gallura - Diocesi di Tempio Ampurias
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G ALLURA & Periodico della Diocesi di Tempio-Ampurias fondato nel 1927 NGLONA N. 10 - Anno XIX - 13 settembre 2011 - Nuova serie - Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/b L. 662/96 - Sassari - €1,00 “La Chiesa sarà giovane se sarà fatta anche di giovani!” di Gianni Sini C on queste parole Mons. Sanguinetti ha chiuso la “Tenda Giovani 2011” che si è tenuta ad Olbia dal 29 Agosto al 4 Settembre. Il tema quest’anno era: “Apri il cuore, c’è chi ti ascolta!”. Il Vescovo ha ricordato che tutto ciò può avvenire solo se la Chiesa saprà ascoltare, non solo predicare, ma soprattutto comprendere e perdonare, non solo giudicare. In altre parole, una Chiesa che sa offrire oriz- zonti di speranza, che sa stare con i giovani. Proprio per questo motivo il Vescovo ha nominato quest’anno alcuni sacerdoti che ritorneranno ad insegnare nelle scuole. Mons. Sanguinetti, rivolgendosi ai giovani, ha detto: “Ho sempre sognato che Olbia diventi per la Chiesa un laboratorio di idee, di proposte e proponga percorsi di dialogo e prossimità con i giovani”. Occorre che i giovani diventino i protagonisti, valorizzando i loro linguaggi: musica, arte, fantasia, intraprendenza, proprio come è avvenuto in questi gior- ni. Il Vescovo ha chiesto: ”Che cosa ci hanno detto in questa settimana i giovani?” Che vogliono essere sentinelle. Essi guardano, non sono distratti, indifferenti, rassegnati o impotenti. Occorre vedere i loro difetti e le loro fragilità, ma anche le loro qualità e le loro potenzialità. I giovani ci sono! Ma noi ci siamo per loro? Noi dobbiamo esserci per loro con il debito dell’amore! Amarli equivale ad andare verso di loro. “Gesù chiede: ”Và dal tuo fratello!”, non dice: “Aspettalo nella Chiesa, nella sacrestia, nei tuoi spazi.” Quando i giovani non ci sono occorre sentire l’inquietudine della distanza, della diffidenza e della incomunicabilità. I giovani sono rimasti nelle nostre chiese fin ché abbiamo parlato con il loro linguaggio. Con decisione il Vescovo ha ribadito: “Nella Chiesa non possiamo fare a meno dei giovani! Dobbiamo prenderci cura, dare loro spazio e renderli protagonisti, in modo che la Chiesa diventi una casa accogliente per loro, perché non si sentano mai né ospiti, né estranei.” Concludendo la sua omelia ha chiesto con decisione di curare le loro ferite, la loro solitudine, la marginalità affettiva, sociale ed economica. E’ indispensabile conoscere e comprendere le loro fragilità in questa società che promette molto e dà poco. La consegna del mandato missionario da parte del Vescovo ai giovani dice chiaramente che la Tenda non si chiude con una celebrazione, ma continua nell’impegno e nella testimonianza dentro la Chiesa e tra i coetanei. ALLURA &AGNGLONA Nuova Serie Aut. Trib. Tempio Pausania n. 4 del 21-12-1960 Proprietà: Diocesi di Tempio-Ampurias Amministratori Gavino Fancellu Direttore responsabile: don Giovanni Sini [email protected] Redazione: Franco Fresi Andrea Muzzeddu Marianna Micheluzzi Giuseppe Pulina Gianni Satta Pietro Zannoni Tomaso Panu Gavino Fancellu ABBONAMENTI 12 MESI ITALIA ordinario € 20,00 sostenitore € 30,00 benemerito € 50,00 ESTERO + spese di spedizione PUBBLICITÀ Tariffe 2011 Commerciali con secondo colore redazionali a cmq € 1,00 a modulo mm 25 x colonna € 8,00 a pagina intera € 800,00 a mezza pagina (orizzontale) € 430,00 Istituzionali: -20% Promozionali: -25% Prima pagina: a modulo € 15,00 Ultima pagina (solo riquadri settori commerciali) a cmq € 1,00 a modulo mm 25 x colonna € 1,00 Sconti, non cumulabili, per formato, frequenza, invito. I prezzi sono al netto di IVA. La Redazione si riserva la facoltà di rifiutare inserzioni pubblicitarie Direzione Redazione e Amministrazione Via Episcopio, 7 07029 Tempio Pausania C. P. 183 - C. C. P. n.11733078 Tel e Fax 079 635790 e-mail: [email protected] Anno XIX n. 10 13 settembre 2011 decreti e nomine NOMINE E TRASFERIMENTI DI SACERDOTI COMUNICATO DELLA CURIA In data 1 settembre 2011, il Vescovo S.E. Monsignor Sebastiano Sanguinetti ha provveduto alle seguenti nomine: Don Nino FRESI, finora parroco della Parrocchia “S. Paolo”, in Olbia, è stato nominato parroco della Parrocchia “S. Maria del Mare”, in Olbia-Pittulongu. Don Gianni SATTA, finora parroco della Parrocchia S. Giusta, in Calangianus, è stato nominato parroco della Parrocchia “S. Paolo”, in Olbia Don Umberto DERIU, finora parroco della Parrocchia “N.S. Del Rosario”, in Luras, è stato nominato parroco della Parrocchia “S. Giusta”, in Calangianus. Nel contempo, sarà anche Amministratore Parrocchiale della Parrocchia “N.S. Del Rosario”, in Luras. Don Isacco GARCIA DE LA CRUZ, finora vicario parrocchiale della Parrocchia Cattedrale “S. Pietro”, in Tempio Pausania, sarà vicario cooperatore della Parrocchia “N.S. Del Rosario”, in Luras. Don Camillo Biemoundonghat da vicario parrocchiale de La Salette a vicario cooperatore a Bortigiadas Don Francesco TAMPONI è stato nominato Amministratore Parrocchiale della Parrocchia “S. Nicola di B.”, in Bortigiadas. Don Camille BIEMOUNDONGHAT, finora vicario parrocchiale della Parrocchia “N.S. De La Salette”, in Olbia, è stato nominato vicario cooperatore per la Parrocchia “S. Nicola di B.”, in Bortigiadas. Tali nomine avranno valore ed effetto giuridico, dal momento della introduzione canonica nei rispettivi uffici. Don Mattia KLIMEK, finora vicario cooperatore per la Parrocchia “S. Maria delle Grazie”, in S. Maria Coghinas, è stato nominato Amministratore Parrocchiale della medesima Parrocchia. Tale nomina ha valore ed effetto giuridico immediato, dalla data della nomina. Don Gianni Satta da Calangianus andrà alla parrocchia di San Paolo in Olbia Impaginazione e grafica GIANNI CARIA [email protected] Stampa TAS P. Niedda sud strada 10 - 07100 Sassari Tel 079 262221 - 079 262236 Fax 079 262221 e-mail: [email protected] Questo numero di Gallura & Anglona è stato consegnato alle Poste, per la spedizione, il 13 settembre 2011. Don Umberto Deriu da Parroco di Luras a Parroco di Calangianus, nel contempo rimarrà come amministratore parrocchiale della Parrocchia N.S. del Rosario in Luras cen ALLURA &AGNGLONA Anno XIX n. 10 13 settembre 2011 S pez z ati come i l p ane di Gigliola Alfaro I martiri dell’Eucaristia Come Cristo ha dato la vita per la nostra salvezza, così ci sono dei credenti che sono stati pronti a dare la vita per difendere l’Eucaristia. In occasione del Congresso eucaristico nazionale, a padre Luigi Borriello, promotore della Fede della Congregazione delle Cause dei Santi, abbiamo chiesto qual è lo specifico di questo tipo di martirio. Padre Borriello, chi è il martire dell’Eucaristia? “Occorre anzitutto ricordare che il sacramento dell’Eucaristia aiuta i cristiani a sopportare le sofferenze e il martirio per la fede, ed è la stessa Eucaristia che spinge ogni cristiano a essere pane spezzato per la vita del mondo. Dare la vita per gli altri è segno di martirio e di amore cristiano, sull’esempio di Gesù Eucaristia vittima offerente per la salvezza dell’umanità. Per il martire spendere la propria vita per il Signore e per gli altri costituisce la più autentica espressione dell’Eucaristia. Si pensi a mons. Oscar Romero, ucciso il 24 marzo 1980 proprio mentre stava celebrando l’Eucaristia. Insomma, i martiri ci testimoniano che l’Eucaristia ci fa santi, e che non può esserci santità se non è incardinata sulla vita eucaristica. Alcuni tra di essi hanno vissuto questa dimensione con particolare intensità e con speciali doni dello Spirito, infervorando i fratelli del loro stesso amore per l’Eucaristia”. Qual è il significato che l’Eucaristia ha per questi martiri? “La testimonianza dei martiri invita a riscoprire l’inscindibile rapporto tra l’Eucaristia e il martirio, tra la liturgia vissuta nel tempo presente e quella che si celebra in cielo. L’Eucaristia, presenza del Risorto, è ri-presentazione sacramentale della passione e morte del Signore, alla quale il cristiano è invitato a prendere parte, per immedesimarsi totalmente con la sua persona, facendo un solo corpo con lui, già nel tempo presente, per esserlo pienamente nella gloria. Per questo motivo le reliquie dei martiri vengono collocate sotto l’altare per significare che l’altare di Cristo è l’altare del cristiano, e che vi è uno stretto rapporto tra il sacrificio della croce e quello eucaristico, tra l’immolazione di Cristo e quella del cristiano”. Possiamo parlare oggi di martiri dell’Eucaristia, facendo riferimento ad esempio ai cristiani perseguitati? “Sì, anche ai nostri giorni i cristiani vengono perseguitati. Il secolo XX, con le numerose vittime del nazismo e del comunismo, è stato definito un secolo di martiri. Non tutti i credenti in Cristo sono chiamati al martirio di sangue, ma tutti devono fare della loro vita un’offerta gradita al Padre in unione al sacrificio di Cristo. Il martirio consiste nel lasciarsi uccidere per testimoniare la fede in Gesù Cristo. Ogni cristiano che vuole seguire il Cristo nella via della croce è martire sia nella vita sia nelle parole. Si può dire che al martirio cruento, rosso per l’effusione del sangue, si accompagna anche il martirio bianco, incruento, quello vissuto da uomini e donne nei fatti ordinari della vita quotidiana”. Cosa dicono oggi questi martiri al nostro mondo secolarizzato? “I martiri di Abitene (odierna Tunisia) danno una risposta eloquente a questa domanda. Negli anni 303-304 d.C., l’imperatore Diocleziano, dopo un periodo di relativa calma, scatenò una violenta persecuzione contro i cristiani proibendo tra l’altro di celebrare i sacri riti e le sante riunioni del Signore. In quel periodo nella città di Abitene, un gruppo di 49 cristiani, contravvenendo agli ordini dell’imperatore, si riuniva nel giorno del Signore per celebrare l’Eucaristia domenicale. Scoperti, vennero imprigionati e condotti in tribunale per essere sottoposti a giudizio. Alla domanda del proconsole Anulino che chiedeva a Emerito se, contro l’editto dell’imperatore, si erano tenute nella sua 3 casa le assemblee, il martire rispose affermativamente, e aggiunse che non l’aveva impedito, perché ‘Noi cristiani senza la domenica non possiamo vivere’. È significativo notare che questi martiri di Abitene furono arrestati nella casa di Ottavio Felice, durante la celebrazione dell’Eucaristia domenicale, e che altre celebrazioni si erano tenute nella casa di Emerito. La casa è il luogo dove si svolge la vita quotidiana, ma è anche l’ambiente vitale dove s’impara a conoscere, celebrare e vivere il giorno del Signore. Ugualmente importante è il riferimento al modo di intendere e di vivere le relazioni familiari. Questi riferimenti richiamano l’importanza, anche per il nostro tempo, della famiglia cristiana, ‘Chiesa domestica’, e del suo insostituibile compito di essere la prima cellula della società e della Chiesa, luogo di educazione e di crescita della fede. L’autore del racconto dei martiri di Abitene, facendo riferimento alla domanda rivolta dal proconsole al martire Felice, sottolinea che al giudice romano non interessava sapere se Felice era cristiano, ma gli importava di essere informato se egli prendeva parte alle ‘riunioni’. Lo stesso autore è consapevole che un cristiano non può vivere senza la Pasqua domenicale, come la Pasqua domenicale non si può celebrare senza che ci sia un cristiano. In effetti, la Pasqua del Signore, memoriale della sua morte e risurrezione per la vita del mondo, è l’essenza stessa del cristiano”. Apertura Congresso eucaristico Le canzoni del vescovo Mons. Mario Ceccobelli di Gubbio dj per alcune ore in discoteca U n “vescovo è diventato dj per una notte”: è successo a Gubbio, nella discoteca “Aqua Village”. “Vorrei far sentire ai giovani una Chiesa vicina”, ha spiegato il vescovo di Gubbio, mons. Mario Ceccobelli. “Mi hanno invitato i giovani che animano la discoteca – ha aggiunto - e questo invito ha colto in pieno un mio desiderio. Da tempo volevo conoscere questo tipo di ambiente, perché qualcosa deve avere se attira migliaia di giovani”. E così il vescovo di Gubbio, protagonista di un’inedita iniziativa, si