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Settimanale d’informazione ANNO LVII- N. 15 euro 1 www.vocedellavallesina.it Jesi, domenica 2 maggio 2010 Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi Jesi - Celebrazioni a Santa Maria del Piano dal 2 al 9 maggio Ricordando don Ezio Balestra D a molto tempo avevamo a cuore rendere omaggio a Maria e ricordare don Ezio Balestra, parroco a Santa Maria del Piano dal 1943 al 1978. Abbiamo quindi pensato di offrire a tutti una bella immagi- ne di Santa Maria del Piano, come copia dell’originale, trafugata il 5 febbraio 1975 con grande dolore di don Ezio. È stato bello trovare la generosa disponibilità del prof. Faliero Tamburi che ha realizzato una splendida e luminosa immagine che ci fa pensare direttamente all’originale (probabilmente del sec. XV). Altrettanto bella è stata la disponibilità di tanti che hanno accolto la proposta di raccogliere testimonianze, ricordi e fatti caratteristici della propria esperienza con don Ezio. Ci è sembrato poi importante proporre alcuni suoi testi, sue memorie (della guerra, della nascita dell’Asilo, della vita della parrocchia...), sue indicazioni su tanti luoghi caratteristici delle nostre vallate e la descrizione dei segni della venerazione a Maria nei vari luoghi religiosi della Diocesi. Con questa nuova immagine di Maria e con questo libro su don Ezio vogliamo non solo evidenziare l’affetto che legava don Ezio alla Vergine Maria, ma anche offrire un’ulteriore proposta che ci illumina il cammino di vita. L’immagine di Maria, Madre di Dio, che nutre il suo Figlio ci fa sentire tutti dentro questo amore di Dio. Un Dio che ha avuto bisogno del latte materno, un Dio che ha accolto tutto il caldo affetto di Lei, un Dio che ha “imparato” ad amare attraverso i suoi teneri abbracci quotidiani. Un Dio che, attraverso di lei, ci ricorda che solo nel dono di se stessi la vita trova il suo significato più pieno. Don Ezio, con la sua fede concreta nel Signore Gesù e con la sua devozione affettuosa verso Maria, ci ricorda tutto questo! Il suo legame con Maria è stato sempre forte e intenso. Non solo ha pianto per la seconda volta quando è stata rubata la cara immagine, ma ha cercato, con tantissime e simpatiche iniziative, di trasmettere questa sua “passione”. Il suo operato non solo lo vogliamo ricordare, ma lo vediamo anche tanto importante per la crescita delle future generazioni di cristiani. Egli ha cercato sempre la via del dialogo come strada necessaria per far incontrare il Signore della vita anche a coloro che potevano sentirsi un po’ più lontani. Scaturiscono in noi, quindi, sentimenti di gratitudine verso il Signore, che ci dona Maria sua Madre, e di riconoscenza per tanti doni che abbiamo accolto attraverso il sacerdozio di don Ezio e che insieme vogliamo condividere con tutti! Siamo tutti invitati (e ad invitare!) a vivere questa riconoscenza al Signore venerdì 7 maggio a Santa Maria del Piano alle ore 18 nella celebrazione presieduta dal vescovo Gerardo e animata dalla Corale Pergolesiana e dal bel canto del M° Giorgio Merighi, anche per rendere onore alla passione musicale di don Ezio. Sarà, quindi, benedetta e offerta alla venerazione di tutti la nuova immagine di Santa Maria del Piano e sarà presentato il libro: “Don Ezio. Un dono grande, un ricordo ancora vivo”. Ma non è tutto. Don Ezio, insieme a tanti amici, aveva ideato il concorso di pittura “Giù pe’ Sant’Anna” nel 1970. Proprio per celebrare il 40° di tale iniziativa, il Comitato attuale e il precedente hanno promosso un concorso aperto a tutti sul tema: “L’Esino, il fiume che disegna la nostra valle”. Tanti studenti e amatori di ogni età dei vari paesi della Vallesina vi hanno aderito e i vincitori saranno premiati domenica 9 maggio alle 22, all’interno delle manifestazioni del Palio. È stata infine allestita per la settimana dal 2 al 9 maggio, presso il teatro “Gaspare Spontini” di Santa Maria del Piano, una Mostra storica dei 40 anni di “Giù pe’ Sant’Anna”: ricordi, opere premiate, foto, racconti… che saranno ammirati dai tanti che vi hanno partecipato e da coloro che vogliono apprezzare un’esperienza significativa per migliaia di ragazzi in questi quarant’anni. Si tratta, concludendo, di un invito che molto volentieri facciamo a tutti coloro che sentono la bellezza del dono di Maria, a tutti quelli che hanno conosciuto e amato don Ezio nella sua fantasia creatrice e coinvolgente, tanto da apprezzarne la ricchezza e il valore anche in questo nostro tempo. Sac. Giovanni Rossi, parroco a San Maria del Piano Festa dei lavoratori Sabato 1° maggio si celebra la giornata dedicata ai lavoratori promossa dal circolo Acli di San Giuseppe, presieduto da Dino Bolletta. Il programma prevede la celebrazione della Santa Messa al Santuario delle Grazie alle 10. Si formerà poi un corteo per deporre una corona d’alloro alla lapide dedicata ai Caduti sul Lavoro posta all’ingresso della residenza municipale. Mentre l’Italia tiepidamente si accinge a celebrare i 150 anni della sua Unità Ancora un passo avanti verso la scissione del Nord è noto che, da ormai un anno, opera il comitato per le celebrazioni dello storico avvenimento dell’unità d’Italia (150 anni), ma, nonostante la trentina di “pezzi grossi” che lo compongono, il suo cammino si è rivelato lento e difficile al punto che nei giorni scorsi il suo presidente Azeglio Ciampi si è dimesso. Egli ha chiarito che il ritiro è dovuto non a motivi politici, ma “all’anagrafe”. Tuttavia la realtà è ben diversa perché confermata da altre dimissioni. La causa va ricercata nel “vuoto” che registra il comitato in quanto alle sue proposte non seguono i fatti di pertinenza del governo. E dire che, per volontà di tutti, non si vuole, con queste celebrazioni, sperperare danaro, ma approfittare per realizzare strutture e servizi che saranno permanentemente utili. La realtà è che aleggia un clima di “svogliatezza” presente in organismi istituzionali, alimentato dalle proclamate opposizioni della Lega in nome di una profonda revisione degli avvenimenti storici che ci hanno portato all’Unità con tre secoli di ritardo rispetto ad altri Stati europei. Una stanchezza che non sarebbe grave se, ad esempio, si portasse, come motivazione, la crisi che da due anni attanaglia noi e il mondo. In realtà le cause sono squisitamente ideologico-politiche e tutte presenti nella Lega. Ne fa fede la virulenta presa di posizione di Bossi appena 24 ore dopo la lite in seno al Pdl tra Berlusconi e Fini. Il Senatur grida che il “suo” popolo, quello del Nord, è stanco di attendere: “O si va avanti con le riforme o si va al voto”. Ma Bossi, quando parla di riforme, intende essenzialmente il completamento del federalismo. Infatti è vero che già è stata approvata la legge in merito, ma trattasi di una specie di contenitore senza contenuti perché è la legge stessa che implica molti decreti attuativi indispensabili per realizzare il profondo decentramento regionale. Le altre riforme, quelle che tutti i giorni sono elencate da tutti i partiti, rientrano in modo del tutto marginale nella cultura della Lega perché è evidente che, al di là di ogni forzatura, una volta varata l’autonomia finanziaria delle regioni, si aprirà una straordinaria “autostrada” perché nel giro di 10-15 anni, le regioni del Nord acquistino la loro piena autonomia, ultimo passo prima della costituzione, di fatto, dello Stato della Padania. *** Pessimismo? Visione catastrofica del nostro futuro? A me pare che questo sia semplice realismo se teniamo presente: primo, il piano politico generale da sempre proclamato da Bossi (staccarsi dal Sud e da Roma ladrona); secondo: i vari passi compiuti o in pectore (il dialetto nelle scuole e nei documenti, liste regionali dei docenti, limitazione della presenza dei cittadini del sud); terzo: occupazione di molte istituzioni del nord in concorrenza proprio con il grande alleato, il Pdl, piuttosto tiepido verso la totale autonomia rispetto al resto dell’Italia. E’ vero che la Lega in Italia ha solo il 12 per cento dei voti, ma è anche vero che nel Nord è, politicamente e psicologicamente, il primo partito, perché la Lega si presenta come una forza salda e decisa a tutto, anche a clamorose rotture, pur di arrivare alla realizzazione del progetto di sempre. Gliene dà il diritto - la Costituzione per Bossi conta niente - la volontà degli elettori del Nord. Paradossalmente, l’unica via che potrebbe fermare la Lega nell’attuazione del suo disastroso programma, è data solo dal suo ulteriore affermarsi nel Centro e nel Sud, perché, se così avvenisse, è certo che la Lega, non più partito del Nord, ma partito nazionale, avrebbe qualche scrupolo a portare avanti la scissione. Una scissione, del resto, che non sarà necessario proclamarla in quanto si realizzerà di fatto date le macroscopiche differenze tra Nord e Sud nelle capacità realizzatrici, nella ricchezza, nel clima culturale e sociale. Ecco perché, per la Lega, celebrare l’unità d’Italia è perder tempo, è una iniziativa di retroguardia: maiora premunt. Vittorio Massaccesi 2 Cultura e società 2 maggio 2010 Del più e del meno Così va il mondo... sfogliando i giornali di Giuseppe Luconi Qualcuno l’ha definito “turismo da salotto”, il più comodo e il più a buon mercato, perché ci permette di andare alla scoperta del mondo restandocene in casa, attenti a seguire sul piccolo schermo Piero o Alberto Angela mentre ci raccontano ambienti e vicende che sono e che furono in ogni angolo della terra. Un altro modo per sapere come vanno le cose in Paesi anche lontani, senza uscire di casa e senza accendere la televisione, è quello di curiosare tra le cronache dei giornali pubblicati in quei Paesi. Lo si può fare, ma a due condizioni: 1) che quei giornali siano stampati in italiano; 2) che si abbia un amico che ci procuri quei giornali. Io ho avuto la fortuna di poter beneficiare delle due condizioni: il giornale (il Corriere Canadese, stampato in italiano) e l’amico (Bruno Schiavoni, che ringrazio anche da queste colonne). Certo: sfogliare i numeri del Corriere Canadese non è come essere sul posto, non significa vedere luoghi e incontrare persone, conoscere in diretta realtà non sempre uguali alla nostra. Però si trovano notizie che ti aiutano a farti un’idea, come quelle che trascrivo qui, sintetizzando. “Congelati i salari dei dipendenti pubblici” – Il deficit statale canadese (21,3 milioni di dollari) – fa sapere il ministro competente - sarà eliminato solo nel 2018. Il paperon dei paperoni dei dipendenti pubblici - Il Corriere Canadese pubblica la classifica degli stipendi d’oro nel settore pubblico provinciale. Al primo posto figura Jim Hankinson, ex presidente della Ontario Power Generation. Nel 2009, tra buste paga e bonus, ha guadagnato 2.500.000 dollari. Se non ci sono errori stampa e se non ho calcolato male, il signor Hankinson l’anno scorso avrebbe guadagnato quasi 6.900 dollari al giorno…. “No alla parola eutanasia” – Cancellare la parola eutanasia perché confonde le idee e falsa il dibattito sul tema della morte. Lo propongono i medici canadesi, che spiegano: “Per alcuni eutanasia significa omicidio, per altri è un atto di misericordia”. Indignazione dei canadesi – “Cliffor Olson, 70 anni, che sta scontando l’ergastolo in un carcere di massima sicurezza per aver ucciso undici bambini, riceve regolarmente la pensione: 1.100 dollari al mese”. Strategie – Negli ultimi dieci anni i ladri canadesi hanno cambiato abitudini: dalle rapine in banca sono passati ai furti nelle abitazioni private. “Quanto è difficile essere bebè in Canada” – Un anno, il 2009, vissuto pericolosamente, quello dei bambini canadesi. Infatti sono stati quasi cento gli oggetti ritenuti troppo pericolosi: pigiamini che rischiavano di incendiarsi, seggiolini poco sicuri, culle che potevano strangolare i piccoli, ecc. “Anche Mancini rifiuta la Signora” – L’incontro che non ti aspetti. Nello sport, domina a centro pagina del Corriere Canadese la fotografia di un Roberto Mancini sorridente. La signora è, ovviamente, la Juventus, in crisi di risultati. Tra gli allenatori che potrebbero risollevarne le sorti è stato indicato anche il nostro Mancini, ma da Roberto è arrivato un “no” fermo: “Resterò al City - ha dichiarato - Il Manchester ha molte più probabilità della Juventus di giocare in Champions Langue l’anno prossimo”. Buona Pasqua – Tra le inserzioni, in evidenza, un messaggio ai lettori: “A nome mio, di mio marito e del mio personale vorrei augurarvi delle festività serene in occasione della Pasqua ed estenderle a tutte le vostre famiglie ed ai vostri amici. Non vedo l’ora di poter continuare a curare i vostri interessi a Ottawa e localmente nei giorni, mesi ed anni a seguire”. Firmato (con foto ed indirizzo): “Onorevole Yudy Sgro, membro del Parlamento”. Giovedì 29 aprile alle ore 10 al Pergolesi A Jesi il sacerdote contro la camorra Contro la camorra e in difesa dei ragazzi Coop Adriatica, in collaborazione con provenienti da famiglie disagiate: è don librerie.coop e la Fondazione Pergolesi Luigi Merola, il sacerdote e scrittore Spontini, con il patrocinio del comune napoletano che da anni si batte per pro- di Jesi. muovere e diffondere la legalità, oppo- Al Teatro Pergolesi ci saranno 526 ranendosi ai clan di Forcella. Giovedì 29 gazzi e 26 insegnanti delle scuole medie aprile alle ore 10 al Teatro Pergolesi, don “Leopardi”, “Federico II” e “Duca AmeMerola racconterà la propria esperienza deo di Savoia”, e quelli del Liceo Scientia oltre 500 studenti di Jesi e ai loro inse- fico, Istituto d’arte, Itis, Ipsia, e Cuppari. gnanti: l’appuntamento è organizzato da ma.cr. Il libro di Marco Bordini “’Na voce de S.Piedro” Sabato 8 maggio alle ore 17,00 presso il con il titolo “Drendo Jesi” , ora Marco teatro della parrocchia di S. Francesco ci consegna questa nuova testimoniand’Assisi il prof. Antonio Ramini presente- za della sua jesinità, anzi del suo essere rà il nuovo libro di Marco Bordini in ver- “sampiedrino” purosangue da sempre e nacolo jesino dal titolo “Jesi de ‘na Ôlta”. per sempre. La serata sarà allietata da Marco vive ormai da molti anni fuori Jesi, Franco Morici, altro “sampiedrino” doc, ma il rione di S. Pietro gli è rimasto nel amico di Marco “fino da quanno era mocuore, lo si capiva leggendo la sua prima nelli”, che leggerà alcune pagine da queraccolta di poesie pubblicate nel 1999 sta raccolta di versi e prosa. In musica i temi fondamentali dell’esperienza di P. Ricci Lì Màdòu. Il vento dell’amicizia La Filarmonica Marchigiana ha concluso il 21 aprile la Stagione Sinfonica con il concerto “Lì Màdòu”, commissionato dalla Form al M° Carmine Emanuele Cella. Compositore, pianista, ricercatore di musica elettronica, laureato anche in Filosofia e insegnante di Informatica, proprio perché mostra interessi culturali affini a quelli del grande gesuita a lui è stato affidato il compito di comporre un’opera incentrata su sei temi fondamentali dell’etica e dell’esperienza di P. Matteo Ricci. Primo fra questi è la ‘Carità’, principio unificante di razze, lingue, religioni, culture; comune sia al Cristianesimo che al Confucianesimo. In ‘Paura dello straniero’ si identifica invece la diffidenza che P. Matteo Ricci incontrò in terra straniera e che solo a costo di molte sofferenze egli riuscì ad infrangere. A motivarla erano state le continue invasioni che la Cina aveva subito per secoli costringendola ad un autoisolamento pressoché impenetrabile. Terzo tema è la ‘Morte’, cioè il rischio di perdere la vita. Incombeva costantemente sul missionario, tuttavia pronto ad affrontare anche il martirio. ‘Sogno’ fa successivamente riferimento ad un evento a cui P. Matteo Ricci attribuì un significato simbolico dal quale trasse consiglio e guida quando ormai disperava di riuscire a portare a compimento il suo apostolato. Un uomo sconosciuto, che si rivelava Dio stesso, gli diceva nel sogno: “Ti aiuterà nella corte”. Grazie a queste parole il missionario riacquistò nuovo coraggio e riuscì a raggiungere la Città proibita. Il tema della ‘Conoscenza’ richiama poi quanto della cultura occidentale Lì Màdòu fece conoscere in Cina: astronomia, cartografia, letteratura, filosofia, scienza, musica, pittura. Con questi insegnamenti egli conquistò infine l’Amicizia’ che è aspirazione suprema dell’intera umanità. Il prof. Filippo Mignini, massimo studioso della vita e delle opere di P. Mat- teo Ricci, ha estratto da testi autografi del missionario questi temi-guida, poi sottoposti al compositore che ad essi si è ispirato per un’opera nuova. Di originale concezione, in essa il musicista ha fatto valere soprattutto la sua abilità nel ricercare e trattare sonorità che mediano caratteristiche combinazioni timbriche orientali e strutture melodiche e ritmiche occidentali raccordate alla voce umana: quella di Lucia Ferrati che ha contestualmente letto gli scritti del gesuita maceratese. Il progetto, messo a punto grazie ad uno speciale apparato tecnico, ha richiesto un lavoro molto elaborato e complesso che però, appunto per questo, ha messo in ombra i significati profondi espressi dalla parola. Quasi come dire che l‘esprit de géometrie’ ha preso il sopravvento sull ‘esprit de finesse’. Il concerto è stato quanto mai appropriatamente integrato dai “Quadri di un’esposizione” di M. Musorgskij in un intelligente, raffinato arrangiamento per piccola orchestra di Julian Yu, compositore australiano di origine cinese. La Filarmonica Marchigiana è stata diretta dal M° Manlio Benzi, alle prese con una partitura estremamente impegnativa per lui e per l’orchestra. Tanto pubblico e tanti applausi, che hanno anche definitivamente coronato il successo dell’intera Stagione Sinfonica. Fotoservizio Augusta Franco Cardinali Nella foto: a sinistra, il M° Tiberi, Direttore Artistico della Stagione Sinfonica, con il M° Carmine Emanuele Cella, autore dell’opera commissionata Pianello Vallesina festeggia I cento anni di Alfredo Senza accorgersi è arrivato a tagliare il traguardo dei cento anni. Alfredo Brecciaroli di Pianello Vallesina il 22 aprile scorso ha compiuto il secolo di vita. Lo hanno festeggiato i familiari e con loro si è associata l’Amministrazione Comunale di Monte Roberto che nella persona del sindaco Olivio Togni ha manifestato ad Alfredo le felicitazioni porgendo gli auguri sia dell’Amministrazione che dell’intera comunità, significati anche nella consegna di una targa-ricordo. Alfredo porta i suoi anni, si direbbe, “alla grande”: si dà da fare in cucina, accudisce l’orto, ama conversare, ogni giorno è sempre impegnato. I 18 mesi della campagna di Russia del secondo conflitto mondiale sono rimasti impressi nella memoria insieme ai volti di alcuni amici di Monte Roberto là incontrati. Tanti e vividi sono i ricordi che si affollano nella sua mente, precisi e circo- stanziati ancora. Alfredo Brecciaroli è l’unico centenario del comune di Monte Roberto e non è poca cosa aver raggiunto questa mèta, costatato che in media vi arrivano più le donne (ce n’erano anche a Monte Roberto qualche anno fa), per ora comunque Alfredo le ha battute! Arte 2 maggio 2010 3 La Resistenza nella produzione del Calamandrei SCUSATE IL BISTICCIO (ghiribizzi lessicali) Peter Pun (con la u) www.peterpun.it L’IDEALE SCOLASTICO Cambi di consonante... didattici La scuola, nei confronti degli allievi, non dovrebbe essere né troppo invasiva né troppo evasiva. In altre parole: le lezioni non dovrebbero trasformarsi né in traumatiche lesioni né in innocue lozioni (di pura e semplice cosmesi). SPOSTAMENTI PROGRESSIVI DI TRAGUARDI Climax per… megalomani Le mire dell’ambizioso insaziabile: puntare all’acme sempre e dovunque. Successivamente: dall’acme all’apice; dall’apice all’apogeo; dall’apogeo all’apoteosi. [Nessuna allusione a nessun… caimano di questo mondo]. Festa grande di Aprile Il freddo della desolazione e della solitudine di corpi senza vita, disseminati