Garda Trentino e Val di Ledro - Comunità Europea Stampa e
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Garda Trentino e Val di Ledro - Comunità Europea Stampa e
266_309_GardaTrentino 13-11-2008 15:56 Pagina 267 Garda Trentino e Val di Ledro 266_309_GardaTrentino 13-11-2008 15:57 Pagina 268 266_309_GardaTrentino 17-11-2008 11:24 Pagina 269 Ve t t e e Va l l i Tr e n t i n e R Un gita verso il Garda Arco, giardino botanico occe e ulivi ad Arco, la ‘capitale’ del Basso Sarca, cittadina rivierasca, rinomata per clima e gradevolezza del paesaggio. Borgo fondato dalle tribù dei Fabia, primi coloni dell’attuale Brescia, poi via via migliorato dai Longobardi, dal Principato vescovile di Trento e dal 1124 dai nobili Conti d’Arco. Famoso il loro castello, che ancora si erge sulla roccia più alta della conca. Arco è da secoli centro di cura, dispone di bei palazzi, ha una notevole attività artistica e letteraria. Tutta la corte imperiale asburgica d’inverno soggiornava nelle sue ville. Nei parchi vennero messe a dimora numerose piante, ora maestose, rare e insolite, come cedri del Libano, sequoie, cipressi californiani e tante altre varietà vegetali, custodite nel cosiddetto ‘Arboreto’, giardino botanico a disposizione del pubblico. Città dinamica e aperta al confronto. Ha dato i natali a numerosi personaggi della cultura mitteleuropea. Ad Arco è nato pure Giovanni Segantini, il grande pittore divisionista di fine Ottocento. Arco è pure … buona. La cultura contadina propone olio extravergine d’oliva e la ‘carne salada’, tranci di carne di manzo conservato in salamoia, secondo criteri in uso da secoli solo in questa zona. Ed eccoci a Riva del Garda, la città col porto sul lago più grande d’Italia. Origini identiche a quelle di Arco, ma centro strategico di primaria importanza per il controllo del Garda. Innumerevoli le sfide tra i potenti delle due sponde del lago, i veronesi da una parte (in combutta con la Serenissima) e i bresciani dall’altra. Sempre con il Principato vescovile trentino a competere – e vincere – sui contendenti. Borgo per certi versi marinaro, con il centro storico simile a quello di tanti porticcioli mediterranei. Numerosi i palazzi e le chiese d’interesse artistico. A partire dall’Inviolata, cattedrale del 1611 voluta dal principe Gaudenzio Madruzzo. Ottima pinacoteca e rari reperti archeologici nel Museo Civico, allestito nella Rocca, fortificazione in riva al lago, costruzione risalente al XII secolo e usata fino alla fine dell’Ottocento come appunto roccaforte militare. Nel suo ‘Viaggio in Italia’, nel settembre del 1796, Goethe si ferma a Riva e a Torbole. Affascinato dal lago e dalla pesca. Descrive un pranzo a base di trote, entusiasta del loro sapore delicato, della fragranza delle carni. Probabilmente il grande poeta aveva gustato il pesce principe del Garda, il Carpione, apprezzato già da Catullo e Tiberio. Pesce regale, per le tavole imbandite delle corti esclusive. Ma come conservarlo dopo la cattura? Mettendolo in cocci assieme ad un goccio d’aceto, sale e alloro. Escamotage riuscito. Al punto che la ‘carpionatura’ del pesce deriva – nel lessico culinario - proprio dal sistema inventato dai rivani per commercializzare il Carpione pescato nel loro lago. Adesso la pesca è quasi scomparsa. Resistono solo un paio di vecchi pescatori, senza eredi. Anche se dal lago – più a sud – una cooperativa di pescatori riesce ancora a pescare il Coregone, chiamato pure Lavarello, la saporita Carpa (da non confondere con il Carpione: questo è un salmonide, l’altra un ciprinide) e tirano a riva reti con Tinca e pure – in stagione – anche qualche Persico. Non mancano le Anguille, anche la cattura è difficoltosa. Il pesce povero del Garda, però, sono le Aole o Alborelle. Piccolissimi esemplari, pescati in primavera, da gustare fritti o nel ‘sisam’, soffritti nell’olio con cipolla. ‘Sisam’ - dal latino ‘incisamen’, sminuzzare – piatto tipico del Garda, al pari di quello fatto con le Sardene o Sardelle, 269 266_309_GardaTrentino 20-11-2008 15:04 Pagina 270 Ville Va l l i pesce di taglia piccola, nome dialettale riservato all’ Agone. Con queste si elaborano le ‘Sarde en saor’, simili a quelle del piatto veneziano, ma fatte appunto con pesce d’acqua dolce, messo a marinare con sale, aceto e cipolle dopo aver fritto il tutto. Diversi e variegati i posti dove mangiare. Da oltre un secolo Riva è di fatto la capitale del turismo estivo trentino. Tra i primi, illustri suoi vacanzieri troviamo ospiti del calibro di Goethe, Kafka, ma anche Nietzsche, Feuerbach, pure Thomas Mann. Tutti entusiasti del posto, della brezza che soffia dal lago – vento che si chiama l’Ora, vero condizionatore del clima, non solo locale, ma di tutto il Trentino – e dalla gentilezza e ospitalità dei rivani. Ospitalità garantita da tanti lussuosi alberghi e innumerevoli pensioni. Che attirano orde di vacanzieri, specialmente dal nord Europa. Nei periodi della ressa non è facile apprezzare il lago. Ma il Garda è abituato a sopportare la folla. Risponde bene e l’habitat rimane ancora a misura d’uomo. Grazie anche agli sforzi dell’amministrazione locale. Che ha vietato l’uso delle barche a motore. Solo imbarcazioni mosse dal vento. E che vento! Lo sanno quelli 270 Vini del windsurf. Migliaia di appassionati, costantemente alle prese con boma e tavole sintetiche per balzi acrobatici sull’acqua, quasi sognassero le onde della California. Il lago non è solo acqua. La riviera può essere considerata un cuneo di mediterraneo incastonato tra le Dolomiti. Talmente rigogliosa che consente le colture di frumento e ortaggi vari, ma sopratutto zona vocata alla vite e all’ulivo. Il Garda trentino non ha particolari ‘cru’ di vino. Ma propone rossi di pregio, fragranti e beverini. Quelli che nascono da uve vendemmiate sulle colline verso Tenno hanno forse un carattere più marcato, bianchi compresi. Le cantine sono poche, artigianali, quasi sempre attigue ad agritur. Mete privilegiate da tanti escursionisti stranieri: quanti abbandonano l’automobile nel fondovalle e risalgono a piedi – o in mountain bike – le colline, per dominare il lago, sostare negli uliveti, sorseggiare qualche calice di vino contadino. Spingendoci ancora più su, verso la Valle di Ledro. Dove è ancora l’acqua a farla da padrone. Nel caratteristico lago sono venute alla luce le più importanti testimonianze d’insediamenti preistorici: una fitta rete di pali di legno, per un insediamento palafitticolo risalen- 266_309_GardaTrentino 20-11-2008 15:05 Pagina 271 Ve t t e e Va l l i te ad oltre duemila anni avanti Cristo. Tra i comuni dell’altopiano di Ledro, ecco Bezzecca, dove Giuseppe Garibaldi rispose con lo storico “Obbedisco!” all’ordine di Vittorio Emanuele II, nella Terza Guerra d’Indipendenza. Le giubbe rosse garibaldine, autonomamente, avevano proseguito verso l’Austria. Raggiungendo Bezzecca dopo la disfatta austriaca del 21 luglio 1866, garibaldini decisi a marciare ancora, per liberare Trento e il nord. Poi, l’obbedienza. Lasciando all’Austria Trento e il sud del Tirolo, tornate italiane solo dopo la tragedia della Grande Guerra. Storia risorgimentale a parte, la vallata è molto idonea al turismo estivo, zona di funghi, di facili escursioni nei boschi, nel massimo riserbo e relax, proprio perché ancora defilata dal grande flusso di vacanzieriTra le specialità gastronomiche ledrensi, funghi e sciroppi a base di piccoli frutti del bosco, E pure un salame esclusivamente locale: quello a base di carne d’asino, tradizione a rischio d’estinzione, ma che ancora resiste nei paesi isolati, Concei su tutti. Salendo dal Basso Sarca, fatta una sosta a Tenno, mirabile balcone Tr e n t i n e paesaggistico sul lago, magari degustando la carne salada in uno qualunque dei numerosi ristorantini locali, si arriva a Canale di Tenno. Si giunge in un agglomerato di case rustiche dove sembra che il tempo si sia fermato. Tutto è rimasto come nel tardo Medioevo. Costruzioni intatte, per un museo vivente. Case in parte ancora abitate e dove periodicamente rivivono tradizioni del passato, mestieri, folklore. Ogni anno gruppi di artisti sono ospiti dei residenti; in cambio omaggiano una loro opera o affrescano avvolti o pareti esterne. Trasformando il paese in un museo d’arte contemporanea. Un costone verde dove viene recuperata pure l’agricoltura, la fatica con la quale i contadini curavano campi strappati alla montagna. Terrazzamenti sorretti da mura di sasso a secco, i cosiddetti ‘matoni’, pietre ciclopiche, una sopra l’altra, per barriere alte fino a dieci metri, solo per sorreggere magari qualche centinaio di metri quadrati di terra a scopo rurale, anche vitivinicolo. Segni che caratterizzano il territorio e lo rendono ancora più veritiero, maggiormente in sintonia con la tipicità montanara del Trentino. 271 266_309_GardaTrentino 13-11-2008 15:58 Pagina 272 Ville Va l l i Vini Garda Trentino: alla scoperta dei segreti di un territorio unico N on è facile incontrare un luogo che, più del Garda Trentino, racchiuda in sé una simile varietà di bellezze naturali. Cime che superano i duemila metri, spiagge affacciate sul Lago di Garda e, nel mezzo, colline dedicate alla coltura della vite, prodotto simbolo della qualità della regione. Grazie agli influssi benefici del lago e alle corone di monti che lo circondano, il territorio gode di un particolare clima mediterraneo, sempre mite e gradevole, anche nei mesi più rigidi. Preziosa è l’influenza dell’Ora, il vento caldo proveniente dal lago, che combatte l’umidità. Queste caratteristiche fanno sì che l’Alto Garda sia particolarmente adatto ad accogliere coltivazioni di uve pregiate come la nosiola - che danno vita a produzioni vitivinicole eccellenti, come lo stesso Nosiola Doc, il Trento Doc metodo classico e il Vino Santo Trentino Doc. Sono questi i vini locali che, con sempre maggior forza, si impongono sul mercato internazionale, portando in giro per il mondo i profumi e le atmosfere che contraddistinguono questo territorio. Ma la natura da sola non basta a rendere grandi i vini: è la mano dell’uomo a prendersene cura, aiutandola a far nascere i frutti migliori. La tradizione della coltura della vite nel Garda Trentino ha radici millenarie, e nel tempo ne ha caratterizzato tradizioni, usi e costumi locali. Di generazione in generazione, i nostri agricoltori tramandano quei segreti e quelle attenzioni che fanno dei vini dell’Alto Garda i prodotti di qualità che tutti conoscono, veri ambasciatori della genuinità e dell’accoglienza di questa terra. Nel periodo della vendemmia, l’uva - solitamente raccolta a mano - viene riposta con perizia nelle piccole cassette per giungere nelle cantine, vero tempio della sapienza dei viticoltori locali. Un momento importante per tutta la comunità, che vi partecipa e riconferma così il forte senso di appartenenza al territorio. Arriva poi il momento tanto atteso della degustazione, occasione d’incontro in cui apprezzare – finalmente! - il lavoro degli artisti del vino. È questo il periodo in cui si tiene da decenni un evento che coinvolge tutta la valle e che fa dell’uva la regina indiscussa: la Traubenkur (letteralmente “cura dell’uva”). Questo frutto dalle proprietà antiossidanti, depurative, diuretiche, dimagranti ed anticolesterolo era, già nell’800, il segreto di bellezza della famosa imperatrice Sissi e dei nobili asburgici che si 272 davano appuntamento sulle rive del lago per godersi il primo autunno e disintossicarsi con mosto a volontà. Ancora oggi, nelle ultime due settimane di settembre, rivive questa tradizione: migliaia di ospiti giungono da ogni parte d’Europa non solo per gustosi itinerari di degustazione, ma anche per conoscere i centri storici dei vari paesi, in cui si trovano enoteche ed osterie con numerose “grandi annate” alle spalle. C’è Riva del Garda, cittadina caratterizzata da un centro storicamente importante, su cui svetta la Rocca, castello medievale affacciato sul lago, la chiesa barocca dell’Inviolata, una delle più singolari costruzioni sacre di tutto il Trentino - caratterizzata da un esterno semplice e da sfarzosi altari all’interno -, e il Bastione veneziano, fortezza in pietra grigia che sovrasta il paese. Sempre