Gravità sospesa Leichte Schwere (Tanz_5) sculture

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Gravità sospesa Leichte Schwere (Tanz_5) sculture
Gravità sospesa
Leichte Schwere (Tanz_5)
sculture e disegni
Robert Schad
Con la collaborazione e il contributo del
Comune di Pergine Valsugana
Con il contributo e il sostegno di
Provincia Autonoma di Trento - Dipartimento Cultura
Con il contributo e il sostegno di
Azienda per il turismo Valsugana - Lagorai - Terme - Laghi
Associazione Castel Pergine Scultura
Publistampa Arti grafiche
Frisanco Bruno e C. s.n.c.
Si ringrazia per l’assistenza all’allestimento:
Michele Anderle, Marco Baitella, Claudio Brugnara,
Matteo Facchinelli, Stefano Frisanco, Claudio Moser,
Marcello Romeo, Paolo Rossi, Omar Sartori, Andrea Signoretto
Fotografie:
Toni Ott
Traduzioni:
Studio Alias, Pergine
A
© C A S T E L P E R G I N E S C U L T U R A - 2015
S
Publistampa Edizioni, Pergine Valsugana, Trentino
Isbn 978-88-96014-64-6
Carta Tatami White 170/250 g/m2
di Fedrigoni Cartiere
Gravità sospesa
Leichte Schwere (Tanz_5)
sculture e disegni
Robert Schad
al Castello di Pergine
18 aprile - 8 novembre 2015
a cura di
Theo Schneider
Verena Neff
coordinatore
Riccardo Cordero
CASTEL PERGINE
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Ora ci sono! Le figure danzanti di Robert Schad sono al Castello di Pergine. Si difendono bene, sono
delle creature a sé stanti che danno una prospettiva
del tutto nuova al castello. Sono articolate, affusolate, fugaci, volano verso il Lago di Caldonazzo, galleggiano nell’aria, sono in bilico sui bastioni, si distendono sul prato, si snodano lungo il fossato.
Leggere, toccano appena il suolo, in punta di piedi,
in verticale, un meraviglioso contrasto con il Castello
ancorato sulla roccia.
Jetzt sind sie da! Die tanzenden Figuren von Robert
Schad im Castello di Pergine. Sie behaupten sich gut,
sind eigenständige Gestalten, die ganz neue
Blickwinkel zur Burg schaffen. Gelenkig sind sie, filigran, flüchtig, sie entfliegen Richtung Caldonazzosee, sie schweben, balancieren auf den Zinnen, fläzen sich auf der Wiese, schlängeln sich dem
Burggraben entlang. Leicht, den Boden kaum
berührend, auf Zehenspitzen, im Kopfstand, ein wunderbarer Kontrast zum bodenständigen Castello.
Ma sono pesanti, estremamente pesanti, un metro
pesa più di 80 kg. Con grande difficoltà l’enorme
gru le ha sollevate oltre la muraglia e solo grazie alla
fantasia e all’ingegno umano è stato possibile movimentarle e posizionarle in verticale.
Aber schwer sind sie, tonnenschwer, ein Laufmeter
wiegt über 80 kg. Mit Müh und Not hievte der grosse
Kran sie über die Ringmauer, und nur dank menschlicher Fantasie und Genialität konnten sie weitertransportiert und in die Senkrechte gebracht werden.
In una fredda giornata di febbraio siamo andati a
trovare Robert Schad in una delle sue residenze e
ateliers, nella collinosa Franca Contea. In quella zona
le miniere di ferro e la sua lavorazione hanno una
tradizione secolare. Le aziende piccole e quelle più
grandi ne sono ancora oggi la testimonianza e grazie a Robert ricevono qualche commessa di lavoro.
Abbiamo visto nella fucina “l’uccello” non terminato, l’enorme TARRAK su un campo di neve accanto
a una fabbrica di acciaio.
An einem kalten Februartag haben wir Robert Schad
in einem seiner Wohnorte und Ateliers in der hügeligen Franche-Comté besucht. Eisenabbau und dessen
Verarbeitung haben in jener Gegend jahrhundertealte Tradition. Kleinere und grössere Betriebe zeugen
heute noch davon und bekommen dank Robert den
einen und anderen Auftrag. Wir sahen den noch unfertigen „Vogel“ auf der Esse, die riesige TARRAK
auf einem Schneefeld neben einer Stahlfabrik.
Il fatto che abiteranno per tutta l’estate 2015 nel
Castello è un grande onore per Castel Pergine, che
con Tanz_5 si trova in celebre compagnia. La danza
delle sculture esordì nel 2011 ad Altshausen in
Germania, un anno dopo si trovavano nel parco di
Heidelberg, nel 2013 a Linz e l’anno scorso occupavano lo spazio urbano della città medievale di
Landshut. Però qualcosa ci rallegra in particolar modo: alcune delle sculture sono state specificamente
create per il Castello. Per esempio l’opera VOLOK con
le ali sulla piattaforma panoramica che vola verso la
Valsugana. Oppure le tre medie DERGEL, SIRNONES
e PYERS sulla collina presso il parcheggio, sotto l’Ala
Clesiana e sulle rocce sopra la torre rotonda. In futuro, nel loro cammino attraverso la vita, porteranno
sempre dentro di sé una parte del Castello.
Dass sie den Sommer 2015 über im Castello wohnen, ist eine grosse Ehre für Castel Pergine, das sich
mit Tanz_5 in prominentester Gesellschaft befindet.
Der Tanz der Skulpturen begann 2011 in Altshausen
in Deutschland, ein Jahr später waren sie im Park in
Heidelberg, 2013 in Linz, und im letzten Jahr bespielten sie den Stadtraum des mittelalterlichen
Landshut. Etwas freut uns aber ganz besonders: sind
doch einige der Plastiken speziell fürs Castello geschaffen worden. So zum Beispiel die VOLOK mit
den Flügeln auf der Aussichtsplattform, die in die
Valsugana hinausfliegt. Oder die drei mittleren DERGEL, SIRNONES und PYERS auf der Anhöhe beim
Parkplatz, unterhalb der Ala Clesiana und auf den
Felsen oberhalb des Runden Turmes. In Zukunft auf
ihrer Wanderung durchs Leben werden sie immer
ein Stück Castello in sich bergen.
Che ballino per tutta l’estate nel Castello, che trasmettano la leggerezza di Schad, che rallegrino noi e
voi! Merci!
Sollen sie doch alle einen Sommer lang im Castello
tanzen, die Schadsche Leichtigkeit weitertragen, uns
und Sie erfreuen. Merci!
Verena Neff e Theo Schneider
Verena Neff und Theo Schneider
Un sentito e sincero ringraziamento all’artista
Robert Schad a nome dell’Amministrazione comunale e della città di Pergine, che ci onora con la sua
presenza e contribuisce ad arricchire culturalmente
la nostra comunità.
Im Namen der Gemeindeverwaltung der Stadt
Pergine danke ich Robert Schad, dem diesjährigen Künstler auf Castel Pergine ganz herzlich. Er
beehrt uns mit seiner Anwesenheit und bereichert unsere Gemeinde in kultureller Weise.
