovettura, Giulio Bioletti di 60 anni, ha perso il controllo della propria auto. La Kia Sorrento è andata così a sbattere a forte velocità contro il
muro di un palazzo. L’uomo è morto quasi sul colpo.
Le tracce sull’asfalto indicano una svolta brusca, come se il guidatore non controllasse più il veicolo.
E
Oggi la cerimonia nel secondo giorno dell’assemblea interregionale che raccoglie tredicimila delegati dal Piemonte e dalla Valle d’Aosta
Testimoni di Geova, 70 battesimi al PalaIsozaki
TOMASO CLAVARINO
REDICIMILA delegati,
provenienti dal Piemonte e
dalla Valle d’Aosta, più
duemila volontari, che nei giorni
scorsi hanno pulito e allestito i
palchi. Sono i numeri dell’assemblea interregionale dei Testimoni di Geova che da ieri, e fino a
domenica, riempirà gli spalti del
PalaIsozaki. Un esercito eterogeneo il loro, composto da famiglie,
giovani e anziani: «Il parcheggio
dei passeggini è pieno — afferma
Alberto Bertone, responsabile
delle relazioni con il pubblico dei
Testimoni di Geova di Torino —
e attorno a me vedo molti giovani, adolescenti, al fianco di anzia-
T
ni e malati in carrozzina, è un
pubblico davvero vario». I Testimoni di Geova, che possono contare su circa ventiduemila persone in tutto il Piemonte, delle qua-
Un esercito
eterogeneo
composto da
famiglie, giovani
e anziani
li seimila a Torino e settemila nella provincia, per questi tre giorni
di dibattiti, conferenze, simposi,
rappresentazioni in costume e in
chiave moderna, concentreran-
no l’attenzione sul tema dell’avvento del Regno di Dio, lasciando
a margine questioni più legate al
dibattito pubblico quotidiano
come, ad esempio, l’omosessualità, «un tema sul quale abbiamo
una linea chiara: non condividiamo un certo stile di vita, ma parliamo con tutti per cercare di far
riflettere e portare le persone sulla retta via». Non è un caso, infatti, che questa tre giorni abbia come titolo «Venga il tuo Regno!»:
«Sarà il Regno di Dio, il suo governo reale a risolvere i problemi
della terra — continua Alberto
Bertone — così come è scritto
nelle profezie messianiche delle
scritture».
Momento clou dell’assem-
blea sarà la cerimonia del battesimo che si terrà oggi alle 11.30 e
che vedrà l’immersione di settanta candidati in due grandi vasche allestite all’interno del PalaIsozaki. A chiudere poi il tutto,
nella mattinata di domenica, la
conferenza pubblica «L’uomo
rovinerà completamente la Terra?». Una domanda alla quale i
testimoni di Geova, per bocca
sempre di Bertone, rispondono
così: «No, l’uomo non rovinerà la
terra, perché l’uomo rimarrà sulla terra fino a quando Dio glielo
permetterà. Speriamo, e ci aspettiamo, che Dio intervenga facendo pulizia e portando il suo Regno sulla terra».
L’assemblea al PalaIsozaki
© RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica
SABATO 23 LUGLIO 2011
CRONACA
TORINO
■ XIII
Scuola, scomparsi i 29 milioni
promessi per la manutenzione
La festa lunedì sera alle ex Ogr
I commercialisti
premiati dall’Ordine
Q
UASI 200 commercialisti torinesi, che
nel triennio 20082011 hanno raggiunto il
traguardo dei sessanta,
cinquanta e trent’anni di
professione, saranno premiati lunedì sera dal loro
Ordine alle ex Ogr. «È un
riconoscimento dovuto
— spiega il presidente Aldo Milanese — Continuano a offrire la loro competenza professionale come
contributo al superamento dell’attuale difficile momento economico».
Su 150 interventi pianificati, è partito solo quello del Darwin
OTTAVIA GIUSTETTI
L PIANO straordinario del
governo per la messa in sicurezza degli edifici scolastici dopo la tragedia del
Darwin è stato, fino a oggi, solo
un grande bluff. Dei 29 milioni
messi teoricamente a disposizione delle Province nel 2010
per la manutenzione delle
scuole piemontesi, neppure un
euro è arrivato nelle casse degli
enti. E dei 150 interventi pianificati in tutta la regione, solamente uno è stato approvato,
quello del Liceo Darwin di Rivoli, per evidenti ragioni di immagine. A quasi tre anni dal
crollo che ha ucciso Vito Scafidi
e costretto su una sedia a rotelle Andrea Macrì, quando c’è già
addirittura un colpevole secondo il Tribunale di Torino, la
Provincia, invece, è ancora ferma alla fase di affidamento dell’appalto per i lavori di manutenzione della scuola. Non per
negligenza, ma perché tanto si
è fatto attendere il finanziamento dei lavori. «È incredibile
che nessuno abbia detto nulla
fino a oggi — dice Umberto
D’Ottavio, assessore provinciale all’Istruzione — il governo
ha fatto propaganda su questi
interventi e ha reso di fatto impossibile lo stanziamento dei
fondi».
Perché per un Darwin che
I
L’indagine
SARAH MARTINENGHI
NA nuova tornata di interrogatori per l’inchiesta
sugli appalti truccati della
sanità piemontese. Nei giorni
scorsi sono ricomparsi in procura i due personaggi principali
dell’indagine: Caterina Ferrero,
l’ex assessore regionale costretta
alle dimissioni proprio per questa indagine, e il suo braccio destro Piero Gambarino. Entrambi
sono ancora sottoposti a misura
cautelare, lei ai domiciliari e lui,
invece, in carcere alle Vallette.
L’obiettivo dei sostituti procuratori Stefano Demontis e Paolo
Toso era chiarire alcuni aspetti
dell’indagine che, nei precedenti interrogatori, non erano stati
approfonditi o toccati: gli interrogatori sono stati secretati. Non
solo quindi appalti su pannoloni, cliniche private ed emodinamica, ma anche nuove tematiche su cui i pm mantengono il più
stretto riserbo. Alcune domande
hanno riguardato anche la questione delle due villette in costruzione sulla collina di Castiglione
Torinese: poste una accanto all’altra, in frazione Cordova, erano già finite sotto inchiesta, ma
per abuso edilizio. Ad aprire il fascicolo era stato il pm Francesco
Pelosi che aveva addirittura sentito Gambarino, difeso dall’avvocato Gian Maria Nicastro, una
settimana prima che fosse arrestato. Aveva fatto costruire lui le
due ville, quella per sé e quella
per la famiglia Ferrero-Coral come presidente del Consorzio Torino. Ma i lavori erano stati bloccati a novembre dopo che avevano provocato una frana che incombeva su un’altra villa limitrofa (per arginare il terreno sono
state poi costruite barriere di cemento): si era scoperto così che i
U
Sostituisce alla 1 Corrado Bedogni
IL MINISTRO
Mariastella Gelmini, ministro per
l’Istruzione: neppure un euro è arrivato
nella cassa degli enti in Piemonte
L’assessore D’Ottavio:
“Era esclusivamente
un’operazione di immagine
Il ministero non voleva
versare nemmeno un euro”
forse entro l’anno avrà l’edificio
messo in sicurezza, ci sono altre
149 scuole che continuano ad
attendere i soldi per avviare i lavori. Scuole con problemi anche gravissimi di messa a norma, fatiscenti. Nonostante la
delibera del Cipe, il ministero
delle Infrastrutture ha infatti
fissato una procedura molto
complessa per l’erogazione vera e propria dei fondi. Gli enti
devono stipulare delle convenzioni, inviare per ogni intervento un progetto al ministero che
lo dovrebbe restituire firmato e
solo dopo il provveditorato regionale delle infrastrutture può
approvare il progetto e stanziare materialmente i fondi. È un
fatto che nessun progetto per
nessuna scuola piemontese,
salvo il liceo Darwin, ha ricevuto la firma del ministero. Dunque i finanziamenti sono rimasti assolutamente virtuali. È il
caso anche del liceo Vasco Scuro di Mondovì, dove un comitato di genitori si è mobilitato per
capire dove fossero rimasti
bloccati i finanziamenti. Dopo
aver incontrato l’assessore provinciale, l’associazione di genitori ha chiesto di essere ricevuta in Regione, dall’assessore Alberto Cirio, per ottenere chiarimenti. Mondovì aspetta per l’Istituto Rosa Govone, per il
Giambattista Vasco e il Giolitti
fondi per 650 mila euro, per l’Istituto Rosa Govone 200 mila
euro, ancora per il Vasco 575
mila euro. «Finalmente qualcuno viene a chiedere conto di
questi soldi che sono attesi da
due anni — dice l’assessore
Umberto D’Ottavio — È chiaro
che il governo ha fatto solo
un’operazione di immagine
sull’onda della tragedia del
Darwin, ma non aveva alcuna
intenzione di finanziare la messa in sicurezza delle scuole».
Torino aspetta l’approvazione
di 18 progetti. «Sono stati tutti
regolarmente inviati dalla Provincia — dice D’Ottavio — ma
non ci è mai stata restituita alcuna convenzione».
lavori non erano affatto realizzati in conformità con le licenze.
A Caterina Ferrero i pubblici
ministeri hanno quindi chiesto
conto della villetta, e dei relativi
pagamenti, sia del terreno su cui
si erge la sua futura dimora, sia
dei lavori per la costruzione. È da
sottolineare comunque che non
sono state fatte contestazioni
formali a nessuno dei due indagati: non ci sono, al momento
nuove accuse nei loro confronti.
L’ex assessore, difesa dall’avvocato Roberto Macchia, ha soste-
Il caso
ARRESTATI
L’assessore
Caterina
Ferrero è
attualmente
ai domiciliari
Resta nel
carcere delle
Vallette
il suo braccio
destro
Gambarino
IOVANNI Monchiero è il nuovo commissario dell’Asl Cuneo1. Sostituisce il dimissionario Corrado Bedogni,
che si trasferisce a Genova.
Dal primo agosto, sotto la direzione di Monchiero, già
commissario dall’Asl Cuneo2, sarà riunita la gestione
di entrambe le Asl cuneesi.
La nomina è stata decisa ieri
dalla giunta regionale, coordinata dal presidente Cota,
che ha ribadito l’impegno
per il completamento del
nuovo ospedale di Verduno.
G
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I pm allargano i temi degli interrogatori per l’ex assessore e Gambarino: vogliono capire se e come le loro case sono state pagate
Dagli appalti truccati alle ville
un nuovo round per Ferrero
Monchiero commissario
delle due Asl cuneesi
Giovanni Monchiero
L’altra notte alla periferia sud
nuto la regolarità dei pagamenti
e ha portato fatture per 77 mila
euro per dimostrare il pagamento dellla prima tranche dei lavori.
Davanti ai pm, sempre nei
giorni scorsi, era anche ritornato
l’ex commissario dell’Asl To 5 Vito Plastino, assistito dall’avvocato Anna Ronfani, scarcerato su
decisione del tribunale della libertà: aveva subito ammesso di
aver preso le tangenti dall’imprenditore Pierfrancesco Camerlengo (15 mila euro in fatture
false che venivano rilasciate attraverso lo studio dentistico di
Marco Mozzati). Anche il suo interrogatorio è stato di approfondimento sulle accuse già contestate.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Un malore e si uccide
in auto contro il muro
NNESIMO incidente
mortale l’altra notte
alla periferia sud di
Torino. Probabilmente per
un malore improvviso, il
conducente di un'autovettura, Giulio Bioletti di 60 anni, ha perso il controllo della propria auto. La Kia Sorrento è andata così a sbattere a forte velocità contro il
muro di un palazzo. L’uomo è morto quasi sul colpo.
Le tracce sull’asfalto indicano una svolta brusca, come se il guidatore non controllasse più il veicolo.
E
Oggi la cerimonia nel secondo giorno dell’assemblea interregionale che raccoglie tredicimila delegati dal Piemonte e dalla Valle d’Aosta
Testimoni di Geova, 70 battesimi al PalaIsozaki
TOMASO CLAVARINO
REDICIMILA delegati,
provenienti dal Piemonte e
dalla Valle d’Aosta, più
duemila volontari, che nei giorni
scorsi hanno pulito e allestito i
palchi. Sono i numeri dell’assemblea interregionale dei Testimoni di Geova che da ieri, e fino a
domenica, riempirà gli spalti del
PalaIsozaki. Un esercito eterogeneo il loro, composto da famiglie,
giovani e anziani: «Il parcheggio
dei passeggini è pieno — afferma
Alberto Bertone, responsabile
delle relazioni con il pubblico dei
Testimoni di Geova di Torino —
e attorno a me vedo molti giovani, adolescenti, al fianco di anzia-
T
ni e malati in carrozzina, è un
pubblico davvero vario». I Testimoni di Geova, che possono contare su circa ventiduemila persone in tutto il Piemonte, delle qua-
Un esercito
eterogeneo
composto da
famiglie, giovani
e anziani
li seimila a Torino e settemila nella provincia, per questi tre giorni
di dibattiti, conferenze, simposi,
rappresentazioni in costume e in
chiave moderna, concentreran-
no l’attenzione sul tema dell’avvento del Regno di Dio, lasciando
a margine questioni più legate al
dibattito pubblico quotidiano
come, ad esempio, l’omosessualità, «un tema sul quale abbiamo
una linea chiara: non condividiamo un certo stile di vita, ma parliamo con tutti per cercare di far
riflettere e portare le persone sulla retta via». Non è un caso, infatti, che questa tre giorni abbia come titolo «Venga il tuo Regno!»:
«Sarà il Regno di Dio, il suo governo reale a risolvere i problemi
della terra — continua Alberto
Bertone — così come è scritto
nelle profezie messianiche delle
scritture».
