Rassegna stampa 25/05/2014

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Rassegna stampa 25/05/2014
 INDICE RASSEGNA STAMPA
Si parla di noi
Tirreno Grosseto
25/05/2014
p. XI
Le Colline del Tufo nell'olimpo del cinema "Le meraviglie"
trionfano a Cannes
1
Si gira in Toscana
Corriere Maremma
26/05/2014
p. 11
La Maremma vince a Cannes con il film "Le Meraviglie"
2
Corriere Fiorentino
25/05/2014
p. 13
Le meraviglie di Cannes
Marco Luceri
4
Qn
25/05/2014
p. 37
Miniero, ciak in Val d'Orcia "Le nostre diversità da film' "
Federica Damiani
6
Avvenire
25/05/2014
p. 28
Alice sfiora la PALMA vinta da un film turco
Alessandra De
Luca
8
Corriere Della Sera
25/05/2014
p. 1
E Alice vince con una favola
Paolo Mereghetti
10
Corriere Della Sera
25/05/2014
p. 35
Alice e la corsa folle verso Cannes: non mi aspettavo questo
trionfo
Valerio Cappelli
12
Corriere Della Sera
26/05/2014
p. 43
«Io e quel film di Alice che ho girato in una fase difficile della
mia vita»
Valerio Cappelli
14
Giornale
25/05/2014
p. 24
Meravigliosa Rohrwacher ma la «Palma» va a Ceylan,
Stenio Solinas
16
Il Fatto Quotidiano
25/05/2014
p. 19
Meravigliosa Rohrwacher Gran Premio della Giuria
Anna Maria
Pasetti
19
Libero
25/05/2014
p. 33
La Croisette pazza per Alice, una «meraviglia» tutta italiana
Luca Vinci
20
Mattino
25/05/2014
p. 1
A Cannes premiata l'Italia delle «Meraviglie»
Titta Fiore
22
Mattino
25/05/2014
p. 23
«La Rohrwacher sa toccare il cuore»
Messaggero
25/05/2014
p. 26
Le meraviglie: trionfa l'Italia di Alice
Messaggero
25/05/2014
p. 27
La vincitrice: che emozione essere premiata dalla Loren
Repubblica
25/05/2014
p. 1
Cannes, l'Alice delle meraviglie
Concita De
Gregorio
31
Repubblica
25/05/2014
p. 22
La Palma d'oro al turco Ceylan il Grand Prix alla Rohrwacher
Maria Pia Fusco
33
Repubblica
25/05/2014
p. 23
La sorpresa di Alíce: "Che vertigine sul palco tra Sophia e
Marcello"
Arianna Finos
35
Repubblica
25/05/2014
p. 23
"Nessun voto all'unanimità ma l'italiana ci ha commosso"
Stampa
25/05/2014
p. 28
"Meraviglie" sulla Croisette Grand Pro alla Rohrwacher
Fulvia Caprara
38
Stampa
25/05/2014
p. 29
La gioia cli Alice:"Ho messo la testa nel pozzo della. storia
Egle Santolini
41
Tempo
25/05/2014
p. 16
La regista: «Io, nel pozzo del cinema con Sofia e Marcello»
Tempo
25/05/2014
p. 16
Grand Prix all'Italia Le Rohrwacher de «Le meraviglie»
25
Gloria Satta
27
30
37
42
Dina D'Isa
43
Annalisa Siani
45
Paola Taddeucci
47
Festival Cinematografici
Qn
26/05/2014
p. 32
Le sorelle Meraviglie Rohrwacher, fiabe parallele
Segnalazioni
Tirreno Lucca
25/05/2014
Indice Rassegna Stampa
p. VI
Verdone: «Lucca set ideale per un film»
Pagina I
Le Colline del Tufo nell'olimpo del cinema
"Le meraviglie" trionfano a Cannes
Il film italiano "Le meraviglie" di
Alice Rohrwacher (in foto con
Monica Bellucci) si aggiudica il
Grand Prix Speciale della Giuria
al67esimo Festival di Cannes. Se
per l'Italia è la prima volta che
una regista donna conquista un
posto nel Palmarès, per le Colline
del Tufo - dove la pellicola è stata
girata - è un enorme successo.
Prodotto da tarlo Cresto-Dina
per Tempesta in collaborazione
con Rai Cinema, il film è stato
girato tra fine agosto e metà ottobre 2013 a Sorano, Sovana e Bagni di
San Filippo , con il sostegno dei Fondo Cinema della Regione e la
collaborazione di Toscana Film Commission (Altro servizio a pagina 21)
Si parla di noi
Pagina 1
Girato
nell'estate 2013
in gran parte
fra Sorano,
Sovana
e Bagni
San Filippo
Si gira in Toscana
Le riprese
dei film
Soddisfazione
della Regione per il
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Pagina 2
Diretto dalla regista toscana Alice Rohrwacher e interpretato da Monica Bellucci
La Mare
a vince a Cm
con il film "Le Meraviglie"
GROSSETO --------------------Soddisfazione della Regione
Toscana per il riconoscimento ottenuto a Cannes dal film
"Le Meraviglie", scritto e diretto dalla toscana Alice
Rohrwacher, girato nell'estate
2013 in gran parte fra Serrano,
Sovana e Bagni San Filippo
con il sostegno del Fondo Cinema della Regione Toscana
e la collaborazione di Toscana Filin Commission. Il film,
che annovera fra gli interpreti
anche Monica Bellucci, ha
vinto il Gran Premio della
Giuria al67esimo Festival del
Cinema di Cannes. Il verdetto, emesso sabato sera dalla
giuria presieduta da Jane
Campion e consegnato da Sofia Loren, è stato accolto con
entusiasmo dall'assessora alla cultura della Regione Toscana e dalla responsabile
Area Cinema di Fondazione
Sistema Toscana, nonché presidente di Italian Film Commission. L'assessora ci tiene a
esprimere la sua soddisfazione per questo riconoscimento
che suggella il valore dell'impegno profuso dalla Regione
e dalla Fondazione Sistema
Toscana, sottolineando come
il lavoro compiuto ha contribuito a raggiungere un successo di questo livello e come questo rappresenti un investimento per tutta la Toscana. Al giudizio dell'assessora si affianca
quello della responsabile
Si gira in Toscana
Il premio consegnato da Sofia Loren
Applausi e una standing ovation
Le riprese la scorsa estate Nelle foto il set realizzato
in Maremma e l'attrice Monica Bellucci
Area Cinema di Fondazione
Sistema Toscana, nonché presidente di Italian Film Cornmission, che ribadisce come il
successo di "Le Meraviglie"
sia una conferma di quanto
gli sforzi di tutte le film coinmission, in tutte le regioni italiane, contribuiscono in ma-
niera rilevante ai grandi risultati che il nostro cinema sta
raggiungendo negli ultimi
tempi. Presentato al Palais du
Cinema lo scorso 18 maggio,
il film aveva ricevuto fin da subito il favore del pubblico e di
gran parte della critica, che gli
aveva tributato 12 minuti di
applausi e una standing ovation. Poi il verdetto ufficiale e
la consegna del premio da parte di una radiante e commossa Sophia Loren, che ha premiato la prima donna regista
italiana che ha vinto un riconoscimento così importante
al Festival del Cinema di Cannes. Il Gran Prix du Jury è infatti il premio più importante
dopo la Palma d'Oro, andata
quest'anno al regista turco
Nun Bilge Ceylan per il suo
Winter Sleep. Nata a Fiesole
33 anni fa, Alice Rohrwacher
è al suo secondo film dopo
"Corpo Celeste", presentato
a Cannes nel 2011 alla Quinzaine des Réalisateurs, che le è
valso il premio come miglior
regista esordiente ai Nastri
d'Argento dello stesso anno.
Il film racconta di Gelsomina, interpretata dalle dodicenne Maria Alexandra Lungu,
che in un casale di campagna
aiuta suo padre Wolfgang a
prendersi cura delle api. Un
padre alternativo e post-sessantottino, che vorrebbe tenere la propria famiglia - con
moglie e quattro figlie - lontano dal consumismo. Ma la realtà irrompe nell'idilliaca e
spartana vita campestre con
una troupe televisiva, guidata
dalla conduttrice Milly Catena (Monica Bellucci), che sta
cercando famiglie che vogliano prendere parte ad un reality show
Pagina 3
Cine
La vittoria della regista toscana al festival: a lei il riconoscimento più importante dopo la Palma d'Oro, assegnata a Nure Bilge Ceylan
Va ad Alice Rohrwacher
il Grand Prix della Giuria
Nel film c'è la sorella Alba
di NL4RCO LUCERI
ieri sera aveva la voce rotta
dall'emozione quando ha ritirato il
CANNES - Alice Rohrwacher premio dalle mani di Sophia Loren
ce l'ha fatta. Ieri sera il gotha del ci- e in quegli attimi è riuscita a ringranema mondiale, riunito al Grand ziare chi di dovere: «Grazie al festiThéâtre Lumière di Cannes, le ha val e a Thierry Fremaux (il direttotributato un applauso lungo e con- re, ndr) - ha detto - grazie a tutti
vinto quando è salita sul palco per voi, perché il vostro lavoro mi ha
ritirare il Gran Premio della Giuria, fatto innamorare e grazie a tutte le
il più importante riconoscimento belle persone che hanno lavorato a
del Festival dopo la Palma d'Oro questo film, a mia sorella Alba e al
(andata al turco Nure Bilge Ceylan mio babbo. Durante le riprese del
per il film Winter Sleep). Si tratta film spesso le api ci pizzicavano,
di un successo straordinario per la ma ci hanno portato fortuna e spetrentatreenne regista toscana (è na- ro che in futuro questo porti bene a
ta a Fiesole) che al suo secondo tutti».
Che un premio Le meraviglie alla
film è riuscita a imporsi su autentici maestri del cinefine riuscisse a porma come i fratelli
tarselo a casa era
nell'aria in questi
Dardenne, Ken Loa- Questione di donne
ch, David Cronen- Premiata da Sophia
giorni, nonostante
berg e molti altri.
i pareri contrastanLoren, che sul palco
Ora la vita e la
ti della stampa incarriera di Alice ha ricordato
ternazionale, che sì
era divisa. Potrebcambieranno com- Marcello Mastroianni
pletamente, visto
be sembrare parache legittimazione
dossale, ma è stato
più grande per lei non poteva esser- un buon segno; il film non era pasci: il Gran Premio della Giuria è un sato inosservato e infatti, quando
riconoscimento che va al film nel nel primo pomeriggio si era diffusa
suo complesso e ciò vuol dire che la notizia del rientro di Alice e della
Le meraviglie (questo il titolo del sorella Alba a Cannes tutti hanno
film, nelle sale da giovedì scorso, dato per scontato che un riconoscidistribuito da Bim) è apparso alla mento importante sarebbe arrivagiuria - presieduta per la prima to. Con un pizzico di orgoglio per
volta nella storia del festival da una l'ennesimo successo internazionaregista donna, l'australiana Jane le che il cinema italiano porta a caCampion - come un film origina- sa - segno inequivocabile che, seple, potente, maturo, firmato da pur tra mille difficoltà, in questi ulun'autrice su cui puntare nel futu- timi anni siamo tornati grandi - è
ro (ne sanno qualcosa i nostri Gar- bello sapere che il nostro futuro
rone e Sorrentino, che nel 2008 vin- passa da un film complesso, difficisero lo stesso premio ex-aequo, ri- le, girato in un angolo remoto del
spettivamente con Gomorra e Il di- nostro Paese (un pezzo di campavo). La giovane regista, che proprio gna al confine tra Toscana e Uqui a Cannes, tre anni fa, era stata bria), lontanissimo da certi codici
«battezzata» con la sua opera pri- cine-televisivi imperanti nella noma, Corpo celeste (selezionato nel- stra industria dell'intrattenimento.
la sezione Semaine de la Critique),
Le meraviglie - che racconta la
Si gira in Toscana
storia, vagamente autobiografica,
di Gelsomina (nome felliniano, '
una ragazzina semplice che lavora duro in una famiglia di apicoltori e che durante un'estate
vede la sua vita sconvolta prima
dall'arrivo di un ragazzino introverso e difficile, poi da quello di
una cialtronesca trasmissione televisiva condotta da una dan
bianca interpratata da Monica
Bellucci - è un film dì personaggi fuori posto, che vivono sulla soglia di un mondo sospeso tra antico e moderno, tra passato e presente, tra utopia e realtà, tra ricordo e oblio. Un nucleo familiare di
confine, contadino senza radici,
non più cittadino né paesano, dove
ci si è improvvisati agricoltori e dove la scoperta sta in tutto, perchè
non ci sono né radici, né memoria.
Le figlie sono tutte per il loro padre-padrone, bizzarro e burbero.
Per loro c'è solo il lavoro con le api,
che è l'unico svago. Per loro il miele è una meraviglia, come lo sono
la campagna, le api e
tutto il mondo che
guardano.
Alice Rohrwacher
questa realtà l'ha narrata mescolando diversi
registri (dal drammatico al comico/grottesco), ma soprattutto
grazie a uno sguardo
capace di restituire la
dimensione più intima dei personaggi e
delle loro azioni quotidiane. La giovane regista ha guardato avanti
forte della grande tradizione del cinema italiano, che da Rossellini (il nume tutelare di
Alice, come lei stessa
ha ammesso durante
la conferenza stampa
del film) in poi ha saputo raccontare la realtà dandole un senso
universale, ricco di
Pagina 4
una dimensione morale ed estetica senza pari. É stato probabilmente questo che ha
colpito la giuria del Festival di Cannes, la capacità di saper rinnovare il cinema italiano
attraverso un piccolo
grande film che arriva
dritto al cuore, grazie alla voglia di
interrogarsi sulla complessità del
mondo e dei sentimenti umani.
L'immagine plastica di un cinema che dalla grandezza del passato
guarda con fiducia verso il futuro
ce l'ha regalata proprio la cerimonia dì premiazione, con una regale
Sophia Loren, fasciata in un lungo
abito nero e con gli occhiali da sole
portati sui capelli, che baciava Alice Rohrwacher, non prima di essersi portata la mano sul petto e di essersi rivolta idealmente a Marcello
Mastroianni, amico e compagno di
avventure per più dì vent'anni, che
dal gigantesco manifesto che sovrastava il palco, guardava sornione la
grande diva e la giovane regista. I
matrimoni all'italiana continuano
anche cos!.
Si gira in Toscana
rror
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Sopra Sophia
Loren, bacia Alice
Rohrwacher
dopo la consegna
del «Grand Prix
della Giuria»,
a Cannes.
