06_running - Running Magazine
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ANNO 1 - NUMERO 6 - 2012 Editore Sport Press S.r.l. - Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) Tel. +39 0362.600469 - Fax 0362.600616 - e-mail: [email protected] - Direttore responsabile: Angelo Frigerio - Periodico mensile - Registrazione al Trib. di Milano n. 38 del 20 gennaio 2012 - Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 - conv. in Legge 46/2004 Art. 1 Comma 1 LO/MI - Stampa: Ingraph - Seregno (MB) - In caso di mancato recapito, inviare all’ufficio postale di Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa. cover story // INTERVISTE, DATI & STATISTICHE, SPUNTI, RIFLESSIONI E APPROFONDIMENTI SU UNA DISCIPLINA IN SALUTE E CON INTERESSANTI POTENZIALITà PAGINe 10-13 focus shop PAGINe 18-19 free run “selezioniamo SOLO IL MEGLIO E NOTO CHE, ANCHE A PREZZO PIENO, UNA CALZATURA DI QUALITÀ È SEMPRE LA PRIMA SCELTA DEI MIEI CLIENTI”. PARLA GIAMPAOLO PAGLIANI, TITOLARE dei 6 negozi specializzati EMILIANi. SEMPRE PIù TRIATHLON quarta puntata SHOE COUNT roma È UNA DELLE MARATONE PIù IMPORTANTI DEL MONDO E SUL SUOLO ITALIANO È QUELLA PIù INTERNAZIONALE, CON 7.000 STRANIERI. ECCO I DATI DELLA NOSTRA ATTESA RUBRICA. focus on la scarpa del mese MIZUNO // WAVE RIDER 15 PAGINA 20 GUSTO STRONG alle pagine centralI alessandro lambruschini A SETTEMBRE ROVERETO OSPITERÀ LA PRIMA EDIZIONE ITALIANA DELLA STRONGMAN RUN, PORTATA NEL NOSTRO PAESE OLTRE CHE DA FISHERMAN’S FRIEND, DA RCS SPORT E BROOKS. IL DOLCE VIRUS DELL’AGONISMO PAGINA 8 // iran PAGINe 22-23 LA TRANSIZIONE SECONDO INOV-8 PAGINA 16 [email protected] / www.runningmag.it PAGINA 26 RUNNING MAGAZINE editoriale di BENEDETTO SIRONI [email protected] UNA “TRIPLICE” RIFLESSIONE Fin dalla nascita il “manifesto” di Running Magazine rivendicava, ovviamente, un’attenzione a quel che riguarda il mondo della corsa in tutte le sue varianti, trail e skyrunning compresi. Ma nella nostra mente - e poi sulle nostre pagine - teniamo volentieri la porta aperta a spunti più trasversali. Che riguardino magari anche altre discipline. Una di queste è certamente il triathlon. Ecco perché più di una volta avete trovato segnalazioni o news a riguardo. Ma su questo numero abbiamo voluto dedicare alla “triplice” addirittura la cover story e ben 4 pagine di approfondimento. Quel che ne emerge è una realtà in crescita e con numerosi, stimolanti spunti di riflessione. Sotto molti punti di vista: dal target dei praticanti all’operato della federazione italiana, dall’interesse (o meno) degli sponsor al notevole impatto economico generato da un evento come l’Ironman di Pescara, dalle differenze tra Italia e altri paesi alle iniziative dedicate ai bambini. E molto altro. Sfatando una volta per tutte il grande luogo comune che vede il triathlon come uno sport per pochi super-atleti. Leggere gli articoli alle pagine 10-13 per credere… Di questo sport e relativi “affini” torneremo senza dubbio a parlare. Del resto proprio il triathlon ci offre lo spunto per una triplice (scusate il gioco di parole) riflessione. Innanzitutto sulla multidisciplinarietà. Sempre più runners, in special mondo quelli più moderni ed evoluti, oltre alla corsa praticano anche altre attività sportive. La bici è sicuramente in cima alle preferenze. Del resto - come sottolinea anche il nostro intervistato d’eccezione Alessandro Lambruschini a pag 16 - è bene ricordare che proprio una sana alternanza di allenamenti tra corsa e bike rinforza le gambe e sviluppa anche diverse fasce muscolari. Ci sono poi tanti altri sport che vengono praticati dai runners, magari in periodo invernale (quando molti corrono meno) ma anche nelle altre stagioni in alternanza con la corsa. Del resto, non poche gare ed eventi stanno puntando proprio sulla multidisciplinarietà (tra i tanti esempi si veda su questo numero la Oetzi Alpin Marathon o un evento ancor più trasversale come i Rewoolution Raid, entrambi segnalati a pag. 5). Elemento che rappresenta a mio parere un valore più che un “pericolo”: non vedo sinceramente il rischio che la corsa venga abbandonata a favore di altre attività, quanto l’opportunità che nuovi praticanti provenienti da altre discipline si avvicinino al running. Seconda riflessione, in realtà connessa alla prima: il profilo dei praticanti sta cambiando e parecchio. Il podista tradizionale e tradiziona- Editore Sport Press Srl lista, che da anni concepisce solo la corsa e magari la vive a volte anche un po’ troppo ossessivamente, c’è e ci sarà sempre. Ma a farsi avanti è una vasta base di nuovi praticanti che dimostrano e rivendicano un approccio più “fun”, ludico e - perché no - anche trendy. Come conferma anche un interessante sondaggio realizzato da Runner’s World (1.500 gli intervistati italiani), pubblicato sul numero di giugno, nel quale viene evidenziato che ben il 77% dei runners nel nostro paese corre da meno di 5 anni. Terzo e ultimo spunto prima di arrivare al traguardo di questo editoriale… Una delle grandi sfide per il prossimo futuro, che in parte è già in atto e alla quale le aziende più lungimiranti stanno mirando: puntare a raggiungere e “contaminare” positivamente altre sfere, magari ancor più grandi di quella che racchiude il nostro mercato. Come l’universo del fitness. O quello dell’outdoor. Con una semplice equazione: running = wellness. Le potenzialità ci sono tutte e paradossalmente, per una lunga serie di motivi sui quali oggi non è il caso di soffermarci, la crisi può addirittura favorire questa contaminazione. Sta a noi lavorare perché si concretizzino e nei prossimi anni rendano sempre più persone dai più disparati profili dei nuovi runners, ben felici di esserlo. Redazione USA: DNF Media, Inc 1956 Bohannon Drive - Santa Clara, CA 95050 Tel: 001.408.261.8809 Presidente: DANIELE DE NEGRI Direttore responsabile: ANGELO FRIGERIO Direttore editoriale: RICCARDO COLLETTI Redazione Italia: Corso della Resistenza, 23 20821 Meda (MB) - Tel. 0362.600469 - Fax 0362.600616 Email: [email protected] Website: www.runningmag.it Stampa: Ingraph - Seregno (MB) Anno 1 - N.6 - 2012 Periodico mensile - Registrazione al Trib. di Milano n.38 del 20 gennaio 2012. Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004 Art.1 Comma 1 - LO/MI - Una copia 1.00 euro. L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati in suo possesso. Tali dati saranno utilizzati per la gestione degli abbonamenti e per l’invio di informazioni commerciali. In base all’Art. 13 della Legge n° 196/2003, i dati potranno essere rettificati o cancellati in qualsiasi momento scrivendo a: Edizioni Turbo S.r.l. - Responsabile dati: Riccardo Colletti. Questo numero è stato chiuso in redazione il 15 giugno 2012 2 GIUGNO 2012 IL PROGETTO “RUN IN MILAN” Corsa, turismo, beneficenza: formula vincente // È stato presentato lo scorso 12 giugno a Milano nella splendida cornice di Villa Necchi Campiglio (foto sopra) l’innovativo progetto dal titolo “Run in Milan”, prima esperienza di “social matching” tra ospiti internazionali e runner milanesi. Alla base dell’iniziativa, l’esigenza sempre più sentita, da parte dei turisti internazionali che alloggiano negli alberghi di lusso del capoluogo milanese, di conoscere luoghi dove poter correre in sicurezza; considerato poi che Milano è spesso meta di turismo d’affari, caratterizzato da tempi estremamente ristretti, a questo si abbina il desiderio di ottimizzare il tutto comprendendo nella sessione di allenamento anche una visita dei luoghi più significativi della città. Considerando che - secondo recenti statistiche - il running è praticato da circa il 35% della popolazione (1 persona su 3) compresa tra i 15 e i 65 anni, è possibile calcolare che sui 3 milioni di visitatori internazionali a Milano ci siano almeno 2.000 potenziali utenti dell’iniziativa; numeri destinati ad aumentare significativamente con il grande appuntamento dell’Expo 2015. Il funzionamento dell’iniziativa prevede che gli ospiti degli hotel aderenti possano accedere tramite il loro concierge (l’associazione Lombarda Portieri d’Albergo-Chiavi d’Oro è tra i promotori dell’iniziativa) al portale www. runinmilan.com, dove la loro richiesta sarà abbinata automaticamente alla disponibilità offerta dai volontari della critical mass di runner milanesi “Podisti da Marte”. L’ospite riceverà quindi un messaggio con l’ora in cui il gruppetto di podisti “marziani” (selezionato per livello di allenamento e lingue parlate) passerà sotto l’albergo, nella fascia compresa tra le 6 e le 7.30 del mattino, per accompagnare il turista in un itinerario attraverso la città. Il servizio, organizzato da Podisti da Marte in collaborazione con la rivista Where Milan, è gratuito e sostenuto dagli sponsor. I turisti runner saranno invitati a donare al progetto Case di Accoglienza per Bambini della LILT-Lega Italiana Lotta contro i Tumori di Milano un minimo di 10 euro attraverso la pagina dedicata sul sito www.retedeldono.it, portale di personal e network fundraising: questo consentirà alle donazioni di pervenire direttamente a LILT, evitando transazioni in contanti. L’iniziativa ha avuto anche l’entusiastico sostegno del Comune di Milano, attraverso l’assessora al Benessere, Qualità della Vita, Sport e tempo libero Chiara Bisconti. Monica Nanetti NEWS Ph credit: Azienda di Soggiorno e Turismo di Bolzano CORRERE a Bolzano con la guida di Gore-Tex E SPORTLER // Bolzano diventa più conosciuta e accessibile per gli appassionati di corsa, grazie alla guida Borunning. Realizzata dall’Azienda di Soggiorno e Turismo locale, in collaborazione con Gore-Tex e Sportler, raccoglie mappe, lunghezze, altimetrie, punti di ristoro, oltre alla classificazione degli itinerari in tutta la città. Presente inoltre una sezione con le nozioni di base e gli esercizi per migliorare la propria tecnica di corsa (con tabelle, un piano di allenamento sviluppato su 12 settimane, per principianti ed esperti, e una miniguida per il Nordic Walking. www.bolzano-bozen.it Appuntamento trail in Val Maira, con il “Festival dell’outdoor” Usain Bolt e Cedella Marley IN PASSERELLA con Puma PER LA presentaZIONE DELle divise olimpiche giamaicane // C’è grande attesa per la partecipazione della squadra giamaicana alle prossime Olimpiadi. I velocisti centro americani sono tra i migliori al mondo. Uno su tutti: Usain Bolt. Proprio in vista dei Giochi, Puma ha allestito una passerella a tema per presentare le divise track&field della squadra che prenderà parte alla rassegna. Protagonisti principali dell’evento sono stati lo sprinter più veloce di sempre e la stilista Cedella Marley. “Durante gli anni di liceo praticavo con passione l’atletica e sono da sempre una tifosa degli atleti giamaicani. Avere la possibilità di disegnare le divise per i nostri campioni è una vera emozione” ha commentato la designer, figlia dell’icona del reggae Bob. Realizzate incorporando materiali high tech e silhouette avvolgenti per ottimizzare le prestazioni dei runner, le divise sono disegnate traendo ispirazione dai colori e dai motivi tipici della nazione e dalle forti influenze africane che hanno caratterizzato la sua tradizione. I capi della collezione verranno indossati dall’intero team olimpico (uomini e donne), testimoniando ancora una volta il forte legame che unisce il brand sportivo all’isola caraibica, alla sua cultura, alle sue radici e al forte attaccamento della nazione per questo sport. “Non riesco a pensare a una persona migliore di Cedella che potesse disegnare la nostra divisa” sono state le parole di Bolt. “Puma ha fatto la scelta giusta… ha creato un link con un giamaicano leggendario. Lei è una grande designer e questa operazione aiuta a mantenere intatto lo spirito della nostra nazione attraverso il legame con la famiglia Marley. Per me sarà fonte di ispirazione correre a Londra sentendomi circondato da questa energia”. La linea Olympic sarà accompagnata da una collezione lifestyle di abbigliamento, calzature e accessori, disponibile presso gli store selezionati e online sul sito puma. com. Fra gli altri momenti significativi per questo 2012 all’insegna della partnership tra Bolt e il marchio lifestyle & sport, già lo scorso 31 marzo si è tenuto il Golden Gala allo stadio Olimpico di Roma. Di fronte a un pubblico di circa 60 mila persone, lo sprinter ha corso i 100 m con il tempo monstre di 9,76’. Un successo da condividere con il brand di sede a Herzogenrauch in Germania, che ha dato nuova linfa al suo trend positivo di mercato e che preannuncia un anno fiscale più che incoraggiante. Già nei primi tre mesi infatti, nonostante i numeri generali riguardanti l’area EMEA siano stati in calo dell’1,4%, le vendite hanno registrato un aumento del 6,1% a 820,9 milioni di euro. VISTO DA MEN vs WOMEN un’INFOGRAFICA SUL MERCATO USA // Una due giorni dedicata allo sport con un vero e proprio “Festival dell’outdoor” è in programma dal 30 giugno al 1° luglio ad Acceglio (CN). La kermesse è organizzata dall’associazione A.S.D. Inmaira Outdoor, in collaborazione con A.S.D. Nordic Walking Monviso, Fit Walking e Compagnia del Buon Cammino. Tra le discipline protagoniste dell’evento spiccano trail running, nordic walking, fit walking e trekking. Non mancheranno gli ospiti d’onore come Stefania Belmondo, Marco Olmo, Luca Speciani e Pietro Trabucchi. Battenti aperti nella giornata di sabato con sessioni di prova per trail running, nordic walking, fit walking, trekking e stretching. Proposte anche attività ludiche-motorie per bambini, convegni a tema e proiezioni video dei filmati di Marco Olmo. Domenica si terrà un trail autogestito di 21 km che attraverserà un dislivello di 1.400 m lungo un percorso che si articolerà sui panoramici sentieri dell’alta Valle Maira. Durante la fiera sarà possibile testare le più innovative calzature Tecnica, sperimentare i massaggi sportivi di personale qualificato, prenotare escursioni con guide naturalistiche e acquistare materiale e abbigliamento tecnico esposto. Il costo di iscrizione (15 euro per un solo giorno e 25 euro per due giorni) è comprensivo di scaldacollo omaggio ai primi 150 iscritti e partecipazione libera a corsi, attività, convegni, proiezioni, pasta party. www.inmairaoutdoor.it // Tempo fa avevamo commentato un’infografica che spiegava come, al crescere dell’intensità dell’allenamento, la percentuale di praticanti donne andava via via diminuendo inesorabilmente. In questa invece visualizziamo in maniera più approfondita quali sono le tendenze dei runner americani. L’unica sostanziale differenza nell’anatomia è l’età: la media degli uomini è superiore a quella delle donne di ben 5 anni. Le altre caratteristiche ci dicono che motivazione (mantenere il peso!) e tipologia di corsa sono simili. Per quanto riguarda i dati circa le distanze da percorrere, per entrambi i sessi si registra una preferenza considerevole per le mezze maratone, anche se la percentuale è superiore nelle donne (39% vs. 35,2%). Il capitolo maratona apre un discorso differente, dal momento che è molto più incisivo l’indice riferito agli uomini (16,2% di preferenze sulla popolazione totale, 10,2% per le donne). Per gli uomini quindi c’è una leggera preferenza per le distanze superiori, soprattutto per la maratona, mentre colpisce il quasi 40% delle donne che ama la mezza. Gli uomini invece tendono ad avere maggior costanza (sono infatti ovunque più alte le percentuali medie nella categoria “ho corso notte e giorno”...). Non stupisce che le donne spendano di più... Anche se i maschi si difendono bene, soprattutto nell’acquisto di calzature, dove la quantità media di paia comprate all’anno è superiore a quella femminile. Damiano Menegon / www.runlovers.it 4 ANCHE PISTORIUS PER LA Nuova campagna “olimpica” Oakley // Sulla scorta dell’attesa che accompagna la prossima apertura delle Olimpiadi, sono molte le aziende che lanciano prodotti e campagne a tema. Con una cerimonia alla boutique monomarca di Oakley in Covent Garden a Londra, il 29 maggio il brand ha lanciato il nuovo claim Beyond Reason. Il 26 luglio seguirà una serata di gala al London Design Museum, per celebrare prodotti come RadarLock e gli atleti che partecipano alla campagna: olimpionici, come lo sprinter Oscar Pistorius, il ciclista Mark Cavendish e il triatleta Javier Gomez, e non, come Valentino Rossi, Fernando Alonso e Sebastien Loeb. RUNNING MAGAZINE GIUGNO 2012 ALL’ALPE DI SIUSI L’EVENTO B2B RUNNING SHOE EXPERIENCE Rewoolution Raid Summer 2012, bis di tappe tra Bergamo e il Garda // La corsa off-road, dopo la fiera Outdoor di Friedrichshafen, dove buono spazio verrà riservato al segmento trail, tornerà protagonista di un altro evento B2B, questa volta in Italia. Nei giorni che vanno dal 20 al 23 di luglio infatti la rivista Soul Running ha organizzato all’Alpe di Siusi la Running Shoe Experience, per mettere in contatto aziende e negozianti. Qui le marche potranno infatti presentare e far provare in anteprima le proprie novità a tutti i presenti: attesi circa 50 top seller italiani, ospitati dall’organizzazione, più tutti quelli che interverranno, anche grazie a particolari convenzioni con le strutture alberghiere. Confermate le adesioni di alcune delle principali aziende del mondo running ma anche outdoor, oltre a diversi partner di primo piano del settore sportivo e non solo. Il meeting non sarà comunque rivolto ai soli dealer ma anche ai consumatori. L’appuntamento intende infatti essere proposto come riferimento per il mondo B2B e allo stesso tempo, dato il periodo di considerevole affluenza turistica nella località montana, almeno in parte per il B2C. Fra gli altri, verrà selezionato uno speciale Test Team, un pool di atleti, amatori e giornalisti composto da 15 persone, per sperimentare la qualità delle calzature su percorsi adatti a ogni specialità. Tutti i dati raccolti e i modelli testati confluiranno nella seconda Guida all’Acquisto di Soul Running (dopo quella uscita quest’anno), un catalogo con numerosi test prodotto distribuito in circa 1.000 punti vendita. // Dopo il successo delle due tappe invernali, tra le Dolomiti e Livigno, Rewoolution si fa portavoce della versione estiva dei suoi celebri eventi multidisciplinari che permettono di vivere sport e natura in una modalità tutta nuova. Merrell amplia la linea minimalista con M-Connect giunta, uno speciale contest fotografico darà ai team la possibilità di accumulare punti aggiuntivi utili per aggiudicarsi la vittoria. Questa edizione dei Raid permetterà di vivere la natura come alleata, in una serie di sfide che