ottobre 2012 - Missionari Redentoristi

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ottobre 2012 - Missionari Redentoristi
B. P. R.
Bollettino della Provincia Romana C. Ss. R.
Anno 57. Nuova serie, n. 9 – 15 ottobre 2012
IN MARGINE AL 250° DELL’ORIDNAZIONE EPISCOPALE DI S. ALFONSO
MONTE GALLO
P. Giuseppe Orlandi
In occasione del Processo di Beatificazione, il p. Antonio Maria Tannoia
depose che nel 1762, durante il soggiorno romano per l’ordinazione
episcopale, s. Alfonso aveva speso 16 scudi per l’acquisto di un orologio, a
ciò «obbligato […] dal Padre Villani per regolamento delle ore»1. Una somma
abbastanza modesta (con essa, al mercato di Campo de’ Fiori, si compravano
cinque quintali di grano), che tuttavia s. Alfonso pensò di recuperare, allorché
– due anni dopo – una terribile carestia si abbatté sul Regno di Napoli. In quella occasione,
per soccorrere i poveri della sua diocesi, egli «incominciò a vendere il meglio, che lui
aveva» (comprese la carrozza e le due mule, che però furono riacquistate e a lui restituite
da suo fratello Ercole). Aveva deciso di vendere anche l’orologio, venendone distolto dai
suoi collaboratori, che gli fecero notare che «per la mancanza di questo si sarebbero
disordinate tutte le ore del suo regolamento cotidiano»2. Quello menzionato non fu l’unico
orologio posseduto da s. Alfonso, dato che nell’inventario delle sue «robbe» portate in
diocesi figurano «due orologi di sacca, uno comprato in Roma, e l'altro in Napoli» (oltre a
«due svegli di camera»: uno per la residenza vescovile di Sant’Agata de’ Goti, e l’altro per
quella di Arienzo, località della diocesi in cui s. Alfonso era solito risiedere).
Degli orologi di s. Alfonso si era perduta traccia, fin quando, in anni recenti, si è
saputo che uno di essi è custodito nel Museo “Don Guanella” di Como, dove è giunto per
una serie di circostanze singolari. Da un documento ivi conservato, risulta che esso faceva
parte di una serie di «reliquie» di s. Alfonso, un tempo possedute dal p. Antonino
Lauria. Nato a Naro il 4 giugno 1811 da «civile e agiata famiglia» (possedeva una
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1
Deposizione dell’11 novembre 1788, in ARCHIVIO GENERALE C.SS.R., Processo Ordinario di Sant’Agata,
Tomo III, f. 1252.
2
Deposizione di d. Felice Verzella, segretario di s. Alfonso, del 29 maggio 1788. ARCHIVIO GENERALE
C.SS.R., Processo Diocesano di Nocera, Tomo II, ff. 739’-740.
miniera di di zolfo), Antonino era entrato nel noviziato dei Redentoristi il 15 ottobre
18263. Ammesso alla professione religiosa il 24 settembre 1827, era stato ordinato
sacerdote il 21 dicembre 1833, con dispensa pontificia di 22 mesi. Rettore in varie case.
Lo era di quella di Agrigento, allorché venne soppressa in forza del decreto dittato-
Figura 1
riale del 17 giugno 1860, emanato per colpire espressamente i Gesuiti e i Redentoristi4.
Esaurite le formalità di legge (inventariazione dei beni, alla quale il p. Lauria non poté
partecipare, perché colpito da un attacco di colica renale; controlli amministrativi, ecc.),
l’11 luglio i sedici membri della comunità – compresi i cinque confratelli venuti da
Sciacca e da Calatafimi – vennero messi alla porta dalle autorità e costretti a cercarsi una
sistemazione, almeno provvisoria. Il p. Lauria, a motivo delle precarie condizioni di salute,
avrebbe potuto avvalersi del permesso offertogli di restare ad Agrigento. Preferì invece
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3
[P. LAURIA], Ultimi uffizi resi alla veneranda memoria dell’esimio sacerdote Padre D. Antonino M.a
Lauria della Congregazione del Ss. Redentore, già rettore ne’ tre Collegi di Catanzaro, di Napoli e di
Girgenti, nel dì 5 agosto 1881, Girgenti 1881, 5.
4
Il documento era firmato da Giuseppe Garibaldi, «Comandante in capo delle Forze Nazionali in Sicilia»,
e controfirmato dal ministro dell’Interno Francesco Crispi, ex seminarista e nipote di un vescovo. G.
RUSSO, La triste vicenda della soppressione dei Redentoristi di Agrigento nel 1860, in «Spicilegium
Historicum C.SS.R.», 58 (2010) 376-377.
Figura 2
condividere la sorte degli altri 15
confratelli – della cinquantina che
la Congregazione contava allora
in Sicilia, ugualmente dispersi –
prendendo con loro la via
dell’esilio, diretti a Malta.
All’arrivo furono accolti da quel
vescovo, mons. Gaetano PaceForno, che gli assegnò la casa e la
chiesa, un tempo dei Padri
Oratoriani. Il drappello redentorista cominciò subito ad impegnarsi nell’apostolato.