Momento clou dell’assem-
blea sarà la cerimonia del battesimo che si terrà oggi alle 11.30 e
che vedrà l’immersione di settanta candidati in due grandi vasche allestite all’interno del PalaIsozaki. A chiudere poi il tutto,
nella mattinata di domenica, la
conferenza pubblica «L’uomo
rovinerà completamente la Terra?». Una domanda alla quale i
testimoni di Geova, per bocca
sempre di Bertone, rispondono
così: «No, l’uomo non rovinerà la
terra, perché l’uomo rimarrà sulla terra fino a quando Dio glielo
permetterà. Speriamo, e ci aspettiamo, che Dio intervenga facendo pulizia e portando il suo Regno sulla terra».
L’assemblea al PalaIsozaki
© RIPRODUZIONE RISERVATA
T1 T2 PR CV
LA STAMPA
SABATO 23 LUGLIO 2011
Cronaca di Torino 57
il caso
C
onto alla rovescia sui ticket sanitari. L’ultima
parola verrà detta a
breve, durante la giunta straordinaria prevista nella prima metà della prossima settimana, ma ormai i tecnici sembrano essersi fatti un’idea abbastanza precisa su come recepire la legge Finanziaria in
vigore dal 17 luglio: quella che
prevede la compartecipazione delle Regioni alla spesa sanitaria. Il discorso riguarda
essenzialmente il ticket aggiuntivo da almeno 10 euro su
ogni ricetta.
Se con il problema devono
misurarsi tutte le regioni italiane, per il Piemonte - vincolato a un piano di rientro draconiano per ripianare il debito
FASCE MODULARI
Si andrà dai 2-3 euro
per le prestazioni base
ai 10 e più delle tac
Mario Levi, presidente della 8
Palazzo Civico a ridurre il budget a disposizione di tutti gli
assessorati, si deciderà se
trasformare il congelamento
in un taglio totale o solo parziale. «A settembre, quando
si capirà se il congelamento è
un taglio,vorremmo essere
chiamati tutti insieme a discutere con la giunta le decurtazioni», spiega Mario Levi, alla guida dell’ottava cir-
coscrizione e coordinatore
dei presidenti.
Negli incontri con l’assessore al Decentramento Maria
Cristina Spinosa sono emerse
alcune richieste, tra cui la possibilità di gestire in futuro alcune competenze (e le relative
risorse) ora in mano all'amministrazione centrale. Un esempio: incassare, e far ricadere
sul territorio, la “quota parcheggi” che ogni nuovo locale
deve pagare.
Resta però la preoccupazione per i bilanci. Anche Levi spiega che è una scelta obbligata. Però se il 10 per cento ora congelato diventasse
un taglio effettivo ne farebbero le spese le circoscrizioni
meno “virtuose”, quelle che
hanno già erogato quasi tutti
i contributi assegnati alle singole commissioni. Alcuni non
hanno più un euro da erogare. Qualora il decurtamento
fosse confermato, si troverebbero a dover tagliare sulla manutenzione delle strade
[P. ITA, A. ROS.]
e del verde.
sulla Sanità -, la strada è ancora più stretta. Talmente stretta da rendere improponibile
la volontà, già annunciata da
altre amministrazioni, di coprire di tasca propria il gettito
atteso da Roma. Di trovare
una trentina di milioni nel 2011
e altri 73 nel 2012, oltretutto
nel perimetro del bilancio della sanità, in piazza Castello
non si parla più.
L’orientamento della Regione, di cui si è discusso ieri
in giunta, prevede l’introduzione dei nuovi ticket a carico delle fasce non esentate modulandoli in base alla complessità e
al costo degli esami prescritti:
due facce della stessa medaglia. Aumento contenuto,
qualcosa come 2-3 euro, per le
ricette relative a esami generici ma ricorrenti: quelli che interessano il maggior numero
di ricette, e di persone. Aumento più consistente per
quelle che rimandano a esami
specialistici, ad esempio le risonanze magnetiche o le Tac,
sulle quali il ticket potrebbe
raggiungere (ma anche superare) i 10 euro previsti.
Il discorso, lo ricordiamo,
riguarda le fasce attualmente non esentate dal pagamento dei ticket. Per le altre non
cambierà nulla, nel senso che
continueranno a usufruire
dell’agevolazione, anche se
la Regione si riserva di verifi-
Stretta su esami e ricette
Dopo giorni di riflessioni (e dopo aver cercato di trovare una soluzione alternativa)
la Regione ha deciso di introdurre nuovamente il ticket sanitario
Via libera al ticket
Sarà variabile a seconda
del tipo di esame
La decisione attesa per la prossima settimana
30
milioni di euro
nel 2011
Entro fine anno la Regione
deve trovare il modo
per recuperare 30 milioni
somma che lo Stato
non coprirà più,
avendo eliminato
la copertura
dei ticket sanitari
affidandola alle regioni
care con una serie di controlli
a campione le autocertificazioni delle fasce di reddito soggette ad esenzione e i criteri di assegnazione dei «codici» nei
pronto soccorso: negli ultimi
anni quelli «verdi», sui quali
non si paga il ticket, hanno superato i «bianchi».
Il senso è quello di un meccanismo complesso, che permetterebbe di coprire il gettito legato
all’introduzione dei nuovi ticket tutt’altro che remoti, la «teleno«a saldo zero» per la Regione. vela» dei ticket sanitari potrebIn sostanza, l’ente pubblico non be concludersi così.
ci metterebbe un euro ma, troLe polemiche sono dietro
vandosi nella necessità di appli- l’angolo. Ieri i lavoratori della
care il nuovo balzello disposto Asl Torino 3 aderenti a Fpda Roma, lo farebbe graduando- Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl hanno orlo sulle fasce di importanza e ganizzato un presidio di protequindi di costo dei vari esami. sta e una raccolta-firme contro
Non a caso, stando alle indiscre- l’introduzione dei ticket presso
zioni che filtrano da piazza Ca- l'Ospedale di Rivoli. «La Finanstello, i tecnici della Sanità coor- ziaria nazionale che mina il
dinati da Paolo
principio della
Monferino, diretLE ESENZIONI sanità garantita
tore generale con
tutti e indeboliConfermate, ma asce
un futuro da asla convenienci saranno controlli za delle prestasessore, starebsui redditi effettivi zione pubbliche
bero «mappando» il numero delrispetto ai privale ricette prescritte ogni anno ti», dichiara Luigi Tranasi, rein Piemonte per capire l’inci- sponsabile Cisl-Fp.
denza dei vari esami sul totale.
Sempre ieri la Regione ha
La proposta, una volta mes- istituito il Dipartimento interasa a punto, verrà deliberata in ziendale del 118 costituito dalle
giunta e poi trasmessa al tavo- aziende ospedaliere SS. Antolo di monitoraggio del Ministe- nio e Biagio e Cesare Arrigo di
ro della Salute incaricato di ve- Alessandria, Maggiore della
rificare la compatibilità di que- Carità di Novara e San Luigi
sta soluzione con il piano di Gonzaga di Orbassano e dall'
rientro al quale è sottoposto il Asl CN1. Sarà attivo dal 1˚ gen[ALE. MON.]
Piemonte. Salvo colpi di scena, naio 2012».
Wir leben Autos.
CONCESSIONARIA OPEL
via Torino 123 Ciriè
tel: 011.922.21.47
www.opelsvara.com
www.cittadellautocirie.it
.
T1 T2 PR CV
LA STAMPA
SABATO 23 LUGLIO 2011
Romano
Si è spento il fratello
del cardinale
Tarcisio Bertone
Torino e provincia 71
TRAGEDIA OTTANTENNE TORINESE IN VILLEGGIATURA
Cercatore di funghi
muore nei boschi
sopra Groscavallo
Il corpo trovato
dall’amico che
l’accompagnava
nell’escursione
Paolo Bertone
GROSCAVALLO
Si è spento ieri mattina
all'età di 81 anni, dopo una
lunga malattia, Paolo Bertone, fratello del cardinale Segretario di Stato Vaticano.
Da qualche giorno l'uomo era
ricoverato a Moncrivello, nel
vercellese, nella casa di cura
del santuario di Trompone.
Lunedì alle 11.30, a Romano
Canavese, nella chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Solutore, sarà proprio il cardinale
Tarcisio Bertone a celebrare
le esequie. Il porporato, prima di partire per Les Combes
di Introd dove si trova in vacanza, aveva fatto visita al fratello proprio l'altra mattina,
prima che le sue condizioni di
salute peggiorassero. Terzo
di otto figli, anche Paolo Bertone era un ex allievo di don
Bosco. Papa Benedetto XVI,
con un messaggio di cordoglio, ha manifestato la sua vicinanza al cardinale e ai familiari, assicurando la sua partecipazione spirituale.
[A.PRE.]
I
Il confronto tra Roberto Cota (a sin.) e i Comitati di quartiere: in primo piano Rolando Dal Piaz
SANITÀ DOPO LA TRASFORMAZIONE IN PUNTO DI PRIMO INTERVENTO
Contestato Cota
“Venaria merita
il pronto soccorso”
Sindaco, cittadini e sindacati al governatore
“Questa città non può restare senza ospedale”
GIANNI GIACOMINO
VENARIA
Il governatore Roberto Cota
arriva alla festa della Lega
Nord di Venaria poche ore dopo che il dg della sanità piemontese, Paolo Monferino, ha
dato l’okay per trasformare il
pronto soccorso dell’ospedale
cittadino in un «punto di primo
intervento h24». Così, ad attenderlo, non trova solo i sostenitori del Carroccio, ma anche i
rappresentanti dei Comitati di
quartiere, una delegazione dei
dipendenti dell’Asl To3, il sindaco della Reale Giuseppe Catania e quello di Druento, Carlo Vietti. Cota, prima di salire
sul palco, viene circondato. «È
una questione di sicurezza, mi
capite? Un punto di primo intervento non è un declassamento, ma una necessità di rispettare dei parametri molto
rigidi – cerca di tranquillizzare
gli animi il governatore -. La sa-
La storia
ALESSANDRO PREVIATI
CUORGNÈ
I
l sipario si è chiuso definitivamente quasi trent'anni
fa. Da allora, il vecchio teatro Comunale di Cuorgnè, in
via Garibaldi, è stato abbandonato al suo destino. Degrado e
infiltrazioni ne hanno scalfito
il corpo. L'anima no. Quella,
per fortuna, è ancora viva.
Specie nella memoria di generazioni di cuorgnatesi che, in
quel teatro (a volte cinema, a
volte sala tv), hanno imparato
anche ad amare, di fronte alle
scene in bianco e nero di "Via
col vento" o alle prime puntate di "Lascia o raddoppia".
Prima che l'intera struttura
cada a pezzi, il Comune ha deciso di intervenire. Mancano i
soldi, non le idee.
nità deve diventare una grande
rete dove tutto funziona e ogni
polo ha le sue peculiarità, altrimenti i costi sono improponibili.
I casi gravi da Venaria finiranno
in strutture adeguate ad accoglierli e trattarli».
Le parole del presidente del
Piemonte sono supportate dai
dati. Secondo un’indagine del-
Il confronto a margine
della festa della Lega
La replica: pronti i soldi
per il nuovo presidio
l’Asl To3 solo il 12% dei 16 mila
passaggi annui al pronto rappresentano codici di criticità. «La
gestione del pronto soccorso di
piazza dell’Annunziata costa 3,5
milioni l’anno e presenta un deficit dell’1% - precisa Andrea Accorsi, delle Rsu aziendali –: Monferino ha detto che un’équipe
per allestire un’ambulanza medicalizzata costa 1,2 milioni l’anno.
A questo punto, con qualche
sforzo in più e razionalizzando
l’impiego dei medici, il pronto
soccorso si poteva mantenere».
Poi Rolando Dal Piaz e Antonio Ciccarelli, dei Comitati di
quartiere, spiegano a Cota che
un bacino con 140 mila utenti e
un’attrazione come la Reggia,
che traghetta in città un milione
di turisti l’anno, non può restare
senza servizi sanitari. «E poi,
presidente, la nostra città non è
collegata in nessun modo con
l’ospedale di Rivoli – evidenzia
ancora il sindaco Catania –: un
anziano senza auto come fa a
raggiungerlo? Diventa un disastro, ve ne accorgerete». Cota
ascolta, valuta, poi ribatte: «Comunque a Venaria stiamo partendo con il bando di gara per realizzare il nuovo ospedale e, in
questi tempi di crisi globale, direi che è “grandemente” positi-
vo un progetto di tale portata. A
disposizione per il primo lotto ci
sono 18 milioni di euro».
Affermazione che scatena le
paure di Catania e colleghi. «Certo, ma con il primo lotto si costruisce solo un grande poliambulatorio – si scalda il sindaco
della Reale – e i soldi per gli altri
lotti dove sono? Guardate che
non ci prendete in giro». Anche
perché, poco prima, il Consiglio
comunale di Venaria, aveva approvato una mozione, presentata dall’ex sindaco Nicola Pollari,
che prevede il ricorso al Tar per
riportare in città il pronto soccorso e per pretendere che vengano rispettati gli accordi firmati con la Regione nel 2004 e nel
2009. Intese che prevedevano la
realizzazione di un «country-hospital» da 48 milioni di euro. Cota si avvicina a Catania e gli
stringe la mano: «L’importante
è partire, come avevamo promesso, poi vedremo».
Era andato a fare una passeggiata, in cerca di funghi,
insieme ad un amico. Per
Maurizio Bertozzi, 80 anni,
pensionato di Torino, tutto,
però, è finito nei boschi di località Rivotti. Probabilmente l'uomo è stato stroncato
da un attacco cardiaco mentre scarpinava. Il corpo è stato ritrovato dal suo compagno di escursione.
