06_running - Running Magazine

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06_running - Running Magazine
ANNO 1 - NUMERO 6 - 2012
Editore Sport Press S.r.l. - Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) Tel. +39 0362.600469 - Fax 0362.600616 - e-mail: [email protected] - Direttore responsabile: Angelo Frigerio - Periodico mensile - Registrazione al Trib. di Milano n. 38 del 20 gennaio 2012 - Poste
Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 - conv. in Legge 46/2004 Art. 1 Comma 1 LO/MI - Stampa: Ingraph - Seregno (MB) - In caso di mancato recapito, inviare all’ufficio postale di Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa.
cover story //
INTERVISTE, DATI & STATISTICHE, SPUNTI, RIFLESSIONI
E APPROFONDIMENTI SU UNA DISCIPLINA IN SALUTE
E CON INTERESSANTI POTENZIALITà
PAGINe 10-13
focus shop
PAGINe 18-19
free run
“selezioniamo SOLO IL MEGLIO E NOTO CHE,
ANCHE A PREZZO PIENO, UNA CALZATURA
DI QUALITÀ È SEMPRE LA PRIMA SCELTA
DEI MIEI CLIENTI”. PARLA GIAMPAOLO PAGLIANI,
TITOLARE dei 6 negozi specializzati EMILIANi.
SEMPRE PIù TRIATHLON
quarta puntata
SHOE COUNT
roma È UNA DELLE MARATONE PIù IMPORTANTI
DEL MONDO E SUL SUOLO ITALIANO È QUELLA
PIù INTERNAZIONALE, CON 7.000 STRANIERI.
ECCO I DATI DELLA NOSTRA ATTESA RUBRICA.
focus on
la scarpa del mese
MIZUNO // WAVE RIDER 15
PAGINA 20
GUSTO
STRONG
alle pagine centralI
alessandro lambruschini
A SETTEMBRE ROVERETO OSPITERÀ LA PRIMA
EDIZIONE ITALIANA DELLA STRONGMAN RUN,
PORTATA NEL NOSTRO PAESE OLTRE CHE DA
FISHERMAN’S FRIEND, DA RCS SPORT E BROOKS.
IL DOLCE VIRUS
DELL’AGONISMO
PAGINA 8
// iran
PAGINe 22-23
LA TRANSIZIONE SECONDO INOV-8
PAGINA 16
[email protected] / www.runningmag.it
PAGINA 26
RUNNING MAGAZINE
editoriale
di BENEDETTO SIRONI
[email protected]
UNA “TRIPLICE”
RIFLESSIONE
Fin dalla nascita il “manifesto”
di Running Magazine rivendicava, ovviamente, un’attenzione a
quel che riguarda il mondo della
corsa in tutte le sue varianti, trail
e skyrunning compresi. Ma nella
nostra mente - e poi sulle nostre
pagine - teniamo volentieri la porta aperta a spunti più trasversali.
Che riguardino magari anche altre
discipline. Una di queste è certamente il triathlon. Ecco perché più
di una volta avete trovato segnalazioni o news a riguardo. Ma su
questo numero abbiamo voluto dedicare alla “triplice” addirittura la
cover story e ben 4 pagine di approfondimento. Quel che ne emerge è
una realtà in crescita e con numerosi, stimolanti spunti di riflessione. Sotto molti punti di vista: dal
target dei praticanti all’operato
della federazione italiana, dall’interesse (o meno) degli sponsor al
notevole impatto economico generato da un evento come l’Ironman
di Pescara, dalle differenze tra
Italia e altri paesi alle iniziative
dedicate ai bambini. E molto altro. Sfatando una volta per tutte
il grande luogo comune che vede il
triathlon come uno sport per pochi
super-atleti. Leggere gli articoli alle
pagine 10-13 per credere… Di questo sport e relativi “affini” torneremo senza dubbio a parlare. Del
resto proprio il triathlon ci offre lo
spunto per una triplice (scusate il
gioco di parole) riflessione.
Innanzitutto sulla multidisciplinarietà. Sempre più runners, in
special mondo quelli più moderni
ed evoluti, oltre alla corsa praticano anche altre attività sportive. La
bici è sicuramente in cima alle preferenze. Del resto - come sottolinea
anche il nostro intervistato d’eccezione Alessandro Lambruschini a
pag 16 - è bene ricordare che proprio
una sana alternanza di allenamenti tra corsa e bike rinforza le gambe
e sviluppa anche diverse fasce muscolari. Ci sono poi tanti altri sport
che vengono praticati dai runners,
magari in periodo invernale (quando molti corrono meno) ma anche
nelle altre stagioni in alternanza
con la corsa. Del resto, non poche
gare ed eventi stanno puntando
proprio sulla multidisciplinarietà
(tra i tanti esempi si veda su questo
numero la Oetzi Alpin Marathon
o un evento ancor più trasversale
come i Rewoolution Raid, entrambi segnalati a pag. 5). Elemento
che rappresenta a mio parere un
valore più che un “pericolo”: non
vedo sinceramente il rischio che la
corsa venga abbandonata a favore
di altre attività, quanto l’opportunità che nuovi praticanti provenienti da altre discipline si avvicinino al running.
Seconda riflessione, in realtà connessa alla prima: il profilo dei praticanti sta cambiando e parecchio.
Il podista tradizionale e tradiziona-
Editore
Sport Press Srl
lista, che da anni concepisce solo la
corsa e magari la vive a volte anche
un po’ troppo ossessivamente, c’è e
ci sarà sempre. Ma a farsi avanti è
una vasta base di nuovi praticanti
che dimostrano e rivendicano un
approccio più “fun”, ludico e - perché no - anche trendy. Come conferma anche un interessante sondaggio realizzato da Runner’s World
(1.500 gli intervistati italiani),
pubblicato sul numero di giugno,
nel quale viene evidenziato che ben
il 77% dei runners nel nostro paese
corre da meno di 5 anni.
Terzo e ultimo spunto prima di
arrivare al traguardo di questo editoriale… Una delle grandi sfide per
il prossimo futuro, che in parte è
già in atto e alla quale le aziende
più lungimiranti stanno mirando:
puntare a raggiungere e “contaminare” positivamente altre sfere,
magari ancor più grandi di quella
che racchiude il nostro mercato.
Come l’universo del fitness. O quello dell’outdoor. Con una semplice
equazione: running = wellness. Le
potenzialità ci sono tutte e paradossalmente, per una lunga serie di
motivi sui quali oggi non è il caso
di soffermarci, la crisi può addirittura favorire questa contaminazione. Sta a noi lavorare perché si
concretizzino e nei prossimi anni
rendano sempre più persone dai più
disparati profili dei nuovi runners,
ben felici di esserlo.
Redazione USA: DNF Media, Inc
1956 Bohannon Drive - Santa Clara, CA 95050
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Presidente: DANIELE DE NEGRI
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Anno 1 - N.6 - 2012
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Questo numero è stato chiuso in redazione il 15 giugno 2012
2
GIUGNO 2012
IL PROGETTO “RUN IN MILAN”
Corsa, turismo,
beneficenza:
formula vincente
// È stato presentato lo scorso 12 giugno a
Milano nella splendida cornice di Villa Necchi
Campiglio (foto sopra) l’innovativo progetto dal
titolo “Run in Milan”, prima esperienza di “social
matching” tra ospiti internazionali e runner
milanesi. Alla base dell’iniziativa, l’esigenza sempre
più sentita, da parte dei turisti internazionali che
alloggiano negli alberghi di lusso del capoluogo
milanese, di conoscere luoghi dove poter correre
in sicurezza; considerato poi che Milano è spesso
meta di turismo d’affari, caratterizzato da tempi
estremamente ristretti, a questo si abbina il
desiderio di ottimizzare il tutto comprendendo nella
sessione di allenamento anche una visita dei luoghi
più significativi della città.
Considerando che - secondo recenti statistiche - il
running è praticato da circa il 35% della popolazione
(1 persona su 3) compresa tra i 15 e i 65 anni, è
possibile calcolare che sui 3 milioni di visitatori
internazionali a Milano ci siano almeno 2.000
potenziali utenti dell’iniziativa; numeri destinati
ad aumentare significativamente con il grande
appuntamento dell’Expo 2015. Il funzionamento
dell’iniziativa prevede che gli ospiti degli hotel
aderenti possano accedere tramite il loro concierge
(l’associazione Lombarda Portieri d’Albergo-Chiavi
d’Oro è tra i promotori dell’iniziativa) al portale www.
runinmilan.com, dove la loro richiesta sarà abbinata
automaticamente alla disponibilità offerta dai
volontari della critical mass di runner milanesi “Podisti
da Marte”. L’ospite riceverà quindi un messaggio
con l’ora in cui il gruppetto di podisti “marziani”
(selezionato per livello di allenamento e lingue
parlate) passerà sotto l’albergo, nella fascia compresa
tra le 6 e le 7.30 del mattino, per accompagnare il
turista in un itinerario attraverso la città.
Il servizio, organizzato da Podisti da Marte in
collaborazione con la rivista Where Milan, è gratuito
e sostenuto dagli sponsor. I turisti runner saranno
invitati a donare al progetto Case di Accoglienza
per Bambini della LILT-Lega Italiana Lotta contro i
Tumori di Milano un minimo di 10 euro attraverso
la pagina dedicata sul sito www.retedeldono.it,
portale di personal e network fundraising: questo
consentirà alle donazioni di pervenire direttamente
a LILT, evitando transazioni in contanti. L’iniziativa
ha avuto anche l’entusiastico sostegno del
Comune di Milano, attraverso l’assessora al
Benessere, Qualità della Vita, Sport e tempo libero
Chiara Bisconti.
Monica Nanetti
NEWS
Ph credit: Azienda di Soggiorno e Turismo di Bolzano
CORRERE a Bolzano con la guida
di Gore-Tex E SPORTLER
// Bolzano diventa più conosciuta e accessibile
per gli appassionati di corsa, grazie alla guida Borunning. Realizzata dall’Azienda di Soggiorno e
Turismo locale, in collaborazione con Gore-Tex
e Sportler, raccoglie mappe, lunghezze, altimetrie, punti di ristoro, oltre alla classificazione
degli itinerari in tutta la città. Presente inoltre
una sezione con le nozioni di base e gli esercizi
per migliorare la propria tecnica di corsa (con
tabelle, un piano di allenamento sviluppato su
12 settimane, per principianti ed esperti, e una
miniguida per il Nordic Walking.
www.bolzano-bozen.it
Appuntamento trail in Val Maira,
con il “Festival dell’outdoor”
Usain Bolt e Cedella Marley IN PASSERELLA con Puma
PER LA presentaZIONE DELle divise olimpiche giamaicane
// C’è grande attesa per la partecipazione della squadra giamaicana alle prossime Olimpiadi. I
velocisti centro americani sono
tra i migliori al mondo. Uno
su tutti: Usain Bolt. Proprio in
vista dei Giochi, Puma ha allestito una passerella a tema per
presentare le divise track&field
della squadra che prenderà
parte alla rassegna. Protagonisti principali dell’evento sono
stati lo sprinter più veloce di
sempre e la stilista Cedella Marley. “Durante gli anni di liceo
praticavo con passione l’atletica
e sono da sempre una tifosa
degli atleti giamaicani. Avere la
possibilità di disegnare le divise per i nostri campioni è una
vera emozione” ha commentato la designer, figlia dell’icona del reggae Bob. Realizzate
incorporando materiali high
tech e silhouette avvolgenti per
ottimizzare le prestazioni dei
runner, le divise sono disegnate
traendo ispirazione dai colori e
dai motivi tipici della nazione
e dalle forti influenze africane
che hanno caratterizzato la sua
tradizione. I capi della collezione verranno indossati dall’intero team olimpico (uomini e
donne), testimoniando ancora
una volta il forte legame che
unisce il brand sportivo all’isola caraibica, alla sua cultura,
alle sue radici e al forte attaccamento della nazione per questo
sport. “Non riesco a pensare a
una persona migliore di Cedella che potesse disegnare la nostra divisa” sono state le parole
di Bolt. “Puma ha fatto la scelta
giusta… ha creato un link con
un giamaicano leggendario. Lei
è una grande designer e questa
operazione aiuta a mantenere
intatto lo spirito della nostra
nazione attraverso il legame
con la famiglia Marley. Per me
sarà fonte di ispirazione correre
a Londra sentendomi circondato da questa energia”. La linea
Olympic sarà accompagnata da
una collezione lifestyle di abbigliamento, calzature e accessori,
disponibile presso gli store selezionati e online sul sito puma.
com. Fra gli altri momenti
significativi per questo 2012
all’insegna della partnership
tra Bolt e il marchio lifestyle
& sport, già lo scorso 31 marzo
si è tenuto il Golden Gala allo
stadio Olimpico di Roma. Di
fronte a un pubblico di circa
60 mila persone, lo sprinter
ha corso i 100 m con il tempo
monstre di 9,76’. Un successo
da condividere con il brand di
sede a Herzogenrauch in Germania, che ha dato nuova linfa
al suo trend positivo di mercato e che preannuncia un anno
fiscale più che incoraggiante.
Già nei primi tre mesi infatti,
nonostante i numeri generali
riguardanti l’area EMEA siano
stati in calo dell’1,4%, le vendite hanno registrato un aumento del 6,1% a 820,9 milioni di
euro.
VISTO DA
MEN vs WOMEN
un’INFOGRAFICA
SUL MERCATO USA
// Una due giorni dedicata allo sport con
un vero e proprio “Festival dell’outdoor” è
in programma dal 30 giugno al 1° luglio ad
Acceglio (CN). La kermesse è organizzata
dall’associazione A.S.D. Inmaira Outdoor,
in collaborazione con A.S.D. Nordic Walking Monviso, Fit Walking e Compagnia
del Buon Cammino. Tra le discipline protagoniste dell’evento spiccano trail running,
nordic walking, fit walking e trekking. Non
mancheranno gli ospiti d’onore come Stefania Belmondo, Marco Olmo, Luca Speciani e Pietro Trabucchi. Battenti aperti nella
giornata di sabato con sessioni di prova per
trail running, nordic walking, fit walking,
trekking e stretching. Proposte anche attività ludiche-motorie per bambini, convegni a
tema e proiezioni video dei filmati di Marco
Olmo. Domenica si terrà un trail autogestito di 21 km che attraverserà un dislivello di
1.400 m lungo un percorso che si articolerà
sui panoramici sentieri dell’alta Valle Maira.
Durante la fiera sarà possibile testare le più
innovative calzature Tecnica, sperimentare
i massaggi sportivi di personale qualificato,
prenotare escursioni con guide naturalistiche
e acquistare materiale e abbigliamento tecnico esposto. Il costo di iscrizione (15 euro per
un solo giorno e 25 euro per due giorni) è
comprensivo di scaldacollo omaggio ai primi
150 iscritti e partecipazione libera a corsi, attività, convegni, proiezioni, pasta party.
www.inmairaoutdoor.it
// Tempo fa avevamo commentato un’infografica che spiegava come, al crescere
dell’intensità dell’allenamento, la percentuale di praticanti donne andava via via
diminuendo inesorabilmente. In questa
invece visualizziamo in maniera più approfondita quali sono le tendenze dei runner
americani. L’unica sostanziale differenza
nell’anatomia è l’età: la media degli uomini è superiore a quella delle donne di ben 5
anni. Le altre caratteristiche ci dicono che
motivazione (mantenere il peso!) e tipologia di corsa sono simili. Per quanto riguarda i dati circa le distanze da percorrere, per
entrambi i sessi si registra una preferenza
considerevole per le mezze maratone, anche se la percentuale è superiore nelle donne (39% vs. 35,2%). Il capitolo maratona apre
un discorso differente, dal momento che è
molto più incisivo l’indice riferito agli uomini
(16,2% di preferenze sulla popolazione totale, 10,2% per le donne). Per gli uomini quindi
c’è una leggera preferenza per le distanze
superiori, soprattutto per la maratona, mentre colpisce il quasi 40% delle donne che
ama la mezza. Gli uomini invece tendono ad
avere maggior costanza (sono infatti ovunque più alte le percentuali medie nella categoria “ho corso notte e giorno”...). Non stupisce che le donne spendano di più... Anche
se i maschi si difendono bene, soprattutto
nell’acquisto di calzature, dove la quantità
media di paia comprate all’anno è superiore
a quella femminile.
Damiano Menegon / www.runlovers.it
4
ANCHE PISTORIUS PER LA Nuova
campagna “olimpica” Oakley
// Sulla scorta dell’attesa che accompagna
la prossima apertura delle Olimpiadi, sono
molte le aziende che lanciano prodotti e
campagne a tema. Con una cerimonia alla
boutique monomarca di Oakley in Covent
Garden a Londra, il 29 maggio il brand ha
lanciato il nuovo claim Beyond Reason. Il
26 luglio seguirà una serata di gala al London Design Museum, per celebrare prodotti
come RadarLock e gli atleti che partecipano
alla campagna: olimpionici, come lo sprinter
Oscar Pistorius, il ciclista Mark Cavendish
e il triatleta Javier Gomez, e non, come Valentino Rossi, Fernando Alonso e Sebastien
Loeb.
RUNNING MAGAZINE
GIUGNO 2012
ALL’ALPE DI SIUSI L’EVENTO B2B
RUNNING SHOE EXPERIENCE
Rewoolution Raid Summer 2012,
bis di tappe tra Bergamo e il Garda
// La corsa off-road, dopo la fiera Outdoor di
Friedrichshafen, dove buono spazio verrà riservato al segmento trail, tornerà protagonista di un
altro evento B2B, questa volta in Italia. Nei giorni
che vanno dal 20 al 23 di luglio infatti la rivista
Soul Running ha organizzato all’Alpe di Siusi la
Running Shoe Experience, per mettere in contatto aziende e negozianti. Qui le marche potranno infatti presentare e far provare in anteprima
le proprie novità a tutti i presenti: attesi circa 50
top seller italiani, ospitati dall’organizzazione, più
tutti quelli che interverranno, anche grazie a particolari convenzioni con le strutture alberghiere.
Confermate le adesioni di alcune delle principali
aziende del mondo running ma anche outdoor,
oltre a diversi partner di primo piano del settore
sportivo e non solo. Il meeting non sarà comunque rivolto ai soli dealer ma anche ai consumatori.
L’appuntamento intende infatti essere proposto
come riferimento per il mondo B2B e allo stesso
tempo, dato il periodo di considerevole affluenza
turistica nella località montana, almeno in parte
per il B2C. Fra gli altri, verrà selezionato uno speciale Test Team, un pool di atleti, amatori e giornalisti composto da 15 persone, per sperimentare
la qualità delle calzature su percorsi adatti a ogni
specialità. Tutti i dati raccolti e i modelli testati
confluiranno nella seconda Guida all’Acquisto di
Soul Running (dopo quella uscita quest’anno), un
catalogo con numerosi test prodotto distribuito in
circa 1.000 punti vendita.
// Dopo il successo delle due tappe invernali,
tra le Dolomiti e Livigno, Rewoolution si fa
portavoce della versione estiva dei suoi celebri
eventi multidisciplinari che permettono di vivere sport e natura in una modalità tutta nuova.
Merrell amplia la linea
minimalista con M-Connect
giunta, uno speciale contest fotografico darà ai
team la possibilità di accumulare punti aggiuntivi utili per aggiudicarsi la vittoria. Questa edizione dei Raid permetterà di vivere la natura come
alleata, in una serie di sfide che richiederanno
lo sforzo di tutti i partecipanti per raggiungere
la vittoria. I team dovranno dimostrare un acceso spirito di squadra, grazie al quale scalare la
classifica.
Premio in palio – Solo due fortunate squadre,
tra quelle che prenderanno parte a entrambi i
raid estivi, riusciranno a conquistare l’ambito
premio: un viaggio in Nuova Zelanda, esperienza unica offerta da ZQ, consorzio di produttori
di lana Merino, in collaborazione con Rewoolution. Il team con il miglior punteggio globale dato da entrambe le tappe, e uno estratto a
sorte, partiranno alla scoperta del mondo della
lana Merino.
Media partner – Running Magazine si fa promotore di questa iniziativa, che supporta attivamente e in prima persona. Per questo invita i
negozianti suoi lettori che possiedono strategia,
versatilità, coraggio e resistenza a mettersi alla
prova sfidando boschi, torrenti e ostacoli naturali. Create il vostro team (che può essere composto anche da clienti finali) e iscrivetevi gratuitamente alla pagina ufficiale dell’iniziativa.
Appuntamenti estivi – Il marchio, che produce abbigliamento tecnico sportivo in pura lana
Merino, presenta infatti i Rewoolution Raid
Summer 2012, che quest’anno si terranno a
Bergamo (21-22 luglio) e Nago-Torbole (22-23
settembre) sul Lago di Garda.