A sinistra Alice
Rohrwacher con
la sorella Alba,
protagonista
del film vincitore
«Le meraviglie»
Pagina 5
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reg ista : racconta re
Federica Da m iani
SIENA
CRO NACA di un successo annunciato. Quando Luca Miniero, considerato uno dei registi d'oro del
cinema Italiano, ha deciso di girare il suo prossimo film in Val
d'Orcia, i sindaci dei comuni senesi devono aver fatto i salti di
gioia. Dopo il successo di "Benvenuti al Sud", San Quirico d'Orcia, Pienza e Bagno Vignoni faranno da cornice ad una delle commedie più attese dell'anno. Con
"Benvenuti al Sud" Miniero si è
imposto al pubblico come un regista capace di far ridere senza volgarità. Il sequel "Benvenuti al
nord" ha solamente confermato
che la sua chiave cinematografica
era innovativa e vincente. La consacrazione è arrivata poi lo scorso
Natale con "Un boss in salotto"
sfiorando i 20 milioni al botteghino. Cifre da capogiro per il nostro
cinema. "La scuola più bella del
mondo", questo il titolo del film
che Miniero inizierà a girare il
prossimo 15 giugno in Val d'Orcia, racconta la storia di uno scambio di alunni di due scuole. Quella di San Quirico d'Orcia e una di
Accra, capitale del Ghana ma, per
un errore di scrittura, la scuola
che si presenterà in Toscana sarà
quella di Acerra, provincia di Napoli.
Miniera, tornano le te atiche sulle di rene tra le diverse regioni d'Italia?
«Si. Mi piace molto lavorare sulla
differenza dei sistemi tra nord e
sud. Così come amo ambientare i
miei film in provincia e amo lavorare con i bambini. E in questo
film ce ne sono tanti, diciotto toscani e diciotti campani. Ho fatto
oltre duemila provini. Mi diverte
osservare la loro spontaneità
quando si creano imprevisti sul
Si gira in Toscana
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e d vers tà
T
set. In questi casi esce la parte più
infantile del mio lavoro».
Sarà un film anche sulla scuola Italiana?
«Il tema della scuola coinvolge
tutti, è di estrema importanza. Sono convinto che il livello della
scuola rispecchi il livello di un Paese e noi non siamo messi molto
bene. Nella filmografia poi, la
scuola, le gite scolastiche sono comunque un tema classico e nel
film si racconta il progetto di uno
scambio in uno dei luoghi più belli che abbiamo in Italia»
Per questo ha scelto la Toscana?
«Volevo un paesaggio mozzafiato
e la Val d'Orcia è famosa nel mondo per questo. Inoltre, rispetto ad
altre zone mi è più familiare. La
Toscana la amo tutta ma questa
zona del senese è più dolce rispetto all'Appennino o ad altre aree.
La provincia di Siena, utilizzata in molti film inglesi o
americani, ha un sapore bucolico. Il mio sguardo nei
confronti di questa provincia è affettuoso, la
considero il simbolo dell'umanità».
Lei vive a Firenze: come si tro
-va,dnpolet?
«Bene. E' una città affascinante.
Mi dispiace solo che ci siano poche iniziative di carattere culturale, data la sua forte vocazione artistica. Interessanti le mostre di arte classica ma non è una città che
guarda al futuro. A volte mi chiedo perché. Forse la spiegazione è
che sia una città che ama crogiolarsi nel suo glorioso passato»
Nel cast dei film una new entry, Christian De Sica.
«Lo considero a un grande attore
perché nelle sue corde naturalmente c'è la commedia ma è capa-
scamb io
l
alunn ì
ce di forti interpretazioni. E' identificato con i cinepanettoni, ma
credo che film considerati di serie
B abbiano raccontato l'Italia meglio di film d'autore».
`torni come Angela Finocchiaro e Rocca Papaleo.
«La Finocchiaro ormai è una garanzia. Abbiamo lavorato insieme in diversi film mentre è la seconda volta che lavoro con Papaleo ma in `Un boss in salotto' tra
di noi è scoccata la scintilla. Ci saranno anche altri attori come
Myriam Leone (ex Miss Italia) e
Lelio Arena».
E così, dopo Nostalghia di Tarkovskij, la Val d'Orcia sarà protagonista di un altro film.
CULTU RA
E ATTUALITA
Sono napoletano
e ho scelto
i vivere a Firenze
Si sta bene , ma l'arte
non è solo classica
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Si gira in Toscana
Pagina 7
I
Alice sfiorala
vinta da un film turco
E
ALESSANDRA
DE
LUCA
CANNES
nizialmente destinato alla sezione collaterale Un. certain regard (dove ha vin
to l'ungherese Kornel Mundruczo con
il film White God), entrato a sorpresa in
competizione come outsider, ha con-
quistato ieri il prestigioso Grand Prix,
ovvero il secondo premio del 67° Festival di Cannes. Le meraviglie di Alice Rohrwacher, interpretato tra gli altri dalla sorella Alba, ha conquistato la giuria capeggiata da Jane Campion che, ne eravamo certi, ha particolarmente apprezzato questa storia decisamente `nelle sue corde` che ci racconta di una famiglia fuori dal comune, baluardo contro
le trappole della modernità.
Emozionata, Alice riceve il premio da Sophia
Loren, alla quale il pubblico ha tributato una
standing ovation, ringrazia Alba, il suo babbo
e tutti quelli che hanno creduto al suo film che
dopo l'Oscar a La grande bellezza di Paolo Sorrentino porta in Italia uno dei più importanti
premi cinematografici del mondo.
La Palma d'Oro va invece alla Turchi a, che quest'anno festeggia cento anni di cinema, grazie
al bellissimo Winter Sleep del turco Nuri Bilge
Ceylan che, commosso, ha dedicato il premio
ai tanti giovani turchi morti nell'ultimo anno.
La migliore regia è quella dell'americano Bennett Miller per Foxcatcher, storia vera di due
lottatori vittime della follia di un miliardario
psicopatico, mentre il premio della giuria va ex-
Si gira in Toscana
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aequo al più vecchio e al più giovane regista
della competizione, ovvero all'84enne JeanLuc Godard, padre della nouvelle vague, perAdieu au langage e al 25enne Xavier Dolan, enfant prodige del cinema canadese, per Mommy,
tenera e disperata storia del difficile rapporto
tra una madre e un figlio. Commosso, il giovane regista ha abbracciato Jane Campion e ha
dichiarato tra le lacrime: «Tutto è possibile per
chi sogna, osa e lavora».
E se la Palma per la migliore interpretazione
femminile va a sorpresa ajulianne Moore, attrice hollywoodiana cinica e disperata
in Maps to the Stars di David Cronenberg, strappando il riconoscimento alla favorita Mari ori Cotillard, ancora unavolta a bocca asciutta, l'attore più bravo di questa edizione
è, come da pronostico, l'inglese Timothy Spall nei
panni del protagonista di Mr.
Turner diretto da
Mike Leigh, biopie del celebre pittore di paesaggi. L'attore, che ha letto dal telefono cellulare le sue parole di ringraziamento, passerà probabilmente alla storia del cinema per il discorso
di ringraziamento più lungo e
Pagina 8
noioso. Il russo Leviathan di Andrei Zuyagintsev, che arrivato per ultimo ha sbaragliato tuttele previsioni, è stato premiato perla migliore sceneggiatura, mentre la Camera d'Or assegnata alla migliore opera prima è andata a
Party Girl dei francesi Marie Amachoukeli,
Claire Burger e Samuel Theis, film di apertura
della sezione Un certain regard. Lunghissima
e commossa standing ovation infine anche per
Gil Jacob, grande patron di Cannes al suo ultimo anno di presidenza.
O RIPRODUAONE RISERVATA
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LA PRIMA REGISTA PREMIATA
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Trionfa «Winter
Sleep» di Ceylan
Rohrwacher 2a
con il Grand Prix
a «Le meraviglie»
BAND PR'l v La regista Alice Rohrwacher premiata da Sophia Loren. Sotto, una scena del film
Si gira in Toscana
Pagina 9
, Grand Prix a Rohrwacher, premiata da Sophia Loren
E Alice vince con
a favola
di PAOLO MEREGHETTI
annes premia la favola
C di Alice Rohrwacher.
Grand Prix, ossia la Palma
d'argento, a Le meraviglie.
Premio prestigioso per un
film di piccolo budget e
grandi emozioni, capace di
parlare alla testa e al cuore,
che ha colpito la giuria presieduta da Jane Campion e
conferma l'anno d'oro del
cinema italiano dopo
l'Oscar a La grande bellezza
di Sorrentino. Premiata da
Sophia Loren, Rohrwacher
ha ringraziato la famiglia
del Festival e la sua: la sorella Alba e il padre apicoltore.
Palma d'oro a Winter Sleep
del turco Nuri Bilge Ceylan.
ALLE PAGINE 34 E 35
Cappelli, Grassi, Manin
Si gira in Toscana
Pagina 10
Palma all'epopea turca di Ceylan
ma Rohrwacher vince il Grand Pr
Ovazioni in sala per Sophia Loren
CANNES - Le magiche api di Alice
Rohrwacher hanno portato fortuna al cinema italiano . Grand Prix a Le meraviglie.
Premio prestigioso, oltre ogni previsione e
speranza della vigilia, per un film intimo,
di piccolo budget e grandi emozioni. Jane
Campion, presidente della giuria, unica
Palma d'oro femminile nella storia di Cannes (nel ` 93 con Lezioni di piano) ha certo
amato la favola del miele e del perdono firmata dalla giovane collega italiana , dove la
natura è protagonista di una tenera utopia.
Timidissima e con il cuore in gola,
Rohrwacherha ringraziato tutti quelli di rito, la famiglia del Festival e la sua : la sorella
Alba e il padre apicoltore . «Durante le riprese ogni tanto sono stata pizzicata dalle
api - ricorda -. Pare che le loro punture
preservino dai dolori reumatici. A me certo
hanno portato fortuna».
A consegnarle il premio una scollatissima Sofia Loren, accolta con una festosa
standing ovation e annunciata da uno
spezzone di Matrimonio all'italiana: la
scena dove lei si azzuffa e poi bacia appassionatamente Mastroianni. «Ho fatto 13
film con quel signore che strizza l'occhio
dal manifesto del Festival: Marcello! Che
bei ricordi ...» ha esclamato commossa.
Sorpresa anche per la Palma d'oro.
Smentite le voci che davano favoriti i Dardenne o la giapponese Kawase, a vincerla è
stato il turco Nuri Bilge Ceylan per Winter
Sleep, fluviale film da camera , dove tutto si
svolge in un piccolo hotel dell 'Anatolia.
«Questa Palma capita nel centenario della
nascita del cinema turco. La dedico alla
gioventù del mio Paese , specie ai ragazzi
che hanno perso la vita nell'ultimo anno in
nome della libertà». Al suo fianco , invitati
Lambert Wilson, maestro di cerimonie in
smoking amaranto , la coppia TarantinoUma Thurman. Lui che in omaggio a Sergio Leone ha salito le Marches fingendo di
sparare a destra a e manca , lei in abito
bianco modello cigno , con tanto di ali sulla
schiena.
A far discutere e sollevare malumori tra
la stampa, il Premio della Giuria, riconoscimento non di primo piano assegnato in
coppia al regista più giovane e a quello più
vecchio del concorso . Ovvero il 25enne Áavier Dolan per Mommy e l'83enne Jean-Luc
Godard per Adieu au langage. Un ex aequo
che ha scontentato sia i fan del giovane canadese che miravano più in alto , sia i devo-
Si gira in Toscana
11
ti del maestro della Nouvelle Vague. A uno
come Godard, si è mormorato, o si dava di
più o era meglio niente. Di certo lo scontroso regista, trincerato nella casa sul lago
di Ginevra, ieri sera non avrà brindato.
Qualche lacrima di gioia è invece sfuggita al ragazzaccio Dolan, capelli biondi e un
orecchino per lobo. In francese ha ringraziato la buona sorte del Festival e in inglese
Jane Campion: «Il primo film che mia madre mi ha fatto vedere è stato Lezioni di
piano. Amo il suo cinema perché parla di
donne forti, mai vittime, mai oggetto. A
cambiare il mondo non sono i politici ma
gli artisti e quelli che non mollano mai».
A non mollare un istante il suo telefonino è stato invece Timothy Spall, miglior attore per Mr.Turner di Mike Leigh. «Mi sono scritto il discorso sul cellulare per non
perdere il filo -ha esordito incurante delle interferenze con il microfono -. Chi vi
parla è un vecchio sentimentale, che ha le
lacrime agli occhi. Ringrazio tutti, soprattutto il buon Dio che mi tiene ancora in vita». Assente invece la miglior attrice Julianne Moore per Maps of the Stars, feroce atto
di accusa a Hollywood firmato Cronenberg. Da Hollywood sono arrivati i suoi evviva: a Los Angeles, alla Francia e al regista.
Destinata al miglio esordiente, la consegna della Caméra d'Or ha innescato un corto circuito emotivo nel cerimoniale. Perché
a vincerla è stato Party Girl, «film selvaggio
e maleducato» come l'ha definito la presidentessa della sezione Nicole Garcia. Firmato da tre giovani registi, tra cui il figlio
dell'anziana entraineuse protagonista della storia. E anche perché a consegnare il
premio è stato Gilles Jacob, 84 anni, da 36
solida guida del Festival, che ora lascia al
suo successore Pierre Lescure. Un congedo
sofferto. Tutti in piedi ad applaudirlo con
gratitudine. «La Caméra d'Or riassume tutto ciò che ho sempre voluto fare: aiutare,
scoprire, preparare il futuro del cinema ha salutato commosso Jacob -. Questo
per me è il miglior modo di passare il testimone».
Palma d'oro : ^V,Jiï1- .1
di ,iuri Bil,e eyia.
Grand Prix ,,-e Ilieravi riie»
di Aiice Rohr, daci2r
Miglior regia: 3,3i ì; ett Miiier
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Migliore sceneggìatnra: Awri
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Premio della Giasria: eY aeáuo
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Giuseppina Manin
Pagina 11
La regista italiana: ero in campagna, vicino a Orvieto, quando mi hanno telefonato dalla Croisette
Alice c la corsa folle verso Cannes:
non mi aspelíavo q uesto trionfo
«Ho già in mente il prossimo film, penso ancora a mia sorella Alba»
DAL NOSTRO INVIATO
CANNES - Alice nel paesino delle
meraviglie, quello in cui vive vicino a
orvieto, non lontano da dove ha girato
il suo secondo film, Le meraviglie.
«Ma non voglio dare di me un'immagine non vera - dice Alice Rohrwacher - sono tornata a vivere in campagna solo per la lavorazione del film.
Ero E quando mi hanno telefonato per
dirmi che avevo vinto qualcosa, ma
non sapevo che fosse il Grand Prix. Era
pomeriggio, raggiungere Cannes è
stato complicato, ma per fortuna stavo
già andando in treno a Roma e da E sono andata direttamente in aeroporto.
Ho preso al volo una maglietta di ricambio». Cosa le ha detto Sophia Loren dietro le quinte: «Brava». Che cosa
rappresenta questo premio per l'Italia,
dopo l'Oscar a Sorrentino? «I premi
vanno sostenuti e danno coraggio.
Questo film è stato prodotto da una
piccola società al suo terzo progetto, le
persone vengono prima di una storia
che funziona».
