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01.a 01.b 01 (di cui circa 100 milioni di nostra quota) rimane in attesa di essere avviato quando la situazione politica del paese lo consentirà. Sottolineiamo che la nostra esposizione attuale è nulla, quindi il rischio massimo al quale siamo soggetti sarebbe la cancellazione di un contratto che oggi vale il 3% del nostro portafoglio e non è considerato producibile nei tre anni oggetto del piano 2015-2017. in primo piano di Roberto Macrì Un “Piano” che guarda sempre più all’estero 01.a Roberto Macrì, Direttore Generale di Cmc dal 2009. Laureato in Economia e Commercio all’Università Sabato 7 marzo l’assemblea dei soci di Cmc ha approvato all’unanimità il Piano Industriale 2015-2017. Pubblichiamo una sintesi della relazione del Direttore Generale Roberto Macrì. di Bologna, ha conseguito un Master in Business Administration. È entrato in Cmc nel 1999 in qualità di Direttore Amministrativo, Finanza, Controllo e Sistemi Informativi. 01.b Da destra: Alfredo Fioretti, Vice Presidente di Cmc, Mauro Lusetti, Presidente nazionale di Legacoop, Massimo Matteucci e Roberto Macrì rispettivamente Presidente e Direttore Generale di Cmc. 01.c La segreteria dell’assemblea: da sinistra Giuliana Fiammenghi, Valentina Crociani, Claudia Rossi, Roberta Gulminelli e Barbara Bertozzi. Gli anni che ci attendono saranno ancora caratterizzati da turbolenze di tipo politico, sociale, economico e finanziario analoghe a quelle che oggi affliggono alcune aree del mondo a noi vicine, come la Grecia, l’Ucraina, il Medio Oriente ed il Sud del Mediterraneo e per le quali purtroppo non si intravedono pronte risoluzioni. La nostra diversificazione geografica in circa venti paesi ci ha consentito finora di compensare l’incombere di criticità localizzate di varia natura, ma ci impone un’ulteriore riflessione rispetto all’attuale esposizione a questi rischi, finalizzata ad un maggiore equilibrio delle nostre attività, privilegiando aree maggiormente stabili quali, ad esempio, nord America, nord Europa e con alcuni distinguo, l’Asia. L’Italia In Italia, le principali fonti specializzate, convergono oramai sul ritenere il 2015 l’anno della ripresa economica. Come sempre quella del settore delle costruzione avverrà in modo asincrono, in quanto progettazioni, procedure di gara e ricerca delle fonti di finanziamento richiederanno almeno un triennio per l’avvio effettivo dei cantieri. Gli uffici studi dei principali istituti di credito valutano in almeno cinque anni il tempo di assorbimento dell’invenduto nel settore immobiliare, limitando quindi le prospettive dell’edilizia alle ristrutturazioni. Il portafoglio di fine 2014, pari a circa 1.3 miliardi, nonché le opportunità di acquisizioni di quote di lavori di nostri partner minoritari in contratti già in corso di esecuzione, coprono sostanzialmente le nostre attese di ricavi per il prossimo triennio. Se questo stato di cose ci consente di affrontare il mercato senza ansie immediate di “acquisizioni a qualunque costo” sarà imperativo produrre il massimo sforzo commerciale possibile verso le maggiori opere appaltate nei prossimi anni. Riteniamo inoltre necessario mantenere una forte attenzione a mercati di nicchia come i lavori marittimi, i contratti per il governo americano, le ristrutturazioni ed i progetti ospedalieri Escludiamo invece sviluppi nelle concessioni, dalle quali abbiamo avviato il processo di disinvestimento che, per la Sat dovrebbe concludersi entro il 2015. Europa In Europa fino ad oggi il nostro interesse era p.03 la Betoniera stato principalmente rivolto ai paesi dell’est europeo, dove abbiamo in corso un progetto in Bulgaria. Ma la forte competizione non lascia, a nostro parere, grandi spazi per realizzare in queste regioni risultati in linea con le aspettative tipiche dei lavori all’estero, salvo individuare opere di particolare complessità quali il sotterraneo e l’idroelettrico. Con la stessa logica specialistica abbiamo esteso il processo di valutazione ad altri paesi europei, in particolare quelli scandinavi, dove potrebbero presentarsi condizioni di mercato per noi maggiormente interessanti. Meditteraneo e Medio Oriente Nel Mediterraneo ed in Medio Oriente programmi di investimento tipici dei paesi produttori di petrolio e la convergenza nell’area di grandi eventi internazionali quali l’Expo ed i campionati mondiali di calcio, combinati con la debolezza dell’imprenditoria locale, creano grandi opportunità per i contrattisti internazionali. Oggi il ribasso del prezzo del petrolio, salvo non diventi un fattore sistemico, non ha comportato riduzioni significative nella spesa infrastrutturale dei governi. In queste aree l’obiettivo rimane ambizioso, ma va sostenuto con adeguati impegni sotto il profilo commerciale che oggi necessitato un ripensamento per rendere coerenti le grandi attese con la limitata “potenza di fuoco” attualmente da noi messa in campo. Relativamente alla Libia, il contratto di circa un miliardo per la costruzione di un lotto dell’autostrada costiera 01.c Asia L’Asia rimane un continente in forte sviluppo, dove la nostra presenza in India, Singapore, Nepal, Cina e Bangkok con l’ufficio di rappresentanza, testimonia e conferma un enorme interesse e grandi aspettative. In oltre venti anni abbiamo scavato oltre 200 km di tunnel idraulici in Cina, tunnel per trasporti in Malesia, Taiwan e Singapore e costruito centrali idroelettriche in Laos e nelle Filippine. Continueremo a perseguire opportunità principalmente nel sotterraneo e nell’idroelettrico in numerosi paesi del continente, non escludendo inoltre la possibilità di ulteriori potenziamenti dell’organizzazione commerciale, e di acquisizioni societarie. Una riflessione a parte merita l’India dove il progetto attualmente in corso rappresenta il banco di prova generale del mercato per definire le nostre prossime strategie. Nord e Sud America Operiamo negli Stati Uniti con due società partecipate, Lmh a Boston (detenuta dal 2011 al 100%) e Di Fazio Industries a Nyc (detenuta al 33% dal 2013 con un’opzione per acquisirne il controllo nel 2017). L’economia del paese e conseguentemente il mercato delle costruzioni delle aree dove operiamo presentano costanti segnali di crescita, il che ci lascia pensare che i risultati positivi finora realizzati si confermeranno nel prossimo triennio. Sono in corso di valutazione opportunità per appalti di maggiore dimensione, da intraprendere con adeguati partner, coinvolgendo direttamente le capacità tecniche e finanziarie della sede, nonché ipotesi di espansione in altri Stati ovvero in Canada, principalmente per opere in sotterraneo. Abbiamo inoltre avviato la commessa in Cile per l’impianto idroelettrico “Alto Maipo”, in joint venture con l’impresa tedesca Hoctief. Purtroppo il passaggio del controllo di Hoctief alla spagnola Dragados ha vanificato i piani di ulteriori partnership commerciale in ipotesi e ci impone la valutazioni di vie alternative allo sviluppo in America Latina. L’Africa Australe ed Orientale L’Africa Australe 01.d rappresenta il caposaldo delle nostre attività all’estero. In Sud Africa e Lesotho abbiamo numerosi progetti in corso e realizziamo oltre 150 milioni di ricavi annui che prevediamo mantenere anche dopo il 2015, quando terminerà la costruzione del grande impianto idroelettrico di Ingula. Abbiamo finalmente riavviato un’importante commessa stradale in Angola, dopo avere perfezionato il finanziamento dell’opera con banche Europee e la copertura assicurativa Sace, formula analoga a quella che stiamo perseguendo per il contratto acquisito in Kenya. In Mozambico permangono difficoltà negli incassi dei crediti da noi vantati verso enti pubblici, e nel frattempo abbiamo snellito la nostra struttura in attesa dell’evolversi degli investimenti legati allo sfruttamento dei giacimenti di gas naturale. Ovviamente manteniamo presidi commerciali anche nei paesi dove attualmente non operiamo, ma nei quali prevediamo a breve interessanti sviluppi come ad esempio Namibia e Swaziland. La Romagna Sebbene ormai i ricavi nell’area di sede rappresentino solo l’1% dei volumi complessivi, forte rimane il legame con il nostro territorio e la consapevolezza delle responsabilità sociali ed imprenditoriali che ci competono. In assenza di significativi progetti infrastrutturali e ferma restando la crisi del settore immobiliare, non intravediamo nel breve termine alcun sviluppo possibile ad esclusione di quanto possa riguardare il porto di Ravenna. Non ritenendo che questa sia la sede per entrare in alcuna polemica sul dibattito che oggi interessa gli sviluppi della portualità ravennate, confermiamo il nostro interesse, anche come potenziali investitori, nella logistica nel suo complesso. In generale possiamo solo auspicare che il bene collettivo del nostro territorio prevalga e possa far superare la situazione di attuale stallo. Organizzazione aziendale e politiche del personale La crisi di mercato in Italia, la maggior presenza all’estero e l’evoluzione tecnologica stanno profondamente modificando la struttura operativa della cooperativa. La struttura fissa, cioè quella dei dipendenti a tempo indeterminato, si è ridotta dalle 486 unità del 2007 alle 461 di fine 2014. 01.e Ancor più significativa è la modifica avvenuta all’interno della struttura. Sono infatti aumentati impiegati, quadri e dirigenti (da 290 a 328 unità) ed il personale laureato (da 91 a 131 unità). Il personale assunto nei cantieri è passato dalle 4.601 unità del 2007 alle 8.548 di fine 2014. Gran parte di questi dipendenti opera oggi all’estero. Una quota non trascurabile è composta dai cosiddetti Tcn, cioè cittadini di paesi terzi rispetto all’Italia o al paese dove operano. Si tratta di risorse legate a Cmc da molti anni, che stanno gradualmente diventando l’ossatura delle nostre operazioni all’estero. Continueremo ad inserire nei cantieri giovani trasferendo in struttura fissa le migliori risorse che abbiano completato il loro ciclo di formazione. Il nostro capitale umano, deve svilupparsi coerentemente con le prospettive di crescita della cooperativa. L’attività del 2015 si concentrerà quindi sulla formazione ed i percorsi di crescita delle risorse più critiche: direttori di cantiere, responsabili di produzione, responsabili dei servizi tecnici. Nel programma di formazione sarà necessaria una riconsiderazione su Cmc University ed un suo eventuale aggiornamento; verranno inoltre intensificati i programmi di formazione nei cantieri esteri. Il piano triennale 2015-2017 parte dalla valutazione del portafoglio esistente. (Tabella1) Rispetto agli anni precedenti, a fronte di valori complessivamente stabili nell’ordine dei 3 miliardi di euro, cambia la composizione percentuale fra Italia ed Estero, che in pochi anni è passata dal 60-40 a 45-55. (Tabella 2) In conclusione, nonostante il perdurare in Italia di una pesante crisi del settore e di un contesto internazionale sempre più competitivo ed esposto a rischi di natura politica, sociale ed economica, abbiamo continuato il nostro percorso di crescita nel rispetto dei