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Abbonati a Voce della Vallesina Da 55 anni settimanale di informazione con attualità, cultura, sport, vita diocesana … Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi Settimanale d’informazione ANNO LV- N. 38 Euro 1 DIREZIONE E REDAZIONE: JESI - PIAZZA FEDERICO II, 8 - TEL. E FAX. 0731.208145 arte centro sportivo Le linee e i colori degli acquerelli di Pasquinelli 10 di Paola Cocola Il grande valore dell’accompagnare i giovani di don Gerardo, Vescovo 2 lavoro politica La competenza di non esserci mai nel bisogno di Gabriele Gabrielli Impôt repriséTassa riscossa Ufficio di Jesi domenica 28 ottobre 2007 4 diocesi Nuova legge: a rischio i settimanali diocesani il direttore 5 Don Luigi Masè e la sua parrocchia di Sant’Antonio di Sedulio Brazzini 9 1 e 2 novembre: Festa dei santi e dei morti “V Il dovere della speranza e digo ‘na Diasilla?”: per poche lire, alcune vecchiette di una volta, appostate all’ingresso della chiesa di San Filippo, proponevano di recitare questa preghiera (di per sé destinata ai defunti, ma per loro era multiuso). Alle otto del mattino la richiesta era fatta agli studentelli che lì passavano per chiedere assistenza di fronte al pericolo di compiti in classe o pericolose interrogazioni. Esse la Diasilla a loro modo l’avevano appresa nelle continue messe per i morti. Che sarebbe poi il celebre “Dies irae” che, con la nuova liturgia, è stato messo da parte, insieme con tutta la “messa di S.Pio V”, il latino e il canto gregoriano. Il Dies irae è stata una delle vittime più illustri degli entusiasmi post-conciliari. Già queste prime due parole (“Giorno dell’ira”) evocano un Dio vendicativo e terribile, da “antico testamento”, di contro al Dio “paterno” rivelato da Gesù. Non per nulla questa composizione liturgica ha ispirato, oltre l’Inferno dantesco, anche tanti terrificanti “Giudizi universali”: dai portali delle cattedrali francesi ai grandi affreschi delle chiese medievali; dalle pitture allucinate di Bosh fino al celeberrimo “Giudizio” michelangiole- sco. Tuttavia non si fonda forse sulla riconciliare? A tale doci è accorti che gratuità della giu- manda nessuna teologia questo inno (pezstificazione (da cui, o profezia può rispondezo forte anche di certo, non vanno re. Ma l’amore tutto spera tanti straordinari escluse le opere)? (1 Cor 13,4). Per finire, il Requiem: pensiaParla di queste cose grande teologo di Basilea mo solo a Mozart Von Balthasar in ricorre alle intuizioni di e Verdi) contiene, un volumetto (che santi e poeti, che non di quasi in contrapa suo tempo fece rado la sanno più lunga punto, anche dei discutere) intitola- degli stessi teologi. Cita, versetti di rara to “Breve discorso fra altri, Santa Caterina da bellezza e dolcezsull’inferno” (1987). Siena che così si rivolge al za. Ne cito uno Col suo stile vivace, suo “Sposo”: “Come potrò, solo: “Quaerens esordisce dicendo Signore, essere contenme sedisti lassus: che per certa gente ta in Cielo se sapessi che /redemisti crucem Dio sarebbe “serio” uno solo di questi, creati a passus: / tantus lasoltanto se sapes- tua immagine, è perito per bor non sit cassus” sero con sicurezza sempre?” (pag. 61). (= cercando me ti che ci sono degli A questa citazione, ne sei seduto come uomini eternamen- aggiungo una, splendida stanco (al pozzo): / te dannati (pag. e paradossale, tratta da (poi) mi hai reden8). Ebbene, egli “Delitto e Castigo” di Doto soffrendo sulla risponde citando stoevskij: “Ma avrà piecroce/: fa’ in modo un illustre colle- tà di noi, Colui che ebbe che tanta fatica ga, W.Kasper: “Né pietà di tutti, Colui che non sia stata vana”. nella S. Scrittura, avrà capito tutto. Egli è Il primo stico è di né nella Tradizio- l’unico, Egli è il Giudice. un solo, incisivo ne ecclesiastica si Chiamerà anche noi: “Su tocco, degno di dice con sicurezza venite anche voi, ubriaun grande poeta: che alcun uomo sia coni”. E ci dirà: “Pòrci che con solo quattro effettivamente al- siete, la vostra immagine parole si evoca l’inferno. L’inferno è quella della bestia, e ne l’incontro di Gesù Riccardo Cinalli, Giudizio Universale, controfacciata del è piuttosto sempre portate il sigillo, ma tuttacon la samaritana prospettato come via avvicinatevi”. E i saggi (Gv 4). Che era Duomo di Terni, 2007. Gesù è visto più come “salvatore” una possibilità reale, e le persone ragionevoli una “poco di buo- che come “giudice” assieme all’offerta esclameranno:”Signore, no”, visto che stava della conversione come? Voi accogliete cocol quinto marito! Ebbene cammino, imbastisce uno della “punizione” dovrà e della vita” (pag. 9). Non storo?”. Ed Egli risponderà: quella donna perduta ero stupendo dialogo sull’ac- prevalere la misericordia. per nulla la Chiesa, “fa- “Sì, o sapienti…perché non anch’io, anzi tutta l’uma- qua di vita eterna che lui Del resto, anche nella più cendo” i santi, proclama uno di loro s’è mai credunità, che il Figlio di Dio solo può dare, per finire comune preghiera per i solennemente che sono to degno dell’aldilà”. “E ci è venuto a cercare. Gesù poi con l’invito a cambia- defunti, non chiediamo in paradiso: ma non mai aprirà le braccia e noi ci sembra aver preparato re vita (“Va a chiamare forse di “donare l’eterno ha dichiarato nessuno getteremo e piangeremo quell’incontro apparente- tuo marito”!). Un versetto riposo e la luce perpetua”, come dannato (neppure e capiremo tutto. Signore, mente casuale: infatti, se- dunque che sembra pre- cioè la salvezza? Tutta la Giuda)! E si chiede: “Tut- venga il tuo regno”. duto al pozzo e stanco del supporre che sul rigore teologia di san Paolo non ti si lasceranno realmente Don Vittorio Magnanelli La Settimana Sociale dei cattolici celebra i suoi cento anni con un dibattito a 360 gradi “Il bene di ciascuno è interconnesso con il bene dell’intera umanità” S orpresa. Apro il mio pc per controllare la corrispondenza e trovo quella di un amico laicista e notoriamente arrabbiato con tutto il mondo cattolico, che manda questo messaggio: “Anche il papa dice NO al lavoro precario!” Ed esorta sindacalisti e politici ad ascoltare qualche volta la voce del papa. Un vero miracolo, il primo di Benedetto XVI se è vero, come è vero, che anche chi notoriamente combatte i principi etici ai quali il santo Padre fa quotidianamente appello, trova finalmente nelle parole del papa un briciolo di verità. E’ che ha fatto grande scalpore la lettera del pontefice inoltrata all’assemblea che ha celebrato il centenario delle settimane sociali, là dove tocca un principio tanto discusso in questi giorni, quello del lavoro precario. Un principio che, certo, merita attenzione, ma guai a ridurre ad un solo tema quanto il papa ha sintetizzato ai mille laici a convegno impegnati ad esplorare l’Italia. Egli nel prendere lo spunto dal tema proposto – “Il bene comune oggi” – sottolinea che il vero bene comune non è la somma dei singoli beni di ciascuno, ma è, contemporaneamente, “il bene di tutti e di ciascuno perché tutti siano veramente responsabili di tutti”. E’ un bene che coinvolge tutte le fondamentali componenti sociali: l’economia, la cul- tura, la politica, la religione. E hanno ruotato attorno ai temi rispetto da parte di tutti delle l’immane compito, in ambito comunitari dell’ora presente e virtù cardinali della giustizia, politico, “di costruire un ordi- dell’immediato domani. della fortezza, della prudenza, ne giusto nella società italiana E’ il problema del lavoro e della della temperanza. Ci invita a non è compito immediato della casa per i giovani, quello delle “ripassare” il catechismo? Per il Chiesa come tale, ma dei fedeli prospettive del pensionamen- neo-cardinale si tratta di guarlaici”. Un impegno che richiede to, della salvaguardia del crea- dare avanti curando le fondagenerosità e coraggio. to, delle molteplici emergenze menta di sempre, senza le quali etiche che ritroviamo, in sintesi, si costruisce sulla sabbia. Un *** “nella questione antropologica”: richiamo che meraviglierà molSono i cristiani francesi che han- rispetto della vita, della famiglia ti per la sua vetustà, ma che è e no inventato e celebrato la prima e di tutti i valori umani collegati rimane per tutti, soprattutto per settimana sociale nel 1904. Sarà alla giustizia e alla libertà. il laicato chiamato ad assumerpoi Giuseppe Toniolo che la in- Il presidente della Cei Angelo si scelte di fondo improrogabili trodurrà in Italia per la prima Bagnasco, pur sottolineando le nella gestione della vita sociovolta nel 1907. L’attuale celebra- problematiche sociali del mo- politica di oggi, punto di riferizione centenaria che si è svolta mento, ha colto l’occasione per mento essenziale. Un’essenziale tra Pistoia e Pisa, ha visto sulla ricordarci che se non si vuole antico quanto l’uomo, umano ribalta interventi di sociologi, parlare al vento e scadere nel- ancor prima che cristiano. politici, teologi, vescovi, operai, la deriva ideologica, rimangoVittorio Massaccesi sindacalisti. E tutti gli interventi no essenziali per la società il [email protected] 2 Cultura e società 28 ottobre 2007 Del più e del meno Si, ce ne faranno vedere di tutti i colori di Giuseppe Luconi N e vedremo di tutti i colori, si diceva. Si deve dire anche oggi, e a maggior ragione, perché i colori che ci fanno vedere oggi sono colori veri. Lo hanno detto i tanti turisti che venerdì 19 a Roma sono stati spettatori della Fontana di Trevi – la regina delle fontane – che improvvisamente si è messa a gettare acqua rosso-sangue. Uno spettacolo di forte impatto per i presenti ma non solo: infatti ha conquistato subito le prime pagine nei giornali e i titoli di testa nei notiziari televisivi di tutto il mondo. Visionando le registrazioni delle telecamere piazzate nella zona è stato “individuato” l’autore dell’impresa, un uomo sulla cinquantina, inquadrato mentre rovesciava un liquido rosso nelle acque della fontana. A caldo è stato un accavallarsi di congetture, interpretazioni: un gesto patriottico? un atto vandalico? uno scherzo fuori stagione? una nuova moda? Gli organi di informazione hanno colto soprattutto il lato folcloristico della cosa, nella gente più curiosità che proteste: ed infatti, passato il clamore iniziale, la reazione si è andata via via smorzando. Alla fine tutti d’accordo o quasi che si è trattato di un gesto provocatorio, un gesto che lo si sarebbe definito piuttosto una “ragazzata” se l’autore non avesse mostrato di essere sulla cinquantina: un po’ troppi, cinquanta anni, anche per un “ragazzo” del 2007. L’unico rischio del baillame che ha accompagnato l’attentato alla fontana di Trevi è che il gesto possa costituire un precedente. In queste cose gli emulatori non mancano mai… Forse, mentre scrivo, qualcuno sta manovrando per colorare anche l’acqua della nostra fontana, la fontana con l’obelisco di piazza del duomo… E qualcun altro magari starà mescolando vernici per pitturare il monumento a Pergolesi, disegnandogli, perché no?, anche un paio di baffoni neri…. Ma sì, buttiamola sul ridere. Sento già le solite voci pronte a sdrammatizzare, a ridimensionare, a minimizzare… “C’è tanto sedentarismo in giro - dicono quelle voci - c’è tanta gente votata all’anonimato, al tran tran di tutti i giorni, gente succube e rassegnata…Non è giusto soffocare la fantasia, lo spirito di iniziativa, la volontà di fare, non è giusto contrastare la voglia di realizzarsi di chi si ribella al grigiore di una vita stucchevole e al limite dell’inutile… E se per uscire dal grigiore imperante serve una tanica di vernice rossa da vuotare in una bella fontana, che sia la benvenuta!…Non ci formalizziamo”. Magari quelle voci una qualche ragione ce l’hanno. Abbiamo promosso o no a “capolavori dell’arte moderna” le tante scritte che ci accompagnano lungo i muri, per strade e piazze e di cui non riusciamo a liberarci? Scritte – pardon! composizioni - a tinte forti, indecifrabili e indelebili che ricoprono pareti di edifici pubblici e privati, e monumenti, ovunque, al centro e in periferia, nei sottopassi e nei soprapassi. A qualcuno (e anche a qualche due, e pure a qualche milione di persone) quelle composizioni non piacciono, ma guai a chi le tocca! In fondo un po’ di acqua tinta buttata nel catino di una fontana sia pure illustre, ma che può essere smaltita nel giro di poche ore, è cosa da niente. E’ un gesto imbecille, ha protestato più d’uno. Può darsi, ma di gesti imbecilli ne abbiamo tollerati anche di peggiori. Il Camaleonte, una nuova associazione artistica Coltivare i talenti e gli interessi Si è conclusa con successo la mostra svolta a Palazzo dei Convegni degli allievi del Corso di Pittura attivato da il Camaleonte, Associazione Artistica di Jesi che opera nel campo delle arti visive proponendo corsi di disegno, incisione, decorazione ceramica, fotografia e storia dell’arte per adulti e bambini. I corsi sono rivolti ai non addetti ai lavori, a curiosi, ad appassionati e a chiunque ne abbia voglia ed entusiasmo, perché il Camaleonte vuole offrire un’occasione per trascorrere con piacere il proprio tempo e uno spazio in cui gli interessi, le passioni e i talenti di ognuno possano trovare una forma e una visibilità in ambito locale. Uno degli obiettivi fondamentali dell’Associazione è la collaborazione con i numerosi gruppi associativi, già attivamente impegnati nel settore culturale, turistico e ambientale. Si tratta di una vera e propria novità a cui Jesi ha risposto in modo positivo, mostrando grande interesse nei confronti dei corsi e dell’associazione, come da parte delle Istituzioni sono arrivati buoni segnali per una fattiva collaborazione. Infatti Valentina Conti, nominata assessore comunale alla Cultura poche settimane fa, ha partecipato alla serata d’inaugurazione della mostra, dimostrando la volontà del Comune di coinvolgere l’Associazione come parte attiva nel programma culturale in via di definizione. I fondatori de il Camaleonte sono cinque appassiona- ti esperti nel campo delle arti visive che condividono l’esigenza di valorizzare la propria città e, insieme, hanno trovato un modo innovativo di farlo, rispondendo a una domanda che, evidentemente, apparteneva alla collettività. Chi volesse ricevere informazioni sull’attività dell’associazione o maggiori dettagli sui singoli corsi può chiamare il numero 340.7725990. e.d. Nella foto i fondatori dell’associazione: da sinistra: Domenico Di Nicola, Ester Donninelli, Valeriano Tondelli, Elisa Latini, Andrea Silicati. Il vescovo Gerardo al Centro Sportivo di Jesi Accompagnare i giovani: un valore immenso Carissimi Presidente e membri del CSI, sessanta anni di impegno sono un bel traguardo che va sottolineato. Non semplicemente per rivivere le glorie passate e pavoneggiarsi dietro i risultati ottenuti, quanto piuttosto per fare memoria di una grazia concessa al nostro territorio e per “rilanciare” in impegno, generosità, obiettivi, presenza significativa. Proprio per questo il mio sguardo è rivolto soprattutto al futuro. Se in 60 anni le cose fatte sono tante e pure le gioie e le gratificazioni non sono mancate, oggi, per certi versi, la fatica si fa sentire maggiormente. E’, infatti, diverso il mondo in cui viviamo; ma forse proprio per questo diventa importante più che mai una presenza come quella del Centro Sportivo Italiano. Veniamo da un recente Convegno, tenutosi qui a Jesi, che ha avuto come tema di fondo “Lo Sport è di casa nella Chiesa”. La Chiesa ha come compito primario la missione di annunciare il Vangelo, di dire a tutti che Gesù è l’unico Salvatore del mondo. Ma proprio per questo, esattamente come ha fatto Gesù, questo annuncio è preparato, accompagnato, significato da una serie di scelte che mettono al centro la persona con tutte le sue esigenze. Ecco perché la Chiesa non può fare a meno di servire là dove ci sono dei bisogni: è la pienezza di amore che il Signore pone nel nostro cuore che spinge ad amare e servire secondo le esigenze che man mano si manifestano. E oggi l’attenzione ai giovani e ai ragazzi è sempre più importante. Una attenzione che passa attraverso scelte che favoriscano l’aggregazione, scelte che tendano a responsabilizzare i giovani, scelte che li accompagnino e rispondano ai loro interrogativi, e perché no, scelte che valorizzando lo sport o l’attività ricreativa in genere, creino situa- zioni tali dove i ragazzi e i giovani possano scoprire i valori della lealtà, della solidarietà, della correttezza, dell’amicizia, del fare squadra, dell’agonismo non esasperato. E noi sappiamo bene che l’attenzione alla persona è sempre una via al Vangelo. L’attenzione ai ragazzi e ai giovani si pone nell’ambito di quell’attenzione ai poveri che deve caratterizzare la Chiesa. Spesso oggi i giovani, pur avendo tanto, sono da considerarsi poveri. A volte, infatti, sono soli e privati di proposte di vita valide, spesso sono vittime di situazioni difficili, quasi sempre fragili. Ma li vediamo capaci di generosità grande e di ideali autentici quando sono accompagnati da educatori e modelli capaci di parlare loro. Ed è su questa linea che il CSI ha un valore immenso. E’ un modo, accanto a tanti altri, di farsi vicini ai giovani e di manifestare un interesse per loro. Nel Convegno si è parlato anche di oratori. Certo, le nostre zone hanno una loro via di Oratorio: un oratorio che non abbracci la totalità della pastorale giovanile. Infatti nelle parrocchie ci sono già tanti modi di servire i giovani. La ricchezza di presenze associative sta ad indicare che la nostra Chiesa locale, i Sacerdoti, tanti “addetti ai lavori” sono stati attenti alla realtà giovanile. C’è comunque uno spazio in cui ci si può ancora inserire per offrire ai giovani una ulteriore opportunità di stare insieme in maniera costruttiva. La sollecitudine dei sacerdoti, la collaborazione dei genitori e una ministerialità che attendiamo che emerga, possono essere la via per offrire ai nostri ragazzi ambienti educativi in cui siano aiutati a crescere come uomini maturi e cristiani veri. Al termine di questo scambio di sentimenti e pensieri, voglio rivolgere un grande augurio a tutti coloro che scommettono su questo progetto CSI. Senza paura, senza pretesa di vedere risultati immediati, con la fiducia e la speranza che viene dalla certezza della presenza del Risorto, vi chiedo di non perdere mai la consapevolezza che state mettendo un mattone in una costruzione destinata a rimanere. Don Gerardo, Vescovo Foto Candolfi Gioielli della città Nella Sala Grande del Palazzo della Pretura è stato presentato, il 19 ottobre, il libro “Palazzo Honorati di via Posterma”, edito in occasione del restauro dell’edificio dalle Arti Grafiche Jesine e a cura dell’Associazione Forense Jesina. A riguardo rimandiamo un più ampio servizio sul prossimo numero del settimanale. 