Montefiascone, le criticità della Rocca dei Papi
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Montefiascone, le criticità della Rocca dei Papi
PRESENTA n° 15 - Anno II APRILE 2013 GRATIS Caduta di materiali, infiltrazioni e fuochi artificiali Montefiascone, le criticità della Rocca dei Papi Tanti gli eventi che si svolgono al suo interno durante la stagione estiva di Manzi, Berardi, De Santis Un patrimonio storico di grande valore, il simbolo di un’intera città: la Rocca dei Papi di Montefiascone, punto di riferimento di numerosi eventi estivi. Eppure presenta anch’essa delle criticità, documentate nell’inchiesta che vi proponiamo, con interviste, foto e approfondimenti. Dal Sindaco falisco Cimarello all’Est Film Festival fino al “fantasma” del Castello. Conservazione del territorio e dell’identità, obiettivo comune: non perdere la memoria di Roberta de Vito Beni culturali e loro preservazione. Tralasciare la cura delle nostre bellezze, ignorare ciò che accade dove il nostro sguardo non arriva, significa cancellare un pezzo importante della nostra identità. Tuscia terra di Papi, di Imperatori, Signori, Santi e briganti. Una terra splendida, dotata di una natura prorompente, dove la mano dell’uomo per secoli è passata come una benedizione. Il centro storico di Viterbo è una perla rara, uno scorcio della città attraversato da tutte le epoche. In ogni secolo manifestazioni di genio hanno originato straordinarie tracce che giungono fino a noi, figli un po’ riluttanti di un passato in cui quando si costruiva, lo si faceva per stupire e conquistare l’osservatore. Perché la bellezza senza gli occhi di chi la osserva non ha modo di esistere. Forse è proprio questo ciò che è accaduto a Piazza del Gesù. Sembra, come riporta Camilli, che Carabinieri e Vigili abbiano trovato “gli arnesi del mestiere” di turisti anomali e saccheggiatori, senza che nessuno si accorgesse di nulla. Se non quando è troppo tardi. Perché la voragine in piazza è diventata un monumento di disarmonia, ingoiando tutto il piacere dell’osservazione, dunque dell’esperienza di bello. Come dire “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”. È cosi, i cunicoli sotterranei non sono allo sguardo, ma come un relitto affiorano, e custodiscono le impronte di una memoria lontana, che ci definisce come donne e uomini partecipanti alla vita di una città che evolve nel tempo. Ma è probabile che questo cammino si sia arrestato, dietro i colpi di un “non amore” per ciò che si ha la fortuna di possedere. In termini differenti l’inchiesta sulla Rocca dei Papi di Montefiascone ci mette di fronte ad un altro aspetto della questione. Conservare e curare un bene pubblico. Il che non significa “dello Stato”, bensì dei cittadini. La Rocca continuamente è messa a disposizione dei cittadini. “tutte tutte le settimane c’è sempre qualcosa. Anche più di uno a settimana”, ci ha detto il Sindaco Cimarello riguardo agli eventi che si svolgono nella Rocca. Un monumento che contribuisce a formare l’identità profonda degli abitanti falisci. È sulle loro teste da secoli, la vivono e la sentono loro, non più abitazione inespugnabile di “Signori”, ma parte del territorio. Un mole indistruttibile. Eppure il tempo avanza, e ora è già domani. Lo scorrere del tempo attacca i luoghi, logora i ricordi. Custodire con sapienza, recuperare, come fece Cesare Brandi con la Viterbo post ’44, ha un valore grandissimo per ricordare chi siamo, per capire come le relazioni interne a una comunità si sono strutturate. Lavorare per il territorio: la mia nuova sfida con RadioGiornale Con entusiasmo raccolgo il testimone, in corsa, perché RadioGiornale con slancio, da più di un anno è sul territorio al servizio dei cittadini. Ringrazio l’editore per avermi offerto questa opportunità e tutti i lettori che vorranno continuare a seguirci. Rinnovo la sfida, accompagnata da una redazione di giovani che, con passione, si impegnano nel dare un’informazione limpida, trasparente. Dai tanti collaboratori che con competenza supportano RG in questo cammino. L’obiettivo: lavorare per il territorio, con il territorio. Grazie per avermi chiamata per condividere un’esperienza ricca di stimoli. Roberta de Vito Una storia che va salvaguardata, un monumento che va “curato”. SPECIALE ROCCA DEI PAPI La voragine che si è aperta a marzo sarebbe stata causata dagli scavi clandestini Viterbo, Piazza del Gesù: sono stati i “tombaroli”? I sotterranei vengono saccheggiati da mesi e i reperti trasportati “altrove” di Camilli e Piovino Il crollo di Piazza del Gesù a Viterbo sarebbe stato causato dall’attività dei “tombaroli” che nottetempo saccheggiano i sotterranei. Una storia che va avanti da mesi, se non da anni. Un patrimonio derubato ai cittadini che invece potrebbe rappresentare un punto di riferimento per economia e turismo. Cosa succede nella Viterbo underground? Cosa succede ai reperti archeologici una volta scoperti? L’archeomafia e le sue filiere. Pag. 4 News da Marta: storia di un uomo del passato Svelato il mistero di Scrapante A seguito di una lettera arrivata in redazione, conosciamo meglio un personaggio quasi mitico. Un filantropo, attento osservatore del suo tempo. Appassionato di Dante e Tasso al punto di chiamare suoi figli come i protagonisti delle opere da lui amate. Scrapante: un poeta d’altri tempi. Pag. 5 RADIOCRONACA MONTEFIASCONE I “Piccoli Burloni” falisci celebrano la Giornata Mondiale del Teatro Intervista alla preside, Paola Bugiotti, e alla regista della compagnia teatrale, Gianna Scoponi. di Giulia De Santis e Lavinia M. Saraca Eyes Wide Ciak di Lavinia M. Saraca Alla scoperta dei “siti archeologici” del cinema Pinocchio e la Tuscia: Love story consolidata Spogliamo il famoso burattino dei classici panni disneyani, per riscoprirlo sotto un altro punto di vista. Magari più vicino ai nostri ricordi. Pag. 7 Questo mese l’istituto comprensivo falisco “A. Molinaro” ha aderito alla Giornata Mondiale del Teatro. RG è entrato in scena cogliendo al volo questo importante appuntamento con la cultura e intervistando la dirigente dell’istituto, la dottoressa Paola Bugiotti e la regista della compagnia teatrale de “I Piccoli Burloni” che ha contribuito alla buona resa della manifestazione, portando in scena uno spettacolo tratto dalle opere del poeta falisco Giorgio Zerbini. Pag. 6 SottoBanco di Gioacchino Congi “Solite” aule, plessi separati e “classi pollaio” Lo “Stato” di salute delle scuole Una scuola sempre più in crisi, non solo per i finanziamenti, ma anche per le condizioni in cui versano gli edifici. Aumentano le iscrizioni, ma la situazione degli studenti non migliora. Pag. 7 2 È il simbolo di un’identità storica che contraddistingue la coscienza popolare SPECIALE ROCCA DEI PAPI Rocca dei Papi, un castello da salvaguardare La struttura sembra presentare criticità in più punti, quali sono le cause? di Cristian Manzi La Rocca di Montefiascone, punto di riferimento storico della città, sito archeologico e attrattivo per il turismo non gode di buona salute e certamente non vive momenti felici. Nell’area dell’enoteca, ad esempio, grandi pietre cadono in blocchi dal contrafforte a causa della friabilità della malta, che cede stremata dalle intemperie. Il tutto sembra sia aggravato dalla mancanza di un adeguato sostegno strutturale di riempimento dell’ambiente dell’enoteca provinciale, che un tempo conteneva terra di riporto. I “piccoli” crolli e le infiltrazioni d’acqua interessano anche altre aree. Una tra le più gravi è senza dubbio la situazione che vede coinvolta la parete in corrispondenza della finestra della sala Innocenzo III, soprastante l’entrata al cancello. Proprio durante il periodo natalizio, si sono verificati distacchi di pietre, tanto che tutta la parete presenta una consistente sporgenza di almeno una dozzina di blocchi. Per fare fronte a questa situazione, l’Amministrazione comunale ha posizionato due transenne. E intanto si avvicinano gli eventi culturali della prossima stagione. A questo si è aggiunta l’abitudine, da ormai molto tempo, di posizionare le cariche dei fuochi pirotecnici nel cortile interno agli scavi, per celebrare la festa di Santa Margherita. Le detonazioni delle cariche potrebbero essere un altro agente negativo sulla tenuta del monumento. Anche il cortile interno presenta danni. Per esempio, nel 2003, quando furono restaurate le pareti