è trasformato per una notte nel disc-jockey ospite del locale Aqua Village. “Ero davvero curioso di sapere cosa c’è che fa diventare un luogo come questo così importante per i giovani”, ha precisato il presule. Una Chiesa vicina. Mons. Ceccobelli è arrivato nella discoteca intorno alla mezzanotte, quando ancora il locale era chiuso al pubblico che è cominciato a entrare mezz’ora più tardi. In poco tempo si è popolato, in particolare di giovanissimi, e qualcuno, incuriosito dalla figura del vescovo, gli si è avvicina per scambiare qualche parola. “Spero che passi nei giovani la sensazione che la Chiesa e il vescovo che la rappresenta – ha confidato mons. Ceccobelli tra un collo- quio e l’altro – non sono lontani, ma vogliono essere presenza vicine. Vorrei allacciare rapporti e mettermi a disposizione di chi vuole parlare, di chi cerca qualcosa in più, di chi può avere qualche nostalgia. Sono qui per far capire che, se i giovani vogliono conoscere e comunicare, io sono a disposizione”. Dopo un’iniziale distanza tra i giovani che via via cominciano ad affollare la discoteca e il presule seduto in uno dei salottini a bordo pista, tutto si è sciolto quando, dopo una mezz’ora di brani mixati dal “resident DJ”, è salita in console la “guest star” della serata, annunciata come si conviene dal “vocalist”, che ha presentato mons. Ceccobelli come la novità assoluta, l’ospite d’eccezione, l’inedito in discoteca. “Benvenuti a tutti – ha esordito il vescovo di Gubbio –; io sono contento di stare qui con voi. Vi propongo qualche canzone, quelle della mia gioventù, e nel caso non vi piacciano, possiamo sospendere subito il brano e cambiarlo”. Le ultime parole al microfono viaggiavano già sulle note della “Diana” di Paul Anka e in pista ballavano davvero tutti. “Questa canzone ha letteralmente segnato la mia gioventù – ha spiegato mons. Ceccobelli – perché era la più gettonata nei juke-box quando andavo a scuola”. La “play- list episcopale” è continuata sulle note dei “24 mila baci” di Celentano, di “Yellow submarine” dei Beatles, “Cuore matto” di Little Tony, “Stasera mi butto”, “I Watussi”, “Fatti mandare dalla mamma”, “Azzurro” e altri, fino alla chiusura del singolarissimo dj ospite con “Cuando calienta el sol”, per rimanere agli anni Sessanta. “Grazie, cari giovani, per avermi fatto vivere questo bel momento insieme a voi – ha affermato il vescovo prima di lasciare microfono, cuffie e mixer audio – perché la musica è un veicolo straordinario. Auguri e buona serata”. Prima di abbandonare il locale, intorno alle due di notte, mons. Ceccobelli ha espresso un giudizio positivo sull’idea nata dal “pierre” Alessandro Scalamonti e dal sindaco di Gubbio, Diego Guerrini. “Condivido in pieno l’iniziativa del sindaco – ha commentato mons. Ceccobelli – perché anche così si possono avvicinare le istituzioni alle persone, in particolare ai giovani”. Il vescovo, colletto bianco alla camicia e croce pettorale ben in vista per tutta la serata, si è prestato ancora a qualche richiesta dei giovani di fare foto insieme a lui e poi, a notte inoltrata, ha lasciato la discoteca, mentre erano ancora tante le persone che stavano entrando. 4 ALLURA &AGNGLONA Anno XIX n. 10 13 settembre 2011 chiesa e politica CHIESA E POLITICA I principi e gli impegni di Francesco Bonini C hiesa e politica è un tema classico. Tanto più attuale oggi che sul sistema politico italiano è appeso un grande cartello di “lavori in corso”, che si protrarranno probabilmente per alcuni anni. Proprio perché comincia (l’ennesima) transizione, occorrerebbe attrezzarci convenientemente. Anche nel ricordo di Mino Martinazzoli, scomparso alla soglia degli ottanta anni, che vent’anni fa era stato, nella dissoluzione della Dc, protagonista di un tentativo interrotto di nuova proposta. Per questo è necessario sistemare bene i fondamentali. Ovviamente non è entrato nelle questioni roventi degli schieramenti e delle prospettive. Tuttavia il cardinal Bagnasco, intervenuto ad una summer school organizzata da due fondazioni vicine al PdL, ha colto l’occasione per ribadire alcuni punti – chiave. La politica, ha ribadito, è una forma alta di carità. Nonostante le cronache, si tratta di un da- to fondamentale, che diventa anche un appello a vocazioni adeguate appunto all’impegno. D’altro canto il presidente della Cei ha ribadito che la Chiesa non è una agenzia politica. Tuttavia, è il terzo punto del ragionamento, la fede ha una evidente ricaduta pubblica. Coerentemente con la presenza della Chiesa (la gerarchia, ma anche la comunità ecclesiale) come sale e luce nello stesso tempo. La Chiesa dunque – anche se qualcuno vorrebbe che tacesse o che parlasse solo per dire “cose gradite alla cultura che appare dominante perché ha potere di parola” – prende la parola nell’agone pubblico. D’altra parte lo stesso cardinal Bagnasco da ultimo la scorsa settimana alla Madonna della Guardia ha detto parole chiare sulla “questione morale” e sulla questione sociale, chiamando alla “conversione”. Di fronte ai giovani della summer school ha ammonito la politica a “rispetta l’”anima della nazione”: “intaccare i valori spirituali e morali di una società è attentare alla sua integrità e alla sua unità”. La stessa scelta della sfida educativa per la pastorale del decennio lo dimostra: “La Chiesa crede fermamente alla ragione e nel suo rapporto virtuoso con la fede; inoltre, porta il suo contributo perché nella contesa tra utilità e verità, la verità non soccomba”. La Chiesa insomma, in quanto tale, ribadisce le forme della propria presenza e della propria interlocuzione appassionata, concreta con la società italiana, il suo carattere popolare. D’altro canto l’indirizzo della dottrina sociale è proprio fondato sul concetto di Caritas in veritate, titolo dell’ultima enciclica di Benedetto XVI. Questo tessuto di presenza capillare certo oggi è anch’esso sottoposto a molteplici vicissitudini. Rappresenta comunque un patrimonio essenziale per tutta la società italiana. I principi sono chiari, anche se è sempre necessario ribadirli. Di qui si aprono gli spazi dell’impegno e anche della creatività e della proposta politica, urgenti ed attese nel cantiere aperto dell’Italia di oggi e dei prossimi anni. Evasioni sull’evasione Fisco, confessioni e strumenti di misura di Piero Isola S ettembre, andiamo. È tempo d’imparare che le tasse si devono pagare. Ora in terra d’Italia gli evasori dichiareranno tutto … ai confessori. Sì, magari fosse così. Perdonate il maldestro tentativo di dannunzieggiare (il verbo esiste!) con un “cappello” che vorreb- be rifare il verso a quello più celebre della poesia dei pastori. I quali qui non c’entrano affatto, a meno che, anche loro, non paghino le tasse, ossia siano anch’essi evasori fiscali. C’entra, invece, il mese di settembre, mese di ritorni, generalmente dalle ferie estive, e dunque anche di ritorno alla realtà contingente e amara di tutti giorni, ivi compreso, ahimè, il Fisco. E c’entra perché proprio in questi giorni di inizio settembre il governo ha inserito nella Manovra speciali provvedimenti tali da inasprire – salvo emendamenti – la lotta all’evasione fiscale come prima d’ora non s’era mai visto. Perciò mettiamoci l’animo in pace: è giunto il tempo d’imparare che le tasse si devono pagare. Già, potrebbe obiettare qualcuno, imparare da chi, visto che tutt’intorno siamo circondati da cattivi maestri? Ma questo è un altro discorso. Per tornare al discorso iniziale, ovviamente è lodevole, e da praticarsi, la pia intenzione di dichiarare tutto al confessore, però per mettersi a posto con la coscienza non basta: occorre dichiarare tutto, ma proprio tutto, al Fisco. E qui incominciano le dolenti note. Perché nel comune sentire frodare il Fisco, in concreto evadere se non totalmente almeno in parte le tasse, non è considerato peccato, anzi, di più: il problema “peccato o non peccato” è addirittura ignorato, rimosso dalla coscienza, in pratica non se lo pone nessuno. Abbiamo rac- colto in proposito le testimonianze di diversi confessori, tra i quali tre padri francescani di altrettanti santuari, dove di solito si recano i peccatori più incalliti ma anche più disposti a “sciogliersi”. Ebbene, è stata la testimonianza comune, su migliaia di pentiti dei peccati più vari si contano sulle dita di una mano coloro che confessano di aver frodato il Fisco. Se qualcuno confessa, aggiunge subito dopo la pezza di giustificazione costituita da racconti di ingiustizie, torti, se non addirittura imbrogli, a suo dire subiti da parte dello Stato. Insomma una sorta di autocompensazione, un occhio per occhio, un dente per dente applicato al Fisco: tu imbrogli me, io imbroglio te. Comprenderete che con questi chiari di luna la lotta all’evasione si presenta difficile. Ora però sembra che lo Stato ci si voglia mettere di buzzo buono: si parla di monitoraggio dei conti in banca e controllo incrociato dei dati di redditometro e spesometro. Ecco, intanto i vari governi che si sono succeduti in questa sacrosanta battaglia un risultato lo hanno ottenuto. Grazie all’aiuto dei giornali hanno arricchito la lingua italiana di nuovi strumenti di misura di cui, a perenne ricordo, è rimasta traccia nei vocabolari: redditometro, ricavometro, riccometro, sanitometro. Ci siamo salvati dall’evasometro ma nessuno potrà salvarci dal più recente spesometro. Rassegniamoci a ritrovarcelo nel vocabolario. vita diocesana Anno XIX n. 10 13 settembre 2011 ALLURA &AGNGLONA 5 Suor Agnese Maria Depau è partita in missione in Africa Q uasi da due mesi, ed esattamente dal 23 luglio Suor Agnese Maria Depau, missionaria Figlia di Gesù Crocifisso, accompagnata dalla madre Placidia Oggiano e da Suor Luigia Leoni è partita per il Gabon. Si realizzava così per lei il sogno, che da anni nutriva nel cuore, prima nel Gruppo Missionario fondato da Padre Giovanni Puggioni SJ, di venerata memoria, e nel gruppo mariano, rafforzato dai viaggi missionari in Rwanda e Gabon, che le avevano fatto capire che il suo servizio nella Chiesa era la missio ad gentes, non da laica, come aveva pensato, ma da religiosa. Nella scuola materna di Franceville ha ritrovato i suoi disegni e i luoghi della missione del 2004 e proprio a Franceville nella comunità dell’Eveché ha iniziato il suo cammino missionario. Ha ritrovato sorelle e amici e ha capito ancor di più quanto sia preziosa l’opera del missionario in una diocesi dove i sacerdoti e i religiosi sono veramente pochi per una Chiesa ancora giovane di fondazione e in cui lo stesso cristianesimo viene spesso coniugato con le credenze tribali e deve convivere con diverse chiese cristiane non cattoliche, con un musulmanesimo tollerante, ma che avanza anche perché il presidente del Gabon professa tale religione, un cristianesimo che deve fare i conti con una Massoneria molto diffusa assieme a Rose Croix che fa stipulare, pur di andare avanti nella carriera, nel suc- Suor Agnese Maria Depau cesso e nelle ricchezze, patti con Satana fino al sacrificio di vite umane. La Chiesa è impegnata soprattutto, oltre che nella catechesi, nella pastorale e nell’animazione di diversi gruppi, nella scuola. Ritiene, infatti, che per vincere l’ignoranza occorra partire dalla presenza dei cattolici nella scuola, particolarmente ricercata per serietà e competenza quella cattolica. E’ un servi- zio prezioso che, favorendo la cultura, ha modo di annunciare il messaggio cristiano ai piccoli e anche ai genitori. Le suore, presenti in Gabon dal 2002, in due comunità, accanto al vescovo nella parrocchia della cattedrale e in quella di N.S. della Speranza a Mingara in collaborazione con i Padri Clarettiani.. Le due comunità si incontrano spesso e tutte le suore sono impegnate nella scuola a diversi livelli. La diocesi si prepara a vivere la GMG del Gabon, proprio a Franceville. Fervono i preparativi e si spera che la sua celebrazione scuota il pianeta giovani gabonesi e renda i giovani più entusiasti nella fede, più vicini alla Chiesa, che ha veramente bisogno di evangelizzatori. Qui è ora impegnata suor Agnese Maria, qui muove i primi passi nella missione cercando per ora di capire soprattutto la situazione, aiutata