richiederanno lo sforzo di tutti i partecipanti per raggiungere la vittoria. I team dovranno dimostrare un acceso spirito di squadra, grazie al quale scalare la classifica. Premio in palio – Solo due fortunate squadre, tra quelle che prenderanno parte a entrambi i raid estivi, riusciranno a conquistare l’ambito premio: un viaggio in Nuova Zelanda, esperienza unica offerta da ZQ, consorzio di produttori di lana Merino, in collaborazione con Rewoolution. Il team con il miglior punteggio globale dato da entrambe le tappe, e uno estratto a sorte, partiranno alla scoperta del mondo della lana Merino. Media partner – Running Magazine si fa promotore di questa iniziativa, che supporta attivamente e in prima persona. Per questo invita i negozianti suoi lettori che possiedono strategia, versatilità, coraggio e resistenza a mettersi alla prova sfidando boschi, torrenti e ostacoli naturali. Create il vostro team (che può essere composto anche da clienti finali) e iscrivetevi gratuitamente alla pagina ufficiale dell’iniziativa. Appuntamenti estivi – Il marchio, che produce abbigliamento tecnico sportivo in pura lana Merino, presenta infatti i Rewoolution Raid Summer 2012, che quest’anno si terranno a Bergamo (21-22 luglio) e Nago-Torbole (22-23 settembre) sul Lago di Garda. Format – La versione Summer dei Rewoolution Raid vedrà i team, sempre composti da tre partecipanti, sfidarsi in avvincenti prove: mountain bike, trail running, roping down e orienteering. Il Road Book, sul quale sono indicati anche i Check Point disseminati sul territorio, li aiuterà a studiare il percorso migliore per raggiungere il traguardo entro il tempo limite stabilito. In ag- // Sulla scorta della grande diffusione che il natural running sta registrando, Merrell prepara il lancio su larga scala di una linea per calzature minimaliste più ricca ed estesa. Saranno inclusi infatti in questo segmento anche alcuni articoli ideati per le escursioni. Il successo del brand americano per questo settore è confermato dall’ottimo risultato al primo anno di mercato della collezione Merrell Barefoot, che ha superato il milione di paia di scarpe vendute. La novità M-Connect sarà disponibile sugli scaffali dei negozi a partire dalla prima metà del 2013. giornalisti e test per dynafit in gara alla Oetzi marathon www.rewoolutionraid.com ASICS si rinnova sul web tra blog, training e race finder // Anche per questa nona edizione, la competizione di triathlon alpino che si svolge in Val Senales ha segnato un successo considerevole, per quanto riguarda il numero di partecipazioni. Come sempre almeno un mese prima del raduno per la Oetzi Alpin Marathon, tenutasi lo scorso 14 aprile, viene registrato il sold-out di iscrizioni, nonostante la manifestazione sia classificata a livello “extreme”. Quest’anno, per la modalità a staffetta, si è schierato al via un team composto da giornalisti outdoor. Il Dynafit Italian Press era composto da Massimo Mazzoleni, Alberto Fumi e Carlo Brena, che hanno svolto rispettivamente le tre discipline in cui si sviluppa la gara: mountain bike (24 Km, 1.500 m di dislivello), trail running (11 Km) e sci alpinismo (1.300 m). Durante la traversata, hanno potuto sperimentare la qualità dei prodotti Dynafit, nelle collezioni dedicate all’alpine running e all’alpine biking, oltre all’attrezzatura e all’abbigliamento per lo skialp. Al termine la squadra ha raggiunto l’84esima posizione in classifica (di cento formazioni iscritte, solo 85 hanno completato il percorso). Unico altro giornalista presente nella giornata, il romano Ottavio Massa, della rivista Mountain Bike World. Per quanto riguarda la classifica della competizione in solitaria, tra i nomi di spicco per lo sport internazionale si segnala lo svizzero Oscar Camenzind (già campione del mondo di ciclismo su strada, a Valkenburg nel 1998), giunto al 28esimo posto assoluto, e il norvegese Tor Arne Hetland (campione olimpico di sci nordico nella sprint di Salt Lake City 2002), 49esimo al traguardo. // Per essere sempre accessibile a un numero maggiore di sportivi e di appassionati, ASICS ha lanciato il nuovo sito. La veste grafica è stata rinfrescata, mentre fra i contenuti in evidenza il brand propone la nuova campagna di comunicazione “Made of sport”. Nella sezione dedicata al running, gli utenti potranno accedere a un blog interamente dedicato agli amanti della corsa, in cui sarà possibile ricevere consigli e discutere con esperti, professori ed ex atleti. È inoltre presente un accesso gratuito al programma di allenamento MyASICS, che permette di pianificare la propria attività, sviluppare un programma di training dedicato e condividere esperienze con altri appassionati. Una grande novità è costituita dal calendario Race Finder, con tutte le più importanti manifestazioni podistiche organizzate in Italia. La piattaforma verrà continuamente aggiornata con nuovi contenuti dedicati al mondo del running, del tennis e del volley, con le schede prodotto di calzature e abbigliamento della stagione in corso e con interviste esclusive agli atleti italiani che parteciperanno alle Olimpiadi di Londra 2012. www.asics.it 5 NEWS La Sportiva presenta la nuova linea apparel Mountain Running Runtastic di BEUREr, il cardio misurartore con app mobile // Beurer, marchio che si occupa di prodotti per la salute e il benessere nella vita domestica, inserito nella top 100 delle imprese più innovate della Germania, è presente sul mercato italiano dal 2009. Gli aspetti che più caratterizzano l’attività dell’azienda sono i processi di ricerca e sviluppo con la German Engeenering, collaborazione con università, associazioni di categoria, centri medici e istituti di ricerca. Fra gli articoli novità presentati quest’anno, Runtastic è un cardiofrequenzimetro con app per smartphone dedicata. Il kit è composto da quattro accessori fondamentali: un ricevitore con ingresso per auricolari; una cintura toracica per la registrazione del ritmo cardiaco; una fascia da braccio porta smartphone con superficie riflettente per correre anche al buio e tasca per chiavi e piccoli oggetti; codice di attivazione dell’applicazione dedicata, con tracking di distanza, percorso, velocità, tempo e calorie bruciate, musica e funzione vocale di incitamento, oltre che registrazione del ritmo cardiaco. A fine allenamento saranno visibili le statistiche, che potranno essere condivise con la community di riferimento. Beurer progetta e realizza i suoi articoli nei minimi particolari e con materiali ricercati, tanto che il brand ha ricevuto in molteplici occasioni “The Plus X Award”, riconoscimento assegnato alle migliori tecnologie innovative, prodotti per sport e lifestyle e manufatti di prestigio. PRESENTATO IL TRAIL TEAM VIBRAM, TRA I PARTNER ANCHE GARMIN // Dopo l’introduzione della prima linea di abbigliamento invernale con una collezione dedicata all’attività dello sci alpinismo, La Sportiva lancerà a luglio 2012, in occasione della fiera Outdoor di Friedrichshafen, la prima linea apparel interamente rivolta al mondo del mountain running e delle corse offroad. in questo segmento l’azienda entrò già a fine anni ’90 con le prime calzature appositamente studiate. La corsa in montagna rappresenta uno dei mercati core nel quale La Sportiva investe ormai da 15 anni, attraverso scarpe tecniche che nascono per le competizioni skyrace e ultra-marathon e che sono oggi ai piedi di alcuni dei migliori runner di livello mondiale. Ora anche nel settore dell’abbigliamento tecnico l’obiettivo dell’azienda è quello di differenziarsi, proponendo prodotti all’avanguardia realizzati con le migliori tecnologie disponibili sul mercato, i migliori tessuti e trattamenti, le migliori membrane. La collezione Mountain Running Apparel si struttura su due linee di prodotto uomo/ donna attraverso un layering-system che prevede 5 strati: Base Layer, Mid Layer, Hybrid Layer, Insulation ed Hard Shell. Ogni prodotto nasce per sostenere la corsa in qualsiasi condizione, da vento a pioggia, sole e neve. Affiancano il progetto i migliori produttori di tessuti, imbottiture e membrane a livello internazionale: Gore-Tex, attraverso la nuova membrana Active Shell, e Windstopper, Primaloft, Cocona e Polygiene. Da gennaio 2012 inoltre, l’azienda trentina ha attuato le procedure per certificare la propria filiera produttiva tessile secondo criteri socio-ambientali riconosciuti a livello internazionale ed approvati da bluesign, divenendo ufficialmente bluesign member. // Lo scorso 25 maggio è andata in scena a Courmayeur la presentazione ufficiale del trail running team Vibram, di cui abbiamo ampliamente parlato sullo scorso numero di Running Magazine. Prevista la partecipazione a tre gare top come Lavaredo Ultra-Trail (29-30 giugno), UTMB (agosto) e Ultra-Templiers (ottobre). Ricordiamo l’elenco dei magnifici sei: Francesca Canepa, mamma di 2 bambini e approdata al trail running solo nel 2010 dopo un passato di pattinatrice e snowboarder; Sébastien Nain (Francia, vigile del fuoco del reparto nucleare), Ronan Moalic (Francia, chirurgo), Nicola Bassi (Italia, appassionato di outdoor), David Gatti (Francia, responsabile mercato professionale per Polartec), Giuseppe “Beppe” Marazzi (appassionato di sport e outdoor). Tra i partner del team da quest’anno c’è anche Garmin e infatti i sei atleti utilizzeranno il Garmin Forerunner 910XT. “Il mondo del trail running è uno dei target d’utilizzo dei prodotti della famiglia Forerunner e in particolare il modello 910XT risponde perfettamente alle esigenze di chi corre in montagna per la affidabilità delle informazioni in merito all’altitudine”, ha commentato Luca Sannazzari, sales marketing manager di Garmin Italia. Motoactv, il gps di Motorola per la corsa e l’attività fitness distribuito da: Beurer Italia Srl 02.3272793 / [email protected] // SportXtreme, divisione di SofTeam per la distribuzione di prodotti tecnologici per lo sport, annuncia l’introduzione sul mercato di Motoactv (disponibile nei primi quantitativi solo nei negozi di articoli sportivi). L’articolo è uno dei primi prodotti sviluppati da Motorola dopo l’acquisizione della società da parte di Google ed è il segnale della nuova strategia di marketing, alternativa alla classica telefonia cellulare. Si tratta di un sistema di rilevamento fitness Gps con tecnologia Accusense, concepito per massimizzare gli standard dei programmi di training per gli atleti. Registra i dati dell’allenamento, quali tempo, distanza, velocità calorie bruciate e frequenza cardiaca, ed è possibile effettuare la sincronizzazione automatica (anche wireless) dei risultati ottenuti, attraverso il sito web dedicato motoactv.com. Per finire, tra le altre funzioni specifiche, è in grado di misurare anche i risultati delle proprie prestazioni in base alle canzoni ascoltate, per memorizzare i brani che massimizzano il rendimento fisico personale. Leggero e compatto, è resistente ai graffi, alla pioggia e al sudore ed è progettato per fitness, corsa, bike e golf (e più di 40 attività atletiche aggiuntive). La presentazione ufficiale avverrà all’evento SportXtreme, in programma a fine settembre. Prezzo al pubblico: 299 euro. un metodo che promette meno allenamento. funzionerà? // La notizia è stata pubblicata anche sul sito del Corriere della Sera: un nuovo metodo training per incrementare le prestazioni dei podisti, con più benessere fisico e mentale e meno sforzo. Ideatore del programma è Jens Bangsbo, docente presso il Dipartimento delle Scienze dell’Esercizio e dello Sport dell’Università di Copenhagen. Al termine di una ricerca di 7 settimane su 18 runner, i progressi hanno comportato una riduzione dei tempi di percorrenza in media di 23 secondi, per la distanza di 1.500 metri, e di circa un minuto, sui 5 Km. Questo è quanto è stato pubblicato sul Journal of Applied Physiology. La regola, detta del 10-20-30, consiste in sessioni di 20, 30 minuti in cui vengono effettuate delle ripetizioni di corsa ad intensità alternata. Si comincia con un riscaldamento di 1 Km a ritmo blando e si prosegue con 3, 4 blocchi, in cui si passa da una corsa a bassa intensità per 30 secondi, a media intensità per 20 secondi e a sforzo massimale per 10 secondi. Ogni ripetuta è seguita da un riposo di due minuti. Proprio per le sue fasi di recupero, a detta di Bangsbo il programma del 10-20-30 può essere seguito insieme da amici con grado di preparazione differente. Questo è uno degli aspetti che hanno generato l’entusiasmo dei partecipanti all’esperimento. Miglioramenti si sono evidenziati anche per quanto riguarda l’abbassamento della pressione arteriosa e del colesterolo e per quanto riguarda la riduzione del grado di stress. C’è da chiedersi: funziona davvero? Ai posteri e alla scienza la risposta. Distribuito da: SofTeam 039.207891 / [email protected] 6 RUNNING MAGAZINE GIUGNO 2012 EDITORIA // Donna Runner, la corsa per le donne secondo Sam Murphy // Esce in Italia da Kenness Publishing l’ultimo libro della scrittrice britannica Sam Murphy. Donna Runner è un testo per il pubblico femminile che cerca un piano di allenamenti su misura, compatibile con tanti impegni e ritmi frenetici. L’autrice dispensa i consigli per semplici appassionate o per autentiche maratonete. È presente una raccolta di informazioni a cura degli esperti su tecniche di corsa, riscaldamento e defaticamento, oltre ai consigli circa la scelta di abbigliamento e accessori. Altre sezioni sono dedicate a dieta e nutrizione, alla prevenzione dagli infortuni e alla loro cura. Infine, il testo sviluppa argomenti specifici di peculiare interesse, dal running durante la gravidanza, al rischio di osteoporosi, fino all’iscrizione ad associazioni podistiche e alla preparazione della maratona. Una delle massime che emergono dal manuale è che la corsa è uno straordinario sistema per prendersi cura del fisico, rilassarsi dopo una giornata carica di stress, superare una delusione. Ci sono donne che corrono per divertirsi, per stringere nuove amicizie o per isolarsi dal mondo, per prevenire problemi di salute o combattere contro una malattia. Gli studi scientifici attestano che questa attività riduce il rischio di cardiopatie, diabete, carcinoma mammario, morbo d’Alzheimer, mentre migliora la pressione sanguigna, la digestione e il metabolismo, riduce il senso di fatica quotidiana e assicura un buon sonno notturno. Può addirittura lenire i sintomi della sindrome premestruale e della menopausa, rafforzare il tono muscolare, rassodare il corpo dalla vita in giù e scacciare la depressione. Senza dimenticare l’aspetto più giovane e gradevole che deriva dalla corsa. Pagine: 176 con illustrazioni a colori. Prezzo: 16,95 euro. L’autrice Sam Murphy è una delle più autorevoli scrittrici di salute e fitness del Regno Unito. Collabora regolarmente con quotidiani e periodici come The Sunday Times, The Independent, The Daily Mirror, The Express, Health&Fitness e Healthy ed è intervenuta a diverse trasmissioni radiofoniche fra cui BBC Radio 4 e Radio London. Fra le sue esperienze di running, ha partecipato a gare su distanze che vanno da 5 a 160 km ed è stata la prima donna inglese nella gara delle 100 miglia himalaiana del 2000. I percorsi che predilige per i suoi allenamenti sono quelli costieri e le lande della regione del North Devon. Milano, Torino, Modena e Bologna: il poker della Run 5.30 // Era nata come un’iniziativa per promuovere uno spirito per la corsa non competitiva, fuori dagli schemi perché nessun’altra manifestazione cittadina si svolge all’alba. Difficilmente però all’inizio si sarebbe creduto che sarebbero stati così tanti a partecipare alla Run 5.30, che si svolge alle 5,30 del mattino, appunto, su un tracciato di 5,3 Km - tutti presenti con indosso una maglia rossa marcata Brooks. L’associazione sportiva dilettantistica Vaniglia ripete questa proposta in alcune importanti città italiane. Lo scorso 15 maggio eravamo anche noi all’appuntamento riservato alla città di Milano, dove circa 1.400 runner hanno corso fra le vie semideserte del capoluogo lombardo. Più di mille adesioni si sono regi- strate anche la settimana successiva, quando l’1 giugno il centro di Torino ha ospitato per la prima volta la manifestazione. L’8 giugno è stato il momento del ritorno a casa, a Modena dove tutto è cominciato. Erano coinvolte circa 1.200 persone, fra cui gli studenti di cinque istituti. La corsa è stato il momento culminante di una tre giorni organizzata in favore dei terremotati dell’Emilia. Per finire, il 15 giugno la sveglia delle 5,30 è stata data a Bologna. Anche Gianni Morandi e Romano Prodi erano presenti fra le 1.000 persone che hanno partecipato all’evento, con partenza e arrivo in Piazza del Baraccano. Manca un solo appuntamento in calendario: Venezia, 29 giugno. 7 e-commerce: il mercato Europeo è più grande che in Nord America // Secondo Emota (European E-Commerce and Mail Order Trade Association) l’e-commerce in Europa ha superato i valori raggiunti nel Nord America lo scorso anno. Nel 2011 infatti, il mercato online nel vecchio continente è cresciuto del 19% e ha raggiunto un fatturato totale di 246 miliardi di euro, superiore ai 237 miliardi fra Stati Uniti e in Canada. Emota calcola che la quota di vendite sul mercato digitale rispetto al retailing tradizionale ha raggiunto un livello del 5,1% in Europa. Complessivamente, la comunità di acquirenti su internet in quest’area è pari a 240 milioni di unità. La federazione non fornisce una ripartizione per paesi, ma indica che esistono ancora enormi differenze da un paese all’altro, per quanto riguarda questo segmento. In ultimo, un dato significativo evidenzia che un numero sempre maggiore di consumatori nei Paesi più piccoli acquista prodotti dai siti web stranieri. shoe count RUNNING MAGAZINE GIUGNO 2012 ROMA CAPUT RUNNING // Per il quarto appuntamento con i nostri attesissimi Shoe Count, dopo aver analizzato i numeri della mezza maratona Roma-Ostia sullo scorso numero, rimaniamo sempre nella Capitale. Riflettori puntati infatti sulla regina delle maratone italiane. Con numeri di assoluto rilievo: 15.500 gli iscritti di quest’anno rispetto ai 16.188 del 2011. Anche se a ben guardare gli arrivati sono sostanzialmente uguali: 12.670 quest’anno, 12.614 nel 2011. Un dato statistico di assoluto rilievo, quindi, che per l’analisi del mercato italiano va comunque “mediato” considerando la grande internazionalità dei partecipanti (7.000 gli stranieri). Partiamo come sempre dal vertice, dove immancabile troviamo Asics che si conferma ai piedi di oltre un terzo dei runners, con il 35,7% delle preferenze. Un dato che in realtà è ancora più alto rispetto a quelli degli altri Shoe Count analizzati sugli scorsi numeri. Segno probabilmente anche della massiccia presenza del brand ai piedi dei corridori stranieri. I NUMERI È UNA DELLE MARATONE PIU’ IMPORTANTI DEL MONDO E SUL SUOLO ITALIANO È CERTAMENTE QUELLA PIU’ AFFOLLATA E INTERNAZIONALE, CON BEN 7.000 ISCRITTI STRANIERI. ANCHE QUESTO È UN DATO DA CONSIDERARE PER IL NOSTRO SHOE COUNT ODIERNO, TRA CONFERME E NOVITà. Dati & statistiche sui brand ai piedi dei partecipanti di alcune delle più importanti competizioni italiane. ecco il quarto appuntamento con la nuova, esclusiva rubrica di running magazine Fra le competizioni che si corrono su suolo italiano, la Maratona di Roma costituisce uno degli appuntamenti di maggior prestigio. Se si considera il numero degli atleti al traguardo, ogni anno è fra le prime in assoluto, mentre sul piano qualitativo è l’evento più veloce: le migliori prestazioni entro i nostri confini, in una gara da 42,195 Km, sono state stabilite qui dal keniano Benjamin Kiptoo (2h 07’ 17’’ nel 2009) e dalla russa Galina Bogomolova (2h 22’ 53’’ nel 2008). Il vincitore assoluto dell’edizione 2012 è stato il keniano Kanda Luka Lokobe, che ha fermato il cronometro sul tempo di 2h 08’ 04’’. Seguono il suo connazionale Barmao Samson K., in 2 h 08’ 52’’, e l’etiope Tsega Demssew Abebe, con 2h 10’ 47’’. Per la categoria femminile, il primato spetta ancora al Kenya, con Kimutai Hellen Jemaiyo (2h 31’ 11’’). Completano il podio Bekele Ashete D., al traguardo in 2h 31’ 23’’, e la russa Kovalyova Marina, in 2h 31’ 53’’. Su 2.437 maratone svoltesi nel 2011 a livello mondiale, la Maratona di Roma si è piazzata al diciottesimo posto per numero di arrivati. 