SPORT MAGAZINE Ogni settimana i risultati dell`ultima ora

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SPORT MAGAZINE Ogni settimana i risultati dell`ultima ora
ladomenicasportiva
28 agosto 2016
La sfida tra i “cattivi” della lotta
vale il titolo di re nazionale
36 e 37
La Formula1
Il calcio
A Spa Rosberg
va a caccia
di Hamilton
In Bundesliga
Rodriguez
subito in rete
A Spa-Francorchamps Nico
Rosberg va a caccia di Lewis Hamilton. Il tedesco ha colto la pole, la sesta stagionale, precedendo la Red Bull di Max Verstappen e le Ferrrari di Kimi Raikkonen e Sebastian Vettel. Per Rosberg si apre così la ghiotta possibilità di ridurre il gap o addirittura superare in classifica il
campione in carica. A causa della sostituzione di ben due motori, Hamilton è infatti costretto a
partire dall’ultima casella sullo
schieramento di partenza. Per
quanto riguarda la Sauber non ci
sono segnali positivi da, visto
che sia Nasr sia Ericsson sono finiti nelle retrovie.
m.m.
Nella prima giornata di Bundesliga, il Wolfsburg ha risposto
alla roboante vittoria ottenuta
dal Bayern Monaco, battendo in
trasferta l’Ausburg per 2-0. A
mettere a segno la seconda rete
è stato Ricardo Rodriguez. Importante successo anche per il
Borussia Dortmund che ha avuto la meglio sul Mainz05 per 2-1
e dell’Eintracht Francoforte sullo Schalke04 per 1-0. In Premier League, l’Arsenal, inserito
nel girone di Champion’s del Basilea, ha superato il Watford per
3-1. Vincono anche il Leicester
City ed il Chelsea. In Serie A,
vittoria della Juventus per 1-0
in casa della Lazio (Khedira).
Attacco
a
Nole
Murray,Wawrinka,Nishikori,...
Agli UsOpen per Djokovic
non mancano gli avversari
Il ciclismo/1
Nairo Quintana
piazza l’acuto
e si veste di rosso
L’orientamento
Anche la staffetta
è sul podio iridato
di Stroemstad
Tappa con arrivo molto atteso quella di ieri, sabato, alla
Vuelta spagnola. E sulla prima
salita durissima inserita sul percorso - a La Camperona - non è
mancato lo spettacolo. A vincere
l’ottava frazione è stato il russo
Sergey Lagutin, tra i protagonisti della fuga di giornata. Ma i
fuochi d’artificio li hanno regalati i “big”, con Nairo Quintana
che è riuscito a staccare Contador e Chris Froome, sfilando la
maglia rossa ad Atapuma.
Con il terzetto formato da
Fabian Hertner, Daniel Hubmann e Matthias Kyburz la nazionale rossocrociata di corsa
d’orientamento ha conquistato
l’ottavo podio nella rassegna iridata in corso a Stroemstad, in
Svezia. La staffetta maschile si è
infatti messa al collo la medaglia
d’argento, cedendo il passo soltanto alla nazionale norvegese.
A completare il podio della prova a squadre mondiale, i padroni
di casa della Svezia.
ll ciclismo/2
L’automobilismo
Per Stefan Küng
il rientro in gara
adesso è vicino
Comini in forma
anche a Buriram
nella“Tcr Series”
Reuters
Ottantacinque giorni dopo la
caduta rovinosa nella cronometro dei campionati svizzeri, per il
22enne Stefan Küng il momento
del rientro si avvicina. L’infortunio costatogli - tra le altre cose anche la partecipazione alle
Olimpiadi di Rio nel quartetto
dell’inseguimento a squadre, è
ormai alle spalle. “Mi sento nuovamente completamente sano”,
ha spiegato Küng, che parteciperà il 14 settembre alla cronometro dei campionati europei.
Attacco a Novak Djokovic agli UsOpen,
quarto Slam stagionale. Assente Roger Federer, per il detentore del titolo gli avversari,
a partire da domani, lunedì, comunque non
mancheranno. Il serbo sembra essersi ripreso dall’infortunio al polso che lo ha costretto
a saltare il Masters 1000 di Cincinnati, e certamente è l’uomo da battere.
Intanto, a New York sono stati effettuati
i sorteggi. Non è andata indubbiamente bene a Stan Wawrinka che, dopo aver scavalcato Federer dal numero tre della classifica
Atp, ha pescato al primo turno, lo spagnolo
Fernando Verdasco. “Per essere un primo
turno è sicuramente un inizio difficile - ha
sottolineato Wawrinka -, ma nei primi turni
devi tenere sempre alta la guardia, anche se
il tuo contendente ha un ranking peggiore
del tuo”. Passato questo ostacolo da incubo,
per il vodese ci sarebbe sul suo cammino lo
statunitense Denis Kudla e poi nei sedicesimi molto probabilmente il tedesco Alexandr
Zverev. Due turni alla portata del romando
che negli ottavi dovrebbe avere a che fare
con il vincente della sfida tra “Aussies”: Bernard Tomic contro Nick Krygios. Allo stadio
dei quarti, la sua strada si farà ancora più in
salita, dal momento che dovrebbe incrociare
l’argentino Juan-Martin Del Potro o lo spagnolo David Ferrer, prima della semifinale
con Andy Murray. In campo maschile, il vodese non sarà l’unico elvetico, visto che dalle qualificazioni è uscito Marco Chiudinelli
che esordirà contro Guilhermo Clezar.