di tutta l’area sud (la zona che interessa la torre del Pellegrino), sarebbe venuto fuori che lo strato di malta che fungeva da copertura di sostegno ai ruderi, a seguito delle reiterate esplosioni, si sia “sfarinato”. Sempre nel cortile interno, una parte massiccia del basamento del portico sangallesco è rimasto senza riempimento a causa del gelo che lo ha spaccato. Ma non è tutto. Anche nell’area turistica della torre del Pellegrino si sarebbero verificati distacchi di piccoli ciottoli. Facciamo quindi il punto della situazione: 1) Caduta di materiale di fabbrica, 2) Infiltrazioni, 3) Fuochi artificiali. Ma quanto è sicura questa Rocca? Questo castello vanta oltre otto secoli di storia, l’uomo moderno sta sfruttando questo luogo in modo discutibile. Non sono i secoli o l’utilizzo a rendere fragile una struttura del genere, ma l’uso che se ne fa. Tanto è vero che la Rocca ha resistito ai secoli, ma per quanto ancora? Considerando anche il fatto che il castello ha subito un massiccio smantellamento nel XVII secolo. Cosa che avrebbe potuto mettere a dura prova la salute complessiva del sito. Alla luce di questi fatti, è necessario recuperare ciò che è in pericolo e non arrecare ancora pressioni. Questo monumento merita di essere ancora il simbolo di una gloriosa identità storica che contraddistingue la coscienza popolare. Sembra quasi che la memoria collettiva abbia dimenticato l’importanza di tutto ciò che è antico e che ci appartiene. Sta a noi tutti il compito della valorizzazione e della conservazione. Le criticità della Rocca La storia di un castello tutto da riscoprire. Un glorioso passato tra Chiesa e Impero La Rocca e i Papi Trentasei Papi tra Medioevo e Rinascimento e poi l’oblio del tempo di Cristian Manzi La storia della Rocca è legata indissolubilmente alla storia della Santa Chiesa. Qui i Pontefici hanno istituito il Patrimonio di San Pietro in Tuscia, un vasto territorio che il palazzo domina a perdita d’occhio, e vi soggiornavano per lunghi periodi. Era un rifugio nei momenti in cui le vicende politiche lo richiedevano. Infatti, i 36 Papi che sono passati, qui hanno trovato protezione, tra le possenti mura del castello, che diverso dal concetto classico medievale era impenetrabile: sia per l’impervia posizione, sia per la struttura con un sistema difensivo a 6 torri. Nel periodo antecedente l’anno 1000 il castello era costituito da una struttura lignea sorta su un insediamento etrusco. Dopo la distruzione del Borgo di San Flaviano avvenuta nel 1187, il nobile dignitario normanno Ildebrandino, che amministrava per conto di Bar- barossa, fu costretto ad abbandonare la Rocca. E’ da quel momento che si stabilì il dominio dei Papi illimitatamente fino alla parziale distruzione del castello avvenuta per opera del cardinale veneziano Marcantonio Barbarico nel XVII secolo, per la costruzione del Seminario sottostante al castello. Della storia della Rocca ricordiamo in breve il passaggio di grandi personaggi come Carlo V, Martin Lutero, Santa Brigida di Svezia, Antonio da Sangallo, I Borgia. Nel 1321 Giovanni XXII vi ha fondato la propria zecca. Durante il periodo Avignonese (13091377) i papi impartivano ordini politici e spirituali destinati a diffondersi in tutta Europa. Attraverso i Rettori, potenti cardinali guerrieri si istituivano i parlamenti con i nobili del patrimonio. Dalla Rocca si muovevano gli eserciti e nel suo interno fervevano i lavori di costruzione delle terrificanti catapulte. Il XIV secolo fu il periodo più importante, dove il castello poteva ospitare un esercito di 20.000 soldati al tempo dei papi francesi e dei cardinali spagnoli. Della Rocca rimangono oggi le torri e i ruderi per secoli rimasti all’insulto degli uomini, che per troppo tempo hanno coperto le tracce di un glorioso passato. Principali eventi Rocca dei Papi 2012-2013 9 settembre 2012 Sfilata di Moda “Moda Arte e Poesia” 29 settembre/27 ottobre 24 novembre 2012 18 novembre 2012 “ Incontri di fotografia” Dicembre-Gennaio 2012 “ Incontrarsi in Tuscia” 21 marzo/21giugno 2012 “Primavera in Etruria” 24 maggio/1 giugno 2012 “Borghi e Paesaggi della Tuscia” 24 marzo 2013 “Viva Verdi” Omaggio a Verdi 29 marzo 2013 M. A. S. Musica Arte Spettacolo 6 aprile 2013 Concerto di musica classica Duo Diaphonia 09 aprile 2013 Concerto Pasquetta e Concerto Folk Associazione Enarmonia 13 aprile 2013 Seminario di Batteria Associazione Enarmonia 14 aprile 2013 “Viva Verdi” L’opera sullo schermo: RIGOLETTO 21 aprile 2013 “Viva Verdi L’opera sullo shermo: IL TROVATORE 5 maggio 2013 “Viva Verdi” L’opera sullo schermo: LA TRAVIATA 19 maggio 2013 Saggio finale allievi Associazione Musicale Enarmonia 21-30 luglio 2013 Est Film Festival Rassegna Cinematografica “Circuito MTB Maremma Tosco Laziale” Vaniel Maestosi e Glauco Almonte raccontano l’esperienza Est Film Festival alla Rocca A tu per tu con gli organizzatori dell’Est Film Festival Con Laura Morante 300 persone alla Rocca di Montefiascone di Caterina Berardi Est Film Festival, una manifestazione molto seguita che nel corso degli anni è cresciuta, dando grandi soddisfazioni agli organizzatori Vaniel Maestosi e Glauco Almonte che a Montefiascone propongono la loro idea di cinema, mettendo a disposizione di tutti le loro competenze. Durante il periodo della Manifestazione il centro falisco si rianima, chiamando molti cinefili anche dalla provincia. Parlando con gli organizzatori ci siamo voluti togliere qualche curiosità circa l’affluenza e i luoghi in cui si svolgono le proiezioni. L’Est Film Festival è un momento di grande aggregazione per gli appassionati di cinema, cosa vi aspettate per la prossima edizione? In realtà la cosa più importante l’abbiamo realizzata, il Festival stesso e l’affluenza di persone è una conferma importante - commenta Maestosi -, in un periodo difficile come questo la difficoltà risiede nel crescere ulteriormente, cosa che può avvenire solo con ulteriori investimenti economici. Il Festival riesce a ottenere finanziamenti da tutte le Istituzioni: Regione, Provincia e Comune. Abbiamo partecipato ai bandi, e li abbiamo vinti, con le nostre forze e di tutti quelli che partecipano con passione e dedizione. A proposito di spettatori, in quanti assistono alle proiezioni alla Rocca dei Papi? Si utilizza la Rocca dei Papi in caso di condizioni meteo avverse. Con Laura Morante, alla presentazione serale, il castello papale ha fatto un pieno di 300 persone, ma per motivi di sicurezza legati a vari fattori, non abbiamo più potuto far entrare le persone. Per le altre manifestazioni all’aperto il numero sale fino a 500 in una serata. Il Festival non si esaurisce al periodo estivo. State facendo interventi creativi anche con i giovani. Come? Il Progetto scuole, una delle attività cui tenevamo di più. Proprio per rendere il Festival una realtà sempre presente, e non circoscritta al solito periodo estivo, per integrarlo nella formazione culturale dei più giovani, ma non solo, puntiamo anche ad avvicinare le nuove e le vecchie generazioni. Lo scopo del Progetto ha ambizioni anche diverse Facciamo questo lavoro con i ragazzi, anche perché vogliamo incrementare la loro partecipazione al Festival. Gli studenti interessati a partecipare alla rassegna, elaborando una tesina per l’esame di maturità, potranno partecipare al festival. Siamo stanchi di vedere tre giovani durante le proiezioni su un pubblico di 200 persone. Ci auguriamo di vederne tanti, perché il festival è per loro. Una piccola anticipazione della settima edizione? Possiamo dire che faremo un bel concerto, precisamente con un gruppo della sezione giovani che ha partecipato a Sanremo. Al di là di tutto, la formula vincente è di non dare nessuna anticipazione Est Film Festival è un contenitore vincente la nostra forza sta tutta nell’enfasi della conferenza stampa, che quest’anno si aggiorna al 9 luglio 2013. I cronisti di RadioGiornale si recano dal sindaco Luciano Cimarello per avere un quadro più esaustivo della situazione Eventi alla Rocca dei Papi, tutti all’insegna della sicurezza? Scorrere del tempo al Castello falisco. Tante domande, per avere delle risposte, che non sempre arrivano di Giulia De Santis e Caterina Berardi Quanti eventi annualmente ospita la Rocca dei Papi? “Io non ho la palla di ve.. non lo so… cioè sono decine, decine e decine, quanti sono… cioè questo lo potete sapere tramite l’ufficio cultura, o l’ufficio tecnico, poi sono diversi ad essere interessati. Ogni mese ci sono eventi, più di uno. Questo fine settimana ce ne sono stati 3, dire quanti è impossibile rispondere. Settimanalmente.. tutte tutte le settimane c’è sempre qualcosa. Anche più di uno a settimana. Durante la settimana è per diversi giorni a settimana è occupata; poi adesso riparte la Primavera in Etruria, se prendete il calendario della Primavera in Etruria, vedete che l’80% stanno lassù ... cioè dire quanti, onestamente è una risposta che non sono capace di darla così, con un numero.” Quant’è la capienza massima dei saloni? “La capienza… questa non è una informazione da chiedere al sindaco, scusate con tutta la buona volontà, basta andare all’ufficio tecnico e fatevi dire qual è la capienza dal punto di vista della… io faccio il tecnico a Capodimonte, se mi chiedete di una stanza di Capodimonte, magari sì, ma sapere quanto è grande… mi sembra un po’… capito! Esiste un responsabile della sicurezza? “Fa parte del patrimonio, per cui il responsabile del patrimonio del Comune ha la responsabilità di tutto, di quello come di altri immobili.”