ovunque. Il freddo della prepotenza, della menzogna, della violenza, del sopruso, della negazione di ogni libertà, di ogni speranza. Il freddo del gelo e della fame, della miseria e della disperazione, di lutti e sofferenze di soldati e di popolazioni intere. Il freddo delle delusioni, dell’angoscia, della precarietà, dopo l’armistizio. Il freddo del terrore e dell’annientamento dei deportati. Il freddo del furore e della determinazione dei partigiani. Il freddo dell’amore rubato nei bordelli. Il freddo dei tradimenti. Il freddo delle torture. Il freddo del sacrificio di giovani corpi immolati nelle piazze alla pazzia. Il freddo delle sirene dei bombardamenti. Il freddo delle devastazioni. DELUSO DA ZIO SIGMUND Cambio di vocale… dissacrante Il noto scrittore iconoclasta Michel Onfray ha appena pubblicato un saggio intitolato Crepuscolo di un idolo. L’affabulazione freudiana. L’autore vi sostiene che Sigmund Freud - il noto padre della psicoanalisi - sarebbe, tra l’altro, un imbroglione e un bugiardo. Tenuto conto che in inglese il vocabolo fraud significa contemporaneamente imbroglio e imbroglione, il doppio gioco di parole si presenta spontaneo: FREUD’S FRAUDS (gli imbrogli di F.) FREUD IS A FRAUD (F. è un imbroglione). DIFFERENZE Cambio di iniziale - Sapreste distinguere una bandiera che sventola da un elefante che brontola? - La bandiera xxxxxxxx; l’elefante yxxxxxxx. *** Soluzione del gioco precedente Mongolo - Gongolo La Citazione a cura di Riccardo Ceccarelli Solidarietà e gratuità La solidarietà è anzitutto sentirsi tutti responsabili di tutti, quindi non può essere delegata solo allo Stato. Mentre ieri si poteva ritenere che prima bisognasse perseguire la giustizia e che la gratuità intervenisse dopo come un complemento, oggi bisogna dire che senza gratuità non si riesce a realizzare nemmeno la giustizia. Benedetto XVI, “Caritas in Veritate”, 29 giugno 2009, n.38 La p u l c e In Italia i ragazzi che dichiarano di appartenere alla chiesa sono passati in sei anni dal 67 al 53%. Commento di Avvenire: “I giovani non hanno voltato le spalle al sacro, ma lo vivono in modo più individualista”. Come quei quattro ragazzotti, ad esempio, che a fine marzo hanno officiato per tre giorni dei “riti di purificazione della Vallesina” al palaconvegni, con maschere rituali, formule sciamaniche, candeline, danze, incensi. Se questa è modernità…! Il freddo di una notte lunga un anno che si scioglie e svanisce nella coralità di cento, mille, migliaia di mani che si stringono, lottano come mai era successo, per riafferrare la speranza, la libertà, la pace. Il caldo di un sole tanto atteso bacia l’alba del giorno che ritorna e illumina la strada sulla quale tutti camminiamo. Una strada che può restare libera solo tenendo i nostri eroi dinanzi, non permettendo alle ombre del gelido passato di inghiottirli. Solo accettando la fatica di saper dire “no” o di saper dire “sì” quando è giusto che si dica. La prima cosa che si avverte quando si sta male è il freddo. E il freddo di tutta la drammaticità, la cruenza, la desolazione del periodo più doloroso della nostra storia è quanto lo spettacolo messo in scena dal regista Gianfranco Frelli è riuscito a far passare nei presenti che gremivano il Pergolesi nella serata del 25 aprile. Con l’entusiasmo e la bravura dei giovanissimi attori di Teatrotello e degli Onafifetti, che hanno interpretato canti della Resistenza mettendoci tutta la loro passione ed esperienza, la piecè - prodotta sulla riduzione del testo originale di Franco Antonicelli curata da Silvia Bertolotti e Gian Franco Berti-, ha restituito intatta, a distanza di sessantacinque anni, la memoria di quei giorni. L’evento - realizzato con il patrocinio della Provincia e della Presidenza del Consiglio della Regione, il sostegno di Banca Marche, Chn Italia e della Fondazione Pergolesi Spontini; e introdotto dal vicepresidente Valentina Conti - , ha ancora una volta pienamente dato atto dello spessore storico, culturale ed educativo dell’attività svolta dal Centro Studi Piero Calamandrei che ora ha, nella persona di Carlo Azeglio Ciampi, il suo presidente onorario. Fotoservizio Paola Cocola La sposa turca (2004): un film del giovane sceneggiatore Fatih Akin C inema La violenza dell’amore L’estroso dramma romantico turco-tedesco La sposa turca (2003-2004), quarta realizzazione del giovane sceneggiatore e regista di Amburgo Fatih Akin, ha conquistato l’Orso d’oro al Festival del cinema di Berlino del 2004 ed ha conquistato gli spettatori di tutto il mondo, con il suo turbolento ritratto di amanti lacerati dalle differenze culturali, dalla durezza della vita e da turbe psichiche reali e presunte tali. Cahit (Birol Unel), lo scontroso protagonista, incline all’alcolismo, violento e donnaiolo, conosce Sibel (Sibel Kekilli), fragile esule turca, nella sala d’attesa di un ospedale psichiatrico di Amburgo, entrambi scampati ad un tentato suicidio. Quello dell’uomo è reale, quello della ragazza, invece, era un tentativo di evitare il matrimonio concordato dalla sua famiglia, fedele ai rigidi precetti musulmani. Sibel chiede a Cahit di sposarla per recuperare la stima dei suoi e per essere finalmente libera dalla rigidità del padre; l’uomo accetta, convinto che un matrimonio fittizio potrebbe porre rimedio alla sua vita distrutta dalla morte della sua prima moglie. La coppia condivide un appartamento e poco più. Lui è trasandato e collerico; lei sfrutta questa sua nuova condizione sociale, libera da un vero legame affettivo con il marito, per cercare di divertirsi come pensa fosse più giusto, andando però incontro alla sua coscienza ed alla gelosia di Cahit, che pian piano si sta innamorando di lei. L’amore che finalmente nasce tra di loro ha la violenza brutale di un pugno inaspettato nello stomaco. Pugno che a Cahit costa la prigione ed una ricerca disperata di Sibel, fino in Turchia, dopo l’uscita da galera. In questa pellicola Akin ricorre al dramma e alla commedia nera ottenendo risultati eccellenti e presentando il caos dell’amore al suo massimo livello, terribile e lacerante. Il regista riesce a tirar fuori il meglio di Unel, già protagonista del suo primo film Rapido e indolore (1998), e dell’esordiente Kekilli, ex impiegata di un centro commerciale di colonia. Il ruolo del protagonista maschile sta molto a cuore al regista che dichiara: «Il ruolo di “anima dannata” di Cahit si adatta perfettamente a Birol Unel. Manifesta molti miei desideri, soprattutto quello di rompere le regole. Il protagonista dà vita ad un’autodistruzione poetica, come Kurt Cobain e Jim Morrison». La colonna sonora è un viaggio vibrante tra diverse culture musicali e include temi turchi interpretati da musicisti zingari, tematica che Akin riprende nel suo documentario Crossing the Bridge: The Sound of Istanbul (2005). Andrea Antolini JESI: al via le indagini diagnostiche sulle opere del pittore veneziano Lorenzo Lotto in mostra a Roma nel 2011 Fervono i preparativi per la grande mostra che sarà dedicata a Lorenzo Lotto nel 2011 presso le Scuderie del Quirinale a Roma. La Regione Marche, che custodisce all’interno dei musei civici e delle chiese del suo territorio ben 24 opere del pittore veneziano, non poteva mancare all’appello. I rapporti di Lotto con le Marche sono stati continui: le opere marchigiane, prese nel loro insieme, consentono di ripercorrere la genesi, il significato e lo sviluppo del suo intero percorso artistico. La programmazione 2009/2011 delle Scuderie, decisa da una Commissione Scientifica composta da rappresentanti delle Istituzioni più importanti del panorama culturale italiano, prevede una serie di eventi che culmineranno con la mostra “Lorenzo Lotto” in programma per la primavera 2011. In vista della realizzazione della mostra, l’Azienda Speciale Palaexpo, ente strumentale del Comune di Roma e uno dei più importanti organizzatori di arte e cultura in Italia (sua la gestione delle Scuderie del Quirinale, Palazzo delle Esposizioni, Casa del Cinema e Casa del Jazz), ha rivolto alla Regione Marche la proposta di condividere il progetto e di attivare un rapporto di collaborazione istituzionale articolato nel sostegno alla mostra del 2011 con il finanziamento di 20.000 euro per le azioni di diagnostica sulle opere marchigiane di Lorenzo Lotto – a Jesi iniziate già dallo scorso 20 aprile –, nel supporto e coordinamento delle attività in accordo con i curatori della mostra, nelle richieste di effettuazione delle analisi non invasive e di prestito presso gli enti proprietari. La Regione Marche figurerà come ente che sostiene la mostra e che interviene per valorizzare il patrimonio culturale di proprietà degli enti locali, conservato nei musei della regione. Le indagini svolte confluiranno in un volume che costituirà, insieme al catalogo ufficiale della mostra, uno strumento di approfondimento sull’attività di Lorenzo Lotto per le Marche. Le immagini delle opere oggetto delle indagini diagnostiche e che saranno pubblicate nel catalogo della mostra, verranno rac- colte nella Fototeca regionale specializzata in beni culturali della regione. Le indagini previste, realizzate da esperti di varie università italiane, sono la micro e macrofotografia, la spettrofotometria vis e NIR, la fluorescenza X caratteristica (XRF), la riflettografia infrarossa nelle bande a 800 nm, 1200 nm e 1800 nm. Il sostegno alla mostra in una sede così prestigiosa come le Scuderie del Quirinale e alle attività di ricerca e di indagini diagnostiche sulle opere marchigiane del grande artista veneto, sono elementi strategici per valorizzare il territorio regionale e richiamare l’attenzione su un artista che così tanto ha segnato la storia della pittura in Italia. Rosa Coscia 4 Attualità 2 maggio 2010 Il pontificato di un Papa e una teologia da salotto Come partecipare al metodo democratico di Remo Uncini Abbiamo visto in molti quelle immagini in televisione, che ci hanno fatto comprendere quanto il dibattito politico si possa trasformare in scontro che coinvolge i rapporti personali. Non voglio entrare nel merito delle questioni sollevate giovedì 22 aprile alla direzione del partito di maggioranza, il Popolo della Libertà, che sta governando il Paese; ma riflettere su come è avvenuto e nel confronto tra due diversi modi di gestire la politica. Quando da una parte si pongono principi che intendono salvaguardare il rapporto democratico sia internamente al partito sia con altre forze del parlamento, e dall’altra si manifesta la tendenza di chi si richiama agli elettori, lo scontro è inevitabile. E’ il concetto di democrazia che si mette in discussione. Due personalità forti nella politica hanno messo a nudo l’aspetto più importante e fondamentale della democrazia: la libertà del dissenso. La democrazia diventa reale quando si dà la possibilità di interloquire, anche se le scelte non possono essere rinviate all’infinito: alla fine deve giungere alla soluzione delle questioni sociali e politiche. La partecipazione diventa fondamentale se intesa come possibilità di affrontare in comune i problemi. Coinvolgere è un lavoro arduo per tutti; del resto in ogni schieramento c’è que- sta difficoltà del limite della partecipazione. Perché un dibattito al quale possiamo assistere in diretta ci coinvolge tanto? Perché sentiamo di poter determinare il modo con cui il sistema democratico evolve sia che migliorino sia che peggiorino i nostri rapporti interpersonali. Abbiamo l’abitudine di delegare limitandoci al voto. Ne segue, spesso, un giudizio negativo della politica: “sono tutti uguali!” Viviamo prescindendo da essa come se non incidesse sulla nostra vita quotidiana. Invece la nostra partecipazione è necessaria per la valorizzazione del sistema democratico, base del vivere sociale e civile. Siamo uno tra i paesi i cui cittadini leggono di meno: ci basta la televisione, accettiamo le notizie passivamente e su queste formiamo le nostre opinioni. Siamo soltanto ascoltatori di dibattiti degli altri. Senza alcun moto partecipativo da parte nostra rimaniamo lontani dalla politica, quasi per non sporcarci le mani, senza renderci conto di quanto le scelte economiche e politiche ricadano su di noi. Ascoltare è bene, ma dobbiamo andare oltre: coinvolgerci e coinvolgere. La democrazia, che è un bene di tutti, passa attraverso la capacità anche di dissentire per essere partecipi e costruire insieme, con la piena consapevolezza che non siamo i possessori della verità, ma che tentiamo di cercarla insieme agli altri. di Riccardo Ceccarelli Il colloquio-intervista su “L’Espresso” del 29 aprile di Vito Mancuso, con questo titolo: “Scacco al Papa. Lo scandalo pedofilia. La linea troppo conservatrice del Pontefice. La perdita di fiducia dei fedeli. La chiusura alle donne. La Chiesa cattolica attraversa una crisi profonda. Parola di teologo”, a pagina 34, ha riempito la copertina dello stesso settimanale. E l’ho letto con curiosità e interesse. Premetto, osservando e sostenendo che Mancuso è libero di dire quello che vuole e dirlo dove vuole. Fino ad un anno fa, o giù di lì, per diversi mesi, ha scritto per “Il Foglio”, ora scrive su “La Repubblica”, la cattedra-ambone di Eugenio Scalfari, che interviene con “Il vetro soffiato” (“Il potere e il vangelo”) anche su questo numero del settimanale della stessa famiglia. Due-tre pagine per Mancuso, solo una colonna e tre quarti per Sandro Magister, che analizza il quinquennio del pontificato di Benedetto XVI. Mancuso, il teologo, dice cose in cui di teologia in senso stretto c’è ben poco, anche se insegna teologia all’Università San Raffaele di Milano; Sandro Magister, solo giornalista, vaticanista sì dello stesso settimanale, ma non insegna teologia, scrive cose più sensate, meno scontate, un’analisi più teologica. Vi invito a leggerle e a tirare le vostre conclusioni. Per Mancuso “i cattolici sono divisi tra coloro i quali capiscono che il Terre Elementari Le celebrazioni del 26 aprile (avete letto bene…) Quest’anno, a Jesi, le celebrazioni per impegno sociale, condanna della vioil 25 aprile sono state particolarmente lenza… dove posso andare a ritrovarli il numerose e vivaci. Nel senso che ac- giorno dopo? Al bar e per strada, e nelle canto alle tradizionali cerimonie civili scuole e nei consessi di tutti i generi il e religiose se ne sono affiancate altre di 26 aprile è un altro giorno. Il 25 aprile è forte impatto pubblico. Tutte ispirate stato messo in archivio, come si fa con alla giusta causa del mantenimento del- un qualsiasi documento. Servirà forse la memoria viva di fatti che hanno “fat- per un altro successivo 25 aprile. Eppeto” la nostra nazione. Dopo il 25 aprile rò tra le due date ci sono 365 giornate c’è il 26, e questo banale pensiero mi ha dove non si celebrano le stesse cose e accompagnato per la mattinata del gior- dove sarebbe invece interessante (utile? no dopo. Perché mi sono posto il tema – civile?) mantenere intatta la tensione (non mi pare il caso definirlo problema) della celebrazione. Che ci vede insieme di che cosa accade dopo le celebrazioni. a testimoniare il voler esserci, insieme e Mi sono chiesto: e adesso? Voglio dire: non divisi, attenti e non disattenti. Cite adesso (dopo aver ricordato e celebra- tadini e concittadini, possiamo dire con to e commemorato e manifestato) cosa le parole che si usano nelle cerimonie di si fa per rendere concrete queste dichia- celebrazione. Non credo che il 26 aprirazioni di intenti di per sé sacrosante e le sia stato diverso da quello dell’anno legittime, giustamente educative e giu- scorso: o forse sì, per via del tempo che stamente civili? E quindi mi sono messo passa e delle trasformazioni che subena guardare la città e le persone, a capire trano nella nostra vita. Già: è probabile se i temi delle celebrazioni fossero an- che la mia voglia di celebrare il 26 apricora risuonanti nella quotidiana “terra le nasca proprio dalla voglia di guarelementare” della vita ordinaria. E mi dare con attenzione le trasformazioni. sono accorto che già si parla e si discute Guardare per poi celebrare sarebbe di altro e che le celebrazioni sono vissu- poco. Guardare per viverle, consapevoli te di preparazione e di rappresentazio- dell’essere protagonisti di una cerimonia ne (un po’ come si fa nello spettacolo). tutta particolare: quella in cui le parole Nessuno che però faccia la cosiddetta pronunciate durante le celebrazioni pro“recensione”; la quale, nella fattispecie vano a diventare una “terra elementare” è una recensione fatta della materia dei da concimare per far crescere quello che comportamenti. Ovvero: libertà, de- vogliamo davvero far crescere. mocrazia, rispetto dell’altro, giustizia, Silvano Sbarbati dettato dottrinale è contrario allo spirito dei tempi, e chiedono che sia rivisto scegliendo come ultima guida l’esperienza che essi fanno nelle loro vite e coloro i quali, invece, vogliono che siano le acquisizioni dottrinali accumulate nei secoli a guidare l’azione, e si pongono in un’eroica contrapposizione col mondo. Ecco: Benedetto XVI è incapace di vedere che l’anima cattolica si compone di queste due dimensioni”. Mancuso, ma anche altri come il teologo Hans Küng, invocano un nuovo Concilio, Sandro Magister con vero acume osserva: “Stringi, stringi, il programma dell’immaginario Concilio si riduce all’abolizione del celibato del clero, al sacerdozio per le donne, alla liberalizzazione della morale sessuale e a più democrazia nel governo della Chiesa. Le stesse cose che, attuate in alcune Chiese protestanti, non ne hanno prodotto rigenerazione alcuna. Anzi, come si vede nella Comunione anglicana, hanno piuttosto generato robuste correnti di migrazione verso la Chiesa di Roma, come al solo porto sicuro”. Da “L’Espresso” non ci si poteva aspettare di più, sacrificare Magister a favore di Mancuso, più moderno, più aperto allo spirito dei tempi normativo del dettato dottrinale (come la pensano molti cattolici, a suo dire, incompresi dal Papa), lui con il titolo di teologo, arrivato e ben introdotto nella stampa radical-chic e nei relativi salotti culturali. Povera teologia! Non si fa teologia ac- cettando le “conquiste” del pensiero contemporaneo ma analizzandole e commisurandole con le idee che, pur stando nel tempo, non hanno tempo, con quel Dio cioè che ha parlato all’uomo in Gesù di Nazareth. Altrimenti che teologia è? Non è nient’altro che una svendita, elaborata culturalmente, nel diffuso mercato del relativismo che dal quotidiano sta arrivando, se non in parte lo ha già pervaso, nel pensiero anche “teologico”. “La contrapposizione [di Benedetto XVI] con il pensiero contemporaneo, imbevuto di relativismo, è totale e drammatica, ma il Papa professore, dietro modi cortesi, nasconde una tempra da combattente e ha ingaggiato una battaglia senza quartiere, anche nei confronti di quei settori della Chiesa più inclini a cedere alle sirene relativiste” (Aldo Maria Valli, “Il Foglio”, 13 aprile). Troppo ingombrante per molti “sapienti” risulta papa Ratzinger con la sua mitezza, con la forza della ragione, con la sua spiritualità e con “il candore di credere soprattutto che la Parola del Signore rigeneri i cuori” (Andrea Riccardi, “Avvenire”, 18 aprile). Parole e idee che sembrano assenti da una certa “teologia”, più vicina ad una sociologia alla moda che non ad una riflessione tra Dio e l’uomo, tra l’eterno e il tempo, tra Gesù di Nazareth e il “cuore” degli uomini, proprio quella che il papa veramente teologo sta portando avanti. Jesi, 4 maggio La Resistenza La sezione di Jesi dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia in collaborazione con l’Istituto Gramsci Marche organizza un interessante incontro sulla resistenza partigiana a pochi giorni dalla celebrazione della festa della Liberazione d’Italia. Interverranno all’incontro Carlo Costa e Lorenzo Teodonio autori del libro “Razza Partigiana –Storia di Giorgio Marincola Partigiano nero e