Bertozzi era rotolato per
una ventina di metri in una
piccola scarpata. Per lui non
c'è stato più nulla da fare. La
tragedia è avvenuta ieri, intorno alle 17,30, sui monti
che sovrastano Groscavallo.
Lì Maurizio Bertozzi, storico
SAN MAURO VITTIMA UN PENSIONATO IN VACANZA
Finisce in un canale
durante un’escursione
SAN MAURO
Si svolgono oggi pomeriggio, alle 16, a San Rocco di
Premia in Valle Antigorio, i
funerali di Antonio Gargano, 65 anni, il pensionato originario di San Mauro Torinese trovato morto giovedì
sera in un canale distante
poco meno di mezzo chilometro da casa.
Gargano lascia la moglie
Giuseppina Gaspari, la figlia
Paola e la sorella Piera. L’uomo da anni trascorreva la villeggiatura estiva in valle Antigorio: la moglie è infatti originaria di Premia.
Dell’uomo s’erano perse
le tracce mercoledì sera,
quando è scattato l’allarme
per le ricerche. Il corpo di
Antonio Gargano è stato trovato dai soccorritori alle 21
di giovedì dopo dieci ore di ricerche. La morte potrebbe essere stata causata da un improvviso malore che l’ha colpito durante una facile escursione: l’uomo si è probabilmente
sentito male, si è seduto per
cercare di riprendersi e, a questo punto, potrebbe essere scivolato nel corso d’acqua dopo
aver battuto la testa.
tro, sono cresciuti. Ricordo che
ci si ritrovava in 300 alla volta
per vedere le trasmissioni di
Mike Bongiorno». Il progetto
originale del teatro, redatto
dall'ingegner Zerboglio, è del
1865. Inaugurato l'anno succes-
sivo, il Comune lo ha gestito fino
al 1919. Poi lo presero i privati.
Margherita Perona lo trasformò in cinema. Una delle primissime sale in tutto il Canavese.
Tra il 1970 e il 1976 i locali furono completamente restaurati dalla Pro loco. Ma la nuova
era del teatro si interruppe bruscamente nel 1983. Dopo l'incendio dello Statuto, anche la
piccola sala cuorgnatese venne
bollata come pericolosa. Fine
della storia. «Da allora è stato
utilizzato solo il piano terra per
alcune esposizioni d'arte - aggiunge Colombatto - l'unica
area ancora agibile». Troppo
poco. «Per questo vorremmo
recuperarlo - conclude il vicesindaco - ci siamo dati un anno
di tempo per presentare alla cittadinanza qualche risultato».
Primo obiettivo, dopo la pulizia
dei locali, ottenere l'agibilità
per l'intera struttura. Il Comune vorrebbe riaprire la sala per
le assemblee pubbliche, magari
per i Consigli comunali.
Missione impossibile
“Riapriamo il teatro
chiuso da trent’anni”
Cuorgnè: il Comune a caccia di sponsor
«Speriamo di coinvolgere
fondazioni e sponsor nel recupero di questo gioiello - spiega il vicesindaco Sergio Colombatto la scorsa settimana abbiamo effettuato un primo sopralluogo.
Non pensavamo di trovare una
situazione tanto drammatica. Il
Comune riuscirà a coprire solo i
lavori per la pulizia dei locali,
contando sull'aiuto di alcune associazioni». Purtroppo, dopo
trent'anni di chiusura forzata,
servono ben altri interventi per
rimettere in sesto il teatro. C'è
il tetto da rifare, i soffitti da mettere a norma, i muri da rinforzare perché le infiltrazioni d'acqua stanno sbucciando gli intonaci un pezzo dopo l'altro. E poi
poltrone ammassate, oggetti di
scena e quadri abbandonati a
terra, sistemi di sicurezza inesistenti. L'investimento è per centinaia di migliaia di euro. Impossibile che il Comune ce la possa
Effetto
Statuto
Le norme
di sicurezza
erano carenti
fare da solo, specie in questo periodo di crisi dove, per assurdo,
rischiano di saltare persino gli
stipendi dei dipendenti. «E' un
colpo al cuore vedere la sala in
questo stato - ammette il vicesindaco - tanti di noi, qui den-
villeggiante di frazione Migliere, era arrivato nel primo pomeriggio per un'escursione
nei boschi in cerca di funghi.
Come di consuetudine, si era
fermato nei pressi della macchina, in attesa che l'amico arrivasse dopo una battuta in
cerca dei primi funghi. Quando quest'ultimo è tornato a valle, però, non ha ritrovato Bertozzi e ha dato l'allarme. Solo
poco più tardi si è accorto che
il corpo dell'amico era in fondo
ad un piccolo burrone, nei
pressi dell'alpeggio Rianas, a
circa 1200 metri di quota. Il
corpo dell'ottantenne è stato
recuperato dai volontari del
soccorso alpino di Forno Alpi
Graie, coordinati da Manlio
Astolfi, con l'impiego di un elicottero del 118. Maurizio Bertozzi era molto conosciuto in
zona anche perché era stato
uno dei socio fondatori del
gruppo Amici di Migliere. Sul
corpo dell'uomo potrebbe essere effettuata l'autopsia per
capire le cause che hanno provocato il decesso.
Antonio Gargano
AT
LA STAMPA
SABATO 23 LUGLIO 2011
Sanità
ENRICA CERRATO
ASTI
Asti 57
“Ecco come sarà il nuovo 118”
Cresce il servizio a Moncalvo e Canelli. Critici i volontari: “Non ci ascoltano”
L
aboratori mobili a
bordo di ambulanze, condizioni dei
pazienti (ad esempio degli ustionati),
inviate in tempo reale alla centrale operativa, in modo da
scegliere subito in quale ospedale mandare il ferito. O ancora, voli anche notturni per gli
elicotteri, con l’invito ai sindaci, affinché per ogni unione collinare creino una piazzola ben
illuminata per atterraggi e partenze. E per l’Astigiano, ambulanza 24 ore (invece che 12) a
Moncalvo e Canelli. Sono alcune delle idee contenute nella riforma del servizio di 118, presentate ieri l’altro ai sindaci
della Conferenza Asl, dal direttore regionale Danilo Bono.
Tanti dati tecnici e fors’anche
un libro dei sogni, ma presentato purtroppo di fronte alla
platea semideserta di Sala Pastrone, da cui una parte dei
primi cittadini se ne erano già
andati, dopo la dibattuta votazione che ha confermato Giorgio Galvagno alla guida della
Conferenza.
Danilo Bono, con la proiezione di diapositive, ha spiegato come cambierà la mappa
dell’emergenza a partire dall’accorpamento della centrale
operativa che per Asti e Alessandria sarà in quest’ultima
città. «Con il risparmio sui posti degli amministrativi e lo
spostamento di addetti al lavoro sul campo». Ha spiegato Bo-
INTERVENTO
“Conferenza dei sindaci Asl
Nessuna prevaricazione”
I
Progetto
Danilo Bono,
direttore
generale 118
piemontese,
ad Asti ha
spiegato
come
cambierà il
servizio
no: «Nel progetto si è tenuto che secondo la Regione porterà
conto anche delle conformazio- vantaggi, pur consentendo di rini territoriali». E qui si inserisce sparmiare, ma da parte dei mel’uso delle automediche, che con dici dell’emergenza e dalle Pubil camice bianco e autista a bor- bliche assistenze i dubbi non
do possono arrivare velocemen- mancano: «Non siamo mai stati
te, diagnosticare se è indispen- coinvolti - attacca Maurizio Sansabile il ricovero
tero, responsabio meno e ripartiNOVITA’ le provinciale delre lasciando il
Anpas - il proVoli notturni le
compito di caricagetto è poco chiaper l’elisoccorso ro e si rischia che
re l’infermo ad
un’ambulanza o La questione dei fondi le ambulanze venlasciarlo a casa
gano posizionate
dopo aver fatto gli accertamen- nei paesi più per assecondare riti. Il tutto infatti è finalizzato a chieste politiche che non di terrifar diminuire il numero dei rico- torio». Santero ribadisce ad
veri dei cosiddetti codici verdi esempio, che la zona Nord deldi media gravità.
l’Astigiano resta troppo scoperE’ una riforma complessa ta e i 17 minuti ipotizzati dalla
LUTTO. STAMANE I FUNERALI A SANTA CATERINA
Regione come tempo di soccorso medio, siano impensabili, con
ambulanze che per andare a
Cocconato partono da Asti o Villafranca. E ancora punta il dito
contro il fatto che mentre Bono
sostiene che le risorse per il volontariato saranno aumentate,
le Pubbliche assistenze, ad
esempio «debbano ancora prendere i soldi di sette mesi fa». Sulla dislocazione delle ambulanze
durante la presentazione erano
stati avanzate richieste e dubbi,
da parte di Stefano Robino della
Croce Rossa di Villafranca. Anche lui ha fatto presente le difficoltà della zona Nord, ma Bono
rassicura: «Ci interessa garantire il territorio».
n relazione alla seduta
della Conferenza dei Sindaci del 21 luglio a seguito della quale sono stato eletto presidente dell'assemblea, in continuità con una
precedente decisione, desidero fare un paio di precisazioni che ritengo doverose
per riportare i fatti nella loro reale dimensione.
1) Non esiste neanche
l'idea di una possibile «prevaricazione» di Asti nei confronti degli altri comuni derivante dal peso che il Comune di Asti avrebbe esercitato forte dei propri numeri.
Infatti il Comune di Asti pesa 41 voti, i Comuni maggiori 20 voti, i comuni medi 16
voti e i piccoli 12. I Comuni
sono 118 e ogni comune pesa
in relazione al numero dei
propri consiglieri.
Come si vede, i voti di un
comune grande come quello
di Asti corrispondono a poco più di quelli di tre comuni
piccoli, quindi Asti da solo
non è in grado di esercitare
un peso determinante. Oltre
a ciò, tengo a dire che nella
circostanza il sottoscritto
non ha utilizzato i 40 voti
INFETTIVI. SEI ANNI DI RICERCA
Addio a Cesare Omedè Al Massaja si studiano
il “custode” dello sport le infezioni “nascoste”
Era stato una delle figure
più caratteristiche della
Asti sportiva degli Anni ‘60
e ‘70 e saranno in tanti oggi
a dargli l’ultimo saluto: si è
spento all’età di 84 anni Cesare Omedè, che era stato
custode «tuttofare» del Palasport di Asti, dall’apertura
nel ‘59 fino al ’61 e poi del vicino Campo Scuola fino all’86. Lo hanno conosciuto
migliaia di studenti durante
le lezioni di educazione fisica e tutti gli sportivi che hanno frequentato gli impianti
del Lungoborbore. Lascia la
Palazzetto
Cesare Omedè
era stato
custode del
campo scuola
e del Palasport
dagli Anni ‘60
fino all’86
moglie Anna, i figli Maria Teresa, Giulio, Rita, Emilia e dieci nipoti, tra cui Matteo, sicura promessa dell’atletica.
I funerali stamani alle 9,30
nella parrocchia di Santa Ca[P. SAC.]
terina.
Dietro le quinte del servizio
ospedaliero «normale», fatto
di visite, ricoveri e assistenza
in reparti e ambulatori, c’è un
mondo più complesso, non visibile agli utenti, ma indispensabile per garantire che non si
diffondano malattie proprio
negli ambienti ospedalieri. E
non solo: diagnosi e cura della
tubercolosi, delle malattie sessualmente trasmissibili e delle
infezioni osteo-articolari, studi
e interventi sui casi di leishmaniosi nell'Astigiano sono le
principali attività di assistenza
e ricerca sanitaria che, l'Asl
dal 2005 ha avviato e portato
avanti anche grazie al progetto
Sirio, finanziato con il sostegno
economico della Fondazione
CrAsti. Promotrice e «cuore»
del progetto è stata la struttura
di Malattie infettive diretta da
Alberto Biglino che, negli anni,
si è vista impegnata sui tanti
fronti aperti e, in diverse fasi
operative, ha potuto contare su
un'attiva collaborazione, in particolare, con Laboratorio analisi, Direzione sanitaria - Controllo infezioni ospedaliere, Ortopedia e Servizio Veterinario Area
A. I risultati pratici e teorici del
Il primario Alberto Biglino
lavoro sono stati raccolti nel progetto «Sirio»: da un lato le eccellenze e il miglioramento della
qualità assistenziale, dall'altro
la produzione di pubblicazioni
scientifiche (10) e la partecipazione a convegni specialistici
(13) nazionali e internazionali.
Tra i principali traguardi raggiunti e portati a regime dall'Asl
che aveva a disposizione, ma
uno solo, per cui risulta incontrovertibilmente che il sindaco di Asti è stato eletto con i
soli voti dei Comuni
2) Perché ho accettato di
continuare in questo incarico
che ovviamente è totalmente
gratuito e volontario e foriero
di impegni pesanti? Perché
per me l'ospedale di Asti e la
Sanità nella nostra provincia
sono una questione essenziale, più che mai in questo momento. Tenuto conto che la
quasi totalità dei paesi fa capo
alla nostra struttura, sento il
dovere di agire ed operare
non solo nell’interesse del capoluogo ma dell’intera provincia, mettendomi a disposizione di tutti i colleghi sindaci.
3) Se qualcuno per motivi
politici o per piccoli calcoli di
potere cerca di strumentalizzare il senso di ciò che è avvenuto, significa che non ha capito la delicatezza e la serietà
degli argomenti. Tenevo a sottolineare queste cose perché
è totalmente fuorviante l'interpretazione che è stata data
della vicenda.
