Brevi biografie

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Brevi biografie
Brevi biografie
dei Frati francescani defunti appartenenti
alla Provincia Tridentina di s. Vigilio
1643-2010
a cura di P. Remo Stenico
Trento, primo gennaio 2010
Nel frontespizio miniatura dalla “Pergamena magica”, inizio sec. XV, Trento BSB Ms 417.
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Prefazione
Per offrire uno strumento rapido di consultazione sulla vita dei nostri Frati defunti
dalla fondazione della Provincia tridentina di s. Vigilio avvenuta nel 1643, ho pensato di
riprodurre interamente o di condensare le notizie che ci offrono gli scritti lasciatici dai
Frati del passato, sotto forma di monografie o di cronache relative a questo oggetto. Per
avere notizie più ampie, soprattutto dopo il Settecento, si deve ricorrere agli originali.
Le fonti principali sono:
Dal 1643 al 1772: Cassina Girolamo OFM (1698-1774), Memorie istoriche intorno
a Frati di questa nostra Francescana Riformata Provincia di s. Vigilio di Trento, quali
dopo la di lei fondazione, seguita il dì 27 agosto 1643, sino al presente, son morti,
Trento, Archivio Curia Provinciale Frati Minori (ACPFM) MS 62, pp. 228;
in copia dattiloscritta, Trento, Biblioteca San Bernardino (BSB) MS 368, pp. 286,
indici pp. 31.
Dal 1714 al 1772: Cassina Girolamo OFM, Catalogo di tutti i Religiosi di questa
nostra Riformata Provincia di s. Vigilio cominciando dal giorno del mio ingresso
seguito il 31 luglio 1714, in cui contavansi sacerdoti 99: chierici 17: Laici 51: novizzi,
che poi fecero professione 4: Terziari 11, in tutto Frati 182, continuata fino al 1797,
Trento BSB, MS 154, pp. 55; 57-95.
Dal 1643 al 1805: [Cassina Girolamo OFM], Catalogo di tutti li Frati vestiti per
chierici in questa nostra Riformata Provincia di s. Vigilio incominciando dall’anno
1643 in cui fu eretta e divisa dalla Riformata Provincia di s. Antonio di Venezia, Trento
BSB, MS 367, pp. 63; Cattalogo di tutti li nostri Fratelli Laici vestiti dopo la divisione,
pp. 85-107; 109-1157.
Dal 1643 al 1806: Tovazzi Giangrisostomo OFM (1731-1806), Fratologio
Vigiliano cioè catalogo di tutt'i Frati Francescani antichi e moderni della Riformata
Provincia trentina di San Vigilio eretta nell'anno 1643. Trento 1757, BSB MS 71, pp.
165.
Dal 1221 al 1906: Morizzo P Marco OFM (1849-1915), I Francescani nel Trentino.
Opera compilata sulle cronache della Riformata Provincia di San Vigilio, voll. I-IV,
Trento, ACPFM MS 227-230 e in fotocopia BSB MS 755-758: Volume I (1210-1719),
pp. 462; vol. II (1720-1774), pp. 364; vol. III (1775-1858), pp. 758; vol. IV (18591906), pp. 4831.
Dal 1907 al 1952: Guardia P. Fulgenzio OFM (1871-1954), I Francescani nel
Trentino, vol. V, pp. 487 (1907-1922); vol. VI, pp. 379 (1923-1931); vol. VII, pp. 363
(1932-1937); vol. VIII, pp. 376 (1938-1944); vol. IX: pp. 313 (1945-1952). Le pagine
314-352 del vol. IX, come pure le pagine 125 del vol. X, (1954-1957), cronaca
continuata dal P. Cristoforo Endrizzi OFM, e parte dal P. Emilio Caldera (1957-1960),
Trento ACPFM MS 231-235b2.
Dal 1961 in poi: AA.VV. Cronache annuali dei singoli conventi. La cronaca
provinciale dal titolo "I Francescani nel Trentino", non è stata continuata. Però
nell'Archivio della Curia Provinciale dei Frati Minori di s. Vigilio (ACPFM) sono
conservate le cronache annuali dei singoli conventi.
1
La Biblioteca San Bernardino ne possiede anche il microfilm positivo, mentre quello negativo è in
ACPFM,
2
La Biblioteca San Bernardino ne possiede anche il microfilm positivo, mentre quello negativo è in
ACPFM,
3
NB. La professione dei voti solenni avveniva alla fine dell'anno del noviziato. Con
la Costituzione Ad universalis Ecclesiae datata 7 febbraio 1862, Pio IX imponeva dopo
il noviziato un periodo di professione temporanea di almeno tre anni ad validitatem
della professione solenne in tutti gli Ordini religiosi maschili nei quali si emettono i voti
solenni3.
Nel Capitolo provinciale del 1972 venne espresso da molti il desiderio di poter
riassumere il proprio nome di battesimo. Con lettera del 12 ottobre 1972 il padre
Provinciale fissava il termine di presentazione, della domanda relativa, al 28 febbraio
1973. La comunicazione dell'avvenuto cambiamento porta la data 2 marzo 1973; in essa
vengono riportati i nomi dei frati che hanno ripreso il nome di battesimo. Su 259 frati
trentini, 55 chiesero di poter riassumere il nome di battesimo4. Il cambiamento verrà
segnalato. Tutti però debbono firmarsi con il cognome e nome di battesimo negli atti
ufficiali civili.
Nell’Appendice è stato aggiunto anche l’elenco dei Frati Minori nati nel Trentino,
ma incorporati in altre Province francescane.
Perché nacquero i necrologi?
Il Padre s. Francesco raccomanda ai suoi frati di pregare per i defunti. Tenendo
presente questa raccomandazione, il Ministro Generale dell'Ordine P. Gaetano Politi di
Laurino, negli anni 1740-1744 aveva ordinato che in tutte le Province fosse compilato il
Necrologio per ricordare ai Frati viventi il nome dei confratelli per ricordarli con il
suffragio. Questa sollecitazione fu accolta anche nella nostra Provincia. Il P. Tovazzi
già nel 1757 aveva iniziato il suo catalogo di tutti i frati appartenenti alla Provincia
trentina di s. Vigilio, con le date sull'ingresso nell'Ordine, sulla professione dei voti, e
sulla eventuale morte aggiornato fino alla sua morte avvenuta il 5 marzo 1806, che egli
titolò "Fratologio vigiliano", ricordato sopra. Il P. Gerolamo Cassina compilò un testo
con notizie più ampie sui Frati dalla fondazione della Provincia di s. Vigilio avvenuta
nel 1643 fino alla sua morte (1774); dall'opera del Tovazzi e da queste brevi biografie,
si ricavò il "Necrologio", composto da succinte notizie anagrafiche, che si leggono dopo
il pasto della cena, per ricordare nella s. Messa del giorno seguente i nostri confratelli
defunti.
Il Cassina motiva il suo lavoro come segue:
"Avendo già da molti anni scuoperto ed osservato, quanto scarsamente sieno state
radunate e registrate per il passato le memorie spettanti a Religiosi defonti di questa
nostra Riformata Provincia, ho stimato bene con maggiore diligenza raccorle e
registrarle, non solamente quanto al di loro nome, cognome e patria, ma innoltre, per
quanto mi è riuscito, anche quanto agli uffizi e cariche possedute per il corso della loro
vita. De' Frati morti dopo il mio ingresso in provincia seguito in Cles il dì 31 Luglio
1714 mi è riuscito di radunare non poche memorie, ma de' premorti al detto mio
ingresso, e specialmente de' vestiti nella Riformata Provincia di s. Antonio di Venezia,
ma poi rimasti e morti in questa nostra di s. Vigilio, non mi e riuscito di tanto ricavare.
Mi giova tuttavia sperare, che il raccolto di quelli e registrato in questo Libro, potrà
servire a nostri posteri affine abbiano almeno una sufficiente notizia de' loro antepassati
Religiosi fratelli.
3
Con decreto Perpensis del 3 maggio 1902 la Sacra Congregazione dei Vescovi e dei Regolari estendeva
questo provvedimento a tutti gli Ordini femminili.
4
Acta Provinciae tridentinae s. Vigilii Ordinis Fratrum Minorum, 29 (1973) 19.
4
Le presenti memorie sono state da me con non poca fatica raccolte, parte da’ Libri
ed atti della nostra Provincia, e da quella di Venezia, parte da relazione e tradizione de'
Frati antichi, e parte dalle asserzioni e note da me fatte. Ed ho procurato di stenderle con
religiosa ingenuità, e schiettezza, riuscendo d’ordinario il rapporto di tali cose più
gradito, quanto più egli è semplice e sincero. Non rechi poi meraviglia, se di molti Frati
si scorgeranno notizie alquanto ampie, e di altri non poco ristrette, essendo ciò avvenuto
dalla maggior o minor qualità da quelli possedute, e da Ministeri e d’impieghi da
medesimi sostenuti. Pria la santa predicazione esercitata da nostri Prati massimamente
dopo il sopraccennato mio ingresso in Religione, se ne darà separatamente, per isfugire
la noia, in altro registro una distesa nota. Gradiscano i miei Religiosi fratelli, come
umilmente li supplico, questa mia qualunque povera fatica, e compatiscano le molte mie
mancanze e difetti. E per mera carità, leggendo queste memorie, si degnino
raccomandarmi all'A1tissimo Dio per una buona morte, ed un breve purgatorio. Amen".
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CAPITOLO I
Dall'opera del P. Gerolamo Cassina5
(Pagina 1. //) Cominciando dopo il primo nostro Capitolo celebrato in Roveredo6 il
dì 27 agosto 1643 in cui fu pubblicato il primo Ministro di questa Provincia di s. Vigilio
il M.R.P. Ludovico Gardumi di Arco.
1. Frat'Antonio da Castagné di casa Chiocco7, vestito 1605 per laico nella
Custodia di s. Antonio di Venezia de' Minori Riformati e morto il primo dopo la
fondazione di questa Provincia, seguita appunto nel sopradetto Capitolo 27 agosto 1643.
Fu laico di vita esemplare, e di gran carità verso de' poveri; e passò al Signore in Borgo
8 novembre 1643.
1644 Nella prima Congregazione intermedia fatta in Roveredo 22 settembre.
2. Frat'Alessio da Tuenno8, Federico Arnoldi, battezzato 23 febbraro 1620,
vestito per chierico 18 settembre 1639, è morto chierico Diacono in Trento aprile 1645.
Ebbe un fratello chiamato Arnoldo Arnoldi, figlio di Pompeo Arnoldi da Tuenno,
battezzato 25 marzo 1613, vestito per chierico col nome di Frat'Alessio presso de'
Riformati di s. Antonio in Ceneda nel maggio 1632, ove poi anche fece la professione,
ed indi fu mandato allo studio di Conegliano. Poi morì chierico in Trento il dì 17
gennaro 1636; questo dicevasi Alessio primo e l'altro Alessio secondo.
3. Fra Giuseppe d'Arco, Ogniben Gardumi, battezzato 13 febbraro 1595,
vestito... Laico infermiere, è morto in Arco giugno 1645.
4. Fra Valentino da Val di Ledro9, vestito 20 maggio 1638 per laico. Rimasto nella
nostra Provincia morì in Trento, agosto 1645.
1645. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Roveredo 31 ottobre.
5. Fra Giovanni di Borgogna, Terziario, rimasto nella nostra Provincia, di santa
vita, passò al Signore in Trento, febbraro 1646.
1646. Dal secondo Capitolo provinciale celebrato in Arco il dì 28 settembre 1646, in
cui fu eletto Ministro il M.R.P. Agostino Barisella da Tuenno.
5
Tra parentesi è segnato l'inizio delle singole pagine del manoscritto. Per la trascrizione dello scritto
del P. Cassina ho rispettato quasi sempre anche la grafia e l'impianto dell'autore. Le note a piè pagina
sono del trascrittore.
6
Il Cassina usa sempre questa forma al posto di Rovereto: in questo caso non siamo intervenuti a
normalizzare il nome poiché non c’è pericolo di confusione.
7
Nel manoscritto: Chioch.
8
Il P. Cassina usa sempre la forma senza raddoppiamento; noi ci siamo permessi di normalizzarlo in
tutti i luoghi che compare nella nostra trascrizione.
9
Nel manoscritto il Cassina usa sempre la forma Leder, che noi abbiamo sempre normalizzato nella
forma odierna Ledro.
6
6. Fra Pasquale da Trento di casa Gorno d'anni 29 fu vestito per laico il dì 21
aprile 1629 nella francescana Riformata Provincia del Tirolo; s'incorporò nella
Riformata Custodia di s. Antonio il 24 aprile 1637; è rimasto dopo in questa nostra
Provincia. Fu dato assai all'orazione, e con esemplare pazienza, santamente passò al
Signore, Trento, dicembre 1646.
7. Fra Bernardo d'Ampezzo laico incorporato nella Custodia di s. Antonio 29
giugno 1633, rimasto poi nella nostra, morì Trento 20 gennaro 1647.
8. P. Luca primo da Giudicaria, fu vestito nella Custodia Riformata di s. Antonio.
Nel Capitolo custodiale della medesima celebrato in Treviso nel 1609 fu eletto primo
dei tre discreti di quella; e assai volte vi fu Guardiano. E per l'ultima volta fu per due
anni 1635 e 1636 Guardiano in Borgo. E poi fondata la nostra Provincia nel 1643,
rimase in questa. Fu religioso di santa vita, e singolar amatore della povertà, carico di
meriti e di anni, circa 94, passò piamente al Signore alle Grazie d'Arco, 2 giugno 1647.
(2. //) 1647. Dalla prima Congregazione intermedia celebrata in Pergine 20
settembre non è morto veruno.
1648. Dalla seconda Congregazione intermedia celebrata in Trento 27 settembre.
9. P. Martino da Castagné detto da Pergine, al secolo Stefano Francesco Chioko
(=Chiocco), battezzato 11 maggio 1620, vestito nella Custodia di s. Antonio 30 agosto
163810. Rimasto poi nella nostra Provincia fu posto nel 1646 di famiglia in Cles
predicator del luogo. E nel 1648 fu di famiglia in Pergine. Portatosi poi in Germania.
morì in Vienna 24 agosto 1649. Credesi possa esser stato nipote o almeno cugino del
soprascritto Frat'Antonio Chiocho da Castagné.
10. P. Bonifacio da Varignano11 detto d'Arco, al secolo Marco de' Marchi,
battezzato 30 maggio 1606, vestito nella Custodia di s. Antonio 23 giugno 1626. Fu poi
fatto Guardiano del Borgo nel 1640. E negli anni 1642, dalli 18 febbraro e nel 1643
dalli 14 gennaro fu Guardiano in Cles. Seguita la fondazione della nostra Provincia li 27
agosto 1643, rimase in essa e fu confermato Guardiano di Cles. Così pure nel 1644.
Nella Congregazione fatta nel 1645 fu fatto Guardiano del Borgo. E nel capitolo
celebrato in Arco 28 ottobre 1646 fu eletto diffinitore. Nel 1647 fu insieme per un anno
Vicario del Borgo e maestro de' novizzi. Passò poi esemplarmente al Signore, attual
diffinitore nel detto convento del Borgo 22 settembre 1649.
1649. Dal terzo Capitolo provinciale celebrato in Roveredo il dì 28 settembre in cui
il M.R.P. Andrea Zanoni d'Arco fu eletto Ministro.
11. P. Antonio da Gavazzo, al secolo Sebastiano Benini detti Boroi, battezzato 20
agosto 1591, vestito nella Custodia di s. Antonio 13 agosto 1612. Nel 1643 seguita la
fondazione della nostra Provincia egli rimase in essa, ed in detto anno fu fatto Vicario
d'Arco. Nel 1646 fu Vicario in Trento. Nel 1648 fu eletto Guardiano di Pergine. - Passò
al Signore, Roveredo 26 aprile 1650.
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A Conegliano.
Nel manoscritto il P. Cassina usa sempre la forma Vargnano; la normalizzeremo in Varignano.
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1650. Dalla prima Congregazione intermedia celebrata in Arco 14 maggio.
12. P. Accursio da Tione, Giovanni Barisella, d'anni 22, vestito nella Custodia di
s. Antonio 23 giugno 1626. Nel 1641 fu fatto Guardiano di Cles. Seguita la fondazione
di questa nostra Provincia, rimase in essa e nel 1643 fu fatto Vicario di Cles. Nel 1646
fu Guardiano d'Arco: Nel 1647 fu Guardiano in Pergine, passò poi piamente al Signore,
Trento 12 agosto 1650.
1651. Nella seconda Congregazione intermedia celebrata in Roveredo 17 aprile.
13. P. Francesco da Tesino, vestito nella Custodia di s. Antonio. Nel 1636 fu fatto
maestro de' novizzi in Arco. Rimase poi nella nostra Provincia. Nel primo Capitolo
celebrato il dì 27 agosto 1643 fu fatto diffinitore, e nel detto anno e nel seguente fu
anche Vicario e maestro de' novizzi in Borgo. Nel 1647 fu Vicario in Cles. Il Signore lo
visitò e provò con grandi angustie di spirito e scrupoli, per cui fu per qualche tempo
sospeso dalla Messa. Fu Religioso assai zelante della sua professione e divoto e di
grande orazione. Passò piamente al Signore nel convento di Pergine e concorse molta
gente al di lui funerale, e colle cosette state a di lui uso, Dio operò, dopo la di lui morte,
alcuni prodigi, come notò il M.R.P. Andrea d'Arco, allora provinciale. Pergine 31
maggio 1651. Nel Necrologio, o sia Libro de' nostri frati morti da lui cominciato, tratta
pure del P. Francesco da Tesino la Venerabile Madre Giovanna Maria Libro 3 della sua
vita capo X dalla pag. mihi 94. P. Francesco da Castello Tesino, vestì l'abito religioso
nella Custodia di s. Antonio; nel 1636 fu maestro dei novizi a Arco; alla separazione dei
conventi trentini dalla Provincia Riformata di s. Antonio nel 1643 rimase in quella di s.
Vigilio e nel primo Capitolo del 27 agosto 1643 fu eletto Definitore, Vicario a maestro
dei novizi a Borgo, dove la Provincia di s. Vigilio pose la sede del primo noviziato dopo
la sua indipendenza; fu tormentato da scrupoli e per qualche tempo sospeso dalla
Messa; del resto fu religioso zelante e di grande orazione; morì nel convento di Pergine
il 31 maggio 165112.
14. (3. //) P. Claudio da Cavalese, Vincenzo Betta, battezzato 1 aprile 1625,
vestito con altri, dopo la fondazione della Provincia, in Borgo li 17 ottobre 1643,
essendovi Guardiano il P. Giuseppe Betta dal Toldo da Roveredo, e maestro de' novizzi
il P. Francesco da Tesino diffinitore, Vicario e maestro. Portatosi poi a studiare in Roma
passò poi al Signore in s. Francesco a Ripa. Morì il primo delli vestiti dopo la
fondazione della Provincia. Roma, 17 ottobre 1651.
15. Fra Carlo primo, da Madruzzo, Francesco Pisoni13, d'anni 32, vestito per
laico 5 giugno 1620 d'anni 32 nella Custodia di s. Antonio. Rimasto poi in questa
Provincia, è morto in Trento 31 maggio 1652 d'anni 66.
16. P. Bartolommeo da Favrio14 in Giudicaria, Tommaso Guglielmi, vestito nella
Custodia di s. Antonio 11 ottobre 1598. Fu poi in quella più volte Guardiano,
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Cassina, Notizie storiche, Trento, Biblioteca san Bernardino MS 368, p. 2: il P. Vicentini lo
registra come morto il 31 maggio 1641.
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Nel "Fratologio" del Tovazzi viene indicato col cognome Calavini. Forse detti Pisoni Calavini?
14
Nel manoscritto: Fauri, paese del Lomaso.
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cominciando dal 1621 in cui fu fatto Guardiano di Pergine. Rimase egli in questa nostra
Provincia, e nel 1643 fu eletto Guardiano d'Arco. Nel Capitolo del 1646 fu eletto
diffinitore, e nel detto anno fu anche Vicario d'Arco, e nel 1650 fu Guardiano di
Roveredo. Passò poi religiosamente al Signore, come era vissuto, d'anni circa 74, in
Trento 22 aprile 1652.
17. Fra Antonio da Tesino di casa Morandi, vestito per laico nella Custodia di s.
Antonio, 17 ottobre 1635. Rimasto nella nostra Provincia, passò al Signore in Trento 16
ottobre 1652.
1652. Dal quarto Capitolo provinciale celebrato in Roveredo li 14 novembre, in cui
fu eletto Ministro per la seconda volta il M.R.P. Lodovico Gardumi d'Arco.
18. Frat'Angelo da Gavazzo, Giuseppe Pasini, battezzato 2 gennaro 1583, vestito
per laico nella Custodia di s. Antonio 12 maggio 1612. Rimasto nella nostra Provincia
passò poi al Signore, Arco 16 maggio 1654.
1654. Nell'unica intermedia Congregazione celebrata in Roveredo li 18 settembre,
non è morto veruno.
1656. Dal quinto Capitolo provinciale celebrato in Arco il dì 7 gennaro, in cui fu
eletto Ministro per la seconda volta il M.R.P. Agostino Barisella da Tuenno.
19. Fra Gioachino dall'Ospedaletto, Pietro d'Insommo, battezzato 5 febbraro
1607, vestito per laico nella Custodia di s. Antonio 3 giugno 1634. Rimasto poi nella
nostra Provincia, passò egli al Signore, Trento luglio 1656.
20. P. Antonio da Lavis, Serafino Gislimberti, battezzato 27 luglio 1630, vestito
con un altro dopo la fondazione della nostra Provincia, in Arco il dì primo maggio 1647,
col nome di Fra Dositeo, poi chiamato Frat'Antonio, essendovi Guardiano il P. Accursio
da Tione e maestro il P. Giuseppe da Roveredo. Sostenne le tesi di teologia, stampate e
dedicate a monsignor Carlo Emmanuello Madruzzo vescovo e principe di Trento nel
1654, che trovansi nel convento di Cles, ne' quali dicesi difendente P. Antonio ab Avisio
philosophiae lectore. Praeside P. Sylvestro a Mori. Nel sopraddetto Capitolo fatto in
Arco li 2 gennaro, fu posto di famiglia in Arco lettore di Regola e di mistica. Ma lo
stesso anno non si sa per qual motivo, si portò a Roma, e da ivi poi con altri, presa la
benedizione pontificia, s'istradò per Napoli affine d'assister agli appestati, ed attaccato
per viaggio anch'esso dalla peste, prima di arrivar in Napoli, passò sul Napoletano al
Signore nel luglio 1656.
NB. (4. //) P. Girolamo da Bolognano, Giovanni Rosati, battezzato 19 novembre
1620, vestito nella Riformata Provincia di s. Antonio 18 giugno 1641.- NB. Le
Custodie Riformate e così anche quella di s. Antonio per Breve di Urbano VIII il dì
12 maggio 1639 furon erette in Provincie.- Rimaso (sic) nella nostra e fatto sacerdote
fu uno de' sediziosi che nel settembre 1654 in Pergine non vollero ubbidire al decreto
della Congregazione Generale Romana emanato il dì 11 giugno 1654 con cui veniva
confermata questa Provincia di s. Vigilio, e proibito sotto gravi pene il trattar ancora di
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riunirla colla Provincia Veneta. Partì poi da Pergine il dì 4 febbraro 1655 e ritiratosi in
Italia, è morto in Genova15, agosto 1656.
21. Fra Pietro da Gavazzo, Giovanni Boroi, battezzato 16 marzo 1594, vestito
nella Custodia di s. Antonio 23 ottobre 1614. Rimaso nella nostra Provincia fu Frate
laico molto civile, e per le sue buone qualità da secolari molto ben veduto. Passò al
Signore in Arco novembre 1656.
22. Fra Berardo d'Inspruch, Bortolamio Rotbailer (=Rottweiler), vestito per
laico li 30 settembre 1638 nella Custodia di s. Antonio. Rimaso poi nella nostra
Provincia, essendo insigne infermiere, passò al Signore in Mantova 4 dicembre 1656.
23. Fra Bernardino da Terragnolo, Cristano dal Dosso, battezzato 2 aprile 1614,
vestito nella Provincia di s. Antonio 26 maggio 1640. Rimase poi nella nostra, e fu laico
esemplare, e di valore in ogni esercizio. Passò al Signore munito de' santissimi
Sagramenti nel convento di Cles 24 febbraro 1657. Il giorno seguente, che era la
seconda domenica di Quaresima con gran concorso di popolo fu sepolto nel sepolcro del
convento in cui nondum quisquam fuerat positus, come rapporta il M.R.P. Andrea
d'Arco nel Libro de' novizzi.
1657. Dalla prima Congregazione intermedia celebrata in Pergine 20 aprile.
24. P. Antonio da Dro, Giuseppe Montagna16, battezzato 31 marzo 1597, vestito
nella Custodia di s. Antonio 10 giugno 1615. Fu poi in essa più volte Guardiano, e
quando si fondò la nostra Provincia era per il secondo anno Guardiano di Pergine.
Rimase egli poi nella nostra, e nel primo Capitolo del 1643 fu eletto Custode, e per la
scarsezza de' soggetti, nel detto anno fu anche Guardiano di Pergine. Per il Capitolo
Generale tenuto nel 1645 in Spagna nella città di Toledo, vi si portò in qualità di
Custode. Nel 1647 fu Guardiano in Roveredo. Nel 1648 Guardiano in Cles. Nel 1649
secunda vice Guardiano di Roveredo. Nel 1650 fu fatto Vicario di Trento. La terza volta
fu ivi (Roveredo) Guardiano nel 1651. Fu poi fatto Guardiano di Trento nel 1652 e nel
1654 fu fatto confessore delle monache di s. Carlo17. Di poi nell'anno 1656 fu eletto
Guardiano nel Borgo, e nella Congregazione prima intermedia, fatta il dì 30 aprile 1657
vi fu confermato, e nel detto anno passò ivi piamente al Signore, attual Guardiano.
Borgo luglio 1657.
25. P. Luca secondo, da Godenzo in Giudicaria, Antonio Ricci18, battezzato 2
aprile 1618, vestito nella Custodia di s. Antonio 19 maggio 1638. Rimaso poi nella
nostra Provincia, fu nel 1647 Vicario in Pergine del P. Guardiano Accursio da Tione e
fu pure ivi la seconda volta Vicario nel 1650 del P. Guardiano Aurelio d'Arco. Passò poi
al Signore in Mantova, 30 settembre 1657.
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Nel manoscritto il Cassina usa sempre la forma Genoa.
Nel manoscritto vi è la forma Montagnana, ma il Tovazzi afferma che "nell'atto dell'accettazione è
segnato Montagnana, ma in Dro non v'ha memoria di tal cognome": Fratologio Vigiliano, Trento,
Biblioteca san Bernardino, p. 5. Anche in altri documenti dei nostri archivi conventuali è scritto con la
forma Montagna.
17
A Rovereto.
18
Nel manoscritto: Rizzi.
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10
1658. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Trento 4 gennaro.
26. Fra Santo da Molveno, Bartolommio Taglialacqua19, battezzato 5 novembre
1614, vestito nella Custodia di s. Antonio 26 maggio 1637 per laico. Rimaso poi tra noi
passò al Signore in Arco, marzo 1658.
27. P. Francesco da Trento, Domenico Turcato, battezzato 7 marzo 1599, vestito
nella Custodia di s. Antonio 24 maggio 1623. Rimase (5. //) poi nella nostra Provincia.
Fu in essa più volte Guardiano, in Roveredo, Trento, Cles ed in Arco. E prima nella
Custodia di s. Antonio nell'anno 1636 fu Guardiano in Trento. Nel 1639 fu eletto primo
Guardiano di Cles. E nel 1640 fu fatto Guardiano in Arco. Inoltre nella nostra Provincia
nel Capitolo del 1649 fu eletto diffinitore, e nel 1650 fu fatto primo confessore delle
nostre monache di s. Carlo in Roveredo. Nel Capitolo poi celebrato nel 1656 fu per la
seconda volta fatto diffinitore, e nel detto offizio, dopo lunga infermità, passò piamente
al Signore in Trento, 1 maggio 1658.
28. Fra Giovanni dal Borgo, Giovanni Maria Ceschi, battezzato 3 febbraro 1603,
vestito per laico nella Custodia di s. Antonio 11 agosto 1629. Rimaso poi in questa
nostra Provincia fu infermiere d'estrema carità verso gl'infermi. Essendo di famiglia a
Trento nel mese di luglio si portò al convento di Pergine ad assistere ad un nostro
Religioso infermo, ove poi anch'esso infermatosi, ivi passò al Signore piamente circa 16
luglio 1658. Per la sua gran carità fu veduto volarsene alla gloria senza provar le pene
del Purgatorio. (Vedasi Libro IX delle opere della detta nostra venerabile di Roveredo
cap. 32, pag. mihi 281).
29. Fra Andrea da Trento, vestito Terziario nella Custodia di s. Antonio. Poi
rimaso nella nostra Provincia, passò al Signore in Trento, settembre 1658.
30. Fra Santo da Brentonico d'anni 32, vestito tra Osservanti per laico e poi
incorporato nel 1610 nella Custodia Riformata di s. Antonio. Rimaso poi in questa
nostra Provincia passò al Signore assai decrepito di circa anni 97, nel convento di
Roveredo, 31 dicembre 1658.
31. P. Macario da Venezia. Vestito nella Custodia di s. Antonio. Confessore e
predicatore trovandosi di famiglia in Arco nel 1630 ed avendo li signori di Roveredo
ricercato al nostro P. Guardiano delle Grazie due nostri Religiosi20, che assistessero agli
appestati in Roveredo, fu per tale effetto mandato in Roveredo il P. Macario col P.
Bernardino da Trento. Capitarono in Roveredo da Arco li 17 novembre 1630 ed
assistendo con serafica carità agli appestati, il P. Bernardino nell'assistere il fratello del
signor Francesco Farina fu attaccato dalla peste e dopo due giorni passò al Signore il dì
18 dicembre, e fu sepolto in s. Marco. Anche il P. Macario fu attaccato dalla peste, e
s'infermò gravissimamente ma per grazia dell'Altissimo si riebbe e continuò ad assistere
con un altro nostro Padre mandatogli per compagno da Arco in luogo del P. Bernardino
19
Nel manoscritto: Tajalaqua.
Non vi è alcun documento che provi questa richiesta degli amministratori roveretani; i due Padri
andarono spontaneamente. Cfr. Stenico Remo OFM, I Frati Minori a san Rocco di Rovereto, Trento
2004, pp. 42-44.
20
11
defonto, sinoaché fu cessato il gran flagello della peste. E da riflesso di così singolar
carità prestata da nostri Padri agli appestati, si mosse poi la città di Roveredo a
fabbricare21 per noi Riformati il presentaneo convento di s. Rocco fuori di Roveredo
verso Trento, ed il Frate genuflesso nella pala dell'altar maggiore credesi per tradizione
sia la figura del sopraddetto Padre Bernardino da Trento morto per assistere agli
appestati. In occasione poi che monsignor Carlo Emmanuello Madruzzi vescovo e
principe di Trento pose la prima pietra per la fabbrica del nostro convento di s. Antonio
in Cles il dì 24 agosto 1631 fece divoto discorso il medesimo P. Macario, e predicò
nella parrocchiale di Cles la Quaresima nel 1633. Seguita poi la fondazione della nostra
Provincia, vi rimase il P. Macario per servire di confessore il prelodato monsignor
vescovo di Trento. Fu il detto Padre di eccellente modestia e carità, di grande spirito ed
orazione, in cui fu veduto sollevato da terra, e communemente veniva denominato il
Padre Santo. Finalmente carico i meriti, e sorpassando gli anni ottanta di età, passò
piamente al Signore nel convento di s. Bernardino in Trento nel gennaro 1659. Per
quanta diligenza sia stata usata nella Provincia di s. Antonio, non si ha finora ricavato,
di che Casa fosse, né quando sia stato battezzato, e vestito Frate.
(6. //) 1659. Dal sesto Capitolo provinciale celebrato in Trento li 16 maggio in cui fu
eletto Ministro il M.R.P. Marcellino Armani da Ballino in Giudicaria.
32. Fra Diego da Pergine, Domenico Lenzi, battezzato 11 novembre 1607, vestito
per laico nella Custodia di s. Antonio 23 settembre 1635. Rimase poi nella nostra
Provincia, e fu uno de' sediziosi in Pergine nel settembre del 1654 e partì cogli altri
senza ubbidienza il dì 4 febbraro 1655, e morì finalmente in Genova nel settembre 1659.
1660. Nella prima Congregazione intermedia celebrata in Roveredo 14 maggio.
33. Frat'Antonio d'Ampezzo, Francesco Colle, vestito per chierico in questa
nostra Provincia 14 settembre 1655 in Cles, essendovi Guardiano e maestro il M.R.P.
Andrea d'Arco. Chierico Diacono di singolar modestia e mortificazione, passò al
Signore, Trento 29 settembre 1660.
34. Fra Onofrio da Costasavina detto da Pergine, Valentino Sartori de'
Molinari di Costasavina, vestito per laico nella Custodia di s. Antonio 20 maggio 1638.
Rimaso poi in nostra Provincia passò al Signore in Trento nell'ottobre 1660.
35. P. Rocco da Calliano, Giacomantonio Valentini, battezzato 13 settembre
1617, vestito nella Custodia di s. Antonio 1 maggio 1637. Rimase poi in questa nostra
Provincia, e negli anni 1646 e 1648 fu di famiglia in Trento. Ottenne poi di passare
all'Osservanza, ma non si sa l'anno preciso. Solamente si trova, che ritornò dagli
Osservanti alla nostra Provincia, e nell'anno della deliberazione passò al Signore in
Arco 9 febbraro 1661.
36. P. Antonio Osset di Francia, sacerdote incorporato nella Custodia di s. Antonio
li 15 maggio 1601. Rimaso poi nella nostra provincia dopo la di lei fondazione, passò al
21
Diede il permesso di fabbricare, senza impegno di aiuto alcuno. Cfr. Stenico Remo OFM, I Frati
Minori a san Rocco di Rovereto, Trento 2004, pp. 37 e segg.
12
Signore di novanta e più anni nel giorno della domenica di Passione in Trento 3 aprile
1661.
1661. Dalla seconda Congregazione intermedia celebrata in Roveredo 13 maggio,
non è morto veruno.
1662. Dal settimo Capitolo provinciale celebrato in Roveredo 17 febbraro in cui fu
eletto Ministro il M.R.P. Francesco Massenzo Madurelli d'Arco22.
37. P. Stefano da Giudicaria cioè da Godenzo, Domenico Ricci23 (fratello del
sopranotato P. Luca secondo morto in Mantova24 30 dicembre 1657), battezzato 14
settembre 1627, vestito con un altro in Arco li 17 ottobre 1648, essendovi Guardiano e
maestro il M.R.P. Andrea d'Arco. Nel 1661 fu Vicario in Roveredo del predetto P.
Andrea d'Arco ivi Guardiano. Passò al Signore parimente in Roveredo 25 ottobre 1662.
38. Fra Giovanni Battista Pasini25 da Vigne, vestito, come credesi, nella Custodia
di s. Antonio, e poi rimaso tra noi. Terziario, passò al Signore, Trento marzo 1663.
1663. Dalla prima Congregazione intermedia celebrata in Roveredo 6 aprile.
39. Fra Vigilio da Pergine, Andrea Lazzari, vestito d'anni 26 per laico nella
Custodia di s. Antonio 13 settembre 1620. Rimaso poi nella nostra Provincia, fu di
ottima vita, e passò al Signore con ottima disposizione in Trento 6 novembre 1663.
40. P. Damiano d'Ala, Ippolito Pozzi, battezzato 22 dicembre 1637, vestito solo in
Cles 25 ottobre 1658 essendovi Guardiano il P. Giovanni Battista d'Avio e maestro il
M.R.P. Andrea d'Arco. Speciale26 e di ottima vita passò al Signore in Borgo 10 marzo
1664. Come sia stato liberato dal Purgatorio alle preghiere della nostra venerabile il
sabato Santo del detto anno, dicesi nel Libro XII delle Opere cap. 41, pag. 110. Detto
Libro XII non è della Venerabile ma assiemato dal P. Francesco Dusini da Cles.
(7. //) 1664. Dalla seconda Congregazione intermedia celebrata in Roveredo 30
luglio.
41. Fra Arcangelo da Carano in Fiemme, Niccolò Bonelli, battezzato 19 agosto
1587, vestito per laico nella Custodia di s. Antonio 3 ottobre 1618. Rimaso poi nella
nostra Provincia fu di ottima vita e di molta orazione. Servì per alcuni anni con molta
carità ed esemplarità di compagno a Padri confessori delle nostre monache di s. Carlo in
Roveredo. E finalmente munito de' Santissimi Sagramenti passò piamente al Signore nel
convento di s. Bernardino in Trento 27 agosto 1664. Della scordanza di un Guardiano
nel fare quello li soliti suffragi, ed esortazione su di ciò della nostra Venerabile di
Roveredo, e come fu liberato dal Purgatorio, compiti per quello li soliti suffragi della
22
Nel manoscritto: Matturelli.
Nel manoscritto: Rizzi.
24
Nel manoscritto è sempre scritto Mantoa.
25
Nel manoscritto: Pasino.
26
Farmacista.
23
13
Provincia, e quelli della predetta Serva di Dio, può vedersi nel Libro X delle di lei
Opere, pag. mihi 126.
1665. Dall'ottavo Capitolo provinciale celebrato in Pergine 12 giugno, in cui fu
eletto Ministro per la seconda volta il M.R.P. Andrea d'Arco.
42. P. Antonio da Trento, Domenico Benamani detto Fattamano27, vestito d'anni
19 li 22 settembre 1619 nella Custodia di s. Antonio28. Fu presidente in Cles nel 1636 e
nel 1640 fu Guardiano di Pergine. Dopo fondata la nostra Provincia rimase in quella e
nel 1643 fu fatto Vicario in Roveredo del P. Guardiano Francesco da Trento. Nel 1644 e
1645 fu Guardiano di Pergine. E nel Capitolo del 1646 fu eletto diffinitore. Nel 1649 fu
fatto Guardiano di Pergine ad annum. Nel 1656 e 1657 fu Guardiano di Trento. Passò
poi al Signore munito de' Santissimi Sagramenti e con esemplare disposizione in Trento
2 marzo 1666.
43. P. Lodovico da Arco, Francesco Gardumi figlio del sig. Giuseppe Gardumi
mercante (e fratello di Fra Giuseppe d'Arco), morto, come sopra, nel giugno 1645),
battezzato 18 marzo 1595, vestito nella Custodia di s. Antonio 13 ottobre 1612. Nel
Capitolo custodiale 28 maggio 1624 fu istituito confessore. Nel 1625 fu fatto Guardiano
del Borgo. Nel 1628 e 1629 fu Guardiano di Arco. Nel Capitolo custodiale del 1630 fu
eletto uno de' quattro discreti della Custodia. Nel 1633 e 1634 fu Guardiano in Trento.
Nel 1636 e 1637 fu di nuovo Guardiano in Arco. Nel 1638 fu eletto primo Guardiano di
Roveredo. Nel 1640 e 1641 fu di nuovo Guardiano in Roveredo. Nella prima
Congregazione intermedia celebrata in Padova29 14 gennaro 1643 fu per la terza volta
fatto Guardiano di Arco; e come tale intervenne al nostro primo Capitolo provinciale
celebrato il dì 27 agosto in Roveredo nel predetto anno 1643, in cui fu pubblicata la
fondazione di questa Provincia di s. Vigilio, formata co' sei conventi trentini cioè di
Trento, Arco, Borgo, Pergine, Roveredo, e Cles, separati dalla Provincia Riformata
veneta di s. Antonio, ed il nostro P. Lodovico fu pubblicato primo Ministro provinciale
della detta Provincia di s. Vigilio eletto per la prima volta a tale carica dal rev.mo Padre
Benigno da Genova Commissario generale di questa Cismontana Famiglia. Dal 1638, in
cui come sopra si notò, fu per la prima volta eletto Guardiano di Roveredo, confessò
Madonna Bernardina Maffeotta, o sia Floriani, che fu poi suor Giovanna Maria della
Croce, fondatrice del monastero di s. Carlo in Roveredo. E fu il primo de' nostri Frati
che la confessasse da secolare quasi per sei anni continui, poiché essendo Provinciale la
prima volta, finite le visite de' Frati se ne stava in Roveredo. Nel primo anno del suo
provincialato fu trattenuto in Trento, (8. //) per l'Inquisizione, che in detto tempo si
faceva in Roveredo dall'Uffizio spirituale di Trento sopra la sopradetta Bernardina
Maffeotta, e per opera de' PP. Gesuiti fu il P. Lodovico liberato, con questo però che
non potesse confessare, né scrivere, né parlare, come la medesima Serva di Dio nella
parte seconda della sua vita capo IX, pag. mihi 114 e 117 rapporta. Ebbe il buon P.
Lodovico nel suo primo Ministrato gravi molestie e disturbi, non solamente per essere
Padre spirituale della sopraccennata Bernardina Maffeotta, ma innoltre e molto più per
le opposizioni che facevano alla nuova fondazione di questa Provincia di s. Vigilio e
Frati e secolari. E sebbene paresse che passato il primo anno quelle talqualmente
27
Nel manoscritto: Fatamano.
A Ceneda (VittorioVeneto).
29
Nel manoscritto si usa sempre: Padoa.
28
14
s'acquietassero, in realtà però la cosa non fu così, poiché essendo stato intimato il
Capitolo Generale della Religione per li 3 di giugno 1645 in Spagna nella città di
Toledo, fecero ricorso gli Frati malcontenti, e contrari alla nuova fondazione, al detto
Capitolo Generale, e vi spedirono copia della protestazione de nullitate separationis,
sottoscritta da cinquanta Religiosi fino dalli 20 agosto 1643, cui aggiungeva altra forte
dichiarazione soscritta li 15 settembre 1644. Per tali torbidi il P. Ministro Lodovico non
si portò personalmente, ma mandò in sua vece Pro-Ministro il M.R. P. Andrea d'Arco ex
Guardiano di Gerusalemme, ed attual Commissario di Terra Santa in Roma, e questi
intervenne col P. Antonio da Dro Custode al predetto Capitolo in Toledo, in cui
dibattuto l'affare fu fatto decreto contrario al desiderio de' supplicanti la riunione alla
Provincia Veneta delli sei conventi trentini: "Decernitur Provinciam sancti Vigilii
Austriae contiguam remanere et recenseri debere inter Italiae Provincias, sicut de facto
recensetur". Videsis Chronologium Ordinis, tom. 2, fol. 49, col. 2. Capituli Generalis
gesta, num. 5. Terminato il provincialato nel 1646 fu posto il P. Lodovico di famiglia in
Arco e vi continuò diversi anni. Nel 1648 fu ivi Vicario del P. Andrea d'Arco Guardiano
e maestro. Nel Capitolo del 1649 fu eletto diffinitore, e rimase tutto il triennio anche
Vicario di Arco. Nel detto triennio divenne come cieco, soprafatto dalle cataratte. E
passando in tal tempo per disposizione del Signore per Roveredo un famoso cerusico, o
sia oculista, fu spedito in Arco, e gliela cavò felicemente da un occhio, e di poi anche
dall'altro, quantunque e cerusico e medico giudicassero l'opposto, ma tuttavia passò
bene anco l'operazione seconda (Vedi la parte terza della vita scritta dalla Madre
Giovanna Maria capo 6, pag. mihi 47 e 49), avendo con premura il sopradetto P. Andrea
d'Arco, ora attual Ministro Provinciale raccomandato alla Madre Giovanna Maria che
pregasse l'Altissimo ed ottenesse al P. Lodovico la bramata guarigione e così sopravisse
ancora anni 15, e fu Superior Provinciale la seconda volta, eletto nel Capitolo celebrato
in Roveredo il dì 14 novembre 1652. Non minori furono li guai, che il P. Lodovico
provò nel secondo provincialato delli tolerati nel primo; attesoché non pochi frati, ma
molti e di qualità, ricorsero al Superior Generale in Roma, ed intentarono di nuovo lite
per la riunione co' Veneti, e soppressione di questa Provincia di s. Vigilio, nel 1653 e la
maggior parte de reclamanti era di famiglia in Pergine. Ma coll'occasione, che si celebrò
in Roma il dì 6 giugno 1654 la Congregazione Generale di questa Cismontana Famiglia,
fu terminata detta lite col seguente finale decreto del Diffinitorio Generale. "Decretum
Diffinitorii Generalis circa manutentionem Provinciae sancti Vigilii. In Dei nomine
amen. In conventu s. Mariae de Aracoeli die 11 iunii 1654. Visa, acriterque discussa et
examinata controversia et lite versante inter Fratres Provinciae Reformatae sancti
Vigilii, seu Tridentinae, quorum (9. //) una pars instabat, se antiquae Provinciae
Reformatae sancti Antonii reuniri et reincorporari; alia vero pars sanior et maior
renitebatur, malens in statu, modo et forma, quibus ad praesens vivit permanere. Censuit
Diffinitorium Generale, sic annuente et approbante rev.mo Patre Commissario Generali,
ob rationabilissimas causas supra hac re nihil prorsus innovari, sed manuteneri in eodem
statu, modo, ordine et forma, quibus ad praesens manet dicta Provincia Reformata
Tridentina seu sancti Vigilii; imponique perpetuum silentium super huiusmodi attentata
reunione cum poena privationis vocis activae et passivae, aliarumque arbitrariarum
huiusmodi decreto refragari audentibus, vel de novo attentantibus huiusmodi
reunionem. Mando insuper ut dictum decretum legatur in publico refectorio dictae
Provinciae et deinde describatur in registro eiusdem Provinciae et Procuratoris
Reformatorum hic in Urbe ad perpetuam memoriam. Ita dicit, statuit, et decernit, non
solum hoc etc., die, anno, et loco, quibus supra.
15
L.S.
F. Augustinus a Monte Corvino Diffinitor Generalis
et secretarius Diffinitorii Generalis etc.
Registrata in meis tabulis s. Vigilii fol. 227
L. S.
F. Innocentius a Papia Procurator Generalis etc.".
A cagione della predetta lite intentata da Frati bramosi della riunione co' Veneti, nel
1653 non celebrò Congregazione nella nostra Provincia il Ministro Lodovico, e
nemmeno si portò nel 1654, né mandò Pro-Ministro, né vi andò parimente il P. Custode
Giuseppe da Roveredo alla sopradetta Congregazione Generale celebrata in Roma,
come per altro era loro debito giusta le Bolle pontifizie, ma furono scusati, essendo in
lite la salda esistenza della provincia. Uscito poi e capitato il sovraposto decreto della
Congregazione Generale dell'Ordine, e confermato dalla Sagra Congregazione de'
vescovi e Regolari, il P. Ministro Lodovico lo fece pubblicare in Roveredo il dì 22
agosto 1654 dal P. Cherubino da Pergine segretario provinciale. E nel medesimo
convento di s. Rocco celebrò poi li 18 settembre la Congregazione intermedia della
Provincia, in cui fu fatto Guardiano di Pergine il P. Marcellino Armani da Ballino in
Giudicaria. Dopo la Congregazione si portò col diffinitorio e Guardiano nuovo
Marcellino il detto P. Ministro a Pergine a fine di far pubblicare il sopraddetto decreto
generale e le disposizioni fattesi per quel convento e fu il dì 24 settembre 1654. Ma li
Frati del detto convento, che quasi tutti erano stati promotori della lite contro la
Provincia, non volendo ubbidire al decreto generale, essendo di già ordinata la trama dal
P. Bonaventura da Chiarano ivi Guardiano, che terminava l'offizio, diedero segno colle
campane, sonando come a campana martello, e tosto concorsero moltissimi secolari,
affrontarono li PP. Diffinitori, e tentarono di buttar giù l'uscio del provincialato per
levar i sigilli al P. Provinciale Ludovico, cosicché convenne al medesimo ritirarsi per
allora col diffinitorio, ma ne diede tosto parte a monsignor Principe di Trento Signore di
Pergine da cui furono castigati li secolari, che avevano insultato a predetti Padri ed al
cardinale protettore dell'Ordine ed alla Sagra Congregazione diede sincera relazione
dell'indegna ribellione de' predetti Frati di Pergine per non voler ubbidire al sopradetto
diffinitivo decreto della Congregazione Generale dell'Ordine, tuttoché, come sopra fu
detto fosse anche stato confermato dalla sagra Congregazione de' vescovi e Regolari,
pregando venissero relegati fuori della Provincia li Frati sediziosi e ribelli che tanto
avevano ardito, e quattro tra gli altri cioè P. Bonaventura da Chiarano che avea
terminato l'offizio di Guardiano di Pergine, P. Tommaso Ponte da Trento, P. Benigno
Guarienti da Trento e fra Francesco Bombarda da Lavis laico, come in effetti seguì; e la
Sagra Congregazione rispose al nostro Ministro Lodovico sotto il dì 13 novembre 1654.
(10. //) Il dì poi 4 di febbraro 1655 partirono dal convento di Pergine senza ubbidienza
li Padri Andrea da Pressanone diffinitore attuale, P. Giovanni da Varignano, P.
Bonaventura da Chiarano statovi Guardiano promotor principale della ribellione, P.
Girolamo da Bolognano, P. Benigno da Trento, o sia da Rallo, P. Tommaso Ponte da
Trento, con tre fratelli laici, fra Francesco da Lavis, fra Diego da Pergine, e fra
Giunipero dal Borgo. E li predetti Frati non più ritornarono in questa Provincia a riserva
del P. Benigno da Trento come si dirà rapportandolo morto. Si terminò finalmente
l'attentato di voler disfare questa Provincia di s. Vigilio, e riunir questi sei conventi
trentini a quella di s. Antonio; e que' religiosi che non vollero restare in questa di s.
Vigilio, vedendosi scuoperti che avevano maneggiata la reunione se ne partirono, pian
piano ritirandosi nella Provincia Veneta. Dopo aver terminato il nostro P. Lodovico nel
1656 il secondo provincialato, fu poi posto nel 1658 Guardiano di Trento ad annum. Nel
16
1660 fu Guardiano in Arco ad annum. Ed ivi finalmente soprafatto da febbre maligna
passò esemplarmente al Signore, Arco 5 maggio 1666. Quantunque non fosse il P.
Lodovico di molta dottrina, essendo puro confessore, fu eletto, come sopra si notò, due
volte Ministro provinciale e tantissime volte Guardiano nella Custodia di s. Antonio, ed
in questa Provincia di s. Vigilio; perché, come scrive il P. Andrea d'Arco nel libro de'
morti, fu soggetto di gran prudenza, e zelo, e di singolar bontà di vita. E nel Libro X
delle Opere della nostra Venerabile Madre pag. 307, narrasi come nell'agonia gli abbia
assistito la beatissima Vergine Maria, e che attaccato al di Lei registro sia andato a
dirittura in Cielo.
1666. Dalla prima Congregazione intermedia celebrata in Roveredo 14 maggio.
44. Fra Carlo da Bolgiano, Baldissaro Miller, battezzato 28 dicembre 1614,
vestito per laico nella Custodia di s. Antonio, 20 maggio 1637. Rimase in nostra
Provincia. Fu infermiero molto caritativo, ed eccellente speziale, che aggiustò e mise in
piedi la nostra speziaria di s. Bernardino. Passò poi al Signore ben disposto, Trento 27
agosto 1666.
45. Fra Antonio Stroppa da Telve di Sopra, credesi vestito Terziario avanti la
fondazione della nostra Provincia; morì piamente, Trento ottobre 1666.
46. Fra Romedio, Martino da Val Camonica, prima vestito, credesi nella Custodia
di s. Antonio, per Terziario. Rimaso in nostra Provincia fu vestito per laico con un altro
in Arco li 5 febbraro 1647, essendovi Guardiano il P. Accursio da Tione, e maestro il P.
Giuseppe da Roveredo. Fu perito maestro e direttore del pannificio30. Passò poi dopo
lunga infermità, munito de' Santissimi Sagramenti, e con religiosa uniformità a divini
voleri, dopo la mezza notte venendo li 6 dicembre, in Trento, 6 dicembre 1666.
1667. Dalla seconda Congregazione intermedia celebrata in Roveredo 15 aprile.
47. P. Paolino da Pergine, Giovanni Andrea Romeri vetriari, battezzato 27 agosto
1624, vestito in Borgo con altri, 25 giugno 1644, essendovi Guardiano il P. Giuseppe da
Roveredo, e maestro il P. Francesco da Tesino diffinitore e Vicario. Fu di singolar
talento per la predicazione, e divenne famoso predicatore. Nella Congregazione
celebrata nel 1661 fu determinato predicasse nella seguente Quaresima del 1662 nel
Duomo di Trento. Notasi predicator generale, ma non si sa precisamente in quale
pulpito generalizio abbia egli predicato. Nel 1662 dopo aver predicato nella cattedrale di
Trento fu fatto Guardiano d'Arco; e nel 1663 vi fu confermato. Nel 1665 fu eletto
Guardiano di Pergine, ed nel 1666 (11. //) vi fu confermato. Passò poi all'altra vita sul
fiore di sua età circa le ore quattro di notte in s. Bernardino di Trento, 30 gennaro 1668.
48. Fra. Vittore da Tesino, Paolo Dorigatto, d'anni 24, vestito nella Custodia di s.
Antonio per laico 20 ottobre 1621. Rimase poi in nostra Provincia, e fu Frate molto
esemplare, molto divoto ed austero. Passò poi al Signore munito de' Santissimi
Sagramenti, ben disposto, dopo lunga infermità di disinteria e rottura31 nel convento del
Borgo il dì primo di marzo 1668.
30
31
Lanificio.
Anche frattura traumatica delle ossa, ernia strapazzata ecc.
17
49. Fra Michele da Lundo in Giudicaria, Antonio Benvenuti, battezzato 7
dicembre 1612, vestito per laico nella Custodia di s. Antonio circa 'l 1634. Fu Frate
esemplare, e passò piamente al Signore nel convento delle Grazie, rimaso tra noi, in
Arco 27 aprile 1668.
1668. Dal nono Capitolo provinciale celebrato in Roveredo 6 luglio, in cui fu eletto
Ministro per al terza volta il M.R.P. Agostino da Tuenno.
50. P. Pietro da Trento, don ... Ponte sacerdote, vestito d'anni 30 nella Custodia di
s. Antonio circa il 1633. Rimaso poi nella nostra Provincia, nel 1646 fu Vicario in Cles
del P. Guardiano Sebastiano d'Ampezzo. Nel 1649 e 1650 fu Vicario in Borgo del P.
Guardiano Tommaso Ponte da Trento di lui fratello carnale. Nel 1651 fu eletto
Guardiano di Pergine e nel Capitolo celebrato in Roveredo 1652 fu eletto diffinitore, e
dicesi predicatore. Nel 1654 fu insieme diffinitore e Vicario in Trento del P. Guardiano
Agostino da Tuenno. Nel 1656 e 1657 fu Guardiano in Arco. Nel 1658 fu Vicario in
Borgo del P. Guardiano Pietro Battista da Villa. Nel 1659 fu confermato ivi Vicario del
Guardiano Gaudenzio da Trento. Nel 1660 fu fatto Guardiano di Cles ad annum. Nel
Capitolo del 1662 fu per la seconda volta fatto diffinitore e lo stesso anno dalli 17
febbraro 1662 sino il 18 aprile ed allora gli fu sostituito per Vicario il P. Sebastiano
d'Ampezzo. Fu in Borgo Vicario di nuovo del P. Guardiano Gaudenzio da Trento. Nel
1665 fu eletto Guardiano del Borgo per un anno. Passò poi al Signore non si sa per qual
ragione portatovisi, in Padova 18 novembre 1668.
51. P. Aurelio d'Arco, Bernardo Bertoldi, battezzato 14 gennaro 1609, vestito 23
giugno nella Custodia di s. Antonio. Rimaso poi in nostra Provincia, nel 1646 fu eletto
Guardiano di Pergine. Nel 1647 fu Vicario in Arco del P. Guardiano Andrea d'Arco. Nel
1648 fu Vicario in Cles del P. Guardiano Antonio da Dro. Nel 1649 fu Vicario in
Pergine del P. Guardiano Antonio da Trento. Nel 1650 fu di nuovo Guardiano di
Pergine. Nel 1651 fu trasportato Guardiano in Borgo. Nel 1652 fu Vicario in Pergine
del P. Guardiano Bonaventura Segala da Chiarano. Nel 1654 fu ivi confermato Vicario
del P. Guardiano Marcellino Armani da Ballino. Nel 1658 fu Vicario in Arco del P.
Guardiano Giacomo Bontadi da Varignano. Nel 1659 fu Vicario in Trento del P.
Francesco Massenzio d'Arco Guardiano. Nel 1661 fu Vicario in Arco del P. Guardiano
Giovanni Battista d'Avio. Nel Capitolo fatto in Roveredo 17 febbraro 1662 fu fatto
primo presidente dell'ospizio di Campo sino li 18 aprile, ed allora gli fu sostituito per
presidente il P. Cherubino da Pergine Vicario d'Arco, e detto P. Aurelio fu sostituito al
medesimo per Vicario in Arco. Si portò poi, tuttoché avanzato in età, alle Missioni
d'Albania, ove passò piamente al Signore in Cattaro gennaro 1669.
52. (12. //) P. Dionigio da Vigne, Eleuterio Leonardo de Fiori32, battezzato li 7
novembre 1642, vestito con altri in Pergine 5 ottobre 1662, essendovi Guardiano e
maestro il P. Giacinto da Besenello. Passò poi assai giovine al Signore in Trento marzo
1669.
32
Nel manoscritto: Del Fiore.
18
53. Fra Placido da Cavalese, Giovanni Domenico Paur, battezzato 18 maggio
1636, vestito per laico in Cles solo, 21 settembre 1662, essendovi Guardiano il P.
Giovanni Battista d'Avio e maestro P. Giuseppe da Roveredo. Fu sarte e morì etico, ben
disposto in Trento aprile 1669.
1669. Dalla prima Congregazione intermedia celebrata in Mezzolombardo 24
maggio.
54. P. Carlo da Trento, Melchiori, vestito nella Custodia Riformata di s. Antonio,
nel 1634; fu istituito confessore de' secolari. Nel 1640 fu eletto Guardiano di Trento.
Nel Capitolo del 1642 celebrato in Conegliano fu fatto Guardiano di Roveredo, e nella
Congregazione prima intermedia celebrata in Padova 14 gennaro 1643 vi fu confermato.
Cosicché come Guardiano di Roveredo intervenne al nostro primo Capitolo provinciale
in cui fu pubblicata l'erezione di questa Provincia di s. Vigilio, nella quale egli rimase,
ma rinunziò all'offizio di diffinitore, a cui era stato per la prima volta eletto dal rev.mo
Superior Generale di questa Cismontana famiglia33. Nel 1648 fu fatto Vicario in
Roveredo del P. Guardiano Antonio da Dro, e destinato confessore delle signore
Congregate con Madonna Bernardina Maffeotta o sia Floriani, quali poi presero l'abito
di s. Chiara il dì 8 maggio 1650. Dieci per coriste, de' quali la prima era la predetta
Bernardina, che prese il nome di Suor Giovanna Maria dalla Croce34; e quattro per
converse, quali tutte l'anno seguente 1651 nel medesimo giorno delli 8 maggio fecero la
loro professione. Nel 1659 e due seguenti fu confessore delle predette monache di s.
Carlo in Roveredo. Fu religioso di ottima conversazione e spirito, e con molta pazienza
sostenne per molti anni un'assai molesta podagra. Fu per verità, come trovo notato, di
grande bontà, e singolare nel suo operare; e specialmente assiduo nella santa orazione e
nell'ascoltare le confessioni; onde qualche tempo dopo la di lui morte, apertasi in certo
incontro la sepoltura de' Frati, fu ritrovato il di lui braccio destro alzato, come in atto di
dare l'assoluzione. Finora non si è ritrovata precisa notizia del nome che aveva nel
secolo, quando sia stato battezzato, e quando sia stato vestito tra nostri Riformati nel
convento di Mezzolombardo. Sulla coperta al di dentro d'una sagra Bibbia in 8 grande
stampata Lugduni 1583 trovasi la seguente memoria de' carattere del nostro P. Carlo:
Anno Domini 1668 mense februario P. Carolus Melchiori a Tridento ab haeredibus
fratris sui defuncti Bartholomaei eodem tempore, gratis dono accepit hunc ss. Bibliae
codicem. Per la morte del predetto signor Bartolommeo fratello del P. Carlo, senza
successione, si estinse una linea di casa Melchiori, e restò erede la linea Melchiori
presentanea. Passò finalmente il nostro P. Carlo santamente al Signore d'anni 60 e più,
in Trento 9 dicembre 1669. Volò alla gloria come fu rivelato alla nostra venerabile
Giovanna Maria dalla Croce col sommo pontefice Clemente nono (qual pure morì il dì 9
dicembre 1669, tre ore avanti giorno, come attesta il Brusoni nella vita (13. //) di detto
pontefice tomo 2° del Platina continuato delle vite de' Papi in 4, pag. mihi 779). Tanto
rapportasi nel Libro XII detto delle Opere della venerabile, cap. 49, pag. mihi 129. Ed
anche nel Libro XI della medesima a pag. 280, il dì 26 dicembre dicesi come il nostro P.
Carlo apparso alla Serva di Dio sia stato subito portato alla gloria del Cielo per la carità
fatta alla medesima Serva di Dio.
33
34
In margine: "non è vero. È Carlo Bosio. Cfr. Tovazzi, Prontuario, num. 482.
La dizione accettata oggi è della Croce, come sarà ripresa in seguito dagli altri cronisti.
19
55. Fra Marino da Comasine in Val di Sole, quondam Giovanni Marinelli35,
battezzato 15 aprile 1642, vestito Terziario 24 maggio 1664. Dopo pochi mesi, cavando
sassi fuori di Mezzolombardo verso Zambana per la fabbrica di quel convento restò
morto sotto una motta o grava36 di sassi, Mezzolombardo dicembre 1669.
56. P. Ferdinando da Roveredo, don Giuseppe Cavazzini37 chierico, battezzato 31
dicembre 1640, vestito in Cles con altri 6 maggio 1658, essendovi Guardiano il P.
Giovanni Battista da Avio, e maestro e Vicario il P. Andrea d'Arco diffinitore. Si portò
poi a studiare fuori di Provincia; poiché sotto li 26 maggio 1669 egli scrisse da Napoli
alla nostra Madre Giovanna Maria dalla Croce monaca di s. Carlo in Roveredo,
ringraziandola dell'ammonizione e figurine; e la pregò per il suo lettor ibernese38 delle
medesime. Le notificò pure, come pensava di andare in val di Luserna, ma che il di lui
confessore non gli aderiva. Ma risanatosi avrebbe poi risolto, avea allora la terzana.
Sembra che allora si trovasse nel convento degli Angeli, ove trovasi studio generale de'
nostri Frati Riformati, in cui sarà stato lettore il predetto P. Ibernese. Rimessosi poi il P.
Ferdinando partì da Napoli ritornando in Provincia, oppure per andar alle Missioni in
val di Luserna. Giunto in Trevi nell'Umbria, nel convento de' nostri Riformati,
s'infermò, e passò ivi al Signore, Trevi dicembre 1669. La nostra venerabile Madre
Libro XI Opere, pag. mihi 280, scrivendo il dì 26 dicembre 1669 dice che il P.
Ferdinando da Roveredo godeva la gloria singolarmente per la devozione al santo
Registro, e perché procurò, quando gli fu possibile di sparger in altri tal devozione,
tanto cara a Gesù, e Maria.
57. P. Francesco Massenzo d'Arco, Giovanni Battista Madurelli39, battezzato 19
febbraro 1593, vestito nella Custodia di s. Antonio 6 ottobre 1613. Nel 1624 fu
destinato lettore di teologia con numero de' studenti. Nel 1625 fu fatto confessore. Nel
1628 fu eletto per uno de' tre discreti della Custodia. Nel 1632 fu fatto Guardiano di
Trento ed ivi anche lettore di teologia. Nel Capitolo custodiale celebrato in Feltre il dì
27 maggio 1633 fu eletto Custode di governo, essendo, come fu detto, Guardiano di
Trento. Sotto il di lui governo, come rapporta il P. Pietro Antonio da Venezia nella
cronaca della Provincia Riformata di s. Antonio, pag. 615, fu piantata la croce di tre
conventi della medesima, allora solamente Custodia, di Padova, di Roveredo, e di Cles.
Nel dì primo settembre 1635 fece certo rescritto ed una scrittura, o sia ricerca in favore
dell'ill.mo signor baron Giorgio di Firmian con certe condizioni per il nuovo convento
di Cles, ma non fu confermato, ma bensì annullato nel Congresso de' Padri tenuto nel
convento di s. Pietro Viminario il dì 5 maggio 1639, ove il giorno seguente fu tenuto il
Capitolo custodiale, e dichiarato convento formale l'ospizio di s. Antonio in Cles, ed
anche eletto primo Guardiano di esso il P. Francesco Turcato da Trento. Terminato poi
che ebbe il nostro Padre Massenza, che così chiamavasi da (14. //) secolari, la carica di
Custode di governo nel Capitolo custodiale celebrato in Treviso il dì 11 luglio 1636 fu
mandato dal Superior generale, nel medesimo anno Commissario visitatore nella
Provincia Riformata di s. Niccolò da Bari: consta dalla vita di F. Vito da Martina laico,
posta nel tomo XII del Leggendario francescano del P. Pietro Antonio da Venezia al dì
35
Nel manoscritto: Marinello.
Slavina.
37
Nel manoscritto: Cavazzino.
38
Insegnante irlandese.
39
Nel manoscritto: Maturelli.
36
20
3 dicembre. Ed in passando per Roma o nell'andar, o nel ritornare dalla predetta
Commissione, credesi sia stato nominato Guardiano di Gerusalemme, quale carica egli
efficacemente rinunciò. Ritornato pertanto alla propria Custodia, nella Congregazione
fattasi in Bassano prima intermedia il dì 24 aprile 1637, fu di nuovo eletto ad annum
Guardiano di Trento. Così pure nel Capitolo custodiale celebrato in s. Pietro Viminario
il dì 16 maggio 1639 fu per la terza volta fatto Guardiano di Trento. E mentre era in tal
offizio, conosciuta di già da Superiori generali la di lui grande abilità e talento, e nel
governo della Custodia di s. Antonio, e nella visita della Provincia di Bari, fu stimato a
proposito per destinarlo Commissario generale delle Provincie della Germania
superiore. Spedirono dunque la patente di Commissario generale come sopra, ad
triennium al nostro P. Francesco Massenzio attuale Guardiano di Trento, con ordine
premuroso, anzi con stretto precetto di portarsi immediatamente per Vienna come egli
medesimo scrisse da Vienna alla signora contessa Sibilla Fuchera vedova Lodrona sotto
il dì 4 febbraro 1640 in cui dice che già 23 giorni, che trovavasi in quella dominante, e
si raccomandava alle fervorose orazioni della detta signora contessa e di Madonna
Bernardina per gli impedimenti che ponevano li Ministri dell'imperadore. Quando
finalmente coll'aiuto del Cielo superati, diede principio ad esercitare la sua carica di
Commissario generale, e nel medesimo anno 1640 fu presidente nel Capitolo della
Provincia di Vienna celebrato in Graz, in cui fu eletto Provinciale il P. Egidio Schiesel.
Terminato il primo triennio nell'offizio di Commissario generale, vi fu confermato, e vi
durò in tutto circa dodici anni; poiché nel Capitolo generale celebrato in Roma il dì 27
maggio 1651, tra gli molti Statuti, fu al cap. I, § 4 ordinato intorno a PP. Commissari
generali delle Nazioni n. 3 (Chronolog. P. Perusini part. prima, fol. 66, col. 2) "sancitum
fuit officium istorum Commissariorum non extendi ultra triennium, et quod eligendus in
ipsum debeat esse filius earumdem Provinciarum, qua fuit sub obedientia talis
commissionis", onde dopo detto Capitolo generale terminò l'offizio il nostro P.
Francesco Massenzio di Commissario generale della Germania superiore. Nel tempo
che il predetto Padre fu Commissario della Germania, non solamente fu presidente in
molti Capitoli delle Provincie di quella, e di due fu innoltre Ministro Provinciale, come
può vedersi nel tomo V dell'Orbe serafico del Gubernatis, continuato dal P. Sigismondo
da Cuneo, Riformato della Provincia di Torino, che trovasi in Trento, e Roveredo, tra
gli altri ridusse a felicissimo fine tre assai importanti affari per bene ed onore della
Religione. Il primo fu l'erezione della nostra Provincia di s. Vigilio, il secondo fu che
specialmente l'imperatore Ferdinando terzo coll'università di Vienna facesse voto di
sostenere la pia opinione che la Santissima Vergine Maria sia stata preservata nel primo
istante del suo essere naturale, per privileggio specialissimo dal peccato originale. E
terza l'aver promossa l'effettiva fondazione del monastero delle monache Chiarisse
urbaniste di s. Carlo in Roveredo. Quanto all'erezione della nostra Provincia, oltre il già
detto nella vita posta sopra fol. 7 del P. Lodovico Gardumi d'Arco, primo Provinciale di
questa, devonsi aggiungere per maggior lume le cose (15. //) seguenti, Con occasione
che nel 1642 si portò a Roma il nostro Padre Massenza nel primo triennio del suo
Commissariato della Germania superiore, ottenuta da pria in Inspruch una fortissima
raccomandazione da sua altezza serenissima Claudia di casa fiorentina Medici
arciduchessa vedova del serenissimo Arciduca Leopoldo d'Austria e Conte del Tirolo, si
maneggiò felicemente presso la santa sede, e presso il Superior generale, (era sommo
Pontefice Urbano VIII fiorentino, ed il rev.mo P. Benigno da Genova Riformato
Commissario generale di questa Cismontana famiglia) per fondare questa nostra
Provincia di s. Vigilio. Poiché con Breve del predetto Pontefice, emanato il dì 8 gennaro
21
1643 furono con autorità apostolica separati li sei conventi trentini dalla Riformata
Provincia Veneta di s. Antonio e cogli stessi fu eretta questa di s. Vigilio, a quali poi col
tempo sinora sono stati aggiunti tre altri de' Frati, cioè di Mezzolombardo, di Campo, e
di Cles, e due monasteri di monache, di s. Carlo in Roveredo, e di s. Anna in Borgo di
Valsugana. Era poi stato incaricato il P. Massenza dal Superior generale di venir da
Vienna sul Trentino per dar esecuzione al detto Breve erettivo della Provincia, ma
essendosi suscitate varie opposizioni, e richiami e de' Frati e de' secolari contro tale
fondazione, che diffusamente rapportansi dal P. Pietro Antonio da Venezia nella
Cronaca, Lib. 2, a cap. XII, stampata dalla Riformata Provincia di s. Antonio, e dal P.
Beato da Muzzolone nella storia manoscritta della medesima, il sudetto Padre Massenza
giunto da Vienna il dì 6 giugno 1643 pubblicò in Arco il detto Breve, acquietò li
richiami insorti, scrisse, ed indi si portò a visitar personalmente il P. Provinciale della
predetta Provincia di s. Antonio; e poi ritornò alla sua Commissione generale della
Germania, lasciando al Superior generale da mandar un Commissario speciale per
l'effettiva erezione di questa Provincia, a qual effetto fu destinato il R. P. Fedele da
Luca della Riformata Provincia di Bologna, da cui convocato il primo Capitolo in
Roveredo per li 27 agosto 1643, in esso fu pubblicato il nuovo diffinitorio di questa
nuova Provincia, e poi portatosi il P. Commissario con detto diffinitorio da Roveredo a
Santa Maria delle Grazie presso Arco, fu ivi celebrata la prima Congregazione
capitolare coll'elezione de' Guardiani. Non cessarono tuttavia li Frati contrari alla
fondazione della nuova Provincia, e bramosi di veder riuniti alla Provincia Veneta li sei
conventi trentini, di far nuovi passi e ricorsi a Roma ed al Capitolo generale, che fu poi
tenuto in Toledo nel 1649, come sopra si rapportò, nella vita del R. Padre Lodovico
Gardumi, allora Provinciale. Ma nulla in quello ottennero, anzi fu confermata l'erezione
di questa Provincia, credesi specialmente per le commendatizie di sua maestà cesarea al
Capitolo al Capitolo e Superior generale, e diffinitorio generale, procurate dalla
premurosa attenzione del nostro Padre Massenza dimorante Commissario in Vienna, e
presentate poi in Capitolo generale a Padri dal Ministro provinciale della Provincia
d'Austria. Finalmente anche il terzo ed ultimo assalto, che diedero li Frati contrari alla
Provincia colla lite pro reunione intentata coram Superiori generali in Roma, oltre la
giustizia della causa, fu ribattuto col mezzo delle sovradette commendatizie della Corte
cesarea procurate parimente dal nostro P. Massenza, quantunque già ritornato da Vienna
in nostra Provincia, per cui si sortì in finale decreto della Congregazione generale
dell'Ordine sotto il dì 11 giugno 1654, rapportato sopra a fol. 8 nella vita del P.
Lodovico Gardumi e confermato poi anche dalla Congregazione de' vescovi e Regolari.
Li sovracitati autori Padri Pierantonio da Venezia e Beato da Muzzolone parlano con
grande lode della costanza e destrezza usata dal P. Francesco Massenzo nel procurare la
fondazione di questa Provincia di s. Vigilio; e maggiormente nel sostener
efficacemente, non ostante le molte gravi opposizioni, la di lei manutenzione; onde a
tutta ragione il detto Padre Massenza deve ritenersi per primario benemerito promotore
della medesima. (16. //) Per quanto spetta poi al secondo affare, che il nostro P.
Massenza mentre era Commissario generale della Germania superiore ridusse ad ottimo
segno; è da sapersi come nel sudetto Capitolo generale celebrato in Toledo nel 1645
essendo stata trascelta dall'Ordine nostro la Santissima Vergine Maria, per opera del
rev.do P. Giovanni da Napoli Riformato nel detto Capitolo eletto Ministro generale, in
avvocata a padrona dell'Ordine nostro sotto il titolo veritiero dell'Immacolata sua
Concezione dal primo istante del suo essere naturale, li Padri Domenicani presentarono
due forti memoriali alla Sagra Congregazione, quasi per tal elezione di Maria
22
Santissima in padrona dell'Ordine nostro sotto la di lei Immacolata Concezione venisse
pregiudicata la di loro su di tal punto contraria opinione. Il nostro P. Generale ottenuti li
predetti memoriali da rispondergli, ne fece fare molte copie, mandandole hinc inde
affine da più soggetti venissero opportunamente confutati. Sotto il dì 19 novembre 1647
scrisse al nostro P. Massenza a Vienna mandatogli copia de' detti memoriali con una
lettera alla celebre università di Praga affine volesse compiacersi rispondere e confutare
li predetti memoriali in favore dell'Immacolata Concezione della Santissima Vergine. Il
predetto P. Massenza unito con P. Provinciale de' nostri Riformati d'Austria, si
maneggiarono assai bene, ed ottennero dall'università di Praga una dottissima
confutazione de' predetti memoriali de' Padri Domenicani, la quale poi (dopo averne
fatta copia, e questa colla lettera del P. Generale al P. Massenza riposta nell'archivio
della Provincia di Vienna) fu dal prelodato P. Massenza mandata al P. Ministro
generale, che sommamente l'aggradì. L'università di Vienna non diede fuori
confutazione degli accennati memoriali per scrittura, ma co' fatti compassata la cosa
collo stesso augustissimo Cesare Ferdinando terzo, fece co' dottori e decani della facoltà
per la prima volta il dì 5 febbraro 1649 (vedasi tal voto rapportato da Tommaso
Auriemma Affetti scambievoli, part. prima, cap. XX a pag. mihi 248 e nota fosse fatto
nel 1647) voto collo stesso augustissimo imperatore Ferdinando terzo di voler tener e
difendere sino ad altra determinazione della fede apostolica l'Immacolato Concepimento
della Santissima Vergine nella chiesa della casa professa de' PP. Gesuiti in Vienna:
"Ego N. N. voveo et spondeo ac iuro, me velle pie tenere et asserere Beatissimam
Virginem Dei Genitricem Mariam sine originali conceptam esse, donec aliter a Sede
apostolica fuerit definitum. Sic me Deus adiuvet, et haec sancta Evangelia". Colli
predetti mezzi procurati dalla gran sollecitudine, specialmente del nostro P. Massenza,
come diffusamente rapporta nel Libro in 8, intitolato Facies nascentis et succrescentis
Provinciae Austriae, stampato in Ratisbona 1743 di cui se ne trova copia nella nostra
libreria delle Grazie d'Arco, e con altri mezzi, si confutarono efficaciter li memoriali
sopraccennati de' PP. Domenicani, si ampliò di molto la pia credulità verso il mistero
della Immacolata Concezione di Maria santissima; e poi alla santa memoria d'Innocenzo
XI con Breve speciale dat. 18 settembre 1685 fu confermata l'elezione fatta dall'Ordine
nostro nel Capitolo, come sopra, del 1645 in patrona della Beatissima Vergine sotto il
mistero della di lei Immacolata Concezione, come si può vedere nelle rubriche
particolari del nostro Breviario, ti. VII de octavis num. 75 ad finem. Intorno al terzo
affare, cioè l'aver promossa la fondazione del monastero delle monache di s. Carlo in
Roveredo, è da sapersi, come il nostro P. Massenza avanti anche fosse Commissario
della Germania, trattò più volte con Madonna Bernardina Maffeotta, poi Suor Giovanna
Maria dalla Croce, mentre era Custode di governo della Custodia Riformata di s.
Antonio, la consolò assai, e l'assicurò in coscienza, che era guidata da spirito buono,
come essa medesima narra nella prima parte (17 //) che ella scrisse della sua vita cap.
6, pag. 106. Le mandò pure per consigliarla nelle cose di spirito il P. Eufemio da
Miglionico nostro Riformato della Provincia Riformata di Basilicata nel regno di
Napoli. (La cui vita sta registrata a 2 febbraro nel tomo secondo del Leggendario
francescano del P. Pietro Antonio da Venezia) e le mandò anche l'estatico fra Vito da
Martina laico, riformato della Provincia di Bari (di cui si ha la vita nel predetto
Leggendario nel tomo XII il dì 3 dicembre). Fu molto consolata la Serva di Dio da
predetti Religiosi. Il primo de' quali era venuto in questi passi per ricerca fatta dal
Superior Generale da sua altezza serenissima Leopoldo Conte del Tirolo ed Arciduca
d'Austria, ed il secondo, cioè fra Vito a richiesta di monsignor Carlo Emmanuello
23
Madruzzo vescovo e principe di Trento, ed a predetti prìncipi erano stati lodati e
suggeriti dal nostro Padre Massenza e furono di così santa vita che come scrive la detta
Venerabile Madre nella parte terza della sua vita, pag. mihi 102, se ne volarono dopo
morte alla gloria senza toccar le pene del Purgatorio. Andando poi concertando la
sopraccennata Serva di Dio Bernardina Maffeotta, o sia Floriani coll'ill.ma signora
contessa Sibilla vedova Lodrona nata Fuchera di fondare un monastero di Terziarie
monache francescane, assisté alle medesime il P. Massenza carteggiando colla predetta
signora contessa, e ritornando da Roma nel 1642 parlò con gran efficacia in Trento a
monsignor vescovo Madruzzi perché dasse istanza di fondare in Roveredo il predetto
monastero di Terziarie francescane, e monsignore si mostrò molto propenso, ma perché
era a ciò contrario il Vicario generale monsignor Luca Maccani convenne mutar idea ed
in luogo di monastero di Terziarie fondarlo di monache Chiarisse urbaniste, come poi
seguì, cooperandovi il P. Massenza, raccomandando assai l'affare alla benignissima
protezione di sua altezza serenissima Claudia arciduchessa vedova del sopralodato
serenissimo Arciduca Leopoldo. Chi bramasse più distinta e diffusa di quanto operò il
P. Massenza e Arciduca Leopoldo. Chi bramasse più distinta e diffusa relazione di
quanto operò il P. Massenza e per la direzione spirituale della Serva di Dio Bernardina
Maffeotta, e per la fondazione del monastero di s. Carlo, potrà leggere la vita della
medesima ultimamente stampata, ove appieno resterà informato. Ora ritornando al
sopradetto P. Massenza, mentre era Commissario generale della Germania, presedendo
per la quarta volta al Capitolo della Provincia d’Austria li 2 luglio del 1649 fu eletto
esso Padre Massenza Provinciale della medesima. Ed essendo poi stato celebrato il
Capitolo generale in Roma dopo due anni cioè il dì 27 maggio 1651, credesi vi siasi
portato il P. Massenza in qualità di Ministro della Provincia d’Austria. In detto Capitolo
generale tra molti Statuti, fu cap. primo, paragrafo 4 ordinato intorno alli Commissari
generali delle Nazioni al num. 3 (Chronol. P. Perusini part. prima, fol. 66, col. 2; et P.
lulii a Venetiis fol. 66, col. 2) “sancitum fuit, officium istorum Commissariorum non
extendi ultra triennium, et quod eligendus in ipsum debet esse filius earumdem
Provinciarum, quae sunt sub obedientia talis Commissarii”. E però si suppone che il
detto anno 1651 sia stato eletto dal Superior Generale per Commissario della Germania
superiore il M.R.P. Egidio Schiesel, in luogo del P. Massenza, che con diverse conferme
era stato per undici a più anni in tale offizio, poiché l’anno seguente nel Capitolo della
Provincia d’Austria celebrato Loysii il dì 25 aprile 1652, in cui il P. Massenza terminò
l’offizio di provinciale di detta Provincia fu presidente, come Commissario Generale, il
sopradetto P. Egidio e fu eletto Ministro il P. Antonio Stöchler. Così pure lo stesso fu
presidente nel seguente Capitolo nel 1655 celebrato in Claustro Neoburgo, ed in lui fu
soppresso l’offizio di Commissario Generale nella Germania superiore sotto Alessandro
settimo, che era stato istituito nel 1585, e terminò nel 1655 ed eranvi stati dieci o undici
Commissari, l’ultimo de’ quali fu il sopradetto P. Egidio Schiesel, ed il penultimo era
stato il nostro P. Massenza. (18. //) Avendo dunque il nostro P. Francesco Massenzo
lodevolmente terminata la carica di Commissario Generale, come fu detto, nel 1651 e
quella di Ministro della Provincia d’Austria nel 1652 ed esercitate le sue religiose parti
colle maestà imperiali in Vienna ‘istradò di ritorno col suo compagno P. Francesco
d’Inspruch verso questa sua Provincia di s. Vigilio ed in questa essendosi celebrato il
Capitolo il dì 14 novembre 1654, fu egli eletto confessore delle monache di s. Carlo in
Roveredo, per la di cui fondazione, come sopra si notò, erasi molto impiegato, ed in cui
eravi Suor Giovanna Maria dalla Croce fondatrice, al secolo Bernardina Maffeotta o sia
Floriani, e Suor Anna Maria di Gesù Terziaria confondatrice, che prima era stata
24
contessa Sibilla vedova Lodrona, nata Fuchera, con cui aveva non poco il P. Massenza
carteggiato. Vi continuò due anni, e ritrovasi soscritto come confessore al testamento
dell’anima fatto dalla Madre Giovanna Maria nel 1652 (dal sommario del processo della
Serva di Dio fol. 63). Ed il dì 31 agosto 1653 assistette al testamento primo della ill.ma
signora contessa Sibilla sopradetta, già Terziaria professa. Nella Congregazione poi
celebrata in Roveredo 14 settembre 1654 fu eletto Guardiano di Roveredo, e mentre era
Guardiano nel 1655 si portò alla visita di una Provincia della Germania come si cava dal
Libro XII del P. Francesco da Cles, fol. 66, e poi nel Capitolo celebrato in Arco li 7
gennaro 1656 fu eletto Custode40. Ed insieme fu posto lettore di teologia in Trento. Nel
1657 fu confermato lettore in Trento. Nella Congregazione intermedia fatta in Trento il
dì 4 gennaro 1658 per esimersi dall’imminente viaggio al Capitolo generale da tenersi in
Spagna, rinunziò il Custodiato, ed in di lui luogo fu eletto Custode per portarsi al
Capitolo generale il P. Bernardino da Flavone diffinitore attuale, ed il Padre Massenza
continuò il terzo anno la lettura di teologia in Trento. Nel Capitolo poi della nostra
provincia celebrato in Trento il dì 16 maggio 1659 fu eletto Guardiano di Trento, e vi
continuò tre anni di seguito. Finalmente nel Capitolo celebrato in Roveredo il dì 17
febbraro 1662 fu il nostro P. Massenza eletto Ministro provinciale, e fu anticipato detto
Capitolo, per li vocali che aveano da portarsi a predicare nell’imminente Quaresima. Il
dì 6 aprile 1663 si celebrò in Roveredo la prima Congregazione intermedia, ed il dì 26
maggio del detto anno scrisse il P. Provinciale Massenza alla Madre Giovanna Maria
badessa in s. Carlo, come il dì 16 del prossimo giugno del medesimo anno sarebbe stato
il cinquantesimo della sua professione (cioè cominciato) e che nella passata
Congregazione aveva dal diffinitorio ottenuto di delegare il suo offizio per tutto il mese
di giugno, affine di ritirarsi per fare al rinnovazione della sua professione, ma che gli
affari lo sopraffacevano. Nel 1664 si portò come Provinciale al Capitolo generale
celebrato in Roma il dì primo giugno 1664 e ritornato dal capitolo generale celebrò la
seconda Congregazione intermedia il dì 130 luglio 1664 in Roveredo colla licenza del
Superior Generale il dì 5 giugno data in Roma. Terminò poi l’offizio di Provinciale nel
Capitolo celebrato in Pergine il dì 12 giugno 1665 in cui fu eletto Provinciale per la
seconda volta il P. Andrea Zanoni d’Arco. Ed il P. Massenza fu deputato confessore
delle monache alla santissima Trinità in Trento, con somma consolazione delle
medesime. Negli atti del detto Capitolo o sia Congregazione capitolare Libri primo
actuum, pag 166 intorno al confessore di monache, disponesi: “Confessores monialium
santisssimae Trinitatis Tridenti usque ad novam provisionem Ordinarii, A.R.P.
Franciscus Maxentius ab Arco. Sancti Caroli vero Roveredi A.R.P. (19. Il) Marcellìnus
a Iudicaria”, ma il P. Massenza durò confessore alle monache della santissima Trinità
appena mezz’anno, poiché per avviso della Serva di Dio Madre Giovanna Maria
badessa di s. Carlo fu detto confessionale rinunziato. Rapportasi nel Libro XII, unito,
come sopra fu notato dal P. Francesco da Cles, cap. 44 fol. 115 che il Signore il dì 13
agosto 1665 abbia ordinato alla predetta Madre Giovanna Maria, dicesse al suo
confessore, che era il P. Marcellino da Giudicaria, scrivi al Commissario generale, che
faccia levare alle monache della Trinità in Trento il cappellano de’ PP. Riformati, quale
le dice Messa quotidiana, sebbene con altro titolo, ma li secolari l’hanno di già
subodorato con ammirazione. Che lo levi il confessore dalla Religione, ed il cantarle
Messa li Frati, e tutte le corrispondenze di lettere e visite di essi Frati. Ed ancorché tutti
li monasteri della diocese volessero dare sotto ‘1 governo della Provincia di s. Vigilio,
40
In questo caso vuoi dire Vicario provinciale.
25
non gli accettino sotto pena della sua disgrazia, perché questi saranno la distruzione
della Provincia. Fece la bramata breccia tal avviso, attesoché stimolato il P. Andrea
d’Arco Provinciale dal Superior Generale, oppure da sé, mandò al monastero della
santissima Trinità il suo segretario F. Francesco da Cles con una lettera alla Madre
badessa, il contenuto della quale era che le Madri si provvedessero di un confessore, e
che gli Frati non sarebbero più venuti... e come notò poi il predetto P. Francesco, li
predetti ordini furono per il più eseguiti. Fu dunque in tal forma rimosso il P. Massenza
dal confessionario alla Trinità, con sommo spiacere di quelle Religiose, che
lamentavansi di essere state già la seconda volta da nostri Riformati abbandonate,
contando per la prima la rinunzia del governo di detto monastero fatta dal M.R.P.
Giacomo da Gandino Commissario e Visitatore apostolico de’ Riformati nel Capitolo
custodiale celebrato in s. Bernardino di Trento il dì 29 luglio 1599, onde in detto anno il
dì 12 agosto eransi date sotto il governo di monsignor vescovo di Trento. Il nostro P.
Francesco Massenzo si fermò tuttavia in Trento sino alla morte. Diede egli alla stampa
due operine spirituali, una intitolata “Missae incruenti sacrificii pio-cruenta mysteria”,
in 12°, dedicata al serenissimo Sigismondo Francesco Arciduca d’Austria e vescovo
d’Augusta, Oeniponti typis Michaelis Wagneri 1653. Dell’altra il titolo si è “Pie
meditazioni sopra l’offizio della Beatissima Vergine applicate a proposito dal schiavo di
essa nostra Signora F. Francesco Massenza d’Arco” dedicata al Capitolo ed alla
medesima città di Trento ed ivi stampata per Carlo Zanetti in 12°, 1665. Finalmente
consumato dalle grandi fatiche da tanti spinosi emergenti affari ed impieghi sostenute, e
carico parimente di molti anni, sopra li settanta, il nostro P. Francesco Massenzio di
questa Provincia di s. Vigilio, essendo stato primario promotore dell’erezione della
medesima, quello che l’ha difesa in gravissimi di lei travagli, e che le ha apportato tanto
onore colle varie cariche da lui con gran decoro, e prudenza sostenute, munito dei
santissimi Sagramenti passò piamente al Signore, Trento 13 gennaro 1670. Dopo alcuni
giorni dalla sua morte egli apparve alla Serva di Dio Madre Giovanna Maria come essa
rapporta nel Libro XI delle sue Opere, pag. 298 e 299 e dissele già sono in cielo, e sono
stato cinque soli giorni nel Purgatorio. Egli, come sopra fu notato, per qualche tempo
era stato confessore della Serva di Dio, e le avea dato grande apporto co’ suoi consegli,
e lettere, ed assai promossa in Trento, in Inspruch, ed in Roma la fondazione del
monastero di s. Carlo.
58. P. Domenico da Val di Leder41 da Tiarno di Sopra, di casa Sala, vestito con
altri in Borgo li 25 giugno 1644, essendovi Guardiano il P. Giuseppe da Roveredo, e
maestro e Vicario il Padre diffinitore Francesco da Tesino, passò poi piamente al
Signore ben disposto, in Trento marzo 1670.
59. (20. //) Fra Bartolommeo da Massone d’Arco, Maffeo Maffei, battezzato 14
giugno 1591, vestito per laico nella Custodia di s. Antonio 16 giugno 1615. Rimaso poi
nella nostra provincia, frate valente, passò al Signore in Arco 27 agosto 1670.
1670. Dalla seconda Congregazione intermedia celebrata in Campo li 26 settembre,
dopo il ritorno de’ nostri Padri vocali dal Capitolo generale di Spagna fatto in
Vagliadolid (sic) il dì 24 maggio 1670.
41
Valle di Ledro.
26
60. P. Bernardino da Flavon in Vai di Non, Giovanni Battista Tamé, battezzato
24 giugno 1620, vestito nella Custodia di s. Antonio 4 ottobre 1637. Rimaso poi in
nostra Provincia, si portò dopo ‘1 1648 circa per diversi anni alle Missioni nella
Transilvania, ove anche fu Viceprefetto. Ritornato in Provincia fu fatto nel 1652
Guardiano del Borgo per un anno. Nel 1654 fu ivi Vicario del P. Pietro Battista
Guardiano, ed anche fu ivi lettore di Regola. Nel Capitolo del 1656 fu eletto diffinitore,
ed insieme fu fatto Vicario di Trento, e nel 1657 fu ivi confermato Vicario del P.
Antonio da Trento Guardiano. Avendo, dopo fattasi in Trento li 4 gennaro 1654 la
seconda Congregazione intermedia, rinunciato il custodiato il P. Francesco Massenzio
d’Arco, come si notò sopra nella di lui vita, fu sostituito ed eletto per Custode il P.
diffinitore Bernardino, e come tale si portò col P. Agostino da Tuenno Provinciale in
Spagna al Capitolo generale celebrato in Toledo il dì 6 giugno 1658; in cui fu concessa
prima vice la precedenza post ultimum diffinitorem a’ Padri nostri Custodi e Proministri
Cismontani, che aveano in quello votato, e così fu il primo a goderla il nostro P.
Custode Bernardino. Nel Capitolo celebrato in Trento 16 maggio 1659 fu fatto
Guardiano di Roveredo, e nel 1660 Guardiano di Pergine. In detto anno sostenne co’
suoi frati molte gravi molestie dal parroco di Pergine Ercole Dusini di Belvedere da
Croviana in val di Sole, e dal di lui cappellano Giovanni Battista Scaramelli
(pienamente narrate nel memoriale alla Sagra Congregazione, e rapportate nella
sentenza diffinitiva contro de’ predetti da monsignor luogotenente ed auditore della
Camera apostolica, che ritrovasi in tutti gli archivi della Provincia, e specialmente per
aver proibito venisse sepolto in nostra chiesa di Pergine un figliuolino del signor Aloisio
Lener di Pergine, che già da qualche anno in detta chiesa avea fatto fare fabbricare un
monumento per la sua famiglia) né potendosi ottenere giustizia dalla Curia di Feltre, che
favoreggiava il suo parroco, tuttoché pressata da varie lettere della Sagra
Congregazione, convenne spedir in Roma il medesimo P. Bernardino, essendosi
trasportata colà la causa, ove essendosi egli saggiamente maneggiato, ottenne la predetta
sentenza, e famoso decreto della Sagra Congregazione dato li 10 giugno 1661. Ritornato
poi egli da Roma, fu fatto nel 1662 Vicario in Trento del P. Guardiano Valerio da
Cembra. Nel 1663 fu deputato presidente dell’ospizio in Fiemme, tuttoché stasse di
famiglia in Trento. Nel Capitolo del 1666 fu destinato lettor di morale in Pergine. Nel
1669 fu deputato lettor di morale in Arco. Nel 1670 nella Congregazione fattasi in
Campo il dì 26 settembre fu confermato di famiglia in Arco, ove poi passò piamente al
Signore nell’ottobre 1670.
61. P. Giacomo da Varignano, Giovanni Matteo figlio di Giuseppe Bontadi
detto da Arco, battezzato 22 settembre 1598, vestito nella Custodia di s. Antonio 26
giugno 1617. Nel Capitolo custodiale 1630 fu fatto confessore de’ secolari. Nel 1634 fu
Guardiano di Pergine. Negli anni 1638 e 1639 fu di nuovo ivi Guardiano. Nel 1641 e
1642 fu Guardiano d’Arco. Nel 1643 fermatosi nella nostra Provincia, fu fatto Vicario
in Trento del Padre (21. //) Guardiano Agostino da Tuenno. Negli anni 1644 e 1645 fu
Guardiano di Trento. Nel Capitolo del 1646 fu eletto Custode, ed insieme nell’anno fu
Vicario in Roveredo del P. Antonio d’Arco cioè da Varignano. Nel Capitolo del 1649 fu
eletto la seconda volta Guardiano di Trento, e vi continuò tre anni di seguito. Nel
Capitolo del 1652 fu eletto diffinitore, e nel detto anno fu insieme Vicario in Roveredo
del P. Francesco Baron di Roveredo. Nel 1654 fu insieme Vicario in Arco del P.
Guardiano Francesco Turcato da Trento. Nel Capitolo celebrato in Arco li 7 gennaro
1656 fu deputato confessore delle monache di s. Carlo, e nel 1657 fu fatto Vicario in
27
Roveredo. Nel 1658 fu eletto Guardiano d’Arco. Nel Capitolo del 1659 fu di nuovo
fatto diffinitore, ed insieme quell’anno Vicario di Roveredo del P. Guardiano
Bernardino da Flavone. Nel Capitolo del 1662 fu per un anno nuovamente destinato
confessore delle monache di s. Carlo. Negli anni 1663 e 1664 fu per la terza volta
Guardiano di Trento. Finalmente passò piamente al Signore in Roveredo, maggio 1671.
1671. Dal decimo Capitolo provinciale celebrato in Borgo li 10 luglio, in cui fu
eletto Ministro per la seconda volta il M.R.P. Marcellino da Giudicaria.
62. P. Illuminato da Varignano, Niccolò quondam Melchior Tomasi detti
Storini, battezzato 2 marzo 1644, vestito in Pergine con altri, 9 ottobre 1662, essendovi
Guardiano e maestro il P. Giacinto Poli da Besenello. Giovinetto passò al Signore in
Arco, agosto 1671
63. P. Antonio da Varignano detto d’Arco, de Marchi, vestito per laico nella
Custodia di s. Antonio, e poi fatto sacerdote e confessore. Rimase in nostra Provincia, e
nel 1645 e 1646 fu eletto Guardiano di Roveredo. Nel 1647 fu ivi Vicario del P.
Guardiano Antonio da Dro. Negli anni 1649 e 1650 fu Guardiano in Arco. Nel 1651 fu
Vicario in Cles del P. Guardiano Giovanni Battista d’Avio. Passò poi al Signore in
Arco, settembre 1671.
64. P. Giuseppe da Roveredo, Sigismondo Betta dal Toldo, battezzato 4 ottobre
1611, vestito nella Custodia di s. Antonio 17 ottobre 1632. Nel 1642 fu fatto confessore
de’ Frati e predicatore. Rimase poi in nostra Provincia, e nel primo Capitolo provinciale
del 1643 fu eletto diffinitore, e nel detto anno e nel seguente fu insieme Guardiano del
Borgo; e nel 1645 fu ivi maestro de’ novizzi. Nel 1646 fu in Arco maestro de’ novizzi,
ma non Vicario. Negli anni 1647 e 1648 fu eletto Guardiano di Trento. Nel Capitolo del
1649 fu di nuovo eletto diffinitore. Nel 1650 fu insieme Vicario in Cles. Nel 1651 fu
insieme Vicario e maestro de’ novizzi in Pergine. Nel Capitolo del 1652 fu eletto
Custode ed insieme Vicario in Trento del P. Guardiano Antonio da Dro. Non si crede
siasi come Custode portato nel 1654 alla Congregazione generale celebrata in Roma,
siccome non vi si portò il P. Provinciale Lodovico d’Arco, a cagione della lite vertente
co’ Frati pretendenti la riunione colla Provincia Veneta. Nel Capitolo del 1659 fu di
nuovo eletto Custode, ed insieme fu Vicario in Arco e maestro de’ novizzi. Nel 1660 e
1661 fu ivi anche maestro ma non Vicario. Nel 1664 fu Vicario in Pergine e nel
Capitolo del 1665 fu per la terza volta eletto diffinitore e nel detto anno fu pure Vicario
in Trento del P. Cherubino da Pergine Guardiano. Nel 1669 nella Congregazione fatta in
Mezzolombardo li 24 maggio fu eletto Vicario di Trento, ma credesi poi abbia egli
rinunciato trovandosi eletto Vicario di Trento in un congresso il dì 23 luglio il P.
diffinitore Giovanni Battista d’Avio. Finalmente il nostro P. Giuseppe, gran amatore
della santa povertà, austero contro se stesso, e zelante della regolar osservanza, uomo in
somma di grande spirito, munito de’ santissimi Sagramenti, in concetto di santa vita,
passò piamente al Signore in Trento, 29 settembre 1671.
65. (22. //) P. Benedetto da Trento, Cristoforo quondam Benedetto Sardagna
de’ Meanpergh, detto anche da Lavis per aver poi colà il suo fratello trasferito da
Trento il domicilio; battezzato 24 ottobre 1599, vestito nella Custodia di s. Antonio nel
convento del Borgo il dì primo agosto 1622, ove prima di professare fece il dì 7 luglio
28
1623 il suo testamento, rogato dal signor Pietro Grandi notaio, da me letto, in cui lasciò
molti legati pii ascendenti in tutto a più di mille fiorini. Mi fu favorito da leggere dal
signor Livio Sardagna da Lavis pronipote del medesimo Padre Benedetto. Nel 1644 con
patente del M.R.P. Francesco Massenzo d’Arco Commissario generale della Germania
superiore, in data del primo settembre fu destinato con un altro Padre tedesco,
raccoglitore delle limosine per Terra Santa nelle parti di Carintia e Carniola. Nel 1646
fu Vicario di Pergine e chiamasi “P. Benedictus a Tridento”, così pure nella tavola della
famiglia d’Arco del 1648, trovasi P. Benedetto da Trento. Non trovandosi di poi né
nominato negli atti, né promosso, si suppone sia dimorato fuori di Provincia in
Germania. Finalmente risolutosi di ritornar in Provincia, ottenne un attestato de vita et
moribus datogli dal Conte Antonio Galas colonnello cesareo, perché fu il di lui
cappellano e confessore. Fra le altre cose in detto attestato si legge: “recolentes
admodum R. P. Benedictum Sardagna Domino parenti nostro piae memorie ab
honestate vitae morum integritate, et aliis vocationis suae dignis qualitatibus, se semper
summe commendabilem reddidisse, etc., dat. 29 settembre 1671”. Istradatosi pertanto
da Vienna verso la Provincia, giunto in Lavis in casa del fratello, s’infermò, ed ivi, finiti
di già gli anni 72, passò al Signore trasportato poi a seppellirsi in Trento; Lavis 26
dicembre 1671. Il sopradetto quondam signor Livio Sardagna oltre il testamento del P.
Benedetto, conservava anche la piastrina in rame da fare il ritratto del medesimo, e me
ne diede alcuni, e teneva parimente un libro di lettere scritte dal P. Benedetto, de’ quali
ne ho lette alcune. Ma dopo la morte del detto signor Livio senza successione circa il
1754, e divisa la di lui facoltà, non si ha potuto rinvenire detto libro, da cui si avrebbero
potute ricavare varie notizie toccanti la longhissima dimora in Germania, e gli impieghi
del predetto P. Benedetto.
66. P. Gaudenzo da Trento, Francesco Terragnolo42, battezzato 6 gennaro 1611,
vestito nella Custodia di s. Antonio 9 giugno 1628. Rimaso poi nella nostra Provincia,
nel 1646 fu Vicario in Borgo del P. Guardiano Andrea da Bressanone. Nel 1647 fu ivi
Guardiano. Nel 1648 fu per un anno Vicario in Pergine del P. Guardiano Antonio da
Gavazzo. Nel 1650 fu Vicario in Roveredo del P. Guardiano Bartolomeo da Giudicaria.
Negli anni 1651 e 1652 fu fatto Guardiano d’Arco. Nel 1660 fu Vicario in Trento del P.
Francesco Assenza d’Arco Guardiano. Nel 1661 fu eletto Guardiano di Cles. Nel 1662
fu fatto Guardiano in Borgo. Nel 1665 fu Vicario in Arco del P. Guardiano Vigilio da
Val di Buono. Nel 1667 fu di nuovo Vicario in Arco del P. Guardiano Giovanni Battista
da Strigno. Nel 1671 fu fatto Vicario in Pergine del P. Davide da Cognola, e nel detto
uffizio passò al Signore, Pergine 28 febbraro 1672.
67. P. Bonaventura da Trento, Salvator Duron, vestito in Provincia alle Grazie
con un altro li 28 aprile 1647, essendovi Guardiano il P. Accursio da Tione, e maestro il
P. Giuseppe da Roveredo. (23. //) Nel 1659 fu fatto Vicario in Cles, e predicatore del
luogo. Negli anni 1660 e 1661 fu Guardiano in Borgo. Nel 1662 fu Vicario in Pergine
del P. Guardiano Giacinto da Besenello. Nel 1663 fu di nuovo Guardiano in Borgo.
Negli anni 1665-1667 fu in seguito presidente in Mezzolombardo. Nel 1669 li 24
maggio fu eletto in Congregazione Guardiano di Trento il P. Francesco da Cles, e poi in
congresso del diffinitorio tenuto in Cles li 23 luglio del detto avendo come credesi,
rinunciata detta guardiania il predetto P. Francesco, fu sostituito per Guardiano di
42
Nel manoscritto Terregnolo.
29
Trento il P. Bonaventura. Nel 1670 fu ivi confermato Guardiano. Nel Capitolo poi
celebrato in Borgo il dì 10 luglio 1671 fu eletto diffinitore. Ed in detto offizio passò
piamente al Signore, Trento 7 marzo 1672.
1672. Dalla prima Congregazione intermedia celebrata in Trento a 16 maggio.
68. Fra Francesco d’Inspruch, vestito per laico, non si sa se avanti o dopo la
fondazione della nostra Provincia. Morì a Campo primo giugno 1672.
69. Fra Carlo da Madruzzo, Francesco Pisoni detti Morelli, vestito in Arco con
altri per laico li 20 febbraro 1648, essendovi Guardiano e maestro il P. Andrea d’Arco.
Passò poi al Signore in Trento nel luglio 1672.
70. P. Benigno da Trento, pria detto da Rallo, di casa Guarienti43, vestito in Arco
li 22 luglio 1644. Fu uno dei ribelli e sediziosi contro la Provincia e degli esiliati da
quella nel 1654. Dopo fatte in diversi anni molte suppliche fu di nuovo ricevuto e gli fu
riconcessa l’anzianità a susceptione habitus. Morì poi in Arco il dì primo gennaro 1673
in età di circa 50 anni.
71. P. Fulgenzio da Folgaria, Cristano Senspergher, battezzato 20 maggio 1640,
vestito in Cles con altri li 27 maggio 1659, essendovi Guardiano il P. Giovanni Battista
d’Avio e maestro il P. Andrea d’Arco, passò poi al Signore in Arco marzo 1673.
1673. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Roveredo 9 giugno.
72. Fra Carlo Carli da Villamontagna, vestito Terziario, dopo la fondazione della
Provincia, fratello carnale del P. Amadio da Villamontagna, e stato prima ammogliato,
morì in Borgo nell’ottobre 1673.
73. P. Andrea d’Arco, Bernardino figlio del signor Pietro Antonio Zanoni,
battezzato 24 settembre 1597, vestito nella Custodia di s. Antonio 8 settembre 1616. Nel
1624 fu istituito predicatore. Nel 1628 fu istituito confessore de’ secolari. Di poi con
facoltà del Rev.mo P. Antonio da Galbiate Commissario generale Cismontano si portò
in Roma nel Collegio di san Pietro in Montorio, ove terminato lo studio della lingua
arabica, per ordine della Sagra Congregazione, nel 1631 fu connumerato nella nuova
famiglia di Terra Santa, dal Padre Dionigio di Canosa Riformato della provincia di
Napoli eletto Guardiano di Gerusalemme (sebbene poi rinunciò egli tal guardiania, e gli
fu sostituito il R. P. Paolo da Lodi Riformato della Provincia Serafica). Imbarcatosi
dunque il nostro P. Andrea in Messina per l’Egitto, giunse felicemente in Cairo il 6
marzo 1632 ove dal detto M.R.P. Paolo da Lodi, cappellano della nazione veneta, qual
doveva partire per Gerusalemme, fattovi, come sopra fu detto, Guardiano, fu ivi
trattenuto in detta sua carica di cappellano veneto, nella quale il P. Andrea vi continuò
cinque anni, con edificazione (24. //) non solo della nazione veneta ma di tutte le altre
ancora. Arrivato poi alcuni mesi dopo il predetto Padre Lodi alla sua residenza in
Gerusalemme, di concessione particolare della Sagra Congregazione di Propaganda,
sostituì il nostro P. Andrea nell’offizio di Prefetto delle Missioni d’Egitto, suo
43
Nel manoscritto: Guarienta.
30
Commissario in tutto quel regno. E presidente del nuovo ospizio in Cairo, donato dal
signor Domenico Savio al Sagro Monte Sion. In detto tempo il P. Andrea non mancò
d’affaticarsi per salute delle anime nella lingua arabica esercitandola specialmente nella
confessione de’ Maroniti, ed altri cattolici del paese, e procurando l’unione alla Chiesa
romana del patriarca de’ copti, e de’ greci ancora con cui ebbe particolar amicizia. Non
lasciò parimente di procurare la riconciliazione di più persone, e la liberazione di alcuni
poveri schiavi. Trovandosi pertanto il P. Andrea in detta carica fu dal rev.mo Padre
Tommaso di s. Agata Vicario generale e procuratore di tutta la Riforma della
Cismontana famiglia, eletto (stante la rinuncia del P. Francesco Massenzo d’Arco, come
sopra nella di lui vita si notò) Guardiano del Sagro Monte Sion, o sia di Gerusalemme,
li 2 ottobre 1636 e tal elezione con decreto particolare della sopradetta Sagra
Congregazione di Propaganda sotto il dì 23 ottobre fu confermata ed approvata. E
subito dal medesimo Pare rev.mo gli furono spedite le patenti incluse in una sua, che
ricevette il P. Andrea il dì 2 gennaro 1637, e fu poi anche confermata detta elezione dal
rev.mo P. Giovanni Battista Campagna Ministro generale con una patente data in
Madrid il dì 9 marzo 1637. Si partì dunque il nostro P. Andrea eletto come sopra, dal
Cairo per Gerusalemme li 12 gennaro 1637 e vi arrivò il dì 31 detto, e vi trovò
presidente il P. Giacinto da Verona, anch’esso della Riforma di s. Antonio, a cui
dieciotto mesi prima (a cagione della morte del P. Francesco da Cataro parimente della
Riforma di s. Antonio eletto Guardiano di Gerusalemme, e morto per viaggio il dì 13
agosto 1634) il predetto P. Rev.mo Generarle Campagna avea mandata la patente di
presidente di Terra Santa. Governò il nostro P. Andrea la santa Custodia per due trienni
regolari, dal dì 31 gennaro 1637 sino alli 28 novembre 1642 nel qual giorno giunse in
Gerusalemme il M.R.P. Pietro da Monte Piloso della Riformata Provincia di Basilicata
nel regno di Napoli, ed il giorno seguente fece leggere la sua patente di Guardiano.
Quanto poi sieno state le fatiche che il P. Andrea sostenne, quanti li disastri che provò, e
quanta l’attenzione con cui promosse nel suo governo gl’interessi di Terra Santa, si
possono leggere diffusamente registrate nella seconda parte della Cronaca, o sia Annali
di Terra Santa divisa in sei libri raccolti e composti dal P. Francesco da Serino
predicatore e lettore della Riformata Provincia Serafica segretario di Terra Santa, e tirati
sino al dì 20 novembre 1642, riveduti, corretti ed approvati con suggello maggiore di
Terra Santa dal medesimo P. Andrea de’ quali una copia manoscritta in foglio se ne
conserva nella biblioteca del nostro convento di s. Rocco in Roveredo tra gli libri o sia
scrittori dell’Ordine. Partì poi il nostro P. Guardiano Andrea dalla santa Città li 13
dicembre 1642 col P. Michele da Felettino della Riforma di Roma, già suo (25. //)
Vicario, e col P. Faostino da Toscolano suo segretario per Roma, ove dovea succedere
nell’offizio di Commissario di Terra Santa appresso la Corte romana. E quanto sopra, si
è ricavato dal primo libro de’ sopra citati Annali e che poi sia stato effettivamente in
Roma Commissario di Terra Santa il nostro P. Andrea, si nota in certa descrizione della
nostra Provincia manoscritta, formata circa il 1651, nel tempo del terzo Provinciale di
quella in cui leggesi “R.P. Andrea ab Arcu fuit Commissarius Terrae Sanctae Romae et
Guardianus Ierusalem”. Approdato da Terra Santa in Italia, ed indi felicemente arrivato
a Roma, cominciò ivi ad esercitare l’uffizio di Commissario di Terra Santa, e cooperò
non poco presso il Supenior generale per ispianare le difficoltà e contrarietà nella
pubblicazione del Breve erettivo di questa Provincia incontratesi, come sopra nella vita
del P. Lodovico d’Arco, e del P. Francesco Massenzo parimente d’Arco, si
31
rapportarono. Nel 1764 ritrovandosi in Roma il nostro P. Teodoro da Gavazzo, e nel
convento de’ Padri Ibernesi44 di s. Isidoro, ricercando notizie spettanti alle opere del
serafico dottor san Bonaventura, per uso del nostro P. Benedetto da Cavalese, ritrovò
detto P. Teodoro nell’archivio del predetto convento nel terzo armaio H 46 un fizzoletto
di quattro fogli di carta manoscritta col titolo “Narrazione veridica delle persone
riconciliate alla s. Fede cattolica dal P. Frat’Andrea d’Arco, già della Provincia
Riformata di s. Antonio, ed ora di quella di Trento, chiamata di s. Vigilio, e da altri
Padri nella Custodia di Terra Santa nel sessennio del suo guardianato del Sacro Monte
Sion, che cominciò li 31 gennaro 1637 sino alli 28 novembre 1642”. In fine il detto P.
Andrea si sottoscrive di proprio pugno senza apporvi data. E però credesi abbia egli
distesa tal relazione mentre trovavasi Commissario di Terra Santa in Roma, per usi
dell’annalista nostro P. Luca Wadding45, e da questi sia poi stata riposta nel sopradetto
archivio del convento de’ suoi Frati Ibernesi di s. Isidoro. Non essendosi portato nel
1645 il nostro P. Provinciale Lodovico d’Arco al Capitolo generale per li motivi sopra
notati nella vita del medesimo, si suppone abbiavisi mandato in di lui vece, in qualità di
Proministro il nostro P. Andrea, cui sarà stato sostituito altro soggetto per Commissario
di Terra Santa presso la Sede apostolica. E tal andata si ricava da certa memoria scritta
dal quondam P. Marcellino Armani da Giudicaria, in cui notasi come il nostro Padre
Andrea il dì 10 agosto 1645 fu in Ain nella Provenza, ed il dì 2 settembre in Genova,
ritornando, come credesi, dal sopradetto Capitolo generale di Spagna, a cui il
Commissario di Terra Santa residente in Roma per vigore di tale carica, non vi suole
intervenire, ma bensì il P. Guardiano di Gerusalemme v’interviene come Custode di
Terra Santa, ed è l’ultimo tra vocali al Capitolo generale di questa Cismontana famiglia.
(NB Brachium sanctae Annae vidit P. Andreas Aquis [Ain] in Gallia 10 augusti 1645 in
conventu sanctimonialium. Et eodem anno die 27 septembris idem Pater vidit aliud
brachium s. Annae in conventu Fratrum Reformatorum extra Ianuam in loco dicto alla
Madonna del Monte). Nella seconda Congregazione intermedia di questa nostra
Provincia celebrata in Roveredo li 31 ottobre 1645, già ritornato da Spagna fu il nostro
P. Andrea destinato maestro de’ novizzi in Roveredo, ma non trovasi sia ivi stato vestito
alcuno. Nel Capitolo celebrato in Arco il dì 28 settembre 1646 fu confermato in
Roveredo col P. Faostino da Toscolano stato di lui segretario in Terra Santa, venuto
secolui da Gerusalemme, e forse anche da Spagna, il quale si fermò alcuni anni in
questa Provincia trovandolo di famiglia in Arco nel 1648, e poi se ne tornò alla propria.
(26. //) Nel detto anno 1646 fu dato, o sia destinato il P. Andrea in Roveredo per
confessore a Madonna Bernardina e di lei compagne come costa dalla seconda parte
della vita della Madre Giovanna Maria, pag. mihi 334, ritirate come in conservatorio
nella quondam casa Simoncini. E poi l’anno seguente nella prima Congregazione
intermedia fatta in Pergine li 20 settembre 1647 fu fatto Guardiano in Arco e maestro
de’ novizzi, e l’anno seguente fu confermato in ambedue gli offizi. Nel 1649 il dì 18
ottobre celebratosi il terzo nostro Capitolo provinciale in Roveredo, il P. Andrea fu
eletto Ministro provinciale e l’anno seguente 1650 accomodò la controversia colla
Collegiata d’Arco che pretendeva la terza (sic) funerale per quelli che venivano sepolti
presso di noi alle Grazie; e si contentò detta Collegiata (di cui era arciprete il signor don
Alessandro Zanoni d’Arco fratello germano dello stesso P. Provinciale Andrea) di cento
ragnesi sborsatisi da diversi benefattori, specialmente da quelli che aveano la loro
sepoltura alle Grazie e così cedette per sempre a qualunque gius che pretendeva per la
44
45
Irlandesi.
Nel manoscritto: Vadingo.
32
quarta funerale. Nel 1651 intervenne al Capitolo generale celebrato in Roma il dì 27
maggio, ove ottenne certa scatola di reliquie, come costa dalla consegna fattagli dal
cardinal Ginetti Vicario del papa li 10 giugno 1651; e dette reliquie furono poi riposte
nella nostra chiesa delle Grazie, e l’istromento di tale consegna ritrovasi parimente
nell’archivio del convento delle Grazie. Nel 1652 terminato il provincialato nel Capitolo
celebrato in Roveredo il dì 14 novembre, fu fatto Vicario e maestro de’ novizzi in Arco,
ma non fu vestito alcuno. E nel maggio del 1653 fu trasportato il noviziato ed il maestro
de’ novizzi in Cles. Nel Capitolo fatto in Arco il dì 16 maggio 1656 fu eletto diffinitore,
e per tre anni seguenti fu diffinitore, Vicario e maestro de’ novizzi in Cles. Nel Capitolo
fatto in Arco 16 maggio 1659 fu lasciato solamente maestro de’ novizzi in Cles. Negli
anni 1660 e 1661 fu Guardiano in Roveredo. E nel Capitolo celebrato in Roveredo il dì
17 febbraro 1662 fu di nuovo eletto diffinitore, e nel detto anno fu Visitatore della
Provincia d’Austria avendo per segretario il P. Ambrogio Coella da Pergine, e celebrò il
Capitolo in Graz li 23 ottobre 1662. Nel medesimo anno fu Vicario in Roveredo. Nel
1663 fu insieme Vicario di Trento e poi Commissario provinciale per la partenza del P.
Provinciale Francesco Massenzo d’Arco al Capitolo generale celebrato in Roma il dì
primo giugno 1664. Nella seconda Congregazione intermedia celebrata in Roveredo li
30 luglio 1664, dopo ‘1 ritorno dei nostri Padri vocali dal Capitolo romano, fu il nostro
P. Andrea fatto insieme Vicario in Roveredo. Nel Capitolo celebrato in Pergine il dì 12
giugno 1665 fu eletto per la seconda volta Ministro provinciale, e per segretario ebbe il
P. Francesco da Cles, e per compagno Fra Bernardino da Valcamonica. Nel 1667,
essendo il P. Ministro Andrea settuagenario il dì 14 aprile fu eletto in di lui vece per
andar alla Congregazione generale in Roma Pro-ministro il P. Francesco da Cles
predicatore e Guardiano e attual segretario provinciale, e vi intervenne col P. Custode
Agostino da Tuenno e fu tenuta in Roma il dì 28 maggio 1667. Nella nostra
Congregazione poi celebrata in Mezzolombardo a 24 maggio 1669 fu eletto confessore
delle monache di s. Carlo in Roveredo, e ivi durò anche li due anni seguenti. Finalmente
nella Congregazione tenuta in Roveredo 9 giugno 1673 fu deputato primo confessore
delle monache, che in numero di quattro nel mese d’ottobre del detto anno dal convento
di s. Carlo si portarono a fondare il monastero di s. Anna in Borgo Valsugana.
Cominciò tale offizio circa la metà di ottobre, ma appena passati due mesi sopraffatto da
mortale infermità, giacendo ammalato nella stufa posta nel chiostro del nostro convento
del Borgo, rese piamente l’anima al Signore tra le braccia di fra Masseo da Fierozzo,
mentre lo rivoltava da una banda all’altra, verso la sera in Borgo a 13 gennaro 1674.
(27. //). Ebbe il P. Andrea, oltre un’assai competente dottrina, una singolar bontà di vita
religiosa, e grande destrezza e prudenza nel governare. E per verità diede egli il buon
essere e co’ fatti e co’ scritti alla nostra quasi solamente nascente Provincia. Egli oltre
essere stato due volte zelantissimo Ministro della medesima, esercitò, come sopra fu
registrato, per molti anni il gravoso offizio di maestro de’ novizzi, e compose e per
quegli e per le funzioni monastiche scrisse un cerimoniale in foglio circa l’anno 1654. E
prima quando era Guardiano pro tempore di Gerusalemme compilò un cerimoniale per
uso del Guardiano pro tempore di Gerusalemme nelle funzioni quasi episcopali che in
diverse solennità dell’anno egli esercitava. Detto cerimoniale sta inserito nel secondo
libro delli sopraccennati Annali di Terra Santa. Al fine de’ quali trovasi pure un
savissino consulto composto da detto nostro P. Andrea in cui sodamente dimostra come
il vero e proprio mezzo per rimuovere li tanti e gravissimi disordini dal governo di Terra
Santa, sia che la famiglia di Terra Santa venga composta di Frati 80, cioè
cinquantacinque stabili e 25 amovibili, e che il P. Guardiano venga eletto dagli
33
incorporati nella Custodia. Propone le ragioni, e scioglie saggiamente le obbiezioni,
soggiungendo essere stati del medesimo parere, due altri immediati Guardiani di
Gerusalemme. Tradusse innoltre alcuni opuscoli spirituali dalla lingua spagnola
nell’italiana, che uniti in un tometto in 4° si trovano nelle libreria di Trento col titolo
“Opere spirituali manoscritto del P. Andrea d’Arco”. Ed anche nella libreria d’Arco
trovasi in altro tometto in 8° manoscritto contenute un compendio di varii esercizi
spirituali del P. Ciriaco Perez eremita del Monte Serrato, stampati in lingua spagnola in
Barcellona nel 1614, e tradotti in italiano dal nostro P. Andrea, di cui vi sono pur ivi
aggiunti diversi discorsi spirituali “della mortificazione, tribulazione e presenza di Dio”,
che dice ivi averli composti parte in Betlemme, e parte in Gerusalemme, mentre era
Guardiano di Terra Santa. Distese innoltre (oltre la sopradetta relazione de’ riconciliati
alla santa fede) in alcuni fogli di propria mano altra veridica relazione intorno al
venerabile servo di Dio Fra Tommaso da Bergamo Cappuccino che molto s’impiegò ed
aiutò la nostra Serva di Dio Madre Giovanna Maria dalla Croce, specialmente per
ottenere dai magistrati di Roveredo la licenza di fondare il monastero di san Carlo; e tal
relazione originale, favoritaci dal M.R. F. Innocenzo Carneri di Cles nel 1743, Ministro
provinciale de’ PP. Cappuccini della Provincia tirolese, e soscritta dal medesimo P.
Andrea sotto il dì 16 aprile 1672, mentre era attual confessore del predetto monastero di
s. Carlo. E detta relazione giace riposta nell’archivio della nostra Provincia nel caltro di
Roveredo. Cominciò pure il libro de’ Frati professi ed il libro de’ Frati morti, quali poi
da successori furono assai meschinamente continuati. In somma il nostro dottissimo P.
Andrea carico non meno di meriti che di anni, passò, come sopra fu detto, alla gloria
singolarmente benemerito di questa nostra Provincia di s. Vigilio.
74. P. Gabriello da Varignano detto d’Arco, Giovanni Antonio Perugini46
battezzato 30 luglio 1634, vestito in Cles con molti altri li 6 maggio 1653, essendovi
Guardiano il P. Francesco da Trento, Vicario e maestro il P. Andrea d’Arco. Nella
Congregazione fatta in Roveredo il dì 30 luglio 1664 fu fatto presidente nel convento di
Campo, in cui il dì 31 agosto in domenica fece il solenne ingresso nella nuova fabbrica
dell’ospizio, e poi convento di Campo. Nel 1665 fu Guardiano in Roveredo. Nel 1666
fu Vicario in Borgo del P. Guardiano Anselmo da Garniga. Nel 1667 fu ivi Guardiano.
Nel 1668 fu Guardiano in Pergine per un anno. Passò poi al Signore nel convento di
Roveredo li 24 gennaro 1674.
(28. //) 1674. Nell’undecimo Capitolo provinciale celebrato in Trento il dì 11
giugno, in cui fu eletto Ministro il P. Gregorio Zambaiti da Trento.
75. P. Leopoldo da Trento, Antonio Poloni alli Molini, vestito con altri in Cles li 6
maggio 1658, essendovi Guardiano il P. Giovanni Battista d’Avio, e maestro P. Andrea
d’Arco. Passò poi al Signore dopo lunga infermità, ben disposto, Trento primo agosto
1674.
76. Fra Adiuto da Bagolino, Giovanni Pietro Franzoni detti Gosella, battezzato
29 novembre 1642, vestito solo per laico in Cles li 10 agosto 1672, essendovi
Guardiano e maestro il P. Giacinto da Besenello; morì giovinetto in Trento 6 dicembre
1674.
46
Nel manoscritto: Perugino.
34
77. P. Daniello da Roveredo detto poi da Trento, di casa Dorfner, vestito in
Borgo con altri li 25 giugno 1644, essendovi Guardiano il P. Giuseppe da Roveredo, e
maestro P. Francesco da Tesino. Nel 1660 fu Vicario in Roveredo del P. Guardiano
Andrea d’Arco. Nel 1661 e 1662 fu Vicario in Pergine del P. Guardiano Giacinto da
Besenello. Nel 1666 fu Guardiano di Roveredo ad annum. Morì poi ben disposto in
Trento, 12 febbraro 1675.
78. Fra Benvenuto da Varignano, di casa Vivaldi, vestito per Terziario nella
Custodia di s. Antonio. Rimase poi nella nostra Provincia, e faticò assai nella fabbrica
del convento di Mezzolombardo, ove poi anche passò al Signore, Mezzolombardo
maggio 1675.
1675. Dalla prima Congregazione intermedia celebrata in Trento a 22 giugno.
79. P. Sebastiano d’Ampezzo, Giacomo Colle, vestito nella Custodia di s. Antonio
li 28 agosto 1636. Fu fratello carnale di Frat’Antonio Colle, morto nostro chierico in
Trento nel 1660. Rimase il P. Sebastiano in questa nostra Provincia, e nel 1646 fu fatto
Guardiano di Cles ad annum. Nel 1649 fu ivi Vicario del P. Guardiano Andrea da
Bressanone. Nel 1656 fu Vicario in Borgo del P. Guardiano Giovanni Battista da
Strigno. Fu eccellente cantore bassista. Passò poi al Signore, munito de’ santissimi
Sagramenti, e molto ben disposto, in Pergine 16 novembre 1675.
1676. Dalla seconda Congregazione intermedia, celebrata in Roveredo il dì 29 luglio
dopo il ritorno de’ Padri vocali dal Capitolo generale fatto in Roma li 28 maggio 1676.
80. P. Marcellino da Ballino in Giudicaria, Armano figlio del signor Virgilio
Armani notaio, battezzato in Fiavé 6 febbraro 1622, vestito nella Custodia di s.
Antonio li 13 giugno 1638. Rimaso poi nella nostra Provincia, essendo solamente
Diacono predicò l’avvento del 1645 in Cles, come pure la Quaresima seguente con
grande applauso. Nel 1646 terminato lo studio fu istituito lettore, e per tre anni insegnò
in Roveredo la filosofia. Nel 1649 fu istituito lettore di teologia, e la insegnò due anni in
Trento, e poi tre altri in Roveredo. Nel 1652 essendo anche fatto confessore. Nel 1654
fu eletto Guardiano di Pergine. E nel Capitolo celebrato in Arco li 7 gennaro 1656 fu
fatto Guardiano di Roveredo. Nel 1657 nella Congregazione fatta in Pergine li 20 aprile
fu fatto confessore delle (29. //) monache di s. Carlo in Roveredo con dispensa della
Sagra Congregazione per non aver anni quaranta di età. Nel 1658 nella Congregazione
seconda intermedia tenuta in Trento li 4 gennaro a cagione dell’imminente viaggio de’
nostri Padri vocali al Capitolo generale di Spagna, il P. Marcellino fu confermato
confessore delle monache di s. Carlo, ed eletto Commissario provinciale per l’andata in
Spagna del P. Ministro Agostino da Tuenno. Alla più lunga nella Quaresima del detto
anno 1658 predicò nella cattedrale di Trento, ed essendogli stato dato il veleno nel vino,
soprafatto per ciò da gravissimo incomodo, si raccomandò alle orazioni della Madre
Giovanna Maria abbadessa in s. Carlo di Roveredo, ed assistito da Dio continuò le sue
prediche47 sebbene monsignor vescovo Carlo Emmanuello Madruzzo (che poi passò al
Signore lo stesso anno il dì 15 dicembre) per mezzo del Vicario generale Francesco
47
Tanto rapporta lo stesso P. Marcellino nel memoriale, che poi fece nel 1673.
35
Alberti di Poia gli avesse fatto dire, che frattanto le intermettesse, tuttavia egli le
continuò, e fu cosa mirabile, che in detto tempo aveva sul pulpito una voce molto
sonora, e giù da pulpito appena poteva parlare48. Nel Capitolo provinciale celebrato in
Trento il dì 16 maggio 1659 fu eletto Ministro provinciale, e dicesi negli atti “lettore
teologo e predicatore generale”, ma non si sa precisamente in qual pulpito generalizio
abbia egli predicato. Nel Capitolo fatto in Roveredo il dì il dì 17 febbraro in cui 1662 in
cui terminò il provincialato, fu eletto Custode, e nella Congregazione tenuta in
Roveredo li 6 aprile 1663 fu per la seconda volta fatto confessore delle monache di s.
Carlo, e vi continuò per sei anni. Nell’anno 1664 intervenne come Custode al Capitolo
generale celebrato in Roma il dì primo di giugno, portò seco e presentò alla Sagra
Congregazione le Costituzioni distese dalla Madre Giovanna Maria per il monastero di
san Carlo, rivedute ed approvate pria dalla Religione, e quali poi furono confermate
dalla predetta Congregazione il dì 6 maggio 1665. Nel Capitolo tenutosi in Pergine li 12
giugno 1665 terminò l’offizio di Custode, e nell’ottobre del detto anno si portò in
Inspruch, ove presentò lettera della Madre Giovanna Maria alla maestà dell’imperatore
Leopoldo primo, che allora ivi trovavasi, venuto da Vienna a prendere il possesso dello
Stato del Tirolo, essendosi estinta la linea mascolina austriaca, che regnava nel Tirolo
per la morte del quondam ultimo serenissimo Arciduca Sigismondo Francesco, seguita
il dì 25 giugno del detto anno 1665. E ricevuta dall’augustissimo Leopoldo la risposta
come accennasi nel processo sommario fol. 17 per la causa della predetta Serva di Dio
Madre Giovanna Maria. Nel Capitolo tenutosi in Roveredo il dì 6 luglio 1668 fu eletto
diffinitore e continuò l’offizio di confessore delle monache sino al compimento del
sessennio. Nella Congregazione poi prima intermedia fatta in Mezzolombardo a 24
maggio 1669 fu destinato in Roveredo lettore di teologia, e poi per l’andata al Capitolo
generale di Spagna in Vagliadolid del P. Provinciale Agostino da Tuenno celebrato il dì
24 maggio 1670 fu previamente eletto Commissario provinciale il nostro P. Marcellino
diffinitore attuale. Nel Capitolo tenutosi in Borgo il dì 10 luglio 1671 fu eletto per la
seconda volta Ministro provinciale; e sotto il suo governo e alla sua presenza passò alla
gloria in concetto di santità la Serva di Dio Madre Maria Giovanna dalla Croce attuale
Badessa per la quinta volta del monastero di s. Carlo in Roveredo, il dì 26 marzo 1673,
dopo la mezza notte venendo la domenica delle Palme. E sommamente egli desideroso
di procurare il culto della predetta Serva di Dio, distese una umilissima e dottissima
supplica e la presentò il dì 5 maggio 1673 a monsignor vescovo e principe di Trento
Sigismondo Thunn, istando, affinché volesse compiacersi di cominciar e formar il
processo d’autorità ordinaria “de non cultu” circa la predetta Serva (30. //) di Dio e
detto processo d’ordine del prelodato monsignor vescovo fu poi debitamente formato
nel settembre del 1675 da monsignor Giuseppe Vittorio Alberti Vicario generale; e fra li
testimoni dal medesimo esaminati, uno fu lo stesso Padre Marcellino. Nell’anno 1675 si
celebrò la prima Congregazione intermedia in Trento li 22 di giugno, ed il dì 4
settembre del detto anno fu destinato il P. Marcellino per la terza volta confessore delle
monache di s. Carlo, ma vi durò un anno, poiché l’anno seguente 1676, vedendo che
terminato il processo “de non cultu” non si parlava di formare gli altri processi non
ostanti le replicate suppliche, risolse nella primavera del detto anno 1676 di portarsi,
tuttoché di poca salute, a Vienna per supplicare l’augustissimo Leopoldo primo, qual
era stato non poco divoto della Serva di Dio Madre Giovanna Maria, ed a cui aveva
48
Monsignor vescovo di Trento Sigismondo di Thunn nel mese di maggio pregandolo a voler
cominciar il processo per la causa della serva di Dio Madre Giovanna Maria dalla Croce.
36
scritte molte lettere, affinché colla sua autorevole protezione si degnasse sollecitare
monsignor vescovo di Trento a proseguire gli altri processi nella causa di quella.
Ottenuta pertanto da Roma la necessaria facoltà si partì per Vienna col P. Eugenio da
Strigno, intendente della lingua tedesca, e con fra Cipriano da Vezzano infermiere
giovine, ma capace. Giunto in Vienna non mancò di sollecitare con umile religiosa
destrezza presso l’augustissimo monarca una forte commendatizia a monsignor di
Trento per il fine sopraccennato. Non si dubita, che avrà ottenuta benignissima udienza
dal clementissimo Cesare a cui era giunto il detto padre avendogli presentata lettera in
Inspruch come sopra fu notato, nel 1669 della medesima Madre Giovanna Maria. Ma
poi infermatosi il buon Padre Marcellino, fu consigliato a mutar aria e ritornare alla
propria Provincia. Quindi procurata una conveniente comodità49 non potendo il detto
Padre andar a piedi, partì co’ suoi compagni da Vienna di ritorno alla Provincia,
avviandosi a picciole giornate verso Salisburgo, ove arrivarono il dì 8 d’ottobre del
medesimo anno 1676 a mezzogiorno, avendo fatto portare a forza di braccia per qualche
tempo il buon Padre infermo, qual, entrando nel convento di que’ nostri padri Recolletti
in Salisburgo, disse “Haec requies in ea in seculum saeculi” e da predetti Padri ricevuto
e trattato veramente con serafica carità. Aggravandosegli poi il male, quella medesima
sera del suo arrivo, dimandò il santissimo Viatico, ed indi l’Olio santo alle ore nove, e
benissimo disposto e piamente rassegnato al divino volere, rese l’anima al suo creatore,
essendo vissuto nove ore dopo aver ricevuti li santissimi Sagramenti. La mattina
seguente delli 9 di ottobre 1676 fu esposto il di lui cadavere nella cappella, e come
scrisse il di lui compagno fra Cipriano, vi concorse quasi tutta la città per vederlo, ed era
divenuto tutto bello, ed indi fu sepolto con grande musica e molta gente accorsa a
toccare le loro corone al corpo, alla faccia, mani e piedi del predetto cadavere e
portarono oltre molti lumi, anche molte corone composte di rosmarino ed altri fiori, che
allo scrivere del sopradetto fra Cipriano, era cosa che faceva piangere. Tanto egli scrive
in una data il dì 11 ottobre da Salisburgo alla Madre Badessa di s. Carlo, dandole parte
in fretta della morte del nostro P. Marcellino, riservandosi, come in fine aggiunge, di
dirle altre cose a voce dopo il suo ritorno. Li nostri Padri di Salisburgo oltre le solenni
esequie celebrate al buon Padre Marcellino, registrarono innoltre nel loro necrologio, o
sia libro de’ morti del convento, la memoria della morte del nostro P. Marcellino nella
maniera seguente: “A.R.P. Marcellinus Armani Provinciae sancti Vigilii bis
Provincialis, venerabilis Matris Ioannae Mariae a Cruce confessarius Vienna redux in
conventu salisburgensi aerumnose viam clausit, luculentum pietatis exemplum
praebens, anno 1676, die 9 octobris”. (31. //). Tale fu il fine del nostro benemerito P.
Marcellino da Giudicaria il quale avendo assistito per venti e più anni in qualità di
primario direttore revisore de’ scritti e rivelazioni, e di dieci e più anni di confessore alla
Madre Giovanna Maria dalla Croce mentre era viva, per promuovere poi dopo che ella
era volata alla gloria, la di lei venerazione col favore di Cesare, intraprese il faticoso
viaggio di portarsi a Vienna, benché di poca salute e consumato dagli studi lasciò per tal
affare piamente la vita. Pochi mesi dopo il P. Marcellino passò al Signore anche
monsignor vescovo di Trento Sigismondo Thunn, cioè il dì 2 febbraro 1677, ed eletto il
di 3 aprile monsignor Francesco degli Alberti di Poia, furono a questo spedite le
commendatizie ed esortazione dell’augustissimo imperator Leopoldo, sollecitate colla
sua andata a Vienna dal buon Padre Marcellino, perché venisse riassunta la causa della
Serva di Dio Madre Giovanna Maria dalla Croce colla formazione degli altri processi
49
Un mezzo di trasporto, come cavalcatura, calesse o altro.
37
con autorità ordinaria; come poi dal predetto monsignor vescovo Francesco Alberti
negli anni seguenti per mezzo de’ suoi giudici delegati fu debitamente eseguito.
Possedeva il P. Marcellino Armani, oltre una gran bontà di vita religiosa, singolari
qualità. Fu egli buon poeta, come appare da due sue composizioni poetiche, stampate al
principio dell’opera predicabile intitolata “Cristo addolorato” del P. Pontoli Riformato,
l’anno 1650. La prima chiamasi “Scherzo poetico” sotto di cui si sottoscrive “Fra
Marcellino Giudicariese”. La seconda è un Madrigale, sotto di cui si nomina “Ermano
Armani” che era il di lui nome e cognome del secolo. Fu zelante predicatore e facondo
oratore, poiché oltre d’aver predicato per l’Italia, predicò in Roveredo la Quaresima, ed
in Trento, come sopra fu notato, ed in Riva la Quaresima del 1676, ed era tanto franco,
che come ho udito dal quondam nostro P. Tommaso da Bresimo nel detto anno novizio
in Arco, e che col P. Vigilio da Valdibuono Guardiano alle Grazie fu in Riva ad
ascoltarlo, vidde la cartuccia su cui erano notati alcuni punti, da cui confessò il P.
Marcellino al detto P. Guardiano, che sul pulpito li avea formata la predica. Nel luglio
del 1663 essendo passata alla gloria suor Anna Maria di Gesù, Terziaria professa, al
secolo Anna Sibilla vedova contessa Lodrona, nata Fuchera, stretta parente dell’ultimo
monsignor vescovo Madruzzo, come che figlia di Elena Madruzza moglie di Giorgio
Conte Fucher suo padre, e confondatrice del monastero di s. Carlo in Roveredo,
compose il P. Marcellino, e recitò l’erudita orazione funebre, data poi alle stampe col
titolo “Il cordoglio rattemprato”, della quale ne parla con lode il Mariani nel suo Trento,
pag. 351. Compose parimente un’assai lunga orazione penegirica in 4° per la pia morte
della Serva di Dio Madre Giovanna Maria dalla Croce col titolo “La Talestre
trionfante”, dedicata sotto li 4 gennaro 1674 all’augustissimo imperator Leopoldo, che
manoscritta conservasi nell’archivio della nostra Provincia. Il P. Giovanni di s. Antonio,
nostro scalzo di Spagna, nella Biblioteca francescana (che trovasi nella libreria di s.
Bernardino in Trento) nel torno 2, fol. 312 Lett. M. scrive del nostro P. Marcellino (per
errore chiamandolo Marcelliano) “Marcellianus a Iudicaria Minorita Italus scripsit
relationem Provinciae s. Vigilii episcopi et martyris, quam penes se habuit
manuscriptam noster Alva, ipsomet attestante, col. 999, laudatae militiae”. Ella
contiensi in un solo foglio di carta, ed assai breve, per essere stata formata appena nove
anni dopo la fondazione della stessa Provincia. Compose similmente varii trattati
spirituali. Primo “Accademia monastica” nel quale con diverse lezioni si spiegano le
virtù e perfezioni, che si contengono nella Regola delle minoriste. Operetta diretta alle
monache di Roveredo. 2. “Atti pratici per udire con attenzione e frutto il sacrosanto e
tremendo sacrifizio della santa Messa”, diretto alle dilette serve di Gesù Cristo, la
M.R.M abbadessa Giovanna Maria dalla Croce e sue monache di s. Carlo di Roveredo,
stampato in Padova in 16° per gli eredi di Paolo Frambotto 1666. 3. “Avvertimenti per
conseguire con facilità la perfezione col metodo divoto per far l’esame della coscienza,
ed una breve istruzione per ben confessarsi”, diretti alle monache di s. Carlo, presso le
quali si ritrovano manoscritti in 4° La quarta ed ultima operina, che compose in Vienna
pochi mesi prima (32. //) della sua morte, è sopra il divoto registro di 33 Glorie in onore
delle goccie di sangue per noi sparse da Gesù Cristo e 33 Ave Maria in onore delle
goccie di latte che Maria santissima diede al Bambino Gesù. Devozione suggerita dalla
santissima Vergine alla sua serva Suor Giovanna Maria dalla Croce e porta per titolo
“Divini amoris pensum, seu corona ex rosis et liliis in honorem et gratiarum actionem
pretiosissimi sanguinis et innocentissimi lactis Christi Iesu et beatissimae Virginis
Mariae, Viennae Austriae 16 augusti 1676”, dedicata monsignor Bevilacqua nuncio
pontificio in Vienna, di cui se ne trova copia nell’archivio della Provincia. Quanto bravo
38
teologo e filosofo fosse il P. Marcellino, lo vedemmo sopra avendo per tanti anni
insegnata teologia e filosofia. Quanto singolar direttore delle anime egli fosse, lo
notammo parimente sopra, essendo egli stato il principale direttore della Madre
Giovanna Maria di Roveredo, e poi tanti anni confessor ordinario di tutto il monastero
di s. Carlo, e perché avesse egli comodità di predicare al tempo della Quaresima,
quando era confessore di monache, a queste davasi un confessore straordinario.
Finalmente per ben comprendere le singolari qualità, di cui fu adorno il P. Marcellino
da Giudicaria è da leggersi degnissima la testimonianza giurata, che avanti li delegati
episcopali ne diede il nostro R. P. Bartolommeo Monte da Roveredo, che trovasi
stampata quasi alla fine del sommario del processo per la causa della più volte
accennata Serva di Dio Madre Giovanna Maria dalla Croce.
81. P. Giovanni Andrea da Cles, Antonio Borghesi50, battezzato 22 settembre
1646, vestito con diversi altri in Cles 8 maggio 1667, essendovi Guardiano e maestro il
P. Egidio da Segno, pro-maestro il P. Amadio da Villa Montagna Vicario. Morì
sacerdote giovine di maravigliosa pazienza, e zelante osservatore dell’altissima povertà,
in Trento novembre 1676.
1677. Dal duodecimo Capitolo provinciale celebrato in Borgo li 30 marzo, in cui fu
eletto Ministro il P. Lodovico Coella da Pergine.
82. P. Umile da Tenno cioè da Canale di Tenno, Giovanni Olivieri, vestito con
altro in Cles 18 ottobre 1657, essendovi Guardiano il R. P. Valerio da Cembra, maestro
e Vicario il P. Andrea d’Arco. Nell’anno 1672 fu Vicario in Campo del P. Guardiano
Angelo Piombazzi da Val di Buono. E nel 1675, nello stesso convento fu Vicario del P.
Guardiano Bonifacio da Madrano. Passò poi al Signore in Borgo nell’aprile 1677.
83. F. Mansueto da Telve, Valentino Trentini51, vestito per laico nella Custodia di
s. Antonio li 9 aprile 1637. Con occasione che fu compagno del P. Vitale Masseo
Riformato della provincia veneta in Mantova confessore di quelle serenissime altezze
ebbe più volte incontro di parlare alla principessa Eleonora (che passò poi alle nozze
con Ferdinando terzo imperatore) con gran famigliarità per la sua religiosa semplicità.
Rimaso poi in nostra Provincia si portò a Vienna con fra Vittorio da Telve, ed ebbe
dalla prelodata augustissima imperatrice una benignissima udienza, e la medesima gradì
un regalo di chucchiari di legno fatti, e presentatigli dal medesimo fra Mansueto. Morì
poi assai semplice, e buon religioso in Borgo. Nell’aprile 1677.
84. Fra Ilarione da Vermiglio52, Michele Daldosso sopra Pizzano, battezzato nel
1618, vestito per laico nella Custodia di s. Antonio 21 ottobre 1640. Rimaso poi nella
nostra Provincia, fu per molti anni cercatore in Roveredo, accettissimo a sua eccellenza
Conte Francesco di Castel Barco. Di poi morì in Roveredo nel novembre 1677.
50
Nel manoscritto: Borghés.
Nel manoscritto: Trentino.
52
Nel manoscritto: Vermei.
51
39
85. (33. //) Fra Mansueto da Sarnthein53, valle sopra Bolgiano, e però detto da
Bolgiano, vestito per laico nella Custodia di s. Antonio; passò poi al Signore rimaso
nella nostra Provincia, in Trento, febbraro 1678.
86. Fra Damiano da Tiarno di Sopra in Val di Leder, Domenico Mielli,
battezzato 1 maggio 1639, vestito in Cles solo, li 6 settembre 1664 per laico essendovi
Guardiano e maestro il P. Giacinto da Besenello pro-maestro e Vicario P. Valerio da
Cembra. Fu poi infermiere. Morì in Campo, aprile 1678.
1678. Dalla prima Congregazione intermedia tenutasi in Trento li 16 aprile.
87. P. Francesco d’Inspruch, vestito per laico nella Provincia d’Austria, poi fatto
sacerdote, fu compagno del nostro P. Francesco Massenzo d’Arco Commissario
generale della Germania superiore. Venne poi con detto Padre, ritornato dalla Germania
in Provincia nostra, e dopo due anni di previa dimora fu presso di noi incorporato il dì
20 aprile 1657. Fu anche confessore, e molto podagroso. Morì poi in Trento nell’agosto
1678.
88. P. Giovanni Paolo da Dernago o sia Pont d’Asi ed anche detto da Magrasso
in Vai di sole, Giacomo Antonio de Gregori, battezzato 17 giugno 1624, vestito in
Borgo con un altro li 26 aprile 1646. Celebrò le sue primizie in Cles il primo maggio
1652. Si affaticò assai per la fabbrica del convento di Mezzolombardo. Ove negli anni
1664 e 1669 fu presidente dell’ospizio. Nel 1671 vi fu fatto Vicario del primo
Guardiano P. Orazio da Fiemme, cioè da Cavalese. Negli anni poi 1672 e 1673 fu ivi
Guardiano. Ove pure essendo di famiglia passò al Signore, Mezzolombardo gennaro
1679.
1679. Dalla seconda Congregazione intermedia celebrata in Pergine a 16 gennaro.
89. Fra Marco da Volano, Melchior Zambelli, battezzato 4 dicembre 1639, vestito
in Cles con altri per laico li 2 maggio 1662. Zio paterno di fra Celestino da Volano laico
morto in Roveredo li 23 giugno 1724. Fra Marco fu compagno del P. Massimigliano da
Trento allorché nel 1678 si portò a leggere teologia nel regno di Napoli. D’onde
ritornato detto fra Marco, essendo sottoposto a male caduco, morì poi improvvisamente
in Borgo nel gennaro 1679.
89b. NB. Fra Giovanni Battista da Vigalzano, Andrea Boniati54, battezzato 13
gennaro 1642, vestito per laico in Pergine con altri li 9 ottobre 1662, essendovi
Guardiano e maestro il P. Giacinto da Besenello. Partito poi per l’Italia si ritirò in Roma
presso de’ Padri Ibernesi in s. Isidoro, ove essendo cucinaro, passò al Signore, Roma
settembre 1679.
90. P. Girolamo da Tesino, Giovanni Battista Giosele55 da Pieve in Tesino, vestito
nella Provincia Riformata di s. Antonio predetto; fu incorporato nella nostra li 14
maggio 1660; passò poi al Signore in Trento, 5 novembre 1679.
53
Nel manoscritto: Zarenthein.
Nel manoscritto: Boniatti.
55
Nel manoscritto: Giesele.
54
40
91. Fra Abbundio da Fornace56, Pietro Girardi, battezzato 5 maggio 1606, vestito
nella Custodia di s. Antonio per laico li 17 gennaro 1632. Rimaso egli nella nostra
Provincia, fu laico d’ottima vita, e di grande esemplarità. Passò poi piamente al Signore
in Roveredo a 3 di maggio 1680.
(34. //) 1680. Dal terzo decimo Capitolo provinciale celebrato in Trento li 23
maggio, in cui fu eletto Ministro il P. Lodovico Ingenuino Fantini da Val di Buono.
92. P. Agostino da Tuenno, Giovanni Paolo Barisella, battezzato 16 giugno 1605,
vestito nella Custodia di s. Antonio il primo giugno 1625. Nel Capitolo custodiale del
1633 fu fatto lettore delle arti ed anche confessore de’ Frati, e nel 1634 fu istituito
confessore de’ secolari. Insegnò poi la teologia e nel 1641 fu eletto Guardiano di Trento,
ed insieme fu lettore di teologia. Al primo Capitolo della Provincia riformata di s.
