L`Arte salva L`Arte - Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra
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L`Arte salva L`Arte - Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra
L’Arte salva L’Arte XIII FESTIVAL INTERNAZIONALE DI MUSICA E ARTE SACRA ROMA E VATICANO 22 - 29 OTTOBRE 2014 GLI ENTI PATROCINANTI CON L’ADESIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E SUA MEDAGLIA DI RAPPRESENTANZA Medaglia di rappresentanza del Capo dello Stato Giorgio Napolitano e con il Patrocinio del Senato della Repubblica della Camera dei Deputati della Presidenza del Consiglio dei Ministri del Ministero per i Beni e le Attività Culturali del Fondo Edificio di Culto, Dip. libertà civili e immigrazione del Ministero dell’Interno della Regione Lazio dell’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale 25 mar. 1967 Udienza privata di Papa Paolo VI Palazzo Apostolico 2 LA FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA ORGANI ISTITUZIONALI FONDATORE E PRESIDENTE GENERALE per la Tutela dei Monumenti Storici ed Artistici Sen. Dr. h.c. mult. Hans-Albert Courtial della Santa Sede Cavaliere di Gran Croce OMRI Ambasciatore di Roma Premio “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” 2006 nel Mondo Sua Em.za Rev.ma Francesco Cardinal Monterisi Arciprete emerito della Basilica Papale CONSIGLIO DIRETTIVO di San Paolo fuori le Mura, Roma Sen. Dr. h.c. mult. Hans-Albert Courtial Sua Em.za Rev.ma Paul Cardinal Poupard Mons. Pablo Colino Presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura Mons. Valentino Miserachs Grau M° Mons. Prof. Dr. Georg Ratzinger Nicole Anneliese Courtial, M.A. Protonotario Apostolico e Maestro di Cappella emerito Premio “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” 2010 PRESIDENTE ONORARIO Sua Em.za Rev.ma Gianfranco Cardinal Ravasi Sua Em.za Rev.ma Angelo Cardinal Comastri Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura Arciprete della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano, e della Pontificia Commissione Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, per i Beni Culturali della Chiesa Presidente della Fabbrica di San Pietro Sua Em.za Rev.ma Camillo Cardinal Ruini Vicario Generale emerito di Sua Santità COMITATO D'ONORE per la Diocesi di Roma Sua Em.za Rev.ma Cardinal Santos Abril y Castelló Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Giovanni Tonucci Arciprete della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore Arcivescovo Prelato della Santa Casa di Loreto Sua Em.za Rev.ma Card. Domenico Bartolucci Sua Em.za Rev.ma Agostino Cardinal Vallini (Borgo S. Lorenzo, 7 mag. 1917 - Roma, 11 nov. 2013) Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma Maestro perpetuo della Cappella Musicale Pontificia “Sistina” e Arciprete della Basilica Papale di San Giovanni Premio “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” 2010 in Laterano, Roma Sua Em.za Rev.ma Andrea Cardinal Cordero Lanza Prof. Dr. Dr. Sen. h.c. Herbert Batliner di Montezemolo Cavaliere di Gran Croce con Diamanti Arciprete emerito della Basilica Papale del Principato del Liechtenstein di San Paolo fuori le Mura, Roma Ralph Dommermuth Sua Em.za Rev.ma Timothy Cardinal Dolan Sen. Dott.ssa Mariapia Garavaglia Arcivescovo di New York Premio “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” 2008 Sua Em.za Rev.ma James Michael Cardinal Harvey Prof. Nikolaus Harnoncourt Direttore d’Orchestra Arciprete della Basilica Papale Prof. Dr. Clemens Hellsberg di San Paolo fuori le Mura, Roma Premio “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” 2010 Sua Em.za Rev.ma Bernard Cardinal Francis Law Dott. Gianni Letta Arciprete emerito della Basilica Papale Premio “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” 2004 di Santa Maria Maggiore, Roma Ing. Wolfgang D. Schrempp Sua Em.za Rev.ma William Joseph Cardinal Levada Richard de Tscharner Prefetto emerito della Congregazione Premio “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” 2008 per la Dottrina della Fede Dr. h.c. Hans Urrigshardt Sua Em.za Rev.ma Card. Francesco Marchisano Premio “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” 2010 (Racconigi, 25 giugno 1929 – Roma, 27 luglio 2014) Franz Welser-Möst Presidente emerito della Commissione Permanente Direttore d’Orchestra 3 LA FONDAZIONE PRO MUSICA COMITATO ARTISTICO E ARTE SACRA COMITATO DEI SOSTENITORI M° Mons. Pablo Colino Dott.ssa Claudia Autieri, Presidente Maestro di Cappella emerito e Prefetto per la Musica S.A.S. Principessa Marie von und zu Liechtenstein della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano Wiener Philharmoniker, Vienna M° Prof. Janos Czifra Pontificio Istituto di Musica Sacra, Città del Vaticano Maestro di Cappella al Duomo di Salisburgo Associazione Amici della Fondazione Pro Musica M° Prof. Dr. Clemens Hellsberg e Arte Sacra, Roma Presidente emerito dei Wiener Philharmoniker Förderverein der Freunde der Fondazione Pro Musica M° Prof. Eberhard Metternich e Arte Sacra e.V., Germania Maestro di Cappella al Duomo di Colonia Courtial International srl, Roma M° Mons. Valentino Miserachs Grau Preside emerito del Pontificio Istituto di Musica Sacra REVISORI CONTABILI M° James O’Donnell Dr. Demetrio Minuto, Presidente Organista e Maestro di Cappella della Westminster Abbey Dr. Carlo Bardanzellu, Revisore effettivo M° Don Massimo Palombella, SDB Dr. Valter Sebastianelli, Revisore effettivo Maestro Direttore della Cappella Musicale Pontificia Dr. Giorgio Peraldo Matton, Revisore supplente “Sistina” Dr. Silvio Paolo Magnanego, Revisore supplente ORGANIGRAMMA DEL XIII FESTIVAL INTERNAZIONALE DI MUSICA E ARTE SACRA Fondatore, Presidente Generale e legale rappresentante Sen. Dr. h.c. mult. Hans-Albert Courtial Segreteria Dott.ssa Elena Regina Brandstetter – Segreteria di Presidenza Dott.ssa Melinda Mögele – Segreteria Artisti e Relazioni con l’estero Amministrazione Rag. Andrea Serafini Ufficio Stampa Sara Ciccarelli Luca Pellegrini Fotografi Flavio Ianniello Riccardo Musacchio La Fondazione Pro Musica e Arte Sacra ringrazia la Fototeca dei Musei Vaticani per il gentile aiuto fornito nella scelta delle immagini per le locandine dei singoli concerti del Festival. 4 PREFAZIONE DEL PRESIDENTE ONORARIO Q uest’anno il Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra è dedicato a Papa Paolo VI nell’anno della sua Beatificazione della quale siamo tutti veramente felici. Desidero ricordarlo partendo da un momento memorabile del suo pontificato: il viaggio a New York all’ONU e l’incontro con la grande assemblea di tutti i popoli della terra. In quella occasione egli pronunciò un discorso vibrante che ormai appartiene alla storia. Inizia con parole umili e disarmanti: “Questo incontro, voi tutti lo comprendete, segna un momento semplice e grande. Semplice, perché voi avete davanti a voi un uomo come voi; egli è vostro fratello e fra voi rappresentanti di Stati sovrani, egli rappresenta uno dei più piccoli Stati … Non abbiamo alcuna cosa da chiedere, nessuna questione da sollevare; se mai un desiderio da esprimere e un permesso da chiedere: quello di potervi servire in ciò che a noi è dato di fare, con disinteresse, con umiltà, con amore”. Qui Paolo VI fa una breve pausa come per raccogliere il respiro di venti secoli. E poi continua con voce serena e ferma: “Ci è stata comandato: ‘Andate e portate la buona novella a tutte le genti’. Ora siete voi, che rappresentate tutte le genti. Noi abbiamo per voi un messaggio. Questo messaggio viene dalla nostra esperienza storica, noi quali esperti di umanità...”. Bellissima definizione della Chiesa: esperta di umanità! Paolo VI si infervora e alza la voce: “Noi sentiamo di fare nostra la voce dei morti e dei vivi, dei morti caduti nelle tremende guerre passate sognando la concordia e la pace nel mondo; dei vivi, che a quelle guerre sono sopravvissuti portando nei cuori la condanna per coloro che tentassero rinnovarle”. Il Papa è arrivato al punto che gli sta a cuore, è finalmente giunto al centro del messaggio. Minuscolo come Davide, Paolo VI si lascia guidare dal vento dello Spirito e lancia la grande sfida: “Non si può essere fratelli, se non si è umili. È l’orgoglio che provoca le tensioni e le lotte del prestigio, del predominio, del colonialismo, dell’egoismo: rompe cioè la fratellanza. Non l’uno sopra l’altro! Non gli uni contro gli altri, non più, mai più! Mai più la guerra, mai più! La pace, la pace deve guidare le sorti dei popoli e dell’intera umanità”. Il discorso di Paolo VI fece impressione ed ebbe una grande risonanza: era la prima volta che un papa parlava all’ONU, era la prima volta che il successore del pescatore Pietro gettava la rete così al largo nel mare del mondo. 7 dicembre 1965: alla vigilia della chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II, Paolo VI e il patriarca di Costantinopoli abbattono un muro dello spessore di nove secoli: ritirano la scomunica dell’anno 1054! Cerchiamo di capire la portata enorme di questo gesto. Il 29 luglio dell’anno 1054 a Costantinopoli il patriarca Michele Cerulario rifiuta di incontrare i rappresentanti del papa e non li ammette a celebrare l’Eucaristia. Essi allora scrivono un documento di scomunica e lo depongono sull’altare della chiesa di Santa Sofia: poi partono per Roma. Il patriarca, per nulla intimidito, risponde con una sua scomunica. Nasce una triste storia di superbia e di incomprensione. Da quel giorno, nonostante i tentativi di riconciliazione a Lione nel 1274 e a Firenze nel 1439, la Chiesa di Oriente per secoli ha camminato separata dal vescovo di Roma, che è il successore dell’apostolo Pietro e quindi è il garante dell’unità della Chiesa di Cristo. Il 7 dicembre 1965 si chiude questa triste storia: Paolo VI e il patriarca Atenagora, alla stessa ora a Roma e a Costantinopoli, firmano un documento di abolizione delle reciproche scomuniche. Ecco alcuni passi significativi dello storico documento: “Ricordando il precetto del Signore: ‘Quando tu presenti la tua offerta all’altare, se a quel punto ti ricordi di un torto che tuo fratello ha contro di te, lascia la tua offerta davanti all’altare e va’ subito a riconciliarti con tuo fratello’, ricordando questo precetto di Gesù, il Papa Paolo VI e il Patriarca Atenagora dichiarano di comune accordo: di dolersi delle parole offensive ... che, da una parte S. Em.za Angelo Cardinal Comastri 5 LA FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA e dall’altra, hanno segnato o accompagnato i tristi avvenimenti di quell’epoca e di eliminare dalla memoria e dal cuore le sentenze di scomunica. Compiendo questo gesto, essi sperano che sarà gradito a Dio pronto a perdonarci quando noi ci perdoniamo gli uni con gli altri”. Queste parole umili e coraggiose sono la premessa di tutto il cammino ecumenico successivo. 8 dicembre 1965: con una celebrazione sul sagrato della Basilica di San Pietro, Paolo VI, insieme ai padri conciliari, chiude il Concilio Ecumenico Vaticano II: un’impresa enorme, che segnerà la storia della Chiesa negli anni e, forse, nei secoli futuri. Il Papa affida all’umanità una serie di messaggi rivolgendosi, come in un grande abbraccio, all’immensa famiglia umana: ai governanti, agli uomini di pensiero e di scienza, agli artisti, alle donne, ai lavoratori, ai poveri, agli ammalati e sofferenti, ai giovani. Un particolare messaggio è rivolto ai “lontani”, che sono stati l’assillo e il desiderio costante del cuore del Papa. Il messaggio dice così: “Questo nostro universale saluto rivolgiamo anche a voi, uomini che non ci conoscete: uomini che non ci comprendete; uomini che non ci credete a voi utili, necessari e amici; e anche a voi, uomini che, forse pensando di far bene, ci avversate! Un saluto sincero, un saluto discreto, ma pieno di speranza; e oggi, credetelo, pieno di stima e di amore”. Paolo VI si aspettava una primavera e, invece, vennero giorni duri e difficili. Paolo VI guidò la barca di Pietro in mezzo alla tempesta: non fu un indeciso, ma fu un uomo prudente; non fu un conservatore nel senso dispregiativo del termine, ma fu un uomo fedele al Vangelo e umilmente sottomesso al Vangelo; non fu un progressista o un avventuriero, ma un uomo attento al dialogo e pronto a fare qualsiasi sacrificio per tradurre il Vangelo di sempre nel linguaggio di oggi. Fu un uomo di Dio. Per me fu ... un martire senza spargimento di sangue. Il giorno dopo la chiusura del Concilio, secondo il racconto del segretario monsignor Pasquale Macchi, in un appunto personale il Papa esprime il suo totale abbandono nelle mani di Dio: “Nunc dimittis? È l’ora di partire? Ora: nuovo periodo dopo il concilio. Non è terminato il nostro servizio? La tentazione della vecchiaia è riposare! Ma per un servitore, un servitore di Cristo, non c’è riposo. Forse il Signore mi ha chiamato e mi tiene a questo servizio non tanto perché io vi abbia qualche attitudine o affinché io governi e salvi la Chiesa dalle sue presenti difficoltà, ma perché io soffra qualche cosa per la Chiesa e sia chiaro che egli, non altri, la guida e la salva”. Parole che profumano di umiltà, di obbedienza, di abbandono totale alla volontà di Dio: parole degne di un santo! Angelo Card. Comastri Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano Arciprete della Basilica Papale di San Pietro Presidente Onorario della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra 6 SALUTO DEL PRESIDENTE GENERALE G entili Signore e Signori, cari Amici della Musica Sacra, sono lieto di darvi il benvenuto all’appuntamento annuale con il più grande e più importante tra i progetti musicali della nostra Fondazione: il XIII Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra. La situazione non è delle più facili, ma grazie al fedele e continuo contributo che sostenitori e mecenati destinano alla nostra attività istituzionale, possiamo continuare ad offrire l’esecuzione di straordinarie composizioni di musica sacra: capolavori di sempre, ma anche lavori di compositori contemporanei. Quest’anno nel mese di ottobre giungeranno a Roma quasi mille artisti, eccellenze della musica classica e sacra, provenienti da molti angoli del mondo e precisamente da Giappone, Stati Uniti d’America, Germania, Austria, Tatarstan, Stato della Città del Vaticano e Italia. A fianco di professori d’orchestra e cantori di fama internazionale abbiamo l’onore e il piacere di presentare chi sostiene la Chiesa tutto l’anno, nelle celebrazioni liturgiche. Infatti abbiamo in programma due eccellenti Cori da Chiesa, uno del Servizio Musica del Duomo di Colonia e l’altro della Cappella Musicale Pontificia “Sistina”. Con entrambe queste istituzioni la Fondazione si onora di vantare una pluriennale e proficua collaborazione. Pur avendo organizzato ogni anno, dal 2002 ad oggi, un Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra, ancora è lungo il percorso per la Fondazione Pro Musica e Arte Sacra: sono molte le musiche inedite che potranno essere rappresentate nelle edizioni future. Anche quest’anno, alla tredicesima edizione del nostro Festival, vi sono infatti grandi pagine della letteratura musicale sacra classica che non sono finora state eseguite al nostro Festival, come il Lazzaro di Schubert o il Saul di Händel. Questi due grandi oratori drammatici che il 22 e 23 ottobre aprono la serie dei concerti, rappresentano quindi una novità nella nostra programmazione, e sono certo che ci faranno vivere momenti entusiasmanti, anche grazie ad artisti eccezionali quali i Wiener Philharmoniker e il Wiener Singverein diretti da Ingo Metzmacher che eseguono appunto il Lazzaro per i nostri benefattori e il nostro affezionato pubblico. Nel programma artistico del Festival 2014 troviamo inoltre due Messe – una classica, e una contemporanea – e ben tre Requiem che vorremmo dedicare alla memoria di quattro importanti personaggi che sono stati un grande punto di riferimento per tutti coloro che li hanno conosciuti nel loro grande e costante lavoro dedicato sempre al prossimo. In data 11 novembre 2013 ci ha lasciato un grande musicista, il compositore, docente e Maestro perpetuo della Cappella Musicale Pontificia “Sistina” Domenico Cardinal Bartolucci, ricevente del Premio “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” 2010 e membro nel comitato d’onore della Fondazione. Membro onorario è stato anche Sua Eminenza Francesco Cardinal Marchisano, Arciprete emerito della Basilica Vaticana, Presidente emerito della Commissione Permanente per la Tutela dei Monumenti Storici ed Artistici della Santa Sede e Premio “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” 2006, il quale è passato a miglior vita il 27 luglio 2014. Con loro, la Fondazione Pro Musica e Arte Sacra ricorda nella preghiera anche due grandi amici, due persone cordiali, disponibili e generose: Padre Gonzalo Diaz, Padre Economo Generale Emerito dell'Ordine di Sant’Agostino, e Rolf Deyhle, mecenate e Presidente Onorario del Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra 2011 e 2012. Li ricorderermo sempre con gratitudine. Come l’anno scorso, quest’anno, al fine di seguire quanto indicato da Papa Francesco dagli inizi del suo Pontificato, uno dei concerti è dedicato alla solidarietà sociale e al servizio della Carità. Questo concerto vuole offrire ai Padri e Fratelli Salvatoriani, attraverso la Fondazione SOFIA onlus, l’occasione di presentare il loro progetto di solidarietà e di raccogliere, con il consenso del Cardinale Arciprete della Basilica di San Paolo fuori le Mura, donazioni e contributi per i bambini di strada di Caracas. Non a caso è l’IlluminArt Philharmonic Choir and Orchestra che suonerà, nella Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura, nel concerto dedicato alla solidarietà sociale e alla Carità. Il direttore artistico Sen. Dr. h.c. mult. Hans-Albert Courtial 7 LA FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA dell’Associazione IlluminArt, M° Tomomi Nishimoto, si dedica con continuità a progetti di solidarietà attraverso la riscoperta delle antiche pratiche cristiane in Giappone. Discendente di una famiglia giapponese di cristiani nascosti, animata da una straordinaria forza e dal valore di riscoprire i canti antichi che in Giappone derivano dal canto gregoriano, ha voluto ripetere anche quest’anno il suo cammino verso Roma con la IlluminArt Philharmonic Choir and Orchestra per rafforzare il suo legame con Roma, quale faro del mondo cattolico. Quest’anno la Fondazione Pro Musica e Arte Sacra ringrazia di cuore il compositore e direttore d’orchestra contemporaneo Andrea Morricone che ha voluto condividere con la Fondazione il brano musicale Inno alla Fede per oboe e archi, di cui è autore e che in occasione della conferenza stampa di questo Festival è stato presentato, in una comunione di intenti condivisa anche con lui, come l’inno ufficiale della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra. Ci auguriamo che questo straordinario brano sia ascoltato da tutti quelli che sostengono la nostra attività istituzionale e che la sua bellezza avvicini tanti nuovi benefattori con la forza della musica che non conosce confini, affascinando tutte le culture. Per quanto riguarda i lavori di restauro finanziati dalla Fondazione Pro Musica e Arte Sacra con il gradito sostegno dei benefattori, e in particolare per quanto riguarda il grande progetto di restauro della Basilica di San Pietro, siamo sulla buona strada e avanziamo in un clima molto positivo. Il restauro del prospetto occidentale della Basilica Vaticana conclude quest’anno, e nel biennio 2014-2016 la Reverenda Fabbrica di San Pietro con il nostro sostegno darà avvio al restauro del prospetto settentrionale della Basilica Vaticana, facendo così un ulteriore passo avanti per vedere la Basilica risplendere in tutte le sue parti. Accanto al progetto di restauro della Basilica Vaticana, la Fondazione nel 2014 ha rivolto il suo impegno per garantire con un proprio finanziamento la realizzazione dei progetti che seguono: • la realizzazione del pannello a mosaico della Madonna Salus Populi Romani, collocato nel Santuario del Santo Giovanni Paolo II a Cracovia; • la realizzazione del medaglione a mosaico di Sua Santità Papa Francesco, destinato a far parte della serie dei medaglioni a mosaico dei Sommi Pontefici nella Basilica di San Paolo fuori le Mura; • il restauro delle Camere di San Luigi Gonzaga, inserite nel Complesso del Collegio Romano e della Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola a Roma; • il restauro delle Statue dei Santi Pietro e Paolo situate nella piazza San Pietro, antistante la Basilica Vaticana. Grazie al continuo e indispensabile contributo dei nostri generosi sostenitori, benefattori e sponsor, noi possiamo contribuire alla realizzazione di importanti concerti e finanziare importanti opere di restauro nell’interesse dei presenti e delle future generazioni. I nostri impegni sono più che mai rivolti a diffondere gli alti valori spirituali e culturali della musica sacra e della diffusione del valore della conservazione di quanto ci è stato consegnato dal passato, come le opere d’arte e d’architettura sacra che sono state realizzate dai più grandi architetti ed artisti di tutti i tempi, divenendo faro di luce per studenti di architettura, di ingegneria, di arte e restauro nonché per i musicisti e per noi tutti. Sono certo che anche questo Festival sarà l’occasione per vivere momenti indimenticabili all’interno delle straordinarie Basiliche Papali e Chiese di Roma, grazie all’impegno dei direttori d’orchestra e di tutti gli artisti coinvolti. Il mio saluto rispettoso ed ossequioso oltre che a Voi va agli Arcipreti delle Basiliche Papali e ai Responsabili delle Chiese che curano questi capolavori per l’umanità. Vorrei concludere esprimendo la mia felicità e soddisfazione per la recente Beatificazione di Papa Paolo VI, il venerato Pontefice che ha accompagnato con la sua grande personalità i miei primi anni a Roma ed è sempre stato per me un punto di riferimento indispensabile. Con gratitudine e filiale amore dedico i concerti del XIII Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra alla sua memoria. 8 Hans-Albert Courtial Presidente Generale della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra ARTE, MECENATISMO E TURISMO CULTURALE PER L’URBE È sufficiente scorrere, anche velocemente, ciò che in tredici anni la Fondazione pro Musica e Arte Sacra ha messo in atto, per rendersi conto che è possibile fare cose che nel mondo dell’arte sacra, del suo restauro e della sua conservazione si davano per impossibili o per improbabili solo pochi anni fa. Il segreto è semplice: basta che ci siano uomini e donne, che, sicuri e forti di un valore importante come quello dell’arte sacra, convincano altri uomini e donne a collaborare e a salvare questa tradizione con atti importanti di mecenatismo. Questo è ciò che è accaduto. È sufficiente pensare ai più di venti grandi progetti di restauro che vanno dalla Necropoli Vaticana alla Cappella tedesca del Pontificio Santuario della Santa Casa di Loreto, dalla Cappella di Sisto V alla statua di Papa Paolo V Borghese, dall’organo Tamburini della Basilica di Sant’Ignazio di Loyola all’appartamento di Papa Giulio II, per capire l’entità di ciò che è stato fatto. A ciò si aggiunge l’importantissimo Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra che ha riportato a Roma lo spazio di una riflessione necessaria ed approfondita su questi temi e che, da tempo mancava nel panorama culturale italiano. I concerti della Fondazione sono eventi che lasciano il segno in quanto straordinari. Non è questa una opinione di chi scrive ma un riscontro oggettivo che queste manifestazioni raccolgono ogni volta. Indimenticabile, tra queste, la prima esecuzione mondiale della Messa Speravi in te, Domine del compositore contemporaneo austriaco Hubert Steppan, dedicata a Papa Giovanni Paolo II, nel giorno del suo 85° genetliaco e a poco tempo dalla sua scomparsa. In un altro periodo storico al mecenatismo si associava una caratteristica, quella della magnificenza: sia nel senso della magnanimità, della generosità di coloro che ne erano gli artefici, sia nel senso della grandiosità, del pregio e della bellezza delle opere che venivano fatte. Credo che, nel caso della Fondazione pro Musica e Arte Sacra, questa identificazione tra mecenatismo e magnificenza torni di attualità. Se così ci si può esprimere, occupandosi di musica e arte sacra la Fondazione va al cuore del cuore dell’Occidente stesso. La dimensione estetica è infatti centrale nella nostra tradizione. La musica e l’arte sono componenti essenziali di questa tradizione storico-culturale. Ma il nostro Occidente è l’Occidente cristiano e, dunque, la musica e l’arte sacra sono il cuore più profondo, il cuore del cuore di questa tradizione: appartiene a tutti ma nasce da convinzioni e da culture identificabili in larga parte con quelle cristiane. Occuparsi del restauro e della conservazione di queste testimonianze artistiche e culturali, occuparsi di rianimare, di sollecitare la devozione per il sacro nelle sue varie forme e tradizioni, farsi promotori di una pedagogia della bellezza sono gli obiettivi principe di questa Fondazione. Non è un caso, come ho ricordato sopra, che la Fondazione si sia occupata di interventi all’interno delle quattro Basiliche Papali di Roma. Questi monumenti hanno riferimento alla storia della Chiesa che ha avuto in Roma la sua fonte e che fa di Roma una città irrepetibile. Occuparsi di tutto ciò non è solo una questione di recupero fisico di parti di storia ma è occuparsi di non smarrire il senso che tutto ciò ci trasmette. Se posso azzardare direi che l’opera della Fondazione favorisce la conservazione e la trasmissione di un vero e proprio patrimonio spirituale: il patrimonio di Roma, il patrimonio dell’Occidente cristiano. Le attività della Fondazione hanno una valenza importante di turismo culturale per la città di Roma e, quindi, per l’Italia. L’attività concertistica richiama cittadini francesi, spagnoli, tedeschi, e così si dica anche per la visita ai luoghi e ai monumenti che vengono restaurati. È un turismo di qualità. Di qualità riguardo ai turisti e, di conseguenza, di qualità per i luoghi che lo accolgono. Un turismo del quale si invoca, da tempo, la necessità e l’urgenza anche per l’Urbe. La Fondazione con la sua opera lo favorisce nei fatti, non nelle intenzioni. È proprio vero che da un’opera positiva, si generano una serie di effetti positivi che vanno, spesso, oltre le stesse intenzioni di chi quell’opera ha compiuto. È il caso della Fondazione che, facendo ciò che le è proprio, genera un circolo virtuoso del quale il turismo culturale è uno dei fattori principali. Dott. Gianni Letta 9 LA FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA 2 nov. 2013 Basilica S. Giovanni in Laterano Il fondatore e presidente generale dott. Hans-Albert Courtial è non solo un grande e moderno Mecenate, ma anche un ambasciatore di Roma nel mondo: l’Ambasciatore della Roma cristiana. I contenuti di quella che Hans-Albert Courtial ha concepito e svolge come vera e propria “missione”, sono quelli che dal 2002, anno della nascita della fondazione, animano Roma e diffondono nel mondo fatti e valori fino ad ora nascosti. Il plauso, l’apprezzamento e la gratitudine per l’attività svolta è dato dai risultati straordinari dell’attività stessa. A me spetta un ringraziamento sincero, e un augurio di proseguire su questa strada per molti anni ancora, incrementando la quantità delle cose fatte, perché la qualità è già ad un livello eccelso: di più non si può! Grazie. 10 Dott. Gianni Letta Membro del Comitato d’Onore della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra LA CULTURA COME VALORE INDIVIDUALE E AZIENDALE- L’IMPORTANZA DEI MECENATI L a Fondazione Pro Musica e Arte Sacra è un ente morale, senza scopo di lucro, costituito il 21 giugno 2002 per volontà del Dr. Hans-Albert Courtial con l’intento di creare nella Città Eterna un’istituzione privata per la promozione ad altissimo livello della musica sacra e per il restauro dei tesori dell’arte sacra. Il progetto che la Fondazione intende realizzare è quello di contribuire a conservare il patrimonio culturale sacro, sensibilizzando e coinvolgendo in tale progetto privati, aziende e pellegrini nella profonda convinzione che la conservazione di una cultura comune contribuisce a favorire il dialogo tra i Popoli che, “Pellegrini”, da sempre giungono numerosi a Roma. Nel novembre del 2002 inizia per la Fondazione, che nel frattempo ha ottenuto il riconoscimento giuridico della Prefettura di Roma, l’attività di promozione della musica sacra con l’istituzione del I° Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra, che viene realizzato con il desiderio di far eseguire la musica sacra dagli artisti internazionali più celebri nel contesto delle Basiliche Papali Romane. La Wiener Philharmoniker accetta di essere l’Orchestra residente del Festival sin dalla prima edizione suonando ogni anno nelle Basiliche del Papa. Il richiamo suscitato già in occasione del I° Festival è considerevole. Arrivano a Roma dalla Germania, dalla Svizzera, dall’Austria, dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti molti appassionati di musica sacra desiderosi di assistere alle esecuzioni musicali nei luoghi per i quali la musica sacra è stata composta. La perfezione delle note, associata alla perfezione dell’esecuzione, in luoghi in cui l’arte sacra si manifesta nella sua solennità, per gli ascoltatori è un momento di particolare emozione fuori da ogni tempo e per questo costituisce un’esperienza indimenticabile. Mossi i primi passi nell’attività di diffusione della musica sacra e di conservazione dei tesori d’arte sacra, la Fondazione Pro Musica e Arte Sacra si consolida organizzando altre dodici edizioni del Festival e finanziando importanti restauri. Il Festival, da una parte, fa conoscere al pubblico la Fondazione e i suoi scopi di tutela, conservazione, promozione e valorizzazione dei beni culturali sacri situati nella Città Eterna; dall’altra, le aziende sponsor e i mecenati privati, con le loro sostanze, generosamente messe a disposizione, permettono che lo straordinario patrimonio artistico costituito dall’arte sacra sia tramandabile alle generazioni future, affinché la cultura, consegnataci da chi è venuto prima di noi, non si perda. La Fondazione Pro Musica e Arte Sacra ha potuto provvedere alle attività sino ad oggi svolte con le seguenti entrate: - contributi e sottoscrizioni specificatamente destinati alla Fondazione, provenienti da persone giuridiche, di diritto pubblico o privato, italiane e straniere; - contributi e sottoscrizioni specificatamente destinati alla Fondazione, provenienti da persone fisiche italiane o straniere; - da attività e manifestazioni organizzate dalla Fondazione (sponsorizzazioni). Sponsorizzare il Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra per i nostri sponsor ha significato contribuire alla realizzazione di eventi di rilevante importanza musicale per la qualità internazionale degli artisti che vi hanno partecipato, ha significato siglare un contratto di “partenariato culturale” con la Fondazione Pro Musica e Arte Sacra, ha significato condividere gli scopi istituzionali della Fondazione siglando un accordo che ha permesso alle società di essere presenti con i loro loghi e con la loro immagine in eventi di assoluto pregio culturale in modo tale che la notorietà del logo unita alla forza e al fascino della cultura potessero avere un effetto moltiplicativo nel pubblico. Le imprese che ci hanno sostenuto si sono dimostrate sensibili al valore universale della cultura e, in particolare, alla musica e l’arte sacra, e hanno inteso associare la loro immagine alla cultura volendo trasmettere, come messaggio, che la stessa è un loro valore aziendale. Contribuire, conferendo un contributo libero all’ attività istituzionale della Fondazione, ha significato, da una parte, dotare la stessa di mezzi necessari per il raggiungimento delle sue finalità, dall’altra, ha consentito Dott.ssa Claudia Autieri 11 LA FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA 9 nov. 2013 Basilica S. Pietro in Vaticano a coloro che hanno prediletto tale forma di sostegno di optare in favore di una posizione di minore visibilità pubblicitaria rispetto a quella che è possibile conseguire attraverso il partenariato che si stabilisce con la sponsorizzazione. Sia gli sponsor sia coloro che hanno dato un contributo libero, da veri e propri Mecenati, hanno finanziato le attività istituzionali della Fondazione dal 2002 ad oggi, permettendo che eventi, quali il Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra, il Premio Fondazione Pro Musica e Arte Sacra e l’inaugurazione dei restauri, siano stati organizzati e che si siano realizzati importanti restauri di beni culturali a Roma. Alle aziende sponsor ed ai privati che ci hanno sostenuto negli anni va tutta la nostra gratitudine nella speranza che il loro esempio possa essere seguito ancora da molti altri. Ringraziamo tutti i membri del Comitato dei Sostenitori, del Circolo dei Sostenitori e del Circolo degli Amici della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra. Dott.ssa Claudia Autieri Dottore commercialista e Revisore dei conti Presidente del Comitato dei Sostenitori della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra 12 LA FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA L a Fondazione Pro Musica e Arte Sacra, iscritta nel Registro delle Persone Giuridiche della Prefettura di Roma al n. 162/2002 ai sensi del DPR 361/2000, è un ente morale senza scopo di lucro che ha come oggetto la promozione della musica sacra ad altissimo livello ed il restauro di tesori di arte sacra. A tal proposito, la Fondazione può svolgere le seguenti attività: • organizzare concerti per la diffusione e la valorizzazione della musica sacra; • organizzare mostre e rassegne di arte sacra; • organizzare festival, concorsi, convegni, tavole rotonde, trasmissioni radio-televisive e ogni eventuale forma di diffusione della cultura, della musica e dell’arte sacra; • organizzare corsi di formazione e perfezionamento di musica e arte sacra, l’attribuzione di premi e borse di studio in materia, promuovere in proposito l’effettuazione di studi e ricerche anche sostenendo e finanziando istituzioni religiose, enti ed organi della Santa Sede; • redigere e diffondere pubblicazioni editoriali e discografiche idonee al raggiungimento delle proprie finalità; • cedere diritti televisivi, di immagini e registrazioni audiovisive in Italia e all’estero, delle manifestazioni da essa organizzate. Il patrimonio della Fondazione, così come costituito, può essere aumentato con donazioni, eredità, legati, erogazioni, specificatamente destinati alla Fondazione, che potranno pervenire alla stessa nel corso della sua esistenza. La Fondazione provvede alla sua attività tesa al raggiungimento dello scopo anzidetto con contributi e sottoscrizioni specificatamente destinati alla Fondazione, provenienti da persone giuridiche, di diritto pubblico o privato, italiane e straniere, o da persone fisiche italiane o straniere nonché con proventi derivanti da attività e manifestazioni organizzate dalla Fondazione e con quant’altro ad essa destinato dalla “Associazione Amici della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra”, associazione senza scopo di lucro che prevede tra le sue finalità istituzionali espressamente il sostegno della Fondazione. Ogni anno la Fondazione promuove il Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra nelle splendide basiliche papali romane. 28 giu. 2014 Cappella Sistina in Vaticano 13 LA FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA LE FINALITÀ DELLA FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA A Mosaico di Papa Francesco per la serie dei Sommi Pontefici nella Basilica di San Paolo fuori le Mura Basilica S. Pietro Prospetto ovest 14 l contempo, la Fondazione sta portando avanti una serie di progetti a sostegno dell’arte e della musica sacra. Infatti, il ciclo delle manifestazioni del Festival nelle Basiliche Papali di Roma ha lo scopo di promuovere la conservazione e il restauro di beni culturali che sono spesso contenuti nelle stesse Basiliche. Sin dal 2002, la Fondazione Pro Musica e Arte Sacra ha contribuito al finanziamento dei seguenti lavori: • Restauro della Cappella di Santo Stefano nel transetto della Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura con l’aiuto del partner DaimlerChrysler Italia; • Risistemazione dei due preziosi organi Morettini situati nell’abside della Basilica Papale di San Giovanni in Laterano costruiti nel 1886; • Restauro della Cappella Tedesca del Pontificio Santuario della Santa Casa di Loreto in provincia di Ancona, ornata da un ampio ciclo di affreschi su temi mariani eseguiti da Ludovico Seitz negli anni 1892-1902 con l’aiuto del partner DaimlerChrysler Italia; • Restauro della cupola della Cappella di Sisto V nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore; • Completa ristrutturazione della Biblioteca del Pontificio Istituto di Musica Sacra a Roma con l’aiuto del partner DaimlerChrysler Italia; • Restauro della Cappella di San Benedetto nel transetto della Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura con l’aiuto del partner DaimlerChrysler Italia; • Realizzazione del clipeo a mosaico di Papa Benedetto XVI per la serie dei Sommi Pontefici nella Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura a Roma; • Interventi urgenti di carattere conservativo e di consolidamento delle strutture nei Mausolei del Docente, degli Ebuzi, degli Egizi e dei Matucci nella Necropoli Vaticana sotto la Basilica di San Pietro; • Restauro completo del Mausoleo dei Valeri nella Necropoli Vaticana con il contributo del mecenate Dr. h.c. Hans Urrigshardt e delle società LGT Oratorio del Caravita Organo Priori Bank in Liechtenstein AG, Mercedes-Benz Italia S.p.A., Pedrollo S.p.A. e Courtial Viaggi srl.; • Restauro della statua di Papa Paolo V Borghese nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, opera del 1620 di Paolo Sanquirico; • Restauro dell’organo Tamburini nella Basilica di Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio a Roma con l’aiuto del partner Mercedes-Benz Italia S.p.A.; • Restauro del baldacchino monumentale sopra l’Altare Papale della Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura, opera di Arnolfo di Cambio del 1285; • Restauro del coro ligneo della Cappella del Coro della Basilica Papale di San Giovanni in Laterano chiamata anche Cappella Colonna; • Restauro dell’Appartamento dei Papi Alessandro VI (Rodrigo Borgia, 1492-1503) e Giulio II (Giuliano della Rovere, 1503-13) nell’antico Palazzo Apostolico in Vaticano con i contributi del Dott. Hans Urrigshardt e di Fundación Endesa, Spagna (quest’ultimo destinato all’illuminazione dell’appartamento), nonché con il contributo diretto e personale del Dott. Hans-Albert Courtial; • Restauro del Mausoleo PHI, detto “dei Marci”, nella Necropoli Vaticana sotto la Basilica di San Pietro; • Restauro del prospetto sud della Basilica Vaticana nel terzo lotto, che riguarda il manufatto centrale a croce greca della Basilica, progettato nel Cinquecento da Michelangelo; • Restauro dell’artistica “Fontana della Burbera” sulla terrazza settentrionale della Basilica Vaticana, con il sostegno dell’Associazione “Förderverein Freunde der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra e.V.”, attraverso i suoi sostenitori e in particolare il Sig. Friedrich-Wilhelm Hempel; • Contributo al restauro conservativo della Cappella della Casa Generalizia della Società del Divin Salvatore, sita in Palazzo Cardinal Cesi a Roma; • Contributo al restauro della Cappella dell’abitazione romana delle Donne Consacrate della Famiglia Spirituale del “L’Opera”; • Restauro dell’organo Priori nella Chiesa Gesuita San Francesco Saverio (Oratorio del Caravita) a Roma, appartenente al Fondo Edifici di Culto – Ministero dell’Interno; • Restauro parziale della Cappella Sistina (Cappella di Sisto V) nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore a Roma; • Restauro conservativo delle opere di arte sacra dell’Aula Magna/Auditorium dell’Università Pontificia Salesiana a Roma; • Realizzazione del pannello musivo raffigurante la Madonna “Salus Populi” nel Santuario di San Giovanni Paolo II a Cracovia (Polonia); • Realizzazione del clipeo a mosaico di Papa Francesco per la serie dei Sommi Pontefici nella Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura a Roma; • Restauro del prospetto ovest della Basilica di San Pietro in Vaticano; 15 LA FONDAZIONE PRO MUSICA GLI E ARTE SACRA ATTUALI PROGETTI FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA DELLA N el biennio 2014-2015, la Fondazione Pro Musica e Arte Sacra sostiene e sosterrà i seguenti progetti musicali e di restauro: Camere di S. Luigi Gonzaga Altare della Cappella • il Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra; • i progetti musicali ed ecumenici della Cappella Musicale Pontificia “Sistina”; • il restauro delle “Camere di S. Luigi Gonzaga” nel Collegio Romano a Roma; • il restauro delle statue dei Santi Pietro e Paolo in Piazza San Pietro; • il restauro del prospetto nord della Basilica di San Pietro in Vaticano nel tratto michelangiolesco. RESTAURO DELLE “CAMERE DI S. LUIGI GONZAGA” L 16 a Fondazione Pro Musica e Arte Sacra ha contribuito al restauro delle cosiddette “Camere di S. Luigi Gonzaga” poste all’interno del Collegio Romano e della Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio a Roma. Tale restauro, frutto di un’iniziativa della Chiesa che si è attivata per la raccolta dei fondi e la predisposizione del progetto debitamente autorizzato dal Fondo Edifici per i Culti, ente proprietario della Chiesa, e dal Ministero dei Beni Culturali, è iniziato nel gennaio del 2013 e non è ancora del tutto completato. Manca infatti l’intervento nel cosiddetto Salone di Ricreazione. Il contributo della Fondazione ha consentito il recupero architettonico e artistico di buona parte degli ambienti, restituendo a pellegrini e visitatori una testimonianza preziosa della vita di San Luigi, della Compagnia dei primi decenni e del barocco romano. La Compagnia di Gesù non nasce come ordine insegnante, però, man mano che va strutturandosi concretamente, assume consapevolezza che la cultura è indispensabile per l’attività apostolica, e lo stesso Sant’Ignazio promuove la formazione di Col- legi, dapprima creati per la formazione culturale dei giovani gesuiti, ben presto aperti anche ai laici. Così, su iniziativa dello stesso Santo a Roma nel 1551 è fondato il Collegio Romano, ”scuola di grammatica, d’umanità e di dottrina cristiana, gratis”, come indicava l’iscrizione sulla porta di una casa ai piedi del Campidoglio, dove i padri si stabilirono in un primo momento. Dopo alcuni trasferimenti, nel 1584 fu inaugurata la sede voluta dal Papa Gregorio XIII, “presso l’aguglia di San Macuto”, più grande delle precedenti, visto il crescente numero di alunni, sia religiosi che laici, e più adatta alla fama e al prestigio acquisito dalla scuola. All’ultimo piano del Collegio Romano, adiacente alla chiesa di Sant’Ignazio, si trova il cosiddetto “Ritiramento”, cioè le camere abitate dagli studenti venuti dal noviziato in qualità di scolastici, comunemente chiamate le “Camerette di San Luigi”. Tra i molti che nello spazio di due secoli occuparono queste stanze, spiccano le figure di San Luigi Gonzaga, di San Giovanni Berchmans, del Beato Antonio Baldinucci, del Venerabile Abramo Giorgi, oltre a quelle di alcuni martiri inglesi e di altri gesuiti martirizzati in Brasile, in India, in Giappone. Esse sono state sempre luogo di visite e devozione da parte di italiani e stranieri di ogni età e stato sociale, religiosi e laici, desiderosi di comprendere i fondamenti della Camere di S.Luigi Gonzaga Salone della Ricreazione, ancora da restaurare spiritualità ignaziana e il messaggio apostolico del Fondatore della Compagnia e dei suoi seguaci, aperto a tutti in ogni tempo. In origine queste stanze erano molto semplici, col passare del tempo si cominciò ad ornarle e a restaurarle. Da una breve scala si accede al Salone della Ricreazione: nei secoli XVIII e XIX la sala fu dipinta e furono incollate alle pareti tele raffiguranti episodi della vita di San Luigi, attraverso le quali si può ricostruire la sua vicenda umana e spirituale. La camera dove il Santo abitò fin dai primi del Settecento fu trasformata in cappella e ornata: alle pareti le tele che San Roberto Bellarmino commissionò per la stanza dell’infermeria dove Luigi morì e qui portate dopo la distruzione di quella parte del Collegio. L’insistere sull’immagine è proprio della spiritualità ignaziana, influenzata dalla devotio moderna: si intende coinvolgere il fedele con “affettività profonda”, finalizzata al “sentire e gustare le cose interiormente”. Si crea in tal modo un luogo di relazione secondo una vera teologia della visione che fa capire che il divino non è uno spazio astratto, ma si trova nell’hic et nunc della nostra esistenza. Il recente restauro ha riportato alla loro bellezza originaria le pitture a olio del soffitto e dello zoccolo che corre intorno alla camera: ghirlande e serti di fiori hanno riacquistato la vivace delicatezza del colore con inserti di oro zecchino già anneriti da umidità, polvere, nero dei ceri d’altare, colla. Lavoro di pulizia si è fatto per il damasco, risalente al restauro del 1791 (iI bicentenario della morte del Santo): è stato spazzolato, asciugato dell’umidità, rammendato accuratamente con fili di seta. Su di esso si individuano il monogramma dei gesuiti e serti di rose. Attraverso porte aperte durante i restauri settecenteschi si accede a quella che ora è chiamata la Sacrestia, dove, a renderci più vicina la figura del giovane Luigi, in una vetrina troviamo lettere autografe a familiari e il Crocifisso che portò con sé quando entrò nella Compagnia di Gesù. C’è poi la Camera di San Giovanni Berchmans anch’essa restaurata. Sotto un altare di stile neoclassico, perfettamente riportato allo splendore originario, è posta un’urna che contenne per qualche tempo i resti del Santo, trasportati poi nell’altare sinistro del transetto della chiesa di Sant’Ignazio. Notevoli sono i reliquiari, sia incassati nell’altare sia posti sopra l’altare in forma di ostensori, opere del XVIII sec. in argento e ottone. Sul lato destro si apre la porta d’accesso per gli studenti, unica originaria, sopra la quale in una teca è conservata una veste del Santo. Le decorazioni pittoriche del soffitto, della parte bassa delle pareti e alle ante delle finestre hanno riacquistato luce e colore. 17 LA FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA statua di S. Pietro, Adamo Tadolini (1788-1868) quella di San Paolo. Al momento attuale le opere si presentano in un mediocre stato di conservazione. Infatti la superficie è ricoperta da attacchi biologici e da depositi superficiali coerenti ed incoerenti. Le dorature non sono quasi più leggibili ed i perni interni danno segni di ossidazione. Anche la Camera del venerabile Giorgi è stata avvalorata dagli interventi di restauro: sull’altare un ritratto di San Roberto Bellarmino, direttore spirituale del Collegio e per un breve periodo Rettore. Alle pareti ritratti dei primi tre Superiori Generali della Compagnia: Sant’Ignazio, Pedro Lainez, San Francesco Borgia. Bello l’inginocchiatoio del Papa Pio IX. La commozione e la consolazione che derivano da questi luoghi trovano il più bel commento nell’affermazione di Sant’Ignazio: “L’uomo è creato per lodare, riverire e servire Dio Nostro Signore”. RESTAURO RESTAURO DELLE SANTI PIETRO IN PIAZZA STATUE DEI PAOLO SAN PIETRO E L 18 e due statue raffiguranti i Padri della Chiesa San Pietro e San Paolo ai piedi del sagrato davanti alla maestosa facciata della Basilica Vaticana vennero commissionate da Papa Gregorio XVI, ma solo con Papa Pio IX vennero collocate nella posizione (1847-1849) attuale su due alti piedistalli con i simboli araldici del Papa e della fabbrica di S. Pietro, sostituendo le due statue quattrocentesche decisamente piccole rispetto alla mole della facciata nel suo rapporto con il colonnato berniniano. Le statue eseguite in marmo sono entrambi di allievi del Canova. Giuseppe De Fabris (1790-1822) scolpì la DEL PROSPETTO ESTERNO DELLA BASILICA DI SAN PIETRO IN VATICANO Nell’ambito di un articolato programma di lavori per la conservazione e la valorizzazione dei prospetti esterni della basilica, prosegue la paziente opera di restauro avviata dalla Fabbrica di San Pietro alla vigilia del Giubileo del 2000, ma ripresa e portata avanti, con rinnovato impegno e meticolosa attenzione, in questi ultimi sette anni grazie al sostegno della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra. Dopo il restauro della facciata nel 1999, sono state infatti pianificate le necessarie opere di risanamento dei prospetti laterali sud, ovest e nord. Tali prospetti, esclusa la facciata, hanno un’altezza di circa 46 metri e sviluppano una superficie lapidea complessiva di oltre 35.000 mq (= tre ettari e mezzo). ravigliose sculture figurate, la cui raffinata eleganza non era percepibile dal basso. Mentre si avvia a conclusione il restauro del prospetto occidentale, corrispondente al lato posteriore della basilica, la Fabbrica di San Pietro, sempre avvalendosi del contributo e della collaborazione della summenzionata Fondazione Pro Musica e Arte Sacra, ha disposto la prosecuzione dell’intervento anche sul prospetto cinquecentesco settentrionale prospiciente la cosiddetta “Via delle Fondamenta”. Tale restauro sarà eseguito su una superficie di circa 6.800 mq e avrà una durata di circa due anni (2014-2016). È significativo notare che quest’ultima impegnativa campagna di restauro sia stata avviata nel corrente Prospetto nord, 2014/16 Prospetto ovest, 2013/14 Prospetto sud terzo lotto, 2011/12 Ingresso Via delle Fondamenta Il restauro del prospetto meridionale venne terminato in soli cinque anni (aprile 2007-maggio 2012) con un paziente lavoro articolato in tre successivi lotti di intervento. Il restauro del terzo lotto, che riguarda il manufatto centrale a croce greca della Basilica, progettato nel Cinquecento da Michelangelo, venne realizzato con il sostegno della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra, così come anche il restauro del prospetto ovest della basilica, che comprende l’abside esterna di San Pietro. Esso ha avuto inizio nel 2012 e si concluderà entro il corrente anno. Il non facile lavoro è stato realizzato da qualificati restauratori sotto la direzione tecnica e scientifica della Fabbrica di San Pietro. Alla paziente, silenziosa e instancabile opera dei restauratori si è affiancato il lavoro del personale “Sanpietrino”, che ha provveduto all’esecuzione delle opere murarie e, in particolare, alla rimozione della vecchia copertura di coppi ed embrici della cornice dell’attico e della trabeazione, e alla successiva posa in opera delle lastre di travertino a protezione dell’intera struttura. Sono state inoltre eseguite le necessarie indagini diagnostiche, le fotografie (prima, durante e dopo il restauro), e i rilievi con laser scanner. Su tale documentazione grafica e fotografica sono state evidenziate tutte quelle informazioni relative alla conservazione dei materiali, all’identificazione delle diverse tipologie di degrado presenti sulla pietra riconducibili ad alterazioni di origine chimica, fisica e meccanica. Si è così provveduto all’analisi e alla mappatura del degrado e alla successiva rappresentazione dei diversi interventi di restauro. Per la pulitura della superficie in travertino si è utilizzata acqua nebulizzata e, per rimuovere le nere incrostazioni più tenaci, microsabbiature a pressione moderata e con inerti a bassa durezza al fine di rispettare le patine del tempo (sistema Jos già sperimentato nel restauro della facciata). Il restauro ha inoltre rappresentato un momento unico e irripetibile di conoscenza, se non altro per la possibilità di osservare da vicino particolari architettonici ubicati nelle parti più alte della basilica. Non sorprende pertanto che, soltanto in occasione dei recenti lavori intrapresi dalla Fabbrica di San Pietro, sia stato possibile rilevare e studiare alcuni elementi architettonici michelangioleschi con me- Piazza di Santa Marta Piazza dei Protomartiri Romani anno 2014 in cui ricorre il 450° anniversario della morte di Michelangelo Buonarroti (6 marzo 147518 febbraio 1464). Fu infatti Michelangelo, tra il 1546 e il 1564, a progettare e realizzare questa parte del prospetto esterno della basilica (esclusa la campata minore dell’estremità di sinistra). Sotto i pontificati di Giulio III (1550-1555), Paolo IV (1555-1559) e Pio IV (1559-1565), lo stesso Michelangelo completò l’abside e i lati obliqui, iniziò la costruzione dell’attico e le fondazioni dei lati lineari del prospetto esterno che furono completati nel 1590 dal suo successore: l’architetto Giacomo Della Porta (1533-1602). Gli interventi di restauro ai prospetti laterali della Basilica Vaticana finanziati con l’aiuto della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra 19 LA FONDAZIONE PRO MUSICA IL PREMIO “FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA” I l Premio “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” è stato istituito nel 2004 e viene conferito a persone che in qualità di artisti, sostenitori, benefattori o mecenati hanno contribuito alla cultura della musica e/o dell’arte sacra. Il Premio consiste in un diploma ed un’opera d’arte che vengono assegnati al premiato. L’assegnazione del Premio si svolge nell’ambito del Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra con la partecipazione dei media e delle autorità. Hanno ricevuto il Premio “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra”: Dott. Gianni Letta, allora Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, in qualità di sostenitore morale (2004); S.E.R. Francesco Cardinal Marchisano, allora Arciprete della Patriarcale Basilica di San Pietro in Vaticano, per il suo impegno nella salvaguardia e conservazione dell’arte sacra nella qualità di Presidente della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa (marzo 1993 - ottobre 2003) e della Commissione Permanente per la Tutela dei Monumenti Storici ed Artistici della Santa Sede (2006); Sen. Dott.ssa Mariapia Garavaglia per il supporto morale nella diffusione e promozione della musica Dott. Gianni Letta Francesco Cardinal Marchisano 20 E ARTE SACRA e dell’arte sacra dimostrato con l’assidua presenza al Festival di Musica e Arte Sacra (2008) Richard de Tscharner, per il suo impegno nella salvaguardia e conservazione della musica e dell’arte sacra nella sua qualità di Mecenate della Fondazione (2008); M° Mons. Prof. Dr. Georg Ratzinger, Protonotario Apostolico, Maestro di Cappella emerito, in riconoscimento dei suoi importanti meriti nel campo della Musica Sacra, per essersi dedicato per più di 30 anni instancabilmente a favore della Musica Sacra al Duomo di Ratisbona e in tutto il mondo (2010); M° Mons. Domenico Bartolucci, Direttore Perpetuo Emerito della Cappella Musicale Pontificia “Sistina”, in riconoscimento dell’opera di tutta la sua vita e dei suoi inestimabili meriti nel campo della Musica Sacra, per essersi dedicato come Maestro di Cappella, Docente e Compositore per più di 50 anni instancabilmente a favore della Musica Sacra in Vaticano e in tutto il mondo (2010); Prof. Dr. Clemens Hellsberg, Presidente dei Wiener Philharmoniker, in rappresentanza dei Wiener Philharmoniker, in riconoscimento degli altissimi meriti del loro lavoro artistico, essendo capaci con la loro professionalità unanimemente riconosciuta e con il loro immenso talento artistico di raggiungere il cuore dell’ascoltatore (2010); Dr. h.c. Hans Urrigshardt, in riconoscimento della sua generosa attività di Mecenate del Festival, essendosi impegnato per anni a favore dei fini della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra (2010). Card. Comastri, Mons. Bartolucci, Mons. Ratzinger, Prof. Hellsberg, Dr. Urrigshardt, Card. Marchisano (da sin.) Il 23 ottobre 2014 il Premio “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” verrà conferito a: M° Mons. Pablo Colino, Prefetto per la Musica della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano, per i suoi meriti a favore della musica sacra in Vaticano e in tutto il mondo come docente e direttore artistico instancabile per più di 50 anni; Prof. Dr. Dr. Herbert Batliner, Cavaliere di Gran Croce con Diamanti del Principato del Liechtenstein, in qualità di grande mecenate e sostenitore della musica e dell’arte sacra; M° Nikolaus Harnoncourt, Direttore d’orchestra austriaco, per i suoi grandi meriti verso la musica sacra; M° Tomomi Nishimoto, Direttore d’orchestra giapponese, per la sua determinazione nella riscoperta della tradizione musicale dell’Orasho in Giappone quale canto derivante dal canto gregoriano, e per la sua ricerca su questi antichi canti cristiani. Sen. Mariapia Garavaglia Richard de Tscharner 21 LA FONDAZIONE PRO MUSICA SALUTO DELL’ASSOCIAZIONE DI SOSTEGNO FÖRDERVEREIN DER FREUNDE DER FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA E.V. I 22 l Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra, nei tredici anni della sua esistenza, è cresciuto fino a diventare un evento culturale di spicco della città eterna e dell’Italia tutta. Questa ammirevole evoluzione è stata possibile perché la Fondazione Pro Musica e Arte Sacra non ha mai inteso il suo operato nel campo culturale come fine a se stesso. Essa combina anzi la promozione e valorizzazione del prezioso patrimonio della musica sacra con l’obiettivo di restaurare tesori d’arte sacra del Vaticano e dell’Urbe per conservarli come patrimonio per tutta l’umanità. Riteniamo sia indicato proprio oggi, nei giorni difficili che viviamo, far presente la dimensione europea di questo impegno, poiché cultura e arte europee sono state plasmate e influenzate profondamente dal cristianesimo, nella storia come nel presente. Il lavoro che la Fondazione Pro Musica e Arte Sacra negli anni porta avanti con successo per realizzare i suoi fini istituzionali, cioè la valorizzazione della musica sacra ad altissimo livello e il restauro di tesori d’arte sacra a Roma e in Vaticano, merita e allo stesso tempo necessita del nostro sostegno e contributo economico. Il sempre crescente interesse nei paesi di lingua tedesca per il lavoro della Fondazione ha portato alla costituzione di un’associazione di sostegno, chiamata “Förderverein der Freunde der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra e.V.” e riconosciuta di pubblica utilità. Per la costituzione dell’associazione si sono riunite in data 16 maggio 2008 le seguenti personalità provenienti dalla Germania, dal Principato del Liechtenstein e dall’Austria le quali hanno a cuore le finalità di diffusione della musica sacra e di promozione di restauri d’arte sacra della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra. E ARTE SACRA Althaus, Dieter Ministro Presidente emerito e Vice President Governmental Affairs Magna Europe della Magna International (Germany) GmbH Bodewig, Kurt Ministro Federale emerito della Repubblica Federale Germania, Presidente del Baltic Sea Forum e.V., Presidente Deutsche Verkehrswacht e.V. Courtial, Dr. Hans-Albert (Presidente) Presidente Generale della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra Busek, Dr. Erhard Vicecancelliere emerito della Repubblica d’Austria, Presidente dell’Istituto per il Bacino del Danubio e l’Europa centrale (Institut für den Donauraum und Mitteleuropa) Glogowski, Gerhard Ministro Presidente emerito Gramke, Prof. Dr. Jürgen (Vicepresidente) Ministro di Stato Emerito, Presidente dell’Institute for European Affairs S.A. Principe del Liechtenstein, Stefan Ambasciatore del Principato del Liechtenstein nella Repubblica Federale Germania Marx, Dr. Peter (Amministratore Delegato) Amministratore Delegato della HVM-Hamburger Versicherungsmakler GmbH/ARTUS GRUPPE, Rappresentante di Collegamento dell’Institute for European Affairs alla Chiesa Cattolica Mokrzycki, S.E.R. Mons. Dr. Mieczysław Arcivescovo dell’Arcidiocesi di Lviv dei Latini, Ucraina Overbeck, S.E.R. Mons. Dr. Franz-Josef Vescovo della Diocesi di Essen Rantala, Dr. Eero Ministro del Commercio emerito della Repubblica Finlandia Ring, Prof. Dr. Klaus Presidente Emerito della Goethe Universität Frankfurt, Presidente Polytechnische Vereinigung Schünemann, Prof. Dr. Bernd Professore ordinario di diritto penale all’Università 29 ott. 2013 Basilica S. Ignazio di Loyola Ludwig-Maximilian di Monaco (Germania) Soika, Dieter Caporedattore in pensione Stich, Max Già Vicepresidente Sezione Turismo dell’Automobile Club Tedesco ADAC Worms, Dr. Bernhard Presidente dell’Unione Europea degli Anziani Zeidler, Susanne Presidente Deutsche Beteiligungs AG, Francoforte Scopo dell’Associazione è la promozione di arte e cultura e la ricerca in questi settori. In accordo con i fini della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra di promuovere progetti di musica sacra e di conservare e restaurare tesori d’arte sacra, l’Associazione fornirà il suo apporto alla realizzazione di questi obiettivi. I fini previsti dallo statuto vengono realizzati soprattutto attraverso: • concerti del Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra in Vaticano per la valorizzazione e diffusione della musica sacra; • mostre di arte sacra in Vaticano; • festival, concorsi, seminari, workshop, trasmissioni radio e TV per la promozione della cultura, arte e musica sacra; • corsi di formazione in arte e musica sacra e ricerche in questi settori. Per il presente periodo di carica, della durata di quattro anni, sono stati nominati: Dr. Hans-Albert Courtial, Presidente dell’Associazione di Sostegno; Prof. Dr. Jürgen Gramke, Vicepresidente; Dr. Peter Marx ulteriore componente della Presidenza e Amministratore. L’associazione Förderverein der Freunde der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra e.V. ringrazia tutti gli amici e sostenitori del XIII Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra per il loro impegno attivo con il quale anche quest’anno ne hanno reso possibile l’organizzazione. Förderverein der Freunde der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra e.V. Sede legale Oranienstrasse 11, D - 65604 Elz (Germania) Contatto Tel. +49 (0) 6431 95 61-0 Fax +49 (0) 6431 95 61-50 [email protected] Conto corrente Bank im Bistum Essen eG IBAN: DE 36360602950030379012 BIC: GENODED1BBE Numero conto corrente: 30379012 BLZ: 36060295 23 LA FONDAZIONE PRO MUSICA LA FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA SI DOTA DI UN SUO INNO UFFICIALE L a Fondazione Pro Musica e Arte Sacra avrà da quest’anno un suo inno rappresentativo, grazie alla composizione Inno alla Fede per oboe e archi di Andrea Morricone. Il brano sarà eseguito in prima assoluta domenica 26 ottobre ad apertura dei due concerti in programma al XIII Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra e verrà proposto in occasione di concerti, festival, rassegne di musica sacra e in manifestazioni di promozione e diffusione dell’attività della Fondazione. Inoltre il brano sarà disponibile per essere scaricato dai siti www.andreamorricone.com e www.fondazionepromusicaeartesacra.net. “L’inno alla fede è la mia personale risposta ad una chiamata di forte impronta spirituale – racconta Andrea Morricone. – Scrissi questo tema all’età di 34 anni, in un momento difficilissimo della mia vita che riuscii a superare grazie alla forza della fede. Quello che vorrei trasmettere e comunicare con questo brano è un senso di profonda pace e serenità che accompagni sempre ciascuno di noi nelle proprie vicissitudini e nei propri percorsi spirituali. Nihil difficile volenti. Sono felice e grato alla Fondazione Pro Musica e Arte Sacra per averlo scelto come suo inno ufficiale”. 24 Autore di oltre 25 colonne sonore, musica da camera, musica per orchestra, strumento, voci soliste, composizioni corali e musica sacra, Andrea Morricone si è aggiudicato numerosi premi, tra cui due Golden Globes, il primo per la sua colonna sonora del film Raul di Andrea Bolognini e, nel 2012, per la colonna sonora de L’Industriale di Giuliano Montaldo. Ha collaborato con importanti orchestre italiane, americane e di rilievo internazionale, fra cui l’Orchestra Sinfonica di Santa Cecilia, Roma Sinfo- E ARTE SACRA nietta, Orchestra Guido Cantelli di Milano, Orchestra Sinfonica di Sofia, il Coro e l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Budapest, l’Orchestra Sinfonica di Bilbao, la Simon Bolivar Youth Symphony Orchestra. Seguendo le orme musicali del padre, si è diplomato al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma nel 1994, ricevendo un diploma in composizione, e nel 1996 il diploma in direzione d’orchestra, sotto la guida di Bruno Aprea, perfezionandosi poi presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia sotto la guida di Franco Donatoni e Azio Corghi. Mentori supplementari sono stati per lui Ada Gentile, Irma Ravinale e Ivan Fedele. È laureato in Lettere, Filosofia e Musicologia. Il suo brano La forza del sorriso, interpretato da Andrea Bocelli, è stato scelto come sigla ufficiale di Expo Milano 2015. Andrea Morricone è stato invitato come direttore ospite d’onore al Festival Musicale di San Pietroburgo, dove il giorno 11 ottobre 2014 presso il Konstantinovsky Palace dirigerà in prima mondiale quattro sue composizioni per orchestra, fra cui il suo Ave Maria, soprano Chiara Taigi, e l’Anthem for Russia per sassofono soprano, violino, solista e orchestra. Il 26 aprile 2014 ha diretto a Los Angeles un concerto dedicato alla sua musica lirico-sinfonica, e per l’occasione ha fondato un’orchestra di suo riferimento intitolata Amor Symphonic Orchestra, riscuotendo un tale successo di pubblico e critica che il sindaco della città di Los Angeles lo ha invitato a dirigere, sempre a Los Angeles il giorno 8 novembre, un nuovo concerto dedicato alle sue musiche. 