Particolarmente il p. Lauria, che ben presto si fece apprezzare come predicatore. Negli anni
successivi gli esuli, gradualmente, fecero ritorno in Patria, tanto che nel 1863 ne restavano a
Malta solo quattro. Nel 1867 partirono anche gli ultimi due5. Uno di loro era il p. Lauria, che
si recò a Naro, dove rimase per il resto dei suoi giorni. Si impiegò in vari lavori apostolici,
venendo anche nominato, nel 1872, vicario dei due monasteri locali e Pro-visitatore sinodale.
Ebbe particolare cura delle Figlie della Carità di s. Vincenzo de Paoli, che egli aveva fatto
venire a Naro dalla Francia, provvedendole di una adeguata rendita6. Si trattava di 400 ducati
annui da lui offerti – a cui il comune ne aggiunse altri 300 – che dovevano provvedere al
mantenimento di cinque Figlie della Carità7. Queste dal canto loro si impegnavano «a
visitare gl’infermi poveri e bisognosi d’ambo i sessi nei loro particolari domicili, e a prestare
ad essi quei soccorsi e medicine che saranno loro necessari» 8. Inoltre, si obbligavano ad
aprire una scuola femminile, nella quale «dare a tutte le fanciulle povere di questo Comune
una educazione religiosa, morale e civile, facendo loro praticare i doveri della nostra santa
religione cattolica, ed istruendole nel leggere e scrivere, e nelle arti donnesche»9.
Vale la pena di sottolineare che il p. Lauria – volendo combattere la gravissima
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5
G. RUSSO, I Redentoristi in Agrigento, Agrigento 2005, 327. In [P. LAURIA], Ultimi uffizi,14, la partenza
del p. Lauria da Malta è posta nel luglio del 1869.
6
Copia esecutiva dell’atto di donazione eseguito dal Rev.ndo Sac. D. Antonino Lauria e dal Comune di
Naro a favore delle Figlie della Carità, a’ 22 aprile 1860. Come si vede, l’atto notarile era stato stipulato
poco prima dello sbarco a Marsala dei Mille di Garibaldi (11 maggio). Il documento ci è stato trasmesso dal
p. Giuseppe Russo, C.SS.R., che qui vivamente si ringrazia.
7
Il p. Lauria aveva anche sborsato, «per una sola volta, ducati cinquecento, da servire per la prima
spedizione delle Figlie della Carità, come indennizzo alla Comunità di esse Figlie Parigi, pel viaggio delle
medesime: vestiario, biancheria ed altro all’uopo occorrente». Copia esecutiva.
8
. A Naro esisteva un ospedale, «al quale pochissimi accorrono, perché povero e mal servito», tanto «che
gl’infermi indigenti languiscono nel proprio domicilio, privi d’ogni umano soccorso, e talor anche religiosi».
Ibid.
9
Ibid.
Figura 3
piaga dell’analfabetismo femminile10 – si preoccupava
che le bambine imparassero non solo a leggere, ma
anche a scrivere. Cosa allora tutt’altro che scontata11.
Col tempo il suo stato di salute peggiorò. Nel
1878 «venne per la prima volta colpito da paralisi».
Accolto nella casa del cugino Paolo Lauria, vi rimase
fino alla morte, che lo colse il 5 agosto 1881. Da
Salvatore Giammusso, Antonino è posto tra coloro che, «costretti dal decreto di
soppressione a ritornare in famiglia, vi rimasero per sempre anche quando fu ricostituita la
Congregazione in Sicilia»12. Anche Francesco Minervino lo dice «esclaustrato per la
soppressione»13. Affermazioni che mal si conciliano col fatto che il suo nome figura
nell’Index Congregatorum qui a die 14 febr. 1867 ad diem 31 dec. 1884 in Domino
obierunt14. Tra le cose da lui lasciate in eredità al nipote, vi erano alcune «reliquie» di s.
Alfonso, o per meglio dire alcuni oggetti appartenuti al Santo, tra cui il suo orologio. Ciò
risulta dalla dichiarazione rilasciata, in data imprecisata, da suor Gabriella Naselli (forse la
superiora dell’'Istituto Immacolata Concezione - Opera Pia "Lauria Destro” di Naro), alla
quale furono consegnati da Casimiro Lauria. È probabile che la religiosa ne abbia fatto
dono ai Guanelliani di Naro, e che questi a loro volta li abbiano inviati ai Confratelli di
Como. Ma questa è una semplice congettura.
Nel Museo “Don Guanella” di Como, l’orologio di s. Alfonso è posto su un cuscino
di stoffa color cremisi (fig. 1). Dato che è attraversato diametralmente da una fettuccia
(dello stesso colore), fissata con ceralacca – come si usa con le reliquie – non è possibile
esaminarlo minutamente. Per cercare di ovviare a tale difficoltà, la foto dell’orologio è
stata mostrata al noto esperto Luciano Meloni, titolare dell’”Antica Orologeria”
(“Laboratorio Riparazioni e Ricostruzioni di Orologi Antichi di Ogni Epoca”) di Roma.
Secondo il quale, l’orologio in parola è d’argento, dotato di movimento a serpentina, di
probabile fabbricazione inglese, della metà del Settecento. Il sig. Meloni possiede un
orologio simile (fig. 2) – che ci ha gentilmente mostrato – anch’esso d’argento, del peso di
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10
Nel 1861 in Sicilia l’analfabetismo femminile raggiungeva il 95%, pur escludendo dal computo le
bambine al di sotto dei cinque anni. F.S. NITTI, Scienza delle finanze, Pierro 1903.