15.500: iscritti totali 8.500: italiani iscritti 7.000: stranieri iscritti 82: nazioni rappresentate 12.679: atleti arrivati 179: atleti squalificati 4: ore diretta su La7 8,5: Km modificati del tracciato 70: cambi di direzione 500: siti storici toccati 7: ore di tempo limite gara 100: associazioni Onlus partecipanti 15.000: mq di superficie per il Marathon Village 120: stand presenti al Marathon Village MARATONA roma / 18 marzo 2012 FINO A 2h 30’ % 1. ASICS 2. MIZUNO 3. NIKE 4. brooks 5. SAUCONY 6. ADIDAS 7. new b. 8. DIADORA ALTRO TOTALE 1 2 11 3 0 5 2 0 0 24 4,2% 8,3% 45,8% 12,5% 0,0% 20,8% 8,3% 0,0% 0,0% 100,0% da 2h 30’ a 3h 00’ 51 38 25 22 33 37 7 1 9 223 % 22,9% 17,0% 11,2% 9,9% 14,8% 16,6% 3,1% 0,4% 4,0% 100,0% da 3h 00’ a 3h 30’ 346 199 130 135 123 72 41 1 25 1072 % da 3h 30’ a 4h 00’ 32,3% 18,6% 12,1% 12,6% 11,5% 6,7% 3,8% 0,1% 2,3% 100,0% 974 467 354 329 322 165 105 8 84 2808 % da 4h 00’ a 4h 30’ 34,7% 16,6% 12,6% 11,7% 11,5% 5,9% 3,7% 0,3% 3,0% 100,0% 879 349 311 289 265 132 88 7 69 2389 % da 4h 00’ a 4h 30’ % 36,8% 14,6% 13,0% 12,1% 11,1% 5,5% 3,7% 0,3% 2,9% 100,0% da 4h 30’ a 5h 00’ % 859 362 265 244 207 106 78 7 58 2186 TOT 2012 39,3% 16,6% 12,1% 11,2% 9,5% 4,8% 3,6% 0,3% 2,7% 100,0% % 3110 1417 1096 1022 950 517 321 24 245 8702 VS 2011 35,7% 16,3% 12,6% 11,7% 10,9% 5,9% 3,7% 0,3% 2,8% 100,0% 1,4% -1,4% -2,1% 2,3% 0% 0,4% -0,3% -0,2% 0,8% MARATONA roma / 20 marzo 2011 FINO A 2h 30’ % Alle sue spalle si conferma Mizuno (16,3%), con un lieve calo rispetto al 2011 ma comunque solidamente al secondo posto davanti a Nike che, pur confermandosi di gran lunga prima tra i top runners sotto le 2h 30’ (in realtà certamente tutti sponsorizzati) si dimostra in calo negli ultimi due anni, passando da un 16,5% del 2010 ad un 12,6% di quest’anno. Positiva invece la performance di Brooks, che “vede” il podio e comunque scavalca Saucony, con l’11,7%. Interessante notare come il sorpasso non sia tanto dovuto ad un calo di Saucony, esattamente stabile tra il 2011 e il 2012 con il 10,9% delle preferenze, bensì ad un incremento del 2,3% della stessa Brooks (la crescita più vistosa in classifica). Dietro, la situazione è sostanzialmente invariata con un consolidamento di Adidas (+0,4%) e un lieve calo di New Balance e Diadora. Escono dalla classifica dei top brand Reebok (presente nel 2010 con lo 0,8%) e Kalenji (nel 2011 era anch’esso a 0,8%). 1. ASICS 2. MIZUNO 3. NIKE 4. SAUCONY 5. brooks 6. ADIDAS 7. new b. 8. kalenji 9. DIADORA ALTRO TOTALE 2 3 11 2 0 8 0 0 0 0 26 7,69% 11,54% 42,31% 7,69% 0,00% 30,77% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 100,0% da 2h 30’ a 3h 00’ 65 53 32 32 33 28 13 3 0 2 261 % 24,9% 20,3% 12,3% 12,3% 12,6% 10,7% 5,0% 1,1% 0,0% 0,8% 100,0% da 3h 00’ a 3h 30’ 482 330 245 179 137 103 49 16 5 35 1581 % da 3h 30’ a 4h 00’ 30,5% 20,9% 15,5% 11,3% 8,7% 6,5% 3,1% 1,0% 0,3% 2,2% 100,0% 1019 601 441 335 315 154 97 19 22 39 3042 33,5% 19,8% 14,5% 11,0% 10,4% 5,1% 3,2% 0,6% 0,7% 1,3% 100,0% 1211 525 497 383 304 155 136 27 22 75 3335 % 36,3% 15,7% 14,9% 11,5% 9,1% 4,6% 4,1% 0,8% 0,7% 2,2% 100,0% da 4h 30’ a 5h 00’ % 799 335 307 203 193 130 122 21 7 59 2176 TOT 2011 36,7% 15,4% 14,1% 9,3% 8,9% 6,0% 5,6% 1,0% 0,3% 2,7% 100,0% % 3578 1847 1533 1134 982 578 417 86 56 210 10421 34,3% 17,7% 14,7% 10,9% 9,4% 5,5% 4,0% 0,8% 0,5% 2,0% 100,0% VS 2010 -0,56% -0,15% -1,81% 1,13% 2,15% -0,04% -0,66% NEW 0,05% -0,11% MARATONA roma / 21 marzo 2010 FINO A 2h 30’ % 1. ASICS 2. MIZUNO 3. NIKE 4. SAUCONY 5. brooks 6. ADIDAS 7. new b. 8. reebok 9. DIADORA ALTRO TOTALE 4 2 9 0 0 8 1 0 0 0 24 16,7% 8,3% 37,5% 0,0% 0,0% 33,3% 4,2% 0,0% 0,0% 0,0% 100% da 2h 30’ a 3h 00’ 58 64 55 8 26 26 13 0 0 9 259 % 22,4% 24,7% 21,2% 3,1% 10,0% 10,0% 5,0% 0,0% 0,0% 3,5% 100% 8 da 3h 00’ a 3h 30’ 437 269 222 119 101 90 46 3 9 23 1319 % da 3h 30’ a 4h 00’ 33,1% 20,4% 16,8% 9,0% 7,7% 6,8% 3,5% 0,2% 0,7% 1,7% 100% 976 500 503 299 209 145 123 23 12 63 2853 % da 4h 00’ a 4h 30’ 34,2% 17,5% 17,6% 10,5% 7,3% 5,1% 4,3% 0,8% 0,4% 2,2% 100% 1017 530 473 304 214 151 155 25 16 52 2937 % 34,6% 18,0% 16,1% 10,4% 7,3% 5,1% 5,3% 0,9% 0,5% 1,8% 100% da 4h 30’ a 5h 00’ 735 288 266 172 123 97 93 22 9 50 1855 % TOT 2010 39,6% 15,5% 14,3% 9,3% 6,6% 5,2% 5,0% 1,2% 0,5% 2,7% 100% 3227 1653 1528 902 673 517 431 73 46 197 9247 % 34,9% 17,9% 16,5% 9,8% 7,3% 5,6% 4,7% 0,8% 0,5% 2,1% 100% cover Story FIN DALLA SUA NASCITA E DAL SUO “MANIFESTO PROGRAMMATICO” IL NOSTRO GIORNALE è STATO PARTICOLARMENTE ATTENTO ANCHE A QUESTA DISCIPLINA, CHE INCONTRA IL FAVORE DI UN NUMERO CRESCENTE DI RUNNERS E NON SOLO. IN QUESTE PAGINE ALCUNI INTERESSANTI SPUNTI SUL TEMA, DEL QUALE TORNEREMO CERTAMENTE A PARLARE CON ALTRI APPROFONDIMENTI Sempre più triathlon TRE ATLETI ITALIANI ALLE OLIMPIADI, IL PRESIDENTE DELLA FITRI NOMINATO ANCHE PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE EUROPEA, OLTRE 16MILA TESSERATI NEL 2011 (ERANO CIRCA 14MILA NEL 2009). RIFLETTORI PUNTANTI SU QUESTO (GIOVANISSIMO) SPORT, CHE HA SAPUTO EVOLVERSI E AFFERMARSI CON GRANDE EFFICACIA; UN APPEAL CHE SEMBRA CONQUISTARE TANTO GLI AMATORI SENIOR QUANTO LE NUOVE GENERAZIONI. • MONICA NANETTI Novità, tendenze, spunti di riflessione, fenomeni emergenti: una rivista come Running Magazine ha nei suoi tratti distintivi anche quello di captare i segnali provenienti dall’universo dello sport per proporre analisi quanto più possibile approfondite e aggiornate. Per questo motivo, con questo numero della rivista abbiamo voluto aprire una “finestra” anche sul mondo del triathlon: una disciplina che si sta affermando in modo sempre più diffuso e che sta suscitando l’interesse di sportivi e aziende. In questa prima carrellata, insieme al presidente della Federazione, abbiamo voluto sentire le voci di alcuni atleti a vario titolo particolarmente significativi, aggiungendo alla nostra analisi una cronaca “dal vivo” del recente IronMan 70.3 svoltosi a Pescara. na Triathlon) e da poco nominato anche presidente della federazione europea ETU (European Triathlon Union). “Il triathlon in Italia è nato nel 1984 – racconta – e da allora di strada ne è stata fatta davvero tanta. La nostra federazione (che nel 2001 ha ottenuto l’ufficiale e definitivo riconoscimento dal CONI) sta operando su più fronti, in particolare dal punto di vista dell’attività giovanile, con una serie di attività sinergiche finalizzate a un sostanziale miglioramento del livello agonistico. Un progetto che si sviluppa lungo tre direttrici. In primo luogo, un’attività generale di diffusione a livello scolastico, con presentazioni dello sport da parte dei nostri tecnici. Secondariamente, un’intensa attività giovanile sul territorio attraverso le società, con la partecipazione ai vari comitati regionali e con l’organizzazione di gare per le diverse categorie (fasce bienna- aspetto? “Siamo uno sport giovane, ed è inevitabile avere qualche problema di invisibilità. Ma va anche detto che ultimamente la nostra presenza è aumentata molto, sia in campo internazionale sia, di riflesso, in ambito italiano, grazie anche a testimonial celebri: come Pippa Middleton e Jennifer Lopez, solo per citarne alcuni. Dal canto nostro, stiamo anche cercando di promuovere il nostro sport presso i pediatri (che nei decenni passati sono stati tra i principali artefici del successo del nuoto, consigliandolo alle mamme di tutta Italia), forti del fatto che il triathlon è un’attività fisica sana, completa e divertente. Nel complesso, comunque, sono fiducioso: negli Stati Uniti il triathlon è ormai un grande successo, e questo schema è destinato a ripetersi anche da noi; come conferma il fatto che i tesserati dal 2006 a oggi sono più che raddoppiati”. IL TARGET DEI TESSERATI - Ma come si compon- li che comprendono bambini e ragazzi dagli 8 ai 19 anni): si tratta per noi di un’attività estremamente importante, come testimoniano le gare svoltesi poche settimane fa a Porto Sant’Elpidio, nelle Marche, che hanno visto la partecipazione di ben 800 ragazzini provenienti da tutta Italia. Infine lavoriamo anche sul cosiddetto “Progetto Talento”, già sviluppato con successo da altre federazioni all’estero: in questo caso, anziché giocare sulla statistica allargando la base di praticanti, il tentativo è quello di tentare di individuare i potenziali talenti attraverso precise tecniche di selezione; si tratta di un progetto interessante, che sta già fornendo i primi risultati con una decina di ragazzi su cui stiamo investendo per il futuro”. gono, questi tesserati? Quali sono le fasce di età più rappresentate nel grande gruppo degli amatori? “Potrei parafrasare i fratelli Coen dicendo che ‘non è uno sport per vecchi’; negli anni passati, spesso confluivano nel nostro sport forti atleti a fine carriera, provenienti dalle discipline specialistiche: ex ciclisti, ex podisti, ex nuotatori che vedevano nel triathlon una possibilità per tornare a competere ad alti livelli e di ottenere nuove vittorie, dopo aver abbandonato la loro specialità ‘principale’. Per molti anni abbiamo avuto molti atleti tra i 28 e i 35 anni, con un passato prestigioso in altre discipline; e fino a 7/8 anni fa, la fascia di età più numerosa fra i triatleti era quella tra i 35 e i 45 anni. Oggi questo atteggiamento sta cambiando profondamente: iniziano a crescere ragazzini che si sono accostati al triathlon a 8 anni (e che magari lo hanno abbandonato negli anni dell’università, per poi riprenderlo intorno ai 28 anni); veri e propri ‘nativi triatleti’ che contribuiscono ad abbassare l’età media dei praticanti e a fornire a questo sport una sua specifica identità”. Cambia l’età media dei tesserati: cambiano anche le prestazioni? “Il livello qualitativo negli ultimi anni si è innalzato moltissimo. Data la particolare tipologia di gara non esiste la possibilità di raffronti cronometrici precisi, ma se anche solo guardiamo i risultati delle gare più classiche, possiamo notare negli ultimi 10 anni un miglioramento che ha dell’incredibile: i migliori atleti, sulla distanza olimpica, corrono i 10.000 metri in meno di 30 minuti, immediatamente dopo aver percorso ‘a palla’ 1,5 km a nuoto e 40 km in bicicletta”. IL NODO DELLA PROMOZIONE - In generale, comun- PROSPETTIVE OLIMPICHE - Da Sydney 2000, il que, spesso il triathlon risulta ancora una sorta di “oggetto misterioso” nei confronti del grande pubblico… come gestite questo triathlon è anche disciplina olimpica: quali sono le vostre aspettative per il prossimo appuntamento di Londra? “In questo sport sono L’atleta italiano più rappresentativo, qualificato ai prossimi Giochi Olimpici di Londra, Alessandro Fabian (Centro Sportivo Carabinieri). NUMERI - Iniziamo dai numeri: 13.931 tesserati nel 2009, 15.350 nel 2010, 16.192 nel 2011; circa 300 manifestazioni in tutto il territorio nazionale; un totale di società sportive (ADS) passato da 274 nel 2009 a 302 nel 2011; e una stagione corrente che sta già superando l’evoluzione dello scorso anno. La tendenza del triathlon, insomma, è quella di una decisa e costante crescita: per quanto sia ancora sport di nicchia, incominciano di fatto a scorgersi segnali di quella che potrebbe trasformarsi in una “tendenza forte”. Si moltiplicano le gare, compaiono sempre più numerosi prodotti specifici per questo sport (dai GPS da polso all’abbigliamento), incominciano a diffondersi i primi negozi con una forte specializzazione su questa particolare disciplina (come, in Lombardia, Trisports di Gallarate o Sport Village di Bareggio). LA FEDERAZIONE - Ne parliamo con Renato Bertrandi, presidente FITRI (Federazione Italia- 10 Il presidente della FITRI, nonché della ETU, Renato Bertrandi. ammessi in totale solo 55 uomini e 55 donne, con un massimo di 3 uomini e 3 donne per ogni nazione: la competizione per le qualificazioni è quindi agguerritissima, a livello mondiale. Il fatto di essere riusciti a qualificare 3 atleti per l’Italia (2 uomini e una donna) è davvero una grande soddisfazione, oltre che un contributo alla credibilità e all’immagine del triathlon italiano (e lo conferma anche la mia recente elezione a presidente della federazione europea). Quanto ai risultati, è tutta da giocare: sulla carta ci posizioniamo intorno al 15° posto, ma bisogna considerare che tutte le prestazioni sono ‘compresse’ su differenze davvero molto ridotte; ed è anche vero che questo è uno sport dalle molteplici variabili, in cui può succedere di tutto, tanto è vero che alle Olimpiadi non ha mai vinto un favorito. Insomma, sulla carta non siamo da podio; però i ragazzi sono ben preparati, motivati…insomma, io un po’ ci spero”. MA GLI SPONSOR “LATITANO” - Questo mondo in crescita, sia numerica che di visibilità, dovrebbe quindi attrarre anche l’interesse degli sponsor: come si muovono le aziende? “Purtroppo non è esattamente così: negli Stati Uniti c’è una partecipazione straordinaria, in Europa c’è una certa attenzione, in Italia sul fronte sponsor c’è davvero poco. Noi abbiamo il sostegno di due aziende, Tyr (attrezzatura da piscina) ed Ener- Misure e varianti del Triathlon Le competizioni di triathlon si articolano su diverse distanze di gara: • Sprint (0,750 km nuoto, 20 km bici, 5 km corsa) • Olimpico (1,5 km nuoto, 40 km bici, 10 km corsa) • Medio (2,5 km nuoto, 80 km bici, 20 km corsa) • Lungo (4 km nuoto, 120 km bici, 30 km corsa) • Ironman (3,8 km nuoto, 180 km bici, 42 km corsa). In aggiunta al triathlon fanno capo alla FITRI anche discipline “affini”: duathlon (corsa-ciclismo-corsa), winter triathlon (corsa-ciclismo-sci di fondo) e aquathlon (corsa-nuoto-corsa). Daniel Hofer primo alla Coppa Europa di Triathlon Sprint (12 giugno 2011). RUNNING MAGAZINE GIUGNO 2012 // INTERVISTA A TUTTO CAMPO CON DANIEL FONTANA Il richiamo dell’IronMan vit, ma per il resto la situazione è molto dura, anche a causa della crisi e del fatto che ci posizioniamo pur sempre come sport di nicchia. Un vero peccato, se si considera invece l’interesse dell’industria statunitense, giustificato anche dal fatto che molte aziende vedono nel triathlon una straordinaria area test per i propri prodotti e per lo sviluppo di soluzioni innovative: è proprio per il triathlon che sono state sviluppate inizialmente le prolunghe per le bici, le ruote con i profili alti, le mute da nuoto a spessore differenziato. Innovazioni estese poi anche agli altri sport”. A PROPOSITO DI IRONMAN - Veniamo infine alla contrapposizione fra i due grandi mondi del triathlon: quello federale, che parte dalle distanze più corte, e quello dell’IronMan, marchio commerciale specializzato sulle lunghe distanze. Quali sono le relazioni fra queste due realtà? Come viene vissuta questa dicotomia? “ L’IronMan ha una storia molto particolare (vedi box) e si è sviluppato soprattutto negli Stati Uniti attraverso la WTC (World Triathlon Corporation) una società commerciale che ne possiede i diritti. Poco tempo dopo, e parallelamente, si è creata l’ITU (International Triathlon Union), nata dalla somma delle 5 unioni continentali. In pratica, esistono ora due federazioni distinte, di cui la WTC è specializzata sulle lunghe distanze. Fino a qualche anno fa c’era sicuramente una certa rivalità tra le due organizzazioni, ma negli ultimi tempi si sta affermando una maggiore volontà di collaborazione. Una differenza fondamentale è data dal fatto che noi, rispetto alla WTC, siamo legati alle direttive del CIO, molto più restrittive soprattutto sui controlli antidoping. Quello dell’IronMan è insomma un mondo a parte, sicuramente bellissimo e molto evocativo; tutti noi siamo cresciuti con le immagini della meravigliosa e durissima gara delle Hawaii, vero e proprio simbolo. Ma c’è da aggiungere che questa realtà è stata forse un po’ troppo ‘spremuta’ e sta perdendo un po’ di spinta, a maggior ragione dopo l’acquisto del marchio da parte di un hedge fund statunitense: uno spirito eccessivamente commerciale (solo per fare un esempio, l’iscrizione al 70.3 di Pescara costava 220 euro, contro gli 89/90 euro delle analoghe gare federali) che inizia a disturbare gli atleti, anche se gode del forte sostegno di presenze eccellenti. La partecipazione di Lance Armstrong all’IronMan delle Hawaii di quest’anno è senza dubbio una grande operazione di marketing, che renderà moltissimo in termini di immagine”. …ironia della sorte: questa intervista è stata realizzata solo poche ore prima della notizia dell’indagine da parte dell’USADA (U.S.Anti Doping Agency) a carico di Lance Armstrong, con il divieto all’atleta di partecipare a qualsiasi competizione di triathlon. Argomento scottante, dunque, su cui ci riserviamo di tornare in futuro. “L’IMMAGINE DI QUESTO EVENTO È DAVVERO MOLTO APPETIBILE, E IN GRADO DI ATTRARRE MOLTISSIME PERSONE. E ANCHE DA UN PUNTO DI VISTA COMMERCIALE, GLI INTERESSI POSSONO ESSERE ALTI; SPESSO IL TRIATLETA È UNA PERSONA DI BUON LIVELLO