Alice ha un volto spigoloso e irregolare, moderno e antico, è timida e lucida, la pelle color latte esalta i suoi modi miti e determinati allo stesso tempo. Ha già in mente il prossimo film:
«Mi piacerebbe che ci fosse ancora Alba, ma non lo so, non parto mai da un
attore». Dopo il debutto nel 2011 con
Corpo celeste (alla Quinzaine), di nuovo a Cannes: «Non pensavo di essere
in gara. Ho vissuto emozioni incredibili». Ha 33 anni, la sorella Alba, che come attrice, aveva raggiunto il successo prima di lei,
35. «Abbiamo un'aria simile
perché simile è il nostro orizzonte di riferimento». Hanno
litigato una sola volta, sul taglio dei capelli che Alba doveva avere nel film.
Alice è più contemplativa, ha
cominciato come montatrice e
documentarista, ha suonato la fisarmonica in un gruppo di rock
balcanico, ha visto il primo film a15
anni. La sua storia, in una dimensione fiabesca all'interno di dinamiche
reali, mette in campo quattro sorelle e
un padre che ha costruito un piccolo
regno dove il silenzio è rotto da dialoghi brevi e dal ronzio delle api: una
Si gira in Toscana
Set Alba Rohrwacher, 35 anni, protagonista e sorella della regista Alice
campagna senza contadini dove l'unico svago è il miele. «Ho raccontato un
mondo rurale che conosco, una famiglia che somiglia alla mia, il padre apicoltore tedesco come il nostro. 'butto
ciò non ne fa un film autobiografico. E
un film molto personale, con personaggi che mi sono familiari». La figura
del padre brontola, protesta, non spiega nulla ma ci fa capire tutto. «Non è
un contadino e nemmeno un ex fricchettone. E a capo di una famiglia non
classificabile, che vive in un territorio
che viene azzerato, quando non si trasforma in agriturismo. Volevo raccontare un padre che sa quello che vorrebbe dire, ma non sa come dirlo. Ho immaginato che lui arrivasse in Italia subito dopo il 1968, ai tempi del sogno
«Ho raccontato un mondo
rurale che conosco,
una famiglia che somiglia alla
mia. Senza autobiografie»
collettivo. Non volevo specificare l'ambientazione, volevo soltanto che fosse
collocato dopo il `68, quando è successo qualcosa in Italia, e non prima. Ma
le utopie sono finite e oggi si occupa
dei campi in mezzo a tante difficoltà».
Il padre osteggia il desiderio delle
figlie di partecipare allo scalcinato
concorso televisivo presentato dalla
fatina Monica Bellucci. «Sono cresciuta senza tv, e ancora adesso non ce
l'ho. La tv italiana mi ricorda quello
che si dice a certi studenti: è bravo ma
non si impegna. La solitudine è una
dimensione creativa. Quella che mostriamo è una tv dolce, prima della sua
storia e del suo avvento». Ha saputo
che la sua coprotagonista adolescente,
Maria Alexandra Lungu, vuole tornare
a vivere nella sua Romania: «Penso sia
nell'età in cui tutti vogliono andare a
vivere da un'altra parte».
Il titolo, Le meraviglie, rimanda a
una fiaba. «Ma non c'è traccia di magia, i protagonisti sono persone comuni, non ci sono principi né castelli».
Valerio Cappelli
9 RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 12
Jane C ion e i giurati:
ha commosso tu ' noi
a giuria di Cannes spiega le scelte. La
presidente Jane Campion e gli altri otto
parlano di armonia, non di unanimità.
«Dare i premi tra tanti bei film e straordinarie
interpretazioni si è rivelato difficile. Così, alla
fine siamo andati per maggioranza di voti:
cinque di noi, votando un film, ne decretavano
la vittoria», afferma la Campion. Vorrebbero
parlare soprattutto del Gran Prix per Le
meraviglie. «Perché ci ha commosso,
conquistato - sostiene la regista - e io
personalmente ho trovato straordinario il
modo in cui è stato girato per raccontare le
anime e i legami di quella famiglia». «Ho
pianto per la fine inaspettata», dichiara
Nicolas Winding Refn, regista danese e di
cultura newyorkese. Sofia Coppola elogia
«questa famiglia, i paesaggi dell'Umbria, è
tutto un viaggio davvero emozionale». Certo,
poi aggiungono, ancora tutti d'accordo: «Ci
siamo divertiti a dividere ex aequo il premio
della giuria tra il giovanissimo regista di
Mommy e il veterano Jean Luc-Godard».
Campion vuote dire la sua: «E' un autore che
mi ha segnata e che comunica sempre un
autentico senso di libertà espressiva».
Entusiasti tutti della regia di Bennett Miller
per Foxcatcher, che meritava anche più premi,
bisbigliano in vari, ma la giuria ha davvero
cercato «in una messe così straordinaria di
temi, creativi talenti di diverse culture e
nazionalità, di assegnare a tanti i
riconoscimenti». «La miglior sceneggiatura
per ilforte Leviathan va a un film che non è solo
politico, ma disegna personaggi e nodi sociali»,
afferma Jia Zhangke. Però la presidente riporta
di nuovo il discorso su Le meraviglie: «I legami
tra le sorelle, tutte le sequenze di Le meraviglie
testimoniano una straordinaria, forte
spiritualità e la capacità registica di creare un
mondo. Molti film ci hanno trasmesso questo».
Ritornano a casa soddisfatti: «Perché lo stato
del cinema è in buona salute, ci ha offerto
sorprese, grandi interpretazioni, solidi copioni,
molti dei quali con una straordinaria
scrittura».
Giovanna Grassi
Si gira in Toscana
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L'attrice diretta dalla giovane regista Rohrwacher: «È stata un'esperienza umana prima che cinematografica»
«Io e quel film cli Alice che ho girato
in una fase difficile della mia vita»
Bellucci: non credo che a Cannes sia stata premiata in quanto donna
DAL NOSTRO INVIATO
CANNES - «Ero lì sul palco a premiare il miglio-
re attore, poi è arrivato il nome di Alice, ed è stato un
momento magico», racconta Monica Bellucci il
giorno dopo il verdetto del Festival. Lei è la latina
bianca che promette soldi nello scalcinato concorso
televisivo in Le meraviglie. E ha portato bene alla regista Alice llohrwacher, che ha vinto in maniera
inattesa il Grand Prix. «A mano a mano vedevo che i
premi salivano di importanza, sempre più su, sempre più su. E stata una Palma così bella e fresca, Alice
e ,Alba hanno portato un raggio di sole sulla Croisette».
Com'è stato, per lei, girare il secondo film
diretta da una giovane regista di talento lontana anni luce dai blockbuster?
«I film non arrivano mai per caso, io
ero in un momento
a.7
particolare della mia
vita. E stata un'esperienza umana, prima
ancora che cinematografica. Se non vivessi pienamente
non potrei fare questo mestiere, è la
donna che fa l'attrice
e non viceversa. Il
mio è un ruolo piccolo ma non conto mai i
minuti di un'apparizione, si possono regalare emozioni con
poche scene».
La fata che interpreta a un certo
punto si toglie la
maschera...
«Perché è stanca
di essere un sogno:
vuole tornare a essere una donna vera. Questo
personaggio è stato un magnifico regalo per me».
A che punto è con il film di Emir Kusturica?
Tra poco riprendiamo a girare. Si intitola Lungo
la via Lattea, è una storia d'amore al tempo della
guerra in Bosnia, è diviso in tre capitoli ed Emir è anche protagonista: interpreta un uomo che ha perso
tutto nella vita e non ha più voglia di nulla, un lupo
solitario. Io sono una donna serba che arriva nel villaggio dove vive lui... Non è vero, come hanno detto,
che indosso sempre l'abito da sposa: sono vestita,
seminuda... Abbiamo già girato tre mesi, ora altri
tre. Deve essere duro convivere con Kusturica, ma è
così creativo, è un poeta, ha i suoi tempi, il copione è
solo una traccia a cui si ispira».
Si gira in Toscana
Lei a Cannes aveva un'espressione attonita
quando ha premiato, come attore nei panni del
pittore Turner, Timothy Spall, che ha letto un
fluviale ringraziamento scritto sul cellulare.
«Ha detto che è 35 anni che fa questo mestiere
ed è la prima volta che viene ricompensato. Dopo
gli ho detto che è meglio così, se da giovane hai
troppi riconoscimenti, non te li godi. Mi ero preparata un breve discorso sulla difficoltà del nostro
mestiere, volevo fare qualcosa di caldo. Ho citato
Richard Burton: "Un attore è un po' meno di un uomo e un'attrice è un po' più di una donna". Noi
continuiamo ad amare gli attori per le loro fragilità
e il loro coraggio. È un mestiere difficile, il nostro.
Ma non esageriamo, ti portano il caffè, hai l'auto
che ti aspetta».
Juliette Binoche dice che più si invecchia e più
bisogna osare . Cosa ne pensa?
«Mi sento molto meglio oggi che a 3o anni. La
mia sfida è quella di mantenere l'innocenza malgrado l'esperienza».
In un altro film di Cannes, «Maps Io the Star»
di Cronenberg, Juiianne Moore fa un 'attrice che
teme le colleghe più giovani.
«Penso che ognuno porti qualcosa di diverso, la
vera forza sta nella differenza. Io non voglio essere
una donna di 30 0 20 anni, ho rispetto per me e per
la femminilità. Giorni fa a Parigi sono andata a vedere a teatro Anouk Aimée: a 82 anni ha una forza
incredibile».
lane Campion, che era presidente della giuria, ha detto che dovrebbe esserci un risarcimento per le donne al cinema.
«Io la penso come Alice Rorhwacher, un film
non ha sesso. E non credo che l'abbiano premiata
in quanto donna. Ci sono ancora tante conquiste
da fare, basti pensare alle duecento ragazze rapite
in Nigeria, o all'attrice iraniana Leila Hatami che
ha baciato sulla guancia il presidente del festival
Gilles Jacob e ha dovuto scusarsi col suo Paese. Se
togliamolo spicchio dell'occidente, e non tutto, ci
sono enormi differenze tra uomini e donne, il potere va riequilibrato. Un produttore un giorno mi
disse: Ti sono donne che non devono fare figli e
tu sei una di quelle". In nome di che cosa? Me lo
disse come un consiglio, mica l'ha detto per cattiveria. Ma è una mentalità che va combattuta. Non
si perde niente quando si aspetta un figlio: c'è solo
da guadagnare».
A settembre lei compie 5o anni.
«Ho due figlie meravigliose, la possibilità di gioire del mio lavoro. Quando avevo 20 anni, una di 40
mi sembrava decrepita. Sono una donna fortunata.
Sarà l'unico compleanno che celebrerò».
Valerio Cappelli
Pagina 14
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Diva Monica Bellucci, 49 anni, a Cannes. In alto, a sinistra, le sorelle Rohrwacher: la regista di «Le meraviglie», Alice (33), e la protagonista del film, Alba (35)
Si gira in Toscana
Pagina 15
Chiusa un'edizione di buon livello artistico
ne%
Meravigliosa Rohrwacher
ma la «Palma» va a Ceylan
Trionfa il turco «inter Sleep». Ilfil della regista toscana
vince a sorpresa il prestigioso Grand P ' . E sono tutti contenti
Stenio Solïnas
La Palma d'oro a Winter
Sleep di Ceylan; il Gran Premio
della giuria a Le Meraviglie di
Alice Rohrwacher; l'ex aequo
del Premio dellagiuriaaMornmy di Xavier Dolan e ad Adieu
au langage di Jean-Luc Godard; la migliore sceneggiatura a Leviathan di Andrey Zvyagintsev; Timothy Spall come migliore attore perMr Turn.er, Julianne Moore come migliore attrice per Maps to the
Stars; la Camera
d'oroperl'opera
prima a Party
girl. La 67a edizione del Festival diCannessiè
chiusarispettando i pronostici,
coninpiùunpizzico di ecumenismo e una sorpresa.
Quest'ultima
ci riguarda da vicinocomeitaliani: il film della
Rohrwacher era
arrivato
alla
competizione
senza eccessivi
squilli di tromba
e, pur avendo
avuto un buon
successo di critica, non era successivamente
mai entrato nel
Si gira in Toscana
toto-mostra internazionale
quotidianamente aggiornato.
L'aver avuto un riconoscimento di prestigio, quale già lo
ebbe Gomorra (llDi vo vinse invece quello della Giuria), favenire in mente lafrase che un critico famoso, Emilio Cecchi,
pronunciò all'indomani dell'assegnazionedelNobelaSalvatore Quasimodo: «A caval
donato non si guarda in bocca». Al suo secondo film, la regista ha dimostrato comunque
una capacità di dirigere gli attori non comune, una freschezza
d'insieme e unapiacevole modestia al momento di ricevere il riconoscimento, niente
meno che dalle mani
di Sophia Loren...
L'ecumenismo è invece legato all'accoppiata Dolan-Godard,
il regista più giovane e
quello più vecchio, il
giovane talento e il celebrato maestro. Se si
vuole, lo si può leggere
anche come un passaggio di
consegne o il segno di un filo
rosso che non si spezza. In
ogni caso, se non aggiunge nulla alla fama del secondo, lancia il primo fra le sicure certezze della cinematografia. E stato il suo il film piùinnovativo visto in tutta la mostra, ilpiù allegro e insieme il più tragico.
È stato comunque nell'insie-
me un buon Festival, in linea
con le promesse della vigilia.
La giuria si è rivelata all'altezza, a cominciare dal suo presidente, la regista neozelandese
Jane Campion. Composta da
altri tre registi, Sofia Coppola,
Jia Zhanke, Nicolas Winding
Ref, americana la prima, cinese il secondo, danese il terzo, e
da quattro attori (la francese
Carole Bouquet, lo statunitense Willam Defoe, l'iraniana
Geila Hatami, la sud-coreana
Jean-do-Yeon, il messicano
Gael GarcíaBernal) rappresentava uno sguardo internazio-
Ecumenico "ex aequo
al giovane Dolan
e al «vecchio» Godard
nale non euro-centrico, ma
sufficientemente equilibrato,
viste le singole biografie, per
non far pendere labilanciaverso scelte troppo marginali.
Oltre che nell' asp etto artistico, Cannesnonhadeluso nemmeno sotto quello dello showglamour. Il tradizionale Gala
Amfar, per citare solo il più importante dei tantissimi appuntamenti cine-mondani, presie-
Pagina 16
duto da Sharon Stone e Carla
Bruni-Sarkozy, ha fatto segnare il record della beneficenza a favore
della ricerca
c ontro
l'Aids. Tre
milioni
e
mezzo di euro è stato il risultato
dell'asta p er aggiudicarsi una quarantina di «mises» degli stilisti
più famosi; quasi
dodici (record assoluto) per un'opera di
Damien Hirst, uno scheletro
di mammouth dorato; mezzo
milio ne p er un collier di Bulgari creato come omaggio a Liz
Taylor e indossato per la serata
dalla moglie, tornata a essere
semplice cantante, dell'expresidente della Repubblica francese. Fra gli invitati, Leonardo
DiCaprio, John Travolta,
Adrien Brody, Jane Fonda e la
«donna barbuta» Conchita
Wurst...