23 dic. 2013 Basilica S. Maria sopra Minerva Concerto di Natale L’INNO ALLA FEDE PER OBOE E ARCHI L’Inno alla Fede è una composizione da me scritta per oboe e archi e dedicata alla Fondazione Pro Musica e Arte Sacra. Con la parola Fede intendiamo qualcosa di assoluto, di sublime. La Fede può essere rivolta all’umano e al Divino, ma è pur sempre Fede, dunque scintilla di Dio. Non si tratta di fiducia nell’esistere, non si tratta di forza relativa ad un impegno, è qualcosa di più, un quid di inamovibile che solo lui può in realtà governare il Tutto, ciò che definiamo Cosmo ed oltre. La Fede è qualcosa che, quando uno la scopre, capisce che è sempre esistita in noi. Si tratta solo di arrivare a quel punto, quel faticoso e spesso dolente snodo della vita che ci permette di effettuare il salto verso l’infinito. Il brano ha molteplici possibilità d’approccio: una connotazione “madrigalistica”, un aspetto retorico, una forte scelta strutturale che ne condiziona svariati tasselli. La scrittura degli archi è filigranata, ed ogni sezione dell’orchestra ha un suo alto valore espressivo e senso profondo. A questo fine mi preme sottolineare il piano della dinamica con cui comincia il ponte, dove la linea melodica è affidata ai violoncelli, dopo di cui, attraverso l’ammontare degli altri strumenti, si realizza l’intensità del forte fino ai registri più alti degli strumenti. Questa qualità della dinamica scritta ed intrinseca alla partitura la ritengo uno degli insegnamenti più interessanti dei grandi capolavori di tutta la storia della musica. Per quel che riguarda l’oboe, l’aria è estremamente delicata, sia per un fatto di tessitura, sia per le articolazioni agoniche e gli incastri con i movimenti ritmici degli archi. Andrea Morricone 25 IL FESTIVAL LA FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA DEDICA IL FESTIVAL 2014 A PAPA PAOLO VI NELL’ANNO DELLA SUA BEATIFICAZIONE Sintesi di Programma Mercoledì 22 ottobre 2014 ore 20 BASILICA DI SANTA MARIA SOPRA MINERVA Georg Friedrich Händel, Saul HWV 53 Kantorei Schlosskirche Weilburg Capella Weilburgensis Direzione: Doris Hagel Domenica 26 ottobre 2014 ore 16 BASILICA DI SANT’IGNAZIO DI LOYOLA Joseph Julian Gonzalez, Misa Azteca The Continuo Arts Festival Chorus Orchestra Roma Sinfonietta Direzione: Teresa Russell Giovedì 23 ottobre 2014 ore 21 BASILICA PAPALE DI SAN PAOLO FUORI LE MURA Franz Schubert, Lazarus D 689 Wiener Singverein Wiener Philharmoniker Direzione: Ingo Metzmacher Mark Hayes, Requiem The Continuo Arts Festival Chorus Orchestra Roma Sinfonietta Direzione: Mark Hayes Venerdì 24 ottobre 2014 ore 17 BASILICA PAPALE DI SAN PIETRO IN VATICANO Santa Messa celebrata da Sua Em.za il Cardinale Angelo Comastri IlluminArt Philharmonic Choir and Orchestra Direzione: Tomomi Nishimoto Coro della Cappella Musicale Pontificia “Sistina” Direzione: Massimo Palombella Venerdì 24 ottobre 2014 ore 21 BASILICA PAPALE DI SANTA MARIA MAGGIORE Anton Bruckner, Messa in fa minore WAB 28 e Te Deum WAB 45 PalatinaKlassik-Vokalensemble Philharmonischer Chor an der Saar Coro e Orchestra del Conservatorio Statale di Kazan Direzione: Leo Kraemer Sabato 25 ottobre 2014 ore 21 BASILICA PAPALE DI SAN GIOVANNI IN LATERANO Johannes Brahms, Ein deutsches Requiem op. 45 PalatinaKlassik-Vokalensemble Philharmonischer Chor an der Saar Coro e Orchestra del Conservatorio Statale di Kazan Direzione: Leo Kraemer Domenica 26 ottobre 2014 ore 21 BASILICA PAPALE DI SAN PAOLO FUORI LE MURA Concerto di Musica Sacra al servizio della carità organizzato in collaborazione con la Fondazione SOFIA onlus Giuseppe Verdi, Messa da Requiem IlluminArt Philharmonic Choir and Orchestra Direzione: Tomomi Nishimoto Martedì 28 ottobre 2014 ore 21 CAPPELLA CORSINI NELLA BASILICA PAPALE DI SAN GIOVANNI IN LATERANO Concerto riservato ai benefattori della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra Coro della Cappella Musicale Pontificia “Sistina” Direzione: Massimo Palombella Mercoledì 29 ottobre 2014 ore 21 BASILICA DI SANT’IGNAZIO DI LOYOLA Mottetti sacri nello specchio delle culture musicali Mädchenchor am Kölner Dom Direzione: Oliver Sperling 27 MERCOLEDÌ 22 OTTOBRE 2014, ORE 20 Ernst Josephson (1851-1906), Davide e Saul - Dipinto, Museo Nazionale Stoccolma ISTE DOMINABITUR POPULO MEO GEORG FRIEDRICH HÄNDEL (1685-1759) Saul Oratorio in tre atti per soli, coro e orchestra HWV 53 MERCOLEDÌ 22 OTTOBRE 2014, ORE 20 BASILICA DI SANTA MARIA SOPRA MINERVA appartenente al Fondo Edifici di Culto 28 Il concerto prende il titolo dalla scena biblica del Primo libro di Samuele (9, 17), dove il profeta Samuele vede per la prima volta Saul e il Signore gli rivela: “Ecco l’uomo di cui ti ho parlato; costui avrà potere sul mio popolo”. KANTOREI SCHLOSSKIRCHE WEILBURG CAPELLA WEILBURGENSIS DORIS HAGEL, DIRETTORE Klaus Mertens, basso (Saul) Anna Haase von Brincken, contralto (Davide) Mechthild Bach, soprano (Merab) Monika Mauch, soprano (Micol) Sebstian Kohlhepp, tenore (Gionata) Hans Jörg Mammel, tenore (Sommo Sacerdote) Carsten Siedentop, basso (Spirito di Samuele) Bernard Weese, basso (Doeg) Georg Friedrich Händel, Saul Contesto Händel fu attivo a Londra dal 1712 fino alla sua morte, e dal 1732 iniziò a comporre oratori, offrendo al pubblico londinese drammi musicali senza azioni sceniche. La straordinaria qualità di Händel stava nello sviluppare la forma in tutta la sua ampiezza, inserendo tanto precursori quali l’Anthem inglese con i suoi ayres quanto nuove tendenze nella composizione lirica come delle arie virtuose e impegnative. Al coro Händel diede particolare importanza. Mentre nei suoi oratori romani esso era impegnato soltanto in poche apparizioni alla fine di ogni atto, ora aveva un ruolo completamente diverso. Saul è il quarto oratorio inglese di Händel, testimonianza della sua guarigione a seguito di una crisi di salute e una delle sue composizioni più eminenti. In quel tempo le sue quasi trentennali ed economicamente poco fruttuose fatiche nella produzione di opere arrivarono ad un punto di svolta. Quando Johann Jakob Heidegger in data 26 luglio 1738 dovette disdire la nuova stagione lirica a causa della mancanza di sottoscrizioni, stava preparando il terreno per un nuovo oratorio. Questa situazione di partenza forse non fu la causa, ma ha certamente contribuito in maniera decisiva alla scelta di Händel di comporre un nuovo oratorio. Libretto Il libretto del Saul è opera di Charles Jennens (1770-1773). Intenditore d’arte e amico di Händel, scriveva pregevoli testi letterari che stimolavano le composizioni di Händel. Saul fu la loro prima produzione comune, e altre seguirono. Sin dal primo Seicento la storia dell’Antico Testamento di Re Saul, con la sua straziante follia e la sua profonda invidia per il giovane vincitore Davide, fu un argomento popolare e perfino politico in Inghilterra. La base biblica furono i due libri Samuele che raccontano il passaggio della dignità reale da Saul a Davide, integrati dalle due opere Davideis di Abraham Cowley e The Tragedy of King Saul di Roger Boyle, Earl of Orrery. Jennens sintetizza in maniera geniale la storia che troviamo nella Bibbia (1Sam 15 - 2Sam 5), fornendo non solo un racconto epico bensì costruendo un vero e proprio dramma che per espressione e struttura ricorda i drammi di Shakespeare. La Bibbia racconta della disobbedienza di Saul nei confronti di Dio: risparmiare gli Amaleciti fu un grave errore che Saul avrebbe dovuto pagare. Saul conobbe il destino che gli si presentava nella persona di Davide, e questo incideva sul loro rapporto sin dall’inizio. Ciò non è il caso nella versione di Jennens, dove il re non conosce la causa della sua maledizione. Soltanto nel terzo atto Saul capisce, e nella scena seguente viene a sapere che sarà ucciso da un Amalecita. Inoltre Jennens integra il racconto biblico con idee 29 MERCOLEDÌ 22 OTTOBRE 2014, umanistiche: vera amicizia, filantropia, integrità morale e magnanimità. Testimonianza di questi ideali è l’amore che Gionata prova per Davide nonostante la grande differenza di classe che li separa, e lo è altrettanto la grande virtù di Davide, la quale diventa tema chiave per Jennens. Saul è destinato a perire, mentre Davide ha davanti a se un grande futuro, il regno benedetto da Dio, la corona. Così dice la profezia di Samuele. Saul perderà tutto a “colui che tu odi per la sua virtù”. Nella Bibbia invece Samuele parla solo del “tuo prossimo, Davide” (1. Sam 28,17). Un retto comportamento umano verso gli altri diventa esempio da seguire, l’ipocrisia invece un crimine umano verso l’altro. Saul finge, promette sua figlia in sposa all’avversario nella speranza di ucciderlo prima del matrimonio. Gionata si trova tra due fronti; da una parte in dovere verso il padre, dall’altra è attratto da Davide al quale desidera essere fedele: un vero e proprio conflitto di lealtà, espresso in un monologo che alla fine si risolve in una scelta che è l’esatto contrario di quella raccontata nella Bibbia. La tragica concatenazione di relazioni familiari e dinastiche nonché storie d’amore con la sopravvivenza di un popolo intero ricorda i drammi di Shakespeare. Inoltre l’epopea Davideis di Abraham Crowley e il dramma The Tragedy of King Saul di Lord Orrery hanno ispirato Jennens arricchendo la storia biblica con nuovi sentimenti. 30 Messa in musica Winton Dean ritiene che con la messa in musica del Saul l’oratorio veterotestamentario ha raggiunto il suo culmine, permettendo il paragone con i più grandi capolavori dell’arte drammatica quali l’Orestea e il King Lear, sia per l’importanza dell’argomento che per la certezza e la qualità della realizzazione. Secondo Dean Saul è un dramma musicale assolutamente adatto ad essere rappresentato in scena che tra l’altro nel suo impianto generale non ha modelli, né in altre opere di Händel né in altri compositori. Händel mise il testo in musica in tre brevi fasi tra il 23 luglio e il 27 settembre 1738, alternando il lavoro con la composizione dell’opera Idomeneo. L’autografo è conservato nella British Library ed è uno degli spartiti più rielaborati di Händel, testimoniato dal fatto che la sua penna ha strappato la ORE 20 carta in vari punti a causa delle numerose cancellazioni. La prima assoluta ebbe luogo nell’anno seguente in data 16 gennaio 1739. Con il Saul Händel spezza tutte le regole. Non soltanto per quanto riguarda la strumentazione ma anche per lunghezza e dispendio questa composizione superava ogni dramma musicale inglese e ogni opera italiana mai stati eseguiti prima in Inghilterra. Decisive erano la qualità musicale dell’opera e l’enorme quantità di sentimenti che esprimono tutta la gamma delle emozioni umane nella musica di Händel. Troviamo “gioia, festa, amore a prima vista, attrazione omosessuale, amore coniugale, diffidenza, conciliazione, gelosia, paura, rabbia, odio, abbandono, il tragico conoscere di se stessi, perdite dolorose, decisione” (Ruth Smith). Dal punto di vista drammatico l’ascoltatore vive quindi una vastissima gamma di emozioni, un fatto certamente unico nella tradizione inglese degli oratori. Attraverso la sua musica Händel trasforma le figure bibliche in caratteri palpabili e convincenti, offrendo così agli ascoltatori di tutti i tempi un’occasione di identificazione. Nella messa in musica del libretto di Saul le esperienze di Händel nella composizione di opere liriche sono chiaramente percettibili. Nei suoi primi oratori quali La Resurrezione che fu composta in Italia, si avvertivano ancora echi dell’opera seria. Ora però Händel ha trovato una nuova forma propria inserendo in ogni atto dei cori nei punti importanti: cori che commentano nel senso del dramma antico, che perfino sintetizzano il racconto. Inoltre integra l’oratorio di composizioni strumentali in forma di concerti che accolgono l’atmosfera e permettono una certa distanza dagli eventi. Händel psicologizza, interpreta il testo e caratterizza così le dramatis personae. Contenuto Dopo l’ouverture, l’oratorio inizia nel atto primo con una grande scena cerimoniale a seguito della gloriosa vittoria del giovane Davide contro il gigante Golia. Si festeggia la sua ascesa da fanciullo a celebrato generale. Compare Abner, il generale di Saul, il re invita Davide a restare con lui, e siamo testimoni di un avvicinamento amichevole tra Gionata, figlio di Saul, e Davide. Il coro giubilante è adornato dal suono del carillon, e l’omaggio a Davide sveglia l’invidia e la rabbia di Saul che per la prima volta si sfoga: “With rage I shall burst his praises to hear!” Qui Händel usa arie brevi che dal punto di vista formale provengono dall’antico oratorio inglese. Segue un tentativo di placare Saul con il suono dell’arpa di Davide, ma questo tentativo fallisce. L’ayre “A serpent in my bosom warm’d” esprime un ulteriore scoppio di ira, peggio del primo, che rivela l’intenzione di Saul di disfarsi dell’avversario. Il coro finale del primo atto esprime il desiderio di protezione per Davide. L’atto secondo inizia con un ampio coro che rappresenta un’istanza del destino, esattamente come nei drammi antichi. Il figlio del re, Gionata, vive un conflitto di lealtà. Ha scelto Davide per amico e ora lo vuole avvertire oppure mediare tra padre e amico. Informa Davide delle intenzioni del padre di ucciderlo e ottiene una conciliazione che viene sigillata attraverso la promessa di matrimonio di Micol, figlia di Saul, con Davide. Saul comunque spera che Davide possa prima cadere in guerra. Il duetto d’amore tra Davide e Micol si trova in una posizione di grande importanza drammaturgica. Si tratta di un hortus amoenus, un luogo idilliaco, tranquillo, intimo in un ambiente dominato da diffidenza, ipocrisia e trame di violenza. Al coro “Is there a man” segue un concerto che sospende l’azione. Micol inventa un diversivo per evitare l’attentato a Davide. Saul progetta di farlo uccidere durante la festa della luna nuova, ma Davide fugge recandosi a una festa sacrificale della sua famiglia a Betlemme. Nel letto di Davide viene messo un pupazzo, e così il vassallo di Saul, Doeg, non può assolvere al compito del suo padrone. Il coro finale del secondo atto presenta di nuovo un culmine drammatico al quale portano tutte le arie e i recitativi precedenti. L’atto terzo è dedicato al dramma interiore e al crollo di re Saul. La sua figura quasi moderna ricorda il re Macbeth di Shakespeare e porta con se grande drammatica e lirica nell’evocazione dello spirito del profeta Samuele, simile all’apparizione dello spirito del padre di Amleto, mentre l’apparizione della Strega di Endor ricorda la scena delle streghe in Didone ed Enea di Purcell. Ora segue, con le parole di Jennens e Händel, “un‘elegia sulla morte di Saul e Gionata”, preparata da un interludio di grande effetto drammaturgico. Un amalecita porta la notizia della morte di Saul e Gionata, e sentiamo un brano musicale che, tolto dal suo contesto, ha ottenuto grande celebrità nei momenti tristi. Si tratta della marcia funebre, sinonimo della dolorosa realtà della morte e della perdita irrimediabile ad essa legata. Davide canta il suo lamento per la morte dell’amico e la preoccupazione per la fama postuma del re. Questa musica è uno dei pianti funebri più belli di tutta la letteratura. Nel coro finale tornano luce e speranza con un inno di lode al nuovo re. Diversamente di quanto riportato nella bibbia, dove vengono descritti anni di conflitti per la supremazia, qui si cantano già le lodi del nuovo re unto, Davide, che porta avanti il regno del popolo d’Israele e assicura la continuazione del potere. Nel Saul Händel ha trovato una nuova e geniale congiunzione tra opera, oratorio e concerto, giungendo a una nuova forma propria, che troveremo più tardi anche negli oratori Belshazzar e Messiah. Doris Hagel 5 nov. 2013 Basilica S. Paolo fuori le Mura 31 MERCOLEDÌ 22 OTTOBRE 2014, ACT 1 1. Overture Allegro – Larghetto – Allegro Scene 1: An Epinicion or Song of Triumph, for the victory over Goliath and the Philistines. 2. Chorus of Israelites How excellent Thy name, O Lord, In all the world is known! Above all Heav’ns, O King ador’d, How hast Thou set Thy glorious throne! 3. Air (soprano) An infant rais’d by Thy command, To quell Thy rebel foes, Could fierce Goliath’s dreadful hand Superior in the fight oppose. 4. Trio Along the monster atheist strode, With more than human pride, And armies of the living God Exulting in his strength defied. 5. Chorus of Israelites The youth inspir’d by Thee, O Lord, With ease the boaster slew: Our fainting courage soon restor’d, And headlong drove that impious crew. 2b. Chorus of Israelites How excellent Thy name, O Lord, In all the world is known! Above all Heavn’s, O King ador’d, How hast Thou set Thy glorious throne! Hallelujah! 32 Scene 2: Saul, Jonathan, Merab, Michal and Abner, introducing David and the High Priest. 6. Recitative Michal: He comes, he comes! 7. Air Michal: O godlike youth, by all confess’d Of human race the pride! O virgin among women blest, Whom Heav’n ordains thy bride! But ah, how strong a bar I see Betwixt my happiness and me! O godlike youth, by all confess’d Of human race the pride! O virgin among women blest, Whom Heav’n ordains thy bride! ORE 20 8. Recitative Abner: Behold, O King, the brave, victorious youth, And in his hand the haughty giant’s head. Saul: Young man, whose son art thou? David: The son of Jesse, Thy faithful servant, and a Bethlemite. Saul: Return no more to Jesse; stay with me; And as an earnest of my future favour, Thou shalt espouse my daughter: small reward Of such desert, since to thy arm alone We owe our safety, peace and liberty. 9. Air David: O King, your favours with delight I take, but must refuse your praise: For every pious Israelite To God that tribute pays. Through Him we put to flight our foes, And in His name, We trod them under that against us rose. O King, your favours with delight I take, but must refuse your praise: For every pious Israelite To God that tribute pays. 10. Recitative Jonathan: Oh, early piety! Oh, modest merit! In this embrace my heart bestows itself; Henceforth, thou noble youth, accept my friendship, And Jonathan and David are but one. 11. Air Merab: What abject thoughts a prince can have! In rank a prince, in mind a slave. 12. Recitative Merab (aside, to Jonathan): Yet think on whom this honour you bestow; How poor in fortune, and in birth how low! 13. Air Jonathan: Birth and fortune I despise! From virtue let my friendship rise. No titles proud thy stem adorn, Yet born of God is nobly born, And of His gifts so rich thy store, That Ophir to thy wealth is poor. Birth and fortune I despise! From virtue let my friendship rise. 14. Recitative High Priest: Go on, illustrious pair! Your great example Shall teach your youth to scorn the sordid world And set their hearts on things of real worth. 15. Air High Priest: While yet thy tide of blood runs high, To God thy future life devote; Thy early vigour all apply, His glorious service to promote. So shall thy great Creator bless, And bid thy days serenely flow: So shall thy youthful happiness In age no diminution know. With sweet reflections thou shalt taste, Declining gently to thy tomb, The pleasure of good actions past, And hope with rapture joys to come. 16. Recitative Saul: Thou, Merab, first in birth, be first in honour: Thine be the valiant youth, whose arm has sav’d Thy country from her foes. Merab: Oh, mean alliance! 17. Air Merab: My soul rejects the thought with scorn, That such a boy, till now unknown, Of poor plebeian parents born, Should mix with royal blood his own! Though Saul’s command I can’t decline, I must prevent his low design, And save the honour of his line. 18. Air Michal: See, with what a scornful air She the precious gift receives! Though e’er so noble, or so fair, She cannot merit what he gives. 19. Air Michal: Ah, lovely youth, wast thou design’d With that proud beauty to be joined? 20. Symphony 21. Recitative Michal: Already see the daughters of the land, In joyful dance, with instruments of music, Come to congratulate your victory. Scene 3: Saul, Michal, Chorus. 22. Chorus of Israelites Welcome, welcome, mighty King! Welcome all who conquest bring! Welcome David, warlike boy, Author of our present joy! Saul, who hast thy thousands slain, Welcome to thy friends again! David his ten thousands slew, Ten thousand praises are his due! 23. Accompagnato Saul: What do I hear? Am I then sunk so low, To have this upstart boy preferr’d before me? 24. Chorus of Israelites David his ten thousands slew, Ten thousand praises are his due! 25. Accompagnato Saul: To him ten thousands, and to me but thousands! What can they give him more, except the kingdom? 26. Air Saul: With rage I shall burst his praises to hear! Oh, how I both hate the stripling, and fear! What mortal a rival in glory can bear? Exit. Scene 4 27. Recitative Jonathan: Imprudent women! Your ill-timed comparisons, I fear, have injured him you meant to honour. Saul’s furious look, as he departed hence, Too plainly shew’d the tempest of his soul. Michal (to David): ‘Tis but his old disease, which thou canst cure: Oh, take thy harp, and as thou oft hast done, From the King’s breast expel the raging fiend, And sooth his tortur’d soul with sounds divine. 28. Air Michal: Fell rage and black despair possess’d With horrid sway the monarch’s breast; When David with celestial fire Struck the sweet persuasive lyre: Soft gliding down his ravish’d ears, The healing sounds dispel his cares; Despair and rage at once are gone, And peace and hope resume the throne. 29. Recitative High Priest: This but the smallest part of harmony, 33 MERCOLEDÌ 22 OTTOBRE 2014, Great attribute of attributes divine, And centre of the rest, where all agree: Whose wondrous force what great effects proclaim! 30. Accompagnato High Priest: By Thee this universal frame From its Almighty Maker’s hand In primitive perfection came, By Thee produc’d, in Thee contain’d: No sooner did th’eternal word dispense Thy vast mysterious influence, Than chaos his old discord ceas’d. Nature began, of labour eas’d, Her latent beauties to disclose, A fair harmonious world arose; And though, by diabolic guile, Disorder lord it for a while, The time will come, When nature shall her pristine form regain, And harmony for ever reign. 34 Scene 5: Saul, David, Jonathan, Merab, Michal, Abner, High Priest. 31. Recitative Abner: Racked with infernal pains, ev’n now the King Comes forth, and mutters horrid words, which hell, No human tongue, has taught him. 32. Air David: O Lord, whose mercies numberless O’er all thy works prevail: Though daily man thy law transgress, Thy patience cannot fail. If yet his sin be not too great, The busy fiend control; Yet longer for repentance wait, And heal his wounded soul. 33. Symphony 34. Recitative Jonathan: ‘Tis all in vain; his fury still continues: With wild distraction on my friend he stares, Stamps on the ground, and seems intent on mischief. 35. Air Saul: A serpent, in my bosom warm’d, Would sting me to the heart: But of his venom soon disarm’d, Himself shall feel the smart. Ambitious boy! Now learn what danger ORE 20 It is to rouse a monarch’s anger! He throws his javelin. Exit David. 36. Recitative Saul: Has he escap’d my rage? I charge thee, Jonathan, upon thy duty, And all, on your allegiance, to destroy This bold, aspiring youth; for while he lives, I am not safe. Reply not, but obey. 37. Air Merab: Capricious man, in humour lost, By ev’ry wind of passion toss’d! Now sets his vassal on the throne, Then low as earth he casts him down! His temper knows no middle state, Extreme alike in love or hate. Scene 6 38. Accompagnato Jonathan: O filial piety! O sacred friendship! How shall I reconcile you? Cruel father! Your just commands I always have obeyed: But to destroy my friend, the brave, the virtuous, The godlike David, Israel’s defender, And terror of her foes! To disobey you — What shall I call it? ‘Tis an act of duty To God, to David — nay, indeed, to you. 39. Air Jonathan: No, cruel father, no! Your hard commands I can’t obey. Shall I with sacrilegious blow Take pious David’s life away? No, cruel father, no! No, with my life I must defend Against the world my best, my dearest friend. 40. Air High Priest: O Lord, whose providence Ever wakes for their defence Who the ways of virtue choose: Let not Thy faithful servant fall A victim to the rage of Saul Who hates without a cause, And, in defiance of Thy laws, His precious life pursues. 41. Chorus: Preserve him for the glory of Thy name, Thy people’s safety, and the heathen’s shame. ACT 2 Scene 1 42. Chorus: Envy, eldest born of hell, Cease in human breasts to dwell, Ever at all good repining, Still the happy undermining! God and man by thee infested, Thou by God and man detested, Most thyself thou dost torment, At once the crime and punishment! Hide thee in the blackest night: Virtue sickens at thy sight! Scene 2: Jonathan and David. 43. Recitative Jonathan: Ah, dearest friend, undone by too much virtue! Think you, an evil spirit was the cause Of all my father’s rage? It was, indeed, A spirit of envy, and of mortal hate. He has resolv’d your death; and sternly charg’d His whole retinue, me especially, To execute his vengeance. 44. Air Jonathan: But sooner Jordan’s stream, I swear, Back to his spring shall swiftly roll, Than I consent to hurt a hair Of thee, thou darling of my soul. 45. Recitative David: Oh, strange vicissitude! But yesterday He thought me worthy of his daughter’s love; Today he seeks my life. Jonathan: My sister Merab, by his own gift thy right, He hath bestow’d on Adriel. David: Oh, my prince, would that were all! It would not grieve me much: the scornful maid (Didst thou observe?) with such disdainful pride Receiv’d the King’s command! But lovely Michal, As mild as she is fair, outstrips all praise. 46. Air David: Such haughty beauties rather move Aversion, than engage our love. They can only our cares beguile, Who gently speak, and sweetly smile. If virtue in that dress appear, Who, that sees, can love forbear? Such haughty beauties rather move Aversion, than engage our love. They can only our cares beguile, Who gently speak, and sweetly smile. 47. Recitative Jonathan: My father comes: retire, my friend, while I With peaceful accents try to calm his rage. Exit David. Scene 3: Saul and Jonathan. 48. Recitative Saul: Hast thou obey’d my orders, and destoy’d My mortal enemy, the son of Jesse? Jonathan: Alas, my father! He your enemy? Say, rather, he has done important service To you, and to the nation; hazarded His life for both, and slain our giant foe, Whose presence made the boldest of us tremble. 49. Air Jonathan: Sin not, O King, against the youth, Who ne’er offended you: Think, to his loyalty and truth, What great rewards are due! Think with what joy this godlike man You saw, that glorious day! Think, and with ruin, if you can, Such services repay. 50. Air Saul: As great Jehovah lives, I swear, The youth shall not be slain: Bid him return, and void of fear Adorn our court again. 51. Air Jonathan: From cities stormed, and battles won, What glory can accrue? By this the hero best is known, He can himself subdue. Wisest and greatest of his kind, Who can in reason’s fetters bind The madness of his angry mind! 35 MERCOLEDÌ 22 OTTOBRE 2014, Scene 4 52. Recitative Jonathan: Appear, my friend. Enter David. Saul: No more imagine danger: Be first in our esteem; with wonted valour Repel the insults of the Philistines: And as a proof of my sincerity, (Oh, hardness to dissemble!) instantly Espouse my daughter Michal. 53. Air David: Your words, O King, my loyal heart With double ardour fire: If God his usual aid impart, Your foes shall feel what you inspire. In all the dangers of the field, The great Jehovah is my shield. Exeunt David and Jonathan. 54. Recitative Saul: Yes, he shall wed my daughter! But how long Shall he enjoy her? He shall lead my armies! But have the Philistines no darts, no swords, To pierce the heart of David? Yes, this once To them I leave him; they shall do me right! 36 Scene 5: David and Michal. 55. Recitative Michal: A father’s will has authorized my love: No longer, Michal, then attempt to hide The secret of my soul. I love thee, David, And long have loved. Thy virtue was the cause; And that be my defence. 56. Duet Michal: O fairest of ten thousand fair, Yet for thy virtue more admir’d! Thy words and actions all declare The wisdom by thy God inspir’d. David: O lovely maid! Thy form beheld, Above all beauty charms our eyes: Yet still within thy form conceal’d, Thy mind, a greater beauty, lies. Both: How well in thee does Heav’n at last ORE 20 Compensate all my sorrows past. Exeunt. 57. Chorus Is there a man, who all his ways, Directs, his God alone to please? In vain his foes against him move: Superior pow’r their hate disarms; He makes them yield to virtue’s charms, And melts their fury down to love. 58. Symphony Scene 6: David and Michal. 59. Recitative David: Thy father is as cruel, and as false, As thou art kind and true. When I approach’d him, New from the slaughter of his enemies, His eyes with fury flam’d, his arms he rais’d, With rage grown stronger; by my guiltless head The javelin whizzing flew, and in the wall Mock’d once again his impotence of malice. 60. Duet David: At persecution I can laugh; No fear my soul can move, In God’s protection safe, And blest in Michal’s love. Michal: Ah, dearest youth, for thee I fear! Fly, begone, for death is near! David: Fear not, lovely fair, for me: Death, where thou art, cannot be; Smile, and danger is no more. Michal: Fly, or death is at the door! See, the murd’rous band comes on! Stay no longer, fly, begone! Scene 7: Michal and Doeg. 61. Recitative Michal: Whom dost thou seek? And who hast sent thee hither? Doeg: I seek for David, and am sent by Saul. Michal: Thy errand? Doeg: ‘Tis a summons to the Court. Michal: Say he is sick. Doeg: In sickness or in health, Alive or dead, he must be brought to Saul; Show me his chamber. David’s bed discovered with an image in it. Do you mock the King? This disappointment will enrage him more: Then tremble for th’event. Exit. 62. Air Michal: No, no, let the guilty tremble At ev’ry thought of danger near. Though numbers, armed with death, assemble, My innocence disdains to fear. Though great their power as their spite, Undaunted still, my soul, remain: For greater is Jehovah’s might, And will their lawless force restrain. Scene 8 63. Recitative Merab: Mean as he was, he is my brother now, My sister’s husband; and to speak the truth, Has qualities which justice bids me love, And pity his distress. My father’s cruelty Strikes me with horror! At th’approaching feast I fear some dire event, unless my brother, His friend, the faithful Jonathan, avert Th’impending ruin. I know he’ll do his best. 64. Air Merab: Author of peace, who canst control Every passion of the soul; To whose good spirit alone we owe Words that sweet as honey flow: With Thy dear influence his tongue be fill’d, And cruel wrath to soft persuasion yield. Scene 9: Saul at the Feast of the New Moon. 65. Symphony 66. Accompagnato Saul: The time at length is come when I shall take My full revenge on Jesses’s son. No longer shall the stripling make His sov’reign totter on the throne. He dies — this blaster of my fame, Bane of my peace, and author of my shame! Scene 10: Saul and Jonathan. 67. Recitative Saul: Where is the son of Jesse? Comes he not To grace our feast? Jonathan: He earnestly ask’d leave To go to Bethlem, where his father’s house, At solemn rites of annual sacrifice, Requir’d his presence. Saul: O perverse, rebellious! Thinkst thou I do not know that thou hast chose The son of Jesse to thy own confusion? The world will say thou art no son of mine, Who thus canst love the man I hate; the man Who, if he lives, will rob thee of thy crown: Send, fetch him thither; for the wretch must die. Jonathan: What has he done? And wherefore must he die? Saul: Darest thou oppose my will? Die then thyself! He throws the javelin. Exit Jonathan, then Saul. 68. Chorus Oh, fatal consequence Of rage, by reason uncontroll’d! With every law he can dispense; No ties the furious monster hold: From crime to crime he blindly goes, Nor end, but with his own destruction knows. ACT 3 Scene 1: Saul disguised, at Endor. 69. Accompagnato Saul: Wretch that I am, of my own ruin author! Where are my old supports? The valiant youth, Whose very name was terror to my foes, My rage has drove away. Of God forsaken, In vain I ask His counsel. He vouchsafes No answer to the sons of disobedience! Even my own courage fails me! Can it be? Is Saul become a coward? I’ll not believe it! If Heav’n denies thee aid, seek it from hell! 37 MERCOLEDÌ 22 OTTOBRE 2014, 70. Accompagnato Saul: ‘Tis said, here lives a woman, close familiar With th’enemy of mankind: her I’ll consult, And know the worst. Her art is death by law; And while I minded law, sure death attended Such horrid practises. Yet, oh hard fate, Myself am now reduc’d to ask the counsel Of those I once abhorr’d! Scene 2: Saul and the Witch of Endor. 71. Recitative Witch: With me what would’st thou? Saul: I would, that by thy art thou bring me up The man whom I shall name. Witch: Alas! Thou know’st How Saul has cut off those who use this art. Would’st thou ensnare me? Saul: As Jehovah lives, On this account no mischief shall befall thee. Witch: Whom shall I bring up to thee? Saul: Bring up Samuel. 72. Air Witch: Infernal spirits, by whose pow’r Departed ghosts in living forms appear, Add horror to the midnight hour, And chill the boldest hearts with fear: To this stranger’s wond’ring eyes Let the prophet Samuel rise! 38 Scene 3: Apparition of Samuel. 73. Accompagnato Samuel: Why hast thou forc’d me from the realms of peace Back to this world of woe? Saul: O holy prophet! Refuse me not thy aid in this distress. The num’rous foe stands ready for the battle: God has forsaken me: no more He answers By prophets or by dreams: no hope remains, Unless I learn from thee the course to take. ORE 20 Samuel: Hath God forsaken thee? And dost thou ask My counsel? Did I not foretell thy fate, When, madly disobedient, thou didst spare The curst Amalekite, and on the spoil Didst fly rapacious? Therefore God this day Hath verified my words in thy destruction, Hath rent the kingdom from thee, and bestow’d it On David, whom thou hatest for his virtue. Thou and thy sons shall be with me tomorrow, And Israel by Philistine arms shall fall. The Lord hath said it: He will make it good. 74. Symphony Scene 4: David and an Amalekite. 75. Recitative David: Whence comest thou? Amalekite: Out of the camp of Israel. David: Thou canst inform me then. How went the battle? Amalekite: The people, put to flight, in numbers fell, And Saul, and Jonathan his son, are dead. David: Alas, my brother! But how knowest thou That they are dead? Amalekite: Upon mount Gilboa I met with Saul, just fall’n upon his spear; Swiftly the foe pursu’d; he cried to me, Begg’d me to finish his imperfect work, And end a life of pain and ignominy. I knew he could not live, therefore slew him; Took from his head the crown, and from his arms The bracelets, and have brought them to my lord. David: Whence art thou? Amalekite: Of the race of Amalek. 76. Air David: Impious wretch, of race accurst! And of all that race the worst! How hast thou dar’d to lift thy sword Again th’anointed of the Lord? (To one of his attendants, who kills the Amalekite.) Fall on him, smite him, let him die! On thy own head thy blood will lie; Since thy own mouth has testified, By thee the Lord’s anointed died. 77. Symphony: dead march The pious son ne’er left the father’s side, But him defending bravely died: A loss too great to be survived! For Saul, ye maids of Israel, moan, To whose indulgent care You owe the scarlet and the gold you wear, Scene 5: Elegy on the death of Saul and Jonathan. 78. Chorus Mourn, Israel, mourn thy beauty lost, Thy choicest youth on Gilboa slain! How have thy fairest hopes been cross’d! What heaps of mighty warriors strew the plain! 79. Air High Priest: Oh, let it not in Gath be heard, The news in Askelon let none proclaim; Lest we, whom once so much they fear’d, Be by their women now despis’d, And lest the daughters of th’uncircumcis’d Rejoice and triumph in our shame. 80. Air Merab: From this unhappy day No more, ye Gilboan hills, on you Descend refreshing rains or kindly dew, Which erst your heads with plenty crown’d; Since there the shield of Saul, in arms renown’d, Was vilely cast away. 81. Air David: Brave Jonathan his bow never drew, But wing’d with death his arrow flew, And drank the blood of slaughter’d foes. Nor drew great Saul his sword in vain; It reek’d, where’er he dealt his blows, With entrails of the mighty slain. 82. Chorus of Israelites Eagles were not so swift as they, Nor lions with so strong a grasp Held fast and tore the prey. 83. Air Michal: In sweetest harmony they lived, Nor death their union could divide. And all the pomp in which your beauty long has shone. 84. Solo and Chorus Israelites: O fatal day! How low the mighty lie! David and Israelites: O Jonathan! How nobly didst thou die, For thy King and people slain. David: For thee, my brother Jonathan, How great is my distress! What language can my grief express? Great was the pleasure I enjoy’d in thee, And more than woman’s love thy wondrous love to me! David and Israelites: O fatal day! How low the mighty lie! Where, Israel, is thy glory fled? Spoil’d of thy arms, and sunk in infamy, How canst thou raise again thy drooping head! 85. Recitative High Priest: Ye men of Judah, weep no more! Let gladness reign in all our host; For pious David will restore What Saul by disobedience lost. The Lord of hosts is David’s friend, And conquest will his arms attend. 86. Chorus of Israelites Gird on thy sword, thou man of might, Pursue thy wonted fame: Go on, be prosperous in fight, Retrieve the Hebrew name! Thy strong right hand, with terror armed, Shall thy obdurate foes dismay; While others, by thy virtue charm’d, Shall crowd to own thy righteous sway. 39 GIOVEDÌ 23 OTTOBRE 2014, ORE 21 Girolamo Muziano (1532-1592), Resurrezione di Lazzaro - Dipinto, Pinacoteca vaticana, Sala XI RESURGET FRATER TUUS FRANZ SCHUBERT (1797-1828) Lazarus, oder Die Feier der Auferstehung Oratorio drammatico per soli, coro e orchestra D 689 (frammento) GIOVEDÌ 23 OTTOBRE 2014 ORE 21 BASILICA PAPALE DI SAN PAOLO FUORI LE MURA 40 Il concerto prende il titolo dalla scena del Vangelo secondo Giovanni (11, 23), dove Marta, la sorella di Lazzaro, dice a Gesù: „Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà“ e Gesù le risponde: „Tuo fratello risusciterà”. WIENER SINGVEREIN WIENER PHILHARMONIKER INGO METZMACHER, DIRETTORE Steve Davislim, tenore (Lazarus) Werner Güra, tenore (Nathanael) Rachel Harnisch, soprano (Maria) Christiane Libor, soprano (Martha) Sophie Karthäuser, soprano (Jemina) Daniel Schmutzhard, baritono (Simon) Il concerto è organizzato con il Patrocinio dell’Ambasciata d’Austria Franz Schubert, Lazarus Possibile che Franz Schubert era un drammaturga musicale nato? Almeno è quello che suo amico Moritz von Schwind riteneva dopo aver sentito, nel 1861, una versione in concerto del Singspiel Die Verschworenen. “Quale ricchezza di talento, quale istinto drammatico!”, era la sua valutazione. Comunque questo argomento rimane discusso. Saranno stati i soggetti difficilmente rappresentabili in scena ad impedire un successo di Schubert come drammaturgo musicale? Oppure è colpa della grande stima per le altre sue opere, soprattutto i Lieder, le composizioni sinfoniche ormai anch’esse ampiamente riconosciute, la sua musica da camera e le composizioni per pianoforte? Fatto sta che nonostante l’impegno di grandi interpreti quali Claudio Abbado oppure Nikolaus Harnoncourt, che in tempi recenti hanno ripetutamente spezzato una lancia a favore delle opere Fierabras oppure Alfonso ed Estrella, come compositore scenico Schubert non è ancora riconosciuto nella consapevolezza generale. Un motivo potrebbe essere anche il fatto che alcune delle opere drammatiche di Schubert – soltanto tra il 1811 e il 1817 nacquero sei Singspiele e un’opera, tra 1817 e 1827 altre quattordici, tra cui l’oratorio drammatico Lazarus, oder: Die Feier der Auferstehung – sono disperse oppure consegnate a noi solo in frammenti. Come il Lazarus appunto. Originariamente dovette essere in tre atti, ma soltanto il primo atto è completo. La composizione è interrotta nel mezzo del secondo atto, esattamente dopo 595 battute, nell’aria di Marta „Hebt mich der Sterne Flügel empor vom Totenhügel“. Della storia della morte di Lazzaro e della sua resurrezione ad opera di Gesù, riportata nel Vangelo secondo Giovanni (Gio 11, 145), Schubert ha messo in musica solo la parte fino alla deposizione di Lazzaro nella tomba. Ciò era causato dal scetticismo che Schubert nutriva, com’è noto, verso l’idea della resurrezione? “Probabilmente Schubert fu attratto dal pensiero della morte che domina i primi due atti, mentre non trovava il giusto approccio per il terzo atto, quello dell’accoglienza corporale di Lazzaro”, sostiene lo studioso Walther Dürr. Questa tesi è rafforzata dal fatto che Schubert omise le parole relative alla resurrezione (“Et exspecto ressurrectionem”) anche nelle sue messe. Come si imbatté Schubert in questo libretto del teologo tedesco August Hermann Niemeyer, testo con il quale si confrontò nella primavera 1820? Gli studiosi di Schubert non sono riusciti a trovare risposta a questa domanda, come non sanno quale fu la possibile occasione per la quale era pensata l’opera. Fu forse l’apertura della Facoltà di Teologia Protestante all’Università di Vienna, prevista per la Pasqua del 1820, come sostiene Christine Blanken? Un argomento a favore è che il fratello di Schubert, Ferdinand, eseguì la composizione nel 1830 come 41 GIOVEDÌ 23 OTTOBRE 2014, cantata di Pasqua. Tuttavia non sapeva dell’esistenza del frammento del secondo atto. Questo fu ritrovato solo trent’anni più tardi nel lascito del celebre studioso di Beethoven Alexander Wheelock Thayer, e comunque anche in questo caso il ritrovamento non fu completo. Infatti l’ultimo foglio fu scoperto dal direttore dell’Opera di Corte di Vienna Johann Herbeck, che conosciamo come direttore della prima assoluta dell’Incompiuta di Schubert. Nel 1863 eseguì per la prima volta in pubblico il completo frammento del Lazzaro e ne scrisse la prima riduzione per pianoforte. Sebbene in base alle conoscenze odierne possiamo dire che l’opera non fu mai completata, questo Lazarus è molto più di un frammento d’interesse per gli studiosi: con il suo modo di mettere in musica il testo, Schubert anticipa perfino i drammi lirici tutti d’un pezzo di Wagner. In ogni modo questo oratorio drammatico “rappresenta il primo passo di Schubert sul territorio della grande forma che definiamo durchkomponiert” (Ulrich Schreiber). Se finora era uso affidare le fasi della narrazione ai recitativi e di esprimere le sezioni contemplative con l’aiuto di arie, Schubert trasforma i recitativi in ariosi accompagnandoli in parte con archi, in parte anche con l’aggiunta di fiati, ottenendo una densità musicale straordinaria. Questo effetto viene inoltre asse- 10 nov. 2013 Basilica S. Paolo fuori le Mura 42 ORE 21 condato da una drammaturgia delle tonalità che sottolinea il carattere di ogni singola parte, da inflessioni espressive e un cromatismo differenziato. Così i sentimenti di ogni singolo protagonista (Lazzaro, Maria, Marta, Simone, Natanaele e Jemina) sono caratterizzati in maniera chiara e insistente. Era forse una reazione di Schubert alla richiesta del librettista? Nella sua pubblicazione Theorie des religiösen musikalischen Dramas del 1778 infatti, Niemeyer richiede di porre l’attenzione principale non tanto sulla trama in quanto nota a tutti, bensì ai sentimenti dei protagonisti. Anche in questo senso l’orientamento avveniristico del Lazarus di Schubert, di questo dramma che va ben oltre un oratorio comune, tende in direzione del teatro lirico psicologizzante. Per il momento la domanda se questo orientamento avrebbe assunto maggior densità verso la fine dell’opera rimane senza risposta, come molte altre. In ogni modo possiamo comprendere bene l’impatto che questa composizione così innovativa ha avuto ai giorni nostri, se consideriamo che uno degli ultimi lavori del prestigioso compositore russo Èdison Denisov a metà degli anni 1990 fu il tentativo, commissionato dal direttore d’orchestra tedesco Helmuth Rilling, di completare il frammento giunto a noi. Prof. Dr. Walter Dobner Erster Akt Die Szene ist ein Garten vor einem ländlichen Hause. Maria und Martha, die Schwestern Lazarus’, führen den kranken Bruder aus dem Hause, unter einen schattenden Palmbaum und lehnen ihn sanft auf einen blumichten Rasen nieder. Sein Gesicht ist bleich, aber nicht entstellt. Lazarus (mit schwacher Stimme) Hier laßt mich ruhn! die letzte Stunde, hier mich einmal noch der Schöpfung Gottes freun! Im sanften, linden Säuseln kommt des Gnadenvollen Stimm’, und ruft, daß Staub zu Staube wiederkehre. Weinet nicht, ihr teuren Seelen, weinet nicht, daß ich vor euch zum Vater geh. Das Leben ist ein Augenblick, nach einem Augenblick umarm ich euch. Martha Noch einen Augenblick? Mein Bruder, ach mein Bruder! Stunden sind Ewigkeiten ohne dich, und nun gehst du in die Schatten der Gräber, ferne von uns, daß in öden Nächten, in den einsamen Hütten wir dich klagen, daß im Wipfel der Palme unser Jammer ertön, an deiner Gruft zu verhallen. Maria Trübe nicht mit Klagen seine Seele, daß der hohe Fried’ ihn nicht verlasse. Zwar er geht - wir bleiben! Ich verstumme vor des Weisen Führung, bet’ im Staube tief gebückt, den Hocherhabnen an. Ach ich fühl’ es, tief wie du, daß mein Lazarus hinwegeilt, doch wie glücklich, wären wir’s wie er, und so wert wie er, den Staub der Erde bald zu unsern Füßen zu sehn. Hast du nur den letzten Kampf gerungen, o dann Heil, dann Heil mein Bruder dir! (Aria) Steh im letzten Kampf dem Müden, o Herr des Todes, steh’ ihm bei! Daß voll hohen süßen Frieden ihm die Seele sei, daß voll Frieden ihm die Seele sei. Wenn das matte Haupt ihm sinkt, dann steh ihm bei, daß der Sünde Rächer, des Todes Becher, er mit Heldenmute trinkt. Lazarus Voll Friede, ja voll Fried’ ist die Seele, voll des heißen Durstes nach der Unsterblichkeit. So heiter dacht’ ich des Scheidekusses Stunde nicht. Oft wenn ich hier im Palmenschatten lag, da sann und sann, vertraut mit dem Gedanken des Todes bebte mir durch mein Gebein geheimer Schauer! Sterben - sterben! Nicht diese Flur, nicht diese Blumen, ach und euch, ihr Lieben, nicht mehr sehn! Wie ward mir’s in meiner Seele bang, wie bang! Jetzt ist’s hell um mich wie Morgenlicht! Ich segne, wer mir des nahen Todes Botschaft bringt. Nathanael (der bei den letzten Worten gekommen ist) So segne mich, mein Bruder, ach so nah, so nah am Grabe! Nein, es schreckt dich nicht! Wie ist des Lebens Kraft geflohn, und Todesblässe liegt matt verbreitet auf des Dulders Angesicht. (Gott segne seinen Dulder!) Kalter Schweiß rinnt von der Stirn, es stockt das Blut in deinen Adern, du bist am Ziel - Gott leite dich den letzten Schritt, sehr nah ist die Vollendung, mein Freund! Lazarus (sehr schwach) Willkommen, mein Nathanael, kommst du von unserm Lehrer? Nathanael Von ihm! Ich, als der Bote kam, stand dicht an seiner Seite und horchte 43 GIOVEDÌ 23 OTTOBRE 2014, der hohen Weisheit seiner Rede: „Geh“, sprach er, „und sage meinen Freunden: Nicht zum Tode liegt Lazarus, hoch werdet ihr den Sohn des Vaters preisen“. Ich eilte zu dir, nein, das ist nicht Tod, Maria, Martha, seht den Himmelsblick, des Lohnes Vorempfindung, der den Streiter bald krönt, und jener süßen Ruh. (Aria) Wenn ich ihm nachgerungen habe, dem himmelvollen Sieger nach, wenn des Triumphes Wonnetag in seiner Herrlichkeit erscheint: Empfange dann, o Ruh im Grabe, um das der Liebe Harfe weint, empfange dann, wenn ich genug gekämpft, genug gerungen habe, o Ruh im Grab, empfange dann auch mich so sanft als meinen Freund. Martha Nathanael, bewundern kann ich dich und dich, mein Lazarus, mit solchem Mut der Gräber Nacht entgegen zu sehn. Aber gewaltig faßt der Gedanke mich noch! Ach gebt mir, gebt mir eures Trostes, eurer Ruh nur einen Tropfen! Umsonst, umsonst Gedanken des Schreckens und grause Bilder des Todes, wohin ich blicke, wohin ich blick’. Maria O Martha, o Martha, bliebst du stiller, so hülfe dir, der alle Tränen zählt. Sieh, wie sich Gott in Lazarus verklärt, wie still er duldet 44 Lazarus Wer wollt es nicht, Maria, mehr, viel mehr wird einst, der unsre Krankheit auf sich nahm, der uns den Weg zum Vater leitet, ach, der uns liebt, durch den wir selig sind, viel mehr wird er erdulden! jedes Leiden, kommt’s nicht von ihm, ORE 21 der Lieb, ach der ganz Lieb ist? Maria Der Trost begleite dich hinüber in das Reich des Lichts, hinüber, wo sich schon viele unsrer Brüder sammeln, die dieser Trost, dieser Trost in Todesstunden letzte! Wie trüge sonst der Mensch von Erde der Leiden Last? Wenn nun mit tausendfachen Qualen der Schmerzen Heer sich um ihn drängt. Wenn in den Becher, der nicht mehr erquicket, vom wunden Auge sich die Träne mengt, im heißen Kampf die Wange geglühet, vom Lager weg die Ruhe fliehet, auf dem das Elend matt die Hände ringt, die atemlose Brust mit jedem Hauch ein neuer Dolch durchdringt! Die sinkende Natur erliegt und trägt es doch und möchte gern das Qualenleben dem Schöpfer willig wiedergeben und seufzt und ringt zu sterben und leidet noch gewaltiger und trägt es doch wer hält ihn da, daß er nicht sinkt? (Aria) Gottes Liebe, du bist seine Zuversicht, Fels im Meer, ob die Wellen bis zum Gipfel schwellen, nur du bist seine Zuversicht. In der Leiden bängster Nacht, wenn des Zweifels Sturm erwacht, faßt er dich und wanket nicht, in der Leiden bängster Nacht, ist Gottes Liebe, sie ist seine Zuversicht. Jemina (schnell herbeieilend) Ach, so find ich ihn noch. Ich ging Nathanael nach, verloren in Kummer, euch leiden zu sehn, ihr zärtlichen Schwestern! „Vielleicht hat schon der Edle sie verlassen.“ So dacht’ ich stand und eilte, einmal noch, du Teurer, dich zu segnen! Lazarus Jemina, Tochter der Auferstehung, auch du? Gott, mein Gott, wie viel der Gnade wird mir noch, eh’ ich sterbe! Vielselige Stunden gab der Freundschaft Wonne dem Leben, das ich lasse, alle kehren mit eurem Anblick mir, wie Engelsgestalten zurück. Komm Liebe, zu mir in die Blumen, sing mir ein Lied von Tod und Auferstehung, wie du uns oft in Sommernächten sangst, wenn milder Mondenglanz dein Saitenspiel bestrahlte. Einst, wenn du den Gespielen deiner Jugend, meinen Schwestern Trost singst, schweb’ ich nieder in mildem Sternenschimmer. Und nun, vielleicht steigt mit dem Lied mein Geist zu Gott, nach dem er dürstet. Jemina (Aria) So schlummert auf Rosen die Unschuld ein, wo sanfte Lüftchen sauselnd mit Blüte sie bestreun, wo sanfte Lüfte mit Blüte sie bestreun. Wie süß sie schläft! Mit Engelfrieden im blühenden Gesicht, weht leiser, Lüftchen, weckt sie nicht! So schlummert ich, und die Gespielen streuten die Rosen Sarons über mich. Nun entflog auf schnellen Schwingen dieser Geist und rang emporzudringen; schnell gesellten sich Engel zu mir. „Sei willkommen, Schwester, Heil des Himmels werde dir.“ Fernher sah ich höh’re Schimmer, doch zu blendend noch, und nicht auf immer! Auf einmal tönte meinem Ohr wie von der Erd’ empor: „Erwach’, erwache, meine Tochter, erwache!“ Da kehrt’ ich wie Gedanken schnell euch wieder, erwachte, hörte noch den letzten Ton der Lieder des Weinens um mein Lager, sah das Angesicht des Mittlers Brüder, Schwestern, höh’re Wonne hat selbst der Himmel nicht. So war mir, Lazarus (beugt sich über ihn) ach seht, er wird so bleich, so bleich! Maria, Martha Unser Bruder! Nathanael Mein Freund! Maria, Martha, Nathanael Lazarus! Nathanael Mein Freund! Maria, Martha Unser Bruder, Lazarus! Lazarus Ich sterbe, ach nun kommt, nun kommt des Todes Fußtritt, ich bin bereit zu gehn den dunklen Weg. Er ist doch dunkel. O Herr, mein Hirte, führe mich, ach wenn mein Herz nun bricht dann, Gnadenvoller dann verwirf mich nicht. Nathanael Heiliger, verlaß ihn nicht, in der letzten Stunde! Jemina O Barmherziger, o verlaß ihn nicht in des Todes Stunde! (Lazarus stirbt.) Maria Ach laßt von seinen Lippen mich den letzten Segen küssen. Martha O läg ich schon wie du verhüllt in Todes Finsternissen. Chor von Freunden, die sich nach und nach versammelt haben Allgnädiger, heile du unsrer Seele Wunde! 45 GIOVEDÌ 23 OTTOBRE 2014, O Barmherziger, o verlaß uns nicht in der letzten Stunde! Allgütiger, verlaß uns nicht in der letzten Stunde. Allbarmherziger, verlaß uns nicht. Zweiter Akt Die Szene ist eine grünende Flur voll Grabsteinen, mit Palmen und Zedern umpflanzt; im Hintergrunde ein Hain und in der Ferne der Weg zu Lazarus’ Wohnung. 46 Simon (tritt mit wilder Unruhe auf) Wo bin ich? Wo bin ich? Weh! Gräber um mich, bemooste Steine, Blumen, aus Staube gepresst und moderndem Menschengebeine, Tod und Vernichtung um mich her! Und ich? – Vielleicht noch heut der liegenden Toten Genoss, hinabgelenkt in furchtbare Tiefen, verloschen dann, was in mir denkt, vertilgt aus Gottes Schöpfung! Wehe! Wehe! (Er geht tiefsinnig umher und erblickt in dem Hain ein offenes Grab.) Bereitet schon ein Grab? Und wär’s für mich – was bebst du denn, mein Herz? Und sehnst dich weg aus einer Welt voll Jammer. Du suchst nach Ruh: wo ist sie, wenn nicht hier? Wo ist sie denn zu finden, wenn nicht hier? (Aria) O könnt’ ich, Allgewaltiger, nur einmal, eh ich untergeh, nur einmal noch, getrost wie sonst, als ich noch süßen Traum vom ew’gen Leben träumte, vor dir beten! Ich kann es nicht! Ich kann es nicht! Wehe! Wehe! Ach, des grausen Todgedanken! Alle meine Glieder schwanken! Vor meinen Füßen offnes Grab! Allgewaltig fasst er mich. Tötender, erbarme dich! Ich vergehe! Wehe! Wehe! Bald begräbt ein dunkles Grab In seine Tiefen mich hinab! ORE 21 Nathanael (kommt von der anderen Seite) Wes ist der Klage Stimme, die mein Ohr so bang erschüttert? – Simon, du, mein Freund? Bleicher Harm auf deiner Wange! Der Geber der Unsterblichkeit erbarme dein sich, dass der Trost des ew’gen Lebens dich erquicke! Simon Wie glücklich, als mir das noch Trost war, als Tod und Auferstehn und Weltgericht in meines Lebens Stille mir Trost war! Aber nun, zu weise nur für meine Ruh, schwankt zwischen Sehnen nach ew’gem Grabesschlummer und kaltem Schauer vor Moder und Vernichtung die müde Seele kraftlos hin und her! Nathanael So weile hier, mein Freund! Sie tragen dort aus der Hütte unsern Lazarus! Vielleicht dass im Gesang vom Wiedersehn dir süße Ahnung der Unsterblichkeit im Herzen aufgeht! Sieh, unsrer Freunde sind viele schon versammelt, viel der Blumen schon in sein Grab gestreut. Ihn wein’ ich nicht, ihm ward viel Gnad’ im Tode. Sie werde dir, sie werde mir, wenn uns dereinst die ernste Stunde kommt! (Er geht tiefer in den Hain, und Simon von einer andern Seite ab.) Erster Chor (in der Ferne. Freunde des Lazarus, die dem Leichenzuge folgen) Sanft und still schläft unser Freund! Nach des Mittags Schwüle birgt ihn bald das Grab ins Kühle. Weint, ihr Schwestern! Brüder, weint! Zweiter Chor (nah am Grabe) Der heisse Mittag ist vorüber, der milde Abend wartet dein; das Lager süßer Ruh, du Lieber, nimmt dich in seine Schatten ein. Eine Stimme aus dem ersten Chor Bestreut den Weg, mit Myrthenlaub die Fluren! Die ringsum feinernden Naturen durchtöne banges Klagelied. Eine Stimme aus dem andren Chor Wir streun den Weg, mit Myrthenlaub die Fluren. Die ringsum feiernden Naturen durchtönt der Hoffnung Wonnelied. Beide Erster: Dass, der einst blühte, nun verblüht; Zweiter: Dass, der nun welkt, einst wieder blüht. Erste Stimme Habt ihr die Ruhestätte zum Schlummer ihm bereitet? Zweite Stimme Wir haben ihm die Stätte zum Auferstehn bereitet. Erste Stimme So nimm ihn, Grab, in deine Schatten auf! Zweite Stimme So wache hier zur Zeder Gottes auf! Chor Du nimmt ihn auf: er keimt hervor, und wächst zur Zeder Gottes empor! Nathanael So legt ihm die Blumen, dass wir alle noch einmal segnend auf ihn nieder weinen. Seht diese Ruh, auch von der Hand des Todes nicht weggetilgt – als träumt er einen Traum von seinen Freunden! Maria, ach Maria, ermanne dich! Erwacht er denn nicht einst? Wenn nach des Schlummers letztem Augenblick wir all’ auf Staub und Gräbern stehn? Sie hört mich nicht, umfasst in stummem Schmerz den Hügel, der den Bruder decken soll. Martha Wecke sie nicht! Sie trüge den Anblick nicht mehr! Mein Lazarus, mein Bruder – bleich und stumm liegt er! O Tod, o Tod, gib ihn mir wieder! Wo ist sein mildes Lächeln? Wo der Lipœpen Melodie? Die Jugend seiner Wangen, wohin? Und bald die holde, freundliche Gestalt Gebein und Staub, verloren im Schoß der Erde! O versänk’ ich da mit ihm! Könnt ich, ach könnt ich sterben! (Aria) Hebt mich, der Stürme Flügel, empor vom Totenhügel! Durch alle Sternenbahnen will ich, will ich ihm folgen! 5 nov. 2013 Basilica S. Paolo fuori le Mura 47 VENERDÌ 24 OTTOBRE 2014, ORE 17 Papa Paolo VI, 27 gennaio 1974 IN NOMINE DOMINI SANTA MESSA CELEBRATA DA SUA EMINENZA IL CARDINALE ANGELO COMASTRI, VICARIO GENERALE DI SUA SANTITÀ PER LO STATO DELLA CITTÀ DEL VATICANO E ARCIPRETE DELLA BASILICA PAPALE DI SAN PIETRO VENERDÌ 24 OTTOBRE 2014 ORE 17 BASILICA PAPALE DI SAN PIETRO IN VATICANO 48 „Nel nome del Signore“ è il motto che Papa Paolo VI (Giovanni Battista Enrico Antonio Maria Montini, 1897-1978) ha scelto per il suo Pontificato (1963-1978). ILLUMINART PHILHARMONIC CHOIR DIREZIONE: TOMOMI NISHIMOTO AND ORCHESTRA CORO DELLA CAPPELLA MUSICALE PONTIFICIA “SISTINA” DIREZIONE: MASSIMO PALOMBELLA Josep Solé Coll, organo Preludio Georg Friedrich Händel (1685-1759) Sinfonia dall’oratorio Messiah HWV 56 IlluminArt Philharmonic Orchestra Introito Laudate Dominum (canto Orasho) IlluminArt Philharmonic Choir Kyrie Lorenzo Perosi (1872-1956) Missa Prima Pontificalis (1897) Coro della Cappella Musicale Pontificia “Sistina” Gloria Lorenzo Perosi, Missa Prima Pontificalis Coro della Cappella Musicale Pontificia “Sistina” All’Offertorio O Gloriosa (canto Orasho) IlluminArt Philharmonic Choir Sanctus Lorenzo Perosi, Missa Prima Pontificalis Coro della Cappella Musicale Pontificia “Sistina” Agnus Dei Lorenzo Perosi, Missa Prima Pontificalis Coro della Cappella Musicale Pontificia “Sistina” Alla Comunione Nunc dimittis (canto Orasho) Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) Ave Verum Corpus IlluminArt Philharmonic Choir and Orchestra Processione Georg Friedrich Händel Hallelujah dall’oratorio Messiah HWV 56 Worthy is the Lamb/Amen Coro finale dall’oratorio Messiah HWV 56 IlluminArt Philharmonic Choir and Orchestra La Chiesa cattolica in Giappone e il canto Orasho L’evangelizzazione del Giappone ha una precisa data d’inizio: il 15 agosto 1549, giorno in cui lo spagnolo Francesco Saverio (Francisco Javier, fondatore insieme a Ignazio di Loyola dell’Ordine dei Gesuiti) sbarcò nell’arcipelago. La prima comunità cristiana venne fondata nell’isola di Kyushu, e presto ai gesuiti seguirono anche i frati francescani. Nel corso del XVI secolo la comunità cattolica crebbe fino a superare le 300.000 unità, con la città costiera di Nagasaki come centro principale. Lo Shogunato Tokugawa interpretò i cristiani e gli stranieri in generale come una minaccia alla stabilità del suo potere, e nel 1587 lo shogun Hideyoshi emise un editto con il quale ingiunse ai missionari stranieri di lasciare il paese. Tuttavia essi continuarono a operare in modo sotterraneo. Dieci anni dopo cominciarono le prime persecuzioni, e il 5 febbraio 1597 ventisei cristiani furono crocifissi. Nel 1614 lo shogun Ieyasu bandì con un altro editto il Cristianesimo e vietò ai cristiani giapponesi di praticare la loro religione. Negli anni seguenti i cristiani continuarono a professare la fede in modo sotterraneo. 49 VENERDÌ 24 OTTOBRE 2014, Iniziò l’epoca dei kakure kirishitan (cristiani nascosti), durante la quale, per due secoli e mezzo, la Chiesa sopravvisse in Giappone senza sacerdoti e senza chiese. Tra le preghiere tramandate oralmente dai kakure kirishitan fino ad oggi, vi sono dei canti chiamati Orasho, derivati dal canto gregoriano (infatti il nome viene dalla parola latina oratio) con testi in latino, spesso misto a portoghese e giapponese. La direttrice d’orchestra Tomomi Nishimoto, essa stessa discendente da una famiglia di kakure kirishitan ORE 17 dell’isola di Ikitsuki vicino Nagasaki, ha iniziato un lavoro di ricerca su queste antiche preghiere cantate. Per lei costituiscono una fusione misteriosa tra occidente e cultura giapponese: L’Orasho “viene cantato in Latino”, dice, “ma la melodia si è trasformata in un canto molto vicino alla musica indigena giapponese. Trovo una piacevole cadenza in questa fusione misteriosa.” Dopo molte ricerche e un paziente lavoro di ricostruzione e restauro, oggi Tomomi Nishimoto fa rivivere la melodia dell’Orasho anche in Vaticano. Omelia di Sua Eminenza Angelo Cardinal Comastri Vicario Generale di Sua Santità per lo Stato della Città del Vaticano e Arciprete della Basilica Papale di San Pietro Quest’anno il Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra è dedicato a Papa Paolo VI nell’anno della sua Beatificazione, della quale siamo tutti veramente felici. Stasera desidero ricordarlo partendo da un momento memorabile del suo pontificato: il viaggio a New York all’ONU e l’incontro con la grande assemblea di tutti i popoli della terra. 50 In quella occasione egli pronunciò un discorso vibrante che ormai appartiene alla storia. Inizia con parole umili e disarmanti: “Questo incontro, voi tutti lo comprendete, segna un momento semplice e grande. Semplice, perché voi avete davanti a voi un uomo come voi; egli è vostro fratello e fra voi rappresentanti di Stati sovrani, egli rappresenta uno dei più piccoli Stati … Non abbiamo alcuna cosa da chiedere, nessuna questione da sollevare; se mai un desiderio da esprimere e un permesso da chiedere: quello di potervi servire in ciò che a noi è dato di fare, con disinteresse, con umiltà, con amore”. Qui Paolo VI fa una breve pausa come per raccogliere il respiro di venti secoli. E poi continua con voce serena e ferma: “Ci è stata comandato: ‘Andate e portate la buona novella a tutte le genti’. Ora siete voi, che rappresentate tutte le genti. Noi abbiamo per voi un messaggio. Questo messaggio viene dalla nostra esperienza storica, noi quali esperti di umanità...”. Bellissima definizione della Chiesa: esperta di umanità! Paolo VI si infervora e alza la voce: “Noi sen- tiamo di fare nostra la voce dei morti e dei vivi, dei morti caduti nelle tremende guerre passate sognando la concordia e la pace nel mondo; dei vivi, che a quelle guerre sono sopravvissuti portando nei cuori la condanna per coloro che tentassero rinnovarle”. Il Papa è arrivato al punto che gli sta a cuore, è finalmente giunto al centro del messaggio. Minuscolo come Davide, Paolo VI si lascia guidare dal vento dello Spirito e lancia la grande sfida: “Non si può essere fratelli, se non si è umili. È l’orgoglio che provoca le tensioni e le lotte del prestigio, del predominio, del colonialismo, dell’egoismo: rompe cioè la fratellanza. Non l’uno sopra l’altro! Non gli uni contro gli altri, non più, mai più! Mai più la guerra, mai più! La pace, la pace deve guidare le sorti dei popoli e dell’intera umanità”. Il discorso di Paolo VI fece impressione ed ebbe una grande risonanza: era la prima volta che un papa parlava all’ONU, era la prima volta che il successore del pescatore Pietro gettava la rete così al largo nel mare del mondo. 7 dicembre 1965: alla vigilia della chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II, Paolo VI e il patriarca di Costantinopoli abbattono un muro dello spessore di nove secoli: ritirano la scomunica dell’anno 1054! Cerchiamo di capire la portata enorme di questo gesto. Il 29 luglio dell’anno 1054 a Costantinopoli il patriarca Michele Cerulario rifiuta di incontrare i rappresentanti del papa e non li ammette a cele- brare l’Eucaristia. Essi allora scrivono un documento di scomunica e lo depongono sull’altare della chiesa di Santa Sofia: poi partono per Roma. Il patriarca, per nulla intimidito, risponde con una sua scomunica. Nasce una triste storia di superbia e di incomprensione. Da quel giorno, nonostante i tentativi di riconciliazione a Lione nel 1274 e a Firenze nel 1439, la Chiesa di Oriente per secoli ha camminato separata dal vescovo di Roma, che è il successore dell’apostolo Pietro e quindi è il garante dell’unità della Chiesa di Cristo. Il 7 dicembre 1965 si chiude questa triste storia: Paolo VI e il patriarca Atenagora, alla stessa ora a Roma e a Costantinopoli, firmano un documento di abolizione delle reciproche scomuniche. Ecco alcuni passi significativi dello storico documento: “Ricordando il precetto del Signore: ‘Quando tu presenti la tua offerta all’altare, se a quel punto ti ricordi di un torto che tuo fratello ha contro di te, lascia la tua offerta davanti all’altare e va’ subito a riconciliarti con tuo fratello’, ricordando questo precetto di Gesù, il Papa Paolo VI e il Patriarca Atenagora dichiarano di comune accordo: di dolersi delle parole offensive ... che, da una parte e dall’altra, hanno segnato o accompagnato i tristi avvenimenti di quell’epoca e di eliminare dalla memoria e dal cuore le sentenze di scomunica. Compiendo questo gesto, essi sperano che sarà gradito a Dio pronto a perdonarci quando noi ci perdoniamo gli uni con gli altri”. Queste parole umili e coraggiose sono la premessa di tutto il cammino ecumenico successivo. 8 dicembre 1965: con una celebrazione sul sagrato della Basilica di San Pietro, Paolo VI, insieme ai padri conciliari, chiude il Concilio Ecumenico Vaticano II: un’impresa enorme, che segnerà la storia della Chiesa negli anni e, forse, nei secoli futuri. Il Papa affida all’umanità una serie di messaggi rivolgendosi, come in un grande abbraccio, all’immensa famiglia umana: ai governanti, agli uomini di pensiero e di scienza, agli artisti, alle donne, ai lavoratori, ai poveri, agli ammalati e sofferenti, ai giovani. Un particolare messaggio è rivolto ai “lontani”, che sono stati l’assillo e il desiderio costante del cuore del Papa. Il messaggio dice così: “Questo nostro universale saluto rivolgiamo anche a voi, uomini che non ci conoscete: uomini che non ci comprendete; uomini che non ci credete a voi utili, necessari e amici; e anche a voi, uomini che, forse pensando di far bene, ci avversate! Un saluto sincero, un saluto discreto, ma pieno di speranza; e oggi, credetelo, pieno di stima e di amore”. Paolo VI si aspettava una primavera e, invece, vennero giorni duri e difficili. Paolo VI guidò la barca di Pietro in mezzo alla tempesta: non fu un indeciso, ma fu un uomo prudente; non fu un conservatore nel senso dispregiativo del termine, ma fu un uomo fedele al Vangelo e umilmente sottomesso al Vangelo; non fu un progressista o un avventuriero, ma un uomo attento al dialogo e pronto a fare qualsiasi sacrificio per tradurre il Vangelo di sempre nel linguaggio di oggi. Fu un uomo di Dio. Per me fu ... un martire senza spargimento di sangue. Il giorno dopo la chiusura del Concilio, secondo il racconto del segretario monsignor Pasquale Macchi, in un appunto personale il Papa esprime il suo totale abbandono nelle mani di Dio: “Nunc dimittis? È l’ora di partire? Ora: nuovo periodo dopo il concilio. Non è terminato il nostro servizio? La tentazione della vecchiaia è riposare! Ma per un servitore, un servitore di Cristo, non c’è riposo. Forse il Signore mi ha chiamato e mi tiene a questo servizio non tanto perché io vi abbia qualche attitudine o affinché io governi e salvi la Chiesa dalle sue presenti difficoltà, ma perché io soffra qualche cosa per la Chiesa e sia chiaro che egli, non altri, la guida e la salva”. Parole che profumano di umiltà, di obbedienza, di abbandono totale alla volontà di Dio: parole degne di un santo! 51 VENERDÌ 24 OTTOBRE 2014 ORE 21 Pietro Perugino (1448 c. - 1523), Gruppo dell’Eterno, dettaglio dall’affresco Battesimo di Cristo, Musei Vaticani, Cappella Sistina TE DEUM LAUDAMUS ANTON BRUCKNER (1824-1896) Messa n. 3 in fa minore per soli, coro e orchestra WAB 28 Te Deum in do maggiore WAB 45 VENERDÌ 24 OTTOBRE 2014 ORE 21 BASILICA PAPALE DI SANTA MARIA MAGGIORE 52 Il concerto prende il titolo dall’omonimo inno cristiano che ha origini molto antiche. Nella Chiesa cattolica il Te Deum è legato alle cerimonie di ringraziamento; viene tradizionalmente cantato la sera del 31 dicembre, per ringraziare dell'anno appena trascorso, oppure nella Cappella Sistina ad avvenuta elezione del nuovo pontefice, prima che si sciolga il conclave, oppure a conclusione di un Concilio. PALATINAKLASSIK-VOKALENSEMBLE PHILHARMONISCHER CHOR AN DER SAAR CORO E ORCHESTRA DEL CONSERVATORIO STATALE DI KAZAN LEO KRAEMER, DIRETTORE Susanne Bernhard, soprano Susanne Schaeffer, contralto Oscar de la Torre, tenore Vinzenz Haab, basso Anton Brucker, Messa in fa minore e Te Deum Le messe di Bruckner risalgono tutte al periodo che precede la sua produzione sinfonica. Scrisse alcune messe minori negli anni trascorsi come studente, insegnante e organista all’abbazia di Sankt Florian (1845-56), mentre le tre messe oggi numerate risalgono ai suoi anni alla cattedrale di Linz, dove ebbe il primo importante incarico come organista (1856-68). Sono la Messa n. 1 in re minore per soli, coro, orchestra e organo del 1864, la Messa n. 2 in mi minore per coro a otto voci e fiati (1866), e la Messa n. 3 in fa minore per soli, coro e orchestra. La Messa n. 3, considerata la più importante delle tre e spesso chiamata anche Grande Messa, gli fu commissionata dalla Hofkapelle di Vienna dopo il successo ottenuto con l’esecuzione della Messa in re minore a Vienna sotto la direzione di Johann Herbeck nel febbraio 1867. Bruckner iniziò la composizione nel settembre 1867, reduce da tre mesi di cure termali per un esaurimento fisico e una grave crisi depressiva da cui il lavoro alla Messa lo aiutò a guarire. Completò la composizione poco prima del suo trasloco a Vienna, il 9 settembre dell’anno seguente. Dovette comunque attendere molto per vederla eseguita, perché a Vienna i musicisti della Hofkapelle la dichiarono impossibile da eseguire, e perfino Johann von Herbeck, il direttore della stessa e promotore di Bruckner, fu molto scettico. Così, trascorsi quattro anni, Bruckner decise di organizzare lui stesso l’esecuzione di questa Messa, assumendosi anche i costi per l’orchestra. La prima ebbe finalmente luogo il 16 giugno del 1872 nella Chiesa degli Agostiniani a Vienna, diretta da Bruckner stesso. Il grandioso Te Deum invece risale al periodo maturo della produzione sinfonica di Bruckner. Il compositore inizia il lavoro nella primavera del 1881, avendo appena concluso la Quinta Sinfonia e il Quintetto per Archi in fa maggiore. In febbraio ha avuto luogo la prima assoluta della Quarta Sinfonia che, dopo le precedenti aspre critiche, gli ha portato un certo rispetto anche tra i suoi avversari. Il lavoro però si ferma presto di nuovo, lasciando posto al completamento della Sesta Sinfonia, alla rielaborazione delle tre messe e soprattutto al lavoro sulla Settima Sinfonia. Solo quando essa è completata, nel 5 settembre 1883, Bruckner riprende in mano il Te Deum, completandolo entro marzo del 1884. E anche qui c’è da attendere per la prima esecuzione in pubblico. Nel maggio 1885 viene proposto in un’esecuzione per coro e due pianoforti, ma soltanto nel gennaio 1886 avviene la prima assoluta con orchestra, in un concerto della Società degli Amici della Musica, accolto con grande entusiasmo da pubblico e critica. Bruckner stesso definisce il suo Te Deum come “orgoglio della mia vita” e “la mia opera migliore”. 53 VENERDÌ 24 OTTOBRE 2014 Messa n. 3 in fa minore Kyrie Kyrie, eleison. Christe, eleison. Kyrie, eleison. Gloria Gloria in excelsis Deo et in terra pax hominibus bonæ voluntatis. Laudamus te, benedicimus te, adoramus te, glorificamus te, gratias agimus tibi propter magnam gloriam tuam, Domine Deus, Rex cælestis, Deus Pater omnipotens. Domine Fili Unigenite, Iesu Christe, Domine Deus, Agnus Dei, Filius Patris, qui tollis peccata mundi, miserere nobis, qui tollis peccata mundi, suscipe deprecationem nostram, qui sedes ad dexteram Patris, miserere nobis. Quoniam tu solus Sanctus, tu solus Dominus, tu solus Altissimus, Iesu Christe, cum Sancto Spiritu in gloria Dei Patris. Amen. 54 Credo Credo in unum Deum, Patrem omnipotentem, factorem cæli et terræ, visibilium omnium et invisibilium. Et in unum Dominum Iesum Christum, Filium Dei Unigenitum, et ex Patre natum ante omnia sæcula. Deum de Deo, lumen de lumine, Deum verum de Deo vero, genitum, non factum, consubstantialem Patri: per quem omnia facta sunt. Qui propter nos homines et propter nostram salutem descendit de cælis. Et incarnatus est de Spiritu Sancto ex Maria Virgine, et homo factus est. Crucifixus etiam pro nobis sub Pontio Pilato; passus et sepultus est, et resurrexit tertia die, secundum Scripturas, ORE 21 et ascendit in cælum, sedet ad dexteram Patris. Et iterum venturus est cum gloria, iudicare vivos et mortuos, cuius regni non erit finis. Et in Spiritum Sanctum, Dominum et vivificantem: qui ex Patre Filioque procedit. Qui cum Patre et Filio simul adoratur et conglorificatur: qui locutus est per prophetas. Et unam, sanctam, catholicam et apostolicam Ecclesiam. Confiteor unum baptisma in remissionem peccatorum. Et exspecto resurrectionem mortuorum, et vitam venturi sæculi. Amen. Sanctus Sanctus, sanctus, sanctus Dominus Deus Sabaoth. Pleni sunt caeli et terra gloria tua. Hosanna in excelsis. Benedictus Benedictus qui venit in nomine Domini. Hosanna in excelsis. Agnus Dei Agnus Dei, qui tollis peccata mundi: miserere nobis. Agnus Dei, qui tollis peccata mundi: miserere nobis. Agnus Dei, qui tollis peccata mundi: dona nobis pacem. Te Deum Te Deum laudamus, te Dominum confitemur. Te aeternum Patrem omnis terra veneratur. Tibi omnes angeli, tibi caeli et universae potestates. Tibi cherubim et seraphim incessabili voce proclamant: Sanctus, Sanctus, Sanctus, Dominus Deus Sabaoth. Pleni sunt caeli et terra majestatis gloriae tuae. Te gloriosus apostulorum chorus, Te prophetarum laudabilis numerus, Te martyrum candidatus laudat exercitus. Te per orbem terrarum sancta confitetur ecclesia, Patrem immensae majestatis. Venerandum tuum verum et unicum Filium, Sanctum quoque Paraclitum Spiritum. Tu Rex gloriae Christe. Tu Patris sempiternus es Filius. Tu ad liberandum suscepturus hominem, non horruisti Virginis uterum. Tu devicto mortis aculeo aperuisti credentibus regna caelorum. Tu ad dexteram Dei sedes in Gloria Patris. Judex crederis esse venturus. Te ergo quaesumus, famulis tuis subveni quos pretioso sanguine redemisti. Aeterna fac cum sanctis tuis in gloria numerari. Salvum fac populum tuum, Domine et benedic hereditati tuae. Et rege eos, et extolle illos usque in aeternum. Per singulos dies benedicimus te. Et laudamus nomen tuum in saeculum, et in saeculum saeculi. Dignare, Domine, die isto sine peccato nos custodire. Miserere nostri Domine, miserere nostri. Fiat misericordia tua, Domine, super nos custodire. Miserere nostri Domine, miserere nostri. Fiat misericordia tua, Domine, super nos quem admodum speravimus in te. In te, Domine, speravi non confundar in aeternum. 