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01.a
01.b
01
(di cui circa 100 milioni di nostra quota) rimane in attesa
di essere avviato quando la situazione politica del paese
lo consentirà. Sottolineiamo che la nostra esposizione
attuale è nulla, quindi il rischio massimo al quale siamo
soggetti sarebbe la cancellazione di un contratto
che oggi vale il 3% del nostro portafoglio e non
è considerato producibile nei tre anni oggetto
del piano 2015-2017.
in primo piano
di Roberto Macrì
Un “Piano” che guarda
sempre più all’estero
01.a Roberto Macrì, Direttore
Generale di Cmc dal 2009.
Laureato in Economia
e Commercio all’Università
Sabato 7 marzo l’assemblea dei soci di Cmc
ha approvato all’unanimità il Piano Industriale
2015-2017. Pubblichiamo una sintesi della
relazione del Direttore Generale Roberto Macrì.
di Bologna, ha conseguito
un Master in Business
Administration. È entrato
in Cmc nel 1999 in qualità
di Direttore Amministrativo,
Finanza, Controllo
e Sistemi Informativi.
01.b Da destra: Alfredo Fioretti,
Vice Presidente di Cmc, Mauro
Lusetti, Presidente nazionale
di Legacoop, Massimo
Matteucci e Roberto Macrì
rispettivamente Presidente
e Direttore Generale di Cmc.
01.c La segreteria
dell’assemblea: da sinistra
Giuliana Fiammenghi, Valentina
Crociani, Claudia Rossi, Roberta
Gulminelli e Barbara Bertozzi.
Gli anni che ci attendono saranno ancora caratterizzati
da turbolenze di tipo politico, sociale, economico
e finanziario analoghe a quelle che oggi affliggono
alcune aree del mondo a noi vicine, come la Grecia,
l’Ucraina, il Medio Oriente ed il Sud del Mediterraneo
e per le quali purtroppo non si intravedono pronte
risoluzioni. La nostra diversificazione geografica in circa
venti paesi ci ha consentito finora di compensare
l’incombere di criticità localizzate di varia natura,
ma ci impone un’ulteriore riflessione rispetto all’attuale
esposizione a questi rischi, finalizzata ad un maggiore
equilibrio delle nostre attività, privilegiando aree
maggiormente stabili quali, ad esempio, nord
America, nord Europa e con alcuni distinguo, l’Asia.
L’Italia In Italia, le principali fonti specializzate,
convergono oramai sul ritenere il 2015 l’anno
della ripresa economica. Come sempre quella
del settore delle costruzione avverrà in modo asincrono,
in quanto progettazioni, procedure di gara e ricerca
delle fonti di finanziamento richiederanno almeno
un triennio per l’avvio effettivo dei cantieri.
Gli uffici studi dei principali istituti di credito valutano
in almeno cinque anni il tempo di assorbimento
dell’invenduto nel settore immobiliare, limitando
quindi le prospettive dell’edilizia alle ristrutturazioni.
Il portafoglio di fine 2014, pari a circa 1.3 miliardi,
nonché le opportunità di acquisizioni di quote di lavori
di nostri partner minoritari in contratti già in corso di
esecuzione, coprono sostanzialmente le nostre attese
di ricavi per il prossimo triennio.
Se questo stato di cose ci consente di affrontare
il mercato senza ansie immediate di “acquisizioni
a qualunque costo” sarà imperativo produrre il massimo
sforzo commerciale possibile verso le maggiori opere
appaltate nei prossimi anni. Riteniamo inoltre necessario
mantenere una forte attenzione a mercati di nicchia
come i lavori marittimi, i contratti per il governo
americano, le ristrutturazioni ed i progetti ospedalieri
Escludiamo invece sviluppi nelle concessioni, dalle quali
abbiamo avviato il processo di disinvestimento che,
per la Sat dovrebbe concludersi entro il 2015.
Europa In Europa fino ad oggi il nostro interesse era
p.03 la Betoniera
stato principalmente rivolto ai paesi dell’est europeo,
dove abbiamo in corso un progetto in Bulgaria.
Ma la forte competizione non lascia, a nostro parere,
grandi spazi per realizzare in queste regioni risultati
in linea con le aspettative tipiche dei lavori all’estero,
salvo individuare opere di particolare complessità quali
il sotterraneo e l’idroelettrico. Con la stessa logica
specialistica abbiamo esteso il processo di valutazione
ad altri paesi europei, in particolare quelli scandinavi,
dove potrebbero presentarsi condizioni di mercato
per noi maggiormente interessanti.
Meditteraneo e Medio Oriente Nel Mediterraneo
ed in Medio Oriente programmi di investimento tipici
dei paesi produttori di petrolio e la convergenza
nell’area di grandi eventi internazionali quali l’Expo
ed i campionati mondiali di calcio, combinati con
la debolezza dell’imprenditoria locale, creano grandi
opportunità per i contrattisti internazionali.
Oggi il ribasso del prezzo del petrolio, salvo non diventi
un fattore sistemico, non ha comportato riduzioni
significative nella spesa infrastrutturale dei governi.
In queste aree l’obiettivo rimane ambizioso, ma va
sostenuto con adeguati impegni sotto il profilo
commerciale che oggi necessitato un ripensamento
per rendere coerenti le grandi attese con la limitata
“potenza di fuoco” attualmente da noi messa in campo.
Relativamente alla Libia, il contratto di circa un miliardo
per la costruzione di un lotto dell’autostrada costiera
01.c
Asia L’Asia rimane un continente in forte sviluppo,
dove la nostra presenza in India, Singapore, Nepal,
Cina e Bangkok con l’ufficio di rappresentanza,
testimonia e conferma un enorme interesse e grandi
aspettative. In oltre venti anni abbiamo scavato oltre
200 km di tunnel idraulici in Cina, tunnel per trasporti
in Malesia, Taiwan e Singapore e costruito centrali
idroelettriche in Laos e nelle Filippine. Continueremo
a perseguire opportunità principalmente nel sotterraneo
e nell’idroelettrico in numerosi paesi del continente,
non escludendo inoltre la possibilità di ulteriori
potenziamenti dell’organizzazione commerciale,
e di acquisizioni societarie. Una riflessione a parte
merita l’India dove il progetto attualmente in corso
rappresenta il banco di prova generale del mercato
per definire le nostre prossime strategie.
Nord e Sud America Operiamo negli Stati Uniti con
due società partecipate, Lmh a Boston (detenuta dal
2011 al 100%) e Di Fazio Industries a Nyc (detenuta al
33% dal 2013 con un’opzione per acquisirne il controllo
nel 2017). L’economia del paese e conseguentemente
il mercato delle costruzioni delle aree dove operiamo
presentano costanti segnali di crescita, il che ci lascia
pensare che i risultati positivi finora realizzati
si confermeranno nel prossimo triennio. Sono in corso
di valutazione opportunità per appalti di maggiore
dimensione, da intraprendere con adeguati partner,
coinvolgendo direttamente le capacità tecniche
e finanziarie della sede, nonché ipotesi di espansione
in altri Stati ovvero in Canada, principalmente per opere
in sotterraneo. Abbiamo inoltre avviato la commessa
in Cile per l’impianto idroelettrico “Alto Maipo”,
in joint venture con l’impresa tedesca Hoctief. Purtroppo
il passaggio del controllo di Hoctief alla spagnola
Dragados ha vanificato i piani di ulteriori partnership
commerciale in ipotesi e ci impone la valutazioni
di vie alternative allo sviluppo in America Latina.
L’Africa Australe ed Orientale L’Africa Australe
01.d
rappresenta il caposaldo delle nostre attività all’estero.
In Sud Africa e Lesotho abbiamo numerosi progetti
in corso e realizziamo oltre 150 milioni di ricavi annui
che prevediamo mantenere anche dopo il 2015,
quando terminerà la costruzione del grande impianto
idroelettrico di Ingula. Abbiamo finalmente riavviato
un’importante commessa stradale in Angola, dopo
avere perfezionato il finanziamento dell’opera con
banche Europee e la copertura assicurativa Sace,
formula analoga a quella che stiamo perseguendo
per il contratto acquisito in Kenya. In Mozambico
permangono difficoltà negli incassi dei crediti da noi
vantati verso enti pubblici, e nel frattempo abbiamo
snellito la nostra struttura in attesa dell’evolversi degli
investimenti legati allo sfruttamento dei giacimenti
di gas naturale. Ovviamente manteniamo presidi
commerciali anche nei paesi dove attualmente non
operiamo, ma nei quali prevediamo a breve interessanti
sviluppi come ad esempio Namibia e Swaziland.
La Romagna Sebbene ormai i ricavi nell’area
di sede rappresentino solo l’1% dei volumi
complessivi, forte rimane il legame con il nostro
territorio e la consapevolezza delle responsabilità
sociali ed imprenditoriali che ci competono.
In assenza di significativi progetti infrastrutturali
e ferma restando la crisi del settore immobiliare,
non intravediamo nel breve termine alcun sviluppo
possibile ad esclusione di quanto possa riguardare
il porto di Ravenna. Non ritenendo che questa sia
la sede per entrare in alcuna polemica sul dibattito che
oggi interessa gli sviluppi della portualità ravennate,
confermiamo il nostro interesse, anche come
potenziali investitori, nella logistica nel suo complesso.
In generale possiamo solo auspicare che il bene
collettivo del nostro territorio prevalga e possa
far superare la situazione di attuale stallo.
Organizzazione aziendale e politiche
del personale La crisi di mercato in Italia, la maggior
presenza all’estero e l’evoluzione tecnologica stanno
profondamente modificando la struttura operativa
della cooperativa. La struttura fissa, cioè quella
dei dipendenti a tempo indeterminato, si è ridotta
dalle 486 unità del 2007 alle 461 di fine 2014.
01.e
Ancor più significativa è la modifica avvenuta all’interno
della struttura. Sono infatti aumentati impiegati, quadri
e dirigenti (da 290 a 328 unità) ed il personale laureato
(da 91 a 131 unità). Il personale assunto nei cantieri
è passato dalle 4.601 unità del 2007 alle 8.548 di fine
2014. Gran parte di questi dipendenti opera oggi
all’estero. Una quota non trascurabile è composta
dai cosiddetti Tcn, cioè cittadini di paesi terzi rispetto
all’Italia o al paese dove operano. Si tratta di risorse
legate a Cmc da molti anni, che stanno gradualmente
diventando l’ossatura delle nostre operazioni all’estero.
Continueremo ad inserire nei cantieri giovani
trasferendo in struttura fissa le migliori risorse
che abbiano completato il loro ciclo di formazione.
Il nostro capitale umano, deve svilupparsi coerentemente
con le prospettive di crescita della cooperativa. L’attività
del 2015 si concentrerà quindi sulla formazione ed
i percorsi di crescita delle risorse più critiche: direttori
di cantiere, responsabili di produzione, responsabili
dei servizi tecnici. Nel programma di formazione sarà
necessaria una riconsiderazione su Cmc University
ed un suo eventuale aggiornamento; verranno inoltre
intensificati i programmi di formazione nei cantieri esteri.
Il piano triennale 2015-2017 parte dalla valutazione
del portafoglio esistente. (Tabella1) Rispetto agli anni
precedenti, a fronte di valori complessivamente
stabili nell’ordine dei 3 miliardi di euro, cambia
la composizione percentuale fra Italia ed Estero, che
in pochi anni è passata dal 60-40 a 45-55. (Tabella 2)
In conclusione, nonostante il perdurare in Italia
di una pesante crisi del settore e di un contesto
internazionale sempre più competitivo ed esposto
a rischi di natura politica, sociale ed economica,
abbiamo continuato il nostro percorso di crescita
nel rispetto dei piani.
Il portafoglio ordini consente oggi un’adeguata
copertura degli obiettivi del triennio in Italia,
mentre all’Estero dovremo mantenere la nostra
elevata capacità commerciale a sostegno in particolare
dei volumi previsti per gli ultimi anni del piano.