in riva al lago si trova Torbole, paradiso dei velisti e dei windsurfisti di tutto il mondo, caratterizzato dal pittoresco porticciolo, dalla fontana intitolata a Goethe e dalla Casa del Dazio, vecchia dogana austriaca. Salendo poco più in alto si arriva a Tenno, con il suo omonimo Castello, e il piccolo paese di Canale, eletto uno dei Borghi Medievali più Belli d’Italia. A pochi chilometri si trova Arco, con i suoi palazzi rinascimentali e le sue ville liberty, noto per aver dato i natali ad un artista di rilievo come Giovanni Segantini e per essere la patria dell’arrampicata. E ancora paesi come Dro, Drena e Nago, che offrono viste panoramiche su tutto il lago e che regalano prodotti tipici di qualità, come le susine e i marroni. In questo angolo di Mediterraneo ai piedi delle Dolomiti, la natura è stata particolarmente generosa, regalandoci paesaggi da cartolina e prodotti genuini e di qualità, dotati di un carattere forte, da scoprire – perché no - all’interno di un bicchiere. L’imponente Castello di Tenno 266_309_GardaTrentino 13-11-2008 15:59 Pagina 273 266_309_GardaTrentino 13-11-2008 15:59 Pagina 274 Ville Va l l i Strada del vino e dei sapori: da Garda Trentino alla Valle di Ledro, dalle Valli Giudicarie alle Dolomiti di Brenta P er chi prende il sole sulle rive del Lago o si aggira tra le bellezze monumentali di Riva del Garda spesso è difficile credere che a pochi passi da li potrà assistere ad un paesaggio completamente diverso. Passeggiando per le strade della cittadina lacustre, visitando la Rocca, la torre Apponale, l’importante chiesa dell’Inviolata, l’occhio si perde su quello specchio d’acqua che si infila nel Trentino come una chiave in una toppa e sul quale non smettono mai di scivolare le vele delle barche e degli windsurf che si lasciano accarezzare dall’Ora, la brezza preziosa non solo per lo sport, ma Il laghetto di Tenno anche per un’eccellenza dell’enologia trentina, il Vino Santo Doc. La sponda orientale del Lago di Garda offre scorci incantevoli, con gli olivi a fare da sentinelle, e numerose occasioni di lasciarsi tentare dalla buona tavola con i piatti della tradizione lacustre: trote, sisam, aole, il tutto magari condito con l’olio extravergine d’oliva del Garda trentino. Prima di addentrarsi nell’entroterra, risalendo il corso del fiume Sarca, c’è tempo per visitare la vicina Arco, cittadina che rivive attraverso le sue molteplici espressioni artistiche folcloristiche, i fasti dell’antica nobiltà austriaca e boema che un tempo usava frequentemente il borgo. Aristocrazia che si riflette pure nella bellezza del Castello che, abbarbicato sulla ripida roccia, sovrasta Arco e tutta la seguente Valle dei Laghi. Le reminiscenze asburgiche non mancano di influenzare anche la cucina e allora ecco che gulasch, strangolapreti, canederli, baccalà fanno capolino sulle tavole imbandite accompagnati dalle note di un magnifico valzer. Di lì merita una visita – che poi si trasforma in un piccolo viaggio nel tempo - il borgo medievale di Canale di Tenno, un’atmosfera quasi incantata in grado di riportare il visitatore indietro di secoli, ai piedi dell’imponente castello che domina l’accesso che dal Garda conduce al passo del Ballino. Tra conifere e castagneti sempreverdi, è possibile lasciarsi conquistare dalla grandiosità della cascata del Varone e magari fermarsi a degustare il curioso abbinamento che da queste parti fa sposare la classica polenta con la mortadela, ma non si possono perdere nemmeno la tipica carne salada e fasoi, i 274 Vini crauti con la pancetta e le costine, gli asparagi e il radicchio, il tutto annaffiato dai vini della Valle dei Laghi e dalla Grappa del Trentino. Ma se a Canale di Tenno siamo nel Medioevo, risalendo il Passo del Ballino, a Fiavè arriviamo alla Preistoria, un lembo delle Valli Giudicarie dove i resti di un’antica area paleolitica riportano improvvisamente a circa duemila anni prima di Cristo. Ma Fiavè è pure l’occasione per sostare e provare le prelibatezze casearie come le mozzarelle o la Spressa delle Giudicarie Dop. Siamo nella Valle di Ledro, una valle ricca di storia testimoniata dal Museo delle Palafitte situato sulle rive del lago che porta il nome della valle, ma pure dalla memoria del passaggio di Garibaldi che nelle Terza guerra d’indipendenza a Bezzecca pronunciò il celeberrimo “Obbedisco!”. Interessante, a tal proposito, una visita al museo garibaldino ospitato nel paese ledrense. Anche la natura sa regalare delle emozioni rare, così come la tavola, su cui campeggiano Caponec, polenta di patate e sguazèt. Siamo all’estremità sud-occidentale del Trentino, ad un tiro di schioppo dal confine lombardo, punto di partenza ideale per un avventuroso viaggio che ci porta nelle atmosfere selvagge e negli incantesimi della Valle del Chiese. Passando attraverso gli antichi palazzi ed i castelli di Lodrone, residenza degli antichi feudatari, e gli innumerevoli segni della cristianità che danno il nome alla valle, si giunge a Storo, il capoluogo, ove regna incontrastata una regina di colore giallo: la polenta, prodotta con il metodo tradizionale che prevede che il mais venga raccolto agli inizi di ottobre, fatto asciugare ai secchi venti di montagna e quindi macinato molto lentamente, perché mantenga tutte le sue caratteristiche aromatiche e nutrizionali. È il cosiddetto “oro di Storo”, uno dei prodotti più pregiati non solo del Trentino, da gustare magari accompagnando le trote e i salmerini allevati nelle fredde acque provenienti dal ghiacciaio dell’Adamello. Immancabile una visita al Museo della Grande Guerra di Bersone, che raccoglie numerose testimonianze delle battaglie combattute nella zona e che ancora oggi caratterizzano il territorio con la presenza di alcune fortificazioni costituite sul finire del XIX secolo. Se dalla Valle del Chiese si prosegue verso nord, il paesaggio varia a mano a mano che, in bici o in macchina, si arriva sempre più in prossimità della Val Rendena. I formaggi, che qui nascono da un latte tutto particolare, munto dalle vacche autoctone che della valle portano il nome, sono Scorcio di Arco e il suo castello 266_309_GardaTrentino 13-11-2008 15:59 Pagina 275 Ve t t e e Va l l i Tr e n t i n e tra i più pregiati. La Razza Rendena è conosciuta soprattutto per la produzione della squisita Spressa, che ben si accompagna alla vasta produzione di salumi che qui nasce da un’antica tradizione di norcineria: salamele, lucaniche, speck, pancetta (particolare quella di Caderzone), salami all’aglio, cacciatori. Arte culinaria che ben si abbraccia a quella figurativa. La valle è segnata dal passaggio che nel Cinquecento portò in Val Rendena la celebre dinastia di pittori itineranti dei Baschenis, imperdibili sono quelli della Chiesa di S. Vigilio a Pinzolo e di S. Stefano a Carisolo, con la suggestiva rappresentazione della “danza macabra”. Un territorio ideale, questa Valle, sia per chi ama la buona cucina sia per chi ama il tipo di vacanza “attiva”. Molteplici sono, infatti, le occasioni di svago sportivo: dalla pesca nei torrenti, alle piste ciclabili e percorsi sterrati per le mountain bike. E ancora tennis, pattinaggio, tiro con l’arco. Per i più coraggiosi, imperdibile una discesa in rafting giù dalle gelide acque del Sarca che scorre impetuoso attraverso la perla di questa zona: la bellissima e incontaminata Val di Genova. Un viaggio che parte dal “mare” del Lago di Garda, attraversa rigogliose radure e boschi meditativi, per poi cedere il passo alle cime dolomitiche che si sublimano al termine del percorso che conduce fino a Madonna di Campiglio, località tra le più vip dell’arco alpino. Riva del Garda, la regina 275 266_309_GardaTrentino 13-11-2008 15:59 Pagina 276 266_309_GardaTrentino 20-11-2008 15:07 Pagina 277 Suggestiva gara di vela nelle acque di Riva del Garda 266_309_GardaTrentino 13-11-2008 16:00 Pagina 278 Ville Va l l i Vini Fontanelle: un’ottima cantina dall’invidiabile panorama sul Garda P iù su non resiste e comunque non è in grado di maturare i suoi frutti. Un limite che caratterizza il territorio, lo marca, indelebilmente. La collina di Tenno è quanto di più singolare si possa ammirare lungo la fascia mediterranea del Garda. Viti e ulivi sono indicatori ambientali, segnali di vitalità agronomica. Di colture e culture agricole che fanno la storia stessa del Trentino. In 278 un simile habitat, paesaggio ameno, collinare, tra Castel Tenno e le Cascate del Varone, il cielo terso verso il lago e i colori del valico, dello specchio d’acqua lungo la strada di passo Ballino, un ponte tra il Garda e le Dolomiti di Brenta. Zona senza asperità, baciata dall’Ora, il vento benefico e da un clima che ricorda il mare. È in questo contesto che maturano le uve dei vigneti dell’azienda agricola Le Fontanelle, cinquant’ anni d’attività, ma da secoli area vocata alla vite. Lo testimoniano reperti archeologici e la denominazione del sito, Pilone, vale a dire l’attrezzo usato a suo tempo per pigiare l’uva nei tini, schiacciando i grappoli subito dopo la vendemmia. Cesare Pasini e sua moglie Rita Zambotti sono vignaioli entusiasti del loro lavoro, da anni in prima fila per promuovere i loro prodotti, la loro stessa filosofia produttiva. Basata sull’immediatezza, per vini ameni come il paesaggio dove maturano le uve, vini che devono avere il fascino della spontaneità. Eseguiti in base a precise scelte produttive: il rispetto della natura (l’azienda applica pratiche colturali da agricoltura biologica; pure le tecniche di vinificazione, nella nuovissima cantina, avvengono senza alcuna forzatura enologica) e quindi ottenere vini immediati, di pronta beva. Anche se non mancano le selezioni, riserve importanti, esclusive, da varietà autoctone e da uve internazionali, comunque stanziali dell’Alto Garda. Per vini in grado di sfidare pure il tempo. Rispettandolo. 266_309_GardaTrentino 13-11-2008 16:00 Pagina 279 Ve t t e e Va l l i Madonna delle Vittorie: la cantina dei “primi premi” Q uest’azienda è dedicata, nel nome, ad una chiesetta di Arco che ricorda epiche battaglie medioevali, incastonata tra il castello di Arco e la riviera trentina del Garda. Ma soprattutto tra olivi e viti, in un contesto tra i più ameni del Trentino. I vigneti sono ad un tiro di schioppo dal lago di Garda, protetti dalle montagne che sovrastano la conca del Sarca e ‘baciati’ da un clima mediterraneo che consente la coltivazione anche dell’ulivo, per un olio extravergine – quello del raccolto 2007 è stato premiato da Slow Food come uno dei 42 migliori della qualità italiana – decisamente buono. I Mandelli sono imprenditori con variegate attività agronomiche e turistiche, ma che hanno pazientemente potenziato cantina e vigneti. Vasta la gamma dei vini, dallo spumante al moscato dolce e frizzante, con tutti i tipici vini del Trentino, dal riesling al teroldego. Vini ben fatti, fragranti, saporiti, marcatamente gardesani – per la leggerezza delle tonalità cromatiche e l’esile impronta aromatica Tr e n t i n e – proposti a prezzi altrettanto vantaggiosi in rapporto alla consolidata qualità. Duecentomila bottiglie la produzione media annuale, con una serie di vigneti nuovi che stanno per entrare in produzione, tutti situati nelle immediate vicinanze della Riviera gardesana. Il vino più importante è il Summolago, versione bianco e rosso. Quello da uve chardonnay, pinot grigio e pinot bianco ha convinto per sentori evoluti di composta di frutta montanara, mele, pere e prugna bianca, fresco al palato, quasi lattico, cremoso e un finale da miele d’acacia. Continuo nella contrapposizione giovane / strutturato pure il Summolago rosso, da teroldego, lagrein e cabernet, ricco di antociani, pepato, con una bocca ciliegiosa, tannico al punto giusto e di buona tenuta. Sorprendente pure la freschezza del Traminer, ben impostato, alcolico, sentori netti e discreti, con una sensazione finale ricca di freschezza e sapidità. Citazione pure per Riesling, Teroldego e per un moscato ‘Asti style’, basso di grado alcolico, fragrante, dolce e con suadenti bollicine … vittoriose. L’Azienda Madonna delle Vittorie: “Complesso e vigneti” 279 266_309_GardaTrentino 13-11-2008 16:01 Pagina 280 Ville Va l l i Vini Agraria Riva del Garda: una grande moderna azienda dalle muliebri capacità produttive L a sede operativa è nuovissima, una struttura architettonica di grande fascino, linee decise quanto armoniche, perfettamente inserita nel contesto gardesano. Cantina, ma anche frantoio. Questa struttura sociale può vantare soci vitiolivocoltori. Così, subito dopo le procedure vendemmiali, la cantina diventa un moderno frantoio. Frange olive tardive per uno degli extravergine migliori d’Italia, olio da olive sul 46esimo parallelo, le più a nord del Mediterraneo. Anche i vini parlano il linguaggio dell’amenità gardesana. Hanno il carattere, il legame con il paesaggio. Per consentire al consumatore, quando assaggia un vino, di non confondersi od essere confuso. Già quando si pensa – proprio così, si pensa – ad un vino trentino, il cervello deve abbinare, associare a precise personalità, a timbri olfattivi ben definiti, altrettanti gusti ‘di trentino’. Il vino così emoziona, diventa messaggero di gusti e stimolo di piacevolezze. Lo ha perfettamente capito questa poliedrica cooperativa, che oltre a vinificare uve e frangere olive, vende prodotti tipici, materiale agricolo e di supporto al comparto primario gardesano. Una dozzina di vini che si caratterizzano per franchezza e prezzi 280 popolari, davvero contenuti, in splendido rapporto con la qualità. Una gamma completa, con tutti i fuoriclasse trentini, dallo spumante classico Trento Doc ad un vino da uve Teroldego chiamato – in onore della zona – Rivaldego. Poi alcune selezioni, come il Crèa o le Gèere. Decisamente ben fatti, armonici, proprio come la riviera gardesana. 