Più nuvoloso, invece, si è rivelato il panorama dello show
business, soprattutto nei rapporti con l'industria cinematografica americana. Il Festival
viene giudicato troppo caro
i
le scelte confermano
la distanza tra il festival e
l'industria hollywoodiana
I
(fra uno e tre milioni di euro),
troppo rischioso dal punto di
vista della critica, troppo in anticipo (come date, meglio Venezia e ancor più Toronto) rispetto alla cosiddetta Oscar Season (autunno -inverno) quando gli studio hollywoodiani
promuovono iloro filmperfarli concorrere alle nominations.
Pur se da dieci anni a questa
parte Therry Frmeaux, il selezionatore ufficiale della Mostra, si è mosso intelligentemente per dare nuovo smalto
a un rapporto che nel decennio precedente aveva dato segni d'usura, resta il fatto che
dei tre film in concorso targati
Usa, uno, Maps to the Stars, di
David Cronenberg, aveva addirittura capitali euro-canadesi.
Motivo di irritazione è stata
poi la scelta festivaliera di scegliere, come film d'apertura
fuori concorso, GracedeMonaco, nonostante ilbraccio di ferro frail suo distributore americano, Harvey Weinstein (lo
stesso di TheArtist) che voleva
riservarsi l'ultima parola, e il
regista Olivier Dahan, irremovibile quanto al suo diritto
d'autore. Preferire la versione
di quest'ultimo è stato considerato dall'industria cinematograficaUsauna mane anta di riguardo, anche se non si capisce come sarebbe stato possibile il contrario.
VITTO IA
II regista turco
Nuri Bilge
Ceylan mostra
orgoglioso
la «Palma
d'Oro» vinta
alla 6/'
edizione
del Festival
diCannes
per il suo
«Winter
Steep»,
il dramma
con al centro
un autore
in pensione
dai molti
volti e dalle
molte anime.
A sinistra,
]ulianne
Moore e
Timothy Spall,
i migliori
attori
Si gira in Toscana
Pagina 17
L'ITALIA SULLA CROISETTE
ore all
migliori mari
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di Nuri BilgeCeylan
, zLe meraviglie di
Tanta emozione (e congiuntivi sbagliati)
Alice riceve il premio da Sophia Loren
iU»»»»05/9
Alice RohrL'Uacher
Juhanne
MGoreínellafotosopra; per .llßaps to
tbe Stars, di David
Cronenberg
Timothy5pali (nella
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Turner-> di Mike Leigh
J 1A,
Bennett Milier per
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:.:. :And reyzvyagi ntseve 0 leg Negin per<Leviathan,
(ex aequo) X avier polan per <Mon1rt1y- e lean-Lue
Godard per Adieu au langage»
Party Girl di
MarietArreaclioukeh,ClaireBurgere5amueiTheis
Entrambe in abito da sera . Ma ciascuna diversa dall'altra (ovviamente). Dopo
aver urlato il famoso « Robertoooo» agli Oscar, stavolta Sophia Loren consegna
ad Alice Rohrwacher il Grand Prix della 6 esima edizione del Festival di
Cannes per il film «Le meraviglie ». «Grazie a Thierry Fremaux che mi ha fatto
arrivare qui, grazie alla giuria che mi ha fatto tornare » ha detto la regista
italiana molto emozionata , talvolta appesa a silenzi che, nella solennità di
una cerimonia così importante , sembravano interminabili . rll vostro lavoro mi
ha portato qui» ha quasi singhiozzato rivolgendosi alla giuria presieduta da
lane Campion E forse, complice anche l'agitazione per un premio che forse
non si aspettava (era stata richiamata a Cannes nel pomeriggio in fretta e
furia), le è «scappato» anche qualche congiuntivo sbagliato.
Si gira in Toscana
Pagina 18
Meravigliosa Rohrwacher
Gra n Pr emio de l la Giu ri a
LA REGISTA ITALIANA TRIONFA A CANNES. PALMA D'ORO AL TURCO CEYLAN CON "WINTER SLEEP":
TRE ORE EU N QUARTO DI DIALOGHI FILOSOFICI SULLA VITA. STANDING OVATION PER SOPHIA LOREN
di Anna Maria Pasetti
Cannes
lice nella storia. Le
meraviglie conquista il cuore di Jane
Campion e dei suoi
colleghi di giuria che la consacrano con il Gran Prix du Jury quale la prima donna regista
italiana a vincere un premio al
Festival di Cannes. La "piccola" Rohrwacher oggi è un gigante, ma umile ed elegante
come siamo abituati a vederla,
come i personaggi dei suoi
film. E persino ricevere un
premio di questa portata dalle
mani della divina connazionale Sophia Loren (standing ovation per lei) non la scompone.
Semmai la emoziona, come è
giusto che sia. "Ringrazio tutti
- ha esordito la 32enne regista
nata a Fiesole -. Ringrazio la
Giuria perché il vostro lavoro
mi ha fatto innamorare e mi ha
portato qui". E poi ringrazia "il
babbo, mia sorella Alba, la famiglia". 'È stato difficile vivere quest'avventura, che fa un
po' male come i reumatismi,
ma speriamo che porti bene
per il futuro, per tutti!". Quel
"tutti" probabilmente è "il cinema italiano" o forse qualcosa di più, ma dal suo mondo
delle Meraviglie ogni immaginario è possibile.
Sicuramente la Giuria, eterogenea e severa, l'ha amata. Il
"violento" Nicolas Winding
Refn ha persino pianto. "Ne Le
Meraviglie c'è qualcosa di speciale, di profondo che non riesco a razionalizzare, ma è importante. Non me l'aspettavo".
Parole inattese quelle del regista "cult" danese, confermate
dalla collega Sofia Coppola e
soprattutto dalla presidente
Campion - unica donna Palma d'oro ad oggi - che ha rimarcato: "Abbiamo amato
Gelsomina, lei è la Vita. Ho capito che Alice ci ha portato in
un mondo reale, a discapito del
Si gira in Toscana
titolo, mi sono sentita dentro al
suo film, peraltro modernissimo". Con la sua vittoria del
Gran Prix, la Rohrwacher
eguaglia Naomi Kawase (la
grande esclusa dal Palmarés)
che la vinse nel 2007 con Nogari
no mori e l'ungherese Marta
Meszaros che la conquistò nel
1984 per Diario per i miei figli.
EMOZIONI ed entusiasmi tutti
tricolore inseriti in un Palmarés complessivamente assai interessante e di prestigio. A partire dalla Palma d'Oro assegnata al talentuoso turco Nuri
Bilge Ceylan che con il suo monumentale Winter Sleep ha battuto un record: con 3h16' si
tratta infatti del film più lungo
nella storia del Festival di Cannes. Sulla Croisette il 55enne
cineasta da Istanbul aveva già
vinto (quasi) tutto, inclusi ben
storia dell'Uomo ed anche della Turchia, delle sue (irrisolvibili?) contraddizioni. Il tutto
nell'immaginifico
scenario
dell'Anatolia, assai amata dal
regista.
Tra i riconoscimenti più simbolici non c'è dubbio ci sia il
Premio della Giuria attribuito
ex aequo al più giovane - il canadese Xavier Dolan per il suo
esplosivo Mommy e al più vecchio,
l'83enne
maestro
Jean- Luc Godard per Adieu au
langage: una scelta importante,
e fortemente significativa per
celebrare chi sa (ancora) sperimentare,
a
prescindere
dall'anagrafe. Statunitense è la
Miglior Regia, è andata a Bennet Miller per il bellissimo Foxcatcher sul Sogno (infranto)
americano e sempre negli States è finito il riconoscimento
alla performance dell'assente
Julianne Moore "diva" in Maps
to the Stars di David Cronenberg: nel caustico film (già nelle sale) del vate dell'umanità
"monstre" interpreta una magnifica e nevrotica star hollywoodiana. In area anglofona
anche il premio per il miglior
attore, assegnato con merito al
57enne britannico Timothy
Spali per il suo "metartistico"
Mr Turner di Mike Leigh, regista
che lo ha sempre valorizzato
nel tempo.
Miglior sceneggiatura, infine,
è stata giudicata quella di Leviathan di Andrey Zvyagintsev
che meritava di più per il suo
potentissimo lavoro. Geograficamente parlando, vince tutto
il mondo: tre premi nordamericani, altrettanti all'Europa e
uno - il principale - al Paese
più in "ai bordi" tra Europa e
Asia.
L'altra donna
premiata è Julianne
Moore, miglior attrice
Agli Usa va anche la
regia: Bennett Miller
con "Foxcatcher"
due Gran Prix, nel 2002 per
Uzak e nel2011 per Once upon a
Time in Anatolia. L'ha confessato la Giuria: "Avevamo paura
di questo film, spesso abbiamo
fatto pause per andare in bagno. Ma poi ci siamo accorti
che aveva un tale ritmo, una
storia chechoviana, un capolavoro sofisticato". Un film che
racconta di un'umanità scespiriana: un arrogante e ricco capofamiglia, la giovane e bellissima moglie, la di lui sorella
saggia e zitella. I ricchi e i poveri, un trattato poetico sulla
a cannes daSofia
Imren Arso
Pagina 19
La Croisette pazza per Alice,
una «meraviglia» tutta italiana
Palma d'oro al turco «Winter Sleep». La giuria sceglie la «nostra» regista
::: LUCA VINCI
--- .-
/
ERE Sono le 19,45. Quentin Tarantino
e Uma Thurman sul palco del Grand
Théatre Lumière. Cannes celebra i suoi
istanti finali. Dopo dodici giorni di proiezioni, di tappeti rossi, di parole, di polemiche, ecco la Palma d'oro. Taran tino è
elettrico, come sempre. Accanto ha una
radiosa Uma vestita di bianco. La tiene
stretta, la sua musa fin dai tempi di Pulp
Fiction, mentre annuncia: «La Palma
d'Ora va a Winter Sleep di Nuri Bilge
Ceylan!».
Applausi convinti per questo film di
un regista già venerato dagli appassionati, 55 anni, già vincitore di due premi a
Cannes, il Grand prix speciale della giuria nel 2003 per Uzak, e il premio per la
miglior regia nel 2008 per Le tre scimmie. È il film più lungo del concorso: tre
ore e un quarto. Ma sono tre ore e un
quarto di immagini smaglianti, fantasticamente composte, chiaroscuri perfetti.
Ma soprattutto, nel finn ci sono una densità di dialoghi, un rispetto umano per
ogni personaggio. «Dedico questo film
alla gioventù turca, a coloro che hanno
perso la vita quest'anno», ha detto il regista, e naturalmente si riferisce ai disordini che hanno sconvolto la Turchia negli
ultimi tempi.
La cerimonia, svelta e densa, procede
per flash. Sofia Loren incede maestosa,
con un vestito a strascico nero. A quasi
ottant'anni, riesce a portare con disinvoltura un ampio scollo. Standing ovation
per lei. Sofia consegna il Grand Prix du
Jury ad Alice Rohrwacher per Le meraviglie. Ed è un'affermazione italiana importante, che segue di pochi mesi l'Oscar a Sorrentino. La Rohwacher, al suo
secondo film, fa un singolare ringraziamento: «Ogni tanto ci hanno pizzicato
delle api e si dice che da vecchio non
vengono i reumatismi se ti pizzicano le
api... ».
Non nasconde un po' di delusione, insieme all'emozione, Xavier Dolan
Si gira in Toscana
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Nella foto, la regista italiana Alice
Rohrwacher (a sinistra) con la
sorella Alba, ieri sul tappeto rosso di
Cannes. [Ansa]
per il Prix du Jury a Mummy. Meritava la
Palma d'oro. Un film su un ragazzo affetto da disturbi della personalità, iperreattivo, violento a volte, ma invaso da un
bisogno di affetto grande come il mondo.
«Grazie ad Anne Dorval», dice Dolan
(che ottiene il premio in condivisione
con Jean-Luc Godard, che lo vince per
Adieu au langage), e in effetti il film porta addosso il suo volto, la sua vitalità, la
sua fragilità forte. E poi un grazie a Jane
Campion: «Il suo film Lezioni di piano
ha segnato la mia infanzia, e ha determi-
Pagina 20
nato la mia carriera. Tutto è possibile
per chi sogna, osa, lavora e non si arrende mai».
Monica Bellucci, con una lunga gonna nera, una camicia bianca e una collana verde smeraldo, annuncia il premio
al miglior attore. Che è Timothy Spall,
immenso in Mr. Turner di Mike Leigh,
film non facile ma di grande, grandissima fattura. D aniel Auteil annuncia il premio perla migliore attrice a Julianne Moore, per Maps to the Stars di David Cronenberg. In effetti,la Moore ha dimostrato ancora una volta un talento fuori dall'ordinario. Non era presenta a ritirare il
premio: evidentemente non hanno fatto in tempo a riportarla in Francia. La
decisione della giuria potrebbe essere arrivata più tardi del previsto.
Si gira in Toscana
Pagina 21
Palma a Ceylan, alla Rohrwacher Grand Prix della giuria
uannes premiata l'
li delle t`
rì i"
Titta Fiore
INVIATOACANNES
non te lo aspetti, rurale e controcorrente, morbido nella semplicità e ruvido nelle scelte, ingenuo
Italia delle «Meraviglie» che vince a CanL nes il Grand Prix du Jury è un Paese come
nella forma e post-moderno nel linguaggio, apocalittico e pretelevisivo.
> Segue a pag. 22
Si gira in Toscana
Pagina 22
Alice, vince il Paese
delle «Meraviglie»
Palma d'oro a Ceylan: «La dedico ai morti per la libertà»
Titta Fiore
INVIATOACANNES
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
ammetterebbe di aver girato una storia autobiografica.
«W inter Sleep», poderoso poema
da camera di tre ore e un quarto che
affronta, attraverso un dramma familiare, i problemi e le inquietudini
della Turchia contemporanea, consegna il massimo premio a un autore già celebrato, il secondo a vincere
la Palma tanti anni dopo Yilmaz Gunei con «Yol». Ceylan è un beniamino della Croisette, la sua dedica è «ai
giovani che muoiono perla libertà»,
il riferimento agli scontri che hanno
infiammato di nuovo il Istanbul dopo le violenze di Gezi Park.