. I saloni sono dotati di uscite di sicurezza a norma? “ Io ritengo che sia a norma, se no non la potevamo usare.. però ripeto, queste informazioni… se volete informazioni del genere, rivolgetevi all’ufficio tecnico, più che al Sindaco. Se voi volete saper una cosa del genere, bisogna che me lo dite prima, così mi documen- to, così perdiamo tempo tutti. Entriamo in un campo che è puramente gestionale che non c’ha niente di politico. Voi sapete benissimo com’è divisa l’attività di un Comune, dall’attività politica che è di indirizzo e l’attività gestionale, che fa capo agli uffici, ai settori, ai dipendenti ai funzionari, al responsabile di settore. Non vi posso dare una risposta su queste cose”. Fantasmi al Castello? Un insolito abitante nella Rocca di Montefiascone: Chi è? Tornando alla nostra Rocca sembra proprio che anche qui, ce ne sia uno, ed è stato anche fotografato nel 2005 (a fianco). Tutto cominciò, una mattina del 3 novembre 2009, quando nel salone Innocenzo III completamente vuoto, la porta in legno della torre, si chiuse violentemente da sola, e di colpo, in un’area della stanza, si abbassò la temperatura dell’ambiente; perché questo accadimento? Cosa successe il 3 novembre nei trascorsi storici della Rocca? Forse, potrebbe essere in questa data la chiave di queste rare presenze che talvolta si riaffacciano nella nostra quotidianità. Proseguono le indagini e le teorie formulate in questa rubrica sulla Rocca dei Papi, monumento decaduto alla ricerca del fascino perduto Il mistero del passaggio sotto la torre I cunicoli: tra storia, leggenda e mistero Strani rumori, porte che sbattono all’improvviso e senza spiegazione, una figura anonima che vaga nel cortile del castello… di Cristian Manzi E’ ormai noto da secoli che in ogni castello, convento, teatro o abitazione che si rispetti possa esserci la probabilità di imbattersi in fenomeni paranormali, manifestabili a chiunque visiti quei luoghi, specialmente se antichi. Dopo tutto, questo è il prezzo della storia! In Inghilterra, ad esempio, non esiste castello dove non abiti un fantasma e che questi fenomeni costituiscono una sorta di “marchio di fabbrica” di quei posti. Non si capisce come abbia fatto John Locke (1632-1704), ad essere tanto scettico a proposito di fantasmi, tanto da trascorrere le notti nei castelli di tutto il Regno Unito, come prova che essi non esistono. Vorremmo sapere se Locke ci abbia dormito davvero… bisognerebbe chiederglielo, ma temiamo che sia ormai diventato un fantasma anche lui. SPECIALE ROCCA DEI PAPI 3 di Cristian Manzi Continuiamo a interessarci ai misteri che vedono come protagonista la nostra Rocca, e lo faremo esaminando questa volta la facciata del castello, che guarda verso il lago: osservando attentamente, la base delle pareti che mostrano le tracce delle ormai demolite arcate del XIV secolo, si scorLe feritoie nella parete esterna gono due feritoie, e un passaggio che sembra ormai una bilmente presidiata da arceri. cavità naturale. Quella cavità è Altro strano passaggio è quelin realtà la bocca di uno stretto lo che si trova ai piedi della cunicolo che conduce all’area torre. L’ambiente mostra un sepolcrale sottostante di epoca accesso, stretto in salita, per longobarda, in corrispondenza entrare bisogna inginocchiarsi del portico interno sangallee percorrere circa due metri sco. di corridoio. Una volta dentro, Perché mai è stato costruito le luci delle nostre lampade, ci questo ingresso? A cosa dohanno rivelato immagini spetveva servire? In effetti, questo trali, sconosciute. All’interno angusto passaggio, sembra dell’ambiente circa dieci metri non avere alcuna spiegaziosopra di noi, si scorge il primo ne logica, oggi e tantomeno piano della scalinata della torallora, visto che nel periodo re, che conduce ai piani supemedievale, quelle aree sepolriori. Puntando le lampade vercrali erano ormai dimenticate so il soffitto vediamo emergere da tempo e coperte dai vari periodi delle fasi di costruzione. Sicuramente, quando il castello era intero, esisteva una struttura inglobata alle pareti che doveva servire come deposito e, scendeva fino al livello, dove ora vediamo questo foro. Proprio sotto le finestre degli appartamenti cinL’arco nei sotterranei del Castello quecenteschi, si notano due feritoie che semdal buio della storia, un’arcata brano suggerirci decisamente, che attraversa tutto il soffitto. l’esistenza di altri ambienti del Nella parete di fronte dove le castello sconosciuti e che pomura fanno angolo, spunta un trebbero essere localizzati, se canale in coccio, ancora pervenisse condotta un’indagine fettamente al suo posto. Era archeologica mirata. sicuramente una condotta per La presenza di feritoie in quel l’acqua di scarico. Tra il terreno punto fa pensare a una postapolveroso di questo ambiente zione difensiva, visto che, stianotiamo a terra, alcuni resti cemo parlando della parte più ramici e detriti di intonaco. Forestrema della facciata, probase, scavando da qualche parte, potremmo rintracciare una porta che ci apra la strada a quelle stanze presunte, che sembrano essere indicate da quelle feritoie. Forse, questo luogo è stato già anticamente modificato, e poi abbandonato, oppure adibito a scopi diversi. Quel canale, certamente testimonia l’esistenza di un Frammenti ceramici nei sotterranei del Castello semplice scarico, ma resta il fatto, che questo misterioso antro ha tutte le caratteristiche per sembrare una via di fuga, o un nascondiglio segreto. Tipica espressione di un mondo difficile ma allo stesso tempo magico e affascinante come il tumultuoso periodo che la storia pone sotto il nome di Feritoia nei sotterranei del Castello medioevo. 4 Tra il Colle del Duomo, San Pellegrino e Via S. Lorenzo, un tesoro saccheggiato SPECIALE VITERBO SOTTERRANEA Viterbo sotterranea, scavi clandestini e archeomafie di Daniele Camilli e Daniele Piovino ”Custode segreta” e saccheggiata, la realtà di tutti i giorni. Viterbo, di Papi andati e “tombaroli” che ne scavano le viscere. Viterbo è a nord di Roma, un’ottantina di chilometri dalla Capitale. Nel cuore della Tuscia attraversata da etruschi, romani e longobardi. Nei secoli dei secoli. Storia, arte e archeologia. Patrimonio per alcuni, “petrolio” per altri. Il ventre di una città nottetempo saccheggiata. Ogni notte e chissà da quanto tempo. Cunicoli che corrono sotto i piedi dei suoi abitanti. Meta invisibile e sotterranea. Un’intensa attività di scavi clandestini che caratterizzano i sotterranei viterbesi. Almeno una trentina quelli testimoniati. Tra il colle del Duomo e i suoi due millenni di storia. Una zona che si affaccia sull’antichissima Valle di Faul e dove sorge il duecentesco Palazzo dei Papi e la cattedrale della città. Pale, guanti, torce, setacci, secchi, pezzi di ceramiche e muri sfondati per far prima e creare nuove vie d’accesso. Non strumenti da campeggio, ma da scavo. Scavi recenti con accanto bottiglie di birra, lattine di Coca Cola e sigarette per dissetarsi ed allentare la tensione. re un piatto del ‘300 potrebbe significare mettersi in tasca dai 60mila euro in su. Un labirinto underground affascinante e incredibile. Forse c’è pure una mappa e questa è magari finita nelle mani sbagliate. Una ricchezza