11
Basti pensare che allora in Svezia – il Paese più alfabetizzato d’Europa – l’85 % della popolazione sapeva
leggere, ma solo il 10% sapeva anche scrivere. S. COLONACI, Educazione, pratiche di mestiere, propaganda.
A proposito del volume Saperi a confronto nell´Europa dei secoli XIII-XIX, in «Archivio Storico Italiano»,
N. 632, a. 170 (2012) 361-364.
12
S. GIAMMUSSO, I Redentoristi in Sicilia. Memorie bicentenarie, 1761-1961, Palermo 1960, 249.
13
MINERVINO, Catalogo, 101.
14
Catalogus Congregationis SS. Redemptoris concinnatus et publicatus exeunte anno MDCCCLXXXIV,
Roma [1884], 163.
126 g, con una scocca di 20 g (il vetro ha nella parte superiore una piccola lente di
ingrandimento). Gli orologi di questo tipo venivano caricati ogni giorno, utilizzando
un’apposita chiavetta (fig. 3), che serviva anche per mettere a punto l’ora (inserendola al
centro del quadrante).
Il possesso di un orologio era particolarmente utile a chi non voleva rischiare di
assumere cibo o bevande dopo la mezzanotte – e di infrangere il precetto del digiuno –
precludendosi così la possibilità di celebrare o di ricevere, l’indomani, l’eucarestia. Cosa
capitata qualche volta – con suo grande rammarico – anche a s. Alfonso, che perciò
abitualmente cenava «coll’orologio a vista»15. Chi non possedeva un orologio si regolava
sui rintocchi della torre civica o del campanile. I moralisti affermavano che era «lecito fra
molti orologi seguire l'ultimo, che suona l'ora di mezza notte». Dettaglio non trascurabile,
dato che – come s. Alfonso riferiva – «il tempo di mezza notte non già termina, come
vogliono i Salmanticensi ed altri, all'ultimo tocco dell'orologio, ma al primo, siccome
rettamente dicono Lugo, Sanchez, Tornelli, ecc., e di ciò ne sono stato assicurato da un
peritissimo maestro d'orologi». Ma aggiungeva anche che, nel dubbio se il «digiuno è stato
sciolto, non possiede già la proibizione, ma la libertà di chi vuol comunicarsi»16.
Affermazione pienamente coerente con il suo indirizzo morale e spirituale, provato
dal fatto che – nelle sole opere in lingua italiana – egli menziona la parola «libertà» per
ben 811 volte.
Como. Casa Divina Provvidenza, dei Padri Guanelliani,
dove è sistemato il museo che conserva l’orologio di sant’Alfonso
_________________________
Deposizione del can. Cesare Mecchella del 9 dicembre 1788, in ARCHIVIO GENERALE C.SS.R., Processo
Ordinario di Sant’Agata, Tomo IV, f. 1882.
16
S. ALFONSO, Istruzione e pratica pei confessori, Torino 1880, 339-340.
15
Pagina 6 [138]_________________________________________________________GOVERNO GENERALE
Lettera del Superiore Generale
a padre Raffaele Bellonia
GOVERNO GENERALE__________________________________________________________pagina 7 [139]
Lettera del Superiore Generale
a padre Carlo Rizzardo
Roma, 25 giugno 2012.
Se la Congregazione si è assunto il compito di servire Cristo nella Chiesa,
non può nello stesso tempo non servire la Chiesa.
(Costituzione 18).
Caro confratello P. Carlo Rizzardo, C.Ss.R.,
La pace del Redentore!
In questo giorno, molto speciale, a nome di tutta la Congregazione del Santissimo
Redentore, ringrazio Dio per il giubileo della tua ordinazione sacerdotale, perché questo atto è un
segno di dedizione ministeriale alla Chiesa.
Auguri per il tuo servizio generoso al popolo di Dio! Cinquanta anni fa che il tuo
ministero pastorale esprime l'annunzio della abbondanza della Redenzione. Che il tuo
testimonio di perseveranza sia a noi, tuoi confratelli, segno di speranza per camminare nella fede
e nell'amore.
Il Divino Redentore continua operando la redenzione del mondo per mezzo del tuo
ministero nella Chiesa. Ti sostenga la materna preghiera della Madonna del Perpetuo Soccorso e
l'intercessione del nostro fondatore, Sant'Alfonso, e dei nostri confratelli santi e beati.
Michael Brehl, C.Ss.R.
Superiore Generale
Pagina 8 [140]_______________________________________________________GOVERNO GENERALE
Lettera del Superiore Generale
a padre Dario Martino
GOVERNO PROVINCIALE__________________________________________________pagina 9 [141]
Lettera del Superiore Provinciale
a padre Antonio Caboni
Prot. 34.12
Rev. P.
P. Antonio Caboni
Economo Provinciale
ROMA
Cantate al Signore un canto nuovo,
lodatelo dall’estremità della terra;
voi che andate per mare e quanto esso contiene,
isole e loro abitanti.
Esultino il deserto e le sue città,
i villaggi dove abitano quelli di Kedar;
Diano gloria al Signore
e nelle isole narrino la sua lode. (Sal. 42, 10-12)
Carissimo Padre
Mentre siamo oramai alla vigilia del compimento del
cinquantesimo anno dalla tua prima consacrazione religiosa nella
nostra famiglia redentorista, mi è particolarmente caro rivolgerti un
saluto ed un augurio facendomi portavoce di tutti i confratelli della
nostra Provincia romana.