`na favola
feroce», ha
definito il
suo film la
regista Alice Rohrwacher, dove però non c'è posto per la
rabbia e dove la tenerezza e il perdono hanno la meglio sulla protesta e
sull'indignazione, perché «bisogna
pur voltare pagina e guardare avanti». Alice ha trentadue anni e propri o
Il verdetto premia la maggior para Cannes aveva debuttato felicemen- te dei Paesi in gara: all'americano
te nel 2011 con «Corpo celeste»: ora, Bennett Miller va il riconoscimento
alla seconda prova, si piazza a un'in- perla regia («Foxcatchwer»), al ruscollatura dalla Palma d'oro andata so Andrei Zvyagintsev quello per la
al turco Nuri Bilge Ceylan con «Win- sceneggiatura («Leviathan»). Il miter Sleep», ed è un bel segnale di ringlior attore è l'inglese Timothy Spall,
novamento, per il nostro cinema, protagonista di «Mr Tumer», il bionell'anno che ha visto trionfare pic di Mike Leigh sul pittore della luall'Oscar un magnifico quaranten- ce che anticipò l'impressionismo:
ne come Paolo Sorrentino.
sullo schermo si esprimeva con gruSul palco del Palazzo del cinema gniti assai poetici, sul palco è stato il
si moltiplicano le emozioni, perché più prolisso nei ringraziamenti di ria consegnare la pergamena con il na- to, quasi perliberatorio contrappasstro rosso alla Rohrwacher arriva so. L'americana Julianne Moore,
Sophia Loren, un'icona assoluta del nei panni di una diva di Hollywood
grande schermo, un simbolo dell'ec- sul viale del tramonto nel corrosivo
cellenza italiana nel mondo, ma «Maps to the stars» di Cronenberg,
nemmeno la sua calma affettuosa si aggiudica il premio come migliore
da primadonna abituata alle ribalte
attrice: ma è già ripartita e glielo speinternazionali riesce a placare il cuo- diranno a casa.
re in tumulto di Alice. Dal suo film
La forte personalità della presiche parla di un bizzarro
dente di giuria Jane Camapicultore la cineasta
pion deve aver pesato in
prende a prestito una memaniera decisiva sul vertafora («si dice che chi è Nell'anno
detto, non a caso messo a
punto dalle api da vecchio
punto nel pomeriggio di
non prenderà i reumati- di Sorrentino
ieri dopo lunghe confronsmi») per regalare e rega- all'Italia va
ti e discussioni. Tutti i telarsi uno sguardo ottimisti- il Grand Prix
mi cari alla regista di «Leco sul futuro, tra un abzioni di piano», l'unica
con una
braccio commosso alla sodonna ad aver vinto finorella attrice Alba e un gra- «favola feroce» ra la Palma d'oro, figurazie al babbo, detto così, al- ma ottimista
no infatti nel palmarès: la
la toscana, anche se mai
spiccata sensibilità per un
Si gira in Toscana
cinema al femminile, l'attenzione ai
giovani, il piacere di abbandonarsi
al melodramma. Va in questo solco
anche l'ex aequo del Premio della
Giuria, assegnato simbolicamente
al più giovane autore del concorso,
il talentuoso canadese Xavier Dolan, 25 anni, in gara con «Mommy»,
e al più vecchio, il leggendario maestro della Nouvelle Vague, Jean-Luc
Godard, che di anni ne ha 83 e ha
regalato a Cannes il graffio della sua
prima opera in 3D, «Adieu au langage». Ma l'ideuzza ecumenica finisce
per essere mortificante per entrambi.
Quentin Tarantino e Uma Thurman sono stati i premiatori più effervescenti, Monica Bellucci, anche
nel cast de «Le meraviglie», la più seduttiva. L'applauso più commovente se l'è meritato però Gilles Jacob, il
presidente del festival al suo ultimo
mandato dopo un trentennio di successi. «Ho sempre cercato di scopri re nuovi autori, di celebrare il cinema e preparare il suo futuro», ha detto premiando i tre registi di «Party
Girl» vincitori della Camera d'or per
l'opera prima. Poi è uscito di scena,
salutando con la mano come fanno i
bambini, sulla scia di un'interminabile standing ovation.
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Pagina 23
Verso Taormina
II «Biraghi»
scommette
su tre giovani
t andato ai tre
giovani interpreti
dei film italiani
presentati a Cannes
il premio Biraghi dei
Sindacato
nazionale giornalisti
cinematografici
(Sngci). Si tratta di
Maria Alexandra
Lungu, la
Gelsomina de «Le
meraviglie» di Alice
Rohrwacher;
Davide Capone,
protagonista dei
film di Sebastiano
Riso «Più buio di
mezzanotte», alla
Semaine de la
critique e la piccola
Giulia Salerno nel
ruolo di Aria di
«Incompresa» di
Asia Argento nella
sezione Un Certain
Regarde. A
Taormina, il 28
giugno, la
premiazione dei
vincitori 2014 al
Teatro Antico.
Con laLorenAliceRohrw ;-,-c-o
L'omaggio ai giovani
di Istanbul in lotta dopo
le violenze di Gezi Park
Si gira in Toscana
Pagina 24
«La Rohrwachersa toccare il cuore»
La presidente Jane Campion spiega la scelta: «Un film poetico, ci ha commossi»
L'INVIATCACANNES
bbiamo
tutti le
stesse
difficoltà,
nonne
faccio una
questione di genere, di maschi e
femmine, enon mi piace l'idea chei
problemi possano diventare un
alibi. Io, più le cose sono difficili, più
mi sento motivata». Alice
Rohrwacher è questa: una giovane
donna di 32 anni, in apparenza mite,
ma molto, molto determinata. Del
suo film che ha incantato un'altra
signora davvero tosta, la presidente
di giurialane Campion, dice: «È una
favola fatta di materia, in cui la
dimensione magica entra in
contatto con il lavoro, il rispetto di un
mondo reale. Parla dell'adolescenza
e ciascuno può leggerci le metafore
che vuole. Anche l' Italia vive una
crisi di crescita, ancora non
sappiamo dove andare».
Già sa, invece, dove andràlei:
«Questo premio mi dà coraggio, è
come aver messo la testa nel pozzo
della storia del nostro Paese, dove in
fondo ci sono Marcello e Sophia».
Cresciutain campagna, in un
casolare non dissimile da quello
ripreso nelfilm, viaggiatrice per
vocazione, Alice conosce i tempi
della natura e la fatica di ottenere le
cose. «Le opportunità te le devi
creare», dice, «si lotta, perle
opportunità, guai afarsivincere
dalla pigrizia». «Le meraviglie» èil
frutto del lavoro della sua «famiglia
allargata»: attori, tecnici, produttori,
macchinisti. Un film politico? «Non
sono capace di creare consenso,
comunque ogni opera
cinematografica, anche se non parla
di politica, lafa».
LaCampion ha l'aria soddisfatta: «Le
meraviglie», spiega, «è profondo e
spirituale, pieno di poesia e ben
recitato, alla fine qualcuno tranoi si è
pure commosso. Ma è tutto il lavoro
della Rohrwacher che to cca il
cuore». Sarà statafaticosa, la
decisionesulverdetto, elo si capisce
dal palmarèsvariegato, manessuno
racconta di litigi, scontri, polemiche:
«Lanostraè stataproprio una
famigliain cui si aiuta, si cerca di
andare tutti nella stessa direzione.
Abbiamo visto, gioito, combattuto
proprio come se fossimo insieme da
Si gira in Toscana
sempre», spiegailgiurato cineselia
Zhang Ke. Aggiunge Willem Dafo e:
«È stataun'awentura creativa». Per
tutti ha contato soprattutto lalibertà
di scegliere, conclude la Campion.
Quanto al danese Refn, il verdetto è
«una straordinaria prova della
ricerca comune di trovare nel
cineumavitalità, novità, coraggio».
Nessun premio sembra aver
ottenuto l'unanimità, le decisioni
sono state frutto di un confronto
serrato. «Alla fine abbiamo fatto delle
scelte perché non avevamo
abbastanza premi per tutti»
commenta l' iraniana Leila Hatami.
Con «Le meraviglie» era
evidentemente «Mommy» il film
preferito della Campion, e
l'abbraccio con cui ha stretto sul
palco il giovane registaDolan è stato
più eloquente di ogni parola.
Quanto alla Palma d'oro, confessa:
«Quando l'ho visto nel programma,
con le sue tre ore e passa di
lunghezza, mi sono spaventata. Poi
ne avreivoluto sempre di più, alla
fine speravo ce ne fossero altre due
ore. È un film raffinato, ritmato,
profondo». Dietro le quinte del
premio, MonicaBellucci commenta
lavittoriadellaRohrwacher: «Alice è
bella, giovane e piena di coraggio. È
stato un momento magico per tutto
il cinemaitaliano».
Famiglie d'arte Alba Rohrwacher in una scena
di «Le meraviglie», diretto da sua sorella Alice
«È come
aver messo
la testa
nel pozzo
della storia
Vedo Sophia
e Marcello»
U.
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Pagina 25
Giovani & vecchi
Xavier Dolan e il produttore
Alain Sarde con l'ex-aequo
del Prix du Jury per «Adieu
au Langage» e «Mommy»
Con la Bellucci
L'inglese Timothy Spali
miglior attore nei panni
di «MrTurner», il pittore
raccontato da Mike Leigh
Con Adrien Brody
Bennett Miller miglior regista
per «Foxcatcher», storia
vera dell'assassinio
del wrestler David Schultz
Si gira in Toscana
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Le meraviglie:
trionfa
l'Italia di Alice
IL PREMIO
CANNES
a Palma d'oro va al film turco Winter Sleep di Nuri Bilge Ceylan, uno dei favoriti,
ma la sorpresa del 67mo Festival di Cannes è Alice
Rohrwacher che con Le meraviglie vince il Grand Prix, il secondo premio del palmarès. Nell'anno dell'Oscar andato a Sorrentino, Le meraviglie era l'unico
film italiano in concorso sulla
Croisette e questo riconoscimento proietta ora la regista trentaduenne nel club dei grandi autori internazionali.
Emozionatissima, completo
nero scollato, Alice ha ricevuto il
trofeo dalle mani di Sofia Loren
e ha ringraziato la giuria guidata
da Jane Campion, il Festival, il direttore Frémaux, i collaboratori,
la famiglia, la sorella Alba
Rohrwacher protagonista del
film e il padre apicultore, come il
personaggio di Le meraviglie,
una storia ambientata in campagna. «Sul set ci hanno punto le
api», ha esclamato la regista, «da
vecchi non avremo i reumatismi... Speriamo che questo premio porti bene a tutti». Campion
ha spiegato il verdetto: «Alice ha
creato un mondo nuovo». Entusiasti anche i giurati Sofia Coppola («film poetico») e Nicolas Winding Refn: «Mi ha fatto piangere».
Poche altre le sorprese del palmarès, che ha lasciato fuori
Timbuktù del mauriziano Sissako e Fotatsume no Modo della
giapponese Kawase. Bilge Ceylan, che ha trionfato con il suo
"dramma da camera" lungo tre
L
Si gira in Toscana
ore e venti, è un habitué del Festival e ha dedicato la Palma a «tutti i giovani turchi, anche quelli
che hanno perso la vita nelle rivolte dell'ultimo anno».
FISCHI
Un mare di fischi, da parte della
stampa internazionale, ha accolto il nome di Godard: il suo Adieu
au langage ha vinto il Premio della Giuria a pari merito con Mommy, sorprendente prova del giovanissimo canadese Xavier Dolan. Un regista di 84 anni e uno di
25 uniti per sempre dallo stesso
premio: «Le nostre due generazioni», ha detto Dolan, «sono accomunate dalla ricerca della libertà, siamo entrambi simboli
del cinema che si rinnova». Godard non c'era e il premio è stato
ritirato dal produttore. Assente
giustificata (è sul set) anche Julianne Moore, migliore attrice
per il ruolo della nevrotica diva
in declino in Maps to the Stars. Il
migliore attore è l'inglese Timothy Spall, lo scorbutico Mr.
Turner del film di Leigh. «Diciotto anni fa, quando Mike vinse la
Palma per Segreti e bugie», ha
detto commosso, «mi ero ammalato di leucemia, oggi ho l'audacia di essere ancora vivo».Premio per la sceneggiatura al russo
Andrey Zvyagintsev per Leviathan, Bennet Miller è il miglior
regista per Foxcatcher.
GLI APPLAUSI
Veloce la cerimonia condotta da
Lambert Wilson, in smoking bordeaux. Sul palco, come "valletti",
si sono alternati Monica Bellucci
con collier di smeraldi, la Loren
applauditissima dal pubblico in
piedi, Uma Thurman e Quentin
Tarantino, coppia d'oro di Pulp
Fiction, più scatenati che mai. Il
momento di massima commozione è stata la standing ovation
tributata a Gilles Jacob, presidente uscente dopo 38 anni di Festival. Ha consegnato la Caméra
d'or, il premio per la migliore
opera prima, a Party Girl: «E un
riconoscimento che ho inventato io per garantire il futuro del cinema», ha detto commosso. «Ed
è ora il modo migliore per passare la mano». Il successore Pierre
Lescure, in platea, lo applaudiva
con vigore.
Gloria Satta
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CERIMONIA CONDOTTA
LAMBERT WILSON
ASSENTE GIUSTIFICATA
J LI E MOORE
MIGLIORE ATTRICE
PER "MAPS OF THE
S"
i C I1I01 m iiic:
N'iunta
lltnlia di Uicc
Pagina 27
L'EMOZIONE Alice Rohrwacher
ha appena ricevuto
il Grand Prix da Sofia Loren
e ringrazia la sorella Alba
e il padre: «Sul set siamo
stati punti dalle api, vuol dire
che non avremo reumatismi»
I premiati
r'it.T,aC aro
Winter Steep
di Nuri Bilge Ceytan
Si gira in Toscana
G: and a'iX
i e;ia
le meraviglie
di Alice ßohrwacher
Bennett Miller
per Foxcatcher
P^igtior Aitore
l'imothy Spall
per Mr Turner
di Mike Leigh
F1igtiore attrice
Julianne Moore
per Maps to the stars
di David Cronenberg
Gr,an crni(3 Giuria
Mommy
di Xavier Dolan
Adieu au tangage
di Jean Luc Godard
SCeI!egqir tore
AndreyZvyagintsev
e Oteg Negin
per Leviathan
(_`í1TLr$ (j 0ï
;Or Or?ìeir:,lij^i(1
Party Girl
di Marie Amachoukeli,
Claire Burger
e Samuel Theis
Leídi
di Simón Mesa Soto
ANSAcantïmetri
Pagina 28
Sulla croisette
Gilles Jacob
Ultimo festival per il
presidente del festival, che
cede il timone a Pierre Lescure
nic
ellucci
t stata l'attrice a premiare
Timothy Spall, migliore attore
per "Mr. Turner"
Franco Nero
L'attore alla proiezione di "Per
un pugno di dollari" in
memoria di Sergio Leone
Si gira in Toscana
Pagina 29
La vincitrice: che emozione
essere premiata dalla Loren
UNTERVISTA
®CANNES
E rossa dall'emozione,
Alice
Rohrwacher. Era stata convocata a Cannes poche ore prima della cerimonia: come
sempre in questi casi, si sa che c'è
un premio ma non si sa quale è. E
saltata subito sull'aereo insieme
con la sorella Alba, protagonista
di Le meraviglie, che ora se ne sta
in disparte. «Posso solo dire che
sono felicissima, però stasera è
Alice a dover parlare», sussurra
Alba.Trentadue anni, una figlia di
sette, look ultra-semplice senza
trucco, nessuna scuola di cinema
alle spalle, Alice ha raccontato la
storia di una famiglia «estrema»
che vive in campagna «al riparo
dal mondo». Una «favola feroce»,
la definisce l'autrice. Due anni fa,
con l'opera prima Corpo celeste
applaudita alla Quinzaine, la regista era stata lanciata proprio a
Cannes. Oggi spiega cosa significa
il Grand Prix, prima di lei andato
per due volte a Matteo Garrone.