dalle sorelle e dai laici collaboratori. Sente, ovviamente, forte la nostalgia delle ospiti dell’Istituto Bambin Gesù di Olbia, verso le quali si è prodigata con amore. Le è costato lasciare le portatrici di handicap della casa, ma sentiva che la missione ad gentes era il luogo in cui il Signore la chiamava ad operare e per cui la Congregazione l’aveva designata. Buona missione, suor Agnese Maria, comunica Gesù con l’entusiasmo della tua vita di giovane religiosa. La tua comunità e la tua diocesi ti seguono con affetto e la preghiera. IL “GRUPPO SCOUT OLBIA 1” COMPIE 20 ANNI “PARCO ROBERT BADEN POWELL” AD OLBIA di A. Antona N el mese di Ottobre del 1991 la neonata Comunità Capi del gruppo Scout Olbia 1 decise di avviare le attività, formalizzando il primo censimento nell’A.G.E.S.C.I. Nel prossimo mese di ottobre, dunque, saranno ormai venti gli anni di attività ininterrotta. Un bel traguardo, se si considera che all’inizio si dubitava che l’esperienza sarebbe potuta durare più di un anno. In precedenza, infatti, c’erano stati due tentativi di promuovere lo scoutismo ad Olbia, entrambi esauriti nell’arco di una stagione. Il primo nell’immediato dopoguerra, ad opera di un giovane sacerdote e di uno studente universitario; il secondo negli anni 70, che vide coinvolti molti ragazzi olbiesi (fra i quali l’attuale sindaco Gianni Giovannelli), e che durò solo pochi mesi a causa della scomparsa prematura del suo fondatore. In mancanza di una consolidata tradizione scout, l’impresa sembrava toppo ambiziosa; ora, invece, contrariamente a tutte le previsioni, il gruppo si prepara a festeggiare i suoi vent’anni di storia con un evento che vuole essere un omaggio al fondatore dello scoutismo Robert Baden Powell. Grazie alla sensibilità dell’amministrazione comunale di Olbia, il 23 ottobre sarà scoperta dal Sindaco Gianni Giovannelli la targa che intitola a Robert Baden Powell il parco di circa 3 ettari situato tra Via Libano e via GranBretagna. Al- la cerimonia parteciperà, ovviamente, tutto il gruppo Olbia 1, che farà coincidere l’evento con la prima uscita di apertura dell’anno scout, il suo Assistente Ecclesiastico don Gianni Sini, che celebrerà la Santa Messa e una rappresen- tanza A.G.E.S.C.I. della Zona di Sassari. Ma sono invitati tutti i cittadini, scout e non, che vogliano festeggiare insieme ai ragazzi questo traguardo che, ora si può dire, regala ad Olbia quella tradizione che mancava vent’anni fa. Comunità Capi gruppo Scout Olbia 1 6 ALLURA &AGNGLONA Anno XIX n. 10 13 settembre 2011 anniversario “La Croce come preludio al Paradiso” Celebrato il quarantesimo anniversario della morte di Madre Paola Muzzeddu Il ricordo dell’Arcivescovo di Sassari Mons. Atzei. Cerimonia partecipata anche ad Aggius, suo paese natale. In atto il Processo per la sua beatificazione. di Paolo Lisca C Comunità di suore ispirata al Carisma della Purezza nell’imitazione e nello spirito della Madonna. Nel 1954 l’arcivescovo mons. Mazzotti approvò le Costituzioni della Compagnia delle “Figlie di Mater Purissima” e vennero create le prime case a Viddalba, Sassari, Aggius, Ozieri, Castelsardo, Perfugas,Trinità, l’assistenza ai bisognosi e l’educazione dei bambini costituiscono l’attività delle suore, depositarie di un messaggio di devozione a Dio e alla Madonna e di fiducia illimitata nella preghiera, eredità che Madre Paola ha lasciato anche a tutti coloro che l’hanno conosciuta. L’umiltà e la semplicità la caratterizzavano e, guidata da un forte senti- on due importanti cerimonie, una a Sassari nella Casa Madre, l’altra ad Aggius, suo paese natale, il 12 agosto è stato celebrato il quarantesimo anniversario della morte di Madre Maria Paola Muzzeddu, fondatrice della Compagnia delle Figlie di Mater Purissima. A Sassari era presente l’Arcivescovo Mons. Paolo Atzei e ben dodici sacerdoti concelebranti: mons. Salvatore Ferrandu, mons. Antonio Virdis, don Mauro Bucciero, padre Massimo Terrazzoni, don Nicola Carta, don Giuseppe Faedda, don Francesco Meloni, don Pierangelo Moroni, don Salvatore Rugiu, don Dino Pittalis, don Marco Carta e don Luciano Brozzu. La cappella della Casa Madre era gremita di fedeli, accorsi per assistere all’importante commemorazione dei quarant’anni dalla morte della Serva di Dio Madre Paola, distintasi per la “santità di vita” e “l’eroicità delle virtù”, della quale è stato avviato da tempo il processo di beatificazione. La peculiarità della ricorrenza è stata sottolineata da Mons. Atzei nella sua Omelia. Traendo spunto dai capitoli 24 e 42 del Libro della Sapienza, l’Arcivescovo ha evidenziato come “la bellezza dell’amore di Dio alberga in Madre Paola, la cui vita è stata improntata a quel cammino di perfezione cristiana di cui Maria è la via sicura. Un cammino fatto di ricerca della Verità in Cristo, perché Maria è maestra di Verità e dispensa ai suoi figli la sapienza”. Una mistica, la religiosa aggese, di cui Mons. Atzei ha ricordato l’episodio della visione di Maria avuta nel 1943 presso Viddalba, “tra molti silenzi e molte preghiere”, e come molte testimonianze riferiscano che “in lei parlava Maria”. “Pensare a Madre Paola significa mettersi dalMadre Paola Muzzeddu la parte di Dio - ha proseguito - e in lei lo Spirito Santo ha condotto a termine un progetto di amore che ha come riscontro pro- mento di devozione a Dio, portò a compimenfondo la Purezza”. Il ricordo ha lasciato spazio to con determinazione, non senza difficoltà, all’emozione, nelle parole dell’Arcivescovo, un’opera iniziata praticamente dal nulla, provequando si è soffermato a descrivere il momen- nendo da una famiglia poverissima. Nel corso to dell’addio alla vita terrena di Madre Paola, degli anni molte persone hanno sostenuto di improntato all’estrema disponibilità contenuta aver ricevuto grazie dalla intercessione di Manella frase “Sia fatto di me secondo la Tua pa- dre Paola e molti ne apprezzarono le virtù. Il rola”, in cui è evidente la sua volontà di “la- suo corpo riposa dal 12 agosto 1971, giorno sciarsi plasmare dall’azione dello Spirito Santo”: della sua morte, in una cripta nella Casa Madre “Di tale disponibilità, tratto significativo della di via Roth a Sassari. sua fine, ha continuato, la Cappella della Visio- La Causa per la sua Canonizzazione fu avviata ne e i colori dell’abito delle suore “Celestine” nel 1988, Anno Mariano. L’11 giugno 1992, nelrappresentano un segno fisico tangibile. E’ la Cappella dell’Episcopio, mons. Pietro Meloni, straordinaria la forza di Madre Paola nel voler- allora vescovo di Tempio-Ampurias, accolse il lo come quello di Maria, così come anche la re- giuramento del Tribunale costituito per l’Istrutcitazione quotidiana del Rosario, segno esaltan- toria Diocesana. Negli anni successivi fu raccolte per le sue figlie dei voti di obbedienza e ca- ta tutta la documentazione per la Santa Sede e il 7 ottobre 2004 fu proprio Mons. Paolo Atzei, stità”. Nata il 26 febbraio del 1913 ad Aggius, Maria attuale Arcivescovo di Sassari, a dichiarare conPaola Muzzeddu frequentò fin da piccola l’a- clusa l’istruttoria. La Congregazione per le Cauzione cattolica e intraprese un cammino spiri- se dei Santi, che ha sede in Vaticano, dovrà ora tuale che la condusse a fondare nel 1947 una pronunciarsi nel merito della beatificazione di Madre Paola. “La Croce come preludio al Paradiso – ha concluso Mons. Atzei – si può esprimere così il senso dell’esistenza terrena di Madre Paola. Ho sempre pensato, secondo il mio piccolo giudizio di Francescano, di essere inadeguato davanti alla forza di Dio, l’esperienza di questa donna mi appare dunque ancora più imponente; tanto più se la confrontiamo poi con quella di questo mondo chiuso ad ogni trascendenza e aperto ad ogni contaminazione”. Il pensiero finale è stato per suor Maria Speranza Cossu, la Madre Superiora venuta a mancare di recente: “Dovete essere più unite nel suo ricordo”, ha detto alle suore. Anche ad Aggius, suo paese natale, è stata celebrata nello stesso giorno una messa in occasione del 40° anniversario della morte. Alla cerimonia, cui ha assistito una folla di persone, erano presenti la sorella Angela con i figli e i nipoti, come pure quelli delle altre sorelle, anche dal continente. Numerosi anche i fedeli del paese e persone provenienti da altre località. Concelebranti padre Massimo Terrazzoni e il parroco don Piero Scano, il quale, in sostituzione del Postulatore della Causa Padre Ernesto Piacentini, purtroppo infortunatosi, ha invitato per l’occasione don Mauro Bucciero, parroco di Viddalba – luogo del Tempio alla “Mater Purissima” - già notaio nell’indagine diocesana. Il sacerdote nell’omelia ha ripreso quanto scritto dal Postulatore in una lettera inviata all’Arcivescovo di Sassari per giustificare la sua assenza, sulla necessità che i candidati alla santità dimostrino non tanto la straordinarietà della vita, quanto piuttosto la imitabilità delle virtù da loro esercitate nella vita, in quanto nel giudizio della Santa Sede prevale più il principio della imitabilità delle virtù della Serva di Dio rispetto al principio della ammirazione da lei suscitata. Di seguito don Mauro ha ricordato i tratti della Serva di Dio più significativi per l’imitazione da parte di tutti i credenti: 1) vivere alla presenza di Dio: in Madre Paola era evidente che tutta la sua vita si svolgeva alla presenza di Dio; ogni suo comportamento ogni sua decisione nasceva dalla consapevolezza che Dio era in ogni momento presente; 2) l’amore per la Madre di Dio, invocata dalla Serva di Dio in ogni occasione; 3) l’orazione incessante, in particolare a Dio riconosciuto presente con il Suo Corpo nella Santissima Eucaristia, e alla Madonna attraverso il Rosario; 4) la serenità di fronte alle difficoltà della vita e alla malattia; 5) in ultimo la necessità di una testimonianza gioiosa della vita: “Una suora triste non dice niente al mondo”, ha ricordato il celebrante riprendendo un’affermazione della Serva di Dio, “non testimonia la gioia del credente; per questo è necessario da parte di tutti imitare la gioia che Madre Paola infondeva in tutti coloro che la incontravano, gioia che solo il Cristo Risorto può dare”. gmg Anno XIX n. 10 13 settembre 2011 ALLURA &AGNGLONA 7 La lunga notte della veglia con Benedetto XVI A Cuatro Vientos c’era anche l’Azione Cattolica di Tempio-Ampurias di Silvia Sechi S iamo qui a Madrid ormai da quattro giorni ed è arrivato il momento di mettersi in cammino verso la piana di Cuatro Vientos. Il gruppo dei giovani di Azione Cattolica di Tempio –Ampurias che partecipa alla GMG conta 17 teste e 34 gambe tutte pronte a percorrere la lunga strada verso l’incontro con il Santo Padre. La nostra giornata inizia presto! Sveglia alle 6.00 e dopo un’ora (senza bandiera e con il cuscino ancora attaccato alla faccia) in cammino verso la stazione della metropolitana - con la speranza che non sia già piena di pellegrini -ma che per nostra fortuna, o forse grazie all’orario, troviamo quasi deserta. Dopo un cambio di metro, qualche sbadiglio, e due risate, riusciamo ad arrivare alla stazione più vicina alla piana di Cuatro Vientos da cui solo un breve tratto ci separa dai cancelli di ingresso, tratto che è davvero breve, ma che il sole (seppure siano solo le 7,30!) fa sembrare lungo almeno il doppio. Per fortuna, attrezzati con i nostri mitici “spruzzini”, riusciamo a domare il caldo! La levataccia e la camminata si rivelano premianti perché quando arriviamo all’ingresso scopriamo che i cancelli sono ancora chiusi, e noi siamo i primi in fila, secondi solo a quei tenaci pellegrini che hanno scelto di dormire lì davanti tutta la notte. La piana è enorme, e ancora vuota, il nostro settore, l’F5 è davvero in una bella posizione di fronte al palco, e noi, i primi ad arrivare, guadagniamo l’angolo e occupiamo un bel tratto nella speranza che il Papa passi almeno per una delle due strade che incrociamo. Inizia così la nostra giornata a Cuatro Vientos, la mattina impegnata a sistemare teli, sacchi a pelo, e zaini, e il pomeriggio a rincorrere i vigili del fuoco accorsi per donarci un po’ di refrigerio con i loro idranti visto che il sole è davvero caldo e le temperature toccano