Giorgio Galvagno
Sindaco di Asti
AT l'essere diventata l'unico
centro in Regione ad assicurare
la diagnosi dell'infezione tubercolare anche in pazienti immunocompromessi basata sulla tecnica ad alta sensibilità
«Elispot». Spiega Biglino: «E’ un
test in-vitro di esecuzione complessa, per cui registriamo una
domanda crescente anche al di
fuori dei confini della nostra Asl:
solo nel 2010 ne abbiamo eseguiti oltre 200». Da segnalare inoltre l'attività del Centro malattie
sessualmente trasmissibili, con
il supporto alla diagnosi precoce
assicurato attraverso borse di
studio per due biologi impegnati
nel laboratorio di ricerca annesso al reparto, l'attivazione dell'
Ambulatorio infezioni ossee
(2.327 visite dal 2005), reso possibile dalla presenza retribuita
oltre il normale orario di lavoro
di un medico infettivologo e due
infermiere professionali.
AL
56 Alessandria e provincia
LA STAMPA
SABATO 23 LUGLIO 2011
PROTESTE. INOLTRE PRESIDIO DEI SINDACATI DAVANTI ALLA PREFETTURA CONTRO LA MANOVRA
DOMANI
Ticket, la rabbia dei pensionati
Le vecchie
trebbiatrici
festa
Ieri lunghe code all’Asl per ottenere l’esenzione. Si paga dal 1˚agosto alla
del grano
GIORGIO LONGO
ALESSANDRIA
I primi effetti della manovra
finanziaria appena varata
dal governo, ieri ad Alessandria sono stati una protesta
dei pensionati e le lunghe code che si sono formate per ottenere (o rinnovare) l’autorizzazione all’esenzione dal
pagamento dei ticket sanitari. In mattinata, un presidio
contro la manovra è stato organizzato in piazza Libertà,
davanti alla prefettura, dai
sindacati dei pensionati di
Cgil, Cisl e Uil per chiedere
«l’immediata correzione delle misure socialmente inique
che colpiscono i redditi medio bassi e le persone più deboli». Spiegano Spi Cgil, Fnp
Cisl e Uilp Uil: «Ancora una
volta si colpiscono lavoratori, lavoratrici e portatori di
handicap. E pensionati, cioè
coloro che negli ultimi anni
hanno perso oltre il 30% del
proprio potere d’acquisto.
Per quanto riguarda la non
autosufficienza, la manovra
non prevede un euro, azzerando lo stanziamento dei
400 milioni del 2010». Una
delegazione sindacale è stata
ricevuta in prefettura.
Invece per ottenere, ma
soprattutto per rinnovare il
certificato per l’esenzione
CASTELLANA]
del pagamento dei ticket sanitari (visite specialistiche e
pronto soccorso, rilasciato per
basso reddito, malattia o invalidità), sempre ieri mattina code si sono formate agli sportelli della sede Asl «Luigi Patria»
di via Pacinotti. Per ottenere il
rinnovo, la scandenza per presentare fotocopie del tesserino sanitario e di un documento di identità è fissata per lunedì 1˚ agosto, giorno in cui entrerà in vigore il pagamento. È
invece stato prorogato al 31 dicembre prossimo il pagamento dei ticket sui farmaci.
Chiuse le indagini
“Tentata estorsione”
Lorenzo Martinico, 70 anni
Per sottolineare i disagi patiti dagli utenti di
Poste italiane per le mancate sostituzioni del personale in ferie, scende in
campo la Cgil. Dice Antonio Carbone, Slc Cgil: «La
gestione del piano ferie
delle Poste, o meglio l’assenza di un piano, sta lasciando migliaia di utenti
senza
corrispondenza.
Ma non si tratta di un disagio limitato al periodo
estivo e ad alcune zone,
poiché la carenza di personale sta diventando strutturale, anche negli uffici
postali e agli sportelli, come segnalato da Slc Cgil
mesi fa al momento di
motivare la propria indisponibilità a firmare l’accordo». Aggiunge Carbone: «La situazione negli ultimi mesi s’è aggravata a
causa delle mancate assunzioni a tempo determinato e trasformazione dei
contratti da part time a
[G. LO.]
full time».
I
[FOTO FEDERICA
PM. COLLA NELLE FESSURE DEI VIDEOGIOCHI
Il ricatto fu stroncato sul
nascere ma per l’accusa
chi cercò di realizzarlo deve essere processato.
La procura, chiuse le indagini sulla vicenda, contesta a Lorenzo Martinico,
70 anni, e Eri Pepa, 33,
Alessandria, l’accusa di
concorso in tentata estorsione: il primo non la ammette, il secondo tace. Sono difesi da Mario Boccassi
e Giovanna Rizzardo.
L’episodio risale ad aprile quando i due persero mille euro ai videopoker del
«Nuoto Club»: non graden-
Disservizi postali
La Cgil denuncia
«Poco personale»
Scadenze
Code al Patria
per il rinnovo
dell’esenzione
dei ticket
sanitari
Invece
in piazza
della Libertà
hanno
protestato i
sindacati
pensionati
Cgil, Cisl e Uil
do quello smacco, dice l’accusa, protestarono con il titolare facendo presente che
secondo loro le macchinette
erano truccate.
Ne nacque una discussione, i due si allontanarono
per tornare il giorno dopo:
furono tenuti d’occhio (fra
l’altro il locale dove si trovano i videopoker è dotato di
telecamere) e si scoprì che
facendo finta di giocare Martinico e Pepa avevano bloccato con colla istantanea le fessure delle macchinette dove
si introducono le monete per
impedirne il funzionamento.
Si rivolsero quindi al titolare facendogli chiaramente
intendere che se non avesse
restituito almeno la metà
dei soldi persi, i danneggiamenti in futuro sarebbero
proseguiti.
A bloccarli provvide l’intervento della polizia. [E. C.]
INPS. REPLICA ALL’ASSOCIAZIONE INVALIDI
“Forniremo gli elenchi
e l’assegno non salterà”
La direzione Inps interviene
nella vertenza aperta dall’Associazione mutilati e invalidi
civili che lamenta il mancato
invio degli elenchi di chi deve
sottoporsi a visita medica, reso obbligatorio da una sentenza del Consiglio di Stato.
«Prendiamo atto di questa
sentenza e ci impegnamo a
fornire all’Anmic gli elenchi
al termine delle operazioni in
corso, necessarie per elaborarli, e che si stanno svolgendo», si legge in una nota.
In merito all’altra lamentela (l’immediata sospensione
del pagamento di pensione o
indennità agli invalidi che devono effettuare visita di controllo), la direzione Inps comunica che: «Da questo mese convochiamo direttamente gli interessati circa quattro mesi
prima della scadenza del beneficio, quindi con un congruo
anticipo che permette la conferma o la revoca per tempo
dell’assegno di invalidità a seconda dell’esito della visita. Di
conseguenza l’interessato che
si presenta regolarmente al
controllo, e il cui stato di salute viene confermato, continua
a percepire l’assegno senza in[E. C.]
terruzioni».
Domattina dalle 9 il viale della Repubblica si trasformerà
in un’aia dei nostri cascinali
di un tempo quando per la
trebbiatura si lavorava per
ore, sotto il sole, ma alla sera
si faceva festa. L’iniziativa è
dell’amministrazione comunale che con le organizzazioni agricole e il Consorzio
agrario ha deciso di organizzare quella che poteva essere chiamata la festa del grano ma che è stata battezzata
«Alle radici del nostro futuro» perchè vuole raccontare
l’evoluzione della meccanizzazione in agricoltura dai
primi anni del '900 al XXI secolo. E, grazie all’intervento
degli amici del museo «C’era
una volta» e alle loro «cartoline», si rivivranno le emozioni che le famiglie contadine
vivevano nelle aie e nei cortili dei loro cascinali.
Alle 8 dall’Osterietta si
muoverà un vecchio trattore
«a testa calda» che trainerà
la macchina da battere il grano con l’imballatrice. In
un’ora dovrebbe raggiungere
In viale della Repubblica
saranno allestite le aie
e gli stand dei prodotti
preparati dai contadini
il viale della Repubblica dove
sarà allestita un’esposizione
di macchine agricole e delle
attrezzature e ci saranno gli
stand con i prodotti tipici del
nostro territorio ad iniziativa
dei produttori.
Alle 10 e alle 12 i due momenti clou, la trebbiatura con
la vecchia trebbiatrice e imballatrice di otto quintali di
grano che in passato nelle nostre campagne era uno dei
momenti più aggreganti della
vita dei campi. Alle 11 invece
gli amici del «C’era una volta» aiuteranno a ricreare
quell’atmosfera alternandosi,
con costumi ed attrezzi d’epoca, per una ricostruzione di
momenti di vita agreste con
una serie di sei cartoline: l’arrivo dei vicini che vengono ad
aiutare, le donne impegnate a
preparare la colazione, la confezione della cena a trebbiatura conclusa, la partenza delle
trebbiatrici ed i canti contadi[F. M.]
ni a fine giornata.
AL
60 Casale e Valenza
LA STAMPA
SABATO 23 LUGLIO 2011
SANITÀ. INAUGURATI I REPARTI RISTRUTTURATI DI ODONTOSTOMATOLOGIA E RIABILITAZIONE
“L’ospedale casalese non chiude
anzi migliora: questa è la prova”
Ma resta il nodo
dei medici necessari
per mantenere il
livello di eccellenza
FRANCA NEBBIA
CASALE MONFERRATO
Il commissario Mario Pasino
non si è sbilanciato troppo sulle criticità sollevate dal sindaco Giorgio Demezzi in Consiglio comunale sulla mancanza
di quattro medici «indispensabili» per il Santo Spirito per
reparti d’eccellenza: Odontostomatologia, Cardiologia, Fisiatria e Otorinolaringoiatria.
Ma il tema è stato toccato, seppur in modo «soft», anche ieri,
all’inaugurazione dei reparti
ristrutturati di Odontostomatologia e Riabilitazione. Il responsabile del primo, Gianluca Ferrari, ha parlato di «interventi che, unici nel loro genere in tutta l’Asl, vengono effettuati soprattutto per i portatori di handicap, grazie a collaborazioni con associazioni
come l’Anffas, e per i quali arrivano pazienti da molte parti
della regione». E Livia Colla,
primario di Riabilitazione, ringraziando per una ristrutturazione al di sopra delle aspettative, ha parlato di «un’attività
ampia che va dalla riabilitazione all’umanizzazione per ridare ai pazienti una funzionalità
che permetta una vita normale» e ha fatto chiaro riferi-
Un sollevatore consente di spostare i pazienti in sicurezza
Black out elettrico programmato
Martedì attività ridotta al minimo
Martedì all’ospedale Santo Spirito è programmato un
black out per permettere l’allacciamento elettrico del nuovo blocco operatorio. Per questo motivo saranno sospese
dalle 8 alle 20 tutte le attività
ambulatoriali, compresa radiodiagnostica ed esami di laboratorio, centro prelievi e attività
amministrative che si avvalgono di supporto informatico.
Saranno garantite esclusiva-
I
mente le urgenze chirurgiche
non trasportabili né differibili. I pazienti che arriveranno
con le ambulanza del 118 saranno «dirottati» agli ospedali di Alessandria, Vercelli e
Asti, comunque al Santo Spirito saranno presenti due ambulanze avanzate e una di base con personale specializzato. Le dialisi che sono programmate martedì verranno
anticipate a lunedì.
[F. N.]
mento al bisogno di personale.
Pasino, ribadendo la necessità di una razionalizzazione per
meglio gestire i servizi, ha messo l’accento sulle decisioni «positive», di cui l’inaugurazione di
ieri era una conferma, così come l’allacciamento elettrico del
blocco operatorio di martedì
«segni evidenti che non solo
l’ospedale non chiude, ma che
migliora». Con una benedizione
di «buon augurio» del vescovo
Alceste Catella.
Più di due milioni sono stati
spesi dalla Regione per i due reparti e per gli interventi effettuati al Cup e al Centro prelievi.
Per Odontostomatologia, nell’area prima occupata dal Centro trasfusionale, sono stati realizzati quattro ambulatori dentistici con sale d’attesa, una anche per disabili e interventi in
day surgery per patologie del
cavo orale. Altri locali sono nel
seminterrato, per il personale.
Per Riabilitazione, locali pieni
di luce che si affacciano sui giardini: dieci camere a due letti,
con servizi e aria condizionata,
terrazze e un ampio soggiorno,
oltre a palestre e locali per la logopedia. Un sollevatore montato su un binario ad angolo permette lo spostamento del paziente in sicurezza e senza gravare sul personale.
Di «razionalizzazione» hanno parlato i consiglieri Riccardo Molinari, vice presidente della Regione, e Marco Botta, ma
con l’esigenza di offrire sempre
migliori servizi all’utenza, «una
sfida si vuole vincere».
ALLA FURNASETTA
Una giornata dedicata allo skateboard
Evoluzioni, salti e adrenalina pura. Una giornata dedicata agli
appassionati dello skateboard oggi, dalle 16, alla Furnasetta del
Priocco, in vale Ottavio Marchino a Casale. Organizzatori e giuria
della manifestazione sono Ariel Crupi e Davide Turco.