Alice, si aspettava il premio?
«No, ma la prima sorpresa è stato
l'invito al Festival in concorso.
Ora divido questo riconoscimento con tutti quelli che hanno lavorato con me. Ci incoraggia ad andare avanti».
Che effetto le ha fatto essere
«NEL CINEMA ITALIANO
CI SONO TANTE
NUOVE ENERGIE
UN ARTISTA FA POLITICA
SOLO ATTRAVERSO
I SUOI FILM»
Si gira in Toscana
.
lllM°¡!t,
LE SORELLE E LA MAGIA Qui sopra
Monica Bellucci nel ruolo
della "fata". In alto
una scena da "Le meraviglie"
premiata dalla Loren?
«E stato come mettere la testa
dentro il pozzo della storia d'Italia
e in fondo ci sono Sofia e Mastroianni. Molto commovente».
Cosa le porterà questo trionfo
di Cannes?
«Spero la possibilità di continuare a fare il mio lavoro. È una grande responsabilità. E un bel simbolo anche per la società Tempesta
che ha prodotto il film».
Il cinema italiano è in buona salute?
«Ci sono tante nuove energie che
faticano però a uscire dall'ombra».
La storia che racconta è autobiografica?
«Non lo è anche se i protagonisti
vivono in campagna, com'è successo a me da ragazzina, e il capofamiglia fa l'apicultore come mio
padre. E una storia che ho inventato per il cinema».
Ha pensato al pubblico , mentre
lo girava?
«No, non mi sono preoccupata di
realizzare un film che funzionasse. Mi interessava raccontare una
storia che riguarda il nostro stare
al mondo e suscita molte domande. La mia filosofia è: se fai una cosa che piace a te, piacerà anche
agli altri».
Cosa le ha detto Monica Bellucci, interprete del suo film?
«Sono segreti nostri!».
Le interessa la politica?
«Un artista fa politica solo attraverso i suoi film. Farei politica direttamente se fossi capace di creare consenso. Ma, come si è visto
sulla Croisette, Le meraviglie ha diviso...».
Ha già in mente un nuovo film?
«Ho tante idee, ma ora mi godo il
premio e torno da mia figlia Anita. Da giorni ripeteva: mamma
vince. Aveva capito tutto prima
degli altri».
Gl. S.
Pagina 30
WOROAL TURCO
IL -1
Cannes, l'Alice delle meraviglie
E
Di Alice Rohrwacher, questo Festival. Perché è lei la
grande sorpresa, quella
che lasciala salaper un secondo senza respiro. Perché il Gran Premio della
Giuria è il più importante
riconoscimento dopo la
Palma d'oro.
SEGUE A PAGINA 22
FINOS E FUSCO
ALLE PAGINE 22 E 33
Si gira in Toscana
Pagina 31
ER CH É il turco Ceylan, l'infinito racconto di tre persone chiuse in baita in
Anatolia, Wintersleep, era stato invece amatissimo dai critici
titolati, quelli sempre a sopracciglio levato in specie sulle
virtù di casa propria, era indicato nei pronostici e in qualche
modo atteso al podio insieme
ad altre storie di remoti mondi:
la Siberia, un'isola al largo del
Giappone, Timbuktu. Tutti
sempre si aspettano il successo
dell'eventuale iraniano in gara. Nessuno, quasi nessuno si
aspettava invece che fosse una
trentenne esile e timida che
parla francese con accento di
Viterbo a scalzare tutti i francesi padroni di casa, Assayas,
Bonello, Hazanavicius, igrandi
inglesi, Ken Loach e Mike Leigh, Cronenberg, i Dardenne.
E però si, questa giuria così
femminile, cinque donne su
nove giurati, così giovane ha
premiato davvero una banda
di ragazzini, alla fine: il cinema
p
del tempo che verrà e con loro i
bambini e gli adolescenti protagonisti dei loro film, gli occhi
nuovi sul mondo. Persino il vecchio GillesJacob, patrondel Festival - accolto da una standing ovation tanto prolungata
da sembrare un congedo - ha
parlato a bassa voce di "passaggio di testimone" nell'assegnare il suo personale premio,
la Camera d' Or, a un gruppo di
trentenni festosi - Theis, Burger e Amachoukeli - registi a
sei mani di un film "di famiglia", hanno detto, Party girl.
Un attimo prima Kiarostami
aveva chiamato il vincitore della sezione cortometraggi, il colombiano Mesa Soto, classe
1986.
E dunque è coerente a questo transito di secolo che il vincitore del Premio della Giuria
sia il venticinquenne Xavier
Dolan, canadese, col suo film
Mommy, storia di un quindicenne difficile. Ex aequo con
Godard, il premio: il più giovane e il più vecchio, per quanto
l'omaggio a Godard, assente,
suoni soprattutto come un tributo al Maestro. Il suo quasi-unfilm al debutto nelle sale, a Parigi e provincia, ha registrato
600 spettatori. Ma non è questo il punto, certo.
Il dialogo muto fra il giovane
Dolan e la presidente della giuriaJane Campion è il momento
più intenso della serata. Anche
gli artisti possono cambiare il
mondo, non solo i politici. Tut-
to è possibile per chi sa sognare, sa andare avanti, lavora, dice Dolan che sembra davvero
un giovane leader politico, uno
di quelli che scarseggiano. Tecnico il premio alla regia per
Bennett Miller (Foxcatcher,
storia di wrestling), meritatissimo quello al miglior attore Timothy Spall, il pittore Turner
nelfilmincostumediLeigh, del
resto erano poche le parti maschili notevoli. Molte le parti
femminili, invece: grandi sconfitte le star francesi Marion Cotillard e Juliette Binoche, entrambe impeccabili. Vince la
Julianne Moore invecchiata
del viale del tramonto hollywoodiano di Cronenberg. E'
un modo comunque per dire
che la supremazia americana
ha stancato davvero, logorato
e sfinito, pazienza se le star di
Cannes sono Uma Thurman e
QuentinTarantino. Premio per
la miglior sceneggiatur a al film
violentemente anti-Putin del
siberiano Zvyagintsev, un nome che sembra una password,
nemmeno Campion è in grado
di pronunciarlo. Leviathan è,
insieme a quello di Loach e in
qualche modo al suo contrario,
il grande film politico di questa
edizione di Cannes. La sconfitta del comunismo, l'illusione
tradita e corrotta.
L'Italiachefacinema gioisce
del Premio speciale della giuria
"Un certain regard" al film di
Wenders e Salgado jr prodotto
dalla Solares, piccoli grandi
pionieri di Parma. Per il riconoscimento a Lievito madre di
Fulvio Risuleo (terzo in Cinefonation) e per Alice Rohrwacher, naturalmente. Che ottiene lo stesso onore tributato ad
Anghelopoulos conLosguardo
di Ulisse, a Benigni con La vita
èbella, a Garrone con Gomorra
nell'anno del Divo di Sorrentino, il 2008, e con Reality nel
2012. Le meraviglie è un film
cheraccontaquelchepotrebbe
succedere dopo il tempo che è
successo già. Dà la parola a chi
viene dopo: quattro sorelle
bambine, tutte femmine. Jane
Campion la abbraccia per un
tempo molto lungo. E' nelle
donne, direbbe il canadese Dolan, il fil di ferro della storia da
scrivere.
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Anche il trofeo a
Julianne Moore indica
che la supremazia di
Hollywood ha stancato
1,1
/%
JaneCampion baciaCeylan
Si gira in Toscana
Pagina 32
PALMA D'ORO
"WinterSleep"
regiadiNuri Bilge
Ceylan
GRAN PREMIO
Alice Rohrwacher
con il suo
"Le Meraviglie"
LAPaimad'oro
al turco Ceylan
il Grand Prix
alla Rohrwacher
l'Italia il prestigioso `conoscimento
Nel Palmares, Godard e il giovane Dolan
MARIA PIA FUSCO
_._
PREMIOGIURIA
Ex-aequo Xavier
Dolan eJean-Luc
Goda rd
MIGLIOR REGIA
L'americano
Bennett Miller per il
film "Foxcatcher"
MIGLIORATTORE
Timothy Spall
per "Mr.Turner"
diMikeLeigh
Una sorpresa, una bella sorpresa: il Grand
Prix della giuria a Le meraviglie di Alice
Rohrwacher. Con buona pace di gran parte della
critica francese piuttosto fredda con il film italiano.
La regista, ricevendo il premio da Sophia Lorenche come fu per Benigni all'Oscar celebra il nostro
cinema bello -cerca di superare l'emozione
incartandosi allegramente sul tema delle punture
delle api che eviterebbero i reumatismi in
vecchiaia: un augurio per il futuro.
La tradizione di una sorpresa nel verdetto finale del
festival di Cannes è così rispettata anche
quest'anno, visto che è una Palma d'oro annunciata
quella al turco WinterSleepdi Nuri Bilge Ceylan.
Premiato da due simboli dei cinema Usa, Quentin
Tarantino e Uma Thurman, Ceylan ricorda i cento
anni del cinema del suo paese, ringrazia il festival
che ha accettato un film di tre ore e un quarto e
dedica la Palma «alla gioventù turca, a tutti quelli
che hanno perso la vita nel corso dell'anno».
Secondo previsioni i premi agli interpreti: Timothy
Spall, grandioso Mr. Turner, gioca sul palco col
telefonino su cui ha scritto il discorso, non trova gli
occhiali, la batteria è scarica, ma ricorda i 33 anni di
collaborazione con Mike Leigh, e alla fine, dopo
aver citato la leucemia che lo aveva colpito, strappa
un applauso commosso con un «grazie al festival,
grazie per essere ancora in vita». E il produttore di
Maps to the starseli Cronenberg a ritirare il premio
aJulianne Moore assente. Assente anche Jean-Luc
Godard, che, con una scelta eloquente, non casuale
di Jane Campion e dei giurati, riceve il Premio della
Giuria per Adieu a u language ex aequo con
Mommydi Xavier Dolan: 84 anni Godard e 26 il
regista canadese, che emozionato fino alle lacrime,
ringrazia la Campion- «Lezioni di piano è il primo
film che ha influenzato la mia carriera, con i
personaggi femminili, mai oggetto, mai vittime» e incoraggia i giovani della sua generazione a
cambiare il mondo, a sognare e a lavorare senza
arrendersi. A parte Godard, la Francia è la grande
assente dal Palmarès, e se tra la
stampa qualche mugugno si
avverte-soprattutto perla
.
mancanza sul podio dei Dardenne
e di un film importante come
l'africano Timbuctu-il pubblico
del Palais segue con entusiasmo la
cerimonia che Lambert Wilson conduce con
elegante leggerezza e applaude ogni scelta della
giuria, dalla sceneggiatura dei russo Leviathan, al
regista di Foxca tcherBennett Miller. Due i
momenti di grande emozione: la standing ovation a
Gilles Jacob che, accennando al suo ritiro, trova «il
modo migliore per passare la mano» nella consegna
della Camera d'or ai giovanissimi autori dell'opera
prima Partygirl. Altra standing ovation per Sophia
Loren. Ricorda i 13 film con Marcello Mastroianni,
che ha dominato con la sua immagine Cannes 67 e
che appare con lei sullo schermo in una sequenza di
Matrimonio all'italiana, salutato da un lungo,
commosso applauso.
MIGLIORATTRICE
Julianne Moore per
"Ma ps to the sta rs"
di Cronenberq
Si gira in Toscana
Pagina 33
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DAL NOSTRO INVIATO
ARIANNA FINOS
Alice Rohrwacher trema nel vestito pantalone scollato. A 33 anni il suo Le meraviglie
ha vinto il Grand Prix, giusto un
soffio sotto la Palma d'oro.
«Quando mi sono ritrovata tra
Sophia Loren e lo sguardo dal poster di Marcello Mastroianni, ho
avuto un momento di vuoto, di
vertigine. E' stato come mettere
la testa dentro un pozzo in cui c'erano tutti i riflessi della storia del
nostro cinema».
Le api del fil m le ha p ortate sul
palco, ci spiega meglio il discorso che ha fatto?
«Durante le riprese in molti si
lamentavano per le punture dolorose delle api. Ma la tradizione
vuole che chi viene punto da vecchio non soffrirà di reumatismi.
Volevo dire che a volte bisogna
essere forti, sopportare il dolore.
Tenere duro, se si vogliono ottenere risultati nel tempo».
Quando le hanno detto che
era in concorso ha pianto. Stavolta come ha reagito?
«E ro in treno per Roma, venivo
dall'Umbria, andavo a sbrigare
qualche commissione. Mi è arrivato il messaggio: "Devi tornare
in Francia". La prima persona
che ho chiamato è stata Alba. Le
ho detto: "Tu devi venire con
me'».
Quanto è stato importante
averla vicino?
«Lo è stato fin dall'inizio, anche se non è un film autobiografico è stato girato nei luoghi in cui
sono cresciuta con mia sorella.
Fare un film con lei è stato come
lavorare da casa in pigiama. Sul
set è stato tutto naturale, mi sono resa conto che condividevamo un immaginario, un mondo
che riguarda la nostr a memoria e
la nostr a educazione ha reso molto più facile fare il film. E' stata
un'esperienza coinvolgente ed
eravamo anche un po' preoccupate, perché finora ci siamo sempre aiutate da lontano. Stavolta
invece eravamo vicinissime».
Avete provato insieme il discorso?
«Non ho provato o pensato
niente. So molto bene chi devo
ringraziare. A chi devo dedicare
Si gira in Toscana
LA soro Ar
"Che vertiginesul palco
tra Sophia e Marcello"
Ê stato importante
La storia che
avere vicino mia
racconto è un invito
sorella Alba, è stato
come lavorare
in pigiama
ai contadini
a tenere duro, ad
andare avanti
questo premio: alla mia famiglia
e anche alla mia famiglia più allargata con cui ho lavorato a questo film. Questo premio lo porto a
casa, ma soprattutto lo porto
dentro la testa e dentro il cuore».
La presidente Jane Campion
ha ribadito che nessun premio è stato attribuito pensando al sesso del regista . Ma è comunque unincoraggiamento
alle donne che fanno cinema.
«Speriamo che sia comunque
un buon segno, non solo per le re-
giste donne ma per tutti: maschi,
femmine, giovani e vecchi».
Monica Bellucci era sul palco
a premiare il miglior attore.
«Siamo riuscite a vederci, dietro le quinte. Ci siamo abbracciate forte. So che festeggeremo
presto».
Lemeraviglïeè appenauscito
nelle sale italiane. Il premio
aiuterà a fari o arrivare al pubblico?
«Il mio filmrappresentalapossibilità di vedere il mondo attraverso un altro sguardo. E questa
è già una cosa rara e preziosa. Indipendentemente dal fatto che
coincida o no con quello degli altri. Anzi direi che secondo me è
molto meglio quando non corrisponde».