3 Cultura 28 ottobre 2007 Inaugurata al Teatro Studio la Stagione Concertistica “Amici della Musica” (ghiribizzi lessicali) Peter Pun (con la u) www.peterpun.it ACCESSORIO ESSENZIALE (AHIMé!) - Hai quasi 40 anni. Cosa aspetti a sposarti? - Beh, cosa vuoi, non ho ancora trovato la suocera ideale. TO KISS OR NOT TO KISS ? Cambio di consonante tra favola e realtà Il Rospo: - Perché sei riluttante? La Principessa: - Perché sei ributtante! RAGION DI VITA PIù CHE ADEGUATA A - Cambio di iniziale Per una mammina che stravede per il suo pargolo, che vive soltanto per lui… il putto è tutto. B - Cambio di consonante doppia Per Di Biasi, Cagnotto, per i loro emuli ed eredi (missili umani aria-acqua)… il tuffo è tutto. ESTETICA E POLITICA Cambio di consonante… per lettrici? Ieri, tra i deputati più xxxxxx, spiccava Claudio, detto anche Martelli. Oggi, tra gli onorevoli più belli, Pierferdinando emerge, alias Xxyxxx. NB – Quartina composta 10 anni fa: precisazione doverosa. *** Soluzione del gioco precedente: panzane, panzone Il IV Novembre Domenica 4 novembre, in Italia, si ricorda l’anniversario della vittoria del 1918, al termine della prima guerra mondiale; i costituenti repubblicani nel 1948 definirono il 4 novembre ‘giorno dell’unità nazionale’. Nella stessa data si celebrano le Forze armate. A Jesi le celebrazioni si svolgeranno dalle ore 10 presso il Comando della Compagnia dei Carabinieri con il saluto dei presidenti delle Associazioni Combattentistiche d’Arma. Alle ore 10,30 sarà celebrata la Messa di suffragio presso il monumento di Viale Cavallotti o alle Grazie, in caso di pioggia. Sarà poi deposta una corona di alloro nell’atrio comunale e il Sindaco porterà il saluto. Alle ore 15,30 al Famedio del cimitero: santa Messa e deposizione corona di alloro. La musica nel silenzio dell’anima D icono che George Sand restasse lungamente a fissare senza batter ciglio Fryderyk Chopin mentre suonava al pianoforte. Accadeva quando ancora fra i due non si era allacciato un rapporto sentimentale. Dunque era la musica che affascinava la scrittrice, ed è comprensibile. L’arte, vera, emozionante, lascia a volte senza parole. Specie quella dei suoni: la cetra di Orfeo incantava uomini e creato. Qualcosa di simile è accaduto nel attività, di successi, di riconosciconcerto che ha dato inizio il 14 ot- menti. Quanto valga la sua arte lo tobre, nel Teatro Studio “V. Morico- ha fatto intendere anche con questo ni”, alla Stagione Concertistica degli concerto che ha raccolto commenti “Amici della Musica”. Finalmente è elogiativi a profusione da parte dei stata scelta una sede appropriata per presenti, particolarmente numerosi tutte le manifestazioni della rasse- nonostante andasse contemporagna e non poteva essere chiamato neamente in scena al Pergolesi, con ad inaugurarla che un artista d’ecce- un ‘tutto esaurito’, la terza recita de zione come Lorenzo Di Bella: un pia- ‘La Bohème’. Il più ripetuto è stato nista poco più che trentenne, nato a anche il più breve: semplicemente Fano, diplomato a pieni voti al Con- “Fantastico”, attribuito a una tecnica servatorio di Pesaro e subito avviato superlativa, alla fluidità, intensità e ad una carriera folgorante, densa di varietà di accenti, allo stile dell’in- SPIGOLATURE SCUSATE IL BISTICCI O Abbassa la tua radio …..e il tuo televisore S iamo a tavola e la televisione ci sta scodellando la consueta abbondante razione di brutte notizie. Pessima abitudine la nostra, che è poi quella di tutti gli italiani, di intingere ogni giorno il pane quotidiano nei veleni della cronaca nera del telegiornale. Meglio in Francia dove, dicono, per buona usanza non si guarda la TV mentre si mangia. Quando l’incubo finisce, eccoti la pubblicità. Ma che succede? Gli spot vengono sparati a raffica, in strettissima sequenza e a tutto volume. Come mai tanto strepito? Nessuno ha toccato il televisore. Evidentemente ha fatto tutto da solo. Qualcuno sbuffando si alza da tavola, mugugna con il boccone di traverso, agguanta il telecomando, lo punta contro l’apparecchio e lo azzittisce: anzi, insiste ancora con un altro pulsante e lo spegne addirittura. Meno male, ora si respira. E’ tornata la quiete. Considerazioni minime. Decidete voi a chi possa giovare una simile esplosione di pubblicità quando, anche solo per evitare un fastidio fisico, chi ascolta e guarda arriva ad ammutolire il televisore. Sarebbe piuttosto da supporre che si possa produrre una reazione contraria a quella desiderata, cioè che l’utente, irritato da tanto strepito, non accetti d’istinto la provocazione e di conseguenza non comperi di proposito il prodotto pubblicizzato. Un’altra osservazione è di carattere generale. Non è vero che chi più grida, più ha ragione. Tutt’altro. Anche se tacere quando occorrerebbe invece parlare o spiegare e anche se un’eccessiva, inerte riservatezza è spesso più dannosa che utile, chi sbraita ha sempre torto, perché genera confusione e denuncia palesemente la sua aggressività. Risulta di conseguenza evidente che è più importante convincere con pazienza che vincere con arroganza e che per riuscire a convincere non occorre alzare prepotentemente la voce. Tanto, a pensarci su, non vale solo per quella che è definita ‘l’anima del commercio’, cioè la pubblicità. Può valere anche per qualsiasi altro di genere di comunicazione e di rapporto tra gli uomini. Augusta Franco Cardinali terpretazione. Il programma, squisitamente romantico e molto impegnativo, selezionava pagine di un eclettico F. Listz, a volte spettacolare, come in una ‘Grande parafrasi della ‘Norma’; a volte più meditato, come nella “Ballata n° 2”; a volte brillante e fastoso (Schubert/Listz –Soirée de Vienne N° 6). Non mancava il più classico Chopin con lo struggente Preludio n° 20 e la Ballata n° 1 e si aggiungevano le spericolate “Variazioni su un tema di Schubert” di C. Czerny. Autori diversi, dunque, ma esposti con la coerenza di un discorso musicale unitario. Nello stile dell’interprete esprit de géometrie ed esprit de finesse – tecnica e pathos - si sono rapportati con grande equilibrio in un’esecuzione di limpido smalto. Con lunghi, insistenti applausi sono stati accordati due bis: ancora Chopin e una originale, divertente trascrizione della ‘Marcia turca’ di Mozart. Un commiato scherzoso; forse, ce lo auguriamo, un arrivederci. Augusta Franco Cardinali Foto Anna V. Vincenzoni Una scoperta del critico d’arte Armando Ginesi Ritrovato un nuovo quadro di Paul Cézanne? È una di quelle notizie che potrebbe aggiungere qualcosa alla storia dell’arte moderna. La scoperta di un possibile quadro di Trenta, a un investitore sudamericano il quale, a sua volta, agli inizi del decennio Sessanta, l’ha venduto a una famiglia svizzera. Tra Paul Cézanne, mai catalogato ma che sembrerebbe possedere i crismi della legittima attribuzione. Ne dà notizia il critico d’arte Armando Ginesi, studioso delle avanguardie storiche del Novecento, il quale ha visionato l’opera in un paese europeo a nord della Francia. Il dipinto, una natura morta di cm. 42,5 x 57,5, raffigura un tavolo con tovaglia bianca, frutta, piatto con frutta e lattiera. Risulta siglato, in basso a destra, P.C. con sottostante firma in corsivo Paul Cézanne. È da tempo che il prof. Ginesi segue la pista dell’opera e, aiutato da altri ricercatori, ne avrebbe ricostruito l’iter: sarebbe stato eseguito nel periodo di tempo che va dal 1875 al 1885. Acquistato a Parigi tra il 1900 e il 1910 da un componente di una nobile famiglia francese, risulta ceduto, sul finire degli anni il 1975 e il 1980 il dipinto è stato poi acquisito da un proprietario italiano che lo ha infine ceduto a una finanziaria internazionale, attuale proprietaria. Allegata al quadro esiste un’interessante documentazione tra cui una dichiarazione della Deutesch Bank, rilasciata nel 2004, nella quale si attesta che il dipinto non risulta tra le opere confiscate o in altro modo sottratte in Europa nel periodo 1933-45 quando, com’è noto, molti capolavori furono trafugati dai nazisti da varie nazione europee. Il prof. Ginesi ha suggerito alla proprietà di far visionare il dipinto a due importanti critici d’arte italiani – di cui ha consigliato i nomi – e ad uno studioso francese di Cézanne, per confermare le due già autorevoli attestazioni di originalità di Marcel Volataire e di Lionello Venturi. 4 28 ottobre 2007 Attualità nel mondo del lavoro: appunti di viaggio di Gabriele Gabrielli* La novità e la promessa di Riccardo Ceccarelli U na “giornata storica” l’hanno definita quella del 14 ottobre con l’elezione del segretario del neo Partito Democratico. “Storico” è ormai un aggettivo inflazionato, e proprio per l’uso indiscriminato che se ne fa, significa poco o nulla, se non una sollecitazione momentanea dell’emotività di chi ascolta. Merito dell’organizzazione più che dell’eletto: data per scontata da mesi la sua elezione con percentuali anticipate da giorni sia a sinistra come a destra. Per i meriti dell’eletto è meglio volgersi al futuro, perché per il passato non c’è quell’unanimità che ci hanno descritta e ci hanno proposto. L’hanno definita pure una “prova di democrazia”. Di partecipazione, non c’è dubbio, nonostante ci siano stati casi di chi ha votato fino a sei volte, e se così aggrada anche di democrazia. Se per democrazia si vogliono far passare le liste bloccate, cioè “prefabbricate democraticamente” sia a livello locale che nazionale, proprio come quelle liste della vituperata legge elettorale: gli stessi che non la condividono e la vorrebbero cambiare l’hanno usata nell’elezione festosa e democratica del loro segretario. Gli eletti erano già stati scelti e messi in lista, bastava una croce per condividere la volontà altrui; se qualcuno non piaceva, pazienza! non erano previste preferenze, gli elettori con compostezza e serenità dovevano solo approvare quanto deciso e quanti erano già stati designati a ricoprire poltrone. In nome della democrazia. Il partito non è forse democratico? Non è forse la “novità” inserita nella storia politica italiana? Non è forse l’innovazione che, ci hanno detto, è stata oggetto di attenzione da parte di tanti osservatori stranieri? Per questa “novità” ci si è messi ordinatamente in fila, dando con gioioso trasporto, l’obolo prescritto. L’eletto ha detto, dopo l’elezione, che vuole “cambiare il paese, l’Italia”. Una novità anche questa. Ma non lo dicono tutti che vogliono “cambiare l’Italia”, quelli che comandano ora e quelli che hanno comandato prima? Aria fritta e rifritta. Cambiassero almeno l’olio! Invece no, friggono e rifriggono la stessa aria nello stesso olio e ci danno d’intendere che si tratti di una novità e di una cucina più appetibile per un più largo convivio democratico. Frasi fatte e rifatte dove i contrasti sono più fluidi, resi quasi liquidi, dove le contraddizioni di fondo non compaiono più, nascoste e dimenticate, ci vorrebbero far credere in una nuova sintesi di hegeliana memoria. Una possibilità comunque bisogna pur dargliela all’eletto. Se non altro per rispetto di quelli che lo hanno votato fidandosi delle sue parole e delle sue promesse. Se si fosse guardato con più attenzione e disincanto al suo passato, qualche dubbio forse sarebbe emerso. Non sarà facile il suo ruolo. Eppure era l’unico che poteva farlo. Mettere insieme le due anime, quella della tradizione comunista o di ex – come la chiamano – e quella cattolico-democratica, nonostante siano ormai (più quella cattolica che quella comunista o ex che dir si voglia) annacquate, grigie e rese quasi irriconoscibili, non sarà facile. Lui che “non è stato mai comunista”, come dice, anche se ha militato per anni nel P.C.I. e nella F.I.G.C., che non è la federazione giuoco calcio ma la federazione dei giovani comunisti, lui che cita Don Milani per quello che gli fa comodo, tacendo quello che il Priore di Barbina diceva del P.C.I. proprio negli anni in cui l’eletto vi era iscritto e vi militava, seppure inconsapevolmente forse, se va proclamando di “non essere mai stato comunista” ma piuttosto kennediano. Tutto questo, è stato detto, “è politica” e che l’elezione democratica del segretario del P.D. ha sconfitto l’antipolitica. Lui, giovane promessa della politica italiana, si propone di cambiare l’Italia e di renderla “molto migliore”, come ha detto al TG3 delle 14.30 del 15 ottobre. Fiduciosi aspettiamo. Management “sotto vento” in qualche buca o di prendere pali e Mi ha colpito qualche tempo fa il racconto che un amico mi ha fatto riguardo a un noto manager che, tra i tanti, era passato nella grande e complessa organizzazione dove lavorava. Un po’ sul serio e un pò scherzando mi ha detto che non si è mai trovato nulla di quel dirigente in azienda, figuriamoci un foglio di carta con la sua firma! Immagino che il mio amico abbia “caricato” un po’ il racconto, ma quello che voleva rappresentare è un fenomeno certamente non molto frequente, ma nemmeno così raro come si potrebbe pensare. Ossia che ci sono persone che, malgrado e a dispetto delle loro responsabilità anche grandi, sono davvero competenti in quell’esercizio noto a chi pratica lo sci e che prende il nome di slalom. Nelle organizzazioni è una disciplina assai diffusa e praticata tuto l’anno e a tutti i livelli. Consiste più in particolare nella competenza di non farsi mai vedere o di non esserci mai quando c’è bisogno di assumere una qualche decisione che può lasciarti il segno sulle mani. “Meglio evitare”, è la loro filosofia. Stai pur certo però che non ti priveranno mai, a posteriori, delle loro valutazioni sull’accaduto. Ma non ti aspettare troppo; saranno, per così dire, “prese di posizione” sinuose che faranno evitare loro sempre di cadere verità, invece, è che questi personaggi segnali lungo la pista. Insomma, saranno sono molto dannosi lasciando trapelare valutazioni che possono andare sempre un modello che, se non adeguatamente bene, ma soprattutto non faranno “punito”, può essere interpretato come loro “sporcare le mani”, lasciandoli “a di successo e quindi da imitare. Occorre galla” con qualunque mare. Il vento tenere in conto, però, che questi moderni forte, la pioggia, la neve, i temporali e navigatori hanno molto spesso dalla le altre “perturbazioni organizzative” loro parte questa terribile circostanza; che interessano normalmente imprese ossia che, essendo normalmente molto e management non riescono a colpire abili nell’adulare e pronti a elargire questa straordinaria competenza che con generosità suggerimenti maliziosi evita la pericolosa contaminazione mettendo in guardia da possibili con qualunque profilo dell’etica trabocchetti (o presunti tali) “quelli che della responsabilità. Questi “talenti” contano” coccolando il loro narcisismo, vivono in un perenne e sofisticato vengono spesso considerati persone movimento dentro le organizzazioni utili e necessarie all’organizzazione senza alcun impegno, senza alcuna cui guardare –malgrado la loro presa di posizione forte, interpretando evidente “inconsistenza” professionale la responsabilità manageriale affidata e manageriale- con la benevolenza loro come una straordinaria occasione e l’astuzia del principe. È per questo per fare passeggiate o partecipare che spesso le azioni di stanamento a passerelle ove dispensare sorrisi e finiscono per essere inefficaci nel ottimismo. Se capisci questa tecnica e tempo o, peggio, subito fiaccate da un ti cimenti nel gioco organizzativo dello buonismo accondiscendente e del tutto “stanamento”, devi mettere in conto inappropriato alla situazione. Resta che la partita sarà lunga e, se riuscirai comunque difficile immaginare di essere a tirar fuori qualche ragno dal buco, ti guidati da manager e capi che rifuggono ci vorrà del tempo perché chi sta “sotto con scienza il vento, preferendo stare vento” è veramente difficile da scoprire sotto coperta e fare capolino ogni tanto e “schiodare”. Occorre molta pazienza soltanto per controllare il territorio e e tanta determinazione per portare alla non per coltivarlo o valorizzarlo. luce questi comportamenti irresponsabili (*) Docente Università LUISS Guido Carli e apparentemente innocui. Perché la [email protected] Corecom Marche, al via il Progetto educativo “Fare TV in classe” Ragazzi autori e produttori della televisione con esperti RAI P resentato “Produrre telineato l’importanza levisione in classe”, il dello sviluppo della progetto di media educacoscienza critica dei tion, rivolto alle scuole, per ragazzi che permetcontribuire ad accrescere la ta loro di prendere coscienza critica dei ragazzi il meglio dalla telenei riguardi della televisione, visione e scartare il promosso dal Co.Re.Com. peggio, la TV spazMarche – Comitato Regiozatura influendo così nale per le Comunicazioni sulla formazione dei – in collaborazione con la palinsesti. “Serve Direzione nazionale della un’azione educativa RAI . affinché i bambini Obiettivo del Progetto “Pronon restino fruitori durre televisione in classe”, è passivi ma divengacoinvolgere i più piccoli nelno protagonisti della l’analisi e nella lettura critica produzione televisidell’informazione televisiva va. Con questa inie prepararli alla comprensioziativa- ha aggiunto ne e all’interpretazione dei il Presidente- 250 fenomeni della comunicabambini delle scuozione in generale, guidandoli le medie di Ancona, nella fruizione delle notizie insieme ai loro ine promuovendo l’abitudine segnanti, avranno la a tenersi informati. Il Presi- Marco Moruzzi, che ha pre- possibilità di fare televisione dente del Corecom Marche sentato il progetto, ha sotto- in classe, saranno autori e produttori della propria TV.” L’impegno a far partecipare i bambini attivamente alla programmazione televisiva è stato preso dal Capo redazione della sede RAI di Ancona, Daniela Sodano, che promuoverà l’inserimento del telegiornale realizzato dai bambini nell’ambito del Progetto all’interno dei notiziari regionali. A dirigere la realizzazione di “Produrre Televisione in classe” , direttamente dalla RAI di Roma, Roberta De Cicco, Produttore esecutivo del GT Ragazzi di RAI 3 , che con l’ausilio di giornalisti ed esperti della Rai curerà la formazione dei 30 insegnanti delle scuole Fermi, Pascoli, De Amicis e Volta che hanno aderito al Progetto e le attività didattiche in classe con i bambini. block notes Previdenza Fondi speciali di previdenza All’interno del mondo INPS (Istituto nazionale della previdenza sociale) esistono una pluralità di fondi speciali ai quali sono iscritti lavoratori di particolare categorie. Possiamo distinguere tali fondi in: Sostitutivi (sostituiscono la Assicurazione Generale Obbligatoria) e sono: ex fondo elettrici, ex fondo telefonici, fondo dazio, fondo volo, ex fondo autoferrotranviari. Integrativi (integrano l’A.G.O.) e sono il fondo esattoriali e il fondo gas. Inoltre sono parimenti gestiti dall’Inps il fondo clero (compatibile con l’A.G.O. e con altre forme di previdenza) ed il fondo “Gestione ferrovie dello Stato s.p.a.” Illustreremo, con sinteticità e speriamo con