i 40 gradi. La giornata trascorre in un clima di festa e divertimento, insieme ad altri giovani da tutto il mondo, che come noi cantano dai giorni frasi come: “ Esta es la joventude del Papa” oppure “Benedicto...Benedicto“! Arrivata la sera, quando il sole scompare all’orizzonte, ci prepariamo all’arrivo del Papa, che in teoria dovrebbe passare proprio davanti a noi, (ma che ovviamente, per motivi “di sicurezza” non passerà), e al suo arrivo, improvvisamente, ci raccogliamo in un clima di silenzio e preghiera. Quando inizia la veglia arriva anche il brutto tempo; la pioggia e il vento che tanto abbiamo desiderato poche ore prima, arrivano in ritardo, e non graditi. In certi momenti il vento e l’acqua sono così forti che per ripararci ci dobbiamo infilare sotto i teloni di plastica che ci siamo portati. Finito il diluvio, riusciamo ad uscire dal nostro “riparo” e insieme ad altri due milioni di giovani ci proiettiamo dentro l’Adorazione Eucaristica, che viviamo in un silenzio quasi irreale dato il numero di persone che vi prendono parte. Dopo la buonanotte di Papa Benedetto XVI cerchiamo di sistemarci al meglio per dormire, nonostante per terra sia tutto bagnato. Trascorsa la notte, un po’ umida, ma molto, molto calda, arriva il sole a svegliarci e a darci il buongiorno. Stamattina altro momento saliente: la Santa Messa, seguita dall’Angelus e dall’annuncio che da giorni aspettiamo tutti e su cui si vocifera da tempo: la prossima GMG sarà nella città di Rio de Janeiro in Brasile. Questo annuncio è per noi anche commiato; il Papa ci saluta e ci dà appuntamento dall’altra parte del mondo fra soli due anni, ma per adesso zaini in spalla e… si riparte verso casa! Sulla via del rientro troviamo la stazione della metropolitana piena quasi come una scatola di sardine, ma grazie a qualche furba idea e a un pizzico di fortuna ( o di provvidenza?) riusciamo a salire subito nel treno che dopo solo pochi cambi ci lascia alla fermata più vicina a casa, la famosa: Tirso de Molina. Nel tragitto tra la stazione e la no- stra casa incontriamo qualcuno che non è molto contento della nostra presenza e che qualche giorno prima aveva manifestato contro il Papa e contro la Chiesa, ma noi non ci spaventiamo, continuiamo a camminare e a cantare fieri del nostro essere giovani che credono. Alla fine, nonostante le previsioni un po’ più pessimistiche, e con circa tre ore di anticipo sulla nostra tabella di marcia, alle 16.30 di domenica siamo finalmente a casa un pò sporchi e molto puzzolenti. Ora resta solo un po’ di tempo per una bella doccia e un pò di riposo e poi di nuovo via, alla volta di Madrid, per visitare la magica capitale con il cuore ancora pieno di tante emozioni. Ma niente movida per noi, solo una passeggiata e una cena tipica prima di catapultarci nei nostri letti asciutti e puliti. Questi giorni sono stati molto intensi, tanta stanchezza per via delle lunghe camminate e per il caldo, ma divertimento e gioia hanno vinto su tutte le fatiche! Ho conosciuto tanti altri giovani che come me sono partiti non solo per divertirsi, cantare e condividere i momenti di festa, ma anche per ascoltare le catechesi, per pregare, per fare un po’ di silenzio, tutto ha reso questo viaggio unico! Ci sono stati tanti momenti emozionanti, ma ce n’è uno in particolare che porterò per sempre nel cuore e che mi ha colpito in modo speciale: il momento dell’Adorazione Eucaristica nella Piana di Cuatro Vientos, il silenzio che è nato spontaneo da due milioni di giovani di fronte a Gesù Eucaristia mi ha fatto venire i brividi, è stato bellissimo, non credevo possibile che così tante persone fossero in grado di fare quel silenzio per ascoltare la Sua Voce!!! Naturalmente in questa GMG sono stati importantissimi anche i miei compagni di avventura che hanno reso tutto più bello: i miei amici dell’AC, siamo partiti come piccola rappresentanza, e attraverso di noi tutti i giovani dell’Azione Cattolica della diocesi che non sono potuti venire erano comunque presenti. Voglio dire grazie a loro e grazie per la possibilità che mi è stata data di vivere un’esperienza così profonda e indelebile che custodirò nel mio cuore, con la speranza di poterla ripetere, chi lo sa magari fra due anni in Brasile! E nel frattempo? Non c’è un frattempo, c’è un oggi, in cui continuiamo a camminare, carichi di gioia ed entusiasmo col gruppo giovani nelle nostre parrocchie! Le impressioni sulla veglia Tra pioggia e disfunzioni l’alta squadriglia in particolare Simone e Daniela L a veglia del papa a Cuatro Vientos è stata molto emozionante, nonostante il cattivo tempo tutti i giovani provenienti da ogni luogo, si sono immersi nella preghiera. Malgrado la pioggia e il freddo la gente ha continuato imperterrita a seguire le parole del papa, mettendo in atto il messaggio “firmes en la fè”. Le cose più belle e soddisfacenti, sono state la gioia e la felicità di 2 milioni di giovani mai visti prima ballare e giocare insieme come se già ci si conoscesse dimostrando cosi che la chiesa è giovane non solo per sentito dire ma anche di fatto. Le parole del Papa sono state molto coinvolgenti e in al- cuni casi toccavano l’anima. Purtroppo molti gruppi la mattina dopo o prima della messa sono andati via lasciando anche il posto in pessime condizioni, e ciò ci dispiace perché un motto dello scoutismo è: lascia il posto migliore di come l’hai trovato. Tra alti e bassi, la veglia ha lasciato nel cuore delle persone un grandissimo e bellissimo ricordo che rimarrà sempre un bagaglio pieno di emozioni indelebili. Per il mitico Don Gianni “Noi ragazzi scout volevamo ringraziarti di cuore per la magnifica esperienza che ci hai regalato, non tirandoti mai indietro davanti al caldo soffocante e alla pioggia fredda. Ci hai dato prova che nella vita non bisogna mai tirarsi indietro ed è stato per noi un grandissimo esempio di ciò che vuol dire essere scout.” Grazie mille. 8 ALLURA &AGNGLONA Anno XIX n. 10 13 settembre 2011 gmg Le Catechesi dei vescovi alla GMG di Raimondo Pittorru M entre il sole ardente faceva già il suo corso nel cielo cristallino, noi giovani pellegrini della diocesi di Tempio Ampurias ci stavamo dirigendo verso la chiesa di San Bernabè al El Escorial. Si sono uniti a noi anche le diocesi sarde e di Reggio Emilia- Guastalla. Eravamo ormai in procinto di prendere parte alle tre catechesi formative che avrebbero tenuto alcuni vescovi italiani per noi giovani della GMG. La ragione più profonda di questo appuntamento affonda le sue radici nel tema del nostro itinerario spirituale: “ radicati in Cristo, saldi nella fede!”. Nonostante fossimo carichi di sonno e di stanchezza accumulata, con grande interesse ci siamo accostati al Mistero dell’ Eucaristia e alle riflessioni folgoranti che ci hanno proposto i vescovi italiani. Il primo giorno, mercoledì 27 agosto, abbiamo avuto modo di ascoltare Mons. Enrico Dal Covolo, presidente onorario, tra l’ altro, dell’ Istituto Euromediterraneo che ha sede in Tempio Pausania. E’ stato un momento prezioso per arricchire la nostra fede, per suscitare in noi nobili interrogativi e per porci domande sul senso ultimo della nostra vita. Il presule con pacatezza e grande forza d’ animo parlava di Cristo e delle bellezza del Vangelo e contemporaneamente scrutava entusiasta un’ aula gremita di giovani accorsi per dissetarsi alla sorgente della Vita. Quello di Mons. Dal Covolo è un appello alla nostra responsabilità all’ interno della Chiesa e un invito a farci carico della Croce, poiché “ la via della resurrezione passa attraverso la croce”. Non esita a puntare il dito contro i “ falsi valori e i falsi idoli, che spesso ci lasciano delusi e ci svuotano”. Egli insiste sulla necessità di non cogliere nel sacrificio della Croce una componente masochistica in quanto non è “ un amore per la croce in se stessa”. Le sue parole facevano vibrare i sentimenti e soprattutto pungolavano i nostri animi a volte restii ad aprire una breccia nel nostro cuore per far sedimentare la Parola di Dio. Il nocciolo di tutta la catechesi andava a fare costantemente riferimento all’ Amore disinteressato, fondamento del cristianesimo. Per concludere Mons. Dal Covolo dà una scossa sottile, insinuando tra i banchi una riflessione che sarebbe perdurata per tutto il viaggio e oltre: cosa significa portare impresso il segno della croce nel concreto? Noi giovani, da controaltare, non ci siamo tirati indietro quando si è trattato di lanciare provocazioni. E il vescovo, a coronamento di un momento così pregnante, citando il beato Giovanni Paolo II ci rammenta quanto sia importante intrecciare tre parole chiave: Conoscere Dio( non secondo uno schema intellettualistico, ma biblico), Amare, Imitare. E’ stato molto apprezzato il denso intervento di cardinal Vallini, vicario del Papa. Egli, gettando un fascio di luce sul brano evangelico dei discepoli di Emmaus e sottoponendolo ad un esame attento, ci ha aiutato ad immedesimarci nelle figure dei due discepoli. Per Cleopa e per chi si era messo alla sequela di Cristo, prorompe il cardinale,“ La croce fu una sconfitta( Pietro lo rinnegò; Giuda lo tradì)” e soggiunge “ Gesù in croce era inguardabile”. Icastica fotografia del mondo odierno, avvezzo al successo immediato e spesso effimero. Tutto viene visto secondo una logica riduttiva e infatti il cardinale ammonisce chi ha l’ impressione che quella sia stata realmente una sconfitta precisando che “ la grandezza non consiste nel successo o nel potere, ma nell’ Amore. La morte non è l’ ultima parola. Tutto si capisce a partire dalla Resurrezione”. Un’ amara concezione che si fa strada nel nostro secolo sempre più votato allo smarrimento è proprio quella che evidenziava il cardinal Vallini, il quale con fermezza ci invita a considerare Gesù Cristo come colui “ che ha insegnato la grammatica per dare senso pieno alla vita umana”. Ci esorta a entrare nel vivo di questo brano evangelico perché Cleopa rappresenta l’ esperienza umana di ognuno di noi. Bisogna considerare Cristo come “ la risposta alle grandi aspirazioni dell’ uomo” e il cristianesimo come “ l’ incontro con una persona”, proprio come quei discepoli che vanno interrogandosi lungo il cammino alla ricerca della Verità. Commovente il momento in cui il Cardinale ha attinto dalla propria esperienza umana e con invidiabile spirito giovanile ci ha raccontato quando fu orfano di madre a dodici anni e fu subito accolto dalle calde mani della Chiesa. Dopo aver instillato grandi speranze e felicità, ci ha suggerito di riscoprire la Sacra Scrittura come “ lampada dei nostri passi”, di un “ Dio che non impone, ma propone con Amore”. Nel terzo ed ultimo giorno dedicato alle catechesi siamo stati illuminati dalla profonda riflessione di Mons. Seccia, vescovo di Teramo, volta a valorizzare un aspetto fondamen- tale del cristianesimo: la testimonianza. Il presule faceva leva sull’ urgenza di “ risvegliare la fede di quanti dicono di credere, perché sono battezzati, ma contraddicono l’ insegnamento evangelico con lo stile di vita”. Il suo monito mirava a interpellare ogni cristiano perché “con gioiosa speranza affronti un cammino di crescita e di responsabilità” invece di improvvisarsi testimone del Vangelo. Si sono sicuramente insinuate delle domande tra quei banchi gremiti di giovani pieni di speranza quando il Vescovo è entrato nel vivo della sua catechesi. Proponendoci un esame di coscienza, ha sottolineato quanto sia facile sprofondare in conversazioni inautentiche e all’ insegna della futilità ( tramite internet, facebook..) Piuttosto bisogna verificare la missione che ognuno di noi ha “ se non si vuole limitarsi ad una vita di fede intimistica e fatta solo di pie pratiche religiose, magari anche di pellegrinaggi e di qualche opera buona ma non ancora viva e animata dalla gioia di sapersi veramente amati da Dio e dalla necessità di comunicare agli altri lo stesso Amore di Dio”. Ha sortito sicuramente un effetto eclatante uno stralcio della meditazione del presule che metteva in risalto la necessità “ di riscoprire il valore del Dialogo. Oggi assistiamo molto frequentemente allo scontro e all’ aggressione verbale che hanno come