3 nov. 2013 Basilica S. Maria Maggiore 55 SABATO 25 OTTOBRE 2014 ORE 21 Cosimo Rosselli (1439-1507), Sermone della Montagna - Affresco, Cappella Sistina, Musei Vaticani BEATI QUI LUGENT JOHANNES BRAHMS (1833-1897) Ein deutsches Requiem op. 45 per soli, coro e orchestra SABATO 25 OTTOBRE 2014 ORE 21 BASILICA PAPALE DI SAN GIOVANNI IN LATERANO 56 Il concerto prende il titolo dalle parole che Gesù pronuncia durante il Discorso della Montagna raccontato nel Vangelo secondo Matteo (5, 1-12): “Beati gli afflitti perché saranno consolati.” (Mat 5, 4). Con queste parole (in tedesco) inizia il Deutsches Requiem di Brahms. PALATINAKLASSIK-VOKALENSEMBLE PHILHARMONISCHER CHOR AN DER SAAR CORO E ORCHESTRA DEL CONSERVATORIO STATALE DI KAZAN LEO KRAEMER, DIRETTORE Susanne Bernhard, soprano Vinzenz Haab, baritono La Fondazione Pro Musica e Arte Sacra dedica il concerto alla memoria del Cardinale Domenico Bartolucci, del Cardinale Francesco Marchisano, di Padre Gonzalo Diaz e di Rolf Deyhle. Lunedì 11 novembre 2013 a Roma è venuto a mancare il Cardinale Domenico Bartolucci (Borgo San Lorenzo, 7 maggio 1917 – Roma, 11 novembre 2013), Maestro perpetuo della Cappella Musicale Pontificia “Sistina”, grande compositore, direttore e docente. Il 25 ottobre 2010, nella Sala Accademica del Pontificio Istituto di Musica Sacra a Roma, la Fondazione Pro Musica e Arte Sacra conferì al Cardinale Bartolucci il Premio “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” in riconoscimento dell’opera di tutta la sua vita e dei suoi inestimabili meriti nel campo della musica sacra, per essersi dedicato per più di 50 anni instancabilmente a favore della stessa, in Vaticano e in tutto il mondo. La Fondazione Pro Musica e Arte Sacra e tutti i partecipanti al Premio ricordano la personalità umile e schietta e l’enorme talento e sapere musicale del Cardinale Bartolucci formulando le loro condoglianze a tutti coloro che lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene, parenti ed amici. Domenica 27 Luglio 2014 a Roma è venuto a mancare il Cardinale Francesco Marchisano (Racconigi, 25 giugno 1929 – Roma, 27 luglio 2014), Arciprete emerito della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano, Vicario Generale emerito di Sua Santità per la Città del Vaticano, Presidente emerito della Fabbrica di San Pietro, Presidente emerito dell’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica, Presidente emerito della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa e Presidente emerito della Commissione Permanente per la Tutela dei Monumenti Storici ed Artistici della Santa Sede. In data 21 febbraio 2006, nella Chiesa del Santissimo Salvatore nel Complesso Monumentale di San Michele a Ripa Grande a Roma, la Fondazione Pro Musica e Arte Sacra conferì al Cardinale Marchisano il Premio “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” per il suo impegno nella salvaguardia e conservazione dell’arte sacra nella qualità di Presidente della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa e Presidente della Commissione Permanente per la Tutela dei Monumenti Storici ed Artistici della Santa Sede. La Fondazione Pro Musica e Arte Sacra e tutti i partecipanti al Premio ricordano la vocazione, la grande personalità e le doti umane del Cardinale Marchisano formulando le loro condoglianze a tutti coloro che lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene, parenti ed amici. Con loro, la Fondazione Pro Musica e Arte Sacra ricorda nella preghiera anche due grandi amici, personalità cordiali, disponibili e generose che quest’anno sono passati a miglior vita: Padre Gonzalo Diaz, Padre Economo Generale emerito dell’Ordine di Sant’Agostino, e Rolf Deyhle, mecenate e Presidente Onorario del Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra 2011 e 2012. FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA Il Presidente Generale e Fondatore Il Consiglio Direttivo Il Presidente del Comitato dei Sostenitori e il Comitato dei Sostenitori Il Comitato Artistico 57 SABATO 25 OTTOBRE 2014 ORE 21 29 ott. 2011 Basilica S. Ignazio Johannes Brahms, Ein deutsches Requiem 58 Oltre a essere una delle composizioni più tipiche e personali di Brahms, il Deutsches Requiem è anche un’opera in cui un movimento generale di arte e di cultura trova il suo sbocco e il suo coronamento: urgenze private e spirito del tempo soffiano concordi nel definire forma e carattere di questo capolavoro, opera riepilogativa della giovinezza di Brahms e allo stesso tempo tornante decisivo dei suoi futuri sviluppi. Le origini della composizione risalgono molto all’indietro nella biografia del compositore, fino agli anni dell’incontro con Schumann, il quale da parte sua in un taccuino di progetti del 1850 aveva registrato l’idea di un Deutsches Requiem (già in parte realizzato da Schubert nella Deutsche Trauermesse D621 dell’agosto 1818). Certo, Brahms pensava a una Trauerkantate fin dal 1859 a Detmold, e la coeva composizione dell’op. 13, il Begräbnisgesang, canto funebre per coro e fiati, sembra già un cartone preparatorio per il secondo movimento del Requiem Tedesco. Il 1860 registra stesure parziali delle prime due sezioni dell’opera, rimaste allo stato di abbozzo quando, nel 1863, comincia il lavoro alla cantata Rinaldo. Le prime allusioni alla composizione vera e propria, definita con molta cautela “una specie di Requiem Tedesco”, si trovano in lettere spedite a Clara Schumann nell’aprile 1865 assieme a una prima “frettolosa riduzione per pianoforte” del quarto movimento. Ma il vero anno del Deutsches Requiem è il 1866: a gennaio Brahms si ritira a Karlsruhe, in casa di un amico, con lo scopo di dedicarsi anima e corpo alla nuova composizione. Il primo movimento condotto a termine è il terzo; a maggio, fra Winterthur e Zurigo, Brahms conclude il sesto e incomincia il settimo; a Lichtental presso Baden riprende e completa i primi due. Alla fine dell’estate il grosso dell’opera è ultimato, ma il lavoro di lima è ancora lungo, tanto da occupare anche l’anno successivo. Il 1 dicembre del 1867 si arriva alla prima esecuzione dei soli tre primi movimenti, diretti a Vienna da Johann von Herbeck, con accoglienze molto moderate che diventano invece trionfali qualche mese dopo, il 10 aprile 1868, quando il Requiem, ancora consistente di sei parti, viene diretto dall’autore nel duomo di Brema dopo l’accurata concertazione di Karl Reinthaler. Finalmente, nel mese di maggio, a Bonn, Brahms scrive l’attuale quinto movimento, quello che più di tutti si annoda al pensiero della madre amatissima, morta nel 1865. In questa forma definitiva l’opera viene presentata la prima volta a Lipsia il 18 febbraio 1869 sotto la direzione di Carl Reinecke. Non il requiem canonico, ma “una specie di Requiem”, come aveva detto a Clara, o un “Requiem semplicemente umano”, come scriverà in altra occasione a Reinthaler. Vale a dire, il Requiem che Brahms trova da sé nella Bibbia che ben conosce dalla giovinezza, nei salmi e nelle parole di Paolo, degli evangelisti e dei profeti: tanto è intimo e audace allo stesso tempo il gesto di mettere mano ai sacri libri e ripetere per proprio conto, dentro lo storico sacello della musica, il mistero, la fatica e il dolore del mondo. La costante base bachiana, l’impulso alla grande costruzione polifonica che s’installa grandiosa sulla conclusione degli episodi secondo, terzo e sesto e prende slancio sull’azione assidua di ricordi schumanniani (il Requiem per Mignon, con il tono dolente dell’oboe solo ripreso fraternamente da Brahms, il Nachtlied op. 108, la cui indicazione espressiva e dinamica, “ziemlich langsam”, è la stessa che apre il Requiem brahmsiano), cui conta aggiungere lo Schubert corrusco del Canto degli spiriti sulle acque (archi senza violini, ancora come nel primo brano del Requiem tedesco), ebbene, sono tutte voci di contemporaneità, d’intesa segreta, che l’umanità di Brahms insinua dentro la solennità dell’affresco storico. Da tanti affluenti diversi deriva all’opera una miracolosa unità di sottofondo, un fondamentale convergere di toni e di sentimenti compendiati nel termine “Trost” (consolazione) e nei suoi derivati. Primo e ultimo movimento si corrispondono nel rintocco della parola “selig” (beati) e nel ritorno ciclico di temi musicali; anche secondo e sesto si rimandano in simmetria le immagini drammatiche (luogotenenti del “Dies Irae” della Messa da Requiem latina) della gran falce manovrata dalla morte e del giorno del giudizio. Al centro, le parole più private, la riflessione angosciosa (“Insegnami, o Signore”), poi incoronata di gloriosi contrappunti, e l’oasi celestiale della coppia di quarto e quinto movimento; quest’ultimo il più privato e intimo di tutti, dove il canto librato dal soprano finisce col fare sentire la morte come una dolce passione: parola segretissima e racchiusa nel cuore dell’opera come il suo messaggio più conturbante e persistente. Brahms ha guardato alla solennità storica della tradizione musicale tedesca, ci si è chiuso dentro come in un paradiso di certezze; ma quella solennità si è stemperata alla luce della sua sensibilità, gli oracoli si sono familiarizzati, e il passato è diventato presente nel segno della poesia. Giorgio Pestelli I. Coro Selig sind, die da Leid tragen, denn sie sollen getröstet werden. (Matthäus 5,4) wie des Grases Blumen. Das Gras ist verdorret und die Blume abgefallen. (1. Petrus 1, 24) Die mit Tränen säen, werden mit Freuden ernten. Sie gehen hin und weinen und tragen edlen Samen, und kommen mit Freuden und bringen ihre Garben. (Psalm 126,5.6.) So seid nun geduldig, liebe Brüder, bis auf die Zukunft des Herrn. Siehe, ein Ackermann wartet auf die köstliche Frucht der Erde und ist geduldig darüber, bis er empfange den Morgenregen und Abendregen. (Jakobus 5, 7) II. Coro Denn alles Fleisch, es ist wie Gras und alle Herrlichkeit des Menschen Aber des Herren Wort bleibet in Ewigkeit. (1. Petrus 1, 24. 25) 59 SABATO 25 OTTOBRE 2014 Die Erlöseten des Herrn werden wiederkommen, und gen Zion kommen mit Jauchzen; Freude, ewige Freude, wird über ihrem Haupte sein; Freude und Wonne werden sie ergreifen, und Schmerz und Seufzen wird weg müssen. (Jesaja 35, 10) III. Baritono e Coro Herr, lehre doch mich, daß ein Ende mit mir haben muß. und mein Leben ein Ziel hat, und ich davon muß. Siehe, meine Tage sind einer Hand breit vor Dir, und mein Leben ist wie nichts vor Dir. Ach wie gar nichts sind alle Menschen, die doch so sicher leben. Sie gehen daher wie ein Schemen und machen ihnen viel vergebliche Unruhe; sie sammeln und wissen nicht, wer es kriegen wird. Nun Herr, wes soll ich mich trösten? Ich hoffe auf Dich. (Psalm 39, 5-8) Der Gerechten Seelen sind in Gottes Hand und keine Qual rühret sie an. (Weisheit Salomos 3, 1) IV. Coro Wie lieblich sind Deine Wohnungen, Herr Zebaoth! Meine Seele verlanget und sehnet sich nach den Vorhöfen des Herrn; Mein Leib und Seele freuen sich in dem lebendigen Gott. Wohl denen, die in Deinem Hause wohnen, die loben Dich immerdar. (Psalm 84, 2.3.5) 60 V. Soprano e Coro Ihr habt nun Traurigkeit aber ich will euch wiedersehen, und euer Herz soll sich freuen, und eure Freude soll niemand von euch nehmen. ORE 21 (Johannes 16, 22) Ich will euch trösten, wie einen seine Mutter tröstet. (Jesaja 66, 13) Sehet mich an: Ich habe eine kleine Zeit Mühe und Arbeit gehabt und habe großen Trost gefunden. (Jesus Sirach 51, 35) VI. Baritono e Coro Denn wir haben hie keine bleibende Statt, sondern die zukünftige suchen wir. (Hebräer 13, 14) Siehe, ich sage Euch ein Geheimnis: Wir werden nicht alle entschlafen, wir werden aber alle verwandelt werden; und dasselbige plötzlich in einem Augenblick, zu der Zeit der letzten Posaune. Denn es wird die Posaune schallen und die Toten werden auferstehen unverweslich; und wir werden verwandelt werden. Dann wird erfüllet werden das Wort, das geschrieben steht. Der Tod ist verschlungen in den Sieg. Tod, wo ist dein Stachel? Hölle, wo ist dein Sieg? (1 Korinther 15, 51-52,54-55.) Herr, Du bist würdig zu nehmen Preis und Ehre und Kraft, denn Du hast alle Dinge erschaffen, und durch Deinen Willen haben sie das Wesen und sind geschaffen. (Offenbarung Johannis 4, 11) VII. Coro Selig sind die Toten, die in dem Herrn sterben, von nun an. Ja, der Geist spricht, daß sie ruhen von ihrer Arbeit; denn ihre Werke folgen ihnen nach. (Offenbarung Johannis 14, 13) DOMENICA 26 OTTOBRE 2014 ORE 16 Gruppo scultoreo con l’azteco San Juan Diego, Giardini Vaticani KYRIE ELEISON JOSEPH JULIAN GONZALEZ (N. 1963) Misa Azteca per soli, coro, orchestra e strumenti di percussione precolombiani Orchestrazione di Joel Clarkson e Joseph Julian Gonzalez MARK HAYES (N. 1953) Requiem per baritono solo, coro e orchestra DOMENICA 26 OTTOBRE 2014 ORE 16 BASILICA DI SANT’IGNAZIO DI LOYOLA IN CAMPO MARZIO appartenente al Fondo Edifici di Culto 61 DOMENICA 26 OTTOBRE 2014 ORE 16 Il concerto prende il titolo dal Kyrie, un’antica preghiera litanica cristiana posta all’inizio della liturgia della Santa Messa e quindi anche della Misa Azteca. La triplice invocazione, in greco, “Kyrie eleison - Christe eleison - Kyrie eleison” la quale nella liturgia italiana è stata tradotta con “Signore, pietà – Cristo, pietà – Signore pietà”, è la più antica testimonianza di uso liturgico cristiano, risalente al V secolo nella messa di rito romano. MISA AZTECA THE CONTINUO ARTS FESTIVAL CHORUS* ROMA SINFONIETTA ORCHESTRA DIREZIONE: TERESA RUSSELL Charisma Miller, soprano Linda Scott, mezzosoprano Victor Chan, baritono REQUIEM THE CONTINUO ARTS FESTIVAL CHORUS* ROMA SINFONIETTA ORCHESTRA DIREZIONE: MARK HAYES Mark Spencer, baritono * con cantori dei seguenti cori: Custer Road United Methodist Church Chancel Choir - Tim Morrison, direttore Sounds of the Southwest Singers - Matt Deller, direttore Southwestern College Concert Choir - Teresa Russell, direttore Norwell United Church of Christ Sanctuary Choir - Karen Harvey, direttore St. Lukes Presbyterian Church Chancel Choir - Marvin Gaspard, direttore Foothills United Methodist Church Chancel Choir - Carol Paton, direttore Vocal Spotlight - Donnalynn Laver, direttore Joseph Julian Gonzalez, Misa Azteca 62 Nella Misa Azteca si fondano due culture e due religioni in una celebrazione musicale in stile oratorio, con sette movimenti per orchestra, coro e solisti. “Misa,” la parola spagnola per “Messa”, è l’insieme di preghiere e cerimonie che compongono il rito eucaristico della Messa Latina. Essa contiene testi liturgici in latino sia dall’ordinario che dal proprio: Kyrie, Gloria, Graduale, Credo, Sanctus, Agnus Dei e Ite Missa Est. “Azteca” sta per il popolo indigeno che ha dominato il Messico centrale ai tempi della conquista spagnola. Musica e danza costituirono una parte essenziale di riti e cerimonie, e molti strumenti mu- sicali furono ritenuti sacri. Per gli aztechi, i ritmi di questi strumenti erano un elemento indispensabile di tutte le cerimonie e festività. Oggi possiamo soltanto immaginare come furono veramente questi ritmi. Un manoscritto del Cinquecento (i cosiddetti Cantares Mexicanos) riporta un esempio di notazione ritmica scritta, usando le quattro sillabi vocali ti, to, ki, co. Questi pochi accenni sono preziosi per coloro che fanno rivivere l’antica musica azteca ai giorni d’oggi, e sono stati proprio dei maestri dei tempi moderni a fornire al compositore della Misa Azteca preziose conoscenze di questo mondo fatto di ritmo, rituali e religione. Sono stati utilizzati versi di poesia azteca precolombiana (sempre dai Cantares Mexicanos) che parlano di un argomento simile a quello delle sezioni dell’ordinario e del proprio della Messa. Nel graduale, ad esempio, il soprano invoca in nahuatl (la lingua degli aztechi) “Che io non muoia mai! Che io non perisca mai! Lasciami andare in un luogo dove non si muore”. A questo grido di dolore risponde il coro che pacificamente canta la preghiera dalla Messa di Ognissanti “Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio… agli occhi degli stolti parve che morissero... ma essi sono nella pace”. Combinando testi latini e aztechi e alternando anche i ritmi, le strumentazioni e i toni a loro unici, questo brano da concerto scioglie le tensioni che generalmente vengono associate a due culture all’apparenza così inconciliabili. Il tema della complementarità, superando il postulato che questi due mondi debbano rimanere separati, collega tutto in una mutua ricerca di unità e pace. La Misa Azteca ha inaugurato il prestigioso El Cervantino Festival in Guanajuato, Messico ed è stata eseguita alla Sydney Opera House, al St. Denis Music Festival, alla Carnegie Hall, alla Walt Disney Concert Hall e in altri luoghi, toccando e ispirando sempre profondamente il pubblico. Kyrie (Coro) Kyrie Eleison, Christe Eleison. Señor mio, que nos quita el pecado del mundo, ten piedad de nosotros. Cristo Mio, que nos quita el pecado del mundo, ten piedad de nosotros. Teicnohuica teicnocemilhuitiltia yn ipaltinemi yehuan dios anqui ycococauh ontemocniuhtia ypetlapan quenman tlacahuaz yn icelteotl in ipaltinemi ye nican. Kyrie Eleison. Señor mio, que nos quita el pecado del mundo, ten piedad de nosotros. Graduale (Coro, soprano) Can niquittoa onon niquilnamiqui ye antla ye iuhqui a icnopillotl tle yca cehuiz in noyollo tle yca polihuiz in notlayocol mach oc onca ye nota, mach oc onca ye nonan oc nechonnechixtiez oc nechonyollocehuiz auh yn amo niccentlamitinemiz a ycnopillotl Tle ypan titechmati ycelteotl Yhuin tiyolli yhuin ye topolihuihuian can tonpopolihuitihui timacehualtin Cannelpa tonyazque. Can yeic nichocayan ynic tontlatzihui Timoquequeloa o antique Antle ypan titechmati Techtlatia titechpopolohua Cannelpa tonyazque. Ye antle nel o tic ytohua nica Can iuhqui temictli can toncochitlehua in tiquittoa tlatlicpac ayac nellin tiquilhuilya nican. Justorum animae in manu Dei sunt, et non tanget illos tormentum malitiae: visi sunt oculis insipientium mori, illi autem sunt in pace. Zan ca ilhuicatlytec oncan ticyocoya motlatol can yehuan Dios quenin toconnequiz Mach titlatzihuiz ye nican tiquinSyaz in motenyo in momahuizzo tlacticpac ye nican quenin toconnequiz. Requiem aeternam dona eis Yn can ahmicohua ma oncan niauh et lux perpetua luceat eis. Macaic nimiqui Macaic nipolihui ma oncan niauh Gloria (Coro, tenore) Gloria in excelsis Deo. Et in terra pax hominibus bonae voluntatis. Laudamus te. Benedicimus te. Adoramus te. Glorificamus te. Gratias agimus tibi propter magnum gloriam tuam. Domine Deus, Rex caelestis, Deus Pater omnipotens. Domine Fili unigenite, Jesu Christe. Domine Deus, Agnus Dei, Filius Patris. Qui tollis peccata mundi, miserere nobis. Qui tollis peccata mundi, suscipe deprecationem nostram. Qui sedes ad dexteram Patris, miserere nobis. Quoniam tu solus Sanctus. Tu solus Dominus. Tu solus Altissimus, Jesu Christe. Cum Sancto Spiritu, in gloria Dei Patris. 63 DOMENICA 26 OTTOBRE 2014 Requiem aeternam Icelteotl Amen. Credo (Coro, tenore) Credo in unum Deum, Patrem omnipotentem, factorem caeli et terrae, visibilium omnium et invisibilium; Credo in unum Dominum Iesum Christum, Filium Dei unigenitum, et ex Patre natum ante omnia saecula: Deum de Deo, lumen de lumine, Deum verum de Deo vero, genitum non factum, consubstantialem Patri, per quem omnia facta sunt; Que por nosotros y por nuestra salvación descendió del cielo, y por obra del Espíritu Santo se encarnó de la Virgen María. Y por nuestra causa fue crucificado, padeció y fue sepultado, y resucitó al tercer día, y subió al cielo, y está sentado a la derecha del Padre; y de nuevo vendrá con gloria, para juzgar a vivos y muertos, y su reino no tendrá fin. Credo in Spiritum Sanctum, Dominum et vivificantem: qui ex Patre Filoque procedit; simul adoratur et conglorificatur; qui locutus est per Prophetas; Credo in unam sanctam catholicam et apostolicam Ecclesiam. Confiteor unum baptisma in remissionem peccatorum; et expecto resurrectionem. 64 Sanctus (Coro, mezzosoprano e soprano) Sanctus, Sanctus, Sanctus, Dominus Deus Sabaoth. Pleni sunt caeli et terra gloria tua. Hosanna in excelsis. Benedictus qui venit in nomine Domini. Santo, Santo es el Señor, Dios del Universo. Ma ye tic iti in xochitlalpan in tochan xochitlalticpac ilhpao in huelic xochiamemeyallotl ORE 16 onahuiaxtimani, teyol quima yolilizahuachxochitl in tochan in chiappan oncan timalolo in teucyotl in tlatocayotl in chimalxochitl oncuepontimani tonacatlalpan. Sanctus, Sanctus, Sanctus, Dominus Deus Sabaoth. Pleni sunt caeli et terra gloria tua. Hosanna in excelsis. Agnus Dei (Coro, tenore e soprano) Cordero de Dios, que quitas el pecado del mundo, ten piedad de nosotros. Cordero de Dios, que quitas el pecado del mundo, ten piedad de nosotros. Cordero de Dios, que quitas el pecado del mundo, danos la paz. Agnus Dei, qui tollis peccata mundi: miserere nobis. Agnus Dei, qui tollis peccata mundi: miserere nobis. Agnus Dei, qui tollis peccata mundi: dona nobis pacem. Ite Misa Est (Coro, tenore e mezzosoprano) Alelluia, Alelluia. Ite missa est. Deo gratias. In principio erat Verbum et Verbum erat apud Deum et Deus erat Verbum. Hoc erat in principio apud Deum. Omnia per ipsum facta sunt: et sine ipso factum est nihil quod factum est: in ipso vita erat, et vita erat lux hominum: et lux in tenebris lucet, et tenebrae eam non conprehenderunt Et Verbum caro factum est, et habitavit in nobis: et vidimus gloriam ejus, gloriam quasi Unigeniti a Patre, plenum gratiae veritatis. Tle cannen in nicyocoya in nitlaocolcuica inic niquimilnamiqui in tepilhuan in tlacomaquiztin, in tlacoteoxiuhme in quetzaltotome in moteyotico in motleyotico in tlalticpac yn ocnoma caquizti in intenyo in incahuanca, Campa nel tiazque? Ca can titlacatico Ca ompa huel tochan in canin ximoayan yn ocapa in yolihuayan. Aic tlamian. Alelluia, Ipalnemohauni, Alelluia, Alleluia, Alelluia. Mark Hayes, Requiem Scritto nel 2012, il Requiem di Mark Hayes venne eseguito in prima assoluta al Lincoln Center di New York nel maggio del 2013. Al lavoro l’autore ha fatto precedere approfondite ricerche sui Requiem di Mozart, Brahms, Fauré e Duruflé. Tracce di queste influenze sono diffuse in tutto il Requiem, nella forma compositoria, nei temi musicali e nella coesione dell’opera. Hayes ha messo in musica sei dei dodici testi canonici del Requiem: “Requiem Aeternam”, “Kyrie”, “Dies Irae”, “Sanctus”, “Agnus Dei” e “Lux Aeternam”. I testi sono prevalentemente in latino, ma si trovano anche brevi passi in inglese in ogni movimento eccetto il “Dies Irae”. Accompagnando il percorso emozionale del Requiem che spazia da afflizione, ansia e ira fino a pace, determinazione e speranza, Hayes contrappone armonie dissonanti a grandi archi melodici e tempi misti per cogliere pienamente l’intera gamma dell’espressione sentimentale e dell’elevazione spirituale. Nei movimenti più pacati della composizione troviamo frequenti modulazioni tonali che servono come impeto verso le manifestazioni culminanti che inevitabilmente portano a una ripetizione o un riferimento tematico finale. Il “Dies Irae” spicca per il suo alto livello di tensione drammatica, per l’intensità orchestrale e per l’apparizione dell’unico solista del Requiem, che implora benevolenza e pietà da Cristo. Concludendo il “Lux Aeternam” con il tema originale del “Requiem Aeternam”, seguito da una temporanea escursione nei testi inglesi, il Requiem di Hayes finisce tranquillamente in do maggiore. Hayes dedica questa opera ai suoi genitori Marvin e Betty Hayes. Requiem aeternam (Coro) Requiem aeternam dona eis, Domine: et lux perpetua luceat eis. Te decet hymnus, Deus, in Sion, et tibi reddetur votum in Jerusalem: exaudi orationem meam, ad te omnis caro veniet. Requiem aeternam dona eis Domine et lux perpetua luceat eis. Sanctus (Coro) Sanctus, sanctus, sanctus, Dominus Deus Sabaoth. Pieni sunt caeli et terra gloria tua. Hosanna in excelsis. Benedictus qui venit in nomine Domini. Hosanna in excelsis. Kyrie (Coro) Kyrie, eleison; Christe, eleison. Kyrie, eleison; Christe, eleison. Kyrie, eleison; Christe, eleison. Dies irae (Coro, baritono) Dies irae, dies illa, Solvet saeclum in favilla, Teste David cum Sibylla. Quantus tremor est futurus, Quando Judex est venturus, Cuncta stricte discussurus! Agnus Dei (Coro) Agnus Dei qui tollis peccata mundi, dona eis requiem. Agnus Dei qui tollis peccata mundi, dona eis requiem. Agnus Dei qui tollis peccata mundi, dona eis requiem sempiternam. Lux aeterna (Coro) Lux aeterna luceat eis, Domine, cum sanctis tuis in aeternum quia pius es. Requiem aeternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis, cum sanctis tuis in aeternum, quia pius es. 65 DOMENICA 26 OTTOBRE 2014 ORE 21 Raffaello Sanzio (1483-1520), Carità - Predella della Pala Baglioni con le Tre Virtù Teologali, tempera grassa su tavola, Musei Vaticani, Pinacoteca Vaticana MAIOR AUTEM EX HIS EST CARITAS GIUSEPPE VERDI (1813-1901) Messa da Requiem per soli, coro e orchestra DOMENICA 26 OTTOBRE 2014 ORE 21 BASILICA PAPALE DI SAN PAOLO FUORI LE MURA 66 Il concerto prende il titolo dalle parole pronunciate dall’Apostolo San Paolo nella Prima lettera ai Corinzi (1Cor 13): “Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. La carità non avrà mai fine. [...] Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!” ILLUMINART PHILHARMONIC CHOIR TOMOMI NISHIMOTO, AND ORCHESTRA DIRETTORE Sayuri Bunya, soprano Takako Nogami, mezzosoprano Gianluca Sciarpelletti, tenore Tsutomu Tanaka, baritono Concerto di Musica Sacra al servizio della carità organizzato in collaborazione con la Fondazione SOFIA Onlus Giuseppe Verdi, Messa da Requiem Nel 1868, alla morte di Rossini, Verdi si fece promotore di una Messa da Requiem alla sua memoria, scritta dai maggiori compositori italiani dell’epoca. Tredici musicisti – tra cui ovviamente Verdi stesso, cui fu assegnato il Libera me – risposero all’appello, ma questa lodevole iniziativa si arenò al momento dell’esecuzione, a causa d’una serie di difficoltà pratiche, che Verdi attribuì all’indifferenza e all’egoismo del mondo musicale italiano, ma che almeno in parte dipendevano dalle perplessità suscitate dalla natura composita di questo Requiem. Tuttavia l’idea di Verdi non rimase sterile e dopo qualche anno dal suo seme sarebbe nato uno dei massimi capolavori della musica sacra d’ogni tempo. Ciò avvenne quando morì Alessandro Manzoni, il 22 maggio 1873: una perdita che colpì tutta l’Italia e toccò profondamente Verdi. Già il giorno seguente il musicista scrisse al suo editore, Giulio Ricordi: “Verrò fra breve a visitarne la tomba, solo e senza essere visto, e forse (dopo ulteriore riflessione e dopo aver pesato le mie forze) per proporre una cosa ad onorarne la memoria”. E pochi giorni dopo espose a Ricordi il progetto già abbastanza circostanziato d’una “Messa da morto” da eseguire il primo anniversario della morte dello scrittore. Verdi aveva una vera venerazione per Manzoni e soprattutto per i Promessi sposi, da lui definito “un libro vero, vero quanto è vera la Verità” e perciò considerato espressione paradigmatica di una teoria estetica fondata sul vero, a cui non solo la letteratura ma tutte le arti – e quindi la musica stessa – devono aderire. D’altra parte Verdi era lontano dall’ideologia cristiana del romanzo e negava l’esistenza della Provvidenza, rifiutando – e indubbiamente ne era consapevole – l’assunto che stava alla base dei Promessi sposi. Viene così in primo piano il tema della religiosità di Verdi, ineludibile quando si parla di un brano di musica sacra. Indubbiamente nei confronti della religione Verdi nutriva un totale scetticismo e rifiutava la consolazione della speranza in una vita dopo la morte. Ma, sebbene non fosse praticante né credente, Verdi aveva un profondo senso del sacro e provava uno sgomento metafisico davanti al mistero della vita e della morte. Ancora una volta la sua musica è una testimonianza più autentica e veritiera di qualsiasi parola: nella Messa da Requiem Verdi s’interroga sulla morte e lo fa portandovi tutta la forza drammatica della sua ispirazione, come nelle opere. Pubblico e critica rimasero frastornati dall’irruzione nella musica sacra di questa drammaticità che erano abituati a collegare al melodramma. Hans von Bülow – grande direttore d’orchestra e pianista, ma compositore di terz’ordine, secondo il velenoso ma esatto giudizio di Verdi stesso – definì la Messa da Requiem “un’opera in veste chiesastica”, ma dallo stesso mondo musicale austro-tedesco giunse la voce di Johannes Brahms, secondo cui era “una composizione che solo un genio può aver scritto”. 67 DOMENICA 26 OTTOBRE 2014 68 ORE 21 Se si prescinde dal suo irritante pregiudizio verso la musica italiana, l’affermazione di Bülow coglieva accuratamente l’interno dualismo del Requiem di Verdi: musica sacra o musica profana? La risposta è un’apparente antinomia: questa è la preghiera di un agnostico. Dunque non un fermo e confidente abbandono in Dio ma una continua oscillazione tra aspirazioni, turbamenti, timori, dubbi e confessioni, espressi con un’immediatezza drammatica non meno accesa e folgorante che nei capolavori teatrali di Verdi. Come nelle opere, Verdi dà straordinario rilievo ad alcune parole chiave (quelle che egli stesso definiva “parole sceniche”, quando le incontrava nei libretti operistici) come “dies irae”, “mors”, “nil”, “confutatis maledictis”, “lacrymosa”, “libera me”: sono questi i momenti più disperati della liturgia dei morti, espressi con cataclismatiche esplosioni sonore o con sussurri interrotti da angosciati silenzi. È proprio in questi momenti – più che nelle parentesi in cui si accosta al tradizionale stile sacro, dove dimostra tuttavia nobile ispirazione e alto magistero contrappuntistico – che emerge l’individuale, intimo e aspro spirito religioso di Verdi. Mauro Mariani Requiem e Kyrie - quattro voci soliste e coro Requiem aeternam dona eis Domine: et lux perpetua luceat eis Te decet hymnus, Deus, in Sion, et tibi redetur votum in Jerusalem: exaudi orationem meam, ad te omnis caro veniet. Requiem aeternam dona eis, Domine: et lux perpetua luceat eis. Kyrie eleison, Christe eleison. Nil inultum remanebit. Dies irae, dies illa, Solvet saeclum in favilla, Teste David cum Sybilla. Dies Irae - coro Dies irae, dies illa, Solvet saeclum in favilla, Teste David cum Sybilla. Quantus tremor est futurus, Quando judex est venturus, Cuncta stricte discussurus! Rex tremendae - quartetto e coro Rex tremendae majestatis, Qui salvandos salvas gratis, Salva me, fons pietatis. Quid sum miser – soprano, mezzosoprano e coro Quid sum miser tunc dicturus, Quem patronum rogaturus, Cum vix justus sit securus! Tuba mirum - basso e coro Tuba mirum spargens sonum, Per sepulchra regionum, Coget omnes ante thronum. Mors stupebit et natura, Cum resurget creatura, Judicanti responsura. Recordare - soprano e mezzosoprano Recordare, Jesu pie, Quod sum causa tuae viae, Ne me perdas illa die. Quaerens me, sedisti lassus, Redemisti crucem passus, Tantus labor non sit cassus. Juste judex ultionis, Donum fac remissionis Ante diem rationis. Liber scriptus - mezzosoprano e coro Liber scriptus proferetur, In quo totum continetur, Unde mundus judicetur. Judex ergo cum sedebit, Quidquid latet apparebit, Ingemisco - tenore solo Ingemisco tamquam reus, Culpa rubet vultus meus, Supplicanti parce, Deus. Qui Mariam absolvisti, Et latronem exaudisti, Mihi quoque spem dedisti. Preces meae non sunt dignae, Sed tu bonus fac benigne, Ne perenni cremer igne. Inter oves locum praesta, Et ab hoedis me sequestra, Statuens in parte dextra. Confutatis - basso e coro Confutatis maledictis, Flammis acribus addictis, Voca me cum benedictis. Oro supplex et acclinis, Cor contritum quasi cinis, Gere curam mei finis. Dies irae, dies illa, Solvet saeclum in favilla, Teste David cum Sybilla. Lacrymosa - quartetto e coro Lacrymosa dies illa, Qua resurget ex favilla, Judicandus homo reus. Huic ergo parce Deus. Pie Jesu Domine, Dona eis requiem! Amen. Domine Jesu - offertorio a quattro voci soliste Domine Jesu Christe, rex gloriae, libera animas omnium fidelium defunctorum de poenis inferni et de profundo lacu. Libera eas de ore leonis, ne absorbeat eas tartarus, ne cadant in obscurum: sed signifer sanctus Michael repraesentet eas in lucem sanctam, quam olim Abrahae promisisti et semini ejus. Hostias et preces tibi, Domine, laudis offerimus. Tu suscipe pro animabus illis, quarum hodie memoriam facimus, fac eas, Domine, de morte transire ad vitam, quam olim Abrahae promisisti et semini ejus. Libera animas omnium fidelium defunctorum de poenis inferni et de profundo lacu, de morte transire ad vitam. Sanctus - fuga a due cori Sanctus Dominus Deus Sabaoth, Pleni sunt coeli et terra gloria tua. Hosanna in excelsis! Benedictus, qui venit in nomine Domini. Pleni sunt coeli et terra gloria tua. Hosanna in excelsis! Agnus Dei - soprano, mezzosoprano e coro Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, dona eis requiem sempiternam Lux Aeterna - mezzosoprano, tenore e basso Lux aetema luceat eis, Domine, cum sanctis tuis in aeternum, quia pius es. Requiem aeternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis. Libera me - soprano e coro Libera me, Domine, de morte aeterna, in die illa tremenda; quando coeli movendi sunt et terra. Dum veneris judicare saeculum per ignem. Tremens factus sum ego et timeo, dum discussio venerit atque ventura ira. Dies irae, dies illa, dies calamitatis et miseriae, dies magna et amara valde. Requiem aeternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis. Libera me, Domine, de morte aeterna, in die illa tremenda; quando coeli movendi sunt et terra. Dum veneris judicare saeculum per ignem. Libera me, Domine, de morte aeterna, in die illa tremenda. Libera me, Domine. 69 DOMENICA 26 OTTOBRE 2014 ORE 21 Lo scopo del concerto 70 Il concerto sarà, come fortemente voluto da Papa Francesco, all’insegna della Solidarietà per i più poveri ed emarginati, e in particolare per i bambini del barrio di Catia a Caracas (Venezuela), un immenso ammasso di baracche in cui risiede un milione di persone senza servizi di base, dove si vive un infanzia all’insegna della povertà, dell’abbandono e della violenza. Per questi bambini poter frequentare una scuola o un centro di accoglienza protetti, può fare la differenza nella loro vita. Con questo obiettivo i Padri e Fratelli Salvatoriani hanno realizzato in pochi anni una rete di protezione ad oggi formata da 6 scuole elementari e secondarie, un progetto di scuola alternativa per il reinserimento di chi ha lasciato la scuola, due Case Famiglia per bambini abbandonati o con gravi situazioni familiari, e un dispensario medico-dentistico. Tutto questo è stato possibile anche grazie al lavoro della Fondazione SOFIA, la Onlus dei Salvatoriani, che lo ha sostenuto con donazioni private e finanziamenti da fondazioni e istituzioni. “Siamo davvero grati alla Fondazione pro Musica e Arte Sacra di averci offerto questa opportunità di promuovere la nostra attività in occasione del Festival, e al Cardinale Arciprete della Basilica di San Paolo fuori le Mura di averci autorizzato a raccogliere donazioni per il progetto in occasione del concerto del 26 ottobre 2014. Il lavoro svolto dai Padri fa veramente la differenza per tanti bambini e famiglie di quella terribile baraccopoli” sostiene Arnout Mertens, Direttore Esecutivo di Fondazione SOFIA, “ed è un’immensa gioia per noi assistere a risultati concreti. Come Alejandro – un bambino di strada che oggi si sta laureando in Fisica che sta diventando un talentuoso musicista. Abbiamo anche ricevuto due premi per la qualità delle nostre scuole.” Dall’inizio del 2006 con questo progetto la Fondazione SOFIA ha aiutato più di 3.000 bambini e ragazzi. “Quando abbiamo visto lo stato di miseria e abbandono di alcuni bambini – dice Padre Agustin Van Baelen, Presidente di Fondazione SOFIA e Responsabile per le Missioni dei Salvatoriani - abbiamo voluto dar loro una casa e una scuola. Poi il progetto è cresciuto e abbiamo visto decine di ragazzi uscire dal buio delle loro esistenze, imparare a prendersi cura di loro stessi, acquisire nuove prospettive. Essere un Salvatoriano significa essere un “Credente in Azione”, aiutare le persone a rimettersi in piedi, porgere una mano nel nome del Salvatore”. È possibile aiutare questo progetto a crescere ancora. Le donazioni si possono effettuare tramite conto corrente postale al numero 1000569895 o con Bonifico Bancario intestato a Fondazione SOFIA Onlus IBAN: IT25 W052 1603 2290 0000 0012 540. Con 25 Euro si potranno acquistare due libri scolastici, con 50 Euro contribuire alla permanenza e cura di un bambino per una settimana nella Casa Famiglia, con 300 Euro sostenere il costo di 12 cure dentistiche erogate dal dispensario. SOFIA - Salvatorian Office for International Aid – la non-profit dei Padri e Fratelli Salvatoriani, lavora nel Sud del mondo per migliorare le condizioni di vita di chi ha più bisogno: 1.200 missionari, attivi in 40 paesi, che operano nelle zone più trascurate del mondo, per rispondere ai bisogni di bambini, donne e uomini. Guidati da valori cristiani e ispirati dalla Dottrina Sociale della Chiesa, lavorano per garantire i diritti fondamentali delle persone a prescindere dal genere, religione e appartenenza di qualunque tipo. Attraverso progetti sanitari, di educazione, di energia verde e pastorali, aiuta le persone a costruire un futuro più dignitoso per sé e per i propri figli. Fondazione SOFIA è nata nel 2008 ed è cresciuta velocemente. Diventata Onlus nel 2011 ha come compito quello di sviluppare, promuovere e finanziare i progetti missionari salvatoriani nei settori scuola, salute, sviluppo e spiritualità. Il suo operato si estende a progetti in Africa, India, Filippine e America latina. Fondazione SOFIA onlus è responsabile della promozione dei progetti e delle donazioni in Italia. Ad essa si affianca Stiftung SOFIA Swiss. SOFIA e i Salvatoriani in Venezuela I Salvatoriani sono arrivati in Venezuela nel 1957 aprendo una missione a Caracas. Nel 1983 fondarono una nuova missione e Ciudad Guayana, una zona di baraccopoli nella umida regione del fiume Orinoco. Le attività che svolgono a Caracas, nello slum di Catia – una delle più grandi baraccopoli di tutta l’America latina - si suddividono in: • scuole: 4 scuole elementari e 2 scuole superiori aiuto a bambini abbandonati /di strada: 2 case • famiglia per bambini e adolescenti in situazione di grave disagio sociale e/o abbandonati dalle loro famiglie • educazione informale: un progetto per re-integrare nel percorso scolastico bambini che avevano abbandonato la scuola a causa della situazione familiare • salute: un dispensario medico, uno dentistico e un laboratorio di analisi Il progetto Nella baraccopoli di Catia vivono circa 1.000.000 di persone senza servizi di base e protezione. Un terzo di questi fanno riferimento alla parrocchia salvatoriana. Povertà e violenza sono un fenomeno causato dalle fragili o disgregate strutture familiari, dalla mancanza di istruzione, dall’assenza di occupazione. Impegnati a sopravvivere, gli adulti non si curano dei bambini lasciati per strada senza istruzione o mandati a lavorare per generare miseri redditi aggiuntivi. Le bambine rimangono incinte troppo presto, i bambini entrano nelle gang e vengono spesso uccisi. A Catia i luoghi di formazione o di protezione sono una rarità. Inoltre, è impensabile andare a scuola al di fuori delle baraccopoli a causa del grave rischio di incontrare gang attraversando i quartieri e per il costo degli spostamenti. Obiettivi Per i Ninos abandonados le scuole e le case di accoglienza Salvatoriane rappresentano una possibilità di uscire dalla miseria, iniziare a capire cosa significhi una vita dignitosa, essere protetti dalla violenza della strada e dalle dipendenze di varia natura come droga, videogiochi, etc. In particolare con i fondi raccolti si potrà intervenire su: • Creazione di un team multidisciplinare (uno psicologo, un assistente sociale, un terapista, un educatore) nelle 6 scuole salvatoriane • Realizzazione di un secondo dispensario medico nella grande scuola La Constancia, la più grande delle scuole Salvatoriane di Catia con corsi sia primari che secondari per un totale di circa 1.000 stu- denti delle baraccopoli. Alla scuola sono stati recentemente riconosciuti 2 premi nazionali per l’eccellenza dell’insegnamento, del lavoro sociale e della gestione manageriale. L’infrastruttura di partenza è stata ampliata con un grande serbatoio di acqua potabile, un laboratorio di scienze, un cortile coperto, una stanza per le attrezzature, un piccolo uffico e un campo sportive sul tetto. La stragrande maggioranza dei bambini non ha accesso alle cure sanitarie, e questo secondo dispensario medico potrà essere accessibile anche dall’esterno. • Offerta di supporto psicologico per i bambini delle due case famiglia El Encuentro and El Timon. Nell’Encuentro sono ospitati bambini tra i 4 e i 18 anni Nel Timon sono ospitati i ragazzi più grandi che per poter rimanere nel centro – ed imparare ad essere autonomi - devono provvedere in parte al loro mantenimento. Questo permette loro di lavorare pur continuando a studiare. • Ristrutturazione delle aule di La Constancia, e aggiunta di due nuove discipline all’attuale offera “Scientifica”: Economia + Gestione delle Risorse Umane • Rinnovamento dell’impianto elettrico e idraulico di La Constancia ormai vecchio di 50 anni • Organizzazione di corsi di formazione sui temi specifici dell’abbandono per gli insegnanti delle 6 scuole • Organizzazione di attività extra-scolastiche: sport, musica, cultura e danza CONTATTI: Presidente Padre Agustin Van Baelen [email protected] Direttore Generale Dott. Arnout Mertens [email protected] cell. 320 41 77311 Responsabile Donatori e Comunicazione Dott.ssa Annita Di Donato [email protected] cell. 320 4127694 www.fondazionesofia.org 71 MARTEDÌ, 28 OTTOBRE 2014 ORE 21 Fra Angelico (1359 c.-1455), Incoronazione di Maria, dettaglio - Tempera su tavola, Galleria degli Uffici, Firenze PSALLITE DEO SAPIENTER CONCERTO PER I BENEFATTORI DELLA FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA MARTEDÌ 28 OTTOBRE 2014 ORE 21 CAPPELLA CORSINI NELLA BASILICA PAPALE DI SAN GIOVANNI IN LATERANO 72 Il concerto prende il titolo dal Salmo 47: “Cantate inni a Dio, cantate inni; cantate inni al nostro re, cantate inni; perché Dio è re di tutta la terra, cantate inni con arte.” CORO DELLA CAPPELLA MUSICALE PONTIFICIA “SISTINA” MASSIMO PALOMBELLA, DIRETTORE Juan Paradell Solé, organo Canto gregoriano Christus factus est Christus factus est pro nobis obœdiens usque ad mortem, mortem autem crucis. V. Propter quod et Deus exaltavit illum: et dedit illi nomen, quod est super omne nomen. Tommaso Ludovico da Vittoria (1548-1611) Ave Maria Ave, Maria, gratia plena, Dominus tecum; benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus nunc et in hora mortis nostræ. Amen. Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525?-1594) Gloria dalla Missa Papae Marcelli Gloria in excelsis Deo et in terra pax hominibus bonæ voluntatis. Laudamus te, benedicimus te, adoramus te, glorificamus te, gratias agimus tibi propter magnam gloriam tuam, Domine Deus, Rex cælestis, Deus Pater omnipotens. Domine Fili Unigenite, Iesu Christe, Domine Deus, Agnus Dei, Filius Patris, qui tollis peccata mundi, miserere nobis; qui tollis peccata mundi, suscipe deprecationem nostram. Qui sedes ad dexteram Patris, miserere nobis. Quoniam tu solus Sanctus, tu solus Dominus, tu solus Altissimus, Iesu Christe, cum Sancto Spiritu: in gloria Dei Patris. Amen. Giovanni Pierluigi da Palestrina Super Flumina Super flumina Babylonis illic sedimus et flevimus, dum recordaremur tui Sion. In salicibus in medio eius suspendimus organa nostra. Gregorio Allegri (c. 1582-1652) Miserere Miserere mei, Deus, secundum magnam misericordiam tuam; R. et secundum multitudinem miserationum tuarum, dele iniquitatem meam. Amplius lava me ab iniquitate mea, et a peccato meo munda me. R. Quoniam iniquitatem meam ego cognosco, et peccatum meum contra me est semper. Tibi soli peccavi, et malum coram te feci; ut iustificeris in sermonibus tuis, et vincas cum iudicaris. R. Ecce enim in iniquitatibus conceptus sum, et in peccatis concepit me mater mea. Ecce enim veritatem dilexisti; incerta et occulta sapietiæ tuæ manifestasti mihi. R. Asperges me hyssopo, et mundabor; lavabis me, et super nivem dealbabor. Quoniam si voluisses sacrificium, dedissem utique; holocaustis non delectaberis. R. Sacrificium Deo spiritus contribulatus; cor contritum et humiliatum, Deus, non despicies. Tunc acceptabis sacrificium iustitiæ, oblationes et holocausta; tunc imponent super altare tuum vitulos. 73 MARTEDÌ, 28 OTTOBRE 2014 Denis Bédard (n. 1950) Preludio e Toccata su Victimae Paschali Laudes Giovanni Pierluigi da Palestrina Sicut Cervus Sicut cervus desiderat ad fontes aquarum, ita desiderat anima mea ad te, Deus. Orlando di Lasso (1532-1594) Iubilate Deo Iubilate Deo, omnis terra; servite Domino in lætitia. Intrate in conspectu eius in exsultatione. Quia Dominus ipse est Deus. Giovanni Pierluigi da Palestrina Tu es Petrus Tu es Petrus, et super hanc petram ædificabo Ecclesiam meam, et portæ inferi non prævalebunt adversus eam, et tibi dabo claves regni cælorum. Credo dalla Missa Papae Marcelli Credo in unum Deum, Patrem omnipotentem, factorem cæli et terræ, visibilium omnium et invisibilium. Et in unum Dominum Iesum Christum, Filium Dei Unigenitum, et ex Patre natum ante omnia sæcula. Deum de Deo, lumen de lumine, 74 ORE 21 Deum verum de Deo vero, genitum, non factum, consubstantialem Patri: per quem omnia facta sunt. Qui propter nos homines et propter nostram salutem descendit de cælis. Et incarnatus est de Spiritu Sancto ex Maria Virgine, et homo factus est. Crucifixus etiam pro nobis sub Pontio Pilato; passus et sepultus est, et resurrexit tertia die, secundum Scripturas, et ascendit in cælum, sedet ad dexteram Patris. Et iterum venturus est cum gloria, iudicare vivos et mortuos, cuius regni non erit finis. Et in Spiritum Sanctum, Dominum et vivificantem: qui ex Patre Filioque procedit. Qui cum Patre et Filio simul adoratur et conglorificatur: qui locutus est per prophetas. Et unam, sanctam, catholicam et apostolicam Ecclesiam. Confiteor unum baptisma in remissionem peccatorum. Et exspecto resurrectionem mortuorum, et vitam venturi sæculi. Amen. 28 giu. 2014, Cappella Sistina in Vaticano MERCOLEDÌ 29 OTTOBRE 2014 ORE 21 Ludovico Seitz (1844-1908), Angeli musicanti - Affresco, Cappella Tedesca, Pontificio Santuario della Santa Casa di Loreto Ernst Josephson (1851-1906), Davide e Saul Dipinto, Museo Nazionale Stoccolma JUBILATE DEO MOTTETTI SACRI NELLO SPECCHIO DELLE CULTURE MUSICALI MERCOLEDÌ 29 OTTOBRE 2014 ORE 21 BASILICA DI SANT’IGNAZIO DI LOYOLA IN CAMPO MARZIO appartenente al Fondo Edifici di Culto 76 Il concerto prende il titolo dal Jubilate Deo, un introito (antiphona ad introitum) in canto gregoriano della liturgia cattolica e spesso costituisce il testo di mottetti polifonici. Nella liturgia fa parte del Proprium ed accompagna la processione di ingresso. Il testo è preso dal Salmo 99 (100): “Acclamate al Signore, voi tutti della terra, servite il Signore nella gioia, presentatevi a lui con esultanza”. CORO DI RAGAZZE DEL OLIVER SPERLING, DUOMO DI COLONIA DIRETTORE Helena Wery, pianoforte Colin Mawby (n. 1936) Jubilate Deo Salmo 66 Walter Schmid (n. 1928) Jauchzet Gott, alle Lande Salmo 66 Adalbert Gyrowetz (1763-1850) Herr, dessen Weisheit ewig ist basato sul Salmo 104 / Salmo 8 Vytautas Miskinis (n. 1954) Cantate Domino Salmo 98 Vescovo Thomas Ken (1637-1711) Giuseppe Verdi (1813-1901) Laudi alla Vergine Maria da Quattro Pezzi Sacri testo da: Dante Alighieri, La Divina Commedia Paradiso – canto XXXIII Maurice Duruflé (1902-1986) Tota pulchra es Maria Gustav Holst (1874-1934) Ave Maria Vangelo secondo Luca 1, 28/ 1, 48 Ola Gjeilo (n. 1978) Ubi caritas et amor Klaus Wallrath (n. 1959) Herr, du hast mich erforscht Salmo 139 – prima mondiale 18 settembre 2014 a Colonia Eriks Esenvalds (n. 1977) O salutaris hostia Moritz Hauptmann (1792-1868) Gott, deine Güte reicht so weit “Preghiera” dal Salmo 36 e Salmo 18 Arvo Pärt (n. 1935) Peace upon you Jerusalem Salmo 122 Arnold Mendelssohn (1855-1933) Unser Herz ist unruhig S. Agostino (354-430), Confessiones I, 1,1 Arvo Pärt (n. 1935) Zwei Beter Vangelo secondo Luca 18, 9-14 Egil Hovland (n. 1924) O come, let us sing Salmo 95 Dooglas Coombes (n. 1935) O clap your hands Salmo 47 Nancy Hill Cobb (n. 1951) Cantate Domino Salmo 96 Bob Chilcott (n. 1955) A little jazz Mass Kyrie, Gloria, Sanctus, Benedictus, Agnus Dei Thomas Tallis/Kenneth Brown (1505-1585) Glory to thee, my God, this night Knut Nystedt (n. 1915) Søk Herren Isaia 55, 6-12 77 GLI ARTISTI CORI CORO DELLA CAPPELLA MUSICALE PONTIFICIA “SISTINA”, CITTÀ DEL VATICANO Il Coro della Cappella “Sistina” è il coro delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice. Presente sin dai primi secoli della Chiesa, la Cappella fu riordinata nel VI secolo da Gregorio Magno e subì importanti modifiche sotto Bonifacio VIII. Dopo varie vicissitudini fu riorganizzata da Sisto IV nel 1471; da allora la Cappella Musicale Pontificia divenne coro personale del Papa e venne denominata Cappella “Sistina” sia in omaggio a colui che gli ridiede Coro della Cappella Musicale Pontificia “Sistina”, Città del Vaticano 78 vita, sia perché solitamente il coro cantava nell‘omonima cappella. Nel periodo rinascimentale furono cantori della Cappella “Sistina”, tra gli altri, Giovanni Pierluigi da Palestrina, Luca Marenzio, Cristóbal de Morales, Costanzo Festa, Josquin Desprès e Jacob Arcadelt. Nell’Ottocento la Cappella ebbe come suoi direttori musicisti insigni quali Giuseppe Baini e Domenico Mustafà. Nel 1898 Lorenzo Perosi divenne Maestro Direttore; nel 1956 gli succedette Domenico Bartolucci. Dal 1997 al 2010 la Cappella “Sistina” è stata diretta da Giuseppe Liberto. Il 16 ottobre 2010 Sua Santità Benedetto XVI ha nominato Mons. Massimo Palombella, S.D.B., Maestro Direttore della Cappella Musicale Pontificia “Sistina”. Il coro è composto da 24 cantori adulti e da circa 35 ragazzi cantori (i Pueri Cantores) che costituiscono la sezione di voci bianche della cappella musicale. Questi ultimi sono preparati dai maestri Adriano Caroletti e Josep Solè Coll. Oltre al suo principale impegno nell’ambito della liturgia papale, il coro della Cappella “Sistina”, sia nella sua completezza che con la sola sezione di voci bianche, svolge attività concertistiche in Italia e all’estero con lo scopo di far conoscere il patrimonio culturale e spirituale della Chiesa anche in ambienti non strettamente connessi a quello ecclesiastico. Pueri Cantores: Matteo Agrò, Tiziano Elia Altissimi, Giona Amoroso, Dan Eril Arancina, Francesco Arieti, Flavio Balduini, Antonio M. Bassi, Emanuel Burzynski, Alessandro Callea, Riccardo Catapano, Lorenzo Chelli, Paolo Chiriatti, Matteo D’Ambrosio, Pio Luigi D’Errico, Giampietro De Vincentiis Resta, Gabriele De Vita, Beniamino Gatto, Tommaso Giuffrida, Matteo Graziu, Nikolas Lecca, Nikolas Macera, Lorenzo Malizia, Leonardo Marcucci, Francesco Massimiani, Edoardo Mattei, Emanuel Mejico, Giacomo Palombi, Francesco Percuoco, Carlo Ricci Spadoni, Francesco M. Secci, Leonardo Silvestro, Michele Valenza, Alessandro Violi, Edoardo Zigliani Sopranista: Gianluca Alonzi Contraltista: Roberto Colavalle Tenori: Francescantonio Bille, Adriano Caroletti, Ermenegildo Corsini, Fernando di Carlo, Anselmo Fabiani, Sergio Maccabei, Raimundo Pereira Martinez, Arkadiusz Stoch Cezary, Francesco Toma, Enrico Torre Baritono: Andrea Sivilla Bassi: Pietro Bisignani, Vittorio Catarci, Giuseppe Dalli Cardillo, Alessio D’Aniello, Stefano Fioravanti, Oswaldo Augusto Garay, Luciano Luciani, Roberto Montuori, Giuseppe Nicodemo, Marco Severin CORO DEL CONSERVATORIO STATALE DI KAZAN, TATARSTAN Il rinomato Conservatorio Statale N.G. Zhiganov fu fondato nel 1945 a Kazan, la capitale della Repubblica Tatarstan, appartenente oggi alla Federazione Russa. Il coro venne costituito nel 1947 da Semen Kazatschof che per molti anni fu anche il suo direttore. Dal 1997 il direttore è Vladislav Lukyanov. Il coro è composto da studenti della Facoltà di direzione corale del Conservatorio ed esegue concerti in tutta la Federazione Russa presentando un repertorio molto esigente. Grazie all’eccellente cooperazione con il Prof. Leo Kraemer il Coro del Conservatorio di Kazan è conosciuto da più di dieci anni anche all’estero e soprattutto in Germania, dove presenta in concerto grandi opere per coro e orchestra quali Messa dell’Incoronazione e Requiem di Wolfgang Amadeus Mozart oppure Passione secondo Giovanni e Oratorio di Natale di Johann Sebastian Bach. Nell’anno 2006 il coro ha già partecipato una volta al Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra a Roma e in Vaticano, insieme alla Camerata Salzburg diretto da Leo Kraemer nella Messa in re minore di Mozart. ILLUMINART PHILHARMONIC CHOIR, GIAPPONE L’IlluminArt Philharmonic Choir è stato fondato nel 2012, contemporaneamente alla costituzione dell’IlluminArt Philharmonic Orchestra, e canta senza confini un repertorio di tutti i generi musicali. L’attività del coro comprende anche la riscoperta ed esecuzione in concerto delle melodie della musica folkloristica Min’yo. Il coro è diretto da Tomomi Nishimoto, che è anche Direttore Artistico e Direttore Principale dell’IlluminArt Philharmonic Orchestra. Soprani 1: Amari Yukie,Arai Saeko, Ciba Hiroko, Imaizumi Yukako, Kanda Chie, Kawamata Yumiko, Kawanishi Yuki, Kazama Yukako, Kimura Tomoko, Kishi Hiromi, Koide Saeko, Koyano Takai, Miyauchi Fumiko, Momma Sayuri, Okita Yuko, Omura Yoko, Oyamada Kaoru , Saito Teruko, Sakabe Hiroko, Sakurai Kazue, Sekine Tomoko, Takahashi Junko, Tamai Maho, Yamaguchi Narumi , Yokoi Kyouko Soprani 2: Chisaki Megumi, Fujita Eiko, Fukui Natuko, Gamoh Etsuko, Hanyu Kahoko, Inoue Maiko, Kawabe Akiko, Kumagawa Katuko, Machida Hiromi, Matsuyama Hatumi, Matunaga Kazuko, Ogawa Akiko, Okura Saori, Okuto Michiko, Ota Yasue, Sumi Makiko, Takeuchii Kyoko, Yamada Mayumi, Yoshida Keiko, Yoshida Ayako Contralti 1: Abe Satoko, Ikeda Sanae, Imai Akemi, Kato Haruko, Kawamitsu Mitsuko, Koseki Ikuko, Kuramoto Shinako, Maeda Keiko, Maruyama Rieko, Matsumoto Kyoko, Matsushima Reiko, Matsuzawa Mitsuko, Miyachi Eriko, Morishima Yumi, Nakahara Chieko, Nasuda Harumi, Nishiyama Yoko, Okada Tomoko, Shimamura Kazue, Shimizu Yumiko, Suzuki Miho, Terai Atsuko, Yasuda Junko Contralti 2: Aiyoshizawa, Eri Goto Mariko, Hasegawa Hiromi, Higeno Teruko, Hirano Akiko, Inoue Iku, Koike Meguru, Matsumoto Kyoko, Matsunaga Setsuko, Tezuka Misako, Tsuzukuishi Manami, Yamaguchi Mariko, Tenori: Sato Motoo, Jimbo Satoshi, Suzuki Tatsunori, Onda Takeshi Bassi: Hashimoto Akira, Hirano Kenji, Hori Shonosuke, Kemmotsu Haruo, Nagamine Yoshiaki, Ogita Kazuhiro, Shimoya Michio, Takeno Iwao IlluminArt Philharmonic Choir, Giappone KANTOREI DER SCHLOSSKIRCHE WEILBURG, GERMANIA Il coro Kantorei der Schlosskirche Weilburg vanta una lunga tradizione. Anima musicalmente le grandi solennità dell’anno liturgico e si esibisce in vari concerti insieme a solisti rinomati e l’orchestra Capella Weilburgensis. Nel repertorio vi sono la grande letteratura degli oratori di Claudio Monteverdi, Johann Sebastian Bach, Georg Friedrich Händel, Wolfgang Amadeus Mozart, Ludwig van Beethoven, Felix Mendelssohn Bartholdy, Johannes Brahms e Anton Bruckner. Secondo la stampa le interpretazioni del coro sono ”di altissima, certe volte perfino esemplare qualità”. In data 13 novembre 2005 il coro ha eseguito, nel- 79 GLI ARTISTI Kantorei der Schlosskirche Weilburg, Germania 80 l’ambito delle celebrazioni per il centenario della morte di S.A.R. Adolf zu Nassau, il Requiem di Antonin Dvorak, registrandolo anche per l’etichetta Hänssler Profil Medien. Highlight nel 2007 era la Messa n. 3 in fa minore di Anton Bruckner in combinazione con l’interpretazione dei Kindertotenlieder di Gustav Mahler da parte di Klaus Mertens. 2008 si produceva il Paulus op. 36 di Felix Mendelssohn Bartholdy e nel 2010 il coro fece un viaggio a San Pietroburgo (Russia) per eseguire detto oratorio insieme all’Orchestra Accademica Sinfonica nella grande sala della Filarmonia. Il concerto, diretto da Dmitri Subow con Doris Hagel come soprano solo fu un enorme successo. Nell’autunno 2012 seguì un’ulteriore viaggi a San Pietroburgo, con l’esecuzione della Missa Solemnis di Ludwig van Beethoven, sempre nella grande sala della Filarmonia e sempre insieme all’Orchestra Accademica Sinfonica e la direzione di Dmitri Subow. Nel dicembre 2012 l’opera fu poi eseguita a Weilburg in Germania, con la Cappella Weilburgensis e la direzione di Doris Hagel. Nell’agosto 2012 il coro, insieme all’orchestra di Weilburg, si recò a Dresda per un concerto nella Frauenkirche con cantate di Nikolaus Bruhns dirette da Doris Hagel. Nel novembre 2013 fu eseguito The Dream of Gerontius di Edward Elgar sia nella Frauenkirche di Dresda che nella chiesa del castello di Weilburg. Soprani: Mirjam Andres, Irene Backhaus, Almut Diemer, Margit Emrich, Manuela Karras, Carmen Müller, Erna Naumann, Claudia Pauligk, Marion Schmidt, Beate Rehwald-Möller, Elke RehwaldStahl, Kerstin Stahl, Waltraud Streit, Dorothee Wetter, Elisabeth Zell Contralti: Christina Adam-Geis, Christiane Bräuniger, Anke Breidenbach, Stephanie Dornbach, Margret Drescher, Elisabeth Euteneuer, Isabell Heep, Claudia Hofmann, Jacqueline Kempfer, Alicia Krähe, Hiltrud Lackmann, Veronika Luther, Christine Mehler, Doris Schlicht, Berga Seibold, Marion Walter Tenori: Markus Wagner-Breidenbach, Michael Glosemeyer, Peter Kertesz, Michael Klemm, Leon Layer, Jörg Prothmann, Thomas SchmidtHansberg, Thomas Wetter Bassi: Bernd Becker, Tammo Diemer, Joachim Gottschalk, Kilian Gottwald, Werner Nolting, Gert Rübeling, Adolf Sander, Carsten Siedentop, Michael Sturm, Bernard Weese MÄDCHENCHOR AM KÖLNER DOM, GERMANIA Nel 2014 il Coro di Ragazze del Duomo di Colonia celebra i 25 anni dalla sua costituzione. Sin dal 1989, quando il Maestro di Cappella Prof. Eberhard Metternich lo ha fondato, questo ensemble è diventato uno dei più rinomati tra i cori giovanili femminili delle cattedrali europee. Le quasi duecento cantanti dell’età tra 9 e 19 anni s’impegnano a proclamare la fede cristiana e contribuire alla vita culturale della loro comunità cantando insieme. Dal 1996 Direttore Artistico è Oliver Sperling. Il Mädchenchor am Kölner Dom presenta regolarmente la sua musica dal suono molto particolare nelle liturgie e in concerti al Duomo di Colonia. È altrettanto felice di essere ospitato al di fuori dell’ambito della cattedrale, ad esempio nella vicina Kölner Philharmonie, sui palchi dell’Opera di Colonia oppure della Musikhochschule, in chiese, sale da concerto, musei oppure altre istituzioni culturali, e naturalmente anche in viaggi, che hanno portato le coriste in numerosi paesi europei, in Israele (2005/06) e Argentina (2010). Nel suo ultimo viaggio dell’ottobre 2013 il coro è stato in Svezia, con concerti e liturgie a Uppsala (Festival Corale Inter- nazionale “Young Cathedral Voices”) e Stoccolma. Il repertorio del coro comprende polifonia sacra di compositori provenienti dai più diversi ambiti culturali e da tutte le epoche, ma si concentra sulla letteratura a-cappella del 19mo e 20mo secolo. Si aggiungono brani corali accompagnati da organo, pianoforte o arpa (Benjamin Britten: A Ceremony of Carols, Agneta Sköld: Magnificat), musiche da eseguire con ensemble strumentali (Steve Dobrogosz: Magnificat) o con orchestra (Giovanni Battista Pergolesi: Stabat Mater, Michael Haydn: Missa Sancti Aloysii, Missa Sancti Leopoldi). Insieme agli altri ensemble del Duomo di Colonia (Kölner Domchor, Domkantorei Köln e Vokalensemble Kölner Dom) le coriste partecipano frequentemente all’esecuzione di grandi opere per coro misto e orchestra (Felix Mendelssohn Bartholdy: Elias, Anton Bruckner: Messa in fa minore e Te Deum, Charles Gounod: Missa Santa Cecilia, Hector Berlioz: Messe solennelle, Giuseppe Verdi: Quattro Pezzi Sacri). Nel maggio 2014 il Mädchenchor am Kölner Dom è stato vincitore al 9° Concorso Corale Tedesco di Weimar nella categoria cori di ragazze. Il fatto che il coro era stato premiato anche ai Concorsi Corali Tedeschi del 1998, 2002 e 2010 testimonia la sua alta qualità. L’anniversario “25 anni Mädchenchor am Kölner Dom” è stato celebrato nel settembre 2014 a Colonia con un concerto e un pontificale, aggiungendosi ai festeggiamenti per l’insediamento del nuovo Arcivescovo di Colonia Rainer Maria Kardinal Woelki in data 20 settembre 2014, ai quali il Mädchenchor ha partecipato eseguendo i mottetti Herr, du hast mich erforscht (Salmo 139) e Nos sumus testes (Motto del Cardinale Woelki) del compositore Klaus Wallrath in prima mondiale. Sin dalla sua fondazione il coro è impegnato nell’Associazione Corale Internazionale PUERI CANTORES. Dal 2010 le coriste sono le madrine dell’orfanatrofio che San Giovanni Paolo II ha inaugurato nel 1987 a San Agustin de San Javier (Arcidiocesi San Miguel de Tucumán, Argentina), sostenendo il lavoro pastorale e sociale anche con concerti di beneficenza. Helena Wery, assistente musicale Dal 2008 Helena Wery studia musica alla Hochschule für Musik und Tanz di Colonia. Ha conseguito corsi di pianoforte von Vera von Schnitzler, direzione di coro con Eberhard Metternich e canto con Irene Hammann e Sabine Falter. Dal marzo 2011 Helena Wery dirige l’Ensemble Vocale della Comunità Universitaria Cattolica di Bonn, il quale canta regolarmente all’Università sia in celebrazioni liturgiche che in concerto. Per la Cappella Musicale del Duomo di Colonia ha cantato tre anni nel coro Vokalensemble Kölner Dom. Dal febbraio 2013 è assistente musicale del Prefetto per la Musica del Duomo di Colonia. Con il Mädchenchor am Kölner Dom lavora nella formazione vocale e nelle prove. Soprani 1: Linda Bennett, Charlotte Brandenburg , Jessica D’Amora, Franziska Diet, Jana Ewen, Alexandra Galley, Caroline Hautkappe, Lilian Krieg-Carreno, Lena Mancuso, Laura Sanna, Michelle Scharte Mädchenchor am Kölner Dom, Germania 81 GLI ARTISTI Soprani 2: Elisha Aksungur, Hannah Aksungur, Hannah Attalah, Stefanie Baedorf, Sophia Eschmann, Meike Kekert, Fanziska Lengeling, Edith Lennartz, Laura Lindzus, Lara Man, Lisa Scheidt, Laura Sperling, Cornelia Will Contralti 1: Melissa Bodenmüller, Anna-Sophie Galley, Anna Lauszus, Luna Lichtenberg, Laura Necka, Ruth Piegsa, Hannah Roth, Judith Schmitz, Katharina Schüren, Carla Stahl,Rebeca Vera-Frazao Contralti 2: Antonia Bexen, Emilia Cauda, Aurelia Horbach, Theresa Kellner, Nadine Keuthen, Cristina Kurka, Helene Quinkler, Sophie Sauer, Patricia Schmitz, Melanie Soltek, Caroline Will PALATINAKLASSIKVOKALENSEMBLE, GERMANIA Nel maggio dell’anno 2012 si è costituita l’associazione senza scopo di lucro “Förderkreis PalatinaKlassik e. V.” con lo scopo di promuovere arte e cultura attraverso eventi musicali d’altissima qualità, PalatinaKlassikVokalensemble, Germania 82 favorendo anche una maggiore intesa tra i popoli. Con concerti soprattutto nel Palatinato, nella regione metropolitana Rhein-Neckar e nelle due regioni Saar-Lor-Lux (Saarland-Lorena-Lussemburgo) e Alsazia che superano i confini nazionali, PalatinaKlassik mira a partecipare attivamente alla vita culturale del territorio, conseguendo esclusivamente e direttamente fini di pubblica utilità ai sensi della legge. PalatinaKlassik e.V. sono straordinari solisti ed eccellenti musicisti che costituiscono gli ensemble PalatinaKlassik-Vokalensemble, PalatinaKlassikBrassensemble, PalatinaKlassik-Barockensemble e PalatinaKlassik Kammerphilharmonie. Il progetto è promosso e sostenuto dall’Associazione di sostegno di pubblica utilità realizzata da volontari, Förderverein “PalatinaKlassik e.V.”