L’opportunità di vedere numerose opere di Robert
Schad molte delle quali con dimensioni e forme imponenti e significative, in un contesto tutto particolare quale è il Castello di Pergine è un’occasione da
non perdere da parte dei perginesi e da parte di
tutti i trentini che ci permetterà di conoscere direttamente questo artista.
Die Bevölkerung von Pergine und vom Trentino
sollte es nicht verpassen, die zum Teil imposanten und bedeutenden Werke in diesem ganz
speziellen Umfeld des Castello di Pergine anzuschauen und so den Künstler Robert Schad kennen zu lernen.
Sono altrettanto sicuro che questa esposizione
contribuirà anche a far conoscere in maniera significativa ancor di più la nostra cittadina e i suoi
dintorni ai numerosi turisti e appassionati d’arte
che la visiteranno.
Non ho dubbi che questa iniziativa avrà il medesimo
successo delle altre che si sono susseguite negli anni
scorsi. Iniziativa che contribuisce a confermare la volontà di Pergine di essere anche centro culturale.
Anche quest’anno Verena e Theo ci hanno sorpreso per la scelta dell’artista e devo rinnovare loro la
gratitudine che la città di Pergine ha sempre avuto
nei loro confronti per questi eventi che ci arricchiscono culturalmente.
Theo e Verena con un entusiasmo che mi ha colpito particolarmente hanno curato, oltre che con
competenza, anche con vera passione l’esposizione
di questo artista riuscendo a superare brillantemente, come sempre peraltro, le difficoltà tecniche e
organizzative per realizzarla date anche dalla localizzazione del maniero.
Grazie ancora a loro da parte della cittadinanza e
grazie a Robert Schad che ha accettato l’invito.
Roberto Oss Emer
Sindaco di Pergine Valsugana
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Sicher wird diese Ausstellung in grossem Masse
dazu beitragen, den Touristen, Kunst sach ver ständigen und Besuchern, unsere Stadt und deren
Umgebung näher zu bringen.
Ich zweifle auch nicht daran, dass der diesjährigen Initiative der gleiche Erfolg wie all den vorangegangenen beschieden sein wird. Sie bekräftigt
den Willen von Pergine, ein Kulturzentrum zu
sein.
Einmal mehr haben uns Verena und Theo mit der
Wahl des Künstlers überrascht. Seit Jahren schätzt
die Gemeinde Pergine ihre Initiativen, die uns kulturell weiterbringen, sehr.
Verena und Theo kuratieren wie jedes Jahr mit
Kompetenz und grosser Leidenschaft die Ausstellung, und es ist ihnen auch diesmal gelungen, die technischen und organisatorischen
Schwierigkeiten im schwer zugänglichen Castel
Pergine zu meistern.
Der Dank der Gemeinde Pergine geht an die
Kuratoren und an Robert Schad, der 2015 die
Herausforderung auf Castel Pergine angenommen
hat.
Roberto Oss Emer
Bürgermeister von Pergine Valsugana
Più vicini al cielo
Riflessioni sulla mostra a Castel Pergine
Robert Schad
Agli inizi dell’estate 2013, lungo ripidi tornanti giunsi a Castel Pergine situato lassù in alto, sopra la Valsugana, un luogo ricco di storia e storie, brullo e roccioso. Mi sorsero dei dubbi circa
la fattibilità di una mostra di sculture in acciaio, prevalentemente di grandi dimensioni, che in
parte desideravo realizzare appositamente per questo luogo. Come avrebbero potuto scalare
tale montagna questi oggetti, in parte estremamente pesanti, e prendere il proprio posto?
Il Castello non offre spazio alle sculture in modo convenzionale, ma vuole essere conquistato
e scalato. Le sculture prima devono essere portate qui, per poi crearsi un loro luogo proprio,
uno spazio inconfondibile.
Conobbi Theo Schneider e sua moglie Verena Neff nel 2013, in occasione della biennale della
scultura a Racconigi nei pressi di Torino.
Mi invitarono a visitare Castel Pergine per liberare la mente ed esplorare le possibilità per una
presentazione delle mie sculture pesantissime e di grandi dimensioni.
Le prospettive e le vedute fantastiche sul paesaggio montano circostante, ma anche i luoghi
in punti piuttosto nascosti come l’anello di mura e le segrete del castello mi stimolarono, la
mia fantasia strabordava, i concetti si susseguivano rapidamente e di nuovo venivano scartati,
perché i difficili accessi agli spazi da me scelti mettevano ogni volta in discussione la fattibilità
della mostra così come me la immaginavo.
Theo, tuttavia, fanatico di scultura, riuscì a dissipare i miei dubbi. «Ce la faremo», ripeté come
un mantra, e così crebbe dentro di me la fiducia e la certezza che egli sarebbe stato disposto
a spostare delle montagne per il nostro progetto.
Con un mezzo di trasporto pesante, una gru di 50 m, e con aiutanti volenterosi riuscimmo in
quello che sembrava essere un’impresa impossibile.
Pergine è un luogo speciale… la bellezza austera e la sterilità sono la patria ideale per i miei
“abitanti in acciaio a tempo determinato”. Proprio qui è particolarmente tangibile l’apparente
leggerezza delle pesanti forme. Alcune sculture sembrano voler spiccare il volo per librarsi nel
vasto paesaggio montano. Sembrano essere in movimento e sostare al momento dell’osservazione per poi proseguire, nell’istante successivo, la loro danza in questo immenso scenario.
Altre appaiono come guardiani d’acciaio, sembrano attendere qualcosa in questo mondo duro, qualcosa che non possiamo definire. Altre ancora si rintanano nel fossato e nelle segrete.
Nacquero così una varietà di esperienze visive diverse, una coreografia scultorea, un teatro
con attori d’acciaio sul palcoscenico del Castello lassù, sopra la Valsugana.
Le sculture abitano un castello a tempo determinato. Tutto sembra essersi fermato in un
mondo senza tempo, dove solo l’alternarsi del giorno e della notte e il cambio del clima sembrano scandire il ritmo interiore di questo luogo. Il rumore della città è lontano. A Castel
Pergine si è più vicini al cielo.
Sono curioso di vedere come gli abitanti in acciaio a tempo determinato cambieranno lo
sguardo sul Castello, se saranno in grado di creare dei luoghi in tale paesaggio e all’ombra di
quel colosso di pietra, quale è il Castello, che si imprimono, che uno porta con sé nella mente,
che tematizzano dei segreti, come non sono mai stati creati, se saranno in grado di mettersi
alla stessa altezza degli occhi con la storia del luogo e di entrarne in dialogo.
In autunno si vedrà cosa avranno mosso i miei abitanti d’acciaio nelle teste di coloro che li
hanno incontrati. In ogni caso s’impregnano nella memoria di questo luogo meraviglioso.