che invece d’essere tutelata viene ogni Cisterna medievale e scavo clandestino notte violentata. In pieno centro e alla Una via dei topi che si inabissa portata di tutti. Con pareti che a decine di metri di profondità. a forza di scavare e spicconaArriva fin sotto le piazze storire vengono giù e avvallamenti che cittadine e il Palazzo della che si formano in superficie. Provincia. Fin dentro l’OspedaGli ultimi tre - chissà se dipenle Vecchio, una struttura che dono dagli scavi clandestini - a fino a qualche anno fa ospitava Piazza della Repubblica, Piazza malati e reparti. Centinaia di delle Erbe e Piazza del Gesù. metri in linea d’aria e la posLadri d’opere d’arte comunque sibilità di avere accesso anche attenti e scaltri. Sono probabilall’interno di abitazioni privamente loro le siringhe dissete, associando magari oggetti minate lungo uno dei cunicoli antichi a valori decisamente di Viterbo. Un modo come un più moderni. E nella Viterbo altro per allontanare i curiosi. sotterranea c’è di tutto. FontaUna questione privata e il mone ed archi medioevali, vie di nito “perdete ogni speranza fuga, acquedotti romani, pozzi oh voi che entrate”. Che fine etruschi, rifugi antiaereo delfanno i reperti archeologici la Seconda guerra mondiale, saccheggiati nei sotterranei di tombe etrusche, butti e carretViterbo? La risposta è probati dell’immondizia di 50anni fa. bilmente una: archeomafia. Graffiti, vecchi impianti della Il tombarolo non è più quello luce e torce. Persino un forno di una volta, ma - come spiega affrescato degli anni ‘30. Trova- Tsao Cevoli dell’Osservatorio Internazionale Archeomafie di Napoli “complessi traffici parte integrante di traffici che “presuppongono necessariamente una rete criminale ben strutturata: solo le organizzazioni criminali di stampo mafioso dispongono di un controllo capillare del territorio e di una rete internazionale abbastanza ampia e ramificata da essere in grado di gestire tutto il lungo e complesso iter che va dal furto e dallo scavo clandestino all’esportazione illegale delle opere, sfruttando gli stessi sistemi e canali dei traffici delle armi, della droga e degli esseri umani”. “Come spiegano gli inquirenti - aggiunge invece Legambiente nell’ultimo Rapporto dell’Osservatorio Ambiente e Legalità “Rosario Livatino” - il sistema con cui si ricava denaro dalle opere rubate è “semplice”. I pezzi rari e di alto valore, facilmente identificabili, una volta sottratti vengono allontanati al più presto dal punto in cui è avvenuto il furto o vengono nascosti. A volte per anni. Se poi i ladri non trovano acquirenti diretti (collezionisti privati), si rivolgono allora ad un mercato diverso. Quello appunto dei ladri professionisti, legati a un circuito di distribu- zione su scala internazionale, che provvedono anche alla falsificazione dei documenti”. Tra il 2008 e il 2010, nel viterbese sono stati sottratti illecitamente 148 beni culturali. Inoltre, secondo i dati forniti dal Comandante della Tenenza di Tarquinia del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Viterbo, Tenente De Gregorio, dal 2000 al 2009 sono stati recuperati 500 reperti archeologici, 35mila frammenti di vasellame, 2 dipinti e 3 sculture. Non solo boss mafiosi con il pallino delle opere d’arte, ma anche un mezzo raffinato per riciclare denaro sporco. Carotaggio nei sotterranei di Viterbo Vigili del Fuoco e Carabinieri avrebbero trovato uno scavo clandestino “aperto” Piazza del Gesù, un crollo dovuto ai “tombaroli”? Sarebbe stato rilevato anche un arco medievale con una frattura al centro di Daniele Camilli Archeomafie, l’ultimo “lavoretto”. Recente e di nuovo in pieno centro. Pare infatti che il crollo della pavimentazione in Piazza del Gesù a Viterbo non sia dovuto solo al passaggio di un camion non autorizzato, ma anche a una serie di scavi clandestini realizzati proprio all’altezza della voragine che si è aperta il 5 marzo 2013. Secondo alcune fonti, i Vigili del Fuoco - una volta scesi nel “buco” - avrebbero notato un’intensa attività di scavo clandestino in prossimità del crollo. Un’attività che, l’indomani, sarebbe stata testimoniata anche dai Carabinieri di Viterbo giunti sul posto per i rilievi del caso. Vigili e Carabinieri avrebbero anche riportato in superficie frammenti di ceramica, guanti, picconi e secchi utilizzati dai tombaroli. Non solo, ma proprio in prossimità dello scavo, sarebbe stato individuato anche un arco medievale che presenterebbe una frattura molto evidente. Cosa che avrebbe fatto pensare alla possibilità di un suo prossimo cedimento. A poche decine di centimetri dalla superficie di Piazza del Gesù. La voragine di Piazza del Gesù a Viterbo La filiera delle archeomafie. Dallo scavo clandestino al riciclaggio? Sotterranei e case d’asta, come escono i reperti dalla Tuscia di Daniele Camilli Come escono i reperti archeologici dalla Tuscia? Portarli fuori dalla provincia di Viterbo – come ci ha spiegato un “tombarolo” - non è poi così difficile. Basta avere un luogo dove farlo transitare e il contatto con il mercante giusto che paga lo “scavatore” provvedendo poi a mettere il tutto a disposizione dell’acquirente. Come fa quest’ultimo a sapere che non si tratta di una bufala? Innanzitutto è di solito un esperto d’arte, ma a scanso di equivoci il tombarolo stesso, appena estratto il reperto dal terreno o mentre lo sta estraendo, ha l’incarico di fotografarlo garantendo così l’au- tenticità del pezzo. Pezzi che devono essere consegnati intatti o possibili di ricostruzione fedele. Sarà poi il mercante ad occuparsi di restaurarlo e farlo uscire dal Paese. Come? Il porto di Civitavecchia oppure utilizzando roulotte, caravan e camion trasporto merci. Dipende dalla destinazione, ma in tutte e due i casi si seguono piste e complicità già battute per il traffico di armi, stupefacenti ed esseri umani. L’obiettivo, prima ancora che avvenga lo scambio mercante-acquirente, è comunque quello di raggiungere depositi d’arte collocati preferibilmente in paradisi fiscali che non necessariamente si trovano oltre oceano. Un sistema che pare sia organizzato fin nei minimi dettagli dove talvolta le mafie non si limitano a fare da supporto logistico, ma intervengono addirittura in veste di intermediario tra tombarolo e acquirente. Soprattutto quando si tratta di riciclare denaro sporco. Proventi derivanti da traffici illeciti. In che modo? Basta acquistare un qualunque oggetto con denaro sporco e venderlo direttamente in aste pubbliche ottenendo in cambio un assegno firmato e certificato da una casa d’asta straniera. In particolare quelle che hanno il pregio di mantenere l’anonimato di chi vende e di chi invece compra. Laddove infine si volesse ulteriormente speculare sul bene piazzato in casa d’asta, pare sia necessario dotarsi di un prestanome che al momento della compravendita faccia crescere artificialmente le quotazioni dei reperti a cifre elevatissime per poi acquistarli con altro denaro sporco e metterli legalmente sul mercato in attesa di un nuovo acquirente che se li porterà a casa a partire dal prezzo fissato in casa d’asta. Chissà, magari proprio un museo. Con tanto di fotografie, certificati e recensioni su riviste d’arte che ne garantiscono autenticità e bellezza. I sotterranei di Viterbo Una lettera giunta in redazione allo scadere dello scorso numero, è stata pubblicata con la promessa di una ampia ed esauriente risposta. Dato l’argomento, e l’interesse generale che ne può scaturire per tutti i Martani, e per la Tuscia, la sede naturale per questa risposta è proprio la nostra rubrica, che oggi le viene interamente dedicata. RADIOCRONACA MARTA Chi è “Scrapante”? Ogni volta che leggevo questa parola, mi chiedevo il suo significato. Casualmente sono venuta a sapere che Scrapante era un personaggio vissuto a Marta. Era una persona dotta che metteva il suo sapere a disposizione di quanti (analfabeti) volessero parlare e scrivere correttamente. Se si voleva fare un reclamo scritto al Sindaco, c’era Scrapante! E non era cosa da poco sapere di avere qualcuno che poteva mettere nero su bianco le tue considerazioni. La questione mi ha incuriosito, mi viene pertanto di chiedere a Giacomo ed Emanuele Carioti, che so essere parenti di Scrapante, se possono descrivere meglio le esperienze passate di questo misterioso ma intenso personaggio. Sono nata a Marta e sarei orgogliosa di saperne