unica conseguenza l’ inasprirsi dei rapporti e la violenza spesso cieca”. Di fronte a questa frase penetrante ma allo stesso tempo amara dovremmo tutti chiederci cosa facciamo per evitare che questo accada. Credo che le parole non bastino per ringraziare ciascuna persona che ci ha accompagnati lungo questo percorso. Spero che noi giovani pellegrini riusciremo a trarre un cospicuo profitto da questa esperienza e magari a richiamarla alla nostra mente ogni volta che ci accorgiamo che la nostra fede vacilla. Magari ripensando proprio a queste catechesi. Tenendo sempre però come punto fermo Colui che ci ha redenti, fonte di Amore e di ogni Bene. Per questo, vorrei pregare per il Santo Padre, perché il suo ministero sia sempre fecondo e possa sempre illuminare il cammino di ogni cristiano; per tutti i giovani che, ottenebrati da realtà fuorvianti, possano ritrovare la strada che li porti alla salvezza; e infine per gli ultimi, quelle persone che a detta di molti “ sono state abbandonate da Dio” perché anche loro possano vivere con felicità una vita che val la pena di essere vissuta. Benedetto XVI alle giovani religiose La radicalità evangelica è rimanere “radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede” le giovani Missionarie Figlie di Gesù Crocifisso S veglia all’alba e via alla volta del monastero di EL Escorial per poter incontrare il Papa insieme a tante giovani religiose provenineti da tutto il mondo! Sapevamo di non avere il pass per entrare nel monastero ma il desiderio di poter respirare ancora una volta l’universalità della Chiesa ascoltando con un cuor solo ed un anima sola il messaggio di Pietro, ci ha spinte fino a quel luogo regalandoci la gioia di ritrovarci insieme a tante giovani consacrate pur nella consapevolezza di dover ascoltare il suo messaggio davanti ad un grande maxi schermo! Tuttavia, la Provvidenza, preparava anche per noi un dono, e così Pietro, con la sua papa-mobile, ci è passato vicino benedicendoci con infinita tenerezza! Carissime giovani religiose, […] La radicalità evangelica è rimanere «radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede» (Col 2,7), che nella vita consacrata significa andare alla radice dell’amore a Gesù Cristo con cuore indiviso, senza anteporre nulla a tale amore (cfr S. Benedetto, Regola, IV, 21), con una appartenenza sponsale, come l’hanno vissuta i Santi, […] La Chiesa ha bisogno della vostra fedeltà giovane, radicata ed edificata in Cristo. Grazie per il vostro «sì» generoso, totale e perpetuo alla chiamata dell’Amato. Queste alcune delle splendide parole del Santo Padre che hanno scaldato il nostro cuore donan- doci la gioia di proseguire il viaggio “in cordata” con tutto il mondo desiderose di testimoniare l’amore e la gioia del Risorto! gmg Anno XIX n. 10 13 settembre 2011 ALLURA &AGNGLONA 9 Per essere testimoni basta vivere il Vangelo di Valentina Guccini M ste è capitata ad una ragazza così meravigliosa e una famiglia per bene? Quanti avrebbero potuto allontanarsi da Dio, un Dio che sempre e comunque ci ama. Ad Alessia e tutti noi non è capitato ciò; anzi il peso di questa croce ci ha reso più saldi non solo nella fede, ma anche nella vita, e questo è vero soprattutto per Alessia che direttamente la portava. Durante questo percorso durato circa 9 mesi la sua vita e la sua persona, già splendida, hanno fatto un salto di qualità: abbiamo assistito ad una trasformazione, come se un raggio di sole l’avesse colpita e i chiamo Valentina e sono tra i due milioni di persone che ha scelto la giornata mondiale della gioventù come occasione di comunione, rinnovamento, speranza.. che ha scelto il cammino della fede e della testimonianza in Cristo Gesù, percorso fatto di gioia e amore. Per poter pienamente vivere e partecipare questa esperienza, la nostra Chiesa ci ha preparato proponendoci delle catechesi, ovvero degli incontri volti a riflettere e arricchirci su temi quali, la preghiera, Valentina Guccini la meditazione, il modo in cui vivere e affrontare la giornata, insomma questioni molto pratiche. Nei tre giorni di catechesi si è toccato anche il tema della testimonianza: per essere testimoni basta vivere il Vangelo e gli insegnamenti di Gesù, “amatevi, come io ho amato voi”. In questo contesto spagnolo ho deciso di raccontare la mia esperienza di vita, come ora faccio con voi lettori, data questa magnifica opportunità. Nel settembre 2008 mia sorella Alessia, viene portata all’ospedale da mia madre per una lastra, aveva difficoltà a respirare. Questa era la punta di un iceberg ben più grosso. La prima curiosità a cui presterò attenzione è proprio questa: non è una storia a lieto fine, lei illuminava le tenebre intorno a lei e dentro ma una cammino di Amore e gioia di vivere di lei. Avreste dovuto vederla consolando me, inesplicabile, alla quale fortunatamente ho po- mia sorellina più piccola Katia, mia madre e patuto assistere. Dopo accertamenti il nostro cam- dre, tutta la mia famiglia e anche i ragazzi e i mino ci ha portato fino a Milano, fino all’Istitu- bambini incontrati a Milano; infondeva a tutti to Nazionale oncologico, reparto pediatria. La speranza ed energia, a tutti quelli che come lei parola tumore, tanto temuta dai più, divenne di combattevano contro giganti: tanti piccoli Daviuso quotidiano. Beh a soli 14 anni è una sfida de contro un unico Golia. Continuava a ripeteardua non solo da vincere ma soprattutto da vi- re “comunque vada sarà un successo”. In lei, vere. Quanti in una situazione così avremmo nella nostra esperienza, ho toccato con mano potuto incolpare Dio: perché una cosa così tri- l’Amore Divino, a dispetto del dolore e della si- tuazione fin dall’inizio disperata. Alessia cresceva spiritualmente, aiutava, rideva e sorrideva sempre. Non posso fare a meno di sorridere nel pensare a tutto questo perché veramente io e la mia famiglia abbiamo visto l’ Amore infinito di Dio, e abbiamo trovato tutti, Alessia compresa, tanta forza e serenità; penso veramente che Il Consolatore ci abbia sorretto in questo. Nessuno conosce la mente di Dio ma possiamo riconoscerlo. Dopo questa esperienza i miei occhi hanno potuto vedere più porzioni di realtà, con una consapevolezza nuova ho potuto vivere negli insegnamenti di Gesù. Perché non è solo un Libro, ma come è stato detto nelle catechesi, il Vangelo è vivo, e tutti questi Testi li ho potuti vedere veramente vivere. Nonostante il dolore io ho potuto continuare gli studi, mio padre a lavorare e mamma a occuparsi di noi, Katia non ha smesso di giocare. Di certo da soli non avremmo potuto, perché sarebbe stato impossibile. Ma non siamo soli e nel momento più buio della nostra vita una luce accecante, come un faro in mare aperto, è venuta a salvarci e a guidarci dopo che la morte ha bussato alla nostra porta, e ha portato via mia sorella. Con tutto l’amore e la serenità del mondo, posso parlare di questi tristi avvenimenti e li testimonio a voi, perché, con le parole di Alessia, “la vita è bella” e “ sorridi quando mi guardi perché non vedrai altro che la gioia di vivere”. “ Spesso ringrazio Dio, perché grazie a questa esperienza riesco a leggere e comprendere con vera devozione, l’amore che l’Eterno nutre nei nostri confronti”. Grazie, e quando i preti e i religiosi ci dicono, citando il Vangelo, “ Non abbiate paura”, prestiamoli attenzione e crediamo nella parola di Dio, perché è tutto vero. Un momento forte di spiritualità e vita di gruppo i giovani della parr. del Sacro Cuore di Gesù in Tempio E d eccoci qui, dopo un lungo pellegrinaggio, possiamo dire di essere testimoni della fede che, per fortuna, ancora oggi fa parte della vita dei giovani! Abbiamo faticato tanto, ma è stato bellissimo e commovente vedere tanti nostri coetanei di diverse provenienze e culture, resistere e andare avanti uniti solo per un unico scopo: ovvero di sentirsi più vicini a Chi ci guarda da lassù e per avere la possibilità di dedicarci interamente a Lui. La GMG è stata quindi per noi un momento forte di pellegrinaggio, preghiera, spiritualità e vita di gruppo. L’esperienza della GMG di Madrid è stata preparata, oltre che dal cammino della PG diocesana, anche dagli incontri settimanali del nostro gruppo giovani. Pensando alla nostra esperienza, di gemellaggio e di Giornata Mondiale possiamo dire che questo cammino insieme ci ha uniti come gruppo parrocchiale, infatti senza la pazienza degli animatori e la comprensione dell’uno di fronte all’altro non saremmo mai riusciti a comprendere il significato di questo viaggio. Molti di noi pensano che sia un’esperienza da rifare e la consigliamo sia a coloro che hanno necessità di una forte esperienza di fede, sia a quanDon Efisio a Quatro Vientos ti sono abitualmente praticanti, ma in modo particolare a coloro che hanno ancora qualche dubbio o non si sentono abbastanza sicuri. 10 ALLURA &AGNGLONA Un’esperienza autentica di amore tra giovani gmg Anno XIX n. 10 13 settembre 2011 di M. Chiara, M. Giovanna e Valentina L a giornata mondiale della Gioventù non è un viaggio per chi voglia riposarsi in un albergo, per chi desideri un tour organizzato per la città o per chi sogni una semplice e confortevole fuga dalla realtà della propria città.. è molto di più! è un viaggio per chiunque voglia trovare se stesso e vivere un’avventura in compagnia dei giovani venuti da tutto il mondo, incontrare persone venute dalle realtà più remote e fraternizzare con loro, testare giorno dopo giorno i propri limiti e superarli; per chiunque voglia mettersi in cammino nel nome di ideali quali l’amicizia, l’amore, la solidarietà; un viaggio, un pellegrinaggio in nome di Gesù, in nome della Fede, il tutto riassunto nel messaggio che il Papa ha trasmesso a noi giovani (ma non solo): “Saldi nella fede, fondati e radicati in Cristo”. Dall’Isola di La Maddalena siamo partiti in 18, non tutti consapevoli di ciò che avremmo trovato. Il nostro alloggio era una palestra condivisa con tutti i ragazzi della Diocesi di Tempio-Ampurias e un centinaio di giovani Tedeschi, i nostri letti, i sacchi a pelo e il bagno ovviamente in comune! La sveglia era alle 7 circa, il treno intorno alle 9, poi via verso le catechesi che ci impegnavano tutto il resto della mattinata, seguite dalla messa. Dopo il pranzo ci spostavamo verso Madrid, luogo in cui abbiamo vissuto alcune delle esperienze più mistiche, quali la messa di benvenuto, la via Crucis, la visita alla cattedrale della “Nuestra Señora de la Almuneda”, ma anche delle più divertenti, come ballare, cantare e fare la conoscenza di giovani venuti dal Guatemala, India, USA, Irlanda, Cina,.. un mappamondo di gioventù riunito in una sola città che risponde ad un’unica chiamata! Abbiamo vissuto un’esperienza autentica di amore tra giovani sconosciuti, distanti migliaia di kilometri, ma uniti in un unico spirito, testimoni di Dio nel mondo, incoraggiati da Lui motivandoci l’un l’altro, come una vera comunità, cosa che non sempre è possibile nei nostri paesi di provenienza. Ogni treno, ogni metrò, ogni marciapiede, per non parlare delle panchine usate come letto, erano luoghi di comunione spirituale: spalla a spalla senza alcuna discriminazione. Tutti figli di Dio! La GMG è stata per noi oc- casione di scoperta o di riscoperta delle proprie radici umane e spirituali, in cui i giovani del Suo Regno, considerato il più delle volte inesistente, astratto, disunito e tanto lontano, ma in quei giorni incredibilmente vicino, hanno potuto sperimentarlo attraverso strette di mano, guardarlo ed ammirarlo riflesso negli occhi dell’altro e viverlo nella condivisione quotidiana, non senza difficoltà. Siamo stati richiamati a conoscere Gesù e spronati ad abbattere le barriere dell’ignoranza, incoraggiati a percepire e a far radicare nuovamente il valore pedagogico dell’esperienza di fede dei discepoli. Abbiamo trovato a Madrid una chiesa a cielo aperto, senza muri e barriere. Questa settimana non è stato e non sarà un fuoco d’artificio, ma una fonte inesauribile di energia che ha infuocato noi giovani, riuniti dal Papa nonostante gli ostacoli: il caldo, la sete, le condizioni igieniche precarie, il vento e la pioggia forti ed improvvisi, che tanto ci hanno tentato a desistere, ma che uniti abbiamo superato. Questo è lo spirito dei giovani cristiano-cattolici che vogliamo testimoniare a tutti coloro che dubbiosi e scettici si domandano: “ ma chi glielo ha fatto fare e soprattutto perché due milioni di persone si sono incontrati a Madrid per questa festa della Fede?”