I
CASALESE. BOTTINO: 50 MILA EURO
Arrestato per tre furti
compiuti in Lomellina
Un nomade residente a Casale, Giovannino Dubois, 46 anni, è stato arrestato dai carabinieri di Palestro in esecuzione di un ordine di custodia
cautelare: è stato riconosciuto autore, insieme a complici
non ancora identificati, di tre
furti in abitazione commessi
in Lomellina, due a Sartirana
e l’ultimo a Gambolò, per un
bottino complessivo di circa
50 mila euro in contanti, ori e
altri preziosi. A catturarlo,
l’altra mattina, sono stati i carabinieri della stazione di
Robbio, che l’hanno rintracciato a Palestro, da alcuni parenti ai quali era andato a fa-
re visita. Nei suoi confronti i
militari avevano raccolto elementi molto pesanti, che hanno indotto il gip del Tribunale
di Vigevano Carlo Pasta ad
emettere la misura cautelare. I
tre furti sono stati commessi
rispettivamente nell’ottobre
2010 e nell’aprile e giugno 2011
sempre con la stessa tecnica: i
ladri si arrampicavano fino a
una finestra, la forzavano ed
entravano nell’appartamento
da svaligiare. Dubois è sospettato di essere coinvolto anche
in altri furti commessi in Comuni della Bassa Lomellina,
per i quali sono ancora in corso
[C. B.]
gli accertamenti.
VB
LA STAMPA
SABATO 23 LUGLIO 2011
il caso
LUCA BILARDO
DOMODOSSOLA
D
opo il capo dello
Stato e i presidenti di Camera
e Senato, i comitati che presidiano il punto nascite del San
Biagio e la sala consigliare di
Domodossola ieri hanno
scritto al ministro della Salute, Ferruccio Fazio. Al ministro chiedono «un intervento
risolutivo di questa situazione disastrosa e vergognosa»
e «il ripristino della situazione ante 2002». Nella missiva
si fa poi riferimento alle «rassicurazioni specifiche in merito all’emergenza prevedibile nel periodo di chiusura
“estiva” del punto nascite»
avute dal direttore generale
della sanità Paolo Monferino
«che tuttavia trovano continui ostacoli da parte della direzione generale dell’Asl».
«Mi stupisce questa affermazione perché l’Asl è in perfetta sintonia e in continuo
contatto con Monferino spiega il commissario Cattrini - da parte nostra nessun
ostacolo, ma solo l’applicazione del protocollo di emergenza». Ieri Cattrini è stato a Torino e, nell’ambito di un incontro sui bilanci dell’Asl seguito da un rapido confronto
con Monferino, ha avanzato
la richiesta di una deroga
per l’assunzione di due ginecologi. «Devono essere a tempo indeterminato, è l’unico
modo per convincerli a veni-
Le mamme al ministro Fazio
“L’Asl ostacola il San Biagio”
Stupito il commissario: “Lavoriamo in sintonia con la Regione”
VCO 57
OMEGNA
“Sui tagli
alla sanità
il Cusio
ha già dato”
VINCENZO AMATO
OMEGNA
«La politica è incapace
di fare scelte razionali»
4
Continua la protesta dei comitati in municipio e al punto nascite
re nel Vco - spiega Cattrini - «Non è perché non si fanno disiamo in attesa di una rispo- chiarazioni eclatanti che non
sta». I Comitati stano poi stu- ci si interessa del problema diando il piano di emergenza dice il senatore commentando
fornito dall’Asl. «Con alcuni il silenzio di queste settimane esperti stiamo
sono in linea con
analizzando il te- «ACCORDI DISATTESI» il coordinatore
sto - dicono i coValeSecondo i comitati provinciale
mitati - la perrio Cattaneo. Sol’azienda frena stengo la proteplessità è sulla file promesse torinesi sta delle mamgura dell’ostetrica che secondo
me per avere il
noi deve esserci 24 ore».
punto nascite in Ossola. Su
Ieri mattina Walter Zanet- emodinamica non vedrei nulla
ta, in municipio per un incon- di male se andasse a Verbania,
tro con il sindaco Mariano Cat- dove da anni le associazioni si
trini, ha fatto visita al presidio. battono in questa direzione».
domande
a
Paolo
Ravaioli
Dicono che i problemi della sanità siano dovuti dalla
volontà della Provincia, durante la sua presidenza, di
non fare l’ospedale unico.
E’ una lettura esatta della
situazione?
«Il referendum non lo rifarei,
perché ebbe scarso successo
di partecipazione. Sull’ospedale unico non ero e non sono
contrario a priori, ma vedo
gli stessi ostacoli di allora».
Quali?
«Servono i soldi per costruirlo. Ricordiamo che si pensava di vendere il San Biagio
per racimolare parte della
somma: dove avremmo messo nel frattempo gli ammalati? Sulla collocazione poi si
doveva pensare a una posizio-
ne più baricentrica di Piedimulera. Infine era il momento sbagliato: la Provincia appena nata stava affrontando seri problemi ed era lacerata da divisioni, che vedo ancora oggi».
Condivide la scelta di emodinamica a Verbania e punto
nascite a Domodossola?
«Non entro nella discussione
su dove vadano messi reparti
e servizi. Il nodo è la politica, i
suoi comportamenti, la sua incapacità di decidere razionalmente. All’interno dei partiti
ci sono spaccature che non affiorano. Si prendono decisioni
e poi si fa marcia indietro».
Il sindaco di Domodossola
minaccia di andarsene dalla
Provincia.
«E’ una provocazione, posso
capirlo ma non condivido. La
Provincia, indipendentemente
da chi l’amministra, ha sempre lavorato molto. Nessuno si
ricorda come erano ridotte le
strade quando eravamo sotto
[RE. BA.]
Novara».
VALSTRONA. AVEVA 91 ANNI
INVORIO. INIZIATO IL PROCESSO A VERBANIA
E’ morto Beltrami
il partigiano-maestro
Pensionato raggirato
dall’ex commercialista
Cordoglio nel Cusio per la
scomparsa di Vincenzo Beltrami, «maestro Barba», partigiano ed ex vice comandante della divisione Valtoce.
Beltrami si è spento ieri mattina a 91 anni nella sua casa a
Piana di Fornero, frazione di
Valstrona. Era una delle ultime figure di capo partigiano
nella lotta di Liberazione.
Beltrami entrò giovanissimo nelle fila partigiane e partecipò a quasi tutti gli eventi
della Resistenza: dalla costituzione della Repubblica dell’Ossola, fu uno dei primi a
Affidò la gestione del patrimonio alla ex commercialista che in un paio d’anni lo
avrebbe alleggerito di 211 mila euro. Vittima del presunto
raggiro Umberto Pagani, 80
anni, ospite della casa di riposo «Fondazione Medana» di
Invorio, già titolare di un mobilificio a Pavia.
Sono imputati di circonvenzione d’incapace nel processo iniziato ieri a Verbania
la commercialista Anna Garoni e il marito Carlo Germano Colombo Meo. Secondo
l’accusa, i coniugi avrebbero
entrare a Domodossola liberata, sino alla sfilata a Milano.
«E’ un uomo che ha camminato sui sentieri della storia - afferma il sindaco di Valstrona
Giorgio Gaudina - un grande
esempio di persona dedita agli
altri, nel campo sociale, culturale e istituzionale».
Beltrami, a guerra finita, si
dedicò all’insegnamento nella
scuola elementare del paese e
negli Anni 70 fu sindaco di
Valstrona. In questa veste si
adoperò affinché alla valle venisse riconosciuto il ruolo avuto durante la Seconda guerra
Il partigiano Vincenzo Beltrami
mondiale ottenendo per il Comune la medaglia d’argento al
valor militare. «Un personaggio straordinario - così lo ricorda Claudio Boldini presidente
dell’Anpi Cusio - che non si piegò mai a compromessi». Il funerale si svolgerà domani alle
[V. A.]
15 a Piana di Fornero.
convinto Pagani ad aprire un
conto Banco Posta online. Andato in pensione, Pagani si trasferì a Invorio nella casa ereditata dalla madre. Tra il 2006 e
il 2008, le condizioni di salute
peggiorarono e venne affidato
a un amministratore di sostegno, l’avvocato Sergio Mora di
Arona, che si rese conto che in
banca non c’erano più i soldi
per pagare le rette della casa
di riposo. Denunciato il fatto,
l’avvocato Mora si è costituito
parte civile con il collega Marco Portigliotti. Si torna in aula
[A. R.]
il 22 settembre.
«Abbiamo già dato». Rosalma Tuissi, presidente del
Consiglio di quartiere Omegna centro sintetizza così
l’incontro tra i presidenti dei
quartieri omegnesi sul tema
della sanità. «Omegna si ritrova oggi a essere completamente esclusa dal dibattito
sul futuro della sanità - afferma Tuissi -. Il nostro ospedale è ormai in buona parte della società mista pubblico-privata del Coq, ma c’è una parte come medicina che svolge
una fondamentale funzione
pubblica. Non vorremmo
che tra i due vasi di ferro che
sono Domodossola e Verbania, Omegna diventasse il vaso di coccio in frantumi».
La posizione dei quartieri
è condivisa dall’amministrazione comunale ed il sindaco
Antonio Quaretta ieri è intervenuto nella polemica sulla
sanità. «E’ impensabile che i
cusiani siano costretti a subire altre penalizzazioni ipotizzate in questi giorni dalla dirigenza dell’Asl su richiesta
Il sindaco Quaretta
«Si guardi ai doppioni
che ci sono altrove
Non ai nostri reparti»
della Regione - spiega Quaretta -. Se occorre tagliare si
cerchi altrove, dove ci sono
inutili doppioni, non a Omegna dove da eliminare è rimasto ben poco». In un documento firmato da tutti i sindaci del Cusio si chiede il
mantenimento dei servizi,
ma anche il riconoscimento
di quanto dovuto al Coq per
le prestazioni del 2010, su cui
pende un taglio di oltre un
milione di euro. «Non è accettabile la ventilata riduzione
dei posti letto di medicina prosegue Quaretta - ipotesi
che determinerebbe l’aumento della mobilità passiva, il
prolungamento delle liste di
attesa e la riduzione dell’utile del Coq di cui l’Asl detiene
il 51% delle azioni».
«Chiediamo un incontro,
il più presto possibile, tra i
comuni del Cusio, la Provincia e i consiglieri regionali
del Vco» conclude Tuissi.
CN
LA STAMPA
SABATO 23 LUGLIO 2011
Dibattito
LORENZO BORATTO
CUNEO
G
iovanni Monchiero, commissario dell’Asl Cn2, da
agosto e per 5 mesi sarà
anche commissario della
Cn1. L’ha deciso la giunta
regionale, guidata da Roberto Cota. In
queste settimane i rappresentanti della provincia di Cuneo, dai parlamentari
ai sindaci, si erano detti contrari a un
manager a scavalco per le due aziende.
Con la decisione di ieri arriva di fatto una «quasi» unificazione delle due
Asl della Granda. Aziende per ora distinte, ma sotto un unico manager. Nel
comunicato stampa che ha ufficializzato la nomina di Monchiero, Cota ha voluto ribadire «l’impegno della Giunta
regionale per il completamento del nuovo ospedale di Verduno».
Monchiero ha 65 anni e anche il suo
mandato da commissario dell’Asl Cn2
Monchiero commissario di 2 Asl
I sindaci: “La Regione ci ignora”
Da agosto e per cinque mesi si occuperà del Cuneese oltre che dell’Albese
“Nessuna concorrenza
fra ospedali dei territori”
3
TIMORI DI UNIFICAZIONE
Valmaggia: «Ecco come
le nostre indicazioni
sono considerate a Torino»
(azienda che ha retto dal 1995 al 2002 e,
ancora, dal 2006 a oggi) scade a dicembre, così come quello di Mario Marchisio per l’ospedale di Cuneo.
Le reazioni. Alberto Valmaggia, sindaco di Cuneo e presidente della Conferenza dei 175 sindaci dell’Asl Cn1 (all’unanimità la Conferenza si era detta
contraria a un manager a scavalco):
«Prendiamo atto di come le indicazioni
del territorio sono considerate dalla Regione, da parte di un presidente per il
quale più passa il tempo e più la sua nomina appare in bilico». Francesco Balocco, sindaco di Fossano e presidente
La sede degli uffici dell’Asl Cn1 a Cuneo
della Rappresentanza dei sindaci della
Cn1: «Scelta che prova l’attenzione agli
enti locali del territorio da parte di Torino. Monchiero ha esperienza e qualità:
contiamo sul fatto che mantenga i due direttori sanitario e amministrativo attuali, in segno della continuità. In breve: speriamo che “non faccia l’Albese”».
Maurizio Marello, sindaco di Alba
(con Bruna Sibille di Bra chiedeva di
mantenere le due Asl distinte): «Un solo commissario, è vero, ma si mantengono due Asl distinte: Monchiero ha requisiti e capacità. Solo che questa scelta non sia un preludio a unificare». Sibil-
le: «Disappunto perchè avevamo chiesto di essere incontrati prima di questa
scelta». Il senatore Pdl Giuseppe Menardi (aveva chiesto di «mantenere la
suddivisione in aree storicamente omogenee»): «Una buona scelta: tiene conto di conoscenza del territorio e professionalità». Giuseppe Delfino, coordinatore provinciale Udc: «Non aver ascoltato la voce dei sindaci e dei territori é
un fatto grave. Non si prendono decisioni così rilevanti senza alcun confronto.
In questa fase molto critica per la sanità piemontese più che di decisionismo,
ci sarebbe bisogno di dialogo».
Iniziativa a Cuneo
Una raccolta firme per ottenere subito
l’acceleratore lineare della radioterapia
Nella Granda
solo 2 macchinari
Appello bipartisan
a palazzo Lascaris
«Dopo tante sollecitazioni, abbiamo deciso di intervenire. Una raccolta
firme perché la situazione
è difficile, preoccupante,
per tutti i malati di oncologia che hanno bisogno della radioterapia. Noi tra-
Cuneo e provincia 57
sportiamo decine di pazienti da tutte le zone della
Granda verso il “Santa Croce”. E le difficoltà sono sempre più frequenti perché gli
acceleratori sono vecchi».