. Presidente dell’Associazione è Michael Wagner, direttore musicale Prof. Leo Kraemer. Soprani: Elvira Bretschneider, Christiane Frank, Constanze Rödler, Jana Wagner Contralti: Rosa Maria Doll, Gerda Gandert, Hisako Kraemer-Nishizawa, Gisela Rödler Tenori: Bernhard Schneider, Michael Wagner Bassi: Manfred Adam, Michael Doll, Thomas Gärtner, Walter Muth, Burkhard Schramm PHILHARMONISCHER CHOR AN DER SAAR, GERMANIA Numerose esecuzioni in concerto di messe e oratori da tutte le epoche hanno portato grande successo al Coro Filarmonico sul Fiume Saar, sia in casa che all’estero. Il coro è stato fondato nel 1960 da Robert Leonardy inglobando i cantori del Coro da chiesa Cäcilia Hülzweiler. Dall’anno 1969 Leo Kraemer è alla guida del coro, portandolo ad essere un rinomato coro da oratorio. Le coriste e i coristi provengono ormai da una vasta zona che comprende le due regioni tedesche Saarland e Rheinland-Pfalz, ma il nucleo è sempre di Hülzweiler. Il repertorio del coro, che in passato si è quasi sempre esibito insieme al Coro del Duomo di Spira e al Coro della Società Bachiana del Saarland, comprende oratori, messe e requiem da diverse epoche. Dal pensionamento di Leo Kraemer come Organista e Maestro di Cappella al Duomo di Spira il coro collabora frequentemente con il PalatinaKlassik-Vokalensemble di Kraemer con sede a Spira. Nei suoi grandi viaggi il coro si è esibito a Chartres, Salisburgo, Roma, Minsk, Kazan e San Pietroburgo, dove il coro ha già partecipato cinque volte con grande successo a dei Festival nella Filarmonia. Anche alcuni concerti a-cappella combinati a concerti di Leo Kraemer all’organo hanno avuto luogo, soprattutto al Duomo di Spira e nella Chiesa di S. Laurenzo di Schwalbach-Hülzweiler. Soprani: Ingrid Becker, Liane Birk, Verena Bugger, Cathrin Bungert, Gertrud Elzer-Genz, Philharmonischer Chor an der Saar, Germania Alice Feld-Geraldy, Elisabeth Haag, Annerose Hoffmann, Monika Kunze, Sabine Nebel, Sabine Neu-Grützmacher, Claudia Rivinius, Ellen Schoenen, Dorothee Tholey, Verena Wiesemann, Renate Wolstein Contralti: Anneliese Baus, Maria Becher, Gerti Blass-Knauber, Anne Blass-Ziegler, Waltraud Gindorf, Elke Hoffmann, Margret Knierim, Monika Koch-Buhl, Petra Kölling, Ulla Kops, Andrea Kraus, Christel Leonardy, Stefanie Louis, Ruth Martin, Helga Petry, Gertrud Quinten, Maria Schmitz, Andrea Schramm, Edith Trunzler Tenori: Christoph Barth, Walter Birk, Gerd Dornoff, Clemens Gergen, Alfons Geraldy, Egon Haag, Thomas Holzer-Maus, Heiner Knierim, Gerhard Leonardy, Marco Maus, Ansgar Mohr, Franz Schiffmann Bassi: Albert Baus, Thomas Becher, Franz Gergen, Michael Köhl, Winfried Kreutzer, Rudolf Rhein, Johannes Schmitz, Andreas Woll, Gerdi Woll, Hans Josef Woll, Martin Ziegler THE CONTINUO ARTS FESTIVAL CHORUS, USA Il Continuo Arts Festival Chorus è composto dai migliori cantori provenienti da tutti gli Stati Uniti che si riuniscono per presentare le più importanti opere per coro e orchestra. I membri del coro sono impegnati in prove a livello regionale, nelle attività delle loro comunità e in concerti in luoghi prestigiosi negli USA e all’estero. In collaborazione con il direttore artistico Candace Wicke, alcuni dei più importanti personaggi della musica corale americana svolgono il ruolo di direttori regionali per preparare i coristi, di tutte le età e dai più diversi background sociali, al loro impegno di ambasciatori musicali. I direttori regionali che si esibiscono nel presente concerto sono: Tim Morrison, Matt Deller, Dr. Teresa Russell, Karen Harvey, Marvin Gaspard, Carol Paton e Donnalynn Laver. I coristi di questo concerto provengono dai seguenti ensemble: Custer Road United Methodist Church Chancel Choir (Plano, Texas), Sounds of the Southwest Singers (Glendale, Arizona), Southwestern College Concert Choir (Chula Vista, California), Norwell United Church of Christ Sanctuary Choir (Norwell, Massachusetts), St. Luke’s Presbyterian Church The Continuo Arts Festival Chorus, USA 83 GLI ARTISTI 84 Chancel Choir (Houston, Texas), Foothills United Methodist Church Chancel Choir (La Mesa, California), Vocal Spotlight (Columbus, Ohio). Soprani: Janet Lynn Bardin, Lisa Savery Baxter, Bonita Lynn Betters Reed, Judith A. Browning, Elizabeth Ellen Carter, Laura Marie Carter, Arlene Chaco Dalby, Shelby Kathleen Chesnut, Patricia A. Clark, Sandra Louise Cressman, Dory Gean Cunningham, Leann Weitz Deller, Althea May Dickman, Dagmar Krause Fields, Karen Ann Fordyce, Ann Christine Guercio, Antoinette Hannan, Ruth Heidelberger, Kathy Denise Hines, Marisa Lea Hunter, Joyce Land Jackson Noble, Deborah Lawson Jones, Bonnie Lou Lambert, Donnalynn Holiday Laver, Nancy Sprague Lindstrom, Boni Petersen Locke, Deborah Lind Mahony, June Ann Marvel, Paula Miranda McMahon, Lynda Kaye Morrison, Anne Rizzotto Neeley, Karen Ann Neely, Janet Clair Niles, Gail O. Nogueira, Melinda McCartney Propes, Susan Elizabeth Reinhardt Mack, Sondra Kay Rhoades, Reith Kathleen Schoap, Diane Claire Tillotson, Michelle Ruth Tolvo Chan, Judith Anne Volpe, Lisa Wickman Harter, Carol Ann Williams, Janell K. Wimberly, Diana Lynn Wooley, Virginia May Worden Contralti: Connie Jean Ager, Josephine Grace Balestrieri, Eileen Carol Barczak, Mary Anne Beckwith, Gretchen Bergman, Debbi Ann Bonneau, Jenelle Bowling, Florence Mary Brockel, Helen Ann Burgess, Rita Mae Carver, Jean Christina Charlton, Marilyn Westhoff Clarke, Alicia Crawford Covill, Mary Kathleen Cullen, Donna Joan Davis, Deborah Ruth Dethlefsen, Martha Lois Engstrom, Patricia Leslie Ernst, Judith Anne Fisher, MaryLou Fisher, Laurie Ann Galvin, Claudia Lynn Geist, Gail Robin Gregory, Mary Elizabeth Haight, Sarah Hemenway Hall, Margaret Louise Herbst, Christianne Elaine Herran, Susan Buck Herran, Ruthie Irene Horner, Gerry Martin Hudman, Rhonda Lea Hunter, Frances Virginia Johnson, Kimberly Boyd Lesh, Lynne Marlette Lilley, Marilyn Adelle Lippincott, Janice Darlene Marshall, Nancy Heise Moses, Rose Maureen Oldham, Pamela Benson Peterson, Sharon Shockey Quigley, Diana L. Reginato, Margaret Ellen Rennick, Betty Joan Pearn Reynolds, Lucy E. Sheehan, Eileen Ford Stanley, Susan Gail Talley, Dorothy Cox Taylor, Trudy Leigh Timian, Velma Renner Trotter, Sharie Marie Wallingford, Trina Lee Wiater, Carol Jean Wilson, Patricia Ann Young, Lorena Arkwell Zeller Tenori: Josue Arredondo Nunez, Charles Randall Bardin, David Benjamin Bergman, Dale Lynn Blomker, Charles Plowden Bridges, John Daniel Cunningham, Jeffrey Charles Davis, Carlton Glenn Dinwiddie, Francis Richard Fischer, David Ray Fordyce, Marvin James Gaspard, Kevin Osthal Juarez, Roberta Jean Tatreau, Kris Eddy White Bassi: Paul E. Allen, Patrick John Amos, Jerry Lee Anthony, Thor Kamban Biberman, Oran Stanley Cole, Roberto Alejandro Cueva, Matthew Maurice Deller, Eric Daniel Fish, Paul Dennis Haight, Jeffrey Broeg Jenkins, Brian Hunter Jones, Christian Eby Laver, Michael Miller Lesh, Andrew Thomas Matia, Timothy Allen Morrison, Bradley Lynn Moses, William John Niles, Gary Wayne Noble, Anthony E. Oldham, Alan Steven Paulson, Robert William Peterson, Stephen James Rennick, William Robinson, Leopoldo Sandoval, Craig Alan Scott, Barry Riddle Smith, Jr., Kurt Tittelbach, Keith Douglas Weiss, Carl Thomas Wrubel WIENER SINGVEREIN, AUSTRIA Il canto non procura loro il sostentamento per vivere, ma in un certo senso vivono per il canto. E quando arrivano all’edificio del Musikverein per prove e concerti, non stanno andando al lavoro, anzi vengono dal lavoro. Quello che unisce i cantori del Wiener Singverein, è la passione per il canto. Quello che vivono, l’arte della trasformazione. Da più di 150 anni il celebre coro viennese testimonia che anche chi non è professionista può fare musica ad altissimo livello. Essere un cantore amatoriale significa: essere un amante. E furono amanti della musica a fondare, nel 1812, la Società degli Amici della Musica a Vienna. Nel 1858 essa decise di riorganizzare la propria vita musicale, e così nacque il Singverein (Associazione di Canto). Con il giovane Johann Herbeck come direttore, il nuovo coro raggiunse sin dalla partenza un livello altissimo, diventando uno dei cori più richiesti come interprete d’importanti prime assolute di compositori quali Brahms, Verdi, testo di Joachim Reiber Johannes Prinz è Direttore artistico del Wiener Singverein dal 1991 e Professore ordinario di direzione corale all’Università di musica e di arte figurativa a Graz, relatore oppure direttore di numerosi corsi di direzione corale, master class e settimane del canto a livello internazionale, e membro della giuria di concorsi corali internazionali. La sua formazione musicale ha avuto inizio come cantore nei Wiener Sängerknaben sotto F. Großmann e H. Gillesberger. In seguito ha studiato all’Università di musica e di arte figurativa a Vienna, con direzione d’orchestra con Karl Österreicher tra le altre materie. Ha seguito anche corsi di direzione corale con Erwin Ortner. Prima del Wiener Singverein, ha avuto grande suc- © Stefan Polzer Bruckner, Mahler o Franz Schmidt. Il Wiener Singverein è riuscito nel difficile compito di adattarsi ai cambiamenti della scena musicale come coro amatoriale, rimanendo allo stesso tempo sempre un ensemble ai vertici internazionali. Con Herbert von Karajan il coro fece il suo impressionante ingresso nell’era dei media, eseguendo, in un partenariato unico che durò più di quattro decadi, circa 250 concerti in Europa, Giappone e gli USA e incidendo numerosi dischi e video. Con Johannes Prinz – direttore del coro dal 1991 – il Wiener Singverein ha fatto il suo ingresso nel XXI secolo confermandosi un coro da concerto molto richiesto e stilisticamente estremamente versatile. Nella stagione 2013/14 si è esibito a Salisburgo (diretto da Barenboim, Chailly e Dudamel), in Giappone (con i Wiener Philharmoniker e Thielemann), a Lussemburgo e a Aix-en-Provence. Diretto da Thielemann, il coro ha anche eseguito, nell’autunno 2010, l’Ottava Sinfonia di Mahler a Monaco, la stessa città che esattamente cent’anni prima fu destinazione del primo viaggio del coro – per la prima assoluta dell’’Ottava di Mahler in una spettacolare produzione diretta dallo stesso, compositore. La risonanza della storia fa parte delle armoniche naturali nel suono corale del Wiener Singverein. È ancora necessario chiedersi perché cantare in questo coro è una passione per la vita? cesso come Direttore del Chor der Wiener Wirtschaftsuniversität (W.U. Chor, 1982-1992), del Kammerchor der Musikhochschule Wien (1988 1998), del Wiener Kammerchor (1995-2007), e ha diretto nel 1998 il Coro Europeo Giovanile e nel 2003 il World Youth Choir. Ha preparato opere con il Bayerischer Rundfunk chor, Berliner Rundfunkchor, RIAS-Kammerchor, il Coro della Radio Spagnola, l’associazione concertistica Wiener Staatsopernchor e molti altri. Come Direttore d’orchestra ha lavorato, tra le altre, con i Wiener Symphoniker, la RSO Vienna, la Österreichisch-Ungarische Haydnphilharmonie, il Wiener Concert-Verein, la Capella Leopoldina, la Wiener Kammerorchester, l’Orchestra Sinfonica Ciaikovski di Mosca, la Kansai Philharmonic Orchestra (Osaka) e la Brucknerorchester Linz. Soprani: Beata Beck, Sabine Czasch, Gabriele Ehrenberger, Esther Fleck Stückler, Petra Grossmaier, Inge Haberler, Makiko Habu, Christina Handra, Wing Wun Ip, Susanne Jenner, Valentina Kaiser, Constanze Lissy, Clara Prinz, Cornelia Regehr, Margaritha Schmidinger, Isabella Schwerer, Alexandra Seidler, Susan Ambler Smith, Marlies Soyka, Elisabeth Steindl, Olga Szemes, Kaoru Tani, Maja Tumpej, Dajana Vukovc, Angela Wawra-Schnaitt, Johanna Weißböck, Andrea Zeiner Contralti: Rita Beer, Julia Bungardt, Brigitte Wiener Singverein, Austria 85 GLI ARTISTI Capella Weilburgensis, Germania 86 Egelierler, Doris Füreder, Judith Gabriel, EvaMaria Gräsel, Natalia Gubkina, Désirée Hahn, Christina Hammerschmid, Christine Istler, Maria Kapeski, Sonja Kokovic, Margherita Kramer, Stefanie Kratzer, Eveline Löwenstein, Heidrun Mittermair, Johanna Pichlbauer, Lea Priemetzhofer, Susanne Prinz, Karin Rankl, Gabriele Reichelt, Brigitte Rudolf, Brigitte Schmid, Kristin Stejskal, Elisabeth Stuppnig, Katharina Tanzler, Ursula Weitzel, Ute Woisetschläger, Maria Zettinig Tenori: Wolfgang Adler, Friedrich Freidl, Georg Frena, Herrand Geiger, Johannes Hahn, Florian Peter Kalny, Christoph Letmaier, Manuel Mayer, Daniel Muck, Miha Rogina, Thomas Schnabel, Gerald Stiglitz, Rainer Vierlinger, Erich Wessner, Alexander Zehmisch Bassi: Bernie Alejo, Thomas Bartmann, Victor de Maizière, Georg Falkner, Miquel Figueras Bartes, Helmut Frischenschlager, Thomas Gelbmann, Rudolf Grossmaier, Benjamin Harasko, Paul Richard Hitter, Florian Horner, Dietmar Katinger, Franz Kinast, Nikolaus Kreuzer, Martin Melchard, Matthias Poglitsch, Alexander Polli, Stephan Polzer, Meinrad Praxmarer, Thomas Prikoszovich, Joachim Reiber, Hannes Schmid, Bernhard Schuh, Paul Schwanzer, Heinz Stadler, Ernst Steinlesberger, Till Gerrit Waidelich, Dean Nicholas Whiteside, Anton Wiesinger ORCHESTRE CAPELLA WEILBURGENSIS, GERMANIA La Capella Weilburgensis è un ensemble di musica antica composto da musicisti provenienti da tutta la Germania e dai paesi limitrofi. Suona esclusivamente strumenti d’epoca oppure repliche di tali strumenti. I musicisti sono specializzati in prassi esecutiva storica e vengono invitati da Doris Hagel per ogni concerto in base alle necessità della relativa epoca musicale. L’orchestra, che esiste dal 1992, si esibisce insieme a solisti rinomati e al coro Kantorei der Schlosskirche Weilburg in grandi concerti nella Schlosskirche di Weilburg. In questa meravigliosa chiesa barocca che fa parte del complesso della residenza rinascimentale Schloss Weilburg, portano in programma non soltanto i grandi oratori e opere con organico cameristico ma anche opere sinfoniche, ricevendo grande plauso da pubblico e critica. Violini I: Florian Deuter – Konzertmeister, Monica Waismann, Paula Waismann, Konstanze Winkelmann, Christiane Schmidt, Henrike Pette Violini II: Christoph Timpe, Claudia Sack, Friederike Kremers, Gabriele Politi, Cornelia Scholz, Gudrun Jeggle Viole: David Glidden, Klaus Bundies, Pietro Meldolesi Violoncelli: Leonhard Bartussek, Gyöngy Erödy Violone: Eberhard Maldfeld Flauto traverso: Sabine Dreier, Galina Matjukova Oboe: Alessandro Piqué, Emmanuel Laporte, Shogo Fujii Fagotto: Rhoda Patrick, Jochen Schneider Tromba: Astrid Brachtendorf, Christine Dobmeier Tombone: Matthias Sprinz, Àdàm Jakab, Bastian Greschek Timpani: Evelyn Böckling Cembalo e Organo: Dmitri Subow Tiorba: Hugh Sandilands Salterio: Elisabeth Seitz ILLUMINART PHILHARMONIC ORCHESTRA, GIAPPONE Nel novembre 2013 l’IlluminArt Philharmonic Orchestra è stata la prima orchestra asiatica a partecipare al Festival Internazionale di Musica e Arte IlluminArt Philharmonic Orchestra, Giappone Sacra a Roma e in Vaticano, con un concerto nella Papale Basilica di San Paolo fuori le Mura. Dopo il grande successo di questa esibizione con la Nona Sinfonia di Beethoven l’orchestra è onorata di poter partecipare di nuovo al Festival. L’orchestra è diretta da Tomomi Nishimoto, Artistic Director/Principal Conductor, e composta da solisti di grande talento, vincitori di premi e concorsi,e da professori d’orchestra che hanno ricoperto le prime parti in ensemble da camera e orchestre internazionali. È un’orchestra con uno stile nuovo, ed esegue non solo musica classica, ma anche altri generi musicali collaborando con l’IlluminArt Opera e l’IlluminArt Ballet per creare un arte composita. Inoltre appare in programmi TV e in pubblicità. Con la sua produzione dell’opera Madame Butterfly l’orchestra esporta la cultura giapponese in tutto il mondo creando una fusione tra arti tradizionali giapponesi e opera. Ad esempio ha introdotto nell’opera l’Onikenbai, un tradizionale spettacolo di danza con spade proveniente dalla città di Kitakami (Prefettura di Iwate) e l’Hachioji Kuruma Ningyo (un tipo di teatro tradizionale di burattini). Al teatro Kabuki “Minami-za” di Kyoto la produzione ha proposto anche la partecipazione di geisha in ogni atto dell’opera. Dal suo debutto nel 2012, l’IlluminArt Philharmonic Orchestra ha vissuto un’importante crescita e ricevuto grande attenzione in tutti i paesi come orchestra di livello internazionale. Primi Violini: Asa Morita, Toshie Ito, Knade Narihara, Reina Soga, Sawako Kosuge, Sena Oshima, Yuko Tsukamoto, Stefano Minore, Mervit Nesnas, Eunice Cangianiello, Paolo Marchi, Leonardo Alessandrini, Luca Bagagli Secondi Violini: Chinami Tokai, Keiko Shioda, Toshiko Dosaka, Sayaka Katsuki, Urara Otake, Prisca Amori, Endrit Haxhiaj, Fabiola Gaudio, Maurizio Cappellari, Alessandra Xanto, Evelina Giacinti Viole: Makiko Takiguchi, Saori Ogawa, Takehisa Morohashi, Toshiyuki Akiyama, Lorenzo Rundo, Alessio Toro, Maurizio Tarsitani, Gaia Orsoni Violoncelli: Kotaro Kobayashi, Naoko Yanagimoto, Saeko Tominaga, Luca Pincini, Marco Simonacci, Alessandra Leardini, Martina Mondello Contrabbassi: Hiroyuki Fujimoto, Yuki Okada, Massimo Ceccarelli, Willem Peci Flauti: Harue Uehata, Monica Berni, Luca De Marchis Oboi: Naoki Sugiura, Giovanni Cretoni, Pietro Picone Clarinetti: Masayoshi Ubukata, Luca Cipriano, Francesco Felici Fagotti: Andrea Pianetti, Sergio Perantoni Corni: Rino Pecorelli, Mariele Ecca Trombe: Andrea Di Mario, Michael Applebaum Tromboni: Hidefumi Murata, Renzo Brocculi, Valentina Brocculi Tuba: Mauro Galafate 87 GLI ARTISTI Timpani: Michele Camilloni Percussioni: Rodolfo Rossi, Andrea Bonioli, Andrea Montori Chitarra: Emiliano Gentili Arpa: Vincenzina Capone Pianoforte: Antonello Maio ORCHESTRA DEL CONSERVATORIO STATALE DI KAZAN, TATARSTAN Il rinomato Conservatorio Statale N.G. Zhiganov fu fondato nel 1945 a Kazan, la capitale della Repubblica Tatarstan, appartenente oggi alla Federazione Russa. L’orchestra venne costituito nel 1947 ed è composta da studenti del Conservatorio. Esegue concerti in tutta la Federazione Russa presentando un repertorio molto esigente. Grazie all’eccellente cooperazione con il Prof. Leo Kraemer l’Orchestra del Conservatorio di Kazan è conosciuta anche all’estero e soprattutto in Germania, dove presenta in concerto grandi opere per coro e orchestra quali Messa dell’Incoronazione e Requiem di Wolfgang Amadeus Mozart oppure Passione secondo Giovanni e Oratorio di Natale di Johann Sebastian Bach. ORCHESTRA ROMA SINFONIETTA, ITALIA L’Orchestra Roma Sinfonietta si è costituita nel 1993 ed ha iniziato una collaborazione con l’Uni- Orchestra Roma Sinfonietta, Italia 88 versità di Roma “Tor Vergata” dove svolge attualmente la propria attività concertistica. È inoltre regolarmente invitata nelle Stagioni dell’Accademia Filarmonica Romana e dell’Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma. Ha collaborato con artisti quali Nicola Piovani, Luis Bacalov, Quincey Jones, Roger Waters, Dulce Pontes, Mariella Devia, Claudio Baglioni, Michael Bolton, Michael Nyman, Gianni Ferrio. Da circa 14 anni collabora stabilmente con Ennio Morricone con il quale ha tenuto concerti nei più grandi e prestigiosi teatri del mondo (Auditorium Lingotto di Torino, Teatro Greco di Taormina, Teatro Massimo di Palermo, Nuovo Piccolo Teatro e Mazda Palace di Milano, Arena di Verona, Piazza del Quirinale, Piazza del Campidoglio, Basilica Ara Coeli, Auditorium Parco della Musica, Auditorium Conciliazione a Roma, Barbican Centre e Royal Albert Hall di Londra, Palazzo dei Congressi di Parigi, International Forum di Tokyo, Festival Hall di Osaka, Anfiteatro Herodes Atticus di Atene, Palazzo dell’ONU e Radio City Hall di New York, Olympic Gymnasium a Seoul, Cremlino a Mosca). Del Maestro Morricone l’Orchestra incide anche la musica assoluta, le colonne sonore per il cinema e la televisione ed una ricca discografia per EMI, SONY e Universal. Violini I: Stefano Minore**, Mervit Nesnas, Eunice Cangianiello, Paolo Marchi, Leonardo ** primo violino di spalla * prime parti WIENER PHILHARMONIKER, AUSTRIA Nessun altro complesso musicale può vantare legami così intimi e duraturi con la storia e la tradizione della musica europea quanto i Filarmonici di Vienna. Collaborando con i più grandi musicisti, l’orchestra è diventata, nella seconda metà del Novecento, una delle più importanti orchestre del mondo. La sua nascita risale al 20 marzo 1842, quando Otto Nicolai e i musicisti dell’Orchestra dell’Opera di Corte organizzarono un concerto. Sin da allora l’Associazione segue gli stessi principi unici: Soltanto un membro dell’Orchestra della Wiener Staatsoper può diventare membro dei Wiener Philharmoniker; tutte le decisioni vengono prese democraticamente dall’assemblea generale, nella più assoluta indipendenza e autonomia; e il lavoro di gestione viene svolto da un comitato democraticamente eletto. Dal 1933 vige il sistema dei direttori ospiti nell’ambito del quale i Wiener Philharmoniker collaborano con i più illustri artisti. L’unicità di quest’ensemble, che dalla sua fondazione si è esibito in quasi 7.000 concerti, è basata sulla sua singolare struttura e storia, sulla simbiosi tra Opera e Sala da concerto e su un’omogeneità © Richard Schuster Alessandrini, Luca Bagagli Violini II: Prisca Amori*, Endrit Haxhiaj, Fabiola Gaudio, Maurizio Cappellari, Alessandra Xanto, Evelina Giacinti Viole: Lorenzo Rundo*, Alessio Toro, Maurizio Tarsitani, Gaia Orsoni Violoncelli: Luca Pincini*, Marco Simonacci, Alessandra Leardini, Martina Mondello Contrabbassi: Massimo Ceccarelli*, Willem Peci Flauti: Monica Berni*, Luca De Marchis Oboi: Giovanni Cretoni*, Pietro Picone Clarinetti: Luca Cipriano*, Francesco Felici Fagotti: Andrea Pianetti*, Sergio Perantoni Corni: Rino Pecorelli*, Mariele Ecca Trombe: Andrea Di Mario*, Michael Applebaum Tromboni: Renzo Brocculi*, Valentina Brocculi Tuba: Mauro Galafate Timpani: Michele Camilloni Percussioni: Rodolfo Rossi, Andrea Bonioli, Andrea Montori Chitarra: Emiliano Gentili Arpa: Vincenzina Capone Pianoforte: Antonello Maio nel fare musica che è accuratamente curata e trasmessa da una generazione alla prossima. L’impegno dei Wiener Philharmoniker mira a portare il sempre attuale messaggio umanitario della musica nella vita quotidiana e nella coscienza degli uomini. Nei concerti a Vienna e in tutto il mondo l’orchestra non rappresenta soltanto il principale prodotto d’esportazione culturale dell’Austria, ma è molto di più. I professori d’orchestra sono ambasciatori, esprimendo nei loro concerti gli ideali della pace, dell’umanità e della conciliazione così indissolubilmente legati alla musica. Innumerevoli sono le occasioni nelle quali si sono messi a servizio di manifestazioni per la promozione della pace con i mezzi della musica. Nell’anno 2005 sono stati nominati Goodwill Ambassadors dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), e dal 2012 sono Goodwill Ambassadors dell’International Institute for Applied Systems Analysis (IIASA). Il 28 giugno 2014 i Wiener Philharmoniker hanno eseguito, nel Municipio di Sarajevo, un concerto per ricordare lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Questo storico evento musicale presentato sotto la direzione di Franz Welser-Möst e insieme al Coro del Teatro Nazionale di Sarajevo, fu trasmesso in TV in tutta Europa. Wiener Philharmoniker, Austria 89 GLI ARTISTI Nell’ottobre 2014 i Wiener Philharmoniker, sostenuti dal 2008 da ROLEX come sponsor esclusivo, riceveranno l’ambito Premio Birgit Nilsson per meriti straordinari e eccellenti contributi nel settore dell’opera e del concerto. 90 Konzertmeister: Rainer Küchl, Rainer Honeck, Volkhard Steude, Albena Danailova Primo violino: Hubert Kroisamer, Josef Hell, Jun Keller, Daniel Froschauer, Maxim Brilinsky, Eckhard Seifert, Clemens Hellsberg, Erich Schagerl, Bernhard Biberauer, Martin Kubik, Milan Setena, Martin Zalodek, Kirill Kobantchenko, Wilfried Hedenborg, Johannes Tomböck, Pavel Kuzmichev, Isabelle Ballot, Andreas Großbauer, Olesya Kurylyak, Thomas Küblböck*, Alina Pinchas* Secondo violino: Raimund Lissy, Tibor Kovác, Christoph Koncz, Gerald Schubert, Patricia Koll*, René Staar, Helmut Zehetner, George Fritthum, Alexander Steinberger, Harald Krumpöck, Michal Kostka, Benedict Lea, Marian Lesko, Johannes Kostner, Martin Klimek, Jewgenij Andrusenko, Shk lzen Doli, Dominik Hellsberg, Holger Groh Viola: Heinrich Koll, Tobias Lea, Christian Frohn, Wolf-Dieter Rath, Robert Bauerstatter, Gerhard Marschner, Mario Karwan, Martin Lemberg, Elmar Landerer, Innokenti Grabko, Michael Strasser, Ursula Plaichinger, Thilo Fechner, Thomas Hajek, Daniela Ivanova Violoncello: Tamás Varga, Robert Nagy, Petèr Somodari*, Raphael Flieder, Csaba Bornemisza, Gerhard Iberer, Wolfgang Härtel, Eckart SchwarzSchulz, Stefan Gartmayer, Ursula Wex, Sebastian Bru, Edison Pashko, Bernhard Naoki Hedenborg Contrabbasso: Herbert Mayr, Christoph Wimmer, Ödön Rácz, Jerzy (Jurek) Dybal, Iztok Hrastnik, Alexander Matschinegg, Michael Bladerer, Bartosz Sikorski, Jan-Georg Leser, Jedrzej Gorski, Filip Waldmann, Elias Mai* Arpa: Charlotte Balzereit, Anneleen Lenaerts* Flauto: Dieter Flury, Walter Auer, Karl Heinz Schütz*, Günter Federsel, Wolfgang Breinschmid, Karin Bonelli* Oboe: Martin Gabriel, Clemens Horak, Harald Hörth, Alexander Öhlberger, Wolfgang Plank, Herbert Maderthaner Clarinetto: Ernst Ottensamer, Matthias Schorn, Daniel Ottensamer, Norbert Täubl, Johann Hindler, Andreas Wieser Fagotto: Michael Werba, Stepan Turnovsky, Harald Müller, Reinhard Öhlberger, Wolfgang Koblitz, Benedikt Dinkhauser Corno: Ronald Janezic, Lars Michael Stransky, Sebastian Mayr, Wolfgang Lintner, Jan Jankovic, Wolfgang Vladar, Thomas Jöbstl, Wolfgang Tomböck jun., Manuel Huber Tromba: Martin Mühlfellner, Stefan Haimel, Jürgen Pöchhacker, Hans Peter Schuh, Reinhold Ambros, Gotthard Eder Trombone: Dietmar Küblböck, Mark Gaal, Johann Ströcker Tuba: Paul Halwax, Christoph Gigler Percussioni: Bruno Hartl, Anton Mittermayr, Erwin Falk, Klaus Zauner, Oliver Madas, Benjamin Schmidinger, Thomas Lechner Emeriti: Alfred Altenburger, Volker Altmann, Roland Altmann, Roland Baar, Franz Bartolomey, Walter Barylli, Georg Bedry, Roland Berger, Walter Blovsky, Gottfried Boisits, Wolfgang Brand, Friedrich Dolezal, Reinhard Dürrer, Rudolf Degen, Alfons Egger, Fritz Faltl, Johann Fischer, Jörgen Fog, Gerhard Formanek, Herbert Frühauf, Wolfram Görner, Peter Götzel, Dietfried Gürtler, Wolfgang Gürtler, Heinz Hanke, Richard Heintzinger, Josef Hell, Wolfgang Herzer, Werner Hink, Günter Högner, Roland Horvath, Josef Hummel, Willibald Janezic, Karl Jeitler, Rudolf Josel, Erich Kaufmann, Gerhard Kaufmann, Harald Kautzky, Ferdinand Kosak, Burkhard Kräutler, Edward Kudlak, Manfred Kuhn, Walter Lehmayer, Anna Lelkes, Gerhard Libensky, Erhard Litschauer, Günter Lorenz, Gabriel Madas, Herbert Manhart, William McElheney, Horst Münster, Rudolf J. Nekvasil, Meinhart Niedermayr, Hans Novak, Hans P. Ochsenhofer, Ortwin Ottmaier, Peter Pecha, Friedrich Pfeiffer, Josef Pomberger, Kurt Prihoda, Alfred Prinz, Helmuth Puffler, Reinhard Repp, Werner Resel, Franz Söllner, Milan Sagat, Herbert Schmid, Rudolf Schmidinger, Peter Schmidl, Wolfgang Schuster, Günter Seifert, Reinhold Siegl, Walter Singer, Helmut Skalar, Anton Straka, Gerhard Turetschek, Martin Unger, Peter Wächter, Hans Wolfgang Weihs, Helmut Weis, Alfred Welt, Ewald Winkler, Franz Zamazal, Dietmar Zeman I musicisti indicati con * asterisco sono membri confermati dell’Orchestra della Wiener Staatsoper che non sono ancora associati ai Wiener Philharmoniker. DIRETTORI JOSEPH JULIAN GONZALEZ Nato in California, il compositore Joseph Julian Gonzalez ha studiato composizione con David Raksin (Laura) all’Università della California a Los Angeles, e con John Adams (Nixon in China), Thomas Newman (American Beauty) e Osvaldo Golijov (La Pasión Según San Marcos). È stato direttore musicale della compagnia teatrale di Luis Valdez (La Bamba, Zoot Suit), El Teatro Campesino. Ha scritto e arrangiato musica per artisti quali Los Lobos, Jose Feliciano, Vikki Carr, The Kronos String Quartet, Linda Rondstadt, e ha collaborato con Slash dei Guns ‘n Roses. Nei suoi più di 25 anni di carriera nell’industria dell’entertainment ha composto una grande quantità di musiche per progetti cinematografici e televisivi che hanno vinto vari premi, come il documentario Colors Straight Up che fu nominato per un Academy Award, il documentario Made in LA, vincitore di un Emmy Award, e Resurrection Blvd., la serie TV drammatica su una famiglia di latinoamericani del canale Showtime che ha avuto grande successo ed è stata trasmessa per tre stagioni consecutive. Il suo più recente progetto, una miniserie in sei parti con il titolo Latino Americans, ha ricevuto il Peabody Award nel 2014. La sua Misa Azteca è stata eseguita in una Carnegie Hall tutta esaurita ricevendo standing ovations. Con simile successo è stata suonata in sedi prestigiose quali la Sorbona, la Sydney Opera House e la Walt Disney Concert Hall. DORIS HAGEL Doris Hagel ha studiato musica sacra alla Hochschule für Musik und Darstellende Kunst a Francoforte. Contemporaneamente al suo incarico di Responsabile per la Musica (Kantor) alla Christuskirche di Magonza ha poi studiato prassi esecutiva storica al Mozarteum di Salisburgo con Nikolaus Harnoncourt e conseguito una laurea in musica, filosofia e storia dell’arte all’Università di Magonza. Lo studio del canto con Ralph Daniel Mangelsdorff ha completato i suoi studi. Dal 1986 lavora come Responsabile per la Musica alla Schlosskirche di Weilburg in Assia e come Responsabile per la Musica del decanato di Weilburg. Nel 1992 Doris Hagel ha fondato, insieme al liutista Lutz Kirchhof, la serie di concerti “Musica antica alla Residenza di Weilburg” per la quale da ormai 22 anni si eseguono i grandi oratori. Allo scopo, Doris Hagel ingaggia rinomati ensemble di musica antica quali L’arpa festante oppure affianca al coro l’ensemble Capella Weilburgensis che viene ogni volta costituito ad hoc, secondo il programma, da eccellenti musicisti specializzati nella prassi esecutiva su strumenti storici e provenienti da tutta la Germania e dai paesi limitrofi. Nell’anno 2004 fu fondata, in collaborazione con l’editore Hänssler Profil-Medien e la città di Weilburg, una serie di incisioni intitolata “Musica antica alla Residenza di Weilburg”, con registrazioni che comprendono il Requiem di Antonin Dvorák, eseguito per la prima volta mondiale su strumenti romantici, che ha ricevuto grande plauso dalla critica; il Paulus op. 36 di Felix Mendelssohn Bartholdy; Arie da concerto e ouverture di Wolfgang Amadeus Mozart, con Klaus Mertens (baritono) e la Capella Weilburgensis, e Elias op. 70 di Felix Mendelssohn Bartholdy con i solisti Christine Wolff, Britta Schwarz, Markus Schäfer e Klaus Mertens, il coro Kantorei der Schlosskirche e la Capella Weilburgensis su strumenti classici. Doris Hagel ha cantato in un recital con lieder di Mendelssohn al Palazzo Scheremetjew di San Pietroburgo e con lieder di Schumann al Castello di Marburg e a Nieder-Weisel in Germania. Negli anni 2010, 2012 e 2013 è stata invitata, insieme al suo coro, a San Pietroburgo e a Dresda alla Frauenkirche. Doris Hagel lavora come direttore, cantante, organista ed è direttore artistico e organizzatrice della serie di concerti “Musica antica alla Residenza di Weilburg”. Joseph Julian Gonzalez Doris Hagel Mark Hayes MARK HAYES Mark Hayes, compositore e direttore, nato nel 1953 a Ladysmith, Wisconsin, ha conseguito un Bachelor of Music magna cum laude in pianoforte alla 91 GLI ARTISTI Leo Kraemer 92 Baylor University. Oggi è un compositore, direttore e pianista di livello internazionale, con tournée in Europa, Asia, Australia, Nuova Zelanda, Brasile, Sudafrica e Canada. Le sue composizioni e i suoi arrangiamenti sono conosciuti per il loro suono americano unico che è ispirato dai più disparati stili musicali, come il gospel, jazz, pop, folk e classico. Più di mille opere pubblicate includono pezzi per voce solista, piano solo, più pianoforti, orchestra, jazz combo, piccoli ensemble strumentali e cori di tutti i tipi. Da parte di chiese, università, cori di bambini e cori di comunità gli vengono frequentemente commissionati composizioni originali per coro. La Kansas City Chorale diretta da Charles Bruffy, vincitore di un Grammy Award, ha inciso tutte le grandi opere di Hayes per coro e orchestra. Mark Hayes è anche ricercato come orchestratore e produttore di musica. Ha inciso 18 registrazioni di piano solo, dal jazz al classico al gospel, e viene spesso richiesto come arrangiatore da pianisti da chiesa in tutto il mondo. Nel giugno 2010 è uscito il suo primo CD di canti originali con il titolo All Is Well, con la partecipazione della cantante jazz Monique Danielle di Kansas City, e nel luglio 2013 Mark Hayes ha lanciato la sua casa editrice per musica, la Holmes Street Publishing. Ha ricevuto inoltre numerosi premi per i suoi arrangiamenti, le registrazioni e le composizioni. Mark Hayes ha diretto le sue opere Te Deum e Magnificat per la prima volta alla Carnegie Hall di New York nel maggio 2007, con ulteriori esibizioni nel 2008 e 2009. Ha diretto il Community and Church Honor Choir al Convegno dell’American Choral Director’s Association nel 2008 e al Convegno regionale del sudovest nel 2010 con il suo Gloria. Ha diretto la prima mondiale del suo brano per coro, orchestra e narratore, The American Spirit, al Lincoln Center di New York nel maggio 2011 e la prima mondiale del suo Requiem sempre al Lincoln Center nel maggio 2013. Nell’aprile 2014 Hayes ha diretto coro e orchestra del St. Paul’s Co-educational College and Primary School a Hong Kong nel loro tour a Singapore, e nell’agosto ha diretto il suo adattamento della Gettysburg Address alla Washington National Cathedral a Washington DC. LEO KRAEMER Organista, direttore d’orchestra e di coro, compositore e docente, è nato nel 1944 a Püttlingen in Germania. Ha studiato musica sacra a Trier e Saarbrücken, approfondendo gli studi con gli organisti Ludwig Doerr, Gaston Litaize e Michael Schneider, i pianisti Adrian Aeschbacher e August Leopolder e con i direttori Sergiu Celibidache, Günter Wand e Eugen Jochum. È vincitore di vari premi in concorsi organistici internazionali e viene spesso richiesto come membro della giuria di concorsi d’organo internazionali. Ha ricevuto attenzione anche come compositore, scrivendo ad esempio il brano per organo solo Salische Impressionen, commissionato dalla Regione Rheinland-Pfalz; la cantata di Natale in dialetto mosellano En Schdern fellt vom Himmel oppure, per l’insediamento del Vescovo Wiesemann come Vescovo di Spira nel 2008, il Lauda Sion Salvatorem. La sua attività artistica è documentata da un’ampia discografia e da numerose apparizioni in radio e TV. Per 38 anni, dal 1971 al 2009, Leo Kraemer è stato Organista al Duomo di Speyer, dal 1990 anche Maestro di Cappella e direttore del coro, influenzando in maniera evidente ed eccezionale la vita musicale di questa importante cattedrale europea. Sotto la sua direzione, nel 1980 fu costituito il concorso internazionale d’organo „Dom zu Speyer“ che negli anni si è sviluppato fino ad affermarsi a livello internazionale sotto il nome “Giornate Internazionali di Musica Duomo di Spira”. Le sue esecuzioni di vari cicli d’opere quali la completa produzione bachiana per organo, i grandi cicli di Messiaen o tutte le sinfonie di Bruckner lo portarono presto sui palchi dei festival internazionali. Dal 1992 al 1994 era direttore principale della Filarmonia Estone a Tallinn, dal 1995 è Exclusive Principal Conductor della Filarmonia di Minsk e Direttore ospite permanente dei Filarmonici di San Pietroburgo. Dal 1997 è inoltre Direttore principale dell’Orchestra da Camera di quest’ultimi. Leo Kraemer fu nominato Professore nel 1998. Insegna alle università della musica di Mannheim e Saarbrücken, e nel corso della sua attività di docente ha formato un gran numero di giovani organisti dall’eccellente talento. Nel 2010 gli è stata conferita la Croce al Merito al nastro della Repubblica Federale tedesca per i suoi meriti. INGO METZMACHER Ingo Metzmacher ha studiato pianoforte, teoria musicale e direzione nella sua città natale Hannover e a Salisburgo e Colonia. Il suo primo impegno lo ha portato a Francoforte all’Ensemble Modern, mentre la sua carriera internazionale ha avuto inizio nel 1988 al Théâtre de la Monnaie a Bruxelles, nell’era di Gerard Mortier. Nel 1997 è stato chiamato all’Opera di Amburgo dove ha diretto, durante otto stagioni, numerose produzioni di importanza internazionale. Seguì il posto di Direttore principale alla Nederlandse Opera di Amsterdam e, dal 2007 al 2010, di Direttore principale e Direttore artistico della Deutsches Symphonie-Orchester di Berlino. Punti salienti del suo lavoro degli ultimi anni sono partecipazioni ai Festival di Salisburgo e performance al Grand Théâtre de Genève, alla Royal Opera House di Londra, all’Opera di Zurigo e ai teatri dell’Opera di Vienna e Berlino. Inoltre ha diretto numerosi concerti con orchestre rinomate quali Wiener Philharmoniker, Berliner Philharmoniker, Orchestre de Paris, Filarmonia Ceca, Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e BBC Symphony Orchestra. Per la stagione 2014/ 2015 sono in progetto concerti con la Chicago Symphony Orchestra, la New Japan Philharmonic e la SWR Sinfonieorchester Baden-Baden und Freiburg. Dirigerà Lady Macbeth von Mzensk alla Wiener Staatsoper, Die Soldaten di Bernd Alois Zimmermann alla Scala di Milano nonché una nuova produzione di Ariadne auf Naxos alla Berliner Staatsoper. La discografia di Ingo Metzmacher comprende registrazioni dal vivo dei suoi Concerti di Capodanno ad Amburgo degli anni 1999 a 2004 (intitolati Who is afraid of 20th Century Music), l’incisione di tutte le sinfonie di Karl Amadeus Hartmann con i Bamberger Symphoniker, la prima mondiale della Nona Sinfonia di Hans Werner Henze con i Berliner Philharmoni- ker, Eclairs sur l’Au-delà… di Olivier Messiaen con i Wiener Philharmoniker, Von deutscher Seele di Hans Pfitzner e Königskinder di Engelbert Humperdinck con la Deutsche Symphonie-Orchester Berlino nonché la registrazione dal vivo di Lady Macbeth von Mzensk di Shostakovic nella Wiener Staatsoper. Su DVD sono disponibili, tra le altre, produzioni del Festival di Salisburgo dell’opera di Bernd Alois Zimmermann Die Soldaten del 2012 e del Dionysos di Wolfgang Rihm del 2010, Königskinder di Engelbert Humperdinck all’Opernhaus di Zurigo, la produzione di Pierre Audi ad Amsterdam del Saint François d’Assise di Olivier Messiaen (nominata per un Grammy), e le opere di Mozart su libretti di Da Ponte negli allestimenti di Jossi Wieler e Sergio Morabito alla Nederlandse Opera. © Harald Hoffmann Leo Kraemer è direttore artistico dell’Associazione PalatinaKlassik e.V. e del coro PalatinaKlassik-Vokalensemble, direttore della Saarland-Sinfonietta e direttore del coro della Società Bachiana del Saarland. È inoltre regolarmente attivo a Seoul (Corea), Tokio (Giappone), Kazan (Fed. Russa), Ciudad de México (Messico), e Danzica (Polonia). Ingo Metzmacher TOMOMI NISHIMOTO Tomomi Nishimoto è l’attuale Direttore Artistico e Direttore Principale dell’IlluminArt Philharmonic Orchestra, Direttore Artistico e Direttore Principale della Royal Chamber Orchestra, Music Partner della Japan Philharmonic Orchestra e Professore ospite al Osaka College of Music. Allo stesso tempo è il primo Ambasciatore Onorario della città di Hirado nella Prefettura Nagasaki e il primo Ambasciatore Culturale Internazionale della città di Osaka. Dopo essersi laureata in composizione all’Osaka College of Music, studia direzione operistica e sinfonica al Conservatorio Statale di San Pietroburgo in Russia. Da allora inizia una carriera che per una straniera in Russia può considerarsi unica. È, tra altro, Direttore Artistico e Direttore Principale della Ciaikovsky Foundation Russian Symphony Orchestra (2004-2007), Primo Direttore Ospite della St. Petersburg Mussorgsky State Academic Opera and Ballet Theatre (già Leningrad Theater of Opera and Ballet, 2004-2006), e Primo Direttore Ospite della State Symphony Orchestra of Russia (Svetlanov Symphony Orchestra) (2010-2011). Ha anche ricevuto numerosi premi e riconoscimenti tra cui l’Idemitsu Award e una borsa di studio dell’Agenzia Giapponese per gli Affari Culturali. Tomomi Nishimoto è stata inoltre invitata a festival quali Split Summer Festival, Dubrovnik Summer Festival, Prague Proms e Vilnius Music Festival. Il successo con l’austriaca Bruckner Orchestra Linz Tomomi Nishimoto 93 GLI ARTISTI Mons. Massimo Palombella Teresa Russell Oliver Sperling 94 ha segnato il primo passo nell’espansione delle sue attività in Europa. Da allora ha ricevuto molti plausi per il suo fruttuoso lavoro con la Monte Carlo Philharmonic Orchestra, la British Royal Philharmonic Orchestra, la Budapest Philharmonic Orchestra, la Romanian State Philharmonic Orchestra (George Enescu), la Lithuanian Chamber Orchestra e con le Orchestre Sinfoniche Nazionali della Lituania, della Lettonia e della Bielorussia. In America è conosciuta per le sue performance con la Pacific Symphony Orchestra, l’American Symphony Orchestra alla Carnegie Hall di New York, e la regolare collaborazione con la Westchester Philharmonic Orchestra. In Asia si è esibita a Hong Kong, in Sud Corea e in Taiwan con orchestre rinomate e grandi artisti quali l’Hong Kong Philharmonic Orchestra, Mischa Maisky e Sumi Jo per nominarne solo alcuni. Un recente tour in Brasile ha segnato l’ingresso di Tomomi Nishimoto in Sudamerica. In aggiunta alle sue attività con le orchestre citate, Tomomi Nishimoto ha anche collaborato con l’Opera Nazionale di Praga, il Teatro dell’Opera Statale Ungherese e l’Odessa National Academic Theatre of Opera and Ballet in Ucraina. Basandosi sulle sue esperienze sia con orchestre sia con la lirica, ha diretto il balletto Romeo and Juliet e ha creato una coreografia in una fusione di musica, parole e immagini. Al teatro Minamiza di Kyoto ha anche combinato la tradizionale forma di teatro giapponese Kabuki con l’opera Madama Butterfly. Guardando oltre la musica, Tomomi Nishimoto è stata eletta Young Global Leader al World Economic Forum del 2007, con inviti alle Nazioni Unite e alla Casa Bianca. Nel 2012 ha conseguito l’Executive Education Program in leadership pubblica della Harvard Kennedy School. Attraverso i suoi tour e attività globali Tomomi Nishimoto continua a raccogliere consensi e reputazione a livello mondiale. MONS. MASSIMO PALOMBELLA Mons. Massimo Palombella, Maestro Direttore della Cappella Musicale Pontificia “Sistina”, è nato a Torino il 25 dicembre 1967. È stato ordinato Sacerdote per la Congregazione Salesiana il 7 settembre 1996. Ha compiuto studi di filosofia e teologia, conseguendo il Dottorato di Ricerca in Teologia Dogmatica e studi musicali con i Maestri Luigi Molfino, Valentín Mise- rachs Grau, Gabriele Arrigo e Alessandro Ruo Rui, diplomandosi in Musica Corale e Composizione. Fondatore e Maestro Direttore del Coro Interuniversitario di Roma, ha lavorato nella pastorale universitaria della Diocesi di Roma dal 1995 al 2010. È docente di Musica e Liturgia alla Pontificia Università Salesiana presso la Facoltà di Teologia, e al Conservatorio “Guido Cantelli” di Novara, nel biennio di specializzazione in Musica Sacra, di Composizione per la Liturgia, Polifonia Romana e Legislazione della Musica Sacra. Inoltre è stato docente di Linguaggi della Musica all’Università “La Sapienza” di Roma; al Conservatorio di Torino e al Pontificio Istituto di Musica Sacra in Urbe ha insegnato Liturgia. Dal 1998 al 2010 ha diretto la Rivista di Musica per la Liturgia Armonia di Voci, dell’Editrice LDC. È membro, in qualità di esperto, della Consulta dell’Ufficio Liturgico Nazionale della Conferenza Episcopale Italiana. Dal 1995 al 2010 è stato Maestro di musica di tutti gli incontri del Santo Padre con la Cultura Universitaria. Con il Coro Interuniversitario di Roma, che ha diretto fino al giugno 2011, e con la Cappella Musicale Pontificia “Sistina”, ha al proprio attivo numerosi concerti in Italia e nel mondo ed un’ampia serie di registrazioni in CD e DVD. Il 16 ottobre 2010 S.S. Benedetto XVI lo ha nominato Maestro Direttore della Cappella Musicale Pontificia “Sistina”. TERESA RUSSELL Nativa di Chicago, Teresa Russell ha conseguito un Master of Music all’Università del Wisconsin-Madison e un Bachelor of Music al Conservatorio della Lawrence University in Appleton/Wisconsin. Ha lavorato come direttore di coro per scuole, college e università negli stati di Illinois, Wisconsin, Minnesota e nel Florida (Indian River College e University of Miami). Dopo aver conseguito anche un dottorato in direzione all’Università di Miami, è diventata membro della facoltà di musica al Southwestern College in Chula Vista, California con una cattedra alla School of Arts & Communication. Dirige anche il Southwestern College Concert Choir. Russell ha lavorato come docente ospite alle Università di Wisconsin-Madison, Miami, Missouri-Kansas City, e Wisconsin-Janesville. Membro delle società d’onore nazionali Pi Kappa Lambda e Phi Lambda Theta, è un membro attivo dell’American Choral Director’s Association (ACDA) e della Music Educators National Conference (MENC). Sotto la sua guida il Southwestern College Concert Choir si è recentemente esibito, tra altro, nella Misa Azteca alla Carnegie Hall di New York con la New England Symphonic Orchestra (2011), al Teatro d’Apollo sull’isola di Siro, Grecia con la Bulgarian International Orchestra (2013) e con la Messa in sol maggiore di Schubert e la Tosca di Puccini nel Festival dell’Egeo (2009). Altre performance all’estero includono concerti alla Sydney Opera House (2006), a Notre Dame, Chartres e alla Sorbona di Parigi nonché nelle maggiori cattedrali americane (2003). OLIVER SPERLING Oliver Sperling (nato nel 1965 a Essen) ha cantato per molti anni nel coro di voci bianche Essener Domsingknaben studiando con il Maestro di Cappella Georg Sump. Nel 1991 ha conseguito con lode il suo diploma in musica sacra cattolica alla Musikhochschule Essen. Nel febbraio 1991 è diventato assistente musicale per il lavoro con i cori del Duomo di Colonia, e fu nominato uno dei Responsabili di Musica (Domkantor) nel 1994. Nel 1996 gli fu affidata dal Maestro di Cappella Prof. Eberhard Metternich la direzione del coro di ragazze Mädchenchor am Kölner Dom. Dal 1996 al 2002 ha insegnato Canto gregoriano e Canto liturgico tedesco alla Hochschule für Musik und Tanz di Colonia. Dal 2007 Oliver Sperling è membro del consiglio direttivo dell’Associazione Corale Tedesca Pueri Cantores, guidando dal 2009 al 2013 la Commissione internazionale di Musica. Fu direttore di coro responsabile per i congressi internazionali dei Pueri Cantores a Rom 2010/11 e Granada 2012. Il lavoro con i cori al Duomo di Colonia e con i Pueri Cantores lo hanno motivato a scrivere numerose composizioni di polifonia sacra, soprattutto per coro a voci pari. SOLISTI MECHTHILD BACH, SOPRANO Mechthild Bach è nata a Limburg in Germania e ha iniziato gli studi musicali già durante il periodo sco- lastico. Già in qualità di membro del coro di ragazze del Duomo di Limburg si esibiva in piccole parti soliste. Dopo il diploma ha studiato alla Hochschule für Musik und Darstellende Kunst di Francoforte con Elsa Cavelti, ricevendo ulteriori impulsi nel corso liederistico di Hartmut Höll, allo Studio di Musica Antica diretto da Michael Schneider e in corsi con Vera Rosza e Laura Sarti. Il suo debutto al Teatro dell’Opera di Darmstadt avvenne ancora durante gli studi. Dopo la laurea fu ingaggiata dall’Opernstudio della Deutsche Oper am Rhein. Nel 1990 si trasferì al Teatro di Heidelberg, acquisendo un vasto repertorio da soprano lirico. In concerto Mechthild Bach vanta una lunga e proficua collaborazione con artisti ed ensemble rinomati in tutta Europa, tra i quali Reinhard Goebel, Martin Schneider, Frieder Bernius, Uwe Gronostay, Marcus Creed, Peter Neumann, Manfred Honeck, Sigiswald Kuijken, Ton Koopman, Helmuth Rilling, Konrad Junghänel e Ralf Otto, esibendosi in importanti festival e in grandi sale da concerto. Da lungo tempo Mechthild Bach è la principale sopranista ospite dell’Ensemble Cantus Coelln. La grande varietà dei suoi impegni musicali che spaziano dal canto barocco alla grande opera romantica, testimoniano la versatilità dell’artista. SUSANNE BERNHARD, Mechthild Bach Susanne Bernhard SOPRANO Nata a Monaco in Germania, ha iniziato lo studio del canto nel 1995 alla Hochschule für Musik und Theater della sua città. Risale al 1997 il suo debutto nel ruolo di Susanna nelle Nozze di Figaro al Prinzregententheater di Monaco. Nel 2000, a 23 anni, è entrata a far parte dell’ensemble del Teatro dell’Opera di Kiel, interpretando ruoli quali la Lisa in Christophorus di Schreker o Violetta nella Traviata. Nel maggio 2008 ha debuttato con Violetta all’opera di Francoforte, mentre alla Semperoper di Dresda ha cantato Isotta in La donna silenziosa di Richard Strauss. Al Festival Beethoven di Varsavia ha cantato il ruolo della protagonista in un’opera riscoperta di Louis Spohr con il titolo Lo spirito della montagna. I suoi molteplici impegni nel settore concertistico hanno portato alla collaborazione con le più importanti orchestre europee dirette da rinomati maestri tra cui Markus Poschner, Wolfgang Gönnenwein, Helmuth Rilling, Ljubka zu Guttenberg, 95 GLI ARTISTI Sayuri Bunya Enoch zu Guttenberg, Eiji Oue, Rafael Frühbeck de Burgos, Semyon Bychkov. Futuri impegni comprendono concerti con il BachChor di Magonza, il Coro Filarmonico di Berlino (Jörg-Peter Weigle), la Tonhalle-Orchester Zurigo, la WDR Rundfunksinfonieorchester (Jukka-Pekka Saraste), il Requiem di Verdi con i Bamberger Symphoniker, concerti con NHK Tokio e Osaka Philharmonic nonché una tournée in Sudamerica diretta da Thomas Dausgaard. Numerose registrazioni TV e su disco documentano il suo percorso artistico. Recentemente sono stati pubblicati CD con canti sacri e arie (Oehms) e con la Missa solemnis di Beethoven sotto la direzione di Enoch zu Guttenberg (Farao). SAYURI BUNYA, Victor Chan © Rosa Frank Steve Davislim SOPRANO Nata a Yamagata, ha studiato canto al Kunitachi College of Music e conseguito la master class n. 45 e il corso professionale lirico n. 5 al Nikikai Opera Institute, ricevendo il premio “Best Performer”. Ha vinto vari altri premi, ad esempio dalla rivista OngakuGendai e al concorso Tokyo Music Competition. I suoi primi ruoli includono Fiordiligi (Così fan tutte), Mimì (La Bohème) e Poppea (L’incoronazione di Poppea) al Nikikai New Wave Opera Theatre, e Cleopatra (Giulio Cesare) e il Nano Sabbiolino (Hänsel e Gretel) sul palco del Japan Opera Association Project for Young Artists. Sono seguite esibizioni al New National Theatre Tokyo (NNTT) con Atalanta (Serse di Händel) e al Tokyo Nikikai con una molto applaudita Madama Butterfly, poi Donna Anna (Don Giovanni) in una nuova produzione del Nikikai in collaborazione con la Deutsche Oper am Rhein, e il ruolo del titolo in Tosca. In concerto Bunya Sayuri ha avuto grande successo cantando al concerto per i 50 anni del Tokyo Bunka Kaikan insieme ad altri vincitori della Tokyo Music Competition, in recital del canale televisivo NHK e in concerti della Nikikai Opera Foundation alla Tsuda Hall. VICTOR CHAN, 96 BARITONO Victor Chan è conosciuto soprattutto per aver interpretato il ruolo di Crush, la tartaruga marina in Finding Nemo – The Musical. Si tratta di un ruolo che ha sviluppato per i vincitori d’Oscar Bobby Lopez e Kristen Anderson-Lopez (i compositori di Frozen). Quando Victor Chan fece servizio nella U.S. Army, le sue capacità come cantore furono scoperte dai suoi ufficiali superiori che lo tolsero dal suo lavoro tattico di controllo satellite per mandarlo in un tour delle basi militari americane negli Stati Uniti e in Germania. Per il resto del suo periodo di arruolamento si è quindi esibito cantando per le truppe. Le sue attività sui palchi regionali includono partecipazioni nei musical In The Heights, The Who’s Tommy, The Rocky Horror Show, Jesus Christ Superstar, Chess, Miss Saigon e Aladdin – a Musical Spectacular della Disney. Victor Chan ha cantato in luoghi prestigiosi quali la Carnegie Hall di New York, Notre Dame di Parigi, Walt Disney Concert Hall, Teatro d’Apollo (Siro, Grecia) e la Sydney Opera House. STEVE DAVISLIM, TENORE Il tenore australiano Steve Davislim ha prima suonato il corno e poi studiato canto con Joan Hammond, Gösta Winberg, Neil Shicoff e Irwin Gage. Dal 1994 al 2000 è stato membro dell’ensemble dell’Opera di Zurigo cantando parti quali Conte Almaviva (Il barbiere di Siviglia), Marinaio di Daland (L’Olandese volante), Tamino (Il Flauto Magico), Ferrando (Così fan tutte) e Camille (La vedova allegra) sotto Franz Welser-Möst, Don Ottavio (Don Giovanni) sotto Nikolaus Harnoncourt e il ruolo del principe in Biancaneve di Heinz Holliger. In quel periodo era anche ospite, tra gli altri, ad Amburgo nei ruoli di Lensky e Tom Rakewell, a Napoli ed Atene come Almaviva, Tom Rakewell e Ferrando, a Sydney diretto da Simone Young come David (Die Meistersinger von Nürnberg) e Lensky, a Londra nel Covent Garden nel ruolo di Fenton (Falstaff), nelle parti di Tom Rakewell e Titus a Dresda nonché nel ruolo del titolo nell’Oberon di Carl Maria von Weber a Parigi e Londra. Ha cantato ai BBC Proms, ai Festival di Salisburgo e Lucerna, all’Edinburgh Festival, alla Deutsche Oper Berlino e ai Teatri dell’Opera di Stato di Vienna e Berlino. Un punto saliente nella carriere dell’artista fu l’invito a cantare nella prima per l’apertura del Teatro alla Scala di Milano nel dicembre 2005, nel ruolo di Idomeneo diretto da Daniel Harding. Seguirono la parte principale nella prima assoluta del Teneke di Vacchi, il Tamino, Il trionfo del tempo di Händel a OSCAR DE LA TORRE, TENORE Il tenore messicano Oscar de la Torre è emerso negli ultimi anni soprattutto per la sua partecipazione in acclamate produzioni liriche del suo paese d’origine. Da menzionare sono la prima assoluta messicana di Griselda e la prima scenica di Montezuma di Vivaldi (nell’ambito del Festival Viva Vivaldi) nonché la sua interpretazione di Laurie nella prima messicana di Little Women di Mark Adamo. Anche i Carmina Burana di Orff nell’Auditorio Nacional di Città del Messico con più di 10.000 visitatori hanno costituito un grande successo dell’artista. Inviti in Europa hanno portato Oscar de la Torre ad interpretare tra altro il Don Ramiro (La Cenerentola) al Theater Winterthur, Don Ottavio in una versione da concerto del Don Giovanni a Monaco nel Hubertussaal, i Cartulli Carmina di Orff al Teatro Reggio Emilia, l’ Alphonse (La Muette de Portici di Auber), Alfred (Il pipistrello) e Ferrando (Così fan tutte) al Anhaltisches Theater Dessau. Inoltre si è esibito in concerti con messe, oratori e lieder di Mozart, Haydn, Händel, Bach, Gounod e Schumann e in recital con le più belle arie di Rossini a vari Festival in Germania, Italia, Croazia, Repubblica Ceca e Canada. WERNER GÜRA, TENORE Nato a Monaco, Werner Güra ha studiato al Mozarteum Salzburg, con Kurt Widmer a Basilea, con Margreet Honig ad Amsterdam e con Wessela Zlateva a Vienna. Nel 1995, dopo primi ingaggi a Francoforte e Basilea, è diventato membro dell’ensemble della Semperoper a Dresda, interpretando numerose opere di Mozart e Rossini. Fu chiamato alla Staatsoper Unter den Linden di Berlino (Don Giovanni e Così fan tutte diretti da Daniel Barenboim), all’Opéra National de Paris (Flauto Magico), La Monnaie a Bruxelles e Opernhaus Zurigo (Il Ritorno d’Ulisse in Patria). Ospite regolare nelle principali sale da concerto quali Wiener Konzerthaus e Musikverein, Berliner Philharmonie, Concertgebouw Amsterdam, Cité de la Musique Paris, Gulbenkian Lissabon, Philharmonie München, Tonhalle Zürich, lavora con le più importanti orchestre come Berliner Philharmoniker, Wiener Philharmoniker, Koninklijk Concertgebouworkest Amsterdam, Orchestre National de France e con rinomati direttori come Nikolaus Harnoncourt, Riccardo Chailly, Adam Fischer, Fabio Luisi, Marek Janowski, Kurt Masur, Yannick Nézet-Séguin e molti altri. Werner Güra è anche riconosciuto a livello internazionale come interprete del repertorio liederistico, cantando in sale ed eventi quali Wigmore Hall London, Concertgebouw Amsterdam, Musikverein Wien, Philharmonie Köln, Lincoln Center New York e Schubertiade Schwarzenberg. Le sue numerose incisioni da solista hanno ricevuto il “Diapason d’or” e sono state premiate dal Grammophone Magazine come “Editor’s Choice”. Alcune registrazioni hanno ricevuto il BBC Music Magazine Award 2011 e il premio ECHO Klassik 2012. VINZENZ HAAB, Oscar de la Torre © Marco Borggreve Madrid e Candide di Bernstein a Vienna. Negli USA l’artista si è esibito ne Il ratto dal serraglio. Diretto da Thomas Hengelbrock, nel 2009 ha debuttato nel ruolo di Max in Der Freischütz a Baden-Baden, al Lucerne Festival e a Dortmund, e ha cantato inoltre L’arbore di Diana di Soler a Barcelona. Nell’ambito della musica da concerto Steve Davislim si è esibito in Europa, negli USA e in Australia con eccellenti orchestre sotto la direzione di maestri quali Christian Thielemann, Claudio Abbado, Sir Charles Mackerras, Bernard Haitink, Sir Colin Davis, Pierre Boulez oppure John Elliot Gardiner, Philippe Herreweghe, René Jacobs e Riccardo Chailly. Con loro ha anche inciso numerosi CD pubblicati da EMI, DG e Harmonia Mundi. Werner Güra BARITONO Il baritono Vinzenz Haab ha iniziato a studiare nel 1979, scegliendo le materie musica per scuole e insegnamento di musica alla Musikhochschule Saarland con specializzazione in canto con Raimund Gilvan, e storia all’Università del Saarland. Ha ricevuto importanti impulsi in corsi con Hermann Reutter, John Cameron e Marius van Altena. Infine era il lavoro d’interpretazione con il rinomato baritono Siegmund Nimsgern a determinare il suo percorso artistico. A fianco a una vasta scelta dal settore liederistico Haab ha nel suo repertorio gli oratori di Bach, Händel, Haydn e Mozart come anche Elias di Mendelssohn Bartholdy, Deutsches Requiem di Brahms, Requiem e Stabat Mater di Dvorák oppure La leg- Vinzenz Haab 97 GLI ARTISTI genda di Santa Elisabetta di Liszt. È a suo agio anche nella letteratura del XX secolo, per la quale possiamo menzionare i Carmina burana di Carl Orff, i Monologhi dal Jedermann di Frank Martin e la Jesus-Passion di Oskar Gottlieb Blarr. Vinzenz Haab ha cantato in Argentina, Francia, Russia, Slovenia e Romania. Ha partecipato a varie incisioni di CD con opere di Liszt, Saint-Saëns, Mendelssohn Bartholdy, Fauré, Dupré e Théodore Gouvy. ANNA HAASE Anna Haase von Brincken © R. Ruis Rachel Harnisch 98 VON BRINCKEN, MEZZOSOPRANO Nata a Duderstadt in Germania, Anna Haase ha studiato nella classe di Tamar Rachum in Israele e ha conseguito un Artist‘s Diploma summa cum laude alla Tel Aviv University. È arrivata finalista al Concorso Mozart di Salisburgo, ha ricevuto una borsa di studio della Fondazione Villa Musica e ha frequentato master class con Hilde Zadek, Kurt Moll, Waltraud Meier, Rudolf Piernay, Marjana Lipovsek e Claudio del Monaco. Il suo debutto all’opera è avvenuto nel 1997 quando era membro dell’ensemble all’Opera di Erfurt, nel ruolo del Principe Orlofsky (Johann Strauß). Dal 2000 sono seguite produzioni a vari festival quali Opernfestspiele Monaco, Schwetzinger Festspiele, Bachwoche Ansbach, Göttinger Händel-Festspiele e Festival di Salisburgo. I suoi ruoli lirici spaziano da Orfeo (Gluck), Sesto e Dorabella (Mozart), Carmen (Bizet) fino a Octavian (Richard Strauss). In una produzione TV per ARTE ha cantato nella Zauberflöte di Achim Freyer nel ruolo di seconda dama. Artista dai vari interessi, è sempre più attiva in grandi composizioni per coro e orchestra, musica da camera e nel repertorio liederistico con orchestra. Il suo repertorio comprende musica sacra e profana da tutte le epoche: da Monteverdi e Bach fino a Mahler e prime assolute di nuove composizioni. Si è esibita in recital a Monaco, Copenaghen, Strasburgo, Tel Aviv e Mosca e in concerto in tutta Europa, in Israele, Russia, Cina e Brasile, lavorando con rinomati direttori quali Thomas Hengelbrock, Marek Janowski, Leos Svarovsky, Michael Hofstetter e Nicol Matt. È stata invitata a cantare da solista da cori quali Thomanerchor Lipsia, Santa Cecilia Roma, Kreuzchor Dresda e Chamber Choir of Europe. Ha partecipato in incisioni quali Lied von der Erde di Mahler e Apollo et Hyacinthus di Mozart. Con i Canti popolari polacchi op. 74 di Frédéric Chopin ha presentato un gradito debutto solistico. RACHEL HARNISCH, SOPRANO Nata nel Canton Vallese in Svizzera, Rachel Harnisch ha studiato con Beata Heuer-Christen a Friburgo ed è oggi conosciuta sia sul palco che in sala da concerto. Con direttori di fama internazionale e rinomate orchestre europee è ospite in tutta Europa con parti come Pamina nel Flauto Magico, Contessa in Le Nozze di Figaro, Fiordiligi in Così fan tutte, Konstanze in Il ratto dal serraglio, Micaela in Carmen di Bizet, Marzelline in Fidelio, Antonia in Les Contes d’Hoffmann, Blanche in Les Dialogues des Carmélites di Poulenc, Clémence in L’amour de loin di Kajia Saariaho, Ann Truelove in The Rake’s Progress o Hélène in Le Duc d’Albe di Donizetti, e ha cantato ai Festival di Glyndebourne e Lucerna e a Santiago de Chile. Alla Scala di Milano ha debuttato nel 2007 come Nermin nella prima assoluta dell’opera Teneke di Fabio Vacchi, diretta da Roberto Abbado. All’Opernhaus Zürich ha interpretato la Contessa, Micaela e Sophie, 2014 seguiranno Antonia in Les Contes d’Hoffmann e di nuovo la Micaela. Rachel Harnisch interpreta anche un vasto repertorio concertistico, dalle Passioni di Johann Sebastian Bach fino a Luigi Nono. Recentemente ha cantato in Das Paradies und die Peri di Schumann, nella Quarta Sinfonia di Mahler diretta da Antonio Pappano e nel Deutsches Requiem di Brahms con Michael Corboz. Inoltre si è esibita ai BBC Proms di Londra con Marin Alsop e all’Edinburgh Festival con David Zinman. In progetto sono il Requiem di Brahms a Schaffhausen, la Nona di Beethoven tra le altri a Basilea, il Lazarus di Schubert a Roma, St. Pölten e Vienna, lo Stabat mater presso il WDR a Colonia, e la Petite Messe Solennelle di Rossini a Zurigo. Ha molto a cuore anche le serate liederistiche, e di recente si è esibita al Festival di Lucerna e ad Anversa con Ein Marienleben di Hindemith. Ha inciso vari CD, tra i quali arie di Mozart e lo Stabat Mater di Pergolesi con Claudio Abbado. Sono disponibili anche registrazioni su DVD di Les Harmonia Mundi ha pubblicato un CD con lieder di Francis Poulenc con il pianista Eugene Asti che ha già ricevuto vari premi. SOPHIE KARTHÄUSER, SEBASTIAN KOHLHEPP, SOPRANO La sopranista belga Sophie Karthäuser ha studiato alla Guildhall School of Music and Drama con Noelle Barker. Oggi è conosciuta come una delle migliori interpreti di Mozart della sua generazione. Ha cantato la sua prima Pamina con René Jacobs a La Monnaie di Bruxelles e la sua prima Susanna con William Christie all’Opéra de Lyon. Negli anni a seguire si è esibita in numerosi altri ruoli delle opere mozartiane, ad esempio come Tamiri al Théâtre des Champs-Elysées, Serpetta alla Konzerthaus Berlino, Despina e Zerlina a Bruxelles, Ilia a Aix-en-Provence e, con René Jacobs, al Theater an der Wien. Recenti inviti erano per La Calisto con Christophe Rousset, un progetto di Rameau con William Christie e la coreografa Trisha Brown, Agathe nel Freischütz con Sir John Eliot Gardiner, Médée di Charpentier con Emmanuelle Haïm, Polissena nel Radamisto con René Jacobs e l’Asteria nel Tamerlano. Come cantante del repertorio liederistico è regolarmente ospite, con pianisti quali Graham Johnson, Eugene Asti, David Lively e Cédric Tiberghien, nelle più importanti sale quali le Filarmonie di Berlino e Colonia, Wigmore Hall, Carnegie Hall New York e molte altre. Sophie Karthäuser ha cantato in concerto con ensemble e orchestre quali The Academy of Ancient Music, Collegium Vocale Gent, Les Arts Florissants, Akademie für Alte Musik Berlin, Freiburger Barockorchester e Gewandhaus Orchester Leipzig con direttori come Chailly, Harnoncourt, Hengelbrock, Herreweghe, Jacobs, Langrée, Minkowski e Nagano. Eventi importanti in programma sono Lazarus con i Wiener Philharmoniker a Vienna, St. Pölten e Roma; Tamerlano ad Amburgo e Vienna; Pelléas et Mélisande (in concerto) con Daniel Harding a Stoccolma e Colonia; la Quarta Sinfonia di Mahler con la Staatskapelle Dresden, e l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con Myung Whun Chung a Roma, Dresda e in tournée in Asia. La sua discografia comprende registrazioni di opere e programmi solistici quali La Finta Giardiniera di Mozart o Septem Verba a Christo di Pergolesi con René Jacobs (Harmonia Mundi). Nell’aprile 2014 TENORE Il tenore tedesco Sebastian Kohlhepp è nato a Limburg in Germania e ha ricevuto la sua prima educazione musicale nel rinomato coro di voci bianche della città. Ha studiato con Hedwig Fassbender alla Hochschule für Musik und Darstellende Kunst a Francoforte. Già durante gli studi ha partecipato per la prima volta in una produzione lirica internazionale: all’Opéra de Monte Carlo ha interpretato il Primo Ebreo nella nuova messa in scena da parte di Marguerite Bories della Salomé di Richard Strauss (direttore Asher Fisch). Seguirono due anni d’ingaggio fisso al Teatro dell’Opera di Karlsruhe (Badisches Staatstheater) dove ha interpretato numerosi ruoli quali Tamino, Don Ottavio, Basilio, Kudrjasch (Katja Kabanova), Helenus/Hylas (Les Troyens) e Primo Straniero (Der Vetter aus Dingsda). Durante un invito del Badisches Staatstheater a Deagu in Sud Corea ha dato il suo debutto come Marinaio di Daland nell’Olandese volante di Wagner. Nell’estate 2012, un invito lo ha portato a Vienna (Theater an der Wien) dove ha interpretato l’Eurimaco nell’acclamata messa in scena da parte di Claus Guth del Ritorno d’Ulisse in patria (direttore Christophe Rousset). Nella stagione 2013/2014 Sebastian Kohlhepp è passato all’ensemble dell’Opera di Stato di Vienna, cantando tra altro Remendado (Carmen), Jaquino (Fidelio), Giovane Marinaio (Tristan und Isolde), Tamino (Il flauto magico per bambini) e Froh (Das Rheingold). Ha lavorato con direttori di fama internazionale come Franz Welser-Möst, Adam Fischer, Peter Schneider, Jeffrey Tate, Dan Ettinger e Patrick Lange. Nel febbraio 2014 Sebastian Kohlhepp ha incontrato grande successo con il suo debutto alla Volksoper Wien interpretando il ruolo del protagonista di Albert Herring di Britten (regia Brigitte Fassbaender). Nella stagione 2014/2015 è di nuovo invitato alla Volksoper di Vienna (Albert Herring, Il flauto magico) e debutterà nei ruoli di Lucio Vero (Jommelli: Il Vologeso) e Alfred (Il pipistrello) all’Opera di Stoccarda. Anche in concerto Sebastian Kohlhepp è molto richiesto, con un repertorio che comprende le parti degli evangelisti e le arie delle Passioni di Bach, i grandi oratori e le © Molina Visuals Contes d’Hoffmann di Offenbach al Grand Théâtre de Genève e del Fidelio dal Festival di Lucerna 2010 con Abbado. Sophie Karthäuser Sebastian Kohlhepp 99 GLI ARTISTI messe dell’epoca classica e romantica. Nel 2013 ha fatto una tournée in Europa con la Passione secondo Matteo di Bach con la direzione di Philippe Herreweghe (Wiener Konzerthaus, Tonhalle Zurigo, deSingel Anversa, Concertgebow Bruges, Spagna e Ungheria). Futuri inviti prevedono il Requiem di Mozart alla Internationale Bachakademie Stoccarda con Helmuth Rilling, la Nona Sinfonia di Beethoven e il Messiah di Händel con Adam Fischer a Copenaghen nonché una tournée e produzione CD con René Jacobs nella Passione secondo Giovanni di Bach. Christiane Libor CHRISTIANE LIBOR, Hans Jörg Mammel 100 SOPRANO Christiane Libor è nata a Berlino, dove ha anche avuto inizio la sua formazione musicale in pianoforte e canto. Fino al 1996 ha studiato alla Hochschule für Musik Hanns Eisler a Berlino con Anneliese Fried; poi ha aggiunto un corso di studio per diplomarsi con un esame-concerto con lode nel febbraio 1999. Dal 1997 ha partecipato a una classe liederistica di Dietrich Fischer-Dieskau e si è perfezionata con Julia Varady e Brigitte Fassbaender. Nel 1998 le è stato conferito il Premio O. E. Hasse 1996/97 dell’Accademia delle Arti Berlino; ha vinto un premio anche al VII Concorso Internazionale di Mozart 1999 a Salisburgo. Già durante gli studi ha partecipato in numerose opere e in concerti. Risale a dicembre 1999 il suo debutto all’Opera di Amburgo; era sua la parte del soprano nella coreografia per balletto del Messiah di Händel da parte di John Neumeier. Dal 2000 ha cantato numerose parti, sempre alla Hamburgische Staatsoper, tra le quali Prima Donna e Marescialla (Il Cavaliere delle Rose), nonché i Dialogues des Carmélites di Poulenc. Seguirono inviti a teatri quali Hannover, Amburgo, Dresda, Innsbruck, Staatsoper Berlino, Graz, Chatelet Paris, Opéra du Rhin Strasbourg, Karlsruhe, Seattle, Opéra de Bastille Parigi, Francoforte, Stoccarda, Opéra de Nice, Norimberga, Zurigo, Lipsia. Nel marzo 2008 è avvenuto a New York il suo debutto sotto la direzione di Kurt Masur con la New York Philharmonic. Inoltre Christiane Libor ha cantato in concerti in Spagna, Polonia, Estonia, Austria, Olanda, Svizzera, USA, Italia (tra i quali Santa Cecilia con Kurt Masur), BBC Proms Londra, Bard-Festival (USA), Schubertiade Feldkirch, Richard-Strauss-Festspiele Garmisch-Partenkirchen, Berlino (Berliner Philharmoniker). Per l’anno 2015 è in progetto una tournée con i Wiener Philharmoniker e Ingo Metzmacher. Christiane Libor ha cantato con orchestre rinomate lavorando con direttori d’orchestra quali Helmuth Rilling, Jaap van Zweden, Jörg Faerber, Kurt Masur, Markus Stenz, Ulf Schirmer, Philippe Jordan, Christoph Prick, Philippe Auguin, David Zinman,Ton Koopmann, Marc Minkowski, Sebastian Weigle, Lawrence Foster, Antoni Wit, Michael Schoenwandt, Simone Young, Frieder Bernius, Ulf Schirmer, Ingo Metzmacher, Marek Janowski. Dal 2011 è professore di cattedra alla Hochschule für Musik Karlsruhe. HANS JÖRG MAMMEL, TENORE Hans Jörg Mammel ha ricevuto una prima educazione musicale nel coro di voci bianche Stuttgarter Hymnus-Chorknaben. Inizialmente ha studiato legge a Friburgo, passando poi all’Università della Musica della città per studiare canto con Winfried Toll, Werner Hollweg e Ingeborg Most. Ha conseguito master class con Barbara Schlick, Elisabeth Schwarzkopf e James Wagner e, in prassi esecutiva storica, con Reinhard Goebel. È conosciuto in Germania e nei paesi limitrofi soprattutto come cantante in concerti e recital. Si è esibito ai festival di Utrecht, Schwetzingen, Schleswig-Holstein, Gerusalemme, Breslavia, Bruges e Vienna collaborando con direttori d’orchestra quali Thomas Hengelbrock, Sigiswald Kuijken, Ivan Fischer, Hans Zender, Daniel Reuss, Hans-Christoph Rademann, Marcus Creed, Philippe Herreweghe, Ivor Bolton, Francois-Xavier Roth e Masaaki Suzuki. Il suo repertorio spazia dal Rinascimento attraverso i grandi compositori del barocco, del periodo classico e romantico fino a composizioni contemporanee. Ha partecipato a prime assolute di opere di Nikolaus Huber, Karl-Heinz Stockhausen e Hans Zender. In Islanda ha interpretato con grande successo la parte dell’Orfeo nell’omonima opera di Monteverdi. È stato ospite a Friburgo (Britten), Coblenza (Händel), Darmstadt (Lehar) e all’Opera di Stato a Berlino (Cavalli). Ha cantato al Festival dell’Opera di Monaco e alle Wiener Festwochen. Oltre a concerto e lirica si dedica anche al Lied, cantando i grandi cicli liederistici dei compositori romantici e concentrandosi inoltre specialmente sugli autori della Seconda Scuola Liederistica Berlinese. Nelle sue serate spesso presenta al pubblico brani sconosciuti ad esempio di Carl Friedrich Zelter, Johann Friedrich Reichardt, Johann Abraham Peter Schulz oppure Robert Franz. Nel 2008 ha fondato una serie di concerti liederistici a Friburgo, organizzando ogni anno a fine estate quattro concerti sotto il titolo “Liederaben.de” con lo scopo di offrire al pubblico tutto l’ampio spettro dell’arte liederistica. Hans Jörg Mammel è membro di Cantus Cölln sotto la direzione artistica di Konrad Junghänel. MONIKA MAUCH, SOPRANO Monika Mauch, nata in Baden-Württemberg in Germania, ha studiato canto all’Istituto di Musica Antica della Musikhochschule Trossingen con il basso-baritono Richard Wistreich e poi svolto un anno di studi a Parigi con Jill Feldman. Ha iniziato la sua carriera nel Ricercar Ensemble di Philipp Pierlot, insieme all’ensemble di fiati La Fenice diretto da Jean Tubéry, nell’Ensemble Ordo Virtutum diretto da Stefan Morent, con il Taverner Consort di Andrew Parrot e con Red Byrd (John Potter e Richard Wistreich). Il suo lavoro con Cantus Coelln si può sentire in eccellenti incisioni quali Altbachisches Archiv oppure la Messa in si minore di Bach con Harmonia Mundi France. Recentemente ha dimostrato le sue qualità anche in concerti e registrazioni di Carissimi, Buxtehude e Biber con La Capella Ducale e Musica Fiata diretti da Roland Wilson, nei bellissimi programmi barocchi e rinascimentali dell’Ensemble Weser Renaissance diretto da Manfred Cordes, e in concerti con il Collegium Vocale Gent diretto da Philippe Herreweghe. L’artista è particolarmente felice anche dell’ottima collaborazione con Concerto Palatino diretto da Bruce Dickey e Charles Toet. Un importante successo è stato la collaborazione con il Hilliard Ensemble per l’incisione ECM di Morimur. Il prossimo progetto è una registrazione di madrigali di Gesualdo. Nel repertorio rinascimentale, la collaborazione con Ensemble Daedalus diretto da Roberto Festa si è rivelata una fonte di eccellenti concerti. Le più svariate esecuzioni con CordArte Ensemble Köln, Ensemble Caprice diretto da Matthias Mauthe, Montreal Baroque, Les Cornets Noirs diretti dai virtuosi di cornetto Frithjof Smith e Gebhard David, e con l’Ensemble Private Musique di Pierre Pitzl (in particolare per il CD Tonos Humanos con Josep Cabré) offrono musica di particolare bellezza. Recentemente Monika Mauch ha lavorato con il liutista Nigel North in diversi programmi di concerto che hanno portato alla registrazione del Musical Banquet di Robert Dowland (ECM New Series). KLAUS MERTENS, BASSO Klaus Mertens ha studiato musica e pedagogia e ha inizialmente svolto la professione di insegnante. Poi ha conseguito i suoi studi di canto, conclusi con lode e menzione, con Else Bischof-Bornes e Jakob Stämpfli (lied, concerto, oratorio) e Peter Massmann (lirica). Klaus Mertens collabora con numerosi specialisti di musica antica come Ton Koopman, Frans Brüggen, Nicholas McGegan, Philippe Herreweghe, René Jacobs, Sigiswald Kuijken, Gustav Leonhardt, Nikolaus Harnoncourt, Martin Haselböck, e con rinomati direttori d’orchestra del repertorio classico quali Gary Bertini, Herbert Blomstedt, Sir Roger Norrington, Enoch zu Guttenberg, Jun Märkl, Peter Schreier, Kent Nagano, Hans Vonk, Christian Zacharias, Edo de Waart, Kenneth Montgomery, Gerard Schwarz, Ivan Fischer, Marc Soustrot, Andris Nelsons. In questo ambito ha cantato con prestigiose orchestre quali le grandi orchestre berlinesi compreso Berliner Philharmoniker, Gewandhaus-Orchester Lipsia, Filarmonia di Dredsa, Concertgebouw-Orchestra Amsterdam, Rotterdam Philharmonic Orchestra, Tonhalle Orchester Zürich, Jerusalem Symphony Orchestra, Saint Louis Symphony Orchestra, Chicago Symphony Orchestra, Tokyo Metropolitan Symphony Orchestra e molte altre nonché con numerosi ensemble barocchi come l’Amsterdam Baroque Orchestra. Klaus Mertens è rinomato soprattutto come interprete degli oratori barocchi, avendo inciso varie volte e con diversi direttori le grandi composizioni vocali di Bach. Nell’ottobre 2003 ha concluso la registrazione completa di tutte le cantate di Bach con la Amsterdam Baroque Orchestra diretta da Ton Koopman. Questo progetto, durato più di 10 anni e collegato a grandi tournée in Europa, America e Giappone, costituisce il culmine della sua carriere musicale. CHARISMA MILLER, SOPRANO Charisma Miller è attiva come cantante, attrice e ballerina. Tra le sue esibizioni, Maria/Robot in Metro- Monika Mauch Klaus Mertens Charisma Miller 101 GLI ARTISTI Takako Nogami polis, Rosa Bus in The Mystery of Edwin Drood, Adapearl/La Strega buona del Nord in The Wiz, Nora Walker in Tommy e Lady McDuff in Nightshriek. Miller ha lavorato anche al Sea World, San