Format – La versione Summer dei Rewoolution
Raid vedrà i team, sempre composti da tre partecipanti, sfidarsi in avvincenti prove: mountain
bike, trail running, roping down e orienteering.
Il Road Book, sul quale sono indicati anche i
Check Point disseminati sul territorio, li aiuterà
a studiare il percorso migliore per raggiungere il
traguardo entro il tempo limite stabilito. In ag-
// Sulla scorta della grande diffusione che il
natural running sta registrando, Merrell prepara il lancio su larga scala di una linea per
calzature minimaliste più ricca ed estesa. Saranno inclusi infatti in questo segmento anche alcuni articoli ideati per le escursioni. Il
successo del brand americano per questo settore è confermato dall’ottimo risultato al primo anno di mercato della collezione Merrell
Barefoot, che ha superato il milione di paia
di scarpe vendute. La novità M-Connect sarà
disponibile sugli scaffali dei negozi a partire
dalla prima metà del 2013.
giornalisti e test per dynafit
in gara alla Oetzi marathon
www.rewoolutionraid.com
ASICS si rinnova sul web
tra blog, training e race finder
// Anche per questa nona edizione, la competizione di triathlon alpino che si svolge
in Val Senales ha segnato un successo considerevole, per quanto riguarda il numero
di partecipazioni. Come sempre almeno un
mese prima del raduno per la Oetzi Alpin
Marathon, tenutasi lo scorso 14 aprile, viene
registrato il sold-out di iscrizioni, nonostante la manifestazione sia classificata a livello
“extreme”. Quest’anno, per la modalità a
staffetta, si è schierato al via un team composto da giornalisti outdoor. Il Dynafit Italian
Press era composto da Massimo Mazzoleni,
Alberto Fumi e Carlo Brena, che hanno
svolto rispettivamente le tre discipline in cui
si sviluppa la gara: mountain bike (24 Km,
1.500 m di dislivello), trail running (11 Km)
e sci alpinismo (1.300 m). Durante la traversata, hanno potuto sperimentare la qualità
dei prodotti Dynafit, nelle collezioni dedicate all’alpine running e all’alpine biking,
oltre all’attrezzatura e all’abbigliamento per
lo skialp. Al termine la squadra ha raggiunto l’84esima posizione in classifica (di cento formazioni iscritte, solo 85 hanno completato il percorso). Unico altro giornalista
presente nella giornata, il romano Ottavio
Massa, della rivista Mountain Bike World.
Per quanto riguarda la classifica della competizione in solitaria, tra i nomi di spicco per
lo sport internazionale si segnala lo svizzero
Oscar Camenzind (già campione del mondo di ciclismo su strada, a Valkenburg nel
1998), giunto al 28esimo posto assoluto, e
il norvegese Tor Arne Hetland (campione
olimpico di sci nordico nella sprint di Salt
Lake City 2002), 49esimo al traguardo.
// Per essere sempre accessibile a un numero
maggiore di sportivi e di appassionati, ASICS ha lanciato il nuovo sito. La veste grafica
è stata rinfrescata, mentre fra i contenuti in
evidenza il brand propone la nuova campagna di comunicazione “Made of sport”. Nella
sezione dedicata al running, gli utenti potranno accedere a un blog interamente dedicato
agli amanti della corsa, in cui sarà possibile ricevere consigli e discutere con esperti, professori ed ex atleti. È inoltre presente un accesso
gratuito al programma di allenamento MyASICS, che permette di pianificare la propria
attività, sviluppare un programma di training
dedicato e condividere esperienze con altri
appassionati. Una grande novità è costituita
dal calendario Race Finder, con tutte le più
importanti manifestazioni podistiche organizzate in Italia. La piattaforma verrà continuamente aggiornata con nuovi contenuti
dedicati al mondo del running, del tennis e
del volley, con le schede prodotto di calzature
e abbigliamento della stagione in corso e con
interviste esclusive agli atleti italiani che parteciperanno alle Olimpiadi di Londra 2012.
www.asics.it
5
NEWS
La Sportiva presenta la nuova linea apparel Mountain Running
Runtastic di BEUREr, il cardio
misurartore con app mobile
// Beurer, marchio che si occupa di prodotti per la salute e il
benessere nella vita domestica,
inserito nella top 100 delle
imprese più innovate della
Germania, è presente sul mercato italiano dal 2009. Gli aspetti
che più caratterizzano l’attività dell’azienda sono i processi
di ricerca e sviluppo con
la German Engeenering,
collaborazione con
università, associazioni di
categoria, centri medici e istituti di ricerca. Fra gli
articoli novità presentati quest’anno, Runtastic è
un cardiofrequenzimetro con app per smartphone dedicata. Il kit è composto da quattro accessori
fondamentali: un ricevitore con ingresso per auricolari; una cintura toracica per la registrazione del
ritmo cardiaco; una fascia da braccio porta smartphone con superficie riflettente per correre anche
al buio e tasca per chiavi e piccoli oggetti; codice di
attivazione dell’applicazione dedicata, con tracking
di distanza, percorso, velocità, tempo e calorie bruciate, musica e funzione vocale di incitamento,
oltre che registrazione del ritmo cardiaco. A fine
allenamento saranno visibili le statistiche, che potranno essere condivise con la community di riferimento. Beurer progetta e realizza i suoi articoli nei
minimi particolari e con materiali ricercati, tanto
che il brand ha ricevuto in molteplici occasioni
“The Plus X Award”, riconoscimento assegnato alle
migliori tecnologie innovative, prodotti per sport e
lifestyle e manufatti di prestigio.
PRESENTATO IL TRAIL TEAM VIBRAM,
TRA I PARTNER ANCHE GARMIN
// Dopo l’introduzione della prima linea
di abbigliamento invernale con una collezione dedicata all’attività dello sci alpinismo, La Sportiva lancerà a luglio 2012, in
occasione della fiera Outdoor di Friedrichshafen, la prima linea
apparel interamente rivolta al mondo del mountain
running e delle corse offroad. in questo segmento l’azienda entrò già a
fine anni ’90 con le prime
calzature appositamente
studiate. La corsa in montagna rappresenta uno dei
mercati core nel quale La
Sportiva investe ormai da
15 anni, attraverso scarpe
tecniche che nascono per
le competizioni skyrace e
ultra-marathon e che sono
oggi ai piedi di alcuni dei
migliori runner di livello mondiale. Ora anche nel settore dell’abbigliamento tecnico
l’obiettivo dell’azienda è quello di differenziarsi, proponendo prodotti all’avanguardia realizzati con le migliori tecnologie
disponibili sul mercato, i migliori tessuti
e trattamenti, le migliori membrane. La
collezione Mountain Running Apparel si
struttura su due linee di prodotto uomo/
donna attraverso un layering-system che
prevede 5 strati: Base
Layer, Mid Layer, Hybrid
Layer, Insulation ed Hard
Shell. Ogni prodotto nasce per sostenere la corsa
in qualsiasi condizione,
da vento a pioggia, sole
e neve. Affiancano il progetto i migliori produttori
di tessuti, imbottiture e
membrane a livello internazionale: Gore-Tex, attraverso la nuova membrana
Active Shell, e Windstopper, Primaloft, Cocona e
Polygiene. Da gennaio
2012 inoltre, l’azienda trentina ha attuato le procedure per certificare
la propria filiera produttiva tessile secondo
criteri socio-ambientali riconosciuti a livello internazionale ed approvati da bluesign,
divenendo ufficialmente bluesign member.
// Lo scorso 25 maggio è andata in scena a
Courmayeur la presentazione ufficiale del trail
running team Vibram, di cui abbiamo ampliamente parlato sullo scorso numero di Running
Magazine. Prevista la partecipazione a tre gare
top come Lavaredo Ultra-Trail (29-30 giugno),
UTMB (agosto) e Ultra-Templiers (ottobre). Ricordiamo l’elenco dei magnifici sei: Francesca
Canepa, mamma di 2 bambini e approdata al
trail running solo nel 2010 dopo un passato
di pattinatrice e snowboarder; Sébastien Nain
(Francia, vigile del fuoco del reparto nucleare),
Ronan Moalic (Francia, chirurgo), Nicola Bassi
(Italia, appassionato di outdoor), David Gatti
(Francia, responsabile mercato professionale
per Polartec), Giuseppe “Beppe” Marazzi (appassionato di sport e outdoor). Tra i partner del
team da quest’anno c’è anche Garmin e infatti
i sei atleti utilizzeranno il Garmin Forerunner
910XT. “Il mondo del trail running è uno dei
target d’utilizzo dei prodotti della famiglia Forerunner e in particolare il modello 910XT risponde perfettamente alle esigenze di chi corre
in montagna per la affidabilità delle informazioni in merito all’altitudine”, ha commentato
Luca Sannazzari, sales marketing manager di
Garmin Italia.
Motoactv, il gps di Motorola
per la corsa e l’attività fitness
distribuito da: Beurer Italia Srl
02.3272793 / [email protected]
// SportXtreme, divisione di
SofTeam per la distribuzione
di prodotti tecnologici per lo
sport, annuncia l’introduzione sul mercato di Motoactv
(disponibile nei primi quantitativi solo nei negozi di articoli
sportivi). L’articolo è uno dei primi prodotti sviluppati da Motorola dopo l’acquisizione della società da parte di Google ed è
il segnale della nuova strategia di marketing, alternativa alla classica telefonia cellulare. Si tratta di un sistema di rilevamento fitness Gps con
tecnologia Accusense, concepito per massimizzare gli standard dei programmi di training per
gli atleti. Registra i dati dell’allenamento, quali
tempo, distanza, velocità calorie bruciate e frequenza cardiaca, ed è possibile effettuare la sincronizzazione automatica (anche wireless) dei
risultati ottenuti, attraverso il sito web dedicato motoactv.com. Per finire, tra le altre funzioni specifiche, è in grado di misurare anche
i risultati delle proprie prestazioni in base alle
canzoni ascoltate, per memorizzare i brani che
massimizzano il rendimento fisico personale.
Leggero e compatto, è resistente ai graffi, alla
pioggia e al sudore ed è progettato per fitness,
corsa, bike e golf (e più di 40 attività atletiche
aggiuntive). La presentazione ufficiale avverrà
all’evento SportXtreme, in programma a fine
settembre. Prezzo al pubblico: 299 euro.
un metodo che promette meno
allenamento. funzionerà?
// La notizia è stata pubblicata anche sul sito
del Corriere della Sera: un nuovo metodo training per incrementare le prestazioni dei podisti,
con più benessere fisico e mentale e meno sforzo.
Ideatore del programma è Jens Bangsbo, docente
presso il Dipartimento delle Scienze dell’Esercizio
e dello Sport dell’Università di Copenhagen. Al
termine di una ricerca di 7 settimane su 18 runner, i progressi hanno comportato una riduzione
dei tempi di percorrenza in media di 23 secondi,
per la distanza di 1.500 metri, e di circa un minuto, sui 5 Km. Questo è quanto è stato pubblicato
sul Journal of Applied Physiology. La regola, detta
del 10-20-30, consiste in sessioni di 20, 30 minuti
in cui vengono effettuate delle ripetizioni di corsa
ad intensità alternata. Si comincia con un riscaldamento di 1 Km a ritmo blando e si prosegue con
3, 4 blocchi, in cui si passa da una corsa a bassa
intensità per 30 secondi, a media intensità per 20
secondi e a sforzo massimale per 10 secondi. Ogni
ripetuta è seguita da un riposo di due minuti. Proprio per le sue fasi di recupero, a detta di Bangsbo
il programma del 10-20-30 può essere seguito insieme da amici con grado di preparazione differente. Questo è uno degli aspetti che hanno generato
l’entusiasmo dei partecipanti all’esperimento. Miglioramenti si sono evidenziati anche per quanto
riguarda l’abbassamento della pressione arteriosa
e del colesterolo e per quanto riguarda la riduzione del grado di stress. C’è da chiedersi: funziona
davvero? Ai posteri e alla scienza la risposta.
Distribuito da: SofTeam
039.207891 / [email protected]
6
RUNNING MAGAZINE
GIUGNO 2012
EDITORIA //
Donna Runner, la corsa per
le donne secondo Sam Murphy
// Esce in Italia da Kenness Publishing
l’ultimo libro della scrittrice britannica
Sam Murphy. Donna Runner è un testo per il pubblico femminile che cerca un piano di allenamenti su misura,
compatibile con tanti impegni e ritmi
frenetici. L’autrice dispensa i consigli
per semplici appassionate o per autentiche maratonete. È presente una raccolta di informazioni a cura degli esperti
su tecniche di corsa, riscaldamento e
defaticamento, oltre ai consigli circa
la scelta di abbigliamento e accessori.
Altre sezioni sono dedicate a dieta e
nutrizione, alla prevenzione dagli infortuni e alla loro cura. Infine, il testo
sviluppa argomenti specifici di peculiare interesse, dal running durante la gravidanza, al rischio
di
osteoporosi,
fino all’iscrizione
ad
associazioni
podistiche e alla
preparazione della maratona. Una
delle
massime
che emergono dal
manuale è che la
corsa è uno straordinario sistema
per prendersi cura del fisico, rilassarsi
dopo una giornata carica di stress, superare una delusione. Ci sono donne
che corrono per divertirsi, per stringere
nuove amicizie o per isolarsi dal mondo, per prevenire problemi di salute o
combattere contro una malattia. Gli
studi scientifici attestano che questa
attività riduce il rischio di cardiopatie,
diabete, carcinoma mammario, morbo d’Alzheimer, mentre migliora la
pressione sanguigna, la digestione e il
metabolismo, riduce il senso di fatica
quotidiana e assicura un buon sonno
notturno. Può addirittura lenire i sintomi della sindrome premestruale e della
menopausa, rafforzare il tono muscolare, rassodare il corpo dalla vita in giù e
scacciare la depressione. Senza dimenticare l’aspetto più giovane e gradevole
che deriva dalla corsa.
Pagine: 176 con illustrazioni a colori.
Prezzo: 16,95 euro.
L’autrice
Sam Murphy è una delle più autorevoli scrittrici di salute e fitness del
Regno Unito. Collabora regolarmente con quotidiani e periodici come
The Sunday Times, The Independent, The Daily Mirror, The Express,
Health&Fitness e Healthy ed è intervenuta a diverse trasmissioni radiofoniche fra cui BBC Radio 4 e Radio London. Fra le sue esperienze di running,
ha partecipato a gare su distanze che
vanno da 5 a 160 km ed è stata la prima
donna inglese nella gara delle 100 miglia himalaiana del 2000. I percorsi che
predilige per i suoi allenamenti sono
quelli costieri e le lande della regione
del North Devon.
Milano, Torino, Modena e Bologna: il poker della Run 5.30
// Era nata come un’iniziativa per promuovere uno spirito per la corsa non competitiva,
fuori dagli schemi perché nessun’altra manifestazione cittadina si svolge all’alba. Difficilmente però all’inizio si sarebbe
creduto che sarebbero stati così
tanti a partecipare alla Run
5.30, che si svolge alle 5,30 del
mattino, appunto, su un tracciato di 5,3 Km - tutti presenti con
indosso una maglia rossa marcata Brooks. L’associazione sportiva dilettantistica Vaniglia ripete
questa proposta in alcune importanti città italiane. Lo scorso
15 maggio eravamo anche noi
all’appuntamento riservato alla
città di Milano, dove circa 1.400 runner hanno corso fra le vie semideserte del capoluogo
lombardo. Più di mille adesioni si sono regi-
strate anche la settimana successiva, quando
l’1 giugno il centro di Torino ha ospitato per
la prima volta la manifestazione. L’8 giugno è
stato il momento del ritorno a casa, a Modena dove tutto è cominciato.
Erano coinvolte circa 1.200
persone, fra cui gli studenti di
cinque istituti. La corsa è stato
il momento culminante di una
tre giorni organizzata in favore
dei terremotati dell’Emilia. Per
finire, il 15 giugno la sveglia
delle 5,30 è stata data a Bologna. Anche Gianni Morandi e
Romano Prodi erano presenti
fra le 1.000 persone che hanno
partecipato all’evento, con partenza e arrivo in Piazza del Baraccano. Manca
un solo appuntamento in calendario: Venezia,
29 giugno.
7
e-commerce: il mercato Europeo
è più grande che in Nord America
// Secondo Emota (European E-Commerce and
Mail Order Trade Association) l’e-commerce in
Europa ha superato i valori raggiunti nel Nord
America lo scorso anno. Nel 2011 infatti, il mercato online nel vecchio continente è cresciuto
del 19% e ha raggiunto un fatturato totale di
246 miliardi di euro, superiore ai 237 miliardi
fra Stati Uniti e in Canada. Emota calcola che la
quota di vendite sul mercato digitale rispetto al
retailing tradizionale ha raggiunto un livello del
5,1% in Europa. Complessivamente, la comunità
di acquirenti su internet in quest’area è pari a 240
milioni di unità. La federazione non fornisce una
ripartizione per paesi, ma indica che esistono ancora enormi differenze da un paese all’altro, per
quanto riguarda questo segmento. In ultimo, un
dato significativo evidenzia che un numero sempre maggiore di consumatori nei Paesi più piccoli
acquista prodotti dai siti web stranieri.
shoe
count
RUNNING MAGAZINE
GIUGNO 2012
ROMA
CAPUT
RUNNING
// Per il quarto appuntamento con i nostri attesissimi Shoe Count, dopo aver analizzato i numeri della
mezza maratona Roma-Ostia sullo scorso numero, rimaniamo sempre nella Capitale. Riflettori puntati infatti sulla regina delle maratone italiane. Con numeri
di assoluto rilievo: 15.500 gli iscritti di quest’anno rispetto ai 16.188 del 2011. Anche se a ben guardare gli
arrivati sono sostanzialmente uguali: 12.670 quest’anno, 12.614 nel 2011. Un dato statistico di assoluto
rilievo, quindi, che per l’analisi del mercato italiano
va comunque “mediato” considerando la grande internazionalità dei partecipanti (7.000 gli stranieri).
Partiamo come sempre dal vertice, dove immancabile
troviamo Asics che si conferma ai piedi di oltre un
terzo dei runners, con il 35,7% delle preferenze. Un
dato che in realtà è ancora più alto rispetto a quelli
degli altri Shoe Count analizzati sugli scorsi numeri.
Segno probabilmente anche della massiccia presenza
del brand ai piedi dei corridori stranieri.
I NUMERI
È UNA DELLE MARATONE PIU’ IMPORTANTI
DEL MONDO E SUL SUOLO ITALIANO
È CERTAMENTE QUELLA PIU’ AFFOLLATA
E INTERNAZIONALE, CON BEN 7.000 ISCRITTI
STRANIERI. ANCHE QUESTO È UN DATO
DA CONSIDERARE PER IL NOSTRO SHOE
COUNT ODIERNO, TRA CONFERME E NOVITà.
Dati & statistiche sui brand
ai piedi dei partecipanti
di alcune delle più
importanti competizioni
italiane. ecco il quarto
appuntamento con la nuova,
esclusiva rubrica
di running magazine
Fra le competizioni che si corrono su suolo italiano, la Maratona
di Roma costituisce uno degli appuntamenti di maggior prestigio.
Se si considera il numero degli atleti al traguardo, ogni anno è fra le
prime in assoluto, mentre sul piano qualitativo è l’evento più veloce:
le migliori prestazioni entro i nostri confini, in una gara da 42,195
Km, sono state stabilite qui dal keniano Benjamin Kiptoo (2h 07’ 17’’
nel 2009) e dalla russa Galina Bogomolova (2h 22’ 53’’ nel 2008). Il
vincitore assoluto dell’edizione 2012 è stato il keniano Kanda Luka
Lokobe, che ha fermato il cronometro sul tempo di 2h 08’ 04’’.
Seguono il suo connazionale Barmao Samson K., in 2 h 08’ 52’’,
e l’etiope Tsega Demssew Abebe, con 2h 10’ 47’’. Per la categoria
femminile, il primato spetta ancora al Kenya, con Kimutai Hellen
Jemaiyo (2h 31’ 11’’). Completano il podio Bekele Ashete D., al
traguardo in 2h 31’ 23’’, e la russa Kovalyova Marina, in 2h 31’ 53’’. Su
2.437 maratone svoltesi nel 2011 a livello mondiale, la Maratona di
Roma si è piazzata al diciottesimo posto per numero di arrivati.