Così Sergio Giraudo, presidente della Lilt provinciale
(Lega italiana per la lotta
contro i tumori).
L’associazione, martedì,
in corso Nizza angolo corso
Dante a Cuneo, inizierà
una raccolta firme per «sollecitare la direzione dell’ospedale e il presidente
della Regione Roberto Co-
ta, ad avere maggiori riguardi su questi gravi problemi». Sabato la raccolta
firme sarà ad Alba, Mondovì e Saluzzo.
Il problema è noto da mesi e ci sono stati diversi interventi in Consiglio regionale e in Parlamento da
parte dell’Udc provinciale.
La situazione: a dicembre
la Regione avvia una gara
da 3,6 milioni per acquistare un nuovo acceleratore lineare Linac per la radioterapia transcutanea a Cuneo (un apparecchio per
Giovanni
Monchiero
«Certo l’accoglienza non è stata tra
le più calorose». Scherza al telefono
Giovanni Monchiero, pochi minuti
dopo essere stato informato che,
per i prossimi 5 mesi, sarà commissario anche dell’Asl Cn1.
Di fatto un’unificazione. Gestirà
due aziende come se fossero una
sola?
«Effettivamente è così, ma il processo di integrazione dell’Asl Cn1
non è ancora concluso. Sono un po’
preoccupato per le resistenza che
si sono manifestate in questi giorni
e quindi agirò con prudenza. Nell’Asl Cn2 c’è, da sempre, una gestione molto partecipata e allargata con il territorio. La manterrò
con il nuovo incarico, in modo positivo e propositivo».
concentrare radiazioni ionizzanti sul tumore, senza
interessare i tessuti sani).
A livello nazionale ne esiste uno ogni 178 mila abitanti. Nella Granda sono solo due, per 589 mila residenti. Il finanziamento regionale viene poi congelato
e rimandato al prossimo
anno.
Della questione si tornerà a discutere la prossima
settimana in Consiglio regionale: c'è una mozione urgente firmata dai consiglieri regionali della Granda:
Giovanni Negro (Udc), Mino Taricco (Pd), Fabrizio
Biolè (Movimento 5 Stelle),
Federico Gregorio (Lega) e
Tullio Ponso (Idv).
Impegna la giunta regionale a «risolvere definitivamente e in tempi stretti la
grave situazione della Radioterapia a Cuneo». [L. B.]
C’è «paura» nel
Cuneese
per
l’ospedale di Verduno e per le risorse necessarie
per avviarlo.
domande
a
«Ho trovato fuoriluogo l’intervento
del sindaco di Fossano sul nuovo
ospedale unico di Alba e Bra. Non c’è
concorrenza tra ospedali su diversi
territori: Verduno è un modello di intervento pubblico virtuoso, che ha
permesso di superare il sorvadimensionamento delle strutture nell’Albese. Cosa che non è ancora successa
nella Cn1 (il riferimento è al nuovo
ospedale di Mondovì, ndr)».
L’intenzione della Regione ora sembra più chiara: la rete degli ospedali
con sede a Cuneo, la regia dei «servizi del territorio» con sede ad Alba.
«Un problema politico. Come tecnico
non posso dire nulla e non mi riguarda. La politica è chiamata a risolvere
[L. B.]
queste questioni».
Al «Santa Croce»
Da lunedì 88 posteggi
riservati ai dipendenti
Da lunedì sarà aperto esclusivamente ai dipendenti dell’ospedale «Santa Croce» di
Cuneo il parcheggio interrato, sotto il blocco operatorio:
88 posti auto su due piani,
che, in aggiunta ai 144 in superficie (da alcune settimane
riservati ai dipendenti dell’ospedale) fa arrivare a 232 il
totale dei posti disponibili
per il personale del «Santa
Croce».
Invariata la situazione di
fronte all’ingresso degli ambulatori (si accede da piazza
Cavalieri di Vittorio Veneto),
dove sono sempre a disposizione i posti riservati ai disabili e
viene consentito l’accesso delle auto per l’accompagnamento di persone «a ridotta capacità motoria».
Spiegano dall’ospedale: «In
questo modo la direzione, nei limiti del possibile, ha tentato di
contenere gli effetti della nuova organizzazione dei parcheggi (diventati a pagamento da
luglio, ndr)». È stata installata
una sbarra automatica: viene
azionata attraverso il badge
aziendale e impedisce l’accesso se il parcheggio è pieno. [L. B.]
Società Meteorologica Italiana - www.nimbus.it diretta da Luca Mercalli - Elaborazione grafica: Centimetri.it
OGGI
Previsioni
AO
TO
Al mattino nubi residue sul Basso Piemonte,
specie sull’Alessandrino, in rapido
diradamento e annuvolamenti sui settori alpini
di confine con Savoia e Svizzera; ben
soleggiato altrove. Nel pomeriggio sviluppo di
annuvolamenti cumuliformi sui rilievi, con
basso rischio di qualche isolato rovescio,
specie sulle Alpi Marittime. Temperature
stazionarie o in lieve calo.
DOMANI
AO
TO
Previsioni
Temperature (C˚)
Umidità relativa
Qualità dell’aria
Precipitazioni
Parzialmente nuvoloso nelle prime ore del
mattino con nubi più estese tra Valle d’Aosta,
Biellese, Novarese e Verbano, ma ampie
schiarite già in mattinata a partire da ovest.
Più soleggiato nel pomeriggio, salvo
addensamenti a ridosso dei rilievi, ma con
basso rischio di rovesci. Temperature in
aumento. Nuovo peggioramento temporalesco
tra martedì pomeriggio e mercoledì.
Torino
Torino
Ieri
18,5 28,1
Ieri
Un anno fa 21,3 30,7
Alle 8
Alle14
67%
62%
Estremi del mese
dal 1753 al 2007
Limite pioggia/
neve oggi
1
2
3
4
5
6
7
Ottima
Buona
Discreta
Mediocre
Poco salubre
Insalubre
Molto insalubre
12/07/1909 Min. +9
22/07/2006 Max.+38,8
Nord
Sud
Ieri fino alle 19
1,2 mm
Totale del mese
93,8 mm
Media del mese
dal 1971 al 2000
60 mm
Luglio più piovoso
1826 - 255,3 mm
Min.
Max.
-
a cura di Provincia
di Torino e Arpa Piemonte
TORINO
DOMENICA 24 LUGLIO 2011
torino.repubblica.it
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Oggi un’altra giornata ad alta tensione. E il movimento “No Tav” divide anche gli alpini
De Tomaso, l’assessore all’attacco
Cota e la guerriglia in Val Susa
“Non è l’ora di prove muscolari”
“Rossignolo? Non si fa trovare”
CHIOMONTE
BASTA ALIBI
PER I VIOLENTI
ETTORE BOFFANO
“Il napalm, lo senti? Non c'è
niente al mondo che abbia
questo odore. Mi piace l'odore
del napalm al mattino”.
(Francis Ford Coppola "Apocalypse now", 1979)
Q
uesta volta non ci sono
alibi. La gente comune,
della valle o di altre parti
d’Italia che sia, venerdì notte a
Chiomonte non c’era e non ci
sarà, è probabile, neppure questa sera. Assaltare il cantiere della Tav, attaccare i poliziotti (e non
esserne invece attaccati), è dunque molto diverso dal manifestare in massa contro la Tav. Se ancora c’era bisogno di convincere
qualcuno, se era ancora necessario ripetere l’ormai stanca distinzione tra la protesta legittima e la
violenza, la notte brava dei 500
antagonisti del treno ad alta velocità dovrebbe aver fatto giustizia di ogni incertezza. Anche per
chi (a cominciare da chi scrive)
non è del tutto convinto dell’ineludibile necessità di bucare la
montagna della Val di Susa per
sbucare in Francia e salvare così
la vocazione europea dell’Italia.
SEGUE A PAGINA XIII
STORIE DI
PIEMONTE
OPO la guerriglia di venerdì notte, la Valsusa si
prepara a un’altra giornata ad alta tensione, con l’arrivo a
Chiomonte dei partecipanti alla
rievocazione del G8 di Genova.
Ma a «gettare acqua sul fuoco» ci
prova il presidente della Regione
Roberto Cota: «Non è l’ora di
prove muscolari. Altrimenti si fa
il gioco di questi quattro gatti che
vogliono alzare la tensione». Ma
il movimento «No tav» riesce a far
litigare anche gli alpini: al centro
l’appello di alcune penne nere,
simpatizzanti antitreno, a contestare l’esrcito presente a Chiomonte a guardia del cantiere.
MARCO TRABUCCO
ALLE PAGINE II E III
D
AVVISO AI NAVIGANTI
Manifestanti protestano contro la recinzione del cantiere
Lo stabilimento De Tomaso a Grugliasco
ASSESSORE regionale al Lavoro Claudia Porchietto va all’attacco dell’imprenditore Gian Mario Rossignolo: «L’ho cercato per
tre giorni di fila: a vuoto. Nessuno sa, neanche ai ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro, quali siano i suoi progetti». A scatenare la reazione piccata della Porchietto è stata l’intervista al leader Fiom
Airaudo che invitava Rossignolo a chiarire se ha i mezzi per realizzare il
progetto De Tomaso ma contemporaneamente chiedeva garanzie anche alla Regione: «Le stiamo offrendo da tempo» replica l’assessore.
STEFANO PAROLA A PAGINA V
L’
Scenderanno da 45 a 15: il piano
Sanità, la scure sui dipartimenti
Neppure la madre della vittima crede all’omicidio, ma arriva la condanna
“Con l’amico uccise il fidanzato”
Ergastolo in India per una torinese
Dopo il no della Provincia al raddoppio di La Loggia
Ikea all’attacco di Saitta
“Dietrofront inspiegabile”
Lui replica: “E’ la legge”
MARIACHIARA GIACOSA
ONO stati condannati all’ergastolo, dal tribunale di Varanasi, in India, Tomaso Bruno e la torinese Elisabetta Boncompagni, i due giovani arrestati nel febbraio dell’anno scorso con l’accusa di
avere ucciso Francesco Montis, loro compagno di
viaggio. I giovani sono in carcere da 17 mesi. Persino la
madre della vittima è convinta che non si sia trattato
di un omicidio e lo ha scritto ai giudici indiani: «Mio figlio era malato». Lunedì è attesa la motivazione della
condanna. I legali dei due imputati faranno appello.
A PAGINA XI
S
L’ospedale delle Molinette sarà il capofila del progetto
ER risparmiare, pur mantenendo un servizio di qualità, i vertici tecnici dell’assessorato alla sanità - Paolo Monferino e Claudio Zanon hanno messo a punto un progetto che punta a mettere in rete dieci
ospedali per ridurre da 45 a 15 i dipartimenti. Capofila del progetto saranno le Molinette e coinvolgeranno oltre a Cto, Sant’Anna, Regina Margherita e Oftalmico, gli ospedali di Moncalieri, Chieri e Carmagnola e anche
tre cliniche private (Cellini, San Luca e Koelliker). Il piano, presentato ai
commissari e ai direttori di dipartimento, però, ha suscitato sorpresa.
OTTAVIA GIUSTETTI A PAGINA VII
P
Il caso
L’ira dei tifosi: da giovedì la tv trasmette in continuo solo la prima amichevole estiva
Juve Channel, la Rai dietro lo stop
Il neo acquisto cileno si presenta
“Da sempre volevo giocare qui”
Due famiglie
della Val Maira
e la filosofia
del formaggio
Vidal, promesse
da guerriero
“In bianconero
per vincere tutto
con Buffon e Ale”
CARLO PETRINI
A PAGINA XV
TIMOTHY ORMEZZANO
A PAGINA XX
Giorgio Alifredi
è un contenzioso
tra Juve Channel , il
canale dei tifosi
bianconeri che da giorni trasmette solo la prima amichevole della squadra di Conte e
la Rai, alle origini dello stop
alle trasmissioni che tanto fa
arrabbiare i tifosi. I quali sono
pronti a chiedere il rimborso
degli abbonamenti versati
(oltre otto euro al mese) a Sky,
che in realtà nella complessa
vicenda ha un ruolo marginale (gestisce solo gli abbonamenti). Più deciso il ruolo
di Dahlia tv, ex sponsor granata, fallita a febbraio.
SERVIZIO A PAGINA IX
C’
Verdi e Oduamadi trascinano
alla vittoria contro la Feltrese
Con i prestiti
del Milan
il Toro
ha più grinta
nel motore
FABRIZIO TURCO
A PAGINA XX
la Repubblica
DOMENICA 24 LUGLIO 2011
CRONACA
TORINO
■ VII
Dieci ospedali insieme
per ridurre i dipartimenti
Nel progetto coinvolte anche tre cliniche private
rale Paolo Monferino ormai in
aria di nomina come assessore,
ha dato ampia disponibilità a
discutere di altre proposte. Irrinunciabili però gli obiettivi: ridurre al minimo gli sprechi,
cancellare i doppioni, concentrare le prestazioni dove ci sono
i migliori professionisti ed eliminarle dove la domanda di cura non è sufficiente a mantenere costi per attrezzature e personale. L’idea sarebbe quella di
rendere impermeabili tra loro
gli ospedali anche per risolvere i
problemi di organico con la mobilità.