italiano”, un ragazzo come tanti che prese parte ai moti della resistenza, ma l’unico partigiano italo – somalo. L’incontro si terrà martedì 4 maggio alle ore 17.30 presso la Sala Convegni Università di Jesi, in via Angeloni, oltre all’incontro con gli autori sarà anche proiettato un breve video su Isabella Marincola, sorella di Giorgio. s.f. In mostra fino al 2 Andrea Crostelli Al Palazzo dei Convegni di Jesi saranno esposte le opere pittoriche di Andrea Crostelli, pittore e poeta nato e residente a Ostra. La mostra sarà disponibile fino al 2 maggio. Crostelli la scorsa settimana ha allestito una mostra al Caffè Letterario di Moie ricevendo l’apprezzamento dei clienti di questa struttura creata all’interno della Biblioteca La Fornace di Moie. L’eccidio di Katyn’ è rimasto ignoto all’opinione pubblica per tre anni Una tragica coincidenza Mosca, 23 agosto 1939. Il quadro della sovietizzazione Reich tedesco e l’Unione So- delle regioni orientali, nello vietica siglano un accordo specifico della Polonia, apnoto come Patto Molotov- pena annesse dall’unione Ribbentrop dal nome dei mi- Sovietica. L’ordine d’esecunistri degli esteri dei due go- zione è del “piccolo padre” verni. Stalin, per 30 anni a capo del Un evento inatteso viste le Sovjetskij Sojuz. La scrupodifferenze ideologiche esi- losa preparazione è della sua stenti tra i due sistemi politici. “anima nera”, del direttore Polonia, marzo 1940 foresta dell’NKVD Lavrentij Berija. di Katyn’. Più di 22mila tra Esponente di spicco del Pomilitari del disciolto esercito litbjuro, l’elite dirigente del polacco e intellettuali - dete- PCUS (Kommunisticeskaja nuti del campo di prigionia di partija Sovetskogo Sojuza), Kozielsk vicino al villaggio di che la figlia di Stalin, SvetlaGnezdovo - vengono freddati na Allilueva, descrive come con un preciso colpo alla nuca. uomo cinico e crudele. A premere il grilletto delle Questo avveniva dopo l’inNagant (revolver da 7 colpi tesa tra Hitler e Stalin con la calibro 7,62 che utilizzando quale, e grazie ad un protoun sistema che impedisce la collo segreto, concordavano dispersione di gas aumenta la la spartizione dell’Europa. pressione di sparo e quindi la Il 24 agosto, all’indomani del velocità del proiettile) sono gli Patto “di non aggressione”, in uomini del Commissariato del un radiomessaggio Pio XII Popolo per gli Affari Interni. Il presagiva l’apocalisse e proNarodnyj Kommissariat Vnu- nunciava le parole: “Nulla è trennich Del, uno dei nume- perduto con la pace. Tutto rosi discendenti della Ceka di può esserlo con la guerra”. E Felix Dzerzinskij nata nel ‘17 la guerra scoppia nel giugno per volontà di Lenin a “prote- del 1941 con l’avvio della zione della Rivoluzione”. Unternehmen Barbarossa. Il I cadaveri di un’intera gene- Reich di Hitler metteva in razione appartenente alla moto quella che, sullo scacborghesia e all’intelligencija chiere europeo, è stata l’opepolacca finiscono nelle fosse razione più importante del scavate dai trattori dei genieri secondo conflitto mondiale. sovietici. Tra i motivi il concetto di un Katyn’ è stata una delle molte Lebensraum, spazio vitale, operazioni di “profilassi pre- destinato alla “razza ariana” a ventiva” - attuate negli anni danno degli Untermenschen, del terrore staliniano - nel letteralmente sub-umani, dell’Europa orientale. Un’aggressione propagandata a “difesa del mondo occidentale”. A partire da quella “sciagurata intesa”, nei primi 17 giorni del settembre 1939 la Germania e l’Unione Sovietica hanno invaso la Polonia e si sono spartiti il suo territorio. Nel giro di un anno l’URSS guidata dall’ ”Artefice della modernizzazione e industrializzazione sovietica” ha occupato e annesso gli Stati Baltici (Lituania, Lettonia, Estonia), la Bessarabia ed ha dichiarato guerra alla Finlandia. L’eccidio di Katyn’ è rimasto ignoto all’opinione pubblica per tre anni fino a quando, nel 1943, la radio tedesca l’ha reso noto al mondo. Respingendo la versione del “comune nemico” (che scientificamente andava eliminando 6 milioni di ebrei), Churchill sentenziò che non era il momento di aprire contenziosi fra alleati, Roosevelt rimase muto, i sovietici eressero un cippo commemorativo antitedesco e la strage è rimasta per anni “ufficialmente nazista”. Fino alla perestrojka, quando l’ultimo segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, Michail Gorbacev, ha preso la decisione di rendere pubblici i documenti. Massimo F. Frittelli (1-continua) Jesi 2 maggio 2010 Moie: ancora un premio al poeta Roberto Dellabella al concorso internazionale di Terni 5 Nuova produzione della Fondazione Lanari Un premio alla scrittura genuina Wagner e Spontini Nuova affermazione di Roberto Dellabella alla quarantesima edizione del Concorso Letterario Internazionale “Premio San Valentino” di Terni. La premiazione si è svolta domenica 25 aprile. Per la poesia in vernacolo, su 270 concorrenti, ha conseguito il quinto premio con diploma d’onore. Medaglia e coppa, per la poesia “La moje del pensionado”. Per la poesia in lingua ben due composizioni sono state prese in considerazione, la prima “Quando le mani tremano” ha avuto una segnalazione speciale con diploma d’onore e targa; la seconda “Compagni di viaggio” ha avuto una segnalazione di merito con diploma e medaglia del Premio. Nell’edizione dello scorso anno Roberto Dellabella si era piazzato al terzo posto nella poesia in vernacolo, quest’anno anche le sue rime in lingua hanno ottenuto significativi riconoscimenti. Traguardi che danno soddisfazione e che premiano un impegno di scrittura genuino, aperto, si direbbe trasparente. Un fare poesia non solo con l’intelligenza ma soprattutto con il cuore, con un pizzico di iro- nia, con un sorriso che contagia, con parole che non si fanno amare per se stesse che invece invitano a riflettere un po’. Nel settembre dello scorso anno Roberto ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie in vernacolo e in lingua “Ve ‘rconto ‘na storia de paese” dove tra il serio ed il faceto poneva gli occhi sul suo ambiente ma anche sul quotidiano della vita, “una raccolta di versi che con spontaneità ed autenticità ci propone scintille di quella verità del sorriso e di quella verità dell’anima che dovrebbero essere la nostra ricchezza”. Dellabella non smentisce se stesso, sta continuando con le sue poesie in questa direzione, arricchendosi ed arricchendo chi legge di nuove emozioni e partecipando nella semplicità e nella verità al suo mondo interiore. Per un “poeta” non “coronato d’alloro”, trovare un riscontro in un premio e soprattutto nella condivisone di emotività e di interiori impressioni, non è solo appagamento, è la certezza di un dono riconosciuto e ricambiato. Cosa non affatto trascurabile. Riccardo Ceccarelli Jesi, 4 maggio alle 18 in Pinacoteca presentazione del libro della Boldrini Storie di uomini e donne in fuga Martedì 4 maggio, alle ore 18, presso la Galleria degli Stucchi di Palazzo Pianetti a Jesi Laura Boldrini presenterà il suo libro “Tutti Indietro”, uscito il 21 aprile per i tipi della Rizzoli. Oggi nel dibattito pubblico si tende a considerare tutti i migranti allo stesso modo, mettendoli indistintamente in un unico grande calderone e presentandoli come minaccia alla sicurezza. Anche i rifu- giati, da vittime di regimi e conflitti, finiscono per rappresentare un pericolo. Un grande equivoco che mina i principi di solidarietà e di diritto radicati da sempre nella società italiana. Nel volume la jesina Laura Boldrini, portavoce dell’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati (U.N.H.C.R.), che negli anni ha affrontato con passione e coraggio alcune tra le principali crisi umanitarie, dal Kosovo, all’Afghanistan, dal Sudan all’Iraq, racconta la propria esperienza, maturata nell’incontro costante con il dolore di chi è costretto a scappare da guerre, persecuzioni e miseria, descrivendo al contempo anche l’Italia della solidarietà, spesso oscurata dai mezzi d’informazione: dagli uomini che mettono a rischio la propria vita per salvare in mare i naufraghi partiti dalle coste africane, alle tante persone che nel rapporto quotidiano con immigrati e rifugiati realizzano un’integrazione vera e spontanea, gettando le basi per la società italiana del futuro. All’incontro a Palazzo Pianetti, organizzato e promosso da Banca Marche in collaborazione con il Comune di Jesi, interverrà il Sindaco di Jesi Fabiano Belcecchi, la giornalista Valentina Loiero e mons. Attilio Pastori. Al termine, l’attrice Lavinia Grizi leggerà alcuni passi del volume. Introdurrà e modererà gli interventi Giovanni Filosa. I proventi del libro verranno interamente destinati a borse di studio per ragazzi afgani giunti in Italia senza genitori. Nella foto di Anna Vincenzoni, Laura Boldrini (seconda da sinistra) con il fratello Ugo e i suoi familiari in occasione della cerimonia di conferimento del premio alla carriera del concorso internazionale “Giornalismo: l’addetto stampa dell’anno 2009”. Un pieno di iniziative al liceo classico di Jesi Gemellaggio e inaugurazione In queste due settimane il liceo classico “Vittorio Emanuele” di Jesi è stato al centro di numerose e importanti manifestazioni. Dalla visita dei ragazzi del liceo classico “Fiani” di Torremaggiore, in provincia di Foggia, città gemellata con Jesi, alla cerimonia di inaugurazione dei lavori di ristrutturazione e adeguamento sismico dell’edificio; dalla importante conferenza del prof. Wasim Dahmash dal titolo “Adotta un conflitto” alla straordinaria mostra di materiale scientifico d’epoca. Il servizio al prossimo numero. pc San Marcello e Acquasanta Sabato 1° maggio la processione dalla Parrocchia di Santa Maria di San Marcello verso la Madonna della Rosa di Ostra dove alle 8 sarà celebrata la Santa Messa dal Vescovo di Senigallia, alla quale partecipano abitualmente molti devoti. Domenica 2 maggio la tradizionale Festa dell’Acquasanta, a Jesi, con alle 12 la Santa Messa, seguita alle 16,30 dal Rosario e dalla processione con l’immagine della Madonna dell’Acquasanta. Alla conclusione al via la festa dietro la Parrocchia. Autoscuole Corinaldesi s.r.l. Autoscuole – Scuola Nautica – Corsi di recupero punti per patenti – Corsi di Formazione Professionale CAP – per merci pericolose A.D.R. – per Autotrasportatori – Studi di consulenza Automobilistica e nautica Jesi – Via Mura Occidentali, 31 – tel. 0731 209147 c.a. – fax. 0731 212487 - Jesi – Via Gallodoro, 65 – tel. 0731 200809 – fax 0731 226215 Jesi – Via Gallodoro, 65 – tel. 0731 200809 (Sede Consorzio Cons. A.C.) - Jesi – Via Marx, Zipa – tel. e fax 0731 211481 (Uff. oper. collaudi) Altre sedi: Falconara M.ma (Corinaldesi – Adriatica – Falconarese) – Ostra – Marina di Montemarciano – Marzocca di Senigallia Si è avviata alla conquista delle platee nazionali la nuova produzione della Fondazione “Lanari”, realizzata in collaborazione con il Teatro Lirico Sperimentale delle Marche: si tratta del melologo con danza “Graal. La notte che Wagner uccise Spontini” di Gianni Gualdoni, che dopo il debutto nazionale tenutosi al Teatro “Mestica” di Apiro ha preso la via dei gradi centri partendo da Milano, dove il 15 e 16 aprile è stato salutato da un grande successo di pubblico presso il Teatro “Blu”. “La sera della prima milanese era in sala un’ampia rappresentanza dell’Associazione Wagneriana di Milano - ci dice Gualdoni, che dello spettacolo è anche il regista - che ha accolto il lavoro con autentico entusiasmo. Tanto da invitarmi a tornare - conclude l’autore - per tenere una conferenza in merito solo per l’Associazione”. sull’idea della donna, la ricerca dell’eterno, l’impegno civile e quello politico. Spontini incarna per lui il termine mitico del rapporto e conflitto generazionale tra padre e figlio, maestro e allievo, il cui esito lo porta adesso, al culmine del successo, ad intendere realtà nuove nella progressione umana della pietà, della consapevolezza, della propria trasfigurazione esistenziale: fino allo sviluppo ultimo, l’illuminazione che può ribaltare il senso di tante cose. Un viaggio segreto, profondo, nell’anima di Richard Wagner: e non solo della sua… L’Opera, segnalata al Premio Teatrale Nazionale “Vallecorsi” 2003, è stata oggetto di Tesi di ricerca all’Università di Macerata nell’Anno accademico 2008/2009. Notevole è il ruolo “scenico” svolto nello spettacolo della musica: quella di Spontini tratta da Vestale, Fernando Cortez, Agnese d’Hohenstaufen; e quella di Wagner stesso, da Parsifal, Tristano e Isotta, Valchiria, Sigfrido, Oro del Reno, Lohengrin, Tannhäuser. Lo spettacolo si svolge a Venezia, la notte del 13 febbraio 1883: racconta le ultime ore terrene del compositore tedesco. Wagner sta scrivendo il suo ultimo articolo, incompiuto, intitolato “Del fe- In scena, nel ruolo di Waminino nell’umano”; soltanto gner, Renato Campese, dagli da qualche mese ha presen- anni ‘60 interprete di ruoli tato con successo a Bayreuth principali nelle più impor- teatro da lui stesso fatto co- tanti compagnie private struire - la sua nuova opera, – Tofano, Scaccia, Sbragia, l’ultima: “Parsifal”. Solo, con- Salerno, Moriconi, Mauri, tornato da figure femminili Tieri, Buazzelli - e in quelle che si animano - la moglie dei maggiori Teatri StabiCosima, Madame Spontini, li. Accanto a lui, ad animare lo spirito dell’eterno femini- la drammaturgia con mono, delle valchirie, delle figlie menti di grande intensità, del Reno - Wagner rivive il il Balletto del Teatro Lirico suo percorso esistenziale: di Sperimentale delle Marche, musicista, di artista, di uomo. per la coreografia di Patrizia Gli affiora alla mente Spon- Bianchi. Dopo Milano, lo tini, che conobbe e di cui spettacolo girerà per l’Italia, compianse a suo tempo la da Torino a Genova a Roma, scomparsa. L’antica orazione fino a Potenza: portando funebre si fa ora conferenza, con sé, grazie al dinamismo slancio onirico, confidenza, produttivo della Fondazione confessione intima: ed ecco “Lanari” e del Teatro Lirico pian piano rivelati i suoi prin- Sperimentale delle Marche, cìpi sulla missione dell’ar- anche la grande figura del te, sulla verità dell’amore, nostro Spontini. 6 Psicologia e società 2 maggio 2010 le due anfore Corso per animatori dei fidanzati commissione diocesana per la pastorale familiare La persona nell’unità del corpo e della mente Veramente affascinante il titolo del quarto incontro, del percorso di formazione per animatori dei corsi per i fidanzati, condotto dal dott. Federico Cardinali, sacerdote, psicoterapeuta e direttore dell’Istituto di Terapia Familiare di Ancona. L’argomento ci ha indotto ad una riflessione profonda ed articolata sull’uomo e quindi su ognuno di noi. L’essere umano è, nella natura, il gradino più alto dell’evoluzione poiché è capace di guardare se stesso, di agire, di riflettere su ciò che vede e su ciò che fa e per questa complessità nessuna scienza è capace di comprenderlo totalmente. Il Salmo 8,6 dice Davvero l’hai fatto meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronato e già nell’antichità si era certi della grandezza dell’uomo sia nella tradizione religiosa che in quella filosofica. Il relatore ci ha condotto ad una più profonda conoscenza dell’uomo attraverso tre dimensioni: la dimensione biologica, la dimensione psicologica e la dimensione spirituale. La dimensione biologica, il nostro corpo, ci colloca sullo stesso piano di tutti gli altri essere viventi e viene analizzato e studiato dalla biologia e dalla medicina. Noi stessi siamo corpo, e quando pensiamo ad esso abbiamo davanti l’immagine del nostro corpo così come gli altri lo vedono. Di conseguenza se noi siamo il nostro corpo, allora prenderci cura di esso significa avere riguardo di noi stessi e rispettarci. Ogni volta che declassiamo il corpo (nostro o altrui) ad oggetto di consumo, non è solo un corpo che riduciamo ad oggetto, ma una persona. Non dobbiamo dimenticare inoltre che l’umana dimensione fisica ci accomuna agli altri esseri viventi, che come noi hanno diritto alla cura e al rispetto. La dimensione psicologica, che ha luogo nella mente, è quella che ci permette di pensare, di vivere emozioni, di essere consapevoli di noi stessi e ci differenzia dal resto dei viventi. La consapevolezza è la capacità di riflettere sulle nostre azioni, sui nostri pensieri, sulle nostre emozioni, ma esiste anche un’energia che guida l’azione chiamata istinto per gli animali e pulsione per gli essere umani. Mentre negli animali l’istinto ad agire è come un programma iscritto nella biologia, per l’uomo tra la pulsione e l’azione c’è il filtro della mente con la sua capacità di pensare, riflettere, decidere e scegliere con un atto di libertà. Le scienze psicologiche ci spiegano che la mente opera attraverso l’ambito cognitivo e l’ambito affettivo. Parlare di mente cognitiva significa parlare della nostra capacità di pensare, di ragionare, di conoscere, di riflettere poiché i nostri pensieri si arricchiscono tramite lo studio, le riflessioni, gli incontri con altre persone. La mente affettiva comprende le emozioni, i sentimenti, gli affetti, sia nel loro aspetto di piacevolezza che in quello di sofferenza. Possiamo concludere dicendo che la mente è una fonte unica di energia, in quanto nella realtà l’aspetto cognitivo e quello emotivo, sono così connessi che mai, nelle nostre scelte, è solo uno di essi a guidarci. La terza dimensione che definisce l’essere umano è la dimensione spirituale, che ha sede nell’anima. È certamente difficile ed impegnativo attribuire alla parola anima un solo significato perché nel tempo ha assunto molte accezioni, al punto che il suo concetto originario ha rischiato di essere soffocato. Il Dott. Cardinali per rendere chiara l’etimologia di anima ha evocato il passo della Bibbia dove troviamo scritto che Dio soffiò sulle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente (Gn. 2,7). Dunque da sempre, anima è sinonimo di vita. Quando ne parliamo indichiamo quella dimensione di noi che ci mette in contatto con la nostra energia vitale, che ci fa aprire all’interrogativo di fondo del nostro essere uomini: qual è il senso della vita e della morte? Ascoltare questa domanda e tenerla aperta, anche quando non riusciamo a trovare una risposta, significa coltivare la dimensione spirituale della vita. La ricerca di senso è propria dell’uomo che sperimenta la sua grandezza in rapporto agli altri esseri viventi e contemporaneamente la sua fragilità di fronte al dolore e alla morte. La tradizione ebraico-cristiana offre una prima risposta nel racconto biblico delle origini e Dio disse: Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza…. Dio creò l’uomo a sua continua a pag. 8 di C’era una volta un contadino che ogni giorno portava l’acqua dalla sorgente al villaggio. Riempiva due grosse anfore e le metteva sulla groppa dell’asino che gli trotterellava accanto. Una delle anfore era vecchia e piena di fessure, e durante il viaggio perdeva acqua. L’altra, nuova e perfetta, conteneva la sua acqua, senza perderne neppure una goccia. L’anfora vecchia e screpolata si sentiva umiliata, inutile. Tanto più che l’altra non perdeva occasione di far notare la sua efficienza e la sua perfezione: “Non perdo neanche una stilla d’acqua, io!”. Un mattino, prima di partire per il solito viaggio, la vecchia anfora si confidò con il padrone: “Vedi, io so bene i miei limiti. Ogni giorno, quando arriviamo al villaggio, io sono mezza vuota. E tu, per colpa mia, sprechi tempo, fatica e soldi. Perdona la mia debolezza e le mie ferite”. Il padrone non rispose. Nel viaggio di ritorno, le si avvicinò: “Guarda sul bordo della strada” le disse. “Ma è bellissimo! Tutto pieno di fiori!” rispose la vecchia anfora. “Hai visto? E tutto questo grazie a te - disse il padrone - Sei tu che ogni giorno innaffi il bordo della strada. Io vi ho messo dei semi e tu, senza neanche saperlo, ogni giorno dai loro l’acqua per vivere!”