15.500: iscritti totali
8.500: italiani iscritti
7.000: stranieri iscritti
82: nazioni rappresentate
12.679: atleti arrivati
179: atleti squalificati
4: ore diretta su La7
8,5: Km modificati del tracciato
70: cambi di direzione
500: siti storici toccati
7: ore di tempo limite gara
100: associazioni Onlus partecipanti
15.000: mq di superficie per il Marathon Village
120: stand presenti al Marathon Village
MARATONA roma / 18 marzo 2012
FINO
A 2h 30’ %
1. ASICS
2. MIZUNO
3. NIKE
4. brooks
5. SAUCONY
6. ADIDAS
7. new b.
8. DIADORA
ALTRO
TOTALE
1
2
11
3
0
5
2
0
0
24
4,2%
8,3%
45,8%
12,5%
0,0%
20,8%
8,3%
0,0%
0,0%
100,0%
da 2h 30’ a 3h 00’
51
38
25
22
33
37
7
1
9
223
%
22,9%
17,0%
11,2%
9,9%
14,8%
16,6%
3,1%
0,4%
4,0%
100,0%
da 3h 00’ a 3h 30’
346
199
130
135
123
72
41
1
25
1072
%
da 3h 30’
a 4h 00’
32,3%
18,6%
12,1%
12,6%
11,5%
6,7%
3,8%
0,1%
2,3%
100,0%
974
467
354
329
322
165
105
8
84
2808
%
da 4h 00’
a 4h 30’
34,7%
16,6%
12,6%
11,7%
11,5%
5,9%
3,7%
0,3%
3,0%
100,0%
879
349
311
289
265
132
88
7
69
2389
%
da 4h 00’
a 4h 30’
%
36,8%
14,6%
13,0%
12,1%
11,1%
5,5%
3,7%
0,3%
2,9%
100,0%
da 4h 30’ a 5h 00’ %
859
362
265
244
207
106
78
7
58
2186
TOT 2012
39,3%
16,6%
12,1%
11,2%
9,5%
4,8%
3,6%
0,3%
2,7%
100,0%
%
3110
1417
1096
1022
950
517
321
24
245
8702
VS 2011
35,7%
16,3%
12,6%
11,7%
10,9%
5,9%
3,7%
0,3%
2,8%
100,0%
1,4%
-1,4%
-2,1%
2,3%
0%
0,4%
-0,3%
-0,2%
0,8%
MARATONA roma / 20 marzo 2011
FINO
A 2h 30’ %
Alle sue spalle si conferma Mizuno (16,3%), con un
lieve calo rispetto al 2011 ma comunque solidamente
al secondo posto davanti a Nike che, pur confermandosi di gran lunga prima tra i top runners sotto le 2h
30’ (in realtà certamente tutti sponsorizzati) si dimostra in calo negli ultimi due anni, passando da un
16,5% del 2010 ad un 12,6% di quest’anno. Positiva
invece la performance di Brooks, che “vede” il podio
e comunque scavalca Saucony, con l’11,7%. Interessante notare come il sorpasso non sia tanto dovuto
ad un calo di Saucony, esattamente stabile tra il 2011
e il 2012 con il 10,9% delle preferenze, bensì ad un
incremento del 2,3% della stessa Brooks (la crescita
più vistosa in classifica). Dietro, la situazione è sostanzialmente invariata con un consolidamento di Adidas
(+0,4%) e un lieve calo di New Balance e Diadora.
Escono dalla classifica dei top brand Reebok (presente nel 2010 con lo 0,8%) e Kalenji (nel 2011 era
anch’esso a 0,8%).
1. ASICS
2. MIZUNO
3. NIKE
4. SAUCONY
5. brooks
6. ADIDAS
7. new b.
8. kalenji
9. DIADORA
ALTRO
TOTALE
2
3
11
2
0
8
0
0
0
0
26
7,69%
11,54%
42,31%
7,69%
0,00%
30,77%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
100,0%
da 2h 30’ a 3h 00’
65
53
32
32
33
28
13
3
0
2
261
%
24,9%
20,3%
12,3%
12,3%
12,6%
10,7%
5,0%
1,1%
0,0%
0,8%
100,0%
da 3h 00’ a 3h 30’
482
330
245
179
137
103
49
16
5
35
1581
%
da 3h 30’
a 4h 00’
30,5%
20,9%
15,5%
11,3%
8,7%
6,5%
3,1%
1,0%
0,3%
2,2%
100,0%
1019
601
441
335
315
154
97
19
22
39
3042
33,5%
19,8%
14,5%
11,0%
10,4%
5,1%
3,2%
0,6%
0,7%
1,3%
100,0%
1211
525
497
383
304
155
136
27
22
75
3335
%
36,3%
15,7%
14,9%
11,5%
9,1%
4,6%
4,1%
0,8%
0,7%
2,2%
100,0%
da 4h 30’ a 5h 00’ %
799
335
307
203
193
130
122
21
7
59
2176
TOT 2011
36,7%
15,4%
14,1%
9,3%
8,9%
6,0%
5,6%
1,0%
0,3%
2,7%
100,0%
%
3578
1847
1533
1134
982
578
417
86
56
210
10421
34,3%
17,7%
14,7%
10,9%
9,4%
5,5%
4,0%
0,8%
0,5%
2,0%
100,0%
VS 2010
-0,56%
-0,15%
-1,81%
1,13%
2,15%
-0,04%
-0,66%
NEW
0,05%
-0,11%
MARATONA roma / 21 marzo 2010
FINO
A 2h 30’ %
1. ASICS
2. MIZUNO
3. NIKE
4. SAUCONY
5. brooks
6. ADIDAS
7. new b.
8. reebok
9. DIADORA
ALTRO
TOTALE
4
2
9
0
0
8
1
0
0
0
24
16,7%
8,3%
37,5%
0,0%
0,0%
33,3%
4,2%
0,0%
0,0%
0,0%
100%
da 2h 30’ a 3h 00’
58
64
55
8
26
26
13
0
0
9
259
%
22,4%
24,7%
21,2%
3,1%
10,0%
10,0%
5,0%
0,0%
0,0%
3,5%
100%
8
da 3h 00’ a 3h 30’
437
269
222
119
101
90
46
3
9
23
1319
%
da 3h 30’
a 4h 00’
33,1%
20,4%
16,8%
9,0%
7,7%
6,8%
3,5%
0,2%
0,7%
1,7%
100%
976
500
503
299
209
145
123
23
12
63
2853
%
da 4h 00’
a 4h 30’
34,2%
17,5%
17,6%
10,5%
7,3%
5,1%
4,3%
0,8%
0,4%
2,2%
100%
1017
530
473
304
214
151
155
25
16
52
2937
%
34,6%
18,0%
16,1%
10,4%
7,3%
5,1%
5,3%
0,9%
0,5%
1,8%
100%
da 4h 30’ a 5h 00’
735
288
266
172
123
97
93
22
9
50
1855
%
TOT 2010
39,6%
15,5%
14,3%
9,3%
6,6%
5,2%
5,0%
1,2%
0,5%
2,7%
100%
3227
1653
1528
902
673
517
431
73
46
197
9247
%
34,9%
17,9%
16,5%
9,8%
7,3%
5,6%
4,7%
0,8%
0,5%
2,1%
100%
cover
Story
FIN DALLA SUA NASCITA E DAL SUO “MANIFESTO PROGRAMMATICO” IL NOSTRO GIORNALE è STATO
PARTICOLARMENTE ATTENTO ANCHE A QUESTA DISCIPLINA, CHE INCONTRA IL FAVORE DI UN NUMERO
CRESCENTE DI RUNNERS E NON SOLO. IN QUESTE PAGINE ALCUNI INTERESSANTI SPUNTI SUL TEMA,
DEL QUALE TORNEREMO CERTAMENTE A PARLARE CON ALTRI APPROFONDIMENTI
Sempre più triathlon
TRE ATLETI ITALIANI ALLE OLIMPIADI, IL PRESIDENTE DELLA FITRI NOMINATO ANCHE PRESIDENTE DELLA
FEDERAZIONE EUROPEA, OLTRE 16MILA TESSERATI NEL 2011 (ERANO CIRCA 14MILA NEL 2009). RIFLETTORI PUNTANTI
SU QUESTO (GIOVANISSIMO) SPORT, CHE HA SAPUTO EVOLVERSI E AFFERMARSI CON GRANDE EFFICACIA;
UN APPEAL CHE SEMBRA CONQUISTARE TANTO GLI AMATORI SENIOR QUANTO LE NUOVE GENERAZIONI.
• MONICA NANETTI
Novità, tendenze, spunti di riflessione,
fenomeni emergenti: una rivista come Running Magazine ha nei suoi tratti distintivi
anche quello di captare i segnali provenienti dall’universo dello sport per proporre
analisi quanto più possibile approfondite e
aggiornate. Per questo motivo, con questo
numero della rivista abbiamo voluto aprire
una “finestra” anche sul mondo del triathlon: una disciplina che si sta affermando in
modo sempre più diffuso e che sta suscitando l’interesse di sportivi e aziende. In questa
prima carrellata, insieme al presidente della
Federazione, abbiamo voluto sentire le voci
di alcuni atleti a vario titolo particolarmente
significativi, aggiungendo alla nostra analisi
una cronaca “dal vivo” del recente IronMan
70.3 svoltosi a Pescara.
na Triathlon) e da poco nominato anche
presidente della federazione europea ETU
(European Triathlon Union). “Il triathlon
in Italia è nato nel 1984 – racconta – e da
allora di strada ne è stata fatta davvero tanta.
La nostra federazione (che nel 2001 ha ottenuto l’ufficiale e definitivo riconoscimento
dal CONI) sta operando su più fronti, in
particolare dal punto di vista dell’attività
giovanile, con una serie di attività sinergiche
finalizzate a un sostanziale miglioramento
del livello agonistico. Un progetto che si sviluppa lungo tre direttrici. In primo luogo,
un’attività generale di diffusione a livello
scolastico, con presentazioni dello sport da
parte dei nostri tecnici. Secondariamente,
un’intensa attività giovanile sul territorio attraverso le società, con la partecipazione ai
vari comitati regionali e con l’organizzazione
di gare per le diverse categorie (fasce bienna-
aspetto? “Siamo uno sport giovane, ed è inevitabile avere qualche problema di invisibilità.
Ma va anche detto che ultimamente la nostra
presenza è aumentata molto, sia in campo internazionale sia, di riflesso, in ambito italiano, grazie anche a testimonial celebri: come
Pippa Middleton e Jennifer Lopez, solo per citarne alcuni. Dal canto nostro, stiamo anche
cercando di promuovere il nostro sport presso
i pediatri (che nei decenni passati sono stati
tra i principali artefici del successo del nuoto,
consigliandolo alle mamme di tutta Italia),
forti del fatto che il triathlon è un’attività
fisica sana, completa e divertente. Nel complesso, comunque, sono fiducioso: negli Stati
Uniti il triathlon è ormai un grande successo,
e questo schema è destinato a ripetersi anche
da noi; come conferma il fatto che i tesserati
dal 2006 a oggi sono più che raddoppiati”.
IL TARGET DEI TESSERATI - Ma come si compon-
li che comprendono bambini e ragazzi dagli
8 ai 19 anni): si tratta per noi di un’attività
estremamente importante, come testimoniano le gare svoltesi poche settimane fa a
Porto Sant’Elpidio, nelle Marche, che hanno
visto la partecipazione di ben 800 ragazzini
provenienti da tutta Italia. Infine lavoriamo
anche sul cosiddetto “Progetto Talento”, già
sviluppato con successo da altre federazioni
all’estero: in questo caso, anziché giocare sulla statistica allargando la base di praticanti, il
tentativo è quello di tentare di individuare i
potenziali talenti attraverso precise tecniche
di selezione; si tratta di un progetto interessante, che sta già fornendo i primi risultati
con una decina di ragazzi su cui stiamo investendo per il futuro”.
gono, questi tesserati? Quali sono le fasce di
età più rappresentate nel grande gruppo degli
amatori? “Potrei parafrasare i fratelli Coen dicendo che ‘non è uno sport per vecchi’; negli
anni passati, spesso confluivano nel nostro
sport forti atleti a fine carriera, provenienti
dalle discipline specialistiche: ex ciclisti, ex podisti, ex nuotatori che vedevano nel triathlon
una possibilità per tornare a competere ad alti
livelli e di ottenere nuove vittorie, dopo aver
abbandonato la loro specialità ‘principale’.
Per molti anni abbiamo avuto molti atleti tra
i 28 e i 35 anni, con un passato prestigioso in
altre discipline; e fino a 7/8 anni fa, la fascia
di età più numerosa fra i triatleti era quella tra
i 35 e i 45 anni. Oggi questo atteggiamento sta
cambiando profondamente: iniziano a crescere ragazzini che si sono accostati al triathlon
a 8 anni (e che magari lo hanno abbandonato negli anni dell’università, per poi riprenderlo intorno ai 28 anni); veri e propri ‘nativi triatleti’ che contribuiscono ad abbassare
l’età media dei praticanti e a fornire a questo
sport una sua specifica identità”. Cambia l’età
media dei tesserati: cambiano anche le prestazioni? “Il livello qualitativo negli ultimi anni
si è innalzato moltissimo. Data la particolare
tipologia di gara non esiste la possibilità di raffronti cronometrici precisi, ma se anche solo
guardiamo i risultati delle gare più classiche,
possiamo notare negli ultimi 10 anni un miglioramento che ha dell’incredibile: i migliori
atleti, sulla distanza olimpica, corrono i 10.000
metri in meno di 30 minuti, immediatamente
dopo aver percorso ‘a palla’ 1,5 km a nuoto e
40 km in bicicletta”.
IL NODO DELLA PROMOZIONE - In generale, comun-
PROSPETTIVE OLIMPICHE - Da Sydney 2000, il
que, spesso il triathlon risulta ancora una
sorta di “oggetto misterioso” nei confronti
del grande pubblico… come gestite questo
triathlon è anche disciplina olimpica: quali
sono le vostre aspettative per il prossimo appuntamento di Londra? “In questo sport sono
L’atleta italiano più rappresentativo,
qualificato ai prossimi Giochi Olimpici
di Londra, Alessandro Fabian (Centro
Sportivo Carabinieri).
NUMERI - Iniziamo dai numeri: 13.931 tesserati nel 2009, 15.350 nel 2010, 16.192 nel 2011;
circa 300 manifestazioni in tutto il territorio
nazionale; un totale di società sportive (ADS)
passato da 274 nel 2009 a 302 nel 2011; e una
stagione corrente che sta già superando l’evoluzione dello scorso anno. La tendenza del
triathlon, insomma, è quella di una decisa e
costante crescita: per quanto sia ancora sport
di nicchia, incominciano di fatto a scorgersi
segnali di quella che potrebbe trasformarsi in
una “tendenza forte”. Si moltiplicano le gare,
compaiono sempre più numerosi prodotti
specifici per questo sport (dai GPS da polso
all’abbigliamento), incominciano a diffondersi i primi negozi con una forte specializzazione su questa particolare disciplina (come,
in Lombardia, Trisports di Gallarate o Sport
Village di Bareggio).
LA FEDERAZIONE - Ne parliamo con Renato Bertrandi, presidente FITRI (Federazione Italia-
10
Il presidente della FITRI, nonché
della ETU, Renato Bertrandi.
ammessi in totale solo 55 uomini e 55 donne, con un massimo di 3 uomini e 3 donne
per ogni nazione: la competizione per le qualificazioni è quindi agguerritissima, a livello
mondiale. Il fatto di essere riusciti a qualificare
3 atleti per l’Italia (2 uomini e una donna) è
davvero una grande soddisfazione, oltre che un
contributo alla credibilità e all’immagine del
triathlon italiano (e lo conferma anche la mia
recente elezione a presidente della federazione
europea). Quanto ai risultati, è tutta da giocare: sulla carta ci posizioniamo intorno al 15°
posto, ma bisogna considerare che tutte le prestazioni sono ‘compresse’ su differenze davvero molto ridotte; ed è anche vero che questo è
uno sport dalle molteplici variabili, in cui può
succedere di tutto, tanto è vero che alle Olimpiadi non ha mai vinto un favorito. Insomma,
sulla carta non siamo da podio; però i ragazzi
sono ben preparati, motivati…insomma, io un
po’ ci spero”.
MA GLI SPONSOR “LATITANO” - Questo mondo in
crescita, sia numerica che di visibilità, dovrebbe
quindi attrarre anche l’interesse degli sponsor:
come si muovono le aziende? “Purtroppo non
è esattamente così: negli Stati Uniti c’è una
partecipazione straordinaria, in Europa c’è una
certa attenzione, in Italia sul fronte sponsor c’è
davvero poco. Noi abbiamo il sostegno di due
aziende, Tyr (attrezzatura da piscina) ed Ener-
Misure e varianti del Triathlon
Le competizioni di triathlon si articolano su diverse distanze di gara:
• Sprint
(0,750 km nuoto, 20 km bici, 5 km
corsa)
• Olimpico
(1,5 km nuoto, 40 km bici, 10 km corsa)
• Medio
(2,5 km nuoto, 80 km bici, 20 km
corsa)
• Lungo
(4 km nuoto, 120 km bici, 30 km corsa)
• Ironman
(3,8 km nuoto, 180 km bici, 42 km
corsa).
In aggiunta al triathlon fanno capo alla
FITRI anche discipline “affini”: duathlon
(corsa-ciclismo-corsa), winter triathlon
(corsa-ciclismo-sci di fondo) e aquathlon (corsa-nuoto-corsa).
Daniel Hofer primo alla
Coppa Europa di Triathlon
Sprint (12 giugno 2011).
RUNNING MAGAZINE
GIUGNO 2012
// INTERVISTA A TUTTO CAMPO CON DANIEL FONTANA
Il richiamo dell’IronMan
vit, ma per il resto la situazione è molto dura,
anche a causa della crisi e del fatto che ci posizioniamo pur sempre come sport di nicchia.
Un vero peccato, se si considera invece l’interesse dell’industria statunitense, giustificato
anche dal fatto che molte aziende vedono nel
triathlon una straordinaria area test per i propri
prodotti e per lo sviluppo di soluzioni innovative: è proprio per il triathlon che sono state
sviluppate inizialmente le prolunghe per le bici,
le ruote con i profili alti, le mute da nuoto a
spessore differenziato. Innovazioni estese poi
anche agli altri sport”.
A PROPOSITO DI IRONMAN - Veniamo infine alla contrapposizione fra i due grandi mondi del triathlon: quello federale, che parte dalle distanze più
corte, e quello dell’IronMan, marchio commerciale specializzato sulle lunghe distanze. Quali
sono le relazioni fra queste due realtà? Come
viene vissuta questa dicotomia? “ L’IronMan ha
una storia molto particolare (vedi box) e si è sviluppato soprattutto negli Stati Uniti attraverso
la WTC (World Triathlon Corporation) una
società commerciale che ne possiede i diritti.
Poco tempo dopo, e parallelamente, si è creata
l’ITU (International Triathlon Union), nata
dalla somma delle 5 unioni continentali. In
pratica, esistono ora due federazioni distinte, di
cui la WTC è specializzata sulle lunghe distanze. Fino a qualche anno fa c’era sicuramente
una certa rivalità tra le due organizzazioni, ma
negli ultimi tempi si sta affermando una maggiore volontà di collaborazione. Una differenza
fondamentale è data dal fatto che noi, rispetto
alla WTC, siamo legati alle direttive del CIO,
molto più restrittive soprattutto sui controlli
antidoping. Quello dell’IronMan è insomma
un mondo a parte, sicuramente bellissimo e
molto evocativo; tutti noi siamo cresciuti con
le immagini della meravigliosa e durissima gara
delle Hawaii, vero e proprio simbolo. Ma c’è
da aggiungere che questa realtà è stata forse un
po’ troppo ‘spremuta’ e sta perdendo un po’
di spinta, a maggior ragione dopo l’acquisto
del marchio da parte di un hedge fund statunitense: uno spirito eccessivamente commerciale
(solo per fare un esempio, l’iscrizione al 70.3
di Pescara costava 220 euro, contro gli 89/90
euro delle analoghe gare federali) che inizia a
disturbare gli atleti, anche se gode del forte sostegno di presenze eccellenti. La partecipazione
di Lance Armstrong all’IronMan delle Hawaii
di quest’anno è senza dubbio una grande operazione di marketing, che renderà moltissimo
in termini di immagine”.
…ironia della sorte: questa intervista è stata realizzata solo poche ore prima della notizia
dell’indagine da parte dell’USADA (U.S.Anti
Doping Agency) a carico di Lance Armstrong,
con il divieto all’atleta di partecipare a qualsiasi
competizione di triathlon. Argomento scottante,
dunque, su cui ci riserviamo di tornare in futuro.
