Facts and figures about diabetes in Italy
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Facts and figures about diabetes in Italy
fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:17 Pagina 1 Diabetes Monitor Italian Monitoring prevention, cure, political, social and economic facts on diabetes care Facts and figures about diabetes in Report Italy Authors: Antonio Nicolucci Chiara Rossi Giuseppe Lucisano Fondazione Mario Negri Sud 1st Year - April-June 2014 - N° 1 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:17 Pagina 2 Diabetes Monitor Italian Monitoring prevention, cure, political, social and economic facts on diabetes care Diabetes Monitor is published quarterly and is freely available online at www.Ibdo.it This publication is also available in English and Italian Report Editors in chief: Renato Lauro Giuseppe Novelli Co-Editors: Walter Ricciardi Managing editors: Francesco Dotta, [email protected] Simona Frontoni, [email protected] Advisory group: Tonino Aceti, Angelo Avogaro, Emanuela Baio, Alfonso Bellia, Massimo Boemi, Graziella Bruno, Marco Cappa, Salvatore Caputo, Paolo Cavallo Perin, Marco Comaschi, Agostino Consoli, Lucio Corsaro, Domenico Cucinotta, Pierpaolo De Feo, Alberto De Micheli, Chiara De Waure, Paolo Di Bartolo, Vincenzo Falco, Bernardino Fantini, Vito Gaudiano, Carlo Giorda, FrancescoGiorgino, Ranieri Guerra, Davide Lauro, Sergio Leotta, Renato Lorini, Giulio Marchesini, Domenico Mannino, Lorenzo Mantovani, Attilio Martorano, Gerardo Medea, Roberto Messina, Antonio Nicolucci, Giuseppe Paolisso, Nicola Pinelli, Claudio Pisanelli, Paola Pisanti, Chiara Rossi, Paolo Sbraccia, Federico Spandonaro, Tiziana Spinosa, Stefano Tumini, Ketty Vaccaro, Umberto Valentini, Maurizio Vanelli Layout and printing: SP Servizi pubblicitari srl - Gruppo Creativa Via Alberese, 9 - 00149 Roma tel. +39 066571140 Fax +39 06233216117 All correspondence and advertising: IBDO FOUNDATION Via R. Venuti, 73 - 00162 Roma Dir. +39 0697605623 Fax +39 0697605650 [email protected] © ITALIAN BAROMETER DIABETES OBSERVATORY FOUNDATION, DIABETES MONITOR All rights reserved. No part of this publication may be reproduced or transmitted in any form or by any means without the written prior permission of the ITALIAN BAROMETER DIABETES OBSERVATORY FOUNDATION (IBDO FOUNDATION). Requests to reproduce or translate IBDO FOUNDATION publications should be addressed to the President of IBDO FOUNDATION, C/O FASI Via R. Venuti, 73 - 00162 Roma Dir. +39 0697605623 Fax +39 0697605650 Email: [email protected]; [email protected] The content in this magazine is for information purposes only. IBDO FOUNDATION makes no representations or warranties about the accuracy and reliability of any content in the magazine. Any opinions expressed are those of their authors, and do not necessarily represent the views of IBDO FOUNDATION. 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While some information in Diabetes Monitor is about medical issues, it is not medical advice and should not be construed as such. fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:17 Pagina 3 Facts and figures about diabetes in Report Italy Authors: Antonio Nicolucci Chiara Rossi Giuseppe Lucisano Fondazione Mario Negri Sud fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:17 Pagina 4 Report fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:17 Pagina 5 Con il rapporto “Facts and figures about the diabetes in Italy 2014”, si rinnova la veste editoriale e grafica dell’Italian Diabetes Monitor, rivista che vuole ospitare periodicamente report e monografie riguardanti l’impatto clinicoepidemiologico, socio-sanitario, economico-sanitario e politico-sanitario del diabete in Italia. La presenza quali co-edito, managing editors e membri dell’advisory group di illustri colleghi, fornisce la garanzia di un prodotto editoriale autorevole e scientificamente valido. I dati presenti nel documento “Facts and figures about the diabetes in Italy 2014”, rappresentano una chiara fotografia della situazione nel nostro Paese, di una vera emergenza sociale, politica, economica e sanitaria che oggi investe tutti i Paesi del mondo quale è il diabete. Per la prima volta nella storia, le stime dell’International Diabetes Federation (IDF) superano quota 1 miliardo di persone interessate dal diabete nel mondo. Infatti, i dati del rapporto IDF Diabetes Atlas 2013, riportano che, nel 2035, nel mondo saranno 592 milioni i casi di diabete e 471 milioni quelli di insufficiente tolleranza al glucosio (IGT, Impaired Glucose Tolerance), lo stato di pre-diabete che espone comunque a maggiore rischio cardiovascolare, soprattutto per quanto riguarda la cardiopatia ischemica. Se il 2035 sembra un traguardo lontano, non può consolare il fatto che nel 2013 questo numero sia di poco inferiore a 700 milioni: 382 milioni le persone con diabete e 316 milioni con pre-diabete. Sempre secondo il rapporto IDF, il diabete assorbe ogni anno risorse per 548 miliardi di dollari, l’11 per cento dell’intera spesa sanitaria mondiale “e il nostro Paese non si discosta dalla media, con oltre 10 miliardi di euro, sui circa 100 miliardi di spesa sanitaria , ma bisogna sottolineare che non solo i costi economici contano, ma anche quelli sociali poiché nel 2013 sono morte nel mondo 5,1 milioni di persone a causa del diabete, quasi 14mila ogni giorno, 10 ogni minuto. Un dato che deve far riflettere. In Italia, la mortalità per diabete riguarda circa 27.000 persone fra i 20 e i 79 anni, ogni anno. Il diabete riduce l’aspettativa di vita di 5-10 anni, ed è responsabile di complicanze serie ed invalidanti: ogni 7 minuti una persona con diabete ha un attacco cardiaco, ogni 26 minuti una va in insufficienza renale, ogni 30 minuti una ha un ictus, ogni 1,5 ore una subisce un’amputazione, ogni 3 ore una entra in dialisi e nel nostro paese e il costo medio annuo di una persona con diabete è di circa 3.000 euro per il servizio sanitario, Oggi le risposte appropriate alla crescente prevalenza del diabete sono note, tuttavia è necessario un impegno continuo e intelligente perché le acquisizioni teoriche trovino applicazione pratica. Misurazione e condivisione porteranno ad una sana concorrenza tra gli operatori della sanità, tra i sistemi sanitari e persino tra le persone con diabete, che rivestono un ruolo centrale nel far sì che la cura del diabete sia ottimizzata e quindi maggiormente efficace. L’iniziativa parte dal presupposto che la raccolta dei dati è necessaria a dimostrare l’impatto di sforzi ed approcci diversi, finalizzati alla riduzione dell’incidenza del diabete, alla diagnosi precoce della malattia e al suo trattamento efficace, in modo da ridurre l’incidenza delle complicanze associate al diabete e i decessi prematuri. Un’approfondita conoscenza dello stato di salute della popolazione e dei bisogni assistenziali inevasi rappresenta la base per una pianificazione sanitaria razionale, efficiente ed attenta alle esigenze reali dei cittadini. La crescita vertiginosa nella prevalenza del diabete, che si configura a livello internazionale come una vera e propria epidemia, pone i governi e i sistemi sanitari dei singoli Paesi nell’assoluta necessità di monitorare l’andamento del fenomeno per fronteggiarlo in modo adeguato. In caso contrario, l’enorme aggravio dei costi clinici, sociali ed economici della malattia renderà nei prossimi anni non più sostenibile lo sforzo finanziario necessario a garantire a tutte le persone affette da diabete un’assistenza adeguata. Il rapporto “Facts and figures about the diabetes in Italy 2014”, realizzato da Antonio Nicolucci e Chiara Rossi della Fondazione Mario Negri Sud e voluto daall’IBDO Foundation, esamina in maniera attenta i dati del diabete in Italia e fornisce un chiaro quadro della situazione nel nostro Paese e potrà essere strumento utile per pianificare interventi nel campo clinico, sociale, economico e politico sanitario in Italia. Renato Lauro Presidente IBDO Foundation Giuseppe Novelli Rettore Università di Roma “Tor Vergata” fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:17 Pagina 6 Report fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:17 Pagina 7 Le patologie croniche non comunicabili (PCNC) rappresentano una delle sfide più difficili per tutti i sistemi sanitari, a causa delle loro inesorabile crescita. A livello mondiale, nel 2002 il 59% della mortalità era attribuibile alle PCNC, ma nel 2030 la percentuale salirà al 69%. Il diabete mellito (DM) rappresenta il paradigma delle PCNC: il numero di persone affette nel mondo crescerà da 171 milioni nel 2000 a 366 milioni nel 2030. Mentre la mortalità per tumori e malattie cardiovascolari è in diminuzione, quella per DM cresce dell’1.1% all’anno fra gli uomini e dell’1.3% fra le donne. Entro il 2030, il DM passerà dall’11a alla 7a causa di morte nel mondo, mentre nei Paesi industrializzati sarà al 4° posto, dietro soltanto alle malattie cardio- e cerebrovascolari e ai tumori delle vie respiratorie. In termini di anni di vita persi aggiustati per qualità della vita, il DM rappresenterà nei paesi più ricchi la 5a causa, con un impatto uguale a quello delle malattie cerebrovascolari e superiore a quello dei tumori. In Italia, 27.000 persone di età fra i 20 e i 79 anni muoiono ogni anno a causa del DM: un decesso ogni 20 minuti. Questo dato è ampiamente sottostimato, sia perché non tiene conto delle fasce di età più avanzate, sia perché molti decessi per cause cardio-cerebrovascolari e per tumore sono in realtà da attribuire al DM. In assenza di iniziative di prevenzione, diagnosi precoce e miglioramento dell’assistenza, il carico clinico, sociale ed economico legato al DM diverrà presto insostenibile. Antonio Nicolucci Capo Dipartimento di Farmacologia Clinica e Epidemiologia del Consorzio Mario Negri Sud fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:17 Pagina 8 Report fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:17 Pagina 9 Facts and figures about diabetes in Report Italy Morbilità e mortalità Le patologie croniche non comunicabili rappresentano una delle sfide più difficili per tutti i sistemi sanitari, sia nei Paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo, a causa delle loro continua e inesorabile crescita. L’esempio più paradigmatico è rappresentato senz’altro dal diabete mellito: si stima che il numero di persone affette nel mondo crescerà da 171 milioni nel 2000 a 366 milioni nel 2030 (1). In Italia dall’interpolazione delle varie fonti disponibili, risulta che la prevalenza del diabete, riferita all’anno 2012 e stimata su tutta la popolazione, sia pari al 6,2% (2-5). La prevalenza sale a circa il 15% nella fascia di età fra i 65 e i 74 anni, mentre oltre i 75 anni una persona su 5 ne è affetta (prevalenza del 20.3%) (Figura 1) (4). In pratica 3.6 milioni di persone in Italia soffrono di diabete (di cui oltre Figura 1. Prevalenza del diabete in Italia per fasce di età e sesso. Dati ISTAT 2012 Figura 2. Andamento della prevalenza del diabete in Italia: 2000-2012 (ISTAT) verosimilmente sottostima le reali dimensioni del problema. Il trend in continua crescita della prevalenza del diabete è confermato da dati recentemente pubblicati riguardanti la Lombardia (8). In questa regione, la prevalenza del diabete è cresciuta del 40% in soli 7 anni, passando dal 3.0% nel 2000 al 4.2% nel 2007. In proiezione, è possibile stimare che in Lombardia la prevalenza di diabete