266_309_GardaTrentino 20-11-2008 15:09 Pagina 281 Ve t t e e Va l l i Tr e n t i n e Ristorante Al Volt: elegante caldo e avvolgente come un guanto di velluto I l lago si sente, ma non si vede. È comunque a due passi da questo elegante ristorante, sistemato tra vicoli che sembrano carrugi genovesi. Un posto di fascino ricavato in un palazzo medievale, tutto avvolti in pietra, arredo pizzi e merletti, tanti pregiati oggetti d’antiquariato, ben disposti, in contrasto con il colore sgargiante delle tovaglie. La cucina, curata magistralmente da Maurizio Poli é semplice, impostazione casalinga, ma con una serie di piatti curatissimi nell’esecuzione, saporiti e serviti con affabilità da Silvana e Miriam tanto cortesi quanto competenti. Il lago di Garda scandisce gli ingredienti, le vivande. Senza tralasciare la tipicità trentina – rotolo di formaggi in pasta di patate con funghi, tagliata di manzo con erbe di montagna, gelato con castagne, quando la pesca nel lago é ferma – per puntare comunque sul pesce d’acqua dolce: luccio in ‘saor’ con polenta di mais di Storo, dei sottilissimi, altrettanto croccanti tagliolini. Impasto variopinto, con diverse verdure, abbinati ad un ragù di tinca, Lavarello o coregone, tipo di pesce che nel Garda si pesca ancora, cucinato ai ferri o con salse al vino. Il pane è fatto in casa, molto gustoso quello con le ‘molche’, i rimasugli della spremitura delle olive gardesane, quelle che danno un olio delicato, il più a nord del bacino mediterraneo. Olio extravergine proposto in diverse versioni. Poi il dessert, dalle mousse al tradizionale strudel. Bella la cantina e grande cura nella selezione dei distillati, tante grappe nostrane, specialmente quelle della Valle dei Laghi, di Santa Massenza in primis. 281 266_309_GardaTrentino 20-11-2008 15:09 Ville Pagina 282 Va l l i Vini Olio extravergine di oliva del Garda Trentino DOP A conferma dell’eccezzionalità del territorio che si sviluppa lungo l’itinerario della Strada del Vino e dei Sapori dal Lago di Garda alle Dolomiti di Brenta c’è l’antica e tradizionale produzione dell’olio di oliva. Testimoni e protagonisti i terrazzamenti e i pendii ricoperti da numerose tipologie di olivo, Casaliva o Drizzar, Lezzo, Favarol, Raza, Rossanel, Fort, Morcai, Pendolino, che prosperano grazie al microclima creato dal Benaco. Un angolo di mediterraneo che per le peculiari caratteristiche climatiche produce un olio di gran pregio, dal colore verde-oro, dal profumo delicato con sentori di mandorla e dal sapore leggero e fruttato, sapido e armonico. Non c’è altro luogo al mondo dove si produca olio d’oliva a queste latitudini e questo, abbinato alla qualità e alla tradizione, ha portato al riconoscimento da parte della Comunità Europea della DOP. Carne salada L a Carne salada è una vera e propria specialità dell’area compresa tra Arco, Tenno e Varone. Prodotta fino dal 1600,un tempo si usava servire bollita e accompagnata dai broccoli di Torbole. Carne molto magra, ricavata dalla fesa di manzo, sottoposta a uno speciale processo che la rende particolarmente aromatica e adatta a essere consumata sia cruda, a mò di carpaccio, che cotta. 282 266_309_GardaTrentino 13-11-2008 16:01 Pagina 283 Ve t t e e Va l l i Tr e n t i n e Allevamenti trote Mandelli S olo in un ambiente incontaminato, in acque pulite, molto ossigenate, nei torrenti di montagna, nei laghi alpini, cresce la trota, pesce nobile d’acqua dolce, raccomandato dai dietologi perché di basso valore calorico, grassi e colesterolo, ma ricco di proteine. Nei secoli passati la pesca rappresentava una ricchezza: in particolare le grosse trote lacustri venivano catturate in prossimità della foce quando, risalendo il fiume alla ricerca di luoghi adatti alla riproduzione, incappavano contro la Peschiéra, la palizzata di lunghi rami piantati nel fondale del Sarca, impiegata dal 1200 almeno fino agli anni Cinquanta. Dall’attenta, instancabile osservazione dei ritmi vitali di questi pesci argentei, fin dagli anni quaranta, vero pioniere dell’allevamento della trota Iginio Mandelli è riuscito a interpretare la natura e a riprodurre le condizioni di vita ottimali, in un ambiente alimentato sia dall’acqua del Sarca che da risorgive: dalla fase della riproduzione da ceppi selezionati delle fattrici, alla spremitura e alla schiusa delle uova, alla cura dei piccoli avannotti e alla crescita in acque pure, con una alimentazione ottenuta da materie prime selezionate nel mangimificio di proprietà, fino ad arrivare in tavola. In particolare l’allevamento del Linfano, costruito nel 1953 in un’ansa del vecchio alveo del fiume Sarca, ha fatto da guida ad altri 12 e, in generale, alla diffusione di attività similari. A distanza di cinquant’anni, anche oggi, passione, esperienza e dedizione sono alla base della qualità del prodotto, che è divenuto simbolo acquifero di tutto il Trentino e che Mandelli sa proporre ed offrire soddisfacendo il mercato con qualità e servizio davvero eccellenti. Troticoltura L a Trota è un salmonoide che prospera in acque correnti, fresche e ricche di ossigeno. Il Trentino, grazie alla sua collocazione oro-idrografica, è particolarmente ricco di acque dalle caratteristiche qualitative ottimali per l’allevamento delle trote. Le specie ittiche allevate sono rappresentate essenzialmente dalla trota iridea, dalla trota fario e dal salmerino che riguardano rispettivamente il 90%, l’8% e il 2% della produzione. Nei numerosissimi allevamenti del trentino la trota impiega 18/24 mesi per raggiungere una dimensione ideale, anziché i 13/14 della pianura. La sua carne, facilmente digeribile, è quindi più consistente, più saporita, più magra, ricca di proteine nobili, di sali minerali e dei preziosi omega 3. L’allevamento della Trota nel Trentino vanta una tradizione secolare: l’iniziativa di avviare un’azione per introdurre, diffondere e sviluppare la pescicoltura risale al 1873 a opera di don Francesco Canevari, Agostino Zecchini e Filippo conte Bossi Fedrigotti, che riuscirono a concretizzare il progetto nel 1879. La pescicoltura nacque per agevolare la pesca, infatti i salmonidi furono sempre presenti sulle tavole degli aristocratici. Per esempio, il salmerino fu molto apprezzato dai vescovi riuniti a Trento per il Concilio, mentre la trota trentina era un piatto molto ricercato e apprezzato anche alla corte di Vienna. 283 266_309_GardaTrentino 13-11-2008 16:02 Pagina 284 266_309_GardaTrentino 20-11-2008 15:11 Pagina 285 L’accogliente porticciolo di Riva del Garda 266_309_GardaTrentino 20-11-2008 9:39 Pagina 286 Ville Va l l i Vini Ristorante Carpe Diem: un salotto in un fastoso palazzo I l ristorante Carpe Diem si trova ad Arco a due passi dal Casinò, all’interno di un’antica villa asburgica immersa in un incantevole giardino: originariamente si chiamava Villa Wohlauf, dal nome del suo primo proprietario Emanuele Wohlauf che la fece costruire nel 1884. Conosciuta in quel periodo anche come “Villa Germania”, nel primo dopoguerra fu affittata a Francesco Emanuelli, uno dei più noti fotografi di Arco (resterà il suo laboratorio per decenni), mentre in tempi recenti è stata rinominata “Villa Italia” e destinata a scopi turistici. Il ristorante Carpe Diem è nato circa quattro anni fa da un’idea di Aldo Tiboni. Con una solida formazione professionale (Lido, Du Lac, Ancora di Cortina, Villa d’Este), Tiboni aveva un’idea del tutto particolare: dare al ristorante un’impronta di eleganza e raffinatezza, pochi coperti, ma con una squisita cucina che sa abbinare i prodotti tipici del Trentino con il pesce. Non solo, l’imperativo della sua cucina è fare tutto “espresso” e in casa, dal pane alla pasticceria. Così, eleganza e fantasia si uniscono 286 con la tradizione e i sapori “semplici” per dare vita a un menu eclettico e accattivante. Qualche esempio? Noci di cappasanta caramellate su fonduta di melanzane all’agro di mele, bianco di spigola e radicchietti appassiti all’olio extra vergine del Garda, gnocco con asparagi verdi e formaggi teneri al ragù di coniglio e rosmarino, gamberoni e Speck in farina croccante di Storo, filettino di vitellone in crosta al cumino e aromi, tortino alla goccia di cioccolato e grappa con papaia ghiacciata e purea di mele alla cannella. 266_309_GardaTrentino 13-11-2008 16:03 Pagina 287 Ve t t e e Va l l i Tr e n t i n e Ristorante La Cantinota: suggestive cene in grotta a lume di candela S cavato nella roccia del Monte Brione, alle foci del Sarca, La Cantinota di Arco è il posto giusto per riscoprire tutto il piacere dell’ottima cucina ricca di sapori: la carne salada, la pasta fatta in casa, le insalate, gli affettati misti, i formaggi, le grigliate di carne, annaffiatti da birra e vini tipici del Trentino. Seduti in un ambiente informale e accogliente, si possono gustare strangolapreti, gnocchi, tagliatelle, rustici alla Mortandela della Val di Non, per continuare poi tra una trota ai ferri e costate e controfiletti di manzo alla griglia, formaggio alla piastra. Il patron Zambanini Gianni è chef rivierasco di notevoli capacità con una simpatica esperienza di mugnaio, da ragazzo, nell’azienda familiare di Drò. Durante la prima guerra mondiale, sotto il dominio austriaco, il locale era utilizzato come rifugio e deposito d’armi, mentre durante la seconda guerra mondiale fu sempre utilizzato come rifugio, ma dagli abitanti del posto. L’ambiente, divenuto nel 1960 agriturismo e poi ristorante, è impreziosito dalla presenza scenografica della roccia viva, nel quale è scavato, possiede inoltre uno splendido giardino dove degustare le leccornie della casa all’aria aperta. 