“L’IMMAGINE DI QUESTO EVENTO È DAVVERO MOLTO APPETIBILE, E IN GRADO DI ATTRARRE MOLTISSIME PERSONE. E ANCHE
DA UN PUNTO DI VISTA COMMERCIALE, GLI INTERESSI POSSONO ESSERE ALTI; SPESSO IL TRIATLETA È UNA PERSONA DI BUON
LIVELLO ECONOMICO, ED È MOLTO VANITOSO NEL SUO SPORT: QUESTO NE FA MOLTE VOLTE UN COMPRATORE COMPULSIVO”.
// Argentino naturalizzato italiano, 36 anni, Daniel Fontana è uno
dei più noti IronMan nazionali; tra i
suoi ultimi successi, il primo posto
al 70.3 di Pescara lo scorso 10
giugno. La sua carriera di triatleta è
iniziata per caso, in Argentina: “Facevo nuoto insieme a mia sorella,
nel piccolo paese dove abitavo.
Quando, dopo qualche tempo, la
piscina ha avuto un guasto ed è
stata chiusa, ho incominciato a
correre come alternativa: andavo
piuttosto bene, così un amico mi
ha proposto di provare il triathlon.
Mi sono appassionato, i risultati
hanno iniziato ad arrivare. Nel
2002 mi sono trasferito in Italia
(ho passaporto italiano perché
la mia famiglia ha origini qui) e
ho continuato il mio percorso
sportivo: campionati italiani,
qualificazioni alle Olimpiadi di
Atene del 2004… insomma, mi
sono ormai stabilito definitivamente in Italia (anche perché qui ho
trovato anche la mia fidanzata). E
mi trovo decisamente molto bene,
anche perché la base culturale dei
due paesi è molto simile. Certo, il
triathlon in Argentina è vissuto in
modo diverso, c’è una maggiore
influenza dell’approccio “made in
USA”; in Italia, per contro, quasi
tutto è in mano alla federazione e
questo – lo dico senza alcuna polemica, anche perché sono molto
legato alla federazione stessa, che
mi ha accolto e grazie alla quale mi
trovo qui – rende spesso le cose
più lente, più legnose, creando un
mondo un po’ chiuso in se stesso”.
Atene e Pechino. “Quest’anno non
sarò fra gli atleti che andranno a
Londra – racconta – ma va bene
così: ho già partecipato a due
Olimpiadi e ho potuto rendermi
conto che la medaglia ‘non ce
l’ho nelle gambe’. A questo punto
preferisco cercare nuovi stimoli, ed
è per questo che negli ultimi due
anni ho iniziato a dedicarmi alle
distanze più lunghe e agli IronMan: una scelta quasi naturale con
l’avanzare dell’età, perché più adatta ad atleti con maggiore esperienza. Ma comunque una scelta
non compatibile con distanze più
brevi come lo sprint o il triathlon
olimpico. Lo scorso anno mi sono
Podio Ironman di Pescara: Daniel al centro sfoggia il trofeo del vincitore.
Il curriculum sportivo di Fontana
comprende, tra l’altro, il primo
posto al campionato panamericano nel 2001 (“quello è stato un
momento davvero importante,
una vera svolta per me”), svariate
vittorie ai campionati italiani, un ottavo posto ai campionati mondiali
del 2005, il titolo di vicecampione
mondiale di mezzo IronMan e la
partecipazione alle Olimpiadi di
qualificato 12° all’IronMan delle
Hawaii, e l’idea è quella di ritornare
quest’anno migliorando questo risultato. È una gara durissima, a cui
tutti puntano e che riunisce il top
del mondo del triathlon: un vero
e proprio simbolo (io stesso da
bambino ho conosciuto il triathlon
in televisione proprio attraverso le
immagini della gara delle Hawaii)
in cui mi piacerebbe ottenere un
11
risultato prestigioso, per chiudere
in bellezza la mia carriera”.
naggio poco intonato al resto
dell’ambiente”.
Ma quali sono, secondo Fontana, i motivi che spiegano il successo del triathlon in questi ultimi
anni? “È uno sport bello, completo,
salutare, in cui si fa anche turismo
insieme alla famiglia e si visitano
posti spettacolari al mare o sui
laghi. E poi, anche se è uno sport
individuale, si tende sempre molto
a fare gruppo: l’ambiente è molto
amichevole, ci si conosce e si va
in trasferta assieme, e questo
contribuisce a rendere tutto estremamente piacevole”. Un ritratto
solare e pulito, che però si scontra
con le voci di doping che di tanto
in tanto si diffondono. Qual è l’opinione di Fontana su questo tema?
“Inutile negarlo: il doping esiste in
tutti gli sport di endurance. Molto
dipende dagli interessi economici
in gioco: forse anche per questo
– il triathlon è uno sport ancora
giovane – il nostro ambiente è comunque molto più pulito di altri. In
ogni caso, è soprattutto una scelta
personale; e poi ci sono i controlli
(nell’IronMan esiste un accordo
con l’agenzia antidoping USADA
a questo proposito), che sono
sempre più attenti e capillari”.
Certo, il caso Armstrong insegna
da questo punto di vista… “. È una
storia poco piacevole, perché una
figura come Armstrong, in termini
di visibilità, è molto importante
per questo sport e per tutto quello
che gli gravita intorno. Anche se,
a onor del vero, come persona
l’americano non è molto amato
nell’ambiente per il suo fare da
superstar: elicottero, guardie del
corpo, nessuna confidenza con
nessuno… insomma, un perso-
Tra gli sponsor di Fontana
compaiono DDS (il centro sportivo
di Settimo Milanese in cui lavora
anche come coach per la squadra
amatoriale di triathlon), Quota
(biciclette), Brooks, Polar. “Ma in
Italia è comunque molto difficile,
assai più che in altri sport; il solo
sostegno dello sponsor non basta
certo per mantenersi, tanto più
che si tratta di un’attività precaria:
basta un semplice infortunio, uno
stop di qualche mese, e ci si può
ritrovare senza nulla in mano”. In
conclusione, come vede Fontana
il futuro del triathlon? “È uno sport
destinato a crescere e a diffondersi in modo sempre più capillare:
l’immagine dell’IronMan è davvero
molto appetibile, e in grado di attrarre moltissime persone. E anche
da un punto di vista commerciale,
gli interessi possono essere alti;
spesso il triatleta è una persona di
buon livello economico, ed è molto
vanitoso nel suo sport: questo
ne fa molte volte un compratore
compulsivo”.
Foto credits: Alberto Diodato
segue da pagina 11
cover
Story
Il “pioniere” racconta…
ESORDIO E SUCCESSI - “Nel 1984 rac-
NUOVI MATERIALI - “In uno sport così
conta Alemanni - avevo incominciato da pochi anni a praticare il
running. Quasi per caso, sfogliando la rivista Correre a cui mi ero
abbonato, mi capitò di leggere un
articolo su un ‘nuovissimo’ sport
proveniente dagli USA: il triathlon,
che all’epoca era davvero ai suoi albori. La cosa mi incuriosì tanto che
poco tempo dopo, quando lessi la
notizia della prima gara organizzata
in Italia (al Lido di Ostia), decisi di
iscrivermi per provare; in realtà non
avevo mai fatto nulla di agonistico
in nessuna delle tre discipline, ma
si trattava comunque di attività che
già praticavo e che mi piacevano…
In breve, ne rimasi affascinato e
continuai a dedicarmi con sempre
maggiore costanza a questo sport”.
Una costanza che gli ha permesso
di collezionare, nel corso del tempo, 19 titoli italiani nei vari age
group attraverso cui è passato, oltre a numerosi podi in campionati
mondiali ed europei di triathlon e
duathlon, culminati lo scorso anno
con un argento ai mondiali di Las
Vegas.
giovane, l’evoluzione ha inevitabilmente toccato anche programmi e
regolamenti; ma è soprattutto nei
materiali che lo sviluppo è stato
più intenso. Questo riguarda innanzitutto l’abbigliamento (il classico body da triathlon che si utilizza per tutte e tre le discipline esiste
ormai da parecchi anni, ma i tessuti sono sempre più evoluti soprattutto in termini di idrorepellenza e
di migliore scivolamento in acqua)
e soprattutto il mezzo meccanico:
un’evoluzione, questa, che ha interessato l’intero mondo del ciclismo
e non solo il triathlon. Biciclette in
nuovi materiali (come il carbonio),
meccaniche più sofisticate e soprattutto le ruote di nuova concezione
UN APPROCCIO DIVERSO - Che cosa
è cambiato in questo sport, dunque, nel corso di quasi trent’anni?
“Di sicuro è uno sport in crescita:
anche semplicemente a livello di
possono davvero fare la differenza
e incidere significativamente sulle
prestazioni del singolo atleta”.
IL LIVELLO DELLE GARE - Questa generale evoluzione ha riguardato
anche le gare? “Oggi le gare sono
davvero tante e - devo dire - non
tutte all’altezza; anche se la Federazione si sta impegnando molto nel
selezionare competizioni di alto
livello qualitativo. All’estero, bisogna ammetterlo, sono comunque
più avanti di noi nell’organizzazione, anche perché in Italia molte
difficoltà derivano dai permessi
da richiedere ai vari comuni per
l’utilizzo delle strade e degli specchi
d’acqua. Inutile negarlo: la nostra
cultura sportiva è bassa, soprattutto a livello di apparati burocratici,
che spesso creano più problemi
che facilitazioni”.
IL DUATHLON? è PIU’ DURO… - Alemanni si è spesso cimentato anche in
formule collaterali, in particolare
nel duathlon: quali elementi distinguono le due specialità? “Il
duathlon viene spesso visto come
una sorta di ‘fratello minore’ del
triathlon; in realtà è quasi il contrario: si tratta di uno sport più duro,
più impegnativo, in cui il livello
atletico dei partecipanti è generalmente più elevato. Il triathlon,
però, fa più immagine… essere un
triatleta, in generale, ‘fa figo’. Lo
dimostra il fatto che, in molte società, più del 50% dei tesserati non
fa neanche una gara all’anno. Molto diverso dai primi tempi, quando
c’era una maggiore spontaneità…
ma non lo vedo comunque come
un fenomeno negativo: è un aspetto che crea movimento e passione,
che ha comunque un buon motivo
di esistere”.
Nelle foto sopra Giorgio Alemanni in gara al Triathlon Milano 2010.
12
Paratriathlon
a livelli mondiali
Nel percorso di sviluppo del triathlon, un ulteriore tassello che si è
recentemente aggiunto è quello del riconoscimento di sport paralimpico da parte del CIO; a partire da Rio 2016 questa disciplina entrerà a far
parte dei programmi delle Paralimpiadi. Ne abbiamo parlato con Alberto
Ceriani, atleta non vedente che si cimenta tanto in competizioni generali
quanto in quelle riservate ai disabili e che, ad oggi, è il primo non vedente al mondo ad aver portato a termine l’IronMan delle Hawaii.
“Ho iniziato nel 2004 quando, attraverso www.disabilincorsa.com (il sito che gestisco insieme a Michele Pavan e Daniela
Vittori, che permette a persone con disabilità fisiche e a volontari accompagnatori
e tecnici di mettersi in contatto) ho conosciuto Claudio Pellegri, con cui ho iniziato
ad allenarmi nel running. È lui che, ben presto, mi ha proposto una gara di triathlon:
un mio sogno da sempre, che non avevo
mai fatto e che - da non vedente - non avevo mai avuto occasione di
soddisfare. L’esordio, all’Idrosacalo di Milano sulla distanza olimpica,
aveva come obiettivo semplicemente quello di portare a termine la gara
senza camminare… e da quel momento, grazie alla disponibilità di Claudio, ho scoperto che era un’attività piacevole e divertente; mi sono appassionato e abbiamo iniziato ad aumentare gradualmente le distanze
fino ad arrivare, due anni dopo, all’IronMan.
Foto: Michele Novaga
Gli anni sono 66, portati con
grinta ed eleganza. Il milanese
Giorgio Alemanni - noto come “il
Grigio” - è tuttora un atleta amatoriale di altissimo livello, che compete ai vertici mondiali nella propria
categoria; ma al tempo stesso rappresenta anche la memoria storica
del triathlon italiano, sport a cui si
è accostato fin dal suo esordio nel
nostro paese.
società sportiva (sono responsabile
del settore per il mio club, il Road
Runners Club Milano) stiamo constatando un grande sviluppo nel
numero di persone che si accostano al triathlon, soprattutto negli
anni più recenti. Certo, nelle gare
l’ambiente è decisamente molto
diverso rispetto ai tempi ‘da pionieri’: all’inizio si cimentavano nel
triathlon atleti provenienti da altre
discipline (principalmente podisti),
come pure campioni che vedevano
questa disciplina come una sorta
di ‘curiosità’. Ricordo per esempio
che al Lido di Ostia uno dei partecipanti era l’olimpionico Daniele
Masala, nazionale di pentathlon.
Oggi, invece, molto spesso si viene
avviati direttamente al triathlon,
attraverso scuole o società sportive
centrate su questa specifica disciplina. E anche l’amatore 40/45enne,
ormai, non ha una base di partenza
centrata sulla corsa, o sul ciclismo,
o sul nuoto: esordisce direttamente
come triatleta”.
Alberto e Claudio all’arrivo del Triathlon Sprint Eilat, aprile 2012.
Per quanto riguarda la disabilità, nel triathlon ultimamente sono stati fatti importanti passi avanti: Claudio e io partecipiamo da parecchio
tempo a gare per disabili, ma da un paio di anni è attivo il Movimento Parathriatlon a livello nazionale, con Simone Biava come allenatore,
e le cose sono decisamente migliorate. Quando abbiamo gareggiato,
nella sezione per disabili, ai mondiali di Amburgo del 2007, andavamo
veramente allo sbaraglio, arrangiandoci da soli per tutte le necessità,
dall’alloggio al trasporto dell’attrezzatura (che, nel caso del tandem, è
sempre problematica). Dal 2011, invece, c’è una organizzazione seria,
l’aria è decisamente cambiata; sia agli europei di Pontevedra, in Spagna
nel 2011 (dove ci siamo classificati terzi), sia a quelli del 2012 in Israele
(quinti sulla distanza sprint), abbiamo goduto di appoggio e di assistenza e tutto è diventato più semplice: appoggio in zona cambio, consigli
e indicazioni, la presenza di medico e fisioterapista, prenotazioni alberghiere e così via. Tutto molto più facile e organizzato rispetto al nostro
approccio ‘artigianale’”.
Nel palmarès di Ceriani compaiono anche una vittoria agli europei di
Lisbona del 2008 sulla distanza olimpica, un terzo posto ai mondiali in
Australia nel 2009, nonché la partecipazione all’IronMan di Klagenfurt
del 2006, corso al fine di ottenere la qualificazione per le Hawaii (i disabili ammessi alla gara ogni anno sono in tutto 5). Ma come si attrezzano
atleta e accompagnatore per le diverse frazioni della gara? “Ognuno ha
sviluppato una propria tecnica; la parte in bici si corre con un tandem da
corsa, mentre nella corsa e nel nuoto siamo legati uno all’altro con un
normale cordino: ai polsi per il running, intorno alla vita quando si è in
acqua. Certo, nelle gare per disabili, cui partecipano al massimo una cinquantina di persone, è
tutto molto più semplice; mentre nella ressa dei
2500 partenti per l’IronMan è davvero complicato, con il rischio che qualcuno si impigli nella
corda. Tanto che, nelle competizioni in cui non
abbiamo ambizioni di tempo, preferiamo mantenerci defilati e partire in coda al gruppo”. Ceriani ha anche l’appoggio di alcuni sponsor: F.lli
Bonetti per il telaio del tandem, Brooks per calzature e abbigliamento, oltre al sostegno di CellFood, Juice Plus, Pizzardi Editore, Mediaedge e
del Gruppo Sportivo non vedenti Milano. Quali i
suoi prossimi obiettivi? “Il sogno sarebbe quello
delle Paralimpiadi di Rio del 2016, per cui il prossimo gennaio iniziano le qualificazioni: sarà di
sicuro un quadriennio impegnativo”.
Foto: Michele Novaga
Giorgio Alemanni, 66 anni, detto “il Grigio”: TRIATLETA AMATORIALE DI ALTO LIVELLO, COMPETE
AI VERTICI MONDIALI NELLA PROPRIA CATEGORIA (è stato ARGENTO A LAS VEGAS 2011). UNA VERA
E PROPRIA MEMORIA STORICA DEL TRIATHLON ITALIANO, A CUI SI è ACCOSTATO FIN DAGLI ESORDI.
Foto: Neil Mac Loud
LA BELLISSIMA STORIA DI ALBERTO CERIANI
RUNNING MAGAZINE
GIUGNO 2012
In questa pagina due immagini
della gara principale e due
relative all’Ironkids, evento
collaterale dedicato ai
giovanissimi dai 6 ai 12 anni,
che si sono sfidati in una
duplice prova di nuoto e corsa
PESCARA 70.3: NON SOLO PER SUPERATLETI
OLTRE 2.000 GLI ATLETI, PROVENIENTI DA 50 NAZIONI PER L’EVENTO, CHE HA GENERATO ANCHE UN NOTEVOLE RITORNO ECONOMICO: 20MILA PERNOTTAMENTI CON UNA
SPESA MEDIA DI 800 EURO A PERSONA, PER UN BUSINESS DI 6 MILIONI DI EURO LA SECONDA EDIZIONE DELL’UNICO APPUNTAMENTO ITALIANO PER IL MARCHIO IRONMAN HA
REGISTRATO UN GRANDE INTERESSE DI SPORTIVI, PUBBLICO E AZIENDE. NON SENZA QUALCHE CRITICA SULL’ORGANIZZAZIONE. QUESTA LA CRONACA DELLA NOSTRA INVIATA
• Susanna Carraro
La seconda edizione dell’Ironman 70.3 Italy,
disputatasi a Pescara l’8, il 9 e il 10 giugno scorsi, ha attirato più di duemila atleti provenienti
da 50 nazioni, trasformando la città abruzzese
nel centro nevralgico del triathlon nazionale e
internazionale per un weekend. Un record di
presenze da attribuire sicuramente al successo
dell’edizione passata, coadiuvato da una considerevole risonanza sulla stampa di mezzo mondo. “Degna di nota - raccontano gli organizzatori della gara - è la forte spinta che il marchio
Ironman, con il suo bagaglio di esperienza internazionale, ha dato al triathlon italiano, creando
un forte interesse per questa disciplina non solo
tra gli atleti e gli amatori, ma avvicinando anche
molte aziende che collaborano come sponsor.”
Durante la presentazione dell’appuntamento
sportivo, Wolf Hardt, responsabile marketing
dell’evento, ha dichiarato: “L’anno scorso abbiamo ospitato 1.365 atleti e 3.276 accompagnatori, per un impatto economico di 3,5 milioni di
euro, con 40mila spettatori. Per il 2012 contiamo di incrementare questi risultati”. E così è
per diventare un finisher- riescono a trasmettere al pubblico la loro carica, la determinazione,
la motivazione, ma anche la sofferenza e gli
spettatori ricambiano queste emozioni con un
calore sbalorditivo. Per conquistare il titolo di
Ironman, atleti dai 18 ai 70 (e più) anni hanno
affrontato la frazione natatoria di 1,9 km nello
specchio di mare antistante la Nave di Cascella.
Usciti dall’acqua, hanno prelevato la bicicletta
dalla Transition Area e percorso un circuito di
90 km che si snodava tra i paesaggi delle colline abruzzesi. Infine, conclusa la prova ciclistica,
hanno corso per una distanza di 21 km nel cuore della città fino ad arrivare nuovamente alla
spiaggia. Il tutto senza soluzione di continuità,
entro un tempo massimo di 8 ore e in condizioni via via peggiori visto il grande caldo che
ha reso particolarmente ostiche le frazioni di
ciclismo e di corsa.
pacco gara e del mancato pasta-party promesso
(considerato anche il costo della quota d’iscrizione, maggiorata rispetto a quella della scorsa
edizione), alla differenza tra distanze dichiarate
dall’organizzazione e quelle registrate dagli atleti
in gara - 300 m in più per il nuoto e 4 km extra
per la bici - e soprattutto la scarsità di giudici di
gara lungo il percorso, fatto incredibile per un
evento che mette a disposizione 35 slots per la
finale mondiale di Ironman 70.3 World Championship in programma il 9 Settembre 2012 a
Las Vegas, Nevada.