ECONOMICO, ED È MOLTO VANITOSO NEL SUO SPORT: QUESTO NE FA MOLTE VOLTE UN COMPRATORE COMPULSIVO”. // Argentino naturalizzato italiano, 36 anni, Daniel Fontana è uno dei più noti IronMan nazionali; tra i suoi ultimi successi, il primo posto al 70.3 di Pescara lo scorso 10 giugno. La sua carriera di triatleta è iniziata per caso, in Argentina: “Facevo nuoto insieme a mia sorella, nel piccolo paese dove abitavo. Quando, dopo qualche tempo, la piscina ha avuto un guasto ed è stata chiusa, ho incominciato a correre come alternativa: andavo piuttosto bene, così un amico mi ha proposto di provare il triathlon. Mi sono appassionato, i risultati hanno iniziato ad arrivare. Nel 2002 mi sono trasferito in Italia (ho passaporto italiano perché la mia famiglia ha origini qui) e ho continuato il mio percorso sportivo: campionati italiani, qualificazioni alle Olimpiadi di Atene del 2004… insomma, mi sono ormai stabilito definitivamente in Italia (anche perché qui ho trovato anche la mia fidanzata). E mi trovo decisamente molto bene, anche perché la base culturale dei due paesi è molto simile. Certo, il triathlon in Argentina è vissuto in modo diverso, c’è una maggiore influenza dell’approccio “made in USA”; in Italia, per contro, quasi tutto è in mano alla federazione e questo – lo dico senza alcuna polemica, anche perché sono molto legato alla federazione stessa, che mi ha accolto e grazie alla quale mi trovo qui – rende spesso le cose più lente, più legnose, creando un mondo un po’ chiuso in se stesso”. Atene e Pechino. “Quest’anno non sarò fra gli atleti che andranno a Londra – racconta – ma va bene così: ho già partecipato a due Olimpiadi e ho potuto rendermi conto che la medaglia ‘non ce l’ho nelle gambe’. A questo punto preferisco cercare nuovi stimoli, ed è per questo che negli ultimi due anni ho iniziato a dedicarmi alle distanze più lunghe e agli IronMan: una scelta quasi naturale con l’avanzare dell’età, perché più adatta ad atleti con maggiore esperienza. Ma comunque una scelta non compatibile con distanze più brevi come lo sprint o il triathlon olimpico. Lo scorso anno mi sono Podio Ironman di Pescara: Daniel al centro sfoggia il trofeo del vincitore. Il curriculum sportivo di Fontana comprende, tra l’altro, il primo posto al campionato panamericano nel 2001 (“quello è stato un momento davvero importante, una vera svolta per me”), svariate vittorie ai campionati italiani, un ottavo posto ai campionati mondiali del 2005, il titolo di vicecampione mondiale di mezzo IronMan e la partecipazione alle Olimpiadi di qualificato 12° all’IronMan delle Hawaii, e l’idea è quella di ritornare quest’anno migliorando questo risultato. È una gara durissima, a cui tutti puntano e che riunisce il top del mondo del triathlon: un vero e proprio simbolo (io stesso da bambino ho conosciuto il triathlon in televisione proprio attraverso le immagini della gara delle Hawaii) in cui mi piacerebbe ottenere un 11 risultato prestigioso, per chiudere in bellezza la mia carriera”. naggio poco intonato al resto dell’ambiente”. Ma quali sono, secondo Fontana, i motivi che spiegano il successo del triathlon in questi ultimi anni? “È uno sport bello, completo, salutare, in cui si fa anche turismo insieme alla famiglia e si visitano posti spettacolari al mare o sui laghi. E poi, anche se è uno sport individuale, si tende sempre molto a fare gruppo: l’ambiente è molto amichevole, ci si conosce e si va in trasferta assieme, e questo contribuisce a rendere tutto estremamente piacevole”. Un ritratto solare e pulito, che però si scontra con le voci di doping che di tanto in tanto si diffondono. Qual è l’opinione di Fontana su questo tema? “Inutile negarlo: il doping esiste in tutti gli sport di endurance. Molto dipende dagli interessi economici in gioco: forse anche per questo – il triathlon è uno sport ancora giovane – il nostro ambiente è comunque molto più pulito di altri. In ogni caso, è soprattutto una scelta personale; e poi ci sono i controlli (nell’IronMan esiste un accordo con l’agenzia antidoping USADA a questo proposito), che sono sempre più attenti e capillari”. Certo, il caso Armstrong insegna da questo punto di vista… “. È una storia poco piacevole, perché una figura come Armstrong, in termini di visibilità, è molto importante per questo sport e per tutto quello che gli gravita intorno. Anche se, a onor del vero, come persona l’americano non è molto amato nell’ambiente per il suo fare da superstar: elicottero, guardie del corpo, nessuna confidenza con nessuno… insomma, un perso- Tra gli sponsor di Fontana compaiono DDS (il centro sportivo di Settimo Milanese in cui lavora anche come coach per la squadra amatoriale di triathlon), Quota (biciclette), Brooks, Polar. “Ma in Italia è comunque molto difficile, assai più che in altri sport; il solo sostegno dello sponsor non basta certo per mantenersi, tanto più che si tratta di un’attività precaria: basta un semplice infortunio, uno stop di qualche mese, e ci si può ritrovare senza nulla in mano”. In conclusione, come vede Fontana il futuro del triathlon? “È uno sport destinato a crescere e a diffondersi in modo sempre più capillare: l’immagine dell’IronMan è davvero molto appetibile, e in grado di attrarre moltissime persone. E anche da un punto di vista commerciale, gli interessi possono essere alti; spesso il triatleta è una persona di buon livello economico, ed è molto vanitoso nel suo sport: questo ne fa molte volte un compratore compulsivo”. Foto credits: Alberto Diodato segue da pagina 11 cover Story Il “pioniere” racconta… ESORDIO E SUCCESSI - “Nel 1984 rac- NUOVI MATERIALI - “In uno sport così conta Alemanni - avevo incominciato da pochi anni a praticare il running. Quasi per caso, sfogliando la rivista Correre a cui mi ero abbonato, mi capitò di leggere un articolo su un ‘nuovissimo’ sport proveniente dagli USA: il triathlon, che all’epoca era davvero ai suoi albori. La cosa mi incuriosì tanto che poco tempo dopo, quando lessi la notizia della prima gara organizzata in Italia (al Lido di Ostia), decisi di iscrivermi per provare; in realtà non avevo mai fatto nulla di agonistico in nessuna delle tre discipline, ma si trattava comunque di attività che già praticavo e che mi piacevano… In breve, ne rimasi affascinato e continuai a dedicarmi con sempre maggiore costanza a questo sport”. Una costanza che gli ha permesso di collezionare, nel corso del tempo, 19 titoli italiani nei vari age group attraverso cui è passato, oltre a numerosi podi in campionati mondiali ed europei di triathlon e duathlon, culminati lo scorso anno con un argento ai mondiali di Las Vegas. giovane, l’evoluzione ha inevitabilmente toccato anche programmi e regolamenti; ma è soprattutto nei materiali che lo sviluppo è stato più intenso. Questo riguarda innanzitutto l’abbigliamento (il classico body da triathlon che si utilizza per tutte e tre le discipline esiste ormai da parecchi anni, ma i tessuti sono sempre più evoluti soprattutto in termini di idrorepellenza e di migliore scivolamento in acqua) e soprattutto il mezzo meccanico: un’evoluzione, questa, che ha interessato l’intero mondo del ciclismo e non solo il triathlon. Biciclette in nuovi materiali (come il carbonio), meccaniche più sofisticate e soprattutto le ruote di nuova concezione UN APPROCCIO DIVERSO - Che cosa è cambiato in questo sport, dunque, nel corso di quasi trent’anni? “Di sicuro è uno sport in crescita: anche semplicemente a livello di possono davvero fare la differenza e incidere significativamente sulle prestazioni del singolo atleta”. IL LIVELLO DELLE GARE - Questa generale evoluzione ha riguardato anche le gare? “Oggi le gare sono davvero tante e - devo dire - non tutte all’altezza; anche se la Federazione si sta impegnando molto nel selezionare competizioni di alto livello qualitativo. All’estero, bisogna ammetterlo, sono comunque più avanti di noi nell’organizzazione, anche perché in Italia molte difficoltà derivano dai permessi da richiedere ai vari comuni per l’utilizzo delle strade e degli specchi d’acqua. Inutile negarlo: la nostra cultura sportiva è bassa, soprattutto a livello di apparati burocratici, che spesso creano più problemi che facilitazioni”. IL DUATHLON? è PIU’ DURO… - Alemanni si è spesso cimentato anche in formule collaterali, in particolare nel duathlon: quali elementi distinguono le due specialità? “Il duathlon viene spesso visto come una sorta di ‘fratello minore’ del triathlon; in realtà è quasi il contrario: si tratta di uno sport più duro, più impegnativo, in cui il livello atletico dei partecipanti è generalmente più elevato. Il triathlon, però, fa più immagine… essere un triatleta, in generale, ‘fa figo’. Lo dimostra il fatto che, in molte società, più del 50% dei tesserati non fa neanche una gara all’anno. Molto diverso dai primi tempi, quando c’era una maggiore spontaneità… ma non lo vedo comunque come un fenomeno negativo: è un aspetto che crea movimento e passione, che ha comunque un buon motivo di esistere”. Nelle foto sopra Giorgio Alemanni in gara al Triathlon Milano 2010. 12 Paratriathlon a livelli mondiali Nel percorso di sviluppo del triathlon, un ulteriore tassello che si è recentemente aggiunto è quello del riconoscimento di sport paralimpico da parte del CIO; a partire da Rio 2016 questa disciplina entrerà a far parte dei programmi delle Paralimpiadi. Ne abbiamo parlato con Alberto Ceriani, atleta non vedente che si cimenta tanto in competizioni generali quanto in quelle riservate ai disabili e che, ad oggi, è il primo non vedente al mondo ad aver portato a termine l’IronMan delle Hawaii. “Ho iniziato nel 2004 quando, attraverso www.disabilincorsa.com (il sito che gestisco insieme a Michele Pavan e Daniela Vittori, che permette a persone con disabilità fisiche e a volontari accompagnatori e tecnici di mettersi in contatto) ho conosciuto Claudio Pellegri, con cui ho iniziato ad allenarmi nel running. È lui che, ben presto, mi ha proposto una gara di triathlon: un mio sogno da sempre, che non avevo mai fatto e che - da non vedente - non avevo mai avuto occasione di soddisfare. L’esordio, all’Idrosacalo di Milano sulla distanza olimpica, aveva come obiettivo semplicemente quello di portare a termine la gara senza camminare… e da quel momento, grazie alla disponibilità di Claudio, ho scoperto che era un’attività piacevole e divertente; mi sono appassionato e abbiamo iniziato ad aumentare gradualmente le distanze fino ad arrivare, due anni dopo, all’IronMan. Foto: Michele Novaga Gli anni sono 66, portati con grinta ed eleganza. Il milanese Giorgio Alemanni - noto come “il Grigio” - è tuttora un atleta amatoriale di altissimo livello, che compete ai vertici mondiali nella propria categoria; ma al tempo stesso rappresenta anche la memoria storica del triathlon italiano, sport a cui si è accostato fin dal suo esordio nel nostro paese. società sportiva (sono responsabile del settore per il mio club, il Road Runners Club Milano) stiamo constatando un grande sviluppo nel numero di persone che si accostano al triathlon, soprattutto negli anni più recenti. Certo, nelle gare l’ambiente è decisamente molto diverso rispetto ai tempi ‘da pionieri’: all’inizio si cimentavano nel triathlon atleti provenienti da altre discipline (principalmente podisti), come pure campioni che vedevano questa disciplina come una sorta di ‘curiosità’. Ricordo per esempio che al Lido di Ostia uno dei partecipanti era l’olimpionico Daniele Masala, nazionale di pentathlon. Oggi, invece, molto spesso si viene avviati direttamente al triathlon, attraverso scuole o società sportive centrate su questa specifica disciplina. E anche l’amatore 40/45enne, ormai, non ha una base di partenza centrata sulla corsa, o sul ciclismo, o sul nuoto: esordisce direttamente come triatleta”. Alberto e Claudio all’arrivo del Triathlon Sprint Eilat, aprile 2012. Per quanto riguarda la disabilità, nel triathlon ultimamente sono stati fatti importanti passi avanti: Claudio e io partecipiamo da parecchio tempo a gare per disabili, ma da un paio di anni è attivo il Movimento Parathriatlon a livello nazionale, con Simone Biava come allenatore, e le cose sono decisamente migliorate. Quando abbiamo gareggiato, nella sezione per disabili, ai mondiali di Amburgo del 2007, andavamo veramente allo sbaraglio, arrangiandoci da soli per tutte le necessità, dall’alloggio al trasporto dell’attrezzatura (che, nel caso del tandem, è sempre problematica). Dal 2011, invece, c’è una organizzazione seria, l’aria è decisamente cambiata; sia agli europei di Pontevedra, in Spagna nel 2011 (dove ci siamo classificati terzi), sia a quelli del 2012 in Israele (quinti sulla distanza sprint), abbiamo goduto di appoggio e di assistenza e tutto è diventato più semplice: appoggio in zona cambio, consigli e indicazioni, la presenza di medico e fisioterapista, prenotazioni alberghiere e così via. Tutto molto più facile e organizzato rispetto al nostro approccio ‘artigianale’”. Nel palmarès di Ceriani compaiono anche una vittoria agli europei di Lisbona del 2008 sulla distanza olimpica, un terzo posto ai mondiali in Australia nel 2009, nonché la partecipazione all’IronMan di Klagenfurt del 2006, corso al fine di ottenere la qualificazione per le Hawaii (i disabili ammessi alla gara ogni anno sono in tutto 5). Ma come si attrezzano atleta e accompagnatore per le diverse frazioni della gara? “Ognuno ha sviluppato una propria tecnica; la parte in bici si corre con un tandem da corsa, mentre nella corsa e nel nuoto siamo legati uno all’altro con un normale cordino: ai polsi per il running, intorno alla vita quando si è in acqua. Certo, nelle gare per disabili, cui partecipano al massimo una cinquantina di persone, è tutto molto più semplice; mentre nella ressa dei 2500 partenti per l’IronMan è davvero complicato, con il rischio che qualcuno si impigli nella corda. Tanto che, nelle competizioni in cui non abbiamo ambizioni di tempo, preferiamo mantenerci defilati e partire in coda al gruppo”. Ceriani ha anche l’appoggio di alcuni sponsor: F.lli Bonetti per il telaio del tandem, Brooks per calzature e abbigliamento, oltre al sostegno di CellFood, Juice Plus, Pizzardi Editore, Mediaedge e del Gruppo Sportivo non vedenti Milano. Quali i suoi prossimi obiettivi? “Il sogno sarebbe quello delle Paralimpiadi di Rio del 2016, per cui il prossimo gennaio iniziano le qualificazioni: sarà di sicuro un quadriennio impegnativo”. Foto: Michele Novaga Giorgio Alemanni, 66 anni, detto “il Grigio”: TRIATLETA AMATORIALE DI ALTO LIVELLO, COMPETE AI VERTICI MONDIALI NELLA PROPRIA CATEGORIA (è stato ARGENTO A LAS VEGAS 2011). UNA VERA E PROPRIA MEMORIA STORICA DEL TRIATHLON ITALIANO, A CUI SI è ACCOSTATO FIN DAGLI ESORDI. Foto: Neil Mac Loud LA BELLISSIMA STORIA DI ALBERTO CERIANI RUNNING MAGAZINE GIUGNO 2012 In questa pagina due immagini della gara principale e due relative all’Ironkids, evento collaterale dedicato ai giovanissimi dai 6 ai 12 anni, che si sono sfidati in una duplice prova di nuoto e corsa PESCARA 70.3: NON SOLO PER SUPERATLETI OLTRE 2.000 GLI ATLETI, PROVENIENTI DA 50 NAZIONI PER L’EVENTO, CHE HA GENERATO ANCHE UN NOTEVOLE RITORNO ECONOMICO: 20MILA PERNOTTAMENTI CON UNA SPESA MEDIA DI 800 EURO A PERSONA, PER UN BUSINESS DI 6 MILIONI DI EURO LA SECONDA EDIZIONE DELL’UNICO APPUNTAMENTO ITALIANO PER IL MARCHIO IRONMAN HA REGISTRATO UN GRANDE INTERESSE DI SPORTIVI, PUBBLICO E AZIENDE. NON SENZA QUALCHE CRITICA SULL’ORGANIZZAZIONE. QUESTA LA CRONACA DELLA NOSTRA INVIATA • Susanna Carraro La seconda edizione dell’Ironman 70.3 Italy, disputatasi a Pescara l’8, il 9 e il 10 giugno scorsi, ha attirato più di duemila atleti provenienti da 50 nazioni, trasformando la città abruzzese nel centro nevralgico del triathlon nazionale e internazionale per un weekend. Un record di presenze da attribuire sicuramente al successo dell’edizione passata, coadiuvato da una considerevole risonanza sulla stampa di mezzo mondo. “Degna di nota - raccontano gli organizzatori della gara - è la forte spinta che il marchio Ironman, con il suo bagaglio di esperienza internazionale, ha dato al triathlon italiano, creando un forte interesse per questa disciplina non solo tra gli atleti e gli amatori, ma avvicinando anche molte aziende che collaborano come sponsor.” Durante la presentazione dell’appuntamento sportivo, Wolf Hardt, responsabile marketing dell’evento, ha dichiarato: “L’anno scorso abbiamo ospitato 1.365 atleti e 3.276 accompagnatori, per un impatto economico di 3,5 milioni di euro, con 40mila spettatori. Per il 2012 contiamo di incrementare questi risultati”. E così è per diventare un finisher- riescono a trasmettere al pubblico la loro carica, la determinazione, la motivazione, ma anche la sofferenza e gli spettatori ricambiano queste emozioni con un calore sbalorditivo. Per conquistare il titolo di Ironman, atleti dai 18 ai 70 (e più) anni hanno affrontato la frazione natatoria di 1,9 km nello specchio di mare antistante la Nave di Cascella. Usciti dall’acqua, hanno prelevato la bicicletta dalla Transition Area e percorso un circuito di 90 km che si snodava tra i paesaggi delle colline abruzzesi. Infine, conclusa la prova ciclistica, hanno corso per una distanza di 21 km nel cuore della città fino ad arrivare nuovamente alla spiaggia. Il tutto senza soluzione di continuità, entro un tempo massimo di 8 ore e in condizioni via via peggiori visto il grande caldo che ha reso particolarmente ostiche le frazioni di ciclismo e di corsa. pacco gara e del mancato pasta-party promesso (considerato anche il costo della quota d’iscrizione, maggiorata rispetto a quella della scorsa edizione), alla differenza tra distanze dichiarate dall’organizzazione e quelle registrate dagli atleti in gara - 300 m in più per il nuoto e 4 km extra per la bici - e soprattutto la scarsità di giudici di gara lungo il percorso, fatto incredibile per un evento che mette a disposizione 35 slots per la finale mondiale di Ironman 70.3 World Championship in programma il 9 Settembre 2012 a Las Vegas, Nevada. SUCCESSI ITALIANI - A salire sul gradino più alto del podio sono stati l’italiano Daniel Fontana, con il tempo di 4h 10’ 00”, e la tedesca Kristin Moeller in 4h 47’58”. Daniel ha conquistato il primo posto, non senza difficoltà, resistendo agli attacchi di Jonathan Ciavattella (ritiratosi a causa di un problema tendineo) e di Ben Allen (crollato nella corsa, si è aggiudicato il quinto posto). Alle sue spalle Alessandro Degasperi, secondo anche nella passata edizione; terzo l’inglese Paul Amey. La