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Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi In giro per la Jesi romana Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi ANNO LIV- N. 19 Settimanale d’informazione Euro 1 DIREZIONE E REDAZIONE: JESI - PIAZZA FEDERICO II, 8 - TEL. E FAX. 0731.208145 I piccoli “Madonnari” DOMENICA 28 MAGGIO 2006 padre oscar serfilippi è tornato alla casa del Padre Il sindaco di Jesi: I valori della solidarietà N il vescovomons. rocconi Un momento di fede e di amore O ell’apprendere la notizia della scomparsa del vescovo emerito, padre Oscar Serfilippi, desidero esprimere i sensi di profondo cordoglio dell’intera città, ricordando le grandi qualità di pastore e di uomo che hanno caratterizzato la sua trentennale guida della Diocesi di Jesi. È un triste giorno per la città di Jesi che perde un amico ancor prima che un vescovo, una personalità attenta, sensibile, profonda, animata da quella forte spiritualità che ha trasfuso infaticabilmente a tutta la Chiesa jesina. A padre Oscar credo che l’intera comunità di Jesi, al di là di ogni credo religioso, debba esprimere i sensi di gratitudine e riconoscenza. Da credenti, leggiamo al termine della “via crucis” percorsa in questi ultimi mesi da Serfilippi l’imprescrutabile disegno che ha voluto unire in maniera indissolubile la sua missione pastorale e la sua vita terrena, quasi a confermare che quella scelta di Giovanni Paolo II - nel lontano 1978 - di inviarlo a Jesi era davvero ispirata dall’Alto e mirava ad assegnare alla nostra terra una guida che avrebbe dovuto avere proprio questa unica, autorevole e specifica missione. Da laici esprimiamo tutta la nostra nostalgia per la passione, l’impegno e la generosità con cui padre Oscar Serfilippi ha guidato la Diocesi, contribuendo non solo ad indicare ai sacerdoti la strada in cui muoversi per rafforzare il cammino cristiano, ma dando vita a molteplici iniziative che hanno contribuito, a questo territorio, di crescere e rafforzare in sé i valori della pace, della solidarietà, della coesione sociale. Una condotta autorevole e discreta, mai invadente, rispettosa di tutti, pronta ad offrire sempre melia pronunciata dal Vescovo Mons. Gerardo Rocconi durante la S.Messa esequiale di Mons. Oscar Serfilippi: Quello che viviamo è un momento di fede e di amore. La presenza di tanti ci sta ad indicare l’affetto attorno a questo pastore, Padre Oscar. Ringrazio per la presenza di tutti: Ringrazio anzitutto i confratelli Vescovi. Un grazie va a tutte le autorità presenti: in particolare all’amministrazione comunale che in maniera fattiva, quindi di grande sostegno per noi, ha voluto essere presente in questa circostanza. Sono grato a tutti coloro che sono stati vicini a Padre Oscar nel suo ministero, ma soprattutto in questo periodo di malattia e sofferenza: sono stati veramente in tanti Alcuni in particolare con un affetto profondo. Non posso fare un elenco, ma un nome me lo permettete. Un grazie grande alla signora Elsa che per anni, con l’affetto di una sorella è stata vicina a Padre Oscar. E anche io devo essere grato a Padre Oscar. Per come mi ha accolto, per come ha desiderato il mio arrivo. Ho avuto la possibilità di vedere nel Vescovo Oscar Gesù stesso che con pazienza mi aspettava e mi incoraggiva in questi miei primi passi. Non prendetemi per ingenuo se dico che Padre Oscar prima di andarsene ha voluto aspettare che tutto fosse a posto, che il nuovo vescovo fosse arrivato in maniera definitiva. Non l’ho notato solo io. Padre Oscar mi ha sempre aspettato. Mi ha atteso all’inizio, quando voleva che ci fosse un nuovo vescovo per Jesi. Sappiamo che ha fatto la sua parte, le sue richieste, le sue mosse, diremmo. E finalmente quando è stato comunicato che un vescovo c’era, Padre Oscar, che impazientemente attendeva quel momento, ha voluto essere presente, con uno sforzo sovrumano, a quell’annuncio. E quando finalmente, due giorni dopo lo incontrai nella sua camera, appena mi vide, alzando le braccia uscì in quell’espressione: Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Si temeva che la sua vita terrena si spegnesse prima della mia Ordinazione e del mio ingresso in diocesi. C’erano seri motivi per pensarlo. E lo stesso Padre Oscar in un momento di particolare sofferenza ebbe a dirlo: “A sabato non ci arrivo” . E invece mi ha ancora aspettato. segue a pag. 2 segue a pag. 10 SPECI ALE PADRE OSC AR ALLE PAGG. 7-10 Così ricordo Padre Oscar… Il “patto” Ricordo di Padre Oscar L’uomo, il maestro, il pastore di Giuseppe Luconi L e parole da dire, da scrivere per ricordare Padre Oscar sono tante, si affollano nella mente: rivedo gli incontri in redazione, ricordo il contenuto delle lettere, dei cartoncini che mi ha mandato e di cui vado orgoglioso, perché sempre improntato alla considerazione, alla stima, alla gratitudine per il mio impegno nel settimanale. E non posso non ricordare il “patto”, in redazione, del dicembre 2004 al quale non volli sottrarmi perché era Lui, Padre Oscar, a chiedermelo: “Finché io sono vescovo il direttore non si cambia”…. E quando, diversi mesi dopo, tornai sull’argomento dimissioni, mi bloccò: “Noi segue a pag. 10 di Vittorio Massaccesi E’ vero che in certi momenti le parole e gli scritti sembrano valere ben poco. Eppure, nonostante il dolore, rimane in ciascuno di noi il desiderio di dire qualche cosa e di rievocare, quasi a far ancora vivere accanto a noi la persona che abbiamo conosciuto per tanti anni. Vale soprattutto per le persone più care, ma vale anche per qualsiasi personaggio che abbiamo stimato, con il quale abbiamo trascorso tanti momenti in comune, con il quale – discussione dopo discussione e proposte dopo proposte – abbiamo realizzato progetti e sogni. Questo è il caso del nostro Padre Oscar. Con lui ho avuto l’onore di collaborare in modo specifico per una ventina di anni seguendo il settimanale diocesano “Voce della Vallesina”. E lasciamo da parte comuni impegni sporadici, seppure bellissimi, che pure ci sono stati, come quello del viaggio insieme in Zambia per conoscere le Missioni del suo ordine religioso e allo scopo di offrire un sostanzioso aiuto della diocesi per la costruzione di una scuola professionale. L’uomo Oscar, mons. Alfredo Santoni ce lo presenta così in occasione del suo ingresso in Jesi, nel 1978: “V.E.Rev.ma è stata riempita da Dio di tanti doni: parola semplice, chiara, che va al cuore, volto sempre sereno, sano ottimismo, buon senso umano e marchigiano, sa compatire, perdonare, essere paziente, accogliente segue a pag. 10 Vita Ecclesiale 28 Maggio 2006 2 Un momento di fede e di amore Eutanasia Conferenza del prof. Carotti continua da pag. 1 E ntrato in diocesi sono dovuto ripartite subito per l’assemblea dei Vescovi italiani. La mia attenzione era sempre volta a Jesi. C’era quasi la certezza nel ritenere che l’annuncio della partenza di Padre Oscar per la vita eterna arrivasse da un momento all’altro. E invece ancora ha atteso il mio ritorno. Venerdì sera, il 19, appena rientrato lo andai a trovare. Gli dovevo portare due saluti importanti: il primo era quello di un suo confratello Vescovo e come Lui frate conventuale. L’altro era il saluto del Papa. In un veloce scambio di battute avevo detto al Santo Padre: “Sono il nuovo Vescovo di Jesi”. Il Papa mi rispose: “Sì, Jesi, una piccola diocesi delle Marche dove c’è la gente buona”. Poi gli dissi: “Santità, il Vescovo emerito sta morendo”. E il Papa mi rispose: “Raccogliamoci nella preghiera e invochiamo la misericordia e la benedizione del Signore”. Tentai di dire tutte queste cose a Padre Oscar. Non so se comprese tutto. Era, infatti, un po’ assopito. Ma quando lo invitai a pregare, dicemmo insieme l’Ave Maria. Gli diedi quindi la benedizione, e lui tentò di fare il segno della croce. Poi allargò le braccia in un gesto di resa e di disponibilità. Ormai aveva finito il suo compito, mi aveva consegnato definitivamente la diocesi. Mi aveva aspettato fino alla fine, sicuro che ormai non sarei più ripartito. Coincidenze, certo, ma notate da tanti altri. Fra le altre cose mi è arrivato un messaggio di una giovane che diceva testualmente. “Il Signore non ha permesso che nemmeno per un istante ci mancasse anche la sola presenza fisica del pastore. Quanto è grande il suo amore per noi”. Prendiamole pure come parole molto semplici e discutibilissime da un punto di vista teologico. Ma il cuore ha un suo modo di procedere, di sentire. E allora questo funerale è un rendere grazie per tutti i benefici che il Signore ci ha concesso attraverso la persona di Padre Oscar. Ringraziamo il Signore per i 31 anni che ha donato alla Diocesi di Jesi questo vescovo. Per 31 anni infatti Padre Oscar ha vissuto qui. Inizialmente, 1975-78, come ausiliare e Vicario generale del Vescovo di Ancona. Nel 1978 il Santo Padre Paolo VI lo ha nominato vescovo di Jesi. Precedentemente, comunque, Padre Oscar aveva avuto altri incarichi di responsabilità. Sacerdote dal 13 marzo 1954, Padre Oscar svolse prima il suo ministero a San Benedetto. Nel 1970 venne ad Ancona come Vicario provinciale e insegnante all’Istituto Teologico Marchigiano. Nel 1973 divenne Ministro provinciale dei Frati Conventuale e dal 1975 è stato sempre qui a Jesi. Lo avete conosciuto come animatore solerte e intelligente nelle varie attività pastorali; avete conosciuto la sua sensibilità culturale con le conseguenti realizzazioni; lo avete conosciuto come amante dello studio. Ma sicuramente il motivo per cui lo avete apprezzato maggiormente è stato un altro. Lo chiamavate Padre, Padre Oscar, non solo perché così ci si rivolge ai Religiosi, ma l’avete sentito veramente Padre. Con il suo modo di fare semplice, diretto, sereno, schietto, arrivava direttamente al cuore, infondendo coraggio e fiducia. L’ho sentito dire da tanti, ma lo posso dire anche io. Sono parecchi anni che conosco Padre Oscar e quanto sto dicendo l’ho sentito personalmente. noi. Per questo il Signore ci chiede di ripartire arricchiti da questa celebrazione, più adulti, più maturi, più consapevoli, perchè tutto questo è capace di fare l’amore di Dio. - Il Signore, anzitutto, ci ricorda che Padre Oscar è il buon seme ormai riposto nel granaio di Dio. E’ nell’abbraccio di Dio, vive nel cuore di Dio. Ha imitato Gesù nel vivere lo Spirito delle beatitudini, ora con Gesù vive nella gioia di Dio. - E’ il servo fedele che ormai si è sentito dire: Entra nella gioia del tuo padrone. Lui ormai è al sicuro. Anche per lui sono vere le parole di San Paolo: Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto c giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione (2 Tim 4,68). - E a noi che continuiamo il nostro pellegrinaggio il Signore dice: Non sia turbato il vostro cuore, abbiate fiducia in me. Continuate a rimanere nel mio amore. Se Padre Oscar è nella gioia, non fermiamoci al dolore per una partenza. Tutt’altro: questo è il momento di riaffermare la nostra fede nella vita che il Signore vuole donare e di essere testimoni di speranza. Come concretamente? - Abbiamo sentito: Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Nulla ci può separare dall’amore di Cristo. Nella fatica quotidiana il Signore ci chiede di non perdere mai la pace del cuore perché l’esistenza è fondata, poggiata nel Signore, è immersa nel suo amore. L’abbiamo appena letto nel testamento spirituale di Padre Oscar: “La vita è comunque bellissima, perchè dono del Signore”. - Impariamo inoltre a guardare lassù dove il Cristo risorto è accanto al Padre. Nella nostra battaglia quotidiana guardiamo in alto. Chi ha questa certezza che la morte non è la fine, non è la parola definitiva ma è una nascita, un entrare nella risurrezione vivrà con maggior senso di responsabilità la vita, con un impegno maggiore, con una carità più grande. - E da qui parte la nostra testimonianza. Sappiamo di vivere in un mondo così distratto, superficiale, proteso a consumare l’attimo presente, spaventato perché vuoto. Dobbiamo dire che questa nostra vita ha bisogno di essere salvata e soprattutto che un salvezza c’è, che il Risorto è la nostra speranza., che il Risorto offre la vita. Solo per questo San Francesco poté dire: Ti lodo, Signore, anche per la nostra sorella morte, e vivo nella gioia anche la fatica quotidiana perchè è grande quanto tu stai preparando per noi. Q uesta gioia di vivere, fondata sulla certezza di essere immersi nell’amore di Dio, non mancò nel cuore di Padre Oscar. Per questo mi piace ricordare le parole che ebbe a scrivere in occasione del suo 50° di sacerdozio: “Rallegratevi con me nel Signore, sempre. La vita è come un lungo cammino e ogni giornata è un dono sempre nuovo da cogliere con gioia e responsabilità e condividere con gli altri. Dico grazie al Signore per i 50 anni di sacerdozio. Mi è accaduto come agli apostoli: Quel giorno passando lungo il mare di Galilea Gesù vide Simone e Andrea mentre gettavano le reti in mare e disse loro: Seguitemi e vi farò pescatori di uomini. Gesù chiama e propone e tu gli rispondi: Eccomi. E sono sacerdote. Sacerdote per edificare la Chiesa ovunque: in ogni ambiente e situazione. Annunciare la parola di Dio, accogliere tutti, uno ad uno, riconoscere i doni di Dio, essere lievito, sale, luce nell’umanità. Benedetto sia Dio. Sempre vicino agli uomini, spesso agitati, sofferenti nella solitudine, anelanti a nuove conquiste eppure coinvolti nella paura e nell’angoscia, il sacerdote benedice, toccando gli aspetti festivi e feriali della vita umana. E’ meraviglioso, scriveva ancora P. Oscar, aiutare ed educare i fratelli a riscoprire la gioia di vivere, a imparare la preghiera di lode e di ringraziamento, a respirare la speranza che fluisce dal cuore stesso di Gesù Cristo. E così concludeva Padre Oscar: Sempre grazie Signore e a la nostra riflessione deve andare oltre. Non possiamo ogni gioia e benedizione per tutto il popolo di Dio di Jesi fermarci a sottolineare semplicemente una grave per- e della vallesina. dita. Dobbiamo ascoltare e comprendere quanto in questa E anche io voglio concludere con una preghiera, una incircostanza ci dice il Signore. Abbiamo letto nella seconda vocazione: lettura: Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Concedi o Signore, che l’offerta che Padre Oscar ha fatSì, anche in questa circostanza noi possiamo vedere e to di se stesso ci doni nuove vocazioni: abbiamo bisocontemplare l’amore di Gesù. Gesù ci sta parlando e ci gno di sacerdotì così. chiede di testimoniare la speranza che deve essere in Amen. M utanasia: il pensiero religioso e quello laico”: è il tema della conferenza tenuta al Meic dal prof. Alvaro Carotti il 9 maggio, a Palazzo Ripanti, alla presenza di un folto pubblico di amici, medici e concittadini. L’uomo, nella prospettiva di una fine ineluttabile della sua vita, preceduta spesso da atroci sofferenze, si trova impotente e cerca una via per rendere il trapasso il più possibile dolce e tranquillo. L’eutanasia sembra rispondere a questo desiderio: procurare deliberatamente la morte quando il dolore è insostenibile. Eppure