Il suo film è uno sguardo anche sul cambiamento del paesaggio italiano.
«Un cambiamento profondo e
doloroso. Io lo conosco perché
vengo non da una grande città
ma da una zona di confine tra
Umbra, Lazio e Toscana. Prima
c'è statala distruzione dei luoghi
della cultura, i piccoli teatri e cinema, le biblioteche, i circoli. E
poi si è spacciato per cultura ciò
che non dà fastidio: il cibo, la tradizione».
Cosa vuole dire a quei contadini?
«Voglio dire loro che li ringrazio. Di tenere duro. Di andare
avanti».
Pagina 35
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Si gira in Toscana
Pagina 36
"Nessun voto all'unanimità
ma l'italiana ci ha commosso )5
«Non abbiamo mai avuto discussioni sul genere,
maschio o femmina, dei registi, abbiamo scelto i film che ci
hanno commosso di più». La presidente della giuriaJane
Campion chiarisce che il merito del Grand Prix a Alice Rohrwcher
è tutto nella bellezza di Lemeraviglíe. Nicolas Winding Refn
confessa: «Alla fine piangevo come un bambino. Abbiamo
pensato tutti che era un film incredibilmente spirituale, recitato
in modo stupendo. Ci sono elementi profondi e complessi, non ho
compreso tutto ma alla fine ero incredibilmente coinvolto».
Ancora Campion: «Alice ha creato un mondo così reale che mi ci
sono sentita dentro. Per il modo in cui ha raccontato la storia, per
il lavoro fatto con i bambini. Un'opera moderna, sofisticata e al
tempo forte e profonda, come un ricordo personale».
La presidente ha spiegato ridendo il motivo della Palma d'oro a
Win ter Sleep del turco Nuri Bilge Ceylan: «Ero spaventata dalla
durata, tre ore e un quarto: pensavo "resisterò senza andare in
bagno"? E invece il ritmo era talmente coinvolgente, che avrei
potuto vederne altre due ore». Ci sono state discussioni tra i
giurati: nessuna unanimità, tutte maggioranze decise a scrutinio
segreto. Il premio che li entusiasma di più è quello della giuria,
consegnato ex aequo al cineasta più giovane, il 25enne Xavier
Dolan, e al più anziano, Jean-Luc Godard, 84. «Dolan è un giovane
genio», dice la Campion. E su Godard: «Questo film così moderno
mi ha come risvegliato. Tutti noi registi dobbiamo davvero molto
a Godard. Avremmo voluto che il suo cane attore Roxy venisse a
ritirare la Palma ma non si poteva, gli manderemo un osso
d'oro». (a.fi.)
Si gira in Toscana
Pagina 37
"1 -2eraviglie" Sulla Croisette
Grand Prix alla Rohrwacher
Palma d'oro al turco buri Bilge Ceylan per "Winter Sleep"
Premio della Giuria al più giovane regista, Dolan, e al più vecchio, Godard
madre italiana, e soprattutto
con la convinzione che un monItalia del cinema,
do diverso è possibile. L'affercome quella della mazione di Rohrwacher rappolitica, è divisa in presenta una conferma impordue, da una parte i tante, esiste una nuova generagrandi premi, gli zione di autori italiani, esiste
applausi, i riconoscimenti ottel'opportunità di una rinascita
nuti fuori dai confini nazionali,
che, in tanti, negli anni scorsi,
dall'altra le commedie che non continuavano a negare. La Palincassano perma d'oro va, in lichè raccontano
nea con le previsempre la stessa
sioni, a Winter
Quella che s'impone sleep,
storia, i copioni
regia di Nue non fa commedie ri Bilge Ceylan
asfittici, gli attori che non ri- asfittiche sale sul podio
che dedica il troschiano
mai,
feo alla lotta della
sempre uguali, sul piccolo come «gioventù turca e a tutti quelli
sul grande schermo. La prima che hanno perso la vita l'anno
Italia, ieri sera a Cannes, a me- scorso». La sua meditazione
no di tre mesi dall'Oscar a Paolo (quasi tre ore e mezzo) sui rapSorrentino, agguanta il presti- porti umani, tra i desolati paegioso Gran Premio della giuria, saggi dell'Anatolia, immense
con Le meraviglie, secondo film, praterie, cavalli selvaggi e case
dopo Corpo celeste, della regista scavate nella roccia, è lo spectoscana Alice Rohrwacher, na- chio di una rassegnazione senta a Fiesole nel 1981 e cresciuta za speranza, un modo per dire
nella campagna umbra con un che il cambiamento, quello vepadre tedesco, apicultore, una ro, che riguarda le menti e la coFULVIA CAPuAmA
INVIATAACANNES
Si gira in Toscana
scienza delle persone, è ancora
lontano, se non addirittura impossibile. Il premio della giuria,
spaccato in due e attribuito, exaequo, al più giovane (25 anni) e
al più anziano (84 anni), il talentuoso canadese Xavier Dolan
con Mommy e il monumento
della Nouvelle Vague Jean-Luc
Godard con Adieu au langage, fa
immaginare discussioni accese
all'interno della giuria: «Ho
amato subito il film di Dolan spiega Campion -, e mi ha colpito l'età così bassa dell'autore,
poi ho visto Godard, non mi
aspettavo un'impressione così
forte, è un uomo libero, abbiamo pensato tutti che il suo film
è veramente meraviglioso».
Agli americani, quest'anno, ben
due premi. Il miglior regista è
Bennet Miller, autore di Foxcatcher, film di genere solo in apparenza, dove la storia vera del
miliardario eccentrico John Du
Pont e del campione olimpionico di lotta David Schultz, ruota
intorno a temi base della cultu-
ra americana, lo sport con il valore metaforico, il denaro con la
maledizione di inquinare tutto.
La migliore attrice è Julianne
Moore, insopportabile stella
hollywoodiana, egocentrica ed
esibizionista nel graffiante
Maps to the stars di David Croneberg. Le due scelte faranno
piacere ai realizzatori del Festival perchè la presenza Usa in gara, sempre più
esile negli ultimi
tempi, è invece
un importante
motivo d'attrazione della kermesse. Il miglior
attore è Timothy Spall, protagonista della cinebiografia di
Mike Leigh dedicata al pittore
inglese William Turner. Pesante, ansimante, vibrante, Spali
non aveva rivali alla sua altezza
e la vittoria era data per certa
dal primo momento in cui lo si è
visto sullo schermo: «E' la prima volta - dice nel lungo discorso di ringraziamento letto sul
Pagina 38
cellulare -, in cui vengo a una fedolorose, ma gira la leggenda
sta e mi sento come la sposa in
che chi le ha ricevute, poi, da
un matrimonio».
grande, non soffrirà di dolori
Emozionata come lui c'è solo
reumatici. Ci sono avventure
la Rohrwacher. Che la Campion
che possono fare male, speriaavrebbe di certo amato il film di
mo che la nostra porti bene, nel
una giovane autrice semplice e
futuro di tutti». Del gala, prima
rigorosa, ma audace nella capadella festa nel Salon des Amcità di immaginare, fuori dalle
bassadeurs, resterà anche la
convenzioni e dai percorsi sconcommozione del presidente Giltati, si era detto
les Jacob (che con questa edida subito, eppure
zione esce di scena, dopo oltre
ieri, mentre la re30 anni) salutato da un'ovaziogista pronunciane interminabile, lo show di Tava il suo discorso
accanto a Sofia
Loren, tutta in
nero, materna e comprensiva,
la vincitrice sembrava la più
stupita di tutti. Nella famiglia
delle Meraviglie («non è autobiografico, ma certo è molto
personale») c'è il modello di
un'esistenza controcorrente, di
una vita di campagna faticosa,
ma libera dal consumismo, di
un realizzarsi che passa attraverso il saper fare e non il saper
dire: «Le punture delle api sono
a,
rantino che, affiancato da Franco Nero, gioca ai cow-boy con i
fotografi come se avesse una pistola in mano, la camicia bianca
di Monica Bellucci che assiste
vagamente preoccupata al fluviale intervento di Spali, l'immenso fiore nero sull'abito di
Paz Vega, la giurata iraniana
Leila Hatami che si aggiusta il
velo scivolato sulla testa alla
conferenza stampa e lo smoking rosso mattone del disinvolto padrino Lambert Wilson.
r
Va a Alice Rohnvacher
per «Le meraviglie»,
storia autobiografica
immersa nella campagna
umbra interpretata anche
dallo sorella Alba (qui
sono insieme sul tappeto
rosso) nella parte della
madre di quattro sorelle
Gelsomini Marinellc,
Caterina e Luna, allevate
in modo molto semplice,
senza la televisione in
casa che restano molto
colpite dall'incontro con
una star della tv (Monica
Bellucel)
Si gira in Toscana
Pagina 39
GLI ATTORI
Julianne Moore per
il film di Cronenberg
Spali per Mike I_,eigh
b ittore
li premio va a Timothy Spali
.straordinario protagonista di
«Mr. Turner» di Mitre Leigh
nei panni del burbero e
sanguigno pittore romantico
inglese: «Un uomo geniale ma
un po'strano. mi identifico
molto in lui». Da noi è
soprattutto noto per il ruolo
del traditore in «Ilarry
Ibtter»
Ex aequo a «Adieu au langege
del «grande vecchio» Tean-Lue
Godard (84 anni assente alla
premiazione) e a «Mommy» del
giovanissimo canadeseXavier
Dolan (25 anni, in foto) che me
%n scena il rapporto di una madre
tperprotettiva e un figlio
problematico «Dedico il flan o
mia generazione»
al regista americano
BennettMillerper
«Foxcatcher» storia, verri.
dell'tessassinio del
lottatore campione
olimpico alle Olimpiadi
de11984 a Los Angeles
DavidSclmltq avvenuta
nel 19.96per mano del
miliardario Tolm da Pont
con «1
1
li
Il premio per l'interpretazione fenmùnile va a
Tulianne Mooreper la parte della madre nevrotica
in ‹Map io the stars» di Cronenberg
- Bilge Ceylary
havm otaPalma d'Oro
Sieep»
Qui l'abbraccio con il presidente di Giuria,
la regi.sta.7ane Campion
Si gira in Toscana
Pagina 40
EGLE SANTOUNI
CANNES
rendere il
premio
da Sofia,
con la foto di Marcello sullo sfondo, è stato come mettere la testa nel pozzo
della storia italiana. Lo dedico alla mia famiglia, ad Alba
e al mio babbo . Ringrazio
tutte le persone che mi hanno aiutato ». Alice Rohrwacher delle meraviglie si porta
a casa il Grand Prix, cioè il
secondo posto dei podio, con
il suo secondo film di finzione, a 33 anni . Senza neppure
un italiano in giuria a farle da
supporto, ma i dieci guidati
da Jane Campion , alla loro
conferenza stampa finale, si
dichiarano «commossi». Nicolas Winding Refn confessa
di essersi messo a piangere
sulla scena conclusiva, Sofia
Coppola ne ammira la modernità, il sapore di vita vera,
l'autrice di Lezioni di piano
dice che il personaggio di
Gelsomina non se lo dimenticherà più . Quella della
Rohrwacher con Cannes è
una storia d'amore perfetta,
prima l'esordio alla Quinzaine des réalisateurs nel 2011
con il molto lodato Corpo celeste, ora la consacrazione
con un film che più personale
non si può, sia nel senso dell'originalità stilistica che in
quello del sapore autobiografico. Si è messa in gioco in
maniera quasi spudorata, ha
coinvolto per la prima volta
la sorella Alba, ha raggiunto
sul set «la serenità di quando
si lavora in casa, che puoi
perfino restare in pigiama».
Ma rifiuta ogni autobiografismo spicciolo : «Nei film c'è la
mia vita ma c'è anche molto
di nuovo e sconosciuto».
Si gira in Toscana
Una scena de «Le meraviglie» di Alice Rohrwacher premiato ieri a Cannes
messo
La gioia cli All
la testa nel pozzo della storia
"Spero che il premio liberi nuove energie in Italia"
Qual è stata la sua reazione
quando è arrivata la telefonata?
«Ero a casa e non mi han detto che cosa avevo vinto: è la
regola di Cannes, ti convocano al buio, sta poi a te gestire
le emozioni. Ma questa è stata tutta una storia di sorprese: il primo choc quando hanno selezionato il film, poi
quando l'hanno proiettato,
ora che ho vinto. Tre sorprese, una dopo l'altra».
Erano in sala suo padre e sua
madre? La telecamera ha inquadrato due persone mentre stava parlando di loro.
«No, i miei genitori non sono
venuti a Cannes. Certo che li
abbiamo avvisati, certo che
erano felici».
Sul palco ha parlato di punture d'api, di vecchi e di giovani.
Ci spiega meglio?
«Lo so, è stato un discorso un
po' confuso, ma era momento
di tale tensione! Volevo ringraziare tutti quelli che non
mi hanno abbandonato anche
se sul set è stata dura, e le api
pungevano di brutto. Per
consolarli dicevo che pare
che le punture prese da giovani preservino dai reumatismi quando si è vecchi. Sì, da
giovani bisogna resistere,
farsi forti. Aiuta».
Che cosa significa un premio
così importante preso da una
ragazza italiana in questo
momento ? Può funzionare
da incoraggiamento?
«Spero che liberi molte energie, di quelle che da noi sembrano sempre un po' sopite.
Sono felice anche per la casa
di produzione, la Tempesta,
che è giovane e agli inizi. Abbiamo fatto un film che piaceva a noi. E l'insegnamento di
Baumi, Baumgartner, uno dei
produttori delle Meraviglie,
che purtroppo non è qui perché è mancato. Mi diceva
sempre: fai quello che convince te, qualcuno che apprezzerà lo troverai di certo. E non
parlo al plurale perché sono
matta, ma perché questo è un
lavoro collettivo».
Torna in Italia per votare?
«Sì, ma non è proprio il caso
di parlare di politica. Mica
sono una in grado di creare
consenso».
Ha già dei progetti futuri?
«Moltissimi. Questa vittoria
vuoi dire prima di tutto che a
questo punto la regista la devo
fare. E un onore e una grande
responsabilità».
Pagina 41
Alice ricorda il produttore scomparso Baumgartner: «Ha insistito perché finissi il film»
La regista: «Io, nel pozzo del cinema con Sofia e Marcello»
IRE CANNES - Fino a poche ore prima della premiazione l'unico film
italiano in concorso, «Le meraviglie» di Alice Rohrwacher, sembrava non avercela fatta. Poi, la notizia che la regista era stata chiamata affinché tornasse sulla Croisette
aritirare un premio. Emozione tanta per questa op era che rappresenta l'Italia a Cannes e per la quale la
registaha dichiarato di essersi ispirataaRossellini. C'è un mixdi grandi momenti di cinema con alcune
sequenze memorabili e alcune immagini da antologia con la fotografia di Helen Louvart, che fanno dimenticare la fragilità della traina.