Antonio celebrato in Conegliano li 18 febbraro 1642, intervenne il P. Agostino, e fu
eletto diffinitore dicendosi “P. Agostino da Val di Non lettore di teologia e Guardiano di
Trento”. Nel 1643 il dì 27 agosto nel primo Capitolo tenutosi in Roveredo, in cui fu
pubblicata l’erezione di questa Provincia nostra di s. Vigilio, ed il nuovo diffinitorio
nella medesima, il P. Agostino fu eletto diffinitore, essendosi dichiarato di voler
rimanere in detta Provincia di s. Vigilio, e lo stesso anno fu insieme per la grande
scarsezza de’ soggetti Guardiano di Trento. Negli anni 1644 e 1645 fu ivi lettore di
teologia. Nel secondo Capitolo celebrato in Arco il dì 28 settembre 1646 fu eletto
Ministro provinciale, e si crede che abbia preso come segretario il P. Carlo Melchiori da
Trento, trovandosi sottoscritto attuario in un atto delli 21 aprile 1648; ed il dì 13
novembre 1647 diede il consenso ricercato a tenore delle Bolle pontificie, per
l’introduzione de’ Padri Carmelitani Scalzi alle Laste, del quale nell’archivio della
Provincia se ne conserva copia autentica. Nel Capitolo fatto in Roveredo li 18 ottobre
1649 fu eletto Custode, e detto anno, come anche il seguente 1650 fu co-lettore di
teologia in Trento col P. Marcellino da Giudicaria. Nel 1651 non intervenne alla nostra
seconda Congregazione intermedia celebrata in Roveredo li 17 aprile, ma negli atti
dicesi, che già si ritrovava in Roma previamente, portandovisi per intervenire al
Capitolo generale, come Custode, qual fu ivi celebrato il dì 27 maggio, ed in cui il
nostro P. Agostino sostenne decorosamente le pubbliche tesi di tutta la teologia,
stampate e dedicate all’augustissimo Cesare Ferdinando terzo, delle quali ne vidi una
copia già tempo fra gli cartafaci nella libreria di s. Bernardino in Trento, ma di poi si
sono smarrite57 e per tale virtuosa difesa credesi sia stato dato al P. Agostino il titolo di
lettore generale, non sapendosi peraltro in quale studio generale abbia egli letto teologia.
Nella Congregazione intermedia tenutasi in Roveredo li 18 settembre 1654 fu fatto
Guardiano di Trento; ed il dì 18 febbraro 1655 fu surrogato al P. diffinitor Andrea da
Bressanone, partito dalla Provincia li 4 febbraro detto. Nel Capitolo celebrato in Arco il
dì 7 gennaro 1656 fu eletto per la seconda volta Ministro provinciale, e scelse ed ebbe
per segretario tutto il triennio il P. Cherubino Ippoliti da Pergine. In questo secondo
provincialato il P. Ministro Agostino per certo accidente portò un grande fastidio. La
signora Rosa figlia del signor dottor Alessandro Colombo di Trento, medico fisico e
consigliere effettivo di sua altezza serenissima Arciduca d’Inspruch, si era
56
57
Nel manoscritto: Fornas.
Il Tovazzi nota in margine: ‘Io ne tengo una copia in fol. reale stampata”.
41
accompagnata coll’illustre signor Niccolò Simbeni di Trento con cui ebbe due figli;
dopo il parto del secondo neonato bambino, acceso perciò il marito di gran collera, colle
armi alla mano l’assaltò, e la voleva (35. //) uccidere, ma dagli accorsi a tempo, fu
impedito il disordine. Fu nientedimeno “ratione saevitiae” intentata la lite per procurar il
divorzio, avanti la Curia di Trento, e poi in appellazione in Aquileia; onde fatto per
sentenza il divorzio, il marito diede alla signora Rosa licenza di monacarsi. Il signor
dottor Colombo genitore delle medesima per facilitare alla figlia la recezzione nel
monastero di s. Carlo in Roveredo procurò che sua altezza serenissima l’Arciduca
raccomandasse tal affare per lettera alla Madre Badessa di s. Carlo suor Giovanna Maria
dalla Croce, e questa tosto partecipò la dimanda al P. Ministro Agostino, il quale restò
assai sorpreso, e sapendo il caso succeduto con quanto sopra, si mostrò apertamente
contrario al ricevimento della sopradetta signora Rosa tra le nostre monache di
Roveredo, sembrandogli cosa troppo strana e disdicevole per essere il caso anche troppo
recente. La Corte d’Inspruch sentì la data ripulsa malissimamente, e però la Madre
Badessa con saggia maniera calmò la detta Corte, e indusse il P. Ministro a permettere
la bramata accettazione, non essendo a quel dato tempo né composte, né approvate le
presentanee Costituzioni del monastero di s. Carlo; ma solamente dopo diversi anni
composte, ed approvate solamente nel 1665 dalla Sagra Congregazione, nelle quali vien
prescritto di non poter accettare né maritate, né vedove. Fu dunque trattato della
recezione, come poi seguì, della predetta signora Rosa, e fu convenuto della dote per
pubblico istromento rogato in Trento dal signor Antonio Bernardelli sotto il dì 10
novembre 1657, in cui il signor dottor Colombo accordò per dote col vestiario e spesa
del noviziato fiorini due Milla con un livello annuo di quaranta fiorini. Fu in seguito
vestita de sagro abito di Chiarissa urbanista in s. Carlo di Roveredo il dì 12 novembre
1657, la signora Rosa, nata il dì 27 febbraro 1635, col nome di suor Anna Felicita del
Crocifisso. Uno de’ due fgliuoli che avea procreato nel secolo, morì giovinetto, e l’altro
poi si fece sacerdote. Passò poi essa Madre Anna Felicita piamente al Signore, dopo
ventun’anno non compiuto di Religione, il dì 11 marzo 1678. Il signor dottor Colombo
pagò pontualmente oltre la dote convenuta, anche l’annuo sopradetto livello di fiorini 40
fino alla sua morte seguita circa l’anno 1669, e per gli anni seguenti sino alla morte
della predetta Madre Anna Felicita continuò a pagarlo la signora Margarita Colomba
sorella della medesima ed erede del signor dottor Colombo, maritata nel signor dottor
Francesco Sizzo. Nel 1658 dopo aver celebrata la seconda Congregazione intermedia in
Trento li 4 gennaro, partì per la Spagna, ove intervenne al Capitolo generale tenutosi in
Toledo il dì 6 giugno 1658. Terminò poi l’offizio di Ministro nel Capitolo celebrato a
Trento il dì 12 maggio 1659 ed in detto anno fu per postulationem eletto da 22 Canonici
Regolari di s. Agostino a s. Michele in loro Prelato, ma non vuolle accettare. Nel
Capitolo del 1662 fu fatto per la seconda volta diffinitore, e nel Capitolo del 1665 fu
fatto per la seconda volta Custode e finalmente nel Capitolo celebrato in Roveredo il dì
6 luglio 1668 fu per la terza volta eletto Ministro provinciale, ed ebbe nel suo triennio
per segretario il P. Massimigliano Cimonati da Trento. Nel 1670 lasciato Commissario
provinciale il P. Marcellino da Giudicaria diffinitor attuale, si portò il P. Ministro
Agostino per la seconda volta in Spagna ed intervenne al Capitolo generale tenutosi in
Vagliadolid il dì 24 settembre 1670, colla licenza dal Superior generale segnata in
Vagliadolid il dì 30 maggio. Nel 1671, terminato l’offzio di Ministro, si fermò in Trento
al solito, e nel 1672 essendo morto il 7 marzo il P. Bonaventura Duron da Trento
diffinitor attuale, gli fu surrogato avanti la Congregazione prima intermedia, celebrata in
Trento li 16 maggio, il nostro P. Agostino da Tuenno, come primo Padre di Provincia. E
42
rimase sino alla morte in (36. //) Trento, ove levato il tempo che fu tre volte
Provinciale e due volte, un anno per volta Guardiano, ivi dimorò lettore di teologia, ora
solo, ora con altro co-lettore sino all’ultimo anno di sua vita. Fu il P. Agostino da
Tuenno, detto da secolari “il Padre Nones” soggetto di gran dottrina e sommamente
stimato in città di Trento, e frequentemente andavano da lui a prendere consiglio e per
molti anni fu anche esaminatore prosinodale, e, come sopra fu detto, sostenne le tesi
pubblicate nel Capitolo generale celebrato in Roma nel 1661, e nel 1659 fu postulato
Prelato da Canonici Regolari di s. Michele, ma, come sopra fu detto, non accettò.
Finalmente giunto all’età d’anni settantacinque passati, carico d’anni, e consumato dalle
fatiche in tanti governi, viaggi, e studii, Padre sommamente di questa nostra Provincia
benemerito, passò piamente al Signore in Trento, li 11 luglio 1680.
93. Fra Domenico Focel da Pergine, Terziario d’anni 5 incirca di abito morì in
Pergine, gennaro 1681.
94. Fra Angelo da Dasindo, Ogniben delli Turri, battezzato 24 novembre 1630;
vestito per laico in Arco, solo, a 9 ottobre 1661, essendovi Guardiano il P. Giovanni
Battista d’Avio, e maestro e Custode il P. Giuseppe da Roveredo. Legnaiolo. Passò poi
piamente al Signore in Campo, nel marzo 1681.
1681. Dalla prima Congregazione intermedia celebrata in Roveredo a 25 aprile.
95. P. Giovanni Battista da Strigno, Lodovico Castelrotto de’ Castelrotti,
battezzato primo marzo 1624. Primo vestito dopo l’erezione di questa nostra Provincia
in Borgo, con altri il dì 17 ottobre 1643, essendovi Guardiano il P. Giuseppe Betta da
Roveredo, Vicario e maestro il P. Francesco da Tesino diffinitore. Nel 1656 fu Vicario
in Pergine del P. Guardiano Gaudenzo da Trento. Nel 1657 fu Vicario in Borgo del P.
Guardiano Antonio da Dro. Nel 1658 fu Guardiano di Pergine. Nel 1659 fu ivi la
seconda volta Vicario. Nel 1661 fu la seconda volta Vicario in Borgo del P. Guardiano
Bonaventura da Trento. Nel 1663 fu presidente dell’ospizio in Campo. Nel 1665 fu la
terza volta Vicario in Borgo del P. Guardiano Pietro Ponte da Trento. Nel 1666 fu
Vicario in Borgo del P. Guardiano Cherubino Ippoliti da Pergine. Negli anni 1667 e
1668 fu Guardiano di Arco. Nel 1672 fu Vicario in Cles del P. Guardiano Giacinto da
Besenello. Nel 1677 fu per la quarta volta Vicario in Borgo del P. Guardiano Bonifacio
Betta da Malgolo. Morì poi piamente in Trento a 16 maggio 1681.
96. P Anselmo da Ceniga, Simon Leonardi, vestito con molti altri in Cles li 6
maggio 1653, essendovi Guardiano il P. Francesco Turcato da Trento, e maestro il P.
Andrea d’Arco. Nel 1666 fu eletto Guardiano del Borgo. Nel 1668 fu Guardiano in
Cles. Negli anni 1660 e 1670 fu Guardiano in Roveredo. Nel 1672 fu eletto Guardiano
d’Arco, ma rinunciò, e fu sostituito da un altro e per tale rinuncia si ebbe poi il P.
Anselmo assai da pentire per gli accidenti ivi succeduti, quali non sarebbero ivi
succeduti, se fosse ivi stato Guardiano il detto P. Anselmo. Nel 1673 fu per la seconda
volta fatto Guardiano in Borgo. Nel 1674 fu Guardiano in Pergine. Nel 1675 fu per la
seconda volta Guardiano in Borgo. Nel 1676 fu Vicario in Roveredo del P. Guardiano
Ambrogio Coella da Pergine. Nella Congregazione seconda intermedia tenutasi in
Pergine li 16 gennaro 1679 fu fatto Vicario in (37. //) Pergine del P. Guardiano
Bonifacio da Malgolo, e nel maggio fu collocato Vicario e maestro de’ novizzi in Cles.
43
Fu religioso esemplare, e di gran prudenza ne’ suoi governi, predicator e confessore.
Passò poi piamente al Signore in Trento nel luglio 1681.
97. P. Patrizio ibernese, Mattia Ballo, d’anni 24 accettato nella Riformata
Provincia di Milano li 30 dicembre 1643, ed indi vestito ivi li 9 gennaro 1646. Fu poi
incorporato nella nostra li 18 maggio 1669. Religioso di gran concetto presso la Madre
Giovanna Maria dalla Croce; e da tutti universalmente tenuto di grande spirito e di vita
integerrima, siccome era anche stato grande di nascita. Morì piamente in Trento
nell’ottobre 1681.
98. Fra Liborio da Sopramonte, Domenico Menestrina, vestito solo per laico in
Cles a 17 ottobre 1658, essendovi Guardiano il P. Giovanni Battista d’Avio, Vicario e
maestro il P. Andrea d’Arco. Fu assai sottoposto alla gotta, e passò al Signore in
Mezzolombardo nel marzo 1682.
99. Fra Diego da Roveredo, Domenico Andreoli, battezzato 7 ottobre 1632;
vestito per laico in Arco con altri a 30 maggio 1659, essendovi Guardiano il P.
Cherubino Ippoliti da Pergine, Vicario e maestro il P. Giuseppe da Roveredo. Sebbene
ove registrasi la di lui accettazione leggesi “Dominicus Andreolus a Roboreto lanae
magister” divenne tuttavia bravo infermiere e chirurgo, onde trovandosi di famiglia in s.
Bernardino, dopo li 26 marzo 1673 fu mandato in Roveredo a far l’incisione e poi
l’imbalsamazione del cadavere della Serva di Dio Madre Giovanna Maria dalla Croce,
come costa dal sommario del processo della medesima, fol. 146 e 151. Dopo molti anni
partì dalla Provincia, portandosi per infermiere nella Riformata Provincia di Pavia, e per
viaggio passò al Signore, chi notò in Binasco, e chi in Piacenza, nel marzo 1682.
1682. Dalla seconda Congregazione intermedia tenutasi in Roveredo il dì 30
dicembre dopo il ritorno de’ nostri Padri vocali dal Capitolo generale di Spagna, non è
morto veruno.
1683. Dal Capitolo quartodecimo celebrato in Trento li 17 maggio, in cui fu eletto
Ministro il P. Ignazio Bampi58 da Civezzano.
100. P. Cherubino da Pergine, Baldissaro Ippoliti, battezzato 13 febbraro 1621;
vestito in Borgo con due altri li 24 maggio 1645, essendovi Guardiano il P. Giuseppe da
Roveredo, Vicario e maestro il P. Francesco da Tesino diffinitore. Fu prima nel secolo
notaio e cancelliere. E nella Religione fu per due trienni di seguito segretario
provinciale dal 1652 del P. Lodovico d’Arco nel suo secondo provincialato, e dal 1656
del P. Agostino da Tuenno parimente nel secondo di lui ministrato. E nell’anno 1658 fu
insieme Vicario a Trento del P. Guardiano Lodovico d’Arco e vice Commissario per
l’elemosine di Terra Santa. Nel Capitolo celebrato in Trento nel 1659 fu eletto
Guardiano di Arco. Nel 1660 fu Vicario in Cles del P. Guardiano Pietro da Trento. Nel
1661 fu confermato ivi Vicario del P. Guardiano Gaodenzo da Trento. Nel Capitolo
fatto in Roveredo li 17 febbraro 1662 fu fatto Vicario in Arco del P. Guardiano Paolino
da Pergine, e poi li 24 aprile fu mandato presidente in Campo. Nel 1663 fu Vicario in
Cles del P. Guardiano Valerio da Cembra, ed insieme fu maestro de’ novizzi ad annum.
58
Nel manoscritto: Bampa. Bampi è una frazione di Civezzano.
44
Negli anni 1665 e 1666 fu Guardiano in Trento; e negli anni (38. //) 1667 e 1668 fu ivi
Vicario del P. Guardiano Giacinto da Besenello. Nel 1669 fu per anno Guardiano in
Borgo. Negli anni 1680 e 1681 fu pure segretario del P. Provinciale Lodovico Ingenuino
Fantini da Val di Buono. Passò finalmente al Signore in Trento, nel marzo 1684.
1684. Dalla prima Congregazione intermedia fatta in Arco li 17 giugno.
101. Fra Giovanni Volani da Volano, Terziario vecchio. Morto in Trento a 19
gennaro 1685.
102. P. Giovanni Grisostomo dal Borgo, Valentino Strauz, battezzato 16
settembre 1624; vestito solo in Arco li 8 novembre 1646, essendovi Guardiano il P.
Accursio da Tione e maestro il P. Giuseppe da Roveredo. Nel 1663 fu Vicario in
Pergine del P. Guardiano Pietro Battista da Villa. Nel 1665 fu presidente in Campo. Nel
1669 fu per un anno Guardiano di Arco. Nel 1671 fu di nuovo per un anno Guardiano in
Arco. Nel 1673 fu per un anno Guardiano in Campo. Nel 1680 fu eletto Vicario di Cles,
ma rinunciò efficaciter. Nel 1682 e 1683 fu Guardiano di Pergine, e nel 1684 fu Vicario
in Trento del P. Guardiano Innocenzo Ponte da Trento, ed essendo ivi Vicario passò
piamente al Signore, Trento, 21 febbraro 1685. “Fu il primo che introdusse per il
convento di Campo la cerca del vino in Cauriana sul Mantovano ove per la sua religiosa
bontà era in grande stima e concetto, provando quelle genti gran giovamento dalle di lui
benedizioni. Ex relatione mihi facta ab A.R.P. Simone Petro a Cimbria”59.
1685. Dalla seconda Congregazione intermedia tenutasi in Trento 21 giugno.
103. P. Francesco Antonio da Trento, Giovanni Antonio Trentini, vestito con
altri in Cles li 29 settembre 1665, essendovi Guardiano e maestro il P. Giacinto da
Besenello, Vicario e pro-maestro il P. Gregorio Zambaiti da Trento diffinitore. Nel 1677
fu fatto Vicario in Trento del P. Lodovico Ingenuino da Val di Buono Guardiano. Nel
1678 fu Guardiano di Pergine. Nel 1679 fu Guardiano in Arco. Nel 1680 fu di nuovo
Vicario di Trento del P. Guardiano Pietro Paolo da Val di Buono. Nel 1681 fu di nuovo
Guardiano di Arco. Nel 1682 fu fatto Vicario in Mezzolombardo del P. Guardiano
Ignazio da Civezzano. Nel Capitolo fatto in Trento li 17 maggio 1683 tuttoché
puramente confessore fu eletto diffinitore. Portatosi poi dopo due anni col P.
exprovinciale Lodovico Coella da Pergine per dipporto a Milano, nel ritorno si infermò,
come fu detto, per li troppi melloni mangiati, in Salò, ed ivi piamente passò al Signore;
Salò 5 ottobre 1685.
104. Fra Vittorio da Telve, Antonio Sartori, battezzato 21 marzo 1627; vestito per
laico in Arco con un altro a 5 febbraro 1647, essendovi Guardiano il P. Accursio da
Tione, maestro il P. Giuseppe da Roveredo. Fra Vittorio fu compagno di fra Mansueto
da Telve allorché questi si portò a Vienna. Passò poi al Signore in Trento a 23 marzo
1686.
59
Il paragrafo è sul margine del manoscritto: il P. Marco Morizzo lo riferisce a Fra Giovanni
Volani: probabilmente riguarda entrambi.
45
105. P. Placido, prima Eleuterio da Trento, Lorenzo Donati detti Gherla, vestito
in Cles con un altro li 30 settembre 1668, essendovi Guardiano il P. Anselmo da
Ceniga, Vicario e maestro il P. Egidio da Segno. Notasi missionario, e ne’ libri di Terra
Santa, dicesi arrivato colà a primi di febbraro 1684 per servizio di quella. Forse prima di
portarsi in Terra Santa potrebbe essere stato altrove missionario; passò al Signore in
Cipro, all’Arnica, aprile 1686.
1686. Dal Capitolo quintodecimo celebrato in Roveredo li 17 giugno, in cui fu eletto
Ministro il P. Francesco Dusini da Cles.
106. P. Agostino da Slesia; notasi prima osservante della Provincia di Toscana, ma
avendosi ricercato il P. Provinciale di quella, ha risposto non trovarsene memoria
nell’archivio di quella. Cominciò l’anno della deliberazione il dì 6 aprile 1664, ma per
diverse difficoltà insorte circa la precedenza da concederglisi, si registra incorporato
solamente (39. //) il dì 21 novembre 1672. Trovandosi moribonda la Madre Giovanna
Maria dalla Croce badessa nel monastero di s. Carlo in Roveredo il dì 24 marzo 1673 in
venerdì (essendo poi volata alla gloria la notte delli 26 domenica delle Palme) entrò egli
nel detto monastero col P. Marcellino attual Provinciale, e la dipinse, alzando quella gli
occhi, e guardandolo fisso. Così egli depose, come costa dal sommario del processo fol.
269. Dopo la morte fu presente all’apertura del di lei cadavere, e dipinse le tre pietre
ritrovate nelle reni della medesima. Così egli depose loco citato fol. 145; così pure
dipinse il polmone trovato ferito; così egli depose loco citato fol. 147. Nell’anno 1677
fu Vicario in Mezzolombardo del P. Guardiano Prospero dal Borgo. Nel 1678 fu ivi
confermato Vicario del P. Guardiano Giorgio da Trento. Fu bravissimo pittore,
organista, e cantore, e credesi di lui opera la palla dell’altare della Madonna della chiesa
nostra di s. Rocco in Roveredo. Fu egli uno de’ testimoni esaminati nel 1681 in
occasione della revisione del corpo della predetta Serva di Dio suor Giovanna Maria
dalla Croce, e dicesi allora di anni quarantanove, essendo poi passato al Signore in Cles,
ove erasi portato per bere le acidole, nel luglio 1686. Sarebbe morto di circa 57 anni di
sua età.
107. P. Marcello da Vion nella pieve di Torra in Val di Non, don Bartolommeo
de’ Micheli, minorista, battezzato 15 ottobre 1651; vestito con un altro in Cles li 17
settembre 1672 essendovi Guardiano e maestro il P. Giacinto da Besenello, Vicario e
pro-maestro il P. Giovanni Battista da Strigno. Portatosi poi alle Missioni, non si sa
precisamente il tempo, morì dalla peste nella Isola di Scio, ma secondo altri, alle
Smirne, settembre 1686.
108. Fra Gasparo da Roveredo, Girolamo Rosmini60 battezzato 17 settembre
1615; vestito nella Custodia di s. Antonio per laico a 15 febbraro 1636; poi rimase tra
noi e passò al Signore in Roveredo nel febbraro 1687.
109. P. Giovanni da Pressano, Cristano Longo, vestito con molti altri in Cles 6
maggio 1653, essendovi Guardiano il P. Francesco da Trento, e maestro il P. Andrea
d’Arco. Nel 1672 fu Vicario in Mezzolombardo del P. Guardiano Giovanni Paolo da
Vai di Sole. Nel 1674 fu Vicario in Borgo del P. Guardiano Egidio da Segno. Nel 1675
60
Nei manoscritto: Rosmino.
46
fu di nuovo Vicario in Mezzolombardo del P. Pietro Paolo da Val di Buono; e nel 1682
fu Vicario in Pergine del P. Guardiano Giovanni Grisostomo dal Borgo. Passò poi al
Signore, sacerdote di tutta bontà e simplicità, in Mezzolombardo nel marzo 1687.
1687. Dalla prima Congregazione intermedia tenutasi in Trento a 25 giugno.
110. P. Agapito da Tesero in Fiemme, Giovanni Dalprà61, battezzato 29 maggio
1653, vestito li 9 settembre 1671 in Cles con un altro, essendovi Guardiano il P.
Giovanni Battista d’Avio, Vicario e maestro il P. Giacinto da Besenello. Circa il 1678
portandosi in Roma nel Collegio di s. Pietro Montorio attese ad apprendere la lingua
arabica, e poi, credesi, sia stato per alcuni anni nelle Missioni. Da quali ritornato, come
già assai capace della lingua arabica, mandò fuori una grammatica per la lingua arabica
in 4° col seguente titolo “Flores grammaticales arabici idiomatis, studio et labore fr.
Agapiti a Valle Flemmarum Ordinis Minorum s. Francisci reformatorum Provinciae
tridentinae, in seminario patavino lectoris, Patavii MDCLXXXVII. Ex typographia
seminarii, opera Augustini Candiani”. Ella è dedicata al cardinale e vescovo di Padova
ed ora beato Gregorio Barbarigo. Vi sono, con gran lode dell’autore, due approvazioni
de’ revisori. La prima del P. Davide da s. Carlo Carmelitano Scalzo lettore di lingua
arabica in s. Pancrazio di Roma. La seconda è di due nostri Padri lettori di lingua
arabica in s. Pietro Montorio. La licenza concessagli per stampare detta opera dal
Rev.mo P. Pier Marino Sormani Ministro (40. //) generale è data il dì 15 novembre
1684 ove lo chiama lettore di lingua arabica nel seminario di Padova, onde credesi, che
da qualche tempo fosse ivi lettore, e che forse abbia ivi composta la predetta
grammatica, e poi mandata a Roma al Superior generale, quale dopo averla fatta
esaminare, l’approvò, e la rimise in Padova al P. Agapito, il quale poi sotto gli auspici
dell’eminentissimo Barbarigo, ed a di lui spese la fece stampare. Di detta grammatica se
ne conserva una copia nella nostra libreria di s. Rocco in Roveredo fra gli scrittori
dell’Ordine. Poco sopravisse il nostro P. Agapito poiché nello stesso anno, in cui
terminò la stampa della di lui grammatica, tuttoché non avesse peranche terminati
trentacinque anni di sua età, essendo attual lettore di lingua arabica nel predetto
seminario vescovile di Padova, passò al Signore, Padova novembre 168762.
111. P. Valerio da Cembra, Giovanni Francesco Tabarelli63, battezzato 6
febbraro 1623; vestito 29 settembre 1638 nella Custodia riformata di s. Antonio. Rimase
poi in nostra Provincia, e nel Capitolo dell’anno 1652 fu istituito confessore. Negli anni
1656 e 1657 fu Guardiano in Cles. Nel Capitolo del 1659 fu eletto diffinitore, e nel
detto anno fu insieme destinato pro-maestro in Cles. Nel 1660 fu insieme Vicario in
Borgo del P. Guardiano Bonaventura da Trento. Nel Capitolo del 1662 fu ivi Vicario
del P. Guardiano Giacinto da Besenello. Nel 1665 fu Vicario in Roveredo del P.
Gabriello d’Arco o sia da Varignano Guardiano. Nel 1666 fu ivi confermato Vicario del
P. Guardiano Daniello da Trento. Nel 1670 fu Vicario in Borgo del P. Guardiano
Maurizio Divina dal Borgo. Negli anni 1672 e 1673 fu Guardiano del Borgo. Nel
Capitolo del 1674 fu di nuovo eletto diffinitore, ed insieme ad triennium fu confessore
delle monache di s. Anna in Borgo, e nel terzo anno, cioè nel 1676 fu insieme lettore di
morale. Nel 1677 terminato il diffintoriato fu ad annum Guardiano in Arco.. Nel 1683
61
Nei manoscritto: da Prà.
62
Cfr. Tovazzi, Epistolario VI lettera num. 2812.
63
Nel manoscritto: Tabarello.
47
fu su le tavole del Borgo posto confessore straordinario di quelle monache di s. Anna.
Fu a que’ tempi uno de’ migliori predicatori, e predicò anche da chierico. Fu bravissimo
casista, zelante, ed esemplare religioso, e di vita integerrima. Munito finalmente de’
santissimi Sagramenti e ben disposto, passò al Signore in Mezzolombardo nel marzo
1688.
1688. Dalla seconda Congregazione intermedia tenutasi in Roveredo a 23 aprile.
112. P. Angelo da Valle di Bono64, Federico Piombazzi, battezzato 3 gennaro
1635; vestito in Cles con un altro li 6 maggio 1655, essendovi Guardiano e maestro il P.
Andrea d’Arco. Nel 1671 fu primo Vicario in Campo del Padre primo Guardiano
Lodovico Ingenuino da Val di Buono. Nel 1672 fu ivi Guardiano ad annum. Nel 1674
fu ivi di nuovo ad annum Vicario. Passò poi al Signore in Cles, novembre 1688.
1689. Capitolo sestodecimo celebrato in Arco li 19 aprile in cui fu eletto Ministro
per la seconda volta il P. Gregorio Zambaiti da Trento.
113. P. Orazio da Fiemme cioè da Cavalese, Giovanni Pietro Betta (fratello
germano del P. Claudio Betta morto in Roma del 1651), battezzato 14 settembre 1632,
vestito in Cles con molti altri li 6 maggio 1653 essendovi Guardiano il P. Francesco da
Trento, maestro il P. Andrea d’Arco. Nel 1670 fu presidente in Mezzolombardo. Nel
1671 fu ivi ad annum primo Guardiano. Nel 1673 fu Vicario in Trento del P. Guardiano
Gregorio da Trento. Negli anni 1674 e 1675 fu ivi Guardiano. Nel 1676 fu Vicario (41.
//) in Mezzolombardo del P. Guardiano Pietro da Val di Buono. Negli anni 1678 e 1679
fu Guardiano in Cles. Nel 1680 fu destinato ad triennium confessore delle monache del
Borgo. Nel 1683 fu Vicario in Campo del P. Guardiano Ubaldo Armani da Giudicaria.
Nel 1684 fu di nuovo ad annum Guardiano in Mezzolombardo. nel 1686 fu in Borgo ad
annum Vicario del P. Vittore dal Borgo ivi Guardiano ed insieme posto su le tavole
confessore straordinario delle monache di s. Anna. Finalmente passò piamente al
Signore in Mezzolombardo, settembre 1689.
114. P. Celestino dal Borgo, Simon Pruner, battezzato 5 maggio 1651, vestito
solo in Arco a 22 maggio 1673, essendovi Guardiano il P. Narciso Felicissimo da Val di
Buono, Vicario e maestro il P. Amadio da Villa Montagna. Nell’anno 1684 fu ad annum
Guardiano di Cles. Nel 1689 fu fatto Vicario in Pergine del P. Guardiano Maurizio dal
Borgo; e nel detto anno infermatosi e condotto a Trento, passò piamente al Signore,
Trento nel febbraro 1690.
1690. Dalla prima Congregazione intermedia tenutasi in Arco li 24 aprile.
115. P. Giovanni Angelo da Cavalese, Giovanni Francesco Baldironi, battezzato
il primo aprile 1649; vestito in Cles con un altro li 22 settembre 1669, essendovi
Guardiano e maestro P. Egidio da Segno, Vicario e pro-maestro il P. Prospero dal
Borgo. Fu segretario del P. Ministro Ignazio da Civezzano dal 1683 al 1686. Fu assai
buon religioso, e molto stimolato65. Passò poi al Signore munito de’ santissimi
Sagramenti, e ben disposto, in Campo li 2 luglio 1690.
64
65
Nel manoscritto: Valle di Buono.
Scrupoloso.
48
116. P. Giovanni Battista d’Avio, Francesco Libera, battezzato 29 novembre
1619. Vestito nella Custodia di s. Antonio li 2 ottobre 1638. Rimaso poi nella nostra
Provincia, nel 1648 fu Vicario in Borgo del P. Guardiano Andrea da Bressanone. Nel
1649 fu Vicario in Trento del P. Guardiano Giacomo da Varignano. Negli anni 1650 e
1651 fu Guardiano in Cles. Nel 1654 fu Vicario in Roveredo del P. Guardiano
Francesco Massenzo d’Arco. Nel 1656 fu ivi confermato Vicario del P. Guardiano
Marcellino da Giudicaria. Nel 1657 fu Vicario in Arco del P. Guardiano Pietro Ponte da
Trento. Nel 1658 e 1659 fu di nuovo Guardiano in Cles. Nel 1661 fu Guardiano in
Arco. Nel 1662 fu per la terza volta ad annum Guardiano di Cles. Nel 1664 fu Vicario
in Trento del P. Giacomo da Varignano. Nel 1667 fu ad annum Guardiano di Pergine.
Nel Capitolo fatto nel 1668, tuttoché puro confessore, fu eletto diffinitore, e lo stesso
anno fu insieme Vicario in Pergine del P. Guardiano Gabriello da Varignano. Nel 1669
dal 24 maggio fu insieme Pro maestro e Vicario del P. Guardiano e maestro Egidio da
Segno sino a 23 luglio, ed allora fu mandato Vicario in Trento del P. Guardiano
Bonaventura da Trento. Nel 1671 fu ad annum per la quarta volta Guardiano di Cles.
Nel 1673 fu di nuovo Vicario in Roveredo del P. Guardiano Lodovico Ingenuino da Val
di Buono. Nel Capitolo del 1674 fu di nuovo eletto diffinitore e lo stesso anno fu
insieme Vicario in Mezzolombardo del P. Guardiano Diodato da Albiano66. Nel 1676 il
dì 28 gennaro congregatisi li Padri del diffinitorio elessero Commissario provinciale per
l’imminente partenza del P. Provinciale al Capitolo generale da tenersi in Roma il dì 23
maggio, il nostro P. Giovanni Battista diffinitore, qual poi nella Congregazione seconda
intermedia, celebrata in Roveredo li 29 luglio 1676, dopo il ritorno de’ nostri Padri
vocali da Roma, fu fatto insieme Vicario in Trento del P. Guardiano Bartolommeo (42.
//) da Roveredo. Negli anni 1677 e 1678 fu Guardiano in Roveredo. Negli anni 1682 e
1683 fu Guardiano di Trento. Finalmente religioso esemplare, ed osservante della sua
Regola, munito de’ santissimi Sagramenti passò piamente al Signore in Trento, il primo
d’ottobre 1690.
117. P. Pietro Battista da Villa di Nogaré67, Bartolommeo Galvagni, battezzato 24
giugno 1619, vestito nella Custodia di s. Antonio 4 ottobre 1638. Rimaso poi in nostra
Provincia, nel 1654 fu Guardiano del Borgo. Nel 1657 fu Vicario in Pergine del P.
Guardiano Gaudenzo da Trento. Nel 1658 fu di nuovo ad annum Guardiano del Borgo.
Nel 1660 fu di nuovo ad annum Vicario in Pergine del P. Guardiano Bernardino da
Flavone. Nel 1663 fu ad annum Guardiano in Pergine. Nel 1664 fu ad annum Vicario in
Borgo del P. Guardiano Ambrogio Coella da Pergine. Nel 1668 fu di nuovo Vicario in
Borgo del P. Guardiano Francesco da Cles. Nel 1673 fu di nuovo la terza volta Vicario
in Pergine del P. Guardiano Ignazio da Civezzano. Nel 1675 fu di nuovo Vicario in
Borgo del P. Guardiano Anselmo da Ceniga. Nel 1682 fu per la quarta volta Vicario in
Borgo del P. Guardiano Eusebio da Cognola. Nel 1684 fu per la quarta volta Vicario in
Pergine del P. Guardiano Giovanni Antonio Giovanelli da Carano. Finalmente religioso
molto osservante armato de’ santissimi Sagramenti, e ben disposto passò al Signore in
Roveredo, 9 dicembre 1690.
1691. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Cles li 18 maggio.
66
67
Nel manoscritto: da Biano.
Villa Lagarina.
49
118. P. Carlo da Trento, nato in Maurina, bòzzolo68 di case sotto Spor Maggiore,
ma poi detto da Trento, Giovanni Maorino69 (Più volte trovasi notato da Spor Maggiore,
e di lui nipoti diconsi Marini in luogo di Maorini); vestito in Cles con un altro li 6
maggio 1655, essendovi Guardiano e maestro il P. Andrea d’Arco. Nel 1670 fu Vicario
in Pergine del P. Guardiano Grisogono da Levico. Nel 1671 fu Vicario in Borgo del P.
Guardiano Maurizio dal Borgo. Nel 1673 fu ivi lettore delle arti. Nel 1675 fu ad annum
di nuovo Vicario in Pergine del P. Guardiano Egidio da Segno. Nel Capitolo celebrato
in Borgo li 30 marzo 1677 fu eletto diffinitore e dicesi “Lettor e predicatore”. Nel 1680
fu Vicario in Arco del P. Guardiano Sigismondo Ceschi dal Borgo. Nel 1681 fu Vicario
in Mezzolombardo del P. Guardiano Modesto Saibante da Roveredo. Nel 1683 fu
Vicario in Trento del P. Guardiano Giovanni Battista d’Avio. Nel 1689 fu ad annum
Guardiano in Cles. Finalmente passò al Signore in Trento li 23 maggio 1691.
119. Fra Niccolò da Viarago, Andrea Pintarelli70, battezzato 16 gennaro 1642;
vestito solo in Cles per laico li 13 maggio 1666, essendovi Guardiano e maestro il P.
Giacinto da Besenello, Vicario e pro-maestro il P. Gregorio da Trento diffinitore. Fu
infermiere di gran carità, e passò al Signore in Trento, 3 giugno 1691.
120. P. Francesco da Roveredo, Giovanni Andrea Baroni71 da Roveredo, figlio
dell’eccellente signor dottor Gioseffo Baron e della signora Rosana nata Orefici;
battezzato 25 settembre 1620; vestito nella Provincia72 di s. Antonio li 14 aprile 1641.
Rimaso poi nella nostra, nel 1651 fu Vicario in Roveredo del P. Guardiano Antonio da
Dro. Nel 1652 fu ivi ad annum Guardiano. Nel 1654 fu Vicario in Cles del P.
[Guardiano] Andrea d’Arco. Nel 1656 fu Vicario in Arco del P. Guardiano Pietro Ponte
da Trento. nel 1657 e 1658 fu la seconda volta Guardiano di Roveredo. Nel Capitolo
tenutosi nel 1659 in Trento fu eletto diffinitore. Negli anni 1662 e 1663 fu per la terza
volta Guardiano di Roveredo. Nel 1664 e 1665 fu presidente dell’ospizio di Cavalese,
dimorando di famiglia in Trento. Nel 1666 fu ad annum Vicario in Pergine del P.
Guardiano Paolino da Pergine. Nel 1668 fu Vicario in Roveredo del P. Guardiano
Maurizio dal Borgo. (43. //) Nel 1669 fu Vicario in Arco del P. Guardiano Giovanni
Grisostomo dal Borgo. Nel 1670 fu ivi Guardiano ad annum. Nel 1672 nella
Congregazione fatta in Trento li 16 maggio fu eletto ad triennium confessore delle
monache di s. Carlo e ivi durò sino al settembre del 1675 e sotto la di lui assistenza
passò alla gloria la serva di Dio Madre Giovanna Maria dalla Croce li 16 marzo 1673.
Nel Capitolo celebrato in Trento li 11 giugno 1674 fu per la seconda volta eletto
diffinitore. Nel Capitolo celebrato in Borgo 30 marzo 1677 fu eletto Custode e
confessore ad triennium delle monache di s. Anna in Borgo. Nel Capitolo celebrato in
Trento a 23 maggio 1680 fu di nuovo ad triennium deputato confessore delle monache
di s. Carlo in Roveredo. Negli anni 1683 e 1684 fu per la quarta volta Guardiano di
Roveredo. Ove finalmente, ultimo de’ coristi73 vestiti nella Provincia di s. Antonio, e poi
restati nella nostra, passò piamente al Signore, Roveredo, 22 settembre 1691. Copiò di
propria mano la vita della predetta Serva di Dio Madre Giovanna Maria dalla Croce
68
Gruppetto.
Nel manoscritto: Maorina.
70
Nel manoscritto: Pintarello.
71
Nel manoscritto: Baron.
72
Nel 1639 la Custodia Riformata di s. Antonio divenne Provincia.
73
In questo caso vuol dire Frati addetti al coro, cioè sacerdoti.
69
50
dall’originale scritto della medesima e divisa in tre parti. Aveva parimente assiemmate
notizie spettanti alla nostra Provincia che assaissimo avrebbero servito per la storia della
medesima. Dopo la di lui morte, nettando la cella da lui abitata li chierici studenti del P.
Vincenzo dal Borgo ivi lettore di teologia, ritrovarono detti scritti, come da uno de’
medesimi io stesso ho udito, non facendone verun conto, li gettarono alle fiamme.
1692. Dal Capitolo decimo settimo celebrato in Roveredo il dì primo maggio, in cui
fu eletto Ministro il P. Marcellino Visintainer da Cles.
121. P. Sisto da Trento, Lorenzo figlio del signor Giacomo Baldo, battezzato
nella cattedrale li 30 ottobre 1644, vestito in Cles con un altro poi uscito, li 13 settembre
1664, essendovi Guardiano e maestro il P. Giacinto da Besenello, Vicario e pro-maestro
il P. Valerio da Cembra. Negli anni 1674 e 1675 fu in Pergine lettore delle arti. Nel
1676 fu ad annum Guardiano di Campo. Negli anni 1678 e 1679 fu Guardiano in Borgo.
Nel 1680 fu Vicario in Pergine del P. Guardiano Bonifacio da Malgolo. Nel 1681 fu
lettore di fisica in Trento. Non si sa poi, come e quando sia partito per Morea, l’antico
Peloponeso, conquistato da Veneziani circa il 1687, e se ivi sia egli stato veramente
missionario. Passò ivi al Signore in Napoli di Romania nel febbraro 1693.
122. Fra Antonio da Castello in Tesino, Giovanni Maria Piloso, battezzato 28
giugno 1634. Vestito solo in Cles per laico li 23 giugno 1658. Scrisse li tavoloni de’
Frati morti della Provincia che già tempo trovavansi per li dormitori [corridoi] de’
conventi, notati colle lettere F.A.D. Tesino, cioè Frat’Antonio da Tesino. Passò poi al
Signore in Borgo li 7 aprile 1693.
1693. Dalla prima Congregazione intermedia celebrata in Trento a 7 aprile.
123. P. Modesto da Roveredo, Giuseppe Paolo Saibanti74, battezzato 20
novembre 1647; vestito in Cles con un altro li 8 maggio 1667, essendovi Guardiano e
maestro il P. Egidio da Segno, Vicario e pro-maestro il P. Amadio da Villa Montagna.
Nel 1679 fu Vicario in Roveredo del P. Guardiano Ambrogio da Pergine. Nel 1681 fu
ad annum Guardiano di Mezzolombardo. Di poi, non si sa l’anno preciso, con facoltà
del Superior generale si portò in Val di Luserna coadiutore in quelle Missioni. E poi
passò al Signore in Torino, giugno 1693.
124. (44. //) Fra Taddeo da Calceranica, Giovanni Battista Tamanini75,
battezzato 9 maggio 1630, vestito solo per laico li 17 maggio 1659 a Cles essendovi
Guardiano il P. Giovanni Battista d’Avio, e maestro il P. Andrea d’Arco. Passò al
Signore in Borgo, 2 settembre 1693.
125. P. Prospero dal Borgo, Pietro Grandi, battezzato 29 settembre 1642, vestito
6 maggio 1658 con altri in Cles, essendovi Guardiano il P. Giovanni Battista d’Avio,
Vicario e maestro il P. Andrea d’Arco. Nel 1669 la Congregazione fu fatta in Trento li
24 maggio e poi li 23 luglio nel Congresso tenutosi in Cles si fecero alcune mutazioni,
ed il P. Prospero fu fatto Vicario di Cles e pro-maestro. Nel 1670 fu ivi confermato
74
75
Nel manoscritto: Saibante.
Nel manoscritto: Tamanino.
51
Vicario del P. Guardiano e maestro Egidio da Segno. Nel 1671 fu Vicario in Trento del
P. Guardiano Lodovico Coella da Pergine. Nel 1672 fu ad annum Guardiano di Pergine.
Nel 1676 fu Vicario in Campo del P. Guardiano Sisto Baldo da Trento. Nel 1677 fu ad
annum Guardiano di Mezzolombardo. Nel 1678 nella Congregazione fatta in Trento li
16 aprile fu deputato e confermato maestro il P. Ignazio da Civezzano; ma dopo alcuni
mesi avendo rinunciato gli fu sostituito per maestro il P. Prospero. Nel 1679 fu ad
annum Vicario in Borgo del P. Guardiano Sisto da Trento. Nel 1681 fu di nuovo Vicario
in Borgo del P. Guardiano Sigismondo Ceschi dal Borgo. Nel 1682 fu Vicario in
Roveredo del P. Guardiano Antonio da Villamontagna. Nel Capitolo del 1683 fu
deputato confessore delle monache del Borgo. Negli anni 1686 e 1687 fu Guardiano in
Arco. Nel 1688 fu Guardiano in Trento. Nel Capitolo celebrato in Arco li 19 aprile 1689
fu eletto diffinitore. Nell’anno 1692 fu Vicario in Borgo del P. Guardiano
Massimigliano da Trento. Nel 1693 nella prima Congregazione intermedia tenutasi in
Trento li 7 aprile fu ivi confermato Vicario del P. Guardiano Enrico Coellato da Trento.
Nel settembre facendo ivi purga, il cerusico tedesco nel cacciargli dal braccio sangue gli
tagliò l’arteria, per quale sbaglio il buon Padre Vicario Prospero dovette morire,
passando piamente al Signore; Borgo 17 settembre 1693.
[1693] Dalla seconda Congregazione intermedia tenuta in Campo 18 novembre
tempestivamente a cagione dell’imminente viaggio de’ nostri Padri vocali al Capitolo
generale in Vittoria nella Spagna.
126. Fra Lorenzo da Castagné, Stefano Gretter, battezzato 26 dicembre 1630,
vestito solo in Arco per laico 4 ottobre 1660, essendovi Guardiano il P. Lodovico
Gardumi d’Arco e maestro il P. Giuseppe da Roveredo Custode. Fu eccellente muraro
ed architetto, e fu capo nella fabbrica del monastero delle monache del Borgo, ed in
quella del convento di s. Bernardino in Trento. Portatosi poi per un po’ di sollievo da
Trento a Campo, fu soprafatto da mortale infermità, per cui munito de’ santissimi
Sagramenti passò al Signore, Campo 5 gennaro 1694.
127. P. Emmanuello da Cognolla, Francesco Grassi detti Olivetti, nato primo
gennaro 1639; vestito in Cles con un altro li 6 maggio 1656, essendovi Guardiano il P.
Valerio da Cembra, Vicario e maestro il P. Andrea d’Arco diffinitore. Nel Capitolo
celebrato in Borgo li 10 luglio 1671 fu eletto diffinitore, e notasi predicatore e lettore.
Sotto il P. Gregorio da Trento, eletto Provinciale nel 1674, credesi sia stato per qualche
anno di lui segretario, trovandosi soscritto a diversi atti come segretario. Nel 1679
uscito di mente scappò dalle Grazie, e si portò a Riva ove era podestà il signor dottor
Giacomantonio Trentini fratello del P. Francesco Antonio Trentini attuale Guardiano
delle Grazie, il quale lo condusse in sedia al convento predetto. Ivi, divenuto furioso, fu
posto in carcere; e vi durò molti anni, passando poi anche al Signore, Arco 30 gennaro
1694.
128. (45. //) Fra Placido da Madrano, Francesco Cristofolini, battezzato primo
gennaro 1647; vestito solo in Cles per laico li 31 agosto 1671, essendovi Guardiano Il P.
Giovanni Battista d’Avio, Vicario e maestro il P. Giacinto da Besenello. Fu lanaro, e
poi essendo cercante, oppresso dalla doglia, passò al Signore in Borgo 30 gennaro 1694.
52
129. P. Bonaventura dal Borgo, Giuseppe Antonio Nocher, battezzato li 16
maggio 1657 in Primiero ove suo signor padre era daziale austriaco; vestito in Cles con
un altro li 8 settembre 1676 essendovi Guardiano il P. Ippolito Ippoliti da Pergine,
Vicario e maestro il P. Amadio da Villa Montagna. Nel 1686 sino al 1689 fu segretario
del P. Provinciale Francesco Dusini da Cles. Nel 1689 fu Vicario in Roveredo del P.
Guardiano Massimigliano da Trento, ma poco dopo rinunciò per andar in Germania
compagno del predetto P. Ippolito da Pergine a Vienna. Nel 1691 fu di nuovo fatto
Vicario in Roveredo del P. Guardiano Francesco da Cles. Nel 1692 fu eletto Guardiano
di Pergine, e verso il mese di novembre del detto anno, tuttoché attual Guardiano del
noviziato, partì per Roma col P. Vincenzo Capra dal Borgo attual co-lettore di teologia
in Arco, per ottenere la conferma della compilazione de’ nostri Statuti provinciali, dal
Superior generale, ma non l’ottennero. Nella Congregazione prima intermedia tenuta in
Trento li 7 aprile 1693 fu eletto Vicario di Trento del P. Guardiano Bartolommeo Monte
di Roveredo. E lo stesso anno li 18 novembre a cagione dell’imminente viaggio al
Capitolo generale in Spagna de’ nostri Padri vocali fu anticipata la seconda
Congregazione intermedia e celebrata in Campo, ed in detta Congregazione fu posto
Vicario in Borgo del P. Guardiano Enrico da Trento, ove poi assistendo al signor
vecchio Savaro morto per male maligno, fu anche il P. Bonaventura aggravato da
malignità, e però condotto a Trento passò ivi piamente al Signore, Trento 22 febbraro
1694. Mentre il di lui cadavere era sopra terra, entrato un lupo, per non essere peranche
il convento perfezionato, mangiò una coscia del medesimo.
130. P. Vigilio da Val di Buono, Antonio Balduci da Prezzo in Val di Buono,
battezzato 27 giugno 1625, vestito con un altro in Borgo 26 aprile 1646 essendovi
Guardiano il P. Bonifacio da Varignano, e maestro il P. Giuseppe da Roveredo. Nel
1661 fu Vicario in Trento dei P. Guardiano Francesco Massenzo d’Arco. Nel 1662 fu
presidente dell’ospizio in Mezzolombardo. Nel 1663 e 1664 fu presidente dell’ospizio
di Storo, ma di famiglia in Arco. Nel 1665 fu ad annum Guardiano alle Grazie. Negli
anni 1667-1670 fu presidente nell’ospizio di Campo. Nel Capitolo celebrato nel 1671 fu
eletto diffinitore e notasi “Predicatore”. Negli anni 1674 e 1675 fu di nuovo Guardiano
d’Arco. Nel 1676 fu ivi Vicario dei P. Guardiano Giorgio Martini da Predazzo. Di poi
oppresso da grave infermità, quasi per 15 anni, sofferta con grande rassegnazione,
giacendo storpiato nella stufa del chiostro in Borgo, passò ivi, religioso d’ogni bontà,
piamente al Signore; e per essere ripiena la sepoltura de’ Frati morti in quell’anno, fu
posto in una cassa e questa collocata nei monumento de’ signori Conti Welspergheri
fondatori del convento. Fu zio ex parte patris dei P. Andrea Balduci da Prezzo,
exprovinciale morto in Arco a 5 maggio 1737, ed esso P. Vigilio passò al Signore in
Borgo li 2 marzo 1694.
131. Fra Berardo da Folgaria, Lorenzo Perpruner76, battezzato 17 marzo 1649 e
vestito per laico solo in Cles a 4 maggio 1672, essendovi Guardiano il P. Giovanni
Battista d’Avio, Vicario e maestro il P. Giacinto da Besenello. Infermatosi poi in Borgo,
ove era di famiglia, fu spedito su d’un cavallo a Trento, accompagnandolo fra Cipriano
infermiere. Ma giunto in Pergine passò ivi al Signore, Pergine 30 agosto 1694.
76
Nel manoscritto: Parbrune.
53
132. Fra Giuseppe da Caneve, Andrea Gesti, battezzato 3 maggio 1620, vestito
solo per laico in Borgo li 25 giugno 1645, essendovi Guardiano il P. Giuseppe da
Roveredo, Vicario e maestro P. Francesco da Tesino diffinitore. Nei suo testamento
fatto in Borgo prima della sua professa lasciò certo legato di quindici Messe perpetue
manuali, che il sindaco apostolico del convento delle Grazie le ordina a quel nostro P.
Guardiano pro tempore. Fu laico di gran bontà e divenuto cieco passò piamente al
Signore in Roveredo nell’ottobre 1694.
133. (46. //) P. Apollinaro da Chiarano, Giovanni Antonio Creti detti Torbolani,
battezzato 5 febbraro 1641, vestito in Cles con tre altri li 27 maggio 1659, essendovi
Guardiano il P. Giovanni Battista d’Avio, e maestro il P. Andrea d’Arco. Nel 1676 fu ad
annum Guardiano in Pergine. Nel 1682 fu Vicario in Campo del P. Guardiano Giovanni
Antonio da Fiemme, cioè da Carano. Nel 1683 fu vicemaestro in Cles. Negli anni 1684
e 1685 fu Vicario in Arco, il primo anno del P. Guardiano Bartolommeo da Roveredo,
ed il secondo del P. Guardiano Maurizio dal Borgo. Nel1686 fu Vicario in Trento dei P.
Guardiano Massimigliano da Trento. Negli anni 1687 e 1688 fu Guardiano in
Mezzolombardo. Di poi a primi di marzo 1694 sostituito per Vicario al P. Bonaventura
Nocher morto in Trento li 22 febbraro, passò anch’esso al Signore Vicario sostituito in
Borgo li 9 ottobre 1694.
134. Fra Michelangelo da Pressano, o sia dalla pieve di Giovo, Lorenzo del
Monego, prima per molti anni Terziario. Muraro e tagliapietra. Fu poi vestito per laico
con un altro in Cles a 23 giugno 1653, essendovi Guardiano il P. Valerio da Cembra, e
maestro il P. Andrea d’Arco. Dopo aver molto faticato nel suo mestiere, passò al
Signore in Cavalese li 14 gennaro 1695.
1695. Dal Capitolo decimo ottavo celebrato in Roveredo li 26 maggio, in cui fu
eletto Ministro il P. Girolamo Guglielmi, poi detti dal Ponte, da Vigo di Lomas in
Giudicaria.
135. P. Francesco Maria da Castanedolo sul Bresciano, Lorenzo Costa vestito
Osservante nella Provincia di Brescia il dì 24 febbraro 1664 e poi incorporato tra noi li
16 aprile 1678. Fu fatto Vicario in Campo nel 1685 del P. Guardiano Giorgio da
Predazzo. Nel 1690 fu Vicario in Pergine, e vice maestro del P. Guardiano e maestro
Maurizio dal Borgo. Nel 1692 fu Vicario in Roveredo del P. Guardiano Francesco da
Cles. Fu per qualche tempo compagno e confessore del P. Ippolito Ippoliti a Vienna,
quale in una sua del 1690 scrisse “che tratteneva il P. Francesco Maria per confessore, e
rimandava fra Giulio nella Provincia”, che avea compagnato in Germania il predetto P.
Francesco Maria. Nel 1695 fu fatto Vicario in Cles del P. Guardiano Egidio da Segno, e
pro maestro, essendo maestro il P. Simon Pietro Barbi da Cembra. E nel detto anno,
religioso di gran bontà, passò piamente al Signore in Cles, 10 ottobre 1695.
136. P. Ambrogio da Pergine, Giovanni Battista Coella, fratello maggiore del P.
Lodovico Coella, battezzato 12 giugno 1626, vestito in Borgo con altri due a 24 maggio
1645. Fu poi per qualche anno nelle Missioni. Nel 1662 fu segretario del P. Andrea
d’Arco Visitatore della Provincia di Austria. Nel 1664 fu ad annum Guardiano del
Borgo. Nel 1665 fu presidente (47. //) dell’ospizio in Storo. Nel 1666 Guardiano
d’Arco. Nel 1667 Guardiano di Roveredo. Nel Capitolo celebrato nel 1668 fu eletto
54
diffinitore e dicesi “predicatore”. Nel 1672 fu Vicario fu Vicario in Pergine del P.
Guardiano Prospero Grandi dal Borgo. Nel 1673 fu Vicario in Borgo del P. Guardiano
Valerio da Cembra e nel 1674 fu di nuovo Vicario in Pergine del P. Guardiano Anselmo
da Ceniga. Negli anni 1675 e 1676 fu Guardiano di Roveredo. Nel 1677 fu Guardiano di
Pergine. Nel 1678 fu Vicario in Roveredo. nel 1677 fu Guardiano di Pergine. Nel 1678
fu Vicario in Roveredo del P. Guardiano Giovanni Battista d’Avio. Nel 1679 fu di
nuovo Guardiano di Roveredo. Nel 1683 fu di nuovo Vicario in Pergine del P.
Guardiano Giovanni Grisostomo dal Borgo. Si notò sopra che sia stato nelle Missioni,
forse delle Smirne e di Costantinopoli, ed anzi fu detto sia stato fatto schiavo e poi
liberato dalla Provincia, il che può esser avvenuto fra gli anni 1655 e 1662. Passò poi
piamente al Signore in Trento 22 ottobre 1695.
137. P. Vittore dal Borgo, Baldissaro Divina, battezzato 19 febbraro 1650. Fu
vestito solo in Cles li 15 maggio 1670, essendovi Guardiano e maestro il P. Egidio da
Segno. Vicario e pro-maestro il P. Prospero dal Borgo. Il dì 29 aprile 1671 alli terzi
voti77 per infermità fu mandato a Trento in s. Bernardino, ove stette più mesi sino al
Capitolo celebrato in Borgo li 10 luglio, da cui a 12 luglio gli fu prorogato, a cagione
dell’indisposizione per altri quattro mesi il noviziato, e poi fece la sua professione in
Arco li 12 novembre 1671. Nel 1686 fu poi un anno Guardiano del Borgo. Nel 1687 fu
Vicario in Roveredo del P. Guardiano Gregorio da Trento. Negli anni 1688 e 1689 fu
Guardiano di Arco. Nel 1690 fu Vicario in Mezzolombardo del P. Guardiano Eusebio
da Cognola. Portatosi per coadiutore delle Missioni in Val di Luserna nel Piemonte,
dopo qualche anno passò piamente al Signore tra le braccia del nostro fra Gaetano dal
Borgo laico, suo compagno, in Bricheragio, 17 febbraro 1696.
138. Fra Antonio Maini da Panone78 in Gardumo Terziario; passò al Signore in
Borgo, primo febbraro 1696.
139. P. Silvestro da Mori, Antonio Anderlini79, battezzato 17 settembre 1656;
vestito in Arco con un altro li 2 settembre 1674, essendovi Guardiano il P. Vigilio da
Val di Buono. Vicario e maestro P. Amadio da Villa Montagna. Pro-maestro P. Ippolito
Ippoliti da Pergine. Di poi vaneggiando dopo molti anni, morì pazzo in custodia80 di
Roveredo, marzo 1696.
1696. Dalla prima Congregazione intermedia tenutasi in Pergine li 12 maggio.
140. Fra Giacomo [Tanella] da Rumo, vestito in Trento per Terziario li 23 luglio
1696. Morì ivi 27 settembre 1696.
141. P. Barnaba da Chiarano, Francesco Stefeni, battezzato 4 gennaro 1653;
vestito in Cles con un altro li 29 settembre 1675. Fu nel 1688 fatto in Arco lettore di
logica. Nel 1689 in Roveredo lettore delle arti. Nel 1690 in Arco lettore di filosofia sino
77
Alla terza votazione.
Nel manoscritto: Panon.
79
Nel manoscritto: Anderlino.
80
La custodia consisteva nel locale prigione del convento, dove coloro che erano colpiti da pazzia
venivano temporaneamente o anche per lungo tempo rinchiusi perché non fossero di pericolo per se stessi
e per gli alteri Frati.
78
55
al compimento di quella, e poi lettore di teologia. Nel 1691 ivi lettore di teologia
secondo anno. Nel Capitolo celebrato in Roveredo il primo maggio 1692 fu eletto
diffinitore e lo stesso anno fu lettore di teologia in Roveredo, terzo anno. Nel 1693 nella
Congregazione prima intermedia fatta in Trento a 5 aprile, fu destinato in Arco lettore di
teologia il quarto anno col P. Angelo Antonio da Castronovo co-lettore estero. Nella
Congregazione seconda intermedia tenutasi in Campo li 18 novembre 1693 fu eletto
maestro de’ novizzi in Roveredo. Pro-maestro P. Riccardo Ceschino da Varone Vicario.
Nel Capitolo celebrato in Roveredo li 26 maggio 1695 terminò l’offizio di diffinitore e
maestro. E l’anno seguente partì per Terra Santa ed il primo di giugno 1696 approdò in
Cipro; e dopo pochi mesi morì in Tolemaida o sia s. Giovanni d’Acri, nell’ottobre 1696.
142. (48. //) P. Cristoforo da Trento, Antonio Ceschini81, vestito in Cles con altri
li 14 settembre 1655, essendovi Guardiano e maestro il P. Andrea d’Arco. Fu dopo
molti anni incomodato da un eccedente goso82, per cui convenne fargli un camice
appostato, e trovandosi poi di famiglia in Arco, correndo dietro nel chiostro ad un gatto,
cadde il buon Padre Cristoforo, ed urtando col goso sul muretto del chiostro. se gli
ruppe il goso, ed in seguito ne fu liberato. Morì poi in Campo a 30 gennaro 1697.
1697. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Trento li 12 maggio.
143. P. Basilio da Madrano, di casa Baitella, vestito in Arco li 20 ottobre 1644,
essendovi Guardiano il P. Bartolommeo da Giudicaria, cioè da Favrio83. Fu per molti
anni predicatore competente, e per molto tempo impotente e gottoso in Mezzolombardo;
ivi poi maggiormente infermatosi fu condotto all’infermeria di Trento, ove passò
finalmente al Signore, Trento 19 luglio 1697.
144. Fra Giunipero da Pomarollo, Aldrighetto figlio di Aldrighetto Adami,
battezzato 11 marzo 1612, vestito per laico nella Custodia di s. Antonio li 26 ottobre
1637. Rimase in nostra Provincia; fu tagliapietra e ultimamente divenuto cieco, passò
piamente assai vecchio al Signore, ultimo de’ vestiti84 nella Custodia e Provincia di s.
Antonio, in Roveredo, 22 novembre 1697.
1698. Dal decimo nono Capitolo celebrato in Trento li 2 maggio, in cui fu eletto
Ministro per la seconda volta il P. Ignazio Bampi85 da Civezzano.
145. P. Antonio da Trento, don Giovanni Battista Chirmer chierico, figlio del
Burgraff di Castello, vestito in Cles con alcuni altri li 6 maggio 1657 essendovi
Guardiano il P. Valerio da Cembra. Vicario e maestro il P. Andrea d’Arco. Nel 1677 fu
Guardiano in Cles. Nel 1678 fu Vicario in Pergine del P. Guardiano Francesco Antonio
Trentini da Trento. Nel 1685 fu Vicario in Mezzolombardo del P. Davide Pedrot da
Cognola. Nel 1686 fu per un anno Guardiano di Pergine. Nel 1689 fu Vicario in Borgo
del P. Guardiano Girolamo da Giudicaria. Negli anni 1695 e 1696 fu di nuovo
81
Nel manoscritto: Ceschino.
Gozzo.
83
Nel manoscritto: Favri.
84
Ultimo del fratelli non sacerdoti.
85
Nel manoscritto: Bampa.
82
56
Guardiano in Pergine. Passò poi munito de’ santissimi Sagramenti, e con grande
rassegnazione al Signore in Trento, 22 luglio 1698.
146. Fra Ambrogio da Trento, Giovanni Waiz86, battezzato 8 maggio 1675,
cognato del quondam signor Giacomo Mosca; vestito in Cles con alcuni altri li 11
giugno 1696, chierico studente di fisica in Cles sotto il P. Adriano da Lardaro87
infermatosi gravemente, fu condotto all’infermeria in s. Bernardino, ove poi passò al
Signore, religioso di ottimi costumi, Trento 14 dicembre 1698. Nel noviziato ebbe per
Guardiano il P. Giorgio da Predazzo e per maestro il P. Simon Pietro Barbi da Cembra.
147. P. Cristoforo da Nova Mesta nella Carniolla inferiore, fu vestito nella
Provincia della Bosnia e Croazia (allora Osservante e di poi fattasi Riformata col titolo
di "Carniola e Croazia"). Si incorporò presso di noi il dì primo marzo 1673. Nell'anno
1679 fu in Cles vice maestro. Nel 1682 fu parimente in Cles Vicario ed aiutante del P.
Guardiano Maurizio e maestro. Passò poi di famiglia in Mezzolombardo, ed
ultimamente aggravato da male pericoloso, fu condotto a Trento, ove poi passò
piamente al Signore, Trento li 2 gennaro 1699.
148. (49. //) P. Innocenzo da Trento, Giovanni Ponte, nipote de' PP. Pietro e
Tommaso fratelli Ponte da Trento, il primo morto in Padova li 18 novembre 1668; il
secondo poi andato fuori Provincia nostra nel 1655, nell'Italia, fu incorporato nella
Provincia di Torino, come supponesi, e morì nella Missione di Val di Luserna nel 1682.
Ma ritornando al P. Innocenzo egli fu vestito nella Riformata Provincia di Bologna il dì
29 dicembre 1646 (Ove ritrovavasi già sacerdote il predetto di lui zio P. Tommaso
Ponte al secolo Andrea Ponte, che eravi stato vestito il dì 21 dicembre 1635). Di poi
ottenne di venir incorporato col zio P. Tommaso in questa nostra Provincia, già chierico
il dì 21 aprile 1648. Nel 1664 fu fatto Vicario in Arco essendo anche organista, del P.
Guardiano Gregorio Zambaiti da Trento. nel 1666 fu di nuovo ivi Vicario del P.
Guardiano Ambrogio Coella da Pergine. nel 1676 fu ivi lettore di morale. Nel 1682 fu
ad annum Guardiano d'Arco. Nel 1683 fu Vicario in Roveredo del P. Guardiano
Francesco da Roveredo. Nel 1684 e 1685 fu Guardiano in Trento. Nel Capitolo
celebrato in Roveredo li 17 giugno fu eletto diffinitore. Nella seconda Congregazione
intermedia tenutasi in Roveredo li 22 aprile 1688 fu eletto Commissario provinciale per
l'andata del P. Ministro Francesco da Cles al Capitolo generale fatto in Roma il dì 5
giugno. Nel 1689 fu Vicario in Trento del P. Guardiano Aurelio Agostino Barisella da
Tuenno. Nel Capitolo celebrato in Trento li 2 maggio 1698 fu di nuovo eletto diffinitore
e l'anno seguente trovandosi in Arco organista passò piamente al Signore, Arco 17
marzo 1699.
149. P. Lodovico Ingenuino da Val di Buono, Girolamo Fantini, da Cuson in Val
di Buono, battezzato 27 settembre 1638, vestito in Cles con alcuni altri li 6 maggio
1657, essendovi Guardiano il P. Valerio da Cembra, e maestro il P. Andrea d'Arco. Nel
1668 fu fatto lettore delle arti in Roveredo. Nel 1670 fu ivi Vicario del P. Guardiano
Anselmo da Ceniga. Nel 1671 fu eletto primo Guardiano di Campo. Nel 1672 fu
Vicario in Roveredo del P. Guardiano Gregorio da Trento. Nel 1673 fu Guardiano di
86
Nel testo: Balz.
87
Nel manoscritto vi è sempre la forma Lardero; l’abbiamo normalizzata nella forma moderna in
Lardaro.
57
Roveredo. Nel Capitolo del 1674 fu eletto diffinitore, e dicesi "predicator e lettore".
Negli anni 1677 e 1678 fu Guardiano in Trento. Nel Capitolo celebrato in Trento li 23
maggio 1680 fu eletto Ministro provinciale. Li 25 aprile 1681 fece la prima
Congregazione intermedia in Roveredo, e poi congregato il diffinitorio fu eletto
Commissario provinciale il dì 6 ottobre del detto anno il P. Gregorio da Trento
Guardiano di Roveredo per l'imminente andata in Spagna de' nostri vocali al Capitolo
generale da celebrarsi in Toledo il dì 6 maggio 1682. Si avviò poi il P. Provinciale
Lodovico Ingenuino con fra Giuseppe Maria da Valenza suo compagno e col P. Custode
Bartolommeo da Roveredo col Terziario fra Leonardo da Pergine, verso Spagna
partendo da Arco li 15 ottobre 1681 per il Lago di Garda88, e felicemente giunto in
Spagna intervenne al sopradetto Capitolo generale, ove, come ho inteso dal predetto di
lui compagno fra Giuseppe Maria, essendo il P. Ministro Lodovico di bella e grave
presenza, fu fatta qualche parola per eleggerlo diffinitore generale, ma fatta qualche
prova della di lui dottrina mediocre, non successe altro. Ritornato da Spagna celebrò la
seconda Congregazione intermedia in Roveredo li 30 dicembre 1682. Nel Capitolo
tenutosi in Roveredo li 17 giugno 1686 fu di nuovo eletto diffinitore, e poi nella
Congregazione seconda intermedia fatta in Campo a 18 novembre 1693 fu eletto
Guardiano di Roveredo. Ma poi il dì 5 gennaro 1694 rinunziò tale offizio nelle mani del
P. Commissario provinciale Ignazio da Civezzano, il quale fece presidente di Roveredo
sino alla venuta da Spagna de' nostri vocali, il P. Alberto Pedrini da Trento. Posto poi il
P. Lodovico Ingenuino in Arco, dopo molti anni ed una brieve infermità, morse ivi ben
disposto, poche ore dopo il sopradetto P. Innocenzo, ed il giorno seguente furono portati
insieme in chiesa e sepolti (ex relatione mihi facta a P. Thoma a Bresimo tunc Arci
Guardiano), Arco 17 marzo 1699.
(50. //) 1699. Dalla prima Congregazione fatta in Roveredo li 2 di maggio.
150. P. Abbondanzio da Val di Buono, don Antonio Scaia, chierico da Levido89 in
val di Buono, battezzato il primo febbraro 1648, vestito in Arco con alcuni altri li 8
settembre 1671, essendovi Guardiano il P. Giovanni Grisostomo dal Borgo e maestro il
P. Amadio da Villa Montagna. Nel 1684 fu Vicario in Campo del P. Guardiano Giorgio
da Predazzo. Negli anni 1686 e 1687 fu Vicario in Arco del P. Guardiano Prospero dal
Borgo. Nel 1688 fu ad annum Guardiano in Cles. Nel 1690 fu Vicario in Trento del P.
Aurelio Agostino da Tuenno Guardiano. Nel 1691 fu Guardiano in Pergine. Nel
Capitolo del 1692 fatto in Roveredo il primo di maggio fu deputato confessore delle
monache del Borgo. E nel Capitolo del 1695 fatto in Roveredo li 26 maggio fu eletto
confessore delle monache di s. Carlo. Finalmente nel Capitolo celebrato in Trento li 2
maggio 1698 fu eletto Vicario in Borgo e maestro de' novizzi e Guardiano il P.
Maurizio dal Borgo, ne' quali offizi dopo lunga infermità armato de' santissimi
Sagramenti con singolare disposizione, essendo religioso d'ogni bontà, passò piamente
al Signore in Borgo, 3 maggio 1699.
151. Fra Felice Vittorio da Trento, Nicollò Bortolotti, battezzato 4 agosto 1649.
Vestito in Arco per laico, con altri, li 17 settembre 1672, essendovi Guardiano il P.
Narciso Felicissimo da Val di Buono, maestro P. Amadio da Villa Montagna.
Trovandosi poi infermiere in Trento, ivi morì a 24 settembre 1699.
88
89
In seguito il P. Cassina scriverà quasi sempre solo "Lago", senza aggiungere "di Garda".
Nel manoscritto: Levì.
58
152. P. Clemente da Levico, Antonio Clementi, battezzato 12 novembre 1651,
vestito in Cles con un altro li 9 settembre 1671, essendovi Guardiano il P. Giovanni
Battista d'Avio; Vicario e maestro il P. Giacinto da Besenello. Nella Congregazione
tenuta in Pergine li 16 gennaro 1679 fu fatto lettore delle arti in Arco colli quattro
seguenti studenti chierici: fra Gaudenzio Rosi dal Borgo; fra Sebastiano Fattori da
Trento; fra Vincenzo Capra dal Borgo; fra Vigilio Giuseppe Vescovi da
Mezzotedesco90. Nel Capitolo celebrato in Trento nel 1680 fu posto in Trento co-lettore
delle arti col P. exprovinciale Lodovico Coella da Pergine, ma prima di terminar l'anno
partì per Roma ove per alcuni (anni) fu scrittore di Curia del P. Carlo Francesco da
Varese Procuratore generale della Riforma. Nella Congregazione tenutasi in Trento il dì
21 giugno 1685 fu eletto Guardiano di Roveredo, ma già ritornato da Roma rinunciò
efficacemente, e da Roma avendo portate alcune reliquie autentiche parte ne regalò al
convento d'Arco, riposte nel reliquiario collocato sull'altare di s. Giuseppe delle Grazie,
come costa dalla memoria autentica che si conserva nell'archivio del predetto convento;
e parte ne regalò alla chiesa parrocchiale di Levico sua patria. Nel Capitolo generale
celebrato in Roma il dì 5 giugno 1688 essendo stato in quello eletto un Riformato per
Commissario generarle di questa famiglia Cismontana il reverendo P. Carlo Francesco
da Varese sopra accennato, scelse egli per suo segretario generale Riformato il nostro P.
Clemente, e per un anno circa esercitò tale carica. In qual tempo una volta "humanum
passus" saltò fuori alla mensa comune parlando, come se fosse il cardinal protettore, e
però destramente da un infermiere fu condotto in infermeria, egli fui cacciato sangue
quasi usque ad deliquium. Essendosi poi alquanto rimesso, se ne ritornò in Provincia,
accompagnato dal P. Sebastiano da Trento con fra Benvenuto da Massone. E nel nostro
Capitolo celebrato in Arco li 19 aprile 1689 fu eletto Custode, ma perché (51. //) non
sembrava stesse sempre in casta, prima della Congregazione seconda intermedia
tenutasi in Cles li 18 marzo 1691 fu dichiarato che fosse di mente sana. Ma poi avendo
tornato a vaneggiare, fu posto nella custodia91 in Arco, e di poi in quella di Roveredo;
ove continuamente pazzo se ne morì; Roveredo 11 marzo 1700. Ebbe il P. Clementi
grandi talenti, bravo teologo, bravo predicatore, e di bellissimo carattere, ma “iudicia
Dei abyssus multa!”
153. P. Lodovico da Pergine, Alessandro Massimigliano Coella, fratello del P.
Ambrogio Coella morto li 22 ottobre 1695; battezzato 23 febbraro 1628, vestito con un
altro in Arco li 17 ottobre 1647 essendovi Guardiano e maestro il P. Andrea d'Arco. Nel
1658 fu fatto lettore delle arti in Arco. Nel 1659 e 1660 e 1661 fu in Pergine lettore
delle arti e di filosofia. Nel 1662 fu lettore di teologia il primo anno in Pergine, il
secondo in Arco, ed il terzo in Pergine; e tre altri anni in diversi conventi fu di nuovo
lettore delle arti. Nel Capitolo poi del 1665 fu eletto diffinitore. Negli anni 1671 e 1672
fu Guardiano in Trento. Nel 1673 fu co-lettore in Trento del P. Agostino da Tuenno ed
insieme lettore delle arti. Nel Capitolo del 1674 fu eletto Custode, e continuò a leggere
in Trento le arti. Nel 1675 e 1676 fu ivi lettore di teologia, e nel 1676 in qualità di
Custode intervenne al Capitolo generale celebrato in Roma a 23 maggio. E nel Capitolo
tenutosi in Borgo il dì 30 marzo 1677 fu eletto Provinciale. Nel 1680, tuttoché per
ordine del cardinal protettore Alderano Cibo, assistesse al Commissario visitatore P.
Giacomo da Piacenza nel Capitolo monsignor Francesco Alberti vescovo di Trento
90
91
Mezzocorona
Nel locale prigione del convento.
59
come presidente, il P. Lodovico maneggiò nientedimeno in tal modo li vocali, che
contro il genio del vescovo, che inchinava fosse eletto Ministro il P. Giacinto da
Besenello, venne nel dì 23 maggio 1680 eletto il P. Lodovico Fantini da Val di Buono, e
nel detto anno fu destinato il P. ex Ministro Coella co-lettore delle arti in Trento del P.
lettore Clemente da Levico. Nella prima Congregazione intermedia fatta in Roveredo li
25 aprile 1681 fu fatto Guardiano di Trento; ed essendo poi succeduto Commissario
provinciale (per la partenza al Capitolo generale di Spagna del P. Ministro Lodovico
Ingenuino, seguita in Arco li 15 ottobre) il P. Gregorio Zambaiti da Trento, fece questi
un giorno ch'era dispensato il silenzio, leggere alla pubblica mensa un ordine del
sopraccennato cardinale Cibo protettore, rimasto disgustato per il passato Capitolo, con
cui intimavasi al P. Lodovico Coella Guardiano la partenza dalla Provincia, e la
relegazione per un anno nella Provincia della Marca. Ed egli prontamente lo stesso
giorno preso per compagno il P. Abbondanzio da Val di Buono, partì dal convento di s.
Bernardino e si portò poi in Italia. Nel 1683 ritornò dall'Italia col M.R.P. Bernardo
Sannig destinato nostro Visitatore, il quale prima di celebrare il Capitolo procurò la
pacificazione di diversi Padri col Padre Coella, come costa dalla scrittura distesa ed
inseritasi nel libro secondo degli atti della Provincia pag. 142, pubblicata il dì primo di
maggio 1683. Il nostro capitolo fu celebrato in Trento il dì 17 maggio cui il Coella non
intervenne, ma era partito alla visita d'una Provincia della Polonia, con un Padre italiano
per segretario e col P. Amadio Facchinelli da Pergine per compagno; qual Commissione
gli fu procurata dal predetto P. Sannig. Ritornato dalla Commissione nel novembre, si
fermò in Trento, ove nel Capitolo era stato destinato co-lettore di teologia col P.
diffinitor Massmigliano da Trento. Nell'anno poi 1685 si portò per (52. //) diporto a
Milano col P. diffinitore Francesco Antonio Trentini, il quale, come sopra all'anno della
sua morte 1685 si notò, nel ritorno se ne passò al Signore in Salò presso de' Padri
Osservanti. Nel Capitolo poi celebrato in Roveredo il dì primo maggio 1692 fu eletto
Guardiano di Arco, ove vi rimase per un anno solo, poiché preso che ebbe monsignor
Giuseppe Vittorio Alberti de' Enno (cui il P. Coella era accettissimo, il possesso del
principato e vescovato di Trento, al quale era stato li 28 aprile 1689 canonicamente
eletto) per brighe colli dicasteri d'Inspruch, solamente li 3 dicembre 1692, ed indi alli 3
di maggio 1693 anche confermato, il Padre Coella fu da monsignor vescovo trascelto
per suo esaminatore prosinodale, e per tale motivo restò di famiglia in Trento sino alla
sua morte, non esercitando altra carica della Provincia, e dopo la morte di monsignor
Alberti, seguita li 31 dicembre 1695 continuò l'offizio di esaminatore sotto monsignor
Spaur sino alla morte. Fu il P. Lodovico Coella soggetto di dottrina, ma di maggior
destrezza e politica ne' maneggi. Era di assai bella, grave e gioviale presenza, con un
tratto assai obbligante (?) e civile, per cui era accettissimo a secolari, ed in grande stima,
denominandolo per il cognome di casa sua "il Coella". Si mostrò assai geniale di canto,
per cui aveva una bellissima voce. Fu per molti anni di lui compagno fra Michele Scalfi
da Cles sarte da cui ho più volte inteso, come il P. Lodovico negli ultimi anni tenesse
così lunga la Messa, che nel solo memento il compagno avea comodo di recitare il
Rosario. Fu commune sentimento de' padri che se il P. Coella avesse avuti gli incontri, e
l'accesso e famigliarità preso l'augustissimo Leopoldo primo, che ebbe il P. Ippolito
Ippoliti da Pergine, quantunque non avesse la singolar bontà del medesimo, tuttavia
colla sua gran politica e destrezza, per il meno, avrebbe conseguito un vescovato.
Finalmente carico d'anni passò piamente al Signore, Trento 5 aprile 1700.
1700. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Roveredo li 16 aprile.
60
154. P. Riccardo dal Varone, Giuseppe Bartolommeo Ceschini92, battezzato 10
gennaro 1657, vestito in Cles con un altro li 29 settembre 1675, essendovi Guardiano P.
Attanasio da Cloz, Vicario e maestro P. Amadio da Villa Montagna, pro maestro P.
Ippolito da Pergine. Nella Congregazione tenutasi in Campo li 18 novembre 1693 fu
fatto Vicario in Roveredo del P. Guardiano Lodovico Ingenuino da Val di Buono. Nel
1695 fu ad annum Guardiano in Arco, ove, assistito specialmente da suo signor padre,
fece fare il famoso cornicchio fuori della chiesa verso Varignano per cui si trasporta
l'acqua nel Bordellino di sotto, che ne' tempi molto piovosi inondava lo spiazzo e
penetrava nel cimitero e capelle della chiesa. Nel 1697 fu Vicario in Borgo del P.
Guardiano Ignazio da Civezzano. Nel 1698 fu di nuovo Vicario in Roveredo, parte del
P. Guardiano Gregorio da Trento, dalli 8 maggio sino li 14 agosto, e di poi avendo
questo rinunziato, lo fu del P. Guardiano Giorgio da Trento a quello sostituito. Nel 1699
fu ad annum Guardiano di Campo. Posto poi nella Congregazione delli 16 aprile 1700
in Arco, dopo penosissima infermità di giorni dodici, munito de' santissimi Sagramenti,
passò piamente al Signore, Arco 13 luglio 1700.
155. Fra Gioachino da Trento, Giuseppe Menestrina, battezzato 15 agosto 1637,
vestito in Cles con altri per laico 6 maggio 1658, essendovi Guardiano il P. Giovanni
Battista d'Avio e maestro il P. Andrea d'Arco. Divenne buon infermiere, e passò poi al
Signore in Roveredo 14 aprile 1701.
156. P. Bonifazio da Madrano, Leonardo Menegoli, battezzato 29 aprile 1638,
(53. //) vestito 30 maggio 1659 in Arco con alcuni altri. Essendovi Guardiano il P.
Cherubino Ippoliti da Pergine, Vicario e maestro il P. Giuseppe da Roveredo Custode.
Nel 1675 fu ad annum Guardiano in Campo. Nel 1685 fu fatto Vicario in Trento del P.
Guardiano Innocenzo Ponte da Trento, ma avendo poi rinunciata la guardiania di
Roveredo il P. Clemente da Levico il dì 3 ottobre fu sostituito per Guardiano di
Roveredo il P. Bonifazio. Nel 1686 fu ivi confermato Guardiano. Nel 1688 fu Vicario in
Pergine del P. Guardiano Simon Pietro da Cembra. Nel 1689 fu Vicario in Cles, del P.
Guardiano Carlo Maorin [Maurina} da Trento. Passò poi al Signore munito de'
santissimi Sagramenti, e con intera rassegnazione, in Trento il dì primo giugno 1701.
157. P. Guglielmo da Cavalese, Michele Melchiori93, battezzato 14 giugno 1649,
vestito solo in Cles li 9 giugno 1669 essendovi Guardiano e maestro il P. Egidio da
Segno, Vicario e pro-maestro il P. Prospero dal Borgo. Nel 1686 fu Vicario in Pergine
dl P. Guardiano Antonino da Trento. Nel 1692 fu Vicario in Cavalese del P. Guardiano
Egidio da Segno. Nel 1693 fu Guardiano in Cavalese dalla Congregazione fatta il dì 7
aprile sino a quella fatta lo stesso anno li 18 novembre. Nel 1696 fu Guardiano di
Mezzolombardo. nel 1697 fu di nuovo ad annum Guardiano di Cavalese. Nel Capitolo
del 1698 fu eletto diffinitore, e dicesi "predicatore". Morì poi in detto offizio, trovandosi
di famiglia in Cavalese, li 2 giugno 1701.
1701. Dal ventesimo Capitolo celebrato in Roveredo il dì 7 giugno, in cui fu eletto
Ministro il P. Simon Pietro Barbi da Cembra.
92
93
Nel manoscritto: Ceschino.
Nel manoscritto: Marchiori.
61
158. P. Pietro Marcellino da Ballino, Marcellino Armani, nipote del quondam
M.R. P. Marcellino Armani; battezzato 27 aprile 1668, vestito in Cles con un altro li 8
luglio 1684 essendovi Guardiano il P. Celestino Pruner dal Borgo, Vicario e maestro il
P. Amadio da Villa Montagna diffinitore. Divenuto buon predicatore, ottenne di portarsi
a Roma nel 1698 col P. Gaudenzio Rosi dal Borgo. Si ritirò poi a predicare nell'Umbria
con gradimento de' vescovi di Terni e Narni. Ritrovandosi poi nel convento di Trevi
parimente nell'Umbria, fu sopraffatto da male violento, per cui passò al Signore in Trevi
13 agosto 1701.
159. P. Nazario da Pedicastello, Domenico Perini94, battezzato 15 febbraro 1637,
vestito in Cles con un altro uscito, li 14 settembre 1656, essendovi Guardiano il P.
Valerio da Cembra e maestro P. Andrea d'Arco. Nel 1677 fu Vicario in Campo del P.
Guardiano Ubaldo Armani. Fu assai sottoposto alla podagra e chiragra. Passò poi
piamente al Signore in Trento 14 agosto 1701.
160. Fra Giovanni Udalrico da Cles, Giovanni Nicollò Bagolini già Paolini,
battezzato 22 gennaro 1641, vestito per Laico in Cles con altri li 30 settembre 1668
essendovi Guardiano il P. Anselmo da Ceniga e maestro e Vicario il P. Egidio da
Segno. Passò poi al Signore in Pergine 16 gennaro 1702.
161. Fra Valentino da Folgaria, Andrea Eccher, battezzato 22 agosto 1641,
vestito solo in Cles per laico li 10 dicembre 1665, già prima Terziario, essendovi
Guardiano e maestro il P. Giacinto da Besenello, Vicario e pro-maestro il P. Gregorio
da Trento diffinitore. Passò poi al Signore in Pergine 4 febbraro 1702.
162. P. Felice da Pergine, Giovanni Giacomo de' baroni a Prato, battezzato 15
novembre 1646, vestito solo in Cles 20 settembre 1664, essendovi Guardiano e maestro
il P. Giacinto da Besenello, Vicario e maestro P. Valerio da Cembra. (54. //) Nel 1680
fu Vicario in Mezzolombardo del P. Guardiano Giorgio da Predazzo. nel 1681 fu
Guardiano in Pergine. Nel 1691 fu Vicario in Cavalese del predetto P. Giorgio da
Predazzo ivi Guardiano. Negli anni 1696 e 1697 fu Vicario in Pergine, nel primo anno
del P. Antonino da Trento, e nel secondo del P. Andrea da Val di Buono, Guardiani.
Passò poi ivi piamente al Signore, Pergine 6 marzo 1702.
163. Fra Pietro da Roncegno, Antonio Zottele della montagna di Roncegno,
battezzato 26 settembre 1653, vestito solo in Cles per laico 24 ottobre 1680, essendovi
Guardiano il P. Innocenzo Dusini da Cles, Vicario e maestro il P. Maurizio dal Borgo;
passò piamente al Signore in Pergine 7 marzo 1702.
1702. Dalla prima Congregazione intermedia fatta in Trento il primo di maggio.
164. Fra Bartolommeo da Susà, di casa Facchinelli detti Tanelli, da molti anni
Terziario; passò al Signore in Pergine, marzo 1702.
165. P. Gregorio da Trento, Baldessaro Zambaiti detti Landini, battezzato 29
novembre 1626, vestito in Borgo con altri li 24 maggio 1645 essendovi Guardiano il P.
94
Nel manoscritto: Perino.
62
Giuseppe da Roveredo, Vicario e maestro il P. Francesco da Tesino diffinitore. Nel
1656 fu fatto lettore delle arti in Roveredo. Nel 1657 insegnò la filosofia in Arco, e nel
1658 in Trento. Nel Capitolo del 1659 fu istituito lettore di teologia in Roveredo ed
anche nel 1660. Negli anni 1661 e 1662 e 1663 insegnò un altro corso di filosofia. Nel
1664 fu eletto Guardiano di Arco. Nel Capitolo del 1665 fu eletto diffinitore; e lo stesso
anno fu insieme Vicario e pro-maestro in Cles. Nel Capitolo del 1668 fu eletto Custode,
e come tale si portò in Spagna al Capitolo generale celebrato in Vagliadolid li 24
maggio 1670. Ritornato dal Capitolo generale, e celebratasi la nostra Congregazione in
Trento li 26 settembre 1670 fu insieme fatto Vicario in Trento. Terminato il custodiato
fu negli anni 1671 e 1672 Guardiano in Roveredo, e nel 1673 fatto Guardiano di Trento.
Nel Capitolo celebrato in Trento li 11 giugno 1674 fu eletto Ministro provinciale. Non
sembra che nel suo triennio abbia tenuto sempre lo stesso segretario, osservandosi
diversi atti scritti da diversi caratteri e solamente due volte si trova soscritto segretario il
P. Emmanuello da Cognola. Nel 1676 si portò a Roma come Provinciale, ed intervenne
al Capitolo generale ivi celebrato il dì 23 maggio. Nel Capitolo poi fatto in Trento il dì
23 maggio 1680 fu eletto, per la seconda volta Custode. Nel 1681 fattasi la
Congregazione il dì 25 aprile in Roveredo, il P. Gregorio Custode il giorno seguente per
iscansare l'imminente viaggio al Capitolo generale di Spagna, rinunziò formiter il
custodiato, ed in di lui vece fu eletto Custode il P. Bartolommeo Monte Guardiano di
Roveredo, il quale rinunziò il guardianato, accettò il custodiato, ed il P. Gregorio eletto
Guardiano di Roveredo. nell'ottobre del detto anno per la partenza al Capitolo generale
di Spagna del P. Lodovico Ingenuino da Val di Buono Provinciale, fu eletto il P.
Gregorio Commissario provinciale. Nel Capitolo del 1683 fu deputato confessor
ordinario delle monache di s. Carlo in Roveredo. Negli anni 1687 e 6188 fu per la
seconda volta Guardiano di Roveredo, e nel 1687 si portò alla visita della Provincia
d'Austria avendo per segretario il P. Marcellino Visintainer da Cles attuale lettore di
animastica95 in Trento. Nell'archivio della nostra Provincia ritrovasi lettera o sia
commendatizia dell'augustissimo Leopoldo primo (55. //) al P. Gregorio, in data delli
28 gennaro 1687, con cui dà il suo pieno clementissimo consenso perché visiti la
Provincia d'Austria, e raccomanda il medesimo padre, affine venga convenientemente
ricevuto e trattato; si ritrova parimente un altro ordine del prelodato augustissimo
Cesare in data li 4 maggio 1687 con cui derogando a qualunque altro ordine o sanzione
parimenti emanato dalla cesarea Corte vuolle che il predetto P. Gregorio Visitatore da sé
approvato, possa liberamente nella visita ordinare tutte quelle cose che giudicherà più
convenienti da ristabilirsi per l'onore di Dio, per decoro dell'Ordine, e lodevole
disciplina religiosa, e che tutte le cose che detto Padre ordinerà siano "in acta redacta".
Credesi, che detti ordini cesarei sieno stati procurati dal nostro P. Ippolito da Pergine,
che in detto tempo trovavasi a servizio dell'augustissimo Leopoldo. Avvalorato il Padre
visitatore Gregorio da predetti ordini fece ed ordinò molte cose nella visita della
Provincia per maggior osservanza, secondo le maniere delle Provincie d'Italia, ma
contro l'invecchiato costume della detta Provincia d'Austria. Celebrò il Capitolo a s.
Ippolito li 24 marzo 1687 e la di lui Commissione fu di poco gradimento di que' Padri
per le novità, quantunque con buon zelo da lui procurate che fecero molto strillare, e
però poco durarono. Nel Capitolo poi nostro celebrato in Arco li 19 aprile 1689 fu per la
seconda volta eletto Ministro provinciale, e prese per segretario il P. Amadio Carli da
Villa Montagna, e per compagno fra Benvenuto da Massone. Essendo poi stata scritta
95
Psicologia.
63
lettera in data da Trento 25 dicembre 1690 da un nostro Frate con cui lo scrittore,
supplicava il rev.mo P. Carlo Francesco da Varese Commissario generale di questa
Cismontana famiglia, a voler celebrare due milla Messe per iscarico della coscienza di
chi gli scriveva, detto Padre rev.mo Superior generale in data 19 gennaro 1691 mandò
l'accennata lettera al P. Provinciale Gregorio, affine la facesse girare in copia, con
avvisare tutti che il prelodato Padre rev.mo non si sentiva di concorrere a tale
celebrazione, affinché, chi era... proveder potesse alla sua coscienza. Il P. Provinciale ne
mandò copia autentica della predetta lettera per li conventi della Provincia in data delli 5
febbraro 1691, conservando l'originale. Nel medesimo anno essendo insorte varie
difficoltà circa la precedenza fra li Padri della Provincia e Vicari de' nostri conventi,
ridotte in sei punti, furono presentate e scritte al rev.mo Commissario generale Varese
che quasi tutte furono dal medesimo decise a favore de' Padri Vicari. Nella
Congregazione capitolare poi celebrata in Roveredo dopo li 26 maggio 1695 (ex libro 3
Act., pag. 11). avendo l'attuale diffinitorio ceduta la precedenza a Padri Vicari, "scilicet
quoad incessum, sessionem, et discretatum, reservando tamen omnia alia iura, honores,
et recognitiones debitas tum de iure, tum de consuetudine diffinitoribus et patribus
Provinciae respective", e colle predette restrizioni e limitazioni avendo rinunziato la
precedenza a Padri Vicari, anche l'immediato exprovinciale P. Marcellino da Cles (Ex
cit. Lib. 3 Act., pag. 12). Così parimente l'anno seguente celebrandosi il dì 12 maggio
1696 in Pergine la nostra prima Congregazione intermedia, avendo gli altri quattro Padri
exprovinciali (cadauno con lettera di proprio pugno) Gregorio da Trento, Lodovico da
Pergine, Lodovico Ingenuino da Val di Buono, e Francesco da Cles, avendo, dissi,
rinunciata la precedenza colle restrizioni soprascritte a Padri Vicari, si terminò
totalmente la molesta controversia. Nel 1698 a 8 maggio fu il P. Gregorio sostituito
Guardiano di Roveredo al P. Francesco da Cles che aveva rinunciato, ma li 14 agosto
anche il P. Gregorio rinunciò per lettera tale guardiania. Dopo la morte del P. Agostino
da Tuenno detto il Padre Nones seguita nel 1680, il nostro P. Gregorio detto
comunemente il Padre Gandin, fu più volte surrogato come primo padre di provincia, a
Padri o morti, o che aveano rinunciato. Così avendo il dì 6 maggio 1699 ceduto al gius
della surrogazione il rev.mo P. Ippolito da Pergine, gli fu sostituito il P. Gregorio, il
quale come diffinitore surrogato intervenne alla seconda Congregazione intermedia fatta
in Roveredo li 16 aprile 1700, come pure al Capitolo seguente celebrato in Roveredo li
7 giugno 1701. Finalmente religioso di gran merito e zelo, essendo già da molti anni di
famiglia in Roveredo, munito de' santissimi Sagramenti, con religiosa rassegnazione,
passò al Signore; Roveredo 16 giugno 1702.
166. (56. //) Fra Giovanni Gottardo da Mezzotedesco, Giacomo Antonio Beada,
battezzato 4 novembre 1680, vestito in Borgo con un altro, primo settembre 1698,
essendovi Guardiano il P. Maurizio dal Borgo, Vicario e maestro il P. Abbondanzio da
Val di Buono. Studiando poi animastica in Mezzolombardo sotto il P. Teodoro da Rumo
lettore, si infermò e però condotto all'infermeria di Trento, passò ivi al Signore,
chierico, Trento 21 agosto 1702.
167. Fra Leone da Varena, Giacomo Braito, battezzato 23 agosto 1618, vestito
per laico in Arco con un altro li 6 maggio 1646; passò al Signore assai vecchio, Trento
primo ottobre 1702.
64
168. P. Pietro Paolo da Val di Buono, Fantino Fantini, fratello germano del P.
Lodovico Ingenuino morto nel 1699; battezzato 19 settembre 1642, vestito in Cles con
altri li 2 maggio 1662 essendovi Guardiano il P. Giovanni Battista d'Avio, Vicario e
maestro il P. Giuseppe da Roveredo. Negli anni 1675 e 1676 fu Guardiano in
Mezzolombardo. Nel 1677 e 1678 fu segretario del P. Ministro Lodovico Coella da
Pergine. Nel 1679 e 1680 fu Guardiano in Trento. Nel 1681 fu Vicario in Pergine del P.
Guardiano Felice Prato da Pergine. Nel 1686 fu Vicario in Mezzolombardo del P.
Guardiano Davide da Cognola. Nel 1688 fu Vicario in Campo del P. Guardiano Amadio
da Villa Montagna. Nel 1689 fu Vicario in Arco del P. Guardiano Vittore dal Borgo.
Nel 1692 fu ad annum Guardiano in Cles. Molestato poi con infermità etica, stando
nell'infermeria di Trento, passò poi al Signore il primo gennaro 1703.
169. P. Attanasio da Cloz, Giovanni Andrea Franch, battezzato 2 novembre
1639; vestito in Arco con altri 30 maggio 1659 essendovi Guardiano il P. Cherubino
Ippoliti da Pergine; Vicario e maestro il P. Giuseppe Betta da Roveredo. Nel 1673 fu
Vicario in Mezzolombardo del P. Guardiano Giovanni Paolo Gregori da Val di Sole.
Nel anni 1685-1687 fu presidente in Cavalese. Negli anni 1689 e 1690 fu Vicario in
Campo del primo anno del P. Guardiano Enrico Coellato da Trento, nel secondo anno
del P. Guardiano Aquilino Bertoldi da Cles. Negli anni 1691 e 1692 fu Guardiano di
Mezzolombardo. Nel 1693, dalli 7 aprile sino li 18 novembre del detto anno fu Vicario
in Cavalese del P. Guardiano Guglielmo Marchiori da Cavalese. Passò poi al Signore
piamente in Cles 17 gennaro 170396.
170. Fra Salvatore da Serso, Giovanni Battista dalla Piccola detto Ruzza,
battezzato primo dicembre 1632, vestito, solo, in Arco per laico li 17 settembre 1660;
prima Terziario e sarte, essendovi Guardiano il P. Lodovico Gardumi d'Arco, maestro il
P. Giuseppe da Roveredo Custode; passò piamente al Signore in Pergine 19 febbraro
1703.
1703. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Roveredo li 7 maggio.
171. Fra Bernardino da Val Camonica, Carlo Tomasi da Villa di Ponte di Legno,
in Val Camonica; battezzato 10 maggio 1636; vestito per laico, solo, in Cles li 25
febbraro 1657 essendovi Guardiano il P. Valerio da Cembra, Vicario e maestro e
diffinitore il P. Andrea d'Arco. Fu lanaro, e religioso savio, e compagno di più
Provinciali; passò al Signore in Trento 7 maggio 1703.
172. Fra Cipriano da Vezzano, Niccolò Guglielmi, battezzato 30 agosto 1643,
vestito in Cles con altro per laico li 8 maggio 1667, essendovi Guardiano e maestro il P.
Egidio da Segno, Vicario e pro-maestro il P. Amadio da Villa Montagna. Nel 1676 fu
compagno del P. Marcellino Armani exprovinciale ed (57. //) attuale confessore delle
monache di s. Carlo in Roveredo, si portò a Vienna per promuovere la causa pia della
Serva di Dio Suor Giovanna Maria dalla Croce, e poi il detto Padre se ne morì in
Salisburgo, come sopra all'anno 1676 nella di lui vita fu notato. Fece pure fra Cipriano
96
In margine di mano del Tovazzi: “Il P. Attanasio da Cloz inventò li boccaletti piccioli l’anno
1694. Morì l’anno 1703 a Cles 16 giugno. Così trovo scritto a mano in un libro stampato della biblioteca
clesiana. Io penso che abbia levato l’uso veneto di dar un solo boccale grande a due frati, e introdotto
l’uso moderno di darne uno piccolo ad ognuno”.
65
diversi altri viaggi, e specialmente nel 1698 accompagnò sino a Roma il nostro P.
Francesco Maria Cencini d'Arco, che andò colà studente. Fu infermiere eccellente di
gran coraggio, e fece nobilissime cure. Nel 1703 essendo infermiere in Trento, si portò
in Arco per assistere al P. Giacomo Bontadi da Varignano studente di teologia infermo,
dopo essere questi fuori di pericolo, fra Cipriano partì di ritorno a Trento, e nel viaggio
fu sopraffatto da certa sua indisposizione, e però giunto in Roveredo fu maggiormente
oppresso dalla medesima, onde munito de' santissimi Sagramenti passò al Signore,
Roveredo 2 dicembre 1703.
173. P. Alessandro da Riva, Giovanni Battista figlio del signor Alessandro
Salvadori dottor medico in Riva, battezzato 26 settembre 1640, vestito in Cles con altri
li 14 settembre 1655, essendovi Guardiano e maestro il P. Andrea d'Arco. Per isbaglio
quando fu vestito, aveva portata la fede d'essere stato battezzato li 23 settembre 1639,
onde poi ritrovata la sopradetta vera fede, che fosse stato battezzato solamente il 26
settembre 1640 e per conseguenza che avesse fatta la professione dodici giorni prima di
terminare l'età canonica di sedici anni per questa richiesti, rinnovò la sua professione
nelle mani del P. Marcellino Armani Ministro provinciale nel provincialato di Cles il dì
11 giugno 1659. Nel 1668 fu il P. Alessandro fatto lettore delle arti in Borgo. Nel 1669
e 1670 comincia insegnare la filosofia. Nel 1671 fu istituito lettore di teologia, e la
insegnò per sette anni in Provincia o da lettore solo, o da co-lettore. Nel 1680 fu eletto
diffinitore e lo stesso anno fu lettore di teologia in Arco. Nel 1682 recitò in Arco
l'orazione funebre per la morte del signor Conte Giovanni Francesco d'Arco, col titolo
"La Fenice ravvivata" "in nidulo meo moriar et sicut Foenix multiplicabo dies",
stampata in 4° in Roveredo per Antonio Goio, di cui se ne trova copia nella libreria
nostra delle Grazie, donata ultimamente dal P. Salvadori Geronimino dell'Inviolata di
Riva. Nel 1683 fu ad annum Guardiano in Arco, e dopo credesi partito per Italia, ove fu
lettore generale nello Studio generale nel convento degli Angeli in Napoli; e poi credesi
anche stato visitatore di una Provincia della Calabria. Ritornato dall'Italia nel Capitolo
fatto in Roveredo nel 1692 fu eletto Custode, e come tale dopo la seconda
Congregazione intermedia fatta in Campo li 18 novembre col Terziario fra Giovanni
Andrea da Termon, unito al P. Ministro Marcellino da Cles s'avviò per Spagna, ed
intervenne al Capitolo generale fatto in Vittoria nella Cantabria il dì 29 maggio 1694.
Nel 1697 fu ad annum Guardiano in Roveredo. Nel 1698 fu di nuovo eletto Custode.
Nell'anno 1700 non intervenne alla seconda Congregazione intermedia celebrata in
Roveredo li 16 aprile rinunciando per lettera, data da Venezia li 19 febbraro all'invito
fattogli, ritrovandosi occupato nelle prediche quaresimali. Lo stesso anno si portò ed
intervenne a Roma come Custode al Capitolo generale celebratovi il dì 29 maggio 1700.
Negli anni 1701 e 1702 fu Guardiano in Cles. Nell'anno 1703 fu posto di famiglia in
Arco, e nella Quaresima del 1704 venne da Arco a Roveredo, e recitò nella chiesa delle
monache di s. Carlo li tre discorsi dalla domenica di Passione. Nel ritorno poi alle
Grazie riscaldatosi nel viaggio, fu sopraffatto da febbre con malignità, e passò piamente
ben disposto al Signore, Arco 5 aprile 1704. Fu per l'Italia predicatore, lettore generale
versatissimo nel testo di Scoto che soleva leggere; assai pulito nelle sue cose, e buon
religioso.
(58. //) 1704. Dal Capitolo ventesimo primo celebrato in Trento il dì 14 aprile in cui
fu eletto Ministro il P. Massimigliano Cimonati da Trento.
66
174. Fra Egidio da Viarago, Niccolò Prighel, battezzato 9 luglio 1654; vestito,
solo, in Cles per laico li 15 maggio 1680, essendovi Guardiano il P. Orazio Betta da
Cavalese, Vicario e maestro il P. Anselmo da Ceniga. Passò poi al Signore in Trento 25
luglio 1704.
175. Fra Giovanni da Molaro, nella pieve di Tora in Val di Non, di casa
Coradini, battezzato 6 novembre 1639; vestito per Terziario nel 1667; morì in Borgo
nell'ottobre 1704.
176. Fra Pasquale da Volano, Michel Volani97, battezzato 18 settembre 1631.
Prima per molti anni Terziario, poi vestito per laico in Cles con un altro li 23 giugno
1657 essendovi Guardiano il P. Valerio da Cembra, Vicario e maestro il P. Andrea
d'Arco. Dopo d'essere stato circa 30 anni diligente cercatore in Trento, passò ivi buon
religioso al Signore; Trento 6 ottobre 1704.
177. P. Giacinto da Besenello, Mattio Poli, battezzato 18 gennaro 1627; vestito in
Arco con un altro li 4 ottobre 1648, essendovi Guardiano e maestro il P. Andrea d'Arco.
Nel 1659 fu Guardiano di Pergine. Nel 1660 Vicario in Arco del P. Guardiano Lodovico
Gardumi di Arco. Negli anni 1661 e 1662 fu di nuovo Guardiano in Pergine. Nel 1663
fu predicatore in Mezzolombardo. Negli anni 1664 e 1665 fu Guardiano in Cles ed
insieme maestro de' novizzi. Nel 1666 fu ivi Vicario e maestro de' novizzi. Nel 1667 e
1668 fu Guardiano di Trento. Nel 1669 fu Vicario in Roveredo del P. Guardiano
Anselmo da Ceniga. Nel 1671 fu fatto maestro de' novizzi in Cles e Vicario del P.
Guardiano Giovanni Battista d'Avio. Nel 1672 fu ivi Guardiano e maestro de' novizzi.
Nel 1673 fu Guardiano d'Arco. Nel 1674 e 1675 fu Vicario in Trento del P. Guardiano
Orazio da Fiemme. Nel Capitolo del 1677 fu eletto diffinitore e dicesi predicatore. Nel
1678 fu di nuovo insieme Vicario di Trento del P. Guardiano Lodovico Ingenuino da
Val di Buono. Nel 1682 fu presidente in Cavalese. Nel 1683 fu Vicario in
Mezzolombardo del P. Guardiano Bartolommeo da Roveredo. Nel 1685 fu Vicario in
Roveredo del P. Guardiano Bonifacio da Madrano. Nel Capitolo del 1686 fu di nuovo
eletto diffinitore. Nel 1688 fu insieme Vicario in Arco del P. Guardiano Vittore dal
Borgo. Nel 1689 fu deputato confessore delle monache del Borgo. Nel 1693 dalli 7
aprile sino a 18 novembre fu Vicario in Arco del P. Guardiano Sebastiano Fattori da
Trento e lo stesso anno dalli 18 novembre sino a 26 maggio 1695 fu ivi Vicario del P.
Guardiano Simon Pietro Barbi da Cembra. Nel 1700 fu ultimamente Vicario in Campo
del P. Guardiano Stefano Loti da Roncone. Carico poi d'anni e di meriti di una vita
molto religiosa passò piamente al Signore in Trento 18 marzo 1705.
178. P. Amadio da Villa Montagna, Baldessaro de' Carli, battezzato 28 giugno
1634, vestito in Cles con altri li 6 maggio 1657, essendovi Guardiano il P. Valerio da
Cembra, maestro il P. Andrea d'Arco. Fu fratello del Terziario fra Carlo Carli morto nel
1673. Nell'anno 1667 fu Vicario in Cles del P. Guardiano Egidio da Segno. Nel 1668 fu
Vicario in Arco del P. Guardiano Giovanni Battista da Strigno. Nel 1669 fu fatto
Guardiano di Pergine. Nel 1670 fu di nuovo Vicario in Arco (59. //) del P. Guardiano
Francesco Baron da Roveredo. Nel 1671-1674 fu ivi Vicario e maestro de' novizzi. Nel
1675 e 1676 fu di nuovo Vicario e maestro in Cles. Nel 1678 fu Vicario in Borgo del P.
97
Nel manoscritto: Olani.
67
Guardiano Sisto Baldo da Trento. Nel 1681 fu Vicario in Roveredo del P. Guardiano
Bartolommeo di Roveredo. Nel Capitolo del 1683 fu eletto diffinitore. Nel 1684 fu
insieme maestro de' novizzi e Vicario in Cles del P. Guardiano Celestino dal Borgo. Nel
1685 fu insieme Vicario di Trento del P. Guardiano Innocenzo Ponte da Trento. Nel
1287 e 1688 fu Guardiano in Campo. Negli anni 1689 e 1690 servì di segretario al P.
Ministro Gregorio da Trento. Nel 1691 fu Guardiano in Arco. Nell'anno 1693 dalli 18
novembre sino al 1695 fu Vicario in Campo del P. Giovanni Pietro Poli da Besenello
Guardiano. Finalmente trovandosi di famiglia in Pergine, andato nella Quaresima alla
predica in quella parrocchiale, sotto di quella fu sopraffatto da un grave colpo
appopletico, di cui se ne accorse, e fece cenno lo stesso predicatore, onde portato al
convento, dopo due ore incirca, buon religioso passò al Signore; Pergine 23 marzo
1705.
1705. Dalla prima Congregazione intermedia tenutasi in Pergine li 30 aprile.
179. Fra Pacifico da Pressano, prima fra Marino Terziario, fu poi vestito per
laico con un altro per chierico in Pergine a primo maggio 1662, essendovi Guardiano e
maestro il P. Giacinto da Besenello. Credesi siasi portato in Spagna per compagno de'
nostri Padri vocali o nel 1658 in qualità di Terziario, o nel 1670 in qualità di laico
professo. Passò al Signore in Trento 4 agosto 1705.
180. Fra Ferdinando da Inspruch, Sigismondo Antonio Gerardi, battezzato 26
febbraro 1661; vestito in Cles con un altro 3 maggio 1678, essendovi Guardiano il P.
Orazio da Fiemme; maestro per qualche mese il P. Ignazio da Civezzano, e dopo aver
questi rinunziato, fu costituito per maestro il P. Prospero Grandi dal Borgo. Da chierico
suddiacono vaneggiando convenne riporlo in custodia, ove poi passò al Signore senza
sacramenti, e fu penitenziato il Guardiano che negligentò d'amministrarglieli a tempo;
Mezzolombardo 11 ottobre 1705.
181. P. Egidio da Segno in Val di Non, Cristoforo Chini98, battezzato 22
settembre 1632; vestito in Cles con un altro li 6 maggio 1654, essendovi Guardiano il P.
Francesco Turcato da Trento, maestro P. Andrea d'Arco. Nel 1663 fu fatto Vicario in
Borgo del P. Guardiano Bonaventura da Trento. Nel 1664 fu fatto Guardiano di Pergine
e nel 1665 fu ivi Vicario del P. Guardiano Paolino Romeri da Pergine. Nel 1666 e 1667
fu Guardiano in Cles. Nel 1668 fu ivi maestro e Vicario del P. Guardiano Anselmo da
Ceniga. Nel 1669 e 1670 fu di nuovo Guardiano di Cles e maestro, e nel Capitolo
celebrato nel 1671 fu eletto diffinitore, e dicesi predicatore. Nel 1674 fu Guardiano in
Borgo. Nel 1675 fu di nuovo Guardiano in Pergine e nel 1676 fu di nuovo Vicario in
Borgo del P. Guardiano Bonifazio Betta da Malgolo. Nel 1679 fu Vicario in Campo del
P. Ernesto Belleni da Cles Guardiano. Nel 1680 e 1681 fu ivi Guardiano. Nel 1682 fu
Vicario in Trento del P. Guardiano Giovanni Battista d'Avio. Nel 1683 fu Vicario in
Arco del P. Alessandro Salvadori da Riva. Nel 1684 fu di nuovo fatto Guardiano del
Borgo. nel 1685 fu per la terza volta Guardiano di Pergine. Nel 1685 fu deputato
confessore delle monache del Borgo. Nel 1690 fu per la terza volta Vicario in Borgo del
P. Guardiano Davide da Cognola. nel 1692 fu Guardiano di Cavalese. Nel 1693
dall'aprile sino al novembre fu Vicario in Mezzolombardo del P. Guardiano Eugenio
98
Nel manoscritto: Chin.
68
Bertagnon da Strigno. Nel 1695 fu di nuovo (60. //) Guardiano di Cles. Nel 1696 fu
Guardiano di Roveredo. Finalmente, da qualche anno dimorando impotente in
infermeria, mentre si confessava generalmente dal P. Grisogono Nicato da Levico,
sopraffatto da colpo appopletico, piamente passò al Signore, Trento 25 ottobre 1705.
182. Fra Matteo da Pressano, Giovanni Domenico Dalmonego99, battezzato 16
aprile 1663; vestito per laico in Cles con altri vestiti per chierici li 21 settembre 1687
essendovi Guardiano il P. Casimiro Micheli da Trento, Vicario e maestro il P.
Bartolommeo Monte da Roveredo. Portatosi poi ultimamente per coadiutore nelle
Missioni di Val di Luserna nel Piemonte, passò ivi al Signore in Bricheragio il dì primo
aprile 1706.
1706. Dalla seconda Congregazione intermedia celebrata in Trento li 30 aprile.
183. Fra Niccolò da Rumo, Vender detti Gianelli da Schas di Mocenigo100 in
Rumo, battezzato primo ottobre 1642, vestito per Terziario nel 1670. Dopo aver molto
faticato, e vissuto esemplarmente Terziario assai civile e proprio, passò piamente al
Signore in Cavalese nel maggio 1706.
184. P. Eugenio da Strigno, Giovanni Battista Bertagnon, battezzato 15
novembre 1640; vestito, solo, in Pergine li 22 ottobre 1662, essendovi Guardiano e
maestro il P. Giacinto da Besenello. Fu per qualche anno missionario alle Smirne
nell'Arcipelago. Ritornato dalle Missioni, accompagnò nel 1676 a Vienna, sapendo la
lingua tedesca, con fra Cipriano infermiere, il P. Marcellino Armani exprovinciale e
confessore delle monache di Roveredo. Nel 1678 fu Vicario in Cles del P. Guardiano
Orazio Betta da Cavalese. Nel 1687 fu fatto Guardiano di Pergine. Nel 1688 fu Vicario
in Mezzolombardo del P. Guardiano Apollinaro da Chiarano. Nel 1691 fu di nuovo
Vicario in Cles del P. Guardiano Grisogono da Levico. Nel 1693 dall'aprile sino al
novembre fu Guardiano di Mezzolombardo. Nel 1699 fu Vicario in Cavalese del P.
Guardiano Serafino Cristani da Rallo. Nel 1701 fu Vicario in Roveredo del P.
Guardiano Michele Serbati da Roveredo. Nel 1702 fu deputato confessore delle
monache di Roveredo. Nel 1705 fu fatto Guardiano di Roveredo. Posto poi nel 1706 di
famiglia in Borgo, mentre trovavasi ad loca101, sopraffatto da colpo passò piamente al
Signore, Borgo 2 luglio 1706. Non sapendosi precisamente quando siasi portato alle
Missioni, si è sopra notato avanti l'anno 1676; ma forse potrebbe esser stato fra l'anno
1678 e 1687.
185. Fra Giovanni Andrea da Termon nella pieve di Denno, di casa Cattani102,
battezzato 16 ottobre 1662, vestito per Terziario nel 1690. Fu compagno del P.
Alessandro da Riva Custode nel viaggio al Capitolo generale di Spagna tenutosi in
Vittoria nella Cantabria nel 1694. Ritornato poi dalla Spagna, dopo molti anni essendosi
portato nell'ottobre a Venezia per la provisione per l'Avvento con frat'Antonio da Lasino
parimente Terziario, nel ritorno cadde dal fienile del convento ove erasi portato a
99
Nel manoscritto: del Monech.
Nel manoscritto: Mosanigo.
101
Ai servizi igienici.
102
Nel manoscritto: Cattana.
100
69
prendere fieno, nella notte, e restò morto, conducendo poi frat'Antonio ambi li muli
colla roba. Treviso, 2 novembre 1706.
186. P. Giacomo da Roveredo, don Tobia Cheller sacerdote, battezzato 10
novembre 1648, vestito in Arco con un altro li 2 settembre 1674. Nel 1690 fu fatto
Vicario di Roveredo, ma rinunciò. Sopraffatto da colpo appopletico passò al Signore,
avendo detta Messa lo stesso giorno, e ricevuta l'assoluzione sacramentale e l'Olio
santo. Fu religioso assai osservante e divoto, e non poco molestato da scrupoli, per quali
alle volte sembrava assai delirasse. Arco 26 maggio 1707.
(61. //) 1707. Dal Capitolo ventesimosecondo fatto in Borgo li 27 maggio in cui fu
eletto Ministro il P. Vincenzo Capra dal Borgo.
187. P. Martirio da Roveredo, don Giovanni Battista Cheller, fratello del
sopradetto P. Giacomo; battezzato 23 ottobre 1653, vestito, solo, in Arco li 14 maggio
1673 essendovi Guardiano il P. Narciso Felicissimo da Val di Buono, Vicario e maestro
il P. Amadio da Villa Montagna. Essendogli poi stato prorogato il noviziato per
assicurarsi della di lui sanità, fece egli la sua professione in Cles il dì 26 agosto 1674.
Fu religioso infermiccio quasi per tutto il tempo di vita sua, sopraffatto poi da colpo
appopletico, come il P. Giacomo suo fratello, passò al Signore in Arco, 1 dicembre
1707.
188. Fra Giulio da Nanno103, Federico Iori, battezzato 16 dicembre 1635, prima
Terziario, vestito poi, solo, per laico in Cles li 18 aprile 1667 essendovi Guardiano e
maestro il P. Egidio da Segno, pro-maestro il P. Vicario Amadio da Villa Montagna. Fu
religioso di gran bontà, ed assai dedito alle fatiche corporali. Passò piamente al Signore
in Cles 12 gennaro 1708.
189. P. Niccolò da Cles, Bonifacio Trepin, battezzato 30 novembre 1675; vestito
con altri in Cles li 11 giugno 1696, essendovi Guardiano il P. Egidio da Segno, maestro
il P. Simon Pietro da Cembra, pro-maestro il P. Benedetto da Val di Buono Vicario. Nel
1705 fu fatto lettore di logica in Cles colli seguenti studenti chierici: frati Apollinaro da
Cognola, Maurizio da Pergine, Carlantonio da Cles, Antonino da Trento, ed Illuminato
dal Borgo. Nel 1706 insegnò ivi fisica. Nel 1707 posto in Borgo lettore di animastica, fu
sopraffatto da gravissima infermità di convulsioni. Passò ivi piamente al Signore. Nel
1704 era stato segretario del P. Ministro Massimiliano da Trento il primo anno del di lui
primo provincialato. Borgo 25 febbraro 1708.
1708. Dalla prima Congregazione intermedia fatta in Trento li 26 maggio.
190. P. Felice Valentino da Roveredo, Antonio Passerini, battezzato 2 luglio
1675; vestito in Roveredo con due altri li 9 maggio 1694, essendovi Guardiano dopo li
16 settembre il P. Girolamo da Giudicaria, e per avanti eravi stato presidente il P.
Alberto da Trento, maestro il P. diffinitore Barnaba da Chiarano. Fu buon religioso
quasi sempre infermiccio, e portatosi a bere le acidole104 in Cles, passò ivi al Signore,
Cles 24 agosto 1708.
103
104
Nel manoscritto vi è la forma: Nano.
L’acqua minerale di Rabbi.
70
191. Fra Pio da Pavia, Giovanni Matteo Bigoni detti Tenti, da Caneto diocese di
Piacenza, ma detto da Pavia, battezzato 25 novembre 1640; prima Terziario, poi vestito
per laico in Cles 24 luglio 1671, essendovi Guardiano il P. Giovanni Battista d'Avio,
maestro il P. Giacinto da Besenello. Passò al Signore in Trento 2 ottobre 1708.
192. Fra Giovanni da Comano di casa Morelli, battezzato li 3 aprile 1629; vestito
per Terziario, passò al Signore assai vecchio in Campo, ottobre 1708.
193. P. Bartolommeo da Roveredo, Sebastiano Monte, battezzato 22 settembre
1638; vestito con altri in Cles li 2 maggio 1662 essendovi Guardiano il P. Giovanni
Battista d'Avio, maestro il P. Giuseppe da Roveredo. Fu per alcuni anni compagno del
P. Marcellino Armani da Ballino confessore delle monache in Roveredo. Dal 1671 sino
al 1674 fu segretario dello stesso Padre nel secondo di lui provincialato. Nel 1674 fu
fatto Guardiano di Roveredo. Nel 1675 fu ivi Vicario del P. Guardiano Ambrogio da
Pergine. Nel 1676 fu Guardiano di Trento. (62. //) Nel capitolo del 1667 fu eletto
diffinitore e dicesi confessore. Nel 1680 fu fatto per la seconda volta Guardiano di
Roveredo. Nella Congregazione del 1681 fatta li 25 aprile vi fu confermato. Ma il
giorno seguente avendo rinunciato il custodiato il P. Gregorio da Trento, per iscansare
l'imminente viaggio al Capitolo generale in Spagna, fu eletto Custode il P.
Bartolommeo, avendo rinunciato poi il guardianato; e poi nell'autunno partì per Spagna
col fra Lionardo da Pergine Terziario, ove intervenne al Capitolo generale celebrato in
Toledo li 16 maggio 1682. Nel Capitolo del 1683 (Lib. II actuum, pag. 139) fu
enunciata la precedenza concessa al P. Bartolommeo come ex Custode stato al Capitolo
generale di Spagna post ultimum diffinitorem, secondo lo statuto del Capitolo generale
di Toledo del 1658 e lo stesso anno fu fatto Guardiano di Mezzolombardo. Nel 1684 fu
Guardiano in Arco. Nel 1685 fu Vicario in Borgo del P. Guardiano Casimiro da Trento.
Nel 1688 fu presidente in Cavalese. Nel 1689 fu eletto confessore delle monache di
Roveredo. Nel 1692 e 1693 dall'aprile sino alli 18 novembre fu Guardiano in Trento.
Negli anni 1695-1697 in seguito fu di nuovo Guardiano in Trento. Nel 1698 fu ivi
Vicario del P. Guardiano Vincenzo Capra dal Borgo. Nel Capitolo del 1701 fatto in
Roveredo il dì 7 giugno, fu surrogato come seniore ex Custode al P. Guglielmo
diffinitore, morto li 2 giugno in Cavalese. Ritrovandosi il P. Gregorio ex Provinciale già
diffinitore surrogato per la morte del P. Innocenzo da Trento diffinitore seguita il dì 17
marzo 1799 in Arco. Il P. Francesco da Cles ex Ministro avea rinunciato a detta
surrogazione, anche per la stretta parentela, che teneva col P. Aurelio Agostino
diffinitore attuale, ed il P. Marcellino da Cles ex Ministro era attuale Guardiano di Arco
ed il P. Girolamo da Giudicaria ex Ministro era attuale Guardiano del Borgo. Negli anni
1701 e 1702 il P. Bartolommeo fu di nuovo Guardiano di Mezzolombardo. Finalmente
aggravato dal male de calcoli, a cui era molto soggetto, passò piamente al Signore,
ottimo religioso, Trento 11 novembre 1708.
194. Fra Alessio d'Avio, Mattio Sega, battezzato 21 febbraro 1641; prima
Terziario, poi vestito, solo, per laico in Cles li 27 ottobre 1664. Credesi sia stato
compagno del P. Gregorio da Trento, allorché come Custode la prima volta si portò nel
1670 al Capitolo generale di Spagna, celebrato in Vagliadolid li 24 di maggio. Nell'anno
in cui fra Alessio fu vestito era Guardiano di Cles e maestro il P. Giacinto da Besenello,
71
Vicario e pro-maestro il P. Valerio da Cembra. Passò poi al Signore fra Alessio assai
buon religioso in Cles 30 dicembre 1708.
195. Fra Claudiano da Strigno, Giovanni Vettorelli, battezzato 13 marzo 1646;
prima Terziario e muraro; vestito poi, solo, in Arco per laico li 17 marzo 1674
essendovi Guardiano il P. Giacinto da Besenello, Vicario e maestro il P. Amadio da
Villa Montagna. Passò poi al Signore in Cles primo aprile 1709.
1709. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Trento li 14 maggio.
196. Fra Vito da Pergine, Baldessaro Magnago105, battezzato 23 aprile 1632,
vestito, solo, in Arco per laico 8 ottobre 1661, essendovi Guardiano il P. Giovanni
Battista d'Avio, maestro il P. Giuseppe da Roveredo Custode. Perito lanaro, passò poi al
Signore in Arco 5 giugno 1709.
197. Fra Donato da Tesero, Giovanni Gasparo Lazzari, battezzato 17 giugno
1635, vestito con un altro per laico li 9 ottobre 1662 in Pergine essendovi Guardiano e
maestro il P. Giacinto da Besenello. Fu sarte, e passò poi piamente al Signore in Trento
18 ottobre 1709.
198. (63. //) Fra Giovanni da Pressano di casa Pomarolli Terziario assai vecchio,
passò al Signore d'età d'anni circa 70, in Trento 11 febbraro 1710.
199. Fra Clemente da Trento, Baldissero Helt, calegaro, battezzato 17 novembre
1633, vestito con un altro per laico in Arco li 30 maggio 1659 essendovi Guardiano il P.
Cherubino Ippoliti da Pergine, Vicario e maestro il P. Giuseppe da Roveredo Custode.
Morì in Pergine 9 marzo 1710.
1710. Dal capitolo ventesimo terzo celebrato in Trento il primo di giugno, in cui fu
eletto Ministro per la seconda volta il P. Girolamo da Giudicaria.
200. P. Diodato d'Albiano, Simon Pisetta, battezzato 24 aprile 1633, vestito in
Cles con altri li 6 maggio 1657, essendovi Guardiano il P. Valerio da Cembra, Vicario e
maestro il P. Andrea d'Arco diffinitore. Nel 1671 fu Vicario in Roveredo del P.
Guardiano Gregorio da Trento. Nel 1674 fu Guardiano di Mezzolombardo ad annum.
Nella Congregazione fatta in Campo li 18 novembre 1693 fu fatto Vicario in Pergine
del P. Guardiano Michele Serbati da Roveredo. Nel 1701 fu di nuovo Vicario in Pergine
del P. Guardiano Serafino Galvagno da Roveredo. Dopo essere stato diversi anni in
infermeria come impotente, passò poi ivi piamente al Signore, Trento 8 giugno 1710.
201. P. Francesco da Cles, Giovanni Dusini, batetzzato primo giugno 1632,
vestito in Arco con un altro li 4 ottobre 1648, essendovi Guardiano e maestro il P.
Andrea d’Arco. Dal 1659 al 1662 fu segretario del P. Marcellino Armani da Ballino nel
di lui primo provincialato. Nel 1663 fu Vicario in Roveredo del P. Guardiano Francesco
Baron da Roveredo. Nel 1664 fu ivi Guardiano. Dal 1665 sino al 1668 fu segretario nel
secondo provincialato del P. Andrea d'Arco. Il dì 14 aprile 1667 fu eletto pro-ministro,
105
Nel manoscritto: Magnac.
72
ed in luogo del predetto P. Andrea d'Arco si portò a Roma, ed intervenne alla
Congregazione generale celebrata ivi li 28 maggio. Nel Capitolo tenutosi in Roveredo li
6 luglio 1668 fu eletto Guardiano del Borgo. Nella Congregazione fatta in
Mezzolombardo li 24 maggio 1669 fu eletto Guardiano di Trento. Ma trovandosi, come
in un congresso del diffinitorio tenutosi in Cles li 23 luglio del detto anno, sia stato
eletto per Guardiano di Trento il P. Bonaventura da Trento, si suppone che il P.
Francesco abbia previamente rinunziata detta guardiania. Nel Capitolo del 1671 fu
eletto Custode. Nel 1672 fu posto negli atti confessore straordinario delle monache di s.
Carlo in Roveredo. Nel 1673 dopo la morte della Serva di Dio Madre Giovanna Maria
dalla Croce, seguita la domenica delle Palme li 26 marzo, accompagnò da Roveredo
sino al Borgo le quattro madri istitutrici, che colà si portarono, e fondarono il monastero
di s. Anna, passando per Trento il dì 10 ottobre, e pernottando presso le monache della
santissima Trinità. Nel 1674 fu ad annum Guardiano in Cles. Nel 1677 fu fatto Vicario
in Cles del P. Guardiano Antonino da Trento, ed anche maestro de' novizzi, ma rinunziò
l'offizio di maestro, ed in questo gli fu sostituito il P. Ignazio da Civezzano. Nel 1680 e
1681 fu di nuovo Guardiano in Cles. Nel 1682 fu Vicario in Arco del P. Guardiano
Innocenzo Ponte da Trento; e nel Capitolo del 1683 fatto in Trento fu eletto diffinitore.
Nel Capitolo celebrato in Roveredo li 17 giugno 1686 fu eletto Provinciale.
Nell'autunno del detto anno per le grandi pioggie il torrente Fersina ruppe la serraglia
sotto Ponte alto con gravi spese avanti molti anni fabbricata dalla città di Trento. Fattasi
una grande innondazione, entrò l'acqua nella nostra chiesa e convento di s. Bernardino,
in modo che all'improvviso di (64. //) notte furono costretti quasi tutti li Religiosi a
ritirarsi e salvarsi nella vicina Torricella situata su d'un monticello, già tempo
appartenente a casa Madruzza, ma allora spettante a casa Ponte di Trento. Il P. Ministro
Francesco da Cles, contrario alla traslazione del convento di s. Bernardino guastato
dalla predetta innondazione, procurò di talqualmente ripararlo, e colla spesa di circa tre
milla fiorini fu fabbricato un coro sopra l'altro coro; ma poi seguita altra innondazione,
sotto il seguente Provinciale, fu decretata, e poi in seguito anche eseguita la
sopraccennata traslazione. Nel suo triennio ebbe per segretario il P. Bonaventura
Nocher dal Borgo. E nel 1688 dopo celebrata la seconda Congregazione in Roveredo li
23 aprile s'istradò per Roma, ove intervenne al Capitolo generale tenutosi li 5 giugno
1688. Negli anni 1691 e 1692 fu di nuovo Guardiano di Roveredo. Nel 1693 dalli 7
aprile fu di nuovo ivi Vicario del P. Guardiano Sigismondo Ceschi dal Borgo. Nel 1695
fu destinato confessore delle monache dl Borgo, ma rinunziò. Così pure l'anno 1698
eletto Guardiano di Roveredo rinunziò. Nell'anno 1699 nella Congregazione fatta li 2
maggio fu deputato confessore delle monache di Roveredo, e ivi durò tutto il triennio.
Fu il P. Francesco da Cles predicatore, e molto intendente di canto fermo, in cui anche
componeva quantunque negli ultimi anni avesse una voce molto ingrata. Per molti anni
servì di scrittore alla Madre Giovanna Maria dalla Croce delle di lei lettere risponsive,
ed anche di lei confessore straordinario, o supplimentario in occasione che il P.
Marcellino Armani confessor ordinario andava a predicare, onde negli atti della
Provincia, avanti la morte della predetta Madre Giovanna Maria seguita li 26 marzo
1673 non si nota mai posto confessore ordinario delle monache di s. Carlo. Ma
solamente, come sopra si registrò, nella Congregazione fatta il dì 16 maggio 1672
terminato egli gli anni 40 il primo seguente giugno, fu destinato confessore straordinario
delle medesime. Descrisse di propria mano gli undici libri delle opere della sopraddetta
Madre Giovanna Maria, e dopo la morte di quella radunò molte lettere e notizie della
medesima e da sé ne formò un libro, intitolandolo Libro XII, ma in realtà non si
73
computa fra li libri della Serva di Dio, né se ne fece copia, né se lo mandò a Roma, né si
presentò a delegati, in occasione di formarsi li processi per quella. Incise pure in rame il
di lei ritratto e di molti altri Santi essendone capace; e nel 1707 scrisse e diede fuori alla
stampa la vita della detta Madre Giovanna Maria in Roveredo, ma assai semplicemente.
Nel 1706 cantò la sua seconda Messa in Roveredo, e vi sermoneggiò il M.R. signor don
Tabarelli parocho di Sacco, e vi intervennero molti signori sacerdoti di Roveredo
benaffetti al P. Francesco, facendo eglino la spesa del pranzo. Ed aveva celebrato la sua
prima Messa in Cles li due luglio 1656 in giorno di domenica. Finalmente assai carico
d'anni, e molto più di meriti, di una vita assai religiosa ed esemplare, sopraffatto da
brevissima infermità e quasi senza male, ricevuti li santissimi Sagramenti dal P.
Daniello da Trento Vicario, rese placidamente l'anima al Signore in Roveredo, ove era
già da tanti anni di famiglia. Roveredo 18 gennaro 1711.
202. P. Ubaldo da Ballino, Giovanni Francesco Armani fratello consanguineo del
P. Marcellino ex Provinciale; battezzato 10 settembre 1638, vestito con altri in Cles li
27 maggio 1659 essendovi Guardiano il P. Giovanni Battista d'Avio e maestro il P.
Andrea d'Arco. Nel 1676 fu Vicario in Pergine del P. Guardiano Apollinaro da
Chiarano. Nel 1677 fu Guardiano di Campo. Fu buon predicatore, ed ebbe le prediche
dottissime del suo Padre fratellastro Marcellino. (65. //) Ma per quanto fu detto, non
ebbe la grazia di ben adattarsele. Predicando la Quaresima del 1705 in Mezzolombardo,
si sparse [la voce] avesse prenunciato l'incendio totale della villa di Mezzolombardo,
seguito poi li 6 maggio 1705. Ultimamente essendo di famiglia in Mezzolombardo,
s'infermò e fu condotto a Trento, ove poi pochissimi giorni dopo il suo arrivo fu
ritrovato morto; Trento 19 marzo 1711.
203. P. Bernardo da Cavedine, don Lorenzo Cattoni106, sacerdote da Laguna in
Cavedine, battezzato 10 marzo 1642; vestito in Arco li 24 giugno 1674 essendovi
Guardiano il P. Vigilio da Val di Buono, Vicario e maestro il P. Amadio da Villa
Montagna. Nella Congregazione fatta in Campo li 18 novembre 1693 fu eletto
Guardiano di Campo, ma rinunziò. Nel 1696 fu Vicario in Arco del P. Guardiano
Aurelio Agostino Barisella da Tuenno. Nel 1698 fu Vicario in Campo del P. Guardiano
Benedetto da Val di Buono. Nel 1705 fu di nuovo Vicario in Campo del P. Guardiano
Accursio Brasavola d'Avio. Trovandosi poi di famiglia alle Grazie, munito de'
santissimi Sagramenti e con ottima disposizione, passò piamente al Signore, in Arco 18
aprile 1711.
1711. Dalla prima Congregazione intermedia fatta in Trento 28 aprile.
204. P. Fortunato da Cles, Gaudenzio Carneri, battezzato 11 giugno 1644; vestito
in Arco con un altro 3 giugno 1660, essendovi Guardiano il P. Lodovico Gardumi
d'Arco, maestro P. Giuseppe da Roveredo Custode. Comeché proveniente da ebrei intra
quartam generationem, consultò a di lui favore, affinché venisse accettato, il nostro P.
Agostino da Tuenno, qual opinione fu poi anche seguita nella recezione di alcuni altri
nostri frati professi a nostri giorni, ma anche in qualche caso fu abbracciata l'opposta. Il
dì 23 aprile 1668 essendo peranche chierico Diacono, si portò a studiare in Napoli col P.
Sigismondo Ceschi dal Borgo di già sacerdote. Nel 1679 fu fatto Vicario in
106
Nel manoscritto: Catton.
74
Mezzolombardo del P. Guardiano Ippolito Ippoliti da Pergine. Nel 1683 fu Vicario in
Cles del P. Guardiano Maurizio dal Borgo. Si portò poi col P. Adalberto da Smarano
per compagno in Vienna sotto l'augustissimo Leopoldo primo per farvi l'esperienza
dell'oro potabile. Aveva più giovani che l'aiutavano, fra quali lo serviva il signor Maffei
di Cles (che fattosi poi Riformato in Roma, fu chiamato P. Francesco Maria, e divenne
eccellente speziale e passò poi al Signore di età sopra anni 80, per colpo d'appoplesia il
dì 3 novembre 1759). Cesare andava a visitare il nostro P. Fortunato per veder a fare
l'esperienza, ed il Padre, licenziava prima i giovani, affine non stessero presenti, e
terminata l'esperienza li richiamava. Fece grandi spese a conto dell'imperatore; ma non
si sa di certo, se sia riuscito il nostro P. Fortunato nelle sue esperienze. Ritornato poi in
Provincia, ed ultimamente posto di famiglia in Arco, stando la notte delli 26 settembre
1711 al mattutino, partì dal coro, e fu accompagnato in cella dal fra Bernardo Guelmi da
Trento infermiere, il quale la mattina bussando alle celle lo ritrovò morto, quasi ancora
caldo; credesi sopraffatto da qualche colpo appopletico. Lasciò il buon Padre molti
spiriti in diverse bozze107. Fu chiamato il signor dottor medico Guella da Riva, cugino
stretto del P. Fortunato, affine considerasse quid esset agendum, delle predette bozze;
non sapendosi cosa contenessero né a che potessero servire. Ma anch'esso poco poté
conoscere, onde furono al medesimo signor dottore lasciate. Morì dunque il P.
Fortunato in Arco, 26 settembre 1711.
205. (66. //) P. Giorgio da Predazzo, Giacomo Martini, battezzato 13 giugno
1640; vestito, solo, in 1660 essendovi Guardiano il P. Lodovico Gardumi d'Arco.
Maestro P. Giuseppe da Roveredo Custode. Nel 1676 fu Guardiano in Arco. Nel 1680
fu Guardiano in Mezzolombardo. Nel 1683 fu presidente in Cavalese. Nel 1684 e 1685
fu Guardiano di Campo. Nel 1686 fu Vicario in Roveredo del P. Guardiano Bonifacio
da Madrano. Nel 1687 e 1688 fu Guardiano in Borgo. Nel 1691 fu ad annum Guardiano
in Cavalese. Nel 1695 fu Vicario in Mezzolombardo del P. Guardiano Sebastiano da
Trento. Nel 1696 fu Guardiano in Cles. Nel 1697 fu ivi Vicario del P. Guardiano
Aurelio Agostino da Tuenno. Nel 1702 fu Vicario in Cavalese del P. Angelo Ignazio da
Tesero. Nel 1703 fu ad annum Guardiano in Mezzolombardo. Finalmente dopo
lunghissima e travagliata infermità, ben disposto, passò al Signore in Trento 16
dicembre 1711.
206. P. Ignazio da Civezzano, Udalrico Bampi108 dai Bampi sopra Civezzano,
battezzato 4 agosto 1639; vestito in Cles con altri 27 maggio 1659, essendovi Guardiano
il P. Giovanni Battista d'Avio e maestro il P. Andrea d'Arco. Nel 1672 fu Vicario in
Borgo del P. Guardiano Valerio da Cembra. Nel 1673 fu fatto Guardiano di Pergine.
Nel 1674 fu pro-maestro in Cles. Nel 1677 fu maestro in Cles, per aver rinunciato il P.
Francesco Dusini da Cles. Nel 1678 fu per qualche mese ivi maestro; ma poi
rinunciando, gli fu sostituito il P. Prospero dal Borgo. nel 1682 fu fatto Guardiano di
Mezzolombardo. Nel Capitolo poi celebrato in Trento li 17 maggio 1683 fu eletto
Ministro provinciale, e scelse per suo segretario il P. Giovanni Angelo Baldiron da
Cavalese. Nel 1685 capitò in Trento, venendo da Roma, e portandosi a Vienna il nostro
rev.mo P. Pietro Marino Sormani di Milano, Ministro generale dell'Ordine nostro, eletto
nel Capitolo generale di Toledo in Spagna il dì 16 maggio 1682, mandato da Innocenzo
XI all'imperatore Leopoldo primo. Intervenne in Trento alla processione del Corpus
107
108
Bottiglie.
Nel manoscritto: Bampa.
75
Domini, qual solennità quell'anno cadde il dì 21 giugno. Fu regalato da monsignor
vescovo e principe di Trento Francesco Alberti, detto il Barbetta, di una trotta di trenta e
più libbre, presa nell'Adige sotto il ponte di s. Lorenzo, e fu mandata viva in una brenta
dalla liscia a s. Bernardino. Proseguì poi il suo viaggio verso Vienna il Ministro
generale, ed il P. Ministro Ignazio sempre a piedi sino a certa distanza lo accompagnò.
Nell'autunno poi detto P. Generale del medesimo anno fu di ritorno da Vienna in
Trento, e mostrò genio di visitare il monastero delle monache nostre di s. Anna in
Borgo, e da indi istradarsi per Venezia, a qual effetto si portò da Trento al convento del
Borgo. Ove arrivato fu talmente aggravato dalla podagra, che non poteva reggersi sulle
piante. Onde lo pregarono le predette monache a lasciarsi portare al monastero di s.
Anna, affinché potessero almeno ricevere la di lui benedizione, giacché non poteva
visitarle. Furono esaudite e lo ricevettero alla porta della clausura, con singolar loro
allegrezza, cantando l'antifona "Salve Sancte Pater", dopo le diede generalmente la sua
benedizione, ed andando ciascuna a baciargli la mano, ricevette anche un anello
benedetto da sua Santità Innocenzo undecimo, ed anche particolare benedizione. Le
dimostrò il rev.mo padre singolar affetto, e con un brevissimo sermone le esortò alla
osservanza della Regola, ed al disprezzo delle cose terrene con tanto spirito, che le
cagionò gran divozione. E finalmente le disse di spiacergli molto non poter visitare tutto
il monastero aggiungendo che restava molto edificato di vederlo povero. E che questa
Provincia fra tutte l'aveva ritrovata la più povera, onde disse "se fosse in mia libertà,
lasciato l'offizio, mi ritirerei a vivere il rimanente di mia vita in questa Provincia, per
averla trovata povera; perciò parto molto soddisfatto"109. (67. //) Nel terzo anno del suo
provincialato il P. Ignazio, fece supplica alla sagra Congregazione della santa
Inquisizione di Roma di poter tenere in un armaio racchiusi con chiave i libri proibiti, e
dalla predetta sotto li 16 gennaro 1686 gi fu accordato quanto desiderava; onde anche al
presente nella libreria nostra di Trento si tengono chiusi con chiave i libri proibiti. Nel
Capitolo poi del 1686 in cui terminò l'offizio di Provinciale, fu eletto Custode, e
nell'anno 1687 andò visitatore della Riformata Provincia della Marca, e celebrò il
Capitolo nel convento de' Cingoli li 27 maggio 1687. L'anno seguente si portò a Roma
ed intervenne come Custode al Capitolo generale ivi celebrato il dì 5 giugno 1688.
Nell'anno 1690 fu visitatore della Riformata Provincia di Milano, avendo per segretario
di Commissione il P. Massimigliano da Trento Guardiano attuale di Roveredo. Nella
Congregazione fatta in Cles li 18 maggio 1691 fu eletto diffinitore. Nella seconda
Congregazione intermedia tenutasi in Campo li 18 novembre 1693 fu eletto
Commissario provinciale per la partenza imminente del P. Ministro Marcellino da Cles
al Capitolo generale da tenersi nella città di Vittoria in Spagna. Nella Congregazione
tenutasi in Trento li 2 maggio fu fatto Guardiano del Borgo. Nel Capitolo tenuto in
Trento li 2 maggio 1698 fu per la seconda volta eletto Ministro provinciale e prese per
segretario il P. Giovanni Cristoforo Stozzon da S. Michele, e come tale intervenne poi al
Capitolo generale celebrato in Roma il dì 29 maggio 1700. Nel 1702 e 1703 fu
Guardiano di Roveredo. Nel 1704 fu eletto Guardiano del Borgo, ma rinunziò. Nel
Capitolo fatto in Borgo li 27 maggio 1707 fu di nuovo eletto diffinitore, e nel Capitolo
seguente tenuto in Trento il primo giugno 1710 gli fu offerto per la terza volta il
provincialato, ma si scusò. Fu il P. Ignazio religioso veramente di gran zelo e di grande
esemplarità di vita, e che assaissimo e co' parole e co' fatti procurò il vero bene della
Provinzia (sic) e da superiore e da suddito. Fu predicatore, ma poco predicò; compose
109
In margine: “Ex historia manusscripta conventus monialium sanctae Annae Burgi Ausugii”.
76
bensì molte prediche, che diede, e servirono ad altri. Fu non poco molestato da
stimoli110; e però s'asteneva dal confessare, e davasi a qualche manualità, facendo alle
volte da sarte, e facendo antipendi di paglia. Faticò parimente nel compilare col P.
Maurizio dal Borgo un cerimoniale sagro per la Provincia sotto 'l provincialato del P.
Marcellino Visintainer da Cles. E fu molto notabile e commendabile la di lui supplica,
che fece, per totalmente sedare la controversia per la precedenza tra li Padri di provincia
e i Padri Vicari (ex Lib. 3 actuum, pag. XI), di poter efficacemente rinunciare a Padri
Vicari ed a Padri a sé anziani d'abito, la precedenza dovutagli come Padre di provincia,
al diffinitorio nel 1695, il quale commendando la di lui umiltà, accettò la rinunzia della
pura precedenza a Padri Vicari e ben ad altri, reservando tamen illi de coetero omnia
iura et honores, et recognitiones, quae alias ei competunt ratione Paternitatis ed al di lui
esempio la rinunziarono gli altri ex Provinciali, come sopra pag. 55 fu notato nella vita
del P. ex Provinciale Gregorio Zambaiti da Trento. Nell'ultimo anno di sua vita verso
l'autunno del 1711 avea da passare per Roveredo, ove era di famiglia il P. Ignazio, Carlo
terzo re di Spagna, che veniva da Barcellona, ed essendo stato eletto imperatore per la
morte del fratello Giuseppe primo, dovea portarsi in Francofort per essere coronato.
Mostrava perciò detto Padre un gran genio di vederlo mentre passasse avanti il
convento; avvisato pertanto quando era tempo di scendere a vederlo, si mortificò, e si
astenne d'andarvi. Appena un mese dopo circa, fu sorpreso da un male molto cruccioso,
di una postema111 in una orecchia con febbre per otto o dieci giorni, onde munito de'
santissimi Sagramenti, assistito dal P. Sebastiano da Trento stato di lui novizzo, con
religiosissima disposizione rese l'anima al Signore la notte del prossimo Natale, mentre
in coro si cantava il Te Deum. Rovereto 25 dicembre 1711.
207. P. Gaudenzio dal Borgo, Bartolommeo Rosi, battezzato 3 maggio 1660,
vestito in Cles con due altri li 4 maggio 1677 essendovi Guardiano il P. Antonino da
Trento, e maestro il P. Ignazio da Civezzano. Nel 1687 sapendo la lingua tedesca fu
preso per compagno dal P. Massimigliano da Trento nella visita della Provincia di
Baviera. Nel 1695 fu Vicario in Borgo del P. Guardiano Alberto da Trento. (68. //) Nel
1698 si portò col P. Pietro Marcellino Armani da Ballino su la Romagna a predicare. E
nel 1701 si portò col P. Pasquale da Roveredo compagno a Sessa nel regno di Napoli
per predicare in quella diocese, ma sopraffatto in Sessa da mortal infermità, non poté
predicare stando in casa di monsignor Lanzamani Vicario generale. Nel 1704 fu Vicario
in Trento del P. Guardiano Adriano da Lardaro. Nel 1711 nella Congregazione tenuta in
Trento li 28 aprile fu fatto Guardiano di Cavalese. Nella Quaresima del 1712 fu
sopraffatto da assai grave infermità, e si mandò a chiamare da Lavis il signor dottore
medico Bonora, e frattanto sopraintendeva alla cura un tal signor Lodovico chirurgo
insigne. Capitò il medico nell'ora in che il male come il chirurgo sperava fosse per fare
la crise, e però non voleva che l'infermo fosse svegliato, ma il medico credendo che
detto infermo si rallegrasse in vederlo di già capitato, lo fece svegliare, ed in seguito il
male si accrebbe, cosicché l'infermo munito de' santissimi Sagramenti, ben disposto
passò piamente al Signore, e non reggendo il cuore a Frati, che tanto l'amavano di fargli
l'esequie, fu pregato il rev.mo monsignor Giuseppe Manci, arciprete di Fiemme, a venir
a dargli sepoltura, piangendo tutti gli Frati. Fu il P. Gaudenzio buon predicatore di
quattro in settimana, ed era assai geniale di canto, avendo una bella voce; aveva una
110
111
Scrupoli.
Otite purulenta.
77
buona maniera ed era molto gradito da secolari. Passò dunque in Cavalese al Signore li
24 marzo 1712.
***
Fu già tempo in grande stima la pasta benedetta per mettere negli Agnus Dei, che
fece il predetto P. Gaudenzio, specialmente l'anno ultimo di sua vita e fu detto che
mentre nel convento di Cavalese si manipolavano per quella gli ingredienti, o sia
materiali, venne un gran temporale con tempesta112, quale cadette solamente sopra il
detto convento. Dopo la morte del P. Gaudenzio, conservandosi da alcuni Frati la lista
degli ingredienti da lui adoperati più volte, fu fatta detta pasta verbi gratia dal P. Ilario
da Besenello, dal P. Mattia da Povo e dal P. Davide da Vigol Baselga, in diversi tempi.