il famoso giuramento di Ippocrate, a tutt’oggi valido per l’etica professionale, obbliga il medico a non somministrare farmaci mortali al paziente. Posizioni contrastanti a riguardo sono dovute ad una diversa concezione della vita. I laici sostengono, in nome della libertà, che l’uomo ha il diritto di disporre della propria vita come vuole. L’Ebraismo e l’Islamismo condannano l’eutanasia. I cattolici credono nella “sacralità” della vita, dono di Dio; e alla Chiesa cattolica, si uniscono nella difesa della vita, le Chiese protestanti, in particolare le valdesi e le metodiste. L’obiettivo di eliminare il dolore trova una risposta forma di”accanimento terapeutico”. Con particolare apprezzamento il prof. Carotti ha ricordato l’opera di alcune associazioni di volontariato, come l’Avulss e, soprattutto, la Vidas e lo Iom che accompagnano il paziente in fase terminale con interventi mirati e adeguato sostegno morale e psicologico; prestazioni professionali ed umane insostituibili in una fase di estrema fragilità dell’uomo, prostrato dal dolore fisico e dalla sofferenza che si accompagna alla sensazione della morte che si avvicina. Sull’eutanasia la posizione attuale delle nazioni dell’Occidente è diversificata. In Italia è illegale l’eutanasia “attiva” che consiste nel provocare volutamente la cessazione dei processi vitali e quindi la morte; è tollerata l’”eutanasia passiva” come conseguenza della rinuncia alle cure inutili qualora ricorrano motivazioni che giustifichino la decisione assunta responsabilmente dal medico. Il prof. Carotti ha poi fatto riferimento al recente Congresso del Movimento Europeo per la Difesa della vita e della Dignità Umana (Salisburgo 2005), in cui si è discusso fra l’altro su “Antropologia ed Etica dell’accompagnamento del malato terminale”, concludendo la sua relazione con un auspicio, frutto di scienza nella “Medicina Palliativa” che si prende cura dei malati in stato di grave sofferenza. Si discute oggi della possibilità–diritto di “dichiarazioni anticipate di trattamento” (DAT), sottoscritte dall’individuo, in buona salute, per mettersi al riparo da eventuali inutili cure, cioé da ogni e coscienza: “Sarebbe auspicabile, in tema di eutanasia, poter conciliare il pensiero religioso con quello laico, correggendo quanto oggi, sui due versanti, drammaticamente e diversamente si avverte a proposito del problema del dolore e della sofferenza del malato terminale”. di Assunta Tittarelli “E Nel 7° di Padre Oscar Martedì 30 maggio alle ore 18,30 in Cattedrale, sarà celebrata la Santa Messa in memoria di Padre Oscar. Presiederà il Vescovo, Mons. Gerardo Rocconi Vita ecclesiale 28 Maggio 2006 Decreti di Mons. Gerardo Rocconi Vangelo S. E. Mons. Gerardo Rocconi, con decreto del 14 maggio, ha confermato: 1) All’ Ufficio di Vicario Generale il rev. Mons. Giuseppe Quagliani 2) All’Ufficio per la Carità il rev. don Nello Barboni; per l’Amministrazione: il rev. Mons. Luigi Masé; per la Liturgia il rev. don Mario Massaccio; per la Catechesi il rev. don Mariano Piccotti 3) All’Ufficio di Cancelleria Vescovile e Ufficio Matrimoni, il rev. Mons. Anselmo Rossetti e il rev. don Cristiano Marasca. Come Responsabile d e l l ’A r c h i v i o Diocesano e d e l l ’A r c h i v i o Corrente il rev. don Cristiano Marasca. 4) Presso il Tribunale Diocesano, all’Ufficio di Vicario Giudiziale il rev. Mons. Rober- to Vigo e il rev. Mons. Anselmo Rossetti. Ad adempiere la funzione di Notaio il rev. don Cristiano Marasca. 5) Ai seguenti Uffici con i sottoindicati direttori: Ufficio Caritas diocesano: direttore rev. don Nello Barboni. Ufficio Catechistico Diocesano: direttore rev. don Mariano Piccotti Ufficio Insegnamento della Religione Cattolica, Educazione, Scuola e Università : direttore rev. don Cristiano Marasca Ufficio Liturgico Diocesano: direttore rev. don Mario Massaccio. Ufficio Missionario: direttore rev. don Francesco Sabbatini Ufficio per la Pastorale della Famiglia: direttore don Aldo Anderlucci Ufficio per la Pastorale della Salute: direttore don Aldo Anderlucci Ufficio per la Pastorale Giovanile e Vocazionale: direttore rev. don Cristiano Marasca. Ufficio per gli Affari Economici: direttore rev. Mons. Luigi Masé 6) Per l’esecuzione materiale dei diversi atti di amministrazione, come coadiuvante per l’economia, il diacono permanente Augusto Abbatelli. CURIA VESCOVILE – JESI Comunicato S. E. Mons. Gerardo Rocconi, Vescovo di Jesi, in data 14 maggio 2006, con distinti decreti : A) Ha nominato Mons. Giuseppe Quagliani Vicario Generale della Diocesi. B) Ha confermato nei rispettivi ambiti i Vicari Episcopali, usque ad expirationem del precedente mandato; C) Ha altresì confermato nei rispettivi incarichi, donec aliter provideatur: i membri del Tribunale Ecclesiastico Diocesano; gli addetti alla Cancelleria Vescovile e Responsabili dell’Archivio Diocesano; i Direttori responsabili degli Uffici Pastorali e Amministrativi Diocesani 28 maggio 2006 Nomine vescovili DECRETO VESCOVILE 3 Ascensione del Signore Dal vangelo secondo Marco In quel tempo, Gesù apparve agli Undici e disse loro: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno”. Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l’accompagnavano. A Loreto, in preparazione al convegno di Verona Chiamati a dare testimonianza monianza specifica che nasce dall’incontro con ndate e portate a tutti la vostra il Signore Risorto, esertestimonianza. Ci prepariamo cizio della fede che si al convegno ecclesiale di Verona compie in comunione per approfondire questa consape- con gli altri confidando volezza: tutti siamo chiamati ad nella compagnia del Siandare e testimoniare. Il Conve- gnore che ci accompagno è l’occasione per approfondire gna con il suo Spirito”: i contenuti ed i metodi di questa così Mons. Giuseppe testimonianza cristiana, una testi- Orlandoni, vescovo di Senigallia e delegato regionale per il Convegno di Verona si è rivolto ai presenti all’incontro di sabato 13 maggio a Loreto. E’ seguita poi la conversazione di Luigi Alici, presidente nazionale dell’Azione Cattolica, che ha tracciato una panoramica della Chiesa Italia- di Adriana Borgognoni Fotoservizio Beatrice Testadiferro U “A na a quaranta anni dal Concilio ed ha offerto alcuni spunti di riflessione sul tema della speranza. Sono seguiti poi i lavori di gruppo in cui i presenti, delegati delle diocesi marchigiane, si sono confrontati sulle cinque tematiche del Convegno ed hanno cercato di proporre anche modalità per comunicare e trasmettere speranza. * La Chiesa Copta in Egitto Asterisco di Giacomo Galeazzi C ristiani in terra d’Islam. La Costituzione egiziana del 1923 sancisce l’uguaglianza di tutte le fedi religiose davanti alla legge. Tuttavia la Chiesa Copta in Egitto, una delle più antiche in Medio Oriente, soffre di gravi pressioni dovute soprattutto all’imporsi della maggioranza musulmana e di forze fondamentaliste. Nel più popoloso fra i Paesi arabi non c’è bisogno di permessi per edificare una moschea, ma non è così nel caso si voglia costruire una chiesa. È necessaria infatti l’autorizzazione del Capo dello Stato. Il decreto presidenziale del dicembre 2005 rappresenta un interessante passo avanti, in quanto contribuisce a snellire la b ur o c ra z i a e agevola le pratiche. La nuova normativa stabilisce che il potere di Operava insieme con loro autorizzare la costruzione di una chiesa resta nelle mani del presidente. Per i lavori di ampliamento, demolizione e per la successiva ricostruzione nello stesso luogo non è più necessario il permesso del raìs. A occuparsene in questo caso sono i governatori delle province. In particolare, per i lavori di restauro era in passato necessaria un’autorizzazione del governatore, mentre ora la parrocchia può procedere da sola, ma deve avvisare le autorità. Di recente, il governo del Cairo ha dato un altro importante segnale d’apertura: ha donato un terreno per costruire una chiesa a Sharm el-Sheikh in modo da permettere ai turisti stranieri di partecipare alla messa domenicale. Nonostante le recenti aperture, la Chiesa Copta in Egitto continua a vivere una fase di tensione. n mandato: andate……predicate il vangelo. Con una prospettiva universale: in tutto il mondo……ad ogni creatura. Sono le ultime parole di Gesù prima di salire al cielo, dunque un testamento da onorare. Sono rivolte agli apostoli, ma come non sentirci interpellati tutti noi, visto che tanti uomini devono ancora essere raggiunti dalla “buona notizia”? Chi riceverà l’annuncio sarà libero di accettare o rifiutare, di lanciarsi nell’avventura dell’amicizia con Dio o di chiudere il cuore. Non sarà questione secondaria, perché si tratta di salvezza o di condanna, di vita o di morte. E la fede sarà l’elemento discriminante. Gesù sta per tornare al Padre e sedersi nella gloria, eppure non può dimenticare gli uomini. La sua attenzione, la sua premura, è ancora per loro. Per quelli che hanno bisogno di trovare misericordia, per quelli che hanno bisogno di ricevere speranza… per tutti quelli, insomma, che hanno disperatamente bisogno di essere raggiunti dal suo amore. Lui se ne sta andando, ma spiritualmente resta sulla terra. Con i suoi, ai quali dona il suo stesso potere, per portare avanti la sua opera: gli apostoli “partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l’accompagnavano”. Nessun timore, dunque, per chi raccoglie l’invito ad “andare” e “predicare”. Non siamo soli. Quello che conta è credere (pisteuein: fidarsi di Dio, affidarsi a lui, confidare sulla sua grazia), perché a coloro che credono Gesù concede di avere autorità sulle forze del male e di fare miracoli: “nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno”. La promessa, oggi, è per noi. Ma qual è la misura della nostra fede? Un Padre Carmelitano ai tempi di Napoleone Nell’ambito delle iniziative per i festeggiamenti in onore della Madonna delle Grazie, sabato 27 maggio, alle ore 18,30, nella chiesa di San Nicolò la dott.ssa Rosalia Bigliardi e l’architetto Stefano Santini presenteranno il libro “Un Padre Carmelitano ai tempi di Napoleone”, trascrizione della dissertazione storica di Angelo Ganzetti sull’immagine di Santa Maria delle Grazie. Seguirà l’apertura della mostra “Iconografia della Madonna in Vallesina”. 4 28 Maggio 2006 Per inserzioni e pubblicità su Voce della Vallesina rivolgersi all’amministrazione del settimanale Jesi - piazza Federico II, 6 (giorni feriali dalle ore 9 alle 12) telefono e fax 0731208145 email [email protected] Dall’Italia e dal mondo Dopo la vittoria del centrosinistra La compagine del Governo Prodi Q uesta la composizione del Governo di centrosinistra uscito dalle ultime elezioni politiche, guidato da Romano Prodi e subentrato al governo di centrodestra di Silvio Berlusconi. Bersani (Democratici di Sinistra) Infrastrutture: Antonio Di Pietro (Italia dei valori) Politiche Agricole e Forestali: Paola De Castro (L’Ulivo) Istruzione: Beppe Fioroni (La Margherita) Salute: Livia Turco (Democratici di Sinistra) Beni Culturali e Turismo: Francesco Rutelli (La Margherita) Comunicazioni: Paolo Gentiloni (La Margherita) Università e Ricerca: Fabio Mussi (Democratici di Sinistra) Lavoro: Cesare Damiano (Democratici di Sinistra) Solidarietà Sociale: Paolo Ferrero (Rifondazione Comunista) Ambiente e tutela del territorio: Alfonso Pecoraro Scanio (Verdi) Trasporti: Alessandro Bianchi (Comunisti Italiani) Politiche UE e Commercio estero: Emma Bonino (Rosa nel pugno) Presidente del Consiglio: Romano Prodi Vice premier: Massino D’Alema e Francesco Rutelli Sottosegretario alla Presidenza: Enrico Letta Ministeri con portafoglio Interno: Giuliano Amato (L’Ulivo) Esteri: Massino D’Alema (Democratici di Sinistra) Giustizia: Cliente Mastella (Udeur) Difesa: Arturo Parisi (La Margherita) Economia e Finanze: Tommaso Padda Schioppa (tecnico) Sviluppo Economico: Pierluigi (Democratici di Sinistra) Famiglia: Rosi Bindi (La Margherita) Funzione pubblica e innovazione: Luigi Nicolais (Democratici di Sinistra) Sport e politiche giovanili: Giovanna Meandri (Democratici di Sinistra) Attuazione del programma: Giulio Santagata (L’Ulivo) Pari opportunità: Barbara Pollastrini (Democratici di Sinistra) Affari regionali: Linda Lanzillotta (La Margherita) Completano i quadri del nuovo governo Prodi nove viceministri e sessantatrè sottosegretari Ministri senza portafoglio Riforme e rapporti con il Parlamento: Vannino Chiti Tra famiglie Appoggio familiare per minori in difficoltà di Maria Cristina Coloso L’insieme delle leggi a tutela dell’infanzia e dell’adolescenza impegnano gli enti locali e mirano a un sistema integrato e organizzato di intervanti a favore dei diritti dell’infanzia in collaborazione con le istituzioni e le agenzie educative. Il Comitato dei sindaci dell’Ambito Territoriale Sociale IX ha approvato il regolamento per il “Servizio di affido ed appoggio familiare”. Nel documento si esprime la necessità di offrire risposte adeguate alle diverse esigenze di disagio familiare e sociale che molti minori si trovano più spesso a vivere offrendo soluzioni diversificate tra cui l’affido e l’appoggio. Inoltre il Comitato ha aderito all’idea di diffondere un opuscolo informativo, nella convinzione che l’appoggio familiare rappresenta un percorso molto efficace, ma poco conosciuto, come intervento di aiuto e sostegno a famiglie che temporaneamente vivono situazioni di difficoltà. L’idea chiave che ha ispirato il percorso informativo è sicuramente la famiglia vista non solo come espressione di bisogni ma come risorsa del territorio che si esprime attraverso l’accoglienza e l’ospitalità verso altre famiglie al fine di salvaguardare il minore. L’appello del Comitato è rivolto a tutte le istituzioni, le organizzazioni e le associazioni del territorio affinché la campagna di informazione abbia la più ampia diffusione e si augura che le famiglie della zona rispondano con generosità, trovando nei servizi Socia- li dei Comuni e dellAsur Zona Territoriale 5 di Jesi un valido punto di riferimento. Ricordiamo che la durata dell’appoggio è definita dal singolo progetto. Possono essere affidatari coppie con o senza figli, sposate o conviventi, persone singole che preferibilmente abbiano seguito il corso di formazione. Come requisiti sono sufficienti: 1) uno spazio nella vita ed in casa per accogliere una persona diversa da sé; 2) la disponibilità affettiva e la volontà di accompagnare per alcuni momenti della giornata un bambino o un adolescente senza la pretesa di cambiarlo, ma aiutandolo a sviluppare i suoi lati positivi; 3) la consapevolezza e l’importanza della famiglia d’origine. Per aiutare gli anziani a combattere il caldo In arrivo il progetto “Helios” L a giunta regionale ha approvato il progetto “Helios” 2006, un sistema di prevenzione per contrastare l’incremento della mortalità degli anziani, a causa degli effetti delle ondate di calore durante l’estate. L’iniziativa, alla sua terza edizione, sarà rivolta agli anziani “over 75 e 85”, a coppie di anziani di cui uno gravemente malato e a soggetti privi di sostegno