. La vecchia anfora non lo Federico Cardinali disse mai a nessuno, ma quel giorno si sentì morire dalla gioia. E’ un vecchio racconto Zen. sull’Olimpo. Ma avevano l’intelligenza di guardarli con occhi aperti e di accorgersi che, alla fine, anche quelli che si chiamavano dèi erano dei poveracci: ricchi di poteri che gli uomini comuni non avevano, ma altrettanto ‘ricchi’ (?) di tutti i difetti dei comuni mortali. Gelosie, invidie, tradimenti, inganni… guidavano il loro agire quotidiano. Molte volte ci diciamo che oggi stiamo vivendo nella società dell’efficienza e della produttività. Il valore di una persona lo misuriamo sulla base della sua capacità di produrre. Produrre cosa? Produrre ricchezza. Nel senso di ‘fare soldi’. Non sembra anche a voi Quante volte sentiamo la che oggi ci siamo creati un gente che ammira chi è ca- nuovo Olimpo? Vi abbiapace di arricchirsi. Ad ogni mo collocato quelle persocosto. Chi “si è fatto da solo” ne che vantano efficienza diciamo. Perché chi si è fatto e bravura. Pendiamo dalle da solo è uno che “ci sa fare”. loro labbra. Le ammiriamo. Osserviamo bene quali sono C’è però una differenza con gli uomini di successo. Nel quegli uomini di oltre duemondo della politica, nel mila anni fa: noi, a differenmondo della televisione, nel za di loro, rischiamo di non mondo del lavoro, perfino accorgerci che questi nuovi nel mondo delle religioni. dèi sono, anch’essi, dei poNon ci capita di guardarli veracci. Ricchi di soldi e di con ammirazione? Con in- parole, ma poveri di umanividia addirittura? Ci met- tà. Incapaci di guardare gli tiamo ai loro piedi. Non ci altri se non come loro ‘sudaccorgiamo neppure della diti’. Incapaci di accorgersi loro arroganza quando ci che in realtà siamo tutti dicono che loro sono i mi- fratelli, perché tutti appargliori: mai nessuno è stato teniamo alla specie umana. più capace e più bravo di Figli della stessa natura. E, loro! Proprio come l’anfora per chi si riconosce credenefficiente e perfetta che non te, figli dello stesso Padre. perdeva “neanche una stilla d’acqua”. E noi, incantati dal “Dai diamanti non nasce loro orgoglio, beviamo tutto niente, dal letame nascoquello che ci dicono. Come no i fiori” cantava Fabrizio ipnotizzati dal loro fascino. De Andrè, un poeta che ci Dalla loro perfezione. ha lasciati qualche anno fa. I fiori che abbelliscono Gli antichi greci aveva- la strada e l’addolciscono no collocato i loro dèi con il loro profumo non ci sarebbero se non ci fosse un’anfora che ‘perde acqua’. Proviamo, allora, a guardare con affetto alle nostre screpolature. Alle nostre ferite. Proviamo a non averne paura. Riconoscere il nostro limite è la più grande ricchezza: è la ricchezza che ci rende capaci di accorgerci del vicino, capaci di vedere chi si trova nel bisogno. Gesù di Nazareth ha posto qui la discriminante tra chi è nella Vita e chi ne rimane fuori. E’ nella disponibilità a farci prossimi (= molto vicini) con chi sta peggio di noi. La vecchiaia, la malattia, una disabilità, la poca cultura perché non abbiamo potuto studiare, un lavoro umile e di scarso prestigio sociale, un difetto fisico, le rughe che sembrano invadere il nostro volto, la stanchezza che si fa sentire tanto più velocemente quanto più crescono gli anni, i pochi soldi di cui disponiamo… tutto questo è grande ricchezza. Perché uomo di valore non è chi ha il conto in banca più alto e si crede migliore di tutti gli altri. Uomo di valore è colui che è capace di riconoscere, accanto alle proprie qualità, anche il proprio limite. E’ chi, quando guarda gli altri, non li guarda per trovarsi ‘più bravo’, né vi vede dei servi da sfruttare, ma dei fratelli, coinquilini alla pari su questa nostra terra. Chi vuole scrivere allo psicologo può farlo o per e-mail ([email protected] o [email protected]) o per posta a Voce della Vallesina - colloqui con lo psicologo - P.za Federico II, 8 - 60035 JESI Cupramontana, scuola Santa Caterina: un corso di formazione per insegnanti ed educatrici Il gioco è una cosa seria per tutti i bambini Si è svolto il 25 marzo il secondo seminario di formazione per insegnanti ed educatrici, tenuto dal pedagogista Paolo Petrucci e organizzato presso la Scuola dell’Infanzia Paritaria “S. Caterina” di Cupramontana nell’ambito del progetto “Il gioco è una cosa seria”. Si tratta delle prime fasi di formazione (rivolte ad insegnanti ed educatrici) di un percorso progettuale finalizzato a sostenere e valorizzare il momento del gioco come modalità di apprendimento e di crescita, perché attraverso il gioco il bambino sviluppa vissuti e competenze riguardanti tutti i campi d’esperienza. Il gioco rappresenta la caratteristica originale del modo di essere del bambino, la sua forma di conoscenza e la sua operatività: attraverso il gioco si confronta e si relaziona con gli altri, approfondisce competenze linguistiche, logiche, scientifiche, ma- tematiche, rafforza la propria autonomia e la conoscenza del mondo che lo circonda. Il lavoro avviato prevede, oltre alla formazione delle insegnanti, il coinvolgimento degli oltre 240 bambini che frequentano le scuole dell’infanzia ed i servizi di prima infanzia coinvolti in rete nell’iniziativa: “S. Caterina” di Cupramontana, “D. Pallavicino” di Moie, “M. Santi”; “Cielo Blu” di San Marcello; “S. Caterina” di Jesi, “Collina” di Santa Maria Nuova, “CIF Serradica” di Fabriano. Anche le famiglie sono inserite in questo percorso: ai genitori sarà poi presentato tutto il lavoro svolto, che si concluderà nell’anno scolastico 2010-2011. Dalle scuole coinvolte emerge la soddisfazione del riconoscimento avuto a livello regionale nel proporre un’iniziativa che offre anche alle scuole paritarie, che svolgono un servizio pubblico riconosciuto dalla legge, la possibilità di aumentare il livello qualitativo della loro offerta formativa. Il progetto infatti si è classificato al settimo posto nella graduatoria del Bando emesso dalla Regione Marche a sostegno delle Autonomie Scolastiche (aperto a tutte le scuole di ogni ordine e grado della Regione). mgp IMPIANTI IDRAULICI ASSISTENZA TECNICA MATERIALI PER BAGNI TERMOIDRO di GIANFRANCO MUZI Castelplanio - 60032 (An) - Via Roma, 117 Tel. 0731.813444 r.a. - Fax 814149 - www.fazibattaglia.com Via Giuseppe Guerri, 17 JESI Tel. 0731 200337 - 335.247108 Vita ecclesiale LA CHIESA LOCALE IL DIARIO DEL VESCOVO GERARDO Giovedì 29 aprile Ore 10: Teatro Pergolesi, incontro con don Merola Ore 13: Santuario delle Grazie, incontro con la Polizia Ore 18: Santuario delle Grazie, Preghiera di Adorazione Ore 19: Santuario delle Grazie, Concelebrazione Ore 21: Santuario delle Grazie, Partecipazione alla Lectio per Giovani Venerdì 30 aprile Ore 21.15: Incontro con gruppo AC Sabato 1° maggio Ore 10: Santuario delle Grazie, S. Messa per Aclisti Domenica 2 maggio Ore 9.30: Pantiere, S. Messa e Amministrazione della Cresima Ore 11.30: Parrocchia San Massimiliano K., S. Messa e Amministrazione della Cresima Ore 16.30: Santuario delle Grazie, S. Messa nella partenza della Madonna pellegrina Ore 21: Incontro con il Gruppo di discernimento Vocazionale Martedì 4 maggio Ore 15: il Vescovo riceve nella cappella di San Floriano, in Duomo, coloro che desiderano confessarsi o avere un colloquio spirituale - fino alle 17. Ore 18. Senigallia, S. Messa nella festa del patrono San Paolino Mercoledì 5 maggio Ore 10: Riunione del Collegio dei Consultori Giovedì 6 maggio Ore 9.30: Cagli, Ritiro per i Sacerdoti della Diocesi di Fano Venerdì 7 maggio Ore 18: S. Maria del Piano, commemorazione di don Ezio Balestra Sabato 8 maggio Ore 15: Cupramontana, Inaugurazione del Santuario del Beato Angelo Ore 18.30: Cattedrale, S. Messa nella festa di San Floriano Domenica 9 maggio Ore 9.30: San Massimiliano K., S. Messa e Amministrazione della Cresima Ore 11.15: S. Maria Nuova e Collina, S. Messa e Amministrazione della Cresima Ore 17: Poggio San Marcello, Festa della Madonna del Soccorso Ore 21: Incontro con il Gruppo di discernimento Vocazionale Oggi sposi 1 maggio: Pierpaolo Pergolesi e Silvia Martelli a San Giovanni Battista; 2 maggio: Massimo Biagioli e Letizia Bini a Moje; Carlo Denaro e Letizia Pollonara a Cupramontana, chiesa S. Lorenzo. Settimanale di ispirazione cattolica fondato nel 1953 Parola di Dio 2 maggio 2010 7 2 maggio 2010 - quinta domenica di pasqua Ha voluto condividere la sua vita con la nostra Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 13,31-33a.34-35) Quando Giuda fu uscito, Gesù disse: « Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». Commento Siamo a ridosso dell’ultima Pasqua ebraica di Gesù su questa terra e Gesù ha già fatto il suo amoroso gesto di lavare i piedi agli apostoli, come segno del suo servizio a tutta l’umanità. In questo contesto Gesù rivela tutta la profondità del suo cuore e della sua vita messa a disposizione della salvezza del genere umano, passando per la sofferenza della croce. Qui si rivela anche la sofferenza morale di Gesù: il tradimento di Giuda provoca una grande ferita al suo cuore pieno d’amore e anche alla stima per questo apostolo, scelto da lui, quindi uno dei dodici prediletti. Mi fermerò su due espressioni: Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato (in greco: doxàzo) e Come io ho amato voi, così amatevi (in greco: agapào) anche voi. Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato Il verbo doxàzo significa: opinare, immaginare, presumere; in senso traslato significa: glorificare, magnificare. Chi è che glorifica, magnifica Gesù, Figlio dell’uomo? Dal testo si ha l’impressione che ci sia una glorificazione reciproca tra Dio Padre e Gesù Figlio. Gesù glorifica Dio quale Padre e il Padre glorifica Gesù quale Figlio. Il motivo che soggiace a questo rapporto reciproco è l’obbedienza di Gesù al disegno di salvezza progettato in seno alla stessa Trinità. Comunque quello che impressiona è il contrasto tra l’Ora e l’espressione che precede: Ed era notte. Il momento più oscuro della vita di Gesù diviene l’Ora della glorificazione. Il trionfo del Profeta di Nazaret inizia già con la sua passione; la sua elevazione in croce, che è umiliazione e ignominia per gli uomini, è la sua esaltazione e la croce il suo trono. La scelta della croce da parte di Gesù è l’inizio del compimento del disegno di salvezza. Questo disegno si completerà con la glorificazione della risurrezione e il ritorno (ascensione) nel seno di Dio Padre, alle quali seguirà l’invio dello Spirito Santo, come dono ai credenti e a tutta l’umanità. Ho mai pensato che la mia sofferenza fisica, morale e spirituale, unita a Gesù sofferente, dà gloria a tutta la Santissima Trinità? Come io ho amato voi, così amatevi anche voi Il verbo agapào (=amare) ha la sua origine nel linguaggio popolare, molto più ricco di quello altolocato, e ha il significato di un amore di condivisione piena, cioè la capacità di condividere tutti i beni sia materiali e sia spirituali. Ecco il modello di questo amore: Gesù. Cosa egli ha detto e, soprattutto, fatto venendo in mezzo a noi poveri mortali? Ha voluto condividere tutta la sua vita con la nostra: fatica, insonnia, preghiera, annuncio del Regno di Dio, guarigioni e perfino risurrezione di morti, gioie, sorrisi, sofferenze di ogni genere fino al tradimento di Giuda e al rinnegamento di Pietro e alla morte in croce… Più amore di così, penso, non si può immaginare in nessuna persona mortale. Questo è il modello di riferimento per noi che lo seguiamo più da vicino. Si tratta di seguire questo stile di vita, di farlo personalmente nostro, perché l’amore è vero tanto quanto diviene il totale e il per sempre. Non esiste, né umanamente né cristianamente, un amore part-time. L’amore, fuoco di paglia, crea soltanto delusioni sentimentali, morali e spirituali che spesso segnano la vita con gravi ferite interiori e non facilmente rimarginabili, specialmente quando tocca il cuore della donna. Io a quale modello di amore faccio riferimento nella mia vita umana e di fede? P. Silvio Capriotti ofm rosora: Domenica 2 Maggio presso la Parrocchia San Michele. Il programma per la festa del Crocifisso In preparazione della festa al Crocifisso di Rosora, che si terrà domenica 2 maggio, il parroco ha invitato tutti i volontari dell’Unitalsi dei paesi della diocesi a partecipare all’incontro con gli anziani della casa di riposo Villa Celeste di Rosora. Giovedì 29 aprile alle ore 16,30, nel giardino della struttura, don Giuliano Gigli celebrerà la Santa Messa nel corso della quale darà il sacramento dell’Unzione dei Ma- lati. Seguirà un momento di festa e di condivisione. Venerdì 30 alle ore 17 ci sarà la celebrazione a Gesù Crocefisso, mentre sabato 1° maggio alle ore 17 ci sarà la Messa presso la chiesa di San Michele e alle ore 19 la preghiera del Rosario alla Madonnina del Calcinaro. La giornata della Festa è programmata invece per domenica 2 maggio, con la celebrazione delle Sante Messe, alle ore 8 nella chie- sa parrocchiale e alle ore 10 al Prato con l’accoglienza dei pellegrini dai paesi vicini. Nel pomeriggio alle ore 17 preghiera del Rosario e processione per le vie del paese. La “figuretta del Crocifissetto” risale alla metà del 1800, fatta costruire sul suo terreno da Fabiano Gramaccioni (nato nel 1824): è posta alla confluenza di tre strade: Via San Giovanni, Provinciale e scorciatoia per Ro- sora. Fabiano era contadino e aveva adibito due stanze della casa in cui abitava per lavorare con i telari: insieme ad alcune donne di Rosora confezionava il “panno” e tre volte l’anno andava con il somaro a venderlo a Roma impiegando due mesi per il viaggio di andata e ritorno. La figuretta è stata restaurata nel 1976 dai vicini in seguito ad un furto sacrilego dell’immagine del crocifisso. sui temi dell’immigrazione, dell’ambiente e dell’energia, della scuola, dell’educazione e del volontariato. Alle ore 13 è previsto il pranzo a gruppi nelle parrocchie di Jesi e la sintesi delle tematiche. Alle ore 18,30 il vescovo Gerardo presiederà la celebrazione della Santa Messa. Diocesi di Jesi, Pastorale Giovanile 12 miglia dell’Agorà La diocesi così invita i giovani a prendere parte alla “12 miglia dell’Agorà”: “Un’esperienza indimenticabile insieme a tanti giovani come te per vivere luoghi, realtà e amicizie… e quell’incontro con Dio che mai ti saresti aspettato”. Il programma di sabato 22 maggio prevede: alle ore 19 incontro per tutti a Moie, nel piazzale della chiesa Cristo Redentore; alle ore 20 cena comunitaria; ore 21 veglia di Pentecoste a cui è invitata a partecipare anche la comunità parrocchiale; alle ore 22 momento di confronto intorno al fuoco in piccoli gruppi. Domenica 23 maggio alle ore 8: colazione e preghiera con le comunità ospitanti; alle ore 9 cammino verso Jesi. I giovani, durante il percorso, divisi in gruppi, potranno discutete con esperti Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An Telefono 0731.208145 Fax 0731.208145 [email protected] www.vocedellavallesina.it c/c postale 13334602 Direttore responsabile Beatrice Testadiferro • Proprietà Diocesi di Jesi • Registrazione Tribunale di Ancona n. 143 del 10.1.1953 • Composizione grafica Giampiero Barchiesi • Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola www.galeati.it • Spedizione in abbonamento postale • Abbonamento annuo 35 euro - di amicizia 50 euro - sostenitore 100 euro • Tutti i diritti riservati • Esce ogni mercoledì • Associato alla Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) • Comitato di redazione: Vittorio Massaccesi, Giuseppe Quagliani, Antonio Quaranta, Antonio Lombardi Ai sensi dell’articolo 13 del D. Lgs 196/2003 (Codice privacy) si comunica che i dati dei destinatari del giornale sono contenuti in un archivio informatico idoneo a garantire la sicurezza e la riservatezza. Saranno utilizzati, salvo divieto espresso per iscritto dagli interessati, oltre che per il rispetto al rapporto di abbonamento, anche per proprie attività istituzionali e per conformarsi ad obblighi di legge. Maiolati: domenica 2 maggio Festa a Monteschiavo Per solennizzare la tradizionale Festa a Monte Schiavo di domenica 2 maggio è stato organizzato giovedì 29 aprile alle ore 20,45 il pellegrinaggio a piedi a Monte Schiavo, con partenza dalla chiesa Cristo Redentore di Moie e soste corrispondenti alle stazioni della Via Crucis: all’arrivo la recita del Santo Rosario. Venerdì 30 aprile, invece, alle ore 21 il Rosario nella chiesetta rurale di Monte Schiavo, con trasferimento libero in auto e sabato 1° maggio alle ore 21 la preghiera del Rosario. Domenica 2 maggio, giorno della festa, alle 10 la Santa Messa e alle ore 16,30 il raduno con la recita del Santo Rosario. Alle ore 17, invece, inizierà la processione con l’immagine della Madonna, accompagnata dalla Banda Musicale di Castelplanio, nelle campagne di Monte Schiavo e la benedizione delle croci per i campi; alle 18,30 la Santa Messa conclusiva. 8 In memoria 2 maggio 2010 In ricordo di Giovanni Diotallevi Una riflessione sulla Caritas Il disagio di chi bussa Carissimo don Nello, ho letto con vivo interesse il Suo articolo sull’ultimo numero della Voce. Nella parrocchia di Moie funziona un banco alimentare, istituito dal quel grande parroco che fu don Gianni Giuliani, rifornito dall’Associazione ideata dal sacerdote milanese don Giussani. Ogni settimana distribuiamo alimenti ad una quarantina di famiglie (cui corrispondono più di 150 persone) provenienti da Moie e dai paesi limitrofi: Castelplanio, Castelbellino, Poggio San Marcello, Rosora, Montecarotto. In gran parte si tratta di extracomunitari ma ci sono anche alcune famiglie italiane. In una delle ultime consegne un extracomunitario era stato particolarmente insistente nel chiedere e io ho reagito con modi scortesi. In seguito, un suo compaesano, che abita nelle sue vicinanze, mi ha fatto le scuse per conto di quello, dicendomi che l’uomo aveva subìto un serio intervento chirurgico a Villa Serena ed era stato costretto ad abbandonare il lavoro. Ha aggiunto che da tre giorni, con moglie e tre figli minori, l’extracomunitario mangiava solo la pasta bollita da noi fornita, senza alcun condimento: questo è il motivo per cui quell’uomo insisteva nel richiedere certi alimenti. A sentire queste notizie, don Nello, ho provato immensa vergogna come cittadino e come Cristiano. Mi è altresì ritornato in mente un episodio datato più di quarant’anni. Il parroco e vice parroco di Moie di quel tempo si erano attivati per trovare un alloggio vivibile ad una famiglia che aveva cinque figli tra 0 e otto anni. Risolto il problema, il capofamiglia esternava pretese sempre nuove. Con il parroco ed il vice parroco feci delle considerazioni poco “cristiane”. Il parroco, il più anziano tra noi, tacque saggiamente; il vice parroco, mio coetaneo, mi rispose: “Franco, dal parroco e dai vari Enti vengono a bussare persone in situazione di disagio economico e umano, non ci verrà mai (…) (e qui fece il nome di colui che era considerato il più ricco di Moie), perché (…) si sa organizzare da solo”. Non ho mai dimenticato quella lezione! Tra gli altri utenti che sono da noi assistiti, seppure non si trovino in questo caso limite, certuni lavorano e percepiscono circa 1.000 euro al mese, altri, in cassa integrazione, 700/800 euro. Non credo che con questi redditi, dopo aver pagato affitto e bollette abbiano molto da spendere. Anch’io ho il sospetto che ci sia qualche imbroglione ma ritengo che sia uno scotto che possiamo permetterci di pagare, a fronte della immane soddisfazione che abbiamo per l’aiuto che offriamo a chi vive situazioni di disagio. Don Nello, queste cose devono esser dette chiaramente, perché la Chiesa Cattolica, attraverso la Caritas, i suoi parroci e tutta la sua organizzazione, è l’unica realtà che fa qualcosa di tangibile per chi ha necessità di sostegno. Altri parlano solo e lanciano slogan ma poi frequentano ristoranti e vanno in vacanza e non si curano mai, con impegno e concretamente, di chi è