SUCCESSI ITALIANI - A salire sul gradino più alto
del podio sono stati l’italiano Daniel Fontana,
con il tempo di 4h 10’ 00”, e la tedesca Kristin
Moeller in 4h 47’58”. Daniel ha conquistato il
primo posto, non senza difficoltà, resistendo
agli attacchi di Jonathan Ciavattella (ritiratosi a causa di un problema tendineo) e di Ben
Allen (crollato nella corsa, si è aggiudicato il
quinto posto). Alle sue spalle Alessandro Degasperi, secondo anche nella passata edizione;
terzo l’inglese Paul Amey. La minuta tedesca
Kristin Möeller della squadra internazionale
di Abu Dhabi, dopo essere passata al quarto
posto durante la transizione ciclismo-corsa, ha
completato la frazione podistica in 1h 24’ 42”
sbaragliando tutte le avversarie. Secondo posto
della classifica femminile per l’altoatesina Edith
Niederfriniger, mentre l’inglese Joacqui Slack,
alla sua prima partecipazione a un Ironman
QUALCHE POLEMICA - Per la perfetta riuscita
dell’evento, fondamentali sono stati il prezioso
contributo dei volontari e soprattutto la meticolosa attenzione nella pianificazione della gara,
concretizzatasi in schiere di bagnini e scooter
d’acqua per assistere gli atleti in mare, in strade
blindate lungo tutto il resto del percorso, sorvegliate a vista dai 75 agenti della Polizia municipale dislocati sul territorio e dai 600 uomini
della Protezione civile che hanno preparato la
città all’invasione degli sportivi. Non sono mancate comunque le critiche legate al valore del
A PROPOSITO DELL’Ironman 70.3
stato: le prime stime parlano di almeno 20mila
pernottamenti a Pescara, con 6 milioni di euro
(800 euro di media a persona) previsti come
movimenti economici solo sul capoluogo adriatico. A oggi, Pescara è l’unica città italiana a
ospitare un evento del circuito Ironman: questo
rappresenta sicuramente un vanto, dal momento che l’organizzazione della “emme col pallino”
è nota per selezionare le location più suggestive
al mondo: l’eterogeneità e la spettacolarità del
territorio, tra il mare e i monti, rendono la località abruzzese scenario perfetto per una delle
competizioni più dure e spettacolari di sempre.
UN’ATMOSFERA UNICA - L’atmosfera che si respira
in eventi come questo è unica nel suo genere,
soprattutto per merito degli atleti che vi partecipano. Come in tutte le competizioni, i professionisti regalano sempre grandi emozioni
con le loro performance straordinarie; ma è
quando alla griglia di partenza si allineano gli
amatori che inizia lo spettacolo vero: persone
comuni - che non partecipano per vincere, ma
La definizione 70.3 indica la distanza totale delle tre discipline in miglia: 70.3 = 1,2 + 56 + 13,1 (un
miglio=1.609 metri); espressa in chilometri, la corsa prevede : 1,9 km di nuoto, 90 km in bicicletta,
21,097 km di corsa. La versione 70.3 è recente ed è esattamente la metà dell’Ironman classico
(viene infatti anche chiamato half Ironman) pur essendo comunque significativamente più lungo
delle versioni olimipiche e sprint. La qualificazione al campionato del mondo si acquisisce tramite
la partecipazione a gare internazionali, come quella svoltasi a Pescara.
Com’è nato l’Ironman
La leggenda vuole che l’Ironman nasca nel 1978, da una discussione tra tre marines ubriachi
su quale fosse la disciplina sportiva più dura in assoluto, durante la premiazione di una gara di
corsa alle Hawaii. Uno dei tre, John Collins, propose una nuova forma di gara, somma di tre gare
già esistenti e note per la loro durezza: la Waikiki Roughwater, 2,4 miglia di nuoto più la Around
Oahu Bike Race con 112 miglia in bici e la Honololu marathon con 26,6 miglia di corsa. Il primo che
avesse portato a termine la estenuante prova sarebbe stato eletto Ironman, uomo d’acciaio. Al
primo Ironman della storia, che si disputò il 18 febbraio dello stesso anno, si iscrissero 15 atleti, di
cui solo 12 giunsero in fondo. Oggi in tutto il mondo si contano 25 Ironman; il più famoso è la finale
annuale, a Kowa, nelle Hawaii, dove questa grande sfida sportiva ha avuto origine.
Ai giorni nostri
La denominazione “Ironman” è di proprietà di una federazione, la World Triathlon Corporation
(WTC), che organizza gare periodiche in varie parti del mondo. Le gare non organizzate dalla WTC
su distanza super lunga sono dette più correttamente full distance triathlon.
Altre distanze non ufficiali sono:
- Double e Triple Iron: 2 o 3 volte la distanza superlunga
- Decatriathlon o Decaironman: 10 volte la distanza superlunga (in 9 giorni)
- Double Decatriathlon: 20 volte la distanza superlunga (in 18 giorni)
13
70.3, ha conquistato la terza posizione. Questa
edizione ha visto anche un trionfo di staffette:
su tutte ha primeggiato il trio Dream Team,
composto da Luke Morini (nuoto), Luigi Paolini (ciclismo) e Giovanni Auciello (corsa), con
un tempo di 4h 11’ 04”.
IRONKIDS, SPINNING ED EXPO - Grande interesse
anche per gli eventi collaterali che hanno arricchito l’Ironman 70.3 Italy: primo tra tutti
l’Ironkids, speciale competizione riservata ai
più piccoli, che ha visto Decathlon come sponsor ufficiale dell’iniziativa. Sabato 9 giugno i
giovanissimi di età compresa tra i 6 ed i 12 anni
si sono sfidati in una duplice prova - nuoto e
corsa sulla spiaggia - dimostrando di essere dei
veri “Ironkids” e delle autentiche promesse per
il futuro. I triatleti in miniatura hanno gareggia-
to con il tifo di supporters d’eccezione: Edith
Niederfriniger, Alessandro Degasperi e Martina
Dogana. Lo spirito dell’iniziativa - quello di motivare i giovani attraverso lo sport e condurli a
uno stile di vita attivo, positivo e sano - si è così
coniugato con la mission aziendale di Decathlon di “rendere accessibile al maggior numero
di persone il piacere dello sport”. In serata è
seguito l’appuntamento con la federazione italiana di Spinning che ha proposto “Ride the
Ironman”, una pedalata di gruppo su queste
particolari bike ricreando le salite, le discese e
i rettilinei veloci dei 90 km del percorso gara. I
professionisti presenti all’evento hanno controllato la posizione di ciascun partecipante sulla
bici per assicurare una perfetta sessione di spinning. Al resto ci hanno pensato la musica ad
alto volume, la grande motivazione dei presenti
e il tramonto sul mare di Pescara. Notevole
successo di pubblico anche per l’Iron Expo,
allestito nel cuore della città, in Piazza della
Rinascita, rivelatosi un’ottima vetrina espositiva per le aziende partecipanti (Sailfish, Ceepho, Decathlon, TYR, Newtown running,
Brooks, Skinfit, Big One, Timex, 2XU, CZ
Compression Zone, Spinning, Humangest,
Triathlete), oltre che un’interessante occasione per proporre prove prodotto e rapide
consulenze dirette con gli esperti del settore.
la scarpa del mese
MIZUNO // Wave Rider 15
informazioni di base //
PER / Uomo, Donna
Collezione / FW 2012
TARGET / Scarpa neutra, ideale per atleti dinamici
di peso medio fino a 85 kg, con un ritmo di corsa
tra i 5-4’/km. Creata per runner esigenti, che
necessitano di una calzatura reattiva e leggera
ma stabile, anche sulle lunghe distanze
I tre punti di forza
1 / Ammortizzata e reattiva
2 / Avampiede con New Smoothride per un miglior
controllo della flessione e una spinta più efficace
3 / Calzata ottimale
PESO / Uomo 300 gr; Donna 250 gr
MISURE / Uomo 7-13,14,15,16; Donna 6h-11h
PrezzO CONSIGLIATO alla vendita / 160 euro
FODERA //
NYLON
SOTTOPIEDE //
soletta rimovibile premium
soletta rimovibile premium
Intersuola //
Ap+ nuovo polimero dell’intersuola
che garantisce un migliore ammortizzamento e un ottimo livello di comfort, assicurando maggiore durata
TOMAIA //
Realizzata con sistema Air mesh che permette
alla scarpa di mantenere un elevato livello di
traspirabilità per tutta la vita della scarpa e
permette al piede di rimanere fresco
Pebax Renew // Piastra dell’intersuola
costruita da un tipo di Pebax, realizzato
con un olio vegetale ecologico che sviluppa meno carbonio, mantenendo tutte
le caratteristiche del Pebax normale.
ALLACCIATURA //
simmetrica,
con stringhe piatte
VS1 // Mescola INSERITA per l’assorbimento degli
shock e l’ammortizzamento. aiuta inoltre ad allungare la vita delle calzature. Si tratta di un
“elastomero termoplastico” posizionato in modo
specifico in ciascuna calzatura e fornisce all’intersuola la necessaria possibilità di deformarsi,
per un corretto e naturale allineamento del piede durante il ciclo di corsa. Fornisce protezione
all’impatto e assorbimento degli shock.
colori // UOMO
Fluorite/Orange/Anthracite
Silver/Gypsum/Surf the web
White/Ember/Anthracite
14
Petunia/Lichen
RUNNING MAGAZINE
CURIOSITà PRODOTTO // La variante di Wave Rider 15 nei colori Petunia/Lichen, sia per uomo che per donna, è stata creata appositamente
in occasione delle Olimpiadi di Londra. Il viola è la tinta delle grandi occasioni, per celebrare un contesto da elite che richiede prestazioni, prodotti e tecnologie
al massimo livello. I dettagli in giallo vogliono essere un buon viatico verso il successo. Gli atleti olimpionici Mizuno come Federica Pellegrini a Debrecen
indosseranno questa particolare versione durante le personali attività di training
SUOLA //
Gender Engineering // Basata sulle ricerche biomeccaniche delle differenze tra i generi maschile e femminile. Mizuno realizza le intersuole e le suole adattandole a seconda del sesso, in questo modo vengono
migliorati la corsa, la prestazione e il comfort.
GIUGNO 2012
Marketing Info //
La Wave Rider 15 è al centro di una
campagna stampa che Mizuno presenta
su diverse riviste sportive (vedi immagine
sotto). Nei mesi da luglio a ottobre sarà
infatti sulle pagine di Correre, Runner’s
World, La corsa, Sportweek e Running
Magazine.
Mizuno Intercool // Sistema di ventilazione
lungo tutta la suola che riduce il calore e
l’umidità che si producono nella scarpa.
New Smoothride // Per creare una scarpa con flessibilità variabile nell’avampiede, Mizuno ha inventato
un sistema di controllo che permette alla scarpa
e al piede di flettere facilmente all’inizio, per poi
aumentare la tensione durante la fase di spinta. Il
risultato è una transizione estremamente fluida e
agevole, ma anche efficiente per una corsa più piacevole e naturale.
video //
Mizuno Wave // È l’unica tecnologia esclusiva Mizuno che
offre insieme ammortizzamento e stabilità. Si tratta di
una piastra ad onda in Pebax ecologico R –NEW inserita
nell’intersuola
mescola X10 // gomma al carbonio super-resistente,
esclusiva Mizuno. Fornisce una alta durata nelle
aree di grande consumo e garantisce maggiore
trazione e aderenza all’impatto del tallone col
terreno.
// donna
White/Blue Depths/Lapis
È inoltre visibile online un video che mette in
evidenza le proprietà della scarpa dotata della
tecnologia Wave, illustrando con immagini in
slow motion il particolare effetto ammortizzante
che la speciale piastra in Pebax è in grado di
sostenere durante la transizione.
Inquadrando il QR qui sopra o visitando la
sezione video sul nostro sito è possibile vedere
la clip: www.runningmag.it
MATERIALE POP//
Colonnine
da esposizione
in vetrina (a lato
un’immagine
del totem)
White/Red Plum/Calcite
Petunia/Lichen
15
RUNNING MAGAZINE
RUNNER
DEL MESE
A TU PER TU CON UNO DEI NOMI
PIù IMPORTANTI NELLA STORIA
DELL’ATLETICA LEGgERA ITALIANA
GIUGNO 2012
IL DOLCE VIRUS
DELL’AGONISMO…
COME POTREBBE NON ESSERNE AFFETTO
CHI VINCE UN CAMPIONATO EUROPEO
DEI 3.000 SIEPI DOPO UNA CADUTA…
RIPERCORRIAMO CON ALESSANDRO
LAMBRUSCHINI QUELL’EPICO MOMENTO,
UNO DEI TANTI DELLA SUA FELICE
CARRIERA AGONOSTICA. ALLA FINE
DELLA QUALE NON HA CERTO SMESSO
DI CORRERE, AVVICiNANDOSI ALLE GARE
A TAPPE NEL DESERTO, OLTRE CHE
A TRIATHLON, DUATHLON E TRAIL.
Lambruschini, re dei 3.000 siepi, tra le siepi…
• TESTO E FOTO: DINO BONELLI
Me lo ricordo ancora. Estate 1994, Campionati Europei di atletica leggera a Helsinki, finale
3.000 siepi. A quel tempo ero un giovane che
amava e praticava un triathlon rigorosamente
senza scia e guardava ogni forma di sport alla
televisione. Uno dei tanti italiani incollati alla
tv per vedere quei bravi ragazzi di azzurro vestiti,
che cercavano di portare al medagliere italiano
un nuovo prestigioso metallo, magari due. Una
gara stupenda, iniziata subito con una caduta al
primo ostacolo di Lambruschini, prontamente
aiutato a rialzarsi e a continuare dall’amico e rivale, Panetta. Un gesto istintivo di rara generosità
agonistica, che rimane indelebile nei ricordi di
chi l’ha visto e ama lo sport. Un 3.000 siepi che
a 400 metri dalla fine incomincia a tingersi di azzurro con una bella progressione di Carosi che
si porta dietro il compagno di squadra rientrato
in gara dopo la disavventura iniziale. Mancano
2 ostacoli, una siepe e 200 metri, quando Alessandro Lambruschini, classe 1965, allora 29enne
con diversi piazzamenti ma poche vittorie importanti, allunga la falcata, supera agilmente il
compagno e le ultime barriere e va a tagliare per
primo una linea immaginaria ma esistente che lo
consegna alla storia. Me lo ricordo ancora nelle
immagini leggermente sbiadite della TV di allora, capaci di infuocare emozioni uniche che, purtroppo, un’atletica leggera malata e abbandonata
dai giovani non sa più regalare.
Cosa hai pensato quando sei caduto al primo
ostacolo?
La mia vita, specie quella sportiva fatta di sacrifici e sudore, mi è passata davanti in un istante.
L’aiuto di Panetta è stato provvidenziale?
Mi stavo già rialzando, ero incazzato, ma determinato a non lasciare tutto ai piedi del primo
ostacolo. Il gesto di Francesco mi ha galvanizzato
e le sue parole confortato. Con lui siamo rientrati nel gruppo con una progressione ragionata e
regolare, forse da solo sarei rientrato prima per
la foga e avrei speso più energie. Quell’anno mi
sentivo veramente forte, non mi batteva nessuno
e in quella finale confidavo di dimostrare il mio
valore. La caduta mi ha solo dato più cattiveria
che, ben gestita, si è trasformata in una velocità
impossibile per gli altri. L’inno di Mameli e il tricolore sul pennone più alto sono stati il giusto
epilogo di una gara che non era iniziata bene.
È stata la soddisfazione maggiore in carriera?
Davanti comunque gli metterei le tre belle
prestazioni olimpiche: bronzo ad Atlanta ’96 e i
due quarti posti a Seul ‘88 e Barcellona ’92. Se
l’olimpiade per un qualsiasi atleta è il top delle
gare, per uno dell’atletica leggera è il top del top.
Non ci sono eguali.
Quanto pesa essere il primo fuori da un podio olimpico?
In Corea nell’88 ero molto giovane e un quarto posto dietro ai fortissimi keniani l’ho considerato un grosso successo. In Spagna è stato più
amaro, ma di grande stimolo nei quattro anni
successivi in cui ho preparato Atlanta. Non volevo rifare per la terza volta un quarto posto.
Dopo il bronzo olimpico del ’96?
Ho continuato a correre ad alti livelli per tutto
il quadriennio, poi, prima di Sidney 2000, mi
sono fatto male e non ho potuto partecipare ai
miei quarti Giochi. Ci ho provato dopo, sperando di esser competitivo per Atene 2004, ma
il tempo non fa sconti, men che meno al fisico
tirato e sfruttato di un atleta di alto livello.
Alessandro non rinuncia mai ad almeno 15 minuti di stretching prima dell’attività.
re e provare qualcosa di nuovo. Avevo bisogno
di cambiare radicalmente e non mi son lasciato
sfuggire l’opportunità di correre qualche gara a
tappe nel deserto (Sahara e Namibia). Nel 2006
mi sono avvicinato al triathlon e al duathlon,
dove ho vinto la medaglia di bronzo a squadre
agli Europei 2006 e ai Mondiali 2008.
Come e con chi ti alleni?
Di corsa continuo con la metodica di sempre:
una base di 10-15 km, la distanza che mi serve
nelle gare multiple; poi alcuni lunghi, a volte anche su sterrato e in montagna, oltre a ripetute in
pista un paio di volte alla settimana (10 x 400 m o
8 x 1.000 m o li mixo in escalation con 2 x 2.000
m + 2 x 1.000 m + 4 x 400 m). Mi alleno spesso
con un gruppo di amici di Modena.
Corri anche in montagna?
Soprattutto nei periodi di allenamento, dove
mi concedo anche qualche gara come l’Ossola
Trail che organizza l’amico Carlo De Giuli.
In bici quanto ti alleni?
Pedalare non nuoce alla corsa, anzi rinforza la
gamba che rimane meno soggetta agli infortuni.
In bici faccio uscite di media e lunga distanza, dai
40 km classici per le mie gare, ai 120 km o più
in cui alleno la resistenza. Una volta almeno a
settimana faccio ripetute miste di corsa-bici-corsa.
È molto importante abituare la gamba ai cambi
di sport e quindi di ritmo.
A quando un Ironman?
Lo trovo un po’ proibitivo per me e non mi accontenterei di finirlo: vorrei farlo bene e magari
senza soffrire troppo. Bisogna allenarsi molto e
allungando le distanze tutti gli allenamenti devono essere allungati, magari tenendo la stessa intensità, il che significa tanto tempo da dedicare,
cosa che ora non ho.
Torniamo alla corsa, che scarpe usi?
Da marzo uso Puma, normalmente la Fass 500
(cat. A2, intermedia), non troppo leggera così
non affatico troppo i polpacci, buona un po’ per
tutto, specie nel duathlon. Ogni tanto uso anche
le Puma Velosis 3 (cat. A3), leggermente più pesanti e buone per lunghe distanze.
In evidenza il modello Fass 500 di Puma, brand
che Alessandro utilizza da marzo di quest’anno.
Il momento più esaltante?
Ce ne sono stati molti. Un momento particolarmente emozionante… essere un italiano e vincere per ben 3 volte il Golden Gala di Roma, con
40mila persone in piedi ad applaudire. Ancora
adesso mi mette i brividi. Un boato maggiore
l’ho solo sentito ai Mondiali di Roma del 1987
quando io, nono, ero ancora a 150 metri dall’arrivo mentre Panetta vinceva davanti a 80mila
persone in uno stadio Olimpico stracolmo ed
urlante che sembrava venisse giù…
Nel 2003 l’addio alle gare.
Sì, visto che non sarei più stato ai livelli richiesti per la qualifica olimpica ho deciso di smette-
16
Cosa chiedi ad una scarpa da corsa?
Una scarpa protettiva anti pronazione, scarpe secche (non morbide) e dure. Non do importanza al peso.
Quando corri preferisci il caldo o temperature più basse?
Io sono un sole dipendente. Il sole è vita,
il caldo una logica conseguenza che sopporto
senza problemi. Con il sole mi carico, senza
mi deprimo.
Corri con gli occhiali?
Sì, per proteggermi, uso un Adidas leggero che
va bene anche in bici.
Stretching o non stretching?
Io sono per allungare il muscolo sempre, anche prima delle gare. Magari non tantissimo, ma
15 minuti e un muretto o un posto dove appoggiarsi li si trova sempre.