familiare e solidale. Partirà il 1° luglio e durerà fino al 31 agosto, interessando più di 77.500 marchigiani ultrasettantacinquenni e residenti nei comuni di Ancona, Ascoli Piceno, Civitanova Marche, Fabriano, Fabriano, Falconara Marittima, Fano, Fermo, Jesi, Macerata, Osimo, Pesaro, Porto Sant’Elpidio, Recanati, San Benedetto del Tronto, Senigallia e Tolentino. Per fronteggiare le elevate temperature che potranno creare disagi nella popolazione anziana, verrà istituito un call-center con l’attivazione di un numero verde regionale in funzione sette giorni su sette. All’altro capo del telefono ci saranno degli operatori in grado di fornire informazioni sull’accesso ai servizi sanitari, sulle fasce orarie di continuita` assistenziale e sulla corretta igiene dietetica. Inoltre, verificheranno lo stato generale, la regolarita` dell’alimentazione e dell’assunzione di liquidi, il senso di percezione del calore dell’assistito e allerteranno i preposti all’assistenza sanitaria in caso vengano segnalate condizioni di rischio. Tra gli interventi di “Helios”: la visita e il contatto periodico, il telesoccorso, la telespesa, la consegna dei pasti a domicilio e altre incombenze quotidiane come l’essere accompagnati per il ritiro della pensione, per effettuare pagamenti vari o per eseguire terapie e visite mediche. Importante sarà anche il ruolo della Protezione Civile della Regione Marche che diffonderà informazioni biometeorologiche e bioclimatiche. Per la realizzazione del progetto la Regione ha stanziato trentamila euro necessari per l’attivazione degli operatori del call-center e per la pubblicazione degli opuscoli con i consigli per proteggersi dall’afa, distribuiti attraverso le farmacie e centri di aggregazione per gli anziani. Settimanale di ispirazione cattolica Associato alla FISC Direttore responsabile Giuseppe Luconi Direzione, redazione amministrazione e pubblicità Piazza Federico II, 8 60035 Jesi telefono e fax: 0731 208145 E-mail: [email protected] Sito: www.vocedellavallesina.it Abbonamento annuo normale: 35 euro di amicizia: 50 euro sostenitore: 100 euro direttamente in redazione (tutti i giorni feriali dalle 9 alle 11) o a mezzo posta (su c/c 13334602) Registrazione Tribunale Ancona n. 143 del 10.1.1953 Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola www.galeati.it A ¬ntra' /unt i Chiese e liturgie L di Riccardo Ceccarelli a prima “puntata”, uscita venerdì 9 dicembre 2005 su Il Foglio, è stata anticipata da un’intervista televisiva al suo direttore Giuliano Ferrara, “ateo-devoto”, come lo hanno definito e come lui non disdegna, forse con qualche autoironia, chiamarsi. Mi riferisco alle “Funzioni domenicali e visite feriali nelle chiese d’Italia” recensite periodicamente sullo stesso quotidiano, con il titolo “Ite Missa est” da Langone, “critico liturgico”. Dopo la pagina accennata del 9 dicembre dello scorso anno, altre due ne sono uscite, il 25 febbraio e il 29 aprile. Ecco di cosa si tratta. Ci sono critici cinematografici, letterari, teatrali, musicali, critici d’arte, ecc., che tengono rubriche fisse su quotidiani o periodici, ebbene Camillo Langone, giornalista e cattolico, si è ritagliato un angolo nel suo lavoro, autonominandosi “critico liturgico”. Per il suo mestiere gira l’Italia; alla domenica partecipa alla Messa o visita chiese e ne scrive, fa insomma una “recensione” della liturgia e della chiesa. Senz’altro è una cosa nuova, affatto presuntuosa o blasfema, né irrispettosa. Le sue intenzioni le ha spiegate nella prima puntata di dicembre. Da credente, scrive: “Il sacrificio di Cristo e le sue parole così necessarie alla nostra vita sono tramandate nella Santa Messa, con venti secoli di splendida, commovente fedeltà a quello che lui disse nell’ultima cena «Fate questo in memoria di me». […] Sono arciconvinto che la messa domenicale sia rimedio a una vasta gamma di mali personali e civili. […] Siamo noi ad avere bisogno di Cristo, non è Cristo ad aver bisogno di noi. Siamo liberi di non andare a messa, possiamo accontentarci di vivere dentro una fossa senza luce. Non è che si partecipa alla funzione domenicale per compiacere le alte sfere, è tutta la comunità a ricavarne coesione e dolcezza: “Dove c’è Gesù gli uomini diventano migliori” (Papa Benedetto XVI). Ma non tutte le messe sono uguali. Sia chiaro: nell’ostia il corpo di Cristo c’è sempre, anche quando a officiare è un prete in jeans in mezzo a un capannone. […] Voglio dire che non tutte le messe stimolano la partecipazione e l’entusiasmo nello stesso modo, che una messa perfettamente valida spesso è una messa perfettamente noiosa che scoraggia e allontana i fedeli. Forte di alcune letture sull’argomento, prima fra tutte Introduzione allo spirito della liturgia di un Joseph Ratzinger ancora cardinale, oltre che dello zelo descritto nel Salmo 18 (“Lo zelo per la tua casa mi divora”), con un certo sprezzo del pericolo mi sono autonominato critico liturgico. Ho partecipato a messe in mezza Italia e ho scoperto che non ce n’è una uguale all’altra, differendo per durata, ambiente, parole, musiche, gesti, fervore. Le ho analizzate infine le ho valutate”. E conclude esprimendo la sua intenzione: “Stimolare la celebrazione di messe più suggestive, capaci di attrarre anche i tiepidi e i dubbiosi”. Finora, su quelle tre pagine indicate, le recensioni di Langone le ho lette tutte. Non faccio alcun riferimento specifico. Dico solo che è opportuno leggerle non per “fare le pulci” ad alcuno, ma unicamente per rendere le celebrazioni liturgiche, con l’apporto di tutti, più rispondenti alla dignità e al “mistero” che si sta celebrando, e le nostre chiese più ricche e trasparenti di quel decoro che le rende luogo di preghiera, oasi di silenzio e “casa di Dio”. Linguaggi chiari e suadenti anche per chi non crede e si trova a visitarle. Cultura, spettacoli e dintorni 28 Maggio 2006 Terra di gente “forte e gentile” Viaggio in Abruzzo di Alvise Cherubini U n recente viaggio in Abruzzo effettuato da un gruppo di amici di Jesi, Chiaravalle, Falconara e Ancona, ha permesso ai partecipanti di riscontrare interessanti diversità tra quella regione e la nostra sia sul piano storico-artistico, sia sul piano geografico. Per quanto riguarda quest’ultimo va osservato che mentre la nostra regione marchigiana è costituita da una diecina circa di vallate parallele, solcate da fiumi, le quali dal!‘Appennino giungono al mare - per cui le Marche sono state definite “una regione a pettine”- l’Abruzzo si caratterizza per la grandezza e la elevatezza delle sue numerose montagne, tra, le quali quelle, quasi sempre innevate nelle grandi vette, del Gran Sasso, della Maiella, della Laga, per cui il noto scrittore abruzzese Ignazio Silone ha potuto dire: ”II destino degli uomini nella regione che da circa otto secoli viene chiamata Abruzzo è stato deciso principalmente dalle montagne” (1). Per quanto concerne l’aspetto storico va ricordato l’importante evento che mentre la nostra regione marchigiana ha fatto parte per vari secoli dello Stato della Chiesa, l’Abruzzo ha fatto parte – per analogo tempo – del Regno di Napoli: due situazioni alquanto diverse le quali hanno influito sen- sibilmente nell’ambito della cultura, dell‘arte, del costume, dello stesso linguaggio. Obbiettivi privilegiati del nostro viaggio sono state le antiche abbazie le quali, giunte a noi non sempre in condizioni integrali (quando pur vi sono giunte), sono state nel lungo e difficile periodo medievale centri di vita non solo religiosa ma anche civile, culturale, sociale ed artistica: per brevità ne ricordiamo soltanto due, l’abbazia di Santa Maria Assunta di Bominaco e l’abbazia di Santa Maria di Ronzano. La prima, sorta in cima ad una altura solitaria a oltre mille metri di altitudine, edificata con pregevole pietra squadrata tra :XI e XII secolo, si articola in tre magnifiche navate absidale divise da colonne di età romana (tratte dalle rovine di una antica località vicina), vanta un ambone (pulpito) marmoreo decorato da bassorilievi, una cattedra abbaziale, anche questa marmorea, del 1184, e un bel candelabro per il cero pasquale: 1’adiacente oratorio di San Pellegrino è ornato da splendidi affreschi del secolo successivo. L’altra abbazia, quella di Santa Maria di Ronzano, eretta nel 1181 e rivolta verso la catena del Gran Sasso, è al suo interno “ornata da un contemporaneo e interessantissimo ciclo di affreschi, unici perché ispirati all’arte paleocristiana e scevri quindi dall’influenza bizantina che permea molte delle opere romaniche abbruzzesi” (2 ). Un accenno va poi fatto alla famosa chiesa aquilana di Santa Maria di Collemaggio, iniziata nel 1287, caratterizzata da una facciata policroma e a sommità orizzontale (non quindi a due. spioventi, come abitualmente avveniva quasi ovunque), modello originale che sarà poi ripreso dalla basilica aquilana di San Bernardino, eretta nel 1525. E da ultimo l’accenno ad alcuni versi del noto scrittore abruzzese Gabriele D’Annunzio (l863~1938), i quali richiamano con una certa intensità la vita non facile che ai suoi tempi si conduceva nella sua terra: “Settembre andiamo, è tempo di migrare, ora. in terra d’Abruzzo i miei pastori lascian gli stazi e vanno verso il mare” E’ per tutto quanto si è detto sopra che l’Abruzzo lascia una certa nostalgia in chi può e sa visitarlo. 1) Ignazio Silone, pseudonimo di Secondo Tranquilli, nato a Pescina dei Marsi (L’Aquila) nel 1900 e deceduto a Ginevra nel 1978, è stato un eminente scrittore; tra. le sue opere famosa è quella intitolata “Avventura di un povero cristiano”, riguardante la eletta figura di papa Celestino V (papa da Dante ingiustamente, e solo per motivi politici, poco apprezzato). 2) Abruzzo, guida TCI, 2004, p.98. 3) Benedetto Croce, “Perché non possiamo non dirci ‘cristiani’”,G. Laterza, 1944, pp.I - 24. Nella foto: La chiesa abbaziale di Santa Maria Assunta di Bominaco (sec. XIXII) Gli augustali di Federico II Il vero volto dell’Imperatore Fotoservizio Augusta Franco Cardinali Argomento inconsueto quello trattato il 12 maggio, per la Fondazione Federico II Hohenstaufen, dal dott. Franco Punzi: “Gli augustali di Federico II: una moderna moneta per un imperatore moderno”. Un tema solo apparentemente riservato ad intenditori. Illustrato da molte diapositive, rapportato alla storia, alla vita dell’Imperatore, a sue diverse raffigurazioni, dal relatore è stato reso avvincente anche a chi non aveva familiarità con la numismatica. La decisione di coniare una nuova moneta che sostituisse il preesistente tarì non fu improvvisa. Probabilmente già nel 1215 ad Aquisgrana Federico II, incoronato ‘Rex Romanorum’, ebbe occasione di ammirare nella Cappella Palatina quel famoso “cammeo di Augusto” che sarebbe servito da modello per l’ immagine da riprodurre sulla futura moneta. Oltre all’arte romana tuttavia anche quella bizantina offrì suggerimenti e raffigurazioni di altri grandi personag- zioso cammeo. Rendeva testimonianza gi furono d’esempio, quali Costantino, dell’autorità dell’imperatore di cui, per Giustiniano, Carlo Magno. Con la rati- sua stessa richiesta, doveva “suscitafica delle Costituzioni di Melfi, nel 1230, re la memoria” e riprodurre la maestà. Federico II si persuase che al “principe In quantità minore fu coniato anche il della legalità” occorreva una moneta mezzo augustale. nuova e di valore. Poteva allora disporre Tre furono le tipologie della nuova moper il conio di una grande quantità d’oro neta. L’ultima più fedelmente sembra proveniente dagli emirati di Tunisi. Era riprodurre i lineamenti di Federico II una garanzia di prestigio. Nel 1231 due secondo le descrizioni, di Salimbene zecche, a Brindisi e a Messina, presero de Adam, Riccardo di San Germano e a battere moneta. Già l’anno successivo Ibn Wasil, rapportabili ai ritratti ufficiagli augustali avevano larga diffusione. li, quali il busto di Barletta, la copia in Riccardo di San Germano li descrive. gesso della statua di Capua, i disegni del Sul diritto era raffigurato il viso del- ‘De arte venandi’. l’Imperatore “a modo dei Cesari antichi”, Circolarono purtroppo anche dei “falsi cioè di profilo e coronato d’alloro. Sul d’epoca”, puniti con pene severissime, e rovescio, che intorno riportava inci- dei “falsi moderni”, facilmente scoperti so il nome di Federico II, era un’aquila, perché realizzati con oro a 24 carati e immagine riprodotta anche su mone- non a 20 come gli augustali. te di Augusto e su antichi cammei, va- Una curiosità. Durante l’assedio di riamente ripresa dall’arte longobarda, Faenza furono messe in circolazione da insegne e ricorrente nel ‘De arte anche delle monete in cuoio, di cui ovvenandi cum avibus’. La nuova, splen- viamente oggi non restano esemplari. dida moneta aveva il valore di quattro Più o meno corrispondevano ai nostri tarì e mezzo, pari a quello di un pre- Bot. Tempi duri anche quelli. Nel pomeriggio di sabato 27 A Porta Valle i piccoli “Madonnari” I n occasione detta “Festa dell’ambiente 2006”, che si terrà in tutte le piazze di Italia, il Comune di Jesi e il Centro Turistico Giovanile organizzano la “Festa Gio Madonnari”, rivolta ai ragazzi della scuole elementare e media. L’iniziativa si propone di “sviluppare la dimensione dell’espressività e sensibilizzare i ra- gazzi sulle tematiche ambientali con un attegg i a m e nto soprattutto prop o s i t i v o ”. La festa si svolgerà sabato 27 maggio nella pista di pattinaggio poco lontano dalla stazione delle autocorriere di Por- ta Valle. I ragazzi, in piccoli gruppi, dovranno realizzare una pittura con gessi colorati sul tema: “Le energie rinnovabili nella Jesi futura”. Il Centro Turistico Giovanile fornirà ad ogni alunno l’occorrente per effettuare il disegno: gessetti colorati e spugne. I piccoli madonnari avranno tre ore di tempo per portare a termine l’opera, precisamente dalle 14,30 alle 17,30. Nelle foto, di Anna V. Vincenzoni, la “Festa Gio Madonnari” nelle edizioni al corso Matteotti del 2000 e del 2002. 