287 266_309_GardaTrentino 13-11-2008 16:03 Pagina 288 266_309_GardaTrentino 13-11-2008 16:04 Pagina 289 266_309_GardaTrentino 13-11-2008 16:04 Pagina 290 Ville Va l l i La Terrazza: magnifica stellare cucina in riva al lago di Garda I l locale La Terrazza nasce nel 1988 per iniziativa del gigantesco (anche in cucina) Ivo Miorelli di Torbole, all’epoca appena ventenne. La sua tradizione famigliare ha un forte legame col territorio: i nonni erano entrambi albergatori, mentre uno zio, il famoso “Gabiccia”, faceva il pescatore ed era anche un grande chef. Ivo ha quindi seguito la vocazione di famiglia puntando tutto sulla cucina territoriale, prediligendo il pesce di lago ma senza tralasciare altre perle gastronomiche locali, come il tartufo del Monte Baldo, i broccoli di S. Massenza e l’olio del Garda. Papà Giacomo fa l’ortolano e rifornisce la cucina di prodotti freschissimi, lo zio pescatore procura il pesce migliore, selezionandolo anche dalla Cooperativa di pescatori del Garda. Il menu varia frequentemente, ma per dare qualche esempio in carta si può trovare lo sformato caldo d’asparagi di Zambana con ricotta del Baldo; carpaccio di lavarello con polpette di cavedano e crostone caldo all’anguilla affumicata; insalatina tiepida di pesce persico reale al tartufo del Monte Baldo; rotolo di anguilla con le verdure dell’orto; piatto tipico gardesano con “luccio en saòr”, “tenca coi bisi”, cavazzino alla torbolana, sardèna di lago alla brace. E ancora zuppa gardesana, bigoi con le aole “pessate salade”, raviolo di barbo con coregone affumicato, risotto con pesce persico, gamberi di fiume. Super selezionata anche la carta dei vini. 290 Vini 266_309_GardaTrentino Veduta di Torbole 20-11-2008 15:14 Pagina 291 Un vicolo di Tenno La Rocca di Riva del Garda 266_309_GardaTrentino 20-11-2008 15:15 Pagina 292 Ville Va l l i Vino e territorio in Trentino Un efficace esempio di “corrispondenza d’amorosi sensi” fra marketing di settore e marketing territoriale di RICCARDO PASTORE L a citazione da Ugo Foscolo (“corrispondenza d’amorosi sensi”) vuole essere un simbolo forte, anche se deliberatamente pretenzioso, del rapporto di crescente sintonia e intensità che caratterizza da qualche tempo l’incontro fra un prodotto tanto importante nella storia, nella cultura e nella economia del nostro paese (e certamente del Trentino) ed i suoi territori elettivi, tradizionalmente vocati e la loro crescente notorietà e diffuso sviluppo. È il tema delle brevi riflessioni che seguono. La Promozione del vino diventa sempre più un approccio culturale razionale per generare diversità di offerta rispetto alla banalizzazione delle produzioni standardizzate delle economie di scala industriali e per proporre quindi un prodotto/servizio/sistema articolato costituito da una interazione studiata ed evoluta di elementi “materiali e misurabili” con elementi “immateriali e simbolici” che ruotano attorno alla cultura del vino e alla “qualità” dei territori ad esso vocati. Analogamente la valorizzazione delle realtà ambientali di particolare attrattività e la sua comunicazione (ad esempio attraverso le varie forme del cosiddetto Marketing territoriale) deve fare un 292 Vini passo in avanti rispetto a tanta promozione turistica standardizzata, ormai insufficiente a descrivere la storia e le potenzialità di importanti territori, soprattutto verso le nicchie di fruitori di turismo sostenibile, la cui dimensione di mercato è crescente, come noto. Promozione vitivinicola e valorizzazione territoriale trovano crescenti e proficue “corrispondenze d’amorosi sensi”; ma senza più saccheggiare irrispettosamente il Foscolo e volendo invece usare un linguaggio più vicino alla cultura di marketing si potrebbe dire che crescono le interazioni fra vino e territorio. Evocare il concetto di “territorio”, è impresa assai ardua, qualora ne dovessimo considerare tutte le sfaccettature, implicazioni ed angoli di visuale da cui considerarlo e “leggerlo”. Un territorio è identificabile quando è la sede di alcune “omogeneità” o “sintonie”. Sembra opportuno evidenziarne almeno tre: omogeneità “fisiche”, omogeneità di “presenza antropica”, omogeneità “storico-culturali”. Ne derivano almeno tre diversi modi di leggere il territorio. Nel caso, più in specifico, delle produzioni agricole/viticole queste varie “omogeneità” di un territorio possono realizzarsi a vari livelli e con crescente intensità. Questo allargamento progressivo - nell’era del terziario avanzato e della comunicazione di massa - consente quindi di ampliare il concetto di territorio evidenziandone anche aspetti meno tradizionali (ma non meno importanti). Si è consolidata da qualche tempo una significativa tendenza al recupero del “territorio”, cioè, come si dice, al recupero ed alla promozione delle “valenze territoriali locali”. Ma le modalità con cui questa ten- 266_309_GardaTrentino 20-11-2008 15:15 Pagina 293 denza si manifesta sono diverse e spesso distanti o addirittura in contraddizione tra loro. L’angolo di visuale con cui in questa nota si guarderà a questo aspetto è quello del marketing e della promozione. In tal caso si debbono considerare per lo meno i seguenti aspetti o “fattori critici” costitutivi (di un ambiente, di una città, di una strada): il prodotto, il territorio, l’ecosistema, i vari soggetti coinvolti (e soprattutto le loro interazioni). Vale a dire: il Prodotto, il Territorio, l’Ecosistema. E se visualizziamo, se facciamo questa semplice operazione di sguardo e di memoria, ci rendiamo conto di quanto sia vero circa la forte consonanza fra “qualità dell’ambiente” e “qualità del prodotto” (consonanza che ala fine dipende dalla “qualità della mediazione culturale” che ne ha fatto l’uomo). È sempre più evidente infatti la necessità della individuazione di “tavoli per la progettazione congiunta” di iniziative, interventi, processi vari per far si che la strada del vino, dell’olio, “dei sapori” in genere, la visita ai loro territori non sia un semplice itinerario, “una mappa” sui luoghi della produzione agricola (pur essenziale!) ma si trasformi in una progressiva scoperta di un ambiente, di una cultura, cioè, in definitiva, nella scoperta di quello che è un “piccolo pezzo di civiltà”. Si tratta di un insieme di orientamenti culturali e comportamentali per favorire l’attivazione di quegli itinerari e il riconoscimento di quelle istituzioni e “luoghi” che realizzano nei fatti un principio banale ma fondamentale del marketing in genere (e a maggior ragione del Marketing territoriale): “mantener fede alle promesse fatte”, cioè rispondere, con prodotti, servizi e soprattutto “comportamenti”, alle aspettative generate con la propria comunicazione, dandosi – a tal fine – idonee norme e standard. Concludendo possiamo affermare che siamo ancora in una fase di sviluppo di un lungo percorso tenendo conto di quanta strada bisogna fare per portare a livello di consapevolezza diffusa e di reale pratica agricola ed ambientale - ma anche comportamentale e “civile” - le tendenze culturali sopra esposte. Ma è questo concetto globale di valorizzazione dei territori del vino che, se riesce ad avere un riferimento in comportamenti locali realmente “accoglienti” e diffusi all’interno e un solido fondamento scientifico (sia esso affidato alla “zonazione” dei territori viticoli, a rigorosi piani urbanistici e di salvaguardia ambientale, ecc.), può vantare da un lato efficaci e credibili “atout” promozionali ma, dall’altro, vantare anche una “legittimazione etica”. etica”. Questo aspetto – lungi dall’essere un vago richiamo moralistico - è sempre più importante per gruppi di clienti / fruitori di servizi che sono sempre più sensibili e attenti a gratificare con la loro selettiva presenza (e relative ripercussioni economiche) quei “territori” i cui imprenditori, gli operatori in genere e le Istituzioni che li rappresentano mantengono le promesse fatte da un lato e sono sempre disposti ad apprendere e ad innovare - nell’offerta produttiva ma soprattutto di servizi e culturale - dall’altro. 293 266_309_GardaTrentino 13-11-2008 16:05 Pagina 294 266_309_GardaTrentino 20-11-2008 15:17 Pagina 295 Lago di Ledro, palafitte e turisti 266_309_GardaTrentino 13-11-2008 16:06 Pagina 296 Ville Va l l i Valle di Ledro: dalle palafitte ad un riposante suggestivo turismo N on si potrebbe mai immaginare che, al di là delle verticali e scoscese pareti che contornano le rive del Lago di Garda, ci sia una piccola valle sospesa. La Valle di Ledro fino a qualche decennio fa era raggiungibile solo dalla tortuosa strada del Ponale, che ferisce la montagna e si inerpica sulle rocce fino all’imbocco della valle. Costruita su progetto del ledrense Giacomo Cis a metà del XIX sec, è considerata un vero e proprio prodigio dell’ingegneria. Le gallerie scavate nella roccia e i tornanti a picco sul lago aprirono la valle ad un afflusso di genti a merci allora impensabile. Nel 1989 è stato aperto il tunnel dell’”Agnese”, e la strada del 296 Vini Ponale, ormai percorribile solo in bicicletta o a piedi, continua ad offrire scorci indimenticabili sul Lago di Garda. Proseguendo il nostro viaggio, raggiungiamo i primi abitati, la valle si allarga e la strada sale attraverso i prati che sovrastano l’abitato di Pré. In un angolo nascosto, accanto alla chiesa di San Giacomo Maggiore si sentono di tanto in tanto i colpi dei martelli nella fucina che forgiano le “brocche” da scarpa. Si tratta del gruppo Ciüaroi (chiodaioli) che mantiene vivo questo mestiere che dalla metà dell’Ottocento agli anni ’50 rivestiva un ruolo chiave dell’economia ledrense. I più abili riuscivano a produrne un migliaio al giorno ed in tempo di guerra questo lavoro divenne così importante che molti chiodaioli ledrensi furono richiamati dal fronte per continuarne la produzione. Sulla riva, all’imbocco del torrente Ponale, una ricostruzione del villaggio palafitticolo risalente all’età del bronzo attira la nostra attenzione e ci invita ad immergerci per un attimo nella vita dei nostri antenati. Avevano scelto proprio questo paesaggio incantato per 266_309_GardaTrentino 13-11-2008 16:06 Pagina 297 Ve t t e e Va l l i Tr e n t i n e costruire le loro capanne sui pali. I resti del villaggio palafitticolo di Ledro rividero il sole dopo migliaia di anni, nell’autunno del 1929, quando il livello del lago fu abbassato per i lavori di presa della centrale idroelettrica in costruzione a Riva del Garda e sulla sponda meridionale del lago affiorò una distesa di oltre 10.000 pali. Nel tragitto verso l’alta valle scorgiamo, sulla riva meridionale del lago, la zona di Pur, una vallata un po’ nascosta, quasi segreta, che sembra uscire da un libro di fiabe, e sulla riva opposta, la valle di Mezzolago con la maestosa catena di montagne che fa da sfondo, tra cui s’innalza la Cima d’Oro. A Pieve di Ledro, il cuore, ed un tempo, il centro religioso della valle, si nota subito il campanile della Chiesa dell’Annunciazione, nella quale, fin dal 1630 la gente della Valle si riuniva nella Messa di Pentecoste per ringraziare la Madonna di aver protetto la popolazione dalla peste. A pochi passi, il più piccolo ma prezioso oratorio di San Giuseppe e il Laboratorio Farmaceutico - Museo Foletto. Nel nostro tragitto, deviamo per un attimo verso un’altra valle racchiusa nella catena delle Alpi di Ledro, la Val Concei, un altro spettacolo di colori, suoni e profumi. I tre paesi di Locca, Enguiso e Lenzumo che si scorgono, ben distinti, a fondo valle, ci conducono fino alle praterie e poi ai boschi di faggi ed abeti che si inerpicano sui versanti. I pascoli, le piccole coltivazioni e il forte profumo del formaggio di malga sono realtà di un passato ancora presente e vivo in questa valletta che presenta un ambiente naturale in gran parte ancora integro e per molti aspetti unico. Torniamo sulla nostra strada e tocchiamo una tappa famosa nella storia italiana, Bezzecca, dove Garibaldi, vinta la battaglia contro gli austriaci nel 1866 pronunciò il famoso “Obbedisco”, telegrafato in risposta all’ordine di ritirata dal Trentino di Vittorio Emanuele II. A Bezzecca è ancora viva una antica curiosità perché vi nacque, nel 1726, un personaggio a dir poco mitico chiamato “Popo” o “Gigante Gigli”,era il famoso Bernardo Gigli alto ben 260 cm. Lungo la vecchia strada verso Tiarno di Sotto incontriamo la chiesetta di Santa Lucia, la più antica della Valle, una piccola costruzione di origine gotica adagiata sui prati verdi accanto al torrente Massangla. Gli ultimi restauri del 1995 hanno portato alla luce importanti affreschi. Tiarno di Sotto va fiera della sua necropoli di età barbarica e longobarda e del “Polittico” che si può ammirare nella Chiesa di San Bartolomeo della scuola veneziana del Tintoretto, esposto dietro l’altare. A Tiarno di Sopra, che si snoda lungo il rio Sacche si può ammirare la Chiesa di San Pietro e Paolo. La valle del Lago d’Ampola, un altro piccolo specchio di cielo, dal 1986 è divenuta Riserva Naturale protetta della Provincia di Trento. Essa conserva specie animali e vegetali di particolare interesse naturalistico, tra cui il nannufero, l’elleborine palustre, la tifa e alcune specie di carici, molti pesci ed uccelli quali il luccio, la tinca, la scardola, il germano reale, la folaga, la gallinella d’acqua. Poco lontano dal lago si trova Bocca Caset, dove, nei mesi di agosto e settembre, è possibile visitare la stazione di inanellamento allestita dal Museo Tridentino di Scienze Naturali di Trento che studia il movimento migratorio degli uccelli sulle alpi. Non possiamo concludere il nostro viaggio in Valle di Ledro senza assaggiare alcune specialità della cucina. Il piatto forte è senz’altro la “polenta di patate”, ma meritano un assaggio anche gli gnocchi “boemi”, eredità dell’esilio durante la Prima Guerra Mondiale, i “caponeç” cotti nella foglia di vite e preparati solitamente dalle famiglie per la sagra di paese. 