nel bisogno. Anzi, è probabile che siano i primi a muovere critiche (anche in Moie ciò avviene) perché gli assistiti mangiano il gelato e fumano, oppure hanno la macchina; in pratica – questa è la critica principale – si dice che chi sostiene d’essere nell’indigenza stia meglio di noi e che, prima o poi, costoro se ne tornino a casa loro. Certamente, certi atteggiamenti dissennati vanno censurati; tuttavia, dobbiamo prestare la massima attenzione a promuovere il senso di responsabilità in chi chiede aiuto e, da parte nostra, tentare di evitare i facili giudizi e i processi sommari… Franco C. Radio Duomo Senigallia In Blu Su radio Duomo Senigallia (95,2 Mhz) continuano gli appuntamenti per conoscere la diocesi. Domenica 2 maggio alle ore 8,30, andrà in onda l’intervista a don Giovanni Rossi, parroco di Santa Maria del Piano. Nel corso della trasmissione, don Giovanni presenterà don Ezio Balestra, sacerdote dalla forte personalità e parroco della comunità parrocchiale di Santa Maria del Piano per 35 anni. “Era un grande per la generosità, per la fede nel Signore, per la devozione a Maria, per la fantasia creativa nel costruire incontri con i lontani dalla fede per presentare la bellezza del messaggio cristiano” sostiene don Giovanni. Due ricordi dal Canadà Alla signora Laura Meloni, grande amica della famiglia D’Alesio (da molti anni in Canadà) sono pervenute queste due belle testimonianze riferite alla persona di Giorgio Bezzeccheri, morto alcuni mesi or sono e animatore della storica Sanpietrina. A Giorgio questo pensiero. La scorsa settimana è venuto a mancare Giovanni Diotallevi, conosciuto da tutti per il suo lavoro di tipografo e per la sua passione per la musica e, in special modo, per la cornetta che suonava nella Banda musicale di Jesi. Figlio d’arte (suo padre era il famoso tipografo e caricaturista jesino Duilio Diotallevi), era cresciuto nella tipografia di via Valle, nel salone a piano terra di Palazzo Pianetti vecchio; qui ha continuato con grande impegno e passione il lavoro paterno nello stesso luogo dove era stata fondata la “Tipografica jesina” nel 1921. Nel 1991 cessa la sua attività e l’anno successivo Giovanni e sua sorella Margherita, incoraggiati dalla direzione della biblioteca Planettiana, intraprendono una trattativa con l’Amministrazione Comunale di Jesi, offrendo la loro disponibilità affinchè venga valorizzato quanto esiste della propria strumentazione tipografica e del proprio patrimonio documentario attraverso la costituzione di una struttura che abbia lo scopo di documentare l’antica arte tipografica jesina e marchigiana. Giovanni, profondamente legato al padre, volendone perpetuare la memoria, si fa promotore di questa iniziativa perchè desidera più di ogni altra cosa che le macchine, con le quali egli ha lavorato per tanti anni, continuino a vivere e, quando è possibile, a funzionare per sviluppare la conoscenza e favorire la crescita delle nuove generazioni. Grazie alla sensibilità sua e della sorella, che aveva realizzato in precedenza una bellissima pubblicazione sul lavoro tipografico paterno, nel 2000 viene inaugurato a Jesi, in Via Valle, proprio in quei locali, lo Studio per le Arti della Stampa che oggi è una struttura museale consolidata, nella quale vengono periodicamente organizzati dei laboratori di stampa i cui protagonisti sono, oltre a giovani studenti o appassionati d’arte tipografica, alcuni dei torchi di Giovanni. In questi ultimi anni la sua Mostra - vendita per i lebbrosi Solidali con chi soffre Il Gruppo “Amici di Raul Follereau” di Jesi ha spedito all’Aifo di Bologna il ricavato della mostra – vendita del 2010, che ammonta a 2.000 euro. Francesco Colizzi, presidente nazionale dell’associazione, con una lettera ringrazia per il generoso contributo e fa sapere che la somma è stata devoluta al “Coordinamento Progetti Aifo – Brasile”. Coalizzi aggiunge: “Sentire vicino a noi l’amicizia di persone che ci sostengono, ci dà forza per proseguire nel nostro impegno e ci permette di continuare i progetti che stiamo gestendo a In memoria di Giorgio Bezzeccheri favore della salute e della dignità di migliaia di persone colpite da povertà, malattia e disabilità, in molti paesi del sud del mondo. Dal 1961 l’Aifo è in prima linea, a livello mondiale, per curare i malati di lebbra e dare vita a progetti di reinserimento sociale di chi ne è stato colpito, per sconfiggere l’emarginazione e il pregiudizio”. I componenti del Gruppo di Jesi ringraziano di cuore tutti coloro che hanno partecipato alla raccolta e si augurano di poter continuare uniti questo cammino di solidarietà. Rosaria Ricciardi Biundo presenza discreta ha accompagnato il personale del Museo che più di una volta si è avvalso della sua esperienza, per avere delucidazioni sul funzionamento di alcune macchine e per sentire dalla sua voce racconti e aneddoti sulla sua vita all’interno di un luogo così affascinante e così ricco di storia. L’amore per il suo lavoro e la devozione nei confronti di suo padre trapelavano dalla sua voce, a volte commossa, e il suo sguardo s’illuminava quando iniziava a raccontare del padre e di tutti i personaggi più o meno caratteristici che avevano frequentato la tipografia e che in vari modi erano stati parte della sua vita; infatti molto spesso inziava un discorso con la frase “babbo diceva” come se suo padre gli fosse sempre accanto. Egli sosteneva fortemente che il lavoro in tipografia, soprattutto quello della composizione con i caratteri mobili, permetteva a chi lo esercitava con interesse di crescere culturalmente e di imparare tante cose dai testi da mettere in forma. Alcuni anni fa un’insegnante dell’Istituto comprensivo Federico II lo aveva coinvolto in un progetto sulla storia della stampa, dal titolo “La stampa nel tempo... un’occasione per rileggere il libro e la città”, invitandolo ad incontrare gli studenti della scuola media per raccontare loro la sua esperienza di tipografo e Giovanni aveva accolto questo invito con entusiasmo e impegno. Noi oggi nel ricordare le sue doti umane, vogliamo attestare quanto lui e la sua famiglia si siano resi disponibili nei confronti del bene comune, offrendo alla città di Jesi un’opportunità in più di crescita umana e culturale. Li ringraziamo nuovamente per la sensibilità che hanno avuto nel mettere a disposizione della collettività un patrimonio documentario e culturale unico e originale. Rosalia Bigliardi e Francesca R. Bini Comune di Jesi ‘“Io mi presento’’ Domenico D’Alesio (Mimmo) per gli amici. Sono il primo dei sei, ed ho avuto la fortuna di condividere con Giorgio molto tempo, lui si trovò a casa nostra a Quintodecimo (AP). Mentre intraprendeva il suo lavoro, fu nell’ormai lontano 1953, quando Giorgio era incaricato alla costruzione del nuovo ponte sul fiume Tronto. In poco tempo divenne nostro fratello maggiore, sopratutto per me che al medesimo tempo, lavoravo su questo cantiere. Ricordo che a ope- ra compiuta, fine novembre ‘54 mentre le autorità non erano disponibili a fare l’inaugurazione ed i camionisti sempre più arrabbiati di dover fare manovre sul vecchio ponte, Giorgio prese le redini e con la sua bella Clara a fianco fece l’inaugurazione provvisoria ed aprì il passaggio sul nuovo ponte alla presenza dei paesani e degli operai. Giorgio restò con noi un anno e mezzo circa. Un giovane distinto e con i piedi a terra, ebbe tanta pazienza con la mezza dozzina di quasi tutti bambini, insegnandoci tante cose nuove per noi, tra le quali l’apprezzamento per la musica. Durante gli autunni e l’inverno ci ammaestrava davanti al fuoco mentre si facevano le caldarroste, ‘’prodotto locale in abbondanza’’. Io ebbi la fortuna di essere presente al loro matrimonio a Jesi. Dopo poco tempo andai a rivederli a Sestri Levante, quando era nato il figlio Giuseppe. La nostra amicizia é stata per sempre e con grande piacere di tutti ci siamo rivisti in Canada, per l’occasione dell’ Expo 67. Poi più volte a Milano nella loro residenza, a Recanati, e perche no? A Quintodecimo dove tutto era cominciato. In questi ultimi anni é stato molto eloquente continuando ad insegnarci il computer con i suoi cari messaggi di saggezza di politica, di ricordi, che mi ha spronato a seguirlo, Lui ci ricordava sempre tutti ed ha allargato le braccia ai nostri figli e nipoti soprattutto nel conversare con loro in Italiano. La sua scomparsa lascia sconvolta questa sua grande famiglia. Dio lo abbia in cielo e che continui a guidarci. Mimmo *** Montreal, marzo 2010 Ho appreso con rammarico la triste notizia, la scomparsa del caro Giorgio Bezzeccheri. Voglio ricordarlo come lui é divenuto parte della nostra famiglia. Un giovane appena laureato, forse la sua prima esperienza di lavoro. Con la sua contr ibu z ione il XVmo ponte fatto dai Romani, ‘’poteva finalmente andare in pensione’’ Per questo Giorgio il geometra é rimasto nella storia del paese e nel cuore di tanti. (Per noi i D’Alesio, é rimasto nella vita di ogni giorno o quasi, ci ritorna in ricordo il suo sorriso i suoi insegnamenti.) Giorgio alloggiava nella nostra casa facendo parte di noi 6 figli dai 4 ai 17 anni, i nostri genitori lo amavano tanto, ed hanno sempre apprezzato e ricordato, l’aiuto che Giorgio ha apportato alla nostra famiglia. Noi giovani e bambine pendevamo dalle sue labbra. Da lui abbiamo appreso tante belle maniere, abbiamo pregato insieme e condiviso la nostra fede, i nostri comuni ideali. Lui ci aiutava negli studi, ci ha consolati quando ci bisticciavamo tra fratelli e sorelle. Grazie Giorgio, so che sarai in un mondo migliore dove spero rivederci. Le più sincere condoglianze alla moglie Clara, i figli e loro famiglie. Parlando anche a nome dei miei fratelli, sorelle e loro famiglie, vi siamo vicini con il cuore, con la preghiera e con tanto affetto. Angela D’Alesio Ramadori Nella foto Giorgio con sua moglie Clara corsi per animatori dei fidanzati segue da pag. 6 immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. (Gn 1,2627) Ma non possiamo pensare che la risposta sia univoca, infatti le religioni e le filosofie provano ad indicarci alcune strade ipotizzando un frammento di verità sul senso della vita, ma la verità piena non sarà mai completamente raggiunta dagli uomini. Il Vangelo di Giovanni ci aiuta a capire la complessità dell’uomo e la drammaticità della sua ricerca di senso: …rispose Gesù (a Pilato) Per questo sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità…. Gli dice Pilato “ Che cos’è la verità”. E, detto questo, uscì…. Certo non è facile lasciare aperta la domanda sul senso della vita ma, solo in questo modo potremmo ritrovare le ali per volare tra la terra e il cielo. Il dibattito nei gruppi e le domande poste al relatore hanno rivelato la profondità dell’argomento trattato e l’importanza della conoscenza di se nelle relazioni umane e nelle scelte fondamentali della nostra vita. Maria Rita Manzi In diocesi 2 maggio 2010 9 Cupramontana: rinnovano i voti due suore francescane del Cuore Immacolato di Maria E’ festa quando si dice “sì”a Cristo per sempre è stato il vescovo Gerardo a presiedere la Santa Messa durante la quale suor Angioletta e Suor Mattea hanno potuto rinnovare i loro voti, la mattina di sabato 10 aprile presso la chiesa del Monastero di Santa Caterina, da poco tornata al suo splendore dopo i recenti lavori di restauro. Hanno concelebrato i parroci di Cupramontana don Maurizio Fileni e don Giovanni Ferracci, padre Silvio Capriotti di Jesi, confessore delle sorelle, don Giancarlo Mandelli, cappellano dell’ospedale di Pescara, unito alle suore da un lungo e significativo legame di amicizia e il diacono Augu- sto Abbatelli. La Madre Provinciale, ora anche madre superiora della casa di Cupramontana, con dieci sorelle ed otto novizie di cui sei di Spello provenienti da nazioni diverse, hanno animato la messa contagiando i numerosi presenti con il loro fervore e insieme con la loro compostezza. Il Vescovo nell’omelia ha esaltato la vita religiosa ed ha sottolineato la capacità di alcuni di darsi completamente e per sempre a Cristo ed ha esortato le suore, ormai pensionate, a rimanere a servizio alla Chiesa perché essenziali e indispensabili per l’esempio e la testimonianza di una vita vissuta nell’amore e nella povertà. Abbiamo chiesto loro di raccontarci il momento più bello della celebrazione e ci hanno risposto così: Suor Angioletta, 94 anni e 75 anni di professione: “La cosa più bella è avvenuta quando ho rinnovato i voti perché continuare è importante; bisogna offrirsi per tutto il tempo”. Suor Mattea, 80 anni e 50 anni di professione: “Quando ho rice- vuto la Comunione: il Corpo e il Sangue di Cristo dalle mani del Vescovo”. Suor Artemisia, che ha fe- completamente: è accaduto a Suor Artemisia che dopo aver trascorso quaranta anni come infermiera all’ospeda- steggiato i suoi 90 anni e 61 di professione: “ E’ stata una festa bella; la predica del Vescovo è stato il centro.” le di Napoli, ha ricevuto una medaglia d’oro come riconoscimento per la capacità e l’amore con cui ha svolto la professione. Suor Angioletta ci racconta poco della sua vita ripetendo spesso che non è importante ciò che lei ha fatto, ma ha gli occhi pieni di luce e di commozione ogni volta che parla della missione in Cina e in Guinea Bissau. “Sono partita da Cupramontana a 19 anni per la Cina, con il permesso dei miei genitori perché ero minorenne, dove era già presente un nostro istituto dal 1910 e sono ri- Chiedendo loro di raccontarci della loro storia e dei frutti della loro professione, abbiamo incontrato la semplicità e la consapevolezza di chi non si sente protagonista, ma a servizio di Chi compie e tutto fa. Ma ci sono uomini che rimangono colpiti da questa umanità diversa, da questa povertà che lascia passare la pienezza di Dio e riconoscono le opere compiute da chi si da masta lì per venti anni senza mai tornare: seguivamo le orfanelle e andavamo nei villaggi a fare ciò che c’era da fare e quando trovavamo qualcuno da curare, preparavamo dei farmaci. Ricordo che quando medicavamo i malati di scabbia con un preparato di grasso e zolfo, loro erano contenti perché alleviavamo un po’ di sofferenza. Quando trovavamo qualcuno che stava per morire, lo battezzavamo velocemente e di nascosto. Dopo venti anni ci hanno obbligate a chiedere l’espulsione”. Alla domanda “Quanti convertiti?” risponde “non lo so, ma sono certa che il seme gettato fruttifica tanto, infatti in Cina ancora oggi ci sono conversioni”. L’insegnante in pensione Cecilia Sassaroli, amica da sempre di Suor Angioletta, conosce molto della sua storia, anche grazie ad una fitta corrispondenza epistolare che le ha tenute vicine durante i lunghi periodi di permanenza nelle missioni e ci racconta di ricordare in maniera limpida il momento in cui lessero, insieme ai familiari, la lettera in cui dalla Cina Angioletta comunicava di aver fatto i voti: l’entusiasmo e la felicità che trasparivano dal racconto sono ancora impressi e vivi nella sua mente. “Al ritorno dalla Cina, erano evidenti i segni della sofferenza- ci racconta Cecilia- per cui è rimasta per un po’ di tempo qui a Cupramontana, ma con la fede ha saputo superare ogni difficoltà. E’ quindi ripartita per la Guinea Bissau: lei faceva l’ostetrica, all’inizio facendo partorire le donne ai lati della strada, in costruzioni di fortuna, poi nell’ospedale che ha contribuito a costruire con l’aiuto dei missionari francescani. Qui ha offerto un prezioso servizio alle persone bisognose e soprattutto alle mamme ed ai bambini: ne ha salvati molti,curati, nutriti, accolti, amati. Ritornata per fare visita alla famiglia, successe che peggirarono le condizioni politiche e militari relative alla guerra per l’indipendenza in Guinea e lei non potè più ritornare in missione. Rimase qui a Cupramontana, dove ancora adesso vive, a servizio della casa e della comunità. Ma la sua missione non è finita, riesce ancora a sollevare tante anime, a trasmettere pace e serenità con il suo sorriso, con la grande umiltà e la fervorosa preghiera.” Giovanna Ortolani Le statistiche nella Chiesa Majolati Spontini: giornate mariane in paese e a Scisciano Accolta la Madonna di Loreto Dalle firme alle opere I cattolici nel mondo Come oramai tutti sanno, la venerata statua della Madonna di Loreto, dal dicembre 2009, per un anno, visiterà le parrocchie di tutte le Marche in preparazione del Congresso Eucaristico Nazionale prima di andare a Madrid per la Giornata mondiale della Gioventù. La statua della Madonna, copia perfetta di quella venerata nella Santa Casa, è giunta a Majolati martedì 20 aprile, da Monte Roberto. I parrocchiani di Majolati e Scisciano hanno salutato l’arrivo della statua all’ingresso del paese, guidati dal parroco don Marco Cecconi. Cerano tutti: i bambini del catechismo con le loro insegnanti, la Confraternita del Sacramento e Rosario, le famiglie. Tutti insieme, in processione e in preghiera si è arrivati fino alla chiesa di Santo Stefano. Nella chiesa parrocchiale gremita, don Marco ha celebrato una solenne Messa dove si sono ascoltati i più belli canti mariani. Al termine della funzione religiosa, si sono svolti dei turni di preghiera, continuativi, fino alla veglia di preghiera collettiva che si è svolta a partire dalle ore 21,30. I Confratelli di Maria SS. Addolorata hanno partecipato alle preghiere serali animate dagli educatori parrocchiali e dalle catechiste che avevano ben organizzato la serata di meditazione e preghiera, anche questa straordinariamente partecipata. La giornata mariana a Majolati è continuata il giorno successivo, martedì 21 aprile, con una serie di appuntamenti tra le due par- rocchie di Santo Stefano e San Rocco. Nella mattina, nella chiesa parrocchiale di Majolati, sono state recitate le Lodi e il Rosario, poi c’è stato il trasferimento, sempre con il fuoristrada della Protezione civile, alla Clinica di Scisciano dove parrocchiani e ricoverati hanno assistito alla Messa. Successivamente la statua della Madonna è ritornata a Majolati, nella Chiesa di San Giovanni, annessa all’Ospizio Spontini. Anche qui, alla presenza di un consistente numero di fedeli, è stata celebrato il Sacramento dell’Unzione degli Infermi. Anche nella Chiesa di San Giovanni il parroco don Marco Cecconi ha celebrato una Messa a vantaggio principalmente degli anziani e delle Suore di Sant’Anna. Alle ore 18 il pellegrinaggio della Madonna lauretana è ripreso, con un piccolo corteo automobilistico la statua della Madonna è stata portata nella Parrocchia di San Salvatore di Poggio Cupro da dove continuerà il pellegrinaggio per tutta la Diocesi di Jesi. Marco Palmolella Foto di Pietro Mosconi è stato presentato lo scorso 17 aprile il libro “DALLE FIRME ALLE OPERE - Testimonianza delle opere 8xmille nella Regione ecclesiastica delle Marche”. Oltre 200 persone giunte dalle 13 diocesi marchigiane tra cui i responsabili diocesani del servizio “Sovvenire”, e una rappresentanza delle istituzioni locali. Tra il folto pubblico anche il vescovo della diocesi di Jesi, Gerardo Rocconi e l’arcivescovo di CamerinoS. Severino Marche, Giovanni Brugnaro. Al tavolo dei relatori il vescovo di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto Gervasio Gestori, delegato della Conferenza episcopale marchigiana per il sostegno economico alla Chiesa, il responsabile nazionale del servizio del Sovvenire Matteo Calabresi e il coordinatore regionale Alessandro Molini. A moderare il dibattito la giornalista Rai Francesca Alfonsi. Mons. Gestori ha ripercorso la storia dell’8x1000, dalle incertezze dell’inizio al ruolo attuale, con lo sguardo costantemente rivolto al futuro. «Questo libro bianco – ha detto Gestori – è un “piccolo” strumento che lascia intravvedere il molto che si è fatto». Matteo Calabresi ha paragonato la firma dell’Irpef per l’8x1000 ad un referendum popolare su ciò che la Chiesa concretamente realizza: «le ultime ricerche dicono che la firma della gente è un giudizio sull’operato della Chiesa, ed in particolare di quella locale». Questo libro – secondo Calabresi – va letto in quest’ottica. «Un motivo in più per puntare sui settimanali diocesani – ha concluso Calabresi – che giocheranno in futuro un ruolo chiave nel promuovere e far conoscere dove vanno le risorse dell’8x1000». Nel corso della manifestazione, sono stati presentati tutti i responsabili diocesani, tra cui il diacono di Jesi, Giancarlo Sabbatini e sono stati ricordati don Luigi Masè e Paolo Politi per il loro servizio. A descrivere il lavoro editoriale ci ha pensato Alessandro Molini, coordinatore regionale del Sovvenire delle Marche e Claudia Colletta, giornalista del settimanale “Il Nuovo Amico”. E proprio il periodico delle diocesi di PesaroFano-Urbino ha curato le 65 inchieste e le fotografie del libro. Il convegno è stato allietato dal coro della parrocchia di San Cesareo di Fano diretto da don Piergiorigio Giorgini. Il volume è disponibile rivolgendosi al servizio Sovvenire in ognuna delle diocesi marchigiane. Eleonora Gregori Ferri I continenti di più recente evangelizzazione mostrano una dinamica di crescita delle vocazioni presbiterali e religiose più forte. Così in Africa e Asia i preti aumentano del 33,1% e del 23,8% rispettivamente in otto anni, sono stazionari in America e “crollano” di oltre il 7% in Europa e del -4% in Oceania. Cambiano anche le proporzioni del numero di cattolici per sacerdote: nel 2000 erano 2.579 ogni prete, oggi sono 2.849. Notevole è stata in otto anni la crescita del numero dei diaconi che, a livello mondiale sono passati da 28 mila a 37 mila (+ 3.200 in Europa, + 6.000 in America, scarse le presenze negli altri continenti, appena l’1,5% del totale). Quanto ai religiosi non sacerdoti sono 54.641, con decrementi forti (- 16,6% e – 22,1% in Europa e Oceania). Notevole anche la flessione delle religiose che sono 740 mila: otto anni fa erano il 7,75% in più, con maggiore declino in Europa, America e Oceania. Forti invece gli incrementi in Africa (+21%) e in Asia (+ 16%). 