6 Jesi 28 Maggio 2006 Da Cupramontana Passeggiata–escursione alla Grotta di Frasassi di Cristiana Simoncini D opo aver a lungo meditato sulla cosa, domenica 14 maggio, alle ore 8, dal loggiato comunale di Cupra, si è concretizzato un gruppo di undici temerari diretti al santuario di Frasassi (percorso di 22 chilometri). L’idea è nata quando, la sottoscritta insieme a Mauro Perticaroli, esperto naturalista, abbiamo deciso di riportare in auge un antico pellegrinaggio che si compiva, fino a cinquant’anni fa, tutti gli anni nel mese di giugno. Detto e fatto, siamo partiti e abbiamo fatto tappa programmata a Poggio Cupro, all’Abbazia di Sant’Elena e all’entrata della Gola della Rossa. Nell’attraversare la Gola, Mauro ci ha spiegato la formazione geologica delle rocce e ci ha fatto vedere le piante rare lì custodite, molto importanti perché testano la salute dell’ambiente. Giunti a Pontechiaradovo, dove c’è un’area attrezzata, ci siamo fermati a consumare il pranzo al sacco. Sfiniti dalla camminata, dopo circa dodici chilometri percorsi, il tempo ha tentato di bloccarci, ma la tenacia e la voglia di arrivare alla meta, soprattutto rifocillati, ci ha indotto a continuare e, muniti di ombrelli, abbiamo proseguito per la Gola di Frasassi. La nostra testardaggine ha pagato, perché arrivati in cima al Santuario ci ha accolto un sole meraviglioso. La stupenda giornata trascorsa insieme si è conclusa a Genga, dove, finalmente, ci siamo goduti una meritata crescia ripiena. Il paesaggio che ci ha accompagnato durante tutto il viaggio è meraviglioso, rinfranca lo spirito e riporta l’uomo alla sua dimensione naturale. Per questo l’anno prossimo ci piacerebbe ripetere, magari organizzandoci con più anticipo e allargando la compagnia. Infine credo sia giusto menzionare i nomi dei pionieri di quello che ci auguriamo diventerà un appuntamento fisso: Alessandra, Anna, Cristiana, Laura, Livio, Mauro, Massimo, Oreste, Orietta, Patrizia e Rosina. Una iniziativa rivolta soprattutto ai giovani Jesi e Majolati ne “La nuit des Musées” di Marco Palmolella S abato 20 maggio, un numero ristretto numero di musei marchigiani ha aderito alla dodicesima edizione de “La notte dei Musei” organizzata dalla direzione dei Musei di Francia, con il patrocinio del Consiglio d’Europa. Tante istituzioni culturali di una trentina di nazioni, per un totale di oltre 1200 musei, hanno contemporaneamente tenuto aperte le proprie collezioni sviluppando un tema specifico. Lo scopo dell’iniziativa, che aveva previsto l’apertura gratuita dei musei aderenti fino a tarda notte, era quello di attirare un’ampia fetta di pubblico, specialmente giovane, per promuovere un’azione educativa e sociale. Con queste motivazioni nella Vallesina hanno partecipato il museo archeologico, la pinacoteca civica, lo studio per le arti della stampa, il museo diocesano, tutti musei di Jesi e il museo “Gaspare Spontini” di Majolati. La pinacoteca jesina, i musei civici di Jesi hanno partecipato con il Alle imprese in tre mesi contratti per novanta milioni Esaleasing traina gli investimenti L a crescita del mercato del leasing si conferma anche nel 2006, con una impennata nel settore strumentale a conferma della vivacità dell’imprenditoria marchigiana impegnata sul fronte dell’innovazione e della competitività. In tale scenario Esaleasing, società leader nel settore, ha registrato nel primo trimestre un aumento del 15,78 per cento nello stipulato (passando da 77,6 milioni di euro a 89.9 milioni) e del numero di contratti (839 contro i 745 dello stesso periodo dello scorso anno). Risultati questi che hanno prodotto alla società targata Esagono un utile di 1,67 milioni di euro. Dalle singole voci emerge, come detto, la forte propensione all’acquisto di macchinari a servizio dell’impresa che hanno fatto segnare una crescita di quasi il 40 per cento rispetto al primo trimestre 2005. Ad oggi sono quasi 13 mila i contratti in essere tra la società di proprietà della Bpa e gli operatori economici dell’industria, del commercio, dell’artigianato e dei servizi. Nel territorio marchigiano Esaleasing detiene quote di mercato che raggiungono anche il 60 per cento, ma crescite significative si sono registrate anche nelle altre regioni del CentroSud. tema “Lumière et Lumières”, (“luci e lumi”), un tema accessibile attraverso diverse letture: storico-artistiche, letterarie, iconografiche e simboliche. A questo tema centrale, che è stato il comune denominatore, il personale dei musei civici di Jesi e del museo diocesano, partner dell’iniziativa come nell’edizione 2005, hanno dato un contenuto particolarmente affascinante dal titolo “Luci e Lumi. Un percorso attraverso il tema della luce”; la luce astratta e divina, la luce razionale e umana. Nella serata si è svolto un percorso che ha toccato lo “Studio per le arti della stampa”, il Palazzo Pianetti vecchio in via Valle, dove è stato illustrato il secolo dei Lumi, con la presentazione della splendida copia anastatica dell’Encyclopédie di Diderot e d’Alembert, conservata presso la Biblioteca Planettiana di Jesi. I visitatori sono stati accompagnati lungo le strade e i vicoli del centro storico, fino al Museo diocesano in piazza Federico II, dove il tema della luce è stato incentrato sulla luce astratta, dall’icona alle espressioni dell’arte contemporanea. A Majolati, presso l’Archivio, Biblioteca, Museo Gaspare Spontini e la chiesa San Giovanni, è stato toccato il tema: “Aspettando La Vestale. La musica italiana di Gaspare Spontini”. Oltre alla visita gratuita del museo, i visitatori hanno potuto ascoltare una breve introduzione storica e musicologica del periodo giovanile di Gaspare Spontini. Dopo la presentazione delle fonti disponibili a Majolati si è passati ad una riflessione critica sulle partiture che hanno preceduto il grande successo de “La Vestale” di cui il prossimo anno si celebrerà il bicentenario. In particolare sono stati esaminati il Responsorio di San Pasquale, Ave Maris Stella, Li puntigli delle donne, il Teseo Riconosciuto, l’Eroismo ridicolo, l’aria Amami Eurilla mia, La Finta filosofa. Inoltre per rispondere ad alcune curiosità si è fatto un salto nella musica francese di Spontini con il racconto di alcuni episodi legati al Milton, alla Julie ou Le pot de fleurs e al Fernando Cortez nella edizione recente di Erfurt. Attività dell’associazione Carlo Urbani Premiati i vincitori del concorso di Simone Sebastiano M olti ragazzi delle scuole superiori della provincia di Ancona si sono ritrovati il 15 maggio nella sala polivalente di Castelplanio per la premiazione del concorso organizzato da Aicu “Ho fatto dei miei sogni la mia vita e il mio lavoro”, consistente nella creazione da parte dei ragazzi di un video inerente la figura di Carlo Urbani avendo come spunto le sue lettere. Nonostante alcuni problemi tecnici, che non hanno permesso di vedere alcuni video, le premiazioni sono avvenute assegnando i premi ai vincitori delle varie categorie: “Noi e loro” di Giorgio Vagnoni dell’Istituto d’arte di Ascoli Piceno come singolo-cortometraggio; “Io e mio padre” del primo liceo scientifico di Pesaro come classe-cortometraggio; “Ascolta il tuo cuore” del primo liceo scientifico di Pesaro nella sezione classe-videoclip; “Solidarietà è…” di Angelantonio Zecchini del liceo classico di Macerata nella sezione singolo-multimediale; “Il nostro viaggio” dell’Ipsila di Fano nella sezione istituto-multimediale. All’iniziativa hanno partecipato Maria Concetta Scaglione, mamma di Carlo Urbani, il dott. Andrea Cardinaletti, vice direttore generale del gruppo bancario Bpu che è stato partner del progetto, inoltre Giancarlo Mariani, capo della segreteria generale ufficio scolastico regionale delle Marche, Ugo Ascoli, assessore istruzione e lavoro della regione Marche, Michele Campo, responsabile delle comunicazioni della Bpa, Roberto Ragaini, vice sindaco del Comune di Castelplanio, infine, Chantal Hamende della 3 Italia che ha ricordato come sia importante, se si vuole proseguire l’opera del dott. Urbani, coinvolgere i giovani ed il concorso “è stato un pretesto per sollecitare nei ragazzi una riflessione, l’avvio di un percorso interiore, attraverso la lettura di alcune lettere del dott. Carlo Urbani”. (foto Alessia Sebastiano) 7 Speciale Padre Oscar 28 Maggio 2006 Padre Oscar, il dono di una vita Sabato 20 maggio, alle ore 12 nella sua casa, presso la Curia vescovile di Jesi, Mons. Oscar Serfilippi, è tornato alla casa del Padre. Padre Oscar ha vissuto gli ultimi giorni della sua vita a servizio della Chiesa Jesina per la quale ha offerto la sua sofferenza. Per 31 anni amato pastore. Lo ricordiamo come Padre premuroso, sapiente e amorevole, ricco dello spirito francescano. Ora il Signore lo ha chiamato a sè per l’eternità a ricevere il premio riservato ai suoi servi fedeli. di don Cristiano Marasca Padre Oscar era un uomo di Speranza. Un uomo di una Speranza così radicale da arrivare ad essere percepita quasi al limite dell’assurdo agli occhi, spesso velati di malizia e di cinismo, della nostra epoca contemporanea. Non perdeva occasione per ripeterlo e testimoniarlo, col suo sorriso, col suo fare bonario e francescano che non si è mai spento, neppure nella malattia, e, si potrebbe dire, neppure dopo morto. Don Decio Cipolloni, Assistente Spirituale del Policlinico Gemelli di Roma, così lo ha ricordato al Vescovo Gerardo raccontando di quel primo ricovero per l’asportazione di un tumore al cervello nell’estate scorsa, della voglia di Padre Oscar di rimettersi in strada e riprendere la sua missione, poi la triste notizia della necessità di un’ulteriore operazione al polmone, e anche lì, in una situazione che sarebbe suo- nata un po’ come il tragico presagio di qualcosa di cui non sarebbe stato facile liberarsi: il tumore. Lui ha voluto farcela lo stesso, ha trovato la forza di affrontare e superare anche la seconda operazione, di tornare a Jesi, di incontrare addirittura i suoi giovani in partenza per la Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia, lui, ormai, aveva dovuto per forza di cose rinunciare. Passati alcuni mesi sembrava essersi completamente ripreso, fino a quando inizia ad avvertire qualche problema alle corde vocali, e da lì la malattia è andata via via degenerando fino agli ultimi due mesi, per fortuna rasserenati dalla “fortunata” nomina del successore don Gerardo. Padre Oscar ha atteso, con costanza, spendendo sino all’ultima briciola delle sue forze, perchè tutto nella Diocesi fosse “apposto”, la scelta del suo successore da parte del Papa, la consacrazione del Vescovo Gerardo, l’ingresso,la sua prima partecipazione all’Assemblea Generale dei Vescovi. Negli ultimi giorni lui stesso avvertiva che le cose andavano verso il loro epilogo, si esprimeva ormai con un filo di voce, ma quello sguardo, quelle braccia allargate verso il cielo, come a dire “Ho fatto tutto quel che potevo, ora mi affido solo a Dio”, quello sguardo che raccontava e diceva tutto l’affetto, nessuna parola avrebbe mai potuto superarli nella chiarezza. Venerdì sera il suo ultimo colloquio, proprio con il Vescovo Gerardo. E’ sabato 21 maggio mattina, il respiro di padre Oscar si è fatto affannoso, gli occhi sempre chiusi, il polso quanto mai debole, gli faccio visita con don Anselmo per una breve preghiera insieme al termine della quale, attorno alle 9 e 45, gli viene data l’assoluzione “in articulo mortis”, presagendo che da quello stato ormai non sarebbe tornato indietro. La mattinata prosegue, fuori c’è il mercato, alle 11.55 il diacono Giancarlo, visibilmente commosso, correndo avverte tutti quelli che sono presenti in curia – Padre Oscar se ne è andato!” Velocemente ci si raccoglie nella sua stanza, come una famiglia, attorno al suo letto di sofferenze, e don Gerardo guida la preghiera che affida e consegna nelle mani del Signore, tra le lacrime di molti, lo spirito di questo pastore buono che ci ha insegnato a dire che la vita non è solo bella, ma bellissima. Nel pomeriggio, rivestito della stessa casula rossa che avvolge le spoglie del primo vescovo Settimio nell’urna in Cattedrale, e che egli stesso aveva fatto fare, con la croce pettorale del suo ingresso come vescovo e l’anello del suo 50° di sacerdozio viene accompagnato dall’episcopio fino al Santuario dell’Adorazione dove per due giorni la preghiera silenziosa o proclamata, personale o comunitaria è stata costante, fino a tarda sera. E dove il Vescovo Gerardo stesso ha voluto essere più volte presente, sia per la celebrazione della Messa che per la preghiera serale. La città stessa di Jesi, pur senza venir meno alla sana laicità che deve giustamente animare le istituzioni, proclama il lutto cittadino, Padre Oscar non è stato solo il Vescovo dei Cattolici che abitano a Jesi, è stato un Padre che ha “voluto bene” a tutti, come avrà poi a dire nel suo testamento, ed è stato “ben voluto” da tutti. Alle 12 di lunedì 22 alla presenza dei familiari e dei collaboratori, la bara viene sigillata, è un momento di forte commozione, risulta evidente: da ora in poi non sarà quel volto e quel sorriso a dirci che “la vita è bellissima” ma ce lo saprà insegnare con un altro tipo di presenza. Nel pomeriggio alle 16 e 30 i funerali: sono presenti numerosi Vescovi delle Marche, il Ministro Generale dei Frati Conventuali Joachim Giermek, molte autorità e soprattutto tanta gente, le persone “vere”, come diceva Padre Oscar, la gente che tanto amava e che salutava attraversando la piazza, o visitando le parrocchie, generazioni di ragazzi e famiglie che ha incontrato per le cresime, quelli con cui si fermava a parlare, quasi come un “parrocone di Jesi e della valle”, diceva qualcuno, tanto nei momenti di lutto più forti, quanto nelle feste. Il testamento spirituale 1. Nel nome del Signore, in comunione con la Beata Maria Vergine Immacolata, il Serafico Padre Francesco e il Patrono S. Settimio. 2. La vita, dono del Signore per sempre, è bellissima. Ringrazio e ringrazierò sempre il Signore, lo racconterò e lo insegnerò con una gioiosa testimonianza e con l’esortazione permanente. 3. Il mio cantiere dell’esistenza, aperto dal Signore perché rispondessi alla sua chiamata alla santità, trova ogni giorno lavori incompleti e in ritardo; quanti propositi, quante soste, quante dimenticanze, quanti peccati. 4. Ho il ricordo meraviglioso della mamma e di tutti i defunti di casa, della famiglia Religiosa e di quelli della Diocesi: “insieme per sempre nella casa del Signore! 5. Domando perdono ancora una volta come in tutte le confessioni frequenti: al Dio della misericordia infinita e a tutte le persone che ho incontrato nella mia vita, dall’adolescenza ad oggi. 6.Rinnovo la mia fede di cristiano e di consacrato nella Santissima Trinità, nella Chiesa: come è bello e gioioso essere credenti e impegnarsi per amare Dio e i fratelli nella comunione dei Santi. 