In campo femminile saranno ben quattro
le svizzere in lizza, anche se con poche possibilità di andare lontano. Le speranze elvetiche sono legate a Timea Bacsinszky che
partirà con la russa Vitalia Diatchenko, mentre Belinda Bencic andrà alla ricerca del successo dopo il rientro dai vari infortuni, contro la statunitense Crawford.
m.m.
Impegnato nel quartultimo
appuntamento del campionato
del mondo “Tcr Series” con la
sua Golf Gti, il ticinese Stefano
Comini conferma di essere perfettamente in corsa per difendere il titolo conquistato la scorsa
stagione. Nelle qualifiche sul
circuito di Buriram, in Thailandia, Comini ha staccato un buon
quarto tempo. In classifica generale, il pilota è attualmente
secondo dietro l’iberico Oriola,
ma staccato di soli due punti.
Ti-Press
FUORI CAMPO
PIERLUIGI TAMI
I tre club svizzeri all’esame dell’Europa
Per le tre squadre svizzere inserite
nella fase a gironi di Champion’s ed Europa League iniziano settimane importanti ed intense. Anche se le sei partite
europee sono spalmate su alcuni mesi e
sono intervallate dagli impegni delle nazionali, i ritmi delle varie formazioni
sono destinati a salire. Un
calendario diverso, ad
esempio, da quella fatta dal
mio Gc durante la fase di
qualificazione, perché le
nostre sei partite sono state disputate in
un mese e mezzo, ma non per questo
meno delicato da gestire.
Il sorteggio della Champion’s League
ha riservato al Basilea tre avversarie di
livello, con il Paris Saint Germain favorito del gruppo anche senza Ibrahimovic,
ma con i renani che saranno in lotta probabilmente con l’Arsenal per il secondo
posto, mentre il Ludogorets potrebbe essere la mina vagante. Ma i basilesi hanno una rosa qualitativamente e quantitativamente pronta per affrontare il doppio impegno campionato-coppe europee. E anche per perseguire l’obiettivo
di essere presenti agli ottavi, perché con
le squadre inglesi spesso i rossoblù hanno disputato ottime prestazioni. Mi
aspetto insomma un Basilea protagonista in Europa tanto quanto lo è - in maniera più scontata - in Super League.
In Europa League lo Young Boys affronta invece almeno due formazioni
difficili, perché Olympiakos e Apoel Nicosia sono squadre non eccessivamente
blasonate, ma imbottite di giocatori
stranieri e di caratura internazionale
(mentre i kazaki dell’Astana sono più
un’incognita). Soprattutto perché i bernesi partono orfani di alcuni elementi
chiave della loro rosa sul piano qualitati-
vo. Nonostante un organico importante,
sul foglio degli infortunati ci sono 6 o 7
nomi, tra i quali spiccano quelli di Hoarau, Sanogo e Gerndt. Giocatori che i
bernesi dovranno giocoforza recuperare
se vorranno giocare un ruolo da protagonista a livello continentale.
Lo Zurigo, formazione che milita in
Challenge League, si ritrova infine in un
girone decisamente difficile. Innanzitutto per la presenza di avversarie come il
forte Villareal, ma anche la Steaua Bucarest - che ha qualità oggi probabilmente
superiori allo Zurigo. Attenti poi anche
ai turchi dell’Osmanspor, che sono sì formazione poco nota, ma che hanno a disposizione budget importanti. Per lo Zurigo, comunque, più dell’esperienza per
i suoi giovani in Europa, è importante
non dimenticare il vero obiettivo stagionale, ossia il ritorno in Super League il
più rapidamente possibile.
L’
ultima
Lugano corsaro
in Champion’s
contro i finnici
del Tampere
Dopo il “ko” della Resega per
3-1 con il Tappare Tamere, il Lugano formato Champion’s Hockey League ha reso visita ieri,
sabato, proprio ai finlandesi, restituendo il “favore” con il medesimo punteggio, 3-1. Gol
bianconeri di Bertaggia, Brunner e Vauclair. Pesante sconfitta
(6-0), invece, per il Davos contro
gli svedesi del Djugarden.