nelle persone dai 30 anni in su raggiungerà l’11.1% nel 2030. Considerando la presenza di un chiaro gradiente geografico, con alcune regioni del Sud nelle quali la prevalenza del diabete ha già ampiamente superato il 6% (Figura 3), il fenomeno di crescita potrà risultare nei prosFigura 3. Prevalenza del diabete nelle regioni italiane: ISTAT 2012 il 90% da diabete di tipo 2), alle quali va aggiunta una quota di persone che, pur avendo la malattia, non ne è a conoscenza. Si stima che per ogni tre persone con diabete noto, ce ne sia una con diabete non diagnosticato (6-7). Inoltre, si stima che per ogni persona con diabete noto, vi sia almeno una persona ad alto rischio di svilupparlo perché affetto da ridotta tolleranza al glucosio o alterata glicemia a digiuno (7). Questo implica che in Italia oggi siano almeno 3.6 milioni le persone ad alto rischio di diabete. Secondo i soli dati ISTAT, nell’arco di 10 anni, dal 2000 al 2010, la prevalenza del diabete in Italia è cresciuta dal 3,7% al 4,9 % (Figura 2); in altre parole, rispetto a 10 anni fa ci sono oggi nel nostro Paese quasi un milione di persone in più con diabete noto (Figura 2), e questo dato 9 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:17 Pagina 10 Facts and figures about diabetes in Report Italy simi anni ancora più accentuato nel meridione. A questo fenomeno contribuisce in modo importante anche lo stato socio-economico: in tutte le fasce di età la percentuale di persone affette è marcatamente più elevata in presenza di basso livello di scolarità, soprattutto fra le donne (9) (Figura 4). Figura 4. Prevalenza del diabete in funzione di sesso, età e stato socio-economico Rapporti di prevalenza 3 Donne Uomini Alla base di una crescita così marcata dei casi di diabete possono essere identificati due motivi principali: l’invecchiamento della popolazione ed il progressivo aumento dell’obesità. Come già sottolineato, la prevalenza del diabete aumenta sensibilmente dopo i 65 anni: due terzi dei casi si trovano infatti in questa fascia di età. Sulla base dei dati ISTAT, la popolazione degli ultrasessantacinquenni è cresciuta di quasi due milioni negli ultimi 10 anni (da poco più di 10 a oltre 12 milioni) e potrebbe addirittura raddoppiare entro il 2050, raggiungendo i 20 milioni (10) (Figura 6). Come conseguenza, assisteremo nei prossimi 3 Classe sociale 2 alta media bassa 2 Figura 6. Stime di crescita della popolazione di età ≥65 anni in Italia (ISTAT) 1 1 0 <65 65-74 >74 <65 65-74 >74 Classi di età Le stime dell’International Diabetes Federation (IDF), riferite alla più ristretta fascia di età fra i 20 e i 75 anni, prevedevano che per il 2025 più di 3,2 milioni di persone in Italia sarebbero state colpite dal diabete (5). Di fatto, già oggi abbiamo quasi raggiunto questa stima, con oltre 15 anni di anticipo. Se la crescita della prevalenza della malattia continuerà ai ritmi attuali, entro 20 anni potrebbero essere oltre 6 milioni (9% della popolazione totale) le persone affette da diabete, con enormi implicazioni assistenziali, sociali ed economiche (Figura 5). Figura 5. Proiezioni 2012-‐2030 della prevalenza del diabete in Italia 6,1 milioni (9.0%) 3,6 milioni (6.2%) 10 anni ad una progressiva crescita di tutte le condizioni croniche tipiche della terza età, prima fra tutte il diabete. Tuttavia, il fenomeno più allarmante e più strettamente correlabile all’epidemia di diabete in tutte le fasce di età è sicuramente rappresentato dal diffondersi dell’obesità, dovuto alla progressiva riduzione dell’attività fisica e al cambiamento delle abitudini alimentari. In presenza di obesità, il rischio di sviluppare il diabete cresce in modo sostanziale. Ad esempio, i dati dello studio di Brunico evidenziano come il rischio di diabete sia circa 10 volte maggiore per una persona con indice di massa corporea (BMI) di 30 o più, rispetto ad una persona di uguale età e sesso ma con BMI inferiore a 25 (11). Un’indagine dell’ISTAT relativa al 2008, mostra come fra le persone di età ≥18 anni, una su tre (35.5%) sia in sovrappeso e una su 10 (9.9%) francamente obesa (12). La percentuale di persone in sovrappeso e obese cresce con l’età (fra i 55 e i 74 anni ne sono affetti quasi il 70%), e si fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:17 Pagina 11 Facts and figures about diabetes in Report Italy ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' 7. Percentuale di soggetti in sovrappeso o obesi Figura in Italia, in base all’età (ISTAT 2008) non è tuttavia confinato all’età adulta, ma è sempre più evidente anche nei bambini. I dati del progetto OKkio alla SALUTE mostrano come, fra i bambini di 8-9 anni di età, il 23,6% sia in sovrappeso e il 12,3% sia obeso (13). Anche in questo caso, il fenomeno è più diffuso al sud: in Campania un bambino su due è in sovrappeso o obeso (Figura 9). La presenza di obesità si associa alla comparsa, ' Figura 9. Percentuale di obesità (in rosso) e sovrappeso (in blu) nei bambini di 8-‐9 anni di età, per regione. ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' OKkio ' Fonte: ' ' ' alla SALUTE. ' ' ' riduce lievemente solo dopo i 75 anni (Figura 7). In termini assoluti, in Italia ci sono oggi 17,6 milioni di adulti in sovrappeso e 4,9 milioni di obesi. Dal 2001 al 2008 il numero di persone obese è cresciuto di quasi un milione, con un incremento maggiore nella popolazione maschile, in particolare nei giovani adulti di 25-44 anni e tra gli anziani. Così come il diabete, anche per l’obesità è presente un chiaro gradiente nord-sud (Figura 8). Il problema obesità Figura 8. Percentuale di soggetti adulti in sovrappeso ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' (blu) o obesi (rosso) nelle regioni italiane (ISTAT 2008) ' ' ' anche in età infantile e adolescenziale, del diabete di tipo 2, classicamente considerato una prerogativa dell’età adulta. Poiché in Europa occidentale, in base alle stime dell’IDF, oltre l’80% dei casi di diabete è attribuibile all’obesità, è facile comprendere come la lotta all’obesità e al diabete vadano di pari passo, e come sia necessario uno sforzo congiunto di politiche sociali e sanitarie per arginare un fenomeno in continua espansione. La continua crescita del fenomeno diabete ha enormi ricadute sullo stato di salute della popolazione. A livello mondiale, nel 2002 il 59% della mortalità era attribuibile alle malattie non comunicabili, mentre nel 2030 si stima che il 69% dei decessi sarà legato alle patologie croniche (14). Tuttavia, mentre la mortalità per tumori e malattie cardiovascolari è in diminuzione, quella per diabete cresce dell’1.1% all’anno fra gli uomini e dell’1.3% fra le donne. 11 ' fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:17 Pagina 12 Facts and figures about diabetes in Report Italy Entro il 2030, il diabete passerà dall’undicesima alla settima causa di morte nel mondo, mentre nei Paesi industrializzati sarà al quarto posto, dietro soltanto alle malattie cardiovascolari, alle malattie cerebrovascolari e ai tumori delle vie respiratorie, ma molto più avanti rispetto agli altri tipi di tumore o ad altre patologie croniche (15). In termini di “global burden of disease”, misurato come anni di vita persi aggiustati per qualità della vita, il diabete rappresenterà nei paesi più ricchi la quinta causa, con un impatto uguale a quello delle malattie cerebrovascolari e superiore a quello dei tumori. Dati più specifici riguardanti il global burden of disease in Italia sono stati recentemente pubblicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) (16). Rispetto al 1990, il diabete è passato nel 2010 dall’ottava alla quinta causa di morte prematura, per un totale di 245.000 anni di vita persi (Figura 10). Il diabete rappresenta inoltre la settima causa di morte prematura aggiustata per disabilità. Nonostante ciò, è da registrare una riduzione del 9% nella mortalità prematura attribuibile al diabete dal 1990 al 2010; in proporzione, la mortalità si è tuttavia ridotta in modo molto più marcato per le prime due cause, vale a dire le malattie cardiovascolari (-26%) e gli ictus (-32%). Lo stesso rapporto dell’OMS sottolinea in modo dram! Figura 10. Anni di vita persi prematuramente: le prima cause 2010 ' ' nel ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' 10 ' !"#$% &'#()*)'#+% ,)-.)")"%()% "##)%()%/)0"% 1+23)% 4%(+.%0'0".+% 5)6+2+#*"% 1+27+#08".+% 9::;<=;9;% (' X&%0"94&;&'"67Y+B"7&' ((PH' (H)OA' D?J' ?' 372$6' P@O' Q)@A' DG?' G' =$B9%"'49-B9.&%"' KKG' P)@A' D(G' H' =$B9%"'0+-'79-9.D%+Z9' GGQ' H)GA' [(O' K' :"&1+2+' ?HK' G)(A' DQ' J' =$B9%"'0+--&'B&BB+--&' ?GP' G)@A' DQ' P' \%9.794&;&'7%9."7&'962%$L,&' ?GO' ?)QA' D(@' O' X"%%96"' ?G(' ?)QA' DGQ' Q' 3.7"0+.;'62%&0&-"' ??K' ?)OA' DK(' (@' X&%0"94&;&'"4+%2+.6",&' ?(G' ?)PA' @' matico l’impatto degli stili di vita sulla mortalità prematura. Al primo posto come rischio attribuibile troviamo infatti i fattori di rischio alimentari, seguiti in ordine da ipertensione, fumo, elevato indice di massa corporea, inattività fisica, elevati livelli di glicemia a digiuno ed elevati livelli di colesterolo. 12 Secondo i dati IDF, oggi in Italia circa 27.000 persone nella fascia di età fra i 20 e i 79 anni muoiano ogni anno a causa del diabete (5), il che equivale a un decesso ogni 20 minuti. Questo dato è stato anche ripreso nel report dell’OMS “WHO - NCD Country Profile 2011” (17) che considera il diabete responsabile del 4% dei decessi. Tuttavia, questo dato sottostima ampiamente le reali dimensioni del problema, sia perché non tiene conto delle fasce di età più avanzate, sia perché il diabete può essere causa o concausa di decesso per cause cardiovascolari, cerebrovascolari, per tumore e per altre patologie. Nello stesso tempo, questo dato sovrastima largamente la quota di decessi imputabili alle complicanze acute del diabete, ovvero ipoglicemia e chetoacidosi. Di certo, anche se i numeri assoluti non sono facilmente stimabili, di certo esiste un eccesso di rischio di morte nelle persone con diabete rispetto alle persone senza diabete di pari età e sesso. Questo eccesso di rischio è pari al 35-44%, ma le differenze sono più marcate nelle fasce di età più giovani (18-19). Nei giovani con diabete di tipo 1 è stato evidenziato un rischio di morte quasi doppio rispetto a giovani senza diabete di pari età e sesso (20). Dati recenti della Regione Lombardia sembrano tuttavia documentare una lieve riduzione della mortalità per tutte le cause nelle persone con diabete, passata dal 43.2 per 1000 nel 2001 al 40.3 per 1000 nel 2007. Questa riduzione, pari al 6.7%, risulta più alta di quella evidenziata nella popolazione generale (4.8%) (8). Oltre a ridurre l’aspettativa di vita di 5-10 anni, il diabete è responsabile di complicanze serie ed invalidanti (Figura 11). Dal 60% all’80% delle persone affette da diabete muoiono 'infatti a causa Queste ' ' 'di malattie ' ' cardiovascolari. ' ' ' Figura 11. L’impatto del diabete e delle sue complicanze ]9%2&-"28 3-'0"&1+2+'^'-&'_$".2&'7&$6&'0"'B9%2+'.+-'B9.09'+' %"0$7+' -+'&64+Z&;,+'0"',"2&'0"'KD(@'&.." 