Il Sal. 42 mi aiuta a ripensare non solo la tua provenienza, la
nostra isola sarda, ma anche il tuo impegno principale nella tua vita
apostolica di missionario itinerante che ti ha portato in ogni parte
d’Italia ad annunciare la bontà misericordiosa del nostro Dio e
l’abbondante redenzione in Cristo Gesù. Non so se hai annotato il
numero e i luoghi dove sei stato chiamato e mandato per le missioni
parrocchiali, ma certamente Dio solo sa quante persone hai incontrato
nella tua missione, su quante hai sollevato la tua mano in segno di
benedizione o di assoluzione, quanti malati, anziani, persone sole hai
visitato, e a quanti hai trasmesso nuova speranza, consolazione e
conforto. In tante di queste missioni popolari ci siamo trovati insieme
ed ho potuto rendermi conto personalmente di quanto scrivo. A questo
si aggiunge l’impegno come parroco, sia pure per pochi mesi a
Donori (CA) e in altre parrocchie come vicario: lo spirito redentorista
dell’ottimismo della salvezza e la particolare vicinanza di Cristo
Pagina 10 [142]_________________________________________________GOVERNO PROVINCIALE
Redentore agli ultimi e ai poveri, ha sempre caratterizzato il tuo
ministero.
Ora sei stato chiamato ad un nuovo incarico di particolare
responsabilità al servizio della nostra Provincia, ma non per questo
viene meno o passa in secondo piano il tuo essere missionario
redentorista; continui la tua missione, e per quanto ti sarà possibile
anche le tue missioni parrocchiali.
Volentieri mi unisco pertanto al coro che canta al Signore un
canto nuovo per dirgli grazie per tutto quello che ti ha concesso di
vivere in questi 50 anni di vita religiosa redentorista. Insieme con i
confratelli diamo gloria al Signore e lodiamolo per tutti i doni che ti
ha fatto, per la sua presenza discreta e forte nella tua vita, per la sua
Parola che ti ha illuminato e guidato nella fedeltà alla tua vocazione.
Di questo coro fa parte anche il nostro padre s. Alfonso e glia altri
nostri santi e beati che ci hanno preceduto nella comune vocazione a
servizio di Cristo Redentore: anch’essi lodano il Signore anche per te
nella ricorrenza giubilare. Una protezione speciale ti viene infine dalla
nostra Madre del Perpetuo Soccorso: è sempre pronta a soccorrerci ma
come tutte le mamme ci è particolarmente vicina nelle circostanze
particolari in cui la vita ci pone: quella che ti accingi a vivere è
certamente una di queste.
Ti auguro di cuore che anche i secondi 50 anni che sta per
iniziare siano ricchi di grazie e di benedizioni per te e per tutti coloro
che il Signore metterà sulla tua strada di missionario, e quindi che per
tanti anni ancora possa continuare con gioia, con fedeltà e totale
dedizione la tua vita apostolica.
Tuo fratello in Cristo Redentore
Roma, 8 settembre 2012
(festa della Natività di Maria)
p. Giovanni Congiu
(Superiore Provinciale)
PREDICAZIONE________________________________________________________________pagina 11 [143]
Montegallo (AP), ESERCIZI SPIRITUALI 2012
Maria Pia, operaia dell’Immacolata Concezione
D
al 19 al 26 Agosto 2012, nella nostra casa per ferie e ritiri, ai piedi del monte Vettore, lontano dal
chiasso e dalla frenesia della vita attiva, noi, suore Pie Operaie dell’Immacolata Concezione,
abbiamo vissuto il momento forte degli esercizi spirituali annuali. Eravamo in 32. Il terzo turno
quest’anno, come l’anno scorso, è stato predicato dal giovane redentorista p. Vincenzo La Mendola, vice
parroco della Parrocchia di Montespaccato. È stata una esperienza densa e ricca di momenti di riflessione
e di condivisione.
Il predicatore ci ha proposto due tracce di riflessione. Al mattino, una meditazione biblica sulle
donne nella Bibbia e al pomeriggio una istruzione su temi di vita comunitaria. Con interesse e crescente
stupore ci siamo accostate alle figure bibliche di Deborah, Anna, Ester, Giuditta, Ruth e Noemi. Figure
attuali e molto vicine a noi. Abbiamo potuto immergerci in una meditazione biblica nutrita e
appassionante, attualizzata e provocante. Ognuna di noi alla fine ha scelto una donna dell’Antico
Testamento come modello. Si può veramente rileggere la storia della salvezza al femminile! Le istruzioni
del pomeriggio hanno stimolato la nostra riflessione su tematiche molto vicine alla vita religiosa che
viviamo: la comunità con le sue risorse e possibilità, il servizio, l’apertura, l’accoglienza, il perdono, la
correzione fraterna, la condivisione e altri spunti che ci hanno permesso di soffermarci su aspetti nuovi
della nostra esperienza di comunità. P. Vincenzo poi ha saputo arricchire tutto con opportune citazioni e
riferimenti alle nostre costituzioni e ai documenti della Chiesa, inerenti la vita religiosa, e con spigolature
dalla vita dei santi che conosce bene. Sono stati giorni proficui per tutte, vissuti nel silenzio, nella
fraternità e nella preghiera. Tutte abbiamo avuto modo di poter essere ascoltate e di accostarci al
sacramento della penitenza. Le celebrazioni eucaristiche, dal messale proprio della Madonna, hanno
integrato con la scelta delle letture del lezionario proprio, temi e riflessioni mariane, vicine alla nostra
spiritualità. L’ultimo giorno abbiamo vissuto l’esperienza dell’assemblea comunitaria, guidata dalla
nostra Madre Generale M. Daniela Volpato, che ha partecipato agli esercizi. Tutto si è concluso con una
bella ricreazione e con i saluti. Siamo ritornate alle nostre case ricche di contenuti e di buoni propositi.