chiarezza, quali prestazioni, soprattutto pensionistiche erogano sia il fondo Clero che il fondo Ferrovie dello stato. FONDO CLERO Gestisce l’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e superstiti per i sacerdoti secolari ed i ministri di culto delle confessioni diverse dalla religione cattolica regolarmente autorizzate dallo Stato italiano. Requisiti indispensabili per l’accesso alle prestazioni sono la cittadinanza italiana, la residenza in Italia (fanno eccezione i sacerdoti italiani in missione all’estero ed i sacerdoti stranieri con servizio pastorale in Italia). PRESTAZIONI PENSIONISTICHE La Pensione di vecchiaia Requisiti: Età 68 anni ( sono sufficienti 65 anni se si ha una anzianità contributiva pari o superiore a 40 anni) Contributi: 10 anni se ammessi alla prosecuzione volontaria entro il 31/12/1999; 10 anni se sommando i contributi versati entro il 31/12/1999 a quelli versati successivamente non si raggiungono i nuovi requisiti previsti al compimento dell’età pensionabile; 15 anni a partire dal 1° gennaio 2006 per poi aumentare gradualmente fino a raggiungere i 20 anni. La Pensione di Invalidità Requisiti: Almeno 5 anni di contributi e l’iscritto si trovi nella permanente impossibilità di esercitare il proprio ministero per malattia o difetto fisico o mentale La Pensione ai superstiti Viene erogata ai superstiti di pensionato o iscritto che al momento del decesso poteva far valere almeno 5 anni di contribuzione. Alle suddette prestazioni si applica la regola dell’integrazione al trattamento minimo (se si è in possesso di almeno 15 anni di contribuzione) il cui importo per l’anno 2007 è pari a euro 436,14. Gianfranco Pigliapoco Nelle prossime settimane parleremo del fondo ferrovie dello stato 5 Cultura 28 ottobre 2007 Il Consiglio dei Ministri e il Decreto legge sull’editoria A rischio i settimanali diocesani D emocrazia informativa a rischio, finanziamenti statali che penalizzano l’editoria minore, in particolare i 168 periodici delle diocesi italiane associati nella Federazione Italiana Settimanali Cattolici (Fisc). Pare questa la strada intrapresa dal Consiglio dei ministri con il disegno di Legge “Nuova disciplina dell’editoria”, approvato il 12 ottobre scorso. Le dichiarate intenzioni del testo sono “la tutela e la promozione del principio del pluralismo dell’informazione affermato dall’articolo 21 della Costituzione” (art. 1,2), ma di fatto il ddl contiene provvedimenti che vanno in senso contrario. I settimanali diocesani sono giornali d’informazione, da sempre voci della gente, radicati nei singoli territori, che svolgono un servizio democratico come testate libere e a volte alternative alla grande stampa. Si tratta di vere e proprie aziende editoriali, anche se costituite in forme diverse. La loro richiesta di adeguate provvidenze statali non è per godere di un privilegio, ma per evitare che la stampa minore venga schiacciata dal libero mercato. I finanziamenti sono quindi un sostegno perché nel Paese possa rafforzarsi il conclamato pluralismo informativo, fondamentale per una sana democrazia. Il disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri, contiene alcune scelte positive. In particolare, d’ora in poi i giornali di partito dovranno essere l’espressione di organismi politici veri e propri con un gruppo parlamentare in una delle due Camere e le cooperative dovranno associare almeno il 50% dei giornalisti dipendenti. Sono provvedimenti che la Fisc ha richiesto, in fase di audizione parlamentare, come segnali di equità. Nella stessa sede avevamo suggerito anche il superamento delle disparità nei finanziamenti previsti dalle vigenti disposizioni di legge per i diversi prodotti editoriali. Il ddl invece le conferma, anzi le accentua, perpetuando situazioni d’ingiustizia che creano seri pericoli alla sopravvivenza dei nostri periodici. Il che non è accettabile. In particolare, mentre per le cooperative di giornalisti vengono previsti finanziamenti pari al 40% dei costi, per i settimanali diocesani si ripropongono Euro 0,20 per copia, ponendo come condizione che gli introiti pubblicitari non superino il 20% dei costi complessivi. Nella legislazione attuale quest’ultimo limite è al 40%. Dimezzarlo significa in pratica escludere dalle provvidenze un gran numero di settimanali diocesani e non permettere a tutti gli altri di raccogliere adeguata pubblicità per potersi sviluppare. In più, i finanziamenti sono concessi a ogni testata solo dopo cinque anni di attività, il che significa non favorirne per nulla la nascita. In tal modo, nei singoli territori, giornali d’informazione dello stesso tipo e della stessa consistenza ricevono trattamenti molto disparati: alle cooperative di giornalisti una fetta consistente di contributi, ai settimanali diocesani (molti dei quali fanno capo a fondazioni senza scopo di lucro) solo le briciole. Si creano di conseguenza La società di banca marche per il leasing immobiliare L’ultimo libro di Marina Ristè Nata due anni fa, raddoppia gli impieghi, conferma la leadership nella Regione Marche e si propone tra le prime realtà nazionali nel campo del leasing immobiliare. E’ quello che hanno detto il presidente di Medioleasing Lauro Costa e il direttore generale Giuseppe Barchiesi, nel corso della conferenza stampa di lunedì scorso di presentazione del risultato della semestrale nella sede della Società, in Ancona. prodotti da una dinamica Medioleasing è la socie- operativa particolarmente tà di leasing del gruppo brillante. Banca Marche: il consi- Gli impieghi gestiti del glio di amministrazione 32% su base annua porha approvato il bilancio tandosi ad oltre 1.460 del primo semestre del milioni di euro. Nel cor2007. Il risultato lordo di so del semestre sono stati gestione, pari a 7 milioni, sottoscritti nuovi contratevidenzia una redditività ti per oltre 371 milioni di in consistente incremento, euro; nell’intero periodo anche grazie a dimensioni del 2006 erano stati 573 operative contenute, che milioni. consentono di mantenere Oltre il 70% della nuova il peso degli oneri di strut- “produzione” è stata destitura su livelli di efficien- nata ad investimenti locaza (“cost/incom” = 24%). lizzati nella Regione MarL’utile netto di periodo è che, dove Medioleasing si stato pari a 4 milioni di conferma leader assoluto euro con un roe del 13,3% ed interlocutore privilesu base annua. giato delle imprese locali. I risultati economici sono Interessante lo sviluppo in U le condizioni per una turbativa della concorrenza in quanto le nostre aziende si confrontano sul territorio con altre che partono da condizioni economiche avvantaggiate. I cittadini e le società editoriali sono forse diversi nei confronti della legge? La Costituzione non dice invece che siamo tutti uguali? Perché i nostri giornali, che offrono posti di lavoro e potrebbero offrirne sempre più, non devono avere lo stesso trattamento di altri giornali analoghi? Noi non chiediamo di penalizzare le cooperative, nemmeno di essere equiparati ad esse, ma di adeguare i nostri contributi a quelli previsti per le altre aziende. Siamo convinti che il Governo intenda garantire il pluralismo nell’informazione, offrendo pari opportunità a tutti. Per questo la Fisc chiede una significativa modifica del disegno di Legge approvato il 12 ottobre scorso. I direttori dei settimanali diocesani d’Italia Medioleasing cresce ancora La gioia di raccontare N on sarà forse l’evento legato al cinema più atteso dell’anno come i grandi festival europei di Cannes, Venezia e, in questi giorni, di Roma. Ma in fatto di festival non ha niente da invidiare agli enormi eventi che attirano sulle loro passerelle le stelle di tutto il mondo. Anzi nei confronti delle rassegne ben più ricche e celebri può vantare due primati davvero invidiabili: è quello che coinvolge più persone di tutte le nazionalità del globo e soprattutto è il “festival più corto del mondo”. Stiamo parlando di “Filminute”, il festival cinematografico internazionale che va in scena esclusivamente su atto anche nelle Regioni limitrofe grazie al concorso della rete bancaria diretta ed alla introduzione acquisita. In crescita considerevole anche il finanziamento di investimenti direttamente finalizzati alla produzione da parte dei vari settori economici. Medioleasing si pone l’obiettivo di un ulteriore rafforzamento della presenza sul territorio di riferimento, confermando di rappresentare la “soluzione ideale” per l’impresa. Nella foto, lauro Costa, presidente della società Medioleasing n discreto numero di persone ha partecipato il 6 ottobre scorso, presso il Palazzo dei Convegni, alla presentazione de “Il mistero della grotta dei cristalli”, l’ultimo libro, un romanzo o racconto lungo di Marina Ristè. Ne ha parlato Riccardo Ceccarelli, che ha sottolineato la gioia e la soddisfazione di Marina nel raccontare, nel creare storie, di organizzarle, di dar loro sviluppo. Storie che vedono protagonisti sempre i giovani, con il loro mondo di sentimenti non idealizzati ma calati nella concretezza dell’esperienza. La storia di questo racconto parla di una vicenda al limite del possibile, di un incontro con extraterresti e di una contaminazione che lascia segni profondi nei protagonisti, segni non mirabolanti ma unicamente centrati su una luce particolare e su corde sentimentali che vibrano con altrettanta sensibilità. Marina nello scrivere non è ricercata, non è artefatta, usa una lingua non letteraria, quotidiana, facile. Ha scritto anche testi per canzoni, come quella allegata al libro “Se un domani ci sarà”. Maria descrive sca- vando con estrema semplicità nei territori dell’anima, cercando semi di gioia e di speranza. Momenti e riflessi autobiografici non disgiunti da uno sguardo di ottimismo verso il futuro. Per oggi non è poco. Sarà un goccia nel mare, una goccia viva e consistente, certo non da buttare. Anzi. r.c. Non corti, ma cortissimi: il cinema in un minuto internet e proietta solo “cortissimometraggi” di sessanta secondi, un minuto dunque. Senza faraoniche campagne pubblicitarie, ma grazie al semplice passaparola sulla rete è diventato in un paio di anni un evento impedibile per milioni di appassionati e cinofili. Ma non si pensi che Filminute sia dedicato al prodotto amatoriale. Veri registi di tutto il mondo entrano in competizione per aggiudicarsi un premio sempre più ambito, proponendo minipellicole di ottima fattura e storie davvero originali. L’idea è nata lo scorso anno dalla collaborazione tra un filmaker, John Ketchum, e un esperto di new media, Sabaa Quao. La prima edizione l’hanno messa in piedi un po’ per divertimento e un po’ per sperimentare la possibilità di promuovere la diffusione di una nuova forma di cinematografia più vicina al linguaggio di internet: breve, immediata, rapida. Il successo è stato immediato: in un mese sono stati staccati un milione e 700 biglietti, virtuali s’intende. E per l’edizione 2007 hanno votato persone di 90 paesi del mondo mentre la platea degli spettatoti ha superato la soglia dei 2 milioni. Già, perché a decretare il vincitore di due dei tre premi assegnati sono proprio i navigatori di internet: la giu- ria più grande del mondo che deoart giapponese Kenichi può valutare ogni film (arri- Kondo e dal segretario genevati da 19 nazioni) sempli- rale della Federazione intercemente collegandosi al sito nazionale della stampa cinewww.filminute. com/2007. matografica, Klaus Eder. I giuFilminute assegna tre Oscar: dici hanno premiato “Game”, il lavoro cinematografico più una delicata rappresentazione cliccato, quello che ha ri- della disabilità, della bulgara scosso il maggior gradimen- Kristina Grozeva, che è stato del pubblico e quello, più ta anche l’opera più vista. Il importante, assegnato da riconoscimento del pubblico una giuria internazionale di è andato invece all’indiano esperti composta quest’anno “Missing”, di Siddartha Jatla, dal poeta-scrittore Michael un film che denuncia l’usanOndaatje, autore del Pazien- za di una parte delle famiglie te Inglese, dal direttore del- indiane di cedere le proprie l’agenzia creativa Saatchi & figlie, ancora bambine, per Saatchi, Kevin Roberts, dalla matrimoni combinati. Il prosregista iraniana Samira Mak- simo appuntamento è per malbaf (vincitrice a Cannes agosto 2008. nel 2003), dall’autore di viLuca Galeazzi 6 Vita Ecclesiale 28 ottobre 2007 Parola di Dio 28 ottobre 2007 - 30^ domenica del tempo ordinario Tu, prega, prega sempre Continua la lezione sulla preghiera di domenica scorsa. In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che Due i protagonisti. presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: “Due uomini Il fariseo, membro salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il di quella comunità fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che religiosa osservante non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure contro cui spesso si come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le appuntano i rimprodecime di quanto possiedo. Il pubblicano invece, fermatosi a diveri di Gesù. Ma il stanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il fariseismo non era petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. così; questa è solo Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, una degenerazioperché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”. ne. Era la corrente Parola del Signore più “spirituale” e più aperta e “umana” del giudaismo. Ma la deCommento generazione può avvenire sempre e per tutti. Quando si racconta di San Francesco “uomo Dall’altra parte, nel buio, c’è un pubblicano fatto preghiera” certamente si percepisce come «esattore di denaro pubblico» (publicanus)col la sua preghiera sia passata al torchio del- laboratore del potere straniero, quello romal’umiltà. La preghiera, quando è autentica, cioè no. Che bella provocazione quella di Gesù! Un vissuta da creatura, trasfigura la persona, por- uomo considerato spregevole davanti ad uno tandola a sentire la sua inadeguatezza. Dimmi dei più stimati movimenti religiosi. come preghi, e ti dirò che sei! La preghiera del Appena parlano, capiamo che cosa hanno in pubblicano in fondo al tempio è la più comune, cuore. Di che tipo di pane si stanno nutrendo. semplice e vera preghiera, appartenente a tutte Il primo fa l’elenco dei meriti. La sua preghiera le espressioni religiose. E’ la preghiera del pel- è in realtà chiusa in se stesso, come davanti allo specchio, perché è riferita alla giustizia dell’uolegrino russo. La preghiera del fariseo è falsa perché nasce mo. Tanta giustizia che poi diventa altrettanto dall’orgoglio, dall’ipocrisia, dal vuoto interiore. disprezzo. Il secondo confessa in verità il suo di don Mariano Piccotti [email protected] Dal Vangelo secondo Luca (Lc 18, 9-14) Agenda Pastorale del Vescovo Giovedì 25 ottobre Mattino: Ritiro con i Sacerdoti più giovani di Ordinazione Venerdì 26 ottobre ore 16: Riunione della Commissione d’Arte Sacra e Beni Culturali ore 21: Incontro con i giovani di Sasso e parrocchie vicine Sabato 27 ottobre Ore 19: S. Messa al Vicariato della parrocchia di Regina della Pace Domenica 28 ottobre ore 9: S. Messa e Amministrazione della Cresima nella Parrocchia di San Francesco d’Assisi ore 11: S. Messa e Amministrazione della Cresima nella Parrocchia di San Sebastiano ore 15.30: A Loreto con le famiglie della scuola materna di Cupramontana ore 17-21: Gruppo giovanile di discernimento vocazionale Lunedì 29 ottobre Ore 18.30: Incontro con l’Associazione “Noi operatori di pace” Martedì 30 ottobre Mattino: incontro Caritas Regionale ore 15.30-18: il Vescovo riceve nella cappella di San Floriano, in Duomo, coloro che desiderano confessarsi o avere un colloquio spirituale. Senza appuntamento. Mercoledì 31 ottobre ore 16: Riunione del Comitato Etico Preghiera Sei tu il mio pane peccato e la sua povertà. Ripete: «Abbi pietà di me che sono peccatore». La radice della sua preghiera è la giustizia di Dio. Una giustizia che salva. Gesù rovescia la loro condizione. Chi è attaccato al suo orgoglio, è respinto da Dio. Non basta la cerimonia corretta e neppure lo stile di vita “regolare”. Per essere giustificati occorre la fede. La salvezza è un dono, molto superiore ai nostri meriti. A noi anzitutto accoglienza e risposta. Anche la risposta della fede, dice la teologia cattolica, è dono di Dio. Convocazione regionale Rinnovamento nello Spirito Chiamati alla responsabilità “C ’è un’umanità che muore e non riconosce il bisogno di essere salvata”. Ad aprire la XXXIII Convocazione regionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, è stato il presidente nazionale del Movimento, Salvatore Martinez. In migliaia, da tutte le Marche, domenica 21 ottobre hanno affollato il Palarossini di Ancona. “Gesù – ha detto con forza Martinez parlando del relativismo etico imperante – non è un modello filantropico, un modello di umanesimo, ma è Dio!”. E a guardarsi dal pericolo che la cultura cristiana la visita dell’Arcivescovo di Ancona venga declassata ad un’opinione fra mons. Edoardo Menichelli, che ha le altre, ha invitato anche il senatore sottolineato “l’urgenza di riassestare Luca Marconi, già sindaco di Recana- la fede su Gesù”, e di “condurre uno ti ed ex direttore nazionale del RnS. stile di vita sobrio. Perché – ha detto Il suo intervento ha voluto essere una – la malattia del nostro tempo occichiamata alla responsabilità, all’im- dentale è quella dell’abbondanza”. pegno concreto, alla testimonianza A tenere il secondo insegnamento in ogni ambito della nostra vita. Nel della giornata, Luciana Leone, capomeriggio, l’assemblea marchigia- poredattrice della Rivista “Rinnovana del Rinnovamento ha ricevuto mento nello Spirito”. “I cristiani – ha Domenica 4 novembre Mattino: Ritiro delle Suore della Diocesi ore 10.30: S. Messa al Monumento ai Caduti ore 18: In Cattedrale, S. Messa in suffragio dei Vescovi, Sacerdoti e Diaconi Defunti detto commentando Ap 21, 5-6 - sono esseri ben incarnati nella storia. Sono nel mondo ma la prospettiva da cui giudicano il mondo è il cielo, Dio, la croce”. E la prospettiva del cielo fa dirigere verso il bene tutte le azioni del cristiano. Luciana Leone ha invitato ad uscire dal Cenacolo, e ha indicato tre modi di evangelizzare: attraverso la comunione, la testimonianza, il servizio. Poi, naturalmente, attraverso la preghiera, “luogo in cui bisogna avere bene a mente i destini del mondo”. A concludere la giornata, la santa Messa presieduta dal Vescovo di San Benedetto del Tronto, mons. Gervasio Gestori, che con affetto ha esortato l’assemblea del Rinnovamento marchigiano a proseguire con coraggio nel suo cammino di fede e di impegno. Lucia Romiti Foto Maria Luisa Ciafrè Evoluzione e creazione Oggi sposi 27 ottobre: Francesco Cacopardo e Maria Simona Andreola a S. Nicolò; 28 ottobre: Gianluca Meschini e Isoken Princillia Abraham a San Marcello - Emiliano Scuppa e Silvia Orsini a Cupramontana/S. Leonardo Giovedì 1° novembre ore 8.30: S. Messa alla Chiesa dell’Ospedale e visita ad alcuni reparti ore 10.30: Parrocchia di S. Antonio Abate: ingresso del nuovo Parroco ore 15.30: S. Messa al Cimitero ore 18: S. Messa in Cattedrale Venerdì 2 novembre ore 18: S. Messa in Cattedrale Tu, o Signore, sei il mio pane, e senza di te non posso vivere; non saprei dove andare senza di te, non saprei cosa fare e cosa dire senza di te. Signore, tu sei il mio nutrimento, tu sei la forza per la quale tu mi darai la grazia di spezzare con i fratelli questo nutrimento giorno per giorno. Saremo anche noi il pane del Signore, pane distribuito, pane diventato ostia di umiltà. Carlo Maria Martini Settimanale di ispirazione cattolica fondato nel 1953 Il Meic in collaborazione con la Diocesi e con il contributo di Banca Marche, della Ditta Pirani Giuseppe e della Circoscrizione Jesi Centro, invita a partecipare ad un incontro – dibattito sul tema “Evoluzione e creazione”. Parteciperanno il prof. Giovanni Principato, direttore dell’Istituto di Biologia e genetica dell’Università Politecnica delle Marche e il prof. GianFederico Tinti, presidente dell’associazione “Teilhard de Chardin” e docente di teologia al Seminario di Senigallia. L’incontro si svolgerà nella Sala Maggiore del Palazzo dei Convegni in corso Matteotti a Jesi, mercoledì 7 novembre alle ore 17. Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An Telefono 0731.208145 Fax 0731.208145 email: [email protected] Internet: www.vocedellavallesina.it c/c postale 13334602 Direttore responsabile Beatrice Testadiferro • Proprietà Diocesi di Jesi • Registrazione Tribunale di Ancona n. 143 del 10.1.1953 • Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola www.galeati.it • Spedizione in abbonamento postale • Abbonamento annuo 35 euro - quadrimestrale 12 euro - di amicizia 50 euro - sostenitore 100 euro • Tutti i diritti riservati • Esce ogni mercoledì • Associato alla Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) Ai sensi dell’articolo 13 del D. 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L’equilibrio non è dato da una economia che attraverso nuovi processi di trasformazione e nuovi modelli di sviluppo, con un nuovo utilizzo della forza lavoro cerca a qualsiasi prezzo di arrivare con meno costi e più reddito ad una economia più competitiva. Il mercato non si conquista abbattendo i costi di produzione, ricorrendo ad economie che non danno tutele e diritti dei lavoratori, ma investendo, qualificando, diversificando il lavoro. Accettare la precarietà e la flessibilità come il male minore di uno sviluppo globalizzato è non capire che è una questione di etica, oltre di diritto e di dignità del lavoratore, per non incorrere allo sfruttamento della forza lavoro. Come è possibile progettare il futuro se la metà della propria vita, quella nella quale si ha anche a disposizione maggior energia, si trascorre nell’incertezza? La precarietà è una condizione drammatica, è molto più di una ingiustizia sociale, fa vivere giorno per giorno senza nessuna sicurezza. Il suo riflesso determina cambiamenti nella vita sociale, come dice il Papa, in queste condizioni non c’è la possibilità di costruire la famiglia e così viene compromesso lo sviluppo della società. Siamo diventati un Paese che non si riproduce. E’ perdita di sé, di progettualità, di futuro. Ridurre la precarietà ad una questione puramente salariale per compensare il tempo limitato dell’impiego, è non capire che in fondo è un arretramento della persona che oltre ad aver problemi economici ne ha anche di esistenziali. Per l’uomo il lavoro non è il fine ma un mezzo per emanciparsi, per conquistare diritti, per avere cittadinanza sociale. Non si può ridurre a merce e non può essere neanche condizionato dall’economia che indubbiamente influirà sul livello di vita, ma non può condizionare fino a ridurla dipendente all’andamento economico. Per questo mettere in discussione i tempi e i modi del lavoro è discutere sul sistema capitalistico che tanto ha influenzato le società industriali e che oggi non risponde più allo sviluppo armonico della persona e della società, con la consapevolezza che è da rielaborare un sistema che abbia caratteristiche rispondenti al benessere della società. Con questo messaggio il Papa non ha voluto far politica. Interessarsi dell’uomo è anche lanciare messaggi in cui la difesa sta nel rispetto. E’ chiaro che la traduzione di questo messaggio deve avvenire in quelle sedi dove i laici operano affinché vengano rispettati certi principi, per questo non si può essere neutrali sia nei confronti della vita, dalla sua nascita e alla sua fine, ma neanche quella vissuta. Il lavoro deve essere rispettoso della dignità della persona; deve dare quella sicurezza per programmare una vita, e diventare sostentamento. Oggi purtroppo l’economia condiziona il futuro. Viviamo in una instabilità di rapporti, il liberismo ha pervaso la nostra vita mettendo a rischio la famiglia, i giovani e gli anziani. Abbiamo la responsabilità morale e religiosa di difendere l’uomo da quelle logiche che distruggono la dignità e il rispetto della persona. Per questo le parole del Papa hanno dato speranza a chi vive nella flessibilità, a coloro che rischiano di non diventare adulte perché non riescono in questa economia ad avere una propria autonomia e di progettare un futuro. Remo Uncini Castelplanio e Moie Danneggiate le edicole sacre Torna in azione la banda di vandali sacrileghi e ladri che avevano colpito già due volte nel corso dell’anno. Nella notte di mercoledì della scorsa settimana, ignoti hanno preso di mira l’edicola sacra di via Piagge, in campagna. Hanno rotto i vetri e i vasi di fiori, rubati i soldi delle offerte, imbrattato i muri e la targa con l’immagine di Papa Wojtyla.Hanno rovinato anche l’altra edicola, risalente ai primi del Novecento, sottostante la millenaria abbazia di San Benedetto de’ Frondigliosi. “Non siamo preparati ad affrontare simili situazioni che offendono la devozione e le tradizioni popolari” afferma il parroco don Mariano Piccotti, “abbiamo denunciato il fatto ai carabinieri, come le altre due volte, che si sono subito attivati per le indagini”. Il sindaco Luciano Pittori non vorrebbe blindare le edicole sacre come ha fatto il Comune di Maiolati e sostiene che “si tratta di violenza diretta contro i valori religiosi di una comunità pacifica e laboriosa. Chi ha fatto questo scempio è persona interiormente molto povera”. Alcune edicole di Moie, infatti, erano state colpite nei mesi scorsi; l’ultimo episodio di vandalismo risale alla fine del mese di settembre ai danni della figuretta dedicata alla Madonna del Carmelo e collocata nel parco “Caduti di Nassirja” P apa Benedetto XVI ha rilanciato la messa tridentina in latino nelle chiese cattoliche di tutto il mondo. Anche fra i messalizzanti domenicali la notizia circola suscitando dubbi e perplessità…Il Concilio di Trento l’avrebbe vinta sul Concilio Vaticano II. C’è chi evoca già i secoli bui e la restaurazione pre-conciliare. Secondo me la re-introduzione della messa in latino non risolve niente. Mi si passi l’irriverenza, ma è come regalare un pettine ad un calvo. Non è il problema del latino, ma di gesti, mentalità, rapporti ecclesiali di distanza fra laici e preti, visione di chiesa ecumenica ecc… Spero di non avere le traveggole, ma a me pare che il problema da giuridico diventi ecclesiologico… quale catechesi per preti e laici si farà se i due riti vanno in direzione diverse? Io mi fermo qui perché ho un certo timore di tirare altre conseguenze che riguardano, ad esempio, l’ome- lia, la preghiera dei fedeli, unità di una volta diventa sempre più il delle due mense, la concelebra- “presidente”. Di qui il grande dibatzione, la comunione sotto le due tito: il sacerdote agisce in persona specie ecc… Ci sono ben altri temi Christi o in persona commuitatis la fondamentali, i cui contenuti rea- cui testa è Cristo? li devono recuperare un contesto Con tanti altri sono lieto nel conmaggiormente biblico e non “sacra- statare che la teologia cattolica inle”. siste sul “servizio” agli altri miniAd esempio, il tema del ministero, steri del servizio ordinato. L’essenquello dei carismi che sono vari e za del ministero (cioè lo specifico, molteplici. Tra questi si dà il mi- ciò per cui esso non è solo un granistero ordinato, che però non do di sviluppo di qualsiasi altro casi pone come “sintesi degli altri”, risma, ma un carisma speciale, con come “monopolio”, bensì come “ca- una propria essenza) è di “formane risma della sintesi”, come funzio- e guidare la comunità” in quanto cone a servizio del riconoscimento e munità, ovviamente tramite i doni della valorizzazione della identità elargiti dal Cristo e dai Sacramenti. autonoma degli altri. Se non sono In questo senso esso è diverso in un troppo distratto, a me pare che modo tutto speciale dagli altri cala comunità vada configurandosi rismi e ministeri. sempre più come soggetto globale Potremmo dire che la specialità di e in un certo senso primario del- questo ministero è data dalla sua fila celebrazione liturgica. Si parla nalità: mantenere, cioè la comunità ormai correntemente, anche nei (Chiesa), sotto l’iniziativa prioritadocumenti ufficiali romani, della ria di Dio e della sua grazia. comunità celebrante. Il “celebrante” Vito Savini Il sostegno per la Giornata missionaria mondiale I Le offerte della Diocesi l mese di ottobre è dedicato ad una particolare attenzione e sensibilità alle Missioni. In ogni chiesa locale si organizzano veglie di preghiera per i missionari e raccolte in danaro da destinare alle esigenze delle Missioni. Di seguito pubblichiamo le offerte raccolte in Diocesi, lo scorso anno, per la Giornata Missionaria, dell’Infanzia Missionaria, dei Malati di Lebbra, e per l’Obolo di San Pietro. Giornata Missionaria Mondiale Castelbellino: parrocchia di San Benedetto 350 euro; Pantiere 450 Castelplanio: Santa Maria del Cammino 715, san Sebastiano 200 Cupramontana; San Leonardo 800, San Lorenzo 270, Ss Salvatore 50, La Romita 150. Jesi: Cattedrale, san Pietro Apostolo 2000, Cimitero 175, Collegio Pergolesi 50, Divino Amore 126,84, Ospedale Civile 278, Regina della Pace 697,74, Santuario delle Grazie 450, Sant’Antonio Abate 300, San Francesco d’Assisi 500, san Francesco di Paola 650, san Giovanni Battista 481, san Giuseppe 1235, San Lorenzo Mazzangrugno 50, Santa Maria del Piano 340, San Massimiliano Kolbe, Tabano 1200, San Pietro Martire 1000, San Sebastiano 400, Vicariato Colle Paradiso108,30. Maiolati: Santa Maria di Moie 1000, Santo Stefano, San Rocco 330. Monsano: Santa Maria 200, san Pietro Apostolo 900. Montecarotto: Ss Annunziata 1350. Monte Roberto: S. Apollinare 60; San Silvestro 55 Rosora: Santa Maria degli Angeli 252, San Michele Arcangelo 250 San Marcello: San Marcello Papa 100 Santa Maria Nuova: Sant’Antonio da Padova 150; Sacra Famiglia 100. San Paolo di Jesi: San Paolo Apostolo 230 Totale 18.003,88 Giornata dei Malati di Lebbra Castelplanio: Santa Maria del Cammino 150 euro; Cupramontana; San Leonardo 130; Jesi, Ospedale Civile 205; San Massimiliano Kolbe, Tabano 200; Maiolati: Santa Maria di Moie 150; Monsano: Santa Maria 80, San Pietro Apostolo 50; Santa Maria Nuova: Sant’Antonio da Padova 129. Totale 1.094 Giornata dell’Infanzia Missionaria Castelplanio: Santa Maria del Cam- mino 450; Cupramontana; San Leonardo 250, Ss Salvatore 90; Jesi: Cattedrale, san Pietro Apostolo 250; Collegio Pergolesi 50; Divino Amore 39,20; Ospedale Civile 225; Regina della Pace 50; Sant’Antonio Abate 20; san Francesco di Paola 50; san Giovanni Battista 96; San Giuseppe 2856; Santa Maria del Piano 60; San Massimiliano Kolbe, Tabano 545; San Pietro Martire 100, san Sebastiano 280; Vicariato Colle Paradiso16; Maiolati: Santa Maria di Moie 650, Santo Stefano, San Rocco 10; Monsano: Santa Maria 130, san Pietro Apostolo 200; Montecarotto: Ss Annunziata 1120; Monte Roberto: San Silvestro 170; Rosora: Santa Maria degli Angeli 230, San Michele Arcangelo 100; San Marcello: San Marcello Papa 100; Santa Maria Nuova: Sant’Antonio da Padova 130, Sacra Famiglia 50; San Paolo di Jesi: San Paolo Apostolo 190. Totale 8.507,20 Pontificie Opere di San Apostolo Jesi: Cattedrale, san Pietro Apostolo 520; Santa Maria del Piano 520; San Sebastiano 520; Seminario 520; diversi 770. Totale 2.850 Giornata Missionaria Diocesana Jesi, Ospedale Civile 600; Santa Lucia 700; San Massimiliano Kolbe, Tabano 250, San Pietro Martire 1000; Montecarotto: Ss Annunziata 1300; gruppo missionario diocesano 146; diversi 100. Totale 4.096 IL REFRATTARIO VLADIMIR SERGEEVIC SOLOVEV: UN PROFETA INASCOLTATO E’ stato sicuramente uno dei più grandi filosofi russi ed è molto amato dal grande cardinale Giacomo Biffi, Arcivescovo emerito di Bologna, che lo ha citato anche negli esercizi spirituali per la Quaresima 2007 tenuti davanti a Papa Benedetto XVI. Stiamo parlando di Solovev (1853-1900). Lo vogliamo ricordare soprattutto per ciò che ha scritto nella sua ultima pubblicazione, Il racconto dell’Anticristo, dove è stupefacente la perspicacia con cui descrive la grande crisi che ha colpito il cristianesimo negli ultimi anni del Novecento. Solovev la raffigura nell’icona dell’Anticristo, in cui non è difficile ravvisare l’emblema della religiosità confusa e ambigua di questi nostri anni: egli -dice il filosofo- sarà un convinto spi- ritualista, un ammirevole filantropo, un pacifista impegnato e solerte, un vegetariano osservante, un animalista determinato ed attivo. Sarà, inoltre, un esperto esegeta e si dimostrerà un eccellente ecumenista. Nei confronti di Cristo, non avrà un’ostilità di principio, anzi, ne apprezzerà l’insegnamento, ma non potrà sopportarne la sua assoluta unicità e dunque non si rassegnerà ad ammettere e a proclamare che Egli sia risorto e oggi vivo. Insomma, l’Anticristo crede in Dio, ma nel profondo del suo cuore preferisce se stesso. Solovev delinea e critica un cristianesimo dei “valori”, delle “aperture” e del “dialogo”, dove pare che resti poco posto alla persona del Figlio di Dio crocifisso per noi e risorto, e all’evento salvifico. Abbiamo di che riflettere. La militanza di fede ridotta ad azione umanitaria e genericamente culturale; il messaggio evangelico identificato nel confronto irenico con tutte le filosofie e con tutte le religioni; la Chiesa di Dio scambiata per un’organizzazione di promozione sociale: non sono queste le insidie più pericolose per i cristiani di oggi? Appassionato difensore dell’uomo e allergico ad ogni filantropia; apostolo infaticabile della pace e avversario del pacifismo; propugnatore dell’unità tra i cristiani e critico di ogni irenismo; innamorato della natura e lontanissimo dalle odierne infatuazioni ecologiche: in breve, amico della verità e nemico dell’ideologia. Proprio di guide come Solovev abbiamo oggi un estremo bisogno! Federico Catani 8 Pagina aperta 28 ottobre 2007 Delegazione Pontificia di Loreto Mons. Tonucci Arcivescovo delegato ad interim per a fianco di mons. Agostino Itaill Casa Santuario della San- Casaroli, per passare poi di Loreto. Mons alla Seconda Sezione - Re- di Paolo Marcozzi SPONTINI GASPARE (Piazza da Via Pergolesi all’Arco del Soccorso) Compositore e direttore d’orchestra (Maiolati, 1774-1851). Dopo i primi studi a Jesi, nel 1793 entrò al conservatorio della Pietà dei Turchini di Napoli, dove rimase per due anni. Nel 1796 compose il suo primo lavoro teatrale, la farsa Li puntigli delle donne, che venne rappresentata a Roma con successo. Nel 1799 si trasferì a Palermo come maestro di cappella dell’esule corte borbonica e nel 1801 tornò a Roma. All’inizio del 1803 andò a Parigi, dove l’imperatrice Giuseppina lo nominò compositore di camera; nel 1806 compose una cantata per Napoleone vincitore ad Austerlitz. Nel dicembre dell’anno seguente ottenne con l’opera Vestale un successo trionfale, che si ripeté nel 1809 con Fernando Cortez. Caduto Napoleone, si trovò in gravi difficoltà economiche e anche la sua produzione divenne mediocre. Naturalizzato francese nel 1817, gli fu conferita nel 1818 la Legion d’onore. Nel 1820, dietro invito di Federico Guglielmo III di Prussia, si trasferì a Berlino come Generalmusikdirektor, incarico che tenne per una ventina d’anni fra polemiche, contrasti e disguidi giudiziari. Si stabilì dunque a Parigi e di qui compì numerosi viaggi in Germania e Italia, ove istituì le Opere pie Spontini, tuttora esistenti. Nel 1850 fece ritorno a Maiolati, dove morì l’anno dopo. Il melodramma di Spontini deriva da quello di Gluck e precorre, nel processo di drammatizzazione, l’opera romantica. Oltre a quella di compositore, va segnalata la sua attività importantissima di direttore d’orchestra, svolta soprattutto durante il periodo berlinese. Compose per il teatro una ventina di opere, fra cui, oltre alle citate, Olympie (1819) e Agnes von Hohenstaufen (1827), ed inoltre cinque cantate, un inno, marce e notturni per orchestra, circa cinquanta liriche, esercizi vocali e di contrappunto, oltre a diversi trattati musicali. Le logge a sinistra della piazza erano dette i Saccù, perché colà, fino a qualche decennio fa, c’era la Cappella dei Sacconi, ossia dei soci della Confraternita dell’Orazione e Morte che qui indossavano i loro sacchi, cioè la divisa della confraternita. continua al prossimo numero Franco Croci, ha notificato ufficialmente al clero e al personale della Delegazione Pontificia e della Prelatura di Loreto la nomina, da parte di Benedetto XVI, di mons. Giovanni Tonucci ad Arcivescovo Prelato - Delegato Pontificio per il Santuario della Santa Casa di Loreto. Mons. Giovanni Tonucci, già arcivescovo titolare di Torcello, ricopriva al momento l’incarico di Nunzio Apostolico in Svezia, Danimarca, Finlandia, Islanda e Norvegia. E’ nato a Fano il 4 dicembre 1941. Conseguita nel 1960 la maturità classica, si è trasferito a Roma per frequentare il Pontificio Seminario Maggiore. Nel 1966 è stato ordinato sacerdote da mons. Costanzo Micci, allora vescovo di Larino. Nel 1968 è entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede, frequentando i corsi propedeutici alla carriera presso la Pontificia Accademia Ecclesiastica e proseguendo, nel contempo, la sua formazione presso l’Università Lateranense, culminata con la laurea in teologia e in diritto canonico. Dal 1971 al 1973, all’inizio della sua carriera diplomatica, si è trasferito prima a Yaoundé, in Camerun, e dal 1974 al 1976, ha operato a Londra. E’ quindi tornato a Roma lavorando nella Prima Sezione Affari Generali della Segreteria di Stato della Santa Sede, lazione con gli Stati, guidata da mons. Achille Silvestrini. Nel 1984 è stato assegnato alla Nunziatura di Belgrado, nella ex Jugoslavia, dove è rimasto fino al 1988, quando è stato trasferito a Washington D. C. (Usa). Il 21 