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La retinopatia diabetica costituisce la principale causa di cecità legale fra i soggetti in età lavorativa ed è inoltre responsabile del 13% dei casi di handicap visivo. Circa un terzo dei soggetti con diabete è affetto da retinopatia e ogni anno l’1% viene colpito dalle forme più severe di questa patologia (15). Sulla base delle stime in continuo aumento nella prevalenza del diabete, e considerando che il 3-5% dei soggetti con diabete è affetto da retinopatia ad alto rischio, 90.000-150.000 cittadini italiani sono a rischio di cecità se non individuati e curati in tempo. Il 30-40% dei pazienti con diabete di tipo 1 e il 5-10% di quelli con diabete di tipo 2 sviluppano una insufficienza renale terminale dopo 25 anni di malattia. In Italia oltre il 10% della popolazione dializzata è affetta da diabete e la percentuale sale a oltre il 30% nella fascia di età fra 46 e 75 anni. L’aspettativa di vita di un paziente in dialisi è inferiore di un terzo rispetto a un soggetto di pari età, sesso e razza, ed è pari a 9 anni se la dialisi è iniziata attorno ai 40 anni e a poco più di 4 anni se è iniziata a 59 anni. Nei dializzati diabetici la mortalità a 1 anno dall’inizio della dialisi è più alta del 22%. I soggetti diabetici nefropatici hanno un rischio di complicanze vascolari di 20-40 volte superiore e il 60-80% dei decessi in questa popolazione è dovuto a cause vascolari (15). Le complicanze agli arti inferiori, legate sia al danno vascolare che a quello neurologico, aumentano con l’età fino ad interessare più del 10% dei pazienti con oltre 70 anni. Il 15% dei soggetti con diabete sviluppa nel corso della vita un’ulcera agli arti inferiori, e un terzo di questi pazienti va incontro ad amputazione. Fra i soggetti sottoposti ad amputazione non traumatica, il 50% è affetto da diabete. Il tasso di mortalità nei soggetti con diabete è doppio in presenza di tali complicanze e il 50% dei soggetti sottoposto ad amputazione maggiore va incontro a morte entro 5 anni (15). Le complicanze neuropatiche sono inoltre responsabili di disfunzione erettile, che colpisce fino al 50% degli uomini con diabete di lunga durata. Questa condizione ha un enorme impatto sulla qualità della vita dei pazienti, e rappresenta a sua volta un importante fattore di rischio di depressione (21). I recenti dati dello studio RIACE (22), relativi ad oltre 15.000 soggetti con diabete di tipo 2 valutati in modo molto accurato per quanto riguarda la presenza di complicanze, mostrano come la prevalenza di complicanze sia microvascolari che macrovascolari cresca con l’età. La presenza di complicanze croniche è particolarmente comune negli ultrasettantenni, fra i quali uno su tre presenta un danno renale, uno su quattro un interessamento retinico, ed uno su quattro una complicanza cardio-cerebrovascolare o vascolare periferica maggiore (Figura 12). Lo Figura 12. Prevalenza (%) delle complicanze del diabete in relazione all’età (RIACE; N=15.773) studio RIACE ha permesso di osservare che una persona con diabete su due presenta almeno una complicanza cronica. Non solo le complicanze croniche, ma anche quelle acute giocano un ruolo importante sull’impatto clinico, sociale ed economico del diabete. Tre studi recentemente condotti in Italia, lo studio HYPOS-1 (23-25), promosso dall’Associazione Medici Diabetologi (AMD), lo studio HYSBERG (26), promosso dall’Italian Barometer Diabetes Observatory in collaborazione con FederAnziani e lo studio SHIP-D, promosso dalla Società Italiana di Endocrinologia ed Endocrinologia Pediatrica (SIEDP) (27), tutti in collaborazione con la Fondazione Mario Negri Sud (FMNS), hanno permesso di quantificare in maniera molto precisa l’incidenza di ipoglicemia severa sia nel diabete di tipo 1 che nel diabete di tipo 2, in tutte le fasce di età. I risultati di questi studi evidenziano le incidenze più elevate di ipoglicemia severa negli anziani e nei bambini piccoli (figura 13). Negli adulti con diabete di tipo 2, le donne presentano un’incidenza doppia rispetto agli uomini (23). 13 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:17 Pagina 14 Facts and figures about diabetes in Report Italy Figura 13. Incidenza di ipoglicemia severa nel diabete di tipo 1 e nel diabete di tipo 2 in Italia ' ?4<,-+' @+5+2'.-+(/' A' B(;-,/(.'"5/6" 8"7+11/D";+("E#" #!!"5C' /5-7+,-+F'((+' ?@?G' U)@' H)MF' GH@I?>#' =?:`' GH@I?>#' =?:`'QML'&&' GT(' (L)@' K)@F' GH?JK&L' =?:`'QKL'&&' (G?G' (H)U' T)(F' GH@I?>#' =(:`'N(T'&&' ?@K' HU)@' (K)LF' ?GB@>9' =(:`'e(T'&&' ?@?L' M)M' ?GB@>9' JL'&&' MH' ?GB@>9' LCU)U'&&' ?GB@>9' (@C()U'&&' ?GB@>9' (LC(T'&&' X9B4-"7&./+'+'4&29-9#"+'79.79B"2&.; b"67Y"9'0"'%"79,+%9' ".'4%+6+./&'0"' 0"&1+2+ 3.5&%29'0+-'B"97&%0"9 (MOK'E(MPPD(MQ?F X&%0"94&;&'"67Y+B"7&' ?MHP'E?MH(D?MKGF L)@F' <79B4+.69'7&%0"&79 ?MHO'E?MH@D?MKJF (G)G' U)GF' >%"2B"+ (MHQ'E(MHKD(MKGF HM?' U)U' M)?F' X9B4-"7&./+'7+%+1%9,&679-&%" ?M@?'E(MQPD?M@PF TMM' L)T' G)TF' 372$6'"67Y+B"79 ?M@P'E(MQJD?M(OF K@?' M)T' H)MF' 372$6'+B9%%&#"79 (M?J'E(M(?D(MH@F X9B4-"7&./+'%+.&-" ?MO?'E?MPGD?MQ(F c+$%94&;& GMPP'EGMKKDHM@@F X9B4-"7&./+'97$-&%" (MPH'E(MP@D(MPQF X9B4-"7&./+'&%;'".5+%"9%" JM@('EKMHHDJMJHF d&67$-94&;&'4+%"5+%"7& HM@Q'EGMQHDHM?HF >B4$2&/"9." OMPP'EPM(JD(@MOF ]&-&L+'".5+L,+ (MOP'E(MOGD(MQ@F L’incidenza di cheto acidosi in età pediatrica è invece risultata in media di 7.7 episodi per 100 paziente anno, ma con valori influenzati in maniera sostanziale dalle modalità di trattamento insulinico e dalle pratiche dei diversi centri di diabetologia. Dati recenti (28) documentano una riduzione del tasso di ricoveri per come ipoglicemico o chetoacidosi negli ultrasessantacinquenni, ma tassi sostanzialmente invariati dal 2001 al 2010 nei giovani con diabete di età 0-39 anni; inoltre, vengono evidenziati trend temporali molto variabili tra le diverse regioni italiane. L’impatto del diabete sull’assistenza sanitaria e i costi L’enorme peso clinico e sociale della malattia diabetica si traduce in un altrettanto drammatico impatto sul consumo di risorse. Da una recente analisi dello studio DADA su un campione di circa 9 milioni di cittadini appartenenti a 21 ASL del centro-sud Italia (29), così come dai dati dello studio ARNO, relativo a 16 ASL principalmente del nord e centro (30), è emerso come una persona con diabete su quattro si ricoveri in ospedale almeno una volta nel corso di 12 mesi. Il rischio di ricovero in ospedale è da 1.5 a 2.5 volte più alto in presenza di diabete (29,30) e la degenza media più lunga del 20% (31) rispetto alle persone senza diabete. Il rischio di ricovero in ospedale per specifiche complicanze/comorbidità, a parità di età e sesso, è da due a otto volte maggiore in presenza di diabete (Figura 14); 14 Figura 14. Rischio di ricovero in ospedale per specifiche ' cause ' per ' soggetti ' ' con diabete ' ' rispetto' a soggetti ' ' di pari' età e sesso, ma senza diabete (Studio DADA) ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' questo si traduce in oltre 12.000 ricoveri in eccesso per 100.000 persone all’anno, con enormi ricadute economiche (29). Il costo medio per paziente con diabete è infatti di circa 2.600-3.100 Euro l’anno (30,32), più del doppio rispetto a persone di pari età e sesso ma senza diabete (29,32), sebbene dati recenti relativi alla città di Torino riportino un costo 4 volte maggiore (33). I costi legati al diabete aumentano inoltre all’aumentare dell’età degli assistiti, come evidenziato dai dati del Progetto Sissi (Simulazione della spesa sanitaria italiana) realizzato dalla SIMG e dal CEIS Tor Vergata (Figura 15) (34). Tale dato va considerato di particolare rilievo, considerando le previsioni di crescita, già discusse in precedenza, della popolazione degli ultrasessantacinquenni. E’ interessante notare come il costo medio per paziente sia moderatamente cresciuto negli ultimi anni. Infatti, i dati Cineca Arno relativi al 2006 indicavano un costo medio di 2589 € (30), mentre i dati recentemente resi noti, relativi all’anno 2010, riportano un costo di 2756 € (35). Tale incremento risulta legato soprattutto ai costi delle ' ' fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:17 Pagina 15 Facts and figures about diabetes in Report Italy Figura 15. Fattori che contribuiscono ai costi sanitari diretti per il diabete (Osservatorio ARNO) Figura 16. Fattori che contribuiscono ai costi sanitari diretti per il diabete (Osservatorio ARNO) 6,2 100% 90% 23,3 80% 70% 13,5 60% 50% 40% 56,9 30% Farmaci per il diabete Altri farmaci Prestazioni ambulatoriali Ospedalizzazioni 20% 10% 0% Costi ospedalizzazioni, passati da 1274 a 1569 €, mentre sono rimasti immutati i costi della terapia antidiabetica (170 € nel 2006 e 171 € nel 2010), sono cresciuti i costi per gli altri trattamenti (da 527 € a 643 €), e si sono ridotti quelli relativi alle prestazioni ambulatoriali specialistiche (da 488 € a 373 €). Questi dati vanno letti con preoccupazione, poiché testimoniano la persistente difficoltà nel ridurre i costi legati alle ospedalizzazioni, e quindi alle complicanze, ed un progressivo spostamento, in controtendenza rispetto ai modelli di cura cronica, dalla cure ambulatoriali a quelle ospedaliere. I costi diretti continuano quindi ad essere attribuibili in misura preponderante ai ricoveri ospedalieri, che rappresentano circa il 57% dei costi complessivi, mentre i costi legati alle terapie per il diabete rappresentano meno del 7% della spesa pro-capite (35) (Figura 16). Dati recenti hanno permesso anche di stimare il costo dei presidi. Essi rappresentano non più del 5% del costo complessivo (31,33), a ulteriore riprova che non è assolutamente il trattamento la voce di spesa più rilevante, ma che si può incidere significativamente sui costi solo riducendo le ospedalizzazioni. I costi crescono esponenzialmente con il numero di complicanze croniche. Fatto pari a uno il costo annuale di un paziente senza complicanze, il costo quadruplica in presenza di una complicanza, è 6 volte maggiore in presenza di due complicanze, circa 9 volte maggiore in presenza di tre complicanze, e 20 volte maggiore in presenza di 4 complicanze (36). In termini assoluti, i costi diretti per le persone con diabete ammontano a circa 9 miliardi di Euro l’anno (37), circa il 10% della spesa sanitaria nazionale (30-32). Sulla base delle proiezioni in crescita, il raggiungimento di 4 milioni di persone con diabete, anche mantenendo inalterati i costi dell’assistenza, porterebbe la spesa a superare i 12 miliardi di Euro l’anno. Non va inoltre dimenticato che ai costi diretti dell’assistenza vanno aggiunti quelli derivanti da perdita di produttività, pensionamento precoce, disabilità permanente e altri costi indiretti, che possono riguardare anche le perdite di produttività di chi assiste il paziente. Non esistono dati recenti che consentano di stimare l’ammontare complessivo dei costi indiretti nel nostro Paese. I dati del CENSIS (38) indicano una continua crescita di spese “out of pocket” da parte dei cittadini italiani, ma non esistono stime specifiche per le persone con diabete. In altre realtà, quali ad esempio quella degli Stati Uniti, i costi indiretti rappresentano la metà di quelli diretti, mentre nei Paesi in via di sviluppo i costi indiretti sono superiori a quelli diretti. Oltre alle complicanze croniche, un’area meno indagata ma di grande rilievo è rappresentata dalle ipoglicemie severe, spesso legate al trattamento, che rappresentano una importante causa di costi diretti ed indiretti. Nel corso di un anno, fino a un terzo dei soggetti con diabete di tipo 1 di lunga durata e un quinto di quelli con diabete di tipo 2 in terapia insulinica presentano almeno un episodio di ipoglicemia severa, che spesso richiede l’ospedalizzazione (39). Da un database amministrativo è stato stimato 15 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:17 