piani. Il portafoglio ordini consente oggi un’adeguata copertura degli obiettivi del triennio in Italia, mentre all’Estero dovremo mantenere la nostra elevata capacità commerciale a sostegno in particolare dei volumi previsti per gli ultimi anni del piano. Prima Cooperativa al mondo, nel luglio 2014 Cmc ha emesso 300 milioni di euro di obbligazioni quotate alle borse di Milano e del Lussemburgo supportate dai rating di Standard & Poor’s e Moody’s, diversificando così in modo sostanziale le politiche finanziarie del Gruppo, in un mondo dove i vincoli del credito sono sempre più determinanti nella vita e per la sopravvivenza delle aziende. Tentando di sintetizzare in poche righe il contenuto di questo Piano riteniamo che i principali “nodi al fazzoletto” per ognuno di noi siano: • Mantenere e migliorare costantemente la capacità del “fare”. Il saper costruire con efficienza, qualità e sicurezza opere ingegneristiche complesse è la nostra unica assicurazione di sopravvivenza nel mercato globale. • Valorizzare e sviluppare il capitale umano. Su ognuno di noi grava la responsabilità di formare e far crescere coloro che saranno la Cooperativa del futuro. • Recuperare crediti e contenziosi che ci sono dovuti, in Italia ed all’Estero anche a costo, nel rispetto dei nostri diritti, di deteriorare le relazioni con le nostre committenze. Da questo obiettivo deriva la realizzazione di altre tre condizioni fondamentali previste in questo piano, quali la riduzione della posizione finanziaria netta e quindi degli oneri finanziari, la normalizzazione dei rapporti con i nostri fornitori e la capacità di sostenere gli investimenti necessari allo sviluppo della Cooperativa. Come sempre non sarà facile. Ce la metteremo tutta contando che ognuno di noi, socio o lavoratore della Cooperativa, farà la sua parte con il massimo impegno. p.04 la Betoniera Il Portafoglio Ordini Cmc comprende solo contratti che sono stati: a. aggiudicati a Cmc b. interamente finanziati. 02.a Faccio l’esempio delle imprese edili. Due sono i filoni di sviluppo oggi. 02 02.b 02.c l’intervista di Roberto Seghetti Ancora deboli i segnali di ripresa 02.a Il Presidente nazionale di Legacoop, Mauro Lusetti nel suo intervento all’assemblea. 02.b Massimo Matteucci. 02.c Mauro Lusetti. 02.d-e Il Consiglio dei Delegati della Cooperativa e la riunione dei soci nel cantiere dell’Empedocle in Sicilia, in preparazione dell’assemblea generale. “Il congresso è stato un momento alto per la nostra organizzazione. Abbiamo chiuso con l’assise di Roma tre mesi di dibattiti intensi a livello regionale. Il risultato è stato davvero soddisfacente: è stato avviato un ricambio della classe dirigente, come si è visto dai delegati e con i dirigenti regionali e nazionali, ma senza strappi, senza rottamazioni, in modo naturale”. A qualche mese dal congresso nazionale della Legacoop di dicembre, che è stato un punto di svolta per un nuovo slancio del movimento cooperativo dopo una crisi economica che ha messo alla prova la tenuta delle imprese e alcuni avvenimenti che hanno rischiato di appannarne l’immagine, La Betoniera ha deciso di fare il punto sul lavoro già avviato con il presidente della Legacoop, Mauro Lusetti. “Intanto, nel periodo successivo al congresso - ha ricordato Lusetti - abbiamo fatto un primo passo verso il mandato congressuale di una maggiore presenza negli organismi dirigenti delle cooperative: su 23 membri della presidenza nazionale, 12 sono presidenti di cooperative”. Il Parlamento e il governo stanno intervenendo su diversi aspetti della legislazione economica. Servono interventi legislativi di innovazione anche per le cooperative? “Oggi più che interventi legislativi abbiamo bisogno di costruire l’organizzazione 02.d p.05 la Betoniera del movimento cooperativo. A gennaio, oltre a dare vita al ricambio al vertice dell’Alleanza delle Cooperative Italiane con il passaggio della presidenza a Rosario Altieri, si sono riuniti i quattro gruppi di lavoro interconfederale. Abbiamo due anni di tempo per raggiungere l’obiettivo di costruire compiutamente l’Alleanza nel gennaio del 2017”. Nel mandato congressuale vi era anche l’idea di semplificare l’organizzazione della rappresentanza di settore. Sono stati fatti passi in avanti in questa direzione? “Anche dal punto di vista dei settori è cominciato il lavoro secondo il mandato congressuale. Dobbiamo semplificare l’assetto della rappresentanza. Legacoop servizi ha avviato la riflessione con Legacoop Produzione e lavoro; il settore pesca e le coop agricole hanno cominciato a lavorare per creare il raggruppamento dell’alimentazione; coop abitanti e coop sociali puntano a creare il raggruppamento del welfare; la riflessione è cominciata anche per cultura, turismo, media. È un lavoro di semplificazione dei soggetti, in modo da rappresentare la complessità dell’economia e della società attuali. È molto importante lo sforzo di riposizionamento dal punto di vista dell’attualità, dell’innovazione. Anche in ogni singolo settore oggi bisogna essere fortemente innovativi. Non basta essere bravi nelle attività già presidiate. 02.e Uno è l’internazionalizzazione, ma non possono seguirlo tutti. Per ottenere un’espansione all’estero bisogna aver compiuto questa scelta già da tempo, investendoci non poco dei propri sforzi, come ha fatto la Cmc. L’altro filone riguarda l’attività nazionale. Non si può continuare a pensare a una politica espansiva dell’edilizia. Però, ci sono diverse attività che possono offrire occasioni e flussi di lavoro: il completamento dell’infrastrutturazione del Paese, la messa in sicurezza del territorio, in particolare rispetto all’assetto idrogeologico, la riqualificazione urbana... Se si uscirà dalla logica emergenziale e si penserà all’ambiente e al territorio, come credo che sia necessario, su queste attività è possibile che ci siano investimenti pubblici e anche privati. Poche o tante che siano le risorse messe in gioco, se c’è una prospettiva di medio-lungo periodo, il flusso di lavoro che ne deriverà potrà essere importante per dare una continuità positiva alle imprese. Per cogliere queste opportunità bisognerà avere, però, le capacità tecniche e professionali adeguate alle nuove sfide, al nuovo tipo di impegno”. Ma si intravede la luce in fondo al tunnel della crisi? “Intanto ricordiamo che dal punto di vista generale il 2014 è stato un anno, diciamo così, problematico. Il movimento cooperativo ha confermato la propria capacità di resilienza, ma ha subito contraccolpi pesanti nelle filiere delle coop abitative e edili, mentre nell’area dei servizi e delle coop sociali c’è stata una crescita in termini numerici. Bisogna dire che un altro anno così risulterebbe fatale per molte delle nostre imprese. Ciò che si comincia a intravedere timidamente conferma il dato del Pil dell’ultimo trimestre del 2014: dal punto di vista dei consumi, degli appalti, di qualche investimento pubblico, in questa prima parte del 2015 ci sono segnali di movimento”. Si può essere ottimisti? “Sono segnali così timidi che nessuno può azzardare previsioni. Si è fermata la caduta. Abbiamo smesso di perdere. Questo sì. Ma stiamo ancora in mezzo a un passaggio difficile”. Il 2014 è stato anche l’anno in cui sono accaduti fatti di cronaca che hanno rischiato di appannare l’immagine del movimento cooperativo. Quali iniziative si stanno prendendo per condurre la battaglia contro l’illegalità? “Quest’anno parte la raccolta di firme per una proposta di legge contro le false cooperative. Con questa iniziativa ci collocheremo in modo deciso nella battaglia per la legalità. Deve essere chiaro che non ci sono differenze tra imprese grandi e imprese piccole, tra cooperative e imprese di tipo tradizionale, ma solo tra gli onesti e chi commette reati. Questa distinzione deve essere netta. Qualche elemento di contaminazione lo abbiamo avuto anche noi. Sono esperienze che ci devono far riflettere e che ci devono spingere a fare in modo che i nostri valori, i valori per i quali siamo nati e che continuiamo a credere positivi, non siano solo declamati, ma vissuti concretamente ogni giorno nella nostra attività, nel nostro lavoro, nel rapporto con i soci”. 0.3.b 0.3.a della cooperativa, di diverse età e professionalità, sono anche soci cooperatori per cui spesso ci sono delle convergenze fra il bene dei lavoratori stessi e quello della cooperativa”. 03 correva l’anno di Mara Cavallari Grazie Presidente! 03.a-b Il Presidente Giorgio Napolitano durante la sua visita alla sede di Cmc l’8 gennaio 2011. 03.c da destra: il vice presidente Guido Leoni, il Sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci, Sabato 8 gennaio 2011: una data che resterà nella storia della Cmc. Quel giorno, infatti, si aprivano, nel modo più prestigioso, le celebrazioni per i 110 anni della cooperativa (costituita il 7 marzo del 1901) con la visita dell’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano nella storica sede di Cmc, in via Trieste 76 a Ravenna. il presidente Giorgio Napolitano e infine Massimo Matteucci 03.d Sonia Stefania nel suo intervento di saluto. 03.e I corazzieri del Presidente Una giornata lungamente preparata, coi protocolli da seguire e l’emozione di un appuntamento irripetibile. Guido Leoni, oggi pensionato, all’epoca Vice Presidente della cooperativa e gran cerimoniere dell’appuntamento, ricorda ancora con emozione quel giorno. davanti alla sede di Cmc. “Ricordo la frenesia e la tensione di tutti preoccupati per la buona riuscita della giornata. E ricordo la soddisfazione che si percepiva in tutta l’azienda per una visita che dava lustro a tutti noi”. Quali furono i problemi principali con i quali vi siete dovuti misurare? “Ovviamente i problemi legati alla sicurezza, la questura di Ravenna bonificò tutta l’area. Ma quello che ci fece davvero impazzire fu il servizio di sicurezza della Presidenza. Un altro problema fu il rispetto del protocollo, piuttosto rigido, della Presidenza della Repubblica. In particolare, ci fu la storia della sedia. Volevamo per il Presidente, ovviamente, una sedia importante. Andammo al Comune di Russi che si era detto disponibile a prestarci una poltrona antica, tipo piccolo trono. Ma alla fine la poltrona fu bocciata e utilizzammo una normale sedia di pelle aziendale”. Chi certamente ha un ricordo indelebile di quella giornata è Sonia Stefania che intervenne in rappresentanza dei lavoratori di Cmc. “Quella giornata è entrata a far parte di quei ricordi che difficilmente il tempo può attenuare o cancellare – ci dice oggi a distanza di 4 anni - Emozione, tensione, orgoglio, agitazione, gratificazione, interesse sono la sintesi dei sentimenti di quel giorno in cui avevo il compito di farmi portavoce e rappresentare una parte della nostra realtà aziendale, davanti alla massima carica dello Stato”. Infine, fu la volta del Presidente Napolitano che nel suo breve saluto si soffermò, in particolare, sull’impegno all’estero di Cmc. “Badate – disse – voi avete una responsabilità come l’hanno tutte le imprese che operano fuori del nostro paese. È la responsabilità di mostrare il meglio delle capacità italiane, il meglio delle risorse e delle potenzialità e anche delle tradizioni di cui è ricco il nostro Paese. Voi rappresentate una grande tradizione e una grande realtà”. “A distanza di 4 anni – dice oggi Guido Leoni – a Napolitano, che nel frattempo ha terminato il suo lungo mandato alla Presidente della Repubblica, vorrei rivolgere ancora una volta un ringraziamento per averci omaggiato della sua presenza. È stato un onore conoscere di persona un grande Presidente che è stato un solido punto di riferimento per tutti in un momento difficile del paese”. Chiudiamo con Sonia. “Oggi a Giorgio Napolitano vorrei dire che in tutti questi anni non mi sono mai sentita tradita dalla sua persona. Le istituzioni sono i pilastri di una società civile e democratica e lui ha interpretato questo ruolo a mio avviso come meglio poteva, con doti umane e professionali a cui dovremmo ispirarci. Un uomo, da solo, non può certo condizionare il cambiamento profondo di una società o di una economia; può solo contribuire a far parte di un percorso segnato da tanti altri fattori e contingenze. Il suo mandato è poi da contestualizzare in un periodo economico-sociale molto difficile. Il Presidente Napolitano ha fatto la sua parte e oggi, come quel giorno, con un po’ di rammarico per il tempo che passa posso solo dire: “Grazie Presidente!”