10 2 maggio 2010 Vita pastorale “San Francesco d’Assisi” aprile 2010: Eucaristia e rito della Cresima Testimoni dell’amore di Dio A Jesi, nella chiesa parrocchiale di san Francesco d’Assisi, a due gruppi di ragazzi è stato conferito il sacramento della Cresima (o Confermazione), sabato 17 e sabato 24 aprile, durante la solenne liturgia eucaristica presieduta dal vescovo Gerardo e concelebrata dal parroco, padre Bruno Fioretti ofm. Lungo il cammino di formazione, esperti catechisti quali Assunta Tittarelli, Monica Manni, Jenny Orazi e Tommaso Cioncolini, hanno guidato con pazienza e amore gli adolescenti partecipando anche al ritiro spirituale che precedeva l’evento. Il giorno della Cresima, nelle prime file dei banchi con il padrino o la madrina, i cresimandi attendevano in silenzio l’inizio della Celebrazione. In fermento invece la numerosa variegata assemblea di amici e parenti: mamme con bambini in braccio, nonne loquaci, papà pronti a im- effusione dello Spirito Santo diverse, chiama anche mortalare nelle foto i mo- che imprime nell’anima un al sacerdozio ministecarattere indelebile e dona riale e ad una vita di menti più belli… Splendeva nel presbiterio il una speciale forza per te- speciale consacrazione. grande cero pasquale, sim- stimoniare la fede cristiana” Tema della Giornata: bolo del Risorto; segni li- (Compendio del Catechi- “Ho una bella notizia: io l’ho incontrato!” turgici dell’invisibile “fuoco” smo n. 267, n. 268). dello Spirito erano le casule Commentando le letture Riferendosi a questa e le stole dei celebranti, ros- bibliche, il Vescovo ha invi- Giornata, il Vescovo tato i ragazzi ad apprezzare ha detto con gioia ai se come i libretti del rito. Festa per la comunità, ani- i doni del Signore: “Con il ragazzi: «Lo Spirito, mata dal coro della parroc- battesimo avete ricevuto lo che “fa fiorire anche il chia con canti di invoca- Spirito che vi rende figli di deserto”, rinnova la vozione allo Spirito Santo e di Dio e potete rivolgervi a Lui stra vita: questa sera viene famiglia fondata sulla fede meditazione sull’impegno chiamandolo “abbà”, cioè ancora in voi e vuol farvi e sull’amore, nella consamissionario di ogni cristia- “papà”; e se figli, siamo anche testimoni di Gesù. Ognuno pevolezza che “senza Gesù “eredi” di Dio. Il premio che di noi dovrebbe dare questa non possiamo fare nulla”. no. riceveremo in paradiso sarà bella notizia: io ho incon- Dopo il rinnovo delle proIl vero educatore “Qualcuno”, non qualcosa. E’ trato il Risorto, il Viven- messe battesimali, il VescoScrive il Papa: “Il rito essen- difficile rientrare in se stes- te, che è la gioia della mia vo con il gesto liturgico dell’ ziale della Confermazione è si e gustare le ricchezze che vita». “imposizione delle mani” inl’unzione con il sacro crisma Dio ci dà: abbiamo bisogno Nel vangelo di Giovanni voca su tutti i ragazzi i doni (olio misto con balsamo, di un maestro, di un educa- (Gv 10, 27-30) il “Buon Pa- dello Spirito Santo. Poi, in consacrato dal Vescovo), che tore. Certo: educatori sono store” dice: “Le mie peco- fila lungo la navata, ogni si fa con l’imposizione della i genitori, il parroco, i cate- relle ascoltano la mia voce: cresimando, accompagnamano da parte del ministro chisti, il Vescovo…, ma vero io le conosco ed esse mi se- to dal padrino (o madrina), che pronuncia le parole sa- educatore è lo Spirito Santo. guono…”. Il Vescovo avverte si avvicina al Vescovo che cramentali. L’effetto della Dice Gesù: “Il Consolatore, che quella Parola vale anche fa un segno di croce con il Confermazione è la speciale lo Spirito Santo che il Pa- per noi oggi e deve guidarci crisma sulla sua fronte didre manderà nel mio nelle scelte quotidiane. Ma cendo: “Ricevi il sigillo dello nome, vi insegnerà come distinguere la voce Spirito Santo che ti è stato ogni cosa…”. Invocate- di Gesù, che parla al nostro dato in dono”. lo tutti i giorni perché cuore, fra le mille proposte La preghiera semplice di vi aiuti a capire la bel- che arrivano da ogni par- san Francesco cantata dulezza dell’amicizia con te? “Ascoltando e vivendo il rante la Comunione, come Gesù: fidatevi di Lui e Vangelo. Seguire Gesù vuol un riflesso della luce dello la domenica parteci- dire imitarlo, obbedirgli, Spirito indicava all’assempate alla Eucaristia”. imparare a fare della vita un blea il cammino da seguire dono”. nella vita quotidiana per “Io l’ho essere testimoni credibili incontrato!” La Pace sia con te! del Vangelo: “…dov’è odio Il 25 aprile, quarta Rivolgendosi agli adulti, il ch’io porti l’amore, dov’è ofdomenica di Pasqua, Vescovo Gerardo li ha invi- fesa che io porti il perdono, la Chiesa ha celebrato tati ad aiutare i ragazzi: “Il dov’è dubbio che io porti la 47° Giornata Mon- Buon Pastore vi chiede di la fede, dov’è disperazione diale delle vocazioni. aiutare i vostri figli con un ch’io porti la speranza…”. Dio chiama sempre, forte esempio di vita criMaria Crisafulli in modi e circostanze stiana, per costruire una Foto Photo In, Jesi PrimaverAc 2010, quinta edizione “Il caso serio dell’educazione” L’edizione 2010 della PrimaverAc sarà una di quelle che non si dimenticheranno facilmente. Oltre al tema, assai attuale dell’educazione, un momento che non è sbagliato definire storico, è stato quello dell’inaugurazione della nuova sede diocesana in piazza della Repubblica, accanto alla chiesa dell’Adorazione. La cerimonia si è tenuta giovedì 22 è ha visto la partecipazione di tanti aderenti ma anche di associazioni amiche. A fare gli onori di casa è stato il presidente diocesano Michele Contadini. Presenti come ospiti, il vescovo, mons. Rocconi, la delegata regionale, Graziella Mercuri ed il presidente del consiglio comunale, Paolo Cingolani, che ha sottolineato l’importanza di questo avvenimento. “La targa dell’Ac in piazza della Repubblica, cuore della città, è un bellissimo segno ma anche una responsabilità: questo è deve essere un luogo di democrazia e di scambio di opinioni”. Molto seguita nella serata di giovedì, la relazione del pedagogista, psicologo e psicoterapeuta, Loredano Matteo Lorenzetti su “Educare all’amore per educare alla vita”. Il piatto forte di questa edizione della PrimaverAc è stata però, la tavola rotonda di venerdì 23 in- titolata “Processo all’edu- invitata in quanto madre. cazione: chi, quando, dove “Il genitore – ha detto – è e perché”. I cinque relato- una persona ma anche un ri, ognuno proveniente da luogo, perché è quello delun ambito sociale diverso, la nascita fisica ma anche hanno avuto come punto di quella spirituale. Edudi partenza il magistero care significa creare una del Papa. “Il relativismo persona libera, che non mette in discussione i va- va riempita di aspettative lori e questo crea uno e progetti ma nutrita con smarrimento tra i giova- spazi di libertà”. ni – ha spiegato Michele A rappresentare il monContadini nella sua intro- do del lavoro c’era Maria duzione – Educare non Jole Pellegrini, operatrice è solo apprendimento di dell’InformaGiovani di abilità ma anche risposta Jesi. “Sono tre i punti imalle domande della vita: portanti: l’orientamento, solo l’amore porta speran- lo sviluppo dell’autonoza”. mia e la promozione della Più rivolto all’apertura Speranza. L’educazione verso l’altro, è stato l’inter- autentica passa attravervento di don Fabio Belelli, so una conoscenza di se parroco di Moje di Maio- stessi, grazie alla fiducia e lati ed assistente diocesa- dalla vicinanza”. A chiudeno dell’Acr: “Educare si- re la tavola rotonda è stato gnifica spingere il ragazzo l’attesissimo intervento di ad uscire da sé, a donarsi Giovanna Rinaldini, diried a dimenticare se stesso gente scolastico dell’istiper gli altri. Oggi invece, tuto “Cuppari”. “La scuola l’altro viene visto come un è il luogo specializzato fattore di disturbo, perché per l’educazione. Gli inseciò che conta è la propria gnanti aiutano i ragazzi ad affermazione”. entrare nella vita. Il Papa Silvia Coltorti, operatrice nella sua enciclica dice del progetto “Operatori di che gli insegnati devono Strada”, ha invece puntato essere coraggiosi e devono l’attenzione sulla situazio- educare i ragazzi ai valori ne attuale. “Si è passati da nella vita di classe, come un futuro carico di speran- testimoni credibili e reza ad uno cupo e carico di sponsabili. Importante è minaccia. I giovani sono anche l’alleanza con la fadesiderosi di avere un miglia: quando le difficolconfronto con gli adulti”. tà si affrontano insieme, Molto seguito l’intervento tutto si può superare”. di Alessandra Marcuccini, Giuseppe Papadia insegnante di religione ma Foto Daniele Basili Il I7 aprile hanno ricevuto la Cresima: Leonardo Alessandrini, Alessandro Bolletta, Marta Bonazza, Lorenzo Brocani, Olga Caliendi, Mattia Capranzano, Federica Carletti, Leonardo Cerioni, Marco Fava, Federico Ferranti, Filippo Ferranti, Leonardo Frioli, Alessia Giampieri, Luca Giampieri, Alessio Marasca, Lortenzo Marasca, Nicola Martarelli, Yuri Orsetti, Leonardo Ricciotti, Letizia Riganelli, Giulia Silvi, Chiara Sternardi. Il 24 aprile hanno ricevuto la Cresima: Elisa Antonelli, Diletta Branchini, Simone Campanelli, Andrea Cenci, Edoardo Diotallevi, Gabriele Fazi, Susanna Felcher, Sara Ferranti, Carina Gallo, Annalisa Gismondi, Giorgia Mandolini, Marco Mariani, Alessio Mencarelli, Chiara Morici, Lorenzo Nicoletti, Gaia Renzi, Dominique Pagliuca, Eleonora Palombini, Andrea Petrolati, Riccardo Pierandrei, Sara Romagnoli, Daniele Sandroni, Sofia Santarelli, Benedetta Tittarelli. CONCERTI Giovedì 29 aprile alle ore 21,15 ancora una tappa dell’undicesima edizione della rassegna “Concerti degli allievi”, organizzata dalla Scuola Musicale “G. B. Pergolesi” di Jesi in collaborazione con il Circolo Cittadino, il patrocinio del comune di Jesi e della provincia di Ancona. Quarto appuntamento nella splendida Sala del Lampadario del Circolo Cittadino (via XX Settembre). La rassegna vedrà esibirsi tre allieve della sezione classica di pianoforte in altrettanti distinti momenti musicali. In apertura di serata, l’allieva Silvia Moretti al pianoforte proporrà i classici di Rebicov (‘Danse orientale op.2 n.5’), Glinka (‘Mazurka in La m’) e Satie (‘First Gymnopédie’). Poi toccherà a Lorenza Lupini dare saggio del suo anno di studio con un trittico di celebri pezzi di Einaudi (“Come un fiore”, “Password” e “I giorni”). A chiudere sarà l’allieva Annalisa Piersanti, che si cimenterà con Mendelssohn (‘Romanza senza parole, op.30 n.4’), Beethoven (Sonata in Sol I tempo) e Schubert (Improvviso in Mib). La serata del 6 maggio sarà dedicata al maestro Giovanni “Giangi” Bigi, fondatore della stessa scuola Pergolesi. I concerti sono a ingresso libero. Info: Scuola Musicale Pergolesi Jesi tel: 0731205856 / [email protected] Vallesina 2 maggio 2010 11 Carmelo di San Marco - Professione religiosa di suor Maria Teresa del Volto Santo Una voce! Il mio diletto! “Io suor Maria Teresa del Vol- Chiesa intera, e, in particola- segni il cammino di una nuova primavera e di un’estate to Santo, animata da viva re, per la chiesa locale. fede e da ferma volontà, mi Auguriamo tutti al Carmelo piena di frutti, nell’attenzioconsacro totalmente a Dio di Jesi che questa professione ne alla voce dello sposo che e mi impegno a vivere senza sosta nell’ossequio di Gesù Cristo, imitando i sublimi esempi della Vergine Madre di Dio e del profeta Elia, nostro Padre. Alla presenza Al Carmelo di San Marco, ascoltato ha fatto riferimento delle mie consorelle, nelle tue domenica 18 aprile, terza alla donazione; si narra delle mani, madre Maria Chiara domenica di Pasqua, la gioia due sorelle, Marta e Maria, dell’Eucarestia, faccio voto a della risurrezione di Gesù è che ricevono Gesù nella loro Dio di castità, povertà e ubdiventata ancora più grande casa: “Marta, Marta, tu ti bidienza per un anno, seconper la professione religiosa di preoccupi di molte cose, ma do la regola e le costituzioni suor Maria Teresa del Volto una sola è la cosa migliore dell’Ordine dei Fratelli delSanto. Alle ore 17, nella chie- di cui c’è bisogno. Maria si è la Beata Vergine del Monte sa monumentale, è iniziata la scelta la parte migliore di cui Carmelo. Con questa profesconcelebrazione presieduta c’è bisogno. sione temporanea, mi affido dal vescovo Gerardo a cui Il Vescovo ha esaltato l’amo- alla famiglia carmelitana hanno partecipato alcuni sa- re come pienezza di dono per vivere al servizio di Dio e cerdoti carmelitani ed altri che trae la sua origine da una della Chiesa, e aspirare alla diocesani. Suor Maria Teresa profonda comunione con carità perfetta con la grazia era accompagnata dalla sua Gesù, sull’esempio di Ma- dello Spirito Santo e l’aiuto superiora suor Chiara e dalle ria che si pone in ascolto di della beata Vergine Maria.” consorelle. Erano presenti i Gesù. Il Vescovo ha consegnato poi terziari carmelitani, i parenti Ogni servizio deve sempre il velo come segno di consae molti amici. partire dall’amore ed è un crazione e la regola con l’in- In… Piedibus anche i bambini del Mazzini La liturgia della Parola e servizio vero quanto più vito a testimoniare nella vita l’omelia del Vescovo hanno scaturisce dall’amore. Il rito quanto appreso nella formaesaltato la donazione com- della professione, partendo zione. pleta nell’amore, attraverso dall’appello della Priora, è E’ seguita poi la liturgia eu- Andare a piedi a scuola, da il messaggio del Cantico dei proseguito con l’interroga- caristica, che è sempre il cul- qualche settimana è posCantici: “Alzati, amica mia, zione del Vescovo sulle moti- mine di ogni cammino spi- sibile anche per i bambini mia bella, e vieni!”. E’ stato vazioni della scelta della vita rituale e di ogni impegno. Il delle primarie “Mazzini” e messo in luce lo stile di vita religiosa, sulla disponibilità Vescovo, sul finire dell’omelia, “Garibaldi”. Lunedì 12 aprile, dei primi cristiani: “la mol- alla povertà, alla castità e ricordava a suor Maria Te- infatti, con una bella festa di titudine di coloro che era- all’obbedienza per essere più resa che l’amore va incontro inaugurazione, il simpatico no venuti alla fede aveva un conforme a Cristo. E’ seguita alla croce e che questa cro- Piedibus ha esteso il suo sercuore solo e un’anima sola…”. la professione con la seguen- ce doveva essere portata ed vizio ecologico e divertente Anche il brano del Vangelo te formula: offerta per il mondo, per la nel territorio di competenza dei due plessi, con tre percorsi per il primo e due per il Santa Maria Nuova, un progetto tra generazioni secondo. Corredata di cappellini e gilet rifrangenti, ciascuna carovana di bambini - accompagnata da due adulti volontari è riuscita a scoraggiarla: anzi, Riscoprire i giochi dell’ine a volte da una maestra -, si l’appuntamento si rinnova fanzia, le storie, le favole e reca ogni mattina a scuola ogni giorno con l’aggiunta di le filastrocche, tra manualità seguendo meticolosamente qualche nuovo “passeggero”. e recupero della tradizione le impronte di un misterioso E il perché è presto spiegato! orale. È questo il senso di un leone, immersa nel chiac- Infatti Piedibus, oltre ad esseprogetto originale che lega la chierio festoso dei viaggiatori re per i bambini una preziosa Casa di Riposo e Residenza e nei colori e odori della pri- opportunità di fare esercizio Protetta comunale, la Lumavera. Nemmeno la piog- fisico, acquisire abilità pedoteca comunale ‘Riù’ e il gia insistente di questi giorni donali, farsi nuovi amici e Centro di Aggregazione Giovanile. Siamo a Santa Maria Nuova, comune della Vallesina che da due anni mette in campo questo progetto. ‘La memoria del gioco’, questo il titolo del percorso, è innanzitutto un incontro, uno scam- bambini per la loro reinter- gistrano le diverse iniziative bio tra generazioni, bisogni, pretazione e rielaborazione, del progetto e alla fine realizesperienze e ricordi. 12.000 ancora in termini manuali zeranno dei video da riproeuro l’importo totale del co- ed orali, da condividere alla porre agli stessi ospiti della sto del progetto, di cui 2.000 fine con gli ospiti. Trentotto Casa di Riposo, in modo da utilizzare al meglio anche l’affascinante esperienza del cinema e delle tecnologie multimediali. Tutto questo in uno stabile che nel 2009 ha visto un notevole intervento di ristrutturazione, adeguamento dei locali, sistemazione dello spazio esterno e acquisto di nuovi arredi ed attrezzature. 