Pagina 16 Facts and figures about diabetes in Report Italy che, nella sola Inghilterra, il trattamento delle ipoglicemie ! ammonti in un anno a 13 milioni di sterline (40). Dati recenti derivanti da una analisi dei database amministrativi della Regione Puglia hanno consentito di quantificare il numero di ricoveri in ospedale per ipoglicemia (41). Fra il 2003 e il 2010 sono state registrate 10,362 ospedalizzazioni per ipoglicemia severa. Il 92% delle persone ricoverate era affetto da diabete di tipo 2, e di queste il 49% era in trattamento con soli ipoglicemizzanti orali. Rapportando i dati riferiti alla regione Puglia all’intero territorio italiano, si può stimare che in un anno vi siano circa 15,000 ricoveri per ipoglicemia severa con una spesa complessiva di circa 48 milioni di Euro l’anno. Questi costi sono largamente sottostimati, perché non tengono conto di tutti gli episodi che determinano un accesso al pronto soccorso senza sfociare in un ricovero ordinario. Ai costi diretti vanno poi aggiunti i costi indiretti dell’ipoglicemia, legati alla perdita di produttività ed assenza dal posto di lavoro. Da uno studio Canadese è emerso che il 10% dei soggetti con un episodio di ipoglicemia lieve/moderata e un quarto di quelli con ipoglicemia severa non si sono recati al lavoro il giorno successivo l’episodio (42). Le ipoglicemie sono inoltre responsabili di importanti costi intangibili, legati all’impatto negativo sulla qualità della vita, che a sua volta può indurre ad una riduzione della quantità di farmaci assunti e quindi ad un peggior controllo metabolico. Sempre dallo studio Canadese già citato è emerso che un terzo dei pazienti con ipoglicemia lieve /moderata e oltre l’80% di quelli con ipoglicemia severa hanno riferito maggiori paure delle ipoglicemie dopo aver avuto l’evento (42). Questo ha indotto in oltre la metà dei casi alla modifica della dose di insulina assunta (Figura 17). Una recente analisi condotta dalla London School of Economics (LSE) ha permesso di evidenziare quali siano i costi diretti ed indiretti della malattia diabetica in Europa, consentendo inoltre un confronto fra i Paesi presi in esame, che includevano Italia, Germania, Gran Bretagna, Francia e Spagna. In base alle stime della LSE, i costi diretti annuali per questi paesi ammontano complessivamente a 90 miliardi di Euro. Stime indirette inducono inoltre a ritenere che i costi indiretti potrebbero addirittura eccedere quelli diretti, raggiungendo i 98 miliardi di Euro l’anno. In questo scenario, il modello assistenziale italiano, reso peculiare dalla presenza di una capillare rete di strutture specialistiche, sembra produrre risultati economicamente più vantaggiosi. Infatti, il costo medio per paziente/anno risulta sostanzialmente più basso rispetto agli altri Paesi, con l’unica eccezione della Spagna (Figura 18) (43). 16 ' Figura 17. Impatto delle ipoglicemie sui costi indiretti ed ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' intangibili nei soggetti con diabete di tipo 2 (Leiter LA et ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' al. Canadian Journal of Diabetes 2005) >1'-.)7+?)+%.)+/)@ ?'(+2"0+% >1'-.)7+?)+%3+/+2+% b"0$/"9.+'4%90$L,"28' 3-'(@A'0+"'69##+L' -&67"&'"-'-&,9%9'".' &.;7"49'+'"-'QA'62&'&' 7&6&'"-'#"9%.9' 6$77+66",9' 3-'G?A'0+"'69##+L' -&67"&'"-'-&,9%9'".' &.;7"49'+'"-'?JA'62&'&' 7&6&'"-'#"9%.9' 6$77+66",9' b"0$/"9.+'_$&-"28'0+--&' ,"2&' 3-'G@A'0+"'69##+L' 4%+6+.2&'B&##"9%"' 4&$%+'0"'"49#-"7+B"+' 0949'$.'+,+.29' UNOHA'0+"'69##+L' 4%+6+.2&'B&##"9%"' 4&$%+'0"'"49#-"7+B"+' 0949'$.'+,+.29' b"0$/"9.+'096+' ".6$-".&' 3-'HGA'0+"'69##+L' %"0$7+eB90"a7&'-&' 096+'0"'".6$-".&'0949' $.'+,+.29' 3-'KOA'0+"'69##+L' %"0$7+eB90"a7&'-&' 096+'0"'".6$-".&'0949' $.'+,+.29' Figura 18. Costi diretti del diabete in 5 Paesi Europei. London School of Economics 2011 Prevenzione e diagnosi precoce Per prevenire questo ulteriore, insostenibile aumento della spesa, è fondamentale e urgente agire su tre fronti: - instaurare campagne di prevenzione dell’obesità e del diabete - intensificare gli sforzi per la diagnosi precoce delle alterazioni del metabolismo glicidico - migliorare la qualità dell’assistenza erogata alla persone con diabete. fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 17 Facts and figures about diabetes in Report Italy Per quanto riguarda i primi due punti, le evidenze scientifiche documentano chiaramente l’efficacia degli interventi sugli stili di vita (alimentazione e attività fisica) nel ridurre il rischio di sviluppare il diabete, così come il rapporto positivo costo/efficacia degli screening per la diagnosi precoce delle alterazioni del metabolismo glicidico (44-46). L’importanza di agire sul versante della prevenzione è sottolineata nel Piano Nazionale della Prevenzione 20102012, che pone il diabete fra le priorità del Sistema Sanitario Nazionale (47). La diagnosi precoce rappresenta un altro cardine nella lotta al diabete. A causa di un andamento per lungo tempo silente, la diagnosi di diabete viene spesso posta dopo anni dall’insorgenza della malattia, spesso in coincidenza con la comparsa di una complicanza maggiore. Lo studio DIANEO, condotto in Italia su 2500 soggetti con diabete di nuova diagnosi, ha ad esempio documentato come al momento della diagnosi un soggetto su 5 già presentava le complicanze oculari tipiche della malattia (48). Dati recenti relativi a pazienti di nuova diagnosi nello studio di Verona evidenziano come alla diagnosi solo il 20% dei pazienti sia scevro da complicanze micro o macrovascolari (Figura 19). Inoltre, l’inchiesta Diabetes MoFigura 19. Prevalenza delle complicanze alla diagnosi del diabete tipo 2 a Verona (Verona Newly Diagnosed Diabetes Study; Bonora E. et al; dati non pubblicati) 40 dati dello studio IGLOO (50), condotto con i medici di medicina generale. Dalla valutazione di circa 1400 soggetti di età compresa fra i 55 e i 75 anni, con uno o più fattori di rischio cardiovascolare ma senza diabete noto, è emerso che quasi uno su cinque era affetto da diabete senza saperlo, mentre uno su tre presentava alterazioni del metabolismo glucidico che in molti casi sfociano in diabete nell’arco di pochi anni (Figura 21). La ricerca attiva della presenza di diabete nelle persone a rischio (persone obese, con fattori di rischio cardiovascolare quali ipertensione e dislipidemia o con familiarità di primo grado per Figura 21. Prevalenza di diabete non noto e di alterata glicemia' a' digiuno (IFG) e dopo carico orale di glucosio ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' (IGT) in soggetti italiani di 55-75 anni, con ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' uno ' ' 'o più' ' fattori di 'rischio' cardiovascolare ' ' ' (Studio ' ' IGLOO, Diabetes Care 2005) 30 % Figura 20. Circostanze in cui viene diagnosticato il diabete. Diabetes Monitor 2012 20 10 0 Nessuna Solo Microvascolari Solo Macrovascolari Micro & Macro nitor 2012 documenta come in un quasi un paziente su 5 la diagnosi di diabete di tipo 2 sia stata effettuata in occasione di un ricovero in ospedale o un accesso al pronto soccorso (49) (Figura 20). La necessità di cercare attivamente la presenza di diabete nelle persone a rischio è ulteriormente confermata dai 17 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 18 Facts and figures about diabetes in Report Italy diabete, donne con precedente diabete gestazionale) è quindi fondamentale, sia per intervenire prima della comparsa di complicanze, sia perché è stato dimostrato che i benefici delle terapie sono tanto maggiori quanto prima si correggono le alterazioni metaboliche. Trattare precocemente e in modo intensivo sia il diabete che i fattori di rischio cardiovascolare associati rappresenta pertanto il mezzo più efficace per ridurre l’impatto negativo del diabete nelle persone affette. Nonostante questa consapevolezza, ancora oggi si documentano grosse difficoltà nel raggiungere gli obiettivi di cura in una larga parte delle persone con diabete. riguardo i profili assistenziali dei pazienti seguiti presso i servizi di diabetologia o dal proprio medico curante. Per quanto riguarda l’assistenza specialistica, l’AMD ha intrapreso da anni iniziative rivolte al miglioramento continuo dell’assistenza, ed ha sviluppato un suo set di indicatori, automaticamente calcolabili dalle cartelle informatizzate in dotazione dei servizi di diabetologia, grazie ad un software appositamente sviluppato (File Dati AMD) (52). La possibilità di ottenere da un grande numero di strutture informazioni standardizzate e riproducibili riguardanti i profili di cura ha consentito la creazione degli Annali AMD, una fotografia annuale della realtà assistenziale diabetologica italiana (53). Gli Annali AMD forniscono oggi uno spaccato dell’assistenza ricevuta dal 2004 al 2011 da oltre 500.000 persone con diabete seguite da 300 strutture specialistiche (35). I dati documentano la persistente difficoltà, sia per il diabete di tipo 1 che per il diabete di tipo 2, a raggiungere i target terapeutici desiderati per quanto riguarda il controllo metabolico, la pressione arteriosa ed il profilo lipidico (Figura 22). Comples- Cura del diabete e qualità Una grande mole di evidenze scientifiche documenta come siano oggi disponibili numerosi interventi di provata efficacia, che possono ridurre in modo sostanziale il carico assistenziale legato al diabete (51). Tuttavia, la semplice disseminazione di linee guida “evidence based” non è spesso sufficiente ad influenzare la pratica clinica e, come risultato, si assiste ad una estrema eterogeneità nell’adozione di strategie preventive e terapeutiche. Tale variabilità suggerisce che! gli effetti sullo stato ' ottenuti ' ' ' di salute delle ' persone ' con diabete potrebbero in realtà non coincidere con quelli ' ' ' ' ' auspicati sulla base delle conoscenze disponibili. Tali motivi, associati alle pressioni sempre più forti al contenimento e alla razionalizzazione della spesa sanitaria, hanno indotto da anni all’attivazione di programmi di valutazione e miglioramento della qualità dell’assistenza. Il nostro Paese dispone di informazioni estremamente ampie e dettagliate ' Figura 22. Percentuali di soggetti con diabete di tipo 1 e di tipo 2 in cura presso le strutture specialistiche che rag' '' ' ' giungono i target terapeutici raccomandati (Annali AMD 2012) ' Diabete di po 1 Diabete di po 2 HbA1c ≤7.0% 23,2% 43.8% Colesterolo LDL <100 mg/dl 41,4% 48,1% Pressione arteriosa ≤130/80 mmHg 39,8% 17,4% Figura 23. Percentuali di soggetti con diabete che raggiungono i target terapeutici raccomandati (Società Italiana di Medicina Generale) HbA1c iP)@A 18 PA i(G@eO@'BBh# LDL-C <100 mg/dl fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 19 Facts and figures about diabetes in Report Italy sivamente, oltre il 40% delle persone con diabete di tipo 1 e uno su quattro con diabete di tipo 2 presenta valori di HbA1c superiori a 8.0%. Risultati analoghi sono emersi dall’indagine svolta dall’Istituto di Ricerca della Società Italiana di Medicina Generale, che analogamente all’AMD si è dotata di un sistema di monitoraggio periodico di specifici indicatori di qualità dell’assistenza (HealthSearch), che ha evidenziato come il 40% degli assistiti con diabete non raggiunga valori di emoglobina glicosilata (HbA1c) inferiori a 7.0%, il 61% non raggiunga il target di pressione arteriosa ≤130/80 mmHg e il 63% presenti livelli di colesterolo LDL al di sopra dei valori raccomandati (100 mg/dl), seppure con un trend di miglioramento nel tempo (54) (Figura 23). Sebbene non direttamente confrontabili (alle strutture specialistiche tendono ad afferire pazienti con maggiore livello di complessità), i dati derivanti da entrambe le fonti evidenziano chiaramente la necessità di intensificare gli sforzi per un più intensivo e tempestivo trattamento dei Figura 24. Proiezione al 2025 dei benefici associati ad una riduzione dello 0.5% dell’HbA1c, di 3 mmHg della pressione ! ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' sistolica e di 25 mg/dl del colesterolo LDL. (Club Diabete Sicili@). In giallo: proiezioni senza intervento, in verde: proiezioni ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' con l’intervento ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' Risultati 2009-2025 Anni di vita salvati Numero dii iinfarti del miocardio N umero d nfarti d el mi oca ardio 140.000 1.466.356 Aumento vita media 0,80 Riduzione mortalità per 10.000 102 Milioni ! risparmiati 3.323 Anni guadagnati senza insufficienza renale terminale 65.752 Anni guadagnati senza amputazione 4.190 Anni guadagnati senza infarto del miocardio 203.203 130.000 -17% -1 7% 120.000 110.000 11 0.000 100.000 90.000 80.000 2 2009 2010 2011 201 1 2012 2013 2014 2015 2016 20 016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 202 23 2024 2025 Numero dii iictus N ume m ro d ctus 55.000 50.000 -15% -1 5% 45.000 40.000 Anni guadagnati senza ictus 64.422 Anni guadagnati senza cecità 26.422 35.000 30.000 2 2009 2010 2011 201 1 2012 2013 2014 2015 2016 6 2017 2018 2019 2020 20 020 2021 2022 2023 2024 2025 Numero dii g gravi perdite della vista N umero d ravi p erdite d ella vi sta Costi milioni C osti diretti diretti iin n mi l io ni ! 15.000 20.000 19.000 14.000 14 000 -6% -6 % 13.000 18.000 17.000 15.000 11.000 11 .000 14.000 10.000 13.000 2 2009 2010 2011 201 1 2012 2013 2014 2015 2016 2 016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 23 2024 12.000 2025 18.000 750 16.000 700 -15% --1 5% 650 10.000 8.000 6.000 2011 201 1 2012 2 2013 2014 2015 2016 20 016 2017 2018 2019 2020 2021 2011 201 1 2012 2022 2023 23 2024 2025 2013 2014 2015 2016 016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 23 2024 2025 Numero dii iinsufficienze renali N umero d nsu ufficienze re nali tterminali erminali -47% -4 7% 12.000 550 2010 2010 14.000 600 2009 2009 2 20.000 Tassi mortalità, per 10.000 T assi di di mo rtalità, p er 1 0.000 800 500 -24% -2 4% 16.000 12.000 2 2009 2010 2011 201 1 2012 2013 2014 2015 2016 20 016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 23 2024 2025 19 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 20 Facts and figures about diabetes in Report Italy principali fattori di rischio cardio-metabolico, a loro volta responsabili dell’eccesso di morbilità e mortalità associati al diabete. Questi sforzi saranno tanto più efficaci quanto più precocemente messi in atto, come evidenziato in diversi studi; è pertanto necessario ridurre il fenomeno dell’inerzia terapeutica, più volte documentato. Le potenzialità di interventi mirati al miglioramento della qualità dell’assistenza erano state chiaramente esemplificate da un’analisi condotta su dati di un’esperienza condotta da una rete di Servizi di Diabetologia siciliani (55). L’attivazione di un processo di misurazione, valutazione e miglioramento della qualità della cura ha prodotto in 5 anni tangibili cambiamenti favorevoli per diversi indicatori di processo e di risultato. L’applicazione a questi dati di un modello matematico di predizione dei benefici a lungo termine ha permesso di stimare che, se applicato all’intera popolazione Italiana con diabete, questo intervento di miglioramento della qualità della cura consentirebbe di far guadagnare quasi 1,5 milioni di anni di vita, di risparmiare oltre 3 miliardi di Euro, e di ridurre in misura sostanziale le complicanze più gravi quali dialisi, cecità, amputazioni e malattie cardio-cerebrovascolari (Figura 25). Recentemente anche l’iniziativa Annali AMD ha dimostrato come il monitoraggio e il miglioramento continuo della qualità dell’assistenza in tutte le regioni italiane attraverso la valutazione sistematica di indicatori di processo, esito e uso dei farmaci si associno a benefici clinici ed economici. Infatti, dal 2004 al 2011 sono migliorati tutti gli indicatori di esito, ovvero i risultati ottenuti sul controllo metabolico, pressorio e lipidico, ed è parallelamente migliorata l’intensità/appropriatezza dei trattamenti ipoglicemizzanti, antiipertenisivi e ipolipemizzanti, sia nel dia- Figura 25. Impatto clinico ed impatto economico degli Annali AMD Indicatori di esito intermedio dal 2004 al 2011 DM1 DM2 HbA1c >8.0% HbA1c >8.0% C-LDL >=130 mg/dl C-LDL >=130 mg/dl PA >=140/90 mmHg PA >=140/90 mmHg Incidenza di complicanze con gestione Annali AMD vs. gestione convenzionale Anni di vita salvati e costi evitati Temporale 20 Anni di vita salva pondera per qualità (per 3 milioni di pazien ) Cos evita € (per 3 milioni di pazien ) 50 anni 1 milione 84 mila 12 miliardi 490 milioni 20 anni 1 milione 188 mila 13 miliardi 543 milioni 10 anni 429 mila 6 miliardi 207 milioni 5 anni 99 mila 1 miliardo 548 milioni fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 21 Facts and figures about diabetes in Report Italy bete di tipo 1 che nel diabete di tipo 2 (56,57). La partecipazione dei servizi di diabetologia agli Annali AMD ha dimostrato di catalizzare in maniera significativa i trend di miglioramento, soprattutto sul controllo metabolico e pressorio (58). Inoltre, l’applicazione di un modello predittivo di risultati clinici ed economici su un orizzonte temporale di 50 anni ha documentato che gli Annali non sono solo “cost-effective” ma addirittura “cost-saving” (59). La differenza del costo medio per paziente tra partecipazione ad Annali e gestione convenzionale è risultata di circa 3700 euro. I maggiori costi per i farmaci nel braccio degli Annali AMD sono abbondantemente compensati dai risparmi conseguenti alle complicanze evitate, soprattutto quelle renali; il principale fattore che determina questi benefici è il miglioramento del controllo metabolico, più marcato rispetto alla gestione convenzionale. Alla riduzione del tasso di complicanze si associa un guadagno nell’aspettativa di vita associata alla qualità di vita (QALY) di circa mezzo anno nel gruppo Annali AMD rispetto alla gestione convenzionale. E’ importante sottolineare che i benefici sui costi e sui QALY sono ottenuti a fronte di riduzioni di HbA1c, pressione arteriosa e profilo lipidico di piccola entità, che possono quindi rappresentare un target realistico per qualsiasi centro di diabetologia. Inoltre, l’intervento è risultato cost-saving anche dopo soli 5 anni, con un guadagno di 99 mila anni di vita e oltre 1 miliardo e mezzo di costi sanitari diretti evitati. L’importanza di un’adeguata qualità dell’assistenza, in linea con le raccomandazioni esistenti, e la rilevanza del “modello Italia” basato su una forte integrazione fra medicina specialistica e medicina generale emerge in modo molto chiaro da dati recentemente pubblicati, relativi ad uno studio condotto nell’area di Torino (60). La ricerca è durata quattro anni ed ha riguardato le persone con diabete residenti a Torino: 31.104 persone maggiori di 20 anni (pari al 3,5% della popolazione del capoluogo piemontese) sono state valutate per tutto il periodo dell’indagine. Lo studio ha dimostrato che i torinesi con diabete che, oltre che in carico al proprio medico di famiglia, erano seguiti anche dal centro diabetologico, secondo le modalità raccomandate dalle linee guida, mostravano un rischio relativo di mortalità per tutte le cause e di mortalità cardiovascolare ridotti di oltre il 40% rispetto a chi veniva seguito solo dal medico di famiglia, e un rischio di mortalità da tumore ridotto di circa il 26%. Lo stesso fenomeno si riscontrava con il rischio di infarto del miocardio e di ictus, maggiore del 30% nel gruppo seguito dal solo medico di famiglia, sino al rischio di amputazione degli arti inferiori che raddoppiava in questi ultimi. L’importanza delle strutture specialistiche come punto di riferimento per le persone con diabete emerge dall’inchiesta Diabetes Monitor 2012: due terzi degli intervistati hanno dichiarato che la prima terapia per il diabete è stata loro prescritta da un diabetologo, mentre quasi il 90% dei pazienti trattati con insulina e l’80% di quelli trattati con ipoglicemizzanti orali dichiarano di considerare il diabetologo come punto di riferimento per la gestione della loro malattia (49) (Figura 26). Figura 26. Figura medica di riferimento per la cura del diabete. Diabetes Monitor 2012 L’impatto del diabete sulla qualità della vita Le numerose, severe complicanze del diabete influiscono in modo drammatico sullo stato di benessere dell’individuo, oltre a ridurne le aspettative di vita. Ma non è solo la severità della malattia ad avere un effetto sulla qualità della vita; svariati aspetti legati alla gestione del diabete e alle terapie possono infatti condizionare, positivamente o negativamente, la percezione del proprio stato di benessere (29, 61-69). Diversi studi condotti in Italia su un totale di circa 10.000 soggetti (QuED, Quolity, Equality 1) hanno consentito di fotografare la qualità della vita delle persone con diabete e di valutare quali fattori abbiano un peso maggiore nel 21 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 22 Facts and figures about diabetes in Report Italy come fattore di rischio indipendente per le malattie cardiovascolari, sia perché compromette seriamente la possibilità di coinvolgimento del paziente e la sua adesione alle raccomandazioni mediche. Si stima che fino a un quarto delle persone con diabete ne siano affette (63), sebbene in oltre la metà dei casi non venga diagnosticata. 2. Fra i fattori socio-economici, è da segnalare soprattutto la peggiore percezione della qualità della vita da parte delle donne, che si manifesta in tutte le aree indagate (61), con particolare rilievo per gli aspetti psicologici e con una prevalenza particolarmente elevata di depressione. I soggetti con basso livello di scolarità, che vivono da soli, o con problemi di occupazione rappresentano altre categorie di pazienti a rischio più elevato di cattiva Figura 27. Punteggi riassuntivi di funzionalità fisica (PCS) qualità della vita in relazione allo stato di salute. Di cone mentale (MCS) del questionario SF-36 in relazione al ! ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' verso, all’aumentare dell’età si riduce la funzionalità fisica, numero di complicanze nei soggetti con diabete di 'tipo ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ma non il benessere psicologico. 2. Per entrambi i punteggi i valori normali di riferimento ' ' ' '' '' ' ' ' ' ' ' ' ' ' 3. Il trattamento del diabete e il coinvolgimento del pasono pari ' a' 50, standard di 10 (studio ' ' con' deviazione '' ziente nella gestione terapeutica giocano un ruolo imQuolity) portante sul vissuto soggettivo dell’individuo e sull’accettazione del diabete. Negli adulti con diabete di tipo 1, le modalità di somministrazione dell’insulina possono condizionare la flessibilità negli stili di vita e la percezione dei disagi legati alla gestione della malattia. Ad esempio, uno studio condotto di recente su oltre 2700 pazienti ha documentato come i soggetti che usano il microinfusore, oltre ad ottenere un miglior controllo metabolico, tendano a sentirsi meno limitati nella gestione della dieta e nelle attività quotidiane e presentino minori paure legate alle ipoglicemie (62). Nel diabete di tipo 2, l’inizio della terapia insulinica, resa necessaria dal fallimento delle terapie orali, rappresenta di solito un evento con profondo impatto sulla qualità C8?