. 03.c Cosa ti ha detto il Presidente quando ti ha salutata? “Nulla di personale, una stretta di mano e un sorriso compiaciuto che mi sono rimasti impressi più di qualsiasi discorso. Ho avuto, però, la sensazione che Giorgio Napolitano abbia apprezzato che quel discorso fosse stato fatto da una giovane donna”. Quel giorno la galleria di Cmc si riempì all’inverosimile di soci e dipendenti della cooperativa e di tante autorità. Il Presidente di Cmc, Massimo Matteucci, aprì il suo intervento manifestando l’emozione e il ringraziamento di tutta l’azienda per l’onore che il Presidente aveva riservato accogliendo l’invito dell’azienda. E poi ricordò il lungo cammino di crescita e di trasformazione della cooperativa. “Signor Presidente – ricordò, fra l’altro, Matteucci – l’edificio che ci ospita era in origine il vecchio magazzino sorto per ospitare le officine meccaniche e di carpenteria e la produzione di manufatti in cemento. Ristrutturato, è oggi la sede della nostra società. I vecchi luoghi della fatica operaia sono diventati gli uffici dei centri nevralgici di governo e di direzione dell’intero Gruppo. A ben guardare, qui si possono cogliere, con immediatezza e suggestione simbolica, le trasformazioni avvenute e quanto da allora siamo cambiati”. 03.e Dopo Matteucci fu la volta di Sonia Stefania, in rappresentanza, come già detto, delle organizzazioni sindacali dei lavoratori di Cmc. “È importante sottolineare – disse Sonia – che la quasi totalità dei dipendenti che fanno riferimento all’organico fisso 03.d 04.a cooperazione - gli ha fatto eco il presidente di Cmc, Massimo Matteucci - è importante che il confronto abbia luogo nelle imprese, anche attraverso iniziative come questa». In uno scenario in cui la disoccupazione giovanile tocca picchi del 40%, anche la cooperazione ne risente e con essa i suoi soci e lavoratori, ma grazie alla natura e ai valori fondanti, il mondo cooperativo sembra reagire in maniera più positiva rispetto alle imprese tradizionali. «La cooperazione è capace di produrre innovazione, di rinnovare se stessa e di affacciarsi pronta al nuovo mondo del lavoro - sostiene Giovanni Monti, Presidente di Legacoop Emilia-Romagna - Abbiamo una sfida enorme che è quella di essere in sintonia con i bisogni sociali ed economici delle nostre comunità, con le necessità di garantire crescita e di produrre lavoro. Nella nostra Regione, dal 2008 ad oggi, abbiamo prodotto posti di lavoro in più per il 7%, mentre le altre imprese lo ha fatto per il 3,5%. Il momento è senz’altro drammatico ma la cooperazione dimostra che è capace di rinnovarsi come ha fatto Cmc, che a suo tempo scelse di diminuire la presenza nel settore immobiliare ed essere presente nei mercati internazionali». 04 04.b 04.c cooperazione di Nicole Triboli “Al Lavoro!” Il Ministro Poletti alla Cmc 04.a.d Il ministro Giuliano Poletti con il giornalista Gianni Riotta. 04.b Alfredo Fioretti. 04.c Rudy Gatta. La Cmc ha ospitato venerdì 23 gennaio, presso la sua sede, il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, per un confronto col giornalista ed esperto di comunicazione Gianni Riotta. Sul palco anche il presidente di Legacoop Emilia-Romagna, Giovanni Monti e il presidente di Unipol-Sai, Pierluigi Stefanini, davanti ad una platea di giovani e attenti cooperatori. 04.e Il saluto di Massimo Matteucci. “Al Lavoro!” è stato organizzato da Generazioni e Legacoop Romagna ed è stato il primo appuntamento del 2015 del network dei giovani cooperatori under 40 di Legacoop. L’incontro ha visto una grande partecipazione da parte del movimento cooperativo, numerosi gli interventi dal pubblico, tra cui quello di Alfredo Fioretti, giovane vice presidente di Cmc, che ha portato la sua esperienza sottolineando l’importanza di dare opportunità reali e concrete ai giovani, coinvolgendoli appieno nello spirito mutualistico per sviluppare il senso di appartenenza e di fiducia tipico delle imprese cooperative. «Ho iniziato a lavorare in Cmc dieci anni fa, quando avevo trent’anni. Oggi grazie all’esperienza maturata, alle competenze nuove acquisite, allo spirito che mi 04.d è stato trasmesso da tutti i miei colleghi, mi sento orgoglioso di essere vice presidente di una cooperativa che ha dimostrato nei fatti di scommettere sui giovani affidando loro ruoli importanti». Rudy Gatta, coordinatore di Generazioni per la Romagna, ha aperto il convegno sottolineando i temi che ne stanno alla base vale a dire impresa e giovani. «Riflettendo su questi aspetti strategici, abbiamo pensato di invitare il Ministro Poletti perché in questo momento storico il tema che deciderà il futuro delle nostre generazioni è proprio il tema del lavoro». Il convegno è stato realizzato presso la Cmc non a caso. Un cooperativa che da sempre ha saputo cogliere le sfide legate all’innovazione e ha dato prova di rispondere ai cambi di tecnologia sviluppando le proprie attività e garantendo lavoro a migliaia di lavoratori in tutto il mondo «Abbiamo pensato di incontrarci qui perché la Cmc - continua Gatta mette insieme le parole chiave attorno a cui abbiamo ragionato: lavoro, generazioni, futuro e innovazione». «La continuità tra la nostra storia e il futuro rappresentato dai giovani è al centro dei valori della 04.e p.07 la Betoniera E che il tema del cambiamento sia centrale nel contesto che stiamo attraversando, lo ha affermato anche il Ministro Poletti nel suo faccia a faccia con Riotta: «Il punto da cui partire è che bisogna cambiare prospettive e normative, perché i numeri ci dicono chiaramente che il mercato del lavoro italiano è un mercato che non funziona. Col “Jobs Act” cerchiamo di invertire la tendenza attuale, fornendo maggiori garanzie e incentivando i contratti a tempo indeterminato. Oggi solo il 15% degli inserimenti al lavoro avviene a tempo indeterminato, non si può dire che il mercato funziona. Il lavoro si aumenta se il sistema economico cresce e fa investimenti producendo nuove opportunità». «L’Italia fatica a cambiare - ha continuato Riotta perché non si rende conto che l’innovazione è un processo, che talvolta può essere anche lungo e doloroso. Siamo un Paese che non cresce più, ormai da generazioni. Questo significa che ci troviamo in una fase di stagnazione e in questo modo non è possibile affrontare in modo vincente la crisi». Poletti ha concordato col giornalista e ha evidenziato un secondo problema del nostro Paese ovvero «abbiamo bisogno di un cambiamento radicale, ma da molto tempo le classi dirigenti hanno deciso di non decidere. Questo favorisce lo status quo e le rendite di posizione: dobbiamo spingere le aziende a cambiare, prendendosi il rischio di fare entrare i giovani nei processi decisionali. Questo è vero anche e soprattutto per le cooperative, che altrimenti diventano luoghi di immobilismo». «Quello che serve è un reale cambiamento ha affermato Stefanini - ma il cambiamento non è neutrale: non può prescindere dal dare dignità al lavoro, in un grande progetto condiviso per la creazione di nuove opportunità che nasca da un’idea dell’economia in cui la condivisione e la responsabilità collettiva sono prevalenti». La cooperazione ha la responsabilità, la condivisione e l’intergenerazionalità nel suo dna. Quello che dovrebbe fare è riscoprirsi orgogliosa di queste sue caratteristiche e “buttare il cuore oltre l’ostacolo”, riappropriandosi del coraggio che la contraddistingue per poter continuare a fare scelte innovative e capaci di scardinare in maniera intelligente l’attuale difficile situazione. 05 formazione di Valentina Crociani La sfida della motivazione 05.a Fabio Fanecco. 05.a 05.b Foto di gruppo del workshop a Singapore. A seguito dei corsi tenuti a Bologna e Johannesburg fra settembre e ottobre dello scorso anno, il 22 e 23 novembre si è svolto a Singapore il workshop “Motivare i collaboratori” dedicato al management Cmc impegnato in Asia e facente parte del ciclo “Comportamenti manageriali per la leadership” avviato nel 2012. Abbiamo intervistato l’ing. Fabio Fanecco della Business School dell’Università di Bologna, che ha tenuto il corso, e il nostro collega Alessandro Gordini, 27 anni, laureato in scienze politiche e con all’attivo un Master in Business Administration, che da undici mesi si occupa del controllo di gestione a Singapore. Ing. Fanecco, Cmc ha fortemente voluto questo workshop, tanto da proporlo precedentemente sia in Italia che a Johannesburg e Singapore. Quali obiettivi lei e l’azienda avete definito in fase di progettazione e quali sono stati conseguiti con successo? FF L’iniziativa rientra in un percorso formativo di accrescimento delle competenze manageriali che Cmc ha già iniziato da tempo. All’interno di questo contesto abbiamo messo a punto un nuovo workshop focalizzato alla comprensione della motivazione come fonte d’ispirazione per il raggiungimento degli obiettivi aziendali. Se questi sono stati raggiunti con successo non spetta a me dirlo; sono processi che, una volta innescati, possono dare frutti misurabili nel tempo, non nell’immediato. Ho però rilevato una forte sensibilità e attenzione da parte di tutti i partecipanti, ho incontrato e conosciuto gente preparata e desiderosa di apprendere le leve motivazionali e gli strumenti che un capo deve disporre per motivare i propri collaboratori e - soprattutto - gli atteggiamenti da assumere per poter essere un leader carismatico e assertivo, e un buon motivatore. Alessandro, cosa ti aspettavi da questo corso e per 05.b cosa pensi possa essere utile nell’organizzazione e nella gestione quotidiana del tuo lavoro? AG Da questo corso mi aspettavo esattamente ciò che ho trovato: due giorni intensi e carichi di concetti preziosi da spendere nella vita professionale e sociale. Il rispetto per le persone e una buona