Grazie, P. Vincenzo, per il tempo, le energie e lo studio che ci hai dedicato. Speriamo di ripetere
ancora questa bella esperienza! Il nostro santo fondatore, che conosci e ami, possa ricompensare la tua
dedizione e generosità per la crescita spirituale delle sue figlie!
Pagina 12 [144]______________________________________________________________________CRONACA
PROFESSIONE DI H. BADRAN E D. CARTA (RM)
E DI MARIO CENERI (NA)
Servizio di p. Vincenzo Ricci cssr
’ampia navata della chiesa della Santissima Trinità di Ciorani, alle 18 del 7 settembre 2012, è
già gremita di fedeli. Al primo banco delle due file siedono rispettivamente i genitori di Habib e
Daniele, seguiti dai familiari: il fratello di Habib con il figlioletto e un amico, venuti dal Libano; il
fratello, la sorella, le zie e una ventina tra parenti, amici e amiche di Daniele, venuti da S. Gavino
Monreale; i genitori, suor Anna Maria, un’altra sorella col marito e dietro figli e congiunti di Mario.
L’ingresso solenne dei 28 concelebranti, tra i quali p. Alberto e uno zio Ceneri, è guidato dagli
studenti Guardini e Memoli. I tre novizi, in eleganti abiti borghesi, prendono posto davanti ai rispettivi
genitori. I cori uniti di Ciorani e di una parrocchia vicina cantano a pieno volume, mentre un operatore di
TELENOVA, emittente della Provincia Napoletana, riprende l’evento. P. Fadi, venuto da San Sperate,
provvede a tradurre in arabo alcuni interventi.
Il Superiore Provinciale di Napoli, che presiede, nella sua chiara e appropriata omelia spiega il
senso della consacrazione come redentoristi. Segue, ricevuta dai rispettivi Provinciali, la professione dei
voti di povertà, castità e obbedienza per tre anni, sottolineata da fragorosi battimani.
Altro
momento
molto
suggestivo, la vestizione dell’abito
redentorista e la consegna del
crocifisso da missionari (quello di
Daniele eredità del padrino p.
Aroffo). Alla firma dei documenti
assistono il p. Maestro Maurizio
Iannuario e il Prefetto Antonio
Donato. Sono testimoni per Mario il
fratello p. Alberto, per Habib p.
Sulkowshi e per Daniele p. Aroffo,
venuto appositamente dal Paraguay.
P. Provinciale Gianni Congiu prende
la parola e tra l’altro dice che qui
Daniele è il primo sardo, dopo di lui
che vi professò 27 anni fa, e gli
esprime l’augurio in sardo. Al
termine della messa, nel giardino, per
la popolazione, e nel refettorio della
casa si tiene un ricco rinfresco con
torta finale e spumante.
Della nostra Provincia hanno
partecipato i pp. Santi, Scelzi e Ricci,
già ivi per gli esercizi spirituali; p.
Sulkowski, venuto da Roma con p.
Nelson e il giovane Davide Prignano;
p. Fadi, venuto con p. Congiu; p.
Raffaele
Jaworski
venuto
da
Francavilla al Mare con p. Salam e
due collaboratrici.
L
Nella foto, da sinistra a destra, Mario Ceneri, Habib Badran e Daniele Carta
CRONACA_________________________________________________________________________pagina 13 [145]
RICORRENZE GIUBILARI DEL 2012
CELEBRATE A CORTONA
Padre Marcelli cssr
Il 18 settembre 2012 i padri Raffaele Bellonia e Giuseppe Scelzi, per i 60 anni
di sacerdozio; Dario Martino e Carlo Rizzardo, per il 50° della loro ordinazione
sacerdotale; e Antonio Caboni, per il 50° anniversario della sua consacrazione al
Signore, sono stati invitati a Cortona – Hotel Neumann – per celebrare queste
gioiose ricorrenze.
Alcuni di loro erano accompagnati da parenti: per p. Bellonia c’era la nipote Laura
De Cicco; per p. Martino, il nipote Ettore Gabriele. Erano presenti anche il parroco di San
Giorgio La Molara, don Luigi Ulano col suo vicario, don Luigi Colucci.
Da Monterone sono venuti, accompagnati dal p. Provinciale, p. Marcelli, in quanto
cronista della Provincia, e p. Ricci. Da San Gioacchino, il parroco p. Sergio Santi, p.
Scelzi e lo studente fr. Massimiliano Guardini.