Larians, aprile 2015
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Dem Himmel näher
Gedanken zur Ausstellung im Castel Pergine
Robert Schad
Steile Serpentinen führten mich im Frühsommer 2013 hinauf zum Castel Pergine, das hoch über
dem Valsugana liegt – ein Ort voller Geschichte und Geschichten, karg und felsig. Zweifel kamen
auf über die Machbarkeit einer Ausstellung meist großformatiger Stahlskulpturen, die ich zum
Teil speziell für diesen Ort machen wollte. Wie sollten diese zum Teil tonnenschweren Objekte
diesen Berg erklimmen und ihren Platz einnehmen? Das Castel bietet keine Skulpturenorte im
herkömmlichen Sinn, sondern will erobert und bestiegen werden. Skulpturen müssen erstmal
hierher transportiert werden, um sich ihren eigenen, unverwechselbaren Ort schaffen zu können.
Den Hausherrn, Theo Schneider und seine Frau Verena Neff lernte ich 2013 bei der
Skulpturenbiennale in Racconigi bei Turin kennen. Sie luden mich ein, Castel Pergine zu besuchen, um die Gedanken schweifen zu lassen und die Möglichkeit einer Präsentation meiner
großformatigen und tonnenschweren Skulpturen auszuloten.
Phantastische Perspektiven und Ausblicke auf die umliegende Berglandschaft aber auch Orte
an eher verborgenen Stellen wie der Mauerring und das Burgverlies provozierten mich, meine
Phantasie sprudelte, die Konzepte überschlugen sich, wurden wieder verworfen, weil die
schwierigen Zugänge zu den von mir gewählten Orten, die Machbarkeit einer Ausstellung,
wie ich sie mir sie vorstellte, immer wieder in Frage stellten.
Theo jedoch, der Skulpturenfanatiker, schaffte es, meine Bedenken auszuräumen. ‚Das kriegen
wir hin‘ sagte er gebetsmühlenartig, und so wuchs in mir das Vertrauen und die Gewissheit,
dass er bereit war, für unser Projekt Berge zu versetzen. Mit schwerem Transportgerät, einem
50m-Kran und zupackenden Helfern gelang das scheinbar Unmögliche.
Pergine ist ein besonderer Ort: Die herbe Schönheit und Kargheit ist die ideale Heimat meiner
‚stählernen Bewohner auf Zeit‘. Gerade hier wird die scheinbare Leichtigkeit der zum Teil tonnenschweren Formen ganz besonders erlebbar. Einige Skulpturen scheinen abheben zu wollen, um in die weite Berglandschaft hineinzufliegen. Sie scheinen in Bewegung und im
Moment der Betrachtung innezuhalten, um im nächsten Moment ihren Tanz in diese weite
Landschaft hinein fortzusetzen. Andere scheinen wie stählerne Wächter, scheinen in dieser
herben Welt auf etwas zu warten, was wir nicht definieren können. Wieder andere verkriechen sich im Burggraben und im Burgverlies.
Es entstand eine Vielfalt unterschiedlichster Blickerlebnisse, eine skulpturale Choreografie, ein
Theater stählerner Akteure auf der Bühne der Burg hoch über dem Valsugana.
Skulpturen bewohnen eine Burg auf Zeit. Sie scheint angehalten in dieser zeitlosen Welt, in
der nur der Wechsel von Tag und Nacht, der Wechsel des Wetters den inneren Rhythmus des
Ortes zu bestimmen scheinen. Der Lärm der Stadt ist fern. Auf Castel Pergine ist man dem
Himmel näher.
Ich bin gespannt darauf, wie die stählernen Bewohner auf Zeit den Blick auf die Burg verändern, ob sie in der Lage sind, in dieser Landschaft und im Schatten des steinernen
Burgkolosses Orte zu schaffen, die sich einprägen, die man in Gedanken mitnimmt, die
Geheimnisse thematisieren, wie sie noch nie entstanden sind, ob sie in der Lage sind, mit der
Historie des Ortes auf Augenhöhe zu gehen und einen Dialog einzugehen.
Im Herbst wird sich zeigen, was meine stählernen Bewohner in den Köpfen derjenigen bewegt haben, die ihnen begegnet sind. Jedenfalls schreiben sie sich hinein in das Gedächtnis
dieses wunderbaren Ortes.
Larians, im April 2015
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Tanz_5
Stefanje Weinmayr
Incontrai Robert Schad e la sua opera molti anni fa… ovviamente in un luogo pubblico! In
collezioni di musei e di privati. Successivamente, lui in persona, per la prima volta, nel 2006 in
occasione di un simposio a Graz che era incentrato sul Leitmotiv “art in public space”.
Rimasi impressionata dalla sua imponente presenza fisica e dalla profonda congruenza interiore tra creatore e opera. E felice, quando, dopo anni, con il progetto scultoreo internazionale “Robert Schad. Tanz” (danza), finalmente si presentò l’occasione di portare le sue opere
anche a Landshut, una città con una grande tradizione scultorea che, dal 1998, custodisce nel
museo scultoreo sotterraneo nell’Hofberg l’opera dello scultore Fritz Koenig, nato nel 1924.
Robert Schad, nato nel 1953 a Ravensburg, vive e lavora a Larians, Francia, e Chamosinhos,
Portogallo, da dove realizza le sue mostre e gli allestimenti internazionali. La genesi artistica
dello scultore, che non iniziò solo con gli studi all’Accademia di Belle Arti a Karlsruhe, si sviluppò con imperterrita determinazione. Questo sviluppo è lineare, nessuna inversione drammatica, solo poche vie secondarie.
Robert Schad scelse presto l’acciaio come materiale per le sue sculture. Nella storia, l’acciaio è
un materiale relativamente giovane. Inoltre, era un materiale che, ai suoi inizi, stava per industrializzazione, per sviluppo di un’architettura che spaccava ogni misura umana. L’arte lo scoprì abbastanza tardi, nel corso della metà del XX secolo, come possibile materiale per sé.
Questo materiale nell’opera di Robert Schad costituisce una scelta programmatica. Essa contrassegna il luogo, l’obiettivo e l’immaginazione figurativa di un artista che oggigiorno può
essere considerato uno dei più importanti scultori d’acciaio a livello europeo.
Per Schad, la linea (d‘acciaio) nello spazio è l’esigenza figurativa più importante. Con essa egli
mette in scena delle costruzioni complesse, spesso monumentali, che sono concepite per occupare lo spazio. Talvolta è possibile, e anche voluto dallo scultore, che l’osservatore si trasformi in attore entrando nell’opera e sperimentandola non solo visivamente, ma anche fisicamente. Il movimento scultoreo-grafico si dispiega in modo plastico nello spazio occupando
una vasta area.
Secondo le riflessioni di Albert Einstein, lo spazio reagisce alla massa accumulata, che struttura lo spazio attorno a sé. In questo modo anche la concezione dello spazio si relativizza: se la
massa, ovvero il suo volume, cambia, anche la struttura dello spazio cambia.
Questo volume viene eliminato fino all’estremo nei disegni spaziali costruttivistici di Robert
Schad. Ciò nonostante essi definiscono con insistenza lo spazio che li circonda, in conformità
con il verdetto di Einstein.
Robert Schad crea i suoi “disegni dello spazio” con l’acciaio quadro massiccio. Le loro linee, i
loro tracciati, i cambi di direzione, in breve il loro movimento non è originato dalla torsione di
questi corpi, ma dal sommarsi di pezzi lineari, di differente lunghezza, che vengono saldati
uno con l’altro in un processo che qualche volta è pianificato, ma che spesso nasce istintivamente al momento dall’immaginazione della forma. I punti di saldatura vengono levigati.