Alessandro Lambruschini, 178 cm x 70 kg
di muscoli lunghi, asciutti e ben abbronzati, è
ora un bell’uomo di 47 anni con riccioli corti,
argentati e ben curati e un sorriso contagioso
che sa di vita vissuta e da vivere ancora intensamente. Corre con regolarità per rimanere in
forma ed essere competitivo nelle gare che disputa sotto l’insegna delle Fiamme Oro. L’agonismo è uno strano virus che ti inculcano
dentro fin da giovane e te lo nutrono allevandolo con dure sedute di allenamento e tanto
sudore. Una specie di cattiveria da combattente che vedi anche negli occhi degli avversari,
una sana arroganza sportiva da sprigionare al
tempo giusto. Chi è affetto da questo virus, e
chi vince un Campionato Europeo dei 3.000
siepi cadendo lo è per forza per quanto calmo
e rilassato possa sembrare, non può guarire.
Scarpette ai piedi darà sempre il meglio di se
stesso. Alessandro lo sa e non si sottrae al suo
dolce destino di uomo vincente, nello sport e
nella vita, dove la sua gentil signora Cristina è
l’unica a riuscire a tenergli testa insieme ai sui
bimbi: Andrea di 3 anni e Ivan di 9. Gli unici
a convincerlo a stare anche un po’ a casa.
FOCUS
SHOP
Con la recente apertura a Reggio Emilia,
sale a sei il numero di sedi dell’insegna emiliana
fondata e gestita dal titolare Giampaolo Pagliani
QUALITà, CURA, LIBERTà,
LO SPIRITO FREE RUN
“Scegliamo solo il meglio. noto che, anche a prezzo pieno, una calzatura di qualità
è sempre la prima scelta dei miei clienti. Ogni anno in tutti i negozi registriamo
un incremento negli utili che supera il 25%: Tutto questo è incredibile se si pensa
che è avvenuto senza nessun tipo di pubblicità, solo con il passaparola”.
• davide corrocher
La storia narra che in questi luoghi visse
Dorando Pietri, il maratoneta entrato nella
leggenda per essere crollato a pochi metri dal
traguardo alle Olimpiadi di Londra del 1908
ed essere stato trascinato alla vittoria (in seguito revocata) da alcuni soccorritori. Erano
passati soltanto quattro anni da quando aveva
cominciato a far parlare di sé. Un aneddoto
racconta infatti come, proprio a Carpi, avesse
preso parte quasi per caso a una corsa locale:
vi partecipava l’atleta nazionale più celebre
del momento, ma Pietri sostenne il suo passo per tutta la gara senza troppa difficoltà. Fu
allora che nacque il mito. Si aggiunga che proprio in questa regione (anche se sul lato più
romagnolo) si svolge una delle gare più epiche
come la 100 km del Passatore (recentemente
vinta ancora una volta da Giorgio Calcaterra).
Insomma, da sempre c’è tanto running nel
cuore dell’Emilia. E ancora oggi per chi vuole correre seguendo una scia di lunga data, i
punti di riferimento qui non mancano.
Le origini - Uno in particolare (che poi sarebbero sei) è costituito da un negozio che si
distingue per mentalità e servizi. Il progetto
Free Run nasce dalla passione di Giampaolo
Pagliani e recentemente ha visto l’apertura
del suo sesto punto vendita a Reggio Emi-
lia. Ma andiamo con ordine. Tutto è partito
dall’apertura di un piccolo store a Pratissolo
di Scandiano. Per il proprietario si tratta di
un impegno ingente, anche perché è costretto a fare un doppio turno per coprire il lavoro di macellaio al mattino e occuparsi della
nuova attività al pomeriggio. Al suo fianco fin
dall’esordio, la socia e futura moglie Francesca. “Ho iniziato a correre per caso” racconta
Giampaolo, “ma il mio primo allenatore Carlo mi ha trasmesso una passione che è cresciuta col tempo. A 16 anni cominciai ad aiutare
presso un negozio da running, che ringrazio
con affetto per la possibilità che mi ha offerto
e le occasioni che mi ha regalato”.
FREE RUN RILANCIA - Al primo passo, in meno
di due anni, segue il secondo, quando un collega di lavoro mostra a Giampaolo un angolo
di 54 m quadri a Carpi. Qui viene allestito
un altro punto vendita, aperto tre giorni la
settimana. È a questo punto che matura una
nuova consapevolezza nel titolare del negozio,
che appesantito dai tanti anni di lavoro in un
macello e convinto del grande potenziale della
nuova attività decide di dedicarsi a tempo pieno al progetto Free Run. Nel frattempo apre
un nuovo negozio a Bologna, mentre a Carpi
diventa necessario sostituire quello precedente con uno di dimensioni maggiori. Il nuovo
spazio di 240 m quadri, con settore outlet, è il
Sopra e nella pagina a fianco, alcuni scorci del negozio di Carpi.
segnale del nuovo slancio che vuole intraprendere l’attività. Al suo interno, uno spazio di
36 m quadri è interamente adibito a un allestimento monomarca New Balance.
FILOSOFIA E OFFERTA - Ciò che ha accompagnato sin dall’inizio il progetto di Giampaolo è
una particolare, diremmo maniacale, attenzione al prodotto in vendita. Tutti gli articoli
vengono testati in prima persona sul campo
e in particolare le calzature vengono sezionate per analizzarne le componenti e la fattura.
scheda tecnica
La scelta dei marchi proposti all’interno del
negozio non sempre passa attraverso pure logiche di mercato. Colpisce in effetti la mancanza di nomi come Nike ed ASICS, anche se
certamente non mancano altri brand di riferimento. Proprio per seguire questa vocazione
di eccellenza, a fianco degli articoli specifici
per running è inoltre possibile trovare una
selezione di alcuni marchi al top di gamma
per attività “sorelle”. Nel negozio di Carpi, ad
esempio, è presente un’area interamente dedicata a X-Bionic per il ciclismo. Oppure, a
// [email protected] / www.free-run.it
Nome negozio: Free Run
Indirizzo: Via delle Scuole, 23/I
Scandiano (RE)
Numero di telefono: 0522.767136
Titolare: Giampaolo Pagliani
Anno di nascita negozio: 2005
Numero del personale: 2
Metri quadrati totali: 90
Mq abbigliamento: 20
Mq attrezzatura: 10
Mq calzature: 60
Numero vetrine: 3
Discipline trattate: Running, Trail, Walking, (trekking)
Nome negozio: Free Run
Indirizzo: Via Carlo Marx, 113
Carpi (MO)
Numero di telefono: 059.9110441
Titolare: Giampaolo Pagliani
Anno di nascita negozio: 2007
Numero del personale: 2
Metri quadrati totali: 240
Mq abbigliamento: 80
Mq attrezzatura: 10
Mq calzature: 150
Numero vetrine: 1
Discipline trattate: Running, Trail,
Walking, (Trekking)
Nome negozio: Free Run
Indirizzo: Viale Zagabria, 6
Bologna
Numero di telefono: 051.511015
Titolare: Giampaolo Pagliani
Anno di nascita negozio: 2009
Numero del personale: 1
Metri quadrati totali: 60
Mq abbigliamento: 15
Mq attrezzatura: 5
Mq calzature: 40
Numero vetrine: 3
Discipline trattate: Running, Trail,
Walking, (Trekking)
Marchi attrezzatura: Timex, Garmin
Marchi calzature: Karhu, Saucony,
Brooks, New Balance, Newton, Diadora,
Reebok, Adidas, Under armour, Puma,
Hoka, (Treksta, Zamberlan)
Marchi abbigliamento: X-Bionic, Brooks,
New Balance, Under Armour, Joker,
Karhu, O’glam, Diadora, Outwet, Six2
Marchi attrezzatura: Timex, Garmin
Marchi calzature: Karhu, Saucony,
Brooks, New Balance, Newton, Diadora,
Reebok, Adidas, Under armour, Puma,
Hoka, (Treksta, Zamberlan)
Marchi abbigliamento: X-Bionic, Brooks,
New Balance, Under Armour, Joker,
Karhu, O’glam, Diadora, Outwet, Six2
Marchi attrezzatura: Timex, Garmin
Marchi calzature: Karhu, Saucony,
Brooks, New Balance, Newton, Diadora,
Reebok, Adidas, Under armour, Puma,
Hoka, (Treksta, Zamberlan)
Marchi abbigliamento: X-Bionic, Brooks,
New Balance, Under Armour, Joker,
Karhu, O’glam, Diadora, Outwet, Six2
18
Nome negozio: Free Run
Indirizzo: Viale Piave, 37A
Reggio Emilia
Numero di telefono: 0522.420994
Titolare: Giampaolo Pagliani
e Stefano Beltrami
Anno di nascita negozio: 2012
Numero del personale: 2
Metri quadrati totali: 135
Mq abbigliamento: 45
Mq attrezzatura: 10
Mq calzature: 80
Numero vetrine: 1
Discipline trattate: Running, Trail,
Walking, (Trekking)
Marchi attrezzatura: Timex, Garmin
Marchi calzature: Karhu, Saucony,
Brooks, New Balance, Newton, Diadora,
Reebok, Adidas, Under armour, Puma,
Hoka, (Treksta, Zamberlan)
Marchi abbigliamento: X-Bionic, Brooks,
New Balance, Under Armour, Joker,
Karhu, O’glam, Diadora, Outwet, Six2
Nome negozio: Free Run
Indirizzo: Via I. Svevo, 20
Formigine (MO)
Numero di telefono: 059.9787106
Titolare: Alberto Bortolotti
Anno di nascita negozio: 2011
Numero del personale: 1
Metri quadrati totali: 90
Mq abbigliamento: 30
Mq attrezzatura: 10
Mq calzature: 50
Numero vetrine: 3
Discipline trattate: Running, Trail,
Walking, Nuoto (Trekking)
Marchi attrezzatura: Timex, Garmin
Marchi calzature: Karhu, Saucony,
Brooks, New Balance, Newton,
Diadora, Adidas, Puma, Hoka,
(Zamberlan)
Marchi abbigliamento: X-Bionic, Brooks,
New Balance, Under Armour, Joker,
Karhu, O’glam, Diadora, Outwet, Six2
Nome negozio: Free Run
Indirizzo: Via Donizetti, 9
Imola (BO)
Numero di telefono: 335.7282323
Titolare: Luca Domenichini
Anno di nascita negozio: 2012
Numero del personale: 1
Metri quadrati totali: 70
Mq abbigliamento: 15
Mq attrezzatura: 5
Mq calzature: 50
Numero vetrine: 2
Reparti: Running, Trail, Walking
Marchi attrezzatura: Timex, Garmin
Marchi calzature: Karhu, Saucony,
Brooks, New Balance, Newton,
Diadora, Reebok, Adidas, Under
armour, Puma, Hoka
Marchi abbigliamento: X-Bionic,
Brooks, New Balance, Under Armour,
Joker, Karhu, O’glam, Diadora,
Outwet, Six2
RUNNING MAGAZINE
GIUGNO 2012
Scandiano (zona collinare) sono disponibili alcune calzature outdoor firmate Zamberlan: il
suo profilo specializzato nella corsa resta inalterato, ma Free Run dimostra in questo modo
di essere attento alle esigenze di un pubblico
dedito ad attività multi sport. Completano il
ventaglio di soluzioni altamente tecniche le
proposte di Teva, come sandalo perfetto per
il post-attività: “Come tutto qui, questo brand
rappresenta il massimo e noi teniamo solamente l’alta gamma”.
IL PUBBLICO FEMMINILE - Per quanto riguarda
il panorama femminile, Giampaolo riscontra
che per una donna è forse più consueto accedere al running attraverso la grande distribuzione e i grandi marchi. Poco più del 30% delle vendite del negozio, comunque, appartiene
a questo settore che offre ampi margini di crescita e un potenziale di diffusione notevole.
La presenza all’interno di un punto vendita
di una donna addetta alle vendite, favorisce
notevolmente questo tipo di mercato, in particolare nel campo dell’abbigliamento intimo
(in questo senso un buon successo si registra
per il marchio O’glam).
QUALITà PRIMA DI TUTTO - Questo alto grado di
selezione della merce è il vero marchio di fabbrica di Free Run: un punto di forza che ha
dato modo all’attività di crescere ancora e di
ampliare la propria proposta. “La crisi obbliga i negozi a non essere più tecnici”, spiega
Giampaolo quando valuta la situazione generale. “La soluzione per molti è sempre più
spesso di ridurre il numero dei propri marchi per restringersi a quelli maggiormente
diffusi, che hanno un ampio mercato grazie
alle agevolazioni nel costo. Io tuttavia scelgo
di rimanere con il meglio e noto che, anche a
IL METODO DI LAVORO DI FREE RUN E DEL SUO TITOLARE
Ecco come “curo” i clienti...
Tra test meticolosi sulle calzature, capi di diversi brand
tagliati a metà e ricomposti combinando varie sezioni, massima
attenzione alle caratteristiche di ogni singolo runner
e a relativi infortuni, approccio molto graduale al barefoot.
Giampaolo Pagliani
nel corner X-Bionic.
prezzo pieno, una calzatura di qualità è sempre la prima scelta dei miei clienti”. Il successo della formula Free Run è testimoniato dai
numeri: “Ogni anno, in tutti i negozi (con
regolarità e senza eccezioni) registriamo un
incremento negli utili che supera il 25%.
Tutto questo è incredibile se si pensa che è
avvenuto senza nessun tipo di pubblicità, per
mezzo soltanto del passaparola”.
// Free Run è un negozio che vaglia con
estrema cura la merce in vendita. I metodi
selettivi di Giampaolo nascono dalla sua
esperienza sul campo, come sportivo. “I
tanti infortuni da podista e i tre interventi al tendine d’Achille non mi hanno fatto
perdere la voglia di correre. Anzi, mi hanno accresciuto tecnicamente per le prove
meticolose che eseguo sulle scarpe che
vendo: spesso andavo a scucire e ricucire
le zone che mi dolevano”. Anche le performance dei capi di abbigliamento vengono
studiate meticolosamente: tagliati a metà
e ricomposti combinando le sezioni di due
marchi differenti, vengono impiegati per
una prova comparata che ne certifichi i risultati a pari condizioni climatiche. “Puntiamo molto sul rapporto qualità – prezzo.
Abbiamo il massimo e per tale va venduto:
spesso ci sono ottimi prodotti meno conosciuti che valgono più di altri maggiormente diffusi e in cui il costo è più legato al logo
del brand”.
COLLABORAZIONI - Attraverso le conoscenze
che si maturano all’interno del mercato,
col tempo sono intervenute nuove collaborazioni e altre persone si sono unite al
progetto. A partire da Alberto Bortolotti e
Luca Domenichini che hanno aperto altri
due punti vendita, rispettivamente a Formigine e a Imola. Per finire, recentemente
anche a Reggio Emilia è stato allestito un
nuovo spazio in società con Stefano Beltrami. Attualmente sono sei le sedi in totale,
per un’opera che, con la sua costante crescita, rispecchia fortemente l’andamento della diffusione del settore running. Il tutto
senza dimenticare come è cominciato e la
grande passione che lega il titolare Giampaolo a questo mondo: “Spesso vengono
da noi molte persone semplicemente per
chiedere consigli di ogni genere, senza necessariamente effettuare un acquisto. E io
sono ben felice di accontentarle”.
“CURARE” IL CLIENTE - Ogni cliente
presenta esigenze particolari, che devono essere valutate caso per caso. “Non si
controlla nessun appoggio su tapis roulant
o sistemi belli da vedere che non contano
nulla. L’unico modo per capire come una
persona appoggia è portare la scarpa consumata”. Quando parla delle persone che
si rivolgono a lui perché hanno riscontrato
un infortunio, per colpa di una calzatura o
19
di uno strumento inadeguato o scadente,
Giampaolo si riferisce al loro caso nei termini “ho dovuto curare”: osserva le caratteristiche personali di ogni runner, per proporre un articolo su misura e un metodo
per la pratica. Questo sta alla base della
prevenzione degli infortuni e spesso anche
della “cura” stessa di certi disturbi.
E IL BAREFOOT? - Proprio a questo proposito, quando parla dei prodotti barefoot
inspred, Giampaolo racconta dei casi che
ha osservato sugli incidenti occorsi a molti
sportivi. “Il minimalismo è spiegato male
dalle aziende. Fino a due anni fa, FiveFingers era venduta come una scarpa da running tradizionale. Bisogna educare meglio
il pubblico”. Il segmento minimal è affrontato da Free Run con il monito costante a
quelle che devono essere le precauzioni
di chi si affaccia a questo tipo di attività:
dall’impiego della calzatura in situazioni di
camminata, per cominciare, a tutti gli esercizi che servono a modificare l’appoggio
del piede, alla propriocezione. Ogni vendita
deve avvenire attraverso il contatto e l’interazione diretta con il cliente. Per questo
motivo Free Run sceglie di non sponsorizzare eventi o iniziative di alcun tipo. Un’eccezione è costituita soltanto dalla presenza di Giampaolo ad alcune manifestazioni
locali, dove la sua presenza si limita solo
a offrire l’appoggio delle aziende che tratta
nella sua attività.
focus
on
LA TAPPA ITALIANA PRESENTATA
UFFICIALMENTE LO SCORSO
6 GIUGNO PRESSO LA SEDE
MILANESE DELLA GAZZETTA
DELLO SPORT IN VIA SOLFERINO
RUNNING MAGAZINE
GIUGNO 2012
gusto strong
A SETTEMBRE, ROVERETO OSPITERÀ LA PRIMA EDIZIONE ITALIANA DELLA
strongman run, “CORSA PIù FORTE CHE C’è” PORTATA NEL NOSTRO PAESE,
OLTRE CHE DA FISHERMAN’S FRIEND, DA RCS SPORT E BROOKS, SPONSOR
TECNICO DI TUTTO IL CIRCUITO EUROPEO. LA FILIALE ITALIANA DEL BRAND
HA PARTECIPATO ANCHE ALL’EVENTO TEDESCO DEL NURBURGRING CON DUE
TEAM, INSIEME A DUE TOP DEALER COME SPORTLAND E FOOTWORKS.
• davide corrocher
Un vichingo in perizoma, Capitan America, una sposa con pizzi e merletti, un bagnino
di Baywatch. Sono solo alcuni dei singolari
personaggi che popolano la Fisherman’s
Friend Strongman Run, la “corsa più forte
che c’è”. Si svolge su un anello disseminato
di ostacoli che sembrano piuttosto delle vere
e proprie trappole. In particolare l’organizzazione si ingegna caparbiamente per proporre
ogni volta un “gusto” speciale, qualche nuovo
“sadico” trabocchetto. Ovviamente i partecipanti non mancano di apprezzare con entusiasmo questo tipo di gentilezza. Sono infatti
sempre di più coloro che partecipano a questa competizione, che viene portata in giro
per l’Europa con un tour di sei tappe.
na offre, tra ripide salite sul porfido e antiche
scalinate. Partenza prevista nel pomeriggio
dal Centro Natatorio Comunale di Rovereto,
dove sarà concentrata tutta l’attività di villaggio, ritiro pettorali, consegna sacche, docce e
dove sarà possibile assistere al glorioso arrivo
dei partecipanti. Tra i punti più significativi
che verranno toccati: l’Ossario, la Campana
dei Caduti, Mausoleo Tacchi, Castel Veneto
e il Parco dell’Acqua. Attraversando un alternarsi di strade sterrate e asfaltate e passando
Sopra due immagini della partenza della tappa del Nurburgring, che ha visto quasi 10.000 partecipanti.
composto da Michele Orabona, Simone Faberi e Massimo Zuin. Il secondo, in collaborazione con Footworks, ha visto la partecipazione di Francesco Scarparo, Lisa Magnago,
Marcello Cipressini (miglior piazzamento
fra le due squadre), Gabriele Mazzoccoli e
Karin Anna Robi (ottava nella classifica assoluta). In gara anche il sales & marketing
manager di Brooks Italia Marco Rocca insieme al figlio Nicolò. Il quale abbandonata
IL CIRCUITO EUROPEO - Svizzera, Germania e Belgio: sono questi i paesi che quest’anno hanno attirato migliaia di entusiasti per la corsa
promossa da Fisherman’s Friend. L’edizione
2012 è partita lo scorso 11 marzo, nella cittadina elvetica di Thun, è proseguita il 5 maggio sul suolo teutonico di Nurburgring e il 26
maggio si è spostata sulla pista fiamminga di
Zolder. Le prossime date previste sono: 9 settembre Hellendoorn, in Olanda, 14 ottobre
La Bresse in Francia e, in mezzo, la tappa italiana a Rovereto, il 29 settembre.