comunicazione sono un valore aggiunto per il contesto in cui ci troviamo ad operare ogni giorno. A detta dei partecipanti e dello stesso relatore, l’esperienza appena conclusa si è rivelata estremamente pratica e fruttuosa per tutti coloro che vi hanno preso parte. Quale riscontro auspicate possa avere nel breve e nel lungo periodo? FF Questo riscontro non è misurabile con un indicatore di “performance” specifico. Credo che Cmc debba essere premiata per il forte impegno che ha profuso nell’investire nella formazione focalizzata sull’accrescimento del valore del proprio capitale umano. Mi auguro che chi ha partecipato a questo corso si attivi per spingere e guidare i suoi collaboratori non solo sullo sforzo che essi devono fare nell’eseguire il loro lavoro, ma sul raggiungimento di un proprio obiettivo e aspirazione personale che porti alla soddisfazione delle loro esigenze in quanto persone. Cio potrà generare un’immensa forza motrice all’interno di Cmc e una spinta coordinata verso gli obiettivi aziendali. AG Credo sia stata un’esperienza molto utile, ma credo siano necessari ancora molti incontri allo scopo di trasmettere una forte cultura aziendale. È necessario formare figure professionali che a loro volta siano in grado di creare una variabile strategica forte e di conseguenza un vantaggio competitivo che sia in grado di mettere l’azienda su un piano superiore rispetto ai competitors. Secondo la vostra esperienza, cosa significa motivare e venire motivati professionalmente? Quale di questi due aspetti pensate possa risultare più impegnativo per il conseguimento degli obiettivi prefissati? FF Secondo me il concetto di motivazione in azienda è radicalmente cambiato negli ultimi anni. Tempo fa la motivazione in ambito professionale era intesa come “l’espressione dei motivi che inducono un individuo a compiere una determinata azione”. Oggi continuo a vedere all’interno delle aziende persone demotivate lavorare in contesti che non procurano loro entusiasmo, ma ritengono questa l’unica alternativa per un salario sicuro. Il rischio di mettersi in gioco cambiando lavoro o azienda è per questi soggetti troppo alto; lo fanno in pochi. D’altro canto, è incredibile osservare quante aziende, soprattutto italiane, associno ancora oggi il concetto di motivazione al simbolismo de “il bastone e la carota”, paradigma incernierato unicamente sulle ricompense o sulle punizioni, che è alla base di tutto lo sviluppo economico degli ultimi due secoli. È da decenni che la motivazione è sostenuta in azienda attraverso la stessa pratica riservata all’addestramento: si rafforzano i comportamenti virtuosi e si penalizzano i comportamenti sbagliati. Per cambiare tale paradigma occorre essere capaci di diffondere nei collaboratori una visione aziendale, adottando un modello di gestione delle risorse secondo una logica di sviluppo delle competenze all’interno di un “gioco di squadra”. Questo è un aspetto che ritengo essere tra i più impegnativi per un’azienda che si prefigge di raggiungere obiettivi ambiziosi. Bisogna saper cercare dentro ogni persona. AG Certamente motivare ed essere motivati sono due sfide importanti ed ugualmente ardue. Non credo di avere molta esperienza sul “motivare”, ma ritengo che - in primis - significhi “ispirare”. Sono convinto che l’essere di esempio abbia un impatto molto più forte rispetto a qualsiasi altra modalità finalizzata alla motivazione, poiché spinge al costante autoapprendimento e al miglioramento continuo della propria persona. Bisogna necessariamente essere ciò che si vorrebbe vedere negli altri, per questo credo che per essere di esempio sia innanzitutto necessario avere una forte motivazione personale. Altro punto molto importante è la consapevolezza della propria comunicazione nei confronti delle persone che ci circondano; da essa dipendono il rispetto all’interno del contesto professionale e personale in cui operiamo. Essere motivato, invece, significa per me ricercare la motivazione direttamente dentro me stesso. La motivazione personale, che venga rafforzata o indebolita da fattori esogeni, deve comunque partire in primis da una radicata convinzione interiore. Altro punto fondamentale è la volontà costante di imparare, di mettersi sempre in gioco per crescere umanamente e professionalmente, di cercare nuovi stimoli e contesti che possano garantire un appagamento dal punto di vista della carriera, per essere spinti a fare sempre meglio. Visto il contesto socio-economico mondiale, quali sfide ritenete che oggi un’azienda sia chiamata a compiere in termini di formazione e – nello specifico – in quella manageriale? FF Ognuno di noi possiede un’inesauribile riserva di energia in rapporto a delle specifiche potenzialità personali. La sfida più impegnativa che un’azienda deve compiere in termini di formazione è quella finalizzata a far sì che le proprie risorse facciano dentro di sé un primo passo: iniziare ad essere consapevoli delle “Proprie, Uniche, Potenzialità”. Bisogna partire da un lavoro di individuazione e valorizzazione delle potenzialità personali, facendo emergere per poi focalizzare i bisogni e i desideri che ognuno cela dentro di sé, e che talvolta risultano nascosti o “bloccati”. Credo sia questa la ricetta giusta che ogni leader in azienda deve conoscere e saper applicare. Indistintamente e a ogni livello e funzione aziendale. AG Il contesto socio-economico mondiale è in continuo cambiamento. Nondimeno il contesto relativo alla sfera che riguarda le grandi società multinazionali. Ritengo che un’azienda moderna e all’avanguardia debba in primo luogo dotarsi di giovani formati scolasticamente in diverse discipline e desiderosi di mettersi in gioco senza avere paura di cambiare contesto lavorativo o geografico. Di conseguenza, credo sia assolutamente necessario formare costantemente le proprie figure chiave tramite un’interazione continua con il mondo accademico, allo scopo di creare figure complete di alto livello, in grado di far fronte alle molteplici sfide che un’azienda come Cmc è chiamata ad affrontare quotidianamente. Credo sia necessario lavorare alla formazione di figure flessibili e “creative”, non più chiamate ad eseguire ripetutamente gli stessi compiti ma ad approcciarsi con intelligenza e coscienza alle situazioni. Oggi siamo chiamati a fare molto di più rispetto ad un tempo, ma con minori risorse. Come definireste questo workshop, con un aggettivo? FF Un solo aggettivo: gratificante. Questa esperienza è stata per me una fonte incredibile di motivazione. AG Un buon inizio. 06.1.a il 17% anomalie negli impianti elettrici, l’9% anomalie sull’uso dei dispositivi di protezione individuali, mentre il restante 61% è relativo ad altre non conformità alle norme di legge. Nel 2014, rispetto all’anno precedente, registriamo un sostanziale mantenimento dei punteggi medi rispetto alle irregolarità rilevate. 06.1 06.1.b 06.1.c sicurezza di Maurizio Didonè Il 2015 sarà un anno di sfide e mi auguro di ulteriori successi per il Servizio Sicurezza e Ambiente. Anche per il prossimo anno il Servizio non verrà meno nell’impegno di sostenere i cantieri nello sviluppo delle attività formative e di sensibilizzazione. Dopo i successi degli ultimi mesi, grazie all’attiva partecipazione del personale preposto, perseguiremo nell’organizzazione di incontri di sensibilizzazione in materia di Sicurezza sul Lavoro e Protezione dell’Ambiente. Incontri che per l’appunto nel corso del 2014, hanno prodotto questi risultati: • un incremento delle attività formative/informative (Toolbox); • un incremento del numero di segnalazioni (near-miss). Indici, che sottolineano una significativa presa di coscienza di gran parte dei collaboratori su queste tematiche. Rinnoviamo le nostre congratulazioni ai vincitori, e nel ricordare che la sicurezza nei posti di lavoro dipende prima di tutto da noi stessi, diamo appuntamento all’edizione 2015 del concorso “Vai sul Sicuro!”. L’elenco dei premiati “Vai sul Sicuro 2014”: ecco i vincitori 06.1.a I premiati del porto di Ancona. 06.1.b Maurizio Didonè. 06.1.c Pulejo e Bona Premiati nel corso dell’assemblea dei soci del 7 marzo, i vincitori del concorso “Vai sul Sicuro!”. I premiati sono stati scelti nel Settore Marittimo sono i Cantieri di Piombino e Ancona per l’Italia. All’estero i Pm e gli Hse Manager Cantiere Coca Cola in Mozambico. del cantiere di Piombino. Il 7 marzo, nel corso dell’assemblea dei soci, tenuta presso la sala Teodorico del Grand Hotel Mattei di Ravenna, si è svolta la giornata della premiazione dell’undicesima edizione del concorso aziendale “Vai sul Sicuro!”. Accompagnati dalle congratulazioni di tutti i partecipanti all’assemblea, i vincitori per l’Italia hanno ricevuto dal Presidente gli attestati di merito ed il tradizionale ricordo dell’iniziativa per l’estero la consegna è avvenuta virtualmente a mezzo un contatto diretto. Per questa edizione del concorso hanno vinto alcuni colleghi del settore marittimo. La scelta si è basata fondamentalmente su due criteri: il grado di conformità alle norme di sicurezza sul lavoro 3 domande a... 3 domande a Barbara Doronzo e Gloria Bassi, addette della Qualità e Sicurezza in due dei cantieri premiati quest’anno: Piombino e Ancona. Mi descrivi il cantiere per cui sei stata tra le vincitrici del Premio Vai sul Sicuro 2014? Barbara Il Cantiere Mise nel Porto di Piombino iniziato nel marzo 2012 è in fase di completamento. Il 2 febbraio è stata ufficialmente comunicata la fine lavori: due banchine commerciali lunghe 455 m con un dente di attracco per navi Ro-Ro costituiscono la prima grande opera che la Cmc consegna al porto toscano. Il Cantiere “Piombino II”, invece, iniziato nell’aprile del 2014, consiste nel prolungare il sottoflutto, realizzare il nuovo sopraflutto, un’area di recupero di suolo a mare delimitata da scogliere in massi naturali e destinata ad accogliere i fanghi di dragaggio, un piazzale operativo ed una banchina in palancolato metallico. L’eterogeneità delle lavorazioni, caratteristica comune ad entrambi gli appalti, ha comportato e comporta la presenza contemporanea di 10-12 imprese in cantiere e circa 80-90 addetti al lavori. Gloria Cmc è presente nel Porto di Ancona con 2 cantieri. Il 22 marzo 2012, all’Ati in cui Cmc è mandataria con il 50,1%, sono stati affidati i lavori di realizzazione del nuovo molo di sopraflutto. L’opera è una diga a gettata costituita da pietrame, massi naturali e circa 10400 tetrapodi. La prefabbricazione e la posa dei tetrapodi viene eseguita direttamente da Cmc con mezzi e maestranze proprie. Attualmente sono impiegate nelle operazioni di prefabbricazione 14 unità, mentre nelle operazioni p.09 la Betoniera e l’andamento nell’anno degli infortuni del cantiere. Il grado di conformità è determinato attraverso l’esito delle verifiche a cui i cantieri sono soggetti nel corso dell’anno i cui esiti danno luogo ad un punteggio che viene assegnato agli stessi cantieri, tenendo conto del numero di irregolarità riscontrato durante le ispezioni. Alle irregolarità viene assegnato un peso correlato alla loro gravità, valutato in base