Nel 1758 scarseggiandosi di detta pasta benedetta, si pensò per farla fare, e con tal
occasione considerando che gran parte degli ingredienti, o sia corpi nella lista ricercati
per la fabbrica della medesima sembravano inutili, e di men spesa superflua, si usò
diligenza per sapere chi mai in nostra Provincia avesse insegnata la fabbrica della
predetta pasta, ed il buon vecchio P. Francesco Maria d'Arco, morto poi il dì 17 marzo
1759 d'anni 87 ebbe a dire, come essendo egli giovinetto, era stato in Arco un nostro
Padre predicatore dalla Marca, il quale avesse insegnata la composizione della suddetta
pasta. Fu scritto subitamente al P. Provinciale Riformato della Marca, mandandogli
copia della lista degli ingredienti per la pasta, pregandolo a darci il nome dell'autore di
quella, come pure intorno la medesima lista. Ed egli cortesemente rispose:
"In questa Provincia della Marca non si è mai saputa una così strana composizione
per formarne gli Agnus; anzi se mi permette di parlarle con ischiettezza, io stupisco,
come la sacra Inquisizione non faccia alcun risentimento, o contro l'autore, o contro
queglino che al medesimo hanno aderito. Li brevetti della Marca contengono d'ordinario
"polvere da pavimento della santa Casa di Loreto, cera benedetta, o del Triangolo, pasta
delle ossa de' santi martiri, e che so io; e non aromi con quanto vi è di sagrosanto nella
chiesa, eccettuandone alcun poco. Mi giova il credere per tanto, che il notificatomi
predicatore meriti il nome d'impostore, e che perciò non sia creduto, e per dir meglio
non sia degno, che se gli presti la minima fede. Rimango dunque collo spiacere di non
poterle dare quelle notizie che desidera, anzi di dovergliene dare altre del tutto a quelle
contrarie; mi dia però il contento di doverla ubbidire in più favorevoli opportunità;
mentre l'assicuro, che sono, e sarò sempre quale tutto riverente e pieno di stima mi
protesto
Di Vostra Paternità Molto Reverenda
Pesaro s. Giovanni 9
Marzo 1758
a. Devot.mo Obl.mo servitore vero
b. P. Cristoforo d'Urbania
c. Provinciale della Marca"
(69. //) Ricevuta la premessa risposta del P. Provinciale della Marca, fu assai
riformata la lista degli ingredienti per la pasta della Marca, e occorrendo li conventi
della Provincia ed alcuni monasteri di monache il P. David nel detto anno Guardiano del
Borgo la fece fare, manipolandola un perito speziale; e poi ne fu mandata la rispettiva
parte a cadauno convento concorso con materiali.
1712. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Roveredo 14 aprile.
112
Grandine.
78
208. P. Serafino da Rallo, Giovanni Andrea Cristani, battezzato 25 ottobre 1651,
vestito in Cles con un altro li 22 settembre 1669, essendovi Guardiano e maestro il P.
Egidio da Segno, Vicario e pro maestro il P. Prospero dal Borgo. Del 1689 fu Vicario in
Mezzolombardo del P. Guardiano Eusebio da Cognola. Nel 1692 sino alla seconda
Congregazione intermedia servì per segretario al P. Provinciale Marcellino da Cles.
Nella detta Congregazione intermedia tenuta li 18 novembre in Campo nel 1693 era
stato eletto Guardiano di Trento il P. Vicenzo Capra dal Borgo, a questi rinunciando fu
sostituito per Guardiano di Trento il P. Serafino, che era attual segretario; e durò sino al
Capitolo tenuto in Roveredo li 26 maggio 1695. Nel detto Capitolo fatto per la seconda
volta Provinciale il P. Girolamo Guglielmi da Vigo Lomas in Giudicaria, scelse egli per
suo segretario il P. Serafino, che lo servì per tutto il triennio. Negli anni 1698 e 1699 fu
Guardiano in Cavalese. Nel Capitolo celebrato in Roveredo il dì 7 giugno 1701 fu
abilitato dal Capitolo a voti segreti a poter essere diffinitore e Custode. Nel 1701 sino al
1704 servì da segretario al P. Provinciale Simon Pietro Barbi da Cembra. Nel Capitolo
fatto in Trento li 14 aprile 1704 fu eletto diffinitore e dicesi predicatore. Negli anni 1707
e 1708 fu Guardiano del convento d'Arco. Nel primo anno fece fondar ed ampliare la
grotta nell'angolo dell'orto verso Gavazzo. Ed avendo sua eccellenza signor Conte
Giovanni Battista d'Arco canonico di Salisburgo e di Trento sotto il dì 6 maggio 1695
ottenuta dalla sagra Congregazione de' vescovi e Regolari la licenza di fare di marmo
l'altar maggiore della santissima Vergine delle Grazie, nel detto primo anno di governo
del P. Guardiano Serafino si levò l'altar vecchio di legno, quondam fatto fare da signori
Fedrigazzi di Nomi, si piantarono le palizzate e si eresse l'altar di marmo sino alla
mensa, e nel secondo anno del P. Serafino quasi tutto si terminò. Voleva pure il signor
Conte Giovanni Battista fare una cupola sopra l'altare, affine facesse maggior spicco,
essendo nella sommità come tronco per il vòlto della chiesa, ma la Religione con
acconsentì per tale fabbrica, che ricercava la demolizione del vòlto della chiesa sopra il
presbiterio. Fece nientedimeno nel 1719 dipinger dal pittore Fravezzi di Arco su 'l vòlto
sopra l'altare la predetta cupola, ed in seguito fece fare il pavimento del presbiterio di
tavolette di marmo, e la ferrata a cancelli, e gli arazzi attorno al presbiterio, e nel suo
testamento lasciò da riporre nel detto presbiterio uno di qua e l'altro di là due famosi
quadri, come al presente vi stanno, ed un bellissimo quadro grande dell'Immacolata
Vergine riposto dietro l'altar maggiore in coro. E per fine ordinò venisse egli seppellito
dopo la sua morte, seguita in Salisburgo li 31 dicembre 1722, nella sepoltura de' Frati,
riposta avanti l'altare della beatissima Vergine in mezzo al presbiterio. Come anche fu
eseguito. Ora ritornando al P. Serafino, trovandosi di famiglia in Cles nel settembre
1712 gli sopravvenne una gran piaga, per cui infermo fu condotto da Cles all'infermeria,
ove piamente passò poi al Signore munito de' santissimi Sagramenti, in Trento 6 ottobre
1712.
209. Fra Timoteo da Val di Buono, Pietro Zulberti da Creto113 in Val di Bono114,
battezzato 12 maggio 1635, vestito in Arco con altri per laico li 3 giugno 1660,
essendovi Guardiano il P. Lodovico d'Arco e maestro il P. Giuseppe da Roveredo
Custode. Fu buon laico, e passò piamente al Signore in Arco li 22 aprile 1713.
113
114
Nel manoscritto: Cret
Nel manoscritto: Buono.
79
(70. //) 1713. Dal Capitolo ventesimo quarto celebrato in Trento li 4 di maggio, in
cui fu eletto per la seconda volta Ministro il P. Massimigliano Cimonati da Trento,
tuttoché di settanta tre anni.
210. P. Angelico da Trento, Francesco Malacarne, battezzato 4 settembre 1648,
vestito in Cles con un altro li 30 settembre 1668 essendovi Guardiano il P. Anselmo da
Ceniga, Vicario e maestro il P. Egidio da Segno. Non si trova quando sia partito dalla
Provincia per le Missioni; solamente notasi morto missionario in Castuni115 nella Morea,
luglio 1713.
211. P. Santo da Brentonico, don Ippolito Cipriani, chierico di due [Ordini]
Minori, da Palù di Brentonico, battezzato 7 settembre 1679, vestito con altri in Cles li
22 settembre 1700, essendovi Guardiano il P. Gabriello Cassina da Trento, Vicario e
maestro il P. Tommaso Pancheri da Bresimo. Aggravato da penosissima infermità
d'attrazione de' nervi per qualche anno nell'infermeria, passò poi munito de' santissimi
Sagramenti, e ben disposto al Signore, Trento 18 gennaro 1714.
212. P. Casimiro da Trento, Tommaso Micheli da Cles poi detto da Trento,
battezzato 22 ottobre 1650, vestito con altri in Cles 17 settembre 1672 essendovi
Guardiano e maestro il P. Giacinto da Besenello, Vicario e pro-maestro il P. Giovanni
Battista Castelrotto da Strigno. Nel 1685 fu Guardiano del Borgo. Nel 1687 Guardiano
di Cles. Nel 1690 fu ivi Vicario del P. Guardiano Abbondanzo da Val di Buono, ed
insieme maestro de' novizzi. Nel 1692 fu deputato confessore delle monache di
Roveredo. Nel 1695 fu fatto confessore delle monache del Borgo. Nel 1699 fu Vicario
in Mezzolombardo del P. Guardiano Girolamo da Giudicaria. Nel 1703 fu Vicario in
Campo del P. Guardiano Luca Aloisi da Vigo. Nel 1705 fu Vicario del P. Guardiano di
Cles Enrico da Trento, e per qualche mese fu anche maestro de' novizzi, sinoacché
fecero la professione. Nel 1706 fu di nuovo Guardiano di Cles. Nel 1707 fu di nuovo ivi
Vicario del P. Guardiano Giovanni Cristoforo da s. Michele ed anche pro-maestro. Nel
1708 fu Vicario in Roveredo del P. Guardiano Sebastiano da Trento, e vicemaestro. Nel
1709 fu ivi Vicario del P. Guardiano Serafico, ed anche maestro de' novizzi. Fu
religioso di gran bontà, di placidissimo temperamento, e divotissimo della santissima
Vergine. Morì piamente in Mezzolombardo, e quel rev.mo signor arciprete Marini
fratello del nostro Padre Teodoro da Rumo (di cui era stato confessore il P. Casimiro) il
giorno dell'obito del P. Casimiro fu a celebrargli Messa in convento, e gliene fece
celebrare da altri sacerdoti secolari. Mezzolombardo 14 aprile 1714.
1714. Dalla prima Congregazione intermedia fatta in Trento 24 aprile.
213. P. Eusebio da Cognola, Cristoforo Piccinini116 detti Malpaga, battezzato 10
settembre 1641, vestito in Pergine con altri 9 ottobre 1662 essendovi Guardiano e
maestro il P. Giacinto da Besenello. nel 1674 e 675 fu lettore delle arti in Campo. Nel
1678 fu fatto Guardiano in Campo. Nel 1679 fu Vicario in Cles e maestro de' novizzi.
nel 1681 fu Vicario in Arco del P. Guardiano Francesco Antonio da Trento. Nel 1682 e
1683 fu Guardiano del Borgo. Nel 1685 e 1686 fu Guardiano in Cles. Nel 1689 e 1690
fu Guardiano di Mezzolombardo. Nel 1693 dall'aprile sino al novembre fu Vicario in
115
116
Nel manoscritto: Gastugni.
Nel manoscritto: Piccenini.
80
Campo del P. Guardiano Simon Piero Barbi da Cembra. Nel 1694 dall'ottobre fu
sostituito Vicario in Borgo del defonto P. Apollinaro. Nel Capitolo del 1695 fu eletto
diffinitore. Nel 1699 fu Guardiano di Pergine. Nel 1702 fu di nuovo Vicario in Cles del
P. Guardiano Alessandro da Riva. (71. //) Nel 1703 fu Vicario in Borgo del P.
Guardiano Maurizio dal Borgo. Nel 1704 fu Vicario in Arco, sostituito al P. Giuseppe
Vigilio che aveva rinunciato. Nel 1709 fu Vicario in Pergine del P. Guardiano Enrico da
Trento. Ove poi ritrovandosi di famiglia, ed allegeritosi troppo presto della tonaca, fu
oppresso dalla doglia, e passò piamente al Signore, Pergine 28 aprile 1714.
214. P. Aurelio Agostino da Tuenno, Bartolommeo Barisella (nipote del P.
Agostino da Tuenno ex Provinciale, morto nel luglio 1680), battezzato 16 luglio 1643,
vestito in Cles con altri 2 maggio 1662 essendovi Guardiano il P. Giovanni Battista
d'Avio, Vicario e maestro il P. Giuseppe da Roveredo. Nel congresso delli 23 luglio
1669 fu istituito lettore esaminando. Negli anni 1671-1674 fu in più conventi lettore
delle arti e filosofia. Nel 1676-1678 insegnò teologia. Nel 1679 fu Vicario in Arco del
P. Guardiano Francesco Antonio Trentini da Trento. Nel 1680 fu eletto Guardiano del
Borgo ad annum. Terminata la guardiania del Borgo, credesi andato a Roma, e dal
Ministro generale eletto e mandato Guardiano in Pera, borgo di Costantinopoli, poiché a
quel tempo erano soggetti al Ministro generale li quattro conventi di Pera, Scio, Smirne
e Palermo, che componevano la Custodia di Costantinopoli. Vedasi la parte prima della
Cronologia del P. Carlo Maria da Perugia fol. 142, col. 2. Nel 1687 essendo ritornato da
Costantinopoli giunse con la barba di missionario in Arco. Ed essendo stato eletto
Guardiano di Trento nella Congregazione fatta in Trento li 25 giugno egli vi rinunziò il
dì 29 settembre 1697 essendo fresco dal viaggio. Nell'anno poi 1689 fu di nuovo fatto
Guardiano di Trento, ed accettò, e ivi continuò due anni. Nel 1691 fu ivi Vicario del P.
Guardiano Ignazio da Civezzano. Nel Capitolo del 1692 fu eletto diffinitore. Nel 1696
fu Guardiano di Arco. Nel 1697 fu Guardiano di Cles. Nel Capitolo del 1698 fu di
nuovo eletto diffinitore, sebbene non era vacante che un solo triennio, ciò permettendo
gli statuti nostri generali delle Riforme, confermati in forma specifica dal Pontefice
Urbano ottavo, come altre volte poi si è praticato. Tutta volta il P. Ignazio Provinciale
credette necessaria, e procurò la sanatoria dalla sagra Congregazione. Nel 1700 li 16
aprile essendo imminente la partenza del P. Ministro Ignazio al Capitolo generale in
Roma, fu eletto Commissario provinciale il P. Aurelio Agostino per la detta cagione.
Nel 1701 e 1702 fu di nuovo Guardiano in Trento. Nell'anno dell'invasione de' francesi
1703 il P. Aurelio Agostino fu il principale de' due Riformati, che li 2 settembre
accompagnarono la metà, cioè diecinove delle monache del monastero della santissima
Trinità di Trento, per ordine della rev.ma superiorità, fino a Strigno. Nel 1704 fu di
nuovo Guardiano di Cles. nel 1705 fu Vicario in Mezzolombardo del P. Guardiano
Alberto da Trento. Nel 1706 fu ivi Vicario del P. Guardiano Giovanni Battista Zadra da
Cis. Nell'autunno del 1707 si portò alla visita della Provincia Riformata di s. Tommaso,
o sia di Torino in Piemonte. Ebbe per segretario il P. Anselmo Sartori da Trento, e per
compagno fra Ruffino d'Avio. Trovandosi studente in Milano il nostro P. Zaccaria da
Roveredo della Luna, fu preso per compagno e pro-segretario del P. visitatore Aurelio,
sino agli Ognissanti; ed allora ritornato dalla visita della Custodia di Nizza, a cui era
stato subdelegato il P. Anselmo segretario con fra Ruffino, allora il P. Zaccaria ritornò
allo studio di Milano. Celebrò poi il Capitolo nel Gennaro 1708 ma poco pacifico, per
essersi il buon Padre visitatore dimostrato troppo aderente alla parte favorita dalla
Corte, onde portatasi la causa in Roma, fu detto Capitolo annullato, come rapporta
81
l'Ursaya (tom. 1, discept. apr. 1, discept. 17). Nel 1709 fu Vicario in Trento del P.
Guardiano Massimigliano da Trento. Nel 1710 fu fatto sino al 1713 confessore delle
monache di Roveredo. Posto poi in Arco, passò piamente al Signore, dopo il mio
ingresso in religione, seguito li 31 luglio 1714, frate primo defonto. Arco 9 agosto 1714.
215. (72. //) P. Maurizio dal Borgo, Francesco quondam Martino Divina,
battezzato 19 settembre 1635, vestito in Cles 22 settembre 1653 essendovi Guardiano il
P. Francesco Turcato da Trento, maestro il P. Andrea d'Arco. Nel 1664 (omnia ipsemet
deponit in processu summario in causa venerabilis matris a fol. 58) trovandosi di
famiglia in Borgo propose e promosse la fondazione del monastero di s. Anna delle
monache del Borgo; cui, dopo superate molte difficoltà, fu dato principio nel novembre
del 1668. Dopo un anno in circa fu mandata al P. Maurizio dal P. Marcellino da
Giudicaria Ministro provinciale per nome della Madre Giovanna Maria dalla Croce
badessa in Roveredo la patente di Commissario sopra la fabbrica di detto monastero,
qual carica egli esercitò per lo spazio continuo di tre anni e mezzo circa, sinoacché,
dopo cinque anni di fabbrica, e colla spesa di 35 milla fiorini restò terminato (Ex
depositione monialis in praedicto summario fol. 86). Nel 1667 fu fatto Vicario in Borgo
del P. Guardiano Gabriello d'Arco o sia da Varignano. Nel 1668 fu Guardiano in
Roveredo. Nel 1669 fu di nuovo Vicario del P. Guardiano del Borgo Cherubino da
Pergine. Nel 1670 e 1671 fu Guardiano del Borgo. Nel 1674 fu fatto Guardiano di
Campo. Nel 1675 il dì 6 marzo, prima della Congregazione, fatta poi li 22 giugno in
Trento, si portò a Roma per l'anno Santo. Nel 1680 e 1681 fu Vicario in Cles e maestro
de'novizzi. Nel 1682 e 1683 fu ivi Guardiano e maestro de' novizzi. Nel 1684 fu Vicario
in Roveredo del P. Guardiano Francesco da Roveredo. Nel 1685 fu Guardiano in Arco.
Nel 1686 fu deputato confessore delle monache di Roveredo. nel 1689 e 1690 fu
Guardiano in Pergine e maestro de'novizzi. Nel 1691 fu ivi Vicario e maestro. Nel
Capitolo del 1692 fu eletto diffinitore; e nel detto anno fu insieme maestro de' novizzi in
Pergine. Nel predetto Capitolo fu destinato a compilare un cerimoniale, come poi eseguì
col P. Ignazio da Civezzano, e lo fecero in un tomo in folio. Nel 1693 fu deputato
fabbriciere soprastante alla fabbrica del nuovo convento di s. Bernardino. Nel Capitolo
del 1695 fu eletto Custode. Negli anni 1698 e 1699 fu di nuovo Guardiano del Borgo.
Nel 1700 fu Vicario di nuovo in Borgo del P. Guardiano Girolamo dalla Giudicaria. Nel
1701 fatto Guardiano d'Arco rinunciò. Nel 1702 fu di nuovo Vicario in Borgo del P.
Guardiano Sebastiano da Trento. Nel 1703 fu per la terza volta fatto Guardiano in
Borgo, ed avendo il diffinitorio accordato alla comunità del Borgo di poter, servatis
servandis, procurar l'erezione nella nostra chiesa della Confraternita dell'Addolorata, il
signor Girolamo Peverada fece tosto allestire li quadri de' sette dolori; ma fortemente
ostò il parroco del Borgo co' suoi sacerdoti, non potendo tollerare, che noi Frati, oltre la
Confraternita del Cordone di s. Francesco volessimo anche nella nostra chiesa fondare
un'altra Confraternita non spettante alla nostra Religione onde fu arenato l'affare, per cui
non contrassimo altro che l'odiosità di quell'arciprete Vinciguerra e di lui successori con
il loro clero. Nel Capitolo del 1704 fu di nuovo eletto diffinitore e nel detto anno fu
insieme maestro de' novizzi, ed a primi di settembre essendo partito per cappellano de'
soldati in Italia il P. Giuseppe da Eppen Vicario, gli fu sostituito Vicario il P. diffinitore
Maurizio. Nel 1705 e 1706 fu insieme ivi Vicario e maestro de' novizzi. Nel 1707 e
1708 fu ivi solamente Vicario, il primo anno del Guardiano Serafico da Roveredo, ed il
secondo del P. Guardiano Pasquale da Roveredo. Nel 1709 cantò ivi la sua seconda
Messa, portandovici a sermoneggiare da Trento, ove era lettore di fisica, il Padre ex
82
Provinciale Marcellino da Cles col chierico fra Giovanni Maria da Cles. Negli anni
1712-1714 fu ivi Vicario. E nell'estate fu sorpreso da un piccolo colpo appopletico, da
cui facilmente si riebbe; ma poi sopraffatto da uno più gagliardo, fu munito de'
santissimi Sagramenti, e per sette giorni non prese altro che un poco di moscato.
Finalmente dopo penosissima agonia, ottimo religioso, e che in varii impieghi avea
molto faticato, d'anni 79 passò piamente al Signore in Borgo 19 agosto 1714.
216. (73. //) P. Ippolito da Pergine, Baldissero Ippoliti, nato il dì 3 e battezzato il
dì 30 settembre 1643; fu cugino stretto del P. Cherubino Ippoliti, morto nel 1684,
comecché ambidue figliuoli di due signori fratelli Ippoliti di Pergine. Fu vestito in Cles
con altri li 29 settembre 1665. Nel 1674 fu pro-maestro de' novizzi in Arco. Nel 1675 fu
pro-maestro in Cles. Nel 1676 fu Guardiano in Cles. Nel 1679 fu fatto Guardiano di
Mezzolombardo. Nel Capitolo del 1680 fu eletto diffinitore e dicesi confessarius. Nel
detto anno col P. Simon Pietro Barbi da Cembra si portò in Inspruch, chiamatovi dal
serenissimo Duca di Lorena cognato dell'augustissimo imperator Leopoldo e
governatore del Tirolo. Nella Congregazione seconda intermedia fatta nel 1682 il dì 30
dicembre in Roveredo, rinunciò al diffinitoriato, e detta rinuncia fu accettata. Il motivo
per cui chiamato in Corte dal serenissimo Duca di Lorena, ho udito essere stato il
seguente. Mentre il P. Ippolito stava in s. Bernardino di Trento, venivano al convento
due nipoti di monsignor Piccolomini preposito di Trento, a quali detto Padre faceva
molte carezze, e dava ottimi documenti. Essendo poi occorso, che il prelodato
serenissimo di Lorena venisse in Inspruch governatore del Tirolo, monsignor preposito
Piccolomini procurò che li due suoi nipoti fossero da sua altezza serenissima ricevuti
per paggi, come seguì; e bramoso che venissero ben educati, ottenne che il P. Ippolito si
portasse in Inspruch e sopraintendesse a detti nipoti. E però osservandoli il serenissimo
Duca così ben morigerati, s'informò d'onde ciò procedesse, ed avendo inteso, che
venivano istruiti da un padre francescano, cioè dal P. Ippolito, volle vederlo, e
scorgendo la di lui gran pietà, lo chiamò in Corte, e di poi portatosi il Duca in Vienna,
per occasione della guerra imminente col Turco, colla sua serenissima duchessa, sorella
dell'imperatore Leopoldo, essa diede a Cesare notizia del P. Ippolito, che lo fece andar a
Vienna. Entrò ben presto in grazie, stima, e famigliarità dell'augusto monarca per la sua
assai religiosa bontà, saviezza, e prudenza; e per occasione dell'assedio che facevano li
turchi alla città di Vienna partito Cesare verso Lintz, fu accompagnato dal P. Ippolito,
portando questi seco la corona d'Ungheria. Voleva il buon Padre ritirarsi dalla Corte, ma
Cesare ottenne da Roma che si fermasse, e mandò fuori il seguente ordine o diploma:
"Leopoldus divina favente clementia electus Romanorum imperator semper
augustus etc. Notum facimus tenore praesentium, quibus expedit universis. Cum a
multis retro saeculis laudatissima divorum antecessorum nostrorum invaluerit
consuetudo, ut viros non minus religiosa modestia, quam praecipua aliarum virtutum
laude, ac vitae morumque integritate celebres, quos probatae fidei lorica, atque anceps
divini verbi gladius armaret, sibi adsciscerent, et gratia faverent speciali. Eadem nobis
benigno Dei optimi maximi nutu in hoc imperiali fastigio collocatis ansam praebuit, qua
religiosum, devotum, nobis dilectum patrem Hyppolithum a Pergino Ordinis
Reformatorum strictioris observantiae Divi Francisci, Provinciae Tridentinae Sancti
Vigilii nuncupatae ex-diffinitorem habita ad interpellationem nostram in virtute sacrae
obedientiae authoritate apostolica, alias plane invitum, et ad solitudinem redire
volentem in Aula nostra Caesarea retinuimus et retinemus. Tantam enim in diversis illi
benigne demandatis, et ad menten nostram feliciter peractis commissionibus pro Dei
83
honore, et bono publico fidem et dexteritatem, zelum et fervorem, salva semper pietate,
strictissima regularis observantiae disciplina, et modestia viro religioso digna, neglectis
itidem magnarum difficultatum remoris, et miseriis, quas idcirco saepius subire debuit,
indefesso semper labore per apertum veritatis tramitem exhibuit, et etiamnum inter
moderni temporis motus, Aulaeque nostrae graves et magna ex parte arcanas
occurrentiae peragendis exhibet, ut omnia illi gratia coelitus data fluxisse, et fluere
dignoscantur. Neque nos, neque Augusta nostra coniux citra iacturam ingentis solatii,
auxilii, et consilii, quod tam in spiritualibus, quam aliis gravissimis causis experti sumus
et experimur, praesentia eius cavere, aut a nobis illum dimittere valeamus. Firmiorem
itaque de ulteriori, eaque indubia et necessaria apud nos permansione habituri
certitudinem congruam simul tam magnorum meritorum, et virtutum venerationem
ponderando, proprio sane motu praesentium tenore dictum Patrem Hypolithum, utpote
de nobis, Augusta Domo, et Aula nostra optime meritum, actualem esse, et fuisse
benigne declaramus, qui ab obsequiis nostris (74. //) Caesarei, filiorumque nostrorum
Archiducum Austriae in Aula nostra extitit, et existit, atque deinceps existet, omnibus
praerogativis, et gratiis huic delato munere adnexis plane fruiturus. Quocirca singulis et
universis ecclesiasticis, aut laicis cuiusque illi ordinis, status, gradus, conditionis,
dignitatis, aut praeminentiae, sive in Aula nostra Caesarea, sive alibi fuerint, clementer
ac severe mandamus, ut saepius memoratum Patrem Hypolithum pro tali, qualem nos
illum eligimus, et pro singulari solatio nobis eligimus, recognoscant, tractent, debitum
honorem exhibeant, et venerentur; eique quoties opus fuerit, et desiderabitur, de
omnibus tum quoad victum, quam quoad amictum necessariis, quibus viro nihil ita,
quam paupertatem amanti christiana charitate facile subvenietur, ubique locorum
provideant, et provideri sedulo curent, nec ulla ipsum molestia, impedimento, vel
iniuria, quatenus nostram gravissimam indigantionem evitare voluerint, afficiant aut a
quoquam affici permittant. Exequentur in hiis omnibus clementissimam, seriam et
expressam voluntatem nostram.
Datum in civitate Viennae die decimo octavo mensis decembris, anno millesimo
sexcentesimo octuagesimo quinto, regnorum nostrorum, Romani vigesimo octavo,
Hungarici trigesimo primo, Bohemici vero trigesimo.
Leopoldus
L.S.
Ad mandatum Sac. Caes. Maiestatis proprium
Ioannes Cilers etc.".
Nel 1687 fu mandato da Cesare, suo inviato a papa Innocenzo undecimo da cui fu
fatto e dichiarato discreto perpetuo dell'Ordine senza voto però ne' Capitoli generali.
Predisse al cardinale Pignatelli il pontificato, ed in effetto fu poi Papa Innocenzo XII.
Circa il 1693 ritornando da Roma portò seco a Vienna un intero vestito di Innocenzo XI
col di lui Camauro osia berrettino pontifizio, quale passando per Pergine lo diede a
baciare a Frati. Come discreto perpetuo intervenne a varie nostre Congregazioni e fu
più volte surrogato a diffinitori mancanti, e poi rinunciò totalmente al gius di
surrogazione, e del discretato perpetuo, e tali rinuncie furono prontamente dal
diffinitorio accettate. Verso l'anno Santo fu un'altra volta in Roma, e papa Innocenzo
XII gli fece fabbricare due celle in fondo all'infermeria di s. Francesco a Ripa. Ne' suoi
viaggi per la Germania e per l'Italia ebbe diversi Religiosi della nostra Provincia per
compagni andando con calesse, ed alle volte aveva seco solamente il signor Ippoliti del
Borgo, come successe allorché fu per l'ultima volta in Roma. Bramando gli ministri di
Vienna d'allontanar da quella Corte il P. Ippolito suggerirono all'imperator Leopoldo
84
che sarebbe stato molto a proposito detto padre per riformare li dicasteri d'Inspruch; e
per tal fine fu mandato da Cesare, ed il buon Padre ben volentieri accettò l'ardua
incombenza. Giunto in Inspruch non mancò d'impiegarsi per molto tempo, ma con poco
esito della sua Commissione, e li ministri che lo aveano allontanato dalla Corte, gli
frapposero sempre nuovi intoppi, affinché più non ritornasse in Vienna. Nel 1701
essendo in Inspruch compagno del P. Ippolito il P. Giovanni Cristoforo da s. Michele, e
bramando egli di ritornarsene in Provincia fu spedito da Mezzolombardo fra Michele
Angelo dal Varone col Terziario fra Niccolò da Rumo a levarlo e giunsero in Inspruch li
24 dicembre 1701, e col detto Terziario fece poi P. Giovanni Cristoforo ritorno alla
Provincia, rimanendo fra Michele Angelo per compagno del P. Ippolito. Finalmente
anch'esso accorgendosi della spinosissima ed odiosissima incombenza addossatagli e
che nulla profittava, scrisse alla Corte et ottenne di poter ritornare anch'esso alla sua
Provincia. E così il dì 24 aprile 1702, partì con fra Michele Angelo da Inspruch, ed in
quattro giorni con comodità capitò in Mezzolombardo; d'onde poi a piedi il P. Ippolito
s'istradò per Trento, incontrato fino a Gardolo dal P. Provinciale Simon Pietro da
Cembra. Dopo qualche dimora in Trento si portò in Arco, ove gli fu asse (75. //) gnato
per compagno fra Rocco da Val di Buono; ma non provando salubre quell'aria, dopo
alcuni mesi se ne ritornò a Trento, ove gli fu fabbricata quella cella doppia a canto alla
cappella dell'infermeria verso il monte (quale cella avanti qualche anno è stata demolita)
ed in quella dimorò il buon Padre Ippolito sino alla morte. Molti anni prima di quella
divenne cieco per maggior esercizio della sua religiosa pazienza. Frequentò sebbene
cieco per alcuni anni il refettorio commune, e di poi mangiava nell'infermeria, in cui
sino alla morte ebbe frequenti occasioni di esercitare la sua pazienza ed umiltà, e fino
che poté, per la gran brama che con pontualità si sonasse la notte a mattutino,
massimamente prima che suonassero li Padri Cappuccini, calava dall'infermeria in
dormitorio a chiamare il chierico svegliatore; ed alle volte gli donava qualche
divozione, affinché sonasse pontualmente. Prima che il P. Ippolito si portasse alla Corte
fu dal Signore sollevato a grande orazione, e fu di grande esemplarità; e però nel nono e
decimo anno di religione come sopra si notò, fu fatto pro-maestro de' novizzi; e nel
primo anno cioè nell'anno 1674 essendo pro-maestro in Arco, alla mensa comune
chiamato dal P. Guardiano Vigilio da Val di Buono, vi si ginocchiò davanti, ed ivi
genuflesso ebbe alla vista di tutti come una brievi estasi, sicome ho inteso dal P.
Tommaso da Bresimo che ivi trovavasi novizzo. Così, per relazione del P. Adalberto da
Smarano, che era allora di lui compagno, trovandosi il P. Ippolito in Inspruch fu invitato
da' Padri Gesuiti ad una divota rappresentazione, a cui volentieri intervenne, e sotto di
quella partì il divoto deliquio, per cui fu necessario portarlo fuori con gran consolazione
degli astanti, presso di cui crebbe assai la stima verso il P. Ippolito. Compose prima
d'andare alla Corte certo libretto spirituale intitolato "Rudimenta spirituale" dato alle
stampe in Trento nell'anno 1678 per opera del signor baron Crocina. Annessa alla
Rudimenta spirituale trovasi altra operetta del medesimo Padre col titolo "Horticello di
meditazioni" stampato in Inspruch, lo stesso anno; ma e l'una e l'altra senza il nome del
P. Ippolito. Fu veramente umilissimo, tuttoché per tanti anni tanto familiare e gradito
dall'Augustissimo Leopoldo e da tutta l'augustissima famiglia, come può osservarsi
dalla patente osia diploma rapportato sopra al paragrafo 2; ed a molti altri, ordini,
patenti, lettere, diplomi, passaporti, salvacondotti, che ritrovavansi nell'archivio della
Provincia, in varii ligazzetti. Rifiutò il vescovato allora di Vienna (nell'anno 1722 da
Innocenzo XIII fatto poi arcivescovato) ed in di lui luogo fu allora a quello promosso
monsignor Ruml istruttore dell'Arciduca, e poi imperatore Giuseppe primo. Ebbe
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licenza con Breve epistolare di Innocenzo XII in data 20 luglio 1698 se desiderava di
portarsi da Vienna nella contigua Provincia del Tirolo, e di scegliersi in quella un
convento a sé beneviso, qual grazia gli fu confermata anche da Clemente XI con Breve
epistolare in data 10 maggio 1701, ma non se ne servì, e come sopra si notò, partito da
Inspruch ritornò a questa sua Provincia di Trento, e mai più se ne partì. Visse sempre,
siccome umilissimo, anche poverissimo; né per sé o suoi parenti procurò robba.
L'imperator Leopoldo mandò una collana d'oro alla di lui signora madre e fece cavaliere
del Sagro Romano Impero il di lui nipote, ma solamente "quoad titulum et sine vitulo",
né si curò il P. Ippolito di procurargli veruna carica per potersi mantenere da cavaliere.
Ottenne per la chiesa parrocchiale di Pergine dei candeglieri colla croce tutto d'argento;
ed un intero apparato fatto d'un abito dell'augustissima imperatrice Eleonora, come pure
una bellissima particola della santissima Croce del Signore, che in detta chiesa
conservasi. Quanto poi fosse benemerito il P. Ippolito della nostra Provincia, potrà
facilmente didursi per quanto segue. A di lui persuasione l'augustissimo imperator
Leopoldo, oltre varie lettere fatte scrivere in Roma per la fondazione del convento di
Fiemme, sottopose in occorrenza di bisogno il dazio d'Egna per mantenimento de' Frati.
E perché gli avvocati de' Padri cappuccini dicevano, che le lettere dell'imperatore erano
emendicate, ed ordinarie, per avviso del nostro Procuratore, fu dal P. Ippolito ottenuto
che Cesare vi facesse una poscritta di proprio pugno alla lettera che si mandava per tal
affare all'eminentissimo cardinal Pio protettore de' Stati cesarei, e fu la seguente: "Io
desidero l'effetto di questo negozio con molto desiderio, mentre lo stimo (76. //) per
bene di molte anime; onde non dubito, che lei farà ogni diligenza acciocché si venga al
fine bramato", e con tal mezzo, e colla sottoposizione del dazio sopraddetta si ottenne la
licenza di fondar il convento di Fiemme; e sebbene fu poi spedita dalla Sagra
Congregazione, nientedimeno il decreto fu formato de mandato summi Pontificis a
secretario eiusdem Congregationis, ed il negozio non era stato trattato ultimamente nella
predetta Congregazione (Ex Diario Procuratoris Fratrum Reformatorum, pag. 130); e
così per interposizione e maneggi del P. Ippolito nonostante il decreto contrario uscito
pria in favore de' PP. Cappucini, si fondò il nostro convento di Fiemme per cui dal
medesimo Padre furono procurate anche varie limosine. Sotto il secondo ministrato del
P. Gregorio da Trento, eletto in Arco li 14 aprile 1689 essendo per le precedute replicate
innondazioni della Fersina il nostro convento vecchio di s. Bernardino assai guastato, e
senza gravissima spesa non sembrava potersi rimediare, e con incertezza innoltre di
longa durata, fu trattato in diffinitorio, se era espediente di ripararlo al possibile, oppure
di trasportarlo altrove. Era su di ciò per metà diviso il diffinitorio; tre stavano per la
riparazione e tre per la traslazione. In tal parità di sentimenti contrari fu chiamato mistro
Pollonio celebre capomastro della città, perché considerasse e sinceramente dicesse, se
si poteva fondatamente sperare, che riparandosi il convento fossimo per essere
sufficientemente difesi dalle innonadazioni della Fersina. Oppure se fosse più
espediente l'assicurarsi col trasportare altrove detto convento. Il detto capomastro
portatosi sopra loco e ben considerato il tutto, portò per relazione a Padri, che non
perdessero tempo a procurare la traslazione del convento in luogo opportuno, ed allora
tutti li Padri convennero per la traslazione del convento. Fu poi trattato del luogo in cui
fosse da trasportare il predetto convento; e furono proposti, e progettati tre siti. Primo: il
Fralimano, allora di ragione de' Padri Teatini, e poi da questi venduto sotto il dì 2
ottobre 1727 alle Madri Orsoline, quali vi fondarono poi il presente loro monastero. Il
secondo fu il luogo del Paradiso dirimpetto al convento di s. Francesco de' PP.
Conventuali, di ragione di monsignor vescovo e principe di Trento, che allora era
86
monsignor Giuseppe Vittorio Alberti de Enno, eletto bensì, ma peranche non avea preso
il possesso, e che ancora qualche anno ritardò poi a prenderlo, ed umilmente ricercato,
rispose che si andasse frattanto temporeggiando. Il terzo luogo fu la Torricella,
quondam di casa Madruzza, ma allora già passata in casa Ponte. Vi era il pro e il contra
circa cadauno de' tre luoghi proposti, ed il P. Ippolito, per cui mezzo speravasi di
procurare limosine per la conclusa traslazione, inclinava a far comprare il Frallemano,
divenendo così il convento di Riformati più alla mano a quelli della città ed anche a
stessi Frati per farvi le solite cerche. Prevalse tuttavia l'opinione di procurare la
Torricella del signor Ponte e di lei tenuta per trasportarvi il nostro convento di s.
Bernardino. Procurò pertanto il P. Ippolito la limosina di fiorini 2.500 da sua eccellenza
signor Conte Enrico Stratman gran cancelliere dell'augustissimo imperator Leopoldo,
come poi diede di tal limosina detto Padre avviso al P. Ministro Gregorio da Trento con
una sua da Vienna, sotto il dì 17 ottobre 1689 e colla medesima fu poi procurata
l'effettiva compra della predetta Torricella, e nella di lei tenuta fu poi trasportato il
convento di s. Bernardino117. E passando dopo qualche anno per Trento verso Italia il P.
Ippolito, fu pregato da Frati, a quali sembrava troppo angusta l'ideata chiesa nuova di s.
Bernardino, a procurar qualche limosina, come egli fece, perché venisse aggrandita
l'idea di detta chiesa e ridotta alla presente grandezza. Procurò innoltre due diplomi
cesarei, uno segnato li 24 settembre 1694 e l'altro li 23 marzo 1696 co' quali venisse la
nostra Provincia ricevuta e registrata fra le Provincie che godono la protezione
dell'augustissima Casa d'Austria, e massimamente il nuovo convento di s. Bernardino,
quali diplomi furono confermati dall'imperator Carlo VI e dall'augusta di lui figlia
Teresa primo (77. //) genita maritata col serenissimo Francesco Duca di Lorena, poi
Gran Duca di Toscana e finalmente imperatore Francesco primo118. Procurò innoltre da
Cesare l'aumento del sale per la Provincia. Donò al convento di s. Bernardino una
particola della Santa Croce, quale poi circa l'anno 1758 fu donata alla chiesa
parrocchiale di Meano, ed in quella di s. Bernardino fu riposta altra particola della Santa
Croce con altre insigni reliquie. Finalmente dopo aver dimorato al servizio della corte
cesarea per dodici anni circa, per sovrana disposizione essendo ritornato il buon Padre
Ippolito alla sua Provincia, per vivere e morire tra suoi Religiosi fratelli, l'augustissimo
Cesare o sia l'augusta Casa per congruo suo sostentamento sino alla morte del
medesimo corrispose al convento di s. Bernardino di Trento trecento fiorini annui
coll'obbligo però di celebrare per l'augustissima famiglia annualmente Messe ducento.
Fu il P. Ippolito religioso, che avea fatto bene a tutti, ben purgato con una vita per molti
anni assai penosa e piena, oltre la cecità, di varii altri incomodi. Munito de' santissimi
Sagramenti, e santamente disposto passò poi piamente al Signore nel convento di s.
Bernardino in Trento li 2 gennaro 1715. Dopo la di lui morte si trovarono alcuni Brevi
pontifizi, e varie lettere di rimarco, che il P. Ministro Massimigliano da Trento giudicò
bene consegnarle a signori pronipoti Ippoliti del buon Padre Ippolito. Delle altre lettere
e memorie ne furono fatti più ligazzetti, e riposti nell'archivio della Provincia, colle
quali quando mai occorresse, si potrebbero ampliare le premesse notizie del nostro tanto
benemerito P. Ippolito Ippoliti da Pergine; il di lui ritratto sta riposto nel refettorio del
nostro convento di Pergine, lasciatoci dal di lui pronipote morto Beneficiato di s.
Barbara in Pergine circa l'anno 1760. E la casa paterna della linea Ippoliti del P.
Ippolito, discreto perpetuo dell'Ordine, fu quella che ora possiedono li signori Carli su la
piazza di Pergine, assai migliorata già tempo dal signor dottor Carli di loro genitore.
117
118
Vedi Stenico Remo, I Frati Minori a Trento, pp. 80 e segg.
Questi diplomi si trovano fra i manoscritti della Biblioteca di san Bernardino a Trento.
87
***
In una carta volante posta fra le pagine 76-77 del manoscritto, trovo scritto:
D.O.M.
-Lettera dell'imperator Leopoldo mandata in giro in copia dal P. Ministro
provinciale Francesco da Cles. Trovasi nell'archivio d'Arco-.
"Leopoldus etc.
Honorabili religioso devoto, nobis sincere dilecto P. Hipolytho a Pergino Ordinis s.
Francisci Strictioris Observantiae Provinciae tridentinae nuncupatae, familiari nostro
intimo gratiam nostram caesaream, et omne bonum. Plurimas quidem multo tempore
pro clementissima ab Aula nostra discedendi licentia humillimas fecisti; et nunc vel
maxime facis instantias: attamen nos optime memores triennio ab hinc quando omnibus
modis ad solitudinem redire anhelabas, habita virtute sanctae obedientiae et auctoritate
apostolica te vel invitum retinuerimus; qua pro Dei honore, et bono publico, in rebus
tum arcanis tum aliis fidelissima praestiteris servitia; quem verbis et factis monstraveris,
et monstres spiritum veritatis, qua inter sat graves, et rerum modernarum et
praeteritarum turbines a te semper fluxerit solatii spiritualis, consilii, et auxilii
affluentia; quo redux Roma caractere hucusque in Aula latueris, et quas ob
clementissimam personae tuae, virtutumque singualrium existimationem die decima
octava mensis decembris anno millesimo sexcentesimo octuagesimo quinto ad notitiam
universorum statuentes dederimus, minime suffragandum esse duximus, ut cum iactura
humillimae praesentiae tuae te careamus. Ne vero plenum meritis praeter meritum te
existimari arbitraris, aliquo te saltem pio solecitudinis refrigerio dignari volentes, id
tandem perbenigne concedimus, ut extra urbem viennensem in Austria in monasterium
non adeo dissitum pro commoditate nostri servitii, ac piae intentionis tuae tibi eligas,
ibidemque ad obsequia nostra semper paratus cum plena libertate vocatus, aut non
vocatus, si ita visum fuerit, Viennam veniendi, indeque redeundi, persistas. Ubi pro te,
socio religioso, et famulo (si hoc opus fuerit) de omnibus necessariis, nec non de viarum
sumptibus, quoties itinerandum fuerit, benigne providebimus, hisce declarantes te
intimum nostrum familiarem, salvo manente etiam Viennae cubiculo aulico, quod
huscusque habuisti et habes. Salvis itidem memoratis nostris patentibus die decima
octava decembris anno millesimo sexcentesimo octuagensimo quinto emanatis. Quibus
quoad reliqua ne vel in minimum derogatum esse, sed te ab omnibus et singulis tam in,
quam extra monasteria pro tali qualem te fecimus et facimus, haberi, recognosci et
venerari clementissime volumus, et serio mandamus. Datum 15 februarii 1688".
D.O.M.
P. Pietro Antonio da Venezia, libro 2, pag. 84, trattando come la Provincia di s.
Vigilio dopo separatasi si aumentò, l'anno 1688 scrive sicché in pochi anni arrivarono i
Religiosi a numero e stato tale, che non solamente poterono con molta facilità
sovvenire, aiutare, e sodifar come prima i popoli di quel paese, colle confessioni,
predicazioni, Messe ed altri offizi di pietà, ma accorrere anche in altre parti e Provincie
con impieghi riguardevoli di prediche, di letture, Guardianati di Costantinopoli,
Missioni di Terra Santa, Cipro, Albania, Transilvania, Val di Lucerna. E di presente
sono fuori molti soggetti impiegati in cariche molto onorevoli. Fra quali il P. Ippolito di
Pergine presso sua maestà cesarea Leopoldo primo... tanta sodisfazione alla medesima
che l'ha dichiarato suo benemerito di tutta la Casa d'Austria ed Aula imperiale
88
servendosene con grandissima familiarità negli affari più segreti, e commissioni ed
ambascierie riguardevoli, sino presso la Santità di N. S. Papa Innocenzo XI come fu
l'anno 1687. NB. Fu detto, che il motivo per cui fu chiamato in Corte dal serenissimo
Duca di Lorena in Inspruch sia stato questo: Mentre il P. Ippolito era in s. Bernardino
vecchio, credesi sagrestano ecc. ecc."119.
217. P. Raffaello da Tesero, Zeno Zeni, battezzato 18 dicembre 1633, vestito solo,
in Cles li 26 ottobre 1659, essendovi Guardiano P. Giovanni Battista d'Avio, maestro il
P. Andrea d'Arco. Nel 1678 fu Vicario in Arco del P. Guardiano Sigismondo Ceschi dal
Borgo. Nel 1685 fu Vicario in Pergine del P. Guardiano Egidio da Segno. Nel 1690 fu
Guardiano di Cavalese. Nel 1693 dall'aprile sino al novembre fu Vicario in Cles del P.
Guardiano Aquilino Bertoldi da Cles. Nel 1698 fu Vicario in Cavalese del P. Guardiano
Serafino Cristani da Rallo. Fu buon religioso, scrittore di Messe per le cantorie. Dopo
essere stato molti anni impotente in infermeria, e dopo aver ricevuti li santissimi
Sagramenti, e ben disposto, passò piamente al Signore, Trento 13 gennaro 1715.
218. P. Grisogono da Levico, Marco Girolamo Nicati120, battezzato 21 luglio
1635, vestito, solo, in Cles 15 ottobre 1658, essendovi Guardiano il P. Giovanni Battista
d'Avio e maestro P. Andrea d'Arco. Nel 1669 fu Vicario in Pergine del P. Guardiano
Amadio da Villamontagna. Nel 1670 fu ivi Guardiano. Nel 1673 e 1674 fu Vicario in
Cles e maestro de' novizzi. Nel 1677 e due seguenti fu confessore delle monache di
Roveredo. Nel 1684 fu presidente in Fiemme. Nel 1685 e 1686 fu Vicario in Cles e
maestro de' novizzi. Nel 1687 e 1688 fu Vicario in Trento, il primo anno del P.
Guardiano Massimigliano da Trento, il secondo del P. Guardiano Prospero dal Borgo.
Negli anni 1690 e 16911 fu Guardiano in Cles. Nel 1693 dal 7 aprile, avendo rinunciato
la vicarìa di Pergine il P. Flaviano dall'Armi da Trento, gli fu sostituito il P. Crisogono.
Nel 1695 fu di nuovo Vicario di Pergine del P. Guardiano Antonino da Trento. Nel
1696 fu di nuovo Vicario in Trento del P. Guardiano Bartolommeo da Roveredo. Nel
1699 fu Vicario in Campo del P. Guardiano Riccardo dal Varone. Nel 1702 fu di nuovo
Vicario in Pergine del P. Guardiano Accursio Brasavaola d'Avio. Finalmente dopo
essere stato molti anni in infermeria impotente, e dopo lunga e penosa infermità, passò
ben disposto piamente al Signore, Trento 28 marzo 1715.
(78. //)
maggio.
1715. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Pergine li 14
219. P. Bernardino da Storo, Bernardo Parisino, battezzato 16 febbraio 1634,
vestito in Cles con un altro li 6 maggio 1654 essendovi Guardiano il P. Francesco
Turcato da Trento e maestro il P. Andrea d'Arco. Fu poi studente in Toscana e nel 1664
era in Arezzo. Nel 1673 fu Vicario in Campo del P. Guardiano Giovanni Grisostomo
Strauz dal Borgo. Nel 1680 e 1681 fu di nuovo Vicario in Campo del P. Guardiano
Egidio da Segno. Passò per buon predicatore al suo tempo. Nel giugno dl 1710 essendo
Guardiano di s. Bernardino il P. Adriano da Lardaro cantò ivi il P. Bernardino la sua
seconda Messa. Finalmente aggravato dagli anni e da varii incomodi, per cui più anni
stette impotente nell'infermeria, passò ivi piamente al Signore, Trento 15 giugno 1715.
119
120
Ripete quanto detto sopra.
Nel manoscritto: Nicato.
89
220. Fra Damiano da Magras121, Giovanni Carlo Carelli122, in Val di Sole,
battezzato 28 marzo 1675, vestito in Borgo con altri per laico il dì 20 maggio 1699
essendovi Guardiano il P. Maurizio dal Borgo, Vicario e maestro il P. Michele Serbato
da Roveredo. Divenne infermiere e dopo molti anni sopraffatto da febbre etica fu
mandato dal Borgo all'infermeria, per cui e per l'orto andava con una pignatella in
mano, gettando in quella lo sputo. Finalmente dopo un anno e mezzo d'infermità di
etichisia, passò piamente al Signore, Trento 14 settembre 1715.
221. P. Davide da Cognola, Girolamo figlio di Matteo Pedrotti123, battezzato li 7
luglio 1636, vestito con un altro in Cles li 6 maggio 1656 essendovi Guardiano il P.
Valerio da Cembra e maestro il P. Andrea d'Arco. Nel 1671 fu Guardiano in Pergine.
Nel 1674 fu Vicario in Roveredo del P. Guardiano Bartolommeo Monte da Roveredo.
Nel 1675 fu Vicario in Arco del P. Guardiano Vigilio da Val di Buono. Nel 1676 fu
lettore di morale in Mezzolombardo. Nel Capitolo del 1677 fu eletto diffinitore e dicesi
"predicatore e lettore". Nel 1680 fu Vicario in Borgo del P. Guardiano Aurelio Agostino
da Tuenno. Nel 1684 fu Vicario in Mezzolombardo del P. Guardiano Orazio da
Fiemme. Negli anni 1685 e 1686 fu Guardiano in Mezzolombardo. nel 1693 dal
novembre sino al 1695 fu Vicario in Cles del P. Guardiano Attanasio da Cloz. Nel 1699
fu Vicario in Roveredo del P. Guardiano Giorgio Turcato da Trento. Nel 1700 fu ivi
Guardiano. Nel Capitolo del 1701 fu di nuovo eletto diffinitore. Fu esorcista molto
buono. Per molti anni fu visitato dall'incomodo della cecità, e frequentava nientedimeno
il coro e refettorio comune in s. Bernardino. Finalmente ritiratosi totalmente in
infermeria, passò piamente al Signore, Trento 6 gennaro 1716.
222. P. Girolamo da s. Felice di Salò, Lucido Robusti, nipote del P. Alessandro
Salvadori di Riva ex parte matris, battezzato 22 agosto 1659, vestito con altri in Cles li
11 giugno 1681 essendovi Guardiano il P. Francesco da Cles e maestro il P. Maurizio
dal Borgo Vicario. Ebbe lettore in filosofia e teologia il P. Girolamo dalla Giudicaria.
Nel 1697 fu Guardiano di Campo. Nel 1698 fu Vicario in Arco del P. Guardiano
Tommaso da Bresimo. Dopo 'l vicariato d'Arco per qualche anno si portò a predicare in
Italia; d'onde ritornato fu fatto Vicario in Mezzolombardo, nel 1709 del P. Guardiano
Giovanni Battista da Cis. Nel 1710 fu Vicario in Pergine del P. Guardiano Raimondo
Bertoni da Pergine. Nel 1711 e 1712 fu Guardiano di Pergine. Nel Capitolo del 1713 fu
eletto diffinitore. Fu assai buon predicatore quotidiano. Nel 1715 l'Avvento predicò in
Sacco, e destinatovi per la seguente Quaresima del 1716 fu sopraffatto da infermità, da
cui si riebbe, ma poco dopo ricaduto nel 40° ottavo della recidiva, oppresso da mal di
petto e tisia, passò piamente al Signore diffinitore attuale, in Roveredo la sera de' 30
marzo 1716.
(79. //) 1716. Dal Capitolo ventesimoquinto celebrato in Roveredo li 24 giugno, in
cui fu eletto Ministro il P. Andrea Balducci da Prezzo124 di Val di Buono.
223. P. Stefano da Roncone, Antonio Loli, battezzato 8 maggio 1663, vestito con
un altro in Cles 26 ottobre 1681, essendovi Guardiano il P. Francesco da Cles, vicario e
121
Nel manoscritto: Magrasso.
Nel manoscritto: Carello.
123
Nel manoscritto: Pedrot.
124
Nel manoscritto: Prez.
122
90
maestro il P. Maurizio dal Borgo. Nel 1696 fu Vicario in Campo del P. Guardiano
Giovanni Paolo Sembenico da Mori. Nel 1700 fu Guardiano in Campo. Nel 1710 fu di
nuovo Vicario in Campo del P. Guardiano Benedetto da Val di Buono. Nel 1711 fu di
nuovo Guardiano di Campo. Trovandosi poi di famiglia in Pergine, contrasse la febbre
maligna per aver assistito ad un'inferma oppressa dalla malignità125 Fu tosto condotto
all'infermeria, ove dopo pochi giorni munito de' santissimi Sagramenti e ben disposto,
passò al Signore piamente, Trento 28 ottobre 1716
224. P. Accursio d'Avio, Francesco Brasavola, battezzato 2 settembre 1659,
vestito, solo, in Cles, il primo ottobre 1681 essendovi Guardiano il P. Francesco da
Cles, Vicario e maestro il P. Maurizio dal Borgo. Nel 1699 fu fatto Vicario in Pergine
del P. Guardiano Eusebio da Cognola. Nel 1702 fu ivi Guardiano. Nel 1703 fu deputato
di Cavalese Vicario, ma rinunciò. Nel 1705 fu fatto Guardiano di Campo. Nel 1706 fu
eletto Guardiano di Pergine, ma rinunciò. Nel 1707 fu Vicario in Campo del P.
Guardiano Giovanni Paolo da Mori. Finalmente trovandosi di famiglia in Arco, fu
sopraffatto da gravissima infermità della diffusione dell'atra bile, ed in tre giorni,
munito [de' santissimi Sagramenti] passò al Signore, Arco primo dicembre 1716.
225. Fra Berardo da Trento, Giacomo Guelmi detti Zoccolari, battezzato 11
maggio 1676, vestito, solo, in Cles per laico 13 aprile 1698. Divenne infermiere assai
buono. Fu nel noviziato di lui Guardiano il P. Aurelio Agostino da Tuenno e maestro il
P. Simon Pietro Barbi da Cembra. Fu compagno del P. Marcellino da Cles visitatore
della Provincia del Tirolo nel 1707. Trovandosi poi di famiglia in Fiemme oppresso da
mortale infermità e ben disposto, passò al Signore, Cavalese 4 dicembre 1716.
1717. Dalla prima Congregazione intermedia fatta in Trento li 3 maggio.
226. Fra Sisinio da Roncone, Giovanni Prandini, battezzato 22 marzo 1652,
vestito in Arco per laico li 17 settembre 1673, essendovi Guardiano il P. Giacinto da
Besenello, Vicario e maestro il P. Amadio da Villa Montagna. Reso dopo molti anni
zoppo da sciatica, per liberarsene si portò a Cancelli nell'Umbria. Cadde poi da colpo
apopletico la mattina circa le ore dieci li 19 ottobre; per assistergli venne d Arco fra
Valentino infermiere; durò circa tre giorni, e munito de' santissimi Sagramenti, ben
disposto passò al Signore nel convento di Campo ove eravi dimorato molti anni; Campo
22 ottobre 1717.
227. P. Bonifacio da Malgolo, Carlo Lodovico Betta, battezzato 9 gennaro 1643,
vestito con altri in Cles li 2 maggio 1662, essendovi Guardiano il P. Giovanni Battista
d'Avio, Vicario e maestro il P. Giuseppe da Roveredo. Nel 1676 e 1677 fu Guardiano in
Borgo, e fece far ivi il provincialato, aiutato colla celebrazione di sante Messe dal P.
Generale de' Gesuiti. Dopo molti anni a giorni nostri da un nostro Religioso supplicato
il Generale de' Gesuiti di certo numero di Messe ex mera charitate et in supplementum,
pro illa vice le fece supplire. Ultimamente circa il 1747 essendo un nostro Guardiano
ricorso al Generale della predetta Compagnia per qualche sussidio di Messe per le
occorrenze del convento, gli fece rispondere, che per nova disposizione della (80. //)
Compagnia, non fa il Preposito generale applicar da suoi Religiosi per esteri Messe pro
125
Malattia infettiva, contagiosa.
91
elemosyna. Nel 1678 fu Vicario in Campo del P. Guardiano Eusebio da Cognola. Nel
1679 e 1680 fu fatto Guardiano di Pergine. Nel 1690 fu Vicario in Cles del P.
Guardiano Casimiro da Trento. Nel 1693 dal novembre fu eletto Guardiano di Cavalese.
nel 1695 Guardiano di Roveredo. Nel 1697 Guardiano di Arco. Nel 1698 Guardiano di
Pergine. Arrischiatosi poi di mettere il mercurio per guardarsi dall'immondezza, fu
sopraffatto da molestissima infermità, e ridotto come attratto, ed in tale stato fu per
qualche anno in Roveredo, ed indi condotto all'infermeria, dopo alcuni anni, sempre
rassegnato, munito de' santissimi Sagramenti, e ben disposto, passò al Signore, Trento
primo dicembre 1717. Da giovane fu alla visita del santuario d'Assisi col P. Giorgio
Turcato da Trento, e nel 1675 fu nel convento degli Angeli in Napoli, non si sa, se per
studiare, e se col predetto P. Giorgio.
228. Fra Francesco da Cavalese, Giovanni Giacomo Bonelli detti Furlanelli,
battezzato 9 aprile 1642, vestito per laico in Cles con altri li 2 settembre 1674 essendovi
Guardiano il P. Francesco da Cles, Vicario e maestro il P. Grisogono da Levico. Fu
schiavo, per quanto ho più volte inteso, prima di farsi Religioso, ed altra volta dopo
essere Frate ma non si sa ove e quando. Fu ottimo Religioso, con cui fui di famiglia in
Roveredo per due anni avanti l'ultimo di sua vita. Si pestava il pane e lo conservava in
un sacchetto, non avendo denti; e si mortificava assai nel mangiare, poche volte
prendendo la pittanza126. Anche negli ultimi anni, quantunque mezzo storpio e
malconcio ne' piedi, faticava come poteva, per il convento da supplimentario. Dopo
essere stato più anni in Roveredo, fu nel 1717 posto di famiglia in Mezzolombardo, e
per viaggio, come l'osservai, non ebbe altro, che per bastone una ferletta127 ed un Santo
del Remondini attorniato a quella, senza sporta. Carico d'anni, laico di vita molto
esemplare, e come fu detto, di gran astinenza, passò piamente al Signore in
Mezzolombardo 6 febbraio 1718.
229. Fra Raffaello da Tesero, Giovanni Battista de' Piazzi detti dal Polo,
battezzato 6 gennaro 1697, vestito chierico con altri in Cles li 14 settembre 1715
essendovi Guardiano il P. Giovanni Francesco da Nogaré, Vicario e Maestro il P.
Andrea da Val di Buono Custode. Nel 1717 fu posto in Roveredo sotto 'l P. Ilario da
Besenello lettore di logica. E dopo alcuni mesi infermatosi fu mandato all'infermeria,
d'onde si portò a Cles col P. ex-provinciale Marcellino a bere le acidole, ma nulla li
giovarono. Era molto occupato dalla malinconia, per altro molto rassegnato, ubbidente,
e paziente. Consumato poi da febbre etica, e munito de' santissimi Sagramenti, passò
piamente al Signore, Trento 19 febbraro 1718.
1718. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Arco li 11 maggio.
230. P. Giovanni Battista da Cis in Val di Sole, Antonio Zadra, battezzato 27
settembre 1671, vestito con altri in Pergine li 3 giugno 1691 essendovi Guardiano il P.
Abbondanzo da Val di Buono e maestro il P. Maurizio dal Borgo. Studiò la filosofia
sotto 'l P. Girolamo dalla Giudicaria, nel secondo corso, e la teologia sotto il P. Vicenzo
Capra dal Borgo. Nel 1706 fu fatto Guardiano di Mezzolombardo. Nel 1708 fu ivi
Vicario del P. Guardiano Stanislao Cemi da Tuenno. Nel 1709 e 1710 fu di nuovo
Guardiano di Mezzolombardo. Nel 1713 e 1714 fu Vicario n Fiemme del P. Guardiano
126
127
La carne.
Piccola gruccia.
92
Angelo Ignazio da Tesero. nel 1716 e 1717 fu Guardiano di Pergine. Posto poi nel 1718
di famiglia in Borgo, dopo sette giorni di doglia, munito de' santissimi Sagramenti, ben
disposto, passò piamente al Signore, in Borgo 28 novembre 1718.
231. (81. //) Fra Marco da Crosano in Brentonico, Giovanni Giacomo Carlina,
battezzato 19 giugno 1660, vestito Terziario nel 1687 e poi per laico vestito, solo, in
Pergine li 15 maggio 1690, essendovi Guardiano e maestro il P. Maurizio dal Borgo.
Tagliapietra eccellente. Essendo cercatore in Mezzolombardo, e ritornando dalla cerca
fatta in Giovo, lasciata la strada maestra, si avviò per un sentiero, e scendendo per un
crocetto, o sia lasta essendovi la neve, mancatigli i piedi sdrucciolò nella valle sopra
Faedo128, e restò morto. Venuto poi frat'Andrea da Rumo Terziario di lui compagno, e
datone avviso al P. Guardiano di Mezzolombardo Lodovico da Mezzotedesco, questi vi
si portò con fra Michele Angelo da Varone, e fu condotto il cadavere privatamente al
convento predetto, ed in quello sepolto. Fu laico esemplare, e civile; morì sopra Faé di
s. Michele 10 febbraro 1719.
232. P. Aquilino da Cles, Giovanni Udalrico Bertoldi, battezzato 9 gennaro
1653, vestito, solo, in Cles 17 settembre 1671, essendovi Guardiano il P. Giovanni
Battista d'Avio, Vicario e maestro il P. Giacinto da Besenello. Per qualche anno fu
studente in Genova col P. Tommaso da Bresimo, portatovisi per via delle vedrete di Val
di Sole. Nel 1686 fu Vicario in Campo del P. Guardiano Quirico Ferrari da Poia. Nel
1689 fu primo Vicario in Cavalese del primo Guardiano P. Michele da Roveredo. Nel
1690 fu Guardiano di Campo. Nel 1693 dall'aprile fu Guardiano di Cles. Dal novembre
del 1693 sino al 1695 fu Guardiano di Mezzolombardo. Nel 1695 fu Vicario in Arco del
P. Guardiano Riccardo dal Varone. Nel 1696 fu Guardiano di Cavalese. Sopraffatto poi
dalla podagra, chiragra, ed altri incomodi, fu condotto all'infermeria, ove per qualche
anno dimoratovi, passò piamente al Signore, Trento 227 marzo 1719.
1719. Dal Capitolo ventesimo sesto fatto in Roveredo li 19 giugno in cui fu eletto
Ministro il P. Antonio Maria Dusetti da Cavareno.
233. Fra Nicollò da Panchià, Varesco detto Muffa, battezzato 17 settembre 1665,
vestito Terziario nell'ottobre 1689, passò, per isbocco di sangue, al Signore in
Mezzolombardo il primo luglio 1719.
234. Fra Masseo da Fierozzo, Vito Gozzer, battezzato 18 settembre 1629, vestito,
solo, in Cles per laico li 20 giugno 1659. Assai buon religioso e bramoso di faticare,
quantunque da molti anni impotente. Nonagenario passò piamente al Signore in Borgo 2
agosto 1719.
235. P. Giovanni Pietro da Besenello, Giovanni Paolo Poli (cugino del P.
Giacinto Poli morto nel 1705), battezzato 26 gennaro 1657, vestito in Cles con un altro
li 8 giugno 1680. Ebbe sempre per lettore in filosofia e teologia il P. Simon Pietro Barbi
da Cembra. E per Guardiano nel noviziato il P. Francesco Dusini da Cles, Vicario e
maestro il P. Maurizio dal Borgo. Nel 1689 fu istituito lettore di logica in Borgo, e non
si sa perché poi non abbia proseguito. Nel 1692 fu Vicario in Pergine del P. Guardiano
128
Nel manoscritto: Faé.
93
Bonaventura Nocher dal Borgo. Nel 1693 dal novembre, avendo rinunciata il P.
Bernardo da Cavedine la guardianìa di Campo, gli fu sostituito il P. Giovanni Pietro
fino al 1695. Nel 1699 fu Vicario in Cles del P. Guardiano Gabriello Cassina da Trento.
Nel 1700 fu ivi pro-maestro. Nel 1701 fu ivi di nuovo pro-maestro e Vicario del P.
Guardiano Alessandro da Riva. Nel 1704 ivi di nuovo pro-maestro. Nel 1706 fu Vicario
in Trento del P. Guardiano Andrea da Val di Buono. Nel 1707 fu Vicario in Arco del P.
Guardiano Serafino da Rallo. Nel 1713 fu di nuovo ivi Vicario del P. Guardiano Filippo
Valentini da Rallo. Fu assai capace di canto fermo, ed ottimo religioso. Finalmente
trovandosi di famiglia in Roveredo, munito de' santissimi Sagramenti, e ben disposto,
passò piamente al Signore, Roveredo 6 agosto 1719.
236. (82. //) Fra Romualdo da Condino, Girolamo Butterini129 da Sassolo in
Condino, battezzato 30 settembre 1643, vestito per laico in Cles con molti altri li 17
settembre 1672 essendovi Guardiano e Maestro il P. Giacinto da Besenello, Vicario e
pro-maestro il P. Giovanni Battista da Strigno. Religioso assai buono e semplice. Fu
compagno di più Provinciali, cioè del P. Simon Pietro Barbi da Cembra, e del P.
Girolamo dalla Giudicaria nel di lui secondo provincialato. Passò al Signore in Trento
27 settembre 1719.
237. Fra Giunipero da Primiero, Giacomo Trotter da Fiera in Primiero,
battezzato 12 agosto 1642, vestito, solo, in Cles per laico 15 giugno 1672 essendovi
Guardiano e maestro il P. Giacinto da Besenello, Vicario e pro-maestro il P. Giovanni
Battista da Strigno. Fu buon sartore e buon religioso e passò al Signore in Roveredo 28
dicembre 1719.
238. P. Bonaventura da Romeno, don Giacomo de' Romedi detti Furlani,
battezzato 6 gennaro 1671, vestito in Cles con altri 19 giugno 1695; fu per molto tempo
pazzo e posto nella custodia130 di Pergine, ove passò al Signore 20 gennaro 1720. Studiò
sotto il P. Teodoro da Rumo. E nel noviziato fu di lui Guardiano il P. Egidio da Segno,
e maestro il P. Simon Pietro da Cembra.
239. Fra Gervasio da Campo di Denno131, Tommaso Zanoni, battezzato 22
dicembre 1662; vestito, solo, per laico in Cles li 24 agosto 1684 essendovi Guardiano il
P. Celestino dal Borgo, Vicario e maestro il P. Amadio da Villa Montagna diffinitore.
Chiamavasi fra Brugnòcola da secolari, per certo tumore che avea sul capo. Essendo di
famiglia in Fiemme gli sopraggiunse una certa piaghetta in una gamba, che poi se gli
fece cancrena; ed indi sfacello, per cui dovette morire, munito de' [santissimi
Sagramenti] e ben disposto, Cavalese 31 marzo 1720.
240. P. Giorgio da Trento, Stefano Turcato di quelli di santa Maddalena (credesi
nipote del P. Francesco Turcato da Trento morto il primo di maggio 1658), battezzato
21 agosto 1644, vestito con un altro in Pergine il primo di maggio 1662 essendovi
Guardiano e maestro il P. Giacinto da Besenello. Nel 1670 fu istituito lettore pro
opportunitate132. Del 1677 fu Vicario in Roveredo del P. Guardiano Giovanni Battista
129
Anche Botterini.
Nel locale prigione del convento.
131
Campodenno.
132
All’occorrenza.
130
94
d'Avio. Nel 1678 fu fatto Guardiano di Mezzolombardo. Nel 1679 fu Vicario in Trento
del P. Guardiano Pietro Paolo da Val di Buono. Da giovane fu alla visita del santuario
d'Assisi col P. Bonifacio Betta da Malgol. Nel Capitolo del 1680 fu fatto diffinitore e
dicesi "Concionator et lector". Nel Capitolo del 1683 fu eletto Custode. Nel 1691 fu
Vicario in Mezzolombardo del P. Guardiano Attanasio da Cloz. Nel 1692 fu Guardiano
in Campo. Nel 1698 e 1699 fu Guardiano di Roveredo. Nel 1700 fu Vicario in
Mezzolombardo del P. Guardiano Giovanni Cristoforo da s. Michele e nel 1701 fu ivi
Vicario del P. Guardiano Bartolommeo da Roveredo. Nel 1704 3 1705 fu Guardiano
d'Arco. Nel 1710 fu ivi Vicario del P. Romedio da Cles. Nel 1711 fu ivi Vicario del P.
Guardiano Domenico Passerini da Besagno. Nel 1718 cantò alle Grazie la sua seconda
Messa, essendovi Guardiano il primo anno il P. Pasquale da Roveredo. E nel secondo
giorno di Pasqua dell'anno 1720 dicendo l'ultima Messa nella chiesa delle Grazie, fu
sopraffatto da rilascio della rottura, per cui appena poté finire la Messa, e condotto in
fretta dall'altare in sacristia ed indi in cella, durò in vita circa 24 ore. Si confessò a
mezza la mattina seguente, e dopo Sesta e Nona, circa le ore undici, in fretta ed ad un
senso solo ricevette dal P. Agostino da Brez l'Estrema Unzione, ed essendovi io pure
presente, piamente passò al Signore, Arco 3 aprile 1720. Ed osservai che in agonia gli
fu accesa e data in mano la candela originale della Venerabile Madre e tosto egli aperse
gli occhi e guardò assai fisso il suddetto P. Agostino, e poi calati, rese l'anima a Dio.
NB. Il detto P. Giorgio essendo una volta ridotto agli estremi, e già agonizzante,
frattanto che si recitavano le preci consuete della raccomandazione dell'anima, gli fu
suggerito di ricorrere al patrocinio della Venerabile Madre e [Maria Giovanna dalla
Croce]. Lo fece col cuore e subito riacquistò colla loquella e sanità le forze primiere.
Così dalla vita della Venerabile, part. seconda, cap. 23, pag. 377 (Proc. H. fol. 170 e
segg.), ultimamente stampata.
241. P. Benedetto da Prezzo in Val di Buono, Antonio Zanotti, battezzato 27
dicembre 1661. Vestito in Cles con altri 17 maggio 1681, essendovi Guardiano il P.
Francesco da Cles, Vicario e (83. //) maestro P. Maurizio dal Borgo. Studiò poi sotto il
P. Girolamo da Giudicaria. Nel 1693 dal novembre fu Vicario in Mezzolombardo del P.
Guardiano Aquilino da Cles. Nel 1695 fu Guardiano di Campo. Nel 1696 fu Vicario di
Cles del P. Guardiano Giorgio Martino da Predazzo. Nel 1697 fu Vicario in Campo del
P. Guardiano Girolamo Robusti da s. Felice di Salò. Nel 1698 fu ivi Guardiano di
Nuovo. Nel 1701 avendo rinunciata il P. Maurizio dal Borgo la guardianìa d'Arco, gli fu
sostituito il P. Benedetto. Nel 1703 fu Vicario in Roveredo del P. Guardiano Ignazio da
Civezzano. Nel 1704 avendo rinunciato la guardianìa del Borgo il P. Ignazio da
Civezzano gli fu sostituito il P. Benedetto. Nel 1705 fu confermato Guardiano in Borgo.
Nel 1706 avendo rinunciato il P. Accursio d'Avio la guardianìa di Pergine, gli fu
sostituito il P. Benedetto, che prima eravi designato Vicario. Nel 1708 fu fatto di nuovo
Vicario di Campo del P. Guardiano Cherubino Cappelletti133 da Trento. Nel 1709 e 1710
fu di nuovo Guardiano di Campo. Nel 1713 fu Vicario in Pergine del P. Guardiano
Giacomo Bontadi da Varignano. Nel 1714 fu di nuovo Guardiano d'Arco. Del 1715 fu
la quarta volta Guardiano di Campo ad annum. Nel 1719 fu posto di famiglia in Trento,
e la primavera, sopraffatto da pochi giorni d'infermità, munito de' santissimi
Sagramenti, e ben disposto, passò al Signore, Trento 3 aprile 1720.
133
Nel manoscritto: Cappelleto.
95
242. P. Girolamo da Vigo di Lomas in Giudicaria, Paolo Guglielmi poi detti dal
Ponte, ultimamente Foroni, battezzato primo maggio 1644, vestito, solo, in Cles li 4
ottobre 1666 essendovi Guardiano il P. Egidio da Segno, Vicario e maestro il P.
Giacinto da Besenello. Fu poi per qualche anno studente in Vienna ed anche per alcuni
anni coadiutore nelle Missioni di Val di Luserna nel Piemonte. Ritornato in Provincia,
fu fatto lettore nel 1681 in Arco di logica co' seguenti studenti chierici: frati Carlo
Emmanuello da Prezzo, Benedetto da Prezzo, Girolamo da s. Felice, Accursio d'Avio e
Stefano da Roncone a quali insegnò fisica ed animastica. Nel 1685 fu istituito lettore di
teologia e la insegnò tre anni in Roveredo, ed il quarto nel 1688 in Mezzolombardo. E
nel Capitolo del 1686 era stato fatto diffinitore. Nel Capitolo fatto in Arco nel 1689 fu
eletto Guardiano del Borgo. Del 1690 fu fatto Guardiano d'Arco. Nel 1691 fu in Trento
lettore di morale e mistica. Nel Capitolo del 1692 fu fatto per tre anni lettore di filosofia
di secondo corso de' seguenti chierici: frati Giovanni Grisostomo d'Arsio, Anselmo da
Trento, Cherubino da Trento, Valerio Evangelico da Preghena134 e Giovanni Battista da
Cis. Nel 1694 il dì 16 settembre avendo rinunciata la guardianìa di Roveredo il P.
Lodovico Ingenuino Fantini da Val di Buono gli fu sostituito il P. Girolamo. Nel
Capitolo del 1695 fu eletto Ministro provinciale e prese per segretario il P. Serafino
Cristani da Rallo. Nel Capitolo del 1699 fu Guardiano di Mezzolombardo. Nel 1700
Guardiano del Borgo. Nel capitolo del 1701 fu per la seconda volta fatto diffinitore. Nel
1704 fu lettore di morale a Trento. Nel 1705-1707 fu deputato confessore delle monache
di Roveredo. Nel Capitolo del 1707 fu eletto Custode. Nel Capitolo del 1710 fu eletto
per la seconda volta Provinciale e nel primo anno prese per segretario il P. Zaccaria
Fener da Roveredo della Luna, e nelli due seguenti prese il P. Prospero Riccabona da
Riva, e per compagno fra Romualdo da Condino. Nel 1713 terminato il provincialato fu
posto di famiglia in Roveredo, e ivi si fermò fino al 1718 in cui fu collocato in Trento.
Nel Capitolo delli 19 giugno 1719 fu confermato in Trento, ove la primavera seguente
dopo brevissima infermità di pochi giorni di doglia assai gagliarda, munito de'
santissimi Sagramenti e ben disposto, passò piamente al Signore. Esemplare ed ottimo
Religioso, e Padre veramente benemerito della Provincia. Trento 5 aprile 1720.
(84. //) 1720. Dalla prima Congregazione intermedia fatta in Pergine 28 aprile.
243. P. Gasparo da Cembra, Giovanni Battista Coret, battezzato 26 maggio
1680, vestito in Cles con altri li 22 settembre 1700 essendovi Guardiano il P. Gabriello
Cassina da Trento, Vicario e maestro il P. Tommaso Pancheri da Bresimo. Nel 1702
ebbe in Borgo lettore di logica il P. Valerio da Preghena, che poi rinunciò per infermità.
Nel 1703 ebbe in Pergine lettore di fisica e nel 1704 di animastica il P. Teodoro da
Rumo. Nel 1705 ebbe ivi lo stesso lettore di teologia primo anno. Nel 1706 lo ebbe il
secondo anno in Mezzolombardo. Nel 1707 ebbe in Roveredo nel terzo anno di teologia
co-lettori il P. Filippo da Rallo ed il P. Giulio Francesco da Cetto lettore bresciano. Nel
1717 fu sostituito Vicario di Campo al P. Giuseppe Antonio da Ravazzone, il quale era
stato fatto Vicario di Campo; ma poi per aver rinunciata, o sia per non aver accettata il
P. Lodovico da Mezzotedesco la guardianìa di Mezzolombardo, in di lui vece fu
deputato Guardiano il predetto P. Giuseppe Antonio. Nel 1720 partì da Cavalese
destinato di famiglia in Cles e passando per Cembra, e visitati li parenti, prima di andar
in Cles si portò all'infermeria di Trento per farvi una buona purga. Ma sopraffatto ivi da
134
Nel manoscritto è scritto talvolta Pregenna o Preghenna; noi abbiamo normalizzato sempre in
Preghena.
96
mortale infermità, munito de' santissimi Sagramenti, e tutto rassegnato, passò piamente
al Signore, Trento 17 maggio 1720.
244. Fra Martino da Val Camonica, Marco Simbenelli135 da Zoano di Dalegno
in Val Camonica, battezzato 31 marzo 1647, vestito in Cles per laico con un altro 12
aprile 1670 essendovi Guardiano e maestro il P. Egidio da Segno, Vicario e pro-maestro
il P. Prospero dal Borgo. Fu per alcuni anni coadiutore nella Missione di Val di
Luserna; e poi ritornato, fu Religioso instancabile, assai dato alla fatica, ed inimico
dell'ozio. Fu per molti anni compagno del confessore delle monache della ss. Trinità; ed
insieme sarte e ortolano del convento di s. Bernardino. Nel 1719 da Trento fu posto in
Arco communiero, ove poi munito de' santissimi Sagramenti, e ben disposto passò al
Signore, Arco 20 ottobre 1720.
245. P. Giovanni Angelo da Trento, Giuseppe Travaia da Trento, battezzato 13
maggio 1683, vestito con altri in Cles 25 maggio 1703 essendovi Guardiano il P.
Serafico da Rovereto,Vicario e maestro P. Andrea da Val di Buono. Ebbe sempre per
lettore tre anni in filosofia e quattro in teologia il P. Domenico da Besagno. Fu bravo
manualista, ed anche architetto. Nella primavera del 1717 si portò alla visita del Monte
di Varallo col sopradetto P. Domenico da Besagno. Nel 1720 fu fatto Vicario in
Mezzolombardo del P. Guardiano Giovanni Cristoforo Stozzoni da S. Michele. Assisté
poi a due Religiosi cioè al P. Attanasio da Madruzzo, ed al chierico fra Tobia Arcangelo
da Sacco, ambi successivamente oppressi da malignità, ed anche guariti. Ma poi la
contrasse esso P. Vicario Giovanni Angelo assai gagliarda, essendogli dato fuori in un
gallone un carbone pestilenziale. che poi tagliato, rendeva fetore intollerabile. Dovette
finalmente soccombere, e però munito de' santissimi Sagramenti, ben disposto, passò al
Signore, Mezzolombardo 18 marzo 1721.
246. P. Francesco Antonio da Roveredo, Ferdinando Antonio Panzoldo,
battezzato 18 marzo 1670, vestito con un altro in Cles 21 settembre 1687 essendovi
Guardiano il P. Casimiro da Trento, Vicario e maestro il P. Bartolommeo da Roveredo,
coadiutore il P. diffinitore Innocenzo da Trento. Fu buon Religioso e semplice, né
confessore, né predicatore. La settimana Santa del 1721 essendo di famiglia in Borgo,
stette per alcuni giorni ritirato ma la matitina del giovedì Santo si comunicò co'
Religiosi, e la sera del venerdì Santo fu udito a gemere in cella, e da un Religioso
entratovi richiesto, come stava, rispose che stava molto male. Fu poi visitato
dall'infermiere, e la mattina di nuovo andatovi, lo ritrovò morto, e tanto agghiacciato,
che appena più poteva de more vestirsi. Passò al Signore in Borgo 11 aprile 1721.
(85. //) 1721. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Roveredo li 8
maggio.
247. Fra Leonardo da Pergine, Giovanni Battista Rauta da Zivignago in
Pergine, battezzato 26 settembre 1657, vestito, solo, in Cles per laico li 29 settembre
1682 essendovi Guardiano il P. Francesco a Cles, Vicario e maestro il P. Maurizio dal
Borgo. Prima di entrare in religione avea appresa in Padova la chirurgia, e però divenne
infermiere assai pratico e caritativo, ed era molto stimato ed adoprato in Trento, e vi
135
Nel manoscritto: Simbinello.
97
dimorò per diecisette anni continui sino alla morte. Fu esemplare Religioso e di poche
parole. Dopo una ben lunga infermità di urinar sangue, pazientemente tollerata, munito
de' santissimi Sagramenti, e ben disposto, passò piamente al Signore, Trento 3 dicembre
1721.
248. P. Carlo da Canezza, Francesco Froner, battezzato 11 maggio 1673, vestito
in Cles con un altro, uscito, li 4 ottobre 1697, essendovi Guardiano il P. Aurelio
Agostino da Tuenno, maestro il P. Simon Pietro Barbi da Cembra. Passando già li 24
anni, quando fu vestito, si destinava a far l'uffizio di sagristano. Tuttavia studiò tre anni
la filosofia sotto il P. lettore Teodoro da Rumo. E poi un anno la morale in Roveredo
sotto il P. Marcellino da Cles. Si portò pure a studiare per alcuni altri anni nella
Provincia di Milano. D'onde ritornato nel 1710 fu fatto Vicario in Cavalese del P.
Guardiano Enrico Coellato da Trento. Nel 1712 fu Vicario in Pergine del P. Guardiano
Girolamo da s. Felice secondo anno. Nel 1714 fu di nuovo Vicario in Pergine del P.
Giovanni Cristoforo Stozzoni da s. Michele. Nel 1715 fu Vicario in Borgo del P.
Guardiano Giovanni Grisostomo d'Arsio nel secondo anno. Nel 1716 fu Guardiano in
Campo. Nel 1719 fu deputato Vicario di Pergine, ma rinunziò. Nel 1721 fu fatto Vicario
in Borgo del P. Guardiano Enrico da Trento. Predicando l'Avvento in Strigno dopo la
prima domenica fu sopraffatto dalla doglia il dì 30 novembre per cui poi munito de'
santissimi Sagramenti e ben disposto passò al Signore. Per certa infermità che stimasi
originata dalla presa dell'anacardina per far memoria avanti molti anni avea perduti tutti
i peli della barba e chierica portando un berrettino e chiamavasi da secolari il Padre
pelloia. Tuttoché fosse prima quasi balbuziente, colla gran diligenza arrivò ad
emendarsi, e divenne predicatore quotidiano, ed oltre gli altri pulpiti nella provincia non
quotidiani, la Quaresima del 1716 predicò nella Collegiata d'Arco e nel febbraro 1720
partì solo per Toscana e predicò ogni giorno in Rocca San Casciano, e capitò di ritorno
in Borgo il dì 22 giugno. Passò poi al Signore in Borgo 9 dicembre 1721.
249. Fra Claudiano dal Borgo, Girolamo Grafinger, battezzato 13 luglio 1687,
vestito per laico in Roveredo, con un altro poi uscito, li 24 maggio 1709 essendovi
Guardiano il P. Serafico Galvagno da Roveredo, maestro e Vicario il P. Casimiro da
Trento. Ottimo Religioso, fu sottoposto ad una rottura assai alta, onde grandemente
molestato dalla medesima, mentre trovavasi cucinaro nel convento di Pergine, gli
sopravenne un furioso volvolo, ove munito de' santissimi Sagramenti, come meglio si
poteva, ben disposto e rassegnato, passò piamente al Signore, con rincrescimento de'
Religiosi per le sue buone qualità, Pergine 7 aprile 1722.
(86. //) 1722. Dal Capitolo ventesimo settimo celebrato in Trento li 6 maggio, in
cui fu eletto per la seconda volta Ministro il P. Vincenzo Capra dal Borgo.
250. Fra Aniceto dalla Costa di Vigalzano, Udalrico Moser detti Soldati,
battezzato 4 maggio 1655, vestito, solo, in Cles per laico li 2 maggio 1679 essendovi
Guardiano il P. Orazio da Fiemme, Vicario e maestro il P. Anselmo da Ceniga. Buon
Religioso, fu per molti anni cieco, e pazientemente sofferse la cecità. Dopo essere stato
molti anni in Arco, sopraffatto dall'etichisia, munito de' santissimi Sagramenti, e ben
disposto, passò piamente al Signore in Arco 21 giugno 1722.
98
251. P. Michele da Roveredo, Girolamo Giovanni Serbati, battezzato 12
novembre 1654, vestito, solo, in Cles 13 maggio 1674 essendovi Guardiano il P.
Anselmo da Ceniga, Vicario e maestro il P. Crisogono da Levico. Fu per alcuni anni
coadiutore nelle Missioni di Val di Luserna. D'onde poi ritornato fu fatto nel 1687
Vicario in Mezzolombardo del P. Guardiano Apollinaro da Chiarano. Nel 1689 fu eletto
primo Guardiano di Cavalese. nel 1690 fu Vicario in Arco del P. Guardiano Girolamo
da Giudicaria. Nel 1692 fu Vicario in Cles del P. Guardiano Pietro Paolo da Val di
Buono. Nel 1693 dal novembre fu eletto Guardiano di Pergine. Nel Capitolo del 1695 fu
eletto diffinitore. Nel 1698 si portò a Roma col P. Marcellino Visintainer da Cles a
cagione del chiettinismo per cui erano stati banditi detti Padri da diversi conventi da
monsignor vescovo Giuseppe Vittorio Alberti con alcuni altri; ed in Roma felicemente
si discolparono. Nel 1699 fu Vicario in Borgo e maestro de' novizzi. Nel 1700 fu
Vicario in Roveredo del P. Guardiano Davide da Cognola. Nel 1701 fu Guardiano in
Roveredo. Nel 1702 fu di nuovo Vicario in Arco del P. Andrea da Val di Buono. Nel
1703 fu di nuovo Vicario in Mezzolombardo del P. Guardiano Giorgio da Predazzo. Nel
1704 fu Guardiano in Mezzolombardo. Nel 1705 fu Vicario in Trento del P. Guardiano
Andrea da Val di Buono. Nel 1709 fu Guardiano d'Arco. Nel 1710 fu deputato
confessore delle monache del Borgo. Nel 1713 fu di nuovo Guardiano di Roveredo. Nel
1714 posto di famiglia in Mezzolombardo, partì poi da Trento il dì primo settembre con
fra Antonio d'Avio ivi cucinaro, ed indi per via del Lago, trapassando i passi della
contumacia, si portò in Brescia a visitare sua sorella monaca donna Candida, ed indi si
istradò per Roma, ove arrivò il dì 4 novembre 1714. Per ordine del vice-commissario
generale de' Riformati P. Diodato da Roma, fermatosi predicò l'Avvento in Castel
Gandolfo; e ritornato l'ultima festa di Natale in Roma fu tosto spedito confessore delle
monache di s. Chiara in Napoli, ove si portò con felicissimo viaggio per mare, e li primi
di gennaio del 1715 diede principio al suo offizio. Terminato il suo triennio partì da
Napoli col sopradetto fra Antonio il dì 14 gennaio 1718 e venendo per Roma e Brescia,
capitò in Roveredo il dì 28 giugno. Ed essendo stato nella Congregazione tenuta in Arco
li 11 maggio, destinato Vicario in Mezzolombardo del P. Guardiano Lodovico da
Mezzotedesco vi si portò. E la seguente Quaresima del 1719 tuttoché di 65 anni predicò
nella parocchiale di Mezzolombardo e più volte per avanti avea predicato ne' pulpiti di
tre e quattro in settimana. Finalmente trovandosi di famiglia in Roveredo, dopo brieve
infermità, munito de' santissimi Sagramenti e ben rassegnato, come buono Religioso,
passò piamente al Signore, Roveredo 20 gennaio 1723.
252. (87. //) P. Enrico da Trento, Simon Coellato, battezzato 4 luglio 1653,
vestito in Cles con un altro poi uscito, li 8 maggio 1670 essendovi Guardiano e Maestro
il P. Egidio da Segno, Vicario e pro-maestro il P. Prospero dal Borgo. Nel 1687 fu
Vicario in Borgo del P. Guardiano Giorgio Martini da Predazzo. Nel 1689 fu Guardiano
in Campo. Nel 1692 fu ivi Vicario del P. Guardiano Giorgio Turcato da Trento. Dal
1693, dall'aprile e dal 1694 dal novembre fino al 1695 fu Guardiano in Borgo. Nel 1695
fu Vicario in Trento del P. Guardiano Bartolommeo da Roveredo. Del 1700 fu di nuovo
ivi Vicario del P. Guardiano Massmigliano da Trento. Nel 1701 e 1702 fu di nuovo
Guardiano di Campo. Nel 1705 fu Guardiano in Cles. Nel 1709 fu Guardiano in
Pergine. Nel 1712 fu Vicario in Campo del P. Guardiano Giovanni Paolo da Mori. Nel
1717 e 1718 fu di nuovo Guardiano in Cles. Nel 1719 fu Vicario in Roveredo (sostituito
al P. Romedio da Cles destinatovi, ma poi fatto Guardiano di Trento), del P. Guardiano
Simon Pietro Barbi da Cembra. Nel 1721 e 1722 fu di nuovo Guardiano in Borgo, e
99
verso il fine del secondo anno aggravato da mortale infermità, munito de' santissimi
Sagramenti, buon Religioso e ben disposto con edificazione de' suoi Religiosi, passò al
Signore, Borgo 9 aprile 1723.
1723. Dalla prima Congregazione intermedia fatta in Arco li 15 luglio.
253. Fra Mansueto da Povo, Leonardo Lutti da Spré di Povo, battezzato 23
agosto 1659, vestito per laico, solo, in Cles li 24 giugno 1682 essendovi Guardiano il P.
Francesco da Cles, Vicario e maestro il P. Maurizio dal Borgo. Fu laico di gran fatica, e
per moltissimi anni, dopo fra Pasquale da Volano, fu diligente cercatore di Trento.
Dopo penosa infermità di urinare sangue, munito de' santissimi Sagramenti, passò
piamente al Signore, Trento 9 agosto 1723.
254. Fra Andrea da Rumo, Cofler da Lanza in Rumo, battezzato 18 ottobre 1661,
vestito Terziario nel 1685. Fu Frate valente nel suo mestiere. Ultimamente fatto
cucinaro in Cavalese si tagliò un dito col cortello adoperato di fresco nell'aglio.
Trascurò poi il detto taglio, cosicché se gli fece cancrena ed in seguito infestatosegli il
sangue, se ne fecero molte altre, onde munito de' santissimi Sagramenti e ben disposto
passò al Signore, Cavalese 15 agosto 1723.
255. P. Pietro Antonio da Roveredo, Niccolò Antonio Birti136, battezzato 25
ottobre 1685, vestito con altri in Cles li 25 maggio 1703, essendovi Guardiano il P.
Serafico da Roveredo, Vicario e maestro il P. Andrea da Val di Buono. Ne' tre anni di
filosofia e quattro di teologia ebbe sempre per lettore il P. Domenico da Besagno. Cantò
la sua prima Messa in Roveredo li 29 dicembre domenica infra octavam Nativitatis
Domini del 1705. Nell'anno 1713 fu fatto lettore delli quattro seguenti chierici: Frati
Eugenio da Roncone, Clemente da Trento, Gaudenzio da Cavalese ed Ignazio da
Volano, a quali insegnò tre anni la filosofia, e poi insegnò quattro anni la teologia, ed il
quarto anno ebbe per co-lettore il P. Giacinto da Roveredo. Li due ultimi anni che fu
lettore e visitator del Terz'Ordine in Trento ebbe la controversia co' PP. Conventuali,
che pretendevano non potessimo noi Riformati vestire o sia ammettere secolari al
Terz'Ordine; onde gli convenne dar fuori alla stampa due scritture per dimostrare che
competeva anche a noi dare l'abito del Terz'Ordine. Nel 1718 essendovi eretta avanti la
nostra chiesa di s. Bernardino la Via Crucis, il P. lettor Pietro Antonio stampò per
mezzo di Giovanni Parone il libretto in 12° (88. //) contenente la divota pratica della
Via Crucis, ristampato poi dal medesimo Parone nel 1723. Nel 1720 terminata la sua
lettura137 partì da Trento li 3 aprile per l'Italia col P. Clemente da Trento stato suo
studente, alla visita del santuario di Loreto con cinque mesi di ubbidienza andando in
compagnia dell'ill.mo signor Giorgio di Firmian di lui cognato, come pure del rev.mo
signor don Cova138 arciprete di Romeno e del signor baron Coredo di Roveredo della
Luna e del signor Mantovano, tutti vestiti da pellegrini, e questi due ultimi andarono
insieme fino a Bologna, e di poi viaggiarono nell'andata e ritorno da sé. Appena
consumò due mesi, poiché al fine di maggio giunse di ritorno in Roveredo. Nella
Congregazione fatta nel detto anno 1720 li 20 aprile in Pergine era stato destinato di
famiglia in Cles, ma ritornato dall'Italia fu collocato di famiglia in Arco, e predicò
136
Nel manoscritto: Birt.
Il suo insegnamento.
138
Nel manoscritto: Coa.
137
100
l'annuale139 in Riva, e la Quaresima seguente del 1721 predicò in Pressano. Nella
Congregazione del 1721 fu fatto Guardiano di Trento, e fra l'anno fece diversi discorsi
per la città, e la Quaresima del 1722 sermoneggiò in Santa Massenza. Nel Capitolo poi
del 1722 celebrato in Trento li 6 maggio fu eletto diffinitore, e posto di famiglia in
Roveredo visitator del Terz'Ordine, e nel detto anno fece l'annuale in s. Marco. Nella
Congregazione prima intermedia fatta in Arco li 15 luglio 1723 fu confermato in
Roveredo, e nell'agosto si portò a bere le acque in Folgaria col P. Attanasio compagno,
d'onde ritornato a Roveredo e crescendogli incomodi e l'infermità, fu condotto a Trento,
ove sopraggiuntagli la malignità con parotide, munito de' santissimi Sagramenti, con
istraordinaria rassegnazione al divin volere, che fu di gran esempio a Religiosi, che gli
assistevano, passò piamente al Signore. Ebbe singolar grazia di predicare, e se fosse più
campato, senza dubbio avrebbe fatto il Quaresimale quotidiano. Aveva parimente una
bella voce e cantava assai bene, e possedeva una bella maniera di trattare co' secolari, e
per dirigere anime a Dio. Era in grande stima presso il secolo, massimamente in Trento;
e si può veramente dire, che si abbreviò assai la vita per le continue fatiche ed
occupazioni, essendo assai intraprendente. Passò alla gloria in Trento li 13 settembre
1723.
256. P. Quirico da Poia in Giudicaria, Domenico Ferrari, battezzato 28 ottobre
1648, vestito in Cles con un altro, li 15 ottobre 1669, essendovi Guardiano e maestro il
P. Egidio da Segno, Vicario e pro-maestro il P. Prospero dal Borgo. Nel 1686 fu eletto
Guardiano di Campo. Nel 1690 fu Vicario in Cavalese del P. Guardiano Raffaello da
Tesero. Nel 1693 dal novembre fu deputato Vicario di Trento, ma rinunciò. Nel 1695 fu
Vicario in Campo del P. Guardiano Benedetto da Val di Buono. Nel 1715 fu ivi di
nuovo Vicario del P. Guardiano Benedetto da Val di Buono. Finalmente essendo
dimorato molti anni di seguito in detto convento, munito de' santissimi Sagramenti, vi
passò anche al Signore, Campo 20 maggio 1724.
257. Fra Celestino da Volano, Marco Zambelli (nipote del fra Marco da Volano
morto nel 1679), battezzato 28 marzo 1661, prima per qualche tempo Terziario, poi
vestito, solo, in Pergine per laico li 3 maggio 1690, essendovi Guardiano e maestro il P.
Maurizio dal Borgo, Vicario e pro-maestro il P. Francesco Maria da Castanedolo. Fu
laico molto savio ed esemplare, ed amante della fatica. Essendo portinaro in Roveredo
nell'andar alla porta de' carri cadde sul ghiaccio; e non avendovi fatto caso, gli
sopravenne un male per cui orinava sangue, e dopo d'averlo per molti anni
pazientemente tollerato, munito de' santissimi Sagramenti, ed ottimamente disposto,
dovette finalmente passare al Signore in Roveredo, 23 giugno 1724.
(89. //) 1724. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Trento 13 luglio.
258. Fra Teofilo d'Avio, Bartolommeo Caveden, battezzato 4 agosto 1642. Prima
Terziario, poi vestito, solo, per laico in Arco li 2 gennaio 1673. Fu buon Religioso, ed
amante della fatica, ma di ruida (sic) esemplarità. Munito de' santissimi Sagramenti
passò al Signore in Pergine li 6 agosto 1724.
139
Predicazione domenicale fatta nell’arco dell’anno, tranne durante il tempo di Quaresima.
101
259. Fra Macario da Predazzo, Giovanni Antonio Franceschi, battezzato 4
ottobre 1702, vestito con altri per chierico in Arco li 20 maggio 1722, essendovi
Guardiano il P. Valerio Preghenella da Preghena, Vicario e maestro il P. Andrea da Val
di Buono diffinitore. Dopo la professione fu posto in Roveredo nello studio, e studiò la
logica e fisica sotto il P. lettore Domenico Nicollò d'Ala, e studiando la fisica s'infermò
di febbre etica, e però incautamente ritornando da Roveredo a Trento il signor Giovanni
Pietro Bernardelli in slitta, gli fu consegnato detto chierico, che lo conducesse
all'infermeria, ma lo lasciò all'osteria del Cappelletto, d'onde poi fu condotto al
convento, se gli accrebbe il male, e dopo non molti giorni, munito de' santissimi
Sagramenti e ben disposto e rassegnato, passò piamente al Signore, Trento 5 febbraio
1725.
260. Fra Desiderio da Roncogno, Giovanni Lazari, battezzato 14 aprile 1659,
vestito, solo, in Pergine per laico li 14 luglio 1889. Muraro competente ed assai buon
Religioso, ed amante della fatica, sopraffatto da mortal infermità, munito de'santissimi
Sagramenti, e ben disposto passò piamente al Signore in Pergine 8 febbraro 1725. Fu di
lui Guardiano e maestro nel noviziato il P. Maurizio dal Borgo e pro-maestro il P.
Prospero dal Borgo diffinitore.
261. P. Ernesto da Cles, Antonio Francesco figlio del signor dottor Bernardo
Belleni, battezzato 17 novembre 1647, vestito con altri in Cles li 29 settembre 1665,
essendovi Guardiano e maestro il P. Giacinto da Besenello, Vicario e pro-maestro il P.
Gregorio Zambaiti da Trento diffinitore. Nel 1680 fu fatto Vicario in Roveredo del P.
Guardiano Bartolommeo da Roveredo. Nel 1698 fu Vicario in Mezzolombardo del P.
Guardiano Angelo Ignazio Zorzi da Tesero. Nel 1706 e 1707 fu Vicario in Cavalese, il
primo anno del P. Guardiano Giovanni Grisostomo d'Arsio, e nel secondo del P.
Guardiano Giuseppe Vigilio da Mezzotedesco. Fece diversi viaggi, ed essendo
confessore tedesco fu confessore castrense per molti anni, e col suo laborizio procurò il
bel calice che trovasi in Cles con sotto il di lui nome "arte et industria Fris Hernesti".
Negli ultimi anni divenne impotente e da Mezzolombardo fu condotto all'infermeria. Fu
uomo lepido e gradito da secolari. Finalmente munito de' santissimi Sagramenti, passò
al Signore in Trento il primo marzo 1725.
1725. Dal Capitolo ventesimo ottavo fatto in Trento li 6 giugno, in cui fu eletto
Ministro il P. Sebastiano Fattori da Trento.
262. Fra Ruffino d'Avio, Mattio Turrini dal Vo' d'Avio, battezzato 22 settembre
1661, vestito in Cles per laico con un altro li 24 agosto 1683, essendovi Guardiano e
maestro il P. Maurizio dal Borgo, pro-maestro il P. Apollinaro da Chiarano. Laico savio
ed esemplare. Fu compagno del P. Ministro Ignazio da Civezzano nel di lui secondo
provincialato dal 1698. Fu pure compagno nell'autunno del 1707 del P. Aurelio
Agostino da Tuenno visitatore della Provincia di Torino. Nell'aprile del 1717 partì dal
Borgo compagno del P. Gabriello da Trento con 5 mesi di ubbidienza, andante alla
visita de' (90. //) santuari di Loreto ed Assisi, e ritornò poi collo stesso di famiglia in
Borgo. Nel 1722 partì da Arco col P. Maurizio Refatti da Pergine andante per suo
diporto ad Ala d'Inspruch. Finalmente trovandosi di famiglia in Roveredo, sopraffatto
da gagliarda collica e volvolo, sofferto con religiosa rassegnazione, in poche ore passò
al Signore, Roveredo 13 settembre 1725.
102
263. P. Callisto da Monclassico in Val di Sole, Domenico Corradini140,
battezzato 3 febbraro 1662, vestito con altri in Cles li 7 maggio 1683, essendovi
Guardiano e maestro il P. Maurizio dal Borgo, e pro-maestro il P. Apollinaro da
Chiarano. Studiò filosofia e teologia sotto il P. Marcellino Visintainer da Cles. Nel 1716
si portò in Italia, e vi dimorò alcuni anni, specialmente in Bergamo, d'onde poi ritornò
nel 1721 in Provincia. Nel mese di giugno del 1724 partì solo da Mezzolombardo per
Napoli con ubbidienza di cantore del convento di s. Chiara. Ma appena dimoratovi per
un anno fu licenziato; e però ritiratosi nella Provincia di Roma, e collocato nel convento
di Cisterna di pessima aria, s'infermò e condotto all'infermeria in Roma, munito de'
santissimi Sagramenti passò piamente al Signore. Buon Religioso, ma assai tedioso nel
dire la Messa. Roma, in s. Francesco a Ripa 9 novembre 1725.
264. Fra Innocenzo da Celledizzo141 in val di Sole, Antonio Gionta, battezzato
29 settembre 1641, vestito, solo, per laico in Cles li 11 maggio 1669, essendovi
Guardiano il P. Anselmo da Ceniga, Vicario e maestro il P. Egidio da Segno. Essendo
muraro si portò a faticare nella fabbrica del convento di s. Bonaventura de' Reformelli
in Roma, faticò nel convento di Fiemme, e nel convento nuovo di s. Bernardino fuori di
Trento. Buon vecchiarello d'anni 84, già da molti anni invalido e senza offizio, passò
piamente al Signore in Mezzolombardo li 27 novembre 1725.
265. P. Apollinaro da Cognola, Matteo Pedrot, nipote o almeno parente del P.
David Pedrot morto li 6 gennaio 1716; battezzato 11 gennaio 1683, vestito in Cles con
un altro, uscito, li 28 aprile 1704, essendovi Guardiano il P. Aurelio Agostino da
Tuenno, Vicario e maestro il P. Andrea da Val di Buono, pro-maestro il P. Giovanni
Pietro Poli da Besenello. Studiò tre anni la filosofia sotto il P. lettor Niccolò Trepin da
Cles. Due anni la teologia sotto il P. lettor Filippo da Rallo, ed il terz'anno sotto il P.
lettor Domenico da Besagno. Nel fine del terzo anno, cioè la primavera del 1711 partì
da Trento col P. Illuminato dal Borgo, portandosi in Roma per andar alle Missioni. Nel
fine dell'autunno del detto anno capitò da Roma a Trento destinato missionario
nell'Etiopia, avendo per compagno un Padre riformato della Boemia, che sapeva far
organi; e visitati li parenti si avviò collo stesso per via del Borgo a Venezia, istradato
alla sua Missione. Arrivato poi in Cairo, e fermatovisi qualche tempo, né vedendo
comparire l'ordine di Roma per innoltrarsi verso l'Etiopia, nel 1715 si portò alla visita
de' santi luoghi di Gerusalemme, e poi ritornato al Cairo ritrovò la spedizione, o sia
l'ordine di Roma per innoltrarsi nell'Etiopia. Partì dunque il dì 7 settembre 1715 dal
Cairo per Etiopia con due altri compagni missionari, e come egli rapporta a lungo il suo
viaggio in una sua lettera al Padre nostro Lodovico da Mezzotedesco, data in Mocha
città del regno di Janan nell'Arabia Felice, il dì 20 settembre 1716, giunta al suddetto
padre in Mezzolombardo il dì 30 settembre 1717. Della predetta lettera, degnissima
d'essere letta, se ne trova copia in alcuni conventi, signanter nell'archivio del convento
di Campo. Era giunto in detta città il dì 10 aprile 1716, giorno del venerdì Santo, colla
nuova della morte di tre nostri missionari Riformati, martirizzati in Gondar nell'Etiopia.
Diede per tanto avviso alla Sagra Congregazione di tale martirio, chiedendo, se dovea
proseguire il viaggio per l'Etiopia. (91. //) Ma la Sagra Congregazione gli rispose che
avea bisogno di confessori, e non di martiri, onde vedendo di non poter passare
140
141
Nel manoscritto: Corradino.
Nel manoscritto: Chialadizzo.
103
nell'Etiopia, velleggiò col suo compagno nelle Indie nel gran Mogol, d'onde dopo molti
anni colle prime navi della nova navigazione di Ostenda, fece ritorno in Europa in
Ostenda, e da Ostenda poi capitò in Trento nel settembre del 1722 col medesimo
compagno, con cui era andato alla Missione. Da Trento si portò in Roma, ove dimorò
per molti mesi, e vi si fermò sino dopo 'l Capitolo generale celebratovi nel maggio 1722.
Nel detto tempo trovandosi in Roma al detto Capitolo in qualità di Pro-Ministro il
nostro P. Adriano da Lardaro diffinitore, che era stato Guardiano di Trento, allorché da
ivi partì per Roma nel 1711 il P. Apollinare, fu il detto P. Adriano pregato da detto P.
Apollinare a voler seco portare in Sagra Congregazione di propaganda, in cui dovea
esso P. Apollinaro dar relazione del suo viaggio, e delle Missioni. Si portò pertanto
detto Pro-Ministro Adriano in Sagra Congregazione col P. Apollinaro in cui questi
diede minuta relazione del suo viaggio, e dello stato delle Missioni, e con religiosa
intrepidezza, avanti li cardinali si lamentò grandemente, che avendo scritto al segretario
di detta Congregazione affine si rimediasse a bisogni della Missione, sapea che gli era
giunta la lettera, ma non eravi stato apprestato verun rimedio. Stavano li cardinali colla
testa bassa, ed udivano la franchezza con cui rappresentava il misero stato delle
Missioni. Per mezzo poi del cardinale di Schrattenbac ministro cesareo si maneggiò per
ottenere il privilegio di Padre di Provincia dalla Sagra Congregazione, concesso da
Clemente XI agli ex missionari Riformati duodenariis con Breve dat. XI ianuarii 1704
(Relat. a P. Carolo Maria a Perusio Chronolog. tom. 3, part. prima, fol. 487): "Se per
duodennium perseveranter et laudabiliter praestitum" avessero faticato nella Missione
d'Etiopia. Ma non avendovi il P. Apollinaro dimorato dodici anni "nec perseveranter",
gli fu concesso detto privilegio ma senza elezione di convento, e che per tre anni
dovesse ancora praticare nelle Missioni, portandosi in quella dell'Egitto, ed il detto
privilegio fu segnato il dì 18 settembre 1723. Avviatosi dunque alla Missione d'Egitto,
vi dimorò nemmeno due anni interi, poiché infermatosi per non confacergli l'aria,
s'imbarcò per cristianità, e capitò infermo in Livorno presso de' PP. Osservanti di quella
città. Da quali fu con serafica carità assistito, e specialmente dal P. Aurelio Roden
confessore de' soldati tedeschi; e dopo alcune settimane, munito de' santissimi
Sagramenti, sotto la Messa cantata, ben disposto nel giorno di s. Andrea Apostolo passò
piamente al Signore. Fu detto, che dall'Egitto avesse condotte in Livorno diverse
robette, onde il P. Ministro Sebastiano da Trento si raccomandò al predetto Padre, ma
nulla si ottenne. Nell'archivio della Provinzia si trova certo libretto del P. Apollinaro in
cui ha fatta certa relazione del suo viaggio, ed in detto archivio si trova parimente sotto
il titolo de' Missionari tra gl'infedeli, un mazzetto di lettere, dalli 3 agosto 1712 sino al 3
dicembre 1725 del predetto P. Apollinaro, al P. Lodovico da Mezzotedesco stato di lui
corrispondente, e nel detto mazzetto trovasi anche la sopraccennata Patente di Padre di
Provincia. Il nostro fra Modesto da s. Massenza allorché ritornando da Terra Santa in
Provincia nel 1736 e passando per Livorno, ricevette in dono dal sopraccennato P.
Aurelio Roden dimorante peranche in Livorno un libretto manoscritto stato ad uso del
P. Apollinaro, contenente varii segreti e rime. Dal sopraddetto mazzetto di lettere,
quando occorresse, si potrebbero ampliare le sopraddette memorie intorno al predetto
padre Apollinaro. Zelante e valente missionario, volato alla gloria in Livorno li 30
novembre 1725.
104
266. P. Teodoro da Rumo, Giovanni Francesco Marini da Mocenigo142 in Rumo,
battezzato 11 settembre 1667, vestito in Cles con un altro li 9 luglio 1686, essendovi
Guardiano il P. Eusebio da Cognola, Vicario e maestro il P. Crisogono da Levico. Ebbe
per lettore in filosofia e teologia il P. Barnaba da Chiarano. Nel 1695 fu istituito lettore
delle arti in Roveredo. Nel 1696 di fisica in Mezzolombardo. Ivi nel 1697 lettore di
morale. Nel 1698 fu Guardiano in Cles. Nel 1700 fu di nuovo (92. //) lettore di logica
di secondo corso. Nel 1701 in Borgo insegnò fisica e nel 1702 in Mezzolombardo
animastica. Nel 1703 avendo, dopo insegnata la logica in Borgo, il P. Valerio da
Preghena per indisposizione rinunciata la lettura, gli fu sostituito lettore il P. Teodoro,
che in detto anno 1703 insegnò la fisica in Pergine. Nel 1704 ivi lettore di animastica.
Nel 1705 fu istituito lettore di fisica in Pergine. Nel 1706 insegnò teologia in
Mezzolombardo. Nel Capitolo celebrato in Borgo li 27 maggio 1707 fu eletto
diffinitore. Nel 1710 e 1711 fu Guardiano del noviziato in Cles. Negli anni 1712 e 1713
fu Vicario in Mezzolombardo del P. Guardiano Sebastiano da Trento. Nel 1714 avendo
rinunciato la guardianìa di Roveredo il P. Anselmo Sartori da Trento, gli fu sostituito
Guardiano il P. Teodoro e nel 1715 vi fu confermato. Nel Capitolo fatto in Roveredo li
24 giugno 1716 fu di nuovo eletto diffinitore, e da detti anni fu insieme Vicario e
maestro de' novizzi in Cles. Nel 1719 e 1720 fu Guardiano in Borgo. Nel 1722 fu
Vicario in Cles del P. Guardiano Giacinto da Roveredo. Nel 1723 e 1724 fu Guardiano
in Cavalese. Nel 1725 fu di nuovo fatto Vicario in Cles del P. Guardiano Giacomo
Bontadi da Varignano. Nel detto anno predicando l'Avvento in Revò, e ritornato dopo la
predica della seconda domenica al convento il dì 9 dicembre, fu sorpreso dal dolore in
una gamba, creduto a bel principio rosipola, con febbre. In seguito sul collo del piede
gli venne un bollo nero che poi se gli fece in brieve cancrena, ed indi sfacello, per
quanto il signor chirurgo Mirandola, coll'assistenza del signor medico ordinario Maffei
di Cles, e del signor medico Aliprandini appositamente chiamato da Livo, vi
applicassero con premura diversi rimedi. E però dopo dieci giorni che erasi scuoperta la
malignità, dovette soccombere. Munito pertanto de' santissimi Sagramenti, e ben
disposto, la sera della vigilia del s. Natale circa le ore sette e mezza passò piamente al
Signore, e poi alla sepoltura del cadavere gli scoppiò la postema143 gettando dalla bara
materia nera. Fu buon Religioso, e per molti anni lettore e predicatore di quattro in
settimana. Ne' suoi governi, come che di buon cuore, era gradito da secolari, e da Frati,
che trattava assai bene. Passò al Signore in Cles la sera delli 24 dicembre 1725.
267. P. Giovanni Antonio da Carano in Fiemme, Alessandro Giovanelli144,
battezzato 24 novembre 1643, vestito in Cles con un altro, uscito, li 26 maggio 1663.
Ebbe per Guardiano nel noviziato il P. Valerio da Cembra, e per Vicario e maestro il P.
Cherubino Ippoliti da Pergine. Dopo aver predicato per li pulpiti della nostra Provincia,
per diversi anni si portò per il tempo di Quaresima a predicare sul Padovano; e dal
venerabile, ed ora Beato Gregorio cardinale Barbarigo, allora vescovo di Padova, fu
chiamato "organo de' predicatori". Possedeva un gran tuono di voce, ed era di grande
corporatura, predicava con gran zelo, e faceva terrore, specialmente cogli esempi
strepitosi. Nel 1681 fu Vicario in Trento del P. Guardiano Lodovico da Pergine. Nel
1682 fu Guardiano in Campo. Nel 1684 fu Guardiano in Pergine. nel 1688 fu Vicario in
Roveredo del P. Guardiano Gregorio da Trento. Nel Capitolo del 1689 fatto in Arco, fu
142
Nel manoscritto: Mosanigo.
Ascesso, tumore.
144
Nel manoscritto: Gioanelli.
143
105
eletto diffinitore. Nel 1692 fu fatto Vicario in Trento del P. Guardiano Bartolommeo da
Roveredo. Nel 1695 fu Vicario di Cavalese del P. Guardiano Flaviano dall'Armi da
Trento. Nel 1696 fu Vicario in Roveredo del P. Guardiano Egidio da Segno. Nel 1697
fu ivi Vicario del P. Guardiano Alessandro da Riva. Nel Capitolo fatto in Roveredo li 7
giugno 1701 fu di nuovo eletto diffinitore. Nel 1704 fu di nuovo Vicario in Roveredo
del P. Guardiano Marcellino da Cles. Nel 1707 fu Vicario in Mezzolombardo del P.
Guardiano Stanislao Cemi da Tuenno. Nel 1716 trovandosi di famiglia in Borgo predicò
ivi l'Avvento per l'ultima volta nella chiesa parrocchiale. Nel 1719 essendo ancora di
famiglia in Borgo, avanti il Capitolo, celebrato poi li 19 giugno in Roveredo, si portò
con fra Lodovico da Vigalzano sagrestano a cantare la sua seconda Messa a Montagna
sopra Egna, ove eravi parroco (93. //) il M.R. signor don Alessandro Gioanelli di
Carano nipote del detto P. Giovanni Antonio. Fu cantata la Messa da musici secolari, su
l'altare eretto nella piazza di Montagna, gli assisterono due Padri Cappuccini d'Egna co'
piviali. Fecero i leviti il P. Barnaba da Samoclevo, istradato da Fiemme verso Roma per
portarsi alle Missioni, ed il P. Corrado da Tesero, lettore d'animastica in Borgo, e che
ritornava da Fiemme, ove era stato a visitare suo padre misser Domenico Sieff
mortalmente infermo con fra Ippolito da Nosellari145 chierico studente, e che fece
l'accolito alla seconda Messa solenne del P. Giovanni Antonio. Sermoneggiò sotto la
Messa il signor don Penner parroco di Ora. Ed il M. R. signor parroco di Montagna con
gran generosità solennizzò le seconde spirituali nozze del Padre zio Giovanni Antonio.
Il quale fu Religioso di gran bontà di vita, ritirato dal secolo, ed assai amante della cella,
pronto al coro, e prontissimo a portarsi a confessare, rispondendo tosto che era avvisato
"Vengo". Fu predicatore assai zelante di 4 in settimana. Fu detto, componesse più
quaresimali, e che il migliore lo donasse al suo nipote sopraddetto parroco di Montagna.
Per certa agghiacciatura acquistata nel portarsi da Roveredo nella neve ad assistere ad
un moribondo in Pomarollo, divenne nella voce e colle mani tremolante e però in
pulpito faceva maggior commozione. Finalmente nelli due o tre ultimi anni dimorò
all'infermeria di Trento, come impotente, e poi dopo l'infermità di pochi giorni, munito
de' santissimi Sagramenti, e con disposizione da ottimo Religioso, come sempre era
vissuto, passò piamente al Signore d'anni 82, Trento 30 dicembre 1725.
268. Fra Baldessaro da Cles, Matteo Calegari, battezzato 17 marzo 1665, vestito
con un altro in Cles per laico li 17 ottobre 1688 essendovi Guardiano il P. Abbondanzo
da Val di Buono, Vicario e maestro il P. Casimiro da Trento, pro-maestro il P. Quirico
da Poia in Giudicaria. Fu buon laico, e passò al Signore, munito de' santissimi
Sagramenti in Pergine 15 aprile 1726.
1726. Dalla prima Congregazione intermedia fatta in Arco li 7 maggio.
269. P. Angelo Ignazio da Tesero, Giovanni Battista figlio unico di quondam
Biaggio Zorzi, battezzato 17 agosto 1667, vestito 31 luglio 1685, con un altro in Cles,
essendovi Guardiano il P. Eusebio da Cognola, Vicario e maestro il P. Crisogono da
Levico. Ebbe in filosofia e teologia lettore il P. Vicenzo Capra dal Borgo. Nel 1698 fu
fatto Guardiano di Mezzolombardo. Nel 1701 e 1702 fu Guardiano di Cavalese. Nel
1707 e 1708 fu fatto Guardiano di Pergine. Nel 1712 fu Vicario in Cavalese del P.
Guardiano Flaviano da Trento. Nel 1713 e 1714 fu la seconda volta Guardiano di
145
Nel manoscritto sempre : Nocellari.
106
Cavalese. Nel 1717 e 1718 fu Vicario in Arco, il primo anno del P. Guardiano Serafico
da Roveredo, il secondo nel primo anno del P. Guardiano Pasquale da Roveredo. Nel
1721 fu Vicario in Mezzolombardo del P. Guardiano Giovanni Grisostomo d'Arsio. Nel
1724 fu Vicario in Cavalese nel secondo anno del P. Guardiano Teodoro da Rumo. Ove
poi, trovandosi peranche di famiglia, sopraffatto da soliti suoi dolori, come di flati,
colica ed attra bile, nel termine di una giornata, munito de' santissimi Sagramenti, passò
piamente al Signore in Cavalese 16 febbraio 1727. Fu predicatore mediocre di 4 in
settimana, e prima di prendere l'abito, fece fare l'intero apparato bianco per il convento
di Fiemme.
270. Fra Francesco da Pedersano, di casa Graziola, battezzato 18 marzo 1697,
vestito per Terziario li 23 giugno 1725. Non peranche due anni da che avea preso l'abito
di nostro Terziario, passò piamente al Signore in Pergine li 21 marzo 1727.
(94. //) 1727. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Roveredo 27
aprile.
271. P. Guglielmo da Canzo in Val Badia, Matteo Sottruis, battezzato 22
settembre 1683, vestito, solo, in Roveredo li 26 maggio 1705 essendovi Guardiano il P.
Eugenio da Strigno, Vicario e maestro P. Serafico da Roveredo. Ne' tre anni di filosofia,
e quattro di teologia ebbe sempre lettore il P. Giacomo Bontadi da Varignano. Nel 1720
fu Vicario in Cavalese del predetto P. Guardiano Giacomo da Varignano. Nel 1721 si
portò nel luglio col P. Damaso da Brunico146 studente di teologia in Campo, in Pusteria,
ed in Badia. Nel 1722 fu Vicario in Roveredo del P. Guardiano Filippo da Rallo.
Trovandosi ultimamente di famiglia in Arco, fu sopraffatto da febbre lenta ed etica, da
cui consummato, munito de' santissimi Sagramenti e ben disposto, passò piamente al
Signore, confessor solamente ma pio e quieto Religioso, Arco 2 gennaio 1728.
272. Fra Isidoro d'Ala, Valentino Lorenzo Pizzini, fratello germano del P.
Domenico Nicolò d'Ala, battezzato 16 febbraio 1705, vestito, solo, in Arco li 6
settembre 1722, essendovi Guardiano il P. Valerio da Preghena, Vicario e maestro il P.
Andrea da Val di Buono diffinitore. Ne' tre anni di filosofia ebbe lettore il P. Girolamo
da Trento. Nel 1727 fu posto in Trento a studiare il primo di teologia sotto il P. Corrado
lettore di teologia il secondo corso. Nell'agosto del detto anno si portò col P. Agostino
Avancini da Brez, e due altri chierici fra Vittorio da Cavalese e fra Francesco Antonio
dal Borgo a bagni di Pusteria per essere sottoposto a gran dolore di capo, ed a rilascio
d'orina. Il dì poi 13 di marzo 1728 trovandosi compagno del P. Serafico da Roveredo,
confessore delle monache alla santissima Trinità in Trento, mentre ritornava da Casa
Lupi col detto Padre confessore al confessionario, il quale era stato a visitare ivi la
signora Elena Lupi mortalmente inferma, cadde fra Isidoro in terra su la strada o sia
ponte sopra la rozza vicino a Casa Saxis (=Taxis) alla porta verso la sera in Sabbato.
Sorpreso da un fiero accidente o sia colpo apopletico, e tosto fu portato in casa del
signor Giuseppe dall'Avo ivi vicina nella contrada del Macello. Vi accorse il signor
medico Tanaver col signor Giuseppe Angelini speciale, e vi applicarono balsami per
farlo rivenire. Accorsevi pure il signor medico Giacomoni, ed anche il nostro Padre
lettore Corrado che stava confortando que' signori in Casa Lupi per la morte seguita
146
Nel manoscritto: Bruneco.
107
della sopradetta signora Elena, onde dato il suo compagno al P. confessore Serafico,
questi ritornò al confessionario, ed il P. Corrado rimase ad assistere al chierico
moribondo con fra Valentino infermiere giunto in fretta da s. Bernardino col far aprire
la porta dell'Aquila. Rivenuto frattanto il chierico fece la sua confessione dal Padre
lettor Corrado, ed indi pregato gli diede il santissimo Viatico e l'Estrema Unzione il P.
Antonio Cimonati somasco e parroco di s. Maria Maddalena. Ed assistendogli sempre il
P. Corrado dopo quattro ore di penosissima agonia, se gli scoppiò la postema147 o sia
decubito, dal capo mandando per le narici quantità di sangue, e così rese ben disposto
l'anima al Signore circa le ore quattro e mezza di mattina della domenica. Avvisato il P.
Giacinto da Roveredo Guardiano di s. Bernardino della morte del predetto chierico
Diacono fra Isidoro, voleva venisse privatamente portato il di lui cadavere a s.
Bernardino, ma il predetto Padre Cimonati parroco non lo permise, ma vuolle co' suoi
Religiosi accompagnarlo processionalmente sino alla chiesa di s. Bernardino, ma li
nostri Frati per schivare la solennità, solamente vennero a riceverlo de more alla porta
della nostra chiesa. Fu il predetto fra Isidoro ottimo Religioso, di competente talento, ed
assai diligente ne' suoi chiericali ministeri. Passò dunque piamente al Signore in Casa
dall'Avo di rimpetto alla posta in Trento; ed indi fu portato e seppellito il giorno
seguente in s. Bernardino, Trento li 14 marzo 1728.
273. (95. //) Fra Giuseppe Maria da Vallanzasca, Giacomo Filippo Tabacco,
battezzato il primo maggio 1654, vestito, solo, in Cles per laico li 16 agosto 1677. Fu
compagno del P. Provinciale Lodovico Ingenuino Fantini da Val di Buono al Capitolo
generale di Spagna, celebrato in Toledo li 16 maggio 1682. Fu veramente da
Cepomorello nella Valle Anzasca diocese di Novara, ma dimorante in Trento. Famiglia
poi venuta a domiciliare in Trento. Nel noviziato ebbe in Cles per Guardiano il P.
Antonino da Trento, e per maestro il P. Ignazio da Civezzano. Fu infermiere e per molti
anni in Fiemme. E dimorando ultimamente in infermeria, munito de' santissimi
Sagramenti passò piamente al Signore, Trento 21 aprile 1728.
1728. Dal ventesimo nono Capitolo fatto in Roveredo 31 maggio in cui fu eletto
Ministro il P. Serafico Galvagno da Roveredo.
274. P. Leopoldo da Scanna pieve di Livo, Giovanni Andrea Guelmi, battezzato
primo agosto 1659, vestito in Cles con un altro, li 3 maggio 1678. Per certa caduta fatta
in occasione di certo viaggio per Italia in una lovara148 si danneggiò molto il capo; onde
dopo moltissimi anni oppresso da certo vaneggiamento, nell'infermeria di Trento si
maltrattò con diversi colpi di manarotto in modo che se non sopraggiungeva l'infermiere
si dava la morte. Stette poi ivi impotente per molti anni sino alla morte. Peravanti era
stato per moltissimi anni in diversi conventi buon sagrestano e molto buon Religioso,
solamente scrupoloso e troppo tedioso nel dire la santa Messa. Ebbe per Guardiano nel
noviziato il P. Orazio da Fiemme, e per maestro il P. Prospero dal Borgo. Passò poi
piamente al Signore, munito de' santissimi Sagramenti, in Trento 20 dicembre 1728.
275. Fra Diego da Terlago, Pietro Tabarelli149, battezzato 13 aprile 1661. Prima
per qualche anno Terziario, vestito poi per laico in Cles con altri li 4 ottobre 1686. Fu
147
Ascesso.
Nebbia, fumea?
149
Nel manoscritto: Tabarello.
148
108
compagno del P. Ministro Marcellino Visintainer, allorché si portò al Capitolo generale,
celebrato in Vittoria nel 1694. Dimorò in seguito diecisette anni di famiglia in
Roveredo, d'onde partì, e fu posto del 1716 in Pergine. Nel 1714 si portò con fra
Gaetano dal Borgo a bagni d'Abano sul Padovano. Fu assai volte sottoposto alla doglia.
finalmente da quella oppresso l'ottava volta, munito de' santissimi Sagramenti passò
piamente al Signore in Mezzolombardo, 20 gennaio 1729.
276. Fra Cosmo da Pergine, Giacomo Antonio Cristelli, battezzato 10 agosto
1651, vestito per laico in Arco con altri li 8 settembre 1671 essendovi Guardiano il P.
Giovanni Grisostomo dal Borgo, maestro il P. Amadio da Villa Montagna. Prese l'abito
già capace della speziaria e divenne anche eccellente infermiere, e di somma carità, e
sollecitudine. Essendo già da quindici anni di famiglia in Roveredo, sopraffatto dalla
doglia, in sette giorni, munito de' santissimi Sagramenti, e ben disposto, e buon
Religioso, passò al Signore 2 marzo 1729 in Roveredo.
1729. Dalla prima Congregazione intermedia fatta in Roveredo 25 aprile.
277. Fra Agnello da Poia in Giudicaria, Matteo Savi, battezzato 18 giugno 1670,
vestito, solo, in Pergine per (96. //) laico li 8 settembre 1692 essendovi Guardiano il P.
Bonaventura Nocher, maestro il P. Maurizio dal Borgo diffinitore. Trovandosi di
famiglia in Campo fu nella predetta Congregazione delli 25 aprile destinato di famiglia
in Pergine. Partì dunque da Campo per via di Casale verso Pergine, quantunque non si
sentisse bene, col P. Bartolommeo da Portolo, destinato di famiglia in Trento, e patendo
assai arrivò al convento de' Padri Domenicani a s. Lorenzo fuori le mura di Trento.
Riposò alquanto con gran carità ricevuto da que' Padri, ma vuolle ben presto partire e
giungere a s. Bernardino, sentendosi aggravato dal male, ed arrivato all'infermeria, se
gli scuoperse una doglia assai gagliarda, per la quale dopo pochi giorni, munito de'
santissimi Sagramenti passò, buon Religioso al Signore in Trento 7 maggio 1729.
278. P. Giuseppe Vigilio150 da Mezzotedesco, Carlo Giuseppe Vescovi,
battezzato 17 settembre 1661, vestito, solo, in Cles li 17 settembre 1677, essendovi
Guardiano il P. Antonio Chirmer da Trento, maestro il P. Ignazio da Civezzano. Studiò
la logica in Arco sotto il P. Clemente da Levico e fu poi per alcuni anni studente in
Baviera. Andò compagno del rev.mo P. Candioto, allorché questi si portò a predicare
alla Corte di Vienna, ed indi intervenne, credesi per compagno del predetto Padre
Candioto discreto perpetuo, al Capitolo generale celebrato in Roma nel 1688. Nel 1696
fu fatto Vicario in Mezzolombardo del P. Guardiano Guglielmo Marchiori da Cavalese.
Nel 1697 fu ivi Guardiano. Nel 1700 e 1701 fu Vicario in Arco del P. Guardiano
Benedetto da Val di Buono, sostituito al P. Maurizio dal Borgo che avea rinunciato. Nel
1704 fu di nuovo fatto Vicario d'Arco, ma rinunciò. Nel 1707-1708 fu Guardiano di
Cavalese. Nel 1711 fu di nuovo Vicario in Mezzolombardo del P. Guardiano Anselmo
Sartori da Trento. Nel 1716 fu fatto Guardiano del Borgo, ed ebbe a discolparsi col P.
Ministro per aver creduto di poter, come avea fatto, mandar da sé in Primiero alla cerca
del ferro il P. Raimondo da Pergine. Nel 1717 fu trasportato dal Borgo Guardiano di
nuovo in Cavalese, ove predicando nel detto anno l'Avvento, in una predica raccomandò
incautamente una manezza perduta, e poi nacque qualche sconcerto con quel rev.mo
150
Alla professione fu chiamato Vigilio Giuseppe.
109
arciprete Giuseppe Manci di Trento. Nel 1718 trovandosi di famiglia in Borgo, si portò
con 40 giorni di ubbidienza con fra Lodovico da Vigalzano ivi sagrestano a Modena, a
visitare sua nezza figlia del signor Vescovi di lui fratello baron d'Ulzpach, cioè della
Roggia, consigliere in Inspruch, con certo Conte ivi maritata. Nel 1722 fu fatto
Guardiano di Pergine, e nell'estate si portò con fra Ferdinando da Bronzolo ivi studente
di teologia sotto il P. Ilario lettore, a Bressanone, per ordinare de' bronzi per la cucina,
ed indi andò anche in Pusteria. Nel 1725 nel maggio partì dal Borgo col P. Casimiro da
Calliano per compagno, portandosi con tre mesi di ubbidienza in Baviera alla visita
della Madonna di Stinga. Trovandosi Vicario in Arco, si maneggiò, unito a PP.
Cappuccini di Arco, ed a PP. dell'Inviolata di Riva per ostare, come si ottenne, alla
fondazione di un convento che sotto la protezione di Cesare tentavano fondare su 'l
romitorio di s. Giacomo in Oltra Sarca li Padri Serviti. Si maneggiò parimente,
trovandosi di famiglia in Mezzolombardo, per opporsi a PP. Cappuccini di Egna che
tentavano fondar anche un ospizio in Salorno, e perciò gli convenne andar in Inspruch,
ove coll'aiuto del suo fratello consigliere, fatto baron d'Ulzpach, come sopra fu detto,
sventò il maneggio de' PP. Cappuccini. Fu predicator competente di tre in settimana; e
perché era assai scaltro, chiamavasi da molti "il Padre Folletto". Finalmente nel 1729,
trovandosi di famiglia in Mezzolombardo, sopraffatto da febbre nell'agosto, fu condotto
all'infermeria, ove gli si scuoperse la malignità, da cui per 18 giorni molestato, munito
de' santissimi Sagramenti e ben disposto, passò al Signore, Trento 14 settembre 1729.
279. (97. //) P. Barnaba da Samoclevo in Val di Sole, Cristoforo Antonio
Tolomeotti, battezzato 16 marzo 1686, vestito, solo, in Cles 20 settembre 1707,
essendovi Guardiano il P. Giovanni Cristoforo da s. Michele, maestro il P. Adriano da
Lardaro diffinitore. Ebbe lettore de' tre anni di filosofia e due primi di teologia il P.
Lodovico da Mezzotedesco e P. Zaccaria, e nel terzo corso ebbe il P. lettore Domenico
da Besagno. Nel 1719 partì da Fiemme per Roma andando in s. Pietro Montorio per
abilitarsi alle sagre Missioni. Fu ivi esaminato, approvato e destinato alla Missione di
Costantinopoli. Si partì da Roma, e ritornò nel 1720 in Provincia. Indi visitati i parenti
si avviò per la sua Missione di Costantinopoli. Nella quale dopo aver faticato per bene
delle anime circa nove anni contrasse la peste, per cui nel convento di s. Marta in Pera
di Costantinopoli, passò piamente al Signore, Religioso assai da bene e zelante.
Costantinopoli 24 novembre 1729.
280. P. Ignazio da Volano, Antonio Bortolotti, battezzato 5 gennaio 1693, vestito
con altri in Cles li 9 maggio 1712, essendovi Guardiano il P. Valerio da Preghena,
Vicario e maestro il P. Adriano da Lardaro. Ne' tre anni di filosofia, e due primi di
teologia ebbe lettore il P. Pietro Antonio Birt da Roveredo. Nel terzo ebbe in Arco nel
1718 il P. lettor Giacinto da Roveredo; e nel novembre partì verso Roma, e si fermò
alcuni mesi in Cesena, ed indi fu posto nello studio generale in Bologna sotto il P.
lettore Fulvio di Bologna. Nel dicembre del 1719 si portò a s. Pietro Montorio in Roma
per abilitarsi alle Missioni. D'onde, destinato missionario in Albania, ritornò in
provincia verso la fine di ottobre 1720. Nel febbraio poi del 1721 si avviò alla sua
Missione di Albania e vi faticò verso cinque anni. Nel gennaro del 1726, venuto dalla
Missione in Venezia, si portò anche in Provincia, e ricevuto dal P. Ministro Sebastiano
da Trento il nuovo vestiario partì dal Borgo il dì 20 marzo di ritorno alla Missione. Lo
stesso anno 1726 capitò di nuovo da Venezia in Borgo il dì 26 settembre, poiché non
avendo voluto ritornar alla Missione, senza che gli venissero conceduti Frati laici per
110
fare da medici e cerusici come ne avea istantemente supplicata la Sagra Congregazione,
non vuolle essa concederglieli, e però per decreto della medesima Congregazione fu
rimandato ad propriam, e venne collocato di famiglia in Fiemme. Ma poco vi si fermò,
attesoché il dì 21 dicembre dello stesso anno capitò di nuovo in Borgo venendo da
Fiemme col P. Tobia Arcangelo Fedrigotti da Sacco; ed il dì 5 gennaro 1727 partì collo
stesso per Venezia, destinati amendue, per opera di Sua eccellenza Conte Giovanni
Paolo Giovanelli, confessori de' soldati tedeschi nell'isola di Corfù, per ove poi
velleggiarono circa il dì 3 marzo, ben provveduti dalla generosità del predetto cavaliere.
Dopo tre anni circa ritornarono ambidue da Corfù, ed essendo il P. Ignazio infermo,
cresciutogli il male nel convento di s. Bonaventura in Venezia, assistito con gran carità
da que' nostri Padri, munito de' santissimi Sagramenti, e ben disposto passò ivi piamente
al Signore, Venezia li 2 febbraio 1730. Fu poi mandata a levare da Venezia una cassa
de' libri, assiemati dal detto P. Ignazio e di lui compagno P. Tobia Arcangelo, quali da
Padre Ministro Serafico da Roveredo furono divisi per le librerie della Provincia. Fu il
nostro P. Ignazio buon Religioso, di competente scienza, e di prudente condotta, che
sopravvivendo poteva non poco servire la Provincia.
281. P. Tobia Arcangelo da Sacco, Francesco Fedrigotti de Bossis, nato in
Bronzollo, ma (98. //) detto da Sacco, battezzato 29 agosto 1699, vestito in Cles con un
altro li 11 giugno 1718, essendovi Guardiano il P. Enrico Coellato da Trento il secondo
anno, Vicario e maestro il terzo anno il P. Teodoro da Rumo diffinitore. Ebbe ne' tre
anni di filosofia e due di teologia lettore il P. Antonino da Trento, un anno il P. lettore
Ilario; e nel quarto in Trento nel 1725 il P. Lodovico. Nel 1724 dopo l'Assunta partì da
Mezzolombardo, ove era studente, e col P. Ippolito da Nosellari con 15 giorni di
ubbidienza si portò a Bronzollo e Bolgiano alla visita de' suoi parenti. Circa li 22
settembre 1726 partì da Fiemme col P. Fortunato da Inspruch, e di nuovo
coll'ubbidienza di giorni 10 si portò a Bolgiano. Nel detto anno partì da Fiemme nel
dicembre col P. Ignazio da Volano, il dì 21 dicembre capitò in Borgo, d'onde poi collo
stesso il dì 5 gennaio 1727 si portò a Venezia ed indi a Corfù, d'onde, come sopra fu
narrato nella vita del P. Ignazio il detto P. Tobia Arcangelo ottenne di portarsi in
Toscana per esercitarsi nella predica. Ma assai poco vi dimorò, perché infermatosi di
febbre etica nell'ospizio de' nostri Riformati in Firenze, e da quella consumato, passò
piamente al Signore, assistito da nostri Padri Martirio da Roveredo, e Bonaventura da
Giovo che per accidente passavano per Firenze, venendo da Roma, destinati missionari
in Albania, a visitar li propri parenti pria di portarsi alle Missioni. Nel 1722 nel
carnovale agli Ogni Santi trovandosi il P. Tobia Arcangelo studente di teologia in
Borgo, giocando alle sghibbe, fu sorpreso da un grande sbocco di sangue, da cui il
signor medico Vedovati lo risanò; ma disse, che col tempo sarebbesi risentito. Nel
settembre del 1728 venne il predetto P. Tobia da Corfù in Venezia per far provisione de'
libri, e poi se ne ritornò a Corfù, ed avendo egli a caso ritrovati in Venezia, arrivativi da
Cles, li Padri Casimiro da Calliano, e Bonifacio d'Ossana suo condiscepolo, li regalò
con una canevetta contenente dodici carafine di Barbados. Passò al Signore il P. Tobia
Arcangelo all'ospizio di Firenze li 20 aprile 1730. Ma fu il suo cadavere solennemente
trasportato al convento di Fiesole.
1730. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Trento li 8 maggio.
111
282. P. Valentino da Pergine, Giovanni Francesco Maoro, battezzato 9 giugno
1692, vestito in Cles con altri li 25 giugno 1710, essendovi Guardiano il P. Teodoro da
Rumo, Vicario e maestro il P. Giovanni Paolo da Mori. Ebbe ne' tre anni di filosofia e
due primi di teologia lettore il P. Zaccaria Fenner da Roveredo della Luna; e nel terzo
ebbe in Arco lettore Pietro Antonio da Roveredo l'anno 1716. Nel 1723 trovandosi in
Arco di famiglia a primi di gennaro essendo stato condotto il cadavere del quondam
rev.mo signor Conte Giovanni Battista d'Arco canonico di Salisburgo e di Trento, per
essere sepolto nella chiesa delle Grazie, il P. Valentino compose e recitò per lo stesso
l'orazione funebre che fu poi anche data alle stampe; e nello stesso anno fece anche
l'annuale nella Collegiata d'Arco. Di poi l'anno seguente 1724 il dì 6 settembre partì
solo per la Toscana, affine di esercitarsi nella predica, e fu collocato nel convento di
Sanchiano, d'onde scrisse dopo esserci giunto, che eravi poca comodità di studiare, non
trovandosi libri, e che però conveniva andarvi colle prediche già composte. E ne' quattro
anni di che vi dimorò, non si sa altro di certo, se non che predicasse la Quaresima del
1726 nelle feste alla Pieve Aquarto e Fontiano. Dopo di quattro anni di dimora in Italia
giunse di ritorno in Arco il dì 23 dicembre 1728 parlando a perfezione la lingua toscana.
Nel 1729 fu collocato di famiglia in Cles, e la Quaresima del 1730 predicò in Meano e
Gardolo. Di poi sopraggiuntogli certo incommodo di petto, fu condotto all'infermeria,
ed ivi sempre più molestato, in modo che non potea ricevere cosa alcuna, dovette
soccombere passando piamente al Signore; ed aperto il di lui cadavere fu ritrovato un
polipo nell'imboccatura dello stomaco, che impediva la calata del cibo. Trento 22
giugno 1730.
283. (99. //) P. Massimigliano da Trento, Giovanni Battista Cimonati,
battezzato 4 settembre 1640; vestito con altri in Arco li 30 maggio 1659 essendovi
Guardiano il P. Cherubino Ippoliti da Pergine, Vicario e maestro il P. Giuseppe da
Roveredo, Custode. Studiò la filosofia sotto il P. Gregorio da Trento, e la teologia parte
sotto del medesimo e parte sotto il P. Agostino Barisella da Tuenno. Celebrò le sue
primizie nell'ottobre del 1664, essendo stato dispensato di otto mesi del sessennio solito
di Religione. Fu segretario del P. Agostino Barisella da Tuenno nel di lui terzo
provincialato cioè gli anni 1668-1670. Insegnò poi tre anni la filosofia ed essendo
lettore in s. Rocco la sera del venerdì Santo il dì 31 marzo dopo la processione fatta per
la città, intervenne con tutti gli altri nostri Frati entro il monastero di s. Carlo alla
sepoltura della Serva di Dio suor Giovanna Maria dalla Croce. Nel 1674 fu in Roveredo
co-lettore di teologia col P. Alessandro da Riva. Insegnò poi tre anni la filosofia. Nel
1678 negli atti si nota lettore di teologia in Borgo; ma si crede non abbia letto per tutto
l'anno perché ve li mette una croce; forse verso l'autunno del detto anno si portò a
leggere teologia nel regno di Napoli (avendo per compagno fra Marco da Volano, che
poi ritornato, morse all'improvviso nel gennaro 1679 in Borgo). Rimase fuori di
provincia lettore circa due anni e sostenne le tesi pubbliche avanti il rev.mo P. Antonio
da s. Giovanni Commissario generale. Nel 1681 già ritornato d'Italia fu sostituito lettore
al P. Sisto da Trento. Nel Capitolo ivi celebrato nel 1683 fu eletto diffinitore e lo stesso
anno fu co-lettore in Trento col P. Lodovico Coella da Pergine. Nel 1686 fu fatto
Guardiano di Trento. Nel 1687 essendo stato eletto Guardiano di Trento il P. Aurelio da
Tuenno, e questi giunto da Roma, avendo rinunziata detta guardianìa. gli fu sostituito in
quella il P. Massimigliano. Nel 1688 fu Vicario in Borgo del P. Guardiano Giorgio
Martini da Predazzo. Nel 1689 fu visitatore della Provincia di Baviera, avendo per
segretario il P. Vincenzo Capra dal Borgo lettor attuale di teologia in Cles, e per
112
compagno il P. Gaodenzo Rosi dal Borgo intendente la lingua tedesca. E fece il
Capitolo il dì 29 settembre, in cui fu eletto Ministro il P. Benone Mayr. Nel 1690 fu
segretario di commissione del P. Ignazio da Civezzano visitatore della Provincia di
Milano, ove fu celebrato il Capitolo il dì 10 agosto in Treviglio. Nel 1691 fu fatto
Vicario in Arco del P. Guardiano Amadio da Villa Montagna. Nel 1692 fu Guardiano
del Borgo per un anno. Dopo la guardianìa del Borgo partì con fra Benvenuto da
Massone compagno per Roma andando, come pensava, Guardiano a s. Chiara di Napoli;
ma giunto in Roma, gli fu variata la destinazione, e fu mandato solamente confessore
delle dette monache di s. Chiara; e fu scelto per confessore dalla madre abbadessa di
Casa Caraffa. Mentre eravi confessore il P. Massimigliano (per notizia datami da Napoli
per lettera dal nostro Padre Antonio da Fondo nel 1759 essendo egli ivi attual
confessore delle monache di s. Chiara), il cardinal Candelino arcivescovo di quel tempo
in Napoli, volendo far la visita della clausura del monastero di s. Chiara, dopo un
gagliarda resistenza per parte delle monache, l'arcivescovo entrò a forza, e le monache
per ovviar ad ogni pregiudizio de' loro privilegi, ad onta del cardinal arcivescovo, fecero
entrare il P. Guardiano con due confessori, uno de' quali era il nostro P. Massimigliano,
per il che invitato il prelato, giunto alla chiesa fulminò l'interdetto contro tutte le
monache, e tre Frati, protestandosi di voler la soddisfazione da' Frati, onde la nostra
abbadessa per ovviar ogni inconveniente spedì per vettura in tre Frati in Roma con un
avvocato, e fece dar principio alla lite contro l'arcivescovo (quale poi ottenne il
monastero favorevole). E siccome durante la lite per sei mesi, rimase interdetto il
monastero, il P. Guardiano coi due Padri (100. //) confessori ritornarono da Roma a
dirittura alle loro Provincie, e così anche il nostro P. Massimigliano non terminò il
triennio, ma precisamente quanto siavi dimorato, non si è potuto sapere, e ad cautelam,
cogli altri si fece assolvere in Roma dalle censure dell'arcivescovo di Napoli. Si può
però talqualmente didurre, riflettendo, che se dopo la guardianìa del Borgo, cioè nel
1693 si è portato a Napoli, e nel Capitolo fatto in Roveredo il dì 26 maggio 1695 fu
eletto diffinitore, già ritornato in Provincia, appena più di un anno egli può esser stato
effettivo confessore delle monache di s. Chiara in Napoli. Nel 1697 nel terzo anno del
diffinitoriato fu insieme Vicario in Mezzolombardo del P. Guardiano Giuseppe Vigilio
da Mezzotedesco. Nel 1698 fu deputato confessore delle monache di Roveredo, e vi
durò un anno solo. Nel 1699 e 1700 fu la seconda volta Guardiano di Trento. E nel
Capitolo celebrato in Roveredo li 7 giugno 1701 fu fatto Custode. Nel 1702 essendo
stato accordato uno de' nostri Padri per confessore delle monache alla santissima Trinità
in Trento, fu deputato il Padre Massimigliano, e diede principio a tal ministero la vigilia
del santo Padre il dì 3 ottobre 1702, essendo egli stato più volte per avanti confessore
straordinario, e vi durò circa un anno e mezzo sino acché nel Capitolo celebrato in
Trento il dì 14 aprile 1704 fu eletto Ministro provinciale (ed allora gli fu sostituito per
confessore delle predette Madri il P. Simon Pietro Barbi da Cembra ex Ministro
immediato). Il primo anno ebbe il P. Massimigliano per segretario il P. Niccolò Trepin
da Cles, e fatto questi lettore, ne' due anni seguenti prese per segretario il P. Romedio
Torresani151 da Cles. Nel 1709 fu per la terza volta fatto Guardiano di Trento. E nel
Capitolo celebrato l'anno seguente in Trento il primo di giugno 1710 fu eletto per la
terza volta diffinitore. Così pure nel Capitolo fatto in Trento li 4 maggio 1713 fu per la
seconda volta fatto Ministro provinciale, e scelse per suo segretario il P. Prospero
Riccabona da Riva, e per compagno fra Gioachino Pisoni da Madruzzo. Nel secondo
151
Nel manoscritto: Toresano.
113
anno, cioè nel 1714 il giorno di s. Pietro d'Alcantara celebrò solennemente in s.