ottobre 1989 è 2006 1 novembre 2007 1983 7 novembre 2007 Delfo Campodonico Maria Borocci I figli Giancarlo e don Emilio, unitamente ai parenti tutti, li ricordano con affetto a quanti li conobbero e li stimarono in vita. Una Santa Messa di suffragio sarà celebrata mercoledì 7 novembre alle ore 17,30 nella chiesa parrocchiale di Pantiere. Anniversario 1998 30 ottobre 2007 Nel nono anniversario della scomparsa di Alba Benini in Bravi stato nominato arcivescovo titolare di Torcello e nunzio apostolico in Bolivia. Giovanni Paolo II lo ha consacrato il 6 gennaio 1990. Nel 1996, lasciata la nunziatura in Bolivia, è passato all’incarico di Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite per l’ambiente e gli insediamenti umani e ha svolto l’incarico di Nunzio Apostolico a Nairobi (Kenia). Il 6 ottobre 2004 è stato nominato Nunzio Apostolico nei Paesi Scandinavi. L’arcivescovo Giovanni Tonucci prenderà possesso canonico della Prelatura territoriale della Delegazione Pontificia di Loreto il prossimo 1° dicembre. Tra du’ campanili El cielo Cognomi Sci Dio s’era scordado de fa ‘l cielo e l’ômo avesse voja de ‘nventallo, pure sci ce mettesse tanto zelo, sarìa ‘n’iniziativa che va a sballo. C’è chi dice ch’a Jesi ‘n semo bôni: ‘gnoranti, ‘ttaccabrighe, rognosetti; certo non è che ce mettiamo proni, ma ‘l resto è tutti quanti preconcetti. ‘N idea accuscì, lanciada a bruciapelo, te fa pensà: “Ma que ce vôle a fallo.” El fatto è che c’avemo come ‘n velo; alza ‘n po’ l’occhi, mettete a guardallo. ‘Cchiappa ‘na guida, lèggete ‘n po’ i nomi, guarda e st’attenti che non è scherzetti: uno se chiama PANE, me minchioni! mettece dendro du’ CIARIMBOLETTI! E’ come sci ‘n ce fosse, è trasparente, ma sci c’hai l’ale, oppure sai volà, te regge, te tiè su tranquillamente. VERDICCHIO, DOLCE, senti ‘n po’ che sôni, dopo c’avemo pure a CAPPELLETTI e po’ sci cerchi trovi a CANNELLONI; E soprattutto, dimme te: ‘l colore, guardelo be’, chi se l’podria ‘nventà? Soltanto Dio, e c’ha messo tanto Amore. c’êmo le squisidezze d’ogni sorta. Ancora dighi che non semo bôni? Figurede che c’emo pure a TORTA! Lucio Longhi Per la tua pubblicità rivolgiti a Voce della Vallesina Castelplanio - 60032 (An) - Via Roma, 117 - Tel. 0731.813444 r.a. - Fax 814149 www.fazibattaglia.com Anniversario Dal Salmo 15: Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena della tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra”. Non possiamo ancora far passare gli anniversari della tua scomparsa terrena senza un ricordo più diffuso rivolto anche a quanti ti hanno conosciuto. Non possiamo dimenticarti e ti consideriamo sempre al centro della nostra famiglia con tutto l’Amore che hai fatto nascere in noi. Il marito Fernando con i figli Marco, Carlo e Paolo e le loro famiglie In ricordo 5-11-1939 14-10-2006 Mario Venanzi L’onestà fu il suo ideale, il lavoro la sua vita, la famiglia il suo affetto. A tutti coloro che lo conobbero e l’amarono perché rimanga vivo il suo ricordo. IMPIANTI IDRAULICI ASSISTENZA TECNICA MATERIALI E ACCESSORI PER BAGNI TERMOIDRO di GIANFRANCO MUZI Via Giuseppe Guerri, 17 JESI Tel. 0731 200337 - 335.247108 In diocesi 28 ottobre 2007 9 Parrocchia Sant’Antonio Abate – Mons. Quagliani succede a don Masè Don Luigi, con passione a servizio della comunità I l 1° novembre prossimo la Chiesa jesina assisterà partecipe all’ultimo avvicendamento alla guida di una comunità; Mons. Giuseppe Quagliani, vicario del Vescovo Gerardo Rocconi, prenderà ufficialmente possesso della sua nuova parrocchia, quella dedicata a S. Antonio Abate. Succederà a don Luigi Masè, recentemente nominato canonico. Per un cristiano frettoloso, per uno di quelli che si fanno il segno della Croce raramente, la notizia potrebbe ridursi a queste prime, scarne righe, ma ai tanti abitanti che solo di recente sono andati a vivere nel quartiere Minonna credo possa fare piacere conoscere sia la storia della loro chiesa, sia quella del sacerdote al quale è stata affidata nel lontano 21 giugno 1971; una storia, la prima, che si sviluppa sulla figura e le opere di don Luigi. Luigi Masè nasce a Cupra Mon- tana il 25 gennaio del 1925 e sempre sul Colle del Verdicchio celebra la sua “Prima Missa” il 19 settembre del 1948. Il suo primo incarico fu quello di affiancare uno dei sacerdoti mitici del ‘900, don Ezio Balestra, parroco a Santa Maria del Piano; nei quattro anni passati al suo fianco, don Masè ha appreso molto, sia sul piano spirituale, così come su quello comportamentale e nei rapporti con i fedeli. Nel 1952 lo troviamo a Montecarotto, a fianco di mons. Carloni presso il quale prosegue il suo cammino che lo porterà, l’anno successivo, a reggere la Parrocchia di San Marcello. Un periodo intenso, fecondo e ricco di realizzazioni che si concluderà nel giugno del ’71. Il 26 giugno di quell’anno viene nominato parroco a S. Antonio Abate, una realtà territoriale istituita nel 1960 dove però non esisteva un vera chiesa, vale a dire un tempio degno di tale nome; c’erano due locali adattati a tale scopo, uno, attivo fino al 1965, a Gangalia, l’altro a Montegranale, operativo fino al ’78. Costituita la Parrocchia, che nel frattempo aveva visto passare don Giuliano Gigli come rettore, e i parroci, don Tarquinio Priori e don Fernando Fava, occorreva mettere mano alla realizzazione della Casa del Signore. A provvedere a ciò ci pensò mons. Maccari, allora amministratore apostolico della Diocesi di Jesi, che nel ’71 conferì a don Luigi l’incarico di “economo diocesano”. La pratica per la costruzione della chiesa fu portata avanti con passione, anche se, prima di iniziare i lavori, don Luigi dovette scontrarsi con la burocrazia che richiedeva pratiche su pratiche. Anche la scelta dell’area sulla quale erigere la chiesa costituì un problema che fu risolto grazie alla disponibilità di don Mario Bagnacavalli. Questi mise a disposizione una porzione di terreno di proprietà della parrocchia di S. Pietro; in tutto 15mila metri quadrati, quelli oggi riservati alle attività parrocchiali. Nel frattempo, per far fronte alle inevitabili spese ed essendo pressoché esauriti i contributi statali, furono vendute le proprietà di Montegranale. I lavori, su progetto redatto dall’ing. Giuseppe Lenti, furono iniziati nel 1974 per concludersi nel ’78. La chiesa, però, non era completa, mancavano le cappelle laterali e lo stesso altare, elemento essenziale per la consacrazione del tempio. Questo arrivò solo nel ’98 e fu veramente festa per il popolo del Borgo e per tutti i fedeli della parrocchia che hanno contribuito anche economicamente alla sua realizzazione ed al suo abbellimento (citiamo in proposito le artistiche vetrate e la statua di S. Antonio). In quegli anni furono realizzate 7 aule per il catechismo, sistemato il salone oggi gestito dagli Amici del Borgo, una società di parrocchiani che ha anche provveduto a dotare l’area di un campetto di calcio con fondo in materiale sintetico e a dare una sistemazione più che decorosa agli spazi verdi, in particolare quello destinato ai giochi all’aria aperta ed all’incontro. In tutti questi anni non è mai venuta meno la tradizionale festa di Sant’Antonio: un momento religioso fortemente radicato tra la popolazione e non solo. I 36 anni di presenza di don Lui- gi in questa parrocchia, però, non si possono ridurre ad una elencazione di cose fatte praticamente dal nulla; saremmo ingiusti se non riconoscessimo al sacerdote anche i tanti meriti pastorali. Oltre ad insegnare religione in scuole cittadine, don Luigi ha svolto il suo mandato tra la gente, ne ha raccolto i segreti, le confidenze, i timori, le gioie; ha assistito spiritualmente i malati, è stato accanto ai sofferenti e alle persone sole; ha insegnato la carità cristiana a tutti. La sua presenza tra i giovani ha contribuito alla loro educazione, sia civica che morale; ha sempre garantito l’insegnamento della catechesi, ha tenute aperte le porte della Parrocchia a chiunque e per qualunque ragione volesse entrare. Dal prossimo 1° novembre don Luigi si metterà in disparte, ma non si ritirerà dal contesto parrocchiale, sarà coadiutore del Parroco e potrà finalmente pensare un po’ di più alla sua salute malconcia, alternando la cura della sua persona alle preghiere per quelli che in questi ultimi 36 anni sono stati i suoi fedeli figli spirituali, per i tanti parrocchiani che ha visto nascere, ha battezzato ed ai quali ha amministrato più di un Sacramento. Sedulio Brazzini Foto Candolfi Parrocchia di moie Benvenuto don Fabio “S ignore, dona a Don Fabio la grazia di ascoltarci, di aiutarci nelle scelte e di darci tanta forza per camminare insieme, uniti nel tuo amore”: questo uno degli auguri che la comunità parrocchiale di Moie ha rivolto a don Fabio nel suo ingresso ministeriale, sabato scorso. Un freddo pomeriggio autunnale ha accompagnato il suo arrivo a Moie, a piedi, da Maiolati con un gruppo di fedeli di Santo Stefano dei quali don Fabio è stato parroco dal 1992. Il sindaco Giancarlo Carbini, i bambini della scuola materna “Domenico Pallavicino”, gli scout, i ragazzi dei gruppi parrocchiali, i membri delle associazioni, la Banda Musicale L’Esina e tante persone hanno accolto don Fabio in piazza Santa Maria. Un breve momento di preghiera si è svolto nell’abbazia Santa Maria, cuore della comunità, in cui è custodita l’immagine della patrona Maria, Madre di Misericordia. Ci si è poi incamminati verso la piazza della chiesa Cristo Redentore in cui il Sindaco Carbini ha rivolto il saluto al nuovo parroco e gli ha donato una storica immagine dell’abbazia. Carbini ha evidenziato il rapporto di collaborazione, in particolare su progetti dedicati ai giovani, con don Fabio parroco di Maiolati ed ha auspicato che la stessa sinergia continui nella vivace realtà di Moie, in cui, accanto a tante potenzialità, sono presenti delicati problemi sociali. Un affettuoso e sincero augurio è stato presentato, a nome della comunità, da Daniele Basili, responsabile parrocchiale di Azione Cattolica che ha ricordato gli anni di presenza a Moie, dal 1984 al 1989, di don Fabio come viceparroco ed ha sottolineato gli aspetti del suo carattere e del suo modo di fare e di essere, semplice, umile, discreto, riservato ma sempre cordiale, rispettoso di tutti, delle convinzioni e delle storie di ciascuno. “Auguriamo a don Fabio di continuare ad essere così. La nostra comunità è complessa e vivace ed è desiderosa di seguire il nuovo pastore nel cammino di fede, di testimonianza e di comunione con i fratelli che il Vangelo di Gesù ci insegna”. La celebrazione eucaristica si è svolta in chiesa con tantis- simi fedeli che hanno ascoltato la Parola di Dio, l’esortazione e la benedizione del Vescovo Gerardo, il rinnovo delle promesse del parroco, che hanno pregato per don Fabio “affinché alimenti sempre la vita spirituale dei fedeli a lui affidati” e per la comunità “perché sappia vivere in armonia e aperta alla grazia dello Spirito”. Il vescovo Gerardo ha invitato alla preghiera per le vocazioni ed ha esortato i giovani a rispondere alla sua chiamata, perché “Moie è un terreno buono per le vocazioni e questa comunità può dare molto”. Si è rivolto poi ai tanti collaboratori “affinchè continuino ad essere attivi con don Fabio per rendere sempre più bella la comunità, sposa del Signore”. Don Gerardo ha chiesto a don Fabio di essere sempre più un uomo di preghiera “perché è nell’incontro con il Signore, nell’orazione profonda, in un pensiero pieno di amore a Gesù, che puoi trovare la tua forza, il tuo incoraggiamento”. Un pensiero particolare è stato rivolto a don Gianni Giuliani che ha guidato la parrocchia di Moie per undici anni e che ha preparato a vivere e ad accettare il passaggio. Nel suo ingresso a Montecarotto, don Gianni invitò i parrocchiani di Moie a continuare a camminare con Don Fabio; invito ripreso dal Vescovo che ha detto: “Don Gianni ha portato questa comunità a un alto livello di fede e di disponibilità, ma non si finisce mai di crescere: camminate ancora”. La festa si è conclusa nel salone parrocchiale con la consegna di un dono al nuovo parroco: una bicicletta, strumento utile per muoversi con facilità per le strade di Moie e invito ad essere il più possibile tra la gente. Don Fabio ha ringraziato il Vescovo, i sacerdoti che hanno concelebrato, la sua famiglia, i maiolatesi e la sua nuova parrocchia che lo ha accolto con disponibilità e con fede. b.t. Nelle foto di Alberto Chiocca, alcuni momenti dell’ingresso a Moie di don Fabio, sabat0 20 ottobre 10 Arte 28 ottobre 2007 Il Vescovo ha incontrato e ringraziato le famiglie e quanti hanno collaborato per l’Agorà S Jesi: piccola diocesi dal grande cuore abato 20 pomeriggio non poteva avere miglior epilogo l’Agorà dei Giovani 2007. Tantissime famiglie, tra quelle che hanno dato la disponibilità per l’accoglienza dei giovani pellegrini dal 29 al 31 agosto, hanno gremito la Chiesa della Cattedrale accogliendo l’invito del nostro Vescovo. Con una sentita celebrazione mista di preghiera, di testimonianze e di canti, don Gerardo ha voluto ricordare insieme a quanti intervenuti i giorni del gemellaggio con le Diocesi ospitate, che vogliamo ancora una volta ricordare: Oppido Palmi, Cosenza, Parma, Trento, Santa Ruffina, con alcuni giovani di Milano e di Torino, nonché con i gruppi del cammino neocatecumenale molisani ed Ucraini. Sono stati ricordati anche i circa 600 giovani che hanno partecipato all’incontro con il Santo Padre a Loreto l’1 e 2 settembre e quanti ancora, della nostra diocesi, si sono riversati nella spianata di Montorso la domenica a godere delle parole del Papa che ancora oggi riecheggiano nei nostri cuori: andate controcorrente seguite Cristo fino in fondo, dando il proprio contributo alla edificazione di una società più giusta e solidale. Per entrare nel clima di gioia e di festa dei giorni dell’Agorà è stato anche presentato un suggestivo video e tantissime foto, una piccola selezione fra quelle che è possibile vedere e scaricare dal sito www.agorajesi. it. Molte delle famiglie presenti guardando quelle immagini avranno ripensato ai ragazzi ospitati, ai brevi ma intensi momenti passati insieme, ai loro dialetti, ai loro volti, a quei giovani che pur se accolti per pochissimi giorni hanno lasciato un vuoto e sono entrati nel cuore di tutti noi. Don Gerardo, nel ringraziare le famiglie, le parrocchie che si sono attivate, tutti i collaboratori, le tante ditte che hanno dato una concreta mano alla realizzazione dell’evento, ha voluto sottolineare nella sua omelia come tanti di coloro che sono stati accolti nella nostra Vallesina hanno voluto esprimere il loro ringraziamento, a questa nostra piccola diocesi dal grande cuore, per la fantastica ospitalità e per la autentica testimonianza di fede. Delle tante lettere, dei tanti messaggi ricevuti don Cristiano Marasca ne ha scelti due per la lettura, commoventi e molto significativi, che ci hanno fatto comprendere come fossimo riusciti a far sentire i giovani a casa loro, come dopo il timore iniziale si fossero sentiti accolti come dai propri cari e come nel momento del saluto, pieni di emozione, avessero il cuore gonfio di gioia per la bella esperienza vissuta. A conclusione della cerimonia il Vescovo ha donato a ciascuna famiglia un simbolo per ricordare l’Agorà e per ringraziare dell’ospitalità: un coppetto dipinto a mano dai ragazzi della cooperativa sociale Zanzibar di Jesi, che voleva rappresentare le tegole del tetto di una casa che accoglie e protegge e che custodisce le nostre famiglie. Durante la consegna del dono è stata ricordata la complessa organizzazione dell’evento frutto del lavoro e della collaborazione fra i componenti della segreteria, i referenti parrocchiali, i gruppi ecclesiali e tante altre persone che nei giorni dell’accoglienza hanno dato il proprio contributo. Gente di buona volontà che ha dato il meglio di se stessa e che vorremmo sempre attivi per la pastorale giovanile della CUPRAMONTANA– Il 4 novembre arriva Vittorio Sgarbi Una tela seicentesca a Santa Caterina I l noto critico d’arte Vittorio Sgarbi torna nelle Marche e torna a Cupramontana, dove si era già recato, la scorsa estate, in occasione della mostra del De Magistris a Caldarola e su invito del parroco di San Lorenzo, don Maurizio Fileni, convinto di aver rintracciato una tela dell’autore in mostra, quando invece si trattava di un Piazza. A distanza di qualche mese dalla scoperta Sgarbi sarà domenica 4 novembre alle ore 18, all’interno della chiesa di San Lorenzo per illustrare a tutta la cittadinanza e a quanti sono interessati la tela raffigurante “La morte di San Giuseppe” (3m x 1,80m), da lui attribuita al pittore veneto del ‘600 Paolo Piazza. Questa tela si trovava all’interno delle stanze private del monastero di Santa Caterina, insieme a molte altre ma, come spiega lo stesso don Maurizio, ”questa tela si discostava dalle altre in bellezza e fattura”; infatti era da anni che il parroco cercava di capire chi ne fosse l’autore. Dopo la visita della mostra dedicata a Simone De Magistris (pittore attivo tra la fine del ‘500 inizio del ‘600, nel sud delle Marche) don Maurizio si trovò convito di aver scoperto chi aveva dipinto la mirabile tela conservata a Santa Caterina: appunto Simone De Magistris. Ma questa ipotesi fu confutata da Sgarbi che venuto a Cupramontana, ha visto la tela in questione e, dopo averla analizzata, l’ha attribuita a Paolo Piazza. Come questa tela sia finita nelle Marche è un mistero, anche perché l’autore ha dipinto in mezza Europa, ma in Italia solo a Venezia, Roma e Umbria, mai nelle Marche. Riccardo Ceccarelli, bibliotecario del comune, nonché storico locale, ipotizza che sia giunta al monastero come “dote” di qualche monaca proveniente da una famiglia facoltosa o che sia stata acquistata in Umbria, durante la permanenza del Piazza in quella regione. La tela, risalente alla prima decade del Seicento, raffigura San Giuseppe sul letto di morte, assistito da Gesù e dalla Madonna, circondati da una miriade di angeli con in mano gli strumenti da falegname; sempre secondo Ceccarelli, la scelta tematica di San Giuseppe è da ricollegare a quella cultura devozionale che vedeva San Giuseppe come patrono dei morenti e, quindi, come preparazione alla buona morte. La tela ora si trova in restauro ad Urbino, nei laboratori di Nino Pieri, sotto la supervisione della soprintendente di Urbino, la dott.ssa Claudia Caldari. Il costo dell’intero restauro è stato finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, che nel territorio cuprense ha già finanziato altre opere di restauro e di recupero come il portale della chiesa di San Leonardo, le opere lapidee all’interno ed all’esterno della chiesa di San Salvatore di Poggio Cupro e la tela dell’“Incoronazione della Vergine” all’abbazia del Beato Angelo. Tutto ciò nella convinzione che conservare un bene culturale sia una