. “Non si può credere sino in fondo, fin ché non ti rendi conto che la fede va oltre”. Semplicemente meraviglioso! chiesa diocesana Anno XIX n. 10 13 settembre 2011 ALLURA &AGNGLONA 11 I ragazzi del post-cresima di Sant’Antonio in visita alla comunità Arcobaleno di Santino Cimino L ’ idea di una visita alla comunità dei tossicodipendenti guidata da don Andrea Raffatellu a Olbia era nata da tempo, in sintonia con le animatrici del dopo cresima, Carla e Maria Antonella, e finalmente, nel mese di giugno, si è concretizzata in una costruttiva esperienza che soprattutto sul profilo umano ha visto come principali destinatari i ragazzi di Sant’Anto- nio di Gallura. Il cammino formativo del post- cresima solitamente si svolge nei locali dell’oratorio e fra i tanti momenti di incontro e di confronto si sente forte l’esigenza di vivere particolari occasioni che incidano particolarmente sul piano pratico. La proposta di visitare un luogo di recupero per quella parte di gioventù vittima, purtroppo, della piaga della droga e dell’alcolismo, è stata pienamente accolta e ha suscitato il desiderio di cono- scere questa realtà già da tanto tempo operativa e ben strutturata e che ha il merito, grazie a quanti lavorano appassionatamente in questo settore, di aiutare molti dei nostri fratelli a ritrovare un orientamento nella società. Ad accoglierci è stato don Andrea Raffatellu nella nuova sede in località “ Maltana“ alle porte della città, e come momento iniziale il sacerdote che da anni si prende cura della comunità, ha, a grandi linee, illustrato il programma educativo che, in maniera graduale ed efficace, aiuta ed incoraggia tanti giovani a riprendere in mano la loro vita; un cammino certamente non facile e che richiede essenzialmente sforzo, impegno e capacità di resistere. La visita specifica nei diversi ambienti della struttura ci ha poi fatto prendere coscienza del lavoro serio e intriso di sacrificio che viene compiuto, segno che a tanti di questi giovani non mancano le capacità e la buona volontà di dare il meglio di se stessi. La comunità offre varie alternative di crescita e di responsabilizzazione, dai lavori manuali, a proposte di carattere culturale, a momenti di svago e di sano divertimento reso possibile anche grazie a un bel campo di calcetto. I ragazzi sant’antonesi hanno seguito attentamente ogni passaggio di questo incontro e hanno posto intelligenti interrogativi in merito all’esperienza che i tossicodipendenti stanno vivendo. Don Andrea con bravura e competenza ha cercato di dare valide risposte e dal momento in cui ben conosce il disagio del mondo giovanile, ha spronato i nostri ragazzi ad amare la vita, ad essere prudenti di fronte alle sfide negative che la società odierna propone; non lasciarsi ingannare da realtà che apparentemente sembrerebbero ben promettenti ma che in verità portano alla sbaraglio e alla distruzione. Parole provocatorie ma sacrosante che sollecitano ad aprire gli occhi e che devono essere per tutti motivo di riflessione. La serata si è conclusa con un piacevole e gradito rinfresco e con un saluto di arrivederci perché il proposito è quello di ritornare a condividere un altro momento di fraterna amicizia e magari fare una partita di calcio. L’augurio che personalmente formulo è che se dovesse vincere il gruppo dei ragazzi di Sant’Antonio, i ragazzi di don Andrea escano felici e vittoriosi da un’altra partita, quella più difficile e impegnativa: la partita della vita. Siamo certi che ce la faranno. Campo scuola interparrocchiale ad Abbiadori di Marilena Bruschi ari amici, noi abbiamo solo una cosa da dirvi, grazie di essere entrati nella nostra vita.” Non è il titolo di una canzone o dell’ultimo film di Muccino ma le prime parole di una lettera scritta da alcuni ragazzi di Barisciano, un piccolo comune dell’Aquila, colpito dal terremoto nell’aprile del 2009, al ritorno dal Campo Scuola che hanno vissuto in Sardegna con gli amici della nostra diocesi. Mentre veniva consegnato all’Amministrazione comunale di Barisciano l’ex edificio scolastico ristrutturato dal gruppo Antincendi Boschivi del Piemonte, 23 ragazzi delle scuole primarie e secondarie e 4 animatori adulti del paese aquilano ripetevano, per il secondo anno consecutivo, la bella esperienza di vita in comune con gli amici galluresi, nell’edificio del comprensivo di Abbiadori, grazie alla generosa disponibilità del sindaco Piero Filigheddu e del vice sindaco Loredana Pirina. Oltre ai ragazzi aquilani c’erano i nostri ragazzi da alcune parrocchie galluresi, una bambina bielorussa, ospite di una famiglia di La Maddalena, e una famiglia di profughi dalla Libia, “ C (padre, madre una bimba di 4 anni ed altri due ragazzi). Responsabile spirituale del Campo don Jacek, amministratore parrocchiale di san Pantaleo, instancabile organizzatrice Angela Canu, maestra di La Maddalena ed in cucina Paola Pali coadiuvata da una equipe di tre famiglie che si sono rese disponibili per dare una mano alla buona riuscita del Campo. Animatrici della liturgia e dei canti due suore brasiliane di Gesù Crocifisso, suor Maria e suor Francisca. Dal 31 luglio al 7 agosto la scuola di Abbiadori si è animata così di “colori e sapori” diversi, aiutati dal tema del campo vocazionale interparrocchiale “Quanti pani avete? Andate a Vedere”ha avuto lo scopo di far incontrare la parola ascoltata con la quotidianità della vita, dando spunti importanti per ricercare continuamente e assiduamente la volontà di Dio in ogni circostanza della vita. I ragazzi avevano a disposizione alcune carte “ farina”, “sale”, “vento e fuoco”, “uno” e “amore” e con questi ingredienti hanno imparato a spezzare e condividere i propri doni con gli altri, permettendo al Signore di arrivare e sfamare tutti con la sua Parola. E quei tutti parlavano il russo, il libico, il brasiliano, l’abruzzese ed il gal- lurese ed il pane da infarinare aveva il sapore del mare, della sabbia e della risata allegra e spensierata di chi, pur avendo sofferto molto come profugo o terremotato, ha ritrovato nell’amicizia del prossimo l’amore di Dio. Amicizia che non si ferma ad un Campo scuola ma continua tutto l’anno, non solo con telefonate, lettere e soprattutto facebook, ma anche con visite continue oltre il mare. Dal 1 al 5 gennaio, infatti, i nostri ragazzi sono stati ospitati a Barisciano per fare animazione durante le feste dell’Epifania per al- tri ragazzi del luogo. Oltre all’animazione del campo non sono mancate le visite fuori del territorio gallurese, quest’anno hanno visitato il comune di Dorgali che offre il bel Museo Civico Archeologico, nel quale sono conservati reperti archeologici dal neolitico al medioevo da Serra Òrrios e da altri insediamenti preistorici e l’acquario di Cala Gonone, suscitando entusiasmo in piccoli e grandiche si son potuti immergere tra le foglie della posidonia per incontrare i curiosi pesci trombetta, le murene e gli scorfani. 12 ALLURA &AGNGLONA Anno XIX n. 10 13 settembre 2011 IN MARGINE AL GIALLO DI DAMASCO Disavventure nei meandri della ricerca di d. Giuseppe Inzaina F orse la scarsa dimestichezza mi ha fatto inciampare in numerose sorprese nella consultazione di preziosi faldoni. Con ogni probabilità si tratta di un argomento ancora colmo di interessi e di curiosità senza numero. La morte tragica del P. Tommaso da Calangianus, apostolo della fede e della sanità pubblica, richiama l’attenzione degli studiosi, seppure con valutazioni disparate. Riportare in piazza una pagina tormentata della storia, insieme a tante suggestioni e stimoli, ha un costo da mettere in conto. Chi è stato? Quali le motivazioni? Molti dicono di essere a conoscenza, nessuno porta le prove inoppugnabili. Non è neppure agevole rintracciare l’atto di morte di P. Tommaso nella chiesa dei Cappuccini di Damasco, dove è custodita l’epigrafe “D.O.M. – Qui riposano le ossa del P. Tommaso da Sardegna – missionario apostolico cappuccino – assassinato dagli ebrei – il giorno 5 di febbraio dell’anno 1840”. Anche a Beirut, dove sono stati messi in salvo i poChiesa dei Cappuccini a Beirut (Libano), dove riposano attualmente i resti mortali di p. Tommaso veri resti mortali del P. Tommaso dopo la persecuzione dei Drusi a Damasco nel 1860, resta problematico ricavarne qualche notizia. D’altra parte, nella Custodia di Terra Santa, possono offrire indirizzi appropriati per la ricerca. Anche i Cappuccini si sono tirati fuori, lasciando l’iniziativa alle autorità civili. Tommaso Caliò nota: “L’Ordine [ è stato] apparentemente ignaro delle polemiche scatenate”. Non consta, salvo meliori indicio, che durante lo svolgimento della “causa celebre”, la S. Sede sia intervenuta ufficialmente in favore dei dieci imputati ebrei condannati a morte né a vantaggio del P. Tommaso, missionario apostolico. Prendendo per buona la testimonianza di Jonathan Frankel, il principe di Metternich avrebbe ottenuto dal Papa Gregorio XVI che “ai giornali romani fosse imposto un prudente silenzio” sulla questione. Successivamente la S. Sede, sollecitata dal Card. Westminster, primate della Chiesa d’Inghilterra, ad intervenire sulla faccenda, ha dichiarato tramite il Santo Ufficio, la non opportunità di evadere la richiesta Chiesa dei Capuccini di Damasco dove è custodita lʼepigrafe e dove riposarono le ossa di p. Tommaso fino allʼinvasione dei Drusi sulla condanna dell’antisemitismo. Nel 1883 è stato pubblicato in Italia “Il sangue cristiano nei riti ebraici”, di un certo ex rabbino “firmato” Neofitus, un testo che alcuni studiosi, come Ariel Toaff, hanno ripreso in considerazione. Migliore fortuna è toccata ad “Aceldama”. Il testo ha visto la luce senza il nome dell’autore, Padre Atanasio da Quartu Sant’Elena. Il volume è stato sponsorizzato dal P. Bonaventura da Calangianus, il quale non “tollerava che sulla memoria del suo confratello e conterraneo il tempo vada addensando il denso velo dell’oblio”. Poco prima del 1992 era scomparsa una nota informativa posizionata a lato dell’epigrafe, relativa alla appassionata attività di Moses Montefiore, presentato come il Mosè dell’ottocento, che sollecitava la rimozione della scritta “assassinato dagli ebrei”. Testimonianza ricevuta dal Padre Ignazio Peña. Padre G.B. da Mondovì, nella prefazione a “Relazione Istorica” sulla vicenda del P. Tommaso, pubblicata nel 1850, si chiede tra l’altro: “per quale ragione il Governo francese non ha fatto ricercare i veri uccisori di questi protetti? Perché hanno tirato un velo di sangue su tal scena di orrore e di massacro?”. La Francia esercitava, infatti, il patronato dei cattolici in Medio Oriente, come la storia Russia sugli ortodossi. Come sostengono vari autori, tra i quali Massimo Introvigne e Domenico Savino, i documenti relativi all’enigma di Damasco sono rimasti segreti negli archivi francesi e messi a disposizione dello storico Tudor Parfit nel 1980. Del resto, su “Il giornale d’Italia”, in occasione del centenario dell’eccidio di Damasco, si legge: “è singolare che tanto l’opera di Laurent quanto l’opera di Padre G.B. da Mondovì sono rarissime e quasi introvabili in commercio”. Diversi studiosi potrebbero condividere la valutazione portata avanti fin qui da Tommaso Caliò: è stata “preferita la prudente tattica del silenzio”. Alcuni esperti di questioni mediorientali, a servizio della diplomazia vaticana, concordano nel definire la delicatezza e la complessità del caso. Difficile prevedere tabelle di marcia. La ricerca non può essere affidata a un dialogo “troppo dolciastro”(J.M. Lustiger) e neppure a un “esasperato concordismo” (G.F. Ravasi). Sempre, e in ogni caso, da proscrivere la “dannatio memoriae”. attualità Anno XIX n. 10 13 settembre 2011 ALLURA &AGNGLONA 13 Vi parteciperanno gli studenti delle scuole superiori di Tempio Aspettando la Marcia Perugia-Assisi Diario dal Forum della Nonviolenza di Paolo Lisca I l prossimo 25 settembre, una delegazione di studenti e insegnanti delle scuole superiori di Tempio parteciperà alla cinquantesima edizione della Marcia per la Pace Perugia-Assisi. Un grande evento a cui, nei decenni, hanno partecipato centinaia di migliaia di persone. Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento, l’ha definita “una palestra di formazione politica e di cittadinanza attiva, una assemblea itinerante per la pace”. Le scuole cittadine, negli ultimi anni, hanno dimostrato una particolare sensibilità verso i temi della nonviolenza. A tal riguardo, e in attesa della Marcia, può essere utile riportare la testimonianza di coloro che hanno vissuto una delle fasi preparatorie della Marcia: il Forum per la pace e la nonviolenza, tenutosi a Trento nel maggio scorso. Dal 17 al 18 maggio 2011, tre scuole superiori di Tempio Pausania hanno partecipato al Forum della Nonviolenza di Trento, articolato in diverse attività. La delegazione era formata da tre insegnanti (Franca Monteduro, Maria Antonietta Tamponi e Paolo Lisca) e sei alunni provenienti dal Liceo Artistico “Fabrizio De Andrè”, dal Liceo Classico “G. M. Dettori” e dall’Istituto Tecnico Industriale. Il viaggio a Trento ha rappresentato la naturale prosecuzione del progetto “Semi di Pace”, promosso dall’Associazione “Nord-Sud- La Bottega del Mondo e del Commercio equo e solidale”, che ha reso possibile l’iniziativa grazie ai finanziamenti ottenuti dalla Regione. Alcuni mesi prima, le scuole si erano impegnate, limitatamente ad alcune classi, in diversi Laboratori sulla Nonviolenza tenuti da Formatori provenienti dal centro “Sereno Regis” di Torino, nei quali alunni e insegnanti hanno avuto modo di avvicinarsi in forma partecipata alle tematiche proposte, riferibili ai 7 valori (nonviolenza, giustizia, libertà, pace, diritti umani, responsabilità e speranza) che sono stati oggetto dei 6 Forum tenutisi in diverse città della penisola. Il giorno 17 la delegazione, guidata da due responsabili del Forum Trentino per la Pace, si è recata a Rovereto, città simbolo della pace, dove ha potuto visitare due realtà del territorio molto significative e tra loro collegate: L’OBC (Osservatorio Balcani e Caucaso) e la Fondazione Opera Campana dei Caduti. L’OBC è un progetto della Fondazione Opera Campana dei Caduti che si occupa di monitorare le trasformazioni sociali e politiche nel sud-est Europa, in Turchia e nel Caucaso attraverso l’interazione tra il gruppo di lavoro di Rovereto e una rete di oltre 40 corrispondenti e collaboratori locali, pubblicando poi quotidianamente sul web tutta una serie di informazioni e analisi. Il responsabile dell’Osservatorio si è intrattenuto a lungo a parlare con alunni e docenti, spiegando la storia e le motivazioni che hanno spinto alla creazione del centro. Tappa successiva, il Colle di Miravalle: il gruppo ha compiuto un percorso in salita per raggiungere la sede della Fondazione Opera Cam- ribile verso il concepimento della conclusione di una vicenda orribile quale è il conflitto israelo-palestinese; la speranza che prende corpo e si alimenta attraverso la conoscenza e la pratica di valori ispirati al pensiero di Gandhi, Capitini, Dolci. Anche in questa occasione, i ragazzi italiani hanno fatto da interpreti. Negli interventi dei relatori si è volato alto: Mao Valpiana, presidente del Movimento nonviolento ha parlato della categoria della nonviolenza, così come la si intendeva fino a ieri, cercando però di attualizzare lo stesso concetto alla luce delle nuove violenze, delle nuove guerre (“E’ uno strano modo di intendere la cessazione della violenza quello espresso dalla Nato, che lancia Delegazione sulla Libia strumenti di morte come le di Tempio bombe!”). Pausania Sono intervenuti poi Raffaele Crocco, giornalista Rai ma soprattutto presidente dell’associazione “46° parallelo” e curatore dell’Atlante dei conflitti e delle guerre nel mondo, il quale ha cercato di definire il travagliato rapporto fra mezzi di informazione, guerra e nonviolenza; Christoph Baker, dell’UNICEF internazionale, vincitore del Premio Nonviolenza nel 2010, che ha coinvolto l’uditorio definendo il percorso della nonviolenza dalla parola all’azione. Una sintesi del convegno potrebbe essere quella che vede protagonista dell’azione nonviolenta ogni singolo individuo: ogni gesto sera i cento rintocchi di ammonimento alla vita o comportamento individuale fornisce un soe alla pace. L’emozione è palpabile quando il di- stanziale contributo al cambiamento culturale rettore della Fondazione commenta il filmato della società che oggi più che mai si rende imsulla nascita del centro e illustra le sue finalità: pellente. Cominciare dal basso non solo per foreducazione delle nuove generazioni alla cultura nire un esempio significativo a chi è responsabidella pace, della nonviolenza, dei diritti umani. le dei grandi conflitti ma anche per agire nel tesNel parco vicino alla piazza, costellato dai dise- suto profondo di una società caratterizzata dalla gni dei bambini delle elementari sui temi della perdita di quei valori umani per la cui affermaPace e della Nonviolenza, accovacciati sull’erba, zione molte persone in passato hanno dato la vistudenti e insegnanti hanno partecipato ad un ta. E proprio partendo da questi presupposti, la singolare incontro interetnico con un gruppo di responsabilità individuale e la nonviolenza come profughi tunisini, marocchini e tibetani, modera- stile di vita, alla fine dei lavori, dopo una breve to dal direttore della rivista on line Unimondo, pausa pranzo, gli studenti e i docenti hanno paruna testata giornalistica che offre un’informazio- tecipato ai Laboratori sulla prassi nonviolenta tene qualificata sui temi della pace, dello sviluppo nuti dai diversi Formatori. L’appuntamento imumano sostenibile, dei diritti umani e dell’am- portante, cui tutti hanno rivolto l’invito, è stato biente, dando voce alle molteplici realtà della so- appunto quello della “Marcia per la Pace Perucietà civile italiana e internazionale. E’ stato inte- gia-Assisi” del prossimo 25 settembre. ressante, e indicativo della nuova direzione verso cui vanno le relazioni umane, assistere alla Il giorno 8 settembre, a Luogosanto, duranmediazione culturale fatta da uno degli studenti, te la festa della Natività di Maria, il Vescovo di origine marocchina, il quale ha fatto da interdi Tempio-Ampurias, mons. Sanguinetti, ha prete per i nuovi arrivati. ammesso tra i candidati al presbiterato e agli ordini sacri Domenico Vendemmiati, seLa giornata del 18 è stata interamente dedicata minarista di Luogosanto. al Forum della Nonviolenza, tenutosi al Liceo “Galilei” di Trento. Numerose le testimonianze riportate dalle diverse scuole, alcune del Trentino, altre provenienti da diverse regioni italiane. Venerdì 16 settembre 2011, alle ore 18,30, Uno dei contributi più significativi è stato quelnella cattedrale di Tempio, il Vescovo di Temlo dell’esperienza “Fiori di Pace” di una scuola pio-Ampurias, mons. Sanguinetti, ordinerà del Trentino: giovani israeliani e giovani palestipresbitero il diacono don Rinaldo Alias. nesi, accomunati dalla medesima condizione Don Rinaldo presiederà per la prima volta l’eucarestia sabato 17 settembre alle ore angosciante di guerra e violenza senza fine, che 18,30 nella chiesa del Seminario Diocesano instaurano un dialogo fra loro, un ponte di codi Tempio. municazione ispirato alla prassi nonviolenta che rappresenta sicuramente il tracciato più percorpana dei Caduti, collocata su una collina dalla quale si domina il suggestivo panorama della valle di Rovereto. Tutto qui è simbolo, monito, conoscenza. Attraversando il Viale delle Bandiere, che ospita 84 vessilli di altrettante nazioni, si giunge alla Piazza delle genti, entrambe testimonianze visibili della fedeltà ad un messaggio, che è quello del “Patto della Pace”. Nella piazza campeggia “Maria Dolens”, l’enorme campana forgiata con il bronzo dei cannoni fornito dalle nazioni che si scontrarono nelle scellerate guerre mondiali. A partire dal primo rintocco, eseguito il 4 ottobre 1925, la Campana non ha mai smesso di far sentire alta la sua voce, suonando ogni 14 ALLURA &AGNGLONA spiritualità Anno XIX n. 10 13 settembre 2011 Io leggo il Vangelo: ottimo pensiero di Mariella Nanni T utti i cattolici dovrebbero fare altrettanto. Non si può trovare sulla terra libro più bello, più santo, più efficace. Dio l’ha fatto scrivere per noi. Il Vangelo è il libro dei libri. Ma credo fermamente, con fede cosciente e sincera, che il Vangelo è un libro divino! Ispirato dallo Spirito Santo? Può darsi che non abbia riflettuto seriamente sulla diversità che passa fra un libro che ha per autore Dio e un libro che ha per autore soltanto un uomo, sia questi dotto o santo quanto si vuole. La differenza sicuramente è immensa. I libri scritti dagli uomini, per quanto autorevoli e profondi, si possono giudicare e mettere in discussione; il libro di Dio invece non si giudica, né si discute, “si deve credere”. Questo dogma della nostra fede è fondamentale nei riguardi del Vangelo. Dio, oltre ad essere infinitamente il più sapiente di tutti i geni, ha diritto e autorità di imporre la verità. Eppure sono tanti gli oppositori ostinati davanti a questa verità fondamentale: o perché non capìta con precisione, o perché ostacola troppo la smania di una libertà eccessiva e deviante che si annida nell’orgoglio di ogni uomo. Ma il cattolico deve conoscere il Vangelo. San Girolamo scriveva “Ignorare il Vangelo è non conoscere Gesù Cristo”. Se leggendo incontreremo delle frasi incomprensibili, non la- sciamo che la nostra mente corra a giudizi avventati, ma con umiltà chiediamo al Signore quella luce che ci farà comprendere a pieno questa verità rivelata. < Datemi un cattolico, cui la pietà e la fede spingono sovente a percorrere i nostri libri santi, ed io affermo che egli riporterà felici risultati. Quant’anche non avesse al suo fianco un dottore che lo istruisse, il Signore che discende nei nostri cuori, illumina il suo spirito, spande nella sua anima i raggi della sua luce, gli rivela le cose nascoste e gli insegna ciò che ignora. Quel che Dio richiede da noi è che ci applichiamo alla lettura del Vangelo con tutte le nostre forze>. (San Giovanni Crisostomo). Io credo che, quando mi rivolgo a Dio con una preghiera, sono io che parlo con Lui; quando invece leggo la Sua Parola, è Dio che parla con me. E’ buona abitudine leggere ogni giorno una pagina del Vangelo; ogni famiglia cattolica dovrebbe ricordare che, prima del giornale o della radio, dovrebbe ascoltare il Salvatore. Ricordiamoci che Gesù Cristo tornerà a giudicare ognuno di noi. Ci giudicherà col Vangelo. E dirà: Io ti ho insegnato così?, e tu come hai creduto?, come hai operato? E noi cosa gli risponderemo? Molti cattolici vivono una evidente contraddizione fra Battesimo ricevuto e la fede che dicono di avere. A questi, Gesù nostro Signore io credo che dirà: Voi mi chiamate Maestro, e non ascoltate. APERTE LE ISCRIZIONI AI CORSI UNIVERSITARI DELL’ISTITUTO EUROMEDITERRANEO DI TEMPIO PAUSANIA S ono aperte fino al 30 settembre le iscrizioni ai corsi universitari dell’Istituto Euromediterraneo di Tempio Pausania: Laurea triennale in Scienze Religiose e Lauree magistrali in Scienze Religiose con gli indirizzi in Dialogo interreligioso e mediazione interculturale, Pedagogico-didattico e Pastorale. I corsi, in linea con il Processo di Bologna, hanno valore accademico, sono riconosciuti in tutti i Paesi dell’Unione Europea e promuovono la formazione teologica dei laici, formando figure professionali nell’ambito dell’insegnamento della Religione Cattolica e persone che, nelle singole comunità parrocchiali o diocesane, possano svolgere il loro servizio non solo con strumenti tecnici ma anche teologici. Possono iscriversi al corso triennale tutti coloro che siano in possesso di diploma di maturità e ai corsi biennali tutti coloro che abbiano conseguito la Laurea triennale o il Magistero in Scienze Religiose. Da quest’anno gli iscritti ai corsi di laurea potranno accedere ai servizi e alle forme di assistenza dell’ERSU di Sassari. L’Istituto