Bernardino la sua seconda Messa sermoneggiandovi il P. lettore Lodovico da
Mezzotedesco, e onorandola con un lauto pranzo quelli della sua Casa Cimonata. In
questo secondo governo ebbe l'imbroglio della lite co' Romarzolli pretendenti il
dominio dello spiazzo avanti la chiesa delle Grazie (che si accomodò poi il dì 12 luglio
1717). Trasportò il lanifizio da Arco in Pergine, ove fece fabricare la stuffa per li frati
lavoranti, la stanza e loggia per li scartezzini e per le lane. Si fece il refettorio ed altre
offizine in Arco ed in Cles si fecero tre foresterie sopra il primo chiostro. Avendo
concesso al signor Giorgio Benetti di Roveredo di far un capitello sul muro nel luogo
del martirio di s. Adalpreto, il Benetti lo fece troppo grande, come una cappella, e
voleva farvi dentro il suo monumento, s'interpose dopo 12 anni il signor sindaco
appostolico dottor Folghereit di Roveredo, ed accomodò la controversia, donando il
Benetti la cappelletta di s. Adalpreto alla Religione, e questa concedendo al Benetti di
farsi un monumento, come poi fece, nella chiesa di s. Rocco. Nel Capitolo fatto in
Roveredo li 24 giugno 1716 terminato il secondo provincialato il P. Massimigliano si
fermò di famiglia in Roveredo quantunque d'anni 78; e l'anno seguente 1719 fu per la
quarta volta fatto diffinitore. Fu a suoi tempi buon predicatore, ne' suoi governi destro, e
gradito da Frati e benefattori, e di buona osservanza. Di complessione sanissima e
robustissima, e tuttoché avesse fatti tanti viaggi e fatiche, seguitava in tutto la comunità
di giorno e di notte, non adoperando occhiali, vecchio veramente venerando e di
gioconda religiosa conversazione, assai stimato dal secolo, e lontano dal chietinismo152.
Finalmente andando al fine del novantesimo anno di sua età, sorpreso da picciol
febbretta, e poi da catarro, munito de' santissimi Sagramenti, passò, quasi senza male,
piamente al Signore avanti Compieta in Roveredo li 2 agosto 1730.
284. (101. //) P. Benigno da Banale, don Francesco Maria Chiappani sacerdote
da Villa in Banale, stato curato in Andalo153, e cappellano del rev.mo arciprete di Banale
Girolamo Dusino di Cles; battezzato 25 febbraro 1658; vestito in Borgo con un altro il
primo settembre 1698, essendovi Guardiano il P. Maurizio dal Borgo, Vicario e maestro
il P. Abbondanzo da Val di Buono. Nel 1713 fu fatto Vicario di Campo del P.
Guardiano Carlo Proner da Canezza. nel 1718 fu eletto Guardiano di Campo. Nel 1723
e 1724 fu Guardiano in Mezzolombardo. Trovandosi poi di famiglia in Campo, passò
piamente al Signore, Campo 6 agosto 1730.
285. Fra Romedio da Cles, Giovanni Gabellini, battezzato 22 dicembre 1645,
vestito con un altro per laico in Cles li 6 maggio 1667, essendovi Guardiano e maestro il
P. Egidio da Segno, Vicario e pro-maestro il P. Amadio da Villa Montagna. Si portò
assai giovane al servizio di Terra Santa nel 1670. Velleggiò da Venezia per Levante ed
in 22 giorni approdò in Costantinopoli il dì 30 febbraro 1671. Dimorò in Terra Santa
quattro anni. Sapeva sonare il Basso, e cantava in musica, come poi fece in Arco
ritornato da Gerusalemme; e per molti anni fu parimente lanaro alle Grazie. Nell'anno
Santo 1700 si portò a Roma col P. Romedio Torresano da Cles. Dopo essere dimorato
per molti anni di famiglia in Fiemme, nel 1713 fu posto in Cles, e vi dimorò sino alla
morte. Fu portinaro assai caritativo, e Religioso di buon esempio. Negli ultimi anni
divenne impotente, e fu obbligato a letto. Finalmente assai vecchio d'anni 85 munito de'
santissimi Sagramenti e ben disposto, passò piamente al Signore Cles 30 agosto 1730.
152
153
Forma bigotta di devozione.
Nel manoscritto: Andel.
114
286. P. Amadio da Pergine, Bartolommeo Bertoni detti Grillo, battezzato 16
agosto 1685; vestito in Borgo con un altro li 13 maggio 1705, essendovi Guardiano il P.
Benedetto da Val di Buono, Vicario e maestro il P. Maurizio dal Borgo. Ne' tre anni di
filosofia e primo di teologia ebbe lettore il P. Giacomo da Varignano. Nel secondo e
quarto il P. lettor Domenico da Besagno, e nel terzo il P. Marcellino da Cles. Nel 1714
si portò solo in Roma per andar nelle Missioni, ma poi mutata risoluzione, dopo esser
colà dimorato circa otto mesi, ottenne dal rev.mo P. Diodato da Roma, Vice
commissario generale della Riforma, di ritornarsene in Provincia, e fu posto di famiglia
in Roveredo. Nel 1723 con fra Alessandro da Canezza si portò in Terra Santa, ed arrivò
il dì 8 settembre in Alessandria. Nella Quaresima del 1726 predicò in Cipro, ove con
vini potenti si danneggiò molto la complessione per altro accesa. Imbarcatosi poi di
ritorno in Cristianità (lasciato in Terra Santa frat'Alessandro) capitò solo in Borgo il dì
24 gennaro 1727. Dopo pochi giorni dal suo arrivo in Borgo, fu ivi aggravato, e poi
anche curato dal male o sia infiammazione di petto; e posto poi in Cles di famiglia, ed
indi in Mezzolombardo. Finalmente collocato di famiglia in Arco nel 1730, andò alla
cerca del vino su la Riviera veronese, ed essendosegli infiammato il sangue con quel vin
Santo, ritornato dalla cerca al convento, si infermò, e dopo dieci giorni di dolorosa
infermità d'infiammazione di petto, munito de' santissimi Sagramenti, e ben disposto,
passò piamente al Signore, Arco 25 novembre 1730. Predicò alcuni Avventi e
Quaresime festive.
287. (102. //) P. Patrizio da Trento, Bartolommeo Marinelli, dal molino sotto
san Bernardino, battezzato 28 gennaro 1661; vestito in Cles con un altro li 24 maggio
1682, essendovi Guardiano il P. Francesco da Cles, Vicario e maestro il P. Maurizio dal
Borgo. Fu a suoi giorni valente panegirista, ma la portata e la voce non corrispondevano
alla bellezza della composizione. Fece assai prediche, quasi per un intero quaresimale,
oltre molti discorsi e panegirici, che descriveva con somma diligenza, ma egli non
arrivò a predicare che tre volte in settimana, come fece in Pressano la Quaresima del
1720. Fu molto lodato per l'orazione funebre che recitò ne' funerali di sua ecc.za Conte
Francesco di Castelbarco, alla presenza di tre di lui figliuoli, de' quali uno era
vescovo154, nel 1696, e fu gradita da Conti e da sudditi, per la circospezione, con cui era
stata condotta, attese le controversie pendenti fra il dinasta e li sudditi per le decime, ed
appena morto il predetto Conte Francesco, fu pubblicata la sentenza in favore de'
sudditi. Il nostro P. Patrizio nel 1704 fu fatto Vicario del Borgo del P. Guardiano
Ignazio da Civezzano, ma detto Padre Patrizio rinunciò, e gli fu sostituito il P. Giuseppe
da Eppen. Fu il primo de' nostri, che nel 1718 fece l'annuale in Riva (per opera del
signor dottor medico Pietro Guella), che comincia subito dopo Ognissanti fino alla terza
festa di Natale, vi si portò dal Borgo, ove era di famiglia, a farlo, avendo poi da quel
tempo sinora continuato i nostri Frati a predicare in Riva alternativamente co' PP.
Cappuccini, tanto l'annuale quanto la Quaresima. Circa il 1722 fu sorpreso in Borgo il
P. Patrizio da un colpo appopletico, da cui poi si riebbe, almeno per celebrar Messa. Ma
poi sopraffatto da un altro, e reso impotente, fu condotto all'infermeria, ove dimorò
alcuni anni. Ed ultimamente sorpreso da un altro colpo, passò piamente al Signore.
Buon Religioso e lontano da superiorità. Trento 19 gennaro 1731.
154
In margine: “Sigismondo Carlo Conte di Castelbarco, vescovo di Chiemsee”.
115
288. P. Tobia da Mezzotedesco, Antonio Cristoforo Schaser155, battezzato 3
agosto 1674, vestito in Roveredo con altri li 9 maggio 1694, essendovi presidente il P.
Alberto da Trento e poi dal settembre Guardiano il P. Girolamo dalla Giudicaria,
maestro il P. Barnaba Stefeni da Chiarano diffinitore. Non si sanno precisamente i
lettori sotto de' quali egli ha poi studiato, credesi sotto il P. Teodoro e P. Antonio Maria.
Nel 1709 fu fatto Vicario in Cavalese del P. Guardiano Valerio da Preghena. Del 1715
di nuovo ivi Vicario del P. Guardiano Anselmo da Trento. Nel 1718 nel maggio, si
portò col P. Candido fratello suo consanguineo con tre mesi di obbedienza a Lintz
nell'Austria a visitare due suoi fratelli Cappuccini. Nel 1722 fu Vicario in
Mezzolombardo nel secondo anno del P. Guardiano Giovanni Grisostomo d'Arsio. Fu
Religioso quieto, e confessore, assai geniale di lavorare di torno, e di tirar agli uccelli
colla zambottana. Pativa difficoltà di respiro, e come di asma, e più volte egli avea
detto, che una volta o l'altra l'avrebbero ritrovato morto. Trovandosi pertanto di famiglia
in Pergine, la sera, dopo esser stato cogli altri alla mensa, andato a riposo, la mattina fu
ritrovato morto, credesi oppresso dall'asma, e serramento di petto, a cui come fu detto
sopra, era molto soggetto, oppure da qualche colpo appopletico. Pergine 2 febbraro
1731.
1731. Dal trentesimo Capitolo fatto in Trento li 30 aprile in cui fu eletto Ministro il
P. Filippo Valentini da Rallo.
289. (103. //) P. Alberto da Trento, Giovanni Gasparo Pedrini, battezzato
primo novembre 1650; vestito in Arco con un altro li 8 settembre 1671, essendovi
Guardiano il P. Giovanni Grisostomo dal Borgo, maestro il P. Amadio da Villa
Montagna. Nel 1691 fu Vicario in Borgo nel secondo anno del P. Guardiano Davide da
Cognola. Avendo li 5 gennaro il P. Lodovico Ingenuino da Val di Buono rinunciata la
guardianìa di Roveredo nelle mani del P. Commissario provinciale Ignazio da
Civezzano, fu da questi fatto presidente di Roveredo il P. Alberto, che durò sino al
ritorno da Spagna del P. Ministro Marcellino da Cles; ed allora dal diffinitorio fu eletto
nel settembre Guardiano di Roveredo il P. Girolamo dalla Giudicaria. Nel 1695 fu ad
annum Guardiano in Borgo. Nel 1697 fu Vicario in Arco del P. Guardiano Bonifacio
Betta da Malgolo. Nel 1703 fu Guardiano d'Arco ad annum. Nel 1717 fu Vicario in
Pergine del secondo anno del P. Guardiano Giovanni Battista Zadra da Cis. Nel 1718 fu
Guardiano di Pergine. Nel 1719 avendo rinunciato il P. Carlo da Canezza la Vicarìa di
Pergine, fu sostituito il P. Alberto per Vicario nel primo anno del P. Guardiano
Cherubino Cappelletto da Trento. Non essendo il P. Alberto, che puro confessore, prima
d'invecchiarsi teneva la cura della comunità156, e facea da sarte. Per qualche anno poi
dimorò quasi impotente nell'infermeria, ove anche disse la sua seconda Messa bassa, et
ultimamente munito de' santissimi Sagramenti passò ben disposto al Signore, Trento 12
settembre 1731.
290. P. Giovanni Francesco da Nogaré di Pergine, Pietro dalla Casagrande,
detti Coroni, battezzato 11 marzo 1665; vestito in Cles con un altro li 4 ottobre 1686,
essendovi Guardiano il P. Eusebio da Cognola, Vicario e maestro il P. Crisogono da
Levico. Nel 1699 fu Vicario in Trento nel primo anno del P. Guardiano Massimigliano
da Trento. Nel 1700 fu Guardiano in Pergine. Nel 1701 fu Vicario in Borgo nel primo
155
156
Nel manoscritto: Sozer.
Guardaroba.
116
anno del P. Guardiano Sebastiano Fattori da Trento. Negli anni 1703 e 1704 fu di nuovo
Guardiano di Pergine. Nel 1705 fu ivi Vicario del P. Guardiano Casimiro da Trento. Nel
1709 e 1710 fu Guardiano del Borgo. Nel 1713-1715 fu pro-maestro in Cles. Nel 1715 e
1716 fu ivi Guardiano del noviziato e fece fare le foresterie nuove sopra il primo
chiostro. Nel 1718 fu di nuovo Vicario in Pergine del P. Guardiano Alberto da Trento.
Nel 1719 fu di nuovo eletto Guardiano di Pergine ma rinunciò. Nel 1720 fu Vicario in
Campo del P. Guardiano Abbondanzo da Pellizzano, ed insieme maestro de' novizzi
laici. Nel 1722 e 1723 fu ivi Vicario e maestro de' novizzi chierici, nel primo anno
essendovi Guardiano il P. Basilio Luterini da Stenico, e nel secondo il P. Giovanni
Cristoforo Stozzoni da s. Michele. Nel 1725 e 1726 fu Guardiano di Campo. Nel 1729
fu di nuovo Guardiano di Pergine ad annum. Fu il P. Giovanni Francesco confessore, di
non molta dottrina, ma buon Religioso, e di governo pacifico, attento a trattar bene li
Religiosi. Essendo stato molte volte sottoposto alla doglia, da quella ultimamente
sorpreso, munito de' santissimi Sagramenti e ben disposto, passò piamente al Signore,
Pergine 17 aprile 1732.
1732. Dalla prima Congregazione intermedia fatta in Arco li 27 aprile.
291. P. Flaviano da Trento, Alessandro dall'Armi, battezzato in Padova li 18
ottobre 1658. Di poi per essersi portato il di lui genitore a domiciliare in Trento,
chiamato fu da Trento. Vestito in Cles con due altri, li 20 maggio 1679, essendovi
Guardiano il P. Orazio Betta da Cavalese, Vicario e maestro il P. Anselmo da Ceniga.
Ebbe quasi sempre per lettore il P. Simon Pietro da Cembra. (104. //) Nel 1693
dall'aprile fu eletto Vicario di Pergine, ma rinunciò. Nel 1693 dal novembre fu fatto
Vicario di Cavalese del P. Guardiano Bonifacio Betta da Malgolo, ed accettò. Nel 1695
fu Guardiano di Cavalese. Nel 1705 fu Vicario in Cles del secondo anno del P.
Guardiano Giovanni Cristoforo da s. Michele. Nel 1710 fu Vicario in Trento del P.
Guardiano Adriano da Lardaro. Nel 1711 fu di nuovo fatto Vicario in Cavalese del P.
Guardiano Godenzo Rosi dal Borgo. Nel 1712 fu di nuovo fatto Guardiano di Cavalese.
Nel 1714 e 1715 fu Vicario in Mezzolombardo, il primo anno del P. Guardiano
Francesco Maria Cencini d'Arco; il secondo del P. Guardiano Simon Pietro Barbi da
Cembra. Nel 1717 fu di nuovo fatto Vicario in Cavalese del P. Guardiano Giuseppe
Vigilio Vescovi di Mezzotedesco. Nel 1718 e 1719 fu per al terza volta Guardiano di
Cavalese. Nel 1722 e 1723 fu Vicario in Borgo, il primo anno del secondo del P.
Guardiano Enrico da Trento; il secondo, nella guardianìa del P. Domenico Passerini da
Besagno. Fu molto buon e quieto Religioso, confessore e dopo essere stato qualche
anno impotente in infermeria, munito de' santissimi Sagramenti e ben disposto, passò al
Signore, Trento 2 giugno 1732.
292. P. Marcello da Calcinato sul Bresciano, Stefano Domenico Gazzoli,
battezzato 5 aprile 1682, vestito in Cles con un altro li 17 settembre 1701, essendovi
Guardiano il P. Alessandro Salvadori da Riva, maestro il P. Antonio Maria da Cavareno
diffinitore. Ne' tre anni di filosofia e due primi di teologia ebbe lettore il P. Filippo da
Rallo; nel terzo ebbe il P. Domenico da Besagno. Nel 1709, esaminato predicatore, si
portò a studiare il quarto in Pavia. Ritornato in Provincia si diede alla predica, e divenne
buon predicatore festivo. Nel febbraro del 1719 si portò nella Provincia di Brescia e fu
assente dalla nostra sei anni, e fra detto tempo da Brescia si portò alla visita de' santuari
in Roma circa il 1721, ove dimorò quasi otto mesi, Fece poi ritornò alla nostra
117
Provincia, capitando in Arco li 22 ottobre 1725 e fu collocato di famiglia in Cles. Nel
1727 verso la fine di settembre si portò col Padre Bernardo da Mechel al santuario di
Padova. Nel 1730 trovandosi di famiglia in Borgo, partì con due mesi di ubbidienza il dì
19 agosto per Brescia a visitare i suoi parenti con fra Giuseppe Visintainer da Caltron
vestito Terziario nel 1725, il quale rimase poi al servizio delle monache Cappuccine di
Lonato. Ritornato poi il P. Marcello dalla bressana fu pian piano sopraffatto da febbre
etica, e però fu condotto all'infermeria, ove dopo quasi un anno, munito de' santissimi
Sagramenti, e ben disposto, passò piamente al Signore, Trento 22 luglio 1732.
293. P. Carlo Antonio da Cles, Giovanni Francesco Maffei, battezzato 2 giugno
1686; vestito in Borgo con altri il 10 maggio 1704, essendovi Guardiano il P. Benedetto
da Val di Buono, maestro e nel novembre anche Vicario il P. Maurizio dal Borgo
diffinitore. Ebbe ne' tre anni di filosofia lettore il P. Niccolò Trepin da Cles. Ne' due
primi di teologia il P. Filippo da Rallo, e nel terzo il P. Giacomo da Varignano. Nel
1713 partì da Pergine per Roma il dì 28 aprile con tre mesi di ubbidienza, avendo per
compagno frat'Ambrogio da Cles. Gli convenne far la contumacia in Primolano, che
terminò li 28 maggio. Giunto poi in Roma ottenne la proroga e così col detto fra
Ambrogio capitò di ritorno in Borgo verso la fine d'agosto. Nel mese di settembre del
1718 con tre settimane di ubbidienza, si portò col P. Simone da Mezzolombardo alla
visita del Santo di Padova. Nel 1722 con fra Cornelio da Civezzano si portò nell'Umbria
a Cancelli per venir liberati ambidue dalla sciatica. Nel 1724 fu Vicario in
Mezzolombardo nel secondo anno del P. Guardiano Benigno da Banale. Nel 1726 fu
Guardiano in Borgo. Nel 1729 fu Vicario in Cles del P. Guardiano Corrado da Tesero.
Nel 1732 posto di famiglia in Roveredo, fu sorpreso da un male violento, per cui
rottasegli una vena in brevissimo tempo, buon Religioso e pure confessore, passò al
Signore, Roveredo 30 agosto 1732.
294. (105. //) P. Raimondo da Pergine, Antonio Bertoni detti Grillo (zio
paterno del P. Amadio da Pergine morto nel 1730, battezzato 28 luglio 1661; vestito con
un altro poi uscito, in Cles li 17 maggio 1678, essendovi Guardiano il P. Orazio da
Cavalese, maestro, dopo qualche mese, il P. Prospero dal Borgo. Dal 1694 si portò alle
Missioni di Albania, e vi faticò per quattordici e più anni. Ritornato in Provincia
rinunciò poi nel 1710 li privilegi di missionario, e nel detto anno fu fatto Guardiano di
Pergine. Nel 1712 si portò al monte della Verna ed a Roma con fra Bernardino da Sers.
Nel 1721 fu in Pergine Vicario del P. Baldassar Antonio Grobber da Canezza. Nel
Capitolo del 1731 gli fu accordato il titolo di Reverendo. Fu buon Religioso, e molto
semplice, credendosi egli tuttavia accorto. Dimorò di famiglia quasi sempre dopo il
ritorno dalle Missioni, quasi sempre dissi in Pergine, e fu da Pergine condotto
all'infermeria, ove dopo molti mesi, ben munito de' santissimi Sagramenti, e ben
disposto, passò piamente al Signore, Trento primo settembre 1732.
295. P. Pietro Paolo da Cles, Girolamo Filippo Dusini, nato e battezzato in
Banale il 17 agosto 1694; allora stava lì il di lui genitore signor Bernardino Dusini di
Cles col fratello signor Girolamo Dusini arciprete di Banale, e poi dopo la morte
dell'arciprete se ne ritornò in Cles. Fu pronipote ex parte patris del P. Francesco Dusini
di Cles, morto nel 1711, e per parte di madre fu nipote del P. Marcellino Visintainer da
Cles. Fu vestito, solo, in Cles li 30 settembre 1714, essendovi Guardiano il P. Romedio
Torresani da Cles, Vicario e maestro il P. Andrea da Val di Buono Custode. Fu un anno
118
in logica e due nella morale, ma non avendo talento, per certi colpi ricevuti nel capo,
mentre studiava secolare in Bressanone, fu applicato alla sagrestia e per molti anni in
più conventi, specialmente in Trento e Roveredo, fu sagrestano diligente, e buon
cantore. Nel 1731 eletto Ministro il P. Filippo da Rallo lo prese per suo compagno; e nel
settembre del 1732 si portò col P. Silvestro da Trento in Fiemme per aiutar a cantare
alle primizie del neomista P. Apollinaro Iellici157 da Tesero. Essendo il P. Pietro Paolo
sottoposto alla strettezza di petto, la sera che capitò in Fiemme si sentì poco bene, ed in
seguito la febbre e pleripleonomia, ossia infiammazione de' polmoni, per cui dolore
spesso gridava. Finalmente, senza poter assistere alle primizie del neomista, dopo 15
giorni circa d'infermità, munito de' santissimi Sagramenti e ben disposto, passò al
Signore, Cavalese 12 ottobre 1732.
296. P. Luca da Vigo Lomas in Giudicaria, Agostino Aloisi, battezzato 28
maggio 1668; vestito con un altro in Cles li 9 luglio 1686, essendovi Guardiano il P.
Eusebio da Cognola, Vicario e maestro il P. Crisogono da Levico. Fu studente del P.
lettore Barnaba da Chiarano, e divenne zelante predicatore di tre in settimana,
possedendo un gran tuono di voce. Nel 1701 fu Vicario in Campo del P. Guardiano
Enrico Coellato da Trento. Nel 1703 fu Guardiano di Campo. Dopo la predetta
guardianìa fu oppresso da stimoli e scrupoli, per cui non confessava, quantunque fosse
valente moralista. Finalmente trovandosi di famiglia in Campo, aggravato da mortale
infermità, e per grazia speciale del cielo reso quietissimo, munito de' santissimi
Sagramenti, e ben disposto, assistito dal P. Abbondanzo da Pellzzano, passò piamente al
Signore, Campo 20 gennaro 1733.
1733. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Cles 26 aprile.
297. P. Vincenzo dal Borgo, Gerardo Capra, battezzato 8 febbraro 1657; vestito
con altri in Cles li 4 maggio 1677, essendovi Guardiano il P. Antonino Chirmer da
Trento, maestro il P. Ignazio Bampa da Civezzano. Studiò la logica in (106. //) Arco,
sotto il P. Clemente da Levico, e poi in Trento la filosofia, ed indi fu per alcuni anni a
studiare a Milano, ove celebrò le sue primizie; ed eletto nel 1683 Provinciale il P.
Ignazio da Civezzano, fu da questi richiamato in Provincia, ed indi fatto lettore insegnò
nel 1686 in Arco la logica a seguenti chierici: Fra Antonio Maria da Cavareno, Pietro
Marcellino da Tenno, fra Angelo Ignazio da Tesero, fra Giuseppe da Eppen, fra Serafico
da Roveredo, e ne' due anni seguenti in altri conventi gli insegnò la fisica ed animastica.
Nel 1689 fu deputato lettore di fisica in Cles e lo stesso anno si portò in Baviera
segretario di commissione del P. Massimigliano da Trento Visitatore. Nel 1690 fu
lettore di fisica in Cles. Nel 1691 e nel 1692 fu co-lettore in Arco del P. Angelo Antonio
da Castronovo; e nel Capitolo celebrato in Roveredo il dì primo di maggio essendo stata
decretata la compilazione de' statuti per questa nostra Provincia, furono deputati per
farla il P. Giacinto da Besenello, il P. Simon Pietro da Cembra, ed esso padre Vicenzo
dal Borgo, da quali per il novembre terminata in un libro in 4°. Nel detto mese fu
mandato a Roma il detto P. Vicenzo col P. Bonaventura Nocker dal Borgo Guardiano di
Pergine, per conseguire dal Superiore generale la conferma di detta compilazione, ma
nulla ottenne. Nel 1693 dall'aprile fu co-lettore in Roveredo del P. lettor Andrea da Val
di Buono. Nel 1693 dal novembre fu eletto Guardiano di Trento, ma rinunciò, e gli fu
157
Nel manoscritto: Gelico.
119
sostituito il P. Serafino da Rallo, ed esso P. Vicenzo fu fatto Vicario di Trento, avendo
rinunciata detta vicarìa il P. Quirico da Poia. E nel detto anno fratesco essendo Vicario
intervenne alla solenne traslazione del santissimo Sagramento fatta il dì 28 ottobre 1694
dal convento di s. Bernardino vecchio al presente nuovo, dal monsignor Giorgio
Sigismondo de Sinnersperg suffraganeo coll'accompagnamento del rev.mo Capitolo
della cattedrale. Nel Capitolo celebrato in Roveredo li 26 maggio 1695 fu eletto
diffinitore, e nel medesimo triennio fu lettore di teologia. Nel 1698 fu fatto Guardiano
di Trento. Nel 1699 fu ivi lettore di morale, ed essendo poi morto il dì 5 aprile 1700 il P.
Lodovico Coella esaminator prosinodale, lo stesso giorno il predetto monsignor
suffraganeo sponte sua gli ottenne da monsignor vescovo Giovanni Michele Spaur la
patente di esaminatore, da cui anche dopo molti anni gli fu data la patente di delegato
episcopale per l'esame ed approvazione de' nostri Padri confessori, qual esercitò quasi
sino alla morte rimanendo in Trento, salvo quando fu superior provinciale. Nel Capitolo
fatto in Roveredo li 7 giugno 1701 fu fatto la seconda volta Vicario in Trento del P.
Guardiano Aurelio Agostino da Tuenno. Nel 1703 fu fatto per la seconda volta
Guardiano di Trento. Nel Capitolo poi celebrato in Trento li 14 aprile 1704 fu fatto
Custode, ed essendogli stato proposto di farlo Provinciale rispose ch'era conveniente si
facesse prima il P. Massimigliano Custode attuale, qual era stato qualche anno di lui
lettore. Così poi nel Capitolo celebrato in Borgo li 27 maggio 1707 fu eletto Provinciale
esso P. Vicenzo, e prese per segretario il P. Romedio Torresani da Cles, e per compagno
fra Gaetano Dall'Olio dal Borgo. Nel 1711 fu fatto Guardiano di Trento ad annum. Nel
Capitolo fatto in Trento li 4 maggio 1713 fu eletto diffinitore. E nel Capitolo celebrato
in Roveredo li 19 giugno 1719 fu fatto Custode. Nel Capitolo poi celebrato in Trento li
6 maggio 1722 fu per la seconda volta eletto Provinciale, su la speranza che l'anno
seguente andasse al Capitolo generale intimato da farsi in Roma il dì 15 maggio 1723.
Ma essendo detto P. Vicenzo e per la complessione e per lo grande studio reso molto
debole, congregatisi li Padri il dì 6 febbraro 1723 in Roveredo, elessero in Proministro il
P. diffinitore Adriano da Lardaro, il quale poi partì da Arco, ove era di famiglia, con fra
Lodovico da Vigalzano ivi cercatore per Roma (107. //) ove intervenne al Capitolo
generale ivi celebrato coram summo Pontifice Innocentio XIII die 15 maii 1723.
Ritornati li nostri Padri dal capitolo generale di Roma celebrò in Arco il dì 15 luglio la
prima Congregazione intermedia, dopo la quale fu aggravato ivi da una mortale
infermità, ma per grazia del Signore e per la grande assistenza de' signori medici, poi si
riebbe. Avendo il rev.mo Ministro generale eletto nel 1723 P. Lorenzo da s. Lorenzo fra
le molte cose ordinate nella sua prima enciclica, o sia fusissima circolare, richiesto il P.
Ministro, che gli mandasse il catalogo de' Frati di questa Provincia colla loro qualifica,
il P. Vicenzo fece stendere il detto catalogo, e buonamente fece una croce a molti Frati
in quello descritti, volendo indicare, che quelli così notati avessero qualche ostacolo. In
Roma da qualche Frate anche della nostra Provincia fu veduto detto catalogo, e notati li
Frati in quello croce segnati, e questi poi si lagnarono, e ricorsero in Roma, e durò la
briga qualche anno, e finalmente si terminò sotto il successore del P. Vicenzo, che fu il
P. Sebastiano da Trento. Terminato che ebbe nel capitolo del 1725 il secondo
provincialato il P. Vicenzo si fermò di famiglia al solito in Trento. Fu egli valente
teologo e negli anni che insegnò la teologia compilò gi scritti sopra li Quattro delle
Sentenze assai chiari158, che per molti anni servirono a diversi nostri Padri lettori,
sinoacché uscì alle stampe la teologia del Boyvin, Candelux e Dupasquier; come pure fu
158
Quattuor libri Sententiarum Petri Lombardi.
120
perito giurista e benigno probabilista; era perciò in grandissima stima e per la città e per
tutta la diocese trentina; e massimamente come esaminatore prosinodale presso de'
monsignori vescovi Spaur e Wolchenstein e suffraganeo Sinnersperg e de' principali
soggetti ecclesiastici e secolari, che prontamente serviva co' risposte o a vice o in
iscritto, e veniva chiamato communemente il P. Capra. Fu Religioso d'ottima vita, assai
umile, conversando con gran affabilità, assai povero, lontano dal secolo, da pasti, e dal
chietinismo o monachismo159, non essendo stato che per ordine di monsignor vescovo
Spaur una volta confessore straordinario delle monache di s. Michele in Trento ed
un'altra volta di quelle della Santissima Trinità. Negli ultimi tre anni sotto monsignor
vescovo e principe di Thunn, cioè dal 1730, essendo di pochissima salute, e quasi
sempre infermiccio, non interveniva più come esaminatore agli esami o per le
ordinazioni, o confessori, o per le parrocchie. Finalmente essendo già consumato dalle
fatiche de' lunghi studi e da vari incomodi aggravato, e maggiormente dall'età cadente,
si ritirò come impotente nell'infermeria, ove dopo la dimora di molti mesi, munito de'
santissimi sagramenti, e sospirando nella lunga agonia ardentemente di vedersi sciolti
dalla carcere del corpo, fece cenno che di nuovo gli raccomandassero l'anima col
proficiscere, ed indi egli con religiosa pietà passò al Signore, Trento li 7 giugno 1733.
298. Fra Michele da Cles, Giovanni Battista Scalfi, battezzato 12 gennaro 1659,
vestito per laico in Cles con due altri li 8 luglio 1684, essendovi Guardiano il P.
Celestino dal Borgo, Vicario e maestro il P. Amadio da Villa Montagna. Per molti anni
servì di compagno al P. Lodovico Coella da Pergine esaminatore prosinodale, e però si
diceva "il teologo". Fu assai capace cucinaro, per essere stato prima di prendere l'abito
diversi anni magazziniere in Venezia. Fu pure sarte, e trovandosi ultimamente
compagno del Padre confessore Giacinto da Roveredo nel confessionario di s. Carlo, fu
ivi la mattina di s. Bratolommeo, sorpreso da colpo appopletico, onde condotto al
convento di s. Rocco, senza poter venir sagramentato, per altro buon Religioso, civile e
di buon esempio, passò al Signore, Roveredo 27 agosto 1733.
299. Fra Rocho da Povo, Andrea Trentin da Panté in Povo, battezzato 23 marzo
1666, vestito, solo, per laico in Pergine li 20 giugno 1690, essendovi Guardiano e
maestro il P. Maurizio dal Borgo, Vicario e pro-maetro il P. Francesco Maria da
Castanedolo. Fu ottimo Religioso. E fu compagno in seguito di tre Padri provinciali, dal
1722 del P. Vicenzo dal Borgo, dal 1726, due anni, del P. Sebastiano da Trento, e dal
1728 del P. Serafico da Roveredo. Nel 1731 li 2 maggio partì da Trento con fra Ubaldo
da Cavrasto160 con 3 mesi d'ubbidienza alla visita del santuario d'Assisi. Posto poi nel
1733 di famiglia in Cles, sopraffatto da malattia mortale, passò piamente al Signore,
Cles 30 dicembre 1733.
300. (108. //) P. Adalberto da Smarano in Val di Non, Michele Brentari detti
Gamboni161, battezzato 21 marzo 1647, vestito in Arco con un altro uscito li 21
settembre 1671, essendovi Guardiano il P. Giovanni Grisostomo dal Borgo, maestro P.
Amadio da Villa Montagna. Nel 1687 fu Vicario in Campo del P. Guardiano Amadio
predetto. Fu compagno per qualche tempo del rev.mo P. Ippolito Ippoliti da Pergine in
Inspruch; così pure fu compagno del P. Fortunato Carneri da Cles allorché si portò in
159
Forme bigotte di devozione, sia nei laici, che nei Religiosi e monache.
Nel manoscritto: Caurasto.
161
In certi documenti è scritto: Brentara.
160
121
Vienna per fare l'oro potabile per ordine dell'augustissimo imperator Leopoldo. Fu
parimente per molti anni in diversi conventi sagristano, e per semplicità, facendo il
sagristano in Trento, lavò il bacile, in cui fu martirizzato il Beato Simonino da Trento,
per cavarvi le macchie di sangue. Nel settembre del 1727 in Cles, ove gli ultimi 15 anni
fu di famiglia, cantò la sua seconda Messa, ove finalmente buon vecchierello, passò
munito de' santissimi Sagramenti piamente al Signore, Cles 2 aprile 1734.
301. P. Giuseppe da s. Paolo in Eppan162, Adamo Prenner, battezzato 18 ottobre
1664, vestito in Cles con un altro li 31 luglio 1685, essendovi Guardiano il P. Eusebio
da Cognola, Vicario e maestro il P. Crisogono da Levico. Fu studente del P. lettore
Vicenzo dal Borgo. Nel 1695 fu Vicario in Cavalese del P. Guardiano Aquilino Bertoldi
da Cles. Nel 1699 avendo rinunciato il P. Marcellino da Cles la vicarìa d'Arco, gli fu
sostituito il P. Giuseppe. Nel 1701 fu di nuovo Vicario in Cavalese del P. Guardiano
Angelo Ignazio da Tesero. Poi fu preso per compagno da un Padre italiano, che andò
Visitatore nella Provincia di Baviera. Nel 1704 avendo rinunciata il P. Patrizio da
Trento la vicarìa del Borgo, gli fu sostituito in essa il nostro P. Giuseppe, ma nel
novembre del medesimo anno partì per confessore de' soldati all'armata cesarea in Italia,
Calcinato, Torino, ove dimorò per molti anni come cappellano castrense, capitando di
ritorno circa il 1712. Partì poi di nuovo da Roveredo nel febbraro del 1717 e si portò in
Bergamo confessore de' soldati tedeschi, e nemmeno dimoratovi un anno, per certe
brighe insorte fra il vescovo di Bergamo e l'inquisitore, il P. Giuseppe si licenziò, e
dopo essere andato alla visita del corpo di s. Bernardino nella città dell'Aquila, nel 1718
fu di ritorno in Provincia. Nel 1729 fu Vicario in Mezzolombardo nel secondo anno del
P. Guardiano Silvestro Parone da Trento. Nel 1730 fu Vicario in Roveredo del P.
Guardiano Andrea da Val di Buono. Nel 1734 affaticandosi ivi nell'assistere a soldati
moribondi contrasse anch'esso da questi il male maligno, per cui dopo essere stato
munito de' santissimi Sagramenti, ben disposto, ottimo Religioso, zelante confessore,
passò piamente al Signore, Roveredo 3 maggio 1734.
1734. Dal trentesimo primo Capitolo fatto in Roveredo li 24 maggio in cui fu eletto
Ministro il P. Corrado Sieff da Tesero.
302. Fra Lorenzo da Rumo, Bacca163 da Mocenigo164 in Rumo, battezzato 10
agosto 1683. Il dì 13 maggio 1705 era stato vestito per laico in Roveredo con altri col
nome di fra Paolino, ed a primi voti era stato licenziato a primi di settembre. Il dì poi 4
ottobre 1708 fu vestito per Terziario parimente in Roveredo, rattenendo il suo nome di
Lorenzo, e divenne un valente Terziario ed anche buon sarte, e cucinaro. Avendo poi
assistito al sopraddetto P. Giuseppe da Eppen, contrasse anch'esso il male maligno de'
poveri soldati, e però fu condotto all'infermeria, ove dovette soccombere alla grande
malignità; e così munito de' santissimi Sagramenti e ben disposto, passò piamente al
Signore, Trento 28 maggio 1734.
303. (109. //) Fra Vigilio da Calavino, Giovanni Bartolommeo Bernardi,
battezzato 13 luglio 1671. Fu circa tre anni Terziario, e poi vestito, solo, per laico in
Cles li 6 giugno 1701. Nel 1704 fu compagno del P. Marcellino da Cles Guardiano di
162
Nel manoscritto: Eppen:
Nel manoscritto: Bacha.
164
Nel manoscritto: Mosanigo:
163
122
Roveredo, allorché si portò a Vienna a favore de' signori roveretani per il caso del
Marotta165. Ebbe nel noviziato per Guardiano il P. Alessandro da Riva, e per maestro il
P. Antonio Maria da Cavareno diffinitore. Nell'orrido inverno del 1709 nella cerca di
Val di Sole, essendo cercatore di Cles, si agghiacciò, e patì assai allora, e per molto
tempo se ne risentì. Così pure circa il 1714 in Roveredo serrando nella morsa un libretto
di tabacco, si ruppe la guida166 di quella e gli ruppe una gamba, e per grazia del Signore
si riebbe. Per molti anni poi divenne impotente, e come paralitico, e circa il 1726 fu da
Cles condotto all'infermeria, ove poi munito de' santissimi Sagramenti e ben disposto
passò piamente al Signore, Trento 24 agosto 1734.
304. P. Giovanni Paolo da Mori, Giovanni Battista Sembenico, battezzato 29
ottobre 1659; vestito in Cles con un altro li 8 giugno 1680, essendovi Guardiano il P.
Francesco Dusino da Cles, Vicario e maestro il P. Maurizio dal Borgo. Ebbe per lettore
in filosofia e teologia il P. Simon Pietro Barbi da Cembra. Nel 1695 fu Vicario In
Roveredo del P. Guardiano Bonifacio Betta da Malgolo. Nel 1696 fu Guardiano di
Campo. Nel 1702 fu ivi Vicario nel secondo anno del P. Guardiano Enrico da Trento.
Nel 1703 fu Vicario in Arco del P. Guardiano Alberto da Trento. Nel 1705 fu di nuovo
ivi Vicario del secondo anno del P. Guardiano Giorgio Turcato da Trento. Nel 1706 e
1707 fu di nuovo Guardiano di Campo. Nel 1708 fu Vicario in Pergine nel secondo
anno del P. Guardiano Angelo Ignazio da Tesero. Nel 1710 fu Vicario e maestro de'
novizzi in Cles, essendovi Guardiano il P. Teodoro da Rumo, ma dopo un anno per
indisposizione come di vertigini sopraggiuntagli, gli convenne rinunciasse. Nel 1711 fu
di nuovo Vicario in Campo del P. Guardiano Stefano da Roncone. Nel 1712 fu per la
terza volta Guardiano di Campo. Nel 1714 fu di nuovo Vicario in Arco del P. Guardiano
Benedetto da Val di Buono. Nel 1715 fu di nuovo Vicario in Pergine nel secondo anno
del P. Guardiano Giovanni Cristoforo da s. Michele. Nel 1717 e 1718 fu Guardiano in
Borgo. Nel 1719 fu per la terza volta Vicario in Campo del P. Guardiano Placido
Bollech da Piné. Nel 1721 fu di nuovo Vicario in Roveredo del P. Guardiano Giacomo
Bontadi da Varignano. Nel 1724 fu la terza volta Vicario in Pergine del P. Guardiano
Innocenzo da Pra da Ziano. Finalmente essendo di famiglia in Arco molto buono e
quieto Religioso, munito de' santissimi Sagramenti, e ben disposto, passò al Signore,
Arco 27 settembre 1734.
305. P. Pietro Antonio da Caldes in Val di Sole, Francesco Antonio
Bartolommeo Manfroni di Federico, battezzato 26 agosto 1706, vestito in Campo li 12
agosto 1725 con un altro uscito, essendovi Guardiano il P. Giovanni Francesco da
Nogaré, Vicario e maestro il P. Basilio da Stenico. Ebbe ne' tre anni di filosofia il P.
lettor Ferdinando Weber167 da Bronzolo; e ne' tre anni di teologia il P. lettor Ippolito
Graser da Nosellari. Fu sorpreso da certo umore salso sul capo fino da chierico.
Nell'aprile partì con 3 mesi d'ubbidienza da Roveredo per Sacco nel 1732 col P.
Girolamo da Trento alla visita de' santuari di Assisi e di Roma; e nel ritorno del sagro
monte della Verna, ed ottenuta in Roma la proroga dell'ubbidienza capitarono poi il dì
20 ottobre in Borgo; fu ordinato sacerdote nel 1733. Nel 1734 fu posto di famiglia in
Cavalese, e sagristano, ove cresciutogli l'incomodo del catarro salso, e per le fatiche di
sagristano, gli crepò una vena nel petto, e gettando sangue fu condotto all'infermeria,
165
Cfr. Stenico Remo, I Frati Minori a san Rocco di Rovereto, Trento, 2004, p. 262.
Vite.
167
Nel manoscritto: Beber.
166
123
ove poi consumato dalla tabe, munito de' santissimi Sagramenti e ottimamente disposto,
passò con morte invidiabile placidamente al Signore, Trento 16 ottobre 1734.
306. (110. //) P. Candido da Mezzotedesco, Tobia Domenico Schaser168 fratello
consanguineo del P. Tobia Sozer morto nel febbraro 1731; battezzato 24 gennaro 1690,
vestito in Cles con altri li 11 giugno 1707, essendovi Guardiano il P. Giovanni
Cristoforo da s. Michele. Per maestro ebbe il P. Adriano da Lardaro diffinitore. Ne' tre
anni di filosofai e primo di teologia enne lettore il P. Marcellino Visintainer da Cles; nel
secondo e terzo ebbe il P. Domenico da Besagno. Nel maggio 1718 si portò col fratello
P. Tobia nell'Austria a visitare con 3 mesi d'ubbidienza due suoi fratelli Cappuccini. Nel
1730 fu Vicario in Mezzolombardo del P. Guardiano Cherubino da Trento. Nel 1731 fu
Guardiano di Cavalese. Nel 1734 fu fatto Vicario in Roveredo del P. Guardiano
Clemente Morelli da Trento, ed assistendo con carità, come avea fatto il P. Giuseppe da
Eppen Vicario morto nel maggio antecedente, alli soldati ammalati nell'ospitale
contrasse anch'esso il male maligno di quelli, quantunque si fosse premunito portando
addosso l'erba angelica169, per cui credeva di non venir sorpreso da malignità. Munito
pertanto de' santissimi Sagramenti, e ben disposto passò al Signore, Roveredo 28
ottobre 1734.
307. Fra Pietro da Nogaré. Casagrande detti Vallari da Nogaré di Pergine,
battezzato 4 agosto 1668; vestito Terziario li 11 giugno 1699; buon Frate, e tagliato
all'antica. Infermatosi in Pergine, fu condotto all'infermeria ove fu sopraffatto dalla
malignità, e però munito de' santissimi Sagramenti, passò piamente al Signore, Trento
21 marzo 1735.
1735. Dalla prima Congregazione intermedia fatta in Pergine 25 aprile.
308. P. Nazario da Tesero, Baldissero Longo, battezzato 22 ottobre 1681; vestito
in Roveredo con un altro li 13 maggio 1705; essendovi Guardiano il P. Eugenio da
Strigno, Vicario e maestro il P. Serafico da Roveredo. Ebbe ne' tre anni di filosofia e
quattro di teologia sempre lettore il P. Giacomo da Varignano. Nel 1721 fu Vicario in
Campo nel secondo anno del P. Guardiano Abbondanzo da Pellizzano. Nel 1726 fu
Vicario in Cles del P. Guardiano Francesco Boniati da Vigalzano. Nel 1728, avendo
rinunciata la vicarìa di Cavalese il P. Simon da Mezzolombardo gli fu sostituito il P.
Nazario. Nel 1729 fu fatto Guardiano di Campo. Trovandosi poi di famiglia in Borgo fu
sorpreso da febbre maligna, al principio non conosciuta per tale, per cui dovette
soccombere. Munito dunque de' santissimi Sagramenti e ben disposto, passò piamente al
Signore, Borgo 22 agosto 1735. Fu molto buono e quieto Religioso. Fu predicatore, ma
non predicò che una o l'altra volta per timore. Per altro intendeva bene, ma non avea
talquale comunicativa.
309. P. Marcellino da Cles, Giuseppe Antonio Visintainer, battezzato 7 ottobre
1654, vestito in Arco con due altri li 8 settembre 1671, essendovi Guardiano il P.
Giovanni Grisostomo dal Borgo, maestro il P. Amadio da Villa Montagna. Fu detto,
168
Nel manoscritto la forma dialettale: Sozer.
Angelica silvestris e Archangelica officinalis (in dialetto Sambughi mati): la radice masticata
preserva dalle malattie contagiose: l’infuso invece preparato con la radice aiuta la digestione, favorisce
l’espettorazione; è depurativo e combatte l’isteria.
169
124
s'invogliasse a farsi nostro Frate per aver veduto in Trento alla cerca del pane il
quondam P. Marcellino Armani da Ballino per la seconda volta Ministro provinciale,
onde anche esso Padre Marcellino Visintainer allorché diventò Provinciale nel 1692
sino al 1695, andò da Provinciale alla cerca del pane, come pure vi andò allorché era
Guardiano a s. Bernardino la seconda volta nel 1716 in aprile. Nel 1679 fu istituito
lettore e nel 1680 fu lettore delle arti in Roveredo. Poi si portò a Roma, ove in s.
Bonaventura de' Riformati fu per qualche tempo lettore senza esenzione. Ritornato in
Provincia, fu deputato lettore di logica nel 1684 in Arco de' quattro studenti seguenti:
fra Gabriello da Trento, fra Callisto da Val di Sole, fra Stanislao da Tuenno e credesi
frat'Andrea da Val di Buono. Nel 1685 (111. //) fu ivi lettore di fisica. Nel 1686 fu
lettore di animastica in Trento. Ed al principio del 1687 si portò segretario di
Commissione del P. Gregorio da Trento Visitatore della Provincia di Vienna, e dopo il
Capitolo fatto in Vienna il dì 25 maggio ritornato in Provincia, nella nostra
Congregazione fatta in Trento li 27 giugno 1687 fu istituito lettore di teologia in
Mezzolombardo. Nel 1688 fu lettore di teologia in Roveredo. Nel Capitolo poi celebrato
in Arco li 19 aprile 1689 fu eletto diffinitore colla dispensa dell'età, non terminando gli
anni 35 se non il dì 7 ottobre 1689; e lo stesso anno fu lettore del terz'anno di teologia in
Arco. Circa il 1691 si portò col P. Sebastiano da Trento per la seconda volta in Vienna
con suo signor padre a ritrovare il suo fratello dottor Visintainer fatto dall'imperator
Leopoldo effettivo consigliere del Consiglio imperiale aulico. Nel Capitolo poi
celebrato in Roveredo il primo di maggio 1692 fu eletto Ministro provinciale, e prese
per segretario il P. Serafino Cristani da Rallo, e per compagno fra Diego Tabarello da
Terlago. Nel 1693 monsignor vescovo di Trento Giuseppe Vittorio Alberti, chiamò a
nuovo esame i nostri Padri confessori facendoli esaminare dal P. Provinciale Marcellino
con due altri, uno de' quali sarà stato il P. Lodovico Coella da Pergine esaminatore
prosinodale. Celebrata poi in Campo li 18 novembre 1693 la seconda Congregazione
intermedia, s'istradò con fra Diego da Terlago suo compagno per l'Italia, e gionto in
Genova, per la di lei riviera si portò a Marsiglia, e da ivi si avanzò nella Spagna ed
intervenne al Capitolo generale celebrato in Vittoria nella Cantabria il dì 29 maggio
1694, avendo lasciato Commissario provinciale nella sua assenza il P. Ignazio da
Civezzano diffinitore attuale, eletto dal diffinitorio nella sopraddetta Congregazione di
Campo. Ritornato dal Capitolo generale di Spagna per li disagi del viaggio, e
massimamente per l'incomodo del mare sostenne una molestissima infermità; onde
postosi in Roveredo sotto la cura del signor medico Betta, si riebbe perfettamente. Sotto
monsignor vescovo Giuseppe Vittorio Alberti, morto poi il dì 31 dicembre 1695, era
stato il P. Marcellino e P. Michele da Roveredo con altri nostri Padri, per ordine del
predetto monsignor bandito da alcuni conventi a motivo del chietinismo170; anzi
denunziato alla sagra Inquisizione di Roma, ove per discolparsi, verso il novembre del
1698 si portò col suddetto P. Michele. Avanti molti mesi era pria giunto in Roma allo
studio in s. Francesco a Ripa il nostro P. Francesco Maria d'Arco con fra Cipriano da
Vezzano eccellente infermiere, e detto Padre diede notizia ex relatione eiusdem Patris
Francisci Mariae della perizia di fra Cipriano al P. Santo da Locarno nostro Riformato
confessore degli ergastoli della sagra Inquisizione, e questi lo notificò al cancelliere
della medesima incomodato appunto da certa indisposizione da cui perciò ben volentieri
chiamato fra Cipriano felicemente ne lo liberò. Pertanto dopo esser giunto in Roma il P.
Marcellino col compagno, dal P. Francesco Maria per mezzo del P. Locarno fu
170
Forma bigotta di devozione.
125
introdotto presso il sopradetto cancelliere dell'Inquisizione, guarito da fra Cipriano, e da
quello assistito ottenne d'essere ascoltato: e pienamente giustificatosi co' Padri
compagni, la quaresima seguente fu di ritorno in Provincia. Ed in data delli 23 aprile
1699 (La detta lettera originale conservasi nell'archivio della Provincia cassettino de'
Brevi), monsignor Giovanni Michele Spaur vescovo e principe di Trento scrisse al
nostro P. Provinciale e diffinitorio ecc... e per ordine della sagra Congregazione del
Santo Officio rimovete dalli Padri Marcellino di Cles, e Michele di Roveredo e
compagni, tutti gli impedimenti postigli da suo antecessore monsignor Giuseppe
Vittorio Alberti, abilitandoli agli gradi ed onori della Religione. E nel detto anno nella
Congregazione fatta in Arco li 2 maggio 1699 fu fatto il P. Marcellino Vicario di Arco,
ma rinunciò (bensì l'anno seguente 1700 essendo eletto Guardiano di Arco accettò). Nel
predetto anno 1699 si portò per la terza (112. //) volta a Vienna col P. Andrea da Val di
Buono diffinitore. Nel 1704 fu fatto Guardiano di Roveredo; e nel detto anno si portò
con fra Vigilio da Calavino suo compagno per la quarta volta a Vienna, per procurare
perdono ai signori provveditori di Roveredo per il pubblico ammazzamento da questi
ordinato del cesareo Commissario Marotta nel Pretorio di Roveredo, come in effetto
ottenne, mediante condanna sborsata di circa 60 milla fiorini, impiegati dal principe
Eugenio comandante generale dell'armata per vestire li soldati in Italia. In tale
occasione, credesi sia stata fatta al P. Marcellino una grossa limosina da monsignor
Rumel vescovo di Vienna, cognato del fu signor Visintainer fratello del P. Marcellino
Visintainer e consigliere imperiale aulico, qual avea sposata una sorella del predetto
monsignor vescovo, con qual limosina furono proveduti molti libri di riguardo per il
convento di Roveredo, nel frontespizio d' quali lo stesso P. Guardiano Marcellino vi ha
scritto per memoria "ex dono Ill.mi et R.mi Domini Rumel Episcopi Viennensis". Qual
monsignore passò poi al Signore ne' primi mesi del 1717. Nel 1706 fu fatto di nuovo il
P. Marcellino Guardiano di Roveredo, e nel febbraro del 1707 si portò alla visita della
Provincia del Tirolo col P. Filippo da Rallo lettor attuale di teologia in Pergine per
segretario e con fra Bernardo Guelmi da Trento infermiere per compagno; e celebrato il
Capitolo in Inspruch il dì 9 maggio 1707, ritornò in Provincia ed intervenne come
Guardiano di Roveredo al nostro Capitolo celebrato in Borgo il dì 27 maggio 1707 in
cui fu eletto per la seconda volta diffinitore; e nel 1708 nella Congregazione fatta in
Trento li 26 maggio fu insieme deputato lettore di logica in Borgo colli cinque seguenti
studenti: fra Giovanni Maria da Cles, fra Corrado da Tesero, fra Basilio da Stenico, fra
Candido da Mezzotedesco e fra Gerardo da Cles. E nelle vacanze del detto anno si portò
a Padova alla visita del Santo col sopradetto chierico studente fra Candido. Nel 1709 fu
lettore di fisica in Trento. Nel 1710 fu lettor d'animastica in Roveredo, ove terminò la
carica di diffinitore. Nel 1711 fu fatto lettore di teologia in Trento. Nel 1712 fu eletto ivi
Guardiano; e nel 1713 terminata la guardianìa, si fermò poi ivi sino alla morte. Nel 1714
fondò nella chiesa nostra di s. Bernardino la Congregazione del Terz'Ordine, che poi si
trasportò nella chiesa delle monache alla santissima Trinità, e nel 1718 nella chiesa di s.
Elisabetta al Fralimano (Nel 1745 si trasportò nella chiesa di s. Margherita alla Badia o
sia Prepositura, ed ultimamente nel 1761 fu trasportata nella chiesa de' PP. Somaschi a
s. Maria Maddalena). Fu il P. Marcellino per più di due anni Visitatore della predetta
Congregazione, e fece a Terziari virtuose letture sopra la Regola del Terz'Ordine. Nel
1715 fu fatto di nuovo Guardiano di Trento. Ed al principio di febbraro del 1716
tuttoché Guardiano, per servire monsignor vescovo Spaur, accettò l'offizio, il primo de'
nostri Frati, di confessore ordinario delle monache Chiarisse del monastero di s.
Michele nel Borgo di s. Croce, continuandovi sino al Capitolo fatto in Roveredo li 19
126
giugno 1719 supplendo quando egli era infermo massimamente per la gotta nel triennio,
ora il P. lettor Lodovico, ora il P. lettore Pietro Antonio, ed ora il P. Custode Antonio
Maria. Essendo poi morto il dì 30 marzo 176 in Roveredo il P. diffinitore Girolamo da
s. Felice, fu ad esso surrogato per diffinitore, il P. Marcellino, come primo Padre di
Provincia li diecinove di maggio, ed essendo vacante la guardianìa di Trento, per
Guardiano di Trento, il dì 20 giugno fu eletto il P. Girolamo da Giudicaria. Nel Capitolo
poi celebrato in Roveredo li 24 giugno 1716 cui esso P. Marcellino era intervenuto
come diffinitore surrogato, fu eletto diffinitore ordinario. Nel 1720 essendo morto il P.
Maestro Corradi Domenicano, che era stato avanti il P. Marcellino immediato
confessore ordinario triennale delle monache sopradette di s. Michele, (113. //) ed era
attualmente esaminator prosinodale, per opera del nostro P. Vicenzo dal Borgo
anch'esso esaminator prosinodale, fu da monsignor vescovo Spaur in detta carica il P.
Marcellino sostituito al predetto quondam P. Maestro Corradi. Fu per verità il P.
Marcellino teologo sottilissimo, e portando le ragioni e risposte per una parte e per
l'altra, non sembrava decisore risoluto, se non negli ultimi anni. Passava di gran
concerto col sopramentovato P. Vicenzo dal Borgo, ed era cosa di gran buon esempio
l'osservare la stima e reciproco rispetto, che que' due dottissimi e religiosissimi Padri ex
Provinciali si portavano. Fu parimente il P. Marcellino di tratto assai umile ed affabile
con una voce melliflua; e però oltre la sua grande dottrina era molto stimato per il gran
lume e pratica nel dirigere le anime, ricorrendo ad esso pure persone insigni
ecclesiastiche e secolari per consiglio e direzione spirituale delle loro anime. Lasciò gli
suoi sottilissimi scritti di logica, e fisica, con alquante quistioni d'animastica, ed altre
spettanti al primo delle Sentenze, una volta non poco stimate. Lasciò pure diversi
consulti, ne' quali non si mostra, come sopra fu detto molto risolutivo. E per ultimo
lasciò anche molte lezioni fatte sopra la Regola del Terz'Ordine, e come sopra notammo
da esso recitate a Terziari, allorché era Visitatore del Terz'Ordine. Morto il P. Vicenzo
dal Borgo nel giugno del 1733 fu da monsignor vescovo Thunn data la patente di
delegato vescovile per li nostri confessori al P. Marcellino da Cles, e per la prima volta
delegò il diffinitorio nella Congregazione fatta in Pergine li 25 aprile 1735 a
determinare li confessori nostri autorizzati in reservata171. Fu egli di complessione
gracile, ma sanissima, sottoposto alla podagra, chiragra, e rosipola nella testa, e tuttoché
quasi ogni altro anno dopo li 65 di età avesse qualche grave infermità, nientedimeno
arrivò a dire al sua seconda Messa il dì primo gennaro 1729, senza solennità in chiesa di
s. Bernardino, ma bensì in refettorio fu solennizzata con un gran pranzo dal di lui
fratello signor dottor Gaetano Visintainer. Finalmente carico d'anni 81 terminati, e non
meno ripieno di meriti di una vita religiosissima, dopo essere stato qualche anno in
infermeria impotente ed ultimamente sopraffatto da una lunga idropisia, e da molti altri
gravi incomodi con gran pazienza tollerati, munito de' santissimi Sagramenti, e con
singolar disposizione preparato, sedendo, passò piamente al Signore, un'ora dopo
mezzanotte venendo li 14 ottobre. Il giorno avanti, la mattina erasi comunicato in
cappella portatovi in carega. La sera di nuovo prima di morire bramò il Santissimo
Viatico, e dopo qualche difficoltà glielo ministrò il P. Giovanni Pio da Pressano Vicario
del convento, di lui confessore ordinario. Tratta assai bene il Chiericato de Eucharistia
decis. 23, a pag. 121 De Ferraris verbo Eucharistia n° 36 cum pluribus in eodem die bis
summi... Viaticum. Rotarius et Benedictus XIV de etc. Passò dunque alla gloria in
Trento la mattina delli 14 ottobre 1735.
171
Nei casi riservati.
127
310. Fra Gaetano dal Borgo, Girolamo dall'Olio, battezzato il primo ottobre
1662, vestito per laico con due altri per chierici in Cles li 9 luglio 1686 essendovi
Guardiano il P. Eusebio da Cognola, Vicario e maestro il P. Crisogono da Levico. Fu
poi per alcuni anni coadiutore nelle Missioni di Val di Luserna nel Piemonte col P.
Vittore dal Borgo, qual ivi morì, come a suo luogo fu detto nel 1696, nelle braccia di fra
Gaetano. Fu buon sarte e buon Religioso e compagno del P. Vicenzo dal Borgo nel
primo di lui provincialato del 1707. Nel 1714 essendo di famiglia in Roveredo si portò
con fra Diego da Terlago a bagni d'Abano sul Padovano. Finalmente dopo essere stato,
a cagione di una straordinaria rottura, per alcuni anni impotente nell'infermeria, passò
munito de' santissimi Sagramenti e ben disposto, al Signore in Trento 13 gennaro 1736.
311. Fra Lorenzo da Merano172, Mattia Grieser, battezzato 16 novembre 1677,
vestito, solo, per laico in Borgo 23 maggio 1705. Fu prima per più anni servo in Trento
del signor Giovanni Battista Sardagna della Rachetta. Nel 1731 col P. Silvestro da
Trento si portò alla visita del santuario d'Assisi. E nel 1736 andando compagno con P.
Pietro Marcellino da Tenno, che si portava a predicare su la Romagna, fu sorpreso in
Ferrara preso de' Padri Osservanti dalla doglia e mal di petto, e dopo sei soli giorni
d'infermità, munito de' santissimi Sagramenti, con religiosa rassegnazione e buon
esempio de' Frati, passò al Signore, Ferrara 27 gennaro 1736.
312. (114. //) P. Giovanni Battista da Nogaré, Domenico Casagrande detti
Petri da Nogaré di Pergine, battezzato 12 marzo 1700; vestito con un altro in Cles li 8
maggio 1719, essendovi Guardiano il P. Daniello da Trento, Vicario e maestro il P.
Zaccaria Fenner da Roveredo della Luna diffinitore. Ne' tre anni di filosofia e due primi
di teologia ebbe in Trento lettore il P. Lodovico da Mezzotedesco, e nel terzo anno in
Borgo il P. lettor di secondo corso Corrado da Tesero. Nel fin del quale ebbe una mortal
infermità di malignità, da cui per la gran cura ed assistenza del signor medico del Borgo
Nicolò Barezza da Strigno, ne fu liberato. Di poi fu più volte sottoposto allo sbocco di
sangue. Nella Congregazione fatta in Pergine 1735 fu fatto Guardiano, e nell'autunno di
detto anno, trascurò di farsi al solito cavar sangue, e però nel febbraro seguente
ritornando dalla porta del convento, ove avea accompagnato il P. Provinciale Corrado
da Tesero che partiva, ebbe il solito previo segno, ed indi fu sorpreso da un gran empito
di sbocco di sangue, e però confessatosi, e ricevuta l'Estrema Unzione, dopo l'emissione
di tutto il sangue, per la qual divenne tutto bianco, ben disposto passò piamente al
Signore, giovane per altro di robusta corporatura, e buon Religioso, Guardiano in
Pergine 15 febbraro 1736.
313. P. Accursio da Moena, Giovanni Francesco Varesco, battezzato 21 marzo
1698, vestito in Cles con un altro li 24 maggio 1717, essendovi Guardiano il P. Enrico
da Trento, Vicario e maestro il P. Teodoro Marini da Rumo diffinitore. Ebbe ne' tre anni
di filosofia e quattro di teologia sempre lettore il P. Bartolommeo Maoro da Portolo di
Canezza, Si esercitò per alcuni anni nella predica, e riusciva assai bene, essendo di gran
talento, e capacissimo di lettura. Al fine poi di febbraro 1730 partì col P. Bernardino da
Sant'Orsola Vicario attuale in Borgo, da Moena per via di s. Pellegrino verso Venezia,
ed indi a Roma, portandosi al collegio di s. Pietro Montorio pelle sagre Missioni.
172
Nel manoscritto: Marano.
128
Sostenuto poi decorosamente l'esame col compagno, fu approvato e destinato
missionario col medesimo nell'Egitto superiore, onde partito da Roma capitò in Borgo il
dì 5 dicembre del medesimo anno, per visitare li suoi parenti. Dopo qual visita ritornò di
nuovo in Borgo, ed indi dopo esservi dimorato alcune settimane, si partì il dì 14 marzo
1731 per Venezia col P. Bernardino suo compagno. Velleggiò poi da Venezia per la sua
Missione; ma tre volte respinti, partirono finalmente il dì 3 aprile e li 3 maggio
arrivarono all'Arnica in Cipro. Il P. Accursio ne' primi giorni del viaggio nell'Istria fu
molestato da un gran vomito, che quasi voleva ritornar addietro; ma animato da tutti
proseguì. Dopo aver dimorato per alcune settimane in Cipro, s'imbarcarono per
Damiata, ed il dì 28 giugno arrivarono al Cairo. Da ivi dopo una conveniente dimora il
P. Accursio fu spedito alla sua Missione in Girgia metropoli dell'Egitto superiore nelle
Tebaidi. Col beneficio della lingua tedesca che egli bene sapea, come scrisse da Girgia
sotto li 30 aprile 1733 già in quel tempo avea appresa quella scabrosissima lingua araba,
ed in quella predicava e confessava. Finalmente entrata la peste in Girgia, ed offertosi,
ed espostosi il primo il giorno di Pasqua 1736 ad assistere agli appestati, dopo pochi
giorni anch'esso sorpreso dalla peste, la domenica in Albis passò piamente al Signore,
compianto per le sue rare qualità non solo da cattolici, ma anche dagli stessi turchi ed
idolatri, buon Religioso, di bel talento, e di gran zelo ed aspettazione. In Egitto in Girgia
7 aprile 1736.
1736. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Arco 25 aprile.
314. Fra Bernardino da Serso, Francesco Antonio Fontanari, battezzato 30
agosto 1679, vestito per laico in Cles con un altro 25 maggio 1703, essendovi (115. //)
Guardiano il P. Serafico da Roveredo, Vicario e maestro il P. Andrea da Val di Buono.
Fu per molti anni sotto-infermiere in Trento, di buona carità. Nel 1721 partì con fra
Gioachino da Madruzzo per Venezia e collo stesso velleggiò per Terra Santa ed il dì 28
giugno approdò in Alessandria, e dopo quasi quattro anni di dimora ritornando collo
stesso compagno in cristianità giunse in Borgo nel marzo 1725. Avendo poi servito per
compagno il P. Corrado da Tesero Provinciale quasi per due anni, venne collo stesso da
Fiemme in Trento. Insieme avea assistito a fra Masseo da Gazzadina, il quale avea
acquistato il male epidemico da soldati; l'acquistò anche fra Bernardino dal detto fra
Masseo. S'infermò pertanto in Trento, ove lo lasciò il P. Ministro, e preso fra Modesto
per compagno si portò a celebrare la seconda Congregazione intermedia in Arco. Fra
Bernardino frattanto sopraffatto dalla malignità, munito de' santissimi Sagramenti, e ben
disposto, passò piamente al Signore, Trento 28 aprile 1736.
315. P. Valerio Evangelico da Preghena, Pietro Preghenella, battezzato 26
novembre 1673, vestito in Pergine con altri li 3 giugno 1691, essendovi Guardiano P.
Abbondanzo da Val di Buono, Vicario e maestro il P. Maurizio dal Borgo. Studiò la
filosofia sotto il P. Girolamo dalla Giudicaria, e la teologia sotto il P. Vicenzo dal
Borgo. Nel 1702 fu deputato lettore delle arti in Borgo con 4 seguenti chierici studenti:
fra Santo da Brentonico, fra Gasparo da Cembra, fra Zaccaria da Roveredo della Luna,
fra Giuseppe Antonio da Ravazzone; ma poi sopraffatto da mortale infermità dovette al
fine del primo anno rinunciare; e poi si diede alla predicazione avendo poi anche altra
volta nel 1706 rinunciata la lettura, a cui era stato destinato in Roveredo. Nel 1708 fu
Vicario in Cavalese del secondo anno del P. Guardiano Giuseppe Vigilio da
Mezzotedesco. Nel 1709 fu ivi Guardiano. Nel 1711 fu Guardiano in Borgo. Nel 1712
129
fu Guardiano del noviziato in Cles. Nel Capitolo fatto in Trento nel 1713 fu eletto
diffinitore, ed in quel triennio fu di famiglia in Cles. Nel 1716 fu Vicario in Trento del
P. Guardiano Francesco Maria d'Arco. Nel 1717 e 1718 fu confessore delle monache in
Borgo. E mentre era in tal offizio, avendo trovato certo decreto della sagra
Congregazione, in cui veniva proibito a confessori di monache di pernottare ne'
confessionarii di quelle, sortogli scrupolo perché egli vi pernottava, scrisse a monsignor
vescovo di Feltre Pulcenico per aver licenza di pernottare, ed il vescovo risposegli che li
decreti della sagra Congregazione stavano ben appoggiati; e però che si persuadeva che
verranno osservati. Con occasione poi che detto vescovo venne in visita, il P. Ministro
Andrea da Val di Buono col P. Vicenzo dal Borgo si portarono in Pergine a
beneventarlo, egli toccarono il punto di poter pernottare il confessore delle monache nel
confessionario, ed il vescovo si schermì con destrezza; con il Padre confessor Valerio
ne' due anni che vi durò, non vi stette a dormire se non per occasione d'assistere a
monache moribonde, e la notte del santissimo Natale. Nel 1719 fu Vicario in Arco nel
secondo anno del P. Guardiano Pasquale da Roveredo, e la Quaresima seguente del
1720, predicò nella Collegiata d'Arco. Nel 1720 fu fatto Vicario in Roveredo nel
secondo anno del P. Guardiano Simon Pietro da Cembra. Nel 1721 fu Guardiano del
noviziato in Cles. Nel 1722 fu Guardiano del noviziato trasportato da Cles in Arco. Nel
1723 fu Vicario in Pergine del P. Guardiano Gerardo Madruzzi da Cles. Nel 1724 e
1725 fu di nuovo fatto Guardiano in Borgo. Nel primo anno contro il giusto parere de'
Padri condiscese alla ricerca del solo signor arciprete del Borgo, intervenendo co' suoi
Frati alla processione del clero per il giubileo contro il solito. L'anno seguente 1725
ricorse la famiglia e presentò supplica al nostro Capitolo nel detto anno celebrato in
Trento, perché venisse posto rimedio a tale novità, e però in quello fu decretato "che
non già ad istanza di parrochi, o de' soli privati, ma bensì alla (116. //) ricerca del solo
pubblico li nostri Frati potessero intervenire a nuove processioni". Nella Congregazione
delli 25 aprile 1729 fu deputato Vicario di Campo del P. Guardiano Nazario da Tesero,
ma per gli stimoli cui era molto soggetto, nel luglio rinunciò la vicarìa, e gli fu sostituito
il P. Placido da Piné. Posto poi di famiglia in Fiemme molto si affaticò per la
fondazione ivi della Congregazione del Terz'Ordine; nel 1733 fu fatto primo Visitatore
di quella. Collocato finalmente di famiglia in Mezzolombardo, e sorpreso poi da febbre,
fu condotto col P. Vicario Eugenio all'infermeria, ove poi munito de' santissimi
Sagramenti, ed assai ben preparato passò piamente al Signore. Fu ottimo Religioso, non
poco con se stesso stimolato173 e predicatore molto zelante, avendo girato più volte quasi
tutti li pulpiti non quotidiani della Provincia e come fu detto, nel 1720 avea anche
predicato la Quaresima in Arco. Volò alla gloria in Trento, 19 agosto 1736.
316. P. Eugenio da Roncone, Giovanni Boldini, battezzato 16 febbraro 1691,
vestito in Cles con altri li 10 luglio 1711, essendovi Guardiano il P. Teodoro da Rumo,
Vicario e maestro il P. Adriano da Lardaro. Ebbe in filosofia e tre anni di teologia
lettore il P. Pietro Antonio da Roveredo, ed il primo anno di teologia il P. lettore
Lodovico da Mezzotedesco. Nel 1725 col P. Pietro Giuseppe da Riva si portò alla visita
del Monte di Varallo con giorni 36 di ubbidienza. Nel 1726 fu Vicario in Pergine del P.
Guardiano Paolo da Nanno. Nel 1731 fu Guardiano di Pergine. Nel 1735 partì li 16
aprile da Roveredo col P. Pietro Marcellino da Tenno e con un mese di ubbidienza si
portò in Verona, Padova, e Venezia. Nel 1736 fu fatto Vicario in Mezzolombardo del P.
173
Scrupoloso.
130
Guardiano Cherubino da Trento, e nell'estate andò a bere le acidole in Cles e
felicemente gli passarono (sic). Ritornato poi a Mezzolombardo dopo pochi giorni fu
sorpreso dalla febbre, e però col sopradetto P. Valerio fu condotto all'infermeria. Ivi
d'ordine del signor dottor Zucchelli vecchio, gli fu cavata una libbra di sangue dal
nostro infermiere, qual voleva cavargliene un'altra mezza, ma fu proibito dal signor
medico. Passati otto giorni, la mattina avendo lasciato la sera avanti in uno stato
competente l'infermo P. Eugenio portandosi il signor predetto medico a visitarlo,
s'incontrò per istrada colla Margarita Tabarella ritornante da s. Bernardino da cui intese
con istupore, qualmente il P. Eugenio già era morto. Giunto detto signor medico al
convento chiamò subito il superiore che era il P. Bonifacio (Ossana) Vicario in capite, e
collo stesso si portò nell'oratorio a visitare il cadavere del defonto. E non ammise le
scuse dell'infermiere, che diceva come andando l'infermo alla scagna di notte, urtando
in quella col piede salassato, si aveva slegato il salasso. Ma il medico conturbato parlò
alto, dicendo che non avea mai udito, che il salasso dato, dopo otto giorni si riaprisse in
tale forma. E però fu fondatamente creduto, che la sera di proprio capo l'infermiere gli
avesse dato un nuovo salasso contro l'ordine del medico, che l'avea lasciato come fu
detto in competente stato, e che poi detto salasso si fosse riaperto. Il P. Vicario la
mattina era stato a visitarlo, ed era già moribondo, e dalla stuetta ripiena di sangue
l'aveano gl'infermieri trasportato nella stanza contigua de' due letti, ove poi munito de'
santissimi Sagramenti e ben disposto passò piamente al Signore, Trento 21 agosto 1736.
Fu il P. Eugenio competente predicatore, e girò per tutti gli pulpiti della Provincia non
cotidiani, aveva bensì assiemato il Quaresimale cotidiano, ma prevenuto, come sopra,
dalla morte, non arrivò a recitarlo.
317. P. Eustachio da Trento, don Giuseppe Troilo Zaccheletti, minorista174,
battezzato 23 ottobre 1663, vestito in Cles con un altro li 4 ottobre 1686, essendovi
Guardiano il P. Eusebio da Cognola, Vicario e maestro il P. Crisogono da Levico.
Qualche anno studiò in Provincia, ed altri fuori di quella. Fu gran viaggiatore, e fu detto
avesse ottenute ventidue ubbidienze, cosicché il di lui cugino P. Costantino Zaccheletti
Domenicano assai dotto, e pio, soleva dire "mio cugino P. Eustachio è un individuo
vago, il di cui termine è il moto, ed a cui dopo la morte si può scrivere su la lapida per
epitafio Tandem quiescit". De' suoi viaggi sonosi risaputi solamente li seguenti: Nel
1701 si portò in Morea. Nel 1712 si portò a Roma e ritornando in Provincia, si unì in
Faenza col P. Illuminato dal Borgo, che anche esso ritornava da Roma in Provincia. Nel
1716 (117. //) partì per Terra Santa, ed approdò in Acri li 17 aprile 1717, e dopo
esservi dimorato due anni e nove mesi, ritornò in cristianità, partendo il dì 20 maggio
1719. E giunse in Trento lo stesso anno nel dicembre, avendo fatta la descrizione di
tutto il suo viaggio. Nel febbraro del 1724 partì da Roveredo con P. Pacifico da
Cavalese per compagno, e si portò in Vienna a ritrovare colà suo signor fratello tintore.
Nell'estate del 1728 si portò con fra Romualdo da Monaco infermiere a bagni di Procz
in Pusteria. Fu il P. Eustachio di competente talento, compose due volte la tragedia della
santissima Passione di Nostro Signore, rappresentata in Borgo. Fu dato assai alla
manualità, e se non altro tagliava la legna in Trento per l'infermeria, e faticò molto
parimente per aggiustar ed appianare con muri secchi le stradelle sul monticello di s.
Bernardino. Finalmente negli ultimi anni sorpreso da un forte colpo d'appoplessia,
cominciò a fermarsi e condotto all'infermeria vi dimorò impotente per alcuni anni,
174
Aveva ricevuto gli Ordini minori per accedere al sacerdozio.
131
sinoacché nel gennaro del 1737, mentre gl'infermieri erano andati nel refettorio a basso
a pranzo, ritrovandosi egli frattanto per iscaldarsi in cucina mise sul focolare dell'altra
legna per meglio iscaldarsi, e non reggendosi ben in piedi per il braccio e piede offesi,
cadde nel fuoco, e non potendo aiutarsi per alzarsi, chiamò aiuto, ma trovandosi
gl'infermieri a basso non fu inteso, e così dovette restar ivi, e all'arrivo degl'infermieri fu
ritrovato mezzo morto, passando poco dopo al Signore; Trento 2 febbraro 1737.
318. Fra Giacomo Franchini da Sovero, battezzato 23 luglio 1666, vestito
Terziario 15 aprile 1693. Frate quieto e da bene, e per molti anni stato lanaro.
Infermatosi poi in Pergine fu condotto nell'infermeria nell'autunno, ove munito de'
santissimi Sagramenti, per idropisia passò piamente al Signore, Trento 5 febbraio 1737.
319. Fra Benvenuto da Massone, Domenico Petrolli175 detti Papa, nato in Cimon
sopra Aldeno, ma per essersi poi portati li suoi genitori a domiciliare in Massone, detto
da Massone; battezzato 19 dicembre 1656, vestito per Terziario li 17 maggio 1678, poi
vestito per laico in Cles, solo, li 12 dicembre 1680, essendovi Guardiano il P. Francesco
da Cles, Vicario e maestro il P. Maurizio dal Borgo. Nel 1689 fu col P. Sebastiano da
Trento a Roma, e ricondusse collo stesso in Provincia il P. Clemente da Levico ex
segretario generale. Fu poi compagno del P. Ministro Gregorio da Trento nel di lui
secondo provincialato dal 1689. Accompagnò parimente a Roma ed a Napoli il P.
Massimigliano da Trento andante confessore delle monache di s. Chiara in Napoli. Fu
buon Religioso e savio, detto comunemente Fra Papa. Negli ultimi anni, come
impotente fu condotto all'infermeria, ove poi dopo lunga infermità sopportata con tutta
pazienza, munito de' santissimi Sagramenti, passò piamente al Signore, Trento 18
febbraro 1737.
320. Fra Abbondio da Viarago, Andrea Maoro, battezzato 8 gennaro 1665,
vestito a Cles con due per chierici li 2 maggio 1688, essendovi Guardiano il P.
Abbondanzo da Val di Buono, Vicario e maestro il P. Casimiro da Trento. Circa il 1718
fu sorpreso in Mezzolombardo da un fiero colpo appopletico, per cui fu reso come
impotente. Condotto all'infermeria si riebbe alquanto, cosicché fermato poi di famiglia
in Trento, tuttoché andasse strocizando un piede, e avesse offeso un braccio, assisteva
con diligenza alla sacristia, e serviva le Messe, e faceva proposte a vari servizi, non
istando mai ozioso. Finalmente, essendo sempre stato buon Religioso, fu sorpreso da
febbre maligna, per cui dovette soccombere, onde munito de' santissimi Sagramenti, e
ben preparato, passò al Signore, Trento 4 marzo 1737.
321. (118. //) P. Domenico da Besagno, don Valentino Passerini minorista,
battezzato 10 ottobre 1671, vestito con altri in Cles li 11 giugno 1696, essendovi
Guardiano il P. Giorgio Martini da Predazzo, maestro il P. Simon Pietro Barbi da
Cembra, Vicario e pro-maestro il P. Benedetto da Val di Buono. Ebbe in filosofia e
teologia per sette anni continui per lettore il P. Adriano da Lardaro. nel 1704 fu fatto
lettore di logica in Roveredo colli seguenti studenti: fra Pietro Antonio Birt da
Roveredo, fra Giovanni Angelo Travaia da Trento, fra Giacinto Plotzer da Roveredo, fra
Placido Bolech da Piné, a quali in seguito insegnò fisica ed animastica e per quattro
anni la teologia. Nel 1711 avendo terminato il suo corso fu eletto Guardiano di Arco.
175
Anche Petroi.
132
Nel 1712 fu di nuovo fatto lettore di teologia in Trento, e due altri anni in Roveredo, poi
nel 1715 insegnò la morale in Mezzolombardo e nel 1716 insegnò la scolastica il primo
anno del secondo corso in Pergine. Nel 1717 la primavera si portò col P. Giovanni
Angelo da Trento alla visita del sagro Monte di Varallo. Nel 1718 fu fatto lettore di
morale in Pergine, e nel 1719 in Cavalese. Nel 1723 fu ad annum Guardiano in Borgo.
E nel Capitolo del 1725 fu eletto diffinitore. Nel 1728 fu fatto lettore de' canoni e
Regola in Pergine, con questo che qualche volta la settimana leggesse alla pubblica
mensa. Ma essendo poi stato sorpreso da sbocco di sangue il P. Domenico Nicollò d'Ala
attuale lettore di teologia in Trento, circa li primi di gennaro 1729, il nostro Domenico
si portò da Pergine in Trento, ove supplì per il predetto P. lettore Domenico Nicollò
convalescente, sino alla Congregazione. Nel 1729 fu lettore di morale in Campo. Nel
1731 fu fatto lettore de' canoni in Mezzolombardo. Fu lettore assai dotto, e versato
anche in iure, che per qualche tempo avea studiato in Pavia prima di farsi Frate. Era
perciò anche da secolari stimato, quali serviva di consigli e risoluzioni de casi.
Trovandosi ultimamente di famiglia in Pergine, ed aggravato da soliti suoi dolori di
ventre e come di colica, fu condotto all'infermeria, ove poi anche sopraffatto da un
tumore, o sia parotide, munito de' santissimi Sagramenti, e ben disposto, passò al
Signore, Trento 23 aprile 1737.
322. P. Andrea da Val di Buono, Giovanni Battista Balducci176 da Prezzo in Val
di Buono (nipote del P. Vigilio Balducci da Prezzo morto in Borgo 1694), battezzato 19
febbraro 1663, vestito con un altro in Cles li 24 maggio 1682, essendovi Guardiano sino
alli 30 dicembre il P. Francesco da Cles, Vicario e maestro il P. Maurizio dal Borgo. Di
poi dalli 30 dicembre in cui fu fatta la seconda Congregazione intermedia dopo il ritorno
de' nostri padri vocali dal capitolo generale di Spagna, fu Guardiano e maestro il
sopraddetto P. Maurizio, Vicario e pro-maestro il P. Cristoforo da Novamesta nella
Carniola inferiore. Nel 1683 studiò la logica col chierico fra Patrizio da Trento suo
compagno sotto il P. Tommaso da Bresimo, che gliela insegnava in cella. Di poi studiò
sotto il P. lettore Girolamo da Giudicaria. Nel 1690 fu istituito lettore delle arti in
Roveredo colli seguenti studenti: fra Romedio Torresano da Cles, fra Arcangelo Dagani
da Bagolino, fra Adriano Martinelli da Lardaro, fra Daniello Vigbaider177 da Trento, a
quali nel 1691 e 1692 insegnò in Cles fisica ed animastica. Nel 1693 dall'aprile fu
istituito co-lettore di teologia in Roveredo col P. lettore Vicenzo dal Borgo. Nel 1693
dal novembre fu lettore in Cles di teologia. Nel 1695 fu lettore in Mezzolombardo e nel
1696 insegnò il quarto anno di teologia in Arco. Nel 1697 fu fatto Guardiano di Pergine.
Nel Capitolo del 1698 fu eletto diffinitore e fra questo triennio si crede siasi portato a
Vienna col P. ex provinciale Marcellino da Cles. Nel 1702 fu fatto Guardiano di Arco.
Nel 1703 e 1704 fu Vicario e maestro de' novizzi in Cles, il primo anno essendovi
Guardiano il P. Serafico da Roveredo, e nel secondo il P. Aurelio Agostino da Tuenno.
Nel 1705 e 1706 fu Guardiano di Trento. Nel Capitolo fatto in Borgo nel 1707 fu
deputato confessore di quelle monache di s. Anna. Nel Capitolo del 1710 fu di nuovo
eletto diffinitore, e nel Capitolo del 1713 fatto in Trento, fu eletto Custode, ed insieme
Vicario e maestro de' novizzi in Cles, ove vi continuò tutto il triennio. Nel capitolo poi
celebrato in Roveredo li 24 giugno 1716 (119. //) fu eletto Ministro provinciale, e per
segretario scelse il P. Prospero Riccabona da Riva che avea servito anche l'antecessore
P. Ministro Massimigliano Cimonati e per compagno prese fra Rocco Chinati da Por in
176
177
Anche Balduzzi.
Anche Vichbeider.
133
Val di Buono. Sotto il suo ministrato, dopo alcuni anni di lite co' Romarzolli per lo
spiazzo avanti la chiesa delle Grazie tuttoché avessero quelli ottenuto rescritto
favorevole da monsignor vescovo Spaur in Trento e fatto da nostri l'appello in Roma,
fosse stato ordinato con decreto delli 17 agosto 1716 dalla sagra Congregazione che li
Romarzolli dovessero chiedere licenza per impiantar in quello li banchi nelle due fiere,
fu giudicato espediente pro bono pacis venir ad accomodamento alla presenza di
testimoni, e fu stesa la sentenza per mano pubblica, e pubblicata nel convento delle
Grazie li 12 luglio 1717 alla presenza del P. Ministro Andrea e de' Padri Serafico da
Roveredo Guardiano delle Grazie, e del P. Simon Pietro da Cembra diffinitor attuale.
Nel 1719 terminato il provincialato in Roveredo, si portò di famiglia in Arco. Ove poi
negli anni 1720 e 1721 fu per la seconda volta Guardiano. Nel Capitolo del 1722 fatto in
Trento fu per la terza volta eletto diffinitore, ed in questo triennio fu anche Vicario in
Arco (ove da Cles fu trasportato il noviziato) e maestro de' novizzi. Nel primo anno vi
fu Guardiano il P. Valerio da Preghena traslocato da Cles; nel secondo e terzo il P.
diffinitore Adriano da Roveredo; e tutto il triennio fu pro-maestro il P. diffinitor
Adriano, a riserva del tempo che questi impiegò per l'andata e ritorno dal Capitolo
generale di Roma cui intervenne in qualità di pro-Ministro, dalli 29 marzo sino alla
Congregazione fatta in Arco li 15 luglio 1723 a cui supplì per pro-maestro il P. Prospero
da Riva. Nel 1725 terminato l'offizio di maestro fu per la terza volta fatto Guardiano del
noviziato in Arco, e nel 1726 vi fu confermato Guardiano. Nel 1730 fu fatto Guardiano
di Roveredo ad annum. Nel Capitolo fatto in Trento li 30 aprile 1731 fu per la quarta
volta eletto diffinitore, ed in detto anno e nel seguente fu di famiglia in Roveredo; e nel
1733 fu per un anno in Trento. Nel 1734 fu riposto in Arco, ove rimase fino alla morte.
Trovandosi dunque in Arco fu sorpreso da retenzione di urina. Fu chiamato da Trento il
signor Bartolommeo pubblico norsino che non mancò di fare molte operazioni per
aiutarlo, ma essendo già la parte ulcerata, dovette soccombere. E però munito de'
santissimi Sagramenti, e santamente disposto, passò piamente al Signore. Arco li 5
maggio 1737. Fu il P. Andrea ottimo Religioso, di tratto assai umile ed affabile, e di
maniera assai dolce e propria per allievo de novizzi, potendone parlare per esperienza,
essendo egli stato maestro mio nel noviziato in Cles nel 1714. Fu pure gradito e stimato
da secolari, e da Frati, e ne' suoi governi molto piacevole e discreto, e quando occorreva
anche zelante ed efficace.
323. Frat'Antonio Chemoti da Lasino, battezzato 28 settembre 1665, vestito
Terziario li 23 novembre 1693; buon Frate e speditissimo ne' suoi viaggi. Si portò una
volta alla visita de' santuari di Loreto e della Verna in brevissimo tempo andando e
ritornando. Fu quasi per 20 anni in servizio di famiglia in Trento; ove poi sorpreso da
febbre maligna, munito de' santissimi Sagramenti e ben disposto, passò piamente al
Signore, Trento 16 maggio 1737.
1737. Dal trentesimo secondo Capitolo celebrato in Trento 27 maggio, in cui fu
eletto Ministro il P. Lodovico Sitton da Mezzotedesco.
324. P. Paolo da Nanno, don Antonio Federici178 sacerdote, battezzato 14 gennaro
1680, vestito con altri in Cles li 11 giugno 1707, essendovi Guardiano il P. Giovanni
Cristoforo da s. Michele, (120. //) maestro P. Adriano da Lardaro diffinitore, Vicario e
178
Nel manoscritto: Fedrici.
134
pro-maestro P. Casimiro da Trento. Non fu posto in studio avendo già studiato, ed
essendo stato cappellano dell'arciprete di Banale Girolamo Dusini, ma pochi anni dopo
la professione fu approvato confessore. Nel 1720 fu Vicario in Pergine nel secondo
anno del P. Guardiano Cherubino da Trento. Nel 1722 fu Vicario in Trento del P.
Guardiano Anselmo Sartori da Trento, e qualche mese avanti la Congregazione del
1723 fatta dopo il ritorno dal Capitolo generale di Roma de' nostri PP. vocali, solamente
li 15 luglio in Arco, fu sostituito al P. Serafico da Roveredo per confessore delle
monache di s. Michele in Trento nel Borgo di s. Croce, e vi continuò con aggradimento
tre anni al solito. Nel 1726 fu eletto Guardiano di Pergine. Nel 1727 nell'ottobre per
cercare rimedio al suo stato ippocondriaco, si portò con fra Berardo infermiere a Padova
e Venezia. Nel 1728 fu Vicario in Cles del P. Guardiano Innocenzo da Ziano, e nel
luglio si portò col P. Giovanni da Vigne e fra Francesco Antonio dal Borgo chierico,
studente di animastica in Cles, a bagni di Pusteria. Nel 1729 fu scelto per segretario dal
P. Adriano da Lardaro eletto Commissario provinciale per l'andata al Capitolo generale
in Milano del P. Ministro Serafico da Roveredo. Nel 1731 fu deputato confessore delle
monache del Borgo e vi continuò tre anni al solito. Nel 1734 fu fatto Vicario in Arco del
P. Guardiano Serafico da Roveredo. Nel 1737 fu eletto confessore delle monache alla
santissima Trinità, ma dalle medesime non fu accettato, onde dal Borgo ove pria
trovavasi, nelle tavole fu posto di famiglia in Arco. Ivi dopo alcune settimane fu
sorpreso da febbre lenta, e però fu condotto all'infermeria, li primi di luglio, ove dopo
circa quindici, divenuto tisico, munito de' santissimi Sagramenti, ed assai ben disposto,
passò piamente al Signore, Trento 22 luglio 1737. In Borgo si avea fatta totalmente
serare una certa piaga, onde giunto in Arco cominciò a puzzare ed in seguito gli
sopravvenne la febbre, e poi, come sopra fu detto, fu mandato a Trento. Fu ottimo
Religioso, e valente rubricista e moralista, ma non predicatore. Essendo confessore a s.
Michele fu molestato da un terribile flato ippocondriaco, che gli durò quasi sino alla
morte, per rimediar al quale si era portato a Padova, ed indi a bagni in Pusteria, come
sopra fu detto.
325. P. Stefano Niccolò da Fondo, Domenico Scalfi (nipote del fu nostro
amorevolissimo arciprete di Fondo de Pretis, morto nel 1722); battezzato 4 agosto 1699,
vestito con un altro in Cles li 25 settembre 1718. Ebbe ne' tre anni di filosofia e tre di
teologia sempre in Trento lettore di secondo corso, il P. Lodovico da Mezzotedesco. Nel
1726 circa li 12 marzo partì da Trento, ove studiava il terzo anno di teologia col P.
Aurelio Pruner da Trento, per Roma portandosi al collegio di s. Pietro Montorio per
abilitarsi alle Missioni. Il dì 18 ottobre del medesimo anno capitò solo da Roma in
Roveredo destinato missionario nella Moscovia; e giunto poi anche il di lui compagno
lettore romano, partì da Trento il dì 21 novembre 1726 per via del Tirolo e Germania
portandosi alla sua Missione di Moscovia. Si affaticò molto in quella, e per diversi anni
dimorò in Pietroburgo solita residenza del gran Zar di Moscovia. Ed in occasione di
accopiar in matrimonio un ministro cattolico predicò avanti la medesima Zarina179, ed
essendo assai ben inteso, se sopravviveva ancora qualche anno sarebbe divenuto
Prefetto. Ultimamente per ragioni di Stato gli convenne ritirarsi da Pietroburgo a Riga
di Livonia, ove poi sopraffatto da febbre passò piamente al Signore. Fu molto buon
Religioso, di bel talento, e di tratto assai proprio, e se fosse sopravissuto, avrebbe non
179
Nel manoscritto: Zara.
135
poco promosso a gloria dell'Altissimo il bene delle anime, con suo merito e decoro della
nostra Riformata Provincia. Morì in Riga nella Livonia li 24 luglio 1737.
326. (121. //) P. Daniello da Trento, Giovanni Francesco Vichbaider, figlio di
un chirurgo alla casa di Dio, tedesco accasato in Trento; battezzato 21 agosto 1669;
vestito in Cles con un altro per laico, li 17 ottobre 1688, essendovi Guardiano il P.
Abbondanzo da Val di Buono, Vicario e maestro il P. Casimiro da Trento, pro-maestro
il P. Quirico da Giudicaria. Ebbe in filosofia e teologia lettore il P. Andrea da Val di
Buono. Nel 1704 fu Vicario in Campo del P. Guardiano Adriano da Lardaro. Nel 1705
fu Guardiano in Cavalese. Nel 1707 fu Vicario in Roveredo del P. Sebastiano da Trento.
Nel 1709 fu Guardiano in Cles. Nel 1710 fu di nuovo Vicario in Roveredo del P.
Guardiano Simon Pietro Barbi da Cembra. Nel 1711 fu Vicario in Trento del P.
Guardiano Vicenzo dal Borgo. Nel 1713 e 1714 fu Guardiano di Campo. Nel 1717 fu
Vicario in Borgo del P. Guardiano Giovanni Paolo da Mori. Nel 1719 e 1720 fu di
nuovo Guardiano in Cles. Nel 1723 fu Vicario in Cles del P. Guardiano Cherubino da
Trento. Nel 1724 e 1725 fu Guardiano in Mezzolombardo. Nel 1736 Vicario in Arco del
P. Guardiano Angelico da Roveredo. Da giovine fu predicatore nelle feste, buon
bassista e buon Religioso, assiduo nell'ascoltare le confessioni. Trovandosi di famiglia
in Roveredo s'infermò, e per alcuni giorni fu molestato da una gran massa di catarro,
dopo certo accidente, per cui dovette venir via dal sagro altare. Finalmente munito de'
santissimi Sagramenti e ben disposto, passò piamente al Signore, Roveredo 19 dicembre
1737.
327. P. Gregorio da Trento, Gasparo Rocchi, nato in Bassano, ma poi detto da
Trento, per essere venuto il di lui genitore di professione cappellaro, colla famiglia a
domiciliare e far cappelli in Trento; battezzato 23 aprile 1679, vestito in Roveredo, con
un altro per laico, li 17 maggio 1702. Per Guardiano nel noviziato ebbe il P. Ignazio da
Civezzano e per maestro il P. Antonio Maria da Cavareno diffinitore. E poi ebbe ne' tre
anni di filosofia e ne' tre anni di teologia lettore il P. Filippo da Rallo. Fece qualche
avvento, e Quaresima domenicale, ma non passò avanti non essendo di memoria felice.
Fu bensì buon confessore tedesco. Nel 1718 si portò a Venezia col P. Francesco Maria
d'Arco, ove per ordine del P. Andrea da Val di Buono Ministro provvidero molti libri,
spezialmente predicabili per la Provincia. Nel 1721 fu Vicario in Cavalese del P.
Guardiano Prospero Riccabona da Riva. E nel 1728 fu Vicario in Pergine del P.
Guardiano Antonino Predelli da Trento. Nel 1732 fu Guardiano di Mezzolombardo ad
annum. Ultimamente trovandosi di famiglia in Roveredo sopraffatto da catarro, e dopo
certo accidente, per cui, come il sopraddetto P. Daniello, fu condotto via dal sacro
altare, dopo alcuni giorni d'incomodo, buon Religioso, munito de' santissimi
Sagramenti, passò piamente al Signore, Roveredo 4 gennaro 1738.
328. P. Dionigi da Trento, Francesco Antonio Sardagna in Borgo Nuovo,
battezzato 24 gennaro 1691, vestito in Cles con altri li 24 maggio 1713, essendovi
Guardiano il P. Romedio da Cles, Vicario e maestro il P. Andrea da Val di Buono
Custode, pro-maestro il P. Giovanni Francesco da Nogaré. Ebbe in filosofia lettore il P.
Giacinto da Roveredo. Nel 1718 in teologia ebbe in Trento il P. Pietro Antonio Birt da
Roveredo. nel 1719 studiò la morale in Cavalese sotto il P. lettore Domenico da
Besagno. E poi, scarso di talento, fu applicato alla sagristia, arrivò bensì ad essere
confessore. Nel 1727 partì da Pergine il dì 15 aprile con fra Michele Angelo da Varone
136
alla visita del monte della Verna con tre mesi di ubbidienza, ma non gli impiegò tutti,
capitando di ritorno il dì 14 di giugno. Nel 1729 fu compagno del P. Ministro Serafico
da Roveredo, allorché andò al Capitolo generale celebrato in Milano. Nel 1733 fu fatto
Vicario in Campo del P. Guardiano Gerardo da Cles. Nel gennaro del 1738 essendo di
famiglia in Pergine, si portò col P. Giovanni Angelo dal Borgo a visitare in Seregnano
la quondam signora Rosina moglie del signor Giovanni Battista Guarienti gravemente
inferma. Ivi il buon Padre Dionigio fu sorpreso dalla doglia con malignità. Il P.
Guardiano di Pergine Davide da Vigol Baselga vi mandò per assistergli il P. Doroteo
dal Borgo; ed il P. Guardiano di Trento avvisato vi spedì col Terziario fra Cosmo
infermiere. Il male essendo troppo avanzato, non poté venir condotto al convento. Onde
ivi confessato dal P. Doroteo, e munito degli altri santissimi Sagramenti dal parroco di
Civezzano, passò piamente al Signore in Seregnano li 26 gennaro 1738; ed indi
condotto il cadavere fu sepolto in convento di Pergine. Fu il P. Dionigio ottimo
Religioso, ed assiduo nel confessare; e credendosi accorto, era semplicissimo.
329. (122. //) Fra Timoteo da Lavarone, Antonio Azzolini detti Rader,
battezzato 23 aprile 1688, vestito per laico in Cles 24 maggio 1713, col sopradetto P.
Dionigio, essendovi Guardiano il P. Romedio Torresani da Cles, Vicario e maestro il P.
Andrea da Val di Buono Custode. Nel 1724, fatta la Congregazione in Trento li 13
luglio, si portò a Padova col P. Illuminato dal Borgo. Fu sarte e buon Frate, molto
caritativo e verso de' religiosi e de' secolari. Trovandosi ultimamente di famiglia in
Fiemme fu sorpreso da una doglia gagliarda, e però munito de' santissimi Sagramenti, e
ben disposto passò al Signore, Cavalese 31 gennaro 1738.
1738. Dalla prima Congregazione intermedia fatta in Trento 23 aprile.
330. P. Filippo da Rallo, Giovanni Valentini detti Masna, perché molinari,
battezzato 12 aprile 1671, vestito con due altri in Roveredo 9 maggio 1694, essendovi
presidente il P. Alberto da Trento, e dopo li 16 settembre essendovi Guardiano il P.
Girolamo da Giudicaria, maestro P. Barnaba da Chiarano diffinitore, e pro-maestro e
Vicario P. Riccardo da Varone. Studiò quasi sempre sotto 'l P. Antonio Maria Dusetti da
Cavareno, a riserva del quarto di teologia che lo studiò in Borgo nel 1700 sotto il P.
lettore Adriano da Lardaro. Nel 1703 fu fatto lettore delle arti in Borgo colli 4 seguenti
studenti: fra Lodovico da Mezzotedesco, fra Marcello da Calcinato, fra Gregorio da
Trento, fra Riccardo da Berchinga in Franconia. Lo stesso anno il dì 17 settembre
accompagnò diecinove monache del monastero della santissima Trinità da Strigno a
Pergine, quali ritornavano dopo la partenza de' francesi da Trento, al predetto loro
monastero. Nel 1704 fu pure in Borgo lettore di fisica e nel 1705 lettore di animastica in
Mezzolombardo. Nel 1706 fu istituito lettore di teologia in Pergine, e circa le feste del
Santissimo Natale ebbe per co-lettore il P. Giulio Francesco da Ceto della Provincia di
Brescia (che poi la seguente Quaresima del 1707 predicò nella cattedrale di Trento). Nel
febbraro del 1707 si portò segretario di Commissione col P. Marcellino Visintainer da
Cles Visitatore della Riformata Provincia del Tirolo. Nel 1707 nel Capitolo fatto in
Borgo dopo il ritorno dalla visita del Tirolo, fu in Roveredo co-lettore del sopraddetto P.
Giulio Francesco. Nel 1708 fu il terzo anno lettore di teologia in Cles e nel 1709 fu il
quarto anno lettore in Pergine. Nel Capitolo del 1710 fu eletto diffinitore. Nel 1713 fu
fatto Guardiano d'Arco, ove procurò la fabbrica del refettorio ed altre officine, dopo
essere stato trasportato il lanificio a Pergine. Ebbe la briga de' Romarzolli che
137
pretendevano come suo li spiazzo davanti la chiesa e cimitero delle Grazie, e di potervi
senza licenza del P. Guardiano delle Grazie, come per avanti erasi praticato, piantar in
quello li banchi per occasione delle fiere dell'Assonta e Natività della Beatissima
Vergine. Ricorse il P. Guardiano Filippo a sua ecc.za signor Conte governatore di Arco,
ma non fu egli più in capo di avviare... onde fu cominciata la lite in Trento, ed ivi nel
possessorio ottennero li Romarzolli decreto favorevole; ma portata da nostri in appello
la lite a Roma, la sagra Congregazione il dì 7 agosto 1716 decretò a nostro favore,
obbligando i Romarzolli a chiedere licenza per mettere li banchi sul spiazzo per le fiere.
Si accomodò poi l'affare da signori mediatori con iscrittura formata e pubblicata il dì 12
luglio 1717, come sopra fu notato nella vita del P. Andrea da Val di Buono, folio 119.
Nel 1714 fu Vicario in Trento nel secondo anno del P. Guardiano Simon Pietro Barbi da
Cembra. Nel 1715 posto di famiglia in Cles assisté come architetto alla fabbrica delle
tre foresterie sopra il chiostro. (123. //) Nel 1716 fu deputato confessore delle monache
alla santissima Trinità in Trento, e ivi durò sei anni continui. Nel 1722 e 1723 fu
Guardiano in Roveredo, ove allungò il refettorio, trasportò il provincialato, e fece la
segreteria, e cella per il compagno del P. Ministro, come pure la libreria su la loggia
vecchia. Nel 1724 fu ivi confermato visitator del Terz'Ordine, ed il dì 9 settembre si
portò con frat'Ambrogio da Cles alla visita del sagro Monte di Varallo. Nel Capitolo
fatto in Trento 6 giugno 1725 fu di nuovo fatto diffinitore. Nel Capitolo del 1728 fu
eletto Custode, e nel seguente triennio fu insieme Vicario in Arco e maestro de' novizzi.
Il primo anno fu Vicario del P. Agostino Guardiano del secondo anno. Nel secondo del
P. Guardiano Agostino da Brez; nel 3° anno del P. Guardiano Gerardo da Cles. Nel 3°
anno cioè nel 1730 si affaticò molto per fare il grave cornicchio che dall'angolo della
clausura verso s. Rocco porta fuori l'acqua dall'orto escrescente fuori sotto lo spiazzo.
Dopo la Congregazione fatta in Roveredo il dì 25 aprile 1729 essendo Custode partì da
Riva per il Lago portandosi col Terziario fra Antonio d'Aldeno al Capitolo generale
fatto in Milano il dì 4 giugno e da quello poi per la Val Tellina ritornando capitò in Cles
li 25 giugno ed indi al suo convento delle Grazie. Nel Capitolo poi celebrato in Trento il
dì 30 aprile 1731 fu eletto Ministro provinciale e prese per segretario il P. Agostino
Avanzin da Traversara di Brez, e per compagno il P. Pietro Antonio Dusini, tutti e tre da
Val di Non. Essendo poi il P. Pietro Paolo compagno morto in Cavalese il dì 12 ottobre
1732 come fu narrato nella di lui vita sopra folio 105, prese il P. Ministro Filippo per
compagno sino al Capitolo fra Lodovico da Vigalzano. Pochi giorni dopo la di lui
elezione in Provinciale fu invitato da sua altezza rev.ma monsignor Domenico Antonio
Thunn vescovo e principe di Trento a pranzo, e sotto di quello fu il P. Filippo eletto dal
medesimo esaminatore prosinodale, ma intervenne a pochi esami, nel tempo del
ministrato dovendo girare pell'offizio ed anche di poi per essere stato indisposto. Mentre
era Ministro tralasciò le prove fatte per migliorar il vestiario delli due immediati
Ministri antecessori PP. Sebastiano e Serafico che non erano riusciti e ne fece egli delle
altre e distese il metodo di fare il panno, ed approvato da Frati nostri lanari lo presentò
al fine del suo offizio a Padri nel Capitolo 1734 e fu di poi seguitato. Nel detto Capitolo
celebrato in Roveredo 24 maggio 1734 in cui terminò il ministrato, fu deputato
confessore delle monache di s. Michele in Trento soggette all'Ordinario, ma appena
arrivato a primi di novembre fu sorpreso da grave sbocco di sangue (di cui per avanti
nel tempo del provincialato ne avea più volte fatto sputo) e però gli convenne rinunciare
il confessionario di dette monache, e gli fu tosto sostituito il P. Ferdinando Beber,
segretario attuale del P. Ministro Corrado da Tesero. Il P. Filippo rimase molto tempo in
infermeria per curarsi, e riavutosi frequentò poi la comunità in s. Bernardino, ma
138
continuando collo sputo quasi marcido, e sopraggiuntogli anche un po' di febbretta, si
ritirò totalmente nell'infermeria, ove dopo un anno e più andatosi consumando e reso
tisico, fu munito de' santissimi Sagramenti e ben disposto, passò intrepidamente ed
allegramente al Signore verso la sera post mediam septimam, Trento 18 settembre 1738.
Fu il P. Filippo di buon giudizio, oltre l'esser stato per più trienni architetto della
Provincia, ed insegnato la filosofia e teologia, compose molti panegirici sul gusto del
Seicento, come un quaresimale cotidiano del medesimo gusto, ma non arrivò per non
godere felice memoria, che a predicare in Cles quattro volte in settimana. Fu geniale di
fare conventi nuovi, e però nel suo provincialato si portò in Primiero per vedere il sito
da fondarvi un convento, come pure andò a Croviana in Val di Sole per il medesimo
fine. Ed avea per Croviana ottenuta commendatizia da monsignor vescovo Thunn, ma
niente fu conchiuso, e così terminò il suo offizio senza fare verun convento.
1739. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Roveredo li 21 aprile.
331. Fra Antonio da Tione, Giacomo Antonio Mazzoni, battezzato 6 gennaro
1698. Vestito Terziario in Cles li 15 luglio 1722 dal P. Giacinto da Roveredo
Guardiano. Fu ferraro nel secolo. Fu buon Frate, caro ai Frati e secolari. Sopraffatto
dalla doglia, munito de' santissimi Sagramenti, e ben disposto, passò al Signore in
Cavalese 27 maggio 1739.
332. P. Serafico da Roveredo, Giovanni Domenico Galvagni180, battezzato 23
maggio 1668; vestito, solo, in Cles 17 settembre 1685, essendovi Guardiano il P.
Eusebio da Cognola, Vicario e maestro il P. Crisogono da Levico. In filosofia e teologia
ebbe sempre lettore il P. Vicenzo dal Borgo. (124. //) Nel 1701 fu fatto Guardiano di
Pergine. Nel 1702 Vicario di Roveredo del P. Guardiano Ignazio da Civezzano. Nel
1703 fu Guardiano del noviziato in Cles. Nel 1704 Guardiano di Trento. Nel 1705 fu
fatto Vicario in Roveredo del P. Guardiano Eugenio da Strigno, ed insieme maestro de'
novizzi. Ed essendo stati vestiti nel medesimo giorno delli 13 maggio diversi novizzi,
parte in Roveredo e parte in Borgo, fu data la precedenza a vestito in Borgo sotto il P.
Maurizio dal Borgo, maestro seniore, sopra quelli vestiti in Roveredo, ove era il P.
Serafico maestro giuniore. Nel 1706 e 1707 fu Guardiano in Borgo. Nel 1709
Guardiano di Roveredo. Nel Capitolo del 1710 fu eletto diffinitore, e nel detto triennio
si portò alla visita de' santuari di Assisi e della Verna con fra Gioachino da Madruzzo.
Nel 1713 fu Vicario in Trento del P. Guardiano Simon Pietro da Cembra e la Quaresima
seguente del 1714 predicò nella parrocchiale del Borgo, ogni giorno (dispensato
solamente dal martedì) perché non vuol e il P Ministro Massimigliano da Trento
mandarvi quel Frate nostro, che per mezzo de' secolari erasi penetrato, si avesse
procurato detto pulpito del Borgo. Nella Congregazione del 1714 fu fatto confessore
delle monache del Borgo, avendo dopo un solo anno per indisposizione rinunziato tal
impiego il P. Tommaso da Bresimo; ed il P. Serafico lo continuò al solito per tre anni
interi. Nel 1717 terminato l'offizio di confessore delle monache fu fatto Guardiano
d'Arco e cooperò non poco all'accomodamento seguito co' Romarzolli per la
controversia circa lo spiazzo avanti al chiesa il dì 12 luglio 1717, come sopra nella vita
del P. Filippo, ed altrove notato. Nel 1718 fu fatto per la seconda volta Guardiano di
Trento, e nel detto anno fece fare li capitelli della Via Crucis pitturati dal signor Gresta
180
Nel manoscritto: Galvagno.
139
d'Ala, eccellente pittore a fresco, e si fondò ivi la Via Crucis, facendo il sermone e la
funzione il P. Pietro Antonio Birt da Roveredo lettore in s. Bernardino. Fece far
parimente la fenestra in fondo al coro verso il monte. Nel Capitolo poi fatto il Roveredo
li 19 giugno 1719 fu per la seconda volta eletto diffinitore, ed insieme fu destinato
confessore delle monache di s. Michele dato il confessore straordinario un prete per
impegno e maneggio d'alcune di quelle, fu chiesto a monsignor vescovo Spaur un altro
ordinario confessore, e che il P. Serafico fosse levato sotto pretesto che non fosse più
gradito per diverse novità, che pretendevasi dalle predette monache, avesse egli
introdotto. Ne parlò il vescovo al Ministro Vicenzo dal Borgo, affine che mutasse detto
P. Serafico, e destinasse un altro confessore alle predette monache. Il P. Vicenzo cui
premeva assai tale levata improvvisa del P. Serafico dal confessionario parlò fortemente
in di lui difesa a sua altezza rev.ma ma convenne cagliare181 e sopportare tale levata, ed
all'incontro poi stette per un gran pezzo forte, a non voler deputar altro nostro Frate per
confessore di dette monache, onde furono fatti diversi impegni, e maneggi da diverse e
qualificate persone per indurlo. A quali finalmente, per ogni buon fine, s'arrese, e
destinò, e fu tosto approvato dal rev.mo Offizio, il P. Paolo Fedrici da Nanno attual
Vicario in s. Bernardino, quale poi nel giugno del detto anno 1723 diede principio a
confessare le predette monache, e vi continuò tre anni al solito con aggradimento delle
medesime. Il buon P. Serafico intese in Borgo la sua rimozione con religiosa
disinvoltura, e per coprire la cosa fu fatto confessore straordinario delle monache del
Borgo, che mostrarono qualche ritrosia udita la di lui rimozione dal confessionario di s.
Michele di Trento, a riceverlo. Ritornati poi li nostri Padri vocali dal Capitolo generale
fatto in Roma fu celebrata la nostra Congregazione prima intermedia in Arco il dì 15
luglio ed in essa fu eletto il P. Serafico Guardiano del noviziato in Arco, e vi continuò
due anni 1723 e 1724. E nel Capitolo del 1725 fu eletto Custode, ed insieme fu in detto
triennio confessore delle monache (125. //) alla santissima Trinità in Trento. Nel
seguente Capitolo celebrato il dì 31 maggio 1728 in Roveredo fu eletto Ministro
provinciale e per segretario ebbe nel primo anno il P. Giuseppe Antonio Zanella da
Ravazzone attual diffinitore. Nel secondo il P. Giacomo Bontadi da Varignano,
parimente diffinitore. Nel terz'anno il P. Giacinto da Roveredo anch'esso diffinitore, e
per qualche tempo nel secondo anno supplì per il P. Giacomo segretario infermo, il P.
diffinitor Anselmo da Trento. E per tutto il triennio ebbe per compagno ordinario fra
Rocco Trentino da Povo. Salvo che il secondo anno cioè il 1729 per portarsi al Capitolo
generale celebrato in Milano il dì 4 giugno, prese per compagno il P. Dionigio Sardagna
da Trento. In detto Capitolo generale di Milano, in adempimento del decreto fatto dal
nostro Capitolo provinciale l'anno antecedente 1728 presentò il P. Ministro Serafico un
forte memoriale, affinché la nostra Provincia venisse dichiarata dall'Ordine ed
annoverata fra le Provincie germaniche anche dal Capitolo generale (poiché nel
Capitolo generale fatto in Spagna nel 1645 era stata annoverata fra quelle d'Italia), ciò
che facilmente ottenne attesi gli diplomi cesarei dell'augustissimo Leopoldo primo che
seco avea portati in Milano per mostrarli come fece a superiori generali. Non essendo
poi riuscite con aggradimento della Provincia le dispendiose prove fatte dal P.
Sebastiano Ministro di lui immediato antecessore per migliorar il vestiario, ne fece delle
altre anche il P. Serafico nel suo ministrato, e circa la fabbrica del panno e circa la
follatura del medesimo; ma nemmeno queste riuscirono di soddisfazione, e però
terminarono col finire il di lui offizio. Nel 1732 fu fatto Vicario e maestro de' novizzi in
181
Tacere.
140
Arco; ma nell'ottobre con sua lettera rinunciò all'uno e l'altro offizio, ed a primi di
novembre gli fu sostituito il P. Bonifacio da Ossana. Nel 1733 fu fermato in Arco di
famiglia, e ne' primi mesi si portò e fermò in Campo per sollecitare il taglio nel bosco di
Fiavé di legnami per la fabbrica della nuova infermeria decretata da farsi in Arco, e poi
ritornò alle Grazie circa la Madonna di settembre. Nel 1734 fu di nuovo per la terza
volta eletto Guardiano d'Arco, e diede principio alla fabbrica per la nuova infermeria. E
nell'autunno si portò in Verona, partendo da Riva il dì 18 ottobre, e la sera giunse in
Pazengo, ed il dì 19 in Ussolengo co' due Padri nostri e suoi nipoti ex parte sororis, cioè
col P. Angelico Guardiano di Campo, ed il P. Alessandro di famiglia in Borgo, unitisi
alle Grazie, e la mattina delli 20 ottobre arrivarono a pranzo in Verona, ove assisterono
alle primizie di un nostro Riformato figlio del signor Giuseppe Galvagno fratello del P.
Serafico e mercante domiciliato in Verona. Nel 1735 non avendo genio di proseguire ed
attendere alla fabbrica della sopraddetta infermeria in Arco, fu traslocato, e fatto
Guardiano in Roveredo. Nel 1736 fu ivi di famiglia. Nel Capitolo celebrato in Trento li
27 maggio 1737 fu per la terza volta eletto diffinitore, ed insieme deputato per la
seconda volta confessore delle monache alla Santissima Trinità. Ma appena passato un
mese, verso la festa di s. Bonaventura fu sorpreso da febbre per un tumore, o sia
pannocchia o bubbone nel pettignone182 che poi cresciutogli, fu costretto a rinunciar
formalmente l'offizio di confessore di monache, e gli fu sostituito per confessor
ordinario il P. Bonifacio d'Ossana, che dal principio dell'infermità del P. Serafico sino
alla formale rinuncia avea servito le dette monache da confessore supplimentario. Fu
molestissima e lunghissima l'infermità, alla cura della quale sopraintendeva oltre
l'infermiere, un certo signor Bernardo chirurgo tedesco della città, per cui convenne al
buon P. Serafico sostenere diversi tagli del detto tumore, quali esso tollerò con
religiosissima pazienza. Fu creduto da alcuni che detto tumore fosse stato acquistato dal
P. Serafico, allorché nel 1712 fu a visitare, come sopra fu notato, li santuari di Assisi e
della Verna, essendosi portato ad loca infecta... innocentemente. Ritornato in Provincia
fu curato sotto spezie dl altro male, cioè di tumore, ma quasi dopo 25 anni ripululò a
parte ante; e fu detto carcoma, e sembrava avesse propriamente i segni di morbo gallico.
Né deve recar meraviglia, se un tal accidente sia accaduto al religiosissimo P. Serafico,
perché un simile caso rapportasi anche da monsignor Chiericato "De Sacramento
Eucharistiae" decis, 61, pag. mihi 271, col. 2, n° 101 ove scrive: "Memini pium ac
religiosum virum luem hanc scilicet veneream contraxisse, ex eo quod, dum ipse iter
ageret, in latrina ad exonerandum sederit, in quo tali morbo correptus steterat". Così il
Chiericato. Nel 1738 sembrando alquanto rimesso, partì da Trento in calesse
coll'infermiere fra Cipriano da Trento, portandosi a bagni di Pusteria, (126. //) stimati
ad esso proficui, d'onde ritornò li 6 agosto, ma in seguito gli furono molto nocivi.
Imperoché ripululando il tumore, dovette in calesse portarsi alla seconda Congregazione
intermedia fatta in Roveredo li 21 aprile 1739. Da cui ritornato e crescendo il tumore, fu
necessario venir a nuovi tagli, ed alla separazione della parte, ed essendosi per la lunga
piaga infetto il sangue, gli convenne soccombere, e però munito de' santissimi
Sagramenti, ed ottimamente disposto, dopo una cruciosissima infermità con invidiabile
pazienza tollerata, passò piamente al Signore in Trento 24 luglio 1739. Fu il Padre
Serafico veramente ottimo Religioso, ed a suoi giorni zelante predicatore, e ne' suoi
diversi governi da Guardiano governò assai destramente e felicemente, promovendo con
zelo discreto, verbo et exemplo. la regolare osservanza, ma da superior provinciale urtò
182
Pube.
141
in varii scogli per voler impedire o almeno difficoltar l'andata alle Missioni a diversi
Religiosi, a qual fine richiamò le patenti di confessor, e predicatore a molti Religiosi,
affine non si servissero per mandarle a superiori in Roma come di attestati per le
Missioni, come taluno avea praticato e cola patente di confessione spedita al superior
avea conseguito la facoltà di portarsi a Roma per le Missioni (cfr. P. 204). Fece pure
dichiarar apostata in Borgo un altro padre che era partito coll'attestato del discretorio
prima dell'arrivo dell'assenso del P. Provinciale cui avanti quindici giorni circa avea
mandato copia dell'ubbidienza, e però supponevasi con fondamento maliziosamente gli
fosse stata differita, la risposta o sia l'assenso. Portato poi il caso in sagra
Congregazione di propaganda Fide, fu il detto Religioso dichiarato innocente, ed
obbligato il Provinciale ad aggiungere nel libro degli apostati, ove era stato notato per
tale, il decreto della di lui innocenza, come poi fu effettuato. Diede poi molto da dire
essendo egli convenuto con monsignor Suarez vescovo di Feltre che li nostri predicatori
della Valsugana gli chiedessero almeno per lettera la benedizione, cosa per avanti da
nostri non praticata. Ma tal convenzione per ordine del Capitolo seguente, fu dal P.
Ministro Filippo da Rallo di lui immediato successore, portatosi personalmente in
Feltre, felicemente atterrata.
333. P. Simon Pietro da Cembra, Antonio Barbi, battezzato 26 maggio 1653;
vestito, solo, in Cles li 24 settembre 1672, essendovi Guardiano e maestro il P. Giacinto
da Besenello, Vicario e pro-maestro il P. Giovanni Battista da Strigno. Terminato lo
studio nel 1680 fu dato per compagno al P. Ippolito Ippoliti da Pergine allorché la prima
volta si portò in Inspruch. E l'anno seguente essendo stato nella Congregazione fatta il
25 aprile 1681, il P. Simon Pietro deputato lettore di logica in Roveredo, procurò di
ritornar in Provincia, e credesi abbia egli avuto li seguenti quattro chierici studenti di
pianta: fra Raimondo da Pergine, fra Flaviano da Trento, fra Giovanni Pietro da
Besenello, fra Giovanni Paolo da Mori, a quali insegnò per tre anni in Roveredo la
filosofia. E poi insegnò nel 1684 in Trento il primo anno la teologia, e li tre altri anni in
Borgo. Nel 1688 fu Guardiano in Pergine. Nel capitolo poi celebrato in Arco il dì 19
aprile 1689 fu eletto diffinitore, e in detto triennio dimorò di famiglia in Campo, ove
confessava e dirigeva madonna Catterina Donati di Campo, datasi alla vita spirituale,
che, come intesi poi dal medesimo Padre Simon Pietro moltissimi anni dopo, in detto
tempo essa avea non ordinaria bontà. Successero poi circa la medesima varie novità,
onde fu processata, carcerata, ed attaccata alla berlina in Trento, ed indi bandita sotto
monsignor vescovo Spaur nel 1700; ma da molti fu tenuta come per innocente, ed il
quondam signor dottor Bomporti ne imprese le difese, ma siccome egli con scrittura
stampata dimostrò, non gli fu dato sufficiente tempo per istudiar il processo assai
diffuso, e fu accelerata la sentenza prima che egli terminate avesse le difese; onde per
tale sentenza vi fu gran mormorio. Per altro Catterina Donati sopportò la condanna con
singolar rassegnazione, e dopo esser stata bandita per molti anni dimorò in Borgo di
Valsugana presso di quel rev.mo arciprete Stefano da Tione, ritornò in patria e visse
sempre con grande esemplarità. Era nata e battezzata li 10 marzo 1652, e passò poi al
Signore piamente nell'estate in Campo nel 1734, essendo suo Padre spirituale il nostro
P. Angelico da Roveredo Guardiano di Campo. (127. //) Nel Capitolo del 1692
terminato il diffinitoriato fu il P. Simon Pietro fatto Vicario in Arco del P. Guardiano
Lodovico Coella da Pergine e fu pure destinato a compilare ed unir insieme con altri
due, cioè co' Padri Giacinto da Besenello e Vicenzo dal Borgo, gli Statuti municipali
della nostra Provincia, del che se ne parlò sopra nella vita del P. Vicenzo dal Borgo
142
(1733). Nella Congregazione intermedia fatta in Trento li 7 aprile 1693 fu eletto
Guardiano di Campo e nella seconda intermedia (anticipata a cagione dell'imminente
viaggio del P. Ministro Marcellino da Cles, e P. Custode Alessandro da Riva al Capitolo
generale di Spagna, quasi mezz'anno e tenutasi in Campo li 218 novembre 1693) il P.
Simon Pietro da Campo fu trasportato Guardiano in Arco. Nel Capitolo celebrato in
Roveredo li 26 maggio 1695 fu fatto puramente maestro de' novizzi in Cles, e vi
continuò tre anni. Nel Capitolo del 1698 fu deputato confessore delle monache del
Borgo, ad triennium, e nel detto tempo avendosi mossa la grata del confessionario di
quelle per meglio accomodarla e però rotta la clausura se ne lamentò fortemente
monsignor Pulcenico vescovo di Feltre per non aversi previamente secolui passata
parola., né chiesta licenza, forse per mera inavvertenza, ma ben presto si acquietò
monsignor, essendosi interposto il signor Conte Gasparo di Wolchenstein. Nel Capitolo
poi celebrato in Roveredo li 7 giugno 1701 fu il P. Simon Pietro eletto Provinciale, e
prese per segretario il P. Serafino Cristani da Rallo, e per compagno fra Romualdo da
Condino. Fu creduto fosse per far novità di rigori nel suo governo, e però li diffinitori
stavano all'erta per ovviare; ma poi restarono sorpresi in osservare la di lui discreta e
saggia condotta. Nel ministrato del P. Simon Pietro l'anno 1702 come fu notato sopra
nella vita del P. Massimigliano da Trento folio 100, fu accettato da nostri il carico di
confessore ordinario delle monache alla santissima Trinità in Trento, molto a ciò
cooperando il medesimo P. Ministro Simon Pietro. E terminato che egli ebbe il
ministrato nel 1704 fu deputato confessore delle predette monache essendo stato eletto
Ministro immediato di lui successore il detto P. Massimigliano da Trento che per due
anni era stato confessore delle medesime; ed il P. Simon Pietro vi continuò in seguito
sei anni continui, cioè dal 1704 sino al 1710 con grande aggradimento di quelle. Nel
tempo che egli era confessore delle monache alla Trinità, tentarono queste di levarsi
dalla giurisdizione dell'Ordinario, e darsi sotto il governo della nostra Religione, da cui
eransi levate nel 1599, come sopra folio 2 (NB Nel Libro degli atti della Provincia) fu
notato. Levarono perciò segretamente fra loro li voti, e ne mancarono solamente uno o
due, tuttavolta per non esservi tutti li voti, non fu tentato prudentemente tal passo. Bensì
penetrò l'attentato delle monache monsignor decano Voltolini, che ne parlò alto col P.
confessore Simon Pietro di lui cugino, ed il Padre assai accorto se ne schermì con
religiosa destrezza e nel sessennio che fu confessore delle predette monache fece del
gran bene al monastero della santissima Trinità. Nel 1710, avendo terminato l'offizio di
confessore delle monache della Trinità, fu eletto Guardiano di Roveredo e vi continuò
due anni 1710 e 1711; e nel 1712 fu Vicario in Arco del P. Guardiano Francesco da
Vigalzano. Nelli due anni 1713 e 1714 fu Guardiano di Trento, e per terzo anno in
seguito fu Guardiano in Mezzolombardo nel 1715. Nel Capitolo del 1716 celebrato in
Roveredo li 24 giugno fu eletto per la seconda volta diffinitore, ed in quel triennio fu di
famiglia in Arco. Nel 1719 e 1720 fu di nuovo Guardiano in Roveredo, ove poi
terminata la guardianìa vi si fermò sino al 1735. Nel 1728 li 12 ottobre domenica fra
l'ottava del santo Padre cantò ivi, cioè in s. Rocco, solennemente la sua seconda Messa,
sermoneggiandovi il P. Alfonso Maria Barbi di lui nipote ex parte fratris, venuto
appositamente da (128. //) Campo, ove era Vicario del P. Guardiano Gerardo Madruzzi
da Cles, ed assistendovi in chiesa e in refettorio il rev.mo Baldissaro Martini da
Calliano arciprete di Roveredo di lui cugino colli principali reverendi signori sacerdoti
di Roveredo. Avea il di lui fratello signor arciprete di Cavedine, spedito il denaro al
signor Bartolommeo Baroni di Sacco di lui parente a cagione della moglie signora
Domenica Canazza, per la spesa del pranzo nel giorno della seconda Messa del P.
143
Simon Pietro, ma avendo voluto fargli onore il clero solo di Roveredo, non fu impiegato
in veruna parte il sopraddetto denaro mandato dal rev.mo signor arciprete di Cavedine.
Nel 1735 essendo il buon Padre quasi impotente e per l'età decrepita sopra gli anni 80 e
per la frequente podagra e chiragra, cui era soggetto, fu condotto all'infermeria, ove
dopo quasi cinque anni di dimora, purgato dal Signore con vari stimoli negli ultimi anni,
e sopraffatto da un rilassamento di corpo, e però munito de' santissimi Sagramenti e ben
disposto, dopo pochi giorni passò piamente all'eternità d'anni 86, Trento 23 agosto
1739. Fu il P. Simon Pietro ottimo Religioso molto saggio e destro ne' suoi governi, e di
poche parole. D'aspetto venerabile e di ottimo consiglio. Ebbe particolar attenzione
nella direzione delle anime, sebbene un pochetto dato al chietinismo, e fu molto stimato
anche da secolari.
1739. Dal Capitolo trentesimo terzo, anticipato quasi mezz'anno a cagione del
Capitolo generale intimato per li 4 giugno 1740 in Vagliadolid nella Spagna, e però il
nostro fu celebrato in Roveredo il dì 28 novembre in cui fu eletto Ministro il P.
Giovanni Pio Besenella da Pressano. Prese per segretario il P. Ferdinando da Bronzollo
e per compagno il P. Mariano da Volano.
334. P. Anselmo da Trento, Francesco Sartori, battezzato 4 ottobre 1669, vestito
in Pergine con altri li 7 giugno 1691, essendovi Guardiano il P. Abbondanzo Scaia da
Val di Buono, Vicario e maestro il P. Maurizio dal Borgo. Studiò la filosofia sotto il P.
Girolamo Guglielmi da Giudicaria e la teologia, la maggior parte, sotto il P. Vicenzo
Capra dal Borgo diffinitore. Nel 1707 l'autunno si portò per segretario di Commissione
col P. Aurelio Agostino Barisella da Tuenno Visitatore della Provincia di Torino. Nel
1708 fu Vicario in Arco nel secondo anno del P. Guardiano Serafino da Rallo. Nel 1710
Vicario in Borgo nel secondo anno del P. Giovanni Francesco da Nogaré Guardiano.
Nel 1711 fu Guardiano in Mezzolombardo. Nel 1713 fu Vicario in Roveredo del P.
Guardiano Michele Serbati da Roveredo. Nel 1714 fu eletto Guardiano di Roveredo, ma
rinunciò; e lo stesso anno essendo morto il dì 19 agosto il P. Maurizio dal Borgo ivi
Vicario, il dì 25 settembre fu ivi sostituito Vicario per la seconda volta il P. Anselmo.
Nel 1715 fu fatto Guardiano di Cavalese. Nel Capitolo poi celebrato in Roveredo il 24
giugno 1716 fu eletto diffinitore, e lo stesso anno fondò ivi nella nostra chiesa di s.
Rocco la Congregazione del Terz' Ordine e fu ivi primo visitatore, e vi continuò sei anni
di seguito; poiché terminato il diffinitoriato, fu fatto confessore delle monache di s.
Carlo, ed in detto triennio fu insieme Visitatore de' Terziari. Nel 1722 e 1723 fu
Guardiano di Trento, ed in detto tempo colla spesa di fiorini ottanta procurò il
rinfrescamento de' capitelli della Via Crucis, sfigurati dalli ragazzi, e per preservarli in
avvenire gli fece far a tutti la sua ramata di ferro. Nel 1724 fu fermato ivi Vicario di
Trento del P. Guardiano Baldessar Antonio da Canezza. E nel maggio 1725 avanti il
Capitolo col P. Ferdinando da Bronzollo si portò a Verona. Nel Capitolo poi celebrato
in Trento il dì 6 giugno 1725 in cui fu eletto Ministro il P. Sebastiano Fattori da Trento,
fu da questi scelto per segretario, (129. //) il P. Anselmo, che lo servì per tutto il
triennio. Nel capitolo fatto in Roveredo li 31 maggio 1728 fu eletto per la seconda volta
diffinitore ed insieme in detto triennio sino al 1731 fu confessore delle monache alla
santissima Trinità in Trento. Nel Capitolo del 1731 fatto in Trento li 30 aprile fu eletto
Custode, ed il terzo anno cioè nel 1733 fu insieme maestro de' novizzi in
Mezzolombardo, e Vicario del P. Guardiano Giovanni Maria da Cles. Nel Capitolo
tenutosi in Roveredo nel 1734 fu fatto per la seconda volta confessore delle monache di
144
s. Carlo in Roveredo, e vi continuò secondo al solito tre anni. Nel 1737 e 1738 fu
Guardiano in Roveredo. E nel 1739 fattasi ivi la Congregazione il dì 21 aprile, fu
destinato Vicario in Arco nel secondo anno del P. Guardiano Pietro Giuseppe da Riva.
Ivi poi infermatosi di male di asma dopo otto o nove giorni d'incomodo, munito de'
santissimi Sagramenti e religiosamente disposto, passò piamente al Signore, Arco 4
dicembre 1739, sotto il tempo capitolare poiché il dì 28 novembre erasi già fatto il
nostro Capitolo in Roveredo. Fu il P. Anselmo ottimo Religioso, zelante predicatore,
che oltre aver girato per li pulpiti non cotidiani della Provincia, e nel 1714 avea
predicato la Quaresima nella Collegiata d'Arco. Ne' suoi governi ed offizi fu molto
prudente, e serio, né di molte parole, e molto sollecito verbo et exemplo per la regolar
osservanza.
335. Fra Lionardo da Pergine, Dorighi, battezzato 7 maggio 1651, vestito
Terziario il primo settembre 1680. Nel 1682 fu compagno del P. Bartolommeo Monte
da Roveredo Custode andando al Capitolo generale di Spagna, celebrato il dì 16 maggio
in Toledo. Fu buon Frate e di buon esempio a secolari. Negli ultimi anni fu impotente, e
finalmente infermatosi in Pergine, fu condotto all'infermeria, ove essendo d'anni 89,
munito de' santissimi Sagramenti e ben disposto, passò al Signore, Trento 30 marzo
1740.
1740. Dalla prima Congregazione intermedia fatta in Arco 25 settembre.
336. P. Aurelio da Trento, Giovanni Simone Pruner, battezzato 23 ottobre 1698,
vestito con un altro in Cles li 3 maggio 1718, essendovi Guardiano il P. Enrico Coellato
da Trento, Vicario e maestro il P. Teodoro Marini da Rumo diffinitore. Nelli tre anni di
filosofia ebbe lettore il P. Antonino Predelli da Trento. Ne' due primi di teologia il P.
lettore Ilario da Besenello, e nel terzo del 1724 in Cavalese il P. lettor Bartolmmeo da
Portolo. Dopo lo studio invogliatosi d'andar nelle Missioni, ed ottenuta da Roma la
necessaria ubbidienza, il dì 12 marzo 1726 partì da Trento col P. Stefano Niccolò da
Fondo studente del terzo anno di teologia, portandosi a Roma per abilitarsi alle
Missioni. Circa li 22 settembre dello stesso anno capitò in Trento di ritorno da Roma
con un Padre torinese destinati amendue missionari nella Servia per ove poi
s'istradarono per via di Germania, partendo da Trento il dì 20 ottobre del predetto anno.
Nel 1731 capitò in Borgo li 12 aprile, ritornando per via di Venezia per ordine della
sagra Congregazione dalla Missione di Servia alla propria Provincia, e però fu
esaminato per confessore, e collocato di famiglia in Pergine. Nell'Avvento del 1731
predicò in Levico. La Quaresima del 1732 in Albiano. L'Avvento del 1732 predicò in
Borgo e la Quaresima del 1733 in Roncegno. Avendo poi sua altezza rev.ma monsignor
vescovo di Trento Domenico Antonio di Thun, dopo aver udito con grande
aggradimento in Duomo il panegirico dell'Addolorata recitato dopo Pasqua dal nostro
Padre Benedetto Bonelli da Cavalese, andato al Borgo ove era lettore di fisica, con fra
Elzeario da Roveredo chierico studente, disse al predetto (130. //) P. Benedetto,
insinuasse al P. Provinciale Filippo da Rallo, qualmente permettevaci a noi Riformati
l'alternativa co' PP. Cappuccini nel fare l'annuale in Duomo, e che però provvedesse di
una soggetto per la prossima Pentecoste, ed a persuasione del medesimo P. Benedetto il
P. Ministro destinò primo annualista de' nostri nella cattedrale il sopraddetto P. Aurelio
che per la verità possedeva delle belle parti. Comunicò dunque l'annuale alla Pentecoste,
e lo continuò sino alla festa di s. Giovanni Battista, ma non incontrò molto, e per la
145
singolarità de' termini toscani affettati, e per non essere ben viso il di lui fratello signor
don Carlo Pruner segretario di monsignor decano Trapp, onde non proseguì detto
annuale, ma dagli Ogni Santi lo riassunse e terminò con aggradimento il nostro P.
Arcangelo da Bagolino. Ed il detto P. Aurelio nell'ottobre del medesimo anno partì solo
da Mezzolombardo, seguitato poi dal compagno fra Liborio da Roveredo, portandosi a
predicare in Toscana; ed in effetto la Quaresima del 1734 predicò a Viareggio sul
Lucchese. Dopo Pasqua si portò col detto fra Liborio in Roma ove tanto si maneggiò,
che ottenne la patente di missionario della Macedonia. Li primi di agosto poi nel
medesimo anno 1734 col medesimo fra Liborio capitò di ritorno da Roma in Provincia,
e circa li 10 settembre partì da Trento per la sua Missione di Macedonia. In quella dopo
esservi dimorato circa tre anni, parte de' quali anche sotto la prefettura del nostro P.
Ilario da Besenello stato, come sopra fu detto più anni di lui lettore, per diverse brighe
avute, convenne al P. Aurelio di portarsi a Roma a giustificarsi. Ivi avendo ricevuto
ordine dalla sagra Congregazione di ritornar alla propria Provincia, né avendone genio,
se ne partì da Roma senza ubbidienza, e se ne andò in Germania, per la quale girando,
fu in Bingen, città sul Reno e diocesi di Magonza (NB. Nel dizionario geografico tomo
primo pag. mihi 85 Bingen dicesi in latino Bingium e nel martirologio romano Bingia
"ad diem 17 septembris sanctae Hildegardis virginis), sorpreso da mortale infermità e
però ricevuti nello spedale li santissimi Sagramenti dal parroco, dal quale si procurarono
poi, e si ebbero gli attestati, passò al Signore in Bingen 23 dicembre 1740. Nell'archivio
della Provincia nel caltro de' missionari, trovansi tre attestati intorno al P. Aurelio. Il
primo attestato originale del prefetto delle Missioni nella Macedonia datato 30 maggio
1739 su li patimenti singolari del P. Aurelio da Trento missionario in quelle parti. Due
altri in tedesco delli 27 e 28 dicembre 1740. L'uno in copia autentica del signor medico,
e l'altro originale del parroco del luogo su la buona morte del P. Aurelio, quale ebbe
talento non piccolo per predicare.
337. P. Antonio Maria da Cavareno, Gregorio Dusetti, battezzato 23 ottobre
1663, vestito in Cles con un altro li 8 luglio 1684, essendo Guardiano il P. Celestino dal
Borgo, Vicario e maestro il P. Amadio Carli da Villa Montagna diffinitore. Ebbe lettore
di filosofia e teologia il P. Vicenzo Capra dal Borgo. Nel 1693 nella Congregazione
fatta in Trento li 7 aprile fu fatto lettore di logica in Pergine colli seguenti studenti: fra
Giovanni Crisostomo d'Arsio, fra Francesco Maria d'Arco, fra Francesco da Vigalzano,
fra Pasquale da Roveredo. Il detto anno dalli 18 novembre sino al 1695 insegnò la fisica
in Borgo; e nel 1695 insegnò l'animastica in Arco. Nel 1696 fu di nuovo lettore delle
arti in Roveredo con li seguenti studenti: fra Filippo da Rallo, fra Prospero da Riva, fra
Bonaventura da Romeno e fra Giovanni da Vigne. Nel 1697 fu lettore di teologia in
Arco. Nel 1699 lo fu in Roveredo. Nel 1700 fu eletto Guardiano di Cavalese. Nel
Capitolo tenutosi in Roveredo li 7 giugno 1701 fu eletto diffinitore ed insieme maestro
de' novizzi in Cles. Nel 1702 fu maestro de' novizzi in Roveredo, ove da Cles fu
trasportato il noviziato. E l'anno seguente 1703 vi fu riportato. Nel 1704 sino al 1707 fu
confessore delle monache in Borgo. Nel 1707 e 1708 fu Guardiano in Trento. Nel 1709
fu Vicario in Arco del P. Michele Serbati da Roveredo. Nel 1710 sino al 1716 per sei
anni continui fu confessore delle monache alla santissima Trinità. E nel Capitolo
celebrato in Trento nel 1713 fu per la seconda volta eletto diffinitore. (131. //) Nel
Capitolo celebrato in Roveredo nel 1716 fu eletto Custode, ed in quello fatto parimente
in Roveredo li 19 giugno 1719 fu eletto Ministro provinciale, e scelse per segretario il P.
Giuseppe Antonio Zanella da Ravazzone, e per compagno frat'Alessandro Bolder da
146
Canezza. Terminato l'offizio di Ministro nel 1722 fu di nuovo fatto confessore delle
monache alla Trinità; e vi durò un triennio. Nel Capitolo del 1725 fu per la terza volta
eletto diffinitore. E nel 1728 fu Guardiano in Roveredo ad annum. Dopo la morte del P.
Marcellino da Cles esercitò la carica di delegato vescovile per l'approvazione de' nostri
confessori, cioè dall'ottobre 1735 sino al dicembre 1739. E per la morte del P. diffinitore
Serafico seguita il dì 24 luglio 1739 gli fu surrogato il P. Antonio Maria, cedendo il suo
gius il P. Simon Pietro Barbi da Cembra ex Ministro seniore ma impotente, e però detto
Padre Antonio Maria intervenne come diffinitore surrogato al Capitolo celebrato in
Roveredo li 28 novembre 1739. Finalmente trovandosi da molti anni di famiglia in
Trento, ed aggravato da fiera gotta, cui negli ultimi anni specialmente era molto
soggetto, ed anche da febbre, munito de' santissimi Sagramenti, ed assai ben disposto,
passò piamente al Signore, Trento 23 aprile 1741. Fu ottimo Religioso, ripieno di santa
rusticità, per cui chiamavasi il Padre bruto e buono.
338. P. Zenone da Trento, Simon Domenico Zenoniani183 di Nicolò, battezzato
24 settembre 1714; vestito in Arco con un altro li 31 maggio 1733, essendovi Guardiano
il P. Girolamo da Trento, Vicario e maestro il P. Bonifacio Martinolli d'Ossana. Studiò
in Roveredo sotto il P. Vittorio da Cavalese negli anni 1734 e 1735 logica e filosofia.
Nel 1736 studiò di nuovo la fisica in Borgo sotto il P. lettore Vittore dal Borgo, e poi
l'animastica in Pergine. E sotto il detto lettor Vittore studiò quattro anni di seguito la
teologia in Cavalese; ordinato sacerdote nel maggio 1739; nel quarto anno dopo Pasqua
andato co' compagni in ricreazione s'infiammò assai a giocare e però sorpreso da gran
febbre con male di petto, munito de' santissimi Sagramenti, e ben disposto, passò
piamente al Signore, Cavalese 24 aprile 1741.
339. Fra Cristoforo da Lavis, Pompeo Antonio Mosaner, di Cristoforo Mosaner
de Mosperg, giàDel Monech, battezzato 17 novembre 1722, vestito in Cles con un altro
li 7 giugno 1739, essendovi Guardiano il P. Angelico Soriani184 da Roveredo, Vicario e
maestro il P. Gerardo Madruzzo da Cles. Dopo fatta professa, e celebratasi la nostra
Congregazione in Arco li 25 settembre 1740 fu posto con altri tre chierici in
Mezzolombardo studente di logica sotto il Padre Giuseppe Ippolito Ippoliti da Pergine
istituito lettore delle arti. Passò all'altra vita in Mezzolombardo 13 maggio 1741185.
1741. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Mezzolombardo 29
maggio.
340. P. Tommaso da Bresimo, Giovanni Michele Pancheri, nato nel castello
d'Altaguardia sopra Baselga, ove li di lui genitori erano conduttori de' signori Conti di
Thun; battezzato 29 settembre 1651, vestito in Arco con un altro 29 giugno 1674,
essendovi Guardiano il P. Vigilio da Val di Buono, Vicario e maestro il P. Amadio da
Villa Montagna. Fu per qualche anno studente in Genova, ove si portò col P. Aquilino
da Cles, andandovi per via delle vedrete di Val di Sole. (132. //) Da Genova ritornato
insegnò in cella la logica a due chierici, fra Andrea da Val di Buono, a fra Patrizio da
Trento neoprofessi nel 1683. Nel 1684 fu fatto Vicario in Borgo del P. Guardiano
Egidio da Segno, in luogo come sperava, di venir fatto lettore. E però pensò a portarsi
183
Nel manoscritto: Zenonian.
Nel manoscritto: Sulliani.
185
Laqueo se suspendit.
184
147
alle Missioni. Con decreto dunque della sagra Congregazione delli 13 novembre 1685 si
portò coadiutore nelle Missioni di Val di Luserna nel Piemonte, e vi dimorò per tre anni,
e poi ritornato si diede alla predicazione, arrivando a predicare quattro volte in
settimana. Nella Congregazione fatta li 7 aprile 1693 fu eletto Guardiano di Pergine.
Nel 1697 fu Vicario in Trento nel terzo anno del P. Bartolommeo da Roveredo. Negli
anni 1698 e 1699 fu Guardiano in Arco, e si maneggiò assai col P. Guardiano de'
Cappuccini d'Arco e de' PP. dell'Inviolata di Riva per attraversare le mosse de' PP.
Serviti, che procuravano fondare un conventino in Oltresarca su 'l romitorio di s.
Giacomo. Nel 1700 fu maestro de' novizzi in Cles e Vicario nel secondo anno del P.
Guardiano Gabriello Cassina da Trento, ed il P. Giovanni Pietro da Besenello promaestro. Nel 1701 sino al 1704 fu confessore delle monache in Borgo; e nel Capitolo
fatto nel 1704 fu eletto diffinitore, ed in detto anno nell'agosto, fu dato straordinario per
accidens alle monache di s. Michele fuori della città di Trento. Nel 1707 fu deputato ad
triennium confessore delle nostre monache di Roveredo. Nel Capitolo del 1710 fu eletto
Custode. Nel 1713 fu di nuovo deputato confessore delle monache del Borgo, ma non vi
durò che un anno, venendo gonfio colla vita sedentaria, e però rinunciò, e nell'anno
1714, fu fatto Vicario in Roveredo del P. Guardiano Teodoro da Rumo. Nel 1715 e
1716 fu per la seconda volta Guardiano in Arco. Nel 1718 e 1719 fu Vicario in Borgo, il
primo anno del P. Guardiano Giovanni Paolo da Mori, confermato, ed il secondo del P.
Guardiano Teodoro da Rumo. Nel 1721 fu Vicario in Arco ad annum nel secondo anno
del P. Guardiano Andrea da Val di Buono. Vi dimorò poi di famiglia circa altri dieci
anni; e reso quasi impotente, nel maggio del 1735 fu condotto all'infermeria, ove dopo
molti anni, e gli ultimi quasi di continua decombenza, munito de' santissimi Sagramenti,
ed assai ben disposto, passò piamente al Signore, ottimo Religioso, zelante e di buon
esempio, nonagenario; Trento 17 luglio 1741.
341. P. Arcangelo da Bagolino, Giovanni Piccino Dagani, battezzato 15 giugno
1670, vestito con un altro in Cles li 2 maggio 1686, essendoci Guardiano il P.
Abbondanzo da Val di Buono, Vicario e maestro il P. Casimiro da Trento. Studiò
filosofia e teologia sotto il P. lettore Andrea da Val di Buono. Ebbe poi diverse brighe, e
si portò verso Roma, d'onde ritornò verso il 1702 e si diede alla predicazione in cui
aveva molta grazia. Nel 1706 si portò col P. Francesco da Vigalzano a predicare in
Toscana, e nella Quaresima del detto anno predicò ogni giorno in Alloro. Nel 1707
predicò in s. Giovanni di Val d'Arno, e ritornato il P. Francesco in Provincia, esso P.
Arcangelo si fermò e predicò in Viareggio ed ultimamente in Sarzana circa 'l 1709
d'onde terminata la Quaresima si partì per Genova, ed ivi imbarcatosi per andar a
Livorno, fu fatto schiavo da corsari tunesini che lo condussero in Tunesi, ove dimorò
schiavo circa due anni e mezzo. Fu poi coll'aiuto de' suoi parenti e delle Provincia
riscattato per mezzo de' Padri della Mercede, e venuto in Spagna, e poi a Livorno, ove
ritrovò la nave tunesina (da cui avanti anni era stato fatto schiavo), predata anche essa
dalli Maltesi, ed indi velleggiò per Napoli ove recitò il panegirico di s. Ignazio, per cui
fu regalato del primo tomo della Tromba evangelica del P. Ardia, e da Napoli capitò in
Roma. Finalmente verso l'autunno del 1713 capitò in Bagolino sua patria d'onde dopo
una buona dimora capitò al nostro convento delle Grazie d'Arco. (133. //) Girò in
seguito per li principali pulpiti della Provincia, ed in alcuni più volte predicò
spezialmente ogni giorno in Riva, Arco, Borgo, ed in Conegliano; fece più annuali, ed
Avventi in Roveredo, Trento, Arco; ed a suoi giorni, spezialmente ne' primi anni fu
considerato per il miglior predicatore della nostra Provincia. Nel 1717 fondò la Via
148
Crucis alla Madonna del Monte fuori Roveredo, e con tal occasione diede fuori un
libriccino stampato dal Goio in Roveredo contenente la pratica della Via Crucis.
Nell'autunno del 1730 si portò in Venezia per affari di suoi fratelli secolari con fra
Salvatore da Stumiaga per compagno, e la Quaresima del 1731 predicò in Conegliano.
Nel 1732 fu Vicario in Pergine del P. Guardiano Aniceto da Castellano. Nel 1734 fu
Guardiano in Borgo, Nel 1735 li 8 maggio partì da Campo con fra Egidio da Por
coll'ubbidienza di 25 giorni portandosi a Bagolino ed a Brescia. Nel 1736 fu Vicario in
Campo del P. Guardiano Giacinto da Roveredo. Negli anni 1737-1739 fu di famiglia in
Arco, e nel 1740 fu posto di famiglia in Pergine nella Congregazione tenuta in Arco li
25 settembre. Nel carnevaletto avanti gli Ogni Santi fece qualche disordine nel
mangiare, e però fu sorpreso da un gran incomodo di strettezza di petto come d'asma,
che al signor medico Montel dava molto fastidio, onde fu condotto all'infermeria di
Trento, d'onde più non ritornò. Ivi dopo alcuni mesi si riebbe; così che nella
Congregazione fattasi in Mezzolombardo li 29 maggio 1741 fu destinato, e si portò col
P. Prospero da Riva di famiglia in Arco, ove di nuovo infermatosi, passò piamente al
Signore, Arco 21 luglio 1741.