di più su Scrapante, se le lettere da lui inviate hanno mai avuto un seguito. Sapere qualcosa in più su un uomo che alla fine era un po’ il Radiogiornale dei tempi nostri. La voce dei cittadini! Grazie. Federica Ciripicchio Cara Federica, la lettera che hai scritto a Radiogiornale suscita una grande opportunità: quella di fornire, per la prima volta, un esauriente ritratto di un personaggio che appartiene alla nostra storia, di cui tutti –tranne forse i più giovani- hanno memoria, ma di cui si sono forse dimenticati i contorni di personalità e di ambiente. “Scrapante” era il soprannome di Antonio De Grossi, sposato con Anna Governatori (“Nonna Nanna”). Ebbero tanti figli: Fallerina, Nagrato, Gennardo, Feranda, Ermellina, Chimelia, Artemia, Negrina. La grande famiglia abitò prima in una casa in Castello; poi, mentre i figli via via si sposarono, Antonio ed Anna si trasferirono in via Amalasunta. Antonio De Grossi non era dotto: aveva la sua cultura: autentica, popolare, coltivata insieme al quotidiano duro lavoro, e perciò profonda e radicata nell’anima. Contadino, senza istruzione, imparò da solo a leggere e a scrivere, si appassionò da autodidatta alle letture di Chiesa e alla lingua latina, poi alla lettura dei poemi classici -principalmente la “Divina Commedia” e la “Gerusalemme Liberata”- di cui declamava e portava a memoria cospicui canti. Da questa passione trasse, come è evidente, anche i nomi dei suoi figli. Antonio De Grossi partecipò alla guerra 15/18. Si comportò eroicamente prendendo il coAntonio De Grossi, nel mando del suo plotone rimaritratto fotografico scat- sto senza guida per l’uccisione tato negli anni ’60 dal degli ufficiali, e portandolo a nipote Giacomo, oggi sopraffare il nemico. Tornò con altissima decorazione al immagine simbolo del una Valore Militare. Assunse per Premio Scrapante. moltissimi anni la guida della Associazione Combattenti e Reduci, che all’epoca era una delle istituzioni più considerate, e punto di riferimento ad ampio raggio sia per le esigenze dei reduci sia per quelle dei familiari: vale a dire, per quasi l’intera comunità paesana. Franco Califano: il rimpianto di un concerto in riva al lago di Emanuele Carioti Nel Natale 2007 Franco Califano (con cui ho sempre avuto un bellissimo rapporto professionale e di amicizia) venne da me intervistato per il primo numero della nuova edizione di “Scrapante”. In quella circostanza, raccontò il suo amore inappagato per la Tuscia e per la zona del nostro Lago, ed espresse la speranza di poter fare un concerto proprio sulle sue sponde, a Marta. Una speranza che, negli anni successivi, si è cercato in ogni modo di appagare. Le persone del posto con cui se ne parlò erano tutte entusiaste dell’idea: come si sa, Califano era amato per la sua vicinanza al cuore popolare, per la sua spontaneità, per la sua semplicità, ancor di più che per la indiscutibile grandezza del suo talento. Purtroppo, è mancata la giusta collaborazione e disponibilità da parte di chi poteva disporre delle minime risorse necessarie: un paio di giorni di ospitalità, una macchina per l’andata e il ritorno, un minimo rimborso spese per le attrezzature e un paio di collaboratori. Ho avuto il triste privilegio di incontrare Franco Califano pochi giorni prima della sua morte, e di fare con lui l’ultima sua intervista televisiva. Nel “fuori onda”, ci siamo lasciati In prima fila in ogni pubblica circostanza, si assunse più volte l’onere di portare avanti rivendicazioni di giustizia sociale, sia per conto dell’intera collettività sia nel semplice interesse di singoli bisognosi di sostegno e tutela. Nel 1968, come previsto per i reduci viventi nel cinquantenario della fine della “Grande Guerra”, fu insignito del titolo di “Cavaliere dell’Ordine di Vittorio Veneto”. Per la tenacia irriducibile con cui portava avanti ogni cosa gli fosse affidata nel pubblico Il primo numero della pri- interesse –sia da un singolo ma edizione del giornale richiedente, sia dalla intera “Scrapante”, ottobre 1973. comunità, ad iniziare dagli interessi legittimi dei reduci, della prima come (trent’anni dopo) della seconda guerra mondiale-, nonché per il piglio orgoglioso con cui esprimeva lo spirito eroico di tutti i compaesani che avevano combattuto e che si erano in grande parte immolati nei conflitti, gli venne spontaneamente attribuito dalla popolazione il soprannome di “Scrapante”, probabile contrazione di “Sacripante” (per la focosa vitalità) ma ancor più derivante dalla alterazione di “crapatosta” (per sottolineare la difficoltà di domarlo nelle battaglie di principio). Nato il 10 agosto 1889, Antonio De Grossi è morto il 4 febbraio 1973, e riposa in una piccola e semplice tomba – come semplice fu la sua vita- nel cimitero di Marta, accanto a sua moglie Anna e al piccolo Nagrato. Uno dei suoi nipoti, Giacomo Carioti –figlio di Ermellina De Grossi e di Pasquale Carioti- volle assumere alla morte di suo nonno Antonio De Grossi lo pseudonimo di “Scrapante” come “nom de plume” nel giornalismo e nelle iniziative culturali, sia in ambito locale che nazionale. Il primo numero della più recen- Nel 1974 ha fondato il te edizione del giornale “Scra- giornale intitolato appunto “Scrapante” con pante”, dicembre 2007. il quale ha animato e con il rinnovato appuntamento a Marta, che sia io che Califano attendevamo con crescente entusiasmo. Chissà, forse avremmo potuto riuscirci quest’anno… avevo anche in animo di proporlo per il Premio Scrapante, come personalità nazionale e internazionale coerente con i valori del premio… ma non abbiamo fatto in tempo. Il Califfo se ne è andato prima di veder realizzato questo bel sogno in riva al Lago. Con l’amichevole ricordo, resta una vena di rimpianto per una presenza, ed un memorabile concerto, che non potremo avere più… Nell’immagine: l’intervista a Franco Califano pubblicata sul numero di Scrapante del dicembre 2007, in cui Califano anticipa il suo proposito di venire a cantare in riva al Lago. L’ultima intervista televisiva con Franco Califano, per il Telegiornaledi T9, si può vedere a questo link: http://www.youtube.com/ watch?v=xp0wugXWF2M http://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Califano Post it portato avanti importanti iniziative di salvaguardia civile e culturale della Tuscia. La testata è stata ripresa a Marta –grazie al determinante stimolo e supporto di un gruppo di volonterosi, e, in primis, da Renzo De Grossi- dal 2007 al 2009, ed ora vive nel sito www.scrapante.it , in attesa di possibili future regolari edizioni. Per l’uscita del primo numero di questa nuova serie del giornale venne chiesto al poeta Domenico Sacco di interpretare in un acrostico la personalità di Scrapante, che doveva coincidere con la vocazione del giornale e con lo spirito del popolo Martano. Il poeta ci riusc’ magistralmente, con questi versi: “Soprannome che fu d’eroe nostrano / Conserviamo qual simbolo ed emblema / Rivendicando spirito balzano / Acuto, tosto, e che giammai non trema / Pronto ad ogni confronto tal giornale / Ambisce farlo in modo inAutografo di Scrapante in una telligente / Nel tutelare il delle ultime lettere scritte bene generale / Tenace nel al nipote per far perorare suo impegno forte, ardenal Ministero la causa di un te / E dando voce alla più schietta gente.” reduce. La “Pagina di Scrapante” è presente da molti anni sulla “Voce” di Montefiascone, mentre “Veduta Scrapante” è la rubrica dedicata a Marta su Radiogiornale. Nel 2012 ha fondato il “Premio Scrapante”, la cui prima edizione si è svolta nella sala Consiliare del Comune di Marta il 25 agosto 2012. In questa circostanza sono state attribuite le prime “Pergamene Il frontespizio del “Premio Scrapante” Martane” a cittadini Martani di particolare esempio, mentre la speciale targa “Premio Scrapante” –una riproduzione in lastra di zinco con la tecnica del dagherrotipo di un antico ritratto di Antonio De Grossi, che simboleggia visivamente i valori della semplicità, della sobrietà, e della dignità cui è ispirato il Premio- è andata a cinque personaggi non martani che hanno espresso particolari meriti nei confronti della Tuscia, sempre ispirati ai fondamentali richiami etici dell’iniziativa. E’ ora in progetto la seconda edizione si svolgerà nel 2013: conservando il “focus” su Marta e sulla Tuscia, dovrebbe essere estesa a livello nazionale ed internazionale, allo