Prima Cooperativa al mondo, nel luglio 2014 Cmc
ha emesso 300 milioni di euro di obbligazioni quotate
alle borse di Milano e del Lussemburgo supportate dai
rating di Standard & Poor’s e Moody’s, diversificando
così in modo sostanziale le politiche finanziarie
del Gruppo, in un mondo dove i vincoli del credito
sono sempre più determinanti nella vita e per
la sopravvivenza delle aziende.
Tentando di sintetizzare in poche righe il contenuto
di questo Piano riteniamo che i principali
“nodi al fazzoletto” per ognuno di noi siano:
• Mantenere e migliorare costantemente
la capacità del “fare”. Il saper costruire con efficienza,
qualità e sicurezza opere ingegneristiche complesse
è la nostra unica assicurazione di sopravvivenza
nel mercato globale.
• Valorizzare e sviluppare il capitale umano. Su
ognuno di noi grava la responsabilità di formare e far
crescere coloro che saranno la Cooperativa del futuro.
• Recuperare crediti e contenziosi che ci sono dovuti,
in Italia ed all’Estero anche a costo, nel rispetto
dei nostri diritti, di deteriorare le relazioni con le nostre
committenze. Da questo obiettivo deriva la realizzazione
di altre tre condizioni fondamentali previste in questo
piano, quali la riduzione della posizione finanziaria
netta e quindi degli oneri finanziari, la normalizzazione
dei rapporti con i nostri fornitori e la capacità
di sostenere gli investimenti necessari allo sviluppo
della Cooperativa.
Come sempre non sarà facile. Ce la metteremo
tutta contando che ognuno di noi, socio
o lavoratore della Cooperativa, farà la sua parte
con il massimo impegno.
p.04 la Betoniera
Il Portafoglio Ordini Cmc comprende solo contratti che sono stati:
a. aggiudicati a Cmc b. interamente finanziati.
02.a
Faccio l’esempio delle imprese edili. Due sono i filoni
di sviluppo oggi.
02
02.b
02.c
l’intervista
di Roberto Seghetti
Ancora deboli
i segnali di ripresa
02.a Il Presidente nazionale
di Legacoop, Mauro Lusetti
nel suo intervento
all’assemblea.
02.b Massimo Matteucci.
02.c Mauro Lusetti.
02.d-e Il Consiglio dei Delegati
della Cooperativa e
la riunione dei soci nel cantiere
dell’Empedocle in Sicilia,
in preparazione dell’assemblea
generale.
“Il congresso è stato un momento alto per
la nostra organizzazione. Abbiamo chiuso
con l’assise di Roma tre mesi di dibattiti intensi
a livello regionale. Il risultato è stato davvero
soddisfacente: è stato avviato un ricambio della
classe dirigente, come si è visto dai delegati
e con i dirigenti regionali e nazionali, ma senza
strappi, senza rottamazioni, in modo naturale”.
A qualche mese dal congresso nazionale della Legacoop
di dicembre, che è stato un punto di svolta per un nuovo
slancio del movimento cooperativo dopo una crisi
economica che ha messo alla prova la tenuta delle
imprese e alcuni avvenimenti che hanno rischiato
di appannarne l’immagine, La Betoniera ha deciso
di fare il punto sul lavoro già avviato con il presidente
della Legacoop, Mauro Lusetti. “Intanto, nel periodo
successivo al congresso - ha ricordato Lusetti - abbiamo
fatto un primo passo verso il mandato congressuale
di una maggiore presenza negli organismi dirigenti
delle cooperative: su 23 membri della presidenza
nazionale, 12 sono presidenti di cooperative”.
Il Parlamento e il governo stanno intervenendo
su diversi aspetti della legislazione economica.
Servono interventi legislativi di innovazione
anche per le cooperative? “Oggi più che interventi
legislativi abbiamo bisogno di costruire l’organizzazione
02.d
p.05 la Betoniera
del movimento cooperativo. A gennaio, oltre a dare
vita al ricambio al vertice dell’Alleanza delle Cooperative
Italiane con il passaggio della presidenza a Rosario
Altieri, si sono riuniti i quattro gruppi di lavoro
interconfederale. Abbiamo due anni di tempo
per raggiungere l’obiettivo di costruire
compiutamente l’Alleanza nel gennaio del 2017”.
Nel mandato congressuale vi era anche
l’idea di semplificare l’organizzazione
della rappresentanza di settore. Sono stati
fatti passi in avanti in questa direzione?
“Anche dal punto di vista dei settori è cominciato
il lavoro secondo il mandato congressuale. Dobbiamo
semplificare l’assetto della rappresentanza. Legacoop
servizi ha avviato la riflessione con Legacoop Produzione
e lavoro; il settore pesca e le coop agricole hanno
cominciato a lavorare per creare il raggruppamento
dell’alimentazione; coop abitanti e coop sociali
puntano a creare il raggruppamento del welfare;
la riflessione è cominciata anche per cultura, turismo,
media. È un lavoro di semplificazione dei soggetti,
in modo da rappresentare la complessità dell’economia
e della società attuali. È molto importante lo sforzo
di riposizionamento dal punto di vista dell’attualità,
dell’innovazione. Anche in ogni singolo settore oggi
bisogna essere fortemente innovativi. Non basta essere
bravi nelle attività già presidiate.
02.e
Uno è l’internazionalizzazione, ma non possono
seguirlo tutti. Per ottenere un’espansione all’estero
bisogna aver compiuto questa scelta già da tempo,
investendoci non poco dei propri sforzi, come ha fatto
la Cmc. L’altro filone riguarda l’attività nazionale.
Non si può continuare a pensare a una politica
espansiva dell’edilizia. Però, ci sono diverse attività
che possono offrire occasioni e flussi di lavoro:
il completamento dell’infrastrutturazione del Paese,
la messa in sicurezza del territorio, in particolare
rispetto all’assetto idrogeologico, la riqualificazione
urbana... Se si uscirà dalla logica emergenziale
e si penserà all’ambiente e al territorio, come credo
che sia necessario, su queste attività è possibile che
ci siano investimenti pubblici e anche privati.
Poche o tante che siano le risorse messe in gioco,
se c’è una prospettiva di medio-lungo periodo, il flusso
di lavoro che ne deriverà potrà essere importante per
dare una continuità positiva alle imprese. Per cogliere
queste opportunità bisognerà avere, però, le capacità
tecniche e professionali adeguate alle nuove sfide,
al nuovo tipo di impegno”.
Ma si intravede la luce in fondo al tunnel della
crisi? “Intanto ricordiamo che dal punto di vista
generale il 2014 è stato un anno, diciamo così,
problematico. Il movimento cooperativo
ha confermato la propria capacità di resilienza,
ma ha subito contraccolpi pesanti nelle filiere delle
coop abitative e edili, mentre nell’area dei servizi
e delle coop sociali c’è stata una crescita in termini
numerici. Bisogna dire che un altro anno così
risulterebbe fatale per molte delle nostre imprese.
Ciò che si comincia a intravedere timidamente
conferma il dato del Pil dell’ultimo trimestre del 2014:
dal punto di vista dei consumi, degli appalti, di qualche
investimento pubblico, in questa prima parte del 2015
ci sono segnali di movimento”.
Si può essere ottimisti?
“Sono segnali così timidi che nessuno può azzardare
previsioni. Si è fermata la caduta. Abbiamo smesso
di perdere. Questo sì. Ma stiamo ancora in mezzo
a un passaggio difficile”.
Il 2014 è stato anche l’anno in cui sono accaduti
fatti di cronaca che hanno rischiato di appannare
l’immagine del movimento cooperativo.
Quali iniziative si stanno prendendo per condurre
la battaglia contro l’illegalità? “Quest’anno
parte la raccolta di firme per una proposta di legge
contro le false cooperative. Con questa iniziativa
ci collocheremo in modo deciso nella battaglia
per la legalità. Deve essere chiaro che non ci sono
differenze tra imprese grandi e imprese piccole,
tra cooperative e imprese di tipo tradizionale,
ma solo tra gli onesti e chi commette reati. Questa
distinzione deve essere netta. Qualche elemento
di contaminazione lo abbiamo avuto anche noi.
Sono esperienze che ci devono far riflettere e che
ci devono spingere a fare in modo che i nostri valori,
i valori per i quali siamo nati e che continuiamo
a credere positivi, non siano solo declamati,
ma vissuti concretamente ogni giorno nella nostra
attività, nel nostro lavoro, nel rapporto con i soci”.
0.3.b
0.3.a
della cooperativa, di diverse età e professionalità, sono
anche soci cooperatori per cui spesso ci sono delle
convergenze fra il bene dei lavoratori stessi e quello
della cooperativa”.
03
correva l’anno
di Mara Cavallari
Grazie Presidente!
03.a-b Il Presidente Giorgio
Napolitano durante la sua
visita alla sede di Cmc
l’8 gennaio 2011.
03.c da destra: il vice presidente
Guido Leoni, il Sindaco
di Ravenna Fabrizio Matteucci,
Sabato 8 gennaio 2011: una data che resterà
nella storia della Cmc.
Quel giorno, infatti, si aprivano, nel modo più
prestigioso, le celebrazioni per i 110 anni della
cooperativa (costituita il 7 marzo del 1901) con
la visita dell’allora Presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano nella storica sede
di Cmc, in via Trieste 76 a Ravenna.
il presidente Giorgio Napolitano
e infine Massimo Matteucci
03.d Sonia Stefania
nel suo intervento di saluto.
03.e I corazzieri del Presidente
Una giornata lungamente preparata, coi protocolli
da seguire e l’emozione di un appuntamento
irripetibile. Guido Leoni, oggi pensionato, all’epoca
Vice Presidente della cooperativa e gran cerimoniere
dell’appuntamento, ricorda ancora con emozione
quel giorno.
davanti alla sede di Cmc.
“Ricordo la frenesia e la tensione di tutti preoccupati
per la buona riuscita della giornata.
E ricordo la soddisfazione che si percepiva in tutta
l’azienda per una visita che dava lustro a tutti noi”.
Quali furono i problemi principali con i quali vi
siete dovuti misurare? “Ovviamente i problemi legati
alla sicurezza, la questura di Ravenna bonificò tutta
l’area. Ma quello che ci fece davvero impazzire
fu il servizio di sicurezza della Presidenza. Un altro
problema fu il rispetto del protocollo, piuttosto rigido,
della Presidenza della Repubblica. In particolare,
ci fu la storia della sedia. Volevamo per il Presidente,
ovviamente, una sedia importante. Andammo
al Comune di Russi che si era detto disponibile
a prestarci una poltrona antica, tipo piccolo trono.
Ma alla fine la poltrona fu bocciata e utilizzammo
una normale sedia di pelle aziendale”.
Chi certamente ha un ricordo indelebile
di quella giornata è Sonia Stefania che intervenne
in rappresentanza dei lavoratori di Cmc.
“Quella giornata è entrata a far parte di quei ricordi
che difficilmente il tempo può attenuare o cancellare –
ci dice oggi a distanza di 4 anni - Emozione, tensione,
orgoglio, agitazione, gratificazione, interesse sono
la sintesi dei sentimenti di quel giorno in cui avevo
il compito di farmi portavoce e rappresentare
una parte della nostra realtà aziendale, davanti
alla massima carica dello Stato”.
Infine, fu la volta del Presidente Napolitano
che nel suo breve saluto si soffermò, in particolare,
sull’impegno all’estero di Cmc. “Badate – disse – voi
avete una responsabilità come l’hanno tutte le imprese
che operano fuori del nostro paese. È la responsabilità
di mostrare il meglio delle capacità italiane, il meglio
delle risorse e delle potenzialità e anche delle tradizioni
di cui è ricco il nostro Paese. Voi rappresentate una
grande tradizione e una grande realtà”.
“A distanza di 4 anni – dice oggi Guido Leoni –
a Napolitano, che nel frattempo ha terminato il suo
lungo mandato alla Presidente della Repubblica, vorrei
rivolgere ancora una volta un ringraziamento per averci
omaggiato della sua presenza. È stato un onore
conoscere di persona un grande Presidente che è stato
un solido punto di riferimento per tutti in un momento
difficile del paese”.