P. Bellonia e p. Caboni sono arrivati il giorno prima per organizzare la festa..
Alle 11.30, viene celebrata l’Eucaristia presieduta dal Superiore Provinciale, p.
Giovanni Congiu, che ha tenuto l’omelia ricordando l’attività svolta da ciascun festeggiato
ed esprimendo congratulazioni, auguri e ringraziamenti anche a nome di tutti i confratelli
della Provincia; e vivacizzata dai canti di don Antonio Garzi, un parroco di Cortona, che
frequentemente partecipa alle nostre celebrazioni nell’Oasi.
Pagina 14 [146]______________________________________________________________________CRONACA
Al termine della messa, il Provinciale ha letto il telegramma giunto dal Vaticano.
Al pranzo (foto pagina precedente), iniziato verso le 13.30, erano presenti anche i
fratelli Gedeone, Umberto e Antonio, che reggono le sorti dell’Oasi, e don Antonio che ha
cantato varie celebri melodie.
Foto p. Marcelli
Le Foto di questa pagina
P. Dario Martino, per la felice ricorrenza ha desiderato far conoscere a tutti uno dei grandi momenti della
propria vita: l’incontro con Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo del duemila: quel giorno, dalla parrocchia
San Pio X, di Supino, p. Martino aveva accompagnato un pullman di giovani.
P. Antonio Caboni. I suoi cinquant’anni di vita religiosa sono serviti, nella gran parte, per annunciare il
Vangelo con le missioni popolari e con ogni altro tipo di predicazione.
I numeri sulla torta. Il «220» raccoglie la somma degli anni di sacerdozio dei Quattro che hanno
festeggiato i rispettivi anniversari. Il «50» indica gli anni di professione religiosa di p. Caboni.
CRONACA_________________________________________________________________________pagina 15 [147]
GLI ESERCIZI SPIRITUALI A SCIFELLI
p. Ezio Marcelli, cssr
I
l 24 settembre 2012, alle 16.30, a Scifelli, inizia il corso di esercizi
spirituali, guidati dal confratello brasiliano p. José Ulysses Da Silva
(foto a lato), che ha 69 anni di vita, 49 di professione (il 2 febbraio del
prossimo anno compie il 50°), 44 di sacerdozio. Ha conseguito la Laurea
in teologia e la Licenza in liturgia. È stato due volte Superiore
Provinciale. Collaboratore parrocchiale. Docente all’Istituto Teologico.
Prefetto dei novizi. Direttore degli studenti. Missionario. Rettore di
comunità. Per tre Capitoli Generali è stato uno dei moderatori. Rettore
del santuario di Aparecida a San Paolo. Attualmente è Segretario
Generale della C. Ss. R.: ciò significa che sta svolgendo un “lavoro di
ufficio”, proprio l’impegno che aveva rifiutato quando decise di farsi
missionario redentorista invece che salesiano!
A Scifelli si arriva a gruppi e in momenti diversi, anche a causa
delle varie distanze delle comunità da dove si proviene: alcuni infatti
arrivano per il pranzo fissato alle ore 13; altri, giusto in tempo per
partecipare alla prima meditazione, tenuta alle 16.30.
I partecipanti sono: della Provincia di Napoli, p. Emmanuel Be, nato nel Madagascar, e fr.
Gerardo Giordano, venuti da Palermo; da Schiavonea, p. Micola Turkot, ucraino, della Provincia di Lviv;
da Sant’Alfonso, insieme con p. Orlandi, è venuto p. Emilio Lage; della nostra Provincia, il Superiore p.
Giovanni Congiu e i padri Ubaldi, Alfredo Velocci, Gabriele, Caboni, Martino, Morrone, Marcelli, Rahi,
Il gruppo dei confratelli che hanno partecipato agli Esercizi
Pagina 16 [148]______________________________________________________________________CRONACA
Desideri, Silvestri, Buszek, Sulkowski, Bellonia e fr. Antonio Velocci.
I confratelli p. Santi, p. Scelzi e p. Ricci hanno seguito il corso di ritiro predicato a Ciorani, nei
giorni 3-7 settembre, dal padre Andrea Vodka.
Riportiamo il programma delle attività giornaliere: alle ore 8, Lodi; alle 10, prima meditazione;
alle 12, concelebrazione; alle 16, seconda meditazione, preceduta dalla recita dei Vespri; alle 19,
momento devozionale comunitario (martedì, si è recitato il rosario; mercoledì, la Via Crucis di
sant’Alfonso, arricchita col canto dell’intero Stabat Mater e da invocazioni varie; giovedì, ora di
adorazione davanti al Santissimo). Per la refezione, colazione, pranzo e cena, si stabiliscono le ore 8.30,
le 13 e le 20. I pasti sono forniti da Egidio Federico, di Fontanafratta.
Padre Pietro Sulkowski accetta di organizzare e guidare le celebrazioni liturgiche.
La finalità di questo ritiro è stata una accurata riflessione e una diligente “rivisitazione” della forte,
bella e ricca spiritualità redentorista, della quale nocciolo e punto di partenza si trovano nella Pratica di
amar Gesù Cristo. Perciò le pagine di quest’opera di sant’Alfonso – alcune delle quali sono state lette
durante i pasti – hanno costituito il filo conduttore delle riflessioni suggerite da p. Ulysses.