forma efficace di promozione del territorio. Cristiana Simoncini CINEMA Festa internazionale di Roma – Soldini racconta la precarietà Lo scarpone È iniziata lo scorso giovedì 18 ottobre la Festa Internazionale del Cinema di Roma, alla sua seconda edizione, che di protrarrà fino al 27: Roma, trasformata in un grande red carpet, sta vedendo sfilare, a fianco di star come Tom Cruise e Monica Bellucci, anche moltissimi divi di casa nostra. E proprio in occasione della Festa (non Festival, l’organizzazione tende a precisare), sono state presentate anche alcune produzioni italiane: da “La Terza Madre” di Dario Argento, a “La giusta distanza” di Carlo Mazzacurati passando per “Giorni e nuvole” di Silvio Soldini, solo per citare alcune dei nomi italiani presenti. In una Genova che ritorna dopo “Agata e la tempesta”, il regista di “Pane e Tulipani” si cimenta in una storia che racconta uno dei più grandi problemi sociali del nostro Paese: la precarietà e la difficoltà di reinserimento nel mondo del lavoro per chi ha superato la soglia dei quarant’anni. Il film racconta il dramma di una buona famiglia genovese, gli Oliveri: lui, Michele (Antonio Albanese) è socio di un’azienda nautica, lei, Elsa (Margherita Buy) è una restauratrice a tempo perso. Nel bel mezzo della loro tranquilla vita di borghesi irrompe il licenziamento di Michele, che getta la famiglia in una profonda crisi economica, ma soprattutto, di identità. Il dramma che racconta Soldini infatti non è solo quello doloroso del tracollo, ma di una vera e propria perdita di identità sociale, che passa per mille lavoretti, orari improbabili, stipendi irrisori. E’ la crisi di un’Italia in cui le politiche di welfare stentano a decollare e ad allinearsi con gli standard europei: siamo infatti agli ultimi posti per il reinserimento degli over 40 nel mercato del lavoro dopo la perdita del proprio impiego, e sempre più spesso questo dramma emerge, anche dalle cronache nazionali. Un problema sociale che Soldini ha saputo raccontare con la consueta sensibilità, complice la scelta di un cast d’eccellenza che ha interpretato il dramma dei giorni “con le nuvole” con naturalezza e spontaneità. Giorgia Barboni nostra diocesi. L’Agorà non finisce qui e continua anche con gli eventi del 2008, primo fra tutti la Giornata Mondiale della Gioventù a Sidney. La GMG australiana potrà essere vissuta, non solo da coloro che andranno a Sidney, ma anche a Jesi. Il 20 ed il 21 luglio, sempre nel clima di gioia, è prevista l’opportunità di condividere momenti di spiritualità e di festa anche attraverso collegamenti in differita e in diretta per vedere ed ascoltare la veglia e la Messa del Santo Padre. Buona Agorà a tutti e di nuovo grazie alle famiglie della Vallesina. Andrea Bordoni Foto Cristian Ballarini Sabato 27 ottobre L’Acr è pronta per la Festa del Ciao Sabato 27 ottobre l’Azione Cattolica Ragazzi diocesana invaderà piazza Federico II° e tutto il centro storico per la “Festa del Ciao!”, appuntamento che apre l’anno associativo del settore dei ragazzi tra i 6 ed i 14 anni. Il tema della festa, che è anche quello dell’anno associativo, è “Superstrada con te”, cioè far capire l’importanza della ricerca e dell’incontro con Cristo sulle strade che ogni giorno percorriamo. Per raggiungere questo obiettivo, i ragazzi parteciperanno ad una grande caccia al tesoro in giro per il centro storico, intitolata “Alla ricerca di Gesù”, che li porterà alla scoperta dei sacramenti come il battesimo, la comunione e la cresima. Questo il programma: ore 15.30 ritrovo in piazza Federico II°; ore 16 accoglienza; ore 16.30 inizio caccia al tesoro; ore 18 momento di preghiera in Duomo; ore 18.30 conclusione. In caso di maltempo la festa sarà annullata. Nella foto un momento della festa dell’anno scorso. Vallesina 28 ottobre 2007 11 Mario Pasquinelli – la mostra personale dei nuovi acquerelli P Sintesi e ottimismo di linee e colori alazzo dei Convegni, venerdì 5 ottobre “ C’è il professore!…Dai, andiamo! Andiamo a salutarlo!” Entrano trafelate. Passano in rassegna velocemente i quadri che punteggiano entrambi i lati della lunga galleria, quasi a controllarne la paternità. Raggiungono la sala interna. Il professore è lì: è Mario Pasquinelli. Berretto e occhiali quasi un tutt’uno sul viso magro piantato in un corpo esile e dinamico. “ Sempre uguale! Sereno, lineare, mai ambiguo - mi spiega una delle due sue ex alunne avvolgendolo con un sorriso - Io lo ricordo sempre così: chiaro, lineare, sobrio come i suoi quadri.” E poi, incalzata dalle mie domande, mi indica un acquerello: “Anche se non si riconosce una zona in particolare, queste sono le nostre colline, è il nostro paesaggio: bello, dolce…Ha una mano leggera, sfumata, dai colori delicati e meravigliosi…A scuola ci insegnava che non dovevamo mai cancellare: era la prima linea che era importante. Ricordo che quando io volevo farlo per cercare la perfezione, lui mi riprendeva dicendo: -Sbagli, è già bello così perché è così che tu l’hai visto, l’hai sentito…Poi sul disegno passavamo il colore, ma la prima linea non si doveva toccare!…Apprezzava quando uno era se stesso, esprimeva quello che sentiva…” Professore Pasquinelli, dunque!... Dove ha insegnato? Sorride accomodante al mio modo di apostrofarlo, poi mi risponde. A Jesi, ad Ancona, a Castelplanio, a Montemarciano, e in alcuni paesi vicino Chiaravalle. Prima del ruolo, ho insegnato un anno alle Magistrali di Ancona, e per due, tre anni in quelle di Jesi; e anche ai Geometri del Cuppari. Eravamo vicini agli anni Cinquanta. Poi ho vinto la cattedra nelle scuole medie e ho insegnato disegno sempre lì, per quarant’anni. Avevo sette classi. Ho anche l’abilitazione per l’insegnamento dell’incisione delle Acqueforti. L’ho conseguita frequentando la Scuola del libro, di Urbino. - una scuola per illustrazioni e decorazioni del libro, appunto Si tratta dell’incisione, attraverso acidi, di lastre di metallo. Il calco del disegno ottenuto viene riempito con inchiostri speciali, e successivamente stampato premendo queste lastre su carta apposita. Quando si è accorto di questa sua vena artistica? Fin da monello. Durante l’Avviamento avevo una professoressa di disegno molto brava, delle parti di Modena. Quando ci diceva di eseguire un disegno dal vero, o di un soggetto specifico, io invece riempivo la pagina di pupazzi, di figure e altro. All’inizio lei quasi si indispettiva; poi mi ha lasciato fare e io mi sono sfogato…Vedendo che ero portato per la materia, mi ha incoraggiato a intraprendere la strada dell’arte. Purtroppo la mia famiglia non poteva permettersi di mantenermi agli studi fuori perché mio padre Settimio era un semplice sarto - aveva la bottega in via Aurelio Saffi - ed in casa eravamo sette persone. Fortunatamente riuscii a vincere una borsa di studio e così potei andare ad Urbino per tre anni di Superiori e due di Perfezionamento. Ricorda i suoi alunni? Com’erano? Bravi. Allora le classi si dividevano in femminili e maschili. Ricordo in particolare una ragazzina che disegnava che era un portento: oggi ha tre lauree. Conservo tutti i suoi disegni dei costumi di Carnevale fatti direttamente coi pennarelli, con mano veloce e sicura: io la guardavo lavorare incantato. Cosa le piace fare di più? Tutto. Ho eseguito lavori con le tempere, con gli acquerelli, con gli oli…Insegnando ad Ancona, ebbi l’opportunità di conoscere Bruno da Osimo, uno xilografo molto bravo. Nelle ore libere, in attesa del treno, lui cominciò a darmi i colori e la carta, e io andavo al porto ed eseguivo degli acquerelli: prima di allora non li avevo mai fatti perché alla Scuola del libro avevo studiato tutt’altro. Oltre alle Acqueforti, infatti, c’era la xilografia, la litografia, la legatoria: un sacco di materie, insomma. In realtà avevo una passione nascosta: quella di realizzare dei cartoni animati, di riprodurne il movimento. Ricordo che preparai dei bozzetti con animali e personaggi stilizzati; poi ognuno lo scomposi in più figure e lo ripresi con la cinepresa, creando così il movimento. C’è stato un periodo in cui ho disegnato anche i fumetti. Alcuni di essi sono ancora esposti in una sala della scuola media Savoia. Qualche storia a fumetti l’ho disegnata per Jesi e la sua Valle: un piccolo volume che avevamo cominciato a regalare ai lettori per il Natale, e che poi non ho più continuato perché avevo tante cose da fare. Ho illustrato anche la prima Storia di Jesi di Giuseppe Luconi. Ancora, ho disegnato le copertine per JV e le illustrazioni interne per Natale Anconetani. Poi stralci di paesi, momenti di festa, manifestazioni…Non ho eseguito mai vere caricature, anche se ai miei disegni davo un certo tono caricaturale. Avevo un blocchetto a portata di mano e schizzavo tutto ciò che immediatamente mi colpiva. Lo buttavo giù così, rubando attimi di immagini ovunque, per strada, al mercato mentre aspettavo mia moglie che faceva la spesa: quattro segni e via, momenti che fuggivano subito. Quindi, dovendo insegnare, quando trovava il tempo per dedicarsi alla pittura, alle incisioni e al resto? Diciamo che mi dedicavo ad essi soprattutto durante le vacanze estive, o nel periodo di Natale. Andavo in diversi paesi, anche fuori regione. Per esempio in Abruzzo, dove facevo le estemporanee. Il che significava andare in un luogo all’aperto, dipingere per alcune ore prefissate e poi consegnare il lavoro ad una giuria che lo valutava. Ne ho seguite oltre trecento e sarò stato premiato una sessantina di volte con coppe, medaglie, premi acquisto. Questa invece sarà la quarantasettesima personale che allestisco, e ogni volta con lavori eseguiti con tecniche diverse. Quali località ha frequentato di più? Oltre ai paesi qui attorno e ad Ancona, sono stato a Fabriano, a Numana, a Sirolo. In alcune città dell’Abruzzo. Ho partecipato a diverse mostre collettive in tutt’Italia. Sono ritornato spesso a Cortina, precisamente a Pieve di Cadore dove c’era un albergo gestito da suore laiche e che dava lavoro a diverse ragazze di Jesi. Ho partecipato a tantissimi concorsi, anche internazionali come quello di Tolentino che conserva nel suo museo un mio lavoro a fumetti. Come soggetti privilegia soprattutto i paesaggi… Mi piacciono, però questo non mi ha impedito di seguire altri filoni… Per un certo tempo, per esempio, ho disegnato “le monachelle”, piccole suore molto stilizzate e ritratte in maniera un po’ sarcastica, umoristica. Un modo fantasioso, diverso, insolito forse, che mi venne in mente un giorno recandomi a Cingoli dove avevo una cugina suora che insegnava in un asilo. Vedendole con quel grande cappellone sulla testa, decisi di fargli un ritratto, un acquerello. In seguito, ho continuato stilizzandole e giocando un po’ su quella sorta di gerarchia che si instaura sempre in determinati ambienti. In questa mostra ci sono lavori nuovi? Per la maggior parte sì: le tempere, alcuni acquerelli. Si riconoscono perché ora sono più sintetici e meno realistici. Siccome raramente mi capita di dipingere all’aperto, riproduco il paesaggio prendendo spunto dai lavori che ho già realizzato, e dandogli un taglio, un’angolazione diversi, un’interpretazione più stilizzata… Anche nei colori c’è un’ impronta diversa: sono più freschi, quasi trasparenti, aerei. Più pacati e soffusi, venati da note fantasiose e serene, che ispirano ottimismo, comunicano positività… Forse perché anch’io ho ormai una certa età: sono del 1920! Ho notato delle signore che le chiedevano consigli per eseguire al meglio gli acquerelli… Deve sapere che l’acquerello è un lavoro molto difficile e ci riescono bene soprattutto quelli che sanno fare le incisioni perché ci vuole quella decisione, quella padronanza nei gesti che sono determinanti per la sua creazione: devi “buttare giù” senza pentimento! E queste composizioni col cartoncino? Le ho realizzate con le scatole vuote dei profumi: piccoli giochi di sovrapposizione di forme, linee, colori. Sono circa una quindicina. Fotoservizio Paola Cocola Premio Rosora per il paesaggio R Il ricordo di Edmondo Giuliani osora ha ricordato il pittore Edmondo Giuliani, il “cantore della Vallesina” come è stato chiamato, a sei mesi dalla sua morte avvenuta il 13 aprile scorso, cosa che la sua città Jesi, non si è neanche ancora sognata di fare. E lo ha fatto con una mostra, curata da Ezio Bartocci ed inaugurata il 17 ottobre, dedicata ad Edmondo Giuliani e all’incisore urbinate Umberto Franci, presente all’inaugurazione anche Corrado Olmi, amico da sempre di Giuliani. Dal 1955 Rosora organizza il “Premio Rosora”, una “extemporanea di pittura”. Negli ultimi anni gli artisti, che un tempo non avevano grandi occasioni per farsi conoscere la frequentavano numerosi, si erano notevolmente diradati. Ecco allora che l’Amministrazione Comunale e la Giuria del Premio hanno creduto bene di non annullare l’iniziativa ma di trasformarla in “Premio Rosora per il paesaggio”, dato che il paesaggio con i suoi vari aspetti da sempre è stato il soggetto di tutti gli artisti che raggiungevano Rosora. Quest’edizione ha visto così premiati Edmondo Giuliani (alla memoria) per i suoi acquerelli ed Umberto Franci per le xilografie. Una mostra in Palazzo Luminari ha raccolto un’ampia rassegna degli acquerelli di Giuliani e di xilografie di Franci. Non c’è casa in Jesi e in Vallesina che probabilmente non abbia una tela o un acquerello di Giuliani, abituati come siamo stati per decenni a vederlo dipingere nelle nostre piazze e opere “con l’eleganza e la grazia che, lungo le nostre come scrive Ezio Bartocci nel catalogo strade, scam- della mostra, molto raramente troviabiare con lui mo anche nelle più celebrate e fortunate una parola ed incisioni del ‘900”. Pur diversi i due aracquistare poi tisti premiati, sono accomunati in quel da lui il dipin- “paesaggio” che ha formato in gran parto che ci faceva te il soggetto della loro arte e che ci si sotto i nostri presenta come momento di contemplaocchi. Con i co- zione e di possibile osmosi tra il nostro lori “ha cantato” sguardo e quello dell’artista. Un’opera di la nostra valle, ogni artista premiato entrerà a fare pari paesi, i declivi te di quella Civica Raccolta di arte condelle nostre col- temporanea dedicata al paesaggio che line, gli angoli Rosora intende realizzare. Un’intuizione più suggestivi, questa e quella di voler ricordare Edcon quell’immediatezza e quello sguar- mondo Giuliani che non possono non do che tradivano il suo profondo amore meritare un unanime consenso. per la nostra terra ed il nostro inimitaRiccardo Ceccarelli bile paesaggio. Umberto Franci, ancora attivo nonostante i suoi 98 anni, si espri- Nella foto di Anna V. Vincenzoni, l’arme attraverso la xilografia, incisione su tista Giuliani mentre dipingeva per le legno, con tecnica rigorosa, realizzando piazze della Vallesina 12 Regione 28 ottobre 2007 Incontri in biblioteca: la riscoperta di un poeta della nostra terra T La “Musa paesana” di Jacopone da Jesi roppo spesso la poesia dialettale è considerata un genere letterario minore. Non è così. Il dialetto riporta direttamente alla radice culturale e alla memoria storica di un popolo ed è premessa ad altre forme di linguaggio. Non dovrebbe quindi essere disperso o dimenticato o tenuto in scarsa considerazione. Con questo proposito, di cui si è fatta portavoce la prof. Maria Lenti, è stata oggi ristampata una raccolta di versi in vernacolo di un poeta ‘nostro’: Giacomo Magagnini, o Jacopone da Jesi, come amava firmarsi. Si tratta di “Musa Paesana”, un libro che, come è stato spiegato nella presentazione avvenuta presso la Salara il 18 ottobre, ha attraversato per quasi un secolo “un’avventurosa vicenda editoriale”. Vale la pena ricordarla. Sia- mo nel 1912: Giacomo Magagnini, su richiesta dell’amico tipografo Flori spedisce, per realizzarne un libro, una serie di poesie già pubblicate ‘qua e là’ dal 1890 in poi. Scoppia la prima guerra mondiale e tutto è rimandato. Segue un silenzio di diversi anni; poi nel 1922, quando nemmeno Jacopone lo ricordava più, le poesie vengono finalmente pubblicate. Saranno anche ripubblicate più tardi, sempre dalla Tipografia Editoriale Flori, nel 1974. Ora ne è stata curata una terza ristampa, più o meno identica alla precedente. Artefice del progetto è Ezio Bartocci, artista e cultore del nostro territorio. Sono stati implicati nell’iniziativa la direttrice della Planettiana, Rosalia Bigliardi; l’assessore alla Cultura di Jesi, Valentina Conti; Federica Coppari, autrice di un libro, “I poe- ti dialettali jesini”, in cui riconsidera in forma non accademica lo stesso tema della sua tesi di laurea e Maria Lenti, scrittrice, che ha illustrato e analizzato con puntualità e rigore i contenuti dell’opera di Magagnini. La manifestazione, organizzata per la serie degli “Incontri in biblioteca”, precede altre che, come ha preannunciato la dott.ssa Bigliardi, avranno luogo a novembre e a dicembre. Un pubblico qualificato e due presenze importanti: Mauro Magagnini, nipote del poeta e Corrado Olmi. L’attore ha letto, con diverso stile di recitazione, alcune delicate poesie d’amore e alcuni saporosi passi de “La sfida de Barletta” che, con “L’Iliade travestita con abito dialettale jesino”, costituisce un unicum tra i generi letterari trattati dalla nostra poesia in vernacolo. La prima impressione di chi sfoglia e legge è una freschezza di linguaggio rimasta inalterata nel tempo e, di scorcio, un’attualità sorprendente di contenuti. Il dialetto non è scelto come lingua d’artificio, ma è usato con naturalezza, per un’esigenza di semplicità, essenzialità, schiettezza, immediatezza comunicativa. Nei numerosi e vari temi trattati la prof. Lenti ha individuato in essenza tre diversi percorsi: una vena bozzettistica che mette in luce l’acuto spirito di osservazione dell’autore; una genuina saggezza popolare e un’ispirazione che attiene a una visione politica, non tuttavia elaborata in forma di invettiva come in G. Belli, o accomodante, come in Pascarella, o distaccata come in Trilussa. Presenta invece risvolti giocosi, ambigui, ammiccanti, allusivi. Non sfuggono pure una profonda religiosità, un toccante lirismo di sapore pascoliano, una cultura di vasti orizzonti, una conoscenza precisa della metrica, un’attenzione ravvicinata agli eventi della storia contemporanea. Ma al di sopra e al di là di questa ricchezza di contenuti a Giacomo Magagnini va riconosciuto un merito specialissimo: quello di essere stato il primo a trattare il vernacolo jesino e a nobilitarlo. Anche le vicende umane di Giacomo Magagnini sarebbero da riconsiderare. Sappiamo che fu segretario generale del Consiglio Superiore dei Telefoni di Stato e che per merito suo Jesi, nel 1914, fu il primo comune italiano ad essere servito del telefono automatico (la centrale era installata proprio al piano terra del Palazzo della Signoria). Sappiamo pure dei suoi vari interessi culturali, fra