342. Fra Ilarione da Prezzo in Val di Buono, Pietro Baldracco, battezzato 26
dicembre 1672; vestito in Cles per laico con un altro li 17 maggio 1700 (nipote ex parte
matris di Fra Timoteo da Val di Buono morto nel 1713), essendovi Guardiano il P.
Gabriello Cassina da Trento, maestro e Vicario il P. Tommaso da Bresimo. Nel 1726
partendo dal Borgo il dì 22 maggio con 4 mesi di ubbidienza si portò compagno del P.
Simone da Mezzolombardo a Roma. Fu Frate semplice, ma buon Religioso, e gli ultimi
anni come impotente dimorò nell'infermeria di Trento. Ove poi anche munito de'
santissimi Sagramenti e ben disposto, passò al Signore, Trento 15 dicembre 1741.
343. P. Adriano da Lardaro Bartolommeo Martinelli da Lardaro in Val di
Buono, battezzato 16 giugno 1669, vestito con un altro in Cles li 2 maggio 1688,
essendovi Guardiano il P. Abbbondanzo da Val di Buono, Vicario e maestro il P.
Casimiro da Trento. Studiò filosofia e teologia sotto il P. Andrea da Val di Buono. Nel
1697 fu istituito ed approvato lettore di logica in Borgo colli seguenti chierici studenti:
fra Giacomo da Varignano, fra Domenico da Besagno, fra Niccolò da Cles, fra
Ambrogio da Trento. Nel 1698 e 1699 insegnò fisica ed animastica in Cles. E nella
fisica ammalatosi il chierico frat'Ambrogio, fu condotto a Trento, ove passò al Signore
li 14 dicembre 1698. Nel 1700 fu istituito lettore di teologia e posto di famiglia in
Borgo, e diede gli scritti de Sacramentis. Nel 1701 fu lettore in Roveredo, e lesse la
lettura di Scoto. Nel 1702 e 1703 fu lettore di teologia in Arco. Nel 1704 fu eletto
Guardiano di Campo. Nel 1706 fu Guardiano in Arco. Nel Capitolo del 1707 fu eletto
diffinitore, e lo stesso anno fu maestro de' novizzi in Cles. Nel 1708 fu maestro de'
novizzi in Roveredo, e pro maestro il P. Vicario Casimiro da Trento; e nel detto anno il
P. diffinitore Adriano si portò in visita del Monte di Varallo. Nel 1710 fu Guardiano di
Trento. Nel 1711 e 1712 fu maestro de' novizzi in Cles e Vicario, il primo anno del P.
Guardiano Teodoro da Rumo confermato, e nel secondo del P. Guardiano Valerio da
Preghena. nel 1713 fu ad triennium confessore delle monache di Roveredo. Nel 1716 e
1717 fu Guardiano in Roveredo. Pensava di rinunciare dopo il primo anno, come avea
fatto altre volte, ma per occasione d'andar sul Monticello di Roveredo, avendo ritrovata
una croce di legno in (134. //) terra più grande di quella da cordone, risolvette di non
rinunciare, figurandosi che il Signore voleva portasse la croce del guardianato, come
149
egli raccontava. Nel detto secondo anno diede licenza a due suoi Frati di portarsi alla
visita della Madonna della Corona; fu corretto dal P. Ministro Andrea da Val di Buono,
ma egli si scusò, con dire d'aver creduto di poter ciò fare, e però il diffinitorio decretò
poi, che il Guardiano di Roveredo non potesse mandare da sé a visitare il sopraddetto
santuario, ma si ricercasse la licenza del Provinciale. Nel 1719 fu deputato ad triennium
confessore delle monache del Borgo. E nel Capitolo fatto in Trento nel 1722 fu per la
seconda volta eletto diffinitore, e nel triennio seguente fu anche pro-maestro de' novizzi
in Arco. Nel congresso tenutosi in Roveredo il dì 6 febbraio 1723 dal diffinitorio e Padri
di Provincia fu giudicato, che l'attuale P. Ministro Vicenzo dal Borgo per la sua età
avanzata e complessione infermiccia, non dovesse arrischiarsi d'andare all'imminente
Capitolo generale in Roma, e però fu eletto il P. Adriano diffinitore pro-Ministro per
fare tale viaggio. Prese dunque detto P. Adriano per compagno fra Lodovico da
Vigalzano cercatore delle Grazie e la sera delli 26 marzo 1723 giorno del venerdì Santo
si portò in Riva, e la mattina seguente colla barca dell'Ordinario velleggiò verso Verona,
ed indi con felice viaggio giunse in Roma, ove come pro-Ministro intervenne al
Capitolo generale celebrato coram summo Pontifice Innocenzo terzo decimo di casa
Conti il dì 15 maggio 1723. Ed a' primi di luglio capitò felicemente di ritorno da Roma
ed intervenne alla nostra prima Congregazione intermedia celebrata in Arco li 15 luglio.
Nel 1725 fu per la seconda volta deputato confessore delle monache di s. Carlo in
Roveredo. Nel 1728 fu fatto Vicario in Roveredo del P. Guardiano Antonio Maria da
Cavareno. Nel 1729 il dì 29 aprile fu tenuta la prima Congregazione intermedia in
Roveredo e nel medesimo giorno, essendo imminente il viaggio del P. Ministro Serafico
da Roveredo al Capitolo generale in Milano, fu dal diffinitorio eletto in di lui assenza
per Commissario provinciale il nostro P. Adriano, il quale partito che fu per Italia il P.
Ministro, scelse per suo segretario il P. Paolo da Nanno. Ed essendo stato nella predetta
Congregazione deputato anche confessore delle monache di s. Michele nel sobborgo di
s. Croce di Trento non cominciò il detto offizio se non dopo 'l ritorno del P. Provinciale
dal Capitolo generale di Milano, quando anch'esso terminò l'offizio di Commissario
provinciale. Durò due anni 1729 e 1730 confessore delle predette monache e rinunciò il
terzo anno per il male delle ginocchia. Nel Capitolo celebrato in Roveredo li 30 aprile
1731 fatto già qualche scrutinio, fu detto dal P. Commissario al nostro P. Adriano, che
se egli voleva sarebbe stato Provinciale. Ma tosto detto P. Adriano si scusò colle
lagrime agili occhi, dicendo che più non era capace, il che poi uscito dal P.
Commissario, parimente protestò a chi lo chiamava ad accettare, onde il Commissario
servendosi della protesta del P. Adriano, promosse l'elezione del P. Filippo da Rallo
Custode attuale, quale poi divenne Ministro provinciale, ed il P. Adriano in detto
Capitolo fu eletto per la terza volta diffinitore. E nel detto triennio fu di famiglia in
Arco. Nel Capitolo celebrato in Roveredo li 24 maggio 1734 fu eletto Custode. Nel
1737 fu deputato per la seconda volta confessore delle monache del Borgo, ma non vi
durò che un anno solo, e di poi rinunciò per infermità. Nel Capitolo celebrato in
Roveredo li 28 novembre 1739 fu per la quarta volta eletto diffinitore e rimase in Arco.
E l'anno seguente cominciò ad esser molestato da qualche debolezza di capo onde in
calesse per le Sarche fu condotto all'infermeria accompagnato dal P. Pasquale e dopo
essersi rimesso, ritornò alle Grazie. Il giorno poi di s. Tommaso Apostolo trovandosi in
cucina, cadde e fu sorpreso da colpo appopletico, ed indi da febbre, ma non sentendo
male, non credeva di dover morire, e però difficoltò a ricevere, subito che fu avvisato, li
santissimi Sagramenti. (135. //) Onde la notte precedente la festa di s. Stefano, uscito
sotto la notte dal coro il P. Guardiano Bonifacio, si portò a visitarlo, e gli parlò assai
150
chiaro, e con religiosa premura, e così il buon Padre Adriano restato persuaso, si arrese
e tosto chiamò il P. Pasquale di lui confessore, da lui si confessò. Dopo 'l mattutino fu
comunicato per Viatico e di poi la sera, ben disposto passò piamente al Signore circa le
cinque e mezza. Arco 26 dicembre 1741. Fu il P. Adriano ottimo Religioso, zelante
superiore, dotto e saggio direttore di spirito, e di gran buon esempio e però stimato da
Frati e secolari.
344. Fra Ubaldo da Cavrasto in Giudicaria, Antonio Calliari186, battezzato 26
marzo 1693. Sarte, vestito per laico in Cles con un altro li 18 settembre 1717. Nel 1731
li 2 maggio partì da Trento con fra Rocco da Povo portandosi con tre mesi di ubbidienza
alla visita del santuario di Assisi. Fu buon Religioso, e perito sarte. Trovandosi
ultimamente di famiglia in Cles, ed andando compagno del P. confessore de' soldati
ammalati, contrasse il male di detti soldati, per cui munito de' santissimi Sagramenti e
ben disposto, passò piamente al Signore, Cles 12 aprile 1742.
1742. Dal Capitolo trentesimo quarto tenuto in Arco 6 maggio in cui fu eletto
Ministro il P. Domenico Niccolò Pezzini d'Ala.
345. P. Stanislao da Tuenno, Marino Cemi, battezzato 28 dicembre 1664; vestito
con due altri per chierici in Cles 3 maggio 1683, essendovi Guardiano e maestro il P.
Maurizio dal Borgo, coadiutore o sia pro-maestro il P. Apollonio da Chiarano. Ebbe in
filosofia e teologia lettore il P. Marcellino da Cles. Fu da giovine per alcuni anni in
Toscana per apprendervi la lingua, ed esercitarsi nella predica. Nel 1700 fu fatto Vicario
in Pergine del P. Guardiano Giovanni Francesco da Nogaré. Nel 1704 fu Vicario in
Cavalese nel secondo anno del P. Giovanni Cristoforo da s. Michele. Nel 1705 fu
Guardiano di Pergine. Nel 1706 fu Vicario in Roveredo del P. Guardiano Marcellino da
Cles. E dopo la partenza di questo alla visita della Provincia del Tirolo, fu Vicario e
presidente. Negli anni 1797 e 1708 fu Guardiano in Mezzolombardo. Nel 1710 fu
Vicario in Mezzolombardo nel secondo anno del P. Guardiano Giovanni Battista da Cis.
Nel 1716 fu di nuovo ivi Vicario del P. Guardiano Zaccaria da Roveredo della Luna.
Nel 1717 fu confermato ivi Vicario del P. Guardiano Giuseppe Antonio da Ravazzone.
Nel 1719 fu eletto Guardiano di Trento, ma rinunciò, e fu fatto Vicario in Cavalese nel
secondo anno del P. Guardiano Flaviano da Trento. Nel 1726 fu di nuovo fatto Vicario
in Cavalese del P. Guardiano Silvestro Parone da Trento. FU per molti anni confessore
di castel Thunn, onde nel 1730 eletto vescovo e principe di Trento monsignor
Domenico Antonio di Thun, per mezzo dell'ill.mo signor Conte Vigilio di Thun, padre
di sua altezza rev.ma, fu caldamente raccomandato, affinché fosse posto di famiglia in
Trento, e così dal 1731 vi fu posto e vi durò sino alla morte, confessando anche molte
volte lo stesso monsignor vescovo. Nel 1740 cantò la sua seconda Messa in s.
Bernardino il primo giorno dell'anno, e fu solennizzata la festa in refettorio colle grazie
profuse da sua altezza rev.ma. Il dì 7 maggio 1742 giorno di s. Stanislao, onomastico
del P. Stanislao stette co' favori della prelodata altezza in refettorio co' frati
allegramente; ma poi sorpreso da una febbretta si ritirò in infermeria, e mentre la
mattina verso le ore quattro, di nuovo si riconciliava dal P. Francesco da Vigalzano, gli
scoppiò la postema187 del petto, e restò morto. Fu buon predicatore di quattro in
186
187
Nel manoscritto: Cagliari.
Ascesso, tumore.
151
settimana, e girò più volte per li pulpiti della Provincia. Passò dunque al Signore in
Trento circa le quattro e mezza de mane 10 maggio 1742.
346. Fra Ambrogio da Cles, Domenico Buonadiman detto Chieo, battezzato 6
settembre 1678; vestito in Roveredo con un altro per laico li 13 maggio 1705, essendovi
Guardiano il P. Eugenio da Strigno, Vicario e maestro il P. Serafico Galvagno da
Roveredo. Nel 1713 si portò alla visita degli (136. //) santuari di Roma col P. Carlo
Antonio Maffei da Cles. Nel 1724 partendo da Roveredo li 9 settembre andò compagno
col P. Filippo da Rallo alla visita del sagro Monte di Varallo. Fu buon Religioso, perito
sarte e molto caritativo assistente a' Frati infermi. Dopo la solennità della Immacolata
Vergine, essendo di famiglia in Roveredo, si portò a Besenello per sollecitare presso
d'un tessadro la fattura della tela per il convento. Ritornato da Besenello fu sorpreso da
febbre e da una gran doglia, per cui dovette soccombere, onde munito de' santissimi
Sagramenti, e ben disposto, passò piamente al Signore, Roveredo 20 dicembre 1742.
1743. Dalla prima Congregazione intermedia fatta in Pergine li 8 maggio.
347. P. Pietro Paolo da Lardaro, Giovanni Giacomo Martinelli, nipote ex parte
patris del quondam P. Adriano morto nel 1741; battezzato 1 novembre 1714, vestito in
Mezzolombardo con un altro li 20 maggio 1733, essendovi Guardiano il P. Giovanni
Maria Bertolini da Cles, Vicario e maestro il P. Anselmo Sartori da Trento Custode,
pro-maestro P. Angelico Sulliani da Roveredo. Studiò tre anni la filosofia sotto il P.
lettor Vittorio da Cavalese. Nel 1737 studiò il primo di teologia in Arco sotto il P. lettor
Pietro Giuseppe da Riva. Il secondo ivi sotto il P. lettor Gasparo da Monclassico. Il 3° e
quarto in Cavalese sotto il P. lettor Vittore dal Borgo. Fu ordinato sacerdote nel maggio
del 1739. Terminato lo studio, fu compagno del P. Ippolito ed assisté alla stampa del
libretto delle rubriche della Messa privata e poi anche del cerimoniale fino al Capitolo
fatto in Arco li 6 maggio 1742. Ed allora fu fermato di famiglia in Trento. Ove poi
molestato da febbre lenta e poi da tumori nella faccia e nel collo, e tollerati per quelli
con invitta pazienza diversi tagli, ottimo Religioso, e di buon talento, sebbene timido,
munito de' santissimi Sagramenti, ed ottimamente disposto, con gran buon esempio de'
circostanti, passò piamente al Signore, Trento 15 giugno 1743.
348. Fra Filippo Nerio da Trento, Giovanni Battista Eller vedriaro, battezzato
17 aprile 1719, vestito in Arco con altri li 15 ottobre 1740, essendovi Guardiano il P.
Agostino Avanzin da Brez, Vicario e maestro il P. Gerardo da Cles diffinitore. Dopo la
professa fu posto nello studio di logica in Roveredo sotto il P. lettore Giuseppe Ippolito
da Pergine. Nel Capitolo fatto in Arco li 6 maggio 1742 fu confermato in Roveredo
studente di fisica, ma di tratto in tratto era molestato da certo come raffreddore con
febbretta, e però il dì 26 settembre fu mandato al Borgo per mutar aria, ma non
provando miglioramento fu condotto all'infermeria dopo alcune settimane. Ivi dopo
lunga infermità di febbre etical, munito de' santissimi Sagramenti, e ben disposto, etico,
passò al Signore circa l'una dopo 'l pranzo, Trento 16 luglio 1743.
349. P. Crisogono da Calceranica, Giacomo Antonio Marchi, battezzato 26
maggio 1695, vestito in Cles con un altro 24 maggio 1717, essendovi Guardiano il P.
Enrico Coellato da Trento, Vicario e maestro il P. Teodoro da Rumo diffinitore. Studiò
la filosofia e primo di teologia sotto il P. Bartolommeo Maoro da Portolo (Pergine); il
152
secondo e terzo sotto il P. lettor Antonino da Trento. Nel 1726 il dì 23 aprile partì dal
Borgo portandosi a Napoli cantore di s. Chiara. Dopo esservi stato appena due anni, con
poco gradimento, verso la metà di settembre del 1728 capitò di ritorno in Roveredo, ove
sorpreso da febbre gagliarda fu condotto all'infermeria. Dopo diversi anni fu molestato
da strettezza di petto per molto tempo, da cui curato, fu poi sorpreso da febbretta etica
con asma; e però condotto all'infermeria vi dimorò, sinoacché consumato dall'etichesia,
munito de' santissimi Sagramenti, e ben disposto, passò al Signore, Trento 31 luglio
1743.
350. P. Francesco da Vigalzano, Giovanni Antonio Boniati, battezzato 5 marzo
1673, vestito in Pergine con un altro li 7 giugno 1692, essendovi Guardiano il P.
Bonaventura Nocher dal Borgo, maestro il P. Maurizio dal Borgo (137. //) diffinitore,
Vicario e pro-maestro il P. Giovanni Pietro Poli da Besenello. Studiò filosofia e teologia
sotto il lettor Antonio Maria da Cavareno. Nel 1706 si portò col P. Arcangelo da
Bagolino a predicare in Toscana e nella Quaresima del detto anno predicò le domeniche
in Pieve Quarto vicino ad Arezzo, e l'Avvento predicò alla Laterina. Nella Quaresima
del 1707 predicò tre volte in settimana in s. Giovanni di Val d'Arno nella Toscana, e
nell'agosto del detto anno, dopo 20 mesi d'assenza, ritornò in Provincia e girò per molti
anni per li pulpiti di quella predicando sino a quattro volte in settimana. Nel 1711 fu
Vicario in Pergine del P. Guardiano Girolamo da s. Felice. Nel 1712 fu Guardiano
d'Arco. Nel 1717 fu Vicario in Trento del secondo anno del P. Guardiano Francesco
Maria d'Arco. Nel 1719 fu Vicario in Mezzolombardo del P. Guardiano Giovanni
Grisostomo da s. Michele. Nel 1726 e 1727 fu Guardiano in Cles. Nel 1731 fu posto di
famiglia in Cles e nell'ottobre, avendo per infermità rinunciata il P. Domenico Niccolò
d'Ala la vicarìa di Trento, gli fu sostituito il nostro P. Francesco. Nel 1732 fu per un
anno Guardiano di Trento. Nel 1733 fu Vicario in Pergine del P. Guardiano Maurizio
Refatti da Pergine. Ultimamente, dopo essere stato diversi anni in Mezzolombardo, ed
in Pergine, sorpreso da vari incomodi fu condotto all'infermeria, ove dopo essere
dimorato, come impotente, alcuni anni, munito de' santissimi Sagramenti, e ben
disposto, passò poi piamente al Signore, Trento 28 ottobre 1743.
1744. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Roveredo 6 giugno.
351. Fra Pacifico da Cavalese, Giovanni Battista Rizzoli, battezzato 27 marzo
1686; fratello del P. Gaudenzio da Cavalese morto in Mezzolombardo nel 1754,
falegname, vestito per laico, solo, in Borgo li 18 aprile 1707, essendovi Guardiano il P.
Serafico da Roveredo, Vicario e maestro il P. Maurizio dal Borgo diffinitore. NB. Dopo
il Capitolo fatto li 27 maggio fu trasportato il noviziato in Cles, ed ivi condotto anche
fra Pacifico. Passati alcuni anni dopo la professa, essendo di famiglia in Fiemme fu
sorpreso da leggierezza di capo, e scapò da Cavalese, e si ritirò in Zaupach villetta188
mezz'ora sopra il Colmen189, spettante a Parmian cura della pieve di Villanders. Fece ivi
il romito per qualche anno, tenendo per albergo una stanza fra le case con buon
esempio, chiamandolo que' tedeschi il santo, udendolo a gridar, e dir orazioni. Era ivi
una sola cappelletta, ma senza dirvisi Messa andando tutti per udirla a Colmen, e così
anche fra Pacifico, il quale avendo poi parlato col signor don Bartolommeo Sparapani
cappellano cesareo al Colmen (zio paterno del Padre nostro Paolino Sparapani da
188
189
Paesino, frazione.
Colma.
153
Preghena) fu da questi riconosciuto per nostro Frate, e però ne diede avviso alla nostra
Provincia. Ed il P. Ministro Massmigliano da Trento, tosto mandò a levarlo dal P.
Eustachio da Trento con fra Gioachino da Madruzzo, e lo trovarono ben fornito di carne
salata e butiro, dandogli volentieri quella gente ciò che dimandava. Fu ricondotto in
Fiemme ed indi a Trento, e poi collocato nel 1716 in Roveredo per qualche anno in
custodia, ed altri anni fuori di quella, aiutando al sagristano. Nel 1724 di febbraro partì
da Roveredo compagno del P. Eustachio da Trento andante a Vienna. Poi nel 1729 fu
levato da Roveredo e collocato in Campo, ove dimorò fino alla morte. E benché
pazzarello assisteva alla sagristia ed in coro con buon esempio, e frequentava con
divozione li santissimi Sagramenti. Finalmente sopraffatto da mortale infermità, munito
de' santissimi Sagramenti, e ben disposto passò piamente al Signore in Campo 17
dicembre 1744.
352. Fra Girolamo da Volano, Petrolli, battezzato 9 aprile 1660; vestito per
Terziario li 9 aprile 1684. Nel 1731 detto Terziario fra Girolamo li 17 giugno partì dal
Borgo col P. Riccardo andante con 4 mesi di ubbidienza a Cancelli nell'Umbria per
venir liberato dalla sciatica; e capitò di ritorno in Arco gli otto settembre del medesimo
anno. Nel novembre del medesimo anno accompagnò fra Romualdo a Mantova. Nel
1741 li 5 ottobre partì da Arco col P. Illuminato dal Borgo e collo stesso andò e ritornò
poi da Modena. Lavorò per molti anni nel lanifizio. Buon Frate e di buon esempio.
Essendo ultimamente di famiglia in Pergine fu offeso con un calcio dal mulo, e si riebbe
alquanto; ma di poi ripigliando il male dovette soccombere. Munito pertanto de'
santissimi Sagramenti, e ben disposto, passò piamente al Signore, Pergine 23 gennaro
1745.
(138. //) 1745. Dal Capitolo trentesimo quinto celebrato in Roveredo li 9 maggio,
in cui fu eletto Ministro il P. Ferdinando Beber da Bronzolo.
353. P. Abbondanzio da Pellizzano, Stefano Baciletti, battezzato 9 agosto 1678;
vestito, solo, in Borgo li 19 settembre 1699, essendovi Guardiano il P. Maurizio dal
Borgo, Vicario e maestro il P. Michele da Roveredo. Studiò la filosofia sotto il P. lettor
Teodoro da Rumo. Il primo di teologia sotto il P. Adriano da Lardaro; il secondo e terzo
sotto il predetto P. Teodoro. Nel 1712 fu fatto Guardiano del Borgo. Nel 1720 e 1721 fu
Guardiano di Campo. Nel 1719 si portò nell'aprile col P. Placido da Piné alla visita del
sagro Monte di Varallo. Nel 1725 fu Vicario in Cavalese del P. Agostino Avanzin da
Brez. Fu sottoposto alla gotta, e male di gambe per molti anni, per cui ultimamente fu
da Mezzolombardo condotto all'infermeria, ove dopo esservi dimorato come impotente
circa un anno e mezzo, munito de' santissimi Sagramenti e ben disposto, passò piamente
al Signore. Buon Religioso e predicatore domenicale. Trento 26 luglio 1745.
354. Fra Brunone da Telve, Francesco Cattarozzo, battezzato 11 marzo 1709,
vestito con un altro in Arco per laico li 16 luglio 1731. Perito falegname, essendovi
Guardiano il P. Gerardo da Cles, Vicario e maestro il P. Giacomo Bontadi da
Varignano. Verso il fine di settembre 1735 si portò compagno di fra Gioachino andato
alla visita de' suoi fratelli in Ferrara. Essendosi non poco affaticato nella nuova fabbrica
per l'infermeria in Arco contrasse mal di petto con certa febbretta. Vi si applicarono
diversi rimedi giusta gli consulti de' medici. Nel maggio del 1742 si portò in Marostica
sotto Bassano sotto la cura del signor medico Bareggia per il suo male tendente
154
all'etichesia, ed alquanto si riebbe. Ma ricondotto ultimamente all'infermeria di Trento e
consumato dalla febbre etica, dopo un anno circa di dimora, sorpreso da sbocco di
sangue, avendo il giorno avanti ricevuti li santissimi Sagramenti, la mattina delli 13
ottobre verso le ore quattro dall'infermiere fra Valentino dal Borgo fu ritrovato morto.
Trento 13 ottobre 1745.
355. P. Isidoro da Praso190 in Val di Buono, Lorenzo Filosi, battezzato 10 agosto
1710; vestito in Arco con un altro, uscito, li 23 maggio 1728. Ebbe nel noviziato per
Guardiano il P. Lodovico Sitton da Mezzotedesco, Vicario e maestro il P. Filippo da
Rallo Custode. Studiò la filosofia ed un anno di teologia sotto il P. lettor Aniceto da
Castellano; due altri di scolastica ed il quarto di morale sotto diversi altri lettori. Fece
per alcuni anni il sagrestano. Trovandosi poi di famiglia in Cavalese venne nell'ottobre a
Trento a nuovo esame per la conferma della confessione, e colla venuta e visita degli
amici ed anche più, nel ritorno s'infiammò di modo il sangue, che giunto in Cavalese fu
sorpreso da male assai violento di dolori acutissimi, che in pochissimi giorni, passò
piamente al Signore. Fu poi aperto il di lui cadavere dal signor medico dottor Giuseppe
Tanaver, e gli trovò il fegato come di un bue, infiammato. Cavalese 25 ottobre 1745.
356. P. Simone da Mezzolombardo, Giovanni Giacomo Cassina, battezzato 26
ottobre 1689, vestito in Cles con un altro, uscito, li 14 settembre 1707, essendovi
Guardiano il P. Giovanni Cristoforo da s. Michele, maestro il P. Adriano da Lardaro
diffinitore, Vicario e pro-maestro P. Casimiro da Trento. Studiò la filosofia in Pergine
sotto il P. lettor Giuseppe Antonio da Ravazzone. Due primi anni di teologia in
Roveredo sotto il P. lettor Domenico da Besagno; ed il terzo in Trento nel 1715 sotto 'l
P. lettor Lodovico da Mezzotedesco. Fu di ottimo talento e di memoria felicissima; e
tuttoché di vista infelice e miserabile si diede alla predica, cominciando dal 1716 sino al
1728 girando per tutti i pulpiti non cotidiani della Provincia con aggradimento. Nel
settembre del 1718 si portò con tre settimane di ubbidienza alla visita del Santo di
Padova col P. Carlo Antonio Maffei da Cles. Nel 1726 il dì 2 maggio partì dal Borgo
con tre mesi d'ubbidienza per (139. //) Roma con fra Ilarione da Prezzo in Val di
Buono. Nel 1728 fu fatto Vicario in Fiemme, ma rinunciò. Humanum passus diede in
qualche vaneggiamento, supponendo gli fosse fatto torto in non promuoverlo, parlando
per altro saggiamente, ed inimico della mormorazione. Continuò sempre a celebrare la
Messa, ma non sempre a confessare. Ultimamente trovandosi di famiglia in Campo,
dopo quasi quindeci anni di tale debolezza, sopraffatto da mortale infermità, e munito
de' santissimi Sagramenti, passò piamente al Signore, Campo 17 novembre 1745.
357. P. Ernesto da Cavalese, Giovanni Clemente Sighel, battezzato 16 giugno
1712, vestito in Arco con un altro li 9 giugno 1731, essendovi Guardiano il P. Gerardo
da Cles, Vicario e maestro il P. Giacinto da Varignano. Ebbe ne' tre anni di filosofia in
Borgo lettore il P. Gasparo da Monclassico; e ne' tre anni di teologia in Trento dal 1736
al 1738 ebbe diversi lettori. Bramoso poi di portarsi alle Missioni, ne fece premura al P.
Ministro Domenico Niccolò d'Ala nel giugno del 1742 in Pergine ove allora fu
esaminato per confessore. L'anno seguente 1743 ottenuta la facoltà da Roma, giunse da
Pergine in Roveredo il dì 28 aprile; ed il dì 30 accompagnato dal P. Giovanni Pietro
d'Anterivo e fra Adamo da Malsesine, partì per Ala affine di passare la contumacia cogli
190
Nel manoscritto: Pras.
155
ussari e portarsi a Mantova, come fece, andando poi a Roma per abilitarsi alle Missioni,
ove capitò li 31 maggio. Destinato poi missionario nell'Egitto partì da Roma il dì 26
aprile 1744 e venuto per Venezia in Valsugana solo, per via di Telve e Cadino co' suoi
paesani arrivò a Cavalese il dì 10 giugno. Visitati li suoi parenti capitò il dì 15 luglio in
Trento, e la sera del giorno seguente partì per Pergine, affrettando d'arrivare in Venezia,
ove teneva avviso di trovarsi bastimento che in brieve era per velleggiare verso Levante.
Quindi imbarcatosi in Venezia partì per la sua Missione nell'Egitto superiore, ove poco
più d'un anno dimoratovi, passò piamente al Signore. Fu il P. Ernesto Religioso assai
morigerato, piccioli bensì di statura, ma grande di spirito e zelo per bene delle anime, e
però di non poca aspettazione, se avesse ulteriormente campato. Da alcuni si stimò, che
gli avesse accorciato la vita la pura bibita dell'acqua cattiva di Egitto, non bevendo egli
vino. Passò al Signore nella capitale dell'Egitto superiore, cioè in Girgia li 2 febbraro
1746.
358. Fra Gioachino da Madruzzo, Carlo Pisoni detti Morelli, battezzato 19
aprile 1678, vestito, solo, per laico in Cles li 5 aprile 1704. Si portò nel 1712 compagno
del P. Serafico da Roveredo diffinitore alla visita del santuario d'Assisi. Ne' tre anni del
secondo provincialato del P. Massimigliano da Trento cioè dal 1713 sino al 1716 fu di
lui compagno. Nel 1724 si portò con fra Bernardino da Sers in Terra Santa, ed arrivò in
Alessandria il dì 28 giugno. Capitò poi di ritorno collo stesso da Terra Santa in Borgo
nel marzo 1725. Fu più volte alla visita de' suoi fratelli negozianti in Ferrara,
spezialmente nel 1730 dalle feste di Natale con fra Mansueto da Tione, e nel 1735
partendo d'Arco verso fine di dicembre con fra Brunone da Telve. Ultimamente nel
gennaro del 1744 partì per compagno del P. Casimiro Forer, che si portò a predicare in
Toscana, e collo stesso poi capitò di ritorno in Arco il dì 13 maggio del detto anno. Fu
laico molto valente, e capace di molti mestieri. Finalmente trovandosi di famiglia in
Mezzolombardo, fu sopraffatto da una doglia assai gagliarda, per cui quantunque di
complessione assai valida, dovette soccombere, onde unito de' santissimi Sagramenti e
ben disposto, passò piamente al Signore, Mezzolombardo 7 aprile 1746.
359. (140. //) Fra Dositeo da Varignano, Giovanni Battista Bontadi detti
Tomazzoni, battezzato 5 aprile 1705. Vestito per laico in Arco con due per chierici 22
settembre 1728, essendovi Guardiano il P. Lodovico Sitton da Mezzotedesco, Vicario e
maestro il P. Filippo da Rallo Custode. Essendo cercatore in Pergine fu sopraffatto da
mal violento, per cui dovette soccombere, passando al Signore munito de' santissimi
Sagramenti, Pergine 13 aprile 1746.
360. Fra Feliciano da Pedesano, Francesco Riolfatti, battezzato 19 febbraro
1681, vestito per laico in Borgo con due altri per chierici li 26 maggio 1706, essendovi
Guardiano il P. Serafico dal Borgo, Vicario e maestro il P. Maurizio Divina dal Borgo
diffinitore. Fu ottimo laico, ed indefesso nella fatica, ed in due volte fu circa 15 anni
diligente cercatore in Trento. Nel dì 11 aprile 1731 partì dal Borgo con fra Rocco da Por
in Val di Buono e con tre mesi di ubbidienza si portò alla visita de' santuari di Roma, ed
ivi ottenuta la proroga nel ritorno si portò alla visita del sagro Monte di Varallo.
Ultimamente trovandosi cercatore in Mezzolombardo fu sopraffatto d'una fiera doglia,
per cui passò piamente al Signore, munito de' santissimi Sagramenti e ben disposto,
Mezzolombardo 19 aprile 1746.
156
1746. Dalla prima Congregazione intermedia fatta in Mezzolombardo 28 aprile.
361. P. Prospero da Riva del Garda, Giovanni Battista Riccabona, battezzato
31 dicembre 1671, figlio di Giovanni Giacomo, fabbro ferraio e di Maria, vestito in Cles
con due altri li 19 giugno 1695, essendovi Guardiano il P. Egidio da Segno, maestro il
P. Simon Pietro da Cembra, Vicario e pro-maestro il P. Francesco Maria da
Castanedolo. Studiò la filosofia sotto il P. lettor Antonio Maria da Cavareno, e la
teologia sotto diversi lettori. E divenne predicatore. Possedendo un buon carattere fu di
seguito segretario provinciale dal 1711 sino al 1719 due anni sotto il P. Ministro
Girolamo dalle Giudicarie; tre anni del P. Massimigliano da Trento, e tre anni sotto 'l P.
Ministro Andrea da Val di Buono. Nel 1719 fu posto di famiglia in Arco, ed il dì 8
ottobre partì per Roma col P. Lodovico Sitton da Mezzotedesco per sollecitare il
proseguimento della causa della nostra serva di Dio suor Giovanna Maria dalla Croce, e
con tal occasione si portò anche a Napoli. Ritornò poi col medesimo Padre e capitò in
Trento il dì 13 giugno 1720, fatto ivi Vicario nella Congregazione tenutasi in Pergine li
28 aprile antecedente. Nel 1721 fu eletto Guardiano di Cavalese. Nel 1723 fu Vicario in
Trento del secondo anno del P. Guardiano Anselmo da Trento. Nel 1724 fu Vicario in
Cles nel secondo anno del P. Guardiano Cherubino da Trento. Nel 1726 fu Vicario in
Borgo del P. Guardiano Carlo Antonio Maffei da Cles. Nel 1727 fu Vicario in Trento
del secondo anno del P. Guardiano Giacinto da Roveredo. Nel 1729 fu Guardiano di
Roveredo ad annum. Nel 1734 fu Vicario in Campo del P. Guardiano Angelico Sulliani
da Roveredo. Nel 1736 morto in Trento li 21 agosto il P. Eugenio da Roncone Vicario
attuale di Mezzolombardo gli fu sostituito il dì 15 settembre per Vicario di
Mezzolombardo il P. Prospero. Nel 1744 la primavera trovandosi di famiglia in
Roveredo, fu sorpreso da colpo appopletico, e però condotto all'infermeria impotente,
dopo due anni e mesi, passò piamente al Signore munito de' santissimi Sagramenti e ben
disposto. Trento 4 agosto 1746191.
362. P. Romedio da Cles figlio del signor dottor Carlo ed Ortensia Torresani,
battezzato 19 novembre 1665 col nome di Lorenzo; vestito in Cles con un altro li 21
settembre 1687, essendovi Guardiano il P. Casimiro da Trento, Vicario e maestro il P.
Bartolommeo Monte da Roveredo. Ebbe quasi sempre per lettore il P. Andrea da Val di
Buono. Nel 1700 si portò per l'anno Santo con fra Romedio da Cles alla visita de'
santuari di Roma. Nel 1704 fu Vicario in Mezzolombardo del P. Guardiano Michele
Serbati da Roveredo. Dal 1705 sino al 1710 fu segretario provinciale, li primi due nel
primo provincialato (141. //) del P. Massimigliano da Trento, e gli altri tre del primo
provincialato del P. Vicenzo Capra dal Borgo. Nel 1710 fu fatto Guardiano di Arco.
Nel 1711 fu Vicario in Borgo del P. Guardiano Valerio da Preghena. Nel 1712 fu
Vicario in Roveredo del P. Guardiano Pasquale de' Biasi da Roveredo. Nel 1713 e 1714
fu Guardiano del noviziato in Cles. Nel 1715 fu di nuovo Vicario in Roveredo nel
secondo anno del P. Guardiano Teodoro da Rumo. Nel 1716 fu Vicario in Cavalese del
P. Guardiano Cherubino da Trento. Nel 1719 e 1720 (avendo nel 1719 rinunciata la
guardianìa di Trento il P. Stanislao da Tuenno) gli fu sostituito il P. Romedio pria
destinato Vicario in Roveredo. Nel 1724 e 1725 fu Guardiano di Roveredo. Nel 1728 fu
Guardiano di Cavalese ad annum. Nel 1729 fu posto di famiglia in Cles sua patria, e vi
dimorò sino alla morte. Cantò ivi la sua seconda Messa il dì 4 ottobre 1741
191
Cfr. Tovazzi, Epistolario VII, lettera 3037.
157
sermoneggiandovi il P. lettor Carlo Bonaventura da Roveredo, col tema "Nunc dimittis
servum tuum Domine". Era stato dispensato di alcuni mesi di chiericato, ma tuttavia,
forse per isbaglio prevenne l'anno cinquantesimo di sacerdozio, o almeno non lo avea
finito. Finalmente sopraffatto dall'itterizia, e contra artem cavatogli sangue, essendo
trenta e più anni, che non gliene era stato cavato, dopo quattro o cinque giorni
d'infermità, munito de' santissimi Sagramenti e ben disposto, passò al Signore, Cles 8
ottobre 1746.
363. P. Sebastiano da Trento, Giovanni Fattori, fratello del fu medico Fattori di
Trento; battezzato 26 aprile 1659, vestito con due altri per chierici in Cles li 4 maggio
1677, essendovi Guardiano il P. Antonino Chirmer da Trento, maestro il P. Ignazio da
Civezzano. Studiò la logica in Arco sotto il P. Clemente da Levico, e per certa briga
ottenne di portarsi a studiate in Bergamo, ove anche celebrò le sue primizie, e poi fu
studente in Roma del quondam P. Diodato da Roma, ove nel 1689 fu patentato per
lettore e per confessore, d'onde ricondusse, avendo per compagno fra Benvenuto da
Massone, in Provincia il P. Clemente da Levico stato segretario generale. Si portò poi a
predicare in Avvento in s. Francesco a Ripa in Roma. E circa il 1691 fu compagno del
P. diffinitore Marcellino Visintainer da Cles portatosi a Vienna. Nella Congregazione
fatta in Trento li 7 aprile 1693 fu eletto Guardiano d'Arco. E nel 1695 fu ad annum
Guardiano di Mezzolombardo. Nel 1700 fu Vicario in Cavalese del P. Guardiano
Antonio Maria da Cavareno. Nel 1701 e 1702 fu Guardiano del Borgo, e nel 1702
predicò la Quaresima nella Collegiata d'Arco; e la Quaresima del 1704 predicò in
Gargnano su la Riviera. Nel Capitolo celebrato nel detto anno fu eletto diffinitore. Nel
1707 e 1708 fu Guardiano in Roveredo. Nel 1712 e 1713 fu di nuovo Guardiano di
Mezzolombardo. Nel 1715 fu Vicario in Trento del P. Guardiano Marcellino Visintainer
da Cles. Dal 1716 al 1719 fu confessore delle monache di s. Carlo. Nel Capitolo tenuto
nel detto anno 1719 in Roveredo fu per la seconda volta eletto diffinitore. Nel Capitolo
fatto in Trento nel 1722 fu eletto Custode e accompagnò poi sino a Verona col P.
Domenico Niccolò d'Ala studente il P. ex- commissario Visitatore nostro Giovanni
Battista d'Anciano ritornante alla sua Provincia di Toscana. Nel 1723, come Custode,
partì da Roveredo la terza festa di Pasqua il dì 30 marzo col Terziario fra Giovanni
Antonio da Tres, e per via di Verona, Mantova, Bologna, Loreto arrivò a Roma alcuni
giorni avanti al Capitolo generale, cui intervenne, e fu ivi celebrato il dì 15 maggio 1723
presiedendovi il sommo Pontefice Innocenzo XIII di Casa Conti. E nel ritorno si fece
male in una gamba, credo sul Bolognese, per cui dovette servirsi per qualche giorno di
comodità, e capitò poi di ritorno in Roveredo circa la festa de' Santi apostoli Pietro e
Paolo. Nel Capitolo celebrato in Trento li 6 giugno 1725 fu eletto Provinciale, e scelse
per suo segretario il P. Anselmo Sartori da Trento, e per compagno fra Lodovico
Boniati da Vigalzano che durò un solo anno, e ne' due seguenti prese per compagno fra
Rocco Trentin da Povo stato compagno del P. Ministro Vicenzo dal Borgo immediato
antecessore. Fu detto che il P. Sebastiano fosse fatto Ministro per tener in (142. //)
freno la gioventù, ma ebbe diversi poco grati incontri, egli procedendo alle volte con
troppa asprezza. Fece diverse prove e molte spese per migliorar il panno del vestiario.
Fece venir da Venezia fra Giovanni da Pressanvido Terziario lanaro eccellente, e fece
procurare lo stame, ma durò pochi anni in tal fabbrica; ed il lanaro veneto ritornò alla
sua Provincia dopo essersi tra noi fermato un anno da s. Michele 1725 sino a s. Michele
1726. Fece alzar li coperti del convento di Pergine, e farvi sotto diverse finestre per
quali giocasse l'aria, e perché furon fatte troppo alte, ebbe briga col P. Guardiano, e le
158
fece poi impicciolire. Fece venir da Toscana un tal P. Giovanni da Saravezza scrittore di
Messe quale al fine del di lui provincialato se ne ritornò alla propria Provincia. Sotto del
medesimo P. Sebastiano si acquietò la briga de' crocesegnati192, di cui si parlò folio 107
nella vita del P. Ministro Vicenzo dal Borgo. Avevano questi per mezzo di fra Lodovico
da Vigalzano compagno del P. Ministro fatto presentare dal diffinitorio un memoriale
soscritto da molti, composto dal sopraddetto P. Giovanni da Saravezza in cui
ricercavano venisse redintegrato il loro buon nome "curam habe de bono nomine" etc.,
annerito coll'essere stati crocesegnati egli fu rescritto "producantur legitime preces et
respondebitur". Scrisse tuttavia il P. Sebastiano al superior generale supplicandolo
lacerasse il catalogo de' crocesegnati, ed in tal guisa si terminò l'affare molesto. Verso il
fine di settembre 1728 si portò con fra Rocco da Por in Val di Buono, a Padova e
Venezia, e capitò di ritorno in Borgo verso il fine di ottobre. Nel 1730 fu deputato
confessore delle monache del Borgo, ma non accettò, e però nel detto anno fu fatto
Vicario in Trento del P. Guardiano Domenico Nicollò d'Ala. Nel Capitolo del 1734 fatto
in Roveredo li 24 maggio fu eletto la terza volta diffinitore. E nel 1736 fattasi in Arco la
seconda Congregazione intermedia li 25 aprile cantò ivi il primo e terzo di maggio la
sua seconda Messa. Nel 1734 posto di famiglia in Roveredo vi si fermò sino alla morte.
Negli ultimi anni mancatagli molto la vista ottenne dalla sagra Congregazione di poter
celebrare sempre o la Messa de requiem, o quella della Santissima Vergine. Come pure
dopo qualche anno, in luogo del divin offizio, ottenne di recitare la corona. E sebbene
poi recitava la corona, diceva nientedimeno le ore dell'offizio che sapeva a mente, ed
interveniva alle volte in coro. Fu valente predicatore a suoi giorni collo stile però e
concetti del Seicento, e girò pe li pulpiti della Provincia, e però dopo la di lui morte
servirono poco le di lui prediche. Finalmente carico d'anni 88 circa, essendo già un anno
che non diceva più Messa, andando bensì per convento mangiando ora in cucina, ed ora
in refettorio a tavola appartata. S'infermò la vigilia delle sagre Stimmate, sopraffatto da
febbre, mentre voleva entrare in coro, fu condotto in cella ove poi per più settimane
andò peggiorando, or migliorando. Finalmente munito de' santissimi Sagramenti e ben
disposto, essendo stato per più giorni senza pigliar cosa veruna, passò piamente al
Signore la mattina delli 13 ottobre 1746 in Roveredo. Fu notabile il P. Sebastiano per la
gran carità verso gli infermi. E per la gran ospitalità verso de' forestieri, e per il zelo
della regolar osservanza in se stesso, e negli altri, e inimico del chietinismo.
364. Fra Umile da Piné, Giovanni Maria dalla Casagrande da Bedol in Piné,
battezzato 25 settembre 1680. Vestito per laico in Cles con un altro 25 maggio 1703,
essendovi Guardiano il P. Serafico da Roveredo, Vicario e maestro il P. Andrea da Val
di Buono. Fu sarte e per molti anni lavorò nel lanifizio. Mancandogli poi assai la vista, e
però quasi impotente, fu dal Borgo condotto all'infermeria, ove dopo molti mesi
d'infermità, per un polipo nell'imboccatura dello stomaco, passò piamente al Signore,
munito de' santissimi Sagramenti e ben disposto, Trento 12 novembre 1746.
365. Fra Vito da Bezzeca in Val di Leder, Antonio Capollini193, battezzato 7
agosto 1686. Vestito, solo, in Cles per laico li 17 settembre 1714, essendovi Guardiano
il P. Romedio Torresano da Cles, Vicario e maestro P. Andrea da Val di Buono
Custode. Fu tagliapietra e buon Frate, quieto. Essendo cercatore nel convento di Borgo,
192
In un elenco di nomi di Frati, davanti al nome di qualcuno, vi era una crocetta per indicare che
aveva qualche “ostacolo”...
193
Nel manoscritto: Capollino.
159
ed andando una volta alla cerca in Grigno, postosi ad loca in un'osteria, contrasse
impensatamente, come credesi, il morbo gallico a posteriori. Non essendo di poi, come
egli stesso confessò, mai più stato sano, e per non sapersi di certo la qualità di detto
male, fu chiamato moroide cieche. Nel 1745 dopo aver adoprati varii rimedi fu condotto
all'infermeria, d'onde poi si portò a bere le acidole in Cles, ma senza frutto, anzi con
grave danno ritornò all'infermeria. (143. //) L'anno seguente il dì 13 giugno capitò
all'infermeria in Roveredo per mettersi sotto la cura di un tal signor Martino chirurgo
maggiore dell'ospitale delli soldati in Roveredo. ma dopo varie operazioni non
ritrovando giovamento per essere il male invecchiato, il dì 21 agosto del detto anno si
portò a Sacco col P. Illuminato, e da ivi il giorno seguente per zattera collo stesso arrivò
in Verona, e poi a Padova per farsi curare. Dopo esservi dimorato quasi due mesi senza
miglioramento, fu spedito dal Borgo il Terziario fra Antonio da Tesino con fra Berardo
infermiere a levarlo, ed il signor don Carlo Salvadori di Trento dimorante in Padova,
pagò il nolo d'una carretella per condurlo da Padova a Bassano. E da Bassano co'
Terziari nostri veneti da Venezia, su d'un cavallo capitò poi in Borgo. Ivi dopo alcune
settimane dovette soccombere, onde munito de' santissimi Sagramenti, e ben disposto
passò piamente al Signore, Borgo 15 novembre 1746.
366. P. Giovanni da Vigne, Francesco Creti detti Trentini, battezzato 27 marzo
1674; vestito in Cles con altri 19 giugno 1695, essendovi Guardiano il P. Egidio da
Segno, maestro il P. Simon Pietro Barbi da Cembra, Vicario e pro-maestro il P.
Francesco Maria da Castanedolo. Studiò sotto varii lettori parte filosofia e parte
teologia, ma non divenne altro che sacerdote. E per molti anni fu sagrestano di diversi
conventi. Reso poi quasi paralitico per il tremore delle mani, per cui liberarsi nel 1728 si
portò col P. Paolo da Nanno Vicario di Cles a bagni di Pusteria. Celebrò poi in Borgo
nella cappelletta fuori del dormitorio. Finalmente reso del tutto impotente, dal Borgo,
ove avea dimorato molti anni, fu in Borgo dal 1734 sino al 1743, in fu condotto
all'infermeria di Trento. Ivi girava bensì per quella, ma non diceva più Messa, e vi si
fermò sino alla morte. Ultimamente sottoposto anche alla restrizione d'urina, e sorpreso
da colpo appopletico, passò al Signore, Trento 17 gennaro 1747.
1747. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Borgo 23 aprile.
367. Fra Salvatore da Stumiaga194 in Giudicaria, Domenico Giordani, muraro,
battezzato 11 marzo 1700, vestito per laico in Arco con due altri li 11 agosto 1725,
essendovi Guardiano il P. Andrea da Val di Buono, Vicario e maestro il P. Zaccaria
Fener da Roveredo della Luna. Verso 'l novembre 1730 si portò col P. Arcangelo a
Venezia. E per qualche tempo fu poi a Lavarone nella fabbrica dell'ospizio di
Montebello su 'l versante vicentino. Fu buon Religioso, quieto e trovandosi di famiglia
in Borgo sopraffatto da mortale infermità, munito de' santissimi Sagramenti, e ben
disposto, passò piamente al Signore, Borgo 14 settembre 1747.
368. Fra Valentino dal Borgo, Prospero Antonio Giosele, falegname o sia tisler;
battezzato 18 febbraio 1683, vestito in Borgo per laico con alcuni altri per chierici li 10
maggio 1704, essendovi Guardiano il P. Benedetto da Val di Buono, maestro e
diffinitore il P. Maurizio dal Borgo, e dal novembre anche Vicario. Quantunque al
194
Nel manoscritto: Stimiaga.
160
secolo fosse stato falegname, nella religione apprese assai bene la chirurgia, e l'arte
dello speziale, ed in due volte fu dieciotto anni infermiere in Trento. Nel 1734 partì dal
Borgo li 22 settembre con fra Giunipero dal Borgo portandosi con due mesi di
ubbidienza alla visita del santuario d'Assisi, ed ottenuta la proroga dell'ubbidienza andò
anche alla visita de' santuari di Roma capitando poi di ritorno in Borgo li 2 gennaro
1735. Nel 1746 divenuto sordastro, fu levato dall'infermeria ove di seguito nove anni
era capo infermiere e fu posto in Arco, e nel 1747 fu collocato in Cles, ove poi
sopraffatto da mal mortale, munito de' santissimi Sagramenti e ben disposto passò
piamente al Signore; Cles 22 febbraro 1748. Fu ottimo Religioso, assai caritativo
infermiere, di buon esempio, e molto pratico nella sua arte, e di tratto assai quieto e
piacevole e però a tutti grato.
369. (144. //) P. Gabriello da Trento, Giacomo Antonio Cassina, battezzato 26
ottobre 1663; vestito con due per chierici in Cles li 7 maggio 1683, essendovi
Guardiano e maestro il P. Maurizio dal Borgo, Vicario e pro-maestro il P. Cristoforo da
Novo Mesto in Carniola. Studiò teologia e filosofia sotto il P. Marcellino da Cles. Nel
1696 fu fatto Guardiano del Borgo. Nel 1698 fu Vicario in Pergine del P. Bonifacio
Betta da Malgolo. nel 1699 e 1700 fu Guardiano in Cles. Nel 1703 fu Vicario di Trento
del P. Guardiano Vicenzo dal Borgo. Nel 1704 fu eletto Guardiano di Arco, ma
rinunciò. Nel 1708 fu di nuovo fatto Vicario in Trento nel secondo anno del P.
Guardiano Antonio Maria da Cavareno. Nel 1717 nell'aprile prima della Congregazione
fatta li 3 maggio in Trento partì dal Borgo con fra Ruffino d'Avio, ove erano di
famiglia, e si portò alla visita de' santuari di Loreto ed Assisi con cinque mesi di
ubbidienza, ritornando poi amendue di famiglia al Borgo. Nel 1736 da Arco fu posto di
famiglia in Trento ove rimase fino alla morte. Ed il dì 6 gennaro 1740 festa dell'Epifania
cantò la sua seconda Messa in s. Bernardino. Ne' primi nove anni fu cappellano
dell'infermeria. Finalmente dopo essere stato molti anni impotente in infermeria, e circa
due anni senza dir Messa per la gran vecchiaia, colla gran regola di vivere, e col
benefizio dell'emorroidi, arrivò agli anni 85, e poi sopraffatto da picciol febretta per tre
giorni, munito de' santissimi Sagramenti e ben disposto, buon Religioso, passò piamente
al Signore nell'anno bisestile; Trento 29 febbraro 1748.
370. P. Basilio da Stenico, Francesco Vigilio Luterini, battezzato 15 febbraro
1684; vestito in Borgo con due altri li 26 maggio 1706, essendovi Guardiano il P.
Serafico da Roveredo, Vicario e maestro il P. Maurizio dal Borgo. Ebbe nella filosofia
per lettore il P. Marcellino da Cles. Nel primo e secondo di teologia in Arco il P.
Giacomo da Varignano. Nel 3° e 4° in Trento il P. Lodovico da Mezzotedesco. Nel
1721 il dì 26 marzo con quattro mesi di ubbidienza partì con P. Giovanni Maria da Cles
portandosi alla visita del monte della Verna, ma poi capitarono di ritorno al Borgo il dì
23 di giugno. Nel 1722 fu eletto Guardiano di Campo. Nel 1723 fu Vicario di Roveredo
nel secondo anno del P. Guardiano Giovanni Francesco da Nogaredo, e maestro de'
novizzi. Nel 1727 e 1728 fu Guardiano in Borgo. Nel 1735 fu Guardiano un'altra volta
di Campo. Fu sottoposto a piaghe nelle gambe, e per guarire si portò nel 1730 col P.
Zaccaria da Roveredo della Luna a bagni di Pusteria, ma con poco giovamento. Dopo il
Capitolo del 1745 col P. Giovanni Michele da Roveredo lettore di filosofia accompagnò
da Roveredo sino a Verona il nostro ex Commissario Cesario da Bologna. Nel 1747
dopo essere stato molti anni di famiglia in Roveredo, fu collocato in Mezzolombardo,
ove maggiormente incomodato dal male alle gambe, fu condotto all'infermeria, ed ivi in
161
pochissime settimane asciugatisegli i cauteri, munito de' santissimi Sagramenti e ben
disposto, passò piamente al Signore. Fu buon Religioso, e predicatore festivo assai
gradito, e fruttuoso, e per altro religiosamente faceto nella conversazione. Trento 3
marzo 1748.
1748. Dal trentesimo sesto Capitolo fatto in Trento 23 maggio in cui fu eletto per la
seconda volta Ministro il P. Lodovico Sitton da Mezzotedesco.
371. Fra Isidoro da Cadine, Bartolommeo Fadanelli figlio di Giuseppe,
battezzato 28 ottobre 1728, vestito per chierico con un altro in Campo li 9 giugno 1747.
Ebbe per Guardiano il P. Leopoldo da Strigno, Vicario e maestro il P. Mariano da
Volano, pro-maestro P. Innocenzo da Ziano. Il dì primo di maggio 1748 fu sopraffatto
da sbocco di sangue originato dallo sforzo che faceva a cantare alto, essendo corto di
collo, e temendo d'essere mandato via, se manifestava tal indisposizione. Si andò
consumando e stando coll'abito, fece poi per sua consolazione, e per l'acquisto
dell'Indulgenza privatamente la sua professione, e dopo aver terminato l'anno della sua
vestizione munito de' santissimi Sagramenti e ben disposto passò piamente al Signore in
Campo la sera delli 25 giugno 1748. Fu creduto degno d'essere registrato nel catalogo
de' nostri Frati morti, quantunque non solennemente ma privatamente professo.
372. (145. //) P. Floriano da Fondo, Giuseppe Bertagnoli, battezzato 8 gennaro
1714; vestito in Arco, con un altro per laico, li 24 giugno 1732, essendovi Guardiano il
P. Baldessare Alessandro da Canezza, maestro e Vicario dal giugno sino al novembre il
P. ex Ministro Serafico da Roveredo e dopo aver questi rinunziato, nell'ottobre subentrò
maestro il P. Bonifacio da Ossana, pro-maestro il P. Prospero da Riva. Ebbe poi per
lettore in filosofia e due anni di teologia il P. Gasparo da Monclassico. Nel 3° il P.
Vittore dal Borgo; nel 4° e 5° li PP. co-lettori Vittorio e Benedetto. Invogliatosi poi
d'andar alle Missioni, istò per qualche anno presso il P. Ministro che difficoltava a
dargli il consenso considerando la gracilità della di lui complessione e che li di lui
fratelli morti erano assai giovani. Finalmente ottenuto l'assenso dal P. Ministro e
l'ubbidienza per Roma, si s'incamminò partendo da Trento per via di Pergine il dì 27
febbraro 1746. E giunse in s. Pietro Montorio il dì 19 aprile. Destinato poi missionario
nella Servia, partì da Roma li 27 luglio 1747 per Venezia, ed indi per Verona e per il
lago di Garda capitò in Arco, ed indi a Roveredo, Trento, Cles, e dopo aver visitato il
suo buon vecchio genitore in Fondo, li primi di novembre si istradò per Vienna, e da ivi
si portò alla sua Missione detta di Servia nel Sirmio in Schiavonia ove subito si affaticò
per apprendere la lingua del paese coll'aiuto della lingua tedesca che ben sapeva. Ma
passati appena nove mesi dalla partenza dalla Provincia fu sorpreso da mortal infermità,
e dopo circa undici giorni, assistito dal nostro P. Bonaventura da Lavis Prefetto e Padre
Clemente da Trento presidente, munito de' santissimi Sagramenti e ben disposto passò
piamente al Signore nell'ospizio di Nikinze nel Sirmio in Schiavonia 2 luglio 1746. Fu
buon Religioso confessor e predicatore, scarmolino di voce e di complessione e che
perciò già temeasi dovesse non molto campare.
1749. Dalla prima Congregazione intermedia fatta in Roveredo 27 aprile.
373. P. Bernardino da Sant'Orsola, Giorgio Paoli, battezzato 16 agosto 1695.
Vestito in Cles con due altri 14 settembre 1715, essendovi Guardiano il P. Giovanni
162
Francesco da Nogaré, Vicario e maestro il P. Andrea da Val di Buono Custode. Ebbe in
filosofia lettore P. Ilario Comper da Besenello. Nel 1720 e 1721 ebbe lettore in teologia
il P. Corrado da Tesero. E nel terzo in Cles il P. lettor Bartolommeo da Portolo. Ed il 4°
in Pergine il P. lettor Antonino da Trento. Nel 1727 fu Vicario in Campo del P.
Guardiano Gerardo Madruzzi da Cles. Nel 1729 fu fatto Vicario in Borgo del P.
Giovanni Grisostomo d'Arsio, nella Congregazione tenutasi in Roveredo li 25 aprile.
Dopo aver predicato diversi anni in Provincia ed ultimamente la Quaresima in Pressano,
ottenne, mentre era Vicario in Borgo, l'ubbidienza di portarsi in Roma per andare alle
Missioni. Partì dunque dal Borgo a primi di febbraro 1730, e col P. Accursio Varesco da
Moena si portò in Fiemme, e verso la fine del mese partì da Moena per via di s.
Pellegrino per Venezia ed indi a Roma, ove si fermò sino all'autunno. Destinato poi
missionario nell'Egitto, si partì col predetto P. Accursio da Roma per la patria, e giunse
in Borgo il dì 5 dicembre 1730. E dopo essersi portato sul Perginale a visitare li parenti,
ritornò in Borgo e si fermò ivi col compagno alcune settimane; e collo stesso poi il dì 14
marzo 1731 partì per Venezia, e da Venezia velleggiò verso Levante il dì 28 marzo
1731, e fu tre colte respinto. Ma poi li 3 aprile partì felicemente per Levante; ed il dì 3
maggio giunse all'Arnica in Cipro. Dopo il riposo di tre settimane s'imbarcò col P.
Accursio per Damiata ed il dì 28 giugno fu il P. Bernardino attaccato dalla peste, da cui
per grazia dell'Altissimo risanato, diedesi ad apprendere la lingua araba e prima che
terminasse l'anno dal suo arrivo fu da superiori impiegato a fare da medico (dispensato
da Clemente XII) e da controversista con gran vantaggio delle anime e de' corpi. Fu poi
spedito in Hakmim nell'Egitto superiore, ove eravi presidente il nostro P. Remigio da
Presson in Val di Sole, e vi dimorò molti anni; vi fu anche superiore, dilatò la detta
Missione, sostenne dispute cogli eretici, ebbe diverse brighe cogli copti e gli fu dato il
veleno, ma si liberò preso a tempo il contraveleno. E fu impiegato ne' più ardui affari
dal Padre Prefetto. Di poi destituito di forze, si ritirò in Cairo, e si maneggiò per
ottenere una Missione meno cattiva, come ottenne dalla sagra Congregazione. (146. //)
Fu dunque mandato dalla sagra Congregazione nella Missione di Costantinopoli, ove
partito dal Cairo arrivò il dì 24 novembre 1739. In Costantinopoli fu in seguito
cappellano primario di tre eccellentissimi Baili, o sia ambasciatori veneti, ed anche
teologo e confessore del signor di Pentiler residente cesareo; e fu molto accetto alle
quattro nazioni ivi di arabi cattolici; cioè Armeni, Greci, Soriani e Maroniti predicando
e confessandoli. Di poi con ubbidienza procuratagli dal Bailo veneto sua ecc.za nobile
Donato, partì nel 1745 da Costantinopoli per Venezia, con alcuni Armeni convertiti, e
giunto in Venezia, scrisse in patria al signor sindaco Valdagni in Pergine per sapere, se
fosse peranche in vita il suo genitore, cui avrebbe fatta una visita; ma auditane la morte
già seguita, non pensò più a venir in patria, ma co' detti Armeni passò a Roma per
ottenere alle sopraddette quattro nazioni in Costantinopoli, che avessero uno stabile
missionario Frate Riformato dalla sagra Congregazione, e che venissero tutti aggregati
alla parrocchia di S. Maria di Pera de' PP. Riformati, per ovviare alli disordini, che
nascevano nelle altre due parrocchie, di s. Pietro e Paolo de' PP. Domenicani, e di s.
Antonio de' PP. Conventuali. Presentò pertanto il P. Bernardino una scrittura alla sagra
Congregazione, ed ottenne dalla medesima quanto avea supplicato. Capitato in Roma
nel novembre 1745, e vi dimorò sino all'aprile 1746. Ed essendogli stata offerta la
Prefettura di Tripoli, la ricusò sciegliendo fra diversi partiti propostigli di ritornar a
Costantinopoli per servire di confessore agli arabi cristiani, ed all'ecc.mo Bailo, per la di
cui raccomandazione ricevette in Venezia diversi onori, servito dalle gondole dei nobili,
e da monsignor nunzio in Venezia onorato col permesso di portarsi a visitare li
163
monasteri delle monache in Venezia per mendicare sagre suppellettili per la chiesa di s.
Maria di Pera; e lo servì da compagno per Venezia il nostro allora P. Agapito da
Strigno, che ivi si ritrovava per udire li predicatori quaresimali in quella Dominante.
Partì dunque il P. Bernardino il dì 11 aprile 1746 da Roma per Venezia, e nel fine di
maggio da Venezia di ritorno a Costantinopoli. Ivi ripigliò l'assistenza agli arabi
cristiani e la servitù al Bailo di Venezia. Fu poi due volte assalito da colpo appopletico,
cosicché dopo esser stato qualche anno indisposto, passò piamente al Signore in s.
Maria di Pera sobborgo di Costantinopoli il dì 30 giugno 1749. Fu il P. Bernardino
benemerito della nostra santa fede, per le sue apostoliche fatiche esercitate in quelle
parti, come scrisse il P. Francesco Fortunato da Genova Prefetto apostolico di
Costantinopoli, in occasione di notificare la di lui morte al nostro P. Ministro
provinciale. Era il P. Bernardino di bel talento, e buon predicatore; apprese diverse
lingue e di gran enffasi nel suo discorso, e zelante del bene delle anime. Molte delle
premesse notizie si sono cavate da certa relazione mandata dal medesimo P. Bernardino
al quondam signor don Giorgio de' Paoli detto Prederoner in Pergine di lui cugino. In
quella rapportasi che il predetto Padre abbia composto un vocabolario o sia dizionario
italiano, arabo e turco colle sue rispettive grammatiche per la gioventù che si vorrà
approfittare. Nel 1751 fu scritto al nostro P. Raffaello da Val di Buono attuale
missionario in Costantinopoli per avere notizie del predetto vocabolario, composto,
come avea scritto egli medesimo al sopraddetto suo cugino don Prederoner, il P.
Bernardino; ed il P. Raffaello rispose, di non averlo mai né veduto, né saputo cosa
veruna di quello, e però temesi sia stato smarrito.
374. (147. //) P. Giovanni Grisostomo d'Arsio, don Adamo d'Arsio de' Conti
de Vasio, minorista, battezzato li 13 novembre 1670, vestito con tre altri in Pergine li 3
giugno 1691, essendovi Guardiano il P. Abbondanzio da Val di Buono, Vicario e
maestro il P. Maurizio dal Borgo. Celebrò le sue primizie (sacerdotali)) nell'ottobre
1696 dispensato dal Superiore generale di circa sette mesi di chiericato ad istanza di
monsignor vescovo e principe di Trento Giovanni Michele de' Conti di Spaur, di cui era
cugino. Dopo essere stato in logica fu posto alcuni anni nello studio di morale, e
divenne poi buon confessore. Nel 1703 avendo rinunciato la vicarìa di Cavalese il P.
Accursio d'Avio, gli fu sostituito il P. Giovanni Grisostomo. Nel 1706 fu Guardiano in
Cavalese. Nel 1709 fu Vicario in Cles del P. Guardiano Daniello da Trento. Nel 1714 e
1715 fu Guardiano in Borgo. Nel 1716 fu ivi Vicario del P. Guardiano Giuseppe Vigilio
da Mezzotedesco. Nel 1718 fu Vicario in Trento del P. Guardiano Serafico da
Roveredo. Nel 1719 fu confermato ivi Vicario del P. Guardiano Romedio da Cles. Nel
1721 e 1722 fu Guardiano in Mezzolombardo. Nel 1725 fu di nuovo Vicario in Trento
nel secondo anno del P. Guardiano Baldessaro da Canezza. Nel 1727 fu pro-maestro de'
novizzi in Arco. Nel 1729 fu altra volta Vicario in Borgo nel secondo anno del P.
Guardiano Basilio da Stenico. Nel 1729 fu la seconda volta Guardiano del Borgo ad
annum. Nel 1734 fu Vicario in Mezzolombardo del P. Guardiano Giuseppe Antonio da
Ravazzone. Nel 1735 confermato ivi Vicario del P. Guardiano Clemente da Trento. Il dì
20 aprile 1735 prima della Congregazione, venuto da Mezzolombardo partì da Cles con
fra Pasquale professato, portandosi con 20 giorni d'ubbidienza a Stainoch in Val
Venosta sopra Marano a visitare sua sorella monaca domenicana. Nel 1737 fu la terza
volta Vicario in Trento del P. Guardiano Girolamo da Trento. Fu poi di famiglia dal
1738 sino al 1743 in Cles, ove sopraffatto dall'incomodo dell'asma fu circa il fine di
ottobre del 1743 condotto all'infermeria di Trento, ove si fermò fino alla morte. Ivi il dì
164
16 ottobre 1746 in domenica cantò la sua seconda Messa, solennizzandola in refettorio
il di lui cognato signor Conte Giacomo Antonio e nipoti Bortoluzzi. Nel 1749 nel primo
venerdì di Quaresima fu sorpreso da un colpo di appoplesia, e fu subito comunicato per
Viatico, e di poi alquanto si riebbe, andando anche per convento, ma non disse più
Messa. Il dì 26 poi di luglio ascoltò in cappella dell'infermeria quattro Messe e si
comunicò, e pranzò cogli altri dell'infermeria, e poi si ritirò in cella a riposare. Indi
alzatosi, come si crede, tra vespro e Compieta, fu sorpreso da un altro colpo
appopletico, e fu ritrovato in terra morto, colla corona in mano. Fu buon Religioso,
esemplare, zelante e civile. Passò al Signore in Trento 26 luglio 1749.
375. P. Emmanuello da Pellizzano, Maffeo Ruffini, battezzato 17 febbraro 1707,
vestito in Arco con due altri li 19 settembre 1727, essendovi Guardiano il P. Lodovico
da Mezzotedesco, Vicario e maestro il P. Baldessaro da Canezza. Studiò in Cles 3 anni
la filosofia sotto il P. lettor Aniceto da Castellano. Tre anni la scolastica in Trento sotto
più lettori. E due anni la morale sotto il P. lettor Bartolommeo da Portolo. Nel 1736 si
portò col P. Giovanni Angelo dal Borgo a bagni di Pusteria; e nel 1737 vi si portò con
fra Romualdo da Monaco per certo incomodo di petto. Nel 1744 fu Vicario in
Mezzolombardo del P. Guardiano Benedetto da Cavalese. Posto poi in Borgo di
famiglia fu sopraffatto dalla doglia, e nel fine del nono giorno circa le ore dieci di sera,
munito de' santissimi Sagramenti, e ben disposto, passò piamente al Signore in Borgo
primo dicembre 1749. Fu molto destro co' secolari per sortire qualche intento, ed
essendo di famiglia in Pergine si maneggiò assai per attraversare i maneggi de' PP.
Cappuccini per fondar un convento in Levico, ed all'incontro promosse assai la fabbrica
del nostro ospizio in Levico, per il puro transito195.
(148. //) 1750. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Trento li 18
marzo196.
376. Fra Lodovico da Vigalzano, Antonio Boniati (cugino del P. Francesco
Boniati da Vigalzano morto 28 ottobre 1743), battezzato 18 gennaro 1682; vestito con
un altro in Cles per laico li 4 giugno 1704, essendovi Guardiano il P. Agostino Aurelio
da Tuenno, Vicario e maestro il P. Andrea da Val di Buono. Nel 1718 essendo
sagristano in Borgo si portò compagno del P. Giuseppe Vigilio da Mezzotedesco a
Modena. Nel 1723 trovandosi cercante alle Grazie andò compagno del P. Adriano da
Lardaro pro-ministro al Capitolo generale in Roma il dì 16 maggio. Nel 1725 fatto
Provinciale il P. Sebastiano Fattori da Trento, fu nel primo anno di lui compagno, ma
poi lo licenziò per essere stato fra Lodovico uno de' Frati crocesegnati reclamanti; di
qual briga si parlò sopra all'anno 1746 nella vita del P. Sebastiano. A primi di settembre
del 1731 partì da Cles col P. Gaudenzio da Cavalese, e si portò alla visita del Monte di
Varallo, e capitò poi collo stesso di ritorno in Arco li primi di novembre. Essendo morto
in Cavalese li 12 ottobre 1732 il P. Pietro Paolo Dusini da Cles compagno del P.
Ministro Filippo da Rallo, questi in luogo del defunto prese per compagno sino al
Capitolo fatto in Roveredo li 24 maggio 1734 il nostro fra Lodovico. Trovandosi poi di
famiglia in Pergine, fu sorpreso dalla doglia, e dopo Pasqua del 1750 nuovamente
ammalatosi, ed essendo su le tavole lette già il dì 12 aprile destinato di famiglia in
Roveredo, fu il dì 14 aprile condotto all'infermeria di Trento. Ivi sopraffatto dal male
195
196
E soggiorno per i Frati questuanti.
Nel manoscritto è segnata una data sbagliata: Rovereto 27 aprile.
165
dovette soccombere, e però munito de' santissimi Sagramenti, ben disposto, la mattina
delli 25 aprile fra l'una e le due dopo 'l Mattutino, rese piamente l'anima al Signore,
Trento 25 aprile 1750.
377. P. Leopoldo da Strigno, Paolo Zanghellini, battezzato 17 gennaro 1709;
vestito, solo, in Arco li 10 luglio 1729, essendovi Guardiano il P. Agostino Avanzin da
Brez, Vicario e maestro il P. Filippo da Rallo Custode. Ne' tre anni di filosofia e primo
di teologia ebbe lettore il P. Benedetto da Cavalese. Ne' due altri anni di scolastica ed
uno di morale ebbe diversi lettori. Nel 1738 fece in Borgo la novena di s. Pietro
d'Alcantara. Dopo il Capitolo celebrato in Roveredo il dì 28 novembre 1739 passò di
famiglia in Mezzolombardo insegnò la rettorica in cella coll'esenzione da Prima e Terza
a tre neoprofessi chierici, cioè a fra Carlo Antonio da Samoclevo, a fra Eugenio da
Cavalese, ed a fra Gregorio da Bordiana. Bramoso poi di portarsi alle Missioni,
quantunque, come fu detto, gli fosse offerta dal P. Ministro Giovanni Pio da Pressano la
lettura, procurò ed ottenne l'ubbidienza di portarsi a Roma, colla quale da Cles
nell'ottobre del 1740 ove era stato posto di famiglia nella Congregazione fatta in Arco li
25 settembre, si portò a visitare in Strigno li suoi parenti, dopo qual visita si avanzò a
Venezia, ed indi pervenne in Roma nel collegio di s. Pietro Montorio. Dopo molti mesi
di sua dimora in Roma, il dì 2 agosto 1741 s'infermò ivi di certa febbretta lenta, e però
fu dissuaso dall'andare alle Missioni, e fu rimandato alla propria Provincia per
ristabilirsi, con questo che pienamente rimesso, potesse ritornare. Partì pertanto da
Roma col P. Gregorio da Revò fratello di misser Tommaso Rossi beccaro, destinato
missionario e capitò di ritorno in Borgo li 10 dicembre 1741; e poi giunse in Trento
infermiccio, ove ristabilitosi, giunse da Pergine a Trento, collocatovi di famiglia, e si
diede alla predica e la Quaresima del 1743 predicò in Biano197, e l'Avvento del
medesimo anno predicò in Aldeno. Nella Quaresima del 1744 predicò alle monache
della ss. Trinità in Trento, ed insieme in Romagnano e Ravina e fece qualche discorso in
s. Maria Maggiore. Nella Quaresima del 1745 predicò in Torcegno. Nella
Congregazione capitolare del 1745 fu fatto Vicario in (149. //) Cles del secondo anno
del P. Guardiano Bonifacio d'Ossana. La seconda volta. Nel 1746 fu posto in Campo e
l'Avvento predicò al Bleggio. Nel 1747 fu eletto Guardiano di Campo ed insieme ivi
visitatore del Terz'Ordine. Lo stesso anno se gli rinnovò l'antica febbretta, onde
nell'autunno si portò all'infermeria di Trento, dalla quale non pienamente rimesso
ritornò al suo convento di Campo, ove continuandogli la predetta febbretta, fu giudicato
da signori medici per etico, ciò che egli non voleva credere, comecché coraggioso.
Finalmente nella Quaresima del 1748 fu ricondotto all'infermeria, in cui dimorò sino
alla morte, ora su, ora giù, già sicuramente dato per etico. Ne' primi poi di maggio del
1750 ebbe uno sbocco di sangue, quindi munito de' santissimi Sagramenti, e ben
disposto, passò piamente al Signore, Trento 23 maggio 1750. Fu molto buon Religioso,
esemplare, e zelante predicatore, ed assai coraggioso nelle sue infermità.
378. P. Zaccaria da Roveredo della Luna, Antonio Fenner, battezzato 22 gennaro
1679, vestito con due altri in Cles li 22 settembre 1700, essendovi Guardiano il P.
Gabriello Cassina da Trento, Vicario e maestro il P. Tommaso Pancheri da Bresimo.
Studiò la logica in Borgo sotto il P. Valerio da Preghena, ed avendo poi questi
rinunciata per infermità la lettura, studiò fisica ed animastica, e primo e secondo anno di
197
Albiano.
166
teologia sotto il P. lettor Teodoro da Rumo. Nel 1707 partì il P. Zaccaria per Milano,
ove studiò il terzo e quarto anno di teologia sotto il P. lettore Carlo Maria da Como. Ed
essendo studente al Giardino per alcun mese sino agli Ognissanti, servì di compagno del
nostro P. Aurelio Agostino da Tuenno, Visitatore della Provincia di Torino, o sia di s.
Tommaso mentre fra Ruffino d'Avio compagno ordinario del P. Visitatore era col P.
Anselmo da Trento secretario visitante la custodia di Nizza. Ritornato poi il P. Zaccaria
in Provincia fu negli atti della Congregazione fatta in Trento il dì 14 maggio 1709 posto
"Lector esaminandus". Nel 1710 fatto per la seconda volta Provinciale il P. Girolamo
dalla Giudicaria lo bramava lettore, onde si fece una specie di concorso tra detto P.
Zaccaria e P. Lodovico da Mezzotedesco, ma questi nell'esame prevalse, e così fu
destinato lettore nel detto anno il P. Lodovico, ed il P. Giuseppe Antonio da Ravazzone,
che essendo già di famiglia in Trento era già stato esaminato ed approvato avanti gli
altri due. Ed il detto anno 1710 fu preso per segretario il P. Zaccaria dal P. Ministro
Girolamo. Nel 1711 fu deputato lettore di logica in Roveredo co' cinque seguenti
studenti: fra Innocenzo da Ziano, fra Valentino da Pergine, fra Antonio da Mezzana, fra
Agostino da Brez, fra Silvestro da Trento. Nel 1712 e 1713 insegnò a medesimi la fisica
ed animastica. Nel 1714 e 1715 insegnò agli stessi la teologia. Nel 1716 per dispensa
del Superiore generale fu dichiarato lettore teologo quantunque solamente due anni
avesse insegnato teologia; e lo stesso anno fu eletto Guardiano di Mezzolombardo. Nel
1717 fu Vicario di Roveredo nel secondo anno del P. Guardiano Adriano da Lardaro. La
Quaresima del 1716 predicò in Telve. La Quaresima del 1718 fece li discorsi del
Santissimo la domenica di Passione alle monache di s. Carlo. Nel Capitolo del 1719 per
opera del P. Visitatore Carlo Maria, di cui in Milano, come sopra si notò, era stato
studente fu eletto diffinitore, ed insieme maestro de' novizzi in Cles per tre anni; nel
primo e secondo fu anche Vicario del P. Guardiano Daniello da Trento. E nel terzo del
P. Guardiano Valerio da Preghena. Nel Capitolo fatto nel 1722 e due seguenti fu
confessore delle monache di s. Carlo in Roveredo. Nel 1725 fu di nuovo maestro de'
novizzi in Arco, e Vicario del P. Guardiano la terza volta Andrea da Val di Buono, ma
dopo il primo anno rinunciò. Nel 1726 e 1727 fu Guardiano in Roveredo. Nel 1728
essendo stato (150. //) Guardiano capitolare in Roveredo, fu destinato Vicario di
Mezzolombardo, ma rinunciato il P. Cherubino da Trento l'offizio di confessore delle
monache del Borgo conferitogli, fu sostituito il P. Zaccaria, che lo continuò per due
anni, ma vi rinunciò il terzo a cagione della piaga fattasegli per la vita sedentaria. Nel
luglio del 1730 si portò col P. Basilio da Stenico a bagni di Pusteria. Nel 1732 fu
Vicario di Cavalese del P. Guardiano Angelico Sulliani da Roveredo. Nel 1733 fu eletto
Vicario del Borgo, ma rinunciò. Nel 1734 fu Guardiano di Cavalese ad annum. Nel
1736 fu Vicario in Borgo del P. Guardiano Ippolito da Nosellari. Di poi fu diversi anni
di famiglia in Roveredo, ed indi nel 1742 fu posto in Trento, ove si fermò sino alla
morte, stando parte in comunità, e parte per le sue indisposizioni in infermeria, soggetto
alla gotta, e grande rottura, specialmente nelle Quaresime; e nella Congregazione del
1746 fu esentato dal Mattutino. Finalmente il dì 24 settembre 1750 sopraffatto dicesi da
un gran flato, che co' rimedi applicati pareva il giorno seguente volesse cessare, ma il
sabato mattina fattosi più ostinato, dopo il vespro scorgendolo l'infermiere fra Cosimo
dal Borgo colla faccia cadaverica, lo costrinse a portarsi dalla propria cella in
infermeria, e ben presto a ricevere anche li santissimi Sagramenti. De' quali con
religiosa esemplarità premunito, ed ottimamente disposto, la sera del medesimo giorno
circa le ore sette e mezza passò piamente al Signore. Trento 26 settembre 1750. Fu il P.
Zaccaria ottimo Religioso, superiore zelante e di buon esempio; e maestro de' novizzi
167
molto attento ed approposito. Non beveva vino, e però provava negli ultimi dieci anni
un appetito straordinario.
379. Fra Michelangelo da Varone, Giovanni Zanoni detti Pilota, battezzato 21
marzo 1670. Fu vestito per Terziario in Trento il dì 2 novembre 1693 sotto il P.
Ministro Marcellino da Cles con promessa di dargli poi il cappuccio, affine poi interim
lavorasse da spezzapietra, con fra Marco da Brentonico nella fabbrica del nuovo
convento di s. Bernardino, come poi prontamente egli fece. Nel 1695 il dì 21 novembre,
giusta la promessa fu in Cles vestito, solo, per laico col nome di fra Michelangelo
(nome appunto di fra Michel Angelo da Pressano muraro e tagliapietra morto in
Cavalese lo stesso anno 14 gennaro 1695). Ebbe nel noviziato per Guardiano il P.
Egidio da Segno, e per maestro il P. Simon Pietro Barbi da Cembra. Nel 1701
trovandosi il P. Giovanni Cristoforo da s. Michele compagno in Inspruch del rev.mo P.
Ippolito, e bramando di ritornare in Provincia, fu mandato fra Michele Angelo con
Terziario fra Niccolò da Rumo in Inspruch; partirono li 13 dicembre 1701 da
Mezzolombardo, ed il dì 24 detto capitarono in Inspruch. Rimase fra Michele Angelo
per compagno del P. Ippolito (ed il P. Giovanni Cristoforo fece ritorno in Provincia col
suddetto Terziario fra Niccolò). Rimase dissi 4 mesi fra Michele Angelo compagno del
P. rev.mo, quale finalmente ottenuta permissione dalla Corte cesarea di ritornar
anch'esso alla propria Provincia, partì col fra Michele Angelo il dì 24 aprile 1702 da
Inspruch in calesse, ed in 4 giorni giunse in Mezzolombardo, e da ivi a piedi in Trento.
Nel 1727 il dì 15 aprile detto fra Michele Angelo partì da Pergine con tre mesi di
ubbidienza alla visita del sagro Monte della Verna col P. Dionigio da Trento. e capitò di
ritorno il dì 14 giugno, e fu più volte compagno d'altri Religiosi in alcuni altri viaggi. Fu
ottimo Religioso e laico esemplare, ed indefesso nella sua arte di tagliapietra, essendovi
quasi in ogni convento di lui opera della predetta arte, inimicissimo dell'ozio. Fu negli
ultimi anni molestato da un gran incomodo in una guancia che a bel principio diceasi gli
fosse sopraggiunto per essergli stato tagliato un porro nel fargli la barba. Ma come poi
si vide, fu piuttosto una specie di cancro, che gli andò consumando la guancia ed
orecchia. Fu condotto all'infermeria, ove dopo esservi dimorato circa tre anni, la mattina
delli 18 febbraro osservatagli la faccia cadaverica dall'infermiere fra Cosmo fu fatto
tosto sacramentare e dopo poche ore ben disposto avendo quella mattina ascoltato tre
Messe in cappella, passò piamente al Signore; Trento 18 febbraro 1751.
380. (151. //) Reverendissimo P. Antonio da Mezzana in Val di Sole, Giovanni
Bartolommeo Maturi, sebbene per accidente, nato e battezzato in Pinzolo in Rendena;
battezzato 17 gennaro 1686; vestito in Cles con tre altri per chierici il 25 giugno 1710,
essendovi Guardiano il P. Teodoro da Rumo, Vicario e maestro il P. Giovanni Paolo da
Mori. Ebbe ne' tre anni di filosofia lettore il P. Zaccaria da Roveredo della Luna; e ne'
tre di teologia ebbe in Trento il P. Lodovico da Mezzotedesco. Nel 1716 terminava il
sessennio di religione il dì 25 giugno, e le ordinazioni a Pentecoste cadevano il 11
giugno, e difficoltando il P. Ministro Massimigliano da Trento a permettere venisse
frat'Antonio in queste ordinato, coll'aiuto dell'attuale nostro Commissario visitatore
Bonaventura da Possagno, ottenne dal rev.mo P. Diodato da Roma vice Commissario
generale della Riforma la dispensa delli 14 giorni, che gli mancavano con questo che
differisse la celebrazione delle primizie sino ad aver terminato effettivamente l'intero
sessennio. Fu dunque ordinato sacerdote alle Tempore delle Pentecoste, e portandosi in
val di Sole col P. Bartolommeo da Portolo condiscepolo celebrò poi le sue primizie in
168
Mezzana sua patria. L'anno seguente 1717 si fece la Congregazione in Trento li 3 di
maggio ed avendo detto P. Antonio, col P. Niccolò da Coredo, studente di teologia il 4°
anno in Pergine ottenuta l'ubbidienza di portarsi a Roma per andare alle Missioni, fu
esaminata ed approvata la loro vocazione in pieno diffinitorio. Per tanto il dì 6 maggio,
avendo terminato il terzo anno di studio della teologia, partì da Trento col predetto P.
Niccolò, correndo la solennità dell'Ascension del Signore, ed arrivò in Roveredo,
portandovi la tavola della nuova famiglia, ed indi proseguì il suo viaggio sino ad arrivar
felicemente in Roma nel collegio di s. Pietro Montorio. Si fermò circa un anno in detto
collegio per lo studio delle controversie sotto il P. lettor Pietro Battista, il quale poi
eletto Vicario patriarcale di Costantinopoli gli fu sostituito per le ore di controversia il
P. Domenico Maffei da Cles, e sotto di questo studiò qualche mese e sostenne
decorosamente l'esame in Propaganda, e poi fu destinato missionario in Costantinopoli.
Partito in seguito da Roma col compagno P. Niccolò capitò di ritorno in Borgo li primi
di luglio 1718, e dopo aver visitati li parenti in Val di Non e Val di Sole, s'istradò per
via del Tirolo, Austria e Ungheria alla sua Missione verso Costantinopoli, avendogli
molto giovato il passaporto e commendatizia del serenissimo principe Eugenio di
Savoia ottenuti in Vienna per esso li Bassà di Nissa e Vidino; e così giunse felicemente
in Costantinopoli. Per alcuni anni dimorò nella Missione di Scio e poi fu posto in
Smirne, ove con patente delli 2 marzo 1722 fu deputato Vicario apostolico.
Scuoprendosi poi sempre più le singolari qualità del P. Antonio già per molti anni
Vicario apostolico, fu dalla sagra Congregazione di Propaganda il dì 312 luglio 1730
eletto vescovo di Scira, unica isola cattolica nell'Arcipelago; e di poi non ancora passati
tre anni dall'elezione in vescovo di Scira, fu promosso dalla sagra Congregazione
all'insigne chiesa arcivescovile di Nassia divenendo Primate dell'Arcipelago, sotto il dì
10 marzo 1733. Del vescovado di Scira e dell'arcivescovado di Nassia vedasi il P.
Graveson Tom. 3, Historia ecclesiastica nell'indice geografico pag. XVIII, col. 2. E
degna veramente da rapportarsi la graziosa maniera con cui il Signore lo chiamò dal
secolo alla Religione. Prima di farsi Frate il nostro Padre Antonio, fu una solenne
birba; ebbe diverse brighe; fece le archibugiate co' bravi, e fu ritirato nel convento di
Campo. Fu foriere de' soldati sotto Eugenio di Savoia, di ciera torva, di fiero aspetto e
di voce sgraziata. Toccato finalmente da Dio fece voto di farsi Frate198; e tutto che non
avesse studiato che la terza, ricorse (152. //) per essere da nostri Frati accettato, e però
scorgendolo fornito di grande ingegno fu con altri accettato tuttoché di anni 24 e mezzo
circa. Ed infatti dopo la professione, con tanta diligenza si affaticò, studiando giorno e
notte, che riuscì eccellente studente, difendendo bravamente pubbliche tesi in filosofia e
teologia. Possedeva quattro lingue prima d'andar alle Missioni: italiana, tedesca,
francese e latina. E nella Missione appena passato un anno apprese la lingua turca, ed
araba, nelle quali predicava e confessava. Passati molti anni per desiderio di vivere da
vero Frate, e di sgravarsi dal gran peso dell'arcivescovado, tentò molte strade, e fece
molte premure per rinunciarlo, e perché venisse accettata la sua rinuncia, egli diede a
ciò fare una grande spinta, l'aria pessima per lui di quell'isola di Naxia, mentre, come
scrisse quando una volta dando avviso che la sagra Congregazione gli aveva data la
facoltà di rimpatriare, quasi ogni anno veniva assediato da terzane e quartane con
evidente pericolo d'idropisia. E degno d'interesse guanto monsignor arcivescovo scrisse
in risposta a suo nipote, figlio di una sua sorella, fra Cirillo Borzaga da Ronzone in Val
di Non nostro Frate Riformato, allora chierico e poi sacerdote quale nel giugno 1747 gli
198
Non è vero che egli sia stato bandito dal principato di Trento, bensì l’omonimo Giovanni
Bartolomeo padre di tre figli (a quel tempo il nostro Antonio aveva 14 anni!).
169
avea notificato il contento che provava nell'essere divenuto Religioso riformato in
questa nostra Provincia: "Carissimo nipote. Li giorni passati ebbi il contento di ricevere
una stimata sua in data del giugno passato, e godo al più alto segno, che lei sia contento
d'essersi fatto Religioso. E chi non sarebbe contento d'essersi salvato dalle tempeste del
mondo, e ridotto in un porto sicuro di salute come è la nostra santa provincia. Per me
l'assicuro d'essermi pentito più volte, come uomo d'esser venuto alle Missioni, d'aver
accettate dignità, vicariati, vescovati ed arcivescovati, mai però mi son pentito d'essermi
fatto Religioso; e non muoro volentieri, né pienamente contento, se non rendo lo spirito
in codesta santa Provincia. Dal canto mio non ho mancato né manco di usare li mezzi
per ripatriare; ma non mi è lecito sforzare le carte, né per riguardo a Dio, come mi
dicono li Padri, co' quali mi sono più volte consigliato; e me ne scongiurò l'istesso
Visitator apostolico sub poena indignationis divinae a non abbandonare il timone. Né
per riguardo alla sagra Congregazione alla quale son molto tenuto, perché quantunque
privo delle qualità richieste per regger, e portar tanto peso, sono già 26 anni, che ora in
qualità di Vicario apostolico in Smirne, ora di vescovo di Scira, e finalmente di
arcivescovo in Naxia, ho l'onor di servirla; e ciò nonostante mi onora di scrivervi
d'essere pienamente soddisfatto si non della mia vigilanza e zelo. Come dunque senza il
consenso dell'istessa potrò abbandonar questo gregge? Fiat voluntas tua. Dev.mo ed
aff.mo per servirla
F. Antonio Maturi arcivescovo. Naxia 24 dicembre 1747".
Preparata la premessa lettera prima di spedirla gli aggiunse la seguente poscritta:
"Quando con giubilo del mio cuore speravo ben presto liberarmi da questo esilio
onorato bensì, ma per me gravissimo. «Heu mihi quia incolatus meus prolongatus est».
Li 26 dello spirante ricevei dalla santità di nostro Signore un Motu proprio (Benedictus
P.P. XIV. Comincia: «Venerabilis Frater etc. Pro nostris etc. Datum Romae apud s.
Mariam Maiorem die 23 augusti 1747), con cui mi costituisce Vicario apostolico anco
di Scira. Da suo fratello don Lorenzo (questi era un sacerdote fratello di fra Cirillo, che
da Naxia allora ritornava in queste parti alla patria) intenderà per longum et latum il
motivo, e la prego raccomandarmi caldamente al Signore, acciocché la mia andata abbia
esito felice, trattandosi di ridar alla gregge vicino a 3.000 cattolici sviati e disperati per
causa del loro pastore". Portatosi per tanto in Scira, il cielo benedisse le di lui fatiche,
poiché colla sola sua prima predica riconciliò colla santa Chiesa mille anime circa.
Animato dal frutto conseguito colla prima predica, andava destramente maneggiandosi
per ridur all'ovile anche le altre pecorelle sviate o sbandate, affine di pacificare tutta
l'isola di Scira, e calmati tutti li torbidi di così facilmente ottenere la sospirata licenza
dalla sagra Congregazione di effettivamente ripatriare. Andava per tanto (153. //)
disponendo le cose, e per aver con che campare giunto in cristianità, avea dato ordine al
nipote don Lorenzo, che giunto in patria, si portasse a Vienna per supplicare sua maestà
la regina d'Ungheria a voler contribuire a gratificarlo della pensione o sia piatto di
piastre cento, o sia fiorini trecento, tuttoché avesse rinunciato l'arcivescovato, quale per
opera di sua altezza serenissima principe Eugenio gli era stata accordata sin allora e
somministrata dall'augustissimo imperator Carlo sesto e dalla regina. Il sopraddetto don
Lorenzo, avanti la sua partenza da Naxia per opera di monsignor arcivescovo di lui zio
fatto canonico, e cantore della chiesa di Naxia, giunto in patria, si portò poi giusta
l'ordine e commissione ricevuta alla Corte di Vienna, ed avea molto promosso l'affare
della conferma della continuazione della pensione sopraddetta, ma chiamato poco dopo
monsignor arcivescovo all'altra vita l'affare si arenò. Ed anche lo stesso don Lorenzo,
fermatosi per molti anni in Vienna, ivi passò al Signore nell'aprile del 1760. Da lettera
170
del signor don Giacomo Rossi canonico di Naxia, confidente di monsignor Maturi, data
in Naxia li 7 luglio 1749 sappiamo che già due volte aveva monsignor fatta l'effettiva
rinuncia de l'arcivescovado in manibus Sanctissimi, e da altra del medesimo monsignor,
come sopra fu detto, sappiamo che la sagra Congregazione avea accettata detta rinuncia,
onde anche calmati li torbidi dell'isola, e chiesa di Scira, stava senza altro attendendo
l'effettiva licenza di ripatriare. Quando ecco portarsi il sopraddetto signor canonico
Rossi da Naxia in Scira li 12 febbraro 1751, trovò che monsignor stava decombente con
due piaghe in una gamba, quasi incanchrenite, e si procurò di guarirle. Verso la fine
della seconda settimana di Quaresima, a 4 ore di notte lo assaltò un colpo appopletico
nel petto e subito chiamato il medico, colla cavata di sangue di nuovo si liberò, ma restò
molto debole. Onde il predetto signor canonico mandò barca appostata in Naxia e fece
venire un celebre cerusico, che stette più di un mese in Scira. Lo guarì dalle cancrene, e
lo purgò, e poi la settimana Santa se ne tornò in Naxia. Monsignor frattanto si era
rimesso, e stava bene, onde il giovedì Santo fece gli Oli Santi; il giorno di Pasqua cantò
Messa; il terzo giorno tenne l'ordinazione. Il venerdì poi seguente cenò con allegrezza,
perché vi era compagnia de' preti, e dopo cena se ne andò a dormire, e tutti gli altri a
riserva del signor canonico sopraddetto che si mise a scrivere. Dopo un'ora da che erasi
posto a riposare fu monsignore sorpreso da un terzo colpo, del che accortosi da udire il
di lui affanno il signor canonico vi accorse e lo confortò, ed il moribondo prelato disse
"domine Iacobe moro" e replicava che gli raccomandasse come fece, l'anima, ed esso
frattanto replicava versetti della Scrittura colle lacrime chiedendo perdono
continuamente a Dio de suoi peccati, e massime con quel versetto del dies illa:
Recordare Iesu pie. Furono tosto svegliati tutti quelli della famiglia, fu chiamato il
medico e gli fu cacciato sangue, e frattanto il moribondo mandava grandissima spuma
dalla bocca, ed appena poteva parlare. Il colpo lo assaltò due ore prima della mezza
notte, e dopo la cavata di sangue si sollevò un poco, e poi all'improvviso restò muto. e
ricevette l'assoluzione dal predetto signor canonico, alla mezza notte rese piamente
l'anima a Dio il venerdì probabilmente dopo la mezzanotte venendo il sabato fra l'ottava
di Pasqua, caduta nel detto anno 1751 li 11 aprile. Nella premessa maniera diede avviso
della morte del nostro monsignor arcivescovo il prefato signor don Giacomo Rossi
canonico di Naxia, amico ed intrinseco del defonto prelato, con sua data da Naxia il dì
16 maggio 1751 al signor don Lorenzo Borzaga canonico cantore di Naxia, che
trovandosi in Vienna, speditovi, come sopra notammo, avanti qualche anno, per ottenere
da sua maestà l'imperatore la continuazione del piatto di cento piastre a monsignor
Maturi, ancorché rinunciato l'arcivescovato ritornasse in patria. E detta lettera dal signor
canonico Borzaga, fu poi mandata in Val di Sole a signori Maturi fratelli del defonto
arcivescovo, ed è ripiena di grandi lodi del medesimo prelato. Fra l'altro dice: "Deve
sapere, che questo nostro santo monsignor fece a Sira veramente una vita santa, senza
veruna impazienza, sempre allegro, e con parole sante in bocca, a tal segno che allora il
di lui confessore mi diceva, cioè al predetto signor canonico Rossi, «che confessava un
angelo»!" (154. //) Molte altre particolarità spettanti alla vita del nostro monsignor
arcivescovo potrebbonsi cavare dalle lettere, scritture che conservansi in casa Maturi in
Val di Sole, ma per fuggir la troppa prolissità, ne aggiungerò solamente le poche
seguenti. Era in tanta stima nell'isole dell'Arcipelago, che come scrive il signor canonico
Rossi, più volte allegato, tutte le persone qualificate, ed ad una voce tutte le isole per
mantenimento del cattolicesimo in quelle parti, lo chiamavano, chi il sole, chi il timone
delle isole dell'Arcipelago. Ed anche tanto era il concetto, e stima che ne faceva la sagra
Congregazione, che ogni anno, e qualche volta due, o tre volte all'anno, gli mandava
171
commissioni apostoliche, ora per un'isola, ora per un'altra, ed ultimamente gliene mandò
cinque in cinque lettere sotto una data per Naxia e per altre isole. Beneficò pure il nostro
P. Antonio la chiesa di Naxia. Fece far l'altar maggiore tutto di nuovo, intagliato a
maraviglia, ed indorato, con danaro risparmiato con astinenze non comandate, come
pure fece pavimentare di marmo la sua chiesa di Naxia. Stabilì un convento di religiose
Orsoline, in cui se ne trovavano dodici, che con istruire le picciole figlie, e col loro buon
esempio erano di sommo utile, ed edificazione, non solo ai latini, ma anco agli greci,
che mandavano le loro figlie alla scuola. Eppure l'entrata della mensa o sia chiesa di
Naxia, stanti li gran tributi, e contribuzioni, non rendeva un anno coll'altro cento e
cinquanta fiorini, ed anche manteneva due preti e un chierico, ed un servitore. Ma
l'augustissima regina gli passava annualmente altri cento e cinquanta fiorini. Nel
convento solamente delle monache ha spesi due milla e trecento fiorini, tra per ridurlo a
forma di convento con tutte le officine, per fondarvi una dote in perpetuo, e per stabilire
il mantenimento della sagristia. Prima di partir da Naxia per Scira avea donati li suoi
crediti alle monache Orsoline, ed al predetto canonico don Giacomo Rossi. Fece una
scrittura che le dette monache gli dovessero dare duecento piastre per far fargli tante
Messe, metà a dieci para (un para o sia medin vale tre soldi) di limosina, e metà a dieci
para, specie di moneta di que' paesi. Il resto del suo avere, cioè mobili per la chiesa,
come scrisse il predetto signor canonico Rossi l'ha ereditato la chiesa di Scira. E
quantunque la nostra Provincia non avesse obbligo di fare alcun suffragio per il
quondam rev.mo P. Antonio Maturi, essendo egli morto già fuori della Provincia e
Religione, onde già molti anni prima, affinché si facesse dalla Religione a nostri
Religiosi defonti vescovi, o cardinali ex Ministri, fu necessario si facesse il supposto
statuto nel Capitolo generale di Milano nel 1729 (che in quello poi di Vagliadolid fu
dichiarato apocrifo, e di niun vigore: vedasi tomo terzo, parte seconda della Cronologia
dell'Ordine del P. Carlo Maria da Perugia, pag. 229, col. prima) perché non facendo
eglino alcun suffragio, mentre erano in vita, per li Frati morti della loro rispettiva
Provincia, né meno come obbligo di farlo da predetti Frati per essi, poi morti fuori della
Religione. Che se esso P. Antonio si fosse inteso colla nostra Provincia che avrebbe
suffragato li nostri Frati morti, come scrive il P. Rotario nella sua teologia regolare
tomo primo, libro 3, fol. 300, col. 1, num. 6 in fine, praticati da vescovi prima membri
della sua Religione, allora debitamente sarebbesi fatto al medesimo defonto, come se
fosse morto attual Frate e membro della nostra. Tuttavolta il Padre nostro Provinciale
pro tempore che era il P. Giovanni Besenella da Pressano, avuto riscontro della morte
del prelodato monsignor Antonio Maturi stato membro della nostra Provincia, che tanto
avea onorata coll'essere stato con tanto decoro della medesima prima missionario
nell'Arcipelago, indi Vicario apostolico in Smirne, vescovo di Scira di poi; poi
arcivescovo di Naxia, e morto ultimamente attuale amministratore apostolico della
chiesa di Scira, anche dopo aver rinunciato l'arcivescovato di Naxia, mandò avviso della
morte del medesimo con sua circolare per la Provincia, come se fosse morto attual
membro della medesima, oppure si fosse inteso previamente con quella di suffragar egli
in vita li nostri Frati morti, per venir poi anch'esso dopo la sua morte da Frati vivi
suffragato, come sopra dicevamo col P. Rotario. Passò dunque il P. Antonio al Signore
attual amministratore apostolico della vescovile di Scira li 16 aprile 1751.
(155. //) 1751. Dal trentesimo settimo Capitolo celebrato li 10 maggio, in cui fu
eletto in Arco Ministro la seconda volta il P. Giovanni Pio Besenella da Pressano.
172
381. P. Attanasio da Madruzzo, Giovanni Giacomo Pisoni detti Tonati,
battezzato primo novembre 1690; vestito, solo, in Cles li 13 settembre 1713, essendoci
Guardiano il P. Romedio Torresano da Cles, Vicario e maestro il P. Andrea da Val di
Buono Custode, pro-maestro il P. Giovanni Francesco da Nogaré. Dopo la professa fu
posto di famiglia in Arco, sagristano sino alla Congregazione per non esservi studio
nuovo. Nella Congregazione del 1715 fu posto nello studio di logica in Roveredo sotto
il P. lettor Corrado da Tesero. La notte delli 26 settembre del detto anno "humanum
passus" uscì di sé e vaneggiò, onde convenne porlo in custodia. Essendo poi morto in
Roveredo il P. diffinitore Girolamo da San Felice la sera delli 30 marzo ed ivi sepolto il
dì primo d'aprile 1716, detto P. Attanasio nel medesimo giorno, dopo aver pranzato in
cella, già levato fuori dalla custodia, scappò per via della chiesa lasciata aperta dopo
data la sepoltura al Frate defonto e si avviò verso Trento istradato per Madruzzo. In
Buso di Vela fu incontrato dal signor dottor Andrea Ponte di Trento, che ne mandò
avviso a s. Bernardino. Giunse fra Attanasio la sera in Cadine presso di quel signor oste
suo amico, da cui fu trattenuto. La mattina seguente andarono da s. Bernardino il P.
Niccolò da Coredo studente e fra Gioachino da Madruzzo di lui parente e compagno
attual del P. Provinciale Massimigliano da Trento, e da Cadine lo condussero in s.
Bernardino ove refiziatosi, continuò il suo viaggio verso Roveredo accompagnato dal
detto fra Gioachino, e vi rimase, rimesso in custodia, sino alla venuta del P.
Commissario Visitatore, da cui fu spedito a Trento. Per grazia poi del Signore si riebbe
e studiò da sé, e ricevette gli Ordini sagri, e alle Tempore di Natale nel 1719 fu ordinato
sacerdote, e celebrò le sue primizie in Campo, ove era di famiglia, il primo giorno
dell'anno 1720. In seguito continuò a studiare da sé, e come che di buon talento, divenne
buon confessore, non ostante che facesse d'ordinario il sagristano. Nel 1734 fu fatto
Vicario in Pergine del P. Guardiano Placido da Piné. Nel 1737 fu Vicario in Roveredo
del P. Guardiano Anselmo da Trento. Nella Congregazione tenutasi nell'aprile 1739 fu
fatto Vicario in Borgo nel secondo anno del P. Guardiano Corrado da Tesero. Nel 1740
nell'agosto si portò col P. Clemente da Trento a bagni di Pusteria con fra Agnello
infermiere assistente. Per tre anni fu oppresso da grave malinconia e da grave infermità
di piaghe nelle gambe, da quali poi riavutosi, nella Quaresima del 1744 fu mandato in
Roveredo, ove cominciò a coltivare fiori aiutando il sagristano, e poi da sé fece ivi il
sagristano fino alla morte. Il dì 12 ottobre 1746 partì da Roveredo compagno del P.
Corrado da Tesero confessore delle monache di s. Carlo, andato a Verona con 15 giorni
di ubbidienza. Nell'agosto del 1751 si affaticò assai per le feste della Porziuncola e di s.
Rocco specialmente nel dar acqua a moltissimi vasi di fiori. E la sera delli 19 agosto si
sentì male, ed il giorno seguente allettatosi, fu sorpreso da febbre con infiammazione.
Fu subito destituito di forze, se gli cacciò sangue, ma tuttavia andò sempre peggiorando
cosicché il giorno avanti morisse, disse ad un Frate suo confidente, che stava in un
continuo affanno. Finalmente la mattina delli 6 settembre 1751 sempre più mancando,
fu munito del santissimo Viatico, ed indi dell'Estrema Unzione e circa le ore sette di
mattina, con religiosa disposizione, rese piamente l'anima a Dio. Fu buon Religioso, ed
assai diligente sagristano, quale offizio come sopra fu notato, riavutosi dal suo
vanneggiamento, levati li tre anni di Vicario, e quasi quattro d'infermità, egli esercitò,
specialmente in Trento e Roveredo, con aggradimento non ordinario de' Frati e de'
secolari. Passò al Signore in Roveredo 6 settembre 1751.
382. (156. //) P. Mattia da Povo, Giovanni Battista Antonio Giacomoni, da
Oltrecastello in Povo, battezzato 2 marzo 1688; vestito in Roveredo il dì 5 giugno 1708,
173
con due altri poi usciti, essendovi Guardiano il P. Sebastiano da Trento, maestro il P.
Adriano da Lardaro diffinitore, Vicario e pro-maestro il P. Casimiro da Trento. Studiò
in Pergine tre anni la filosofia sotto il P. lettor Giuseppe Antonio Zanella da Ravazzone,
e poi nel 1713 dimandò d'esser levato dallo studio. Nel 1715 studiò la morale in
Mezzolombardo sotto il P. Domenico da Besagno, come pure la studiò sotto il
medesimo nel 1718 in Pergine, e divenne poi buon confessore. Nel 1724 fu fatto
Vicario in Borgo del P. Guardiano Valerio da Preghena. Nel 1725 fu Guardiano di
Pergine. Nel 1726 partì dal Borgo il dì 10 settembre andando col P. Placido da Piné
venuto da Pergine con 15 giorni di ubbidienza a Padova e Venezia. Nel 1727 fu di
nuovo Vicario in Borgo nel primo anno del P. Guardiano Basilio da Stenico. Nel 1729
fu Guardiano in Cavalese. Nel 1732 fu Vicario in Cles nel primo anno del P Guardiano
Davide da Vigol Baselga. Nel Capitolo celebrato li 28 novembre 1739 fu fatto la terza
volta Vicario in Borgo nel primo anno del P. Guardiano Francesco Pangrazio dalla
Nave. Nel 1743 fu Vicario in Pergine nel secondo anno del P. Guardiano Doroteo dal
Borgo. Nel 1747 avendo il P. Innocenzo da Ziano rinunciato la guardianìa di Pergine,
gli fu sostituito il P. Mattia, e poi l'anno seguente rinunciò il secondo anno, e fu posto di
famiglia in Trento. Nel 1751 fu collocato di famiglia in Cles; ove pure non godeva
perfetta salute. Il dì 31 ottobre giorno di domenica dopo aver ivi confessato tutto il
giorno, e la sera cenato cogli altri, si mise a riposo sano e salvo; ed all'ora del Mattutino
fu ritrovato morto e freddo. La sua morte fu attribuita ad una postema nel petto,
scuopiatagli mentre dormiva. Gli era uscita la materia parte in quel punto, e parte poi gli
uscì nell'atto di porlo in sepoltura. Si credette fosse restato soffocato, senza ne tampoco
potersi muovere, poiché in fatti fu ritrovato egli ben aggiustato, colle coperte, ed in tutte
le sua cose, come punto non si fosse mosso. Fu buon Religioso, e passò al Signore la
notte avanti Mattutino, in Cles 31 ottobre 1751.
383. P. Damaso da Brunico199 in Pusteria, Cristoforo Pachinger, battezzato 22
gennaro 1691; vestito in Cles con tre altri li 8 giugno 1715, essendovi Guardiano e promaestro il P. Giovanni Francesco da Nogaré, Vicario e maestro il P. Andrea da Val di
Buono Custode. Aveva studiato in Trento molti anni, ed essendo musico e violinista fu
per alcuni anni presso de' PP. Gesuiti alla mensa. Poi per alcuni anni fu pedagogo in
casa del signor Giuseppe Sardagna della Racchetta, e per alcuni altri fu pedagogo in
casa del signor Lorenzo Bordogna, sino a che divenne nostro religioso. Studiò tre anni
la filosofia ed un anno di teologia sotto il P. lettor Corrado da Tesero, e due altri sotto il
P. lettor Giacinto da Roveredo. Nel luglio del 1721 si portò col P. Guglielmo da Badia
in Pusteria e Badia a visitare i loro parenti. Nel 1723 nel settembre in occasione
d'accompagnare da Arco a Roveredo due chierici neoprofessi fra Norberto da Fiavé e
fra Vittorio da Cavalese si portò col P. Girolamo da Trento alla visita della Madonna
della Corona con 10 giorni di ubbidienza. Apprese per molti anni sotto il P. Maurizio da
Pergine organista il suonar l'organo in Arco. Nel 1732 fu fatto Guardiano di Campo. Nel
1734 fu Vicario in Borgo del P. Guardiano Arcangelo da Bagolino. Nel 1736 fu Vicario
in Pergine del P. Guardiano Davide da Vigolo. Nel 1737 fu Vicario in Mezzolombardo
nel secondo anno del P. Guardiano Cherubino da Trento. Nel 1738 e 1739 dall'aprile fu
ivi Guardiano. Nel 1744 fu Vicario in Trento nel secondo anno del P. Guardiano
Gasparo da Monclassico. Nel 1747 fu di nuovo Vicario in Borgo nel secondo anno del
P. Guardiano Giacomo Antonio Forer da Calliano. (157. //) Nel 1750 trovandosi di
199
Nel manoscritto: Bruneco.
174
famiglia in Borgo fu sorpreso da colpo apopletico, da cui un poco riavutosi fu poi
condotto all'infermeria, ove si rimise quanto alla decombenza, potendo andare per il
convento, ed anche per città alle volte, ma per certa confusione di mente non gli fu
permesso di più celebrare la s. Messa. Finalmente sopraffatto da violento incomodo
d'asma, ricevuti li santissimi Sagramenti, passò piamente al Signore, buon confessore
tedesco, ma non predicatore. Trento 7 gennaro 1752.
1752. Dalla prima Congregazione intermedia fatta in Roveredo 27 aprile.
384. P. Giovanni Maria da Cles, Romedio Bertolini, battezzato 8 novembre 1688;
vestito in Borgo li 12 maggio 1706 con un altro poi uscito, essendovi Guardiano il P.
Serafico dal Borgo, Vicario e maestro il P. Maurizio dal Borgo diffinitore. Ebbe in
filosofia e primo di teologia lettore il P. Marcellino Visintainer da Cles; nel secondo e
terzo ebbe il P. lettor Domenico da Besagno. Nel 1721 li 26 marzo partì con quattro
mesi d'ubbidienza alla visita del sagro monte della Verna col P. Basilio da Stenico, ma
capitarono poi di ritorno in Borgo il dì 23 di giugno. Nel 1722 fu Guardiano in
Cavalese. Nel 1726 fu Vicario in Mezzolombardo nel secondo anno del P. Guardiano
Daniello da Trento. Nel 1727 fu ivi confermato Vicario del P. Guardiano Bartolommeo
da Portolo. Nel 1731 fu Vicario in Campo del P. Guardiano Pietro Giuseppe da Riva.
nel 1732 fu Guardiano di Roveredo, e nel 1733 fu trasportato Guardiano in
Mezzolombardo di noviziato. Negli anni 1736 e 1737 fu Vicario in Cavalese del P.
Guardiano Aniceto da Castellano. E negli anni 1743 e 1744 fu egli ivi in Cavalese
Guardiano. Nel 1745 fu posto di famiglia in Cles, ove fermatosi, verso il 1749 fu
sopraffatto da male di gambe con gangrena da cui si rimise, ma se gli chiusero le piaghe
e scarnato. Nel 1750 fu di nuovo molestato dallo stesso male, cosicché nel novembre
del detto anno fu condotto all'infermeria. D'onde poi, completamente rimesso, fu
mandato di famiglia in Mezzolombardo. Ivi nell'inverno del 1752 fu sorpreso da una
grande rottura, e nel maggio andava attorno, ma con poca salute. Finalmente la sera
delli 19 maggio, andato per compagno del P. Francesco Pangrazio dalla Nave in
Mezzolombardo, fu sorpreso in casa del nostro signor sindico apostolico Francesco de'
Vigili da colpo apopletico, e però portato al convento ebbe campo di confessarsi, e
ricevere l'Olio Santo, e dopo 13 ore circa di male, la mattina delli 20 passò al Signore.
Mezzolombardo 20 maggio 1752. Fu buon Religioso, e competente predicatore di tre e
quattro in settimana.
385. P. Aniceto da Castellano, Giovanni Manica, battezzato 21 febbraro 1701,
vestito con quattro altri in Cles li 20 agosto 1749, essendovi Guardiano il P. Daniello da
Trento, Vicario e maestro P. Zaccaria da Roveredo della Luna diffinitore. Ne' tre anni di
filosofia ebbe lettore il P. Agostino da Brez. Nel primo di teologia ebbe il P. lettore
Bartolommeo da Portolo; nel secondo il P. Lodovico da Mezzotedesco; nel terzo e
quarto il P. Domenico Niccolò d'Ala. Nel 1729 fu fatto lettore di logica in Borgo de'
seguenti chierici: fra Enrico da Trento, fra Emanuello da Pellizzano, fra Isidoro da Pras,
fra Agapito da Strigno e fra Mariano da Volano, a quali poi in Cles insegnò la fisica ed
animastica. Nel 1732 fu fatto Guardiano in Pergine. Nelli tre anni 1733-1735 insegnò la
teologia. Nel 1736 e 1737 fu Guardiano in Fiemme. Nel gennaro del 1739 venne da
Pergine in Trento lettore supplimentario sino alla Congregazione del P. Vittorio ito
segretario di commissione del P. Guardiano del Borgo Corrado da Tesero Visitatore
della Provincia (158. //) veneta. Nella Congregazione fatta in Roveredo li 21 aprile
175
1739 fu fatto Vicario in Trento del P. Guardiano Casimiro da Calliano. Nella
Congregazione capitolare nel novembre 1739 fu eletto Guardiano di Trento, e ne' due
anni frateschi seguenti 1740 e 1741 fu Guardiano in Roveredo. Nel 1743 e due seguenti
fu confessore delle monache di s. Michele in Trento. Nel Capitolo fatto ivi in Trento nel
1748 li 23 maggio fu eletto diffinitore. Nel Capitolo fatto in Arco li 10 maggio 1751
terminato l'offizio di diffinitore fu fatto confessore delle monache della santissima
Trinità in Trento. E nel secondo anno di tal impiego fu sopraffatto da grave malattia li
29 giugno; e troppo tardo riconosciuta coperta di malignità, dopo dieci giorni passò
piamente al Signore la sera circa le ore sette festa di s. Bonaventura. Trento 14 luglio
1752. Fu compianto da Frati e da secolari per le sue ottime qualità, servizievole, non
potendo quasi negar cose ad alcuno. Dato assai e gradito alle Beatine, e ne' suoi governi
molto discreto e condiscendente; e sebbene nello esterno mostrasse un tratto rustichetto,
nientedimeno per la sua cordialità era gradito da Frati e da secolari.
386. P. Lorenzo da Sarnonico, Giovanni Antonio Tecini, battezzato 11 gennaro
1718; vestito con un altro il Cles li 17 settembre 1736, essendovi Guardiano il P.
Giacomo Antonio da Calliano, Vicario e maestro P. Gerardo da Cles. Studiò tre anni la
filosofia in Roveredo sotto il P. Francesco Antonio dal Borgo lettore. Di poi studiò due
anni in Trento la scolastica sotto il P. Lettor Teodoro ed il terzo ivi sotto il P. lettor
Giuseppe Maria. Studiò pure la morale sotto il P. Lodovico in Mezzolombardo e sotto il
P. lettor Vittore in Fiemme. Nel 1751 predicò l'Avvento al Bleggio e le quattro feste in
Storo. Ammalatosi poi fu condotto all'infermeria di Trento nell'anno seguente, ove dopo
qualche mese sorpreso da una grande frenesia, scese una notte dall'infermeria al pozzo
cisterna nel primo chiostro, e vi si precipitò correndo dentro; subito che si accorse vi
corse dietro l'infermiere fra Cosimo, ma non vi arrivò per tempo per trattenerlo; ma
appena gettatosi si soffocò; onde fu tirato su già morto, che poi fu sepolto. Trento 11
agosto 1752.
387. Fra Taddeo da Pergine, Bernardo Sgritta, battezzato 21 agosto 1701, vestito
per laico in Arco li 20 maggio 1722 con tre altri per chierici essendovi Guardiano il P.
Valerio da Preghena, Vicario e maestro il P. Andrea da Val di Buono diffinitore. Nel
mese di giugno 1732 partì da Pergine per Terra Santa con ubbidienza procuratagli dal P.
Lodovico da Mezzotedesco dimorante allora in Roma per la causa della serva di Dio
Madre Giovanna Maria dalla Croce di Roveredo. Dimorò egli appena due anni in Terra
Santa, e per li suoi diportamenti fu rimandato in cristianità, ed a primi di gennaio 1736
capitò di ritorno in Borgo, ove fu posto di famiglia, e di poi in altri conventi.
Ultimamente sopraffatto da varii incomodi, fu mandato all'infermeria, ove dopo qualche
anno munito de' santissimi Sacramenti, passò al Signore; Trento 14 febbraro 1753.
388. P. Pasquale da Roveredo, Valentino quondam Domenico de' Biasi,
battezzato 15 febbraro 1672, vestito in Pergine li 2 luglio 1692, con un altro, uscito,
essendovi Guardiano il P. Bonaventura Nocher dal Borgo, maestro il P. Maurizio dal
Borgo diffinitore e pro-maestro il P. Giovanni Pietro Poli da Besenello Vicario. Studiò
la filosofia sotto il P. lettor Antonio Maria da Cavareno, e due anni di teologia sotto il P.
Vicenzo dal Borgo lettore di secondo corso. Poi collocato in Arco per studiare il terzo
anno sotto il sopraddetto P. Antonio Maria, qual dettava il terzo delle Sentenze che già
detto P. Pasquale avea studiato sotto il sopraddetto P. Vicenzo, si procurò per mezzo del
nostro P. Francesco Maria d'Arco, che trovavasi già studente in Roma l'ubbidienza per
176
colà portarsi. Qual ottenuta partì solo da Arco nel febbraro 1699 con (159. //) tre mesi
d'ubbidienza per viaggio, e giunse felicemente in Roma la settimana Santa, d'onde dopo
qualche settimana fu mandato allo studio generale di Montefortino. Per la Quaresima
del 1701 andò compagno col P. Gaudenzio dal Borgo a Sessa nel regno di Napoli, il
quale dovea ivi predicare, ma sopraffatto da infermità, non poté ciò effettuare, ed
infermatosi poi anche il P. Pasquale se ne ristornò a Montefortino, ove godendo
pochissima salute, si risolvette, dopo avervi fatta la dimora di più di due anni di
ritornarsene alla Provincia, come eseguì, arrivando di ritorno gli ultimi di maggio del
detto anno 1701, poco prima del Capitolo celebrato in Roveredo il dì 7 giugno. Si
esercitò poi qualche poco nella predica, ma molto più nel canto fermo, di cui fu assai
pratico ed ottimo istruttore, avendo una bellissima voce. Nel 1707 fu fatto Vicario in
Trento del P. Guardiano Antonio Maria da Cavareno. Nel 1708 fu Guardiano in Borgo.
Nel 1709 fu pro-maestro de' novizzi in Roveredo. Nel 1711 fu Vicario in Roveredo del
P. Guardiano Simon Pietro da Cembra. Nel 1712 fu Guardiano in Roveredo. Nel 1713
fu trasportato Guardiano in Borgo. Nel 1716 fu Vicario altra volta in Roveredo nel
primo anno del P. Guardiano Adriano da Lardaro. Nel 1718 e 1719 fu Guardiano delle
Grazie, e nel primo col permesso del P. Ministro Andrea da Val di Buono introdusse la
processione dello "Stabat Mater" all'altare del Crocifisso il venerdì. E nel secondo fece
fare l'oratorio da Domenico Flaim falegname da Revò vestito poi per Terziario in Arco
1720 nel marzo, e licenziato poi per infermità da Mezzolombardo dopo 13 mesi
nell'aprile 1721. Lo fece fare specialmente per dar ivi da mangiare alle donne e non più
in coro. Ebbe poi molti anni certa indisposizione acquistata in Campo ove da Arco era
stato posto di famiglia, nel cantare con troppo sforzo la Messa della Catena col Padre
Francesco da Vigalzano per cui perdette quasi tutta la voce. Quale avendo poi in buona
parte acquistata, nel 1727 fu fatto di nuovo Vicario in Roveredo nel secondo anno del P.
Guardiano Zaccaria da Roveredo della Luna. Nel 1728 fu eletto Guardiano di
Mezzolombardo, ma rinunciò. Nel 1730 fu fatto Vicario in Campo del P. Guardiano
Giacomo Antonio da Calliano, ed insieme maestro di due novizzi laici. Nel 1732 fu
fatto altra volta Vicario in Trento del P. Guardiano Francesco da Vigalzano. Nel 1735 fu
posto in Arco di famiglia, e dopo qualche anno fu destinato in Roveredo, ma
istradatovisi fu sopraffatto dalla febbre, fu condotto all'infermeria, e dopo essersi
rimesso, fu ricollocato in Arco. Così parimenti nel 1742, celebratosi in Arco il Capitolo,
fu destinato per Roveredo, ma appena dimoratovi otto giorni, fu rimandato in Arco, ove
nel 1744 fu pro-maestro de' novizzi. Finalmente nel 1750 il dì 26 settembre destinato
per l'infermeria partì in calesse dalle Grazie, e con fra Rocco da Por destinatovi
anch'esso, e dopo essersi fermato due giorni in Roveredo, giunse all'infermeria il dì 29
detto, ove infermiccio ed impotente vi si fermò sino alla morte. Finalmente il dì 7 marzo
1753 fu sorpreso da febbre, e poi da altri incomodi, come da spezie di idropisia, onde
munito de' santissimi Sagramenti e ottimamente disposto, passò piamente al Signore,
alle ore undici circa di mattina, d'anni 81 passati. Trento 20 marzo 1753. Fu ottimo
Religioso, superiore zelante, e colla gioventù discretamente severo.
389. P. Cherubino da Trento, Giuseppe Antonio Cappelletti200, battezzato 8
settembre 1671; vestito con 4 altri in Pergine li 3 giugno 1691, essendovi Guardiano il
P. Abbondanzio da Val di Buono, Vicario e maestro P. Maurizio dal Borgo, pro-maestro
P. Eusebio da Cognola. Studiò tre anni la filosofia sotto il P. Girolamo da Giudicaria nel
200
Nel manoscritto: Cappelletto.
177
secondo di lui corso, e tre anni la teologia sotto diversi lettori, ed indi fu fatto
predicatore, predicando poi per molti anni in diversi pulpiti festivi, domenicali. Nel
1707 fu fatto (160. //) Vicario in Pergine del P. Guardiano Angelo Ignazio da Tesero.
Nel 1708 fu eletto guardiano di Campo. Nel 1714 fu Vicario in Campo nel secondo
anno del P. Guardiano Daniello da Trento. Nel 1715 fu di nuovo Guardiano di Campo.
Nel 1719 avendo rinunciata il P. Giovanni Francesco da Nogaré la guardianìa di
Pergine, cui era stata conferita, fu fatto Guardiano di Pergine il P. Cherubino, e vi durò
due anni. Nel 1722 fu Vicario in Cavalese del P. Giovanni Maria Bertolini da Cles. Nel
1723 e 1724 fu Guardiano di Cles. Nel 1725 fu Vicario in Roveredo nel secondo anno
del P. Guardiano Romedio da Cles. E nel detto anno il mese di luglio si portò col P.
Lodovico da Mezzotedesco lettore in Trento, per dipporto a Sterzen, Innspruch, ed Ala,
ritornando verso la fine d'agosto. Nel 1728 trovandosi di famiglia in Borgo fu eletto
confessore delle monache di s. Anna ma rinunciò e fu fatto Vicario in Mezzolombardo
nel primo anno del P. Guardiano Silvestro da Trento. Nel 1730 e 1731 fu Guardiano di
Mezzolombardo. Nel 1734, essendo in Roveredo morto li 28 ottobre il P. Candido da
Mezzotedesco Vicario, vi fu sostituito il dì 22 novembre per Vicario del P. Guardiano
Clemente da Trento il P. Cherubino. Negli anni 1736 e 1737 fu di nuovo fatto
Guardiano di Mezzolombardo il P. Cherubino. Nel 1743 fu posto di famiglia in Arco.
Ed ivi cantò la sua seconda Messa la domenica fra l'ottava di s. Antonio il dì 18 giugno
1747, sermoneggiandovi il M. R. ex Provinciale Domenico Niccolò d'Ala, e
solennizzandola in refettorio gli eccellentissimi signori Conti d'Arco, e clarissimo signor
dottor Giuseppe Maccani commissario d'Arco. Nel 1748 incomodato da male di piaghe
nelle gambe fu destinato, ed indi a primi di giugno condotto all'infermeria di Trento. In
infermeria crescendogli le indisposizioni, era divenuto come un Giobbe, con piaghe
nella schiena, e gangrene nelle gambe, ed il tutto sopportava con esemplarissima
pazienza. Finalmente dopo la decombemza con tanti incomodi per più di un anno, passò
munito de' santissimi Sagramenti, ed assai ben disposto, piamente al Signore nell'anno
83 di sua età. Trento 17 aprile 1753.
390. P. Fulgenzio da Bagolino, Giovanni Pietro Luna detti Scalvini, battezzato
21 agosto 1680; vestito in Borgo li 20 maggio 1699, essendovi Guardiano il P. Maurizio
dal Borgo, Vicario e maestro il P. Michele Serbati da Roveredo. Studiò tre anni la
filosofia sotto il P. lettore Teodoro da Rumo. E un anno la morale sotto il P. Marcellino
Visintainer da Cles. Fu buon Frate ma di pochissimo talento, e però né predicatore, né
confessore. Per molti anni fu sagrestano in Trento, ed in altri conventi, specialmente in
Campo. E dal 1740 sino al 1747 fu di famiglia in Cles. Nel detto anno 1747 dimandò
d'esser posto in infermeria, essendo quasi impotente per il dolore di capo, ed altri
incomodi, ove poi rimase facendo Agnus, e dicendo la s. Messa, sino alla morte, seguita
per male peregrino nell'esofago, onde previamente munito de' santissimi Sagramenti,
passò piamente al Signore, Trento 24 aprile 1753.
1753. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Trento li 7 maggio.
391. P. Ambrogio da Roveredo, Niccolò Ferdinando figlio del signor Ambrogio
Rosmini, battezzato 19 agosto 1707; vestito, solo, in Cles li 29 giugno 1737, essendovi
Guardiano il P. Giacomo Antonio Forer da Calliano, Vicario e maestro P. Gerardo da
Cles, pro-maestro P. Ippolito da Nosellari diffinitore. Era nel secolo dottore e avvocato
e giudice in Isera, ed era stato più volte uno de' quattro provveditori della città. Avendo
178
già studiata la filosofia nel secolo, e passando (161. //) dopo la professione gli anni
trenta, fu posto nel detto anno 1738 in Trento studente di teologia, e vi durò tre anni
frateschi. Nel 1740 studiò il quarto anno in Borgo sotto il P. lettor Francesco Antonio
dal Borgo; e nel 1741 fu studente di morale sotto il P. Lodovico da Mezzotedesco. Colla
dispensa poi di Roma celebrò la sua prima Messa in Roveredo il dì 29 settembre 1739,
dopo due anni e tre mesi di Religione; e dopo un altro anno fu anche dispensato dalle
funzioni chiericali, ed in seguito fu istituito predicatorie e confessore. Nel 1742 il dì 12
settembre partì da Roveredo compagno del P. Ministro Giovanni Pio da Pressano per
Vienna, a cagione della controversia co' Padri Cappuccini per li due conventi da loro in
nostro pregiudizio, attentati in Condino e Malé, d'onde poi giunse di ritorno in Trento il
dì 2 aprile 1743. Nel primo anno del primo provincialato del P. Ferdinando da
Bronzolo, cioè nel 1745 il P. Ambrogio fu di lui segretario, ma di tratto in tratto
divenendo indisposto, rinunciò tal offizio nel 1746 in Mezzolombardo, ove si fece la
Congregazione. Nel 1747 fu Vicario in Roveredo del P. Guardiano Teodoro da
Gavazzo. Nel 1748 fu fatto ivi Guardiano. Nel 1743 predicò l'Avvento in Dro. Nel 1744
l'Avvento in Besenello. La Quaresima del 1745 in Terragnolo. nel 1746 l’Avvento in
Pressano. La Quaresima del 1747 in Zambana; e l'Avvento del 1747 essendo Vicario in
Roveredo, predicò a Volano. Nell'aprile del 1749 co' due seguenti fu per tre anni
confessor ordinario delle monache chiarisse di s. Michele in Trento. Nel 1752 secondo
anno del secondo provincialato del P. Ministro Giovanni Pio Besenella da Pressano lo
servì il P. Ambrogio di segretario dall'aprile 1752 sino dopo la metà d'agosto 1753. Nel
detto anno dopo la festa di santa Chiara fece egli un viaggio a stracollo, andando e
ritornando lo stesso giorno da s. Rocco in Brentonico alla visita di sua cugina signora
Orefici, accompagnata con un signor Ballista. Il dì 6 poi d'agosto, dopo Mattutino circa
le ore tre, partì da s. Rocco per Trento col P. Ministro, ed all'Acquaviva si fermarono a
pranzo ed indi capitarono in s. Bernardino. Dopo il vespro delli 20 agosto giorno di
lunedì, si sentì un gran dolore nelle coscie, non potendo quasi stare in piedi, e però si
coricò su 'l letto, e per ordine del signor medico Borseri, gli fu cacciato sangue al
braccio destro, da qual parte sentiva dolore nel petto, e la mattina gli fu cacciato al piede
destro. Se gli scuoperse la doglia, e per quanto si procurasse aiutarlo, non si ottenne di
liberarnelo; onde munito de' santissimi Sagramenti passò ben disposto, e rassegnato al
Signore, la sera circa le ore undeci e mezza, venendo il lunedì. Trento 26 agosto 1753.
Fu buon Religioso, e dotto, e per gli impieghi avuti nel secolo molto stimato da secolari.
Fu detto d'alcuni che per essere entrato troppo avanzato in età nella nostra austera
Religione, essendo prima stato usato a vivere comodamente, non potesse reggere a
rigori di quella; ma coll'ultimo viaggio per Brentonico e per Trento sopraffatto dalla
doglia dovette soccombere.
392. Frat'Antonio d'Aldeno di Casa Liberi, battezzato 2 gennaro 1693; vestito
Terziario in Borgo li 17 marzo 1720 dal P. Guardiano Teodoro da Rumo. Fu Terziario
civile ed esemplare. Nel 1729 fu compagno del P. Filippo da Rallo andante come
Custode al Capitolo generale di Milano. Nel 1735 partì dal Borgo il dì 8 febbraro per
Roma con P. Leonardo da Vigne portante alla sagra Congregazione il primo processo
formato d'autorità apostolica in Trento nella causa della venerabile serva di Dio suor
Giovanna Maria dalla Croce, e capitarono di ritorno in Arco li 22 giugno. Fu molto
desideroso che gli nostri Terziari fossero rimessi alla mensa in refettorio, come seguì
poi nel Capitolo del 1748; d'onde in quello del 1731 erano stati delusi, e però per
desiderio d'udire le sagre lezioni, erasi con gran premura raccomandato a Padri
179
capitolari. (162. //) Fu sottoposto molto alla doglia, da cui sopraffatto per la quinta
volta in Roveredo, ove da alcuni anni eravi di famiglia, dopo 17 giorni di doglia,
infiammazione di petto e malignità, munito de' santissimi Sagramenti, e ben disposto,
passò piamente al Signore, la sera della prima d'Avvento circa le ore sei e mezza sotto la
cena de' Religiosi. Roveredo domenica 2 dicembre 1753.
393. P. Andrea da Trento, Giuseppe Stanislao figlio del signor Marco Angelini,
battezzato 13 novembre 1720, vestito il Cles li 16 giugno 1737 con un altro per laico,
essendovi Guardiano il P. Giacomo Antonio da Calliano, Vicario e maestro il P.
Gerardo da Cles, pro-maestro il P. Ippolito da Nosellari diffinitore. Studiò tre anni la
filosofia sotto il P. lettor Giuseppe Maria da Roveredo, e tre anni la teologia sotto
diversi lettori. Nel 1745 fu nello studio dell'eloquenza in Borgo sotto il P. Agapito da
Strigno, e nel 1746 fu nello stesso studio in Campo sotto il P. Epifanio da Roncone. La
Quaresima del 1747 predicò in Terragnolo, e la Quaresima del 1748 essendo compagno
del P. Casimiro predicatore di Arco fece i discorsi li venerdì di marzo in Bolognano.
Invogliatosi d'andar in Terra Santa, dopo aver fatti diversi passi, avendo finalmente
ottenuta l'ubbidienza, e l'assenso, dal Borgo dove era di famiglia, si portò a Trento a
visitare li parenti, ed il dì 11 ottobre 1751 partì da Trento per Roveredo, istradato per
Venezia con compagno occorrente. Giunto in Venezia gli convenne fermarvisi fino
all'aprile dell'anno seguente 1752, per mancanza d'imbarco; ed allora poi velleggiando
per Terra Santa giunse egli in Gerusalemme il dì 10 agosto. Fu ivi per qualche tempo
presidente nel Santo Sepolcro, e di poi fatto anche presidente in s. Giovanni d'Acri, olim
Tolemaida, ove poi passò piamente al Signore, dopo un anno e quattro mesi circa dal
suo arrivo in Terra Santa, la vigilia del Natale, in s. Giovanni D'Acri 24 dicembre 1753.
394. Fra Alessandro da Canezza, Michel Bolderer, battezzato 24 marzo 1678;
vestito per laico in Roveredo con due altri per chierici li 17 maggio 1702, essendovi
Guardiano il P. Ignazio da Civezzano, maestro il P. Antonio Maria da Cavareno
diffinitore. Nel 1709 fu compagno del P. Francesco Maria d'Arco, allorché questi si
portò a predicare l'Avvento in Camaiore di Lucca e la Quaresima del 1710 in s.
Giovanni di Val d'Arco, diocese di Fiesole. Nel 1712 il dì 26 dicembre partì pare da
Arco, accompagnando fino a Novara il nostro P. Illuminato dal Borgo, che si portava
alle Missioni in Val di Luserna. Nel 1719 e due seguenti fu compagno del P. Provinciale
Antonio Maria, stato suo maestro. Nel 1723 partì col P. Amadio da Pergine, portandosi
in Terra Santa, e li 8 ottobre del detto anno arrivò in Alessandria. Nel gennaro del 1727
capitò di ritorno da Terra Santa in Borgo il suddetto P. Amadio; ma frat'Alessandro vi si
fermò alcuni altri anni per insegnar a ragazzi in Aleppo; ed in certo viaggio con altri
Frati, sorpreso dagli arabi, ricevette da uno di questi una lanciata sotto d'una mammella,
per cui assai penò per guarire, e portò la cicatrice fino alla morte. Partì poi solo da Terra
Santa per cristianità, e capitò di ritorno in Arco al principio di marzo 1730. Servì poi in
Provincia in qualità di portinaro, e sagrestano in diversi conventi. Ed ultimamente posto
sagristano in Trento, vi dimorò qualche anno, e quasi un anno intero dimorò
nell'infermeria per certo male in una gamba. Ivi finalmente, dopo esser stato aggravato
per quindeci giorni di febbre, accompagnata inoltre da male di petto, munito de'
santissimi Sagramenti, e veramente con religiosa rassegnazione, passò piamente al
Signore la sera dell'ultimo giorno di carnovale, laico modesto, civile ed esemplare.
Trento 26 febbraro 1754.
180
(163. //) 1754. Dal trentesimo ottavo Capitolo celebrato in Trento 30 aprile in cui fu
eletto per la seconda volta Ministro il P. Ferdinando da Bronzolo.
395. P. Gaudenzio da Cavalese, Carlo Francesco Rizzoli, battezzato 3 dicembre
1691 (fratello germano di fra Pacifico laico, morto in Campo li 17 dicembre 1744);
vestito in Cles con due altri li 9 maggio 1712, essendovi Guardiano il P. Valerio da
Preghena, Vicario e maestro il P. Adriano da Lardaro. In filosofia ebbe lettore il P.
Pietro Antonio da Roveredo. Ne' tre anni di scolastica ebbe tre distinti lettori; e nel 1719
studiò la morale in Fiemme sotto il P. lettore Domenico da Besagno. Fu poi in più
luoghi predicator domenicale nell'Avvento e Quaresima, ed anche confessor tedesco.
Nel 1726 circa li 28 aprile partì col P. Innocenzo da Ziano alla visita de' santuari di
Roma con 4 mesi di ubbidienza. Nel 1727 fu fatto Vicario in Cles nel secondo anno del
P. Guardiano Francesco da Vigalzano. Nel 1734 fu Vicario in Fiemme del P. Guardiano
Zaccaria da Roveredo della Luna. Nel 1735 fu Guardiano in Cavalese. Nella
Congregazione del 21 aprile 1739 fu fatto Vicario in Roveredo del P. Guardiano
Gasparo da Monclassico. Nel 1740 fu di nuovo Vicario in Cavalese del P. Guardiano
Venanzio Ielico da Tesero. Nel 1742 fu di nuovo fatto Guardiano di Cavalese. Nel 1743
fu fatto di nuovo Vicario in Roveredo del P. Guardiano Baldessar Antonio da Canezza.
Nel 1749 si portò nel mese si luglio a bagni di Pusteria col P. Simon Pietro da Palù, e
col P. Romualdo da Monaco. Nel 1754 fu collocato di famiglia in Mezzolombardo, e
dopo qualche settimana fu sopraffatto da postema catarrale, e dopo quattro in cinque
giorni munito de' santissimi Sagramenti, con religiosa disposizione passò ivi al Signore
circa l'una e trequarti, buon Religioso. Mezzolombardo 26 maggio 1754.
396. P. Placido da Piné, don Pietro Bolech da Miola in Piné, minorista, battezzato
14 giugno 1681; vestito con tre altri in Cles li 25 maggio 1703, essendovi Guardiano il
P. Serafico da Roveredo, Vicario e maestro il P. Andrea da Val di Buono. Studiò tre
anni la filosofia, e tre anni la teologia sotto il P lettore Domenico da Besagno.
Nell'aprile del 1719 si portò col P. Abbondanzo da Pellizzano alla visita del sacro
Monte di Varallo. Nel Capitolo del detto anno 1719 fu fatto Guardiano di Campo. Nel
1725 fu fatto Vicario in Pergine del P. Guardiano Mattia da Povo, ove dimorò per molti
anni confessore della nostra amorevolissima signora Madre Anna Catterina vedova del
quondam signor Antonio Lener nostro sindico apostolico, nata Prata di Pergine. Nel
1726 venuto da Pergine, partì dal Borgo li 10 settembre con 15 giorni di ubbidienza
portandosi a Padova e Venezia col P. Mattia da Povo. Nel 1727 fu di nuovo Vicario in
Pergine del P. Guardiano Illuminato dal Borgo. Nel 1729 trovandosi di famiglia in Cles,
nel mese di luglio, avendo rinunciata il P. Valerio da Preghena la Vicarìa di Campo, gli
fu sostituito per Vicario il P. Placido, essendo Guardiano il P. Nazario Longo da Tesero.
Nel 1730 fu per la terza volta Vicario in Pergine del P. Guardiano Bonifacio Martinolli
da Ossana. Nel 1733 fu Guardiano in Cavalese. Nel 1734 fu Guardiano in Pergine. Nel
1735 fu ivi la quarta volta Vicario del P. Giovanni Battista Casagrande da Nogaré
Guardiano al quale poi, morto li 15 febbraro 1736 fu sostituito per presidente sino alla
Congregazione fatta in Arco li 25 aprile 1736 il nostro P. Placido. Nel 1738 fu Vicario
in Roveredo nel secondo anno del P. Guardiano Anselmo da Trento. Nel 1740 fu
Vicario in Cles del P. Guardiano Norberto Levri da Fiavé. Nel 1741 fu Guardiano di
Cles. Nel 1752 fu eletto e trasportato Guardiano in Mezzolombardo, ma rinunciò. Nel
1743 fu in Arco pro-maestro de' novizzi. Nel 1749 fu Vicario in Mezzolombardo del P.
Guardiano Paolino da Preghena, (164. //) e nel 1750 fu ivi fermato di famiglia. Nel
181
1751 fu posto di famiglia in Trento e cappellano dell'infermeria. Ivi dopo alcuni anni,
infermatosi di febbre con catarro, dopo tre mesi d'infermità, munito de' santissimi
Sagramenti, e ben disposto passò piamente al Signore circa la ora una dopo mezza notte.
Trento 3 gennaro 1755. Fu buon Religioso, e quasi già di cinquanta anni fu sorpreso
dalla gotta. Predicò in molti pulpiti domenicali e festivi, le Quaresime, annuali ed
Avventi. E nella Quaresima del 1719 predicò alle monache della Santissima Trinità.
397. Fra Rocco da Val di Buono, Lorenzo Chinati da Por in Val di Buono,
battezzato 16 novembre 1678; vestito per laico da PP. Osservanti in San Secondo isola
presso Venezia e convento della Provincia di Candia, il dì 6 agosto 1700. Capitò in
Trento con lettera ordinale in data 17 giugno 1702, del Rev.mo P. Commissario
generale con acclusa licenza di poter venir incorporato nella nostra Provincia li 6
maggio 1702; ed il dì 4 agosto del detto anno cominciò in Arco l'anno della
deliberazione, quale terminato fu tra noi dichiarato incorporato il dì 4 agosto 1703,
essendovi Guardiano il P. Andrea da Val di Buono, Vicario il P. Michele da Roveredo.
Nel 1716 e due seguenti fu compagno del Padre allora Ministro Andrea da Val di
Buono. Nel 1723 con occasione d'accompagnare da Arco a Milano Il P. Giovanni
Battista da Gentilino che era stato in Trento a dar alle stampe li due tometti in 12
dell'Albero della Vita della venerabile d'Agreda, si portò alla visita del sacro Monte di
Varallo e ritornò poi nel gennaio 1724. Nel 1728 nell'ottobre fu compagno del P. ex
Ministro Sebastiano da Trento a Padova e Venezia. nel 1731 partì dal Borgo li 11 aprile
con tre mesi di ubbidienza con fra Feliciano da Pedersano e si portò alla visita de'
santuari di Roma, e nel ritorno di nuovo del Monte di Varallo, ottenuta la proroga
dell'ubbidienza, e circa il principio di settembre capitarono di ritorno nel convento di
Campo. Nel 1750 il dì 26 settembre partì da Arco in calesse col P. Pasquale
all'infermeria d'onde, dopo aver fatta una buona purga per il suo male di asma e di petto,
ritornò al suo convento d'Arco. Finalmente trovandosi di famiglia in Roveredo, munito
de' santissimi Sagramenti, passò piamente al Signore. Roveredo 4 gennaro 1755.
398. P. Giovanni Cristoforo da s. Michele, Bernardo Stozzoni, battezzato primo
febbraro 1666; vestito solo il Cles 30 giugno 1687, essendovi Guardiano il P. Casimiro
da Trento, Vicario e maestro il P. Bartolommeo da Roveredo, pro-maestro il P.
Innocenzo da Trento diffinitore. Fece il suo studio sotto il P. lettore Barnaba Stefeni da
Chiarano. Nel 1698 fu eletto per la seconda volta Ministro il P. Ignazio da Civezzano e
prese per segretario il P. Giovanni Cristoforo; ed il dì 14 ottobre del detto anno lo creò
notaio, come costa dall'istromento registrato nel libro degli atti. Nel 1699 fu per anche
segretario. Nel 1700 fu fatto Guardiano di Mezzolombardo. Nel 1701 fu per qualche
mese compagno in Inspruch del nostro rev.mo P. Ippolito Ippoliti da Pergine, ma
bramando di ritornar in Provincia, fu spedito fra Michel Angelo dal Varone col
Terziario fra Niccolò da Rumo a levarlo. Giunsero questi il dì 24 dicembre in Inspruch;
ed il P. Giovanni Cristoforo se ne tornò col Terziario sopraddetto in Provincia, restando
ivi per compagno del P. Ippolito fra Michel Angelo. Nel 1703 e 1704 fu il P. Giovanni
Cristoforo Guardiano di Fiemme. Nel 1705 fu ivi Vicario del Guardiano P. Daniello da
Trento. Nel 1707 e 1708 fu Guardiano del noviziato in Cles. Nel 1714 e 1715 fu
Guardiano in Pergine. Nel 1716 fu Vicario nel secondo anno del P. Guardiano di Arco
Tommaso da Bresimo. Nel 1718 fu Vicario in Roveredo del P. Guardiano
Massimigliano da Trento. Nel 1719 e 1720 fu Guardiano in Mezzolombardo, quando
fecero ricorso li signori lavisani, perché volessimo noi fondare in Lavis un convento, ma
182
allora li nostri Frati per diversi motivi non accettarono l'offerta, ma poi dopo l'anno
1734 in cui nel novembre furono accettati li PP. Cappuccini per fondarvi... tanto
convenne a nostri di maneggiarsi per opporsi a tal fondazione, come anche ci riuscì.
(165. //). Nel 1721 morto in Borgo li 9 dicembre il P. Carlo da Canezza attuale Vicario
del P. Guardiano Enrico Coellato da Trento gli fu sostituito per Vicario il P. Giovanni
Cristoforo. Nel 1723 morto in Borgo li 9 aprile il predetto P. Guardiano Enrico da
Trento fu ivi fatto presidente sino alla Congregazione il nostro P. Giovanni Cristoforo.
In detta Congregazione fatta in Arco li 15 luglio 1723 fu egli eletto Guardiano di
Campo, e vi durò nel 1723 e 1724. Nel 1725 fu fatto Vicario in Mezzolombardo del P.
Guardiano Daniello da Trento. Nel 1727 fu Vicario in Cavalese del P. Guardiano
Innocenzo da Ziano. Dimorò poi molti anni in Mezzolombardo, cioè dal 1732 al 1746.
Nel settembre del 1743 cantò la sua seconda Messa facendogli da padrino monsignor
Ignazio Kranabiter Prelato infulato di s. Michele, che co' suoi signori canonici la
festeggiò anche in refettorio, e sermoneggiò in chiesa il P. Alfonso Maria Barbi da
Cembra. Divenne poi il buon Padre Giovanni Cristoforo quasi del tutto sordo, e quasi
impotente, e però nell'inverno del 1748 dimandò ed ottenne d'essere condotto
all'infermeria. Lasciò del tutto di dire Messa (per la celebrazione della quale già molti
anni era non poco stimolato, e longo nel dirla) dopo Natale dell'anno 1752. Finalmente
carico di 89 anni e due mesi, e di 68 circa di Religione, munito de' santissimi
Sagramenti, e con religiosa disposizione, passò piamente al Signore; Trento 2 aprile
1755. Fu buon Religioso e da superiore fu gradito, comeché assai pacifico e quieto, e
molto caritativo e condiscendente, quantunque nell'esterno non lo sembrasse.