A SCIFELLI
DUE LAPIDI NECESSARIE
S
i tratta della doverosa e permanente memoria della fondazione della Casa, voluta e approvata da
sant’Alfonso, e del III Capitolo Generale della Congregazione. Entrambe di marmo, sono state
apposte nella mattinata del 27 settembre 2012: una all’ingresso dell’abitazione (foto alla pagina
seguente); l’altra nella sala detta “del Capitolo” (foto sotto), per sostituirne una cartacea e testimoniare in
modo duraturo che “in questa sala nel
corso del III Capitolo Generale p.
Francesco Antonio De Paola, il 19
ottobre 1785, veniva eletto II Superiore
Generale della Congregazione del Ss.
Redentore.
Dopo la vendita del Collegio al
Comune di Veroli e la ristrutturazione
della Casa, si è ritenuto essenziale
mettere un segno ben visibile della
straordinaria importanza e dello
specifico ruolo che Scifelli ha avuto
per la vita e lo sviluppo dell’istituzione
alfonsiana.
Questo insignificante mucchietto di case, sperduto nella Ciociaria,
costituisce per l’Istituto redentorista l’inizio della espansione verso il mondo intero; il primo piccolo
passo che ha permesso di superare, come bramava il suo Fondatore, i confini del Regno di Napoli. Un
salto breve, ma necessario ed entusiasmante per il cuore di Alfonso che affermava: «Le case di Napoli,
fuori di quella di Benevento, a noi poco o niente servono per stabilire la Congregazione perché tutte non
fanno corpo e stanno appiccicate coll’ostia. Per ora bisogna che le manteniamo per quanto si può; ma
parliamo chiaro: se la Congregazione non si stabilisce fuori del Regno, non sarà mai Congregazione»
(dalla lettera scritta il 30 maggio 1776, indirizzata a p. De Paola o a p. Caione).
CRONACA_________________________________________________________________________pagina 17 [149]
E quando egli seppe dell’avvenuta fondazione di
Scifelli – distretto di Roma, delegazione di Frosinone, diocesi
di Veroli – fu ripieno di gioia. “Alfonso guardava verso il
Nord, verso gli Stati, verso le Alpi. Per il momento la
Congregazione aveva di nuovo, in caso di allarme, un primo
rifugio fuori del Regno. Era una grotta di Betlemme per la
piccolezza e la povertà; ma non era nato così il Cristo?”
(Thhéodule Rey-Mermet, Il Santo del Secolo dei Lumi, pag.
770).
Per quali strade si è arrivati a Scifelli? Per una via
tanto normale quanto straordinaria: quella della missione
tipicamente redentorista. Il vescovo di Aquino, monsignor
Sarni, al quale erano arrivate notizie edificanti sulla
predicazione di don Alfonso de Liguori, fece richiesta di varie
missionida effettuarsi in alcune parrocchie della propria
diocesi. Vi arrivarono otto missionari, guidati da p. De Paola.
Il successo di quell’attività apostolica fu tale che se ne sparse
l’eco benevola dovunque; e subito anche i vescovi di Veroli,
Sora, Fondi ed altri ne fecero richiesta.
Intanto durante la permanenza ad Aquino, p. De Paola
e p. Lorenzo Neri approfittarono di un tempo libero per
andare a visitare l’abbazia di Casamari, dove furono accolti con simpatia e calore dai Cistercensi. I quali,
tra un’idea e l’altra, espressero ai due predicatori anche il desiderio di avere nella zona una comunità di
religiosi, magari redentoristi, “in sollievo de’ tanti contadini”. E li consigliarono di andare a Scifelli per
parlare di tale argomento con un prete avignonese, Jean Louis Arnaud. Questi vi aveva costruito una
piccola chiesa e una comoda abitazione per sé e per possibili collaboratori; e, oltre ad assistere
spiritualmente la semplice gente del luogo, svolgeva la funzione di vicario del vescovo di Veroli, mons.
Giovanni Battista Giacobini.
L’Arnaud offrì ai padri missionari la casa e la chiesa. E, dopo qualche tempo, con la
collaborazione dei frati di Casamari, don Gioacchino Castiati e don Arsenio Smirt, per lo zelo del
vescovo di Veroli e il compiacimento del papa Clemente XIV, il 23 aprile 1773 fu firmato l’atto di
donazione (p. Marcelli).
P. Francesco Antonio De Paola
Don Jean Louis Arnaud
Pagina 18 [150]______________________________________________________________________CRONACA
INIZIATO IL NOVIZIATO DI MASSIMILIANO MURA
I
l 20 agosto scorso, il giovane Massimiliano Mura, proveniente da San Sperate, in
Sardegna, ha iniziato il suo noviziato redentorista a Merrivale, in Sud Africa. Si è così
aggregato ad altri sei giovani che avevano già iniziato il loro percorso circa un mese prima.
Capitanati dal P. Maestro p. Tryvis Moyo (ultimo a destra nella foto), ecco la squadra:
1. Chitabanta Peter Mwape – Zambia (South Africa Province)
2. Cornelius Omondi – Kenya Mission (Bangalore Province)
3. Massimiliano Mura - Roman Province
4. Kudakwashe Mupararasa – Zimbabwe Region (London Province)
5. Lennon Rusike – Zimbabwe Region (London Province)
6. Dan Weston – London Province
7. Titus Motiku – Kenya Mission (Bangalore Province)
Naturalmente li accompagniamo con la preghiera e facciamo i migliori auguri per il loro
cammino (p. Gianni).