Questo evoca ogni volta l’apparenza di elementi organici articolati, che a sua volta sorregge il
carattere figurale dell’opera. La pesantezza fisica dell’acciaio massiccio è compensata. Nasce
una forma continuativa dalle proporzioni umane che si sviluppa in modo danzante nello spazio. Questa impressione di movimento provvisorio, fugace, viene rafforzata dal contatto, spesso in apparenza labile, con il suolo, un esempio di come Schad gioca sempre con gli antagonismi: stabile - labile, massa - linea, equilibrio fragile e la sua perdita…
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Lo scultore, le cui opere nascono in grandi acciaierie e, per via delle grandi dimensioni, a volte
anche nei cantieri navali, è sicuro di sé quando si tratta di mettere efficacemente in scena delle grandi sculture in vaste situazioni spaziali.
Le prestigiose opere di Schad comunicano spesso in esposizioni permanenti con architetture
rappresentative. Per esempio, la scultura “Courante” di quasi dieci metri di altezza, trenta
metri di lunghezza e dal peso di quaranta tonnellate, posizionata nella corte d’onore del
“Ministero delle Finanze a Berlino” (2001), si confronta in modo critico con la topografia del
luogo. La scarna costruzione in pietra calcarea arenaria ospitava una volta il “Ministero
dell’Aviazione del Reich” e, più tardi, la “Casa dei Ministeri” della Repubblica Democratica
Tedesca. Un altro luogo politico, che il nativo della Svevia commenta con le sue sculture, è la
sede del parlamento regionale del Baden-Württemberg a Stoccarda che egli allestì occupando
lo spazio alla fine degli anni Ottanta.
Un esempio insigne per gli allestimenti sacrali, oggigiorno divenuti rari, è la “Kreuz für
Fatima“ (Croce per Fatima) di 34 metri di altezza nata nel 2007 nel centro del luogo di pellegrinaggio portoghese dinnanzi alla quale si raccolgono quotidianamente migliaia di pellegrini.
Nel 2006, nella vicina Ratisbona, venne tesa al di sopra di una grande superficie d‘acqua la
“Regensburger Linie” (Linea di Ratisbona) sull’area della Fachhochschule (Istituto Superiore),
mentre il gruppo “Der Linie lang” (Lungo la linea), posizionato nel 2012 per la Clinica
Schwarzwald-Baar a Villingen-Schwenningen, risveglia delle associazioni sui destini dell’esistenza umana anche nelle loro situazioni di confine.
Robert Schad. Tanz IV. Scultura. Acciaio. Città.
Con questi ultimi tre termini, concisi e programmatici, abbiamo integrato nel 2014 a
Landshut il titolo del concetto di interpretazione evoluzionaria “Robert Schad. Tanz”, che viene messo in scena ex novo ogni volta in un contesto specifico in diversi luoghi europei. In
questo modo le monumentali sculture d’acciaio dai nomi fantastici, come “ZMORG”, “ELLERD” oppure “KENDER”, ogni volta ottengono nel contesto ambientale, spesso urbano, un
effetto del tutto diverso.
Nel parco del castello di Altshausen (Tanz_1), la residenza barocca della famiglia dei Duchi di
Württemberg, dove esse furono esaminate per la prima volta dal punto di vista della loro interazione con l’ambiente circostante, il dialogo tra scultura e spazio fu completamente diverso
rispetto a quello all’interno del parco scultoreo ad Heidelberg (Tanz_2) con il loro gioco tra
edifici storici e moderno parco paesaggistico. A Linz (Tanz_3), la capitale austriaca della cultura, le sculture in acciaio circondarono il così chiamato “Landhaus” (la sede del parlamento regionale dell’Alta Austria) e illustrarono così la tradizione rappresentativa di sculture in uno
spazio pubblico. Un altro luogo cruciale era la rocca del castello con le sue terrazze, l’area verde per gli abitanti di Linz, dove opere come “VARULL” divennero dei luoghi d’incontro.
Landshut (Tanz_4), la residenza della vecchia Baviera con la sua topografia storica dalla tuttora impressionante chiusura, fornì nel 2014/2015 il palcoscenico per le sculture monumentali
d’acciaio dello scultore.
Schad stesso disse nell’intervista con la Bayerischer Rundfunk (Radio Bavarese) che, in verità,
vede le sue sculture come ballerini temporanei che rappresentano per un anno una pièce teatrale su un palcoscenico che (…) gli viene messo a disposizione dalla città di Landshut.
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E così, sulle grandiose piazze del Tardo Medioevo, fu gettato un ponte tra il XV e il XXI secolo. Dopo lunghe riflessioni sul luogo di esposizione, le sculture furono inserite come “abitanti
a tempo determinato” nello spazio vitale dei cittadini, dove sarebbero dovute entrare a far
parte della nostra società cittadina. Robert Schad stesso espresse così il suo parere durante
un’intervista con la Bayerischer Rundfunk (Radio Bavarese): «Le mie sculture gettano dei ponti
tra lo storico e il contemporaneo e generano delle vedute attraverso e sulla città che il cittadino fino ad oggi forse non ha ancora visto e non ne era nemmeno abituato. Per questo è assolutamente normale che alcune persone abbiano paura di questa nuova definizione e del nuovo aspetto delle sculture (…) in questi luoghi familiari».
Nell‘allestimento delle opere a Landshut non vi erano delle barriere spaziali, nessun transennamento. Ovunque fu possibile, furono esposte nel bel mezzo del centro della società urbana
con l’intenzione di eliminare la distanza museale, riverente, tra osservatore e opera d’arte.
Un momento d’irritazione era intenzionale, anche per mettere in discussione delle abitudini
visive e per rendere così possibile uno sguardo più attento sull’opera e sul luogo.
Con tutte le precedenti riflessioni, dopo lo spettacolare posizionamento (che era dovuto alla topografia della città medievale) fummo sorpresi, e qualche volta sopraffatti, dalle forti reazioni
che “VARULL” e “KENDER”, “ZMORG” e “SYRIMM” provocavano, dimostrando, secondo il
verdetto di Einstein già postulato, quanto profondamente esse definivano lo spazio che le circondava, e con esso le persone che le incontravano per quasi un anno in molteplici occasioni.
Se ora, a Castel Pergine, “POKENT” e i suoi compagni si allungheranno verso il cielo, la danza
a Landshut sarà definitivamente storia. Siamo curiosi di vedere come proseguirà il viaggio…
Landshut, marzo 2015
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Tanz_5
Stefanje Weinmayr
Robert Schad und seinem Werk begegne ich seit vielen Jahren… Im öffentlichen Raum, natürlich! In musealen und Privatsammlungen. Ihm selbst dann erstmals 2006 auf einem
Symposium in Graz, das um das Leitmotiv ‚art in public space‘ kreiste.