1755. Dalla prima Congregazione intermedia fatta in Trento li 16 aprile.
399. P. Remigio da Val di Sole, Pietro Giarollo da Presson in Val di Sole, pieve di
Malé, battezzato 24 gennaro 1687, vestito solo in Roveredo il dì 6 maggio 1709,
essendovi Guardiano il P. Serafico da Roveredo, Vicario e maestro il P. Casimiro da
Trento, pro-maestro il P. Pasquale da Roveredo. Ebbe in Borgo tre anni lettore di
filosofia e poi due di teologia in Trento il P. Lodovico da Mezzotedesco. Nel 1716 fu
ordinato sacerdote e cantò le sue primizie il dì 24 giugno in Cles. Studiò pure in
Mezzolombardo nel 1715 un anno la morale, e poi nel 1716 in Pergine il terzo la
scolastica sotto il P. lettor Domenico da Besagno. L'anno seguente 1717 nel maggio
partì per Roma, colla necessaria ubbidienza, portandosi al collegio di s. Pietro Montorio
per abilitarsi alle Missioni. Si fermò in Roma per mancanza di opportuna Missione
quasi due anni. Finalmente destinato missionario nell'Egitto, si partì da Roma e arrivò in
Provincia; e dopo aver visitati li suoi parenti si istradò da Venezia per la sua Missione
d'Egitto, ove per molti anni fu presidente in Hagmin nell'Egitto superiore, e nel detto
tempo, cioè verso il 1724 fu a visitare li luoghi di Terra Santa, mentre trovavansi colà li
nostro fratelli Bernardino da Serso e Gioachino da Madruzzo. Fu ottimo Religioso,
anche pria di portarsi alle Missioni. Era di statura assai lunga ma scarna, e di vista assai
scarsa, ed allorché andava alla cerca del pane per la città di Trento, era di somma
edificazione, per la gran mortificazione con cui camminava. Fu anche industrioso in
cose manuali. Finalmente dopo essere stato instancabile operaio nel sagro ministero di
missionario per trenta e più anni, con gran buon esempio di tutti, e gran vantaggi delle
anime e della nostra santa fede, provato anche dal Signore come un altro Giobbe con
diverse crucciose infermità, munito de' santissimi Sagramenti, con religiosa
disposizione passò piamente al Signore, e come scrisse da Roma sotto li 19 luglio 1755
183
il P. Procuratore delle Missioni, e poi anche il P. prefetto delle Missioni d'Egitto, al
Padre nostro Provinciale, siccome per il suo apostolico zelo in vita era stato tenuto per
santo, molto più poi dopo morte lasciò un concetto di santità. Morì in Hagmin
nell'Egitto superiore li 26 aprile 1755.
400. (166. //) Fra Antonio da Avio, Gioachino Fumanelli da Sabbionara in Avio,
battezzato 22 marzo 1678. Fu prima vestito Terziario in Trento li 20 maggio 1703; fu
poi vestito con un altro per laico in Cles li 4 giugno 1704, essendovi Guardiano il P.
Augustino Aurelio Barisella da Tuenno, Vicario e Maestro il P. Andrea da Val di
Buono. Nel 1714 essendo cucinaro in Trento partì il dì primo settembre compagno del
P. Michele Serbati da Roveredo, venuto da Mezzolombardo, ove era di famiglia,
portandosi alla visita de' santuari di Roma, e per via di Roveredo ed Arco, e trapassata
per il Lago la contumacia, giunse in Brescia a visitare sua sorella donna Candida
monaca di grande stima. Uscito fra Antonio per Brescia col cercatore, fu riconosciuto
per forastiero, che avea trapassata la contumacia, nacque del mormorio, cosicché
convenne a fra Antonio col P. Michele ben presto partire da Brescia, e quel pover uomo
che gli avea scortati e serviti per guida, essendo stato scuoperto e catturato, fu
condannato alla morte. Continuando poi il loro viaggio, giunsero in Roma li 4 novembre
1714. Andò poi compagno del P. Michele mandato a predicare l'Avvento a Castel
Gandolfo, e ritornato l'ultima festa in Roma, per mare col medesimo Padre destinato
confessore delle monache di s. Chiara partì per Napoli dando principio a detto impiego
li primi di gennaio 1715, e mentre il P. Michele era confessore delle monache a s.
Chiara, frat'Antonio fece il portinaro parte a santa Chiara e parte alla Maddalena. E
dopo li soliti tre anni dovendo partire il P. Michele, le monache di s. Chiara si esibirono
di tener e mantener tutta sua vita detto frat'Antonio, se voleva fermarsi, ma prescelse di
ritornare, come poi fece col P. Michele in Provincia. In questa s'impiegò con diligenza e
buon esempio ne' soliti offizi di cucinaro, portinaro e cercatore, e compagno di
confessore di monache. Nel 1743 fu posto di famiglia in Roveredo, e dopo alcuni anni
fu destinato in Campo, ma prima di partire, per accidente andato in beccaria di
Roveredo a ordinare la carne per il convento di s. Rocco, uscita fuori una cagna che
avea gli cagnolini gli diede una morduta, per guarir dalla quale dovette fermarsi, e così
vi continuò poi fino alla morte, molti anni compagno del confessor delle monache.
Finalmente dopo lunga infermità di febbre, e serramento di petto, munito de' santissimi
Sagramenti e ben disposto, passò al Signore; Roveredo 12 ottobre 1755.
401. Fra Masseo da Gazzadina, Giuseppe Zancanari da Gazzadina nella pieve di
Meano; battezzato 24 aprile 1699, vestito in Campo per laico con un altro li 21 maggio
1720. Fu per qualche tempo nel lanifizio, e poi fu posto in Trento a far l'infermiere, e
dopo essere stato per molti anni, fu poi infermiere e portinaro sagrestano in molti
conventi, e per essere d'ottimo giudizio riusciva assai bene. Nel 1744 andò da Fiemme
in Egna, ed ivi unitosi per compagno col P. Celestino Concini da Lavis collo stesso si
portò in Baviera coll'ubbidienza di tre mesi. Nel 1755 posto di famiglia in Cles
portinaro ed infermiere, circa la metà di maggio, ebbe un piccolo colpo d'apoplessia, ma
come era coraggioso non ne fece gran conto. Tuttavia per ordine de' superiori, partì il dì
26 giugno da Cles, col Terziario di Giudicaria venuto a levarlo, e per via di Molveno, si
portò a Campo, ivi unitosi col P. Bartolommeo Maria da Roncone, incomodato da male
di gambe, per via di Roveredo, Verona, e Vicenza, si portò a bagni di Padova, ed indi a
Venezia e poi ritornando per il Borgo a Trento, ivi lasciò il P. Bartolommeo Maria, e
184
poi ritornò al suo convento di Campo; ed esso fra Masseo si istradò per il suo convento
di Cles, visitando nel ritorno li suoi parenti in Gazzadina, e capitando la sera delli 24
agosto nel suo convento di Cles senza verun considerabile miglioramento, e
continuando a strocicare alquanto il piede, ed uscendo di convento, per brama di far
moto, penavano gli compagni a tirarselo dietro. Finalmente il dì 29 ottobre giorno di
liscia, venendo dalla porta di ritorno alla cucina, fu sorpreso da un grave colpo e
condotto in cella e posto su ‘l saccone, appena poté ben confessarsi dal P. Giorgio da
Vermeio suo confessore, e non ostanti diversi salassi, andava peggiorando, e perdette la
favella, e però dopo ave ricevuto (167. //) l'Olio Santo, e dopo il letargo di quasi
quaranta ore, passò piamente al Signore circa l'ora di Compieta; Cles primo novembre
1755.
402. P. Fortunato da Inspruch, Giuseppe Baldessaro Katznigg201, battezzato 24
ottobre 1695; vestito con un altro in Cles li 18 settembre 1717, essendovi Guardiano il
P. Enrico da Trento, Vicario e maestro il P. Teodoro da Rumo diffinitore. In filosofia
ebbe per lettore il P. Bartolommeo da Portolo, e tre anni anche in teologia, e nel terzo
anno ebbe co-lettore il P. Lodovico da Mezzotedesco. Nel 1731 predicò l'Avvento in
Origlio; e la Quaresima del 1732 in Terragnolo. Nel 1726 il 22 settembre partì da
Fiemme con 10 giorni d'ubbidienza si portò col P. Tobia Arcangelo da Sacco a visitare
li suoi parenti in Bolgiano. Nel mese d'ottobre del 1728 si portò con fra Romualdo da
Monaco a visitare li suoi congiunti in Inspruch. E fece qualche altro viaggio per
Germania. Nel 1747 fu fatto Vicario in Fiemme nel secondo anno del P. Guardiano
Giorgio da Vermeio. Fu molto sottoposto al male delle gambe; ed ultimamente da
Roveredo condotto all'infermeria per detto suo male con principio d'idropisia, dopo
circa quattro mesi d'infermità, munito de' santissimi Sagramenti, e ben disposto, passò
piamente al Signore la sera in sabbato circa le ore sette e mezza. Trento 29 novembre
1755.
403. P. Maurizio da Pergine, don Sebastiano Giacinto Refatti chierico tonsurato,
battezzato 20 agosto 1683; vestito con due altri in Borgo li 10 maggio 1704, essendovi
Guardiano il P. Benedetto da Val di Buono, maestro P. Maurizio dal Borgo diffinitore.
Nella filosofia ebbe lettore il P. Niccolò Trepin da Cles, e ne' tre anni di teologia ebbe
lettori parte il P. Domenico da Besagno, e parte il P. Giacomo Bontadi da Varignano. Fu
al secolo musico ed organista. Nel 1711 partì dallo studio di Arco col P. Antonino da
Trento studente, e si portò per organista al monte della Verna e vi giunse nel gennaio
del 1712; e dopo esservi dimorato quasi un anno col detto Padre, se ne andò in Napoli a
s. Chiara, ed ivi si fermò vice organista dal Natale fino al settembre 1713. Partito da
Napoli girò col medesimo Padre per l'Italia, ed ultimamente si fermò per cinque mesi in
Torino ove apprese alquanto la lingua francese. Fece poi ritorno in Provincia giungendo
in Arco circa le feste di Natale del 1714, fermandovisi per organista. Nella Quaresima
del 1716 partì da Arco con un romito per il lago di Garda, portandosi a Livorno per
andar da ivi in Gerusalemme. Arrivato alla Lastra di sotto Firenze scrisse al
Commissario di Terra Santa in Livorno per ottenere l'imbarco, ma non ebbe l'intento. E
però portatosi a Venezia, né meno da quel Padre Commissario alla Vigna poté
conseguirlo, e così nell'autunno ritornando in Provincia capitò in Borgo, e lo stesso anno
fu posto in Cles di famiglia. Nel 1720 fu Vicario in Arco del P. Guardiano Andrea da
201
Nel testo: Katznich.
185
Val di Buono. Nel 1722 si portò con fra Ruffino d'Avio per dipporto in Ala d'Inspruch.
Nel 1726 partì da Campo, ove era di famiglia, ed indi dal Borgo il dì 13 settembre
s'istradò per Venezia portandosi a s. Chiara di Napoli per organista. Vi dimorò per tre
anni in detto impiego, e poi due anni, manco qualche mese, con facoltà del rev.mo P.
Francesco da s. Severino Commissario generale di questa Cismontana Famiglia fu
organista presso li PP. Agostiniani Centuroni in Napoli, e col premio delle sue fatiche
procurò, e mandò al nostro convento di Pergine un bel calice. Partito poi da ivi per
patire male di occhi, giunse di ritorno in Provincia al Borgo il dì 22 dicembre 1731. Nel
1733 fu fatto Guardiano di Pergine. Nel 1738 fu di nuovo Vicario in Arco del P.
Guardiano Pietro Giuseppe da Riva. E negli anni 1740 e 1741 fu ivi pro-maestro de'
novizzi. Fu ottimo Religioso, ed assai diligente ne' suoi impieghi. Fu predicatore festivo
in più Avventi e Quaresime. Compose Messe e Vespri (168. //) in contrappunto e fu
per moltissimi anni organista nella chiesa nostra delle Grazie e fece alcuni allievi, come
il P. Damaso da Bruneco, P. Elzeario da Roveredo, P. Giuseppe Ippolito da Pergine, P.
Paolo Andrea da s. Giovanni in Sugana fiorentino, che fu nel 1742 segretario del nostro
P. Commissario Visitatore Ottaviano da Castelnuovo. Colla diligenza apprese anche
qualche poco la lingua tedesca. Nel 1747 fu di nuovo in Arco organista, e vi dimorò
sino alla morte. Finalmente dopo quattro giorni di febbre leggiera, oppresso da una
massa di catarro, munito de' santissimi Sagramenti, e con ottima disposizione, la sera
delli 2 dicembre, dopo Compieta, rese placidamente l'anima a Dio, d'anni 72 e mesi, e
51 di Religione. Arco 2 dicembre 1755.
1756. Dalla seconda Congregazione intermedia, anticipata a cagione dell'imminente
Capitolo generale di Spagna, e tenuta in Trento li 16 febbraro; sebbene le disposizioni
furono per li conventi pubblicate solo li 28 aprile.
404. P. Illuminato dal Borgo, Leonardo Antonio Olzhauser202, battezzato 12
marzo 1682; vestito in Cles con diversi altri li 4 giugno 1704, essendovi Guardiano il P.
Agostino Aurelio Barisella da Tuenno, Vicario e maestro il P. Andrea da Val di Buono,
pro-maestro il P. Giovanni Pietro Poli da Besenello. Ebbe in filosofia lettore il P.
Niccolò Trepin da Cles. Ne' due primi anni di teologia ebbe lettore il P. Filippo da
Rallo, e nel terzo il P. Domenico da Besagno. Nel 1711 la primavera essendo studente
in Trento al fine del terz'anno avanti la Congregazione, celebrata poi ivi in Trento li 28
aprile 1711, partì per Roma col P. Apollinaro Pedrot da Cognola suo condiscepolo per
andar nelle Missioni, con ubbidienza ottenuta per mezzo del P. rev.mo Ippolito da
Pergine dal rev.mo P. Vice Commissario generale de' Riformati Carlo Francesco da
Varese. Ma giunto in Roma il P. Illuminato, e scorgendosi debole, mutò idea ed ottenne
dal predetto Superiore generale di portarsi allo studio di Frascati, per compiere li suoi
quattro anni di studio teologico, ove si fermò quasi un anno e mezzo sotto il P. lettore
Sebastiano da Roma, ed espose e difese le tesi pubbliche dedicate a sua eccellenza
signor Conte Giovanni Paolo Giovanelli di Venezia dinasta del Borgo. Nell'ottobre del
1712 ottenuta la patente di lettore, fu istituito e destinato coadiutore nella Missione di
Val di Luserna nel Piemonte. Partito pertanto solo da Roma per la Provincia, ritrovò
nell'Umbria il nostro P. Eustachio da Trento, che andava a Roma, col quale poi già di
ritorno da Roma, si unì in Faenza, e capitò in provincia. Dal P. Ministro attuale
Girolamo da Giudicaria ottenne per compagno da portarsi alla sua Missione fra
202
Nel manoscritto: Olzauser.
186
Alessandro da Canezza; con questo partì da Arco per il Lago la seconda festa di Natale
26 dicembre 1712. Ed arrivato in Novara rimandò alla propria (Provincia) il detto
frat'Alessandro da Canezza; ed egli poi giunse alla sua Missione, in cui dimorò quasi sei
anni, predicando in diversi luoghi le Quaresime, e per tre anni spiegò a tre chierici
secolari la filosofia del Dupasquier. Fu presidente in s. Secondo. E certo Padre supposto
da Torino credesi stato ostacolo, per cui il P. Illuminato non fosse fatto prefetto. Ebbe
pure certa controversia col P. Nizza Procuratore delle Missioni in Roma, per cui gli
convenne dopo la Quaresima del 1718 di tornarsene in Provincia. Partito dunque dalla
Missione, si portò in Padova, ove unitosi a fra Cipriano da Trento infermiere, che
anch'esso ritornava in Provincia dopo esser stato in Padova per apprendere la chirurgia,
giunse in Borgo a primi di maggio, e fu poi collocato di famiglia in Fiemme. Dopo
alcuni mesi, ottenuta nuova ubbidienza si partì da Fiemme per Roma, ove aiutato dal
rev.mo Vice Commissario Monte Signano, ottenne dalla sagra Congregazione di
Propaganda (Fide), decreto favorevole, con cui veniva rimesso nella sua Missione
contro il Procuratore Nizza, e così di poter ritornare alla Missione di Val di Luserna; ma
non giudicò di più ritornarvi, et ottenne dal predetto Vice Commissario (169. //) di
lasciarlo andare a Napoli, ove predicò nella Quaresima del 1719 alla Croce di Palazzo, e
richiesto per confessore tedesco da sua eccellenza vice re Conte Daun, dal febbraro del
detto anno per alcuni mesi servì di confessore in Napoli, nell'ospitale di s. Giacomo de'
Spagnoli. Di poi nel giugno del detto anno ottenne dal cappellano maggiore la patente di
cappellano castrense, e servì il reggimento Roma, con cui andò in Sicilia per un anno e
mezzo circa. Ritornato dalla Sicilia fu cappellano nella fortezza di Napoli, di Barletta e
di Manfredonia, non avendo luogo fisso. Fu poi con reggimento fisso in Brindisi, ed
ultimamente in Taranto, d'onde partito capitò di ritorno in Borgo nell'aprile del 1723.
Riassunto dunque l'impegno di predicatore scorse quasi tutti li pulpiti considerabili della
Provincia nostra non quotidiani, avendo anche predicato ogni giorno in Borgo ed in
Arco, e fu gradito, se non altro per la sua brevità. Nel 1724 si portò, con Fra Timoteo da
Lavarone, in Padova. Il dì 12 giugno 1726 partì dal Borgo per Venezia col Terziario fra
Leonardo da Pergine per andar confessore tedesco in Corfù, ma non essendosi accordato
col P. Provinciale Riformato di Venezia che ne avea ricercato uno, a primi di luglio fu
di ritorno in Borgo. Nel 1727 fu fatto Guardiano in Pergine ed ebbe briga col P.
Provinciale Sebastiano da Trento, avendo fatte fare troppo alte o sia grandi le finestre
nuove sotto il coperto del convento, in occasione che quello fu alzato per diminuir il
calore col far passare l'aria, e convenne poi impicciolirle. Negli anni 1730 e 1731 fu
Guardiano in Cles. Nel 1739 dall'aprile fu Vicario in Pergine del P. Guardiano Ilario da
Besenello ex prefetto. Nel 1741 il dì 5 ottobre partì con tre mesi di ubbidienza da Arco
col Terziario fra Girolamo da Volano portandosi a Modena e Parma, d'onde capitò di
ritorno in Pergine il dì 23 novembre, ed il dì 25 s'istradò col detto Terziario per il suo
convento di Arco. Nel 1746 partì il dì 27 agosto da Roveredo, e la mattina da Sacco per
zattera, portandosi a Verona, ed accompagnando a Venezia a Padova fra Vito nostro
laico, incomodato dalle moroide cieche, per farsi curare, ma andando la cura in lungo il
P. Illuminato lasciò nell'infermeria di Padova il predetto fra Vito (che poi fu mandato a
levare e morì in Borgo), ed esso unitosi col P. Agapito in Venezia, capitò il dì 24
settembre in Borgo. Fu assai incomodato da calcoli, e ritenzione di urina, per cui si
siringava da se stesso. Dal 1745 sino al 1750 fu in Roveredo di famiglia e da ivi in
Borgo. Ivi dopo due o tre anni sopraffatto da un colpo leggiero d'apoplessia, restò offeso
un poco nella lingua, ma sopraggiuntagli poi una gran massa di catarro con febbre acuta,
su 'l quinto giorno, munito de' santissimi Sagramenti, ricevuti con mente limpidissima, e
187
con buona disposizione, rese piamente l'anima al Signore la mattina circa le ore 5 e
mezza; Borgo 27 marzo 1756.
405. Fra Ruffino da Cognola, Giuseppe Beber, battezzato 28 settembre 1704;
vestito in Arco per laico con due per chierici li 25 settembre 1726. Essendo tessadro,
dopo la professione fu quasi sempre nel lanifizio. Nel luglio del 1735 si portò con 20
giorni d'ubbidienza con fra Sisinio lanino203 compagno a Padova e Venezia, anche per
sollecitare la provisione e spedizione della lana. Nell'aprile del 1756 sorpreso da male di
rottura, e volvolo, fu fatto venire da Trento in Pergine il signor Lazzaro Visdomini
pubblico norsino, gli diede il mercurio, e fece il taglio, riaggiustò le budelle, ma non si
fu a tempo essendo il duodeno già empito ed indurito. E però munito co' santissimi
Sagramenti, e con piena rassegnazione a divini voleri sì nell'infermità di sette giorni,
come nella sua morte, passò piamente al Signore molto buon Religioso circa le tre ore e
mezza di mattina. Pergine 14 aprile 1756.
406. P. Enrico da Trento, Giuseppe Nicollò figlio del signor Norberto Hader204
mercante, battezzato 10 settembre 1710, vestito in Arco con due altri li 19 settembre
1727, essendovi Guardiano il P. Lodovico da Mezzotedesco, Vicario e maestro il P.
Baldessar Antonio da Canezza. Ne' tre anni di filosofia ebbe lettore il P. Aniceto da
Castellano. (170. //) Nel primo di teologia il P. Giovanni Pio, nel secondo il suddetto
P. Aniceto. Nel terzo in Pergine il P. lettore Benedetto. Ma dopo alcuni mesi se gli
scuoprì il mal caduco, onde fu levato dallo studio, e nel settembre col Terziario (poi
professo) fra Francesco Antonio da Meano fu mandato a Padova per consultar que'
signori medici, e dopo il suo ritorno e negli anni seguenti si provarono molte cure,
segreti, e rimedi e per li conventi ed in infermeria, e nel maggio del 1742 si portò in
Marostica sotto Bassano sotto la cura del celebre signor medico Niccola Bareggia di
Strigno, condotto205 in Marostica. Fu fatto confessore, e dimorò per molti anni di
famiglia in Campo, e col beneficio di tenersi strettamente legato il dito piccolo di una
mano, con stringerlo quando sentiva i forieri del male, si rimediava, cosicché potea
celebrare quasi sempre la santa Messa, ma la notte provava molte volte l'assalto più o
meno violento del male. Finalmente essendo di famiglia in Trento, gli sopravvenne la
doglia e nel settimo giorno, munito de' santissimi Sagramenti e ben disposto, circa le ore
tre di mattina, passò piamente al Signore; Trento 15 aprile 1756.
407. P. Baldessar Antonio da Canezza, Giovanni Battista Grobber, battezzato
11 agosto 1687; vestito con un altro in Borgo il dì 13 maggio 1705, essendovi
Guardiano il P. Benedetto da Val di Buono, Vicario e maestro il P. Maurizio dal Borgo
diffinitore. Ne' tre anni di filosofia, e primo di teologia ebbe lettore il P. Giacomo da
Varignano. Nel secondo e quarto in Trento il P. Domenico da Varignano, e nel terzo il
P. Marcellino Visintainer da Cles. Nel 1720 fu Vicario in Borgo nel secondo anno del P.
Guardiano Teodoro da Rumo. Nel 1721 fu Guardiano in Pergine. Nel 1723 fu Vicario in
Mezzolombardo del P. Guardiano Benigno da Banale. Nel 1724 e 1725 fu Guardiano in
Trento. Avendo rinunciato il P. Zaccaria da Roveredo della Luna, dopo un anno l'uffizio
di Vicario e maestro de' novizzi in Arco gli fu sostituito per Vicario e maestro nel 1726
e 1727 il P. Baldissaro. Nel 1728 e due seguenti fu confessore delle monache di
203
Lavorante nel lanificio.
Nel manoscritto: Adder. Anche Hayder...
205
Medico condotto.
204
188
Roveredo. Nel 1731 fu Vicario in Cles nel secondo anno del P. Guardiano Illuminato
dal Borgo. Nel 1732 fu Guardiano del noviziato in Arco. Nel 1733 fu Vicario in Trento
del P. Guardiano Ferdinando da Bronzolo. Nel 1734 e 1735 fu per la seconda volta
Guardiano di Trento. Nel 1737 fu Vicario in Pergine nel secondo anno del P. Guardiano
Davide Tonina da Vigolo. Nel 1739 dall'aprile sino al novembre fu Guardiano di
Campo. Nel 1739 dal novembre in cui alli 28 si fece il Capitolo, fu Guardiano in
Mezzolombardo. Nel 1743 e 1744 fu Guardiano di Roveredo. Nel 1745 fu di nuovo
fatto Vicario in Mezzolombardo del P. Guardiano Vittore Bruni dal Borgo. Nel 1747 da
Mezzolombardo fu posto di famiglia in Cles, e vi stette sino alla fine di settembre 1755.
Non fu amante di viaggi, e solo il dì primo aprile 1742 da Pergine col P. Sisto da
Roveredo si portò a Venezia e Padova con un mese di ubbidienza; nel ritorno s'infermò
in Vicenza, ed indi rimessosi per via di Lavarone capitò di ritorno in Pergine il dì 10
maggio. Il dì 25 maggio 1755 partì da Cles col P. Gregorio da Bordiana e si portò a
Roveredo e per Valsorda in Pergine e Canezza a visitare li parenti ed amici, e ritornato
in Cles li 14 giugno poco dopo s'infermò di male come di fianchi, forse effetto del
viaggio fatto con qualche stracollo. Vi si rimediò e pareva alquanto rimesso, ma ben
presto ricadde, e vi si adoperarono molti rimedi, ma non potendosi liberare dal supposto
stato in un lato fu giudicato bene mandarlo all'infermeria, come si fece. Ivi dopo molto
tempo si rimise, e vi si fermò poi sino alla primavera, e quando pensava d'essere levato
dall'infermeria, e mandato in altro convento, come già perfettamente rimesso, gli
sopravvenne una doglia terribile con febbre gagliarda, per cui nel dì terzo dell'infermità,
munito de' santissimi Sagramenti, e con esemplare rassegnazione, passò piamente al
Signore la sera circa le tre e mezza. Trento 24 aprile 1756. Fu per il suo tempo buon
predicatore per tutti gli pulpiti non quotidiani della Provincia, e la Quaresima del 1732
essendo Vicario in Cles predicò nella Collegiata d'Arco. (171. //) Dopo essere stato
confessore di monache, fu poi molestato dalla gotta. Fu Religioso di buon cuore, e ne'
suoi governi se la passò bene, sollecito ed attento al trattamento de' Frati e gradito anche
da secolari.
408. P. Giacomo da Varignano, Giovanni Francesco Bontadi, battezzato 18
gennaro 1677; vestito con tre altri per chierico in Cles la prima volta il dì 19 giugno
1695, ma dopo due mesi uscì per indisposizione. Fu poi rivestito l'anno seguente con tre
altri il dì 11 giugno 1696, collo stesso nome di fra Giacomo, essendovi Guardiano il P.
Giorgio da Predazzo, maestro il P. Simon Pietro da Cembra, pro-maestro P. Vicario
Benedetto da Val di Buono. Credesi sia stato pronipote del P. Giacomo Bontadi da
Varignano morto nel maggio 1671. Studiò 3 anni filosofia e 4 teologia sempre sotto il P.
lettore Adriano da Lardaro. Nel 1706 avendo il P. Valerio da Preghena rinunciata la
lettura di logica, per cui era stato destinato la seconda volta, gli fu sostituito lettore il P.
Giacomo colli seguenti chierici studenti: fra Baldessar Antonio da Canezza, fra Amadio
da Pergine, fra Nazario da Tesero, fra Guglielmo da Canzo in Val Badia a quali insegnò
la logica in Roveredo, e la fisica ed animastica in Pergine. Nel 1709 fu fatto lettore di
teologia in Cles e ne' tre seguenti anni in Arco. Nel 1713 fu Guardiano in Pergine. Nel
1714 e 1715 fu di famiglia in Roveredo. Nel 1716 fu fatto Vicario in Pergine del P.
Guardiano Giovanni Battista Zadra da Cis in Val di Sole. Nel 1718 fu Vicario in Campo
del P. Guardiano Benigno da Villa Banale. Nel 1720 fu Guardiano in Fiemme ove fece
rifare parte della clausura verso il rivo caduta, per cui a primi di maggio prima
dell'arrivo della famiglia nuova erano entrate diverse signore in refettorio. Nel 1721 fu
trasportato Guardiano in Roveredo. Nel 1722 e due seguenti fu confessore delle
189
monache del Borgo. Nel 1725 fu fatto Guardiano in Cles. Nel 1726 e due seguenti fu
confessore delle monache chiarisse di s. Michele in Trento. Nel Capitolo del 1728 in
Roveredo, fu eletto diffinitore, e nel 1729, dopo aver terminato l'offizio di confessore di
monache, fu nel secondo anno segretario del P. Ministro Serafico da Roveredo, dopo
che questo ritornò dal Capitolo generale di Milano. Nel 1731 fu maestro de' novizzi in
Arco e Vicario nel secondo anno del P. Guardiano Gerardo da Cles. Nel 1732 fu Vicario
in Campo del P. Guardiano Damaso da Bruneco. Nel 1733 avendo rinunciato il P.
Zaccaria la Vicarìa del Borgo, gli fu sostituito Vicario il P. Giacomo nel secondo anno
del P. Innocenzo da Ziano Guardiano. Nel 1734 e due seguenti fu confessore in Trento
delle monache alla santissima Trinità. Nel 1737 fu Guardiano del Borgo. Nel 1738 fu
Guardiano in Fiemme la seconda volta. Nel 1739 dall'aprile e poi dal novembre sino al
maggio 1740 per due anni frateschi fu Vicario in Fiemme il primo del P. Guardiano
Sisinio da Roveredo, ed il secondo del P. Guardiano Serafino da Verla. Nel 1741 fu
Guardiano in Campo. Nel 1742 fu la seconda volta Vicario in Pergine del P. Guardiano
Doroteo dal Borgo. Nel 1744 fu per la seconda volta Guardiano in Pergine. Nel
Capitolo del 1745 fu per la seconda volta eletto diffinitore e posto in Pergine, e l'anno
seguente 1746 fu posto in Arco e vi rimase fino alla morte. Il dì 25 luglio 1752 cantò ivi
la sua seconda Messa facendogli onore il P. Guardiano Alessandro da Roveredo,
correndo anche la di lui festa di s. Giacomo. Finalmente dopo tre mesi di penosa
infermità e 24 ore di terribili dolori di ventre (cui era sottoposto di frequente credendoli
flati...) sopportando il tutto con non ordinaria pazienza, e rassegnazione, e munito de'
santissimi Sagramenti, la sera verso le ore sei, passò piamente al Signore. Arco 25
agosto 1756. Fu buon Religioso, e ne' suoi governi zelante della santa osservanza.
409. Fra Cornelio da Civezzano, Antonio Alessandrini206, battezzato 12 novembre
1675; vestito in Cles per laico con un altro li 17 maggio 1700, essendovi Guardiano il P.
Gabriello da Trento, Vicario e maestro il P. Tommaso da Bresimo. Dopo la professione,
come tessadro, fu posto nel lanifizio, in cui vi perseverò per moltissimi anni prima in
Arco, e poi in Pergine, ove da Arco vi fu trasportato nel 1713. Molestato poi dalla
sciatica, fu levato nel 1722 dal lanifizio, e nel detto anno col Padre (172. //) Carlo
Antonio da Cles si portò a Cancelli nell'Umbria per venirne liberato colla benedizione di
quella casa privilegiata da s. Paolo. Fu ottimo Religioso pacifico e quieto, e faticò
specialmente dopo il ritorno da Cancelli in fare il sagristano, o aiutante di quello,
andando alquanto zoppo d'un piede. Finalmente quasi del tutto impotente fu condotto
dal Borgo nel 1754 all'infermeria, ove poi carico d'anni sopra ottanta, munito de'
santissimi Sagramenti, e ben disposto, passò piamente al Signore; Trento primo
novembre 1756.
410. Fra Tommaso da Frassilongo, Domenico Pruner207, battezzato 25 gennaro
1730, chierico tonsurato, vestito con quattro altri, de' quali due poi partirono, in Arco li
29 maggio 1751, essendovi Guardiano il P. Pietro Marcellino Armani da Tenno, Vicario
e maestro il P. Sisto Chiusole da Roveredo. Studiò tre anni la filosofia in Cles sotto il P.
lettor Daniello da Cavalese. E sotto lo stesso studiò il primo di teologia in Trento; e nel
1756 studiò ivi il secondo sotto il P. Carlo Antonio da Samoclevo. Essendo poi ordinato
diacono fu sopraffatto da una gran malattia di dolori di ventre, e come di volvolo per
venti giorni, sopportandoli con incredibile rassegnazione. Finalmente dopo varii rimedi
206
207
Nel manoscritto: Alessandrino.
Nel manoscritto: Proner.
190
nulla giovando, munito de' santissimi Sagramenti e ben disposto, circa l'ora prima dopo
il pranzo della sua festa di s. Tommaso, passò piamente al Signore; Trento 21 dicembre
1756.
411. P. Giacomo Antonio da Calliano, Lorenzo Antonio Forer, battezzato 19
ottobre 1697, fratello del P. Casimiro da Calliano, più giovane del P. Casimiro quanto
alla Religione, ma più vecchio quanto all'età, vestito con tre altri in Cles li 8 giugno
1715, essendovi Guardiano il P. Giovanni Francesco da Nogaré, Vicario e maestro P.
Andrea da Val di Buono Custode. Ebbe ne' tre anni di filosofia e primo di teologia
lettore il P. Corrado da Tesero; e nel 1720 e 1721 nel secondo e terzo ebbe lettore il P.
Ilario da Besenello. Dimostrò mediocre talento ne' predetti studi; ma poi colla sua
instancabile fatica ed applicazione divenne buon predicatore, e girò per tutti li pulpiti
non quotidiani della Provincia e fu per molti anni direttore del Terz'ordine in diversi
conventi. Nel 1729 fu fatto Vicario in Roveredo del P. Guardiano Prospero Riccabona
da Riva. Nel 1730 fu Guardiano in Campo. Nel 1731 fu di nuovo Vicario in Roveredo
del P. Guardiano Girolamo da Trento. Nel 1734 fu Vicario in Trento del P. Guardiano
Baldessar da Canezza la seconda volta. Nel 1736 e 1737 fu Guardiano del noviziato in
Cles. Nel 1738 e due seguenti fu confessore delle monache in Borgo. Nel 1740 e 1741
fu in Trento faccendiere e procuratore della Provincia, impiego ed offizio in prima volta
posto su, e poi anche levato via. E nella Quaresima del 1741 fu sorpreso da una
flussione in una gamba, per cui gli convenne sostenere tagli sotto la cura del signor
cerusico Signorini, mentre doveva predicare alle monache della Santissima Trinità,
supplendo per esso diverse prediche il P. Ippolito da Nosellari. Nel 1742 fu Guardiano
di Campo per la seconda volta. Nel 1743 fu trasportato Guardiano in Arco. Nel 1745 il
dì 21 aprile fatte le feste partì da Roveredo con fra Matteo Terziario per Verona e
Venezia, ove si unì per segretario di commissione col P. Teodoro da Gavazzo, venuto
da Roma dopo terminata la lite co' Cappuccini, ed andante Visitatore della Provincia di
Carniola e Croazia. E poi terminata la visita collo stesso per via di Venezia, Vicenza e
Vallarsa giunse di ritorno il dì 23 settembre in Roveredo, e poi fu collocato di famiglia
in Pergine. Nel 1746 e 1747 fu Guardiano in Trento. Nel 1748 essendo stato Guardiano
capitolare, ed avendo rinunciata la guardianìa del Borgo il P. Angelico da Roveredo, fu
per terzo anno Guardiano in Borgo. Nel 1749 fu segretario nel secondo anno del
secondo provincialato del P. Lodovico da Mezzotedesco, ma vi durò appena mezz'anno,
poiché fu impiegato a predicare l'Avvento a Volano, e la Quaresima seguente in
Mezzotedesco. Nel 1751 fattosi il Capitolo in Arco, fu eletto diffinitore. Nel 1754 e
1755 fu per la seconda volta Guardiano del noviziato in Arco, nel qual tempo fece fare
la scala nuova presentanea che porta dal dormitorio nel Capitolo, ampliando anche
questo. Nel 1756 fu posto di famiglia in Pergine, e nell'ottobre avendo ricevuto in certo
incontro una gran contrazione nella (173. //) schiena, a poco a poco accortosi, se gli
fece un ristagno di sangue per mancanza di circolazione, per qual motivo gli
sopravvennero alcuni tumori nel collo e poi alle spalle. Gli fu offerto di mandarlo in
infermeria, ma non accettò. Disse Messa quasi ogni giorno sino al principio dell'anno
1757. E poi andò mancando, e fece una gran cascata su 'l taglio del fornello del
provincialato, ritornando dalla scagna con farsi una ferita. Si mandò a chiamar il di lui
fratello da Arco P. Casimiro Custode, il quale giunto in Trento, e ivi preso l'infermiere
fra Cosmo, collo stesso partì per Pergine, ove arrivò la mattina, in cui già circa le ore
dieci il P. Giacomo Antonio era entrato in letargo, o sia vera agonia, e però il P.
Casimiro non poté dal fratello venir conosciuto. La sera poi del medesimo giorno, dopo
191
un mese d'infermità, munito previamente de' santissimi Sagramenti, rese piamente
l'anima a Dio. Pergine 10 gennaro 1757. Fu assistito oltre il signor dottor Baldassare
Ippoliti medico ordinario del convento, anche dal signor dottor Motes di Pergine, e fu
inoltre chiamato da Levico il signor dottor Pizzinini. Fu poi aperto il cadavere dal fra
Cosimo alla presenza dei medici, e gli furono trovate le viscere sane, ma eccedenti in
grandezza, specialmente il fegato, e conchiusero li medesimi, che non era possibile, che
naturalmente guarisse. Fu buon Religioso, ed indefesso nelle fatiche e molto attento a
servire le beatine. Ne' suoi governi se la passò competentemente. Co' secolari e co' Frati
alquanto economo.
412. Fra Stanislao da Predazzo, Antonio Piazza208, battezzato 25 novembre 1732;
vestito con un altro in Arco il dì 12 agosto 1755, essendovi Guardiano il P. Giacomo
Antonio da Calliano, Vicario e maestro il P. Patrizio da Terlago. Dopo la professa fu
posto in Mezzolombardo, ma poco vi durò sano, poiché fu sorpreso dal mal di petto. Fu
detto che nel noviziato se gli scuoperse il male, ma fu stimato bene, affine non fosse
mandato via, non farlo palesare. Dopo alcuni mesi fu condotto all'infermeria ivi se gli
scuoperse ance la febbre etica, da cui per più mesi consumato e dopo alcuni giorni di
quasi continua agonia, con esemplarissima rassegnazione, munito de' santissimi
Sagramenti, e ben disposto, la mattina circa le ore sette e mezza del martedì Santo,
passò piamente al Signore. Trento 6 aprile 1757.
413. P. Giovanni Antonio da Tesero, Francesco Antonio Zorzi, battezzato 27
luglio 1706; vestito in Arco li 19 settembre 1727, con alcuni altri, essendovi Guardiano
il P. Lodovico da Mezzotedesco, Vicario e maestro il P. Baldessar Antonio da Canezza.
Ebbe ne' tre anni di filosofia lettore il P. Giovanni Pio da Pressano. Ne' tre anni di
teologia ebbe tre differenti lettori. Nel 1736 essendo di famiglia in Borgo si portò dopo
la metà di agosto col P. Guardiano Ippolito da Nosellari ne' Sette Comuni alla visita del
di lui zio ivi rettore. Avendo una bellissima voce si esercitò in predicare, e predicò in
diversi pulpiti domenicali l'Avvento e la Quaresima. Nel 1748 fu fatto Guardiano di
Campo, e per molti anni godette poca salute. Il dì 15 aprile 1751 si portò compagno del
P. Gregorio da Bordiana andante con 20 giorni d'ubbidienza alla visita di una sorella
monaca in Padova. Nel 1755 trovandosi di famiglia in Campo, gli diede fuori come una
spezie di lebbra bianca; e però fu condotto all'infermeria, e rimessosi non però
perfettamente, si portò a bere le acidole in Cles. Collocato poi di famiglia in Arco, vi
predicò l'Avvento del 1756, cioè alle Grazie; e fece un triduo in Brenzone col P.
Crescenzio dal Borgo. E dopo Pasqua del 1757 essendosi portato ad assistere ad un
infermo di febbre maligna a Padaro sopra Chiarano, da ivi ritornato fu sorpreso dalla
doglia con infiammazione di reni, fegato, e milza, e con malignità. Onde vedendo che
co' varii rimedi non migliorava, fu munito co' santissimi Sagramenti, e con una santa
rassegnazione, molto ben disposto, passò piamente al Signore in Arco la mattina delli 5
maggio 1757.
(174. //). 1757. Dal Capitolo provinciale trentesimo nono fatto in Roveredo li 2
luglio, in cui fu eletto Ministro il P. Girolamo Cassina da Trento209.
208
209
Nel manoscritto: da Piaz.
L'estensore di questo manoscritto.
192
414. Fra Pietro da Castagné, di casa Valcanover, battezzato 9 settembre 1711;
vestito sotto il P. Ministro Corrado da Tesero per Terziario in Roveredo il dì 10 giugno
1735. Nel 1740 si portò per compagno col P. Lodovico da Mezzotedesco Custode al
Capitolo generale di Spagna, celebrato in Vagliadolid il dì 4 giugno. Nel 1756 si portò
di nuovo compagno del P. Benedetto da Cavalese pro-Ministro per il P. Ferdinando da
Bronzolo Provinciale, al Capitolo generale di Spagna celebrato in Murcia il dì 5 giugno.
Nel 1757 partì poi da Roveredo la sera delli 7 luglio per Sacco, compagno del
sopraddetto P. Benedetto da Cavalese allora diffinitor generale, destinato visitatore della
Provincia di Milano, la mattina per zattera calò a Verona, ed indi si portò a Mantova,
ove diede principio alla visita della detta Provincia. Fra Pietro poi geniale de' meloni ne
mangiò assai in Milano mandati da Caravaggio e Treviglio. Partito da Milano col
Commissario gli sopraggiunse la febbre nell'ospizio della Buffalora, ed il luogo di
ritornar a Milano, alquanto rimessosi tirò avanti ed arrivò li PP. Commissario e
segretario in Novara, ove di nuovo sorpreso dalla febbre, e fatta la doppia terzana fu
condotto al convento di s. Rocco in Oleggio, come più salubre. Ivi aggravatosi il male, e
munito de' santissimi Sagramenti, ed assistito con serafica carità da que' buoni Religiosi
passò al Signore con religiosa rassegnazione, circa le ore 20 in Oleggio, 28 agosto 1757.
Quel P. Provinciale di Milano lo fece, per sua mera carità, suffragare con una Messa
cantata da cadaun suo convento. Morì fra Pietro, senza che vi fosse presente né P.
Commissario Benedetto, né PP. segretario e pro-segretario Giuseppe Maria, o Epifanio,
attesoché questi due erano delegati alla visita di altri conventi ed il P. Benedetto lo avea
lasciato infermo in Novara, per proseguire la visita, e da ivi era partito con altro
Terziario, supponendo non fosse febbre di conseguenza. Fu fra Pietro buon Frate, civile,
e di buon esempio, gradito da Frati e da secolari; ma di non molta salute, e nel primo
viaggio di Spagna avea molto patito per certo flato frigido che gli cagionava poi mal di
stomaco. Si scusò perciò molto per non andar la seconda volta in Spagna, ma finalmente
s'arrese per servir P. Benedetto, ed il predetto flato lo tormentò anche nel secondo
viaggio.
415. P. Antonino da Trento, Carlo Girolamo Predelli, battezzato 27 aprile 1685;
vestito con due altri in Borgo li 10 maggio 1704, essendovi Guardiano il P. Benedetto
da Val di Buono, maestro il P. Maurizio dal Borgo diffinitore. In filosofia ebbe lettore il
P. Niccolò Trepin da Cles. Nel primo e secondo di teologia ebbe lettore il P. Filippo da
Rallo. Nel terzo ebbe in Arco, ove cantò la sua prima Messa, il P. Casimiro Bontadi da
Varignano. Nel 4° in Trento nel 1711 sino al novembre ebbe lettore il P. Marcellino
Visintainer da Cles. Nel novembre del detto anno si portò col P. Maurizio in Toscana, e
mentre il P. Maurizio suonava l'organo nel convento della Verna, il P. Antonino
proseguì lo studio teologico del 4° anno nel convento di Sinalonga su 'l Senese. Nel
maggio del 1712 si portò col predetto P. Maurizio per cantore a s. Chiara di Napoli, e di
poi, sempre col medesimo padre girando per l'Italia, arrivò in Torino a visitare suo
fratello Felice Predelli ivi pittore, e vi dimorò circa cinque mesi, ed apprese la lingua
francese, e fu anche a visitare in Val di Luserna nella Missione di s. Secondo il nostro P.
Illuminato dal Borgo ivi missionario e stato suo discepolo, da cui fu aiutato con abito e
sandale. Finalmente col sopraddetto P. Maurizio circa le feste di Natale 1714 capitò alle
Grazie. Di poi si diede alla predi (175. //) cazione, nella Quaresima del 1716
predicando in Terragnolo, e poi in altri pulpiti l'Avvento e Quaresima, specialmente la
Quaresima del 1718 in Predazzo e Moena, e quella del 1719 in Lomaso. Nel Capitolo
del 1719 fu fatto lettore di logica in Roveredo di quattro seguenti chierici studenti: fra
193
Bonifacio d'Ossana, frat'Aurelio da Trento, fra Francesco Pangrazio dalla Nave e fra
Tobia Arcangelo da Sacco. nel 1720 e 1721 insegnò a medesimi la fisica ed animastica.
E poi insegnò tre anni anche la scolastica teologia. Nel terz'anno cioè nel 1724 il giorno
di s. Silvestro cantò le sue primizie in Mezzolombardo il P. Francesco Pangrazio dalla
Nave210 di lui studente, sotto di quella facendo un discorso il P. lettor Antonino del
sacerdozio, fu tacciato incautamente avesse pizzicato il clero secolare quantunque si
scusasse d'aver parlato in generale: "non parlo con voi parlo con quelli del Perù". Se ne
offesero li signori preti di Mezzolombardo, e per mezzo del loro parroco signor don
Poda, accettissimo a casa Spavera211 e massime al signor Conte Francesco di Spaur
nipote e marisciallo di Corte di monsignor vescovo e principe Giovanni Michele di
Spaur (che era peranche in vita, e circa 4 mesi dopo cioè li 21 aprile 1725 passò
all'eternità) fecero un gran fuoco e procurarono si ritrattasse il P. Antonino. Ma placato
il signor Conte Francesco per mezzo del P. Guardiano di Trento Baldessar Antonio da
Canezza, si contentò che in luogo della pretesa ritrattazione il P. Antonino con
occasione di fare un discorso tra venerdì di Quaresima (sotto il parroco Poda qualche
anno dopo si fecero ne' venerdì di marzo alcuni discorsi coll'esposizione del Santissimo,
parte da' preti e parte da' nostri Frati ed in detto anno ne fece uno il P. Ippolito da
Nosellari, ed uno il P. lettor Antonino, che fu il ritoccato "chi non venera il
sacerdozio...") imminente nella chiesa di s. Giovanni di Mezzolombardo modificasse
cautamente la fatta moralità. Ed egli prontamente l'eseguì con discorso in cui provavasi
"Chi venera il sacerdozio non venera il sagramento. Piacque detto discorso allo stesso
signor arciprete Poda, e così l'imbroglio fu finito. Tanto più che dopo Pasqua come
sopra detto, passò anche alla gloria monsignor vescovo Spaur nostro amorevolissimo.
Ma il buon P. Antonino provò tuttavia una grande mortificazione e vessazione, che
potrà servire a nostri predicatori per procedere con tutta la cautela nel toccare li difetti
del clero secolare... per non... Nel 1726 fu fatto Vicario in Trento del P. Guardiano
Giacinto da Roveredo. Nel Capitolo del 1728 fu eletto Guardiano di Pergine; ove
avendo fatti fare diversi cassettini per il salvarobbe, e venendo poi giudicati superflui,
furono ivi levati, e posti nell'infermeria di Trento quasi di rimpetto alla stuffa di sopra,
per riporvi le erbe secche. Nel 1730 fu per un anno confessore delle monache in Borgo.
Nel Capitolo del 1731 fu eletto diffinitore, e nel detto anno e due seguenti fu confessore
in Trento delle monache alla santissima Trinità. Nel Capitolo del 1734 fu di nuovo
eletto confessore delle monache del Borgo, e vi durò tre anni. Nel 1737 fu fatto
Guardiano d'Arco, ed ebbe qualche briga per li conti imbrogliatissimi mandati al
diffinitorio; onde il P. Lodovico Provinciale l'obbligò a mandar al diffinitorio lo stesso
libro maestro de' conti. Nella Congregazione capitolare del novembre 1739 era stato
eletto Vicario di Pergine il P. Girolamo da Trento, e di poi venne questi eletto proMinistro al Capitolo generale di Spagna in luogo del P. Ministro Giovanni Pio da
Pressano, ed allora detto P. Girolamo rinunciò la Vicarìa di Pergine e gli fu sostituito in
Vicario il P. Antonino, qual cominciò li 7 gennaro 1740 in cui partì il P. Girolamo. Nel
1742 e 1743 fu lettore di morale in Cavalese. Fu assai pratico di canto fermo, e
componeva Messe e motteti, ma la voce era molto poco grata. Era molto dotto, ed al
tavolino metteva assai ben in carta, e compose varie dotte scritture, ma nel suo parlare
avea una maniera tediosa. Lasciò anche un'operetta manoscritta sopra le maschere,
molto lodata dal P. Benedetto da Cavalese, e già tempo era da lui conservata. Negli
ultimi anni fu di poca salute, soggetto a catarro, rottura, stette per un anno nel 1753
210
211
Nave San Felice, o Nave di Pressano, il cui titolare è S. Felice.
Spaur.
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nell'infermeria. nel 1754 e 1755 fu di famiglia in Cles. Nel 1756 fu posto in
Mezzolombardo, ove nell'ottobre per il catarro fu mortalmente infermo. Si riebbe, ma
poi ricadde, e avendo chiesto al P. Ministro d'andar all'infermeria, vi fu condotto il dì 28
novembre. E si riebbe, ma poi di nuovo ricadde. Finalmente dopo alcuni giorni di febbre
sopraggiuntagli con affannoso catarro, munito de' santissimi Sagramenti, e con religiosa
rassegnazione, passò piamente al Signore la sera... in Trento delli 11 gennaro 1758.
(176. //) 1758. Dalla prima Congregazione intermedia fatta in Trento 27 aprile.
416. P. Simon Pietro, Domenico Pellegrini da Palù di Giovo, battezzato 22 giugno
1718; vestito con diversi altri in Arco li 15 ottobre 1740, essendovi Guardiano il P.
Agostino da Brez, Vicario e maestro P. Gerardo da Cles diffinitore. Ebbe in filosofia
lettore il P. Giuseppe Ippolito da Pergine. Nel 1744 nel primo di teologia ebbe il P.
lettore Giuseppe Maria. Nel secondo il sopraddetto P. Giuseppe Ippolito. Nel 1746
studiò per il terzo la morale in Mezzolombardo sotto il P. Patrizio da Terlago. Nel 1747
studiò un altro anno la morale sotto il P. Lodovico da Mezzotedesco. Fu di poca salute e
negli anni 1749 e 1750 si portò a bagni di Pusteria. Nel 1757 alla fine di luglio con fra
Michele da Preghena si portò a bere le agre di Monte Vergine su 'l Padovano. Bevette
inoltre le acidole, e fece le purghe e cure avendo oltra una gran rottura e mal di petto,
perduta anche ultimamente la voce. Finalmente consumato da febbre etica, munito de'
santissimi Sagramenti, e ben disposto, passò piamente al Signore circa le ore 11 di
mattina. Trento 19 maggio 1758. Fu buon Religioso, confessor tedesco, e dato a qualche
manualità circa legare libri, e circa orologi.
417. P. Patrizio da Terlago, Giacomo Antonio Gilberti, battezzato primo maggio
1714; vestito con un altro in Arco li 14 settembre 1732, poi perché si rimettesse
perfettamente da molto grave infermità, che ebbe gli ultimi mesi di noviziato fu
differita, e da esso poi fatta la professione il dì 30 settembre 1733. Ricevette l'abito
essendovi Guardiano il P. Baldessar Antonio da Canezza, Vicario e maestro il P. ex
Ministro Serafico da Roveredo, a cui rinunciante fu dal novembre sostituito il P.
Bonifazio da Ossana. Ebbene tre anni di filosofia e tre primi di teologia lettore il P.
Gasparo da Monclassico. Nel 4° e 5° di teologia ebbe co-lettori in Trento li PP.
Benedetto e Vittorio; fu ordinato sacerdote nel settembre del 1738. Nel 1740 li 10
ottobre partì da Trento compagno del P. lettor Vittorio da Cavalese, che si portò a Roma
a cagione della lite co' PP. Cappuccini, d'onde capitò collo stesso di ritorno in Borgo li
11 ottobre 1741. Nel 1746 fu fatto lettor di morale in Mezzolombardo colli seguenti
studenti: fra Gregorio da Bordiana, fra Simon Pietro da Cembra, fra Gottardo Antonio
da Cles, fra Pietro d'Alcantara da Roveredo. Nel 1747 e 1748 fu istituito lettore di
filosofia biennale in Borgo colli seguenti studenti: fra Pietro d'Alcantara, fra Paolo da
Bresimo, fra Urbano da Terres, fra Francesco Saverio da Fondo. Nelli quattro seguenti
anni fu lettore di teologia in Cavalese. Terminata la lettura nel 1753 fu eletto Guardiano
di Mezzolombardo. Nel 1754, nel Capitolo fatto in Trento, e ne' due seguenti fu
destinato Vicario e maestro de' novizzi in Arco. Nel 1757 fu fatto Vicario in
Mezzolombardo del P. Guardiano Eduardo da Roveredo, ed insieme maestro di due
novizzi laici. Al principio di settembre accompagnò da Mezzolombardo in Fiemme fra
Rocco da Riva professato che vi andava cucinaro. Nel ritorno esso P. Patrizio preso il P.
Alessio da Varignano (che andava con esso di famiglia a Mezzolombardo) partì da
Fiemme col P. lettor Daniello da Cavalese che con un suo studente ritornava al suo
195
convento di Roveredo dalla visita fatta al suo signor padre in Cavalese, arrivati a
Montagna osservarono fatta nella pianura l'inondazione dell'Adige; e però esso P.
Daniello non vuolle arrischiarsi d'andar avanti, ma si fermò in Montagna. All'incontro il
P. Vicario Patrizio vuolle tuttavia partire da Egna per Salorno, andando per l'acqua sino
alla cintura, e né meno non ostante il consiglio del signor capitanio di Salorno Luteroti,
vuolle ivi fermarsi, ma tirarono avanti, e con pericolo della vita, se non fosse stato il P.
Alessio, arrivarono di notte in Roveredo della Luna. E poi su d'un carro partiti verso
Mezzolombardo giunsero al convento dopo il Mattutino. E dopo tal viaggio mai più
godette, l'anno che sopravvisse, perfetta salute. Nel 1758 fu posto di famiglia in Campo,
e verso la fine di settembre cominciò a provar difficoltà a mangiar cibi da magro e
nell'ottobre maggiormente se gli accrebbe per mangiarne di qualsiasi sorte. Il dì 29
ottobre fu condotto da Campo alle Grazie, per da ivi con lettica farlo condur
all'infermeria. Fu disposta la lettica, e per incomodo sopraggiunto ad un mulo fu
differita la subita spedizione di quella. E perciò li 9 novembre si spedì da Trento per via
(177. //) delle Sarche fra Modesto infermiere con fra Biagio Terziario, e giunto in Arco
ritrovò l'infermo P. Patrizio non più in stato d'essere condotto all'infermeria, e però si
fermò ad assistergli. Fu comunicato tre volte, e finalmente rassegnatissimo alla divina
volontà con brevissima agonia, sempre presente a se stesso, passò piamente al Signore
vicino alla mezza notte; Arco 14 novembre 1758. Il di lui male fu un increpamento del
ventricolo superiore o sia della bocca dello stomaco per cui non entrava cibo o se
qualcosa ne entrava tosto lo rigettava. Fu assai buon Religioso, e volontieri attendeva a
se stesso, onde con gran difficoltà accettò la Guardianìa di Mezzolombardo, e durò per
tre anni maestro de' novizzi. Nel 1742 predicò l'Avvento in Noriglio. La Quaresima del
1743 in Terragnolo e nel 1745 l'Avvento a Pressano. Era alquanto dato alla meccanica,
e specialmente a far orologi.
418. P. Celestino da Lavis, Giovanni Carlo Aloisio Concini, battezzato 16 marzo
1705; vestito con due altri in Arco li 5 agosto 1724, essendovi Guardiano il P. Serafico
da Roveredo, Vicario e maestro il P. Andrea da Val di Buono diffinitore. Ebbe per tre
anni in filosofia lettore il P. Ippolito da Nosellari. Nel 1728 e 1729 studiò la teologia
sotto il P. lettor Girolamo da Trento, e per il terz'anno studiò nel 1730 la morale in
Borgo sotto il P. lettor Corrado da Tesero. Nel 1733 predicò la Quaresima in Mechel; e
nell'agosto del detto anno col P. Francesco Pangrazio dalla Nave, con tre mesi
d'ubbidienza si portò a Vienna. Nel 1738 predicò la Quaresima in Terragnolo, e
l'Avvento nel detto anno in Castelnuovo. La Quaresima del 1739 predicò in Torcegno.
Ed il dì 15 agosto 1739 col Terziario fra Girolamo da Volano si portò da
Mezzolombardo in Caldaro ed ivi unitosi per compagno al P. Giovanni Pio da Pressano
collo stesso poi andò alla visita della Provincia del Tirolo, quale dal P. Giovanni Pio
terminata col medesimo capitò di ritorno in Trento li 23 novembre 1739. Nel 1746
predicò la Quaresima a mòcheni in Pergine. Nel 1758 trovandosi di famiglia in Arco il
dì 2 novembre recitando in coro co' Religiosi l'offizio solenne de' morti, fu sorpreso da
un gran deliquio, e da 4 Frati fu portato in cella, e stette più di tre settimane a rimettersi.
Il dì 26 detto in domenica cominciò ad andar in comunità, e due giorni dopo la sera delli
28 in martedì, fu sorpreso da febbre infiammatoria, e se gli scuoprì una doglia assai
gagliarda, e la vigilia dell'Immacolata Vergine, già munito de' santissimi Sagramenti si
credeva morisse, ma tuttavia si riebbe e venne a dir Messa. Scrisse e stampò:
“Descrizione geneologica dell'antica e nobil famiglia Concinni: dedicata dall'autore
all'illustrissimo sig. abbate Francesco Cristoforo Sebastiano cavaliere Concinni De ...
196
[S.l. : s.n.], [1757?] [non prima del]”. Ultimamente sorpreso da sputo di sangue fu
giudicato bene mandarlo all'infermeria; partì dunque in calesse con fra Cipriano da
Trento asmatico, da Arco li 19 gennaro ed il dì 21 gennaro 1759 in domenica capitò in
s. Bernardino. Non disse dopo il suo ritorno che un sol giorno la santa Messa, poiché
aggravandosegli il male, e munito de' santissimi Sagramenti, tutto rassegnato ed
intrepido, circa le ore sette della mattina, passò al Signore. Trento 6 febbraro 1759.
Ebbe tre infermità mortali la prima in Cles, per essere stato ad assistere in una gran
influenza a Dimar in Val di Sole. La seconda qualche anno dopo in Mezzolombardo. La
terza, come sopra fu detto, in Arco, per cui poi mandato a Trento, vi morì.
419. Manca
420. P. Francesco Maria d'Arco, Francesco Cencini, battezzato 16 maggio 1672;
vestito con un altro in Pergine il dì 7 giugno 1692, essendovi Guardiano il P.
Bonaventura Nocher dal Borgo, maestro il P. Maurizio dal Borgo diffinitore, promaestro il P. Giovanni Pietro da Besenello Vicario. Studiò la filosofia sotto il P. lettor
Antonio Maria da Cavareno, ed anche due anni la teologia in Provincia. Per opera poi di
sua eccell.za signor Conte Giovanni Battista d'Arco canonico di Salisburgo, dimorante
per (178. //) affari dell'arcivescovo di Salisburgo in Roma ottenne l'ubbidienza di
portarsi a studiare in Roma, ove nel 1698 se ne andò con fra Cipriano da Vezzano
eccellente infermiere, e vi dimorò nello studio circa due anni; e poi nel 1700 sotto il dì
15 maggio fu patentato per predicatore dal rev.mo P. Matteo da s. Stefano, Ministro
generale; con di lui ubbidienza partì da Roma per Monte Pulciano a fini d'esercitarsi
nella predicazione. Nell'Avvento del detto anno 1700 predicò nella parrocchia di Peretta
nelle Maremme di Siena. Nella Quaresima del 1701 predicò le feste nella parrocchia di
Acquaviva senese, e nell'Avvento del detto anno predicò nelle parrocchie di Nazano e di
Badia senese. Nella Quaresima del 1702 predicò quattro volte in settimana nel Castello
di Vagliano senese diocese di Monte Pulciano; e poi ristornò in Provincia, predicando
nel detto anno 1702 l'Avvento alle Grazie. In seguito poi predicò in quasi tutti i pulpiti
non quotidiani della Provincia (a riserva di Cavalese), annuali, quaresimali, Avventi, ed
a riserva della Quaresima ed annuale di Trento e Roveredo. Nel 1708 e 1722 predicò la
Quaresima nella Collegiata d'Arco. Nel 1711 predicò la Quaresima in Riva, e nel 1736
vi fece l'annuale. Nel 1712 e 1724 la Quaresima predicò in Borgo e nel 1716 e 1723
predicò in Pergine. nel 1709 si portò con frat'Allessandro da Canezza compagno in
Toscana, e predicò l'Avvento di detto anno in Camaiore di Lucca, e la Quaresima del
1710 predicò ogni giorno in s. Giovanni di Val d'Arno diocese di Fiesole, e poi ritornò
in Provincia. Nel 1714 fu fatto Guardiano in Mezzolombardo. Nel 1716 e 1717 fu
Guardiano di Trento, ed avendo recitato con gran vivacità un panegirico in onore del
Beato Giovanni Francesco Regis gesuita, beatificato nel 1716 da Clemente XI, alla
presenza di monsignor vescovo e principe Giovanni Michele Spaur, incontrò assaissimo
presso del medesimo, e poi ricevette in varie occorrenze diversi favori. Terminata la
guardianìa di Trento, si portò nel maggio del 1718 col P. Gregorio da Trento in Venezia
e per ordine del P. Ministro Andrea da Val di Buono fece una considerevole provisione
de' libri, specialmente de' predicatori, e poi per alcuni anni dimorò di famiglia in
Mezzolombardo, ove incomodato a cagione di certo flato da varii dolori se ne liberò
andando a Bagni di Pusteria col P. Agostino da Brez sottoposto a dolori articolari, ed
avendo per alcuni anni atteso a far bambinelli di cera, donò alla Badessa di Sonnenburg
tutti gli stromenti per farli, che furono dalla medesima molto graditi. Fu di poi nel 1723
collocato in Giudicaria, e nel 1724 fu fatto ivi Vicario nel secondo anno del P.
197
Guardiano Giovanni Cristoforo da s. Michele. Nel Capitolo celebrato in Trento nel
1725, fu eletto diffinitore, e posto di famiglia in Trento per tre anni seguenti fu ivi
Visitatore del Terz'Ordine e negli anni 1728 e 1729 fu per la seconda volta Guardiano di
s. Bernardino, e vi continuò l'offizio di Visitatore. Nel 1730 fu Visitatore del
Terz'Ordine in Roveredo. Fu poi per alcuni anni in Arco, e nel 1745 posto di nuovo in
Roveredo, vi si fermò sino al dì 23 novembre 1753 (ivi il dì secondo di luglio 1747
domenica prima di luglio, avendo già cominciato ma non terminato il cinquantesimo
anno di sacerdozio, poiché avea cantate le sue primizie il dì 8 giugno 1798) cantò la sua
seconda Messa con grande solennità, essendovi Guardiano il P. Teodoro da Gavazzo, e
si adoperarono la pianetta, tunicelle, velo del calice ed umerale fatti dallo stesso P.
Francesco Maria di lana ad ucchia a ricamo (donati poi dal medesimo colla licenza del
P. Ministro Ferdinando da Bronzolo al convento delle Grazie) e vi semoneggiò il signor
don Pietro Tamburini d'Arco, venuto colli signori parenti di Arco e di Riva del P.
Francesco Maria. E fu veramente solennizzata detta funzione, sebbene colle carità de'
predetti parenti e d'altri benefattori, quasi con troppa sontuosità. Continuò poi a dimorar
in Roveredo il P. Francesco Maria, ove più volte fu incomodato dalla risipola, e da una
piaghetta nella cavicchia di un piede e però non rimettendosi, ed essendo obbligato a
letto, fu quasi costretto dal P. Ministro Giovanni Pio da Pressano a ritirarsi
nell'infermeria di Trento. Animato dunque dal P. Ministro partì il dì 23 novembre 1753
in calesso per detta (179. //) infermeria, accompagnato dal P. Francesco Pangrazio
dalla Nave; ove ben presto restò assai contento d'esservi stato condotto; e con un
empiastro di pomi fu poi anche guarito dalla piaghetta nella cavicchia. Dimorò poi
sempre nell'infermeria quasi per cinque anni e mesi quattro, andando specialmente li
primi anni qualche volta in città alla visita de' suoi particolari benefattori. Fu valente
predicatore a suoi giorni, di gran memoria, di buon gesto, e di bella voce e presenza, e
per molti anni andava per città cogli occhiali su 'l naso, e perciò veniva chiamato il
Padre dagli occhiali. Compose secondo il gusto del tempo più quaresimali quotidiani di
prediche, e libri di discorsi del Venerabile, e per il Terz'Ordine, ma non corrispondeva
in realtà la di lui composizione alle altre sopraddette di lui parti. Descrisse e ridusse
tutte le sue prediche, e discorsi in otto tomi di foglio piccolo, da lui medesimo ben
legati; ma al presente di pochissimo, per non dire niun uso attesa la qualità de' concetti
non molto aggiustata. Di lui avvi alle stampe il panegirico fatto in onore del Beato
Giovanni Francesco Regis gesuita, ed un discorso della Madonna del Carmine. Fu
inimicissimo dell'ozio; onde sempre stava impiegato, ora in scrivere e comporre, ora in
fare scatole e fiori. Finalmente carico d'anni quasi ottantasette, sorpreso da febbre
ardente (per cui anche l'anno antecedente era stato mortalmente infermo) munito de'
santissimi Sagramenti, e ben disposto circa le ore quattro e mezza in sabato la sera,
passò piamente al Signore. Trento 17 marzo 1759.
421. P. Quirico da Godenzo in Giudicaria, Giacomo Antonio Rigotti, battezzato
28 dicembre 1727, vestito in Arco li 14 settembre 1748 con un altro uscito, essendovi
Guardiano il P. Girolamo da Trento, Vicario e maestro il P. Mariano Speranza da
Volano. Ebbe in Borgo nel 1749 e 1750 lettore di filosofia biennale il P. Epifanio da
Roncone. Come pure nel primo anno di teologia 1751, e ne' tre altri anni di studio
teologico ebbe tre altri lettori in tre distinti conventi. Fu di poca salute, e sotto posto a
male d'occhi, in uno de' quali gli venne poi la gutta serena. Fu compagno del confessore
di monache in Trento alla Trinità; a s. Anna, ed ultimamente a s. Carlo; e nell'agosto
1758 fu approvato confessore, e si diede ad una vita spirituale, mangiando assai poco.
198
Nell'aprile 1759 trovandosi compagno del confessore delle monache di s. Carlo, fu
incomodato da febbre, e poi sorpreso da leggier colpo apopletico; e però fu stimato bene
di tosto in calesse mandarlo all'infermeria, ove poi peggiorando, fu munito de'
santissimi Sagramenti, e tutto rassegnato ed ottimamente disposto, passò piamente al
Signore circa le ore sei e mezza la sera, Trento 29 aprile 1759.
1759. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Roveredo primo di maggio.
422. P. Giovanni Pio da Pressano, Gioachino Andrea Besenella, battezzato 24
marzo 1702; vestito in Cles con tre altri li 20 agosto 1919, essendovi Guardiano il P.
Daniello Vicbaider da Trento, Vicario e maestro il P. Zaccaria Fenner da Roveredo
della Luna diffinitore. Ebbe in Trento tre anni in filosofia e quattro in teologia, dal 1720
al 1726 inclusive sempre lettore il P. Lodovico Sittoni da Mezzotedesco lettore di
secondo corso, di cui ivi fu co-lettore nel 1723 il P. Bartolommeo da Portolo. Nel
settembre del 1725 essendo sede vacante in Trento, fu ordinato in Feltre sacerdote con
brevetti per la dispensa dall'età. E nel 1726 dopo Pasqua si portò col P. lettor suo
Lodovico, da Trento in Pergine, ove difese pubblicamente le tesi esposte e dedicate a
monsignor Suarez vescovo di Feltre, che ivi trovavasi nella sagra Visita. Nel 1727 fu
posto in Mezzolombardo di famiglia, e nel settembre si portò col P. Ippolito da
Nosellari ivi lettore, andante ne' Sette Comuni a fare il discorso in Asiago di s. Matteo,
titolare del predetto luogo; e da ivi ritornato recitò (180. //) il P. Giovanni Pio il
panegirico de' nostri Santi Giacomo e Francesco Solano (de' quali si solennizzava con
ottavario la canonizzazione), ne' conventi di Arco, e Pergine, ed in questo fu collocato
di famiglia per aver cura di due neoprofessi chierici fra Teodoro da Gavazzo e fra
Apollinaro da Tesero. Nel 1728 fu fatto lettore de' seguenti cinque chierici: fra Teodoro,
fra Apollinaro, fra Angel Ignazio, fra Carlo Bonaventura e fra Giovanni Antonio da
Tesero a quali insegnò tre anni la filosofia. Nel 1731 fu istituito lettore di teologia ed il
primo anno la insegnò ivi col P. Ferdinando da Bronzolo co-lettore. Nel secondo la
insegnò solo, in Roveredo, ove dopo li due di agosto 1732 si portò col P. Vicario
Ippolito da Nosellari, con un mese d'ubbidienza per via de' Sette Comuni a Padova,
Venezia, Verona, e alla Madonna della Corona. Nel terzo la insegnò solo, in Trento. Nel
quarto anno la insegnò ivi nel 1734 avendo per co-lettore il P. lettor Aniceto da
Castellano. E nel gennaro 1735 il dì 7 partì da Trento per Inspruch col P. diffinitore
Agostino Avanzin da Brez per la causa co' PP. Cappuccini per l'attentato ospizio in
Lavis, ove dopo essersi trattenuto diverse settimane, capitò di ritorno col detto P.
diffinitore in Trento li 22 febbraro. Nella Congregazione poi fatta li 25 aprile, avendo
terminato il corso di sua lettura, fu fatto Vicario in Trento nel secondo anno del P.
Guardiano Baldassaro Antonio da Canezza, e la Quaresima del 1736 essendo Vicario di
Trento predicò in Pressano sua patria. Lo stesso anno 1736 predicò in Riva il P.
Giovanni Maria Besenella da Pressano cappuccino fratello maggiore del P. Giovanni
Pio. Ed alla prima predica nel giorno delle Ceneri, caduto li 15 febbraro facendo la
predica della morte, fu sorpreso da colpo apopletico, ove dovette scendere dal pulpito, e
portato in canonica e poi al convento d'Arco, dopo uno o l'altro giorno passò al Signore.
Supplì poi in Riva la Quaresima predicando tre volte in settimana, il P. Girolamo
Graziadei da Trento cappuccino. Nel 1736 insegnò in Trento il 5° anno la teologia sino
li 22 novembre, essendo co-lettore del P. lettor Benedetto, ed insieme fu Visitatore del
Terz'Ordine in città, ed introdusse il sermoneggiare a Terziari solamente ogni 15 giorni.
Il dì poi 22 di novembre 1736 partì il P. Giovanni Pio da Trento per Roma con
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frat'Alessio da Castagné compagno, andando segretario di Curia del M.R.P. Felice da
Roma che con breve dell'allora regnante Pontefice Clemente XII in data 9 ottobre era
stato sostituito Procuratore generale della Riforma al P. Pietro Paolo da Cerignola,
promosso al vice commissariato generale della Riforma per la morte seguita del P.
rev.mo Giovanni da Pietrafitta. Eravi attualmente segretario di Curia il nostro P.
Lodovico da Mezzotedesco ma essendo egli stato eletto nella Congregazione nostra
fatta in Arco li 26 aprile 1736 Guardiano di Trento, e però avendo accettato, e dovendo
ritornare alla propria, aveagli ingiunto il Padre Procurator Felice che gli procurasse
presso il suo Provinciale un soggetto per succedergli nella segreteria di Curia. Lo
ricercò dunque il P. Lodovico al P. Ministro Corrado da Tesero, questi ne scelse due, il
P. Diffinitor Girolamo da Trento che di fresco era giunto in Vienna per promuovere la
causa contro de' PP. Cappuccini. Offerse dunque per lettera il P. Ministro l'impiego di
segretario di Curia al detto P. Girolamo, il quale per diversi motivi si scansò, onde fu
scelto il P. Giovanni Pio che felicemente capitò in Roma il 22 dicembre 1736, e tosto si
diede all'impiego di segretario di Curia, ed il P. Lodovico totalmente sbrigato, partì da
Roma il dì 17 gennaro 1737, di ritorno alla propria per poi andar Visitatore della
Provincia del Tirolo, commissione conferitagli dall'attuale vice commissario generale
della Riforma P. Pietro Paolo da Cerignola, del quale, mentre era Procurator generale,
esso P. Lodovico era stato di lui segretario di Curia. Dopo la partenza da Roma del P.
Lodovico, che per sette anni era ivi anche stato procuratore della causa della nostra
venerabile Madre Giovanna Maria dalla Croce, fu questa addossata al P. Giovanni Pio;
il quale poi, essendo stato promosso al vice commissariato generale della Riforma, per
la morte del P. Cerignola, il rev.mo P. Felice, anch'esso di segretario di Curia divenne
segretario generale del predetto P. Felice. E non molto dopo essendo uscito ordine dalla
santa Sede, che tutti li Ministri provinciali, che nel decorso dell'anno 1739 terminavano
il biennio della loro elezione, si facessero de' nuovi ne' Capitoli provinciali, quali poi
intervenir dovessero al Capitolo generale intimato dal rev.mo P. Ministro generale
Giovanni Bernejo da celebrarsi nel 1740 in Vagliadolid nella Spagna. Ed avendo il
nostro P. Lodovico Provinciale terminato il (181. //) biennio dalla sua elezione li 27
maggio 1739 e qualche settimana prima avendolo terminato anche il P. Provinciale del
Tirolo, mandò il rev.mo P. vice commissario generale per commissario Visitatore della
Provincia del Tirolo il suo segretario il P. Giovanni Pio, ed un tal P. lettore Silvio da
Roma per Visitatore di questa nostra Provincia di s. Vigilio. Partirono li due predetti
Visitatori gli ultimi di maggio 1739 insieme da Roma e giunti a Venezia il P. Silvio si
ritirò in Brescia sino che giunse il tempo proprio per entrar in nostra Provincia. Il P.
Giovanni Pio seguitò il viaggio, preso per compagno un tal P. Urbano da Roma
destinato segretario del sopraddetto P. Silvio. Li 8 luglio capitò in Borgo, ed in seguito a
Trento il detto P. Giovanni Pio. Ivi disposte le cose, prese per segretario di commissione
il nostro P. diffinitore Ferdinando da Bronzollo, con cui il dì 15 agosto capitò in
Caldaro, ed ivi, giuntogli da Mezzolombardo per compagno il P. Celestino Concin da
Lavis, diede principio alla visita della Provincia del Tirolo. Dalla quale felicemente
sbrigatosi celebrò il Capitolo in Inspruch il dì 9 novembre 1739. E per il dì 23 detto
giunse di ritorno in Trento. Il P. Silvio da Roma, come sopra fu detto, destinato nostro
Visitatore, a tempo proprio venne da Brescia in Provincia nostra, incontrato in Arco dal
P. Provinciale nostro Lodovico. Esso poi diede principio alla nostra visita che andò
regolando in modo che al ritorno del P. commissario tirolese P. Giovanni Pio, mandò
fuori la citatoria per nostro Capitolo provinciale, intimandolo per il dì 28 novembre
1739 in Roveredo, in cui poi fu eletto Ministro il detto nostro P. Giovanni Pio capitato
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già dalla finita commissione del Tirolo, come fu detto, in Trento il dì 23 novembre, il
quale scelse per suo segretario il P. Ferdinando da Bronzollo e per compagno il P.
Mariano Speranza da Volano. E fu subito trattato da Padri, affine non andasse al
Capitolo generale, ma restasse in Provincia, attesa la di lui gracile complessione, e per
la causa di Levico co' PP. Cappuccini per ostare alla fondazione che essi ivi attentavano,
di eleggere un Pro-Ministro che in luogo del P. Provinciale Giovanni Pio andasse poi
col Custode Lodovico al Capitolo generale in Spagna. E tanto appunto fu eseguito,
venendo canonicamente eletto dal diffinitorio e Padri di Provincia in Pro-Ministro il P.
Girolamo da Trento. Il quale poi partì per Spagna col P. Sigismondo da Cagnò per
compagno li 25 gennaro 1740, e giunse col sopraddetto P. Custode Lodovico da
Mezzotedesco e con fra Pietro da Castagné Terziario di lui compagno il dì 25 maggio
1740 nella città di Vagliadolid la mattina della vigilia dell'Ascensione; ed il dì 4 giugno
vigilia della Pentecoste intervennero al Capitolo generale ivi celebrato. Durò nel
provincialato il P. Giovanni Pio due anni e mezzo ed alcuni giorni, e sollecitò e procurò
la stampa del libretto in 12° delle cerimonie della Messa privata, e del cerimoniale della
Provincia, distesi e l'un e l'altro in sostanza dal Padre rubricista Ippolito Graser da
Nosellari, ma corretti e ampliati dal medesimo P. Ministro Giovanni Pio, di cui fatica è
la maggior parte della lunga prefazione al cerimoniale, ed anche la maggior parte delle
note latine a quelli aggiunte. Il Monauni stampò a sue spese il libretto delle cerimonie
da cui poi per bisogno della Provincia ne procurò il predetto P. Ministro ducento copie
sciolte a soldi dieci per cadauna. Il cerimoniale fu pure stampato dal Monauni, ma a
spese della Provincia, dandosegli cinque fiorini per foglio, essendo questo assai grande,
e di carattere garamoncino. Ne furono stampate ducento copie sole, e tutte furono prese
dal P. Ministro sciolte e contenente cadauna copia fogli trentadue, venne a costare la
stampa del cerimoniale fiorini tedeschi cento e sessanta. E furono poi separatamente
fatte legare da Frati, tanto quelle delle rubriche della Messa, quanto quelle del
cerimoniale; e delle une e delle altre ne furono tante copie per cadaun convento
mandate, quanto la rispettiva grandezza di quello ricercava. Per promuovere inoltre la
causa contro de' (182. //) PP. Cappuccini attentanti la fondazione in Levico, spedì a
Roma il P. lettor Vittorio da Cavalese, qual partì da Trento il dì 10 ottobre 1740 col P.
Fabrizio da Terlago per compagno, ed ottenuto felice decreto dalla sagra Congregazione
capitò di ritorno da Roma in Borgo il dì 11 novembre 1741. Terminò poi il P. Giovanni
Pio il suo offizio di Ministro in Arco ove fu intimato e celebrato il Capitolo dal nostro
Padre Visitatore Ottaviano da Castelnovo della Provincia di Toscana il dì 6 maggio
1742 in cui fu eletto Ministro provinciale il P. Domenico Nicollò Pizzini d'Ala, attual
Guardiano di Trento. E non andando d'accordo il Padre commissario col P. Giovanni
Pio, in detto Capitolo nacque qualche disturbo, il P. Visitatore partì disgustato, ed il P.
Giovanni Pio restò poco contento; ed andò di famiglia in Roveredo. Nel detto anno per
la causa co' Cappuccini, che aveano attentate due nuove fondazioni di conventi in Malé
e Condino, con nostro gran pregiudizio, il P. Giovanni Pio si portò a Vienna. Partì egli
la mattina delli 12 settembre 1742 da Roveredo col P. Ambrogio Rosmini da Roveredo.
Ma operò ivi assai poco, per essere spalleggiati li PP. Cappuccini dal vescovo principe
di Trento monsignor di Thunn per erigere le due fondazioni sul principato. E però non
servendo quell'aria, e modo di vivere viennese al P. Giovanni Pio, fece ritorno capitando
col suo compagno in Trento li 2 aprile 1743, e dopo essersi abboccato in Arco col P.
Ministro, il dì 23 ritornò al suo convento di Roveredo. Nella Congregazione fatta in
Pergine li 8 maggio 1743 fu posto di famiglia in Arco, ove vi rimase tre anni, ed assisté
con gran carità e per molto tempo sino alla morte alla quondam signora contessa
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Giovanna d'Arco, nata contessa di Thunn, moglie di sua ecc.za signor Conte Leopoldo
d'Arco. Nel 1746 fu collocato da Arco in Trento ove rimase sino alla morte tanto il
tempo che gli convenne girare come Ministro la seconda volta, ed anche pria come
commissario provinciale per l'andata al Capitolo generale di Roma del P. Ministro
Lodovico da Mezzotedesco. Prima del Capitolo celebrato in Trento il dì 25 maggio
1748 andò confessore straordinario delle monache in Borgo, e così scampò d'essere in
Trento sotto il tempo del Capitolo. Nel detto anno 1748 li 29 maggio avendo
previamente rinunciato l'amministrazione sì temporale che spirituale della Chiesa
principato di Trento monsignor Domenico Antonio vescovo e principe Thunn, fu eletto
per di lui coadiutore e plenipotenziario con futura successione dal Capitolo monsignor
Leopoldo di Firmian vescovo di Seccovia, e preposito di Trento, il quale facendo grande
stima del P. Giovanni Pio ex Ministro, spesso andava a s. Bernardino a secolui
conferire, e lo fece suo esaminatore, essendo in tale qualità intervenuto a diversi esami
di chierici, e di qualche parroco; e gli diede anche la patente di delegato sopra li nostri
Padri confessori. Nel medesimo anno passò al Signore il dì 30 ottobre il rev.mo signor
don Pantaleone Borzi di Trento canonico e Vicario generale della Chiesa di Trento,
amicissimo del nostro P. Giovanni Pio il quale assisté al medesimo con somma premura
sino alla morte, seguita dopo assai lunga infermità. Nel gennaro 1749 essendo andato a
predicare in Conegliano sul Veneziano il P. Benedetto da Cavalese co-lettore in Trento
del P. lettor Flaviano da Cembra fu sostituito per il P. Benedetto il P. Giovanni Pio colettore sino alla Congregazione. Nel 1750 a cagione dell'imminente viaggio de' nostri
Padri vocali al Capitolo generale intimato in Roma, si anticipò la nostra Congregazione
intermedia, e si tenne in Trento li 18 marzo 1750; ma per le disposizioni fattevi non
furono pubblicate per li conventi, se non la seconda domenica dopo Pasqua il dì 12
aprile. In detta Congregazione il P. Giovanni Pio fu fatto Guardiano di Trento, e quasi
allo stesso tempo fu anche eletto commissario provinciale dal diffinitorio per la partenza
al Capitolo generale di Roma del P. Ministro Lodovico da Mezzotedesco. Mentre era
Guardiano di s. Bernardino, avendo lasciata la chiavetta su la portina dello studiolo, gli
fu fatta una buona levata de' devozioni ed altro. Fu detto che fosse stato ritrovato il
ladro, ma pure niente fu restituito. Fu pure levato dal barigello Sebastiano Tovaglia a
primi di Quaresima dal convento di s. Bernardino il figlio del signor Cesare Parumfaint
ritornato dalla sua galera, ma lamentandosi il P. Guardiano Giovanni Pio di tal
estrazione violenta con monsignor Firmian coadiutore, lo fece restituire, con questo che
entro 24 ore poi partisse dal paese, come anche fece. (183. //) Godette poca salute da
Guardiano di Trento, tuttoché facesse qualche girata come commissario provinciale. E
poi nel 1751 nel nostro Capitolo provinciale fatto in Arco li 10 maggio 1751 fu eletto
per la seconda volta Ministro provinciale il nostro P. Giovanni Pio, ma non godendo
perfetta salute per osservare la vita comune, comecché nel secondo anno volesse
davvero rinunciare l'offizio, convocò il diffinitorio in Trento e fece a quello scrivere al
rev.mo Commissario P. Lugagnano, ma questi, come fu detto, prevenuto, non lo
permise. Ebbe pure un gran disturbo ed imbroglio per la nuova fabbrica che il signor
Antonini alzò di nuovo da cui si vedeva dentro la clausura delle monache di s. Carlo e
per rimediarvi vi furono necessarie grandi spese, ed anche le fatiche di molti anni. Nel
primo anno del secondo provincialato prese per segretario il P. Giuseppe Maria da
Roveredo. Nel secondo il P. Ambrogio da Roveredo che durò un anno e mesi fino
all'agosto del terzo anno, in cui passò al Signore in Trento li 26 agosto 1753. Ed in di lui
vece prese nel settembre per segretario il P. Giovanni Nepomuceno da Mezzotedesco
sino al Capitolo nostro celebrato poi in Trento li 30 aprile 1754 in cui fu eletto per la
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seconda volta Ministro il P. Ferdinando Weber212 da Bronzollo. Nel detto anno assistette
alla morte del piissimo abbate Giuseppe Musoco da Vicenza filippino fondatore
dell'oratorio de' PP. Filippini di Trento dal 1710 seguita li 23 luglio, di cui era stato
direttore e Padre spirituale già per molti anni. Esso P. Giovanni Pio così pregato fece
l'esequie e diede sepoltura, assistito da nostri Frati, e recitò l'orazione funebre il nostro
P. Pietro Marcellino da Tenno, nella chiesa de' medesimi PP. Filippini. Si mise poi in
quiete il P. Giovanni Pio, non bevendo vino da che fu in Roma verso la fine del 1736
ma solamente acqua, onde poi si indusse a non poter frequentare la comunità,
mangiando in infermeria frutta, robbe di latte, conserve, cosicché in fine non sapeva
quasi egli medesimo cosa mangiare. Intraprese pure varie cure, e così nel 1758 e 1759 si
portò a bere le agre di Riccovaro213 nel convento di s. Rocco in Roveredo; ma essendo il
di lui incomodo invecchiato, e la complessione assai debilitata, non ne sentì verun
giovamento, e però se ne ristornò all'infermeria. Ove ridotto a segno che appena sapeva
cosa bramare e prendere per vivere, munito de' santissimi Sagramenti, e con
religiosissima rassegnazione passò placidamente al Signore la mattina circa le ore otto;
Trento 28 febbraro 1760. Fu veramente il P. Giovanni Pio Religioso assai dotto e sottile,
tanto in filosofia, come in teologia; assai ben versato nella storia sagra e profana,
possedendo le lingue italiana, latina, tedesca e francese, e stando in Roma avea
acquistata anche qualche tintura di lingua greca, ed ebrea. Fu in grande stima per tutta la
città; era assai civile e religioso del suo tratto co' secolari; e gran personaggi secolari ed
ecclesiastici a lui ricorrevano per affari di gran rilevanza e delle loro coscienze; e
singolarmente monsignor Leopoldo Firmian vescovo di Seccovia e coadiutore della
Chiesa di Trento, come sopra fu detto, cui essendo stata partecipata per lettera la morte
del P. Giovanni Pio, ne mostrò nella data risposta un distinto spiacere, e nello stesso
tempo ne fece del medesimo un grande elogio. Mancò al medesimo la salute corporea,
onde patì assai pena ne' suoi governi per non poter osservare perfettamente la vita
comune. Si esercitò anche in predica poiché oltre varii Avventi, predicò due volte la
Quaresima alle monache della ss. Trinità; ed una Quaresima in Pressano, e per alcuni
anni sermoneggiò anche a Terziari della congregazione di Trento. Compose
ultimamente una dissertazione distesa in alcune lettere sopra la vita molle, che poi
ripulita e migliorata da Padri lettori Benedetto e Carlo Antonio fu stampata in Trento.
Così pure diede fuori un libretto per l'esercizio della Via Crucis. E se fosse piaciuto a
Dio concedergli più sanità corporale, e più lunga vita, potevansi sperare maggiori, e
migliori parti del singolare suo ingegno.
423. P. Bartolommeo Maria da Roncone, Stefano Prandini, nipote ex parte patris
di fra Sisino Prandini da Roncone, morto in Campo nell'ottobre del 1717 e nipote ex
parte matris del quondam rev.mo signor don Bernardino Amistadi di Roncone arciprete
di Lomas; fu battezzato li 6 maggio 1701. Fu poi accettato e vestito a Pirano nell'Istria
convento della Provincia de' PP. Osservanti di Dalmazia, ma però per conto della
Provincia di Venezia, il dì 28 dicembre 1721. Fece li suoi studi (184. //) presso de' PP.
Osservanti, e fu poi istituito predicatore, ed ebbe qualche esercizio nella predica.
Bramoso poi di venire tra noi Riformati, fece ricorso et ottenuta la grazia cominciò
l'anno della sua deliberazione in Campo il dì 21 novembre 1730, ed essendosi
dipportato in detto anno religiosamente, essendovi Guardiano il P. Giacomo Antonio
Forer da Calliano, fu poi il dì 21 novembre 1731 dichiarato incorporato. In seguito
212
213
Nel manoscritto: Beber.
Recoaro.
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studiò due anni la morale in Campo sotto il P. lettore Bartolommeo da Portolo nel 1734
e 1735 e col detto Padre lettore nell'agosto del 1735 si portò a Padova e Venezia.
Divenne molto buon confessore, e fu Religioso quieto e prudente ma di poca salute,
poiché fu assai molestato dal mal di gambe, per cui liberarsi fu con fra Masseo da
Gazzadina nel luglio ed agosto del 1755 a bagni di Abano su 'l Padovano, ma quasi
senza verun profitto, onde divenne quasi storpio, e con gran difficoltà camminava.
Finalmente trovandosi di famiglia in Campo sopraffatto da febbre, e da altri malori
munito de' santissimi Sagramenti, e con religiosa rassegnazione, passò piamente al
Signore, circa le ore tre ed un quarto dopo pranzo, in Campo 26 aprile 1760.
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Cerimoniale 1742
In un foglio volante posto fra le pagine 183-184 vi è questo il testo, che tratta della
stampa del cerimoniale della nostra Provincia:
Notizie toccanti la composizione ed uscita del presente cerimoniale di questa
Riformata Provincia di s. Vigilio. Circa il cerimoniale vedasi inoltre quanto si dice del
cerimoniale nella vita del P. Giovanni Pio da Pressano ex Ministro, morto li 28 febraro
1760 e nella vita del P. Ippolito da Nosellari, morto li 31 dicembre 1765.
Fino dal 1654 il M.R.P. Andrea d'Arco essendo in Cles maestro de' novizzi, ultimò
un cerimoniale ecclesiastico per li novizzi, e lo descrisse di proprio pugno, ma non
sembrando sufficiente a pieno per la Provincia, nel Capitolo celebrato in Roveredo il dì
primo maggio 1692 furono destinati a compilarne uno più esatto li PP. Maurizio
diffinitore e maestro de' novizzi in Pergine; il P. Bonaventura dal Borgo ivi Guardiano
ed il P. Giovanni Pietro da Besenello ivi Vicario per scrittore. E circa 'l novembre del
detto anno essendosi portato il predetto P. Guardiano Bonaventura per compagno del P.
Vicenzo dal Borgo lettore di teologia in Arco ito a Roma per ottenere la conferma della
Congregazione de' statuti, fu sostituito al detto Guardiano per compilatore del
cerimoniale col P. Maurizio il P.M.R. Ignazio anch'esso attual diffinitore. E con non
poca fatica lo terminarono riducendolo in un tomo in 4° ma non fu né comunemente
aggradito, né posto in pratica molto. Scorgendosi pertanto nella Provincia tanta varietà
di cerimonie, mutate a genio e capriccio alle volte di un semplice guardianello, nel
Capitolo celebrato in Trento il dì 30 aprile 1731 in cui fu eletto Ministro il M.R.P.
Filippo da Rallo, tra varie cose fu decretata la formazione di un nuovo cerimoniale per
introdurre l'uniformità delle cerimonie in questa nostra Provincia, e fu in seguito
destinato compilatore il R. P. Ippolito da Nosellari Vicario in Roveredo nel 1732 ed ivi
lettore del 4° anno di teologia l'anno avanti 1731. Questi essendo molto capace e geniale
vi diede mano, e procurati moltissimi rubricisti non avuti alle mani da precedenti
compilatori PP. Ignazio e Maurizio, allestì la maggior parte del nuovo cerimoniale,
cosicché fatto poi Guardiano di Roveredo nella Congregazione tenutasi in Cles il dì 26
aprile 1733 fu in grado di presentar al diffinitorio, congregato in s. Rocco nell'ottobre
dello stesso anno il cerimoniale già quasi terminato, e dopo la festa di s. Giovanni
Capestrano 23 ottobre lo lesse al medesimo diffinitorio e nello stesso tempo fu
esaminato e corretto. Ed indi il P. Ippolito continuò la composizione nel restante
fermato di famiglia nel 1734 in Roveredo. E nel 1735 posto in Trento, e nel 1736 fatto
Guardiano in Borgo. Nel Capitolo del 1734 fu fatta nuova premura per il cerimoniale,
come pure in quello del 1737 in cui fu eletto Ministro il M.R.P. Lodovico da
Mezzocorona, e diffinitore lo stesso P. Ippolito; il quale consegnò il nuovo cerimoniale
204
già terminato al nuovo Ministro, che lo diede a rivedere a tre revisori segnati // per
allora, che erano tutti e tre membri del diffinitorio, cioè P. Agostino Custode e Padri
Bartolommeo e Ferdinando diffinitori. Ma essendo durato il governo del P. Ministro
Lodovico solo due anni e mezzo, e però non essendo ultimata la bramata revisione ed
approvazione del detto cerimoniale, nel Capitolo fattosi in Roveredo il dì 28 novembre
1739 fu di nuovo inculcata la revisione e stampa di quello facendosi il compromesso ne'
Padri del diffinitorio. E però il M.R.P. Giovanni Pio da Pressano eletto Ministro nel
predetto Capitolo, al ritorno de' Padri vocali dal Capitolo di Spagna celebrò in Arco il dì
25 settembre 1740 la prima Congregazione intermedia, dopo la quale, fatto prima venire
il P. Ippolito da Cles co' scritti e rubricisti, coram diffinitorio fu esaminata ivi buona
parte del nuovo cerimoniale e del libretto delle cerimonie per la Messa privata; ed il
resto del cerimoniale fu pure in seguito esaminato, corretto ed approvato dal diffinitorio
trasferitosi da Arco al convento di Roveredo e fu poi anco mandato a Trento il P.
Ippolito per assistere alla stampa di quello. Il P. Provinciale Giovanni Pio stimò bene far
precedere alla stampa del cerimoniale quella del libretto delle cerimonie della Messa;
onde chiesto il permesso ed ottenutolo dal rev.mo superior generale Gaetano da Laurino
diede la licenza bizzarra che fosse stampato "senza dire chi fosse stato qualche suo Frate
suddito il compositore"- facultatem facimus ut libellus, cui titulus Rubriche a duobus
theologis suis vestra Reformatae Provinciae visus et approbatus, posuit quantum ad res
pertinet publicis typis... datum 4 aprilis 1741". A spese proprie lo stampò il Monauni, e
ne fece poi prendere per uso della Provincia il P. Ministro copie duecento sciolte a soldi
dieci per cadauna, che poi fatte legare le distribuì per li conventi. Il P. Ministro
Giovanni Pio fece la prefazione al lettore e la maggior parte delle note al libretto delle
cerimonie per la Messa privata. In seguito allestito quanto occorreva per la stampa
anche del cerimoniale, ne ottenne dal sopraddetto superior generale la facoltà di
stamparlo, riposta al fine della prefazione di quello pag. XII "Cum sicut accepimus
etc.". La longa prefazione al cerimoniale fu quasi fatta tutta di pianta del P. Ministro
Giovanni Pio come pure la maggior parte delle note. Fu dunque data alla stampa dal
predetto stampator Monauni nell'anno 1742; per tutto l'aprile fu presente a quella il P.
Ippolito; a spese della Provincia e ne furono tirate duecento sole copie, tutte prese dalla
Provincia; e per cadaun foglio di minuto carattere furono dati allo stampatore fiorini
cinque. E contenendo cadauna copia trenta due fogli, costò la pura stampa fiorini
centosessanta, con computando la legatura che poi di moltissime copie di quello ne
furono fatte far dal Ministro pro tempore e spedite a proporzione per li conventi della
Provincia. Il dì 6 maggio 1742 si fece Capitolo in Arco, e terminando l'uffizio il P.
Giovanni Pio, fu eletto Ministro il M.R.P. Domenico Nicollò d'Ala, e nel detto Capitolo
fu determinato che con soavità si andasse introducendo la pratica del nuovo cerimoniale
stampato, che consegnò il P. Giovanni Pio al P. Domenico il quale pedetentim nel suo
triennio andò quella procurando. Ma bramandosi più solecitudine nel Capitolo fattosi in
Roveredo il dì 9 maggio 1745 in cui fu eletto Ministro il M.R.P. Ferdinando da
Bronzollo gliene fu fatta premura con qualche arbitrio di variar e migliorar qualche
cerimonia; e di poi riferire al prossimo Capitolo. Variò molte cose, ma non ne fu fatta
alcuna relazione né approvazione né dal Capitolo del 1748 né 1751. Nel 1754 anzi di
propria autorità avendo fatto stampare un foglio di cerimonie variate da riferir al
cerimoniale, dal diffinitorio eletto nel Capitolo fatto in Roveredo 2 luglio 1757 fu detto
foglio sospeso e rigettato come dato fuori e stampato senza facoltà.
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1760. Dal quarantesimo Capitolo provinciale fatto in Arco 29 aprile in cui fu eletto
Ministro il P. Gasparo Agostini da Monclassico.
424. P. Liduino da Roveredo, Angelo Antonio Sartora, battezzato 6 dicembre
1710; vestito con due altri in Arco li 12 luglio 1730, essendovi Guardiano il P. Gerardo
da Cles, Vicario e maestro il P. Filippo da Rallo Custode. Ebbe ne' tre anni di filosofia
lettore il P. Pietro Giuseppe da Riva. E ne' tre anni di teologia ebbe diversi lettori. E
nella Congregazione fattasi il dì 25 settembre 1740 fu posto studente di sagra eloquenza
in Campo sotto il P. diffinitor Casimiro lettore di sagra eloquenza. Si diede poi alla
predicazione con zelo grande, possedendo anche un gran tuono di voce, e girò per tutti li
pulpiti non quotidiani della Provincia, ed in diversi luoghi fece anche con frutto le
Missioni. Nel 1750 fu eletto Guardiano di Campo. Nel 1752 fu fatto Vicario in Cles nel
secondo anno del P. Guardiano Teodoro da Gavazzo. Nel 1753 fu ivi confermato
Vicario del P. Guardiano Crescenzio dal Borgo. Nel 1756 fu eletto Guardiano di
Pergine, ma rinunciò efficacemente e fu posto di famiglia in Borgo. Ne' due anni 1757 e
1758 fu Guardiano del noviziato in Cles. E nel 1759 fu di famiglia in Arco. Nel
Capitolo del 1760 fu posto annualista in Borgo, ove dopo aver predicato fino alla prima
domenica di luglio ottava dei santi Apostoli Pietro e Paolo, il giorno seguente di lunedì
fu sorpreso da febbre, creduta per qualche giorno solo terzana, ma nel quarto
scuopertasi maligna, ricercò da sé li santissimi Sagramenti, e ben disposto poi la mattina
circa le ore cinque del martedì passò piamente al Signore, Borgo 15 luglio 1760.
Quantunque non fosse il P. Liduino di molto talento colla gran diligenza con cui si
affaticò, divenne predicatore molto zelante, e di grande frutto, massimamente colle
sagre Missioni facendo terrore col gran tuono di voce e colle prediche strepitose, e col
buon esempio della sua vita religiosa ed astinente. Non terminò cinquanta anni di età,
logorato dalle fatiche, spezialmente nel predicare, avendo una voce difficilmente
maneggevole per certo incomodo che provava nel petto, di cui non poté mai liberarsi.
Fu chiamato Liduino, perché così chiamavasi un suo zio paterno, nome per altro de'
signori Conti Piccolomini e Trapp dinasti di Calliano, di dove era il genitore del P.
Liduino, Sigismondo Sartora, che da Calliano trasportò il suo domicilio in Roveredo,
facendo lo scrivante in un fontico o sia negozio di seta, ed ivi poi accompagnatosi, ebbe
tra gli altri figliuoli il nostro P. Liduino, che fattosi Religioso si chiamò fra Liduino da
Roveredo, allevato in Val di Ledro sotto quel rev.mo parroco Sartora fratello del suo
padre, che poi rinunciò la detta pieve ad altro suo nipote, Gianantonio Sartora fratello
del P. Liduino, zelantissimo presentaneo parroco di Val d Ledro.
425. (185. //) P. Vittorio da Cavalese, Paolo Antonio figlio del signor Pietro
Weber214 di Anterivo domiciliato poi in Cavalese, battezzato 23 gennaro 1706; vestito
con un altro in Arco li 17 settembre 1722, essendovi Guardiano il P. Valerio
Preghenella, Vicario e maestro il P. Andrea da Val di Buono diffinitore, pro-maestro il
P. Adriano da Lardaro parimente diffinitore. Ebbe ne' tre anni di filosofia, ed anche ne'
quattro di teologia, quasi sempre lettore il P. Domenico Niccolò d'Ala. Nell'agosto del
214
Nel manoscritto: Beber.
206
1727 per certo incomodo nella schiena per un crepo sopravvenutogli si portò a bagni di
Pusteria con due altri chierici tutti accompagnati dal P. Agostino da Brez. Nel 1731 fu
posto studente di canonica in Mezzolombardo sotto il P. lettor Domenico da Besagno e
lo stesso anno si portò col P. Pier Marcellino da Tenno condiscepolo in Venezia. Nel
Capitolo del 1734 fu istituito lettore di logica in Roveredo co' seguenti chierici studenti:
fra Francesco Albano, fra Flaviano, fra Albano, fra Pietro Paolo, fra Zenone e fra
Filippo Maria a quali insegnò poi la fisica ed animastica, ed essendo lettore di
animastica in Arco nel 1736 dopo il P. Bonaventura si portò col P. Giorgio da Vermeio
a Venezia e Ferrara. Nel 1737 fu di nuovo istituito lettore di logica in Borgo de' seguenti
chierici studenti: fra Bernardino, fra Eduardo, fra Antonio da Fondo, e fra Venceslao.
Nel 1738 fu istituito lettore di teologia in Trento, e nello stesso anno fratesco nel
gennaro 1739 si portò per segretario di commissione col P. Corrado da Tesero
Guardiano del Borgo Visitatore della Provincia veneta, dopo la quale capitò in Trento al
fin di maggio ove nella Congregazione fatta in Roveredo li 21 aprile 1739 era stato
confermato lettore di teologia col P. Benedetto co-lettore. Nel Capitolo fatto in
Roveredo li 28 novembre 1739 fu confermato ivi lettore del terz'anno col suddetto P.
Benedetto; ed il 10 ottobre 1740 partì da Trento col P. Patrizio da Terlago per via di
Roveredo, Verona, portandosi a Roma per al causa contro de' PP. Cappuccini, che si
maneggiavano per fondar un convento in Levico; ed in Roma assai felicemente
attraversò gli attentati di quelli, ed indi partito giunse di ritorno collo stesso compagno
in Borgo il dì 11 novembre 1741; ed il dì 15 in Trento, ove nella Congregazione fatta in
Mezzolombardo il dì 29 maggio 1741 era stato destinato co-lettore del P. lettor
Teodoro, e dopo il suo arrivo in Trento fece la sua settimana alternativamente la lezione.
Nel 1742 nel Capitolo fattosi in Arco ed in quello eletto Provinciale il P. Domenico
Niccolò d'Ala, scelse per suo segretario il nostro P. Vittorio stato di lui discepolo, ma
che appena lo servì per quattro mesi, che infermatosi rinunciò. Il dì 17 luglio 1743 partì
da Trento per Mezzolombardo, ove preso per compagno il P. Sigismondo si portò a
bagni di Procz in Pusteria, e dopo di quelli andò in Inspruch, e dopo la dimora di più di
un mese ivi fattavi, capitò di ritorno in s. Bernardino il dì 30 settembre. Lo stesso anno
partì di nuovo da Mezzolombardo col P. Antonio da Fondo studente in Trento per
Inspruch li 18 dicembre per la causa co' Cappuccini, d'onde capitò di ritorno in Trento li
30 giugno 1744. Ed essendo stato fatto lettore di teologia per conto del quarto anno in
Borgo nella Congregazione tenutasi li 6 giugno del detto anno, vi si portò, e cominciò a
leggere nel settembre; e verso la metà di gennaro 1745 partì dal Borgo per la visita della
Provincia del Tirolo, ed il dì 7 marzo giunse a Caldaro col P. Antonio suo studente per
segretario di commissione ed ivi diede principio a detta visita, quale terminata, celebrò
il Capitolo il dì 24 maggio in Inspruch, e ritornando con suo comodo capitò col detto P.
Antonio in Trento li 27 di giugno. Il dì 24 gennaro 1746 partì da Mezzolombardo col P.
Paolino compagno per Inspruch la terza volta per la stessa causa co' Cappuccini, e dopo
esservi dimorato alcuni mesi, giunse di ritorno in Mezzolombardo il dì 28 maggio, e da
ivi si portò a Cles, destinatovi lettore de' canoni (nella Congregazione fatta appunto in
Mezzolombardo li 28 aprile) co' seguenti studenti: P. Udalrico, P. Daniello, P. Anselmo,
P. Eleuterio. Nella Congregazione fatta in Borgo li 23 aprile 1747 fu eletto Guardiano di
Mezzolombardo, e poi destinato Visitatore della Provincia veneta, partì da
Mezzolombardo il dì 9 dicembre, ed il dì 14 capitò e si fermò in Roveredo per
prepararsi quietamente alla predetta visita. Preso poi per segretario di commissione il P.
Carlo Antonio da Samoclevo, ed il P. Paolino da Preghena per compagno partì da
Roveredo li 17 gennaro 1748 e (186. //) per via d'Ala, capitò in Verona, ove diede
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principio alla visita della Provincia, quale terminata fece il Capitolo in Padova il dì 6
maggio 1748. E poi il dì 9 detto partito, giunse la mattina delli 16 maggio da Pergine in
Trento, e da ivi al suo convento di Mezzolombardo. Nello stesso mese fu celebrato il
nostro Capitolo li 23 maggio in Trento 1748 ed in esso fu il P. Vittorio eletto Custode, e
nel congresso de' Padri di Provincia e diffinitorio nel 1749 tenutosi in Pergine sopra
luogo sostenne fortiter col P. diffinitor Gasparo da Monclassico, che vi fosse la
necessità di trasportar quel convento, a cagione delle due seguite inondazioni assai
danneggiato e molto pericolante, ma tuttavia ben bilanciati i motivi degli altri Padri
della mancanza di stato proprio, e sicuro e delle grandi spese necessarie, prevalse
l'opinione di non trasportarlo, ma di rimediarvi altrimente al possibile, come poi fu
fatto, anche con buon esempio de' medesimi secolari. Nel 1750 in qualità di Custode,
partì il dì 2 aprile per Ala, Verona col Terziario fra Biagio di Mori portandosi al
Capitolo generale in Roma, ivi tenutosi li 16 maggio coram summo Pontifice Benedicto
XIV Lambertini. In detto Capitolo essendo stato eletto Commissario generale di questa
cismontana Famiglia il rev.mo P. Raffaello da Lugugnano, grand'amico del P. Custode
Vittorio, fu tosto questo destinato Visitatore della di lui Provincia bolognese. Chiamati
pertanto dalla nostra Provincia il P. lettor di Trento Flaviano, stato di lui studente, per
segretario, e fra Marco da Pomarolo per compagno, si avviò verso la detta Provincia, e
capitati in Verucchio li predetti segretario e compagno diede ivi principio alla visita,
quale felicemente terminata, celebrò il Capitolo li 7 settembre in Bologna, e poi per via
di Mantova e Verona capitò di ritorno in Trento il dì 30 settembre 1750, col P. lettor
Flaviano, essendo da Roveredo fra Marco ritornato al suo convento in Arco. Nel 1751
fattosi il Capitolo in Arco li 10 maggio il P. Vittorio fu posto di famiglia in Roveredo,
ove il dì 17 settembre infermatosi il P. Girolamo da Trento confessore delle monache di
s. Carlo, fu sostituito il P. Vittorio confessor supplimentario, e vi durò fino li 22 ottobre
del detto anno, in cui ripigliò il detto P. Girolamo. Nella Congregazione fattasi in
Roveredo li 27 aprile 1752 fu il P. Vittorio fatto confessore delle monache del Borgo, e
poi circa la metà d'aprile 1753 partì dal Borgo per Trento (subentrando confessore
supplimentario delle dette monache il P. ex Ministro Corrado da Tesero) e preso ivi il P.
Giovanni Nepomuceno da Mezzotedesco, venuto da Roveredo, ove era lettore, collo
stesso per segretario di commissione il dì 30 aprile partì da Trento per Mezzolombardo
andando alla visita della Provincia di Baviera, a cui diede principio il dì 20 maggio, e
terminatala, celebrò il Capitolo in Monaco il dì 20 agosto. Nel ritorno fu alla visita de'
parenti in Fiemme, col detto P. Giovanni Nepomuceno, e col medesimo capitò il dì 20
settembre di ritorno in s. Bernardino, d'onde poi si restituì in Borgo, e ripigliò l'offizio
di confessore di monache. Nel 1754 il dì 30 aprile si fece il nostro Capitolo in Trento, in
cui da molti credeasi venisse eletto Provinciale, ma non fu che confermato per il terzo
anno confessore delle monache del Borgo. Nella notte venendo il dì 14 agosto prima
della mezza notte avendo per compagno il P. Francesco Saverio da Fondo con cui ed
altri Frati era stato a pranzo presso del signor consiglier Carlo Ceschi, e dopo 'l pranzo
s'era portato subito al confessionario senz'altro per essere l'antivigilia dell'Assunta a
confessare, e la notte essendo nel confessionario delle monache, fu sorpreso da gran
colpo apopletico, onde la mattina in una benna sopra d'un stramazzo al convento fu
condotto, ove a forza di varii rimedi alquanto riavutosi fu condotto all'infermeria di
Trento, e subintrò di nuovo confessore supplimentario delle monache il sopraddetto P.
Corrado e continuò sino alla prossima Congregazione, tenutasi in Trento li 16 aprile
1755. In Trento nel corso di molti mesi, essendoci il P. Vittorio non poco migliorato,
partì dall'infermeria il dì 15 giugno col P. Giovanni Nepomuceno Vicario di Roveredo,
208
e si portò a bagni di Procz, e da questi ritornando, giunto in Ora si portò a piedi in
Fiemme, ove visitò li parenti, e bevette le acidole di fresco ritrovate in Panchiato215, e
poi giunse il dì 17 agosto in s. Bernardino. Nel 1756 si fece la nostra Congregazione in
Trento li 16 febraro (187. //) ma le disposizioni non si lessero che alli 28 aprile, e fu
collocato in Roveredo di famiglia, quantunque non potesse andar in comunità, ma
mangiasse sempre in cucina. Nel maggio fu condotto all'infermeria di Trento, ove fece
una gran purga, ed il dì 21 giugno partì con comodità a bagni di Pusteria col P. Simon
Pietro da Palù di Giovo, e nel ritorno, da Ora di nuovo si portò in Fiemme a bere le
acidole di Panchiato, e dopo tal bibita si restituì al suo convento di Roveredo. Nel 1757,
nel giugno si portò di nuovo da Roveredo in Fiemme a fare li bagni in convento
coll'acqua condotta da Carano, e dopo un mese calò a Egna, e per zattera capitò a
Trento, ove nell'infermeria era stato collocato di famiglia nel Capitolo, li 2 luglio 1757,
celebrato in Roveredo. Si andava alquanto rimettendo, andava zoppicando alle volte per
città, leggeva, scriveva, e quasi d'ordinario diceva Messa, e solo nel parlare provava
qualche difficoltà, come pure nel camminare. Nel luglio poi del 1760 fu sorpreso da un
gran incomodo d'asma, e però fu sagramentato credendosi che morisse, ma tuttavia
alquanto si riebbe, sebbene non più si alzò da letto, né disse Messa, e reso come
svogliato, bramava una cosa, e portatagli non potea mangiarla. Finalmente la mattina
delli 11 ottobre 1760 in sabato, dopo aver mangiato in cella con ottimo appetito, andato
alla scagna fu sorpreso da secondo colpo, per cui passò al Signore. Dopo pranzo preso
nel refettorio dell'infermeria andò per visitarlo al solito il di lui cugino P. Ferdinando da
Bronzollo dimorante in infermeria, e trovollo morto sopra la scagna. Fece tosto chiamar
l'infermiere dal refettorio da basso, ove pranzava, e subito accorso li ritrovò anch'esso
come morto, alquanto ancora caldo e quasi flessibile, onde fu tenuto per più di 40 ore
sopra terra pria di dargli sepoltura. Passò dunque al Signore sotto il pranzo, Trento 11
ottobre 1760. Fu veramente il P. Vittorio soggetto molto dotto e scriveva con gran
eleganza per latino. In occasione della controversia "de voto sanguinario" per sostenere
l'Immacolata Concezione della beatissima Vergine, scrisse alcune lettere al chiarissimo
signor preposto Lodovico Muratori che lo impugnava, e poi diede fuori contro del
medesimo la seguente opera: "C. Octavii Valerii de superstitiosa timiditatre vitanda cum
quinque epistolis. Tridenti ex typographia Monauniana MDCCLI" dedicata al rev.mo P.
Lugagnano Commissario generale. Il signor Muratori era già morto il 23 gennaro 1750;
vi fu però chi rispose per esso al Padre Vittorio con due lettere anonime, credute parto
del signor dottor Giovanni Battista Araldi rettore della parrocchia di s. Agata in
Modena; così pure il sgnor Giovanni Francesco Soli nipote del Muratori, nella vita che
del zio diede alle stampe, difese quello dalle opposizioni del P. Vittorio. Questi
sorpreso, come sopra fu narrato, dal colpo apoplettico, non fu in grado di difendersi, ma
in di lui vice, per ordine del P. Ministro Ferdinando da Bronzollo, rispose a difensori del
signor Muratori il P. lettor Flaviano da Cembra attual segretario provinciale, stato
studente del P. Vittorio, e detta risposta contiensi in dodici lettere stampate in Trento nel
1757, presso il Battisti stampatore civico, e dedicate a monsignor Francesco Felice degli
Alberti di Enno coadiutore e plenipotenziario della Chiesa di Trento. Fu in grande stima
il P. Vittorio presso il rev.mo P. Raffaello da Lugagnano stato Ministro generale, e poi
immediatamente Commissario generale di questa Cismontana Famiglia, da cui fu
impiegato in quattro commissioni, o sia visite di quattro Provincie: della Provincia del
Tirolo, di Venezia, di Bologna e di Baviera e dal medesimo riportò grande lode. E se
215
Panchià.
209
fosse piaciuto al cielo di conservarlo ulteriormente in vita sana, poteva maggiormente
servire la Religione.
426. P. Agostino da Brez, Michel Avancini216, da Traversara in Brez, pieve di Val
di Non, battezzato 2 gennaro 1689; vestito in Cles con 4 altri li 25 giugno 1710,
essendovi Guardiano il P. Teodoro da Rumo, Vicario e maestro il P. Giovanni Paolo da
Mori; avea studiato nel collegio di Graz, e poi venuto in Trento replicò la rettorica, e
studiò anche la logica presso de' PP. Gesuiti e fece il pedagogo del signor baron
Gaetano Prati al Carmine. Ne' tre anni di filosofia e primo di teologia ebbe lettore il P.
Zaccaria da Roveredo della Luna. Nel secondo e terzo ebbe in Trento lettor il P.
Lodovico da Mezzotedesco. (188. //) E nel quarto ebbe ivi lettore il P. Pietro Antonio
Birt da Roveredo. Nel 1716 con dispensa di 14 giorni di Religione, avea ottenuto di
poter venir ordinato sacerdote alle Tempora delle Pentecoste per concessione del rev.mo
superior generale aspettando poi a primiziare sino al termine del sessennio, cioè sino li
25 giugno 1716. Ma sopraffatto da dolori articolari, non poté alle Pentecoste essere
ordinato anzi dovette poi portarsi con fra Bernardino infermiere nell'estate a bagni di
Pusteria da quali con giovamento ritornato, alle Tempora di settembre fu ordinato
sacerdote, e poi col P. Angelo Ignazio da Tesero andò in Val di Non, e cantò la sua
prima Messa in Cles l'ottava del P. S. Francesco 1716. Nel 1717 fermato di famiglia in
Trento a studiare il 4° fu fatto visitatore del Terz'Ordine in città, e l'Avvento predicò in
Pressano, e la Quaresima del 1718 in Romagnano, ed avendo già terminato lo studio fu
nel detto anno posto di famiglia in Cles, e sotto il P. Antonino da Trento, ivi parimente
di famiglia, si diede ad apprendere il canto. Gli sopravvennero nel medesimo anno di
nuovo i dolori articolari, onde nel 1719 a tempo proprio da Cles calato a
Mezzolombardo, ed unitosi ivi col P. Francesco Maria d'Arco molestato da un gran
male di stomaco collo stesso si portò di nuovo alli bagni in Pusteria. Ritornato da bagni
fu posto di famiglia in Arco, ove sotto il P. Maurizio da Pergine organista apprese il
suonare l'organo. La Quaresima del 1720 fece li discorsi in Bolognano. E confermatovi
di famiglia predicò la Quaresima del 1721 alle Grazie e Tenno. E nel detto anno 1721 fu
ivi istituito lettore di logica de' quattro seguenti chierici: fra Aniceto, fra Giovanni
Vicenzo, fra Giorgio e fra Bonaventura da Lavis, a quali posto nel 1722 in
Mezzolombardo insegnò la fisica, e nel 1723 l'animastica. Nel 1724 prevedendo che
nell'imminente Congregazione non si sarebbero trovati studenti in numero sufficiente di
teologia, per gli altri attuali lettori di quella cioè per li Padri Lodovico, Bartolommeo ed
Antonino, spontaneamente espresso col P. Vicenzo dal Borgo Ministro attuale, che egli
ben volentieri non si curava di venir istituito lettore di teologia, per il motivo
sopraccennato, e che avrebbe atteso alla predicazione. Pertanto nella Congregazione
fatta in Trento li 23 luglio 1724 senza venir istituito lettore di teologia, fu posto di
famiglia in Fiemme ove predicò l'annuale ed Avvento, e poi la Quaresima nel 1725
predicò, la prima volta, tre volte in settimana in Predazzo e Moena. Nel 1725 fu eletto
Guardiano di Fiemme. Nel 1726 nel secondo anno del P. Guardiano di Campo Giovanni
Francesco da Nogaré fu ivi Vicario e maestro di due novizzi, a cui rimanevano alcuni
mesi di noviziato da terminare. Nel 1727 fece l'annuale in Borgo, e nell'agosto
accompagnò tre chierici a bagni di Pusteria. Nel 1728 fu fatto Vicario in Trento del P.
Francesco Maria d'Arco Guardiano la seconda volta. L'Avvento predicò in Lavis e la
Quaresima del 1729 fece li discorsi in Duomo. Nella Congregazione del detto anno
216
Nel manoscritto: Avanzin.
210
1729 fu eletto Guardiano delle Grazie e nel 1730 fu trasportato Guardiano in Borgo. Nel
1731, eletto Ministro il P. Filippo da Rallo, fu dal medesimo il P. Agostino scelto per
segretario e lo servì tutto il triennio. Nel Capitolo del 1734 fu eletto diffinitore, e nel
gennaro 1735 da Pergine portatosi in Trento ivi unitosi col P. co-lettore Giovanni Pio da
Pressano partì il dì 7 gennaro per Inspruch per la causa co' Cappuccini a cagione
dell'ospizio che attentavano in Lavis, d'onde poi partito li 16 febraro capitò di ritorno in
s. Bernardino li 22 febraro. Nel Capitolo del 1737 fu eletto Custode. Nel Capitolo fatto
li 28 novembre 1739 fu fatto Guardiano di Arco; nel 1740 ivi fu confermato; e nel 1741
fu per il terzo anno fatto Guardiano in Mezzolombardo. Nel 1742 e due seguenti fu
confessore delle monache di Roveredo. Nel 1745 fu Vicario in Pergine del P. Guardiano
Sisto da Roveredo. Nel 1749 fu Vicario in Roveredo del P. Guardiano Benedetto da
Cavalese. Nel 1750 fu fatto la seconda volta Guardiano di Mezzolombardo. E nel
Capitolo fatto in Arco nel 1751 fu per la seconda volta fatto diffinitore. Nel 1752 e due
seguenti fu confessore delle monache chiarisse di s. Michele in Trento. Nel 1755
terminato l'offizio di confessore, fu Vicario in Mezzolombardo del P. Guardiano
Bonaventura Prucher217 da Lavis. Nel 1756 fu confermato ivi di famiglia e vi perseverò
fino alla morte. Ne' tre ultimi anni godette (189. //) pochissima salute, oppresso da
certo serramento di petto. Fece purghe, bevette acidole, e consigliato a portarsi in
infermeria chiese per grazia di fermarsi in Mezzolombardo. Aggravato finalmente da
penosa infermità, e munito de' santissimi Sagramenti, con brevissima agonia passò
piamente al Signore venerdì circa le undici e trequarti di mattina, proferendo
divotissimamente li santissimi nomi di Gesù e Maria. In Mezzolombardo 17 ottobre
1760. Fu Religioso dotto, saggio e prudente, e di buon esempio tra Frati e presso de'
secolari.
427. Fra Cipriano da Trento, Giuseppe Antonio Platner218, battezzato 13 agosto
1687, vestito per laico in Cles con altri 4 vestiti per chierici li 25 giugno 1710 essendovi
Guardiano il P. Teodoro da Rumo, Vicario e maestro il P. Giovanni Paolo Sembenico
da Mori. Prima di farsi Frate era stato putto di bottega presso alcuni mercanti in Trento,
ed invogliatosi di farsi Religioso l'ultimo anno per facilitarli l'accettazione si portò in
Borgo ad imparare l'arte dello speziale presso il signor Giovanni Bruni. Fatta
professione fu posto in Trento nell'infermeria sotto fra Lionardo da Pergine eccellente
infermiere e speziale, e sotto di quello statovi tutto il professorio, molto s'approfittò e
per infermiere e per speciale, e miniò assai bene tutto l'erbario del Mattioli. Poi affinché
apprendesse a perfezione la chirurgia, gli fu procurato di portarsi in Padova, onde li 8
dicembre 1717 detto fra Cipriano partì da Trento con fra Antonio da Lasino Terziario
per barca fino a Verona, e si portò in Padova, ma non avendo ivi provata comodità
d'approfittarsi, anzi per la Quaresima del 1718 fu dato per compagno al P. Giovanni
Clemente da Venezia stato predicatore al Dolo, nel maggio del detto ritornò in Provincia
capitando in Borgo, e servì poi la Provincia in varii offizi spezialmente di sagristano,
portinaro, infermiero. Nell'aprile del 1723 si portò compagno del P. Felice da Canezza
alla visita de' di lui parenti in Bergamo, ed indi al sagro Monte di Varallo. Nel 1725 il dì
20 ottobre partì da Trento ed accompagnò in Baviera fra Romualdo da Monaco
professato, affine si rimettesse in salute, e ve lo lasciò, ed esso fra Cipriano li primi di
dicembre del detto anno capitò di ritorno in Provincia. Nel 1728 si portò nell'estate con
fra Donato da Predazzo a bagni di Pusteria. A principio di settembre del 1729
217
218
Prugger.
Nel manoscritto: Plotner; anche Plathner altrove.
211
accompagnò a Padova fra Giuseppe Visintainer da Caltron Terziario, per procurarsi
qualche efficace rimedio al di lui male di gambe. A primi di maggio 1732 partì dal
Borgo con P. Alfonso Maria Barbi da Cembra, portandosi alla visita de' santuari di
Roma, d'onde poi collo stesso, andante ad esercitarsi nella predica si portò nell'Umbria,
e lo servì di compagno in alcuni pulpiti, e collo stesso capitò di ritorno in Borgo il dì 19
maggio 1734. Nel 1736 il dì 5 aprile partì dal Borgo ed accompagnò a Padova e
Venezia il P. Bernardo da Mechel. Il dì 29 giugno 1738 partì da Trento, venuto prima da
Pergine, ed accompagnò a bagni di Pusteria il P. ex Provinciale Serafico da Roveredo,
con cui poi giunse di ritorno in Trento il dì 6 agosto. Di poi il dì 5 ottobre 1743 partì da
Trento andando col P. Massenzo da Tenno a Padova per consultare que' signori medici
per li di lui incomodi di salute, e di poi per visitare esso fra Cipriano una sua sorella su 'l
Trevisano. Verso il fine d'agosto del 1753 col P. Alberto da Grumes con un mese di
ubbidienza ottenne di portarsi a Padova, Venezia e Vicenza, e su 'l Trevisano a visitare
la sopraddetta sua sorella ivi maritata. Fu buon infermiere e cerusico e fu esso bramabile
più religiosità e meno vivacità. Per più di dieci anni fu fermato in Mezzolombardo, per
servizio di sua ecc.za Conte Francesco Spaur; di sua ecc.za barone e poi Conte
Francesco Giorgio di Firmian, ed a riflesso di castel Thunn, ove negli ultimi anni fu
molto incomodato da male di petto ed asma con pericolo di vita. Passati poi all'altra vita
li predetti signori Conti, fu mandato nel 1758 di famiglia in Arco, ove di nuovo
incomodato dall'asma, fu condotto col P. Celestino da Lavis all'infermeria, e vi giunse il
dì 21 gennaro 1759. E più da quella non partì, poiché ultimamente oltre l'asma.
aggravato da altri malori, munito de' santissimi Sagramenti, e con buona disposizione,
avendo pregato il P. Guardiano che, (190. //) dando parte a conventi della di lui morte,
aggiungesse, che esso fra Cipriano dimandava genuflesso in terra a tutti perdono, passò
piamente al Signore dopo 'l pranzo, Trento 8 novembre 1760.
428. P. Niccolò da Coredo, Giuseppe Antonio Widman219, battezzato 3 gennaro
1691; vestito, solo, in Roveredo il dì primo ottobre 1708, essendovi Guardiano il P.
Sebastiano da Trento, maestro de' novizzi il P. Adriano da Lardaro diffinitore, promaestro il P. Casimiro da Trento Vicario. Ebbe ne' tre anni di filosofia in Pergine lettore
il P. Giuseppe Antonio da Ravazzone. Ne' primi due anni di teologia ebbe lettore il P.
Domenico da Besagno nel secondo corso. Celebrò le sue primizie in Cles nella festa di
s. Giuseppe 19 marzo 1715. Nel terzo anno posto in Borgo dal maggio sino al gennaro
del 1716 ebbe ivi lettore il P. Zaccaria da Roveredo della Luna. Nel gennaro del 1716 fu
posto in Trento sotto il P. lettor Lodovico da Mezzotedesco. Nel 4° ebbe in Pergine
lettore il sopraddetto P. Domenico da Besagno. Ottenuta poi col P. Antonio Maturi da
Mezzana, studente del terz'anno di teologia in Trento la necessaria ubbidienza da
portarsi nel collegio di s. Pier Montorio in Roma, per andare poi alle sagre Missioni, ed
avutone il placet da tutto il diffinitorio, in occasione che si celebrava la prima
Congregazione intermedia in Trento il dì 3 maggio 1717 avanti di cui col compagno fu
chiamato, ed esaminata ed approvata la loro vocazione, partì col detto compagno il dì 6
maggio del detto anno da Trento per Roveredo istradati per Roma. Ivi nel collegio di s.
Pier Montorio si fermò collo stesso quasi un anno, studiando le controversie sotto il R.P.
Pietro Battista, il quale poi fatto Vicario patriarcale di Costantinopoli, fu sostituito
lettore il R.P. Domenico Maffei da Cles, sotto di cui studiò alcuni mesi. Sostenuto poi
decorosamente col P. Antonio compagno l'esame, e destinato missionario in
219
Nel manoscritto: Vidman.
212
Costantinopoli collo stesso partì da Roma per la Provincia, e giunse a primi di luglio del
1718 in Borgo. E visitati li propri parenti in Val di Non e Val di Sole, s'istradarono per
Vienna ed indi per Ungheria colla calda raccomandazione e passaporto del principe
Eugenio di Savoia ai Basà di Nissa e Vidino, ed indi felicemente giunsero in
Costantinopoli. Ne' primi anni il P. Niccolò fu missionario a Scio ed a Smirne, e nel
1734 fu fatto prefetto della missione in Costantinopoli, e dopo la prefettura se ne restò
nella detta missione senza ritornare nella Provincia, tuttoché avesse terminato il suo
duodennio. Finalmente carico d'anni sopra 70, trovandosi nell'isola di Tinne vicino a
Smirne, mentre recitava il divin offizio, sopraggiunto dalla morte con colpo apoplettico,
passò, come ci giova sperare per la di lui vita religiosa, piamente al Signore come ce ne
diede avviso il P. Procuratore delle missioni in Roma, ed il nostro P. Raffaello di Val di
Buono dimorante in Costantinopoli. Fu il Padre Niccolò buon Religioso, quieto, e di
buon talento, e con gran rincrescimento di que' popoli passò al Signore, dopo 40 e più
anni di missionario nell'Arcipelago, nell'isola di Tinne 25 febraro 1761220.
1761. Dalla prima Congregazione intermedia fatta in Trento 16 aprile 1761.
429. P. Cirillo da Ronzone, Giuseppe Antonio Borzaga da Ronzone nella pieve di
Sarnonico in Val di Non, battezzato 18 giugno 1722, vestito con diversi altri in Arco li 3
giugno 1742, essendovi Guardiano il P. Bonifazio d'Ossana, Vicario e maestro il P.
Ippolito da Nosellari. Fu nipote ex parte matris del quondam rev.mo P. Antonio Maturi,
morto in Scira nel 1751. Ne' tre anni di filosofia, e tre di teologia ebbe lettore il P.
Giovanni Michele da Roveredo; e nel quarto il P. lettor Patrizio da Terlago. Si
maneggiò per andar alle missioni, ma sottoposto ad una vena varicosa si acquietò, e si
diede alla predica, e fece in diversi luoghi Avventi, annuali e Quaresime domenicali.
Nel 1756 la Quaresima predicando in Telve, fece quattro sole prediche, poiché per aver
assistito in Borgo ad un infermo di (191. //) malignità, la contrasse anch'esso, onde
dovette supplire in Telve per esso alcune prediche il P. Liduino predicator di Torcegno.
Poi rimesso predicò in alcuni altri luoghi. Nel 1759 fu fatto Vicario in Pergine del P.
Guardiano Francesco Albano da Trento. Nel detto anno predicò l'Avvento in Biano221,
come pure la Quaresima seguente verso il fine della quale, cioè il venerdì Santo la sera
dopo la processione si sentì poco bene, tuttavia continuò a predicarvi le feste. Ritornato
al convento gli continuò il raffreddore e male di petto. Nel Capitolo del 1760 fu posto in
Arco, e seguitavasi detto incomodo, e per le Pentecoste fu tuttavia a predicare un triduo
in Cavedine con il P. Felice da Canezza confessor e compagno. Se gli scuopersero poi
manifesti indizi d'idropisia, e si mise sotto la cura del medico del convento signor dottor
Bertoldi d'Arco, il quale coll'infermiere fra Cosmo dal Borgo non mancò d'assistergli
con premura, ma non iscorgendo miglioramento notabile, fu giudicato espediente
mandarlo all'infermeria e vi s'istradò su 'l mulo, accompagnato dal Terziario fra Antonio
da Nomesino il dì 23 giugno 1760. In Trento vi furono applicati molti rimedi ma senza
frutto, giudicato veramente idropico. Quindi fu mandato li 19 luglio da Trento per bere
le acque a Cles; ma giunto che fu in Mezzolombardo trovò cert'uomo, che si professava
d'avere un segreto contro l'idropisia. Sotto la cura di quello, senza altro portarsi a bere le
acidole in Cles, si mise, e parve per qualche tempo che migliorasse, ma alla fine dovette
tralasciar detto rimedio, o sia segreto per non lasciarvi la vita. Il dì dunque 27 fu
ricondotto all'infermeria, ove post varia remedia, pareva si rimettesse e andava alle volte
220
221
Cfr. anche Tovazzi, Compendium diplomaticum, III, n. 498.
Albiano.
213
in città. E su 'l riflesso che in Arco il freddo è più mite che in Trento, fu mandato alle
Grazie, ove giunse la sera delli 31 ottobre col P. Floriano da Trento studente in
Roveredo, per via di Torbole e Riva assai malconcio a cagione dell'aria cruda provata su
'l Lago. Per qualche giorno disse Messa, ma poi la tralasciò, posto sotto una nuova cura
maestrale del nostro signor medico Bertoldi, soffrendo diversi tagli, stando ora bene ed
ora male, e poi cominciando a rimettersi bene, ripigliò la celebrazione della Messa la
festa di Pasqua li 22 marzo. E quando mai si pensava ricominciò a gonfiarsi, onde il dì
16 aprile 1761 giorno in cui celebravasi la nostra Congregazione in Trento, s'incamminò
dopo Sesta e Nona su d'un asinello verso Trento accompagnato dall'infermiere fra
Cosimo e dal Terziario per via di Roveredo, e la mattina delli 18 in sabato da Calliano
giunse in s. Bernardino. Il lunedì 20 aprile cominciò li bagni asciutti, e prese anche la
polve squilla, specifico contro l'idropisia e continuò li sette giorni seguenti. Il lunedì poi
27 aprile dopo otto giorni di tale cura, fu la mattina ritrovato morto e freddo su lo
stramazzo. Credesi oppresso forse dall'asma oppur avendo qualche viscera guasta fu
oppresso dall'idropisia. Fu inoltre notato il disordine di prendere insieme due così
potenti rimedi: bagni asciutti, ed insieme la squilla, che come fu detto gli accelerarono
la morte. Fu buon Religioso, e passò al Signore, Trento 27 aprile 1761.
430. Fra Felice da Lavis, Giuseppe Benedetto Biancar, battezzato 11 maggio
1725; vestito per laico in Roveredo li 2 giugno 1756, essendovi Guardiano il P. Carlo
Bonaventura da Roveredo, Vicario e maestro il P. Giovanni Nepomuceno da
Mezzotedesco. Fatta la professa fu posto nella speziaria di Trento, essendo stato
accettato come speziale pratico, come cantava l'attestato falso con cui era stato, per
facilitargli l'accettazione, accompagnato. Dopo due anni circa cominciò a sputar sangue,
ed a sentire male di petto; fu rimosso dall'offizio d'infermiere, ma rattenuto in
infermeria, come infermo d'etichesia. Attendeva alla cucina dell'infermeria, ma non
avea memoria, e gli sopravvenne una grande rottura, e divenne come sordo. Egli era di
ottimi costumi. Finalmente consumato dalla febbre etica, dopo due anni, passò piamente
al Signore in giorno di sabato circa le ore nove. Trento 6 giugno 1761. Era stato speciale
in città di Trento, ed avea anche da secolare sputato sangue, e Frate che ciò avea
presaputo non volle manifestarlo, temendo che perciò non fosse accettato. Fu parimente
detto che il di lui padre, o madre avesse patito, e niuno a tempo ciò manifestò.
431. (192. //) P. Giovanni Vicenzo dal Borgo, Giovanni Capra (cugino del
quondam P. Vicenzo Capra dal Borgo morto nel 1733), battezzato 6 febraro 1701;
vestito con tre altri in Cles li 20 agosto 1719, essendovi Guardiano il P. Daniello da
Trento, Vicario e maestro il P. Zaccaria da Roveredo della Luna diffinitore. Ebbe per
lettore in logica il P. Agostino da Brez. Fu levato per un anno dallo studio, e poi
rimessosi studiò di nuovo la fisica ed anche animastica sotto il P. lettore Domenico
Niccolò d'Ala. Di poi sotto il P. lettor Corrado da Tesero, nel di lui secondo corso studiò
due anni la scolastica, ed un altro la morale, e di questa ne studiò un altro anno nel 1729
in Campo sotto il P. lettor Domenico da Besagno. Nel 1731 partì solo dal Borgo il dì 30
gennaro portandosi alla riformella di Roma, ma infermatosi in Venezia, e perciò
dissuaso da tale viaggio, anche dal M.R.P. Serafino da Racconigi della Provincia di
Torino, che veniva da Roma a visitare questa nostra Provincia, collo stesso P.
Commissario poi capitò in Borgo li 13 di febraro 1731 e vi fu fermato e posto di
famiglia. Nel 1735 fu Vicario in Campo del P. Guardiano Basilio Luterini da Stenico.
Nel 1744 avendo rinunciata il P. Casimiro da Calliano la Vicarìa del Borgo, fu fatto
214
Vicario il P. Giovanni Vicenzo del P. Guardiano Giacinto da Roveredo. Nel 1750 fu di
nuovo Vicario in Borgo del P. Guardiano Giuseppe Ippolito Ippoliti da Pergine. Nel
1751 fu eletto Guardiano di Cavalese. Nel 1753 avendo rinunciata il P. Aloisio da
Pergine la Vicarìa di Pergine, fu quella conferita al P. Giovanni Vicenzo e fu ivi Vicario
del P. Guardiano Giuseppe Ippolito sopraddetto. Nel 1757 fu posto in Campo; nel 1758
vi fu confermato ed ebbe un'infermità gravissima di doglia, rottura ed altro, ma
finalmente si riebbe. Negli anni 1759-1761 fu in Borgo ed in quest'ultimo godendo poca
salute si portò a fare una gran purga in infermeria, tuttavia non si rimise totalmente, e
però ritornò in Borgo, ove sensim cadde in un male cronico e però talvolta si metteva a
letto per qualche tempo, e mangiava in cucina. Ebbe due volte dello sbocco di sangue, e
per quanto fu detto, non gli fu cavato sangue secondo il bisogno. Il dì 17 ottobre in
sabato fece la sua confession generale preparandosi per la morte, e mangiò la sera in
cucina. La notte venente la domenica li 18 andato a riposo, fu sopraffatto dal terzo
sbocco di sangue, e rese piamente l'anima a Dio, e circa le tre ore dopo Mattutino fu
ritrovato morto in sentone222 colla scudella in mano piena di sangue; così pure colla
bocca piena di sangue. Fu buon Frate e confessore, e competente cantore e scrittore di
Messe. Passò al Signore in Borgo 18 ottobre 1761.
432. P. Alfonso Maria da Cembra, Carlo Leonardo figlio del signor
Bartolommeo Barbi, e nipote del di lui fratello P. Simon Pietro Barbi (morto in Trento
li 23 agosto 1739), battezzato 22 luglio 1697; vestito in Cles con due altri li 19 maggio
1714, essendovi Guardiano il P. Romedio Torresano da Cles, Vicario e maestro il P.
Andrea da Val di Buono Custode, pro-maestro il P. Giovanni Francesco da Nogaré. Ne'
tre anni di filosofia e quattro di teologia ebbe sempre lettore in diversi conventi il P.
Giacinto da Roveredo e nel secondo anno di teologia ebbe anche co-lettore in Trento nel
1719 il P. Pietro Antonio da Roveredo. Ebbe gran disposizione per la predica, buona
voce, buona memoria, e competente gesto, e se ne mostrò genialissimo. Nell'anno
quarto di studio teologico, essendo di famiglia in Campo nel 1721, cominciò a predicare
facendo l'Avvento in Banale, ove poi lo fece tre altre volte. Predicò cinque Quaresime al
Lomas. Fece due annuali e tre quaresime in Cles. Predicò tre Quaresime in
Mezzolombardo. Fece un annuale e quattro Quaresime in Cavalese. Fece due annuali e
due Quaresime nella Collegiata d'Arco. Fece due annuali e due Quaresime in Borgo.
Fece in due parti l'annuale nella cattedrale di Trento. Fece un annuale e due Quaresime
in Roncegno. Due annuali in Pergine ed uno in Riva. Nel 1728 fu Vicario in Campo nel
secondo anno del P. Guardiano Gerardo da Cles. Nel 1730 fu Guardiano di Cavalese. A
primi di maggio del 1732 partì dal Borgo con fra Cipriano da Trento infermiere alla
visita de' santuari di Loreto, Assisi, e Roma; e (193. //) dopo essersi fermato appena
dieci giorni in Roma, ed ottenuta la facoltà di fermarsi nel ritorno nella Provincia di s.
Francesco dell'Umbria, partì da Roma e giunto in Assisi fu collocato nel convento delle
Carceri sopra Assisi, e fra Cipriano fu collocato in Orvieto. La Quaresima del 1733
predicò ogni giorno in Celleno nell'Umbria con fra Cipriano compagno. Nel detto anno
predicò l'Avvento in Orvieto. La Quaresima del 1734 predicò ogni giorno in Monte
Castello nell'Umbria, e poi ritornò in Provincia con fra Cipriano, capitando il dì 19
maggio in Borgo. Nel 1738 fu di nuovo Vicario in Campo del P. Guardiano Francesco
Pangrazio dalla Nave. Nel 1746 partito il dì 20 maggio il P. Vicario di Trento Clemente
Morelli di Trento per le missioni nella Servia, gli fu sostituito per Vicario di Trento il
222
Seduto.
215
nostro P. Alfonso Maria. Così pure avendo nel mese d'ottobre 1748 il P. Davide
rinunciato la Vicarìa di Pergine, gli fu sostituito per Vicario il P. Alfonso. Negli anni
1757-1759 fu di famiglia in Cles; e la Quaresima del 1759 predicò per l'ultima volta la
Quaresima in Mechel. Fu ottimo Religioso, non poco stimolato, onde dopo il 1750
poco, o niente confessava. Lontano dagli offizi, amantissimo dell'ubbidienza e della
santa povertà, cosicché ultimamente non teneva sportella, e portava seco nel mantello
l'involtino delle prediche. Nel 1760 e 1761 fu di famiglia in Mezzolombardo, ove fu più
volte incomodato da certa spezie d'idropisia e spezialmente essendo nell'estate del 1761
dalla medesima molestato, fu condotto all'infermeria, ove poi sopraggiuntogli anche lo
sputo di sangue marcio, munito de' santissimi Sagramenti, e con religiosissima
disposizione, la sera degli undici gennaio circa le sette e mezza, scoppiatagli la postema
del petto, restò soffocato e passò qual visse, ottimo Religioso al Signore. Trento 11
gennaio 1762.
433. Fra Leonardo da Vigne, Giovanni Battista Pasini223, battezzato 8 ottobre
1705; vestito, solo, per laico in Arco li 7 ottobre 1726, essendovi Guardiano il P.
Andrea da Val di Buono, Vicario e maestro il P. Baldassar Antonio da Canezza. Nel
febraro 1735 partì da Trento col Terziario fra Antonio d'Aldeno, e portò Roma il primo
processo formato d'autorità apostolica per la causa della nostra venerabile Madre
Giovanna Maria, e fu di ritorno in Arco li 22 giugno. Fu buon Frate, sottoposto al male
di gambe, per cui si portò nell'estate con fra Romualdo da Monaco nel 1748 a bagni di
Pusteria. Posto ultimamente di famiglia in Cavalese nel 1761 si ammalò il dì 24 febraro
di febbre, a principio creduta catarrale, e che poi fu scuoperta maligna, e per quanti
rimedi vi si applicassero dovette finalmente soccombere. Munito pertanto de' santissimi
Sagramenti, e con religiosa disposizione, circa le ore due e tre quarti dopo 'l mattutino,
passò piamente al Signore; Cavalese 3 marzo 1762.
434. P. Ferdinando da Bronzolo, Giuseppe Sebastiano Weber224 (primo cugino
del P. Vittorio Weber morto li 11 ottobre in Trento 1760), battezzato 14 gennaro 1696;
vestito in Cles con tre altri li 25 agosto 1716, essendovi Guardiano il P. Giovanni
Francesco da Nogaré, Vicario e maestro il P. Teodoro Marini da Rumo diffinitore. Ebbe
ne' tre anni di filosofia e quattro di teologia continuamente lettore il P. Ilario Comper da
Besenello. Essendo chierico studente di teologia in Pergine si portò col P. Giuseppe
Vigilio da Mezzotedesco ivi Guardiano a Bressanone ed in Pusteria. La Quaresima del
1725 fece i discorsi del Santissimo in s. Massenza o sia Duomo di Trento, e nel maggio
seguente, avanti il Capitolo, celebrato poi il dì 6 giugno, si portò a Verona col P.
Anselmo Sartori attual Vicario di Trento. Nella Congregazione fatta in Arco li 7 maggio
1726 essendo stato istituito lettore di logica in Cles il P. Casimiro Forer da Calliano ed
avendo questo più volte rinunciato, in un congresso fatto in Roveredo nel settembre,
accettata la predetta rinuncia, fu istituito in di lui luogo lettore il P. Ferdinando; il dì 28
fu esaminato, ed il dì 29 partì per Cles, ove nel detto anno e due seguenti insegnò la
filosofia a cinque seguenti chierici studenti: fra Giovanni Angelo dal Borgo, fra Claudio
da Trento, fra Pietro Antonio da Caldes, fra Francesco Antonio dal Borgo, fra
Sigismondo da Cagnò. Nel 1729 fu istituito lettore di teologia e posto in Trento, ove
(194. //) la insegnò quattro anni continui. Nel 1731 li 7 settembre partì da Trento col P.
Domenico Nicollò d'Ala ivi Vicario, e si portò con un mese di ubbidienza a Verona. Nel
223
224
Nel manoscritto: Pasino.
Nel manoscritto: Beber.
216
1732 insegnò ivi il quarto anno, ed alla fine di quello dedicò le tesi a monsignor
vescovo e principe Domenico Antonio di Thunn, e le sostenne con applauso per due
giorni nella chiesa di s. Bernardino. E detto monsignor in segno d'aggradimento fece
una ricreazione ad esso e di lui studenti in Doss Trento. Mentre era lettore in Trento
fece alcune volte li discorsini alla Via Crucis, e supplì al visitatore del Terz'Ordine. Nel
1733 fu fatto Guardiano di Trento, e la Quaresima del 1734 fece la seconda volta li
discorsi del Santissimo in s. Massenza, e li discorsini alla Via Crucis. Nel Capitolo del
1734 fatto Ministro il P. Corrado da Tesero, prese per suo segretario il P. Ferdinando,
ma nel novembre del detto anno sopraffatto da sputo di sangue il P. Filippo da Rallo
attual confessore delle monache a s. Chiara, e però avendo egli rinunciato tal offizio, gli
fu sostituito il P. Ferdinando, che da Cles a primi di dicembre 1734 si portò a Trento ad
esercitar tal impiego, che continuò sino al Capitolo nostro celebrato in Trento li 27
maggio 1737 in cui fu eletto diffinitore, ed in detto triennio fermato in Trento fu ivi colettore e visitatore del Terz'Ordine, e la Quaresima del 1739 predicò alle monache della
Trinità. E lo stesso anno nell'agosto partì da Cles per Caldaro, scelto per segretario di
commissione dal P. Giovanni Pio da Pressano Visitatore della provincia del Tirolo,
quale cominciò in Caldaro, e dopo averla terminata il P. Ferdinando diffinitore capitò di
ritorno in Trento li 22 novembre. Nel nostro Capitolo celebrato in Roveredo li 28
novembre 1739 essendo stato eletto Ministro il predetto P. Giovanni Pio fu da questi di
nuovo scelto per segretario il nostro P. Ferdinando, che lo servì per tutto il di lui
governo, che quella volta fu di soli due anni e mezzo. Nel Capitolo fatto in Arco li 6
maggio 1742 fu eletto Custode e fu ivi posto vice maestro de' novizzi. Nel 1743 fu
collocato di famiglia in Trento, ed il dì 11 novembre subintrò confessore delle monache
della santissima Trinità, avendovi allora solamente terminato il suo triennio il P.
Giuseppe Antonio da Ravazzone. Nel 1744 fu ivi confessore delle monache. E nel 1745
celebratosi in Roveredo il nostro Capitolo il dì 9 maggio fu eletto Ministro provinciale.
Il primo anno prese per segretario il P. Ambrogio da Roveredo; e questi l'anno seguente
rinunciando, prese nel secondo e terz'anno il P. Giuseppe Maria da Roveredo. Per
compagno il primo anno ebbe P. Eugenio da Cavalese; nel secondo e terzo prese
frat'Alessio da Castagné. Nel secondo anno del Provincialato ebbe una molestissima
infermità, sopraggiuntagli in Fiemme; d'onde su d'un carro fatto apposta fu condotto
fuori all'infermeria. Corse gran pericolo della vita, ma alla fine per grazia del Signore si
riebbe. Nel 1748 terminato l'offizio di Ministro, fu di nuovo fatto confessore delle
monache alla Trinità in Trento, e vi durò un intero triennio. Nel Capitolo celebrato in
Arco nel 1751 fu di nuovo eletto diffinitore, e quel triennio dimorò di famiglia in
Mezzolombardo. Nel Capitolo poi celebrato in Trento il dì 30 aprile 1754 fu per la
seconda volta eletto Ministro, e scelse per tutto il triennio segretario il P. Flaviano
Ricci225 da Cembra, e per compagno, e precursore lo servì fra Biagio da Mori Terziario.