822.680 euro per la ristrutturazione complessiva, 57.400 per gli arredi, spesi in parte nel 2006 (7.400) ed in parte al termine del 2008 (50.000). Una spesa stanziata nell’ultimo triennio per il raggiungiusciti dalle tasche del Comu- gli ospiti della struttura di mento dei requisiti strutturane, mentre il contributo della riposo, coinvolti in un per- li di cui alla L.R. 20/2002, ed Fondazione Cassa di Rispar- corso in cui la pratica ludica un’opportunità arrivata con mio di Jesi è stato di 10.000 vuole essere stimolo per le il Fondo regionale per la non euro. All’animatrice della risorse cognitive ed il recu- autosufficienza. Insieme, una Casa di Riposo e all’educatri- pero del vissuto emotivo. Un buona dose di intraprendence della Ludoteca, il compito ponte tra le generazioni che za e di creatività da parte di di raccogliere le storie degli quest’anno coinvolge anche questo Comune e di chi opeanziani e ricostruirle con i ragazzi del Centro di Ag- ra, a vario titolo, all’interno loro e con i bambini, creando gregazione Giovanile, impe- delle diverse realtà protagooggetti e attività di animazio- gnati, dunque, direttamente niste. Uno dei piccoli grandi ne. Si tratta di lavori realizza- nelle tematiche della terza successi della Vallesina. ti dagli anziani, riproposti ai età. Sono loro infatti che reMaria Chiara La Rovere A scuola in carovana La memoria nel gioco chiama: “Una voce! Il mio diletto!” Don Gianni Giuliani Foto Candolfi e del Garibaldi qualche chiacchierata in più, è anche un amico scrupoloso ed esigente. Per ogni viaggio chiede agli accompagnatori di compilare un Giornale di bordo con le presenze dei giovani viaggiatori. Alla fine dell’anno, premierà quelli più assidui. Fotoservizio Paola Cocola 50° della Parrocchia di San Francesco d’Assisi 1923 12 Jesi 2 maggio 2010 Jesi, dal 4 al 9 maggio: il centro storico di Jesi ripercorrerà gli usi e i costumi del Medioevo Al via la quindicesima edizione del Palio Quindicesima edizione della rievocazione storica del Palio di San Floriano, in onore del Santo patrono della Vallesina, organizzata dall’Associazione Palio di San Floriano, in collaborazione con la Diocesi di Jesi, i comuni della Vallesina e l’Assessorato al Turismo del comune di Jesi. Per tre giorni Jesi ripercorre un viaggio a ritroso nel tempo e lungo i suoi vicoli e le piazze storiche saranno protagonisti arcieri, tamburini, capitani, armati, falconieri, sbandieratori e figuranti con i loro spettacoli e le loro coreografie. Un’esperienza acquisita nel corso degli anni, continuamente animata da tanta passione, ha permesso all’Associazione Palio di San Floriano e alle altre associazioni di proseguire nell’allestimento di questa rievocazione, migliorandola, sempre nel rigoroso rispetto dell’ambientazione storica, con l’intento non secondario di minimizzare gli inevitabili disagi per i residenti nel centro storico. Una ricostruzione nei dettagli di quella che era la vita medioevale nella città di Jesi, al fine di divertire i partecipanti provenienti da ogni parte della regione. Torneranno protagonisti i quartieri storici di Jesi: Posterma, nei pressi dell’attuale Piazza Federico II, San Benedetto, quartiere che comprendeva la zona di San Savino fino a dentro le mura, Santa Croce, nelle vicinanze dell’attuale Piazza della Repubblica e San Pietro, il primo rione di Jesi, il suo vero e proprio centro storico. I comuni della Vallesina si sfideranno come d’abitudine nel corso della manifestazione, dopo che le ultime tre edizioni hanno visto il trionfo di Castelbellino nel 2007, di Staffolo nel 2008 e di Montecarotto nel 2009. Dodici le taverne pronte a servire i piatti storici della tradizione gastronomica marchigiana, accompagnati dai suoi deliziosi vini: la taverna San Pietro I, in Piazza Spontini, la San Pietro II, nel Vicolo delle Terme, la taverna Del Priore, in Via Valle, la taverna Santa Croce in Via Lucagnolo, la taverna dei Gilbertini in Piazza Spontini, il Chiostro di Sant’Agostino, la taverna dei Commedianti, nel Vicolo Fiasconi, l’Urban Caffè in Piazza della Repubblica, la taverna Federico II in Piazza Federico II, la taverna del Cantinone in Via San Marino, la taverna San Benedetto in Via Roccabella e la Taverna Posterma in Piazza Franciolini. Gli appuntamenti Una lotteria d’eccezione caratterizza questa edizione del Palio: cinquanta ricchi premi, con estrazione domenica 9 maggio alle ore 21,30 in Piazza Baccio Pon- telli. Il singolo biglietto avrà un costo di un solo Euro e la cifra raccolta sarà devoluta in beneficenze all’Associazione Oikos di Don Giuliano Fiorentini, al fine di costruire altre case famiglia per ospitare giovani e famiglie in seria difficoltà. Gli eventi presenti nel ricco programma inizieranno martedì 4 maggio alle 16 con la consueta “Scampanada de’ San Florià” e la mostra dell’artista Giorgio Rocchegiani, il geniale architetto dei fiammiferi, presso la Chiesa di San Nicolò. Giovedì 6 maggio due appuntamenti presso il Palazzo dei Convegni: alle ore 17 e alle 18 sarà presentata questa edizione del Palio e poi sarà instaurata una tavola rotonda sul cammino di questa rievocazione. Tra i numerosi appuntamenti di venerdì 7 maggio spiccano quelle delle 18 a Palazzo MONTECAROTTO: la commemorazione con la cittadinanza Un 25 aprile diverso dagli altri anni Questo è quanto ha proposto alla cittadinanza l’Amministrazione Comunale di Montecarotto alla sua prima uscita ufficiale nell’importante ricorrenza nazionale. Diversi i momenti offerti per fermarsi a riflettere. La prima occasione è stata fornita dal parroco don Gianfranco Ceci nell’omelia della Messa di suffragio ai caduti svoltasi nella chiesa di S. Francesco. Don Gianfranco, ringraziando i presenti, le Autorità civili, militari e tutte le Associazioni, ha esordito affermando che abbiamo ancora bisogno di libertà e di verità: abbiamo ancora bisogno di Dio e siamo qui “per chiedere la Sua protezione”. Don Ceci, parlando del Vangelo del Buon pastore, ha fatto notare che Gesù è venuto per aiutarci: chi ascolta la Sua parola mette in pratica la voce del Pastore. Il fatto di notevole importanza è che Dio ha messo nelle nostre mani la libertà della risposta: “Se c’è libertà, c’è responsabilità”– ha detto il parroco –. “Questa festa ci ricorda che il futuro è nelle nostre mani. Raccogliamo insieme le forze per guidare al meglio la libertà”, egli ha concluso. Dopo la liturgia il corteo, accompagnato dalla banda di Serra de’ Conti, ha deposto le corone d’alloro ai piedi del monumento ai caduti. La commemorazione si è spostata nella piazza del teatro, al centro del paese. A fornire spunti di meditazione è stato questa volta il sindaco Mirco Brega. “Sessantacinque anni fa un’insurrezione generale chiudeva la guerra: è stata Radio Duomo Senigallia in Blu (95,2 Mhz) anche con le tragedie. Quando viene meno l’indignazione al mal costume e la rassegnazione ad esso ci immobilizza, allora contribuiamo ad ingannare la democrazia”, ha terminato l’intervento il primo cittadino. Brevemente altri due pensieri che invitano ad una analisi approfondita. Il vice presidente della Provincia, Giancarlo Sagramola: “Siamo qui per testimoniare e ricordare che l’Italia è nata dal sacrificio di tanti per una scelta sbagliata. Un Paese in cui bisogna andare avanti uniti e dove è fondamentale far rinascere l’impegno di tutti”. La mattinata si è conclusa a teatro con la rappresentazione “Come adottare una nuvola”, opera scritta dall’autore jesino Vittorio Graziosi, portata in scena dalla compagnia teatrale amatoriale Liolà di Macerata. “La pièce ha tratti autobiola liberazione, ottenuta con la volon- grafici” – ha affermato il noto scrittore tà di superare qualsiasi divergenza in –. “Negli anni ’80 ho scelto l’obiezione nome di una superiore unità nazionale di coscienza e ho trascorso in carcere il fondata sui valori umani. Il 25 aprile è periodo della ferma nello stabile in cui l’occasione per rinnovare quel vincolo era recluso Reder, vecchio ostinato nadi unità che nella democrazia e nella zista boia di Marzabotto”. L’opera si svilibertà ha le sue radici ed il suo futuro”, luppa attorno alla volontà di cercare un ha esordito il Sindaco. dialogo per capire dov’è la verità, nella Mirco Brega, giovane primo cittadino coerenza delle ragioni del pacifista o da quasi un anno, ha invitato le nuo- nelle lucide provocazioni dell’aguzzive generazioni a prendere atto che no: “Con quest’opera vorrei gettare un democrazia e libertà devono essere seme di pace nella coscienza delle persempre riconquistate alimentando sone”, ha sostenuto l’Autore. È evidente con passione una propria coscienza che questo 25 aprile non è stato il solicivile. Una cittadinanza partecipata e to giro di parole di circostanza… responsabile basata su moralità, etiFotoservizio ca, coerenza: “La storia può ripetersi Maria Cristina Coloso Tutte le mattine alle ore 7,06 e in replica alle 24,00 il pensiero del giorno del vescovo Gerardo Rocconi Giornale radio alle ore 12,30 e alle 19,03 con notizie da Jesi Il Palazzo e dintorni il giovedì alle 12,45 e alle 19,20 DAL 1923 dei Convegni, con “Grappoli di poesia”, le armonie del tempo nel movimento delle parole, e le varie sfilate storiche dei gruppi lungo le vie del centro. Sabato 8 maggio segnaliamo, tra i numerosi appuntamenti, alle ore 16, a Palazzo dei Convegni, la rassegna Pro Loco Vallesina, e alle 19,15, in Piazza della Repubblica, l’esibizione ginnastica del Medioevo a cura della Polisportiva Libertas. Domenica 9 maggio, altra giornata ricca di appuntamenti, la chiusura della manifestazione, con alle 18, presso l’ex Chiesa di San Bernardo, giochi medioevali per bambini organizzati dal telefono azzurro, alle 21,30 l’estrazione della lotteria e alle 22,30, in Piazza Baccio Pontelli, le premiazioni. La conclusione della manifestazione sarà salutata con i consueti spettacolari fuochi d’artificio. Marco Cremonesi realizzato per iniziativa del “Podesti” Un calendario dedicato a Pergolesi Ancora un omaggio a Pergolesi per il 300° anniversario della sua nascita. E’ un calendario celebrativo realizzato dagli allievi dell’Istituto Superiore “Podesti Calzecchi Onesti” di Ancona conformemente ad un progetto didattico interdisciplinare autonomo di notevole importanza culturale e professionale. Avviato lo scorso anno, ha coinvolto le classe IV° G, oggi V° G, del Corso Grafico Pubblicitario. I ragazzi hanno lavorato sotto la guida della prof.ssa Giacomina Lamura, docente di Progettazione Grafica e della prof.ssa Eugenia Giorgetti, docente di Tecnica Fotografica. Ne è stato coordinatore Silvano Sbarbati. Traendo ispirazione dallo ‘Stabat Mater’ di Pergolesi, gli studenti hanno elaborato diversi progetti successivamente sottoposti al vaglio della Fondazione Pergolesi Spontini e del suo partner tecnico, Leo Burnett. Preferito per rigore stilistico ed eleganza è stato il progetto ideato da Giulia Mengoni. Al secondo posto è risultato Michele Giaccaglia; al terzo, Valentina Faggiano. Il calendario, stampato grazie al contributo della Fondazione e presentato nelle Sale Pergolesiane con un video che ha illustrato anche i lavori di altri allievi, sarà esposto dal 10 giugno in occasione del ‘Pergolesi Festival di Primavera’, quando pure saranno messi in mostra i gioielli realizzati dai maestri orafi delle Marche e dagli studenti dell’Istituto d’Arte “Edgardo Mannucci” di Jesi. Fotoservizio: A.F.C. Nella foto. Giulia Mengoni, vincitrice del progetto grafico, festeggiata dai suoi familiari Tel. 0731-21.33.70 - www.mattoli.it 8XMILLE ALLA CHIESA CATTOLICA Anche quest’anno l’importante è firmare Una firma motivata per non abbassare la guardia Ecco le 7 storie, rappresentative delle destinazioni 8xmille, che vedremo negli spot in onda in questi mesi. Olbia, Scampia, San Benedetto del Tronto, Gioia Tauro, Bergamo, Uganda, Perù. L’8xmille destinato da circa 15 milioni di contribuenti alla Chiesa cattolica è arrivato anche in questi luoghi. E in tutta Italia. E nei Paesi del terzo mondo. E ai 38 mila sacerdoti diocesani (di cui 3 mila anziani e malati e 600 fidei donum). È servito per avviare o conservare migliaia di opere e attività, da quelle relative alla carità a quelle di culto e pastorale. Ha provveduto ad aiutare adulti, anziani, malati, giovani e bambini. Ma attenzione: nulla si può dare per scontato. Per ora va tutto bene. Però non bisogna abbassare la guardia. Il passare degli anni può logorare l’entusiasmo dei primi tempi, attenuare le inclinazioni spontanee tuttavia scarsamente motivate, favorire, in altri termini, l’assuefazione e rendere più difficile l’attuale alta percentuale di partecipazione alla firma. Gli effetti, più che negativi, si possono immaginare; e a “pagarne” le conseguenze sarebbe l’intera società che avrebbe meno carità, meno chiese, meno oratori, meno di tutto. L’8xmille non è un sistema “automatico”. Richiederà sempre una firma. Un gesto volontario, ma consapevole, da parte del contribuente. Un modo anche per continuare ad esprimere la propria fiducia nei confronti della Chiesa cattolica che ha scelto, con questo sistema, la strada del consenso dei cittadini da rinnovare annualmente. E l’appello è rivolto anche ai contribuenti titolari del CUD. Nessun cattolico, dunque, faccia mancare la propria firma: segno concreto di unità solidale con la propria Chiesa. IN ITALIA Ad Olbia Don Raffatellu è motore e centro della comunità “Arcobaleno” dove, insieme ad alcuni operatori, accoglie tossicodipenti. Attraverso un lungo ma necessario percorso di riabilitazione gli ospiti della casa riescono a ritrovare se stessi e ad avere un riscatto nella società. A Scampia, nel quartiere della periferia napoletana, don Siciliani con altri sacerdoti, è punto di riferimento degli abitanti. Nonostante le difficoltà, le parrocchie riescono a portare avanti progetti di pastorale rivolti ai giovani, agli anziani e malati, ai bambini, e agli immigrati. E cercano di offrire conforto alle famiglie vittime delle organizzazioni malavitose. A San Benedetto del Tronto, nel Centro polifunzionale della Caritas diocesana, aperto sette giorni su sette, vengono offerti molteplici servizi per i più bisognosi: una mensa da 50 posti, docce, lavanderia e stireria, distribuzione vestiario e visite mediche specialistiche. Inoltre i molti volontari della Caritas affrontano con tenacia le nuove povertà effetto dell’attuale crisi economica. Nella piana di Gioia Tauro, in Calabria, un gruppo di giovani, attraverso il progetto pastorale di Policoro, è sfuggito alla disoccupazione e alla mafia. Grazie alla figura di don Pino De Masi, sacerdote in prima linea, e agli ani- MARIA GRAZIA BAMBINO 1| 2| 3| 4| matori, è stata aperta una cooperativa agricola che garantisce loro un lavoro dignitoso e fuori dalla illegalità. Sono un esempio per tutto il sud d’Italia. Alla periferia di Bergamo grazie alla nuova chiesa di San Massimiliano Kolbe la lunga attesa di don Mario Peracchi e della sua comunità è finalmente finita. La nuova struttura ha sostituito l’auditorium dove si riunivano per le celebrazioni e il centro polifunzionale è diventato il luogo di principale di aggregazione del quartiere. …E ALL’ESTERO. In Uganda da moltissimi anni il personale medico dell’ospedale St. Mary di Lacor presta assistenza sanitaria alla popolazione, con prevenzione, cure mediche e formazione di operatori. Nonostante la terribile guerra durata più di vent’anni, le tante epidemie, tra cui quella del virus Ebola, l’ospedale è sempre stato aperto, diventando punto di riferimento del nord Uganda. In Perù dopo il terribile terremoto del 2007 il Vis, gruppo salesiano missionario, ha realizzato un progetto per famiglie disagiate e bisognose che, a causa del sisma, hanno perso la casa. L’8xmille sostiene, nei progetti di ricostruzione, anche le popolazione vittime di tante altre emergenze come quelle che hanno colpito l’Abruzzo, Haiti e il Cile. 5| 6| 7| Anche quest’anno per destinare l’Otto per mille alla Chiesa cattolica si può usare: uil modello 730-1 allegato al modello 730 da presentare entro il 31 maggio 2010 per chi si rivolge ad un CAF o ad un professionista abilitato; uil modello Unico da consegnare entro il 30 settembre 2010 direttamente via internet oppure ad intermediario fiscale. Chi invece non è obbligato all’invio telematico può effettuare la consegna dal 3 maggio al 30 giugno presso qualsiasi ufficio postale; ula scheda Otto per mille allegata al modello CUD. Chi non è più obbligato a presentare la dichiarazione dei redditi, come i pensionati e i lavoratori dipendenti senza altri redditi né oneri deducibili, può comunque destinare l’Otto per mille alla Chiesa Cattolica attraverso la schedaallegata al CUD. Questa può essere consegnata gratuitamente entro il 31 luglio 2010 in busta chiusa presso tutti gli uffici postali oppure ad un intermediario fiscale (CAF) che può chiedere un corrispettivo per il servizio. Per maggiori informazioni sulle modalità da seguire per partecipare alla scelta dell’Otto per mille con il proprio modello CUD si può telefonare al numero verde 800 348 348 (i giorni feriali dalle 9.00 alle 20.00, il sabato dalle 9.00 alle 17.30). Il cinque per mille si affianca anche quest’anno all’Otto per mille. Il contribuente può firmare per l’Otto per mille e per il cinque per mille in quanto uno non esclude l’altro, ed entrambi non costano nulla in più. 14 2 maggio 2010 Jesi – Il Palazzo e dintorni Meritano un bel “bravi”! Almeno secondo me, lo merita- lancetta della bilancia del farno proprio un bel bravi. Sono i macista (sempre a nostra dicapigruppo del consiglio comu- sposizione), un cinque pieno. nale che, come sempre, anche Perché? Perché egli svolazza questa volta hanno riempito un – anche bene, se vogliamo – su paginone dell’ultimo numero di temi di carattere generale. Non “Jesi oggi” con il loro interven- ha compreso, il tapino, che ad to. Bravi perché tutti (o meglio, un capogruppo che scrive sul tutti eccetto uno, di cui diremo) hanno affrontato temi specifici della nostra città o quelli che l’amministrazione comunale dovrebbe tener presente o quelli che la stessa amministrazione non sa risolvere ecc. ecc. Insomma, chi ha un pizzico di buona volontà per aggiornarsi sui problemi che più travagliano Jesi, altro non deve fare che leggere tutti i suddetti interventi. Ottiene una interessante periodico dell’amministrazione panoramica della vita cittadina, di cui lui è rappresentante in ora vista con occhi benigni (i ca- quanto lì mandato dal “suo” popigruppo che fanno parte della polo, che il “suo” popolo da lui maggioranza) ora vista con cipi- vuol sapere quali sono i probleglio polemico (i capigruppo che mi della città, quali le difficoltà sono all’opposizione), ma tutti del momento, quali le prospetconcorrono, in qualche modo, tive per risolverli. E’ vero che, a chiarirci le idee e ad aiutarci a come foglia di fico, inserisce, conoscere i nostri problemi. en passant, qualche nome delInoltre mi piace sottolinea- le nostre industrie, ma appunre che tutti gli interventi sono to, trattasi solo di foglia di fico sottoscritti dal capogruppo per nascondere il vuoto di una o, comunque, da un bel nome effettiva presenza dei problemi e cognome: segno evidente locali, delle polemiche in corso, che chi scrive non tende più a del fare o non fare del sindaco, nascondersi sotto il generico delle prese di posizione della nome del partito, ma assume in maggioranza o della minoranprima persona la responsabilità za… e chi più ne ha più ne metdi quello che scrive. E questo ta. Ma Bucci non mette quasi dà anche modo al cittadino di niente. Quel pizzico che mette poter intervenire direttamente lo salva dai brutti voti che un con il capogruppo telefonando tempo prendevamo al liceo: o mandando una sua adesione ricordate? Quattro, tre… Caro o protestando direttamente con Bucci, stia con i piedi per terra, l’interessato. Quindi, questa pensi al suo territorio quando volta un bel dieci a tutti. scrive su “Jesi oggi”. Auguri per A tutti meno che al capogrup- la prossima volta. Lo attenpo di Rifondazione comunista do con ansia e lo leggerò con… che merita, a conti fatti e dopo quattro occhi! aver attentamente osservato la v.m. Pagina Aperta Riceviamo e pubblichiamo Fini e il partito Per una volta concordo con quanto scritto da Vittorio Massaccesi nel suo editoriale del numero di Voce del 25 aprile. Se Massaccesi me lo consente, a maggior chiarimento per i lettori, avrei aggiunto nell’articolo anche questo. Il presidente di una Camera del Parlamento italiano, pur rappresentando un partito, deve rimanere al di sopra della politica del suo partito come sta facendo il presidente del Senato Schifani. E’ un esempio di correttezza a cui si sono attenuti i suoi predecessori come Bertinotti, Nilde Jotti, la Pivetti. Se avesse voluto determinare le proprie scelte all’interno del PDL non avrebbe dovuto accettare la carica di presidente della Camera, ma ricoprire una carica all’interno del governo ed, addirittura, non avrebbe dovuto inserire un suo (ex) colonnello come La Russa nella troika al comando del partito, ma ci si sarebbe dovuto mettere lui. Fini, inoltre, quanto al suo gruppo autonomo, in tutti gli anni che ha guidato il MSI e poi Alleanza Nazionale, non ha mai accettato le correnti e chi ci ha provato ha pagato di persona. Ora se la prende con Berlusconi perché la Lega ha troppo potere. Ma se Fini non avesse