297 266_309_GardaTrentino 20-11-2008 15:19 Pagina 298 Ville Va l l i Parliamo dei “primitivi”: i palafitticoli L e palafitte di Ledro si trovano sulla sponda orientale dell’omonimo lago, a 600 m di quota, in prossimità dell’alveo del torrente Ponale, emissario che fa defluire l’acqua e la incanala verso la spettacolare cascata che si getta nel Lago di Garda. Circa 4000 anni fa, alla fine dell’era preistorica, questo luogo fu scelto per le sue peculiarità ambientali che ben rispondevano alle esigenze dei palafitticoli… Stando a sporadici ritrovamenti archeologici, la valle era conosciuta già nel Mesolitico (ca 10.000 anni fa) per le battute di caccia. In seguito, probabilmente già nel Neolitico (7.000 anni fa) alcuni gruppi umani si stabilirono in valle. In tale periodo in Europa si era diffusa la pratica dell’allevamento e dell’agricoltura e la nuova economia, che favoriva il radicamento al territorio, aveva soppiantato quella basata sulla caccia e sulla 298 Vini raccolta di frutti selvatici. Durante la successiva Età del Rame (5.000 anni fa; vedi Uomo del Similàun) cominciò ad essere abitata l’area che poi, nell’Età del Bronzo, fu occupata dal villaggio palafitticolo fino a circa 1200 anni prima di Cristo. Com’erano? P er quanto concerne l’aspetto fisico, non essendo mai stata individuata l’area delle sepolture e disponendo solo di pochi resti ossei, ci dobbiamo avvalere dei dati ricavati dallo studio degli abitati coevi dell’arco alpino. I palafitticoli di Ledro dovevano avere un’altezza media di 156 cm (valore stabilito per gli abitanti di Fiavè), ma se ne dovessimo incontrare uno in giro per la città, fatte salve le differenze nell’abbigliamento, non avremmo modo di distinguerlo da un contemporaneo di bassa statura. Anche quando ci vengono forniti dati scientifici che ci portano a rivedere la nostra nozione di “uomo palafitticolo”, con grande difficoltà e un po’ a malincuore accettiamo di staccarci dall’immagine romantica del “primitivo estremamente semplice. semplice. Per questo motivo suggeriamo ai visitatori del Museo di Ledro un momento di “riflessione”… Ponendosi di fronte allo specchio potranno trovare, nei lineamenti del proprio viso, l’immagine del primitivo tutt’altro che sciocco e, al contrario, dotato di capacità di analizzare, di prevedere, di progettare… Un primitivo che cercava risposte alle necessità pratiche (che determinavano la quantità della vita) e ai bisogni intangibili (che incidevano sulla qualità della vita) e le trovava nell’ambiente, nella relazione con gli altri e, forse, nelle pratiche sciamaniche… 266_309_GardaTrentino 20-11-2008 15:19 Pagina 299 Ve t t e e Va l l i Il Museo G enerazioni di archeologi, ingegneri, antropologi, sovrintendenti di musei, si sono nel tempo interessati attivamente alle palafitte di Ledro, ma anche saccheggiatori che hanno fatto sparire tutto ciò che potevano. Così a metà degli anni ’60 si fece sentire forte l’esigenza di istituire un Museo delle palafitte sia per fare cessare il processo di saccheggio della zona archeologica sia per esporre degnamente i reperti che non erano oggetto di studio. Nel ’68 iniziò la costruzione dell’edificio progettato dall’architetto Piovan di Venezia. Il museo ha una dimensione per così dire “aerea” tale da non risultare staccato dal contesto. Fu progettato come una grande vetrina che non ponesse barriere visive; anche l’allestimento segue tale impostazione cercando il rapporto diretto fra oggetto e ambiente in cui era stato trovato. Il materiale esposto proviene dagli scavi degli anni ‘60 i quali portarono alla luce reperti scientificamente di second’ordine in quanto non in sequenza stratigrafica. Tali materiali, restaurati, costituiscono una testimonianza eccezionale per qualità e varietà tipologica. Tr e n t i n e La capanna e il villaggio: ricostruiti simili agli originali L a prima edizione della palafitta risale agli anni ’40, realizzata dal gruppo di scavatori delle prime campagne del professor Battaglia, sulla base dei suoi suggerimenti. Negli anni ’60 questa venne ricostruita per volontà degli abitanti di Molina. Una terza edizione, costruita a fianco della precedente risale agli anni ’80 mentre l’ultima, del 2000, è stata ricostruita sulla precedente usando le medesime tecniche costruttive. Il villaggio didattico, inaugurato nel 2006, è la ricostruzione verosimile di una porzione di abitato palafitticolo, quale si poteva trovare sulle sponde degli specchi d’acqua alpini circa 4000 anni fa. Non si tratta in nessuno di questi casi di archeologia sperimentale, in quanto è sempre mancato l’apporto dei dati scientifici di scavo; queste capanne sono piuttosto il segno forte della volontà dei Ledrensi di valorizzare il proprio territorio e di rendere riconoscibile la propria valle grazie a quello che oramai ne è diventato il totem. 299 266_309_GardaTrentino 20-11-2008 15:19 Pagina 300 Ville Va l l i Vini Legnami Bracchi: un indispensabile mestiere antico I l fascino di quest’attività è dato soprattutto dall’acre, avvolgente “profumo” del legno appena segato: nella segheria si respira una polvere non propriamente benefica, ma l’aroma del legno, la sua duttilità, il suo divenire da rustico tronco ad oggetto di utilità universale, compensa fortemente chi ci lavora. È un mestiere antico come l’uomo, quando egli uscì dalle caverne si arrampicò a vivere sulle palafitte, alte sopra le acque, impalate da robusti tronchi che le rendevano sicure e forti, adatte al vivere quotidiano di quelle genti, dalle cui sommità potevano controllare il “nemico”, gli animali e le intemperie più burrascose. E proprio in Val di Ledro il Museo dei palafitticoli ci ricorda quanto importante fu la lavorazione del legno sin da allora. La famiglia Cellana, Ugo, Liliana e figli, lavorano tutti nell’importante azienda con la passione che si è venuta a consolidare in ben cinquant’anni di attività, sempre dedita alla lavorazione dei tronchi, sia essi per uso di carpenteria o edilizia; dalle travature alle perline e, con le tavole di legno meno pregiato, hanno saputo creare anche un piccolo impero dei pallets. Un’azienda tra le più stimate del trentino, con una produzione media giornaliera di oltre 200 mc. di legname, nota in tutt’Italia, dove con i propri mezzi, consegnano ovunque direttamente a domicilio. 300 266_309_GardaTrentino 13-11-2008 16:08 Pagina 301 Farmacia Foletto: il segreto delle antiche ricette per sciroppi della salute G enerazioni di farmacisti il cui capostipite Giovanni acquistò la prima farmacia in Val di Ledro nel 1855. Suo figlio Angelo, nato nel 1872, fu dotato di una mente appassionata e studiosa sia della flora (di lui possediamo più di 2500 reperti di piante risalenti agli anni 1890 – 1895) che della storia della Valle stessa (scrisse nel 1900 un libro, oggi ristampato). Partendo da questa sua passione per la botanica, incominciò ad inventare e mettere in commercio prodotti medicinali e ad affiancare quindi all’attività di farmacia, una vera e propria officina farmaceutica, seppure in formato ridotto. Angelo con tutta la sua famiglia subì la deportazione a Katzenau durante la prima Guerra, ma nonostante ciò desiderò poter continuare l’attività al ritorno in patria, dopo la ricostruzione dello stabilimento. Ampia e variegata era la produzione che spaziava dalle fiale iniettabili agli sciroppi di frutta attraverso molte specialità medicinali registrate. Il suo lavoro proseguì con Achille che riuscì a mantenere l’attività di produzione medicinali fino al 1990, quando, subentrando i figli ed attuali proprietari, si dovette effettuare la conversione del laboratorio da farmaceutico ad alimentare. I farmacisti Foletto si sono tramandati di padre in figlio questa passione per le cose realmente artigianali continuando a produrre, anche oggi, con la stessa cura e professionalità ormai secolare, sciroppi e liquori. Dal 2000 accanto alla farmacia (il cui arredamento originale risalente a 115 anni fa vale da solo la pena di una visita) è stato aperta al pubblico una esposizione delle attrezzature usate nei primi anni del 1900, un piccolo museo che vale la pena di visitare. Tra i prodotti, che sono tanti, ci piace ricordare il Picco Rosso liquore a 61 gradi nato nel 1940 è un superalcolico rosso, brillante, vigo- rosamente aromatico, grazie all’utilizzo di fragole e lamponi di montagna. Lo si produce ancora con la stessa formula di allora, nella stessa Valle, con particolare attenzione alla provenienza ed alla fragranza dei frutti. L’Amaro Valle di Ledro, che viene prodotto attraverso una infusione artigianale di erbe montane ed ha una gradazione ottimale di 20° per essere usato sia come digestivo che come aperitivo. La Stomatica Foletto invece è un amaro scuro, molto concentrato, prodotto da varie erbe medicinali quali il Rabarbaro, la Genziana, il Geum. Data la sua formulazione - risalente dal 1908, 1909 - è stata specialità medicinale ad effetto eupeptico e digestivo. Dal 1990 non è più specialità medicinale ma viene sempre prodotta con la stessa formulazione e le stesse metodiche, ma è venduta come liquore. Gradazione 32° E poi liquore Acqua di Cedro gradevole elisir a gradazione 30°, molto aromatico. Infine gradevoli sciroppi molto concentrati, prodotti sempre artigianalmente a partire da selezionati frutti di montagna e addizionati di solo zucchero, senza coloranti né conservanti. E il nocino gradevole infusione di mallo di noci e aromi naturali: la sua gradazione di 50° gli dona un particolare quanto raffinato profumo e gusto. Viene prodotto esclusivamente dagli alberi dell’azienda Foletto, in piccole quantità. 301 266_309_GardaTrentino 13-11-2008 16:09 Pagina 302 Ville Va l l i Vini Hotel Elda: bravura e professionalità nel rispetto e al servizio dell’ambiente N ato sessant’anni fa dall’intraprendente nonna Elda, l’Eco ambient hotel Elda si è trasformato nel tempo passando da bar e trattoria a hotel che punta tutto sul rispetto ambientale. La valle è ancora incontaminata, splendida nel suo snodarsi tra prati e boschi che ti danno l’illusione di poter raggiungere, avvolti nel verde, i confini del mondo. La costruzione, progettata architettonicamente da Lara Zoccatelli e negli interni da Simona Rampoldi, è un inno all’ecocompatibilità e all’impatto zero: molto legno, caldaie a biomassa che funziona a pellets, riscaldamento a pavimento, illuminazioni interne con lampadine a basso consumo e led, due enormi vasche per la raccolta dell’acqua piovana che viene poi utilizzata di volta in volta per il giardino, per le lavatrici e per le lavastoviglie. A breve arriveranno 302 anche i pannelli solari per la produzione di acqua calda e fotovoltaici per la produzione di energia elettrica. Anche brochure, biglietto da visita, menu sono di carta e materiale riciclato. L’hotel Elda ora è l’esempio di come il rispetto ambientale non pregiudica il design, che qui mischia sapientemente moderno con antico, in un ambiente unico come quello della Valle di Concei. La struttura offre anche un interessante ristorante, che predilige i prodotti locali dei contadini del posto. Le ricette proposte attingono alla tradizine familiare di nonna Elda, prima, dai nipoti Silvia, Federico e Andrea oggi. Sicuramente da gustare lo gnocco boemo, le bracioline di cervo in salsa di mirtilli e ginepro con scaglie di cioccolato fondente oppure le livanze, dischetti di pasta lievitata da mangiare con marmellate fatte in casa. O ancora, lo stinco di maiale al forno, accompagnato con mostarde e prugne in composta e la squisita polenta di patate tipica di questa zona. Buona anche la cantina, che propone oltre novanta etichette. 