Chiudiamo con Sonia. “Oggi a Giorgio Napolitano
vorrei dire che in tutti questi anni non mi sono mai
sentita tradita dalla sua persona. Le istituzioni sono
i pilastri di una società civile e democratica e lui ha
interpretato questo ruolo a mio avviso come meglio
poteva, con doti umane e professionali a cui dovremmo
ispirarci. Un uomo, da solo, non può certo condizionare
il cambiamento profondo di una società o di una
economia; può solo contribuire a far parte di un
percorso segnato da tanti altri fattori e contingenze.
Il suo mandato è poi da contestualizzare in un periodo
economico-sociale molto difficile. Il Presidente
Napolitano ha fatto la sua parte e oggi, come quel
giorno, con un po’ di rammarico per il tempo che passa
posso solo dire: “Grazie Presidente!”.
03.c
Cosa ti ha detto il Presidente quando
ti ha salutata? “Nulla di personale, una stretta di mano
e un sorriso compiaciuto che mi sono rimasti impressi
più di qualsiasi discorso. Ho avuto, però, la sensazione
che Giorgio Napolitano abbia apprezzato che quel
discorso fosse stato fatto da una giovane donna”.
Quel giorno la galleria di Cmc si riempì all’inverosimile
di soci e dipendenti della cooperativa e di tante autorità.
Il Presidente di Cmc, Massimo Matteucci, aprì il suo
intervento manifestando l’emozione e il ringraziamento
di tutta l’azienda per l’onore che il Presidente aveva
riservato accogliendo l’invito dell’azienda. E poi ricordò
il lungo cammino di crescita e di trasformazione
della cooperativa.
“Signor Presidente – ricordò, fra l’altro, Matteucci –
l’edificio che ci ospita era in origine il vecchio magazzino
sorto per ospitare le officine meccaniche e di carpenteria
e la produzione di manufatti in cemento. Ristrutturato,
è oggi la sede della nostra società. I vecchi luoghi della
fatica operaia sono diventati gli uffici dei centri nevralgici
di governo e di direzione dell’intero Gruppo. A ben
guardare, qui si possono cogliere, con immediatezza
e suggestione simbolica, le trasformazioni avvenute
e quanto da allora siamo cambiati”.
03.e
Dopo Matteucci fu la volta di Sonia Stefania,
in rappresentanza, come già detto, delle organizzazioni
sindacali dei lavoratori di Cmc. “È importante
sottolineare – disse Sonia – che la quasi totalità
dei dipendenti che fanno riferimento all’organico fisso
03.d
04.a
cooperazione - gli ha fatto eco il presidente di Cmc,
Massimo Matteucci - è importante che il confronto
abbia luogo nelle imprese, anche attraverso iniziative
come questa».
In uno scenario in cui la disoccupazione giovanile tocca
picchi del 40%, anche la cooperazione ne risente e con
essa i suoi soci e lavoratori, ma grazie alla natura e
ai valori fondanti, il mondo cooperativo sembra reagire
in maniera più positiva rispetto alle imprese tradizionali.
«La cooperazione è capace di produrre innovazione,
di rinnovare se stessa e di affacciarsi pronta al nuovo
mondo del lavoro - sostiene Giovanni Monti,
Presidente di Legacoop Emilia-Romagna - Abbiamo
una sfida enorme che è quella di essere in sintonia con
i bisogni sociali ed economici delle nostre comunità,
con le necessità di garantire crescita e di produrre lavoro.
Nella nostra Regione, dal 2008 ad oggi, abbiamo
prodotto posti di lavoro in più per il 7%, mentre le altre
imprese lo ha fatto per il 3,5%. Il momento è senz’altro
drammatico ma la cooperazione dimostra che è capace
di rinnovarsi come ha fatto Cmc, che a suo tempo scelse
di diminuire la presenza nel settore immobiliare
ed essere presente nei mercati internazionali».
04
04.b
04.c
cooperazione
di Nicole Triboli
“Al Lavoro!”
Il Ministro Poletti alla Cmc
04.a.d Il ministro Giuliano
Poletti con il giornalista
Gianni Riotta.
04.b Alfredo Fioretti.
04.c Rudy Gatta.
La Cmc ha ospitato venerdì 23 gennaio, presso
la sua sede, il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti,
per un confronto col giornalista ed esperto
di comunicazione Gianni Riotta. Sul palco anche
il presidente di Legacoop Emilia-Romagna,
Giovanni Monti e il presidente di Unipol-Sai,
Pierluigi Stefanini, davanti ad una platea
di giovani e attenti cooperatori.
04.e Il saluto
di Massimo Matteucci.
“Al Lavoro!” è stato organizzato da Generazioni
e Legacoop Romagna ed è stato il primo appuntamento
del 2015 del network dei giovani cooperatori under 40
di Legacoop. L’incontro ha visto una grande
partecipazione da parte del movimento cooperativo,
numerosi gli interventi dal pubblico, tra cui quello
di Alfredo Fioretti, giovane vice presidente di Cmc,
che ha portato la sua esperienza sottolineando
l’importanza di dare opportunità reali e concrete
ai giovani, coinvolgendoli appieno nello spirito
mutualistico per sviluppare il senso di appartenenza
e di fiducia tipico delle imprese cooperative.
«Ho iniziato a lavorare in Cmc dieci anni fa, quando
avevo trent’anni. Oggi grazie all’esperienza maturata,
alle competenze nuove acquisite, allo spirito che mi
04.d
è stato trasmesso da tutti i miei colleghi, mi sento
orgoglioso di essere vice presidente di una cooperativa
che ha dimostrato nei fatti di scommettere sui giovani
affidando loro ruoli importanti».
Rudy Gatta, coordinatore di Generazioni per
la Romagna, ha aperto il convegno sottolineando i temi
che ne stanno alla base vale a dire impresa e giovani.
«Riflettendo su questi aspetti strategici, abbiamo
pensato di invitare il Ministro Poletti perché in questo
momento storico il tema che deciderà il futuro delle
nostre generazioni è proprio il tema del lavoro».
Il convegno è stato realizzato presso la Cmc non a caso.
Un cooperativa che da sempre ha saputo cogliere
le sfide legate all’innovazione e ha dato prova
di rispondere ai cambi di tecnologia sviluppando
le proprie attività e garantendo lavoro a migliaia
di lavoratori in tutto il mondo «Abbiamo pensato
di incontrarci qui perché la Cmc - continua Gatta mette insieme le parole chiave attorno a cui abbiamo
ragionato: lavoro, generazioni, futuro e innovazione».
«La continuità tra la nostra storia e il futuro
rappresentato dai giovani è al centro dei valori della
04.e
p.07 la Betoniera
E che il tema del cambiamento sia centrale
nel contesto che stiamo attraversando, lo ha affermato
anche il Ministro Poletti nel suo faccia a faccia con
Riotta: «Il punto da cui partire è che bisogna cambiare
prospettive e normative, perché i numeri ci dicono
chiaramente che il mercato del lavoro italiano è un
mercato che non funziona. Col “Jobs Act” cerchiamo
di invertire la tendenza attuale, fornendo maggiori
garanzie e incentivando i contratti a tempo indeterminato.
Oggi solo il 15% degli inserimenti al lavoro avviene
a tempo indeterminato, non si può dire che il mercato
funziona. Il lavoro si aumenta se il sistema economico
cresce e fa investimenti producendo nuove opportunità».
«L’Italia fatica a cambiare - ha continuato Riotta perché non si rende conto che l’innovazione
è un processo, che talvolta può essere anche lungo
e doloroso. Siamo un Paese che non cresce più, ormai
da generazioni. Questo significa che ci troviamo in una
fase di stagnazione e in questo modo non è possibile
affrontare in modo vincente la crisi».
Poletti ha concordato col giornalista e ha evidenziato
un secondo problema del nostro Paese ovvero «abbiamo
bisogno di un cambiamento radicale, ma da molto
tempo le classi dirigenti hanno deciso di non decidere.
Questo favorisce lo status quo e le rendite di posizione:
dobbiamo spingere le aziende a cambiare, prendendosi
il rischio di fare entrare i giovani nei processi decisionali.
Questo è vero anche e soprattutto per le cooperative,
che altrimenti diventano luoghi di immobilismo».
«Quello che serve è un reale cambiamento ha affermato Stefanini - ma il cambiamento non
è neutrale: non può prescindere dal dare dignità
al lavoro, in un grande progetto condiviso per la
creazione di nuove opportunità che nasca da un’idea
dell’economia in cui la condivisione e la responsabilità
collettiva sono prevalenti».
La cooperazione ha la responsabilità, la condivisione e
l’intergenerazionalità nel suo dna. Quello che dovrebbe
fare è riscoprirsi orgogliosa di queste sue caratteristiche
e “buttare il cuore oltre l’ostacolo”, riappropriandosi del
coraggio che la contraddistingue per poter continuare
a fare scelte innovative e capaci di scardinare in maniera
intelligente l’attuale difficile situazione.
05
formazione
di Valentina Crociani
La sfida della motivazione
05.a Fabio Fanecco.
05.a
05.b Foto di gruppo
del workshop a Singapore.
A seguito dei corsi tenuti a Bologna e
Johannesburg fra settembre e ottobre dello scorso
anno, il 22 e 23 novembre si è svolto a Singapore
il workshop “Motivare i collaboratori”
dedicato al management Cmc impegnato
in Asia e facente parte del ciclo “Comportamenti
manageriali per la leadership” avviato nel 2012.
Abbiamo intervistato l’ing. Fabio Fanecco della Business
School dell’Università di Bologna, che ha tenuto il corso,
e il nostro collega Alessandro Gordini, 27 anni,
laureato in scienze politiche e con all’attivo un Master
in Business Administration, che da undici mesi
si occupa del controllo di gestione a Singapore.
Ing. Fanecco, Cmc ha fortemente voluto questo
workshop, tanto da proporlo precedentemente
sia in Italia che a Johannesburg e Singapore.
Quali obiettivi lei e l’azienda avete definito
in fase di progettazione e quali sono stati
conseguiti con successo?
FF L’iniziativa rientra in un percorso formativo di
accrescimento delle competenze manageriali che Cmc
ha già iniziato da tempo.
All’interno di questo contesto abbiamo messo a punto
un nuovo workshop focalizzato alla comprensione
della motivazione come fonte d’ispirazione per
il raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Se questi sono stati raggiunti con successo non spetta
a me dirlo; sono processi che, una volta innescati,
possono dare frutti misurabili nel tempo, non
nell’immediato. Ho però rilevato una forte sensibilità
e attenzione da parte di tutti i partecipanti,
ho incontrato e conosciuto gente preparata e desiderosa
di apprendere le leve motivazionali e gli strumenti
che un capo deve disporre per motivare i propri
collaboratori e - soprattutto - gli atteggiamenti
da assumere per poter essere un leader carismatico
e assertivo, e un buon motivatore.
Alessandro, cosa ti aspettavi da questo corso e per
05.b
cosa pensi possa essere utile nell’organizzazione
e nella gestione quotidiana del tuo lavoro?
AG Da questo corso mi aspettavo esattamente ciò
che ho trovato: due giorni intensi e carichi di concetti
preziosi da spendere nella vita professionale e sociale.
Il rispetto per le persone e una buona comunicazione
sono un valore aggiunto per il contesto in cui
ci troviamo ad operare ogni giorno.
A detta dei partecipanti e dello stesso relatore,
l’esperienza appena conclusa si è rivelata
estremamente pratica e fruttuosa per tutti coloro
che vi hanno preso parte. Quale riscontro auspicate
possa avere nel breve e nel lungo periodo?