scopo di affermare, attraverso la attribuzione anche a persone non martane, il patrimonio morale di semplicità e di dignità del nostro popolo, che vorremmo condiviso ovunque e da tutti: in quest’ottica il Premio ne vuole essere riferimento e testimonianza. Qui si conclude il racconto sulla storia di Scrapante, e sulle iniziative ispirate alla sua memoria: grazie ai sentimenti e ai valori, condivisi dal popolo di Marta e della Tuscia, che ancor oggi sa ispirare. di Giacomo Carioti Dopo le rapine a Montefiascone e a Marta: cosa aspettiamo a mettere dieci telecamere? Poco tempo fa, subito dopo le clamorose rapine di Montefiascone, avvenute in pieno giorno nella gioielleria Pallini del Corso e in una banca del centro, sottolineai come i rapinatori avessero operato con una audacia ed una sicurezza assolute, addirittura dileguandosi in auto in un contesto che al momento prevedeva nelle vicinanze la presenza consueta delle forze dell’ordine, beffando ed eludendo ogni possibile intervento. Di quegli eventi non si è avuta al momento alcuna traccia, nonostante le scarne descrizioni testimoniali sulle persone e sulle auto sgusciate sotto gli occhi di molti. A seguito di quegli eventi indicai agli amministratori locali come la sicurezza non dovesse e non potesse essere più garantita da deterrenti “umani”, ma che dovesse essere sostenuta da un semplice e quanto mai economico (almeno visti i soldi pubblici che si sperperano in miriadi di iniziative non sempre di effettivo utile ritorno) di sorveglianza elettronica. Per controllare efficacemente il territorio urbano di una cittadina come Montefiascone sarebbero sufficienti una decina di telecamere, strategicamente collocate: sicuramente al loro occhio non potrebbero sfuggire movimenti di persone e di automezzi collegati ad eventi delittuosi, con valore determinante ai fini delle indagini, oltre che, ovviamente, come deterrente. La prima volta che avanzammo questa richiesta, sulle labbra di qualcuno si abbozzò un sorrisino di commiserazione… Ora c’è stata questa clamorosa ennesima rapina alla argenteria Fucini a Marta: nessuno ha visto niente! …ma se ci fossero state telecamere nella piazza e sulle poche vie di accesso e di fuga del paese (4 o 5, non di più), oggi sapremmo con certezza come è avvenuto lo scasso, con quali mezzi e da parte di chi. Conclusione: spendiamo meglio i soldi pubblici, privilegiando la sicurezza. 6 Montefiascone. Piedibus, esempio di senso civico, al servizio di grandi e piccini, organizza incontri di solidarietà e ora anche il Baratto di Momenti, occasioni di condivisione di ciò che si ha e di ciò che si è RADIOCRONACA MONTEFIASCONE Cosa hanno in comune il Piedibus e Lupo Lucio della Melevisione? Bruno Tognolini, vincitore del Premio Andersen, il Nobel della letteratura per ragazzi, ospite di Piedibus di Isabella Christina Felline Fervono i preparativi all’interno del Piedibus di Montefiascone. E questa volta non per la Festa di Primavera Piedibus o per qualche Colazione Piedibus, ma per ben due ghiotte occasioni: Il 28 aprile ci sarà il primo Gemellaggio e Raduno con gli altri Piedibus della provincia, una grande festa all’aperto per adulti e piccoli. L’altra ghiotta occasione è che l’8 maggio il Piedibus ospiterà il poeta Bruno Tognolini, vincitore del Premio Andersen, il Nobel della letteratura per Ragazzi, l’e- rede di Gianni Rodari, pubblicato e tradotto in numerosi paesi, autore dei testi della Melevisione e dell’Albero Azzurro, del film in cartone animato La gabbianella e il gatto e di tanti libri e parole che hanno fatto crescere i nostri ragazzi e persino alcuni di noi genitori. Cresciuto in tre anni e insignito del titolo di Esempio di Alto Senso Civico, interpellato come esempio per la costituzione del neonato Piedibus di Viterbo, il Piedibus di Montefiascone è diventato da tempo anche Scambio di Braccia, cioè solidarietà tra i partecipanti e ora persino Baratto di Momenti: cioè preziose occasioni di condivisione di ciò che si ha e di ciò che si è: si invitano scrittori, poeti, scienziati, artisti e artigiani e si scambia il loro mestiere e la loro arte con le competenze dei componenti del Piedibus, senza denaro, ma col baratto. Il cachet di Tognolini? L’ospitalità nelle case delle famiglie Piedibus, olio, vino, aceti aromatici, dolci, una pianta, un libro, pasta, conserve varie fatte dalle famiglie Piedibus, origami, rime e tanto altro, il tutto amorevolmente disposto in una cassapanca in legno realizzata dal giovane nonno del Piedibus: cose che non si vendono, cose che non si comprano. Quando il Piedibus ha proposto il Baratto di Momenti l’anima di poeta di Tognolini si è incuriosita ed emozionata per ciò che fa questo gruppo di persone; così nonostante la sua agenda sia strapiena di impegni in giro per l’Italia, ha risposto con parole sagge e profonde per dire che avrebbe accettato eccezionalmente il curioso invito. La mattina dell’8 maggio il Piedibus donerà un incontro di Tognolini a una classe campione della scuola elementare di Montefiascone: un esclusiva del Piedibus alla scuola. Montefiascone: “Piccoli burloni” in scena in occasione della Giornata mondiale del teatro Teatro di scena all’Istituto “A. Molinaro” La Preside “Istituiremo dei laboratori teatrali all’interno della scuola” di Giulia De Santis e Lavinia M.Saraca In occasione della Giornata Mondiale del Teatro del 27 marzo abbiamo incontrato la Preside dell’Istituto comprensivo “A. Molinaro”, promotrice di una particolare iniziativa che ha avuto per protagonisti dei piccoli attori nella scuola elementare “A. Molinaro”. Con la promotrice dell’evento abbiamo conosciuto anche Gianna Scoponi, regista di una delle compagnie di teatro amatoriale presenti sul territorio. Iniziamo col chiedere informazioni sull’evento in sé. “La Giornata Mondiale del Teatro nasce a Vienna nel 1961, diffondendosi anche nelle scuole – ci spiega la dottoressa Bugiotti – grazie a un protocollo di intesa tra il MIUR e le associazioni di teatro amatoriali. La mia volontà di adesione – continua la Preside - nasce dall’amore verso qualsiasi forma d’arte, ma anche e soprattutto dalla presenza nel nostro Istituto di alunni e insegnanti che, al di fuori dell’ambito scolastico, coltivano la passione per il teatro. Un esempio è proprio la compagnia teatrale dei “Piccoli Burloni”. La promotrice dell’iniziativa non poteva fare tutto da sola “è per questo che ho chiesto - ci racconta - a Gianna, la regista, di celebrare questa giornata portando in scena lo spettacolo di questi giovanissimi attori che ormai da quattro anni calcano i palcoscenici della provincia”. Domandiamo alla Preside se ritiene che il teatro sia una forma d’arte da rivalutare. “Sicuramente – prosegue Bugiotti – è molto più semplice, e spesso economico, portare proprio figlio al cinema piuttosto che a teatro. Inol- tre, la diffusione del 3D sta rimpiazzando il fascino del palcoscenico e del contatto diretto con il pubblico. Personalmente, preferisco di gran lunga il teatro, al cinema sei spettatore passivo mentre nel corso di una rappresentazione teatrale il pubblico partecipa attivamente.”. Chiediamo conferma circa una sua volontà di istituire un progetto di laboratorio teatrale all’interno della scuola. “All’interno del mio istituto ho insegnanti abili, competenti e sensibili verso questa straordinaria forma d’arte che è il teatro. La mia idea, che qui vi anticipo, è quella di affidare loro il compito di realizzare una vera e propria stagione teatrale con i nostri alunni, coinvolgendo anche gli adulti. Fare del teatro una materia curriculare sarebbe il mio intento, ritenendolo un’attività sia formativa che socializzante”. Passiamo la parola alla regista della compagnia de “I Piccoli Burloni”, Gianna Scoponi, che ha aderito all’iniziativa portando in scena, presso l’Istituto “A. Molinaro”, uno spettacolo tratto dalle opere del poeta falisco Giorgio Zerbini insieme ai suoi attori, alunni tra i nove e i dodici anni. La domanda che più ci incuriosisce, a questo punto, riguarda l’approccio dei bambini al teatro. “Vedere ogni volta la passione che i più piccoli mettono in quest’arte – afferma la regista I piccoli burloni – mi commuove. Il loro entusiasmo non accenna mai a calare, sebbene il teatro richieda disciplina e studio intenso. Da questi bambini pretendo molto e mi aspetto tanto, e fino a ora ho ricevuto solo soddisfazioni. Sono