minuta tedesca Kristin Möeller della squadra internazionale di Abu Dhabi, dopo essere passata al quarto posto durante la transizione ciclismo-corsa, ha completato la frazione podistica in 1h 24’ 42” sbaragliando tutte le avversarie. Secondo posto della classifica femminile per l’altoatesina Edith Niederfriniger, mentre l’inglese Joacqui Slack, alla sua prima partecipazione a un Ironman QUALCHE POLEMICA - Per la perfetta riuscita dell’evento, fondamentali sono stati il prezioso contributo dei volontari e soprattutto la meticolosa attenzione nella pianificazione della gara, concretizzatasi in schiere di bagnini e scooter d’acqua per assistere gli atleti in mare, in strade blindate lungo tutto il resto del percorso, sorvegliate a vista dai 75 agenti della Polizia municipale dislocati sul territorio e dai 600 uomini della Protezione civile che hanno preparato la città all’invasione degli sportivi. Non sono mancate comunque le critiche legate al valore del A PROPOSITO DELL’Ironman 70.3 stato: le prime stime parlano di almeno 20mila pernottamenti a Pescara, con 6 milioni di euro (800 euro di media a persona) previsti come movimenti economici solo sul capoluogo adriatico. A oggi, Pescara è l’unica città italiana a ospitare un evento del circuito Ironman: questo rappresenta sicuramente un vanto, dal momento che l’organizzazione della “emme col pallino” è nota per selezionare le location più suggestive al mondo: l’eterogeneità e la spettacolarità del territorio, tra il mare e i monti, rendono la località abruzzese scenario perfetto per una delle competizioni più dure e spettacolari di sempre. UN’ATMOSFERA UNICA - L’atmosfera che si respira in eventi come questo è unica nel suo genere, soprattutto per merito degli atleti che vi partecipano. Come in tutte le competizioni, i professionisti regalano sempre grandi emozioni con le loro performance straordinarie; ma è quando alla griglia di partenza si allineano gli amatori che inizia lo spettacolo vero: persone comuni - che non partecipano per vincere, ma La definizione 70.3 indica la distanza totale delle tre discipline in miglia: 70.3 = 1,2 + 56 + 13,1 (un miglio=1.609 metri); espressa in chilometri, la corsa prevede : 1,9 km di nuoto, 90 km in bicicletta, 21,097 km di corsa. La versione 70.3 è recente ed è esattamente la metà dell’Ironman classico (viene infatti anche chiamato half Ironman) pur essendo comunque significativamente più lungo delle versioni olimipiche e sprint. La qualificazione al campionato del mondo si acquisisce tramite la partecipazione a gare internazionali, come quella svoltasi a Pescara. Com’è nato l’Ironman La leggenda vuole che l’Ironman nasca nel 1978, da una discussione tra tre marines ubriachi su quale fosse la disciplina sportiva più dura in assoluto, durante la premiazione di una gara di corsa alle Hawaii. Uno dei tre, John Collins, propose una nuova forma di gara, somma di tre gare già esistenti e note per la loro durezza: la Waikiki Roughwater, 2,4 miglia di nuoto più la Around Oahu Bike Race con 112 miglia in bici e la Honololu marathon con 26,6 miglia di corsa. Il primo che avesse portato a termine la estenuante prova sarebbe stato eletto Ironman, uomo d’acciaio. Al primo Ironman della storia, che si disputò il 18 febbraio dello stesso anno, si iscrissero 15 atleti, di cui solo 12 giunsero in fondo. Oggi in tutto il mondo si contano 25 Ironman; il più famoso è la finale annuale, a Kowa, nelle Hawaii, dove questa grande sfida sportiva ha avuto origine. Ai giorni nostri La denominazione “Ironman” è di proprietà di una federazione, la World Triathlon Corporation (WTC), che organizza gare periodiche in varie parti del mondo. Le gare non organizzate dalla WTC su distanza super lunga sono dette più correttamente full distance triathlon. Altre distanze non ufficiali sono: - Double e Triple Iron: 2 o 3 volte la distanza superlunga - Decatriathlon o Decaironman: 10 volte la distanza superlunga (in 9 giorni) - Double Decatriathlon: 20 volte la distanza superlunga (in 18 giorni) 13 70.3, ha conquistato la terza posizione. Questa edizione ha visto anche un trionfo di staffette: su tutte ha primeggiato il trio Dream Team, composto da Luke Morini (nuoto), Luigi Paolini (ciclismo) e Giovanni Auciello (corsa), con un tempo di 4h 11’ 04”. IRONKIDS, SPINNING ED EXPO - Grande interesse anche per gli eventi collaterali che hanno arricchito l’Ironman 70.3 Italy: primo tra tutti l’Ironkids, speciale competizione riservata ai più piccoli, che ha visto Decathlon come sponsor ufficiale dell’iniziativa. Sabato 9 giugno i giovanissimi di età compresa tra i 6 ed i 12 anni si sono sfidati in una duplice prova - nuoto e corsa sulla spiaggia - dimostrando di essere dei veri “Ironkids” e delle autentiche promesse per il futuro. I triatleti in miniatura hanno gareggia- to con il tifo di supporters d’eccezione: Edith Niederfriniger, Alessandro Degasperi e Martina Dogana. Lo spirito dell’iniziativa - quello di motivare i giovani attraverso lo sport e condurli a uno stile di vita attivo, positivo e sano - si è così coniugato con la mission aziendale di Decathlon di “rendere accessibile al maggior numero di persone il piacere dello sport”. In serata è seguito l’appuntamento con la federazione italiana di Spinning che ha proposto “Ride the Ironman”, una pedalata di gruppo su queste particolari bike ricreando le salite, le discese e i rettilinei veloci dei 90 km del percorso gara. I professionisti presenti all’evento hanno controllato la posizione di ciascun partecipante sulla bici per assicurare una perfetta sessione di spinning. Al resto ci hanno pensato la musica ad alto volume, la grande motivazione dei presenti e il tramonto sul mare di Pescara. Notevole successo di pubblico anche per l’Iron Expo, allestito nel cuore della città, in Piazza della Rinascita, rivelatosi un’ottima vetrina espositiva per le aziende partecipanti (Sailfish, Ceepho, Decathlon, TYR, Newtown running, Brooks, Skinfit, Big One, Timex, 2XU, CZ Compression Zone, Spinning, Humangest, Triathlete), oltre che un’interessante occasione per proporre prove prodotto e rapide consulenze dirette con gli esperti del settore. la scarpa del mese MIZUNO // Wave Rider 15 informazioni di base // PER / Uomo, Donna Collezione / FW 2012 TARGET / Scarpa neutra, ideale per atleti dinamici di peso medio fino a 85 kg, con un ritmo di corsa tra i 5-4’/km. Creata per runner esigenti, che necessitano di una calzatura reattiva e leggera ma stabile, anche sulle lunghe distanze I tre punti di forza 1 / Ammortizzata e reattiva 2 / Avampiede con New Smoothride per un miglior controllo della flessione e una spinta più efficace 3 / Calzata ottimale PESO / Uomo 300 gr; Donna 250 gr MISURE / Uomo 7-13,14,15,16; Donna 6h-11h PrezzO CONSIGLIATO alla vendita / 160 euro FODERA // NYLON SOTTOPIEDE // soletta rimovibile premium soletta rimovibile premium Intersuola // Ap+ nuovo polimero dell’intersuola che garantisce un migliore ammortizzamento e un ottimo livello di comfort, assicurando maggiore durata TOMAIA // Realizzata con sistema Air mesh che permette alla scarpa di mantenere un elevato livello di traspirabilità per tutta la vita della scarpa e permette al piede di rimanere fresco Pebax Renew // Piastra dell’intersuola costruita da un tipo di Pebax, realizzato con un olio vegetale ecologico che sviluppa meno carbonio, mantenendo tutte le caratteristiche del Pebax normale. ALLACCIATURA // simmetrica, con stringhe piatte VS1 // Mescola INSERITA per l’assorbimento degli shock e l’ammortizzamento. aiuta inoltre ad allungare la vita delle calzature. Si tratta di un “elastomero termoplastico” posizionato in modo specifico in ciascuna calzatura e fornisce all’intersuola la necessaria possibilità di deformarsi, per un corretto e naturale allineamento del piede durante il ciclo di corsa. Fornisce protezione all’impatto e assorbimento degli shock. colori // UOMO Fluorite/Orange/Anthracite Silver/Gypsum/Surf the web White/Ember/Anthracite 14 Petunia/Lichen RUNNING MAGAZINE CURIOSITà PRODOTTO // La variante di Wave Rider 15 nei colori Petunia/Lichen, sia per uomo che per donna, è stata creata appositamente in occasione delle Olimpiadi di Londra. Il viola è la tinta delle grandi occasioni, per celebrare un contesto da elite che richiede prestazioni, prodotti e tecnologie al massimo livello. I dettagli in giallo vogliono essere un buon viatico verso il successo. Gli atleti olimpionici Mizuno come Federica Pellegrini a Debrecen indosseranno questa particolare versione durante le personali attività di training SUOLA // Gender Engineering // Basata sulle ricerche biomeccaniche delle differenze tra i generi maschile e femminile. Mizuno realizza le intersuole e le suole adattandole a seconda del sesso, in questo modo vengono migliorati la corsa, la prestazione e il comfort. GIUGNO 2012 Marketing Info // La Wave Rider 15 è al centro di una campagna stampa che Mizuno presenta su diverse riviste sportive (vedi immagine sotto). Nei mesi da luglio a ottobre sarà infatti sulle pagine di Correre, Runner’s World, La corsa, Sportweek e Running Magazine. Mizuno Intercool // Sistema di ventilazione lungo tutta la suola che riduce il calore e l’umidità che si producono nella scarpa. New Smoothride // Per creare una scarpa con flessibilità variabile nell’avampiede, Mizuno ha inventato un sistema di controllo che permette alla scarpa e al piede di flettere facilmente all’inizio, per poi aumentare la tensione durante la fase di spinta. Il risultato è una transizione estremamente fluida e agevole, ma anche efficiente per una corsa più piacevole e naturale. video // Mizuno Wave // È l’unica tecnologia esclusiva Mizuno che offre insieme ammortizzamento e stabilità. Si tratta di una piastra ad onda in Pebax ecologico R –NEW inserita nell’intersuola mescola X10 // gomma al carbonio super-resistente, esclusiva Mizuno. Fornisce una alta durata nelle aree di grande consumo e garantisce maggiore trazione e aderenza all’impatto del tallone col terreno. // donna White/Blue Depths/Lapis È inoltre visibile online un video che mette in evidenza le proprietà della scarpa dotata della tecnologia Wave, illustrando con immagini in slow motion il particolare effetto ammortizzante che la speciale piastra in Pebax è in grado di sostenere durante la transizione. Inquadrando il QR qui sopra o visitando la sezione video sul nostro sito è possibile vedere la clip: www.runningmag.it MATERIALE POP// Colonnine da esposizione in vetrina (a lato un’immagine del totem) White/Red Plum/Calcite Petunia/Lichen 15 RUNNING MAGAZINE RUNNER DEL MESE A TU PER TU CON UNO DEI NOMI PIù IMPORTANTI NELLA STORIA DELL’ATLETICA LEGgERA ITALIANA GIUGNO 2012 IL DOLCE VIRUS DELL’AGONISMO… COME POTREBBE NON ESSERNE AFFETTO CHI VINCE UN CAMPIONATO EUROPEO DEI 3.000 SIEPI DOPO UNA CADUTA… RIPERCORRIAMO CON ALESSANDRO LAMBRUSCHINI QUELL’EPICO MOMENTO, UNO DEI TANTI DELLA SUA FELICE CARRIERA AGONOSTICA. ALLA FINE DELLA QUALE NON HA CERTO SMESSO DI CORRERE, AVVICiNANDOSI ALLE GARE A TAPPE NEL DESERTO, OLTRE CHE A TRIATHLON, DUATHLON E TRAIL. Lambruschini, re dei 3.000 siepi, tra le siepi… • TESTO E FOTO: DINO BONELLI Me lo ricordo ancora. Estate 1994, Campionati Europei di atletica leggera a Helsinki, finale 3.000 siepi. A quel tempo ero un giovane che amava e praticava un triathlon rigorosamente senza scia e guardava ogni forma di sport alla televisione. Uno dei tanti italiani incollati alla tv per vedere quei bravi ragazzi di azzurro vestiti, che cercavano di portare al medagliere italiano un nuovo prestigioso metallo, magari due. Una gara stupenda, iniziata subito con una caduta al primo ostacolo di Lambruschini, prontamente aiutato a rialzarsi e a continuare dall’amico e rivale, Panetta. Un gesto istintivo di rara generosità agonistica, che rimane indelebile nei ricordi di chi l’ha visto e ama lo sport. Un 3.000 siepi che a 400 metri dalla fine incomincia a tingersi di azzurro con una bella progressione di Carosi che si porta dietro il compagno di squadra rientrato in gara dopo la disavventura iniziale. Mancano 2 ostacoli, una siepe e 200 metri, quando Alessandro Lambruschini, classe 1965, allora 29enne con diversi piazzamenti ma poche vittorie importanti, allunga la falcata, supera agilmente il compagno e le ultime barriere e va a tagliare per primo una linea immaginaria ma esistente che lo consegna alla storia. Me lo ricordo ancora nelle immagini leggermente sbiadite della TV di allora, capaci di infuocare emozioni uniche che, purtroppo, un’atletica leggera malata e abbandonata dai giovani non sa più regalare. Cosa hai pensato quando sei caduto al primo ostacolo? La mia vita, specie quella sportiva fatta di sacrifici e sudore, mi è passata davanti in un istante. L’aiuto di Panetta è stato provvidenziale? Mi stavo già rialzando, ero incazzato, ma determinato a non lasciare tutto ai piedi del primo ostacolo. Il gesto di Francesco mi ha galvanizzato e le sue parole confortato. Con lui siamo rientrati nel gruppo con una progressione ragionata e regolare, forse da solo sarei rientrato prima per la foga e avrei speso più energie. Quell’anno mi sentivo veramente forte, non mi batteva nessuno e in quella finale confidavo di dimostrare il mio valore. La caduta mi ha solo dato più cattiveria che, ben gestita, si è trasformata in una velocità impossibile per gli altri. L’inno di Mameli e il tricolore sul pennone più alto sono stati il giusto epilogo di una gara che non era iniziata bene. È stata la soddisfazione maggiore in carriera? Davanti comunque gli metterei le tre belle prestazioni olimpiche: bronzo ad Atlanta ’96 e i due quarti posti a Seul ‘88 e Barcellona ’92. Se l’olimpiade per un qualsiasi atleta è il top delle gare, per uno dell’atletica leggera è il top del top. Non ci sono eguali. Quanto pesa essere il primo fuori da un podio olimpico? In Corea nell’88 ero molto giovane e un quarto posto dietro ai fortissimi keniani l’ho considerato un grosso successo. In Spagna è stato più amaro, ma di grande stimolo nei quattro anni successivi in cui ho preparato Atlanta. Non volevo rifare per la terza volta un quarto posto. Dopo il bronzo olimpico del ’96? Ho continuato a correre ad alti livelli per tutto il quadriennio, poi, prima di Sidney 2000, mi sono fatto male e non ho potuto partecipare ai miei quarti Giochi. Ci ho provato dopo, sperando di esser competitivo per Atene 2004, ma il tempo non fa sconti, men che meno al fisico tirato e sfruttato di un atleta di alto livello. Alessandro non rinuncia mai ad almeno 15 minuti di stretching prima dell’attività. re e provare qualcosa di nuovo. Avevo bisogno di cambiare radicalmente e non mi son lasciato sfuggire l’opportunità di correre qualche gara a tappe nel deserto (Sahara e Namibia). Nel 2006 mi sono avvicinato al triathlon e al duathlon, dove ho vinto la medaglia di bronzo a squadre agli Europei 2006 e ai Mondiali 2008. Come e con chi ti alleni? Di corsa continuo con la metodica di sempre: una base di 10-15 km, la distanza che mi serve nelle gare multiple; poi alcuni lunghi, a volte anche su sterrato e in montagna, oltre a ripetute in pista un paio di volte alla settimana (10 x 400 m o 8 x 1.000 m o li mixo in escalation con 2 x 2.000 m + 2 x 1.000 m + 4 x 400 m). Mi alleno spesso con un gruppo di amici di Modena. Corri anche in montagna? Soprattutto nei periodi di allenamento, dove mi concedo anche qualche gara come l’Ossola Trail che organizza l’amico Carlo De Giuli. In bici quanto ti alleni? Pedalare non nuoce alla corsa, anzi rinforza la gamba che rimane meno soggetta agli infortuni. In bici faccio uscite di media e lunga distanza, dai 40 km classici per le mie gare, ai 120 km o più in cui alleno la resistenza. Una volta almeno a settimana faccio ripetute miste di corsa-bici-corsa. È molto importante abituare la gamba ai cambi di sport e quindi di ritmo. A quando un Ironman? Lo trovo un po’ proibitivo per me e non mi accontenterei di finirlo: vorrei farlo bene e magari senza soffrire troppo. Bisogna allenarsi molto e allungando le distanze tutti gli allenamenti devono essere allungati, magari tenendo la stessa intensità, il che significa tanto tempo da dedicare, cosa che ora non ho. Torniamo alla corsa, che scarpe usi? Da marzo uso Puma, normalmente la Fass 500 (cat. A2, intermedia), non troppo leggera così non affatico troppo i polpacci, buona un po’ per tutto, specie nel duathlon. Ogni tanto uso anche le Puma Velosis 3 (cat. A3), leggermente più pesanti e buone per lunghe distanze. In evidenza il modello Fass 500 di Puma, brand che Alessandro utilizza da marzo di quest’anno. Il momento più esaltante? Ce ne sono stati molti. Un momento particolarmente emozionante… essere un italiano e vincere per ben 3 volte il Golden Gala di Roma, con 40mila persone in piedi ad applaudire. Ancora adesso mi mette i brividi. Un boato maggiore l’ho solo sentito ai Mondiali di Roma del 1987 quando io, nono, ero ancora a 150 metri dall’arrivo mentre Panetta vinceva davanti a 80mila persone in uno stadio Olimpico stracolmo ed urlante che sembrava venisse giù… Nel 2003 l’addio alle gare. Sì, visto che non sarei più stato ai livelli richiesti per la qualifica olimpica ho deciso di smette- 16 Cosa chiedi ad una scarpa da corsa? Una scarpa protettiva anti pronazione, scarpe secche (non morbide) e dure. Non do importanza al peso. Quando corri preferisci il caldo o temperature più basse? Io sono un sole dipendente. Il sole è vita, il caldo una logica conseguenza che sopporto senza problemi. Con il sole mi carico, senza mi deprimo. Corri con gli occhiali? Sì, per proteggermi, uso un Adidas leggero che va bene anche in bici. Stretching o non stretching? Io sono per allungare il muscolo sempre, anche prima delle gare. Magari non tantissimo, ma 15 minuti e un muretto o un posto dove appoggiarsi li si trova sempre. Alessandro Lambruschini, 178 cm x 70 kg di muscoli lunghi, asciutti e ben abbronzati, è ora un bell’uomo di 47 anni con riccioli corti, argentati e ben curati e un sorriso contagioso che sa di vita vissuta e da vivere ancora intensamente. Corre con regolarità per rimanere in forma ed essere competitivo nelle gare che disputa sotto l’insegna delle Fiamme Oro. L’agonismo è uno strano virus che ti inculcano dentro fin da giovane e te lo nutrono allevandolo con dure sedute di allenamento e tanto sudore. Una specie di cattiveria da combattente che vedi anche negli occhi degli avversari, una sana arroganza sportiva da sprigionare al tempo giusto. Chi è affetto da questo virus, e chi vince un Campionato Europeo dei 3.000 siepi