Ich war beeindruckt von seiner physischen Präsenz und der tiefen inneren Kongruenz zwischen Schaffendem und Werk. Und glücklich, als sich nach Jahren endlich mit dem
Internationalen Skulpturenprojekt ‚Robert Schad. Tanz‘ die Gelegenheit bot, seine Werke
auch nach Landshut zu holen, eine Stadt mit großer Bildhauertradition, die seit 1998 im unterirdischen Skulpturenmuseum im Hofberg das Oeuvre des 1924 geborenen Bildhauers Fritz
Koenig bewahrt.
1953 in Ravensburg geboren, lebt und arbeitet Robert Schad in Larians, Frankreich und
Chamosinhos, Portugal, von wo aus er seine internationalen Ausstellungen und
Aufstellungen realisiert. Die künstlerische Genese des Bildhauers, die nicht erst mit dem
Studium an der Akademie der Bildenden Künste in Karlsruhe begann, entwickelte sich in unbeirrbarer Konsequenz. Es gibt in dieser Entwicklung keine Brüche, keine dramatische
Umkehr, nur wenige Nebenwege.
Robert Schad hat sich früh und absolut für Stahl als seinen skulpturalen Werkstoff entschieden. Stahl ist in der Geschichte ein relativ junger Werkstoff. Noch dazu einer, der in seinen
Anfängen für die Industrialisierung stand, für die Entwicklung einer Architektur, die jedes
menschliche Maß sprengte. Die bildende Kunst hat ihn erst spät, letztlich im Verlauf der Mitte
des 20. Jahrhunderts, als möglichen Werkstoff für sich entdeckt.
Die Wahl des Materials ist im Werk Robert Schads eine programmatische. Sie markiert den
Standort, die Zielsetzung und die bildnerische Vorstellung eines Künstlers, der heute als einer
der bedeutendsten europäischen Stahlbildhauer gelten darf.
Die (stählerne) Linie im Raum ist Schads wichtigstes bildnerisches Anliegen. Mit ihr inszeniert
er komplexe, oft monumentale Gebilde, die raumgreifend angelegt sind. Zuweilen ist es möglich und auch vom Bildhauer intendiert, dass der Betrachter zum Akteur wird, indem er das
Werk selbst betritt und es damit nicht nur visuell, sondern auch physisch erfährt. Die skulptural-zeichnerische Bewegung entfaltet sich in weitem Umgriff plastisch im Raum.
Nach den Überlegungen Albert Einsteins reagiert der Raum auf angesammelte Masse. Sie
strukturiert den Raum um sich herum. So relativiert sich auch der Raumbegriff: ändert sich die
Masse bzw. ihr Volumen, verändert sich auch die Raumstruktur.
Dieses Volumen wird in den konstruktivistischen Raumzeichnungen Robert Schads bis zum
Äußersten zurückgenommen. Dennoch bestimmen sie, dem einsteinschen Verdikt entsprechend, nachdrücklich den sie umgebenden Raum.
Robert Schad erschafft seine ‚Raumzeichnungen‘ aus massivem Vierkantstahl. Ihre Linien,
Strecken, Richtungswechsel, kurz: ihre entschiedene Bewegtheit entsteht nicht durch das
Biegen dieser Körper, sondern aus der Addition unterschiedlich langer, gerader Teile, die in einem Prozess einmal geplanter, oft aber instinktiv dem Augenblick geschuldeter
Formvorstellung miteinander verschweißt werden. Die Schweißstellen werden verschliffen.
Dies evoziert immer wieder den Anschein organischer gelenkartiger Elemente, was wiederum
den figuralen Charakter des Werkes stützt. Die physische Schwere des massiven Stahls ist aufgehoben. Es entsteht eine Verlaufsform mit menschlichen Proportionen, die sich tänzerisch im
Raum entwickelt. Dieser Eindruck vorläufiger, flüchtiger Bewegung wird durch die oft labil
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erscheinende Bodenberührung verstärkt – ein Beispiel dafür, wie Schad immer wieder mit
Antagonismen spielt: stabil – labil, Masse – Linie, fragile Balance – und deren Verlust…
Der Bildhauer, dessen Werke in großen Stahlfabriken und aufgrund ihrer Formate auch schon
mal in Schiffswerften entstehen, ist souverän, wenn es darum geht, in weit angelegten räumlichen Situationen Großskulpturen wirksam zu inszenieren.
Prominente Werke Schads korrespondieren häufig in dauerhaften Inszenierungen mit repräsentativer Architektur. Die annähernd zehn Meter hohe, dreißig Meter lange und vierzig
Tonnen schwere Skulptur ‚Courante’ im Ehrenhof des ‚Bundesministerium der Finanzen’ in
Berlin (2001) etwa setzt sich kritisch mit der Topografie des Ortes auseinander: Der nüchterne
Kalksandsteinbau beherbergte einst Hitlers ‚Reichsluftfahrtministerium’ und später das ‚Haus
der Ministerien’ der DDR. Ein anderer politischer Ort, den der gebürtige Schwabe mit seinen
Skulpturen kommentiert, ist das Baden-Württembergische Landtagsgebäude in Stuttgart, das
er Mitte der Achtziger Jahre raumgreifend gestaltete.
Ein prominentes Beispiel für heute rar gewordene sakrale Aufstellungen ist das 2007 entstandene 34 Meter hohe ‚Kreuz für Fatima’ im Zentrum der portugiesischen Wallfahrtsstätte, vor
dem sich täglich tausende Pilger versammeln.
Im benachbarten Regensburg wurde die ‚Regensburger Linie’ auf dem Gelände der
Fachhochschule 2006 über eine große Wasserfläche gespannt, während die 2012 aufgestellte
Gruppe ‚Der Linie lang’ für die Schwarzwald-Baar Klinik Villingen-Schwenningen
Assoziationen zu den Schicksalsläufen menschlicher Existenz auch in ihren Grenzsituationen
weckt.
Robert Schad. Tanz IV. Skulptur. Stahl. Stadt.
Mit den letzteren drei programmatisch knappen Begriffen ergänzten wir 2014 in Landshut den
Titel des evolutionär angelegten Konzepts ‚Robert Schad. Tanz‘, das in verschiedenen europäischen Orten immer wieder neu im jeweils spezifischen Kontext inszeniert wird. Dabei erzielen
die monumentalen Stahlplastiken mit phantastischen Namen wie ZMORG, ELLERD oder KENDER im gewachsenen, meist urbanen Kontext stets von Neuem eine gänzlich andere Wirkung.
Im Schlosspark von Altshausen (Tanz_1), dem barocken Stammsitz der herzoglichen Familie
Württemberg, in dem sie erstmals auf ihre Wechselwirkung mit ihrem Umfeld untersucht
wurden, war der Dialog Skulptur–Raum ein gänzlich anderer als im Skulpturenpark
Heidelberg (Tanz_2) mit seinem Wechselspiel aus historischen Gebäuden und modernem
Landschaftspark. In Linz (Tanz_3), der österreichischen Kulturhauptstadt, umstanden die
Stahl skulpturen das sogenannte Landhaus, den Sitz des oberösterreichischen
Landesparlaments und illustrierten damit die repräsentative Tradition von Bildwerken im öffentlichen Raum. Ein anderer Schwerpunkt dort war der Schlossberg mit seinen Terrassen als
innerstädtisches Naherholungsgebiet der Linzer, wo Werke wie VARULL zu Treffpunkten wurden.