FF Questo riscontro non è misurabile con un indicatore
di “performance” specifico. Credo che Cmc debba
essere premiata per il forte impegno che ha profuso
nell’investire nella formazione focalizzata
sull’accrescimento del valore del proprio capitale
umano. Mi auguro che chi ha partecipato a questo
corso si attivi per spingere e guidare i suoi collaboratori
non solo sullo sforzo che essi devono fare nell’eseguire
il loro lavoro, ma sul raggiungimento di un proprio
obiettivo e aspirazione personale che porti alla
soddisfazione delle loro esigenze in quanto persone. Cio
potrà generare un’immensa forza motrice
all’interno di Cmc e una spinta coordinata verso
gli obiettivi aziendali.
AG Credo sia stata un’esperienza molto utile,
ma credo siano necessari ancora molti incontri allo
scopo di trasmettere una forte cultura aziendale.
È necessario formare figure professionali che a loro
volta siano in grado di creare una variabile strategica
forte e di conseguenza un vantaggio competitivo
che sia in grado di mettere l’azienda su un piano
superiore rispetto ai competitors.
Secondo la vostra esperienza, cosa significa
motivare e venire motivati professionalmente?
Quale di questi due aspetti pensate possa
risultare più impegnativo per il conseguimento
degli obiettivi prefissati?
FF Secondo me il concetto di motivazione in azienda
è radicalmente cambiato negli ultimi anni. Tempo fa
la motivazione in ambito professionale era intesa come
“l’espressione dei motivi che inducono un individuo
a compiere una determinata azione”. Oggi continuo
a vedere all’interno delle aziende persone demotivate
lavorare in contesti che non procurano loro entusiasmo,
ma ritengono questa l’unica alternativa per un salario
sicuro. Il rischio di mettersi in gioco cambiando lavoro
o azienda è per questi soggetti troppo alto; lo fanno
in pochi. D’altro canto, è incredibile osservare quante
aziende, soprattutto italiane, associno ancora oggi
il concetto di motivazione al simbolismo de “il bastone
e la carota”, paradigma incernierato unicamente sulle
ricompense o sulle punizioni, che è alla base di tutto
lo sviluppo economico degli ultimi due secoli. È da
decenni che la motivazione è sostenuta in azienda
attraverso la stessa pratica riservata all’addestramento:
si rafforzano i comportamenti virtuosi e si penalizzano
i comportamenti sbagliati. Per cambiare tale paradigma
occorre essere capaci di diffondere nei collaboratori
una visione aziendale, adottando un modello
di gestione delle risorse secondo una logica di sviluppo
delle competenze all’interno di un “gioco di squadra”.
Questo è un aspetto che ritengo essere tra i più
impegnativi per un’azienda che si prefigge di
raggiungere obiettivi ambiziosi. Bisogna saper cercare
dentro ogni persona.
AG Certamente motivare ed essere motivati sono
due sfide importanti ed ugualmente ardue.
Non credo di avere molta esperienza sul “motivare”,
ma ritengo che - in primis - significhi “ispirare”. Sono
convinto che l’essere di esempio abbia un impatto molto
più forte rispetto a qualsiasi altra modalità finalizzata
alla motivazione, poiché spinge al costante
autoapprendimento e al miglioramento continuo
della propria persona.
Bisogna necessariamente essere ciò che si vorrebbe
vedere negli altri, per questo credo che per essere
di esempio sia innanzitutto necessario avere una forte
motivazione personale.
Altro punto molto importante è la consapevolezza della
propria comunicazione nei confronti delle persone che
ci circondano; da essa dipendono il rispetto all’interno
del contesto professionale e personale in cui operiamo.
Essere motivato, invece, significa per me ricercare
la motivazione direttamente dentro me stesso.
La motivazione personale, che venga rafforzata
o indebolita da fattori esogeni, deve comunque partire
in primis da una radicata convinzione interiore.
Altro punto fondamentale è la volontà costante
di imparare, di mettersi sempre in gioco per crescere
umanamente e professionalmente, di cercare nuovi
stimoli e contesti che possano garantire un
appagamento dal punto di vista della carriera, per essere
spinti a fare sempre meglio.
Visto il contesto socio-economico mondiale, quali
sfide ritenete che oggi un’azienda sia chiamata
a compiere in termini di formazione e –
nello specifico – in quella manageriale?
FF Ognuno di noi possiede un’inesauribile riserva
di energia in rapporto a delle specifiche potenzialità
personali. La sfida più impegnativa che un’azienda deve
compiere in termini di formazione è quella finalizzata
a far sì che le proprie risorse facciano dentro di sé
un primo passo: iniziare ad essere consapevoli
delle “Proprie, Uniche, Potenzialità”. Bisogna partire
da un lavoro di individuazione e valorizzazione
delle potenzialità personali, facendo emergere per poi
focalizzare i bisogni e i desideri che ognuno cela dentro
di sé, e che talvolta risultano nascosti o “bloccati”.
Credo sia questa la ricetta giusta che ogni leader
in azienda deve conoscere e saper applicare.
Indistintamente e a ogni livello e funzione aziendale.
AG Il contesto socio-economico mondiale è in continuo
cambiamento. Nondimeno il contesto relativo alla sfera
che riguarda le grandi società multinazionali. Ritengo
che un’azienda moderna e all’avanguardia debba in
primo luogo dotarsi di giovani formati scolasticamente
in diverse discipline e desiderosi di mettersi in gioco
senza avere paura di cambiare contesto lavorativo
o geografico. Di conseguenza, credo sia assolutamente
necessario formare costantemente le proprie figure
chiave tramite un’interazione continua con il mondo
accademico, allo scopo di creare figure complete di alto
livello, in grado di far fronte alle molteplici sfide
che un’azienda come Cmc è chiamata ad affrontare
quotidianamente. Credo sia necessario lavorare
alla formazione di figure flessibili e “creative”, non più
chiamate ad eseguire ripetutamente gli stessi compiti
ma ad approcciarsi con intelligenza e coscienza
alle situazioni. Oggi siamo chiamati a fare molto
di più rispetto ad un tempo, ma con minori risorse.
Come definireste questo workshop, con
un aggettivo?
FF Un solo aggettivo: gratificante. Questa esperienza
è stata per me una fonte incredibile di motivazione.
AG Un buon inizio.
06.1.a
il 17% anomalie negli impianti elettrici, l’9% anomalie
sull’uso dei dispositivi di protezione individuali, mentre
il restante 61% è relativo ad altre non conformità alle
norme di legge. Nel 2014, rispetto all’anno precedente,
registriamo un sostanziale mantenimento dei punteggi
medi rispetto alle irregolarità rilevate.
06.1
06.1.b
06.1.c
sicurezza
di Maurizio Didonè
Il 2015 sarà un anno di sfide e mi auguro di ulteriori
successi per il Servizio Sicurezza e Ambiente. Anche per
il prossimo anno il Servizio non verrà meno nell’impegno
di sostenere i cantieri nello sviluppo delle attività
formative e di sensibilizzazione. Dopo i successi degli
ultimi mesi, grazie all’attiva partecipazione del personale
preposto, perseguiremo nell’organizzazione di incontri
di sensibilizzazione in materia di Sicurezza sul Lavoro
e Protezione dell’Ambiente. Incontri che per l’appunto
nel corso del 2014, hanno prodotto questi risultati:
• un incremento delle attività formative/informative
(Toolbox);
• un incremento del numero di segnalazioni (near-miss).
Indici, che sottolineano una significativa presa
di coscienza di gran parte dei collaboratori su queste
tematiche. Rinnoviamo le nostre congratulazioni
ai vincitori, e nel ricordare che la sicurezza nei posti
di lavoro dipende prima di tutto da noi stessi,
diamo appuntamento all’edizione 2015 del concorso
“Vai sul Sicuro!”.
L’elenco dei premiati
“Vai sul Sicuro 2014”:
ecco i vincitori
06.1.a I premiati del porto
di Ancona.
06.1.b Maurizio Didonè.
06.1.c Pulejo e Bona
Premiati nel corso dell’assemblea dei soci del 7
marzo, i vincitori del concorso “Vai sul Sicuro!”.
I premiati sono stati scelti nel Settore Marittimo
sono i Cantieri di Piombino e Ancona per l’Italia.
All’estero i Pm e gli Hse Manager Cantiere Coca
Cola in Mozambico.
del cantiere di Piombino.
Il 7 marzo, nel corso dell’assemblea dei soci, tenuta
presso la sala Teodorico del Grand Hotel Mattei
di Ravenna, si è svolta la giornata della premiazione
dell’undicesima edizione del concorso aziendale
“Vai sul Sicuro!”. Accompagnati dalle congratulazioni
di tutti i partecipanti all’assemblea, i vincitori per l’Italia
hanno ricevuto dal Presidente gli attestati di merito
ed il tradizionale ricordo dell’iniziativa per l’estero
la consegna è avvenuta virtualmente a mezzo
un contatto diretto. Per questa edizione del concorso
hanno vinto alcuni colleghi del settore marittimo.
La scelta si è basata fondamentalmente su due criteri:
il grado di conformità alle norme di sicurezza sul lavoro
3 domande a...
3 domande a Barbara Doronzo e Gloria Bassi,
addette della Qualità e Sicurezza in due dei
cantieri premiati quest’anno: Piombino e Ancona.
Mi descrivi il cantiere per cui sei stata tra
le vincitrici del Premio Vai sul Sicuro 2014?
Barbara Il Cantiere Mise nel Porto di Piombino
iniziato nel marzo 2012 è in fase di completamento.
Il 2 febbraio è stata ufficialmente comunicata la fine
lavori: due banchine commerciali lunghe 455 m con
un dente di attracco per navi Ro-Ro costituiscono
la prima grande opera che la Cmc consegna al porto
toscano. Il Cantiere “Piombino II”, invece, iniziato
nell’aprile del 2014, consiste nel prolungare
il sottoflutto, realizzare il nuovo sopraflutto, un’area
di recupero di suolo a mare delimitata da scogliere
in massi naturali e destinata ad accogliere i fanghi
di dragaggio, un piazzale operativo ed una banchina
in palancolato metallico. L’eterogeneità delle
lavorazioni, caratteristica comune ad entrambi
gli appalti, ha comportato e comporta la presenza
contemporanea di 10-12 imprese in cantiere e circa
80-90 addetti al lavori.
Gloria Cmc è presente nel Porto di Ancona con
2 cantieri. Il 22 marzo 2012, all’Ati in cui Cmc
è mandataria con il 50,1%, sono stati affidati i lavori
di realizzazione del nuovo molo di sopraflutto. L’opera
è una diga a gettata costituita da pietrame, massi
naturali e circa 10400 tetrapodi. La prefabbricazione
e la posa dei tetrapodi viene eseguita direttamente
da Cmc con mezzi e maestranze proprie.
Attualmente sono impiegate nelle operazioni
di prefabbricazione 14 unità, mentre nelle operazioni
p.09 la Betoniera
e l’andamento nell’anno degli infortuni del cantiere.
Il grado di conformità è determinato attraverso l’esito
delle verifiche a cui i cantieri sono soggetti nel corso
dell’anno i cui esiti danno luogo ad un punteggio che
viene assegnato agli stessi cantieri, tenendo conto del
numero di irregolarità riscontrato durante le ispezioni.
Alle irregolarità viene assegnato un peso correlato alla
loro gravità, valutato in base all’ entità delle eventuali
conseguenze in caso di incidente. Per esempio,
una carenza da cui potrebbe scaturire un incidente,
con conseguenze irreversibili o letali è tenuta in conto
con un peso maggiore rispetto ad altre irregolarità.
Il punteggio ottenuto sommando tutte le irregolarità
valutate con il loro peso permette di costruire
una classifica dei cantieri più sicuri. Nel corso del 2014
sono state svolte, in Italia, 63 ispezioni, in aggiunta
a quelle quotidianamente svolte dai servizi di prevenzione
e protezione di cantiere.
Sono state rilevate 64 irregolarità, di queste: il 13%
ha riguardato carenze sulla predisposizione di ponteggi,
di posa un motopontone e un escavatore a fune.
La fine di entrambi i lavori è prevista a giugno 2015.
Cosa significa per te sicurezza?