Diego come lead singer e attrice d’improvvisazione. Con il Southwestern College Concert Choir si è esibita a livello nazionale e internazionale in prestigiosi location quali la Carnegie Hall di New York, la Disney Concert Hall a Los Angeles, a Notre Dame e all’Università della Sorbona a Parigi, e come solista alla Sydney Opera House e al Teatro d’Apollo sull’isola di Siro in Grecia. Ha partecipato al tour del musical The Dream Clown in nove città giapponesi come solista, presentatrice e trapezista, ed è stata solista ai Jazz Festival di Northsea e Montreux. TAKAKO NOGAMI, MEZZOSOPRANO Juan Paradell Solé Nata a Hyogo, Takako Nogami si è diplomata in canto all’Osaka College of Music. Sui palchi della musica lirica si è esibita nel ruolo della Cieca nella Gioconda di Amilcare Ponchielli, Prinz Orlofsky nel Pipistrello di Johann Strauss, Gertrud in Hänsel und Gretel di Humperdinck, e Ottavia nell’Incoronazione di Poppea di Monteverdi. Nel gennaio 2014 ha cantato con grande successo Suzuki in Madama Butterfly di Puccini al Minamiza di Kyoto diretta da Tomomi Nishimoto. Il suo repertorio in concerto include la Nona Sinfonia di Beethoven, il Messiah di Händel e varie Messe. Partecipa anche a diversi tipi di concerti corali. Recentemente Takako Nogami è diventata membro del teatro dell’opera dell’Osaka College of Music e del Kobe City Philharmonic Chorus, un coro professionale nel quale ha il ruolo di primo contralto. È anche membro dell’associazione IlluminArt diretta da Tomomi Nishimoto. JUAN PARADELL SOLÉ, Susanne Schaeffer 102 ORGANO È l’organista titolare della Cappella Musicale Pontificia “Sistina”, e come tale suona regolarmente nelle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice nella Basilica Papale di San Pietro in Vaticano e nelle manifestazioni concertistiche della Cappella Musicale “Sistina”. È organista emerito della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore in Roma ed insegna organo e canto gregoriano presso il Conservatorio di Musica L. Refice di Frosinone. Inizia gli studi musicali nella sua città natale, Igualada (Barcellona) in Spagna, con il gregorianista P. Albert Foix, e lo studio dell’organo con Montserrat Torrent presso il Conservatorio di Musica di Barcellona. Nel 1973 si trasferisce a Roma per proseguire gli studi di organo e composizione con il M° Mons. Valentino Miserachs, diplomandosi sotto la sua guida in Organo e Composizione Organistica. Successivamente si perfeziona per un periodo di tre anni in Germania con Günther Kaunzinger. Svolge un’intensa attività concertistica in Europa, Russia, Siria, Sud America, partecipando ad importanti Festival organistici internazionali. Ha registrato per la radio e la televisione di Stato (RAI), la Radio Vaticana, la DeutschlandRadio di Berlino, Radio São Paulo (Brasile), per Catalunya Música nonché per alcune emittenti televisive locali, italiane e spagnole. Con il Coro Polifonisti Romani ha inciso due CD con musiche di Lorenzo Perosi e Valentin Miserachs. Ha registrato inoltre un CD a due organi per l’etichetta francese Pamina e numerose incisioni per la ElleDiCi. SUSANNE SCHAEFFER, CONTRALTO Susanne Schaeffer, nata a Hanau in Germania, ha studiato musica all’Università Johannes-Gutenberg di Magonza con Elisabeth Fellner-Köberle e Maria Tuczek-Graf. Ha seguito master class con Leonard Hokanson e Sergiu Celibidache, ricevuto una borsa di studio di Villa Musica ed è vincitrice di numerosi concorsi di canto. Insieme al marito Burkhard Schaeffer si esibisce in recital ed è molto richiesta come contralto solista per oratori. È stata invitata a numerosi festival quali Giorni della Musica al Duomo di Spira, Musikfestspiele Saar, Beethovenfest Bonn, Klangbogen Wien, RheingauMusikfestival e Ruhrtriennale, collaborando con direttori quali Karl-Friedrich Beringer, Roderich Kreile, Roman Kofman, Roberto Paternostro, Christopher Moulds, Steven Sloane, Sylvain Cambreling e Eiji Oue. Susanne Schaeffer insegna alla Hochschule für Musik und Darstellende Kunst di Francoforte. Il suo percorso artistico è documentato da numerose incisioni. DANIEL SCHMUTZHARD, BARITONO Daniel Schmutzhard è stato membro del coro di voci bianche Wiltener Sängerknaben, ha studiato al Conservatorio di Innsbruck mentre andava ancora a GIANLUCA SCIARPELLETTI, TENORE Italoamericano figlio d’arte, è stato avviato sin dall’infanzia all’educazione musicale, studiando violino con Franco Ferrara e poi presso il Conservatorio di Musica di Frosinone. Successivamente si è dedicato al canto, dapprima con i genitori, poi al Conservatorio di Musica Santa Cecilia di Roma, dove si è diplomato in canto e ha poi conseguito il Diploma Accademico di II° livello in Discipline Musicali – Canto col massimo dei voti, lode e menzione di me- rito; si è inoltre laureato in scienze politiche presso l’Università degli Studi di Siena. Già durante lo studio si è esibito di frequente in Italia e all’estero, perfezionandosi contemporaneamente nel repertorio operistico frequentando master class e stage. Ha studiato presso l’Accademia Internazionale di Osimo per poi approdare all’Accademia triennale Spazio Musica, conseguendo il Diploma Accademico; ha frequentato inoltre uno stage di perfezionamento presso la Rooswelt University of Chicago (USA), collaborando con maestri e direttori di fama internazionale. Ha tenuto numerosi concerti nell’ambito di manifestazioni culturali nazionali e internazionali (Italia, Grecia, Gran Bretagna, USA, Corea, Cina, Giappone), ed ha interpretato i principali personaggi del grande repertorio operistico, tra cui Riccardo (Un ballo in maschera), Alfredo (Traviata), Cavaradossi (Tosca), Pinkerton (Madama Butterfly), Rodolfo (Bohème), Radames (Aida), Turiddu (Cavalleria Rusticana), Duca di Mantova (Rigoletto), Calaf (Turandot), Manrico (Trovatore), Pollione (Norma) ed Otello. Tra i suoi più recenti impegni vi sono concerti al Lincoln Center di New York con Roberto Gianola e al Beijing Music Festival in Cina con Long Yu, recital a Tokio, un concerto in prima mondiale con Andrea Morricone a Roma e un concerto al Moss Theatre di Los Angeles, California. LINDA SCOTT, © Edward Reeves scuola, e ha proseguito i suoi studi all’Università di Musica e Arti figurative a Vienna. Dal 2005 al 2011 era ingaggiato alla Wiener Volksoper e ha vinto numerosi premi in concorsi internazionali di canto. Dalla stagione 2011/ 2012 è membro stabile dell’Opera di Francoforte e interpreta ruoli quale Guglielmo (Cosi fan tutte), Papageno (Flauto Magico), Don Giovanni, Conte (Nozze di Figaro), Figaro (Barbiere di Siviglia), Eisenstein (Pipistrello), Marcello (Bohème), Wolfram (Tannhäuser), Araldo del Re (Lohengrin), Harlekin (Ariadne auf Naxos), Albert (Werther) e Rodrigo (Don Carlo). È stato invitato come Sharpless (Madama Butterfly) alla Berliner Staatsoper e come Papageno con René Jacobs ad Amsterdam, Bruxelles, Roma, Barcellona e Lisbona, ha registrato la parte per Harmonia Mundi e ha fatto il suo debutto come Papageno all’Opéra National de Paris con Philippe Jordan, alla Bayerische Staatsoper di Monaco e ai Bregenzer Festspiele. Importanti ingaggi in concerto hanno visto l’artista in serate liederistiche alla Schubertiade Schwarzenberg, al Konzerthaus di Vienna, a Berlino e a Verona. Nella stagione 2014/15 Daniel Schmutzhard debutterà con i Wiener Philharmoniker con il Lazarus di Schubert in concerti a Vienna e a Roma. Altri concerti lo vedranno con le Stagioni di Haydn con il Rias Kammerchor alla Filarmonia di Berlino, con i Rückert-Lieder di Mahler all’Orchestre National de Lille e con la Creazione di Haydn al Palazzo delle Arti a Budapest. Canterà serate liederistiche alla Schubertiade Hohenems e all’Opera di Francoforte. La prima viennese di Geschichten aus dem Wienerwald di HK Gruber lo porteranno al Theater an der Wien. Altri progetti futuri prevedono nuove produzioni alla Vlaamse Opera di Anversa, al Theater an der Wien e un debutto al Festival di Bayreuth. Daniel Schmutzhard Gianluca Sciarpelletti MEZZOSOPRANO Linda Scott ha iniziato a studiare canto con Peter Benecke nel 2006, dopo aver cresciuto le tre figlie. Da allora ha studiato con Carol Ann Manzi e Nichole Dechaine, e si esibisce con la West Bay Opera in Palo Alto, California. Canta regolarmente anche come solista in chiesa e nel coro. Ha partecipato a produzioni di musical con la Valley Community Theatre e con i Valley Troubadours nella Santa Ynez Valley, California e si è esibita alla Carnegie Hall New York con il Southwestern College Concert Choir. Con il marito Craig Scott, il quale canta anche lui nel Southwestern College Choir, vive a Solvang in California. JOSEP SOLÉ COLL, ORGANO Nato a Sabadell (Spagna), inizia i suoi studi di solfeggio e pianoforte presso l'Accademia Marshall con Linda Scott 103 GLI ARTISTI Josep Solé Coll Mark Spencer M. Josepa Mas e Carlota Garriga e gli studi di Organo presso il Conservatorio del Liceu con Josep M. Mas e Montserrat Torrent. Parallelamente ottiene la laurea in Pedagogia Musicale presso l'università Ramon Llull. Attualmente risiede a Roma dove ha conseguito il Magistero in Organo e Improvvisazione organistica presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra con Padre Theo Flury, OSB. Ha partecipato a corsi di interpretazione organistica in Francia, Italia, Canada e Stati Uniti con Olivier Latry, Daniel Roth, Paolo Crivellaro, Michel Bouvard e Marie-Claire Alain e a corsi di pedagogia musicale all'istituto Joan Llongueres a Barcellona (Spagna), all’istituto E. Jacques-Dalcroze a Ginevra (Svizzera) e al Kodály Intézet di Kecskemet (Ungheria). Per dieci anni è stato organista titolare della parrocchia di Sant Fèlix di Sabadell (Spagna) e attualmente è organista assistente della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano e Professore dei “Pueri Cantores” della Cappella Musicale Pontificia “Sistina”. Ha collaborato anche come organista alle basiliche romane di S. Maria Maggiore e San Lorenzo fuori le Mura e ai Santuari di Notre-Dame de Lourdes (Francia). Oltre il suo impegno come organista liturgico, ha suonato come solista e accompagnatore di diverse formazioni musicali in Spagna, Italia e in altri paesi Europei. MARK SPENCER, Tsutomu Tanaka 104 BARITONO Fratello Mark Spencer, FBP, è nato a West Palm Beach, Florida nel 1966. La sua carriera musicale ha avuto inizio con studi di canto all’Università di Miami, dove ha conseguito il Bachelor of Music nel 1993 e il Master of Music nel 1995. Durante gli studi, Mark Spencer ha cantato in ruoli importanti del programma lirico dell’università. Durante i suoi studi per il dottorato alla Northwestern University, Illinois, ha cantato con la Chicago Civic Orchestra e la Northwestern Philharmonia ed è stato nominato Direttore di Musica e Liturgia alla parrocchia St. Elizabeth Seton in Naperville, Illinois. Benché la sua formazione vocale sia quella di un baritono lirico, Mark Spencer ha presto scoperto di possedere un’insolita e bellissima estensione della sua voce fino al soprano. Nel febbraio 1997 ha avuto luogo il suo debutto professionale nell’opera, seguito da tre anni di tour in tutti gli Stati Uniti e nel Canada con il Broadway Musical Chicago. A Los Angeles è stato nominato “Miglior attore non protagonista in una commedia musicale” negli Ovation Award del 1998. Nello stesso anno ha ricevuto il riconoscimento “Outstanding Vocal Performance” del San Francisco Chronicle Arts Review per “aver stabilito nuovi standard” nella performance di soprano drammatico maschile. Nel 2000 è stato nominato Direttore di Musica e Liturgia, Maestro di Cappella e Primo Organista della chiesa e della scuola di St. Patrick a Miami Beach, Florida. Per la Continuo Arts Foundation è primo arpista con prime assolute alla Carnegie Hall di New York e in tutti gli Stati Uniti. Dopo il suo debutto internazionale al Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra nell’anno 2008, Spencer è ritornato in concerto nella Città del Vaticano e a Roma altre cinque volte. Nel 2014 Spencer è stato il primo arpista professionale della storia a dare un concerto nella Cappella Sistina. TSUTOMU TANAKA, BARITONO Ha debuttato con Le nozze di Figaro, poi ha cantato in Così fan tutte, Pagliacci, Falstaff e altri. Dal 1990 al 1991, Tsutomu Tanaka ha studiato all’Università di Musica e Arti dello Spettacolo a Vienna come borsista dell’Agenzia per gli Affari Culturali del governo giapponese. Al suo ritorno ha cantato in La Traviata, La Bohème, Rigoletto, Yuzuru (Twilight Crane), Evgenij Onegin, Madama Butterfly, Pagliacci, Turandot e altre opere. Ha vinto il premio per cantanti emergenti al 22° Naniwa Performing Arts Festival e il premio speciale del pubblico al Primo Concorso Liederistico Internazionale della Schubert-Gesellschaft giapponese. Nel 1999 gli è stato conferito il premio per meriti culturali della città di Izumi e nel 2000 il primo premio della 22ma edizione del Critics Society Award. Nel 2004 ha ricevuto l’Osaka Performing Arts Award, e nel 2011 il premio dell’Agenzia per gli Affari Culturali per la sua interpretazione nel Rigoletto. Ha completato un corso di studio in lirica all’Osaka College of Music Graduate School. Ora è professore all’Osaka College of Music, membro nel consiglio direttivo della Kansai Opera Company, e socio della Schubert-Gesellschaft giapponese. Ars Artem Salvat XIII. FESTIVAL INTERNAZIONALE DI MUSICA E ARTE SACRA ROM UND VATIKAN 22. – 29. OKTOBER 2014 SCHIRMHERRSCHAFTEN MIT UNTERSTÜTZUNG DES STAATSPRÄSIDENTEN DER REPUBLIK ITALIEN UND SEINER REPRÄSENTATIONSMEDAILLE Medaille des Staatspräsidenten Italiens UND MIT DER SCHIRMHERRSCHAFT des Senats der Republik der Abgeordnetenkammer des Präsidiums des Ministerrates des Ministeriums für Kulturgüter und kulturelle Aktivitäten des Fonds der Sakralbauten, Abteilung bürgerliche Freiheiten und Immigration des Innenministeriums der Päpstlichen Kommission für die Kulturgüter der Kirche der Region Latium der Hauptstadt Rom 106 DIE FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA ORGANIGRAMM GRÜNDER UND GENERALPRÄSIDENT Sen. Dr. h.c. mult. Hans-Albert Courtial Großkreuzritter des Verdienstordens der italienischen Republik und Botschafter Roms in der Welt STIFTUNGSRAT Sen. Dr. h.c. mult. Hans-Albert Courtial Msgr. Pablo Colino Msgr. Valentino Miserachs Grau Mag. Nicole Anneliese Courtial EHRENPRÄSIDENT S. Hochw. Eminenz Angelo Kardinal Comastri Erzpriester der päpstlichen Basilika von St. Peter im Vatikan Generalvikar des Papstes für die Vatikanstadt - Präsident der Dombauhütte von St. Peter EHRENKOMITEE S. Hochw. Eminenz Santos Kardinal Abril y Castelló Erzpriester der Basilika Santa Maria Maggiore, Rom S. Hochw. Eminenz Domenico Kardinal Bartolucci (Borgo San Lorenzo, 7. Mai 1917 – Rom, 11. November 2013) Kapellmeister auf Lebenszeit der Päpstlichen Musikkapelle “Sistina” und Preisträger “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” 2010 S. Hochw. Eminenz Andrea Kardinal Cordero Lanza di Montezemolo Erzpriester Emeritus der Basilika San Paolo fuori le Mura, Rom S. Hochw. Eminenz Timothy Kardinal Dolan Erzbischof von New York S. Hochw. Eminenz Bernard Francis Kardinal Law Erzpriester Emeritus der Basilika Santa Maria Maggiore, Rom S. Hochw. Eminenz William Joseph Kardinal Levada Präfekt Emeritus der Glaubenskongregation S. Hochw. Eminenz Francesco Kardinal Marchisano (Racconigi, 25. Juni 1929 – Rom, 27. Juli 2014) Präsident Emeritus der Permanenten Kommission für den Schutz der Historischen und Künstlerischen Denkmäler des Heiligen Stuhles und Preisträger “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” 2006 S. Hochw. Eminenz Francesco Kardinal Monterisi Erzpriester Emeritus der Basilika San Paolo fuori le Mura, Rom S. Hochw. Eminenz Paul Kardinal Poupard Präsident Emeritus des Päpstlichen Kulturrates Mgr. Prof. Dr. Georg Ratzinger, Apostolischer Protonotar, Kapellmeister Emeritus und Preisträger “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” 2010 S. Hochw. Eminenz Gianfranco Kardinal Ravasi Präsident des Päpstlichen Kulturrates und der Päpstlichen Kommission für die Kulturgüter der Kirche Seine Hochw. Eminenz Camillo Kardinal Ruini Generalvikar Emeritus Seiner Heiligkeit für die Diözese Rom S. Hochw. Exzellenz Mons. Giovanni Tonucci Erzbischofprälat des Heiligen Hauses von Loreto Seine Hochw. Eminenz Agostino Kardinal Vallini Generalvikar Seiner Heiligkeit für die Diözese Rom und Erzpriester der Basilika San Giovanni in Laterano, Rom Prof. Dr. Dr. Sen. h.c. Herbert Batliner Großkreuzritter mit Diamanten des Fürstentums Liechtenstein Ralph Dommermuth Sen. Dr. Mariapia Garavaglia Preisträgerin “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” 2008 Prof. Nikolaus Harnoncourt Dirigent Prof. Dr. Clemens Hellsberg Preisträger “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” 2010 Dr. Gianni Letta Preisträger “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” 2004 Ing. Wolfgang D. Schrempp 107 DIE FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA Richard de Tscharner Preisträger “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” 2008 Dr. h.c. Hans Urrigshardt Preisträger “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” 2010 Franz Welser-Möst Dirigent KÜNSTLERISCHES KOMITEE Msgr. Pablo Colino Domkapellmeister i. R. und Präfekt für die Musik der Basilika St. Peter im Vatikan Prof. Janos Czifra Domkapellmeister am Dom zu Salzburg Prof. Dr. Clemens Hellsberg ehem. Präsident der Wiener Philharmoniker Prof. Eberhard Metternich Domkapellmeister am Kölner Dom Msgr. Valentino Miserachs Grau Rektor Emeritus des Päpstlichen Institutes für Kirchenmusik Prof. James O’Donnell Organist und Domkapellmeister der Westminster Abbey Msgr. Massimo Palombella, SDB Leiter des Papstchores Cappella Musicale Pontificia “Sistina” FÖRDERKOMITEE Dr. Claudia Autieri Präsidentin Ihre Durchlaucht Fürstin Marie von und zu Liechtenstein Wiener Philharmoniker, Wien Päpstliches Institut für Kirchenmusik, Rom Internationale Vereinigung Freunde der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra, Rom Förderverein der Freunde der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra e.V., Deutschland Courtial International srl, Rom ORGANIGRAMM DES 13. FESTIVAL INTERNAZIONALE DI MUSICA E ARTE SACRA Gründer und Generalpräsident Sen. Dr. h.c. mult. Hans-Albert Courtial Sekretariat Dott.ssa Elena Regina Brandstetter – Vorstandssekretariat Dott.ssa Melinda Mögele – Künstlersekretariat und Auslandsbeziehungen Verwaltung Rag. Andrea Serafini Pressebüro Sara Ciccarelli Luca Pellegrini Fotografen Flavio Ianniello Riccardo Musacchio 108 Die Fondazione Pro Musica e Arte Sacra dankt dem Bildarchiv der Vatikanischen Museen (Fototeca dei Musei Vaticani) für die freundliche Hilfe bei der Auswahl der Titelbilder für die einzelnen Konzerte des Programmheftes. VORWORT DES EHRENPRÄSIDENTEN D ieses Jahr ist das Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra Papst Paul VI. im Jahr seiner Seligsprechung gewidmet, über die wir uns alle sehr freuen. Ich möchte an ihn erinnern und beginne mit einem denkwürdigen Moment seines Pontifikates: seiner Reise nach New York zur UNO und seiner Begegnung mit der Versammlung der Völker der Welt. Bei jener Gelegenheit hielt er eine eindrucksvolle Rede, die in die Geschichte einging. Er beginnt mit bescheidenen und entwaffnenden Worten: „Diese Zusammenkunft, Sie alle sind sich dessen gut bewusst, nimmt einen doppelten Charakter an: Sie ist gleichermaßen von Einfachheit und Größe geprägt. Von Einfachheit, weil der, der zu Ihnen spricht, ein Mensch ist wie Sie; er ist Ihr Bruder, zugleich einer der allerkleinsten unter Ihnen, die Sie souveräne Staaten vertreten. … Wir haben nichts zu fordern, keine Frage aufzuwerfen, ganz darüber hinaus nur einen Wunsch zu formulieren, eine Erlaubnis zu erbitten: Jene Vollmacht, Ihnen in dem zu dienen, was unsere Zuständigkeit ist, ohne Eigennutz, mit Demut und Liebe“. Hier macht Paul VI eine kleine Pause, wie um den Hauch von zwanzig Jahrhunderten einzuatmen. Dann fährt er mit klarer und fester Stimme fort: „Uns wurde geboten: Gehet, tragt die gute Nachricht zu allen Völkern. Nun aber sind Sie es, die „alle Völker“ repräsentieren. Lassen Sie uns sagen, dass wir für Sie alle eine Botschaft haben. Diese Botschaft kommt aus unserer historischen Erfahrung, als expert en humanité...“. Herrliche Definition der Kirche: Experte in Menschlichkeit! Paolo VI ereifert sich und hebt die Stimme: „Wir haben das Bewusstsein, uns auch die Stimme der Lebenden und der Toten zu eigen zu machen: Der Toten, die in den vergangenen furchtbaren Kriegen gefallen sind, sich sehnend nach der Eintracht und dem Frieden der Welt; der Lebenden, die das überlebt haben und die vor allem in ihren Herzen die verdammen, die versuchen, das wiederzubeleben“. Der Papst ist nun an dem Punkt angelangt, der ihm am Herzen liegt, er ist zum Zentrum seiner Botschaft vorgedrungen. Klein wie David, lässt sich Paul VI. vom Hauch des Heiligen Geistes führen und spricht seine Herausforderung aus: „Es ist unmöglich, Bruder zu sein, wenn man nicht demütig ist. Denn es ist der Hochmut, so unvermeidbar er erscheinen mag, der Spannungen und Kämpfe um das Prestige provoziert, um die Oberhoheit, den Kolonialismus, den Egoismus: Er ist es, der die Brüderlichkeit zerbricht. Niemals mehr sollen die einen über den anderen stehen! Niemals mehr die einen gegen die andern, niemals, niemals mehr. Jamais plus la guerre, niemals wieder Krieg! Der Friede ist es, der Friede, der die Bestimmung der Völker anleiten muss und so die der ganzen Menschheit!“. Die Ansprache von Paul VI. machte Eindruck und hatte große Resonanz: Es war das erste Mal, dass ein Papst vor der UNO sprach, das erste Mal, dass der Nachfolger des Fischers Petrus sein Netz so weit in das Meer der Welt auswarf. 7. Dezember 1965: Kurz vor Beendigung des Zweiten Vatikanischen Konzils reißen Paul VI. und der Patriarch von Konstantinopel eine Mauer nieder, die neun Jahrhunderte gestanden hat: Sie heben die gegenseitigen Exkommunikationen aus dem Jahr 1054 auf! Versuchen wir, die enorme Tragweite dieser Geste zu verstehen. Am 29. Juli 1054 weigert sich in Konstantinopel der Patriarch Michael I., die Gesandten des Papstes zu empfangen und lässt sie nicht zur Eucharistie zu. Daraufhin schreiben diese eine Bannbulle und legen sie auf dem Altar der Hagia Sofia nieder. Dann reisen sie nach Rom zurück. Der Patriarch lässt sich nicht einschüchtern und antwortet ebenfalls mit einer Bannbulle. Eine traurige Geschichte von Hochmut und Unverständnis nimmt ihren Anfang. Seit jenem Tag ging die Ostkirche trotz der Versöhnungsversuche von 1274 beim Konzil von Lyon und von 1439 in Florenz Jahrhunderte lang ihren eigenen Weg, getrennt vom Bischof von Rom, der Nachfolger des Apostels Petrus ist und somit Garant für die Einheit der Kirche Christi. Am 7. Dezember 1965 findet diese traurige Geschichte ein Ende: Paul VI. und der Patriarch Athinagoras unterzeichnen zur gleichen Stunde in Rom und in Konstantinopel ein Dokument, das die gegenseitigen 109 DIE FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA Exkommunikationen aufhebt. Hier einige wichtige Abschnitte aus diesem Dokument: „Im Gedenken an das Gebot des Herrn, Wenn du deine Opfergabe zum Altar bringst und dir dabei einfällt, dass dein Bruder etwas gegen dich hat, so lass deine Gabe dort vor dem Altar liegen; geh und versöhne dich zuerst mit deinem Bruder – im Gedenken an dieses Gebot Jesu erklären Papst Paul VI. und der Patriarch Athinagoras im gemeinsamen Einverständnis, die beleidigenden Worte zu bedauern... die auf der einen und auf der anderen Seite die traurigen Vorkommnisse jener Epoche gekennzeichnet und begleitet haben, und die Exkommunikationen aus dem Gedächtnis und aus der Mitte der Kirche zu tilgen. Sie hoffen, dass diese ihre Geste Gott gefällig ist, welcher bereit ist, uns zu vergeben, wenn wir uns gegenseitig vergeben“. Diese demütigen und mutigen Worte stellen die Grundlage für die gesamte ökumenische Entwicklung seither dar. 8. Dezember 1965: Mit einem Gottesdienst auf dem Petersplatz beschließt Paul VI. zusammen mit den Konzilsvätern das Zweite Vatikanische Konzil – ein enormes Unternehmen, das die Geschichte der Kirche in den darauf folgenden Jahren und vielleicht sogar für Jahrhunderte geprägt hat. Der Papst vertraut der Menschheit eine Reihe von Botschaften an und wendet sich dabei, wie in einer einzigen großen Umarmung, an die ganze Familie der Menschen: an die Regierenden, die Denker und Wissenschaftler, die Künstler, die Frauen, die Arbeiter, die Armen, die Kranken und Leidtragenden, die Jugend. Eine besondere Botschaft richtet er an die „Fernen“, die schon immer eine Sorge und einen ständigen Wunsch im Herzen des Papstes darstellten. Die Botschaft lautet: „Diesen unseren universellen Gruß richten wir auch an Euch, Menschen, die Ihr uns nicht kennt, die Ihr uns nicht versteht; Menschen, die Ihr uns nicht als für Euch nützlich anseht, als notwendig und befreundet; und auch an Euch, Menschen, die Ihr, vielleicht im Glauben, das Richtige zu tun, gegen uns wirkt! Ein ehrlicher Gruß, ein unaufdringlicher Gruß, doch voll der Hoffnung; und, glaubt es uns, voll der Hochachtung und der Liebe“. Paul VI. erwartete einen Frühling, doch es kamen dunkle und schwierige Tage. Paul VI. lenkte das Boot Petri inmitten des Sturmes: Er war kein Zauderer, sondern ein vorsichtiger Mann; er war kein Konservativer im negativen Sinn des Wortes, sondern ein Mensch, der dem Evangelium treu ist und sich ihm demütig unterordnet; er war kein Progressist oder Abenteurer, sondern ein Mensch, der auf den Dialog Wert legte und zu jedem Opfer bereit war, um das ewige Evangelium in die heutigen Worte zu übersetzen. Er war ein Mann Gottes. Für mich war er ... ein Märtyrer ohne Blutvergießen. Einen Tag nach Abschluss des Konzils drückt der Papst laut den Worten seines Sekretärs Monsignore Pasquale Macchi in einer persönlichen Notiz die totale Hingabe aus, mit der er sich den Händen Gottes anvertraut: “Nunc dimittis? Ist es Zeit zum Aufbruch? Jetzt: eine neue Zeit, nach dem Konzil. Ist unser Dienst nicht beendet? Die Versuchung des Alters ist, sich auszuruhen! Doch für einen Diener, einen Diener Christi, gibt es keine Rast. Vielleicht hat der Herr mich nicht so sehr zu diesem Dienst gerufen und hält mich darin fest, damit ich eine bestimmte Einstellung haben oder die Kirche leiten und vor ihren aktuellen Schwierigkeiten retten möge, sondern damit ich etwas für die Kirche erleide und allen klar werde, dass er und kein anderer sie leitet und rettet“. Aus diesen Worten sprechen Demut, Gehorsam, totale Hingabe an den Willen Gottes: diese Worte sind eines Heiligen würdig! 110 Angelo Kardinal Comastri Generalvikar des Papstes für die Vatikanstadt und Erzpriester der päpstlichen Basilika von St. Peter im Vatikan Ehrenpräsident der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra GRUSSWORT DES GENERALPRÄSIDENTEN S ehr geehrte Damen und Herren, liebe Freunde der Musica Sacra, mit großer Freude heiße ich Sie beim wichtigsten jährlichen Ereignis unter den musikalischen Veranstaltungen unserer Fondazione Pro Musica e Arte Sacra willkommen: dem 13. Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra. Die Situation ist nicht gerade einfach, und doch können wir Dank der beständigen Unterstützung, die Förderer und Mäzene weiterhin unseren institutionellen Aktivitäten zukommen lassen, auch dieses Jahr wieder außergewöhnliche Werke der Sakralmusik aufführen – ewige Meisterwerke, aber auch Arbeiten von zeitgenössischen Komponisten. Im Oktober dieses Jahres werden aus allen Teilen der Welt an die tausend hervorragende Musiker nach Rom kommen, aus Japan, den Vereinigten Staaten von Amerika, Deutschland, Österreich, Tatarstan, dem Vatikanstaat und Italien. Neben professionellen Musikern und Sängern von Weltruhm möchten wir Ihnen auch diesmal wieder junge Menschen präsentieren, die die Kirche das ganze Jahr über unterstützen, indem sie die Liturgiefeiern auf höchstem Niveau musikalisch gestalten. Und so bieten wir im Programm zwei hervorragende Kirchenchöre, den preisgekrönten Mädchenchor am Kölner Dom und den Papstchor „Cappella Sistina“. Mit beiden Institutionen, der Kölner Dommusik und der Päpstlichen Musikkapelle „Sistina“, pflegt die Fondazione seit Jahren eine ausgezeichnete Zusammenarbeit. Nun haben wir seit 2002 jedes Jahr ein Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra organisiert, und doch bleiben in der Musica-Sacra-Literatur noch viele Werke, die bei unserem Festival nie aufgeführt wurden. Dieses Jahr bieten wir Ihnen gleich zwei davon, den Lazarus von Schubert und Händels Saul. Diese beiden großen Oratorien, die am 22. und 23. Oktober das Festival eröffnen, sind ein neuer Akzent im Programm und werden uns sicher wunderbare Momente bescheren, auch Dank außergewöhnlicher Musiker wie den Wiener Philharmonikern und dem Wiener Singverein unter der Leitung von Ingo Metzmacher, die für unsere Förderer und unser Publikum den Lazarus aufführen. Im Festivalprogramm 2014 finden Sie außerdem zwei Messen – eine klassische und eine zeitgenössische Vertonung – sowie gleich drei Requiems. Letztere möchten wir dem Gedenken an vier wunderbare Menschen widmen, die all jenen viel bedeutet haben, die die Ehre hatten, sie und ihre hervorragende und beständige Arbeit im Dienst des Nächsten kennenzulernen. Am 11. November 2013 ging ein großer Musiker von uns: der Komponist, Dozent und Kapellmeister auf Lebenszeit der Päpstlichen Musikkapelle „Sistina“, Domenico Kardinal Bartolucci, der 2010 den Ehrenpreis „Fondazione Pro Musica e Arte Sacra“ erhielt und Mitglied im Ehrenkomitee der Fondazione war. Ehrenmitglied der Fondazione war auch Seine Eminenz Francesco Kardinal Marchisano, emeritierter Erzpriester der Basilika St. Peter im Vatikan, emeritierter Präsident der Permanenten Kommission für den Schutz der Historischen und Künstlerischen Denkmäler des Heiligen Stuhles und Preisträger „Fondazione Pro Musica e Arte Sacra“ 2006, der am 27. Juli 2014 verstarb. Mit ihnen gedenkt die Fondazione Pro Musica e Arte Sacra im Gebet auch zweier guter Freunde, zweier herzlicher, hilfsbereiter und großzügiger Personen: Pater Gonzalo Diaz, emeritierter Pater Generalökonom des Augustinerordens, und Rolf Deyhle, Mäzen und Ehrenpräsident des Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra 2011 und 2012. Wir werden stets mit Dankbarkeit an sie denken. Wie schon im letzten Jahr, so stellt die Fondazione, dem Aufruf von Papst Franziskus nach mehr aktiver zwischenmenschlicher Hilfsbereitschaft folgend, auch dieses Jahr wieder eines der Konzerte des Festivals in den Dienst der Solidarität und Nächstenliebe. Damit soll den Salvatorianerpatres und -brüdern über ihre Stiftung Fondazione SOFIA onlus die Gelegenheit gegeben werden, ihre Hilfsprojekte vorzustellen und mit 111 DIE FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA Genehmigung des Kardinal Erzpriesters der Basilika San Paolo fuori le Mura Spenden zugunsten der Straßenkinder von Caracas zu sammeln. Es ist kein Zufall, dass die Aufführenden bei diesem Konzert gerade die Musiker des IlluminArt Philharmonic Choir and Orchestra sind. Deren künstlerische Leiterin Tomomi Nishimoto widmet sich nämlich schon seit Langem solidarischen Projekten, die mit der Wiederentdeckung antiker christlicher Praktiken in Japan einhergehen. Sie selbst stammt aus einer Familie, die in Japan über Jahrhunderte im Verborgenen ihren christlichen Glauben praktizierte, und widmet sich der Untersuchung der antiken, mündlich überlieferten Gesänge dieser „geheimen Christen“. Auch dieses Jahr, wie schon 2013, trat sie mit dem IlluminArt Philharmonic Choir and Orchestra die Reise nach Rom an, um über die Musica Sacra die Verbindung zum Herzen der katholischen Kirche weiter zu pflegen. Die Fondazione Pro Musica e Arte Sacra dankt dieses Jahr dem zeitgenössischen Komponisten und Dirigenten Andrea Morricone ganz herzlich dafür, dass er ihr seine Komposition Inno alla Fede (Hymne an den Glauben) für Oboe und Streicher gewidmet hat. Das Werk wurde bei der Pressekonferenz zum 13. Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra im Einvernehmen mit dem Autor als die offizielle Hymne der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra vorgestellt. Möge dieses wunderbare Stück von all denen gehört werden, die unsere institutionellen Aktivitäten unterstützen, und seine Schönheit möge viele Menschen über die Kraft der Musik, die Grenzen sprengt und Kulturen verbindet, dazu einladen, selbst auch Förderer zu werden und das Schöne zu erhalten. Was die Restaurierungsarbeiten betrifft, welche die Fondazione Pro Musica e Arte Sacra mit Unterstützung ihrer Förderer finanziert, und insbesondere das große Projekt der Restaurierung der Fassaden des Petersdomes, so befinden wir uns auf einem guten Weg, und die Arbeiten schreiten in einem sehr positiven Klima voran. Die Restaurierung der Westseite der Vatikanbasilika wird dieses Jahr abgeschlossen, und von 2014 bis 2016 wird die Dombauhütte von St. Peter mit unserer Unterstützung die Arbeiten an der Nordseite durchführen und so einen weiteren Schritt dazu beitragen, dass der gesamte Petersdom in neuem Glanz erstrahlt. Neben dem Restaurierungsprojekt am Petersdom hat die Fondazione 2014 weitere Projekte finanziell unterstützt: • die Herstellung eines Mosaikpaneels mit der Darstellung der Muttergottes Salus Populi Romani für das Heiligtum des hl. Johannes Paul II. in Krakau (Polen); • die Herstellung des Mosaikmedaillons mit dem Portrait von Papst Franziskus für die Reihe der Päpste in der Päpstlichen Basilika St. Paul vor den Mauern in Rom; • die Restaurierung der „Räume des hl. Aloisius von Gonzaga“ im Gebäudekomplex der Kirche Sant’Ignazio und des Collegio Romano in Rom; • die Restaurierung der Statuen der Heiligen Peter und Paul auf dem Petersplatz. Dank der beständigen und unverzichtbaren Unterstützung unserer großzügigen Förderer, Mäzene und Sponsoren können wir zur Veranstaltung wichtiger Konzerte beitragen und bedeutende Restaurierungsarbeiten finanzieren, im Interesse der Anwesenden und der zukünftigen Generationen. Mehr denn je setzen wir uns dafür ein, die hohen spirituellen und kulturellen Werte der Musica Sacra und die Bedeutung der Erhaltung dessen zu verteidigen, was uns aus der Vergangenheit überliefert wurde. Es geht um die großen Werke der sakralen Kunst und Architektur, geschaffen von genialen Künstlern und Architekten aus allen Epochen, die heute zu einem leuchtenden Vorbild nicht nur für Studenten der Kunst, Architektur und Bautechnik werden, sondern auch für uns alle, Musiker und Publikum. 112 Ich bin mir sicher, dass auch dieses Festival Ihnen allen wieder die Gelegenheit bieten wird, in den päpstlichen Basiliken und den Kirchen Roms unvergessliche Momente zu erleben, Dank der Bravour aller Auf- führenden. Mein hochachtungsvoller Gruß geht nicht nur an Sie alle, liebe Freunde der Musica Sacra, sondern auch an die hochwürdigen Erzpriester der Basiliken und die Verantwortlichen der Kirchen, welche diese herrlichen Meisterwerke für die Menschheit erhalten. Zu guter Letzt möchte ich noch meine große Freude und Zufriedenheit darüber ausdrücken, dass vor Kurzem Papst Paul VI. selig gesprochen wurde, dieser verehrte und geliebte Pontifex, dessen große Persönlichkeit meine ersten Jahre in Rom begleitet hat und der für mich immer ein unerlässlicher Bezugspunkt war. In tiefer Dankbarkeit widme ich die Konzerte des 13. Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra seinem Gedenken. Hans-Albert Courtial Generalpräsident der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra KUNST, MÄZENATENTUM UND KULTURELLER TOURISMUS FÜR DIE EWIGE STADT S chon ein kurzer Blick auf die Aktivitäten der „Fondazione pro Musica e Arte Sacra“ in den dreizehn Jahren ihres Bestehens zeigt, dass es möglich ist, Dinge zu tun, die in der Welt der sakralen Kunst und deren Restaurierung und Erhaltung zunächst für unmöglich oder unwahrscheinlich gehalten wurden. Es gibt dafür ein einfaches Geheimnis: man braucht Männer und Frauen, die sich der großen Bedeutung der sakralen Kunst bewusst sind und denen es gelingt, andere Männer und Frauen zur Mitarbeit und zur konkreten Unterstützung dieser Tradition durch ihr Mäzenatentum zu bewegen. Und genau das ist auch hier geschehen. Um die Bedeutung der bereits realisierten Arbeiten zu verstehen, mag es genügen, an die über zwanzig großen Restaurierungsprojekte zu denken, die von der Vatikanischen Nekropole bis hin zur Deutschen Kapelle im Päpstlichen Heiligtum des Heiligen Hauses von Loreto reichen, von der „Cappella di Sisto V“ zur Statue Papst Pauls V. Borghese, von der Tamburini-Orgel in Sant’Ignazio di Loyola zum Appartement Papst Julius‘ II. Hinzu kommt das so bedeutende Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra, dem wir es verdanken, dass es in Rom endlich wieder einen Ort zur unentbehrlichen und tiefgründigen Reflexion über diese Themen gibt, der seit langer Zeit im kulturellen Panorama Italiens gefehlt hatte. Die Konzerte der Stiftung sind Ereignisse, die sich durch ihre außergewöhnliche Qualität auszeichnen. Und dies ist nicht die persönliche Meinung des Verfassers, sondern eine objektive Bewertung, die diese Veranstaltungen jedes Jahr von verschiedener Seite bekommen. Unvergesslich ist etwa die weltweite Erstaufführung der Messe Speravi in te, Domine des zeitgenössischen österreichischen Komponisten Hubert Steppan, die Papst Johannes Paul II. zu seinem 85. Geburtstag gewidmet war und dann kurz nach seinem Hinscheiden aufgeführt wurde. In anderen geschichtlichen Epochen war das Mäzenatentum mit einer wichtigen Eigenschaft verbunden, nämlich dem Großmut: dies bezog sich auf die Großherzigkeit und Großzügigkeit der Mäzene ebenso wie auf die Großartigkeit, den Wert und die Schönheit der geschaffenen Kunstwerke. Ich glaube, dass im Fall der Fondazione pro Musica e Arte Sacra diese Übereinstimmung zwischen Mäzenatentum und Großmut wieder an Aktualität gewonnen hat. Man könnte sagen, dass die Stiftung durch ihre Arbeit im Bereich der sakralen Musik und Kunst in das Herz des Abendlandes vordringt. Denn die ästhetische Dimension ist ein zentraler Aspekt unserer Tradition. Musik und Kunst sind wesentliche Bestandteile dieser historisch-kulturellen Tradition. Unser Abendland ist ja das christliche Abendland, und somit ist die sakrale Musik und Kunst das eigentliche Herz, ja gleichsam die Herzmitte dieser Tradition: obwohl sie allen gehört, geht sie aus Überzeugungen und Kulturen hervor, die weitgehend christlich geprägt sind. Die Sorge um die Re- 113 DIE FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA staurierung und den Erhalt dieser künstlerischen und kulturellen Zeugnisse, der Einsatz für die Wiederbelebung und Förderung der Verehrung des Sakralen in seinen verschiedenen Formen und Traditionen und die Pflege einer Pädagogik der Schönheit sind die vorrangigen Ziele der Stiftung. Wie ich bereits angemerkt habe, ist es kein Zufall, dass sich die Stiftung um die Restaurierungsarbeiten in den vier Päpstlichen Basiliken Roms kümmert. Diese Monumente stehen in tiefer Verbindung zur Geschichte der Kirche, die in Rom ihre Quelle hat und die Rom zu einer unvergleichlichen Stadt werden lässt. Das Engagement auf diesem Gebiet ist nicht nur eine Frage der materiellen Wiederherstellung von Relikten der Vergangenheit, sondern es geht vielmehr darum, nicht den Sinn verlorengehen zu lassen, der uns von diesen Dingen übermittelt wird. Man kann durchaus behaupten, dass die Arbeit der Stiftung den Erhalt und die Weitergabe des wahren spirituellen Erbes fördert: das Erbe Roms, das Erbe des christlichen Abendlandes. Die Aktivitäten der Stiftung sind im Hinblick auf den Kulturtourismus von großer Bedeutung für die Stadt Rom und somit für ganz Italien. Die Organisation von Konzerten zieht Menschen aus Frankreich, Spanien und Deutschland nach Rom und gleiches gilt auch für die Besichtigung der restaurierten Stätten und Monumente. Wir haben es hier mit Qualitätstourismus zu tun. Qualität im Hinblick auf die Touristen und folglich auch Qualität bezüglich der Orte, an denen sie zu Gast sind. Ein Tourismus, von dem seit geraumer Zeit gesagt wird, dass er dringend notwendig sei für die Ewige Stadt. Die Stiftung fördert ihn durch ihre Aktivitäten nicht nur mit Worten, sondern mit konkreten Taten. Es ist wahr, dass aus einem guten Werk eine Reihe von positiven Folgen hervorgehen kann, die oft über die Ziele derer hinausgehen, die diese Werke geschaffen haben. Dies trifft auch auf die Stiftung zu, die bei der Ausführung ihrer Aufgaben einen virtuosen Zirkel in Gang setzt, zu dessen wesentlichen Aspekten der Kulturtourismus gehört. Der Gründer und Generalpräsident der Stiftung, Dr. Hans-Albert Courtial, ist nicht nur ein bedeutender moderner Mäzen, sondern auch ein Botschafter Roms in der Welt: ein Botschafter des christlichen Roms. Die Ziele von Hans-Albert Courtial, die er als wahre „Mission“ plant und in die Tat umsetzt, beseelen Rom seit der Gründung der Stiftung im Jahr 2002, und sie verbreiten in der Welt bisher verborgene Werke und Werte. Die begeisterte Zustimmung, Wertschätzung und Dankbarkeit, die der Stiftung für die geleistete Arbeit zu Teil werden, zeigen, wie außergewöhnlich ihre Aktivitäten sind. Ich möchte meinen aufrichtigen Dank aussprechen, verbunden mit dem Wunsch, dass die Stiftung noch viele Jahre auf diesem Weg vorangehen und dabei die Quantität ihrer Aktivitäten erhöhen möge, wobei deren Qualität auf einem kaum überbietbaren Niveau ist: Besser geht es nicht! Danke. Dr. Gianni Letta Mitglied des Ehrenkomitees der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra KULTUR ALS INDIVIDUELLER UND UNTERNEHMERISCHER WERT - DIE BEDEUTUNG DER MÄZENE D 114 ie Fondazione Pro Musica e Arte Sacra ist eine gemeinnützige Körperschaft ohne Erwerbszweck, die am 21. Juni 2002 auf Initiative von Dr. Hans-Albert Courtial gegründet wurde mit dem Ziel, in der Ewigen Stadt eine private Institution zu schaffen, die sich auf höchstem Niveau für die Förderung der Kirchenmusik und für die Restaurierung der kirchlichen Kulturgüter einsetzt. Die Stiftung hat zum Ziel, einen Beitrag zur Erhaltung des kirchlichen Kulturerbes zu leisten, wobei Privatpersonen, Unternehmen und Pilger für die jeweiligen Projekte sensibilisiert und in deren Realisierung miteinbezogen werden. Grundlegend ist hierfür das tiefe Bewusstsein, dass die Erhaltung der Kultur als Allgemeingut den Dialog zwischen den Völkern, die seit jeher in großer Zahl nach Rom „pilgern“, fördert. Im November 2002 nahm die Stiftung, die zuvor bei der Präfektur von Rom in das Register der Rechtspersonen eingetragen worden war, durch die Organisation des ersten Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra ihre Aktivitäten zur Förderung der sakralen Musik auf. Das Hauptanliegen der Initiative ist seither, in den päpstlichen Basiliken Roms Konzerte für geistliche Musik unter Mitwirkung weltweit renommierter Musiker aufzuführen. Die Wiener Philharmoniker nahmen sofort bereitwillig das Angebot an, als Stammorchester des Festivals in den Basiliken des Papstes aufzutreten. Aus Anlass des ersten Festivals kamen zahlreiche Liebhaber der sakralen Musik aus Deutschland, der Schweiz, Österreich, Großbritannien und den Vereinigten Staaten nach Rom, um die musikalischen Darbietungen an den Orten zu hören, für die die geistliche Musik ursprünglich komponiert worden war. Für die Konzertbesucher ist es ein besonders bewegender, zeitloser und unvergesslicher Moment, die Vollkommenheit der Melodien vereint mit der Vollkommenheit der Darbietung an Orten zu erleben, an denen die sakrale Kunst in ihrer ganzen Herrlichkeit erstrahlt. Durch das Festival wird es dem Publikum ermöglicht, die Stiftung näher kennen zu lernen, die sich für die Erhaltung, Förderung und Erschließung der kirchlichen Kulturgüter in der Ewigen Stadt einsetzt. So begannen die ersten Schritte der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra auf ihrem Weg der Förderung der Kirchenmusik und der Erhaltung der sakralen Kulturgüter. Die Stiftungsaktivitäten haben seitdem konkrete Gestalt angenommen in der Organisation von weiteren zehn Festivals und durch die finanzielle Unterstützung bedeutender Restaurierungsarbeiten. Die Sponsor-Unternehmen und die privaten Mäzene, die großzügig finanzielle Mittel zur Verfügung stellten, machten es möglich, dass dieses außergewöhnliche kulturelle Erbe auch an die künftigen Generationen weitergegeben werden kann, damit die uns von unseren Vorfahren anvertraute Kultur nicht verlorengeht. Das Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra zu unterstützen bedeutete für unsere Sponsoren, an der Verwirklichung bedeutender musikalischer Ereignisse mit international anerkannten Künstlern mitzuwirken; einen Vertrag kultureller Partnerschaft mit der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra abzuschließen; an den Stiftungszielen durch eine Vereinbarung teilzuhaben, die den Unternehmen ermöglicht, bei Ereignissen von höchster kultureller Bedeutung mit ihrem Firmennamen und -logo präsent zu sein, wobei der Bekanntheitsgrad des Unternehmenslogos zusammen mit der Kraft und Faszination der Kultur auf das Publikum einwirkt. Die Sponsoren und all jene, die als wahre Mäzene seit 2002 die Aktivitäten der Stiftung durch ihre Spenden unterstützt haben, haben es möglich gemacht, dass Ereignisse wie das Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra, der Ehrenpreis der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra und die Fertigstellung von Restaurierungsarbeiten an wichtigen Kulturgütern Roms durchgeführt werden konnten. Den SponsorUnternehmen und allen Privatpersonen, die uns in den vergangenen Jahren unterstützt haben, gilt unser aufrichtiger Dank, in der Hoffnung, dass viele andere ihrem guten Beispiel folgen mögen. Wir danken allen Mitgliedern des Förderkomitees, des Wohltäterkreises und des Kreises der Freunde der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra ganz herzlich. Dr. Claudia Autieri Steuerberaterin und Wirtschaftsprüferin Präsidentin des Förderkomitees der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra 115 DIE FONDAZIONE PRO MUSICA DIE STIFTUNG FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA D 116 ie Fondazione Pro Musica e Arte Sacra, eingetragen ins Register der Rechtspersonen bei der Präfektur von Rom, Nr. 162/2002 laut DPR 361/2000, ist eine gemeinnützige Körperschaft ohne Erwerbszweck, deren Ziel die Förderung der Kirchenmusik auf höchstem Niveau und die Restaurierung kirchlicher Kunstschätze ist. Zu diesem Zweck kann die Stiftung folgende Aktivitäten ausüben: • Veranstaltung von Konzerten zur Verbreitung und Förderung der Kirchenmusik; • Veranstaltung von Ausstellungen sakraler Kunst; • Veranstaltung von Festivals, Wettbewerben, Tagungen, Runden Tischen, Radio- und Fernsehsendungen und jeder weiteren Form der Verbreitung von Kultur, Musik und sakraler Kunst; • Durchführung von Ausbildungs- und Fortbildungskursen für sakrale Musik und Kunst, Verleihung von Preisen und Stipendien auf diesem Gebiet; • Förderung der diesbezüglichen Studien und Forschungsarbeiten auch durch die Unterstützung und Finanzierung von religiösen Einrichtungen, Körperschaften und Organisationen des Heiligen Stuhls; • Erstellung und Verbreitung von Schriften und Tonträgern, die zur Erreichung der gesetzten Ziele geeignet sind; • Gewährung von Fernseh-, Bild und Hörfunkrechten in Italien und im Ausland für die von der Stiftung durchgeführten Veranstaltungen. Das Stiftungsvermögen kann in seinem Umfang erhöht werden durch Schenkungen, Erblassenschaften, Vermächtnisse, Spenden, die der Stiftung eigens zugedacht werden und ihr im Laufe ihres Bestehens zukommen können. Die Stiftung führt ihre Tätigkeit zur Erreichung des oben genannten Zieles aus durch Beiträge und eigens der Stiftung zugewandte Spenden, die von juristischen Personen öffentlichen oder privaten Rechts, aus Italien oder dem Ausland, oder von natürlichen Personen stammen sowie durch Erlöse aus Aktivitäten und Veranstaltungen der Stiftung wie auch durch die ihr von der “Associazione Amici della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra”, E ARTE SACRA der Internationalen Vereinigung Freunde der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra, zugewandten Mitteln, einer Vereinigung ohne Erwerbszweck, zu deren institutionellen Zielen ausdrücklich die Unterstützung der Stiftung gehört. Jedes Jahr organisiert die Stiftung das „Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra“ in den wundervollen päpstlichen Basiliken Roms. DIE ZIELE DER FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA Z ugleich führt die Stiftung eine Reihe von Projekten zur Förderung der sakralen Kunst und Musik durch. In der Tat verfolgt die Veranstaltungsreihe des Festivals in den päpstlichen Basiliken Roms das Ziel, die Erhaltung und Restaurierung der in diesen Basiliken enthaltenen Kulturgüter zu unterstützen. Bisher konnte die Fondazione Pro Musica e Arte Sacra zur Finanzierung folgender Arbeiten ihren Beitrag leisten: • Restaurierung der „Cappella di Santo Stefano“ im Querschiff der Basilika St. Paul vor den Mauern mit Unterstützung durch den Partner DaimlerChrysler Italia; • Generalüberholung der zwei wertvollen MorettiniOrgeln aus dem Jahr 1886 in der Apsis der Basilika St. Johannes im Lateran; • Restaurierung der „Cappella Tedesca“ (Deutschen Kapelle) im Päpstlichen Heiligtum des Heiligen Hauses in Loreto bei Ancona, die mit einem herrlichen Freskenzyklus mit Szenen aus dem Leben Mariens ausgeschmückt ist, der in den Jahren 1892 bis 1902 von Ludwig Seitz ausgeführt wurde, mit Unterstützung durch den Partner DaimlerChrysler Italia; • Restaurierung der Kuppel der „Cappella di Sisto V“ (auch „Cappella Sistina“ genannt) in der Basilika Santa Maria Maggiore; • Komplette Restaurierung der Bibliothek des Päpstlichen Instituts für Kirchenmusik in Rom mit Unterstützung durch den Partner DaimlerChrysler Italia; • Restaurierung der „Cappella di San Benedetto“ im Querschiff der Basilika St. Paul vor den Mauern mit Unterstützung durch den Partner DaimlerChrysler Italia; • Dringende Maßnahmen zur Konservierung und Konsolidierung in vier Mausoleen der unter dem Petersdom gelegenen Vatikanischen Nekropole; • Vollständige Restaurierung des Mausoleums H in der Vatikanischen Nekropole mit der Unterstützung des Mäzens Dr. h.c. Hans Urrigshardt und der Firmen LGT Bank in Liechtenstein AG, MercedesBenz Italia S.p.A., Pedrollo S.p.A. und Courtial Viaggi srl; • Restaurierung der Statue von Papst Paul V. Borghese, Werk des Paolo Sanquirico aus dem Jahr 1620, in der Basilika Santa Maria Maggiore; • Restaurierung der Tamburini-Orgel in der Basilika Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio in Rom mit Unterstützung durch den Partner Mercedes- Benz Italia S.p.A; • Restaurierung des monumentalen Baldachins über dem Papstaltar der Basilika St. Paul vor den Mauern, einem Werk von Arnolfo di Cambio aus dem Jahr 1285; • Restaurierung des Chorgestühls von 1620 der „Cappella del Coro“, auch „Cappella Colonna“ genannt, im Querschiff der Basilika St. Johannes im Lateran; • Restaurierung des Appartements der Päpste Alexander VI. (Rodrigo Borgia, 1492-1503) und Julius II. (Giuliano della Rovere, 1503-13) im antiken Papstpalast im Vatikan, mit der Unterstützung des Mäzens Dr. h.c. Hans Urrigshardt und der Stiftung Fundación Endesa, Spanien (letztere für die Beleuchtung des Appartements), sowie mit einem direkten Beitrag von Dr. Hans-Albert Courtial. • Restaurierung des Mausoleums PHI in der Vatikanischen Nekropole unter dem Petersdom; • Restaurierung der südlichen Außenwand des Petersdomes im dritten Bauabschnitt, der die Bausubstanz des von Michelangelo entworfenen Teils der Basilika aus dem 16. Jahrhundert betrifft; • Restaurierung der „Fontana della Burbera“, eines antiken Brunnens auf dem Petersdom, mit Unterstützung durch den deutschen „Förderverein der Freunde der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra“ über dessen Förderer, allen voran Friedrich-Wilhelm Hempel; • Restaurierung der Kapelle im Mutterhaus der Ordensgemeinschaft der Salvatorianer im Palazzo Car- dinal Cesi in Rom; • Restaurierung der Kapelle im römischen Haus der Geweihten Frauen der Familia Spiritualis Opus; • Restaurierung der Orgel der Jesuitenkirche San Francesco Saverio in Rom, besser bekannt unter dem Namen Oratorio del Caravita, im Besitz der Zentralen Direktion für die Verwaltung des Sakralbauten- Bestandes (Fondo Edifici di Culto) des italienischen Innenministeriums; • Teilrestaurierung der Cappella Sistina (Cappella di Sisto V) in der Päpstlichen Basilika Santa Maria Maggiore in Rom; • Restaurierung der Werke sakraler Kunst der Aula Magna/ des Auditoriums der Päpstlichen Salesianer-Universität in Rom; • Herstellung eines Mosaikpaneels mit der Darstellung der Muttergottes Salus Populi Romani für das Heiligtum des hl. Johannes Paul II. in Krakau (Polen); • Herstellung des Mosaikpaneels mit dem Portrait von Papst Franziskus für die Reihe der Päpste in der Päpstlichen Basilika St. Paul vor den Mauern in Rom; • Restaurierung der westlichen Außenwand des Petersdomes. DIE PROJEKTE DER FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA AKTUELLEN I n den Jahren 2014-2015 unterstützt die Fondazione Pro Musica e Arte Sacra folgende bereits in Arbeit befindliche oder geplante musikalische Projekte und Restaurierungsarbeiten: • das Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra; • die musikalischen und ökumenischen Projekte des Chores der Päpstlichen Musikkapelle „Sistina“; • die Restaurierung der „Räume des hl. Aloisius von Gonzaga“ im Collegio Romano in Rom; • die Restaurierung der Statuen der Heiligen Peter und Paul auf dem Petersplatz; • die Restaurierung der Nordfassade der Basilika von St. Peter im Vatikan im von Michelangelo entworfenen Teil. 117 DIE FONDAZIONE PRO MUSICA RESTAURIERUNG DER „RÄUME DES HL. ALOISIUS VON GONZAGA“ M 118 it Unterstützung der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra wurden die sogenannten Räume des hl. Aloisius von Gonzaga restauriert, die sich im Gebäudekomplex der ehemaligen jesuitischen Universität Collegio Romano und der Kirche Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio in Rom befinden. Auf Initiative der Kirche Sant’Ignazio wurden für die Restaurierungsarbeiten die notwendigen Mittel gesammelt und das Projekt erstellt, das dann vom staatlichen Fonds der Sakralbauten, dem die Kirche gehört, und vom Ministerium für Kultur genehmigt wurde. Die Arbeiten begannen im Januar 2013 und sind noch nicht vollständig abgeschlossen, denn der sogenannte Salone di Ricreazione muss noch restauriert werden. Der Beitrag der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra hat es ermöglicht, einen Großteil der Räume zu sanieren und zu restaurieren, um so für Pilger und Besucher ein wertvolles Zeugnis des Lebens des hl. Aloisius, der Gesellschaft Jesu und der ersten Jahrzehnte des römischen Barocks zu erhalten. Die Gesellschaft Jesu entstand nicht als Lehrorden, doch als sie sich schrittweise konkrete Strukturen gab, wurde deutlich, wie wichtig Kultur und Bildung für die apostolische Tätigkeit sind. So förderte der hl. Ignatius von Loyola selbst die Errichtung von Kollegien, die zunächst für die kulturelle Erziehung der jungen Jesuiten gedacht waren, schon bald aber auch Laien zuließen. Auf Initiative des hl. Ignatius wurde in Rom 1551 daher das Collegio Romano gegründet, „Schule für Grammatik, Humanität und christliche Doktrin, kostenlos“, wie die Inschrift über dem Tor eines Hauses zu Füßen des Kapitols lautet, in dem die Patres sich anfangs einrichteten. Nach einigen Umzügen wurde 1584 der von Papst Gregor XIII. in Auftrag gegebene neue Gebäudekomplex eingeweiht, der aufgrund der wachsenden Schülerzahl an Glaubensbrüdern und Laien wesentlich größer war als die bisherigen Räume und somit auch besser dem wachsenden Ruhm und Prestige angemessen, welche die Schule inzwischen erlangt hatte. Im obersten Stockwerk des Collegio Romano, direkt verbunden mit der Rückseite der Jesuitenkirche E ARTE SACRA Sant’Ignazio, befindet sich das sogenannte Ritiramento (der Ort der Einkehr): die Räume, in welchen die Studenten nach dem Noviziat wohnten. Gemeinhin werden sie auch Camerette di San Luigi (Zimmer del hl. Aloisius) genannt. Unter den vielen Jesuiten, die im Verlauf von zwei Jahrhunderten diese Räume bewohnten, treten der hl. Aloisius Gonzaga, der hl. Jan Berchmans, der selige Antonio Baldinucci, der ehrwürdige Diener Gottes Abramo Giorgi sowie einige englische Märtyrer und weitere Jesuiten hervor, die in Brasilien, Indien und Japan den Märtyrertod starben. Die Räume sind schon seit Langem ein Ort der Andacht, der von Italienern und Ausländern jeden Alters und jeder Herkunft besucht werden. Es sind sowohl Ordensgeistliche als auch Laien, welche die Grundlagen der Spiritualität des hl. Ignatius und die allen jederzeit offen stehende apostolische Botschaft des Gründers der Gesellschaft Jesu und seiner Anhänger besser verstehen möchten. Ursprünglich handelte es sich um sehr schlichte Räume, doch im Verlauf der Zeit begann man, sie auszuschmücken und zu restaurieren. Über eine kurze Treppe gelangt man in den Salone della Ricreazione. Im 18. und 19. Jahrhundert wurde dieser Saal bemalt und mit Gemälden ausgestattet, die Szenen aus dem Leben des hl. Aloisius zeigen und seinen menschlichen und geistlichen Werdegang illustrieren. Der Raum, in dem der Heilige zu Beginn des 18. Jahrhunderts wohnte, wurde zur Kapelle umgebaut und geschmückt. An den Wänden finden wir Gemälde, die der hl. Roberto Bellarmino für das Krankenzimmer in Auftrag gegeben hatte, in dem der hl. Aloisius gestorben war. Diese brachte man in die Kapelle, als jener Teil des Collegio Romano abgerissen wurde. Dass Bildnissen so viel Bedeutung zugesprochen wird, gehört zur Spiritualität im Geiste des hl. Ignatius, die von der devotio moderna beeinflusst ist. Man beabsichtigt, den Gläubigen über eine „tiefe affektive Stimmung“ anzusprechen und zu berühren, damit dieser „die Dinge in seinem Inneren fühlen und erfahren kann“. Auf diese Weise entsteht ein Bezugsort im Sinne einer wahren Theologie der Vision, durch die man verstehen lernt, dass das Göttliche kein abstrakter Raum ist, sondern sich im Hier und Jetzt unserer Existenz befindet. Die aktuellen Restaurierungsarbeiten lassen die Ölmalereien an der Decke und den Bodenleisten rund um den Raum in ihrer ursprünglichen Schönheit erstrahlen: Blumengirlanden und -kränze erhielten ihre feinen Farben wieder und die Goldintarsien, die durch Feuchtigkeit, Schmutz, Verkrustungen und Kerzenruß schwarz angelaufen waren, strahlen in neuem Glanz. Die Damastbespannung der Wände, die bei der Restaurierung von 1791 (dem 200. Todestag des Heiligen) angebracht wurde, restaurierte man durch Abbürsten, Austrocknen von Feuchtigkeitsresten und vorsichtige Reparatur der Schadstellen mit Seidenfäden. Auf ihr erkennt man das Monogramm der Jesuiten und Kränze aus Rosen. Durch Türen, die erst bei der Restaurierung im 18. Jahrhundert durchbrochen wurden, gelangt man in den Raum, der heute als Sakristei bezeichnet wird. Hier wird uns die Figur des jungen Aloisius durch in einer Vitrine ausgestellte Briefe nahegebracht, die er an seine Familie schrieb, sowie durch das Kruzifix, das er mitbrachte, als er in die Gesellschaft Jesu eintrat. Es folgt das Zimmer des hl. Jan Berchmans, das ebenfalls restauriert wurde. Unter einem klassizistischen Altar, der wieder in seinem ursprünglichen Glanz erstrahlt, befindet sich eine Urne, die einige Zeit die sterblichen Überreste des Heiligen enthielt. Sie wurden später jedoch in den Altar im linken Querschiff der Kirche Sant’Ignazio verbracht. Bemerkenswert sind die Reliquienschreine, die sowohl in den Altar eingearbeitet wurden als auch auf dem Altar in Form von Monstranzen angebracht. Es handelt sich um Werke aus dem 18. Jahrhundert in Silber und Messing. An der rechten Seite befindet sich die einzige ursprüngliche Türe, durch die die Studenten den Raum betraten, und über der heute in einem Schaukasten ein Gewand des Heiligen ausgestellt ist. Auch die Malereien an der Decke, dem unteren Teil der Wände und den Fensterläden fanden durch die Restaurierung wieder zu ihrer ursprünglichen Farbe und Leuchtkraft. Dies gilt auch für das Zimmer von Abramo Giorgi. Auf dem Altar steht ein Portrait des hl. Roberto Bellarmino, dem spirituellen Rektor des Collegio Romano und für kurze Zeit auch dessen Leiter. An den Wänden befinden sich Portraits der ersten drei Generaloberen der Gesellschaft Jesu, Ignatius von Loyola, Pedro Lainez und Francesco Borgia. Sehenswert ist auch die Betbank von Papst Pius IX. Die Ergriffenheit und der Trost, die von diesen Orten ausgehen, finden in einem Wort des hl. Ignatius ihre schön- ste Bestätigung: „Der Mensch wurde geschaffen, um Gott unseren Herrn zu loben und zu preisen und ihm zu dienen“. RESTAURIERUNG DER STATUEN DER HEILIGEN PETER UND PAUL AUF DEM PETERSPLATZ D ie beiden Statuen der Apostel Petrus und Paulus auf dem Petersplatz vor der majestätischen Fassade der Vatikanbasilika wurden von Papst Gregor XVI. in Auftrag gegeben, aber erst während des Pontifikates von Papst Pius IX. zwischen 1847 und 1849 in ihrer jetzigen Position auf zwei hohe Sockel mit den Wappen des Papstes und der Dombauhütte von St. Peter aufgestellt. Sie ersetzten zwei wesentlich kleinere Statuen aus dem 15. Jahrhundert, die in weniger geeigneter Proportion zum Petersdom und den Kolonnaden Berninis gestanden hatten. Die neuen Marmorstatuen wurden beide von Schülern des Canova geschaffen, der Petrus von Giuseppe De Fabris (1790-1822) und der Paulus von Adamo Tadolini (1788-1868). Heute befinden sich die Statuen in einem eher schlechten Erhaltungszustand. Die Oberfläche wird von Biosubstanzen angegriffen und von anhaftenden sowie nicht anhaftenden Ablagerungen verschmutzt. Die Vergoldungen sind beinahe nicht mehr sichtbar und die inneren Stützbolzen weisen Oxidierungsspuren auf. RESTAURIERUNG DES AUSSENSEITE DER BASILIKA VON ST. PETER IM VATIKAN I m Rahmen eines umfangreichen Programms zur Erhaltung und Erneuerung der Außenwände des gesamten Petersdomes schreiten die Restaurierungsarbeiten langsam aber sicher voran, welche die Dombauhütte von St. Peter schon vor dem Heiligen Jahr 2000 begonnen hat. In den letzten sieben Jah- 119 DIE FONDAZIONE PRO MUSICA 120 ren wurde das Projekt Dank der Unterstützung der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra mit neuem Elan vorangebracht. Nachdem 1999 die Fassade restauriert war, plante man die notwendige Instandsetzung der Süd-, West- und Nordseite des Petersdomes. Diese Mauern sind 46 Meter hoch und haben, ohne die Hauptfassade mitzurechnen, eine Gesamtoberfläche von über 35.000 qm (= dreieinhalb Hektar). Die Restaurierung der Südseite wurde in nur fünf Jahren abgeschlossen (April 2007-Mai 2012), wobei die Arbeiten in drei Bauabschnitte eingeteilt wurden. Die Restaurierung des dritten Bauabschnitts, also in dem Teil der Basilika, welchen Michelangelo im 16. Jahrhundert entworfen hat, wurde mit Unterstützung der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra durchgeführt, wie auch die der Westseite, also der Außenseite der Apsis des Peterdomes. Hier begannen die Arbeiten im Jahr 2012; abgeschlossen werden sie in diesem Jahr 2014. Die nicht einfache Arbeit wurde von qualifizierten Restauratoren unter der technischen und wissenschaftlichen Leitung der Dombauhütte von St. Peter durchgeführt, mit Unterstützung des Personals der Dombauhütte, den sogenannten Sanpietrini. Diese übernahmen die Maurerarbeiten, entfernten die alte Abdeckung aus Dachpfannen und Biberschwanzziegeln des Gesimses und des Gebälks und brachten dann Travertinplatten an, welche die gesamte Struktur schützen. Außerdem wurden die notwendigen diagnostischen Erhebungen durchgeführt, nämlich Fotografien (vor, während und nach den Arbeiten) und Laserscans. Diese Dokumentation ist sehr wichtig, denn eine gute Kartierung der beim Bau verwendeten Materialien und vor allem des Erhaltungszustandes ist zur Festlegung eines guten Instandhaltungsplanes unerlässlich. Nachdem dieser feststand, wurde die Travertinoberfläche mit leichten Sprühwasserdruck gereinigt. Um die hartnäkkigsten schwarzen Verkrustungen zu entfernen, wurden Mikrosandstrahler mit geringem Druck und weichen Sandpartikeln verwendet, um noch eine gewisse Patina zu erhalten. Dieses JOS genannte System wurde auch bei der Restaurierung der Hauptfassade angewendet. Die Restaurierung bot eine einzigartige und unwie- E ARTE SACRA derbringliche Gelegenheit, architektonische Details in großer Höhe eingehend zu betrachten. Es überrascht also nicht, dass es nur Dank dieser Restaurierungsarbeiten möglich war, einige von Michelangelo entworfene architektonische Elemente zu erfassen und zu studieren, vor allem figürliche Skulpturen, deren raffinierte Eleganz sich von unten nicht erkennen lässt. Während die Restaurierungsarbeiten an der Westseite, also an der Rückseite des Petersdomes, zu Ende gehen, hat die Dombauhütte von St. Peter, wiederum mit Unterstützung der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra, die Fortführung der Arbeiten auch an der Nordseite geplant, im aus dem 16. Jahrhundert stammenden Teil, an dem die Via delle Fondamenta entlangläuft. Diese Restaurierungsarbeiten werden eine Fläche von circa 6.800 qm betreffen und um die zwei Jahre dauern (2014-2016). Anzumerken ist, dass diese letzte bedeutende Kampagne in genau diesem Jahr, also 2014, anläuft, in dem der 450. Todestag von Michelangelo Buonarroti (6. März 1475 - 18. Februar 1464) begangen wird. Es war nämlich wie gesagt Michelangelo, der zwischen 1546 und 1564 diesen Teil der Außenseite des Petersdomes entwarf und bauen ließ (ausgenommen den kleineren Bogen ganz links). Unter den Pontifikaten von Julius III. (1550-1555), Paul IV. (1555-1559) und Pius IV. (1559-1565) beendete er den Bau der Apsis und der Schrägseiten und begann die Attika darüber sowie die Fundamente der geraden Seitenwände, die dann 1590 von seinem Nachfolger, dem Architekten Giacomo Della Porta (15331602), fertig gestellt wurden. DER EHRENPREIS „FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA“ D er Preis wurde im Jahr 2004 geschaffen und wird Personen verliehen, die sich als Künstler, Förderer, Wohltäter oder Sponsoren um die Kultur der sakralen Musik und/oder Kunst verdient gemacht haben. Der Preis besteht aus einem Diplom und einem Kunstwerk, die dem Preisträger überreicht werden. Die Preisverleihung erfolgt im Rahmen des Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra unter Teilnahme der Medien und von Persönlichkeiten aus Kirche, Politik und Kultur. Folgenden Personen wurde der Ehrenpreis der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra bisher verliehen: Dott. Gianni Letta, damals Staatssekretär im Präsidium des Italienischen Ministerrates, für seine moralische Unterstützung der Stiftung und ihrer Ziele (2004); S. Em. Kardinal Francesco Marchisano, damals Erzpriester der Basilika St. Peter im Vatikan, für seinen Einsatz für die Erhaltung und Restaurierung sakraler Kunst in seiner Funktion als Präsident der Päpstlichen Kommission für die Kunstschätze der Kirche (März 1993 - Oktober 2003) und Präsident der Permanenten Kommission für den Schutz historischer und künstlerischer Monumente des Heiligen Stuhls (2006); Sen. Dr. Mariapia Garavaglia für ihre moralische Unterstützung in der Verbreitung und Förderung der sakralen Musik und Kunst (2008); Richard de Tscharner für seinen Einsatz in der Pflege und Bewahrung der sakralen Musik und Kunst als Mäzen der Stiftung (2008); Prälat Prof. Dr. Georg Ratzinger, Apostolischer Protonotar und Domkapellmeister im Ruhestand, in Anerkennung seiner besonderen Verdienste um die Musica Sacra und in Würdigung seines Lebenswerkes, da er sich in herausragender Weise über 30 Jahre hinweg mit großer Hingabe um die Kirchenmusik am Regensburger Dom und in der Welt verdient gemacht hat (2010); Prälat Prof. Domenico Bartolucci, Maestro Perpetuo des Päpstlichen Chores „Cappella Sistina”, in Anerkennung seiner besonderen Verdienste um die Musica Sacra und in Würdigung seines Lebenswerkes als Kapellmeister, Dozent und Komponist (2010); Prof. Dr. Clemens Hellsberg, damals Vorstand der Wiener Philharmoniker, stellvertretend für das gesamte Orchester der Wiener Philharmoniker, in Anerkennung ihrer langjährigen höchsten Verdienste, da es ihnen mit ihrer weltweit geachteten Professionalität und ihrem immensen künstlerischen Talent immer wieder gelingt, die Herzen ihrer Zuhörer anzurühren (2010); Dr. h.c. Hans Urrigshardt, Mäzen, in Anerkennung seiner selbstlosen Fördertätigkeit des Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra und da er sich lang- jährig um die Förderung der Ziele der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra verdient gemacht hat (2010). DER EHRENPREIS „FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA“ 2014 A m 23. Oktober 2014 wird der Ehrenpreis „Fondazione Pro Musica e Arte Sacra“ folgenden Personen verliehen: Maestro Mons. Pablo Colino, Präfekt für Musik der Päpstlichen Basilika von St. Peter, da er sich als Domkapellmeister, Dozent und künstlerischer Leiter im Vatikan und weltweit seit mehr als 50 Jahren unermüdlich für die Musica Sacra einsetzt; Prof. Dr. Dr. Herbert Batliner, Großkreuzritter mit Diamanten des Fürstentums Liechtenstein, für seine Verdienste als Mäzen und Förderer der sakralen Musik und Kunst; Maestro Prof. Dr. Nikolaus Harnoncourt, österreichischer Dirigent, für seine großen Verdienste um die Musica Sacra; Maestro Tomomi Nishimoto, japanische Dirigentin, für ihren Einsatz in der Wiederentdeckung der musikalischen Tradition des Orasho, eines vom gregorianischen Gesang abgeleiteten japanischen Liturgiegesangs. DIE FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA ERHÄLT EINE OFFIZIELLE HYMNE D ie Fondazione Pro Musica e Arte Sacra hat ab diesem Jahr eine eigene Hymne, die Komposition Inno alla Fede (Hymne an den Glauben) für Oboe und Streicher von Andrea Morricone. Das Werk wird am 26. Oktober 2014 zur Eröffnung der beiden Konzerte des 13. Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra uraufgeführt und von da an bei Konzerten, Festivals und Veranstaltungen zur Promotion und 121 DIE FONDAZIONE PRO MUSICA 122 Verbreitung der institutionellen Aktivitäten der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra gespielt werden. Außerdem wird es möglich sein, das Stück auf den Homepages www.andreamorricone.com und www.fondazionepromusicaeartesacra.net herunterzuladen. „Die Hymne an den Glauben ist meine ganz persönliche Antwort auf ein starkes Gefühl der spirituellen Berufung, erzählt Andrea Morricone. Ich komponierte das Thema im Alter von 34 Jahren, in einem besonders schwierigen Moment meines Lebens, den ich mit Hilfe des Glaubens durchgestanden habe. Ich möchte mit diesem Werk ein Gefühl der tiefen Seelenruhe und des Friedens vermitteln und den Wunsch weitergeben, dass dieses Gefühl jeden von uns stets auf seinem Lebensweg und in seiner spirituellen Entwicklung begleiten möge. Nil volenti difficile – Nichts ist dem Wollenden schwierig. Mit großer Freunde und Dankbarkeit habe ich erfahren, dass die Fondazione Pro Musica e Arte Sacra das Stück als offizielle Hymne annehmen möchte“. Andrea Morricone hat die Musik zu über 25 Filmen komponiert und schreibt Kammermusik, Musik für Orchester, Instrumente, Solostimmen, Chorwerke und Sakralmusik. Er hat zahlreiche Preise gewonnen, darunter zwei Golden Globes, den ersten für die Musik zu Raul von Andrea Bolognini und im Jahr 2012 den zweiten für die Filmmusik von L’Industriale von Giuliano Montaldo. Er hat mit bedeutenden italienischen, amerikanischen und weltweit bekannten Orchestern zusammengearbeitet, zum Beispiel dem Symphonieorchester Santa Cecilia, Roma Sinfonietta, Orchestra Guido Cantelli Mailand, Symphonieorchester Sofia, Chor und Orchester der Oper Budapest, Symphonieorchester Bilbao, Simon Bolivar Youth Symphony Orchestra. Er folgte der Musikerkarriere seines Vaters mit einem Abschluss in Komposition am Konservatorium Santa Cecilia Rom im Jahr 1994 und einem Diplom in Orchesterdirigat bei Bruno Aprea 1996. Weitere Studien an der Accademia Nazionale di Santa Cecilia unter Franco Donatoni und Azio Corghi folgten. Mentoren waren ihm außerdem Ada Gentile, Irma Ravinale und Ivan Fedele. Er besitzt auch einen Universitätsabschluss in Literatur, Philosophie und Musikwissenschaften. Sein Stück La forza del sorriso (Die Kraft eines Lächelns), interpretiert von Andrea Bocelli, wurde zur E ARTE SACRA offiziellen Erkennungsmelodie der Expo Milano 2015 gewählt. Andrea Morricone wurde als Ehrengastdirigent zum Musikfestival nach St. Petersburg eingeladen, wo er am 11. Oktober 2014 im Palais Konstantinovsky vier seiner Kompositionen für Orchester uraufführen wird, darunter sein Ave Maria mit dem Sopran Chiara Taigi sowie das Anthem for Russia für Sopransaxofon, Violine, Solist und Orchester. Am 26. April 2014 dirigierte er in Los Angeles ein Konzert mit lyrisch-symphonischen Stücken aus seiner Feder und gründete zu dieser Gelegenheit sein eigenes Orchester, das Amor Symphonic Orchestra. Der Erfolg bei Publikum und Kritik war so groß, dass der Bürgermeister von Los Angeles ihn einlud, am 8. November erneut in Los Angeles ein Konzert mit seinen Stücken zu dirigieren. INNO ALLA FEDE FÜR OBOE UND STREICHER D ie Hymne an den Glauben ist ein von mir komponiertes Stück für Oboe und Streicher, das ich der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra gewidmet habe. Mit dem Wort Glauben bezeichnen wir etwas Absolutes, Sublimes. Glaube kann auf etwas Menschliches oder auf das Göttliche gerichtet sein, doch stets bleibt es Glaube, also ein Funken Gottes. Es geht nicht um Vertrauen in die Existenz, nicht um die Kraft, etwas durchzusetzen, sondern um viel mehr, um etwas Unverrückbares, das in Wirklichkeit einzig und allein alles regiert, was wir Kosmos nennen, und auch darüber hinaus. Wer den Glauben entdeckt, stellt fest, dass er schon immer in ihm war. Es geht nur darum, an jenen Punkt zu gelangen, den oft anstrengenden und schmerzhaften Weg bis zu dem Wendepunkt zu gehen, an dem wir den Sprung ins Unendliche wagen können. Das Stück hat viele verschiedene Ansätze: einen „madrigalistischen“ Charakter, einen rhetorischen Aspekt, eine scharf umrissene Struktur, der sich die verschiedenen Bausteine unterordnen. Die Streicher folgen einer filigranen Linie, und jede Einzelstimme des Orchesters hat ihren eigenen expressiven Wert und tiefen Sinn. Hierbei ist es mir wichtig, die dynamische Ebene zu betonen, mit der die Brücke beginnt, dort wo die Melodie von den Celli getragen wird, wonach dann über die anderen Instrumente die Intensität des forte aufgebaut wird, bis hin zu den höchsten Registern der Instrumente. Diese dynamische Qualität, die der Partitur zugrunde liegt, stellt für mich eine der wichtigsten Lehren dar, die man aus den Meisterwerken der Musikgeschichte entnehmen kann. Andrea Morricone GRUSSWORT DES FÖRDERVEREINS DER FREUNDE DER FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA D as Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra hat sich seit seinem Beginn in beeindrukkender Weise zu einem herausragenden Kulturereignis in der Ewigen Stadt und darüber hinaus in Italien entwickelt. Dies wurde möglich, weil die Fondazione Pro Musica e Arte Sacra ihr kulturelles Schaffen nicht als gefälligen Selbstzweck begreift. Sie verbindet vielmehr mit der Förderung des überaus kostbaren Erbes der Kirchenmusik das Ziel, Schätze sakraler Kunst im Vatikan und in der Stadt Rom zu restaurieren und damit als Erbe der Menschheit zu erhalten. Gerade heute erscheint es uns als überaus angebracht, auf die europäische Dimension dieses Auftrages hinzuweisen, denn die europäische Kultur und Kunst sind in Geschichte und Gegenwart von innen her zutiefst vom Christentum geformt. Die beeindruckende und langjährig überaus erfolgreiche Arbeit der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra an ihren so sehr unterstützungswürdigen Zielen, nämlich der Förderung der Kirchenmusik auf höchstem Niveau und der Restaurierung kirchlicher Kunstschätze in Rom und im Vatikan, verdient und bedarf gleichermaßen unserer Unterstützung und finanziellen Förderung. Das nachhaltige Interesse an der Arbeit der Fondazione im deutschsprachigen Raum hat ihren Niederschlag in der Gründung des als gemeinnützig anerkannten „Fördervereins der Freunde der Fondazio- ne Pro Musica e Arte Sacra“ gefunden. Dazu haben sich am 16. Mai 2008 die nachfolgenden Persönlichkeiten aus Deutschland, dem Fürstentum Liechtenstein sowie Österreich zusammengefunden, welche aufgrund ihrer christlichen Gesinnung sowie ihrer beruflichen und gesellschaftlichen Reputation in ihrem jeweiligen Wirkungskreis Vorbilder sind: Althaus, Dieter Ministerpräsident a.D., Vice President Governmental Affairs Magna Europe, MAGNA International (Germany) GmbH Bodewig, Kurt Bundesminister a. D., Chairman of the Board Baltic Sea Forum e.V., Präsident Deutsche Verkehrswacht e.V. Courtial, Dr. Hans-Albert Generalpräsident der Fondazione pro Musica e Arte Sacra Busek, Dr. Erhard Vizekanzler a. D. der Republik Österreich, Vorstand des Instituts für den Donauraum und Mitteleuropa Glogowski, Gerhard Ministerpräsident a.D. Gramke, Prof. Dr. Jürgen Staatsminister a. D., Vorstandsvorsitzender Institute for European Affairs Prinz von und zu Liechtenstein, Stefan Botschafter des Fürstentums Liechtenstein in Deutschland Marx, Dr. Peter Geschäftsführer der HVM - Hamburger Versicherungsmakler GmbH / ARTUS GRUPPE, Verbindungsrepräsentant des Institute for European Affairs zur Katholischen Kirche Mokrzycki, Dr. Mieczysław Erzbischof von Lemberg (Lateiner) / Ukraine Overbeck, Dr. Franz-Josef Bischof von Essen Rantala, Dr. Eero Handelsminister a. D. Ring, Prof. Dr. Klaus Präsident der Goethe Universität Frankfurt a.D., Präsident Polytechnische Vereinigung Schünemann, Prof. Dr. Bernd Ordinarius für Strafrecht/Strafprozessrecht LudwigMaximilians-Universität München Soika, Dieter Chefredakteur a.D. 123 DIE FONDAZIONE PRO MUSICA Stich, Max Ehemaliger Vizepräsident Tourismus des ADAC Worms, Dr. Bernhard Vorsitzender der Europäischen Senioren Union Zeidler, Susanne Vorstand Deutsche Beteiligungs AG, Frankfurt a.M. Der Zweck des Vereins ist die Förderung von Kunst und Kultur sowie der Forschung auf diesen Gebieten. Entsprechend dem Ziel der italienischen Fondazione Pro Musica e Arte Sacra, Projekte der Kirchenmusik zu fördern und Kunstschätze der sakralen Kunst zu erhalten und zu restaurieren, wird der Förderverein der Fondazione dafür Unterstützung leisten. Für die vorliegende vierjährige Amtsperiode wurden Herr Dr. Hans-Albert Courtial als Vorsitzender des Fördervereins, Herr Prof. Dr. Jürgen Gramke als stell- 124 E ARTE SACRA vertretender Vorsitzender sowie Herr Dr. Peter Marx als weiteres Vorstandsmitglied berufen, welches die Geschäftsführung innehat. Förderverein der Freunde der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra e.V. Oranienstrasse 11, D - 65604 Elz (Germania) Kontakt Tel. +49 (0) 6431 95 61-0 Fax +49 (0) 6431 95 61-50 [email protected] Bankverbindung Bank im Bistum Essen eG IBAN: DE 36360602950030379012 BIC: GENODED1BBE DAS FESTIVAL 2014 DIE FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA WIDMET DAS FESTIVAL 2014 PAPST PAUL VI. IM JAHR SEINER SELIGSPRECHUNG. Programmübersicht Mittwoch, 22. Oktober 2014, 20 Uhr BASILIKA SANTA MARIA SOPRA MINERVA Georg Friedrich Händel, Saul HWV 53 Kantorei Schlosskirche Weilburg Capella Weilburgensis Leitung: Doris Hagel Donnerstag, 23. Oktober 2014, 21 Uhr PÄPSTLICHE BASILIKA SAN PAOLO FUORI LE MURA Franz Schubert, Lazarus D 689 Wiener Singverein Wiener Philharmoniker Leitung: Ingo Metzmacher Freitag, 24. Oktober 2014, 17 Uhr PÄPSTLICHE BASILIKA SAN PIETRO IN VATICANO Heilige Messe, zelebriert von Seiner Eminenz Kardinal Angelo Comastri IlluminArt Philharmonic Choir and Orchestra Leitung: Tomomi Nishimoto Coro della Cappella Musicale Pontificia “Sistina” Leitung: Massimo Palombella Freitag, 24. Oktober 2014, 21 Uhr PÄPSTLICHE BASILIKA SANTA MARIA MAGGIORE Anton Bruckner, Messe in f-moll WAB 28 und Te Deum WAB 45 PalatinaKlassik-Vokalensemble Philharmonischer Chor an der Saar Chor und Orchester des Staatlichen Konservatoriums Kazan Leitung: Leo Kraemer Samstag, 25. Oktober 2014, 21 Uhr PÄPSTLICHE BASILIKA SAN GIOVANNI IN LATERANO Johannes Brahms, Ein deutsches Requiem op. 45 PalatinaKlassik-Vokalensemble Philharmonischer Chor an der Saar Chor und Orchester des Staatlichen Konservatoriums Kazan Leitung: Leo Kraemer Sonntag, 26. Oktober 2014, 16 Uhr BASILIKA SANT’IGNAZIO DI LOYOLA Joseph Julian Gonzalez, Misa Azteca The Continuo Arts Festival Chorus Orchestra Roma Sinfonietta Leitung: Teresa Russell Mark Hayes, Requiem The Continuo Arts Festival Chorus Orchestra Roma Sinfonietta Leitung: Mark Hayes Sonntag, 26. Oktober 2014, 21 Uhr PÄPSTLICHE BASILIKA SAN PAOLO FUORI LE MURA Kirchenmusikkonzert im Dienste der Nächstenliebe organisiert in Zusammenarbeit mit der Stiftung SOFIA onlus Giuseppe Verdi, Messa da Requiem IlluminArt Philharmonic Choir and Orchestra Leitung: Tomomi Nishimoto Dienstag, 28. Oktober 2014, 21 Uhr CAPPELLA CORSINI DER PÄPSTLICHEN BASILIKA SAN GIOVANNI IN LATERANO Für die Wohltäter der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra reserviertes Sonderkonzert Coro della Cappella Musicale Pontificia “Sistina” Leitung: Massimo Palombella Mittwoch, 29. Oktober 2014, 21 Uhr BASILIKA SANT’IGNAZIO DI LOYOLA Geistliche Chor-Motetten im Spiegel der Musikkulturen Mädchenchor am Kölner Dom Leitung: Oliver Sperling 125 MITTWOCH, 22. OKTOBER 2014, 20 UHR ISTE DOMINABITUR POPULO MEO GEORG FRIEDRICH HÄNDEL (1685-1759) Saul Oratorium in drei Akten für Soli, Chor und Orchester HWV 53 MITTWOCH, 22. OKTOBER 2014, 20 UHR BASILIKA SANTA MARIA SOPRA MINERVA im Besitz des Fonds der Sakralbauten Der Titel des Konzertes stammt aus der Bibelszene aus dem Ersten Buch Samuel (9, 17), in welcher der Prophet Samuel zum ersten Mal Saul sieht und der Herr ihm offenbart: „Das ist der Mann, von dem ich dir gesagt habe: Der wird über mein Volk herrschen“. KANTOREI SCHLOSSKIRCHE WEILBURG CAPELLA WEILBURGENSIS DORIS HAGEL, LEITUNG Klaus Mertens, Bass (Saul) Anna Haase von Brincken, Alt (David) Mechthild Bach, Sopran (Merab) Monika Mauch, Sopran (Michal) Sebstian Kohlhepp, Tenor (Jonathan) Hans Jörg Mammel, Tenor (Hohepriester) Carsten Siedentop, Bass (Geist des Samuel) Bernard Weese, Bass (Doeg) Georg Friedrich Händel, Saul 126 Händel wirkte in London von 1712 bis zu seinem Lebensende. Ab 1732 begann er, für das Londoner Theaterpublikum Oratorien zu komponieren, die ein musikalisches Schauspiel ohne Bühnenhandlungen boten. Händel vermochte es, die Form in ihrer ganzen Fülle auszugestalten, indem er Vorläufer wie das englische Anthem mit seinen Aires einbaute, aber auch die neu entwickelten Errungenschaften der Opernkomposition mit den anspruchsvollen und virtuosen Arien einsetzte. Eine besondere Bedeutung kam dem Chor zu. Noch in Händels römischen Oratorien waren ihm nur wenige Auftritte am Ende der jeweiligen Akte vorbehalten. Das sollte sich nun grundlegend ändern. Saul war Händels viertes englisches Oratorium, ein Zeugnis seiner Genesung nach einer gesundheitlichen Krise und dabei eines seiner großartigsten Werke. Seine fast drei Jahrzehnte lang währenden und finanziell wenig erfolgreichen Bemühungen in der Opernproduktion gelangten zu jener Zeit an einen Wendepunkt. Als Johann Jakob Heidegger am 26. Juli 1738 einer neuen Opernsaison mangels genügender Subskribenten die Absage erteilte, waren die Weichen in Richtung Oratorium gestellt. Vielleicht war diese Ausgangssituation nicht ursächlich, aber doch maßgeblich für Händels Entscheidung, wieder ein Oratorium zu komponieren. Libretto Das Libretto zu Saul schrieb Charles Jennens (1770-1773). Als Kenner der Kunst und als Freund Händels gelang es ihm, literarisch wertvolle Texte zu schreiben, die Händel zu seinen Kompositionen an- regten. Saul war ihre erste gemeinsame Produktion, auf die weitere folgten. Die alttestamentliche Historie um König Saul mit seinem peinigenden Wahnsinn und seinem abgrundtiefen Neid auf David, den jugendlichen Sieger, war seit Beginn des 17. Jahrhunderts in England ein beliebter, geradezu politischer Stoff. Biblische Grundlage bildeten die beiden Bücher Samuel aus dem Alten Testament, welche vom Übergang der Königswürde von Saul auf David berichten. Ergänzt wurde der biblische Text durch die beiden Werke Davideis von Abraham Cowley und The Tragedy of King Saul von Roger Boyle, dem Earl of Orrery. Jennens fasst die Abschnitte aus 1. Samuel 15 - 2. Samuel 5 in genialer Weise zusammen. Jedoch belässt er es nicht bei der epischen Erzählung, sondern baut mit der Historie ein eigenes Drama nach seinen Gesichtspunkten, das in Ausdruckskraft und Struktur an Shakespeares Dramen erinnert. In der Bibel geht es um den Ungehorsam Sauls Gott gegenüber. Die Amalekiter zu verschonen war ein weitreichender Fehler, der Saul zum Fluch werden sollte. Saul wusste um sein Schicksal, das ihm in David entgegentrat, und die Beziehung zu ihm war von Beginn an belastet. Nicht so bei Jennens, dieser lässt den König nicht den Grund für seine Verdammnis erahnen. Erst im dritten Akt wird es Saul klar und in der nächsten Szene erfährt er, dass er durch einen Amalekiter zu Fall kommen soll. Weiterhin ergänzt Jennens den biblischen Bericht um Gedanken der Humanität, wie echte Freundschaft, Menschenliebe, moralische Integrität und Großmut. Die Liebe Jonathans zu David – trotz des großen Standesunterschiedes – zeugt davon, aber auch die Tugend, die David zugesprochen wird, sie ist der Schlüsselbegriff. Saul ist dem Untergang geweiht, David hingegen gehört die Zukunft, die von Gott gesegnete Herrschaft, die Erlangung der Krone. So wird es durch Samuel geweissagt. Saul verliert alles an den, „den du hasst um seiner Tugend willen“. In der Bibel dagegen ist nur von „David, deinem Nächsten“ die Rede (1. Sam 28,17). Das rechte menschliche Verhalten den anderen gegenüber wird zum Vorbild, Heuchelei hingegen zum menschlichen Verbrechen am Anderen. Saul heuchelt, gibt seine Tochter dem Gegenspieler zur Ehe mit dem Hintergedanken, diesen zu Tode zu brin- gen. Jonathan steht zwischen den Fronten; einerseits dem Vater verpflichtet, ist er doch zu David hingezogen und möchte ihm auch die Treue halten – ein echter Loyalitätskonflikt. Dieser wird in seinem Monolog zum Ausdruck gebracht, an dessen Ende er sich nicht wie in der Bibel entscheidet, sondern gerade entgegengesetzt. Die tragische Verknüpfung von dynastisch-familiären Beziehungen und Liebesbeziehungen mit dem Überleben eines ganzen Volkes gemahnt an die Shakespeareschen Dramen. Die beiden Vorbilder in Abraham Crowleys Versepos Davideis und Lord Orrerys Schauspiel The Tragedy of the King Saul haben Jennens den Weg gewiesen, indem sie das biblische Geschehen auch mit neuen Gefühlsbindungen bereicherten. Vertonung Winton Dean sieht in der Vertonung des Saul das alttestamentliche Oratorium auf seinem Höhepunkt angelangt. Er hält dieses Werk für eines der allerbesten Meisterwerke der dramatischen Kunst, vergleichbar mit der Orestie und dem King Lear, im Hinblick auf die Größe des Themas und auch die Sicherheit und Qualität der Ausführung. Für Dean ist der Saul ein Musikdrama, das sehr wohl auf einer Bühne aufgeführt werden könnte. In seiner Gesamtanlage hat es kein Vorbild, weder bei Händel noch bei einem anderen Tonschöpfer. Händel arbeitete an der Vertonung der Textvorlage in drei kurzen Phasen, die auf die Wochen zwischen dem 23. Juli und dem 27. September des Jahres 1738 verteilt waren, unterbrochen durch die Komposition der Oper Idomeneo. Das Autograph liegt in der British Library und gehört zu den am stärksten überarbeiteten Partituren Händels. Bei den zahlreichen Streichungen soll seine Feder sogar das Papier zerrissen haben. Die Uraufführung fand im Jahr darauf, am 16. Januar 1739, statt. Nicht nur hinsichtlich der Instrumentierung sprengte Händel mit dieser Komposition die Norm, das Werk übertraf an Länge und Aufwand alle bis dahin geschriebenen englischen musikdramatischen Werke und auch italienischen Opern, die jemals in England erklungen waren. Das Entscheidende lag in der musikalischen Qualität des Werkes, an der Fülle von Affekten, die das ganze Spektrum menschlicher Gefühle 127 MITTWOCH, 22. OKTOBER 2014, 20 UHR zum musikalischen Ausdruck brachte. Da gibt es: „Freude, Feststimmung, Liebe auf den ersten Blick, gleichgeschlechtliche Anziehung, eheliche Liebe, Misstrauen, Versöhnung, Eifersucht, Angst, Wut, Hass, Verlassenheit, tragische Selbsterkenntnis, schmerzlichen Verlust, Entschlossenheit“ (Ruth Smith). In dramatischer Hinsicht wird dem Hörer hier eine Bandbreite vermittelt, die wohl einzigartig ist, sicherlich im Hinblick auf die englische Oratorientradition, vielleicht grundsätzlich. Durch Händels Musik werden aus den biblischen Gestalten für uns wahrnehmbare und überzeugende Charaktere geformt, die den Hörern aller Zeiten eine Möglichkeit der Identifikation bieten. In der Vertonung des Librettos zu Saul werden Händels Erfahrungen als Opernkomponist deutlich erkennbar. In seinen ersten Oratorien, wie dem in Italien entstanden La Resurrezione, klingen die Erfahrungen mit der Opera seria noch nach. Nun findet er zu einer neuen, ihm eigenen Form, indem er in die einzelnen Akte an den dramatisch wichtigen Stellen Chöre einfügt, Chöre, die ganz im Sinne des antiken Dramas kommentieren, ja die Handlung zusammenfassen. Zudem bringt er aber auch Instrumentalkomposition in Form von Concerti, die die Stimmung aufnehmen und eine Art der Distanz zum Geschehen ermöglichen. Er psychologisiert, deutet den Text aus und charakterisiert damit die Dramatis Personae. 128 Inhalt Das Oratorium beginnt nach der Ouvertüre im ersten Akt mit jener großangelegten, zeremoniellen Szene nach dem ruhmreichen Sieg des jungen David über den Riesen Goliath, seinen Aufstieg vom Knaben zum gepriesenen Feldherrn. Abner tritt auf, der Feldherr Sauls. Es findet eine freundschaftliche Annäherung statt zwischen Jonathan, Sauls Sohn, und David. Der Jubelchor ist mit dem Spiel des Carillons geschmückt, die Huldigung Davids gereicht Saul zur inneren Zerreißprobe. Es kommt zu einem ersten Wutausbruch des Königs: „With rage I shall burst his praises to hear!“ Händel setzt vermehrt kurze Arien ein, diese stammen in formaler Hinsicht aus dem älteren englischen Oratorium. Saul soll besänftigt werden durch das Harfenspiel Davids, der Versuch bleibt leider ohne Erfolg. Ein weiterer Zornesausbruch, der den ersten bei weitem übertrifft und Sauls Absicht zum Ausdruck bringt, sich des Gegners entledigen zu wollen, wird in der Air „A serpent in my bosom warm’d“ zum Ausdruck gebracht. Der Schlusschor des ersten Aktes trägt das Verlangen nach einem Schutz für David vor. Der zweite Akt beginnt mit einem weit ausladenden Chor, der ganz im Geiste der Antike als schicksalhafte Instanz auftritt. Der Königssohn Jonathan ist einem Loyalitätskonflikt ausgesetzt, er hat sich David zum Freund erkoren und will diesen nun warnen, auch will er zwischen Vater und Freund vermitteln. Er berichtet David von der Tötungsabsicht seines Vaters, es kommt zu einer Versöhnung, die durch die arrangierte Hochzeit von Sauls Tochter Michal mit David gekrönt werden soll. Sauls Hoffnungen gehen jedoch in die Richtung, dass David als Feldherr endlich fallen solle. Das Liebesduett zwischen David und Michael steht an einer dramaturgisch wichtigen Stelle. Es ist ein Hortus amoenus, ein Ort der Idylle, der Ruhe und Innerlichkeit in einem Umfeld von Misstrauen, Heuchelei und geplanter Gewalt. Dem Chor „Is there a man“ folgt ein eingeschobenes Concerto, ein Moment des Innehaltens. Michal ersinnt ein Täuschungsmanöver, um den Anschlag Sauls zu verhindern. David soll beim Neumondfest beseitigt werden, er kann jedoch zu einem Opferfest der Familie nach Bethlehem fliehen. Statt David liegt eine Puppe im Bett, so dass der Gefolgsmann Doeg bei seiner Ankunft ins Leere geht und den Tötungsauftrag seines königlichen Herrn nicht erfüllen kann. Der Schlusschor des zweiten Aktes stellt wiederum einen dramatischen Höhepunkt dar, auf den hin all die spannungsreichen Arien und Rezitative hinführen. Der dritte Akt ist dem an sich selbst zerbrechenden König Saul gewidmet. Geradezu modern gezeichnet ist die Figur, sie erinnert an die Gestalt des Königs Macbeth bei Shakespeare. Auch schwingt ganz viel englische Dramatik und Oper mit, indem der Geist des Propheten Samuel heraufbeschworen wird, ähnlich der Erscheinung des Geistes von Hamlets Vater. Und auch der Auftritt der Hexe von Endor erinnert an die Hexenszene, wie wir sie in Purcells Dido und Aeneas finden. Was nun folgt, ist laut Jennens und Händel eine „Elegie auf den Tod von Saul und Jonathan“. Vorbereitet DONNERSTAG, 23. OKTOBER 2014, 21 UHR wird diese große Klage durch ein dramaturgisch wirkungsvolles Zwischenspiel. Die Nachricht vom Tode Sauls und Jonathans wird durch einen Amalekiter überbracht. Dann erklingt ein Stück Musik, das – herausgenommen aus seinem Zusammenhang – eine traurige Berühmtheit erlangt hat. Es ist der Trauermarsch, ein Synonym für die schmerzliche Wirklichkeit des Todes und den damit verbundenen unwiederbringlichen Verlust. David stimmt eine Klage an über den Verlust des Freundes und die Sorge um den Nachruhm des Königs. Diese Musik gehört zu den schönsten Totenklagen, welche in der ganzen Literatur zu finden sind. Der Schlusschor führt wieder zu Licht und Hoffnung, ein Loblied und Preisgesang auf den neu erwählten König. Anders als in der Bibel überliefert, wo es zunächst zu langjährigen kriegerischen Auseinandersetzungen um die Vorherrschaft kam, wird hier David schon als gesalbter König David besungen, die Herrschaft des Volkes Israel wird weitergetragen, der Fortgang der Macht bleibt gesichert. Im Saul ist Händel eine einzigartige Verbindung von Oper, Oratorium und Konzert gelungen. Er fand zu einer neuen Form, seiner ganz eigenen Form, wie wir sie später auch in den Oratorien Belshazzar und Messias erleben dürfen. Doris Hagel Den Originaltext des Werkes finden Sie auf S. 32 ff. RESURGET FRATER TUUS FRANZ SCHUBERT (1797-1828) Lazarus, oder Die Feier der Auferstehung Szenisches Oratorium in drei Akten für Soli, Chor und Orchester D 689 (Fragment) DONNERSTAG, 23. OKTOBER 2014, 21 UHR PÄPSTLICHE BASILIKA SAN PAOLO FUORI LE MURA Der Titel des Konzertes stammt aus dem Johannesevangelium (11, 23), wo Martha, die Schwester des Lazarus, zu Jesus sagt: „Herr, wärst du hier gewesen, dann wäre mein Bruder nicht gestorben. Aber auch jetzt weiß ich: Alles, worum du Gott bittest, wird Gott dir geben“ und Jesus darauf zu ihr spricht: „Dein Bruder wird auferstehen“. WIENER SINGVEREIN WIENER PHILHARMONIKER INGO METZMACHER, LEITUNG Steve Davislim, Tenor (Lazarus) Werner Güra, Tenor (Nathanael) Rachel Harnisch, Sopran (Maria) Christiane Libor, Sopran (Martha) Sophie Karthäuser, Sopran (Jemina) Daniel Schmutzhard, Bariton (Simon) Das Konzert steht unter der Schirmherrschaft der österreichischen Botschaft. 129 DONNERSTAG, 23. OKTOBER 2014, 21 UHR Franz Schubert, Lazarus 130 Wäre Franz Schubert der geborene Musikdramatiker gewesen? Das behauptete jedenfalls Schuberts Freund Moritz von Schwind, nachdem er 1861 eine konzertante Aufführung von dessen Singspiel Die Verschworenen im alten Wiener Musikverein an der Tuchlauben gehört hatte. „Welch ein Reichtum von Talent und Instinkt für das Dramatische“, lautete seine Einschätzung. Trotzdem wird dieses Thema nach wie vor kontrovers diskutiert. Sind es die heute nur schwer auf der Bühne darstellbaren Stoffe, die einen Erfolg des Musikdramatikers Schuberts bislang verhinderten? Steht dem die Wertschätzung seines übrigen Werkes, voran der Lieder, seines mittlerweile ebenso anerkannten symphonischen Werks, seines Kammermusikschaffens und seines Klavieroeuvres, entgegen? Tatsache ist, dass sich trotz des Einsatzes so bedeutender Interpreten wie Claudio Abbado oder Nikolaus Harnoncourt, die in der jüngeren Vergangenheit wiederholt eine Lanze für die Opern Fierabras oder Alfonso und Estrella brachen, der Bühnenkomponist Schubert nach wie vor nicht im allgemeinen Bewusstsein durchgesetzt hat. Vielleicht liegt es auch daran, dass einige seiner Bühnenwerke – allein zwischen 1811 und 1817 entstanden sechs Singspiele und eine Oper, zwischen 1817 und 1827 weitere vierzehn, darunter das szenische Oratorium Lazarus, oder: Die Feier der Auferstehung – verschollen oder nur fragmentarisch überliefert sind. Wie auch Lazarus. Ursprünglich auf drei Akte angelegt, liegt nur der erste Akt vollständig vor. Die Komposition bricht inmitten des zweiten Aktes ab. Genauer nach 595 Takten, in der Arie der Martha: „Hebt mich der Sterne Flügel empor vom Totenhügel“. Von der aus dem Neuen Testament bekannten Geschichte vom Tod des Lazarus und seiner Erweckung durch Jesus (Joh 11, 1-45) hat Schubert nur den Teil bis zur Grablegung des Lazarus vertont. War das in Schuberts bekannter Skepsis gegenüber dem Auferstehungsgedanken begründet? „Angezogen hat ihn vermutlich der die beiden ersten Akte beherrschende Todesgedanke, zum dritten Akt, der die leibliche Aufnahme des Lazarus schildert, hat er kein Verhältnis gefunden“, ist der Schubert-Kenner Walther Dürr überzeugt. Untermauert wird diese These dadurch, dass Schubert den entspre- chenden Passus („Et exspectu resurrectionem“) auch in seinen späteren Mess-Vertonungen bewusst ausgelassen hat. Wie ist Schubert überhaupt auf diesen Text des im deutschen Halle tätigen Theologen August Hermann Niemeyer gestoßen, mit dem er sich im Frühjahr 1820 näher auseinander gesetzt hat? Die Schubert-Forschung konnte dieses Rätsel bislang ebenso wenig lüften, wie den möglichen Anlass für dieses Werk. War es möglicherweise gedacht für die zu Ostern 1820 geplante Eröffnung der Fakultät für Protestantische Theologie an der Universität Wien? Das vermutet Christine Blanken. Dafür spricht, dass Schuberts Bruder Ferdinand dieses Werk 1830 als Osterkantate aufgeführt hat. Ihm war der Fragment gebliebene zweite Akt dieses szenischen Oratoriums übrigens nicht bekannt. Dieser wurde erst dreißig Jahre später im Nachlass des bedeutenden BeethovenForschers Alexander Wheelock Thayer gefunden, aber auch nicht vollständig. Denn das letzte Blatt entdeckte der Wiener Hofoperndirektor Johann Herbeck, bekannt als Uraufführungsdirigent von Schuberts Unvollendeter, der schließlich 1863 das komplette Lazarus-Fragment erstmals öffentlich aufführte und den ersten Klavierauszug dieses szenischen Oratoriums herstellte. Selbst wenn nach dem jetzigen Wissensstand das Werk offensichtlich nicht vollendet wurde, ist dieser Lazarus weit mehr als ein für Wissenschaftler bemerkenswertes Fragment. Denn Schubert nimmt mit seiner Art der Textvertonung geradezu die durchkomponierten Wagner’schen Operndramen vorweg. Jedenfalls stellt dieses szenische Oratorium „Schuberts ersten Vorstoß auf das Gebiet der durchkomponierten Großform“ (Ulrich Schreiber) dar. War es bis dahin üblich, die Handlungsabschnitte durch Rezitative und die kontemplativen Abschnitte durch Arien auszudrücken, so formt Schubert die Rezitative in teilweise von Streichern, zum Teil zusätzlich von Bläsern begleitete Ariosi um. Dadurch erhält das Werk eine besondere musikalische Dichte. Unterstützt wird dies noch durch eine den Charakter der einzelnen Teile bewusst betonende Tonartdramaturgie, ausdrucksreiche Modulationen und eine differenzierte Chromatik. Damit lässt sich die Gefühlswelt der einzelnen Protago- FREITAG, 24. OKTOBER 2014, 17 UHR nisten (Lazarus, Maria, Martha, Simon, Nathanael und Jemina) klar und eindringlich charakterisieren. Ob Schubert sich damit eine Forderung seines Librettisten zu Herzen genommen hat? Verlangt doch Niemayer in seiner 1778 publizierten Theorie des religiösen musikalischen Dramas, dass das Hauptaugenmerk nicht einer hinreichend bekannten Handlung, sondern der Gefühlswelt der Protagonisten gelten soll. Auch vor diesem Hintergrund zeigt sich die Zukunftsorientierung von Schuberts Lazarus als ein weit den Rahmen eines konventionellen Oratoriums sprengendes Dramas in Richtung eines psychologisierenden Musiktheaters. Die Frage, wie sich dies am Schluss des Werks noch verdichtet hätte, muss wie vorderhand noch so vieles hier unbeantwortet bleiben. Wie sehr gerade dieses zu neuen Ufern aufbrechende Schubert-Werk bis in die Gegenwart wirkt, zeigt sich freilich daran, dass der renommierte russische Komponist Èdison Denisov als einer seiner letzten Werke Mitte der 1990er Jahre im Auftrag des deutschen Dirigenten Helmuth Rilling versucht hat, das überlieferte Fragment zu vervollständigen. Prof. Dr. Walter Dobner Den Originaltext des Werkes finden Sie auf S. 43 ff. IN NOMINE DOMINI HEILIGE MESSE, ZELEBRIERT VON SEINER EMINENZ KARDINAL ANGELO COMASTRI, GENERALVIKAR DES PAPSTES FÜR DIE VATIKANSTADT UND ERZPRIESTER DER PÄPSTLICHEN BASILIKA VON ST. PETER IM VATIKAN FREITAG, 24. OKTOBER 2014, 17 UHR PÄPSTLICHE BASILIKA SAN PIETRO IN VATICANO „Im Namen des Herrn“ ist das Motto, das Papst Paul VI. (Giovanni Battista Enrico Antonio Maria Montini, 1897-1978) für sein Pontifikat (1963-1978) gewählt hat. ILLUMINART PHILHARMONIC CHOIR TOMOMI NISHIMOTO, LEITUNG AND ORCHESTRA CORO DELLA CAPPELLA MUSICALE PONTIFICIA “SISTINA” MASSIMO PALOMBELLA, LEITUNG Josep Solé Coll, Orgel Präludium Georg Friedrich Händel (1685-1759) Sinfonie aus dem Oratorium Messiah HWV 56 IlluminArt Philharmonic Orchestra Introitus Laudate Dominum (Orasho-Liturgiegesang) IlluminArt Philharmonic Choir 131 FREITAG, 24. OKTOBER 2014, 17 UHR Kyrie Lorenzo Perosi (1872-1956) Missa Prima Pontificalis (1897) Coro della Cappella Musicale Pontificia “Sistina” Gloria Lorenzo Perosi, Missa Prima Pontificalis Coro della Cappella Musicale Pontificia “Sistina” Zur Gabenbereitung O Gloriosa (Orasho-Liturgiegesang) IlluminArt Philharmonic Choir Sanctus Lorenzo Perosi, Missa Prima Pontificalis Coro della Cappella Musicale Pontificia “Sistina” Agnus Dei Lorenzo Perosi, Missa Prima Pontificalis Coro della Cappella Musicale Pontificia “Sistina” Zur Kommunion Nunc dimittis (Orasho-Liturgiegesang) Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) Ave Verum Corpus IlluminArt Philharmonic Choir and Orchestra Prozession Georg Friedrich Händel Hallelujah aus dem Oratorium Messiah HWV 56 Worthy is the Lamb/Amen Schlusschor aus dem Oratorium Messiah HWV 56 IlluminArt Philharmonic Choir and Orchestra Die Katholische Kirche in Japan und der Orasho-Liturgiegesang 132 Der Beginn der Evangelisierung Japans kann auf ein exaktes Datum festgelegt werden: den 15. August 1549, als der Spanier Francisco Javier, der zusammen mit Ignatius von Loyola den Jesuitenorden gründete, auf dem Archipel von Bord geht. Die erste christliche Gemeinde entstand auf der Insel Kyushu, und schon bald folgten den Jesuiten auch Franziskanermissionare. Im Verlauf des 16. Jahrhunderts wuchs die katholische Gemeinde auf über 300.000 Mitglieder, mit der Hafenstadt Nagasaki als Zentrum. Das Shogunat Tokugawa sah in den Christen und in Ausländern allgemein eine Bedrohung seiner Macht, und so erließ der Shogun Hideyoshi 1587 ein Edikt, das allen ausländischen Missionaren gebot, das Land zu verlassen. Diese wirkten jedoch im Untergrund weiter. So begannen zehn Jahre später die ersten Christenverfolgungen, und am 5. Februar 1597 wurden sechsundzwanzig Christen gekreuzigt. Im Jahr 1614 erließ der Shogun Ieyasu ein Edikt, mit dem das Christentum geächtet und den japanischen Christen die Ausübung ihrer Religion verboten wurde. In den folgenden Jahren praktizierten die Christen ihren Glauben nur im Untergrund. Es begann die Zeit der kakure kirishitan (geheimen Christen), während derer die Kirche in Japan zweieinhalb Jahrhunderte lang ohne Priester und ohne Kirchen überlebte. Zu den von den kakure kirishitan bis heute mündlich überlieferten Gebeten gehören liturgische Gesänge, die Orasho genannt werden, was auf das Lateinische oratio zurückgeht, und die auf dem gregorianischen Gesang basieren. Ihre Texte sind in Latein, bisweilen vermischt mit Portugiesisch und Japanisch. Die Dirigentin Tomomi Nishimoto, die selbst aus einer Familie von kakure kirishitan von der Insel Ikitsuki bei Nagasaki abstammt, begann Nachforschungen zu diesen antiken gesungenen Gebeten anzustellen. Für sie verkörpern sie eine mysteriöse Mischung aus westlicher Welt und japanischer Kultur: Der Orasho „wird auf Latein gesungen“, sagt sie, „doch die Melodie wurde zu einem Gesang, der der Musik der Ureinwohner Japans sehr nahesteht. Ich finde, diese geheimnisvolle Mischung hat einen sehr interessanten Klang“. Nach langen Studien und einer geduldigen Arbeit der Rekonstruktion und Nachbearbeitung lässt Tomomi Nishimoto heute die Melodie des Orasho auch im Vatikan aufleben. Predigt Seiner Eminenz des Kardinals Angelo Comastri, Generalvikar des Papstes für die Vatikanstadt und Erzpriester der päpstlichen Basilika von St. Peter im Vatikan Dieses Jahr ist das Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra Papst Paul VI. im Jahr seiner Seligsprechung gewidmet, über die wir uns alle sehr freuen. Ich möchte an ihn erinnern und beginne mit einem denkwürdigen Moment seines Pontifikates: seiner Reise nach New York zur UNO und seiner Begegnung mit der Versammlung der Völker der Welt. Bei jener Gelegenheit hielt er eine eindrucksvolle Rede, die in die Geschichte einging. Er beginnt mit bescheidenen und entwaffnenden Worten: „Diese Zusammenkunft, Sie alle sind sich dessen gut bewusst, nimmt einen doppelten Charakter an: Sie ist gleichermaßen von Einfachheit und Größe geprägt. Von Einfachheit, weil der, der zu Ihnen spricht, ein Mensch ist wie Sie; er ist Ihr Bruder, zugleich einer der allerkleinsten unter Ihnen, die Sie souveräne Staaten vertreten. … Wir haben nichts zu fordern, keine Frage aufzuwerfen, ganz darüber hinaus nur einen Wunsch zu formulieren, eine Erlaubnis zu erbitten: Jene Vollmacht, Ihnen in dem zu dienen, was unsere Zuständigkeit ist, ohne Eigennutz, mit Demut und Liebe“. Hier macht Paul VI eine kleine Pause, wie um den Hauch von zwanzig Jahrhunderten einzuatmen. Dann fährt er mit klarer und fester Stimme fort: „Uns wurde geboten: Gehet, tragt die gute Nachricht zu allen Völkern. Nun aber sind Sie es, die „alle Völker“ repräsentieren. Lassen Sie uns sagen, dass wir für Sie alle eine Botschaft haben. Diese Botschaft kommt aus unserer historischen Erfahrung, als expert en humanité...“. Herrliche Definition der Kirche: Experte in Menschlichkeit! Paolo VI ereifert sich und hebt die Stimme: „Wir haben das Bewusstsein, uns auch die Stimme der Lebenden und der Toten zu eigen zu machen: Der Toten, die in den vergangenen furchtbaren Kriegen gefallen sind, sich sehnend nach der Eintracht und dem Frieden der Welt; der Lebenden, die das überlebt haben und die vor allem in ihren Herzen die verdammen, die versuchen, das wiederzubeleben“. Der Papst ist nun an dem Punkt angelangt, der ihm am Herzen liegt, er ist zum Zentrum seiner Botschaft vorgedrungen. Klein wie David, lässt sich Paul VI. vom Hauch des Heiligen Geistes führen und spricht seine Herausforderung aus: „Es ist unmöglich, Bruder zu sein, wenn man nicht demütig ist. Denn es ist der Hochmut, so unvermeidbar er erscheinen mag, der Spannungen und Kämpfe um das Prestige provoziert, um die Oberhoheit, den Kolonialismus, den Egoismus: Er ist es, der die Brüderlichkeit zerbricht. Niemals mehr sollen die einen über den anderen stehen! Niemals mehr die einen gegen die andern, niemals, niemals mehr. Jamais plus la guerre, niemals wieder Krieg! Der Friede ist es, der Friede, der die Bestimmung der Völker anleiten muss und so die der ganzen Menschheit!“. Die Ansprache von Paul VI. machte Eindruck und hatte große Resonanz: Es war das erste Mal, dass ein Papst vor der UNO sprach, das erste Mal, dass der Nachfolger des Fischers Petrus sein Netz so weit in das Meer der Welt auswarf. 7. Dezember 1965: Kurz vor Beendigung des Zweiten Vatikanischen Konzils reißen Paul VI. und der Patriarch von Konstantinopel eine Mauer nieder, die neun Jahrhunderte gestanden hat: Sie heben die gegenseitigen Exkommunikationen aus dem Jahr 1054 auf! Versuchen wir, die enorme Tragweite dieser Geste zu verstehen. Am 29. Juli 1054 weigert sich in Konstantinopel der Patriarch Michael I., die Gesandten des Papstes zu empfangen und lässt sie nicht zur Eucharistie zu. Daraufhin schreiben diese eine Bannbulle und legen sie auf dem Altar der Hagia Sofia nieder. Dann reisen sie nach Rom zurück. Der Patriarch lässt sich nicht einschüchtern und antwortet ebenfalls mit einer Bannbulle. Eine traurige Geschichte von Hochmut und Unverständnis nimmt ihren Anfang. Seit jenem Tag ging die Ostkirche trotz der Versöhnungsversuche von 1274 beim Konzil von Lyon und von 1439 in Florenz Jahrhunderte lang ihren eigenen Weg, getrennt vom Bischof von Rom, der Nachfolger des Apostels Petrus ist und somit Garant für die Einheit der Kirche Christi. Am 7. Dezember 1965 findet diese traurige Geschichte ein Ende: Paul VI. und der Patriarch At- 133 FREITAG, 24. OKTOBER 2014, 17 UHR hinagoras unterzeichnen zur gleichen Stunde in Rom und in Konstantinopel ein Dokument, das die gegenseitigen Exkommunikationen aufhebt. Hier einige wichtige Abschnitte aus diesem Dokument: „Im Gedenken an das Gebot des Herrn, Wenn du deine Opfergabe zum Altar bringst und dir dabei einfällt, dass dein Bruder etwas gegen dich hat, so lass deine Gabe dort vor dem Altar liegen; geh und versöhne dich zuerst mit deinem Bruder – im Gedenken an dieses Gebot Jesu erklären Papst Paul VI. und der Patriarch Athinagoras im gemeinsamen Einverständnis, die beleidigenden Worte zu bedauern... die auf der einen und auf der anderen Seite die traurigen Vorkommnisse jener Epoche gekennzeichnet und begleitet haben, und die Exkommunikationen aus dem Gedächtnis und aus der Mitte der Kirche zu tilgen. Sie hoffen, dass diese ihre Geste Gott gefällig ist, welcher bereit ist, uns zu vergeben, wenn wir uns gegenseitig vergeben“. Diese demütigen und mutigen Worte stellen die Grundlage für die gesamte ökumenische Entwicklung seither dar. 8. Dezember 1965: Mit einem Gottesdienst auf dem Petersplatz beschließt Paul VI. zusammen mit den Konzilsvätern das Zweite Vatikanische Konzil – ein enormes Unternehmen, das die Geschichte der Kirche in den darauf folgenden Jahren und vielleicht sogar für Jahrhunderte geprägt hat. Der Papst vertraut der Menschheit eine Reihe von Botschaften an und wendet sich dabei, wie in einer einzigen großen Umarmung, an die ganze Familie der Menschen: an die Regierenden, die Denker und Wissenschaftler, die Künstler, die Frauen, die Arbeiter, die Armen, die Kranken und Leidtragenden, die Jugend. Eine besondere Botschaft richtet er an die „Fernen“, die schon immer eine Sorge und einen ständigen Wunsch im Herzen des Papstes darstellten. Die Botschaft lautet: „Diesen unseren universellen Gruß richten wir auch an Euch, Menschen, die Ihr uns nicht kennt, die Ihr uns nicht versteht; Menschen, die Ihr 134 uns nicht als für Euch nützlich anseht, als notwendig und befreundet; und auch an Euch, Menschen, die Ihr, vielleicht im Glauben, das Richtige zu tun, gegen uns wirkt! Ein ehrlicher Gruß, ein unaufdringlicher Gruß, doch voll der Hoffnung; und, glaubt es uns, voll der Hochachtung und der Liebe“. Paul VI. erwartete einen Frühling, doch es kamen dunkle und schwierige Tage. Paul VI. lenkte das Boot Petri inmitten des Sturmes: Er war kein Zauderer, sondern ein vorsichtiger Mann; er war kein Konservativer im negativen Sinn des Wortes, sondern ein Mensch, der dem Evangelium treu ist und sich ihm demütig unterordnet; er war kein Progressist oder Abenteurer, sondern ein Mensch, der auf den Dialog Wert legte und zu jedem Opfer bereit war, um das ewige Evangelium in die heutigen Worte zu übersetzen. Er war ein Mann Gottes. Für mich war er ... ein Märtyrer ohne Blutvergießen. Einen Tag nach Abschluss des Konzils drückt der Papst laut den Worten seines Sekretärs Monsignore Pasquale Macchi in einer persönlichen Notiz die totale Hingabe aus, mit der er sich den Händen Gottes anvertraut: “Nunc dimittis? Ist es Zeit zum Aufbruch? Jetzt: eine neue Zeit, nach dem Konzil. Ist unser Dienst nicht beendet? Die Versuchung des Alters ist, sich auszuruhen! Doch für einen Diener, einen Diener Christi, gibt es keine Rast. Vielleicht hat der Herr mich nicht so sehr zu diesem Dienst gerufen und hält mich darin fest, damit ich eine bestimmte Einstellung haben oder die Kirche leiten und vor ihren aktuellen Schwierigkeiten retten möge, sondern damit ich etwas für die Kirche erleide und allen klar werde, dass er und kein anderer sie leitet und rettet“. Aus diesen Worten sprechen Demut, Gehorsam, totale Hingabe an den Willen Gottes: diese Worte sind eines Heiligen würdig! FREITAG, 24. OKTOBER 2014, 21 UHR TE DEUM LAUDAMUS ANTON BRUCKNER (1824-1896) Messe Nr. 3 in f-moll für Soli, Chor und Orchester WAB 28 Te Deum in C-Dur WAB 45 FREITAG, 24. OKTOBER 2014, 21 UHR PÄPSTLICHE BASILIKA SANTA MARIA MAGGIORE Der Titel des Konzertes stammt vom gleichnamigen christlichen Lobgesang, dessen Wurzeln weit zurück reichen. In der katholischen Kirche kommt das Te Deum in Dankgottesdiensten vor; traditionell wird es am Abend des 31. Dezembers gesungen, um für das vergangene Jahr zu danken, oder in der Sixtinischen Kapelle, wenn der neue Papst gewählt wurde und bevor das Konklave beendet wird, oder am Ende eines Konzils. PALATINAKLASSIK-VOKALENSEMBLE PHILHARMONISCHER CHOR AN DER SAAR CHOR UND ORCHESTER DES STAATLICHEN KONSERVATORIUMS KAZAN LEO KRAEMER, LEITUNG Susanne Bernhard, Sopran Susanne Schaeffer, Alt Oscar de la Torre, Tenor Vinzenz Haab, Bass Anton Brucker, Messe in f-moll und Te Deum Bruckners Messen gehen alle auf die Zeit vor seiner symphonischen Produktion zurück. Einige Messen schrieb er bereits in der Zeit als Student, Lehrer und Organist an der Abtei Sankt Florian (1845-56), während die drei Messen, die heute durchnummeriert sind, aus seinen Jahren an der Kathedrale von Linz stammen, wo er seine erste wichtige Anstellung als Domorganist hatte (1856-68). Dies sind die Messe Nr. 1 in c-moll für Soli, Chor, Orchester und Orgel von 1864, die Messe Nr. 2 in emoll für achtstimmigen Chor und Bläser (1866), und die Messe Nr. 3 in f-moll für Soli, Chor und Orchester. Letztere, die als die wichtigste der drei angesehen und auch Große Messe genannt wird, gab die Wiener Hofmusikkapelle bei Bruckner in Auftrag, nachdem eine Aufführung seiner c-moll-Messe unter der Leitung von Johann von Herbeck im Fe- bruar 1867 in Wien großen Erfolg gebracht hatte. Bruckner begann im September 1867 mit der Komposition, nachdem er kurz zuvor aufgrund eines Nervenleidens und einer schweren Depression drei Monate auf Kur verbracht hatte. Er vollendete das Werk kurz vor seinem Umzug von Linz nach Wien, am 9. September des darauf folgenden Jahres. Doch bis zur Aufführung der Messe musste er lange warten, denn die Musiker der Hofkapelle erklärten das Werk für unspielbar, und sogar Johann von Herbeck, der Dirigent der Hofkapelle und ein Förderer Bruckners, war äußerst skeptisch. Nach vier langen Jahren beschloss Bruckner, die Aufführung dieser Messe selbst zu organisieren und die Kosten für das Orchester zu übernehmen. Die Uraufführung fand schließlich am 16. Juni 1872 in der Augustinerkirche in Wien mit Bruckner selbst als Dirigent statt 135 SAMSTAG, 25. OKTOBER 2014, 21 UHR Das grandiose Te Deum dagegen stammt aus Bruckners Jahren der Reife und des symphonischen Schaffens. Der Komponist beginnt im Frühjahr 1881 daran zu arbeiten, als er eben die Fünfte Symphonie und das Streichquintett in F-Dur vollendet hat. Im Februar hat die Uraufführung seiner Vierten Symphonie stattgefunden, für die er nach den vorangegangenen harschen Kritiken von seinen Gegnern einen gewissen Respekt gezollt bekam. Doch die Arbeit am Te Deum ruht bald wieder, denn Bruckner widmet sich der Vollendung der Sechsten Symphonie, der Überarbeitung der drei Messen und vor allem der Arbeit an der Sieb- ten Symphonie. Nur als diese fertig wird, am 5. September 1883, nimmt sich Bruckner das Te Deum wieder vor und stellt es bis März 1884 fertig. Und auch hier muss er warten, bevor seine Komposition vor Publikum gespielt wird. Im Mai 1885 wird eine Aufführung für Chor und zwei Klaviere geboten, doch erst im Januar 1886 findet die Uraufführung mit Orchester statt, in einem Konzert der Gesellschaft der Musikfreunde, das Publikum und Kritik mit großem Enthusiasmus aufnehmen. Bruckner selbst definiert sein Te Deum als „Stolz meines Lebens“ und „mein bestes Werk“. Den Text der Werke finden Sie auf S. 54 ff. BEATI QUI LUGENT JOHANNES BRAHMS (1833-1897) Ein deutsches Requiem op. 45 Soli, Chor und Orchester SAMSTAG, 25. OKTOBER 2014, 21 UHR PÄPSTLICHE BASILIKA SAN GIOVANNI IN LATERANO Der Titel des Konzertes stammt aus der Bergpredigt Jesu, von der das Matthäusevangelium (5, 1-12) berichtet: „Selig die Trauernden, denn sie werden getröstet werden.“ (Mat 5, 4). Mit diesen Worten (Selig sind, die da Leid tragen, denn sie sollen getröstet werden) beginnt auch das Deutsche Requiem von Brahms. PALATINAKLASSIK-VOKALENSEMBLE PHILHARMONISCHER CHOR AN DER SAAR CHOR UND ORCHESTER DES STAATLICHEN KONSERVATORIUMS KAZAN LEO KRAEMER, LEITUNG Susanne Bernhard, Sopran Vinzenz Haab, Bariton 136 Die Fondazione Pro Musica e Arte Sacra widmet dieses Konzert dem Gedenken an Kardinal Domenico Bartolucci, Kardinal Francesco Marchisano, Pater Gonzalo Diaz, OSA und Rolf Deyhle. Am Montag den 11. November 2013 verstarb in Rom Seine Eminenz Kardinal Domenico Bartolucci (Borgo San Lorenzo, 7. Mai 1917 – Rom, 11. November 2013), Domkapellmeister auf Lebenszeit der Päpstlichen Musikkapelle „Sistina“, grandioser Komponist, Chorleiter und Dozent. Am 25. Oktober 2010 wurde ihm in der Sala Accademica des Päpstlichen Instituts für Kirchenmusik in Rom von der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra der Ehrenpreis „Fondazione Pro Musica e Arte Sacra“ in Anerkennung seiner besonderen Verdienste um die Musica Sacra und in Würdigung seines Lebenswerkes als Kapellmeister, Dozent und Komponist verliehen. Die Fondazione Pro Musica e Arte Sacra und alle Teilnehmer der Ehrenpreisverleihung behalten die bescheidene und geradlinige Persönlichkeit und das enorme musikalische Talent und Wissen von Kardinal Bartolucci in bester Erinnerung und drücken allen Verwandten und Freunden und all jenen ihr Beileid aus, die ihn kannten und liebten. Sonntag den 27. Juli 2014 verstarb in Rom Seine Eminenz Kardinal Francesco Marchisano (Racconigi, 25. Juni 1929 – Rom, 27. Juli 2014), Erzpriester Emeritus der Basilika St. Peter im Vatikan, Generalvikar Seiner Heiligkeit für die Vatikanstadt, Präsident Emeritus der Dombauhütte von St. Peter, des Arbeitsamtes des Apostolischen Stuhls, der Päpstlichen Kommission für Kulturgüter der Kirche und der Permanenten Kommission zum Schutz der historischen Kunstdenkmäler des Heiligen Stuhls. Am 21. Februar 2006 wurde ihm in der Kirche San- tissimo Salvatore im Monumentalkomplex San Michele a Ripa Grande in Rom von der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra der Ehrenpreis „Fondazione Pro Musica e Arte Sacra“ für seinen Einsatz für die Erhaltung und Restaurierung sakraler Kunst in seiner Funktion als Präsident der Päpstlichen Kommission für Kulturgüter der Kirche (März 1993 - Oktober 2003) und Präsident der und der Permanenten Kommission zum Schutz der historischen Kunstdenkmäler des Heiligen Stuhls (2006) verliehen. Die Fondazione Pro Musica e Arte Sacra und alle Teilnehmer der Ehrenpreisverleihung behalten die Berufung, die eindrucksvolle Persönlichkeit und die menschlichen Gaben von Kardinal Marchisano in bester Erinnerung und drücken allen Verwandten und Freunden und all jenen ihr Beileid aus, die ihn kannten und liebten. Mit ihnen gedenkt die Fondazione Pro Musica e Arte Sacra im Gebet auch zweier Freunde der Stiftung, zweier herzlicher, hilfsbereiter und großzügiger Menschen, die dieses Jahr von uns gegangen sind: Pater Gonzalo Diaz, Generalökonom Emeritus des Augustinerordens, und Rolf Deyhle, Mäzen und Ehrenpräsident des Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra 2011 und 2012. FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA Der Gründer und Generalpräsident Der Stiftungsrat Die Präsidentin des Förderkomitees und das Förderkomitee Das Künstlerische Komitee 137 SONNTAG, 26. OKTOBER 2014, 16 UHR KYRIE ELEISON JOSEPH JULIAN GONZALEZ (G. 1963) Misa Azteca für Soli, Chor, Orchester und präkolumbianische Perkussionsinstrumente Orchestrierung von Joel Clarkson e Joseph Julian Gonzalez MARK HAYES (G. 1953) Requiem Bariton Solo, Chor und Orchester SONNTAG, 26. OKTOBER 2014, 16 UHR BASILIKA SANT’IGNAZIO DI LOYOLA Im Besitz des Fonds der Sakralbauten (Fondo Edifici di Culto) Der Titel des Konzerts stammt vom Kyrie, einer christlichen Litanei, die am Beginn der Liturgie der Heiligen Messe und somit auch der Misa Azteca steht. Die dreifache Anrufung in Griechisch, „Kyrie eleison Christe eleison - Kyrie eleison“, die im Deutschen übersetzt wird mit „Herr, erbarme Dich – Christus, erbarme Dich – Herr, erbarme Dich“, ist das älteste Zeugnis christlicher Liturgie, denn sie geht auf die Messe im römischen Ritus aus dem 5. Jahrhundert zurück. MISA AZTECA THE CONTINUO ARTS FESTIVAL CHORUS* ROMA SINFONIETTA ORCHESTRA TERESA RUSSELL, LEITUNG Charisma Miller, Sopran Linda Scott, Mezzosopran Victor Chan, Bariton REQUIEM THE CONTINUO ARTS FESTIVAL CHORUS* ROMA SINFONIETTA ORCHESTRA MARK HAYES, LEITUNG Mark Spencer, Bariton * mit Sängerinnen und Sängern der folgenden Chöre: Custer Road United Methodist Church Chancel Choir - Tim Morrison, Leitung Sounds of the Southwest Singers - Matt Deller, Leitung Southwestern College Concert Choir - Teresa Russell, Leitung Norwell United Church of Christ Sanctuary Choir - Karen Harvey, Leitung St. Lukes Presbyterian Church Chancel Choir - Marvin Gaspard, Leitung Foothills United Methodist Church Chancel Choir - Carol Paton, Leitung Vocal Spotlight - Donnalynn Laver, Leitung 138 Joseph Julian Gonzalez, Misa Azteca Die Misa Azteca vermischt zwei Kulturen und Religionen in einer musikalischen Zelebration für Orchester, Chor und Solisten in sieben Sätzen im Stil eines Oratoriums. „Misa“, das spanische Wort für Messe, ist die Gesamtheit der Gebete und Zeremonien, aus denen der eucharistische Ritus der lateinischen Messe besteht. Sie enthält liturgische Texte in Latein, sowohl aus dem Ordinarium als auch aus dem Proprium: Kyrie, Gloria, Graduale, Credo, Sanctus, Agnus Dei und Ite Missa Est. „Azteca“ ist der Name des Volkes von Ureinwohnern, das Zentralmexiko zur Zeit der spanischen Eroberung dominierte. Musik und Tanz waren ein wesentlicher Bestandteil ihrer Riten und Zeremonien. Viele der Musikinstrumente waren für sie heilig; daher stellten ihre Rhythmen einen bedeutenden Teil aller wichtigen Zeremonien und Feierlichkeiten dar. Doch heute können wir nur erahnen, wie diese Rhythmen tatsächlich klangen. Ein Manuskript aus dem 16. Jahrhundert, genannt Cantares Mexicanos, bringt ein Beispiel einer geschriebenen Aufzeichnung von Rhythmus auf der Basis von vier Vokalsilben: ti, to, ki, co. Ausgehend von Hinweisen wie diesem gelingt es den Personen, die heute aztekische Musik aufführen, diese antike Musik wieder zu beleben, und der Komponist erhielt von diesen Meistern unserer Tage unschätzbare Einsichten in die Welt aus Rhythmus, Ritual und Religion, welche die Basis der Misa Azteca darstellt. Im Text werden Verse aus präkolumbianischer Poe- sie der Azteken verwendet (wiederum aus den Cantares Mexicanos), die ein ähnliches Thema haben wie die Teile des Ordinariums und des Propriums der Messe. So fleht der Sopran zum Beispiel im Graduale in Nahuatl (der Sprache der Azteken) „Oh möge ich nie sterben! Möge ich nie zugrunde gehen! Lass mich an einen Ort gehen, an dem man nicht stirbt!“. Diese Wehklage wird vom Chor beantwortet, der friedlich das Gebet des Hochfestes von Allerheiligen singt, „Die Seelen der Gerechten sind in Gottes Hand ... in den Augen der Toren sind sie gestorben, sie aber sind in Frieden“. Durch die Vermischung der lateinischen und aztekischen Texte sowie der verschiedenen Rhythmen, Instrumentierungen und Klänge, die für beide einzigartig sind, löst dieses Konzertstück die Spannungen, die allgemein mit zwei scheinbar unvereinbaren Kulturen assoziiert werden. Das Thema der wechselseitigen Entsprechung, das die Annahme aushebt, diese zwei Welten müssten voneinander getrennt bleiben, verbindet alle in einer gemeinsamen Suche nach Einheit und Frieden. Die Misa Azteca eröffnete das renommierte El Cervantino Festival in Guanajuato, Mexiko und wurde im Sydney Opera House, beim St. Denis Music Festival, in der Carnegie Hall in New York, in der Walt Disney Concert Hall und in vielen anderen Orten aufgeführt und hat dabei stets die Menschen berührt und inspiriert. Den Originaltext des Werkes finden Sie auf S. 63 ff. Mark Hayes, Requiem Mark Hayes schrieb sein Requiem 2012, nachdem er gründliche Studien zu den Requiems von Mozart, Brahms, Fauré und Duruflé durchgeführt hatte. Spuren dieser Einflüsse finden sich in der gesamten Komposition, ihrer Form, ihren musikalischen Themen und ihrer Kohärenz. Im Mai 2013 wurde das Werk im Lincoln Center New York uraufgeführt. Mark Hayes vertonte sechs der zwölf traditionellen Texte des Requiems, nämlich Requiem Aeternam, Kyrie, Dies Irae, Sanctus, Agnus Dei und Lux Ae- ternam. Die Texte sind hauptsächlich in Latein, doch kurze Auszüge in Englisch finden sich in jedem Satz außer dem Dies Irae. Während er dem emotionalen Verlauf des Requiems von Trauer, Angst, Wut zu Lösung, Frieden, Hoffnung folgt, verwendet Hayes dissonante Harmonien, die weiten Melodiebögen gegenüberstehen, sowie verschiedene Taktarten, um so die gesamte Spannweite des Gefühlsausdrucks und der spirituellen Erleuchtung einzufangen. Durch alle ruhigeren Sätze der Komposition ziehen 139 SONNTAG, 26. OKTOBER 2014, 21 UHR sich Tonartänderungen, die als Impulse hin zu den Höhepunkten dienen, welche dann unvermeidlich zu einer finalen Wiederholung des oder Anlehnung an das Thema führen. Das Dies Irae steht für sich allein, mit seiner starken dramatischen Spannung, der Intensität des Orchesters und dem Auftritt des einzigen Solisten, der um die Gnade Chri- sti bittet. Indem das Lux Aeternam mit dem Thema des Requiem Aeternam abschließt, gefolgt von einer momentanen Ausweitung mit englischem Text, schließt das Requiem von Mark Hayes friedlich in C-Dur. Der Autor widmet diese Arbeit seinen Eltern, Marvin und Betty Hayes. Den Text des Werkes finden Sie auf S. 65. MAIOR AUTEM EX HIS EST CARITAS GIUSEPPE VERDI (1813-1901) Messa da Requiem für Soli, Chor und Orchester SONNTAG, 26. OKTOBER 2014, 21 UHR PÄPSTLICHE BASILIKA SAN PAOLO FUORI LE MURA Der Titel des Konzertes zitiert die Worte des Apostels Paulus aus dem Ersten Brief an die Korinther (1,13): „Wenn ich in den Sprachen der Menschen und Engel redete, hätte aber die Liebe nicht, wäre ich dröhnendes Erz oder eine lärmende Pauke. ... Die Liebe ist langmütig, die Liebe ist gütig. Sie ereifert sich nicht, sie prahlt nicht, sie bläht sich nicht auf. Sie handelt nicht ungehörig, sucht nicht ihren Vorteil, lässt sich nicht zum Zorn reizen, trägt das Böse nicht nach. Sie freut sich nicht über das Unrecht, sondern freut sich an der Wahrheit. Sie erträgt alles, glaubt alles, hofft alles, hält allem stand. Die Liebe hört niemals auf. ... Für jetzt bleiben Glaube, Hoffnung, Liebe, diese drei; doch am größten unter ihnen ist die Liebe“. ILLUMINART PHILHARMONIC CHOIR AND ORCHESTRA TOMOMI NISHIMOTO, LEITUNG Sayuri Bunya, Sopran Takako Nogami, Mezzosopran Gianluca Sciarpelletti, Tenor Tsutomu Tanaka, Bariton Kirchenmusikkonzert im Dienste der Nächstenliebe organisiert in Zusammenarbeit mit der Stiftung SOFIA onlus 140 Giuseppe Verdi, Messa da Requiem Im Jahr 1868 schlug Verdi beim Tod Rossinis vor, von den größten italienischen Komponisten der Zeit zu dessen Gedenken eine Messa da Requiem komponieren zu lassen. Dreizehn Musiker – darunter natürlich Verdi selbst, der mit dem Libera Me beauftragt wurde – folgten dem Aufruf, doch diese lobenswerte Initiative verlief im Sande, als sie aufgeführt werden sollte. Zum Teil lag dies wohl an einer Reihe von organisatorischen Schwierigkeiten, die Verdi auf die Gleichgültigkeit und Egozentrik der italienischen Musikwelt zurückführte, aber ein Grund war wohl auch, dass man Probleme mit dem nicht homogenen Charakter dieses Requiems hatte. Dennoch blieb Verdis Idee nicht ohne Auswirkungen, denn aus ihr entstand einige Jahre später eines der größten Meisterwerke der Kirchenmusik aller Zeiten. Dies geschah beim Tod von Alessandro Manzoni, am 22. Mai 1873. Es handelte sich um einen großen Verlust, der in ganz Italien als solcher erlebt wurde und auch Verdi besonders bewegte. Bereits am Tag darauf schrieb er an seinen Verleger Giulio Ricordi: „Ich werde bald sein Grab besuchen, allein und ohne Aufsehen, und vielleicht werde ich (nach weiterem Nachdenken und nachdem ich meine Kräfte gut abgewogen habe) auch etwas schaffen, um seiner zu gedenken“. Und wenige Tage später schlug er Ricordi ein schon sehr ausgereiftes Projekt vor für eine „Totenmesse“ zum ersten Todestag des Schriftstellers. Verdi verehrte Manzoni zutiefst, und seine grenzenlose Bewunderung war vor allem auf den Roman I Promessi Sposi (Die Verlobten) gerichtet, den er als „ein wahres Buch, so wahr wie die Wahrheit selbst“ definierte und somit als einen paradigmatischen Ausdruck einer ästhetischen Theorie betrachtete, welche auf die Wahrheit gegründet ist und welcher nicht nur die Literatur, sondern alle Künste – und somit auch die Musik – zu folgen haben. Andererseits war Verdi von der christlichen Ideologie des Romans weit entfernt. Er bestritt die Existenz der Vorsehung und lehnte damit – und dessen war er sich sicherlich bewusst – die These ab, die die eigentliche Basis der Promessi Sposi darstellt. Hiermit sind wir beim Thema der Religiosität Verdis angelangt, was unumgänglich ist, da wir von einem Werk sakraler Musik sprechen. Ohne Zweifel hegte Verdi der Religion gegenüber eine tiefe Skepsis und lehnte den Trost der Hoffnung auf ein Leben nach dem Tod ab. Doch er besaß, obwohl er weder praktizierender noch gläubiger Christ war, sehr wohl eine tiefe Spiritualität, und er verspürte eine beinahe metaphysische Ergriffenheit angesichts der Geheimnisse von Leben und Tod. Hier ist seine Musik der zuverlässigste und glaubwürdigste Beleg: in der Messa da Requiem hinterfragt Verdi den Tod, indem er alle dramatische Kraft seiner Inspiration in das Werk legt, so wie er es auch in seinen Opern tat. Das Publikum und die Kritik reagierten verstört auf diesen Einbruch der Dramatik in die Musica Sacra, da sie solches nur vom Melodram gewohnt waren. Hans von Bülow – großer Dirigent und Pianist, aber Komponist dritter Klasse, laut dem giftigen, doch sehr treffenden Urteil Verdis – nannte die Messa da Requiem „eine Oper im Kirchengewand“, während aus derselben österreichisch-deutschen Musikwelt auch die Stimme von Johannes Brahms erscholl, das Requiem sei „eine Komposition, wie nur ein Genie sie geschaffen haben kann“. Wenn man einmal von seinen irritierenden Vorurteilen der italienischen Musik gegenüber absieht, so erfasst Bülows Bemerkung doch sehr genau den Dualismus, der Verdis Requiem innewohnt: sakrale Musik oder profane Musik? Die Antwort ist ein scheinbarer Gegensatz: Dies ist das Gebet eines Agnostikers. Also nicht ein entschiedenes und festes Gottvertrauen, sondern ein ständiges Schwanken zwischen Bestrebungen, Erregungen, Befürchtungen, Zweifeln und Eingeständnissen, die mit einer dramatischen Direktheit ausgerückt werden, die derjenigen von Verdis theatralischen Werken in Ausdrucksstärke und Evidenz in nichts nachsteht. Genau wie in den Opern betont Verdi einige Schlüsselwörter ganz besonders (er selbst hat sie „szenische Wörter“ definiert, wenn er mit ihnen in Opernlibretti zu tun hatte), wie z. B. dies irae, mors, nil, confutatis maledictis, lacrymosa oder libera me. Es handelt sich um Momente tiefster Verzweiflung in der Totenliturgie, die durch naturkatastrophenähnliche Tonexplosionen ausgedrückt werden oder aber durch ein Flüstern, unterbrochen von beängstigender Stille. In eben diesen Augenblicken, mehr noch als in den Momenten, in de- 141 SONNTAG, 26. OKTOBER 2014, 21 UHR nen er sich dem traditionellen sakralen Stil annähert, in welchem er ebenfalls tiefe Inspiration und hohe Meisterschaft des Kontrapunktes beweist, in eben die- sen Augenblicken offenbart sich der individuelle, intime und schwierige religiöse Geist Verdis. Mauro Mariani Den Text des Werkes finden Sie auf S. 68 ff. DAS ZIEL DES KONZERTES 142 Im Einklang mit dem dringenden Anliegen von Papst Franziskus ist dieses Konzert des 13. Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra der Solidarität und der Hilfe für die Armen und Benachteiligten gewidmet, insbesondere den Straßenkindern des Barrio von Catia in Caracas (Venezuela), einer immensen Anhäufung von Baracken, in der eine Million Menschen ohne jegliche Grundversorgung lebt und jede Kindheit von Armut, Vernachlässigung und Gewalt geprägt wird. Für diese Kinder kann der Besuch einer Schule oder eines Zentrums, in dem sie Schutz finden, das ganze Leben ändern. Daher haben die Patres und Brüder der Salvatorianer in wenigen Jahren ein ganzes Netz an Schutzprojekten aufgebaut, das heute 6 Grund- und Hauptschulen umfasst, eine Spezialschule zur Wiedereingliederung der Kinder, die die Schule aufgegeben haben, zwei Heime für obdachlose Kinder oder solche, die in schwierigen familiären Situationen leben, sowie eine ambulante Arzt- und Zahnarztpraxis mit Medikamentenausgabe. All dies war auch Dank der Arbeit der Fondazione SOFIA möglich, der italienischen gemeinnützigen Stiftung der Salvatorianer, die das Projekt mit privaten Spenden und Geldern von öffentlichen und privaten Einrichtungen unterstützt. „Wir sind der Fondazione pro Musica e Arte Sacra sehr dankbar, dass sie uns die Möglichkeit gibt, unsere Arbeit beim Festival vorzustellen, und dem Kardinal Erzpriester der Basilika San Paolo fuori le Mura danken wir für die Genehmigung, beim Konzert vom 26. Oktober 2014 Spenden für das Projekt zu sammeln. Die Arbeit der Patres macht für viele Kinder und Familien in diesem schrecklichen Elendsviertel wirklich einen Unterschied aus –meint Arnout Mertens, Geschäftsführer der Fondazione SOFIA – und es ist für uns eine immense Freude, konkrete Ergebnisse erleben zu kön- nen. Wie bei Alejandro – einem Straßenkind –, der dieses Jahr seinen Universitätsabschluss in Physik macht und gleichzeitig ein talentierter Musiker wird. Für die Qualität unserer Schule haben wir schon zwei Preise erhalten.“ Seit Anfang 2006 half die Fondazione SOFIA mit diesem Projekt mehr als 3.000 Kindern und Jugendlichen. „Als wir sahen, in welch elender und vernachlässigter Verfassung einige Kinder sind – meint Pater Agustin Van Baelen, Vorstand der Fondazione SOFIA und Verantwortlicher für die Mission der Salvatorianer – wollten wir ihnen ein Dach über dem Kopf und eine Schulausbildung garantieren. Dann wuchs das Projekt, und nun haben wir schon Dutzende von Jugendlichen erlebt, die es aus dem Elend heraus geschafft haben, die gelernt haben, auf sich selbst zu achten und neue Perspektiven zu verfolgen. Ein Salvatorianer zu sein bedeutet, ein gläubiger Mensch in Aktion zu sein, den Menschen wieder auf die Beine zu helfen, die Hand im Namen des Erlösers zu reichen“. Sie können dazu beitragen, dass dieses Projekt weiter wächst und gedeiht. Spenden können per Postüberweisung auf die Kontonummer 1000569895 oder per Banküberweisung auf das Konto der Fondazione SOFIA Onlus, IBAN: IT25 W052 1603 2290 0000 0012 540 gemacht werden. Mit 25 Euro können zwei Schulbücher gekauft, mit 50 Euro für den Aufenthalt und die Versorgung eines Kindes für eine Woche in einem Heim gesorgt, mit 300 Euro 12 Zahnarztbehandlungen finanziert werden. SOFIA - Salvatorian Office for International Aid, die Non-profit-Organisation der Patres und Brüder der Salvatorianer, arbeitet im Süden der Welt an der Verbesserung der Lebensbedingungen derer, die es am Nötigsten haben: 1.200 Missionare sind in 40 Ländern aktiv und arbeiten in den am schlimmsten vernachlässigten Gegenden der Welt, um Kindern, Frau- en und Männern mit dem Nötigsten zu helfen. Von christlichen Werten geleitet und inspiriert von der Sozialdoktrin der Kirche arbeiten sie dafür, allen Menschen, egal welchen Geschlechts, welcher Religion oder welcher anderen Zugehörigkeit auch immer, ihre Grundrechte zu garantieren. Durch medizinische, schulische, umweltfreundliche und pastorale Projekte helfen sie den Menschen, für sich und ihre Kinder für eine menschenwürdigere Zukunft zu sorgen. Fondazione SOFIA entstand 2008 und wuchs schnell. 2011 wurde sie zur gemeinnützigen Organisation (onlus) erklärt und hat die Aufgabe, Missionsprojekte der Salvatorianer in den Aufgabenbereichen Schule, Gesundheitswesen, Entwicklung und Spiritualität zu entwickeln, zu fördern und zu finanzieren. Die Arbeit der Stiftung betrifft Projekte in Afrika, Indien, auf den Philippinen und in Lateinamerika. Fondazione SOFIA onlus ist verantwortlich für die Projektkampagnen und die Spenden in Italien. Ihr zur Seite steht die Stiftung SOFIA Swiss. www.fondazionesofia.org SOFIA und die Salvatorianer in Venezuela Die Salvatorianer kamen 1957 nach Venezuela und eröffneten eine Missionsstation in Caracas. 1983 gründeten sie eine neue Mission in Ciudad Guayana, einer Gegend aus Barackenstädten im Feuchtgebiet des Flusses Orinoco. Die Aktivitäten finden in Caracas statt, im Slum von Catia – einem der größten Elendsviertel in ganz Lateinamerika – und bestehen aus: • Schulen: 4 Grundschulen und 2 weiterführende Schulen • Hilfe für allein lebende Kinder/ Straßenkinder: 2 Heime für Kinder und Jugendliche in schwieriger sozialer Lage und/oder solche, die von der Familie ausgesetzt wurden. • informelle Bildung: ein Projekt zur Wiedereingliederung in das Schulsystem von Kindern, die aufgrund ihrer familiären Situation nicht in die Schule gingen • Gesundheit: eine Arztpraxis, eine Zahnarztpraxis und ein medizinisches Labor Das Projekt Im Elendsviertel von Catia leben etwa 1.000.000 Men- schen ohne Grundversorgung und Schutz. Ein Drittel davon gehört zur Gemeinde der Salvatorianer. Armut und Gewalt sind von fragilen oder zerstörten familiären Strukturen, fehlender Bildung und Arbeitslosigkeit verursachte Phänomene. Mit dem eigenen Überleben beschäftigt, kümmern sich viele Erwachsene nicht um ihre Kinder, lassen sie unbeaufsichtigt und ohne Bildung auf der Straße leben oder schicken sie zur Arbeit, um die schwachen Finanzen mit etwas Kleingeld aufzubessern. Die Mädchen werden oft viel zu früh schwanger, die Jungen werden zu Bandenmitgliedern und deshalb oft ermordet. In Catia sind Orte, die Bildung und Schutz bieten, eine Rarität. Außerdem ist es undenkbar, die Kinder auf Schulen außerhalb des Slums zu schicken, denn es besteht die Gefahr, auf dem Weg durch andere Viertel Straßenbanden zu begegnen, und Fahrtkosten für Verkehrsmittel sind zu hoch. Ziele Für die Niños abandonados stellen die Schulen und Heime der Salvatorianer eine Möglichkeit dar, aus dem Elend herauszukommen und zu verstehen, was es bedeutet, ein Leben in Würde zu führen. Sie sind dort sicher vor der Gewalt auf den Straßen und vor der Abhängigkeit von Drogen, Alkohol, Videospielen oder anderem. Die gesammelten Spenden sollen speziell folgenden Aktivitäten zukommen: • Schaffungen eines interdisziplinären Teams aus einem Psychologen, einem Sozialarbeiter, einem Therapeuten und einem Erzieher in den 6 Schulen der Salvatorianer • Aufbau einer zweiten Arztpraxis mit Medikamentenausgabe in der Schule La Constancia, der größten Salvatorianer-Schule in Catia mit Grundschulund weiterführenden Klassen für insgesamt etwa 1.000 Schüler des Barrio. Die Schule erhielt kürzlich zwei nationale Preise für ihren ausgezeichneten Unterricht, die hervorragende Sozialarbeit und die Art des Managements. Die anfängliche Infrastruktur wurde erweitert durch einen großen Trinkwassertank, ein naturwissenschaftliches Labor, einen überdachten Hof, einen Raum für das Werkzeug, ein kleines Büro und einem Sportplatz auf dem Dach. Der Großteil der Kinder hat keinen Zugang zu medizinischer Behandlung, und diese zweite Arztpraxis kann auch von den anderen 143 DIENSTAG, 28. OKTOBER 2014, 21 UHR Bewohnern des Slums genutzt werden. • Angebot einer psychologischen Betreuung für die Kinder der beiden Heime El Encuentro und El Timòn. Im Encuentro werden Kinder zwischen 4 und 18 Jahren aufgenommen. Im Timòn leben die älteren Jugendlichen, die, um im Zentrum bleiben zu können und zu lernen, selbstständig zu werden, zum Teil für ihren Unterhalt aufkommen müssen. So arbeiten sie zwar, können aber gleichzeitig weiter zur Schule gehen. • Restaurierung der Klassenzimmer von La Constancia und Angebot zweier neuer Unterrichtsstoffe im Bereich der „Wissenschaften“: Ökonomie und Personalführung • Erneuerung der Strom- und Wasserleitungen von La Constancia, die inzwischen über 50 Jahre alt sind • Organisation von Fortbildungskursen zu spezifi- schen Themen der Verwahrlosung für die Lehrkräfte der 6 Schulen • Organisation von außerschulischen Aktivitäten: Sport, Musik, Kultur und Tanz KONTAKTE: Vorstand Pater Agustin Van Baelen [email protected] Geschäftsführer Dr. Arnout Mertens [email protected] Mobiltel. +39 320 41 77311 Verantwortliche für Spender und Kommunikation Dr. Annita Di Donato [email protected] Mobiltel. + 39 320 41 27694 PSALLITE DEO SAPIENTER SONDERKONZERT RESERVIERT FÜR DIE WOHLTÄTER DER FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA DIENSTAG, 28. OKTOBER 2014, 21 UHR CAPPELLA CORSINI IN DER PÄPSTLICHEN BASILIKA SAN GIOVANNI IN LATERANO Der Titel des Konzertes stammt aus Psalm 47: „Singt unserm Gott, ja singt ihm! Spielt unserm König, spielt ihm! Denn Gott ist König der ganzen Erde. Spielt ihm ein Psalmenlied!