partecipato al banchetto nel 2008 dei veti contro l’UDC e La Destra oggi Bossi avrebbe meno parlamentari. Nicola Di Francesco Politica cittadina: Pd e Udc Con il sindaco È ormai la quarta o la quinta volta in poche settimane che l’Udc suona la grancassa della richiesta di commissariamento per il Comune di Jesi. È ormai una musica stancante, tra l’altro politicamente irresponsabile. Perché in un momento così drammatico per l’economia e per le famiglie solo una Amministrazione comunale nel pieno delle sue funzioni può garantire e orientare al meglio l’erogazione di servizi e prestazioni ad un crescente numero di persone in difficoltà, oltre a programmare efficaci e puntuali interventi nel campo delle opere pubbliche, specialmente sul fronte delle manutenzioni. Aggiungo: è bene precisare una volta per tutte che l’ingresso dell’Udc in maggio- ranza non è mai stato chiesto: l’Udc e il centrosinistra si sono presentati ai cittadini con due diversi programmi e due diversi candidati sindaci. I cittadini hanno premiato il nostro candidato sindaco ed il nostro programma. Il fatto che in Regione vi sia stato un accordo con l’Udc non significa che a Jesi le cose debbano automaticamente cambiare. Il Pd continuerà, responsabilmente, a confrontarsi con gli alleati che sostengono il sindaco Fabiano Belcecchi per rilanciare l’azione amministrativa in questa seconda parte di legislatura, senza andare a ricercare alleanze che non siano quelle scelte dagli elettori. Andrea Binci Capogruppo Pd al personale della Dialisi L’artista Morici E’ stata inaugurata, con il patrocinio del comune di Jesi, sabato 3 aprile, presso il Palazzo dei Convegni di Jesi, la mostra personale di pittura dell’artista Italo Morici intitolata “Opere, 1970-75”. L’iniziativa, curata dal critico d’arte Giancarlo Bassotti, è stata dedicata dall’artista a tutto il personale del reparto dialisi dell’Ospedale di Jesi, diretto dal dott. Stefano Santarelli. Della mostra fanno parte circa trenta opere eseguite tra il 1970 ed il 1975: anni di prolifico impegno per l’artista, amico personale di grandi e celebrati maestri contemporanei, tra i quali Edgardo Mannucci, tramite il quale entra in contatto con l’opera di Quirino Ruggeri, Alberto Burri. Queste opere evocano elementi che rimandano direttamente alle lezioni delle avanguardie storiche del Novecento: quella della scomposizione cubista e quella della simultaneità e del movimento futurista. La mostra è stata aperta al pubblico fino al 21 aprile. Morici nasce a Jesi il 10 Settembre 1928. Come detto, la frequentazione di artisti noti ed affermati quali Edgardo Mannucci, attraverso il quale conoscerà l’opera di Quirino Ruggeri, Alberto Burri, mette l’artista nelle condizioni di potersi rapportare con le più diverse espressioni artistiche: dai “valori plastici” di Quirino Ruggeri, all’informale plastico di Edgardo Mannucci, a quello materico di Alberto Burri. Guarda con interesse anche alle avanguardie storiche e recepisce in modo particolare i suggerimenti della scomposizione cubista e quelli ancor più evidenti della lezione futurista. Inizia ad esporre negli anni Settanta. All’interno dell’infinito immaginario figurativo la sua ricerca si muove tra espressioni iconiche e, nell’ultimo periodo, marcatamente aniconiche, nelle quali prevalgono materiali quali ferro, legno, oggetti d’uso quotidiano, maschere, cartelli stradali e tanto colore. Marco Cremonesi 15 Sport e tempo libero Il nuovo libro di Paolo Marasca: Ferrari contro Ford La vera storia della guerra tra la Ferrari e la Ford CALCIO “Nel 1965 prenderemo parte alle più importanti competizioni di automobilismo sportivo del mondo. Le Ford GT e le Cobra-Ford correranno rispettivamente nelle prove del Campionato Mondiale Sport-Prototipi e in quelle del Campionato Mondiale Gran Turismo. Parteciperemo anche alla 500 Miglia di Indianapolis, equipaggiando con i nostri motori V8 di 4200cc sia le Lotus di Colin Chapman sia le monoposto di alcuni team americani. La Ford Motor Company continuerà a correre finché le competizioni automobilistiche saranno in grado di insegnarci come continuare a perfezionare le vetture di serie che costruiamo per gli automobilisti di tutto il mondo”. Alla dichiarazione di guerra di Henry Ford II rispose Enzo Ferrari: “Noi siamo in guerra aperta contro i costruttori americani e la nostra nuova vettura Sport-Prototipo di 4 litri è l’ultima spiaggia per cercare di contenere il più possibile l’ondata di quest’anno da parte della grande industria automobilistica d’oltreoceano. Noi non disponiamo dei mezzi economici e tecnici della Ford Motor Company e della General Motors ma combatteremo fino all’ultimo con tutte le nostre capacità per ritardare l’inizio di un’era americana nelle corse di durata”. Gli anni sessanta furono quelli delle mitiche corse di durata; per noi appassionati di automobilismo la 24ore di Le Mans (o di Daytona o la 12ore di Sebring) era un appuntamento da non perdere: la “partenza alla Le Mans”, alle quattro del pomeriggio, con i piloti da una parte e le macchine dall’altra era da brivido; la magia delle macchine che correvano di notte, sotto la pioggia, con i fari accesi era qualcosa di talmente affascinante che la Formula Uno quasi non esisteva nell’immaginario collettivo. Anche Enzo Ferrari la pensava così e solo a malincuore si dovette piegare alla logica delle auto senza carrozzeria su cui si correva il campionato mondiale piloti: per lui, si sa, contava la macchina; il pilota era solo il complemento (purtroppo necessario) di una creatura che viveva di vita propria. Erano i tempi in cui i meccanici potevano cambiare un motore durante la corsa e sperare ancora di vincerla o in cui potevano rubare (lasciando un bigliettino con la promessa di risarcimento) i tergicristalli delle Ferrari dei clienti posteggiate fuori del circuito, per utilizzarli sulle vetture da corsa. Gli anni dal 1964 al 1967 videro lo scontro tra i colossi americani (Ford, ChaparralChevrolet, General Motors) e il piccolo Davide italiano: la Ford, che non era riuscita a comprare la Ferrari, le scatenò contro tutta la sua potenza economica e finanziaria, m a la Ferrari, con il supporto della Fiat, resistette e vinse i campionati del 1965 e del 1967; nel 1964 fu seconda dietro la Porsche; nel 2 maggio 2010 VOLLEY: Monte Schiavo BdM. Gara uno venerdì 30 in trasferta. In semifinale scudetto derby con Pesaro A due anni di distanza dall’ultima volta, la Monte Schiavo Banca Marche torna a giocare una semifinale scudetto. Le “prilline” affronteranno la Scavolini Pesaro, campione d’Italia uscente. In campionato le adriatiche hanno battuto Jesi per 3-0 e 3-1. Si comincia venerdì 30 aprile (20.15) e domenica 2 maggio (ore 16) a Pesaro, poi ci si sposterà al PalaTriccoli martedì 4 maggio (ore 20.15). A Jesi si giocherebbe l’eventuale quarta partita giovedì 6, mentre per la “bella” si tornerebbe a Pe- cando il PalaTriccoli sabasaro lunedì 10. to 24 nella seconda partita: Per arrivare in semifina- 3-1 il risultato finale. Nella le, Rinieri e compagne nei “bella”, giocata a Jesi lunedì quarti avevano dovuto sof- scorso, le “prilline” avevano frire per superare la tenace battuto 3-1 (parziali: 25-20, resistenza dell’Urbino. La 25-16, 23-25, 25-19) le gialMonte Schiavo mercoledì loblu, grazie ad una super 21 aprile, pur non brillando, Sokolova (nella foto di Balaveva vinto gara uno in terra larini) ed una grande prova ducale al tie break. Urbino si di carattere. era presa la rivincita sban- Il tabellone dei play-off scudetto Semifinali: (1° classificata) Pesaro – (4°) Monte Schiavo Banca Marche Jesi; (2°) Villa Cortese – vincente Bergamo–Perugia. Vanno in finale le squadre che si aggiudicano tre gare su cinque. Gara uno, due e l’eventuale spareggio si giocano in casa della meglio piazzata. Gip BASKET Fileni. Si è chiuso il “Progetto Scuola” Contro Venezia ci si gioca la stagione 1966 vinse la Ford, ma solo grazie alla GT40Mark II, un “mostro” di 7 litri di cilindrata da circa 485 CV, contro cui nulla poterono le Ferrari 330P3 di 4 litri per circa 420 CV. La storia di quelle corse viene raccontata in maniera affascinante nel libro del giornalista Paolo Marasca, jesino doc, che intervista Mauro Forghieri, l’ingegnere della Ferrari di quegli anni mitici; ma l’amicizia che Paolo Marasca ebbe con lo stesso Ferrari gli consente di riportare con vivida attualità anche il pensiero del fondatore della scuderia del cavallino. Ne esce un ritratto a tutto tondo del mondo delle corse di oltre quarant’anni fa, con una precisione di particolari e una freschezza che solo Marasca riesce a comunicare. L’opera, che si compone di due volumi, avrà poi un cofanetto di custodia. Il primo volume è stato stampato in 1964 copie, per ricordare espressamente l’inizio della “guerra”; il secondo, che uscirà entro l’anno, sarà stampato in 1967 copie per ricordarne la fine. L’opera è in vendita a € 35,00 solamente su internet, contattando l’autore a [email protected]. Paolo Marcozzi Eccellenza A Macerata, in casa della Vis, fanalino di coda già condannata alla retrocessione, i leoncelli di mr Gianluca Fenucci (nella foto) vincono con una rete per tempo, siglata da Gabrielloni e da Marcoaldi. E non è una vittoria facile, visto che i vissini hanno retto con grande impegno all’urto dei nostri. Dopo la mezz’ora, al 38’, la Jesina va in vantaggio con insistente azione di Strappini che tira un bolide non bloccato dal portiere maceratese e sfruttato elegantemente da Gabrielloni. L’1-0 per noi apre la strategia difensiva dei padroni di casa e sconfigge le loro resistenze, costringendo- Nelle foto: la copertina del libro e Paolo Marasca con la Ferrari P4 li al gioco falloso punito dall’arbitro anche con una espulsione. Andando verso la fine della gara, Marcoaldi tenacemente cerca la segnatura e in pieno recupero realizza il suo gol. Vir La salvezza della Fi26; Casalpusterlengo 24; leni Bpa si deciderà Fileni Bpa Jesi, Venenell’ultima gara della zia, Pavia 22; Latina 14 stagione regolare. Gli punti. Oggi, domenica arancio-blu domenica 2 maggio, gli arancioscorsa hanno fallito blu chiudono la stagioil primo match point, ne regolare ospitando al perdendo per 77 a PalaTriccoli il Venezia 62 in quel di Casale (ore 18.15), per un vero Monferrato. Le conspareggio salvezza. Gli temporanee vittorie di jesini però, potrebbero Venezia e Pavia hanno salvarsi anche con una complicato la situasconfitta ma a quel punzione. “Sarà dura ma to, dovrebbero sperare abbiamo le possibilità per farcela - ha detto nel contemporaneo ko di Pavia con Brindisi. coach Bartocci (nella foto di Candolfi) - Sia- All’andata finì 86 a 65 per la Fileni. mo tutti a 22 punti, anche se noi abbiamo il Martedì 27 presso il centro direzionale “Esavantaggio negli scontri diretti”. gono” si è tenuta la festa finale del sesto La classifica dopo il quattordicesimo turno di “Progetto Scuola”, organizzato dall’Aurora ritorno: Brindisi 42 punti; Casale Monferrato, Basket. Erano presenti oltre 350 ragazzi delReggio Emilia, Sassari, Veroli 36; Udine 34; le scuole elementari della città. Vigevano 32; Pistoia 30; Scafati, Rimini, Imola Giuseppe Papadia Al via il Memorial Guido Bortoluzzi Torneo di calcio a 5 Guido era un’ala destra della Spes e del Cupramontana: tutte le belle parole possibili da scrivere su queste righe, risulterebbero troppo tenui e fugaci, e non potrebbero mai rendere l’idea nella descrizione di una persona splendida, che vive sempre nella memoria di chi l’ha conosciuto e amato. Nel suo nome e nel suo ricordo gli amici dell’Acli e dell’U.S. Acli San Giuseppe organizzano un torneo di calcio a 5, il “Memorial Guido Bortoluzzi”, dal 17 maggio presso l’impianto della Parrocchia di San Giuseppe. Sedici squadre, suddivise in quattro gironi, poi al via le fasi ad eliminazione diretta: saranno premiate le prime quattro classificate, con trofei e vincite di 750 euro in gettoni d’oro per la squadra vincitrice, di 450 per la seconda classificata, di 200 per la terza. Coppe anche per la quarta classificata, per il miglior portiere, per il capocannoniere e per la squadra più corretta. Le partite saranno dirette da arbitri federali, le squadre potranno iscrivere fino ad un massimo di dodici giocatori, senza distinzioni di categoria, mentre la quota d’iscrizione, al versamento della quale verrà inserita la squadra nel torneo, è di 200 Euro. Termine ultimo per l’iscrizione 15 maggio: per tutte le informazioni si può contattare l’organizzazione al numero 348 5255661. Marco Cremonesi “4 Passi, 2 Castelli”… La manifestazione “4 Passi, 2 Castelli” è organizzata dalle amministrazioni comunali di Castelbellino e Monte Roberto, che hanno allestito un programma ricco e variegato. La festa inizierà a Pianello Vallesina in Piazza della Vittoria alle ore 10,30 del 1° Maggio, dove i due sindaci Demetrio Papadopoulos e Olivio Togni, renderanno onore ai lavoratori con la celebrazione solenne accompagnata dalle bande cittadine. Ogni centro storico avrà poi il suo programma. 16 Esperienze 2 maggio 2010 Jesi, San Nicolò: una mostra d’arte che incanta gli jesini, e non solo Provincia di Ancona: un progetto del Gruppo Baku L’ha chiamata, e giustamente, mostra d’arte e anche, in modo un po’ sbarazzino, “l’arte che si accende” alludendo all’unico e originalissimo strumento di espressione: il fiammifero, o meglio, il fustello, che è il fiammifero senza la capoc- Il Gruppo Baku e Habitateatro organizzano un’interessante iniziativa culturale e sociale nella nostra zona. Per quattro venerdì sera il Teatro Ferrari di San Marcello cambierà segno e si aprirà ad accogliere esperienze artistiche ed espressive di ogni tipo: musica, perfomance teatrali, esposizioni, videoinstallazioni, happening e quant’altro. Lo spazio non sarà quello del palcoscenico ma nascerà con le cose e le persone che lo abiteranno, in tutti i luoghi del teatro. Si parlerà, ci si incontrerà, ci si scambieranno pareri, pensieri, punti di vista. Partecipazione è la parola giusta, in molti contesti abusata e quindi impoverita di significato, per declinare “Spazio Sofa”. L’obiettivo di questi ragazzi è quello di creare una rete sociale, che esuli dalla rete internet o da forme aggregative fredde, ma che sia un circuito dove far incontrare tutte quelle persone stimolate dal confronto e dallo scambio d’idee. Gli spazi del Teatro Ferrari saranno aperti a singoli, associazioni, gruppi e collettivi interessati a far parte di questo spazio possono contattare il Gruppo Baku che avrà il compito di far intervenire tutti gli interessati. Il Gruppo Baku è formato da Simone Guerro, Nicola Paccagnani, Alessio Pacci, Lucia Palozzi, Ilaria Sebastianelli e dal 2007 opera nel territorio della Un grande applauso a Giorgio Rocchegiani Incontrarsi a teatro chia che s’accende. Ricordate la nostra “fabbrica dei fulminanti”, la Saffa? Là si producevano i fustelli a miliardi. E i fustelli sono i “padri” dei fulminanti. Ebbene, per puro caso, il nostro Giorgio - in arte Giò - jesino e parrucchiere puro sangue per 40 anni, si è cimentato nell’armonia del fiammifero: un fustello che diventa tessera di un mosaico dalla composizione unica. Sia che si conclude – come vera opera d’arte – in un plastico o in un bassorilievo. Nella mostra, tra le tante miniature, troneggiano il palazzo della Signoria, la basilica di Loreto, Castel del Monte del nostro Federico II, il teatro Pergolesi, alcune ville private veramente perfette. Tanti sono i bassorilievi: vedi in particolare il nostro centro storico visto nel suo insieme, stupendo anche con i colori che sono inventati incendiando i fustelli per dare quella coloritura propria dell’antico mattone; vedi gli scorci della nostra città – le mura, i vicoli, gli archetti, i torrioni – e quelli di altre città delle Marche e oltre. Domina su tutte la composizione delle cisterne romane di San Floriano. Anche L’Aquila è presente con i suoi monumenti del centro storico. Soffermatevi a gustare alcuni dettagli: i colori, le balaustre, i lampioncini, i merli dei castelli e delle mura, i gradini, i torrioni, gli interni di alcuni plastici. Ma se, come me, siete fortunati di avere accanto l’artista per un po’ di tempo, allora voi stessi, insieme con lui, vi esaltate per queste miniature-capolavori artistici per i quali il tempo, il lavoro, i mesi, le mille ore non si contano e non hanno senso di fronte ad una passione che sbalordisce. Giorgio è un appassionato senza aggettivi, anzi è un “passionale” della sua arte. Vi racconta, con approfondimenti conditi di tanti ricordi, mille dettagli del come sia riuscito a realizzare quel particolare, a correggere quella dimenticanza – ahi! le campane della basilica di Loreto! - ad emozionarsi al riconoscimento, per la prima volta, di un primo premio del tutto inaspettato, a quell’invito a realizzare la mostra in terra lontana. Dispiace dover dire – ma bisogna dirlo – che è un po’ deluso della sua città, chè della sua opera non ha dato particolare segno di interessamento, a differenza di tante Latte Fresco Alta Qualità altre città. Ancora una volta dobbiamo dire che nessuno è profeta in patria? E allora ecco una proposta concreta. Nella pinacoteca di nostri autori (Tamburi per tutti), abbiamo abbastanza. Perché non far proprio quello stupendo centro storico con i fiammiferi? Il Comune prenderebbe quattro piccioni con una fava: l’incoraggiamento all’artista, il ricordo della nostra Saffa produttrice di fiammiferi per oltre 115 anni, l’arte che sgorga dall’estro e dalla passione di un nostro concittadino e infine una perfetta integrazione con il plastico del centro storico che è ai piedi dello scalone d’onore del palazzo Pianetti. Vittorio Massaccesi La mostra con le opere di Rocchegiani è visitabile fino al 9 maggio nella chiesa di San Nicolò dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 20. Questo allestimento rientra tra le iniziative del Palio di San Floriano. Nella foto di Anna Vincenzoni, l’autore, al centro, nel pomeriggio dell’inaugurazione di domenica scorsa alla presenza del vescovo Gerardo Rocconi. Nell’occasione, Rocchegiani ha voluto ringraziare i suoi amici che tanto hanno contribuito al buon esito dell’esposizione: Gianni Casci Ceccacci e Giuliano Lucarini. Ai suoi lavori è stata affiancata la mostra di alcune testimonianze e documenti degli anni in cui la Saffa aveva lo stabilimento a Jesi. Inoltre, a San Nicolò, venerdì 7 maggio alle ore 17, Rosanna Platania proporrà una conversazione su “La storia del fiammifero” a cui seguirà la consegna, da parte della ditta Tecnomatch di Catania, degli attestati agli ex dipendenti della Saffa di Jesi. Vallesina dove è nato e si è sviluppato. Baku ha stretto collaborazioni con Teatro Pirata e Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, Teatro delle Muse di Ancona, Ar[t]cevia International Art festival, Associazione Teatro Giovani di Serra S. Quirico. “Spazio Sofa” nasce nell’ambito del progetto di residenze teatrali Habitateatro promosso da Amat (Associazione Marchigiana per le Attività Teatrali) e Provincia di Ancona con il Comune di San Marcello. Habitateatro è un progetto dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Ancona in collaborazione con l’Amat e realizzato con i comuni di Arcevia, Corinaldo, San Marcello e Offagna, per connettere creatività e piccoli tessuti cittadini, confidando nella naturale capacità che ha il teatro di favorire incontri e creare comunità attorno a sé. Habitateatro è la prima esperienza regionale di residenza teatrale di lunga durata (un anno), offerta a tre giovani e promettenti compagnie marchigiane – Sineglossa, Teatro Sovversivo, Gruppo Baku - selezionate in base al loro percorso artistico e al bisogno che hanno espresso di poter lavorare in relazione ad uno specifico territorio. L’appuntamento è per venerdì 30 aprile alle ore 22 al Teatro Ferrari San Marcello. Sara Federici
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