Barbara Il primo approccio tecnico con la parola
sicurezza nasce spesso sui “banchi di scuola” dove
l’impronta normativa e puramente didattica non
consente, a mio avviso, di cogliere la reale importanza
ed eterogeneità del termine. La parola sicurezza
è sinonimo di libertà: libertà di lavorare in ambiente
sicuro e di coordinare tutte le attività presenti in cantiere
salvaguardando la salute e l’integrità fisica di chi
vi opera e perseguendo la produttività programmata.
Gloria Sicurezza significa contribuire nella riduzione
di tutti i rischi che possono presentarsi nell’esercizio
di ciascuna attività, cercando in tutti i modi di prevenirli
per la tutela del lavoratore. Dunque occorre
sensibilizzare sempre più su questa materia, poiché
mette al primo posto la vita.
New Coca-Cola Bottling Facility Baby Boleley, Crespo
Macuvele, Jonas Mafumo, Nataniel Simbine, Mário
Ducay, Jovelito Rayes, Giuseppe Cattaneo, Giuseppe
Facchinetti, Dauchande Martims, Zito Silva P. Mugoa,
André Carlos, David Chongo, Célio Gaspar, António
Naife, Benedito Cabral, Gabriel Miguel, Francísco Bila,
Basílio Mendes, Cesar Sousa, Joaquim Miguel Tómas,
Acácio José Ferreira, David Paulo, Manuel Barbosa,
Arlindo Salazar, Cristian Dussin, Stefano Bonaventura,
Gianni Baldisser, Fernando Guirrugo, Ibrahimo Mahoche,
Bertino Alberto, José Pechiço, Alberto Pechiço, Matias
Samuel, Felix Alberto, A-mérico Zivane, António Bombe,
Abel Litige, Adolfo Libombo, Crimildo Vilanculos, Batho
Diseko, Mª Inês Garcia, Valente Sitoe, Rosta Vuma,
Sebastião Salomão, Euclides Eusébio, Jorge Gingo,
Eusébio Keguelane, José Estevão, Wilson Chidambo.
Porto di Ancona - Tetrapodi e Newport Alessandro
Depasquale, Alessandro Maltoni, Angelo Fornaro,
Antonio Loscialpo, Dino Soldati, Edmond Haskaj,
Francesco Tolentino, Giampaolo Casalino, Gloria Bassi,
Loris Errani, Luca Miani, Luigi Picone, Massimo Malpassi,
Ruggero Francesco Rau, Sito Aniello, Raffaele Bortone,
Daci Afrim, Stefano Marchetti.
Porto di Piombino - Interventi infrastrutturali
e Mise Marco Angeloni, Nicola Bona, Francesco D’Alò,
Barbara Doronzo, Marco Giovarruscio, Lucia Illuminati,
Valentina Leoni, Antonino Pulejo, Simone Ventura,
Vincenzo Viola.
Com’è strutturato il servizio sicurezza
e ambiente e com’è stata la collaborazione
con il servizio di sede?
Barbara In entrambi i cantieri, il Servizio è gestito
dal Direttore di Cantiere e dal Responsabile
di Produzione che si avvalgono del supporto
di un Aspp (Cmc). Il rapporto con la sede
è imprescindibile e continuativo: il controllo
delle attività svolte in cantiere attraverso
la condivisione degli aspetti normativi,
del know how aziendale e delle procedure
sono aspetti necessari ai fini del continuo
miglioramento dei risultati perseguiti.
Gloria Per entrambe le Unità Produttive rappresento
l’addetta alla sicurezza e all’ambiente, pertanto
mi coordino con i due Responsabili di Produzione
e il Servizio di sede, che si è reso sempre disponibile,
dandomi tutto il supporto necessario per questa mia
prima e proficua esperienza nel mondo della Sicurezza.
07.1.a
07.1
07.1.b
lavori in corso
di Giorgio Clavarino
C926: finiscono i lavori
di scavo allo “Stadium shaft”
07.1.a-c Bellissime foto dal
nostro cantiere di Singapore.
Lo scorso 11 febbraio non è stato un giorno
qualunque per il personale di Cmc impegnato
a Singapore per i lavori affidatigli dalla Land
Trasport Authority (Lta) nella realizzazione
del lotto “C926” della linea di metropolitana
Downtown Line 3. In seguito all’installazione
dell’ultimo anello da parte della Tunnel Boring
Machine chiamata “Beatrix”, che ha completato
la sua corsa al confine tra il nostro contratto
“C926” e l’adiacente affidato ad un altro
Contractor, si sono, infatti concluse, le operazioni
di scavo meccanizzato allo “Stadium”.
Una storia iniziata con lo scavo del pozzo di lancio
(30m di diametro 37m circa di profondità) tanti mesi fa,
nel corso dei quali si sono avvicendati i lavori di scavo
meccanizzato da parte delle frese “Beatrix” e “Chloe”
lungo le due direzioni del treno denominate “Expo
Bound” e “Bukit Panjang Bound” per un totale
di circa 2.170 metri di scavo.
Questo traguardo è stato raggiunto superando
numerosi ostacoli ed imprevisti che si è stati in grado
di affrontare con grande sforzo e in maniera brillante.
Numerose sono state infatti le criticità che
si sono palesate in tale contesto nel corso di tutte
le lavorazioni: di natura organizzativa, legate alla
difficoltà di reperire personale, dovendo sottostare alle
difficili condizioni imposte dalla burocrazia singaporiana,
e al consistente turnover che ha minato la stabilità
e la coesione dello staff impegnato; di natura tecnica
e contrattuale, relative alle fase di progettazione
e realizzazione del pozzo, alle operazioni di montaggio
e smontaggio delle macchine, ai problemi
di allineamento delle stesse e alle diverse strategie
che sono state adottate per fare in modo che venisse
aumentata la loro produttività, ai delicati passaggi
durante i quali le frese passavano al di sotto di strutture
importanti (quali per esempio banche e attività
commerciali varie) o quando attraversavano porzioni
di territorio complesso dal punto di vista geografico.
L’occasione era di quelle importanti, motivo per cui, per
“salutare” il completamento delle operazioni di scavo
nello “Stadium” ad opera di “Beatrix”, il personale
incaricato, in presenza anche della Direzione Lavori
e degli ispettori della qualità, ha voluto celebrare
il momento con un piccolo rinfresco, a cui hanno
partecipatole persone che hanno contribuito al
raggiungimento di tale obiettivo, che finalmente hanno
potuto fermarsi un attimo e osservare il risultato
p.10 la Betoniera
ottenuto grazie ad un coordinato lavoro di squadra.
Con il termine delle operazioni di scavo ad opera di
“Beatrix”, è stato così raggiunto un passo importante
verso il definitivo completamento del progetto “C926”,
per il quale rimangono infatti da ultimare gli scavi
(circa 750 metri) dell’altro pozzo dove altre due frese,
denominate “Hayley” e “Lizzi”, finiranno i lavori
nei prossimi mesi.
Una volta completate tutte le operazioni di scavo
meccanizzato richieste le Tunnel Boring Machines
impegnate potranno infine riposare ed essere quindi
destinate a nuovi utilizzi.
07.1.c
07.2
07.2.a
lavori in corso
Caduto l’ultimo diaframma
della galleria Basci
07.2.a-c Nelle foto il momento
della caduta dell’ultimo
diaframma della galleria.
Alla fine di febbraio sono terminati i lavori
di scavo e rivestimento della galleria Basci
nell’ambito dei lavori per la realizzazione
della variante Ss 1 “Aurelia” – viabilità di accesso
all’hub portuale di Savona, nei territori
di Albissola Superiore e Albissola Marina.
I lavori, commissionati da Anas al Consorzio Letimbro
– di cui Cmc è capofila – sono stati realizzati grazie
07.2.c
all’utilizzo di una Tbm del diametro di 13,72 m
che ha iniziato lo scavo, lungo circa 500 metri,
nell’aprile del 2014.
I lavori di costruzione della variante alla statale
1 “Aurelia” tra Albissola e Savona, per i quali
è prevista la realizzazione di tre svincoli, quattro
gallerie naturali e tre viadotti, hanno raggiunto
al momento circa il 25% del totale.
07.2.b
Il maltempo non rallenta
i lavori a Piombino
Dopo 10 mesi dalla consegna dei lavori,
il cantiere procede a spron battuto: sono già
state ralizzate opere per circa 54.000.000 euro,
pari ad un avanzamento del 66,6%.
Sono state ultimate tutte le scogliere che
delimiteranno il nuovo molo del porto di Piombino
ed il dragaggio dei fondali per un volume pari
a 2.790.000 mc, grazie all’impiego H24 di due
draghe Tshd (Hopper) e Csd (Cutter).
A buon punto è anche l’esecuzione delle opere
in cemento armato, nonostante il maltempo
e le violente mareggiate che si sono abbattute
su Piombino. Sono stati completati, circa 7 conci
della trave di contrasto della banchina est, pari
a circa 295 metri su 400 totali, per complessivi
5900mc di calcestruzzo, più di 160.000kg di ferro.
Aperto anche il fronte relativo alla trave
di coronamento del palancolato, con l’assemblaggio
di circa 23.000kg di ferro e 150mq di casseri,
e quello del muro paraonde, per il quale
è già stato posato il ferro del primo concio.
Sono stati realizzati anche 5 cassoni celluri
(sui 10 previsti in appalto) di cui 3 relativi
al prolungamento del molo Batteria, varati
e riempiti, e 2 inerenti al prolungamento
della Diga nord.
p.11 la Betoniera
07.3
07.3.a
lavori in corso
di Luca Antonetti
La sfida vinta nel
cantiere della T.E.E.M.
07.3.a Svincolo A4 - T.E.E.M.
La preparazione delle varici
prima della costruzione della
galleria GA001.
07.3.b Svincolo A4 - T.E.E.M.
L’attivazione delle varici.
Si sviluppa prevalentemente in trincea il Lotto A
(Nord) della T.E.E.M. (Tangenziale Est Esterna
di Milano) i cui lavori procedono celermente nel
rispetto del termine fissato al 30 aprile prossimo
per la fine delle attività della 1° fase, legata
all’apertura della linea principale per l’ Expo
e per febbraio 2016 per le opere connesse,
a supporto del territorio.
07.3.c Svincolo A4 - T.E.E.M.
Vista notturna durante
l’attivazione delle varici.
07.3.d Getto soletta
della galleria GA001.
07.3.e GA001 - Terminata
la soletta copertura
Il tratto a Nord, lotto A, assegnato alle cooperative,
è lungo 6,150 km e presenta una serie di criticità,
che, da nord a sud sono rappresentate dalla galleria
dello svincolo sulla A4, dalle gallerie sotto il canale
Villoresi e sotto la metropolitana MM2 e dalla galleria
Martesana, sotto l’omonimo canale. Tali criticità hanno
rappresentato fin dall’inizio, il focus principale dei
problemi da risolvere: ad oggi sono stati tutti risolti.
di realizzare una media di 6/pali/giorno con un
doppio turno di lavoro per ogni macchina operatrice.
I pali da realizzare, a sostegno dell’intera galleria
(compresi dei pali di imbocco), erano complessivamente
204. L’inizio è stato segnato dalla difficoltà di avere
l’area operativa completamente disponibile (abbiamo
dovuto realizzare 2 “varici” esterne al tracciato, attivate
in tempi diversi per problemi di traffico imposti dal
concessionario Aspi), e quindi le attrezzature hanno
potuto operare contemporaneamente solo dopo due
settimane. Il 5 luglio dello scorso anno abbiamo avuto
la disponibilità completa dell’area di lavoro.
Il 20 luglio, dopo avere scavato in quota l’impronta
della galleria e deviata l’idraulica esistente (tubi
del 1200/1400 m/m), per evitare eventuali problemi
di allagamento dello scavo dove si doveva operare,
finalmente sono iniziati i lavori.
07.3.b
con posa travi in c.a.p.
07.3.f GA001 galleria
terminata - riattivata A4
su sedime originario.