La storia attinge alla biografia della
regista, sorella minore di Alba e figlia di un apicoltore tedesco, con
cui è cresciutanella campagna umbra. Anche il padre de «Le meraviglie» è un apicoltore tedesco di nome Wolfgang e la campagna è quella dell'Umbria, ma le figlie nel film
sono quattro e affrontano la dura
vita del lavoro campestre con una
madre (interpretata da Alba
Rohrwacher) che non ne può più
di quella vita ai margini della sopravvivenza. C'è anche una sorta
di padre-padrone che mescola
ideologia e autoritarismo, mentre
la figlia maggiore, Gelsomina, è la
più responsabile, tanto da essere
considerata il vice-capofamiglia.
MaGelsomina, come ogni ragazzina della sua età ha sogni diversi e
durante un'estate cambia, sotto le
note della canzone diAmbra «T'appartengo». Due eventi spezzano
l'equilibrio precario della fami-
glia: l'arrivo di Martin, un ragazzo
tedesco in rieducazione dopo il riformatorio e un concorso tv a premi, condotto da una fata bianca,
che ha il bellissimo volto di Monica Bellucci. «Questa vittoria mi da
forza e coraggio: con il film sono
entratanel pozzo del cinemaitaliano nel cui fondo sono riflessi Mastroianni e la Loren. Se io ricevessi
consensi farei politicama, come dimostra il mio film non sempre li
ricevo; comunque, un film è un modo di fare politica - ha detto Alice
Rohrwacher - L stato segnato da
una sorpresa continua il mio arrivo qui a Cannes: pensavo che sarei
stata inserita a Un Certain regard,
poi invece sono arrivata al concorso e ora il premio». Il film è dedicato a Baumgartner che lo ha coprodotto ed è morto a marzo: «Ha insi-
stito perché scrivessi questa storia, gli piaceva l'idea sospesa tra
modernità e tradizione di unafamiglia rappresentata da un miscuglio
di nazionalità».
La presidente della Giuria lane
Campion, ha dichiarato di avervoluto premiare la Rohrwacher perché «ha realizzato un film onesto e
mi sono molto identificata nelle
meraviglie di Alice». Mentre il giurato il regista WiddingRefn, ha detto di aver pianto guardando il film.
Il turco Ceylan, con la Palma d'oro
in mano dedica Al film ai minatori
morti in Turchia. Quando succede
una tragedia da noi nessuno viene
destituito». Il suo «Winter Sleep»
racconta di un attore in pensione
che vive degli affari di un piccolo
hotel che ha delegato ad un fedele
assistente.
Din. Bis.
Applausi Una scena di «Le meraviglie»
Si gira in Toscana
Pagina 42
-
-- -'- Palma d'Oro al turco Ceylan per «Winter Sleep»
Grand Pr all'Italia
Le Rohrwacher
de «Le meraviglie»
dall'inviato
Dina D'Isa
NE CANNES -Ancora una volta
il cinema italiano viene premiato dai cugini francesi e stavolta il palmares si tinge di rosa grazie all'opera seconda di
Alice Rohrwacher, «Le meraviglie», con il Grand Prix consegnato alla regista da un'emozionata Sophia Loren. La vicenda racconta una famiglia
lontana, volontariamente, dalle comoditàmoderne e desiderosa di misurarsi in campagna
con la natura in una sorta di
salvifico viaggio a ritroso.
Si produce miele e si alimenta amore selvatico, come accade in qualsiasi piccola comunità che si rispetti, diffidente a
ogni novità, persino se legata a
una migliore produzione contadina. E una favola magi ca arricchita dagli echi autobiografici della regista umbra che dirige qui la sorellaAlba, oltre alla divina Monica Bellucci e allagiovane protagonista, Gelsomina, interpretata dalla romena Maria Alexandra Lungu,
mentre nel ruolo del padre c'è
il danzatore fiammingo Sani
Louwyck.
A vincere, però, la 67ma Pal ma d'oro, consegnata da Tarantino e dalla Thurman, è il
turco Nuri Bilge Ceylan per
«Winter Sleep»: l'autore di
«C'era una volta in Anatolia»
torna in quei luoghi desertici
per ambientare le vicende in
un hotel dall'atmosfera spettrale. Ciò che muove il regista
è una passione viscerale nel voler ricordare i limiti, le difficoltà, gli errori, di colui che, neanche in un ambiente del genere
riesce apuntare all'essenziale.
flette le sue paure. Il premio
perla Mise en scéne (regia) lo
hainvece conquistato «Foxcatcher» dell'americano Bennett Miller e al commovente
«Mommy» del canadese Dolan (che ha baciato con disinvoltura il suo compagno davanti alla platea) vail Prix della
Jury, ex aequo con «Adieu au
language» di Godard. «Leviathan» del russo Zvyagintsev
vince lo Scénario (sceneggiatura) per un film che rievoca il
mostro marino dalla terribile
potenza distruttrice dell'Antico Testamento (Libro di Giobbe) oltre all'omonimo libro
del'600 del filosofo Hobbes. Il
premio alla migliore interpretazione maschile è stato dato
dalla Bellucci a Timothy Spall
per l'inglese «Mr. Turner» (di
Mike Leigh), mentre migliore
attrice è stata incoronata l'assente Julianne Moore per
«Maps to the stars» di Cronenberg. Il premio Camera d'or
per l'opera prima è andato, infine, alla francese Marie Amachoukel per «Party Girl» (già
vincitore a Un certain regard
peri] cast corale).
Fil rouge di questa edizione
è stata l'immagine della donnaintutte le sue diverse sfumature, in tutti i suoi ruoli sociali
e familiari: è stata così mantenuta la promessa della presidente delle giuria internazionale, Jane Campion, di dare
spazio allacreativitàfemrninile dopo anni in cui gli uomini
hanno dominato il palmares
delle passate edizioni.
Nei film passati in concorso,
i personaggi maschili non sono apparsinella loro formami-
gliore: i peggiori sono apparsi i
padri e i migliori (se così si può
dire) quelli passivi e privi di
personalità. Sono sempre le
donne aprendere tutte le situazioni in mano: sono loro le eroine, vere, intrepide, appassionate, energiche e tolleranti. A
cominciare da Marion Cotillard nei panni di una precaria
che, pur di proteggere i suoi
colleghi, perde il posto di lavoro: a dipingerla così sono i Dardenne in «Deuxjours, une nuit», mentre Hazanavicius trasforma sua moglie, Bérénice
Bejo, in una volontaria che si
occupa di diritti umani per
l'Unione Europea e si prende
cura di un bambino traumatizzato dagli orrori del conflitto
ceceno, in «The search» .
Sublime, straordinaria e superba laAnne Dorval nel ruolo
della madre vedova di un ragazzo iperattivo e aggressivo
raccontato dal 25enne canadese Dolan in «Mommy». Nelle
pellicole presentate a Cannes,
gliuomini riescono, solo aprocurare guai, a fare la guerra e a
terrorizzare le loro compagne,
quasi a voler gridare al mondo
intero che l'avvenire dell'uomo è donna. L'attrice iraniana, LeilaHatami, membro della giuria, è riuscita amettere in
imbarazzo l'imam del suo Paese, abbracciando per la gioia
sulla Montée des marches il
presidentelacob, allaproiezione di «Timbuktu» del mauritano Sissako che mette in ridicolo il fondamentalismo islamico. Restano alla storia i premi
della Quinzaine des Rèalisateurs: vincitore è «Les Combattants», opera prima di Thomas
Cailley, che si aggiudica ben
tre premi, il Prix SACD, Label
Europa Cinema e Art Cinema
Award.
«Il mio regno sarà piccolo,
ma di questo regno almeno sono il re», dice infatti il protagonista Aydin alla donna che ri-
Si gira in Toscana
Pagina 43
il
i :'i
iGr
Orgoglio
italiano
Monica
Bellucci
è tra le
protagoniste
dei film diretto
da Alice
Rohrwacher
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Si gira in Toscana
Le sorelle
Alice e Alba
Rohrwacher
rispettivamente regista
einterprete
ce «Le
meraviglie»
Pagina 44
mç per, f
Alice regista, Alba
Annalisa Siani
L E MERAVIGLIE di Alice hanno
toccato il cuore di Jane Campion,
austera presidente di giuria al Festival di Cannes. E ha impalmato la ragazza di campagna con il Grand
Prix, secondo gradino del Palmarès - se esistesse sarebbe una Palma d'argento -, laddove nessuna regista donna italiana è mai arrivata
C
«R mio film non parla
di politica, ma come ogni opera
cinematografica fa politica»
`ce:
parallele
l
in comun e
ci
sto successo sia vero o solo fantasia,
una mano l'accarezza con dolcezza.
E quella di Alba, la sorella, attrice
(anche nel cast di questo film) più
grande di lei di tre anni e certamente più famosa . Fino a ieri . Sorelle
niente affatto belle, secondo il canone dominante del tappeto rosso. Ragazze di campagna che forse con la
campagna hanno poco a che fare,
come le protagoniste del film (già
in sala) che «contiene tanto materiale autobiografico, ma anche tanto
materiale sconosciuto» dice Alice.
Un film politico ? «Non parliamo
di politica, ma facciamola. Comunque un'opera cinematografica non
parla di politica ma fa politica».
« MEZZOSANG UE», si sono sempre definite le due sorelle, nate da
padre tedesco di Amburgo e madre
italiana. Alice è mediterranea, Alba
mostra invece invece tutto il pallore diafano della gente del Nord.
Rehinard Rohrwacher, il padre, fa
l'allevatore transumante di api e ha
un agriturismo a Castel Giorgio, vicino a Terni. E un allevatore nomade, che segue le stagioni e porta i
suoi alveari dove di volta in volta
prima d'ora. Un film lungo «raffinato, ritmato, profondo . Spirituale,
pieno di poesiaben recitato e costruito tanto che alla fine qualcuno si è
commosso . Ma è l'insieme del lavoro di Alice Rohrwacher che tocca il
cuore», e così la grande regista neozelandese ("Lezioni di piano",
1993, Oscar aHoll ,wvood e Palma
d'oro a Cannes ) la collocato
nell'olimpo del cinema
la
"piccola"
d'autore
Rohrwacher, 33 amni, nata a Fiesole e vissuta nella campagna umbra,
una figlia di 7 anni. E
mentre lei aspetta il
giorno dopo per rendersi conto se que-
Alba e Alice
Rohrwacher
a Cannes.
In alto , accanto al
titolo , Alice con il
Grand Prix vinto
con la sua opera
seconda, "Le
meraviglie"
Festival Cinematografici
aaier,!&, prz'Jolc
Pagina 45
sbocciano i fiori più dolci. Così sono cresciute, Alba e Alice. «Ogni
tanto le api ci hanno pizzicato e si è
sparsa la voce che da vecchi non ci
verranno i reumatismi».
Ma da questo piccolo mondo agreste hanno avuto la tentazione di
fuggire, una per fare l'attrice, l'altra, meno irrequieta, per rendere in
immagini le semplicità quotidiane.
Che bella vita sarebbe se le passioni
diventassero lavoro: entrambe hanno trovato un lavoro che è anche
una vita. Alice si è laureata in lettere e poi ha seguito una scuola di documentario a Lisbona. Nasce col
documentario infatti la sua curiosità per il cinema.
PER come ha messo il naso fuori
dal recinto dorato, Alice si è ritrovata la testa «nel pozzo della storia,
tra Marcello e Sophia». Mastroianni, a cui questo Cannes 67 era dedicato e alla Loren che al Palais l'ha
premiata. Il loro segreto? Forse essere vissute un po' isolate, né fricchettone né cittadine, insieme
hanno fatto scudo contro le
difficoltà, non hanno quasi mai litigato, ma quasi non vogliono ammetterlo per timore
di sembrare troppo
mielose. Entrambe si
vantano di essere sta-
te sempre l'una accan-
to all altra nei momenti importanti. A
Cannes, certo, erano
insieme.
Festival Cinematografici
Pagina 46
Verdone: «Lucca set ideale per
Colpito dalla bellezza e dalla eleganza della città il regista-attore ospite della rassegna LuccaAutori al Real Collegio
di Paola Taddeuccl
1 LUCCA
Riecheggiando il titolo di uno
dei suoi ultimi e fortunati film
- "Posti in piedi in Paradiso" posti in piedi al Real Collegio
per l'incontro con Carlo Verdone. Anzi, per il celebre regista e
attore un vero e proprio bagno
di folla con standing ovation e
applausi calorosi fin dal suo arrivo nella sala dell'antico convento in centro storico. E lui
non si è risparmiato, regalando quasi due ore di esilaranti
racconti, battute, imitazioni,
ricordi personali e riflessioni
all'insegna della massima semplicità e disponibilità e soprattutto di un'empatia straordinaria con il pubblico. Una sintonia che Verdone ha subito stabilito ringraziando «una bellissima platea - ha detto - che ha
preferito venirmi ad ascoltare,
invece di andare al mare in
questa splendida giornata di
sole. Ed è una platea che molti
miei colleghi mi invidierebbero».
Ma il regista e attore ha dato
ancora di più, offrendo una descrizione superlativa di Lucca,
dove non ha escluso di venire
a girare un film.
«Non conosco benissimo la
città - sono le sue parole - ma
ho avuto la fortuna di visitarla
di notte, in un giorno feriale,
d'inverno. Non c'era gente ed
era il momento migliore per
goderla. Devo dire che ho visto
ovunque una grande bellezza.
Lo dico con estrema sincerità
e non per ingraziarmi il vostro
favore: Lucca è una delle città
più eleganti che abbia mai conosciuto. Anche oggi, nel tragitto dall'hotel a qui, ho notato
scorci di colori, di classe, di raffinatezza. Viene davvero voglia di pensare a un film».
Di adulare il pubblico, peraltro, Verdone non ne ha bisogno, tanta è la sua capacità di
coinvolgere e far sorridere. Così tra l' altro ha raccontato - alla
sua maniera lieve e piena di
grazia, come l'ha definita Mario Bernardi Guardi che ha introdotto l'incontro - le lezioni
di Roberto Rossellini alla scuola di cinematografia di Roma.
Un racconto divertente, ma
anche amaro e dolente, come
peraltro lo sono tutti i suoi
film.
E si è soffermato a lungo sul
libro "La casa sopra i portici",
scritto due anni fa e ancora richiestissimo, nato quando, dopo la morte del padre Mario grande intellettuale e storico
del cinema -, Carlo e i fratelli
hanno dovuto svuotare l'abitazione sul Lungotevere a Roma
dove sono nati e cresciuti per
restituirla al Vaticano, che ne è
proprietario.
«E' il mio film - ha affermato
il regista - più riuscito, ma che
nessun regista potrebbe mai
girare. E' un libro sincero, sulla
nostalgia che diventa una carezza ea voglia di ricordare
qualcosa di più dignitoso e poetico di quello che viviamo».
L'incontro è stato organizzato nell'ambito della quinta edizione di Letterathe, ideata dall'
associazione Luccautori di cui
è presidente Demetrio Brandi.
1 prossimi incontri saranno
con il giornalista Vincenzo
Mollica e l'umorista Sergio
Staino.
Carlo Verdone all'arrivo al Real Collegio
Segnalazioni
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