7.Saluto, benedico e ringrazio la Chiesa Jesina tutta: quanto mi ha voluto bene e quanto le ho voluto bene! + Oscar Serfilippi vescovo di Jesi Jesi, Domenica 18 Febbraio 2001 Il cordoglio del Papa Ecc.mo Mons. Gerardo Rocconi Vescovo di Jesi Appresa notizia scomparsa dopo lunga malattia eccellentissimo Monsignor Oscar Serfilippi Vescovo Emerito codesta diocesi di Jesi Santo Padre desidera far pervenire at Lei Presbiterio familiari et fedeli tutti espressione sentito cordoglio assicurando spirituale partecipazione at lutto intera comunità diocesana. Nel ricordare con animo grato al Signore generoso ministero episcopale svolto da compianto Presule innalza per lui fervide preghiere di suffragio mentre invia nella fede della risurrezione in Cristo et comune conforto di quanti hanno beneficiato suo zelo pastorale confortatrice benedizione apostolica. Cardinale Angelo Sodano Segretario di Stato di Sua Santità La partecipazione del Card. Ruini Ecc.mo Mons. Gerardo Rocconi, Vescovo di Jesi Nell’apprendere la notizia della morte di S. Ecc.za Mons. Oscar Serfilippi, vescovo emerito di Jesi, partecipiamo al cordoglio di Vostra Eccellenza, della Chiesa di Jesi e dei vescovi della Regione Ecclesiastica Marche. Unendoci al dolore di tanti sacerdoti e fedeli che lo ebbero come padre nella fede, desideriamo ricordare la sua generosa figura di pastore che ha donato l’intera vita al bene della Chiesa e il suo ministero episcopale, esercitato prima come ausiliare nell’arcidiocesi di Ancona-Osimo e poi a Jesi, offrendo a quella comunità un sapiente magistero e una amorevole guida pastorale. Nello spirito della consacrazione mediante la professione dei Consigli Evangelici, egli ha offerto se stesso totalmente a Dio, al quale ha sempre obbedito con generosa disponibilità, particolarmentre nel corso della lunga malattia che lo ha accompagnato all’incontro con Cristo. Grati al Signroe per i doni di cui ha colmato il suo servo buono e fedele, nella luce della risurrezione di Cristo e nostra, assicuriamo preghiere di suffragio perchè il Padre celeste lo accolga nel gaudio eterno, purificato dalla sofferenza accettata per amore di Dio e della Chiesa. Camillo Card. Ruini, presidente Cei Giuseppe Betori, segretario Alle 18 e 45 termina la messa, la bara è portata dai preti, da quei “figli” su cui Padre Oscar, nel suo ministero, ha imposto le mani, la bara è retta da quelle mani e da quelle dita che un giorno Padre Oscar ha unto con il crisma per consacrare, la cattedrale esplode in qualcosa che è più di un applauso: un’ovazione. E le lacrime che in quel momento hanno velato gli occhi di molti e rigato le guance di altri erano causate da quel sentire profondo che la vita è davvero bellissima. La perseveranza di questo “frate” ce l’ha fatta entrare fin nelle ossa questa verità. Diventa allora chiaro quello che Padre Oscar, sulla scia di Bonhoeffer, deve aver intuito proprio negli ultimi giorni di vita: “che Dio non realizza sempre le nostre attese, ma compie sempre le sue promesse”. 8 28 Maggio 2006 Speciale Padre Oscar Speciale Padre Oscar “... vive nel cuore di Dio” Per un totale di 31 anni Uno dei più lunghi episcopati 1954: ordinato sacerdote 1975: consacrato vescovo 1978: Vescovo di Jesi Oscar Serfilippi (Vescovo di Jesi dal 1978 al 2006) - Nato a Mondolfo, diocesi di Senigallia, il 30 settembre 1929 Francescano dell’ordine del Minori Conventuali dal 1° ottobre 1950, ordinato sacerdote il 13 marzo 1954, ministro provinciale della provincia delle Marche. Parroco per molti anni a San Benedetto del Tronto. Nel 1975 venne nominato vescovo ausiliare dell’arcivescovo di Ancona, con residenza a Jesi, della cui diocesi venne nominato vicario generale. Il primo marzo del 1978 fu nominato vescovo di Jesi, dopo una vacanza della sede di quasi nove anni. La sua nomina, salutata con entusiasmo, fu la doverosa risposta alle attese e alle speranze della comunità ecclesiale di Jesi che ha sempre dimostrato di voler continuare ad avere il vescovo residenziale non solo come maestro e pastore di vita spirituale, ma anche come espressione insostituibile di quella forza morale ed umana di cui la comunità civica ha necessità per la sua crescita e maturazione sociale. La presenza di mons. Serfilippi rappresenta uno dei più lunghi episcopati della diocesi e il più lungo in assoluto di quelli del secolo scorso. Egli, con paterna saggezza, ha svolto la sua azione per 28 anni oltre ai tre – dal 1975 al 1978 – come amministratore apostolico. Un totale di 31 anni, superato soltanto da sei vescovi in tutta la storia della diocesi. Di Padre Oscar, come tutti i fedeli l’hanno sempre chiamato, vogliamo ricordare in particolare le cinque visite pastorali, l’istituzione dei corsi di teologia, la ordinazione dei “diaconilaici”, l’impulso all’Azione Cattolica e alle opere socio-caritative come la Caritas, ai movimenti ecclesiali, alla catechesi in tutte le parrocchie; la fondazione del Consultorio familiare e dell’Oikos; il trentesimo sinodo diocesano, i due congressi eucaristici diocesani, la creazione delle zone pastorali, l’erezione della nuova parrocchia di San Pietro Martire, la fondazione della nuova parrocchia di Massimiliano Kolbe, la realizzazione della chiesa di Sant’Antonio Abate, la nuova chiesa di Cristo Redentore di Moie, i grandiosi lavori di restauro e di abbellimento della Basilica Cattedrale, i restauri di molte chiese diocesane. Rilevantissima è stata la sua azione sul piano stori- L’incontro con Giovanni Paolo II 2002: il 50° di “Voce della Vallesina” 2004: pellegrinaggio in Terra Santa Amico dei missionari sparsi nel mondo Ringrazio della tempestiva e triste notizia della scomparsa di P. Oscar carissimo Vescovo, Padre e amico anche di tutti i missionari jesini sparsi per il mondo. Lo ricorderò subito nella messa di suffragio invocando la grande misericordia di Dio per lui e la ricompensa della pace e gioia eterna riservata ai servi fedeli. 2004: il 50° di sacerdozio Nel ricordo di San Francesco Saverio Da Brasilia (Brasile), pochi giorni prima della morte di Padre Oscar, Padre Savio Corinaldesi gli aveva scritto: co-culturale: il potenziamento del museo diocesano e la fondazione della biblioteca Petrucciana, il lavoro di regestazione e di restauro dell’archivio diocesano, le pubblicazioni d’arte, tra cui spiccano i volumi “La Chiesa di Jesi”, “Tanta egregia e sublime arte”, “Relationes ad limina”, l’impulso all’università teologica di Ancona, le pubblicazione sulla storia e l’arte della cattedrale, i “Biblia Pauperum”, la grandiosa opera d’arte delle porte di bronzo della cattedrale, il complesso bronzeo nella chiesa di San Giuseppe, valorizzazione ed impulso del settimanale diocesano “Voce della Vallesina”. Mecenate della cultura e dell’arte n titolo come questo potrebbe far sorridere e far pensare che si voglia ad ogni costo elogiare chi ci ha lasciati attribuendo anche meriti immeritati. Perché è vero che Padre Oscar non ha scritto libri né ha realizzato personalmente opere di cultura o d’arte. E’ vero. Eppure, forte dell’intuito di saper scegliere e valorizzare i talenti delle persone di sua conoscenza, ha saputo dare uno straordinario impulso alla cultura e all’arte ben collegate alla vita della diocesi e alle ricchezze storiche della città. Un grande mecenate, dunque. Ha incoraggiato tre opere fondamentali – una vera trilogia – per la valorizzazione della storia e dell’arte della diocesi: “La chiesa di Jesi”, di don Costantino Urieli, edita nel 1993, quasi parallelamente ai volumi che lo stesso autore stava pubblicando, sempre su esortazione del vescovo, sulla storia di Jesi e della Vallesina. Opera storica che ripercorre le linee generali della diocesi nei secoli, dalle origini ai giorni nostri. Ricca di un vasto indice analitico, della cronotassi dei vescovi di Jesi, dell’elenco dei sinodi, dello status delle parrocchie, delle fonti di archivio e di 9 Da Padre Angelo Cappannini, missionario saveriano in Indonesia: Ha incoraggiato opere fondamentali U 28 Maggio 2006 un’ampia bibliografia, rimane l’opera per eccellenza dei tempi nostri per una conoscenza approfondita del cammino della diocesi nei secoli. Padre Oscar ha incoraggiato e voluto anche quel capolavoro di storia e di arte che è “La Chiesa di Jesi: tanta egregia e sublime arte” di Gloriano Paoletti e Antonella Perlini, edita nel 2000. In edizione di lusso, sono riportate le foto policrome di oltre 500 opere d’arte della diocesi ( pitture, sculture e architetture) presenti nel museo diocesano e nel territorio. Ricca dell’elenco di tutte le opere e di una vasta bibliografia, rimane un punto di riferimento essenziale per la conoscenza dell’arte sacra della Vallesina. La terza opera fondamentale per la conoscenza della nostra storia diocesana è data dalle “Relationes ad limina”, di don Urieli (2003), raccolta con commento delle più importanti relazioni, dal ‘500 in poi, dei vescovi di Jesi, al papa. Dovute ogni cinque anni per descrivere, più o meno sommariamente, la situazione religiosopastorale della diocesi, alcuni vescovi ci hanno fatto pervenire preziosi squarci della vita del tempo, con i suoi problemi, le sue sofferenze, le sue storie. Altre opere incoraggiate dal vescovo, realizzate per mano di Urieli ed altri sono “I cattolici nell’800”. “La cattedrale”, “I cattolici nella seconda metà del ‘900”. Grande impulso è stato dato al mu- seo diocesano che ormai costituisce una vera ricchezza della città e fa parte della rete regionale. A ridosso dell’Anno santo abbiamo avuto poi le straordinarie sculture bronzee del gruppo di San Giuseppe e delle porte della cattedrale, opere aere perennius Padre Oscar, anche in ossequio al desiderio della Commissione Episcopale Italiana, ha dato impulso al settimanale “Voce della Vallesina” dotandolo di una nuova veste e lasciandolo in mano ai laici, pur rimanendo, a tutti gli effetti, proprietà della diocesi. v.m. Eccellenza, ieri, nella sede centrale delle Pontificie Opere Missionarie del Brasile, abbiamo celebrato i 500 anni dalla nascita di San Francesco Saverio. La Messa è stata proposta dalle Pontificie Opere Missionarie d’accordo con i Gesuiti di Brasilia. Invitati speciali, i trenta laici, religiose e sacerdoti di diciotto nazioni differenti che frequentano il Centro Culturale Missionario per introdursi al lavoro pastorale qui in Brasile. Ci siamo preparati alla celebrazione assistendo alla proiezione di una serie di diapositive che rifanno, in grandi tappe, la vita del Patrono delle Missioni. Quei quindici anni che vanno dalla ‘conversione’ del giovane navarro, professore a Parigi, fino alla sua morte, sulla spiaggia di Sanciano, che fanno venire il capogiro solo a raccontarli. La fede, il coraggio, la perseveranza, l’entusiasmo, lo sforzo di comunicarsi con popoli tanto diversi dal suo e tra loro… una nomina tanto attesa e celebrata fanno di Francesco Saverio un uomo interessantissimo. In questi giorni il Brasile ha gli occhi puntati in ciclo. Il primo astronauta adre Oscar Serfilippi è stato il 72° ve- ra ricevuto (quello di amministratore apo- verde-giallo sta compiendo la sua scovo della diocesi di Jesi. Ed è stato stolico), quando mi sono reso conto che missione nello spazio. Ebbene, per uno dei vescovi che più a lungo ha gover- l’auspicato ….matrimonio non si poteva quel che se ne sa, era più rischioso nato la diocesi: circa trenta anni conside- celebrare”(da “La diocesi di Jesi” di Urieli, andare da Lisbona a Goa o dalle Molucche al Giappone 500 anni fa, rando anche i due anni e mezzo – dall’ot- pag.41-42). tobre del ’75 al marzo del ’78 – in cui ha Ecco perché la nomina di Serfilippi, allora, che oggi andare in orbita. Il Saverio operato in diocesi come vicario generale fu tanto attesa e poi tanto celebrata aven- lo fece senza nessuna copertura dell’arcivescovo di Ancona, con residenza do rischiato la diocesi la pura e semplice giornalistica e senza qualsiasi a Jesi , in episcopio. Se ci rifacciamo all’ul- soppressione di fatto, pur permanendo il preoccupazione di mettersi in luce. timo millennio, hanno tenuto la diocesi più nome annesso a quello di Ancona. Quindi, La sua unica ‘pretesa’ era quella di di lui i vescovi Francesco Alfano (30 anni), nella storia della diocesi, Serfilippi rappre- rendersi utile, con preferenza là dove Tommaso Ghislieri (37 anni), Gabriele del senta lo snodo che, dopo gli orientamenti c’era più bisogno, senza lasciarsi Monte (43 anni, primato assoluto), Tiberio generali della politica vaticana che ha vi- spaventare dai rischi. Cenci (32 anni), Antonio Fonseca (39 anni, sto l’accorpamento nelle Marche, nel giro Mentre i concelebranti ricordavano morto nel 1763). Dunque padre Oscar di pochi anni, di ben otto diocesi, ha con- questi vari aspetti della vita del Santo gode del primariato degli ultimi due secoli fermato l’opportunità della permanenza e ne lodavano il Signore, la mia mente e mezzo. in autonomia di Jesi per la sua storia, per fa distratta dal ricordo del passaggio Ma, ancor più che questo dato, vale ri- il numero di abitanti, per la vivacità delle del Santo in terra marchigiana. I suoi biografi ricordano almeno due chiamare le attese, le preoccupazioni, momenti. Il primo in occasione del le iniziative che hanno preceduto la primo viaggio del gruppo dei discepoli sua nomina. Perché dopo la morte del d’Ignazio di Loyola, da Venezia a vescovo Pardini (1975) si ebbero ben Roma: il 19 marzo 1537 arrivarono nove anni di amministrazione apostoda Ravenna ad Ancona, via mare. Il lica affidata all’arcivescovo di Ancona giorno seguente proseguirono a piedi mons. Carlo Maccari, che fece del suo verso Loreto. Il secondo passaggio meglio, pur nei limiti consentiti dalla del Saverio nelle Marche di cui si prudenza vaticana, per annettere la abbia notizia confermata avvenne diocesi di Jesi a quella di Ancona che quando il Saverio, già destinato alle già anni prima aveva annesso quella di Indie, andava da Roma a Lisbona, in Osimo. Fu in particolare il clero delcompagnia di Pedro Mascarenhas, la diocesi, incarnato nelle iniziative di ambasciatore di Giovanni III di mons. Santoni, di don Urieli e di don Portogallo, che tornava in patria. Ezio Balestra, nonché un manipolo Data: 21-22 marzo 1540. ben agguerrito di laici (Vittorio Massacce- iniziative, per la sua economia. si sindaco, Luigi Bini, Ugo Bordoni) a pre- Del resto la successiva serenità di percorso Dopo la celebrazione mi sono accorto mere con insistenza presso le persone più della vita della diocesi, dopo la nomina di che ancora non le avevo mandato gli opportune perché la tradizione millenaria Serfilippi, fino alla sue dimissioni per dirit- auguri di Pasqua né l’avevo ringraziata della diocesi non venisse interrotta. to canonico, sta a dimostrare che l’auspica- dell’offerta di 1.000 (mille) euro che Del resto lo stesso Maccari, annunciando ta presenza del vescovo corrispondeva ve- mi ha fatto pervenire tramite i miei la nomina a vescovo di Jesi di Serfilippi, ramente alla volontà di collaborazione e di confratelli di Roma. Essa è già stata scriveva: “La Chiesa di Jesi vede oggi rea- rilevanti realizzazioni. Le quali sono dovu- dirottata verso i nostri missionari lizzate le proprie sofferte aspirazioni. Tale te, certo, alla lunga permanenza di padre che lavorano in Amazzonia. Il sincerità non sarebbe per me piena e tra- Oscar in diocesi, ma sono dovute anche ad Signore ricompensi lei e tutti quelli sparente se tacessi che mi è pur costata un alto spirito di intesa, di collaborazione, che le danno la possibilità di aiutare qualcosa e, se oggi mi fa trovare in un at- di rispetto non solo all’interno del mondo l’attività missionaria. teggiamento spirituale molto sereno, que- cattolico, ma anche in riferimento alle au- Scrissi la lettera, ma quando andai a sto atteggiamento è maturato attraverso torità civili e alle organizzazioni sociali in cercare l’indirizzo, mi imbattei nella un’esperienza fatta di non poche prove… genere. Insomma con Serfilippi si è crea- notizia della sua rinuncia e della fin dallo scorso luglio ho rimesso nelle sue to quell’ideale affiatamento comunitario nomina del suo successore. Con auguste mani ( cioè del papa) l’ufficio allo- che non poteva non dare i frutti religiosi vergogna, debbo confessare che non e morali, ma anche organizzativi e lo sapevo, e sì che ai nostri giorni le materiali che sono noti a tutti e che notizie corrono in fretta... In questo momento non ho altro risultano in altri scritti. Un’ultima nota. Le quattro elations da fare che ringraziare il Signore ad limina di padre Oscar sono per averla donata per tanti anni alla molto dettagliate e costituiscono Chiesa di Jesi. Senza voler offendere una utilissima fonte per cogliere la la sua modestia, mi pare di poter graduale trasformazione del mon- dire che in lei il Signore ci ha dato do religioso e sociale del periodo, i un vescovo-padre, che fa di tutto per problemi più evidenti del territo- essere fratello. rio secondo l’occhio della Chiesa Da povero cristiano la ricorderò nelle e possibili spunti per intuire il per- mie preghiere, chiedendo al Cristo corso che ci attende: come guarda- crocef ìsso e risuscitato il dono della re avanti. v.m. pienezza della vita. Mi benedica. 