In particolare, la galleria denominata GA001, che insiste
sotto l’impronta della A4, è stata una vera e propria
sfida, per i problemi burocratici con la concessionaria
Aspi (Autostrade per l’Italia), per il poco tempo
a disposizione e soprattutto con la presenza di un
materiale litoide poligenico molto resistente – “ceppo”
(resistenza paragonata ad un cls Rck compreso tra 30/40
MPa) esteso per tutta la superficie che ha interessato
la galleria, collocato a circa 8,00 mt dal piano viario della
A4, per una “potenza” con uno spessore medio
superiore ai 10,00 mt. Il progetto esecutivo, prevedeva
la realizzazione di una paratia in diaframmi (metodo
Milano) del diametro del 1200 m/m.
Vista l’esperienza maturata lungo la linea principale
in corrispondenza della trincea chiusa è stata studiata
una paratia con pali del 1200/1300 anziché diaframmi
del 1200, utilizzando macchine aventi caratteristiche
tali da “vincere” la resistenza del materiale presente,
dotate di attrezzature specifiche.
Sono state utilizzate 2 attrezzature della Bauer, una
BG28 ed una BG39: quest’ultima arrivata direttamente
dalla fabbrica tedesca. Per superare il materiale litoide
presente “ceppo”, il progetto di variante ha previsto
di realizzare i pali in 2 fasi. La 1° fase con un diametro
del 1300 m/m, infiggendo nel terreno ghiaioso
un carotiere del diametro del 1300 m/m, attestandolo
per circa 50/100 cm sopra l’estradosso del materiale
litoide poligenico “ceppo”.
Nella 2° fase è stata sostituita l’attrezzatura, utilizzando
un carotiere del diametro del 1200 con particolari
“picchi” che servivano ad incidere e penetrare nel
materiale litoide duro, per arrivare fino alla profondità
richiesta dal progetto, facendo leva sulla coppia che
le attrezzature della Bauer sviluppano (quasi 40.000
Ton/mt) per superare l’attrito del materiale presente
e la relativa disgregazione durante l’avanzamento
nel materiale duro. La scelta delle macchine operatrici
dotate di attrezzature specifiche hanno permesso
Due fattori hanno reso questa operazione
estremamente difficoltosa e critica:
07.3.c
• lo scavo dei pali interessava, per circa 10 m,
uno strato di terreno fortemente cementato
(il cosiddetto “ceppo” o “conglomerato poligenico”)
di altissima resistenza variabile tra i 300 e i 400 Kg/cmq
(praticamente un eccellente calcestruzzo);
• l’area di lavoro non poteva essere resa completamente
disponibile sin dall’inizio a causa della presenza di un
importante collettore fognario che attraversava il cantiere.
Per questo, nelle prime due settimane di lavoro, è stato
possibile lavorare con una sola attrezzatura.
In questo contesto, il tempo concesso, che già risultava
estremamente compresso per l’esecuzione di pali
“tradizionali”, appariva oltre i limiti della fattibilità.
Infatti, le tempistiche di scavo con normali macchine da
scavo, registrate in analoga tipologia di terreno durante
l’esecuzione delle altre opere poste nelle vicinanze,
non permettevano di preventivare più di 2 pali/giorno
per ogni attrezzatura di scavo e la iniziale limitatezza
dell’area a disposizione imponeva l’avvio dei lavori
con una sola attrezzatura. Sembrava una missione
impossibile e la programmazione generale dei lavori
non consentiva alcuna deroga.
07.3.d
La prima fase è stata caratterizzata dalla preparazione,
con lo scavo in quota e la formazione del cordolo
di lavoro, affinchè tali pali non subissero disassamenti
e/o inclinazioni dannose per il prosieguo successivo
dei lavori, soprattutto in fase di chiusura,
con la realizzazione delle pareti di rivestimento
finale, ottenute con la posa di lastre in predalles.
È stato nel frattempo allestito un impianto di bentonite
per il recupero della stessa durante le fasi di posa gabbia
e getto in cls. Durante l’esecuzioni dei lavori, a causa di
rotture delle attrezzature, è stato necessario prevedere
turni notturni di lavoro per recuperare il tempo perso.
Il 28 agosto è stato realizzato l’ultimo palo previsto
in progetto di variante. Nel frattempo è iniziata
la scapitozzatura della testa dei pali in questione
(sono state realizzate 3 file di pali di 50 pali/cadauna,
oltre ai pali di imbocco), per predisporre il getto del
cordolo superiore a sostegno delle travi in c.a.p. che
sono state posate nei tempi previsti nel programma
lavori. Dall’ 8 al 13 settembre sono state posate tutte
le travi di copertura. Il 23 settembre è stato realizzato
il getto in cls della soletta di copertura.
In due tempi diversi, nel fine settimana, è stata
riattivata l’autostrada A4 sul sedime originario:
prima la carreggiata est in direzione VE e la settimana
successiva la carreggiata Ovest in direzione Milano.
07.3.f
p.12 la Betoniera
Alla fine, tutti i tempi programmati sono stati rispettati
e il 18 dicembre 2014, alla presenza di autorità politiche
e tecniche, c’ è stata la cerimonia per l’abbattimento
dell’ultimo diaframma della galleria.
07.3.e
07.4.a
07.4
07.4.b
07.4.c
07.4.d
lavori in corso
Nel cantiere dello Shanxi
ha iniziato a scavare la Tbm
Lo Yellow River Diversion Project, nella
provincia dello Shanxi in Cina, è un progetto
acquisito da Cmc nel 2013.
Terminate le operazioni di assemblaggio della
Tbm del fornitore Seli, i lavori sono partiti alla
fine di febbraio.
Servirà a deviare l’acqua dal serbatoio
della centrale idroelettrica di Tianqiao a 4
città e 16 contee attraverso un tunnel la cui
lunghezza totale sarà di 23,76 km e che sarà
scavato con una Tbm doppioscudata.
La cosa interessante di questa commessa è che
i prima 3,8 km saranno scavati lungo una specie
di discenderia che ha imposto l’utilizzo di speciali
locomotori e rolling stock con un sistema frenante
appositamente studiato.
07.5
07.5.a
lavori in corso
Un cantiere con
tanti “spettatori”
07.4.a-d Le fasi di montaggio
della Tbm.
07.5.a-c Il cantiere per
la realizzazione della
metropolitana di Torino.
Sono partiti a ritmo sostenuto i lavori per
la realizzazione della tratta “Lingotto-Bengasi”
della linea 1 della Metropolitana di Torino,
che consistono nella costruzione di due stazioni
(“Italia ’61-Regione Piemonte” e “Bengasi”),
tre pozzi di ventilazione e una galleria lunga
1,9 km, scavata interamente con Tbm.
Il tratto Lingotto - Bengasi della linea 1 della
metropolitana di Torino presenta una lunghezza
di circa 1,9 km con origine all’estremità della
stazione Lingotto, terminale della precedente
tratta funzionale Porta Nuova-Lingotto.
07.5.b
Questo tratto comprende 2 stazioni, Italia 61
e Bengasi, 2 pozzi di ventilazione dì intertratta
(PB1 e PB2), il pozzo terminale di fine tratta (PBT)
a circa 200m oltre la stazione Bengasi, ed un
manufatto di bivio, collocato tra la stazione
Lingotto ed il pozzo di ventilazione di intertratta PB1.
Il cantiere si sviluppa in area prettamente
urbana, densamente antropizzata, e l’appalto
si caratterizza per numerose interazioni con altre
opere pubbliche e private preesistenti o in corso
di progettazione o realizzazione.
I lavori sono seguiti dalla “partecipazione”
di un folto pubblico impaziente di vedere
l’opera ultimata
p.13 la Betoniera
07.5.c
07.6
07.6.a
07.6.b
lavori in corso
di Claudio Cuccorese
Prime foto dal cantiere
dell’Aga in Algeria
07.6.a-b Inaugurazione
della mensa nel campo base.
07.6.c Il cantiere algerino.
Proseguono i lavori cominciati nel giugno
scorso nel cantiere algerino dell’Aga.
Attualmente si stanno eseguendo i primi
fabbricati che saranno destinati alle attività
di manutenzione e ad ospitare gli agenti
della protection civile e della gendarmerie.
Giovedì 12 febbraio, intanto, è stata inaugurata
la mensa all’interno del campo base situato
a Constantine. L’appalto riguarda una tratta
autostradale di 400 km circa e prevede
la ristrutturazione di 19 svincoli, la costruzione
di 34 edifici per i servizi e gli uffici per la manutenzione
07.7.a
07.6.c
autostradale, di 22 stazioni di pedaggio e di circa
120 edifici minori, per un totale di una superficie
utile di circa 90 mila metri quadrati.
L’appalto prevede anche tutti gli impianti necessari
per la gestione e la sicurezza del traffico in accordo
con le più recenti tecnologie: 60 stazioni radio,
25 stazioni meteorologiche, 45 stazioni per la raccolta
dei dati di traffico, 530 colonnine SoS, pannelli
a messaggio variabile, sistemi di video-sorveglianza.
L’importo dell’appalto ammonta a circa
286 milioni di euro.
07.7
lavori in corso
Proseguono i lavori nel
cantiere di Johannesburg
07.7.b
07.7.a-b Foto da cantiere
di Johannesburg.
Intense e profonde attività di estrazione mineraria
hanno caratterizzano negli anni la regione che
circonda Johannesburg. In particolare, nelle
miniere ormai dismesse dei bacini del
Witwatersrand, l’accumulo di acque profonde
acide (chiamate anche “Amd”: Acid Mine Drainage)
minaccia di contaminare gli acquiferi superficiali
con conseguenti catastrofici danni ambientali.
In questo scenario il TCTA, Trans Caledon Tunnel
Authority, su indicazione del ministro del Department
of Water Affairs del Sud Africa, ha studiato e finanziato
un progetto infrastrutturale di intervento a breve termine
per contenere la risalita delle Amd mantenendo il livello
di risalita al di sotto del livello ambientale critico
attraverso un sistema di estrazione e neutralizzazione
dell’Amd seguito da restituzione all’ambiente delle
acque e fanghi di processo neutralizzati.
Nel maggio dello scorso anno, il consorzio Cmc PG
Mavundla Engineering Eastern Basin Jv si è aggiudicato
i lavori per un importo di oltre 956 milioni di rand
sudafricani, corrispondenti a circa 92 milioni
di dollari americani.
In breve, i lavori comprendono la costruzione della
stazione di pompaggio superficiale operante nei pozzi
di miniera completa di pompe (in totale 3, ciascuna
in grado di sollevare acqua da 330 m di profondità
al tasso di 400 l/s); delle necessarie pipelines di processo;
dell’impianto di trattamento dell’Amd ad H.D.S.
(capacità di 106.000 m3/giorno) che comprende, a sua
volta, un sistema di pre-trattamento con calcare, reattori
di aerazione e neutralizzazione con idrossido di calce,
precipitazione di metalli pesanti e eccesso di solfati;
di una condotta di restituzione acque trattate (1 km)
e di una condotta di restituzione fanghi (30 km);
di 7 edifici di controllo e amministrazione
dell’impianto e relativa urbanizzazione con strade
di accesso e condotte acque nere e bianche.
Finalmente ripartiti
i lavori in Angola
Nuovo appalto
a Beirut
Sono ripartiti i lavori per la realizzazione
dell’autostrada Soyo-Kifuma in Angola.
La nostra cooperativa ha ricevuto una lettera
di aggiudicazione dal Council for Development
and Reconstruction di Beirut (Libano) per
la realizzazione di circa 24 km di tunnel e di
un acquedotto per l’alimentazione idrica di Beirut.
Alla fine dello scorso mese di novembre, Sace aveva
garantito un finanziamento da 164 milioni di euro –
strutturato da BNP Paribas CIB nel ruolo di Sole
Structuring Bank e Agent Bank – in favore
del Ministero delle Finanze angolano per
il completamento dei lavori di costruzione
dell’ultimo tratto dell’autostrada Luanda-Soyo
(N’Zeto-Soyo) affidati a Cmc.