“ CHOR DER PÄPSTLICHEN MUSIKKAPELLE „SISTINA“ MASSIMO PALOMBELLA, LEITUNG Juan Paradell Solé, Orgel 144 MITTWOCH, 29. OKTOBER 2014, 21 UHR Gregorianik Christus factus est Gregorio Allegri (um 1582-1652) Miserere Tommaso Ludovico da Vittoria (1548-1611) Ave Maria Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525?-1594) Gloria aus der Missa Papae Marcelli Super Flumina Denis Bédard (g. 1950) Präludium und Toccata auf Victimae Paschali Laudes Giovanni Pierluigi da Palestrina Sicut Cervus Orlando di Lasso (1532-1594) Iubilate Deo Giovanni Pierluigi da Palestrina Tu es Petrus Giovanni Pierluigi da Palestrina Credo aus der Missa Papae Marcelli Den Originaltext der Stücke finden Sie auf S. 73 ff. JUBILATE DEO GEISTLICHE CHOR-MOTETTEN IM SPIEGEL DER KULTUREN MITTWOCH, 29. OKTOBER 2014, 21 UHR BASILIKA SANT’IGNAZIO DI LOYOLA IN CAMPO MARZIO Im Besitz des Fonds der Sakralbauten (Fondo Edifici di Culto) Der Titel des Konzertes stammt vom gleichnamigen, in Gregorianik gesungenen Introitus (antiphona ad introitum) der katholischen Liturgie. Sein Text wurde oft auch als Chormotette vertont. In der Liturgie ist der Introitus ein Teil des Propriums, er begleitet die Prozession zum Einzug des Zelebranten und seiner Dienste und leitet die Heilige Messe ein. Der Text stammt aus Psalm 100: „Jauchzt vor dem Herrn, alle Länder der Erde! Dient dem Herrn mit Freude! Kommt vor sein Antlitz mit Jubel!“. MÄDCHENCHOR AM KÖLNER DOM OLIVER SPERLING, LEITUNG Helena Wery, Klavierbegleitung 145 MITTWOCH, 29. OKTOBER 2014, 21 UHR Colin Mawby (g. 1936) Jubilate Deo Psalm 66 Walter Schmid (g. 1928) Jauchzet Gott, alle Lande Psalm 66 Adalbert Gyrowetz (1763-1850) Herr, dessen Weisheit ewig ist nach Psalm 104 / Psalm 8 Vytautas Miskinis (g. 1954) Cantate Domino Psalm 98 Klaus Wallrath (g. 1959) Herr, du hast mich erforscht Psalm 139 uraufgeführt am 18. September 2014 in Köln Moritz Hauptmann (1792-1868) Gott, deine Güte reicht so weit „Gebet“ aus Psalm 36 und Psalm 18 Arnold Mendelssohn (1855-1933) Unser Herz ist unruhig Hl. Augustinus (354-430) – Confessiones I, 1,1 Egil Hovland (g. 1924) O come, let us sing Psalm 95 Nancy Hill Cobb (g. 1951) Cantate Domino Psalm 96 Thomas Tallis / Kenneth Brown (1505-1585) Glory to thee, my God, this night Bischof Thomas Ken (1637-1711) 146 Giuseppe Verdi (1813-1901) Laudi alla Vergine Maria aus Quattro Pezzi Sacri Text aus: Dante Alighieri (1813-1901) Divina Commedia, Paradiso – Canto XXXIII Maurice Duruflé (1902-1986) Tota pulchra es Maria Gustav Holst (1874-1934) Ave Maria Lukas 1, 28/ 1, 48 Ola Gjeilo (g. 1978) Ubi caritas et amor Eriks Esenvalds (g. 1977) O salutaris hostia Arvo Pärt (g. 1935) Peace upon you Jerusalem Psalm 122 Arvo Pärt (g. 1935) Zwei Beter Lukas 18, 9-14 Dooglas Coombes (g. 1935) O clap your hands Psalm 47 Bob Chilcott (g. 1955) A little jazz Mass Kyrie, Gloria, Sanctus, Benedictus, Agnus Dei Knut Nystedt (g. 1915) Søk Herren Jesaia 55, 6-12 Ars Artem Salvat 13TH INTERNATIONAL FESTIVAL OF SACRED MUSIC AND ART ROME AND VATICAN OCTOBER 22 TO 29, 2014 PATRONAGE WITH THE SUPPORT OF THE PRESIDENT OF THE ITALIAN REPUBLIC AND HIS REPRESENTATIVE MEDAL Medal of the President of the Italian Republic AND WITH THE PATRONAGE OF the Italian Senate the Chamber of Deputies the Presidency of the Italian Council of Ministers the Ministry of Cultural Heritage and Activities the Ministry of Interior - Central Head Office for the Administration of the Fund of Religious Buildings the Latium Regional Council the Assessor for Cultural Politics and the Historical Centre of the City of Rome 148 THE FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA THE FOUNDATION’S ORGANIGRAM FOUNDER AND PRESIDENT GENERAL Sen. Dr. h.c. mult. Hans-Albert Courtial for the Protection of the Historical and Artistic Monuments of the Holy See and “Fondazione Knight of the Grand Cross of the Order of Merit of the Pro Musica e Arte Sacra” Award 2006 Italian Republic and Ambassador of Rome to the World His Eminence Francesco Cardinal Monterisi Archpriest Emeritus of the Basilica of St Paul outside BOARD OF DIRECTORS the Walls, Rome Sen. Dr. Dr. h.c. Hans-Albert Courtial His Eminence Paul Cardinal Poupard Mgr Pablo Colino President Emeritus of the Pontifical Council for Culture Mgr Valentino Miserachs Grau Mgr. Prof. Dr. Georg Ratzinger Nicole Anneliese Courtial M.A Protonotary apostolic, Choir Master Emeritus and HONORARY PRESIDENT Sacra” Award 2010 “Fondazione Pro Musica e Arte His Eminence Angelo Cardinal Comastri His Eminence Gianfranco Cardinal Ravasi Vicar General of His Holiness for the Vatican City, President of the Pontifical Council for Culture and Archpriest of the Papal of the Commission for Basilica of St Peter and President of the Fabric the Cultural Heritage of the Church of St Peter His Eminence Camillo Cardinal Ruini Vicar General Emeritus of His Holiness for the Diocese COMMITTEE OF HONOR of Rome His Eminence Santos Cardinal Abril y Castelló The Most Reverend Archbishop Giovanni Tonucci Archpriest of the Basilica of St Mary Major, Rome Archbishop Prelate of the Holy House of Loreto His Eminence Domenico Cardinal Bartolucci His Eminence Card. Agostino Vallini (Borgo San Lorenzo, May 7,1917 - Rome, Vicar General of His Holiness for the Diocese of Rome November 11, 2013) and Archpriest of the Perpetual Choir Master of the Papal Music Chapel Basilica of St John Lateran, Rome “Sistina” and “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” Prof. Dr. Dr. Sen. h.c. Herbert Batliner Award 2010 Knight of the Grand Cross with Diamonds of the His Eminence Andrea Cardinal Cordero Lanza Principality of Liechtenstein di Montezemolo Ralph Dommermuth Archpriest Emeritus of the Basilica of St Paul outside Sen. Dr. Mariapia Garavaglia the Walls, Rome “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” Award 2008 His Eminence Timothy Cardinal Dolan Prof. Nikolaus Harnoncourt Archbishop of New York Conductor His Eminence James Michael Cardinal Harvey Prof. Dr. Clemens Hellsberg Archpriest of the Basilica of St Paul outside the Walls, “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” Award 2010 Rome Dr. Gianni Letta His Eminence Bernard Francis Cardinal Law “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” Award 2004 Archpriest Emeritus of the Basilica Ing. Wolfgang D. Schrempp of St Mary Major Richard de Tscharner His Eminence William Joseph Cardinal Levada “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” Award 2008 President Emeritus of the Congregation of Faith Dr. h.c. Hans Urrigshardt His Eminence Francesco Cardinal Marchisano “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” Award 2010 (Racconigi, June 25, 1929 - Rome, July 27, 2014) Franz Welser-Möst President Emeritus of the Permanent Commission Conductor 149 THE FONDAZIONE PRO MUSICA ARTISTIC COMMITTEE E ARTE SACRA COMMITTEE OF SUPPORTERS Mgr Pablo Colino Dott.ssa Claudia Autieri, President Emeritus Director of Music and Prefect of the Music HSH The Princess of Liechtenstein Department of St Peter Vienna Philharmonic Orchestra, Vienna Prof. Janos Czifra Papal Institute of Sacred Music, Rome Music Director at Salzburg Cathedral International Association Amici della Fondazione Pro Prof. Dr. Clemens Hellsberg Musica e Arte Sacra, Rome Emeritus President of the Vienna Philharmonic Förderverein der Freunde der Fondazione Pro Musica e Prof. Eberhard Metternich Arte Sacra, e.V., Germany Music Director at Cologne Cathedral Courtial International srl, Rome Mgr Valentino Miserachs Grau Emeritus Principal of the Papal Institute AUDITORS of Sacred Music Dr. Demetrio Minuto, President James O’Donnell Dr. Carlo Bardanzellu, Auditor Music Director and Organist at Westminster Abbey Dr. Valter Sebastianelli, Auditor Don Massimo Palombella, SDB Dr. Giorgio Peraldo Matton, Deputy Auditor Music Director of the Pontifical Sistine Chapel Choir Dr. Silvio Paolo Magnanego, Deputy Auditor ORGANIGRAM OF THE 13TH INTERNATIONAL FESTIVAL OF SACRED MUSIC Founder, President General and legal representative Sen. Dr. h.c. mult. Hans-Albert Courtial Secretariat Elena Regina Brandstetter – Secretary of the Board of Directors Melinda Mögele – Secretary for Foreign Correspondence and Artists Administration Andrea Serafini Press Office Sara Ciccarelli Luca Pellegrini Photographers Flavio Ianniello Riccardo Musacchio The Fondazione Pro Musica e Arte Sacra thanks the Photographic Archive of the Vatican Museums (Fototeca Musei Vaticani) for their gentle help in choosing the images for the titles of the single Festival concerts. 150 PREFACE BY THE HONORARY PRESIDENT T he International Festival of Sacred Music and Art is dedicated to Pope Paul VI this year, which marks his beatification – a most welcome event. I wish to remember Paul VI starting from a memorable moment of his Pontificate: his journey to the UN headquarters in New York and meeting with the grand assembly of all the peoples of the Earth. On that occasion, the pontiff delivered a vibrant address which has gone down in history. It opens with humble, disarming words: “This encounter, as you well understand, is of a twofold nature: it is marked both with simplicity and with greatness. Simplicity, because you have before you a man like you, your brother, and indeed one of the smallest among you who represent sovereign States … We have nothing to ask for, no question to raise. We have at most a desire to express and a permission to request: namely, that of serving you in so far as lies within our competence, with disinterest, humility and love.” Here Paul VI makes a short pause, as though to gather the breath of twenty centuries. The pontiff then continues, in a calm and steady voice: “The command was given to us: ‘Go and bring the good tidings to all peoples.’ And it is you who represent all peoples. We have a message for all of you. This message comes from our historical experience, as an ‘expert in humanity’...”. What a wonderful definition of the Church: an expert in humanity! Paul VI’s words reverberate with intense feeling: “We feel we are speaking with the voice of the dead as well as of the living: of the dead who have fallen in the terrible wars of the past, dreaming of concord and world peace; of the living who have survived those wars, bearing in their hearts a condemnation of those who seek to renew them.” The pontiff has come to the matter that most concerns him, he has finally reached the key point in his message. As small as David, Paul VI lets himself be guided by the wind of the Spirit and delivers his grand challenge: “Men cannot be brothers if they are not humble. It is pride, no matter how inevitable it may seem to be, which provokes tensions and struggles of prestige, of predominance, of colonialism, of selfishness; it is pride that disrupts brotherhood. Never one against the other, never, never again! No more war, never again! No more war, war never again. It is peace, peace which must guide the destinies of peoples and of all mankind.” Paul VI’s speech made a strong impression and had a great resonance: this was the first time a pope addressed the UN – the first time a successor of the fisherman Paul cast his net so far out in the sea of the world. 7 December 1965: on the eve of the closure of the Second Vatican Council, Paul VI and the Patriarch of Constantinople tore down a nine centuries thick wall by lifting the mutual excommunication of 1054. It is important to stress the significance of this gesture. On 29 July 1054, in Constantinople Patriarch Michael Cerularius refused to meet the representatives of the pope or allow them to celebrate the Eucharist. The latter then drafted an excommunication document, which they placed on the altar of the church of Hagia Sophia before leaving for Rome. The Patriarch, far from being intimidated, retorted with an excommunication of his own. What followed is a sad tale of pride and misunderstanding. From that day, despite the attempts at reconciliation made in Lyon in 1274 and Florence in 1439, for centuries the Church of the East followed a separate path from the Bishop of Rome, who – as the successor of the apostle Peter – is the guarantor of the unity of Christ’s Church. On 7 December 1965 this sad tale finally came to an end: at the same moment in Rome and Constantinople, Paul VI and Patriarch Athenagoras signed a document lifting their mutual excommunication. Here are some significant excerpts from this historic document: “Since they recall the command of the Lord ‘If you are offering your gift at the altar, and there remember that your brethren has something against you, leave your gift before the altar and go first be reconciled to your brother’, Pope Paul VI and Patriarch Athenagoras I in common agreement declare that: they regret the offensive words ... which, on both sides, have marked 151 THE FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA or accompanied the sad events of this period. They likewise regret and remove both from memory and from the midst of the Church the sentences of excommunication which followed these events. They hope that this act will be pleasing to God, who is prompt to pardon us when we pardon each other.” These humble and courageous words lay the foundations for the ensuing ecumenical dialogue. 8 December 1965: with a liturgical celebration in the churchyard of St Peter’s, Paul VI, together with the Conciliar Fathers, brought the Second Vatican Council to a close: a grand undertaking, destined to shape the history of the Church for years – or possibly centuries – to come. Addressing mankind as one large family, the Pope delivered a series of messages to people in power, intellectuals, scientists, artists, women, workers, the poor, the sick, the suffering and the young. A special address was made to those “far away”, a constant source of concern and yearning in the Pope’s heart. The address runs as follow: “Lastly, our universal greeting goes out to you, men who do not know us, men who do not understand us, men who do not regard us as useful, necessary or friendly. This greeting goes also to you, men who, while perhaps thinking they are doing good, are opposed to us. A sincere greeting, and unassuming greeting but one filled with hope and, today, please believe that it is filled with esteem and love.” Paul VI was looking forward to a new spring, but what followed were harsh, difficult days. Paul VI sailed Peter’s vessel through the storm: he was not an irresolute man but a prudent one; not a conservative, in the pejorative sense of the term, but a man faithful to the Gospel who humbly submitted himself to it; not a progressive or an adventurer, but a man attentive to dialogue and ready to make any sacrifice required to translate the timeless Gospel into today’s language. He was a man of God. In my eyes, Paul VI was an unbloodied martyr. The day after the closing of the Council, according to Monsignor Pasquale Macchi’s account, in a private note the Pope expressed his complete submission into the hands of God: “Nunc dimittis? Is it time to leave? Now: a new period after the council. Is our service not over? The temptation in old age is to rest! But for a servant, a servant of Christ, there is no rest. Perhaps the Lord has called me and retains me in this service not so much because I have any aptitude for it or so that I may govern the Church and rescue it from its present difficulties, but so that I may suffer for the Church’s sake and to make it clear that it is He – and no other – that guides and saves her.” Words exuding humbleness, obedience and a complete submission to God’s will: words worthy of a saint! Cardinal Angelo Comastri Vicar General of His Holiness for Vatican City Archpriest of St. Peter’s Basilica Honorary President of the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra 152 PRESIDENTIAL ADDRESS L adies and Gentlemen, dear Friends of sacred music, I am delighted to welcome you to the 13th edition of the International Festival of Sacred Music and Art, the annual appointment with the greatest and most important of our musical projects. The present situation is by no means easy but thanks to the faithful and constant aid of benefactors and patrons, we can continue our institutional activities by offering performances of extraordinary compositions of sacred music including both eternal masterpieces and works by contemporary composers. Nearly a thousand musicians of proven excellence in classical and sacred music will arrive in Rome this year in October from many parts of the world, including Japan, the United States, Germany, Austria, Tatarstan, the Vatican City and Italy. Alongside orchestral performers and singers of international renown, it is our honour and pleasure to present two splendid choirs involved with the church in liturgical celebrations all the year round, one from Cologne Cathedral and one from the Pontifical Sistine Chapel, both institutions with which the Foundation is proud to boast a relationship of fruitful collaboration stretching back over the years. Despite having organized its International Festival of Sacred Music and Art every year since 2002, the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra still has a great wealth of as yet unperformed compositions to draw upon in the future. While this year marks the thirteenth edition, great works of classical religious music such as Schubert’s Lazarus and Handel’s Saul had yet to be heard in the festival. These two great dramatic oratories, which will open the series of the concerts on 22 and 23 October, thus constitute new items in the Festival programme. I am certain that they will prove a thrilling experience, not least due to the involvement of exceptional forces such as the Wiener Philharmoniker and Wiener Singverein, conducted by Ingo Metzmacher, who will be performing Lazarus for our faithful public and benefactors. The programme of the 2014 festival also includes two masses, one classical and one contemporary, and three requiems that we wish to dedicate to the memory of four key figures and important points of reference for all those who knew them in their great and constant efforts on behalf of others. 11 November 2013 saw the death of Cardinal Domenico Bartolucci, a great musician, composer, teacher and Director emeritus of the Sistine Chapel Choir, winner of the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra Prize in 2010 and a member of the Foundation’s committee of honour. Another honorary member was Cardinal Francesco Marchisano, Archpriest of the Papal Vatican Basilica, President of the Permanent Commission for Preservation of the Historical and Artistic Monuments of the Holy See, and winner of the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra Prize in 2006, who passed away on 27 July 2014. With them, the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra remembers in prayer two more great friends of extraordinary warmth and generosity, namely Father Gonzalo Diaz, General Bursar of the Augustinian Order, and Rolf Deyhle, patron of the arts and Honorary President of the International Festival of Sacred Music and Art in 2011 and 2012. We shall always remember them with deep gratitude. As happened last year too, in accordance with the views expressed by Pope Francis at the beginning of his pontificate, one of the concerts is dedicated to social solidarity and charity. It is designed to offer the Salvatorian priests and brothers, through the Fondazione SOFIA onlus, the opportunity to present their project of solidarity and collect donations and contributions for the homeless children of Caracas with the consent of the Cardinal Archpriest of the Basilica of St Paul Outside the Walls. It is no coincidence that the IlluminArt Philharmonic Choir and Orchestra will be performing in the Basilica of St Paul Outside the Walls in the concert dedicated to social solidarity and charity. Tomomi Nishimoto, artistic director of the IlluminArt Association, is distinguished by her constant involvement in projects of solidarity through the rediscovery of ancient Christians practices in Japan. A descendant of a Japanese fam- 153 THE FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA ily of secret Christians, animated by extraordinary strength and the goal to rediscover the ancient prayers derived in Japan from Gregorian chant, she will be returning to Rome this year with the IlluminArt Philharmonic Choir and Orchestra to strengthen her bonds with the Eternal City as the beacon of the Catholic world. This year the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra expresses it heartfelt thanks to the contemporary composer and conductor Andrea Morricone, whose Hymn to Faith for oboe and strings was presented during the Festival’s press conference as the Foundation’s official anthem in a shared communion of intent with the composer. We hope that all those who support our institutional activities will hear this extraordinary work and that its beauty will attract many new benefactors with the power of music, which knows no boundaries and fascinates all cultures alike. As regards the restoration work financed by the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra with the welcome support of its benefactors, and especially the major project for the exterior of St Peter’s, we are already making good progress in a very positive atmosphere. The restoration of the west side will be completed this year and over the period 2014-16, with our support, the Fabric of Saint Peter will start work on the north side, marking another step forward in the effort to make St Peter’s shine once more in all its parts. The other projects funded by the Foundation in 2014 comprise a mosaic panel of the Salus Populi Romani icon of the Virgin and Child in the Sanctuary of St John Paul II in Cracow, a mosaic medallion of His Holiness Pope Francis I for the series of mosaic medallions of popes in the basilica of St Paul Outside the Walls, restoration of the apartments of St Aloysius Gonzaga in the complex of the Collegio Romano and the church of St Ignatius di Loyola in Rome, and restoration of the statues of St Peter and St Paul in the square in front of St Peter’s. Thanks to the constant and indispensable aid of our generous supporters, benefactors and sponsors, we can help to organize major concerts and fund important works of restoration in the interest of present and future generations. Our efforts are focused more than ever on disseminating the lofty spiritual and cultural values of religious music and awareness of the need to preserve what has been handed down to us from the past, like the works of sacred art and architecture created by the greatest architects and artists of all time, beacons lighting the way for students of architecture, engineering, art and restoration as well as musicians and mankind as a whole. I am certain that this festival will again be an opportunity for unforgettable experiences in the extraordinary papal basilicas and churches of Rome thanks to the efforts of the conductors and musicians involved. My sincere and respectful greetings go not only to you, ladies and gentlemen, but also to the archpriests of the Papal basilicas and to the ecclesiastical authorities who preserve I would like to conclude by expressing my joy and satisfaction at the recent beatification of Paul VI, the venerated Pope who marked my early years in Rome with his great personality and has always been an indispensable point of reference for me. I dedicate the concerts of the 13th International Festival of Sacred Music and Art to his memory with filial love and gratitude. Hans-Albert Courtial President General of the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra 154 ART, PATRONAGE AND CULTURAL TOURISM FOR THE ETERNAL CITY I t is enough to glance, even quickly, at the list of what has been put into action during the thirteen years since the foundation of the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra, in order to understand that it is possible to accomplish feats in the world of sacred art and its restoration and preservation that were considered impossible or improbable but a few years ago. The secret is simple: the only thing necessary is for men and women, strongly certain of a value as important as that of sacred art, to convince other men and women to collaborate and to help save this tradition, through important acts of patronage. And that is exactly what has happened. In order to understand the importance of what has been accomplished, it suffices to consider the over twenty large restoration projects that range from the Vatican Necropolis to the German Chapel of the Pontifical Sanctuary of the Holy House of Loreto; from the Chapel of Sixtus V to the Borghese statue of Pope Paul V; from the Tamburini organ in the Basilica of St Ignatius of Loyola to the apartment of Pope Julius II. To all this can be added the extremely significant international Festival of Sacred Music and Art which brought back to Rome the necessary and expanded space for reflection on these topics which, one might add, had been missing from the Italian cultural scene for some time. The Foundation’s concerts are events that leave a deep impression, for just how extraordinary they truly are. This is not the opinion of the author, but rather an objective review that these cultural events evoke every single time they occur. Among them was the unforgettable world premiere of the Mass Speravi in te Domine by the modern Austrian composer Hubert Steppan, dedicated to Pope John Paul II, on the occasion of his 85th birthday and a short time after his death. During another time in history, patronage was associated with a certain characteristic, that of magnificence: both in the sense of magnanimity, of the generosity of those whose contributions made the work possible, as well as in the sense of grandiosity, of the great worth and beauty of the works that came about. I believe that, in the case of the Fondazione pro Music e Arte Sacra, this identification of patronage with magnificence has once again become the reality. If it can be expressed in this way, then, in occupying itself with sacred art and music, the Foundation goes to the centre of the West’s very heart. The aesthetic dimension is, in fact, central to our tradition. Music and art are essential components of this historic-cultural tradition. But our West is also the Christian West and, therefore, sacred art and music constitute the deepest core of this tradition: it belongs to everyone but it was born from beliefs and cultures that are identifiable in large part as Christian. Undertaking the restoration and preservation of these artistic and cultural testimonies; working diligently towards the reanimation, the kindling of devotion for the sacred in its various forms and traditions; becoming promoters of a pedagogy of beauty: these are the principal objectives of the Foundation. It is not by chance, as I recalled above, that the Foundation has occupied itself with interventions in the interior of four Papal Basilicas of Rome. These monuments make reference to the history of the Church who came into being in Rome, and who has turned Rome into a completely irreplaceable city. Working towards these ends is not only a question of physical recuperation of pieces of history but it also means working so as to be sure to not lose the meaning of what is being passed down to us. If I may dare, I would say that the work of the Foundation promotes the conservation and the transmission of a true and proper spiritual patrimony: the patrimony of Rome, the patrimony of the Christian West. The activities of the Foundation hold important value by way of cultural tourism for the city of Rome and thus for Italy. Its concert events draws audiences from France, Spain and Germany, and likewise can be 155 THE FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA said for the visits that such foreign citizens make to the places and monuments that are restored. It is a tourism of calibre. For it entails a certain calibre regarding the tourists who participate and, consequently, regarding the quality of the places that welcome them. In addition, it is the kind of tourism which, since some time ago, has become both necessary and urgent for the city of Rome. The Foundation, in its work, promotes this tourism with concrete facts and actions, not merely intentions. It is indeed true that from one positive deed, there generates a series of positive effects that often go beyond the intentions of the person who himself or herself performed that deed. This is the case for the Foundation which, in doing what it set out to do, creates a virtuous circle, among which cultural tourism is one of the principal factors. The Founder and President General Dr. Hans-Albert Courtial is not only a great and contemporary Patron but also an Ambassador of Rome to the world: the Ambassador of Christian Rome. The contents of the work that Hans-Albert Courtial has conceived and carried out as his true and proper “mission”, are what, since 2002 - the year of the birth of the Foundation - have animated Rome and have shared for the first time facts and values as yet unknown to the world. The praise, appreciation and gratitude for the projects that have been carried out are merited by the extraordinary results of the work itself. I myself owe an expression of my sincere gratitude, and all the best wishes for many more years of progress along this path, while always increasing the quantity of activities performed, given that the quality is already at such a very high level: anything better would be impossible! Thank you. Dr. Gianni Letta Member of the Foundation’s Committee of Honour CULTURE AS AN INDIVIDUAL AND COMPANY VALUE THE IMPORTANCE OF PATRONS T he Fondazione Pro Musica e Arte Sacra is a non-profit organization, founded on 21 June 2002 on the initiative of Dr. Hans-Albert Courtial. His intention was to create a private institution in the Eternal City for the promotion of sacred music at the highest level and for the restoration of treasures of sacred art. The project is to contribute to preserving the cultural heritage and to creating an awareness of it, involving individuals, companies and pilgrims, with the profound knowledge that the preservation of a common culture contributes to and furthers dialogue among peoples and that large numbers of “pilgrims” have always come to Rome. 156 In November 2002, the Foundation which in the meantime had obtained legal recognition from the Prefecture of Rome began its activity of promoting sacred music by setting up the First International Festival of Sacred Music and Art; the intention was to have sacred music performed by the most famous international musicians in the Papal Basilicas of Rome. The Vienna Philharmonic immediately agreed to be the Festival’s Orchestra in Residence and to perform in the Papal Basilicas. Many sacred music lovers arrived in Rome for the First Festival from Germany, Switzerland, Austria, Great Britain and the United States, desirous of hearing the sacred music performed in the places for which it had been composed. The perfection of the notes combined with the perfection of the performance in places in which sacred art is expressed to listeners with the proper solemnity makes for a moment of special emotion outside all time and is therefore an unforgettable experience. It is the Festival that acquaints the public with the Foundation and its aims: to safeguard, preserve, promote and develop the cultural patrimony located in the Eternal City. It was in this way that the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra took its first steps in the activities of disseminating sacred music and preserving masterpieces of sacred art, which it put into practice by organizing a further eleven Festivals as well as by funding important restoration work. It is the sponsor companies and private patrons with their donations generously made available that allow this extraordinary cultural patrimony to be passed on to the generations to come so that the culture transmitted to us by those who have preceded us may not be lost. The Fondazione Pro Musica e Arte Sacra has so far been able to provide for its activities with the following income: - Contributions and subscriptions specifically donated to the Foundation by juridical persons of public or private right, Italians and foreigners; - Contributions and subscriptions specifically earmarked for the Foundation, from physical persons, Italian or foreign; - From activities and demonstrations organized by the Foundation (sponsorship). For our sponsors, sponsoring the International Festival of Sacred Music and Art meant contributing to putting on events of outstanding musical importance because of the international quality of the musicians who took part in them. It meant signing a contract of cultural partnership with the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra, and sharing the Foundation’s institutional aims which enable firms to be present with their logos and their image at events of indisputable cultural quality, in such a way that the fame of the logo has a multiple impact on the public with the force and fascination of culture. The firms that have supported us have shown that they are sensitive to the universal value of culture - and in particular to music and sacred art - and that they have desired to associate their image with culture, wishing to convey the message that culture is one of their firm’s values. For those who have donated privately, making a voluntary contribution to the Foundation’s activity has meant endowing the Foundation with the necessary means to achieve its goals without a fuss and without the publicity that goes with partnership established with sponsorship. Both the sponsors and those who have made a contribution, as true and proper patrons, have funded the institutional activities of the Foundation from 2002 to today, making possible events such as the International Festival of Sacred Music and Art, the “Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” Award, and the inauguration of restoration work on Rome’s cultural heritage. We express all our gratitude to the patrons and sponsor firms who have supported us in past years in the hope that their example may be followed by many others. Our thanks go to all the members of the Committee of Supporters, the Circle of Supporters and the Circle of Friends of the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra. Dr. Claudia Autieri Chartered accountant and auditor President of the Committee of Supporters of the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra 157 THE FONDAZIONE PRO MUSICA THE FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA T he Fondazione Pro Musica e Arte Sacra is a foundation listed in the Register of Corporations of the Prefecture of Rome, registration no. 162/2002 in accordance with DPR 361/2000. A nonprofit organisation, its objective is to promote and preserve the performance of sacred music and art at the highest level. Its main activities are the following: • to promote and draw a wider audience to religious music, by organising concerts; • to organise exhibitions and reviews of religious art; • to organise festivals, competitions, conferences, seminars, radio and television broadcasts and to exploit other platforms in order to promote culture, music and religious art; • to organise training and advanced courses in music and sacred art, award prizes and scholarships in this field, promote relevant courses and research, and provide support and financial aid to religious institutions and relevant bodies of the Holy See; • to print and produce quality publications and audio material to help achieve the Foundation’s aims; • to sell worldwide television rights, pictures and audiovisual recordings of events organised by the Foundation. 158 The Foundation’s funds can be significantly increased with donations, bequests, legacies and grants. The Foundation receives funds through contributions and subscriptions made to it by public or private entities or individuals, (both Italian and foreign nationals), in addition to proceeds obtained through activities and events organised by the Foundation and through what it receives from the “Associazione Amici della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra”, a non-profit organisation whose central remit is to support of the Foundation. Each year the “Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra” is organised in the splendid settings of the papal basilicas of Rome. E ARTE SACRA THE FOUNDATION’S OBJECTIVES T he Festival, like all activities of the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra, is aimed at sensitizing the public to its institutional aims: to safeguard, preserve, promote and develop the cultural patrimony present in Italy and to raise funds for restoration projects. With the help of its supporters and sponsors, since its foundation in 2002 the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra has been able to support the following important restoration projects: • Restoration of the Chapel of St Stephen, in the transept of the Papal Basilica of St Paul Outside the Walls, with the help of the Festival’s partner, DaimlerChrysler Italia; • Repair of the two precious Morettini organs located in the apse of the Papal Basilica of St John Lateran, made in 1886; • Restoration of the German Chapel at the Pontifical Shrine of the Holy House in Loreto, Province of Ancona, decorated with a broad series of frescoes on Marian themes painted by Ludovico Seitz in the years 1892-1902, with the help of the partner DaimlerChrysler Italia; • Restoration of the dome of the Sixtus V Chapel in the Papal Basilica of St Mary Major; • Total renovation of the Library of the Pontifical Institute of Sacred Music in Rome, with the help of the partner DaimlerChrysler Italia; • Restoration of the Chapel of St Benedict in the transept of the Papal Basilica of St Paul Outside the Walls, with the help of the partner Daimler-Chrysler Italia; • Urgent interventions for the conservation and consolidation of structures in the Mausoleums of the Teacher, the Ebuzi, the Egizi and theMatucci in the Vatican Necropolis beneath St Peter’s Basilica; • Complete restoration of the Mausoleum of the Valerii in the Vatican Necropolis beneath St Peter’s Basilica, with the contribution of the Patron Dr. h.c. Hans Urrigshardt and of the companies: LGT Bank in Liechtenstein AG, Mercedes-Benz Italia S.p.A., Pedrollo S.p.A. and Courtial Viaggi srl; • Restoration of the statue of Pope Paul V Borghese in the Papal Basilica of St Mary Major, a work that dates back to 1620 by Paolo Sanquirico; • Restoration of the Tamburini Organ in the Basilica of St Ignatius of Loyola in Campo Marzio, Rome, with the help of the partnerMercedes-Benz Italia S.p.A.; • Restoration of the monumental baldacchino above the Papal Altar in the Papal Basilica of St Paul Outside the Walls, made by Arnolfo di Cambio in 1285; • Restoration of the wooden choir stalls of the Chapel of the Choir in the Papal Basilica of St John Lateran, located in the transept, close to the altar of the Most Blessed Sacrament, also called the Colonna Chapel; • Restoration of the Apartment of Pope Alexander VI (Rodrigo Borgia, 1492-1503) and Julius II (Giuliano della Rovere, 1503-1513) in the ancient Apostolic Palace of the Vatican, with contributions from Dr. Hans Urrigshardt and from the Fundación Endesa, Spain (the latter is earmarked for the lighting of the apartment), as well as from Dr Hans-Albert Courtial personally; • Restoration of the Mausoleum PHI, called “of the Marci”, in the Vatican Necropolis beneath St Peter’s Basilica; • Restoration of the southern front of the Vatican Basilica in the third part of the works, concerning the part of the Basilica in the form of a Greek cross, designed in the sixteenth century by Michelangelo; • Restoration of the “Fontana della Burbera”, an antique fountain on St Peter’s with contributions of the German Association “Förderverein Freunde der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra e.V.”, through their supporters and in particular Mr. Friedrich-Wilhelm Hempel; • Restoration of the Chapel in the Mother House of the Society of the Divine Saviour in Palazzo Cardinal Cesi in Rome; • Restoration of the Chapel in the Roman Residence of the Consecrated Women of the Congregation Familia spiritualis Opus; • Restoration of the Priori organ in the Jesuit Church St Francis Xavier (Oratorio del Caravita) in Rome; • Conservation of the works of sacred art in the Aula Magna/Auditorium of the Salesian Pontificial University; • Creation of a mosaic medallion portraying Pope Francis for the series of Popes in the Papal Basilica of St Paul’s Outside the Walls; • Restoration of the Sistine Chapel in the Papal Basilica of St Mary Major; • Creation of a mosaic panel depicting the Salus Populi Madonna in the St John Paul II Sanctuary in Krakow (Poland). • Restoration of the west front of St Peter’s Basilica. THE CURRENT PROJECTS OF THE FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA D uring the 2014-2015 period, the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra will be supporting the following restoration and musical projects: • the International Festival of Sacred Music and Art; • the musical and ecumenical projects of the Sistine Music Chapel; • the restoration of the “Rooms of St Aloysius Gonzaga” in the building complex of the Collegio Romano and the Basilica St Ignatius Loyola; • the restoration of the statues of Sts Peter and Paul in St Peter’s Square; • the restoration of the north side of St Peter’s Basilica. RESTORATION OF THE “ROOMS OF ST ALOYSIUS GONZAGA” T he Pro Musica e Arte Sacra Foundation has contributed to the restoration of the so-called “Rooms of St Aloysius Gonzaga” inside the Collegio Romano and the Basilica St Ignatius Loyola in Rome. This renovation has been made possible through the church’s efforts to secure the required funding and develop the project, which has duly been authorized by the Fondo Edifici per i Culti, the institution that owns the church, and the Ministry of Cultural Heritage. The work commenced in January 2013 and is still underway: the renovation of the so-called Salone di Ricreazione (Recreation Hall) has not been carried out yet. The contribution from the Foundation has enabled 159 THE FONDAZIONE PRO MUSICA 160 the architectural and artistic refurbishment of most of the rooms, providing pilgrims and visitors with a valuable record of St Aloysius’ life, the early decades of the Company, and Roman Baroque. The Company of Jesus was not originally established as a teaching order. However, as it acquired an increasingly concrete structure, it realized that culture was crucial for any apostolic mission. St Ignatius himself promoted the founding of Colleges, which were initially reserved for the education of young Jesuits but soon came to welcome lay students as well. Thus in 1551, the Collegio Romano was established in Rome at the saint’s own bequest: as a “school of grammar, humanity, and Christian doctrine, free”, to quote the inscription on a house door at the feet of the Capitoline Hill, where the Fathers first took up their quarters. After a few changes of location, the new headquarters chosen by Pope Gregory XIII “near the spire of San Macuto” were inaugurated in 1584. This building was larger than the previous ones, to accommodate the increasing number of religious and secular students, and better reflected the fame and prestige acquired by the school. Located on the top floor of the Collegio Romano, adjacent to the Basilica St Ignatius Loyola, is the so-called “Ritiramento”: the rooms reserved for former novices visiting the College as scholastics and commonly known as the “Camerette di San Luigi”. Among the many personalities who occupied these rooms over the course of two centuries, those who stand out the most are St Aloysius Gonzaga, St Jan Berchmans, Blessed Antonio Baldinucci and the Venerable Abramo Giorgi – in addition to some English martyrs and other Jesuits who were martyred in Brasil, India and Japan. These rooms have always been a special destination and site of devotion for Italian and foreign visitors of all ages and social classes, lay as well as religious, eager to grasp the basics of Ignatian spirituality and the apostolic message of the founder of the Company and of his followers. Originally very spare, over time these rooms have been decorated and renovated. A small flight of stairs leads into the Salone della Ricreazione. In the 18th and 19th century this hall was painted, and canvases portraying episodes from the life of St Aloysius were hung on the walls, illustrating the saint’s earthly and spiritual history. Ever since the early 18th century, the room in which the saint used to live E ARTE SACRA was turned into a decorated chapel: lining the walls are the paintings which St Roberto Bellarmino commissioned for the infirmary room where Aloysius died; after the destruction of that part of the College they were brought to the chapel. The stress on images is a distinguishing feature of Ignatian spirituality, which is influenced by devotio moderna (modern devotion): the idea is to engage the faithful through a “profound affectivity”, leading them to “feel and taste things inwardly”. The resulting environment fosters interaction according to a genuine theology of vision which shows that the divine is not an abstract space, but is rather to be found in the “here and now” of our own existence. The recent restoration work has brought the oil paintings on the ceiling and the skirting board back to their original beauty: the wreaths and flower garlands have been restored to their delicate, bright colours, after the pure gold insets had long been tarnished by the dampness, dust, soot from altar candles, and glue. Cleaning work has been carried out on the damask, added during the 1791 restoration (the saint‘s two hundredth anniversary): it was brushed, dried from the moisture, and carefully patched up with silk threads. Visible on the damask are the Jesuit monogram and rose garlands. Doors opened during the 18th-century restoration work lead into what is now known as the Sacristy. Here the young Aloysius comes alive through a glass cabinet with two hand-written letters addressed to some relatives of his and the crucifix the saint was wearing when he joined the Company of Jesus. Then there is St Jan Berchmans’ Room, which has also been restored. Under a Neoclassical altar, which has been brought back to its original splendour, we find an urn that for some time enclosed the remains of the saint, later transferred into the altar in the left-hand transept of the church of St Ignatius. Particularly noteworthy are the reliquaries set in the altar or resting on it as monstrances – 18th-century silver and brass pieces. Opening up on the right is the access door used by the students, the only original door; above it is a case containing a robe of the saint’s. The paintings on the ceiling, the lower section of the walls and the window shutters have regained their original light and colour. The restoration work has also confirmed the identity of the Room of the Venerable Giorgi: above the altar is a portrait of St Roberto Bellarmino, the spiritual director of the College and for a short time its Chancellor. The walls are lined with paintings of the first three Superior Generals of the Company: St Ignatius, Pedro Lainez and San Francesco Borgia. The room also includes a fine prie-dieu belonging to Pope Pius IX. The deep feelings which these rooms arouse, and the consolation they bring, are best expressed through the words of St Ignatius: “Man is created to praise, revere, and serve God our Lord.” RESTORATION OF THE STATUES OF STS PETER AND PAUL IN PIAZZA SAN PIETRO T he two statues depicting the Apostles, St Peter and St Paul, standing in the square before the majestic façade of the Vatican Basilica were commissioned by Pope Gregory XVI to replace the two existing 15th-century statues, which now appeared rather small in proportion to the massive bulk of the façade combined with Bernini’s portico. The replacements, sculpted from marble by two pupils of Canova - Giuseppe De Fabris (1790-1822) made the St Peter and Adamo Tadolini (1788-1868) the St Paul - would have to wait until 1847-1849, under the papacy of Pius IX, before being set up on their high pedestals bearing the heraldic emblems of the Pope and the Fabbrica di San Pietro. The works are currently in a poor state of preservation with their surfaces covered in microbial colonies and both loose and solid deposits. The gilding is almost completely worn away and the internal pins are showing signs of rust. RESTORATION OF THE EXTERIOR OF T ST PETER’S BASILICA he painstaking restoration of the exterior of St Peter’s, commenced by the Fabric of Saint Peter on the eve of the Holy Year of 2000 within the framework of a complex plan of protection and re- furbishment, has been resumed and carried forward with renewed commitment and meticulous care over the last seven years with the support of the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra. After the restoration of the main façade in 1999, plans were developed for the necessary work on the south, west and north sides, which are about 46 metres in height and present a total surface area of over 35,000 square metres. Restoration of the south façade was completed in three successive phases of painstaking work over just five years (April 2007 - May 2012). The third phase, regarding the central element of the basilica designed on a Greek cross plan in the 16th century by Michelangelo, was carried out with support from the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra, which is also funding the restoration of the west façade including the external apse of St Peter’s, commenced in 2012 and scheduled for completion this year. The by no means easy work is carried out by highly qualified restorers under the technical and scientific supervision of the Fabric of Saint Peter. Their patient, silent and untiring efforts are flanked by those of the “Sanpietrini” responsible for all the masonry work, including removal of the old tiled roofs of the attic cornice and entablature, and the subsequent installation of slabs of travertine to protect the structure as a whole. The necessary diagnostic investigations have also been carried out with photographs taken (before, during and after the restoration) and surveying with a laser scanner. This graphic and photographic documentation was completed with all the information regarding preservation of the materials and identification of the various kinds of deterioration present on the stone and attributable to chemical, physical and mechanical causes, thus serving as a basis for the analysis and mapping of decay and subsequent representation of the various operations of restoration. Jets of water were used to clean the travertine surface and the more stubborn black incrustations were removed by means of micro-sandblasting at moderate pressure with inert materials of reduced hardness in order to preserve the patina built up over time (the JOS system already tested and used in the restoration of the main façade). 161 THE FONDAZIONE PRO MUSICA The restoration also constituted a unique and unrepeatable opportunity for knowledge, not least through the close examination of architectural details located in the higher parts of the basilica. It is therefore hardly surprising that the recent work undertaken by the Fabric of Saint Peter made it possible for the first time to identify and examine certain elements of Michelangelo’s architecture with wonderful figural sculptures whose sophisticated elegance is not visible from below. While the restoration of the west side, corresponding to the rear of the basilica, is nearing completion, the Fabric of Saint Peter, once again with the support and collaboration of the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra, has developed plans for the continuation of operations also on the 16th-century north side facing the area known as the Via delle Fondamenta. This restoration will involve a surface area of approximately 6,800 square metres and take about two years (2014–16). It is interesting to note that the latter highly demanding restoration project was launched in 2014, the year marking the 450th anniversary of the death of Michelangelo Buonarroti (6 March 1475 – 18 February 1564). It was in fact Michelangelo that designed and built this part of the basilica’s exterior (apart from the minor stretch at the left end) between 1546 and 1564. It was during the pontificate of Julius III (1550–55), Paul IV (1555–59) and Pius IV (1559–65) that Michelangelo completed the apse and the oblique sides and began the construction of the attic and the foundations of the linear sides of the exterior, which were completed in 1590 by his successor, the architect Giacomo Della Porta (1533–1602). THE "FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA" AWARD 162 T he Foundation Award, instituted in 2004, is granted to the artist, supporter, benefactor or patron who has made an outstanding contribution to music and/or religious art. The recipient is pre- E ARTE SACRA sented with a certificate and a work of art. The award ceremony takes place at a venue chosen by the Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra to an invited audience of media delegates and members of the authorities. The Foundation Award has been granted to the following persons: Dr. Gianni Letta, then Undersecretary for the President’s Office of the Council of Ministers, in recognition of his moral support (2004); His Eminence Cardinal Francesco Marchisano, then Archpriest of the Basilica of St Peter’s in the Vatican, for his efforts in the protection and conservation of sacred art as President of the Pontifical Commission for the Cultural Heritage of the Church (March 1993 - October 2003) and President of the Permanent Commission for the Protection of Historical and Artistic Monuments of the Holy See (2006); Senator Mariapia Garavaglia for her moral support in the promotion of sacred music and art through her constant presence at the Festival di Musica e Arte Sacra (2008); Richard de Tscharner for his dedication to the protection and preservation of sacred music and art, as Patron of the Foundation (2008); Mgr. Prof. Dr. Georg Ratzinger, Protonotary apostolic, ChoirMaster emeritus, in recognition of his important achievements in the field of sacred music, for dedicating himself to sacred music in the Cathedral of Regensburg and throughout the world for more than 30 years (2010); Mgr. Domenico Bartolucci, Music Director Emeritus of the Papal Choir “Capella Sistina”, in recognition of his life’s work as composer, teacher and choir master in the field of sacred music (2010); Prof. Dr. Clemens Hellsberg, then President of the Vienna Philharmonic, as representative of the Vienna Philharmonic, in recognition of the highest achievements in music of the Orchestra’s members who, with their unanimously recognized professionalism and their immense musical talent for reaching listeners’ hearts, can play upon human heart-strings with their marvellous sacred music (2010); Dr. h.c. Hans Urrigshardt, a German Patron, in recognition for his generous activity as Patron of the Festival, and for having worked for years to promote the Foundation’s aims (2010). THE "FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA" AWARD 2014 O n 23 october 2014 the Foundation Award will be granted to: Mgr. Pablo Colino, Prefect of the Music Department of St Peter in the Vatican, for dedicating himself to sacred music in the Vatican and throughout the world for more than 50 years; Prof. Dr. Dr. Herbert Batliner, Knight of the Grand Cross with Diamonds of the Principality of Liechtenstein, as a grand Patron and supporter of sacred music and art; M° Nikolaus Harnoncourt, Austrian conductor, in recognition of his great merits in the field of sacred music; M° Tomomi Nishimoto, Japanese conductor, for her determination in the rediscovery of the musical tradition of the Orasho in Japan as derived from Gregorian chant, and for her research on these antique songs. GREETING FROM THE GERMAN SUPPORT ASSOCIATION T he prestigious work of the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra in achieving its institutional aims - the promotion of sacred music at the highest level and the restoration of treasures of sacred art in Rome and in the Vatican - met with increasing success and great interest in the German-speaking countries. This interest led to the establishment of a support association called “Förderverein der Freunde der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” whose public usefulness has been recognized. Important figures from Germany, from the Principality of Liechtenstein and from Austria met on 16 May 2008 in order to set up the association. Each and every one of these people have at heart the aims of the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra: to spread sacred music and to promote the restoration of sacred art. They are: Althaus Dieter Minister President (retired) and Vice President Governmental Affairs Magna Europe, MAGNA Interna- tional (Germany) GmbH Bodewig Kurt Federal Minister (retired), Chairman of the Board Baltic Sea Forum e.V., President Deutsche Verkehrswacht e.V. Courtial Dr. Hans-Albert President General of the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra Busek Dr. Erhard Vice Chancellor (retired) of the Republic of Austria, President of the Institute for the Danube Region and Central Europe Glogowski Gerhard Minister President (retired) Gramke Prof. Dr. Jürgen Minister of State (retired), Chairman of the Board of the Institute for European Affairs Prince of and to Liechtenstein Stefan Ambassador to the Principality of Liechtenstein in the Federal Republic of Germany. Marx Dr. Peter CEO of HVM-Hamburger Versicherungsmakler GmbH / Artus Gruppe and Liaison Representative of the Institute for European Affairs to the Catholic Church Mokrzycki Mgr. Dr. Mieczysław Archbishop Coadjutor, Archbishopric Lviv (Latiner) Ukraine Overbeck Mgr. Dr. Franz-Josef Bishop of the Diocese Essen Rantala Dr. Eero Minister of Trade (retired) of the Republic of Finland Ring Prof. Dr. Klaus President of the Goethe University in Frankfurt (retired), President Polytechnic Association Schünemann Prof. Dr. Bernd Full Professor for criminal law/ criminal law proceedings Ludwig-Maximilians-University Munich Soika Dieter Chief Editor (retired) Stich Max Ex-Vice-President for Tourism of the ADAC (General German Automobile Association) Worms Dr. Bernhard Chairman of the European Senior Union Zeidler Susanne Chairman of the Board Deutsche Beteiligungs AG, Frankfurt / Germany 163 THE FONDAZIONE PRO MUSICA For the ongoing four-year term of office, Dr. HansAlbert Courtial as Chairman of the Support Association, Prof. Dr. Jürgen Gramke as Deputy Chairman as well as Dr. Peter Marx as a further Member of the Board were appointed, Dr Peter Marx holding the office of Chief Executive Officer. The Association “Förderverein der Freunde der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra” thanks all the friends and supporters of the 12th International Festival of Sacred Music and Art for their generous commitment. Förderverein der Freunde der Fondazione Pro Musica e Arte Sacra E.V. Oranienstrasse 11, D - 65604 Elz phone 0049 (0) 6431 95 61-0 fax 0049 (0) 6431 95 61-50 [email protected] Bank account: Bank im Bistum Essen eG IBAN: DE 36360602950030379012 BIC: GENODED1BBE THE FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA ADOPTS AN OFFICIAL ANTHEM A 164 s from this year, the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra will have its own anthem, namely the Hymn to Faith for oboe and strings by Andrea Morricone. The work will receive its first performance on Sunday, 26 October at the opening of the two-concert programme of the 13th International Festival of Sacred Music and Art and will then be featured at concerts and festivals of sacred music as well as events to promote the Foundation’s activities. It will also be available for download on the homepages www.andreamorricone.com and www.fondazionepromusicaeartesacra.net. As the composer explains, “The hymn to faith is my personal response to a strong spiritual call. I wrote this theme at the age of 34 in a very difficult peri- E ARTE SACRA od of my life, which I managed to get through thanks to the strength of faith. What I wish to transmit and communicate with this piece is the sense of deep peace and serenity that always accompanies all of us in our lives and on our spiritual pathways. Nihil difficile volenti. I am delighted and grateful that the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra has chosen it as its official anthem.” The composer of over 25 film scores, music for chamber ensemble, orchestra, solo instruments and voice, choral compositions and sacred music pieces, Andrea Morricone has received numerous awards including two Golden Globes for film scores, first Andrea Bolognini’s Raul and then Giuliano Montaldo’s L’Industriale in 2012. He has worked with major Italian, American and international orchestras including the Orchestra Sinfonica di Santa Cecilia, the Roma Sinfonietta and the Orchestra Guido Cantelli in Milan, the Symphony Orchestra of Sofia, the Orchestra and Choir of the Budapest Opera House, the Bilbao Symphony Orchestra and the Simon Bolivar Youth Symphony Orchestra. Following in his father’s musical footstep, he graduated from the Santa Cecilia Conservatory in Rome with a diploma in composition in 1994 followed by a diploma in orchestral conducting under the supervision of Bruno Aprea in 1996. His subsequent postgraduate studies took place at the Accademia Nazionale di Santa Cecilia under the guidance of Franco Donatoni and Azio Corghi. His mentors also include Ada Gentile, Irma Ravinale and Ivan Fedele. He has a degree in humanities, philosophy and musicology. His La forza del sorriso, performed by Andrea Bocelli, has been chosen as the official signature tune of the 2015 Milan Expo. Andrea Morricone has been invited as guest of honour to the Saint Petersburg Musical Festival, where he will conduct the world premier of four of his compositions for orchestra on 11 October 2014 in the Konstantinovsky Palace, including an Ave Maria, sung by the soprano Chiara Taigi, and Anthem for Russia for soprano saxophone, violin, soloist and orchestra. He conducted a concert of his operatic and symphonic music in Los Angeles on 26 April 2014 with the Amor Symphonic Orchestra, which he founded specially for the occasion. The acclaim of the pub- lic and critics alike was such that the mayor of Los Angeles has invited him to conduct another concert of his music in the city on 8 November. THE HYMN TO FAITH FOR OBOE AND STRINGS The Hymn to Faith is a work composed by me for oboe and strings and dedicated to the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra. We understand faith as something absolute and sublime. Faith can be in the human or the divine but it is always faith and therefore a spark of God. It is not a question of belief in existence or of strength regarding a commitment but something more, an immovable quid that alone can really govern the whole, what we call the cosmos and beyond. Faith is something whose discovery is accompanied by the realization that it has always existed within us. All we have to do is arrive at the point, the laborious and often painful turning point in life, that enables us to take the plunge into the infinite. The work has various possibilities of approach: overtones of madrigal, a rhetorical aspect and a strong structural framework into which its different elements must fit. The writing for strings has the delicacy of filigree and every section of the orchestra is accorded its own lofty expressive value and deep meaning. In this connection, I must emphasize the dynamics with which the bridge begins, where the melodic line is entrusted to the cellos, after which, through the addition of the other instruments, we attain the intensity of the forte up to the highest registers of the instruments. I regards this quality of dynamics, written and intrinsic to the score, as one of the most interesting lessons of the great masterpieces in the entire history of music. The extreme delicacy of the part for the oboe is the result both of tessitura and of agonal articulation and interlocking with the rhythmic movements of the strings. Andrea Morricone 165 THE FESTIVAL THE FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA DEDICATES THE FESTIVAL 2014 TO POPE PAUL VI IN THE YEAR OF HIS BEATIFICATION. The Festival Program Wednesday 22 October 2014, 8 pm BASILICA ST MARY ABOVE MINERVA Georg Friedrich Händel, Saul HWV 53 Kantorei Schlosskirche Weilburg Capella Weilburgensis Conductor: Doris Hagel Thursday 23 October 2014, 9 pm PAPAL BASILICA ST PAUL OUTSIDE THE WALLS Franz Schubert, Lazarus D 689 Wiener Singverein Vienna Philharmonic Orchestra Conductor: Ingo Metzmacher Friday 24 October 2014, 5 pm PAPAL BASILICA ST PETER IN THE VATICAN Holy Mass celebrated by His Eminence Cardinal Angelo Comastri IlluminArt Philharmonic Chorus and Orchestra Conductor: Tomomi Nishimoto The Pontifical Sistine Chapel Choir Conductor: Massimo Palombella Friday 24 October 2014, 9 pm PAPAL BASILICA ST MARY MAJOR Anton Bruckner, Mass in f minor WAB 28 and Te Deum PalatinaKlassik-Vokalensemble Philharmonischer Chor an der Saar Choir and Orchestra of the Kazan State Conservatory Conductor: Leo Krämer Saturday 25 October 2014, 9 pm PAPAL BASILICA ST JOHN LATERAN Johannes Brahms, Ein deutsches Requiem PalatinaKlassik-Vokalensemble Philharmonischer Chor an der Saar Choir and Orchestra of the Kazan State Conservatory Conductor: Leo Krämer 166 Sunday 26 October 2014, 4 pm BASILICA ST IGNATIUS LOYOLA Concert of contemporary sacred music Joseph Julian Gonzalez, Misa Azteca The Continuo Arts Festival Chorus Orchestra Roma Sinfonietta Conductor: Teresa Russell Mark Hayes,Requiem The Continuo Arts Festival Chorus Orchestra Roma Sinfonietta Conductor: Mark Hayes Sunday 26 October 2014, 9 pm PAPAL BASILICA ST PAUL OUTSIDE THE WALLS Sacred Music at the service of Charity organized in cooperation with the Foundation SOFIA onlus Giuseppe Verdi,Messa da Requiem IlluminArt Philharmonic Chorus and Orchestra Conductor: Tomomi Nishimoto Tuesday 28 October 2014, 9 pm CORSINI CHAPEL IN THE PAPAL BASILICA ST JOHN LATERAN Special concert reserved to the Benefactors of the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra The Pontifical Sistine Chapel Choir Conductor: Massimo Palombella Wednesday 29 October 2014, 9 pm BASILICA ST IGNATIUS LOYOLA Sacred Choir Motets in the Mirror of Music Cultures Mädchenchor am Kölner Dom Conductor: Oliver Sperling WEDNESDAY 22 OCTOBER 2014, 8 PM ISTE DOMINABITUR POPULO MEO GEORG FRIEDRICH HÄNDEL (1685-1759) Saul. Dramatic oratorio in three acts for soloists, choir and orchestra HWV 53 WEDNESDAY 22 OCTOBER 2014, 8 PM BASILICA ST MARY ABOVE MINERVA part of the Fund of Religious Building (Fondo Edifici di Culto) The concert has its title from the biblical scene in the First Book of Samuel (9, 17), where Samuel caught sight of Saul for the first time, and the Lord assured him, „This is the man of whom I told you; he is to govern my people.“ KANTOREI SCHLOSSKIRCHE WEILBURG CAPELLA WEILBURGENSIS DORIS HAGEL, CONDUCTOR Klaus Mertens, bass (Saul) Anna Haase von Brincken, alto (David) Mechthild Bach, soprano (Merab) Monika Mauch, soprano (Michal) Sebstian Kohlhepp, tenor (Jonathan) Hans Jörg Mammel, tenor (Hohepriester) Carsten Siedentop, bass (Ghost of Samuel) Bernard Weese, bass (Doeg) Georg Friedrich Händel, Saul Händel was active in London from 1712 till his death. He started composing oratorios in 1732, offering the London public musical dramas with no stage action. Händel’s most remarkable quality lies in his ability to explore the genre in its full range by drawing upon antecedents such as the English anthem, with its ayres, as well as new trends in lyrical composition, such as more challenging, virtuoso arias. Händel lays particular emphasis on the choir. Whereas in his Roman oratorios this only makes a few entries at the end of each act, here it plays a completely different role. Saul is the fourth of Händel’s English oratorios. Written on the occasion of his recovery from an illness, it is one of his most eminent compositions. The work signalled a turning point in Händel’s not very lucra- tive and almost thirty year-long career as an opera composer. When on 26 July 1738 Johann Jakob Heidegger was forced to cancel the new opera season because of the lack of subscriptions, this paved the way for a new oratorio. While this initial situation may not have been the direct cause of Händel’s choice to compose a new oratorio, it was certainly a decisive factor. Libretto The libretto of Saul is the work of Charles Jennens (1770-1773). An art connoisseur and a friend of Händel’s, he is the author of some fine literary texts that inspired Händel’s compositions. Saul was the first in a series of joint efforts. 