Euromediterraneo-ISSR, Scuola Internazionale di Formazione, Ricerca e Specializzazione, collegato con la Pontificia Facoltà Teologica della Sar- degna, nasce dall’esperienza ventennale dell’Istituto di Scienze Religiose della Diocesi di Tempio-Ampurias. In particolare, l’Istituto si propone quale polo internazionale di incontro tra le culture e le religioni che si affacciano sul Mediterraneo. Ne sono segno vivo le reti di partnership e di affiliazione con svariate istituzioni culturali sparse in Europa, Africa e Medio Oriente. Nel corso degli anni l’Istituto si è dotato di una ricca biblioteca aperta al pubblico, aule multimediali, sale congressi (tutte dotate di collegamento wireless ad Internet), una libreria specializzata nel settore interreligioso e interculturale. Il servizio editoriale dell’Istituto pubblica riviste e monografie che analizzano il nostro territorio sotto l’aspetto religioso, artistico, storico, filosofico e sociale. Ulteriori informazioni si potranno avere dalla Segreteria dell’Istituto Euromediterraneo, che ha sede in Viale don Sturzo 41 (tel. 079-63.18.83), dal martedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e il giovedì dalle ore 16.30 alle ore 18.00, oppure sul sito www.istitutoeuromediterraneo.it. Voi mi chiamate Luce, e non mi vedete. Voi mi chiamate Via, e non mi percorrete. Voi mi chiamate Vita, e non mi desiderate. Voi mi chiamate Verità, e non mi studiate. Voi mi chiamate Ricco, e non mi chiedete. Voi mi chiamate Clemente, e non mi invocate. Voi mi chiamate Eterno, e non mi servite. Voi mi chiamate Potente, e non mi cercate. Voi mi chiamate Magnanimo, e non mi riverite. Voi mi chiamate Giusto, e non mi temete. Se vi condannerò, non mi incolpate. Gesù vuole sincerità. E noi non dobbiamo essere in contraddizione con la nostra fede. Nel Battesimo ogni cattolico ha promesso di credere, seguire ed imitare il Signore. Ha promesso di opporsi alle opere di seduzione del demonio, cioè di opporsi al peccato, e quindi non mettiamo in pericolo la nostra vita eterna mentre siamo tanto solleciti nel non mettere in pericolo la nostra vita presente, che pure deve finire. Leggiamo e meditiamo dunque il Santo Vangelo con fede e pietà, esso è come la bocca di Gesù che ci parla; sforziamoci di vivere secondo gli esempi del Maestro Divino. Non è facile...ma, chi segue Gesù, non cammina nelle tenebre. Crediamo sinceramente al Vangelo. Leggiamolo con l’anima sgombra dal peccato, o almeno con desiderio di ottenere il perdono per la nostra fragilità. CHIESA E FISCO PAGLIUCA (UNITALSI), NO A “CACCIA ALLE STREGHE” L “ a chiara espressione di entusiasmo e di impegno che i giovani partecipanti alla Gmg hanno Salvatore Pagliucca regalato al monPresidente UNITALSI do, riunendosi in un abbraccio di responsabilità e testimonianza con Benedetto XVI, è passata inosservata agli occhi di quanti, invece, sono chiusi in una obsoleta prospettiva di propaganda anticlericale ottocentesca, tesa a dipingere la Chiesa e le sue espressioni come elemento di arretratezza civile e morale della società. Ciò rappresenta una riduzione inaccettabile, che non rende merito all´azione quotidiana, discreta ed efficace di carità svolta dalla Chiesa e dalle realtà ad essa ispirate, in linea di continuità con l´insegnamento del Vangelo”. È questo il commento di Salvatore Pagliuca, presidente nazionale Unitalsi, ai molteplici focolai di critica mossi, negli ultimi tempi, nei confronti della Chiesa, all’interno di un dibattito politico sul ruolo della Chiesa e dei suoi benefici fiscali. “In questo quadro di crisi complessa, che necessiterebbe di interventi strutturali non più rinviabili, la ‘caccia alle streghe’ contro la Chiesa e le sue espressioni di carità - continua Pagliuca - rappresenta un anacronistico tentativo di delegittimare l’azione e il ruolo di quanti operano una azione di carità verso le fasce più deboli della società”. cultura e spettacolo Anno XIX n. 10 13 settembre 2011 ALLURA &AGNGLONA 15 La grande danza a San Pantaleo di Chiara Fancellu A nche quest’anno nella cornice stupenda di San Pantaleo,”la grande danza” ha riservato grandi sorprese. Artisti del Teatro alla Scala di Milano, del Maggio Fiorentino e del Teatro Bolshoi, si sono esibiti in questa splendida manifestazione che si ricollega idealmente alla “Maratona internazionale di Danza” che nacque per ricordare le vitti- me dell’incendio di Milmegghju in cui il 28 agosto 1989 persero la vita 13 persone. In quest’ultima edizione i danzatori si sono esibiti in varie coreografie, dalla danza classica alla danza contemporanea, mostrando non solo una grande forza fisica e tecnica, ma anche una particolare dote espressiva e interpretativa. Artisti del calibro di Alessandro Riga, Antonino Sutera, Francesco Marzola, Gisela Carmona Galvez, Silvia Azzoni, Oleksandr Ryanko, Vyacheslav Lopatin, Anastasia Stashkevich, hanno dimostrato ancora una volta che la danza non è un’arte fine a se stessa, ma che, come dicevano i Greci, ha un potere catartico, per cui lo spettatore si ritrova immerso in un altro “mondo” nel quale vive emozioni fortissime, com’è successo in quest’ultima edizione de “la grande danza a San Pantaleo”. GOD BLESS (11 SETTEMBRE 2001) In nome della morte nella gola negli occhi si calpesta la vita con lo strazio nel cuore. e i significati di civiltà In nome della morte “America under attack”. il sardonico giubilo E noi tutti feriti in Libano a Nablus da invisibile indelebile a Gerusalemme Est. dolore incredulo E noi tutti a placare “World under attack”. un desiderio di vendetta In nome della morte una mirata giustizia vulnerabili e pietrificati su chi s’adombra d’impunità. da nuvole di fuoco Nel nome di Dio e polvere scura. donaci nuovamente pace E noi tutti a correre e che la saggezza ci guidi. con l’amaro secco sapore God Bless… A vevo scritto questa poesia la notte successiva all’11 Settembre 2001 e il mio pensiero da “poeta” era stato un auspicato-illusorio desiderio di pace e di saggezza. In questo decennio è stato tradito e calpestato ogni germoglio di pace e di saggezza… e certamente Dio non ha benedetto l’operare dell’umanità! Ricordo ancora l’appello alla “sag- gezza” di una figura di genuina umanità e carisma come Tiziano Terzani che, sfidando “la rabbia e il dolore” di Oriana Fallaci, rilevava sì l’inizio di un “orrore indicibile” ma considerava anche la possibilità di “fermarlo facendo di questo momento una grande occasione di ripensamento”. Una grande occasione mancata! Cristoforo Puddu Itinerari e Pellegrinaggi 2011 TOUR DELLA GRECIA TERRA SANTA (Volo diretto da Olbia) FATIMA/LISBONA/MADRID/BARCELLONA MEDJUGORJE (Volo diretto da Olbia) P.PIO/CASCIA/ASSISI 7/15 OTTOBRE 07/14 OTTOBRE 14/22 OTTOBRE 22/26 OTTOBRE 23/29 OTTOBRE Richiedete i programmi dettagliati a: TOTEM TOURS SAS - CANNIGIONE - Tel. 0789 88259 • Fax 0789 88153 HYPERLINK “mail to:[email protected]” • [email protected] 16 ALLURA &AGNGLONA Presentato il Fondo Microcredito della Regione Sardegna A Tempio il 5 settembre e ad Olbia il 6 settembre la Caritas Diocesana e la Pastorale Sociale e del Lavoro I funzionari della SFIRS della Sardegna hanno presentato il Fondo del Microcredito FSE che, in linea con gli scopi istituzionali del Fondo Sociale Europeo, fornisce il proprio sostegno finalizzato al contrasto della disoccupazione e all’integrazione sociale nel mercato del lavoro attraverso il finanziamento di iniziative imprenditoriali promosse da parte di categorie di soggetti con difficoltà di accesso al credito e in condizioni di svantaggio. Sono ammessi tutti i settori di attività economica ad eccezione dei settori esclusi dai Regolamenti Comunitari vigenti. Sono considerate prioritarie le proposte che rientrano nelle seguenti categorie di attività: servizi al turismo, servizi sociali alla persona, tutela dell’ambiente, ICT, risparmio energetico ed energie rinnovabili, servizi culturali e ricreativi, manifatturiero, commercio di prossimità, artigianato e servizi alle imprese. Il prestito, per un importo variabile da un minimo di 5.000,00 ad un massimo di 25.000,00, viene concesso con un tasso varie Anno XIX n. 10 13 settembre 2011 di interesse nullo e una rateizzazione a cadenza mensile con decorrenza a sei mesi dalla stipula del contratto (12 mesi per le imprese costituende alla data di presentazione della domanda). Per facilitare l’accesso alla misura, la Sfirs ha aperto diversi sportelli di rappresentanza e sportelli itineranti in ogni provincia della Sardegna. In tali spazi gli operatori svolgeranno attività di informazione generale, illustrazione dei contenuti della misura, assistenza nell’inoltro della domanda di finanziamento per via telematica. Le domande di accesso possono essere presentate a partire dal 30 Agosto 2011 fino ad esaurimento del fondo. Presso la Caritas Diocesana di Tempio è aperto uno sportello informativo. E’ una iniziativa che si aggiunge al Prestito della speranza promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana e verrà supportato dagli stessi operatori. Verrà fornita la modulistica per la presentazione della domanda. L’invito è aperto a tutti quelli che hanno interesse e a quanti operano nel sociale. I funzionari della SFIRS sono a disposizione per chiarimenti e/o consigli. La Regione adegua le rette delle comunità terapeutiche V ia libera da parte della Regione all’adeguamento delle rette delle comunità terapeutiche, che oggi rispetto al passato erogano numerosi servizi sanitari e sociosanitari. Su proposta dell’assessore della Sanità Simona De Francisci, la Giunta regionale ha approvato la delibera che adegua, dal 1 gennaio 2012, le quote dei servizi residenziali e semiresidenziali per il trattamento di varie dipendenze patologiche, a carico interamente dell’assessorato della Sanità e introdotte da un precedente provvedimento del 2008, a quanto viene offerto oggi. In particolare oggi le circa dieci strutture sanitarie che operano in diverse parti della Sardegna erogano prestazioni complesse, come la doppia diagnosi, servizi pedagogico-riabilitativi, accoglienza di madri tossicodipendenti con bambini, cure per persone con patologia HIV o dipendenti da alcol e altri che hanno comportato per queste strutture un aggravio di spese e la presenza di maggior personale specializzato. “L’incremento medio percentuale delle rette – spiega l’assessore De Francisci - è del 39,5 per cento e si tratta di un adeguamento ormai non più rinviabile per migliorare l’efficienza dei servizi socio-sanitari delle comunità terapeutiche e per coprire i maggiori costi rispetto al passato”. Come stabilisce la delibera, e in accordo con i rappresentanti delle comunità terapeutiche, le nuove tariffe saranno valide dal prossimo 1° gennaio e saranno applicabili alle sole strutture con i requisiti in materia di autorizzazione e accreditamento. 7 7 7 / (( ' 2 4 ' 3 # % ' 2& / 4 + + 4 I sacerdoti aiutano tutti. Aiuta tutti i sacerdoti. Ogni giorno i sacerdoti diocesani annunciano il Vangelo nelle parrocchie tra la gente, offrendo a tutti carità, conforto e speranza. Per continuare la loro missione, hanno bisogno anche del tuo aiuto concreto: di un’offerta per il sostentamento dei sacerdoti. Queste offerte arrivano all’Istituto Centrale Sostentamento Clero e vengono distribuite a tutti i sacerdoti, specialmente a quelli delle comunità più bisognose, che possono contare così sulla generosità di tutti. OFFERTE PER I NOSTRI SACERDOTI. UN SOSTEGNO A MOLTI PER IL BENE DI TUTTI. Per offrire il tuo contributo hai a disposizione 4 modalità: L’offerta è deducibile: 9/.4/%/22'.4'0/34#,'.< Per chi vuole, le offerte versate a favore dell’Istituto Centrale 9#24'&+%2'&+4/%+2%5+4/ CartaSi chiamando il numero 6'2&'/6+#+.4'2.'4777/(('24'3#%'2&/4++4 9/.+(+%/$#.%#2+/02'33/,'02+.%+0#,+$#.%*'+4#,+#.' 9 +2'44#-'.4'02'33/,34+454//34'.4#-'.4/,'2/ della tua diocesi. Sostentamento Clero sono deducibili fino ad un massimo &+'52/#..5+&#,02/02+/2'&&+4/%/-0,'33+6/ ai fini del calcolo dell’Irpef e delle relative addizionali. Per maggiori informazioni consulta il sito www.offertesacerdoti.it C H I E S A C AT T O L I C A - C . E . I . C o n f e r e n z a E p i s c o p a l e I t a l i a n a