pienamente d’accordo con la volontà di istituire un laboratorio teatrale nella scuola perché pienamente convinta degli effetti positivi che avrebbe sugli alunni, dal punto di vista della loro formazione, della sensibilizzazione verso l’arte e della massima espressione delle capacità di ognuno di loro”. Nel prossimo futuro speriamo di poter ammirare sul palcoscenico i piccoli attori, ma anche i più grandi per sperimentare a avvicinarsi a una pratica antica come il teatro. Il pomeriggio terrà un incontro riservato ai bambini delle famiglie del Piedibus: un’esperienza unica, dove la ricchezza della condivisione e dell’empatia umana va oltre il denaro. Bruno Tognolini sul suo sito (www.brunotognolini.it) ha inserito il link nel calendario della sua tournée, insieme alla nostra “Distinta di pagamento in Baratto”. Il Piedibus di Montefiascone è censito in www.piedibus.it e ha una pagina Facebook: Piedibus Montefiascone. Bruno Tognolini I ragazzi (grandi e piccoli) del Piedibus di Montefiascone Ritorna la Kermesse di Forza Creativa per il 2013 di Paola Nencioni (Segretario Forza Creativa) Torna “Borghi e Paesaggi della Tuscia”, la mostra/concorso organizzata dall’associazione Forza Creativa realizzata in collaborazione con l’Assessorato al Turismo della Provincia e l’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Montefiascone, che hanno riscontrato nell’iniziativa di Forza Creativa, un’ampia valenza culturale, tale da conferire prestigio alla Tuscia ed avvicinare i giovani, sia alla conoscenza del territorio, sia alle problematiche di categorie sociali svantaggiate, in quanto l’evento è finalizzato alla beneficenza. La mostra allestita presso gli ambienti della Rocca dei Papi, si terrà nei fine settimana dal 24 maggio al 1 giugno e presenterà oltre 100 fotografie artistiche. L’obiettivo è la valorizzazione dei prodotti tipici locali e rendere Forza Creativa catalizzatore culturale. Il concorso, la cui scadenza per la presentazione delle opere è il 10 maggio 2013, è rivolto a tutti i cittadini maggiori di 16 anni. La giuria, composta da delegati degli Enti organizzatori, si riunirà il giorno finale per scegliere le immagini fotografiche più apprezzate, relative a ogni sezione, a cui assegnare i premi. “È stato il buon esito della prima edizione che ci è servito da incoraggiamento per organizzarne una seconda - dichiara il Presidente dell’Associazione Fabio Notazio - ricca di tematiche (Colore nel Folclore - Animali e Natura - Città e Paesaggi - Still life e Hdr) e di altri eventi all’interno di essa, per spingere la promozione turistica di questo stupendo paese dell’Alta Tuscia”. Tra le iniziative in programma, il 24 e 31 maggio, le scuole della provincia visiteranno gli ambienti della Rocca dei Papi, attraverso le spiegazioni della dott.ssa Valentina Berneschi e dell’archeologa Francesca Mancarella. Sabato 25 maggio, l’Associazione promuoverà un Incontro Enogastronomico, che verterà sulla degustazione di Vini locali, ampie produzioni casearie del Caseificio “Alta Tuscia Formaggi”, diversi assaggi di pesce prodotti dall’azienda “Santa Marta”, tutto in un contesto culturale basato sulla valorizzazione dei nostri prodotti tipici, dove si relazioneranno Il Presidente Nazionale della FareAmbiente Vincenzo Pepe, l’Assessore al Turismo della provincia Andrea Danti e la Dott.ssa Valentina Berneschi dell’Università della Tuscia. Domenica 26 maggio, una sfilata di Moda estiva presentata dall’attrice Georgia Viero, con abiti della boutique Brand di Montefiascone e un rinfresco offerto dal Ristorante Stuzzico. Sabato 1 Giugno, ci sarà la cerimonia di premiazione del Concorso con un buffet organizzato dalla Pasticceria Ranucci. Tutti gli appuntamenti saranno a ingresso libero. Il bando per partecipare al concorso e il programma completo degli eventi sono scaricabili dal sito internet di Forza Creativa (www.forza-creativa.it). LAGOnìa 7 di Osservatorio Lago di Bolsena Tutela del lago di Bolsena. Cobalb: “Sospesi i servizi di depurazione dalla fine di aprile” Ancora in stallo la lunga trattativa tra Talete e Cobalb, cosa ne sarà della salvaguardia della biodiversità del lago? I mesi scorsi hanno rilevato la precarietà della tutela del nostro Lago. Ci siamo resi conto che persino le funzioni basilari della sua protezione – il controllo del suo livello e lo smaltimento corretto delle acque reflue del bacino – ormai non sono più garantite. Causa i recenti cambiamenti dei vertici della Regione, e una gestione non sempre felice. Recapitoliamo: da alcuni anni il livello del Lago mostra escursioni incontrollate - spesso è troppo alto, l’estate scorsa era bassissimo. Le acque alte negli ultimi mesi hanno causato danni a coste e strutture; inoltre, i serbatoi di accumulo di alcune stazioni del collettore circumlacuale si stanno allagando e le pompe, costrette a lavorare in continuo, riversano liquami nel Lago. Per molti, tra cui il sindaco di Bolsena Paolo Dottarelli, le responsabilità sono chiare: “da quando la competenza è passata all’ARDIS, la situazione è andata nel pallone”. Però, ci sono voluti più di due anni di istanze, lettere, colloqui, discussioni, due anni d’impegno insistente di associazioni e amministrazioni prima che l’ARDIS (Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo) si accorgesse che qualcosa non andava. Dopo gli energici interventi dei sindaci durante una riunione a Bolsena ci sono segnali positivi: nomina di un nuovo responsabile della gestione del livello, promessa di totale trasparenza sulla gestione del livello, apertura delle paratoie sul fiume Marta per fare defluire l’acqua. Contiamo che questo problema possa trovare una soluzione intelligente, condivisa e durevole. Dall’altra parte, la protezione del Lago dalle acque reflue del comprensorio non era mai stata così a rischio. Cosa ne sarà del sistema gestito finora dal COBALB? Il quadro generale: depuratori privi di funzionalità, San Lorenzo Nuovo e Grotte di Castro versano i liquami nei fossi, smaltimento dell’anello circumlacuale molto ridotto e insufficiente per accogliere le acque reflue nella stagione estiva, niente scorte di pompe e altro materiale, 2,5 milioni € di debito, senza fondi per pagare i fornitori che ormai non fanno più credito, in corso i primi pignoramenti. Da anni COBALB e Talete sono ingaggiati in una battaglia, a risentirne l’ambiente e il personale COBALB che con grande impegno e ingegno ha saputo assicurare una minima funzionalità del sistema. In una lettera del 3 aprile, il direttore del COBALB costata l’impossibilità di adempiere i doveri di mandato; durante una conferenza stampa a Bolsena, il 15 aprile, ha annunciato la sospensione dei servizi di depurazione dalla fine di aprile. I fondi stanziati per il risanamen- to del sistema circumlacuale dopo la petizione Salvalago, quasi 4 milioni di Euro, sono rimasti bloccati dalle dimissioni della giunta Polverini. Talete continua a trattenere i fondi che riceve dai comuni e dalla Regione. L’unica strada percorribile nell’immediato sembra la richiesta di uno stanziamento “tampone” di urgenza: di una piccola parte dei fondi per arginare l’inquinamento delle acque balneabili durante l’estate. Sul canale YouTube di RadioGiornale puoi vedere l’estratto della conferenza stampa dei vertici COBALB del 15 Aprile a Bolsena SottoBanco di Gioacchino Congi Scuola, edilizia “precaria”? Le “tecnologie” non bastano Sono già stati stanziati 223 milioni di fondi per la scuola privata nel 2013 Ma se le nostre scuole sono fatiscenti e qualche calcinaccio si dovesse staccare, ci dobbiamo riparare con i tablet? La situazione nelle scuole della Tuscia è critica. E’ questo il quadro che si presenta a chi entra in uno dei nostri istituti. Gli studenti cambiano, le generazioni si susseguono, ma le aule sono le stesse dei nostri padri e dei nostri nonni. Nel nostro territorio è in continuo aumento il numero degli studenti che si iscrivono negli istituti pubblici superiori e le strutture scolastiche non riescono a sostenere tale richiesta. Per questo motivo sempre più si trovano costretti a “decentrarsi” in sedi distaccate come accade nella città di Viterbo dove il Liceo ginnasio Mariano Buratti e il Liceo scientifico Paolo Ruffini si sono ritrovati “ospiti” all’interno delle strutture di piazza Dante. Tale forzata divisone dei corsi in diversi plessi distaccati provoca un altro fenomeno. Le cosiddette “classi pollaio”. Un fenomeno sempre più diffuso che vede il sovraffollamento delle aule. La comunità scolastica, così divisa, vive una forte crisi. Il problema non riguarda solo l’edificio in sé, ma a mancare sono anche gli spazi necessari all’apprendimento come laboratori, palestre, aule multimediali. Le cause di tale problematica sono da attribuire a un Ministero sempre più volto all’innovazione tecnologica e sempre meno attento alle problematiche dell’edilizia? A testimoniare quanto detto ricordiamo la proposta del Ministro Profumo di dotare tutti gli studenti di un tablet. Tale proposta è stata rafforzata da Eyes Wide Ciak di Lavinia M. Saraca La marionetta più “strapazzata” dal cinema si esibisce nell’Alto Lazio La Tuscia: “Il Paese dei Pinocchi” Comencini, Sironi e gli altri che hanno reso omaggio alla fiaba di Collodi “Tu chi sei?” esclamò il burattino sorpreso “sono la tua coscienza, il Grillo Parlante!”