Nel 1757 terminato l'offizio scelse d'andar di famiglia in Borgo. Nel 1758 fu confermato
ivi, ove non godeva tuttavia molta salute. Avendo guasti li denti non poteva masticare,
onde doveasi prolungare la mensa comune per dargli tempo. Non poteva dir Messa fra
la mattina senza incomodo, onde la diceva avanti Prima, e la notte avea bisogno di star
giù a Mattutino. Per tanto nel 1759 fu destinato in Trento, ove aver potesse tutto il suo
governo, ma pregò d'esser lasciato in Borgo. Nel 1760 rimase in infermeria, ma andava
alle volte per città, e confessava qualche tedesca. Fu parimente qualche volta mandato a
levare e condur a Mezzolombardo per servizio di quella eccellentissima (195. //)
225
Nel manoscritto: Rizzi.
217
signora contessa Maddalena vedova Spaur nata Chuen d'Inspruch di cui era stato più
anni direttore allorché dimorò di famiglia in Mezzolombardo. Nel 1761 si fermò in
infermeria. Nella Quaresima poi del 1762 fu incomodato da febbre e si riebbe. Ma il
lunedì dopo la domenica in Albis, la sera delli 19 aprile si allettò con febbre e mal di
petto, ed il giorno seguente crescendo assai il male con gravamento dell'infermo, fu
dopo 'l pranzo sagramentato per Viatico, e sempre più crescendo fu munito dell'Estrema
Unzione. Passò poi la mattina del venerdì circa le ore dieci avanti Sesta e Nona con
religiosa disposizione piamente al Signore; Trento 23 aprile 1762. Fu il P. Ferdinando
Religioso assai dotto, civile, ed esemplare. Destro ne' suoi governi, e gradito per il suo
tratto affabile da secolari e specialmente dalle beatine.
1762. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Pergine 28 aprile.
435. Fra Giulio da Livo, Antonio Insegna detti Bertagna, battezzato 16 gennaro
1685, vestito per laico in Cles con un altro li 10 luglio 1711, essendovi Guardiano il P.
Teodoro da Rumo, Vicario e maestro il P. Adriano da Lardaro. Fu buon Frate e faticò
ne' soliti ministeri ed offizi de' laici. Nel 1744 partì dal Borgo li 19 gennaro compagno
del P. diffinitore Ilario da Besenello andante a Venezia; e fu di ritorno li 4 febraro. Fu
per molti anni dal 1752 al 1757 compagno del sagristano in Pergine; e dal 1757 sino al
1762 fu compagno del sagristano in Roveredo. Ivi ultimamente dopo molti mesi di varii
incomodi, specialmente di asma, per cui fu più volte in pericolo di morte, fu dissi
sopraffatto dall'idropisia, sopportando il tutto con religiosa pazienza, e munito de'
santissimi Sagramenti, la mattina sotto la Messa conventuale, passò piamente al
Signore; Roveredo li 5 maggio 1762.
436. Fra Romualdo da Monaco, Giuseppe Floriano Kolb, battezzato 3 maggio
1699, vestito con un altro per laico in Cles li 20 maggio 1720. Era stato speciale pria di
essere accettato, presso il signor Ercole speciale in Mezzolombardo, che molto lo
commendava; onde dopo la professione fu posto nell'infermeria di Trento, sotto fra
Leonardo da Pergine capo infermiere, e speciale, cui morto lo stesso anno li 3 dicembre
1721 fu sostituito per capo infermiere fra Valentino dal Borgo venuto da Fiemme, e
sotto di questo rimase fra Romualdo infermiere. Nell'aprile del 1723 si portò con fra
Simone da Mezzolombardo a visitare li suoi parenti in Monaco. E lo stesso anno nel
luglio, fattasi la Congregazione fu collocato di famiglia in Arco ove colla confezione
smeraldina fatta da esso, e portata seco da Trento cooperò molto alla guarigione del P.
Ministro Vicenzo da Borgo mortalmente infermo per una ulcera nell'imboccatura della
vescica. Circa il dì 20 ottobre 1725 partì da Trento con fra Cipriano portandosi in
Baviera, peranche professato, per rimettersi da certa sua indisposizione. Nel 1728 si
portò a bagni di Pusteria col P. Eustachio da Trento, e nel medesimo anno nell'ottobre
accompagnò il P. Fortunato da Inspruch andante alla visita de' suoi parenti. Il dì 31
marzo partì da Mezzolombardo con fra Giacomo da Sovero Terziario con 6 mesi di
ubbidienza portandosi alla visita de' parenti in Baviera ed in Vienna, ove avea una
sorella monaca chiarissa ad Reginam, e ritornato nell'agosto fu collocato in Cles. Li 6
novembre 1733 partì da Roveredo, ove era sagrestano, accompagnato dal Terziario fra
Girolamo da Volano, portandosi con facoltà del rev.mo P. Crescenzio Krisper
commissario generale di questa Cismontana Famiglia a Mantova per incorporarsi ivi tra
gli PP. Osservanti, ma senza incorporarsi, dopo circa dieci mesi con licenza del rev.mo
P. Commissario generale Giuseppe da Evora succeduto al sopraddetto P. Krisper,
218
ritornò alla Provincia, e fu ricollocato di famiglia in Roveredo. Fu poi altre volte, come
nel 1739 e 1741 alla visita de' parenti, e tentò d'esser incorporato nella Provincia di
Boemia, ma da que' Padri ricercata e ottenuta una sincera informazione delle di lui
qualità, non lo accettarono, onde ritornato in Provincia fu posto in Pergine. (196. //) Fu
in diversi conventi sagrestano ed infermiere, e negli ultimi anni fu in Pergine, ed in
Borgo. Nel 1762 fattasi la Congregazione il dì 28 aprile in Pergine, egli fu collocato di
famiglia in Mezzolombardo. Li 6 maggio in giovedì partì dal Borgo; in Trento si fermò
due giorni, ed il dì 10 da s. Bernardino s'istradò per Mezzolombardo, ove appena giunto,
se gli fece sentire la gotta, cui in questi ultimi anni fu molto soggetto, e poi fu
sopraffatto da una febbre acuta, per circa otto giorni; e però munito de' santissimi
Sagramenti e con religiosa disposizione passò al Signore in Mezzolombardo 22 maggio
1762, dodici giorni dopo il suo arrivo. Fu eccellente speziale, e bravo infermiere e
tenendo varii segreti, fece delle bellissime cure. Lasciò registro de' suoi segreti e rimedi,
de' quali una copia donò al quondam signor Cofler226, speziale e chirurgo in
Mezzolombardo, ed un'altra lasciò per li nostri Frati che ora conservasi da fra Ruperto
da Vigol Baselga. Fu sottoposto oltre alla gotta anche per molto tempo all'epilessia ed
altri incomodi e se avesse usata più religiosità e sobrietà, sarebbe stato di maggior buon
esempio a Frati e secolari.
437. P. Ambrogio da Denno, Giovanni Battista Maistrelli, battezzato 17
dicembre 1736, vestito in Arco con un altro il dì 26 maggio 1754, essendovi Guardiano
il P. Giacomo Antonio da Calliano, Vicario e maestro il P. Patrizio da Terlago, promaestro il P. Giovanni Tommaso dal Borgo. Ebbe ne' tre anni di filosofia in Borgo, e ne'
quattro di teologia uno in Borgo e tre in Trento sempre lettore il P. Arcangelo da Cles.
Primiziò in Trento il dì primo ottobre 1760 con dispensa di circa quattro mesi, ma
capitò all'improvviso circa due giorni avanti l'ordinazione; cosicché dovette poi fare gli
esercizi spirituali dopo d'essere ordinato sacerdote. Nella Congregazione fatta in Pergine
li 28 aprile 1762 fu posto studente di sagra eloquenza in Campo sotto il P. lettor
Candido da Poia. Nell'ottobre fu alla cerca del vino in Cavedine, d'onde poi ritornato fu
sorpreso da febbre al principio creduta catarrale, poi verminosa, ma fatta acuta lo faceva
vaneggiare, fu pertanto munito de' santissimi Sagramenti, e ben disposto passò piamente
al Signore in Campo li 10 novembre 1762. Era giovane di buona espettazione, e miglior
studente del P. lettor Arcangelo.
438. P. Giacinto da Roveredo, Michele Plotzer, figlio di un soldato del castello di
Roveredo, quale premorto, fu procurata una segurtà alla madre restata vedova, affine in
caso fosse assistita, che faceva l'allevatrice, fu battezzato 3 ottobre 1685; vestito in Cles
con tre altri per chierici li 25 maggio 1703, essendovi Guardiano il P. Serafico da
Roveredo, Vicario e maestro il P. Andrea da Val di Buono. Ebbe ne' tre anni di filosofia
e quattro di teologia lettore sempre il P. Domenico da Besagno. Cantò le sue primizie in
Roveredo li 26 dicembre 1709, e poi si esercitò nella predica. Nella Congregazione del
1715 fu istituito lettore di logica in Pergine de' quattro seguenti studenti: fra Bernardo
da Mechel, fra Dionigio da Trento, fra Alfonso Maria da Canezza e fra Casimiro da
Calliano. A quali insegnò la logica in Pergine, la fisica in Borgo ed in Arco l'animastica.
Nel 1718 istituito lettore di teologia la insegnò il primo anno ivi in Arco. Il secondo in
Trento co-lettore del P. Pietro Antonio da Roveredo. Il terzo in Arco e il quarto in
226
In margine di mano del Tovazzi: "Giovanni Kofler morto nel febbraio del 1769".
219
Campo. Nel Capitolo del 1722 avendo terminato la lettura fu fatto Guardiano in Cles.
Nel 1723 fu Vicario in Cavalese del P. Guardiano Teodoro da Rumo, il quale l'anno
antecedente era stato di lui Vicario in Cles. Nel 1726 e 1727 fu Guardiano di Trento, e
nel primo anno ebbe una gravissima infermità. Nel secondo anno verso la festa di s.
Caterina, fece l'ottavario per li nostri Santi Giacomo dalla Marca e Francesco Solano di
fresco canonizzati, con una solennissima processione per la città, con emblemi, fercoli,
ideati dal signor abate don Bernardino Zambaiti, e dirigevano la processione (cui anche
intervennero li rev.mi canonici ed il clero della cattedrale) il P. diffinitor Francesco
Maria d'Arco co' Padri Giovanni Vicenzo dal Borgo, e Bonaventura da Lavis, la quale
per gloria dell'Altissimo, ed onore de' predetti Santi, riuscì di singolare e comune
gradimento. (197. //) Nel Capitolo fatto in Roveredo li 31 maggio 1728 fu eletto
diffinitore, e nel terzo anno da diffinitore fu segretario del P. Provinciale Serafico da
Roveredo. Nel 1731 e due anni seguenti fu confessore delle monache di Roveredo. Nel
1734 fu mandato in Fiemme. Nel 1735 fu eletto Guardiano del Borgo. Nel 1736 fu
trasportato Guardiano in Campo. Nel 1737 fu fatto Vicario in Arco del P. Guardiano
Antonino da Trento. Nel 1744 e 1745 fu di nuovo Guardiano in Borgo. Nel 1748 fu di
famiglia in Campo. Nel 1749 fu ivi Vicario del P. Guardiano Angelo Ignazio da Carano.
Nel 1750 fu ivi confermato Vicario del P. Guardiano Liduino Sartora da Roveredo. Di
poi collocato in Arco vi durò sino al 1757. Nel detto anno fu posto di famiglia in
Roveredo, ove si fermò tre anni. Nel 1759 il dì 26 dicembre terminando il 50° anno di
sacerdozio poteva cantare la sua seconda Messa, ma non si curò, essendo indisposto e
fuori di comunità: anzi venendo di tratto in tratto sorpreso da febbre ed altri incomodi, e
per conseguenza abitualmente infermiccio, dimandò ed ottenne d'essere condotto e
posto nell'infermeria; onde dopo il Capitolo fatto in Arco li 20 aprile 1760 vi fu
condotto, e vi rimase fino alla morte, qual seguì dopo lunga infermità di doglia e molti
altri incomodi, e dopo che fu munito de' santissimi Sagramenti, in mercoledì circa le ore
quattro dopo 'l pranzo. Trento 12 gennaro 1763. Fu il P. Giacinto Religioso dotto,
cordiale, e buon predicatore, quantunque non arrivasse a predicare tre volte in
settimana, fece però molti annuali, Avventi e Quaresime festive con discorsi.
439. Fra Egidio da Val di Buono, Niccolò Salvini detti Festi da Por in Val di
Buono, battezzato 11 giugno 1680. Fu prima vestito Terziario in Trento detto fra
Niccolò il dì 23 ottobre 1704, e poi vestito per laico con alcuni chierici in Cles li 11
giugno 1707, essendovi Guardiano il P. Giovanni Cristoforo Stozzoni da s. Michele, e
maestro il P. Adriano da Lardaro diffinitore. Fu ottimo Religioso, quieto, pacifico,
instancabile e mai ozioso, e di buon esempio a Frati e secolari. Fu in più volte
moltissimi anni di famiglia in Campo. Ultimamente come invalido fu mandato da
Campo nell'infermeria circa la festa di s. Lucia 1760. E vi durò sino alla morte, seguita
dopo breve infermità di tre giorni per una massa di catarro, e dopo essere stato munito
de' santissimi Sagramenti, e ben disposto, nell'83° anno di sua età. Trento 19 gennaro
1763.
440. P. Giuseppe Antonio da Ravazzone, Giovanni Zanella, battezzato 6 febraro
1685, vestito con tre altri in Cles col nome di fra Apollinaro il dì 22 settembre 1700,
essendovi Guardiano il P. Gabriello Cassina da Trento, Vicario e maestro il P.
Tommaso da Bresimo ambi sino al mese di giugno dell'anno seguente 1701 in cui fu
eletto Guardiano di Cles, o sia del noviziato il P. Alessandro da Riva, Vicario e maestro
il P. Antonio Maria da Cavareno. Fatta la professa fu mandato in Arco, e passando per
220
Roveredo, ove trovavasi il neo Ministro P. Simon Pietro da Cembra alle suppliche del di
lui zio prete Zanella gli mutò il nome d'Apollinaro in Giuseppe Antonio, e con tal nome
si partì per Arco. Nel 1702 studiò logica in Borgo sotto il P. lettor Valerio da Preghena.
Nel 1703 e 1704 studiò fisica ed animastica in Pergine sotto il P. lettor Teodoro da
Rumo, avendo il predetto P. Valerio per infermità rinunciata la lettura. Studiò il primo e
secondo di teologia sotto il medesimo P. Teodoro. Il terzo lo studiò in Roveredo sotto li
Padri co-lettori Filippo da Rallo e Giulio Francesco nel 1707 da Cetto bresciano. Nel
1708 studiò il quarto in Cles sotto il detto P. Filippo, e poi ordinato sacerdote alle
Tempore di Quaresima, primiziò nel convento di s. Rocco in Roveredo il dì 6 marzo
1709 e ritornando poi al suo studio in Cles. Indi posto di famiglia in Trento predicò la
Quaresima del 1710 in Romagnano e fu esaminato ed (198. //) approvato per lettore,
onde nel Capitolo fatto ivi in s. Bernardino il dì primo giugno 1710 fu destinato e
collocato lettore delle arti in Pergine de' quattro seguenti chierici: fra Simone da
Mezzolombardo, fra Mattia da Povo, fra Ilario da Besenello, e fra Niccolò da Coredo;
ed alli medesimi lesse pur ivi nel 1711 e 1712 la fisica ed animastica. Ma non passò più
avanti nella lettura. Nel maggio 1716 prima del Capitolo, che si celebrò poi il dì 24
giugno da Cles con tre mesi di ubbidienza, andando col P. Gerardo Maduzzio da Cles
alla visita della Madonna d'Ettinga in Baviera, ed in Vienna per visitare il signor Andrea
Madruzzi fratello del detto P. Gerardo. Nel 1717 fu eletto Vicario di Campo, ma avendo
poi rinunciata il P. Lodovico da Mezzotedesco la guardianìa di Mezzolombardo, fu
questa conferita al P. Giuseppe Antonio. Nel 1718 fu Vicario in Cavalese del P.
Guardiano Flaviano dalle Arme da Trento. Nel 1719 essendo stato eletto Provinciale il
P. Antonio Maria da Cavareno, scelse egli per segretario per tutto il triennio il P.
Giuseppe Antonio. Nel 1722 fu pur preso per segretario ad triennium dal P. Vicenzo
Capra dal Borgo fatto per la seconda volta Provinciale. Nel Capitolo del 1725 fu poi
deputato ad triennium confessore delle monache del Borgo, nel qual triennio gli
cominciò il male di calcoli e renella e gotta; da quali fu poi di tratto in tratto molestato
nel corso restante di sua vita. Il dì 16 maggio 1726 con 15 giorni di ubbidienza si portò
a Padova e Venezia con fra Gervasio da Volano professoto nel tempo del confessore
straordinario. Nel Capitolo del 1728 fu eletto diffinitore e nel primo anno fu anche
segretario del P. Provinciale Serafico da Roveredo. Nel 1731 fu Vicario in
Mezzolombardo nel secondo anno del P. Guardiano Cherubino da Trento. Nel 1733 fu
Vicario in Roveredo dl P. Guardiano Ippolito da Nosellari. Nel 1734 fu di nuovo
Guardiano ad annum in Mezzolombardo. Nel 1735 fu Vicario in Arco del P. Guardiano
Angelico da Roveredo; e nell'aprile del 1736 si portò col P. Eusebio da Cavedine in
Verona per consultare que' signori medici per una sua indisposizione. Nel 1737 e due
seguenti fu confessore delle monache di s. Carlo. Nel Capitolo celebrato in Trento li 28
novembre fu fatto Vicario in Trento del P. Guardiano Aniceto da Castellano. Nella
Congregazione fatta in Arco li 25 settembre 1740 fu posto in Borgo; e nel detto anno
venuto dal Borgo fu fatto confessore delle monache alla santissima Trinità. Nel tempo
dello straordinario227 dalli 16 giugno 1741 si portò con fra Alessio da Castagné a Verona
ed a Mantova; e le servì dalli 10 novembre 1740 fino li 10 novembre 1743 fermandosi
poi ivi di famiglia fino alla Congregazione fatta li 6 giugno 1744 in cui fu fatto Vicario
in Roveredo nel secondo anno del P. Guardiano Baldissaro Antonio da Canezza. Nel
1746 fu posto di famiglia in Borgo, e vi dimorò sino al 1757 in cui fu collocato in
Roveredo, e vi dimorò sino alla morte. Poteva celebrare la seconda Messa avendo
227
Il confessore straordinario sostituiva per un periodo il confessore ordinario.
221
terminato l'anno cinquantesimo di sacerdozio li 9 marzo 1759, ma non se ne curò,
quantunque il P. Guardiano si fosse esibito di solennizzarla. Nell'estate del 1762 oppure
nell'autunno fece una cascata portando acqua alle piante di cipresso oppure di tabacco;
la tenne celata, ma finalmente se gli fece una sacca, e gli sopravvenne la febbre il giorno
di s. Andrea 30 novembre 1762. Indi se gli scuoperse un tumore in un fianco, e fattagli a
tempo l'incisione dal signor cerusico Zanella di lui nipote, ne uscì grande materia, ma
essendo già destituito di forza ed aggravato dall'età decrepita d'anni 78, fu munito perciò
de' santissimi Sagraemnti, e ben disposto, passò al Signore dopo il pranzo circa le ore
quattro; in Roveredo 11 febraro 1763. Fu buon Religioso, esemplare, civile e proprio. E
fu parimente buon predicatore, ed oltre molti Avventi e Quaresime festive, e prediche
alle monache, la Quaresima del 1732 predicò in Mezzolombardo.
441. P. Giuseppe Ippolito da Pergine, Baldissaro Francesco Antonio Ippoliti
(pronipote del P. Cherubino Ippoliti morto nel 1684, e cugino del rev.mo P. Ippolito
Ippoliti morto nel gennaro 1715); fu battezzato 6 luglio 1712, fu vestito, solo, in Arco li
22 aprile 1731, (199. //) essendovi Guardiano il P. Gerardo da Cles, maestro e Vicario
per circa 6 giorni il P. Filippo da Rallo Custode, e dopo il Capitolo fatto li 30 aprile fu
Vicario e maestro il P. Giacomo Bontadi da Varignano. Ebbe ne' tre anni di filosofia e
due di teologia lettore il P. Pietro Giuseppe da Riva. Negli altri due anni diversi lettori.
Nella Congregazione fatta in Arco li 25 settembre 1740 fu deputato lettore di logica in
Mezzolombardo colli seguenti studenti: fra Carlo Antonio da Samoclevo, fra Eugenio
da Cavalese, fra Gregorio da Bordiana, fra Cristoforo Mosaner da Lavis. Nella
Congregazione fatta in Mezzolombardo li 29 maggio 1741 fu deputato di nuovo lettore
di logica in Roveredo. Nel 1742 ivi lettore di fisica; e nel 1743 in Cles lettore
d'animastica. Nel 1744 fu destinato lettore di morale in Mezzolombardo, ma non
accettò. Nel 1745 al principio di febraro partì il P. Vittorio lettore di teologia in Borgo
alla visita della Provincia del Tirolo, e gli fu sostituito lettore supplimentario il P.
Giuseppe Ippolito, che lesse sino al Capitolo, fatto poi li 9 maggio 1745, il trattato de
actibus humanis. Nel detto Capitolo fu istituito lettore di teologia in Trento, ove la
insegnò tre anni in seguito. Nel Capitolo del 1748 fatto Provinciale per la seconda volta
il P. Lodovico da Mezzotedesco prese per segretario il nostro P. Giuseppe Ippolito, che
lo servì per molti mesi, e poi s'infermò, e supplì per esso il P. Carlo Antonio da
Samoclevo; da Pasqua poi ripigliò l'offizio il P. Giuseppe Ippolito sino alla
Congregazione fatta li 27 aprile 1749 in cui rinunciò poi detto offizio. Nel 1750 fu fatto
Guardiano del Borgo. Nel 1751 posto in Arco fece l'annuale nella Collegiata d'Arco, ed
apprese meglio il suonare l'organo, essendosi anche impiegato in ciò mentre era
secolare. Nel 1752 fu Vicario in Trento nel secondo anno del P. Guardiano Casimiro da
Calliano. Nel 1753 fu eletto Guardiano di Pergine; e nel 1754 fu trasportato Guardiano
in Mezzolombardo. Nel 1755 e due seguenti fu confessore delle monache chiarisse di s.
Michele in Trento. Nel 1758 fu Vicario in Borgo del P. Guardiano Davide da Vigolo.
Nel 1759 fu destinato in Trento dal diffinitorio (alla premurosa ricerca fatta al Padre
Provinciale da sua altezza rev.ma monsignor Alberti vescovo e principe di Trento) col
P. Benedetto da Cavalese rilevatore delle scritture latine e italiane dell'archivio
vescovile. Nel 1760 fu confermato nel medesimo impiego. Quanto a di lui viaggi nel
1744 si portò in Inspruch da Mezzolombardo col P. Guardiano Benedetto sopraddetto
per la controversia co' PP. Cappuccini. Nel 1745 si portò a Verona col P. Giovanni
Tommaso dal Borgo, e presentò da considerare al signor marchese Maffei certa
dissertazione dell'usura distesa dal sopraccennato Padre Benedetto. Nel 1761 fu
222
confermato a Trento per terminare la revisione dell'archivio vescovile. Nel 1762 fu
posto in Pergine avendo già terminata la predetta revisione quanto alle scritture latine ed
italiane. Ivi poi sopraffatto dalla doglia, quantunque assistito con ogni premura dal
signor medico Ippoliti di lui fratello germano, dovette soccombere, onde munito de'
santissimi Sagramenti e ben disposto passò al Signore in Pergine 12 febraro 1763, circa
le ore tre dopo il pranzo in sabato. Fu buon Religioso e competente predicatore, avendo
fatto molti Avventi e Quaresime festive e varii discorsi. Avea un buon carattere, sapeva
suonar l'organo, ed era molto capace di canto.
442. Fra Giovanni Antonio da Tres, di casa Zadra, battezzato 17 agosto 1680,
vestito Terziario in Cles li 9 marzo 1707. Buon Frate, e mediocremente amante della
fatica. Nel 1723 andò compagno del P. Sebastiano da Trento allorché come Custode si
portò al Capitolo generale di Roma. Fu per molti anni invalido in diversi conventi. Nel
1754 fu posto di famiglia in Borgo, ove rimase fino alla morte. Fu ultimamente
sopraffatto da una gran massa di catarro, e dopo brevissima infermità, munito de'
santissimi Sagramenti, e ben disposto passò piamente al Signore nella terza domenica di
Quaresima circa l'ora di vespro, nell'ottantesimo terzo anno di sua età. In Borgo 6 marzo
1763.
443. (200. //) P. Ilario da Besenello, Francesco Antonio Comper, battezzato 16
aprile 1689; vestito con un altro in Roveredo li 26 settembre 1708, essendo Guardiano il
P. Sebastiano da Trento, maestro il P. Adriano da Lardaro diffinitore, pro-maestro il P.
Casimiro da Trento Vicario. Ne' tre anni di filosofia ebbe in Pergine lettore il P.
Giuseppe Antonio da Ravazzone. Tre anni studiò la teologia sotto il P. Domenico da
Besagno, ed un altro in Trento sotto il P. lettore Lodovico da Mezzotedesco. Nel 1717
fu istituito lettore di logica in Roveredo de' seguenti chierici studenti: fra Bernardino da
Sant'Orsola, fra Raffaello da Tesero (che poi morì, mandato a Trento infermo, li 19
febraro 1718), fra Riccardo da Nogaré, fra Pietro Giuseppe da Riva, fra Ferdinando da
Bronzolo e fra Martino da Roveredo. Nel 1718 insegnò la fisica e nel 1719 l'animastica.
Nel 1720 e tre seguenti insegnò la teologia ed invogliatosi d'andar alle missioni,
terminata la lettura, nel 1724, nel novembre del detto anno partì da Roveredo per Roma
con fra Donato da Predazzo. Nel 1725 destinato missionario in Macedonia partì da
Roma per la patria con un altro missionario in Macedonia, e vi giunse nel mese di
giugno, e visitati li parenti partì li due agosto da Roveredo per la sua missione di
Macedonia, in cui dopo esservi stato molti anni da puro missionario, fu eletto prefetto
con decreto della sagra Congregazione delli 19 gennaro 1731. Terminato il sessennio
della prefettura, nell'agosto del 1737 partì per Roma, ove giunto vi dimorò tutto
l'inverno, ed ottenuta la patente di padre di Provincia ecc., la terza festa di Pasqua il dì 8
aprile 1738 s'istradò di ritorno alla Provincia, capitando in Arco li 14 maggio, e
presentandosi in Trento al P. Ministro Lodovico da Mezzotedesco gli mostrò la sua
patente, e dal medesimo fu posto di famiglia in Roveredo. Nella Congregazione tenutasi
in Roveredo li 19 aprile 1739 fu fatto Guardiano in Pergine. Nel Capitolo delli 28
novembre 1739 fu fatto Vicario in Roveredo del secondo anno del P. Guardiano
Gasparo da Monclassico. Nel Capitolo poi celebrato in Arco li 6 maggio 1742 fu eletto
diffinitore. Nel 1744 li 19 gennaro partì dal Borgo per Venezia con fra Giulio da Livo, e
fu di ritorno il dì 4 febraro. Nel 1747 li 27 febraro partì da Arco e per il Lago si portò in
Italia andando per via di Milano alle missioni di Val di Luserna nel Piemonte, e verso li
6 aprile giunse a s. Secondo, primo ospizio della detta missione di Val di Luserna, tre
223
miglia discosto da Pinerolo. L'anno seguente, essendo state incorporate le missioni di
Val di Luserna nella Provincia di Torino, furono licenziati anche li missionari forastieri,
e così anche il P. Ilario, il quale partito da detta missione giunse in Arco li 4 febraro, e
visitati li suoi parenti, ritornò in Arco e vi fu posto di famiglia, ove si fermò sino al
1756. Fece poi una gran caduta in visitando un infermo in Romarzollo, cadendo da una
ribalza per cui non poco patì. Il dì 18 dicembre 1755 fu poi sorpreso da un fiero colpo
apoplettico, e verso il fine di febraro 1756 fu condotto in lettica all'infermeria di Trento,
ove vi rimase fino alla morte. Prima del suddetto colpo era stato sopraffatto da una gran
debilezza di vista, e però fu dispensato da Roma per poter celebrare la Messa votiva
della Madonna, ed in luogo dell'offizio divino a recitare la corona. Continuò colla
predetta dispensa a celebrare, assistendogli ora uno ed ora un altro, ma finalmente
scuopertosi qualche disordine fu ordinato che più non celebrasse. E così il dì 12
novembre 1757 celebrò l'ultima volta, ed il dì 12 detto in domenica cominciò a
communicarsi, come gli non sacerdoti; ed in tal forma poi continuò, cieco affatto e di
tratto in tratto incomodato da una fiera gotta. Per altro si strocicava col suo bastoncello
per l'infermeria, ed andava a mangiare nel refettorio di quella. Finalmente provato e
purgato dall'Altissimo colla cecità, colla podagra, e co' diversi altri incomodi stette
molti mesi inchiodato su 'l letto; ed ultimamente venutegli diverse piaghe, e
formatesegli quattro cancrene, fu munito de' santissimi Sagramenti e con religiosa
rassegnazione, passò piamente al Signore la domenica di Passione circa il mezzogiorno.
Trento 20 marzo 1763. Fu Religioso dotto ed instancabile nelle fatiche, massimamente
nell'ascoltare le sante confessioni, ed assai attento nel conservare li privilegi de' Padri
missionari.
444. P. Doroteo dal Borgo, Giovanni Antonio Dalprà228, battezzato 24 settembre
1705; vestito con due altri in Arco 5 agosto 1724, essendovi Guardiano il P. Serafico da
Roveredo, Vicario e maestro il P. Andrea da Val di Buono diffinitore, pro-maestro P.
Adriano da Lardaro diffinitore. (201. //) Ne' tre anni di filosofia e due di teologia ebbe
lettore il P. Ippolito da Nosellari e nel terzo ebbe in Trento il P. Ferdinando da
Bronzolo; il quarto lo studiò in Roveredo sotto il P. Ippolito sino al settembre, in cui fu
mandato di famiglia in Borgo. Cantò le sue primizie in Borgo nella chiesa delle
monache, ove eravi una sua sorella, nel 1730. Si diede poi alla predica e fece diversi
Avventi e Quaresime festive. Dopo s. Lorenzo partì dal Borgo col P. lettore Vittore dal
Borgo e si portò a Venezia ed a Padova. La Quaresima del 1738 essendo andato il P.
Angelico da Roveredo segretario del P. Ministro Lodovico da Mezzotedesco, lo servì il
P. Doroteo di pro segretario e fu poi affettivo segretario ne' seguenti due anni frateschi.
Nel Capitolo fatto in Roveredo li 28 novembre 1739 fu fatto Guardiano di Campo. Nel
1742 e 1743 fu Guardiano in Pergine. Nel 1747 stando in Trento predicò la Quaresima
in Pressano. Nel 1749 e 1750 fu Vicario in Pergine del P. Guardiano ne' detti due anni
Francesco Antonio dal Borgo. Nel 1754 e 1755 fu Guardiano in Borgo. Nel 1761 fu
posto in Arco e nel 1762 vi fu confermato. E nel gennaro del 1763 fu ivi aggravato da
un gran male di petto, a cui era molto sottoposto. E sebbene ritornò in comunità avanti
la Quaresima, non era però perfettamente rimesso. Dopo Pasqua fu in Massone ad
assistere per due giorni con fra Modesto infermiere al signor Giacomo Angelini, che in
cinque giorni di infiammazione passò al Signore. Il dì 17 aprile venendo la domenica si
sentì un poco di febbre, e non disse Messa, e se gli cominciò il male di petto. Il lunedì
228
Nel manoscritto: dal Pra.
224
mattina si chiamò il medico, e venne la sera e ordinò gli fosse cavato sangue. La mattina
del martedì venne il medico giovane figlio del sopraddetto vecchio Bertoldi, ed ordinò
che se non cessava la febbre gli fosse di nuovo cavato sangue, e così dopo il pranzo
circa le ore tre cresciuta la febbre, gli fu di nuovo cavato alla mano che fu di pessima
qualità. Dopo 'l salasso calò la febbre, e si alzò il catarro, cosicché la mattina del
mercoledì difficilmente respirava per il gran bollimento del catarro, e andò peggiorando.
Per certo accidente essendo il signor medico vecchio stato chiamato in Riva per la
signora Catterina moglie del signor Carlo Francesco Formenti gravemente inferma, e
poi anche a Nago dal signor Conte Giusti parimente infermo, non venne se non la sera
verso Compieta e visitare l'infermo, e trovatolo in pessimo stato, ordinò che fosse
sagramentato, cosicché fu eseguito dopo la cena e dopo che fu quella sera resa la visita
del P. Commissario. Confessato dunque dal P. Francesco suo confessore, dopo
l'indulgenza ricevette il santissimo Viatico e in seguito l'Estrema Unzione, e
raccomandatagli l'anima mentre fu un poco alzato per sollevarlo, se gli abbassò tosto il
catarro, e passò piamente al Signore la medesima sera circa le ore otto e mezza in
venerdì. Arco 20 aprile 1763. Fu da molti attribuita la morte del P. Doroteo, dall'aver
lasciato andare avanti un anno circa il cauterio, che per molti anni avea portato, per cui
gli fosse sopravenuto il male di petto diverse volte, e non essendo di gagliarda
complessione, e molto ippocondriaco, dovette poi alla fine soccombere. Fu Religioso di
buon carattere, scrisse cantorie e Messe ed altri canti. Pingea e miniava Santi, e faceva
orologi entro le tabacchiere, e come sopra fu detto, predicò molti Avventi e Quaresime,
ma ultimamente fu assai incomodato dal male di petto, onde gli ultimi anni non più
predicava.
445. Fra Ambrogio da Nomi, Carlo Trener, battezzato 30 aprile 1745, vestito,
solo, per chierico in Cles li 20 maggio 1763, essendovi Guardiano il P. Alberto da
Grumes, Vicario e maestro il P. Giovanni Tommaso dal Borgo. Il quarto giorno da che
era vestito, mentre suonava per il tempo, la sera della seconda festa di Pentecoste, dopo
cena, fu colpito da una saeta calata dal campanile, e restò morto. Cles 23 maggio 1763.
446. Fra Giovanni Maria da Chiarano, Giuseppe Maria Montagnolli, battezzato
12 gennaro 1741, vestito per Terziario in Roveredo li 31 marzo 1760. Servì prima per
alcuni anni nel convento delle Grazie d'Arco, per uomo del convento. Fu ottimo
Terziario, esemplare, quieto ed amante della fatica. Trovandosi di famiglia in Cles, ed
essendo la mattina della seconda festa di Pentecoste giunto dalla valle di Rabbi (ove il
giorno avanti avea fatte le sue divozioni) colla cerca del butiro, che il giorno seguente
dovea condurre al convento di Trento. La sera della detta seconda festa sotto la cena
accorso a sonare per un cattivo tempo, mentre sonava cadde un fulmine giù dal
campanile entro il volto di quello, ed uccise il Terziario col sopraddetto novizzo, e dopo
40 ore furono ambidue sepolti con gran concorso di gente. Cles 23 magio 1763.
(202. //) 1763. Dal quarantesimo primo Capitolo celebrato in Trento li 6 giugno in
cui fu eletto Ministro il P. Giuseppe Maria di s. Niccolò da Roveredo.
447. Fra Leone da Lavarone, Giovanni Giacomo Bertoldi, battezzato 21 marzo
1697; vestito, solo, per laico in Arco li 30 maggio 1722, essendovi Guardiano il P.
Valerio da Preghena, Vicario e maestro il P. Andrea da Val di Buono diffinitore. Pria
s'esser accettato fece per alcuni anni il fornaro in Roveredo. Fu buon Religioso, e dopo
225
esser stato in diversi conventi, nel 1734 fu posto cercante in Fiemme, ove salvo un anno
del 1745 (che fu posto in Cles) vi continuò sino il 1762, nel quale l'autunno fu sorpreso
dall'itterizia e fu mandato all'infermeria, ove alquanto si rimise, e però su la speranza
che l'aria di Fiemme, resa al medesimo come connaturale, fosse per totalmente
rimettersi fu rimandato in Fiemme; ma non sentendo verun miglioramento, anzi mal di
petto con inappetenza, dopo Pasqua del 1763 fu rimandato in lettica con fra Bernardo
dal Borgo, anch'esso impotente, all'infermeria, ove sopraffatto dall'itterizia nera, per cui
restò quasi contraffatto, nonostanti molti rimedi, fra quali la bibita delle acidole nel
mese di giugno, munito de' santissimi Sagramenti, con invidiabile rassegnazione il dopo
pranzo circa l'una e mezza, passò piamente al Signore; Trento primo luglio 1763. Fu
molto gradito da Fiemmazzi, quantunque nell'esterno alquanto ruvido si mostrasse.
448. P. Carlo Bonaventura da Roveredo, Giuseppe Bonaventura Rigotti,
battezzato 15 luglio 1710; vestito con un altro in Arco li 17 maggio 1727, essendovi
Guardiano il P. Lodovico da Mezzotedesco, Vicario e maestro il P. Baldesar Antonio da
Canezza. Ebbe ne' tre anni di filosofia lettore il P. Giovanni Pio da Pressano. Nel primo
anno di teologia ebbe lettore il predetto Padre col P. Ferdinando co-lettore. Nel secondo
ebbe il P. Ferdinando. Nel terzo il P. Giovanni Pio. Nel quarto nel 1734 in Pergine ebbe
il P. Benedetto, cui poi nelle vacanze fu compagno, allorché si portò a far in Treviso il
panegirico di s. Domenico, ed indi a Padova e Venezia. Si diede poi alla predicazione, e
fece diversi Avventi, Quaresime ed annuali e la Quaresima del 1740, predicò in Lomas.
Nella Congregazione tenuta nel detto anno li 25 settembre fu istituito lettore di logica in
Cles colli seguenti quattro studenti: fra Stefano da Vigo, fra Candido da Poia, fra
Giovanni Capestrano da Salorno, fra Pietro Battista da Trento a cui insegnò poi ivi la
fisica, ed animastica, e nella fisica gli furono aggiunti due studenti fra Carlo Antonio da
Samoclevo e fra Gregorio da Bordiana. Nella Congregazione fatta in Pergine li 8
maggio 1743 in luogo di venir istituito lettore di teologia fu eletto Guardiano di
Mezzolombardo; ed egli si maneggiò per ottenere la patente di lettor generale nella
Provincia di Roma. Il dì dunque di s. Francesco, li 3 ottobre, da Mezzolombardo partì e
giunse la sera in Trento, e da ivi si istradò per Roma, ove arrivato mandò per lettera in
data delli 9 novembre 1743 la rinuncia della guardianìa di Mezzolombardo, e si fermò
in s. Francesco a Ripa lettore primario di teologia quattro e più anni accettissimo al
rev.mo Padre Felice da Roma. Terminata la lettura si portò a predicare la Quaresima del
1749 alle monache di s. Chiara di Napoli. Per l'anno Santo 1750 fu penitenziere
apostolico sopranumerario nella chiesa patriarcale di s. Giovanni Laterano in Roma. Il
dì poi 25 gennaro 1751 partì da Roma destinato Visitatore della Provincia del Tirolo.
Giunse, solo, in Roveredo il dì 15 febraro e dopo essersi riposato qualche settimana
prese per segretario il P. Antonio da Fondo ivi lettore di teologia, e da Roveredo si portò
in Caldaro il dì 7 marzo, ove diede principio alla visita, quale felicemente terminata,
fece il Capitolo il dì 17 maggio in Inspruch, ed il dì 31 capitò di ritorno in Trento, ed
indi in Roveredo, ove nel Capitolo fatto in Arco li 10 maggio 1751, era stato posto di
famiglia. Nel tempo che egli era Visitatore della Provincia del Tirolo, morì il Ministro
di quella ed il P. Disma Mayerle di Bolgiano, come primo Padre di Provincia convocò il
diffinitorio per l'elezione del Vicario provinciale. Il P. Commissario Carlo Bonaventura
credeva di poter intervenire a detta elezione e mandò la sua patente a Padri congregati;
ma il presidente P. Disma gli mostrò il Kerchove, che dice non competere al Visitatore
intervenire a tale elezione; ed il P. Carlo si acquietò. Ed essi soli poi la fecero. E così
parimente pro futuris temporibus fu deciso ed ordinato nella Congregazione generale
226
tenutasi in Assisi nel 1752. La Quaresima del 1752 predicò in Cavalese. Nel 1752 fu
confermato in Roveredo, e la Quaresima del 1753 predicò con sommo aggradimento in
(203. //) s. Marco. Nella Congregazione del 1753 fu posto in Trento co-lettore di
teologia del P. lettor Antonio da Fondo ed insieme fece l'annuale nella cattedrale e la
Quaresima del 1754 predicò in Borgo di Val Sugana. Nel Capitolo del 1754 fu eletto
Guardiano di Roveredo e la Quaresima del 1755 predicò in Riva col P. Pier Crisologo
da Roveredo compagno. Nel 1755 fu confermato ivi Guardiano. Così pure nel 1756 ad
istanza della città di Roveredo. Ma poi essendo stato nel Capitolo generale di Murcia in
Spagna eletto Procuratore generale della Riforma il P. Carlo di Goglione della Provincia
di Brescia, fu da questi scelto per suo segretario di Curia il nostro P. Carlo Bonaventura
Guardiano di Roveredo. Partì dunque il 9 ottobre 1756 da Roveredo per Torbole, ed indi
per il Lago verso Brescia, accompagnato da Padri Martirio ed Eduardo ambi di
Roveredo, che poi ritornarono al loro convento di s. Rocco. In Brescia unitosi con
predetto P. Procuratore, che lo stava aspettando, col medesimo s'istradò per Roma, ove
arrivarono gli ultimi di ottobre 1756; e rinunciò poi nel maggio seguente 1757 la
guardianìa di Roveredo. Fu segretario di Curia per anni sei, e negli ultimi fu sorpreso
due volte dalla doglia con sputo di sangue. Nel 1762 dopo il Capitolo generale di
Mantova, a suggerimento del nostro P. Antonio da Fondo, fu dal rev.mo P. Molina, per
la seconda volta in quello eletto Ministro generale, scelto per suo segretario generale
dell'Ordine il P. Carlo Bonaventura, per qual impiego avendo da portarsi in Spagna, ed
egli non godendo perfetta salute, non vi inclinava; ma giunto poi il Generale Molina in
Roma, finalmente si arrese, e nell'ottobre partì con esso per Spagna. Ivi durò appena un
anno dopo il suo arrivo, poiché in data da Madrid li 7 novembre 1763 scrisse il rev.mo
P. Generale Molina al nostro P. Provinciale lettera del seguente tenore: "Per quante
diligenze siansi potute fare, a tenore anche di mia premura, da più celebri professori di
questa Dominante a oggetto di liberare, o moderare almeno gli insulti dell'idrope, e di
altri malori, dai quali era assediato da notabile tempo il R.P. Carlo Bonaventura da
Roveredo figlio di codesta Provincia, e con tutti i rimedi suggeriti dalla medica facoltà,
non è stato possibile sottrarlo dall'ultimo fatale colpo, cui dovette soccombere alli tre
corrente. La qualità stessa del male gli ha sempre lasciata libera la mente, e dato luogo
di riflettere seriamente all'importantissimo affare dell'eternità, cui sensibilmente veniva
chiamato. Fu già munito di tutti li santissimi Sagramenti, ed assistito colla possibile
carità sino all'ultimo di sua vita. E ne tampoco si è trascurato di qui soccorrerlo doppo la
morte con opportuni suffragi. Resta però che la Paternità vostra cui convienmi recare
tale funesta notizia, procuri sieno dati da Religiosi di codesta sua Provincia quegli aiuti
al defonto, che esso, se è bisognoso, aspetterà dalla carità ed equità loro". Indi
soggiunge di propria mano il Generale: "Mi è dispiaciuto al sommo questo
avvenimento, e mi condolgo con sua paternità e codesta nostra Provincia che ha perduto
un uomo veramente di talento e distinta capacità e merito". Il P. Provinciale con sua
data da Mezzolombardo il dì 4 dicembre ne diede parte di tal morte e lettera al P.
Guardiano d'Arco ove si trovava di famiglia che la pubblicò la mattina alla mensa in
venerdì il dì 9 dicembre 1763. Fu per la verità il P. Carlo Bonaventura soggetto di
vaglia, bravo lettore, e nel predicare eccellente, massimamente nella voce e nel gesto.
Essendo segretario di Curia ebbe a cuore l'onore della Provincia, cui sempre assistette
con amore ed attenzione di figlio specialmente in diversi incontri d'appostati. Egli
ritornato da Roma in provincia nel 1751 aveva un fare assai civile, proprio e molto
gradito da secolari. Passò egli piamente, come sopra fu notato al Signore in Madrid,
essendo attual segretario generale dell'Ordine, li 3 novembre 1763.
227
449. P. Raffaello da Val di Buono, Agostino Foresti da Pras in Val di Buono,
battezzato 6 febraro 1698, vestito con un altro in Cles li 25 settembre 1718, essendovi
Guardiano il P. Enrico da Trento, Vicario a maestro il P. Teodoro da Rumo diffinitore.
Ebbe ne' tre anni di filosofia, e quattro di teologia sempre in Trento il P. Lodovico da
Mezzotedesco lettore di secondo corso. Invogliatosi di portarsi alle missioni, ed ottenuta
l'ubbidienza, partì dal Borgo il dì 30 ottobre 1729 per Roma coll'assenso del discretorio;
poiché avendo spedita copia dell'ubbidienza al P. Ministro avanti circa 15 giorni, non gli
capitava l'assenso, ed esso avea premura di partire prima che (204. //) spirasse il
bimestre a die datae obedientiae. Tuttavia il P. Ministro lo fece dichiarare appostata dal
P. Guardiano del Borgo alla pubblica mensa per non aver atteso il placet di esso P.
Ministro. Giunto felicemente in Roma il P. Raffaello, e capitatogli avviso dalla
Provincia di essere stato dichiarato appostata, per giustificazione della sua condotta
introdusse la causa contro il P. Ministro nella sagra Congregazione di Propaganda che
poi decretò in favore del P. Raffaello con seguente decreto: "Referente eminentissimo et
rev.mo D.D. Cardinali Cybo preces F. Raphaelis a Valle Boni Ordinis Minorum
observantium Reformatorum nuncupatorum Provinciae s. Vigilii sacra Congregatio
auditis superioribus generalibus Ordinis et omnibus mature perpensis decrevit ut infra
videlicet «Provincialem Provinciae s. Vigilii Ordinis Minorum Observantium
Reformatorum indebite processisse ad declarandum apostatam et excommunicatum Fr.
Raphaelem a Valle Boni: ideo P. Vice-Commissarius generalis mandat omnino deleri
nomen eiusdem Fratris de libro apostatarum suae Provinciae, nec per talem
descriptionem secutam ullum praeiudicium eidem intelligatur illatum, ad effectum
consequendi praeeminentiae suae religionis, necnon mandet in margine libri, in quo
fuerat tamquam apostata, et excommunicatus descriptus, apponi praesens decretum Sac.
Congregationis. Datum Romae die 14 octobris 1730.
V. Card. Petra praef.
Loco + sigilli Nicolaus Fortiguerra secretarius"229.
Nel retro di tale decreto stampato vi è quest'altro: "Aliud decretum Sacrae
Congregationis de Propaganda Fide habitae die 26 septembris 1730.
Referente eminentissimo et rev.mo domino domino cardinali Cybo epistolam
Provicialis Provinciae Reformatae s. Vigilii Religiosis libertatem tollentem expostulandi
missiones, decrevit ut infra: «Videlicet: Provincialis Provinciae s. Vigilii Ordinis
Minorum Observantium Reformatorum super epistolam a se scriptam libertatem
tollentem Religiosis suae Provinciae iuxta eorum pium desiderium expostulandi
Missiones, se iustificet».
Vincentius Card. Petra Praefectus.
L.+S. Nicolaus Fontiguerra secretarius".
Il detto decreto (del 14 ottobre 1730) fu pubblicato il dì 21 febraro 1731 dal nostro
Commissario Visitatore P. Serafino da Reconigi nel convento del Borgo nella resa della
visita del medesimo e fu puntualmente eseguito dal P. Ministro quanto in quello della
Sacra Congregazione era stato ordinato.
Capitò poi da Roma in Borgo li 5 dicembre 1730 il P. Raffaello destinato
missionario in Costantinopoli, e visitati li suoi parenti il dì 14 marzo 1731 partì dal
229
Nel manoscritto c'è la copia stampata.
228
Borgo per Venezia, ed il dì 5 aprile velleggiò solo da Venezia per Costantinopoli,
aiutato per allestire il viaggio dal nostro P. Aurelio da Trento, che dalla missione della
Servia ritornava alla Provincia. Giunto il P. Raffaello in Costantinopoli si diede a
faticare in quella missione con premura e zelo per benefizio delle anime. Fu molti anni,
essendo Religioso molto savio e dotto, provicario generale del Vicario patriarcale di
Costantinopoli, ed essendo stato fatto maneggio per levargli tal carica, vi fu confermato
con patente o sia decreto della sagra Congregazione. Finalmente piacque al Signore di
chiamarlo a sé, dopo l'infermità di volvolo, che durò 15 giorni. Munito de' santissimi
Sagramenti, con gran premura dimandati, e con grande pietà ricevuti, e con somma
edificazione de' Religiosi e de' secolari. Fu compianto da tutti che per bene della
missione gli bramavano più lunga vita. Tanto fu scritto da Pera di Costantinopoli al
nostro P. Provinciale Giuseppe Maria da Roveredo, e tanto egli notificò alli conventi,
affinché con premura gli fossero fatti li soliti, ed anche supererogatori suffragi al buon
Padre Raffaello, che tanto si era affaticato per bene delle anime e decoro della
Provincia. Passò alla gloria in Pera sobborgo di Costantinopoli, li 28 aprile 1764230.
1764. Dalla prima Congregazione intermedia fatta in Roveredo li 10 maggio.
450. Fra Antonio da Tesino di casa Braus da Castello di Tesino, battezzato li 8
febraro 1697. Fu vestito due volte per Terziario, la prima in Pergine circa li 4 agosto
1719, e dopo circa cinque mesi fu licenziato per una malattia verso le feste di Natale del
medesimo anno. Fu poi la seconda volta vestito per Terziario in Borgo il dì 17 maggio
1721, e perseverò ottimo Terziario, esemplare, quieto, ed amante della fatica. Nel 1737
il dì 11 giugno partì da Trento per Roma portandovi il secondo processo formato
d'autorità appostolica per la causa della serva di Dio Giovanna Maria da Roveredo.
(205. //) Vi arrivò il dì 27 giugno, e partito d'indi di ristorno si ammalò a Trevi
nell'Umbria presso de' nostri Riformati. Finalmente rimessosi giunse in Provincia di
ritorno il dì 17 settembre 1737. Ultimamente fu di famiglia per molti anni in
Mezzolombardo d'onde poi infermo per una piaga fu condotto all'infermeria, e dopo
penosa cura di detta piaga fattasi quella mortale, fu munito de' santissimi Sagramenti, e
ben disposto quasi dopo sei mesi d'infermità, circa l'una e mezza dopo la mezza notte
con rincrescimento de' Religiosi passò piamente al Signore. Trento 12 dicembre 1764. Il
P. Ministro per le sue buone qualità ordinò se gli applicasse il solito suffragio, cioè due
Messe per sacerdote, due offizi da morto da chierici, e duecento Pater, Ave e Requiem
da nostri fratelli.
451. P. Riccardo da Nogaré, Giovanni Battista Conci da Nogaré di Pergine,
battezzato 17 aprile 1693; vestito in Cles con altri li 14 settembre 1715, essendovi
Guardiano il P. Giovanni Francesco da Nogaré, Vicario e maestro il P. Andrea da Val di
Buono Custode. Nel 1717 fu posto studente di logica in Roveredo sotto il P. lettore
Ilario da Besenello. Nel 1718 fu posto a fare il sagristano. Nel Capitolo del 1719 fu
posto a studiare la morale in Cavalese sotto il P. lettore Domenico da Besagno. Nel
1722 fu collocato di famiglia in Arco ove erasi da Cles trasportato il noviziato, e studiò
la morale, che privatamente gli fu insegnata dal P. diffinitor Adriano da Lardaro,
sinoacché partendo dalle Grazie si portò, fatto pro-Ministro, al Capitolo generale di
Roma. Essendo poi stato risolto di levare i canóni di pietra, e porvi li canóni di legno
230
Vedi pure p. 126.
229
all'acqua della fontana del convento delle Grazie, il P. Riccardo, assai inclinato alla
manualità forò tutti li canóni di legno, quali in seguito levati quelli di pietra si misero
alla fontana, cominciando alla fonte sino entro la clausura del convento delle Grazie. Fu
in seguito esaminato ed approvato più volte per confessore. Il dì 17 giugno 1731 partì
dal Borgo con 4 mesi di ubbidienza, portandosi, accompagnato dal Terziario fra
Girolamo da Volano a Cancelli nell'Umbria per venir liberato dalla sciatica, e giunse poi
di ritorno in Arco il dì 8 settembre del medesimo anno. Nel 1735 fu fatto Vicario in
Fiemme del P. Guardiano Gaudenzio da Cavalese. Allorché era giovane fu per molti
anni in diversi conventi sagristano, e per l'ultimo anno fu nel 1741 sagristano in Trento.
S'intendeva di orologi, di ferraro, di falegname, di libraro, onde era chiamato il Padre
millearti. Nel 1747 faticò assai per l'ospizio di Levico, essendo di famiglia in Pergine;
ma negli ultimi anni lavorava un po' grossolanamente. Fu per moltissimi anni in
Fiemme ed in Giudicaria. Nel 1752 fu posto in Pergine e vi si fermò sino al 1759. Nel
1763 e 1764 fu posto di nuovo in Pergine, ove dopo assai grave infermità di cinque
giorni pazientemente tolerata, munito de' santissimi Sagramenti, da lui stesso richiesti,
con religiosa rassegnazione, passò piamente al Signore in sabato circa le ore una e
mezza dopo 'l pranzo. Pergine 26 gennaro 1765.
452. Fra Alessio da Castagné, Giacomo Valcanover (cugino di fra Pietro
Valcanover Terziario morto in Oleggio nel Milanese nel 1757), battezzato primo ottobre
1689, vestito per laico in Cles con altri li 10 luglio 1711, essendovi Guardiano il P.
Teodoro da Rumo, Vicario e maestro il P. Adriano da Lardaro. Fu buon Religioso, ed
amante della fatica. Nel novembre del 1736 accompagnò il P. lettor Giovanni Pio da
Pressano andante a Roma per segretario di Curia. E fu compagno del Ministro
Ferdinando da Bronzolo li due ultimi anni del di lui primo provincialato. Dopo essere
stato molti anni in Trento aiutante del sagrestano, e quasi ogni anno molestato da
qualche infermità. Li due ultimi anni si ritirò stabilmente nell'infermeria, ove il dì 26
febraro sorpreso da un (206. //) gran dolore di viscere, la mattina seguente circa le ore
sei passò piamente al Signore. Trento 27 febraro 1765.
453. P. Mariano da Volano, Cristoforo Speranza, battezzato 6 novembre 1711,
vestito con un altro in Arco li 22 settembre 1728, essendovi Guardiano il P. Lodovico
da Mezzotedesco, Vicario e maestro il P. Filippo da Rallo Custode. Ne' tre anni di
filosofia ebbe lettore il P. Aniceto da Castellano. Nel primo di teologia il P. lettor
Ferdinando da Bronzolo. Nel secondo il P. lettor Giovanni Pio da Pressano. Nel terzo in
Pergine nel 1734 il P. lettor Benedetto da Cavalese. Fu ordinato sacerdote il 10 ottobre
1734. Fece poi diversi anni il sagristano. Nel Capitolo tenutosi in Roveredo li 28
novembre 1739 eletto Ministro il P. Giovanni Pio da Pressano scelse egli per suo
compagno il nostro P. Mariano, cui nell'inverno del primo anno 1740 nel viaggio del
Borgo se gli aggiacciarono le dita de' piedi con pericolo. Nell'Avvento del 1744
cominciò a darsi alla predica, e ne' seguenti anni fece Avventi e Quaresime, annuali, e la
Quaresima del 1752 predicò in Mezzolombardo. E nel detto anno col P. Benedetto
Guardiano del Borgo dopo la festa di Natale fece in Levico per un triduo le Missioni.
Nel 1746 fu in Campo Vicario del P. Guardiano Sisto da Roveredo. Nel 1747 fu ivi
confermato Vicario del P. Guardiano Leopoldo da Strigno, ed insieme fu maestro de'
novizzi. Nel 1748 e due seguenti fu maestro de' novizzi in Arco e Vicario ne' primi due
anni del P. Guardiano Girolamo da Trento, e nel terzo del P. Guardiano Giuseppe Maria
da Roveredo. Nel 1753 dopo le feste di Natale si portò col P. Giovanni di Dio dal Borgo
230
a fare le Missioni in Fornas. Il dì 8 maggio 1754 partì da Arco col P. Giovanni
Tommaso dal Borgo, e per il Lago e Brescia si portò alla visita del sagro Monte di
Varallo con un mese di ubbidienza, di cui ottenuta la proroga per via di Mantova e per il
Lago capitò alle Grazie il dì 16 giugno. Nel 1755 e due seguenti fu confessore delle
monache in Borgo, a quali predicò nell'Avvento e Quaresima tutti li tre anni. Nel 1758
fu fatto confessore delle monache in Trento alla santissima Trinità, e vi durò solo due
anni, rinunciando il terzo, per il frequente sputo di sangue, per cui dovea star fuori di
comunità ed in infermeria. Nell'autunno del 1759 fece le Missioni in Povo compagno
del P. Vicario Alessandro da Roveredo. Nel 1760 e 1761 fu di famiglia in Borgo. Nel
1762 fu collocato di famiglia nell'infermeria di Trento, giudicato già dallo sputo da
signori medici tendente all'etichisia. Nel 1763 e 1764 fu ivi cappellano dell'infermeria.
Finalmente munito de' santissimi Sagramenti e santamente disposto, passò ivi piamente
al Signore in lunedì la sera circa l'Ave Maria. Trento 18 marzo 1765. Bramando
l'infermiere sapersi regolare circa l'adoprar le coperte che gli aveano servito, fu aperto il
di lui cadavere, e fu trovato di viscere sane contro il timore che da signori medici si
aveva conceputo. Fu il Padre Mariano Religioso di singolar bontà, modesto, divoto,
astinente, ed assai osservante, zelante, ed esemplare, e tutto zelo nella santa
predicazione, predicando veramente factis et verbis.
454. P. Lodovico da Mezzotedesco, o sia Mezzocorona, Andrea figlio
d'Alessandro Sittoni di Pergine (ma poi accasato con Orsola Keller di Cles, ed abitante
in Mezzotedesco masadore di casa Vescovi), battezzato in Mezzotedesco 13 settembre
1683; vestito con un altro in Cles li 17 settembre 1701, essendovi Guardiano il P.
Alessandro Salvadori da Riva, Vicario e maestro il P. Antonio Maria da Cavareno
diffinitore. E poi fattasi la Congregazione il dì primo maggio 1707 fu trasportato il
noviziato in Roveredo, ed ivi fatto Guardiano il P. Ignazio da Civezzano, e continuando
ivi Vicario e maestro il predetto P. Antonio Maria. Ebbe ne' tre anni di filosofia lettore il
P. Filippo da Rallo. Ne' due primi di teologia ebbe co-lettore il predetto lettor P. Filippo
col P. Giulio Francesco bresciano. Il terzo e quarto lo studiò sotto il solo sopraddetto P.
lettor Filippo. Nel Capitolo celebrato in Trento il dì primo giugno 1710, avendo appunto
terminato lo studio, fu esaminato per lettore in competenza del P. (207. //) Zaccaria da
Roveredo della Luna, ed a questo preferito, ed approvato, fu posto nel detto anno 1710
lettore di logica in Borgo con li seguenti 4 chierici studenti: fra Barnaba da Samoclevo,
fra Remigio da Pressono in Val di Sole, fra Bartolommeo da Portolo di Canezza e fra
Felice da Canezza a quali insegnò ivi nel 1711 la fisica e nel 1712 l'animastica. Nel
Capitolo fatto in Trento del 1713 fu posto lettore di teologia in Trento, e vi dimorò tutto
il corso di quattro anni fino al 1717. Nella Congregazione fatta in Trento il dì 7 maggio
1717 fu eletto Guardiano di Mezzolombardo, ma non accettò, ma vi andò solamente di
famiglia e nel settembre del detto anno con patente vescovile assisté qual delegato alla
formazione del processo col signor dottor Giovanni Niccolò Cristani contro Anna
Remondina di Spor, indiziata di stregoneria. Nella Quaresima del 1718 predicò in
Pressano tre volte in settimana, andandovi da Mezzolombardo. Nel 1718 fu fatto
Guardiano in Mezzolombardo, e fece rinnovar le assi del presente coro. Nel 1719 partì il
dì 8 ottobre col P. Prospero da Riva per Roma, affine di risvegliare la causa della nostra
serva di Dio suor Giovanna Maria dalla Croce, come addormentata. Da Roma poi
nell'inverno, fece una girata a Napoli per vantaggio della medesima e risvegliata
talqualmente detta causa, fu richiamato in Provincia, onde partito da Roma capitò di
ritorno col P. Prospero in Trento li 23 giugno 1720, ove era stato nella Congregazione
231
tenuta in Pergine li 28 aprile destinato lettore di secondo corso di logica colli cinque
seguenti studenti: fra Stefano Niccolò da Fondo, fra Raffaello da Val di Buono, fra
Davide da Vigolo Baselga, fra Giovanni Battista da Nogaré e fra Giovanni Pio da
Pressano. E vi dimorò sette anni continui, leggendovi filosofia e teologia. Nel Capitolo
fatto in Trento li 6 maggio 1722 fu eletto diffinitore. Nell'ottobre del 1724 si portò a
Venezia col P. Innocenzo da Ziano Guardiano di Pergine qual fece coll'assistenza del P.
Lodovico per la libreria di Pergine buona provisione di libri, ma legati in rustico. Nel
1725 il dì 21 luglio partì da Trento col P. Cherubino Cappelletto da Trento Vicario di
Roveredo, e si portò a diporto fino ad Inspruch, Ala, Sboz231, e ritorno verso la fine
d'agosto. Nel 1726 dopo Pasqua venuto alla sagra visita in Pergine monsignor Piermaria
Suarez vescovo di Feltre, fu mandato il P. lettor Lodovico a dedicar e tenere le
pubbliche tesi collo studente P. Giovanni Pio da Pressano difendente nella nostra chiesa
di Pergine al prelodato, che molto le aggradì; essendovi anche presente il P. Ministro
Sebastiano Fattori da Trento, ed il P. Guardiano Mattia Giacomoni da Povo. Nel 1727
terminato il secondo corso di lettura fu eletto Guardiano del noviziato in Arco, e vi fu
per due anni 1727 e 1728 e pria di portarvisi era stato mandato da monsignor vescovo
Antonio Domenico Wolchenstein per confessore straordinario delle monache di s.
Chiara e della santissima Trinità in Trento. Lo scelse parimente per suo esaminatore
prosinodale, e così intervenne all'esame degli ordinandi nelle Tempore delle Pentecoste,
e gli fu anche spedita la patente data 21 maggio 1727 e gli furon poi mandati in Arco
diversi da esaminare. Fu dunque nel 1727 e 1728 Guardiano in Arco, e si oppose
francamente al commissario Visitatore nel 1728 che bramava levare dalla libreria nostra
d'Arco diverse opere di stampa antica, e provvedercene di nuove. Nel 1729 terminata la
guardianìa fu posto di famiglia in Trento, ed il dì 4 novembre del detto anno partì poi
col P. Gasparo da Monclassico per Roma, affine di sollecitare la seconda volta il
proseguimento della causa sopraddetta della Madre Giovanna Maria dalla Croce, e vi
giunse il dì 15 dicembre e vi si fermò sino al gennaro del 1737. Raddrizzando la
predetta causa, e con (208. //) grandissime fatiche ottenne il decreto della segnatura
della commissione della causa, ed in seguito furono formati diversi processi per la
medesima di autorità apostolica. Negli ultimi quattro anni che stette in Roma il nostro P.
Lodovico fu segretario di Curia di tre Procuratori generali della Riforma. Per alcuni
mesi lo fu del Procuratore Fulvio da Bologna, per un anno e poi lo fu del P. Pietro Paolo
da Cerignola sostituito al detto Padre Fulvio defonto. E per terzo lo fu alcuni mesi del P.
Felice da Roma sostituito con Breve delli 9 ottobre 1736 Procuratore al predetto P.
Cerignola promosso al vice commissariato generale della Riforma, sinoacché giunse da
Trento in Roma il nostro P. Giovanni Pio da Pressano destinato segretario di Curia del
predetto P. Felice da Roma, come fu detto sopra nella vita del predetto P. Giovanni Pio.
Nel gennaro del 1735 per opera del Procurator Cerignola, di cui era segretario ottenne il
P. Lodovico con Breve pontifizio il privilegio di lettor emerito e Padre di Provincia, e fu
letta per li conventi di nostra Provincia la lettera del predetto P. Procuratore contenente
li predetti privilegi (e si ritrova nell'archivio della Provincia) li quali poi furono levati da
Papa Benedetto XIV con suo Breve che comincia: "Apostolica... dat. 18 augusti 1741",
rapportato dal P. Carlo Maria da Perugia part. 2, tom. 3 della Cronologia a pag. 265, col.
1 col titolo "abrogantur omnes gratiae personales hactenus in Ordine nostro concessae".
Nella nostra Congregazione fattasi in Arco il dì 25 aprile 1736 fu eletto il P. Lodovico
Guardiano di Trento, supponendo che facilmente si sbrigasse da Roma, e ritornasse in
231
Schwaz.
232
Provincia, ma ciò non successe, se non dopo che capitò in Roma il nostro P. Giovanni
Pio, che avea da succedere in luogo del P. Lodovico per segretario di Curia il dì 22
dicembre. Partì finalmente P. Lodovico da Roma per la Provincia il dì 17 gennaro 1737
sino a Padova con comodità, e da ivi sino a Trento a piedi, capitandovi il dì 6 febraro
facendovi tosto leggere la sua patente di Guardiano di s. Bernardino. Essendo stato
destinato Visitatore della Provincia del Tirolo, si fermò solo dieci giorni per allestirsi
alla predetta visita, e poi preso per segretario il P. diffinitore Agostino da Brez e per
compagno il P. Sigismondo da Cagnò partì li 17 febraro da s. Bernardino, e la sera assai
tardo capitò in Termeno in casa del signor Antonio Sparapani, e la mattina seguente
capitò a pranzo in Caldaro, ove diede principio alla visita della Provincia tirolese, quale
terminata celebrò il Capitolo provinciale in Inspruch li 13 maggio 1737 dopo il quale
avendo poc'anzi concesso il suo compagno P. Sigismondo al P. diffinitor Girolamo da
Trento, che ritornava solo da Vienna per intervenir al Capitolo provinciale, partì
anch'esso da Inspruch col suo segretario Agostino e capitò in Trento il dì 23 maggio,
ove il dì 27 detto celebratosi il nostro Capitolo, fu il nostro P. Lodovico eletto Ministro
provinciale, e per segretario prese il primo anno il P. Angelico da Roveredo che lo servì
sino alla Quaresima seguente, ed allora al P. Angelico sostituito il P. Doroteo dal Borgo
per pro-segretario il quale fu poi effettivo segretario ne' due anni frateschi seguenti, per
essere stato in quelli Guardiano di Cles il detto P. Angelico. Per compagno ebbe il
primo anno fra Donato da Predazzo, e ne' due seguenti lo servì fra Pasquale da
Brentonico. A cagione dell'imminente Capitolo generale di Spagna, intimato per li 4
giugno 1740 nella città di Vagliadolid, per Breve pontifizio fu ordinata dalla Santa Sede
l'anticipazione del nostro Capitolo per circa mezzo anno e così il rev.mo P. vice
commissario Felice da Roma spedì per nostro Visitatore il P. lettore Silvio da Roma che
col P. segretario Urbano da Roma, e fra Macario compagno parimente da Roma, col P.
Giovanni Pio capitò in Venezia, ed indi col suo compagno si ritirò (209. //) in Brescia,
e da ivi poi per il Lago giunse il dì 22 agosto alle Grazie, ove si portò a beneventarlo e
consegnargli i sigilli il P. Provinciale Lodovico e se gli unì il di lui segretario di
commissione il sopraddetto P. Urbano. Il P. commissario il dì 23 agosto cominciò la
visita della Provincia in Arco, quale terminata celebrò il Capitolo il dì 28 novembre
1739 in Roveredo, in cui fu eletto Ministro il P. Giovanni Pio da Pressano, e Custode il
P. ex Ministro Lodovico, ed essendo imminente il viaggio per il Capitolo generale di
Spagna, scelse per suo compagno fra Pietro da Castagné Terziario, ed il dì 25 gennaro
1740 partì da s. Bernardino col P. Girolamo da Trento pro-Ministro e col P. Sigismondo
da Cagnò di lui compagno; e per Roveredo, Arco, Val di Leder, Storo e Brescia,
(arrischiatisi a passar gli chiusi passi su 'l Veneziano) Milano, Torino, Nizza, Provenza,
Linguadoca, Gauscogna, Cantabria si portò al Capitolo generale in Vagliadolid, ove
giunse la matitina delli 25 maggio 1740 vigilia dell'Ascensione. E dopo il Capitolo
celebratovi il dì 4 giugno colli medesimi per via di Madrid, Barcellona e Genova, fece
ritorno, capitando col Terziario il dì 12 agosto in Roveredo. Nel 1741 fu Custode ed
insieme lettore di morale in Mezzolombardo a due sacerdoti, P. Ermenegildo da Volano
e P. Ambrogio da Roveredo e due chierici fra Venceslao da Pressano e fra Gaetano da
Roveredo. Nel Capitolo celebrato in Arco il dì 6 maggio 1742 fu di nuovo fatto
Guardiano di Trento e vi durò un anno. Nel 1743 fu di nuovo lettore di morale in
Mezzolombardo co' seguenti studenti: Padri Filippo Maria da Cles, Bernardino da
Roveredo e Lorenzo da Sarnonico con fra Francesco Solano da Canezza chierico. Nel
1744 fu eletto Guardiano di Mezzolombardo ma non accettò. Nel Capitolo celebrato il
dì 9 maggio 1745 in Roveredo fu per la seconda volta fatto diffinitore. Nel detto anno
233
partì da Mezzolombardo il dì 25 maggio col P. Giovanni Nepomuceno da Mezzotedesco
con ubbidienza in bianco del superior generale con intenzione di portarsi in Inspruch, ed
in Salisburgo, ma giunto in Bolgiano, per certi accidenti non passò più oltre, ma per
Merano e Caldaro, entro quindici giorni dalla sua partenza, ritornò al suo convento di
Mezzolombardo. Nel 1747 insegnò ivi il terzo anno la morale a seguenti studenti: fra
Simon Pietro da Palù di Giovo, fra Giustino da Bersone, fra Gottardo Antonio da Cles,
fra Eleuterio da Mezzotedesco. Nel Capitolo tenutosi in Trento il dì 23 maggio 1748 fu
per la seconda volta eletto Provinciale. Per segretario ebbe il primo anno il P. Giuseppe
Ippolito da Pergine, e per questo ammalatosi, supplì il P. Carlo Antonio da Samoclevo e
per compagno ebbe il P. Eusebio da Cavedine. Nel secondo anno per segretario ebbe il
P. Giacomo Antonio da Calliano, e compagno il predetto P. Eusebio. Nel terzo anno
ebbe per segretario il P. Silvestro da Trento, e compagno il P. Melchiore da Cles. Nel
gennaro del 1750 ricevette da monsignor Firmian eletto nel 1748 li 29 maggio
coadiutore e plenipotenziario di monsignor vescovo di Thunn che avea rinunciato il
governo della Chiesa di Trento, la patente di delegato vescovile triennale per l'esame e
l'approvazione de' nostri Padri confessori. Nel medesimo anno partì da Sacco per zattera
a Verona portandosi col P. Marino Antonio da Mori al Capitolo generale in Roma, ed
unitosi co' Padri vocali tirolesi vi capitò felicemente, ed intervenne al medesimo
celebrato il dì 16 maggio 1750 coram Benedicto XIV Prospero antea Lambertini. Sotto
'l Capitolo s'infermò in s. Francesco a Ripa il di lui compagno P. Marin Antonio e però
ivi lasciatolo, e raccomandato, egli fece ritorno colli sopraddetti Padri vocali tirolesi, e
per via d'Ancona, Venezia, Padova capitò in Borgo li 17 giugno, essendo partito da
Roma il dì 27 maggio. Terminato il secondo provincialato nel 1751 fu posto di famiglia
in Trento, e vi si fermò sei anni, spurgando e riordinando l'archivio provinciale. E nel
1752 fu due volte confessore supplimentario alle monache della santissima Trinità
(210. //) per la malattia e poi morte del Padre confessore Aniceto da Castellano e poi
per l'indisposizione sopravvenuta al di lui successore P. Vittore dal Borgo. Nel Capitolo
fatto in Trento li 30 aprile 1754 fu per la terza volta fatto diffinitore. Nel Capitolo poi
celebrato in Roveredo li 2 luglio 1757 fu collocato in Roveredo e vi si fermò sino alla
morte, cioè sino all'anno 1765. Nel detto tempo perfezionò la relazione della causa della
nostra venerabile di Roveredo. Assiemò parimente dopo quelle migliorate le scritture e
risposte da sé fatte alla censura delle opere della medesima e con altre carte spettanti
alla stessa causa e legate in due libri, furono mandate in Trento per riporle nell'archivio
della Provincia. Il dì 25 settembre 1757 cantò solennemente la sua seconda Messa in s.
Rocco di Roveredo, giorno di domenica, differita a tal giorno di festa, essendo stato per
altro il giorno di lui compleanno di sacerdote giubilare il dì 24 settembre festa della B.
V. della Mercede, essendovi Guardiano in s. Rocco il P. Giovanni Nepomuceno di lui
paesano che non mancò di solennizzarlo. Il dì 29 aprile 1760 celebratosi in nostro
Capitolo in Arco fu per al quarta volta eletto diffinitore, quantunque non avesse vacato
che un solo triennio, giusta la permissione de' statuti generali della Riforma.
Nell'inverno del 1750 fu molestato da un grande reuma, che gli durò alcuni mesi, e fece
molto dubitare di sua vita; ma tuttavia poi si rimise. Nella Congregazione celebrata in
Pergine li 28 aprile 1762 fu eletto dal diffinitorio commissario provinciale per
l'imminente partenza del P. Ministro Gasparo da Monclassico al Capitolo generale,
tenutosi poi in Mantova il dì 29 maggio 1762 e dopo detto Capitolo, da Roveredo si
portò il P. Lodovico alle Grazie per restituire al P. Ministro già ritornato da Mantova il
sigillo di commissario, ed indi si restituì al suo convento di s. Rocco. Finalmente nel
1765 la domenica delle Palme e la mattina del lunedì Santo avendo mangiato in
234
comunità co' Religiosi, la sera del lunedì in cella fu sorpreso da un gran deliquio,
stimato colpo, e però fu portato nel provincialato. Il martedì chiamato il medico, gli
trovò una gran debilezza e gli furono porti de' confortativi. Il mercoledì provò della
retenzione d'urina, e se gli applicò un empiastro al luogo proprio. E la sera concertò col
P. Martirio suo confessore, di ricevere la mattina seguente del giovedì Santo la Pasqua,
che gli verrebbe portata in cella. Partiti li Religiosi dall'infermo l'infermiere fra Martino
da Lavis andò in cucina per riscaldare l'empiastro, e riapplicarlo poi al medesimo; e
ritornato dalla cucina ritrovò l'infermo P. Lodovico fuori del letto, caduto sopra la
scagna col vaso dell'urina in mano tutto bagnato. Onde credesi sia egli stato sopraffatto
da qualche colpo, nell'atto di far acqua, e se ne sia volato alla gloria. Morì dunque il
mercoledì a sera circa un'ora di notte, e fu sepolto poi solamente il venerdì Santo la sera.
Fu il buon Padre Lodovico soggetto assai dotto e lasciò oltre molte prediche e discorsi
un dotto trattato "se ora li nostri superiori possano benedire le sagre suppellettili delle
chiese estere e difende che sì". E fu assai zelante ne' suoi governi, d'ottima osservanza,
ed instancabile nelle fatiche e di gran buon esempio, e di complessione robusta, e
tuttoché avesse fatti tanti viaggi, in Spagna, in Germania, e per l'Italia, essendo stato tre
volte in Roma, nientedimeno arrivò agli anni ottantadue, ed ebbe nel corso di sua vita
pochissime malattie di considerazione. Passò al Signore in Roveredo li 3 aprile 1765.
1765. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Trento li 28 aprile.
455. P. Corrado da Tesero, Giovanni Battista figlio unico di messer Domenico
Sieff molinaro in Tesero, battezzato li 25 maggio 1691, vestito con un altro in Borgo li
26 maggio 1706, essendovi Guardiano il P. Serafico da Roveredo, Vicario e maestro il
P. Maurizio dal Borgo. Nel 1707 dopo la professa fu posto col compagno fra Basilio da
Stenico in Arco fuori di studio, non essendovi chierici in numero sufficiente da poterlo
formare. Ebbe ne' tre anni di filosofia e primo di teologia lettore il P. ex Ministro
Marcellino da Cles. Nel secondo il P. lettor Domenico da Besagno; nel terzo e quarto
(tutti quattro in Trento) sotto il P. lettor Lodovico da Mezzotedesco. Alle Tempore delle
Pentecoste il dì 26 maggio 1714 dopo terminati otto anni di chiericato, con dispensa di
Roma per l'età (211. //) canonica fu ordinato sacerdote, e si portò col suo P. lettore
Lodovico in Fiemme e cantò la sua prima Messa in Cavalese il dì 11 giugno domenica
fra l'ottava del Corpus Domini. Lo stesso anno 1714 essendo studente predicò l'Avvento
in Pressano, e la Quaresima seguente in Romagnano. Nella Congregazione fatta in
Pergine li 12 maggio 1715 fu istituito lettore di logica in Roveredo colli 4 seguenti
chierici: fra Attanasio da Madruzzo, fra Domenico Nicollò d'Ala, fra Girolamo da
Trento, fra Pietro Paolo da Cles. L'anno seguente 1716 fu ivi fatto di nuovo lettore di
logica e levati dallo studio fra Attanasio e fra Pietro Paolo, ve ne furono posti in luogo
di quelli tre altri: fra Giacomo Antonio da Calliano, fra Ippolito da Nosellari e fra
Damaso da Bruneco; ed a questi cinque poi dopo la logica insegnò la fisica ed
animastica. Nel 1719 fu istituito lettore di teologia, che insegnò tre anni, uno in Arco e
due in Fiemme. Nel 1722 fu destinato lettore di secondo corso a cinque seguenti
chierici: fra Giovanni Pietro d'Anterivo, fra Pietro Marcellino da Tenno, fra Gasparo da
Monclassico, fra Benedetto da Cavalese e fra Diodato da Pergine a quali insegnò nel
1722 in Roveredo la logica e ne' due seguenti in Borgo la fisica ed animastica. Prima del
Capitolo celebrato il dì 6 giugno 1725 in Trento fu mandato dal P. Ministro Vicenzo dal
Borgo col P. Anselmo Vicario di Trento in Feltre a congratularsi per parte del detto P.
Ministro circa la benedizione delle puerpere che l'arciprete Ceschi del Borgo credeva
235
che noi non potessimo benedire. Nel sopraddetto Capitolo fu destinato lettore di
teologia in Borgo, e con occasione d'accompagnare fino a Bassano il P. Virginio da
Bassano stato nostro Visitatore, col P. Bonifacio d'Ossana studente e con tre settimane
di ubbidienza si portò a Padova e Venezia. Nel 1726 fu il secondo anno lettore di
teologia in Roveredo. E nel 1727 la insegnò il terzo anno in Trento. Nel Capitolo fatto
in Roveredo li 31 maggio 1728 fu destinato lettore di morale in Cavalese. Nel 1729 fu
fatto Guardiano di Cles e nel 1730 fu di nuovo lettore di morale in Borgo. Nel Capitolo
tenutosi in Trento li 30 aprile 1731 fu eletto diffinitore, e dopo di quello si portò col P.
Ministro Filippo da Rallo in Feltre a visitare quel monsignor e per accomodare la
controversia circa la benedizione vescovile de' nostri predicatori. Nel Capitolo fatto in
Roveredo il dì 24 maggio 1734 fu eletto Provinciale e perse per segretario il P.
Ferdinando da Bronzolo, che lo servì per mezz'anno circa, essendo allora stato sostituito
detto Padre al P. Filippo da Rallo confessore delle monache di s. Chiara in Trento,
impiego che questi avea rinunciato per lo sputo di sangue sopraggiuntogli. Supplì per
segretario dal dicembre 1734 sino alla Congregazione fatta li 25 aprile 1735 il P.
diffinitor Girolamo da Trento; e poi ne' due anni 1735 e 1735 fu segretario stabile il P.
Silvestro da Trento. Per compagno lo servì quasi due anni fra Bernardino da Serso
infermiere, morto poi questo in Trento li 28 aprile 1736 sotto il tempo della
Congregazione che si faceva in Arco, ed il terzo anno ebbe per compagno frat'Adamo
da Malcesine. Nel Capitolo del 1737 terminato l'offizio di Ministro fu posto di famiglia
in Campo. Nel 1738 fu eletto Guardiano del Borgo; e nel gennaro 1730 il dì 22 partì dal
Borgo andando Visitatore della Provincia di s. Antonio col P. Vittorio da Cavalese
lettore di teologia in Trento per segretario, e con fra Mansueto da Tione compagno del
cercatore in Trento per compagno. Gli convenne far la quarantina a Primolano.
Terminata felicemente la visita, fece il Capitolo il dì 17 maggio in Treviso, ed il dì 31
detto capitò di ritorno in Borgo, ove nella Congregazione fatta in Roveredo li 21 aprile
1739 era stato confermato Guardiano; e dopo il suo arrivo accettò con difficoltà la sua
conferma. Nel Capitolo poi nel medesimo anno tenutosi in Roveredo li 26 novembre fu
per la seconda volta eletto diffinitore e posto di famiglia in Trento. E nella prima
Congregazione intermedia fatta in Arco li 25 settembre 1740 fu deputato confessore
delle monache di s. Chiara, o sia di s. Michele in Trento; e vi continuò tre anni sino il dì
10 novembre 1743. Nel 1745 (212. //) e due seguenti fu confessore delle monache di s.
Carlo in Roveredo. Ed il dì 12 ottobre 1746 nel tempo dello straordinario si portò a
Verona col P. Attanasio da Madruzzo. Nel Capitolo tenutosi in Trento li 23 maggio
1748 fu per la terza volta fatto diffinitore; e nel detto anno e due seguenti fu di famiglia
in Arco, e pro-maestro de' novizzi. Nel Capitolo del 1751 tenutosi in Arco fu collocato
di famiglia in Borgo, e fu ivi due volte confessore supplimentario delle monache per il
Padre confessore Vittorio da Cavalese. La prima quando questi andò nel 1753 alla visita
della Provincia di Baviera e la seconda del 1754 dalli 15 agosto, quando fu sorpreso da
colpo apoplettico il predetto P. Vittorio: ed allora supplì il P. Corrado fino alla
Congregazione seguente tenutasi li 16 aprile 1755 in cui fu eletto confessore delle
monache del Borgo il P. Mariano da Volano. Nel 1757 fu posto di famiglia in
Mezzolombardo, e vi si fermò tre anni. Nel secondo fu sorpreso dalla febbre per cui
andò e si fermò nell'infermeria per più mesi, avendo fatto la febbre cacciata con la china
sei recidive. Nel 1760 fu di nuovo collocato di famiglia in Borgo, e vi durò li seguenti
anni 1761-1763. Nel 1764 fu posto in Arco, ed il giorno di s. Vigilio pregò il P.
Guardiano a lasciarlo cantar Messa, e dopo averla cantata disse al P. Guardiano,
qualmente si avea inteso di cantare privatamente la sua seconda Messa, avendo già
236
terminato l'anno cinquantesimo del suo sacerdozio gli undici di giugno 1764, del che ne
fu poi alla mensa complimentato da Religiosi. Nel 1765 fu celebrata la nostra
Congregazione in Trento li 28 aprile, cui intervenne il P. Corrado come diffinitore
surrogato, come eravi intervenuto l'anno antecedente in Roveredo per l'assenza del P.
diffinitor Antonio da Fondo (dimorante segretario generale in Roma) e fu posto di
famiglia in Trento. Ivi la mattina delli 13 luglio in sabato fu sorpreso da colpo
apoplettico, creduto leggiero, poiché parlava e vedeva, e si ricordava, fu portato in
infermeria, ma cacciatogli sangue, dopo un quarto d'ora perdette la favella, e diede in un
letargo, in cui continuò sino la sera delli 16 luglio, in cui alle ore circa dieci e mezza
passò al Signore ed erasi confessato il giorno avanti, che gli sopraggiungesse il colpo.
Trento 15 luglio 1765. Fu buon Religioso, dotto, e che faticò per bene delle anime e
decoro della Religione.
456. P. Pietro Regalato da Coredo, Giovanni Romedio Sicher, battezzato 23
febraro 1728, vestito in Arco con un altro li 19 agosto 1748, essendovi Guardiano il P.
Girolamo da Trento, Vicario e maestro il P. Mariano da Volano, pro-maestro il P.
Corrado da Tesero diffinitore. Nella filosofia triennale e ne' primi due anni di teologia
ebbe in Borgo lettore il P. Epifanio da Roncone. Nel terzo ebbe due co-lettori e nel 4°
1754 ebbe lettore in Trento il P. Antonio da Fondo. Nel 1755 studiò la morale in
Mezzolombardo sotto il P. lettor Gasparo da Monclassico. Fu poi più anni sagrestano,
ed altri compagno del confessore alla santissima Trinità. Nel 1763 fu Vicario in Arco
nel secondo anno del P. Guardiano Pietro Giuseppe da Riva. Nel 1765 essendo
confermato essendo compagno del confessore alla Trinità, nel giugno si portò con
frat'Ilarione da Cavedine portinaro da Trento alla visita de' suoi parenti in Coredo
viaggiando senza cappello nel sole. Ritornato fu sorpreso da un gran dolore di emicrania
sopra l'orecchia sinistra e tuttoché s'adoperaron moltissimi rimedi, non venne fatto di
liberarlo, e però dopo 44 giorni d'acerbissimo dolore pazientemente tollerato, munito de'
santissimi Sagramenti, ed ottimamente disposto passò piamente al Signore in martedì la
sera, Trento 27 agosto 1765. Dopo morte d'ordine e coll'assistenza de' medici si segò il
cervello del defonto P. Pier Regalato e si osservò che il male era stato organico, poiché
gli era crepata sopra l'orecchia sinistra una vena del cervello e avea fatto uno stravaso e
decubito di sangue, e si stupirono e medici e cerusici come fosse egli tanto vissuto. Fu
buon Religioso, zelante, e assai diligente specialmente nell'offizio di sagrestano.
457. P. Ippolito da Nosellari, Mattia Giovanni Antonio Graser dalle Buse sotto
Nosellari in Folgaria, battezzato 26 maggio 1698; vestito in Cles con alcuni altri li 8
giugno 1715, essendovi Guardiano il P. Giovanni Francesco da Nogaré, Vicario e
maestro il P. Andrea da Val di Buono Custode. In filosofia ebbe lettore il P. Corrado da
Tesero. Nel 1718 si portò col detto Padre a Campo Rovere ne' Sette Comuni per alcuni
giorni a ritrovare un suo zio paterno ivi rettore. Ne' 4 anni di teologia ebbe diversi
lettori. E nel 1722 ordinato sacerdote si portò col suo Padre lettore Ilario da Besenello a
primiziare in patria, sermoneggiandovi il detto Padre lettore. (213. //) Nel 1723
terminato lo studio fu posto in Mezzolombardo e vi si fermò sei anni continui. Nel detto
anno si portò con fra Giorgio chierico alla visita del zio in Campo Rovere e vi predicò la
prima volta. Nel 1724 con 15 giorni di ubbidienza accompagnò a Bolgiano il P. Tobia
Arcangelo da Sacco studente. Nel 1725 fu fatto lettore di logica de' 4 seguenti studenti:
fra Sisto, fra Celestino, fra Doroteo e fra Paolino. A quali insegnò ivi anche fisica ed
animastica. Nel 1728 fatto lettore di teologia, la insegnò 4 anni. Nel 1732 fu Vicario in
237
Roveredo del P. Guardiano Giovanni Maria da Cles. Nel 1733 fu fatto ivi Guardiano.
Nel 1736 fu fatto Guardiano del Borgo. Nel Capitolo del 1737 fu fatto diffinitore. E nel
detto triennio fu vice maestro in Cles. E nel 1740 assisté in Trento alla stampa del
libretto delle cerimonie della Messa privata e poi del cerimoniale della Provincia da
esso composti, e poi riveduti e ripuliti dal Padre Ministro Giovanni Pio da Pressano. Nel
Capitolo del 1742 fu fatto Vicario in Arco e maestro de' novizzi, e ivi durò un triennio.
Nel 1745 fu Vicario in Borgo nel secondo anno del P. Guardiano Giacinto da Roveredo.
nel 1746 fu ivi confermato Vicario nel primo anno del P. Guardiano Francesco Antonio
dal Borgo. E nel 1747 fu Guardiano di Arco ad annum. Nel 1748 fu fatto Vicario in
Roveredo del P. Ambrogio da Roveredo. Nel 1749 fu Vicario in Trento del P.
Guardiano Alessandro da Roveredo. nel 1750 fu ivi confermato Vicario del P.
Guardiano Giovanni Pio da Pressano. E nel Capitolo del 1751 fu per la seconda volta
eletto diffinitore. Nel 1754 fu di nuovo fatto Vicario in Trento del P. Guardiano
Giovanni Michele da Roveredo. Nell'autunno del 1756 essendo in Trento, molestato da
stimoli lasciò l'offizio di confessore, quantunque anche negli anni seguenti si ponesse su
le tavole nel titolo di confessore. Nel Capitolo del 1757 fu posto in Arco, e vi si fermò
tre anni. Nel Capitolo del 1760 fu destinato in Mezzolombardo, e istradatovisi si
ammalò in Trento onde richiamato con lettera del P. Ministro fu confermato in Arco.
Nel 1765 fu da Arco in Mezzolombardo mandato di famiglia. Ivi nel settembre si
ammalò, e gli undeci del detto mese fu condotto all'infermeria con una piaga sopra la
nosetta d'un piede quale cominciava a farsi cancrena e con una continua inappetenza di
mangiare. Dalla cancrena fu liberato, ma poi per quanto apparve sembrava un cadavere,
e tre giorni prima di morire sputò sangue. Fu dunque munito de' santissimi Sagramenti,
e con una straordinaria rassegnazione, con continui atti giaculatori i più ferventi, che
recò invidia a tutti li circostanti, senza agonia, e senza far segno di sua morte, parlando
passò piamente al Signore. La sua infermità fu ultimamente una spezie d'idropisia, la
quale l'afanò bensì, ma egli colla sua ammirabile pazienza lasciò edificati e compunti li
Religiosi, singolarmente all'udire gli accenti pieni di d'amor di Dio, in cui sfogavasi
quella benedetta anima. In somma come scrisse il P. Guardiano di Trento annunciando
la morte del P. Ippolito alli conventi, egli è morto come era vissuto. Passò al Signore
circa le ore otto di mattina in giovedì, in Trento 31 ottobre 1765. Fu il P. Ippolito ottimo
Religioso e da suddito e da superiore. Oltre l'aver insegnato un corso di filosofia e
teologia, si esercitò anche nella predica avendo fatti diversi discorsi, Avventi e
Quaresime domenicali. Fu insigne rubricista, ed essendo stato decretata nel Capitolo del
1731 la composizione e stampa del direttorio232 del divin offizio per la nostra Provincia,
ne fu incaricato il P. Ippolito, che lo compose e stampò la prima volta per l'anno 1732 e
continuò poi quasi sino alla morte. Nel 1727 andò ne' Sette Comuni col P. Giovanni Pio
da Pressano a fare il discorso di s. Matteo titolare di Asiago. Nel 1732 essendo Vicario
in Roveredo, partì dopo li 2 d'agosto col P. lettore Giovanni Pio sopraddetto e per via
de' Sette Comuni si portò a Padova e Venezia, e ritornò per Verona alla visita della
Madonna della Corona, con un mese di ubbidienza. Nel 1736 essendo Guardiano in
Borgo, verso il fine d'agosto, si portò col P. Giovanni Antonio da Tesero, per l'ultima
volta, ne' Sette Comuni e nel ritorno fu sorpreso dalla febbre. Ne' suoi governi fu molto
zelante della santa povertà, e con fervorosa ed insieme umile premura procurava, e
promoveva exemplo et verbis la regolar osservanza in se et in aliis e specialmente il
poneva ad adempimento di quanto prescrive il nostro nuovo cerimoniale. Fu molto
232
Calendario liturgico.
238
stimolato, e di tratto in tratto doveva essere animato altrimenti tante volte avrebbe
lasciato di celebrare. Parlava con umiltà, e provedeva con rispetto e riverenza
spezialmente co' superiori. Ne' quattro ultimi anni, oltre l'incomodo nell'inverno
dell'enfiagione delle gambe, per cui dovea portarne una fasciata; fu incomodato
dall'ergna233 nelle borse per cui cadaun anno dovea portarsi a farla tagliare in Trento dal
signor Visdomini Lazzaro pubblico norsino.
458. (214. //) Fra Mansueto da Tione, Giovanni Vittore Guardini, battezzato 28
dicembre 1697, quantunque nella fede battesimale presentata, per facilitargli
l'accettazione, come dopo molti anni confessò lo stesso fra Mansueto fosse stato notato
battezzato nel 1698. Vestito per laico in Arco con un altro li 30 luglio 1724 essendovi
Guardiano il P. Serafico da Roveredo, Vicario e maestro il P. Andrea da Val di Buono
diffinitore. Fu più volte in diversi incontri a ritrovare li suoi parenti in Ferrara, ove era
stato molti anni per facitore di salami. Il dì 11 maggio 1737 partì per compagno del P.
Clemente da Trento andante con tre mesi di ubbidienza a Roma, e indi ritornato fu posto
in Arco cucinaro e maestro de' novizzi laici, ed anche poi cercante, ove vi perseverò
circa dodici anni. Nel 1739 nel gennaro partì compagno del P. Corrado da Tesero
Guardiano del Borgo andante Visitatore della Provincia di s. Antonio di Venezia. Nel
1749 si portò per compagno del P. Benedetto da Cavalese andante a predicare la
Quaresima in Conegliano. Nel 1755 il dì primo gennaro partì da Pergine con due mesi
di ubbidienza col P. Massenzo da Tenno, questi andante a visitare un suo fratello prete
su 'l Padovano, e fra Mansueto suo fratello in Ferrara. Nel 1756 si portò n Spagna
compagno del P. Benedetto Bonelli e del P. Custode Casimiro da Calliano, andanti al
Capitolo generale di Spagna, celebrato nella città di Murcia. Nel 1757 e due seguenti fu
compagno del P. Provinciale Girolamo da Trento. Nel 1763 fu portinaro in Trento, ed
ebbe una mortale infermità. Nel 1764 fu portinaro in Campo, e di nuovo fu sorpreso da
un'altra infermità d'asma e fu condotto all'infermeria, ove si riebbe, e ritornò a Campo.
Nel 1765 fu confermato in Giudicaria. E nell'ottobre del detto anno si portò con fra
Vitale cercatore di Campo a visitare li suoi amici per la Riviera ed in Brescia con 3
settimane d'ubbidienza. E ritornato poi a Campo, poco dopo fu sorpreso da grave
infermità con sputo di sangue. Finalmente allettatosi, e sopraffatto dal male, chiese da sé
e con divozione ricevette li santissimi Sagramenti, e dopo la mezza notte venendo il
lunedì 11 novembre 1765 rese piamente l'anima a Dio. Campo 11 novembre 1765. Fu
buon Religioso, coraggioso, ed amante della fatica, esemplare, civile e gradito da
secolari.
459. P. Diodato da Pergine, Giulio Cerra o Cerri234, battezzato 16 agosto 1704,
vestito con un altro in Cles il dì 22 settembre 1721 essendovi Guardiano il P. Valerio da
Preghena, Vicario e maestro il P. Zaccaria da Roveredo della Luna diffinitore. Ne' tre
anni di filosofia ebbe lettore di secondo corso il P. Corrado da Tesero. Ne' quattro anni
di teologia ebbe diversi lettori in diversi conventi. Si diede poi alla predica e fece diversi
Avventi e Quaresime domenicali in molti luoghi. Nel 1738 fu fatto Vicario in Borgo del
P. Guardiano Corrado da Tesero, ed essendo questi nel gennaro del 1738 andato
Visitatore della Provincia veneta, governò il P. Diodato sino alla Congregazione fatta
poi nell'aprile 1739, come Vicario in capite. Nel 1742 il dì 22 maggio partì da Roveredo
per Assisi e Roma col P. Giovanni Pietro d'Anterivo. In Assisi trovarono l'ubbidienza
233
234
Ernia.
Nel testo: Gera.
239
per Roma, ove giunsero li 2 luglio e da ivi partiti di ritorno il dì 21 luglio capitarono in
Roveredo il dì 22 ottobre 1742. Nel 1744 fu Vicario in Pergine del P. Guardiano
Giacomo da Varignano. Nel 1746 fu Vicario in Mezzolombardo nel secondo anno del P.
Guardiano Vittore dal Borgo. Nel 1755 fu Vicario in Campo nel secondo anno del P.
Guardiano Marino Antonio da Mori. Nel 1757 fu Vicario in Pergine del P. Guardiano
Alberto da Grumes. Nel 1759 fu Guardiano di Campo. Nel 1760 fu ivi Vicario del P.
Guardiano Claudio da Trento. Nel 1765 in Borgo ove da alcuni anni si trovava di
famiglia, verso la fine di ottobre fu sopraffatto da una lunga e penosa infermità di doglia
spuria, che gli durò molte settimane, ed egli tollerò con pazienza e rassegnazione. E per
quanto fosse assistito (215. //) non poté convenientemente spurgarla, onde formò
sacca, con qualche attacco, temesi, del polmone. Munito pertanto de' santissimi
Sagramenti e ben disposto, in domenica la sera tra le undici e dodici avanti Mattutino,
passò piamente al Signore, quieto e buon Religioso, in Borgo 24 novembre 1765.
460. Fra Gervasio da Volano, Niccolò Tagliapietra detti Bassetta, battezzato 22
giugno 1697, vestito per laico in Cles con due altri per chierici li 26 maggio 1721,
essendovi Guardiano il P. Valerio da Preghena, Vicario e maestro il P. Zaccaria da
Roveredo della Luna diffinitore. Nel 1726 nel maggio fu compagno del P. Giuseppe
Antonio da Ravazzone confessore delle monache del Borgo, andato con 15 giorni di
ubbidienza a Padova e Venezia nel tempo dello straordinario. Fu buon Religioso,
quieto, esemplare, ed amante della fatica. In Mezzolombardo ebbe due colpetti, e fu
qualche anno come impotente, condotto ultimamente all'infermeria. munito de'
santissimi Sagramenti, e ben disposto, passò piamente al Signore in venerdì, Trento 17
gennaro 1766.
1766. Dal Capitolo quarantesimo secondo fatto in Arco li 30 aprile, in cui fu eletto
Ministro il P. Antonio Inama da Fondo.
461. P. Eusebio da Cavedine, Giovanni Cristoforo dall'Armi da Laguna in
Cavedine figlio di Bartolomeo e Catterina (nipote ex parte patris del quondam P.
Flaviano dall'Armi da Trento ivi morto li 2 giugno 1732)235. Battezzato li 9 aprile 1703,
vestito con un altro in Cles 22 settembre 1721 essendovi Guardiano il P. Valerio da
Preghena, Vicario e maestro il P. Zaccaria da Roveredo della Luna diffinitore. Ne' tre
anni di filosofia ebbe lettore il P. Domenico Nicollò d'Ala. Studiò tre anni la scolastica,
e due la morale sotto diversi lettori; ma tuttavia non a arrivò ad essere né confessore, né
predicatore. Servì bensì la Provincia da buon Frate e sagrestano. Verso il fine d'aprile
1736 si portò da Arco a Verona compagno del P. Giuseppe Antonio da Ravazzone. Nel
1748 e 1749 fu per due anni compagno del P. Ministro Lodovico da Mezzotedesco nel
secondo di lui provincialato. Così pure fu compagno per un anno cioè nel primo del
Ministro Gasparo da Monclassico. Nel 1766 trovandosi di famiglia in Cles fu
sopraffatto da spezie di idropisia, e da Cles il dì 24 settembre fu condotto all'infermeria,
ove poi munito de' santissimi Sagramenti, e con religiosa rassegnazione, passò piamente
al Signore tra le dodici e l'una la notte, Trento 27 ottobre 1766.
462. P. Silvestro da Trento, Tommaso Parone, battezzato 31 dicembre 1692,
vestito con 4 altri in Cles li 25 giugno 1710, essendovi Guardiano il P. Teodoro da
235
In margine il P. Morizzo annota: "Il P. Eusebio era fratello del P. Bartolomeo Massimo dall'Armi
Eremitano di s. Agostino, maestro in teologia e uomo rispettabilissimo, morto 31 marzo 1762 in Trento".
240
Rumo, Vicario e maestro il P. Giovanni Paolo da Mori. Ebbe per lettore il P. Zaccaria
da Roveredo della Luna ne' tre anni di filosofia, e primo e secondo di teologia, e nel
terzo ebbe in Trento il P. lettor Lodovico da Mezzotedesco. Fatto predicatore recitò una
predica in Smarano in Val di Non, e mancatagli la memoria si disanimò, né più vuolle
predicare. Servì bensì in molti altri ministeri diligentemente la Provincia. Nel 1725 fu
eletto Guardiano di Fiemme. Qualche mese avanti il Capitolo, fattosi poi in Roveredo il
dì 31 maggio 1728, supplì per segretario del P. Ministro Sebastiano da Trento,
trovandosi impedito il P. Anselmo da Trento di lui segretario ordinario. Nel 1728 e
1729 fu Guardiano in Mezzolombardo. Il dì 24 aprile 1731 partì da Trento con fra
Lorenzo da Marano portandosi con tre mesi di ubbidienza alla visita de' santuari di
Loreto e di Assisi. Nel 1733 fu Vicario in Cles nel secondo anno del P. Guardiano
Davide da Vigolo. Nel 1735 e 1736 nel secondo e terzo anno fu segretario del P.
Ministro P. Corrado da Tesero. Nel capitolo del 1737 fu fatto Guardiano di Campo e vi
fu per un anno. Nella Quaresima del 1750, secondo anno del secondo (216. //)
ministrato del P. Lodovico da Mezzotedesco, supplì per segretario, essendo andato a
predicare il P. segretario ordinario Giacomo Antonio da Calliano, e poi seguitò lo stesso
offizio il terzo anno dal 1750 sino al 1751. Anzi nell'aprile 1750 partito per Roma il
predetto P. Ministro Lodovico al Capitolo generale, servì di segretario al P. Giovanni
Pio da Pressano commissario provinciale. Fu molto capace di canto fermo ma molto
timido nel dar o pigliar la voce. Sopraffatto da certo tumore dal 1745 diceva Messa
avanti Prima, e non usciva a mangiare presso de' secolari. Scrisse diversi cataloghi di
Frati, Messe, Cantorie, Regola, copie di Statuti. Fu per molti anni ultimamente in
Pergine. Ivi nel 1766 sopraggiuntagli una grande flussione di occhi, fu dal P. Ministro
Antonio da Fondo nel mese d'ottobre mandato all'infermeria, ove gli continuò, dovendo
tener un occhio quasi coperto, dicendo però la Messa. Il dì 15 gennaro 1767 in giovedì
disse Messa, sotto di cui gli venne un gran tremore, per cui la terminò con difficoltà. Fu
poi tosto condotto in refettorio dell'infermeria, ove presa una rossumata236 fu condotto in
cella, e ben presto diede fuori una gran febbre, che lo fece vaneggiare. Entrò poi in sé;
ed il venerdì fu munito de' santissimi Sagramenti, ed indi la mattina delli 20 gennaro
con cristiana pazienza e religiosa rassegnazione circa le ore cinque, buon Religioso,
passò al Signore; Trento 20 gennaro 1767.
463. P. Giovanni Francesco da Varena, Giovanni Battista Longo, battezzato 27
settembre 1739, vestito con alcuni altri in Cles li 24 agosto 1757, essendovi Guardiano
il P. Liduino da Roveredo, vice maestro il P. Giovanni Tommaso dal Borgo, essendo
assente il P. Vicario e maestro Giuseppe Maria da Roveredo, attual segretario di
commissione del P. Benedetto da Cavalese Visitatore della Provincia di Milano qual poi
capitò in Cles e circa gli Ogni Santi cominciò l'offizio di maestro de' novizzi. Fatta la
professione nel 1758 fu posto in logica in Roveredo sotto il P. lettor Pietro Crisologo da
Roveredo. Nel 1759 sotto lo stesso studiò la fisica in Roveredo sino l'agosto, e poi
ammalatosi fu mandato all'infermeria, ed indi a mutar aria in Fiemme. Di poi fu a bagni
di Pusteria e ritornato supplì la fisica in Arco sotto il P. lettor Giovanni Battista da
Mezzolombardo, sotto di cui studiò l'animastica. E poi sotto diversi lettori studiò quattro
anni la teologia. Nel 1767 il dì 24 aprile andò compagno col P. Sisto confessore a s.
Michele. La sera si sentì qualche puntura, ma la stimò flato. Il giorno seguente venuto il
medico a visitar una monaca inferma, si fece toccar il polso, e fu dallo stesso accertato,
236
Bevanda a base di tuorlo di uovo frullato nel vino.
241
come egli avesse con una buona febbre anche la doglia, onde mandato di ciò avviso al
convento di s. Bernardino, ed esso P. Giovanni Francesco, venuto altro compagno, si
portò all'infermeria, ove cresciuta la doglia e febbre nonostante diversi rimedi applicati,
dovette soccombere. Munito dunque de' santissimi Sagramenti e con invidiabile
rassegnazione, quasi parlando in sabato circa le ore quattro e mezza la sera, passò
piamente al Signore Trento 2 maggio 1767. Avea primiziato nel 1763 in Cavalese
l'ultima domenica di settembre, sermoneggiandovi un di lui fratello chierico secolare.
Fu di poca salute, e per altro buon Religioso, ed ottimo studente, che era destinato per
diffendere le pubbliche tesi il dì 4 maggio.
1767. Dalla prima Congregazione intermedia fatta in Roveredo li 5 maggio.
464. P. Giovanni Capestrano da Salorno, Edmondo Francesco Saverio Gaun,
battezzato 17 novembre 1716. Vestito con due altri in Cles li 8 settembre 1739,
essendovi Guardiano il P. Angelico da Roveredo, Vicario e maestro il P. Gerardo da
Cles. Studiò due anni la filosofia sotto il P. Carlo Bonaventura da Roveredo, e tre anni
sotto diversi fu nello studio di morale ma di pochissimo talento. Fece molti anni il
sagrestano. E molti anni di famiglia fu in Roveredo. Ivi si ammalò... ed il dì 16 agosto
1767 con lettica fu condotto all'infermeria. Ove cresciute le piaghe e fatte cancrene,
munito de' santissimi Sagramenti e ben disposto, in martedì circa le ore tre e mezza
doppo mezzodì, passò al Signore. Trento primo settembre 1767.
(217. //) 1768. Dalla seconda Congregazione intermedia fatta in Roveredo 28
gennaro, ma lette le tavole solamente li 20 aprile.
465. P. Leopoldo dal Borgo, Carlo Antonio Rosi, battezzato 9 settembre 1732,
vestito con alcuni altri in Arco 29 maggio 1751, essendovi Guardiano il P. Pietro
Marcellino da Tenno, Vicario e maestro il P. Sisto da Roveredo, pro-maestro il P.
diffinitore Ippolito da Nosellari. Ne' tre anni di filosofia e primo di teologia ebbe lettore
il P. Daniello da Cavalese; negli altri tre anni ebbe altri lettori. Nel 1759 fu studente di
sagra eloquenza in Campo. Nel 1761 di nuovo ivi studente di eloquenza sino al luglio,
ed allora sorpreso da leggier colpo fu mandato a Trento. Nel 1762 fu quasi per un anno
compagno in Inspruch del P. professore Flaviano da Cembra. Nel 1766 da Cles fu
condotto a Trento infermo. Poi mandato al Borgo. Finalmente rimandato all'infermeria,
come etico, ben disposto e munito de' santissimi Sagramenti passò ivi piamente al
Signore. Trento 2 marzo 1768. Fu buon studente, ed avea cominciato a predicare,
avendo fatto l'Avvento in Torcegno nel 1764 e la Quaresima del 1765 in Telve. E se
fosse sopravissuto e con maggior salute, poteva non poco servire la Provincia.
466. Fra Damiano da Predazzo, Francesco Piazzi237 detti de Bastian, battezzato 2
ottobre 1693, vestito per laico con un altro in Campo li 21 maggio 1720, essendovi
Guardiano il P. Abbondanzo da Pellizzano, Vicario e maestro il P. Giovanni Francesco
da Nogaré. Fu per molti anni lanaro, e poi molestato dalla sciatica fu levato dal lanifizio,
e servì in diversi altri offizi. Mentre era nel lanifizio si portò diverse volte a Venezia ed
altrove per fare la provisione di lana per il lanifizio. Fu poi molti anni in Campo, ove di
nuovo molestato dalla sciatica, per aiutarlo gli fu dato un salasso, per cui fu reso
237
Nel manoscritto: de' Piazzo.
242
impotente. E fu mandato alle Grazie, ove per molto tempo andava colle crezole, e poi
con un bastone. Vi rimase circa cinque anni, e mai stava ozioso ora facendo un mestiere
ed ora un altro. Fu in seguito mandato all'infermeria, e vi dimorò più di due anni.
Sopraffatto finalmente da una fierissima colica, munito de' santissimi Sagramenti, dopo
due giorni e mezzo d'infermità la mattina delli 22 aprile in venerdì, circa le otto e mezza
passò piamente al Signore, buon Religioso; Trento 22 aprile 1768.
467. Fra Cosmo dal Borgo, Giovanni Battista Giosele, battezzato 24 giugno 1707,
vestito, solo, per laico in Mezzolombardo col nome di Ursicino (che poi alla professa fu
mutato in Cosmo) il dì 1 giugno 1733, essendovi Guardiano il P. Giovanni Maria da
Cles, Vicario e maestro il P. Anselmo da Trento Custode. Dopo la professione, essendo
già speciale ed infarinato di chirurgia, fu posto in Trento, e vi fu per moltissimi anni, ora
infermiere, ed ora capo infermiere. Nel 1741 il dì 28 agosto partì, venuto da Pergine ove
era di famiglia, da Sacco per zattera con fra Santo da Calliano per Verona portando a
Roma il quarto processo ed ultimo di revisione corporis, fatto d'autorità appostolica in
Trento nella causa della nostra venerabile di Roveredo. E fatta la consegna, partì da
Roma li 7 dicembre la sera delli 10 febraro 1743 capitarono di ritorno in Borgo. Il dì 30
dicembre 1743 partì da Trento col Terziario fra Giuseppe da Cles andando per Verona a
Bologna, per indi accompagnare il nostro P. Benedetto da Cavalese al pulpito del
giardino in Milano. Con cui poi partito da Bologna il dì 21 gennaro per via di Modena
giunse in Milano. E dopo Pasqua, venendo per via di Brescia, Verona e Venezia da
Milano capitò di ritorno col detto padre in Trento li 7 di giugno 1744. Nel 1748 con
occasione di portarsi a fare la solita provisione in Venezia per la speziaria, partì da
Trento li 13 luglio, e accompagnò a Padova e Venezia il P. (218. //) Apollinaro da
Tesero, affine di consultare li medici di Padova per venir liberato da una fistola, nata a
detto Padre per la cavata del dente dell'occhio destro, e dopo circa quindeci giorni col
medesimo Padre fu di ritorno in s. Bernardino; ed il P. Apollinaro adoperando il rimedio
appreso a Padova entro un anno si liberò del male scorbutico, natogli nella mascella.
Nel luglio del 1751 partì dal Borgo per Venezia a fare la solita provisione per la
speziaria col P. Epifanio da Roncone ivi lettore di teologia andante colà a dipporto, e
v'impiegò circa un mese, supplendo in Trento per capo infermiere fra Masseo da
Gazzadina mandatovi da Roveredo. Nell'agosto del 1762 in occasione d'andar a fare la
solita provisione per la speziaria, condusse ed accompagnò il P. Francesco Salesio da
Trento cieco a Venezia e Padova per far considerare se fosse cieco per le mere cataratte,
come in Trento alcuno pensava, e da Venezia per acqua fu condotto allo stesso fine in
Bologna, ove il famoso professore pubblico Bacchettoni giudicò inutile ogni operazione
per essere la parte già senza vigore, e però vera cecità. Onde da Bologna il P. Salesio fu
condotto a Mantova e da Mantova per via di Busolengo capitò al suo convento di
Roveredo, e fra Cosmo assai stanco in Trento, ove poi sostenne una grave infermità per
li patimenti sofferti nell'accompagnare a piedi il detto P. Salesio andante con comodità.
Nella Congregazione fatta in Trento li 28 gennaro 1768 (ma si lessero le tavole
solamente li 20 aprile) fu posto di famiglia portinaro ed infermiere in Mezzolombardo.
Ivi in giovedì la sera dell'ottava dell'Ascensione fu sorpreso da febbre, ed al secondo
termine prese in dose eccedente la china, gli fu cavato sangue, e mandato a levare da
Cles fra Diego infermiere per assistergli, ed il signor medico non mancava di visitarlo.
Gli diede fuori l'itterizia, ed avanzandosi sempre più il male, fu munito de' santissimi
Sagramenti, e sopraffatto anche da convulsioni, se gli raccomandò l'anima, e circa l'ore
otto tedesche avanti suonasse l'Ave Maria, passò piamente al Signore in
243
Mezzolombardo, 28 maggio 1768. Fu assai buon speziale ed infermiere, e faticò molto
nell'uno e nell'altro impiego con carità, e buon esempio, anche de' secolari, da cui era
stimato.
468. Fra Berardo dal Borgo, Giacomo Antonio Fattori, battezzato 16 giugno
1694, vestito in Cles per laico con alcuni altri li 18 settembre 1718, essendovi
Guardiano il P. Enrico da Trento, Vicario e maestro il P. Teodoro da Rumo diffinitore.
Prima d'entrar in Religione per molti anni avea appresa l'arte di speciale e così dopo la
professa fu posto nell'infermeria di Trento, ove poi per moltissimi anni in diverse volte
lo fu come semplice infermiere, o come capo infermiere. Così pure fu in altri conventi
infermiere, o portinaro, sagristano, operava bene, ma con rimedi gagliardi con un tratto
esternamente rustico, ma però caritativo, e non avea molta comunicativa nello spiegarsi.
In Fiemme fu per molti anni gradito e stimato per certa sua polvere, che facea per
iscacciare la febbre felicemente. In Fiemme finalmente sorpreso da mal di sangue, fu
condotto all'infermeria in Trento, ove reso impotente da detto male, e da una molesta
gotta per cui ultimamente dovea essere imboccato, munito de' santissimi Sagramenti e
ben disposto, in domenica fra l'ottava dell'Epifania passò piamente al Signore; Trento 8
gennaro 1769. Allorché fu capo infermiere in Trento fece al solito molti viaggi a
Venezia per fare la necessaria provisione per la speziaria; per qual viaggio d'ordinario,
se non vi si addossano altre incombenze, vi s'impiegano circa 14 giorni.
469. Fra Bartolommeo da Panom238, Giovanni Battista Caproni239 da Panom di
Gardumo, battezzato li 27 agosto 1735; fu vestito per Terziario in Roveredo li 17 aprile
1759. Ottimo Frate, e Terziario modesto, esemplare ed amante della fatica. Trovandosi
da qualche anno di famiglia in Borgo nell'estate del 1768 fu sorpreso da sbocco di
sangue, e però fu mandato all'infermeria, ove fece la cura delli 40 giorni di dieta, con
cui si rimise competentemente, e fu fermato in Trento, ove faticava, e poi fu secondo la
sua brama rimesso in Borgo. (219. //) Ivi dopo qualche tempo fu di nuovo sorpreso da
sbocco di sangue, e però fu condotto all'infermeria. In seguito aggravato da certa
febbretta, fu finalmente munito de' santissimi Sagramenti, e ben disposto dopo alcuni
giorni come di agonia, la sera in domenica circa le ore nove, passò piamente al Signore
con rincrescimento de' Religiosi per le di lui ottime qualità. Trento 15 gennaro 1769.
470. Fra Santo da Calliano, Bartolommeo Bissaldi, battezzato 11 giugno 1707;
vestito in Arco per laico con alcuni altri li 12 luglio 1730, essendovi Guardiano il P.
Gerardo da Cles, Vicario e maestro il P. Filippo da Rallo Custode. Nel 1741 il dì 28
agosto, come sopra fu notato nella vita di fra Cosmo dal Borgo nell'antecedente pagina
217, partito da Sacco col detto fra Cosmo per zattera giunse in Verona, portando a
Roma il quarto ed ultimo processo fatto in Trento d'autorità appostolica intorno alla
revisione del corpo della nostra serva di Dio suor Giovanna Maria dalla Croce. E fatta la
consegna partì da Roma li 7 dicembre e la sera delli 10 febraro 1742 capitò di ritorno in
Borgo. Nel 1743 essendo cucinaro in s. Bernardino di Trento il dì 10 dicembre partì da
Trento con fra Giovanni Antonio da Tres Terziario, per via di Pergine istradato per
Venezia, affine di portarsi in Terra Santa, per ove velleggiò da Venezia il dì primo
marzo 1744. Ed il dì 28 detto giunse felicemente in Alessandria. Ed il dì 24 dicembre
1747 capitò di ritorno in Roveredo. Il dì 5 ottobre era giunto da Levante nel porto di
238
239
Pannone.
Nel manoscritto: Cavron.
244
Venezia, ed il dì 7 era entrato nel lazzaretto a farvi la contumacia di 40 giorni. Dopo la
quale il dì 9 dicembre partito da Venezia, per via di Padova, Vicenza e Verona, arrivò
come sopra detto in Roveredo, ove fu posto, o sia fermato in qualità di portinaro. Di poi
servì la Provincia in diversi impieghi. Servì li due ultimi anni per compagno il P.
Ministro Gasparo da Monclassico; tre di seguito il P. Ministro Giuseppe Maria da
Roveredo; ed anche il primo anno il P. Ministro Antonio da Fondo, sotto di cui fu
molestato da male di sangue, onde rinunciò, e fu posto in Trento aiutante del sagrestano.
Nel 1768 essendo stato eletto commissario provinciale, per la partenza del P. Ministro
Antonio da Fondo, al Capitolo generale di Spagna, il P. Giuseppe Maria da Roveredo
sopraddetto fu da questi di nuovo preso per compagno e lo servì quasi per cinque mesi,
sino al ritorno da Spagna del P. Ministro, e poi ritornò in Trento al suo offizio d'aiutante
di sagrestano. Nell'autunno fu di bel nuovo incomodato da male di sangue, e dopo aver
anche presi varii rimedi, dovette finalmente soccombere. Munito pertanto de' santissimi
Sagramenti e ben disposto circa le ore tre dopo la mezza notte passò piamente al
Signore; Trento primo febraro 1769. Fu buon Frate, quieto, ed esemplare, e lavorava
bene da calegaro.
471. P. Gerardo da Cles, Giuseppe Antonio Madruzzo240, battezzato primo marzo
1688; vestito in Cles con alcuni altri il dì 11 giugno 1707, essendovi Guardiano il P.
Giovanni Cristoforo Stozzoni da s. Michele, maestro il P. Adriano da Lardaro
diffinitore, Vicario e pro-maestro il P. Casimiro da Trento. Fu nipote ex parte matris del
P. Gabriello Cassina da Trento, morto nel 1748. Ebbe ne' tre anni di filosofia lettore il P.
ex Ministro Marcellino da Cles. Ne' due primi anni di teologia ebbe in Arco il P.
Giacomo da Varignano; e nel terzo in Trento nel 1713 ebbe il P. Lodovico da
Mezzotedesco. Nel 1714 fu fatto predicatore e diede principio a tal impiego predicando
la Quaresima del 1715 in s. Michele, e nel corso di sua vita fece varii Avventi e
Quaresime domenicali. Nel maggio del 1716 prima del Capitolo, celebrato poi il dì 14
giugno, partì da Cles col P. Giuseppe Antonio da Ravazzone, portandosi con tre mesi di
ubbidienza in Baviera, ed in Vienna alla visita di suo fratello Andrea (220. //)
Madruzzi, il quale poi gli ottenne la proroga della detta ubbidienza da monsignor nuncio
pontifizio. Nel 1722 fu fatto Vicario in Pergine del P. Guardiano Giuseppe Vigilio da
Mezzotedesco. Nel 1723 fu Guardiano in Pergine. Nel 1724 fu Vicario in Roveredo del
P. Guardiano Romedio da Cles. Nel 1726 nel gennaro fu sostituito Vicario in Cles del P.
Guardiano Giacomo da Varignano al P. Vicario Teodoro da Rumo morto ivi Vicario il
dì 24 dicembre 1725. Nel 1727 e 1728 fu Guardiano in Campo. Nel 1729 fu promaestro in Arco. Nel 1730 e 1731 fu ivi Guardiano del noviziato. nel 1733 fu di nuovo
fatto Guardiano in Campo. Nel Capitolo fatto in Roveredo li 24 maggio 1734 fu
trasportato il noviziato da Arco in Cles. Ed ivi il P. Gerardo fu deputato Vicario e
maestro de' novizzi, e vi fu negli anni 1734-1739 dall'aprile. Nel Capitolo poi tenutosi in
Roveredo il dì 28 novembre 1739 fu eletto diffinitore, e nel detto anno fu ancora
maestro solo e non Vicario in Cles. Nella Congregazione intermedia fatta in Arco li 25
settembre 1740 fu di nuovo trasportato il noviziato da Cles alle Grazie, e nel detto anno
e nel seguente il P. Gerardo diffinitore fu ivi Vicario e maestro de' novizzi. Nel Capitolo
poi celebratosi in Arco il dì 6 maggio 1742 fu fatto Vicario in Trento del P. Guardiano
Gasparo da Monclassico. Nel 1744 e 1745 fu di nuovo fatto Guardiano del noviziato in
Arco. Nel 1748 fu di nuovo fatto Vicario in Trento del P. Guardiano Alessandro da
240
Nel manoscritto: Madruzzi.
245
Roveredo. Nel 1749 si fermò ivi di famiglia cappellano dell'infermeria, e molto gradito
da signori secolari per il suo tratto religioso, civile, e piacevole, massimamente co'
fanciulli signorili. Nel 1757 essendo quasi impotente, fu destinato di famiglia in Arco,
ma giunto in lettica a Vezzano non poté proseguire, onde dovette ritornare a s.
Bernardino, ove poi si fermò sino alla morte. Nel 1761 totalmente si ritirò in infermeria,
e per molti anni non disse più Messa, andava bensì per l'infermeria, ma non avea più
memoria, né quasi conosceva più alcuno, comunicandosi però alcune volte in settimana.
Finalmente munito de' santissimi Sagramenti e ben disposto la sera della domenica di
Quinquagesima circa le ore sei e mezza passò piamente al Signore; Trento 5 febraro
1769, nell'ottantesimo primo anno di sua età. Fu il P. Gerardo ottimo Religioso, zelante,
civile e destro ne' suoi governi, di tratto assai piacevole e co' Frati e co' secolari, e però
molto gradito dagli uni e dagli altri.
1769. Dal Capitolo quarantesimo terzo tenutosi in Roveredo il dì 26 aprile, in cui fu
eletto Ministro il P. Daniello Baldiron da Cavalese.
472. P. Bernardo da Mechel, Bonifacio Barbi, battezzato 5 gennaro 1694; vestito
in Cles con un altro, poi uscito, il dì 5 settembre 1712, essendovi Guardiano il P.
Valerio da Preghena, Vicario e maestro il P. Adriano da Lardaro. Ne' tre anni di
filosofia e primo di teologia ebbe lettore il P. Giacinto da Roveredo. Nel secondo e terzo
ebbe il P. Corrado da Tesero. Fatto poi predicatore fece molti Avventi, annuali e
Quaresime festive, e la quaresima del 1730 predicò tre dì in settimana in Lomas. Verso
il fine di settembre del 1727 si portò con P. Marcello da Calcinato alla visita del Santo
in Padova, e per consultare que' signori medici per l'incomodo delle vertigini che molto
lo molestava. Nel 1731 fu fatto Vicario in Borgo del P. Guardiano Casimiro da
Calliano. Il dì 5 aprile 1736 partì dal Borgo per Padova e Venezia (221. //) con fra
Cipriano da Trento. Nella Congregazione fatta in Arco li 25 settembre 1740 fu deputato
Vicario in Mezzolombardo del P. Guardiano Giorgio Vescovi da Vermeio. Nel 1746 fu
collocato di famiglia in Cles a riflesso di sua eccell.za Conte Francesco Giorgio di
Firmian, a cui era molto accetto, ove poi fu confermato sino all'anno 1757 in cui fu
posto in Mezzolombardo241. Nel 1763 fu di nuovo posto in Cles e vi durò sino 1768
exclusive, in cui fu posto in Arco. Nel 1769 pregò d'essere collocato nell'infermeria
come invalido, e vi fu condotto già infermo col P. Davide da Vigolo, quale parimente,
come invalido, avea ricercato lo stesso. Il dì 12 maggio in venerdì fu ivi sopraffatto
dalla febbre appena giunto. E però munito de' santissimi Sagramenti e ben disposto,
oppresso dal catarro la mattina circa le ore nove passò piamente al Signore dieci giorni
dopo 'l suo arrivo. Trento 22 maggio 1769. Fu Religioso da bene, quieto ed esemplare.
473. Fra Geremia dal Borgo, Giuseppe Andrea Felder fratello de' Padri Maurizio
e Pietro Damiano dal Borgo, battezzato 9 aprile 1744; vestito in Cles con un altro li 9
luglio 1763 essendovi Guardiano il P. Alberto da Grumes, Vicario e maestro il P.
Giovanni Tommaso dal Borgo, pro-maestro il P. diffinitor Alessandro da Roveredo. Ne'
tre anni di filosofia ebbe in Cles lettore il P. Giovanni Evangelista da Stenico, e ne' tre
anni di teologia in Trento ebbe lo stesso padre, di cui il primo anno fu per qualche
tempo co-lettore il P. ex Ministro Giuseppe Maria da Roveredo. E ne' due seguenti ebbe
241
Il signor Conte Firmian è morto in Mezzolombardo il primo di marzo 1756; era stato battezzato
in Fiemme li 18 aprile 1686. E la di lui dama Barbara nata contessa di Thunn è morta parimente in
Mezzolombardo il dì 27 novembre 1760 d'anni 78 e mesi 9.
246
co-lettore il P. Francesco Borgia Zucchelli da Riva. Nel gennaro del 1769 trovandosi
compagno del P. confessore delle monache alla Trinità gli cominciò lo sputo di sangue,
e dopo una buona cura si riebbe, e ripigliò lo studio. Alla fine d'aprile, dovea difendere
le pubbliche tesi, e fu sorpreso da un nuovo sbocco, e non poté difenderle. Rimesso
alquanto, dovea poi venir ordinato sacerdote nel settembre, ed il giorno avanti le
ordinazioni fu di nuovo sorpreso dallo sbocco di sangue, e non poté essere ordinato. E
di nuovo andò di tratto in tratto emaciandosi e finalmente munito de' santissimi
Sagramenti la sera in domenica circa le ore sei passò piamente al Signore, chierico
Diacono, di ottimi costumi, e di ottimo talento, studente nel terzo anno di teologia.
Trento 3 dicembre 1769.
474. Fra Donato da Predazzo, Giovanni Battista Piazza242, battezzato 18 marzo
1695, vestito per laico con tre per chierici in Cles 25 agosto 1716. Servì in diversi
impieghi buon Frate la Religione. Nel 1724 nel novembre partì da Roveredo, ed
accompagnò a Roma il P. Ilario da Besenello andante al collegio di s. Pietro Montorio
per portarsi poi alle missioni. E lasciato detto Padre, esso fra Donato capitò di ritorno in
Provincia nel mese di marzo 1725. Nel 1728, nell'estate si portò con fra Cipriano da
Trento a bagni di Pusteria. Nel 1737 fu compagno del P. Ministro Lodovico da
Mezzotedesco nel primo anno del di lui provincialato. E per molti anni fu ultimamente
invalido in Trento ed in Roveredo, ove stando già da qualche giorno ritirato in cella per
certi suoi dolori, impensatamente fu ritrovato morto, forse sopraffatto da qualche colpo
la mattina in venerdì circa le ore tre e mezza; Roveredo 9 dicembre 1769.
475. P. Simon Pietro da Cembra, Giuseppe Dalle Mule, prima della professa
chiamato fra Pietro Damiano (pronipote ex parte matris del quondam P. Alfonso Maria
Barbi da Cembra, morto in Trento li 11 gennaro 1762), battezzato 17 ottobre 1740,
vestito, solo, in Cles li 12 agosto 1759. Ne' tre anni di filosofia e primo di teologia ebbe
lettore il P. Giovanni Battista da Mezzolombardo. Ne' tre altri anni di teologia ebbe
diversi lettori. Nel 1767 fu studente di sagra eloquenza in Campo sotto il P. Custode
Flaviano da Cembra. E nell'Avvento del detto anno fece al Bleggio una predica la prima
domenica, facendone una per cadaun de' quattro studenti. Recitò pure il panegirico
dell'Immacolata in convento, e supplì due prediche in Lomas per il Padre (222. //)
Vicario Giovanni Battista da Mezzolombardo predicatore ordinario, ito a predicare per
le feste di Natale a Storo. Nel 1768 fu studente d'eloquenza in Roveredo sotto il predetto
P. Custode Flaviano da Cembra. E la Quaresima del 1769 fece alla domenica di
Passione li tre discorsi del Santissimo nella chiesa delle nostre monache di s. Carlo. Nel
Capitolo tenuto in Roveredo li 26 aprile 1769 fu posto studente di morale sotto il P.
Giovanni Michele da Roveredo lettore diffinitore in Arco. Ivi dopo il mattutino delli 29
dicembre 1769 andato di gran fretta a levar del tabacco nell'orto, postovi per umidirlo e
farlo poi in libretto, urtò con gran impeto in uno stecco col dito pollice del piede
sinistro, cosicché se lo rivoltò, rompendo e nervi e l'osso. Spargendo gran sangue si
ritirò in cella, e s'incontrò coll'infermiere fra Modesto, che gli diede gli strentori per
fermar il sangue. Mancando il solito chirurgo signor Pietro Piombazzi d'Arco, fu
chiamato un altro non tanto capace, se gli fece la convulsione quantunque se gli
applicassero diversi rimedi, ma non migliorarono. E per grazia del Signore a forza di
tenaglia, se gli aprirono i denti, e poté ricevere il Santissimo Viatico; e dopo li cinque
242
Nel manoscritto: dal Piaz.
247
ultimi giorni di martirio, ben disposto in domenica circa le ore sei di mattina, passò
piamente al Signore; Arco 14 gennaro 1770. Fu buon Religioso e di gran talento e
capacità per la predica; e quando al Signore fosse piaciuto di conservarlo in vita, poteva
molto affaticarsi colla santa predicazione per vantaggio delle anime.
476. P. Serafino da Verla, Cristano Domenico Sartori, battezzato 18 ottobre
1696; vestito con un altro per chierico, e due altri per laici, 18 settembre 1717 in Cles
essendovi Guardiano il P. Enrico Coellato da Trento, Vicario e maestro il P. Teodoro da
Rumo diffinitore. Ebbe per lettore ne' tre anni di filosofia, e due primi di teologia il P.
Bartolommeo Maoro da Portolo di Canezza. Nel terzo ebbe il P. lettor Ilario da
Besenello. Nel 1729 il dì 17 marzo partì da Arco con tre mesi di ubbidienza alla visita
de' santuari di Roma con fra Vito da Bezzecca in Val di Ledro. Nel 1733 fu Vicario in
Cavalese del P. Guardiano Placido da Piné. L'Avvento del 1738 predicò in Pressano e la
Quaresima del 1739 alla Zambana. Del 1739 dalli 21 aprile fu Vicario in
Mezzolombardo nel secondo anno del P. Guardiano Damaso da Bruneco. Nel Capitolo
fatto in Roveredo li 28 novembre 1739 fu fatto Guardiano in Cavalese. Nel 1741 fu
Vicario in Cles del P. Guardiano Placido da Piné. Nel 1743 fu Vicario in
Mezzolombardo del P. Guardiano Carlo Bonaventura da Roveredo. Qual poi
nell'ottobre partito per Roma fu il P. Serafino deputato con patente presidente, o sia
Vicario in capite. Nel 1746 predicò la Quaresima di nuovo alla Zambana, e nell'Avvento
del detto anno predicò in Banale. Nel 1751 fu Vicario in Roveredo del P. Guardiano
Giovanni Michele da Roveredo. Nel 1752 fu Vicario in Pergine del P. Guardiano
Massimigliano Stoffella da Camposilvano. Nel 1761 fu Vicario in Borgo del P.
Guardiano Aloiso da Pergine e dipoi fu di famiglia in varii conventi, e nel 1768 fu posto
da Arco in Pergine. Nel 1769 vi fu confermato. E nel gennaro del 1770 vi s'infermò
gravemente, e dopo diverse settimane alquanto riavutosi, nel febraro fu condotto
all'infermeria di Trento. Ivi dopo alcune settimane di nuovo peggiorando, fu munito de'
santissimi Sagramenti, e molto ben disposto dopo tre ore di penosa agonia, in cui sputò
la postema, e dopo mezz'ora, avanti mezza notte circa le ore undeci, passò piamente al
Signore. Trento 5 marzo 1770. Fu ottimo Religioso, pio, quieto ed esemplare a
Religiosi, ed a secolari.
477. (223. //) P. Pietro Giuseppe da Riva del Garda, Francesco Antonio Guella,
battezzato 7 febraro 1697, vestito in Cles con altri li 25 agosto 1716. Avea fatti li suoi
studi in Germania, e quando si presentò in Roveredo per essere accettato, non sapeva
parlar italiano. Era Guardiano del noviziato il P. Giovanni Francesco da Nogaré di
Pergine, Vicario e maestro il P. Teodoro da Rumo diffinitore. E per lettore ebbe tre anni
in filosofia e quattro in teologia il P. Ilario Comper da Besenello. La Quaresima del
1724 essendo studente di teologia il 4° anno predicò a Mechel. E nel 1725 con 36 giorni
di ubbidienza si portò alla visita del Monte di Varallo col P. Eugenio da Roncone.
Predicò poi negli anni seguenti l'annuale in Riva ed in Arco. Due volte fece li discorsi
del Santissimo in Duomo, Avventi e prediche in diversi altri pulpiti di minor conto.
Aveva una bella voce, e non poca grazia nel porgere, ma per certa distillazione243 non
poteva molto applicare, onde non arrivò a predicare tre volte in settimana. Nel 1730 fu
fatto Vicario in Fiemme del P. Guardiano Alfonso Maria Barbi da Cembra, ma vi
godette pochissima salute. Nel 1731 fu Guardiano in Campo. Nel 1732 fu destinato
243
Secrezione anormale delle mucose.
248
lettore di logica in Cles colli seguenti studenti: fra Giovanni Michele da Roveredo, fra
Liduino da Roveredo, fra Massimigliano da Camposilvano in Vallarsa, fra Giuseppe
Ippolito da Pergine, fra Marin Antonio da Mori. Nel 1733 insegnò ivi la fisica, e nel
luglio con un mese di ubbidienza si portò con fra Damiano da Predazzo laico nelle
vacanze in Inspruch ed in Ala. Nel 1734 insegnò l'animastica in Arco. Nel 1735 fu
istituito lettore di teologia e co-lettore del P. Benedetto in Trento, ed insieme annualista
nella cattedrale. Nel 1736 fu lettore di teologia il secondo anno in Roveredo. Nel 1737
fu lettore il terzo anno in Arco. Nel 1738 e 1739 fu ivi Guardiano. Nel Capitolo
celebrato li 28 novembre 1739 fu posto di famiglia in Campo, e la Quaresima seguente
del 1740 fece la seconda volta li discorsi del Santissimo in Duomo e predicò pure in
Meano. Nel 1741 il dì 11 aprile partì da Roveredo e col P. Apollinaro da Tesero si portò
con 4 mesi di ubbidienza a Vienna d'onde il dì 14 luglio capitò in Mezzolombardo, ed
indi fu posto di famiglia in Pergine. Nel Capitolo poi celebrato in Arco li 6 maggio 1742
fu eletto diffinitore e posto di famiglia in Cles. E nel 1743 vi fu confermato; ma poi a
cagione della controversia co' PP. Cappuccini per li due conventi da essi attentanti in
Condino e Malé fu destinato a portarsi a Vienna. Partì dunque da Cles per
Mezzolombardo, d'onde unitosi col P. Pier Marcellino da Tenno il dì 28 gennaro 1744
s'istradò per Inspruch, ove arrivò li 2 febraro, ed il dì 12 in Salisburgo, e finalmente il dì
23 detto giunse a Vienna. Ove si fermò sino il dì 23 aprile 1745 in cui (lasciato in
Vienna per maneggiare l'affare contro de' PP. cappuccini il Padre Pier Marcellino) partì
di ritorno alla Provincia per intervenir al Capitolo provinciale intimato in Roveredo per
9 maggio 1745 come diffinitore, e capitò col signor dottor Sanzio Tazzoli da Vienna in
Roveredo con comodità il dì 6 maggio. In detto Capitolo, terminato l'uffizio di
diffinitore fu fatto il P. Pier Giuseppe Guardiano di Roveredo, e vi continuò due anni
1745 e 1746. Fu poi posto in Cles e nel 1755 partì da Cles il dì 9 giugno per
Mezzolombardo, ove unitosi col P. Eleuterio da Mezzotedesco per compagno si portò
alla visita de' parenti e fratelli di questo in Salisburgo ed in Monaco coll'ubbidienza di
due mesi, ma non gli impiegarono, poiché il dì 28 luglio capitò il P. Pier Giuseppe di
ritorno in Cles. Nella Congregazione poi del 1756 fu fatto Vicario in Cles del P.
Guardiano Eugenio da Roncone. Dopo fu in diversi conventi sempre confessore
tedesco. Nell'anno 1762 e 1763 per la seconda volta fu Guardiano in Arco, e dopo fu di
famiglia in diversi conventi. Nel 1768 fu confermato in Mezzolombardo, ma poi levato
il dì 29 agosto andò di famiglia in Borgo, ove ebbe una grave infermità con certa specie
di colpo. Nel 1769 fu dal Borgo rimesso in Mezzolombardo, ove nel gennaro 1770 si
(224. //) infermò con grande inappetenza, ed eguale sete, e dopo essere stato ivi così
indisposto sei settimane senza miglioramento, fu condotto all'infermeria, ove peggiorò e
crebbero li principi d'idropisia, ma poi colla bibita delle acidole, si riebbe competenter,
cosicché nella Congregazione poi fatta in Borgo il dì primo di maggio 1770 fu destinato
di famiglia in Arco, per ivi coll'aria paesana meglio ristabilirsi. Partì dunque
dall'infermeria per Arco il dì 27 giugno. Ivi per qualche mese la passò mediocremente;
ma poi gli ripigliò l'idropisia e lo travagliò con ben lungo incomodo da lui
pazientemente tollerato, ed ebbe anche certo colpetto. Finalmente sempre aggravandosi
il male, fu munito de' santissimi Sagramenti, ed assai ben disposto, il dì 12 novembre
festa di s. Diego, dopo il pranzo verso l'ora di vespro, passò piamente al Signore, buon
Religioso, in Arco 12 novembre 1770.
478. M. R. P. Daniello da Cavalese, Carlo Francesco Antonio Baldironi,
battezzato 21 novembre 1721; vestito in Cles con due altri 21 maggio 1738, essendovi
249
Guardiano il P. Angelico da Roveredo e maestro il P. Gerardo da Cles. Ebbe ne' tre anni
di filosofia lettore il P. Giuseppe Maria da Roveredo. Ne' due primi anni di teologia
ebbe lettore in Borgo il P. Francesco Antonio dal Borgo. Nel terzo ebbe in Roveredo colettori il P. Bartolommeo da Portolo col predetto P. Francesco Antonio. Nel quarto nel
1744 ebbe in Trento lettore il sopraddetto P. Giuseppe Maria. Nel 1745 studiò ivi il
quinto anno, per essere ancora chierico, sotto il P. lettor Giuseppe Ippolito da Pergine, e
il dì 5 agosto fu mandato studente di morale in Cles sotto il P. Flaviano da Cembra. Nel
1746 fu studente de' canoni in Cles sotto il P. lettor Vittorio da Cavalese, e la Quaresima
del 1747 predicò in Mechel. La Quaresima del 1748 predicò in Mezzotedesco. La
Quaresima del 1749 predicò in Telve. Nel 1749 posto in Fiemme fece l'annuale in Cles.
La Quaresima del 1750 fece li discorsi del Santissimo in Duomo, e predicò a
Romagnano e Ravina. E posto nel detto anno di famiglia in Trento fece agli Ogni Santi
li discorsi alla Confraternita del Suffragio. La Quaresima del 1751 predicò alle Grazie.
E nel detto anno fece l'annuale in Cles. La Quaresima del 1752 predicò in Torcegno e
fece in Borgo li discorsi in venerdì nella parrocchiale per il P. predicator nostro
Benedetto da Cavalese. Nella Congregazione poi fatta lo stesso anno in Roveredo li 27
aprile fu istituito lettore di logica in Cles colli seguenti studenti chierici: fra Antonio
Maria da Tuenno, fra Giovanni Grisostomo da Volano, fra Tommaso da Frassilongo, fra
Leopoldo dal Borgo, fra Isidoro da Villa di Nogaré. La Quaresima del 1753 predicò la
seconda volta in Mechel, e nel detto anno fu ivi confermato di famiglia ed insegnò la
fisica, e l'Avvento predicò in Tassullo. Nel 1754 fu ivi confermato ed insegnò il terzo
anno la filosofia, e la Quaresima del 1755 fece ivi li discorsi della Via Crucis. Nel detto
poi anno 1755 fu istituito lettore di teologia, e posto in Trento, e nel mese di luglio si
portò con un chierico studente a diporto per l'Adige a Verona, e poi l'Avvento predicò in
Mattarello. Nel 1756 fu posto lettore di teologia nel secondo corso in Roveredo e
l'Avvento predicò in Sacco. La Quaresima del 1758 predicò in Origlio ed alla domenica
di Passione fece li tre discorsi in s. Carlo. Nel detto anno fu posto lettore del quarto
anno in Pergine, ed ivi anche visitatore del Terz'Ordine e la Quaresima del 1759 predicò
in Albiano. Nel 1759 finita la lettura fu posto Vicario in Borgo del P. Guardiano
Apollinaro da Tesero, e supplì poi da Ogni Santi l'annuale in Borgo per il P. Francesco
Salesio da Trento annualista, sopraffatto da cecità. E la Quaresima del 1760 predicò la
seconda volta in Telve, e fece li discorsi del venerdì in Borgo per il nostro predicatore P.
Aloisio da Pergine. Dopo la (225. //) domenica in Albis partì dal Borgo, ed unitosi in
Roveredo col P. Carlo Antonio da Samoclevo, andante Visitatore della Riformata
Provincia di Milano, in qualità di segretario il dì 21 aprile partì collo stesso per Arco ed
indi per il Lago e Brescia arrivarono il dì 30 aprile in Treviglio, e dopo 6 mesi di dimora
in detta Provincia per le gran difficoltà incontrate fece il dì 4 novembre il Capitolo, e
poi capitò di ritorno il dì 29 novembre del predetto anno alle Grazie. D'onde partito col
Padre ex commissario Carlo Antonio il primo di dicembre per Roveredo, giunse poi in
Trento il dì 9 detto e finalmente s'istradò per Pergine ove era stato fatto Guardiano nel
Capitolo celebrato in Arco il dì 29 aprile 1760. Nel 1761 fu confermato Guardiano di
Pergine. Nel 1762 posto di famiglia in Arco fece l'annuale in Riva e la Quaresima del
1763 predicò in Tenno. Lo stesso anno 1763 fece l'annuale nella cattedrale di Trento,
portandosi da Arco circa la metà di maggio avanti il Capitolo. Nel 1764 predicò
l'annuale in Roveredo. nel 1765 fu fatto ivi Guardiano. Nel 1766 fu eletto diffinitore nel
Capitolo celebrato in Arco li 30 aprile e poi li 30 maggio dello stesso anno partì da
Roveredo andando alla visita della Provincia di Milano col R. P. Candido da Poia
attuale lettore d'eloquenza in Campo, col P. Amadio da Roveredo attuale di lui studente
250
per pro-segretario, e col Terziario di Roveredo fra Francesco da Cavalese. Li predetti
due Padri erano giunti in s. Rocco da Campo li 28 detto. Terminata poi felicemente la
visita, celebrò il primo ottobre il Capitolo in Pavia, ed indi per via di Brescia, e per il
Lago capitò co' suoi in Arco, e poi in Roveredo il dì 18 ottobre, d'onde licenziò il Padre
segretario, e pro-segretario per il loro convento di Campo. Nel 1767 nella
Congregazione seconda intermedia, anticipata per il Capitolo generale, celebrata in
Roveredo il dì 28 gennaro 1768 fu destinato lettore di morale in Mezzolombardo, ma
per non aver accettata la carica di maestro de' novizzi il P. Giovanni Michele da
Roveredo, questo fu confermato lettore di morale in Mezzolombardo, ed il P. Daniello
fu sostituito vice maestro de' novizzi in Arco, e dopo le Pentecoste supplì e terminò poi
l'Avvento o sia annuale in Arco, che avea cominciato alle Pentecoste il P. Guglielmo da
Nago. Nel Capitolo celebrato in Roveredo li 26 aprile 1769 fu eletto Ministro
provinciale, e prese per segretario il R.P. Pier Crisologo da Roveredo e per compagno il
P. Adalpreto da Lizzana. Il secondo anno fece la Congregazione intermedia il primo di
maggio 1770 in Borgo, ed essendo stato eletto Guardiano di Trento il predetto P. Pier
Crisologo, prese per segretario il P. Melchiore da Cles conservando il medesimo
compagno. Terminata la visita de' panni per essersi molto ne' viaggi affaticato fu
sorpreso circa li 18 settembre dalla diarrea, e poi da Roveredo portatosi in Trento fu li
29 detto cioè settembre sopraffatto da dolori colici ed indi dall'idropisia. Dopo circa tre
mesi di mortale infermità giudicò bene rinunciare il ministrato al rev.mo P. Generale;
questi poi ottenuta dal sommo Pontefice la necessaria facoltà ordinò la celebrazione del
Capitolo per cui mandò presidente delegato il R. P. Ippolito da Novara il quale lo
celebrò de more il dì 8 febraro 1771 in Trento in cui fu eletto Ministro il R. P. Candido
da Poia lettore di teologia ed attual diffinitore. Il P. Daniello andò poi sempre
peggiorando, e finalmente dopo cinque e più mesi di gravissima infermità, sempre con
religiosa rassegnazione tollerata, in cui molte volte fu munito de' santissimi Sagramenti,
la sera delli 5 di marzo in martedì circa l'Ave Maria, assistito da Religiosi, rese
placidamente l'anima a Dio, il dì 6 marzo. Fu aperto il cadavere e furono ritrovati nelle
viscere diversi impedimenti. Ed il giovedì mattina fu de more sepolto il dì 7 di marzo.
Fu veramente il P. Daniello buon Religioso, e bravo lettore, e riusciva singolarmente
nella predica, e se avesse più vissuto avrebbe anche terminato e predicato il quaresimale
cotidiano. Con facoltà ponfifizia fu dal Ministro generale dichiarato Padre di Provincia
ex privilegio, quantunque non avesse terminato appena un anno e mezzo nel ministrato.
Passò dunque, come sopra fu detto, al Signore in Trento li 5 marzo 1771.
479. (226. //) P. Fabiano dalla Nave244, Gasparo Antonio Tenaglia (fratello del P.
Francesco Pangrazio) battezzato 10 gennaio 1705; vestito in Arco con due altri li 20
maggio 1722, essendovi Guardiano il P. Valerio da Preghena, maestro il P. M. R.
Andrea da Val di Buono diffinitore, pro-maestro il R. P. Adriano da Lardaro parimente
diffinitore. Ebbe ne' tre anni di filosofia lettore il P. Domenico Niccolò d'Ala. Nella
fisica cominciò a patire dolori di capo. Nel 1726 fu posto di famiglia in Trento, sotto il
P. Lodovico da Mezzotedesco lettore di teologia di secondo corso, perché studiò poi il
primo di teologia. Nell'agosto si portò col fratello P. Francesco Pangrazio con
ubbidienza di 12 giorni a Trap ne' confini del Tirolo a visitare suo signor zio capitanio, e
poi circa li 17 ottobre del detto anno crescendogli il male di capo, fu spedito col
Terziario fra Lionardo da Pergine a Milano per provar se colla mutazione dell'aria si
244
Nave San Felice.