2004: con i sindaci della Vallesina Padre Oscar alla luce della storia P 2005: cittadino onorario di Jesi 2006: annuncia il nuovo vescovo Punto di riferimento per credenti e laici Il sindaco di Maiolati Spontini, ing. Giancarlo Carbini: Esprimo i sensi di profondo cordoglio dell’intera comunità di Maiolati Spontini per la scomparsa di Sua Eccellenza Padre Oscar Serfilippi, vescovo emerito di Jesi e Pastore della nostra Diocesi per 28 anni, sempre attento a cogliere i bisogni, offrire il proprio sostegno e rendersi disponibile soprattutto per le fasce sociali più deboli della popolazione. Un punto di riferimento per credenti e laici, un uomo di pace che si è adoperato incessantemente per testimoniare e rafforzare i valori del dialogo e della solidarietà, un fedele seguace dei l’insegnamento francescano, un uomo che ha saputo raggiungere importanti risultati con il suo forte impegno nel campo storico-culturale. Condividiamo pienamente le parole del suo successore, Monsignor Gerardo: “Abbiamo perso un grande testimone della fede”. Testimonianza resa ancor più forte dalla dignità e dal coraggio con cui ha vissuto la via Crucis percorsa in questi ultimi mesi senza venir meno nello svolgere la sua missione di Pastore. Rinnoviamo la testimonianza del nostro dolore e la nostra partecipazione per la scomparsa di Padre Oscar, a cui, per la sua preziosa azione pastorale, oltre che per la sua vicinanza ai bisogni della nostra cittadinanza, il Consiglio comunale, all’unanimità, aveva conferito la cittadinanza onoraria, con la certezza che il solco lasciato dalla sua presenza alla guida della Diocesi per tanti anni, abbia trovato in Monsignor Gerardo il Pastore pronto a raccoglierne il testimone. 10 28 Maggio 2006 Speciale Padre Oscar Il grande abbraccio dei fedeli Così ricordo Padre Oscar… Il “patto” Ricordo di Padre Oscar Il sindaco di Jesi: L’uomo, il maestro, il pastore I valori della solidarietà continua da pag. 1 continua da pag. 1 continua da pag. 1 siamo d’accordo”… sempre, pronto a dare e a darsi”. C’era in lui l’atteggiamento sereno di chi ascolta, di chi sa ascoltare, di chi ti lascia parlare, dire, magari chiedere; poi il suo sereno parere ora collimante con l’interlocutore, ora di cordiale dissenso, di prudente attesa prima di varare o concludere un progetto. il proprio sostegno a chi aveva bisogno, alle persone in difficoltà, alla fasce sociali più deboli della popolazione. Una condotta che ha portato proprio lo scorso anno il Consiglio comunale a conferirgli la cittadinanza benemerita “per aver caratterizzato il proprio servizio pastorale con uno stile di vita orientato al dialogo ed alla pace tra le varie componenti civili e religiose della città di Jesi e per aver dato impulso alla cultura ed all’arte con numerose e durature realizzazioni”. A mons. Gerardo Rocconi, che appena pochi giorni fa abbiamo salutato nel suo ingresso a Jesi come nuovo vescovo della Diocesi, testimoniamo oggi il nostro dolore per la perdita di un così autorevole rappresentante della Chiesa, nella piena consapevolezza che il solco lasciato dal suo predecessore rappresenterà un punto di riferimento nella propria azione pastorale. *** T ante le cose da dire, ma soprattutto il ringraziamento a Padre Oscar per la fiducia accordatami, per l’attenzione con cui ha seguito sempre il giornale e soprattutto per aver lasciato che il direttore svolgesse in piena libertà il suo compito. Si parla di “Voce” come del “giornale della curia”, e magari il cittadino immagina che tutte le settimane il direttore del giornale salga le scale dell’episcopio per ricevere “istruzioni”. In dieci anni, mai una volta che sia stato “convocato” da Padre Oscar. Anzi è successo che sia stato Padre Oscar a telefonare al direttore per chiedergli se ci poteva stare “nel prossimo nu- mero, un piccolo spazio per il Vescovo”, per un suo messaggio. Naturalmente il Vescovo sapeva che !o spazio ci sarebbe stato, però quella telefonata voleva dire il riguardo di Padre Oscar per l’autonomia del direttore. Grazie, Padre Oscar, per il tanto che ha fatto per la Chiesa Jesina e per “Voce”. Grazie anche per aver consentito la recente, impegnativa “rivoluzione” del giornale, ora con più pagine e a colori, e per avermi offerto di vivere in prima persona anche questa esperienza. Dicevo, all’inizio, del “patto”, della considerazione di Padre Oscar per me che ero l’ultimo degli arrivati. Anche poche settimane fa, quando le sue condizioni di salute erano peggiorate. Costretto a letto, sofferente, aveva accettato lo stesso di concedermi l’intervista – certo la sua ultima – per questo settimanale, per il suo settimanale, e ancora qualche giorno dopo, nonostante fosse consapevole delle sue gravi condizioni, aveva accolto la mia richiesta di scrivere per “Voce” parole di saluto da pubblicare sul numero speciale dedicato all’ingresso in diocesi del nuovo vescovo. Era grande per la sua umana disponibilità al punto che se tu ti riservavi di andare a colloquio raramente – magari solo quando avevi un problema, per non disturbare – ti faceva sapere bonariamente che “E’ veramente tanto che non ci si vede”. “Ma lo faccio per non disturbare dati i suoi impegni”. “Queste preoccupazioni lasciale al vescovo, non prendertele tu”. Padre Oscar si dedicava all’insegnamento senza salire in cattedra. Non si tirava mai indietro ad ogni richiesta di presenza, di lezione, di svolgimento di un tema per questo o per quel movimento od organizzazione. L’impostazione e lo sviluppo dell’argomento erano fuori da ogni svolazzo o retorica. Incentrato sul tema, i concetti seguivano una logica semplice, legata alla cultura e al buon senso Fabiano Belcecchi Sindaco di Jesi *** I mmagino che il lettore si aspettasse da me, dal direttore, un ricordo più “ufficiale”, più “di ruolo”, ma Padre Oscar sa che io non sono tagliato per le celebrazioni, per i discorsi ufficiali: forse anche o proprio per questo aveva voluto che lo accompagnassi alla guida del suo giornale anche nell’ultimo tratto, il più difficile e sofferto, del suo percorso terreno. Persona affabile e di estremo buon senso Mons. Serfilippi era una persona affabile e di estremo buon senso e la sua perdita ci rammarica certamente. La società Interporto Marche spa negli ultimi anni ha avuto modo di confrontarsi in più occasioni con la Curia vescovile di Jesi per la questione relativa alla costruzione della nuova Chiesa della Coppetella, in un dialogo cortese e caratterizzato sempre da toni amichevoli, che ci hanno consentito di trovare il giusto accordo nell’interesse della cittadinanza, dello sviluppo del territorio della vallesina, della comunità della Coppetella. Ricordo con piacere la cerimonia di posa della prima pietra avvenuta il 15 maggio 2004 quando monsignor Serfilippi nel suo discorso auspicava che la nuova Chiesa servisse anche l’interporto e tutti coloro che vi avrebbero lavorato all’interno. Oggi che la struttura è pronta e dotata di tutti i servizi, il nostro pensiero e il nostro ricordo va certamente anche a Mons. Serfilippi. Roberto Pesaresi presidente Interporto Marche spa insieme. Un criterio sempre presente sia nell’omelia della celebrazione eucaristica sia nel colloquio-dialogo con i partecipanti alle tante – e le più diverse – assemblee. L’insegnamento di teologia che pure ha portato avanti per tanti anni presso il seminario regionale e presso quello dell’ordine conventuale, non ha mai appesantito le sue riflessioni con chi non aveva dimestichezza con la cultura in generale e con quella specifica della morale in particolare. Di Padre Oscar come Pastore c’è da evidenziare la costante e intelligente presenza in tutti i settori in cui un vescovo viene chiamato ad interessarsi, da quelli più squisitamente religiosi e liturgici a quelli più pratici quali l’economia e le finanze della diocesi e delle parrocchie. E mentre i presbiteri sono sempre stati tenuti presenti come i grandi collaboratori per il colloquio diretto con le anime, i laici padre Oscar li ha scelti per tutte le opere più specificatamente connesse con le organizzazioni e con gli impegni economico-sociali quali i restauri, le costruzioni, la contabilità. C’è da dire anzi che in questo settore ha saputo circondarsi di laici volonterosi e adatti al compito assegnato in base alle singole opere. Le quali, in trenta anni, sono state veramente tante. Si va dalle quattro visite pastorali, alle altrettante e ricche Relations ad limina, alla fondazione di opere come il Consultorio familiare, l’Oikos, la Biblioteca petrucciana, lo sviluppo del museo diocesano, le nuove quattro chiese, la presenza, più volte all’anno nelle singole parrocchie, le tante visite ai malati dell’ospedale, i corsi di teologia, il convegno annuale, il regalo alla diocesi di ben otto diaconi permanenti, il fiorire di movimenti ecclesiali, l’impulso alla cultura e all’arte, l’aiuto finanziario fatto sempre pervenire a tante parrocchie e a tante opere missionarie senza mai oltre i limiti consentiti da una buona amministrazione. “I conti” diceva “ vanno tenuti bene”. E ha sempre fatto il passo secondo la gamba. P.Oscar era, sì, un francescano, ma un francescano che ha attuato lo spirito di Francesco in autentica semplicità, in imitazione del Santo senza fanatismo, senza far pesare minimamente al clero secolare le sue origini da un ordine religioso. Fotoservizio Gino Caldolfi 12 Vallesina 28 Maggio 2006 Sabato 3 giugno a San Paolo di Jesi Riaperta al culto la parrocchiale di Beatrice Testadiferro S abato 3 giugno sarà riaperta al culto la chiesa parrocchiale di San Paolo Apostolo. Il programma predisposto dalla comunità parrocchiale e dall’amministrazione comunale prevede alle ore 17, l’apertura della chiesa e la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Mons. Gerardo Rocconi. Alle ore 18, la banda musicale “Amici della Musica” terrà un concerto e verranno spiegati i lavori eseguiti in riparazione dei danni del sisma del settembre del 1997. Nella giornata di domenica 4 giugno, durante la celebrazione delle 11,15, il Vescovo amministrerà il sacramento della Confermazione. I cori “Sacra famiglia” e “Giovani Fabrianesi” si esibiranno alle ore 18,15 in un concerto per la cittadinanza. Il parroco, don Adelio Papi, ha comunicato che gli importanti lavori hanno riguardato il consolidamento delle fondazioni delle absidi della navata centrale e del- la navata laterale; il rifacimento del pavimento di tutta la chiesa a mattoni come era in origine, il rifacimento del tetto della navata laterale e della casa parrocchia- le, la stuccatura delle pareti esterne della navata laterale e della casa parrocchiale, il rifacimento dell’impianto elettrico e la revisione dell’impianto di riscaldamento, la ritinteggiatura riportando la chiesa il più possibile conforme ai colori originali, la sostituzione dei ceppi e il rifacimento dell’impianto di elettrificazione delle campane Per eseguire l’opera è stato utilizzato il finanziamento stanziato dalla Regione Marche di 495 mila euro circa, i fondi della cassa parrocchiale, è stata aperta una sottoscrizione nel paese ed è stato chiesto un contributo alla diocesi dai fondi dell’8 per mille. I lavori sono stati eseguiti dall’impresa Montesi e Principi di Senigallia; iniziati il 23 luglio del 2004, sono terminati lo scorso 30 maggio. (foto A.Rossetti) Domenica 21 maggio Scisciano in festa per la Madonna C ome consuetudine da diversi anni, anche la parrocchia di Scisciano nel mese maggio festeggia la Madonna. Alla bellezza del castello e della natura circostante, per l’occasione, sono state aggiunti addobbi e luci che se possibile hanno aggiunto un fascino in più. Infatti domenica 21 maggio si è svolta, per iniziativa del parroco Don Fabio Belelli, l’ormai tradizionale festa della Madonna con la presenza della banda di Maiolati Spontini. Dopo la messa in processione, dove erano presenti molte persone, si è passato per le varie vie del paese; ma il momento suggestivo e importante è stato quando si è giunti presso la Casa di Cura “Villa Jolanda” dove si è pregato il rosario con i degenti e il personale medico. L’iniziativa è terminata con un concerto della banda e un momento conviviale. Da rilevare l’ottima organizzazione e allestimento dovuti ai parrocchiani, ed in particolare a Ivo Barchiesi e figli Marco e Claudio. (foto A,Rossetti) Come nelle feste popolari del tempo che fu Danze e canti del Sud Fotoservizio Augusta F. Cardinali Articoli - Arredi - Statue - Icone - Quadri - Paramenti sacri Santina Buoncompagni Tuniche ed oggetti per Comunioni - Cresime - Nozze - RIcordiamo, inoltre il nostro servizio “cortesia” riservato al clero, che consiste nel recapito a domicilio delle merci ordinateci e che verrà effettuato nel primo e terzo lunedì di ogni mese, completamente gratuito. ANCONA Via Matteotti 9 tel e fax 071.201297 e-mail [email protected] SENIGALLIA Via A. Costa 27 tel e fax 071.60597 e-mail [email protected] N on si è perduta la memoria delle antiche danze che un tempo allietavano le feste popolari, quando sulle piazze di paese o sull’aia dei cascinali, terminato il duro lavoro dei campi, contadini e popolani si radunavano gioiosamente. Erano spesso danze estenuanti, liberatorie; come la ‘pizzicata’, inventata nel Salento. A Galatina, il 29 giugno, affluivano i tarantolati per ballare fino allo stremo delle forze. Si pensava che fossero stati punti da un terribile ragno, ma a torto. Esorcizzavano invece così la stanchezza, il malessere morale e fisico della loro condizione, la povertà. Sulle incalzanti percussioni dei cembali le donne si scatenavano “per una smania convulsiva e irresistibile”, come menadi invasate. E’ in effetti nella notte dei tempi che si perde il ricordo di questo antichissimo ‘tripudium’. Sono ritmi ancora oggi coinvolgenti. Se ne sono accorti non pochi complessi musicali che hanno inserito ‘pizziche’ e ‘tarantate’ nei loro repertori. Queste danze ed altre del Salento, della Costiera Amalfitana, del Gargano, dell’Irpinia, dell’area vesuviana, la compagnia di danza Orché, composta di ragazzi entusiasti, esperti ricercatori, figli d’arte e molto validi musicisti, ha portato sul palcoscenico del Pergolesi il 13 maggio per lo spettacolo ‘Cerchio e Ronda’. Le musiche dal vivo sono state eseguite, con vera maestria, dal complesso Malicanti. I testi delle canzoni non parlano solo d’amore e di dispetti d’amore, ma anche del dolore e della nostalgia di carcerati, del lavoro dei campi, di luminarie e processioni (fuori luogo però il discorsetto qui aggiunto), di carri addobbati a festa e di suonatori di strada, di notti chiare e del gracidare delle rane, di passioni struggenti e di terra assetata e oltraggiata. E’ un folklore ricco, vario, suggestivo, evocativo di luoghi e storie di vita che forse ancora non conoscevamo. A fine spettacolo, di fronte ad un pubblico che a stento aveva contenuto una gran voglia di ballare, è stato suggerito di considerare come molto caro sia stato il prezzo pagato per un progresso che ha fatto dimenticare un mondo così ricco di fantasia, spontaneità e, in fondo, di rabbia o di gioia di vivere. Nella foto: alcuni componenti della com pagnia di danza Or ché si sono esibiti in piazza Federico II in un giorno di mercato, proprio come avveni va un tempo.. 