266_309_GardaTrentino 13-11-2008 16:09 Pagina 303 266_309_GardaTrentino 13-11-2008 16:09 Pagina 304 Ville Va l l i FONTANELLE: AN EXCELLENT WINERY WITH STUNNING VIEWS OF LAKE GARDA Tenno hills is one of the most characteristic spot of the Mediterranean area surrounding Lake Garda. A clear sky, a mild climate and a beneficial wind named Ora make of this area the ideal territory for vine cultivations. Here the farm and winery Le Fontanelle was founded half a century ago. Cesare Pasini and his wife Rita Zambotti are proud and passionate about their job and are enthusiastically committed to promote their products and their production philosophy. Their wines are spontaneous, immediate and made from organic cultivations and natural vinification methods. The winery also boasts more exclusive wines, a few important reserves and selections. MADONNA DELLE VITTORIE: THE MULTI-AWARD WINNING WINERY “Madonna delle Vittorie” winery takes its name from an ancient chapel in Arco that reminds of epic medieval battles. It is set in one of the most delightful spot in Trentino, surrounded by olive trees and vineyards. A Mediterranean climate allows the cultivation of olive trees for the production of an excellent extra virgin olive oil – the 2007-harvested oil was awarded one of the 42 best Italian olive oils by Slow Food. The Mandelli family runs several agronomic and tourist activities, with special focus on wine and vineyards. From Spumante to sweet, sparkling Moscato, including all typical Trentino wines, like Riesling and Teroldego. Good-quality, fragrant, tasty, typically Gardesan wines – with light chromatic tones and delicate aroma – offered with an excellent quality/price ratio. An average yearly production of 200 thousand bottles and brand new vineyards. The best wine is “Summolago”. The white version, produced from Chardonnay, Pinot Grigio and Pinot Bianco grapes, is characterised by inviting scents of mountain fruit jam, apples, pears and white plums, fresh to the palate, almost lactic, creamy and with a final scent of acacia honey. While the red version, from Teroldego, Lagrein and Cabernet grapes, is rich in antocians, peppered, cherry-flavoured, with a fair tannin content. Surprisingly fresh is Traminer. Also worth mentioning: Riesling, Teroldego and ‘ Asti style’ Moscato. AGRARIA RIVA DEL GARDA: A BIG MODERN FARM WITH VARIED PRODUCTIVE SKILLS A brand new fascinated building. A winery but also an oil mill. It is a cooperative farm which produces one of Italy’s best extra-virgin olive oils, from the most northerly growing olives trees. Wines too have the typical Gardesan character: firm, precise, definite. This polyhedral cooperative also sells local typical products. A dozen wines with genuine taste and accessible prices, an excellent qualityprice ratio. A complete range of wines: from spumante classico Trento Doc to a wine made of Teroldego grapes, called Rivaldego. Then a few selections such as Crèa or Gèere. Definitely beautifully made, harmonious, just like Garda Lake. “DOP” GARDA TRENTINO EXTRA-VIRGIN OLIVE OIL There’s a typically Mediterranean enclave situated between Lake Garda and the Dolomites, in which the particularly mild climate allows for the cultivation of olives. The most widely grown varieties of olives in the Upper Garda Lake zone are Casaliva or Drizzar, Lezzo, Favarol, Raza, Rossanel, Fort, Morcai, Pendolino. 304 Vini Green-gold colour, delicate almond fragrance, light fruity flavour, sapid and harmonious. Such oil received the DOP (Denomination of Protected Origin) label by the EC since it is produced in what is the northern-most olive growing zone in the world and boasts great quality and tradition. CARNE SALADA (SALTED MEAT) Salted meat is a typical dish from the area that stretches between Arco, Tenno and Varone. Produced since 1600, it used to be served boiled and accompanied with Torbole broccoli. It is a low-fat meat from beef rump, preserved and seasoned, it can be consumed raw like carpaccio or cooked. TROUT The area between Garda lake and river Brenta boasts lakes and waters abounding in fish. Rainbow trout, brown trout and brook trout have a century-long tradition in Trentino and require fresh, oxygenated running waters. TROTE MANDELLI: QUALITÀ SECONDO NATURA Trout: the fresh water noble fish lives here, in the alpine lakes, in the mountain torrents, where you can still find clean and oxygenated waters. Low calories and no cholesterol are the characteristics of the Trout. From 1200 to the 50s of last century, trouts have been a richness for the people ear the Alps. The big lake trout were captured near the mouth of the river Sarca while running up to reproduce. They used to run up against the Peschiera, a line of logs stuck into the depth. Iginio Mandelli has been keeping trout under observation since 1940s: he breeds them in his farm where he uses fresh Sarca’s and spring waters. He produces his own feedstuff from selected primary products to get the best quality fish to send to the Italian and foreign tables. Today Mandelli’s oldest breeding farm of trout is still working excellent products: alive trout, eviscerated salmon trout and smoked fillets are daily sent to shops in 24 hours. AL VOLT RESTAURANT: ELEGANT WARM AND WRAPPING LIKE A VELVET GLOVE A few steps away from Garda lake is located this elegant and charming restaurant. Wihin a medieval palace it is beautifully refurbished and decorated. Maurizio Poli is the chef and his dishes are simple, genuine yet superbly presented, extremely tasty. They are served by the competent and polite Silvana and Miriam. The ingredients are mainly typically Gardesan and Trentino products: fresh water fish, Storo maize polenta, homemade tagliolini and bread. Extra-virgin olive oil presented in different versions. Excellent dcesserts from mousse to the traditional strudel. A good wine list and a wide selection of local grappa, of which Santa Massenza is worth a mention. CARPE DIEM RESTAURANT: AN ELEGANT LIVING ROOM IN A SUMPTUOUS PALACE Carpe Diem restaurant is located in Arco, a few steps away from the Casinò, set within an ancient Asburgic palace surrounded by a wonderful garden. Its original name was Villa Wohlauf, from the name of its first owner Emanuele Wohlauf who had it built in 1884. Also known as “Villa Germania” it became the residence of a famous local photographer, Francesco Emanuelli, and it was later renamed as “Villa Italia” and became a tourists centre. The restaurant was opened 4 years ago by Aldo Tiboni, who had gained solid professional experience (at the restaurants: Lido, Du Lac, Ancora in Cortina, Villa d’Este). Mr. Tiboni had a precise idea: a refined elegant setting, only a few seats but 266_309_GardaTrentino 13-11-2008 16:09 Pagina 305 Ve t t e e Va l l i with a special focus on the quality of food, entirely based on local Trentino products. Everything is home made. Gnocco with green asparagus and tender cheese with rabbit and rosemary ragout. Prawns and Speck in a crunchy layer of Storo wheat. Tart with chocolate and grappa with frozen papaya and cinnamon-spiced apple puree. RISTORANTE CANTINOTA: THE GROTTO OF TASTE Entirely digged in the rock of Monte Brione, at the mouth of river Sarca, “La Cantinotta” restaurant in Arco is the reign of tasty food: salted meat, home made pasta, salads, mixed cured meat, cheeses, grilled meat accompanied by good local Trentino wines. A charming, informal and cosy spot. Among the dishes are strangolapreti (literarily priest-chokers, i.e. dumplings made of spinach, eggs, bread and flour), canederli (a sort of bread dumplings), tagliatelle in a venison sauce, rustici pasta with Mortandela della Val di Non (a kind of local cured meat), grilled trout, ribs or sirloin steaks, beef goulash with potatoes, grilled cheese. The restaurant also boasts a beautiful garden, a children playground and lovely en-suite double bedrooms, fully equipped, with satellite TV, telephone, hair dryer, safety box, air conditioning, refrigerator, ADSL connection and wifi zone. LA TERRAZZA: EXCEPTIONALLY MAGNIFICENT CUISINE ON THE SHORES OF GARDA LAKE “La Terrazza” restaurant was opened in 1988 by the great Ivo Miorelli from Torbole, when he was only 20 years old. Both his grandparents were hotelowners, his uncle, the famous “Gabiccia”, was a fisherman and a great chef. Ivo decided to follow his family’s tradition focusing on local produce such as lake fish, Monte Baldo truffles, S.Massenza broccoli and Garda lake olive oil. Ingredients are freshly supplied by his father Giacomo, who is a greengrocer, and by his uncle, the fisherman. The menu changes frequently. A few examples: warm soufflé with Zambana asparagus and Monte Baldo ricotta, lavarello fish carpaccio with, lukewarm salad with perch and Monte Baldo truffle, eel roll with fresh vegetables, the typically Gardesan dish pike “en saòr”, tench with peas, Great selection of wines. BRACCHI TIMBERS: AN ANCIENT INDISPENSABLE JOB The fascination of this job comes especially form the harsh smell of freshly cut timber. It is ancient like man: in prehistoric times men started to build piledwellings right here in Val di Ledro, as the local Museum confirms. The Collana family, made of Ugo, Liliana and children, works in the business with great passion: construction parts, timber tables, objects.. A business which has become one of the most renowned in Trentino, delivering timber all over Italy. FOLETTO PHARMACY: THE SECRET RECIPES FOR HEALTH SYRUPS The Folettos are a Family of chemists, whose founder Giovanni purchased the first pharmacy in the Ledro Valley in 1855. His son Angelo, born in 1872, gifted with a passionate mind he studied the history of the Valley (he wrote a book in 1900 today reprinted) and its Flora (we still have his collection of plants dated 1890/95). From this passion for Botany, he started to invent and put medicines on the market. This way, after the Pharmacy, he gave birth to a real pharmaceutical workshop, even if it was a small workshop. Angelo and his whole family were deported to Katzenau during World War 1. In spite of what happened, he strongly wanted to carry on with the activity of Tr e n t i n e his father once back home and after rebuilding the workshop. Wide and diverse was the production: from injectable ampoules to fruit syrups through many registered medical specialities. His work was brought on by Achille who was able to produce medicines up to 1990 when his sons took his place in the property. Now the activity of Achille’s sons has been change: from a Pharmaceutical laboratory into a food industry. The passion of the Foletto Pharmacists to produce real craft syrups was handed on from father to son and today they still bring on this tradition, adding liquors with the same professionalism. From 2000, beside the Pharmacy (whose furniture is 115 years old and is certainly worth a visit!) a small museum of the tools used a century ago. Within the many products let’s remember the Pico Rosso (61 % of alcohol content) born in 1940, brilliant red spirits with a strong aroma due to the use of wild strawberries and raspberries, still produced according to the old formula and with a special attention to the fruits. The Amaro Valle di Ledro is still produced with a craft brewing of mountain herbs that give a 20% of alcohol content, making it best as an Aperitif and as a digestive. The Stomatica Foletto is a dark and concentrated bitter liquor got from the brewing of medical herbs like Rhubarb, Gentian, Geum. Because of its formula (dated 1908/09) this liquor has been a medicine with eupeptic and digestive effects. From 1990 it is no longer a medicine but, made by the same formula, is now produced with a 32% of alcohol content and put on the market as a liquor. The Liquor Acqua di Cedro is a palatal elixir, very aromatic, whose alcohol content is 30%. The industry produces even pleasant syrups, concentrated and added up with sugar only, without food colours or preservatives. The Nocino is an elixir with a 30% of alcohol content very aromatic. Walnuts are harvested, according an old tradition, towards June 24th, St.John’s day. HOTEL ELDA: TALENT AND PROFESSIONALISM IN THE SERVICE OF ENVIRONMENT Opened 60 years ago thanks to the initiative of a bold granny, Elda, the ecoambient hotel Elda has been transformed from a bar and trattoria into an ecofriendly hotel. The building is a project by the architect Lara Zoccatelli and the interior décor by Simona Rampoldi, is a triumph of eco-compatibility and “zero impact” on the environment: lot of wood, biomass pellet boilers, underfloor heating, energy efficient light bulbs and leds, two large rainwater basins. Solar panels will soon be installed in order to get hot water and electricity. Leaflets, business cards and menu are made of recycled paper. The hotel Elda is a good example of how environmental protection is not necessarily conceived to the disadvantage of good design, which is a mix of modern and ancient features in the beautiful setting of Valle di Concei. The complex also has an interesting restaurant with a preference for local farmers food. The recipes are those passed by granny Elda onto her grandchildren Silvia, Federico and Andrea. Worth a mention are definitely Bohemian gnocco, venison chops in a blueberry and juniper sauce with dark chocolate flakes or livanze, small disks of leavened dough to be tasted with home-made jam. And again baked pork shin with fruit mustards and plum jam and the superb potatoes polenta, typical of the area. Good selection of wines, with more than 90 labels. 