LA “PRIMA” IN ITALIA - A proposito dell’appuntamento nostrano, menzione particolare spetta a Rcs Sport, in prima linea fra coloro che
hanno attirato l’evento nel nostro Paese insieme a D&C (distributore italiano di Fisherman’s Friend) e Brooks, technical sponsor di
tutto il circuito. Il percorso su cui si svolgerà
la manifestazione è l’unico dell’intero circuito a svilupparsi su suolo cittadino. Il progetto
del tracciato di 16 km (2 anelli da 8 km), disegnato dall’organizzazione assieme agli enti
comunali, sfrutta la possibilità unica della
presenza di ostacoli naturali che la città trenti-
Massimo Zuin, buyer di Sportland, in azione.
nella zona extraurbana, non sempre sarà possibile correre: attraversando torrenti, affrontando salite (dislivello massimo di 250 m) e
discese nella zona boschiva e sulle colline. Per
la realizzazione di tutti gli ostacoli artificiali
l’organizzazione sarà affiancata dall’Esercito
Italiano che metterà a disposizione il comando delle truppe alpine locali.
Uno dei “sadici” ostacoli approntati sul percorso.
per l’occasione la tuta ignifuga e il casco integrale (corre abitualmente nel Campionato
Italiano F.Renault) si è buttato anch’esso
nella mischia terminando - discretamente
stremato ma felicissimo - la sua corsa, pur a
secco di allenamento specifico, confermando
perciò notevole grinta e carattere I numeri
complessivi della manifestazione offrono un
resoconto significativo sulla portata di questo
BROOKS ITALIA AL NURBURgrING - Nel frattempo,
la filiale italiana del brand ha potuto saggiare
le qualità della corsa, prendendo parte alla
rassegna del Nurburgring con due team. Il
primo, affiancato dal negozio Sportland, era
Altre immagini della tappa tedesca della Strongman Run che rendono l’idea della particolarità della gara e dei relativi ostacoli da affrontare.
20
evento: 12.027 runner iscritti (10.551 uomini
e 1.476 donne); 9.962 partenti (8.705 uomini
e 1.208 donne) 9.294 finisher, (8.263 uomini e 1.031 donne). La gara ha previsto che si
percorressero due giri su un anello ricavato
dall’autodromo, per un totale di 21,6 Km.
OSTACOLI E SOLIDARIETà - Se si eccettuano le
“passeggiate di salute” tra le tradizionali piramidi di balle di fieno, pozze di acqua gelata
o di fango, montagne di copertoni, l’organizzazione ha riservato alcuni ostacoli che bene
avrebbero figurato all’interno di una giostra
medievale. Le prove hanno infatti richiesto,
di volta in volta, di strisciare in ginocchio su
un tratto di 15 m disseminato di ghiaia e sormontato da una gabbia costrittiva, oppure di
affrontare una pila di pneumatici, arrampicarsi su una rete per superare una barriera di
container e ridiscendere tra cumuli di fieno.
Anche il tempo ha offerto qualche ingrediente speciale per rendere più saporita l’esperienza, tra pioggia, foschia e freddo. Il più veloce
al traguardo alla fine è stato Knut Holer, in
1h 38’ 13’’, mentre prima fra le donne è arrivata Rebecca Kaltenmeier, 1h 54’ 12’’. Chi
invece non ha portato a termine l’obiettivo
si è macchiato con l’onta del “disonore” ed è
stato marchiato con l’epiteto “Failed”. Si aggiunga che proprio dove la corsa si è rivelata
più dura che è emerso lo spettacolo più affascinante. Quando ad esempio per superare
un muro alto due metri i concorrenti si sono
dati una spinta a vicenda o quando si sono
sostenuti in mezzo a una corrente d’acqua
gelida. Perché alla Strongaman Run non c’è
vera competizione, se non solo con se stessi.
www..strongmanrun.com
FOCUS
ON
MUOVERE I PRIMI PASSI
DA NATURAL RUNNER seguendo
un allenamento di 16 settimane
La transizione
al barefoot
secondo Inov-8
Per scongiurare danni alle articolazioni, è importante accostarsi
gradualmente a questo tipo di corsa. il brand inglese, precursore
del trend minimalista presenta un programma personalizzato.
• MONICA VIGANò
Tra le aziende più attive nel panorama trail running spicca sicuramente Inov-8, marchio britannico
esclusivamente dedicato allo sviluppo di prodotti per
questa attività. Oggi è presente in oltre 30 paesi, compresa l’Italia, dove è distribuito da Aicad. Particolarmente importanti le sue proposte footwear orientate
al minimalismo, il cui sviluppo si basa sulla convinzione che il piede umano sia un capolavoro dal punto di vista meccanico e strutturale: con 26 ossa e un
sistema di articolazioni multi-direzionale risponde
perfettamente alla necessità di seguire le variazioni
dell’andamento del terreno. Per questo il brand cerca di sviluppare prodotti che rispettino le naturali
funzionalità del corpo umano, così da consentire al
piede di muoversi liberamente senza interferenze da
parte della struttura della scarpa. L’azienda è dunque
convinta sostenitrice della corsa minimalista, che
promuove offrendo al potenziale cliente una serie di
calzature ad hoc in grado di accompagnarlo nell’indispensabile periodo di transizione dal traditional al barefoot running (aspetto questo che abbiamo più volte
sottolineato anche sulle pagine di Running Magazine,
in particolare nell’ampio approfondimento sul segmento minimalista pubblicato sul numero di aprile).
FILOSOFIA DEL MINIMAL RUNNING
Appena si prova a correre senza scarpe, lo stile
cambia naturalmente. Il corridore inizia ad atterrare più sulla parte centrale del piede che sul tallone.
Il piede atterra con il bordo esterno e ruota verso
l’interno (pronazione), assorbendo e poi rilasciando l’energia in ciascun passo. A ogni passo quindi
il piede si adatta al meglio alle variazioni del terreno e modifica le sue proprietà fisico-meccaniche in
I diversi gradi di ammortizzazione delle calzature firmate Inov-8
base alle necessità: da una piattaforma flessibile e
adattabile a una leva rigida e propulsiva. La filosofia Inov-8 è quella di progettare prodotti ispirati al
naturale funzionamento biomeccanico del corpo
umano riavvicinando il piede al terreno. Le calzature Inov-8 proteggono dunque i piedi offrendo una
calzata sicura e personale e fanno provare quelle
stesse sensazioni che si proverebbero correndo scalzi.
baffi 4, 3, 2, 1 e zero (indicati sul tacco della scarpa)
secondo un sistema decrescente di ammortizzazione e di tacco. Ogni livello corrisponde a 3 mm. Un
tacco con 4 baffi è ideale per chi richiede massima
ammortizzazione (differenziale di 12 mm), mentre
un’ammortizzazione a 3 baffi è ideale per i primi passi nel processo di transizione. Le scarpe di questa categoria, con differenziale di 9 mm, assicurano buona
ammortizzazione e presentano un tacco con altezza
inferiore alla media. Proseguendo, le calzature con
ammortizzazione a 2 baffi (differenziale 6 mm) sono
una buona scelta come modelli da gara per corridori
intermedi e come scarpe da allenamento per runner
avanzati. I modelli a 1 baffo, con differenziale di 3
mm, sono ideali per atleti con piedi già ben allenati e forti e con uno stile già evoluto. Da ultimo le
scarpe con ammortizzazione zero sono perfette per
corridori che vogliono sperimentare una pura scarpa
minimalista. In foto sopra, un riassunto schematico
dei gradi di ammortizzazione delle scarpe Inov-8.
UN APPROCCIO GRADUALE
Le scarpe da corsa minimalista hanno minor ammortizzazione, mancano di supporto e sono neutre
in modo da permettere al piede di lavorare come
se fosse nudo. Tuttavia se si passa bruscamente da
una scarpa ammortizzata a una di concezione barefoot è possibile incorrere in fastidi dovuti al nuovo
tipo di affaticamento a cui è sottoposto il corpo. Le
calzature Inov-8 hanno un livello decrescente di ammortizzazione, di protezione e di supporto, in modo
da assicurare una transizione sicura e senza traumi.
Essenziale è anche adottare un programma specifico
per passare a scarpe minimaliste in tutta sicurezza.
ALLENAMENTO PER LA TRANSIZIONE
Si tratta di un approccio strutturato per inserire
una scarpa a minor ammortizzazione nel proprio
programma di allenamento. Per esempio se attualmente si usa una scarpa a 3 baffi di ammortizzazione,
si arriverà a usare una scarpa da 2 alla fine del programma. Esso consiste in quattro fasi, ben descritte
nella tabella proposta qui a fianco. Inov-8 raccoman-
IL PROCESSO DI TRANSIZIONE
Questo processo guiderà il runner verso una graduale riduzione della differenza di altezza tra tallone
e avampiede, riducendo di conseguenza anche l’ammortizzazione sotto il piede. Inov-8 classifica i diversi
gradi di ammortizzazione delle proprie scarpe con
22
da di continuare a usare le proprie normali scarpe
da corsa per il periodo di transizione finchè non si
sarà passati definitivamente alle nuove scarpe minimaliste. È poi sconsigliato allenarsi con le nuove calzature per più giorni consecutivi, così da assicurare
al runner un tempo sufficiente per recuperare. Se il
runner non accusa alcun indolenzimento o dolore,
può scegliere di accelerare la progressione. Al contrario, se si accusano fastidi occorre tornare a un uso
maggiore delle solite scarpe ammortizzate. Inov-8 raccomanda comunque il consulto di un medico prima
di iniziare qualsiasi programma di allenamento. Nello schema a fondo pagina, il programma proposto
da Inov-8 suddiviso per fasi e livelli di preparazione.
FASE DI INTRODUZIONE
Corsa breve per minimizzare i traumi e avere un completo recupero del nuovo tipo di affaticamento.
FASE DI ADATTAMENTO
Il corpo si abitua all’utilizzo frequente di una calzatura minimalista.
FASE DI PROGRESSIONE
Aumento del tempo di utilizzo di scarpe minimaliste con esercizi supplementari per incrementare potenza, mobilità e flessibilità.
FASE DI PRESTAZIONE
La fase più intensa di lavoro con particolare attenzione a velocità e tecnica.
RUNNING MAGAZINE
modelli TRAIL
// Inov-8 suddivide la sua
offerta footwear in base al
grado di ammortizzazione
ma, ancora prima, in base
alla funzione. Si hanno
così tre distinti segmenti.
Il primo è dedicato al
“road” e consiste in quattro
fasi da 3 a 0 baffi. C’è poi il
segmento “off-trail” dedicato a percorsi non puliti,
dove il terreno cambia di
continuo e si necessita di
un grip maggiore. Questa
categoria comprende tre
livelli di ammortizzazione
tra 3 e 0 baffi. Da ultimo, il
segmento “trail” è pensato
per la corsa su sentieri di
montagna e in generale
percorsi non su strada
ma comunque tracciati.
In questa categoria si
contano scarpe con vari
livelli di ammortizzazione
e calzate che assicurano la
possibilità di scegliere tra
suole a mescola morbida
o resistente. Il segmento
“trail” ha solo tre fasi da 3
a 0 baffi. In questa sede
proponiamo degli esempi
di calzature per i segmenti che più interessano il
nostro lettore, ovvero road
e trail.
modelli ROAD
Alcune delle calzature Inov-8 SS 2013
ideali per la fase di transizione
giugno 2012
ROAD-XTREME 178 – 1 BAFFO
ROAD-X 233 – 2 BAFFI
ROAD-X – 255 3 BAFFI
// Scarpa da corsa estremamente leggera
e con grip elevato. È perfetta per atleti con
una tecnica di corsa naturale già avanzata.
È caratterizzata da fodera in mesh misto
che assicura traspirabilità alla tomaia (in
sintetico e Tpu). La suola Eva e gomma offre invece massima trazione
rimanendo al contempo leggera. La
scarpa, unisex, pesa 178 gr (taglia
8 UK) e presenta sottopiede da 6
mm, intersuola Injected Eva, differenziale di 3 mm, shoc-zone 1, suola
Road-X-Treme. È disponibile nelle taglie
4-12 UK (con mezze misure) + 13 UK e
nel colore red/white/black.
// Calzatura perfetta per atleti delle
lunghe distanze. La Dynamic Fascia Band supporta il legamento
sotto la pianta del piede. La suola a basso profilo invece assicura
grande area di contatto e offre ottimo feeling con il terreno. Il taglio
della suola garantisce grip anche
in caso di bagnato. Il modello, unisex, pesa 233
gr (taglia 8 UK) ed è caratterizzato da tomaia in
sintetico e Tpu, fodera in mesh, intersuola Injected Eva, sottopiede da 6 mm, shoc-zone 2, differenziale di 6 mm, suola Road-X. È disponibile
nelle misure 4-12 UK (incluse mezze misure) e nei
colori raven/purple/red e grey/red/yellow.
// Scarpa di transizione alla corsa minimalista con intersuola ammortizzata. La Dynamic
Fascia Band supporta il legamento sotto la
pianta del piede. La suola a basso profilo
invece assicura grande area di contatto e
offre ottimo feeling con il terreno. Il taglio
della suola garantisce grip anche in
caso di bagnato. Il modello, da uomo,
pesa 255 gr (taglia 8 UK) ed è caratterizzato da tomaia in sintetico e Tpu, fodera in
mesh, intersuola Injected Eva, sottopiede da 6 mm, shoc-zone 3, differenziale
di 9 mm, suola Road-X. È disponibile
nelle misure 7-12 UK (incluse mezze misure) + 13 UK e
nei colori white/yellow/ink e silver/lime.
TRAILROC 235 – 0 BAFFI
ROCLITE 243 – 1 BAFFO
TRAILROC 255 – 2 BAFFI
// Scarpa da trail focalizzata sulla performance, che garantisce minima ammortizzazione sotto il piede e un feeling barefoot con il terreno. Tre composti in gomma
sticky a densità variabile nella suola
assicurano vestibilità e grip su terreni
asciutti e scivolosi. Il modello, unisex, pesa 235 gr (taglia 8 UK) ed è
caratterizzato da tomaia in sintetico
e Tpu, fodera in mesh, intersuola Injected Eva, sottopiede da 6 mm, shoczone 0, differenziale di 0 mm, suola
Trailroc. È disponibile nelle misure
3-12 UK (incluse mezze misure) + 13-14 UK e nei colori aqua/lime/red e lime/black.
// Scarpa da trail leggera e versatile disegnata
per garantire la massima performance sia in
gara che in allenamento. Il box sulla punta
del piede protegge il piede e la tomaia da
terreni accidentati. Disegnata per terreni
misti, presenta suola con scanalature
profonde che assicurano grip anche
nelle condizioni più scivolose. Questo modello, unisex, sostituisce il Roclite
285. Pesa 243 gr (misura 8 UK) e presenta
tomaia in sintetico e Tpu, fodera in mesh,
sottopiede da 6 mm, differenziale da 3
mm, shoc-zone 1, intersuole Injected Eva,
suola Roclite. È disponibile nelle misure 4-12 UK (incluse mezze misure) + 13 UK e nei colori red/black.
// Questa scarpa offre il massimo della
protezione e dell’ammortizzazione nella
linea Trailroc. È ideale per allenamento e
gara su lunghe distanze. È caratterizzata da gomma sticky a densità variabile
per massima vestibilità e grip su terreni asciutti e scivolosi. Il modello,
unisex, pesa 255 gr (taglia 8 UK) ed
è caratterizzato da tomaia in sintetico e Tpu, fodera in mesh, intersuola
Injected Eva, sottopiede da 6 mm,
shoc-zone 2, differenziale di 6 mm,
suola Trailroc. È disponibile nelle
misure 3-12 UK (incluse mezze misure) + 13-14 UK
e nei colori ink/orange e black/red.
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PRODOTTI
SS 2013
X-Bionic / Effektor Runnig Power Shirt
// Capo progettato per potenziare le performance, grazie alla PartialKompression
X-Bionic esercitata in tutta la parte alta del
corpo. Il ritorno del sangue venoso al cuore
è così più veloce e il sistema cardiovascolare
ne è alleggerito. Il sistema 3D-BionicSphere
System inserito sul retro consente di guadagnare ancora più energia, favorendo l’evaporazione del sudore e migliorando di conseguenza la termoregolazione. Non è più il
fisico a doversi preoccupare della gestione
della temperatura, perchè la compressione
parziale X-Bionic consente di migliorare la
circolazione senza trascurare la termoregolazione. Effektor Runnig Power Shirt è disponibile nelle taglie uomo S, M, L, XL, XXL.
DISTRIBUITO DA // Trere Innovation
0376.718611 / [email protected]
Vibram FiveFingers / Seeya
// Scarpa ultraflessibile, è la più innovativa
proposta in termini di prestazioni per runner minimalisti. Progettata per migliorare il
feeling durante la corsa a piedi nudi, mantiene un peso e un volume in termini di
materiale radicalmente ridotti. La mischia
di tessuto traspirante garantisce la vera sensazione di calzatura ad alte prestazioni. Lo
spessore ridotto del battistrada massimizza il “foot feel” e la flessibilità, mentre la
morbida intersuola riduce ulteriormente
spessore e peso, per seguire in maniera più
naturale la dinamica di corsa. Il battistrada
stitched-in protegge pelle e piede durante le
corse di resistenza. Il tessuto leggero stretch
presenta un collarino senza cuciture e una
singola chiusura hook-and-loop, offrendo
una calzata ottimale. Il modello SEEYA è
ideale per corsa e fitness.
RUNNING MAGAZINE
Teva torna al trail con un nuovo prodotto: Tevasphere Speed
// Dopo un temporaneo stop, Teva torna a investire in un prodotto trail dedicato alla corsa
off-road. Dopo oltre quattro anni di ricerche e
innumerevoli test sui prodotti, il brand ha sviluppato un’innovativa tecnologia che ha inserito nel tallone della scarpa. TevaSphere è un
sistema di ammortizzamento dalla conformazione sferica che si avvale di cuscinetti di sostegno. Il punto di impatto del piede in questo
modo cambia e si sposta verso una zona più
naturale e comoda rispetto ai tradizionali sistemi di ammortizzamento di scarpe con tallone
squadrato.
GIUGNO 2012
TevaSphere
Tallone squadrato
Piede nudo
L’intervallo di frenata si riduce, consentendo al runner di anticipare la fase di spinta
e accelerazione: migliorano la dinamica del
movimento, l’efficacia e la rapidità della corsa. Se si considera che gli studi effettuati
dagli esperti hanno evidenziato che la forza
di frenata aumenta del 31,6% su una discesa
con 5 gradi di pendenza, l’efficacia di TevaSphere risulta ancora più evidente.
L’effetto di pronazione viene mantenuto
a un corretto grado, grazie a un bilanciato
rapporto tra la curvatura di TevaSphere e al
peso ridotto della scarpa. In questo modo,
la tenuta del piede è ottimale e più stabile.
Il battistrada è realizzato in gomma Spider,
per assicurare massima tenuta su terreni
scivolosi. Un fiosso (in inglese, shank) in
nylon mantiene stabile e sotto controllo
il piede. Il tutto associato a materiale ad
asciugatura rapida, un design leggero, una
tomaia sintetica e in mesh. L’intersuola è in
compression molded Eva, la soletta Eva in
molded mush. Il modello è disponibile nelle
misure 7-12, 13, 14 US per uomo (foto a sinistra) e 5-11 US per donna (foto a destra).
Rispetto infatti ai supporti
tradizionali, ma anche a un
sistema arrotondato semplice, il tallone TevaSphere
è arrotondato su due piani,
non solo su uno, per consentire una transizione efficiente indipendentemente
dalla zona d’impatto del
piede.
I cuscinetti di TevaSphere sono concepiti per ridurre la distanza del punto di appoggio rispetto
al terreno, migliorando la stabilità dell’atleta.
DISTRIBUITO DA // Artcrafts International / 055.68189 / [email protected]
Men’s & Women’s Ultra Guide
// Scarpa da running ultra aderente e leggera
adatta ai sentieri più difficili. È stata scelta dal
The North Face Endurance Team per le gare
che richiedono maggiore aderenza. La sua tecnologia brevettata Cradle Guide Tm consente di
mantenere un’andatura naturale e fornisce pieno controllo in fase di impatto per migliorarne
l’efficacia lungo il percorso. La leggera tomaia in
gomma ad alta aderenza presenta un’area a protezione delle dita e consente un passo dinamico.
DISTRIBUITO DA // The North Face Italia
0423.683100 / www.thenorthface.com
Saucony / Grid Virrata
// Calzatura ideata per runner con appoggio neutro, appartiene alla categoria delle intermedie. Interpreta il Natural Running nella sua espressione
più estrema e aggressiva, mantenendo nel contempo caratteristiche che la rendono più calibrata e
protettiva. Il differenziale misura 0 mm, ma sono
18 quelli su tallone e avampiede: sufficientemente
spessi per garantire il miglior ammortizzamento
della categoria. La suola è rinforzata con gomma
al carbonio XT-900 e composta da 24 triangoli in
EVA+ per una flessibilità unica. Grande la libertà
di movimento e il comfort. Per runner con appoggio neutro che amano la velocità in sicurezza.