+2'%()%7'?1.)7"#*+% C8? +2'%%()%7 % '?1.)7"#*+% della vita, soprattutto in relazione alle ipoglicemie (61) . Lo studio DAWN-Italia ha ad esempio documentato come, nel campione di soggetti con diabete intervistati, oltre il 70% si è detto preoccupato all’idea di dover iniziare una plicanze microvascolari (retinopatia, nefropatia, neuroterapia insulinica, mentre oltre il 50% considera l’inizio patia) che quelle macrovascolari (patologie cardio-ceredella terapia insulinica come un segno di fallimento perbrovascolari e vascolari periferiche) determinano una imsonale (66). Tuttavia, altri dati dimostrano che il coinvolportante riduzione delle capacità funzionali, del benessere gimento del soggetto nell’automonitoraggio e nell’autopsicologico e della funzionalità sociale. Fra i maschi, una gestione della terapia si associano a migliore qualità di delle complicanze con impatto più negativo è la disfunvita (64). zione erettile, ancora largamente misconosciuta, di rado Uno dei fattori che più condizionano il benessere fisico e riferita dai pazienti e poco indagata dai medici (29). Fra psicologico è rappresentato dalla percezione degli episodi le patologie concomitanti più neglette e più comuni è la di iperglicemia e di ipoglicemia da parte del paziente depressione, che assume un ruolo importantissimo sia (61,67) (Figura 28). Una forte preoccupazione per le ipocondizionarla (29, 61-64). In particolare, questi studi hanno documentato come fattori socio-economici, interagendo con quelli clinici, possano ulteriormente aggravare l’impatto della malattia sulla percezione del proprio stato di salute e sulla soddisfazione per le cure ricevute. Le indicazioni più forti emerse da questi studi possono essere riassunte nei seguenti punti. 1. Le complicanze del diabete e le patologie concomitanti spesso presenti rappresentano il fattore più importante nel determinare un progressivo deterioramento del benessere fisico e psicologico (61) (Figura 27). Sia le com- 22 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 23 Facts and figures about diabetes in Report Italy Figura 28. Impatto delle ipoglicemie sulle diverse aree qualità I' ' ' della vita ' esplorate ' ' dal ' questionario ' ' ' SF-36. ' ' possono '' ' ' da 0 'a 100 ' ' ' e' a' punteggi ' ' 'più el' punteggi variare ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' evati' corrisponde una migliore' qualità della vita (Davis RE et al. Curr Med Res Opin. 2005) ' Pu nteggio medio medio SF-36 SF-36 Punteggio ' della ' ! 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Severe Se ve r e Lievi/moderate L ievi/moderate So lo notturne notturne Solo glicemie è stata inoltre riferita da oltre il 60% degli intervistati nello studio DAWN-Italia. La paura delle ipoglicemie è anche spesso responsabile di una scarsa aderenza alle terapie, e quindi ad un peggior controllo metabolico (69); minimizzare le escursioni glicemiche è quindi fondamentale sia dal punto di vista del rischio clinico, che dal punto di vista dell’individuo. Questi studi hanno permesso di comprendere che il riconoscimento della qualità della vita come importante mediatore fra decisioni cliniche e risultati è un passo fondamentale per migliorare l’assistenza nelle condizioni croniche, delle quali il diabete rappresenta un caso modello. Infatti, l’efficacia degli interventi volti a ridurre le complicanze del diabete e a migliorare la qualità della vita a lungo termine è mediata dall’impatto dell’assistenza sulla qualità di vita a breve termine. Quest’ultima può essere migliorata grazie ad una maggiore attenzione agli aspetti rilevanti per il paziente, ad una maggiore cura nel minimizzare gli effetti collaterali dei trattamenti, ad una migliore comunicazione e ad un più attivo coinvolgimento nella gestione della malattia. Infine, nell’inquadramento clinico complessivo del paziente è fondamentale aumentare il livello di attenzione nei confronti delle condizioni che più possono influire sul benessere soggettivo, cercando di identificare le categorie più vulnerabili e le possibili condizioni aggravanti. Sulla scia di queste esperienze, risultano particolarmente importanti ed attesi i risultati complessivi di due iniziative ancora in corso, lo studio DAWN2 e lo studio BENCH-D, che avevano l’obiettivo di migliorare la comprensione e la consapevolezza dei bisogni inevasi delle persone con diabete e di identificare elementi chiave su cui costruire un percorso di miglioramento del supporto psicosociale percepito, del self-management e dell’adesione alle terapie da parte delle persone con diabete. Le iniziative in corso Il monitoraggio e il miglioramento continuo della qualità dell’assistenza continuano a rappresentare una strategia fondamentale per l’identificazione dei punti di forza e dei limiti dell’assistenza attuale e,quindi, per orientare le politiche sanitarie sulla base di dati. A partire dal 2007, gli Annali AMD includono analisi a livello delle singole Regioni, per consentire un uso sempre più efficiente a livello locale delle informazioni raccolte. Le analisi regionali hanno evidenziato una quadro di notevole variabilità, sia per quanto riguarda le misure di processo, sia per quanto concerne gli esiti intermedi. E’ in fase di pubblicazione un volume degli Annali AMD specificatamente indirizzato a mostrare i trend di cambiamento di tutti gli indicatori di qualità dal 2004 al 2011 per ogni singola regione, in modo da massimizzare la possibilità di utilizzo dei dati in un’ottica di confronto e di identificazione delle strategie di miglioramento più adeguate nelle diverse aree geografiche. L’esperienza degli Annali AMD insegna che la descrizione dei profili assistenziali, utilizzando gli indicatori di qualità della cura, rappresenta un primo, fondamentale passo conoscitivo che consente agli operatori sanitari di verificare la distanza fra il proprio operato, quello di strutture analoghe e le raccomandazioni delle linee guida. Quest’attività, come discusso in precedenza, ha portato a benefici clinici ed economici (55-59). E’ verosimile che un approccio più strutturato di benchmarking, che preveda una formale discussione, interna agli operatori sanitari, sulle possibili cause e soluzioni ai problemi riscontrati, avendo come punto realistico di riferimento quello dei “best performers”, vale a dire di strutture che, in condizioni analoghe, più si sono avvicinate alle raccomandazioni esistenti, possa portare a benefici ancora più accentuati. Un’esperienza preliminare in tal senso, condotta da una rete di centri diabetologici in Sicilia, ha prodotto importanti miglioramenti nella qualità dell’assistenza erogata (55). 23 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 24 Facts and figures about diabetes in Report Italy In questo contesto si inserisce a pieno titolo l’iniziativa internazionale del Changing Diabetes Barometer, che proprio partendo dalla misurazione dell’assistenza diabetologica, dalla comunicazione dei risultati e dalla messa in atto di azioni migliorative intende fronteggiare la pandemia di diabete e ridurne gli effetti negativi. Altro aspetto caratterizzante dell’iniziativa è la valutazione dell’impatto della malattia da tutte le sue angolazioni, clinica, individuale per i pazienti, sociale, ed economica. Questo tipo di approccio è particolarmente importante, alla luce del crescente riconoscimento della centralità del paziente come punto fondamentale di un’assistenza sempre più attenta alle preferenze, ai bisogni e ai valori individuali degli assistiti. Nonostante questa consapevolezza, gli indicatori di qualità e di performance utilizzati finora sono sempre riferiti a misure cliniche (70). La necessità di incorporare aspetti psicosociali fra le misure di qualità dell’assistenza diabetologica è stata chiaramente sottolineata dal programma internazionale Diabetes Attitudes, Wishes, and Needs (DAWN). Le iniziative del progetto DAWN hanno documentato in 13 Paesi l’importanza degli aspetti psicosociali per una efficace gestione del diabete ed hanno evidenziato una sostanziale carenza del processo assistenziale nell’affrontare problematiche percepite come importanti dal paziente (71). In particolare, anche nel nostro Paese sono emerse barriere di comunicazione tra operatori sanitari e fra operatori e persone con il diabete, mancanza di continuità assistenziale, scarsa adesione alle terapie farmacologiche e non, con ricadute sullo stato psicologico e sulla vita personale e familiare delle persone con diabete (66). Le stesse istanze delle “Call to Action” del progetto DAWN Italiano (Figura 29) emergono in modo chiaro dall’indagine Rapporto Linea D, promosso da Cittadinanzattiva con il coinvolgimento di 60 centri di diabetologia, 292 pazienti e 292 medici di medicina generale (72). Il rapporto evidenzia in modo chiaro quali siano le barriere e le difficoltà di comunicazione e di gestione condivisa, così come percepite dai pazienti e dagli operatori sanitari (Figura 30). E’ pertanto importante capire se e in che misura attività di autovalutazione e miglioramento continuo possano essere implementate per migliorare non solo i parametri di performance clinica, ma anche gli aspetti soggettivi di benessere e soddisfazione degli utenti per l’assistenza ricevuta. Nell’ambito delle iniziative promosse in Italia dal Changing Diabetes Barometer e come parte integrante delle iniziative DAWN2 nel nostro Paese, è stato pertanto attivato lo stu24 Figura 29. Il Progetto DAWN: le “Call to Action” italiane Figura 30. Il Rapporto Linea D dio BENCH-D (73), rivolto a testare un modello regionale di miglioramento continuo dell’assistenza, partendo dalle informazioni raccolte nell’ambito dell’iniziativa Annali AMD. fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 25 Facts and figures about diabetes in Report Italy Lo studio si propone di valutare se interventi educativi mirati agli operatori sanitari, a partire dai dati raccolti in ambito regionale per l’iniziativa Annali AMD, associati alla raccolta di dati ad hoc sulla qualità della vita e la soddisfazione degli utenti, possano portare ad un miglioramento della qualità dell’assistenza diabetologica. In particolare, l’efficacia dell’intervento educativo proposto verrà valutata su indicatori di processo e di risultato, questi ultimi comprendenti sia indicatori clinici che indicatori di qualità di vita e di soddisfazione (Figura 31). Figura 31. . Aspetti della qualità della vita e della soddisfazione dei pazienti indagati nell’ambito del progetto BENCH-D Area indagata Stato di salute e qualità di vita generale (SF-12) Benessere psicologico (WHO-5) Diabetes distress (PAID-5) Esperienze stressanti Soddisfazione per il rapporto medico-paziente (HCCQ-SF) Empowerment (DES-SF) Soddisfazione per l’accesso percepito alla chronic care incentrata sul paziente (PACIC-SF) Soddisfazione per il trattamento farmacologico (GSDT) Soddisfazione per la cura Impatto dei sintomi (IS) Self-care (SDSCA6) Barriere all’assunzione dei farmaci (BM) Supporto sociale percepito Lo