cadendo lo è per forza per quanto calmo e rilassato possa sembrare, non può guarire. Scarpette ai piedi darà sempre il meglio di se stesso. Alessandro lo sa e non si sottrae al suo dolce destino di uomo vincente, nello sport e nella vita, dove la sua gentil signora Cristina è l’unica a riuscire a tenergli testa insieme ai sui bimbi: Andrea di 3 anni e Ivan di 9. Gli unici a convincerlo a stare anche un po’ a casa. FOCUS SHOP Con la recente apertura a Reggio Emilia, sale a sei il numero di sedi dell’insegna emiliana fondata e gestita dal titolare Giampaolo Pagliani QUALITà, CURA, LIBERTà, LO SPIRITO FREE RUN “Scegliamo solo il meglio. noto che, anche a prezzo pieno, una calzatura di qualità è sempre la prima scelta dei miei clienti. Ogni anno in tutti i negozi registriamo un incremento negli utili che supera il 25%: Tutto questo è incredibile se si pensa che è avvenuto senza nessun tipo di pubblicità, solo con il passaparola”. • davide corrocher La storia narra che in questi luoghi visse Dorando Pietri, il maratoneta entrato nella leggenda per essere crollato a pochi metri dal traguardo alle Olimpiadi di Londra del 1908 ed essere stato trascinato alla vittoria (in seguito revocata) da alcuni soccorritori. Erano passati soltanto quattro anni da quando aveva cominciato a far parlare di sé. Un aneddoto racconta infatti come, proprio a Carpi, avesse preso parte quasi per caso a una corsa locale: vi partecipava l’atleta nazionale più celebre del momento, ma Pietri sostenne il suo passo per tutta la gara senza troppa difficoltà. Fu allora che nacque il mito. Si aggiunga che proprio in questa regione (anche se sul lato più romagnolo) si svolge una delle gare più epiche come la 100 km del Passatore (recentemente vinta ancora una volta da Giorgio Calcaterra). Insomma, da sempre c’è tanto running nel cuore dell’Emilia. E ancora oggi per chi vuole correre seguendo una scia di lunga data, i punti di riferimento qui non mancano. Le origini - Uno in particolare (che poi sarebbero sei) è costituito da un negozio che si distingue per mentalità e servizi. Il progetto Free Run nasce dalla passione di Giampaolo Pagliani e recentemente ha visto l’apertura del suo sesto punto vendita a Reggio Emi- lia. Ma andiamo con ordine. Tutto è partito dall’apertura di un piccolo store a Pratissolo di Scandiano. Per il proprietario si tratta di un impegno ingente, anche perché è costretto a fare un doppio turno per coprire il lavoro di macellaio al mattino e occuparsi della nuova attività al pomeriggio. Al suo fianco fin dall’esordio, la socia e futura moglie Francesca. “Ho iniziato a correre per caso” racconta Giampaolo, “ma il mio primo allenatore Carlo mi ha trasmesso una passione che è cresciuta col tempo. A 16 anni cominciai ad aiutare presso un negozio da running, che ringrazio con affetto per la possibilità che mi ha offerto e le occasioni che mi ha regalato”. FREE RUN RILANCIA - Al primo passo, in meno di due anni, segue il secondo, quando un collega di lavoro mostra a Giampaolo un angolo di 54 m quadri a Carpi. Qui viene allestito un altro punto vendita, aperto tre giorni la settimana. È a questo punto che matura una nuova consapevolezza nel titolare del negozio, che appesantito dai tanti anni di lavoro in un macello e convinto del grande potenziale della nuova attività decide di dedicarsi a tempo pieno al progetto Free Run. Nel frattempo apre un nuovo negozio a Bologna, mentre a Carpi diventa necessario sostituire quello precedente con uno di dimensioni maggiori. Il nuovo spazio di 240 m quadri, con settore outlet, è il Sopra e nella pagina a fianco, alcuni scorci del negozio di Carpi. segnale del nuovo slancio che vuole intraprendere l’attività. Al suo interno, uno spazio di 36 m quadri è interamente adibito a un allestimento monomarca New Balance. FILOSOFIA E OFFERTA - Ciò che ha accompagnato sin dall’inizio il progetto di Giampaolo è una particolare, diremmo maniacale, attenzione al prodotto in vendita. Tutti gli articoli vengono testati in prima persona sul campo e in particolare le calzature vengono sezionate per analizzarne le componenti e la fattura. scheda tecnica La scelta dei marchi proposti all’interno del negozio non sempre passa attraverso pure logiche di mercato. Colpisce in effetti la mancanza di nomi come Nike ed ASICS, anche se certamente non mancano altri brand di riferimento. Proprio per seguire questa vocazione di eccellenza, a fianco degli articoli specifici per running è inoltre possibile trovare una selezione di alcuni marchi al top di gamma per attività “sorelle”. Nel negozio di Carpi, ad esempio, è presente un’area interamente dedicata a X-Bionic per il ciclismo. Oppure, a // [email protected] / www.free-run.it Nome negozio: Free Run Indirizzo: Via delle Scuole, 23/I Scandiano (RE) Numero di telefono: 0522.767136 Titolare: Giampaolo Pagliani Anno di nascita negozio: 2005 Numero del personale: 2 Metri quadrati totali: 90 Mq abbigliamento: 20 Mq attrezzatura: 10 Mq calzature: 60 Numero vetrine: 3 Discipline trattate: Running, Trail, Walking, (trekking) Nome negozio: Free Run Indirizzo: Via Carlo Marx, 113 Carpi (MO) Numero di telefono: 059.9110441 Titolare: Giampaolo Pagliani Anno di nascita negozio: 2007 Numero del personale: 2 Metri quadrati totali: 240 Mq abbigliamento: 80 Mq attrezzatura: 10 Mq calzature: 150 Numero vetrine: 1 Discipline trattate: Running, Trail, Walking, (Trekking) Nome negozio: Free Run Indirizzo: Viale Zagabria, 6 Bologna Numero di telefono: 051.511015 Titolare: Giampaolo Pagliani Anno di nascita negozio: 2009 Numero del personale: 1 Metri quadrati totali: 60 Mq abbigliamento: 15 Mq attrezzatura: 5 Mq calzature: 40 Numero vetrine: 3 Discipline trattate: Running, Trail, Walking, (Trekking) Marchi attrezzatura: Timex, Garmin Marchi calzature: Karhu, Saucony, Brooks, New Balance, Newton, Diadora, Reebok, Adidas, Under armour, Puma, Hoka, (Treksta, Zamberlan) Marchi abbigliamento: X-Bionic, Brooks, New Balance, Under Armour, Joker, Karhu, O’glam, Diadora, Outwet, Six2 Marchi attrezzatura: Timex, Garmin Marchi calzature: Karhu, Saucony, Brooks, New Balance, Newton, Diadora, Reebok, Adidas, Under armour, Puma, Hoka, (Treksta, Zamberlan) Marchi abbigliamento: X-Bionic, Brooks, New Balance, Under Armour, Joker, Karhu, O’glam, Diadora, Outwet, Six2 Marchi attrezzatura: Timex, Garmin Marchi calzature: Karhu, Saucony, Brooks, New Balance, Newton, Diadora, Reebok, Adidas, Under armour, Puma, Hoka, (Treksta, Zamberlan) Marchi abbigliamento: X-Bionic, Brooks, New Balance, Under Armour, Joker, Karhu, O’glam, Diadora, Outwet, Six2 18 Nome negozio: Free Run Indirizzo: Viale Piave, 37A Reggio Emilia Numero di telefono: 0522.420994 Titolare: Giampaolo Pagliani e Stefano Beltrami Anno di nascita negozio: 2012 Numero del personale: 2 Metri quadrati totali: 135 Mq abbigliamento: 45 Mq attrezzatura: 10 Mq calzature: 80 Numero vetrine: 1 Discipline trattate: Running, Trail, Walking, (Trekking) Marchi attrezzatura: Timex, Garmin Marchi calzature: Karhu, Saucony, Brooks, New Balance, Newton, Diadora, Reebok, Adidas, Under armour, Puma, Hoka, (Treksta, Zamberlan) Marchi abbigliamento: X-Bionic, Brooks, New Balance, Under Armour, Joker, Karhu, O’glam, Diadora, Outwet, Six2 Nome negozio: Free Run Indirizzo: Via I. Svevo, 20 Formigine (MO) Numero di telefono: 059.9787106 Titolare: Alberto Bortolotti Anno di nascita negozio: 2011 Numero del personale: 1 Metri quadrati totali: 90 Mq abbigliamento: 30 Mq attrezzatura: 10 Mq calzature: 50 Numero vetrine: 3 Discipline trattate: Running, Trail, Walking, Nuoto (Trekking) Marchi attrezzatura: Timex, Garmin Marchi calzature: Karhu, Saucony, Brooks, New Balance, Newton, Diadora, Adidas, Puma, Hoka, (Zamberlan) Marchi abbigliamento: X-Bionic, Brooks, New Balance, Under Armour, Joker, Karhu, O’glam, Diadora, Outwet, Six2 Nome negozio: Free Run Indirizzo: Via Donizetti, 9 Imola (BO) Numero di telefono: 335.7282323 Titolare: Luca Domenichini Anno di nascita negozio: 2012 Numero del personale: 1 Metri quadrati totali: 70 Mq abbigliamento: 15 Mq attrezzatura: 5 Mq calzature: 50 Numero vetrine: 2 Reparti: Running, Trail, Walking Marchi attrezzatura: Timex, Garmin Marchi calzature: Karhu, Saucony, Brooks, New Balance, Newton, Diadora, Reebok, Adidas, Under armour, Puma, Hoka Marchi abbigliamento: X-Bionic, Brooks, New Balance, Under Armour, Joker, Karhu, O’glam, Diadora, Outwet, Six2 RUNNING MAGAZINE GIUGNO 2012 Scandiano (zona collinare) sono disponibili alcune calzature outdoor firmate Zamberlan: il suo profilo specializzato nella corsa resta inalterato, ma Free Run dimostra in questo modo di essere attento alle esigenze di un pubblico dedito ad attività multi sport. Completano il ventaglio di soluzioni altamente tecniche le proposte di Teva, come sandalo perfetto per il post-attività: “Come tutto qui, questo brand rappresenta il massimo e noi teniamo solamente l’alta gamma”. IL PUBBLICO FEMMINILE - Per quanto riguarda il panorama femminile, Giampaolo riscontra che per una donna è forse più consueto accedere al running attraverso la grande distribuzione e i grandi marchi. Poco più del 30% delle vendite del negozio, comunque, appartiene a questo settore che offre ampi margini di crescita e un potenziale di diffusione notevole. La presenza all’interno di un punto vendita di una donna addetta alle vendite, favorisce notevolmente questo tipo di mercato, in particolare nel campo dell’abbigliamento intimo (in questo senso un buon successo si registra per il marchio O’glam). QUALITà PRIMA DI TUTTO - Questo alto grado di selezione della merce è il vero marchio di fabbrica di Free Run: un punto di forza che ha dato modo all’attività di crescere ancora e di ampliare la propria proposta. “La crisi obbliga i negozi a non essere più tecnici”, spiega Giampaolo quando valuta la situazione generale. “La soluzione per molti è sempre più spesso di ridurre il numero dei propri marchi per restringersi a quelli maggiormente diffusi, che hanno un ampio mercato grazie alle agevolazioni nel costo. Io tuttavia scelgo di rimanere con il meglio e noto che, anche a IL METODO DI LAVORO DI FREE RUN E DEL SUO TITOLARE Ecco come “curo” i clienti... Tra test meticolosi sulle calzature, capi di diversi brand tagliati a metà e ricomposti combinando varie sezioni, massima attenzione alle caratteristiche di ogni singolo runner e a relativi infortuni, approccio molto graduale al barefoot. Giampaolo Pagliani nel corner X-Bionic. prezzo pieno, una calzatura di qualità è sempre la prima scelta dei miei clienti”. Il successo della formula Free Run è testimoniato dai numeri: “Ogni anno, in tutti i negozi (con regolarità e senza eccezioni) registriamo un incremento negli utili che supera il 25%. Tutto questo è incredibile se si pensa che è avvenuto senza nessun tipo di pubblicità, per mezzo soltanto del passaparola”. // Free Run è un negozio che vaglia con estrema cura la merce in vendita. I metodi selettivi di Giampaolo nascono dalla sua esperienza sul campo, come sportivo. “I tanti infortuni da podista e i tre interventi al tendine d’Achille non mi hanno fatto perdere la voglia di correre. Anzi, mi hanno accresciuto tecnicamente per le prove meticolose che eseguo sulle scarpe che vendo: spesso andavo a scucire e ricucire le zone che mi dolevano”. Anche le performance dei capi di abbigliamento vengono studiate meticolosamente: tagliati a metà e ricomposti combinando le sezioni di due marchi differenti, vengono impiegati per una prova comparata che ne certifichi i risultati a pari condizioni climatiche. “Puntiamo molto sul rapporto qualità – prezzo. Abbiamo il massimo e per tale va venduto: spesso ci sono ottimi prodotti meno conosciuti che valgono più di altri maggiormente diffusi e in cui il costo è più legato al logo del brand”. COLLABORAZIONI - Attraverso le conoscenze che si maturano all’interno del mercato, col tempo sono intervenute nuove collaborazioni e altre persone si sono unite al progetto. A partire da Alberto Bortolotti e Luca Domenichini che hanno aperto altri due punti vendita, rispettivamente a Formigine e a Imola. Per finire, recentemente anche a Reggio Emilia è stato allestito un nuovo spazio in società con Stefano Beltrami. Attualmente sono sei le sedi in totale, per un’opera che, con la sua costante crescita, rispecchia fortemente l’andamento della diffusione del settore running. Il tutto senza dimenticare come è cominciato e la grande passione che lega il titolare Giampaolo a questo mondo: “Spesso vengono da noi molte persone semplicemente per chiedere consigli di ogni genere, senza necessariamente effettuare un acquisto. E io sono ben felice di accontentarle”. “CURARE” IL CLIENTE - Ogni cliente presenta esigenze particolari, che devono essere valutate caso per caso. “Non si controlla nessun appoggio su tapis roulant o sistemi belli da vedere che non contano nulla. L’unico modo per capire come una persona appoggia è portare la scarpa consumata”. Quando parla delle persone che si rivolgono a lui perché hanno riscontrato un infortunio, per colpa di una calzatura o 19 di uno strumento inadeguato o scadente, Giampaolo si riferisce al loro caso nei termini “ho dovuto curare”: osserva le caratteristiche personali di ogni runner, per proporre un articolo su misura e un metodo per la pratica. Questo sta alla base della prevenzione degli infortuni e spesso anche della “cura” stessa di certi disturbi. E IL BAREFOOT? - Proprio a questo proposito, quando parla dei prodotti barefoot inspred, Giampaolo racconta dei casi che ha osservato sugli incidenti occorsi a molti sportivi. “Il minimalismo è spiegato male dalle aziende. Fino a due anni fa, FiveFingers era venduta come una scarpa da running tradizionale. Bisogna educare meglio il pubblico”. Il segmento minimal è affrontato da Free Run con il monito costante a quelle che devono essere le precauzioni di chi si affaccia a questo tipo di attività: dall’impiego della calzatura in situazioni di camminata, per cominciare, a tutti gli esercizi che servono a modificare l’appoggio del piede, alla propriocezione. Ogni vendita deve avvenire attraverso il contatto e l’interazione diretta con il cliente. Per questo motivo Free Run sceglie di non sponsorizzare eventi o iniziative di alcun tipo. Un’eccezione è costituita soltanto dalla presenza di Giampaolo ad alcune manifestazioni locali, dove la sua presenza si limita solo a offrire l’appoggio delle aziende che tratta nella sua attività. focus on LA TAPPA ITALIANA PRESENTATA UFFICIALMENTE LO SCORSO 6 GIUGNO PRESSO LA SEDE MILANESE DELLA GAZZETTA DELLO SPORT IN VIA SOLFERINO RUNNING MAGAZINE GIUGNO 2012 gusto strong A SETTEMBRE, ROVERETO OSPITERÀ LA PRIMA EDIZIONE ITALIANA DELLA strongman run, “CORSA PIù FORTE CHE C’è” PORTATA NEL NOSTRO PAESE, OLTRE CHE DA FISHERMAN’S FRIEND, DA RCS SPORT E BROOKS, SPONSOR TECNICO DI TUTTO IL CIRCUITO EUROPEO. LA FILIALE ITALIANA DEL BRAND HA PARTECIPATO ANCHE ALL’EVENTO TEDESCO DEL NURBURGRING CON DUE TEAM, INSIEME A DUE TOP DEALER COME SPORTLAND E FOOTWORKS. • davide corrocher Un vichingo in perizoma, Capitan America, una sposa con pizzi e merletti, un bagnino di Baywatch. Sono solo alcuni dei singolari personaggi che popolano la Fisherman’s Friend Strongman Run, la “corsa più forte che c’è”. Si svolge su un anello disseminato di ostacoli che sembrano piuttosto delle vere e proprie trappole. In particolare l’organizzazione si ingegna caparbiamente per proporre ogni volta un “gusto” speciale, qualche nuovo “sadico” trabocchetto. Ovviamente i partecipanti non mancano di apprezzare con entusiasmo questo tipo di gentilezza. Sono infatti sempre di più coloro che partecipano a questa competizione, che viene portata in giro per l’Europa con un tour di sei tappe. na offre, tra ripide salite sul porfido e antiche scalinate. Partenza prevista nel pomeriggio dal Centro Natatorio Comunale di Rovereto, dove sarà concentrata tutta l’attività di villaggio, ritiro pettorali, consegna sacche, docce e dove sarà possibile assistere al glorioso arrivo dei partecipanti. Tra i punti più significativi che verranno toccati: l’Ossario, la Campana dei Caduti, Mausoleo Tacchi, Castel Veneto e il Parco dell’Acqua. Attraversando un alternarsi di strade sterrate e asfaltate e passando Sopra due immagini della partenza della tappa del Nurburgring, che ha visto quasi 10.000 partecipanti. composto da Michele Orabona, Simone Faberi e Massimo Zuin. Il secondo, in collaborazione con Footworks, ha visto la partecipazione di Francesco Scarparo, Lisa Magnago, Marcello Cipressini (miglior piazzamento fra le due squadre), Gabriele Mazzoccoli e Karin Anna Robi (ottava nella classifica assoluta). In gara anche il sales & marketing manager di Brooks Italia Marco Rocca insieme al figlio Nicolò. Il quale abbandonata IL CIRCUITO EUROPEO - Svizzera, Germania e Belgio: sono questi i paesi che quest’anno hanno attirato migliaia di entusiasti per la corsa promossa da Fisherman’s Friend. L’edizione 2012 è partita lo scorso 11 marzo, nella cittadina elvetica di Thun, è proseguita il 5 maggio sul suolo teutonico di Nurburgring e il 26 maggio si è spostata sulla pista fiamminga di Zolder. Le prossime date previste sono: 9 settembre Hellendoorn, in Olanda, 14 ottobre La Bresse in Francia e, in mezzo, la tappa italiana a Rovereto, il 29 settembre. LA “PRIMA” IN ITALIA - A proposito dell’appuntamento nostrano, menzione particolare spetta a Rcs Sport, in prima linea fra coloro che hanno attirato l’evento nel nostro Paese insieme a D&C (distributore italiano di Fisherman’s Friend) e Brooks, technical sponsor di tutto il circuito. Il percorso su cui si svolgerà la manifestazione è l’unico dell’intero circuito a svilupparsi su suolo cittadino. Il progetto del tracciato di 16 km (2 anelli da 8 km), disegnato dall’organizzazione assieme agli enti comunali, sfrutta la possibilità unica della presenza di ostacoli naturali che la città trenti- Massimo Zuin, buyer di Sportland, in azione. nella zona extraurbana, non sempre sarà possibile correre: attraversando torrenti, affrontando salite (dislivello massimo di 250 m) e discese nella zona boschiva e sulle colline. Per la realizzazione di tutti gli ostacoli artificiali l’organizzazione sarà affiancata dall’Esercito Italiano che metterà a disposizione il comando delle truppe alpine locali. Uno dei “sadici” ostacoli approntati sul percorso. per l’occasione la tuta ignifuga e il casco integrale (corre abitualmente nel Campionato Italiano F.Renault) si è buttato anch’esso nella mischia terminando - discretamente stremato ma felicissimo - la sua corsa, pur a secco di allenamento specifico, confermando perciò notevole grinta e carattere I numeri complessivi della manifestazione offrono un resoconto significativo sulla portata di questo BROOKS ITALIA AL NURBURgrING - Nel frattempo, la filiale italiana del brand ha potuto saggiare le qualità della corsa, prendendo parte alla rassegna del Nurburgring con due team. Il primo, affiancato dal negozio Sportland, era Altre immagini della tappa tedesca della Strongman Run che rendono l’idea della particolarità della gara e dei relativi ostacoli da affrontare. 