Landshut (Tanz_4), die altbayerische Residenzstadt mit ihrer immer noch bestechend geschlossenen historischen Topographie war 2014/2015 die Bühne der monumentalen Stahlskulpturen von der Hand des Bildhauers.
Schad selbst sagte im Interview mit dem Bayerischen Rundfunk, er sehe seine Skulpturen ei-
28
gentlich als temporäre Tänzer, die ein Jahr lang ein Theaterstück auf einer Bühne aufführen,
die (…) ihnen von der Stadt Landshut gestellt wird.
Und so wurde auf den großzügigen spätmittelalterlichen Straßenplätzen eine Brücke zwischen dem 15. und dem 21. Jahrhundert geschlagen. In langen Standortüberlegungen wurden die Skulpturen als ‚Bewohner auf Zeit’ in den Lebensraum der Bürger hineingeholt, wo
sie Teil unserer Stadtgesellschaft werden sollten. Robert Schad selbst meinte dazu in einem
Interview mit dem bayerische Rundfunk: „Meine Skulpturen schlagen Brücken zwischen
Historischem und Zeitgenössischem und schaffen Durch- und Einblicke auf die Stadt, die der
Bürger so vielleicht bisher noch nicht gesehen hat und so auch nicht gewohnt ist. Deshalb ist
es ganz normal, dass einige Leute Angst vor dieser neuen Definition und dem neuen
Erscheinungsbild der Skulpturen (...) an diesen vertrauten Orten haben“.
Es gab in der Landshuter Inszenierung der Werke keine räumlichen Barrieren, keine
Absperrungen. Wo immer es ging, wurden sie mitten hineingestellt ins Zentrum der
Stadtgesellschaft in der Absicht, den musealen, ehrfurchtsvollen Abstand zwischen Betrachter
und Kunstwerk aufzulösen.
Ein Moment der Irritation war dabei intendiert, schon um Sehgewohnheiten in Frage zu stellen und damit einen aufmerksameren Blick auf das Werk wie den Ort zu ermöglichen.
Bei allen vorangegangenen Überlegungen waren wir nach der spektakulären Aufstellung (die
der Topographie der mittelalterlichen Stadt geschuldet war) doch überrascht, gelegentlich
überwältigt von den starken Reaktionen, die VARULL und KENDER, ZMORG und SYRIMM
hervorriefen und damit bewiesen, wie nachdrücklich sie, dem schon postulierten Verdikt
Einsteins entsprechend, den sie umgebenden Raum bestimmten – und damit die Menschen,
die ihnen über nahezu ein Jahr auf vielfältige Weise begegneten.
Wenn sich nun für ein Jahr POKENT und seine Gefährten in Castel Pergine in den Trentiner
Himmel recken, ist der ‚Landshuter Tanz‘ endgültig Geschichte. Wir sind gespannt, wie die
Reise weiter geht…
Landshut, im März 2015
29
31
opere
SYRIMM, 2013
34
36
37
BALUG, 2012
38
39
40
41
42
43
VOLOK, 2015
44
45
FONKE, 2015
46
47
48
49
PYERS, 2015
50
51
SIRNONES, 2015
52
53
54
55
DERGEL, 2015
56
57
TARRAK, 2002
58
59
60
61
HADDER, 2013
62
63
64
65
TAUK, 1998
66
67
69
70
71
POKENT, 2012
72
73
74
75
SNOPIOT, 2015
76
77
FUHL, 2009
78
80
81
SUBIRAT, 2011
82
83
85
Disegno, 2015
86
Disegno, 2015
87
Disegno, 2015
88
Disegno, 2015
89
90
91
SUSSE, 2001
92
HANSK, 2014
GENNES, 2002
93
94
FILLIM, 2009
95
SYMISTRONAN, 2005
96
97
98
SUBIRAS, 2012
99
101
Elenco delle opere
altezza x larghezza x profondità cm
Parcheggio Pian dela Panizza
01
SUBIRAT
pag.
82
2011
accaio 100 mm
164
x 1127
x
271
156
Tra le due mura
02
TAUK
pag.
66
1998
acciaio 100 mm
445
x
230
x
03
POKENT
pag.
72
2012
acciaio100 mm
265
x
238
x
14
04
DERGEL
pag.
56
2015
acciaio 100 mm
237
x
36
x
39
05
SIRNONES
pag.
52
2015
acciaio 100 mm
123
x
226
x
74
06
HADDER
pag.
62
2013
acciaio 100 mm
304
x
111
x
82
07
PYERS
pag.
50
2015
acciaio 100 mm
206
x
95
x
43
08
TARRAK
pag.
58
2002
acciaio 100 mm
270
x
420
x
410
320
09
SYRIMM
pag.
34
2013
acciaio 100 mm
700
x
180
x
10
FONKE
pag.
46
2015
acciaio 100 mm
123
x
155
x
46
11
BALUG
pag.
38
2012
acciaio 100 mm
278
x
151
x
98
12
VOLOK
pag.
44
2015
acciaio 100 mm
364
x
398
x
46
pag.
76
2015
acciaio 100 mm
37
x
558
x
251
pag.
78
2009
acciaio 60 mm
537
x
133
x
105
Prima della Torre Madonna
13
SNOPIOT
Davanti al Palazzo
14
FUHL
Sala delle Armi
15
SYMISTRONAN
pag.
96
2005
acciaio 45 mm
77
x
117
x
28
16
FILLIM
pag.
95
2009
acciaio 45 mm
72
x
109
x
33
x
21
17
SUSSE
pag.
92
2001
acciaio 45 mm
18
Disegno
pag.
86
2015
lacca su lamiera
55
x
33
88,3
x
125
19
Disegno
pag.
87
2015
lacca su lamiera
88,3
x
125
20
Disegno
pag.
88
2015
lacca su lamiera
88,3
x
125
21
Disegno
pag.
89
2015
lacca su lamiera
88,3
x
125
Prigione della Goccia
22
SUBIRAS
pag.
99
2012
acciaio 45 mm
55
x
323
x
80
23
GENNES
pag.
93
2002
acciaio 45 mm
38
x
47
x
17
pag.
92
2014
acciaio 45 mm
61
x
34
x
26
Sala del Trono
24
103
HANSK
Montaggio del 31 marzo e 1 aprile 2015
105
106
107
108
109
110
111
112
113
114
115
Esposizioni Ausstellungen
Esposizioni personali Einzelausstellungen
118
2015
Pergine Valsugana, Castel Pergine, Gravità sospesa - Leichte Schwere (Tanz_5)
Neumarkt i.d.Opf., Museum Lothar Fischer
Heilbronn, Städtische Museen
Feldberg / Falkau, EAC Galerie (mit Werner Pokorny)
Landshut, Stadtraum, Tanz_4. Skulptur. Stahl. Stadt.
Karlsruhe, Art’Karlsruhe (one-man-show mit Galerie Nothelfer, Berlin)
Remagen, Werkhallen Obermann/Burkhardt
2014
Zürich, Arthobler Gallery
Landshut, Stadtraum, Tanz_4. Skulptur. Stahl. Stadt.