OTTAVIA GIUSTETTI
E MOLINETTE a fare il
coordinamento per Cto,
Oirm - Sant’Anna, ospedale di Moncalieri, di Chieri e di
Carmagnola, Oftalmico e, nel
privato, la Clinica Cellini, il San
Luca e il Koelliker. Dieci ospedali che insieme dovranno accorpare i loro 45 dipartimenti fino a farli diventare 15, nell’ottica di mantenere il servizio e la
qualità ma di fare economia di
scala per risparmiare molto sui
costi, evitare i doppioni in un’area di territorio metropolitano
estesa ma in qualche modo predisposta ad avere ospedali in rete. È questo il modello che è stato presentato giovedì ai commissari degli ospedali e ai direttori di dipartimento nella sede
dell’Aress, da Paolo Monferino
e Claudio Zanon. Un progetto
che si interseca inevitabilmente
con quello della città della Salute e della Scienza, e che aggiunge un nuovo tassello all’idea di
programmazione che sarà per
la sanità piemontese. Una nuova idea che aggiunge alla fatica
di accorpare i tre grandi ospedali di corso Spezia, un ulteriore sforzo: mettere in rete con le
loro peculiarità e con capacità e
debolezze undici ospedali sul
territorio. I tre privati - Koelliker, Cellini e San Luca - in
realtà, saranno convocati in un
secondo momento, quando il
progetto entrerà nel vivo e sarà
chiaro quale è l’effettivo fabbisogno di contributo privato in
questo sistema di strutture pubbliche. I nuovi dipartimenti saranno a cavallo degli ospedali e
potranno racchiudere da un
minimo di dieci a un massimo
di venti strutture complesse.
La notizia ha colto di sorpresa i direttori di dipartimento e i
commissari che si sono trovati
non poco spiazzati da questa ulteriore novità, dopo che avevano ricevuto loro stessi l’incarico
di elaborare un piano di riorganizzazione e di presentarlo in
pochi mesi nell’ottica dell’economia di scala e anche, se possibile, di miglioramento delle
prestazioni e dei servizi. Tutti
comunque hanno compreso
che la filosofia della razionalizzazione è ormai indispensabile,
e da questo punto di vista si sono detti disponibili a collaborare e a rivedere l’organizzazione.
Forse un po’ turbati dal vedersi
calare dall’alto l’imposizione di
un assetto così radicalmente rivoluzionato hanno chiesto di
poter fare una controproposta,
sempre nell’ottica di accorpare
per migliorare il servizio e ridurre la spesa ma secondo criteri
diversi. I tempi per questa piccola rivoluzione nella rivoluzione non saranno immediati ma
neppure lunghi perché l’appuntamento è rimandato all’autunno, quando il modello
Aress sarà portato in Commissione sanità della Regione, e
sarà discusso il piano sanitario.
Nel frattempo il direttore gene-
L
VERTICE
Paolo
Monferino e
Alberto
Zanon:
il primo è
il direttore
generale
della sanità
e prossimo
assessore,
il secondo
guida l’Ares
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Il caso
FABIO TANZILLI
TAGLI alla sanità della giunta
Cota hanno colpito anche la
Valle di Susa. Da giovedì è stato chiuso il pronto soccorso all’ospedale di Avigliana, che forniva
un importante servizio a tutto il
bacino degli abitanti della Bassa
Valle (circa 70.000 abitanti), che
ora sono costretti – in caso di un
primo intervento – a correre fino
a Rivoli o Susa (con inevitabili code e intasamenti). Martedì sera la
scelta è stata “spiegata” alla popolazione di Avigliana dal direttore generale della sanità Paolo
Monferino durante un consiglio
comunale aperto, ma non sono
mancate le contestazioni. Anche
perché le «logiche scelte di razionalizzazione della spesa» che sarebbero applicate dalla giunta
Cota, stridono con il diverso trattamento riservato ad altri centri
sanitari vicini ad Avigliana. Come
nell’ospedale di Giaveno, nella
piccola Valsangone, dove la Regione ha invece deciso di salvare
l’ospedale (dotato del reparto di
medicina) ed il pronto soccorso,
declassandolo a “primo intervento”, ma mantenendolo attivo.
I
Il sindaco Matteoli punta il dito contro Giaveno “salvato” dai tagli grazie al deputato Pdl Napoli
Avigliana senza pronto soccorso
“Ha vinto la lobby dell’onorevole”
“Abbiamo il doppio
degli abitanti della
Valsangone eppure
veniamo privati
di un servizio chiave”
La replica della
Regione: “All’altro
ospedale abbiamo
già tolto il reparto
di chirurgia”
In un territorio composto da solo
6-7 paesi, con il San Luigi di Orbassano confinante, e dove la popolazione arriva ad appena
30.000 abitanti, la metà di quelli
che serviva Avigliana. Qual è il segreto? C’è chi intravede una presenza “benefica” di due concittadini illustri a Giaveno, ossia del
parlamentare Osvaldo Napoli
(vicepresidente del gruppo Pdl
alla Camera, presidente dell’Anci
nonché sindaco di Valgioie) e del
sindaco Daniela Ruffino (consigliere provinciale Pdl, vice-coordinatore provinciale Pdl). Ma più
di qualcuno pone critiche contro
la logica dei «due pesi e due misure», come spiega il sindaco di Avigliana (Pd) Carla Mattioli: «Sicuramente avere l’onorevole in casa
porta bene a Giaveno. La Regione
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Domani la commissione guidata da Pisanu sarà a Torino
Scegli
di volare.
Scegli
Torino.
Turin Airport
Stoccolma
Edimburgo
Newcastle
Copenaghen
Doncaster
Dublino
Manchester
Birmingham
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Katowice
Lussemburgo
Parigi Beauvais
Parigi
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Girona
Roma Foggia
Minorca
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Bari Tirana
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Brindisi
Napoli
Palma
Cagliari
di Maiorca
Palermo Lamezia Terme
Trapani
Catania
Barcellona
Lampedusa
Istanbul
Kos
Rodi
Heraklion
Tel Aviv
Sharm el Sheikh
Marsa Alam
VOLI:
La ’ndrangheta in Piemonte
al setaccio dell’Antimafia
E ONDATE di arresti degli ultimi mesi, i legami con la politica, la rivalità fra le cosche
lanciate alla conquista del territorio piemontese: sono questi i temi
nell’agenda della commissione
parlamentare antimafia che domani, guidata da Beppe Pisanu,
sarà in trasferta a Torino per una
serie di audizioni. Magistrati, ufficiali delle forze dell’ordine e rappresentanti del mondo delle istituzioni saranno chiamati a parlare
del radicamento della ‘ndrangheta nel tessuto economico e sociale
piemontese.
Il fenomeno non è nuovo: è da
almeno 40 anni che nella regione
nascono, fioriscono e si sfidano i
«locali», le articolazioni territoriali
delle organizzazioni criminali, con
la costante supervisione delle potenti famiglie calabresi, alle quali i
boss locali sono legati da vincoli di
parentela o di affari. Ma fra il 2010
e il 2011 una serie di inchieste, supportate dalle dichiarazioni di un
paio di pentiti eccellenti e arricchite dai risultati di procedimenti giu-
L
L'Aeroporto di Torino è collegato
con i maggiori scali
nazionali ed internazionali
da oltre 400 voli a settimana.
Casablanca
Il piano accorpa
i tre grandi centri di
Torino e l’Oftalmico
con Chieri,
Moncalieri
e Carmagnola
Osvaldo Napoli (Pdl)
ha tagliato il pronto soccorso di
Avigliana, pur essendo una zona
industriale, e quindi con possibili problemi legati agli incidenti sul
lavoro. Ma poi mantiene aperto,
pur declassato, il primo intervento di Giaveno, che ha i numeri più
bassi dei nostri, ed è più difficilmente raggiungibile. C’è un’evidente disparità di trattamento,
anche se io sarei per il mantenimento di tutti i piccoli ospedali».
La Regione ha giustificato la
scelta affermando di aver tolto alla Val Sangone già la chirurgia, e
che quindi una nuova chiusura
sarebbe sembrata una vera punizione. «Ma cosa dovremmo dire
allora ad Avigliana – replica la
Mattioli - dove ci hanno già smantellato il day surgery e stanno progressivamente indebolendo medicina? E’ chiaro che dietro c’è un
ragionamento politico. E l’onorevole Napoli, attuale presidente
dell’Anci, non l’abbiamo mai visto prendere posizione contro la
chiusura dei piccoli ospedali.
Sembra che in Regione si privilegino le logiche di appartenenza
politica rispetto alle reali esigenze dei cittadini».
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diziari in corso fra Milano, Genova
e Reggio Calabria, hanno portato
gli investigatori a infliggere alle
bande colpi durissimi: basti pensare ai 151 arresti dell’operazione
‘Minotauro’ di inizio giugno, alla
retata che ha smantellato la rete di
Al centro il potere
delle cosche
calabresi che in 40
anni hanno creato
una rete d’affari
«locali» del Basso Alessandrino, ai
sequestri di beni per milioni. Droga, usura, totonero, riciclaggio e
subappalti nel settore dell’edilizia
sono i principali terreni di caccia
delle bande, che in Piemonte, dopo la guerra combattuta tra la fine
degli anni Ottanta e i primi anni
Novanta avevano scelto il basso
profilo: omicidi con il contagocce,
nessuna iniziativa eclatante.
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NO
LA STAMPA
DOMENICA 24 LUGLIO 2011
OMEGNA. NOBILI: «LA REGIONE NON PAGA LE PRESTAZIONI, CI SIAMO RIVOLTI A UN AVVOCATO»
VCO 61
DOMODOSSOLA
Il Coq taglia letti e organico
Un bando
da 70 mila euro
per i progetti
Da settembre 11 posti in meno a Medicina e dieci dipendenti in esubero di volontariato
VINCENZO AMATO
OMEGNA
Sull’ospedale Madonna del popolo di Omegna e sul centro
ortopedico di quadrante
(Coq) si abbatte la scure dei
tagli previsti da Regione e Asl
nel piano di rientro del deficit
sanitario. Tagli per un milione
di euro con effetto retroattivo
sul 2010 e altrettanti quest’anno: per il bilancio del Coq un
salasso e per il Cusio un probabile depauperamento di servizi. «La situazione è pesante conferma il direttore del Coq
Mauro Carducci -. Dall’1 settembre, in base alla richiesta
di contenimento dei costi pervenuta da Asl e Regione, dovremo riorganizzare il reparto di medicina, che avrà solo
12 posti letto di degenza ordinaria e 3 di day hospital. Di riflesso il personale dell’Asl distaccato al Coq, parliamo di almeno 10 persone, dovrà rientrare nell’organico dell’azienda sanitaria». Tra poco più di
un mese, quindi, il centro ortopedico perderà 11 letti.
Sulla questione, alla protesta dei quartieri e del sindaco si affianca quella della
stessa direzione del centro
ortopedico, dei sindacati e
del presidente della Provincia Massimo Nobili, che fa
parte del consiglio d’ammini-
Madonna
del Popolo
L’ospedale
sul lungolago
di Omegna
ospita
dal 2003
il centro
ortopedico
di quadrante
strazione del Coq.
La situazione che si verrà a
verificare alla riapertura del reparto di medicina (attualmente
sono in corso lavori di ristrutturazione) è già stata discussa in
un incontro con i rappresentanti dei lavoratori: «Oltre a perdere posti letto, ci sarà un esubero
di 2 operatori socio sanitari, sei
infermieri, due medici internisti e in primavera probabilmente di altre 4 o 5 persone - dice
Antonio Dellera, segretario di
Cisl Fp -. E’ una situazione surreale se si considera che il Coq è
per il 51% pubblico».
I tagli, infatti, si ripercuotono sull’Asl per oltre 1 milione di
euro di mancato incasso: «La
Regione ha stabilito di non pagare al Coq le prestazioni effettuate nel 2010 e quest’anno, per
un totale di 2 milioni di euro - dice Nobili -. Come Coq abbiamo
dato mandato a un legale di opporsi a questa decisione e abbiamo chiesto un incontro urgente
col direttore generale della sanità regionale Monferrino». E aggiunge: «Vogliamo mantenere i
posti letto di medicina e Omegna dovrà avere un ruolo preciso nella sanità del Vco, come
Domo e Verbania». Il Coq ha anche avanzato un’ipotesi per salvare i posti letto di medicina:
«Abbiamo proposto a Regione e
Asl di usare quelli destinati a
sparire per la riabilitazione oncologica - dice Carducci -.
Aspettiamo una risposta».
Centro ortopedico
Società a gestione
pubblico-privata
E’ stato uno dei primi
esempi in Piemonte di sinergia
tra pubblico e privato in ambito sanitario. Il centro ortopedico di quadrante all’ospedale
Madonna del Popolo di Omegna è una società in cui il 51%
del capitale è detenuto da Asl
e Regione, con partner privato
la società francese Generale
de Santé (49% delle azioni). Il
Coq opera dal 2003 in forma
sperimentale: è un centro d’eccellenza in ortopedia e specializzazione protesica e l’offerta
sanitaria è completata da attività di day surgery di ortopedia, chirurgia generale e vascolare, oculistica, odontoiatria,
dermatologia e ambulatori polispecialistici di medicina (ora
in ristrutturazione). Da tempo
si dibatte sulla fine della sperimentazione e sulla stabilizzazione del Coq, ma sulle modalità le opinioni politiche e giuridiche sono discordi: c’è chi
chiede la conferma dell’attuale assetto con Generale de Santé e chi propende per un nuo[V. A.]
vo bando di gara.
I
DOMODOSSOLA. IL COMITATO MAMME NON MOLLA
“Siamo pronte a tornare in piazza
se l’Asl non presenta il piano estivo”
«Stiamo ancora aspettando
di conoscere nei dettagli il
piano per far fronte all’emergenza estiva all’ospedale San
Biagio e l’attesa fa crescere il
nervosismo: potrebbe scoppiare di nuovo la protesta».