Peso: Uomo 184 gr; Donna 170 gr.
La Sportiva / Crystal T-Shirt W
produttori di tessuti, imbottiture e membrane a livello
internazionale: con GoreTex, attraverso la nuova
membrana Active Shell,
e con Windstopper, Primaloft, Cocona e Polygiene. Partner
affidabili in grado di nobilitare ulteriormente i prodotti La Sportiva.
Da gennaio 2012 inoltre, l’azienda
Trentina ha attuato le procedure
per certificare la propria filiera
produttiva tessile secondo criteri
socio-ambientali riconosciuti a livello internazionale ed approvati
da bluesign, divenendo ufficialmente bluesign member. In foto
il modello Crystal T-shirt W.
// La Sportiva lancia a luglio 2012, in
occasione della fiera Outdoor di
Friedrichshafen, la prima linea
apparel interamente rivolta al
mondo del Mountain Running e delle corse off-road.
La collezione Mountain
Running Apparel (di cui trovate alcune immagini a pag 6) si struttura su due linee di prodotto uomo/
donna attraverso un layeringsystem che prevede 5 strati: Base
Layer, Mid Layer, Hybrid Layer,
Insulation ed Hard Shell. Ogni
prodotto nasce per sostenere la
corsa in qualsiasi condizione,
da vento a pioggia, sole e neve.
Affiancano il progetto i migliori
helios
DISTRIBUITO DA // Vibram Spa
02.89420549 / [email protected]
The North Face /
// Calzatura confortevole dal look minimalista pensata per utilizzo tempo libero e corse
off-road su brevi distanze. È caratterizzata da
peso eccezionalmente ridotto grazie alla tomaia molto destrutturata che fa del comfort
di calzata e della traspirazione i suoi punti di
forza principali. La tomaia, essenziale, leggera e traspirante, adotta una soluzione a calza interna “slip-on” che fascia il piede senza
comprimerlo. Questa costruzione permette
di calzare la scarpa anche senza allacciarla,
particolare che ne aumenta la comodità negli utilizzi tempo libero. Punta e tacco sono
rivestiti da una copertura protettiva, mentre i
rinforzi in alta frequenza in corrispondenza
dell’allacciatura permettono un’ottima ripartizione della tensione durante la corsa in allenamento. Helios è ammortizzante grazie alla
tecnologia MorphoDynamic che permette
alla scarpa di adattarsi a tutte le asperità del
terreno. Traspirazione, leggerezza e comfort:
il tutto racchiuso nell’essenzialità di Helios.
DISTRIBUITO DA // La Sportiva / 0462.571800 / www.lasportiva.com
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DISTRIBUITO DA // Sportlab
0423.622009 / [email protected]
SIXS / Canotta running
// Capo active wear
ideato per runner di ogni tipo,
dall’Iron Man
all’amatore che
percorre qualche km durante
il weekend. La
tecnologia Sixs
original carbon
wear è concepita
per offrire comfort ottimale durante l’attività,
proteggendo la
pelle dall’accumulo di sudore. È
ideale per l’allenamento e la competizione running durante la stagione calda. Il suo design
privo di cuciture è realizzato per garantire un
maggiore comfort. Come tutta la linea Active
wear è da utilizzare senza alcun capo di biancheria intima. Colori: black carbon, white carbon,
all black. Taglie: S - M - LXL - XXL.
DISTRIBUITO DA // Sixs Srl
0545.76512 / [email protected]
RUNNING MAGAZINE
PRODOTTI
SS 2013
Arc’teryx / Actinum Sleeveless
// Capo specifico per il
running, disegnato
per favorire un migliore flusso di aria e
garantire ottima ventilazione. È realizzato
con tessuti ultraleggeri
in mesh. Disponibile nei
colori novità Thalo blue
e blue Onix.
DISTRIBUITO DA // 4 Us
0436.2731
[email protected]
GIUGNO 2012
Scott / Aztec 3
LaFuma / Speedtrail Jkt
// Scarpa da trail, adatta anche per attività outdoor e light trekking. È realizzata con tomaia
super protettiva e rinforzata, mentre la gommatura Vibram Supertrek compound (in esclusiva
per Scott) assicura lunga durata e grip ottimale.
La tecnologia Ergologic Fit offre maggiori controllo e supporto del piede nelle situazioni di salita e discesa, mantenendo un’alta efficienza in
termini di comfort. Le caratteristiche tecniche
specifiche di questa novità sono l’eRide e l’eFit.
La prima innovazione consiste in una speciale
curvatura che agevola la fase di rullata durante
la dinamica di corsa, disperdendo energia sul
terreno nella battuta dell’avampiede e dunque
eliminando l’effetto di “forefoot slap”. Il contat-
to e la fase di uscita della scarpa dal suolo sono
progressivi e meno traumatici, mentre durante
il push-off la scarpa non si deforma grazie alla
sua naturale geometria e curva. Tutto ciò rende
la scarpa più efficiente, senza che occorra inserire morbide intersuole nella zona tallonare,
perché l’impatto è più avanzato e meglio distribuito sulle articolazioni. L’eFit è un sistema di
fasciatura “sock fit”, una morbida calza interna
non-stretch che dona comfort e avvolge in maniera distribuita il piede. Il movimento nella
zona metatarsale è agevolato e viene consentita
una naturale flessione creando una soluzione di
continuità dal tallone all’avampiede. Prezzo al
pubblico: 139 euro.
DISTRIBUITO DA // Acerbis Italia / 035.756144 / [email protected]
Gore Running Wear / Magnitude
Bv Sport / Asphalte
// Gilet realizzato in membrana Windstopper
Active Shell, antivento e traspirante. È progettato anche per runner che percorrono lunghe distanze come le maratone, grazie
al suo peso ridotto (solo
130 gr nella taglia L).
Questo capo può
essere indossato
con sotto la maglia
o a diretto contatto
con la pelle, come
canotta. È inoltre dotato di quattro piccole
tasche frontali, mentre
gli inserti in rete sulla
schiena sono applicati
per aumentare la ventilazione. È provvisto di
full zip frontale con
cursore semi-bloccante, cuciture minimizzate per ridurre lo sfregamento sulla pelle, orlo
anti-abrasione e inserti riflettenti per aumentare
la visibilità e quindi la sicurezza.
// Calza compressione per la corsa su
strada, asimmetrica, è creata per offrire
pressione flessibile a livello della caviglia e maggiore a livello del polpaccio.
Il suo bordo a costa larga è realizzato
per evitare costrizioni ed effetto laccio emostatico, mentre l’Y System
Sport assicura protezione per nervi, tendini e guaine tendinee. Il
sistema Freection Free evita
il riscaldamento del piede,
gli sfregamenti e le vesciche
a livello del tallone e della punta
del piede. Le cuciture della calza sono
extra piatte, i fili d’argento sono anti-
DISTRIBUITO DA // Gore Running Wear
800.681168 / www.gorerunningwear.its
New Balance / M1080
// Scarpa che appartiene alla categoria A3
(massimo ammortizzamento), è concepita per
runner con appoggio neutro che praticano la
corsa sulle medie e lunghe distanze. Realizzata
per assicurare ottimo comfort, le sue caratteristiche tecniche la rendono allo stesso tempo
traspirante e leggera. La tomaia è in pelle sintetica e mesh, robusta e protettiva nei punti dove
serve. I supporti sono realizzati con taglio laser
e applicati senza cuciture. L’intersuola è in Acteva Lite e presenta il nuovissimo inserto N2
per migliorare l’effetto di ammortizzamento.
La suola nella parte tallonare è in N-Durance,
mentre sull’avampiede la gomma soffiata è inserita per garantire maggiore leggerezza e assicurare una corsa più fluida.
batterici e anti cattivi odori. Il tallone è rinforzato, la pianta del piede è lavorata per stimolare la pompa
venosa di Lajears e prevenire la maturazione di aponeurosi plantare. I vantaggi
garantiti da Asphalte sono il miglioramento
delle performance, l’eliminazione rapida delle
tossine e una migliore ossigenazione della fibra
muscolare. Aiuta inoltre a ridurre il rischio di
crampi e lesioni e attenua le vibrazioni durante
la corsa. È prodotta in Francia ed è disponibile
in quattro taglie, nei colori nero e bianco (nella
foto). Composizione: 77% poliammide, 13%
elastomero, 8%W friction free e 2% filo
d’argento.
DISTRIBUITO DA // L.M.O.
0423.648281 / [email protected]
Ferrino / X-Track 8/15
DISTRIBUITO DA // Bv Sport Italia / 045.8400943 / www.bvsport.it
LA PRINCIPALE NOVITà running FW 2012/13 PROPOSTA DAL BRAND
Skechers / GOrun Ride
// Linea di calzature ultraleggere, per
correre senza l’impedimento di materiali superflui e senza il peso di strutture
e configurazioni tecniche che possano
rallentare la dinamica di corsa. Le GOrun
Ride sono realizzate con un alto potenziale di reattività e di flessibilità, per favorire il movimento del piede in modo na-
turale. Nella zona dell’avampiede, è stato
riservato maggiore spazio per lasciare
alle dita più libertà e a per aumentare il
grip e la propulsione.
Il risultato è una corsa dinamica e reattiva,
capace di offrire comfort elevati e un eccellente grado di ammortizzazione, in relazione
alla struttura di una scarpa ultraleggera. Per
finire, la tecnologia M-strike facilita l’appoggio con la parte centrale del piede e aiuta a
trasformare l’impatto in energia riutilizzabile, aumentando l’efficacia del movimento.
• I sensori circolari
indipendenti trasmettono
feedback sensoriali alla
pianta, per favorire una
migliore ricettività agli
impulsi.
• Allo stesso tempo, i
sensori Goimpulse interconnessi nei punti di impatto
offrono maggiore stabilità e
controllo.
DISTRIBUITO DA // Gartner Sport
0471.062313 / [email protected]
// Giacca ultra protettiva, ideale per trail running dove ogni grammo conta. Con il peso di
soli 150 gr, è in grado di offrire protezione ottimale. È tessuta con materiale leggero Climactive
2.5L. Il cappuccio è regolabile in altezza e regolabile automaticamente in profondità. Il capo è
disegnato con fit ergonomico, la vita è regolabile
con coulisse, mentre i polsini obliqui garantiscono massima protezione. Speedtrail Jacket è realizzata al 100% in poliammide, laminazione in
poliuretano.
DISTRIBUITO DA // Skechers
// Zaino per runner esigenti, realizzato con
tessuto in nylon 50D Dot Dobby Ripstop.
Il sistema di trasporto è dotato di spallacci
ergonomici in tessuto reticolare traspirante.
Ampie tasche in rete sono presenti sulla fascia in vita, mentre sullo spallaccio è apportato un taschino in rete. Le tasche nella zona
lombare favoriscono una corretta distribuzione del peso e sono dotate di una comoda rete elastica, facilmente estendibile per
aumentarne la capienza in caso di necessità.
La zip frontale è stata inserita per facilitare il rapido accesso al contenuto della tasca
principale. Fra gli accessori dello zaino sono
presenti: un accesso frontale, compatibilità
H2 Bag, anelli su spallacci per inserimento
tasche e porta bottiglia addizionali (non inclusi), maniglia di trasporto, cinturino pettorale e loghi rifrangenti. Disponibile in due
modelli per soddisfare tutte le necessità a livello di capienza, da 8 e 15 litri (nella foto),
può essere integrato con il porta borraccia
X-Track bottle holder e con il taschino addizionale X-Track case. Peso: 270 gr (15 l) /
240 gr (8 l).
DISTRIBUITO DA // Ferrino & C.
011.2230711 / [email protected]
039.9633700 / [email protected]
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FOCUS
ON
DOPO ESSERE STATI IN SARDEGNA, LA TERZA PUNTATA
DELLA RUBRICA IN COLLABORAZIONE CON DINO BONELLI
CI PORTA IN UN PAESE DESCRITTO DAI MEDIA COME
“A RISCHIO”, ASSOLUTAMENTE DA NON INSERIRE
IN PROGRAMMI DI VIAGGIO. MA è PROPRIO COSì?
RUNNING MAGAZINE
GIUGNO 2012
QUANTE PIACEVOLI SCOPERTE
NEL “PERICOLOSO” IRAN
CORRENDO SULLE COLLINE NEI PRESSI DI TEHERAN, DOPO MATTINATE ALL’INSEGNA DI ALTRE ATTIVITÀ O DI UN INTRIGANTE
GIROVAGARE TRA MILLENARI MONUMENTI, abbiamo INCONTRAtO UNA DIFFUSA GENTILEZZA E l’INCREDIBILE OSPITALITÀ di
UN POPOLO APPARENTEMENTE SEDENTARIO MA DISCRETAMENTE SPORTIVO... NEI POCHI MOMENTI IN CUI GLI È CONCESSO.
• Testo: Dino Bonelli
• Foto: Danilo Rubini e Dino Bonelli
L’Iran è una terra ostile, ma forse solo per l’ignoranza dei media che per anni ce lo hanno descritto
come un posto pericoloso da non inserire in programmi di viaggio. Un paese con tante etnie, una
geografia complessa, infinite sfaccettature culturali
e una storia millenaria. Un itinerario che cullavo
nella mente da oltre un decennio e che forse proprio per la disinformazione generale ho lasciato in
disparte per troppo tempo nel cassetto dei desideri. Ma i cassetti dei desideri esistono proprio per
essere aperti, per esser violati e per far prendere
forma ai sogni repressi. Eccomi quindi imbottigliato nel traffico disumano di una metropoli, di 15
milioni di abitanti. Teheran. Un pulmino bianco
come taxi per quattro amici e i loro tanti bagagli,
un gruppo di super sportivi con al seguito sci,
snowboard, mountain-bike, scarpe da trekking e
ovviamente scarpette da corsa. A disposizione una
sola settimana, almeno per il sottoscritto e Danilo,
mentre Mauro e Roby allungheranno il loro soggiorno persiano a quindici giorni.
Seguendo le bizze di un tempo instabile ci muoviamo per un centinaio di chilometri verso sud, a
Esfahan, in aereo, un’ora appena a nord della caotica capitale. L’obiettivo è inserirsi e provare a capire la cultura sportiva del paese. Grazie all’interessamento morboso dei media, quasi esclusivamente
mirato all’ipotetico odio del popolo iraniano nei
confronti di quello americano (cosa peraltro non
vera) il grande pubblico occidentale ignora alcune
belle realtà di quella che una volta era la fastosa antica Persia. Per esempio, pochi sono a conoscenza
che in Iran ci sono una ventina di stazioni sciistiche in cui si può usufruire di uno o più impianti di
risalita, rigorosamente comprati di seconda mano
da stazioni austriache e francesi. Noi ne visiteremo
due, fra cui Dizin, in grado di offrire una quindici-
na di impianti, belle piste, uno snowpark e ottimi
fuoripista.
Ma in queste poche righe vi voglio accennare
delle nostre corse quotidiane sulle colline nei
pressi di Teheran, quasi sempre fatte nel tardo pomeriggio, dopo mattinate all’insegna di altri sport
o di un intrigante girovagare turistico tra i monumenti che son sopravvissuti alla storia del paese.
Correre è un po’ come volare, recita il titolo di un
libro su Marco Olmo, uno dei più grandi interpreti della corsa off-road in Italia, uno slogan che mi
sento addosso ogni qualvolta calzo le scarpette in
un paese straniero. Sarà la stranezza di essere in
luoghi nuovi e differenti, sarà la leggerezza di passi
spinti dalla curiosità, sarà quel che sarà ma correre
in questi casi è anche per me, un po’ come volare.
Col volo, immagino, si possa ispezionare tutto senza limitazioni, con la corsa ci sono dei limiti. Pochi
e discretamente ovviabili. La mia è quella di un
curioso che non guarda troppo dove mette i piedi,
come o a che ritmo, ma ha lo sguardo che spazia in
ogni direzione, in ogni viuzza, su ogni passante. In
Iran non si può fare sport all’aperto in pantaloncini corti e smanicati, o almeno non in città, dove
lo sguardo severo di un regime religioso impone
anche un foulard sulla testa delle donne (regola a
cui non si possono sottrarre nemmeno le sportive
durante la loro attività fisica).
Partendo dal nostro hotel sito nella periferia
nord dell’infinito centro urbano inclinato tra i
1.100 e i 1.900 metri di quota, le nostre corse si
allungano verso montagne dalle cime ancora innevate. Larghe strade discretamente asfaltate che
progressivamente diventano lastricate, poi sterrate, fino a stringersi gradualmente diventando
sentieri. Le asperità che ci circondano sono stratificazioni rocciose ondeggianti che disegnano un
panorama decisamente arido. Un giorno, seguendo un invito di un amico motociclista, saliamo
con lui fino ad una piana in cui si snoda una pista
da moto cross. Mauro e Roby ne approfittano per
cavalcare le loro biciclette seguendo gli infiniti sentieri disegnati dalle moto al di fuori della pista. Io,
finalmente libero di indossare calzoncini corti che
ben si adattano a un clima decisamente caldo, parto alla scoperta di canyon selvaggi. La scarsità di
ossigeno degli oltre 2.000 metri di quota rallenta
leggermente le mie intenzioni, lasciando alla gamba lo sforzo maggiore.
Senza una precisa direzione mi incuneo prima
in una valle dalle pretese erbose dove per erba si
intendono sporadici ciuffi sparsi qua e la, una
decina di sentieri paralleli nati col tentativo di
impiantare dei sempreverdi su un suolo secco che
non credo acconsentirà mai alla loro crescita. Voltando verso sinistra seguo prima uno, poi un altro
dei tanti cammini disegnati dalle moto da enduro.
Quindi ridiscendo su un versante ghiaioso che
sembra finire direttamente nelle prime case dei
quartieri più esterni della città. Senza perdere di
vista un ipotetico punto a metà costa sulla monta-
Dino Bonelli di corsa con sullo sfondo l’impressionante agglomerato urbano di Teheran.
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gna, là dove sono partito, percorro un lungo e
largo stradone sterrato che costeggia alcuni orti e
in lontananza una moschea. Forse la mia curiosità
mi ha fatto allontanare più di quanto le gambe se
lo possano permettere e, mentre intraprendo un
ripido sentiero di rientro, me lo segnalano con
principi di crampi. La pendenza è tale che alla corsa preferisco una buona camminata decisa. Il sentiero di chiara origine caprina si inerpica tra altre
rocce che avevo notato dal campo di motocross,
dandomi la garanzia della giusta direzione.
Un paio di soste a riprendere il fiato mi permettono di girarmi e guardare lo spettacolo di una
metropoli apparentemente addormentata, ma sicuramente e nuovamente caotica sotto uno leggero strato grigio di smog. Con il ripianarsi del sentiero, ora anche più largo e permissivo, riprendo a
correre proprio sotto a dove Danilo, di ritorno da
un mini trekking solitario, sta facendo stretching.
Svelto come un gatto il mio amico acciuffa la sua
digitale e mi immortala nelle mie ultime fatiche.
Un po’ di sano allungamento anche per me, poi
via di nuovo con il pulmino taxi verso valle, a caricare Mauro e Roby che nel frattempo avevano
avvistato un insidioso crinale da scendere delicatamente e guastare col piacere di saper di non doverlo risalire. Altre corse saranno il contorno di una
settimana sportiva in una terra a noi sconosciuta
o, meglio, conosciuta per quello che non è. Una
diffusa gentilezza e un’incredibile ospitalità sono
le caratteristiche che più ci hanno colpiti di questo popolo apparentemente sedentario ma discretamente sportivo nei pochi momenti in cui gli è
concesso esserlo. Una bella sorpresa anche questa.
Un viaggio il nostro che ci ha finalmente aperto
gli occhi su una realtà diversa da come ci era stata
venduta dai media. Che bello riuscire ancora a sorprendersi positivamente.
I PROSSIMI APPUNTAMENTI
Sul prossimo numero Run the world vi
porterà nel Vermont e a un paio d’ore da
New York, per seguire due gare e quindi
l’ambiente trail del nord-est statunitense.
Prossimi appuntamenti Run the world:
9-17 Agosto – Higtland - Nella savana di un
Kenya fuori dalle rotte turistiche www.runandtravel.it
2-9 settembre - Run Iceland - Tra le mille
cascate, gli infiniti ghiacciai e i deserti lavici
d’Islanda - www.runiceland.org
21-29 ottobre - Carrera de Baja - Tra i cactus
e i deserti salati della Baja California in
Mexico - www.carreradebaja.com