studio, attivato alla fine del 2010, vede la partecipazione di 30 servizi di diabetologia in 4 regioni (Piemonte, Marche, Lazio, Sicilia). L’impatto dell’assistenza diabetologica sulla qualità della vita e la soddisfazione degli assistiti verrà valutato su oltre 2.000 soggetti. In stretta sintonia con lo studio BENCH-D, nel 2012 è stato attivato a livello internazionale lo studio DAWN2, cui hanno preso parte 17 Paesi fra i quali l’Italia (74). Lo studio ha visto la partecipazione di oltre 8.000 persone con diabete, di oltre 4.500 operatori sanitari e di oltre 2.000 familiari di persone con il diabete. Questa vasta in- Figura 32. Studio DAWN 2: obiettivi Obiettivo primario • Valutare i fattori che promuovono una gestione attiva ed efficace del diabete fra i pazienti, le loro famiglie e gli operatori sanitari Obiettivi secondari • Valutare e monitorare lo stato di salute, la qualità della vita e la gestione del diabete da parte dei pazienti • Valutare il livello di accesso e di utilizzazione del supporto da parte degli operatori sanitari, dei familiari e amici, delle comunità e della società, e quantificarne i benefici • Esplorare e far emergere quali siano i più importanti fattori che fungono da facilitatori o da barriere nell’indurre cambiamenti in linea con le nuove acquisizioni riguardo la cura delle cronicità • Identificare e valutare i successi, i desideri, le preferenze e le priorità di cambiamento fra tutte le figure chiave coinvolte nella cura del diabete. chiesta consentirà di perseguire diversi obiettivi, riassunti in Figura 32, permettendo di migliorare la comprensione e la consapevolezza dei bisogni inevasi delle persone con diabete e di chi si prende cura di loro, ai fini di identificare le opportunità per migliorare il self-management e l’adesione alle terapie. Sia lo studio BENCH-D che lo studio DAWN2, che condividevano molti degli strumenti standardizzati per la misurazione di numerose dimensioni di qualità di vita e soddisfazione, hanno evidenziato elevati livelli di distress nelle persone con diabete e una quota tutt’altro che irrilevante con probabile depressione (75-76). Lo studio DAWN2 ha inoltre documentato che una persona con diabete su 5 si sente discriminata a causa della patologia. Lo studio DAWN2, attento anche alla prospettiva dei familiari delle persone con diabete e degli peratori sanitari, ha documentato elevati livelli di distress anche nel 51% dei familiari e frequente senso di frustrazione per non sapere esattamente come essere di supporto ai propri cari affetti dalla patologia (77). Le carenze formative sono state evidenziate anche dagli operatori sanitari che nel 69% dei 25 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 26 Facts and figures about diabetes in Report Italy casi hanno riferito di credere che sia necessario migliorare la preparazione formale per comunicare efficacemente e nel 51% dei casi vorrebbero ricevere maggiore formazione in questo ambito (78) (Figura 33). Figura 33. Gli strumenti per il miglioramento della qualità dell’assistenza alle persone con diabete (Documento SIMGAMD-SIMD di Indirizzo Politico e Strategico per la Buona Assistenza alle Persone con Diabete). (continua) La prospettiva delle persone con diabete: % di soggetti con Alto distress (%) 51 Probabile depressione (%) Percezione di discriminazione (%) 18 19 La prospettiva dei familiari delle persone con diabete: % di soggetti con distress e che... Alto distress (%) 51 26 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 27 Facts and figures about diabetes in Report Italy da Figura 33. Studio DAWN2, i dati italiani: distress, discriminazione, carenze formative Lo studio BENCH-D ha permesso di evidenziare che nei soggetti con livelli più elevati di HbA1c sono riscontrabili più alto distress, maggiori barriere al trattamento, più bassi livelli di benessere psicologico, minori livelli di empowerment, minore soddisfazione per il trattamento e minore attitudine alla self-care (dieta, esercizio fisico, esame del piede, assunzione dei farmaci) (79) e come la presenza di concomitante di distress e probabile depressione peggiori ulteriormente i profili clinici e la qualità di vita (76) (figura 34). Di contro, investire maggioramente sull’educazione terapeutica può essere utile. Infatti, nei soggetti con più elevati livelli di empowerment è stato possibile evidenziare maggior benessere psicologico, maggiore soddisfazione per la cura e supporto sociale percepito, più alta aderenza alle attività di self-care, più bassa percezione del peso del diabete e delle barriere al trattamento (80). Questi studi quindi riconoscono che assicurare una adeguata educazione terapeutica è un bisogno assistenziale prioritario per migliorare qualità di vita e soddisfazione dei pazienti e, come ricaduta, i risultati della cura. Il riconoscimento dell’importanza delle ipoglicemie sia dal 27 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 28 Facts and figures about diabetes in Report Italy Figura 34. . Studio BENCH-D: % di soggetti con diabete di tipo 2 con alto distress (AD) e/o probabile depressione (PD) e impatto su outcome clinici e centrati sul paziente N paziente. p ZZ-3/22-"M/,-",-"GNP#;" -3/22-"M/,-",-"GNP# P ;" TI@' MIU' MIT' MIM' M K' MIK' MIL' MIH' MIG' f9'>:'.9'*:' f9 '>:'.9'*:' <9-9'>:' <9-9'> :' >:'^'*:' > :'^'*:' @<(4/11-"M/,-"'-"Q</7O+('6-",-"Q<'2-4R",-"3-4'"/"7+,,-7W'.-+(/" @< (4/11-"M/,-"'-"Q</7O O+('6-",-"Q<'2-4R",-"3-4'""/""7+,,-7W'.-+(/" (@@' T@' K@' f9'>:'f9'*:' f9 '>:'f9'*: :' H@' <9-9'>:' <9-9'> :' ?@' >:'^'*:' > :'^'*:' @' _+.+66+%+' _+. +66+%+' 4 6"79-9#"79'DqkVCLE' 46"79-9#"79'DqkVCLE' _+.+66+% _+.+66+%+'d6"79' + +'d6"79' D<<!C(?'* ' P<E' D<!C(?'*P<E' <$449%29'697"&-+' <$449%29'697"&-+' 4+%7+4"2 4 9'D*<<E' 4+%7+4"29'D*<<E' <<900"65&/"9.+'4+%'"-' 900"65&/"9.+'4+%'"-' [[A49r+%A+.2'D:[<C A49r+%A+.2'D:[<C 2%&]&A+.29'Dj<:=E' <!E' 2%&]&A+.29'Dj<:=E' @<(4/11-"M/,-"'-"Q</7O+('6-",-"Q<'2-4R",-"3-4'"/"7+,,-7W'.-+(/" (@@' U@' T@' M@' K@' L@' H@' G@' ?@' (@' @' Y",+--9'('D1&669E' Y",+--9'?'DA+0"9E' Y",+--9'G'D&-29E' _+.+66+%+' 46"79-9#"79' DqkVCLE' 28 _+.+66+%+'d6"79' :"62%+66'D*>3:CLE' <900"65&/"9.+' D<!C(?'*P<E' 4+%'"-' 2%&]&A+.29' Dj<:=E' <900"65&/"9.+' <900"65&/"9.+' 4+%'-&' 4+%' 79A$."7&/"9.+' -s9%#&."//&/"9.+' 79.'"-'A+0"79' 0+--&'7$%&'7%9."7&' DkPPC<!E' D*>P3PC<!E' fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 29 Facts and figures about diabetes in Report Italy punto di vista clinico che sociale ha portato nel 2013 al lancio delle iniziative HYPOS-1 (23-25, 81) e HYSBERG (26). Lo studio HYPOS-1, su oltre 2000 adulti con diabete di tipo 1 e di tipo 2, ha fatto emergere come la paura dell’ipoglicemia sia spesso responsabile di comportamenti errati di compensazione, determinando di fatto un peggior controllo metabolico: ad esempio, sia nel diabete di tipo 1 che nel diabete di tipo 2 circa 1 paziente su 9 salta l’assunzione della dose di farmaco successiva all’episodio di ipoglicemia e il 52% dei soggetti con diabete di tipo 1 e il 27% di quelli con tipo 2 riducono autonomamente la dose di farmaco (81). Il verificarsi di episodi di ipoglicemia ha un impatto negativo su molti aspetti della vita quotidiana, quali l’attività lavorativa, la vita sociale, la guida, la pratica sportiva, le attività del tempo libero e il sonno. Lo studio HYSBERG (26) ha mostrato come i soggetti con diabete che assistono altre persone abbiano una maggiore frequenza di ipoglicemia rispetto a quelli che non assistono nessuno (95% vs. 60%); questo dato sottolinea come l’ipoglicemia sia un problema che grava non solo sui pazienti, ma anche sulle persone assistite dai pazienti. Per quanto riguarda invece la guida, solo il 20% dei pazienti con esperienza di ipoglicemia severa ha dichiarato di guidare l’automobile, contro il 55% dei soggetti senza episodi. Anche la frequenza percepita di episodi sintomatici ha un impatto sulla guida. Hanno infatti dichiarato di guidare l’automobile circa il 60% dei soggetti senza ipoglicemie lievi, il 50% dei soggetti con 1-3 episodi e il 35% dei soggetti con più di 3 episodi registrati nel corso delle ultime 4 settimane (Figura 35). Si tende in generale a riportare una qualità di vita tanto più bassa, quanto più se- veri sono i sintomi di ipoglicemia riferiti. Lo studio HYPOS-1 ha fatto anche emergere come la percezione dello stato di salute generale, il benessere psicologico, il peso percepito del diabete e la paura dell’ipoglicemia, valutati attraverso questionari validati, sia peggiore nelle persone con storia di ipoglicemia. In particolare lo studio sottolinea come non solo le ipoglicemie severe ma anche quelle lievi, se frequenti, abbiano un forte impatto negativo sulla qualità di vita (Figura 36). Figura 36. Studio HYPOS-1: impatto dell’esperienza di ipoglicemia severa e di ipoglicemia sintomatica sui punteggi delle scale di qualità di vita nel diabete di tipo 2 Figura 35. .Studio HYSBERG: impatto delle ipoglicemie severe (Ipo) e del numero di ipoglicemie lievi (Ipo lievi) sulla sulla vita quotidiana. Una volta che i risultati saranno completi e definitivi, questi studi permetteranno di avere una quadro molto preciso sull’impatto sociale non solo delle ipoglicemie severe ma anche delle ipoglicemie sintomatiche nelle persone con diabete adulte e anziane. A queste iniziative va inoltre collegata una survey condotta dalla SID sul tema della percezione da parte del diabetologo dell’importanza degli episodi di ipoglicemia sinto29 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 30 Facts and figures about diabetes in Report Italy matica ed ipoglicemia maggiore nelle persone con diabete di tipo 1 e 2, i cui risultati sono attesi a breve. Il Piano Nazionale Diabete Il Piano Sanitario Nazionale 2011-2013 identifica il diabete come una delle patologie croniche che necessitano di maggiore attenzione. Nel 2012 è stato varato dal Ministero della Salute il Piano Nazionale sulla Malattia Diabetica, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 7 Febbraio 2013 dopo l’approvazione in Conferenza Stato Regioni il 6 Dicembre 2012. Il Piano enfatizza il ruolo di un’adeguata organizzazione dell’assistenza sanitaria che, in base ai principi della “clinical governance”, tenga in considerazione la condivisione delle informazioni, il ruolo di ogni attore coinvolto, la capacità di gestione da parte dell’organizzazione complessiva, e imponga la ricerca di percorsi Figura 37. Obiettivi sul diabete posti dal Piano Sanitario Nazionale 2011-2013 Omogeneizzare ed implementare le attività di rilevazione epidemiologica finalizzate alla programmazione dell’assistenza; Migliorare la conoscenza circa la prevenzione, la cura e il trattamento del diabete attraverso l’informazione, la formazione, l’educazione, lo sviluppo della ricerca sia di base che clinica; Prevenire o ritardare l’insorgenza della malattia diabetica ed identificare precocemente le persone a rischio o con diabete; Ridurre le complicanze e la morte prematura nelle persone con diabete di tipo1 e di tipo 2; Rendere omogenea l’assistenza, prestando particolare attenzione a quelle in condizioni di fragilità e vulnerabilità socio sanitaria; Assicurare la diagnosi e l’assistenza per le donne con diabete gestazionale e raggiungere outcome materni e del bambino nel diabete pregravidico equivalenti a quelli delle gravide non diabetiche; Migliorare la qualità di vita e della cura per le persone con diabete in età evolutiva; Migliorare la capacità del