IL CAFFÈ
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ladomenicasportiva
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L’intervista
Il fallimento, le stagioni buie e la risalita,seguendo strade
diverse.Il giocatore ticinese,emigrato da anni in
Romandia,ripercorre le vicissitudini di vodesi e luganesi
Ti-Press
QUINDICI VOLTE NAZIONALE
Il 43enne Massimo Lombardo ha
vestito il rossocrociato a
varie riprese, dal 1998
al 2001. A
sinistra, con le
maglie di
Xamax e
Losanna
“Vi racconto la ripartenza
del Lugano e del Losanna”
Massimo Lombardo spiega come i suoi ex club sono rinati
OMAR RAVANI
S
ono due storie parallele quelle di Losanna
e Lugano. Entrambe
hanno toccato il fondo
a causa di problemi finanziari e poi sono riuscite a risalire la china. Vederle di nuovo
giocare nella massima lega è
davvero un piacere”. Massimo
Lombardo è contento di parlare
delle sue ex squadre. Il 43enne
ha infatti vestito dapprima la
maglia bianconera, dal 1998 al
2000, poi quella vodese dal
2000 al 2002: 60 presenze, 7
reti. Nel 2003 il fallimento del
Lausanne-Sport, che deve ripartire dalla seconda lega Interregionale con il nuovo nome di
Fc Lausanne-Sport. Nello stesso
periodo anche il Lugano deve
alzare bandiera bianca e ricominciare dai dilettanti.
È da quel momento che iniziano le due risalite, che si
svolgono con modalità diverse...
“Il Losanna ha dovuto percorrere tutta la trafila, cioè passare dal calcio amatoriale, a
quello semi-professionistico per poi tornare in Lega Nazionale. Il Lugano invece è riuscito a saltare
qualche tappa, grazie alla fusione del
2004 con il Malcantone Agno , che era
salito in Challenge
League la stagione
prima. Due maniere
di tornare nel calcio
che conta, dettate
più che altro dalle
contingenze del momento”.
E quali erano?
“I vodesi già allora erano la società
faro del cantone, che
riusciva ad attirare
tuti i migliori talenti
della regione. Le uniche concorrenti erano l’Yverdon e lo Stade
Nyonnais, che però raramente
sono riuscite a mettersi in luce.
Perciò hanno potuto ricostruire,
partendo dai giocatori più interessanti della zona, stilando un
programma su più stagioni. I
bianconeri invece, se avessero
dovuto seguire quella strada,
probabilmente avrebbero dovuto penare parecchio. In quegli
anni in Lega nazionale gravitavano ancora il Bellinzona, il
Chiasso e il Locarno. Troppa
concorrenza. E allora fu sensata
la scelta di unire i destini con il
Malcantone Agno di Morotti”.
Le rispettive scalate non
sono state però semplici.
Prima di giungere in vetta
quali difficoltà ci sono state?
“L’evoluzione più naturale
della rinascita del Losanna ha
Il ritorno
“Tramite una fusione o
puntando sui giovani, i
due club ritrovano in
breve la Lega nazionale”
Il futuro
“Entrambi i sodalizi
hanno buone
prospettive, grazie al
lavoro delle dirigenze”
La caduta
“Nella primavera del
2003 le due società
falliscono e devono
risalire dai dilettanti”
fatto sì che le basi fossero un
po’ più solide. Infatti la gestione
societaria dei vodesi è citata a
modello in Romandia. Nemmeno dopo la delusione della relegazione nel 2014 dalla Super
alla Challenge League si è parlato di ridimensionamenti. È
bastato infatti puntellare una
rosa valida per ritrovare la strada della vetta un paio di stagioni dopo. I ticinesi hanno avuto
invece qualche problema di più,
soprattutto per gli avvicendamenti di proprietà. Il grosso
merito di Renzetti è stato di
stringere i denti e andare per la
sua strada. E i risultati si vedono, perché finalmente, dopo
qualche anno, a Cornaredo si
respira ottimismo. Un sentimento non solo dettato dalle
prestazioni sul campo, ma anche dalla ritrovata tranquillità
della dirigenza”.
Le due squadre avranno
quindi la loro da dire in
questa stagione?
“In barba alle previsioni di
inizio campionato credo che
potrebbero fare bene. È ancora
molto presto, ma al di là del Ba-
silea, che gioca un campionato
a parte, tutte le altre squadre
sono sullo stesso livello. Anche
lo Young Boys, con l’inizio
dell’Europa League, si troverà
a dover fare i conti con la stanchezza. La Super League è un
torneo molto duro. Nessuno
aveva previsto, ad esempio,
che fra le squadre più in difficoltà ci sarebbero state Sion e
San Gallo”.
Lombardo non si è mai risparmiato sul campo. Segue
ancora con passione le vicende delle sue ex società?
“Adesso che vivo il tutto dall’esterno, mi concentro sugli
aspetti tecnici. Ho seguito ad
esempio la bella vittoria del
Lugano a Berna contro lo
Young Boys, ma anche la scoppola del Losanna sullo stesso
campo. In un campionato molto
più interessante
di
quanto
si
possa pensare”.
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Ti-Press
La
partita
Ti-Press
UN PUNTO CIASCUNO
Gran caldo a
Cornaredo per la
sesta giornata di
Super League.