NOTIZIARIO__________________________________________________pagina 19 [151]
RICORDO DI MISSIONE
A pagina 144 del BPR del 2011, è stato pubblicato il ricordo di una missione redentorista predicata a
Pescasseroli (AQ) nel settembre 1924. Nel settembre del 1934, speciale Anno Santo detto della
Redenzione, ne è stata proclamata un’altra: la ricorda questa croce, con iscrizione, fotografata da Piero
Mancini e inviata dalla signora Gigliola Tammetta, che ringraziamo. La croce è stata eretta all’ingresso
del paese, vicino alla grande Fontana di San Rocco, popolarmente conosciuta come la Fonte dell’Orso.
Nei pressi, una scritta ricorda anche l’inaugurazione del Parco Nazionale d’Abruzzo: 9 settembre 1922.
DAL VICARIO GENERALE
DELLA DIOCESI DI AREZZO-CORTONA-SANSEPOLCRO
ALLA DIREZIONE HOTEL OASI NEUMANN
Caro Umberto,
ti ringrazio vivamente per la tempestività con la quale mi hai inviato i costi per il
Convegno pastorale della Diocesi che si svolgerà all’Oasi dal 4 al 6 settembre 2012.
Mi sembra che i prezzi siano convenienti e ti ringrazio anche per questo trattamento particolare
che ci hai riservato; la nostra Chiesa te ne è riconoscente, e, anche da questo tuo gesto, si coglie la
peculiare finalità dell’Oasi e il carisma che intende trasmettere a chi si serve della vostra struttura.
Complimenti per tutte le migliorie che sono state fatte in questi ultimi tempi e che stanno
rendendo la struttura davvero gradevole e ispiratrice di riflessione, di silenzio, di preghiera, una vera
“oasi” dentro i rumori del mondo.
Con la presente confermo quindi la prenotazione e nelle prossime settimane, in vista dei primi di
settembre, daremo ulteriori informazioni e dettagli.
Il Signore ti benedica insieme alla tua famiglia, a tutti tuoi collaboratori, al “servire” che svolge un
vasto servizio nella nostra Provincia
Un caro saluto.
Arezzo, 12 giugno 2012.
Don Giovacchino Dallara
Pagina 20 [152]_________________________________________________________LE NOSTRE LETTURE
PIERANGELO CHIARAMELLO, Ed., L’Omelia. Atti della XXXVIII Settimana di Studio
dell’Associazione Professori di Liturgia. Capaccio, 30 agosto – 3 settembre 2010.
Edizioni Liturgiche, Roma 2012, pagine 272, € 27.
L’interesse nei confronti della predicazione si è fatto più vivo negli anni del postconcilio. La nuova sensibilità, accresciuta con la ritrovata considerazione della Parola a
livello personale e comunitario, ha prodotto una più esigente attenzione rispetto a quella
particolare forma di predicazione che è appunto l’omelia, considerata come sevizio alla
Parola nel contesto liturgico.
L’omelia ha rappresentato e rappresenta uno dei momenti qualificanti la
celebrazione. Il parlare, il predicare cristiano trova nell’atto omiletico il suo punto
decisamente emergente, e il Concilio lo ha indicato come “parte dell’azione rituale” (SC
52).
Ma l’attenzione accresciuta, le attese e le “denunce” circa le inadeguatezze non
hanno tuttavia originato una grande fioritura di studi e ricerche intorno al tema in
questione.
L’Associazione Professori e Cultori di Liturgia Italiani, con la XXXVIII settimana di
Studio, ha voluto addentrarsi nella questione omiletica. La pubblicazione degli Atti
rappresenta un contributo alla promozione del dibattito e della ricerca intorno a tale
questione, fornendo indicazioni per un possibile equilibrato e rigoroso approccio all’omelia
quale servizio alla Parola in ambito liturgico.
Tra i nomi di tanti qualificati autori (come Paolo Sartor, Carlo Broccardo, Ermanno
Genre, Enzo Bianchi...) troviamo quello di p. Giuseppe Orlandi, che occupa il terzo
capitolo con “L’annuncio della parola di Dio, S. Alfonso e i redentoristi nel mezzogiorno
d’Italia”.
Egli divide la trattazione in quattro punti: 1. I due obblighi principali dei curatori
d’anime: a) l’omelia; b) la catechesi. 2. Gli operatori dell’annuncio della Parola di Dio: a) i
vescovi; i parroci. 3. I risultati conseguiti. 4. La missione popolare redentorista: La
formazione dei missionari; Il metodo della missione; I contenuti; La lingua; La voce; Il
canto; I destinatari; I risultati conseguiti.
Gli argomenti trattati sono tutti molto interessanti per noi a cui il ministero
dell’annuncio della Parola è stato concesso come prioritario. Mi sembrano particolarmente
utili quelli elaborati da P. Chiaramello (Omelia ponte tra Parola e gesto); da Paolo Tomatis
(L’omellia un atto vivo ed efficace); da Enzo Bianchi (La passione del predicatore); e da
Ermanno Genre (L’omelia nel mondo protestante).
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Direttore p. Ezio Marcelli Via Monterone 75 00186 Roma
[email protected]
http://portale.cssr.it/Bollettino