20 evento: 12.027 runner iscritti (10.551 uomini e 1.476 donne); 9.962 partenti (8.705 uomini e 1.208 donne) 9.294 finisher, (8.263 uomini e 1.031 donne). La gara ha previsto che si percorressero due giri su un anello ricavato dall’autodromo, per un totale di 21,6 Km. OSTACOLI E SOLIDARIETà - Se si eccettuano le “passeggiate di salute” tra le tradizionali piramidi di balle di fieno, pozze di acqua gelata o di fango, montagne di copertoni, l’organizzazione ha riservato alcuni ostacoli che bene avrebbero figurato all’interno di una giostra medievale. Le prove hanno infatti richiesto, di volta in volta, di strisciare in ginocchio su un tratto di 15 m disseminato di ghiaia e sormontato da una gabbia costrittiva, oppure di affrontare una pila di pneumatici, arrampicarsi su una rete per superare una barriera di container e ridiscendere tra cumuli di fieno. Anche il tempo ha offerto qualche ingrediente speciale per rendere più saporita l’esperienza, tra pioggia, foschia e freddo. Il più veloce al traguardo alla fine è stato Knut Holer, in 1h 38’ 13’’, mentre prima fra le donne è arrivata Rebecca Kaltenmeier, 1h 54’ 12’’. Chi invece non ha portato a termine l’obiettivo si è macchiato con l’onta del “disonore” ed è stato marchiato con l’epiteto “Failed”. Si aggiunga che proprio dove la corsa si è rivelata più dura che è emerso lo spettacolo più affascinante. Quando ad esempio per superare un muro alto due metri i concorrenti si sono dati una spinta a vicenda o quando si sono sostenuti in mezzo a una corrente d’acqua gelida. Perché alla Strongaman Run non c’è vera competizione, se non solo con se stessi. www..strongmanrun.com FOCUS ON MUOVERE I PRIMI PASSI DA NATURAL RUNNER seguendo un allenamento di 16 settimane La transizione al barefoot secondo Inov-8 Per scongiurare danni alle articolazioni, è importante accostarsi gradualmente a questo tipo di corsa. il brand inglese, precursore del trend minimalista presenta un programma personalizzato. • MONICA VIGANò Tra le aziende più attive nel panorama trail running spicca sicuramente Inov-8, marchio britannico esclusivamente dedicato allo sviluppo di prodotti per questa attività. Oggi è presente in oltre 30 paesi, compresa l’Italia, dove è distribuito da Aicad. Particolarmente importanti le sue proposte footwear orientate al minimalismo, il cui sviluppo si basa sulla convinzione che il piede umano sia un capolavoro dal punto di vista meccanico e strutturale: con 26 ossa e un sistema di articolazioni multi-direzionale risponde perfettamente alla necessità di seguire le variazioni dell’andamento del terreno. Per questo il brand cerca di sviluppare prodotti che rispettino le naturali funzionalità del corpo umano, così da consentire al piede di muoversi liberamente senza interferenze da parte della struttura della scarpa. L’azienda è dunque convinta sostenitrice della corsa minimalista, che promuove offrendo al potenziale cliente una serie di calzature ad hoc in grado di accompagnarlo nell’indispensabile periodo di transizione dal traditional al barefoot running (aspetto questo che abbiamo più volte sottolineato anche sulle pagine di Running Magazine, in particolare nell’ampio approfondimento sul segmento minimalista pubblicato sul numero di aprile). FILOSOFIA DEL MINIMAL RUNNING Appena si prova a correre senza scarpe, lo stile cambia naturalmente. Il corridore inizia ad atterrare più sulla parte centrale del piede che sul tallone. Il piede atterra con il bordo esterno e ruota verso l’interno (pronazione), assorbendo e poi rilasciando l’energia in ciascun passo. A ogni passo quindi il piede si adatta al meglio alle variazioni del terreno e modifica le sue proprietà fisico-meccaniche in I diversi gradi di ammortizzazione delle calzature firmate Inov-8 base alle necessità: da una piattaforma flessibile e adattabile a una leva rigida e propulsiva. La filosofia Inov-8 è quella di progettare prodotti ispirati al naturale funzionamento biomeccanico del corpo umano riavvicinando il piede al terreno. Le calzature Inov-8 proteggono dunque i piedi offrendo una calzata sicura e personale e fanno provare quelle stesse sensazioni che si proverebbero correndo scalzi. baffi 4, 3, 2, 1 e zero (indicati sul tacco della scarpa) secondo un sistema decrescente di ammortizzazione e di tacco. Ogni livello corrisponde a 3 mm. Un tacco con 4 baffi è ideale per chi richiede massima ammortizzazione (differenziale di 12 mm), mentre un’ammortizzazione a 3 baffi è ideale per i primi passi nel processo di transizione. Le scarpe di questa categoria, con differenziale di 9 mm, assicurano buona ammortizzazione e presentano un tacco con altezza inferiore alla media. Proseguendo, le calzature con ammortizzazione a 2 baffi (differenziale 6 mm) sono una buona scelta come modelli da gara per corridori intermedi e come scarpe da allenamento per runner avanzati. I modelli a 1 baffo, con differenziale di 3 mm, sono ideali per atleti con piedi già ben allenati e forti e con uno stile già evoluto. Da ultimo le scarpe con ammortizzazione zero sono perfette per corridori che vogliono sperimentare una pura scarpa minimalista. In foto sopra, un riassunto schematico dei gradi di ammortizzazione delle scarpe Inov-8. UN APPROCCIO GRADUALE Le scarpe da corsa minimalista hanno minor ammortizzazione, mancano di supporto e sono neutre in modo da permettere al piede di lavorare come se fosse nudo. Tuttavia se si passa bruscamente da una scarpa ammortizzata a una di concezione barefoot è possibile incorrere in fastidi dovuti al nuovo tipo di affaticamento a cui è sottoposto il corpo. Le calzature Inov-8 hanno un livello decrescente di ammortizzazione, di protezione e di supporto, in modo da assicurare una transizione sicura e senza traumi. Essenziale è anche adottare un programma specifico per passare a scarpe minimaliste in tutta sicurezza. ALLENAMENTO PER LA TRANSIZIONE Si tratta di un approccio strutturato per inserire una scarpa a minor ammortizzazione nel proprio programma di allenamento. Per esempio se attualmente si usa una scarpa a 3 baffi di ammortizzazione, si arriverà a usare una scarpa da 2 alla fine del programma. Esso consiste in quattro fasi, ben descritte nella tabella proposta qui a fianco. Inov-8 raccoman- IL PROCESSO DI TRANSIZIONE Questo processo guiderà il runner verso una graduale riduzione della differenza di altezza tra tallone e avampiede, riducendo di conseguenza anche l’ammortizzazione sotto il piede. Inov-8 classifica i diversi gradi di ammortizzazione delle proprie scarpe con 22 da di continuare a usare le proprie normali scarpe da corsa per il periodo di transizione finchè non si sarà passati definitivamente alle nuove scarpe minimaliste. È poi sconsigliato allenarsi con le nuove calzature per più giorni consecutivi, così da assicurare al runner un tempo sufficiente per recuperare. Se il runner non accusa alcun indolenzimento o dolore, può scegliere di accelerare la progressione. Al contrario, se si accusano fastidi occorre tornare a un uso maggiore delle solite scarpe ammortizzate. Inov-8 raccomanda comunque il consulto di un medico prima di iniziare qualsiasi programma di allenamento. Nello schema a fondo pagina, il programma proposto da Inov-8 suddiviso per fasi e livelli di preparazione. FASE DI INTRODUZIONE Corsa breve per minimizzare i traumi e avere un completo recupero del nuovo tipo di affaticamento. FASE DI ADATTAMENTO Il corpo si abitua all’utilizzo frequente di una calzatura minimalista. FASE DI PROGRESSIONE Aumento del tempo di utilizzo di scarpe minimaliste con esercizi supplementari per incrementare potenza, mobilità e flessibilità. FASE DI PRESTAZIONE La fase più intensa di lavoro con particolare attenzione a velocità e tecnica. RUNNING MAGAZINE modelli TRAIL // Inov-8 suddivide la sua offerta footwear in base al grado di ammortizzazione ma, ancora prima, in base alla funzione. Si hanno così tre distinti segmenti. Il primo è dedicato al “road” e consiste in quattro fasi da 3 a 0 baffi. C’è poi il segmento “off-trail” dedicato a percorsi non puliti, dove il terreno cambia di continuo e si necessita di un grip maggiore. Questa categoria comprende tre livelli di ammortizzazione tra 3 e 0 baffi. Da ultimo, il segmento “trail” è pensato per la corsa su sentieri di montagna e in generale percorsi non su strada ma comunque tracciati. In questa categoria si contano scarpe con vari livelli di ammortizzazione e calzate che assicurano la possibilità di scegliere tra suole a mescola morbida o resistente. Il segmento “trail” ha solo tre fasi da 3 a 0 baffi. In questa sede proponiamo degli esempi di calzature per i segmenti che più interessano il nostro lettore, ovvero road e trail. modelli ROAD Alcune delle calzature Inov-8 SS 2013 ideali per la fase di transizione giugno 2012 ROAD-XTREME 178 – 1 BAFFO ROAD-X 233 – 2 BAFFI ROAD-X – 255 3 BAFFI // Scarpa da corsa estremamente leggera e con grip elevato. È perfetta per atleti con una tecnica di corsa naturale già avanzata. È caratterizzata da fodera in mesh misto che assicura traspirabilità alla tomaia (in sintetico e Tpu). La suola Eva e gomma offre invece massima trazione rimanendo al contempo leggera. La scarpa, unisex, pesa 178 gr (taglia 8 UK) e presenta sottopiede da 6 mm, intersuola Injected Eva, differenziale di 3 mm, shoc-zone 1, suola Road-X-Treme. È disponibile nelle taglie 4-12 UK (con mezze misure) + 13 UK e nel colore red/white/black. // Calzatura perfetta per atleti delle lunghe distanze. La Dynamic Fascia Band supporta il legamento sotto la pianta del piede. La suola a basso profilo invece assicura grande area di contatto e offre ottimo feeling con il terreno. Il taglio della suola garantisce grip anche in caso di bagnato. Il modello, unisex, pesa 233 gr (taglia 8 UK) ed è caratterizzato da tomaia in sintetico e Tpu, fodera in mesh, intersuola Injected Eva, sottopiede da 6 mm, shoc-zone 2, differenziale di 6 mm, suola Road-X. È disponibile nelle misure 4-12 UK (incluse mezze misure) e nei colori raven/purple/red e grey/red/yellow. // Scarpa di transizione alla corsa minimalista con intersuola ammortizzata. La Dynamic Fascia Band supporta il legamento sotto la pianta del piede. La suola a basso profilo invece assicura grande area di contatto e offre ottimo feeling con il terreno. Il taglio della suola garantisce grip anche in caso di bagnato. Il modello, da uomo, pesa 255 gr (taglia 8 UK) ed è caratterizzato da tomaia in sintetico e Tpu, fodera in mesh, intersuola Injected Eva, sottopiede da 6 mm, shoc-zone 3, differenziale di 9 mm, suola Road-X. È disponibile nelle misure 7-12 UK (incluse mezze misure) + 13 UK e nei colori white/yellow/ink e silver/lime. TRAILROC 235 – 0 BAFFI ROCLITE 243 – 1 BAFFO TRAILROC 255 – 2 BAFFI // Scarpa da trail focalizzata sulla performance, che garantisce minima ammortizzazione sotto il piede e un feeling barefoot con il terreno. Tre composti in gomma sticky a densità variabile nella suola assicurano vestibilità e grip su terreni asciutti e scivolosi. Il modello, unisex, pesa 235 gr (taglia 8 UK) ed è caratterizzato da tomaia in sintetico e Tpu, fodera in mesh, intersuola Injected Eva, sottopiede da 6 mm, shoczone 0, differenziale di 0 mm, suola Trailroc. È disponibile nelle misure 3-12 UK (incluse mezze misure) + 13-14 UK e nei colori aqua/lime/red e lime/black. // Scarpa da trail leggera e versatile disegnata per garantire la massima performance sia in gara che in allenamento. Il box sulla punta del piede protegge il piede e la tomaia da terreni accidentati. Disegnata per terreni misti, presenta suola con scanalature profonde che assicurano grip anche nelle condizioni più scivolose. Questo modello, unisex, sostituisce il Roclite 285. Pesa 243 gr (misura 8 UK) e presenta tomaia in sintetico e Tpu, fodera in mesh, sottopiede da 6 mm, differenziale da 3 mm, shoc-zone 1, intersuole Injected Eva, suola Roclite. È disponibile nelle misure 4-12 UK (incluse mezze misure) + 13 UK e nei colori red/black. // Questa scarpa offre il massimo della protezione e dell’ammortizzazione nella linea Trailroc. È ideale per allenamento e gara su lunghe distanze. È caratterizzata da gomma sticky a densità variabile per massima vestibilità e grip su terreni asciutti e scivolosi. Il modello, unisex, pesa 255 gr (taglia 8 UK) ed è caratterizzato da tomaia in sintetico e Tpu, fodera in mesh, intersuola Injected Eva, sottopiede da 6 mm, shoc-zone 2, differenziale di 6 mm, suola Trailroc. È disponibile nelle misure 3-12 UK (incluse mezze misure) + 13-14 UK e nei colori ink/orange e black/red. 23 PRODOTTI SS 2013 X-Bionic / Effektor Runnig Power Shirt // Capo progettato per potenziare le performance, grazie alla PartialKompression X-Bionic esercitata in tutta la parte alta del corpo. Il ritorno del sangue venoso al cuore è così più veloce e il sistema cardiovascolare ne è alleggerito. Il sistema 3D-BionicSphere System inserito sul retro consente di guadagnare ancora più energia, favorendo l’evaporazione del sudore e migliorando di conseguenza la termoregolazione. Non è più il fisico a doversi preoccupare della gestione della temperatura, perchè la compressione parziale X-Bionic consente di migliorare la circolazione senza trascurare la termoregolazione. Effektor Runnig Power Shirt è disponibile nelle taglie uomo S, M, L, XL, XXL. DISTRIBUITO DA // Trere Innovation 0376.718611 / [email protected] Vibram FiveFingers / Seeya // Scarpa ultraflessibile, è la più innovativa proposta in termini di prestazioni per runner minimalisti. Progettata per migliorare il feeling durante la corsa a piedi nudi, mantiene un peso e un volume in termini di materiale radicalmente ridotti. La mischia di tessuto traspirante garantisce la vera sensazione di calzatura ad alte prestazioni. Lo spessore ridotto del battistrada massimizza il “foot feel” e la flessibilità, mentre la morbida intersuola riduce ulteriormente spessore e peso, per seguire in maniera più naturale la dinamica di corsa. Il battistrada stitched-in protegge pelle e piede durante le corse di resistenza. Il tessuto leggero stretch presenta un collarino senza cuciture e una singola chiusura hook-and-loop, offrendo una calzata ottimale. Il modello SEEYA è ideale per corsa e fitness. RUNNING MAGAZINE Teva torna al trail con un nuovo prodotto: Tevasphere Speed // Dopo un temporaneo stop, Teva torna a investire in un prodotto trail dedicato alla corsa off-road. Dopo oltre quattro anni di ricerche e innumerevoli test sui prodotti, il brand ha sviluppato un’innovativa tecnologia che ha inserito nel tallone della scarpa. TevaSphere è un sistema di ammortizzamento dalla conformazione sferica che si avvale di cuscinetti di sostegno. Il punto di impatto del piede in questo modo cambia e si sposta verso una zona più naturale e comoda rispetto ai tradizionali sistemi di ammortizzamento di scarpe con tallone squadrato. GIUGNO 2012 TevaSphere Tallone squadrato Piede nudo L’intervallo di frenata si riduce, consentendo al runner di anticipare la fase di spinta e accelerazione: migliorano la dinamica del movimento, l’efficacia e la rapidità della corsa. Se si considera che gli studi effettuati dagli esperti hanno evidenziato che la forza di frenata aumenta del 31,6% su una discesa con 5 gradi di pendenza, l’efficacia di TevaSphere risulta ancora più evidente. L’effetto di pronazione viene mantenuto a un corretto grado, grazie a un bilanciato rapporto tra la curvatura di TevaSphere e al peso ridotto della scarpa. In questo modo, la tenuta del piede è ottimale e più stabile. Il battistrada è realizzato in gomma Spider, per assicurare massima tenuta su terreni scivolosi. Un fiosso (in inglese, shank) in nylon mantiene stabile e sotto controllo il piede. Il tutto associato a materiale ad asciugatura rapida, un design leggero, una tomaia sintetica e in mesh. L’intersuola è in compression molded Eva, la soletta Eva in molded mush. Il modello è disponibile nelle misure 7-12, 13, 14 US per uomo (foto a sinistra) e 5-11 US per donna (foto a destra). Rispetto infatti ai supporti tradizionali, ma anche a un sistema arrotondato semplice, il tallone TevaSphere è arrotondato su due piani, non solo su uno, per consentire una transizione efficiente indipendentemente dalla zona d’impatto del piede. I cuscinetti di TevaSphere sono concepiti per ridurre la distanza del punto di appoggio rispetto al terreno, migliorando la stabilità dell’atleta. DISTRIBUITO DA // Artcrafts International / 055.68189 / [email protected] Men’s & Women’s Ultra Guide // Scarpa da running ultra aderente e leggera adatta ai sentieri più difficili. È stata scelta dal The North Face Endurance Team per le gare che richiedono maggiore aderenza. La sua tecnologia brevettata Cradle Guide Tm consente di mantenere un’andatura naturale e fornisce pieno controllo in fase di impatto per migliorarne l’efficacia lungo il percorso. La leggera tomaia in gomma ad alta aderenza presenta un’area a protezione delle dita e consente un passo dinamico. DISTRIBUITO DA // The North Face Italia 0423.683100 / www.thenorthface.com Saucony / Grid Virrata // Calzatura ideata per runner con appoggio neutro, appartiene alla categoria delle intermedie. Interpreta il Natural Running nella sua espressione più estrema e aggressiva, mantenendo nel contempo caratteristiche che la rendono più calibrata e protettiva. Il differenziale misura 0 mm, ma sono 18 quelli su tallone e avampiede: sufficientemente spessi per garantire il miglior ammortizzamento della categoria. La suola è rinforzata con gomma al carbonio XT-900 e composta da 24 triangoli in EVA+ per una flessibilità unica. Grande la libertà di movimento e il comfort. Per runner con appoggio neutro che amano la velocità in sicurezza. Peso: Uomo 184 gr; Donna 170 gr. La Sportiva / Crystal T-Shirt W produttori di tessuti, imbottiture e membrane a livello internazionale: con GoreTex, attraverso la nuova membrana Active Shell, e con Windstopper, Primaloft, Cocona e Polygiene. Partner affidabili in grado di nobilitare