Davanti ai 3.300
spettatori, pareggio
positivo, ma
sofferto per il
Lugano, che va
sotto contro la
neopromossa
Losanna, ma riesce
a rientrare in partita
con il punto di
Alioski. Partita a
tratti spigolosa e
non ben diretta
dal signor Bieri
Al gol del vantaggio losannese risponde Alioski in contropiede in una gara dai troppi svarioni
A Cornaredo
finisce in parità
con i bianconeri
un po’sbadati
Nel caldo intenso di Cornaredo, il Lugano trova un pareggio tutto sommato positivo contro un Losanna che conferma di non soffrire più di tanto il suo status di neopromossa in Super League. Un buon punto, insomma, per i ragazzi di Manzo, che hanno però rischiato più del consentito,
soprattutto a causa di una difesa decisamente sbadata.
In un confronto tra due squadre che prediligono il gioco
offensivo, il primo tempo inizia nel segno del Lugano, che
si fa preferire in entrata, mentre il Losanna stenta ad entrare in partita. A cavallo del quarto d’ora, colossale occasione
bianconera, con Alioski (che si conferma “fuori categoria”
in questo Lugano), che s’invola sulla destra e serve un pallone d’oro a Mizrachi, che però calcia in modo sciagurato
addosso al portiere vodese Castella. Poi è lo stesso Alioski
ad impegnare con una velenosa conclusione l’estremo difensore ospite. Ma quando il punto del vantaggio sembra
nell’aria per i bianconeri, una fase di eccessiva leggerezza
dal profilo difensivo rilancia le quotazioni losannesi. Con
Salvi ad opporsi in modo brillante in almeno un paio di circostanze e Padalino a respingere un pallone ballerino proprio sulla linea di porta. Decisamente in difficoltà contro un
Losanna più manovriero in avvio di ripresa, il Lugano perde
nuovamente la sua bussola difensiva. E gli ospiti ne approfittano con Campo dopo un clamoroso “buco” di Padalino. I
vodesi ci credono, ma pagano l’inesperienza della neopromossa permettendo, meno di dieci minuti di dopo il vantaggio, ad Alioski di pareggiare in contropiede con un pregevole pallonetto. Il finale è però ancora in sofferenza per i
bianconeri, che rischiano di subire il 2-1 in almeno tre occasioni. Con un altro pallone a ballonzolare pericolosamente sulla linea della porta di Salvi, con Mariani a sventare il
rischio all’ultimo istante.
m.s.
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IL CAFFÈ
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ladomenicasportiva
Le auto
La prova.
Opel Zafira
offre spazio
a tutto
e per tutti
S
i presenta innovativa, accogliente e con nuovi
sistemi di infotainment, con integrazione
smartphone e servizi OnStar, la nuova Zafira,
(lunghezza 4,66 m) è anche più sportiva e dinamica.
Un veicolo ideale e flessibile per le famiglie e chi usa
l’auto come mezzo di lavoro, grazie anche all’ingegnoso sistema integrato di sedili Flex7 per sette persone che ha accompagnato l’evoluzione del compatto modello già dal 1999. Un meccanismo intelligente
che assicura ai passeggeri molto spazio per gambe e
spalle come se fossero in una berlina di prima classe.
Pure i sedili della terza fila possono essere interamente ribaltati in avanti, i braccioli spariscono nel
pavimento e creano nel vano bagagli una superficie
di carico interamente piana.
Nella configurazione a cinque posti il vano bagagli è di 710 litri, che diventano 1860 se anche la seconda fila di sedili viene ribaltata in avanti. Inoltre,
la Zafira offre oltre 30 vani di alloggiamento. All’insegna della comodità e sempre apprezzati i sedili (in
opzione) con certificazione Agr, ergonomici e regola-
Le novità
STEFANO PESCIA
H
a 580 cavalli e un crescendo di
potenza che sembra non finire
mai. Un modello che a guardarlo stupisce per la sua bellezza. Ancora
una volta Porsche soddisfa la grande
passione della guida sportiva con un
affascinante pregio. Ogni conducente
può, infatti, gestire al meglio le sue capacità al volante, mantenendo sempre
il piacere delle emozioni, indipendentemente dalle indicazioni del contachilometri. Con la 911 Turbo S siamo nel
mondo delle supercar per pochi fortunati dove le accelerazioni sono più veloci dei pensieri: da 0 a 100 Km/h in
meno di tre secondi e una velocità
massima di oltre 320 km/h. Il tutto con
la certezza di essere al volante di una
vettura di qualità capace di superare se
stessa per affidabilità e sicurezza, grazie anche ad un sofisticato sistema di
gestione della trazione integrale.
Una vettura che divora le curve e
con i freni, nel caso specifico al carbonio, che cancellano quei limiti imposti
dalle automo che la maggior parte di
noi guida. Con la Porsche 911 Turbo S
vale la pena visitare qualcosa di altrettanto speciale. Ad esempio, una città
Svizzera che si distingue da tutte le altre come Losanna, raggiungibile dal Ticino, via autostrada, in circa quattro
ore. È l’unica che dispone di un “metrò” che unisce i quartieri cittadini e
agevola gli spostamenti nella città collinare.