Sistema Sanitario nell’erogare e monitorare i servizi, attraverso l’individuazione di strategie che perseguano la razionalizzazione dell’offerta e che utilizzino metodologie di lavoro basate soprattutto sull’appropriatezza delle prestazioni erogate; Sviluppare l’empowerment dei pazienti e delle comunità; Sostenere e promuovere idonee politiche di intersettorialità 30 organizzativi che diminuiscano il più possibile l’incidenza di eventi acuti o complicanze invalidanti. Il Piano enfatizza la necessità di un approccio multidisciplinare e di un percorso di cura basato sulla centralità della persona con diabete e sul suo coinvolgimento attivo e responsabile nella gestione della malattia (empowerment). Più in particolare, il Piano pone per il triennio gli obiettivi riportati in Figura 37. Nel piano viene inoltre posta particolare enfasi alla prevenzione delle principali patologie croniche non trasmissibili, attraverso l’intervento preventivo sui comportamenti individuali non salutari (fumo, abuso di alcol, scorretta alimentazione, soprappeso e/o obesità, inattività fisica), fortemente condizionati dal contesto economico, sociale ed ambientale in cui si vive e si lavora. Nel suo complesso, il Piano fornisce un quadro di riferimento alle Regioni per un approccio coordinato ed efficace alla prevenzione, diagnosi precoce e terapia del diabete, al fine di garantire livelli di cura omogenei ed in linea con le evidenze scientifiche disponibili, e di massimizzare il rapporto costo-efficacia delle procedure messe in atto. Ad oggi il piano è stato formalmente recepito da 15 regioni italiane (Figura 38). Figura 38.Regioni Italiane che hanno recepito il Piano Nazionale Diabete (aggiornamento a Giugno 2014) fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 31 Facts and figures about diabetes in Report Italy Le sfide chiave e le strategie sul diabete In linea con gli indirizzi forniti dal Piano Sanitario Nazionale 2011-2013 e dal Piano Nazionale Diabete, i sistemi sanitari regionali sono chiamati ad una profonda riorganizzazione dell’assistenza per le patologie croniche, secondo i principi dei “chronic care model”, che prevedono una forte centralità del paziente e una completa integrazione fra medicina del territorio e specialistica, resa possibile dalla definizione di specifici percorsi assistenziali. A questo riguardo, assume particolare valore il recente Documento di Indirizzo Politico e Strategico per la Buona Assistenza alle Persone con Diabete, nato dalla collaborazione fra Società Italiana di Medicina Generale, Associazione Medici Diabetologi e Società Italiana di Diabetologia (82). In particolare, il documento identifica nove strumenti per il miglioramento della qualità dell’assistenza alle persone con diabete (Figura 39). Figura 39. Gli strumenti per il miglioramento della qualità dell’assistenza alle persone con diabete (Documento SIMG-AMD-SIMD di Indirizzo Politico e Strategico per la Buona Assistenza alle Persone con Diabete) Promuovere l’autonomia della persona con diabete nella cura e nella gestione del percorso assistenziale; Implementare Percorsi Assistenziali condivisi; Garantire una rete assistenziale con forte integrazione professionale e una buona comunicazione con le Associazioni di Volontariato; Garantire che i Servizi di Diabetologia siano dotati di team multi professionale dedicato che prenda in carico, sempre in integrazione con la Medicina Generale, i pazienti secondo livelli diversi di intensità di cura e funga da consulente per i Medici di Famiglia Organizzare l’ambulatorio del Medico di Medicina Generale con orientamento alla gestione delle malattie croniche; Adottare sistemi di misura e di monitoraggio della qualità delle cure erogate volti al miglioramento professionale e organizzativo continuo; Porre in essere sistemi efficaci di comunicazione e di integrazione multidisciplinare La resa concreta di un chronic care model, che racchiude molti degli elementi evidenziati nel documento SIMGAMD-SID, è stata recentemente documentata dall’esperienza del Servizio di Diabetologia di Cusano Milanino (SINERGIA) (83). Un approccio educativo rivolto alla forte autonomizzazione della persona con diabete nella gestione della malattia, la valorizzazione del team multidisciplinare e la definizione di percorsi differenziati in base alla complessità dei pazienti ha consentito di migliorare significativamente gli indicatori clinici di efficacia, riducendo nel contempo il numero di incontri con la struttura specialistica e permettendo quindi l’ottimizzazione dell’uso delle risorse. Esempi tangibili, quali il progetto SINERGIA, sono particolarmente utili perché forniscono gli strumenti per tradurre in pratica i concetti del chronic care model, ed aprono la strada a possibili soluzioni organizzative per fronteggiare la sfida posta dall’enorme crescita del problema diabete. La necessità di una concreta riorganizzazione dell’assistenza per riflettere i principi dei chronic care models emerge chiaramente anche dal documento conclusivo della prima Conferenza Nazionale sul Diabete, riunita il giorno 8 Dicembre 2011 presso il Senato della Repubblica. Il documento intende sensibilizzare le Istituzioni Nazionali e Regionali riguardo la necessità di una cura basata sulla centralità della persona con diabete e che valorizzi tutte le componenti dell’assistenza (84) (Figura 40). In conclusione, il rapido cambiamento dello scenario riguardante le patologie croniche in generale, e la patologia diabetica in modo particolare, richiede una profonda rivalutazione delle modalità di erogazione dell’assistenza. In assenza di adeguate iniziative di prevenzione e diagnosi precoce e con il persistere di profonde eterogeneità nella cura del diabete, l’enorme carico clinico, sociale ed economico legato alle complicanze del diabete potrebbe divenire presto insostenibile, e per la prima volta nella storia, le aspettative di vita delle generazioni future potrebbero essere inferiori a quelle attuali (85). Per scongiurare questa minaccia, sarà necessario mettere in atto politiche sanitarie che, rispettose delle variegate realtà regionali, siano tuttavia coerenti su tutto il territorio nazionale ed in linea con le indicazioni e gli indirizzi programmatici proposti. Coinvolgere il Distretto e le Direzioni Sanitarie ospedaliere per una presa in carico della persona con diabete attraverso la valutazione dell’intensità di cura (triage); Rimuovere degli ostacoli amministrativi che rendono difficile e\o diseguale l’accesso alle cure delle persone con diabete. 31 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 32 Facts and figures about diabetes in Report Italy Figura 40. . Azioni proposte da Diabete Italia D2)?"%&'#F+2+#*"%%C"*)'#".+%38.%5)"A+0+[%"*)'#)%12'1'30+%("%5)"A+0+%>0".)"% >p+%B&%+'-&'7+.2%&-"28'+0'+B49q+%B+.2'0+--&'4+%69.&'79.'0"&1+2+'+'0+"'6$9"'0"%"L'&--&'6&-$2+M'&--N&77+669'&--N&66"62+./&'+'&--+'2+%&4"+'"..9,&;,+r' 3.6+%"%+'-&'B&-&L&'0"&1+;7&'2%&'#-"'".2+%,+.;'4%"9%"2&%"'0+-']"."62+%9'+'0+--+'b+#"9."M'79B+'62&1"-"29'0&-'*"&.9'<&."2&%"9'c&/"9.&-+r'' b+7+4"%+'0&'4&%2+'0+-'g9,+%.9'32&-"&.9'+'0+--&'X9.5+%+./&'<2&29Db+#"9."'0+--+'%&779B&.0&/"9."'79.2+.$2+'.+--+'sX9.7-$6"9."'0+-'X9.6"#-"9'6$--&' 4%9B9/"9.+'0"'6;-"'0"',"2&'6&."'+'-&'4%+,+./"9.+'0+-'0"&1+2+'0"';49'?t'&44%9,&2+'0&-'X9.6"#-"9'W*<XR'0+-'*&%-&B+.29'W$%94+9'"-'?'#"$#.9'?@@J' b"0$%%+'"-'5%&BB+.2&%"9'_$&0%9'-+#"6-&;,9'6$-':"&1+2+M'&Z%&,+%69'$.&'4$.2$&-+'&44-"7&/"9.+'+'%"a.&./"&B+.29'0+--&'U+##+'((KeOPM'&Z$&-"//&.09-&' B+0"&.2+'-".++'#$"0&'6$--&'4%+,+./"9.+'+'-&'#+6;9.+'0+-':"&1+2+'79.0","6+'0&--&'X9.5+%+./&'<2&29Db+#"9."r' 3B4-+B+.2&%+'"'.$9,"'UW>'7Y+'&B4-"&.9'-+'4%+62&/"9."'+%9#&1"-"'&--+'4+%69.+'79.'0"&1+2+'".7-$0+.09'"B49%2&.;'".2+%,+.;'2+%&4+$;7"'7Y+'%"#$&%0&.9'-&' +0$7&/"9.+'2+%&4+$;7&'+'"-'2%&Z&B+.29'0+--+'79B4-"7&./+M'".7-$69'"-'s4"+0+'0"&1+;79tr' W-&19%&%+'$.&'.9%B&;,&'B"."62+%"&-+'0"'".0"%"//9'%"#$&%0&.2+'-N&66"62+./&'697"9D6&."2&%"&'+0'"-'6$449%29'2+%&4+$;79'0+-'1&B1".9'+'0+--N&09-+67+.2+'79.' 0"&1+2+'".'&B1"29'679-&6;79r' b"1&0"%+'7Y+'-+'B90&-"28'+0$7&;,+'6,9-2+'0&"'X+.2%"'<4+7"&-"6;7"M',"6;'"'%+_$"6";M'6"&.9'%"79.967"$2+'&0+#$&2&B+.2+'0&-'6"62+B&'".'B909'7Y+'6"'4966&.9' &,+%+'-+'%"69%6+'6$n7"+.;'&'%+&-"//&%-+' *%9B$9,+%+'-&'59%B&/"9.+'0+"',9-9.2&%"'0+--+'>6697"&/"9.")'<9.9'7"%7&'G@@'-+'>6697"&/"9."'0"'d9-9.2&%"&29'7Y+'6"'977$4&.9'0+--+'4+%69.+'79.'0"&1+2+'&' -",+--9'.&/"9.&-+M'%&44%+6+.2&.09'_$".0"'$.&'"B49%2&.2+'%"69%6&)'<"'4%949.+'4+%2&.29'$.'7$%%"7$-$B'59%B&;,9'E4966"1"-B+.2+'9B9#+.+9F'7Y+'4+%B+Z&'&"' ,9-9.2&%"'0"'".59%B&%+'+0'&"$2&%+'79%%+Z&B+.2+'-+'4+%69.+'79.'0"&1+2+' b+.0+%+'9B9#+.+&'-N&66"62+./&M'0+a.+.09M'".'&779%09'79.'-+'<97"+28'<7"+.;a7Y+'+'#-"'9%#&."'"6;2$/"9.&-"'79B4+2+.;'"'%+_$"6";'+'-+'7&%&Z+%"6;7Y+'0+"' X+.2%"':"&1+29-9#"7"'<4+7"&-"6;7"'+'0+a."%+'-&'4%949%/"9.+'2%&'62%$Z$%+'64+7"&-"6;7Y+'+'4949-&/"9.+'0"'%"5+%"B+.29'' g&%&.;%+'-&'&66"62+./&'64+7"&-"6;7&'4+%'"'%"79,+%&;'&Z%&,+%69'-&'59%B&-"//&/"9.+'0"'$.&'&L,"28'".2%&D964+0&-"+%&'64+7"a7&'' X96;2$"%+'$.':"4&%;B+.29'5$./"9.&-+'".'9#."'><UM'&'7$"'4&%2+7"4&.9'>6697"&/"9."'0"'d9-9.2&%"&29M':"&1+29-9#"M']]gM':"%+/"9."'<&."2&%"+'0+-'2+%%"29%"9'+' 0+--NR64+0&-+'7Y+M'&Z%&,+%69'-&'0"67$66"9.+'0+--+'1&.7Y+'0&;M'4966&.9'B9."29%&%+'-&'_$&-"28'0+--N&66"62+./&'+'4%949%%+'".2+%,+.;'0"'B"#-"9%&B+.29'0+--&' _$&-"28'0"',"2&'0+--&'4+%69.&'79.'0"&1+2+' <$449%2&%+'-&'g"9%.&2&']9.0"&-+'0+-':"&1+2+M'79B+'62&1"-"29'0&--&'%"69-$/"9.+'0+--+'c&/"9."'V."2+'0+-'?@'0"7+B1%+'?@@JM'_$&-+'62%$B+.29'0"' 6+.6"1"-"//&/"9.+M'4%+,+./"9.+'+0'".59%B&/"9.+'6$-'0"&1+2+' <9--+7"2&%+'-&'4%9B$-#&/"9.+'0+-'*"&.9'c&/"9.&-+'6$-':"&1+2+'+-&19%&29'0&--&'X9BB"66"9.+']"."62+%"&-+'c&/"9.&-+'6$-':"&1+2+' *%949%%+'"-'%+7+4"B+.29'59%B&-+'0+-'s]&."5+629'0+"':"%"L'0+--&'*+%69.&'79.':"&1+2+t'0&'4&%2+'0"'g9,+%.9M'b+#"9."'+0'W.;'U97&-"'_$&-+'62%$B+.29'0"' %"5+%"B+.29'+'79.5%9.29'6$-':"&1+2+' 3.6+%"%+'"-'0"&1+2+'2%&'-+'4&29-9#"+'0"'".2+%+66+'6&."2&%"9'7Y+'.+7+66";.9'0"'$.'&4496"29'%+#"62%9'0"'4&29-9#"&' 32 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 33 33 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 34 34 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 35 35 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 36 36 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 37 37 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 38 38 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 39 39 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 40 40 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 41 41 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 42 42 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 43 43 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 44 44 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 45 45 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 46 46 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 47 47 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 48 48 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 49 49 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 50 50 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 51 51 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 52 52 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 53 53 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 54 54 fact en figure 2014:Layout 1 06/07/14 20:18 Pagina 55 Facts and figures about diabetes in Report Italy Bibliografia 1. 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