305 266_309_GardaTrentino 13-11-2008 16:09 Pagina 306 Ville Va l l i LE FONTANELLE: EIN AUSGEZEICHNETER WEINKELLER MIT EINEM BENEIDENSWERTEN AUSBLICK AUF DEN GARDASEE Der Hügel von Tenno ist das Beste, was man rund um den Gardasee finden kann: Weinstöcke und Olivenbäume zeugen von agronomischer Lebendigkeit. In dem Gebiet mit der lieblichen Hügellandschaft zwischen Castel Tenno und dem Varonewasserfall, dem Gardasee und den Brentadolomiten befinden sich die Weingärten des landwirtschaftlichen Betriebes „Le Fontanelle“, der seit fünfzig Jahren tätig ist. Cesare Pasini und seine Frau sind begeisterte Winzer, die ihre Produkte seit Jahren verbessern. Das Ergebnis sind gefällige Weine, wie auch die Landschaft, in der die Trauben wachsen. Weine, die den Zauber der Spontaneität haben und mit einer besonders biologischen Methode hergestellt werden, die von der Achtung der Natur zeugt. Die Weinpalette: Besondere und exklusive Auslesen, autochtone und internationale Weinsorten, auch aus den Gärten am Gardasee. MADONNA DELLE VITTORIE: DER WEINKELLER DER ERSTEN PRÄMIEN Der Name dieses Unternehmens kommt von einer kleinen Kirche in Arco, die in einer wahrhaft lieblichen Gegen zwischen Olivenhainen und Weingärten liegt. Die Weinreben sind nur einen Steinwurf vom Gardasee entfernt und vom milden mediterranen Klima verwöhnt, das auch den Olivenanbau (das kaltgepresste Olivenöl 2007 ist als eines der 42 besten Öle Italiens ausgezeichnet worden) erlaubt. Die Familie Mandelli sind Unternehmer, die sowohl in der Landwirtschaft als auch im Tourismus tätig sind und nach und nach Weinkeller und Weingärten ausgebaut haben. Eine reiche Auswahl an Weinen, vom Schaumwein bis zum süßen und spritzigen Muskateller, mit allen typischen Weinen aus dem Trentino, vom Riesling bis zum Teroldego. Es handelt sich um ausgesprochen gute Weine mit einer durchschnittlichen Jahresproduktion von 200.000 Flaschen. Der wichtigste ist der Summolago, den es sowohl als Rot- als auch als Weißwein gibt. Letzterer wird aus Chardonnay-, Pinot Grigio- und Pinot Bianco-Trauben gewonnen und überzeugt durch seine Aromen (Bergfrüchte, Apfel, Birne, Pflaume), seinen frischen, fast milchigen und cremigen Geschmack und erinnert im Abgang nach Akazienhonig. Der rote Summolago wird aus Teroldego-, Lagrein und Cabernet-Trauben gewonnen, ist reich an Anthocyanen, mit Pfeffer-, Kirsch- und leichten Tanninnoten. Beeindruckend ist auch die Frische des Traminers: ausgeglichen, gut alkoholisch, reines und diskretes Bouquet, mit einem großen, frischen und geschmackvollen Abgang. Genannt seinen auch der Riesling, der Teroldego und der Muskateller „Asti style“, der einen niedrigen Alkoholgehalt, ein schönes Bouquet hat, süß ist und durch seine Perlen überzeugt. AGRARIA RIVA DEL GARDA: EIN MODERNER BETRIEB UND UNTERSCHIEDLICHE PRODUKTIONEN Der Betriebssitz mit der bezaubernden Architektur ist vollkommen neu. Es handelt sich um einen Keller, der nach der Weinherstellung zur modernen Ölproduktionsstätte wird. Hier werden Spätoliven gepresst, aus denen eins der besten nativen Olivenöle Italiens erzeugt wird. Auch die Weine sind Zeichen der Lieblichkeit des Gardasees und verwandeln sich zur wahren Emotion, einem richtigen Geschmackserlebnis. Die vielseitige Kooperative versteht es: Sie stellt Weine her und presst Oliven, verkauft aber auch typische Produkte und landwirtschaftliche Lebensmittel. Die Weinsorten sind zwölf und haben ein perfektes Preis-Leistungs-Verhältnis. Die Palette reicht über alle Spitzweine des Trentino vom Spumante Classico Trento Doc 306 Vini bis zu einer Teroldegosorte, die in dieser Gegend Rivaldego genannt wird. Außerdem gibt es einige geschmacksvolle und harmonische Auslesen wie Crèa und Géere. PÖKELFLEISCH Das Pökelfleisch ist die Spezialität der Gegend um Arco, Tenno und Varone schlechthin; es wird seit 1600 zubereitet. Anfangs wurde es gekocht mit Brokkoli aus Torbole serviert. Es ist ein sehr magres Fleisch aus der Kalbsnuss, das in einem speziellen Einlegeverfahren aromatisiert und dann entweder roh als Carpaccio oder gekocht gegessen wird. FORELLE In den Seen und fließenden Gewässern zwischen Garda und Brenta ist die Forelle zu Hause. Die Fischzucht (Regenbogenforelle, Bachforelle, Lachsforelle) hat im Trentino eine lange Tradition. Sie verlangt frische, sauerstoffhaltige und fließende Gewässer, von denen es hier sehr viele gibt. NATIVES OLIVENÖL EXTRA GARDA TRENTINO DOP Zur Bestätigung der Außergewöhnlichkeit des Geländes, das sich entlang der Weinstraße vom Gardasee bis zur Brenta erstreckt, steht die alte und traditionelle Olivenölproduktion. Hier wachsen dank des milden Einflusses vom Gardasee verschiedene Sorten von Olivenbäumen: Casaliva oder Drizzar, Lezzo, Favarol, Raza, Rossanel, Fort, Morcai, Pendolino. Das besondere Mikroklima spielt bei der Produktion von hochwertigem Olivenöl eine große Rolle. Produkteigenschaften sind die grün-goldene Farbe, der leichte Geruch mit Mandelnoten und der leichte und früchtige, schmackhafte und harmonische Geschmack. Genau diese Besonderheiten, diese Qualität und die lange Tradition werden von der EU mit dem DOPSiegel (Produkt mit geschützter Herkunftsbezeichnung) ausgezeichnet. MANDELLI-FORELLEN: NATURGEMÄßE QUALITÄT Nur in einer absolut unberührten Umgebung, in reinen, sauerstoffhaltigen Gewässern, Wildbächen und Alpenseen findet man die Forelle, einen edlen, kalorienarmen und proteinreichen Süßwasserfisch. In den vergangenen Jahrhunderten war die Fischerei ein reiches Gewerbe: Große Forellen wurden schon 1200 vor allem an der Flussmündung gefischt, wenn die Fische geeignete Stellen zur Fortpflanzung suchten. Dank der sorgfältigen Untersuchung der Lebensrhythmen der Forelle hat Iginio Mandelli, ein wahrer Pionier der Forellenzucht, es geschafft, die Natur richtig zu interpretieren und die optimalen Lebensbedingungen für Forellen zu schaffen: von den Fortpflanzungsphase bis zu den Zuchtstämmen, vom der Laich und der Aufzucht der kleinen Fische, die nur mit ausgewählten Rohstoffen aus dem Eigenanbau gefüttert werden, bis hin zur Forelle als Gericht. Lebendige Forellen, Lachsforellen, ausgenommen oder filettiert, Räucherforellen – das Produkt Mandelli wird verarbeitet, eingepackt und in weniger als 24 Stunden an die Verkaufsstelle verschickt, wobei immer auf höchste Qualität und besten Service geachtet wird. RESTAURANT AL VOLT: WO MAN SICH GANZ WIE ZU HAUSE FÜHLT Das Restaurant Al Volt befindet sich in einem mittelalterlichem Gebäude, nur wenige Schritte vom Gardasee entfernt, und ist mit antiken Möbeln ausgestattet, die mit der leuchtende Farbe der Tischdecken kontrastieren. Die Küche von Maurizio Poli bietet typische und sorgfältig zubereitete 266_309_GardaTrentino 13-11-2008 16:09 Pagina 307 Ve t t e e Va l l i Gerichte aus der bürgerlichen Trienter Küche – Gerichte, die von Silvania und Miriam liebenswürdig serviert werden. Besonders empfehlenswert sind der Käsestrudel im Erdäpfelteig mit Pilzen, das Rindersteak mit Bergkräutern, das Maroneneis, und vor allem Süßwasserfische in vielen verschiedenen Zubereitungen. Das Brot ist hausgemacht. Immer dabei ist auch das kaltgepresste Olivenöl. Als Dessert wird von der Mousse bis zum traditionellen Apfelstrudel vieles angeboten,. auch die große Auswahl von Destillaten und Grappa sollte man sich nicht entgehen lassen. RISTORANTE CARPE DIEM: EIN SALON IN EINEM PRÄCHTIGEN PALAST Das Ristorante Carpe Diem befindet sich in Arco in der Nähe des Casinos und zwar im Inneren einer antiken Habsburgervilla inmitten eines bezaubernden Gartens: ursprüngliche hieß sie Villa Wohlauf auf Grund ihres Besitzers Emanuele Wohlauf, der sie 1884 erbauen ließ. Nach dem ersten Weltkrieg wurde sie dann an Francesco Emanuelli, einen der berühmtesten Photographen Arcos, vermietet. In den letzten Jahren wurde ihr Name in „Villa Italia“ umgeändert und touristischen Zwecken vermacht. Das Ristorante Carpe Diem war die Idee von Aldo Tiboni und ist vor ungefähr vier Jahren eröffnet worden. Mit seiner soliden Profiformation hatte Tiboni eine ganz außergewöhnliche Idee: Er wollte dem Restaurant einen ganz eleganten und raffinierten Schliff geben, mit wenig Gedecken, aber mit einer exquisiten Küche, die typisch lokale Gerichte mit Fisch kombiniert. Doch nicht nur das! Das Muss seiner Küche lautet außerdem: Alles hausgemacht, vom Brot bis zum Kuchen. So vereinigen sich Phantasie und Eleganz mit der Tradition und dem einfachen Geschmack und bringen so ein ausgewähltes und überzeugendes Menü hervor. Ein Beispiel? Karamellisierte Jakobsmuschel auf apfelsaurem Auberginenfondue, Seebarschfilet und Radicchio in kaltgepresstem Olivenöl aus dem Gardagebiet, Gnocco mit grünem Spargel und milden Käsesorten im Kaninchen-Rosmarin-Soße, Kalbsfilet in Brotteig mit Kümmel und Aromen, Schokoladensplittertorte und Grappa mit gefrorener Papaya und ZimtApfel-Kompott. RISTORANTE CANTINOTA: DIE GROTTE DES GUTEN GESCHMACKS Das suggestive Ristorante Cantinota in Arco ist wahrhaft in den Felsen gegraben und der richtige Ort, um den ganzen Geschmack der reichen Küche wiederzuentdecken: gepökeltes Fleisch, hausgemachte Pasta, Salate, verschiedene Wurst- und Käsesorten, Grillfleisch mit typischen Weinen aus dem Trentino. Die gemütliche Atmosphäre dieses in Stein gehauenen Lokals verzaubert, wie auch die Küche: Teigklößchen mit Spinat und Riccotta, Knödel, Tagliatelle mit Hirschsoße, gegrillte Forelle, gegrillte Rippen- oder Lendenstücke vom Kalb, Kalbsgulasch mit Kartoffeln, Grillkäse. Das Lokal verfügt sogar über einen wunderschönen Garten, wo man an der frischen Luft essen kann. Außerdem gibt es einen Kinderspielplatz. Im Cantinota kann man auch in hübschen Doppelzimmern übernachten, mit jeglichem Komfort, Bad, TV-Sat, Telefon, Fön, Safe, Klimaanlage, Kühlschrank, DSL-Anschluss und wifi-Zone. LA TERRAZZA: WUNDERBARE STERNENKÜCHE AM GARDASEE Das Lokal La Terrazza öffnet dank der Initiative des Giganten (auch in der Küche) Ivo Miorelli aus Torbole 1988 seine Tore. Seine Familientradition ist stark an die der Gegend gebunden: Die Großeltern waren beiderseits Tr e n t i n e Hotelbesitzer, währen ein Onkel Fischer und zugleich Küchenchef war. Ivo ist somit dem Ruf der Familie gefolgt und setzt alles auf die lokale Küche, wobei er am liebsten Süßwasserfische aus dem Gardasee kocht, ohne dass er gastronomische Spezialitäten aus der Gegend, wie den Tartufo del Monte Baldo, Brokkoli aus S. Massenza und das Öl vom Gardasee vergisst. Der Vater Giacomo hat einen Gemüsegarten und versorgt die Küche immer mit den frischen Zutaten und der Onkel fischt den besten Fisch. Einige Beispiele des Menüs sind der heiße Spargelauflauf mit Ricotta, das Felchencarpaccio