Il progetto, del valore complessivo di 250 milioni
di euro, prevede la realizzazione di 44,8 chilometri
di strada a due carreggiate per senso di marcia
(dei 500 chilometri previsti in totale) per l’autostrada
che collegherà la capitale Luanda alla città di Soyo,
nell’area settentrionale del Paese, regione di primaria
importanza per l’industria estrattiva del petrolio.
p.14 la Betoniera
L’importo dell’appalto è pari a circa 165
milioni di euro, in parte finanziato dalla
Banca Mondiale.
I tunnel saranno scavati con due Tunnel
Boring Machines (Tbm).
07.8
07.8.a
lavori in corso
di Salvatore PIcone
che sarà la piazzola di sosta e al completamento
dell’impermeabilizzazione della struttura),
alla galleria Caltanissetta la Tbm “Barbara” ha già
scavato quasi tre chilometri.
A meno di un anno dall’inizio dello scavo del primo
tunnel, i lavori hanno dato finora grandi risultati.
L’importanza del metodo di scavo meccanizzato è ormai
noto a tutti in città e in provincia di Caltanissetta.
Caltanissetta, l’eccellenza dei
lavori e i rapporti col territorio
07.8.a Il vescovo
di Caltanissetta in visita
al cantiere dell’Empedocle 2.
07.8.b Il plastico della Tbm
al lavoro a Caltanissetta.
La Tbm “Barbara” ha già scavato quasi tre
chilometri. Alla galleria “Papazzo” lavori
di completamento della canna destra. E in città
la Cmc sta realizzando il “Giardino della legalità”.
Il Vescovo: “Siete un corpo unico che sta dando
al territorio un forte segnale di crescita”.
La Tbm, in Sicilia, lavora alla grande. In queste settimane
si arriverà a tre chilometri di scavo. Ne manca uno
per completare la prima canna della lunga galleria
Caltanissetta, l’importante opera dei lavori di raddoppio
della strada statale 640. Sulla “Agrigento Caltanissetta” i lavori proseguono a ritmi veloci.
Lungo tutto il tracciato del secondo lotto sono visibili
gli interventi dell’impresa. Le deviazioni danno l’idea
di lavori in corso per l’ammodernamento di una
strada importante per la viabilità dell’isola.
Viadotti in costruzione, gallerie in fase di realizzazione,
svincoli e nuovi percorsi rendono adesso più chiaro,
ai cittadini, l’intervento in corso da parte dell’Empedocle2,
il Contraente generale guidato dalla Cmc.
E se alla galleria “Papazzo”, prima dell’estate, si
completerà la canna destra, come assicurano i tecnici
della Cooperativa impegnati in Sicilia (attualmente
si sta provvedendo alla realizzazione di quella
La consapevolezza che in questa parte della Sicilia
si sta realizzando una galleria con metodi internazionali
emerge anche dagli interventi pubblici di cittadini,
professionisti e istituzioni. Tant’è che recentemente
anche il Vescovo di Caltanissetta, Monsignor Mario
Russotto, ha definito questi lavori “un’eccellenza del
nostro territorio”. Proprio così. Il Vescovo, molto legato
al cantiere dove tra l’altro è stata realizzata tempo
fa anche una piccola chiesetta dedicata al papa operaio,
Giovanni Paolo II, lo scorso 5 marzo ha celebrato
una messa al campo base di “Empedocle2”.
“Continuate a lavorare bene – ha detto Monsignor
Russotto – animati dai sentimenti della solidarietà,
della cordialità e dello spirito di accoglienza. Questo
è un lavoro di eccellenza, fatto per bene – ha aggiunto –
e grazie a tutti voi finalmente avremo una strada nuova
che è un impegno per il futuro di questa terra. Siete un
corpo unico che sta dando al territorio un forte segnale
di crescita. E anche quando ci sono inconvenienti,
andate avanti con onestà e vedrete che la gente
continuerà a stare dalla vostra parte”.
Parole che incoraggiano senz’altro tutti i lavoratori
impegnati sulla Ss 640.
07.8.b
“La vicinanza con le istituzioni del territorio
è fondamentale per l’impegno che mettiamo giorno
dopo giorno per la costruzione della nuova 640”,
ha detto l’Ing. Pierfrancesco Paglini, project manager
dell’Empedocle. Così come è avvenuto, sempre
nei giorni scorsi, per la realizzazione del “Giardino
della legalità” che la Cmc sta realizzando nel centro
urbano di Caltanissetta.
Il sindaco Giovanni Ruvolo, in occasione della posa
della prima pietra del parco urbano, ha parlato
di considerevole sinergia e collaborazione tra il Comune
e l’impresa coinvolta nei lavori: “Un bell’esempio –
ha detto – di partecipazione e cooperazione che
restituisce alla città un luogo finora abbandonato”.
Anche questo è un progetto che mira ad un rapporto
positivo con la città che segue con interesse i lavori,
soprattutto quelli in corso per la realizzazione della
galleria sotto la collina Sant’Elia. Dove già si pensa
al traguardo dei primi quattro chilometri il cui scavo
è stato definito da record nazionale grazie alla Tbm
il cui plastico in scala accoglie i visitatori nella sede
del Contraente generale.
Cominciati i lavori per
l’ampliamento dell’Esp
Al via l’assemblaggio della Tbm
nel cantiere dell’ Alto Maipo
Sono iniziati i lavori propedeutici
all’ampliamento del centro commerciale
Esp di Ravenna.
Nel cantiere per la realizzazione del progetto idroelettrico a circa
50 km da Santiago del Cile, tutto è pronto per cominciare l’assemblaggio
della Tbm che dovrà realizzare lo scavo.
Il contratto d’appalto fra Cmc e Igd riguarda
i lavori di bonifica da ordigni bellici
e la realizzazione di geodreni verticali
e di rilevato in sabbia e ghiaia in natura
di altezza variabile da 1,50 a 2,50 metri.
Il progetto, commissionato dalla Aes Gener, prevede la realizzazione
di due centrali idroelettriche che complessivamente raggiungeranno una potenza
di 531 Mw di portata totale.
La superficie dell’intervento è di circa 90.000
metri quadrati e comprende la sagoma
del nuovo fabbricato, i parcheggi e la viabilità
interna dello stabile.
I lavori previsti riguardano per il 90% opere sotterranee per un totale
di 46,5 km di tunnel.
La quota di Cmc ammonta a circa 67 milioni di euro.
Iniziati gli scavi nel cantiere francese
di Saint Martin La Porte
Martedì 6 gennaio è stato dato il primo colpo di piccone nel nostro cantiere
di Saint Martin La Porte (in Savoia) dove si sta costruendo il cunicolo esplorativo
della discenderia aggiudicato dal raggruppamento Spie Batignolles Tpci
(impresa mandataria), Eiffage Tp, Cmc di Ravenna, Ghella Spa et Cogeis Spa a
maggio dello scorso anno.
Il contratto, firmato il 14 maggio scorso, da Lyon Turin Ferroviaire Sas (LTF), prevede
la progettazione e la costruzione di una galleria esplorativa di circa 9 km
da realizzarsi con Tbm e di quasi 3,5 km scavati in tradizionale.
La galleria esplorativa coinciderà con il futuro tratto sud del tunnel transfrontaliero
della linea ad alta velocità tra Torino e Lione. Questi lavori completano anche i
cunicoli esplorativi realizzati fra il 2002 e il 2010 attraverso le discenderie di La Paz,
Saint-Martin-la-Porte e Modane per il lato francese dell’opera.
p.15 la Betoniera
08
08.a
parlano i protagonisti
di Cristiana Bolognesi
Senza squadra non
fai niente!
08.a Andreuccio Zampiga oggi.
08.b.f La centrale di Porto Tolle.
08.c Zampiga nello stabilimento
di Cesena nel 1993.
08.d Da poco arrivato in Cmc
nel 1973.
08.e A Porto Tolle nel
settembre 1978.
Dopo qualche numero di assenza torna
la rubrica “parlano i protagonisti”. Incontriamo
un “giovane” pensionato, Andreuccio Zampiga,
a cui chiediamo di parlarci dei suoi anni
in Cooperativa e del cantiere che più di tutti
ha “segnato” la sua esperienza lavorativa.
Quando sei entrato in Cmc? Sono entrato in Cmc
nel 1972 e il mio primo cantiere fu il raccordo autostradale
Imola-Bologna con il geometra Tanesini e il geometra De
Lorenzi e con capocantiere Sirotti. Negli anni successivi
sono stato in diversi cantieri (la fognatura del macello
pubblico di Bologna, la Genova-Voltri, la lottizzazione
di Lido Adriano, la Docks Ravennate e altri) svolgendo
diverse mansioni come il contabile, l’aiuto contabile,
l’aiuto tracciatore, il tecnico di cantiere; era una prassi
normale far provare i giovani su diversi incarichi per farli
crescere. Nel settembre 1976, mi ero sposato da appena
un mese, venni mandato a Porto Tolle, in provincia
di Rovigo, dove dovevamo realizzare una delle più
grandi (se non la più grande) centrali elettriche
d’Europa insieme al geometra Tanesini. Era la prima
esperienza della Cmc in questo contesto, tanto che
incontrammo non poche difficoltà in tanti aspetti diversi.
Di quali difficoltà parli? Innanzi tutto l’Enel lavorava
in quegli anni già quasi in Qualità. E noi non eravamo
certo abituati: regolamentazione degli accessi, casco
sempre in testa, parco auto catalogato. Inoltre i tecnici
Enel controllavano passo passo il nostro operato, tanto
che, giusto per fare un esempio, finito di casserare
bisognava aspettare il loro “via libera” per poter gettare.
Quando arrivai in cantiere stavamo realizzando la prima
parte di sala macchine e c’erano quasi più assistenti Enel
che operai e tecnici Cmc. Ricordo bene quando, grazie
al geometra Vittorio Morigi chiamato a un certo punto a
sovrintendere il cantiere, passammo dalle gru semoventi
alle gru a torre che diedero un grande impulso alle attività.
Parlami meglio del cantiere. Situato in prossimità
del mare e del Po il cantiere si estendeva su una vasta
superficie completamente ed uniformemente perforata
da migliaia di pali. Nella prima parte dei lavori il cantiere
occupava 300 persone nelle opere civili riguardanti
2 unità della centrale (ogni unità comprendeva la sala
macchine, la caldaia e i turbo alternatori). È stato un
cantiere duro per le condizioni ambientali e duro a livello
personale. Ricordo la nebbia e il vento o un sole
implacabile, in mezzo a una landa desolata. Non c’era
nulla da fare e, terminato il lavoro, giocavamo a carte
o a ping pong e poi tante, tantissime riunioni. Una volta
andammo al cinema a Porto Tolle ma scappammo
alla fine del primo tempo dal freddo che era.
In tanti ancora ricordano del “problema” più
grosso che incontraste in quel cantiere. Sai a cosa
mi riferisco? Era l’autunno del 1977 quando avvenne
l’”incidente” che è rimasto negli annali della nostra
Cooperativa. Ricordo bene che il giorno dopo avremmo
08.e
dovuto eseguire il getto del basamento del camino
(il camino lo faceva la Mariani-Battisti) di 40 m
di diametro a una profondità di 6/7metri; avevamo fatto
un’armatura supplettiva a sostegno del ferro tondino;
quando iniziammo a togliere questa armatura,
il ferro tondino, che probabilmente non era stato
controventato, ebbe una rotazione formando una specie
di cupola. Pensa che quando successe questo all’interno
c’erano 3 o 4 topografi dell’Enel che facevano le ultime
rilevazioni delle quote in funzione del getto che sarebbe
dovuto avvenire il giorno dopo. Non so come ma per
fortuna nessuno si fece male. Io ero lì un attimo prima
e all’improvviso mi accorsi che c’era gente che correva
in modo anomalo, tornai indietro e vidi. Mi prese
un colpo! Presi di corsa l’auto e andai in cantiere
ma nessuno mi credeva. Ricordo che l’ingegnere Miccoli
mi disse di star zitto perchè scherzavo sempre.
Cosa avvenne poi? L’Enel a quel punto era piuttosto
decisa a toglierci il lavoro. Ma noi tenemmo duro.