Tiziana Zazzali, del comitato
mamme, riassume così il malcontento che serpeggia tra
quanti attendono da un giorno all’altro che scatti il piano
concordato da Asl e Regione
per far fronte, fino a settembre, alla chiusura del punto
nascite di Domodossola, decisa l’11 luglio per carenza di
personale. «Ho chiesto al consigliere regionale Michele Marinello di sollecitare il commissario dell’Asl sul piano estivo continua Zazzali -. I tempi non
possono essere così lunghi,
un’emergenza potrebbe accadere da un momento all’altro».
Anche Bernardino Gallo,
del comitato «Sos Sanità», conferma di non essere al corrente dei dettagli del piano adottato dall’Asl: «E’ un documento
tecnico, quando ci verrà sottoposto lo faremo valutare da
esperti» dice.
L’azienda sanitaria intanto
ha problemi a trovare medici
ostetrici disposti a lavorare al
San Biagio: è arrivata la disponibilità a riprendere servizio,
come esterno, di Pasquale Bonanno Conti, che ha lavorato
all’ospedale domese per 38 anni e mezzo. Per rientrare, però, chiede una serie di garanzie, tra cui la presenza di una
guardia attiva ostetrica 24 ore
su 24. Ancora sul chi va là anche i pediatri, che attendono
garanzie dall’Asl per continuare il loro lavoro durante la chiusura del punto nascite.
Le mamme intanto non si ar-
La fiaccolata delle mamme in difesa del punto nascite domese
rendono: la sala consiliare del
municipio domese resta presidiata, come pure l’ingresso del
punto nascite al San Biagio.
In Ossola si aspetta l’arrivo
di Paolo Monferino, il direttore
dalla sanità regionale: «E’ un
interlocutore affidabile - spiega Luciano Succi, del comitato
“Insieme per un dono” - quindi
la sua visita a Domo il 2 agosto
sarà decisiva per rendersi conto della situazione del nostro
[RE. BA.]
ospedale».
«Il centro servizi per il volontariato torna a dare fondi alle associazioni. E’ un bel segnale, in un momento in cui
tutti tagliano». Così Carlo Teruzzi, presidente del centro
«Solidarietà e sussidiarietà»
del Vco, annuncia la pubblicazione del bando di progettazione sociale 2011, che permetterà di sostenere i progetti delle associazioni no
profit del territorio con un
contributo complessivo di 70
mila euro.
«Per tutelare le realtà più
piccole del volontariato garantiremo una parte dei fondi, pari a 10 mila euro, a progetti di limitate dimensioni e
gli altri 60 mila euro a quelli
con impatto più ampio, proposti dalle organizzazioni
più grandi» spiega Caterina
Mandarini, direttrice del centro servizi.
L’iniziativa è rivolta a tutte le associazioni provinciali:
«I progetti dovranno puntare su obiettivi quali l’integra-
Il presidente
del centro servizi
«Fondi importanti
in periodo di crisi»
zione e l’inclusione sociale, la
difesa della salute, la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, la prevenzione del disagio sociale, l’integrazione dei disabili, dei
senza dimora, degli anziani e
dei migranti, il sostegno alla
famiglia ma anche il coinvolgimento dei giovani attraverso esperienze educative e formative». Le richieste di contributo dovranno pervenire
entro il 10 ottobre al centro
servizi di Domodossola.
«Grazie alla pubblicazione
del bando - ricorda Teruzzi il nostro centro intende affiancarsi alla preziosa e insostituibile attività delle associazioni di volontariato, offrendo uno strumento in più
per favorire la loro capacità
di risposta ai sempre crescenti bisogni che emergono
nella società civile in questo
momento di crisi». A valutare le candidature che arriveranno dalle associazioni sarà
una commissione nominata
[RE. BA.]
dalla Regione.
la Repubblica
CRONACA
LUNEDÌ 25 LUGLIO 2011
TORINO
■ IV
“Mauriziano meglio delle Molinette”
Controproposta del preside di Medicina all’Aress sugli ospedali in rete
OTTAVIA GIUSTETTI
ON possono essere le
Molinette a coordinare il gruppo di
ospedali elaborato dall’Aress, la
nostra controproposta è che sia il
Mauriziano a svolgere questo
ruolo. È un ottimo ospedale e per
le sue peculiarità si presta meglio
a mettere in rete le piccole strutture sul territorio». Ezio Ghigo,
preside di Medicina e direttore
del dipartimento di Medicina
delle Molinette, non condivide il
modello presentato giovedì da
Paolo Monferino e Claudio Zanon che prevede di mettere in rete Molinette, Oirm - Sannt’Anna,
Cto, ospedali di Chieri, Moncalieri e Carmagnola, l’Oftalmico e tre
strutture private: il Koelliker, la
clinica Cellini e il San Luca. L’obiettivo è una razionalizzazione e
una riorganizzazione che consenta di ridurre i 45 dipartimenti
delle strutture pubbliche e farli
diventare solamente 15. «Ne condivido la filosofia ma non l’impostazione, non conta quanti saranno i dipartimenti, secondo
me le Molinette non è l’ospedale
giusto».
Per quale ragione il Mauriziano potrebbe fare meglio?
«In primo luogo perché noi siamo già oggetto di una profonda
riorganizzazione che è quella dell’accorpamento delle tre strutture Cto, Oirm - Sant’anna e Molinette, e perché in prospettiva con
la realizzazione della Città della
Salute, questa struttura dovrebbe essere di riferimento per tutto
il Piemonte ma non per la medicina sul territorio bensì per l’altissima specializzazione. Per le Molinette è già stata scelta una precisa missione che però è diversa».
Il problema non sarà che si
chiede agli ospedali di tagliare
con decisione il numero di poltrone dei capi dipartimento?
«Siamo tutti consapevoli del
fatto che è arrivato il momento di
fare economia di scala. Per questo ho detto che condivido la filosofia di questo progetto e ho apprezzato molto la disponibilità
del dottor Monferino ad accettare proposte diverse per raggiungere i medesimi risultati. Mi auguro che l’Aress non pensi di risparmiare solo tagliando i dipartimenti perché una vera riorganizzazione comporta tutt’altro
genere di impegno».
L’impegno di Molinette e della facoltà di Medicina resta dun-
Ghigo: “E’ un
ottimo polo che per
alcune peculiarità
si presta meglio
alla missione”
«N
IL MAURIZIANO
L’Aress punta a mettere in rete i tre grandi ospedali
torinesi, l’Oftalmico, Moncalieri, Chieri e Carmagnola e
tre cliniche private. Ma c’è chi punta sul Mauriziano
Il caso
“Alla struttura
di corso Bramante
spetta un altro
compito: non si può
fare tutto bene”
que concentrato su Città della
Salute?
«L’università sta preparando
una lettera, che sarà firmata anche dal rettore, che spediremo al
governatore e al sindaco, nella
quale esporremo le obiezioni dell’Università al masterplan che ci è
stato presentato. Vogliamo avere
un ruolo costruttivo e non distruttivo, ma ci pare corretto che
questo masterplan contenga il
contributo dell’Università di Torino».
Secondo il suo giudizio cosa
non funziona nel progetto «politico» della Città della Salute?
«Non è stato fatto uno studio di
fattibilità, non è stato fatto un
progetto urbanistico e soprattutto non dà la minima idea di come
si intende affrontare il transitorio. Le faccio un esempio? Contando una cosa semplice del masterplan viene fuori che si tolgono
all’area metropolitana della città
qualcosa come 600/900 posti letto. Qualcuno si è chiesto se la città
sia in grado di sopportare una riduzione di questo genere? Io credo proprio di no».
Sogin vuole
costruire il
deposito D2
di scorie
nucleari:
senza un
piano
nazionale
rischia però
di diventare
il sito italiano
di riferimento
É IL sindaco né il segretario comunale hanno
voluto riceverci —
spiega Bobba — e questo al dice
lunga su come sia scivolosa questa
vicenda». Una vicenda che vede un
ampia zona di Piemonte messa a rischio nucleare: «Sogin si deve fermare — aggiunge il parlamentare
del Pd — l’avvio dei lavori per costruire il deposito nucleare D2 è illegittimo e rischia di trasformare il
sito di Saluggia nel deposito nazionale delle scorie nucleari. Perché
realizzare il D2 senza aver individuato il deposito nazionale (che
come prevedono le norme europee
deve essere identificati entro il
2015), è un’operazione spregiudi-
«N
cata. Nel silenzio assoluto del governo e delle altre autorità preposte
la costruzione di quel deposito costituirebbe la decisione di fatto di
mettere tutte le scorie nucleari presenti nel nostro Paese in via definitiva nel territorio di Saluggia, che è
stato più volte riconosciuto inidoneo a questo scopo, soprattutto per
la presenza di falde acquifere poco
profonde, per la fragilità idrogeologica del territorio, e per la vicinanza dell’acquedotto del Monferrato,
uno dei più importanti d’Italia».
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e gli aggiornamenti, è pubblicato sul sito internet
www.cri.it link Bandi di gara - Servizio 9° acquisizione beni e servizi e patrimonio immobiliare.
IL DIRIGENTE: dott. Claudio IOCCHI
MASSIMO NOVELLI
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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“Saluggia rischia di diventare
il deposito di scorie nucleari”
MARCO TRABUCCO
Addio a De Rienzo
“paladino”
della lingua italiana
C’è di peggio: la costruzione del
deposito D2 è stata autorizzata in
deroga alla normativa urbanistica
che vieta di costruire in quell’area
in quanto inidonea, e non essendo
stato costruito nei tempi previsti, la
Sogin ha poi ottenuto dal Comune
una proroga di tre anni del tutto illegale. Per questo Bobba (al Parlamento italiano) e Gianluca Susta
(al Parlamento europeo) hanno
presentato interrogazioni in merito chidendo di verificare se Sogin
(che oggi in una conferenza stampa dovrebbe controbattere alle accuse) abbia rispettato tutte le procedure previste». «È auspicabile —
conclude Bobba — che Sogin e Ministero dell’Ambiente si arrestino
subito, per rispetto della legge, e
ancora prima per rispetto dei cittadini giustamente allarmati».
I deputati del Pd Bobba e Della Seta hanno depositato in Comune duemila firme contrarie
SOGIN
E’ morto a Torino, aveva 69 anni
UBBLICATO da Kowalski
e intitolato «S. O. S lingua», il suo libro estremo
è un «Manuale di pronto soccorso per l’uso corretto dell’italiano». È questo benedetto
italiano, ignorato o storpiato
da buona parte dei nostri connazionali, che ha segnato tutta
la vita e gli studi, tanto da difensore della lingua quanto da
docente universitario e da letterato italianista, per l’appunto, di Giorgio De Rienzo. É
morto sabato mattina a Torino, all’età di 69 anni. Malato da
tempo, ha voluto che la notizia
non trapelasse subito, forse
perché non si facessero, come
volle scrivere Cesare Pavese
suicidandosi, «troppi pettegolezzi».
Biografo di Guido Gozzano,
studioso delle concordanze
nei capolavori di Alessandro
Manzoni e di Collodi, i «Promessi sposi» e «Pinocchio» ovviamente, così come della scapigliatura piemontese, della
narrativa toscana dell’Ottocento e di Emilio De Marchi,
era stato allievo di Giovanni
Getto, insegnando a sua volta
prima all’Università e poi all’Ateneo del Piemonte Orientale. Dal declinare degli anni
Novanta si era dedicato alla
narrativa, dando buone prove:
dal romanzo «Caccia al ladro in
casa Savoia», del ‘99, a «Il mostro di Bargagli», del 2007, in
cui la «fiction» è un mezzo necessario per portare a galla una
verità verosimile sui misteri e
sui cadaveri del paese sopra
Genova, cominciati nel pieno
della lotta partigiana.
Fino all’ultimo De Rienzo ha
dato i voti ai libri, in quella pagella che aveva voluto inventarsi sulla falsariga delle cronache sportive. Lo ha fatto nelle
pagine culturali della domenica del «Corriere della Sera». A
volte poteva esagerare nelle
bacchettate, in altre occasioni
aveva suscitato polemiche,
però un fatto il mondo delle lettere patrie gli deve riconoscere: era rimasto uno dei pochi,
se non il solo, a non guardare in
faccia nessuno. Senza timori
riverenziali verso case editrici
e amici, stroncava anche i libri
«laureati» come i poeti della lirica di Eugenio Montale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
(segue dalla prima di cronaca)
Il personaggio
P
L’eccezionale scoperta con 760 tombe a Sant’Albano Stura
Una necropoli longobarda
negli scavi dell’Asti-Cuneo
(segue dalla prima di cronaca)
MARINA PAGLIERI
I PENSA a un importante insediamento
longobardo, una fara, che sorgeva in
prossimità del fiume, per funzioni ancora da chiarire – continua Micheletto. - Non possediamo sufficienti documenti sulla presenza di
quella popolazione nell’area, dobbiamo ancora
approfondire la vicenda».
In attesa di decidere come presentare al pubblico i frutti della scoperta – l’ipotesi è che siano distribuiti tra il Museo Civico di Cuneo e un futuro museo sullo Stura a Sant’Albano - la soprintendente
Micheletto ha un sogno che vorrebbe però concretizzare: «Vorrei presentare in una mostra a Torino i
ritrovamenti barbarici del territorio, in particolare
longobardi: da questi di Sant’Albano, a quelli della
necropoli di Collegno, ricca ma molto meno estesa,
ai reperti emersi di recente a Momo, nel novarese».
«S
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NUMERO UNO
Egle
Micheletto
responsabile
dei Beni
archeologici
in Pienonte