i quali non è da dimenticare quello per la musica. Non sapevamo però di un dramma che lo aveva indelebilmente segnato: la scomparsa improvvisa del suo secondogenito, Giovanfrancesco, morto ‘di schianto’ appena tredicenne a Roma il 27 aprile 1923 e ricordato nella commovente dedica del libro. L’ultima lirica della raccolta, che ha per titolo la stessa data della tragedia, ne testimonia un titanico superamento. E’ così che Giacomo Magagnini lascia al lettore anche un estremo, vigoroso messaggio di speranza. Fotoservizio Augusta F. Cardinali Nella foto da sinistra: Rosalia Bigliardi, Federica Coppari ed Ezio Bartocci; nell’altra Corrado Olmi secondo rapporto del’Istituto Eurispes Banca Marche, Western & Co, Museo del Balì: modelli di responsabilità sociale e innovazione L’ Eurispes, Ispes fino al gennaio 1993, è un ente senza fini di lucro ed opera dal 1982 nel campo della ricerca politica, economica, sociale e della formazione. L’Istituto realizza studi e ricerche per conto di imprese, enti pubblici e privati, istituzioni nazionali ed internazionali. Nello stesso tempo, promuove e finanzia autonomamente indagini su temi di grande interesse sociale, attività culturali, iniziative editoriali, proponendosi come centro autonomo di informazione ed orientamento dell’opinione pubblica e delle grandi aree decisionali che operano nel nostro Paese. Sono cento - di cui tre marchigiane: Banca Marche; Western & Co, di San Benedetto del Tronto; Museo del Balì, di San Martino di Saltara, di Fano - le Eccellenze individuate dal 2° Rapporto dell’Eurispes tra le numerose realtà imprenditoriali ed istituzionali italiane osservate sul piano nazionale costituito da un sistema economico di oltre sei milioni di imprese. La pubblicazione è stata presentata dallo stesso presidente regionale dell’Istituto, Camillo di Monte, in un incontro tenuto presso la sede centrale di Banca Marche nella mattinata di mercoledì 10 ottobre, con i rappresentanti delle aziende marchigiane selezionate. “Siamo molto onorati di far parte di questa pubblicazione e di questo riconoscimento – ha esordito il presidente di Banca Marche, dr. Lauro Costa – che premia un percorso fatto di impegno e tenacia, e guidato da un progetto ben preciso che è stato appunto quello di riuscire a creare una banca regionale efficiente ed efficace non sono legate solo ad imprese private ma in essa intervengono anche casi di soggetti pubblici. E questo fa bene. Così come fa bene, in una situazione economica difficile, vedere tra le eccellenze un Istituto di credito. Ciò mette in evidenza soprattutto la sua capacità di dialogare con il cliente, di percepire le problematiche del consumatore e di avere nei suoi confronti un approccio responsabile.” “La nostra ricerca - ha continuato il presidente - si è basata su quattro indicatori relativi alla propensione da parte dell’azienda all’innovazione; alla tipologia dei servizi erogati; alla sua disponibilità ad investire nella ricerca, aspetto quest’ultimo che semina credito nella futuribilità di quel modello. Abbiamo in effetti avuto modo di verificare come degli approcci innovativi possano anche essere dei modelli per alcuni tipi di economia. Come Istituto crediamo prioritarie le politiche legate al credito e al consumo. Nel nostro Osservatorio raccogliamo informazioni a volte sconcertanti e, poiché non possianell’organizzazione e nei rapporti con il territorio.” Per il mo fare degli interventi nei confronti delle aziende che direttore generale Massimo Bianconi risulta anche “im- non hanno un approccio responsabile, cerchiamo di far portante sottolineare i tre aspetti diversi per i quali la emergere chi il rapporto responsabile ce l’ha, mirannostra regione si è distinta nel Rapporto, relativi alla cul- do con questo a stimolarle verso modelli di azione che tura, all’industria innovativa nel campo dell’energia rin- danno risposte concrete alle diverse emergenze sociali. novabili, all’istituto di credito. E che confermano la sua Ci tengo a precisare che le Marche hanno dimostrato di capacità di generare nuove iniziative, di essere attrattiva avere diverse Eccellenze per cui stiamo pensando di elaper il livello della qualità della vita, di avere aziende di borare anche un Rapporto regionale in cui trovino spauna certa caratura.” zio sia le grandi che le piccole realtà imprenditoriali ed “L’importanza della pubblicazione sta anche nel fatto- ha istituzionali.” precisato Camillo di Monte – che le cento Eccellenze Fotoservizio Paola Cocola 13 In dialogo Opinioni a confronto 28 ottobre 2007 In questa rubrica diamo spazio a lettere, opinioni o contributi dei lettori, purchè non inviati anche ad altri giornali. Chiediamo agli scriventi di essere sintetici. Scritti troppo lunghi potrebbero non trovare spazi o essere necessariamente tagliati. La pubblicazione non significa condivisione dei contenuti. Gli scritti si possono inviare per email a [email protected] Le lettere, per essere pubblicate, devono contenere esplicitamente il nome, l’indirizzo e il numero di telefono del mittente Politica cittadina Leggo tutte le settimane gli articoli di v.m. perché sono interessato alle opinioni di un uomo di cultura della nostra Jesi. Da gli articoli susseguitisi, secondo me, traspare sempre più una certa amarezza per quello che è successo dopo la tornata elettorale e via via in questi mesi trascorsi dalla elezione del Sindaco e della giunta. Non vedo la “baldanza” che c’era durante la campagna elettorale e la “gioia” della elezione del sindaco Belcecchi; che è successo forze qualche delusione? (con il senno di poi tutti sono buoni a dire) qualche previsione fatta da qualcuno, caro v.m., non era proprio da cassandra, non immaginavi affatto che facendo appello caldo a votare la coalizione, che poi ha vinto, ci sarebbe stata a Jesi una giunta di Sinistra-Centro anziché una giunta di CentroSinistra? Ora cosa stiamo a recriminare se la nostra città è in balia delle segreterie provinciali dei “partitini” che comandano la terra di conquista jesina. E’ giusto quello che dici in un tuo scritto che una città come Jesi con 40.000 abitanti un uomo di cultura “cercandolo magari con il lanternino” si poteva pure trovare, anche se la cultura, come qualcuno ha detto, non ha confini, poi se l’assessore viene dalla “capitale” delle Marche………..bè allora….. Ti lamenti poi che la statua di Federico II è ancora fuori delle mura, il sondaggio dal Comune è stato fatto prima delle elezioni con tante promesse di spostamento e collocazione nella piazza a lui intitolata. Ti lamenti ancora se siamo stati presi per il cilindro dei pantaloni. Non è che tutto ciò mi consola e mi riempie di gioia anzi. A volte è meglio pensarci prima che lamentarsi dopo. Con sempre maggior affetto. Aldesino Fioretti Caro Aldesino, non rispondo alle “baldanze” e alle “gioie” perché mai esistite come tali. Fu una scelta politica fatta a ragion veduta. Che però, guai volesse dire concordare sempre e comunque con il sindaco e con la giunta alla quale è stato espresso un consenso elettorale. Le tue osservazioni mi onorano nel senso che dimostrano come, pur avendo appoggiato una linea politica, sono libero – e guai non lo fossi – di fare tutte le osservazioni - pro o contro - che mi risultino opportune al momento giusto. Anche se in contrasto con le scelte del sindaco. E’ questa la vera partecipazione e la vera collaborazione di cittadino e di elettore. Ti ringrazio che mi leggi con attenzione. Salutissimi. Vittorio DISSERVIZI DI TRENITALIA ALLA STAZIONE DI JESI Una stazione strategica con servi- diventa invece, fonte di disagio e zi inadeguati. E’ questa, purtrop- disorientamento per gli utenti. Alpo, la realtà dello scalo ferroviario l’interno della stazione esiste da di Jesi che la consigliera regionale anni un punto vendita di giornali e Katia Mammoli denuncia in una riviste, di proprietà di Trenitalia e interrogazione presentata al Pre- autorizzato a suo tempo in deroga sidente della Giunta regionale. alla pianificazione comunale delle Lunga la catena di disservizi, attri- edicole proprio per la sua rilevanbuiti a Trenitalia, che affliggono i za ed utilità. numerosi pendolari che quotidia- Da tempo l’edicola è inspiegabilnamente utilizzano la stazione per mente chiusa. recarsi al lavoro. In primo luogo la Numerose - ricorda la Mammoli biglietteria, in funzione con ora- - sono state le sollecitazioni prori di apertura variabili di giorno venienti dai cittadini e dalle istituin giorno ed incerti, non certo ri- zioni per poter ottenere un funziospondenti a quello che dovrebbe namento almeno dignitoso di queessere un servizio pubblico che sti servizi. Le richieste non hanno Federico II in piazza Spontini Sono un attento lettore del suo periodico e nell’ultimo numero Giuseppe Luconi a proposito della statua di Federico II° e della sua collocazione in piazza del Duomo esprime con il suo stile lineare il suo disappunto per questa decisione. Sono d’accordo con l’ex direttore. Ma è mai possibile che presso la residenza municipale non ci sia più qualcuno che riesca a ragionare con un pizzico di equilbrio e che si debbano fare le cose aggiungendo confusione a confusione? Si dirà: c’è stato un referendum e la partecipazione è sovrana; ma in questo caso la partecipazione è servita a togliere le castagne dal fuoco a chi non sa decidere con raziocinio. E’ venuto mai in mente ad alcuno di piazzare la statua di Federico II in piazzetta Spontini a ridosso della scalinata? Federico II si troverebbe con le spalle verso le colline della vallata e con la parte anteriore rivolta verso il comune, addirittura accarezzato da quel gesto che fa con la mano. Non occuperebbe spazi del parcheggio e forse potrebbe avere un significato diverso rispetto alla piazza Federico II. Confido molto sull’interessamento del nuovo assessore alla cultura. lettera firmata avuto ancora alcuna risposta e la stessa possibilità di interloquire con telefonicamente con Trenitalia risulta regolarmente frustrata. La Mammoli sottolinea l’importanza della stazione di Jesi per la sua posizione strategica lungo l’asse ferroviario per Roma per la sua centralità rispetto ad una vasta zona dell’entroterra. Nell’interrogazione si chiedono al Presidente Spacca le motivazioni che hanno portato a questo stato di degrado e si sollecita una azione dell’esecutivo regionale per ripristinare un’adeguata funzionalità dello scalo. GRAZIE ZAGAGLIA Caro Vincenzo ti ho già espresso personalmente il ringraziamento per la tua costante e appassionata opera di uomo politico a favore della nostra città, sento però che non bastano gli affetti personali a renderti giustizia per la tua opera, devo per forza esternarli pubblicamente e far partecipe tutti della tua mancanza sulla scena politica cittadina. Stai attraversando un momento di stanchezza, riposati e rimettiti in forma per ritornare con forza a combattere secondo i tuoi, i nostri principi. Grazie Vincenzo un abbraccio fraterno. Tuo caro amico Aldesino “50 E 50. OVUNQUE SI DECIDE” La presenza paritaria, uomini e donne, nelle Assemblee elettive è un’esigenza della democrazia. La Costituzione afferma che “Tutti i cittadini dell’uno e dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge” . Un principio che oggi non è ancora attuato pienamente. Per questo le Consigliere regionali Stefania Benatti, Graziella Cariaci, Sara Giannini, Katia Mammoli, Adriana Mollaroli, Rosalba Ortenzi, Franca Romagnoli e l’assessore Loredana Pistelli invitano tutte le donne e gli uomini a firmare nelle sedi dei Comuni per una proposta di legge da presentare al Parlamento che riconosce la democrazia paritaria come uno degli aspetti fondamentali del vivere civile nel nostro Paese. 14 Vallesina 28 ottobre 2007 Jesi - Il Palazzo e dintorni AGENDA Il santo del giorno Giovedì 25 ottobre san Gaudenzio, venerdì 26 santi Luciano e Marciano, sabato 27 sant’Evaristo, domenica 28 santi Simone e Giuda, lunedì 29 beato Michele Rua, martedì 30 san Germano di Capua, mercoledì 31 san Quintino, giovedì 1° novembre Tutti i Santi, venerdì 2 commemorazione di tutti i fedeli defunti, sabato 3 santa Silvia, domenica 4 san Carlo Borromeo. Farmacie di turno a Jesi Giovedì 25 ottobre Barba, venerdì 26 Martini, sabato 27 Calcatelli, domenica 28 Grazie, lunedì 29 Comunale 1, martedì 30 Cerni, mercoledì 31 Comunale 2, giovedì 1 novembre Grammercato, venerdì 2 Coppi, sabato 3 Moretti, domenica 4 Barba. Farmacie di turno in Vallesina Giovedì 25 ottobre Montecarotto, venerdì 26 Moie (Angelico), sabato 27 Macine, domenica 28 Moie (Lucarelli), lunedì 29 Angeli, martedì 30 Poggio San Marcello, mercoledì 31 Pianello Vallesina, giovedì 1° novembre Moie (Lucarelli), venerdì 2 Montecarotto, sabato 3 Moie (Angelico), domenica 4 Macine. Anagrafe Nati a Jesi 5 settembre Michele Mirizzi; 24 settembre Ramazan Useini, 25 settembre Nanai Khalil Carletti e Giuseppe Amatore; 26 settembre Jessica Amira Szenuka; 27 settembre Lorenzo Curzi e Yassin Asri; 30 settembre Amal Marzouk; 1° ottobre Mohamed M’Hamed e Lucrezia Togni; 2 ottobre Giulia Bordoni; 3 ottobre Yasmine Harmach; 4 ottobre Mattia Marigliano e Matilde Coppari; 5 ottobre Elara Micheli; 6 ottobre Fatma Khalifa Ben. Deceduti a Jesi 8salvo diversa indicazione) 28 settembre Maria Perticaroli (78) di Cupramontana, Dina Gregori (97); 29 settembre Alfredo Crucianelli (80) di Santa Maria Nuova, Emilia Palazzesi (85) di Maiolati Spontini; 30 settembre Claudina Lucarelli (83) di Serra de’ Conti; 1° ottobre Chiarina Balducci (91) di Moie, Maria Cardellini (90), Elio Brugiati (88); 2 ottobre Valerio Rossolini (79) di Monte Roberto; 3 ottobre Olga Bonci (81) di Cupramontana, Vinicio Rosini (79); 5 ottobre Silvio Cantucci (81), Vincenza Santoni (86) di Falconara Marittima; 6 ottobre Nazareno Bartolacci (85); 9 ottobre Chiara Pollonara (80) di Cingoli, Nunziata Bora (91) di Santa Maria Nuova, Tito Leonardi (84) di Rosora; 10 ottobre Tosca Borgiani (87) di Maiolati Spontini, Anselmo Renzi (91) di Morro d’Alba; 11 ottobre Anna Romagnoli (75) di Castelbellino, Raffaele Zenobi (82) di Jesi. NEGLI UFFICI POSTALI DELLA VALLESINA Servizio moneygram E’ partito un nuovo servizio presso gli uffici postali abilitati di Jesi e della Vallesina principalmente destinato ai lavoratori stranieri e agli imprenditori che intrattengono rapporti commerciali con l’estero. Adesso, oltre che trasferire contanti in tempo reale in 170 Paesi, con il servizio BancoPosta MoneyGram è possibile ricevere denaro in modo rapido e sicuro da 150 Paesi del mondo. Per alcune destinazioni (Sub-continente Indiano, America Centrale e del Sud, Polonia, Albania, Marocco e Senegal) vi sono inoltre particolari agevola- Un museo degli utensilia del sec. XX S alvo complicazioni bottega del “facocchio”, dell’ultima ora, vener- del ramaiolo, del faledì prossimo il consiglio gname, del fabbro, ecc. comunale prenderà in Si tratta di sistemare esame il programma di come cultura vuole un mandato proposto dalla migliaio di pezzi pregiunta. Un programma ziosissimi per la conoche, ci auguriamo, sia scenza dello sviluppo realistico, cioè che non della tecnica artigianale, dovrebbe promettere una tecnica ormai permari e monti, ma, sul- duta. Guai a perdere la base di un attento esame delle effettive esigenze della città e della cittadinanza, considerate sotto i loro molteplici aspetti, fissi le iniziative che effettivamente si prevede di poter portare a termine, dopo aver esaminato attentamente anche le possibilità finanziarie. anche le memorie che Niente sogni, dunque, più ci possono aiutare ma realismo. Il che vuol a recuperare le attività dire, in primis et ante lavorative del passato. amnia, fissare le prio- Concorda l’assessore rità, avere il coraggio alla cultura dott.ssa Vadi scegliere tra le molte lentina Conti? esigenze e richieste che NO ALLA PISTA vengono da tante parti. Pare sia sfuggita a qualPerché fare l’elenco del- cuno della giunta la le necessità della nostra proposta di una pista di comunità, è facile per pattinaggio su ghiaccio tutti: basta guardarsi da realizzarsi nel periocon attenzione d’attorno. do natalizio in Piazza E’ invece difficile sceglie- della Repubblica. Una re le priorità sapendo in vera pazzia perchè sapartenza di accontenta- rebbe una pista che, olre gli uni e scontentare tre tutto, non costituigli altri. rebbe nemmeno novità Noi azzardiamo una in quanto ne abbiamo proposta: la realizzazio- una a cinque chilometri ne del museo degli uten- da Jesi, perché sarebbe silia del secolo XX. Si una spesa insana, perbadi bene che si chiedo- chè ci sono mille altre no soltanto due stanze priorità. Penso si tratti per sistemare una col- solo di una boutade e lezione preziosissima di nulla più. proprietà dell’artigiano *** Lidio Santarelli. Nulla “Et censeo Matteotti curdi più. Egli, spinto dalla sum renovandum est” passione per le lavorav.m. zioni in rame & c., ha collezionato quanto un Nella foto, Lidio Santempo si poteva trovare tarelli artigiano e doin una qualsiasi cucina cente della università dei nostri nonni, in un degli adulti di Jesi Jesi - via Ugo La Malfa, 24 tel. e fax. : 0731.202894 - 202893 Da oltre 40 anni propone corsi permanenti, professionali e progressivi, lezioni a carattere individuale con sistema didattico esclusivo. Le iscrizioni ai corsi di hobbistica uso familiare, modellista, sarta – fashion designer sono aperte durante tutto l’anno zioni tariffarie. La procedura è semplice: gli uffici postali ricevono l’ordine di invio del denaro dal mittente e lo trasmettono telematicamenBANDO PER PROFESSIONI TURISTICHE te attraverso il sistema centrale di MoneyGram. La Provincia di Ancona ha indetto un bando d’esame per Ad ogni operazione vie- l’abilitazione tecnica all’esercizio delle professioni turistine assegnato un codice che di guida turistica, accompagnatore turistico e guida di riferimento che il mit- naturalistica o ambientale escursionistica. Possono partente deve comunicare tecipare tutti coloro che sono in possesso dei requisiti al beneficiario per poter di ammissione previsti dall’articolo 2 del bando. Le doriscuotere il denaro entro mande in bollo, distinte per professione, devono essere pochi minuti in una qual- redatte secondo il facsimile scaricabile dal sito dell’Ente siasi agenzia MoneyGram e indirizzate al Dirigente del VI Settore della Provincia nel mondo. Al momento di Ancona, Attività Economiche e Politiche Comunitarie dell’emissione, il mittente – Area Turismo Trasporti Agricoltura - Unità Operativa può inserire un messaggio Turismo, Via Palestro 7 – V piano – 60122 Ancona. gratuito di 10 parole (mas- Scadenza: 20 novembre. simo 80 caratteri). CESARI AGENZIA IMMOBILIARE Associata FIAIP INTEMEDIAZIONI PER VENDITA E LOCAZIONI, VALUTAZIONI, CONSULENZE, RICERCA DI FINANZIAMENTI Via Risorgimento, 23 MOIE Tel 0731 702564 - 347 5355258 www.agenziacesari.it FOCARELLI OTTICA 15 Sport 28 ottobre 2007 BASKET