mit Döbelfrikadellen und geröstetes Weißbrot mit geräuchertem Aal, Aalröllchen mit gartenfrischem Gemüse. Oder aber Suppe „alla gardesana“, Barbengefüllte Ravioli mit geräuchertem Döbel, Flussbarschrisotto, Flusskrebse. Auch die Weinkarte ist ausgezeichnet. LEGNAMI BRACCHI: EIN UNENTBEHRLICHER, ANTIKER BERUF Die Firma „Legnami Bracchi“ von Cellana Ugo, Liliana & Söhne wurde 1959 in Tiarno di Sopra (bei Trient) gegründet. Seit 40 Jahren in der Holzverarbeitung tätig, ist sie heute, mit einer täglichen Durchschnittsproduktion von etwa 200 Kubikmetern Nutzholz, eines der führenden Unternehmen in diesem Sektor. Zum Angebot gehören: Gebälk, Bretter und Spundbretter jeder Größe für Holzbau- und Zimmerarbeit; Holzindustriepaletten jeder Art und Größe. Die Firma besitzt eigene Fahrzeuge, mit denen sie die Ware in ganz Italien ausliefern kann. Der herbe, einhüllende Duft des gesägten Holzes unterstreicht den Reiz dieser Tätigkeit. Die Tischlerei ist genauso alt wie der Mensch: Als ihm die Höhle als Wohnung nicht mehr ausreichte, baute er einfache, aber dennoch sichere Pfahlbauten, die hoch über dem Wasser auf starken Baumstämmen befestigt waren. Es ist kein Zufall, dass sich das Museum der Pfahlbaubewohner im Ledrotal befindet; es erinnert uns daran, wie wichtig seit jener Zeit die Holzverarbeitung für uns geworden ist. APOTHEKE „FOLETTO“: DIE GEHEIMNISSE DER ALTEN REZEPTE FÜR GESUNDHEITSSIRUPE Seit Generationen eine Apothekerfamilie. Giovanni Foletto, der Stammvater der Familie, kaufte die erste Apotheke im Jahre 1855 im Ledrotal. Sein Sohn Angelo war ein großer Liebhaber und außerordentlicher Kenner sowohl der Pflanzenwelt (er sammelte mehr als 2500 Pflanzenfunde zwischen 1890-1895) als auch der Geschichte des Tales (1900 schrieb er ein Buch, das heute neu aufgelegt worden ist). Als Folge seiner Leidenschaft für die Botanik fing er an, neue medizinische Produkte zu erfinden und verkaufen, und vergrößerte seine Apotheke mit einem echten, kleinen Pharmalabor. Während des ersten Weltkrieges wurden Angelo und seine Familie ins Internierungslager Katzenau deportiert; nach ihrer Rückkehr in die Heimat baute Angelo das Labor wieder auf und begann, einspritzbare Ampullen, Obstsirupe und viele andere Arzneispezialitäten herzustellen. Achille führte die Tätigkeit des Vaters Angelo fort: Bis 1990 produziert er Pharmaerzeugnisse. Danach traten seine Kinder in die Leitung ein und wandelt das Unternehmen in ein neues Lebensmittellabor um. Die Apotheker Foletto haben die Geheimnisse dieser Kunst vom Vater auf den Sohn vererbt und verwenden heute noch die alte Sorgfalt bei ihrer Sirup- und Likörproduktion. Neben der Apotheke wurde im Jahre 2000 eine Ausstellung von den am Anfang des 20. Jahrhunderts verwendeten pharmazeutische Geräten und Einrichtungen eröffnet - ein kleines Museum, 307 266_309_GardaTrentino 13-11-2008 16:09 Pagina 308 Ville Va l l i das alleine wegen der hundertjährigen Originaleinrichtung der Apotheke einen Besuch wert ist. Die Apotheke stellt viele Produkte her. Der Picco Rosso, Spirituose mit 61 Prozent Alkohol, ist ein stark aromatischer, leuchtender roter Erd- und Himbeerlikör. Den Bitterlikör Amaro Valle di Ledro erhält man aus einem Bergkräuterextrakt. Mit 20 Prozent Alkohol ist er ein idealer Magenbitter, genauso wie der Stomatica Foletto, ein dunkler, konzentrierter Bitterlikör aus Heilkräutern wie Rhabarber, Enzian und Nelkenwurz mit 32 Prozent Alkoholgehalt. Er wurde zum ersten mal zwischen 1908 und 1909 als echtes medizinisches Produkt formuliert und hergestellt, heute wird er aber als Likör verkauft. Die Produktion der Apotheke Foletto zählt auch köstliche, natürliche Obstsirupe und Getränke, wie das stark aromatische Acqua di Cedro, mit 32 Prozent, und den traditionellen Nusslikör „nocino“ mit Nüssen, die in der Nacht der Sonnwende (24. Juni) von Hand geerntet werden. HOTEL ELDA: PROFESSIONALITÄT UND LEISTUNG IM DIENSTE DES UMWELTSCHUTZES Das „Eco ambient Hotel Elda“ wurde von unternehmungslustiger Oma Elda vor sechzig Jahren gegründet und wurde später zuerst in Gasthaus mit Café und nachher in Hotel umgebaut. Von grundsätzlicher Bedeutung ist hier der Umweltschutz, wie die Verwendung von Bautechniken und – materialen wie Holz, von Pellet gespeisten Biomasseheizkesseln, Bodenheizung, Innenbeleuchtung mit Glühbirnen mit beschränktem Verbrauch zeigt. Dem Umweltschutz bezweckt sind auch die zwei Wannen, in denen man Regenwasser sammelt, das sowohl zum Pflanzengießen als auch für die Wasch- und Geschirrspülmaschinen wieder verwendet wird. Bald werden auch thermische Solarkollektoren zur Wasserheizung und photovoltaische Solarmodulen zur Gewinnung von elektrischer Energie für die ganze Struktur installiert. Sogar Vorstellungsbroschüren, Visiten- und Speisekarten sind aus Recyclingpapier und –material. Konkret bei Hotel Elda werden Design und Ästhetik in einer stilistischen Mischung von Antikem und Modernem in der wundervollen Umgebung des Conceitals zusammengebracht. Im Restaurant des Hotels Elda werden frische Produkte der örtlichen Landwirten für die Gerichte verwendet, die an der Familientradition von Oma Elda inspiriert sind. Zum Probieren sind die böhmischen Knödel, die Hirschenkotelettchen mit Heidelbeer- und Wacholdersoße und die „livanze“, Scheibchen aus Hefeteig mit hausgemachter Marmelade serviert. Die reiche Kellerei bietet mehr als 90 Weinetiketten an. WEIN UND GEBIET DES TRENTINO Ein erfolgreiches Beispiel einer glücklichen „Liebesbeziehung“ zwischen Sektor- und Regionalmarketing von Riccardo Pastore Die Metapher „Liebesbeziehung zwischen Sektor- und Regionalmarketing“ ist ein vom italienischen Dichter Ugo Foscolo stammendes Zitat („corrispondenza d’amorosi sensi“), was soviel wie Erwiderung der Liebesgefühle heißt. Diese Liebesbeziehung gilt als deutliches, vielleicht sogar übertriebenes Symbol für die wachsende, seit kurzem bestehende Intensität und Harmonie zwischen Wein, dem so wichtigem Produkt für die Geschichte, die Kultur und die Wirtschaft Italiens und des Trentino, und seinen traditionell auserlesenen Produktionsgebieten mit ihrer ständigen Entwicklung und wachsenden Ruhm. Folgende Überlegungen sollen diese Beziehung vertiefen. 308 Vini Die Weinpromotion wird immer mehr zu einem Kulturellen Ansatz rationaler Art mit dem Ziel, ein im Vergleich zur Banalisierung der Standard-Produktionen der industriellen Wirtschaft immer breiteres Angebot zu erzeugen und daher eine gut strukturierte Verknüpfung von Produkten/Dienstleistungen/Systemen anzubieten: Diese Verknüpfung ergibt sich aus einer geplanten und hoch entwickelten Interaktion „materieller und messbarer“ Elemente mit „immateriellen und symbolischen“ Elementen, die alle eng mit der Weinkultur und der „Qualität“ der Weingebiete verbunden sind. Genauso müssen die Erschließung von Gebieten besonderer Attraktivität und ihre Kommunikation z.B. durch die verschiedenen Formen des sogenannten Regionalmarketings im Vergleich zur standardisierten Fremdenverkehrswerbung noch Fortschritte machen: Fremdenverkehrswerbung allein reicht heute nicht mehr, um die Geschichte und Kapazitäten wichtiger Gebiete zu beschreiben, vor allem in den Nischen der Befürworter des tragbaren Tourismus, deren Marktdimension bekanntlich immer weiter wächst. Weinpromotion und Landerschließung erleben zwar eine Art wachsende und gewinnbringende „Liebesbeziehung“, eine „corrispondenza d’amorosi sensi“ sozusagen; doch ohne immer die Worte Foscolos zu bemühen, spricht man in der Marketingsprache von dem ständigen Wachstum der Interaktionen zwischen Wein und Gebiet. Den Begriff „Gebiet“ zu verwenden und zu fokussieren, ist sehr schwierig, wenn man dabei all seine Aspekte, Implikationen und Gesichtspunkte in Betracht ziehen will, mit Hilfe derer er zu „lesen“ und zu „interpretieren“ ist. Ein Gebiet ist identifizierbar, wenn es „Homogenitäten“ oder „Syntonien“ aufweist. Diese Homogenitäten können in drei verschiedene Arten unterteilt werden: „physische“ Homogenitäten, Homogenitäten der „menschlichen Anwesenheit“ und „historisch-kulturelle“ Homogenitäten; daraus ergeben sich drei verschiedene Lesarten des Gebietes. Im besonderen Fall des Weinanbaus und der landwirtschaftlichen Herstellung können sich diese verschiedene Homogenitäten auf verschiedenen Ebenen und mit wachsender Intensität auftreten. Im Zeitalter des fortgeschrittenen tertiären Sektors und der Massenkommunikation erlaubt diese progressive Verbreitung, den Begriff von „Gebiet“ auszudehnen, indem man weniger traditionelle (jedoch genauso wichtige) Aspekte unterstreicht. Vor einiger Zeit hat sich eine bedeutende Tendenz zur Gebieteserschließung, genauer gesagt zur „Erschließung und Promotion des lokalen Wertes des Landes“, entwickelt. Die Beschaffenheiten, mit der sich diese Tendenz zeigt, sind dabei sehr unterschiedlich und unterscheiden sich häufig sehr voneinander, manchmal stehen sie sogar in Widerspruch zueinander. Der Gesichtswinkel, aus welchem diese Überlegungen über diesen Aspekt angestellt werden, ist der des Marketing und der Promotion. In diesem Fall muss man zumindest die folgenden Aspekte oder „kritische Faktoren“ (einer bestimmte Umgebung, Stadt, Straße) in Betracht ziehen: das Produkt, das Gebiet, das Ökosystem, die Leute, die im Kontext Marketing-Promotion eine Rolle spielen, und vor allem ihre Interaktionen. Kurz: Produkt, Gebiet und Ökosystem. Wenn man versucht, sich diese drei Elemente mit ein bisschen Einbildungskraft bildlich vorzustellen, wird man erkennen, wie stark die Harmonie zwischen der „Qualität der Umgebung“ und der „Qualität des Produktes“ ist (letztendlich hängt die Harmonie von der „Qualität der 266_309_GardaTrentino 13-11-2008 16:09 Pagina 309 Ve t t e e Va l l i Tr e n t i n e kulturellen Vermittlung“, die der Mensch daraus geschaffen hat, ab). Die Notwendigkeit, „Treffpunkte für die gemeinsame Planung“ von Veranstaltungen, Verfahren und Beiträgen zu finden, die helfen sollen, dass die Wege des Weines, des Öles und der Geschmäcke und der Besuch der entsprechenden Gebiete im Allgemeinen keine einfache Route oder „Orientierungsplan“ für die Orte landwirtschaftlicher Produktionen bleiben, sondern zur allmählichen Entdeckung einer neuen Umgebung, einer neuen Kultur, sogar „eines kleinen Stücks Zivilisation“ beitragen. Es handelt sich nämlich um kulturelle Ausrichtungen und Verhaltensweisen zur Entwicklung von Reise- und Wanderwegen und zur Anerkennung der dazu notwendigen Institutionen, die in der Tat einen vielleicht banalen aber wesentlichen Grundsatz des Marketings – und vor allem des Regionalmarketings – verwirklichen: das Einhalten gemachter Versprechungen, d.h., den durch Kommunikationsverfahren erzeugten Erwartungen mit Produkten, Dienstleistungen und Verhaltensweisen mittels zweckmäßiger Normen und Standardregelungen zu entsprechen. Zum Schluss kann man wohl behaupten, dass wir noch inmitten einer langen Entwicklungsphase stecken: Man braucht sich nur bewusst machen, wie weit die obengenannten kulturellen Trends noch von einem allgemein verbreiteten Bewusstsein und von ihrer reellen Anwendung im Bereich der Landwirtschaft und der Umwelt entfernt sind. Wenn sich der globale Begriff der Aufwertung der Weingebiete durch wirklich „gastfreundliche“, intern verbreitete Verhaltensweisen und durch solide, wissenschaftliche Grundlagen (sowohl mit Hilfe der geologischen Einteilung der Weingebiete in Zonen, als auch der genauen Stadt- und Umweltschutzplanung) verwirklicht, können dabei sowohl effektive und glaubhafte Erfolgsmomente in der Promotion als auch „ethische Legitimationen“ entstehen. Dieser Aspekt, der in keinster Weise moralischer Art sein will, wird für aufmerksame Kunden oder Benutzer, die immer häufiger bestimmte Gebiete mit ihrer Präsenz belohnen, immer wichtiger. In diesen von Kunden sorgfältig ausgewählten Gebieten sind nicht nur deutliche wirtschaftliche Auswirkungen festzustellen. Unternehmer, Veranstalter und Institutionen werden mit der Präsenz der Touristen belohnt, weil sie einerseits ihr Versprechen halten und andererseits immer bereit sind, Neues dazu zu lernen und ihre Produktions-, Dienstleitungs- und vor allem Kulturangebote zu erneuern. 309 310_359_FiemmeFassa 17-11-2008 8:49 Pagina 310