251
riavesse da tale incomodo, ma senza verun giovamento capitò di ritorno in Arco li 2
aprile 1727. Nella Congregazione fatta in Trento nel detto anno li 27 aprile fu posto a
studiare in Borgo la teologia sotto il P. lettor Girolamo da Trento, ma vi stette per sola
mostra, poiché li due agosto nello stesso anno, da fra Damiano da Predazzo capo lanaro
andante a Venezia per affari del lanifizio, fu il P. Fabiano accompagnato a Padova per
udire il parere di que' signori medici, e portò da Padova sette consulti, e
l'eccellentissimo signor medico Maccope, disse a fra Damiano, insinuasse a superiori,
che lo facessero fare il sagrestano in qualche convento picciolo per isvagarlo e tenerlo
occupato. Capitò poi di ritorno da Padova in Borgo il dì 28 agosto. Ne' due anni 1728 e
1729 nel luglio si portò col sopraddetto suo fratello P. Francesco Pangrazio a Bormio in
Val Tellina per provare lo stillicidio di quelle acque, se gli fosse giovevole, ma
pochissimo profitto ne ricavò. Nel 1729 essendo già sacerdote era stato posto studente
di morale in Campo sotto il P. lettore Domenico da Besagno, ma dopo ‘l ritorno dallo
stillicidio di Bormio fu posto di famiglia in Arco. Nella Congregazione del 1730 fu
collocato di famiglia in Borgo studente di morale sotto il P. lettore Corrado da Tesero.
Nel detto anno il P. Fabiano (nonostante il dolor di capo che diceva patire) si procurò
l'ubbidienza per portarsi cantore in s. Chiara di Napoli; per cui poi s'istradò partendo dal
Borgo il dì 5 ottobre 1730. Giunto in Roma mutò pensiero ed ottenne d'andare nel
collegio di s. Pietro Montorio, affine di portarsi alle missioni. Circa il fine di settembre
1731 arrivò in Borgo ritornando da Roma destinato, coll'aiuto ed interposizione
dell'illustrissimo signor Abate Passi di Pressano, di lui paesano segretario
dell'ambasciata cesarea in Roma, missionario in Costantinopoli, per ove, visitati primi li
suoi parenti in patria, vi s'istradò e vi dimorò circa tre anni, ma scorgendosi che di tratto
in tratto vaneggiava, tuttoché sotto la protezione dell'illustrissimo residente cesareo
signor di Talman, fu licenziato, e rispedito dal P. prefetto a Venezia, con previo avviso
al P. nostro Provinciale, che allora era il P. Corrado da Tesero, affine lo facesse levare
da Venezia, come fece mandando li primi di maggio 1735 il di lui fratello sopraddetto
P. Francesco Pangrazio con fra Antonio da Tesino Terziario, quali lo condussero da
Venezia a Trento nel detto mese, ove in infermeria rimase per molti anni in custodia245,
e gli altri fuori di custodia sino alla morte, ma non fu in stato di ricevere li santissimi
Sagramenti comecché sempre sopraffatto da qualche pazzia, negli ultimi anni però
quieto; onde mangiava cogli altri nel refettorio dell'infermeria. Finalmente sopraffatto
da febbre acuta per alcune settimane e male mortale dopo Pasqua circa li 14 aprile 1771
non essendo capace per la pazzia d'altro Sacramento che dell'Estrema Unzione, dopo
aver questa ricevuta, passò poi al Signore il dopo pranzo circa l'una nell'infermeria di
Trento li 23 aprile 1771.
480. (227. //) Fra Silverio da Nomi, Giovanni Giacomo Perghem detti Battistei,
battezzato 14 novembre 1708; vestito per laico in Arco con altri li 9 giugno 1731,
essendovi Guardiano il P. Corrado da Cles secondo anno, maestro R.P. Giacomo
Bontadi da Varignano, Vicario e pro-maestro P. Prospero da Riva del Garda. Fu sarte, e
buon Religioso che servì la Provincia ne’ soliti diversi impieghi de’ fratelli laici spezie
di sarte con buon esempio, e gradimento de’ Frati e de' secolari per circa 40 anni.
Finalmente trovandosi di famiglia in Mezzolombardo, fu sorpreso da febbre prima
terzana e poi continua, e maligna con pettecchie. E non ostante li varii rimedi ed
assistenza del signor medico Scari, dovette soccombere, e però munito de’ santissimi
245
Nel locale prigione della casa.
252
Sagramenti e ben disposto passò con religiosa rassegnazione piamente al Signore in
Mezzolombardo li 16 maggio 1771.
481. P. Eduardo, Valentino Giuseppe Hiniz da Roveredo, battezzato il dì 5
gennaro 1717, vestito in Cles con un altro, cioè col P. Bernardino li 19 maggio 1736.
Ebbe lettore in filosofia 3 anni e due in teologia il P. Francesco Antonio dal Borgo, ed il
terzo in Trento il P. Giuseppe Maria da Roveredo. Negli anni 1743-1745 studiò la sagra
eloquenza sotto il P. Agapito da Strigno. Nel 1746 predicò l'Avvento in Albiano e la
Quaresima del 1747 predicò in Origlio; e ne' seguenti anni predicò Avventi e Quaresime
festive o sia domenicali. Nel 1752 fece l'annuale in Cavalese. Nel 1755 fu fatto Vicario
in Pergine e fu ivi visitator del Terz'Ordine. La Quaresima predicò in Gardolo e Meano
e lo stesso anno fu fatto Guardiano di Mezzolombardo. Dopo la guardianìa partì da
Roveredo col P. Massimigliano e da Sacco per zattera si portò con 4 mesi di ubbidienza
alla visita de' santuari d'Italia; ed alli 5 ottobre capitò di ritorno in Roveredo; e predicò
in seguito in alcuni luoghi. Nel 1761 fu fatto Vicario in Fiemme del P. Vittorio. Nel
1764 fu fatto Vicario in Borgo. nel 1766 fu Guardiano di Campo. Nel 1767 fu
trasportato Guardiano in Cavalese. Nel 1771 fu Vicario del Borgo; ed ivi nel novembre
sopraffatto da una gran doglia, e dopo cinque giorni di quella, munito de' santissimi
Sagramenti e ben disposto, la mattina delli 21 novembre circa le ore 10 di mattina in
giovedì ottava della Presentazione della B.V. passò piamente al Signore e la mattina
seguente fu sepolto.
482. P. Bonifacio da Ossana, Giovanni Battista Martinolli, battezzato 12 ottobre
1697; vestito in Cles col P. Aurelio Pruner da Trento, essendovi Guardiano il P. Enrico
da Trento e maestro il P. diffinitor Teodoro da Rumo li 3 maggio 1718. Ne' tre anni di
filosofia e primi tre di teologia ebbe lettore il P. Antonino da Trento; primiziò in
Mezzolombardo li 13 giugno 1724 essendo di fresco morto in patria il di lui fratello.
Nel 1725 col P. lettor Corrado accompagnò sino a Venezia il Padre nostro Visitatore
Virginio da Bassano. L'Avvento dl 1725 diede principio a predicare in Roncegno e poi
per moltissimi anni girò per i pulpiti festivi e domenicali nell'Avventi e Quaresime. E fu
per il Terz'Ordine visitatore. Nel 1730 fu fatto Guardiano di Pergine e nel 1731 fu ivi
Vicario. Nel 1732 fu sostituito maestro de' novizzi e Vicario a primi di novembre in
Arco al M.R.P. Serafico. Nel 1733 vi fu confermato. Nel 1734 e 1735 fu Guardiano del
noviziato trasportato in Cles. Nel 1736 fu fatto Vicario di Trento del P. Guardiano
Lodovico che dovea capitare da Roma; e non capitando continuò il P. Bonifacio Vicario
in capite sino al Capitolo celebrato nel 1737. Nel detto anno ammalatosi il P. Serafico
confessore delle monache alla Trinità fu sostituito supplimentario per quello il P.
Bonifacio. E poi dopo l'effettiva rinuncia del P. Serafico fu destinato il P. Sisto per
confessore, ma le dette monache si maneggiarono, e fu destinato confessor ordinario
delle medesime il medesimo P. Bonifacio e vi continuò altri tre anni. Quali nel
novembre terminarono. Nel 1741 e 1742 fu di nuovo Guardiano nel noviziato in Arco la
seconda volta. Nel 1743 fu Vicario in Borgo. Nel 1744 e 1745 fu la seconda volta
Guardiano del noviziato in Cles. Fu poi molestato da una gran natta per molto tempo,
(228. //) che convenne tagliarla, per cui fu condotto all'infermeria e poi risanatosi fu
posto in diversi conventi, specialmente in Roveredo quattro anni in seguito. Nel 1771
per ultimo posto in Pergine nel gennaro 1772 fu sopraffatto da febbre con un gran
catarro per cui il dì 16 gennaro in giovedì la sera circa le ore dieci dopo quattro soli
253
giorni d'infermità, munito de' santissimi Sagramenti passò piamente al Signore; Pergine
16 gennaro 1772.
+++++
Qui finisce il necrologio del P. Girolamo Cassina. Riporto una sua lettera, datata s.
Antonio di Cles, indirizzata al P. Giangrisostomo Tovazzi, al quale sembra passare le
consegne e il compito di continuarlo; il Tovazzi aggiunse solo due necrologi (il secondo
incompleto), che trascrivo subito dopo.
"D.O.M.
Molto reverendo Padre.
Accenno la carissima sua contenente li bramati supplimenti di notizie; e le rendo
umilissime grazie per l'incomodo sostenuto non picciolo per favorirmi. All'arrivo del
Padre Provinciale lo pregherò affinché mi lasci confrontare co' libri originali degli atti
della Provincia le notizie varianti prima di farne copia e registrarle in pulito. Spero che
vostra paternità colla solita sua diligenza ed accuratezza si compiacerà di registrare la
morte de' nostri Religiosi coll'aggiungervi almeno un picciolo ristretto della loro vita,
migliorando il metodo da me tenuto, affinché li nostri successori abbiano almeno una
picciola notizia della loro vita ed uffizio. Me commendo in omnia sancta, e
cordialmente riverendola mi affermo
Di vostra paternità molto veneranda
Trento s. Bernardino 20 agosto 1772
Divotissimo ed obbligatissimo servo
F. Girolamo da Trento".
***
Il P. Girolamo (Ferdinando) Cassina da Trento, nato il 22 novembre 1698, morì nel
convento di s. Bernardino di Trento il 26 ottobre 1774.
483. [228]. Fra Giovanni Paolo dal Borgo di Valsugana, detto al secolo
Giuseppe Battista Faustino Garavetti battezzato li 13 ottobre del 1742, e vestito in
Cles con altri gli undici maggio del 1762, essendovi Guardiano il P. Alberto da
Grumese, Vicario e maestro il P. Giovanni Tommaso dal Borgo; fu studente del P.
Francesco Borgia da Riva lettore di filosofia l'anno 1763 in Mezzo Lombardo, e l'anno
1764 in Borgo, dove sorpreso da frenesia diede fuoco al suo saccone di paglia, che a
tempo fu estinto per aver egli stesso svegliato, ed avvisato i Religiosi. Fu quindi tosto
spedito a Trento, dove stette alcun tempo nella custodia246, e poi nell'infermeria. L'anno
1766 fu posto nello studio di teologia in Trento sotto il Padre lettore Francesco Saverio
da Fondo, ma come per mostra. Sopraffatto poi da più gagliarda pazzia venne levato
dallo studio, e riposto in custodia nel medesimo convento. Finalmente infermatosi di
dissenteria, non avendo ancora ricevuto alcun Ordine, finì di vivere nell’infermeria nella
notte dei 24 venendo li 25 di febbraio avanti 'l Mattutino in Trento 24 febbraio 1772. Fu
incapace de' santi Sagramenti; tuttavolta gli diede preventivamente l'assoluzione
sagramentale sub conditione il Padre cappellano Clemente da Trento. Nel primo anno
dello studio mostrò un gran talento imparando la ripetizione in un quarto d'ora, ma nel
secondo sembrava stupido. Fu pur messo nello studio di filosofia, ma senza verun pro,
l'anno 1765 in Cles sotto il P. lettor Giovanni Evangelista da Stenico. Ebbe una faccia
sempre rubiconda, ed una statura ordinaria.
246
Nel locale prigione del convento.
254
484. Il Padre Fra Felice da Canezza, detto nel secolo Lorenzo Grandi di Pietro
oriundo da Bergamo, fu battezzato li 27 dicembre dell'anno 1692, e vestito in Roveredo
col P. Bartolommeo da Portolo di Canezza li 30 maggio del 1709, essendo Guardiano
del mentovato luogo il P. Serafico da Roveredo, e maestro dei novizi il P. Casimiro da
Trento. Negli anni 1710-1712 studiò la filosofia in Borgo sotto il padre lettore Lodovico
da Mezzocorona; sotto del quale studiò pure la teologia in Trento nei due primi anni
1713 e 1714. Nel terzo poi la studiò in Trento sotto il medesimo P. Lodovico soltanto
fino al Natale, nel qual tempo (dicembre 1715) fu ordinato sacerdote con dispensa
papale dell'età canonica di tredici mesi, che a suo padre Pietro, oriundo da Bergamo,
costò ventun fiorini, e dopo di avere cantato in Canezza la sua prima Messa nella
domenica infra l'ottava di Natale del 1715, fu mandato a studiare teologia in Borgo sotto
il P. Zaccaria da Roveredo della Luna nel gennaio del 1716. Dal Capitolo celebrato in
Roveredo li 24 giugno del 1716 venne collocato in Arco studente teologo del P. Pietro
Antonio da Roveredo. Poi datosi alla predicazione girò per li pulpiti non cotidiani della
Provincia e fece molti Avventi, ed annuali competentemente gradito. Nell'aprile
dell'anno 1723 cinquantacinque giorni di ubbidienza, accompagnato da fra Cipriano di
Trento, si portò a visitare i suoi parenti in Bergamo d'onde fu oriondo Pietro suo padre;
e di là passò a visitare anche il nostro santuario di Varallo. Morì di apoplessia in Cles il
27 febbraio 1772.
255
CAPITOLO II
P. Marco Morizzo: 1773-1906.
Le seguenti brevi vite dei Frati trentini sono tratte dal lavoro del P. Marco Morizzo
intitolato I Francescani nel Trentino voll. II, III e IV, agli anni corrispondenti 1773 e
seguenti fino al 1906, dopo l'ultima vita scritta dal P. Giangrisostomo Tovazzi. Da
notarsi che le vite brevi sono state tolte quasi alla lettera e quelle più corpose, iniziate
nella seconda metà dell'Ottocento, in riassunto; perciò chi volesse avere maggiori
notizie deve consultare gli originali nell'Archivio della provincia di s. Vigilio oppure le
fotocopie presso la biblioteca di San Bernardino MSS 756-758.
485. P. Filippo Maria, Felice Bernardino Bertolasi da Cles, nato ai 28 giugno
1714, vestito il 31 maggio 1733 in Arco. Il 21 settembre 1762 partì per le missioni di
Terra Santa e morì come missionario apostolico in Tripoli città della Tunisia il 21
giugno 1772. In Palestina tra le sue fatiche non rifuggì di esercitarsi qual medico.
486. P. Sebastiano. Cristoforo Pergher da Proves figlio di Giovanni Udalrico, nato
ai 9 luglio 1724, vestito in Arco ai 4 settembre 1747; ordinato sacerdote ai 22 settembre
1753. Morì a Cavalese gli 8 aprile 1773.
487. P. Venceslao, Bartolomeo Giuseppe Antonio Fiemmozzi da Pressano, nato
ai 13 dicembre 1714, vestito a Cles ai 26 maggio 1736. Fu più volte Guardiano, e morì
essendo in questo ufficio, in Cavalese ai 9 maggio 1773.
488. P. Elzeario, Francesco Antonio Torelli da Rovereto, nato ai 22 agosto 1710,
vestito in Arco gli 11 giugno 1730, morto in Cavalese ai 16 marzo 1774.
489. Fra Luca, Antonio Salazer da Revò, nato ai 27 settembre 1719, vestito come
fratello gli 11 giugno 1746, morto a Pergine ai 9 aprile 1774.
490. Fra Leopoldo, Lodovico Marzani (doganieri) da Trento, nato gli 8 dicembre
1750, vestito in Arco ai 17 maggio 1769. Era stato già ordinato suddiacono, che fu colto
dalla morte in Trento il 21 giugno 1774.
491. P. Gerolamo, Ferdinando Antonio Cassina da Trento, ultimo rampollo della
nobile famiglia Cassina de Stabé. Nato il 22 novembre 1698, vestì le divise del serafico
Ordine nel convento di Cles ai 31 luglio 1714. Insegnò filosofia e teologia per due
trienni. Fu per più anni Vicario, Guardiano in diversi conventi; due trienni confessore di
monache, due volte definitore e due custode, ed una Ministro provinciale (nel 17571760). Nel 1739 fu eletto a pro-Ministro onde recarsi, in luogo del Provinciale male
andato in salute, al Capitolo generale di Vagliadolid in Spagna, che doveva tenersi il 4
giugno 1740 e vi intervenne di fatto. Ritornato in Provincia, fu eletto nella
Congregazione di quell'anno Cronologo della stessa, officio questo nuovo per noi,
sebbene fosse stato prescritto, come già si disse, nel 1676, e che fu eseguito dal P.
Gerolamo con ogni diligenza. Questo pio Religioso morì santamente in Trento il 26
ottobre 1774. Fu autore di 17 scritti, tra i quali merita un elogio particolare quella
intitolata "Notizie istoriche", che servì al P. Sigismondo Cavalli da Cuneo, cronologo
256
dell'Ordine, e al P. Marco Morizzo247. Autore delle biografie contentute in questo
volume dal numero 1 al numero 482.
492. Fra Domenico Eccher (detto Paoli) da Frassilongo, nato il 10 febbraio 1704,
vestito come Terziario commensale il 4 novembre 1728, morì a Trento il 10 novembre
1774.
493. P. Bonaventura, Ferdinando Giacomo Antonio Prugger da Lavis, detto
anche da Giovo (dall'omonimo castello presente a Vesin di Ville di Giovo248), di
Giuseppe Antonio e Veronica Isabella Guarischetti, nato e battezzato a Lavis il 30
novembre 1699. Entrò nell'Ordine serafico, ascrivendosi alla Provincia di s. Vigilio nel
convento di Cles il 20 maggio 1720. Terminati gli studi scolastici, nel 1729 si recò a
Roma nel collegio di s. Pietro Montorio, dove abilitato per fare le missioni, venne
destinato a quella dell'Albania. Vi rimase per quattordici anni, finché, ricusata la
Prefettura di quella missione, ritornò a Roma, e qui fu destinato Prefetto della missione
di Serbia. Durò in tale carica per sette anni, quando ai 12 luglio 1752 si vide nominato
dalla Congregazione di Propaganda Fide alla Prefettura dell'Albania. Affranto però dalle
fatiche, ricusò tale carica e domandò di ritornare in Provincia. Venne infatti nel maggio
del 1753, rinunciando ad ogni privilegio che sarebbe spettato come ex missionario.
Visse con i suoi confratelli trentini in modo esemplare. Fu eletto Guardiano, definitore e
confessore delle monache clarisse dei quattro monasteri trentini. Come tale nel 1762
persuase le monache della Santissima Trinità in Trento ad accettare la vita comune, già
da molto tempo abbandonata in quel convento. Terminò la sua vita assai laboriosa in
Trento la mattina del 16 dicembre 1774. Scrisse un "Manuale catechetico italianoepirota", e un "Vocabolario italiano-epirota".
494. P. Orazio, Martino Dellagiacoma da Moena, nato a Predazzo il 27 febbraio
1712 e ancora fanciullo andò colla famiglia stabilmente a Moena. Vestì l'abito religioso
il 24 settembre 1729 nel convento di Arco. Nel 1744 partì da Trento per le missioni di
Albania, dove vi lavorò indefessamente per 18 anni. Nel 1763 fu creato Prefetto delle
missioni di Macedonia, e vi fu confermato per altre due volte. Come tale il 24 dicembre
1774 era partito da Corbino verso Durazzo per visitare quell'arcivescovo, ma lungo il
viaggio fu colto ancora quel giorno da una bufera di neve; rimase soffocato e morì. Il
suo cadavere fu trovato solamente nel seguente febbraio, essendo rimasto fino allora
sepolto e nascosto sotto la neve. Gli fu data onorevole sepoltura nella vicina Corbino.
Morì dunque il 24 dicembre 1774.
495. P. Davide, Cristoforo Tonina da Vigolo Baselga, nato il 24 gennaio 1699,
vestito a Cles l'8 maggio 1719. Divenne buon predicatore, fu confessore di monache,
Guardiano e definitore. Morì a Trento il 12 marzo 1775.
496. P. Innocenzo, Eliseo Daprà da Ziano, nato il 19 febbraio 1688; vestito a
Rovereto il 28 aprile 1710; morì a Trento il 17 marzo 1775.
497. P. Stefano, Innocenzo Quintino Dalponte da Vigo Lomaso, nato il 5
settembre 1720, vestito a Cles il 7 giugno 1739; morì a Trento il 28 marzo 1775.
247
248
Cfr. Morizzo, I Francescani nel Trentino II, pp. 339-340.
Vedi Stenico Remo OFM, Il castello della Rosa o di Giovo, Ville di Giovo 1987, p. 68 lettera B.
257
498. Fra Giuseppe, Giovanni Mattio Pezzei da Spessa di Badia (detto Cadino),
nato 27 ottobre 1714, vestito come fratello il 21 ottobre 1742; morì a Pergine il 29 aprile
1775.
499. Fra Lorenzo, Giovanni Tomasi da Trento, nato 29 agosto 1738, vestito come
fratello il 19 maggio 1760; morì a Santa Maria delle Grazie presso Arco il 17 maggio
1775.
500. Fra Pacifico, Domenico Pelosi da Ronzo di Gardumo, nato il 5 marzo 1721,
vestito come fratello il 16 giugno 1747; morì a Borgo il 24 giugno 1775.
501. P. Floriano, Giovanni Giuseppe Pomarolli da Trento, ma oriundo da Verla di
Giovo, nato il 20 giugno 1731, vestito in Arco il 26 maggio 1754; sacerdote il 21
maggio 1760. Fu mandato col P. Teodoro Bianchetti da Gavazzo per le biblioteche
d'Italia a raccogliere manoscritti su s. Bonaventura in favore del P. Benedetto Bonelli, e
nel 1767 ritornò in provincia in compagnia del P. Giangrisostomo Tovazzi. Morì in
Trento il 12 agosto 1775.
502. P. Ildefonso, Giuseppe Brunone Gelmi da Borgo Valsugana, nato il 6 ottobre
1747; vestito in Arco l'11 giugno 1766; ordinato sacerdote il 13 giugno 1772; morì
tisico in Trento il 25 ottobre 1775.
503. Fra Macario, Giovanni Antonio Dapor da Lizzana, detto il Principe, nato il
24 agosto 1707; vestito come fratello gli 11 ottobre 1729; morì a Trento il 12 novembre
1775.
504. Fra Bruno, Bartolomeo Ghezzi da Daone in Giudicaria, nato il 5 febbraio
1728; vestito come fratello il 27 maggio 1753; morì a Trento il 16 novembre 1775.
505. P. Sisto, Felice Antonio Chiusole da Rovereto, nato il 27 febbraio 1706;
vestito in Arco gli 11 settembre 1727. Fu Guardiano, maestro dei novizi, confessore di
monache. Morì a Mezzolombardo il 4 dicembre 1775. Scrisse moltissime prediche,
ragionamenti, panegirici, discorsi e meditazioni, nonché altri opuscoli di pietà: tutti
andati perduti!
506. P. Massenzio, Francesco Antonio Brunati da Tenno, nato il 4 agosto 1705;
vestito in Arco il 18 maggio 1723; morì a Trento il 15 dicembre 1775.
507. Fra Giovanni Nicolò, Stefano Paoli da Trento (oriundo da Viarago), nato il
22 luglio 1702; vestito come fratello l'11 agosto 1725; morì alle Grazie in Arco il 20
dicembre 1775.
508. P. Gaspare, Nicolò Agostini da Monclassico, nato il 28 novembre 1699,
vestito a Cles il 26 maggio 1721. Fu Guardiano, definitore, Ministro provinciale. Morì a
Rovereto nella sera del 17 febbraio 1776.
258
509. Fra Desiderio, Stefano Antonio Ferrai da Borgo Valsugana, nato il 6
febbraio 1704, vestito il 6 ottobre 1725 in qualità di fratello. Fu sarto in vari conventi e
morì a Borgo l'11 agosto 1776.
510. Pietro Marcellino, Domenico Antonio Armani da Tenno, nato però a
Dasindo, il 19 novembre 1703, battezzato il giorno 29 dello stesso mese nella chiesa
parrocchiale di Lomaso. È pronipote del P. Marcellino morto nel 1676, e nipote del P.
Pier Marcellino morto nel 1701; vestì l'abito francescano a Cles il 14 settembre 1720.
Fu celebre predicatore; a Vienna predicò nella chiesa dei Gesuiti allora colonia italiana,
impegnandosi anche presso le autorità in favore della sua Provincia nella causa coi PP.
Cappuccini per la fondazione di nuovi conventi nel Trentino. Predicò a Chiari nel
Bresciano nel 1753; l'anno seguente a Malcesine; nel 1763 a Montecchio; nel 1764 a
Iesi, dove nel 1766 fu lettore di eloquenza sacra nel convento dei Frati Riformati della
città; nel 1768 predicò la Quaresima quotidiana a s. Maria Nova nella diocesi di Osimo;
nel 1769 ancora nella cattedrale di Iesi; l'anno seguente a Roma in s. Maria Maggiore;
nel 1772 di nuovo a Malcesine. Nel 1776 si era portato a Roma per svolgere il ministero
di penitenziere apostolico nella basilica di s. Giovanni in Laterano; a Roma terminò la
sua vita con una morte repentina il 16 agosto 1776. Il suo corpo venne sepolto nel
convento dei Minori Riformati di s. Francesco a Ripa. "Questo illustre ed infaticabile
sacerdote fu nella sua Provincia più volte Guardiano, una volta definitore, ed anche
insegnò ai giovani l'eloquenza sacra nel convento di Campo e venne per i suoi meriti
decorato col titolo di predicatore generale". Diede alle stampe "Un panegirico di s.
Ignazio di Loyola", Vienna 1745; "Un novena in onore di s. Giusto martire", Vienna
1747; vari discorsi recitati in Vienna; e il manoscritto "Ragguaglio cronologico della
fondazione del convento di Cles".
511. P. Giovanni Pietro, Giovanni Francesco Amorth da Anterivo, nato il 29
giugno 1700, vestito in Cles insieme col P. Pietro Marcellino Armani il 14 settembre
1720. Nel 1757 venne mandato a Corfù in qualità di confessore dei soldati veneti,
specialmente per i tedeschi militanti per la Serenissima, e nel 1766 ritornò in Provincia,
recando con sé una onorifica accompagnatoria249. Morì poi nel convento delle Grazie di
Arco il 28 agosto 1776, lasciando alcuni manoscritti che aveva steso durante il
soggiorno triennale a Corfù.
512. Fra Martino, Udalrico Leonardo Facchini da Lavis, nato il 4 luglio 1706,
vestito come fratello il 19 settembre 1727. Fu anche infermiere e morì a Pergine il 4
novembre 1776.
513. P. Carlo Antonio, Bartolomeo Malanotti da Samoclevo, nato il 28 marzo
1720; vestì l'abito francescano a Cles il 24 giugno 1738. "Di ingegno non comune,
riuscì d'onore al suo Ordine. Si impiegò per qualche anno alla predicazione e fu lettore
di filosofia e teologia per il corso di sette anni... Nel 1760 visitò qual commissario
generale la Provincia di Milano. Avvenne in quella visita, che avendo trovato in un
convento i registri delle Messe in assai mal'ordine, egli dichiarò quel Guardiano sospeso
dall'officio suo. Questi però trovò mezzo di far venire la sentenza di sospensione della
visita al P. commissario, il quale a sua volta spedì tosto per apposito corriere i registri
249
Morizzo, I Francescani nel Trentino III, p. 18.
259
suddetti, accompagnati con una sua informazione a Roma, d'onde tosto arrivò un
decreto da parte della Congregazione dei vescovi e Regolari in favore del P. Carlo
Antonio, e da parte dei superiori dell'Ordine una lettera di lode per la di lui fermezza
(Vedi il P. Agostino Maria da Napoli nel Tomo IV Chronolog. Historia leg. seraph.
Ord. pag 376, col. 2, decr. 3 oct. 1760 in cui certamente viene contemplato questo
fatto). Il P. Carlo Antonio terminò la visita e presiedette a quel Capitolo provinciale che
si celebrò ai 4 novembre e poi ritornossene in Provincia, dove assunse il governo del
convento di Rovereto. Nel predetto Capitolo di Milano fu eletto per la seconda volta a
Ministro provinciale il P. Pasquale da Varese, il quale essendo stato creato nel 1762, nel
Capitolo generale di Mantova quale commissario generale della Cismontana Famiglia,
nominò il nostro P. Carlo Antonio, che là trovavasi in qualità di compagno del suo
Ministro provinciale, per suo segretario generale. Recossi quindi a Roma a coprirvi il
suo nuovo officio, in cui durò poco, perché essendo morto a Madrid ai 3 novembre 1763
il nostro P. Carlo Bonaventura Rigotti da Rovereto, attuale segretario del generale
Ministro, questi volle che andasse in Ispagna ad assumere quell'importante offizio il P.
Carlo Antonio. Vi andò di fatto ancora nel dicembre di quell'anno. Nel 1766 chiamò a
Madrid il nostro P. Urbano Heller da Tres per suo compagno, il quale vi andò di fatto.
Come segretario generale intervenne nel 1765 alla Congregazione generale tenutasi al
sacro Monte della Verna assieme al P. Giovannezio Molina Ministro di tutto l'Ordine,
con cui recossi poi a Roma e a Napoli. Intervenne anche nel 1768 al Capitolo generale
di Valenza, in cui si vide eletto alla carica di Procuratore generale dei Riformati. Fu alla
chiusa di esso Capitolo, che recitò una sua dotta orazione latina sulla santissima Trinità,
la quale venne assai lodata ed applaudita e poi stampata. Nel medesimo Capitolo fu
deputato tra i quattro compromissari sceltivi per deliberare sull'accettazione e la stampa
delle Costituzioni generali della Cismontana Famiglia, e dopo averle esaminate insieme
agli altri tre ne confermò la decretale sentenza: «Eamdem collectionem in Familiae et
Provinciarum usum, et commodum edi posse et debere». Si stamparono però solo nel
1827. Nel 1768 egli mandò a tutte le Provincie dei Riformati Cismontani una circolare
in cui annunziando la sua elezione a loro procuratore, manifestava anche quale era la
sua intenzione rapporto a certi punti riferibili alla sua ispezione. Egli continuò nel suo
officio sino alla morte, che avvenne in Roma nel convento di s. Francesco in Ripa ai 13
febbraio 1777. Il P. Malanotti, che era per la sua pietà, prudenza e dottrina salito in
grande stima presso diversi cardinali, e presso i sommi Pontefici Clemente XIV e Pio
VI, fu si può dire, il fondatore della biblioteca del convento di Cles, alla quale mandò da
Roma niente meno di trentauno carri di libri, tra i quali molti assai preziosi, appartenenti
ad un cardinale, dagli eredi del quale ei li comperò, (e che più tardi in gran parte furono
trasportati in quella di s. Bernardino in Trento)"250. Lasciò alcuni lavori stampati. Cfr,
pure notizie sulla Gazzetta di Trento del 4 marzo 1777, in data di Roma 22 febbraio
1777.
514. P. Antonino, Francesco Pizzini da Rovereto, figlio di Francesco detto
Veronese e di Anna Teresa Marzani, nato il 27 maggio 1743, vestito a Cles il 31 maggio
1760; ordinato sacerdote con dispensa dall'età, il 20 dicembre 1766; morì tisico in
Trento il 15 febbraio 1777. Nel 1766 aveva fatto il suo testamento, rogiti Dal Lago,
lasciando usufruttuaria la sua matrigna, Domenica nata Tartarotti e sua sorella
Giacomina erede, la quale sposò poi un Bonfioli di Sacco.
250
Morizzo, I Francescani nel Trentino III, p. 23.
260
515. P. Gregorio, Valentino Pancheri da Bordiana, nato il 20 settembre 1720, vestì
l'abito religioso a Cles il 21 settembre 1738. Fu Guardiano e predicatore; morì in Borgo
il 20 febbraio 1777.
516. Fra Ruperto, Francesco Tommaso Corradini da Vigolo Baselga, nato il 25
maggio 1737, vestito come fratello il 19 maggio 1760; morì a Trento il 13 marzo 1777.
517. P. Sigismondo, Giovanni Francesco Betta da Cagnò, nato il 27 aprile 1707;
vestì l'abito religioso il 20 ottobre 1728. Dopo molti anni di lavoro in vari conventi, dal
1770 in poi risedette nell'infermeria di s. Bernardino in Trento, ove poi morì la sera del
25 marzo 1777.
518. P. Lodovico, Simone Goio da Rovereto, nato il 3 dicembre 1748; vestì l'abito
francescano il 21 settembre 1765 in Arco; ordinato sacerdote con dispensa dall'età il 13
giugno 1772; morì in Trento alle due pomeridiane del 14 aprile 1777.
519. P. Giorgio, Simone Vescovi da Vermiglio (nella frazione di Favriano), nato il
28 ottobre 1702, battezzato il 2 novembre dello stesso anno; vestì l'abito religioso in
Cles il 20 maggio 1720. Fu predicatore, Guardiano; da Cles ove era di famiglia fino dal
1771, venne trasportato nell'infermeria di Trento, dove poi morì il 10 settembre 1777.
520. Fra Marco, Domenico Gasperotti da Pomarolo, nato il 3 marzo 1698; vestì
l'abito serafico in qualità di fratello il 20 maggio 1720; da Borgo ove era di famiglia fu
trasportato a Trento dove morì il primo ottobre 1777.
521. Fra Sisinio, Giampietro Marzadri da Por, nato il 22 giugno 1702, vestì l'abito
religioso quale fratello il 19 maggio 1720; lavorò nel lanificio e morì a Trento nel
pomeriggio del 9 febbraio 1778.
522. P. Giovanni Michele, Pietro Ernesto Chiusole da Rovereto, fratello del P.
Sisto (+ 1775), nato il 10 dicembre 1713; vestì l'abito francescano in Arco il 12 luglio
1730. Fu più volte Guardiano e due volte definitore; fu confessore ordinario delle
clarisse della ss. Trinità di Trento e di quelle di Rovereto e Borgo Valsugana. Morì a
Rovereto il 25 marzo 1778.
523. P. Vigilio, Giuseppe Antonio Pellizzari da Trento, nato il 13 dicembre 1716,
vestì l'abito religioso a Cles il 20 maggio 1735; morì a Borgo il 4 luglio 1778.
524. P. Francesco, Giuseppe Amadeo Kaiselitz da Rovereto, figlio di Godefredo
da Norimberga e di Benedetta degli Antonini, nato il 3 dicembre 1731, vestì l'abito
religioso in Arco il 19 agosto 1748; ordinato sacerdote nel novembre del 1754. Nel
1759 andò a Napoli quale compagno del P. Antonio Inama da Fondo, eletto confessore
delle monache del regio monastero di s. Chiara, e terminato il triennio, salpò per
l'Albania quale missionario apostolico, dove esercitò tale ministero lodevolmente fino
alla morte, avvenuta in Toplana, nella detta missione, il 2 agosto 1778.
261
525. P. Bartolomeo, Domenico Maoro da Portolo di Canezza, figlio di Cristoforo,
nato il 3 agosto 1691; era già chierico minorista quando vestì l'abito religioso in
Rovereto il 30 maggio 1709. Fu Guardiano, insegnante e confessore di monache; morì
vecchio di 88 anni in Trento il 17 ottobre 1778.
526. P. Paolino, Marino Antonio Sparapani da Preghena, nato il 3 novembre
1702; vestì l'abito religioso in Arco il 5 agosto 1724. Morì a Trento il 25 ottobre 1778 e
fu sepolto nella nostra chiesa nel forno decimo della prima fila.
527. P. Eugenio, Cosma Damiano Riccabona da Cavalese, figlio di Francesco
Antonio, nato il 22 gennaio 1720, vestì l'abito religioso a Cles il 30 agosto 1738. Fu
ottimo sacrista; morì a Borgo Valsugana il 5 ottobre 1779.
528. P. Claudio, Pietro Andrea Gabos da Trento, nato il 30 novembre 1702,
battezzato il primo dicembre; vestì l'abito serafico l'11 agosto 1725 a Santa Maria delle
Grazie presso Arco; era già in possesso di Ordini sacri minori; svolse il ministero della
predicazione; fu più volte Guardiano; morì a Trento il 15 novembre 1779.
529. Fra Timoteo, Giovanni Antonio Comai da Riva del Garda, nato il 27 marzo
1720; vestì l'abito serafico come fratello l'11 maggio 1748; morì a Trento il 30
novembre 1779 e fu sepolto sotto la nostra chiesa nel forno sesto della prima fila.
530. P. Bartolomeo Maria, Giuseppe Bartolomeo Stoffella da Camposilvano di
Vallarsa, nato il 25 novembre 1746, figlio di Domenico. Era cugino del nostro P.
Massimiliano Stoffella (+ 1789), ed era già stato ordinato diacono prima di entrare in
Religione in Arco il 28 maggio 1770; fece la professione solenne l'anno dopo nel
medesimo giorno, e fu ordinato sacerdote con dispensa dall'età il primo aprile 1775. I
Frati avevano riposto in lui tante speranze, ma la morte lo rapì quasi subito in Trento il
29 febbraio anno bisestile 1780; fu sepolto sotto la nostra chiesa nella prima fila, tomba
settima.
531. P. Casimiro, Giacomo Giuseppe Forer da Calliano, fratello del P. Giacomo
Antonio (+ 1757). Nacque il 21 aprile 1699, vestì l'abito francescano nel convento di
Cles il 19 maggio 1714 e fu ordinato sacerdote nel 1722 con dispensa dall'età. Insegnò
morale e sacra eloquenza, fu valido predicatore, confessore di monache, Guardiano, tre
volte definitore ed una Custode e come tale intervenne al Capitolo generale di Murcia.
Morì a Trento alle sette pomeridiane del 19 marzo 1780. Lasciò due manoscritti: "Varii
modi di visitare utilmente la Via Crucis"; Diario del viaggio del P. Casimiro da Calliano
in Ispagna".
532. P. Romedio, Giovanni Michele Battista Tommaso Tavonati da Denno, nato
il 9 maggio 1724; vestì l'abito religioso in Campo il 9 giugno 1747; ordinato sacerdote il
16 giugno 1753. Morì nell'infermeria di Trento il 31 maggio 1780, sepolto sotto la
nostra chiesa nel forno quarto della prima fila.
533. P. Angelo Maria, Simone Antonio Zatelli da Trento, figlio di Giovanni,
oriundo di Cognola, nato il 2 ottobre 1712; vestì l'abito francescano in Arco il 16 luglio
1731. Fu più volte Guardiano; confessore di monache e definitore. Nel 1759 e seguenti
262
aiutò il P. Giuseppe Ippoliti da Pergine nell'ordinare il ricco archivio del castello di
Trento. Fu poi colpito ripetutamente da apoplessia e morì a Trento il 13 luglio 1780.
Lasciò alcuni scritti: cfr. Trento, Biblioteca san Bernardino MS 217-219.
534. P. Angelico, Giovanni Domenico Soriani (si trova anche nella forma
Sulliani251) da Rovereto, nato il 6 febbraio 1699; era nipote del nostro P. Serafico
Galvagni (+ 1739); vestì l'abito religioso il 21 settembre 1716 in Cles. Fu ordinato
sacerdote il 22 maggio 1723; riuscì ottimo predicatore; fu più volte Guardiano e per un
triennio confessore delle Clarisse alla ss. Trinità. Fu anche segretario provinciale e
architetto della fabbrica della biblioteca del convento di Trento e del provincialato,
nonché della cappella dell'infermeria. Morì a Trento, venerando ed infaticabile
Religioso il 28 ottobre 1780 e fu sepolto nel terzo forno della prima fila delle nostre
tombe sotto la chiesa. Importanti i suoi scritti: "Narrazione storica della fondazione del
convento di s. Maria delle Grazie presso Arco..."; archivio convento delle Grazie di
Arco; un secondo volume di documenti andò perduto... "Narrativa della fondazione del
convento di Pergine..." Pergine archivio del convento. "Narrativa della fondazione del
convento di Campo", anonima in ACPFM. Per altri scritti: cfr. Morizzo, I Francescani
nel Trentino III, p. 40.
535. Fra Adamo, Martino Benedetti da Malcesine, nato il 9 maggio 1704; vestì
l'abito francescano come fratello il 30 luglio 1724; morì a Trento il 29 novembre 1780 e
fu sepolto nel secondo forno della prima fila delle tombe poste sotto la chiesa.
536. P. Mauro, Francesco Giovanni Tomasi da Baselga di Piné, nato il 9
settembre 1723: entrò nell'Ordine già chierico minorista il 5 giugno 1745 in Arco.
Sacerdote il 5 giugno 1751 e il 13 cantò la sua prima Messa a Pergine con gran
solennità; era stato ordinato sacerdote il 5 dello stesso mese. Morì a Trento il 12
novembre 1781.
537. P. Domenico Nicolò, Domenico Pizzini de Hochebrunn da Ala, figlio di
Nicolò; nacque il 19 maggio 1697, e vestì l'abito francescano il 28 maggio 1714 nel
convento di Cles. Era fratello di fra Isidoro, morto diacono in Trento nel 1728. Fu
ordinato sacerdote nel maggio del 1720. Fu insegnante di filosofia e teologia; maestro
dei novizi, confessore di monache, Guardiano, definitore, custode e Ministro
Provinciale. Come tale intervenne al Capitolo generale del 1762 a Mantova. Morì
d'apoplessia a Rovereto il 17 novembre 1781. Il suo primo nome in Religione fu
Giuseppe Nicolò, che volle cambiare nell'altro che gli rimase. Fu ordinato sacerdote nel
maggio del 1720. Lasciò alcuni importanti manoscritti252.
538. P. Francesco Solano, Antonio Girardi da Canezza. , nato il 20 aprile 1717;
vestì l'abito francescano a Cles il 21 maggio 1738; morì a Campo Lomaso il primo
maggio 1782.
539. P. Anselmo, Giacomo Moratti da Pellizzano, nato il 30 dicembre 1722; vestì
l'abito religioso in Arco il 15 ottobre 1740; morì a Trento l'8 maggio 1782.
251
Il Tovazzi, Fratologio, p. 79 in fondo, scrive: "Li Soriani originari da Monselice, abitanti in
Roveredo, si sono detti Suliani (o Sulliani) perché tra gli eretici vi sono delli chiamati Soriani".
252
Cfr. Morizzo, I Francescani nel Trentino III, p. 44 in margine.
263
540. P. Vittore, Giovanni Battista Bruni da Borgo Valsugana, nato il 26 dicembre
1703; vestì l'abito serafico in Arco il 18 maggio 1723. Fu insegnante, Guardiano,
definitore e confessore di monache. Era fratello del P. Giovanni Tommaso (+ 1788);
morì a Mezzolombardo il 27 maggio sul far della sera del 1782.
541. Fra Ginepro, Vincenzo Capra da Borgo Valsugana, nipote del P. Vincenzo
(+1733), nato il 22 gennaio 1704; vestito con licenza da Roma per non avere l'età
prescritta di venti anni, il 31 luglio 1723, come fratello. Fu sarto di professione; dal
1735 al 1738 fu in Terra Santa. Morì a Trento alle sette di mattina il 24 luglio 1782.
542. P. Giovanni di Dio, Giacomo Antonio Redolfi da Borgo Valsugana, nato il
24 agosto 1722; vestì l 'abito religioso ad Arco il 15 ottobre 1740. Fu ottimo Religioso;
fu predicatore, Guardiano, definitore e confessore di monache. Morì in Borgo
Valsugana il 6 agosto 1782.
543. P. Clemente, Simone Morelli (detto Frigolo) da Trento, ove la sua famiglia
aveva una pelletteria in contrada Oriola. Nacque il 19 agosto 1693; studiata la teologia e
ricevuti gli Ordini minori volle entrare nell'Ordine dei francescani vestendo l'abito a
Cles il 9 maggio 1712. "Predicatore distinto, ebbe ad esercitare questo ministero non
solo nel nostro Trentino, ma ben anche in più città d'Italia. (Vedi l'occorso a lui in
Borgo l'anno 1730, nel secondo volume della cronaca provinciale), e sempre con
universale aggradimento e lode. Fu più volte Guardiano e anche definitore, nonché
esaminatore prosinodale, nominato dal principe vescovo Domenico Antonio Thunn con
patente dei 27 febbraio 1734...". "La fama di quest'uomo andò tanto oltre, che ai 16
aprile 1746 venne destinato dalla sacra Congregazione di Propaganda Fide quale
missionario apostolico nella Servia verso cui si avviò nel maggio successivo. Vi rimase
lavorando con zelo quella vigna affidatagli per venti anni continui, finché nel 1767
ottenne di ritornare in patria, e giunse a Trento il 25 novembre col permesso di godere
di tutti i privilegi concessi agli ex-missionari. Visse tra suoi confratelli altri quindici
anni, riverito ed amato da tutti, finché morì a Trento ai 10 novembre 1782 ad ore 5
antimeridiane d'anni 90". Lasciò alcuni scritti.
544. P. Giovanni Nepomuceno, Felice Fortunato Ioris da Mezzocorona; il padre
veniva da Nanno. Nacque il 9 luglio 1717; vestì l'abito serafico a Cles il 9 luglio 1738.
Fu insegnante, predicatore, Guardiano ed anche definitore. Morì a Mezzolombardo ad
ore 8 pomeridiane nel giorno 13 dicembre 1782.
545. Fra Liborio, Cristano Perempruner da Rovereto, nato il 21 marzo 1705;
vestì l'abito religioso l'11 agosto 1725; morì a Rovereto, 12 gennaio 1783.
546. P. Benedetto, Giovanni Francesco Antonio Bonelli da Cavalese, figlio di
Giovanni Domenico e Antonia nata Miorini, nato il 26 dicembre 1704. Studiò preso i
Gesuiti a Trento e a 17 anni entrò nell'Ordine francescano, vestendo l'abito a Cles il 26
maggio 1721. Studiò la filosofia e la teologia in convento e fu ordinato sacerdote il 27
dicembre 1728; fu predicatore, insegnante e scrittore famoso. Morì a Trento il 28
ottobre 1783. Per la conoscenza approfondita di questa straordinaria figura di
francescano e studioso rimando al saggio scritto per la laurea dal P. Eliseo Onorati dal
264
titolo: "P. Benedetto Bonelli francescano, storico trentino, critico bonaventuriano (17041783)", Trento edizioni Biblioteca PP. Francescani, n. 14, Trento, 1984, pp. 310.
547. P. Pietro Baldassare, Giovanni Lorenzo Zambaiti da Trento, fratello del P.
Francesco Albano (+1799), figlio di Francesco, nato il 22 febbraio 1726; vestì l'abito
serafico in Arco il primo maggio 1745; fu ordinato sacerdote in Trento il 5 giugno 1751;
morì mentre era Vicario a Cavalese il 30 dicembre 1783 alle ore sette pomeridiane.
548. P. Giovanni Angelo, Gaetano Ignazio Antonio Rusca, figlio di Francesco da
Borgo Valsugana, nato il 12 gennaio 1706, vestì l'abito religioso a Santa Maria delle
Grazie presso Arco l'11 agosto 1725. Dal 1740 al 1762 fu missionario apostolico
nell'Arcipelago greco dove fu anche Vicario del vescovo di Nascia. Nel ritorno si fermò
a Mantova dove si celebrava il Capitolo generale; fu collocato di famiglia in Borgo,
dove rimase fino alla morte avvenuta all'una e mezzo del 18 febbraio 1784. Lasciò
manoscritti "Cinque dialoghi polemici greco-italiani tra Macario prete e Diodato latino".
549. P. Francesco Pancrazio, Giulio Andrea Tenaglia da Nave san Felice, nato il
30 novembre 1700, vestì l'abito francescano a Cles l'11 giugno 1718; era fratello di fra
Fabiano (+1771); morì a Trento l'11 giugno 1784.
550. Fra Fedele, Francesco Antonio Nardelli da Meano, nato il 3 ottobre 1708,
vestì l'abito religioso dapprima come Terziario l'11 ottobre 1733, poi come fratello col
nome di Fedele l'11 maggio 1737. Morì a Mezzolombardo il 19 agosto 1784.
551. Fra Mario, Antonio Visintainer da Vignola di Pergine, nato il 29 aprile 1752,
vestito come Terziario commensale il 20 agosto 1776; era lanino di professione; morì
nel convento di s. Bonaventura di Bassano ove era di passaggio il 24 ottobre 1784.
552. P. Pietro d'Alcantara, Giovanni Antonio Luca Pandini da Rovereto, nato il
18 ottobre 1726; fu vestito ad Arco il 5 giugno 1745; ordinato sacerdote il 5 giugno
1751. Soggiornò molti anni a Pavia compagno del P. Flaviano Ricci da Cembra
professore in quella università; morì a Pavia nel convento di s. Croce la sera degli 8
dicembre 1784. Ebbe una sorella monaca clarissa.
553. Fra Agnello, Antonio Varesco da Panchià, nato il 22 marzo 1704; il primo
giugno 1730 fu vestito come Terziario commensale; poi col nome di Agnello fu
"incappucciato" come fratello il 24 giugno 1732. Fu infermiere bravo e caritatevole.
Andò due volte a Gerusalemme, la prima nel 1748 e vi rimase tre anni; la seconda volta
era partito nel 1756, rimanendovi più di nove anni continui e ritornando nel 1766. Dai
Luoghi Santi riportò alcuni oggetti rari, fra i quali due Bambini in cera, che donò alle
chiese dei conventi di Trento e Cavalese, che venivano esposti al tempo del santo
Natale. Aveva una devozione speciale al Bambino Gesù e diceva che avrebbe desiderato
di morire nel giorno di Natale; il suo desiderio fu realizzato, morendo egli infatti a
Trento la sera del 25 dicembre 1784. Aveva portato con sé un magnifico Crocifisso di
madreperla donato alla chiesa di s. Rocco di Rovereto; purtroppo andò perduto durante
la guerra 1915-1918, essendo stato occupato dai soldati il convento e la chiesa.
265
554. P. Giovanni Pio, Cristoforo Boschi da Volano, figlio di Pietro, nato il 21
agosto 1709; vestì l'abito serafico a Cles il 19 maggio 1760; fu ordinato sacerdote il 24
maggio 1766; morì a Santa Maria delle Grazie presso Arco la sera del 29 marzo 1785.
555. P. Martino, Gasparo Telani da Rovereto, nato il 17 febbraio 1698; vestì
l'abito francescano a Cles il 21 settembre 1716. Il 13 settembre 1729 andò a Roma ove
studiò per poter essere poi missionario in Albania dove rimase 12 anni; ritornato in
Provincia fu quasi sempre di famiglia a Rovereto, giuntovi il 23 agosto 1743, sempre
disponibile alla confessione dei fedeli. Nel 1775 fu posto nell'infermeria di Trento, ove
morì, senior, alle cinque e mezza antimeridiane il 21 agosto 1785.
556. P. Teodoro, Bartolomeo Bianchetti da Gavazzo, figlio di Odorico. Nacque il
primo marzo 1707; vestì l'abito religioso in Arco il 15 settembre 1726. Fu insegnante di
filosofia e teologia; nel 1745 fu commissario Visitatore della Provincia di CroaziaCorniola, con il suo segretario P. Giacomo Antonio Forer di Calliano, partendo da
Roma dove era stato alcuni anni per trattare la nostra causa con i PP. Cappuccini per la
fondazione dei conventi di Condino e Malé. Nel maggio si unì a Venezia col suddetto
suo segretario; fatta la visita tenne il Capitolo in Lubiana; ritornò in Provincia per la
strada di Schio e Vallarsa. Fu guardiano e per due trienni (1757-1763) segretario
provinciale, nel secondo dei quali anche definitore. Fu infaticabile predicatore. Nel 1764
fu scelto dal P. Bonelli affinché raccogliesse manoscritti ed altri scritti nelle biblioteche
d'Italia necessari per l'opera "Supplemento alle opere di s. Bonaventura"; ebbe per
compagno il P. Floriano Pomarolli da Trento (+1775), mentre nel frattempo il P.
Commissario generale mandava per lo stesso scopo altri Frati in Francia. Morì a Santa
Maria delle Grazie presso Arco il primo dicembre 1785. In seguito all'ordine
dell'imperatrice Maria Teresa di adeguare i pesi e le misure dei suoi Stati alla norma
viennese, il P. Teodoro fu incaricato da varie comunità a ordinare in tabelle l'equazione
fra i pesi e misure, che poi furono date alle stampe quelle della giurisdizione di Telvana
nel 1769; delle comunità di Telve di sotto, Carzano, Telve di Sopra, Torcegno e Ronchi
(1769); di Arco e Drena (1770); della città di Trento (1771); Nuova maniera di rilevare
le misure quadrate ecc. (1774); lasciò poi alcuni manoscritti.
557. Fra Nazario, Crisante Leonardelli da Montagnaga di Piné, nato l'11 agosto
1753; rimasto vedovo, fu accolto quale Terziario commensale e vestito con l'abito
religioso il 26 luglio 1779; morì a Trento il 10 dicembre 1785.
558. P. Francesco Antonio, Claudio Sigismondo Acquistapace da Borgo
Valsugana, nato il 5 febbraio 1710; il padre era stato nostro novizio a Cles col nome di
fra Candido; vestì l'abito religioso a Santa Maria delle Grazie presso Arco il 17
settembre 1725; fu Guardiano, definitore, zelante predicatore, confessore di monache;
morì a Borgo Valsugana il 29 marzo 1786.
559. P. Barnaba, Cristoforo Kinzberger da Transacqua di Primiero, nato il 9
maggio 1710, vestì l'abito religioso in Arco l'8 maggio 1730; morì nel convento di
Borgo Valsugana il 6 agosto 1786.
266
560. P. Norberto, Giuseppe Antonio Levri da Fiavé, nato il 18 marzo 1705, vestì
l'abito religioso in Arco il 17 settembre 1722; fu maestro dei novizi; nel 1782 divenne
cieco. Morì a Santa Maria delle Grazie presso Arco l'8 agosto 1786.
561. P. Francesco Salesio, Simone Antonio Molinari da Trento, nato il primo e
battezzato il 3 gennaio 1731, vestì l'abito religioso in Arco il 14 luglio 1747; dal 1759
divenne cieco e fu condotto a Venezia e Padova nel 1762 e poi a Bologna dal famoso
medico Bacchettoni, il quale giudicò inguaribile quel disturbo e così rimase fino alla
morte avvenuta in Trento il 15 dicembre alle ore 4 antimeridiane 1786.
562. P. Giovanni Matteo, Giovanni Battista Vigilio Dallatorre da Flavon, nato il
26 giugno 1734, vestì l'abito francescano a Santa Maria delle Grazie presso Arco il 12
agosto 1755; fu ordinato sacerdote il 19 settembre 1761; morì a Mezzolombardo alle 6
antimeridiane del 24 gennaio 1787.
563. P. Apollinare, Andrea Iellici da Tesero, nato il 25 ottobre 1707; vestì l'abito
religioso in Arco il 15 settembre 1726. Fu Religioso di molta pietà e predicatore assai
zelante; fu più volte Guardiano. Morì nel convento di Cavalese alle 10 pomeridiane del
3 giugno 1787. Lasciò alcuni manoscritti.
564. P. Marino Antonio, Felice Giacomo Salvadori da Mori, nato il 17 maggio
1712; dopo aver ricevuto gli ordini Minori entrò nell'ordine serafico ad Aro il 9 giugno
1731. Fu più volte Guardiano e buon predicatore. Morì a Pergine ad ore 11
antimeridiane il 13 luglio 1787.
565. Fra Cosma, Vigilio Torelli da Fiavé, nato il 26 giugno 1751; vestì l'abito
francescano come fratello il 19 giugno 1776; era sarto; morì a Trento giovane alle ore
tre e mezza antimeridiane del 26 maggio 1788.
566. P. Venanzio, Francesco Ignazio Iellici da Tesero, nato il 15 gennaio 1704;
vestì l'abito religioso a Campo il 16 settembre 1722. Fu Guardiano, buon predicatore e
zelante Religioso. Morì a Mezzolombardo la mattina del 26 agosto 1788.
567. P. Giovanni Tommaso, Giovanni Vincenzo Bruni da Borgo Valsugana,
fratello del P. Vittore (+1782), nato il 22 gennaio 1716, vestì l'abito serafico in Arco il 3
maggio 1734. Fu Guardiano, definitore, maestro dei novizi, predicatore e confessore di
monache. Dal 1783 fu esaminatore prosinodale del vescovo di Feltre per la Valsugana.
Morì a Borgo Valsugana dove era Vicario, la mattina del 23 novembre 1788. Fu sepolto
nel cimitero del paese nel luogo riservato ai sacerdoti per via delle leggi giuseppine.
568. P. Angelo Ignazio, Giorgio Vaia da Carano, pronipote del P. Giovanni
Antonio Giovanelli da Carano (+1725). Nacque il 19 luglio 1707 e vestì l'abito religioso
in Arco il 17 maggio 1727; fu buon predicatore e più volte Guardiano; morì a Trento il
23 novembre 1788.
569. P. Giuseppe Maria, Ognibene Angelo Sannicolò da Rovereto, nato il 9
novembre 1711, vestì l'abito religioso in Arco il 29 maggio 1729. Fu insegnante di
filosofia e teologia; valente predicatore, più volte eletto Guardiano, fu maestro dei
267
novizi, definitore ed anche Ministro provinciale, e nel 1758 eletto commissario di
Provincia. Religioso pio e zelante, confessore di monache; morì a Trento alle 12
antimeridiane del 5 gennaio 1789. Stampò due operette e lasciò molti manoscritti.
570. P. Massimiliano, Giacomo Domenico Stoffella da Camposilvano, nato il 2
febbraio 1713. Era notaio prima di ricevere l'abito serafico a Santa Maria delle Grazie
presso Arco il 17 settembre 1730. Fu ottimo predicatore, maestro dei novizi, Guardiano
e definitore. Morì a Trento alle 7 antimeridiane del 3 aprile 1789; fu sepolto nel primo
forno della prima fila sotto la chiesa.
571. P. Urbano, Giangiacomo Eller253 da Tres, nato il 27 ottobre 1726, vestì l'abito
serafico l'11 giugno 1746; ordinato sacerdote il 27 maggio 1752. Nel 1756 fu mandato a
Monaco di Baviera per istruirsi nella farmaceutica rimanendovi un anno; ritornato fu
destinato direttore dell'infermeria di Trento, dove rimase molti anni. Dopo il 1765 fu
destinato compagno del P. Carlo Antonio Malanotti da Samoclevo, dapprima segretario
generale e poi procuratore generale della Riforma (+1777). Fu varie volte Guardiano.
Morì a Borgo Valsugana il 26 aprile 1789.
572. Fra Benvenuto, Andrea Fiorio da Brenzone sul Garda, nato il 9 gennaio
1713, vestito come fratello il 16 giugno 1737. Nel 1752 essendo infermiere nel
convento delle Grazie di Arco, ottenne l'ubbidienza per recarsi in Terra Santa. Partì l'11
aprile accompagnato fino a Brenzone dal Terziario fra Lorenzo Dallago da Cles; visitò i
parenti e poi per Verona si recò a Venezia ed ai primi di maggio s'imbarcò per il
Levante; il 9 agosto approdò a Cipro, e poi giunse in Terra Santa. Vi dimorò circa
tredici anni; fu poi richiamato in Provincia perché era necessaria la sua presenza; partì il
14 agosto da Nazaret e si unì in Acri al nostro fra Agnello Varesco da Panchià (+1784),
col quale venne a Cipro ed Alessandria fino a Corfù. Da Cipro venne solo a Venezia,
ma non ritornò a Trento; fece insistenza presso il Provinciale dei Riformati P. Antonio
Taoro di poter ritornare a Corfù, per servire come infermiere in quell'ospizio. Dopo i
richiami del suo P. Provinciale, si decise finalmente di tornare in Provincia e giunse a
Borgo Valsugana il 24 giugno 1767; fu poi mandato di famiglia a Rovereto. Morì a
Cavalese, ove era infermiere, il 22 maggio 1789.
573. P. Flaviano, Giovanni Angelo Ricci da Cembra, nato il 5 aprile 1714, vestì
l'abito francescano in Mezzolombardo il 17 maggio 1733. Fu ordinato sacerdote il 23
maggio 1739; insegnò poi la filosofia e la teologia; fu valente predicatore, assai perito
nel canto ecclesiastico e figurato. Compose tre Messe a due voci, che dal suo nome sono
dette appunto "Flaviane", ed altri canti ad uso del coro dei conventi. Nel 1753 fu eletto
Guardiano di Rovereto e nel 1754-1757 fu segretario provinciale e nel 1757 fu eletto
definitore. Nel 1760 fu destinato confessore delle monache di s. Carlo in Rovereto. Ma
durò poco perché l'ubbidienza lo voleva altrove. Giuseppe Antonio Spergs de Polenk e
Reissdorf da Innsbruck, consigliere aulico in Vienna, ammiratore del nostro P.
Benedetto Bonelli e del P. Carlo Bonaventura Rigotti da Rovereto e conoscente del P.
Flaviano, scrisse al Bonelli affinché la sua Provincia si assumesse l'onere di mandare un
suo Religioso ad insegnare la teologia nell'università di Innsbruck. Insegnò per cinque
anni la morale in quella università. "Frattanto però i Gesuiti, ai quali non poteva piacere
253
Anche Heller.
268
la sana morale del professore trentino, e con essi anche i nostri Francescani della
Provincia tirolese di s. Leopoldo, maneggiaronsi in modo, che ottennero finalmente la di
lui dimissione. Ritornò allora il buon Frate tra i suoi, ove nel capitolo provinciale del
1766 era stato eletto Custode, e là nei due seguenti anni insegnò, come lettore, la sacra
eloquenza ai giovani di sua Provincia. Senonché all'entrare del novembre dell'anno
1769, trovandosi egli in San Bernardino a Trento, contro ogni sua aspettazione, venne
egli invitato dal ministro plenipotenziario della Lombardia austriaca, Carlo Conte de
Firmian, a portarsi con sollecitudine a Pavia a coprire la cattedra di teologia dommatica
in quella università. Vi si recò immantinenti, partendo da Trento ai 13 novembre e dato
principio alle sue lezioni, vi continuò per dicianove anni". Data l'avanzata età ottenne di
poter tornare alla sua Provincia e nell'autunno del 1788 partì da Pavia. Il 26 novembre
giungeva a Trento. "Gli furono assegnati fiorini 200 annui ad vitam. Se non che, poco
poté goderli, perché passato breve tempo dal suo ritorno in Provincia, volle recarsi a
visitare i suoi parenti in Cembra, ed indi a Vigo di Fassa, dove avea un nipote da parte
del fratello. Ma proprio qui egli si ammalò, e dopo circa sette mesi di leggiera infermità,
fattasi poi gravissima e mortale, qui pure terminò la sua mortale carriera ai 26 maggio"
1789. Fu sepolto per primo nel nuovo sepolcro riservato ai sacerdoti. Diede alle stampe
6 opere e lasciò alcuni manoscritti254.
574. Fra Diego, Giovanni Francesco Melchiori da Nomi, nato l'11 agosto 1707,
vestì l'abito religioso come fratello il 4 giugno 1730. Partì da Rovereto, ove era
infermiere il 5 novembre 1744 per Verona e Venezia per portarsi in Terra Santa. Partì
verso Cipro il 29 marzo 1745 e ai 27 aprile giunse a Cipro; e il 7 luglio arrivò a
Gerusalemme, dove esercitò il suo compito di infermiere in modo caritatevole per
quattro anni; partito da Alessandria il 9 novembre 1749, il 27 dicembre arrivò a
Venezia; vi passò la contumacia prescritta stando nel lazzaretto nuovo e poi arrivò a
Rovereto l'11 maggio 1750. Morì a Trento il 30 ottobre 1789.
575. P. Alessio, Adamo Tomasi (detti Alessi) da Varignano, nato il 9 marzo 1727,
vestì l'abito religioso il 29 giugno 1748; fu ordinato sacerdote l'8 giugno 1754. Morì in
Arco il 6 novembre 1789.
576. P. Alberto, Giovanni Domenico Dalvit255 da Grumes, nato il 9 novembre
1713, vestì l'abito francescano in Arco il 20 maggio 1733; fu ordinato sacerdote il 30
maggio 1739. Fu più volte Guardiano e morì a Trento il 4 dicembre 1789.
577. P. Antonio Maria, Giuseppe Leopoldo Quaresima da Tuenno, nato il 29
dicembre 1731, vestì l'abito religioso il 17 maggio 1749; fu ordinato il 4 gennaio 1756;
fu confessore di monache, Guardiano, segretario provinciale, definitore. Morì a Campo
Lomaso, attuale Guardiano, il 20 gennaio 1790.
578. P. Candido, Giovanni Battista Maria Lutti da Poia figlio di Carlo. Nacque il
23 gennaio 1731, vestì l'abito serafico a Cles il 25 luglio 1739. Fu insegnante,
Guardiano, definitore e Ministro Provinciale. Era ottimo predicatore e si adoperò a
diffondere l'idea di una buona predicazione. Morì nel convento di Arco, ove era attuale
Vicario, il 18 agosto 1790.
254
255
Per ulteriori notizie si veda: Morizzo, I Francescani nel Trentino III, pp. 119-121.
Invece che Dalvit è scritto talvolta Dalla Vite. Vit è una frazione di Grumes.
269
579. P. Valeriano, Carlo Rasa da Tierno di Mori, figlio di Giovanni detto il
Moresco (+1741), nato il 24 aprile 1715, vestito a Cles il 19 giugno 1734. Fu Guardiano
e predicatore. Morì a Mezzolombardo il 9 gennaio 1791.
580. Fra Claudiano, Agostino Megni da Cellentino, nato il 5 ottobre 1708, vestito
come fratello il 15 maggio 1736. Era muratore di mestiere; morì a Trento alle nove di
sera il 22 marzo 1791.
581. P. Bernardino, Francesco Mariano Giuseppe Ceniga da Rovereto, figlio del
medico Giovanni Felice, nato il 27 febbraio 1717, vestì l'abito religioso a Cles il 19
maggio 1736; morì in Arco il 3 agosto 1791.
582. P. Vittorio, Francesco Manfredini, figlio di Domenico e Valentina
Manfredini, nato a Preore il 26 marzo 1743; vestì l'abito religioso in Arco il 2 giugno
1764; ordinato sacerdote il 2 giugno 1770; morì a Trento la seta del 22 aprile 1792.
583. Fra Pasquale, Francesco Massimiliani da Brentonico, nato il 4 agosto 1708,
vestì l'abito serafico come fratello col nome di fra Onofrio (che poi gli fu mutato) il 4
giugno 1730; fu sarte di mestiere e morì in Arco il 2 giugno 1792.
584. P. Adelpreto, Giuseppe Pietro Cobelli da Lizzana, nato il 22 febbraio,
battezzato il 26 1740; vestì l'abito religioso a Cles il 17 settembre 1757; professò il 24
settembre celebrando la Messa un suo fratello secolare; fu ordinato sacerdote il 17
dicembre 1763; fu per sette anni successivi Guardiano a Rovereto, causa le leggi
cesaree. Morì a Trento, essendo attuale Vicario di Rovereto il 3 settembre 1792.
585. Fra Modesto, Raffaele Bassetti da Santa Massenza, figlio di Pietro e
Domenica, nato il 7 gennaio 1700, battezzato il giorno dopo in Vezzano; vestì l'abito
religioso il 31 luglio 1723 come fratello; fatto infermiere ottenne il permesso di recarsi
in Terra Santa, giunse in Borgo Valsugana con i Padri Bernardino Paoli da Sant'Orsola e
Accursio Varesco da Moena destinati missionari nell'Egitto, e col P. Raffaele Foresti da
Praso, destinato per Costantinopoli, e coi medesimi partì da Borgo per Venezia il 14
marzo 1731, da dove fece vela col P. Bernardino e col P. Accursio per l'Oriente il 3
aprile, e giunsero all'Arnica in Cipro il 3 maggio. Dimorò per quattro anni a servizio di
Terra Santa, e poi nel settembre del 1735 partì da Cipro con fra Wolfango fratello della
Provincia di Vienna, e dopo trentadue giorni di mare, giunse a Malta, vi fece 18 giorni
di contumacia, finita la quale in 12 giorni arrivò a Livorno; poi andò ad Assisi, passò a
Roma, e finalmente arrivò a Borgo Valsugana ai primi di marzo 1736. A Gerusalemme
era stato alcuni mesi di famiglia col nostro fra Taddeo Sgritta da Pergine (+1753).
Continuò in Provincia a fare l'infermiere e morì a Trento, senior, d'anni 93 il 14
settembre 1792. Fu sepolto nella nostra chiesa, nel quinto forno della prima fila.
586. P. Eleuterio, Giovanni Antonio Luca256 da Mezzocorona, figlio del medico
Pietro Antonio e di Barbara Carneri, nato il 17 ottobre 1722, vestì l'abito serafico il 12
settembre 1752 a Santa Maria delle Grazie presso Arco. Fu compagno del P. Flaviano
256
Anche De Luca.
270
Ricci a Innsbruck, mentre quello era professore in quella università. Morì a
Mezzolombardo il 16 aprile 1793.
587. P. Antonio, Giovanni Francesco Inama da Fondo, figlio di Giacomo
Antonio, e cugino del P. Giorgio Vescovi (+1777). Nacque il 5 aprile 1718 e si fece
Frate a Cles il 26 maggio 1736; fu ordinato sacerdote il 19 maggio 1742; insegnò
filosofia e teologia e si occupò nella predicazione. Fu pure Guardiano, definitore e
Custode. Nel 1757, spirando il suo guardianato di Trento, partì il 7 giugno quale
Commissario Visitatore della Provincia di Croazia-Carniola, accompagnato dal P. Carlo
Antonio Malanotti da Samoclevo, attuale lettore di teologia in Trento, quale segretario.
Terminata la visita celebrò il Capitolo il 19 agosto a Lubiana, da cui subito partì per la
sua Provincia, arrivando a Borgo Valsugana il 10 settembre. Nel 1759 si portò a Napoli
quale confessore del regio monastero di s. Chiara e vi rimase fino al 1762, nel qual anno
venne in qualità di compagno del rev.mo P. Gioannezio de Molina ex-Ministro generale
dell'Ordine a Mantova, dove doveva celebrarsi il 29 maggio il Capitolo generale. Vi si
trovava in quell'occasione il nostro P. Custode Domenico Nicolò Pizzini da Ala, il P.
Benedetto Bonelli da Cavalese definitore generale, assieme al compagno P.
Giangrisostomo Tovazzi da Volano, il P. Ministro Gasparo Agostini da Monclassico,
nonché il P. Carlo Antonio Malanotti da Samoclevo ed il P. Giovanni Angelo Rusca da
Borgo Valsugana. In quel Capitolo gli animi dei Padri vocali erano così ben disposti per
nominare all'alta carica di Commissario generale della Cismontana Famiglia il nostro P.
Benedetto Bonelli da Cavalese, che già erano state disposte le cose per condurlo in
chiesa con la croce alla cerimonia prescritta, quando il P. Antonio Inama col P. Carlo
Antonio Malanotti, cui l'invidia non fece vedere di buon occhio elevato a quel posto
tanto onorifico un padre della loro Provincia, brigarono così bene, che sua eccellenza il
Conte Carlo Firmian ministro plenipotenziario della Lombardia austriaca, fece noto al
consesso di quei Padri capitolari, che essendo stata scelta una città soggetta all'austriaca
Casa, quale era Mantova per sede di quel Capitolo, sarebbe stata fatta cosa del tutto
gratissima all'imperatore se anche si fosse eletto a Commissario generale della
Cismontana Famiglia un suddito di quella augusta Casa. E i vocali allora si lasciarono
mutare nel loro voto: fu eletto il P. Pasquale da Varese, Ministro della Provincia di
Milano, suddito austriaco, e fu lasciato da banda il nostro Bonelli suddito immediato del
principato di Trento. Il P. Antonio ancora a Mantova era stato domandato quale
segretario generale dal neo eletto Ministro generale, ma non piacendogli quel posto, vi
rinunziò, trovando modo di esimersene e ritornò in Provincia; l'anno seguente venne a
Roma chiamato a fungere da segretario generale del sullodato P. Commissario generale
cismontano. Continuò in questo ufficio anche sotto il successore P, Giuseppe Maria da
Vedano fino all'aprile del 1766. Nel 1763 fu visitatore della Provincia di Milano,
essendo allora attuale definitore della nostra, partendo da Trento il 21 luglio col P.
Giovanni Nepomuceno Ioris da Mezzolombardo per segretario e col P. Francesco
Saverio Battisti da Fondo quale pro-segretario, e con fra Diego Marchiori da Nomi.
cominciò la visita da Mantova, terminata la quale celebrò il capitolo in s. Ambrogio
fuori Milano il 27 settembre, giungendo di ritorno alle Grazie in Arco il 10 ottobre. Nel
1766, essendo stato indetto il nostro Capitolo, come attuale definitore della medesima
venne in tutta fretta da Roma giungendo a Trento a tempo per ottenere ciò che pare
agognasse. Fu infatti eletto Ministro provinciale e come tale intervenne poi nel 1768 al
Capitolo generale di Valenza, partendo d da Arco il 21 febbraio col Terziario fra
Francesco Libener da Cavalese. Fu di ritorno il 14 luglio. Nel 1775 fu visitatore della
271
Provincia di Milano, prendendo per segretario il P. Crescenzio Sbetta da Borgo
Valsugana, per scrittore e compagno il P. Cirillo Rossi da Revò. Nel 1782 gli capitò un
caso spiacevole257. Per servizio viaggiò in Germania, Francia, Spagna e Italia. Morì a
Trento il 24 settembre 1793, ad ore 11, e fu sepolto sotto la nostra chiesa. Fece molte
traduzioni dal tedesco e dal francese, delle quali alcune furono stampate258.
588. P. Alessandro, Antonio Soriani259 da Rovereto, fratello del P. Angelico
(+1780), nato il 25 marzo 1705; vestì l'abito religioso a Campo Lomaso il 16 settembre
1722. Fu stimato predicatore anche nelle Missioni al popolo che tenne in molti paesi
della diocesi. Il 5 aprile 1779, seconda festa di Pasqua, dopo aver terminata nel giorno
precedente la sua Quaresima nella parrocchiale di Cavalese, cantò nella chiesa del
convento la Messa per il suo cinquantesimo di sacerdozio. Fu più volte Guardiano,
confessore di monache in s. Anna di Borgo Valsugana; due volte eletto definitore.
Carico di anni e di meriti passò al Signore a Rovereto, senior Provinciae, il 29 settembre
1793.
589. Fra Omobono, Giovanni Mattia Degiampietri da Anterivo, nato il 7 luglio
1726, vestì l'abito serafico come fratello il 14 settembre 1748; era sarto di mestiere.
Aveva un fratello nella Provincia Riformata di Venezia, chiamato fra Corrado (+
01.01.1777).
590. P. Cirillo, Giovanni Rossi da Revò, figlio di Pietro, nato il 25 ottobre 1743,
vestì l'abito serafico in Cles il 2 luglio 1763; fu ordinato sacerdote il 16 luglio 1769. Fu
insegnante e ottimo predicatore, Nel 1785 fu eletto Guardiano dai suoi frati (secondo le
leggi di Giuseppe II) del convento di Trento e vi continuò per un triennio; come tale fu
presidente del Capitolo 49° della nostra Provincia, il primo dopo le innovazioni
imperiali di Giuseppe II, celebrato in Trento il 29 maggio 1785; nel 1791 fu eletto
Guardiano di Pergine; nel 1794 andò di famiglia a Cles, dove morì l'11 ottobre 1794 alle
ore 5 di mattina, dopo essere stato colpito da apoplessia.
591. P. Gottardo Antonio, Giovanni Battista Miller da Cles, figlio di Francesco
Antonio cancelliere assessorile. Nacque il 6 febbraio 1721, vestì l'abito serafico in Arco
il 24 giugno 1741; ordinato sacerdote il 27 maggio 1747. Morì a Pergine l'8 marzo
1795.
592. P. Melchiore, Giovanni Antonio Keller da Cles, nato il 29 ottobre 1722, vestì
l'abito religioso in Arco il 24 giugno 1741; fu ordinato sacerdote il 27 maggio 1747. Nel
1762 e 1763 fu compagno del segretario generale P. Carlo Antonio Malanotti da
Samoclevo e poi fino al 1766 fu compagno dell'altro segretario generale P. Antonio
Inama da Fondo, coi quali fu a Roma. Dal 1786 al 1788 fu a Napoli compagno del P.
Arcangelo Dallago che era là Guardiano di s. Chiara. Fu Guardiano. Morì a
Mezzolombardo il 3 settembre 1795.
593. P. Giovanni Battista, Giacomo Francesco Giuseppe Scari da
Mezzolombardo, nato il 16 gennaio 1728, vestì l'abito religioso in Arco il primo maggio
257
Cfr. Morizzo, I Francescani nel Trentino III, pp. 65-66.
Cfr. Morizzo, I Francescani nel Trentino III, pp. 144-145.
259
Anche Sulliani.
258
272
1745. Frate infaticabile e zelante fu più volte eletto Guardiano e fu anche definitore.
Morì a Mezzolombardo il 15 dicembre 1795.
594. Fra Valerio, Giorgio Antonio Giacomuzzi da Ziano, cugino del P. Innocenzo
Dalprà (+1775). Nacque il 13 maggio 1733, vestito dapprima il 6 settembre 1769 come
Terziario commensale, poi come fratello il 19 maggio 1772. Fu Religioso esemplare.
Morì a Cavalese il 30 marzo 1796.
595. Fra Ilario, Giampietro Berti da Laguna di Cavedine, figlio di Francesco e di
Domenica, nato il 23 aprile 1718, vestì l'abito francescano il 20 maggio 1744 come
fratello. Morì a Campo Lomaso il 27 aprile 1796.
596. P. Ermenegildo, Gaspare Melchiore Zambelli da Volano, nato il 24 marzo
1716, vestì l'abito serafico a Cles il 19 giugno 1734. Morì a Trento il 15 giugno 1796 e
sepolto nel forno nono della prima fila delle nostre tombe sotto la chiesa.
597. P. Damaso, Giovanni Battista Zamboni da Vigolo Vattaro, nato il 30 gennaio
1732, vestì l'abito francescano già chierico tonsurato, il 21 maggio 1753 in Arco; fu
ordinato sacerdote il 9 giugno 1759. Si distinse nella predicazione; fu a Napoli Vicario
del Guardiano di s. Chiara e di lui segretario. Nell'agosto del 1779 era stato nominato
teologo del cardinale di Albano Alessandro. Ma l'11 dicembre dello stesso anno moriva
il cardinale per cui non se ne fece nulla. Il Padre ritornò in Provincia alla fine del 1782.
Morì in Borgo il 14 luglio 1796, soffocato dall'asma.
598. P. Luigi, Bernardino Antonio Bertolini da Pergine, figlio di Stefano dottore
in legge, nato il 28 ottobre 1715, vestì l'abito religioso in Cles il 29 settembre 1735.
Cantò la sua prima Messa nel convento di Pergine il 4 ottobre 1748. Dal 1762 al 1763
fu compagno a Roma del segretario generale P. Carlo Antonio Malanotti da Samoclevo;
fu Guardiano, definitore. Era ottimo predicatore. Mentre era infermo nel convento di
Pergine i soldati francesi lo fecero villanamente balzare dal letto, violenza che gli
accelerò la morte, avvenuta in Pergine il 9 settembre 1796.
599. Fra Vito, Giovanni Maria Terzi da Pannone di Gardumo, nato il 5 aprile
1727, vestì l'abito serafico come fratello il 13 maggio 1750; morì a Trento il 4
novembre 1796 e sepolto nel forno secondo della seconda fila sotto la chiesa.
600. P. Udalrico, Giuseppe Antonio Graff da Trasp coirense nel Tirolo, oriundo
da Hall (detto anche del Covalo), nato il 15 marzo 1718, vestì l'abito religioso a Cles il
14 settembre 1737. Nel marzo del 1752 andò a s. Chiara di Napoli con ubbidienza di
quella badessa. Incorporatosi nella Provincia di Bologna, la lasciò poi, e ritorno alla
nostra di Trento e morì in Arco il 27 novembre 1796.
601. Fra Matteo Dorigati da Maderno di Cognola, nato il 25 giugno 1717, vestì
l'abito religioso come fratello il primo aprile 1740; morì a Trento la notte del 19
febbraio 1797. "... allevato nel Maso Voltoliniano della Fersina sotto s. Bernardino fuori
di Trento. Fu moltissimi anni storpio, e molti anni nell'infermeria, dove insegnò a molti
ragazzi a leggere e scrivere, e servire alla Santa Messa. Dopo, che divenne storpio,
273
imparò, ed esercitò l'arte sartoria... Fu perciò sempre lodevole Religioso, infaticabile ed
utile a misura delle sue forze"260.
602. P. Fulgenzio, Francesco Edoardo Sighel da Cavalese, figlio di Francesco,
nato il 13 ottobre 1743, vestì l'abito religioso ad Arco il 26 maggio 1766; fu ordinato
sacerdote il 13 giugno 1772. "Era buono, diligente sacrestano, zelante confessore.
Assistendo in Cavalese agli infermi, contrasse il tifo contaggioso, che infieriva allora in
tutta la valle, e vi morì ai 31 marzo, vittima di carità" nel 1797.
603. P. Pietro Crisologo, Giovanni Battista Lodovico Antonio Zorrer da
Rovereto, nato il 28 agosto 1728, vestì l'abito religioso in Arco il 5 giugno 1745. Dopo
essere stato ordinato sacerdote insegnò la filosofia e la teologia; nel 1771 si portò a
Roma quale segretario del Procuratore generale della Riforma P. Carlo Antonio
Malanotti da Samoclevo. Dopo la morte di questo ritornò in provincia nel 1777; venne
eletto Ministro provinciale nel 1782; era Guardiano a Rovereto quando essendosi
compromesso nella sottrazione di alcune cose del soppresso convento di s. Carlo, per
liberarsi da ogni molestia partì dalla Provincia ed andò in quella romana, dove rimase
molto stimato fino alla morte. A Roma dal 1792 al 1796 fu presidente della
penitenziaria lateranese. Morì a Colonna presso Frascati il 5 aprile 1797.
604. P. Giovanni Francesco, Giuseppe Paolo Andreis da Mechel, figlio del dottor
in legge Giampaolo, nato il 14 ottobre 1753, vestì l'abito religioso a Cles il 24 maggio
1773; fu ordinato sacerdote il 29 maggio 1779. Era Guardiano e predicatore quaresimale
a Cavalese, quando nell'assistere agli ammalati, contrasse il tifo e morì a Cavalese il 12
aprile 1797, vittima di carità.
605. P. Giovanni Antonio, Nicolò Giovanni Rossi da Piano in Valle di Sole, figlio
di Giuseppe notaio, nato il 29 agosto 1737, vestì l'abito serafico in Cles il primo luglio
1758; fu ordinato sacerdote il 16 giugno 1764. Fu Religioso devoto, penitente e molto
esemplare261. Era Guardiano a Pergine nel 1797 quando ebbe a soffrire da parte dei
soldati francesi che lo percossero accelerandone la morte; il Padre in quell'anno aveva
assistito molti infermi petecchiosi262. Morì a Pergine il 26 maggio 1797.
606. Fra Teofilo, Bernardo Gigli da Bezzeca, figlio di Martino, nato il 13 ottobre
1731, vestì l'abito serafico come fratello il primo giugno 1754; morì a Rovereto il 27
maggio 1797.
607. Fra Giovanni, Antonio Desiderio Bresciani da Vigne di Arco, nato il 5 aprile
1743, vestì l'abito religioso come fratello il 30 maggio 1764; morì ad Arco la mattina
del 5 luglio 1797.
608. P. Serafico, Pietro Antonio Maria Devigili nobile de Kreuzenberg da
Mezzolombardo, figlio di Francesco, nato il 17 luglio 1726, vestì l'abito francescano in
Arco il 9 ottobre 1745; fu ordinato sacerdote il 18 settembre 1751. Fu Guardiano e
Religioso amante della fatica. Morì a Trento il 6 agosto 1797.
260
Cfr. Tovazzi, Epistolario, vol. IV, Lettera 1067.
Cfr. Morizzo, I Francescani nel Trentino III, p. 186 in margine.
262
Si veda Tovazzi, Epistolario VI, lettera num. 2763.
261
274
609. P. Gaetano, Leopoldo Giuseppe Gottardi da Rovereto; nato il 13 gennaio
1718; era già chierico tonsurato quando vestì l'abito francescano il 17 settembre 1736
nel convento di Cles. Fu predicatore e Guardiano. Morì a Trento il 6 agosto 1797.
610. P. Adriano, Giuseppe Seppi da Ruffré, nato il 10 luglio 1731, vestì l'abito
religioso in Arco il 17 maggio 1752. Fu ordinato sacerdote il 20 maggio 1758. Fu
catechista nelle scuole elementari in Rovereto per vari anni. Morì a Trento il 16 ottobre
1797. Non gli fu concesso di andare alle missioni estere.
611. P. Maurizio, Giovanni Antonio Felder da Borgo Valsugana, figlio di
Geremia, nato il 26 aprile 1739, vestì l'abito francescano il 19 ottobre 1757 a Cles; fu
ordinato sacerdote a Verona il 24 settembre 1763. Il 30 ottobre del 1773 i Padri Gesuiti,
soppressi dal Papa Clemente XIV, furono licenziati dall'insegnamento dell'anno
scolastico 1773-1774; le scuole furono convertite in seminario vescovile ed assegnate
ad altri insegnanti. Fra questi venne chiamato il nostro P. Maurizio assieme al P.
Francesco Saverio Battisti da Fondo ad insegnare la filosofia e materie affini, eccetto la
matematica, che fu assegnata ad un P. Cappuccino. Nello stesso tempo dovettero
assumersi il compito di cappellani del seminario e tenere in quella chiesa nei giorni
festivi istruzione e catechistica per i tedeschi che si trovavano a Trento e celebrare
inoltre giornalmente la Messa e ascoltare le confessioni. Col 31 ottobre 1774
dimorarono stabilmente in seminario, ricevendo anche il vitto. Insegnò con plauso
finché nel 1797 fu colpito da malattia per cui dovette ritirarsi; nell'autunno si portò ad
Arco alle Grazie dove era Guardiano il fratello P. Pietro Damiano e lì finì i suoi giorni
alle 5 e mezza antimeridiane del 26 febbraio 1798.
612. Fra Michele, Giovanni Andrea Antonio Aliprandini da Preghena, nato il 27
ottobre 1715, vestì l'abito religioso come fratello il 17 maggio 1738; morì a Trento il 13
aprile 1798.
613. P. Arcangelo, Bartolomeo Mattia Giuseppe Dallago da Cles, figlio di
Lorenzo e Margarita Monauni, nato il 24 febbraio 1724, vestì l'abito francescano in
Arco l'11 giugno 1742; fu ordinato sacerdote il 9 giugno 1748. Insegnò filosofia e
teologia e fu buon predicatore. Fu Guardiano, segretario provinciale. Nel 1774 venne
eletto Ministro provinciale; nel 1777 fu eletto Custode; definitore nel 1783; presidente
del Capitolo provinciale nel 1791 nel quale fu eletto Ministro provinciale la seconda
volta. Nel 1769 fu Visitatore della Provincia di Milano. Nel 1784 rinunciò ad andare a
Napoli quale confessore delle Clarisse; ma nel 1785 dovette ubbidire al cardinale
Lazzaro Pallavicini che lo nominò protettore del regio monastero di s. Chiara in Napoli,
e fu destinato Guardiano; partì da Trento il 26 febbraio. Terminato il triennio ritornò a
Trento e fu fatto confessore delle Clarisse di s. Michele. Morì a Trento alle ore 8
antimeridiane del 27 ottobre 1798. Diede alle stampe la vita della venerabile Giovanna
Maria della Croce nel 1770.
614. Fra Quirico, Quirico Benedetto Mattei da Campo Lomaso, nato il 7 marzo
1738, vestì l'abito religioso come fratello il 5 luglio 1762; morì a Rovereto il 31
dicembre 1798.
275
615. P. Epifanio, Giovanni Fioroni da Roncone, figlio di Giovanni Pietro e
Antonia, nato il 21 gennaio 1716; dopo un corso di studio a Mantova e Venezia vestì
l'abito francescano nel convento di Cles il 19 giugno 1734; fu ordinato sacerdote in
Trento l'11 giugno 1740; Insegnò filosofia e teologia; fu buon predicatore. Nel 1760 fu
eletto definitore e nel 1780 Ministro provinciale. Fu più volte Guardiano e fu l'ultimo
dei confessori ordinari delle Clarisse della SS. Trinità in Trento. Morì in Trento nel
pomeriggio del 26 marzo 1799.
616. P. Francesco Albano, Giovanni Battista Zambaiti de Vezzanburg da
Trento, figlio di Francesco, nato il 31 gennaio 1716, battezzato il 7 febbraio; vestì l'abito
francescano a Mezzolombardo il 17 maggio 1733. Fu ordinato sacerdote con dispensa
dall'età e cantò la sua prima Messa il 25 maggio 1739. Fu eletto Guardiano diverse
volte; morì a Trento il 17 maggio 1799, alle due antimeridiane.
617. P. Francesco Borgia, Giovanni Aliprando Zucchelli de Tressa da Riva del
Garda, figlio del medico Domenico. Nacque a Cavedine il 28 aprile 1730; vestì l'abito
serafico in Arco l'11 maggio 1748; fu ordinato sacerdote l'8 giugno 1754. Fu eccellente
insegnante di filosofia e teologia, buon predicatore, fu Guardiano, definitore nel 1777.
Dal 1774 al 1777 fu confessore delle Clarisse della santissima Trinità e dal 1779 di
quelle di s. Carlo in Rovereto fino ai 25 dicembre 1781, in cui partì alla volta di Napoli,
chiamato qual confessore di quel monastero di s. Chiara. Terminato il triennio ritornò in
Provincia; morì a Trento il 3 agosto 1799 dopo le tre pomeridiane.
618. P. Valentino, Francesco Canali da Castione, nato l'11 febbraio 1727, vestì
l'abito religioso in Arco il 25 agosto 1747; fu ordinato sacerdote il 22 settembre 1753;
morì a Borgo Valsugana il 4 agosto 1799. Fu seppellito nel cimitero esistente davanti
alla chiesa del convento.
619. Fra Agostino, Agostino Tambosi da Serso, nato il 5 maggio 1761, vestì l'abito
religioso dapprima come Terziario commensale in Trento il 30 ottobre 1779 col nome di
fra Magoriano, e poi incappucciato come fratello il 22 luglio 1780; fu infermiere e morì
a Trento il 12 ottobre 1799, ad ore quattro e mezza pomeridiane
620. P. Aniceto, Giovanni Battista Pizzini da Isera, nipote da parte di padre del
Terziario commensale fra Antonio Pizzini da Nomesino, (licenziato poi nel dicembre
1762). Nato il 18 gennaio 1742, vestì l'abito serafico a Cles il 20 maggio 1759; fu
ordinato sacerdote il 21 settembre 1765. Morì a Campo Lomaso ad ore 4 e mezza
antimeridiane del 17 dicembre 1799.
621. P. Basilio, Cristiano Antonio Bertuzzi da Albiano, nato l'8 ottobre 1729.
Dopo aver studiato la teologia e ricevuto l'ordine dell'accolitato, si fece frate
francescano ricevendo l'abito il 21 maggio 1753; fu ordinato sacerdote il 9 giugno 1759
e morì a Trento nell'infermeria, dove era entrato il 20 febbraio 1799, il giorno 31 luglio
1800.
622. P. Francesco Saverio, Francesco Antonio Battisti da Fondo, nato il 29
novembre 1728, vestì l'abito serafico l'11 giugno 1746; fu ordinato sacerdote il 23
dicembre 1752. Dopo aver in segnato filosofia e teologia nei nostri conventi, fu anche
276
eletto Guardiano. Nel 1774 fu chiamato ad insegnare filosofia nel seminario in seguito
alla partenza dei PP. Gesuiti da Trento, causa la loro papale soppressione. Col P.
Maurizio di cui sopra, fece anche da cappellano per i tedeschi, celebrando la s. Messa
ogni giorno. Nel frattempo fu eletto anche definitore ed anche Custode; fu anche
esaminatore prosinodale. Abitava stabilmente nel seminario. Colto da malore si ritirò in
s. Bernardino, dove morì il 9 agosto 1800 ad ore una antimeridiane. Al suo funerale
partecipò una folla di fedeli riconoscenti.
623. Fra Cosma, Stefano Pruner263 da Frassilongo, figlio di Cristiano e pronipote
di fra Tomaso Pruner (+1756). Nato il 22 agosto 1778, vestì l'abito francescano come
fratello il 3 ottobre 1800 nel convento di Borgo; ma poco dopo, cioè il primo dicembre
1800, morì quale novizio. “Non poté fare la professione titulo mortis permessa dalla
santa Sede apostolica, perché il male precipitoso non glielo permise”.- Fu ad insinuarsi
da me li 18 giugno 1799. Studiò in Pergine la grammatica sino alla seconda; ma non
avendo talento per lettere le lasciò. Fu nipote di Stanislao Pruner curato di Madrano, e
pronipote di F. Tommaso Diacono. Ebbe madre vedova, e tre fratelli”264.
624. P. Filippo Neri, Giuseppe Antonio Dalpiaz da Terres, nato il 13 aprile 1724,
vestì l'abito religioso il 7 maggio 1746; fu ordinato sacerdote il 27 maggio 1752; morì a
Mezzolombardo il 26 gennaio 1801.
625. P. Gioachino, Gaetano Besenella da Pressano, figlio del dottor in legge
Giovanni Battista e nipote del P. Giovanni Besenalla (+1760), nato il 22 marzo 1728,
vestì l'abito religioso il 26 maggio 1747; fu ordinato sacerdote il 16 giugno 1753; fu
bravo insegnante e più volte eletto Guardiano; Nel 1769 fu commissario visitatore della
Provincia di Croazia e Carniola e nel 1772 di quella di Milano. Nel 1774 fu eletto
definitore e nel 1783 Ministro Provinciale. Nel 1785 essendo state pubblicate le leggi
cesaree di Giuseppe II, fu di nuovo eletto Ministro per sei anni; e dopo una vacanza di
altri sei, fu eletto Ministro la terza volta nel 1797.
Ma nel 1800 ottenne dall'eccelso Governo di far eleggere un nuovo Ministro e
rinunziò adducendo motivi di salute. Morì poi a Trento il 9 novembre 1801.
626. Andrea, Giacomo Balducci da Prezzo, nato il 20 giugno 1737, vestì l'abito
serafico il 27 aprile 1756; fu ordinato sacerdote il 5 giugno 1762. Morì a Campo
Lomaso il 6 dicembre 1801.
627. P. Ferdinando, Donato Paoli da Sant'Orsola, nato il 9 marzo 1744, vestì
l'abito serafico, già chierico ostiario, il 2 giugno 1764. Era cugino del P. Ilario
Casagrande dai Bampi di Civezzano, nonché nipote del P. Giambattista Casagrande
(+1737). Fu ordinato sacerdote il 9 giugno 1770; morì in Pergine, dove era Guardiano, il
30 aprile 1802.
628. P. Stanislao, Giovanni Antonio Matteo Perugini da Nago, nato il 25
settembre 1749, vestì l'abito religioso il 22 maggio 1769; fu ordinato sacerdote il 10
giugno 1775. Fu maestro dei novizi e morì a Trento il 5 giugno 1802.
263
264
Si trova scritto anche Prunner.
Biblioteca san Bernardino, Tovazzi, Epistolario V, lettera 1996.
277
629. Fra Giovanni Battista Liberi da Aldeno, nato il 4 maggio 1732, vestì l'abito
serafico come Terziario commensale il 15 maggio 1754; morì a Trento il 14 giugno
1802. Era nipote del Terziario commensale fra Antonio Liberi (+1753).
630. P. Crescenzio, Pietro Antonio Sbetta da Borgo Valsugana, nato il 21 maggio
1716, battezzato il giorno seguente; vestì l'abito religioso il 14 settembre 1732; fu
ordinato sacerdote il 23 maggio 1739 con dispensa dall'età. Fu insegnante, buon
predicatore, più volte Guardiano ed una volta definitore. Fu confessore delle Clarisse di
s. Carlo in Rovereto, a santa Trinità in Trento e a s. Michele in Trento. Consigliò queste
ultime ad emanare un decreto capitolare il 28 giugno 1781 di liberarsi da tutti i livelli
personali, che ancora alcune di esse godevano, andando tutto alla massa comune del
monastero, di modo che nei libri contabili non si ebbero più a vedere nomi e partite
distinte, come invece era stato stabilito per opera del P. Bonaventura Prugger il 23
luglio 1762. Il P. Crescenzio morì assai vecchio in Trento il 6 luglio 1802.
631. Fra Angelo, Antonio Eccher da Frassilongo, nato il 17 novembre 1729, vestì
come fratello l'abito francescano il 27 maggio 1753. Morì a Trento il 26 dicembre 1802.
Fu sepolto nel secondo forno della prima fila delle nostre tombe sotto la chiesa, dal
quale era stato preventivamente estratta la salma mummificata del P. Adamo Bianchetti
da Malcesine265.
632. P. Bernardo, Melchiore Cioli da Samoclevo, nato il 24 gennaio 1752, vestì
l'abito serafico il 24 maggio 1773 in Cles; fu ordinato sacerdote il 29 maggio 1779 e
cantò la sua prima Messa in Mezzolombardo il 14 giugno. Divenne cieco e morì a
Trento alle 5 di mattina del 3 marzo 1803. Fu sepolto sotto la nostra chiesa nel forno dal
quale era stata preventivamete estratta la salma mummificata del P. Romedio Tavonati
da Denno.
633. Fra Valentino, Lorenzo Vincenzo Dorna da Vigo Rendena, figlio di Pietro
quondam Tommaso, nato il 17 novembre 1747, vestì l'abito religioso come fratello il 5
ottobre 1774. Morì in Trento l'8 ottobre 1803. Sepolto sotto la chiesa nel forno dal quale
preventivamente era stata estratta la salma mummificata del P. Angelico Soriani di
Rovereto.
634. P. Pietro Antonio, Giovanni Antonio Ferrari da Sacco, nato l'11 giugno
1742, vestì l'abito serafico il 5 maggio 1761; fu ordinato sacerdote il 13 giugno 1767;
morì a Trento alle 6 antimeridiane del 9 luglio 1804.
635. P. Fortunato, Giovanni Nicolò Guelmi da Trento, nato il 15 e battezzato il 18
settembre 1737, vestì l'abito serafico il 2 giugno 1756; fu ordinato sacerdote l'8 giugno
1762. Fu confessore di monache e per diversi anni Guardiano in più conventi. Essendo
Guardiano a Borgo Valsugana la sera dell'ultimo dell'anno 1804 fu colpito durante la
cena in refettorio da apoplessia, in causa della quale morì dopo la mezzanotte venendo il
primo giorno del 1805.
265
Cfr. Stenico Remo, I Frati Minori a Trento, p. 116.
278
636. Fra Placido, Domenico Antonio Tait da Mezzolombardo, nato il 29
novembre 1735, vestì come fratello l'abito religioso il 6 agosto 1754. Era sarto di
professione; morì a Trento il 3 gennaio 1805, alle 6 e mezza pomeridiane.
637. P. Cesario, Giovanni Francesco Paoli da Mezzolombardo, nato il 2 aprile
1736, vestì l'abito francescano il 30 agosto 1756; fu ordinato sacerdote il 18 settembre
1762; fu eletto più volte Guardiano; per due trienni fu confessore di monache; molti
anni maestro dei novizi. Morì a Rovereto dove era Vicario, il 6 gennaio 1805 ad ore sei
pomeridiane.
638. P. Giovanni Evangelista, Simone Giovanni Udalrico Torresanelli da
Stenico, figlio del dott. Giuseppe, nato il 13 agosto 1729, vestì l'abito serafico il 14
luglio 1747; fu ordinato sacerdote il 15 agosto 1753. Fu insegnante, maestro dei novizi,
confessore di monache, buon predicatore; eletto Guardiano, definitore, Custode e
Ministro provinciale. Durante il suo ministero fu introdotto il nuovo regolamento
riguardanti la disciplina ecclesiastica e le leggi del nostro Ordine dall'imperatore il 25
marzo 1802; i Guardiani dovevano essere scelti dai Religiosi del convento; furono
reintrodotti i definitori, si permetteva di mutare la residenza dei singoli Frati secondo la
necessità. Venne convocato un Capitolo a Trento il 22 settembre e furono eletti il
Custode e i quattro definitori provinciali, componenti il definitorio che mancava dal 29
maggio 1785, epoca del primo Capitolo cesareo, furono composte le nuove famiglie
religiose smuovendo Religiosi che si ritenevano quasi in possesso della stabilitas loci.
Terminato nel 1803 il triennio del suo ufficio provinciale, convocò un altro capitolo per
l'elezione del successore. Fu poi Guardiano in Arco; aveva iniziata la predicazione
quaresimale a Nago quando cadde da una scala della canonica nella seconda domenica
di Quaresima; si infortunò e dovette interrompere per un pò la sua predicazione; però
fatta la predica della Passione nel venerdì Santo si sentì male e dovette mettersi a letto.
in casa Gazzoletti. Venne dal convento delle Grazie un infermiere per assisterlo;
aggravatosi il male fu munito dei santi Sacramenti e morì la domenica in Albis 21 aprile
1805 alle 7 e tre quarti antimeridiane. Fu sepolto nella tomba Gazzoletti. Cantò la messa
il parroco don Filippo Chiusole.
639. P. Carlo Felice, Giancarlo Pini figlio di Giorgio notaio da Trento, nato l'8
settembre 1735; vestì l'abito francescano il 9 settembre 1753; fu ordinato sacerdote il 9
giugno 1759; era nipote del P. Casimiro Forer (+19 marzo 1780); Fu insegnante, valido
predicatore, Guardiano, definitore. Dal 1779 al 1782 fu l'ultimo confessore ordinario
delle Clarisse di s. Anna in Borgo; dal 1786 al 1789 fu confessore nel regio monastero
di s. Chiara a Napoli; ebbe per sorella la Madre Felice Teresa monaca a s. Anna di
Borgo Valsugana (+1758). Morì a Trento alle 3 e mezza antimeridiane del 2 luglio
1805.
640. Fra Abbondio, Carlo Perezzoli da Lazise sul Garda, nato il 26 ottobre 1726,
vestì l'abito religioso come fratello il 24 maggio 1752; morì "per punta"266 in Pergine il 5
dicembre 1805. Per le nuove leggi cesaree fu sepolto nel cimitero fuori della chiesa del
convento, sotto una lapide terragna.
266
Polmonite.
279
641. P. Lattanzio, Simone Pettena da Moena, nato il 10 novembre 1729 vestì
l'abito serafico il 21 aprile 1747. Insegnò filosofia e si impegnò nella predicazione in cui
riusciva molto bene. Fu più volte Guardiano. Dimoro molti anni nel convento di
Cavalese, dove cantò la sua Messa giubilare nella nostra chiesa. Morì a Cavalese alle 11
e tre quarti antimeridiane del 20 gennaio 1806.
642. Fra Feliciano, Giovanni Domenico Riolfatti da Pedersano, nato il 31 gennaio
1724, vestì l'abito religioso come fratello il 212 aprile 1747; morì a Trento alle tre
pomeridiane del 3 marzo 1806.
643. P. Giangrisostomo, Giuseppe Andrea Tovazzi da Volano, nato il 22 e
battezzato il 23 novembre 1731; vestì l'abito francescano; studiò nelle scuole pubbliche
di Rovereto; vestì l'abito francescano il 13 maggio 1750; dopo gli studi a Campo
Lomaso, Cles, Rovereto e poi a Trento dove fu ordinato sacerdote il 12 giugno 1756;
cantò la sua prima Messa in s. Rocco a Rovereto il 20 giugno. Fu collaboratore del P.
Bonelli; Guardiano, definitore ecc. Morì a Tento il 5 marzo 1806 alle 6,30 pomeridiane.
Lasciò 133 volumi di manoscritti molto apprezzati, soprattutto per la storia trentina. Per
maggiori notizie cfr. Morizzo, I Francescani nel Trentino III, pp. 285-301; Stenico
Remo, Giangrisotomo Tovazzi da Volano. Profilo biografico (1731-1806), Volano
1993, pp. 114 ill.
644. P. Giammaria, Pietro Antonio Bonfanti da Cembra, nato il 3 e battezzato il 5
febbraio 1731; vestì l'abito religioso il 17 settembre 1752; fu ordinato sacerdote il 20
maggio 1758; morì a Pergine il 7 marzo 1806 alle 11 pomeridiane.
645. Fra Abbondanzio, Valentino Giuseppe Pross da Sacco, nato il 30 maggio
1738; dopo aver esercitata l'arte farmaceutica per qualche anno in patria e in Rovereto
iniziò come fratello il noviziato il 7 giugno 1771; fu poi destinato infermiere
all'infermeria di S. Bernardino di Trento, ufficio che esercitò con carità e saggezza fino
alla sua morte avvenuta a Trento l'8 marzo 1806 alle ore tre e mezzo pomeridiane.
646. Fra Ruffino, Lazzaro Antonio Bozzetta da Moena, domiciliato a Cavalese,
nato il 24 novembre 1746; vestì l'abito religioso come Terziario commensale il 27
settembre 1772 e poi come fratello il 10 maggio 1773; morì a Borgo Valsugana il 19
marzo 1806.
647. P. Illuminato, Giuseppe Gritti da Cles, nato il 10 ottobre 1757; studiò
teologia e ottenne l'accolitato; poi vestì l'abito serafico l'11 giugno 1776; fu ordinato
sacerdote il 19 maggio 1782 a Feltre. Fu insegnante di filosofia e teologia e fu ottimo
predicatore; già nella sua fanciullezza aveva dato segni di pazzia, male che lo colse
ripetutamente negli ultimi anni della vita. Prima di morire si riebbe cosicché poté
ricevere i santi Sacramenti. Morì a Trento il 27 gennaio 1807 colpito da apoplessia.
648. P. Atanasio, Pietro Paolo Degasperi da Sardagna, nato il 16 gennaio 1731,
vestì l'abito religioso il 6 agosto 1754; fu ordinato sacerdote il 20 settembre 1760. Fu
predicatore zelante; fu molte volte Guardiano. Morì a Borgo Valsugana il 20 aprile
1807.
280
649. Fra Giuseppe, Matteo Antonio Birti da Pergine, nato l'8 ottobre 1748, vestì
l'abito serafico come fratello col nome di Berardo il 3 giugno 1775; nella professione
assunse il nome di Giuseppe. Fu infermiere e morì a Borgo Valsugana il 21 aprile 1807.
650. Fra Vitale, Bartolomeo Antonio Defant da Terlago, nato il 10 gennaio 1729,
vestì l'abito serafico come fratello il 3 marzo 1757; morì Trento il 9 maggio 1807.
651. Fra Umile, Domenico Pedot da Grauno, nato il 26 aprile 1730; dapprima
Terziario poi vestì l'abito religioso come fratello l'11 ottobre 1756. Morì a Trento il 30
maggio 1807.
652. P. Francesco Felice, Carlo Giuseppe Patrizio Campi di Monte Santo da
Campodenno, nato il 18 marzo 1740, vestì l'abito serafico il 24 agosto 1757; fu ordinato
sacerdote il 17 dicembre 1763. Fu maestro dei novizi nel 1778 e 1779; fu anche a
Napoli nel monastero di s. Chiara; dimorò molti anni a Mezzolombardo ed era
cappellano domestico della nobile famiglia de Lutterotti di Salorno, quando questa si
recava alla frescura presso Cauria (Gefrill) oltre il rivo; là fu colto da malore e dovette
soccombere il 7 agosto 1807. Fu sepolto nella chiesa curaziale di Cauria.
653. Fra Salvatore, Cristoforo Gottardi da Vervò, nato il primo settembre 1725,
vestì l'abito religioso il 14 settembre 1748; era dotato di una forza straordinaria. Morì in
Trento, senior Provinciae d'anni 84, ad ore 7 e mezza antimeridiane del 30 ottobre 1808.
654. P. Pietro Damiano267, Geremia Simone Antonio Felder da Borgo Valsugana,
fratello del P. Maurizio (+1798) e del chierico fra Geremia (+1769). Nacque il 27
ottobre 1741, vestì l'abito serafico il 30 agosto 1760; fu ordinato sacerdote il 20
settembre 1766; insegnò filosofia e teologia e fu buon predicatore. Fu Guardiano,
definitore e Custode. Nel 1783 era stato istituito da mons. vescovo di Feltre esaminatore
prosinodale per la Valsugana. Morì in Arco il 5 dicembre 1808 attuale Custode della
Provincia.
655. Fra Egidio, Francesco Pedrotti da Musté di Cavedine, nato il 19 febbraio
1742, vestì l'abito religioso come fratello il 16 luglio 1763; morì a Trento il 15 febbraio
1809. Fu il primo dei nostri Frati ad essere seppellito nel cimitero comune di Trento al
palazzo delle Albere, a tenore del regolamento del Governo bavaro.
656. P. Tommaso. Martino Antonio Degara da Tiarno di Sotto, figlio di
Giangiacomo, nato il 24 novembre 1739, vestì l'abito religioso il 19 ottobre 1757; fu
ordinato sacerdote il 24 settembre 1763. Era organista a Santa Maria delle Grazie presso
Arco, e morì a Trento il 21 giugno 1809 e fu sepolto sotto la nostra chiesa.
657. Fra Costantino, Francesco Federico Ioris da Mezzolombardo, nato il 28
ottobre 1746, vestì l'abito religioso dapprima come Terziario commensale il 3 settembre
1768 col nome di Callisto, poi come fratello il 28 maggio 1770. Fu colto da semipazzia,
ma si mantenne sempre pio. Morì a Trento il 23 giugno 1809 e fu sepolto sotto la nostra
chiesa.
267
Più esatto Pier Damiani.
281
658. P. Ubaldo, Stefano Giovanni Nicolò Bertolini da Pizzano di Vermiglio, nato
il 31 agosto 1729, vestì l'abito francescano il 17 maggio 1752; fu ordinato sacerdote il
20 maggio 1758. Morì a Trento il 22 settembre 1809. Fu sepolto sotto la nostra chiesa.
659. P. Giacinto, Leonardo Lunelli da Torchio, nato il 15 febbraio 1741, vestì
l'abito serafico il 9 luglio 1763; fu ordinato sacerdote il 16 ottobre 1769. Morì
d'idropisia a Trento il 19 dicembre 1809.
660. P. Agostino, Giangiacomo Stefano Rigotti da Vigo di Ton, nato il 3 agosto
1744, vestì l'abito religioso il 2 giugno 1764; fu ordinato sacerdote il 9 giugno 1770. Nel
1773 andò missionario in Albania, poi prefetto delle missioni della Macedonia; ritornato
nel 1786 in possesso del privilegi degli ex missionari. Fu definitore surrogato per il
Capitolo provinciale del 1806; scelse come residenza il convento di s. Bernardino in
Trento, dove morì il 16 febbraio 1810.
661. P. Francesco Maria, Giuseppe Antonio Defrancesco da Panchià, nato il 21
gennaio 1775, vestì l'abito serafico in Cles il 29 maggio 1795; fu ordinato sacerdote a
Trento il 2 giugno 1798. Fu buon predicatore e insegnante di filosofia e teologia. La
morte lo colse ancor giovane il 12 agosto 1810 in Trento, consumato dalla tisi.
662. P. Paolo, Giovanni Battista Marinelli da Bresimo, nato il 31 dicembre 1724,
vestì l'abito religioso l'11 giugno 1746; fu ordinato sacerdote il 27 maggio 1752. Morì
senior della Provincia, in Arco il 27 agosto 1810.
663. P. Emanuele, Felice Agostino Pasini da Riva del Garda, nato il 17 agosto
1756, vestì l'abito religioso il 20 settembre 1777; fu ordinato sacerdote a Trento il 20
settembre 1783. Morì a Trento il 4 settembre 1810268.
664. P. Isidoro, Giovanni Federico Marzani nobile de Steinhof da Villa Lagarina,
figlio di Giovanni Battista e nipote del P. Antonio Inama da Fondo (+1793), nato 7
gennaio 1733, vestì l'abito religioso il 29 maggio 1751; fu ordinato sacerdote il 4 giugno
1757; dopo la soppressione si era ritirato nella casa paterna in Villa Lagarina, dove morì
il 4 dicembre 1810.
665. Fra Marco, Nicolò Brunelli da Rango del Bleggio, nato il 17 settembre 1756,
vestì l'abito serafico come fratello il 22 luglio 1780; soppressa la Provincia si ritirò nel
suo paese di Rango e vi morì il 14 marzo 1811.
666. P. Vigilio, Giacomo Scalfi da Fondo, nato il 31 dicembre 1760, vestì l'abito
serafico il 12 luglio 1780; fu ordinato sacerdote in Venezia il 26 marzo 1785. Fu buon
insegnante di filosofia e teologia e valido predicatore. Dopo la soppressione della
Provincia si ritirò nella casa paterna a Fondo dove morì il 26 marzo 1811.
268
Il P. Morizzo alla pag. 345 della cronaca I Francescani nel Trentino III, ha questa nota: "Siccome
è presumibile che quelli fra i nostri Frati che morirono durante i cinque anni nei quali rimase soppressa la
Provincia, se fossero vissuti avrebbero, al risorgere della medesima, riabbracciato l'Istituto, è giusto
l'inserire anche essi nel Negrologio dei nostri poveri defunti".
282
667. Fra Silvestro, Giuseppe Adamo Cramerotti da Villa Lagarina, nato il 20
luglio 1747, vestì l'abito serafico come fratello il 24 maggio 1773; era sarto di
professione; dopo la soppressone della Provincia si ritirò nella casa paterna a Villa
Lagarina, dove morì il 28 ottobre 1811.
668. P. Ignazio, Giacomo Urbano dei Conti Malfatti di Trento, nato il 29 maggio
1728, vestì l'abito religioso il 26 maggio 1747; fu ordinato sacerdote il 16 giugno 1753;
fu più volte eletto Guardiano; fu un buon predicatore, Religioso saggio e prudente; era il
più vecchio della Provincia all'atto della soppressione e come tale rimase insieme ad
altri Frati infermi a s. Bernardino convertito in ricovero per ex-Religiosi e ivi assistito
dai suoi confratelli morì santamente il 20 novembre 1811. Fu sepolto a Cognola nella
tomba posta davanti a quella chiesa.
669. P. Giovanni Damasceno, Giovanni Tonina da Vigolo Baselga, cugino del P.
Patrizio Tonina (+1822), nato il 7 febbraio 1750, vestì l'abito religioso il 22 maggio
1769; fu ordinato sacerdote il 10 giugno 1775; alla soppressione della Provincia si ritirò
nella casa paterna a Vigolo Baselga e vi morì il 21 gennaio 1812.
670. P. Ciriaco, Pietro Battocchi da Lazise sul Garda, nato il 12 luglio 1735, vestì
l'abito religioso il 2 settembre 1754; fu ordinato sacerdote il 20 settembre 1760. Dopo la
soppressione si ritirò nella casa paterna di Lazise dove morì il 20 febbraio 1812.
671. Fra Luca, Giuseppe Antonio Miclet da Terres, nato il 17 aprile 1752, vestì
l'abito religioso come fratello il 26 settembre 1775; lavorò come tessitore nel lanificio
posto nel convento di Pergine; dopo la soppressione si ritirò presso un suo nipote ex
Frate, cioè don Giovanni Antonio Miclet, che era a Stramentizzo quale Beneficiato;
morì a Stramentizzo il 21 febbraio 1812.
672. Fra Raimondo, Lorenzo Vigilio Clauser, detti Salvaterra da Romallo, nato
il 15 febbraio 1756; entrò in convento come Terziario commensale, e poi vestì l'abito
religioso come fratello il 17 giugno 1776; dopo la soppressione della Provincia si ritirò
nel suo paese di Romallo dove morì il 7 marzo 1812.
673. P. Apollinare, Giovanni Antonio Zorzi da Ziano, figlio di Giambattista
quondam Giovanni e di Maria Caterina Varesco, nato il 20 febbraio 1786, vestì l'abito
serafico in Arco il 15 ottobre 1803; fu ordinato sacerdote e venuta la soppressione della
Provincia si ritirò in patria dove morì consunto dalla tisi il 18 giugno 1812.
674. P. Bonaventura, Giuseppe Nicolò Lorengo da Caldes, nato il 6 agosto 1754,
vestì l'abito religioso a Cles il 28 maggio 1775; fu ordinato sacerdote a Verona il 9
giugno 1781; dopo la soppressione della Provincia si ritirò a Caldes dove morì l'11
luglio 1812.
675. P. Gerardo, Giacomo Antonio Ravanelli da Barco di Albiano, nato il 29
settembre 1748, vestì l'abito serafico il 17 maggio 1769; fu ordinato sacerdote il 10
giugno 1775. Dopo la soppressione della Provincia si ritirò a Bosco di Civezzano presso
una sua sorella ivi sposata, dove poi morì il 15 ottobre 1812, e fu sepolto a Civezzano.
283
676. P. Prosdocimo, Domenico Carlo Valentino Iellici da Cavalese, nato il 24
dicembre 1737, vestì l'abito religioso il 30 agosto 1758; fu ordinato sacerdote il 22
settembre 1764. Nell'aprile del 1787 col permesso anche del vescovo si recò a Rocca di
Papa a visitare il fratello. Fu Guardiano, maestro dei novizi, definitore al tempo della
soppressione della Provincia, dopo la quale rimase a s. Bernardino, anziano Religioso
sempre esemplare, e vi morì il 25 gennaio 1813 e fu sepolto a Cognola.
677. P. Giuseppe Maria, Antonio Giorgio Dellagiacoma da Predazzo, nato il 30
gennaio 1775, vestì l'abito serafico il 29 maggio 1795, il primo dopo la sospensione
delle vestizioni comandate dall'imperatore Giuseppe II e dal gioseffinista Pier Vigilio
Thunn principe vescovo di Trento, la quale durò 15 anni! Fu ordinato sacerdote con
dispensa dall'età il 2 giugno 1798; insegnò filosofia e teologia dandosi con frutto alla
predicazione; nel 1809 fu eletto Guardiano di Cavalese, confermato per l'anno 1810.
Dopo la soppressione della Provincia si fermò a Cavalese insieme a due sorelle ex
Clarisse, Madre Maria Antonia Caterina e la ex Madre Caterina, e là terminò i suoi
giorni ancora giovane il 10 febbraio 1813, causa il male ai polmoni. Trovandosi in fin di
vita, in data 26 gennaio faceva scrivere da don Carlo Collini al vescovo, chiedendo la
licenza di lasciare tutti i suoi libri, tanto personali, quanto quelli avuti dalla biblioteca
del convento di Cavalese, nonché quindici e più carte geografiche alla canonica di
Predazzo, coll'obbligo però di restituire al convento quando questo sarà riaperto;
lasciava alla chiesa più povera un calice del valore di circa 50 fiorini269.
678. P. Casimiro, Giuseppe Andrea Gerio da Pergine, nato il 12 e battezzato il 13
dicembre 1784, vestì l'abito religioso a Cles il 6 ottobre 1801; fu ordinato sacerdote a
Bressanone il 18 dicembre 1808. Dopo la soppressione della Provincia si ritirò a
Pergine e consunto dalla tisi morì il 25 febbraio 1813.
679. Fra Vincenzo, Giovanni Tomasi da Sfruz, nato il 30 gennaio 1753, vestì
l'abito religioso dapprima come Terziario commensale il 30 maggio 1775 e poi come
fratello il 22 maggio 1776; venuta la soppressione della Provincia si ritirò a Sfruz sua
patria, dove morì il 17 marzo 1813.
680. Fra Giosafat, Giovanni Udalrico Quaresima da Tuenno, nato il 4 novembre
1736, vestì l'abito serafico come fratello il 3 settembre 1757; dimorò qualche anno a
Gerusalemme. Dopo la soppressione della Provincia si ritirò a Tuenno suo paese, dove
morì il 24 marzo 1813, come senior dei fratelli, aveva infatti 77 anni.
681. P. Giuseppe Andrea, Gerolamo Felice Fortunato Fumanelli da Ala, figlio di
Andrea, nato il 19 febbraio 1750, vestì l'abito religioso a Cles il 19 maggio 1772,
essendo già accolito; emise i voti solenni il 19 maggio 1773; fu ordinato sacerdote il 24
maggio 1777; fu per molti anni catechista nelle scuole pubbliche elementari in
Rovereto. Dopo la soppressione della Provincia si ritirò a Rovereto dove morì il 16
aprile 1813.
682. P. Giacomo Antonio, Cristoforo Fezzi da Borgo Valsugana, figlio di
Prospero e di Elena Acquistapace e quindi nipote del P. Francesco Antonio (+1786).
269
Morizzo, I Francescani nel Trentino III, p. 352 in margine.
284
Nacque il 7 settembre 1739, vestì l'abito serafico il primo giugno 1759; fu ordinato
sacerdote il primo giugno 1765; per alcuni anni fu al S. Chiara di Napoli come cantore.
Dopo la soppressione della Provincia si ritirò nella casa paterna a Borgo Valsugana
dove morì l'11 agosto 1813.
683. P. Filippo, Luigi Magno Panizza da Mezzocorona, nato però a Roveré della
Luna il 7 febbraio 1754; vestì l'abito serafico a Cles il 5 maggio 1773; per le leggi
cesaree il giovane chierico fu il primo non poter fare la professione che dopo compiuti i
24 anni; veniva anche ordinato che anche gli studenti frati dovessero compiere gli studi
in una delle università della monarchia, per cui il Panizza fu mandato a Innsbruck, ma
ottenne quanto prima la licenza di continuare gli studi nella sua Provincia; fece la
professione a Trento il 17 febbraio 1777 e fu ordinato sacerdote il 29 maggio 1779. Fu
insegnante di filosofia e teologia, buon predicatore; eletto Guardiano e Vicario.
All'inizio di gennaio del 1804 fu mandato col P. Davide Degara come cappellano a
Salisburgo dell'arciduca Ferdinando d'Austria, venuto da Firenze con molto seguito.
Rimase nel suo compito per due anni, il primo come parroco di Corte, il secondo come
predicatore; ritornò in Provincia quando l'arciduca lasciò Salisburgo. Il primo luglio
1806 fu eletto definitore e segretario provinciale. Alla soppressione della Provincia si
ritirò a Mezzocorona dove morì il 18 agosto 1813. Lasciò due manoscritti.
684. P. Maurizio, Giovanni Maria Piva da Castagné, nato il 27 maggio 1782, vestì
l'abito religioso a Cles il 19 maggio 1801; fu ordinato sacerdote a Feltre il 31 marzo
1805 e cantò la prima Messa il giorno di Pasqua nel convento di Pergine. Dopo la
soppressione della Provincia si prestò come curato a Nomi; essendo andato a visitare i
suoi parenti a Castagné, fu ivi colto da febbre perniciosa e morì il 4 settembre 1813.
685. P. Pietro Paolo, Giuseppe Andrea Montibeller (detto comunemente
Montebello) da Roncegno, nato da una Teresa... il 23 dicembre 1741, vestì l'abito
religioso il 20 maggio 1759; fu ordinato sacerdote il 21 settembre 1765. Dopo aver
terminato gli studi si portò in Toscana per due anni per abilitarsi alla predicazione;
insegnò poi filosofia e teologia; fu buon predicatore, Frate esemplare, dotto, laborioso e
impegnato nello studio. Alla soppressione della Provincia si fermò come anziano in s.
Bernardino dove morì il 2 dicembre 1813. Scrisse molto; la sua opera più conosciuta si
intitola "Notizie storico topografiche e religiose della Valsugana e Primiero, Rovereto
1793".
686. P. Vincenzo Maria, Giovanni Vincenzo Francesco Domenico Keller da
Cles, figlio di Giacomo e Anna Lucia Bertolini, nato il 27 maggio 1783, vestì l'abito
religioso a Cavalese il 24 giugno 1800, fu ordinato sacerdote nell'aprile del 1806. Nel
Capitolo provinciale del 1806 ebbe l'incarico di rubricista e cronologo della Provincia
dopo la morte del Tovazzi e gli furono consegnati gli scritti corrispondenti del
medesimo. Dopo la soppressione della Provincia rimase a Trento a s. Bernardino come
cappellano di quel cronicario; vi morì l'11 febbraio 1814 per "febbre nervosa" da cui fu
colpito per aver assistito i soldati tedeschi nell'ospedale militare, essendo perfettamente
in possesso della lingua tedesca. Fu sepolto a Cognola. Lasciò alcuni manoscritti.
687. P. Accursio, Carlo Giuseppe Antonio Aliprandini da Preghena, nato il 22
maggio 1748, vestì l'abito religioso il 2 maggio 1768; fu ordinato sacerdote il 28 maggio
285
1774. Dopo la soppressione della Provincia si ritirò in città di Trento, dove morì in casa
Cappelletti, vittima della carità come il P. Vincenzo Maria, causa la febbre maligna
contratta nell'assistere i soldati tedeschi, di cui possedeva la lingua, nell'ospedale
militare, posto nell'ex convento delle Orsoline: morì all'una pomeridiana del 2 marzo
1814.
688. P. Ippolito, Giuseppe Biasi da Sfruz, nato l'11 gennaio 1750, vestì l'abito
francescano in Arco il 25 maggio 1771; fu ordinato sacerdote il 24 maggio 1777. Dopo
la soppressione della Provincia, essendo in possesso della lingua tedesca, fu destinato
cappellano nell'ospedale militare per i soldati tedeschi; anche lui come i suoi confratelli
contrasse, si ammalò contraendo il tifo causa il quale morì a Trento alle ore 10 e trenta
antimeridiane dell'8 marzo 1814.
689. Fra Michele, Giovanni Stanislao Carlini da Viarago, figlio di Francesco fu
Giacomo, nato il 7 maggio 1768, vestì l'abito serafico dapprima come Terziario
commensale in Cavalese il 17 settembre 1800 e poi come fratello pure a Cavalese il 7
maggio 1804; dopo la soppressione della Provincia si ritirò nel suo paese, dove morì il
13 marzo 1814.
690. P. Giuseppe, Giuseppe Lorenzo Pastorini da Fiera di Primiero, nato il 29
ottobre 1734, vestì l'abito religioso nella Provincia veneta di s, Antonio a Bassano il 6
ottobre 1749; venne nella nostra Provincia nel 1781 e incorporato 27 ottobre 1785; fu
valido predicatore ed anche poeta. Dopo la soppressione della Provincia rimase a Borgo
Valsugana, ove morì il 16 marzo 1814.
691. P. Cipriano, Domenico Federico Arnoldi da Tuenno, nato l'11 marzo 1736,
vestì l'abito serafico il 13 settembre 1755; fu ordinato sacerdote il 19 dicembre 1761;
dopo la soppressione della Provincia, ormai vecchio, rimase nell'infermeria di s.
Bernardino e vi morì alle 11 e mezzo pomeridiane del 27 giugno 1814.
692. P. Amando, Giovanni Evangelista Veronesi da Covelo, nato il 24 agosto
1735, vestì l'abito serafico il primo giugno 1759 col nome di Policarpo, che poi sostituì
con l'altro al tempo della professione; fu ordinato sacerdote il primo giugno 1765. Fu
eccellente predicatore recitando però sempre composizioni fatte da altri frati. Dopo la
soppressione della Provincia, perché vecchio, si fermò a s. Bernardino ove morì il 30
dicembre 1814.
693. Fra Marcello, Bortolo Adami da Vigne, nato il 26 luglio 1744, vestì l'abito
serafico come Terziario commensale in Arco il 26 aprile 1767; morì a casa sua durante
la soppressione napoleonica, il 3 gennaio 1815.
694. Fra Biagio, Domenico Ognibene Ferrari da Poia, nato il 3 settembre 1740,
vestì l'abito religioso dapprima come Terziario commensale il 18 agosto 1764 e poi
come fratello il 27 agosto 1777; dopo la soppressione della Provincia, alla vigilia di
rientrare, moriva nell'infermeria di s. Bernardino di Trento, ove si era ritirato essendo
vecchio, l'8 marzo 1815.
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695. Fra Mansueto, Giovanni Battista Giacomozzi da Segonzano, nato il 17
maggio 1747, vestì l'abito religioso come Terziario commensale il 19 giugno 1867.
Dopo la soppressione della Provincia si ritirò a Gazzo di Segonzano presso un suo
nipote ed ivi morì il 31 dicembre 1815, avendo sempre dichiarato di essere pronto a
rientrare in convento quando fosse risorta la Provincia.
696. P. Pietro Regalato, Domenico Antonio Bombarda da Cares, nato il 15 aprile
1749, vestì l'abito religioso il 15 giugno 1767; fu ordinato sacerdote il 28 maggio 1774.
Dopo la soppressione della Provincia si ritirò nel suo paese e stava per rientrare in
convento quando una lente febbre lo obbligò a letto e ivi morì il 10 marzo 1816.
697. Fra Giovanni Maria, Gioachino Montagnolli da Chiarano, nato il 5 giugno
1835, vestì l'abito religioso come Terziario commensale il 15 ottobre 1863; morì
nell'infermeria di s. Bernardino il 31 maggio 1816 e sepolto nel cimitero comunale di
Trento.
698. P. Innocenzo, Francesco Gennari da Orzano di Civezzano, nato il 5 gennaio
1758, vestì l'abito serafico il Cles il 22 maggio 1776; fu ordinato sacerdote a Feltre il 19
maggio 1782. Insegnò per parecchi anni nelle scuole elementari a Borgo Valsugana fino
alla soppressione della Provincia e dopo il ripristino della stessa insegnò ancora ben
breve tempo in Cles e ivi morì il 10 gennaio 1817.
699. P. Giovanni Giuseppe, Giovanni Battista Dallarosa da Canzolino, figlio del
notaio Giovanni e di Teresa Grandi da Pergine, nato il 20 ottobre 1751, vestì l'abito
religioso in Arco il primo giugno 1870; fu ordinato sacerdote il primo giugno 1876. Fu
buon predicatore e varie volte Guardiano. Dopo la soppressione della Provincia si ritirò
in patria e nel 1815 ritornò in convento eletto presidente del convento di Pergine. Nel
Capitolo del 1816 fu eletto definitore e durante questo suo compito morì a Trento il 6
marzo 1818 ad ore 5 pomeridiane.
700. P. Romedio, Vito Antonio Keller da Cles, fratello del P. Vito Antonio
(+1828), nato il 12 ottobre 1760, vestì l'abito religioso il 26 marzo 1780; fu ordinato
sacerdote il 12 luglio 1785. Si dedicò alla predicazione e fu eletto anche Guardiano.
Dopo la soppressione ritornò in convento ma fu per due volte colpito da apoplessia per
cui morì in Trento la mattina del 30 settembre 1818.
701. P. Michelangelo, Giovanni Battista Silao Maria Lorenzi da Rovereto,
nacque però a Lucca il 14 maggio 1741; venne ancor giovane con la famiglia a
Rovereto e il 9 ottobre 1757 vestì l'abito francescano in Cles. Fu ordinato sacerdote
sabato 21 aprile 1764. Dal 1768 al 1777 fu scrivano del procuratore generale della
Riforma il nostro P. Carlo Antonio Malanotti da Samoclevo. Dal 1785 al 1794 fu
confessore delle monache agostiniane della Maddalena di Napoli e poi confessore e
teologo del vescovo Ferdinando Maria Saluzzo da Napoli arcivescovo di Cartagine e
presidente della Legazione di Urbino e poi cardinale. Nel 1798 ritornò in Provincia dove
fu eletto Guardiano ed anche definitore. Alla soppressione della Provincia rimase a
Trento nell'infermeria con i Religiosi vecchi. Dopo il ripristino della Provincia rimase a
Trento ove morì il 28 ottobre 1818 e fu sepolto a Cognola. Fu l'ultimo dei confessori
delle Clarisse di Trento.
287
702. Fra Mattia, Carlo Domenico Cappelletti da Trento, nato il 26 luglio 1740,
vestì l'abito religioso come fratello il 26 luglio 1762. Ristabilita la Provincia nel 1815
tornò in convento e moriva a Trento il primo maggio 1819.
703. P. Gaspare, Francesco Bottesi da Campo Lomaso, figlio di Francesco da
Lundo, nato l'8 gennaio 1756, vestì l'abito serafico a Cles il 22 maggio 1776; fu
ordinato sacerdote a Feltre il 19 maggio 1782; fu predicatore, più volte Guardiano,
Ministro provinciale eletto nel primo Capitolo dopo il ripristino della Provincia nel
1815; fu poi anche Custode, durante il quale ufficio morì a Rovereto il 2 settembre
1819.
704. P. Nicolò, Luigi nobile de Campi de Monte Sancto da Cles, nato il 25 aprile
1751, vestì l'abito serafico ad Arco il 2 maggio 1768; fu ordinato sacerdote il 28 maggio
1774; fu maestro nelle scuole elementari comunali; dopo la soppressione della Provincia
si ritirò a Cles e al ripristino della stessa ritornò in convento; morì a Trento il 28
novembre 1819 e fu sepolto a Cognola.
705. Fra Giovanni Grisostomo, Antonio Radaelli da Bergamo, nato 15 agosto
1789; novizio chierico; morì a Trento il 21 luglio 1820.
706. Fra Domenico, Andrea Facchini da Mala, nato il primo febbraio 1755; vestito
come Terziario commensale l'8 luglio 1780; morì a Trento il 23 ottobre 1820.
707. P. Lattanzio, Giovanni Antonio Donei da Moena, nato il 30 aprile 1789, vestì
l'abito serafico a Mezzolombardo il 29 ottobre 1816; fu ordinato sacerdote il 10 ottobre
1819 a Bressanone; mentre studiava teologia a Borgo nel febbraio 1821 venne mandato
a Cavalese per restarvi durante la Quaresima quale sacerdote ausiliare ed anche per
ricuperare la salute minata da prostrazione "causata da fantasia alquanto stravolta e da
scrupoli, benché fosse per altro dabbene assai". Era stato il primo nuovo Religioso
entrato nella Provincia dopo il ripristino della stessa nel 1815. Morì a Cavalese, senza
altri disturbi il 15 aprile 1821.
708. Fra Benigno, Giangrisostomo Antonio Tenaglia da Spormaggiore, nato il 26
gennaio 1732, vestì l'abito serafico come fratello il 6 agosto 1754; dopo il ripristino
della Provincia ritornò in convento lavorando da legnaiolo e da sarto. Morì a Trento il
10 maggio 1821.
709. Fra Leonardo, Clemente Antonio Piazzi da Tesero, nato il 23 gennaio 1739,
vestì l'abito religioso come Terziario commensale il 6 giugno 1763 a Cles; al ripristino
della Provincia nel 1815 tornò in convento e morì a Trento il 6 gennaio 1822.
710. P. Patrizio, Cristoforo Tonina da Vigolo Baselga, nato il 19 dicembre 1738,
nipote del P. Davide (+1775), vestì l'abito serafico a Borgo Valsugana il 19 maggio
1760; fu ordinato sacerdote il 24 maggio 1766; fu Guardiano a Campo più volte e una
definitore; morì a Trento il 17 febbraio 1822 e sepolto a Cognola.
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711. P. Giuseppe Antonio, Pietro Giuseppe Dusini de Glockenberg da Cles, nato
il 15 marzo 1749, vestì l'abito religioso ad Arco il 17 maggio 1766; fu ordinato
sacerdote il 13 giugno 1772; fu insegnante di filosofia e teologia, ottimo predicatore; fu
eletto per cinque volte di seguito Guardiano del convento di Cles per via delle leggi di
Giuseppe II, secondo le quali il Guardiano doveva venire eletto dai componenti della
famiglia religiosa e non dal definitorio; fu eletto anche Custode e Ministro provinciale
all'atto sella soppressione napoleonica; al ripristino della medesima fu eletto Custode;
nel 1820 da Rovereto fu trasferito nell'infermeria di Trento dove chiuse la sua vita il 2
aprile 1822 e sepolto a Cognola.
712. P. Carlo Felice, Giovanni Battista Pancheri da Baselga di Bresimo, nato il
10 e battezzato l'11 febbraio 1751, vestì l'abito francescano nel Ritiro di s. Bonaventura
in Roma l'8 dicembre 1769; venne a Trento nel 1798; fu poi incorporato nella nostra
Provincia di s. Vigilio il 23 settembre 1802; al ripristino della Provincia dopo la
soppressione napoleonica del 1810-1815, tornò in convento a Cles, dove morì il 17
novembre 1822 e sepolto nel cimitero comunale.
713. P. Ilario, Domenico Antonio Casagrande dai Bampi di Civezzano, nato il 6
luglio 1745, nipote del P. Giovanni Battista (+1736), vestì l'abito religioso a Cles il 16
luglio 1763; fu ordinato sacerdote il 16 1769; fu predicatore, Guardiano, definitore,
confessore di monache; al ripristino della Provincia nel 1815 dopo la soppressione
napoleonica, tornò in convento e morì poi a Pergine il primo dicembre 1822.
714. Fra Leone, Antonio Gislimberti da Terlago, nato il 31 dicembre 1743, vestì
l'abito religioso come fratello il 30 maggio 1764; fino alla soppressione e dopo il
ripristino della Provincia fu infermiere caritatevole a Trento, dove morì il 18 marzo
1823. Fu sepolto a Cognola.
715. P. Mariano, Antonio Pancheri da Bordiana, nato il 10 marzo 1746, vestì
l'abito religioso in Arco il 22 maggio 1765; fu ordinato sacerdote il 25 maggio 1771. Fu
disturbato da un grave esaurimento impedendogli recitare il breviario e celebrare la s.
Messa. Rientrò dopo il ripristino della Provincia e morì a Trento il 25 marzo 1823 e fu
sepolto a Cognola.
716. P. Gaudenzio, Giovanni Battista Francesco Baiti da Trento, nato il 5
dicembre 1739, vestì l'abito religioso a Cles il 9 maggio 1757; fu ordinato sacerdote a
Verona il 24 settembre 1763. Nel 1768 andò a Roma per prepararsi alle missioni estere;
infatti l'anno seguente andò in Albania, dove rimase due anni, dopo i quali ritornò in
Provincia; ma vi fu rimandato nel 1774 in qualità di Prefetto di quella missione;
compiuto il triennio fece di nuovo ritorno a Trento. Nel 1790 andò di nuovo come
missionario a Tripoli, dove pure fu fatto Prefetto. Nel 1795 ritornò in Provincia, ma
rinunziò spontaneamente a tutti i privilegi degli ex missionari, chiedendo solo di poter
rimanere stabilmente nel convento di s. Bernardino di Trento. Nel Capitolo provinciale
del 1803 fu eletto definitore. Durante la soppressione della Provincia, data la sua età,
poté rimanere a Trento nell'infermeria di s. Bernardino trasformata dal Governo in casa
di riposo per tutti gli ex Religiosi di ogni Istituto ammalati o vecchi. Rimase in quella
anche dopo il ripristino della Provincia: E lì morì il 4 aprile 1823. Fu sepolto a Cognola.
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717. Fra Lorenzo, Giacomo Antonio Gennari da Orzano, nato il 28 settembre
1757, vestì l'abito religioso come fratello in Cles il 2 ottobre 1781; dopo il ripristino
della Provincia ritornò in convento. Fu Religioso saggio, pio e dabbene. Morì a Trento
l'11 giugno 1823 e fu sepolto a Cognola.
718. P. Eusebio, Pietro Grisenti da Baselga di Piné, nato il 29 agosto 1756, vestì a
Cles l'abito religioso il 30 settembre 1775; fu ordinato sacerdote a Trento il 22
settembre 1781. Dopo il ripristino della Provincia ritornò ad essa e morì a Trento il 13
dicembre 1823 e fu sepolto a Cognola.
719. P. Crescenzio Curtolo da Feltre, nato il primo gennaio 1768; entrò nella
Provincia Riformata veneta nel 1788; terminati gli studi fu incaricato di insegnare
filosofia e teologia, ma non terminò il corso per l'avvenuta soppressione dei conventi da
parte di Napoleone Bonaparte; ritornò a Feltre dove fu eletto direttore di quel seminario
vescovile; ripristinata la nostra Provincia volle essere incorporato in questa; lasciò il
seminario e chiese di essere aggregato alla nostra Provincia di s. Vigilio; lo troviamo
presente nel 1822 come Vicario di Borgo Valsugana; nel 1824 predicò la Quaresima a
Cavalese, ove fu colto da morte improvvisa il 29 marzo 1824. Lasciò qualche
manoscritto di prediche, un trattato di filosofia ed uno di teologia.
720. Fra Gervasio, Francesco Tonina da Vigolo Baselga, nato il 30 marzo 1747,
vestì l'abito religioso dapprima come Terziario commensale a Trento il primo ottobre
1768 e poi come fratello il 4 luglio 1775; al ripristino della Provincia ritornò in
convento e morì a Trento il 15 maggio 1824 e fu sepolto a Cognola.
721. P. Lorenzo, Pietro Antonio nobile de Zini da Cavareno, nato il 2 febbraio
1748, vestì in Arco l'abito serafico il primo giugno 1767; fu ordinato sacerdote il 5
giugno 1773; fu Guardiano e maestro dei novizi. Al ripristino della Provincia nel 1815
ritornò in convento e morì a Trento alle 4 pomeridiane del 16 maggio 1824 e fu sepolto
a Cognola.
722. Fra Giangrisostomo, Giuseppe Stoppa da Vicenza, nato il 27 agosto 1798,
vestì l'abito religioso in Arco come chierico il 6 marzo 1822; morì a Trento il 20 agosto
1824 e fu sepolto a Cognola.
723. P. Antonio Maria, Pietro Gaetano Chiusole da Rovereto, nato il 7 agosto
1784, vestì l'abito serafico in Arco il 15 maggio 1804; fu ordinato sacerdote a
Bressanone il 4 giugno 1809; durante la soppressione dei conventi fu cappellano
all'ospedale di Trento fino al 9 ottobre 1815 quando ritornò in convento. Fu Guardiano
più volte, buon predicatore, rubricista dal 1815; fu assai perito nel canto fermo e
figurato; fu insegnante di fisica e di storia; era definitore quando la morte lo colse a
Rovereto il 16 novembre 1824.
724. P. Francesco, Marcantonio Masotti da Rivoltella Veronese, nato il 10 agosto
1794, vestì l'abito religioso a Cles il 20 giugno 1817; fu ordinato sacerdote il 24 maggio
1823. Morì tisico a Trento il 4 gennaio 1825 e fu sepolto a Cognola.
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725. P. Geremia, Giovanni Antonio Pola (detti Fortin) da Borgo Valsugana, nato
il 27 dicembre 1750, vestì l'abito serafico in Arco col nome di Vittorio il 17 settembre
1769; fu ordinato sacerdote il 23 settembre 1775; insegnò filosofia. Nel 1786, causa le
nuove leggi di Giuseppe II, dovette andare a fare il curato in Cauria di Primiero e vi
rimase fino al 1797, quando ritornò in convento a Borgo, dove rimase fino al 1798270.
Dopo la soppressione dei conventi si ritirò al suo paese e ripristinata la Provincia ritornò
in convento; fu eletto anche definitore. Morì in Pergine il 26 marzo 1825.
726. Fra Pasquale, Giovanni Pietro Gremes da Centa, nato il 22 ottobre 1773,
vestì l'abito religioso come Terziario commensale a Campo il 22 agosto 1796, poi come
fratello il 18 luglio 1798; dopo la soppressione della Provincia si ritirò nel suo paese,
ma al ripristino della stessa ritornò in convento. Morì a Borgo Valsugana colpito da
apoplessia fulminante il primo dicembre 1825 alle 4 antimeridiane.
727. P. Daniele, Domenico Antonio Arnoldi da Denno, nato il 24 marzo 1755,
vestì l'abito francescano a Cles il 29 settembre 1773; fu ordinato sacerdote il 19
settembre 1779. Fu Guardiano, predicatore efficace; dopo il ripristino della Provincia
ritornò in convento. Colto da male di petto, morì a Mezzolombardo il 4 febbraio 1826 e
fu sepolto nel cimitero davanti alla chiesa del convento.
728. P. Raffaele, Giangiacomo Bianchi da Lardaro, nato il 25 luglio 1744, vestì
l'abito religioso in Arco il 23 ottobre 1764; fu ordinato sacerdote il 22 ottobre 1770.
Durante la soppressione dei conventi si ritirò nella casa paterna; al momento del
ripristino della Provincia ritornò in convento. Colto da febbre catarrale, morì a Trento il
20 marzo 1826 e fu sepolto a Cognola.
729. Fra Masseo, Giuseppe Antonio Gozzaldi da Denno, nato il 24 ottobre 1740,
vestì l'abito religioso come fratello l'8 giugno 1765; lavorò per moltissimi anni nel
lanificio a Pergine. Dopo il ripristino della Provincia nel 1815 ritornò in convento e
morì a Trento il 30 marzo 1826. Fu sepolto a Cognola.
730. Fra Pacifico, Bartolomeo Tommasini da Valfloriana, nato il 24 gennaio
1770, vestì l'abito religioso a Trento, dapprima come Terziario commensale il 15
settembre 1791 e poi a Campo Lomaso come fratello il 12 giugno 1797; durante la
soppressione della Provincia si ritirò nella casa paterna e al ripristino della stessa ritornò
in convento; morì tisico in Trento il 6 agosto 1826 e fu sepolto a Cognola.
731. P. Francesco Maria, Luigi Sartorari da Verona, nato il 24 febbraio 1772.
Studiata la teologia fu ordinato sacerdote nella sua diocesi e si occupò nella
predicazione specialmente delle Missioni al popolo anche nel Trentino; in seguito volle
farsi francescano e vestì l'abito serafico a Cles il 12 aprile 1826; anche come novizio
predicò nella parrocchiale di Cles gli esercizi al popolo. Diede a Cles principio alla
predicazione dell'Avvento; giunto alla quarta domenica il 24 dicembre, dopo essersi
confessato, celebrata la Messa e ascoltate le altre, si avviò col compagno fra Casimiro
verso la parrocchiale; prima di salire il pulpito, si inginocchiò ai piedi dello stesso e nel
tentativo di baciare la terra fu colpito da apoplessia fulminante. Cles 24 dicembre 1826.
270
In quell'occasione il vescovo Pier Vigilio dichiarava "eumdem Patrem solutum a regulis Ordinis,
quae cum praesenti eius statu conciliari nequeunt".
291
732. P. Massimo, Domenico Antonio Tovazzi da Volano, fratello del P.
Giangrisostomo (+06.03.1806), nato il 22 settembre 1750, vestì l'abito serafico in Arco
il 22 maggio 1769; fu ordinato sacerdote il 10 giugno 1775; fu per molti anni maestro
nelle scuole elementari comunali in Borgo Valsugana; al ripristino della Provincia dopo
la soppressione, ritornò in convento; fu Guardiano e definitore. Morì a Trento il 18
luglio 1827 e fu sepolto a Cognola.
733. P. Cirillo, Giacomo Antonio Luigi Dusini da Cles, nato il 9 marzo 1781, vestì
l'abito religioso il 31 maggio 1797; fu ordinato sacerdote a Trento con dispensa dall'età
il 20 settembre 1800; dopo 9 giorni cantò la sua prima Messa a Cles. Ripristinata la
Provincia dopo la soppressione del 1815 ritornò in convento; fu buon predicatore, più
volte eletto Guardiano ed una volta definitore; morì di idropisia a Trento il 3 ottobre
1828 e fu sepolto a Cognola.
734. P. Vito Antonio, Francesco Luigi Keller da Cles, fratello maggiore del P.
Romedio (+1818) e cugino del P. Melchiore (+1795), nato il 24 novembre 1750, vestì
l'abito religioso in Arco il 5 ottobre 1768; fu ordinato sacerdote il 24 settembre 1774;
durante la soppressione della Provincia rimase a Mezzolombardo insieme al P. Stefano
Biasi da Sfruz per far funzionare la chiesa del convento, abitando nel medesimo. Fu più
volte eletto Guardiano ed una volta definitore ed era ottimo predicatore. Nell'aprile del
1820 fu colpito da apoplessia, ma si riebbe tanto da poter celebrare la s. Messa; si ritirò
nell'infermeria di s. Bernardino a Trento e ivi morì il primo dicembre 1828 e fu sepolto
a Cognola.
735. P. Stefano, Guglielmo Antonio Biasi da Sfruz, nato il 21 ottobre 1756, vestì
l'abito religioso in Cles il 22 maggio 1776; fu ordinato sacerdote a Feltre il 19 maggio
1782; al tempo della soppressione rimase nel convento di Mezzolombardo insieme al P.
Vito Antonio per far funzionare la chiesa del convento; e a Mezzolombardo rimase per
lo più anche dopo il ripristino della vita conventuale; fu più volte Guardiano, maestro
dei novizi; morì per consunzione a Trento il 12 gennaio 1829 e fu sepolto a Cognola.
736. Fra Francesco, Gerolamo Scremin da Bassano, figlio del giardiniere
Francesco e Caterina Carraro, nato il primo aprile 1807, vestì l'abito religioso a Cles
come chierico il 4 novembre 1825; fece la professione a Trento dopo gli studi di
filosofia e teologia a Rovereto, il 4 novembre 1828; era accolito quando fu sorpreso
dalla "febbre consuntiva" e morì nell'infermeria di s. B