La capitale del Canton Vaud si distingue anche per il felice matrimonio
Le caratteristiche
È un comodo salotto su ruote quattro
capace di ospitare fino a sette persone
e con un’efficiente connettività alla rete
LA ASTON MARTIN
A ottobre arriva
la nuova DB11
(da 237’000
franchi) con il
V12 da 608 Cv
e 700 Nm di
coppia
massima
Cosa ci riserva
il mercato
Sulle strade
vodesi.
bili in sei posizioni. Estremamente pratico è pure lo
speciale portabici FlexRail integrato nella coda del
veicolo, che si estrae come un cassetto da sotto il paraurti posteriore e che può portare fino a quattro biciclette. Anche con il supporto per bici FlexRail il carico del vano bagagli resta accessibile, perché il dispositivo può essere piegato verso il basso. Nel rinnovato abitacolo di questo agile salotto su quattro
ruote tutte le funzioni importanti sono a portata di
mano del conducente. Invece del monitor del siste-
ma di infotainment nella console centrale c’è uno
schermo tattile che si integra meglio nella console. E
i progettisti hanno rinunciato a una molteplicità di
tasti. Lo schermo tattile da sette pollici, con cornice
zincata, è simile a un tablet. Originale è anche il parabrezza, con il cristallo che si estende dal vano motore sino a quasi il montante B e la possibilità di aggiungere il tetto panoramico per aumentare la sensazione di luce e aria. Inoltre, su richiesta, per la prima volta in questa classe di vetture, Opel offre l’ultima generazione di illuminazione adattiva di sicurezza Afl (Adaptive Forward Lighting) con tecnologia
Led. Il sistema si adatta automaticamente ad ogni situazione di guida e garantisce in ogni momento una
perfetta illuminazione e maggiore sicurezza di notte.
Chi compra la monovolume Zafira, già ordinabile, a
partire da 25’800 franchi, e con consegna da metà
ottobre, potrà valutare un’ampia gamma di motorizzazioni con cambi manuali o automatici. Sono disponibili dinamici propulsori a benzina, diesel e gas naturale con prestazioni da 120 fino a 200 cavalli. s.p.
LA SKODA
Dal 24
settembre sarà
in vendita
anche la
Superb
SportLine (da
46’580 franchi)
berlina e Combi
Divorando
le curve
LA INFINTI
La berlina
Q50 (da
48’500
franchi) ora
anche con il
nuovo biturbo
V6, 3,0 litri da
405 CV
Losanna
Lugano
Losanna olimpica
con la 911 Turbo S
La supercar di casa Porsche
non conosce limiti con
i suoi esuberanti 580 cavalli
tra sport e cultura. Considerando l’aria
di giochi olimpici che abbiamo respirato in questo mese di agosto, va ricordato che la seconda città per importanza
sul Lago Lemano è anche capitale olimpica. Oltre alla sede del Comitato olimpico internazionale, ha anche un interessante Museo Olimpico inaugurato
nel 1993 nel quartiere di Ouchy, in una
bellissima posizione sul lago.
Il museo è il maggiore centro di informazioni sui Giochi Olimpici a livello
mondiale. Una straordinaria struttura,
suddivisa su tre piani, che grazie alla
tecnologia dei computer di ultima generazione e ai media audiovisivi vi permette di vivere le Olimpiadi da vicino.
Al suo interno questo tempio dello
sport ospita esposizioni interattive, documenti, film e raccolte di oggetti pre-
5h 8min
304km
giati, dall’antichità greca fino ai giorni
nostri. Al piano terra si trova una raccolta di documentazione sulla Grecia
antica e filmati che ricostruiscono fedelmente gli originari Giochi Sacri. Gli
altri due piani sono dedicati alle Olimpiadi moderne. Oltre 1000 gli oggetti
esposti tra i quali medaglie e torce originali.
Ovunque sono installati schermi giganti che proiettano filmati a ciclo continuo sulle imprese sportive più significative che immergono il visitatore in
clima davvero olimpico.
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IL CAFFÈ
28 agosto 2016
ladomenicasportiva
37
La tradizione
Reuters
La cronaca
Lotta
svizzera
Le
mosse
Fussstich
Il classico “sgambetto” per far
cadere il rivale e conquistare il
vantaggio
L
Il ritratto.
Dopo gli infortuni e i tanti dubbi
Sempach è nuovamente favorito
ISO NIEDERMANN
Brienzer
Una presa decisa dei pantaloncini
e una rotazione per far perdere
l’equilibrio all’avversario
Laetz
Un “pivot” con il corpo per far
ruotare e perdere l’equilibrio al
rivale, che finisce col cadere a terra
Wyberhaken
Aggancio alla gamba d’appoggio e
spinta decisa con tutto
il peso del corpo contro l’avversario
Uebersprung
Tutto il peso del corpo lanciato
con la maggior forza possibile per
avere il sopravvento
Kurz
Una spinta decisa e ravvicinata
per far vacillare l’avversario
e costringerlo a lottare al suolo
plina. Come il Ticino, dove recentemente la giovane Associazione cantonale ha riportato anche a
sud delle Alpi un evento di lotta dopo molti anni
di attesa.