Da quel momento iniziammo tutte le sere a fare riunioni
di cantiere, insieme ai dirigenti, Ravaioli in primis, che
venivano anche più volte alla settimana da Ravenna per
seguire meglio gli avvenimenti. Risolvemmo aprendo
a spicchi e tirando su l’armatura, raddoppiando il
personale soprattutto dei migliori carpentieri e ferraioli.
Ci fu uno sforzo enorme da parte di tutti i soci per
terminare il lavoro e uscire da quella situazione,
i capocantiere e i capi squadra si presero letteralmente
la Cmc sulle spalle e vincemmo la sfida grazie al nostro
“spirito cooperativo”. C’erano 100 imprese che non
aspettavano altro che un nostro fallimento. Poi, pian
piano, l’Enel iniziò a prendere fiducia nelle nostre capacità.
Tant’è vero che nel 1978 ci fu la gara per il 3° e 4° lotto
e vincemmo entrambi. Per descrivere brevemente il
cantiere nella sua totalità la Centrale era formata da una
sala macchine con 4 turbolaternatori da 620 megawatt
e vari macchinari di servizio; quattro locali per le caldaie
che fornivano l’energia termica ai turboalternatori,
bruciando il gasolio stivato in immensi serbatoi; per
rifornire l’intero complesso venne costruito un oleodotto
fra Porto Tolle e la SAROM di Ravenna; più diversi edifici,
magazzini e una ciminiera di 250m di altezza. Fu una
vera soddisfazione averla vinta sui nostri detrattori e
questo ci consentì di diventare un punto di riferimento
per l’Enel negli anni successivi. Me ne andai da Porto
Tolle quando iniziammo il 3° e il 4° lotto, ma l’esperienza
che mi feci in quei 3 anni fu incredibile, il massimo!
Successivamente sono stato a Cesena il responsabile
della produzione nel prefabbricato, direttore di cantiere
presso il raddoppio della linea ferroviaria Russi-Ravenna,
in Etiopia per seguire un impianto di prefabbricazione,
direttore dell’Area Veneto, alla Secante di Cesena,
al Passante di Mestre, all’Università di Perugia e poi
ancora alla Ged di Cesena. Ho terminato la mia vita
lavorativa nel 2014 all’Iter. 40 anni passati girando
l’Italia per la Cmc, mi ricordo i volti di chi era con me
in cantiere e meno la vita di casa, la famiglia diventa
la tua squadra, ma non rinnego e non rimpiango nulla!
08.f
p.16 la Betoniera
08.b
08.c
08.d
09.1.a
09.1
noi e voi
3° edizione del
premio Fazio
Anche quest’anno il Dipartimento di Ingegneria
Civile e Architettura dell’Università di Catania,
con il contributo della Cmc di Ravenna, bandisce
il premio Nazionale di Laurea alla memoria
dell’Ing. Salvatore Fazio.
Il premio di 2.000 euro sarà consegnato dal
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura
alla migliore tesi di laurea, di argomento geotecnico,
discussa tra l’1 dicembre 2013 e il 31 dicembre 2014.
09.2
Il vincitore del premio, come nelle passate edizioni,
sarà designato da una commissione presieduta
da un professore di geotecnica nominato dal Direttore
del dipartimento e composta da due professori
di geotecnica, uno in rappresentanza della Cmc
e uno di designazione della famiglia Fazio.
noi e voi
A Caltanissetta
il “Giardino della legalità”
09.1.a Foto di gruppo
in occasione della consegna
del premio Fazio nel 2014.
09.2.a-c Posa della prima pietra
del “Giardino della legalità”.
Sono iniziati il 3 marzo, con la posa della prima
pietra, i lavori di costruzione del “Giardino della
legalità”, un luogo simbolico e uno spazio
al servizio di tutta la cittadinanza di Caltanissetta,
che verrà realizzato, a titolo di sponsorizzazione,
dalla società consortile “Empedocle2”, di cui
fa parte anche Cmc.
I concorrenti devono far pervenire, entro il 31/03/2015,
la domanda di partecipazione secondo lo schema
consultabile sul sito www.ing.unict.it alla sezione
“In evidenza”. Lo scorso anno il premio è stato vinto
dall’ingegnere Pasqualino Argetto (nella foto insieme
ai quattro destinatari della menzione d’onore:
Francesco Campione, Alfio Patanè, Federica Taglietti
e Andrea Trafiletti) con una tesi dal titolo
“Microzonazione sismica della città di Catania per
i terremoti di scenario del 1693 e del 1818”,
svolta presso l’Università di Catania.
09.2.a
“Questo parco urbano – ha detto il sindaco Ruvolo –
nasce da una fattiva collaborazione tra il Comune,
il Comitato di quartiere e l’impresa che sta realizzando
i lavori di raddoppio della strada statale 640.
Un bell’esempio di partecipazione e cooperazione che
restituisce alla città un luogo finora abbandonato”.
Alla manifestazione dello scorso 3 marzo hanno
partecipato, oltre al sindaco, assessori e consiglieri
comunali, tecnici del Comune e deputati del luogo,
come Giancarlo Cancellieri, parlamentare regionale
del Movimento Cinque Stelle. Il progetto è seguito
dall’Ing. Mario Liti e dall’Ing. Francesco Barra,
in collaborazione con Marilena Bufalino
e Domenico Mirabile.
09.2.b
p.17 la Betoniera
09.2.c
10
10.a
10.b
attività sociali
di Emanuele Bassetti
Esami e interrogazioni orali
10.a Il professor Emanuele
Bassetti.
10.b Il presidente Massimo
Matteucci.
10.c Foto di gruppo durante
la consegna degli incentivi
agli studi.
Domenica 25 gennaio, presso la sala corsi di Cmc,
si è tenuta l’annuale consegna degli incentivi
agli studi per i figli di soci e dipendenti che si sono
distinti per meriti scolastici e universitari.
Oltre all’intervento introduttivo del Presidente
Massimo Matteucci, l’incontro ha ospitato
un approfondimento di Emanuele Bassetti
(sociologo ed esperto di comunicazione - Università
di Bologna) su come affrontare al meglio colloqui
e prove orali a scuola e all’università.
10. Nella pagina accanto alcune
foto del concerto di Natale
e della Befana Cmc.
L’incontro è stato, dunque, l’occasione per
indagare come lavorare sull’emotività personale
e sulla propria abilità comunicativa verbale.
Considerata una delle prove sociali più temute e capace
di mettere in difficoltà persone di ogni età, la prova
orale si caratterizza per la forte interferenza
dell’emotività personale, per l’importanza
della forma rispetto al contenuto, per il poco tempo
di risposta a disposizione.
D’altra parte è anche una forma di verifica che può
fornirci grandi soddisfazioni grazie alla possibilità
di dimostrare al meglio la quantità di studio svolta,
di argomentare i nostri ragionamenti in maniera
articolata, di spiegare ciò che il nostro interlocutore
eventualmente non comprende. Le prove orali possono
quindi essere molto più efficaci di quelle scritte,
ma nascondono tuttavia più insidie.
Vanno quindi affrontate strategicamente.
Innanzitutto, è indispensabile conoscere al meglio
la persona che ci interroga. Tutti i docenti condividono
aspettative similari, ma ciascun docente valorizza anche
aspetti peculiari che gli stanno a cuore e che devono
essere rafforzati nel nostro studio. I docenti portano
inoltre con sé una componente emotiva nel proprio
giudizio, che se sfruttata adeguatamente può portarci
a ottenere valutazioni migliori.
La gestione della paura ci conduce invece ad evitare
i tipici moltiplicatori d’ansia come ascoltare un esame
poco prima del proprio, ripassando compulsivamente.
Ma anche a gestire in maniera ottimale attraverso
specifiche tecniche la parte iniziale del colloquio
che è quella più connessa allo sviluppo di uno stato
ansiogeno. Per battere la propria mente si sono
dimostrate altrettanto efficaci le tecniche
di visualizzazione, il ricorso all’azione più che alla
riflessione, il pensiero positivo e l’ascolto di musica.
10.c
p.18 la Betoniera
Da evitare invece il ricorso a integratori e bibite
stimolanti, oggi molto in voga tra gli studenti,
ma anche in grado di agitare il sistema nervoso,
specialmente di chi soffre d’ansia.
Considerato che parte della comunicazione passa
attraverso codici non verbali, ricordiamo che le prove
orali non si vincono solo parlando: tono, volume
e ritmo del discorso, gesti, espressioni del volto,
postura, movimenti del corpo, abbigliamento sono
tutti elementi da curare.
Da privilegiare look neutri né troppo trendy né troppo
scialbi in cui ci sentiamo a nostro agio e che consentono
al docente di concentrarsi su ciò che più importa
senza essere distratto da eventuali nostri eccessi.
Particolare attenzione anche agli abiti attillati, che
per quanto di moda possono provocare problemi
di traspirazione e comfort, specialmente nei lunghi
appelli d’esame all’università.
Rimangono, infine, sempre validi suggerimenti operativi
quali preparare almeno un argomento a scelta,
agganciare i contenuti portando la conversazione verso
dove si è più forti, non formulare risposte che terminano
in breve tempo, riflettere ad alta voce se non si sa
rispondere a una domanda, non mancare di riportare
approfondimenti personali (letture, film, articoli,
esperienze). Si tratta di strategie che, sommate
a quelle precedentemente presentate, consentono
di padroneggiare non solo gli esami orali ma ogni
genere di colloquio, come quelli sostenuti durante
la fase adulta nel mondo del lavoro.
A conclusione dell’incontro è avvenuta la consueta
consegna delle borse di studio da parte del Presidente
Massimo Matteucci con la collaborazione di Federica
Fusconi, che hanno premiato 56 giovani con un
ammontare complessivo di incentivi pari a euro 17.250,
valorizzandone il merito e la costanza negli studi.
Convenzioni
Dental Center
Ai soci e dipendenti Cmc è riservato uno sconto
del 15% su tutte le prestazioni.
Il Dental Center dispone di due ambulatori:
Marina di Ravenna tel. +39 0544 530777
Sant’Alberto tel. +39 0544 532190
Per info tel. +39 338 3692958.
Poliambulatorio Santa Teresa
Cmc ha rinnovato la convenzione con
il Poliambulatorio Santa Teresa in via
Don Angelo Lolli, 20 (ex via Nino Bixio, 20);
l’accordo prevede dietro presentazione della
tessera rossa o del badge:
• 10% di sconto su tutte le tariffe applicate
per le analisi di laboratorio;
• 10% di sconto sulle visite specialistiche dei
medici in regime di libera professione aderenti
all’iniziativa, ad esclusione di quelle erogate dai
medici specialisti operati in regime intramoenia,
come disposto dalla normativa dell’Ausl;
• 5% di sconto sulle prestazioni fisioterapiche;
• 10% di sconto sulle prestazioni odontoiatriche.
Circuito Amaparco
Anche nel 2015 è rinnovata la convenzione
tra Cmc e il circuito Amaparco di Atlantide.
I dipendenti e i soci della Cmc hanno diritto
alla seguente agevolazione:
• ingresso ridotto al possessore della tessera
di riconoscimento Cmc +1 accompagnatore.
Le strutture comprese nel circuito, convenzionate
per il 2015, sono le seguenti
(per informazioni www.amaparco.net):
• Provincia di Ferrara: Museo del Territorio
di Ostellato, Anse Vallive di Porto Bacino
di Bando, Delizia Estense del Verginese.
• Provincia di Ravenna: Museo NatuRa
di Sant’Alberto, Centro Visite Salina di Cervia,
Centro Visite Cubo Magico Bevanella di Savio,
CerviAvventura di Milano Marittima,
Casa delle Farfalle & Co. di Milano Marittima,
Rocca di Riolo Terme.
• Provincia di Forlì-Cesena: Idro Ecomuseo
delle Acque di Ridracoli.
In tutte le strutture i bambini sotto 1 metro
di altezza entrano gratis, e da 1 metro fino
a 12 anni di età ridotto.
p.19 la Betoniera