all’ entità delle eventuali conseguenze in caso di incidente. Per esempio, una carenza da cui potrebbe scaturire un incidente, con conseguenze irreversibili o letali è tenuta in conto con un peso maggiore rispetto ad altre irregolarità. Il punteggio ottenuto sommando tutte le irregolarità valutate con il loro peso permette di costruire una classifica dei cantieri più sicuri. Nel corso del 2014 sono state svolte, in Italia, 63 ispezioni, in aggiunta a quelle quotidianamente svolte dai servizi di prevenzione e protezione di cantiere. Sono state rilevate 64 irregolarità, di queste: il 13% ha riguardato carenze sulla predisposizione di ponteggi, di posa un motopontone e un escavatore a fune. La fine di entrambi i lavori è prevista a giugno 2015. Cosa significa per te sicurezza? Barbara Il primo approccio tecnico con la parola sicurezza nasce spesso sui “banchi di scuola” dove l’impronta normativa e puramente didattica non consente, a mio avviso, di cogliere la reale importanza ed eterogeneità del termine. La parola sicurezza è sinonimo di libertà: libertà di lavorare in ambiente sicuro e di coordinare tutte le attività presenti in cantiere salvaguardando la salute e l’integrità fisica di chi vi opera e perseguendo la produttività programmata. Gloria Sicurezza significa contribuire nella riduzione di tutti i rischi che possono presentarsi nell’esercizio di ciascuna attività, cercando in tutti i modi di prevenirli per la tutela del lavoratore. Dunque occorre sensibilizzare sempre più su questa materia, poiché mette al primo posto la vita. New Coca-Cola Bottling Facility Baby Boleley, Crespo Macuvele, Jonas Mafumo, Nataniel Simbine, Mário Ducay, Jovelito Rayes, Giuseppe Cattaneo, Giuseppe Facchinetti, Dauchande Martims, Zito Silva P. Mugoa, André Carlos, David Chongo, Célio Gaspar, António Naife, Benedito Cabral, Gabriel Miguel, Francísco Bila, Basílio Mendes, Cesar Sousa, Joaquim Miguel Tómas, Acácio José Ferreira, David Paulo, Manuel Barbosa, Arlindo Salazar, Cristian Dussin, Stefano Bonaventura, Gianni Baldisser, Fernando Guirrugo, Ibrahimo Mahoche, Bertino Alberto, José Pechiço, Alberto Pechiço, Matias Samuel, Felix Alberto, A-mérico Zivane, António Bombe, Abel Litige, Adolfo Libombo, Crimildo Vilanculos, Batho Diseko, Mª Inês Garcia, Valente Sitoe, Rosta Vuma, Sebastião Salomão, Euclides Eusébio, Jorge Gingo, Eusébio Keguelane, José Estevão, Wilson Chidambo. Porto di Ancona - Tetrapodi e Newport Alessandro Depasquale, Alessandro Maltoni, Angelo Fornaro, Antonio Loscialpo, Dino Soldati, Edmond Haskaj, Francesco Tolentino, Giampaolo Casalino, Gloria Bassi, Loris Errani, Luca Miani, Luigi Picone, Massimo Malpassi, Ruggero Francesco Rau, Sito Aniello, Raffaele Bortone, Daci Afrim, Stefano Marchetti. Porto di Piombino - Interventi infrastrutturali e Mise Marco Angeloni, Nicola Bona, Francesco D’Alò, Barbara Doronzo, Marco Giovarruscio, Lucia Illuminati, Valentina Leoni, Antonino Pulejo, Simone Ventura, Vincenzo Viola. Com’è strutturato il servizio sicurezza e ambiente e com’è stata la collaborazione con il servizio di sede? Barbara In entrambi i cantieri, il Servizio è gestito dal Direttore di Cantiere e dal Responsabile di Produzione che si avvalgono del supporto di un Aspp (Cmc). Il rapporto con la sede è imprescindibile e continuativo: il controllo delle attività svolte in cantiere attraverso la condivisione degli aspetti normativi, del know how aziendale e delle procedure sono aspetti necessari ai fini del continuo miglioramento dei risultati perseguiti. Gloria Per entrambe le Unità Produttive rappresento l’addetta alla sicurezza e all’ambiente, pertanto mi coordino con i due Responsabili di Produzione e il Servizio di sede, che si è reso sempre disponibile, dandomi tutto il supporto necessario per questa mia prima e proficua esperienza nel mondo della Sicurezza. 07.1.a 07.1 07.1.b lavori in corso di Giorgio Clavarino C926: finiscono i lavori di scavo allo “Stadium shaft” 07.1.a-c Bellissime foto dal nostro cantiere di Singapore. Lo scorso 11 febbraio non è stato un giorno qualunque per il personale di Cmc impegnato a Singapore per i lavori affidatigli dalla Land Trasport Authority (Lta) nella realizzazione del lotto “C926” della linea di metropolitana Downtown Line 3. In seguito all’installazione dell’ultimo anello da parte della Tunnel Boring Machine chiamata “Beatrix”, che ha completato la sua corsa al confine tra il nostro contratto “C926” e l’adiacente affidato ad un altro Contractor, si sono, infatti concluse, le operazioni di scavo meccanizzato allo “Stadium”. Una storia iniziata con lo scavo del pozzo di lancio (30m di diametro 37m circa di profondità) tanti mesi fa, nel corso dei quali si sono avvicendati i lavori di scavo meccanizzato da parte delle frese “Beatrix” e “Chloe” lungo le due direzioni del treno denominate “Expo Bound” e “Bukit Panjang Bound” per un totale di circa 2.170 metri di scavo. Questo traguardo è stato raggiunto superando numerosi ostacoli ed imprevisti che si è stati in grado di affrontare con grande sforzo e in maniera brillante. Numerose sono state infatti le criticità che si sono palesate in tale contesto nel corso di tutte le lavorazioni: di natura organizzativa, legate alla difficoltà di reperire personale, dovendo sottostare alle difficili condizioni imposte dalla burocrazia singaporiana, e al consistente turnover che ha minato la stabilità e la coesione dello staff impegnato; di natura tecnica e contrattuale, relative alle fase di progettazione e realizzazione del pozzo, alle operazioni di montaggio e smontaggio delle macchine, ai problemi di allineamento delle stesse e alle diverse strategie che sono state adottate per fare in modo che venisse aumentata la loro produttività, ai delicati passaggi durante i quali le frese passavano al di sotto di strutture importanti (quali per esempio banche e attività commerciali varie) o quando attraversavano porzioni di territorio complesso dal punto di vista geografico. L’occasione era di quelle importanti, motivo per cui, per “salutare” il completamento delle operazioni di scavo nello “Stadium” ad opera di “Beatrix”, il personale incaricato, in presenza anche della Direzione Lavori e degli ispettori della qualità, ha voluto celebrare il momento con un piccolo rinfresco, a cui hanno partecipatole persone che hanno contribuito al raggiungimento di tale obiettivo, che finalmente hanno potuto fermarsi un attimo e osservare il risultato p.10 la Betoniera ottenuto grazie ad un coordinato lavoro di squadra. Con il termine delle operazioni di scavo ad opera di “Beatrix”, è stato così raggiunto un passo importante verso il definitivo completamento del progetto “C926”, per il quale rimangono infatti da ultimare gli scavi (circa 750 metri) dell’altro pozzo dove altre due frese, denominate “Hayley” e “Lizzi”, finiranno i lavori nei prossimi mesi. Una volta completate tutte le operazioni di scavo meccanizzato richieste le Tunnel Boring Machines impegnate potranno infine riposare ed essere quindi destinate a nuovi utilizzi. 07.1.c 07.2 07.2.a lavori in corso Caduto l’ultimo diaframma della galleria Basci 07.2.a-c Nelle foto il momento della caduta dell’ultimo diaframma della galleria. Alla fine di febbraio sono terminati i lavori di scavo e rivestimento della galleria Basci nell’ambito dei lavori per la realizzazione della variante Ss 1 “Aurelia” – viabilità di accesso all’hub portuale di Savona, nei territori di Albissola Superiore e Albissola Marina. I lavori, commissionati da Anas al Consorzio Letimbro – di cui Cmc è capofila – sono stati realizzati grazie 07.2.c all’utilizzo di una Tbm del diametro di 13,72 m che ha iniziato lo scavo, lungo circa 500 metri, nell’aprile del 2014. I lavori di costruzione della variante alla statale 1 “Aurelia” tra Albissola e Savona, per i quali è prevista la realizzazione di tre svincoli, quattro gallerie naturali e tre viadotti, hanno raggiunto al momento circa il 25% del totale. 07.2.b Il maltempo non rallenta i lavori a Piombino Dopo 10 mesi dalla consegna dei lavori, il cantiere procede a spron battuto: sono già state ralizzate opere per circa 54.000.000 euro, pari ad un avanzamento del 66,6%. Sono state ultimate tutte le scogliere che delimiteranno il nuovo molo del porto di Piombino ed il dragaggio dei fondali per un volume pari a 2.790.000 mc, grazie all’impiego H24 di due draghe Tshd (Hopper) e Csd (Cutter). A buon punto è anche l’esecuzione delle opere in cemento armato, nonostante il maltempo e le violente mareggiate che si sono abbattute su Piombino. Sono stati completati, circa 7 conci della trave di contrasto della banchina est, pari a circa 295 metri su 400 totali, per complessivi 5900mc di calcestruzzo, più di 160.000kg di ferro. Aperto anche il fronte relativo alla trave di coronamento del palancolato, con l’assemblaggio di circa 23.000kg di ferro e 150mq di casseri, e quello del muro paraonde, per il quale è già stato posato il ferro del primo concio. Sono stati realizzati anche 5 cassoni celluri (sui 10 previsti in appalto) di cui 3 relativi al prolungamento del molo Batteria, varati e riempiti, e 2 inerenti al prolungamento della Diga nord. p.11 la Betoniera 07.3 07.3.a lavori in corso di Luca Antonetti La sfida vinta nel cantiere della T.E.E.M. 07.3.a Svincolo A4 - T.E.E.M. La preparazione delle varici prima della costruzione della galleria GA001. 07.3.b Svincolo A4 - T.E.E.M. L’attivazione delle varici. Si sviluppa prevalentemente in trincea il Lotto A (Nord) della T.E.E.M. (Tangenziale Est Esterna di Milano) i cui lavori procedono celermente nel rispetto del termine fissato al 30 aprile prossimo per la fine delle attività della 1° fase, legata all’apertura della linea principale per l’ Expo e per febbraio 2016 per le opere connesse, a supporto del territorio. 07.3.c Svincolo A4 - T.E.E.M. Vista notturna durante l’attivazione delle varici. 07.3.d Getto soletta della galleria GA001. 07.3.e GA001 - Terminata la soletta copertura Il tratto a Nord, lotto A, assegnato alle cooperative, è lungo 6,150 km e presenta una serie di criticità, che, da nord a sud sono rappresentate dalla galleria dello svincolo sulla A4, dalle gallerie sotto il canale Villoresi e sotto la metropolitana MM2 e dalla galleria Martesana, sotto l’omonimo canale. Tali criticità hanno rappresentato fin dall’inizio, il focus principale dei problemi da risolvere: ad oggi sono stati tutti risolti. di realizzare una media di 6/pali/giorno con un doppio turno di lavoro per ogni macchina operatrice. I pali da realizzare, a sostegno dell’intera galleria (compresi dei pali di imbocco), erano complessivamente 204. L’inizio è stato segnato dalla difficoltà di avere l’area operativa completamente disponibile (abbiamo dovuto realizzare 2 “varici” esterne al tracciato, attivate in tempi diversi per problemi di traffico imposti dal concessionario Aspi), e quindi le attrezzature hanno potuto operare contemporaneamente solo dopo due settimane. Il 5 luglio dello scorso anno abbiamo avuto la disponibilità completa dell’area di lavoro. Il 20 luglio, dopo avere scavato in quota l’impronta della galleria e deviata l’idraulica esistente (tubi del 1200/1400 m/m), per evitare eventuali problemi di allagamento dello scavo dove si doveva operare, finalmente sono iniziati i lavori. 