Intanto ad Estavayer a difendere il titolo è
pronto anche Matthias Sempach, il re in carica da
tre anni dopo il trionfo del 2013 a Burgdorf. Un
lottatore nel frattempo diventato vera e propria
icona dello sport svizzero a cui il Caffè dedica un
particolare ritratto. Ma la Festa federale offre anche molto altro, dal lancio della pietra di Unspunnen fino alle gare di Hornussen. Altre due discipline tipicamente elvetiche.
m.s.
L
a parola “multiculturalità”
c’entra davvero poco. Eppure il termine qualcosa richiama. Nella stessa sala si preparano sportivi di discipline che
tra loro sono diverse l’una dall’altra come le etnie provenienti
da Europa, Africa o Asia. Che
parola potrebbe andar bene al
posto di multiculturale? Multisportivo?
I tre saltatori con gli sci si riconoscono immediatamente:
magri, quasi ossuti, sicuri nei
balzi sopra i cassono. Su Snowboarder e Freestyler non ci sono
dubbi con le loro facce abbronzate e le capigliature selvagge.
Quelli dell’atletica leggera? Devono essere quelli con i collant
lunghi fino alle caviglie che si
muovono a nervosi passettini. A
poca distanza, muscoli ben suddivisi su tutto l’allampanato corpo: il quinto gruppo di “ospiti”
deve essere quello dei giocatori
di pallamano. Tutti sono arrivati
alla “fine del mondo”. Nel luogo
del Giura meridionale, a 900
metri d’altezza, dove a darti la
buonanotte trovi volpi e lepri. E
dove pulsa forte il cuore dello
sport d’elite svizzero, nella
grante multisala del centro sporivo nazionale di Macolin.
Qui il rapporto tra le varie discipline l’una accanto all’altra fila via liscio. Ci si conosce, tutti si
salutano, ci si aiuta con le borracce. Tutto scorre in un’armonia, che nessuno disturba. Fino a
che in sala pesi non entrano due
nuovi, che eclissano immediatamente tutti gli altri. Due dalle
misure enormi. Uno alto 193
centimetri per 120 chili di peso,
mentre il secondo “denuncia”
194 centimetri per 110 chili. E
c’è qualcosa di ancor più sorprendente: sono un uomo e una
donna! Davvero una strana coppia. Sigfrido e Brunilde della saga dei Nibelunghi.
Lui, Matthias Sempach, 30
anni, lottatore, capelli biondo
scuro, marcato accento dell’Emmental, molto svizzero. Lei, Valerie Adams, 31 anni, da Rotorua, Nuova Zelanda. La sua fisionomia Maori la deve alla mamma, originaria di Tonga. E di padre è scozzese. Ma non è solo il
sesso a differenziare il duo.
Innanzitutto c’è però un
punto in comune da evidenziare: entrambi sono sovrani nelle
rispettive discipline. Valerie
Adams è la miglior lanciatrice
del peso del mondo, due volte
campionessa olimpica (2008 e
2012) e sette volte campionessa
del mondo. Sempach Matthias è
il regnante della lotta svizzera,
COMPAGNI D’ALLENAMENTO
Matthias Sempach, 30 anni,
con la pesista neozelandese
Valerie Adams, 31 anni,
argento ai Giochi di Rio
detentore del titolo al Kilchberger Schwinget e vincitore di innumerevoli feste di lotta. Praticamente non c’è differenza, perché anche lui è descritto come il
migliore al mondo nella sua specialità. Ed è ancora il grande
favorito anche questo
fine settimana alla
Festa federale di
Estavayer-le-Lac
- una sorta di
campionato del
mondo di lotta
svizzera - dopo essere rientrato lo
scorso maggio da oltre
un anno di stop forzato per
infortunio.
Valerie e Mättu svolgono
esercizi a terra con i loro fisici imponenti. Davanti a
loro si profila JeanPierre Egger, che dà
loro precise istruzioni. Anche l’ex
SUGLI SPALTI
Estavayer s’infiamma per i giganti
Un evento
nazionale
che attende
il Ticino
P
untuale alle 7.30 in un’arena di Estavayer-le-Lac (Friborgo) già gremita
nei suoi oltre 52mila posti ieri, sabato,
è risuonato il classico richiamo: “Manne, i d
Hose!”, liberamente traducibile con “Signori, ai vostri pantaloni!”. È il segnale che
è giunto il momento di dare il via ai combattimenti sulla segatura per il lungo avvicinamento al titolo di “Schwingerkönig”, il
re della lotta svizzera.