Giovedì turno infrasettimanale a Veroli Animali abbandonati: nuove stime del Ministero della Salute Una mascotte per San Giuseppe P luto è un meticcio bliche per il mantenicolor miele e panna mento dei cani in canili montata…E quasi la e rifugi) - legato alla mascotte del quartiere gestione di molti canili San Giuseppe. Qualche privati che hanno comese fa è stato investistruito la loro fortuna to da un’auto e l’incigrazie a convenzioni dente gli ha causato la milionarie con le amparalisi degli arti poministrazioni comunali. steriori. I suoi padroni I randagi ospitati nei però non l’hanno abcanili italiani sarebbebandonato, come tropro complessivamente po spesso accade ormai 229.444. Si contano 501 anche davanti al più i canili sanitari, 428 cabanale inconveniente. E nemmeno hanno nili rifugio in Italia. Risulta di 5.349.150 la ceduto a soluzioni e rimedi spropositati… popolazione di cani di proprietà. Sono inveIn realtà, per restituire a Pluto un po’ di au- ce 2.131.069 i cani registrati all’anagrafe catonomia, bisognava procurargli una protesi nina nazionale (cani identificati con microdi circa seicento euro. Impensabile spen- chip o tatuaggi) secondo i dati forniti finora dere tanti soldi per un animale, così come da 13 Regioni: un sistema da completare impensabile era lasciarlo in una situazio- ma indubbiamente utile per rintracciare i ne di difficoltà motoria. “Il bisogno aguzza cani smarriti e per scoraggiare gli abbandol’ingegno” si dice, e in effetti i suoi padroni ni perché i legittimi proprietari sarebbero si sono inventati una protesi “fatta in casa”, facilmente identificabili e perseguibili per con le rotelle riciclate forse da qualche gio- tale reato che prevede l’arresto fino a un cattolo o attrezzo, e poi applicate ad un anno o l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro supporto di ferro…chissà? (art. 727 Cp).” Fatto sta che Pluto scorazza di nuovo con “Certamente è difficile avanzare delle stila spavalderia di un eroe, allegro e “cante- me sulla popolazione reale dei randagi in rino”, per le strade e i parchi del quartie- Italia e anche sugli animali di proprietà re, rincorso dai sorrisi teneri e sorpresi dei - commenta la LAV - Tuttavia questi dati forpassanti. niti dalle Regioni al Ministero della Salute Quanti, nella stessa situazione, avrebbero stranamente indicano una riduzione dei continuato a tenere con sè il cane impe- cani di proprietà, che sarebbero passati dai gnandosi a trovare una adeguata soluzio- 5.516.449 del 2002 a 5.349.150, mentre tutne? te le indagini degli ultimi anni indicano una Secondo le stime della LAV( Lega Antivivise- popolazione di cani di proprietà aumentata zione) sarebbero circa “140.000 gli animali, fino a circa 7 milioni, e 7,5 milioni di gattra cani e gatti, abbandonati ogni anno in ti. Una recentissima indagine di Consodata Italia. Gli abbandoni si verificano durante indica che più della metà delle famiglie itatutto l’anno, con punte di oltre il 30% nel liane, il 58,6%, possiede un cane o un gatto. periodo di apertura della stagione venato- Temiamo, purtroppo, che anche i dati miniria, per opera dei cacciatori che “provano” i steriali sui cani randagi siano sottostimati: cani e si disfano di quelli che non “funzio- secondo la LAV i cani vaganti in Italia sarebnano” e il 25% in estate. Il fenomeno degli bero almeno 1 milione e 550.000 quelli nei abbandoni alimenta peraltro un enorme canili, molto spesso strutture gravemente giro d’affari - stimato in circa 500 milioni di sovraffollate.” euro all’anno (stima delle sovvenzioni pubp.c. Per la Fileni Bpa è tempo di derby I l pronto riscatto della Fileni Bpa dopo la sconfitta casalinga di due settimane fa non c’è stato. Domenica scorsa gli arancio-blu sono incappati in un nuovo passo falso a Ferrara (78-72). Agli jesini non sono bastati i 27 punti ed il 75 per cento da tre di un grande Hoover (nella foto di Candolfi). La classifica dopo il terzo turno di andata: Ferrara e Sassari 6 punti; Caserta, Novara, Pavia, Casale Monferrato, Reggio Emilia e Soresina 4; Fileni Bpa Jesi, Fabriano, Rimini, Imola, Montecatini e Veroli 2; Livorno e Pistoia 0 punti. Oggi, domenica 28 ottobre, al PalaTriccoli si gioca l’attesissimo derby con il Fabriano (ore 18.15). I cartai in estate hanno rivoluzionato la rosa. Al nuovo tecni- co, Massimo Bernardi proveniente da Sassari, si chiede per prima cosa la salvezza. Punti di forza sono l’oriundo Sciutto e la coppia americana Gansey-Wells. Giovedì 1° novembre la Fileni tornerà in campo per il turno infrasettimanale, in casa della matricola Veroli (ore 18.15). I laziali, guidati dall’esperto tecnico Gramenzi, hanno una coppia di statunitensi di grande valore, come Carter e Grant. In rosa c’è anche l’ex Polonara. Giovedì 18 l’Aurora ha presentato la “Scuola di tifo etico”, riservata ai ragazzi dai sette ai dodici anni. L’iniziativa, partita sabato scorso presso il MyNonna-Scimpa Village, ha come obiettivo quello di insegnare ai giovani come sostenere la loro squadra del cuore. Giuseppe Papadia VOLLEY Dopo il successo con Roma Monte Schiavo a Castellana per la Coppa È iniziata con un successo l’avventura della Monte Schiavo Banca Marche nella prima fase della Coppa Italia. Domenica scorsa al PalaTriccoli le “prilline” hanno regolato in poco più di un’ora la 1° Classe Roma con un secco 3-0 (parziali: 25-17, 25-18, 25-23) davanti ad appena cinquecento spettatori. Privo di Bown e Caroline, Abbondanza aveva schierato come centrale la giovane Padua (nella foto di Ballarini) e successivamente aveva dato spazio anche alla regista in seconda, Chmil. Mercoledì 17 le jesine avevano chiuso il primo blocco di partite del campionato con una dura sconfitta. A Ber- gamo era finita 3-0 (parziali: 25-21, 25-23, 25-17) per le padrone di casa. La classifica ora, vede le rossoblu staccate di sei lunghezze dal Berga- mo, capolista solitaria con 12 punti. Mercoledì 24 la Monte Schiavo è tornata in campo al PalaTriccoli per il secondo turno di Coppa Italia contro il Castelfidardo. La classifica del gruppo B: Monte Schiavo Banca Marche Jesi e Castelfidardo 3 punti; Castellana Grotte e Roma 0. Oggi, domenica 28 ottobre, Togut e compagne sono ospiti del Castellana Grotte (ore 17.30), formazione che milita in A2. Le pugliesi, allenate da Radogna, sono la quarta forza del loro campionato e possono contare su giocatrici come Quaranta e Zannotti, entrambe con un passato nella massima serie. Gip CALCIO FEMMINILE Campionato fermo, si riprende domenica 11 Eccellenza Promozione In extremis ci sfugge la vittoria Al novantunesimo, proprio mentre i tre punti stavano per essere conquistati, testardamente il vigorino Bartoccetti prova e riprova finchè raggiunge il gol: pareggio 1-1 per i senigalliesi e delusione per i nostri leoncelli! I quali avevano con bravura e ordine difeso il vantaggio, meritato dal bomber Crispino su passaggio volante di Borrelli: lo zero ad uno fuori casa avrebbe non solo portato tre punti, ma sarebbe maturato anche in stimolo psicologico per i nostri giovani calciatori. Possiamo dire infatti che la Jesina, con la regia di mister Trillini, sta facendo passi consolanti nella crescita e nella maturità di gruppo. Il comportamento di squadra temibile anche in trasferta va diventando una buona abitudine, e questa amara conclusione della partita non deve trasformarsi in pesante delusione. Serva invece a non dimenticare che la partita si chiude al fischio finale dell’arbitro. Oggi avremo a Jesi il Fossombrone. I nostri del Mosaico Vallesina sul campo di Moie hanno superato agevolmente l’Azzurra, battendola per 3-1. La classifica parla bene e promette meglio. I gol sono di Lorenzetti, Ruggeri e Bevilacqua. Prima categoria Tre vittorie casalinghe, ma valide per i nostri. A Cupramontana, il Cerreto perde (2-0). A casa del Monserra, Falconara abbassa la bandiera (2-1). A San Marcello, si impongono i nostri su Le Torri (3-2). Seconda categoria Sul campo di Staffolo, capoclasse, perde malamente l’Aurora (4-1). Ad Apiro pareggia il Castelbellino (1-1). Sul terreno del Leopardi, la Sampaolese delude (1-0). Monsano batte la Cameratese (2-1). L’Aesina pareggia (2-2) in casa della Nuova Folgore. A Palombina passa corsaramente il Borgo Minonna (1-2). A Jesi, la Virtus perde con la Dorica Torrette (0-1). Vir L’Edp Jesina benedice la sosta Il derby umbro-marchigiano che domenica scorsa è andato in scena al “Cardinaletti” non ha visto né vinti né vincitori. Edp Jesina e Perugia si sono spartite la posta, al termine di un incontro equilibrato, terminato 1 a 1, risultato che lascia certamente qualche rimpianto in casa bianco-rossa. Erano infatti, le leoncelle a portarsi in vantaggio con Diletta Cremonesi al 39’. I cento spettatori, assai infreddoliti dal clima a dir poco polare, sognavano la vittoria (che manca, in casa jesina dal 23 settembre, in quel di Capo d’Orlando). A rovinare la festa era al ’65, la centrocampista perugina Natalizi, che impattava. Le ospiti restavano in dieci per l’espulsione di Saravalle ma l’Edp non riusciva ad approfittarne. La classifica dopo la quinta giornata di andata: Roma 13 punti; Ravenna 11; Francavilla Fontana 10; Cervia 8; Bari* e Edp Jesina 6; Aquile Palermo e Imola 5; Ludos Palermo* e Perugia 4; Orlandia e Lecce 3 punti. (Bari e Ludos Palermo una partita in meno). Questo fine settimana il campionato si ferma. Si tornerà in campo domenica prossima, 4 novembre, con la terza giornata della Coppa Italia. L’Edp Jesina giocherà sul campo del Castelvecchio (ore 14.30), formazione di serie B. Il campionato riprenderà domenica 11 e per le leoncelle ci sarà la difficile trasferta di Roma, attuale capolista. g.p. Appassionati per la pedalata Fib Hofer, e Marco Trentin dell’NSR TorreIn molti, nonostante il maltempo, sono villa MTB, di cui Fib è sponsor tecnico. arrivati domenica mattina in sella alle Sabato in una tavola rotonda dal titolo loro bici a Villa Salvati, per partecipare “Bici italiane, la strada da percorrere”, alla pedalata organizzata da Fib, Fabbri- Pietro Nigrelli, segretario Confindustria ca Italiana Biciclette, per festeggiare i 10 Ancma (Associazione nazionale ciclo anni di attività dell’azienda. motociclo accessori), l’ing. Valerio FeUn evento per tutti i cicloamatori mar- deli, manager proveniente da alcune tra chigiani, che hanno avuto l’opportunità le più grandi aziende marchigiane e sodi pedalare al fianco dei campioni Ivan cio Fib e Matteo Nuzzi, presidente Fib, Quaranta, Artur Krol, Ruslan Ivanov del hanno discusso degli aspetti principali team Amore&Vita McDonald’s e Franz che caratterizzano il settore italiano. WWWBPAIT CALCIO eccellenza, promozione, prima e seconda categoria 16 Esperienze 28 ottobre 2007 L’AGORA’ COME SCAMBIO TRA CULTURE E PURIFICAZIONE DEL CUORE Q “Beati i puri di cuore perché essi vedranno Dio” ualcuno potrebbe dire: ma il tema dell’Agorà non era un altro? Non proprio, perché la beatitudine dei puri di cuore è stata il tema di un’Agorà che ormai da sei anni riunisce al Centro Giovanni Paolo II di Loreto molti giovani che provengono da Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. L’Agorà dei giovani italiani ha passato il testimone all’Agorà dei giovani del Mediterraneo, organizzata dal Servizio Nazionale per la pastorale giovanile e dall’ufficio nazionale per la cooperazione missionaria tra le chiese della Conferenza Episcopale Italiana. I giovani che vi hanno partecipato, hanno vissuto un tempo di formazione e confronto sul tema della beatitudine evangelica dei puri di cuore. Il centro Giovanni Paolo II, che ormai da tempo organizza e gestisce incontri ed eventi che riguardano i giovani, è stato preso d’assalto da circa 100 giovani che provenivano da quasi tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Tanto per avere un’idea i Paesi rappresentati erano i seguenti: Albania, Libano, Portogallo, Francia, Spagna, Malta, Egitto, Libia, Palestina, Israele, Slovenia, Croazia, Giordania, Serbia-Montenegro, Macedonia, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Algeria, Turchia, Grecia, Cipro, Tunisia, Siria, Serbia e naturalmente Italia, con un nutrito gruppo di ragazzi provenienti da diverse regioni. A Loreto c’era una parte del mondo, ma perché proprio i paesi che si affacciano sul Mediterraneo? Questo mare fin dall’antichità ha costituito il luogo principale dello scambio e dell’incontro tra i popoli, ma è stato anche luogo di conflitto e guerre, il Mediterraneo da sempre rappresenta una vera Agorà, soprattutto per i giovani che sono naturalmente curiosi di conoscere e sapere cosa succede al di là dei loro confini. Questa idea nasce anche dall’importanza e dall’urgenza di favorire relazioni di amicizia e sostegno tra le chiese del Mediterraneo, di fronte a problemi che riguardano la pace, lo sviluppo, l’ecumenismo, il dialogo interreligioso e l’evangelizzazione. Per creare relazioni bisogna passare del tempo insieme, conoscersi reciprocamente, confrontarsi e discutere. Ed è quello che abbiamo cercato di fare in questa settimana. Il programma delle attività era molto denso e siamo stati anche due giorni a Roma ed uno ad Assisi a pregare sulla tomba di Giovanni Paolo II e di San Francesco perché essi per primi hanno insegnato e incoraggiato i giovani ad essere testimoni di Cristo nel mondo senza paura di niente e nessuno, ma nella consapevolezza di arricchire gli altri e se stessi. Per essere testimoni la libertà di cuore e quindi la purezza è una condizione essenziale e nasce semplicemente da un rapporto profondo ed interiore con Dio. La riflessione sulla purezza di cuore ha toccato vari aspetti della vita quotidiana, non solo quello del rapporto con Dio, ma anche la dimensione del lavoro e dello studio, della vita affettivo, dell’impegno civile. La riflessione che mi ha più colpito è stata quella sull’impegno politico, impostata a partire dalla domanda “Il Vangelo può rendere la politica più bella?” Non ho pensato alla politica in senso stretto, ma come impegno civile cioè impegno a fare qualcosa per migliorare la propria vita e quella degli altri e partendo da questo presupposto riporto alcune riflessioni. Innanzi tutto il cristiano impegnato ha una marcia in più, perché sa in quale direzione guardare, ma non usa la sua bussola per discriminare o offendere, il cristiano entra in politica con mitezza, è un pacifista e non ha paura di percorrere le “strade alternative dell’Amore Vero”. Questo significa: uno stile di vita sobrio e solidale (evitare la propa- ganda), relazioni affettive sincere e pure (sono l’anima della politica), impegno onesto (politica come servizio e non lavoro), interesse profondo per il bene comune, che non è il male minore, ma la capacità ad esempio di fare gesti di tolleranza davanti a chi tanto tollerante non è, sviluppando anche un maggior senso di giustizia. Il cristiano che entra in politica conosce l’uomo perché conosce Dio e anche se etichettato come laico è aperto al trascendente. Infatti “chi esclude Dio dal suo orizzonte falsifica il concetto di realtà” e “solo chi conosce Dio conosce la realtà”. E’ una riflessione che spiega con semplicità l’urgenza che l’attenzione a Dio ritorni nell’impegno, non per forza politico, di giovani ed adulti nelle parrocchie e nelle istituzioni civili. Durante l’Agorà non sono mancati momenti liberi per scoprire che ogni comunità cristiana vive in maniera differente nel proprio paese e nel rispetto delle sue tradizioni, così come è stato sorprendente scoprire che la Parola di Dio parla veramente al cuore di ogni uomo e quindi ad un ragazzo della Siria o del Libano o anche della Grecia suscita cose che ad un ragazzo italiano non suscita. Dai ragazzi provenienti dai paesi dei Balcani, abbiamo scoperto che i conflitti che hanno coinvolto i loro popoli non sempre hanno avuto a che fare con la religione, ma dalla e grazie ad essa si è poi partiti per ricucire rapporti e relazioni. Non sono mancati momenti di festa e i bellissimi giochi “italiani” con i palloncini da scoppiare nel dopo cena ora li conoscono in tutto il Mediterraneo! Quando è ora di tornare a casa, oltre alla tristezza di lasciare amici ritrovati e amici appena conosciuti, sei veramente convinto che nel credere in Gesù non c’è nulla da perdere, ma tutto da guadagnare e che la pace e l’unità donati dallo Spirito Santo passano prima attraverso le tue mani. L’impegno è a mantenere vivi i rapporti creati in questa settimana perché anche la nostra piccola Chiesa di Jesi possa crescere aperta al mondo. Stefania Vico Nella foto l’infiorata di domenica 2 settembre al centro Giovanni Paolo II di Loreto per accogliere il Papa che nel pomeriggio ha salutato i giovani dell’Agorà del Mediterraneo. L’assessore Conti incontra le associazioni della città O Sono necessarie strutture e sostegni ltre cento persone di circa quaranta associazioni culturali, teatrali, musicali sono state invitate dall’assessore alla Cultura, Valentina Conti, nel pomeriggio di lunedì 22 ottobre presso la sala consiliare. Questo incontro ha permesso all’assessore di conoscere la presenza di tante associazioni, tutte senza fini di lucro, spontanee, piene di entusiasmo, disponibili per eventi culturali e musicali nella città ed impegnate in diversi fronti di volontariato per dare servizi e opportunità. Dalle associazioni di teatro dialettale, alle associazioni musicali, a quelle più strettamente culturali, a quelle di formazione, tutte, impegnate nel territorio. I problemi emersi sono stati tanti. Non c’è un coordinamento tra le stesse, tutte sono tentate di lavorare in proprio, non ci sono locali sufficienti dove potersi riunire; da parte dell’amministrazione comunale c’è una sofferenza economica per rispondere alle varie esigenze delle stesse. Per non parlare dei luoghi per esibirsi. C’è una difficoltà nel recepire i spazi pubblici. Dopo che le strutture comunali hanno una gestione privata, affittare il teatro è diventato un costo molto oneroso per tutte quelle associazioni che necessitano questo tipo di luoghi e strutture per le loro rappresentazioni. I costi di mantenimento di tali strutture sono diventati gravosi ed è proibitivo per le associazioni poterne usufruire dal momento che non possono disporre di incassi elevati. Il comune deve investire sulla cultura locale, perché essa oltre alla grande potenzialità di aggregare può essere il modo di investire sui giovani che devono avere spazi e opportunità culturali. Si è avviato un primo confronto, speriamo che ne seguano altri. E’ necessario sia da parte del comune ma anche da parte delle associazioni mettersi in ascolto per cercare di creare un coordinamento in cui le associazioni possano interscambiarsi esperienze e progetti e lavorare anche insieme e il comune avere con più chiarezza le esigenze per poter rispondere a tutti e dare opportunità. Remo Uncini Foto Anna Vincenzoni
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