07.3.b con posa travi in c.a.p. 07.3.f GA001 galleria terminata - riattivata A4 su sedime originario. In particolare, la galleria denominata GA001, che insiste sotto l’impronta della A4, è stata una vera e propria sfida, per i problemi burocratici con la concessionaria Aspi (Autostrade per l’Italia), per il poco tempo a disposizione e soprattutto con la presenza di un materiale litoide poligenico molto resistente – “ceppo” (resistenza paragonata ad un cls Rck compreso tra 30/40 MPa) esteso per tutta la superficie che ha interessato la galleria, collocato a circa 8,00 mt dal piano viario della A4, per una “potenza” con uno spessore medio superiore ai 10,00 mt. Il progetto esecutivo, prevedeva la realizzazione di una paratia in diaframmi (metodo Milano) del diametro del 1200 m/m. Vista l’esperienza maturata lungo la linea principale in corrispondenza della trincea chiusa è stata studiata una paratia con pali del 1200/1300 anziché diaframmi del 1200, utilizzando macchine aventi caratteristiche tali da “vincere” la resistenza del materiale presente, dotate di attrezzature specifiche. Sono state utilizzate 2 attrezzature della Bauer, una BG28 ed una BG39: quest’ultima arrivata direttamente dalla fabbrica tedesca. Per superare il materiale litoide presente “ceppo”, il progetto di variante ha previsto di realizzare i pali in 2 fasi. La 1° fase con un diametro del 1300 m/m, infiggendo nel terreno ghiaioso un carotiere del diametro del 1300 m/m, attestandolo per circa 50/100 cm sopra l’estradosso del materiale litoide poligenico “ceppo”. Nella 2° fase è stata sostituita l’attrezzatura, utilizzando un carotiere del diametro del 1200 con particolari “picchi” che servivano ad incidere e penetrare nel materiale litoide duro, per arrivare fino alla profondità richiesta dal progetto, facendo leva sulla coppia che le attrezzature della Bauer sviluppano (quasi 40.000 Ton/mt) per superare l’attrito del materiale presente e la relativa disgregazione durante l’avanzamento nel materiale duro. La scelta delle macchine operatrici dotate di attrezzature specifiche hanno permesso Due fattori hanno reso questa operazione estremamente difficoltosa e critica: 07.3.c • lo scavo dei pali interessava, per circa 10 m, uno strato di terreno fortemente cementato (il cosiddetto “ceppo” o “conglomerato poligenico”) di altissima resistenza variabile tra i 300 e i 400 Kg/cmq (praticamente un eccellente calcestruzzo); • l’area di lavoro non poteva essere resa completamente disponibile sin dall’inizio a causa della presenza di un importante collettore fognario che attraversava il cantiere. Per questo, nelle prime due settimane di lavoro, è stato possibile lavorare con una sola attrezzatura. In questo contesto, il tempo concesso, che già risultava estremamente compresso per l’esecuzione di pali “tradizionali”, appariva oltre i limiti della fattibilità. Infatti, le tempistiche di scavo con normali macchine da scavo, registrate in analoga tipologia di terreno durante l’esecuzione delle altre opere poste nelle vicinanze, non permettevano di preventivare più di 2 pali/giorno per ogni attrezzatura di scavo e la iniziale limitatezza dell’area a disposizione imponeva l’avvio dei lavori con una sola attrezzatura. Sembrava una missione impossibile e la programmazione generale dei lavori non consentiva alcuna deroga. 07.3.d La prima fase è stata caratterizzata dalla preparazione, con lo scavo in quota e la formazione del cordolo di lavoro, affinchè tali pali non subissero disassamenti e/o inclinazioni dannose per il prosieguo successivo dei lavori, soprattutto in fase di chiusura, con la realizzazione delle pareti di rivestimento finale, ottenute con la posa di lastre in predalles. È stato nel frattempo allestito un impianto di bentonite per il recupero della stessa durante le fasi di posa gabbia e getto in cls. Durante l’esecuzioni dei lavori, a causa di rotture delle attrezzature, è stato necessario prevedere turni notturni di lavoro per recuperare il tempo perso. Il 28 agosto è stato realizzato l’ultimo palo previsto in progetto di variante. Nel frattempo è iniziata la scapitozzatura della testa dei pali in questione (sono state realizzate 3 file di pali di 50 pali/cadauna, oltre ai pali di imbocco), per predisporre il getto del cordolo superiore a sostegno delle travi in c.a.p. che sono state posate nei tempi previsti nel programma lavori. Dall’ 8 al 13 settembre sono state posate tutte le travi di copertura. Il 23 settembre è stato realizzato il getto in cls della soletta di copertura. In due tempi diversi, nel fine settimana, è stata riattivata l’autostrada A4 sul sedime originario: prima la carreggiata est in direzione VE e la settimana successiva la carreggiata Ovest in direzione Milano. 07.3.f p.12 la Betoniera Alla fine, tutti i tempi programmati sono stati rispettati e il 18 dicembre 2014, alla presenza di autorità politiche e tecniche, c’ è stata la cerimonia per l’abbattimento dell’ultimo diaframma della galleria. 07.3.e 07.4.a 07.4 07.4.b 07.4.c 07.4.d lavori in corso Nel cantiere dello Shanxi ha iniziato a scavare la Tbm Lo Yellow River Diversion Project, nella provincia dello Shanxi in Cina, è un progetto acquisito da Cmc nel 2013. Terminate le operazioni di assemblaggio della Tbm del fornitore Seli, i lavori sono partiti alla fine di febbraio. Servirà a deviare l’acqua dal serbatoio della centrale idroelettrica di Tianqiao a 4 città e 16 contee attraverso un tunnel la cui lunghezza totale sarà di 23,76 km e che sarà scavato con una Tbm doppioscudata. La cosa interessante di questa commessa è che i prima 3,8 km saranno scavati lungo una specie di discenderia che ha imposto l’utilizzo di speciali locomotori e rolling stock con un sistema frenante appositamente studiato. 07.5 07.5.a lavori in corso Un cantiere con tanti “spettatori” 07.4.a-d Le fasi di montaggio della Tbm. 07.5.a-c Il cantiere per la realizzazione della metropolitana di Torino. Sono partiti a ritmo sostenuto i lavori per la realizzazione della tratta “Lingotto-Bengasi” della linea 1 della Metropolitana di Torino, che consistono nella costruzione di due stazioni (“Italia ’61-Regione Piemonte” e “Bengasi”), tre pozzi di ventilazione e una galleria lunga 1,9 km, scavata interamente con Tbm. Il tratto Lingotto - Bengasi della linea 1 della metropolitana di Torino presenta una lunghezza di circa 1,9 km con origine all’estremità della stazione Lingotto, terminale della precedente tratta funzionale Porta Nuova-Lingotto. 07.5.b Questo tratto comprende 2 stazioni, Italia 61 e Bengasi, 2 pozzi di ventilazione dì intertratta (PB1 e PB2), il pozzo terminale di fine tratta (PBT) a circa 200m oltre la stazione Bengasi, ed un manufatto di bivio, collocato tra la stazione Lingotto ed il pozzo di ventilazione di intertratta PB1. Il cantiere si sviluppa in area prettamente urbana, densamente antropizzata, e l’appalto si caratterizza per numerose interazioni con altre opere pubbliche e private preesistenti o in corso di progettazione o realizzazione. I lavori sono seguiti dalla “partecipazione” di un folto pubblico impaziente di vedere l’opera ultimata p.13 la Betoniera 07.5.c 07.6 07.6.a 07.6.b lavori in corso di Claudio Cuccorese Prime foto dal cantiere dell’Aga in Algeria 07.6.a-b Inaugurazione della mensa nel campo base. 07.6.c Il cantiere algerino. Proseguono i lavori cominciati nel giugno scorso nel cantiere algerino dell’Aga. Attualmente si stanno eseguendo i primi fabbricati che saranno destinati alle attività di manutenzione e ad ospitare gli agenti della protection civile e della gendarmerie. Giovedì 12 febbraio, intanto, è stata inaugurata la mensa all’interno del campo base situato a Constantine. L’appalto riguarda una tratta autostradale di 400 km circa e prevede la ristrutturazione di 19 svincoli, la costruzione di 34 edifici per i servizi e gli uffici per la manutenzione 07.7.a 07.6.c autostradale, di 22 stazioni di pedaggio e di circa 120 edifici minori, per un totale di una superficie utile di circa 90 mila metri quadrati. L’appalto prevede anche tutti gli impianti necessari per la gestione e la sicurezza del traffico in accordo con le più recenti tecnologie: 60 stazioni radio, 25 stazioni meteorologiche, 45 stazioni per la raccolta dei dati di traffico, 530 colonnine SoS, pannelli a messaggio variabile, sistemi di video-sorveglianza. L’importo dell’appalto ammonta a circa 286 milioni di euro. 07.7 lavori in corso Proseguono i lavori nel cantiere di Johannesburg 07.7.b 07.7.a-b Foto da cantiere di Johannesburg. Intense e profonde attività di estrazione mineraria hanno caratterizzano negli anni la regione che circonda Johannesburg. In particolare, nelle miniere ormai dismesse dei bacini del Witwatersrand, l’accumulo di acque profonde acide (chiamate anche “Amd”: Acid Mine Drainage) minaccia di contaminare gli acquiferi superficiali con conseguenti catastrofici danni ambientali. In questo scenario il TCTA, Trans Caledon Tunnel Authority, su indicazione del ministro del Department of Water Affairs del Sud Africa, ha studiato e finanziato un progetto infrastrutturale di intervento a breve termine per contenere la risalita delle Amd mantenendo il livello di risalita al di sotto del livello ambientale critico attraverso un sistema di estrazione e neutralizzazione dell’Amd seguito da restituzione all’ambiente delle acque e fanghi di processo neutralizzati. Nel maggio dello scorso anno, il consorzio Cmc PG Mavundla Engineering Eastern Basin Jv si è aggiudicato i lavori per un importo di oltre 956 milioni di rand sudafricani, corrispondenti a circa 92 milioni di dollari americani. In breve, i lavori comprendono la costruzione della stazione di pompaggio superficiale operante nei pozzi di miniera completa di pompe (in totale 3, ciascuna in grado di sollevare acqua da 330 m di profondità al tasso di 400 l/s); delle necessarie pipelines di processo; dell’impianto di trattamento dell’Amd ad H.D.S. (capacità di 106.000 m3/giorno) che comprende, a sua volta, un sistema di pre-trattamento con calcare, reattori di aerazione e neutralizzazione con idrossido di calce, precipitazione di metalli pesanti e eccesso di solfati; di una condotta di restituzione acque trattate (1 km) e di una condotta di restituzione fanghi (30 km); di 7 edifici di controllo e amministrazione dell’impianto e relativa urbanizzazione con strade di accesso e condotte acque nere e bianche. Finalmente ripartiti i lavori in Angola Nuovo appalto a Beirut Sono ripartiti i lavori per la realizzazione dell’autostrada Soyo-Kifuma in Angola. La nostra cooperativa ha ricevuto una lettera di aggiudicazione dal Council for Development and Reconstruction di Beirut (Libano) per la realizzazione di circa 24 km di tunnel e di un acquedotto per l’alimentazione idrica di Beirut. Alla fine dello scorso mese di novembre, Sace aveva garantito un finanziamento da 164 milioni di euro – strutturato da BNP Paribas CIB nel ruolo di Sole Structuring Bank e Agent Bank – in favore del Ministero delle Finanze angolano per il completamento dei lavori di costruzione dell’ultimo tratto dell’autostrada Luanda-Soyo (N’Zeto-Soyo) affidati a Cmc. Il progetto, del valore complessivo di 250 milioni di euro, prevede la realizzazione di 44,8 chilometri di strada a due carreggiate per senso di marcia (dei 500 chilometri previsti in totale) per l’autostrada che collegherà la capitale Luanda alla città di Soyo, nell’area settentrionale del Paese, regione di primaria importanza per l’industria estrattiva del petrolio. p.14 la Betoniera L’importo dell’appalto è pari a circa 165 milioni di euro, in parte finanziato dalla Banca Mondiale. I tunnel saranno scavati con due Tunnel Boring Machines (Tbm). 