Nel primo turno di incontri - dove il direttore di gara impone come da tradizione
subito duelli molto significativi - sono andati in scena alcuni scontri molto interessanti. Il re in carica e favorito d’obbligo,
Sempach Matthias, ha affrontato in entrata
un altro dei pretendenti al titolo, Schuler
Christian. Come prevedibile, il match si è
chiuso in parità (8.75). “Avrei evidentemente preferito vincere - ha detto Sempach
I“cattivi”scendono nell’arena
alla ricerca del loro nuovo“Re”
i chiamano “die Bösen”, i cattivi, e da
ieri, sabato sono tornati nell’arena - stavolta ad Estavayer-le-Lac - alla ricerca
del loro nuovo “re”. Sono i lottatori
svizzeri, che ogni tre anni danno vita alla Festa federale di lotta e giochi alpestri, appuntamento diventato un vero e proprio evento clou
per lo sport a tinte rossocrociate. Al punto che
trovare un biglietto per lo stadio di lotta - da oltre 50mila posti - è praticamente impossibile per
i semplici curiosi.
Una tradizione che affonda le sue radici nel
tempo e che sta tornando a far capolino anche in
regioni poco abituate a questa particolare disci-
Intensa e calda prima giornata d’incontri alla Festa federale, con molti “big” piuttosto prudenti
-. Ci ho provato, ma non ci sono riuscito. Mi
sento comunque molto bene”. Altra sfida
importante quella tra l’ex re Wenger Kilian
e il giovane grigionese Orlik Armon, classe
1995 e possibile pretendente alla corona
principale, visto che è riuscito nell’impresa
di mandare spalle a terra l’illustre rivale e
conquistare la posta piena (10.00 punti) per
poi vincere i primi tre incontri. Avvio prudente anche per altri “big”, come il gigante
Stucki Christian, Leimbacher Philipp,
Bösch Daniel, Käser Remo o Forrer Nöldi,
atleti che potrebbero andare lontano e
quindi tendono a conservare il più possibile
le energie, soprattutto a causa della calura
ad Estavayer. Prima grande fiammata al
quarto turno, dove Sempach ha mostrato
ad Orlik tutto il peso del campione mandandolo ad assaggiare la segatura. Tutto resta aperto.
m.s.
MASSIMO SCHIRA
IL GIOVANE PRETENDENTE
Il grigionese 21enne Armon
Orlik ha iniziato alla grande
la Festa federale con tre
successi, ma poi ha
incontrato Re Sempach
e ha dovuto arrendersi
Keystone
lanciatore del peso ha una corporatura massiccia. Tra la fine
degli anni Ottanta e l’inizio degli
anni Novanta è stato il coach che
ha portato il pesista Werni Günthör al titolo mondiale. Da allora
il baffuto neocastellano è diventato una sorta di guru dell’allenamento di forza in Svizzera,
aiutando atleti di diverse discipline a diventare ancora più potenti. Nel frattempo Egger ha
compiuto 73 anni, ma ad
Adams e Sempach poco importa. Quel che dice Egger
è legge.
Una serie di ripetizioni
a destra, poi a sinistra. Un
minuto di saltelli alla corda. Il corpo deve essere
ben riscaldato prima di
dedicarsi ai pesi. Da otto
anni lo “Schwingerkönig” (il re della lotta)
del 2013 lavora con
Egger, senza alcun
contratto di collaborazione. “Tutto funziona su basi collegiali, basta un accordo verbale”,
dice Sempach.
“È quasi come
in famiglia per noi - conferma
Egger -. Anche lì non ci sono
contratti scritti”. Valerie Adams
svolge invece con Egger anche
l’allenamento dal profilo tecnico
ed è quindi in compagnia del coach per circa otto mesi l’anno. In
parte a Bienne e durante l’inverno in Nuova Zelanda […].
Per Sempach è una giornata
dedicata alla potenza delle braccia.
Inizia sollevando 100
chili, poi
ag-
giunge peso alle sue ripetizioni.
Ben presto sulla sua testa appaiono le vene come segno dello
stress da sforzo, mentre Valerie
gli urla: “Go, Matthias, go, one
more! You can do it!”. Con
questa donna meglio
non sgarrare… Coach
Egger è soddisfatto
delle prestazioni
dei suoi due protetti. “Entrambi sono reduci
da
gravi infortuni
- osserva -. Valerie nella seconda
metà dello scorso anno ha subito tre operazioni. È sorprendente vederla già a questo livello (di lì a pochi giorni
vincerà l’argento a Rio
2016, ndt.) […]. Matthias invece questa stagione ha già saputo
mostrare quanto forte sia tornato”. Nel
frattempo Sempach spinge i
manubri
sui supporti
Re
ute
rs
e se ne rimane sdraiato. La faccia
è rosso fuoco. “Strawberry head!” (testa di fragola) lo chiama
Valerie, che scoppia
a ridere fragorosamente.