Landshut, LA Projects
Konstanz, Galerie Geiger
Iserlohn, Kunstverein Villa Wessel
2013
Karlsruhe, Art’Karlsruhe (one-man-show mit Galerie Nothelfer, Berlin)
Linz (A), Stadtraum, Tanz_3
Paris, Galerie Linz
2012
Mannheim, Galerie Peter Zimmermann
Heidelberg, Skulpturenpark (Tanz_2)
Grünstadt-Sausenheim, Kunstkabinett im Turm
Wien, Artmark Galerie
Berlin, Galerie Nothelfer
2011
Johannisburg, Seippel Gallery
Karlsruhe, Art’Karlsruhe mit Galerie Friese Stuttgart (one-man-show)
Stuttgart, Galerie Friese
Paris, Galerie Linz
Altshausen, Marktplatz (Tanz_1)
Weil am Rhein, Galerie Stahlberger (mit Károly Klimó)
2010
Sydney, Conny Dietzschold Gallery
Goslar, Mönchehaus Museum Goslar
Český Krumlov, Egon Schiele Art Centrum
Appenzell, Kunsthalle Ziegelhütte
Esslingen, Kreissparkasse
Besançon, Galerie Jean Greset (mit Harald Schmitz-Schmelzer)
2009
Frankfurt, Dommuseum
Reutlingen, Kunstverein
Offenburg, Städtische Galerie
2008
Köln, Galerie Ralf Seippel
Mannheim, Galerie Peter Zimmermann
Saarbrücken, Galerie St. Johann
Freiburg, Galerie Artopoi und Architekturforum Freiburg (mit J. Trimpin & H. Bachem)
119
2007
Krems, Factory/Kunsthalle
Paris, ART PARIS 2007 mit Galerie Georg Nothelfer (one-man-show)
Wien, Artmark Galerie
Porto, Galeria Quadrado Azul
Schorndorf, Kulturforum
Frankfurt, Ausstellungshalle 1A (mit Joseph Heer)
2006
Palma de Mallorca, Galeria Joanna Kunstmann
Stuttgart, Galerie manus presse
Berlin, Galerie Georg Nothelfer
Prag, Národní Galerie v Praze/Nationalgalerie
2005
Hamburg, Galerie Peter Borchardt
Koblenz, Ludwig Museum
Budapest, Kiscelli Múzeum
2004
Deurle, Grusenmeyer Art Gallery
Frankfurt, ART Frankfurt mit Galerie Zimmermann (one-man-show)
Mammern, Kunst Mammern
Larians, Le Parc de Sculptures
Bad Schussenried, Parkanlagen des Neuen Klosters
Leonberg, Galerieverein
Porto, Fundação Resende
2003
Kaiserslautern, Pfalzgalerie
Mülheim/Ruhr, Städtisches Museum »Alte Post«
Berlin, Galerie Georg Nothelfer
Lehnin, Skulpturengarten am Klostersee
Hannover, »Forum Kultur« der Sparkasse
Marl, Skulpturenmuseum Glaskasten im Stadtpark
Singen, Städtisches Kunstmuseum
2002
Weingarten, Katholische Akademie
Brno, Dům umění města - Haus der Kunst
Ahlen, Kunstmuseum
Paris, FIAC Paris mit Galerie Georg Nothelfer (one-man-show)
Coesfeld, Kunstverein Münsterland
Delmenhorst, Städtische Galerie »Haus Coburg«
2001
Héricourt, Musée Minal, Château, Parc du C.R.F.E. Bretegnier
Neuss, Kulturforum »Alte Post«
Freiburg, Museum für Neue Kunst
2000
Köln, »Köln Skulptur«, ART Cologne 2000 mit den Galerien Löhrl
und manus presse (one-man show)
120
1999
Karlsruhe, Badischer Kunstverein
Mönchengladbach, Galerie Löhrl am Abteiberg
Łódz, Muzeum Sztuki
Łódz, Rezydencja Ksiezy Mlyn
Budapest, Mücsarnok Kunsthalle
1998
Göppingen, Städtische Galerie
Heilbronn, Galerie Manfred Rieker
1997
Rio de Janeiro, Paço Imperial
Porto, Fundação de Serralves
Porto, Galeria Quadrado Azul
Lisboa, Centro de Arte Moderna CAM, José de Azeredo Perdigão/Fundação
Calouste Gulbenkian
Bolzano, Museion
Bremen, Galerie Rolf Ohse
1996
Unna, Kunstverein
Basel-Riehen, Galerie Irena Kain
Hannover, Galerie Claudia Böer
São Paulo, MuBE, Museu Brasileiro da Escultura
Belo Horizonte, Centro Cultural da Universidade Federal
de Minas Gerais UFMG
1995
Stuttgart, Galerie manus presse
Budapest, Fészek Galéria und Goethe-Institut (mit Károly Klimó)
1994
Braunschweig, Kunstverein
Pforzheim, Kunstverein Pforzheim im Reuchlinhaus
München, Galerie Beatrice Wassermann
1993
Wilhelmshaven, Kunsthalle
Ravensburg, Städtische Galerie »Altes Theater«
Mannheim, Städtische Kunsthalle
Marl, Skulpturenmuseum Glaskasten
Essen, Galerie Heimeshoff/Jochen Krüper
1992
Köln, Wassermann Galerie
Würzburg, Kunstverein Würzburg
Mulhouse, Musée des Beaux-Arts
Wolfsburg, Städtische Galerie
1991
Heidelberg, Kunstverein Heidelberg
Dortmund, Museum am Ostwall
Heidelberg, Galerie Terbrüggen
Neu-Ulm, Edwin-Scharff-Haus
São Paulo, XXI. Bienal de São Paulo (one-man show)
121
1990
Arnsberg, Kunstverein
Duisburg, Wilhelm-Lehmbruck-Museum
Ehingen, Schloss Mochental
Antwerpen, ADO Gallery
Mönchengladbach, Galerie Schröder
1989
Karlruhe, Staatliche Kunsthalle
Rottweil, Forum Kunst
1988
Reutlingen, Hans-Thoma-Gesellschaft/Kunstverein
Bregenz, Künstlerhaus Palais Thurn+Taxis
Bochum, Kunstverein Bochum
1987
Coimbra, Museu Nacional de Machado de Castro
Porto, Museu Nacional de Soares dos Reis
Porto, Palácio da Bolsa do Porto
Madrid, Centro Cultural de la Villa de Madrid
Barcelona, Galeria Thomas Carstens, Barcelona
Friedrichshafen, Städtisches Bodensee-Museum
1986
Freiburg, Art Club + Kunstforum
Freiburg, Kunstverein Freiburg
Nordhorn, Städtische Galerie Nordhorn
Barcelona, Fundació Joan Miró
Wolfsburg, Städtische Galerie
Lisboa, Fundação Calouste Gulbenkian
1985
Berlin, Förtsch Galerie
Schwäbisch Hall, Städtische Galerie »Am Markt«
Ludwigshafen, Kunstverein Ludwigshafen am Rhein
1984
Stuttgart, Galerie Brigitte March
Ravensburg, Städtische Galerie »Altes Theater«
Hugstetten, Galerie Regio
Karlsruhe, Galerie Hilbur
Fellbach, Städtische Galerie
1983
Lisboa, Galeria Quadrum
Lisboa, Goethe-Institut (mit Túlia Saldanha)