07.8 07.8.a lavori in corso di Salvatore PIcone che sarà la piazzola di sosta e al completamento dell’impermeabilizzazione della struttura), alla galleria Caltanissetta la Tbm “Barbara” ha già scavato quasi tre chilometri. A meno di un anno dall’inizio dello scavo del primo tunnel, i lavori hanno dato finora grandi risultati. L’importanza del metodo di scavo meccanizzato è ormai noto a tutti in città e in provincia di Caltanissetta. Caltanissetta, l’eccellenza dei lavori e i rapporti col territorio 07.8.a Il vescovo di Caltanissetta in visita al cantiere dell’Empedocle 2. 07.8.b Il plastico della Tbm al lavoro a Caltanissetta. La Tbm “Barbara” ha già scavato quasi tre chilometri. Alla galleria “Papazzo” lavori di completamento della canna destra. E in città la Cmc sta realizzando il “Giardino della legalità”. Il Vescovo: “Siete un corpo unico che sta dando al territorio un forte segnale di crescita”. La Tbm, in Sicilia, lavora alla grande. In queste settimane si arriverà a tre chilometri di scavo. Ne manca uno per completare la prima canna della lunga galleria Caltanissetta, l’importante opera dei lavori di raddoppio della strada statale 640. Sulla “Agrigento Caltanissetta” i lavori proseguono a ritmi veloci. Lungo tutto il tracciato del secondo lotto sono visibili gli interventi dell’impresa. Le deviazioni danno l’idea di lavori in corso per l’ammodernamento di una strada importante per la viabilità dell’isola. Viadotti in costruzione, gallerie in fase di realizzazione, svincoli e nuovi percorsi rendono adesso più chiaro, ai cittadini, l’intervento in corso da parte dell’Empedocle2, il Contraente generale guidato dalla Cmc. E se alla galleria “Papazzo”, prima dell’estate, si completerà la canna destra, come assicurano i tecnici della Cooperativa impegnati in Sicilia (attualmente si sta provvedendo alla realizzazione di quella La consapevolezza che in questa parte della Sicilia si sta realizzando una galleria con metodi internazionali emerge anche dagli interventi pubblici di cittadini, professionisti e istituzioni. Tant’è che recentemente anche il Vescovo di Caltanissetta, Monsignor Mario Russotto, ha definito questi lavori “un’eccellenza del nostro territorio”. Proprio così. Il Vescovo, molto legato al cantiere dove tra l’altro è stata realizzata tempo fa anche una piccola chiesetta dedicata al papa operaio, Giovanni Paolo II, lo scorso 5 marzo ha celebrato una messa al campo base di “Empedocle2”. “Continuate a lavorare bene – ha detto Monsignor Russotto – animati dai sentimenti della solidarietà, della cordialità e dello spirito di accoglienza. Questo è un lavoro di eccellenza, fatto per bene – ha aggiunto – e grazie a tutti voi finalmente avremo una strada nuova che è un impegno per il futuro di questa terra. Siete un corpo unico che sta dando al territorio un forte segnale di crescita. E anche quando ci sono inconvenienti, andate avanti con onestà e vedrete che la gente continuerà a stare dalla vostra parte”. Parole che incoraggiano senz’altro tutti i lavoratori impegnati sulla Ss 640. 07.8.b “La vicinanza con le istituzioni del territorio è fondamentale per l’impegno che mettiamo giorno dopo giorno per la costruzione della nuova 640”, ha detto l’Ing. Pierfrancesco Paglini, project manager dell’Empedocle. Così come è avvenuto, sempre nei giorni scorsi, per la realizzazione del “Giardino della legalità” che la Cmc sta realizzando nel centro urbano di Caltanissetta. Il sindaco Giovanni Ruvolo, in occasione della posa della prima pietra del parco urbano, ha parlato di considerevole sinergia e collaborazione tra il Comune e l’impresa coinvolta nei lavori: “Un bell’esempio – ha detto – di partecipazione e cooperazione che restituisce alla città un luogo finora abbandonato”. Anche questo è un progetto che mira ad un rapporto positivo con la città che segue con interesse i lavori, soprattutto quelli in corso per la realizzazione della galleria sotto la collina Sant’Elia. Dove già si pensa al traguardo dei primi quattro chilometri il cui scavo è stato definito da record nazionale grazie alla Tbm il cui plastico in scala accoglie i visitatori nella sede del Contraente generale. Cominciati i lavori per l’ampliamento dell’Esp Al via l’assemblaggio della Tbm nel cantiere dell’ Alto Maipo Sono iniziati i lavori propedeutici all’ampliamento del centro commerciale Esp di Ravenna. Nel cantiere per la realizzazione del progetto idroelettrico a circa 50 km da Santiago del Cile, tutto è pronto per cominciare l’assemblaggio della Tbm che dovrà realizzare lo scavo. Il contratto d’appalto fra Cmc e Igd riguarda i lavori di bonifica da ordigni bellici e la realizzazione di geodreni verticali e di rilevato in sabbia e ghiaia in natura di altezza variabile da 1,50 a 2,50 metri. Il progetto, commissionato dalla Aes Gener, prevede la realizzazione di due centrali idroelettriche che complessivamente raggiungeranno una potenza di 531 Mw di portata totale. La superficie dell’intervento è di circa 90.000 metri quadrati e comprende la sagoma del nuovo fabbricato, i parcheggi e la viabilità interna dello stabile. I lavori previsti riguardano per il 90% opere sotterranee per un totale di 46,5 km di tunnel. La quota di Cmc ammonta a circa 67 milioni di euro. Iniziati gli scavi nel cantiere francese di Saint Martin La Porte Martedì 6 gennaio è stato dato il primo colpo di piccone nel nostro cantiere di Saint Martin La Porte (in Savoia) dove si sta costruendo il cunicolo esplorativo della discenderia aggiudicato dal raggruppamento Spie Batignolles Tpci (impresa mandataria), Eiffage Tp, Cmc di Ravenna, Ghella Spa et Cogeis Spa a maggio dello scorso anno. Il contratto, firmato il 14 maggio scorso, da Lyon Turin Ferroviaire Sas (LTF), prevede la progettazione e la costruzione di una galleria esplorativa di circa 9 km da realizzarsi con Tbm e di quasi 3,5 km scavati in tradizionale. La galleria esplorativa coinciderà con il futuro tratto sud del tunnel transfrontaliero della linea ad alta velocità tra Torino e Lione. Questi lavori completano anche i cunicoli esplorativi realizzati fra il 2002 e il 2010 attraverso le discenderie di La Paz, Saint-Martin-la-Porte e Modane per il lato francese dell’opera. p.15 la Betoniera 08 08.a parlano i protagonisti di Cristiana Bolognesi Senza squadra non fai niente! 08.a Andreuccio Zampiga oggi. 08.b.f La centrale di Porto Tolle. 08.c Zampiga nello stabilimento di Cesena nel 1993. 08.d Da poco arrivato in Cmc nel 1973. 08.e A Porto Tolle nel settembre 1978. Dopo qualche numero di assenza torna la rubrica “parlano i protagonisti”. Incontriamo un “giovane” pensionato, Andreuccio Zampiga, a cui chiediamo di parlarci dei suoi anni in Cooperativa e del cantiere che più di tutti ha “segnato” la sua esperienza lavorativa. Quando sei entrato in Cmc? Sono entrato in Cmc nel 1972 e il mio primo cantiere fu il raccordo autostradale Imola-Bologna con il geometra Tanesini e il geometra De Lorenzi e con capocantiere Sirotti. Negli anni successivi sono stato in diversi cantieri (la fognatura del macello pubblico di Bologna, la Genova-Voltri, la lottizzazione di Lido Adriano, la Docks Ravennate e altri) svolgendo diverse mansioni come il contabile, l’aiuto contabile, l’aiuto tracciatore, il tecnico di cantiere; era una prassi normale far provare i giovani su diversi incarichi per farli crescere. Nel settembre 1976, mi ero sposato da appena un mese, venni mandato a Porto Tolle, in provincia di Rovigo, dove dovevamo realizzare una delle più grandi (se non la più grande) centrali elettriche d’Europa insieme al geometra Tanesini. Era la prima esperienza della Cmc in questo contesto, tanto che incontrammo non poche difficoltà in tanti aspetti diversi. Di quali difficoltà parli? Innanzi tutto l’Enel lavorava in quegli anni già quasi in Qualità. E noi non eravamo certo abituati: regolamentazione degli accessi, casco sempre in testa, parco auto catalogato. Inoltre i tecnici Enel controllavano passo passo il nostro operato, tanto che, giusto per fare un esempio, finito di casserare bisognava aspettare il loro “via libera” per poter gettare. Quando arrivai in cantiere stavamo realizzando la prima parte di sala macchine e c’erano quasi più assistenti Enel che operai e tecnici Cmc. Ricordo bene quando, grazie al geometra Vittorio Morigi chiamato a un certo punto a sovrintendere il cantiere, passammo dalle gru semoventi alle gru a torre che diedero un grande impulso alle attività. Parlami meglio del cantiere. Situato in prossimità del mare e del Po il cantiere si estendeva su una vasta superficie completamente ed uniformemente perforata da migliaia di pali. Nella prima parte dei lavori il cantiere occupava 300 persone nelle opere civili riguardanti 2 unità della centrale (ogni unità comprendeva la sala macchine, la caldaia e i turbo alternatori). È stato un cantiere duro per le condizioni ambientali e duro a livello personale. Ricordo la nebbia e il vento o un sole implacabile, in mezzo a una landa desolata. Non c’era nulla da fare e, terminato il lavoro, giocavamo a carte o a ping pong e poi tante, tantissime riunioni. Una volta andammo al cinema a Porto Tolle ma scappammo alla fine del primo tempo dal freddo che era. In tanti ancora ricordano del “problema” più grosso che incontraste in quel cantiere. Sai a cosa mi riferisco? Era l’autunno del 1977 quando avvenne l’”incidente” che è rimasto negli annali della nostra Cooperativa. Ricordo bene che il giorno dopo avremmo 08.e dovuto eseguire il getto del basamento del camino (il camino lo faceva la Mariani-Battisti) di 40 m di diametro a una profondità di 6/7metri; avevamo fatto un’armatura supplettiva a sostegno del ferro tondino; quando iniziammo a togliere questa armatura, il ferro tondino, che probabilmente non era stato controventato, ebbe una rotazione formando una specie di cupola. Pensa che quando successe questo all’interno c’erano 3 o 4 topografi dell’Enel che facevano le ultime rilevazioni delle quote in funzione del getto che sarebbe dovuto avvenire il giorno dopo. Non so come ma per fortuna nessuno si fece male. Io ero lì un attimo prima e all’improvviso mi accorsi che c’era gente che correva in modo anomalo, tornai indietro e vidi. Mi prese un colpo! Presi di corsa l’auto e andai in cantiere ma nessuno mi credeva. Ricordo che l’ingegnere Miccoli mi disse di star zitto perchè scherzavo