13 Varie 28 Maggio 2006 Una dimora virtuale per l’esercizio dei diritti Nuovi progetti per i clochard Mannori Suor Maria (Via,da Corso Matteotti Via Roma a Via XX Settembre) (Vaiano di Verno, Prato, 1902 – Roma, 1987) Suora delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli (le suore “cappellone”), per quasi cinquant’anni dedicò, nel Brefotrofio di Jesi (all’inizio del Corso Matteotti, ora sede dell’Istituto Magistrale), alla cura dei bambini orfani e abbandonati, simbolo più vero di eroismo fatto di amore e totale dedizione; esempio mirabile di una vita dedicata agli altri, in una società ove troppo spesso trionfa l’egoismo. La via costeggia l’Orfanotrofio Femminile, fondato sul finire del secolo XVIII dal vescovo jesino Ubaldo Baldassini per accogliervi le “pupille”, ossia le orfane di tutta la diocesi. Maratta Carlo (Via, da Viale Papa Giovanni XXIII a strada senza sbocco) Pittore (Camerino, 1625 – Roma, 1713). Iniziò a dipingere ad appena undici anni presso il fratello maggiore e poi divenne scolaro di Andrea Sacchi. Suoi dipinti sono sparsi per molte chiese di Roma, Siena e Firenze. Fu famoso ritrattista e dipinse anche quadri con soggetti storici e mitologici e numerosi quadretti con Madonne e Sacre famiglie, dalle quali gli venne il soprannome di “Carluccio delle Madonne” Marche (Via, da Via Garibaldi a Via S. Marcello) Sono la nostra regione, una regione equilibrata e armoniosa; il paesaggio è ordinato e regolare, con valli parallele a pettine, colline decorate da una minuta tessitura dei campi ereditata dall’antica mezzadria, antichi borghi murati. Non vi sono grandi città, ma una miriade di cittadine che conservano i lasciti artistici della fioritura delle Marche nell’età dei Comuni e nel Rinascimento. Chiuse tra l’Appennino e l’Adriatico, confinano con la Romagna e la Repubblica di San Marino a nord, con Toscana e Umbria a ovest e con Lazio ed Abruzzo a sud. Benché distinte da propria individualità e da limiti naturali piuttosto precisi, le Marche pre(continua al prossimo numero) Fotoservizio Paola Cocola B uste e borse sporche, piene di indumenti e oggetti necessari alla quotidianità; abiti strappati, rattoppati, scoloriti, sudici addosso; barba incolta, arti amputati e rassegnati nella sedia a rotelle; corpi abbandonati all’oblio del sonno sopra una panchina, per terra tra le aiuole, negli angoli più nascosti dei marciapiedi. È lui, il clochard, l’uomo di strada, il barbone, il senzatetto. L’uomo- ma anche la donna- che non ha nulla, a volte neanche il suo nome, e che pure, se gli offri il tuo aiuto ti risponde“ No signora, nessuno bisogno…” . A lui, a quelli come lui, a Natale Morea, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha dedicato il primo messaggio del suo mandato, esprimendo cordoglio e ammirazione per un uomo “che- ricorda la sorella Francesca – non ha saputo farsi i fatti suoi” e che pertanto “ha pagato – continua il Capo dello Stato- con il sacrificio della vita, dopo mesi di coma e di sofferenze, il suo gesto di generosità” . E allora, come mai noi che abbiamo tanto di più, davanti allo “spettacolo” di queste esistenze ai margini dell’umanità, non abbiamo il coraggio di non “farci i fatti nostri”? Di strapparle alla strada? Cerco, mi informo e scopro che in realtà sono molti i progetti attivati dai Comuni con l’intento di soccorrere e sostenere queste persone che versano in stato di estrema povertà e senza fissa dimora. Per esempio, quello della residenza virtuale, ossia della possibilità offerta, in molte grandi città italiane, a questi soggetti di richiedere al Comune di “appartenenza” la registrazione della posizione anagrafica all’indirizzo virtuale “via Città di …” usufruendo così, assieme alla carta di identità, dei diritti di cittadinanza come quello al voto, all’assistenza sanitaria, al sussidio sociale, alla pensione di invalidità. Il provvedimento riguarda i senza fissa dimora oppure i senza tetto presenti sul territorio comunale che erano irreperibili all’ultimo censimento e hanno subito il blocco anagrafico e la perdita della residenza e di tutti i documenti di riconoscimento e, in forza di ciò, dei diritti costituzionalmente garantiti. La via virtuale serve a evitare che dalla carta di identità si evinca chiaramente la condizione di senza tetto. Si può scegliere il numero civico dall’1 al 9 a seconda delle circoscrizioni della città in cui si passa la maggior parte del tempo. Per registrarsi occorrono un documento di riconoscimento in corso di validità e, in mancanza di questo, la presenza di due testimoni forniti di carta d’identità. Per i cittadini stranieri sono richiesti passaporto e permesso di soggiorno. L’inevitabile ritrosia nella presentazione delle domande viene superata grazie all’aiuto di alcune associazioni che collaborano costituendosi quale ponte tra le istituzioni e queste persone- che hanno modo di contattare più facilmente-, e fornendo ogni giorno pasti caldi, indumenti, coperte. Si tratta dunque di una procedura che garantisce la privacy e il rispetto verso persone per le quali perdere una casa o non avere più una residenza può essere inizialmente un fatto accidentale ma poi diventa una filosofia di vita radicata. Inizialmente queste persone, spesso di altre nazionalità, vengono ospitate nei Ferrhotel, strutture di accoglienza che sorgono in alcuni locali messi a disposizione dalla società “Grandi Stazioni” del Gruppo Ferrovie dello Stato. Una sorta di “casa di passaggio” dei rifugiati, nella quale dovrebbero soggiornare giusto il tempo necessario al loro inserimento lavorativo e sociale, e che tuttavia negli ultimi anni rischia, a causa delle lungaggini provocate dalla burocrazia, di diventare, anche per mancanza di fondi, la “casa permanente”di chi decide di restare, a differenza di chi invece sceglie di uscire finendo poi inevitabilmente “per strada”. Aperto nel 1999 dalla Caritas diocesana di Roma, il Ferrhotel nel progetto originario prevedeva l’ospitalità di immigrati che dovevano svolgere un corso di formazione all’interno del centro e che al contempo non avevano la possibilità di pagarsi un alloggio senza lavoro. L’entrata in vigore nel ’99 della Convenzione di Dublino, ha fatto lievitare notevolmente il numero dei richiedenti asilo in Italia per cui il Ferrhotel oggi ospita, per la quasi totalità, richiedenti asilo e rifugiati. Interessa i ragazzi dai sei ai dodici anni Verso le colonie estive di Senigallia L’ amministrazione comunale informa che sono aperte le iscrizioni per la colonia marina estiva che si svolgerà a Senigallia riservata ai ragazzi da sei a dodici anni. Sono previsti tre turni (tutti con orario 7,30-13): il primo dal 19 giugno al 1° luglio, il secondo dal 3 al 15 luglio, il terzo dal 17 al 29 luglio. Il criterio di ammissione a ciascun turno è l’ordine di arrivo delle domande. I ragazzi di sei anni devono aver frequentato la prima elementare, i ragazzi di dodici anni devono aver frequentato la prima media inferiore. È richiesto un contributo di 80 euro per figlio e di 71,5 euro per fratello o sorella. Domande di ammissione entro il 5 giugno: informazioni presso l’Ufficio relazioni con il pubblico di piazza della Repubblica (tel. 0731.538250). Campane, sonade! Campane e campanù sonade a festa che c’emo ‘n ômo nôvo in cattedrale; un ômo, so siguro, che s’appresta a fa ‘l Pastore in modo eccezionale. Ce ‘nsegnerà la via nte sta foresta ndo’ purtroppo c’è pure tanto male; co’ la parola sua dolce e modesta io credo sarà proprio l’ideale. Ce manga tanto al mondo ‘n po’ d’amore e c’è bisogno de ommini ispiradi che ce rportasse a ragionà col core e so’ siguro semo fortunadi. Ce parlerà col Verbo de Gesù, sonade a festa campane e campanù! Lucio Longhi 14 Varie 28 Maggio 2006 indirizzare a: Voce della Vallesina Piazza Federico II , 8 60035 Jesi tel e fax 0731.208145 e-mail [email protected] AGENDA IL SANTO DEL GIORNO Giovedì 25 maggio San Gregorio VII – Santa Maria Margherita de’ Pazzi – Venerdì 26 San Filippo Neri – Sabato 27 Sant’Agostino di Canterbury – Domenica 28 Ascensione del Signore – San Germano – Lunedì 29 San Massimo di Verona - Martedì 30 Santa Giovanna d’Arco – Mercoledì 31 Visitazione B.V.Maria - Giovedi 1 giugno San Giustino martire – Venerdì 2 Santi Marcellino e Pietro – Sant’Erasmo – Sant’Albina – Sabato 3 Santa Clotilde – Sant’Olivia – Domenica 4 San Quirino. AGENDA Giovedì 25 maggio Jesi – aula magna del centro per l’impiego, viale del Lavoro 32 (ore 10) incontro formativo per donne migranti. Venerdì 26 maggio Jesi – Enoteca regionale (ore 18,30) incontro con l’autore: Aldo Forlani presenta “Quel maledetto cunicolo nelle viscere del Monte Conero” Sabato 27 maggio Jesi – chiesa San Nicolò (ore 18,30) la dott. Rosalia Bigliardi e ò’arch. Stefano Santini presentano il libro “Un Padre Carmelitano ai tempi di Napoleone” e apertura della mostra “Iconografia della Madonna in Vallesina”. Domenica 28 maggio Giornata delle Comunicazioni Sociali Jesi – chiesa San Giovanni Battista (ore 11) per il ciclo “Musica Praecentio”: ”Ad Philippum” con il coro “C.Petrucci”. In televisione Sabato 27 maggio - ore 10,30 (Rai Due) “Sulla via di Damasco” con Don Giovanni D’Ercole - ore 17,15 (Rai Uno) “A sua immagine” con Andrea Sarubbi Domenica 28 maggio - ore 8,45 (Canale 5) “Le frontière dello spirito” con mons. Gianfranco Ravasi e Maria Cecilia Sangiorgi – ore 9,15 (Rai Uno) Santa Messa e recita del Regina Coeli - ore 10 (Retequattro) Santa Messa. Farmacie di turno Giovedì 25 Comunale 2 - venerdî 26 Grammercato - sabato 27 Coppi - domenica 28 Moretti – lunedì 29 Barba – martedî 30 Martini - mercoledî 31 Calcatelli - giovedî 1 giugno Delle Grazie - venerdî 2 Comunale 1 - sabato 3 Cerni - domenica 4 Comunale 2. Anagrafe Nati Tosap: scadenza al 10 giugno martedì e giovedì pomeriggio dalle 15 alle 17”. Dal sig. G.M. Due centri estivi per bambini Spettabile redazione, sono uno dei cittadini vittime della confusione Tosap, voglio dire uno di quelli che sono stati chiamati a pagare una tassa non dovuta. Ora non mi è chiaro se sono io a dovermi recare all’ufficio comunale competente in materia per chiarire che nulla debbo e quindi perdere tempo per un errore non mio o non più giustamente che sia chi ha sbagliato a correggersi. Vi ringrazio di una risposta. In materia di Tosap e di bollettini errati, l’amministrazione comunale ha diffuso il seguente comunicato: “L’Aipa San Giorgio, concessionaria tributi del Comune di Jesi, procederà all’annullamento dei preavvisi di pagamento relativi alla tassa occupazione suolo pubblico (passi carrabili, tende, chioschi, ecc.), comunicandolo con propria lettera a tutti i contribuenti. La decisione è stata assunta dopo l’accertamento di errori dovuti al sistema informatico che hanno generato avvisi anche a contribuenti che avevano già cessato detta occupazione. Una volta bonificata la banca dati, la stessa concessionaria procederà all’invio dei nuovi preavvisi che avranno scadenza non più il 15 maggio, ma il 10 giugno prossimo. L’intera procedura è stata autorizzata dall’Amministrazione comunale che sta valutando se vi siano i presupposti per una azione legale visto il grave danno d’immagine arrecato al Comune di Jesi. L’Aipa San Giorgio assicurerà tutta la necessaria assistenza ai contribuenti attraverso il proprio personale dell’agenzia di Jesi sita in via Galleria della Sima 14 (tel.0731/203088) e aperta tutti i giorni dal lunedì al sabato dalle 9 alle 12,30 e il sconi e Eleonora Simeone. (a Jesi, salvo diversa indicazione) 12 aprile Maria Puzone (Napoli); 23 aprile Federico Pierandrei; 24 aprile Alessandra Zitti, Sofia Carnuccio (Ancona); 26 aprile Giovanni Spendolini (Ancona); 27 aprile Jolyta Alam Jannatul; 28 aprile Marco Fioretti; 1° maggio Beatriz Carbonari; 2 maggio Francesco Maria Scarabotti e Giulia Senuca; 4 maggio Margherita Marzioni (Ancona); 5 maggio Gabriele Giampaoletti e Maria Vittoria Galbiati; 6 maggio Filippo Ginepri; 8 maggio Costanza Martarelli e Thomas Cartuccia; 10 maggio Luca e Sofia Marchegiani; 11 maggio Matteo Morelli. i Lettori scrivono... Defunti (a Jesi, salvo diversa indicazione) 2 maggio Telmo Morosetti (92 anni), Dario Pierella (73); 3 maggio Maria Tavoloni (72) di Filottrano, Quinto Romiti (87) di San Marcello, Arnaldo Zannotti (92) di Maiolati Spontini, Umberto Matteucci (86), Federico Ceciliani (81); 4 maggio Ersilia Regnicoli (85), Delia Mancinelli (76) di Belvedere Ostrense; 6 maggio Itala Piersantelli (89), Carlo Manoni (79) di Belvedere Ostrense; 7 maggio Rolando Cardella (88) di Filottrano; 8 maggio Angelo Mora (81) di Poggio San Marcello, Ottavio Pierella (92), Giuseppe Togni (57), Umberto Pietrucci (86); 9 maggio Alderico Matrimoni Montebelli (88), Milena Capitanelli (84); 10 maggio Maria Pastorini (78); 11 maggio 29 aprile Giacomo Ciampichetti e Sonia Gildo Stacchiotti (84), Ugo Brocanelli (75) Polita; 30 aprile Aldo Iaricci e Francesca di Mergo; 12 maggio Mario Marini (81) Comitini; 6 maggio Fabio Fazi e Daniela di Castelplanio, Dina Molinari (83), Aldo Stanescu, Mirco Vitali e Graziella Leo- Ragnacci (84) di Arcevia, Maria Augusta nardi, Giovanni Ginesi e Pascale Cam- Cardinali (65); 13 maggio Maria Cantarini panelli; 7 maggio Simone Agostinelli e (91) di Monte Roberto; 14 maggio Sestina Milena Muzi; 8 maggio Gianfranco Mo- Canonico (82), Dina Togni (91). Anche quest’anno l’amministrazione comunale di Jesi promuove l’organizzazione di due centri estivi da tenersi nell’intero mese di luglio riservato uno ai bambini da 3 ai 6 anni (orario 8-16, presso l’elementare Monte Tabor) e l’altro ai bambini da 6 a 12 (orario 816 presso la scuola Martiri della Libertà), per un massimo di cinquanta utenti per ciascun turno di due settimane e dunque 200 bambini complessivi. Tali Centri sono da intendersi come un proseguimento, nel periodo estivo, dell‘attività educativa svolta nella scuola per l’infanzia e nella scuola a scuola primaria e devono puntare ad offrire ai bambini un luogo di aggregazione