. Tralasciamo ogni possibile riferimento politico, e immergiamoci in una delle favole più conosciute al mondo. Il nostro eroe è il protagonista del romanzo “Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino” di Carlo Lorenzini, detto Collodi. La maggior parte dei bambini conoscono le sue avventure grazie al cartone animato del 1940 firmato Walt Disney, oggi incluso nell’elenco del- le opere filmiche da preservare. Particolarmente fortunata e di successo è stata la trasposizione cinematografica del regista L. Comencini, trasmessa dalla Rai in cinque puntate nel 1972. Lo sceneggiato è stato girato soprattutto nel Lazio, tra la provincia di Roma e quella di Viterbo, in particolare Farnese è stato scelto come “paese di Geppetto”, e le Saline di Tarquinia il luogo dove Pinocchio frequenta la scuola, incontra Lucignolo e ritrova la fata turchina creduta morta. La uno spot pubblicitario Porta a scuola i tuoi sogni il quale è stato girato in una scuola privata di Milano mostrando computer su ogni banco e cortili attrezzati per le attività sportive. Un Ministero “generoso” nell’elargire fondi alla scuola paritaria. Sono già stati stanziate 223 milioni di fondi per la scuola privata nel 2013. A riprova che, ancora una vol- ta, la Costituzione italiana non è che uno “canovaccio”. Difatti, la stessa, spiega a chiare lettere: “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato” (Articolo 33, comma 3) bellezza dei paesaggi nostrani ben si adattava allo stile poetico e malinconico dell’opera. “Lo sceneggiato presenta un cast perfettamente azzeccato, nonostante la partecipazione di alcuni attori che ricoprono in genere ruoli comici, come Nino Manfredi (Geppetto) o Franco & Ciccio (Il Gatto e la Volpe)” - rivela il critico cinematografico P. Merenghetti - “il Pinocchio di Comencini è una riduzione più realistica del libro, a lieve discapito della componente fantastica.” Ma non è tutto. Nel 2009 la Tuscia torna a ospitare le avventure del famoso burattino. Il regista Alberto Sironi dirige una miniserie di due puntate, ambientata quasi interamente a Civita di Bagnoregio, con una puntatina anche alla zona archeologica di Sutri. Il Pinocchio di Sironi non raggiunge lo stesso spessore artistico di quello di Comencini, ma riscontra un discreto successo tra il pubblico. Nel corso degli anni, molti autori si sono ispirati a questo personaggio, adattandolo a diverse forme d’arte, partendo dal fumetto, passando per il teatro, fino ad approdare nelle sale cinematografiche. Nota è la trasposizione di Roberto Benigni del 2002, che purtroppo è stata un flop sia al botteghino, sia per la critica. Ma chi è in realtà il burattino, la mario- Come possiamo risolvere la situazione? In un periodo di crisi dove tutti gli enti locali rispondono dicendo che i soldi “non ci sono” forse una soluzione c’è. Non sarebbe più proficuo investire su degli interventi di manutenzione ordinaria delle scuole e monitorare costantemente il loro stato “di salute”? Questi sono i sogni che portiamo nella nostra scuola ogni giorno. Per segnalazioni scrivete a: [email protected] netta, che voleva diventare un bambino vero? Calvino definisce Pinocchio vero “picaro” (orfano furfante) della letteratura italiana, mentre Pierotti ha una visione “religiosa” del personaggio, considerandolo un possibile riferimento alla Crocefissione, rappresentata dallo stesso “legno” della marionetta. Dal passato passiamo al presente. Attendiamo infatti il ritorno di Pinocchio, con l’ultima trasposizione cinematografica del romanzo di Collodi, firmata Enzo D’Alò, con la colonna sonora di Lucio Dalla, composta prima di lasciarci. E aspettiamo, con curiosità, la versione Dark del nostro burattino (come vuole l’ultima moda del cinema americano) di Guillermo del Toro, ancora in fase di lavorazione. Nino Manfredi e Andrea Balestri nel “Pinocchio” di Comencini (1971) CONCORSO RG 2012 RADIOGIORNALE HA PREMIATO LA TUA FEDELTA’ RadioGiornale è on line! con un nuovo look, tutto da scoprire Il sito di RadioGiornale si presenta con un nuovo look e con tante novità. Inchieste, rubriche e, come sempre, spazio ai lettori che vorranno partecipare al giornale. Sfogliando le pagine troverete notizie sul nostro territorio e su temi di attualità di grande interesse. Panoramiche su fatti vicini e lontani. Dalla Grecia quasi al collasso, al Venezuela di Chavez, dall’arsenico nell’acqua della Tuscia, alle voragini viterbesi. Interviste mirate agli Amministratori locali sui temi più dibattuti. Da leggere, ad esempio, i commenti dell’Assessore alla Cultura su Montefiascone che esce dal circuito “Città del vino” e quelli del Presidente Mario Trapè sull’ultimo Consiglio Comunale, in cui sono state prese importanti decisioni per i cittadini. Venite spesso a visitarci, perché non finisce qui. www.radiogiornale.info Lo scorso 22 marzo, in occasione della terza edizione del M.A.S. presso la Rocca dei Papi di Montefiascone, il pubblico presente ha sorteggiato i numeri vincenti del Concorso a premi che RG ha offerto ai più affezionati Lettori, che hanno ritagliato e conservato i tagliandi colorati dei primi 12 numeri del giornale. Ecco i vincitori, cui abbiamo provveduto a spedire i buoni per poter ritirare i premi in palio: Vince il 3° premio - Aerografia personalizzata su tela Numero Titolare Provenienza 14574102748-7 M. B. Montefiascone Vince il 2° premio - Soggiorno + pacchetto benessere, per 2 persone Numero Titolare Provenienza 14589196026-9 P. M. Roma Vince il 1° premio - Viaggio in una Capitale europea, per 2 persone Numero Titolare Provenienza 14536245054-3 M. M. Montefiascone Tutte le informazioni su www.radiogiornale.info La Libertas come non l’avete mai vista... L’originale Harlem Shake delle atlete della Libertas Pallavolo lo trovate in esclusiva sul canale YouTube di RadioGiornale RG TORNA IL 20 MAGGIO www.radiogiornale.info www.touristangels.com www.distampa.it Visitaci sulla pagina RadioGiornale di Facebook PUBBLICITA’ Per aderire da subito alla nostra pubblicità, sostenendo RadioGiornale e ottenendo una forte visibilità, manda una mail a: [email protected] o chiama il numero 346.7439416 (tariffa applicata in base al vostro operatore telefonico) Sarà nostra cura trovare la soluzione più adatta alle tue esigenze. DISTRIBUZIONE RadioGiornale (free) è gratuito, esce il 20° giorno di ogni mese, con attualmente 3.500 copie, distribuite nei bar, cinema, supermercati e luoghi di aggregazione di Montefiascone, Marta, Capodimonte, Viterbo, Bolsena, S. Lorenzo N. e Acquapendente (guarda tutti i punti di distribuzione su www.radiogiornale.info). Ogni mese il giornale è in anteprima esclusiva per 24 ore in alcune edicole aderenti al progetto RG: • • • • • • • EDICOLA di Filippo SELVI (via Aldo Moro – loc. Salotti) – Montefiascone EDICOLA di Roberta BASILI (p.zzale Roma – loc. Centro) – Montefiascone EDICOLA di Giancarlo MOSCETTI (p.zza V.Emanuele – Centro Storico) – Montefiascone EDICOLA di Giuseppina SAVELLI (via Cassia – loc. Zepponami) – Montefiascone EDICOLA di Alessandro CESARI (via Cannelle – loc. Grazie) – Montefiascone EDICOLA di Mario CASTELLI (via Tuscania, 20) – Marta EDICOLA di Sara SIGNORELLI (via Laertina, 12) – Marta Ricordiamo infine che RadioGiornale (free) può essere spedito a domicilio previo pagamento delle sole spese postali, o scaricato in PDF richiedendolo alla redazione. 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