IL PREMIO SUPERSTAR
Come da tradizione, al
Re della lotta svizzera
spetta anche un premio
vivente, un toro. Stavolta il
prezioso dono porta il
nome di Mazot de Cremo,
è alto circa 1 metro e 85 e
sulla bilancia denuncia un
“peso forma” di oltre 1.100
chilogrammi
Il successo del suo modello
d’allenamento da ragione alle
scelte di Egger. L’avvicinamento
tra Adams e Sempach per l’allenamento di forza è una sua idea.
E i benefici della collaborazione
sono soprattutto a livello mentale. “Principalmente nella motivazione - conferma Sempach -,
nello spingersi a vicenda. Aiuta
enormemente a spingersi al limite”. I due atleti approfittano
l’uno dell’altra in particolare nei
settori in cui “l’altro” ha un vantaggio. “Matthias ha certamente
ancora riserve da cui attingere
dal punto di vista della forza pura - assicura Egger -. Ma essenzialmente è più brillante e rapido rispetto a Valerie”. Allo stesso modo, i 240 chili che la neozelandese spinge con le gambe
si farebbero sentire per il lottatore. Proprio per questo Adams
si sorprende quando lo vede impegnato ad affrontare con agilità le serie di balzi sui gradoni
della palestra di Macolin. Anche
il rischio di un confronto sportivo tra due personalità molto
profilate non preoccupa il coach
neocastellano. “I due si intendono così bene che il prorblema
non si pone - conferma Egger -.
Valerie ha un carattere molto
estroverso, che le fa assumere
un ruolo dominante nel rapporto. La reputazione crea una gerarchia naturale. Nonostante
ciò, la pesista rimane delusa
quando Matthias non può essere presente agli allenamenti”
[…].
Per Jean-Pierre Egger anche il momento della pensione si
avvicina, ma gli imponenti fisici
e il grande cuore di Valerie
Adams e di Matthias Sempach
rischiano di mancargli parecchio. “Guardate i giovani della
pallamano: non hanno nessuna
fasciatura - dice -. E poi guardate me, che sono bendato dalla
testa ai piedi… È il segnale che
si diventa vecchi”. Al contrario
per Sempach l’ora del ritiro non
è ancora arrivata. Dopo Estavayer ha già fissato il prossimo
obiettivo, la festa federale di Zugo nel 2019. Salute pemettendo, il suo piccolo Harry dovrebbe poter ricordarsi del papà in
veste di lottatore attivo, il più
forte con i pantaloni di iuta. Un
“titolo” a cui ha contribuito anche una donna dalla pelle scura.
Che con il più svizzero degli idoli
sportivi svizzeri ha dimostrato
come nello sport il multiculturalismo può funzionare. O, meglio,
la multisportività.
@Schweizer Illustrierte
Traduzione e adattamento
di Massimo Schira
I
l ritorno in romandia
della Festa federale di
lotta dopo diversi anni
d’assenza - era il 2001 e si
lottava a Nyon - e il grande
sviluppo della popolarità di
questa disciplina sportiva
tradizionale fa entrare lo
“Schwingen” in una dimensione ancor più nazionale. Anche perché i suoi
protagonisti, almeno i migliori, sono diventati negli
ultimi anni veri e propri
personaggi in tutto il Paese, capaci di attirare sponsor, essere spesso in copertina di giornali e riviste, oltre che di vincere premi su
scala nazionale “soffiandoli” anche a vere e proprie
icone dello sport a tinte
rossocrociate come, tanto
per fare un nome, Roger
Federer.
Una popolarità che si
riflette anche in un altro
aspetto fondamentale per
qualsiasi sport che miri ad
un pubblico ancora più vasto: la copertura televisiva,
che ormai da qualche edizione della Festa federale,
coinvolge ampiamente le
tre reti nazionali. Le basi
sono insomma quanto mai
solide e il trend “in crescendo” della lotta è confermato anche dall’interesse suscitato nei grandi
sponsor di levatura nazionale, se non addirittura internazionale.
E anche il Ticino è finalmente tornato ad essere contagiato da questa
sorta di febbre per il ring di
segatura e i pantaloni di
iuta. Di recente la giovane
Associazione cantonale di
lotta svizzera ha riportato
una gara in Ticino dopo
tempi immemori e diversi
giovani della regione stanno pian piano scoprendo la
disciplina - partecipando
anche a gare regionali in
giro per il Paese - sotto la
sapiente regia di Edi Ritter.
Certo, per portare un atleta ticinese tra i big della
Festa federale bisognerà
forse pazientare ancora
qualche anno, servono infatti solidi e convincenti risultati per essere tra gli
“eletti”, ma il seme sembra ormai piantato.
La sfida - oltre a quella
sportiva - potrebbe semmai essere organizzativa.
Nel senso che il Ticino ha
spesso brillato per capacità
nell’ospitare grandi eventi
di ampio richiamo. Basti
pensare ai Mondiali di ciclismo. E perché, allora,
non pensare anche alla Festa Federale di lotta? Per il
2019 Zugo è già stata scelta. Per gli anni successivi,
invece, potrebbe anche esserci spazio. Sarebbe uno
spettacolo unico! Un sogno? Forse. Ma forse non
irrealizzabile.