167 WEDNESDAY 22 OCTOBER 2014, 8 168 Ever since the early 17th century, the Old Testament tale of King Saul – with his harrowing madness and profound envy of the young victor David – had been a popular and even politically charged theme in England. The biblical foundation for this tale lay in the two books of Samuel, with their account of how the royal title was passed down from Saul to David, further integrated by Abraham Cowley’s Davideis and The Tragedy of King Saul by Roger Boyle, Earl of Orrery. Jennens brilliantly condenses the biblical narrative (1Sam 15 – 2Sam 5) not merely by weaving an epic tale, but by creating a genuine drama whose expressiveness and structure are reminiscent of Shakespeare. The Bible describes Saul’s disobedience to God: sparing the Amalekites was a serious mistake for which he needed to atone. Saul was to meet his fate in the person of David, and this shaped the relationship between the two right from the start. This is not the case in Jennens’ version, where the king ignores the cause of his misfortune. Only in the third act does Saul realize what is happening, and in the following scene he learns that he will be killed at the hands of an Amalekite. Jennens, moreover, blends humanistic ideals into the biblical narrative: true friendship, philanthropy, moral integrity and magnanimity. A testimony to these ideals is the love which Jonathan feels for David despite the great social divide between them, and David’s great virtue – a key theme for Jennens. Saul is destined to perish, while David has a great future ahead of him: a kingdom blessed by God, the royal crown. Thus speaks Samuel’s prophecy. Saul is to lose everything to the one he hates “for his virtue”. In the Bible, Samuel instead only speaks of “one of your neighbours, David” (1. Sam 28,17). An upright human conduct towards others becomes an example to follow; hypocrisy, a human crime against others. Saul feigns, he promises to give his daughter in marriage to his enemy in the hope of killing him before the wedding. Jonathan is caught between two fires: on the one hand, he is bound by his duty towards his father; on the other, he is drawn to David, to whom he wishes to remain loyal. This genuine conflict of loyalties is expressed through a monologue ultimately resolved through a choice that is the exact opposite of the one described PM in the Bible. The tragic interlinking of family and royal relations, as well as love stories, with the survival of an entire people brings Shakespeare’s tragedies to mind. Abraham Crowley’s epic Davideis and Lord Orrery’s drama The Tragedy of King Saul provided further inspiration for Jennens, by enriching the biblical tale with new feelings. Setting to music Winton Dean maintains that the Old Testament oratorio reached its zenith with the setting to music of the Saul, which may be compared to the greatest theatrical masterpieces, such as the Oresteia and King Lear, in terms of both the importance of its subject and its high-quality, assured rendition. According to Dean, Saul is a musical drama which is perfectly suited to the stage and which finds no parallels for its overall arrangement in other works by Händel – or indeed any other composer. Händel set the text to music in three short stages between 23 July and 27 September 1738, when he was also busy composing the opera Idomeneus. The original score, now in the British Library, is among Händel’s most sophisticated ones – as evidenced by the tears in the paper left by the many pen-made erasures. The world première was held the following year, on 16 January 1739. With Saul, Händel transgressed all rules. His composition outdid all English musical dramas and all Italian operas hitherto performed in England in terms not just of instrumentation, but also of length and extravagance. What made all the difference was the musical quality of the opera, combined with the vast range of feelings it expressed, covering all human emotions to be found in Händel’s music. As Ruth Smith has noted, in Saul one finds joy, merriment, love at first sight, homosexual attraction, conjugal love, mistrust, reconciliation, jealousy, fear, anger, hatred, abandonment, tragic self-knowledge, painful losses, and decision-making. From a dramatic point of view, the listener experiences a vast range of emotions – something certainly unique in the English tradition of oratorios. Through his music, Händel turns his biblical characters into convincing life-like figures, thus enabling listeners throughout the ages to identify with them. Händel’s experience as an opera composer is clearly reflected in the setting to music of Saul. In early oratorios such as La Resurrezione, composed in Italy, echoes may still be felt of opera seria. With Saul, however, Händel developed a new form of his own by inserting choruses in every important part of every act. Like those in ancient tragedies, these choruses comment upon the narrative or even sum it up. Händel, moreover, complemented the oratorio with instrumental compositions in the form of concertos that ensure a certain detachment from the events. Händel psychologizes, interprets the text and thus characterizes the dramatis personae. Content After the overture, the oratorio opens in Act I with a grand ceremonial scene, following young David’s glorious victory over the giant Goliath – a celebration of his rise from the status of ordinary boy to that of acclaimed general. Saul’s general Abner makes his appearance and the king invites David to stay with him. We thus witness the friendly encounter between Saul’s son Jonathan and David. The jubilant chorus is accompanied by the sound of the carillon, but the homage paid to David stirs the envy and anger of Saul, who here vents his rage for the first time: “With rage I shall burst his praises to hear!” Here Händel uses short arias, which find their formal antecedents in ancient English oratorios. What follows is an attempt to appease Saul with the sound of David’s harp, but the attempt fails. The aria “A serpent in my bosom warm’d” conveys a further burst of anger, even worse than the first, which reveals Saul’s intention to get rid of his enemy. The last chorus in Act I expresses a hope of protection for David. Act II begins with a large chorus that speaks the voice of fate, just as in an ancient tragedy. The king’s son Jonathan experiences a conflict of loyalties. He has chosen David as a friend and now wishes to warn him, or to act as a mediator between his father and his friend. Jonathan informs David about his father’s plans to kill him and achieves a reconciliation between the two, which is sealed through the promise to marry Saul’s daughter Michal to David. Saul, however, hopes that David will fall in battle before the wedding. For the original text of the work see p. 32-39. The love duet between David and Michal unfolds in a key moment of the drama. It represents a hortus amoenus, an idyllic place of intimate calm in a context marked by mistrust, hypocrisy and schemes of violence. The chorus “Is there a man” is followed by a concerto that breaks off the action. Michal creates a diversion to forestall the attempt on David’s life. Saul is planning to have him assassinated during the Feast of the New Moon, but David flees to the sacrificial feast which his family is holding in Bethlehem. A dummy is placed in David’s bed, preventing Saul’s servant from fulfilling his master’s wishes. The final chorus of the second act presents a new dramatic climax – the culmination of all the previous arias and recitatives. Act III is devoted to King Saul’s mental anguish and breakdown. Almost a modern figure, Saul is reminiscent of Shakespeare’s Macbeth. With dramatic and lyrical emphasis, he evokes the spirit of the prophet Samuel – not unlike the apparition of the spirit of Hamlet‘s father. The apparition of the Witch of Endor, by contrast, is reminiscent of the witches’ scene in Purcell’s Dido and Aeneas. What follows, in Jennens and Händel’s words, is “an elegy on the death of Saul and Jonathan”, introduced by a striking dramatic interlude. An Amalekite gives Jonathan the news of Saul’s death, and the event is accompanied by a piece of music which, removed from its context, became very famous in relation to moments of grief. This is Händel’s funeral march, which expresses the pain associated with death and the irredeemable loss it brings. David sings his lament over the death of his friend and his concern about the posthumous fame of the king. This piece is among the most beautiful dirges ever written. Light and hope return in the final chorus with a hymn of praise for the new king. By contrast to what is reported in the Bible, which talks of years of struggle for supremacy, the composer here already sings the praises of the newly anointed king, David, who leads the kingdom of the people of Israel and maintains power. In Saul Händel found a new brilliant juxtaposition between opera, oratorio and concerto, attaining an original form of his own, which he was later to adopt for his oratorios Belshazzar and Messiah. 169 THURSDAY 23 OCTOBER 2014, 9 PM RESURGET FRATER TUUS FRANZ SCHUBERT (1797-1828) Lazarus, oder Die Feier der Auferstehung Dramatic oratorio for soloists, choir and orchestra D 689 (fragment) THURSDAY 23 OCTOBER 2014, 9 PM PAPAL BASILICA ST PAUL OUTSIDE THE WALLS The concert has its title from the scene in the Gospel of John (11, 23), where Martha said to Jesus, “Lord, if you had been here, my brother would not have died. But even now I know that whatever you ask of God, God will give you”, and Jesus said to her, “Your brother will rise.” WIENER SINGVEREIN WIENER PHILHARMONIKER INGO METZMACHER, CONDUCTOR Steve Davislim, tenor (Lazarus) Werner Güra, tenor (Nathanael) Rachel Harnisch, soprano (Maria) Christiane Libor, soprano (Martha) Sophie Karthäuser, soprano (Jemina) Daniel Schmutzhard, baritone (Simon) The concert is organized with the Patronage of the Embassy of Austria Franz Schubert, Lazarus 170 Was Franz Schubert really a natural-born musical dramatist? This is what his friend Moritz von Schwind concluded after having heard a concert version of the Singspiel Die Verschworenen in 1861. “What a wealth of talent, what dramatic instinct!”, he observed. The matter, however, remains controversial. Was it Schubert’s choice of subjects difficult to stage that stood in the way of his success as a musical dramatist? Or should one blame the great esteem won by his other works, and especially his Lieder, his now widely appreciated symphonic compositions, his chamber music and his piano pieces? Be that as it may, despite the efforts of great performers such as Claudio Abbado and Nikolaus Harnoncourt, who in recent years have often extolled the operas Fierabras and Alfonso and Estrella, Schubert has yet to receive widespread recognition as a stage composer. One reason for this might also be the fact that some of Schubert’s dramatic compositions are lost or only survive in fragments, although between 1811 and 1817 alone he wrote six Singspiele and one opera, and then between 1817 and 1827 another fourteen, including the dramatic oratorio Lazarus, oder: Die Feier der Auferstehung. This is precisely the case with Lazarus: originally conceived in three acts, only the first was ever completed. The composition breaks off half way through the second act, after 595 lines of Marta’s air “Hebt mich der Sterne Flügel empor vom Totenhügel”. Of the account of Lazarus’ death and his being resurrected by Jesus, as reported in the Gospel of John (11, 1-45), Schubert only set to music the part running up to Lazarus’ burial. Is the reason for this to be sought in Schubert’s well-known scepticism with regard to the idea of resurrection? “Schubert was probably drawn to the thought of death, which dominates the first two acts, but struggled to find the right way of approaching the third act, on Lazarus’ bodily reception,” Walther Dürr argues. This thesis finds further support in the fact that Schubert even omitted words related to resurrection in his masses (“Et exspecto ressurrectionem”). How did Schubert come across this libretto written by the German theologian August Hermann Niemeyer, a text he focused on in the spring of 1820? Schubert scholars have struggled to find an answer to this question. Likewise, the occasion for which the opera was conceived remains unknown. Might it have been the inauguration of the Faculty of Protestant Theology at Vienna University in Easter 1820, as Christine Blanken maintains? One argument in favour of this view is the fact that Schubert’s brother, Ferdinand, executed the composition as an Easter cantata in 1830. However, he was unaware of the existence of a fragment of the second act. The latter only came to light thirty years later as part of the bequest of the famous Beethoven scholar Alexander Wheelock Thayer. Even then, not all was discovered: the last folio was found by the director of the Vienna Court Opera, Johann Herbeck, who is known as having conducted the world première of Schubert’s Unfinished Symphony. In 1863 he was also the first to give a public performance of the complete fragment of Lazarus and to compose a piano reduction of it. Although on the basis of the evidence available today it is clear that the opera was never completed, Lazarus is much more than just a fragment of schol- arly interest: Schubert’s way of setting the text to music here even foreshadows Wagner’s integrated musical dramas. Certainly, this dramatic oratorio “represents Schubert’s first inroad into the great form we call durchkomponiert” (Ulrich Schreiber). Up until then recitatives would typically be employed for narrative sections, while more contemplative ones would be expressed through the use of arias. Schubert instead turned his recitatives into ariosos by accompanying them partly with string instruments, partly with wind instruments, attaining a remarkable musical density. This effect is further enhanced by a tonal dramaturgy that stresses the character of each individual part, with expressive inflections and a varied chromaticism. The feelings of each character (Lazarus, Mary, Martha, Simon, Nathanael and Jemima) are thus brought out in a clear and emphatic way. Was Schubert acting on the librettist’s request? In his 1778 publication Theorie des religiösen musikalischen Dramas, Niemeyer recommends focusing attention not so much on the plot, which ought to be known to everyone, but rather on the feelings of the leading characters. In this respect, the pioneering spirit of Schubert’s Lazarus – a drama that goes well beyond the limits of an ordinary oratorio – approaches psychologizing opera. For the time being, as with many other questions, that of whether this tendency would have grown even more prominent towards the end of opera cannot be answered. However, it is easy to appreciate the impact which such an innovative composition has had in our own day, if we consider the fact that one of the last undertakings of the prestigious Russian composer Èdison Denisov, in the mid-1990s, was the plan to complete the surviving fragment at the behest of the German conductor Helmuth Rilling. Prof. Dr. Walter Dobner For the original text of the work see p. 43-47. 171 FRIDAY 24 OCTOBER 2014, 5 PM IN NOMINE DOMINI HOLY MASS CELEBRATED BY HIS EMINENCE CARDINAL ANGELO COMASTRI, VICAR GENERAL OF HIS HOLINESS FOR THE VATICAN CITY AND ARCHPRIEST OF THE PAPAL BASILICA OF ST PETER FRIDAY 24 OCTOBER 2014, 5 PM PAPAL BASILICA ST PETER IN THE VATICAN “In the name of the Lord ” is the motto that Pope Paul VI (Giovanni Battista Enrico Antonio Maria Montini, 1897-1978) chose for his Pontificate (1963-1978). ILLUMINART PHILHARMONIC CHOIR AND ORCHESTRA CONDUCTOR: TOMOMI NISHIMOTO THE PONTIFICAL SISTINE CHAPEL CHOIR CONDUCTOR: MASSIMO PALOMBELLA Josep Solé Coll, organ Prelude Georg Friedrich Händel (1685-1759) Symphony from the oratorio Messiah HWV 56 IlluminArt Philharmonic Orchestra Introit Laudate Dominum (Orasho chant) IlluminArt Philharmonic Choir Kyrie Lorenzo Perosi (1872-1956) Missa Prima Pontificalis (1897) The Pontifical Sistine Chapel Choir Gloria Lorenzo Perosi, Missa Prima Pontificalis The Pontifical Sistine Chapel Choir 172 Offertory O Gloriosa (Orasho chant) IlluminArt Philharmonic Choir Sanctus Lorenzo Perosi, Missa Prima Pontificalis The Pontifical Sistine Chapel Choir Agnus Dei Lorenzo Perosi, Missa Prima Pontificalis The Pontifical Sistine Chapel Choir Communion Nunc dimittis (Orasho chant) Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) Ave Verum Corpus IlluminArt Philharmonic Choir and Orchestra Procession Georg Friedrich Händel Hallelujah from the oratorio Messiah HWV 56 Worthy is the Lamb/Amen Final choir from the oratorio Messiah HWV 56 IlluminArt Philharmonic Choir and Orchestra The Catholic Church in Japan and Orasho The evangelization of Japan began on the precise date of 15 August 1549, when the Spanish Jesuit Francis Xavier, founder of the Society of Jesus together with Ignatius Loyola, disembarked in the archipelago. The first Christian community was founded on the island of Kyushu and the Jesuits were soon followed by Franciscan friars. The Catholic community grew to number over 300,000 during the 16th century with the coastal city of Nagasaki as its primary centre. The Tokugawa Shogunate saw Christians and foreigners in general as a threat to the stability of its power and the Shogun Hideyoshi issued a decree in 1587 ordering foreign missionaries to leave the country. They continued to operate underground, however, and persecutions began ten years later with the crucifixion of twenty-six Christians on 5 February 1597. The Shogun Ieyasu outlawed Christianity with another edict in 1614 and prohibited Japanese Christians from practicing their religion. The continuation of worship in secret marked the beginning of the period of kakure kirishitan or hidden Christians, during which the religion survived in Japan for two and a half centuries with no priests or churches. The prayers handed down orally from the kakure kirishitan to the present include Orasho, derived from Gregorian chant with texts in Latin, often mixed with Portuguese and Japanese (the name stems in fact from the Latin word oratio). The conductor Tomomi Nishimoto, herself a descendant of a family of kakure kirishitan from the island of Ikitsuki near Nakasaki, has begun research into these ancient sung prayers, which she considers a mysterious fusion of Western and Japanese culture. As she explains, Orasho are “sung in Latin but the melody has been transformed into something very close to native Japanese music. I find a pleasing cadence in this mysterious fusion.” After a great deal of research and painstaking reconstruction and restoration, Tomomi Nishimoto brings the melody of Orasho to life once again in the Vatican. Homily by His Eminence Cardinal Angelo Comastri, Vicar General of His Holiness for Vatican City and Archpriest of St. Peter's Basilica The International Festival of Sacred Music and Art is dedicated to Pope Paul VI this year, which marks his beatification – a most welcome event. I wish to remember Paul VI starting from a memorable moment of his Pontificate: his journey to the UN headquarters in New York and meeting with the grand assembly of all the peoples of the Earth. On that occasion, the pontiff delivered a vibrant address which has gone down in history. It opens with humble, disarming words: “This encounter, as you well understand, is of a twofold nature: it is marked both with simplicity and with greatness. Simplicity, because you have before you a man like you, your brother, and indeed one of the smallest among you who represent sovereign States … We have nothing to ask for, no question to raise. We have at most a desire to express and a permission to request: namely, that of serving you in so far as lies within our competence, with disinterest, humility and love.” Here Paul VI makes a short pause, as though to gather the breath of twenty centuries. The pontiff then continues, in a calm and steady voice: “The command was given to us: ‘Go and bring the good tidings to all peoples.’ And it is you who represent all peoples. We have a message for all of you. This message comes from our historical experience, as an ‘expert in humanity’...”. What a wonderful definition of the Church: an expert in humanity! Paul VI’s words reverberate with intense feeling: “We feel we are speaking with the voice of the dead as well as of the living: of the dead who have fallen in the terrible wars of the past, dreaming of concord and world peace; of the living who have survived those wars, bearing in their hearts a condemnation of those who seek to renew them.” The pontiff has come to the matter that most concerns him, he has finally reached the key point in his message. As small as David, Paul VI lets himself be guided by the wind of the Spirit and delivers his grand challenge: “Men cannot be brothers if they are not 173 FRIDAY 24 OCTOBER 2014, 5 humble. It is pride, no matter how inevitable it may seem to be, which provokes tensions and struggles of prestige, of predominance, of colonialism, of selfishness; it is pride that disrupts brotherhood. Never one against the other, never, never again! No more war, never again! No more war, war never again. It is peace, peace which must guide the destinies of peoples and of all mankind.” Paul VI’s speech made a strong impression and had a great resonance: this was the first time a pope addressed the UN – the first time a successor of the fisherman Paul cast his net so far out in the sea of the world. 174 7 December 1965: on the eve of the closure of the Second Vatican Council, Paul VI and the Patriarch of Constantinople tore down a nine centuries thick wall by lifting the mutual excommunication of 1054. It is important to stress the significance of this gesture. On 29 July 1054, in Constantinople Patriarch Michael Cerularius refused to meet the representatives of the pope or allow them to celebrate the Eucharist. The latter then drafted an excommunication document, which they placed on the altar of the church of Hagia Sophia before leaving for Rome. The Patriarch, far from being intimidated, retorted with an excommunication of his own. What followed is a sad tale of pride and misunderstanding. From that day, despite the attempts at reconciliation made in Lyon in 1274 and Florence in 1439, for centuries the Church of the East followed a separate path from the Bishop of Rome, who – as the successor of the apostle Peter – is the guarantor of the unity of Christ’s Church. On 7 December 1965 this sad tale finally came to an end: at the same moment in Rome and Constantinople, Paul VI and Patriarch Athenagoras signed a document lifting their mutual excommunication. Here are some significant excerpts from this historic document: “Since they recall the command of the Lord ‘If you are offering your gift at the altar, and there remember that your brethren has something against you, leave your gift before the altar and go first be reconciled to your brother’, Pope Paul VI and Patriarch Athenagoras I in common agreement declare that: they regret the offensive words ... which, on both sides, have marked or accompanied the sad events of this period. They likewise regret and remove both from memory and from the midst of the Church the sentences of excommunication which followed these events. PM They hope that this act will be pleasing to God, who is prompt to pardon us when we pardon each other.” These humble and courageous words lay the foundations for the ensuing ecumenical dialogue. 8 December 1965: with a liturgical celebration in the churchyard of St Peter’s, Paul VI, together with the Conciliar Fathers, brought the Second Vatican Council to a close: a grand undertaking, destined to shape the history of the Church for years – or possibly centuries – to come. Addressing mankind as one large family, the Pope delivered a series of messages to people in power, intellectuals, scientists, artists, women, workers, the poor, the sick, the suffering and the young. A special address was made to those “far away”, a constant source of concern and yearning in the Pope’s heart. The address runs as follow: “Lastly, our universal greeting goes out to you, men who do not know us, men who do not understand us, men who do not regard us as useful, necessary or friendly. This greeting goes also to you, men who, while perhaps thinking they are doing good, are opposed to us. A sincere greeting, and unassuming greeting but one filled with hope and, today, please believe that it is filled with esteem and love.” Paul VI was looking forward to a new spring, but what followed were harsh, difficult days. Paul VI sailed Peter’s vessel through the storm: he was not an irresolute man but a prudent one; not a conservative, in the pejorative sense of the term, but a man faithful to the Gospel who humbly submitted himself to it; not a progressive or an adventurer, but a man attentive to dialogue and ready to make any sacrifice required to translate the timeless Gospel into today’s language. He was a man of God. In my eyes, Paul VI was an unbloodied martyr. The day after the closing of the Council, according to Monsignor Pasquale Macchi’s account, in a private note the Pope expressed his complete submission into the hands of God: “Nunc dimittis? Is it time to leave? Now: a new period after the council. Is our service not over? The temptation in old age is to rest! FRIDAY, 24 OCTOBER 2014, 9 But for a servant, a servant of Christ, there is no rest. Perhaps the Lord has called me and retains me in this service not so much because I have any aptitude for it or so that I may govern the Church and rescue it from its present difficulties, but so that I may PM suffer for the Church’s sake and to make it clear that it is He – and no other – that guides and saves her.” Words exuding humbleness, obedience and a complete submission to God’s will: words worthy of a saint! TE DEUM LAUDAMUS ANTON BRUCKNER (1824-1896) MASS no. 3 in F minor for soloists, choir and orchestra WAB 28 Te Deum in C major WAB 45 FRIDAY, 24 OCTOBER 2014, 9 PM PAPAL BASILICA ST MARY MAJOR The concert has its title from the ancient Christian hymn of the same name. In the Catholic church the Te Deum is used in thanksgiving ceremonies; it is traditionally sung in liturgy on 31 december evening in order to give thanks for the past year, or in the Sistine Chapel when the new Pontiff has been elected and before the conclave is finished, or at the end of a Council. PALATINAKLASSIK-VOKALENSEMBLE PHILHARMONISCHER CHOR AN DER SAAR CHOIR AND ORCHESTRA OF THE KAZAN STATE CONSERVATORY LEO KRAEMER, CONDUCTOR Susanne Bernhard, soprano Susanne Schaeffer, alto Oscar de la Torre, tenor Vinzenz Haab, bass Anton Brucker, Mass in F minor and Te Deum Bruckner’s masses all date from the period prior to his symphonies. While he wrote a number of minor masses in the years spent as a student, teacher and organist in the abbey of Sankt Florian (1845–56), the three numbered masses known today date from the years in the cathedral of Linz, where he had his first major appointment as an organist (1856–68). They are Mass No. 1 in D minor for soloists, mixed choir and orchestra, and organ ad libitum (1864), Mass No. 2 in E minor for eight-part mixed choir and wind instruments (1866), and Mass No. 3 in F minor for vocal soloists, choir and orchestra, and organ ad libitum. The latter, regarded as the most important of the three and often called the Great Mass, was commissioned by the Hofkapelle of Vienna after the success of a performance of Mass No. 1 conducted in 175 SATURDAY, 25 OCTOBER 2014, 9 that city by Johann von Herbeck in February 1867. Bruckner began the composition in September 1867 after spending three months at a spa to recover from physical exhaustion and serious depression, which the work on the mass helped him to get over. He completed the composition shortly before moving to Vienna on 9 September the following year but had to wait a long time to see it performed. The musicians of the Hofkapelle in Vienna declared it impossible to play and even Johann von Herbeck, its conductor and a champion of Bruckner, was very sceptical. As a result, four years later, Bruckner decided take matters into his own hands and even shoulder the costs of the orchestra. The first performance, conducted by Bruckner himself, finally took place on 16 June 1872 in the Augustinian church in Vienna. The great Te Deum dates instead from the mature period of Bruckner’s symphonic production. He began PM work in the spring of 1881, having just completed his Fifth Symphony and String Quintet in F Major. February saw the first-ever performance of his Fourth Symphony, which earned him some respect even from adversaries after the previous bitter criticism. The composition was, however, soon interrupted for completion of the Sixth Symphony, revision of the three masses, and above all work on the Seventh Symphony. Only when this was completed, on 5 September 1883, did Bruckner return to the Te Deum, which he completed by March 1884. Once again, the first public performance was long delayed. It was performed in a version for choir and two pianos in May 1885 but the first-ever performance with orchestra did not take place until January 1886 in a concert at the Wiener Musikverein, greeted with great enthusiasm by the public and critics alike. Bruckner himself described the Te Deum as the pride of his life and his best work. For the text of the Mass and the Te Deum see p. 54-55. BEATI QUI LUGENT JOHANNES BRAHMS (1833-1897) Ein deutsches Requiem op. 45 for soloists, choir and orchestra SATURDAY, 25 OCTOBER 2014, 9 PM PAPAL BASILICA ST JOHN LATERAN The concert has its title from the Sermon on the Mount (Gospel of Matthew 5-7) where Jesus says: “Blessed are they who mourn, for they will be comforted” (Matthew 5,4). PALATINAKLASSIK-VOKALENSEMBLE PHILHARMONISCHER CHOR AN DER SAAR CHOIR AND ORCHESTRA OF THE KAZAN STATE CONSERVATORY LEO KRAEMER, 176 CONDUCTOR Susanne Bernhard, soprano Vinzenz Haab, baritone The Fondazione Pro Musica e Arte Sacra dedicates this concert to the memory of Cardinal Domenico Bartolucci, Cardinal Francesco Marchisano, Father Gonzalo Diaz and Rolf Deyhle. Cardinal Domenico Bartolucci (Borgo San Lorenzo, 7 May 1917 – Rome, 11 November 2013), a great musician, composer, teacher and director of the Sistine Chapel Choir, passed away on Monday 11 November 2013 in Rome. It was on 25 October 2010, in the Academic Hall of the Pontifical Institute of Sacred Music in Rome, that Cardinal Bartolucci was awarded the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra Prize in recognition for his lifetime’s work and his inestimable merits in the field of sacred music as well as his untiring devotion to its cause for over fifty years in the Vatican and all over the world. The Fondazione Pro Musica e Arte Sacra and all those taking part in the prize competition remember the humble, straightforward personality and the enormous talent and musical knowledge of Cardinal Bartolucci, and express their condolences to his family and friends and all those who knew and loved him. Cardinal Francesco Marchisano (Racconigi, 25 June 1929 – Rome, 27 July 2014), Archpriest of the Patriarchal Vatican Basilica, Vicar General for the Vatican City, President of the Fabric of Saint Peter, President of the Labour Office of the Apostolic See, President of the Pontifical Commission for the Cultural Heritage of the Church and President of the Permanent Commission for the Protection of the Historical and Artistic Monuments of the Holy See, passed away in Rome on Sunday 27 July 2014. It was on 21 February 2006, in the church of San- tissimo Salvatore in the monumental complex of San Michele a Ripa Grande in Rome, that Cardinal Marchisano was awarded the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra Prize for his commitment to protecting and preserving religious art as president of the Pontifical Commission for the Cultural Heritage of the Church (March 1993 – October 2003) and the Permanent Commission for Protection of the Historical and Artistic Monuments of the Holy See. The Fondazione Pro Musica e Arte Sacra and all those taking part in the prize competition remember the true vocation, great personality and human gifts of Cardinal Marchisano, and express their condolences to his family and friends and all those who knew and loved him. With them, the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra also remembers in prayer two great friends of extraordinary warmth and generosity that passed away this year, namely Father Gonzalo Diaz, General Bursar of the Augustinian Order, and Rolf Deyhle, patron of the arts and Honorary President of the International Festival of Religious Music and Art in 2011 and 2012. FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA The President General and Founder The Board of Directors The Chairman of the Committee of Supporters and the Committee of Supporters The Artistic Committee Johannes Brahms, Ein deutsches Requiem In addition to being one of the most typical and personal compositions of Brahms, Ein deutsches Requiem is also a work in which a general movement of art and culture reached its highest peak and culmination. Personal needs and the spirit of the time combined harmoniously to define the form and character of this masterpiece, summing up the composer’s early work and marking a crucial turning point for its future developments. The roots of the composition stretch far back in the composer’s life to the years of his association with Schumann, who jotted down the idea of a German requiem (already partly achieved by Schubert in the Deutsche Trauermesse D621 of August 1818) in a notebook of plans in 1850. Brahms had of course also been thinking of a Trauerkantate since 1859 in Detmold, and the coeval composition of the Begräbnisgesang opus 13, a burial song for choir and wind instruments, can already be seen as a preparatory study for the second movement of the German 177 SATURDAY, 25 OCTOBER 2014, 9 Requiem. He began work in 1860 on the first two sections of the work, which remained in an incomplete state until he started on the Rinaldo cantata in 1863. While the first mentions of the composition, circumspectly described as “a sort of German requiem”, are found in letters sent to Clara Schumann in April 1865 together with an initial “hurried reduction for pianoforte” of the fourth movement, the real year of the German Requiem was 1866. Brahms withdrew to the seclusion of a friend’s house in Karlsruhe to devote his mind and body to the new composition in January. The first movement to be completed was the third. Brahms completed the sixth and began the seventh in May in Winterthur and Zurich, and resumed and completed the first two at Lichtental near Baden. Much of the work was done by the end of the summer but putting the finishing touches proved a long process and stretched on into the following year. While the first performance of the three first movements alone, conducted in Vienna by Johann von Herbeck on 1 December 1867, met with a lukewarm reception, the full performance of the then six-part requiem that took place a few months later on 10 April 1868, conducted by the composer in Bremen Cathedral was a triumph. It was in Bonn during May that Brahms finally wrote the present fifth movement, the one most imbued with the presence of his beloved mother, who died in 1865. The work was performed in this definitive form for the first time in Leipzig on 18 February 1869 with Carl Reinecke conducting. It is not a canonical requiem but what he described to Clara as “a sort of requiem” and to Reinthaler as a “simply human requiem”. In other words, it is the requiem, that Brahms found by himself in the Bible, which he had known well since his youth, in the psalms and in the words of St Paul, the evangelists and the prophets, so intimate and so daring at the same time in taking up the Holy Scripture and representing the mystery, struggles and sorrow of the world for himself within the historic sanctum of music. For the original text of the work see p. 58-60 178 PM The constant Bach-like base, the impetus of the great polyphonic construction that takes grand shape in the conclusion of the second, third and sixth episodes and soars in the repeated echoes of Schumann (the Requiem for Mignon with the anguished tones of the oboe solo taken up fraternally by Brahms and the Nachtlied op. 108, whose expressive and dynamic indication “ziemlich langsam” is the same as the opening of Brahms’s Requiem), together with the glittering Schubert of the Gesang der Geister über den Wassern (strings with no violins, as in the first passage of the German Requiem): all these are contemporary strands of secret understanding woven by the humanity of Brahms into the solemn fabric of a historical fresco. The work derives a miraculous underlying unity out of so many different sources, a fundamental convergence of accents and feelings encapsulated in the term Trost (consolation) and its associated forms. The first and last movements correspond in the emphasis on the word selig (blessed) and the cyclical return of musical themes. The second and sixth also reflect one another symmetrically in the dramatic images of the great scythe wielded by death and the Day of Judgment (counterparts of the Dies irae of the Latin requiem mass). In the middle we find the most private words, anguished reflection (“Teach me, Lord”) then crowned with glorious counterpoint, and the celestial oasis of the paired fourth and fifth movements. It is in the latter, the most private and intimate of all, that the soprano’s song makes us feel death as a sweet passion, the secret word enclosed in the heart of the work as its most disquieting and persistent message. Brahms looked to the historical solemnity of the German musical tradition and ensconced himself there as in a paradise of certainties, but that solemnity is tempered by his sensitivity, the oracles are now familiar voices, and the past has become the present through poetry. Giorgio Pestelli SUNDAY, 26 OCTOBER 2014, 4 PM KYRIE ELEISON JOSEPH JULIAN GONZALEZ (B. 1963) Misa Azteca for soloists, choir, orchestra and Pre-Columbian percussion instruments Orchestrations by Joel Clarkson and Joseph Julian Gonzalez MARK HAYES (B. 1953) Requiem for baritone solo, chorus and orchestra SUNDAY, 26 OCTOBER 2014, 4 PM BASILICA ST IGNATIUS LOYOLA part of the Fund of Religious Buildings (Fondo Edifici di Culto) The title of the concert comes from the Kyrie, a Christian litany that stands at the beginning of the Latin Mass and of the Misa Azteca, too. The triple Greek invocation, “Kyrie eleison - Christe eleison - Kyrie eleison”, translated “Lord have mercy – Christ have mercy – Lord have mercy”, is the eldest testimony of Christian liturgy, dating back to Mass in the Roman rite of the 5th century. MISA AZTECA THE CONTINUO ARTS FESTIVAL CHORUS* ROMA SINFONIETTA ORCHESTRA TERESA RUSSELL, CONDUCTOR Charisma Miller, soprano Linda Scott, mezzosoprano Victor Chan, baritone REQUIEM THE CONTINUO ARTS FESTIVAL CHORUS* ROMA SINFONIETTA ORCHESTRA MARK HAYES, CONDUCTOR Mark Spencer, baritone * with singers from: Custer Road United Methodist Church Chancel Choir - Tim Morrison, Director Sounds of the Southwest Singers - Matt Deller, Director Southwestern College Concert Choir - Teresa Russell, Director Norwell United Church of Christ Sanctuary Choir - Karen Harvey, Director St. Lukes Presbyterian Church Chancel Choir - Marvin Gaspard, Director Foothills United Methodist Church Chancel Choir - Carol Paton, Director Vocal Spotlight - Donnalynn Laver, Director 179 SUNDAY, 26 OCTOBER 2014, 4 PM Joseph Julian Gonzalez, Misa Azteca Misa Azteca hybridizes two cultures and religions into a seven movement, oratorio-style, musical celebration for orchestra, choir and soloists. “Misa,” the Spanish word for “mass,” is the complex of prayers and ceremonies that make up the Eucharistic rite in the Latin Mass. It contains liturgical Latin texts taken from both the Ordinary and the Proper: Kyrie, Gloria, Gradual, Credo, Sanctus, Agnus Dei, and Ite Missa Est. “Azteca” is the name for the indigenous people dominating central Mexico at the time of the Spanish conquest. Music and dance formed an essential part of their indigenous rites and ceremonies. Many of the musical instruments were believed to be sacred; thus, their rhythms formed a crucial part of all major Aztec ceremonies and festivals. However, we can only guess what these rhythms actually were. One manuscript from the 16th century (the Cantares Mexicanos) shows an example of a written rhythmic notation using 4 basic vocal syllables (ti, to, ki, co). It is from clues like these that modern practitioners of Aztec music are able to recreate this ancient music and it is from these modern day masters that invaluable insights have been gained into this world of rhythm, ritual and religion that have formed the basis of Misa Azteca. Verses from Pre-Columbian Aztec poetry are employed (once again, from the Cantares Mexicanos) which have a similar theme relevant to the sections of the ordinary and proper of the Mass. For example in the Gradual, the soprano implores in Nahuatl (the language of the Aztecs) “May I never die! May I never perish! Let me go where one does not die.” This wail of grief is answered by the choir peacefully singing the prayer from the All Saints Day mass, “The souls of the just are in the hand of God…in the sight of the unwise they seemed to die, but they are in peace”. By blending Latin and Aztec texts, as well as the various rhythms, instrumentation, and tone unique to both, this concert piece resolves the tensions commonly associated with two seemingly irreconcilable cultures. The theme of complementarity that overrides the assumption that these two worlds must remain disparate, binds everyone in the mutual quest for unity and peace. Opening the prestigious El Cervantino Festival in Guanajuato, Mexico as well as being performed at the Sydney Opera House, the St Denis Music Festival, Carnegie Hall, Walt Disney Concert Hall and various other venues, the Misa Azteca has touched and inspired people throughout the world. For the original text of the work see p. 63-64. Mark Hayes, Requiem 180 Composed in 2012, the Requiem by Mark Hayes was premiered in New York City’s Lincoln Center in May of 2013. Prior to composition, Hayes delved into scholarly study of the great Requiem settings by Mozart, Brahms, Fauré, and Duruflé. Throughout the Hayes Requiem, these influences are prevalent in compositional form, musical themes and cohesiveness. Setting six of the twelve traditional Requiem texts, the Hayes Requiem includes Requiem Aeternam, Kyrie, Dies Irae, Sanctus, Agnus Dei and Lux Aeternam. Although primarily in Latin, short English excerpts can be found in each movement except the Dies Irae. In keeping with the Requiem journey of sorrow, angst, anger, peace, resolution and hope, Hayes utilizes dissonant harmonies juxtaposed with grand melodic arches and mixed meters to fully capture the range of emotional expression and spiritual enlightenment. Frequent throughout the composition’s more subdued movements are tonal modulations that serve as the impetus toward climatic manifestations which inevitably lead to an ending thematic repetition or reference. The Dies Irae stands alone with a marked elevation of dramatic tension, orchestral intensity and the appearance of the Requiem’s only soloist, pleading for the favor and mercy of Christ. Concluding the Lux Aeternam with the original Requiem Aeternam theme, followed by a momentary expansion with English text, the Requiem resolves restfully in C major. Mark Hayes has dedicated this work to his parents, Marvin and Betty Hayes. SUNDAY, 26 OCTOBER 2014, 9 PM MAIOR AUTEM EX HIS EST CARITAS GIUSEPPE VERDI (1813-1901) Messa da Requiem for soloists, choir and orchestra SUNDAY, 26 OCTOBER 2014, 9 PM PAPAL BASILICA ST PAUL OUTSIDE THE WALLS The concert has its title from the words of the Apostle Paul in the First Epistle to the Corinthians (1Cor 13): “If I speak in human and angelic tongues but do not have love, I am a resounding gong or a clashing cymbal. And if I have the gift of prophecy and comprehend all mysteries and all knowledge; if I have all faith so as to move mountains but do not have love, I am nothing. If I give away everything I own, and if I hand my body over so that I may boast but do not have love, I gain nothing. Love is patient, love is kind. It is not jealous, is not pompous, it is not inflated, it is not rude, it does not seek its own interests, it is not quicktempered, it does not brood over injury, it does not rejoice over wrongdoing but rejoices with the truth. It bears all things, believes all things, hopes all things, endures all things. Love never fails. [...] So faith, hope, love remain, these three; but the greatest of these is love”. ILLUMINART PHILHARMONIC CHOIR TOMOMI NISHIMOTO, AND ORCHESTRA CONDUCTOR Sayuri Bunya, soprano Takako Nogami, mezzosoprano Gianluca Sciarpelletti, tenor Tsutomu Tanaka, baritone Sacred music concert at the service of Charity organized in cooperation with the Foundation SOFIA onlus Giuseppe Verdi, Messa da Requiem On the death of Rossini in 1868, Verdi mooted the idea of a Messa da Requiem to be written in his memory by the best known Italian composers of the day. In all, thirteen musicians responded to the invitation and Verdi was assigned the Libera me. This laudable initiative was, however, stopped short at the eleventh hour as a result of a series of practical difficulties that Verdi attributed to the indifference and self-centeredness of the Italian music world, yet there were also some plausible dilemmas that arose from the assembled nature of the project. Nevertheless, the seed of the idea remained in the air, and it was later to come to fruition as one of the greatest masterpieces of sacred music of all times. What rekindled Verdi’s imagination was the demise of Alessandro Manzoni on 22 May 1873, whose death had a profound impact on all of Italy, and deeply touched Verdi. The very day following Manzoni’s decease, Verdi wrote to his editor, Giulio Ricordi: “I shall soon come and visit his tomb, alone and without being seen by anyone, and perhaps (after further reflection and after having taken an introspective look 181 SUNDAY, 26 OCTOBER 2014, 9 at my own forces) shall put forward a work to honour his memory”. A few days later he unveiled his already detailed project to Ricordi for a Mass for the Dead that was to be performed on the first anniversary of the writer’s death. Verdi had a deep regard for Manzoni, and a boundless admiration for the Promessi Sposi (The Betrothed) which he defined as “A true book and one that is as real as Truth itself”. He regarded it as an exemplary expression of an aesthetic theory founded on truth, a truth that not only literature but all the arts, which evidently includes music, should adhere to. Yet Verdi felt very remote from the Christian ideology of the novel and, denying the existence of Providence, was rejecting, and unquestionably knowing so, the issues lying at the very heart of the Promessi Sposi. This brings us to Verdi’s views on religion, which simply cannot be ignored in a work of sacred music. The composer without question adopted an attitude of complete skepticism in regard to religion and rejected the notion of solace gleaned from hope in life after death. Nevertheless Verdi, despite being a non-practicing and non-believing Catholic, experienced an almost metaphysical emotion when confronted with the mystery of life and death. His music is an authentic and truthful testimony of this, carrying greater weight than any written word: in his Messa da Requiem Verdi questions mortality with all the inspired dramatic force of his operas. Both the public and critics were bewildered by the music’s heightened drama which they had come to associate with melodrama. Hans von Bülow, PM the great conductor and pianist but mediocre composer, in Verdi’s virulent but accurate opinion, is reputed to have said of the work “His latest opera, though in ecclesiastical robes”, yet Johannes Brahms who came from the same Austro-German tradition said “Only a genius could have written such a work”. Leaving aside his loathsome prejudice against Italian music, Bülow did capture the dualism inherent in Verdi’s Requiem: is it sacred or secular? The answer is a contradiction in terms: it is an agnostic’s prayer. Verdi is not outrightly shunning God, he is forever oscillating between his own aspirations, anxieties, fears, self doubt and confession, all of which are expressed with a dramatic immediacy on a par with the heightened passion of his greatest operatic works. As in his operas, Verdi places an emphatic focus on certain key words, words that he himself defined as “scenic” when talking about libretti, such as dies irae, mors, nil, confutatis maledictis, lacrymosa and libera me. These words feature in the most troublesome parts of the liturgy of the dead, and are expressed with cataclysmic explosions from the orchestra and chorus and hushed murmurings interspersed with terrifying moments of silence. More so than in the passages that are in keeping with a more traditional style of sacred music, where the composer displays an altogether more duteous inspiration and an extraordinary command of counterpoint, it is in these moments that the highly individual and more intimate, boorish religious spirit of Verdi shines through. Mauro Mariani For the original text of the work see p. 68-69 THE CONCERT’S AIM 182 As strongly desired by Pope Francis, the conclusion of the 12th International Festival of SacredMusic and Art – on the notes of Beethoven’s Symphony no. 9 – will be focused on Solidarity towards the poor and the outcast. Particular attention will be devoted to the children fromthe Catia barrio in Caracas (Venezuela), an immense mass of shacks where one million people live with no essential services, where childhood is only about poverty, abandonment and violence. The possibility to have access to a school or a home protection centre can make a difference to these children’s lives. To this purpose, the Salvatorian Fathers and Brothers have established over a few years, a protection network that currently includes six elementary and secondary schools, an alternative education project for those children who have dropped out of school, two Family Homes for abandoned children, or children with very difficult family situations, and a medical and dental dispensary. All this was possible also thanks to the work of Fon- dazione SOFIA, the Onlus of the Salvatorians, which has supported the cause with private donations and financial contributions from foundations and institutions. “We are truly grateful to the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra for having offered us the opportunity of promoting our activities during the Festival of Sacred Music and Art and of raising donations for our project during this concert, with the Cardinal Archpriest’s authorization. The work carried out by the Fathers does make a real difference for so many children and families living in that terrible shantytown” affirms Arnout Mertens, Executive Director of Fondazione SOFIA, “and it is an immense joy for us to witness the tangible results. Like Alejandro for instance – a child who used to live on the street – who today is graduating in Physics and becoming a talented musician. We have also received two awards for the quality of our schools”. Since 2006, with this project Fondazione SOFIA has helped over 3.000 children and teenagers. “When we saw the conditions of misery and abandonment some children lived in – says Father Agustin Van Baelen, President of the Fondazione SOFIA and Manager of the Salvatorians’ Missions – we decided we had to give them a home and a school. The project grew and we have seen dozens of children leaving their dark lives behind, learning to take care of themselves and acquiring a new outlook. To be a Salvatorian means being a “Believer in Action”, helping people to get back on their feet, stretching out a hand in the name of our Saviour”. This project can grow with people’s help. Donations can be made to the post office current account no. 1000569895 or with a bank transfer to Fondazione SOFIA Onlus IBAN: IT25 W052 1603 2290 0000 0012 540. 25 Euros buy two schoolbooks, 50 Euros contribute to the care and accommodation of a child for one week in a Family Home, 300 Euros pay for 12 dental care interventions at the dispensary. SOFIA - Salvatorian Office for International Aid, the nonprofit organization of the Salvatorian Fathers and Brothers, works in the South of the World with the purpose of improving the living conditions of the ones in need: 1.200 missionaries, active in 40 countries, working in the most neglected areas of the world, to answer the needs of children, women and men. Guided by Christian values and inspired by the Social Doctrine of the Church, they work to assure the fundamental rights of people, regardless of gender, religion, and any kind of affiliation. With medical, educational, ecological, and pastoral projects, they help people build a better future, for themselves and their children. The project In the shantytown of Catia live around 1.000.000 people with no essential services and protection. A third of the population relies on the Salvatorian parish. Poverty and violence are caused by the fragile and disintegrated family structures, lack of education and unemployment. In their struggle for survival, adults cannot take care of children who are left on the streets with no education or sent to work for a little extra income. Girls become pregnant too soon; boys enter gangs and often are killed. In Catia, the spaces offering education and protection are very rare. Furthermore, it is impossible to attend a school outside the slum, because of the risk of coming across gangs and due to the high cost of transportation. Objectives For the Ninos abandonados, the schools and the Salvatorian homes are an opportunity to escape misery, an occasion to experience decent life conditions, protected from the violence of the street, away from dependencies of any kind, such as drugs, videogames, etc. In particular, the raised funds will allow: • The creation of a multidisciplinary team (a psychologist, a social assistant, a therapist and an educator) in the six Salvatorian schools • The establishment of a second medical dispensary in the large La Constancia school, the biggest of the Salvatorian schools in Catia. This institute offers primary and secondary school education to about 1.000 students from the shantytowns. The school has recently been awarded two national prizes for the excellent level of teaching, social work and management. The initial structure has been extended with a large drinking water tank, a science lab, an open courtyard, a stock room, a small office and sports grounds on the roof. The wide majority of the children has no access to sanitary services, and this second medical dispensary will be accessible also to those outside the school. 183 TUESDAY, 28 OCTOBER 2014, 9 • Psychological support to the children of the El Encuentro and El Timon Family Homes. The first structure welcomes children between 4 and 18. The second accommodates older people who must partially support themselves in order to remain in the centre and learn how to become autonomous. This system allows them to work and study at the same time. • Restoration of the classrooms of La Constancia and addition of two new subjects in the “Scientific” programme: Economics and Management of Human Resources • Renovation of the 50 year old electric and plumbing system of La Constancia • Setting up of training courses on the issues of abandonment for the teachers of the six schools PM • Organization of after-school activities: sports, music, culture and dance CONTACTS President Father Agustin Van Baelen [email protected] General Director Dr. Arnout Mertens [email protected] mob. 320 41 77311 Donors and Communication Manager Dr. Annita Di Donato [email protected] mob. 320 4127694 PSALLITE DEO SAPIENTER SPECIAL CONCERT RESERVED TO THE BENEFACTORS OF THE FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA TUESDAY, 28 OCTOBER 2014, 9 PM CAPPELLA CORSINI IN THE PAPAL BASILICA ST JOHN LATERAN The concert has its title from Psalm 47: “Let the music sound for our God, let it sound, let the music sound for our king, let it sound. For he is king of the whole world; learn the music, let it sound for God!”. THE PONTIFICAL SISTINE CHAPEL CHOIR CONDUCTOR: MASSIMO PALOMBELLA Juan Paradell Solé, organ Gregorian chant Christus factus est 184 Tommaso Ludovico da Vittoria (1548-1611) Ave Maria Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525?-1594) Gloria from the Missa Papae Marcelli Giovanni Pierluigi da Palestrina Super Flumina Gregorio Allegri (c. 1582-1652) Miserere Orlando di Lasso (1532-1594) Iubilate Deo Denis Bédard (n. 1950) Prelude and Toccata on Victimae Paschali Laudes Giovanni Pierluigi da Palestrina Tu es Petrus Giovanni Pierluigi da Palestrina Sicut Cervus Giovanni Pierluigi da Palestrina Credo from the Missa Papae Marcelli JUBILATE DEO SACRED CHOIR MOTETS IN THE MIRROR OF MUSIC CULTURES WEDNESDAY, 29 OCTOBER 2014, 9 PM BASILICA ST IGNATIUS LOYOLA part of the Fund of Religious Buildings (Fondo Edifici di Culto) The concert has its title from the Jubilate Deo, an introit (antiphona ad introitum) in Gregorian chant of the Catholic liturgy. Its text often is the base of polyphonic motets and comes from Psalm 100: “Shout for joy to the Lord, all the earth. Worship the Lord with gladness; come before him with joyful songs“. GIRL’S CHOIR FROM OLIVER SPERLING, COLOGNE CATHEDRAL CONDUCTOR Helena Wery, piano Colin Mawby (b. 1936) Jubilate Deo Psalm 66 Klaus Wallrath (b. 1959) Herr, du hast mich erforscht Psalm 139 – premiere 18 September 2014 in Cologne Walter Schmid (b. 1928) Jauchzet Gott, alle Lande Psalm 66 Moritz Hauptmann (1792-1868) Gott, deine Güte reicht so weit “Prayer” from Psalm 36 and Psalm 18 Adalbert Gyrowetz (1763-1850) Herr, dessen Weisheit ewig ist after Psalm 104 / Psalm 8 Arnold Mendelssohn (1855-1933) Unser Herz ist unruhig St Augustine (354-430), Confessiones I, 1,1 Vytautas Miskinis (b. 1954) Cantate Domino Psalm 98 Egil Hovland (b. 1924) O come, let us sing Psalm 95 185 WEDNESDAY, 29 OCTOBER 2014, 9 Nancy Hill Cobb (n. 1951) Cantate Domino Psalm 96 Thomas Tallis/Kenneth Brown (1505-1585) Glory to thee, my God, this night Bishop Thomas Ken (1637-1711) Giuseppe Verdi (1813-1901) Laudi alla Vergine Maria from Quattro Pezzi Sacri Text from: Dante Alighieri, La Divina Commedia Paradiso – canto XXXIII Maurice Duruflé (1902-1986) Tota pulchra es Maria Gustav Holst (1874-1934) Ave Maria Gospel of Luke 1, 28/ 1, 48 Ola Gjeilo (b. 1978) Ubi caritas et amor 186 PM Eriks Esenvalds (b. 1977) O salutaris hostia Arvo Pärt (b. 1935) Peace upon you Jerusalem Psalm 122 Arvo Pärt (b. 1935) Zwei Beter Gospel of Luke 18, 9-14 Dooglas Coombes (b. 1935) O clap your hands Psalm 47 Bob Chilcott (b. 1955) A little jazz Mass Kyrie, Gloria, Sanctus, Benedictus, Agnus Dei Knut Nystedt (b. 1915) Søk Herren Isaiah 55, 6-12 Galleria Fotografica GALLERIA FOTOGRAFICA Festival 2002 Wiener Philharmoniker, Wiener Singverein, F. Welser-Möst Festival 2002 Al concerto del 21 novembre Festival 2002 Le Poème Harmonique Festival 2002 Cappella Giulia, P. Colino Festival 2004 New College Choir Oxford, Orchestra Age of Enlightenment, E. Higginbottom Festival 2003 - Orchestra Filarmonica S. Pietroburgo, Coro del Duomo di Speyer, L. Krämer Festival 2003 Wiener Philharmoniker, Arnold Schoenberg Chor, N. Harnoncourt Festival 2003 N. Harnoncourt Premio 2004 22 ott. 2004, Palazzo Lateranense Festival 2004 Al concerto del 21 ottobre Festival 2005 S. Ozawa Festival 2004 Wiener Philharmoniker, Wiener Sängerknaben, R. Muti Festival 2005 Presentazione del Mosaico del Papa Festival 2005 London Philharmonic Orchestra and Choir, P. Olmi Festival 2006 Camerata Salzburg, Coro del Duomo di Colonia, E. Metternich Festival 2006, Santa Messa di Apertura Wiener Philharmoniker, Wiener Sängerknaben, L. Hager GALLERIA FOTOGRAFICA Premio 2006 21 feb. 2006, S. Michele a Ripa Grande Festival 2007 Ton Koopman Festival 2008 Al concerto del 13 ottobre Festival 2007 D. Gatti Festival 2008 Youth Orchestra of the Americas, Gächinger Kantorei, H. Rilling Festival 2008 Al concerto del 13 ottobre Premio 2008 Museo Nazionale Romano Palazzo Altemps Festival 2008 C. Eschenbach Festival 2009 V. Miserachs Festival 2009 Wiener Sängerknaben, G. Wirth Festival 2009 D. Bartolucci Festival 2009 Al concerto del 21 novembre Festival 2010 R. Klepper, S. Gaudenz Festival 2010 Cathedral of Saint Patrick Choir New York, J. Pascual Festival 2008 - Orchestre Suisse Romande, Rundfunkchor Berlin, M. Janowski Festival 2010 Wiener Philharmoniker, A. Nelsons GALLERIA FOTOGRAFICA Premio 2010 Sala Accademica Pontificio Istituto di Musica Sacra Premio 2010 Sala Accademica Pontificio Istituto di Musica Sacra Premio 2010 Sala Accademica Pontificio Istituto di Musica Sacra Premio 2010 Sala Accademica Pontificio Istituto di Musica Sacra Premio 2010 Sala Accademica Pontificio Istituto di Musica Sacra Premio 2010 Sala Accademica Pontificio Istituto di Musica Sacra Premio 2010 Sala Accademica Pontificio Istituto di Musica Sacra Festival 2011 S. Messa del 5 novembre Festival 2011 Tölzer Knabenchor, G. Schmidt-Gaden Festival 2011 J. Mena Festival 2011 Al concerto del 27 ottobre GALLERIA FOTOGRAFICA Festival 2011 Wiener Philharmoniker Festival 2011 G. Pretre Festival 2011 Al concerto del 27 ottobre Festival 2011 Al concerto del 27 ottobre Festival 2011 Oratorio Society New York, Orchestre Philharmonique Monte-Carlo, J. Mena Festival 2011 S. Messa del 26 ottobre Festival 2011 Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma, J. van Zweden Festival 2011 J. van Zweden Festival 2009 Conferenza stampa alla CCIAA Roma Festival 2012 Westminster Cathedral Choir, M. Baker Festival 2012 Al concerto del 12 novembre Festival 2012 Wiener Philharmoniker, Chen Reiss Festival 2012 Al concerto del 13 novembre Festival 2012 Orchestra Teatro dell’Opera di Roma, M. Stenz Festival 2012 Al concerto del 2 novembre Festival 2012 Al concerto dell’11 novembre GALLERIA FOTOGRAFICA Festival 2012 Westminster Cathedral Choir, Cappella Musicale Pontificia Sistina Festival 2012 Al concerto del 12 novembre Festival 2012 Al concerto del 7 novembre Festival 2012 U. Walddörfer Festival 2012 Bach-Chor Siegen, Rosenmüller-Ensemble, U. Stötzel Festival 2012 N. Giebelhausen Festival 2012 Stuttgarter Liederkranz, Roma Sinfonietta, U. Walddörfer Festival 2012 Conferenza stampa a Palazzo Cardinal Cesi Festival 2013 Al concerto del 29 ottobre Festival 2013 Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma, R. Gabbiani Festival 2013 Al concerto del 4 novembre Festival 2013 Coro Sinodale Mosca, A. Puzakov Coro Cappella Pontificia “Sistina”, M. Palombella Festival 2013 Santa Messa del 4 novembre Festival 2013 Al concerto del 5 novembre Festival 2013 G. Grazioli Festival 2013 Orchestra e Coro del Teatro San Carlo di Napoli GALLERIA FOTOGRAFICA Festival 2013 Wiener Philharmoniker, Wiener Singverein Festival 2013 L. Hager Festival 2013 Echology Chamber Choir, P. Matthias Festival 2013 L. Uinskyte, F. Filidei Festival 2013 IlluminArt Philharmonic Choir and Orchestra Festival 2013 T. Nishimoto Festival 2013 Al concerto del 10 novembre Festival 2013 Alla Santa Messa del 9 novembre NOTE ALLA FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA Iscritta nel registro delle persone giuridiche della Prefettura di Roma ai sensi del Dpr 361/2000 al n. 162/2002 Via Paolo VI n. 29 - 00193 Roma Telefono: 06-6869187 - Fax: 06-6873300 - indirizzo e-mail: [email protected] Sito Web: www.festivalmusicaeartesacra.net MODULO CONTRIBUTO 2014 Io sottoscritto___________________________________________________________________________________________ Residente in____________________________________________________________________________________________ Telefono, Fax, e-mail_____________________________________________________________________________________ Sono onorato di contribuire all'attività istituzionale della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra nell’anno 2014, effettuando un contributo di euro _____________________ Scelgo la seguente forma di pagamento: Assegno bancario non trasferibile, intestato a Fondazione Pro Musica e Arte Sacra Bonifico bancario effettuato a favore della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra Intestatario Banca Conto corrente Fondazione Pro Musica e Arte Sacra Credito Cooperativo di Roma, Agenzia 21, Roma IBAN IT74 R083 2703 2210 0000 0002 702 - BIC ROMAITRR Data Firma ____________________ _________________________________ INFORMATIVA EX ART. 13 D.LGS. 196/2003 – Codice in materia di dati personali La informiamo che i Suoi dati personali saranno trattati, previo Suo consenso: con o senza l’ausilio di sistemi elettronici o automatizzati. per inviare gratuitamente le informazioni sull’attività istituzionale svolta dalla Fondazione Pro Musica e Arte Sacra ivi compreso quelle relative alla promozione dell’attività istituzionale della Fondazione. per l’espletamento degli adempimenti previsti dalla legge. Il conferimento dei dati è facoltativo; tuttavia, un eventuale rifiuto rende impossibile inviarLe informazioni sull’attività istituzionale della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra. Titolare del trattamento è la Fondazione Pro Musica e Arte Sacra – via Paolo VI n. 29 – 00193 Roma, al quale potrà rivolgersi per il trattamento dei suoi dati. Responsabile del trattamento è il Legale Rappresentante della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra. In ogni momento potrà ottenere la cancellazione in parte o in blocco, la trasformazione in forma anonima, l’aggiornamento o la rettifica dei suoi dati, ed esercitare gli altri diritti previsti dall’articolo 7 del D.Lgs. 196/2003 scrivendo a [email protected]. CONSENSO AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI Il sottoscritto _______________________________ preso atto delle informazioni rese dalla Fondazione Pro Musica e Arte Sacra, in qualità di titolare del trattamento dichiara di dare il consenso al trattamento dei propri dati per ricevere le informazioni sull’attività svolta dalla Fondazione Pro Musica e Arte Sacra anche a mezzo di sms o posta elettronica. Firma _______________________________ Data ______________________ Il sottoscritto ______________________, preso atto delle informazioni rese dalla Fondazione Pro Musica e Arte Sacra, in qualità di titolare del trattamento dichiara di non dare il consenso al trattamento dei propri dati per ricevere le informazioni sull’attività svolta dalla Fondazione Pro Musica e Arte Sacra. Data ______________________ Firma _______________________________ AN DIE STIFTUNG FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA mit Nr. 162/2002 eingetragen ins Register der Rechtspersonen der Präfektur Rom laut Präsidialdekret 361/2000 Via Paolo VI n. 29 - 00193 Rom Telefon: 06-6869187 - Fax: 06-6873300 - E-mail: [email protected] Homepage: www.festivalmusicaeartesacra.net BEITRAGSFORMULAR 2014 Ich Unterzeichnender ___________________________________________________________________________________ wohnhaft in ____________________________________________________________________________________________ Telefon, Fax, E-mail _____________________________________________________________________________________ möchte die institutionelle Aktivitäten der Stiftung Fondazione Pro Musica e Arte Sacra mit einem Beitrag von _____________________ Euro unterstützen. 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Unterschrift _______________________________ Datum ______________________ TO THE FOUNDATION FONDAZIONE PRO MUSICA E ARTE SACRA listed in the Register of Corporations of the Prefecture of Rome, registration no. 162/2002, in accordance to Dpr 361/2000 Via Paolo VI, 29 - 00193 Rome, Italy Phone number: 0039-06-6869187 - Fax: 0039-06-6873300 - E-mail address: [email protected] Website: www.festivalmusicaeartesacra.net DONATION FORM 2014 I'm proud to support the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra with a donation in the amount of _________________ EURO Name: _________________________________________________________________________________________________ Address (city, state, zip code): _____________________________________________________________________________ Phone, Fax, E-mail address: _______________________________________________________________________________ I choose the following form of payment: Non-transferable bank cheque, credited to: Fondazione Pro Musica e Arte Sacra Money transfer to the Fondazione Pro Musica e Arte Sacra: Account holder: Bank: International Bank Account Number IBAN: BIC bank routing code: Fondazione Pro Musica e Arte Sacra Banca Credito Cooperativo di Roma, Agenzia 21, Roma IT 74 R 0832 7032 2100 0000 0027 02 ROMA ITRR Date Signature ____________________ _________________________________ INFORMATION ACCORDING TO ART. 13 D.LGS. 196/2003 –ON THE TREATMENT OF PERSONAL DATA We inform you that your personal data will be processed, subject to your agreement: with or without the use of electronic or automatic systems. in order to send, free of charge, information on the institutional activities of the foundation Fondazione Pro Musica e Arte Sacra including promotion of the institutional activities of the foundation. for the fulfilment of the accomplishments provided by law. 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