ulteriormente i prodotti La Sportiva. Da gennaio 2012 inoltre, l’azienda Trentina ha attuato le procedure per certificare la propria filiera produttiva tessile secondo criteri socio-ambientali riconosciuti a livello internazionale ed approvati da bluesign, divenendo ufficialmente bluesign member. In foto il modello Crystal T-shirt W. // La Sportiva lancia a luglio 2012, in occasione della fiera Outdoor di Friedrichshafen, la prima linea apparel interamente rivolta al mondo del Mountain Running e delle corse off-road. La collezione Mountain Running Apparel (di cui trovate alcune immagini a pag 6) si struttura su due linee di prodotto uomo/ donna attraverso un layeringsystem che prevede 5 strati: Base Layer, Mid Layer, Hybrid Layer, Insulation ed Hard Shell. Ogni prodotto nasce per sostenere la corsa in qualsiasi condizione, da vento a pioggia, sole e neve. Affiancano il progetto i migliori helios DISTRIBUITO DA // Vibram Spa 02.89420549 / [email protected] The North Face / // Calzatura confortevole dal look minimalista pensata per utilizzo tempo libero e corse off-road su brevi distanze. È caratterizzata da peso eccezionalmente ridotto grazie alla tomaia molto destrutturata che fa del comfort di calzata e della traspirazione i suoi punti di forza principali. La tomaia, essenziale, leggera e traspirante, adotta una soluzione a calza interna “slip-on” che fascia il piede senza comprimerlo. Questa costruzione permette di calzare la scarpa anche senza allacciarla, particolare che ne aumenta la comodità negli utilizzi tempo libero. Punta e tacco sono rivestiti da una copertura protettiva, mentre i rinforzi in alta frequenza in corrispondenza dell’allacciatura permettono un’ottima ripartizione della tensione durante la corsa in allenamento. Helios è ammortizzante grazie alla tecnologia MorphoDynamic che permette alla scarpa di adattarsi a tutte le asperità del terreno. Traspirazione, leggerezza e comfort: il tutto racchiuso nell’essenzialità di Helios. DISTRIBUITO DA // La Sportiva / 0462.571800 / www.lasportiva.com 24 DISTRIBUITO DA // Sportlab 0423.622009 / [email protected] SIXS / Canotta running // Capo active wear ideato per runner di ogni tipo, dall’Iron Man all’amatore che percorre qualche km durante il weekend. La tecnologia Sixs original carbon wear è concepita per offrire comfort ottimale durante l’attività, proteggendo la pelle dall’accumulo di sudore. È ideale per l’allenamento e la competizione running durante la stagione calda. Il suo design privo di cuciture è realizzato per garantire un maggiore comfort. Come tutta la linea Active wear è da utilizzare senza alcun capo di biancheria intima. Colori: black carbon, white carbon, all black. Taglie: S - M - LXL - XXL. DISTRIBUITO DA // Sixs Srl 0545.76512 / [email protected] RUNNING MAGAZINE PRODOTTI SS 2013 Arc’teryx / Actinum Sleeveless // Capo specifico per il running, disegnato per favorire un migliore flusso di aria e garantire ottima ventilazione. È realizzato con tessuti ultraleggeri in mesh. Disponibile nei colori novità Thalo blue e blue Onix. DISTRIBUITO DA // 4 Us 0436.2731 [email protected] GIUGNO 2012 Scott / Aztec 3 LaFuma / Speedtrail Jkt // Scarpa da trail, adatta anche per attività outdoor e light trekking. È realizzata con tomaia super protettiva e rinforzata, mentre la gommatura Vibram Supertrek compound (in esclusiva per Scott) assicura lunga durata e grip ottimale. La tecnologia Ergologic Fit offre maggiori controllo e supporto del piede nelle situazioni di salita e discesa, mantenendo un’alta efficienza in termini di comfort. Le caratteristiche tecniche specifiche di questa novità sono l’eRide e l’eFit. La prima innovazione consiste in una speciale curvatura che agevola la fase di rullata durante la dinamica di corsa, disperdendo energia sul terreno nella battuta dell’avampiede e dunque eliminando l’effetto di “forefoot slap”. Il contat- to e la fase di uscita della scarpa dal suolo sono progressivi e meno traumatici, mentre durante il push-off la scarpa non si deforma grazie alla sua naturale geometria e curva. Tutto ciò rende la scarpa più efficiente, senza che occorra inserire morbide intersuole nella zona tallonare, perché l’impatto è più avanzato e meglio distribuito sulle articolazioni. L’eFit è un sistema di fasciatura “sock fit”, una morbida calza interna non-stretch che dona comfort e avvolge in maniera distribuita il piede. Il movimento nella zona metatarsale è agevolato e viene consentita una naturale flessione creando una soluzione di continuità dal tallone all’avampiede. Prezzo al pubblico: 139 euro. DISTRIBUITO DA // Acerbis Italia / 035.756144 / [email protected] Gore Running Wear / Magnitude Bv Sport / Asphalte // Gilet realizzato in membrana Windstopper Active Shell, antivento e traspirante. È progettato anche per runner che percorrono lunghe distanze come le maratone, grazie al suo peso ridotto (solo 130 gr nella taglia L). Questo capo può essere indossato con sotto la maglia o a diretto contatto con la pelle, come canotta. È inoltre dotato di quattro piccole tasche frontali, mentre gli inserti in rete sulla schiena sono applicati per aumentare la ventilazione. È provvisto di full zip frontale con cursore semi-bloccante, cuciture minimizzate per ridurre lo sfregamento sulla pelle, orlo anti-abrasione e inserti riflettenti per aumentare la visibilità e quindi la sicurezza. // Calza compressione per la corsa su strada, asimmetrica, è creata per offrire pressione flessibile a livello della caviglia e maggiore a livello del polpaccio. Il suo bordo a costa larga è realizzato per evitare costrizioni ed effetto laccio emostatico, mentre l’Y System Sport assicura protezione per nervi, tendini e guaine tendinee. Il sistema Freection Free evita il riscaldamento del piede, gli sfregamenti e le vesciche a livello del tallone e della punta del piede. Le cuciture della calza sono extra piatte, i fili d’argento sono anti- DISTRIBUITO DA // Gore Running Wear 800.681168 / www.gorerunningwear.its New Balance / M1080 // Scarpa che appartiene alla categoria A3 (massimo ammortizzamento), è concepita per runner con appoggio neutro che praticano la corsa sulle medie e lunghe distanze. Realizzata per assicurare ottimo comfort, le sue caratteristiche tecniche la rendono allo stesso tempo traspirante e leggera. La tomaia è in pelle sintetica e mesh, robusta e protettiva nei punti dove serve. I supporti sono realizzati con taglio laser e applicati senza cuciture. L’intersuola è in Acteva Lite e presenta il nuovissimo inserto N2 per migliorare l’effetto di ammortizzamento. La suola nella parte tallonare è in N-Durance, mentre sull’avampiede la gomma soffiata è inserita per garantire maggiore leggerezza e assicurare una corsa più fluida. batterici e anti cattivi odori. Il tallone è rinforzato, la pianta del piede è lavorata per stimolare la pompa venosa di Lajears e prevenire la maturazione di aponeurosi plantare. I vantaggi garantiti da Asphalte sono il miglioramento delle performance, l’eliminazione rapida delle tossine e una migliore ossigenazione della fibra muscolare. Aiuta inoltre a ridurre il rischio di crampi e lesioni e attenua le vibrazioni durante la corsa. È prodotta in Francia ed è disponibile in quattro taglie, nei colori nero e bianco (nella foto). Composizione: 77% poliammide, 13% elastomero, 8%W friction free e 2% filo d’argento. DISTRIBUITO DA // L.M.O. 0423.648281 / [email protected] Ferrino / X-Track 8/15 DISTRIBUITO DA // Bv Sport Italia / 045.8400943 / www.bvsport.it LA PRINCIPALE NOVITà running FW 2012/13 PROPOSTA DAL BRAND Skechers / GOrun Ride // Linea di calzature ultraleggere, per correre senza l’impedimento di materiali superflui e senza il peso di strutture e configurazioni tecniche che possano rallentare la dinamica di corsa. Le GOrun Ride sono realizzate con un alto potenziale di reattività e di flessibilità, per favorire il movimento del piede in modo na- turale. Nella zona dell’avampiede, è stato riservato maggiore spazio per lasciare alle dita più libertà e a per aumentare il grip e la propulsione. Il risultato è una corsa dinamica e reattiva, capace di offrire comfort elevati e un eccellente grado di ammortizzazione, in relazione alla struttura di una scarpa ultraleggera. Per finire, la tecnologia M-strike facilita l’appoggio con la parte centrale del piede e aiuta a trasformare l’impatto in energia riutilizzabile, aumentando l’efficacia del movimento. • I sensori circolari indipendenti trasmettono feedback sensoriali alla pianta, per favorire una migliore ricettività agli impulsi. • Allo stesso tempo, i sensori Goimpulse interconnessi nei punti di impatto offrono maggiore stabilità e controllo. DISTRIBUITO DA // Gartner Sport 0471.062313 / [email protected] // Giacca ultra protettiva, ideale per trail running dove ogni grammo conta. Con il peso di soli 150 gr, è in grado di offrire protezione ottimale. È tessuta con materiale leggero Climactive 2.5L. Il cappuccio è regolabile in altezza e regolabile automaticamente in profondità. Il capo è disegnato con fit ergonomico, la vita è regolabile con coulisse, mentre i polsini obliqui garantiscono massima protezione. Speedtrail Jacket è realizzata al 100% in poliammide, laminazione in poliuretano. DISTRIBUITO DA // Skechers // Zaino per runner esigenti, realizzato con tessuto in nylon 50D Dot Dobby Ripstop. Il sistema di trasporto è dotato di spallacci ergonomici in tessuto reticolare traspirante. Ampie tasche in rete sono presenti sulla fascia in vita, mentre sullo spallaccio è apportato un taschino in rete. Le tasche nella zona lombare favoriscono una corretta distribuzione del peso e sono dotate di una comoda rete elastica, facilmente estendibile per aumentarne la capienza in caso di necessità. La zip frontale è stata inserita per facilitare il rapido accesso al contenuto della tasca principale. Fra gli accessori dello zaino sono presenti: un accesso frontale, compatibilità H2 Bag, anelli su spallacci per inserimento tasche e porta bottiglia addizionali (non inclusi), maniglia di trasporto, cinturino pettorale e loghi rifrangenti. Disponibile in due modelli per soddisfare tutte le necessità a livello di capienza, da 8 e 15 litri (nella foto), può essere integrato con il porta borraccia X-Track bottle holder e con il taschino addizionale X-Track case. Peso: 270 gr (15 l) / 240 gr (8 l). DISTRIBUITO DA // Ferrino & C. 011.2230711 / [email protected] 039.9633700 / [email protected] 25 FOCUS ON DOPO ESSERE STATI IN SARDEGNA, LA TERZA PUNTATA DELLA RUBRICA IN COLLABORAZIONE CON DINO BONELLI CI PORTA IN UN PAESE DESCRITTO DAI MEDIA COME “A RISCHIO”, ASSOLUTAMENTE DA NON INSERIRE IN PROGRAMMI DI VIAGGIO. MA è PROPRIO COSì? RUNNING MAGAZINE GIUGNO 2012 QUANTE PIACEVOLI SCOPERTE NEL “PERICOLOSO” IRAN CORRENDO SULLE COLLINE NEI PRESSI DI TEHERAN, DOPO MATTINATE ALL’INSEGNA DI ALTRE ATTIVITÀ O DI UN INTRIGANTE GIROVAGARE TRA MILLENARI MONUMENTI, abbiamo INCONTRAtO UNA DIFFUSA GENTILEZZA E l’INCREDIBILE OSPITALITÀ di UN POPOLO APPARENTEMENTE SEDENTARIO MA DISCRETAMENTE SPORTIVO... NEI POCHI MOMENTI IN CUI GLI È CONCESSO. • Testo: Dino Bonelli • Foto: Danilo Rubini e Dino Bonelli L’Iran è una terra ostile, ma forse solo per l’ignoranza dei media che per anni ce lo hanno descritto come un posto pericoloso da non inserire in programmi di viaggio. Un paese con tante etnie, una geografia complessa, infinite sfaccettature culturali e una storia millenaria. Un itinerario che cullavo nella mente da oltre un decennio e che forse proprio per la disinformazione generale ho lasciato in disparte per troppo tempo nel cassetto dei desideri. Ma i cassetti dei desideri esistono proprio per essere aperti, per esser violati e per far prendere forma ai sogni repressi. Eccomi quindi imbottigliato nel traffico disumano di una metropoli, di 15 milioni di abitanti. Teheran. Un pulmino bianco come taxi per quattro amici e i loro tanti bagagli, un gruppo di super sportivi con al seguito sci, snowboard, mountain-bike, scarpe da trekking e ovviamente scarpette da corsa. A disposizione una sola settimana, almeno per il sottoscritto e Danilo, mentre Mauro e Roby allungheranno il loro soggiorno persiano a quindici giorni. Seguendo le bizze di un tempo instabile ci muoviamo per un centinaio di chilometri verso sud, a Esfahan, in aereo, un’ora appena a nord della caotica capitale. L’obiettivo è inserirsi e provare a capire la cultura sportiva del paese. Grazie all’interessamento morboso dei media, quasi esclusivamente mirato all’ipotetico odio del popolo iraniano nei confronti di quello americano (cosa peraltro non vera) il grande pubblico occidentale ignora alcune belle realtà di quella che una volta era la fastosa antica Persia. Per esempio, pochi sono a conoscenza che in Iran ci sono una ventina di stazioni sciistiche in cui si può usufruire di uno o più impianti di risalita, rigorosamente comprati di seconda mano da stazioni austriache e francesi. Noi ne visiteremo due, fra cui Dizin, in grado di offrire una quindici- na di impianti, belle piste, uno snowpark e ottimi fuoripista. Ma in queste poche righe vi voglio accennare delle nostre corse quotidiane sulle colline nei pressi di Teheran, quasi sempre fatte nel tardo pomeriggio, dopo mattinate all’insegna di altri sport o di un intrigante girovagare turistico tra i monumenti che son sopravvissuti alla storia del paese. Correre è un po’ come volare, recita il titolo di un libro su Marco Olmo, uno dei più grandi interpreti della corsa off-road in Italia, uno slogan che mi sento addosso ogni qualvolta calzo le scarpette in un paese straniero. Sarà la stranezza di essere in luoghi nuovi e differenti, sarà la leggerezza di passi spinti dalla curiosità, sarà quel che sarà ma correre in questi casi è anche per me, un po’ come volare. Col volo, immagino, si possa ispezionare tutto senza limitazioni, con la corsa ci sono dei limiti. Pochi e discretamente ovviabili. La mia è quella di un curioso che non guarda troppo dove mette i piedi, come o a che ritmo, ma ha lo sguardo che spazia in ogni direzione, in ogni viuzza, su ogni passante. In Iran non si può fare sport all’aperto in pantaloncini corti e smanicati, o almeno non in città, dove lo sguardo severo di un regime religioso impone anche un foulard sulla testa delle donne (regola a cui non si possono sottrarre nemmeno le sportive durante la loro attività fisica). Partendo dal nostro hotel sito nella periferia nord dell’infinito centro urbano inclinato tra i 1.100 e i 1.900 metri di quota, le nostre corse si allungano verso montagne dalle cime ancora innevate. Larghe strade discretamente asfaltate che progressivamente diventano lastricate, poi sterrate, fino a stringersi gradualmente diventando sentieri. Le asperità che ci circondano sono stratificazioni rocciose ondeggianti che disegnano un panorama decisamente arido. Un giorno, seguendo un invito di un amico motociclista, saliamo con lui fino ad una piana in cui si snoda una pista da moto cross. Mauro e Roby ne approfittano per cavalcare le loro biciclette seguendo gli infiniti sentieri disegnati dalle moto al di fuori della pista. Io, finalmente libero di indossare calzoncini corti che ben si adattano a un clima decisamente caldo, parto alla scoperta di canyon selvaggi. La scarsità di ossigeno degli oltre 2.000 metri di quota rallenta leggermente le mie intenzioni, lasciando alla gamba lo sforzo maggiore. Senza una precisa direzione mi incuneo prima in una valle dalle pretese erbose dove per erba si intendono sporadici ciuffi sparsi qua e la, una decina di sentieri paralleli nati col tentativo di impiantare dei sempreverdi su un suolo secco che non credo acconsentirà mai alla loro crescita. Voltando verso sinistra seguo prima uno, poi un altro dei tanti cammini disegnati dalle moto da enduro. Quindi ridiscendo su un versante ghiaioso che sembra finire direttamente nelle prime case dei quartieri più esterni della città. Senza perdere di vista un ipotetico punto a metà costa sulla monta- Dino Bonelli di corsa con sullo sfondo l’impressionante agglomerato urbano di Teheran. 26 gna, là dove sono partito, percorro un lungo e largo stradone sterrato che costeggia alcuni orti e in lontananza una moschea. Forse la mia curiosità mi ha fatto allontanare più di quanto le gambe se lo possano permettere e, mentre intraprendo un ripido sentiero di rientro, me lo segnalano con principi di crampi. La pendenza è tale che alla corsa preferisco una buona camminata decisa. Il sentiero di chiara origine caprina si inerpica tra altre rocce che avevo notato dal campo di motocross, dandomi la garanzia della giusta direzione. Un paio di soste a riprendere il fiato mi permettono di girarmi e guardare lo spettacolo di una metropoli apparentemente addormentata, ma sicuramente e nuovamente caotica sotto uno leggero strato grigio di smog. Con il ripianarsi del sentiero, ora anche più largo e permissivo, riprendo a correre proprio sotto a dove Danilo, di ritorno da un mini trekking solitario, sta facendo stretching. Svelto come un gatto il mio amico acciuffa la sua digitale e mi immortala nelle mie ultime fatiche. Un po’ di sano allungamento anche per me, poi via di nuovo con il pulmino taxi verso valle, a caricare Mauro e Roby che nel frattempo avevano avvistato un insidioso crinale da scendere delicatamente e guastare col piacere di saper di non doverlo risalire. Altre corse saranno il contorno di una settimana sportiva in una terra a noi sconosciuta o, meglio, conosciuta per quello che non è. Una diffusa gentilezza e un’incredibile ospitalità sono le caratteristiche che più ci hanno colpiti di questo popolo apparentemente sedentario ma discretamente sportivo nei pochi momenti in cui gli è concesso esserlo. Una bella sorpresa anche questa. Un viaggio il nostro che ci ha finalmente aperto gli occhi su una realtà diversa da come ci era stata venduta dai media. Che bello riuscire ancora a sorprendersi positivamente. I PROSSIMI APPUNTAMENTI Sul prossimo numero Run the world vi porterà nel Vermont e a un paio d’ore da New York, per seguire due gare e quindi l’ambiente trail del nord-est statunitense. Prossimi appuntamenti Run the world: 9-17 Agosto – Higtland - Nella savana di un Kenya fuori dalle rotte turistiche www.runandtravel.it 2-9 settembre - Run Iceland - Tra le mille cascate, gli infiniti ghiacciai e i deserti lavici d’Islanda - www.runiceland.org 21-29 ottobre - Carrera de Baja - Tra i cactus e i deserti salati della Baja California in Mexico - www.carreradebaja.com
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