sempre. Cosa avvenne poi? L’Enel a quel punto era piuttosto decisa a toglierci il lavoro. Ma noi tenemmo duro. Da quel momento iniziammo tutte le sere a fare riunioni di cantiere, insieme ai dirigenti, Ravaioli in primis, che venivano anche più volte alla settimana da Ravenna per seguire meglio gli avvenimenti. Risolvemmo aprendo a spicchi e tirando su l’armatura, raddoppiando il personale soprattutto dei migliori carpentieri e ferraioli. Ci fu uno sforzo enorme da parte di tutti i soci per terminare il lavoro e uscire da quella situazione, i capocantiere e i capi squadra si presero letteralmente la Cmc sulle spalle e vincemmo la sfida grazie al nostro “spirito cooperativo”. C’erano 100 imprese che non aspettavano altro che un nostro fallimento. Poi, pian piano, l’Enel iniziò a prendere fiducia nelle nostre capacità. Tant’è vero che nel 1978 ci fu la gara per il 3° e 4° lotto e vincemmo entrambi. Per descrivere brevemente il cantiere nella sua totalità la Centrale era formata da una sala macchine con 4 turbolaternatori da 620 megawatt e vari macchinari di servizio; quattro locali per le caldaie che fornivano l’energia termica ai turboalternatori, bruciando il gasolio stivato in immensi serbatoi; per rifornire l’intero complesso venne costruito un oleodotto fra Porto Tolle e la SAROM di Ravenna; più diversi edifici, magazzini e una ciminiera di 250m di altezza. Fu una vera soddisfazione averla vinta sui nostri detrattori e questo ci consentì di diventare un punto di riferimento per l’Enel negli anni successivi. Me ne andai da Porto Tolle quando iniziammo il 3° e il 4° lotto, ma l’esperienza che mi feci in quei 3 anni fu incredibile, il massimo! Successivamente sono stato a Cesena il responsabile della produzione nel prefabbricato, direttore di cantiere presso il raddoppio della linea ferroviaria Russi-Ravenna, in Etiopia per seguire un impianto di prefabbricazione, direttore dell’Area Veneto, alla Secante di Cesena, al Passante di Mestre, all’Università di Perugia e poi ancora alla Ged di Cesena. Ho terminato la mia vita lavorativa nel 2014 all’Iter. 40 anni passati girando l’Italia per la Cmc, mi ricordo i volti di chi era con me in cantiere e meno la vita di casa, la famiglia diventa la tua squadra, ma non rinnego e non rimpiango nulla! 08.f p.16 la Betoniera 08.b 08.c 08.d 09.1.a 09.1 noi e voi 3° edizione del premio Fazio Anche quest’anno il Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università di Catania, con il contributo della Cmc di Ravenna, bandisce il premio Nazionale di Laurea alla memoria dell’Ing. Salvatore Fazio. Il premio di 2.000 euro sarà consegnato dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura alla migliore tesi di laurea, di argomento geotecnico, discussa tra l’1 dicembre 2013 e il 31 dicembre 2014. 09.2 Il vincitore del premio, come nelle passate edizioni, sarà designato da una commissione presieduta da un professore di geotecnica nominato dal Direttore del dipartimento e composta da due professori di geotecnica, uno in rappresentanza della Cmc e uno di designazione della famiglia Fazio. noi e voi A Caltanissetta il “Giardino della legalità” 09.1.a Foto di gruppo in occasione della consegna del premio Fazio nel 2014. 09.2.a-c Posa della prima pietra del “Giardino della legalità”. Sono iniziati il 3 marzo, con la posa della prima pietra, i lavori di costruzione del “Giardino della legalità”, un luogo simbolico e uno spazio al servizio di tutta la cittadinanza di Caltanissetta, che verrà realizzato, a titolo di sponsorizzazione, dalla società consortile “Empedocle2”, di cui fa parte anche Cmc. I concorrenti devono far pervenire, entro il 31/03/2015, la domanda di partecipazione secondo lo schema consultabile sul sito www.ing.unict.it alla sezione “In evidenza”. Lo scorso anno il premio è stato vinto dall’ingegnere Pasqualino Argetto (nella foto insieme ai quattro destinatari della menzione d’onore: Francesco Campione, Alfio Patanè, Federica Taglietti e Andrea Trafiletti) con una tesi dal titolo “Microzonazione sismica della città di Catania per i terremoti di scenario del 1693 e del 1818”, svolta presso l’Università di Catania. 09.2.a “Questo parco urbano – ha detto il sindaco Ruvolo – nasce da una fattiva collaborazione tra il Comune, il Comitato di quartiere e l’impresa che sta realizzando i lavori di raddoppio della strada statale 640. Un bell’esempio di partecipazione e cooperazione che restituisce alla città un luogo finora abbandonato”. Alla manifestazione dello scorso 3 marzo hanno partecipato, oltre al sindaco, assessori e consiglieri comunali, tecnici del Comune e deputati del luogo, come Giancarlo Cancellieri, parlamentare regionale del Movimento Cinque Stelle. Il progetto è seguito dall’Ing. Mario Liti e dall’Ing. Francesco Barra, in collaborazione con Marilena Bufalino e Domenico Mirabile. 09.2.b p.17 la Betoniera 09.2.c 10 10.a 10.b attività sociali di Emanuele Bassetti Esami e interrogazioni orali 10.a Il professor Emanuele Bassetti. 10.b Il presidente Massimo Matteucci. 10.c Foto di gruppo durante la consegna degli incentivi agli studi. Domenica 25 gennaio, presso la sala corsi di Cmc, si è tenuta l’annuale consegna degli incentivi agli studi per i figli di soci e dipendenti che si sono distinti per meriti scolastici e universitari. Oltre all’intervento introduttivo del Presidente Massimo Matteucci, l’incontro ha ospitato un approfondimento di Emanuele Bassetti (sociologo ed esperto di comunicazione - Università di Bologna) su come affrontare al meglio colloqui e prove orali a scuola e all’università. 10. Nella pagina accanto alcune foto del concerto di Natale e della Befana Cmc. L’incontro è stato, dunque, l’occasione per indagare come lavorare sull’emotività personale e sulla propria abilità comunicativa verbale. Considerata una delle prove sociali più temute e capace di mettere in difficoltà persone di ogni età, la prova orale si caratterizza per la forte interferenza dell’emotività personale, per l’importanza della forma rispetto al contenuto, per il poco tempo di risposta a disposizione. D’altra parte è anche una forma di verifica che può fornirci grandi soddisfazioni grazie alla possibilità di dimostrare al meglio la quantità di studio svolta, di argomentare i nostri ragionamenti in maniera articolata, di spiegare ciò che il nostro interlocutore eventualmente non comprende. Le prove orali possono quindi essere molto più efficaci di quelle scritte, ma nascondono tuttavia più insidie. Vanno quindi affrontate strategicamente. Innanzitutto, è indispensabile conoscere al meglio la persona che ci interroga. Tutti i docenti condividono aspettative similari, ma ciascun docente valorizza anche aspetti peculiari che gli stanno a cuore e che devono essere rafforzati nel nostro studio. I docenti portano inoltre con sé una componente emotiva nel proprio giudizio, che se sfruttata adeguatamente può portarci a ottenere valutazioni migliori. La gestione della paura ci conduce invece ad evitare i tipici moltiplicatori d’ansia come ascoltare un esame poco prima del proprio, ripassando compulsivamente. Ma anche a gestire in maniera ottimale attraverso specifiche tecniche la parte iniziale del colloquio che è quella più connessa allo sviluppo di uno stato ansiogeno. Per battere la propria mente si sono dimostrate altrettanto efficaci le tecniche di visualizzazione, il ricorso all’azione più che alla riflessione, il pensiero positivo e l’ascolto di musica. 10.c p.18 la Betoniera Da evitare invece il ricorso a integratori e bibite stimolanti, oggi molto in voga tra gli studenti, ma anche in grado di agitare il sistema nervoso, specialmente di chi soffre d’ansia. Considerato che parte della comunicazione passa attraverso codici non verbali, ricordiamo che le prove orali non si vincono solo parlando: tono, volume e ritmo del discorso, gesti, espressioni del volto, postura, movimenti del corpo, abbigliamento sono tutti elementi da curare. Da privilegiare look neutri né troppo trendy né troppo scialbi in cui ci sentiamo a nostro agio e che consentono al docente di concentrarsi su ciò che più importa senza essere distratto da eventuali nostri eccessi. Particolare attenzione anche agli abiti attillati, che per quanto di moda possono provocare problemi di traspirazione e comfort, specialmente nei lunghi appelli d’esame all’università. Rimangono, infine, sempre validi suggerimenti operativi quali preparare almeno un argomento a scelta, agganciare i contenuti portando la conversazione verso dove si è più forti, non formulare risposte che terminano in breve tempo, riflettere ad alta voce se non si sa rispondere a una domanda, non mancare di riportare approfondimenti personali (letture, film, articoli, esperienze). Si tratta di strategie che, sommate a quelle precedentemente presentate, consentono di padroneggiare non solo gli esami orali ma ogni genere di colloquio, come quelli sostenuti durante la fase adulta nel mondo del lavoro. A conclusione dell’incontro è avvenuta la consueta consegna delle borse di studio da parte del Presidente Massimo Matteucci con la collaborazione di Federica Fusconi, che hanno premiato 56 giovani con un ammontare complessivo di incentivi pari a euro 17.250, valorizzandone il merito e la costanza negli studi. Convenzioni Dental Center Ai soci e dipendenti Cmc è riservato uno sconto del 15% su tutte le prestazioni. Il Dental Center dispone di due ambulatori: Marina di Ravenna tel. +39 0544 530777 Sant’Alberto tel. +39 0544 532190 Per info tel. +39 338 3692958. Poliambulatorio Santa Teresa Cmc ha rinnovato la convenzione con il Poliambulatorio Santa Teresa in via Don Angelo Lolli, 20 (ex via Nino Bixio, 20); l’accordo prevede dietro presentazione della tessera rossa o del badge: • 10% di sconto su tutte le tariffe applicate per le analisi di laboratorio; • 10% di sconto sulle visite specialistiche dei medici in regime di libera professione aderenti all’iniziativa, ad esclusione di quelle erogate dai medici specialisti operati in regime intramoenia, come disposto dalla normativa dell’Ausl; • 5% di sconto sulle prestazioni fisioterapiche; • 10% di sconto sulle prestazioni odontoiatriche. Circuito Amaparco Anche nel 2015 è rinnovata la convenzione tra Cmc e il circuito Amaparco di Atlantide. I dipendenti e i soci della Cmc hanno diritto alla seguente agevolazione: • ingresso ridotto al possessore della tessera di riconoscimento Cmc +1 accompagnatore. Le strutture comprese nel circuito, convenzionate per il 2015, sono le seguenti (per informazioni www.amaparco.net): • Provincia di Ferrara: Museo del Territorio di Ostellato, Anse Vallive di Porto Bacino di Bando, Delizia Estense del Verginese. • Provincia di Ravenna: Museo NatuRa di Sant’Alberto, Centro Visite Salina di Cervia, Centro Visite Cubo Magico Bevanella di Savio, CerviAvventura di Milano Marittima, Casa delle Farfalle & Co. di Milano Marittima, Rocca di Riolo Terme. • Provincia di Forlì-Cesena: Idro Ecomuseo delle Acque di Ridracoli. In tutte le strutture i bambini sotto 1 metro di altezza entrano gratis, e da 1 metro fino a 12 anni di età ridotto. p.19 la Betoniera