dove svolgere attività ricreative e ludiche, consentendo alle famiglie un supporto importante. Per il funzionamento dei due centri il Comune metterà a disposizione gli scuolabus per il trasferimento in aree pubbliche (piscine, centri sportivi, aree verdi) e un contributo di circa cento euro per ogni bambino iscritto. Ufficio Servizi sociali ingresso spostato A seguito dei lavori di messa a norma del vano scala di Palazzo Ricci in piazza Spontini, che funge da collegamento tra la Ludoteca, Servizi Sociali, Scolastici ed Urbanistica, fino a giovedì 8 giugno l’ingresso dei Servizi Sociali è spostato al portone principale del Comune in piazza Indipendenza. Approvato dalla Regione il Piano Emigrazione 2006 La giunta regionale ha approvato il “Piano annuale degli interventi a favore degli emigrati marchigiani per l’anno 2006” che è stato pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Marche n. 45 del 5 maggio. .Tra le tante novità introdotte anche la creazione di borse di studio per la formazione di giovani manager e la contribuzione nelle spese di primo avviamento per la costituzione di Associazioni di imprenditori marchigiani nei diversi Paesi. to, già presente nella sede pubblica sempre edificante. di Washington, ha affian- Significativa la testimoniancato i ristoratori della zona za della nipote Laura che nell’organizzazione del così ha ricordato nonno Febuffet che ha avuto luogo derico: al termine della cerimonia “Nonno aveva 80 anni, era felicissimo, pieno di energia di premiazione. e beneaugurante verso tutA chi andrà ti. Era cosi da alcuni anni, il Premio Vallesina 2006 dopo una vita di fatica, sacrifici e pochi riconoscimenti. Era il classico uomo di Venerdì 26 maggio alla ore una volta, apparentemente, 12, presso la sede centrale ma il cuore che aveva era della Banca Popolare di un miracolo moderno. Ancona, verranno presenIo da sempre sentivo e vitati alla stampa i premiati vevo il suo amore; ma così alla terza edizione del come io lo vedevo, si era “Premio Vallesina”. mostrato completamente San Paolo di Jesi solo negli ultimi anni. I concome la “Provenza” ti sembrano tornare: quando finalmente capisci come Due giorni per scoprire e cosa vivere, finisce la tua una terra di sapori e pro- esperienza nel mondo. Nonfumi. Questo è stato il no è stato fortunato perché weekend a San Paolo di Jesi, la felicità che molti non vedove buon vivere, tradizio- dono e quindi non vivono, ne, cultura, natura sono le lui l’ha vissuta. parole d’ordine. “E’ sempre Era precipitato dalla pianta piacevole venire a San Pao- di pomi che stava potando, lo di Jesi – ha detto Carla come ogni anno, da sempre. Virili, assessore provincia- L’hanno rianimato... ridanle all’agricoltura – perché do aria ai suoi polmoni imracchiude in sé tutte le mobili per qualche minuto... caratteristiche della media ed elettricità al suo cuore… che è morto lì. Era morto, collina marchigiana”. Il Comune di San Paolo di nonno… ma devo dire che Jesi è uno dei ventiquattro non c’è stato nulla di più Comuni che aderiscono al dolce di vederlo aprire gli Distretto Rurale di Quali- occhi, pochi giorni dopo la tà “Colli Esini” e, come ha caduta. Aprire gli occhi e ricordato Riccardo Mader- parlare, con gli occhi e con loni, “vi aderisce in manie- le labbra. E’ stato bellissira attiva, lavorando per la mo perché abbiamo potuto promozione del marchio ripetergli che gli volevamo del Drq (Distretto Rurale bene. di Qualità) nel suo territo- Lo sento ancora quando rio, invitando le aziende ad brindava, al pranzo della aderirvi”. San Paolo di Jesi domenica, con parole che è stata definita la “Proven- vorrei ricordare a tutti: Fiza” della Vallesina, per la gli, il mondo andrà bene presenza nel suo Comune quando gli uomini saranno del laboratorio per la distil- leali e rispettosi del prossilazione delle piante offici- mo, come ci dice il Signore. nali da cui si ottengono oli Credendo e testimoniando ciò, nonno Federico sarà essenziali. Il dibattito ha focalizzato sempre con me e con tutti. l’attenzione anche sull’of- Non piangeremo la tua asferta turistica di qualità senza, ma ti sentiremo vidella vita che i piccoli cen- cino e ti parleremo ancora. tri possono offrire a chi Tu ci amerai dal cielo come è in cerca di tranquillità e ci hai amati sulla terra”. La comunità parrocchiale di rispetto della natura. san Giuseppe si è stretta attorno alla famiglia Ceciliani A ottanta anni di età, mar- con amore e affettuosa partedì 3 maggio è mancato al- tecipazione. “Voce” si unil’affetto della moglie Emilia sce all’unanime cordoglio. Matteucci, dei figli Dina e Claudio, della nipote Laura Anniversario e di tutti i congiunti 21.05.2004 21.05.2006 La Vini Monte Schiavo ancora protagonista Si è svolta con successo giovedì 11 maggio all’interno del Palazzo Ducale di Urbino la premiazione della giornalista radiofonica statunitense Diane Rehm, vincitrice della prima edizione dell’Urbino Press Award, premio giornalistico dedicato ai reporter statunitensi. La Vini Monte Schiavo, tra le aziende sponsor dell’even- Federico Ceciliani Il rito del cristiano commiato nella chiesa di San Giuseppe a Jesi, è stato celebrato dal parroco Mons. Giuseppe Quagliani, che nell’omelia ha ricordato la testimonianza del cristiano attento ed operoso, l’amore alla famiglia, la dedizione agli altri, la vita privata e Franco Ponzetti A due anni dalla scomparsa, gli amici della Cassa di Risparmio di Iesi che l’hanno conosciuto e stimato in vita, si uniscono nel ricordo alla gentile signora Anna, alla figlia Cristina e alla diletta nipotina Ilaria. 15 Varie In giro per la Jesi romana 28 Maggio 2006 volley Abbondanza nuovo coach Kilic in Spagna? Cupramontana Mostra fotografica e di pittura Monte Schiavo Fotoservizio Cristiana Simoncini tra arrivi e partenze di Giuseppe Papadia Federico II e i Templari Il dott. Domenico Lancianese, autore del libro, recentemente pubblicato “I Templari e la missione segreta”, terrà venerdì 9 giugno (ore 18) in Ancona, nell’Aula del Rettorato dell’Università in piazza Roma, una conferenza su “Federico II e i Templari”. La manifestazione, organizzata dalla Fondazione Federico II Hohenstaufen, è patrocinata dalla Regione. Ai partecipanti sarà data in omaggio una copia del libro, edito dalla Fondazione, “Il convito dell’Imperatore”. Il Lions Club ringrazia La raccolta di occhiali usati da destinare al terzo mondo, iniziativa di solidarietà promossa dal Lions Club, è risultata coinvolgente oltre ogni aspettativa. Hanno risposto alla ricerca di sensibilizzazione e collaborazione farmacisti, dirigenti di scuole e un gran numero di cittadini. Oltre 1500 paia di occhiali sono stati donati. E’ particolarmente da segnalare che ne sono stati offerti 350 dalla Caritas; nuovissimi ma, stando a un giudizio consumistico, “fuori moda”. Il Lions Club vivamente ringrazia tutti coloro che hanno aderito a questo progetto di notevole valore umanitario. Gli occhiali sono stati ora spediti a Chivasso, dove presso un centro di raccolta saranno sottoposti a cure di ripulitura e di eventuale restauro per essere successivamente inviati a destinazione. A Cupramontana già fervono i preparativi per i festeggiamenti del Santo patrono, Sant’Eleuterio Papa (26 maggio). Infatti sabato pomeriggio è stata una giornata ricca di eventi, con l’inaugurazione di due mostre dedicate al paese, una fotografica intitolata “Cupra in festa” e l’altra di pittura, intitolata “Chiese di Cupramontana”. La mostra fotografica è opera dei due fotografi amatoriali locali, Vincenzo Mollaretti e Roberto Torelli, che nella sala recentemente restaurata, Raul Bartoli, in via Ferranti, hanno immortalato, in una cinquantina di scatti, i momenti più significativi delle feste che, negli ultimi anni, si sono svolte a Cupra: Sant’Eleuterio, Corpus Domini, Sagra dell’Uva, Sant’Antonio Abate, San Pasquale Baylon, San Michele, San Marco, Beato Angelo, San Lorenzo, Carnevale, Cantamaggio, Domenica delle Palme, Giornata del Catechismo e Processione del Cristo morto. I due fotografi hanno scelto la festa come tema guida perché, come si legge all’ingresso della mostra, “il termine festa evoca in ognuno sentimenti forti e quasi sempre propositivi…qualcosa di innato risveglia l’autentica voglia di stare insieme”. Mentre l’altra mostra, quella pittorica, allestita nella sala accanto, nei locali della palestra delle scuole, è opera della pittrice dilettante Anna Rosa Paccusse che, in 17 acquerelli, dai caldi colori, racconta la storia delle tante chiesine sparse per il territorio di Cupramontana. A queste due belle iniziative, aperte al pubblico fino al 28 maggio dalle 17 alle 20, si è aggiunta la presentazione, nella sala consiliare, del libro “Filastrocca longa longa, i nonni raccontano”, ad opera della Scuola dell’infanzia “C. Corradi” e degli anziani della Casa di Riposo, dove vi sono raccolte le filastrocche che i nonni hanno raccontato ai bambini, il tutto corredato da simpatici disegni realizzati dai piccoli dell’asilo. Un nuovo patron per l’Aurora Basket CALCIO Eccellenza Le prime novità nella Jesina L a Jesina Calcio è già al lavoro per programmare la prossima La Azienda Sanitaria Unica Regionale – Zona Territoriale n. stagione calcistica, sia 5 di Jesi ha donato, per il Programma Sanitario Nazionale di per la prima squadra, Caritas Albania, alla Caritas Italiana materiali e apparecchi che per il settore giodi uso medicale delle strutture sanitarie della Zona non più vanile. La costruziorispondenti alle norme di sicurezza dell’Unione Europea ma ne della squadra per il perfettamente funzionanti. La donazione è stata effettuata campionato di Eccelliberamente senza alcun scopo di lucro. lenza 2006-07 è partita I materiali e le apparecchiature sono state consegnate nei con la riconferma sulla giorni scorsi. Si tratta in particolare di un apparecchio panchina dei leoncelli radiologico dentale, una asciugatrice, due autoclavi da banco, dell’allenatore Antonio due defibrillatori, un diafanoscopio, una incubatrice, due Ceccarini (nella foto), il lampade a fessura, quattro lampade scialitiche, un monitor quale ha dimostrato nelper defibrillatore, due ottotipi, cinque pompe da infusione, lo scorso campionato di sedici respiratori a valvola di Bennet, due tavoli chirurgici e possedere tutte le quaun set di vetreria per laboratorio analisi. lità, umane e tecniche, per guidare la Jesina. Prosegue intanto il progetto legato alla valorizzazione del vivaio della JesiSTUDIO MEDICO dott. SANTONI na Calcio: la società ha raggiunto l’accordo con Mauro Chirurgia LASER delle VARICI in Day Surgery. Bertarelli, che, a partire dalla prossima stagione, sarà il responsabile del settore giovanile. Mauro Bertarelli è Flebologia, Chirurgia ambulatoriale, Eco color nato ad Arezzo il 15 settembre 1970. Ex calciatore di Doppler. Fistole, Emorroidi, Ernie. Sampdoria, Empoli, Ravenna ed Ancona, ha ricoperto negli ultimi tre anni il ruolo di responsabile tecnico del settore giovanile nel Real Vallesina. Accreditato Regione Marche prot. 11105 del 3 giugno 2003 Nel ruolo di allenatore della squadra Juniores, dopo l’ottimo lavoro svolto nella scorsa stagione, è stato conVia RADICIOTTI n. 3 - 60035 JESI fermato l’ex giocatore leoncello ai tempi della Serie C, Tel 0731205103 - 335 8234245 - 328 8649062 Giovanni Trillini. La Asl di Jesi per la Caritas Albania BASKET L’addio della famiglia Latini P er lo sport jesino questa primavera segna uno storico addio, quello del marchio Sicc Cucine al basket dopo oltre cinquecento partite, 14 anni di sponsorizzazione e quattro promozioni. Lo scorso 16 maggio “la famiglia Latini, titolare di circa il 95 per cento delle quote sociali dell’Aurora Basket – si legge nel comunicato – in considerazione dei recenti noti eventi, annuncia la propria volontà, definitiva ed irrevocabile, di considerare conclusa la propria esperienza sportiva e di conseguenza di cedere l’intera partecipazione societaria”. L’amministratore delegato Gianluca Latini ha assicurato che la società vanta conti in regola e che proseguirà la sponsorizzazione della Banca Popolare di Ancona. In via Gola della Rossa però, si continuerà a lavorare anche senza i Latini per garantire a Jesi l’iscrizione al prossimo campionato di Lega Due entro il 30 giugno. Dopo quella data i membri del consiglio d’amministrazione dell’Aurora rassegneranno le dimissioni. Grande disappunto per l’addio al basket della famiglia Latini è giunto anche dal sindaco Fabiano Belcecchi, da sempre appassionato di pallacanestro. Al primo cittadino è stato affidato il ruolo di mediatore tra la vecchia proprietà e gli acquirenti. Per il futuro si parla di una cordata di imprenditori, già presenti come co-sponsor dell’Aurora. Nella foto di Giaccaglini, un momento “storico”: l’esultanza di Latini per la promozione in A1 Gip WWWBPAIT Le belle giornate invitano ad uscire e noi della classe quinta del plesso Gemma Perchi, giovedì 11 maggio, siamo andati in giro per la città, a scoprire - con la guida del museo archeologico - la Jesi romana. Così abbiamo appreso che il centro storico, essendo in collina, era un’importante “area” per i romani da cui vedere i nemici e quindi prepararsi all’attacco. Abbiamo visitato altri resti romani di cui non immaginavamo l’esistenza nella nostra città, e una cisterna in via delle Terme. Una puntatina anche al museo archeologico di Jesi ha completato la nostra esplorazione offrendoci la possibilità di osservare vari utensili e ammirare le suggestive statue senza testa ritrovate nella cisterna. Rosaria e Francesca de Donatis Sarissa Parviz Pezeshk Pur (Foto Paola Barchesi) Il mercato estivo della Monte Schiavo Banca Marche prosegue tra alti e bassi. Dopo l’ingaggio di Simona Rinieri (nella foto), la società jesina ha annunciato il nuovo allenatore, che per i prossimi due anni sarà Marcello Abbondanza. Nato a Cesena il 24 agosto 1970, Abbondanza ha iniziato la sua attività a Forlì nel 2000, per poi scendere a Mazzano in B1 l’anno successivo. Nel 2003 il passaggio a Pesaro dove quest’anno ha dominato la stagione regolare e la Coppa Cev. Abbondanza è stato anche vice del ct azzurro Bonitta sia a Ravenna sia in nazionale, con cui ha vinto il mondiale 2002 a Berlino. “E’ una scelta non dettata dall’insoddisfazione – ha spiegato Gabriele Pieralisi – ma da un progetto bene preciso, messo in piedi la scorsa estate. Crediamo che con il nuovo allenatore ci sia più continuità”. Sul fronte delle riconferme è arrivata quella delle bulgare Marinova e Petkova. Saluteranno Jesi Mifkova, Aldrich ed Arimattei. Da definire la situazione di Ritschelova. A stravolgere i piani della Monte Schiavo ci ha pensato Liouba Kilic, che si è detta pronta a sciogliere il pluriennale firmato la scorsa estate con la società rossoblù, per trasferirsi in Spagna al Murcia. Il club iberico le avrebbe offerto ben 500 mila euro. “Siamo tranquilli – ha detto il giemme Pieralisi – Se andrà via la rimpiazzeremo nel migliore dei modi. A Jesi abbiamo bisogno di gente convinta e motivata”.
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