Karlsruhe, Staatliche Akademie der Bildenden Künste
1982
Karlsruhe, Galerie Drei 5
1981
Coimbra (P), Centro Cultural »Edificio Chiado« (mit Túlia Saldanha)
Opere in spazi pubblici
Skulpturen im öffentlichen Raum
122
2014
Stadt Hanau
2013
Enzkreis Klinikum Neuenbürg
2012
Stadt Altshausen
Reutlingen, Kreissparkasse
Heidelberg, Carl Lamy GmbH
Villingen-Schwenningen, Schwarzwald-Baar Klinikum
2011
Singen, Nestlé Product Technology Center, PTC
Kloster Maulbronn, Skulpturenweg
Mahlberg, Katholische Kirche St. Leopold
2010
Freiburg, MEZ/Coats Areal
2009
Stadt Bad Schussenried
Stadt Göppingen
Stadt Schorndorf
2008
St. Wendel, „Strasse des Friedens“
Amiens, „La Madeleine“
2007
Santuário de Fátima
2006
Regensburg, Fachhochschule
2005
Bremen, Firma Saacke GmbH
2003
Sylt, Sylt-Quelle Rantum
Stadt Besançon
2002
Stadt Weingarten
2001
Laupheim, Kreissparkasse
Berlin, Bundesministerium für Finanzen
Karlsruhe, Landratsamt
Filderstadt/Bernhausen, S-Bahn-Station
2000
Fellbach, Maria-Regina-Kirche
Ostfildern, Kreiskrankenhaus Ruit
1999
Stadt Saarbrücken
Memmingen, Finanzamt
1998
Stadt Bremen
1997
Ehningen, Landesgirokasse
1996
Freiburg, Polizeirevier Nord
Hannover, Kreissparkasse
Stadt Belo Horizonte
1995
Marbach, Deutsches Literaturarchiv und Schillermuseum
Stadt Singen
1994
Weilimdorf, Schitag Stuttgart
Freiburg i.Br., Institut für Mikrobiologie der Universität Freiburg
1993
Stadt Ravensburg
Mannheim, Südwest LB
1992
Kathmandu (Nepal), Deutsche Botschaft
Moskwa, Deutsche Botschaft
Stadt Badenweiler
Stadt Neu-Ulm
Stadt Wolfsburg
Stadt Mülheim/Ruhr
1990
Karlsruhe, Forschungszentrum
1987
Stuttgart, Landtag Baden-Württemberg
1986
Stadt Nordhorn
1985
Freiburg, Museum für Neue Kunst
1983
Karlsruhe, Institut für Meteorologie und Klimaforschung
im Forschungszentrum
1980/82 Karlsruhe, Universität
123
Biografia
Biographie
1953
Nasce a Ravensburg in Germania
1953
Geboren in Ravensburg
1974-80
Studio di Arte all’Accademia di Belle Arti
a Karlsruhe / Germania
1974-80
Kunststudium an der Staatlichen Akademie
der Bildenden Künste, Karlsruhe
1980
Matrimonio con la musicista Erika Stauss
1980
Heirat mit der Musikerin Erika Stauss
1980-81
Stipendio del DAAD per un soggiorno
di lavoro alla Escola Superior de Belas Artes,
Porto (ESBAP), Portugal
1980-81
Stipendium des DAAD für einen
Arbeitsaufenthalt an der Escola Superior
de Belas Artes, Porto (ESBAP), Portugal
1982
Premio di disegno della III Biennale di Arte
Moderna, Vila Nova de Cerveira, Portugal
1982
1984
Borsa di Studio della Kunststiftung
Baden-Württemberg
Preis für Zeichnung der III. Biennale für
Zeigenössische Kunst, Vila Nova de Cerveira,
Portugal
1984
Stipendium der Kunststiftung BadenWürttemberg
1985
Förderpreis der Stadt Wolfsburg
1986
Förderpreis der Städte Ravensburg und
Weingarten
1985
Borsa di Studio della città di Wolfsburg
1986
Borsa di Studio delle città di Ravensburg
e Weingarten
Premio d’Arte della città di Nordhorn
Kunstpreis der Stadt Nordhorn
“1. Mencio” nello XXV. Premio Internazionale
per il Disegno “Joan Miró”, Barcelona
1987
Borsa di Lavoro del E.V., Bonn
1988
Borsa di Studio della Cité Internationale
des Arts, Paris
1989
1989-90
Grande premio della II Biennale
Internazionale per la Scultura Obidos,
Portugal
Borsa di Wilhelm-Lehmbruck della città
di Duisburg
»1. Mencio« im XXV. Internationalen Preis
für Zeichnung »Joan Miró«, Barcelona
1987
Arbeitsstipendium des Kunstfonds E.V., Bonn
1988
Stipendium der Cité Internationale des Arts,
Paris
1989
Grosser Preis der II. Internationalen Biennale
für Bildhauerei Obidos, Portugal
1989-90
Wilhelm-Lehmbruck-Stipendium der Stadt
Duisburg
Professorato per la Scultura all’Accademia
di Belle Arti a Stoccarda
Gastprofessur für Bildhauerei an der Staatlichen
Akademie der Bildenden Künste, Stuttgart
1992
Borsa di progetto “Werk statt Schloss”
della città di Wolfsburg
1992
Projektstipendium »Werk statt Schloss«
der Stadt Wolfsburg
2003
Apertura del “Parc de Sculpture de Larians”
2003
Eröffnung des »Parc de Sculpture de Larians«
2007
Soggiorno di lavoro nella Fondazione Mark di
Suvero “La Vie des Formes” a Chalon sur Saône
2007
Arbeitsaufenthalt in »La Vie des Formes« Stiftung Mark di Suvero, Chalon sur Saône
Vive a Larians, Francia e a Chamosinhos,
Portogallo
125
Lebt in Larians, Frankreich und Chamosinhos,
Portugal
Castel Pergine ringrazia:
Provincia Autonoma di Trento
Dipartimento Cultura
Regione Autonoma Trentino -Alto Adige
Autonome Region Trentino -Südtirol
Region Autonóma Trentin-Südtirol
Comune di Pergine Valsugana
A
C A S T E L P E R G I N E SC U L T U R A
S
lavorazione
artigianale del ferro
frisanco bruno
e C. s.n.c.
ARTI GRAFICHE | EDIZIONI
Le grandi mostre
nel Castello di Pergine
1991
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
Fabrizio Plessi
Davide Scarabelli
Toni Benetton
Giorgio Celiberti
Riccardo Licata
Carlo Lorenzetti
Mauro Staccioli
Francesco Somaini
Pino Castagna
Michael Deiml
Eduard Habicher
Piera Legnaghi
Romano Abate
Annamaria Gelmi
Nane Zavagno
Santorossi
Mirta Carroli
Carlo Ciussi
Graziano Pompili
Riccardo Cordero
Klaus Prior
Paolo Bellini
Robert Schad
CASTEL PERGINE
stagione estiva 2015
2 aprile - 9 novembre
euro 20,00